Illustrazione Ticinese n. 9 - 2008

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illustrazione www.illustrazione.ch

TICINESE

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

N째 09 - 1. OTTOBRE 2008

REPORTAGE A lezione di cinese SONDAGGIO Cosa pensate dei concorsi di bellezza

DA STACCARE

ELENA BARZAGHINI Una donna tra i sommelier

Lo speciale hockey www.illustrazione.ch

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA SPECIALE HOCKEY 2008

SPECIALE HOCKEY I destini incrociati di Alessandro Chiesa e Mattia Bianchi



SOMMARIO

IN PRIMIS Quando leggerete questo editoriale saprete molto di più di quanto non sappiamo noi ora. E a dire il vero, questo testo avremmo potuto scriverlo più tardi. Dopo. Se ci sarà un dopo, appunto. Questo sostengono almeno i più scettici. Ma in fondo il bello sta proprio qui, nel poter leggere cosa si pensava prima del dopo. Ma dopo cosa, direte voi? Beh, dopo la fine del mondo, dopo il più grande e incredibile esperimento scientifico che l’uomo abbia mai tentato. Tra poche ore (oggi è il 10 settembre 2008) al CERN di Ginevra verrà azionato l’acceleratore di particelle che dovrebbe darci le risposte alle domande esistenziali, sostengono gli eminenti scienziati di tutto il mondo che partecipano a questo incredibile esperimento. E che dovrebbe aprire un buco nero che risucchierà tutto il pianeta, sostengono invece i più scettici.

4 Fuorionda Questione di olfatto

6 Scelti per voi La rubrica a misura di lettore

8 Scriv in dialètt I bernés i tegn dür: i mòlan mia ul mazz

11 Ma tu lo sai? Una risposta ai tuoi perché

12 L’intervista

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La felicità in un bicchiere

18 Da non credere Notizie dal passato…

20 Salute Attenti a quella spiga… www.illustrazione.ch

24 A tavola in Ticino Cucina creativa “alla Bebo”

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA SPECIALE HOCKEY 2008

28 Internet Informatica del futuro o futuro dell’informatica? (4ª parte)

30 Destinazione Famiglia Nell’affascinante regno della rotaia

32 Cani, gatti & Co.

27 chilometri per capire il mondo.

Non la tengo più

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SPECIALE HOCKEY I destini incrociati di Alessandro Chiesa e Mattia Bianchi

Questa è la lunghezza del Large Hadron Collider, il tunnel che si snoda nel sottosuolo Franco/Svizzero. In soldoni, per prima cosa i fisici spareranno un fascio di particelle che percorrerà il tunnel in una direzione. Poi ne spareranno un altro nella direzione opposta.A questo punto, due raggi verranno sparati contemporaneamente nelle due direzioni, e scontrandosi nel mezzo ad altissima velocità dovranno formare un ipotetico Big Bang. Noi stiamo a vedere, o forse no…

34 Speciale Hockey (inserto da staccare) Quando il ghiaccio brucia

35 Sondaggio Tra inutilità e opportunità

41 Penne, pennelli e pasticci Il ricordivaso

42 Oggi parliamo di… Spero non passi mai la voglia di leggere fiabe!

44 Reportage E se andassimo a lezione di cinese?

48 Viaggi Che ridere la Svizzera! La loro Africa, Ghana (9ª parte)

52 Escursioni La vetta nascosta

La redazione

54 Tendenze Quando sensibilità fa rima con tendenza

57 Motor Time Grandine: allarme carrozzeria! In sella a una Derbi

63 Oroscopo Le previsioni di Cloris per la prima metà di ottobre

66 Cruciverba Troverete la prossima edizione di llustrazione Ticinese, nella vostra bucalettere a metà ottobre.

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Caccia al personaggio IN COPERTINA: Elena Barzaghini-Mozzini (foto Rémy Steinegger)

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FUORIONDA

QUESTIONE DI OLFATTO “Profumi come un cespuglio di fiori: non so bene se devo baciarti oppure innaffiarti...” (Ryan O’Neal a Barbra Streisand nel film “Ma Sei Tutta Matta?”). testo Roberto Rizzato

“D

ovreste essere baciata, e spesso, e da un esperto!”, dice Cl ark G able nei panni di Rhett Butler in una scena memorabile di Via col Vento. In sala, il pubblico femminile freme incantato, mentre sullo schermo Vivien Leigh nei panni di Rossella O’Hara, con il naso vicinissimo al suo, cade in deliquio. Forse perché stesa da una zaffata del pestilenziale alito dell’attore. Si racconta infatti che Clark Gable avesse un alito tanto pesante da poter deviare la traiettoria di una palla di cannone! Il problema del “re di Hollywood” si dice fosse dovuto in parti uguali alle dentatura, al fumo e all’alcol. Molto spesso il nostro alito dipende da quello che mangiamo. Ad esempio, una ricerca ha evidenziato che l’aglio può rendere insopportabile il nostro fiato anche senza passare dallo stomaco: ne è stato strofinato uno spicchio sui piedi di una dodicenne e il suo odore pungente, passato attraverso i pori della pelle, ha raggiunto i polmoni e quindi l’aria espirata. Le narici umane sono in grado di riconoscere e distinguere da 2’000 a 3’000 odori diversi. I nostri recettori olfattivi sono infatti così sensibili che basta una sola molecola di alcune sostanze per sollecitarli e metterli in condizioni di mandare un impulso nervoso al cervello. Ad esempio il naso degli esseri umani è estremamente sensibile all’odore della carne rancida: siamo infatti in grado di individuare la

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presenza di 1/400 miliardesimo di grammo di questa sostanza marcescente, il metil-mercaptano, in poco più di un litro d’aria. L’identificazione certa della carne in putrefazione era probabilmente vitale per i nostri lontani progenitori quando ancora lottavano per la sopravvivenza nelle foreste. Il senso dell’olfatto è più

«Il senso

dell’olfatto è più sviluppato nelle donne» sviluppato nelle donne, grazie alla presenza degli estrogeni, gli ormoni femminili, il cui ruolo notoriamente consiste nell’attivare i recettori olfattivi. È interessante notare che la donna è in grado di sentire l’odore del muschio - un profumo associato al corpo maschile - molto meglio di qualsiasi altro odore. Durante il periodo dell’ovulazione poi, quando gli estrogeni sono al massimo, la capacità olfattiva della donna raggiunge la sua massima acutezza e la capacità di percezione dell’odore del muschio, ovvero del ma-

schio, aumenta da 100 a 100’000 volte rispetto al periodo mestruale, quello meno fertile. Ma persino il leggendario fiuto di un cane da caccia sfigura clamorosamente di fronte a quello del baco da seta: il maschio è infatti in grado di individuare e seguire la traccia di 1/10’000 di milligrammo della sostanza liberata dalla femmina a mo’ di richiamo sessuale quando ancora si trova a 10 km di distanza! Il legame tra sesso e odori è estremamente forte in tutto il regno animale. Studi e ricerche sempre più numerose hanno dimostrato che il feromone, l’odore del sesso, viene prodotto anche da particolari ghiandole di cui sono dotati pure gli esseri umani, le ghiandole apocrine. Le donne sentono anche l’influsso dei feromoni prodotti da altre donne, al punto che - dopo un certo periodo di convivenza - tendono a sincronizzare automaticamente i loro cicli mestruali. Invece sotto l’azione del feromone prodotto dalla donna, ad esempio, negli uomini si verifica una crescita più rapida della barba (con tutte le implicazioni anche ironiche che questo comporta). A proposito di crescita: il naso è la parte del corpo umano che nel ventre materno si sviluppa per ultima; in compenso continua la sua crescita anche in età adulta, fino alla morte. Il nostro naso, con gli anni, può quindi allungarsi anche di un paio di centimetri, persino se diciamo sempre la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità :-).


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Una collana lunga e un ciondolo importante

Sapere che gusto ha il siero di soia che si ricava dalla produzione dei panetti di soia ci incuriosiva, e quindi non potevamo non assaggiare la sorellina della bibita nazionale più famosa. Il suo sapore ricorda forse più una panaché che la classica Rivella, ed è fresca e rinfrescante. Ma alla nuova Rivella mancano un sacco di cose…: coloranti, conservanti, calorie, lattosio e colesterolo. Ecco allora che è perfetta per chi è intollerante al lattosio, ha problemi di colesterolo o deve fare attenzione alla linea!

Da vedere Lo sgabello di carattere www.pfister.ch Ci è piaciuto molto questo sgabello della nuova collezione Pfister Ispired by Nature. È un po’ come se la materia prima con la quale sono fatti questi mobili si riprendesse il suo spazio. E allora il legno, con le sue crepe e i suoi nodi, vive proprio per i suoi difetti, che diventano segni distintivi unici. Questo in particolare è realizzato in quercia palustre oliata naturale. Perfetto da abbinare, in un gioco di contrasti, con un arredamento moderno e lineare.

Abbiamo estratto

www.swarovski.com Che scegliate l’oro giallo o quello bianco, o rispettivamente l’argento, dipende dall’abbigliamento e dagli altri accessori, ad esempio dalla fibbia della cintura. Quello che conta davvero è che la collana sia molto lunga, almeno 60 centimetri, e che vi appendiate uno o più ciondoli importanti. Elaborati, con parti in smalto e pietruzze brillanti. Quindi spazio alla fantasia, perché ad esempio quel portachiavi in argento che non avete mai usato, potrebbe diventare un ciondolo perfetto…

Chi partirà per Budapest! Nell’edizione n° 7 avevamo pubblicato un concorso in collaborazione con Hotelplan Italia con il palio un bellissimo viaggio a Budapest. Ebbene, Gaby Malacrida, rappresentante Hotelplan, ha estratto dal cospicuo mazzo comprendente cartoline postali, e-mail e buste, la cartolina del signor Fabio Molinari di Miglieglia, che potrà così trascorrere una vacanza da sogno tra Buda e Pest, passeggiando sugli otto ponti cittadini e rilassandosi nei bagni termali della splendida città ungherese.

Chi di Melinda non se ne infischia! Nell’edizione n° 7 invece avevamo presentato il libro “Melinda se ne infischia”, e tra tutti coloro che ci hanno spedito una mail abbiamo estratto i cinque fortunati vincitori che riceveranno una copia del libro. Si tratta di Ebe Balzano di Santa Maria, Paola Spagnolatti di Bellinzona, Elisa Pellegrini di Stabio, Michela Rosa di Brusino Arsizio e Deborah Aliberti di Giubiasco.

Romanzo di Gianrico Carofiglio, 297 pagine, BUR

L’autore è sostituto procuratore Antimafia a Bari e il suo romanzo, un giallo avvincente, racconta di come un bravo ragazzo, studioso e di buona famiglia, possa cascare in un “brutto giro”, così facilmente, quasi senza rendersene conto. E terminata la lettura, un piccolo dubbio si insinua nel lettore… che questo romanzo sia un pochino autobiografico? Da questo libro è stato tratto il film di Daniele Vicari con Elio Germano, che uscirà nelle sale italiane il 14 novembre.

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Abbiamo letto

Il passato è una terra straniera

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Abbiamo assaggiato

Da avere


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SCRIV IN DIALÈTT

I BERNÉS I TEGN DÜR: I MÒLAN MIA UL MAZZ Trédasmila firmi par mantegnì ul “Berndütsch” in di scöl dal canton: ul “bon tedesch” al dév mia cancelà ul dialètt. scrivüt dal Pier Baron

S

e a nem indré, ma ben indré in dal témp, già ul Sandro Biancon, bravo linguista, l’eva scrivüt di noss gióvin che disévan “acend” (accendere), “scend” (scendere), “salii” (salire), “spegn” (spegnere), “rüscel” (ruscello), “bür” (burro). Anca là par ul canton Berna adess al somearess che sémpar püssée gióvin i pèrdan ul patàn dal dialètt e i dísan “Karotte” al pòst da “Rübli” e “Ziege” (la cavra) al pòst da “Geiss”. Parché dovressom scaldass la pissa par ul dialètt bernés? Che i guàrdan un po’ lôr, anca lontan dala capital federal (là in campagna o sü in di montagn, indova i pàrlan ul “Bureberndütsch”, ul dialètt di paesàn bernés): nüm, cunt ul noss dialètt

«Parché dovressom scaldass la pissa par ul dialètt bernés» dala ferovia e cunt i dialètt regionài a gh’em già la nossa rogna da gratà. Ma ogni tant, forse mia da spéss, guardà anca da là dal Gotàrd al fà mia maa. E lôr, i noss confederati, al dialètt i ga tégnan, e come i ga tégnan! Ma ta lì: a vün a vün, tücc i canton dala Svizera tedesca i ponta (spingono) sémpar püssée ul “bon tedesch”. Un po’ parché cunt la globalizazion l’è mia voncia

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girà föra dala Svizera senza savé ben una “lingua üficial” e un po’ parché ul multietnic e ul multicultüral (sa podarà dì e scriv inscì, in dialètt ticinés?) i òbligan quasi tücc a molà quaicoss di abitüdin locài. Un mument, fermi tutti: un ex poliziott da 61 ann (Hans Schmidiger) e un maestro in pension da 88 ann (Ulrich Schwaar) i s’è dài da fà. I vöraressan che, a scöla, tosann, toson e maestri i parlassan anca ul dialètt bernés e che al sa promöva là, come “lingua di insegnamento”, cunt ul stess valor cultüral dal tedesch (Hochdeutsch) e da l’inglés. Quand che a nii in centro-città a Berna, lì sóta i pòrtich visin al palazz federal, fermívass un àtim a sentì ul dialètt bernés: al g’ha un ritmo, una cadenza, una manéra da dì e da cüntà sü anca i ropp püssée sémplic che ta lassa stracüntaa, se apéna ta gh’et un zichinin de orégia müsical. L’è mia necessari capì, gnanca “Bahnhof”: una “lingua di sentiment”, bott lì, come al ma dîs ul Schwaar. Inscì la tiràt inséma un bel lavór la Christine Brand (“NZZ am Sonntag” dal 24 agòst, pag. 27), fasendo parlà i noss düü bernés, che i’è nài dal diretor dal Dipartiment dala püblica edücazion con 13mila e passa firmi, donca con scià una petizion. Cunt ul titol che al dîs tütt: “Fertig Berndütsch a üsne Schuele? Das darf doch nid sy!” Pensi che gh’è mia bisögn da tradüzion. Se zürighés e valesàn i tira föra, quand che i pàrlan, la belezza da “sei sillabe” ogni segùnd (secondo) che passa, i bernés i riva gnanca a dinn cinc (cinque). I pàrlan adasi, ma i pensa lungh. Ul Schwaar l’ha tradott in dialètt bernés una sfraca da libar scrivüt in finlandés e anca

«Ta riessat a dì méi quel che ta gira in crapa» quii dal Charles Ferdinand Ramuz. La ciapàt ul premi dala leteratüra e cultüra svizzera e in Finlandia i l’han nominaa cavalier: donca l’è mia un strafüsari, l’ültim vegnüt. Cèrt che sa dév trövà na via da mezz, parché quii che sa n’inténd verament da dialètt e “lingue ufficiali” i dìsan che ul parlà local al tegn bòta domà se al végn dopràt “föra” dala scöla: ul “bon tedesch”, lì süi banc, al ga dà ai fiöö, tosann e toson, di occasion che ul dialètt al po’ mia dàgh. Nüm ticinés al semm, par esperienza, che ul dialètt l’è mia un ostacol, quaicoss che ta bloca, par imparà ben, pulito, ul italian: anzi, na quai volta ta riessat a dì méi quel che ta gira in crapa, cunt un miscciozz fra dialètt e “buona lingua”. Ta divéntat original e, come sa dîs, “il messaggio passa meglio”. Dopo sa po’ pensàla in diversi manér: ul Sandro Biancon (“Bloc notes”, otober 1980, pag. 23-30) al ma dîs che la funzion dal dialètt l’è quela da conservà la tradizion “di una vita e di una mentalità arcaiche, preindustriali”. Nüm, in dal noss picol, a cércum da vedé se ul dialètt al pò tegnì bòta anca cunt la globalizazion, i SMS e i you tube. Magari a parlà püssée adasi, come i bernés, a pòdum vess bon da fà quaicoss püssée. Magari. Mah!


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SAI PERCHÉ ALCUNE CONCHIGLIE HANNO UN BUCHINO? Le conchiglie bivalvi (ossia quelle che sono composte da due conchiglie) hanno spesso un buchino perché vittime di un’altra specie di molluschi gasteropodi (con la conchiglia a spirale), carnivori e predatori. Il mollusco predatore ha una sorta di lingua, detta radula, con la quale riesce a perforare gusci spessi anche 7 mm in poche ore. Ottenuto il foro inserisce una proboscide con la quale risucchia il mollusco. A volte invece attende che il mollusco muoia, per poi aprire il suo guscio e mangiarselo.

SAI COSA ASCOLTIAMO?

MA TU LO SAI?

