Illustrazione Ticinese n. 9 - 2010

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illustrazione www.illustrazione.ch

N.9

- 1 OTTOBRE 2010

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

TICINESE

ESCURSIONI

Una passeggiata in golena

REPORTAGE

Islay, l’isola del whisky MODA

Facciamo il punto... vita


La natura sa cosa fa bene. Ecco perchĂŠ produce per noi ogni giorno prodotti freschi come le mele bio. Alla Migros sono disponibili oltre 1000 prodotti bio. Informazioni al sito www.migros.ch/bio


sommario

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4 Fuorionda Può esistere l’amicizia virtuale?

6 Sai che Domande curiose e risposte sfiziose

8 In dialètt Volà bass, par vedé ul mund che al pirla

10 Appunti

fondata nel 1931 12 edizioni annuali

Spunti, idee e consigli in vetrina

12 Ricordi

Tiratura 131.082 copie (REMP 2010)

Frammenti di cronaca dal passato

Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch

Grafica Tredicom SA Gabriele Campeggio Inserzioni

Ticino e Italia: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch Svizzera tedesca e romanda: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 Fax 062 929 27 82 Natel 079 415 87 88 gruetter-werbung@besonet.ch Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.

In copertina: Rosy Nervi Foto: Rémy Steinegger

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Tra ricette pubblicate e… segrete PC, quando non funziona son dolori

32 Salute La cataratta

36 Escursioni

moda

Una passeggiata in golena

facciamo il punto... vita! Colori della terra, quadrettoni e motivi cashmere su morbidi e caldi materiali, raccolti da fasce e cinturine. Questa la moda per la stagione fredda. testo Antonella Broggi – antonella@illustrazione.ch

L

inee morbide che scivolano sul corpo o lo abbracciano stretto stretto, spalle sottolineate da frivole arricciature, punto vita enfatizzato da cinture elastiche o alte fasce strette, fantasie country, colori caldi, materiali naturali come lana e cashmere, cardigan ultra lunghi, fermati da una o più cinturine sottili, abitini corti o micro short indossati però su leggin ultra coprenti, vestiti lunghi e fluidi in leggero chiffon, stivali in cuoio e borse capienti di morbida pelle. Queste in poche parole le tendenze per la nuova stagione invernale. Una moda comoda e portabilissima che ci abbraccerà per tutta la stagione fredda.

38 Animali Erba gatta o menta dei gatti?

40 In viaggio La cultura del “grog” (2)

43 Occhio a Il calcolatore per risparmiare energia

44 Moda Facciamo il punto… vita!

©C&A.

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22 A tavola 30 Web

©Manor.

Editore Matthias Werder

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TOTAL RED

Amministrazione e produzione Marco Werder

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©C alida .

Distribuzione AWZ - Lugano

… vi parlo di me

©C &A.

Editore Editrice Tredicom SA 6908 Lugano

14 Ritratto

©C&A.

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48 In classe Come tantissima ricre!

56 reportage

il sapore

delle sfumature Islay, la regina delle Ebridi, in Scozia, è la più importante delle isole del whisky. Ricca di profondi giacimenti di torba, sferzata dai venti, dalla pioggia, dalle mareggiate è conosciuta per i suoi whisky al malto dal particolare aroma torbato. testo e foto Giosanna Crivelli - giosanna@illustrazione.ch

L’INIZIAZIONE Il primo whisky single malt sorseggiato è stato un’illuminazione. Un sapore sconosciuto, ricco, avvolgente, forte e delicato allo stesso tempo. E misterioso, con il presagio di una complessità tutta da esplorare. Poi ne ho assaggiati altri, scoprendo un mondo di sfumature. Colori giallo paglierino, ambra, ocra, oro, rame, terra. Profumi e aromi estremamente differenti l’uno dall’altro. Da neofita è difficile raccontarli, sono da gustare lasciandosi sorprendere. Nei libri specializzati ogni singolo single malt viene descritto con associazioni gustative e olfattive che comprendono innumerevoli elementi naturali e ogni tipo di spezie. Un single malt scotch per definizione è un whisky prodotto da orzo, in una unica distilleria, situata in Scozia. I single malt sono, in assoluto, i liquori più naturali che esistono, le loro caratteristiche dipendono esclusivamente dall’ambiente in cui vengono prodotti ed è proprio per questo che possono essere tanto diversi fra di loro. Ho scoperto che i miei whisky preferiti provengono tutti dalla medesima isola, l’isola di Islay. Le distillerie su Islay sono tra le più famose al mondo, e sono tutte in riva al mare: Ardbeg, Lagavullin, Laphroaig, Bowmore, Bruichladdich, Caol Ila,

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Bunnahabhain. Ho voluto conoscere la natura particolare di quest’isola, e creare una storia fotografica sugli elementi della natura che creano le infinite sfumature di questa acqua di vita, in gaelico “uisge beatha”, origine del nome. L’ESPLORAZIONE DI UN TEMA La nave traghetto porta dalla penisola di Campbeltown ad Islay in un paio d’ore. Nella foschia si intravvede all’orizzonte la forma dell’isola, allun-

51 Lavoretti La carta stampata

53 Sondaggio Ma che kitsch!

56 Reportage Il sapore delle sfumature

62 In forma Rinforza polpacci e adduttori con Alessandro Mangiarratti

65 Motori Avanti a tutto vapore Tra le più amate in svizzera

71 Oroscopo Uno sguardo tra stelle e pianeti

74 Cruciverba Tutti al cinema in case ben umidificate

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fuor i ond a

può esistere l’amicizia

virtuale?

Per molti stare su internet è solo una perdita di tempo ma per qualcuno è un guadagno di vita. testo Roberto Rizzato - roberto.r@illustrazione.ch

D

a un paio d’anni, accanto alla mia attività professionale di “disc-jockey”, mi sono inventato l’hobby e persino la definizione di “pixjockey” (pix = immagini, ndr). In verità manipolo fotografie al computer per puro e semplice divertimento e perché, dopo oltre trent’anni di radio, avverto l’urgenza creativa di dover comunicare anche con le immagini, non solo con le parole. Non avrei però davvero mai pensato di poter ricevere una testimonianza così toccante, come quella che ha scritto pubblicamente Ricky, nel mio profilo su flickr.com! Per ragioni di spazio, ve ne cito solo i passaggi più significativi: “Quando vagavo in rete ogni tanto mi imbattevo in qualche lavoro di Roberto Rizzato pix-jockey Facebook resident e ogni volta ne rimanevo ammirato e divertito (…) Posso dire che Roberto mi è stato di grande compagnia, anche se non sapeva nemmeno lontanamente che io esistessi. Guardavo i suoi lavori ma non gli lasciavo mai un commento, non lasciavo tracce del mio passaggio: avevo sempre odiato le amicizie in rete, non sopportavo assolutamente le chat, le vedevo come freddi scambi di ciance fra perfetti sconosciuti, mi sembravano un branco di pecoroni imbecilli che belano in coro ed io sono sempre stato al di fuori di qualsiasi coro. Allora mi limi-

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tavo ad ammirare i suoi lavori in assoluto silenzio e me la ridevo fra me e me (…) Ma una vocina dentro era da tempo che mi stuzzicava (…) Perciò mi sono fatto coraggio e l’ho contattato (…) Roberto mi ha offerto immediatamente la sua amicizia (…) Pensate io, per miei problemi di salute, ho dovuto abbandonare prima le amicizie ed in seguito anche il lavoro, di amici non ne frequento più da vent’anni; ma ora sento che non sono più solo (…) io sono in casa da otto anni ormai, quasi sempre qui nella mia camera da letto, qui steso da solo con l’unica compagnia del mio pc e della tv, che sono le mie finestre sul mondo, ciò che mi permette di andare avanti senza impazzire. Ma adesso al mattino quando mi sveglio, ancor prima di andare al bagno, con il ditone del piede destro accendo il pc per vedere se il mio amico “pix-jockey” ha fatto qualche suo nuovo “sfotto-montaggio”; oppure se ha risposto ai miei commenti o se ha commentato invece qualche mio lavoro. Da allora sento di non essere più solo: ora questa stanza di 4x4 metri si è espansa fino alla Svizzera, si è espansa ed allungata in un corridoio virtuale dove ogni giorno incontro una persona a metà strada. Un VERO amico”. Allora, che dite: sto perdendo tempo su Internet? Può o non può esistere l’amicizia virtuale? Y


Sono io.

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sai che

leggiamo

SAI

perché

I NOSTRI OCCHI SONO BLU O MARRONI?

1.

L’ultimo dei Weynfeldt, di Martin Suter

2.

La colorazione dei nostri occhi dipende dalla melanina, esattamente come per la nostra pelle. Gli occhi blu contengono poca melanina, mentre quelli nocciola o marroni ne contengono molta di più. In genere infatti, la colorazione scura degli occhi accompagna anche la carnagione olivastra e viceversa. L’iride funziona come uno schermo riflettente, che quando contiene poca melanina riflette la luce azzurra, assumendone il colore, mentre quando ne contiene di più riflette un colore che va dal verde al marrone.

ena c s a l l e d e la percezion ando erv s s o o m a i t s che izzata l a e r a s e r p è una im cervello o r t s o n l a d

Acqua in bocca, di Andrea Camilleri/Carlo Lucarelli

3. Non esiste saggezza, di Gianrico Carofiglio

ascoltiamo SAI

perché si dice

UN ALTRO PAIO DI MANICHE?

1.

Cut to the top, di Round Table Knights

2. Secret, di Seal 3. Happy Boy, di Gionata

guardiamo

Questa espressione, comunemente usata per definire una faccenda totalmente diversa, deriva dall’epoca rinascimentale, quando le maniche degli abiti si potevano staccare e sostituire, a seconda dell’occasione, per cambiare l’aspetto dell’abito senza doverlo sostituire per intero. Le maniche per le circostanze speciali venivano realizzate con tessuti preziosi e le dame, in occasione dei tornei, le staccavano e le donavano ai vincitori.

SAI

da cosa deriva

CRETINO?

1.

L’amore prima del mito, di Anne Fontaine

2. Cosa voglio di più, di Silvio Soldini 3. The Twilight Saga: Eclypse, di David Slade

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Questo vocabolo, utilizzato oggi come insulto comune, è invece la definizione di una forma di ritardo mentale e fisico con insufficienza tiroidea e deriva dal francese crétin, che deriva a sua volta da cristiano, inteso come essere umano in senso generico e non religioso, voce dialettale della Bassa Savoia e del Vallese. Gli abitanti delle regioni della Valle D’Aosta, dei Pirenei e di parte della Svizzera erano infatti particolarmente afflitti da questa forma di malattia.

Caterina de’ Medici.


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in dialètt

volà bass, par vedé ul mund che al pirla

Ta chì un bel librett che al tradüss in inglés, francés, tudesch e spagnöö di béi espression dal noss dialétt. testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch

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ia domà par schivà i sass, ma “volà bass” al serviss anca par vedé ul múnd che gira, che al pirla. Ma la dísan ul Sergio Savoia e ul Christian Demarta in un bel librett intitolàt “Vola bass e schiva i sass! Fly low and avoid the rocks”, già rivàt ala terza edizion (volabass.libro@gmail.com). Gh’è stài tiràt inséma e slargàt quel che prima gh’éva sü par di “fogli sparsi”: un esercizi che nümm, in dal noss pícol, quand che sévom föra a Züríg a lavorà, cercàvom anca da fà cunt ul “Schwytzerdütsch”, par esempi diséndo “es isch nüt fettig” par fa savé che l’è “mia voncia”. Come i ma fà savé giüstamént ul Savoia e ul Demarta, l’è “mia voncia” fass capì tradüséndo “ala létera”, par di rasón che tücc i capissan. Gha giràvom in gir anca cunt i canzon tradott, mescciando dialètt e svizer tudesch: “Tessiner Meiteli /immer farückt / slúngat i man / immer zurück”. Però l’é anca vera, come i ma dísan ammò, che “par capì i ticinés, quela “strana tribù” lì tra la Padania e i montagn, sémpar adré a cercà da mövas tra ul “rigore teutonico” e la manéra da viv e da fà di italiàn, a gha vö savé ul dialètt. E l’è cunt i sò espression che ta dévat fà i cünt. “ Tradüsendo, sa pèrdan i sfümadür, ma quaicoss a resta. E pöö, quel che büta riüsiss. Inscì, mia par fà ul

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“Besserwisser” o ul “Weltverbesserer”, quela specie da moralista che vör sémpar savén una pagina püssée dal líbar, ma “fa vegnì ul lacc ai ginöcc” sa podéva forse tradüll in un’altra manéra, in tudesch, e mia “Die Milch aus den Knien fliessen lassen” quand che sonaress méi, come in francés (“Faire venir le lait au genoux”) “Die Milch in den Knien fliessen lassen”. Quaidün disarà che gh’em “nicht alle Tassen im Schrank” e che sem “borlaa giò dal cadregón” da pícol, propi “se cayò de la silla alta” se semm là par Madrid o anca “He fell from the high chair” in gir par Londra. Cert che “volà bass” l’è sémpar méi, mia domà par schivà i sass. I gha la regordàvan anca al voss vecc tiradoo da carell (carrello) Olivetti Lettera 22, quand che l’è stài sü in Verzasca ala Capanna Barone e la scrivüt denta in dal librett: “Piergiorgio Baroni in visita ai suoi possedimenti”. L’ha mia fai temp, ul Baron, a nà in scima al pizzo Barone che già quaidün a gh’éva scrivüt sóta: “Vola bass, tarocch!”. Ma oramai semm dénta in quel momént dala vita indova l’è sémpar püssée probabil che a naremm prest “a cürà i galinn dal Piona”. Lì in via Trévan, indova na volta ul Piona al dovéva végh ul pulée. Adess, in quel post lì, tücc i ann, ul 2 da novémbar, sa pòrtan i mazz da crisantemi. E sa pizzan i lümitt. O


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appunti

IL RACCONTO GIALLO… CHIARO La mamma del sole, Andrea Vitali, Garzanti

Non si tratta di un giallo vero e proprio, ma gli assomiglia. C’è un morto, ma non ci sono indagini scientifiche, colpi di scena e crudeli assassini. Solo una storia che potrebbe essere vera, ambientata sulle rive del lago, come per tutti i romanzi di Vitali. E poi tanti personaggi, caratterizzati con semplicità ma tanto bene che ci pare di conoscerli. Una storia bella, da leggere tutta d’un fiato.

