Illustrazione Ticinese n. 9 - 2014

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illustrazione www.illustrazione.ch

N.9

- 1 OTTOBRE 2014

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

TICINESE

SPORT

Arrampicare in molti modi

BELLEZZA

Prendersi cura di sé


Per un’igiene a prova di ambiente. Per l’igiene della vostra casa, il nostro assortimento vi propone tantissimi prodotti a prova di ambiente: schieratevi al fianco della natura e scegliete il logo Oecoplan, sinonimo di una produzione ecocompatibile e di prodotti 100 % ecologici. Scoprite il vasto assortimento di prodotti Oecoplan nei grandi supermercati Coop. www.coop.ch/oecoplan

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somm ario fondata nel 1931 12 edizioni annuali Tiratura 131.470 copie (REMP 2013) Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch

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4 Fuorionda Incerti del mestiere

6 Sai che

Domande curiose e risposte sfiziose

8 In dialètt

Rampegá süi scimm, a pass da córsa

11 Appunti

Spunti, idee e consigli in vetrina

Editore Editrice Tredicom SA 6908 Lugano

12 Ritratto

Conversazione oltre la linea

18 Tendenze

Distribuzione Direct Mail Company SA

Tendenza nostalgia

Amministrazione e produzione Marco Werder Editore Matthias Werder Grafica Tredicom SA Gabriele Campeggio Inserzioni Ticino e Italia: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch

Svizzera tedesca e romanda: Grütter Media Käsereistrasse, 21 4914 Roggwil Tel./Fax 062 929 27 82 marion.grtter@bluewin.ch gruetter-werbung@besonet.ch Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch

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32 a tavola

una ricetta

segreta A cena ad Anzonico a casa di Marco e Lorena Manfrè. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

M

20 Bellezza

Quando la bellezza fa stare meglio

23 Lavoretti Il braccialetto elastico

24 In viaggio

Agus, la guida che non volevo

28 Sport

Arrampicare è dentro di noi

32 A tavola

Una ricetta… segreta

36 Occhio a

etti di essere invitato a cena ad Anzonico. E già devi fare mente locale. Ah, sì, Leventina. Ex comune, ora unito a Faido. Un centinaio di abitanti. Una strada di 6 km con tanti tornanti che sale assai ripida da Lavorgo sul versante sinistro della valle. Metti che, arrivato a poco meno di 1’000 metri di altitudine, scopri che questo paesino, con le sue viuzze lastricate e le case in pietra e in legno, è rimasto nel corso del tempo quasi immutato. Metti anche che, in questo posticino idilliaco, vengano custodite gelosamente e tramandate due ricette tipiche solo di questo luogo: i fitri di Anzonico e pasta e pom. E metti infine che a casa di Marco e Lorena Manfrè saranno proprio i fitri ad arrivare sul mio piatto. Mi sento onorata e felice di assaggiare qualcosa di cui non conoscevo l’esistenza. E questo grazie alla signora Mariangela, la zia di Lorena, che le ha dato la ricetta, ma che era molto combattuta al pensiero che la stessa venisse divulgata.

Piacere naturale con molto gusto

38 Editi

Racconti di casa nostra

41 Oroscopo

I FITRI DI ANZONICO Faccio qualche piccola ricerca in internet e scopro che i fitri sono inseriti nell’inventario del Patrimonio culinario svizzero. Qui vengono descritti come “tortelli di farina di grano saraceno, fritti,

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Le previsioni per la prima metà di ottobre

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Certificato Certificato PEFC PEFC Questo prodotto Questa rivista è realizzato stampata con su materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate

Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.

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In copertina: Silvia Spiga Foto: Rémy Steinegger

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Potete leggere questa edizione anche su iPad, e se vi siete persi degli arretrati, li trovate nella sezione “archivio”. Buona lettura!

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fuor i ond a

incerti del mestiere Passiamo i primi 12 mesi a insegnare ai figli a camminare e a parlare, e i successivi 12 anni a farli star fermi e zitti. testo Roberto Rizzato - roberto.r@illustrazione.ch

D

uro mestiere quello del genitore; ma ancor più ingrato quello dell’insegnante! Ad appena un mese dalla riapertura delle scuole in Ticino, mi sono già arrivate un po’ di segnalazioni di “gaffe” verbali, in cui sono incorsi l’uno o l’altro “sore” nel difficile esercizio della funzione didattica. Per non limitarmi a elencare delle frasi sciolte, mi sono divertito a combinarle insieme. Quindi, prima che pensiate che qualche insegnante ticinese possa avere realmente fatto un discorso così strampalato, ribadisco: le singole frasi sono vere; ma questo testo l’ho creato io, a puro scopo umoristico. Immaginate, dunque, che un improbabile professore, da solo, abbia parlato ai suoi studenti così: “Ragazzi, la mancanza di rispetto per me è fondamentale; quindi è ora di finiamola! Voi dovete portarmi rispetto, così come io ho rispetto di voi. Se siete stupidi e cretini, io non ve lo dico, perché ho rispetto di voi. Lo dico e lo ribadico: non interrompetemi mentre vi ascolto; non masticate con la bocca piena e parlate tutti insieme, uno alla volta! Poi, altra cosa: quando si viene a scuola bisogna vestire decentemente; non come le ragazze qui che sono completamente seminude. Siete dei bambini, io alla vostra età avevo almeno dieci

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anni più di voi. Non vi dico di non correre nei corridoi; però se proprio volete correre, andate piano! E non dico che non dovete ridere; ma almeno ridete seriamente. Ragazzi, qui si tratta di mettere i buoi sul carro. Tagliamo tutte le teste al toro, forse non sono stato abbastanza poco preciso. Mi sono sentito triplicemente tradito, quindi non fatemi perdere le stoffe e mettiamo i paletti sulle ‘i’! Cioè, quello che mi sottolineava premere è che tutta la vostra tecnologia è antipediluviana e se pensate di superare l’anno facendo zichi-zichi con l’aifòn, siete dei poveri illusionisti. Pensate bene e finalmente troverete il rantolo della matassa e non state con le tasche in mano, non fate orecchie da mercato, sempre a ricorrere a sottorifugi. Sembrate come in preda ai fiumi dell’alcol. Quest’anno io e voi dobbiamo affrontare il problema alla foce, perché a me non piace fare le cose alla carlotta. Bisogna essere se stessi: io sono sempre se stesso, questo è il mio asse nella manica. Da domani voglio tutto nero su scritto, perché davvero ormai mi state facendo uscire le orbite dagli occhi. Ma cosa avete nel cervello al posto dei neutroni? Guardate: io preferisco uno che non studia a un ignorante, e il mio ragionamento non fa una griglia”. v


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s ai che

leggiamo

SAI

perché

IL MARRONE NON È ELEGANTE?

1.

Tango a Istanbul, di Esmahan Aykol

2. Confessioni di una squartatrice, di Hakan Nesser

Secondo il galateo, il colore marrone non è adatto alle cerimonie e in generale è considerato un colore non adatto ad abiti eleganti o formali. Questa consuetudine deriva dal Medioevo, quando i pigmenti per tingere i tessuti erano costosissimi e quindi riservati ai nobili, al clero e ai ricchi mercanti. La gente comune indossaNick Wooster, indiscussa icona maschimaschi va abiti confezionati con tessuti naturali, le di stile controcorrente e irriverente. come lino, canapa o lana, nei loro colori o tinti con pigmenti comuni e pallidi. I colori intensi e brillanti, come il rosso, il blu e il giallo erano riservati solo ai tessuti più pregiati.

3. Il giudice e la rondine, di Andrea Fazioli

ascoltiamo

1.

My Everything, di Ariana Grande

2. Racine Carrée, di Stromae 3. Love Medicin, di Noa

guardiamo

1. Dragon Trainer 2, di Dean DeBlois

2. Lucy, di Luc Besson 3. Le due vie del destino, di Jonathan Teplitzky

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SAI

da cosa deriva

APPUNTAMENTO?

Il tribunale dell’Inquisizione, Francisco Goya, 1819.

SAI CHE

Questo termine viene usato diffusamente e molto spesso da ognuno di noi, ma pochi sanno che il significato odierno è tale solo dalla seconda metà del 700. Nel Medioevo, infatti, il termine francese appointement era un termine legale con il quale il giudice ordinava alle parti di produrre nuove prove o testimoni sui punti (point) non ancora chiariti nell’udienza.

signore si nasce

da Il Libro delle Signore, di Jolanda, Marchesa Plattis Majocchi, 1921 La caccia al marito Molte signorine vedendo che questo bene-detto amore s’ostina a passare sempre a una rispettosa distanza da esse, senza concretarsi in una forma magari meno regale, ma più pratica, prendono una determinazione decisa e coraggiosa, gli vanno incontro, lo assalgono, o gli tendono degli agguati. E d’accordo con la mamma, la caccia al marito incomincia. Si apre quasi sempre in principio di carnevale. La signorina che vuole assolutamente sposarsi è la più assidua, la più elegante, la più instancabile. Non manca né a un ballo, né a un teatro né a un ritrovo: si moltiplica per essere dappertutto e senza mai far segno di stanchezza, amabile sempre e sorridente; specialmente col sesso forte.


