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TICINESE
SALUTE Quanta vita in una ruga SPORT Uno scoiattolo sulle cime del mondo
FEDERICO MOIANA
La mia vita in punta di piedi
RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA
N째 10 - 15 OTTOBRE 2008
à ssibilit o p a l ana settim per 1 anno i n g o In palio itare gratis* di ab
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SOMMARIO
IN PRIMIS
4 Fuorionda
Pensando all’autunno, ci vengono in mente temperature meno miti, foglie gialle, castagne e uva. Le colline del nostro Cantone sono un’esplosione di profumati grappoli che sono un vero piacere per i sensi già quando sono sul loro ceppo, ma quando diventano… grandi e si trasformano in quel prezioso nettare conservato in bottiglia, allora raggiungono davvero il loro apice. E il nostro Cantone ha una vocazione vitivinicola di tutto rispetto. Pensate che i ceppi d’uva censiti in Ticino sono
La rubrica a misura di lettore
L’arte di amare
6 Scelti per voi 8 Scriv in dialètt Globalizzazion? Va ben ma tegnimm anca i radîs
10 L’intervista “La danza è la mia vita!”
16 A tavola in Ticino
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Sinfonia di sapori russi e mediterranei
20 Internet Informatica del futuro o futuro dell’informatica? (5ª parte)
22 Sondaggio Sagre dell’uva? Divertenti!
quasi 4 milioni e mezzo!*
24 Cani, gatti & Co. Convivenza tra gatti
27 Penne, pennelli e pasticci La vasletto
28 Salute Di questi, solo poco più di 370 mila sono di uva bianca, tutte le altre piante producono uva rossa, suddivisa in Pinot nero, per una piccola parte (62’205 ceppi), Americana (104’869 ceppi) e in Merlot, che con oltre 3 milioni e mezzo di ceppi è indiscusso re dei nostri vigneti. Per sapere che rapporto hanno i ticinesi con l’uva, la vendemmia e il vino, siamo andati in giro per le strade del Cantone a intervistare i nostri lettori. Da Bacco a Tersicore, musa greca della danza, abbiamo incontrato Federico Moiana, studente ticinese di danza alla Scala di Milano. Potrete conoscerlo meglio leggendo l’intervista a pagina 10.
Quanta vita in una ruga…
32 Viaggi
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Il nord delle genti Frafra - La loro Africa, Ghana (10ª e ultima parte)
35 Parliamo di soldi Vita professionale e sviluppo del patrimonio
36 Escursioni L’acqua che non c’è
38 Sport Uno scoiattolo sulle cime del mondo
42 Motor Time L’auto ecologica corre verso il futuro Dove vai se il controllo non lo fai?
La redazione
47 Oroscopo
* Fonte: Annuario statistico ticinese 2007
Le previsioni di Cloris per la seconda metà di ottobre
50 Cruciverba Caccia al personaggio
Troverete la prossima edizione di llustrazione Ticinese, nella vostra bucalettere a inizio novembre.
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IN COPERTINA: Federico Moiana (foto Ti-Press)
ILLUSTRAZIONE TICINESE 10-08
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FUORIONDA
L’ARTE DI
AMARE
O
gni tanto esce qualche nuovo trattato sulla seduzione; difficilmente riesce ad aggiungere qualcosa di nuovo a quanto scritto e descritto due millenni fa dal poeta latino Ovidio. Spregiudicatamente nei tre libri della sua ‘Ars Amatoria’, una specie di manuale per cuccare, Ovidio paragona la capacità di conquistare una donna all’abilità che deve avere il timoniere per riuscire a condurre la sua nave in porto in una notte buia e tempestosa. Dice che occorre anzitutto conoscere la propria preda, esattamente come il pescatore deve sapere dove abboccano più facilmente i pesci. Quindi consiglia ai seduttori di recarsi
«Il vino è il doping d’amore per eccellenza» nelle occasioni mondane più frequentate dalle belle donne e, con uno dei suoi soliti paragoni molto leggiadri, scrive: “Come le formiche vanno avanti e indietro in lunga fila, recando con la bocca il grano, o come le api sparse pei fragranti campi volano di fiore in fiore, così le belle donne accorrono agli spettacoli più frequen-
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tati”. In pratica il consiglio di Ovidio è sparare nel mucchio e provarci con tutte: “Ce ne sarà almeno una, fra le tante, che si lasci conquistare!”. Senza dimenticare che “alle donne piace essere corteggiate” e che, se nessun uomo facesse il primo passo, di certo sarebbero comunque loro stesse a prendere l’iniziativa. Quindi la scelta del posto. Poi la scelta della preda; infine le tecniche atte a conquistarla. Compreso il doping d’amore per eccellenza, il vino, che nel testo latino ha un’evidente assonanza con Venere (la dea dell’Amore, o meglio della Seduzione): “Venus in vinis”. Ma ecco un altro suo consiglio spregiudicato: “Prometti senza paura: le promesse attirano sempre le donne, e chiama pure a testimoni gli dei. Giove, dall’alto dell’Olimpo, se la ride delle bugie degli amanti: non appena le ascolta ordina a Eolo (il dio dei venti) di disperderle con un soffio”. Ovidio sostiene che non si debba avere alcuna esitazione morale a mentire alle donne, dal momento che le donne in genere mentono persino più degli uomini: “Ingannare chi inganna, questa è la regola!”. Certo Ovidio non doveva avere una grande opinione delle donne: “Avessi dieci bocche e altrettante lingue non riuscirei mai a elencare tutte le arti scellerate delle donne!”... “Ci sono donne capaci di ridurvi sul lastrico con le loro continue richieste”. E spiega anche all’uomo che, pur di tenere una donna, deve prepararsi a sopportarne persino le corna, facendo sostanzialmente finta di niente: “Evitate di
“La donna sarebbe più affascinante, se si potesse cadere tra le sue braccia senza cadere nelle sue mani” (Ambrose Bierce). testo Roberto Rizzato
cogliere in flagrante le vostre donne!”. Allo stesso modo consiglia di non criticare mai i difetti femminili; bensì di igno-
«I difetti femminili non vanno criticati, solo ignorati» rarli: “Ricordati che, più il tempo passa, più ti ci abituerai”. Poi, forse pentito di tutte le cose ignobili dette contro l’altra metà del cielo e a favore degli uomini, Ovidio dedica alle donne il terzo libro della sua ‘Ars Amatoria’, profondendosi in consigli su come renderle più seducenti, fino al punto di parlar male questa volta invece degli uomini. Finché non si rende conto di aver segnato un sorta di autogol e conclude: “Ma dove mi sono lasciato trasportare? L’uccello non mostra al cacciatore il modo migliore per farsi catturare, né la cerva insegna a correre ai cani che la inseguono. Però ormai è fatta...”. Ma, alla fin fine, qual è la vera cosa importante per questo saggista dell’antichità precristiana? “L’importante è che si dica: “Ovidio fu il mio maestro!”. Mancava solo che scrivesse un altro trattato. Sulla Modestia...
Questii pomodorii arancioni,, dolcii e carnosi, primaa dii esseree dii nuovo o coltivati,, sono o statii conservatii dallaa bancaa geneticaa di Changins,, chee lii haa salvatii dall’estinzione.
O ra n
ge à gros Fruits
Patatee prettamentee decorative,, chee probabilmentee arrivarono o in n Svizzeraa passando o dallaa Scandinavia,, ottimee perr prepararee minestre,, purèè dii patatee e gnocchi.
Patata
Blu della Svezia
Questaa sortaa dii verdura,, giàà diffusaa all’epoca deii romani,, è stataa soppiantataa dallee carotee e dallee patate.. Oggi,, graziee all suo dolcee aroma,, staa tornando o in n voga.
P astinaca
Questo o ortaggio o dii Küttigen n dii coloree bianco,, vienee coltivato o ancoraa oggii in n Argoviaa ed d è unaa voltaa cotto o chee sprigionaa a pieno o ill suo o aromaa cosìì intenso.
Carota
Lu nga gialla del Doubs
di Küttigen
Questii peperonii dolcii sono o originari dell’Italia,, ill loro o aromaa particolaree li rendee perfettii daa grigliaree e daa farcire.
Pepe roni
Ill nomee dii questee carotee giallee riportaa al fiumee daa cuii provengono:: ill Doubs.. Ill loro gusto o piuttosto o fortee nee faa unaa vera prelibatezza,, siaa crudee chee cotte.
e corno di bu
Questo o pomodoro o carnoso,, giàà conosciuto daglii Incaa comee «Zapotec»,, è unaa veraa deliziaa anchee perr glii occhi,, siaa in n insalataa chee su u qualsiasii altro o piatto.
Pomodoro den tato
ProSpecieRara promuove la coltivazione di piante frutto della nostra tradizione. Scoprite il gusto genuino e naturale delle varietà nostrane: frutta e verdura di stagione, in vendita in punti di vendita Coop selezionati. Per varietà antiche riscoperte.
Questaa verduraa a fogliaa dall’aromaa abbaastanzaa dolcee sii gustaa giàà daa millenni.. Sii preparaa comee glii spinacii e portaa un n tocco o dii coloree in n ognii piatto.
Atriplice ros sa
Questii tuberii decorativi,, bianchii e rossi,, provenientii dall piccolo o paesino o dii Chioggiaa in n Italia,, vengono o tagliatii a fettee e servitii siaa crudii chee sbollentatii perr alcunii minuti.
B ar b
abietola Chioggia
SCELTI PER VOI
La merenda in lattina Plan b, Coop
Una lattina trasparente, richiudibile, bella da vedere, che contiene sana frutta secca con noci o cioccolato. Lo spuntino ideale da tenere in ufficio o da portare a scuola per merenda. Ne esistono due varianti: una con uvetta, albicocche e amarene secche; l’altra con frutta secca, noci e cioccolato bianco e al latte.
STRANI VICINI
Ecco di nuovo Ingrid & Dieter Schubert, una coppia vincente nel panorama letterario per ragazzi. I loro libri incutono sempre curiosità e invitano ad essere aperti subito. Le inconfondibili illustrazioni che li contraddistinguono attirano il sorriso e conducono il lettore in paesaggi agresti, solitamente popolati da animali faccendoni e pasticcioni. Gli Strani vicini sono invece la scorbutica Caterina, che vive in una casetta pulita e ordinata, e Bruno, un tipo grande e grosso e assai gentile, che le costruisce una precaria baracca proprio di fronte. Non sarà facile per Caterina accettare il nuovo dirimpettaio. Finché, dopo una notte di tempesta, i due non decidono di dividere una buona zuppa di… martello.
GISELLA PIPISTRELLA
Jeanne Willis e Tony Ross, Il Castoro Editore 2008. Dai 4 anni. I piccoli animali della foresta pensano che la pipistrella Gisella sia davvero alquanto matta. Gisella vede tutto all’incontrario e dice cose strampalate: che l’ombrello ripara i piedi, che l’albero ha le foglie in basso, che il cielo è sotto e il prato sopra... Gisella non è matta, spiega il Gufo Saggio, ma vivendo a testa in giù, guarda le cose in modo diverso! Questo divertente album, magistralmente illustrato da Tony Ross (uno dei più grandi illustratori contemporanei), insegna ai bambini a non fidarsi troppo delle apparenze, e invita a capire gli altri, considerando il loro punto di vista. Perché la realtà cambia a seconda di come la si guarda, e non per tutti il cielo sta sopra la testa! Provate a chiederlo a Gisella!
ZEB E LA SCORTA DI BACI Michel Gay, Babalibri 2008. Dai 4 anni.
Zeb, una simpatica piccola zebra, sta per partire con la scuola per il campo estivo. Per la prima volta dovrà dormire senza i baci della buonanotte di mamma e papà che però, per l’occasione, gli hanno preparato una scorta di baci da portare con sé: una scatoletta con tanti foglietti sui quali, la mamma da una parte e il papà dall’altra, si sono dati un bacio. Una trovata davvero azzeccata, di cui approfitteranno con successo anche i compagni di Zeb. Raramente la zebra è protagonista negli albi per l’infanzia. Forse anche per questo la storia di Zeb incuriosisce particolarmente. Di certo le dolcissime espressioni di tenerezza, perplessità, senso di abbandono, stupore e serenità del bravissimo Michel Gay, non lasceranno indifferente nessun lettore, né grande, né piccolo.
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Abbiamo provato
Ingrid & Dieter Schubert, Lemniscat 2008. Dai 4 anni.
Abbiamo assaggiato
Nati per leggere vi consiglia
L’asciugatrice innovativa
Asciugabiancheria TKF 7350 A/S, Fors AG/Blomberg Questa nuova asciugabiancheria sfrutta la tecnologia a pompa di calore, grazie alla quale è possibile risparmiare circa il 40 per cento di energia rispetto alle tradizionali asciugatrici a condensazione. La biancheria asciuga in modo delicato, a basse temperature, ed è quindi possibile utilizzarla anche con capi delicati di lana e seta. Il tamburo può contenere fino a 6 kg di biancheria e dispone di un sistema di sensori per i diversi programmi. Come quello antipiega, quello per arieggiare e rinfrescare e la funzione “Capo unico”.
Da avere Un capo viola … anzi due, o più. Già, perché per la nuova stagione autunno/inverno sarà il colore assolutamente più in voga. Ce lo hanno già mostrato gli stilisti sulle loro passerelle, ma anche attrici e first lady, come Carla Bruni e Michelle Obama, che per le loro apparizioni pubbliche ufficiali hanno scelto questo colore. E quindi noi, nel nostro piccolo, vedremo di sfoggiare un colore che non è dei più semplici da abbinare, ma che in fondo sta bene a tutte!
Che bel modo di dire «Ti amo».
In due è più facile smettere di fumare. Maggiori informazioni su www.bravo.ch. Linea stop tabacco 0848 000 181 (8 cts./min dalla rete fi ssa)
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SCRIV IN DIALÈTT
GLOBALIZZAZION?
VA BEN MA TEGNIMM ANCA I RADÌS Tegnì da cünt i noss radîs al vör però mia dì ‘sarass denta’ e pensà che “béi come nüm la mama na fa pü”. scrivüt dal Pier Baron
S
o mia voialtri, ma mì l’è mia che som entüsiasta dal sociologo Francesco Alberon (Alberoni), che ogni lünedì al ma fà savé quel che al pensa “il pensatore” giò in fund ala prima pagina dal “Corriere della Sera”, sota al titol: “Pubblico & Privato”. Ogni tant, anca lü, al scopriss l’acqua tévida, quand che al cünta sü di ropp dal géner: “duole dirlo, ma ricevere un colpo in testa fa male”. Però devi dì che la sò pensàda süla globalizzazion (sül giornal dal 8 da setémbar) e süla necessità da tacass ai “radîs da cà” la m’ha dài püssée da düü o trii elemént da riflession. Alora ga disi sübit “bravo Alberon”. Parché l’è véra: ammò na quai deséna d’ann fa a sa trovava scritôr, poeti, cantanti milanés, genovés, napoletan
«Da Ciass a Airöö nüm gh’em denta un mond straordinari» che i gh’évan crédit in dal so ambient. A gh’évan botégh da artigian indova ta trovàvat ropp originài, tacàt al teritori. Adess ta vett a Milan, Tokio, Manila, New York, dapertütt in dal mond e ta trövat i stess vestit, i stess libri, film e servizi che vegn föra in television che i soméa tiràt giò cul ciclostil, idéi e sogett in circolazion gnanca tant diferént, a mila e mila chilometri da distanza.