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L’APERITIVO GRIFFATO Martini Gold by Dolce&Gabbana

Una bottiglia tutta d’oro che contiene l’aperitivo più famoso al mondo in versione modaiola. Un vino bianco secco arricchito dagli esotici aromi di vaniglia, coriandolo zafferano e miele. Sorprendete gli ospiti offrendolo con champagne e crema di cassis. La bottiglia però non lasciatela in cucina, perché il suo abito scintillante, disegnato apposta per lei dagli stilisti Dolce&Gabbana, vuole essere protagonista!

tevole n a c ato n i t , n o e v i o b u o am Un n raccont nni ’30 li A g e d o n ella nella B

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I RIFLETTORI DI DESIGN LaxoDesign, www.laxodesign.ch, Manor

GLI STUZZICHINI SPEZIATI Dar-Vida Snack, Hug

Se avete malinconia delle ormai lontane vacanze estive, potreste offrirvi un aperitivo esotico con questi nuovi stuzzichini, ricchi di sane fibre, e raffinati da esotiche spezie nella versione curry e ananas. La versione al wasabi invece, potrebbe essere l’aperitivo giusto prima di una cena giapponese.

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ricordi

frammenti di cronaca dal passato testo Pigi

IL DIVIETO Il Municipio di Lugano proibì, a partire dal 15 settembre 1929, su tutto il territorio cittadino, i “concerti vocali all’aperto”.

1928

LAVORI Si cercavano nel 1913, in Ticino, operai per il “confezionamento di fiaschi”. LA DURATA Nel 1892, i treni diretti percorrevano il tragitto Chiasso - Zurigo in 7 ore e 55 minuti. TANTI IN FAMIGLIA Nel maggio del 1905 passò da Lugano il sessantenne principe ereditario di Danimarca; l’accompagnavano gli otto figli.

1920

UNA SPECIALITÀ Nel 1905 fu lanciata sul mercato una novità alimentare: la “minestra Maggi al latte”. ENORME Nel 1906, venne fotografata, per farne una cartolina, a Monadello, nelle Centovalli, una pianta di castagno che aveva “9 metri di circonferenza”. IL MANGIACHILOMETRI Passò da Chiasso, nel marzo del 1908, l’italiano Giuseppe Barbuli, il “re dei ciclisti”, che aveva già percorso, in 8 anni, 482’000 chilometri. L’AVVENTURA Fred Biaggi, emigrante ticinese negli Stati Uniti, rimase, nel 1908, impigliato nella corda di un pallone aerostatico e fu sollevato sino all’altezza di 2’500 metri.

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ritratto

vi parlo

di me

Chiacchierata semi-seria con Rosy Nervi, voce rauca di ReteTre, concentrato di energia, irrequieta per natura, simpatica per vocazione, allergica ai cibi sani, fan delle unghie in acrilico e collezionista di vestiti da sposa. testo Lorenza Storni – lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

Rosy Nervi: ma il tuo vero nome è Rosaria? “Ho sempre pensato che mia mamma quando era incinta, deve aver picchiato la testa. Ma come ha fatto a chiamarmi Rosaria? Una spiegazione però c’è: mio nonno bergamasco si chiamava Ferdinando Rosario. Da lì Rosaria…”. Che è tipicamente meridionale… “Eppure il nonno bergamasco mi ha sedotto una Peduzzi di Biasca, mentre quello valtellinese si è piazzato con una “Micheta” di Malvaglia. I miei nonni li ho nel cuore… A onor del vero è solo mia mamma che mi chiama Rosaria quando “è in fase rognosa”. In genere gli amici mi chiamano o Ro o Nervi e Yaya in famiglia”. Sul tuo curriculum c’è scritto che abiti tra Biasca e Lugano. Ma dove, sul Ceneri? “Bella questa! Sono sempre in giro come un satellite, a livello neuronale come nella vita sono sempre di corsa. Comunque abito a Biasca e considero ReteTre la mia seconda casa”.

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Il teatro è da sempre la tua grande passione. Come mai? “Forse perché non ho dei contenuti e devo far finta di essere ciò che non sono? Mi piace e mi fa star bene far ridere le persone. Ad ogni modo, dopo la maturità letteraria ho tentato la carriera teatrale a Milano da Strehler - su consiglio e col sostegno dell’allora mio prof. di ita, Renato Reichlin, oggi direttore del Teatro Sociale di Bellinzona e direttore del settore spettacoli della Città di Lugano. Lui è stato per me come Mentore per Ulisse quando gli affidò il piccolo Telemaco. La Guerra di Troia, però, nella mia storia se la potevano risparmiare!”. Certo che da Biasca a Milano, non è proprio come da Biasca a Lugano… “Sì, un bel salto nel buio. Sono partita con la mia mamma che, suo malgrado, fungeva un po’ da manager, mentre mio padre era assolutamente contrario. Lui mi vedeva architetto (utopista!). Mi sono ritrovata in un mondo di raccomandatis-


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ritratto simi e infighettati, mentre io, sprovveduta, avevo “rugamenti di pancia” e il vomito ad ogni provino. Terribile, ma mi ha forgiato il carattere. Alla fine addio anche al Teatro Studio di Strehler perché per poter entrare nella rosa di 20 tra 600 candidati, ne ho fatta una di troppo”. E così hai lasciato Milano e il teatro per Ginevra e la letteratura… “Sì perché mio papà (che di solito è un bigné di dolcezza) mi ha detto: “Ora basta, con l’Italia hai chiuso. Cata fö un’Università in Svizzera e torna a cà”. Ho scelto Ginevra perché là non conoscevo nessuno e nessuno mi avrebbe chiesto del teatro. Lì ho iniziato letteratura e linguistica”. Anche la laurea è ancora lì che aspetta… “Questo è il grande pentimento della mia vita. “Sa po” fare tre quarti del percorso con ottimi voti e poi mollare tutto a causa del mio animo irrequieto?”.

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Ti deciderai mai a dare gli ultimi esami? “Mi piacerebbe, anche perché il detto “la carta canta” è vero e a volte poterla sbattere in faccia a qualcuno sarebbe utile”. Ma è vero che da grande vuoi fare la cantante di opere liriche? “Non è fantastico avere sogni impossibili nel cassetto? Come cantante faccio pena, ma forse nella lirica avrei qualche chance”. Per il momento, però, qual è la canzone che canti sotto la doccia? “Cacao, papara, cacao, cacao meravigliao”. Eri già un vulcano da piccola o sei uscita alla distanza? “Purtroppo ero già così da piccola e qualche sberla l’ho presa. Ero ribelle, d’inverno mi vestivo come d’estate e scappavo senza scarpe, d’estate nella mia fase metallara giravo con il chiodo e

Presentatrice RSI nel programma “Amici miei”.


sudavo come un pazza. Odiavo i preconcetti. Sei figlia unica? “No, ho un fratello più giovane, alto, biondo, riccio, con gli occhi azzurri, due lauree e due dottorati. Lui è medico e biofisico, un vero cranio atomico! È la mia antitesi, sia a livello cromatico, che caratteriale. Però, con Lara, mi ha regalato un nipotino bellissimo!”.

«Sono così,

una testa calda»

Definisci il tuo carattere con un paio di aggettivi? “Agitata, frizzante, esteta, positiva, e permalosa. Abbaio e non mordo e so anche essere profonda”. Da chi pensi di aver ereditato la tua irruenza? “Dalla mia nonna Dalia Peduzzi, che faceva teatro e dalla quale ho ereditato anche le mani da pianista. E pensare che suono male pure la chitarra! E poi anche da mia mamma, che è una “rompi palle” come me”. Hai un’avversione per etichette e catene. Come mai? “Forse perché sono cresciuta con un nonno valtellinese che adoravo, partigiano durante la Resistenza e per certi versi un pochino maschilista, del tipo: “Le donne al liceo non ce la fanno!”. Io ho fatto il liceo sventolandogli sotto gli occhi ogni anno la mia pagella. Ho fatto la patente della moto sempre per dimostrare al nonno che anche le donne ce la possono fare. A parte il fatto che mi sono presentata all’esame con la tuta rosa da sci perché non avevo altro da mettermi! A guidare l’auto, poi, mi ha insegnato lui! Sono diventata sub (una semplice Advanced PADI) anche se ero asmatica e anche sott’acqua rigorosamente muta rosa e pinne rosa. E poi ho studiato letteratura del dopoguerra di cui non me ne poteva fregare di meno solo per far vedere al nonno che anche le donne sono in grado di capire certe cose. D’altro canto pregavo Dio tutte le sere affin-

ché non mi crescesse il seno perché pensavo che in un contesto di maschi fosse discriminante. E porca miseria sono stata ascoltata!”. E con l’amore, come la mettiamo? “Tutto quello che ho nella vita è perché mi appassiona e quando non mi appassiona più lascio perdere. Sono così, una testa calda. Al momento diciamo che sono single”. Quindi meglio soli che mal accompagnati? “Brava! Vedi che mi capisci? Meno male che per le vecchie carampane come me va di moda il toyboy, il fidanzato giocattolo, giovane, palestrato e bellissimo”. E già che parliamo di giocattoli, è vero che sei approdata alla RSI per gioco? “Anni fa la RSI faceva dei provini alla Primexpo e io mi sono buttata. Ho recitato un pezzo di teatro per ReteDue. Mi dissero che ero brava e che

SCHEDA

biografica

Nome: Rosy (Rosaria) Soprannome: Ro e Nervi per gli amici; YaYa in famiglia Cognome: Nervi Nata il: 19 dicembre 1973 a Faido Stato civile: mamma nubile Figli: Julian, 7 anni Domicilio: Biasca Studi: letteratura italiana, linguistica generale e storia dell’arte all’Università di Ginevra Professione: giornalista e animatrice radiofonica a ReteTre Segno zodiacale: sagittario ascendente sagittario Lingue: italiano, francese, inglese (un po’), tedesco (discreto) Sport: sci, subacquea e insegnamento della pallavolo ai bimbi Hobby e passioni: recitazione, visitare mostre d’arte, scoprire il mondo del calcio e fare la modella per due amiche “nail artist” Non sopporta: etichette e catene Il suo motto: “Tutto ciò che non ti uccide ti rafforza”.

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intervista ritratto mi avrebbero fatto sapere. Ma poi fui contattata da Maristella Polli e invece di lavorare in radio, andai a presentare “Amici miei”, un gioco del pomeriggio per la RSI”. E poi, come sei arrivata a ReteTre? “Nel frattempo ero stata notata da Francesco Coluccia e Jacky Marti e così sono approdata in radio. Tutto quello che sono oggi professionalmente lo devo a Cec, al “ragioniere” e ad un’anima meravigliosa che mi ha insegnato il mestiere,

Giulio. Naturalmente senza la mia splendida famiglia non sarei qui”. Ricordi ancora il tuo provino radiofonico? “Ricordo meglio quello per la televisione. Ero completamente desalivata, pietosamente desalivata ed estremamente logorroica a causa dell’agitazione. Avevo scelto di parlare di clonazione. Perciò puoi immaginarti una senza saliva che tiene una conferenza sulla clonazione. Uno strazio!”. Mamma Rosy col figlio Julian.