Cremose e delicate. E così amare, quando la confezione è vuota.

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i n d i al èt t

rampegá süi scimm

a pass da córsa Inscì anca ul Messner l’ha scrivüt che ul “sò alpinismo l’è mòrt e stechii”. Ma nüm ga pénsum sü un atimin. testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch

C

he bell ul Tesín cunt i sò 600 montagn sora ai 2 mila métar e 50 sora ai 3 mila. Domà cinc alpinista iè rivaa in scima a tücc, ul püssée cognossüt l’è ul Giüsepp Brenna, che l’ha scrivüt le “Guide delle alpi ticinesi”. Nüm sa conténtum là, dal Generús fin sü al Gotàrd. Ta trövat tücc i terén (terreni), par la pasegiàda, ul trekking o la rampegàda. Ghè domá da catá föra. Inscì podaressom anca lassà büi la bütada dal Reinhold Messner, che l’ha apéna compít i setant’ann. Al dís che ul “sò alpinismo l’è mòrt e stechii”. Intànt i generazión d’incöö i fann di ropp che cunt ul alpinismo i ga pòch o nagot a che vedé. Ciàpa quel spagnöö, ul Kilian Jornet, che ul 13 da lüi dal 2013 l’é nài a pass da córsa da Chamonix (1037 métar) fin ala scima dal Mont Bianc (4808 métar) e l’è rivàt indré in pòch men da cinc ôr, un quart d’ora in mén dal record da prima. E pö ul 21 d’agost 2013 da Breuil (Cervinia) ala scima dal Cervino (4400 metar) e ritorno: 2 ôr e 52 minüt. Dopo a ghè quii che sa bütan giò di scimm o di aeroplani cunt ula “tuta alare”, i soméan di mézaratt (pipistréi). I viàgian anca a düsent a l’ora, ma i pòdan ralentà fin a 70 a l’ora. Ul Remo Lang l’è stài sü in aria una deséna da minüt e l’ha fài 26 chilometri, da Verbier a Aosta. Roba da mia créd! Ul Messner al ma dìs che chì da nüm (arco alpino) iè stài metüt sü tropp fünivì e seggiovì, che i spàran a 4 mila mètar anca i signorin cunt i scarp col tàcch. In Himalaya sa riva al “turismo di alta quota”, cunt i colonn da quii che vann a l’Everest (8848 métar), cunt in spala ul sachett legér e tücc

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i camp organizzàt. Ul rest la fann i sherpa: i mett i cord, i pónta sü i “client”, ia tíran giò quand iè sciopàt. E i na po’ pü. L’alpinismo dal Messner l’eva quell da l’aventüra e dal vedé quaicoss da növ: tücc i 14 “vottmila”, l’Everest in solitaria, confrontass storicamént fra vécc e növ generazión (dall’inglés Mummery in sü, che già al predicava in dal Vottcent la montagna “by fear means”, na sü senza inganaa, (ingannare, voce di Brissago), véss amís dal Bonatti, fà politica a Bruxelles (1999-2004) e tanti àltar progett, come quell dei “Messner Mountain Museum”. E una sfràca da sitüazion dramàtich, come quand che ghè mort un fradèl, Günther, in dal 1970 al Nanga Parbat. Tanti soci perdüt sü pai sbricch, inscì che al soméa quasi un miracól véss rivàt a compì setant’ann. Dopo sa pò anca mia véss d’acòrdi cunt ul Messner, parché i vari Ermanno Salvaterra, Rolando Garibotti, Denis Urubko, Ueli Steck e Rick Allen i pónta avanti l’alpinismo, i viàgian come saett. I ga dann “nuove visioni”. Quel che è stai fai prima al cünta par la storia, ma al soméa importànt mett giò di àltar palìn (paletti). Ma nal rispett di “mezzi leali”? Tanti, dala végia generazión, anca chi che và domá süi sentee dal Generús fin a quii dal San Gotàrd, iè sicüramént d’acòrdi cunt ul Messner. Ga vör ul temp da guardass in gir, da fass “vegnì denta” i scimm e quell che ghè in gir. Anca par compensá ul “stress” dal vîv, quel da tücc i dì. A sa dév già cór (correre) tropp, anca domá par portà a cà la südada pagnòta. v




a ppunti IL FILM POETICO Pranzo di Ferragosto, di e con Gianni Di Gregorio Gianni è uno scapolone che vive ancora con la mamma. A Ferragosto, un po’ per non scontentare gli amici, un po’ per ricambiare favori, un po’ per tenerezza, si trova a fare da badante a quattro anziane signore. Le protagoniste non sono attrici. Sono realmente così come le vediamo, interpretano loro stesse, nel film usano il loro reale nome e mettono in scena le loro vere personalità. Il regista ha fatto in modo che le signore non si conoscessero prima delle riprese e i dialoghi sono quasi del tutto reali e improvvisati. Un film garbato, poetico e profondo, eppure divertente. Perfetto!

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IL ROMANZO AL FEMMINILE

La passione di Artemisia, Susan Vreeland, Beat La vera vicenda di Artemisia Gentileschi, prima pittrice donna ammessa all’Accademia di pittura di Firenze nel Seicento. Il racconto inizia con il processo di stupro intentato dal padre di Artemisia contro Agostino Tassi. La vicenda è reale e ricostruita sui verbali del processo che all’epoca fece scalpore. Un romanzo piacevole e di facile lettura, per scoprire una figura femminile forte e carismatica che pochi conoscono. Durante la lettura, vi suggeriamo di cercare in rete le immagini dei suoi dipinti, davvero meravigliosi.

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r i t r at t o

conversazione oltre

la linea La rivedremo tra qualche giorno su RSI LA 2, per la quarta stagione in veste di conduttrice e moderatrice di Linea Rossa. Ma chi è Silvia Spiga, questo volto nuovo della RSI? testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

P

er scoprirlo abbiamo deciso di “prendere in prestito” alcuni temi affrontati proprio a Linea Rossa. Questa volta, però, a fare le domande saremo noi. A lei il compito di rispondere e la libertà di decidere quanto raccontare e svelarsi. La incontriamo a Gordola, dove vive con il compagno e la loro piccola, nata poco più di un anno fa. Silvia conserva quell’aria da ragazzina acqua e sapone e quella spontaneità tipica di chi è estroverso e solare. Perciò è davvero facile “attaccare” con la nostra intervista. I genitori - Tu sei cresciuta in una famiglia tradizionale. Tua figlia, invece, ha i genitori che non sono sposati. Secondo te esiste la famiglia perfetta in grado di garantire il bene dei figli? “I miei genitori sono immigrati dalla Sardegna negli Anni 70. Una coppia sicuramente tradizionale, con forti radici culturali, ma con una for formazione universitaria. Ho sempre pensato che i miei fossero degli immigrati privilegiati perché entrambi laureati ed entrambi assistenti sociali. Io sono nata qui, ma mi sono sempre sentita orgogliosa e molto fiera delle mie origini sarde.

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Sono altrettanto fiera del lavoro che i miei sono stati in grado di fare come genitori. Credo che abbiano cresciuto molto bene sia me, sia mio fratello, con tantissimo amore. Ed è quello che stiamo facendo il mio compagno ed io. Non credo esista la famiglia perfetta in grado di garantire il bene dei figli, ma sono convinta che l’amore sia un’ottima ricetta. Il matrimonio per ora, non rientra nei nostri progetti. Una grossa delusione per i miei zii in Sardegna. Uno di loro aveva conservato una bottiglia di Vernaccia del 1978, anno della mia nascita. La tradizione sarda vuole che questa bottiglia venga stappata il giorno del proprio matrimonio. Ma visto come sono andate le cose, l’abbiamo bevuta per la nascita di Camilla… Ad ogni modo diventare mamma/genitori ti rivoluziona la vita: ti sorgono mille dubbi, mille paure, senti una responsabilità enorme verso un altro essere umano”. L’adolescenza - Adolescenza tranquilla o turbolenta la tua? Ti spaventa o ti preoccupa l’idea di affrontare quella di tua figlia? “Credo di aver avuto un’adolescenza normale, se si può dire così. Non ho fatto grandi pazzie, non sono stata una testa calda e nemmeno una


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r i t r at t o Un angolo di Provenza a casa: tra le piante aromatiche coltivate dal compagno Luca.