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1° Viva la vida or Death & all his friends di Coldplay 2° Non ti scordar mai di me di Giusy Ferreri 3° Forth dei The Verve Classifica dei CD più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con City Disc, Lugano.

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EST! EST!! EST!!!

Questo termine giapponese, diffusosi da noi durante la seconda guerra mondiale, definiva i piloti giapponesi votati volontariamente alla morte che, a bordo di un aereo carico di esplosivo, andavano a schiantarsi contro gli obiettivi assegnati distruggendoli. Deriva dal tifone che nel 1281 distrusse provvidenzialmente la flotta mongola pronta a invadere il Giappone e che i giapponesi chiamarono così (da kaze/vento e kami/Dio).

KAMIKAZE?

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1° La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano 2° L’eleganza del riccio di Muriel Barbery 3° La legge dell’attrazione di Ester Hicks Classifica dei libri più venduti in Ticino, realizzata in collaborazione con la Libreria Segnalibro, Lugano.

SAI CHI HA INVENTATO

Questo celebre vino moscato di Montefiascone deve il suo nome ad una leggenda. Nel 1111, Enrico IV di Germania era in viaggio con il suo esercito verso Roma per incontrare papa Pasquale II. Al suo seguito si trovava il vescovo Johannes Defuk, grande intenditore di vini. Defuk mandava il suo coppiere in avanscoperta per assaggiare i nuovi vini della regione e questi, per segnalare al vescovo dove valesse la pena fermarsi, scriveva Est! sul muro di ogni locanda dove c’era (“est”, appunto) del vino buono. Arrivato a Montefiascone, trovò il vino del luogo così eccellente che lo segnalò ripetendo la scritta tre volte. Il vescovo poi, assaggiato il vino, decise di ritornare a Montefiascone e di rimanerci per alcuni giorni e a Montefiascone morì, si narra per il troppo bere!

SAI COSA LEGGIAMO?

SAI PERCHÉ SI DICE

SAI DA COSA DERIVA

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LA SEDIA? Che l’essere umano abbia bisogno di sedersi è ovvio fin dagli albori della sua storia, ma presto l’uomo ha sentito la necessità di sollevarsi dal terreno umido e sporco e di stare un po’ più comodo rispetto ad esempio a quando si sedeva su un sasso. Nacque così prima lo sgabello, ma la sedia con schienale venne attorno al 3000 a. C. diffondendosi nelle taverne, nelle quali si beveva vino. Lo schienale doveva impedire che chi aveva bevuto troppo finisse con il cadere all’indie- Sedia Biedermayer tro!

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L’INTERVISTA

LA FELICITÀ

IN UN BICCHIERE Elena Barzaghini-Mozzini è attiva nel “mondo del vino” da sette anni e collabora attivamente in seno all’Associazione Svizzera dei Sommelier Professionisti, Sezione Svizzera Italiana e Sezione Nazionale. Cresciuta tra i vigneti di famiglia ma con un’attività nel ramo terziario, la sua riscoperta dei… rami della vite, le ha acceso anche la vita. L’abbiamo incontrata per fartesto ci raccontare di questa sua passione per il vino… del Ticino. testo Marco Marco Ortelli Ortelli -- foto foto Rémy Rémy Steinegger Steinegger

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L’INTERVISTA

I

nizio il resoconto dell’incontro con Elena Barzaghini-Mozzini, in modo insolito, ossia con la citazione di un autore americano, che sintetizza in modo fulminante l’origine del nostro bere un bicchiere di vino: “Come tutti gli altri presenti nel bar, stava stordendosi con l’alcol, che era una sostanza prodotta da una creaturina chiamata lievito. I lieviti mangiavano zucchero e cacavano alcol, e si uccidevano distruggendo il proprio ambiente…” (Kurt Vonnegut). A prescindere dall’origine del cosmo e dei viventi che lo abitano, all’origine del vino stanno quindi i lieviti, responsabili del passaggio dal liquido analcolico al liquido alcolico, poi colorato di rosso, di bianco o di rosa, con più o meno bollicine. È il mistero della natura, che Elena ha cominciato a sondare quando nel 2002 ha deciso di approfondire la conoscenza del mondo del vino, fino a diventare sommelière - non professionista – in seno all’A.S.S.P. (Associazione Svizzera dei Sommelier Professionisti). DA DOVE NASCE LA TUA PASSIONE PER… IL VINO? “Siccome la mia famiglia ha un vigneto, si potrebbe dedurre che la mia passione nasca da lì. Invece tutto è capitato in maniera piuttosto casuale, quando a cena con amici, all’argomento vino io non capivo nulla, se non la distinzione tra il colore rosso e il bianco… di un vino”. … COSÌ, CON IL CAVATAPPI HAI APERTO LA BOTTIGLIA DELLA CONOSCENZA… “Ho deciso di seguire un corso di conoscenza di base sul vino. In quell’occasione ho capito che l’argomento mi affascinava e così ho ampliato la mia comprensione partecipando al corso di formazione per sommelier (corso sviluppato in 3 livelli), che ha sede presso la Scuola Superiore Alberghiera del Turismo (SSAT) a Bellinzona, dove ho conseguito il diploma di sommelière. Dopo aver collaborato attivamente per l’Associazione, sono poi entrata a far parte dapprima del Comitato Cantonale e in seguito in quello Nazionale, cominciando a frequentare più da vicino l’am-

SCHEDA BIOGRAFICA Nome: Elena Cognome: Barzaghini Cognome da nubile: Mozzini Stato civile: sposata con Rocco Paternità: di Attilio e Giancarla (-Allemann) Data di nascita: 5 giugno 1979 Luogo di nascita: Bellinzona Attinenza: Camorino Ramo attività: fiduciario-amministrativo-immobiliare Ramo enologico: Corso viticoltura amatori - Scuola Agraria Mezzana; Formazione Sommelière A.S.S.P. (Association Suisse des Sommeliers Professionels), 1°,2°,3° livello, con il conseguimento del relativo diploma; Formazione di Idrosommelière (degustatrice di acque) Curiosità: ho un gatto nero di nome Cagliostro Esordio enologico: “una serata al ristorante Groven di Lostallo” Progetti: “Attualmente sto scrivendo un libro per bambini sul tema della viticoltura”

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biente del vino e soprattutto delle degustazioni. E proprio in queste occasioni mi sono accorta che il vino ticinese a parer mio aveva bisogno di ancor più spazio. Così, in quattro amiche, nel 2006 abbiamo deciso di creare all’interno della nostra Associazione il gruppo Donne & Vino, che ha come scopo quello di prediligere durante gli incontri i vini del territorio ticinese”. IN COSA CONSISTE L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE DONNE & VINO? “Ci troviamo quattro volte l’anno organizzando cene a tema, degustazioni, durante le quali vengono presentati naturalmente i vini del nostro territorio alla presenza dei produttori. La cosa bella del nostro gruppo è che a queste serate partecipano sempre persone della professione, ristoratrici, enologhe, viticoltrici con le quali c’è un ottimo feeling. Spesso si dice che tra donne ci sono sempre degli screzi o nascono gelosie. Devo dire che tra noi finora non ne ho riscontrati, penso anzi che in questo particolare campo, che è sempre stato di predominanza maschile, le donne siano molto più solidali le une con le altre. Facciamo poi visita a cantine, e anche qui abbiamo iniziato con quelle di gestione “femminile”. Altrimenti per quello che mi concerne, agisco sul territorio, e poi a essere donna in questo campo è anche una fortuna…. Si ricevono molti più inviti, forse perché una donna che degusta incuriosisce sempre di più”.

«Vedo il vigneto, il sole, il processo di lavorazione» UNA DONNA IN UN AMBIENTE A PREPONDERANZA MASCHILE, COME SI TROVA? “Direi che come donna devi metterti in gioco maggiormente e mostrare ogni volta la tua competenza. Inizialmente c’era una certa malfidenza, anche legata alla giovane età. Non riuscirei a dire se e quanto gli uomini in questo mondo apprezzino le donne. Dicono di stimarle molto e la mia speranza è che non è solo un modo di dire. Non credo che le donne siano più brave nella degustazione rispetto agli uomini, penso che sia una questione di sensibilità che può essere tanto femminile quanto maschile. Forse le donne in un campo che è sempre stato molto maschile osano di più, l’uomo pensa maggiormente a difendere il proprio status, e quindi la donna non avendo nulla da perdere, osa maggiormente riuscendo a distinguersi”. TORNIAMO ALLA VIGNA. COS’È PER TE LA VENDEMMIA? “Per me è soprattutto un momento di ritrovo della famiglia, dei parenti e conoscenti, quando l’uva è matura e pronta per subire una trasformazione. Vedo riassunte le fasi del processo, che dalla cura del vigneto conduce all’etichetta posta sulla bottiglia, fino alla degustazione, l’attività caratteristica del sommelier”.


In principio era... il grappolo d’uva.

Il gruppo Donne & Vino: (da sin.) Marna Soli, Lisa Tenca, Elena Barzaghini-Mozzini e Anna Valli.

Nelle botti il vino matura.

“Qui ho 5 anni”.

Si può avere la botte piena e il bicchiere anche...

Con il papà Attilio Mozzini.

Elena in piena analisi olfattiva.

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L’INTERVISTA

COME DEFINIRESTI ALLORA L’ATTIVITÀ DEL SOMMELIER? “Forse il vino, nel bicchiere, vuole trasmettere qualcosa, il sommelier, allora, cerca di interpretare quello che il vino non può dire perché non può… parlare. Cerca di dare voce al vino”. COME DEGUSTA UNA SOMMELIÈRE? “Come premessa distinguerei tra giudizio oggettivo e giudizio soggettivo, infatti posso dire che un vino è buono perché presenta tutte le carte in regola, ma a titolo soggettivo può non piacermi. Un bravo degustatore dovrebbe saper distinguere i giudizi oggettivi da quelli soggettivi. Entrando nel merito dell’attività di sommelier, si distinguono tre tipi di analisi, la visiva, l’olfattiva e la gustativa”. UNA QUESTIONE DI SENSI… “Nell’analisi visiva il colore ci dà già utili indicazioni sulla natura o l’età del vino, sulla consistenza o la presenza di anidride carbonica, le bollicine. Ruotando il bicchiere si vedono poi apparire i cosiddetti archetti e lacrime, che ci fanno capire appunto la consistenza del vino, più gli archetti sono larghi, minore è il tenore alcolico, più sono stretti e fitti e più queste lacrime scendono lentamente e più il vino è ‘corposo’”. L’OLFATTO “Nell’analisi olfattiva si analizzano i sentori, i profumi e gli aromi presenti nel vino e legati alle caratteristiche del vitigno, alle fasi di lavorazione e alla maturazione del vino. Per facilitare questa descrizione si è soliti associare queste sensazioni odorose, che si innestano durante le varie fasi di fermentazione e di evoluzione di un vino, a elementi presenti in natura, come fiori, frutti, spezie, ecc. Di regola il degustatore dovrebbe essere in grado di riconoscere le varietà dei sentori non in base alla loro nomenclatura chimica, ma identificandoli con profumi e sentori presenti in natura, anche se devo ammettere che molti sentori che vengono detti sono frutto di tanta fantasia”. IL GUSTO “Nell’analisi gustativa il vino viene portato in piccola dose alla bocca, espanso con la lingua in tutta la cavità della bocca, deglutito o “sputato”, anche se so che molte persone non apprezzano questo gesto. In questa fase si prendono in considerazione la struttura generale - lo spessore, la consistenza e corpo del vino, l’equilibrio - il rapporto tra morbidezza, acidità e tannicità, l’intensità delle sensazioni - le sensazioni percepite dopo aver fatto

NON SOLO VINO: UNA IDROSOMMELIÈRE “Partendo dal fatto che noi siamo composti di acqua e osservando ad esempio gli acini d’uva, che pure la contengono, mi sono detta, perché non approfondire anche la conoscenza dell’acqua? Il compito dell’idrosommelier non è solo quello di spiegare alle persone come si degusta l’acqua, ma anche farne capire l’importanza di un impiego non sconsiderato. Anche in questa attività parto dal principio che una migliore comprensione delle cose possa indurci a cambiare i nostri comportamenti esagerati e quindi nocivi”.

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«Forse le donne osano di più»

ruotare il vino e averlo deglutito, e la persistenza delle sensazioni - tanto più permangono ricordi uguali o simili a quando il vino era in bocca, tanto maggiore sarà la persistenza del vino”.

NON SOLO DEGUSTAZIONE: UNA PRODUTTRICE DI VINO

PERCHÉ BERE VINO? “Per lasciarsi stupire da quello che la natura può dare. Può trasformare e, se ci piace, può darci tante emozioni. Il vino è sempre motivo di convivialità. In ogni caso il vino lo si deve assaporare, degustare. L’abuso non è altro che disprezzare il prodotto”.

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SE FOSSI UN VINO, QUALE MEGLIO TI POTREBBE CARATTERIZZARE? “Un rosso, per motivi sentimentali sicuraCAM mente il Merlot, anche se devo ammetteI RI re che prediligo le… bollicine”. A • ww

ELENA GIUDICA LE ANNATE TICINESI

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Con mio padre ho prodotto alcune bottiglie di Merlot, annata 2006 - SOLOPERME, nome a lui dedicato perché è stato lui a trasmettermi la magia che si nasconde nel vino e che ho riassunto in questa poesia: “Quando ero bambina, da grande sognatrice ho sempre creduto che nella nostra tenuta di famiglia “La Corticella”, fosse nascosto un tesoro. L’ho cercato per anni e anni, senza però mai trovare nulla. Con il passare del tempo, quando ormai avevo perso ogni speranza l’ho finalmente trovato. La terra, il vigneto, il vino, sono il tesoro più grande che potessi mai trovare. Talvolta sorrido perché mi sembra così strano che sia sempre stato lì sotto ai miei occhi. Così mi piace pensare che questo segreto mio papà l’abbia voluto custodire SOLOPERME”.

COSA VEDI IN UN BICCHIERE DI VINO? “Vedo il vigneto, il sole, il processo di lavorazione e poi penso soprattutto a chi è riuscito a far arrivare il vino in bottiglia, perché so quanto questo sia difficile. È un grande lavoro, che sia buono o meno buono, il lavoro deve comunque essere premiato”.

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DALLA BOTTIGLIA AL GRAPPOLO E RITORNO. “Il nostro grappolo d’uva viene messo nella diraspatrice, una macchina che separa il raspo dagli acini, quindi gli acini vengono pressati e il mosto che ne deriva, insieme alla buccia, viene messo in un contenitore, solitamente in acciaio inox. Le bucce contengono determinate sostanze che favoriscono la fermentazione, che è data dai lieviti, che mangiando lo zucchero presente nel mosto producono alcol. Accade quindi una seconda fermentazione, detta malolattica, che trasforma gli acidi malici, acidi duri, in acidi lattici, più morbidi e delicati e che porta il vino a maturazione. Ci sono poi molte scelte operate in cantina che conducono verso il prodotto finale. Qui entra in gioco anche la bravura del produttore. Quando infine il produttore è soddisfatto del risultato, procede alla fase dell’imbottigliamento, della tappatura e dell’etichettatura. Da qui viene immesso sul mercato per giungere sulla nostra tavola”.

CHE MONDO SAREBBE SENZA VINO? “Non posso nemmeno immaginare un mondo senza vino! Avremmo solo cemento, case e palazzi. Sarebbe davvero triste, il mondo del vino può veramente regalare allegria, amicizia, ma anche comunicazione e convivialità, e se venisse a mancare tutto questo, a parer mio ci sarebbero davvero molte persone infelici”.

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… E DI COLORI. “La produzione del vino bianco, rosso e rosato è data dalle diverse scelte che si fanno nella vinificazione. Il bianco, infatti, può essere realizzato con uve rosse, in quanto a dare il colore è il contatto delle bucce con il mosto. Più contatto darà più colore, nascerà allora un rosso, meno contatto darà un rosato, nessun contatto sfocerà in un bianco. Per il rosato, la tonalità rimane comunque una scelta del produttore”.

IL PROCESSO DI VINIFICAZIONE HA INNESCATO ANCHE IN TE QUALCHE CAMBIAMENTO? “Effettivamente dalla degustazione sono passata anche alla viticoltura, al tentativo di produrre io stessa del vino, nella tenuta di famiglia. Accudire il vigneto e poi vedere il primo grappolo è stata per me una sensazione particolare. Devo dire che mi sono commossa, perché mi è sembrato un fatto magico. La conoscenza del mondo del vino per me è stata la scoperta di una grande passione, che mi ha arricchita interiormente e che mi ha resa sicuramente più decisa. Ora come ora nelle mie scelte sono meno titubante, o è bianco o è nero, i compromessi non mi piacciono, rischiano sempre di diventare… compromettenti!”.