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Collezionista di abiti da sposa.

li g e per è m o R mi a sche la sutà ali i c e sp

E la tua più grande gaffe al microfono? “Durante una delle mie prime dirette a ReteTre, faccio partire un pezzo di Vasco Rossi e nel frattempo chiamo a casa il mio moroso, pensando che il microfono fosse chiuso. Mi lascio andare a un “no, ca...” mentre Vasco canta “scusa non ho capito…”. Finché un ascoltatore chiama e mi accorgo che sono in onda. Volevano sospendermi, ma alla fine riascoltando il tutto faceva così ridere che anche il mio capo ha soprasseduto”. Ma quante cose hai fatto e fai nella tua vita? “La cosa di cui vado più fiera è lo stage che ho fatto in Polizia Cantonale come responsabile stampa. Alla fine il posto non l’ho ottenuto io, però mi hanno preso così in simpatia che sono diventata la presentatrice ufficiale della cerimonia di giuramento di fine anno della Scuola cantonale di Polizia. Ormai sono dieci anni che ho questo incarico e devo dire con il mio modo di fare ho stravolto un po’ gli schemi. All’ultima cerimonia c’era persino il direttor Pedrazzini che rideva piegato in due. Ho anche fatto varie supplenze scolastiche di cui l’ultima, lo scorso anno, al laboratorio teatrale della Pretirocinio d’orientamento. E poi presento un sacco di manifestazioni esterne, dal carnevale di Biasca alle feste campestri della Svizzera italiana, che ormai, ahi voi, mi appartengono. Ma te la vedi una che viene chiamata dai colleghi “MC beauty farm” perché sono tutta fashion, alle feste campestri?”. Ma con tutto sto lavoro, hai mai pensato di avere una vita sociale? “In effetti io non ho una vera e propria vita sociale. Mi rifugio qui nella mia casetta, sotto le montagne di Biasca”. Scoprire il mondo del calcio è una delle tue passioni. Anche i calciatori? “Ah, ah. Nonostante il mio capo sostenga che io di calcio capisca poco, mi piazza sempre alla domenica in redazione sportiva. Così ho deciso che per meritarmi la sua approvazione non mi perdo più una partita: dalla scuola calcio dove milita

mio figlio alla Champion’s League! E devo dirti che il calcio è bello. Ho conosciuto un sacco di persone brillanti. Ci sto lavorando…”. E poi ti piacerebbe anche fare cortometraggi… “Flavio Sala (AKA Bussenghi) ed io, sulla base della parodia radiofonica “Il Bozzo e la farfalla” la farfalla sarei io con i tacchi del quattordici e il Bozzo il genere di uomo che mi piace tutto muscoli e mononeuronico - abbiamo girato tre o quattro corti. Li abbiamo proposti in tele... vedremo... Per il momento siamo artisti incompresi”. E nel frattempo sei finita a “I Cucinatori”. Hai imparato a spadellare? “Io ho pochissimo tempo, ma mi piace paciugare. Lo chef Joel Schmutz è stato bravo e paziente con me e mi ha insegnato diverse cose. Ho recentemente preparato un aperitivo “finger food” per i miei amici. Devo dire che i miei bicchierini sembravano delle nature morte, però sono piaciuti”. I biscotti di Natale però li sai fare bene… “Sì, è una tradizione familiare. Li ho sempre fat-

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ritratto

ti con la mamma. Il Natale senza quel profumo lì non è Natale”. Ma come fai a fare la casalinga con quelle unghie? “Cucino, pulisco e spazzo senza problemi. Soprattutto quando le ho a stiletto riesco a passare bene in tutti gli interstizi del bagno. Sono perfette anche per schiacciare i brufoli. Le mie due amiche - Francesca Malingamba, che è arrivata sesta ai campionati del mondo di Nail Art e Oksana Ceppi - sono troppo brave a realizzare queste opere d’arte. Anche se con queste unghie, quando ho partecipato a “I Cucinatori”, so di aver un po’ scioccato!”. E si dice che tu sia un gran mangiona… “Una gran ciugnona, anche perché sono allergica ad un sacco di cose sane tipo frutta e verdura. Perciò ciugno tantissimo cereali, cioccolato, budini, patatine. Ma ho la fortuna di essere un’acciuga di costituzione”. Pro o contro la chirurgia estetica? “Pro. Trovo così ipocrita da parte di alcune donne dello showbiz andare a raccontare in televisione che bisogna accettarsi per quello che si è, quando loro per prime non si accettano. Teorizzano incoerenti mentre la camera inquadra visi-

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festival del bisturi, resi mono espressivi dall’acido ialuronico e enfatizzati da “super-airbag” taglia quarta. Io ho la paranoia delle rughe intorno agli occhi e presto o tardi una “blefaro” me la faccio!”. Sei un sagittario ascendente sagittario: si salvi chi può? “Puoi ben dirlo! Sono estrema, non ho vie di mezzo e non accetto i compromessi”.

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fossi...

un cibo: cioccolato una bibita: aranciata dolce frizzante un insetto: ape un pesce: pesce farfalla un mare: oceano indiano un fiore: margherita una pianta: un ficus benjamin un libro: Il principe felice, di Oscar Wilde un film: Il diavolo veste Prada un attore: Jack Nicholson un attrice: Anna Mazzamauro (la signorina Silvani in Fantozzi) un’opera teatrale: La locandiera, di Goldoni una mostra d’arte: Max Ernst una canzone: Cacao meravigliao un programma di ReteTre: Eva ora un calciatore: Frank Feltscher del Bellinzona uno sport: biglie


Anche tuo figlio Julian è sagittario. Come ve la giocate? “È durissima. Anche perchè lui, a volte, mi sembra un adulto in un corpo di bambino. È più saggio di me. Ma è adorabile e sono molto fortunata”.

Progetti incipienti? “Incastrarne uno da sposare, ahah. Convolare a nozze è il mio sogno e per questo continuo a comandare vestiti da sposa in internet. Ne ho una collezione (non di mariti, di abiti)!”.

E come te la cavi come madre nubile? “Mi piacerebbe avere uno straccio di vita un po’ più regolare con qualche weekend in più a casa da dedicare a Julian. Fortunatamente c`è un team che mi aiuta quando sono al lavoro: il mio papà, la mia mamma e la zia “Christian Dior””.

Come ti vedi fra 50 anni? “Spero di mangiare l’insalata dalla parte delle radici! Sono allergica ai peli di gatto e non potrei nemmeno stare su una sedia a dondolo a dondolare con un micio sulle ginocchia”.

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Online potrete ascoltare Rosy Nervi rivolgersi direttamente a voi...

La salute si compera, eccome!

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Perché pensi che gli amici che ti conoscono bene continuino a frequentarti? “Perché sono fortissima e non ce n’è un’altra come me!”.

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Fra le tue passioni vi sono le immersioni subacquee. Meglio sott’acqua? “Sì, perché è un mondo meraviglioso e stranamente riesco a stare sott’acqua senza parlare”.

Saluta alla maniera di ReteTre i lettori di Illustrazione Ticinese… “Ciao raga, dalla Ro, mi raccomando, l’importante è iniziare bene e quando inizi bene, la giornata è bella!”. ICAM

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a t avol a

tra ricette pubblicate e...

segrete

A Madrano, in Leventina, ospiti a pranzo nel rustico della coppia Linda Gucciardi e Piergiorgio Fornera. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

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il 5 agosto: piove a dirotto e sulle montagne della Leventina è arrivata la prima spolverata di neve. Sull’autostrada colonne interminabili di uno dei tanti esodi di ritorno. Avvisiamo la coppia che ci ha invitati a pranzo che avremo un po’ di ritardo e intanto pregustiamo già il menu che ci è stato annunciato: polenta e spezzatino, ma anche qualcosa di più tipicamente mediterraneo. La giornata, precocemente autunnale, sembra perfetta per riunirsi davanti al camino a chiacchierare e attendere che il fumante contenuto del paiolo sia pronto. Ma arrivati a destinazione, Linda e Piergiorgio ci avvertono che hanno cambiato ricetta e che in tavola arriverà qualcos’altro. Dopo un attimo di delusione, capiamo che non abbiamo nulla di che preoccuparci e che, in ogni caso, nel rustico di Madrano - una frazione di Airolo - ci leccheremo i baffi! FLEISCHKÄSE E RISO AL LIMONE Infatti, Piergiorgio Fornera (55 anni) - vice comandante delle Guardie di confine, noto in poli-

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tica per essere membro del Gran Consiglio nelle fila dell’UDC e altrettanto noto agli appassionati di montagna per essere uno che la sa lunga in materia - sembra distinguersi anche come cuoco. Non per nulla, sul suo sito (www.piergiorgiofornera.ch) sono pubblicate, tra le altre curiosità e notizie, anche una serie di ricette tutte testate dal suo autore. Linda Gucciardi (40 anni), invece, non ha una grande passione per la cucina, ma le piace mangiare bene e apprezza i piatti preparati con cura. “Non sono una che spadella tutti i giorni” - ammette - “anche se mia mamma è un’ottima cuoca e una buona forchetta”. Le crediamo sulla parola considerando le sue origini siciliane: la sua famiglia vive a Salemi, in provincia di Trapani, comune divenuto famoso per il suo sindaco, Vittorio Sgarbi. Lei, invece, è approdata in Svizzera anni fa e da qualche tempo abita a Porza. “Quando racconto che amo la montagna e la cucina d’Oltralpe, la gente mi guarda perplessa”, sorride Linda che indossa una maglietta rosa con la faccina simpatica di Heidi. E come tanti elvetici adora gli yogurt, il fleischkäse, lo sminuzzato alla zurighese, gli spätzli.


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Gusto svizzero che incanta.

La tradizionale ricetta casalinga unisce selezionata semola di grano duro e il miglior latte svizzero per un gusto irresistibile. Lasciatevi stupire dalle:

Coppette di semolino di Emmi.


a ta v ola Linda prepara l’antipasto, Piergiorgio secondo e dolce.

Ma chi, in genere sta ai fornelli è lui, Piergiorgio: “Sono cresciuto in una famiglia dove sia la mamma, sia la nonna avevano già quella mentalità aperta per cui anche un maschio doveva essere capace di svolgere i lavori di casa come cucire, stirare e cucinare. Ho quindi imparato a spadellare e, negli anni, ho rubato il mestiere a destra e a manca affinando le mie conoscenze. I viaggi in terre lontane mi hanno poi insegnato ad usare le spezie e le erbette e a ridurre le dosi di sale”. Piergiorgio cucina regolarmente, anche quando è solo a casa: “Niente yogurt o pane e salame per pranzo o cena!”. I suoi piatti preferiti sono gli spaghetti alla carbonara, ma soprattutto il riso al limone, “la mia specialità in assoluto”, afferma. Riso al limone? Chiediamo incuriositi e speranzosi che sia questo il menu di oggi. Altra delusione. “La ricetta di questo piatto unico è segreta e difficilmente descrivibile”, ci svela Piergiorgio sornione. Abbiamo capito, inutile insistere. “Le miei ricette”, ci dice, “anche quelle pubblicate sul mio sito, sono personalizzate e alleggerite da troppi grassi. Spesso di uno stesso piatto prendo tre versioni e poi elaboro il tutto secondo i miei gusti”. >

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una delle piccole e poche noci raccolte sfidando chi diceva che era difficile che la pianta desse dei frutti a quell’altitudine (circa 1’200 m s/m, ndr). “Da un paio d’anni faccio il liquore con lo zucchero greggio. È per questo che viene così

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Non occorre essere dei geni per risparmiare energia

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Selvaggina è tempo di

di P. Olgiati

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Gentile redattrice, caro fotografo, desideriamo invitarvi a casa nostra per raccontarvi cosa significa per noi il cibo, per svelarvi una ricetta di famiglia e per farvi assaggiare il nostro piatto preferito. Famiglia (nome e cognome): Numero componenti: Via: Località: Tel.: Tra tutti i tagliandi pervenuti in redazione ne estrarremo uno per edizione. È quindi possibile che la vostra candidatura venga conservata per un’altra edizione e che veniate contattati in un secondo tempo.