ribelle, ma anch’io ho avuto le mie belle discussioni e litigate con i miei genitori perché in quel periodo mi stavano davvero stretti. Alla fine del liceo ero confusa: non sapevo cosa diventare da grande. Mi sarebbe piaciuto fare teatro, cosa inconcepibile per mia mamma che per me desiderava - come diceva lei - una formazione seria con studi superiori. Esattamente quello che per lei aveva voluto mia nonna. Una donna incredibile, una tipica sarda con il fazzoletto in testa, ma che vedeva lontano. E che quindi, aveva fatto di tutto per far studiare i suoi figli. Oggi ringrazio i miei genitori. Non sarei professionalmente quello che sono, se non fossero stati rigidi nell’ambito della mia formazione. L’idea di affrontare l’adolescenza di mia figlia, sì, mi spaventa. Anche perché con Linea Rossa sono confrontata con tutta una serie di problematiche giovanili e di pericoli in agguato che non sono mica uno scherzo. Spesso mi chiedo come possa un genitore prevenire questi problemi. Per il momento, però, mi godo i primi passi di Camilla alla scoperta del mondo”. La scuola - Qual è stato il tuo percorso scolastico? “Dopo il liceo, ho deciso di frequentare le scuole magistrali perché ero già ben integrata nel mondo delle colonie e trovavo interessante e stimolante fare la maestra. Alla fine delle magistrali ho

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insegnato per un anno a metà tempo nella scuola elementare di Camorino, paese dove vivevo con la mia famiglia. Durante quell’anno - nonostante mi piacesse molto avere a che fare con i bambini e insegnare loro delle cose - ho sentito che il Ticino mi stava stretto e ho deciso di continuare gli studi. Forse ero troppo giovane, forse a soli 20 anni non ero ancora pronta ad una professione con così tanta responsabilità. Così sono partita per il Dams di Bologna dove mi sono laureata in musicologia con una tesi in pedagogia musicale”. Il lavoro - Come sei entrata alla RSI? E come riesci a conciliare lavoro e famiglia? “Una volta laureata, il mio sogno era quello di restare e trovare impiego a Bologna. Ho cercato tanto, ma senza risultato. Così ho deciso di tor tornare in Ticino e nel primo anno dopo la laurea ho fatto diversi lavori: addetta stampa per Ticino Musica, lezioni di musica ai bambini della banda di Bellinzona, supplenze, recensioni musicali per il Corriere del Ticino. Ad un certo punto sono stata contattata da ReteTre, alla quale avevo mandato una mia candidatura. Così ho fatto uno stage di due settimane, dopodiché mi hanno proposto di fare il praticantato. Il primo anno ho lavorato per Baobab, poi sono stata inserita nella redazione del progetto Latele, che però non ha avuto fortuna ed è stato eliminato. Perciò sono

Sono ata un ’ t r o f n po e u iente! sc inco


approdata all’intrattenimento, fascia programmi per bambini. Scrivevo i copioni per il Peo, ho scritto delle puntate per gli S-Rini e ho dato una mano alle realizzazione di quelle dei Ta-Pit… Mi piaceva molto, è stata un’esperienza bellissima. Ho infine concluso il mio praticantato lavorando tre mesi per le cronache della Svizzera Italiana. Il passaggio all’intrattenimento è stata la mia fortuna perché mi è stato chiesto di lavorare a SQuot. E poi è arrivata l’idea di Linea Rossa. Mi hanno proposto di condurla e ho accettato con grande entusiasmo… È un impiego all’80 percento, perciò ho dovuto cercare delle soluzioni per riuscire a conciliare lavoro e famiglia. Fortunatamente mi danno una mano le due nonne e il mio compagno Luca - alias Luka RudeBoy - che lavora a ReteTre, ma prevalentemente la sera”.

L’amore - L’amore è… “Un sentimento grande e importante che va preservato e salvaguardato. Da un anno ho scoperto anche un altro tipo di amore, quello per i figli. È incredibile come ci si possa innamorare di un figlio. È un sentimento così forte che ti lascia senza respiro. Ha ragione una mia amica, neo mamma, che ha scritto recentemente in Facebook: “Il parto è l’unico appuntamento al buio in cui hai la garanzia di incontrare l’amore della tua vita”. La musica - Una tua grande passione. Come nasce e come la coltivi? “Ho iniziato a sette anni a suonare il piano. Ho studiato questo strumento per diversi anni con insegnanti privati. Poi, facendo la monitrice in colonia, ho imparato da autodidatta a suonare

L’amore per il contrabbasso è nato durante gli studi di musicologia a Bologna.

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anche altri strumenti, soprattutto la chitarra. Durante gli studi di musicologia a Bologna mi sono lasciata affascinare dal contrabbasso. Ne desideravo uno a tutti i costi. E mi è stato regalato. Nel 2001 con alcuni amici abbiamo fondato Ajelé, un gruppo che propone musiche etniche della tradizione sudamericana, spagnola, africana, francese, italiana, irlandese. Insieme abbiamo tenuto vari concerti. Inoltre,

SCHEDA

biografica

Nome: Silvia Cognome: Spiga Data di nascita: 15 maggio 1978 a Locarno Stato civile: nubile Domicilio: Gordola Formazione: laurea Dams in musicologia a Bologna Professione: redattrice e conduttrice RSI Letture preferite: romanzi, in particolare quelli di Jonathan Safran Foer Cibo preferito: maialino sardo allo spiedo Motto: “La sincerità paga sempre”

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la mia passione per la musica mi ha portata a fondare con altri nel 2004 “Emilio e una nota”: una colonia musicale per adolescenti in cui non solo ci si ritrova a suonare, ma in cui tutta la musica è creata da zero, dai ragazzi che vi partecipano. Oggi, a causa dei miei impegni professionali e di mamma, non riesco a essere più molto attiva”. La tecnologia – Sei amica delle cosiddette nuove tecnologie? Frequenti i social network? “Per forza! È l’unico modo per riuscire a mettermi in contatto, velocemente, con i ragazzi di Linea Rossa. Scrivo una mail: nessuna risposta; provo a telefonare: nessuna risposta… Allora entro in Facebook e, come per miracolo, sono tutti lì… Per il resto ne faccio un uso moderato. Non sono certo una fanatica!”. Bellezza e look - Cosa ti piace di te e quale il look che più ti si addice? E la bellezza interiore? Quali le qualità che ti vengono riconosciute?


“Difficile dare una risposta a questi interrogativi. Io sono un tale disastro in fatto di look! Non mi interessa e non mi piace fare shopping, non mi trucco e non porto tacchi. Amo i vestiti comodi e pratici. Sono molto grata alla mia costumista che mi accompagna a fare shopping per il programma, mi aiuta e mi consiglia. Io non sarei mai in grado di combinare quel certo pantalone con quel cardigan… Per quanto riguarda trucco e parrucco, sono altrettanto grata alle truccatrici. Se appaio in tele così come appaio, è unicamente grazie all’abilità di queste collaboratrici. Per quanto riguarda la bellezza interiore, una qualità che mi viene sicuramente riconosciuta è la mia capacità all’ascolto e, di conseguenza, la mia pazienza”.

«A volte

bisogna saper cogliere le occasioni al volo»

Successo e talento - Credi di essere una persona di successo e di talento? “Mah, più che una persona di successo e di talento, direi che sono fortunata e un po’ incosciente. Non ho mai avuto paura di buttarmi e di cogliere nuove sfide. Questo, nella mia vita mi ha aiutata a mirare ai miei obiettivi”. Sogni e ambizioni - Nei hai? E se sì quali? “Spero di continuare a fare quello che faccio, che mi piace molto. Magari proprio sempre nell’ambito dei programmi di intrattenimento con e per i giovani. Questo sarebbe perfetto! Mi piace stare con i ragazzi, ascoltarli, interrogarli, lasciarmi sorprendere…”. v

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t end enze

tendenza

nostalgia La tecnologia, il digitale, la rete, sono il fulcro e la caratteristica principale della nostra quotidianità e forse proprio per questo, sentiamo il bisogno di aggrapparci ancora a piccole cose del passato. testo Antonella Broggi - antonella@illustrazione.ch

L

a nostra memoria, quella storica e il passato, fanno di noi ciò che siamo, e forse proprio per questo motivo, nonostante la nostra società sia assolutamente digitale e proiettata al futuro come mai prima d’ora, ci ritroviamo irrimediabilmente attratti da piccoli dettagli che ci rimandano al passato. Una sorta di ancora alle nostre origini, e forse anche un pizzico di nostalgia per un passato che non era forse migliore, ma che oggi vediamo come ammantato da un’allure romantica. Ecco che allora ricreare nella nostra casa un angolino nostalgico, o attorniarci di piccoli oggetti dal packaging e dalla grafica retrò ci trasmette serenità. Perché rinunciarvi allora? v

Una bottiglia come quella dei medicinali di una volta contiene invece il Monkey 47, un dry gin della ForeFore sta Nera a gradaziogradazio ne alcolica al 47%, editionpopulaire.ch.