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UNA QUESTIONE DI ANNATE… “Ci sono evidentemente molti fattori che condizionano la qualità di un’annata, a partire dall’illuminazione solare, dall’intensità delle piogge, ecc. Ci sono vini realizzati per evolvere nel tempo, mentre la tendenza attuale dei produttori è quella di vinificare in modo che il vino sia subito pronto per il consumo. Se il clima svolge un ruolo fondamentale, la base rimane il suolo, la terra da cui cresce la vite e via di processo in processo fino ad arrivare al vino in bottiglia. E a noi, a dire se è una buona annata”.

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Clicca ed entra nel sito. Troverai un commento di Elena Barzaghini-Mozzini sulle annate 1997-2007 ticinesi. Su youtube, invece, all’indirizzo indicato, un momento di risoterapia con gli indimenticabili Laurel & Hardy in azione in una cantina di vino: http://it.youtube.com/watch?v=ggJKkIBJY2Q

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DA NON CREDERE

curiosità di Pigi

IN VENDITA Benedetto Tonini vendeva, il 13 dicembre 1854, un “bellissimo avvoltoio barbato incolume e vivo”.

cino diede un ricavo sommante a un milione di franchi. IN VENDITA Paolo Toffa, di San Vittore, informò i let-

UNO SOLO Nel 1936 la scuola di Piandera venne chiusa perché aveva un “solo allievo obbligato alla frequenza”.

IL SISTEMA Nel 1854 si poteva acquistare, nel Ticino, il metodo per “fare la composizione di pietre colle quali ciascuno può farsi la barba senza rasoio, senz’acqua e senza sapone”.

27 POSTI Il “garage” Arabo di Bellinzona informò, il 30 gennaio 1929, di disporre di un torpedone di “ben 27 posti”, adatto agli “scampagnamenti”.

SUBITO Nel 1931 era possibile comperare, nel Ticino, un “thè sonnifero di immediato effetto”.

CIRCA Pietro Cassina, di Cureggia, mise in vendita, nel 1916, “circa 50 capre”.

LA PREDA Il locarnese Piero Giugni abbattè nel 1938, in Costa d’Avorio, durante una battuta di caccia, un elefante. IL RICAVO Nel 1871, il baco da seta allevato nel Ti-

tori della “Gazzetta Ticinese” del 15 giugno 1851 di essere in possesso di una “marmotta addomesticata”, di un “passero solitario di qualità bellissima” e di un “cane delicato”.

Riproduzione di un diploma di agricoltura del 1908, inviatoci da Lucia Bassoli di Golino.

DA PRIMATO Un luccio pesante 17 chili fu pescato, il 9 aprile 1906, nel laghetto di Muzzano, allora affittato dalla famiglia Polar a Giacomo Crivelli e Luigi Balmelli.


LA TROTONA Nelle acque del Varbano fu catturata, il 27 gennaio 1914, una trota di 14,800 chili. MESTIERI Tra il 1860 e il 1906 v’erano nel Ticino, queste professioni: Natale Tagliabue di Lugano era “confitturiere”; Bernardo Oliva di Chironico “fabbro stacchellajo”; Angelo Rialini di Stabio “rizzadino”; Pietro Campari di Lugano “torcollere”; Serafino Ferrari di Campione “stovigliaio”; Battista Battistessa di Arbedo “portino di carbone” e Cirillo Delucchi di Arogno “fornitore di sabbia”. IL RICETTARIO Nel 1803 si poteva acquistare a Lugano, per 5,40 franchi, il “Manuale di cucina” che conteneva “oltre 2000 ricette”. IL GUSTO Nel 1867, il “Bureau de Commission hors la porte S. Alban a Basilea”, forniva ai coltivatori ticinesi, dietro pagamento

di 5 franchi, la “maniera di fabbricare eccellente zolfo aromatico per dare al vino un buonissimo gusto”. PERICOLI PUBBLICI Il rapporto concernente, nel 1874, il Penitenziario cantonale, rilevava che nello stesso erano rinchiusi, in particolare, un condannato per “omicidio subitaneo con sevizie” e uno per “uccisione d’infante su mandato”. PRIMATO MONDIALE Il paracadutista biaschese Plinio Romaneschi era in trattative, nel novembre 1929, con la città di Locarno, per l’organizzazione di un suo lancio da 5’000 metri: lancio che avrebbe costituito un primato mondiale. L’UNICO Il 5 dicembre 1930 andò all’incanto, ad Orselina, una proprietà (casa e terreno) stimata 30’000 franchi. Vi fu un solo interessato che la ottenne per 5’000 franchi.

A LETTO Dei 26 allievi che dovevano frequentare, nel 1919, il secondo corso all’Istituto cantonale agrario di Mezzana, solo 8 si presentarono all’apertura della scuola: tutti gli altri erano stati colpiti dalla “grippe”. “OGGETTI FRESCHI” Un annuncio pubblicitario informava, nell’aprile del 1855, che al Caffè del Parco luganese si potevano avere, ogni giorno, “oggetti freschi di pasticceria”. TELEGRAMMI Nel 1851 furono inviati, nel Ticino, 17 telegrammi, che salirono a 11’544 nel 1872, a 128’096 nel 1882 e a 157’802 nel 1891, anno in cui vi erano, nel Cantone, 80 Uffici telegrafici. CHISSÀ… Le autorità luganesi autorizzarono, il 31 maggio 1802, Giorgio Ulrich ad esporre per 15 giorni, in Piazza Castello, una “grotta misteriosa”.

Advertorial

Menu equilibrati per bambini da McDonald’s

HAPPY MEAL CON FRUTTA E VERDURA Al più tardi dopo aver visto i cartoni animati di Braccio di Ferro i bambini lo sanno: la verdura rende forti e sani. Malgrado ciò, i genitori devono sempre fare sfoggio di una grande capacità di persuasione. Infatti le verdure non sono proprio tra le pietanze preferite dai più piccoli. McDonald’s avvicina i bambini in modo ludico all’alimentazione sana: da questa primavera in ogni Happy Meal c’è sempre anche la Veggie Bag con bastoncini di carota per contorno. Pasto completo Le carote fresche, coltivate per McDonald’s da oltre 15 contadini svizzeri, completano ogni combinazione di menu. In più, con un piccolo sovrapprezzo, si può avere come dessert la Fruit Bag con fette di mela e uva. L’Happy Meal offre quindi un pasto completo ed equilibrato con molte vitamine, fibre alimentari, proteine e carboidrati.

Il divertimento inizia con le verdure.

In collaborazione con esperti dell’alimentazione, da anni McDonald’s ottimizza la propria offerta di menu per bambini. Da marzo, la verdura fresca è il contorno fisso di ogni Happy Meal. «La Veggie Bag motiva i nostri piccoli ospiti a mangiare più verdura, e i bambini imparano che le verdure sono parte integrante di ogni pasto», spiega Martin Knoll, managing director di McDonald’s.

Sana varietà Nei nostri ristoranti, genitori e bambini possono comporre il proprio menu tra 48 proposte diverse. La combinazione di menu Chicken M c Nu g g e t s , patatine fritte,

Veggie Bag e succo d’arancia ha ad esempio 520 calorie, valore inferiore a quello consigliato dalla «Piattaforma d’azione europea sulla dieta, l’attività fisica e la salute» a pasto, per bambini tra 4 e 7 anni. I genitori apprezzano soprattutto il fatto che i bambini non sono più costretti a scegliere tra patatine fritte e verdura. La Società Svizzera di Nutrizione (SSG) afferma: «Integrando i legumi come contorno fisso del menu per bambini, McDonald’s ha compiuto un importante passo».

CARNE DI MANZO SVIZZERA Oltre 800 contadini svizzeri forniscono la carne di manzo per gli hamburger di McDonald’s e da oltre 30 anni Bell lavora la carne senza aggiungere alcun additivo, gli hamburger contengono quindi al 100 % solo carne di manzo macinata.


SALUTE

ATTENTI A

QUELLA SPIGA Una bella brioche calda appena sfornata, il pane ancora fragrante. Niente sembrerebbe più sano di questi alimenti, eppure per chi soffre di celiachia, questi sono cibi proibiti. Una patologia che in Svizzera colpisce circa una persona su 130 e che spesso è difficile da diagnosticare se non con esami mirati. testo Stéphanie Scatizza - illustrazioni Ivan Artucovich

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e prime descrizioni della malattia vanno ricercate lontano nel tempo: nel I secolo d.C. il medico latino Celso introdusse il termine “celiaco” per indicare una malattia diarroica. Successivamente nel 250 d.C. Areto di Cappadocia, un altro famoso medico dell’antichità, annotò, in un’enciclopedia dell’epoca, i segni clinici di una malattia intestinale lunga e molto difficile da curare, identificabile con la celiachia, dal greco koiliakos, “coloro che soffrono negli intestini”. Nel 1856 Francis Adams tradusse questo termine dal greco all’inglese, coniando l’espressione “celiaci”. Pochi anni dopo, nel 1888, Samuel Gee descrisse i sintomi dettagliati di questa condizione sia negli adulti sia nei bambini, predicendo che l’unico trattamento consistesse nella dieta adeguata, con pochi alimenti derivati dalla farina. Solo a metà del XX secolo però fu chiarito che la celiachia si manifesta in alcune persone in seguito all’ingestione di proteine del grano, che danneggiano la mucosa intestinale. Alcune teorie suggeriscono che si sia manifestata nell’uomo quando esso passò da una dieta a base di carne e frutta secca ad una a base di grassi ad alto contenuto proteico come il grano. È solo negli ultimi cinquant’anni che i ricercatori hanno ottenuto una migliore conoscenza delle sue cause e di come trattarla. Ma che cos’è la celiachia e come si cura? A queste e ad altre domande risponde il Dr. Antonio Bonetti, specialista in gastroenterologia a Bellinzona.

«Il sistema immunitario

Caduta dei capelli… Capelli deboli… Unghie fragili…

... possono essere provocati dalla carenza di biotina.

aiuta ad eliminare questo stato di carenza. Lo sviluppo di capelli e unghie sani Cellule specializzate (cellule epidermiche) nella matrice dei capelli , rispettivamente delle unghie si riproducono per scissione cellulare e si spingono lentamente verso gli strati cutanei superiori . Maturando, formano la proteina filamentosa cheratina, elemento costitutivo principale di capelli e unghie. La cheratina conferisce a capelli e unghie resistenza.

Così agisce la biotina La biotina agisce sulla moltiplicazione delle cellule matrici di capelli e unghie , favorisce la formazione di cheratina e ne migliora la struttura.

COS’È LA CELIACHIA “La celiachia è una condizione nella quale il sistema immunitario risponde in maniera anomala ad una proteina chiamata glutine. Questa proteina è contenuta nella farina e causa una risposta immunitaria abnorme a livello intestinale. La risposta immunitaria genera un’infiammazione cronica, danneggia i tessuti dell’intestino tenue e porta alla scomparsa dei villi intestinali, importanti per l’assorbimento di tutte le sostanze nutritive. Il glutine è contenuto nel frumento, nella segale e nell’orzo e quindi in tantissimi cibi e piatti che troviamo sulle nostre tavole come pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche in tanti altri alimenti dove la farina è una delle componenti. Un celiaco quindi, oltre al danno diretto alla mucosa, subisce un consistente danno indiretto, perché non è in grado di assorbire sostanze nutritive e quindi rischia la malnutrizione. Se non viene diagnosticata tempestivamente e trattata in modo adeguato, la celiachia può avere conseguenze importanti, anche irreversibili”.

1 x al giorno Biotin > diminuisce la caduta dei capelli > migliora la qualità di capelli e unghie > aumenta lo spessore di capelli e unghie In vendita in farmacia e drogheria.

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risponde in maniera anomala»


SALUTE LE CAUSE “Quando c’è un’intolleranza, l’organismo reagisce all’introduzione della sostanza nociva producendo anticorpi, come se fosse attaccato dall’esterno. Nel caso specifico, come detto, la celiachia provoca un danno alla mucosa intestinale con conseguente riduzione della capacità assorbitiva. La celiachia è una patologia genetica e quindi, nel caso di presenza della malattia all’interno di una famiglia, è opportuno effettuare una ricerca degli anticorpi in tutti i parenti di primo grado del malato”. LA CURA “Oggigiorno, l’unico trattamento possibile per la celiachia è una dieta priva di glutine (gluten-free), che permette di eliminare i sintomi e di ricostituire la mucosa intestinale. La capacità di ripresa e di recupero dei tessuti danneggiati però dipende anche da molti altri fattori, come ad esempio l’età in cui la malattia viene diagnosticata e il grado di danneggiamento della mucosa. Seguire durante tutto l’arco della propria vita un regime privo di glutine implica un forte impegno, una vera e propria educazione alimentare, poiché vanno eliminati tutti gli alimenti contenenti frumento, segale, orzo e i loro derivati, come ad esempio il malto, quindi quasi tutti gli alimenti confezionati, dalle merendine alle torte, la pasta e il pane e la tanto amata pizza. La carne, il latte, i latticini, le uova, le verdure, il riso, le patate e il mais invece non contengono glutine e possono quindi far parte tranquillamente della dieta. Per un celiaco, comunque, seguire la dieta oggi non significa eliminare tutti questi alimenti: esistono ormai sul mercato diversi prodotti sostitutivi che portano la sigla degli alimenti senza glutine (la spiga sbarrata) e ristoranti attenti a questo problema che offrono menu specifici. In alternativa o in combinazione, è possibile utilizzare farine e altri derivati delle patate, del riso, della soia o di altri legumi. Particolarmente importante è il fatto che il glutine può essere “nascosto” nei cibi e persino in alcuni farmaci come additivo, conservante o aroma. Non bisogna poi dimenticare che piccole quantità di glutine sono presenti anche in alcuni farmaci e nell’ostia della Comunione. È quindi necessario richiedere informazioni dettagliate su ogni singolo prodotto che si desidera acquistare e utilizzare”.


I SINTOMI “I sintomi possono essere molteplici e svilupparsi in fasi diverse della vita. In generale si possono elencare dolori addominali ricorrenti, diarrea cronica, perdita di peso, feci chiare, produzione di gas e gonfiore addominale, ma anche altri sintomi come dolori alle ossa, crampi muscolari, crescita ritardata, stanchezza, mancanza di ferro, anemia, cambiamenti comportamentali, afte in bocca, irritazioni della pelle (dermatiti herpetiformi), danneggiamento dello smalto e del colore dei denti, irregolarità dei cicli mestruali. Tutti questi sintomi sono il risultato di un insufficiente assorbimento di nutrienti e quindi di una forma di malnutrizione. Una diagnosi più precisa della malattia passa principalmente per due analisi mirate. L’esame diagnostico per eccellenza si fa sul sangue e rivela la presenza di alcuni anticorpi come l’antigliadina e l’antiendomisio. Un esame più recente permette di identificare anche la presenza di un altro anticorpo, l’antitransglutaminasi. Se positivo l’esame viene completato dalla biopsia intestinale (è importante che il paziente, durante le settimane che precedono l’esame mangi come d’abitudine), ossia dal prelievo tramite gastroscopia di un minuscolo frammento di mucosa intestinale che, osservato al microscopio, evidenzia l’atrofia dei villi. Infine, la presenza di celiachia può essere confermata dal fatto che tutti i sintomi regrediscono se si instaura una dieta priva di glutine. Studi recenti confermano che quasi il 50% di chi è affetto di celiachia è pure intollerante al lattosio. La celiachia viene generalmente classificata in quattro forme diverse: - Tipica, con sintomatologia diarrea e arresto della crescita. - Atipica, si presenta tardivamente con sintomi soprattutto extraintestinali (come l’anemia). - Silente, mancano sintomi evidenti. - Potenziale, esami sierologici positivi (presenza di anticorpi antigliadina), ma con biopsia intestinale normale”.

Medicamento fitoterapico aiuta. Se non riesce a prendere sonno, un medicamento fitoterapico può aiutare: in farmacia o drogheria si faccia consigliare VALVERDE® Sonno forte. In caso di disturbi dell‘ addormentamento e del sonno. 1 compressa film rivestita al giorno.

In collaborazione con Dr. Med. Antonio Bonetti Specialista FMH in gastroenterologia a Bellinzona.

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A TAVOLA IN TICINO 1. L’insegna del locale. 2. I fiori appena raccolti. 3. Un particolare delle creazioni di Ruth Rè. 4. Ruth Rè e Bebo Parini al centro della sala principale. 5. L’edificio che ospita l’osteria. 6. Altri tavoli, nella saletta secondaria.