Il tutto è delizioso e quando guardiamo l’ora ci rendiamo conto che il tempo è volato e che siamo rimasti a tavola fino alle 17! Ci congediamo soddisfatti, ma con una grande curiosità: cosa avrà di tanto speciale quel riso al limone? “La prossima volta ve lo preparo”, ci grida Piergiorgio strizzandoci l’occhio mentre saliamo in macchina… Y

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Nella versione online trovate le ricette proposte da Linda e Piergiorgio.

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scuro”. Scopriamo anche che il libro di ricette preferito di Piergiorgio è “Ticino a tavola”, una pubblicazione uscita per la prima volta nel 1976 e le cui riedizioni ormai non si contano più (TICINO A TAVOLA, di Maryton Guidicelli e Luigi Bosia, Edizioni San Giorgio, ndr): “Una vera Bibbia per chi ama cucinare in modo nostrano e genuino come me”, commenta Fornera, riferendosi per esempio alla minestra di rape e alla crema di zucca: “Squisite!”. Oggi la coppia, in nostro onore, si è suddivisa i compiti: Linda ci ha preparato una pasta mediterranea tipica della sua terra d’origine, i “fusilli alla trapanese”; Piergiorgio si è dedicato ai filetti di maiale alla senape e al dessert, le “pesche alla Madrano”.

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A TAVOLA… CON VOI Voi ci invitate da… voi quando a casa c’è tutta la famiglia. Una nostra redattrice e un fotografo verranno a casa vostra per scattarvi qualche fotografia e per chiacchierare di ricette, cibo, ricordi e alimentazione. Vi chiederanno la ricetta di una pietanza, magari quella della vostra “specialità”, nel limite del possibile, sarebbe bello poter fotografare anche il piatto pronto. Per partecipare basta inviare in redazione il tagliando-invito che trovate su questa pagina. Prenderemo contatto con voi direttamente. Grazie e a presto!

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Isolate come si deve la soletta della cantina

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pc, quando

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Benedetto maledetto PC: finché funziona e ci aiuta nel disbrigo delle nostre pratiche quotidiane e per divertirci, nessun problema, ma quando comincia a fare le bizze e decide di farci “impazzire”, allora sono guai. testo Elio Del Biaggio - elio@illustrazione.ch

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eniamo sempre ben presente che maggiore è la navigazione sulla rete e più grande è l’esposizione ai rischi. Visto e considerato il detto che prevenire è sempre meglio di curare, ecco quindi qualche utile - speriamo - consiglio, per evitare malaugurate sorprese e fare in modo che il nostro fido compagno di lavoro e di gioco rimanga tale, senza troppo farci tribolare. Indispensabile avere installato un buon antivirus, più che altro per prevenire dannosi fastidi che potrebbero presentarsi sul nostro computer, limitandone o persino impedendone il funzionamento. Spesso, fra le tante soluzioni antivirus esistenti, alcune rallentano troppo il computer per via dei numerosi controlli effettuati, mentre si potrebbe optare per soluzioni leggere, sicuramente reperibili e disponibili anche gratuitamente.

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Un buon “firewall” - che altro non è che una sorta di filtro - è anche assai utile se non indispensabile, per proteggersi ulteriormente e “schermarsi” dall’esterno. Un’altra cosa ovvia è quella di evitare di scaricare e installare programmi di provenienza dubbia o sconosciuta, in ogni caso inutili e il più delle volte mai utilizzati, come software, giochi, ecc., concentrandoci solo su quelle soluzioni che utilizziamo regolarmente e che ci facilitano molti compiti, aiutandoci davvero. Un altro aspetto importante è legato ai messaggi di posta elettronica ricevuti molti dei quali indesiderati e di dubbia provenienza - dai quali proviene la maggior parte dei virus, il più sovente con allegati, ma spesso anche come link e dove si annidano insidiosi pericoli. Evitare quindi di aprire e cliccare su qualsiasi cosa, prima di esserne più che certi. E ricordiamoci che non basta cancellare, ma è necessario eliminare definiti-


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vamente, non solo dalla posta eliminata, ma svuotando anche il cestino. Certo, nessuno è mai al sicuro ed è pur sempre buona norma prestare attenzione a dove si naviga, quali pagine si visualizzano, non scaricare di tutto e di piĂš, installare solo quanto necessario sul nostro computer, memorizzare i dati in maniera e in luogo sicuri, effettuare regolari “backupâ€? (copie di sicurezza), meglio ancora se fuori dal nostro abituale ambiente di lavoro. A questo proposito, a volte è interessante e veramente piĂš pratico impiegare dischi rigidi esterni, cosĂŹ da essere il meno possibile legati al

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cataratta Vista annebbiata, intolleranza alla luce, abbagliamento. Sono questi i principali sintomi di una patologia senile decisamente frequente, la cataratta. Il rimedio definitivo? Solo la terapia chirurgica. testo Stéphanie Scatizza - stephanie@illustrazione.ch

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l termine “cataratta” risale al Medioevo e deriva dal termine greco “katarraktês” (qualcosa che cade in basso). Si pensava che la malattia fosse dovuta a strani umori che scendevano dall’alto ad oscurare la vista. Questo significato è stato trasferito in medicina per indicare lo “schermo grigio” che “cade davanti all’occhio” quando il cristallino diventa opaco. Grazie all’aiuto del Dr. Mario Magnocavallo, spec. FMH in oftalmologia ed oftalmochirurgia a Lugano e presso la Clinica Moncucco, capiremo di cosa si tratta esattamente e quali sono le cure in grado di eliminarla in maniera definitiva. “Nell’occhio c’è una lente, il cristallino, che focalizza le immagini sulla retina. Esso si situa dietro la pupilla e delle fibre (zonula), lo sospendono all’interno del globo oculare. Quando il soggetto è giovane, il cristallino è limpido e questa struttura permette di mettere a fuoco le immagini da vicino. Invecchiando, la messa a fuoco non è più buona e per la lettura si rendono necessari gli occhiali (presbiopia). La cataratta è l’opacizzazione del cristallino”.

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Quali sono i sintomi di questa patologia? “Il paziente comincia a vedere fosco, annebbiato, e il problema peggiora progressivamente. Si aggiungono in seguito fotofobia (intolleranza alla luce) e abbagliamento ai fari di notte. Il colore del cristallino muta in giallo-marrone e così pure quello delle immagini che il paziente percepisce: il viola diventa marrone, tutto prende una colorazione giallastra. L’esame al biomicroscopio permette al medico di verificare la nitidezza/opacità del cristallino e di escludere, inoltre, altre patologie dell’occhio quali ad esempio il glaucoma, la degenerazione maculare e i distacchi di retina”.

«Il paziente

comincia a vedere fosco, annebbiato»

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Esistono vari gradi o tipologie di cataratta? “La cataratta più frequente è senza dubbio la cataratta senile (oltre i 75 anni d’età), sempre più

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La Croce Rossa Svizzera (CRS), le cui attività sono volte a tutelare la vita, la salute e la dignità umana ha concepito l’azione “Oro vecchio per donare la vista”. Basta donare i gioielli in oro e argento che non si portano più, come pure l’oro dentale, alla CRS. I gioelli in buono stato vengono posti in vendita su internet o in occasione di esposizioni, mentre il resto viene fuso. Con il ricavato si possono curare migliaia di persone nel mondo affette da malattie oculari e cecità, soprattutto nei Paesi più poveri della Terra. Si pensi che quasi la metà dei non vedenti è affetta da cataratta, che potrebbe essere curata grazie ad un intervento il cui costo è di soli 50 franchi, e che l’80% dei casi di cecità potrebbero essere evitati con mezzi semplici. Da più di 25 anni la CRS lotta contro questa ingiustizia in Africa e in Asia.

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salute causa di interventi chirurgici nell’anziano. Esistono poi la cataratta congenita (malattie metaboliche, ereditarie, rosolia, ecc..) e tutta una serie di cataratte secondarie provocate da traumi o interventi chirurgici oculari (glaucoma, distacco di retina, ecc.). Alcuni medicamenti infine, ad esempio il cortisone, possono predisporre alla cataratta. Nel soggetto giovane, invece, il diabete è sicuramente un fattore causale per l’apparizione della cataratta”. Come intervenire in caso di cataratta? “Anni fa, per le tecniche complicate e per le ridotte esigenze del paziente, si preferiva rimandare l’intervento fino al limite dell’acuità visiva del paziente. Oggi gli anziani vogliono guidare l’auto, leggere, usare il computer e si tende ad operare il paziente sempre più precocemente. Non esiste alcuna terapia medicamentosa, la cura è essenzialmente chirurgica. In sostanza si

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tratta di sostituire il cristallino opaco, la cataratta appunto, con un cristallino artificiale, limpido. Attraverso un’incisione di circa 2 millimetri si frammenta ed aspira la cataratta tramite un sistema ad ultrasuoni (facoemulsificazione) e si inserisce quindi il cristallino artificiale (lentina intraoculare). Prima dell’intervento si misurano, grazie ad un apparecchio laser molto sofisticato, le diottrie appropriate della lentina in questione, così da ottenere il miglior risultato visivo. In passato si operava in anestesia generale o previa iniezione vicino all’occhio (iniezioni para o peri bulbari), con un ricovero di circa 3-4 giorni. Oggi l’intervento è ambulatoriale, viene effettuato prevalentemente in anestesia topica (con colliri anestetici) ed è assolutamente indolore: l’occhio viene bendato e il paziente può rientrare al suo domicilio dopo un’ora dalla fine dell’operazione. Nei giorni successivi è d’obbligo indossare occhiali da sole che proteggano l’occhio dalla luce

Cataratta avanzata.

Cristallino artificiale a sinistra della foto e a destra il cristallino impiantato dietro la pupilla.


Caduta dei capelli … Capelli deboli … Unghie fragili …

e, per circa un mese, il paziente dovrà istillare un collirio anti-infiammatorio e antibiotico”.

L’intervento è definitivo? “Il cristallino artificiale è composto da un materiale sintetico (solitamente acrilico), che non cambia assolutamente negli anni. L’operazione della cataratta quindi è definitiva e non va ripetuta! La lentina intra-oculare viene impiantata nel sacco del cristallino naturale che, invecchiando, può opacizzarsi andando a “velare” nuovamente la vista (cataratta secondaria). In questo caso, grazie al laser-yag, si pratica in studio un’apertura all’interno della capsula opaca (velo secondario), liberando così l’asse visivo. Questo piccolo intervento si esegue in 2-3 minuti ed è risolutivo e definitivo”. O

... possono essere provocati dalla carenza di biotina.

aiuta ad eliminare questo stato di carenza. Lo sviluppo di capelli e unghie sani Cellule specializzate (cellule epidermiche) nella matrice dei capelli , rispettivamente delle unghie si riproducono per scissione cellulare e si spingono lentamente verso gli strati cutanei superiori . Maturando, formano la proteina filamentosa cheratina, elemento costitutivo principale di capelli e unghie. La cheratina conferisce a capelli e unghie resistenza. Così agisce la biotina La biotina agisce sulla moltiplicazione delle cellule matrici di capelli e unghie , favorisce la formazione di cheratina e ne migliora la struttura.

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Possono insorgere delle complicanze? “L’intervento della cataratta, pianificato e frequente, è diventato un’operazione di routine che, generalmente, non presenta un alto rischio di complicazioni. Non bisogna dimenticare però che si tratta di un intervento delicato di microchirurgia, dove l’esperienza del chirurgo è fondamentale. Alcune tipologie di occhi presentano dei rischi chirurgici elevati, dove ad esempio esiste una instabilità del cristallino, oppure se gli occhi sono già stati operati di glaucoma, di distacco di retina, o altro. Il rischio di infezione peri o post operatoria è sempre presente, anche se l’intervento viene eseguito in una sala operatoria sterile e con l’uso di un collirio antibiotico. La tecnica è sicura e le apparecchiature sono di così alta tecnologia da garantire un intervento ad alto tasso di successo”.


escursioni

una passeggiata

in golena Da Lodano a Someo: una zona golenale di importanza internazionale, dalle caratteristiche uniche, da scoprire a ritmo lento. testo e foto Giosanna Crivelli - giosanna@illustrazione.ch

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esiderio di natura. Ma cos’è, la natura? Mi rendo conto che è difficile trovare una definizione che comprenda tutto l’immaginario che il concetto suscita. “Quell’insieme di elementi originari, poco condizionati o modificati dall’uomo”, descrizione trovata nei meandri di internet. È la vastità della totalità naturale che rende difficile la formulazione. È solo tramite una riduzione spaziale che si arriva a identità più definite e a un orientamento nella realtà e nel pensiero. Mi ha sempre attratto lo spazio naturale tra Lodano e Riveo, lungo il fiume Maggia. Un’attrazione ha una sua ragione di essere, e cerco di capirne il perché. Già la carta topografica mostra la particolarità del luogo: tra ripidi versanti boschivi uno slargo pianeggiante e ampio, un vuoto disegnato dall’astrazione topografica. Bosco fitto, bosco rado, ghiaia e pietre, e nel mezzo il fiume ramificato che cerca il proprio percorso. La Maggia è considerato il fiume più torrentizio d’Europa. Le variazioni della sua portata creano un ambiente in continuo mutamento e trasformazione, tra il vuoto e il pieno. Nella parte centrale, quella alluvionale, un paesaggio che ha la forza della pietra e quella dell’acqua, a

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volte è l’una che predomina, dopo forti piogge è l’altra. E a lato è il bosco di golena. Misterioso e poco appariscente. È questo tipo di vegetazione che crea un ambiente circoscritto, che pone quei limiti spaziali che portano ad un’unità percettiva. Un bosco all’apparenza disordinato. La mancanza di forme forti e predominanti porta l’attenzione ai toni minimi, alla forma delle foglie dei vari arbusti, alle differenti tonalità di colore. La passeggiata inizia nella parte alta di Lodano, oltrepassando il ponte sul Rio di Lodano, seguendo i


L’estetica frammentaria del bosco golenale.