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bel l ezza

quando la bellezza

fa stare meglio La vita a volte ci confronta con prove dure, che richiedono tanta forza e coraggio. Il cancro e le cure che necessita possono modificare l’aspetto di chi ne soffre, aggiungendo a un percor percorso già difficile anche insicurezza e vulnerabilità. Di questo si occupa la Fondazione Look Good… Feel Better. testo Antonella Broggi - foto Gabriele Campeggio

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ffrontando il percorso di cura per combattere il cancro, può capitare che i cambiamenti estetici causati dalla terapia passino un po’ in secondo piano, sebbene le loro conseguenze non siano affatto da sottovalutare. Affrontare la malattia richiede moltissima forza e coraggio, e se

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anche l’aspetto, e per le donne in particolare le caratteristiche femminili, subiscono una trasfor trasformazione, l’insicurezza può rendere il processo di guarigione ancora più faticoso. A questo ha pensato la Fondazione Look Good… Feel Better, nata negli Stati Uniti e ora presente in 26 Paesi. In Ticino, in collaborazione con l’Istituto

Cristina inizia la lezione struccandosi.


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Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI), presso la sua sede di Bellinzona e quella dell’Ospedale italiano di Lugano, si svolgono dei corsi gratuiti di trucco pensati appositamente per minimizzare gli effetti della terapia antitumorale. Estetiste qualificate si mettono a disposizione delle pazienti per aiutarle ad affrontare i cambiamenti estetici e svelano loro piccoli ma efficaci trucchi, mentre un’infermiera è a disposizione per rispondere alle domande relative alla malattia e ai trattamenti. Durante la terapia, infatti, non solo possono cadere i capelli, le ciglia e le sopracciglia, ma anche la pelle può cambiare e divenire più fragile, secca e opaca. Prendersene cura nel modo giusto e truccarla con semplici ma efficaci accorgimenti può aiutare molto a essere più belle, e a sentirsi meglio. Confrontarsi con altre donne nella stessa situazione fa inoltre sentire meno sole, meno diverse, oltre a favorire nuovi legami. Durante i corsi gratuiti proposti da Look Good… Feel Good, alle partecipanti viene inoltre offerto un set di cosmetici di ottima qualità, con i quali fare pratica durante il corso e a casa. Ma come si svolge esattamente un laboratorio di questo tipo? Con il nostro fotografo ho avuto la possibilità di partecipare a un laboratorio. Cristina e Carla si sono messe a disposizione affinché potessimo fotografarle durante il pomeriggio passato insieme. Ci ritroviamo in una sala all’interno dell’Ospedale italiano che sembra un salone di bellezza: sui tavoli trousse di trucco, specchi e prodotti estetici. Le signore cominciano ad arrivare e sono molto silenziose. Capisco che si sentono un po’ a disagio, non sanno cosa le aspetta e la mia presenza, insieme a quella del fotografo, sono viste con un po’ di preoccupazione, ma chiarito lo svolgimento e fatte le presentazioni si può iniziare. L’atmosfera mi ricorda il primo giorno di scuola. Le signore vengono pregate di mettere sul silenzioso i loro telefonini. Questo è un momento da dedicare solo a sé stesse. La lezione inizia con le indicazioni per struccar struccarsi. Mi rendo conto che non è così facile mettere a nudo le proprie fragilità, ma lo trovo un bel modo per iniziare a ricostruire la propria im-

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in seguito a carenza di biotina.

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bel l ezza Carla definisce le sopraciglia seguendo i suggerimenti ricevuti.

magine, lavando via quella vecchia, insieme alle proprie paure e insicurezze. Un viso nuovo dal quale ricominciare a sentirsi bene, e belle. Chi sta affrontando un percorso di cura deve prestare particolare attenzione all’igiene, poiché durante la terapia il sistema immunitario è particolarmente fragile, ma imparare a prendersi cura di sé stesse e a valorizzare la propria femminilità è importante per ogni donna. Con il passare dei minuti la tensione si allenta e le signore comincomin ciano a chiacchierare, a sorridere e a scherzare. Per molte di loro questo è il primo momento in cui dimenticano l’ospedale, i medici e le terapie per occuparsi solo di qualcosa di frivolo. C’è chi sa già come truccarsi e chi invece sta imparando a familiarizzare con i nuovi prodotti. Ma ciò che conta davvero è occuparsi di sé stesse, senza se e senza ma, lasciandosi alle spalle la malattia e le terapia per far sbocciare la bellezza che ogni donna possiede. Stare due ore davanti alla propria immagine riflessa, soprattutto in malattia, è un esercizio formativo non facile come si potrebbe pensare. Guardarsi negli occhi significa anche guardare dentro sé stesse e a volte ci vogliono forza e coraggio. Un ambiente positivo e il sostegno di persone qualificate sono un ottimo modo per farlo con ottimismo e positività. Perché nei

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momenti difficili della vita, quando ci troviamo confrontati con la malattia, essere belle aiuta a sentirsi meglio! v

I PROSSIMI

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3. Infila l’ago con un pezzo di filo molto lungo e annodane le due estremità. Cuci le paillette su tutta la circonferenza del braccialetto. 4. Puoi usare paillette miste o a tinta unita, cucendole però con un filo a contrasto. Puoi fissarle con due o tre punti, e vedrai che il risultato cambia. Puoi indossarne uno o tanti tutti insieme, perché li puoi mettere e levare in un attimo.

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i n vi aggi o

agusche la non guida volevo A Muara Siberut, capoluogo delle remote Isole Mentawai, situate a circa 200 km di mare da Sumatra, intendo organizzare una spedizione nell’entroterra, per visitare i villaggi indigeni. Incontro però Agus, l’unica guida che mi era stata… sconsigliata. testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

UN MUEZZIN ANCHE SUL TRAGHETTO L’ufficio turistico di Padang non mi aveva dato molte informazioni. Tutti erano stati gentilissimi, anche se piuttosto sorpresi della mia visita, che costituiva probabilmente un piacevole diversivo al ripetersi di giornate simili le une alle altre. Non avevano però saputo dirmi per quando era prevista la partenza del traghetto per le Isole Mentawai. Non molto meglio era andata presso l’ufficio dell’armatore, il Kantor ASNP, che a fatica avevo trovato in centro città. Già l’arrivo non faceva presagire nulla di buono. Avevo infatti trovato la porta chiusa, malgrado gli impiegati fossero regolarmente al lavoro come avevo potuto constatare guardando da una finestra. Si erano solo dimenticati di aprire la porta al pubblico! Successivamente, l’amministratore mi aveva dato delle vaghe indicazioni e soprattutto con grande imbarazzo non era riuscito a vendermi nemmeno il passaggio. Mezz’ora di affannosa ricerca della chiave dell’armadio, in cui erano custoditi i biglietti, si era rivelata vana. Non mi rimaneva che recarmi al porto senza certezze, ma con tutti i miei bagagli, fiducioso che, prima o poi, sarei riuscito a imbarcarmi sul fatidico tra-

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ghetto. Dovrò però attendere fino a sera prima di iniziare la navigazione notturna di una decina di ore su un vecchio barcone in direzione di Siberut, il capoluogo delle isole Mentawai, uno dei luoghi più remoti dell’Indonesia dove ancora vivono indigeni che preservano usi e costumi ancestrali. Per mesi mi ero documentato sulla loro cultura, su come raggiungere questi luoghi e su come organizzare il viaggio. Tantissimo lavoro per pochissime informazioni e forse nemmeno attendibili. Molte note erano inoltre in contraddizione tra di loro, ma ve n’era una che curiosamente era riportata in più descrizioni: fare attenzione a una guida di nome Agustinus*. Il mio scomodo sonno nella stiva, su un materasso di plastica il cui scopo è probabilmente quello di far sudare copiosamente, viene bruscamente interrotto dal muezzin del traghetto (!), che chiama le genti musulmane - praticamente tutti - alla preghiera del mattino. Quando all’alba, un poco disorientato e assonnato, sbarco facendomi strada tra mercanzie di ogni genere e persone ancora addormentate per terra e raggiungo il porticciolo, trovo un’unica persona disposta a portarmi in paese con una motoretta e non mi preoccupo di certo di chiedergli il nome. Raggiunto il capoluo-


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Il traghetto per Mentawai… non è proprio una crociera.

go Muara Siberut, un paesino assediato dal mare che lo invade regolarmente a ogni marea, vi trovo vie deserte e un solo ristoro appena aperto, nel quale ordino un mie goreng (nudeln fritti) con uovo e un caffè. Con me quella strana persona, l’aria un poco trasandata, i denti mal curati, i braccialetti tribali, i tatuaggi nascosti da abiti sudici e i capelli lunghi che probabilmente non vedono una doccia da giorni.