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I “cantanti rock” e i “conduttori dei talk show” i’è i pensadoo dal dì d’incöö: i ta la cüntan sü soave, ma se ta gràtat un po’ ta védat sübit che dadré, come idéi e pensât, gh’è pôc o nagot. Par tegnì viva la creatività ognün da nüm dév dass da fà: va ben confrontass in un sistema da globalizzazion, ma ogni nazion, region, città o paés al dév tegnì da cünt i sò radîs, la sò manéra da espression (i paroll ma anca la manéra da mövass). E i tradizion. Nüm ticinés sem abastanza fortünat. E fem benissim a mia molà ul mazz: ogni setimana tanti società e associazion i porta in piazza i tradizion, la nossa manéra da vess. Bisögna mia végh pagüra - al ma dîs ul Alberon - da someà diferént di altri, se pénsom da fann a men da un certo géner da film, libar e spetàcoi televisiv. Pensemm e decidemm cunt la nossa züca (testa), parché a gh’è ammò tanti ropp da valôr. A disarii: anca questa l’è la discoverta da l’acqua calda o tévida. Ma ogni tant tòcc var la pena da ripétal. Da Ciass a Airöö nüm gh’em denta un mond straordinari, cunt i noss montagn, püssée da cincént che passa sora i domila métar, cinquanta sora i tremila. A gh’è domà quatar person (düü ticinés, un comasch e un tedesch) che i’en riüssìd a nà in scima a tücc questi montagn: già fann domà la metà al saress na bèla roba, da mett denta in una vita, in votanta e passa ann che stemm al mond. Dai lagh grand (Ceresio e Magior) fin all’Adula, la montagna püssée alta dal Tesin, gh’em tütt ul mond in man. Tegnì da cünt i noss radîs al vör però mia dì “sarass denta” e pensà, come la dîs quela canzon, che: “béi come nüm la mama na fa pü”. Pòdum, anzi dévum, doprà ul computer, i sms e tücc i diavolerì che riva scià, anca da lontan. Dévom intere-
«Par tegnì viva la creatività ognün da nüm dév dass da fà» sass dala politica dal noss quartiér, dal noss comün, dala nossa città: ma anca tegnì d’öcc quel che i fann in dal mond, par esempi i elezion american. Sül “Newsweek”, una bela rivista come ul “Time”, em trövàt una pensàda fenomenal d’un scritor di Stati Uniti: al dîs che par la presidenza a Washington a dovaressan votà tücc gli “aventi diritto” in vari continént, donca anca in Europa, Asia, Südamerica e Australia. Parché quel che decìd ul presidént USA, mia domà al ga interessa, ma a salta föra di conseguénz anca par quell che sta a Pirla (frazion da Montegg) e Corcapolo, sü par l’Onsernon. Ul n. 1 dal mond al decìd una quai guèra locàl e un intervént da tipo economic: e - ta lì - ti ta pàghet la benzina trii franc al liter. E tal sett mia chi ringrazià. E ta gh’et vüt nagot da dì, orco sciampin. Dèss l’em bütàda là inscì, esagerando un atimin. Par dì, insoma, che dévom vèss “elastic”, bon da passà dal locàl al globàl. Anca parché via pal mond gh’è nài, i di ültim centcinquant’ann, migliaia da ticinés che, in prima e segonda ondada migratoria (dal 1850 al 1935 i’è partît in 40 mila sü una popolazion cantonàl da 150 mila abitant) i’an dovüt “cagnà la ghisa” e voltà indré i mànic, parché nissün m’ha regalàt quaicoss.
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L’INTERVISTA
LA DANZA È
LA MIA VITA! Vi ricordate il film Billy Elliot? La vicenda di Federico Moiana, quindicenne di Stabio, è per certi versi simile a quella cinematografica e si può riassumere in un’unica parola: talento. Notato per caso da un insegnante di ginnastica artistica è approdato alla Scuola di Ballo della Scala di Milano senza saper danzare. testo Lorenza Storni - foto Ti-Press
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L’INTERVISTA
O
ggi Federico, che da piccolo si destreggiava tra ruote, spaccate e balletti improvvisati, insegue un sogno: diventare un grande ballerino e danzare un giorno all’Opéra di Parigi o al Metropolitan di New York. Intanto si applica con passione, frequenta un liceo linguistico e, nel tempo libero, si diletta con lo shopping. Timido, dolce e molto emozionato per la sua prima intervista, lo abbiamo incontrato a casa sua a Stabio dove ci ha raccontato la sua incredibile storia.
VUOI DIRMI CHE ERI COSÌ BRAVO CHE HAI “SALTATO” IL PRIMO CORSO? “Ma no, non sapevo praticamente fare niente! Penso che abbiano intravisto le mie potenzialità e talento. Sicuramente ho dovuto lavorare molto più degli altri per raggiungere il loro livello, imparare la tecnica, il vocabolario della danza, ecc. Quello che ricordo è che era settembre 2005, avevo 12 anni e frequentavo la seconda media. Ora inizio il quinto anno di danza e vado al liceo”.
COME SEI ARRIVATO ALLA SCUOLA DI BALLO DELLA SCALA DI MILANO? “Tutto ha inizio con la ginnastica artistica. Avevo sette anni e andavo in palestra a Mendrisio. Al termine della quinta elementare vengo selezionato per entrare al Centro sportivo nazionale della gioventù di Tenero. Per un anno mi sono allenato al Centro e parallelamente ho frequentato la scuola media di Gordola. Il giorno del mio 12esimo compleanno, mi trovavo in palestra e di fronte ai miei compagni di artistica ho improvvisato un balletto. Il mio allenatore, Alberto Grandi, vedendomi, rimase positivamente sorpreso tanto che mi chiese se mi piaceva la danza
TI RENDEVI CONTO DI ESSERE ENTRATO ALLA SCUOLA DI BALLO DELLA SCALA DI MILANO? “Mah, non so, forse le cose sono andate così veloci che non ho avuto il tempo di realizzare veramente cosa mi stava accadendo”.
«Ho dovuto lavorare molto
HAI AMICI O L’ANTAGONISMO ALLA SCALA È COSÌ FORTE CHE È DIFFICILE INSTAURARE AMICIZIE VERE? “Direi che con quelli del mio corso siamo tutti amici. C’è, è vero, della sana competizione. Ma questo è normale”.
per imparare il vocabolario della danza»
e se non avevo mai pensato di frequentare una scuola. La danza? Sì, mi piaceva, in casa ogni tanto ballavo, mi aveva affascinato il film Billy Elliot e alla TV guardavo i balletti… Ma danzare era un’altra cosa! È così che mi propose di parlare a mia mamma di questa idea. Dopo di che ci fece conoscere Monica Caroni, ex ballerina e attualmente insegnante di Pilates. Come Monica mi vide, disse che dovevo assolutamente fare la selezione per entrare alla Scuola della Scala. Presi una decina di lezioni di danza classica per imparare almeno i primi rudimenti e poi mi presentai all’audizione a Milano. Le cose andarono benino, tanto che decisero di tenermi in prova per un mese. Trascorso questo periodo mi accettarono definitivamente e mi inserirono al secondo anno”.
SCHEDA BIOGRAFICA Nome: Federico Cognome: Moiana Nato a Lugano il 5 maggio 1993 Sorelle: Nicole (gemella) e Sara, 13 anni Domicilio: Stabio Studente in un liceo linguistico e alla Scuola di Ballo della Scala di Milano Motto: “Osservare e produrre”
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DIFFICILE INTEGRARSI IN UNA SCUOLA COSÌ PRESTIGIOSA E IN UNA CITTÀ COSÌ GRANDE? “All’inizio ho avuto un po’ di difficoltà ad orientarmi perché di Milano non conoscevo niente. Però non ero spaventato. Ero felice ed entusiasta di entrare alla Scala. Le difficoltà le ho avute soprattutto alla scuola media, perché lì erano più avanti. Difatti i primi tempi avevo un sacco di insufficienze, ma poi ho recuperato”.
DOVE VIVI A MILANO E CON CHI? “Vivo vicino alla stazione centrale in una casa di una signora che dà alloggio a cinque ragazzi che, come me, frequentano la Scuola della Scala”. È DURA LA VITA LONTANO DA CASA? “Al contrario! Non vedo l’ora di tornare a Milano perché le mie sorelle sono un po’ pesanti”. QUAL È LA TUA GIORNATA TIPO A MILANO? “Gli orari variano da settimana a settimana. In ogni caso la mattina mi alzo, faccio colazione e poi esco, prendo la metropolitana e arrivo alla Scuola di Ballo. Qui mi riscaldo e inizio la lezione che dura dall’ora e mezzo alle due ore. In seguito il programma prevede educazione fisica e pilates. Dopo la pausa pranzo, a volte c’è ancora lezione di danza e poi studio o vado a fare un giro per Milano con gli amici. Alle 17 entro al liceo che frequento fino alle 20.30. Il sabato, invece, le lezioni si tengono al mattino”. I MAESTRI DI DANZA SONO DAVVERO SEVERISSIMI, ESIGENTISSIMI E SPIETATI COME SI DICE? “Sì è vero: la mia prima insegnante, la Colombini, era davvero tosta! Ora sono seguito da Paolo Podini: anche lui pretende molto”. ALLORA È DURA LA VITA DEL BALLERINO? “Sì, è pesante, ma le soddisfazioni sono moltissime. E il fatto che si pretenda molto da noi, ci permette di fare grandi progressi. Infatti sono - a detta di tutti - molto migliorato”.
Con la maestra di danza Monica Caroni. Alla Scala gli allenamenti sono duri.
Dall’artistica alla danza: quasi facile come fare una spaccata.
Sul divano di casa... per un meritato riposo.
Oltre alla danza, bisogna anche studiare.
Con mamma Ingrid, la sorella gemella Nicole e Sara. Con la nonna Mirka sua grande fan.
Federico sogna davanti alla Scala di Milano.
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L’INTERVISTA
COME TI POSIZIONI, IN QUANTO A BRAVURA, TRA I TUOI COMPAGNI DI CORSO? “Siamo in nove coetanei maschi a frequentare il quarto corso. Io penso di essere a metà classifica”. SEI L’UNICO ALLIEVO STRANIERO? “Nel mio corso sì, gli altri sono tutti italiani. Ma vi sono anche giapponesi, australiani, e francesi. Un altro ragazzo di Chiasso frequenta il terzo anno”. QUALI SACRIFICI IMPONE UNA SCELTA DI VITA COME LA TUA? “Nessuno, anzi! Semmai il sacrificio è quello di non potermi allenare e ballare, magari a causa di una tendinite”. NON HAI MAI PENSATO: BASTA, MOLLO TUTTO! “Assolutamente mai!”. QUALCUNO HA PARAGONATO LA TUA VICENDA AL FILM “A CHORUS LINE”… CI SPIEGHI PERCHÉ? “Non vedo il paragone. Direi piuttosto che mi paragonerei alla vicenda di Billy Elliot, anche se la mia famiglia mi ha sempre sostenuto e mai contrastato”. QUEST’ESTATE HAI FATTO UNO STAGE DI DANZA ALLA ROYAL BALLET SCHOOL DI LONDRA. COME È ANDATA? “Ho lavorato tantissimo. Facevo sei ore di danza al giorno ed ho imparato anche a ballare con una partner. È stata un’esperienza che mi ha insegnato moltissimo e che mi è servita per assimilare cose nuove in una realtà diversa da quella della Scala. Lo stage era frequentato anche da ragazzi più grandi di me, perciò si lavorava con una marcia in più. Diciamo che… mi sono tirato avanti!”. TRA L’ALTRO HAI VINTO ANCHE UNA BORSA DI STUDIO… “Sì, ad inizio aprile ho partecipato a Zurigo ad un concorso di danza organizzato da Migros Cultura e l’ho vinto. Così ho ottenuto una borsa di studio per un anno”.
CHE FATICA IMPARARE QUEI PASSI! Plier: “Alla mia prima audizione, quando mi dissero di fare un plier, non avevo la più pallida idea di cosa fosse. Io arrivavo dalla ginnastica artistica e non da una scuola di danza!”. Assemblé: “Non riuscivo a ficcarmi in testa questo passo. Non mi veniva e l’insegnante mi sgridava. Inciampavo di continuo ed ero molto demoralizzato. Poi mi sono fatto forza ed ora l’assemblé non è più un problema”. Pirouette: “I miei compagni riuscivano già a farne almeno due o tre di seguito. Io ne facevo a malapena una e cadevo. Che disastro! Poi l’insegnante, per aiutarmi, mi ha detto che avevo un buon giro e quello mi ha dato coraggio. Ora ne eseguo quattro o cinque”. 2° posizione: “Mi sono sentito ripetere fino alla noia che tenevo la mano a… salice piangente. Adesso, finalmente, ho risolto anche questo problema”.
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«Apprezzo che la mia
famiglia abbia creduto in me» COS’È LA DANZA PER TE? “È movimento, espressione, armonia con il corpo. Ma è, soprattutto, la mia vita!”. COSA TI ATTIRA DI PIÙ DI QUEST’ARTE? “Premesso che per me è l’arte più bella che c’è, mi piace il fatto di poter ballare davanti ad un pubblico e trasmettere emozioni anche a chi non se ne intende per nulla di danza classica”. MA TU INTUIVI DI AVERE UN TALENTO DEL GENERE? “No, mi piaceva ballare e basta. In casa tentavo dei passi di danza classica, ma niente di più. Apprezzo il fatto che la mia famiglia abbia creduto in me e mi ha dato da subito tutto il sostegno necessario”. FORSE SAREBBE STATO PIÙ OVVIO CHE FOSSE UNA DELLE TUE SORELLE A INIZIARE UNA SCUOLA DI BALLO… “Le mie sorelle non sono proprio portate per la danza. Una fa basket e tennis e l’altra ginnastica attrezzistica”.
TI È GIÀ CAPITATO DI ANDARE IN DISCOTECA? “No, e credo che non mi piacerebbe”. SEGUI UN’ALIMENTAZIONE PARTICOLARE? “No, posso mangiare tutto quello che voglio”. I TUOI AMICI SONO BALLERINI O “RAGAZZI COMUNI”? “Gli amici ticinesi, ormai li ho persi. I miei amici sono diventati i compagni di corso”. QUANTO RESTERAI ANCORA A MILANO? “In tutto sono otto anni di scuola. Io inizio il quinto. Alla fine otterrò il diploma di ballerino di danza classica professionista”. E POI QUALI SONO I TUOI PROGETTI FUTURI? “Mi piacerebbe andare all’estero, magari a Londra ed entrare nel corpo di ballo della Royal Ballet”. CREDI DI POTER DIVENTARE UN GRANDE BALLERINO? “Io spero di sì”. HAI UN SOGNO NEL CASSETTO? “Sì, quello di diventare un primo ballerino étoile”. IN QUALE TEATRO SPERI DI BALLARE UN GIORNO? “In tutti i grandi teatri: all’Opéra di Parigi, alla Royal Opéra House di Londra e al Metropolitan di New York”.