Cartografia: Maggia 1:25’000 Tempo: 2 ore

rombi gialli della segnaletica. Subito si è nel mezzo di un vigneto terrazzato, recintato con muri a secco, ripristinato con i metodi tradizionali: i pergolati sono costruiti con sostegni in sasso, i “carasc”, e pali di castagno nel tempo divenuti color grigio antico. Poi è sentiero, lungo il fiume Maggia. Tra gli alberi abbaglia il biancore delle pietre del greto fluviale. Verso montagna un muro a secco sembra proteggere dai versanti impervi. Il sentiero è a tratti sabbioso, a tratti acciottolato. Natura e opera dell’uomo si alternano lungo il percorso, creando un pendolo di sensazioni. Al ponte che porta a Giumaglio la panoramica si allarga e da qui in poi si è in golena. Seguo il richiamo dell’acqua, delle lanche tranquille e quasi stagnanti. È una pace infinita, un mondo intimo che si specchia in modo perfetto, e al primo alito di vento si dilata e assume nuove forme, quasi fosse la manifestazione del respiro della natura. In contemplazione finisco tra i rovi, lungo un percorso abbandonato. Qui non c’è più nessuno, solo il vento, l’acqua, e erbe incolte. Sono nel nulla con la sensazione di essere persa nel luogo più improbabile. Persa non nello spazio, so

dove sono, ma nella percezione, quasi un paradiso perduto. Esili tracce mi riportano sul sentiero. Un susseguirsi di microcosmi. Il bosco selvaggio in zona Da l’Ovi ha un ordine proprio nell’apparente caos. Il sentiero diventa un filo di sabbia. Quanto è diversa la sensazione da quella dell’acciottolato iniziale. Là era forte intenzione, qui tutto sembra essersi creato da sé, pronto a sparire con la prossima alluvione. Appena oltre vi è una radura con un nucleo di cascine, muretti a secco, ortensie, alberi da frutto, orto. Il catalogo di un luogo da incantesimo. Il sentiero passa sotto, in golena. Sento quanto la dimensione orizzontale della camminata è diversa da quella verticale. Si percepiscono realtà parallele, coesistenti, quasi come vedere un film che passa a lato. La traversata del lungo ponte verso Someo riassume in trasversale l’intero percorso. Qui le percezioni frammentarie diventano percorso didattico. O

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ani m al i

erba gatta o menta

dei gatti Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul “catnip”. testo Elena Stern-Balestra - elena@illustrazione.ch

I

l catnip (lat. Nepeta Cataria) è una pianta della famiglia della menta, per questo viene anche chiamata “menta dei gatti” (da non confondere con l’erba gatta, lat. Dactylis Glomerata, più facilmente reperibile in commercio). Si tratta di una pianta perenne dalle foglie grigiastre con fiori bianchi o rosa pallido che profuma di menta e limone. Le sue foglie contengono un aroma che ha effetti straordinari sui felini. In presenza del suo odore i gatti mostrano spettacolari segni di euforia. Malgrado ciò, la “menta dei gatti” non è tossica, anzi si pensa che contribuisca a migliorare il benessere dei nostri gatti domestici, e non crea dipendenza. La maggior parte dei gatti, quando ne sente l’odore, ci si rotola sopra, fa le fusa, si strofina contro gli oggetti e assume posture inusuali. Normalmente la annusa, ci gioca e la mastica, ma non la ingerisce, anche se il consumo non sarebbe dannoso per la sua salute. Questi sintomi, che possono essere accompagnati anche da frequenti

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miagolii o ringhi, durano per circa 15 minuti. Non tutti i gatti sembrano interessati all’aroma della Nepeta Cataria: alcuni gatti adulti, come pure i gattini durante i primi mesi di vita, non mostrano reazioni particolari. Numerosi giocattoli per gatti reperibili in commercio portano la scritta “catnip”: si tratta di oggetti “farciti” di foglie di Nepeta Cataria essiccata. La “menta dei gatti” è ottenibile nei negozi specializzati anche in bustine di foglie essiccate, in polvere o sotto forma di spray. Essa è consigliata una o più volte alla settimana per arricchire le monotone giornate dei gatti d’appartamento. È possibile usarla per riempire giocattolini di stoffa, strofinarla sull’albero tiragraffi o spargerla per terra a piccole porzioni. Essa può anche essere polverizzata sul cibo in caso di scarso appetito. Y Per saperne di più: www.veterinari.it www.hillspet.it


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in viaggio

la cultura

del “grog”

L’Australia è a 5’000 km, l’America a 7’000 km. Le Figi sono un remoto paradiso naturale che propone un curioso assemblaggio di genti di stirpe indiana e “negroidi” melanesiani. I primi hanno i templi induisti, i secondi bevono il “grog”… testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

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a signora figiana al piano superiore del grande capannone del mercato di Suva mi osserva con un poco di stupore. Ammetto che la cosa mi lusinga. Le ho infatti appena chiesto due “pounds” (circa un chilo) di cava per un “sevusevu”, se possibile provenienti dall’isola di Kadavu. Non le capita probabilmente di frequente che uno straniero le formuli una tale richiesta. La “cava” o “yagona” è la radice della pianta del pepe, che viene utilizzata per una delle tradizioni più radicate dei figiani: il “grog”. Agli occhi dello straniero il grog appare come una sorta di acqua sporca, di colore marroncino. E sinceramente lo è. Le radici secche infatti, una volta macinate e racchiuse in un panno - occasionalmente vengono ancora usate delle fibre naturali di cocco - vengono immerse nell’acqua di un grande contenitore di legno concavo, detto “tanoa”, e quindi strizzate. Ne fuoriesce un liquido marrone poco invitante agli occhi di un occidentale. Quando però si diviene partecipi della cultura locale, e dopo innumerevoli ripetizioni della cerimonia, si comincia ad apprezzare le lunghe ore trascorse seduti sulle

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Il mio “sevusevu” è pronto.


stuoie di una capanna a conversare e a passarsi il guscio di mezza noce di cocco - è il “bicchiere” usato dai figiani - da bere in un sol sorso. Ad ogni sorso seguono battiti di mano e l’affermazione soddisfatta “maca”, vuoto. Si tratta di una droga leggerissima. La conseguenza a breve termine è il dover urinare abbondantemente, quella più a lungo termine è il torpore e un cerchio alla testa il giorno seguente. Il grog è un passatempo serale, ma sottolinea pure i momenti più importanti della vita degli indigeni. Uno di questi è l’incontro con amici o la visita ad una famiglia. Non vi è segno più adeguato di stima che portare un “sevusevu”, un regalo a base di radici di cava. Non voglio assolutamente mancare di esprimere anch’io il mio affetto per gli amici che presto rivedrò, e come ogni figiano che si rispetti, ho dunque acquistato il mio bel mazzo di radici, bene imballato e legato con un nastro decorativo. Alcuni dei lettori si saranno però forse domandati perché mai abbia chiesto proprio delle radici provenienti dall’isola di Kadavu. Innanzitutto perché sono di ottima qualità e inoltre perché proprio lì vivono altri amici, per i quali indirettamente contribuisco così all’incremento delle vendite della loro produzione.

«Le Figi, amiche e accoglienti»

VERSO IL “MIO” VILLAGGIO Chi ha letto il primo episodio che mi vedeva nel bel mezzo della strada accanto ad un bus locale appena “esploso”, si domanderà forse come si sia conclusa quella difficile entrata in materia su suolo figiano. Ebbene, accadde che dopo un’oretta di paziente e rassegnata attesa, sia transitato un furgoncino sul quale erano stipate molte persone. Stringendosi però, un paio di posti erano ancora liberi. Senza aver avanzato alcuna pretesa di precedenza, ero stato invitato a salirvi per primo, addirittura direi trascinato sul veicolo in virtù dei privilegi che gode un ospite del paese. Il biglietto già acquistato del cosiddetto “bus express”, mi era naturalmente stato spon-

taneamente rimborsato. Queste sono le Figi, amiche e accoglienti come le ricordavo. In seguito avevo anche ritrovato gli splendidi paesaggi e la natura lussureggiante, i fiori, le palme, il mare, il sole e gli incredibili tramonti. Indubbiamente meno romantica si è però rivelata la notte che avevo dovuto trascorrere, a causa del ritardo accumulato nella prima parte del viaggio, in un piccolo motel di Suva. Sono infatti stato costretto a dover decidere se mantenere la finestra della stanza chiusa e resistere stoicamente al caldo umido o aprirla e sopportare il nauseabondo odore di pesce proveniente da un’industria delle vicinanze. Avevo per finire preferito il primo dei sacrifici. Che non doveva però essere l’ultimo! Il materasso del letto, infatti, era in uno stato pietoso, a molle, scricchiolante e a dipendenza della posizione vi era il rischio di pungersi il sedere. Non molto meglio invero si rivela il sedile del vecchio bus sul quale mi imbarco di primo mattino in direzione della valle del Rewa River... IL GALLO VI LASCIÒ LA TESTA Allontanarsi dalla cittadina di Suva in direzione delle montagne significa lasciare dietro di sé quel poco di mondano che vi è alle Figi, non incontrare più uomini bianchi e soprattutto immergersi ancora oggi nella cultura più tradizionale del luogo. I villaggi di capanne sono ancora presenti, anche se ai tetti di paglia si sono sostituiti quelli in lamiera. Le comunità sono però sempre molto belle: luoghi puliti, ordinati, l’erba ben tagliata e con molte decorazioni floreali. La strada si fa vieppiù tortuosa, segue il corso d’acqua del fiume che a tratti si presenta impetuoso, a tratti tranquillo e invitante per una nuotata. Una volta ci si lavava nel fiume, perché al villaggio non arrivava l’acqua, ma oggi molto è cambiato. So comunque di ritrovare presto cari e vecchi amici con i quali da anni mantengo contatti. Mancherà solo lui, il gallo rossonero - non me ne vogliano i tifosi milanisti! - che a causa della mia partenza, l’ultima volta vi lasciò la testa. E non me ne rattristai più di quel tanto. Era infatti proprio lui che ogni mattina si piazzava

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in viaggio sotto la finestra della capanna, proprio lì dove dormivo, ed ancora prima dell’alba piazzava un terribile “chicchirichì”. Sì, devo ammetterlo, non ci amavamo affatto. Il giorno prima della mia partenza, un nugolo di ragazzini lo aveva rincorso ed infine acchiappato. Disgraziatamente mi resi conto che l’onore del colpo di grazia e della preparazione per la pentola toccava proprio a me, l’ospite. Un ragazzino poco più grande del malcapitato gallo mi portò dunque animale e machete, rimanendo ad osservarmi in attesa che la storia facesse il suo corso. Un momento indubbiamente imbarazzante per chi è abituato ad acquistare i polli sugli scaffali dei grandi magazzini, già inermi, spennati e senza testa, magari anche già disossati e speziati. Mi salvò una giovane ragazza alla quale offrii il dubbio onore dell’esecuzione. Dieci minuti dopo, assestati un paio di colpi e ripulito il corpo dalle penne, il gallo era lì davanti a me, nudo, senza testa e pronto per la cottura. Continua. O

TERZO

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I paesaggi divengono vieppiù selvaggi.