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CUCINA CREATIVA

“ALLA BEBO” Da quando l’Osteria Biasca di Prosito ha cambiato gestione è stata rinominata “Da Bebo”. Definire la cucina proposta non è cosa facile, perché Mario Parini, in arte Bebo, ama creare i suoi piatti sul momento, seguendo l’istinto e lasciandosi ispirare, oltre che dagli ingredienti di stagione, dallo stato d’animo che prova quando si mette ai fornelli. Fa eccezione il mese d’ottobre, in cui Bebo ripropone la fortunata rassegna La pourcelle cuisine, un invitante omaggio alla selvaggina e ai sapori d’autunno. testo Alda Viviani - foto Rémy Steinegger

L’

CURIOSITÀ

IN

A CIN CU

Osteria Biasca di Prosito, situata in per poi mettere in pratica, a modo una vecchia casa ristrutturata, nel suo, gli stimoli che l’hanno magOre felici. Ecco il senso letnucleo del paese, a pochi passi giormente colpito. Un vero auterale di happy hour, momenti all’insegna del cibo e del buon bere, che contribuidalla strada cantonale che da Biasca todidatta spinto dalla passioscono a creare un’atmosfera rilassante e conviviaporta a Bellinzona, ha una lunga ne per il buon cibo: “Le vale. Questo volume propone oltre 150 ricette per trasfortradizione alle spalle. Il locale dirie tecniche di cucina le mare l’aperitivo, la spone di una trentina di posti alho imparate osservando merenda o la pausa lavoro in l’interno, in una sala arredata in Giacinto, il cuoco del un’occasione di relax all’insegna dei sapori golosi. Dai cibi modo tradizionale, altrettanti Grotto Angela di Iragna dolci a quelli salati fino a vini all’esterno, sotto il pergolato rie guardando vari proaromatizzati, ad esempio alla coperto dal glicine, e una quingrammi televisivi dedicamomilla, e liquori molto spedicina sul terrazzino adiacente cati alla gastronomia”. ciali, come l’esotico ratafià di all’entrata. Nel 2006 l’osteria ha Dalla sua inventiva sono datteri o il seducente rosolio alle rose, fino al profumatiscambiato gerenza ed è passata ad nate curiosità quali il corsimo liquore di vaniglia. un personaggio ben noto nella redon bleu da Guinness, un gione. Pochi sanno il suo vero nome, colosso di 4 metri per 2, riAA.VV, Happy Hour. Stuzzichini, pasticcini, cockperché, per la gran parte delle persone, proposto lo scorso anno nella tail e liquori per le ore di relax, De Agostilui è semplicemente il Bebo, un sopranversione ridotta, si fa per dire, di 2 ni, ISBN 978-88-418-3751-1. nome che lo accompagna da quando era metri per 1, la bistecca al cestello, bambino. Originario di Iragna, Mario Parini iniispirata al noto pollo al cestello, o l’enzia la sua carriera culinaria come macellaio, da cui la trecôte misurata a dita, che il cliente sceglie in sua competenza nella preparazione delle carni. Dopo otto anni base a quante dita di carne desidera mangiare. di gestione in proprio, decide di passare alla ristorazione. Di lo- Parlando con Mario Parini, ci si rende conto di quanto, oltre che cale in locale - dal Torcett di Giubiasco al Grotto Lino di Biasca, l’amore per la buona tavola, gli stia a cuore anche lo spirito fefino all’Osteria Tre Vie di Motto Blenio - affina la sua arte culi- staiolo, lo stare assieme agli amici e il regalare ai suoi ospiti monaria dando corpo a quella passione, ereditata dal padre Peppi- menti di buon umore. Ed è proprio per sposare sapori e allegria, no che, già da piccolo, durante l’estate, in montagna, lo portava che anche quest’anno l’Osteria Biasca ripropone la rassegna La a sbizzarrirsi in paste e risotti. pourcelle cuisine, che, a differenza di quanto potrebbe suggeriBebo è una persona curiosa, che ama osservare con attenzione, re il nome, non prevede una carta all’insegna della carne del

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A TAVOLA IN TICINO maiale, ma che è nata come risposta ironica alla nouvelle cuisi- Ruth Rè, da anni sua preziosa collaboratrice, che porta un tocco ne. A Prosito, niente porzioni minimaliste ma piatti abbondanti. femminile nel servizio e negli arredi del locale. Durante l’anno La rassegna si svolge durante le prime tre settimane d’ottobre. I a Prosito si possono gustare ad esempio i tagliolini con pesto di menu, che cambiano ogni settimana, rendono omaggio alla sel- rucola e mandorle, il raviolo al tartufo, i taglierini con funghi e vaggina e ai sapori dell’autunno, con specialità quali taglierini gamberoni o il filetto d’orata con vongole, gamberetti e salsa al ai porcini, ravioli di castagne al crudo di limone. Definire la cucina di Bebo non è Brusio, carne cruda di cervo al coltello, ficosa facile, perché lo chef ama creare i suoi INFO letto di cervo all’armagnac, schiena di capiatti sul momento, seguendo l’istinto e lamoscio al rum o filetto di cinghiale alla sciandosi ispirare, oltre che dagli ingre6526 PROSITO panna e aceto balsamico. Clou della rassedienti di stagione, dallo stato d’animo che tel. 091 863 11 23 gna, e qui entra in gioco il maiale, la Festa prova quando si mette ai fornelli. “Mah, didella mazza, durante la quale Bebo propone ciamo che si tratta di una cucina tradizioANTIPASTI da fr. 10.- a fr. 15.PRIMI ca. fr. 30.luganighe, luganighette e cotechini di pronale e nostrana rivista a modo mio. Sono duzione propria accompagnati da polenta e sempre alla ricerca di nuove idee, per rielenti. Il tutto è allietato da musica, buon belaborare sapori nostrani in chiave creatire e allegra convivialità. va”, ci dice il padrone di casa, che, mentre parla, lascia traspariAll’Osteria Biasca non esiste una carta fissa. Bebo preferisce re d’essere pronto per nuove sfide. Parole che non stupiscono, puntare su proposte del giorno, preparate all’insegna delle sta- visto che escono dalla bocca di un personaggio dinamico, istingioni. I vari piatti sono presentati e spiegati agli avventori da tivo e imprevedibile come il Bebo… ECCOVI TRE RICETTE PROPOSTE DALL’OSTERIA BIASCA DA BEBO

A N T I PA S T O TAGLIATELLE DI CASTAGNE CON SALSA DI PORRI E PROSCIUTTO CRUDO Ingredienti: 4 persone TAGLIATELLE • 200 g di farina di castagne • 200 g di farina tipo 00 • 2 uova • acqua q. b. • sale • olio d’oliva SALSA • 2 porri • burro • 50 g di prosciutto crudo • 2 dl di panna • peperoncino in polvere

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Preparazione TAGLIATELLE: impastare tutti gli ingredienti. Avvolgere l’impasto nella pellicola trasparente e lasciare riposare in frigo per ca. 2 ore. Tirare delle sfoglie di pasta dello spessore di ca. 1,5 mm e ritagliare le tagliatelle. Cuocerle in abbondante acqua salata per ca. 10-12 min. SALSA: nel frattempo tagliare i porri a julienne, cuocerli in acqua per 5 min. o al vapore per 10 min. In un tegame, sciogliere il burro e unire i porri e il prosciutto crudo tagliato a striscioline. Unire la panna e lasciare legare la salsa. Insaporire con il peperoncino. Scolare le tagliatelle e versarle subito nella salsa. Amalgamare il tutto e servire.


P R I M OP I AT T O PATÜSC DI VITELLO CON PORCINI E NOCI

CREMA DI ZABAGLIONE AL PASSITO 1 uovo intero 2 tuorli 30 g di zucchero 0,5 dl di vino passito 4 fogli di gelatina 2 dl di panna frutta di stagione

Preparazione Sbattere 2 tuorli, 1 uovo intero, lo zucchero e il passito. Fare legare il tutto a bagnomaria. Unire la gelatina ammollata in acqua fredda. Lasciare riposare in fresco per 1-2 ore. Montare la panna e incorporarla delicatamente al composto. Accompagnare la crema con frutta di stagione, ad es. bacche o castagne.

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Preparazione Tagliare i funghi a cubetti di ca. 1 cm. In un tegame, sciogliere il burro. Aggiungere i funghi e rosolarli per 2-3 min. Unire le noci spezzettate. Insaporire con sale, pepe, l’aglio spremuto e il prezzemolo tritato fine. Unire la panna e lasciare legare la salsa per ca. 10 min. Mettere in frigo per ca. 2 ore. Stendere la fesa, farcirla di salsa dal centro al bordo e ripiegare l’altro bordo, come un pannolino. Fissare con gli stuzzicadenti. Insaporire la carne con sale e pepe e passarla nella fecola. In un tegame, sciogliere il burro e rosolarvi la carne da ambo i lati, a fuoco moderato. Spruzzare con il cognac e flambare. Unire 2 dl di panna e il fondo di cottura. Fare legare la salsa e servire.

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Ingredienti: 4 persone

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4ª PARTE

INTERNET

INFORMATICA DEL FUTURO

O FUTURO DELL’INFORMATICA? Dal sistema GPS, per la localizzazione sul terreno per mezzo di satelliti geostazionari (che vedono continuamente la stessa porzione di Terra ruotando in maniera sincrona sopra l’equatore a 36 mila chilometri), al PDA (Personal Digital Assistant) - meglio conosciuto come agenda elettronica - al computer, andando e spingendosi sempre più nella direzione delle nanotecnologie (la capacità di osservare, misurare e manipolare la materia su scala atomica e molecolare), anche l’agricoltura sta diventando un lavoro delicato e di precisione. testo Elio del Biaggio

DALL’ARATRO AL COMPUTER, PER L’AGRICOLTURA DEL FUTURO… Nuovi metodi di coltivazione e di produzione di derrate alimentari, dagli ortaggi alla frutta, ben esposti nei reparti dei supermercati, ma sempre più spesso venduti direttamente dal produttore al consumatore, così come nuove modalità di allevamento del bestiame, per la carne o per produrne i derivati del latte, dal burro al formaggio, grazie a rilevatori che ne sorvegliano la produzione e l’andamento, in dialogo costante con un sistema centrale computerizzato, che ne analizza ogni aspetto tecnico ed economico, senza tralasciare l’automazione e la meccanizzazione delle operazioni e delle attività. Un bel “salto”, indubbiamente, rispetto a tempi in fondo non così lontani, quando ancora si “caricavano” gli alpeggi per l’estate, producendo il burro con la zangola e formaggi e formaggini ottenuti dalla cagliata del latte nella caldaia sul fuoco, con le mucche al pascolo, andando per fieno con la falcia, arando i campi e coltivandoli solo con l’aiuto delle proprie forze. Oggi è tutto diverso, e il contadino di un tempo, che si alzava presto il mattino affaticato da lunghe ed estenuanti giornate lavorative, oggi si è modernizzato, con stalle automatizzate, serre moderne per coltivazioni continue, persino con l’abito più pulito e addirittura con alcuni strumenti elettronici fra le mani. Un’esagerazione, forse, poiché le fatiche di un contadino rimangono sempre tante, così come numerosi sono i sacrifici, anche se - grazie alle nuove tecnologie alcuni compiti possono venire semplificati e facilitati, a tutto vantaggio della redditività.

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IL LAVORO DI CONTADINO E AGRICOLTORE, DALLE FIABE DI UN TEMPO ALLA PRECISIONE DI OGGI… Nelle immagini che vediamo sulle confezioni dei prodotti ancora troneggiano simboli bucolici di contadini felici mentre zappano i campi, con prodotti che crescono rigogliosi in piena terra e bestiame che pascola tranquillo nei prati. Il fossato esistente fra questa visione e la realtà odierna, non ha cessato di allargarsi nel corso degli anni e l’agricoltura è ormai diventata una vera e propria industria dove ogni punto di margine perso o guawww.epcglobalinc.org Il sito web ufficiale di EPCglobal Inc., progetto di rete mondiale per lo scambio dei dati relativi alla tracciabilità, da EPC (Electronic Product Code), codice numerico unico associato ad un oggetto.

www.agrolinker.com Una bussola nell’Internet agricolo, da questo sito web italiano, che comprende una ricca ed esaustiva banca dati informativa in ambito agricolo e zootecnico.


«Oggi l’agricoltore ricorre sempre più all’informatica» dagnato può significare e decidere la sopravvivenza stessa di un’azienda. Un settore che si sta anche sempre più accentrando, con il numero di contadini in continuo calo in ogni Paese del mondo occidentale. Una tendenza, questa, che da tempo ha già segnato anche il settore dell’industria agroalimentare, che trasforma i prodotti provenienti dal mondo agricolo e che vede alcuni colossi del settore dividersi la parte preponderante del mercato. Per una gestione precisa dei margini di guadagno, per poter pilotare la propria produzione, per ottimizzare tutte le operazioni o anche per poter prendere decisioni e gestire la propria attività quotidiana, oggi l’agricoltore, almeno quello più modernizzato e meno tradizionale, ricorre sempre più all’informatica. Un modello ancora nella sua fase embrionale, certamente, ma che tende a svilupparsi rapidamente con il trascorrere degli anni, con lo sviluppo di apparecchiature e di tecniche grazie alle quali ridurre al massimo tutti gli aspetti più fortuiti legati all’agricoltura. Già oggi, ne vediamo i segnali premonitori in un primo approccio pratico, e fra gli strumenti maggiormente utilizzati troviamo gli assistenti personali (PDA), spesso “accoppiati”

Quando

con sistemi di localizzazione satellitare GPS (Global Positioning System). Un binomio assai efficace per rilevare superfici, assicurare la condotta del trattore, anche in automatico, grazie a sistemi di cartografia, ottimizzandone non solo la guida ma anche la distribuzione corretta di sementi, prodotti fertilizzanti o antiparassitari. Un equipaggiamento che via via può arricchirsi di nuove funzioni, servendo da valido aiuto per scelte e decisioni strategiche, per il monitoraggio di grandi coltivazioni. INFORMATICA E NUOVE TECNOLOGIE PER IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA? Anche in questo ambito, gli scettici però non mancano e, a ben guardare, nella coltivazione come nell’allevamento, questo fenomeno informatico ha più un sapore futuristico, essendo orientato ad operazioni automatizzate viste come fattori di miglioramento - pensiamo anche solo ai sistemi di mungitura automatici - con un marcato accento sull’automazione degli edifici e di alcune attività legate al mondo della coltivazione delle superfici, soprattutto raggruppando informazioni economiche e tecniche, captate da rilevatori e che, una volta elaborate, guidano il coltivatore per lo svolgimento delle necessarie attività. Un settore in via di sviluppo, quindi, e vedremo in futuro se la convergenza delle nanotecnologie, delle biotecnologie, delle nuove tecnologie dell’informatica e della comunicazione (NTIC) e delle scienze cognitive, riuscirà a sviluppare un’agricoltura moderna e redditizia, per una vera e propria fabbrica di prodotti agricoli.

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Trasformare la forza del vento in elettricità è per noi, società svizzera leader nel campo dei servizi energetici attiva in tutta Europa, uno dei nostri punti di forza. Per un sicuro approvvigionamento energetico, in futuro la Svizzera avrà però bisogno di più. Per questo motivo puntiamo su efficienza, energie rinnovabili, nuove grandi centrali elettriche e sul commercio di energia. Diversificare è fondamentale – per un approvvigionamento elettrico sicuro della Svizzera.

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Alla stazione di Chablais-City, i tre binari permettono ai visitatori di scegliere su quale treno salire.

NELL’AFFASCINANTE REGNO

DELLA ROTAIA Locomotiva coccodrillo, a vapore, elettrica… lo Swiss Vapeur Parc a Bouveret, sulla sponda del Lago Lemano, vi invita ad un viaggio nell’affascinante mondo della rotaia che piacerà a tutti gli appassionati di treni, grandi e piccini. testo Coralie Nativel - foto Stefano Ember

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L’

avventura del parco è iniziata nel 1987, quando un gruppo di appassionati di treni decise di dare vita a un sogno: creare una rotaia in miniatura sulla quale guidare i loro trenini, repliche ad un quarto di treni esistenti. Col passare del tempo il progetto ha preso una dimensione più ampia, e nel 1989 è stato inaugurato lo Swiss Vapeur Parc. Alle costruzioni ferroviarie si sono a poco a poco aggiunte anche repliche di costruzioni come castelli, chiese o case tipiche della regione. Ogni anno, in occasione del Festival Internazionale del Vapore (10 giorni in giugno, durante i quali appassionati di tutta Europa si ritrovano per presentare i loro treni), il parco presenta le sue novità. Dopo quasi 20 anni di esistenza, il Parco si estende su 17’000 m2, con due chilometri di rotaia, sedici deviatoi, ponti, tunnel e stazioni. Il parco veicoli comprende 12 locomotive, di cui sei a vapore, mentre le altre funzionano a benzina. Contemporaneamente possono circolare nove treni, sui quali è consentito compiere più giri, per un viaggio della durata di 12 minuti che attraversa un paesaggio ricreato tra laghetti, colline e città. Chi preferisce, può anche passeggiare sui cammini carrozzabili. Il parco dispone di due buvette in cui si possono trovare panini e bevande, ma è pure permesso fare pic-nic. Diverse zone sono infatti allestite a questo scopo. In caso di cattivo tempo, sono disponibili carrozze coperte, mentre su richiesta gli impiegati possono allacciare una carrozza adattata per chi si sposta con la sedia a rotelle. Il biglietto d’entrata è valevole tutto il giorno, chi esce dal Parco può rientrare gratuitamente nell’arco della giornata, questo permette di concedersi delle “pause”, ad esempio per compiere una passeggiata lungo il lago Lemano, che si trova poco lontano. 1

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COME ANDARCI Vi sono diverse possibilità di raggiungere il Vallese dal Ticino. Qualsiasi tragitto scegliate, prevedete una media di quattro ore con l’auto (tramite il passo della Novena, quello del Sempione o quello del Gran San Bernardo). DOVE DORMIRE Vista la distanza col Ticino, è una gita che richiede di passare almeno una notte nella regione. A Le Bouveret potrete alloggiare all’Hôtel Bellevue. La camera doppia costa 120.- franchi, la singola 70.- franchi con la colazione. www.bellevue-bouveret.ch.

