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La comunicazione sanita ria è sempre più digitale
La comunicazione sanitaria
È DA TEMPO CHE SI CERCA DI DIGITALIZZARE LE PROCEDURE SANITARIE, FACILITANDONE L’USO PER ESEMPIO NEL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE. LA PANDEMIA HA NETTAMENTE ACCELERATO I TEMPI E MODIFICATO LE RELAZIONI, SFRUTTANDO POSITIVAMENTE LA TECNOLOGIA
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Con l’arrivo del Covid ci siamo ritrovati bloccati, da un giorno all’altro, minacciati da qualcosa che non potevamo prevedere, che non potevamo e non possiamo vedere, ma che era, ed è tutt’ora presente. Abbiamo dovuto cambiare abitudini, uscendo di casa solo se strettamente necessario e per procurarci beni di prima necessità. Le nostre giornate sono state scandite da ritmi nuovi e sicuramente più lenti. Noi che eravamo abituati a correre da una parte all’altra della città per lavoro, impegni e aperitivi, abbiamo trascorso mesi chiusi nelle nostre case, a lavorare al PC, ad ascoltare musica, ad abbonarci a nuovi canali, a cercare nei supporti tecnologici l’aiuto per reagire
COMUNICARE IN FASE DI EMERGENZA, LE LINEE GUIDA
Il Ministero della Salute ha redatto, precisamente nel 2011, delle linee guida per comunicare gli eventi avversi in campo sanitario. Il documento si propone come cornice di riferimento per le strutture sanitarie e contiene una serie di raccomandazioni per l’analisi dell’evento avverso, la comunicazione ai pazienti, il supporto degli operatori sanitari coinvolti e la gestione della comunicazione esterna. L’emergenza coronavirus ha investito sia fattori interni che problematiche esterne, avendo infatti un forte impatto sulle strutture organizzative e sulle risorse, provocando una vera e propria crisi. Tra le raccomandazioni, il documento ministeriale si concentra sulla comunicazione con il paziente e quella esterna, consigliando un approccio aperto, onesto e trasparente con i pazienti e i familiari, ma anche con la stampa e con i cittadini. I principi basilari per una comunicazione aperta sono: trasparenza, tempestività, correttezza, puntualità e completezza delle informazioni. Si sottolinea, inoltre, la necessità di rispondere alle aspettative e ai bisogni del paziente e dei suoi familiari e di dare supporto agli operatori coinvolti. L’obiettivo deve essere sempre quello di preservare e, anzi, rafforzare la relazione di fiducia tra i cittadini e il sistema sanitario. Anche la comunicazione verso l’esterno deve essere chiare e concisa, informando in modo corretto e tempestivo, assicurando la coerenza delle informazioni, evitando vuoti di informazioni.
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La comunicazione sanitaria è sempre più digitale
a quella situazione surreale che ancora fatichiamo a comprendere. Tuttavia, mentre le nostre vite rallentavano, si è verificato un fenomeno irreversibile: quello dell’accelerazione digitale. Ad aumentare in primis è stato il fattore tempo: è evidente che il tempo trascorso online sia esponenzialmente aumentato dall’inizio del lockdown. L’indagine Digital 2020, condotta da We are social, Hootsuite e Kepios e relativa ai mesi della pandemia, ha stabilito che si è verificato un aumento significativo dell’attività digitale, specialmente nei Paesi che, a causa del coronavirus, sono stati costretti al lockdown; a questo si unisce una crescita sensibile dell’uso dei social network e, in particolare, delle videochiamate, così come un’accelerazione dello shopping online e in particolare nel settore alimentare. Nel nostro Paese, a gennaio, erano stati censiti quasi 50 milioni di utenti internet e 35 milioni di utilizzatori dei social network. Secondo gli ultimi dati, in Italia, è aumentato del mille per cento l’uso di Messenger per videochiamate multiple, ed è cresciuto vertiginosamente anche l’utilizzo di Facebook, con un più 70%. Ma la relazione con la tecnologia potenziata dal virus ha influenzato anche altri campi della vita degli individui. Basti pensare alla sanità: web e medicina formano ormai un connubio inevitabile; sono stati coniati nuovi termini come “Medicina 2.0”, “Health 2.0” e “Cybermedicina” proprio per indicare l’applicazione delle nuove tecnologie del web all’ambito medico. La comunicazione medico-paziente, ad esempio, al tempo del Covid-19, è stata completamente stravolta dall’introduzione del distanziamento fisico, dall’utilizzo delle mascherine o da altri tipi di barriere. Dal rapporto strettamente fiduciario tra paziente e medico di ieri, oggi siamo rapidamente approdati alla dematerializzazione della documentazione sanitaria, così come ai servizi di telemedicina, servizi di prescrizione elettronica, e vari altri sistemi informatici utilizzati per assistere nella diagnosi, nel monitoraggio e nel trattamento dei pazienti. I supporti tecnologici che abitualmente si utilizzavano nella quotidianità sono ormai diventati fondamentali anche nella gestione delle criticità e si sono rivelati validi strumenti per la popolazione e per il sistema sanitario, che, seppur non senza sacrifici, è riuscito a garantire i servizi ai cittadini. Certo, si tratta pur sempre di strumenti sostitutivi e compensativi, e non esclusivi per la vita di tutti noi. Però, usciti da questa emergenza sanitaria, possono rivelarsi utili per esempio per quei pazienti impossibilitati a muoversi, o per gestire situazioni di particolare criticità. L’accelerazione digitale in campo sanitario non è stato un fenomeno irreversibile.
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INFLUENZA STAGIONALE, COM’È LA SITUAZIONE?
L’argomento più discusso degli ultimi mesi è stato proprio quello della compresenza e convivenza del covid con l’influenza stagionale, che puntualmente si presenta con l’arrivo della stagione più fredda. Soprattutto il timore diffuso era che, essendo le sintomatologie molto comuni, l’influenza si sarebbe facilmente confusa con il covid e viceversa. È presto per fare il punto della situazione, tanto che molti parlano semplicemente di un ritardo dell’influenza stagionale. E per conoscere lo stato delle cose dobbiamo sicuramente aspettare la prossima stagione, quando le aziende sanitarie diffondono i dati. Però la stagione influenzale sembra di fatto non ancora iniziata, alla luce della bassa incidenza dei casi nella popolazione generale. Il motivo del ritardo potrebbe essere spiegato con la diffusa precauzione anti-covid, nei comportamenti dei cittadini come l‘uso della mascherina, la mancanza di assembramenti e la frequentazione di luoghi affollati. Inoltre anche la riduzione dei viaggi internazionali ha rallentato lo scambio di virus e la forte incidenza della campagna anti-influenzale che quest’anno ha avuto molto successo.
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