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in classe

come tantissima ricre! Per tanti bambini la settimana verde è la prima esperienza via da casa. Ne abbiamo parlato con la IV elementare di Tesserete delle maestre Silvia Rossinelli e Daunia Croci. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

Cos’è la settimana verde? Giada: è una settimana dove si cercano fossili. Sebastiano: si fanno passeggiate e si dorme non so dove. Daniel: si chiama così perché si va in mezzo al bosco a dormire. Sharon: è verde perché si va a scoprire la natura lontano da casa. Elia: si cercano funghi, si fa ginnastica, si gioca a calcio. Dalila: si va nel bosco e si dorme in case carine. Joana: si va a scoprire cose nuove senza i genitori. Diego: è un posto dove si va a dormire. Marco: non è proprio una settimana perché dura cinque giorni.

Giulia: alla mattina si fanno i compiti e al pomeriggio si gioca. Sharon: è una via di mezzo, perché alla sera devi andare a letto presto. Elia: per me è tutta vacanza, perché si gioca e si possono fare i cuscini-party. Sarah: io la definirei una vacanza-scuola. Valentina, Jasmin: è un po’ tutte e due. Laura: per me è più vacanza, perché non si sta in aula e si può giocare. Dalila: a me sembra più una scuola perché comunque si deve studiare. Joana: per me è scuola, casa e vacanza insieme. Patrick: per me è una vacanza perché è più natura e meno scuola.

Sarà una settimana di vacanza o di scuola? Sebastiano: non sarà di vacanza perché si fanno i compiti, anche se si gioca e si fa ginnastica. Daniel: devi studiare delle cose. Mica andiamo lì solo per far vacanza! Lisa V.: dalle foto che ha fatto mia sorella è più vacanza che scuola. Nicole: per me è mezzo e mezzo, perché in vacanza non si fa ginnastica. Noemi: tutte e due, si studia ma si sta all’aperto, come fare tantissima ricre.

Siete preoccupati per questa nuova esperienza? Lisa A.: io no, anche se è la prima volta che vado via di casa. Letizia: io sono già andata con gli scout a Montascio. Sebastiano: io nemmeno, perché c’è sempre la maestra e non ci lascia lì da soli. Michela: per niente, anche se i genitori non vengono. Paolo: ai miei fratelli non è successo niente. Si

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1ª fila seduti da sinistra: Dalila, Nicole, Sharon, Giulia, Joana, Sarah, Lisa A., Jasmin. 2ª fila da sinistra: Paolo, Elia, Diego, Daniel, Marco, Patrick, Sebastiano. 3ª fila da sinistra: Lisa V., Noemi, Letizia, Michela, Giada, Valentina, Laura.

può stare tranquilli. Valentina: io sì perché non mangio un bel niente e tornerò a casa trasparente. Laura: io sono preoccupata di svegliarmi troppo tardi e di non avere abbastanza cibo. Nicole: io perché se fanno il pesce non lo mangio e poi non sono mai stata via da sola a dormire. Patrick: non vedo cosa ci sia da preoccuparsi! Noemi: io sono una dormigliona e spero di non dormire troppo. Sharon: io a casa mi sveglio sempre alle 5.30 e lì spero di non svegliare tutti. Elia: io sono preoccupato perché non mangio verdura. Jasmin: a me preoccupa la sera perché non c’è la mamma. Letizia: anche a me viene la nostalgia. Giada: io spero di non farmi male cadendo dal letto. Lisa V.: siccome mangio tantissimo, ho paura di rubare dai piatti degli altri. Daniel: spero di non dormire con le femmine perché mi annoiano. Marco: spero di non mangiare per quattro giorni pasta rossa e pizza. Cosa metterete sicuramente in valigia? Michela: il mio peluche leoncino. Valentina: l’orsetto che mi ha regalato la Laura.

Paolo: il mio peluche pinguino. Laura: il mio orso Toto che ho da quando sono nata. Dalida: il mio peluche antistress e qualche libro. Joana: il mio peluche orso che è tutto consumato. Nicole: un peluche, ma non so quale perché ne ho tanti. Marco: la mia tigre con un orecchio rotto. Patrick: bombette e fumogeni per spaventare le femmine di notte. Noemi: la pecora di peluche che mi ricorda la mamma. Giulia: il mio peluche papero che non ha neanche più un pelo. Sharon: qualcosa da leggere e una pila megagalattica. Elia: un cuscino tutto morbido. Sarah: i miei tre peluche preferiti. Jasmin: un tigrottino e un delfino. Lisa A.: un cuscino e il mio peluche tigre. Letizia: una pila, la macchina fotografica e il cuscino. Sebastiano: una foto della mia famiglia e il mio cuscino. Giada: un elefante e un orso di peluche. Lisa V.: una spataffia di libri e di cibo e la macchina fotografica. Daniel: un peluche che si chiama come il mio capo lupetti.

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1 1. Sulla gomma disegna il frutto e con il taglierino o gli appositi attrezzi, facendoti aiutare da un adulto, scava la gomma attorno al frutto.

3. Appoggia il vasetto a testa in giĂš su un foglio di carta e tracciane il contorno. Ritaglia il dischetto e appoggialo sul coperchio del vasetto.

2. Prepara i colori a tempera con pochissima acqua, poi intingi la gomma nel colore e usala per stampare sulla carta.

4. Ritaglia la carta stampata e rivesti i coperchi dei vasetti fissando la carta con lo spago.

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kitsch Abbiamo pensato che fosse divertente sapere da voi quale fra tutti gli oggetti che avete in casa, considerate quello più kitsch. Ecco il risultato del nostro sondaggio. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Stefano Ember

belloè bello, è Non ò che ciò ci llo iace e b ma è che p

Gabriele Pasteris, 38 anni, ingegnere, Mezzovico - “Ritengo kitsch un pullover in pile che mi è stato regalato e che ho ceduto a mia moglie. A lei piace”.

Letizia Ciani, 27 anni, impiegata, Giubiasco - “Un porta oggetti in argento ricevuto per il matrimonio e che assomiglia a un vaso da notte”.

Samuela Guidone, 36 anni, impiegata, S. Antonino “Non ne ho più. Mio marito ha già traslocato!”.

Simona Andreoli, 16 anni, studentessa, Caslano - “Uno specchio simil-vecchio d’orato di stile discutibile”.

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Maurizio Trani, 45 anni, giardiniere, Barbengo - “Ognuno di noi dovrebbe avere almeno una freccia delle tribù australiane, pezzi rari dello shuttel, un mandolino del Marocco…”.

Ivan Bencastro, 45 anni, impiegato, Morbio Inferiore “Una statuetta di Babbo Natale con una faccia bruttissima e che può essere illuminata grazie a due lumini interni”.

Manuel Alberti, 20 anni, giardiniere, Barbengo - “Mia sorella quando apre la bocca! Però le voglio bene”.

Laura Van der Voet, 32 anni, docente, Pura, con Manek “Una cornice con una decorazione di rose d’argento ricevuta in dono per il matrimonio e che è finita in cantina”.

Marco Rossi, 52 anni, viticoltore, Massagno - “Una pipa ad acqua appartenente a mia moglie”.

Larissa Berardi, 40 anni, ricezionista/istruttrice fitness, Lugano - “La mia bike gialla di spinning piazzata al centro del salotto. Non è kitsch ma fa kitsch!”.

Fabrizio Tedesco, 34 anni, venditore, Agno - “Un parallelepipedo di vetro con incisione al laser del segno zodiacale su base rotante luminosa”.

Walter Bossalini, 41 anni, gestore, Agno - “Una collezione di bamboline appartenenti alla mia compagna”.

piacere bbe a Gold rake!

Saba Franchi, 24 anni, giardiniera/venditrice, Bellinzona “L’unica ‘kitschata’ è finita in cantina: una boccia che rappresenta la Svizzera e che agitandola nevica”.

Stefania Rubortone, 19 anni, studentessa, Chiasso - “Ritengo kitsch i colori troppi vivaci della mia camera da letto”.

Libera di Tocco, 35 anni, pasticciera, Morbio Inferiore “Il mio fastidiosissimo pappagallo”.

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reportage

il sapore

delle sfumature Islay, la regina delle Ebridi, in Scozia, è la più importante delle isole del whisky. Ricca di profondi giacimenti di torba, sferzata dai venti, dalla pioggia, dalle mareggiate è conosciuta per i suoi whisky al malto dal particolare aroma torbato. testo e foto Giosanna Crivelli - giosanna@illustrazione.ch

L’INIZIAZIONE Il primo whisky single malt sorseggiato è stato un’illuminazione. Un sapore sconosciuto, ricco, avvolgente, forte e delicato allo stesso tempo. E misterioso, con il presagio di una complessità tutta da esplorare. Poi ne ho assaggiati altri, scoprendo un mondo di sfumature. Colori giallo paglierino, ambra, ocra, oro, rame, terra. Profumi e aromi estremamente differenti l’uno dall’altro. Da neofita è difficile raccontarli, sono da gustare lasciandosi sorprendere. Nei libri specializzati ogni single malt viene descritto con associazioni gustative e olfattive che comprendono innumerevoli elementi naturali e ogni tipo di spezie. Un single malt scotch per definizione è un whisky prodotto da orzo, in una unica distilleria, situata in Scozia. I single malt sono, in assoluto, i liquori più naturali che esistano, le loro caratteristiche dipendono esclusivamente dall’ambiente in cui vengono prodotti, ed è proprio per questo che possono essere tanto diversi fra loro. Ho scoperto che i miei whisky preferiti provengono tutti dalla medesima isola, l’isola di Islay. Le distillerie su Islay sono tra le più famose al mondo, e sono tutte in riva al mare: Ardbeg, Lagavullin, Laphroaig, Bowmore, Bruichladdich, Caol Ila, Bun-

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nahabhain. Ho voluto conoscere la natura particolare di quest’isola, e creare una storia fotografica sugli elementi della natura che creano le infinite sfumature di questa acqua di vita, in gaelico “uisge beatha”, origine del nome. L’ESPLORAZIONE DI UN TEMA La nave traghetto porta dalla penisola di Campbeltown ad Islay in un paio d’ore. Nella foschia si intravvede all’orizzonte la forma dell’isola, allun-


Paesaggi di terra.

gata, ondulata, con modeste elevazioni. Avvicinandosi prendono forma le basse scogliere, e sullo sfondo i verdi intensi dei pascoli e le scure macchie di brughiera. Arrivando dal mare le distillerie appaiono come grandi bastimenti bianchi attraccati alla riva. Poche le case sparse qua e là, a intervalli un faro. L’arrivo è a Port Ellen, uno dei pochi villaggi dell’isola. Segue la ricerca del bed and breakfast, una fattoria accanto al faro di Carraig Fhada, e la prima esplorazione di un territorio ancora sconosciuto. Un racconto visivo può seguire innumerevoli tracce, concettuali o intuitive, e assumere innumerevoli forme. Inizialmente è una somma di impressioni, che cercano un loro ordine e un filo conduttore. La conoscenza della materia, in questo caso la produzione del whisky, procedimento complesso, è marginale. Ne distillo ciò che contribuisce al racconto. La qualità dell’acqua, che affiora da granito o da strati di torba, influisce nel processo di maltazione e nella prepa-

razione del mosto. La natura del terreno, che dipende dall’età del deposito e dalla quantità di radici erbacee presenti, influenza oltre all’acqua anche le proprietà dei giacimenti di torba. L’aria è un fattore estremamente importante. Quando le botti utilizzate per l’invecchiamento “respirano”, cioè si espandono e contraggono con il variare della temperatura, assorbono l’aria dell’ambiente. Aria salmastra con profumo di alghe. Il soggetto diventa la terra, il cielo e l’acqua, in tutte le loro forme. Il fuoco naturalmente è il whisky. Il fascino di quest’isola è la mancanza di spettacolarità. Sono le variazioni meteorologiche, o di luce, o delle maree a creare i contrasti, forti o sfumati. Monotonia e varietà: campi con scavi di torba tra erbe secche e acquitrini, spiagge deserte e sperdute, dune di sabbia, pascoli dai verdi infiniti, muri a secco che strutturano il paesaggio e, ovunque, come contrappunto, greggi di pecore lanose. E le distillerie. Tutte simili, ma ognuna diversa. Ognuna ha i suoi segreti, e sono

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reportage

Paesaggi color whisky.