1. Nella rimessa si possono ammirare locomotive e manutenzione. 2/3/4/5. Il viaggio dura 12 minuti tra città, colline, laghetti e castelli. 6. Riproduzione della chiesa di Saanen.

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QUANDO ANDARCI Lo Swiss Vapeur Parc è aperto da marzo a novembre dalle 13.30 alle 18.00. I weekend e i giorni festivi dalle 10 alle 18. Durante l’anno vengono anche organizzate aperture notturne (per informazioni consultate il sito del Parco: www.swissvapeur.ch). QUANTO COSTA Per i bambini sotto i 4 anni l’entrata è gratuita. Fino a 16 anni costa 12.- franchi, per gli adulti 14.- franchi. Il biglietto d’entrata comprende un numero illimitato di giri con i trenini durante la giornata.

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DA SAPERE Le persone che possiedono delle locomotive con uno scartamento 5” oppure 7 1/4” possono viaggiare col proprio mezzo sui binari, sempre che rispettino le regole del capo stazione, che non abbiano un materiale troppo rumoroso e che le locomotive raggiungano la velocità minima di 8 chilometri orari. Anche i modellini di barca costruiti a mano possono navigare sui laghetti del parco.

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CANI, GATTI & CO.

NON LA

TENGO PIÙ PROBLEMI DI… CORPO Le scrivo in merito alla mia gatta di razza mainecoon. La gatta ha quasi tre anni e da più di un anno soffre di diarrea. Per un anno la cosa succedeva più o meno ogni tre mesi. Il veterinario le ha dato il bismutal e il cetalac. Le feci ritornavano dure e per più o meno tre mesi andava bene. Purtroppo, dall’inizio dell’anno non riesco più a fargliela passare. Con il bismutal va bene ma poi come smetto incomincia di nuovo la diarrea. Con il veterinario abbiamo provato di tutto. Abbiamo fatto gli esami del sangue, della tiroide, delle feci, ecc., ma il gatto non ha nulla. Abbiamo provato con il laxatone pensando che fosse il pelo, ma continuava a vomitare e la diarrea le veniva lo stesso. Le abbiamo dato

Da fastidiosi disturbi intestinali a comportamenti che paiono privi di scopo pratico. Questi gli argomenti trattati di seguito dalla nostra consulente.

a cura di Elena Stern-Balestra

anche il cortisone ma niente. Adesso stiamo provando con il cibo ma ne ho già cambiati e la situazione è la stessa. Il gatto può uscire ma rimane nel nostro giardino e alla sera non esce. Comunque il gatto è vaccinato. Le scrivo chiedendole se per caso ha già sentito di casi simili e se mi può aiutare. Grazie mille. Francesca Antognini, Lugaggia Raramente la diarrea si presenta da sola come espressione di un disturbo del comportamento. Essa si può manifestare in associazione ad altri sintomi neurovegetativi in gatti che soffrono di ansia. Se non riscontra nessun altro sintomo “sospetto” (attacchi di panico, tendenza a

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nascondersi o aggredire, salivazione eccessiva, disturbi dell’appetito…) legato al comportamento della sua micia non seguirei necessariamente la pista comportamentale. Mi sembra che il suo veterinario abbia già fatto un lavoro diagnostico sistematico. Nella sua descrizione del problema non parla però di cure antiparassitarie “diagnostiche” (p.es. la somministrazione di metronidazolo per escludere un’infestazione da giardie) o dell’eliminazione di cibi specifici dalla dieta della sua micia (p.es. latte o latticini). Varrebbe la pena di verificare questi aspetti prima di passare ad indagini diagnostiche più invasive e impegnative anche da un punto di vista finanziario.

GRATTO GATTO Gentile Dottoressa, il nostro gatto di razza siberiana ha quattro mesi e da un mese vive con noi e sta benone di salute. Abbiamo però una curiosità, in quanto alcune volte, dopo aver mangiato nella sua ciottolina, con una zampetta gratta per terra, come se volesse scavare. Cosa significa questo gesto? Ringrazio per la sua gentile risposta e la saluto cordialmente. Daniela Greco Canonica, Viganello I gatti a volte ricoprono il cibo avanzato nello stesso modo in cui ricoprirebbero urina e feci. Ciò può apparire bizzarro su un pavimento duro, anche perché essi vi possono grattare anche alcuni minuti senza alcun risultato. Secondo alcuni autori, questo gesto verrebbe effettuato per ragioni igieniche in presenza di cibo non particolarmente apprezzato. Altri sostengono che la funzione di tale comportamento sia quella di nascondere e conservare del cibo avanzato per un consumo futuro, come viene talvolta osservato nei felini selvatici. Per le vostre domande: Illustrazione Ticinese, “Cani, gatti & Co.”, C.P. 418, 6908 Lugano, oppure via e-mail: info@illustrazione.ch, indicando come soggetto “Cani, gatti & Co.”

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Giorgio Bronz, 60 anni, chirurgo plastico, Montagnola - “Dal mio punto di vista sono una grande opportunità per chi li vince”.

Marco Marian, 52 anni, settore commerciale, Caslano - “Un grande business per gli organizzatori e poche speranze per le ragazze”.

TRA INUTILITÀ

E OPPORTUNITÀ Non si sono ancora spenti gli echi della finale 2008 di Miss Svizzera, tenutasi lo scorso 27 settembre al Centro esposizioni di Lugano. Ma cosa pensano, in generale, i cittadini del nostro Cantone dei concorsi di bellezza? Eccovi le loro opinioni. testo Lorenza Storni - foto Stefano Ember

Ennio Egli, 47 anni, funzionario postale, Balerna - “L’importante non è la bellezza esterna, ma quella interna…”.

Ornella Guerra, 44 anni, allieva op. socio-sanitaria, Locarno - “Li trovo futili, perché le ragazze inseguono uno stereotipo di bellezza quasi irraggiungibile”.

Katia Bettosini, 27 anni, allieva op. socio-sanitaria, Sigirino - “Dipende con che spirito si partecipa: se è per divertirsi può anche essere una bella esperienza, ma se ci si concentra solo sull’immagine...”. > pagina 37 ILLUSTRAZIONE TICINESE 09-08

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Jennifer Scolari, 34 anni, impiegata, con Cloe, Gordola - “È un gioco che può diventare un buon trampolino di lancio”.

Agostino Parillo, 43 anni, ristorazione, Maroggia - “Mi piace seguirli perché danno la possibilità a qualcuno di fare carriera”.

Rafael Fink, 18 anni, studente, Cadro “È appagante per gli occhi, ma si rischia che le ragazze si insuperbiscano troppo”.

Francesco Caruso, 47 anni, dirigente finanziario, Lugano - “La bellezza femminile è una delle cose che danno senso alla vita. Il rischio è che le ragazzine eccedano nel culto dell’immagine, specie se assecondate dai genitori”.

Teresa Ruberto, 34 anni, parrucchiera, Losone - “I concorsi di bellezza mi interessano perché mi piace il mondo della moda e la bellezza in generale”.

Andrea Danani, 45 anni, docente, Comano - “Miss Italia è un aberrante supermercato della bellezza. Perlomeno Miss Svizzera dà spazio anche ad altri aspetti che vanno oltre l’immagine. In ogni caso ritengo questi concorsi del tutto inutili”.

Alfio Dell’Oro, 34 anni, venditore, Massagno - “Può essere un’opportunità per alcuni per farsi conoscere nel mondo della moda e affini”.

Germana Lavagna, 24 anni, giornalista, Lugano - “Credo che debbano esistere accanto ad una considerevole somma di velleità di cui la società ha bisogno”.

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Dimagrire è facile! Tre passi verso il successo

Abbiamo una ricetta vincente per tutti coloro che desiderano dimagrire facilmente ed in modo sano: PreCon – il Programma Dietetico e Nutrizionale con consulenza medica. Il dietologo, il Dr. med. Paolo Negri di Berna, illustra il giusto modo per realizzarlo.

Dr. med. Paolo Negri Dietologo, Berna

Esistono centinaia di diete con le quali non si ottengono risultati, una invece funziona davvero: PreCon. Da 14 anni offro, nello studio medico ed in collaborazione con altri 400 medici, questo programma in tutta la Svizzera, riscuotendo un enorme successo. I partecipanti non sono solamente dimagriti in maniera consistente, ma hanno anche mantenuto il loro peso negli anni.

Dimagrire è più facile di quanto non si pensi, se si tiene conto di tre importanti regole:

1.

Meno calorie

2.

Il fattore insulina

Tasso d‘insulina consumando 5 pasti al giorno

Sbagliato: l’insulina rimane ad un livello alto e non scende nella fascia in cui vengono bruciati i grassi. Tasso d‘insulina consumando 3 pasti al giorno

Corretto: L’insulina scende nella fascia in cui vengono bruciati i grassi

Grasso corporeo

Massa extracellulare ECM (acqua, ossa, tessuto connettivo)

BCM Body Cell Mass (massa cellulare muscolare e degli organi)

3.

Chi vuole dimagrire deve risparmiare calorie. Ciò riuscirà perfettamente se, invece di soffrire la fame o di contare i punti, si ricorre ad integratori sostitutivi di pasti, come quelli che, da molti anni, PreCon offre con successo. Per ogni pasto sostituito si «risparmiano» 400 – 600 calorie. Poiché al corpo viene fornito tutto ciò di cui esso ha bisogno, si perde solo grasso corporeo e non muscolatura. Ciò costituisce la base di un successo duraturo.

L’insulina è per antonomasia l’ormone che fa ingrassare! Dopo ogni pasto il rialzo di insulina trasforma le calorie eccessive in grasso. Solo alcune ore dopo il pasto, il tasso d’insulina scende nuovamente nella fascia in cui vengono bruciati i grassi (settore verde nella figura). Spuntini tra i pasti e cibi ricchi di carboidrati provocano un rialzo dell’insulina e fanno ingrassare! Per questo motivo si dovrebbero consumare solamente 3 pasti al giorno, lasciando, tra un pasto e l’altro, una pausa di almeno 4 – 6 ore senza assunzione di cibo. I pasti sostitutivi PreCon non stimolano quasi per nulla l’insulina e quindi facilitano la perdita di grasso!

Controllo del risultato La bilancia segna certamente una perdita di peso, ma non indica se si sia effettivamente perso grasso. Con una misurazione della composizione corporea (bio-impedenza, BIA) il medico può accertare quanti muscoli, quanta acqua e quanto grasso siano presenti nel corpo e come cambino questi valori nel corso della dieta. Grazie ai pasti di PreCon, ricchi di proteine e di vitamine, la massa muscolare può essere mantenuta durante la dieta. Con questo metodo si può anche determinare il bisogno individuale di calorie. Le misurazioni vengono effettuate da medici PreCon, specificamente formati; pertanto si ha la sicurezza di essere seguiti nel miglior modo, per ottenere un successo duraturo!


Jasmin Roos (45) ha perso più di 25 chili con il Programma PreCon ed ha ritrovato la voglia di vivere! «Avevo già provato molte diete senza successo, soffrendo la fame e digiunando, con il risultato che il mio peso ed il mio stato d’animo andavano su e giù, come percorrere una strada di salite e discese. Dal momento che conoscevo alcune signore che erano riuscite a dimagrire con il Programma PreCon, mi decisi a cercare un medico PreCon. Dopo il primo colloquio, una cosa mi fu subito chiara: con questo programma ce la farò! Per prima cosa iI medico misurò la massa grassa e la massa muscolare del mio corpo, calcolando il mio bisogno personale di calorie. Iniziai con due frappè PreCon (BCM Basic) al giorno ed un pasto normale. In questo modo non avevo mai fame. Presto i miei chili cominciarono a precipitare! Dopo tre mesi se n’erano andati già dieci chili, sei mesi più tardi, avendo perso più di 25 chili, ero magra come non ero più stata dai tempi in cui ero una teenager! Da allora faccio regolarmente camminate, vado in bicicletta e pratico il nordic walking. Il fatto che io sia in gra-

do di mantenere così bene il mio peso dopo più di 4 anni è sicuramente anche perchè, ogni tanto, sostituisco il pasto serale con una bevanda BCM di PreCon. Tra parentesi: anche la mia famiglia si gode la mamma snella, che è quasi sempre di buon umore».

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Cosa ti occorre:

un vasetto di vetro per yogurt o una latta vuota (tipo quella dei pelati), un blocco di pasta da modellare (tipo DAS), un pennarello, un matterello per plastilina e tutti i piccoli oggettini che ti piacciono di più.

1. Con un matterello (non quello della mamma!) o una bottiglia di vetro, spiana la pasta fino ad ottenere una placca spessa ca. 5 mm e lunga quasi quanto un normale foglio di carta.

2. Appoggia il vasetto sulla pasta spianata e segnane l’altezza. Taglia con un coltello la pasta mantenendo questa altezza per tutta la lunghezza della pasta. Con un pennarello fai un puntino sul vasetto quindi appoggialo sulla pasta spianata con il puntino sulla pasta. Fallo rotolare fino a quando il puntino sarà di nuovo sulla pasta. In quel punto taglia la pasta.

3. Arrotola la striscia di pasta ottenuta attorno al vasetto premendola bene contro le pareti del vasetto.

4. Schiaccia nella pasta tutti gli oggettini posizionandoli vicini uno all’altro. Quando avrai riempito tutta la superficie potrai lasciarla asciugare. A questo punto puoi colorare la pasta attorno agli oggetti con acquarelli o tempere.

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SPERO NON PASSI MAI

LA VOGLIA DI LEGGERE FIABE!

OGGI PARLIAMO DI...

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Chiara

Davide

Fabio

Giorgia

Perché i bambini amano tanto le fiabe? Forse perché sono semplici nel contenuto e nella struttura? E anche perché attraverso di esse il bambino è capace di affrontare in forma simbolica alcune tematiche fondamentali del suo sviluppo infantile? Agli sgoccioli dell’anno scolastico 2007-2008, lo abbiamo chiesto agli alunni della III elementare del maestro Giacomo Baruffaldi di Tesserete. testo Lorenza Storni - foto Rémy Steinegger

COS’È UNA FIABA? Sjria: è una storia da leggere inventata da una persona. Rafael: sono delle piccole storielle. Manuela: è una storia inventata per bambini piccoli e grandi a cui piace leggere. Teo: ci possono anche essere delle fiabe un po’ vere, ad esempio un nonno che ti racconta una storia successa tanto tempo fa... Simone (malato al momento della foto): sono delle avventure che vengono scritte per i bambini. PERCHÉ AI BAMBINI PIACCIONO TANTO LE FAVOLE? Luca: perché ci sono delle avventure, cose belle e personaggi divertenti. Giorgia: perché sono emozionanti e divertenti. Laura: perché ci sono paesaggi strani. Chiara: perché succedono cose diverse. Fabio: perché alcune iniziano brutte e finiscono belle e altre iniziano belle e finiscono brutte. Sofia: perché ai bambini piacciono le storie del terrore. Di sicuro a me non piacciono quelle delle principesse. Manuela: perché ti fanno sognare. Per esempio alla sera quando non riesci a dormire leggi una favola e ti fa star bene. Lisa: perché sono divertenti e alcune fanno piangere. Tibor: perché ci sono mostri e cose che nella realtà non esistono. Rafael: perché ci sono personaggi diver-

si e strani. Sjria: perché è come entrare nel libro quando leggi. Davide: perché ci sono personaggi che fanno molto ridere e che fanno cose impossibili. A CASA VOSTRA SI LEGGONO ANCORA LE FIABE? Lisa: sì, me le legge o il mio papà o la mia mamma. Tibor: io non leggo fiabe vecchie, ma leggo altri libri. Simone: mia mamma, alcune volte, mi racconta la storia del lupo. Sofia: spesso le leggo da sola, a volte le leggo ai miei fratelli più piccoli, quando il mio papà o la mia mamma non hanno tempo. Teo: adesso preferisco leggere da solo, ma libri per più grandi tipo Harry Potter. Manuela: a volte le leggo io, a volte me le legge mia mamma. Rafael: anche da me si leggono le fiabe. Cioè le leggo io, a volte a bassa voce, a volte ad alta, delle volte in testa. Sjria: a me piace molto leggere e dunque... Giorgia: ogni tanto le racconto a mia mamma, ogni tanto è lei che le racconta a me e ogni tanto me le leggo tra me quando sono a letto. Luca: anch’io leggo, ma i libri grandi. Laura: alcune volte leggo le fiabe a mia sorella che va in prima.