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COSA HAI VOGLIA DI DIRE A CHI, COME TE, INSEGUE UN SOGNO COSÌ GRANDE? CAM I RI “Impegnatevi senza sosta e non lasciateA vi abbattere dalle critiche e dalle difficoltà!”.
FORSE UNA SERA ALL’OPERA...
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OLTRE ALLA MAMMA E ALLE TUE SORELLE, CI SONO I NONNI MIRKA E BRUNO, FIGURE MOLTO IMPORTANTI... “Sì, li amo molto e vado spesso a dormire da loro. Mia nonna mi aiuta, mi sostiene e le piace tanto quello che sto facendo”.
CHE TIPO DI MUSICA ASCOLTI? “A parte la musica classica, ascolto musica pop”.
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ESSENDO LA “STAR” DI CASA, LE TUE SORELLE NON SONO INVIDIOSE? “Direi di sì, soprattutto la più piccola. Credo che sia gelosa del fatto che io goda di tante attenzioni e privilegi”.
TI PIACE LEGGERE? “Sì, ma non ho molto tempo”.
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E IL BALLETTO CHE TI PIACE DI PIÙ? “Il lago dei cigni, perché è un balletto romantico ed ha una musica bellissima”.
FAI SPORT? “Per contratto non posso più né sciare, né pattinare perché c’è il rischio che mi faccia male. Potrei nuotare, ma mi annoia”.
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CHISSÀ QUANTA EMOZIONE A BALLARE CON QUESTI GRANDI DELLA DANZA CLASSICA? “Sì, tanta. Le gambe tremavano e gli errori, anche se perdonabili, ci sono stati”.
COSA FAI NEL TUO TEMPO LIBERO? “Vado in giro per Milano con gli amici, compriamo vestiti, andiamo a teatro a vedere i balletti, a volte al cinema o a mangiare una pizza”.
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QUAL È IL BALLERINO A CUI TI ISPIRI E PERCHÉ? “Rivedo volentieri i balletti di Michail Barisnikov e mi piace Roberto Bolle per come si offre al pubblico. Tra le donne trovo bravissime Svetlana Zakharova e Alessandra Ferri. Ho partecipato ad alcuni balletti come comparsa: nello Schiaccianoci come primo ballerino c’era Roberto Bolle, nel Don Chisciotte e ne Il lago dei cigni danzava la Zakharova e ne Il Pipistrello, la Ferri”.
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Clicca ed entra nel sito. Troverai un book fotografico realizzato da Federico per uno stage di danza alla Royal Ballet School di Londra.
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A TAVOLA IN TICINO
Gaetano Tamburrini, Piotr Nikiforoff e Laura Fischer-Nikiforoff nella sala esterna
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SINFONIA DI SAPORI RUSSI E MEDITERRANEI L’Osteria del Portico è un’invitante oasi culinaria nel nucleo di Vernate, nel Malcantone. L’accogliente locale, che gode di una
vista mozzafiato sul Lago di Lugano, propone specialità russe e creazioni d’ispirazione mediterranea. Nato dall’intraprendenza di Piotr Nikiforoff, musicista d’origini russe, della mamma Olga Nikiforova e della moglie Laura, rappresenta una scelta azzeccata per chi desidera cenare all’insegna della genuinità, della raffinatezza e del buon gusto. testo Alda Viviani - foto Rémy Steinegger
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Parole come nigiri (il sushi in porzione individuale), maki (il sushi arrotolato), maguro (il tonno), chutoro (il filetto di ventresca di tonno) o unagi (l’anguilla d’acqua dolce) vi suonano strane? Allora questo manualetto, che contiene moltissime informazioni su una delle specialità più note in Giappone e ultimamente molto in voga anche da noi, è quello che fa per voi. Pratico da tenere in borsetta, visto che si presenta come un’agenda, spiega in modo semplice come assaporare il sushi e come prepararlo a casa propria.
come un segnale di buon auspicio, la coppia decide di dare nuova vita a quel locale entrato nel cuore di molte persone.
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alendo verso Vernate, lontano dalla frenesia cittadina, già si pregusta la calma che regna nel piccolo comune malcantonese. Quando s’imbocca il vicolo ricoperto di ciotoli nel nucleo del paese, si scorge l’insegna dell’Osteria del Portico. Varcando la soglia, ci s’immerge in un piccolo mondo che profuma d’amore, d’intuito, d’arte, di Ticino, di Russia e di Mediterraneo. Sono infatti questi gli ingredienti principali che fanno il passato e il presente di questo locale, la cui storia nasce da un colpo di fulmine.
CURIOSITÀ
Per l’orientamento gastronomico, decidono di non trasformare l’osteria in un ristorante esclusivamente russo, ma di proporre alcune specialità tipiche di questa cucina, come ad esempio i pelmeni (ravioli), soffici cusciDay Zschock, The little black book - sushi. Guida netti di pasta leggera farciti alla conoscenza e alla preparazione , con filetto di manzo macinato e Astraea, ISBN 978-88-95649-03-0 Nel 1996 Piotr Nikiforoff, d’origini russe, serviti con panna acida e rafano, gli lascia Mosca e si trasferisce a Lugano per stusciascliki (spiedini di carne alla gridiare violino al Conservatorio. Ogni giorno, dalla glia), composti di carne di manzo e agnello finestra della sua abitazione, vede passare una ragazza, sua marinata all’aglio con iceberg, cipolla, pomodori e vicina di casa, che ancora non conosce ma già l’intuito gli sus- patate rosolate, o l’intrigante volshebniy gorshok (terrina magisurra che sarà la donna della sua vita. E così è stato. Come in un ca), a base di filetti di manzo preparati dentro una terrina d’arfilm, quello tra il giovane musicista e Laura, la ragazza della gilla con patate e carote, gratinati in forno con del formaggio. porta accanto, si rivela essere “un incontro d’anime”, come rac- La carta delle specialità russe è affiancata da piatti d’ispirazioconta Piotr senza nascondere un velo d’emozione. Dopo il ma- ne mediterranea, tra i quali il tomino alla griglia al miele su tretrimonio, la coppia scopre Vernate e s’innamora di una casa at- visana e pere al balsamico, il carpaccio di manzo con rucola, tigua alla costruzione che ospita l’attuale osteria. Accanto alla avocado e scaglie di grana all’olio e limone, le code di gambeloro abitazione sorge un’osteria chiusa da anni. Laura e Piotr ne roni saltati in padella su letto d’iceberg e ananas alla salsa di utilizzano il terrazzo dove arrivavano regolarmente ex clienti lamponi, gli gnocchi di patate ai pomodorini, panna e funghi chiedendo di poter bere qualcosa. Interpretando questi passaggi porcini, i taglierini ai gamberetti, verdurine e rucola, la tagliata
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A TAVOLA IN TICINO di manzo alle spugnole, le piccatine di vitello al pepe rosa e zaf- peroncino, per soddisfare il palato senza saturare il gusto. Mi ferano con contorni o il filetto di rombo allo Champagne e fra- piace concepire il cibo come veicolo di piacere e di salute, cogole. In autunno, oltre alla fondue Chinoise di manzo, la carta me la torta al peperoncino, che mette di buon umore ed è stimosi declina all’insegna delle specialità di selvaggina, tra cui spic- lante…”. Un altro dessert da provare è la torta del Portico, a baca la sella di capriolo alla Baden-Baden. Artefice dei piatti è se di mele, noci, cannella, limone e ricoperta da un irresistibile Gaetano Tamburrini che, parlando della strato di crema di latte. sua professione, trasmette tutta la passione INFO con la quale si muove tra i fornelli: “È un L’Osteria del Portico apre le porte solo la Via al Pontasc 1 - 6992 VERNATE mestiere che mi riempie di soddisfazioni. sera, quando chi mangia fuori casa ha votel. 091 605 40 10 Amo partire da un ingrediente, trasformarglia d’assaporare qualcosa di buono all’in(è gradita la riservazione) lo, abbinarlo ad altri per poi proporlo ai segna della calma e tranquillità, senza dowww.osteriadelportico.ch. clienti, regalando loro l’emozione dei piaversi poi precipitare al lavoro. Le specialità PIATTI ceri del palato”. Anche Laura, quando non proposte, le luci soffuse, le opere esposte, Da fr. 15.- a fr. 57.si dedica ai figli Leon e Anastasia, mette la rinnovate ogni 2-3 mesi, e l’arredamento sua creatività al servizio del locale, muocurato creano momenti in grado di far divendosi tra i tavoli con grazia e gentilezza. Anche il lato più menticare la frenesia, il rumore e la fretta. Come la magia che dolce del Portico è opera sua: “Mi occupo dei dessert, che pre- Piotr, dal palco, sa regalare attraverso le note del suo violino, paro sperimentando delle ricette con poco zucchero, compen- quando, smessi i panni del ristoratore, indossa quelli del musisando questo ingrediente con altri sapori, come il miele o il pe- cista… ECCOVI TRE RICETTE PROPOSTE DALL’OSTERIA DEL PORTICO
A N T I PA S T O GAMBERONI SU LETTO D’AVOCADO E TREVISANA CON SALSA AI LAMPONI Ingredienti: 4 persone • farina per infarinare • 20 code di gamberoni • sale e pepe • olio d’oliva • 1 ceppo di trevisana • 1 avocado SALSA AI LAMPONI • 4 manciate di lamponi freschi • sale e pepe • 1 cucchiaio d’aceto balsamico • olio d’oliva
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Preparazione SALSA: nel frullatore unire i lamponi con 1 cucchiaio d’aceto balsamico, sale e pepe a piacimento. Frullare e montare in seguito con l’olio d’oliva. GAMBERONI: Infarinare le code di gamberoni, salare e pepare. Scaldare l’olio d’oliva nella padella. Saltare in padella i gamberoni con poco olio d’oliva, ca. 2 mininuti per parte a fuoco lento. Nel frattempo staccare le foglie di trevisana dal ceppo, lavarle e asciugarle. Adagiarle sui piatti in modo da formare un letto d’insalata. Tagliare l’avocado a fettine sottili e coprire il letto di trevisana. Bagnare il letto pronto con salsa di lamponi. Adagiare i gamberoni cotti nel piatto e servire immediatamente.
P R I M OP I AT T O FILETTO ALLA STROGANOFF Ingredienti: 4 persone
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• 2 peperoni rossi • 4 cetrioli sott’aceto • 600 g di filetto di manzo “coda” • 4 cucchiaini di paprica piccante in polvere • salsa demi-glace in polvere • 4 cucchiai di panna acida • sale, pepe
Preparazione Tagliare a listarelle i peperoni e rosolarli in padella con l’olio per 5 minuti. Tagliare a listarelle il cetriolo, unirlo ai peperoni e saltare in padella per ca. 1 minuto. Tagliare a cubetti di 2 cm il filetto di manzo, unirlo ai peperoni e ai cetrioli e fare rosolare la carne finché inizia a prendere un bel colore. Aggiungere la paprica, la salsa demi-glace, la panna acida, il sale e il pepe. Fare addensare la salsa, evitando di cuocerla troppo, al massimo per 30 secondi, altrimenti la carne rischia d’indurirsi. Accompagnare con della purea di patate o del riso in bianco.
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TORTA RUSSA VIA LATTEA Ingredienti: 8 persone Per 1 stampo a cerniera di 26 cm Ø • 4 uova • 120 g di zucchero • 1 bustina di zucchero vanigliato • 1/3 di cucchiaino di sale • 2 cucchiai di miele d’acacia • 160 g di farina 00 • 1 cucchiaio d’olio d’oliva • scorza di 2 limoni CREMA • 500 g di panna acida 12% • 1 cucchiaio di grappa • 100 g di zucchero • 2 bustine di stabilizzatore della panna • succo di 2 limoni • 225 g di noci sbucciate Preparazione CREMA: sbattere per 3 minuti con il mixer la panna acida fredda, la grappa, lo zucchero, lo stabilizzatore della panna e il succo dei 2 limoni. Con il coltello tagliare le noci a pezzettini. TORTA:
sbattere le uova. Aggiungere lo zucchero, lo zucchero vanigliato, il sale, il miele e olio d’oliva e sbattere di nuovo. Unire la farina e continuare a sbattere. Grattugiare la scorza dei 2 limoni sul fondo della tortiera, ricoprendolo in modo uniforme. Versare l’impasto. Cuocere nel forno preriscaldato a 160°, con la funzione ventilazione, per 17 minuti. Sfornare l’impasto e fare riposare 10 minuti. Staccare il bordo della tortiera e tagliare l’impasto orizzontalmente, in modo da ottenere due fondi. FINITURA: versare metà della crema su uno dei due fondi. Premere leggermente con un cucchiaino, in modo che la crema penetri bene. Il fondo deve rimanere morbido. Adagiare il secondo fondo. Versare il resto della crema e spalmare in modo omogeneo, senza premere. Ricoprire anche i bordi. Distribuire le noci su tutta la superficie della torta e sui bordi, senza lasciare parti scoperte. Mettere in frigo per almeno 12 ore, meglio ancora per 24 ore.
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5ª PARTE
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INFORMATICA DEL FUTURO
O FUTURO DELL’INFORMATICA? In questa edizione trattiamo l’informatica nel settore della medicina e della salute. Teleconsulto, teleanalisi, telediagnosi, telemonitoraggio, telechirurgia… Grazie all’informatica e alle tecnologie di comunicazione si intravvede il sistema ospedaliero e medico del futuro, pur sempre focalizzato sulla cura dei malati, nel migliore dei modi possibili e ovunque essi si trovino. testo Elio del Biaggio
INFORMATICA, SALUTE, MEDICINA E TELEMEDICINA Sono trascorsi diversi anni dalla prima esperienza mondiale quando, da New York, grazie alla robotica e ad una trasmissione larga banda ad alta velocità di qualità elevata, un chirurgo effettuò un’operazione sperimentale su un paziente ospedalizzato a Strasburgo. Ma, così come per la missione Apollo, questo grande passo per l’umanità non ha ancora saputo originare una generalizzazione di queste tecnologie. Ostacolo principale, gli elevati investimenti finanziari necessari per un’operazione di questo genere, dal costo del robot utilizzato a quelli del collegamento con linea ad alta velocità, senza dimenticare la presenza di team medici e chirurgici, di tecnici e specialisti informatici e di telecomunicazioni. Assai difficile, quindi, in un contesto di questo genere, immaginare una diffusione capillare della telechirurgia in un futuro più o meno vicino. TECNICHE E TECNOLOGIE DEL FUTURO NEL CAMPO DELLA SALUTE Esperimenti e sperimentazioni, anche in ambito medico, vengono d’altra parte effettuati assai più sovente di quanto non si possa immaginare e in questi ultimi decenni se ne parla sempre più spesso. Una delle applicazioni che saranno generalizzate è senza dubbio la teletrasmissione radiologica, potendo eseguire e usufruire delle necessarie radiografie, indipendentemente dal luogo e razionalizzando al massimo le risorse utilizzate con la riduzione dei costi. Anche la visita medica attraverso il video, grazie alle tecnologie di videoconferenza che diventano sempre più accessibili, sta sempre più diventando una realtà applicabile, utilizzata anche grazie alla disponibilità - benché di qualità inferiore - di Internet e delle reti virtuali informatiche private (VPN, Virtual Private Network). Dalla dermatologia alla chirur-
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gia della mano, diversi i campi d’applicazione dove specialisti dislocati lontano dai pazienti possono intervenire con la loro opinione, disponendo di tutte le necessarie informazioni, proprio come se avessero di fronte il paziente, evitando in questo modo inutili, lunghi ed estenuanti tragitti quando non indispensabile. Anche la teleecografia potrebbe rappresentare un’innovazione promettente nel corso dei prossimi anni, grazie ai satelliti ma anche ai collegamenti ad alta velocità, con l’utilizzazio-
www.r-m-t.ch La Rivista Medica Ticinese online che, benché in fase di implementazione, è preludio di modernità e trasparenza anche in questo ambito tanto delicato, per una rinnovata attività anche nel campo dell’informazione e della letteratura medica attraverso il web.
www.medicitalia.it/02it/notizia.asp?idpost=20069 Medicitalia, un portale per medici e addetti alla salute della vicina Penisola, comprendente uno studio specifico, estratto da una tesi di laurea “Telemedicina e comunicazione medica online: il caso italiano”, disponibile e consultabile online in versione PDF.