le variazioni minime dei procedimenti, dei materiali e degli strumenti utilizzati a creare grandi differenze. ALLA RICERCA DELLA SORGENTE Ogni distilleria ha la propria sorgente. Alcune vi estraggono l’acqua direttamente, altre utilizzano acqua proveniente da lontano, da laghetti situati tra le montagne all’interno dell’isola, che poi scorre immersa nella torba. Studiando la carta topografica, ho scoperto l’unico sentiero che porta da una distilleria al proprio lago sorgente: dalla distilleria Ardbeg al Loch Uigeadail, duecentocinquanta metri di dislivello, e una decina di chilometri. L’interno dell’isola è ovunque terreno ostico, incolto, a tratti paludoso. L’impresa si presenta subito ardua. Per arrivare al punto d’inizio del percorso si devono scavalcare vari recinti per le pecore e aggirare quelli per i tori. Una traccia di sentiero effettivamente esiste, perderlo e camminare tra informi zotte erbose, felci ed erica, per poi ritrovarlo, è il filo conduttore della giornata. Fino al cascinale diroccato di Solam si costeggia un lunghissimo e rassicurante muretto a secco. Da lì in poi è natura lasciata a sé stessa. Dietro a un promontorio spariscono gruppi di

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reportage con tutte le variabili che influiscono per ottenere determinate caratteristiche, lasciando comunque una parte di mistero. La curiosità va naturalmente all’Ardbeg Uigeadail. Il laghetto risponde alle aspettative, quel whisky ha un sapore che non si può scordare. La scheda tecnica è l’invito ad un viaggio, un viaggio delicato da un sapore all’altro. O cervi, numerosi in questi paraggi. La vasta pianura che segue offre ciò di cui sono alla ricerca: la sensazione profonda di quell’ambiente naturale unico, presente solo lì in quella costellazione: distese di erba secca e muschi, lo stretto riale che incide un solco profondo nella torba, l’acqua che vi scorre nera, il profumo di brughiera. E, un paio di cento metri più in alto, finalmente la visione del Loch Uigeadail. Il sole basso del tramonto trasforma il laghetto in uno scrigno prezioso color whisky. Immergersi è un bagno rituale. DEGUSTARE Di ritorno alla distilleria Ardbeg una degustazione è d’obbligo. Solo il confronto permette di capire le differenze tra i vari single malt, di varie annate, invecchiati in differenti botti di legno,

SCHEDA

tecnica

Ardbeg Single Malt Uigeadail Gr. 54 Colore: dorato con riflessi ramati. Aroma: ricco, sentore di torba, dolce, morbido, frutta matura, ciliegia, marasca, pesca, cioccolato fondente, tabacco da pipa, cuoio vecchio, cera per mobili, pandolce e Christmas pudding, frutta secca e spezie. Gusto: piacevole combinazione di gusto dolce (ricorda il vino sherry) che cambia in sapido. Retrogusto: molto prolungato terminante in sapore di mare con note di fumo.

Per saperne di più: http://www.islayinfo.com/ http://it.wikipedia.org/wiki/Scotch_whisky Michael Jackson, Atlante mondiale del whisky, Feltrinelli

Paesaggi d'acqua.

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fuorionda in forma

rinforza polpacci e adduttori con alessandro mangiarratti

Per sostenere i ritmi della vita moderna è necessaria anche una buona gamba. Di seguito, in immagini, l’invito del calciatore Alessandro Mangiarratti ad allenare noi stessi per camminare e correre al meglio. foto Ti-Press/Gabriele Putzu - in collaborazione con allezhop.ch e Ilario Sartor

STRETCHING Lo stretching indica tutti i gesti di allungamento e autostiramento che è importante compiere per preparare la muscolatura all’attività fisica e anche per concluderla nel migliore dei modi. Mantenere la posizione per 20 secondi circa e aumentare l’intensità fin dove consente l’articolazione, mantenendo la posizione per ca. 30 secondi.

Adduttori

Polpacci

Adduttori

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CALF (POLPACCI) Calf Stazione eretta, piedi paralleli. Appoggiare l’avampiede (o entrambi) su uno scalino ed eseguire delle distensioni sulle punte dei piedi. Espirare in fase di salita ed inspirare in fase di discesa (3 serie da 20 ripetizioni consigliate, 1 minuto di recupero).

SCHEDA

biografica

Nome: Alessandro Cognome: Mangiarratti Data di nascita: 15.9.1978 Domicilio: Bellinzona Professione: docente di educazione fisica Attività sportiva: calciatore professionista Club di appartenenza: AC Bellinzona Palmarès: ha militato nello Sciaffusa, nel Grasshoppers, nel Wil, nel Belenenses (Portogallo), nel Chivas (Messico) e nel Locarno.

Calf Seduti su una sedia, piedi paralleli su un rialzo. Eseguire delle distensioni sulle punte dei piedi; si consiglia di appoggiare un peso (borsa, libro, ecc.) sulle ginocchia. Espirare in fase di salita ed inspirare in fase di discesa (3 serie da 20 ripetizioni consigliate, 1 minuto di recupero).

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in forma

INTERNO COSCIA Adduttori Decubito laterale in appoggio su un gomito, la gamba sinistra appoggia a terra davanti alla coscia destra (e viceversa). Sollevare la gamba che rimane tesa a terra. Espirare sollevando la gamba, inspirare nella fase di ritorno (3 serie da 20 ripetizioni consigliate, 1 minuto di recupero).

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Adduttori Decubito laterale, in appoggio sul gomito, gamba sinistra piegata con tallone appoggiato a terra e gamba destra tesa (e viceversa). Piegare la gamba destra fino a toccare con il tallone il ginocchio opposto e ritorno. Espirare sollevando la gamba, inspirare nella fase di ritorno (3 serie da 20 ripetizioni consigliate, 1 minuto di recupero).

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motori

tra le più

amate in svizzera

Una grande casa motociclistica fa sognare migliaia di appassionati delle due ruote. testo Graziano Guerra - graziano@illustrazione.ch

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al popolo Kawasaki della Svizzera è fra le “settemmezzo” più amate in assoluto. Con il suo potente quattro cilindri e la proverbiale maneggevolezza, la naked-bike ha saputo raggiungere una grande popolarità, incontrando, dal 2005, i favori di oltre duemila appassionati. La comunità di fans rossocrociati è cresciuta di anno in anno, tanto da dar vita a un rilevante mercato di accessori e parti per il tuning. Kawasaki risponde alle richieste dei suoi clienti con la nuova versione MY 2011 denominata Z750R. Per quelli che se ne intendono, freni e sospensioni di prima categoria sono già di per sé dei validi indicatori di prestazioni super (ereditate dalla Z1000 - MY ’07, ’09 e ’10). Per tutti gli altri, la maggiore sportività si manifesta con uno stile più accattivante, in particolare nel design del nuovo cupolino e nella colorazione bicolore. La verniciatura bicolore del serbatoio prevede anche una striscia dorata decorativa. Il quattro cilindri in linea da 748 cc ha una potenza di 106 CV. La ruota anteriore a sei raggi in stile Ninja, con cerchio rinforzato, contribuisce all’equilibrio complessi-

vo del telaio della Z750R. La moto è più leggera sia della Z1000 sia della Z750. O

Kawasaki 2011: Z750R.

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motori

avanti a tutto vapore Vedere i vaporetti pavoneggiarsi sulle acque del lago ci riporta indietro negli anni, quando le imbarcazioni erano i mezzi di trasporto delle genti e delle merci. testo Stefano Pescia - stefano@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

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llineati al pontile, come curati soldatini in uniforme da parata, i vaporetti luccicano e abbagliano le idee a chi cerca di scoprire la loro età. Sono indubbiamente fieri quanto i loro proprietari di poter dividere, rilassandosi senza fretta, quei momenti diventati ormai preziosi. Ore del tempo libero che l’età permette di trasformare in gioia. I vaporetti sono il tempio della pazienza, per chi sa riconoscere l’umore del lago e interpretare la forza del vento riconoscendo la Porlezzina dalla Breva e apprezzare le qualità di un natante che merita un nome di famiglia tutto suo, pronto a riempirsi di ricordi. Sono barche per chi apprezza lasciarsi trasportare dai pensieri, per chi è capace di entusiasmare il proprio animo e il proprio cuore con il sole che illumina la bellezza della natura, che gode di un silenzioso e discreto gioco di ombre e di luce accarezzata dall’acqua. Sono imbarcazioni specchio di un affascinante passato che venivano utilizzate per rifornire di prodotti i mercati e trasportare la gente alla fiera di Lugano e di San Provino e a collegare tra loro i paesi delle rive e dell’entro-

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terra. Mezzi di trasporto di quando, come indica il titolo di un libro, “una gita costava due soldi”. Un’idea originale e dinamica come lo è il club nautico di Morcote, che in occasione del suo quinto anno di attività ha voluto festeggiare con un avvenimento certamente originale e innovativo. Con l’aiuto volontario di una trentina di collaboratori, il club ha organizzato un incontro internazionale di vaporetti. Una riuscita manifestazione che è stata valorizzata dalla sfilata domenicale di oldtimer a quattro e due ruote, oltre a suggestivi trattori dell’agricoltura che fu. “Un’affascinante passerella storica, suddivisa in diverse mete”, ci spiega il presidente del Club Nicola Brivio, “per permettere anche ai comuni lungo il lago di Lugano di conoscere 13 imbarcazioni, la maggior parte delle quali provenienti dalla Svizzera e alcune dalla Germania e dalla Gran Bretagna”. Barche di tutte le misure, da una lunghezza di circa cinque metri a oltre dieci metri, dominate dal prezioso legno abilmente lavorato, molte delle quali con un anno di nascita vicino alla nostra età di pensionamento e qualcuna con motori quasi centenari.


Per il Ticino i vaporetti sono un simpatico ricordo che risale al piroscafo a vapore sul Lago di Lugano; l’“Italia” che ha cessato la sua attività il giorno della Vendemmia del 1961. “L’ultima imbarcazione tipo vaporetto, utilizzata principalmente per il tempo libero”, ci racconta il vice presidente del club nautico di Morcote Daniel Sigrist, “è stata trasferita alcuni anni fa sul lago dei quattro Cantoni. Era stata costruita da Primo Zanini negli anni Ottanta, utilizzando una scocca di una barca a vela e poi venduta a Walter Günter, che l’ha così aggiunta alla flotta della sua scuola di barche a vapore. Le compatte dimensioni dell’imbarcazione e le sue caratteristiche tecniche la rendono adatta in particolare per istruire i giovani”.

«I vaporetti sono il tempio della pazienza»

I vaporetti sono stati gli splendidi protagonisti nella suggestiva Morcote.

Il primo modello funzionante di piroscafo a vapore fu varato da Claude de Jouffroy nel 1783. Si trattava però di un prototipo ancora sperimentale, poiché il primo vero battello a vapore applicò l’apparato motore inventato da James Watt e fu fatto navigare da Robert Fulton lungo il fiume Hudson nel 1807. Si chiamava Clermont, aveva una potenza di 18 cavalli e fu demolito quasi subito dai barcaioli del fiume per paura di restare senza lavoro. Nel 1814 costruì per conto del suo governo la prima nave a vapore da guerra, chiamata Fulton, mentre il primo vaporetto varato nella laguna di Venezia fu il “Regina Margherita” nel 1881. Fatti e informazioni che per i circa 200 soci e la quarantina di imbarcazioni dell’Associazione Svizzera di Vaporetti (www.dampfbootfreunde.ch o www.vsd-asv.ch) appartengono a una lontana storia. Con i loro vaporetti la storia la raccontano loro, investendo a proprie spese ore e soldi (un minimo di circa 8-10’000 franchi all’anno, assicurazioni, posto barca e servizi compresi)

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motori Una sbuffante sfilata valorizza la storia del lago di Lugano.

Una grande passione per la meccanica e la raffinata tecnologia. Luccicanti barche di tutte le misure, in legno con motori a legna o carbone.