Laura

Lisa

Luca

Manuela

Rafael

Sjria

Sofia

Stefano

Teo

Tibor

Davide: da me mia mamma le legge a mia sorella. Io leggo, ma non fiabe. Preferisco i libri un po’ drammatici. QUAL È LA FAVOLA CHE VI È PIACIUTA DI PIÙ? Laura: Hansel e Gretel, perché un po’ si perdono, un po’ si ritrovano… Chiara: Il Gatto con gli stivali perché è furbo. Simone: Pinocchio, perché insegna a non dire le bugie. Sofia: a me piacciono tutte perché certe sono misteriose, altre non si sa bene come vanno a finire, altre sono emozionanti o del terrore, ecc. Teo: a me piacciono le fiabe di Geronimo Stilton perché fanno ridere. Manuela: a me è piaciuta Bamby, perché trova tanti amici che l’aiutano ad imparare tante cose. Luca: a me Scooby Doo, perché fa delle missioni divertenti. Sjria: a me piace Topolino, anche se è un fumetto. Rafael: a me è piaciuta La spada nella roccia, perché alla fine diventa re. Tibor: io non ho una fiaba preferita perché ne conosco pochine e non mi sono mai piaciute. Mi piacciono quelle moderne. Lisa: I tre porcellini perché fanno fare una brutta fine al lupo. Fabio: io non ho una fiaba preferita, preferisco i libri tipo Geronimo Stilton.

QUALE PERSONAGGIO FIABESCO VORRESTE ESSERE E PERCHÉ? Chiara: a me piacerebbe essere Gretel perché si mangia la casetta dolce della strega. Simone: io vorrei essere Geronimo Stilton, perché ha una grande famiglia e vive avventure molto divertenti e misteriose. Sofia: ad esempio, mi piacerebbe essere Hermione, l’amica di Harry Potter. Teo: dipende dal libro che leggo. Mi impersono spesso nel protagonista. Manuela: in questo momento vorrei essere Tashi, il piccolo bambino protagonista del libro che sto leggendo. Ma non mi spiacerebbe anche essere il Mago Merlino. Lisa: io vorrei essere Nina, la bambina della sesta luna perché è un’alchimista. Tibor: io vorrei essere Mortimer, un tipo che legge ad alta voce e ciò che legge succede realmente. Davide: certe volte vorrei essere Harry Potter, così che se non riesco a fare una cosa faccio una magia. Luca: io vorrei essere Scooby Doo perché è furbo e io lo sono solo un pochettino. Rafael: a me piacerebbe essere il vampiretto Rüdiger von Schlotterstein perché può volare. CHI DI VOI È GIÀ STATO ALLA NOTTE DEL RACCONTO? COSA VI È PIACIUTO? Laura: io ci sono andata diverse volte e mi piace perché chi racconta si traveste. Manuela: io fin da piccola. Alcune fiabe

fanno ridere, quelle tristi finiscono bene, altre finiscono male, ma le storie sono così. E poi puoi anche portare il piumone, chiudere gli occhi e immaginarti tutto. Teo: io ci sono già stato, ma una o due storie le sapevo già. Sarebbe stato meglio ascoltare qualcosa di nuovo. Sofia: a me piace perché ogni volta si cambia una storia e ce n’è di tutti i tipi. Simone: è bello perché si ascoltano le fiabe tutti insieme e fai nuove amicizie. Chiara: a me piace perché si è al buio, tutti insieme ed è particolare. Lisa: io sono andata due volte e mi sono divertita perché puoi portare il sacco a pelo, il peluche e poi si mangia la torta. PERCHÉ CRESCENDO SI SMETTE DI LEGGERE LE FAVOLE? Davide: perché crescendo si cambiano i gusti e non piacciono più le stesse cose. Chiara: perché diventano noiose, visto che le conosci già. Simone: le fiabe sono per i bambini dai 2 ai 6 anni. Quando si avanza si cambia tipo di libri. Fabio: man mano che si cresce le favole non interessano più perché sono cose da bambini piccoli. Teo: forse i gusti cambiano, ma io spero sinceramente che non mi passi mai la voglia di leggere le favole. Lisa: io continuerò a leggere le fiabe. Tibor: quando si diventa grandi si leggono libri più drammatici.

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REPORTAGE

I caratteri cinesi sono il punto di riferimento per chi impara la lingua.

La biblioteca del centro culturale cinese “il Ponte” di Lugano dispone di circa 2’000 libri, il fondo più grande del Cantone.

E SE ANDASSIMO A LEZIONE DI CINESE? C’è chi lo fa perché la Cina sta prendendo sempre più importanza nel nostro mondo e vuole essere pronto ad affrontare nuove realtà, chi per curiosità, e chi invece per lavoro, dove la padronanza delle lingue è privilegiata. testo Coralie Nativel - foto Stefano Ember

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Chiara Marini insegna il cinese al Liceo di Breganzona, alla Scuola-Club Migros e ai Corsi per Adulti.

Al centro culturale cinese “Il Ponte” di Lugano, ogni allievo ha il suo pennello per scrivere i caratteri.

Al liceo Diocesano, le lezioni si svolgono in un ambiente rilassato nel doposcuola.

A

ncora poco tempo fa non si poteva fare a meno di conoscere qualche parola d’inglese per sentirsi parte integrante della nostra società sempre più cosmopolita. Oggigiorno, chi vuole essere all’avanguardia e adeguarsi al mondo che cambia deve imparare la lingua dell’Impero di Mezzo. Motivazione, tenacia e pazienza sono le qualità indispensabili per avvicinarsi ai misteri della lingua più parlata nel mondo, il cui apprendimento richiede tanto impegno. Per la comunicazione, essere in grado di scrivere e leggere è essenziale, e per il cinese questo vale ancora di più rispetto a qualsiasi altra lingua. “Quando una persona di Pechino ne incontra una di Canton, se non si capiscono scrivono. I caratteri sono il punto di riferimento perché il cinese è una lingua per gli occhi”, ci spiega Francesca Wölfer, fondatrice del centro culturale cinese Il Ponte di Lugano. “Chi si accontenta di imparare a parlare, arriva in fretta a un punto di non ritorno. Ci sono talmente tante varianti o dia-

Francesca Wölfer, fondatrice de “Il Ponte” nella biblioteca del centro culturale cinese di Lugano.

«In Ticino si può cominciare verso gli otto anni» letti in Cina, che i caratteri sono l’unico modo per garantire la comunicazione tra gli individui. Se la pronuncia o le parole possono variare da una regione all’altra, i caratteri infatti, hanno lo stesso significato per tutti”. Di solito si imparano contemporaneamente il pinyin (la trascrizione fonetica dei caratteri cinesi nel nostro alfabeto, metodo usato dalla fine degli anni Cinquanta per aiutare l’apprendimento della lingua) e i caratteri.

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REPORTAGE

Le difficoltà del cinese non scoraggiano i più giovani. Wu M e n g è u n a delle docenti di madrelingua che insegna a “Il Ponte”.

In Ticino, si può cominciare verso gli otto anni. Il Ponte propone corsi per bambini in piccoli gruppi o lezioni private. A 9 anni, Maria segue l’esempio della madre che studia il cinese da due anni. “Ho iniziato perché mi piacciono i caratteri”. Giacomo, 13 anni, ha ascoltato i consigli di papà. A Lodovica, 11 anni, piace invece conoscere tante lingue. Il cinese appassiona anche gli adulti, che dedicano per lo più una serata alla settimana all’apprendimento dei rudimenti della lingua. Oltre a Il Ponte, che propone anche corsi per adulti, in Ticino chi desidera studiare il cinese può rivolgersi alla ScuolaClub Migros oppure ai Corsi per Adulti, che offrono sia ai principianti, sia ai più avanzati, la possibilità di seguire corsi differenziati sull’arco dell’anno. “Le difficoltà del cinese fanno sì che col passare del tempo, gli allievi iscritti all’inizio di un corso spesso abbandonino, e rimangano solo i più motivati”, ci confida Chiara Marini, insegnante di cinese alla Scuola-Club Migros, ai Corsi per Adulti e al Liceo Diocesano, “ma chi si impegna seriamente, può raggiungere in qualche anno un buon livello”. La scuola Migros permette inoltre, grazie ai suoi programmi pluriennali, di convalidare le conoscenze acquisite con le certificazioni Is.I.A.O, il Certificato e/o il Diploma dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente. Il cinese non ha ancora conquistato i programmi delle scuole

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«Si imparano

contemporaneamente il pinyin e i caratteri» pubbliche, dove viene privilegiato l’insegnamento delle lingue nazionali e dell’inglese. Per questo il liceo Diocesano di Breganzona risulta essere un’eccezione nel paesaggio scolastico ticinese. Il liceo di Breganzona è infatti l’unico istituto delle scuole medie superiori a proporre ai suoi allievi la possibilità di studiare il cinese. “Accordiamo molta importanza all’insegnamento del latino e del greco, che sono le radici della nostra cultura, ma vogliamo rimanere connessi ai cambiamenti della nostra società, ecco perché offriamo ai nostri allievi questa opportunità”, ci spiega il Direttore Alberto Moccetti. A Breganzona, i corsi di cinese si svolgono in un ambiente rilassato: due ore di studio alla settimana, come doposcuola. La materia, infatti, non è obbliga-


«L’apprendimento richiede tanto impegno» toria, e quindi non viene effettuato alcun esame alla fine dell’anno. All’inizio, il corso era aperto a tutti coloro che volevano tentare l’esperienza. Dopo due anni di esistenza, oggi vi sono due classi che coinvolgono una quindicina di allievi. “Il ritmo è un po’ rallentato”, ammette Chiara Marini, che insegna il cinese al liceo, “perché i ragazzi hanno tante altre materie sulle quali chinarsi, ma devo dire che alla fine del primo anno di studio sapevano bene il pinyin”. Martina, 18 anni, ha dedicato il suo lavoro di maturità alla Cina, ed è al suo secondo anno di cinese al Liceo Diocesano di Breganzona. Lo scorso agosto, insieme ad altri allievi dell’istituto, è pure andata due settimane in Cina (con l’appoggio del servizio Lingue e Stage all’estero del DECS) per approfondire le sue conoscenze. Le due settimane passate a Xhaoxing, in un campus cinese, hanno contribuito ad invogliare ed incoraggiare gli studenti. “Dopo un solo anno di studio, eravamo ancora impacciati nella comunicazione, ma è stato comunque molto positivo, abbiamo scoperto un nuovo Paese, un altro modo di essere,

un’altra cultura. Per le piccole cose eravamo in grado di farci capire, altrimenti per fortuna alcune persone parlavano anche l’inglese”. Al centro culturale cinese, che esiste da 12 anni a Lugano, si possono trovare anche libri nell’idioma cinese. Il Ponte dispone di una biblioteca con circa 2’000 libri. Una volta al mese viene organizzato un incontro gratuito e aperto a tutti (quelli che capiscono e/o parlano il cinese ovviamente!), “Màn yu jiao”, dove si parla esclusivamente in cinese su argomenti vari. Un’opportunità per chi studia o parla la lingua per fare un po’ di pratica.

DOVE STUDIARE IL CINESE A “Il Ponte”, via Ciseri 2, centro culturale cinese a Lugano, che propone corsi per adulti e bambini a partire dagli 8 anni, collettivi o privati per qualsiasi livello, con docenti madrelingua e non. www.qiaoling.ch. Al Liceo Diocesano di Breganzona, via Lucino 79, che propone ai suoi allievi l’insegnamento opzionale di cinese, due ore alla settimana. Alla Scuola-Club Migros, che permette di seguire corsi collettivi o privati, con la possibilità di convalidare le proprie conoscenze con le certificazioni dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente. www.scuola-club.ch. Ai Corsi per Adulti, 091 814 34 50, che propongono corsi serali, sia per principianti, sia per avanzati.

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8a PARTE

VIAGGI

CHE RIDERE LA SVIZZERA

Ricordo Ben, il barista balbuziente di Accra; Mohammed, il taxista musulmano di Cape Coast; Tittez, la guida del castello di Elmina; Giogina, la venditrice di cipolle al mercato di Kumasi; Elder, l’amico del ristorantino del villaggio Ashanti; Emanuel, il cameriere con 27 fratelli e sorelle; Patrick, il maestro che crede agli spiriti; poi ancora il gruppo di dignitari che mi avevano accolto a Bodwease e le “streghe” di Gambaga. In tanti giorni di peregrinare attraverso il Ghana ho incontrato e conosciuto ogni genere di persona. Veramente ogni genere? No, mi mancava ancora una vero e proprio grande capo… testo e foto Roberto Schneider

UN “CHIEF” IN CARNE ED OSSA Non credo ai miei occhi: mentre siedo tranquillo davanti alla casa di Francis, godendomi le ultime ore di luce e lo strano tramonto velato dalle sabbie del deserto trasportate dal caldo vento Harmattan, come dal nulla, silenziosamente, giunge un fuoristrada bianco di dimensioni inconsuete e contraddistinto da due grandi antenne telescopiche, la maggiore delle quali deve misurare sicuramente almeno tre metri! L’autista scende e girando rapidamente attorno al veicolo apre con rispetto la porta posteriore. Mi trovo al cospetto di uno strano personaggio vestito di una tunica bianca e col

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Sulla via del mio alloggio, dove avrò la sorpresa di incontrare un capo in carne ed ossa.


«Con voce decisa si presenta quale il capo» tipico copricapo del luogo. Ci osserviamo incuriositi, entrambi sorpresi poi, senza esitazione e con voce decisa si presenta quale il capo - il chief - di uno dei regni che compongono la grande regione del nord del Ghana. Mi presento a mia volta, senza mio malgrado potermi fregiare di alcun titolo particolare, non rappresento infatti nessuna carica ufficiale nel mio paese e nemmeno a militare mi è riuscito di andare oltre il grado di soldato semplice. Porto però con me tutti i valori di una delle più radicate e antiche democrazie del globo, di cui vado oltremodo orgoglioso. Più tardi, complice forse la sera e la luce della lampada a petrolio, rotti gli indugi e cadute le barriere di una doverosa formalità iniziale, mi soffermerò a lungo a discutere col capo regionale, illustrandogli alcune peculiarità della politica elvetica. L’austero “chief” diverrà così un simpatico e divertente interlocutore. Mi farà comunque pur sempre notare quanto sia stato fortunato ad incontrarlo, perché se avessi cercato di visitarlo al suo palazzo, avrei dovuto fare lunghissime anticamere ed avrei dovuto pagare molti balzelli ai suoi diversi dignitari. Non disdegnerà poi nemmeno di farsi scattare delle foto in compagnia dello strano viaggiatore bianco, poco prima di ritirarsi per la preghiera della sera del devoto musulmano. REFERENDUM: ROBA DA MATTI! Ci ritroveremo nella notte, perché a lui, capo, diplomatico e politico locale intento ad intrecciare alleanze nel corso di una riunione di potere con altri regnanti - che mi descrive alquanto ostica -, interessano particolarmente ulteriori peculiarità della politica svizzera. Le sue espressioni e i suoi commenti variano continuamente nel corso della mia lezione di civica. Da

Tipiche case fatte di terra e sterco in un villaggio del nord del Ghana.

profonda ammirazione ed estremo interesse per i principi sui quali è costituita la suddivisione dei poteri in Svizzera, a un “ma che strano”, quando gli spiego l’inconsueta idea della confederazione di stati. Non riesce poi a trattenere una grande risata quando affronto il tema dei diritti della popolazione espressi tramite referendum e iniziative, due modalità di democrazia tramite le quali al popolo viene data la possibilità di promuovere

nuove leggi o - e qui la risata si fa parecchio sguaiata - bloccare decisioni prese dal governo. Tutto ciò, alle orecchie di un “chief” regionale del Ghana, appare veramente come il colmo: un popolo che si permette di dire al proprio regnante quello che deve fare! Ma chissà che a quella sincera e sonora risata non siano seguiti altri pensieri più profondi. Converremo comunque sul fatto che ci stiamo divertendo e stiamo discutendo

L’ultimo saluto prima di partire, sorrisi che attestano della cordialità e della simpatia incontrate ovunque nel paese. > pagina 51 ILLUSTRAZIONE TICINESE 09-08

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VIAGGI

«Saluto il capo

ghanese che si allontana sul suo pomposo mezzo»

Il furgone è visibilmente stracarico e in condizioni pietose. Ai check point di militari e polizia, dopo attento controllo, viene comunque lasciato proseguire: tutto OK?

amichevolmente in barba a culture e religioni molto diverse. Addirittura c’è mancato poco che per sottolineare e suggellare tale constatazione ci recassimo nello stanzino riservato ai culti islamici per pregare i nostri reciproci Profeta e Dio. Se così facessero tutti!