«La teleecografia potrebbe
rappresentare un’innovazione promettente» ne di equipaggiamenti e apparecchiature specifiche che consentono la manipolazione a distanza. Dal punto di vista tecnico e tecnologico, si tratta di soluzioni esistenti e perfettamente implementabili, ma quanto rimane da definire è il modello economico e finanziario, oltre alle responsabilità giuridiche. OSPEDALI E MEDICINA DEL FUTURO Le nuove tecnologie potrebbero modificare profondamente l’organizzazione del settore medico e ospedaliero, non solo sul piano umano, ma anche su quello materiale e finanziario, con esempi che non mancano nemmeno nel delicato settore della salute. Come i portali che consentono di avere tutte le informazioni sui pazienti in maniera centralizzata e completa, con la cartella clinica centralizzata, comprendente visite, analisi e rapporti,
affinché tutti i medici coinvolti e tutti gli specialisti possano disporre velocemente e completamente di tutte le necessarie informazioni per potersi occupare nel migliore dei modi del paziente, o la trasmissione immediata e veloce di risultati di analisi, radiografie, ecografie e scansioni TAC. Si pensi anche alla cura e all’ospedalizzazione a domicilio, che potrebbe avere un avvenire di successo. O ai malati cardiaci e diabetici, o a chi ha subito una cura chemioterapica, con prestazioni che possono andare dalla semplice sorveglianza della tensione arteriosa fino a spingersi verso l’automatizzazione delle cure, appropriati sistemi di misura e di rilevamento a domicilio garantiscono la trasmissione e il contatto continuo con il medico curante. Anche all’interno dei medesimi ospedali informatica e nuove tecnologie potrebbero rivoluzionarne l’organizzazione delle cure, con la digitalizzazione dei dossier dei pazienti, la centralizzazione delle informazioni fra i diversi servizi, l’uso di dati statistici e di allarme, la localizzazione rapida attraverso appositi braccialetti o badge, senza dimenticare quei settori più soggetti ad un’automatizzazione, con robot che si occupano della distribuzione dei pasti ai pazienti, della sorveglianza, della pulizia, della distribuzione dei medicamenti, tutto quanto nell’ottica di offrire al personale di cura tempo maggiore da dedicare ai propri pazienti. Guadagno e risparmio di tempo e di denaro notevoli, ottimizzando al massimo organizzazione e gestione, per quanto potrebbe essere definito come l’ospedale del futuro.
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SONDAGGIO
Carla Tettamanti, 46 anni, casalinga, Agno - “Mi piace tantissimo frequentare con gli amici la sagra nelle corti di Mendrisio per condividere del buon vino”.
Marion Badi, 38 anni, casalinga, Agno “La mia sagra preferita è quella di Mendrisio: una festa più caratteristica di altre e alla mano”.
Elvira Meoser, 25 anni, impiegata d’ufficio, con Victoria, Lugano - “Sì, le sagre dell’uva mi piacciono tantissimo! Soprattutto a Mendrisio: buon vino e gente allegra e simpatica”.
SAGRE DELL’UVA?
DIVERTENTI! Ogni autunno, come consuetudine, ritornano in Ticino le sagre e le feste dedicate al vino, uno dei prodotti principe della nostra regione. Visitarle è un’occasione per conoscere le tradizioni locali e passare qualche ora in compagnia. Cosa pensate di queste manifestazioni? Le frequentate? testo Lorenza Storni - foto Stefano Ember
Carlo Ortolano, 18 anni, studente, Lugano - “Mi piace l’atmosfera popolare operaia e collettivista delle sagre dell’uva”.
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Massimo Casellini, 42 anni, cuoco, Ascona - “Ritengo che siano delle tradizioni da conservare anche se, personalmente, ho poco tempo per parteciparvi”.
Christian Bettosini, 24 anni, architetto paesaggista, Lugano - “L’atmosfera molto coinvolgente è estremamente stimolante per trascorrere delle piacevoli ore in compagnia”.
Renzo Atzeni, 52 anni, promoter, Lugano - “Ritengo che siano delle bellissime tradizioni che vanno mantenute perché si trova gente allegra e simpatica. Io frequento in particolare quelle di Lugano e Mendrisio”.
Barbara Giudici, 35 anni, impiegata d’ufficio, con Carolina, Faido - “Anche se per noi è un po’ lontanino, mi piace la sagra di Mendrisio per la bellezza del luogo e la simpatia della gente”.
Etienne Cristini, 18 anni, frigorista, Camorino - “Mi piace frequentarle per l’ambiente gioioso e perché mio padre è produttore e appassionato di vino”.
Sandro Gaido, 57 anni, esercente, Airolo - “Anche se sono astemio, frequento volentieri queste manifestazioni per l’allegria che vi regna”.
Sara Peres, 26 anni, laboratorista chimica, Sala Capriasca - “Sì, con gli amici frequentiamo la festa di Mendrisio perché c’è un bell’ambiente”.
Tamara Martinetti, 34 anni, casalinga, Malvaglia - “Mi piace la sagra di Mendrisio: ottimo ambiente, si mangia bene e si incontrano tanti conoscenti. Ma qualche ubriaco in meno non guasterebbe!”.
Fiorenzo Fabbris, 46 anni, impiegato, Faido - “Mi piace l’idea che si mantengano certe tradizioni e che si promuovano i nostri prodotti”.
Natalie Gentile, 27 anni, venditrice, Villa Luganese - “No, io non frequento queste sagre perché è un ambiente dove non mi trovo a mio agio”.
Francesco Turolo, 41 anni, rappresentante, Figino - “Certo! A un buon bicchiere di vino in compagnia non si dice mai di no!”.
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CANI, GATTI & CO.
CONVIVENZA
TRA GATTI PERCHÉ FATE PIPÌ? Gentile dottoressa, ho una bella famigliola composta da 4 gatti (la madre, 2 figli e una nipote). Abito in un paesino non vicino a una strada principale, in mezzo al verde. Quindi i miei gatti escono alla mattina quando vado al lavoro, rientrano a mezzogiorno quando torno a casa per il pranzo e fino a sera sono nuovamente all’aperto. Per la notte lascio la scelta a loro, prendendoli in casa prima di andare a dormire e lasciando aperta una finestra dalla quale possono uscire, ma non rientrare. Tra di loro vanno d’accordo a parte con la madre che ha iniziato ad essere gelosa nei riguardi degli altri 3, in più i miei vicini hanno iniziato a prenderla in casa e darle da mangiare anche se ho chiesto più volte di non farlo, visto che non è la loro e io non do scatolette ai gatti (solo qualche mio avanzo e cibo secco). Comunque il problema è il seguente. Da un po’ di tempo hanno iniziato a farmi la pipì su una tenda in una camera da letto, non è la camera dove dormo io, ogni tanto ci dorme un’ospite (3-4 volte all’anno) e ogni tanto ci dorme un gatto. La finestra resta dietro il letto e sono i 2 maschi a farci o uno schizzo o proprio fontane. Ho tentato di tutto, dal repellente, all’appendere dell’alu davanti alla tenda, dal mettere del cibo sul davanzale alle bottiglie d’acqua, al cambiare tenda pensando che magari lo facevano per ripicca sentendo l’odore dell’altro gatto, dal mettergli il
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Come convivono i gatti? Si sopportano oppure danno segni di ‘insofferenza’ dando luogo a comportamenti per noi… fastidiosi creando così un problema di convivenza generalizzato. Di seguito alcuni consigli per ritrovare un equilibrio migliore… a cura di Elena Stern-Balestra
muso nella pipì e sculacciarli. NIENTE.... Mi ritrovo a lavare ogni settimana le tende che alterno. Purtroppo abitando in un rustico, non ho la porta per poter chiudere la camera. In giro per casa non sporcano, è capitato solo quando magari mi assentavo per le ferie, allora trovavo qualche sorpresa, ma penso che fosse il loro modo per vendicarsi perché li lasciavo soli... Ha un consiglio o un suggerimento da darmi? La ringrazio e le auguro una buona giornata, Desi, Gordevio Sarebbe necessario riuscire ad identificare con certezza quale gatto o quali gatti siano all’origine del problema. Sia i maschi sia le femmine, castrati e non, possono spruzzare su superfici verticali. Se il problema si presenta con grande frequenza può essere sensato somministrare del succo di barbabietola (mescolato a del cibo molto appetitoso) ad un gatto alla volta a distanza di qualche giorno. Si ottiene un risultato positivo quando, asciugando le chiazze fresche di urina con della carta da cucina, sulla carta risulta una colorazione rosacea ben visibile. (Purtroppo il succo di barbabietola può lasciare macchie indelebili sui tessuti). Una volta identificato il gatto responsabile (o i gatti responsabili), si impone una visita dal/la suo/a veterinario/a di fiducia per poter escludere la presenza di una patologia delle vie urinarie. In caso di un problema comportamentale, entrano in considera-
«Nel suo caso è un problema di convivenza fra gatti» zione diverse diagnosi con approcci terapeutici differenti. Il disturbo più probabile nel suo caso è un problema di convivenza fra gatti con conseguente stato di ansia in uno o più individui. Malgrado lei abbia già tentato diversi tipi di provvedimenti, le posso dare i consigli seguenti da mettere in pratica nelle prossime settimane. Bisogna comunque essere consapevoli del fatto che questo tipo di problemi non si risolve in tempi brevi, non si risolve in tutti i casi e, anche in caso di un buon miglioramento, una recidiva resta sempre possibile. Le consiglio innanzitutto di non più impiegare repellenti e di non usare metodi punitivi. Secondo la mia esperienza personale, i repellenti sono spesso inefficaci. I metodi punitivi aumentano il livello di stress negli animali, spesso già ansiosi e problematici proprio a causa dell’ansia. Se per lei è possibile, provi a togliere le tende (almeno per 2 settimane) o a sostituirle con delle tapparelline a lamelle. Se invece desiderasse per forza lasciarle, utilizzi un prodotto neutro e poco profumato per lavarle ed eviti detersivi che contengono candeg-
gina o ammoniaca. L’idea di mettere del cibo secco in prossimità dei punti dove trova le chiazze di urina è molto buona. Anche se i suoi gatti hanno accesso all’esterno, metta a loro disposizione delle cassette igieniche in diversi locali della casa (almeno 5 cassette per 4 gatti) e dia loro la possibilità di dormire e nascondersi in diversi luoghi, anche sopraelevati, quando sono all’interno. Eviti di farli mangiare o bere tutti dalla stessa ciotola: almeno due luoghi in cui andare ad abbeverarsi e una ciotola ciascuno consentono di ridurre le situazioni di “concorrenza” fra i diversi individui e favoriscono una buona convivenza. Sempre per ridurre il livello di stress e favorire la buona convivenza, le consiglio di procurarsi un diffusore di feromoni facciali felini presso il/la suo/a veterinario/a di fiducia o in farmacia. Il diffusore va lasciato per almeno un mese nella presa elettrica, di preferenza nel locale in cui i gatti si trovano più spesso e più a lungo, e non ha effetti nocivi né per gli animali né per le persone. Per quanto riguarda l’uscita all’esterno, se una gattaiola o una scaletta potessero permettere ai gatti di entrare e uscire più liberamente e non vi fossero altri gatti nel vicinato, le consiglierei di pensare anche a questo tipo di misure. Per le vostre domande: Illustrazione Ticinese, “Cani, gatti & Co.”, C.P. 418, 6908 Lugano, oppure via e-mail: info@illustrazione.ch, indicando come soggetto “Cani, gatti & Co.”
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1300 contadini svizzeri per l’Happy Meal
QUALITÀ SVIZZERA DA McDONALD’S Ingredienti regionali di prima qualità: questa è la ricetta di McDonald’s, soprattutto per l’Happy Meal. Il menu per bambini viene preparato con alimenti di base naturali, quali carne di manzo, patate, pane e carote che provengono nella misura di oltre il 70 % dalla Svizzera. Anche le carote per il Veggie Bag vengono coltivate dai contadini elvetici nella regione del Seeland. maggior parte degli altri ingredienti per l’Happy Meal dagli agricoltori svizzeri.
Kurt Jenny di Ins BE fornisce carote fresche a McDonald’s.
Da oltre 30 anni McDonald’s punta sulla qualità svizzera: «La carne di manzo dei nostri hamburger viene prodotta da circa 800 contadini svizzeri» spiega Martin Knoll, Managing Director di McDonald’s Svizzera. «Bell forniva già la carne macinata per gli hamburger al nostro primo ristorante a Ginevra». McDonald’s acquista anche la
18 000 porzioni di carote al giorno In collaborazione con esperti nutrizionali, da anni McDonald’s ottimizza l’offerta dei menu destinati ai bambini. Da marzo ogni Happy Meal viene proposto con un contorno di verdura fresca. Oltre 15 contadini del Seeland e della Svizzera orientale coltivano carote per il Veggie Bag e ne forniscono ogni anno 66 tonnellate a McDonald’s. «Grazie alle mie carote, i bambini da McDonald’s mangiano una porzione sup-
plementare di verdura», racconta soddisfatto Kurt Jenny, contadino di Ins nel Canton Berna. Ogni giorno gli oltre 140 ristoranti McDonald’s in Svizzera vendono circa 18 000 Veggie Bag. Latte di produzione Bio Suisse Anche in fatto di bevande l’Happy Meal offre una vasta scelta a genitori e bambini: dall’acqua al succo di arance e di mele ai softdrink e al latte. Da questa primavera McDonald’s acquista il latte esclusivamente dai contadini Bio Suisse.
PANE DA CEREALI IPSUISSE Dal 1999, McDonald’s collabora con l’Associazione svizzera di contadine e contadini che praticano la produzione integrata, e per i suoi panini utilizza esclusivamente farina con il marchio IP-SUISSE.
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Travesti un vasetto in galletto e usalo per tenerci la tua piantina preferita o per fare un regalino!
SC
Il vasletto
lu str azio
n
1. Disegna sul cartoncino la testa, le zampette e la coda del galletto, poi colorale.
idea, disegni e realizzazione di Anto
Cosa ti occorre:
2.Ritaglia gli elementi che hai appena preparato.