CAMMINEREMO INSIEME NELLA GIUNGLA “Mi chiamo Agustinus, Agus per gli amici”, mi dice con sorriso cordiale. E ora che fare? Pagar Pagargli il caffè e salutarlo? Chiedergli ragguagli su come organizzare il seguito del viaggio? Dirgli che “l’amico internet” è un poco impietoso con lui? Pur con prudenza e, lo confesso, un po’ di malfidenza, decido comunque di proseguire la

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i n vi aggi o

conversazione e di fidarmi più del mio navigato buon senso di vecchio viaggiatore che non degli “opinionisti” di internet. Agus mi accenna una sorta di poco cordiale concorrenza tra le già rare guide del luogo. Giovani che riescono a guadagnare qualche rupia conquistando la fiducia dei pochi visitatori, quasi tutti temerari surfisti alla ricerca di quelle che qui paiono essere le onde più belle del mondo. Guadagni che spesso bastano per acquistare un nuovo telefonino o per alcune feste con gli amici. Lui però ha una famiglia, una moglie alla quale vuole bene e dei figli per i quali desidera un futuro migliore del suo. Mi dice pure di aver promosso un’associazione locale la cui sede è in una grande capanna che visiterò in seguito, trovandovi però solo alcuni oggetti tribali e un paio di vecchie foto segnate dall’umidità. Non essendo un surfista e interessandomi alle popolazioni autoctone che vivono nella foresta, cerco una guida che conosca bene le regioni interne dell’isola. Agus mi dice che la sua famiglia vive in quelle zone e che lui conosce bene tutti i villaggi. Mi disegna su un pezzo di carta una mappa, mi spiega i problemi e

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le difficoltà nel raggiungere questi luoghi, non da ultimo la necessità di disporre di una canoa a motore, le chiamano “pongpon”, anche se poi mi avvisa che vi sarà in seguito molto da camminare, spesso anche in condizioni difficili. Così dicendomi mi osserva, forse domandandosi se quell’uomo di mezza età che si trova davanti sia in grado di sopportare tali fatiche. IL PASSATO OSCURO DI AGUSTINUS Agus mi convince sempre più, spiegandomi molte particolarità della cultura Mentawai, e soprattutto mostrando quanto ciò gli faccia piacere. Vuole prepararmi al meglio, farmi capire i valori della cultura locale e insiste nel volermi insegnare le principali parole del vocabolario. Mi dice che il saluto è “anaileuita”, e che inoltre è importante dopo ogni stretta di mano portare la mano sul cuore. Grazie ad Agus riuscirò anche a trovare una barca, il solito parente accomodante (!) e a organizzare la riserva di provviste per i giorni successivi. Nella foresta presso i villaggi Mentawai si trova sicuramente del cibo, ma non

Tutta la magia della navigazione notturna.


Trovo una canoa, un pongpong dopo lunghe trattative.

voglio approfittare troppo della loro ospitalità, al contrario intendo portare loro quelle provviste delle quali difficilmente riescono a fare scorte: sale, zucchero, te, caffè, riso e… tabacco. Che lo desideri o meno - e non lo desidero proprio - la cultura Mentawai è intimamente legata al consumo del tabacco, il fumo contraddistingue infat-

ti ogni momento della vita di queste genti ed è sconsigliabile recarsi in questi luoghi senza avere abbondanti provviste di sigarette e tabacco. L’entusiasmo col quale mi preparo all’incontro con la cultura Mentawai mi avvicina anche sempre più ad Agus. I giorni successivi conoscerò la moglie e i figli, i suoi amici, visiterò il suo villaggio e la sua casa. Lo strano rapporto delle prime ore sta cambiando. A volte, però, ci guardiamo in modo ancora interlocutorio, forse lui comprende di non aver ancora conquistato totalmente la mia fiducia, lo farà solo quando partiremo e soprattutto se tutto andrà bene. Ai miei occhi però Agus rimar rimarrà forse una persona controversa e un po’ indecifrabile. Dietro quella facciata di uomo trasandato vi è una storia di vita particolare, sorprendente, drammatica, che lo ha probabilmente profondamente segnato. Una sera senza luna, nel buio di una capanna, accadrà che Agus mi confidi del suo passato oscuro. Una vita da delinquente sull’isola di Sumatra che ora non solo ha dimenticato, ma della quale si vergogna e che mi descrive con molti dettagli anche raccapriccianti, raccontandomi della sua appartenenza a gang criminali senza scrupoli, quasi volesse, dopo tanti anni, liberarsi di quel fardello una volta per tutte. Chissà perché lo fa proprio con me. Ndr: Agustinus è un nome di fantasia, scelto al fine di non offendere e tradire la fiducia della mia guida. v

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s p or t

arrampicare

è dentro di noi

Incontro con la disciplina dell’arrampicata sportiva, tra esterno e interno, difficoltà sormontabili e adrenalina. testo Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch foto Ti-Press/Gabriele Putzu

I

ncrocio per la prima volta la disciplina sportiva dell’arrampicata grazie all’incontro, a Taverne, col direttore operativo del locale Centro di Arrampicata Claudio Notari, maestro di arrampicata e apritore internazionale di percorsi legati all’arrampicata sportiva, da 30 anni appassionato delle discipline sportive che hanno quale denominatore comune salire, debitamente equipaggiato, su una parete di altezza variabile, sia essa naturale o artificiale, per raggiungerne la cima. Il colpo di fulmine con la montagna, prima, e l’arrampicata sportiva poi, nasce dall’invito ricevuto da due cugini, iscritti in una società alpinistica, e da suo fratello: “Dai prova anche a tu, mi ripetevano, finché sono riusciti a coinvolger coinvolgermi ed è stato in quel momento che è scattato il clic”… fatale. Superata l’iniziale ritrosia accompagnata dalla naturale paura che prova chi si eleva da terra, il clic lo ha quindi portato a scalare le diverse cime disseminate sul territorio cantonale, sen-

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za dimenticare il raggiungimento ad esempio della vetta del Monte Bianco versante italiano e le spedizioni in Patagonia e in Canada, mentre negli ultimi anni “l’ascendere” dell’età lo ha portato a “discendere” nell’altezza delle pareti da scalare, perché “ora valuto con più attenzione il rischio oggettivo e quello soggettivo”. Da qui il nostro trovarci ai piedi di una parete artificiale. Ma di quale sport stiamo parlando? “L’arrampicata è un derivato dell’alpinismo, anni addietro si cercava di raggiungere la vetta di una montagna con qualsiasi mezzo e risorsa. Poi si è cominciato a chiedersi perché non arrivarci col solo ausilio della forza delle braccia e delle gambe. È nata allora l’arrampicata un po’ più pulita, da cui è scaturito il free climbing, l’arrampicata libera, che ha quale obiettivo quello di riuscire a salire una parete con le proprie forze. Dalle montagne di 4000 metri ci si è quindi concentrati sulle falesie, pareti di altezza variabile tra i 20 e i 40 metri. Quale ulteriore metamorfosi, nella prima metà degli anni ’90 è esplosa la pratica del


boulder, con la quale si affrontano passaggi dai 2 ai 5 metri in forma di masso roccioso. Del Ticino mi colpisce il fatto che offre di tutto, possiamo arrampicarci su vette, pareti e massi in ogni stagione, il territorio è vastissimo e validissimo e anche per quello che riguarda il boulder possiamo annoverare posti tra i più belli al mondo”. E da poco più di un anno, in Ticino vi è anche la possibilità di praticare l’arrampicata all’interno. Dalle viste imperdibili, guadagnate raggiungendo la vetta di una montagna, all’arrampicata effettuata all’interno di un edificio. A quale scopo? “Secondo me, per molti si tratta di un’alternativa alla palestra per tenersi in forma, altri invece scoprono l’arrampicata e il centro diventa un ponte per poi affrontare le pareti in esterno. Nello stesso tempo questo è un punto d’incontro che permette di socializzare, praticando un’attività sportiva che coinvolge un po’ tutto il nostro

essere, dall’aspetto fisico, a quello coordinativo, mentale ed emotivo. Inoltre qui si ha la possibilità di confrontarsi con tutti i livelli di difficoltà, sia per quello che riguarda l’arrampicata sia per quello che concerne il boulder”. Chi può praticare l’arrampicata? “L’arrampicata può davvero essere praticata da tutti senza preclusioni di età o di condizione. La vediamo già nei bambini piccoli, quando si mettono in piedi, l’arrampicare è dentro di noi”. Un invito ai nostri lettori: perché provarla? “Negli ultimi anni l’immagine di questa disciplina è cambiata, è diventata più accessibile, offre belle emozioni e sfide in tutta sicurezza, anche grazie all’evoluzione dei materiali; molte infatti sono le famiglie che si sono avvicinate a questo sport; nella Svizzera tedesca e romanda l’arrampicata è promossa anche a livello scolastico, mentre qui in Ticino si fa un po’ fatica a fare passare il messaggio; pratico questo sport da 30

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anni, e posso dire che ogni arrampicata è sempre nuova, non tocco mai un appiglio uguale all’altro, e l’adrenalina è garantita. Provatela”. Dopo la conversazione è il momento di passare alla pratica. Personalmente ho scalato mentalmente una parete di difficoltà 9, mentre insieme al fotografo Gabriele il montacarichi ci faceva tra… salire per scattare le immagini delle evoluzioni dell’”uomo ragno” Claudio, assicurato a terra da Marco Pagani.