, IHU DO O QRV UDP OÉR WUR HQ FFKL ÏR WD HOO UH QD R VFR VWD

IL TEATRINO DEI CHECK POINT Saluto il mattino successivo il capo ghanese, che si allontana sul suo pomposo mezzo dopo essere stato degnamente salutato con un inchino reverenziale da una signora di passaggio e soprattutto, dopo aver imprecato non poco sull’amministrazione locale, rea di avergli fatto attendere a lungo il veicolo ufficiale. Raggiunto infatti tramite moderno telefoni-

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no, il sovrintendente regionale addetto ai trasporti si era permesso di rispondere alle rimostranze del capo che il veicolo in questione doveva già essere da lui da molte ore. Mi astengo dal descrivere i dettagli della reazione che è seguita, decisamente poco consona ad un dignitario di alto livello. Poco dopo mi renderò conto che la sua impazienza era assolutamente giustificata… Doveva infatti recarsi al localino in paese per la colazione, a circa un (!) chilometro di distanza! Ma non vi è potere di capo che possa contrapporsi all’ennesimo teatrale “check point” inscenato nel pomeriggio lungo la via del mio ritorno. I blocchi stradali da parte di uomini armati e in divisa hanno luogo lungo tutte le principali vie di tran-

sito del Ghana, ovunque e disordinatamente, a volte anche a distanza di pochi chilometri di strada l’uno dall’altro. Per l’ennesima volta viene arrestato il furgoncino stracarico e dissestato sul quale viaggio. L’autista è invitato a scendere e come sempre saluta gli ignoti controllori come fossero amici di vecchia data. Loro, al contrario, con aria solenne e seria controllano minuziosamente lo stato del veicolo… che visibilmente sta invero per cadere da un momento all’altro a pezzi ed è come consuetudine sovraccarico. Segue una stretta di mano, nel corso della quale “casualmente” alcune banconote passano da un proprietario all’altro. Il milite sentenzia dunque con un cenno di mano “OK” e possiamo proseguire… sempre che il vecchio motore si riavvii! Ognuno ha già visto e vissuto questa scena teatrale centinaia di volte, i passeggeri sorridono, l’autista è soddisfatto e i poliziotti si sono garantiti pochi soldi per arrotondare uno stipendio probabilmente molto magro, o magari solo per poter comperare l’ennesimo pacchetto di sigarette. CONTINUA.

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ESCURSIONI

LA VETTA NASCOSTA Escursione: Dalpe - capanna Campo Tencia - Pizzo Campo Tencia testo e foto Giosanna Crivelli

L

e vette non sono mai state per me mete ambite, ancora meno quando presentano difficoltà. Mi attraggono ambienti alpini che hanno una vastità circoscritta, in cui vagare e sostare e avere il tempo per vedere e trovare immagini. Il richiamo del Pizzo Campo Tencia è giunto via e-mail, un programma di amici. Da tempo non facevo salite impegnative, non per mia scelta, ma per limiti che a volte la vita pone. Era dunque una piccola sfida. E la vetta, questa volta, un traguardo. Appuntamento in capanna, tutto il giorno a disposizione per arrivarci. Sacco pesante, con macchina fotografica, cavalletto e tre obbiettivi: il minimo indispensabile per ridurre la vastità a un’immagine piccola come il sensore dell’apparecchio fotografico. Per ridurre la realtà a quella essenza che corrisponde al proprio sentire. La prima escursione con l’apparecchio digitale: quasi come trovare il sentiero in una terra inesplorata. L’attenzione va a una roccia nel bosco, ricoperta da muschi e licheni, colori tenui e delicati, luce che appare e scompare, forti contrasti. Incurante del tragitto da compiere piazzo il cavalletto, trovo un’inquadratura e scatto. Immagine immediatamente visibile: delusione, i colori non coincidono con quello che vedo. Vari gli ac-

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corgimenti tecnici per arrivare al risultato auspicato, vari gli scatti. Infine sono quasi soddisfatta. È come avere una tastiera di pianoforte con troppi tasti, da allenare gradualmente per poterne trarre tutte le tonalità possibili. Un’ora per uno scatto. In seguito scopro in questa immagine il riassunto cromatico e materico di tutta l’escursione, di quello che ancora non sapevo di trovare. Un altro modo di raccontare: in fondo una sola immagine basterebbe. Proseguendo: bosco fitto, la radura di Sgnòi, ponticello, ripida salita, bosco rado ed infine l’ampia piana dell’Alpe di Croslina. Si passa ad ambiente alpino. L’anfiteatro del Böc di Comasné raccoglie pietrame e resti di valanga che creano forme immaginarie. Da lì sono saliti in verticale i primi alpinisti che nel 1867 sono arrivati in vetta al Pizzo Campo Tencia, passando dalla Bocchetta di Staletto, cercando di indovinare la via che porta ad una vetta nascosta allo sguardo. Ed è questa la particolarità che rende misterioso il versante settentrionale della montagna. All’alba del giorno successivo, ammirando la prima luce sulle vette dei Tre Corni, cerco di immaginare il percorso di salita, tra le cenge di una parete che appare più verticale di quello che vorrei. Il sentiero è marcato, sulla carta topografica a


trattini mimetizzato tra le linee nere del rilievo roccioso, sul terreno in bianco-blu. Il punto di riferimento iniziale è la cascata che scende dal Ghiacciaio di Croslina. Un paio d’ore più tardi sono lì, a guardare all’insù. Si passa, senza grandi problemi. Segue un sentiero a tratti esposto: cerco di non pensare alla discesa. Poi gli spazi si allargano, fino ad arrivare alla conca del Ghiacciaio Grande di Croslina. Dominano la visuale il triangolo del Pizzo Penca, la corrazza grigio-bianca del ghiacciaio e le

che la sua perfetta forma triangolare appare ed emoziona. Arrivati al culmine lo spazio verticale si trasforma, e la vetta della montagna più alta interamente su suolo ticinese, 3’071m, sorprendentemente diventa una distesa pianeggiante. Con un tocco di Tibet, bandiere di preghiera al vento, che invitano ad un ringraziamento nel libro che raccoglie i pensieri di chi è arrivato lassù.

«È la vetta, quella del nostro immaginario»

Cartografia : Pizzo Campo Tencia 1:25’000 Dislivello : 1. Dalpe - capanna Campo Tencia 948 m 2. Capanna Campo Tencia - Pizzo Campo Tencia 931 m Tempo : 1. - 3 ore 2. - 3/4 ore

rocce di un luminoso color ambra. La vetta del Pizzo Campo Tencia appare insignificante, ancora non rivela la sua identità. La topografia e il desiderio inviterebbero a salire direttamente verso il ghiacciaio, come una volta pare si facesse. Si sale invece a lato, lungo una ripida china franosa, ripagati solo dall’immagine dall’alto del laghetto glaciale, per raggiungere la cresta che porta a quota 2’857. Proseguendo in diagonale sul nevaio si raggiunge infine la quota 2’974. È solo appena sotto alla vetta

A dipendenza delle condizioni del ghiacciaio possono essere indispensabili i ramponi.

CORSI DI FOTOGRAFIA CON GIOSANNA CRIVELLI Informazioni e programma: Giosanna Crivelli, cp 241, 6926 Montagnola, tel. 091 994 85 17 e-mail: info@fotolife.ch, internet: www.fotolife.ch

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TENDENZE

Spostarsi senza camminare né produrre emissioni di co2 è possibile. Le nuove biciclette elettriche della Urban Mover aiutano il ciclista quando la strada è troppo lunga o troppo ripida grazie al motore dotato di batteria al litio e a un telaio in metallo leggero.

QUANDO RESPONSABILITÀ

FA RIMA CON TENDENZA

È una bella cosa quando a essere di moda sono la sostenibilità, la sensibilità verso il prossimo e verso la natura. C’è solo da augurarsi che questa tendenza non passi, come tutte le altre mode… testo Antonella Broggi

S

enza voler fare esagerati allarmismi o prediche moralistiche, è un dato di fatto che il nostro pianeta potrebbe stare meglio, che vi sono paesi dove i più semplici diritti umani non vengono rispettati e che troppo spesso la convenienza prende il sopravvento sulla qualità. Per fortuna però, stiamo osservando una tendenza verso una migliore e maggiore consapevolezza. Per far sì però che non si tratti solo di una moda passeggera, ma che diventi lo stimolo per uno stile di vita più consapevole, è importante porsi obiettivi facilmente raggiungibili. Pensare di rivoluzionare totalmente le proprie abitudini sarebbe sbagliato. Ogni azione drastica è difficile da gestire. Meglio invece apportare dei piccoli correttivi alle proprie abitudini, in modo da poterli poi mettere in pratica costantemente, senza troppa fatica. Solo così è possibile protrarre l’impegno nel tempo. E poi, meglio tante piccole azioni quotidiane che una sola,

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«La responsabilità si vede nei piccoli gesti quotidiani» grande ma unica e fine a sé stessa. Quindi, le piccole buone azioni che ognuno di noi può compiere sono moltissime e davvero facilmente applicabili. E a volte forse varrebbe la pena riflettere su ciò che acquistiamo. Non è forse meglio concedersi qualche capriccio in meno, ma garantire agli altri e a noi stessi maggiore qualità, più responsabilità e un pizzico di coscienza in più?


I prodotti Coop con il marchio bio vengono prodotti in collaborazione con Bio Suisse, e sottostanno a severi controlli di conformità e qualità.

La nuova linea Naturaline di Coop propone capi basic che soddisfano elevati standard ecologici e sociali. Questo significa che il cotone viene coltivato da oltre 9’500 famiglie dell’India e della Tanzania che, grazie a una nuova sicurezza economica, possono rifarsi una vita. Per la lavorazione del cotone non vengono usati prodotti chimici né viene sfruttato il lavoro minorile.

La nuova linea di prodotti per bebè di Body Shop contiene burro di cacao e olio di bruiti provenienti dal programma di Commercio Equo creato dall’azienda stessa. In questo modo, i fornitori delle materie prime in 20 diversi paesi lavorano e vengono ricompensati equamente. Inoltre, i prodotti di Body Shop non vengono testati sugli animali e sono indicati anche per i vegani, poiché non contengono nessun ingrediente di origine animale, come la cera d’api, il miele e la lanolina.

COSA CHIEDERE ALLA PROPRIA COSCIENZA... • Chiudo il rubinetto mentre lavo i denti? • Spengo il motore dell’auto in colonna e nelle autorimesse? • Spengo tutti gli elettrodomestici quando non li uso? • Stacco la presa dei caricatori di telefonini e giochi quando non li uso? • Separo vetro, carta, PET, batterie, alu e oli dai normali rifiuti? • Acquisto frutta e verdura di stagione e di provenienza locale? • Evito di stampare mail e documenti che non mi servono? • Utilizzo detersivi biodegradabili? • Evito di gettare assorbenti nel water? • Utilizzo borse della spesa invece di acquistare continuamente sacchetti nuovi? • Spengo le luci quando non servono? • Ho sostituito le lampadine classiche con quelle a risparmio energetico? • Utilizzo batterie ricaricabili? • Uso carta riciclata almeno in cucina e per gli appunti? • Rispedisco le cartucce vuote di stampanti e fotocopiatrici ai rispettivi fabbricanti? • Guardo la provenienza delle merci che acquisto? • Acquisto solo prodotti di bellezza non testati sugli animali? • Scelgo tonno pescato nel rispetto delle leggi e a tutela dei delfini? • In vacanza non compro mai prodotti animali provenienti dal bracconaggio? • Non getto mai a terra gomme da masticare, cartacce e fazzoletti? Se avete risposto affermativamente ad almeno metà di queste domande, allora siete a buon punto, anche se vi rimane un buon margine di miglioramento. Se le vostre risposte sono state prevalentemente negative, beh, dovreste fare qualcosina in più e se invece avete risposto a tutte affermativamente, siete davvero bravissimi, complimenti!

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GRANDINE: ALLARME CARROZZERIA! A Lugano, il mese di luglio 2008 è stato il più piovoso dopo il 2000. Con 359 mm di precipitazioni si pone al secondo posto nella graduatoria ultrasecolare. Acqua e grandine il nemico numero uno per i veicoli: ecco come riparare i danni! testo Stefano Pescia - foto Rémy Steinegger

I

temporali degli ultimi mesi hanno purtroppo segnato la nostra estate fra le più piovose degli ultimi vent’anni. Gli acquazzoni estivi sono spesso accompagnati da preoccupanti grandinate che segnano marcatamente le carrozzerie delle nostre automobili. Per gli amanti delle curiosità, ricordiamo che il chicco di grandine più pesante è stato registrato nel distretto di

Gopalganj (Bangladesh) il 14 aprile del 1986, con un peso di 1,02 chilogrammi. In Ticino, fortunatamente, siamo confrontati con delle sfere di ghiaccio meno pesanti ma non per questo le carrozzerie delle nostre automobili sono immuni agli spiacevoli effetti della grandine. L’evoluzione della tecnologia ha consentito di mettere a punto

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1. L’ammaccatura viene indicata con precisione. 2. Si prepara la ventosa con una colla speciale. 3. Si fissa la ventosa sull’ammaccatura. 4. Questa tecnica riduce il tempo di lavorazione.

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5. È necessaria la massima precisione e professionalità. 6. Per individuare l’ammaccature si illumina il punto danneggiato. 7. Non si procede ad alcuno stucco e riparazione di lattoneria. 8. La riparazione alternativa permette l’eliminazione immediata dei danni. 9. Terminato il lavoro, la parte riparata del veicolo non richiede alcuna riverniciatura.

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«Tra i vantaggi vi è

la rapidità del servizio» una nuova tecnica di riparazione definita “alternativa” per i veicoli colpiti da grandine, senza intaccare la vernice o dover procedere alla riverniciatura, evitando così di ricorrere alle tradizionali riparazioni di lattoneria e stuccatura. “Un sistema”, come ci spiega Mario Ciccone del Garage Carrozzeria Ciccone Sagl di Davesco, “che richiede anzitutto una tecnica di base che si ottiene seguendo uno specifico corso ma, soprattutto, con tanta ma tanta pratica”. Per effettuare un lavoro professionale, la bravura artigianale deve essere accompagnata da specifici attrezzi, pazienza e precisione. Il primo passo è quello di effettua-

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re una corretta valutazione del danno alla vettura. “Infatti”, puntualizza Ciccone, “non sempre vale la pena procedere alla riparazione. Bisogna esaminare con attenzione l’entità e la quantità delle ammaccature. Se sono troppe, è consigliabile sostituire il pezzo mentre, in casi di bolli limitati, il risparmio è indubbiamente importante, rispetto alla riparazione convenzionale. Le componenti più difficili da trattare sono i montanti in generale, perché sono scatolati, e gli elementi superiori delle portiere”. Tra i vantaggi di questa riparazione alternativa vi è la rapidità del servizio, l’eliminazione immediata dei danni, una notevole riduzione dei tempi di lavorazione e un conseguente risparmio dei costi di riparazione, anche perché il veicolo non dovrà rimanere parecchi giorni fermo in officina. “In effetti”, continua ancora Ciccone, “il veicolo mantiene la struttura originale anche perché non si deve riverniciare. Il risparmio oscilla mediamente dal 30 al 50%. Inoltre si tratta di un intervento ecologico che non richiede alcun utilizzo di diluenti o prodotti inquinanti e nel contempo le parti lavorate sono soggette a garanzia”. Un sistema indubbiamente affidabile, che si presenta vantaggioso anche per riparare dei piccoli danni di posteggio.


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Il segreto di una casalinga disperata

«In 7 settimane ho perso 26 chili mangiando ogni giorno cioccolata» (

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mio marito si è innamorato nuovamente di me

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A Rohrbach, “Domifighter” in tenuta da gara sulla sua nuova DERBI GPR 50 Racing.

IN SELLA AD UNA DERBI Il giovane pilota svizzero Dominique Aegerter dalle piste di tutto il mondo al traffico stradale. a cura di Graziano Guerra

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er la giovane promessa del motociclismo svizzero d’élite Dominique Aegerter, la passata stagione del motomondiale è stata la prova del fuoco. Prova che “Domifighter”, come lo chiamano gli amici, ha superato alla grande con 7 punti conquistati nella classe 125 cc. In sella alla sua Derbi, anche nell’attuale stagione è fra i più agguerriti protagonisti con piazzamenti di tutto rispetto, come l’ottavo posto nel Grand Prix a Jerez (Spagna), il 12° rango a Estoril (Portogallo), l’11° nel GP di Germania sul Sachsenring. Un incoraggiamento speciale per il pilota è giunto dall’importatore svizzero del Marchio spagnolo della Piaggio, e così “Domi” ha conosciuto un momento di gloria particolare nel suo paese natale, Rohrbach (1’450 abitanti), quando, a tarda primavera, Karin Biedermann e Olivier Girardin della Derbi Switzerland, gli hanno consegnato una nuova fiammante DERBI GPR 50 Racing. Dominik si è mostrato con la sua tenuta di gara, raggiante: ora potrà circolare anche sulle strade di tutti i giorni! Per una cilindrata maggiore (categoria A limitata a 25 kW) ha dovuto però aspettare il compimento del 18° anno d’età, alla fine settembre.