3. Con i pennarelli indelebili colora il vasetto come piĂš ti piace.
una vaschetta di plastica bianca (per es. della ricotta), pennarelli normali e indelebili, cartoncino bianco, colla bianca e forbici dalla punta arrotondata.
4. Fai un taglietto verticale sulla testa in modo da poterla infilare sul vasetto (se il vasetto ha un bordino ad angolo, dovrai limarlo nel punto in cui infilerai la testa).
5. Con la colla bianca fissa le zampine sotto il vasetto, infila la testa e incolla la coda.
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SALUTE
QUANTA VITA IN UNA RUGA Tutti noi li conosciamo e li temiamo, quei segni sul viso lasciati dal tempo che passa inesorabile. Come degli scritti, raccontano la nostra storia e ricordano il nostro vissuto, tra lacrime e sorrisi. testo Stéphanie Scatizza - illustrazioni Ivan Artucovich
Q
uante volte ci crucciamo alla vista di una nuova ruga eppure, questi segni del tempo hanno molto da raccontare. A volte basterebbe semplicemente amarsi di più, ma nella società odierna l’estetica la fa da padrona e si venderebbe l’anima al Diavolo per poterle prevenire, nascondere o cancellare. Meglio allora seguire i consigli della dottoressa Brigitta Cavegn, specialista F.M.H. in dermatologia a Mendrisio.
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 10-08
LE CAUSE Le cause della formazione delle rughe sono molteplici e complesse. L’invecchiamento della pelle, e quindi anche la comparsa di questi segni, sono dettati sia da fattori intrinseci sia estrinseci. Esistono cause “interne” come la genetica, il tipo di pelle, il sesso, la ridotta produzione di estrogeni dopo la menopausa, una minor rigenerazione cellulare e la funzione ridotta delle ghiandole sebacee. Come fattori esterni d’invecchiamento vi sono invece l’esposizione solare (fotoaging), il consumo di nicotina e alcol, il clima, l’inquinamento atmosferico e il deficit di sonno. L’acceleratore più importante in assoluto è sicuramente il fotoaging, un processo che scatena un complesso meccanismo di reazioni biochimiche che porta alla formazione dei micidiali radicali liberi. L’epidermide si assottiglia, il derma diminuisce di spessore poiché la zona di giunzione tra le fibre elastiche e il collagene s’indebolisce con conseguente diradamento o distru-
zione delle stesse. La sostanza fondamentale per la nostra pelle, l’acido ialuronico, perde la sua capacità idratante, così la pelle diventa secca, perde tonicità ed elasticità favorendo la formazione di rughe. Tra le rughe si distinguono quelle cosiddette “d’espressione”, dovute ad un’azione muscolare ripetuta (zampe di gallina perioculari, glabella, rughe della fronte…) e quelle “gravitazionali” generate dal cedimento strutturale della pelle (naso labiale e quelle che scendono dagli angoli della bocca, dette “marionetta”). Ci sono poi rughe causate dalla contrazione muscolare come reazione al cedimento strutturale (quelle della fronte o delle guance), oppure dall’ipertensione del muscolo (a livello del mento, con l’effetto a buccia d’arancia). LE CURE TRADIZIONALI Se un tempo vi era una netta distinzione tra trattamenti medici e trattamenti cosmetici, oggi la frontiera è diventata molto meno evidente. In uno stadio precoce con delle rughe fini e superficiali, la cura tradizionale di base è triplice e consiste nella rigorosa protezione solare giornaliera mediante creme ad alto fattore protettivo e a largo spettro (UVA e UVB), nell’accurata pulizia della pelle (preferibilmente attraverso peeling che permettono l’eliminazione delle cellule morte e condizionano ottimamente la pelle per ogni successivo trattamento) e nella sua idratazione, per esempio mediante urea, ceramidi o acido glicolico a bassa concentrazione, sostanze che aumentano la ritenzione idrica e rendono la pelle più liscia. Con l’invecchiamento della pelle e la progressione delle rughe, bisogna aggiungere ulteriori cure che stimolino la neosintesi di collagene, che aumentino la produzione di proteoglicane e quindi la ritenzione idrica o che catturino i radicali liberi. Ecco alcuni trattamenti: Retin A (vitamina A Säure): è la molecola più importante nel processo di ringiovanimento della pelle in
I SINTOMI Ahimé chiunque sa come sono fatte le rughe e parlare di sintomi è quasi improprio in quanto non sono una malattia. Non sono dolorose ma indubbiamente si notano e la loro insorgenza, verso i 25 anni (o aumento con l’avanzare dell’età), può generare una sensazione di malessere soprattutto in una società che tanto dà importanza all’esteriorità, alla bellezza, alla gioventù e alla vitalità.
quanto può riparare i danni foto indotti sia a livello epidermico sia dermico. Vitamina C: per il miglioramento della struttura della pelle e delle rughe anche più profonde. Acidi di frutta: a basse concentrazioni idratano la cute e quindi assottigliano piccole rughe e schiariscono macchie iperpigmentate. A più alte concentrazioni provocano una esfoliazione dello strato corneo e stimolano la sintesi di nuovo collagene nel derma. Estrogeni: la loro somministrazione compensa la diminuzione naturale dopo la menopausa che conduce a una pelle secca, sottile e rugosa. Questo intervento necessita la consulenza ginecologica per il rischio del tumore al seno. Mesoterapia: consiste nella pratica di piccole iniezioni di acido ialuronico non in rete e arricchito di vitamine per l’idratazione. Permette di aumentare la tonicità e l’elasticità della cute attenuando le piccole rughe. Materiali iniettabili (filler): sostanze naturali biosintetizzate e biodegradabili come l’acido ialuronico > pagina 31
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SALUTE
LE 10 REGOLE FONDAMENTALI
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La prevenzione più importante in assoluto contro le rughe è la massima e rigorosa protezione solare. L’approccio terapeutico multilevel è sinergico e quindi più efficace Piuttosto che porre l’attenzione sulla singola ruga, concentrarsi sull’armonia e l’equilibrio del viso in generale.
Puntare ad un sano stile di vita, con un’alimentazione variata ricca di verdure e frutta, attività sportiva e sonno a sufficienza.
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Limitare alcol e rinunciare alla nicotina (acceleratore di fotoaging) o droghe. Sconsigliati i solarium, preferibile la crema autoabbrozzante. Valutare la sostituzione degli estrogeni in menopausa.
Assumere almeno due litri di acqua al giorno.
Ridurre il caffè che funge da diuretico e toglie acqua al corpo.
Eseguire peeling domestici regolarmente: oltre alla profonda igiene della pelle condizionano la cute in modo ottimale per le successive cure locali, favorendo la penetrazione delle sostanze attive.
e il collagene, che permettono l’attenuazione immediata di alcune rughe di espressione e gravitazionali. Botulino: quello di tipo A è una proteina derivata dal battere Clostridium Botili-
«Con l’invecchiamento della pelle occorre aggiungere nuove cure» num ed è utilizzato con risultati eccellenti per attenuare le rughe d’espressione soprattutto nella metà superiore del viso. Ultimamente viene anche impiegato nella parte inferiore del viso, in particolare nella zona del contorno bocca. Peeling chimici: in funzione del tipo di pelle, della ruga e della localizzazione vengono eseguiti peeling superficiali con acidi di frutta, medi con acido tricloro o profondi con fenolo. I risultati del fenolo sulle rughe profonde è spettacolare. Laser-terapia CO2 (resurfacing): il calore e la ferita provocati sulla pelle dal laser stimolano una importante neo formazione delle fibre di collagene e attenuano in modo prolungato le rughe anche profonde. Laser-terapia frazionato CO2: rappresenta l’ultima generazione dei laser nel trattamento delle rughe e risparmiando isole di pelle (frazionamento) i tempi di guarigione si riducono notevolmente. Thermage: migliora le rughe mediante un rassodamento a livello dermico della pelle, lasciando intatta l’epidermide. Chirurgia estetica: si elimina la pelle superflua e si ricollocano le strutture della cute (face lifting). LE CURE ALTERNATIVE Si tratta essenzialmente di complementi alimentari che agiscono contro i radicali liberi, principali attori nel processo biochimico di invecchiamento della pelle. Gli effetti non sono ampiamente documentati, anche perché i benefici sono visibili solo a lungo termine. A titolo di esempio possiamo citare le vitamine A, C, E, anche B, il beta-carotene ed estratti vegetali contenenti polifenoli: uva, gingko bilboa, tè verde, nocciolo di albicocca, centella asiatica, betulla bianca, alghe brune dell’Antartide. Peptidi d’origine vegetale come frumento e soja. Oligoelementi quali selenio, zinco e silicio. Poi ancora i fitormoni, estratti per esempio dalle radici dell’iris e applicati sotto forma di creme, il licopene dei pomodori, gli acidi grassi essenziali e l’olio di borrace. Tra le novità, il Proxilane (in crema) estratto Testo in collaborazione con la Dottoressa Brigitta Cavegn, specialista dall’ontano che aumenta la ri- in dermatologia e venerologia a tenzione idrica della pelle. Mendrisio.
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10a E ULTIMA PARTE
VIAGGI
IL NORD DELLE GENTI FRAFRA Il confine del Burkina Faso è ormai molto vicino e presto lascerò il territorio del Ghana, un paese africano forse senza molti
leoni ed elefanti, ma con popolazioni cordiali ed ospitali. L’ultima tappa è un piccolo villaggio nell’estremo nord, caratterizzato da curiose case di terra, le cui mura prive di spigoli sono abbellite da splendide pitture, una tradizione mantenuta viva dalle donne del luogo. L’unica possibilità per raggiungere l’isolato villaggio sembra un taxi collettivo, una piccola carretta con quattro posti. Non siamo ancora partiti, ma vi si sono già ammassate otto persone… testo e foto Roberto Schneider
VENGO ANCH’IO… SÌ TU SÌ Il baule è già stracolmo e osservo perplesso l’autista mentre fissa con una corda un grande materasso sul tetto del veicolo. I passeggeri siedono già da tempo stipati all’inverosimile nel piccolo abitacolo e attendono pazientemente la partenza: cinque persone sul sedile posteriore e due su quello anteriore. Manca solo lui, l’autista. “Siamo pronti”, mi dice e quindi accende finalmente il motore. Una grande fumata fuoriesce dal tubo di scappamento, inizialmente il motore pare girare a vuoto, ma poi le ruote del vecchio taxi collettivo, pur se deformate dal peso, si muovono. Incredibile. Dopo poco più di un chilometro di faticoso e lento incedere accade
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Sei persone sono stipate nel piccolo e rabberciato taxi collettivo… vi è ancora posto per altre tre ancora, con i bagagli naturalmente!
monsoniche che forse giungeranno tra poche settimane. Forse.
Sirigu, un piccolo e tranquillo villaggio nel nord del Ghana che ancora custodisce una secolare tradizione: le pitture murali.
che il temerario autista incroci un amico. Naturalmente si arresta, si scambiano cortesie, poi ci guarda e dice di stringerci, perché dà un passaggio anche a lui. Nessuno si lamenta, ma diligentemente ognuno si cimenta in un esercizio che pare quasi impossibile. Un paio di passeggeri vengono presi sulle ginocchia, quindi l’autista spinge la portiera, pressando con tutta la sua forza fino a quando si chiude. Una persona dall’aria distinta che osserva la scena si avvicina e fa notare che siamo sovraccarichi... Sì, perché noi non ce n’eravamo accorti! Ne nasce una piccola ma animata discussione, poi si riaccende il motore e lo sconosciuto zelante resta lì a scuotere la testa in mezzo alla strada polverosa. Lungo il percorso ogni buca, ogni frenata sembra debba essere il capolinea, l’ultimo sussulto di vita di quella carretta la cui “pancia” tocca ripetutamente il terreno, i cui freni ormai non reggono più ed il cui motore pare girare ripetutamente a vuoto. Ma poi si riparte, sempre lentamente, molto lentamente e quasi senza rendermene conto mi ritrovo dopo un paio d’ore a Sirigu. Tutt’attorno osservo un paesaggio arido, le piante sono rinsecchite e i grandi baobab ormai senza foglie appaiono come persi nel nulla. Il vento caldo a tratti solleva rivoli di sabbia sopra campi che attendono le piogge
«I passeggeri siedono da tempo stipati nel piccolo abitacolo»
PITTURE MURALI NELLA SAVANA Il luogo affascina. Il piccolo villaggio perso nella savana è abitato da genti di stirpe “frafra”, una delle principali etnie del nord del Ghana. La vita qui trascorre tranquilla e forse un poco annoiata. Donne e uomini, bimbi e anziani siedono rintanati all’ombra di piante e tettoie e mi osservano incuriositi, domandandosi probabilmente cosa faccia un “obroni” anche qui l’uomo bianco viene così chiamato - nel loro villaggio. Il caldo è torrido e fortunatamente trovo un poco di frescura in un piccolo locale, una sorta di tugurio di terra dove vendono delle bibite fresche e delle uova e dove vengo accolto con estrema cordialità. La proprietaria pulisce con un vecchio straccio una sedia malferma sulla quale vengo invitato ad accomodarmi. Un pertugio mi permette di spiare la vita del villaggio dove il tempo trascorre lentamente. Piccoli carretti trainati da muli percorrono occasionalmente le vie lungo le quali vi sono bancarelle di commerci e improvvisate cucine di strada che offrono cibarie assalite da una moltitudine di mosche. All’ombra di un grande albero si beve birra d’orzo di produzione artigianale, servita in calici costituiti da mezze
Le comunità familiari sono delimitate da muri di terra cotta. I tuguri vengono decorati pazientemente con disegni tradizionali usando colori naturali e tecniche secolari. > pagina 34 ILLUSTRAZIONE TICINESE 10-08
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VIAGGI
«Piccoli carretti
trainati da muli percorrono occasionalmente le vie» zucche passate di mano in mano. Ansioso di conoscere il luogo e le pitture murali delle case telensi che lo caratterizzano, malgrado il grande caldo abbandono ben presto il mio rifugio. Con discrezione mi avvicino ad alcuni tuguri, ben sapendo che curiosi occhi mi osservano dall’interno. Ogni insediamento familiare è delimitato da mura circolari all’interno delle quali s’intravedono capanne rettangoli dai tetti piatti ed altre coniche con coperture di paglia. L’incontro con una signora intenta a macinare delle spezie mi permette di accedere ad un cortile interno. Mi spiega che sono le donne del luogo, riunite in un’associazione, a tramandare la tradizione delle pitture murali. Ma il lavoro è faticoso, gli intonaci sono ricavati da pietre divenute sempre più rare e dopo ogni stagione delle piogge è necessaria un’importante manutenzione. L’ULTIMO BALLO Sull’uscio di un tugurio appare una vecchia signora, è magra, visibilmente denutrita, le guance incavate e a malapena si regge in piedi malgrado il supporto di due grucce di legno. Mi regala un amichevole e dolce sorriso, quasi fosse un ringraziamento solo per il fatto che l’abbia notata. Mi ritornano in mente i volti delle “streghe” di Gambaga e penso che malgrado tutto quella vecchia è fortunata, vive infatti ancora nella sua comunità familiare e non è stata né accusata di stregoneria, né cacciata. Avvicinandomi vedo l’interno della scura abitazione: vi sono alcuni vecchi panni, poche vettovaglie e un piatto vuoto. Decido di regalar-
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Vengo invitato in una casa “frafra”. Attorno al cortile si affacciano tuguri dagli spazi angusti. Nelle notti calde si dorme però sui tetti.
le 10’000 Cedis per comperare un poco di cibo, quanto basta per sopravvivere forse per una o due settimane. Appare sorpresa e incredula, poi comincia a ridere. Ride felice, abbandona una gruccia per cercare di abbracciarmi, poi addirit-
“Siediti con noi obroni (straniero), assaggia la nostra birra d’orzo”.
tura accenna dei passi di danze tradizionali. La sostengo prima che cada e mi ritrovo quel corpo scarno addosso, mentre il suo sguardo per un attimo rivive la freschezza di una lontanissima gioventù e ringraziandomi ripetutamente, indica il cielo, accomunandomi ad una grazia di Dio di cui proprio non ho nessun merito. Mi allontano provando uno strano senso di disagio, felicità e commozione. Molto diverse saranno le sensazioni e i balli nella stamberga nella quale trascorro la notte successiva rientrato al capoluogo di Bolgatanga. Sabato sera è possibile godere appieno della musicalità delle genti africane, dei lori ritmi e dei loro momenti più spensierati. Col tempo l’ambiente diviene caotico, tutti mi appaiono un poco invasati, in preda ad un’allegria che pare non avere limiti. “Balla uomo bianco, lasciati andare, la musica è dentro te”, mi dice un curioso personaggio, mingherlino ed evidentemente ubriaco. Riconosciuto lo straniero nel buio, ognuno diviene appassionato ed improvvisato maestro di danze africane. Per un po’ li assecondo, illudendomi di riuscire ad imitarli e loro ne sono felici, poi però comprendo che la differenza tra me e loro, malgrado i tanti giorni trascorsi a stretto contatto di queste genti, non sta solo nel colore della pelle. Questa è infatti la loro Africa. FINE.