“La bellezza di questo sport è nel fatto che non c’è antagonismo o, se c’è, esso consiste in una sfida tra me e la parete. È gratificante trovare la via per vincere il passaggio e arrivare in cima”, commenta da terra Claudio Notari, arrampicatore sportivo per caso e per scelta. v Per saperne di più:

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a t avol a

una ricetta

segreta A cena ad Anzonico a casa di Marco e Lorena Manfrè. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

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etti di essere invitato a cena ad Anzonico. E già devi fare mente locale. Ah, sì, Leventina. Ex comune, ora unito a Faido. Un centinaio di abitanti. Una strada di 6 km con tanti tornanti che sale assai ripida da Lavorgo sul versante sinistro della valle. Metti che, arrivato a poco meno di 1’000 metri di altitudine, scopri che questo paesino, con le sue viuzze lastricate e le case in pietra e in legno, è rimasto nel corso del tempo quasi immutato. Metti anche che, in questo posticino idilliaco, vengano custodite gelosamente e tramandate due ricette tipiche solo di questo luogo: i fitri di Anzonico e pasta e pom. E metti infine che a casa di Marco e Lorena Manfrè saranno proprio i fitri ad arrivare sul mio piatto. Mi sento onorata e felice di assaggiare qualcosa di cui non conoscevo l’esistenza. E questo grazie alla signora Mariangela, la zia di Lorena, che le ha dato la ricetta, ma che era molto combattuta al pensiero che la stessa venisse divulgata. I FITRI DI ANZONICO Faccio qualche piccola ricerca in internet e scopro che i fitri sono inseriti nell’inventario del Patrimonio culinario svizzero. Qui vengono descritti come “tortelli di farina di grano saraceno, fritti,

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ripieni di formaggio”. Leggo inoltre che “nei dintorni di Anzonico c’era una coltura particolare di grano saraceno”. Se ne trova una testimonianza in un articolo di Emilio Bontà, apparso nel 1950 sul Bollettino storico della Svizzera italiana: “... gli anzonichesi facevano posto nei loro campi soleggiati a una coltura non comune nei dintor dintorni, quella del formentin, val a dire della fraina o grano saraceno, che dà la farina nera”. Lorena mi racconta che potrebbe esserci però anche un’altra spiegazione. È infatti possibile che “i

I nostri enoesperti consigliano:

«I fitri sono

un patrimonio segreto» fitri di Anzonico siano una variante degli sciatt valtellinesi”. In estate, in Leventina, arrivavano molti valtellinesi che aiutavano nella fienagione sui monti. Può essere che qualcuno di loro abbia introdotto la ricetta degli sciatt (fatti a base di farina di grano saraceno, tipica della loro valle). Grazie alla presenza della farina e all’abbondanza di formaggio nel villaggio (dovuta agli alpi sopra Anzonico), è stato facile riprodurre la ricetta. Ma non facile come sembra! Marco, il cuoco di casa, mi spiega che per riuscire a cucinare dei fitri ben fatti bisogna avere un po’ di esperienza e manualità. Quindi, se voleste cimentarvi in questa ricetta e non dovesse riuscirvi al primo tentativo, non scoraggiatevi! Riprovate e il risultato arriverà. PASTICCIERE MANCATO, CUOCO APPASSIONATO Mentre Lorena ammette senza problemi di cucinare per necessità, Marco ama cimentarsi ai fornelli, tanto che la sera e nel weekend cucina quasi sempre lui. Una passione di famiglia, forse insita nel DNA: in effetti Alessandro, il fratello di Marco è cuoco di professione e ha gestito per 20 anni, insieme alla moglie Michela, il ristorante All’Acqua. Dal 2015 la coppia raccoglierà una nuova sfida: li troveremo alla Locanda Orelli di

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a t avol a Marco durante la preparazione dei fitri.

Bedretto. Marco mi racconta che da ragazzo voleva fare il pasticciere, ma poi, per una serie di motivi, è finito a fare il meccanico. Dall’officina alla cucina, il salto non è proprio breve, ma lui l’ha fatto. Cucinando si è accorto di quanto questa attività gli piacesse. Tanto che, su chiamata, è andato qualche volta anche in Val Bedretto a dare una mano al fratello. Il più delle volte è però Marco ad aver bisogno di Alessandro che, al telefono, gli dispensa consigli su dosi, ingredienti e cotture. E se zia Mariangela è restia a divulgare la “formula” dei fitri, Alessandro è del parere che le ricette debbano essere diffuse. Come quella della lombatina d’agnello gratinata, suggerita a Marco qualche anno fa e con la quale ha conquistato Lorena. La lombatina è diventata per perciò uno dei cavalli di battaglia di Marco ed è per questo motivo che, oltre ai fitri - che saranno accompagnati da un’insalata di finocchi e arance -, ha deciso di preparare anche questo piatto, il cui contorno saranno gli spätzli fatti in casa. Per lui cucinare è divertimento e, a volte, anche “sfide gourmet” con la cognata. Per questo negli ultimi anni ha frequentato diversi corsi di cucina, sia

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organizzati da suo fratello, sia da altri: dai corsi base a quello sulla pasta fresca, a quello sul pesce, alla cucina tailandese… E i dolci? “Oggi mi attirano poco, anche perché non sono particolar particolarmente goloso, e poi Lorena è molto più brava di me a prepararli…”. Tra marito e moglie è stato “siglato” un accordo: lui cucina e lei pulisce e risistema a fine pasto. “Forse è proprio per questo che a Marco piace tanto cucinare!”, commenta sorridendo Lorena. NEGOZIO IN CASA Scopro, chiacchierando, che la casa dove vivono i Manfrè, non è una casa qualunque. Al pianter pianterreno, da quasi sicuramente un secolo, è aperto il “Negozio Berta”. Lo gestisce la signora Noemi, la mamma di Lorena. Qui si possono acquistare beni di prima necessità, frutta e verdura e le mar marmellate e le conserve preparate in casa”. Se in negozio non c’è nessuno basta suonare un campanello. “E quando noi abbiamo bisogno di qualcosa perché abbiamo dimenticato di comprarlo mi spiega Lorena - scendo di sotto e mi servo. Per me è normale. Sono nata e cresciuta tra quegli


il mercoledì pomeriggio e la domenica. Oggi ad Anzonico vivono sette bambini, due dei quali - Tommaso e Greta - sono i figli di Marco e Lorena. Anche loro due hanno contribuito alla cena di questa sera aiutando la mamma a decorare la crostata di albicocche. “Tommaso - afferma Lorena - sembra molto interessato alla cucina. Dice che gli piacerebbe fare il cuoco come lo zio Ale. Vedremo”. Per il momento i due piccoli amano impastare e preparare biscotti e pizza e, soprattutto, andare a mangiare gli gnocchi nel ristorante dello zio. Questa sera, niente gnocchi, ma fitri, di cui Tommaso va ghiottissimo. La ricetta, come detto, è quella di zia Mariangela, trascritta alla lettera da Lorena. Compresa la postilla finale: “Tenere al segreto! Non diffondere!”. v scaffali che oggi, a differenza di un tempo, sono molto meno riforniti. Infatti una volta la gente faceva la spesa grossa qui. Ora si preferiscono i supermercati”. Nonostante l’attività e le vendite si siano ridotte, il Negozio apre tutti i giorni, tranne

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piacere naturale con molto gusto

merito del grasso

Il grasso gode di una pessima reputazione, che purtroppo sembra essere dura a morire. In realtà la carne e i grassi animali in essa contenuti rivestono un ruolo importante per un’alimentazione equilibrata. I grassi non solo trasmettono il sapore, bensì forniscono al nostro corpo anche importanti minerali, vitamine e acidi grassi essenziali.