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Per conoscere meglio il giovane pilota svizzero della Derbi si può cliccare sul sito internet: www.domi-aegi.ch


LA SCHEDA: Nome: Dominique (Domi) Cognome: Aegerter (Aegi) Soprannome: Domifighter Data di nascita: 30.9.90 Web: www.domi-aegi.ch CARRIERA 1995 - 1998 Club Jugend Motocross Schönenberg 50 ccm 1999 - 2001 Motocross Federazione Motociclisti Svizzeri 2002 Derbi Replica Cup 50 cc, gare su strada + Motocross FMS 2003 ADAC Pro Junior Cup 125 cc DMSB + Motocross 80 ccm FMS 2004 Campionato internazionale tedesco 125 cc 2005 Campionato internazionale tedesco 125 cc 2006 Camp. internaz. tedesco 125 cc + 2 prove nel CN-125 cc 2007 Mondiale 125 cc 2008 Mondiale 125 cc RISULTATI 1995 15° posto nel Jugend Motocross Club Schönenberg 50 cc 1996 5° posto SJMCC Motocross 50 ccm 1997 5° posto SJMCC Motocross 50 cc 1998 3° posto SJMCC Motocross 50 cc 1999 1° posto FMS, Campione Svizzero di Motocross 60 cc 2000 3° posto FMS Motocross 65 cc

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2001 21° posto FMS Motocross 80 cc 2002 4° posto FMS Motocross 80 cc - 3° posto Derbi Replica Cup 50 ccm 2003 7° posto FMS Motocross 85 cc – 7° posto ADAC Junior Cup 125 cc 2004 15° posto Campionato internazionale tedesco 125 cc 2005 9° posto Campionato internazionale tedesco 125 cc 2006 2° posto Campionato internazionale tedesco 125 cc / debutto nella Moto-GP 26° posto Moto-GP 125 cc – Debutto a Estoril (nonostante una caduta) 29° posto Moto-GP 125 ccm a Valencia 2007 23° classificato nel mondiale 125 cc


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OROSCOPO testo Cloris Sciaroni PREVISIONI PER LA PRIMA METÀ DI OTTOBRE I buoni influssi bilancini promettono equilibrio e dialogo intelligente, con particolare attenzione alle problematiche sociali. Spiccheranno quei personaggi con doti diplomatiche in grado di mediare fra le parti in conflitto. Marte si sposta in Scorpione il giorno 4 dove troviamo Venere, evidenziando tematiche legate alla sessualità, alla prostituzione e alla droga. Non che ci sia qualcosa che ci possa ancora scandalizzare, ma è importante non perdere di vista queste problematiche che coinvolgono soggetti sempre più giovani, che non sono altro che lo specchio di una società malata. Musica, Videogiochi, e film aggressivi alimentano una mente fragile e una psiche ancora in formazione ma tutti sdrammatizzano per giustificarsi. E si vanno interrogando i ragazzini sulle loro sensazioni e che rispondono con un’alzata di spalle. In realtà ci troviamo di fronte a un inquinamento psichico globale di cui tutti siamo responsabili.

ARIETE 21/3 - 20/4

Sole e Mercurio sempre in opposizione e ancora in quadratura a Giove, generano discussioni e malintesi con colleghi e superiori o più spesso con il partner. Se siete figli, possibili problemi da chiarire con un genitore dominante. E se avete qualche affare legale in sospeso o un rivale da sconfiggere, dovrete fare affidamento sul fiuto che vi regalano Marte e Venere nello Scorpione. In amore è probabile che siate attirati da persone già impegnate o desideriate vivere emozioni più intense. A favore avete Nettuno e Chirone che vi spingono a frequentare persone più evolute e che possono condurvi su sentieri più spirituali senza diventare fanatici. Plutone ancora positivo per voi della 3. decade può effettivamente portare sulla vostra strada un personaggio importante. Salute: il plenilunio del giorno 14 nel vostro segno parla di rinnovamento.

TORO 21/4 - 20/5

Attenzione, il mese inizia con la Luna in opposizione al vostro segno, dove già c’è Venere e a cui farà seguito Marte dal giorno 4. È possibile che dobbiate affrontare le mosse subdole di qualche rivale a cui voi risponderete comunque con forza, non fosse altro che per difendere i vostri diritti. In questo vi aiutano i pianeti dalla Bilancia. Gli ottimi influssi di Saturno, Giove e Urano favoriscono voi della 2. decade, pronti a fare un bel balzo in avanti a livello professionale. E con Mercurio in 6. Casa potrebbe arrivare un nuovo contratto di lavoro per voi giovani del segno. In amore potrebbero esserci invece delle tensioni causate da un’eccessiva gelosia vostra o del/la vostro compagno/a. Non fatevi assalire da sospetti infondati. Per contro dovrete muovervi con cautela a causa di un ex che potrebbe nuocervi. Salute: attenzione agli organi genitali.

GEMELLI 21/5 - 21/6

A favore avete ancora Sole e Mercurio che ricevono il bellissimo trigono di Nettuno, regalandovi energia, gioia e voglia di scambiarsi sentimenti, ideali e progetti con gente che condivide gli stessi sogni. Ottimi i settori dell’insegnamento, dell’arte, della musica e della cultura in genere. Bene anche per chi fra voi ha contatti con i media. Possibili offerte interessanti in vista. Marte e Venere in 6. Campo in Scorpione vi regalano fascino e carisma che non passeranno inosservati. E con Giove in 8. Campo potreste consolidare un progetto o una situazione, grazie anche all’aiuto di un personaggio che conta o ricevere un aiuto statale nel caso voleste dedicarvi a studi superiori o a un soggiorno all’estero per approfondimenti o ricerche. In amore probabili incontri importanti, specie per voi single. Salute: le trasgressioni costano, attenzione!

CANCRO 22/6 - 22/7

Sole e Mercurio dissonanti a Giove possono farvi sentire tutta la fatica degli ultimi tempi e farvi avere qualche problema con un figlio, ma Saturno positivo dona resistenza e saggezza. Del resto le cose conquistate con impegno e disciplina sono le più gratificanti. A favore avete Venere e Marte e, con l’appoggio di Urano, potete sperare in miglioramenti concreti. Sarete particolarmente ispirati e creativi, ma anche più spontanei e audaci del solito per ottenere ciò che volete. Non mancano fascino e carisma a chi fra voi riveste un ruolo pubblico. In amore farete faville e potrete vivere intense emozioni, magari con uno Scorpione. Regali in vista per qualcuno di voi ma potreste essere anche voi a fare un regalo importante. Salute: attenzione al plenilunio del giorno 14. Non esponetevi a rischi inutili e riposate.

LEONE 23/7 - 23/8

A favore avete ancora Sole e Mercurio che favoriscono lo scambio intellettuale e rendono il periodo molto impegnativo su tutti i fronti. Marte e Venere sono dissonanti indicando una certa fatica e possibili preoccupazioni familiari ma anche sentimentali. Può darsi che la vostra lei sia forse troppo possessiva o che le discussioni vertano sul denaro. Attenzione se siete troppo impegnati professionalmente perché la vostra compagna potrebbe rivolgersi altrove in cerca di affetto. Non sono neppure esclusi rivali o relazioni nascoste, cosa insolita per voi. E se siete donne sarete particolarmente seduttive e sottilmente manipolatorie. Attenzione ai conflitti di potere e a chi pestate i piedi. Importante plenilunio quello del giorno 14, potrebbe portare profondi e salutari cambiamenti!

VERGINE 24/8 - 22/9

Giove in aspetto molto positivo al vostro Saturno favorisce voi della 2. decade, regalandovi più fiducia in voi stessi e vi aiuta ad esprimere con più sicurezza le vostre potenzialità, che non sono poche. Nettuno e Chirone in 6. Campo da tempo parlano di guarigione e di nuove possibilità nel campo lavorativo. L’opposizione di Urano vi sta preparando a cambiamenti radicali, non opponete resistenza. Voi della 1. decade potete beneficiare invece dei potenti transiti in Scorpione che mettono in evidenza le vostre doti analitiche molto utili sia nel marketing sia nella psicologia e nell’investigazione. L’amore riserva grosse sorprese. Voi della 3. decade siete invece alle prese con l’ultimo passaggio di Plutone e il giorno 14, con il Plenilunio in Ariete, potreste liberarvi dalle costrizioni che vi impedivano di progredire.

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OROSCOPO

BILANCIA 23/9 - 22/10

Sole e Mercurio ancora nel segno, in ottimo aspetto a Nettuno, stimolano la mente e la comunicazione, utili per voi che scrivete, studiate, insegnate e vi occupate di socio-psicologia. Molto importanti e vantaggiose si riveleranno le relazioni pubbliche. I transiti nel vicino Scorpione vi donano fascino e carisma e apportano probabilmente anche qualche entrata extra. E qualcuno di voi si sentirà attratto anche da tematiche inusuali quali il paranormale e l’astrologia. Giove dissonante disturba ancora per un po’ voi nativi della 2. decade, in cerca dell’ambiente ideale per poter esprimere le proprie potenzialità. Possibili problematiche familiari possono impedirvi di prendere le giuste decisioni con maggiore libertà. Per quanto attiene la salute attenzione al plenilunio del giorno 14 nel vostro segno opposto.

Sole e Mercurio ostili al vostro Giove potrebbero suscitare malcontento e nervosismo verso un superiore o verso il sistema burocratico statale. Forse avete sottovalutato alcune conseguenze delle vostre scelte passate e ora venite chiamati alla cassa, come si suol dire. A favore avete i pianeti che ora transitano in Scorpione, sostenuti da Saturno, che vi aiutano a trovare le risorse necessarie per affrontare con energia e disciplina le faccende in sospeso. Urano sempre favorevole nel 3. Campo ispira a trovare nuove soluzioni e nuove idee per rendere il lavoro più produttivo, se siete liberi professionisti, e ispira voi giovani a scegliere vie innovative, spingendo alcuni di voi verso studi scientifici come la fisica quantistica, molto utile anche in medicina. In amore tutto è possibile. Salute: curate il sistema nervoso con esercizi di rilassamento.

AQUARIO 21/1 - 19/2

SCORPIONE 23/10 - 22/11

Questo è un inizio strepitoso, con Luna, Venere e Marte nel segno e Urano in bel trigono. Tira aria di novità un po’ in tutti i campi ma sarà Cupido a colpirvi e a fare breccia nel vostro cuore, in modo inaspettato. Lasciatevi alle spalle il passato e guardate con rinnovato entusiasmo al futuro, facendo però tesoro delle esperienze passate. Un consiglio a voi donne: bandite dalla vostra mente sentimenti sgradevoli quali gelosia, possessività e invidia. Non ne avete bisogno. Sole e Mercurio ancora in Bilancia favoriscono l’autoanalisi e sostengono chi fra voi si occupa di indagini e di psicologia. Utilizzate questi potenti influssi planetari per esprimere tutto il vostro potenziale creativo in ambito lavorativo, artistico o sportivo. Bene il contatto con il pubblico dove otterrete un certo successo grazie a un super Giove. Salute: abbiate cura delle parti intime.

SAGITTARIO 23/11 - 21/12

CAPRICORNO 22/12 - 20/1

Non inizia particolarmente bene il mese con Luna, Venere e Marte (dal giorno 4) in Scorpione, segno per niente affine al vostro, che indica tensioni e rivalità con un sottile desiderio di vendetta, verso chi?, che cosa?, verso chi nutrite sentimenti negativi? Attenzione se siete voi il soggetto preso di mira, in particolare se vivete situazioni clandestine. A favore avete invece Sole e Mercurio dalla Bilancia che vi suggeriscono di non alimentare i pettegolezzi e semmai fosse il caso, analizzate con serena lucidità la situazione, chiarendo le cose sul nascere con le persone direttamente interessate, per non serbare rancore in seguito. Vale sia nel lavoro con i colleghi sia nella vita privata con partner, figli e genitori. Urano sempre in 2. Campo indica imprevisti nel settore finanziario, non fate colpi di testa. Salute: fate dello yoga.

PESCI 20/2 - 20/3

Mese molto interessante per voi. Sole e Mercurio in ottimo aspetto a Nettuno stimolano la ricerca di ideali più elevati o di situazioni più soddisfacenti o consone alla propria natura, mentre Giove spinge verso mete più ambiziose. Favoriti i settori socio-educativi, turistici e alberghieri. C’è da dire che gli influssi planetari dello Scorpione mettono ora in evidenza anche un certo malessere che cova da tempo in alcuni di voi e l’ultimo passaggio di Plutone nel vostro segno spinge a cambiamenti forzati entro fine autunno. Intanto il plenilunio del giorno 14 in Ariete potrebbe provocare delle rotture necessarie liberandovi dai condizionamenti del passato, che così a lungo hanno inciso sul vostro comportamento e su certe scelte. In vista dei cambiamenti possibili approfondite una lingua straniera e dedicatevi a opere umanitarie.

Questo primo periodo appare assai intrigante e stimolante per voi. Il mese inizia con Luna, Venere e Marte (dal giorno 4) in Scorpione, che poi stimoleranno via via il vostro Urano rendendovi particolarmente dinamici, passionali e seducenti. Tira aria di trasgressione e voglia di cambiamento. Successo per voi donne a contatto con il pubblico e per chi lavora nel settore turistico e alberghiero. Anche nel settore immobiliare e delle assicurazioni potreste trarre qualche vantaggio. A voi giovani studenti le stelle suggeriscono di indirizzarvi verso campi inusuali quali la fisica quantistica, l’astronomia, l’ingegneria agraria e, se vi sta a cuore l’ambiente, le energie rinnovabili. Interessante e sempre più richiesta anche la figura dell’educatore sociale. I buoni influssi planetari incidono ovviamente anche sull’amore che vi regalerà momenti magici.

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N° 9 - 1. OTTOBRE 2008 Fondata nel 1931 - 12 edizioni annuali, tiratura 130.967 copie (tiratura controllata REMP 2008) REDAZIONE CP 418, 6908 Lugano-Massagno via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch EDITRICE Tredicom SA, 6908 Lugano-Massagno DISTRIBUZIONE AWZ - Lugano AMMINISTRAZIONE E PRODUZIONE Marco Werder INSERZIONI TICINO E ITALIA: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. - Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch SVIZZERA TEDESCA E ROMANDA: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 - Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch CAPO REDATTORE Matthias Werder GRAFICA Tredicom SA, Gabriele Campeggio

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Giosanna Crivelli

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Piergiorgio Antonella Broggi Baroni

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Stefano Ember

Graziano Guerra

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Stefano Pescia

Roberto Rizzato

Stéphanie Scatizza

Roberto Schneider

Cloris Sciaroni

Lorenza Storni

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7 ORIZZONTALI: 1. Decisivo, risolutivo 11. Fiore lilla 12. Vigili urbani 13. Fiasco, rovina 14. Il dio egizio del sole 15. National Gallery 17. Frutto conico 18. Radunati 21. La somma degli anni 22. Isola delle Filippine 23. Marina nel cuore 24. I confini di Comano 25. Pari in incasso 26. Cons. in ruota 27. Lo è la clientela affezionata 29. Partita a tennis 30. I limiti dello zoom 31. Atrio 33. Ha scritto “La cantatrice calva” 35. Cons. in regola 36. Li redige il notaio 37. Arnesi dei tessitori 39. Segue la sera 41. Sono 12 in un anno 42. Paladino 43. Eugenio, premio Nobel per la poesia nel 1975.

VERTICALI: 1. Estremo sconforto 2. Corrente poetica del ‘900 italiano 3. Copricapo papale 4. Cela l’amo 5. Popolo della Nuova Zelanda 6. Riga centrale 7. Pablo, poeta cileno 8. La pigna tropicale 9. Nuovo Testamento 10. Abbronzatura 16. Pittore e architetto toscano 19. Congenito, insito 20. Prep. semplice 22. Umili, semplici (f) 24. Rapaci notturni 28. Porticciole 29. Vi si poggia lo zerbino 32. Città della Bielorussia 34. Venuto al mondo 37. Un graduato 38. Andate in poesia 40. In mezzo al coro 41. I confini di Mogno.

La soluzione del numero precedente era: BILANCIA

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 09-08

Elena SternRémy Balestra Steinegger

“Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito”. http://illustrazioneticinese.blogspot.com

www.illustrazione.ch 6908 Lugano-Massagno c.p. 418 tel. 091 972 26 20 Pubblicità moto: TuttoSprint Tel. 079 697.49.65



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