PARLIAMO DI SOLDI
VITA PROFESSIONALE
SVILUPPO DEL PATRIMONIO Costruire, proteggere e far fruttare il proprio patrimonio personale: quale profilo d’investimento scegliere? a cura di BancaStato
L
a costituzione e la gestione di un patrimonio sono argomenti molto sentiti dalla maggior parte dei ticinesi. Lo testimonia il numero sempre crescente di persone che richiedono una consulenza specializzata ad esperti del settore, spinti da un bisogno di maggior chiarezza, vista la complessità dei prodotti finanziari proposti e la forte incertezza generata dalla crisi dei subprime. Ottimizzare la propria situazione finanziaria è un obiettivo di tutti. Lo scopo di ogni investimento è quello di massimizzare il rendimento in base al livello di rischio definito e, rispettivamente, di minimizzare il rischio rispetto al rendimento atteso. L’investimento patrimoniale dovrebbe produrre il massimo rendimento possibile relativamente all’evoluzione dei mercati finanziari. Esiste però una relazione diretta tra il rendimento atteso e il rischio assunto: a un rischio elevato possono corrispondere guadagni consistenti come perdite ingenti. Quindi quale orientamento scegliere? La risposta è: “dipende”. Il profilo d’investimento dipenderà da diversi fattori quali l’analisi SCHEMA ASSUNZIONE DEL RISCHIO CONFIGURAZIONE INIZIALE DEL PATRIMONIO
ATTITUDINE AL RISCHIO
RISCHIO ECONOMICAMENTE TOLLERABILE
RISCHIO CHE CI SI PUÒ ASSUMERE SUL PIANO PERSONALE
LIVELLO DI RISCHIO ACCETTABILE
della mia situazione patrimoniale, l’orizzonte temporale dell’investimento, la propensione e la capacità di rischio, la moneta di riferimento ed eventuali aspetti legali o fiscali. La strategia d’investimento verrà quindi modulata in base alle esigenze di ciascuno. Come detto, i profili d’investimento sono definiti considerando il livello di rendimento desiderato e il rischio sopportato. Ecco una breve descrizione dei principali profili d’investimento: reddito fisso, reddito, bilanciato e azionario. REDDITO FISSO Il portafoglio a reddito fisso mira innanzitutto a conservare il patrimonio e a conseguire un reddito regolare mediante le entrate costituite da interessi. REDDITO Il portafoglio orientato al reddito mira ad una crescita reale del patrimonio sul lungo termine. Fonti primarie di reddito sono gli interessi ed i dividendi integrati dagli utili di capitale. BILANCIATO Il portafoglio è composto da un’equilibrata ripartizione degli investimenti in azioni e obbligazioni. L’obiettivo è un incremento reale del patrimonio. Il rendimento è dato dagli utili di capitale integrato da interessi e dividendi. AZIONARIO Il portafoglio incentrato sulle azioni rappresenta la strategia d’investimento più rischiosa e mira, a lungo termine, ad un forte accrescimento del patrimonio. Il rendimento è dato soprattutto dagli utili di capitale e dalle operazioni in divise che vengono comunque integrate da dividendi e interessi. Le opzioni d’investimento sono quindi molte e orientarsi da soli risulta un po’ complesso, e in questo caso, si potrebbe dire “rischioso”. Chiedete quindi consiglio a un vostro consulente finanziario di fiducia.
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ESCURSIONI
L’ACQUA CHE
NON C’È Escursione: Aquino, frazione di Lavertezzo - Revöira. testo e foto Giosanna Crivelli
G
randi vasche in pietra scolpite a mano, con i segni di ogni colpo di scalpello, sculture derivate dal bisogno, quello di raccogliere l’acqua che non c’è: questa è la ricchezza di Revöira. Da anni conservo quel numero della rivista Il nostro Paese, in cui vi è la meticolosa indagine di Franco Binda sull’impianto idrico dei maggenghi di Revöira e Cà di Dentro, i monti di Lavertezzo. L’ho tenuto come un prezioso cimelio, e ogni tanto mi capita in mano, e lo sfoglio con godimento estetico, come fosse un catalogo d’arte, tale è la forza degli oggetti rappresentati. L’andarci è sempre stato un desiderio, e una curiosità, accresciuta nel tempo. Varie sono le vie di accesso: da Motta, da Sambugaro - la strada delle mucche - e da Aquino. Scelgo quest’ultima, la più diretta. Quasi subito oltrepasso un ponticello in legno, superando un piccolo riale colmo d’acqua. Ed è una sorpresa, sapendo che è proprio stata la quasi totale mancanza d’acqua ad affinare l’inventiva degli alpigiani e dei contadini di
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questi luoghi, che per poterli vivere hanno ideato e costruito un ingegnoso sistema idrico: pozzi, cisterne, vasche in pietra sparsi tra prati, boschi e cascine. Più in alto, per le caratteristiche geologiche del terreno, l’acqua sparisce, e i riali sono quasi sempre secchi. Questa escursione l’ho vissuta con stupore. Una ripida salita fino al nucleo di Morisc, a quota 880 m, senza nome sulla carta topografica attuale: scoprire le prime vasche, poterle ammirare nella loro materiale plasticità, toccarle, ruvide, e lasciar sprofondare lo sguardo nell’acqua nera, antica, che solo lascia trasparire il fondo marcescente là dove macchie di sole la illuminano. E ammirare la parete della Föpia, una distesa verticale allargata, meandri d’erba tra le rocce, là dove allora si tagliava il fieno di bosco trasportandolo a valle con impensabili fili a sbalzo. E la scoperta del cascinino che racchiude uno dei pozzi, profondo, scuro, insondabile. Poco più in alto vi è il nucleo successivo, quello di Revöira. La fotografia del 1979 ancora lo ritrae nel mezzo di un’ampia radura, e anche la carta topo-
grafica del 2003 così ancora lo rappresenta. Ora il bosco lo ha avvolto, non sembra più il medesimo luogo. Tra l’ombra e la luce di nuovo appaiono vasche in pietra, e un affresco che ha solo ancora la parvenza di una raffigurazione, e porte in legno e mura che portano i colori della patina del tempo. Vi è una calma infinita. La vegetazione estiva nasconde l’insieme delle cose, e il
«L’acqua a tutti i costi» nesso logico tra elementi che hanno funzioni ben precise si perde. Cammino tra le cascine e nel bosco lasciandomi sempre di nuovo sorprendere da ciò che vedo e da ciò che immagino. Un muro a secco ad altezza d’uomo, in equilibrio perfetto e perfettamente conservato, scompare verso l’alto nel ripido pendio, visione da caleidoscopio tra gli alberi. Molti dei manufatti descritti ancora non li ho scoperti. So che tornerò nella stagione inver-
nale, quando tutto apparirà, e verranno svelati segreti ora nascosti. Il testo di Binda fa rivivere con forza suggestiva i momenti vitali di questi luoghi, e non potrei descriverli meglio. Una lettura consigliata, per la cultura che trasmette - descrizioni precise, disegni tecnici, cartine, fotografie. Ma anche e soprattutto per l’amorevole partecipazione ad una vita che quasi non riusciamo più ad immaginare. Oggi, non avendo più la necessità di questo tipo di sopravvivenza, possiamo percepirne il valore simbolico, e portare con noi la forza che ci trasmette. Cartografia: Maggia 1:25’000 Dislivello: 394 m Tempo: 1 ora e 1/2 Documentazione: Il nostro Paese, “L’ingegnoso impianto idrico di Revöira e Cà di Dentro”, numero 129-132, 1979
CORSI DI FOTOGRAFIA CON GIOSANNA CRIVELLI Informazioni e programma: Giosanna Crivelli, cp 241, 6926 Montagnola, tel. 091 994 85 17 e-mail: info@fotolife.ch, internet: www.fotolife.ch
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SPORT
UNO SCOIATTOLO SULLE CIME DEL MONDO Quando una montagna si materializza nella sua mente, per Marco Grandi, alpinista, è il segnale che è giunto il momento di provare a scalarla. Lo abbiamo incontrato per scalare con l’immaginazione, parola dopo parola, questa disciplina sportiva, che corre sul filo della vita e della morte “senza sapere verso quale versante pende”… testo Marco Ortelli - foto Rémy Steinegger
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COME È NATA LA SUA PASSIONE PER L’ALPINISMO? “Direi da un rifiuto degli sport di massa, anche se qualcosa mi deve essere stato trasmesso dal mio bisnonno, che mi aveva confessato come l’alpinismo fosse sempre stato una sua passione segreta, che non aveva potuto coltivare. È nata in un momento strano, mentre giocavo a calcio, ho sentito il bisogno di fare qualcos’altro, così ho cominciato ad avvicinarmi ai Denti della Vecchia, a seguire i primi corsi. Di solito c’è un approccio più graduale, per me invece è stata come una reazione a catena. Il giorno dopo aver toccato per la prima volta la roccia, ho fatto una delle vie più difficili dei Denti della Vecchia, con il mio monitore. Il colore e l’odore dei sassi calcarei mi hanno catturato. È avvenuto un cambiamento totale nella mia vita sportiva e privata”.
segue il momento bellissimo della partenza, per il Piz Prevat di notte, nel silenzio totale e, se si è in due, si cominciano a sentire i silenzi e i respiri vieppiù faticosi che si alternano, fino al raggiungimento del punto di partenza dell’arrampicata, dove avviene il rituale dell’incordamento e del controllo del sacco… per poi alzare gli occhi e fare il primo tiro, poi il secondo e via…”. A PROPOSITO DI TIRI E CORDE “Ho avuto pochissimi compagni, devo sentire la persona con la quale sono letteralmente legato alla vita e alla morte. Il rapporto con l’altro è di reciproco affidamento, la corda è un rituale fondamentale dell’arrampicata, e anche una forma di comunicazione, un filo che consente di scambiare molte informazioni”.
«La soddisfazione massima è rivedere la linea percorsa»
SULLA META “Arrivare in cima non è importante. Certo, questo rimane l’obiettivo, che considero però come un momento di pausa. Infatti ripeto sempre che quello che conta è tornare al piano, che in vetta non bisogna perdere tempo, perché il… tempo può cambiare rapidamente. Non sono infrequenti i casi in cui ci si arrampica nel blu senza accorgersi che in basso si sta preparando una tempesta. Per me la soddisfazione massima è tornare al piano e rivedere la linea che si è percorsa”.
GUARDO UN MONTE, DICO “BELLO”, RIMANGO AL PIANO. LEI, INVECE, VUOLE SCALARLO. COME MAI? “Ognuno, dentro di sé ha la propria montagna disegnata in base alla sua personalità. Per me la montagna deve avere determinate caratteristiche, come quella di farmi pensare. Quando la montagna comincia a materializzarsi visivamente, scatta la molla di volerla scalare”.
SULLA DISCESA “Nella discesa capita una fra le cose più pericolose che esistano, il rilassamento. Paradossalmente, di solito le salite più difficili comprendono discese più sicure perché effettuate in corda doppia; mentre ci sono salite con discesa su sentiero o su vie relativamente poco difficili che però possono essere fatali proprio a causa della deconcentrazione”.
PROVIAMO ALLORA A SCALARNE UNA. COSA SUCCEDE, ALMENO A PAROLE… “Prendiamo ad esempio il Piz Prevat, che ho scalato lo scorso settembre, una delle più belle montagne del Ticino con quattro vie disegnate dalla natura, la normale, la media, la difficile e la via degli scoiattoli. Una montagna per arrampicatori. La sua scalata presuppone diverse conoscenze. Io, ad esempio, mi avvvicino alle montagne solo dopo averne conosciuto la storia. Un aspetto che trovo importante, perché porta ad avere il dovuto rispetto per la montagna. Nell’arrampicata, nelle vie difficili di ghiaccio e di roccia, di solito si fa un errore solo… Un altro aspetto importante riguarda la conoscenza del corpo, dei nostri fabbisogni di acqua e di cibo. Fondamentale, inoltre, è la capacità di leggere il tempo meteorologico con le sue repentine variazioni. La preparazione tecnica, che comprende ad esempio le manovre di corda e di sicurezza, è naturalmente imprescindibile per pensare di arrampicarsi. Consolidati questi aspetti, possiamo passare alla fase pratica, avvicinandoci alla capanna, raggiunta la quale si dialoga con il guardiano sulle condizioni generali della montagna. Eseguito l’inventario del materiale tecnico da prendere con sé,
PERCORSO BIOGRAFICO Marco Grandi, 70 anni, padre di quattro figli è domiciliato a Breno. In ambito alpinistico è stato membro con diverse funzioni culturali, tecniche e di soccorso del Club Alpino Svizzero, nonché membro e capogruppo del Gruppo Scoiattoli dei Denti della Vecchia. Autore di diversi libri, organizzatore e direttore di dibattiti e conferenze internazionali, collaboratore per riviste specializzate, fondatore e direttore del Festival dei Festival della cinematografia alpina di Lugano, e cofondatore e membro della International Alliance for Mountain Film. Tra i suoi prossimi obiettivi, “tornare in Patagonia”, e “scrivere un libro che racconti dei grandi alpinisti del mondo che ho avuto la fortuna di conoscere, visti nel loro lato umano, più che alpinistico”. Quale alpinista ha spaziato dalle Alpi alle Ande, dalla roccia pura, al ghiaccio al misto, sia in estate sia in inverno, tracciando anche nuove vie. > pagina 40 ILLUSTRAZIONE TICINESE 10-08
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“L’odore dei sassi calcarei mi ha catturato”.
