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L’ultima in serie A allo Zini fu decisa dal gol di Tentoni

de in parità. E’ ancora Maspero a segnare il nuovo vantaggio grigiorosso, ma il Lecce (che in panchina ha Marchesi, dopo l’esonero di Sonetti) trova di nuovo il pari con Gerson. La Cremonese (senza Dezotti) passa di nuovo in vantaggio grazie ad una autorete di Padalino e allo scadere Giandebiaggi sigla la rete del 4-2 finale. Il Lecce a quel punto è matematicamente retrocesso, la Cremonese quasi salva. Se alla Cremo andò bene, io vissi una delle avventure più curiose della mia carriera di giornalista. A pranzo ero stato a casa di un amico leccese che avevo conosciuto qualche anno prima a Cremona. Eravamo d’accordo che a fine partita sarebbe venuto a prendermi allo stadio per portarmi in albergo. Dopo avere scritto e mandato l’articolo al giornale, mi sono portato fuori dai cancelli in attesa del suo arrivo. Passa un’ora e non arriva nessuno, nel frattempo si era fatto buio. Tento un contatto telefonico con l’amico, ma non mi risponde. Pian piano proprio davanti a me cominciano ad arrivare alcune allegre signorine pronte a svolgere il lavoro più antico del mondo. Nel giro di mezz’ora il piazzale si riempie di automobili, clienti che si fermano a contrattare il prezzo della prestazione. Io sono lì in mezzo, fermo sul marciapede, imbarazzato e con il terrore che qualcuno possa rivolgersi anche a me. Ad un certo punto vedo lampeggiare i fanali di un automobile, penso “oddio, ci siamo”. Invece è l’amico che apre la portiera e mi dice “scusa, sono stato poco bene”. Mi faccio portare in albergo e dopo una doccia esco per la cena e per visitare una delle più belle città d’Italia. A Lecce ci sono poi andato tante altre volte, ma per evitare di rivivere quella situazione, ho sempre raggiunto lo stadio con una auto noleggiata all’aeroporto di Brindisi.

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