Un piacere unico che ha attirato numerosi appassionati.

per vivere una passione che ti fa capire come anni fa la vita fosse più faticosa, ma che navigando trasmetteva anche tanta soddisfazione. “La gioia di possedere un vaporetto”, ci dice il vice presidente dell’Associazione Svizzera Karl Sailer, “è quella di poter vivere e vedere chiaramente il funzionamento di una raffinata tecnologia”. In effetti non vi è nulla di più bello per un appassionato di tecnica, che scaldare il motore, prima di partire, inserendo nella caldaia dei pezzetti di legno o di carbone. Un passatempo indicato per chi non ha fretta e per chi ha un minimo di passione per viti, pistoni e motori in generale. “Bisogna dedicare molte ore”, continua Seiler, “sia per la manutenzione, sia per la pulizia. Mettendo in moto i vaporetti si sporca il legno di fuliggine e per mantenere per tutta la vita la bellezza dell’imbarcazione sbuffante, bisogna pulirla e lucidarla a festa”. O

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IL MIO CENTRO ESTETICO È

Dimagrire senza soffrire Se siete tra le persone che, dopo aver provato tanti metodi per dimagrire, non hanno ottenuto il risultato voluto o hanno ripreso i chili persi, da ora potrete trovare al centro Linea Sana l’ambiente giusto che potrà soddisfare ogni vostra esigenza e che vi aiuterà a riconquistare la vostra linea. In un ambiente raffinato e un’atmosfera di assoluto relax potrete godervi il piacere di modellare il vostro corpo senza sottostare a diete impossibili o a faticose ginnastiche. La metodologia di intervento è basata su un insieme di trattamenti, piacevoli e rilassanti, collaudati con pieno successo, in grado di contrastare gli inestetismi della cellulite, le adiposità localizzate, e la lassità cutanea. Alla sensazione di benessere seguirà una pelle morbida e vellutata. Cavitazione ultrasonica, elettroporazione, radiofrequenza e qage sono solo alcune delle tecniche innovative che vengono introdotte in un programma personalizzato dopo aver valutato attentamente ogni caratteristica ed esigenza del cliente. Un biologo nutrizionista sarà a vostra disposizione per i suggerimenti di una corretta alimentazione. Con questa metodologia, unica nel suo genere, Linea Sana permette ad ognuno di constatare i risultati positivi dopo ogni trattamento e di perdere centimetri senza perdere il buon umore. Riservatezza e cortesia verso i propri ospiti sono gli ingredienti che fanno del centro Linea Sana il leader del settore estetico, un vero incontro tra l’utile e il dilettevole.

Viso Per combattere efficacemente i segni che il tempo lascia inesorabilmente sul viso , Linea Sana ha messo a punto una serie di trattamenti, indolori e non invasivi, che aiutano a prevenire l’invecchiamento della pelle, stimolando il rinnovamento dell’epidermide, contrastano la formazione delle rughe e delle macchie senili. Già dalla prima applicazione si notano i benefici effetti: una pelle elastica, vellutata, un aspetto migliorato e un’espressione piú positiva.

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oroscopo testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch

d ARIETE

21/3 - 20/4

h TORO

21/4 - 20/5

i GEMELLI

21/5 - 21/6

j CANCRO

22/6 - 22/7

Impegno, costanza e tenacia sono ancora gli ingredienti che accompagnano voi della 1. decade in questa prima parte del mese, sia sul fronte lavorativo sia sociale. Questo non spaventa di certo chi fra voi, molto ambizioso, vuole scalare la vetta della politica, diventare il leader di una squadra o ancora mettersi in proprio o dimostrare i propri talenti in qualunque altro lavoro. Nulla vi verrà comunque regalato. In ambito affettivo e amoroso l’atmosfera sarà particolarmente passionale e qualcuno di voi potrebbe venir travolto da una storia che segnerà la vita. Emozioni intense emergono dal profondo: analizzatele.

Il lavoro assorbe la maggior parte del vostro tempo in questa prima parte del mese, per cui per qualcuno di voi sarà difficile conciliare famiglia, affetti e professione, perché la vostra economia lo esige. Sarete molto apprezzati nel settore socio-educativo per la vostra mente lungimirante e il senso pratico. Altri settori interessanti sono i media, la comunicazione e il campo legale. Le vostre finanze vanno invece tenute sotto stretto controllo per avere una riserva in caso di imprevisti. E l’amore? Con Venere e Marte nel segno opposto qualcuno di voi potrebbe venir travolto da una storia importante ma rischiosa. Salute: curate le parti intime.

Con ben quattro pianeti in positivo aspetto di trigono, questa prima parte del mese appare decisamente favorevole per una promozione, per contatti e incontri vantaggiosi che possono migliorare il vostro status sociale ed economico. Il successo arride a chi sa impegnarsi a fondo, lavorare in gruppo e cooperare a progetti comuni e, grazie alla vostra abilità dialettica e al vostro carisma, saprete essere molto convincenti. Ottimo periodo anche per studi superiori e corsi di approfondimento. In amore l’atmosfera sarà particolarmente intrigante e, per qualcuno di voi, il tempo è maturo per realizzare qualcosa insieme. Salute: bene gli sport di squadra.

Ben quattro pianeti in posizione ostica potrebbero minare la fiducia in voi stessi in questa prima parte del mese, forse perché vi scoraggiate facilmente di fronte alle difficoltà o alle critiche, anziché ascoltare il vostro intuito, le vostre percezioni. Del resto la vostra suscettibilità vi rende insofferenti e lunatici. Sappiate che molti dei limiti che vivete siete voi stessi a porveli. Cercate di aprirvi e diventare più elastici. Vale soprattutto per voi della 1. decade. Voi della 2. e 3. invece, godrete di favori astrali decisamente migliori. Qualcuno di voi potrebbe addirittura sentirsi travolto da una storia d’amore imprevista. Salute: nutritevi di positività.

k LEONE

23/7 - 23/8

l VERGINE

24/8 - 22/9

a BILANCIA

23/9 - 22/10

b SCORPIONE 23/10 - 22/11

Ottimi influssi astrali dalla Bilancia stimolano la vostra ambizione e il vostro fascino oltre a regalare successo e promozioni, specie in questa prima metà del mese. Se siete indipendenti vedrete aumentare la clientela, ma anche una vostra nuova iniziativa sarà accolta con interesse dal pubblico. Sarete particolarmente abili nell’unire l’utile al dilettevole, per cui tra un pranzo di lavoro e un appuntamento amoroso, magari clandestino, troverete anche il tempo per una partita a tennis con un amico o personaggio in vista. Attenzione a non sopravvalutarvi e a istigare le acque quiete. Rivali nell’ombra attendono di farvi cadere in trappola.

In questa prima metà del mese sarete impegnati a mettere ordine nelle vostre finanze o a investire attentamente il denaro per avere delle riserve per il futuro, ma cercherete pure di ridefinire il vostro ruolo all’interno della società-comunità, dove siete sì apprezzati per la vostra lucida analisi, il lavoro scrupoloso e attento, ma spesso anche sfruttati perché troppo disponibili rispetto a colleghi o persone meno abili e serie di voi. Imparate a mettere dei giusti limiti, questo anche se siete genitori. Possibili incontri intriganti e vantaggiosi che migliorano la vostra situazione generale. Un colpo di fulmine per chi è ancora single!

Ben tre pianeti stazionano nel vostro segno. Mercurio rende abili nelle trattative e nei contatti con il pubblico mentre i pianeti in Scorpione vi regalano fascino e intuizione quanto basta per ottenere ciò che volete. Un po’ di sano egoismo a volte è utile per non lasciarsi sfruttare. Saturno sempre nel segno vi insegna a liberarvi da false illusioni e sogni troppo grandiosi, per cui concentratevi su ciò che è più vicino alle vostre possibilità. Anche in amore non nutritevi di false speranze e soprattutto non fate pressione sull’altro. Nessuna relazione tiene sulla base dei bisogni personali. Salute: vivete il presente al meglio e godete della magia che questo offre.

Con Marte e Venere nel segno sarete particolarmente carismatici e convincenti per avere successo in amore e nello sport. Ottime prospettive anche per chi lavora con il pubblico. Giove e Urano dai Pesci in ottimo aspetto al vostro segno aumentano queste probabilità per voi della 3. decade, pertanto potrete pensare anche a un “salto di qualità”, a mettervi con un socio, o ancora a un’unione, a una maternità o a un bel viaggio. Siete ancora single? Beh, aspettatevi l’incontro del destino. I pianeti dalla Bilancia ispirano anche una necessità a prodigarsi per il prossimo. Dunque perché non unire l’utile al dilettevole?

ILLUSTRAZIONE TICINESE 09-10

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BILANCIA 23/9 - 22/10

elte chiudendo con n legami che IHUUL SLXWWRVWR FKH DUULYDUH DL IH FDWH LQYHFH GL QRWDUH OH SLFFROH QL SL DIÂżGDELOL H FR RQFUHWL GHOOR R GHOOH YRVWUH RFFX XSD]LRQL GH ro malgrado a faree delle scelte QDVSHWWDWH SALUT TE: il vostro XLQGL LQ SDOHVWUD GRY SDOHVWUD GRYYH VDSUDQQR HVHUFL]L DENARO O: a volte le QWR VRQR IDYRULWL WXWWWL L FRQWUDWWL LPPRELOLDDUL FRUVL GL DSSURIRQGLPHQWR ULVWUUXWWXUD]LRQL HFF


oroscopo

c SAGITTARIO 23/11 - 21/12

g CAPRICORNO 22/12 - 20/1

Il mese inizia molto bene per voi, grazie agli influssi positivi dalla Bilancia, che portano sulla vostra strada le persone giuste per una preziosa spinta in avanti o per una proficua collaborazione in un nuovo team. Lavorare in squadra, per obiettivi comuni precisi, è più soddisfacente dell’aspetto materiale in sé. Inoltre dona più forza al progetto. Le esigenze personali devono essere messe in secondo piano a favore della collettività. Ottimo periodo anche per corsi di aggiornamento, approfondimento di una materia o di una lingua straniera. Anche in amore vivrete momenti molto intensi. Possibili nuovi incontri significativi.

In questa prima parte del mese dovrete muovervi con prudenza date le dissonanze planetarie provenienti dalla Bilancia, in particolare se siete indipendenti. Non tutto filerà liscio come vorrete. Qualcuno vi criticherà o metterà in discussione il vostro operato o il vostro opportunismo, per cui sappiatevi regolare. Andrà molto meglio con un ascendente Pesci o pianeti in questo segno. Infatti Marte e Venere stanno in Scorpione alimentando ancor più le vostre esigenze personali, per cui sarete attratti da qualcuno che vi possa offrire nuove possibilità, una migliore situazione economica oppure in grado di dare più profondità alla vostra vita.

e AQUARIO

21/1 - 19/2

f PESCI

20/2 - 20/3

Gli ottimi influssi dalla Bilancia favoriscono la vostra carriera o la vostra ascesa professionale, ma possono anche spingervi a cambiare ambiente, ad approfondire una lingua straniera o a specializzarvi in un ramo in cui siete particolarmente abili. Cogliete dunque le buone opportunità al volo, ben sapendo che dovete dimostrare impegno e serietà. Qualche sacrificio si impone se siete liberi professionisti. Non puntate solo sull’aspetto materiale e sul profitto, perché non è tutto lì. Cercate di distinguervi! In ambito amoroso sono possibili ritorni di vecchi amori, che mettono in crisi, specie se non siete liberi!

Con Plutone superpositivo e Marte in Scorpione, che donano grinta e autodeterminazione, potrete anche arrivare in alto, per cui non tollerate rivali e “rompiscatole” che vogliono dirvi cosa fare e come muovervi. Se vissuto bene, questo aspetto può trasformare la vostra pigrizia e autodistruzione in obiettivi vincenti, sorprendendo anche chi pensa di conoscervi bene. Ricordate che anche Venere è in Scorpione, in ottimo aspetto a Giove e Urano nel vostro segno, per cui potrete recuperare la stima e la fiducia anche di coloro che avete ferito in passato. Questo discorso vale per chi fra voi ha già un grande vissuto alle spalle. Salute: bisogno di silenzio.

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ILLUSTRAZIONE TICINESE 09-10

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La soluzione dell’edizione precedente era Marte.

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ORIZZONTALI: 1. Un eroe di Spielberg 11. Lamenti poetici 12. Conosciuto 13. Pari in

mastro 14. Palpita 16. Il figlio di Odino 17. Associazione Sportiva 18. Illustrazione Ticinese 19. Consonanti in rione 20. Il “de” tedesco 22. Brutto muso, grugno 24. Son disonesti al gioco 25. Costose 26. Il nome della Gardner 28. Cuor di califfo 29. Fregio, ghirigoro 31. Son simili alle renne 33. Ispidi 34. Svezia e Romania 35. I confini di Tremona 36. Scoppiava nel saloon 38. Lo sport della Gut 39. Funzione religiosa 40. Un dato anagrafico 41. Colpevole 43. L’Irlanda con Dublino 45. Stop! 47. Fantasia, originalità 48. Celestiale.

VERTICALI: 1. Il film premiato con l’Oscar nel 1979 2. Un malessere da mal di mare

3. L’Essere Supremo 4. È simile al finocchietto 5. Negazione 6. Traghettare 7. Il nome di Wayne 8. Un ceataceo 9. Ente Turistico 10. Medicinali soporiferi 15. Riportare a voce 21. Beni preziosi 23. Un abito con le code 26. Profondità marine 27. Vendita all’incanto 30. Comitato Internazionale 32. Una nota e un articolo 34. Son fatte anche a pioli 37. Bel laghetto malcantonese 38. Stella del cinema 39. Parola... francese 42. Breve esempio 44. L’alieno di Spielberg 46. I confini del Ticino.



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Ruf Lanz


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