L’uso del friend è esclusivo dell’arrampicata su roccia.
La corda è anche strumento di comunicazione. Giovane... scoiattolo sulla cima del Salbitschijen, nel Canton Uri.
SCALARE VETTE L’HA TRASFORMATA? “Se da un lato mi ha dato la possibilità di mantenere il mio fisico ad un certo standard, non ho mai dimenticato una frase detta da Reinhard Karl, alpinista tedesco, morto in Himalaya, che ha segnato il mio essere alpinista: “Ho portato il mio Io sul punto piú alto e lo lascio lassù, l’Io che voglio essere. Scendo con l’Io che sono”. Sono sempre stato una persona disordinata, e anche testarda. La montagna mi ha insegnato la tolleranza. Una volta, durante un bivacco in cima al Monte Bianco, ho vissuto una sensazione bellissima, c’era ancora il sole che batteva sulla cima, mentre giù a Chamonix erano già accese le luci delle case. Alle dieci di sera pensavo alle persone là sotto, che forse stavano cenando o guardando la televisione oppure facendo l’amore, litigando… e io, sul punto più alto d’Europa, da lassù vedevo anche le mie miserie, come ad esempio l’arrabbiarmi per un parcheggio… Con la montagna ho acquisito un maggiore distacco sulle cose”. COSA VUOL DIRE A CHI CI HA APPENA LETTO… “Di non perdere la curiosità di conoscere il mondo che ci circonda e ci sovrasta, come un’alpinista, che ama la scoperta”.
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Centro di medicina e chirurgia dello sport Ospedale La Carità, Locarno - Swiss Olympic Medical Center www.cmcs.ch, Tel.: 091 811 48 48
Per l’anno 2008, possiamo avvalerci della preziosa collaborazione del team medico-sportivo del Centro di Medicina e Chirurgia dello Sport di Locarno. Per la disciplina dell’alpinismo si è messo a disposizione il Dott. Reto Pezzoli.
Reto Pezzoli.
PERCHÉ GLI UOMINI SCALANO? “I motivi che spingono moltissime persone a frequentare le montagne
sono molto differenti e in parte irrazionali: alcuni cercano la prestazione nel voler raggiungere vette sempre piÚ difficili e alte o scalandone le pareti, altri desiderano passare il proprio tempo libero nella natura godendone i paesaggi, altri ancora partono verso paesi lontani per praticare il trekking. In comune queste persone hanno il fatto che si muovono in un ambiente ben diverso da quello cui sono abituate ed inoltre potenzialmente pericoloso. L’organismo, piÚ che in altre attività fisiche, è sottoposto a situazioni ambientali estreme (alta quota, vento, irraggiamento solare, freddo) che ne mettono a dura prova la capacità di adattamento e per certi versi la sopravvivenza stessa�.
lo delle malattie dell’alta quota: si tratta di patologie come l’edema polmonare dell’alta quota o la malattia dell’alta montagna, che si osservano esclusivamente a partire dai 2’500 metri e che diventano vieppiÚ frequenti mano a mano che si sale. Ovviamente, la rarefazione dell’aria non è l’unico problema dato dall’ambiente alpino. La temperatura diminuisce salendo di quota e le temperature basse rappresentano una sfida per l’organismo umano. In quota, inoltre, l’irraggiamento solare aumenta e con esso il carico di raggi ultravioletti sulla pelle e a livello degli occhi. Per fortuna i materiali oggigiorno reperibili sul mercato permettono di equipaggiarsi al meglio in ogni situazione�.
COSA SUCCEDE A UN UOMO QUANDO RAGGIUNGE DETERMINATE ALTEZZE? “Quando si sale di quota ci si espone ad una ridotta ossigenazione e a partire dai 2’500 - 3’000 metri l’organismo va incontro a due fenomeni peculiari dell’altitudine e noti da pochi decenni: il primo è quello dell’acclimatazione: si tratta di una serie di adattamenti a livello biochimico e cellulare grazie ai quali l’organismo riesce a funzionare e a sopravvivere anche in presenza di quantitĂ di ossigeno estremamente ridotte. L’acclimatazione per una data quota si sviluppa lentamente sull’arco di alcuni giorni e la reazione è molto individuale. Non a caso gli alpinisti che vogliono cimentarsi sulle vette piĂš alte del pianeta devono trascorrere parecchie settimane a quote comprese tra i 4’000 e i 6’000 metri per permettere un’adeguata acclimatazione. Il secondo fenomeno è quel-
COSA BISOGNA SAPERE PRIMA DI‌ SCALARE? “In ogni caso, per poter praticare l’alpinismo, bisogna essere in buone condizioni fisiche generali e dunque avere una buona resistenza fisica alla fatica, buone doti coordinative, una certa forza, sia a livello degli arti inferiori sia superiori; caratteristiche che da un punto di vista della salute sono ovviamente un’ottima cosa. Da non dimenticare, comunque, che l’alpinismo è un’attivitĂ caratterizzata da pericoli potenziali che si traducono in un certo numero di incidenti, anche gravi o mortaliâ€?. Reto Pezzoli, medico responsabile di manifestazioni sportive in Ticino, dal settembre 2002 è collaboratore del Centro di Medicina e Chirurgia dello Sport di Locarno.
) GIARDINIERI PAESAGGISTI SVIZZERI VI OFFRONO IL LORO SUPPORTO PER LA PIANIFICAZIONE
LA PROGETTAZIONE E LA REALIZZAZIONE DI NUOVI GIARDINI NONCHĂ? PER LA LORO RISTRUTTURAZIONE PROFESSIONALE E MANUTENZIONE $VVRFLD]LRQH VYL]]HUD LPSUHQGLWRUL JLDUGLQLHUL
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L’AUTO ECOLOGICA
CORRE VERSO IL FUTURO Da alcuni anni Stabio è la capitale svizzera della produzione di batterie per veicoli elettrici ibridi per tutti i mercati del mondo. Un’industria sana, in cui la richiesta supera abbondantemente l’offerta. Una tecnologia in costante evoluzione e alla ricerca di migliorare prestazioni e affidabilità. testo Stefano Pescia - foto Rémy Steinegger
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all’attuale produzione di 2’500 batterie si passerà alle 3’500 previste per il 2009. Alla MES-DEA SA le cifre non lasciano dubbi. Non solo la richiesta di batterie per veicoli elettrici ibridi va a gonfie vele ma addirittura, come ci conferma l’ingegnere responsabile della vendita delle componenti Roberto Trombetta, supera la capacità di quanto l’azienda,
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fiore all’occhiello del settore, è in grado di produrre. Con l’acquisizione della tecnologia della batteria ZEBRA nel 1999, la MES-DEA SA è stata creata come società indipendente che si occupa pure di progettazione e consulenze per terzi. I suoi 220 dipendenti assicurano la fornitura dei propri prodotti a tutto il mondo. La sete di una mobilità ecologica sta contagiando mar-
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1. Specialisti per dei prodotti di alta tecnologia. 2. Raffinate apparecchiature per l’assemblaggio. 3. Precisione e professionalità anche nella posa delle componenti più piccole. 4. Alla MES-DEA non solo batterie Zebra. 5. L’ingegner Roberto Trombetta, responsabile della vendita alla MES-DEA. 6. Le batterie per Twingo e Panda si ricaricano principalmente dalle rete.
catamente l’Europa e, soprattutto i mercati della Gran Bretagna, Germania, Francia, sia per i veicoli privati, sia per quelli commerciali. “In Svizzera”, ci conferma Trombetta, “la domanda è rivolta in particolare alle automobili, mentre le aziende si stanno muovendo verso la mobilità alternativa, in particolare quelle legate alla produzione di energia elettrica”.
«La batteria Zebra
ha un ciclo di vita di circa 10 anni o 135’000 km» In questo settore il contributo della azienda di Stabio è stato di indubbia importanza e valore. “La batteria Zebra”, puntualizza il nostro interlocutore, “è stata la prima batteria di stampo moderno a segnare un marcato distacco tra le batterie tradizionali nichel cadmio, nichel metalli duri e quelle al piombo. Tra i van-
taggi della batteria Zebra, con un’attesa di vita di circa 10 anni o 1’000 cicli completi di scarica (pari a circa 135’000 km) vi è quello di uno sviluppo di una densità di energia quasi doppia rispetto alle batterie appena citate, imbarcando la metà del peso. Si ottiene così la stessa energia, ma avendo meno peso a bordo si consuma meno!”. A PROVA DI CORRENTE A Stabio, l’azienda riceve dal costruttore di automobili solo lo chassis, senza motore, trasmissione e serbatoi. Tutte le modifiche meccaniche, necessarie per alloggiare la batteria e le altre componenti all’interno del veicolo vengono realizzate qui. “Abbiamo quindi sviluppato”, sottolinea Trombetta, “tutto il knowhow per la costruzione dei supporti. Le modifiche al telaio vengono apportate in collaborazione con i due costruttori; Renault per la Twingo e Fiat per la Panda, due veicoli spaziosi per alloggiare una batteria e nel contempo leggeri. In totale circa 50 veicoli all’anno. A lavoro concluso, non modificando la struttura del veicolo, non sono più necessari ulteriori controlli per la sicurezza, per esempio, dei nuovi crash test. Bisogna effettuare invece un logico collaudo di tipo elettrico”. PER UN USO QUOTIDIANO In Ticino, anche per chi in un giorno percorre mediamente un
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«La forma ottimale di una batteria: quadrata o rettangolare» centinaio di chilometri, l’utilizzo di un veicolo elettrico sarebbe sicuramente vantaggioso anche dal lato finanziario. Eppure, benché le giovani generazioni siano sensibili ai temi ambientali, l’automobile con i tradizionali motori è ancora considerata più affidabile ed emozionale. Il catalizzatore per il cambiamento dell’interpretazione della mobilità è sicuramente rappresentato dall’impennata del prezzo del carburante. “Non dimentichiamo”, aggiunge l’ingegner Trombetta, “che per il 90% delle persone, l’utilizzo giornaliero di un’auto è di tipo pendolaristico. Quindi l‘autonomia di un veicolo elettrico di circa 130 chilometri è più che sufficiente per un utilizzo quotidiano”. DUE FILIALI IN TICINO Alla MES-DEA, che per il momento si occupa ancora della vendita diretta dei veicoli in tutta la Svizzera, non si può noleggiare un veicolo elettrico, ma il privato ha la possibilità di noleggiare la batteria che rimane di proprietà dell’azienda. Il cliente paga una rata più importante al momento dell’acquisto del veicolo, che rimane di sua proprietà, e successive rate a dipendenza dell’accordo stabilito con la ditta di Stabio. Considerando il marcato aumento delle richieste, la società sta organiz-
zando una rete di vendita e di assistenza nazionale, che per iniziare avrà anche due filiali in Ticino, una nel Sopraceneri e una nel Sottoceneri. DIVERSIFICAZIONE E RICERCA Il ricco elenco della gamma dei prodotti MES-DEA non si limita ai sistemi di batteria Zebra completi e ai motori ad induzione con riduttori di diverse taglie e potenza. La ditta si occupa anche di convertitori di potenza per i motori ad induzione, convertitori DC/DC, depressori per servofreno, sistemi per raffreddamento dei motori e per il comfort di bordo (pompe di ricircolo, elettrovalvole, termostati, termistori e caldaie elettriche). Inoltre, negli ultimi anni, ha sviluppato i sistemi di Fuel Cells PEM raffreddati ad aria con potenze comprese tra i 300 W ed i 6 kW. MES-DEA svolge principalmente ricerca e sviluppo nell’evoluzione dell’elettronica di controllo delle batterie (software) e nel controllo elettronico dei motori elettrici per autotrazione. Grazie alle caratteristiche della batteria Zebra, che necessita di circa un mese di tempo per la sua realizzazione, la società ha potuto estenderne l’applicazione a molteplici mercati, quali ad esempio gli autobus, le barche, le applicazioni navali, le applicazioni solari e le batterie per centrali di telecomunicazione. A medio - lungo termine, la dinamica azienda del Sottoceneri mira a sviluppare il progetto di un autoveicolo alimentato interamente ad idrogeno. Nel presente, l’industria automobilistica, con la prossima commercializzazione di diversi veicoli piccoli, offrirà alla MES-DEA SA ottime opportunità di sviluppo di veicoli elettrici ibridi che sarà pronta ad accogliere per assicurare la componentistica ideale a chi le automobili le costruisce per mestiere.
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DOVE VAI SE IL CONTROLLO
NON LO FAI? È
un tema che tocca la sensibilità di molti: “Amo la mia moto più d’ogni altro mio oggetto, la tratto benissimo”! È ben nota, però, l’incuria in cui molti lasciano il loro mezzo di trasporto a motore con due ruote. Incuranti dell’aspetto più elementare: la sicurezza passiva! Inutile ogni prudenza se alla prima curva in discesa i freni non tengono o se alla prima frenata dura salta la valvola della gomma! Solo dei veicoli sottoposti a regolari servizi di controllo e di manutenzione, fatti da persone competenti, possono garantire il massimo della sicurezza passiva. I costruttori hanno allungato sempre più i tempi per gli interventi di servizio. Per di più, in particolare con le grosse cilindrate, si hanno percorrenze che vanno di poco oltre i 5’000 km annui. Come conseguenza, succede che alcuni controlli, minimi ma necessari, finiscano nel dimenticatoio! Ai regolari interventi del personale di officine specializzate, non possono mancare i piccoli ma importanti controlli del motociclista, o scooterista, stesso (uso il maschile ma mi sembra più che scontato che vale anche per le sempre più numerose ragazze - di ogni età - che si spostano su mezzi a motore con due, o tre ruote). Per esempio sullo stato di salute dei pneumatici, profilo e pressione, di quello dei dischi e delle pastiglie dei freni, come pure del livello del liquido freni. Particolare attenzione si deve prestare al buon funzionamento delle luci, delle frecce, dello stop dei freni.
La sicurezza comincia prima di partire. È vero, il casco non basta, occorre la testa! Per questo è necessario che il mezzo con cui s’intende partire sia sicuro, anche i particolari contano. testo Graziano Guerra
Una pressione giusta e un profilo corretto dei pneumatici sono indispensabili per una tenuta di traiettoria impeccabile, per sterzare e frenare con sicurezza. Una pressione delle gomme troppo alta o troppo bassa allunga il tratto di frenata in modo incredibile e influisce negativamente sulla stabilità, specialmente a velocità elevata e in caso di brusche manovre di scarto. Il liquido dei freni assume umidità dall’aria circostante, l’incremento della quantità della parte d’acqua abbassa il punto di ebollizione. Dopo una serie di frenate importanti e il conseguente surriscaldamento dell’impianto frenante (per esempio dopo la risalita e la discesa di un passo) si possono formare delle bollicine di vapore all’interno del sistema idraulico dei freni, che possono rendere “acquosa” - è il caso di dirlo! - la frenata. In casi estremi possono anche portare all’azzeramento dei freni. Lampadine difettose nascondono insidie da non sottovalutare mai! Si rischia di non essere visti dagli altri utenti della strada sempre distratti (e anche in questo caso vale al maschile e al femminile!), quando si sterza o si frena. È importante essere visti. Motociclisti e scooteristi possono fare dei controlli visivi a gomme, pastiglie e dischi, luci e livello dei liquidi con una certa facilità, mentre per quanto riguarda un più approfondito stato dei freni è consigliabile rivolgersi al proprio meccanico di fiducia. In caso di dubbi sullo stato dei pneumatici è altresì consigliabile consultare personale specializzato.