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iletto e bistecca, fettina e puntina, di agnello, pollo, manzo e maiale: la carne svizzera offre un’ampia gamma di diversi tipi e tagli di carne. La percentuale di grasso non è necessariamente elevata: 100 grammi di sminuzzato di vitello contengono per esempio meno di 2 grammi di grasso, e persino la tanto amata cotoletta di maiale ne contiene solo il 10 percento. In un’alimentazione equilibrata quindi solo circa il 16 percento dei grassi assunti proviene dalla carne. I GRASSI SONO MOLTO IMPORTANTI I grassi animali forniscono al corpo preziosa energia, oltre che importanti acidi grassi insaturi, e sono fondamentali per l’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E, K). La carne svizzera di maiale, oltre alle pregiate proteine, contiene anche ferro, zinco, selenio e vitamina B1.

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ENERGIA ED EQUILIBRIO I grassi contenuti nella carne non fanno diventare né grassi né magri - fondamentale è l’equilibrio tra apporto e consumo energetico. Carboidrati, grassi, proteine e alcol forniscono il combustibile di cui il corpo ha bisogno nella vita di tutti i gior giorni. Quanto più siete attivi, tanto più consumate le calorie assunte. IL GRASSO COME FONTE DI GUSTO Il grasso contenuto nella carne è molto importante per il sapore e contribuisce in larga misura a far sì che un pezzo pregiato di carne svizzera sia così gustoso. Convincetevene anche voi e provate la nostra ricetta a base di pregiata carne svizzera di maiale. Buon appetito! v

«I grassi animali forniscono molta energia»

Per saperne di più: Per ulteriori informazioni sulla carne e sui grassi animali: carnesvizzera.ch, rubrica “Dossiers”.

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ricetta

COTOLETTA DI MAIALE CON MARINATA DI SENAPE E ROSMARINO Ingredienti per 4 porzioni Tempo di preparazione: ca. 20 min Tempo di marinatura: ca. 2 ore Ingredienti: • 4 cotolette di carne svizzera di maiale • 1 mazzetto rosmarino • 2 c. senape non piccante • Pepe di Cayenna • 1 limone • 2 c. burro per arrostire • Fiocchi di sale marino (Fleur de Sel) Preparazione: • Staccare le foglie di rosmarino e mescolarle con la senape e il pepe di Cayenna. Aggiungere un po’ di succo di limone e cospargere le cotolette di maiale con la marinata. Conservarle coperte al fresco per circa 2 ore. • Scaldare il burro per arrostire in una padella e rosolare le cotolette da entrambi i lati per circa 4-5 minuti a fuoco medio. • Servire cospargendo con fiocchi di sale marino. Aggiungere il resto del limone tagliato a fette. Da abbinare a verza stufata e Knöpfli. 1 porzione contiene ca.: 320 kcal - 33 g proteine - 21 g grassi 1 g carboidrati (senza verza e Knöpfli) Altre gustose ricette, consigli di preparazione e informazioni su un’alimentazione equilibrata sono disponibili su carnesvizzera.ch.

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racconti di casa nostra Il Ticino non è solo una terra dai meravigliosi scorci paesaggistici, di pregiati vini e dal clima molto spesso invidiato. È anche patria e ispirazione di scrittori, canzonieri, poeti e editori. Di seguito proponiamo una selezione di romanzi e racconti che potrebbero allietarvi il tempo libero. testo Luca Bortone e Marco Ortelli

IL BECAÀRIA di Giorgio Genetelli, ANAedizioni Narra i dolori del giovane Mario Zanetti, diciasettenne sopracenerino nel Ticino degli anni Settanta. I turbamenti adolescenziali portano il protagonista a scontrarsi con la scuola, con la mentalità del suo villaggio e soprattutto con la meticolosa autorità paterna. Questi dissidi lo spingono a cercare una “via di fuga” temporanea ad Airolo. Qui, in un Ticino in parte rurale, incontra due personaggi che lo aiuteranno a prendere coscienza di sé, ma che Mario finirà per perdere: “Avventura e libertà l’avevano sempre attratto, tanto da convincerlo che la sua vita si fosse svolta tutta in tempo di guerra. Ma l’unico conflitto sperimentato per davvero, forse, se lo portava dentro”.

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UNA LINEA SOTTILE di Giovanni Soldati, Armando Dadò editore “Una linea sottile”, pensò, “separa il bene dal male; o forse no. For Forse è solo la traiettoria di un proiettile a tracciare i confini di un destino che si spacca in due”. La follia, il disagio e una percezione distorta della verità sono il terreno fertile sul quale si sviluppano le oscure vicende dello pneumologo Nedo Bazzini e del traduttore Rodolphe Parmentier. Entrambi si muovono, non senza un certo smar smarrimento, tra Milano e Parigi, alla ricerca di un improbabile equilibrio mentale: “Nedo amava molto il suo lavoro e non aveva mai smesso di studiare, nemmeno quando avrebbe avuto la possibilità di sedersi in riva al fiume e, come suol dirsi, mettersi comodo ad osservare lo scorrere della vita. L’acqua bassa, e cheta, però, non gli era mai piaciuta”.


UN CIELO BLU GENZIANA di Mattia Cavadini, Gabriele Capelli Editore Questo il nuovo libro prende spunto dalla figura di un grande intellettuale del nostro Paese, l’ar l’architetto Tita Carloni: “Prima di morire ci lasciò con una frase ambigua: “sotto la nebbia sarà tutto cemento, sopra vivranno gli animali e coloro che vi si adegueranno”. Disse queste parole con uno strano scintillio negli occhi, voce placida, come se sapesse che gli sarebbero mancati pochi giorni, ma allo stesso tempo volesse suggerire una via a chi sarebbe rimasto”. Interrogandosi sulla frase di Carloni l’autore ha scritto il racconto ambientandolo in uno dei luoghi preferiti dall’architetto, il Monte Generoso. Un viaggio introspettivo ma non solo, un percorso in cui le riflessioni di Tita Carloni a difesa del territorio e della fauna vengono portate alla loro estrema conseguenza.

BACIARE NON È COME APRIRE UNA SCATOLETTA DI TONNO di Daniele Dell’Agnola, Infinito edizioni Il romanzo dello scrittore e docente narra di una giovane neo-laureata che cerca lavoro e lo trova come supplente in una scuola media della Svizzera italiana. Gambastor Gambastorta, Biondissima, Her Hernando, Pauline, Zyed, Angela, Paolo, Andy, Kabul, Orietta, sono gli adolescenti che segnano un’esperienza indimenticabile per la giovane supplente, alla prima concreta esperienza lavorativa dopo gli studi. Il romanzo nasce da un progetto didattico e pedagogico realizzato con cinquanta allievi di quarta media ed è diventato uno spettacolo teatrale recitato dai ragazzi. Il progetto e il libro saranno presentati in una tournée tra librerie e scuole, nella Svizzera italiana e in Italia. v

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Predire con le Rune

e rune sono un antico metodo di predizione proveniente dai Paesi Nordici, in particolare scandinavi e germanici. Questo modo di predire avvenimenti futuri era ad esclusivo beneficio dei sacerdoti celti che venivano chiamati Druidi; i Druidi detenevano un potere quasi assoluto sulla popolazione e a loro veniva assegnato il controllo totale sia in campo religioso che civile. La leggenda narra che fu il dio Odino in persona ad inventare e ad insegnare ai Druidi l’alfabeto runico e come usarlo per predire il futuro. Con il passare dei secoli si narra di come questo alfabeto sia stato leggermente modificato, infatti in origine pare che i caratteri fossero 24 ai quali venne aggiunta solo verso il termine del Medioevo, e per mano dei popoli islandesi, una ulteriore runa, detta runa bianca che rappresenta l’inizio e la fine di ogni cosa.

Questa runa in effetti è anche la runa della spiritualità e del rinnovamento. Spiegare come leggere e come usare le rune è estremamente complicato, conoscere i singoli simboli e il loro significato richiede una profonda conoscenza legata a periodi molto lunghi di studi e di esperienza, oltre che di sensibilità e intuito. È estremamente importante ricordare che le rune non risponderanno mai a domande meschine o venali come vincerò la lotteria? oppure come posso fare ad ottenere quella promozione prima che venga assegnata a qualcun altro?.

