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Una MATTINATA di RUGBY TAG
Oltre mille bambini a Villa Manin.
Il Comitato Fvg della Federazione Italiana Rugby, in collaborazione con l’Asd OverBugLine Rugby Codroipo, affiatata squadra che unisce i genitori a Susana Greggio e Riccardo Sironi, ha organizzato la 2^ edizione dell’evento “Tagghiamo la Scuola Fvg” a Villa Manin. La manifestazione segna la conclusione di un percorso che da ottobre ad aprile ha realizzato una collaborazione con le scuole per diffondere la conoscenza del rugby, utilizzando la versione “Rugby Tag” nelle scuole primarie per le classi quarte e quinte e nelle scuole secondarie di 1° grado del Friuli Venezia Giulia.
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La disciplina Rugby Tag è una forma di rugby senza contatto, molto colorata e divertente, disciplinata e rispettosa, da giocare senza rischi, perfetta per le scuole. Il placcaggio è sostituito dalla presa del tag, cioè una striscia di tessuto appesa alla cintura. Poche semplici regole e si può giocare anche in palestra, in squadre composte di cinque giocatori, anche maschi e femmine insieme. Dopo il successo della prima edizione del 2016, anche quest’anno si è registrata una folta partecipazione con 1.086 studenti che hanno invaso Villa Manin, provenienti dagli Istituti comprensivi di Basiliano e Sedegliano, Buia, Casarsa della Delizia, Codroipo, Coseano, Faedis, Lestizza Talmassons, Lignano Sabbiadoro, Paluzza, Rivignano Teor, Tavagnacco, Travesio, Trieste - Ai Campi Elisi e Italo Svevo, Udine II, Udine IV, Udine VI, Valli del Meduna - Cosa - Arzino, per un totale di 25 scuole. Ognuno dei partecipanti ha ricevuto una t-shirt celebrativa e le scuole sono state dotate di un kit per il gioco del Rugby Tag per le future attività sportive. “Tagghiamo la scuola” è stato il filo conduttore delle attività, inclusa la mostra con 60 maglie di giocatori che hanno fatto la storia del rugby curata da Corrado Mattoccia, direttore del Museo del Rugby “Fango e sudore” di Roma, dotato di 2830 maglie e 15mila articoli, e la presentazione del libro “Il rugby prima del sei nazioni” con il coautore Davide Macor. L’autore stesso ha raccontato la storia di ogni maglia - una delle tre cose preziose per i giocatori, insieme alla cravatta e al cappello - iniziando da quella di Umberto Modonesi del 1929: la maglia grigio verde appare senza maniche, perché tagliate dalla moglie per fare i calzini al figlio Luciano. In mostra, in colorata sfilata, le maglie celebri - da quella di Diego Dominghez a Stefano Bettarello a quella delle isole Samoa unite, legate dallo stesso filo di passione e dei perni fondanti il rugby. Rugby, infatti, è porsi un obiettivo e arrivarci un passo avanti. È giocare insieme. È vincere, non criticare. Il rugby fa finire le guerre. Tante le maglie di vari colori, ciascuno con il proprio significato. La maglia azzurra, presa dal colore dei Savoia, regnanti al tempo del primo campionato. La maglia bianca, usata in caso di partita in casa. La verde, indossata per le olimpiadi tra le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Interessante anche la sezione dedicata al rugby femminile, meritevole di stima, anche in periodi in cui non era considerato importante. Per festeggiare gli studenti presenti e in occasione dei 100 anni dell’Aeronautica Militare, durante la manifestazione c’è stato anche il sorvolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale Frecce Tricolori su Villa Manin. Il rugby si qualifica quale sport etico sotto ogni profilo, in cui amicizia e armonia sono di casa.
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Al giorno d’oggi oltre alla popolazione locale troviamo in quasi tutte le parti del Pianeta persone provenienti da diversi luoghi. È ciò che accade anche nei Comuni ove risiedono i nostri lettori. Una parte delle persone provenienti dall’Italia stabilitasi decenni fa o da poco nel nostro ambito territoriale sono napoletani o campani, a volte di discedenza o anche figli di un genitore napoletano o campano e l’altro friulano. È quello che è successo a me, nato a Gradiscutta di Varmo da padre napoletano e madre varmese, che dopo aver vissuto i primi 11 anni a Napoli assieme ai genitori e a mio fratello, mi sono trasferito in Friuli a Codroipo.
Uno degli sport più seguiti nel mondo è il calcio. Nel nostro caso parliamo del campionato di calcio nazionale e per i sostenitori del Napoli il 4 maggio 2023 è una data indimenticabile, soprattutto per quelli residenti in Friuli. Quella sera era in programma allo stadio di Udine la partita tra l’Udinese e il Napoli. È la partita che mette difronte le mie due squadre del cuore una con i colori Azzurri e l’altra Bianconera, definita dai parenti e dagli amici la mia “Partita del Tormento”. Nonostante alcuni problemi personali dovuti ad infortuni capitati ultimamente, come avevo fatto fin dai tempi in cui ero un abbonato udinese a questa partita non potevo proprio mancare l’appuntamento alla “Dacia Arena”. In questa occasione c’era la possibilità anche con un risultato di parità, come poi è stato 1 a 1, per il Napoli, di diventare matematicamente Campione d’Italia con largo anticipo rispetto alla fine del torneo. Avevo già gioito 2 volte in passato per la conquista dello scudetto da parte della formazione partenopea. In questi casi campionati 1986-87 e 1989-90 la consacrazione era arrivata in casa a Napoli ed io avevo vissuto le emozioni in casa con la radiolina e il televisore, questa volta incredibile ma vero la conquista ufficiale