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OROSCOPO testo Cloris Sciaroni PREVISIONI DI CLORIS PER LA SECONDA METÀ DI OTTOBRE Dal plenilunio in Ariete del giorno 14 al novilunio del 28.10 viviamo sotto l’influsso di Marte (in Scorpione) che è in buon aspetto a Giove in Capricorno e a Saturno in Vergine, dato che spinge governanti, politici e Stato a chinarsi sempre più intensamente sulle problematiche della sopravvivenza, delle risorse comuni e dell’ambiente. Si tratta ora di mettere delle priorità, ma soprattutto di passare dalle parole ai fatti. Non c’è più niente che concerne un Paese, un popolo soltanto, ma l’interesse di tutti deve puntare sul pianeta Terra, su Gaia, come ben dicono gli Indiani d’America, la nostra Grande Madre, colei che ci dona la vita e il nutrimento. Siamo tutti Uno, parte dello stesso pianeta, figli di un’Unica Madre, che ci ama incondizionatamente.
ARIETE 21/3 - 20/4
Sole (solo fino al 23.10) e Mercurio ancora in opposizione, contrastati anche da Giove in Capricorno, disturbano ancora per poco rallentando od ostacolando il flusso energetico che a volte vi farà sentire frustrati, o stanchi e stressati da una parte e ansiosi o preoccupati dall’altra, per una situazione che vi trova un po’ spiazzati. Può trattarsi del lavoro o della famiglia. Gli eventi che ci capitano nella vita avvengono per farci cambiare, per renderci più flessibili, più saggi, di qualunque natura essi siano. Siete in grado di ascoltarvi profondamente? Di mettervi nei panni degli altri e ascoltare con il cuore ciò che gli altri vi vogliono comunicare? Siete disposti ad aiutare senza chiedere nulla in cambio? I pianeti dall’Aquario vi inviano raggi positivi per far emergere la parte migliore di voi, quella altruista e umana, fate voi il primo passo.
TORO 21/4 - 20/5
Marte e Venere sono ancora in opposizione (ma quest’ultima solo fino al giorno 18) e pure in quadratura ai pianeti in Aquario, facendovi sentire un po’ più frustrati e sospettosi del solito, nel senso che tenderete a vedere di più il lato negativo delle cose e delle persone, anziché chinarvi sulle motivazioni che scatenano queste sensazioni dentro di voi e che potrebbero avere origini lontane. Giove e Saturno, sempre a favore, spingono a mettere le vostre energie nelle cose pratiche di ogni giorno, affrontando le difficoltà o le sfide una alla volta, senza cadere nell’ansia. Dopo tutto, voi siete dei pragmatici. Una bella cena conviviale e una bella cantata in compagnia è quel che ci vuole per risollevarvi. E sia che siate single o in coppia, provate le belle sensazioni che regalano un corso di tango o anche un altro ballo, perché la passione fa sentire vivi.
GEMELLI 21/5 - 21/6
Mercurio è sempre in buon aspetto ai pianeti in Acquario, facendovi sentire più ispirati del solito, e anche se la famiglia potrebbe sottrarvi un po’ di energia o rallentare il vostro lavoro, voi andate avanti per la vostra strada. Se non siete più giovanissimi, potreste dedicarvi alla scrittura o al volontariato, o ancora partecipare a degli atelier di pittura, danza, ginnastica dolce o quant’altro, giusto per mantenervi snelli e scattanti. Voi possedete uno spirito giovanile fino in tarda età. Portate il sorriso e la vitalità dove ce n’è bisogno. I pianeti in Scorpione potrebbero ricordarvi l’importanza delle vostre esperienze passate per portare soccorso e motivazione agli altri. Plutone, ancora agli ultimi gradi del Sagittario, vostro segno opposto, vi sta ricordando quanto il passato possa incidere ancora sul vostro futuro. Salute: partecipate a rituali di guarigione seri.
CANCRO 22/6 - 22/7
Sole (solo fino al 23.10) e Mercurio sono ancora in dissonante aspetto, mentre Giove è sempre in opposizione, indicando una certa fatica nella vita quotidiana e nelle relazioni. Tuttavia a favore c’è un Marte molto tenace che dona resistenza e determinazione nel portare avanti i propri propositi, sempre che siano in sintonia con la vostra anima, altrimenti vi spingerà a cambiare, quindi è inutile opporre resistenza. Cambiare attitudine aiuta anche a vivere l’amore in modo diverso. E così alla passione si unisce il desiderio di “fusione” con l’altro come vuole Urano dai Pesci, sempre in ottimo aspetto al vostro segno. Nello stesso tempo porta guarigione a vecchie problematiche ancora irrisolte, indipendentemente dalla vostra età. Salute: per mantenervi in forma fate della ginnastica dolce. Ottime le terapie in acqua.
LEONE 23/7 - 23/8
Mercurio sempre in ottima posizione, sorretto ancora da Plutone in Sagittario, pone i vostri interessi alle tematiche dei bambini e dell’educazione, ma soprattutto al rispetto dei loro diritti. Voi siete le persone giuste per combattere ogni abuso in questo senso e lottare perché essi possano vivere la loro infanzia così come deve essere. Marte dallo Scorpione dona determinazione, non scendete a compromessi solo per ambizione o denaro e comportatevi in modo corretto in qualunque ruolo vi troviate. Nel privato chiarite i rispettivi ruoli per non suscitare gelosie o rancori inutili, che fanno solo male al cuore. Se ultimamente avete vissuto delle ingiustizie, fate pace con voi stessi e pensate che tutto è perfetto così com’è. Fa parte della vostra crescita personale! Salute: fate dello sport moderato per scaricare le tensioni. Dal 23 riposate di più.
VERGINE 24/8 - 22/9
Per voi tutto ruota attorno alla comunicazione, ai contatti, alle relazioni pubbliche e ai tanti impegni che dovrete affrontare, alcuni anche molto piacevoli e vantaggiosi anche dal profilo economico. Cercate di “vendervi” bene, come si suol dire. Siate convincenti e fidatevi delle vostre capacità. Spesso l’esperienza conta più di tanti titoli. Urano sempre in opposizione vi dice di non opporre resistenza ai cambiamenti, anche quelli che a prima vista possono sembrare antipatici, o che vi fanno paura, ma soprattutto siate meno cerebrali e critici. Spesso l’indifferenza o la freddezza esterna nascondono sentimenti indesiderati, quali la scarsa autostima, complessi di inferiorità e la paura di essere feriti, da qui nascono i comportamenti scorretti. Ora è tempo di lasciar andare. Questo riguarda soprattutto voi nativi della 3. decade.
BILANCIA 23/9 - 22/10
Mercurio e Sole (quest’ultimo fino al giorno 18) sempre nel segno possono ancora usufruire dei buoni influssi dall’Aquario, per cui la vostra presenza equilibrata sarà gradita un po’ in tutti gli ambienti, vuoi per la vostra natura pacifista e mediatrice, vuoi per la saggezza delle parole che sapete trasmettere. Il problema nasce semmai dal fatto che cercate sempre di allontanare da voi ciò che è spiacevole, per non dovervi confrontare con la sofferenza, cosa inevitabile a questo mondo. Voi cercate sempre rifugio nell’amore e spesso cercate fuori quello che avete dentro. Comunque sia, Marte e Venere dallo Scorpione portano a vivere emozioni intense e passioni travolgenti. Forse, una volta tanto libererete la testa per seguire la voce dei sensi. Salute: la danza è la vostra medicina, che ne dite di un tango passionale?
SCORPIONE 23/10 - 22/11
Marte sempre nel segno dona determinazione e passione e mentre Venere si sta allontanando, approfitta ancora dell’ottimo trigono di Urano, ciò che suggerisce amori passionali e travolgenti, con una nota particolarmente trasgressiva. Del resto voi non potete fare a meno di complicarvi la vita, ma è un modo per esplorare la profondità della vostra coscienza, con il mare di possibilità che scaturiscono dalla vostra interiorità. Freud ne sapeva qualcosa! E voi siete dei “ricercatori psichici” nati. Gli altri vi servono solo per capire e trasformare voi stessi, ma anche per lasciare un’impronta indelebile nella storia. Non per nulla fate parte dell’8. segno dello Zodiaco, un segno karmico importante. E come si fa a dimenticarvi? Siete come un bisturi, capaci di estirpare il male alla radice, ma faticate ad ammettere i vostri errori e a chiedere perdono. > pagina 49 ILLUSTRAZIONE TICINESE 10-08
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OROSCOPO
SAGITTARIO 23/11 - 21/12
Plutone sta ultimando il suo lunghissimo passaggio finale nel vostro segno, dove lascerà un’impronta importante, costringendo molti di voi a rivedere le proprie posizioni, i propri atteggiamenti di superiorità, il proprio modo di relazionarsi con gli altri. Spesso quell’aria di baldanzosa sicurezza che emanate può nascondere profonde paure e il vostro vivere in modo superficiale o sfuggente, potrebbe evitarvi di diventare vulnerabili, di dovervi confrontare con i ricordi del passato. Ma il paradosso è che impartite consigli a destra e a manca salvo metterli in pratica voi stessi. Stare nel presente è un’arte e non vuol dire diventare fatalisti, bensì saper cogliere anche i dettagli, la bellezza di ciò che vi circonda. Come fate a sentire e a vivere l’amore, quello profondo, se non entrate dentro voi stessi?
CAPRICORNO 22/12 - 20/1
Sole ancora ostile fino al giorno 22 può arrecare un po’ di stanchezza, mentre Mercurio lo è ancora per il resto del mese intralciando forse alcuni dei vostri piani o semplicemente ritardandoli. Faticoso potrebbe essere soprattutto per voi studenti, alle prese con studi superiori. A favore avete un Marte intrigante che dona resistenza e determinazione, quindi non mollate, perché siete comunque fra i favoriti dello Zodiaco, almeno finché Giove resterà nel vostro segno. E con Urano in aspetto superpositivo potrebbe arrivare anche un premio inaspettato. Nell’amore tutto è possibile e, benché molto riflessivi e controllati, potreste perdere la testa per qualcuno o riuscire a riaccendere la fiamma della passione nel vostro partner. Salute: liberate le tensioni dedicandovi allo sport, magari acquatico, e voi donne rigeneratevi nei centri wellness.
AQUARIO 21/1 - 19/2
Possibili cambiamenti si profilano per voi in ambito professionale, magari inaspettati e qualcuno di voi potrebbe anche sentirsi costretto a mettersi in proprio o comunque a ricercare una forma di indipendenza, visto che non ama sottostare agli altri. Possibili rivalità sul luogo di lavoro potrebbero alimentare discordie e rendere più teso l’ambiente, non cercate di vendicarvi o di ferire gli altri con il vostro freddo atteggiamento. Vale anche in campo amoroso. Spesso vi comportate in modo opportunistico. Mercurio positivo dalla Bilancia arriva in aiuto perché possiate trovare il giusto equilibrio. Siate meno impulsivi e riflettete prima di agire. Date sfogo alla vostra creatività nelle arti espressive lasciando emergere il genio che è in voi. D’altro canto potete essere molto utili nel settore sociale. Salute: non fate abuso di farmaci.
PESCI 20/2 - 20/3
Il bellissimo trigono fra Venere e Urano potrebbe portare piacevoli e inaspettate sorprese nei primi giorni della seconda parte del mese, mentre Marte vi rende lucidi e determinati come non mai nel caso voleste affermarvi, far passare un’idea geniale, o semplicemente liberarvi dai condizionamenti e dalla dipendenza che vi hanno reso la vita difficile o vi hanno portato ad essere vittime di una situazione. “Volere è potere”, recita un saggio proverbio, ma spesso è frainteso e usato male. Ora potete riscattarvi. Per molti di voi questo significa “rinascita”, essere responsabili e co-creatori della propria vita, del proprio destino. Giove superpositivo rende molti di voi vincenti e desiderosi di condividere con gli altri il proprio successo e le proprie esperienze infondendo motivazione e gioia. Siete nati per questo, ma non lo ricordate.
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N° 10 - 15 OTTOBRE 2008 Fondata nel 1931 - 12 edizioni annuali, tiratura 130.967 copie (tiratura controllata REMP 2008) REDAZIONE CP 418, 6908 Lugano-Massagno via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch EDITRICE Tredicom SA, 6908 Lugano-Massagno DISTRIBUZIONE AWZ - Lugano AMMINISTRAZIONE E PRODUZIONE Marco Werder INSERZIONI TICINO E ITALIA: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 - Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. - Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch SVIZZERA TEDESCA E ROMANDA: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 - Fax 062 929 27 82 gruetter-werbung@besonet.ch CAPO REDATTORE Matthias Werder GRAFICA Tredicom SA, Gabriele Campeggio
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36
Stefano Ember
Graziano Guerra
Marco Ortelli
Stefano Pescia
Roberto Rizzato
Stéphanie Scatizza
Roberto Schneider
Cloris Sciaroni
Lorenza Storni
Alda Viviani
40
39
42
Elio del Biaggio
28
4 37
Giosanna Crivelli
43
44
6 45
46
3 ORIZZONTALI: 1. Fu regina di Scozia 12. Arrabbiate 13. Il nero del croupier 14. Cifra imprecisata 15. Lo è il pollo più gustoso 17. Ripide 18. I pallini del sarto 19. Pari in armadi 20. Selve 22. Mira al centro! 23. È sopra Pazzallo 24. Pedina coronata 25. Cantore epico 27. Malata in poesia 29. Sta per “vino” 31. Il cattivo delle fiabe 33. Agnese a Madrid 35. Non fertili 37. Dubitativa 38. Silenzio complice 40. In mezzo al nido 41. Il paesino con la chiesa di Mario Botta 43. Dittongo in giada 44. Andati in poesia 45. Il più piccolo dei Grandi Laghi 46. Serraglio.
VERTICALI: 1. La concezione filosofica di Holbach 2. Venerare 3. Eretti 4. Pari in giara 5. Attraversa Berna 6. Fa spalancare gli occhi 7. Lo nascondevano i pirati 8. Il filosofo di Clazomene 9. Il Cellamare 10. Dispari in dritto 11. Il dio greco della guerra 16. Colme 20. La quarta nota 21. Il filosofo di Efeso 23. Conforme, adeguata 26. Divinità femminili 28. Romania e Indonesia 30. Ingresso 32. Intacca la vite 34. Gas luminoso 35. Sud-Est 36. Dato anagrafico 39. Rimorso nel cuore 42. Cons. in gita 44. Italia e Zambia.
La soluzione del numero precedente era: CAMPANA
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ILLUSTRAZIONE TICINESE 10-08
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