Le rune rispondono esclusivamente a domande che abbiano un fondo di spiritualità come la ricerca dell’armonia o su come cercare di vivere serenamente senza creare o provocare attriti, oppure su come sia possibile aiutare noi e gli altri per uscire da situazioni difficili. Alle rune infatti non dobbiamo chiedere risposte che diano soluzioni, ma suggerimenti su come comportarci per gestire al meglio i vari aspetti della nostra vita e viverla in armonia con gli altri e con l’ambiente che ci circonda. Provate anche voi a rivolgervi in piena fiducia a persone veramente esperte nell’antica lettura dell’alfabeto runico e scoprirete aspetti della vostra vita che nemmeno sospettate di avere, permettendovi di vivere meglio e più felicemente.


oroscop o testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch

g ARIETE 21/3 - 20/4

h TORO 21/4 - 20/5

i GEMELLI 21/5 - 21/6

j CANCRO 22/6 - 22/7

PREVISIONI PER LA PRIMA METÀ DEL MESE DI OTTOBRE 2014

Quest’autunno sembra iniziare con il botto per voi: basti pensare al bellissimo trigono nell’elemento fuoco per darvi la carica. Non mancherete certo di energia e voglia di fare, ma a frenare un’eccessiva esuberanza in questa prima parte del mese ci penpen seranno le dissonanze planetarie fra Capricorno e Bilancia, per cui non spingete troppo l’acceleratore ed evitate di scontrarvi con superiori, capi o autorità. E con Mercurio retrogrado meglio evitare transazioni finanziarie rischiose. I campi nei quali potrete dare il massimo: sport, fisioterapia, arti marziali, arti figurative. Salute: attenzione all’eclissi dell’8.10. Molto proficui i primi tre giorni del mese quando il vostro fiuto sarà particolarmente stimolato per muovervi in modo sicuro in una situazione difficile, rendere costruttivo un vostro progetto o un’idea interessante. Se avete cause legali in corso, difenderete la vostra posizione con argomenti forti. Nel lavoro siete apprezzati, ma si pretende anche molto da voi. Attenzione perché con Mercurio opposto e retrogrado dal giorno 4.10 sarete sottoposti a maggiore stress, per cui datevi delle priorità. E poi non è detto che dobbiate fare tutto da soli. L’amore merita pure la vostra attenzione. Salute: rilassatevi con i Fiori di Bach e la danza. I primi tre giorni del mese vi vedono più concentrati sui vostri obiettivi di lavoro, che sono importanti, ma il vostro interesse principale rimane comunque l’amore. Qui le sorprese non mancheranno. Nonostante la buona posizione di Giove e Venere, dovrete fare i conti con Marte in opposizione che da un lato potrà indicare rotture, dall’altra nuovi inizi, magamaga ri un’amicizia che si trasforma. Mercurio retrogrado parla invece di discussioni riguardo al denaro e a un figlio. Inoltre vi suggerisce prudenza nelle spese e nel traffico. Non prendete iniziative impulsive e fate attenzione prima di firmare documenti! Salute: evitate sport o attività rischiose. Questa prima parte del mese risulta piuttosto stressante per voi, a meno che non abbiate un ascendente favorevole. Nei primi tre giorni con gli influssi dal Capricorno, l’ambiente familiare sarà pesante. Il giorno più critico sarà quello dell’8.10, con un’eclissi lunare totale. Potrà anche darsi che vi sia qualche preoccupazione per un congiunto o una persona giovane di cui occuparvi o da sostenere a livello economico, siate prudenti. Un supporto importante lo avrete da Mercurio e Nettuno che suggeriscono di chiedere aiuto psicologico. L’atmosfera sarà più distensiva attorno al 23.10. Salute: valorizzate di più voi stessi e fate qualcosa che vi piace.

k LEONE 23/7 - 23/8

l VERGINE 24/8 - 22/9

a BILANCIA 23/9 - 22/10

b SCORPIONE 23/10 - 22/11

Molto impegnativi i primi tre giorni del mese che richiederanno concentrazione e disbrigo di pratiche burocratiche, anche se noiose. Mercurio retrogrado non promette granché in questo periodo per cui non aspettatevi risultati importanti a livello lavorativo. Qualche affare potrebbe infatti slittare. Molto più enen tusiasmante sarà la vita sociale, mondana e l’amore, dove sarete al centro dell’attenzione. Voi donne sasa rete particolarmente corteggiate. Molto sollecitato il settore estetico, ma anche quello artistico e sportivo. Voglia di un nuovo look, di una nuova immagine? Saprete come promuovervi. Salute: danza e movimento per un’ottima forma. Molto proficui i primi tre giorni in cui potrete dare il meglio di voi, poi con Mercurio retrogrado e Marte dissonante, dovrete muovervi con maggiore prudenza sia nel traffico sia nelle finanze. Non sperate in risultati immediati o offerte importanti nel lavoro, ma dedicatevi a quello che avete già in mano. In queque sto periodo non sarà consigliabile firmare contratti o cambiare posto. Non da escludere qualche probleproble ma con un figlio. Saturno sempre in buona posizione favorirà voi non più giovani o della 3. decade, poiché saprete muovervi con più saggezza. Salute: attenzione alle distorsioni ed evitate di abbuffarvi a tavola. Curate ansia e stress con l’omeopatia. Particolare attenzione meriteranno i primi tre gior giorni con Luna-Plutone dissonanti a Sole, Venere e Urano, ma probabilmente si tratterà di eventi indipendenti dalla vostra volontà che vi mettono sotto pressione. Non solo dovrete imparare a proteggervi e a dire di no quando necessario, ma pretendere che ognuno si assuma le proprie responsabilità. EventuaEventua li collaborazioni lavorative dovranno essere chiarite prima per evitare malintesi in seguito. A favore avreavre te comunque un ottimo trigono fra Giove e Marte, che vi assicureranno sostegno da parte di persone importanti. Possibili contatti con i media. Anche l’amore vi sorriderà. Salute: danzate e cantate. Questa prima parte del mese vi indurrà a una profonda riflessione per quanto riguarda il lavoro e le finanfinan ze. Quali sono le vostre reali necessità? E le priorità nella vita? Molto significativo il confronto con una figura femminile. Possibili anche questioni legali da affrontare con Giove dissonante per voi della 1. decade. Da sottolineare inoltre la presenza di Mercurio nel vostro segno che dal giorno 4.10 si disporrà in moto retrogrado, per cui sarà importante riflettere prima di parlare, per evitare di ferire l’altro. In amore gli scenari sono vari, rivalità e rotture possibili ma anche un’attrazione fatale per un/a Bilancia. Salute: attenzione ai reni!

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o r oscop o PREVISIONI PER LA PRIMA METÀ DEL MESE DI OTTOBRE 2014

c SAGITTARIO 23/11 - 21/12

d CAPRICORNO 22/12 - 20/1

Inizio di mese all’insegna di una più profonda presa di coscienza per quel che attiene la vostra vita professionale: se avete superato la quarantina, potreste pensare a un riorientamento, a un trasferimento o a una nuova collaborazione. Per voi giovani ci saranno varie possibilità, ma quel che più vi interessa è la libertà di movimento. Il lavoro di routine non vi si addice. Inseguite i vostri sogni senza esitazione. Bene i settori dello sport, della musica, della scrittura e dell’insegnamento. Il bellissimo trigono in segni di fuoco vi regalerà energia, ottimismo e passione. In amore grosse sorprese. Salute: ottima ma osservate uno stile di vita più sobrio. Questa prima parte del mese sarà piuttosto faticosa, a causa di maggior lavoro o di impegni inderogabili. Possibili difficoltà con dei colcol laboratori o funzionari pubblici. Anche nel setset tore delle finanze dovrete muovervi con molta prudenza e limitare le spese. Non sarà facile neppure ottenere un finanziamento per un progetto cui tenete. Meglio rimandare a fine mese. Visto che vi rimarrà poco tempo per l’amore e il divertimento, approfittate di quei pochi momenti liberi per rilassarvi e ascoltare della buona musica o fare una passeggiata nel bosco. Salute: riguardatevi soprattutto nei giorni 8 e 9 con un’eclissi totale di luna.

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Se negli ultimi mesi il lavoro vi ha dato poca soddisfazione o un contratto stentava a decollare, ora avrete molte più opportunità per trovare o ottenere ciò che fa per voi. In realtà ora saprete con più chiarezza ciò che vi inin teressa davvero. È bene valorizzare i propri potenziali e tentare anche strade nuove. AtAt tenzione tuttavia a Mercurio che si trova retrogrado in Scorpione, che da un lato potrebbe nascondere delle insidie e dall’altro rendervi insofferenti, qualora vi sentiste ostacolati. L’eclissi totale di luna del giorno 8.10 potrebbe portare improvvisi cambiamenti. In amore non mancheranno i colpi di scena. Salute: massaggi rilassanti per il sistema nervoso.

e AQUARIO 21/1 - 19/2

f PESCI 20/2 - 20/3

GUADAGNARE

Nei primi giorni del mese dovrete concentrar concentrarvi soprattutto sul lavoro e mostrare senso di responsabilità o andrete incontro a problemi. Mercurio retrogrado non ammette distrazioni o scuse. Anche le finanze andranno curate con attenzione, non sono permessi sprechi. Possibili complicazioni nelle vertenze legali o con funzionari pubblici. Sappiate che Mar Marte vi sarà ostile per cui non forzate la mano. E in amore ci potranno essere dei contrasti dovuti a vari fattori, possibili discussioni per denaro. Le relazioni clandestine sono difficili da gestire e comunque è meglio evitare situazioni complicate. Salute: musicoterapia per il vostro benessere.

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