Il piccolo 31 del 25-08-2018

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PICCOLO

il punto, la virgola e anche i due punti.

IL

CREMONA

www.issuu.com/ilpiccolocremona Anno 2 • n. 31 • sabato 25 AGOSTO 2018

Settimanale di informazione • Non riceve alcun finanziamento pubblico

Periodico • € 0,02 copia omaggio

Direttore responsabile: Daniele Tamburini • Società editrice: Kairos adv srl, via Madoglio 11- Bonemerse (CR)• Amministrazione e diffusione: via San Bernardo 37 - Cremona tel. 328 0493888 - fax 0372 597860 • Aut. del Tribunale di Cremona n° 5/2017 del 26/10/2017 Direzione e redazione: via S. Bernardo 37, Cremona - tel. 0372 1982590 • redazioneilpiccolo@gmail.com • Stampa: I.G.E.P. Srl - Industria Grafica Editoriale Pizzorni - Cremona • Pubblicità: Kairos adv srl • 0372 435474 • 335 208695 kairosadvsrl@gmail.com

Parla l’esperto di trasporti Dario Balotta: «Ci saranno ricadute anche su TiBre e Cremona-Mantova»

DOPO LA TRAGEDIA DI GENOVA SI DEVE CAMBIARE IL SISTEMA

Raineri alle pagine 4-5

istruzione

f at e m i ca r i p e . . .

impennata di iscritti agli asili Articolo a pagina 3

ddl dignita’

e’ guerra al gioco d’azzardo Pani a pagina 6

Chissà perché tutto ’sto cancan per una scritta fatta da un cantoniere ieri in via Rutati (leggi articolo a pagina 13) a Torre de’ Pineciardi. Ha semplicemente scritto “Sotp” per indicare alle auto la necessità di rispettare la predecenza. Come al solito sui social è scattata la macchina del fnago, e tutti a digellare il povero canottiere reo di aver fatto chissà che, lui che oltre alla segnatelica deve pure digerire il traffico, dopo la fusione pure a Voldito. Io stesso non avrei saputo fare di meglio. Vanni

storia

i cinquant’anni dalla primavera di praga Poli a pagina 8

calcio

Volpi a pagina 25

Cremonese, da oggi si fa sul serio Esordio col Pescara

a m b i e n t e

Raineri a pagina 10

sovea, in vista della decisione cresce il pessimismo a crotta basket

Varesi a pagina 23

ciclismo Chiodo a pagina 24

Vanoli al completo Il tanto atteso pivot è Mangok Mathiang

Tante medaglie agli Europei giovanili in pista casalasco

inquadra il QR CODE e leggi su smartphone e tablet la versione digitale e gratuita del giornale

addio a delio, il duo di piadena perde la sua meta’

Galletti a pagina 13

c u l t u r a

Il 29 settembre inizia Digital Space

a Cremona musica Le vostre sempre più spazio fotografie alla tecnologia a pagina 13

Anticolo a pagina 21

l’editoriale

Il filo del destino di Daniele Tamburini

Gli antichi Greci si erano costruiti un sistema di credenze, una cosiddetta mitologia, capace di diventare anche una metafisica. Per esempio, nel porsi le domande che ogni essere dotato di raziocinio prima o poi si pone, e cioè chi siamo, da dove veniamo, quando finirà la nostra vita, avevano elaborato una mitologia che diventò sempre più elaborata ma che, alla base, aveva un senso tragico della vita. Penso al mito delle Moire, che i Romani poi chiamarono Parche. Erano tre donne: bellissime, austere, simbolo del destino, della sorte di ognuno di noi. La prima, Cloto avvolge sulla conocchia la quantità di filato che ad ognuno tocca in sorte, Lachesi, la seconda, lo fila, e questo è il destino che tocca in sorte a ogni individuo. Infine, Atropo che ha in mano un paio di forbici: taglia il filo ad un certo punto, casualmente, ignorando a chi appartenga, inesorabile. È il momento della morte. Nessuno può mutare questi gesti, neppure gli dei. Ho pensato a questo potente mito, quando ho visto decine di persone sprofondare nelle macerie di un ponte colpevolmente trascurato, e altrettante, o più, che erano passate pochi secondi prima, o che sarebbero transitate pochi secondi dopo. Ma se è vero che il mito ci dice come il destino di ciascuno sia imperscrutabile, è anche più vero che noi umani abbiamo una grande responsabilità verso di noi e verso i nostri simili: la vita è un bene prezioso e va salvaguardata. A fronte della vita, non esistono o non dovrebbero esistere giustificazioni legate ai contratti, al profitto, al mercato azionario. Al mercato azionario? Ma andate a quel paese! Ma i Greci ci insegnano anche un altro grande concetto: quello di hybris. La tracotanza dell’essere umano che sfida i limiti della natura, che vuole andare sempre più in là, anche mettendo a rischio se stesso e la propria specie. Con azioni che avranno conseguenze nefaste anche negli anni a venire e che condizioneranno il futuro di chi viene dopo. Spianare oppure forare montagne senza rispetto per cosa c’è intorno, gettare campate che uniscono spazi enormi, violare e trivellare i fondali dei mari. Senza cura, senza preconizzarne le conseguenze per il futuro della specie umana. Gli antichi Romani avevano affidato la cura del loro ponte più sacro, il Ponte Sublicio, quello su cui Orazio Coclite difese da solo le sorti di Roma, al pontifex maximus, la più alta carica sacerdotale. In nome del rispetto che si deve all’opera umana e ai rischi che può provocare.


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