il ponte 2005 n. 04 maggio

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Anno XXXII n. 4 maggio 2005

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il ponte PERIODICO DEL FRIULI CENTRALE

IN COPERTINA La “Codroipo in bicicletta” foto Michelotto

- Anno XXXII - N. 4 maggio 2005

Periodico

Pubblicità inferiore al 45% Sped. in abb. postale - Gr. lll Direttore responsabile Renzo Calligaris Direzione - Redazione Via Leicht, 6 - 33033 CODROIPO Telefono 0432/905189 internet: http://friuli.qnet.it/ilponte E-mail: ilponte@qnet.it Per la vostra pubblicità su questo periodico telefonare allo 0432.907752 - 339.5744086 La sede è aperta al pubblico tutti i giorni feriali escluso il sabato dalle 18 alle 19 Telefono 0432.905189 Editrice: soc. coop. editoriale "ll Ponte" a r.l. c.c. postale n. 13237334 Autorizz. del Tribunale di Udine N. 336 del 3-6-1974 Realizzazione grafica: ET PUBBLICIT A' - Tel. 0432.907752 PUBBLICITA' Stampa: Pentagraph - Ud

"ll Ponte" esce in 13.000 copie ed è inviato gratuitamente o in abbonamento alle famiglie dei Comuni di Codroipo, Bertiolo, Camino al Tagliamento, Flaibano, Lestizza, Mereto di Tomba, Rivignano, Sedegliano, Talmassons, Varmo e agli emigranti che lo richiedono.

La collaborazione è aperta a tutti. "ll Ponte" si riserva in ogni caso il diritto di rifiutare qualsiasi scritto o inserzione. Manoscritto e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti riservati. Associato all'USPI

EDITORIALE

Codroipo in bicicletta: la carica dei 1.500 Ritorna a maggio la manifestazione sulle due ruote più classica del Medio-Friuli: la Codroipo in bicicletta.La carica dei 1.500 lungo i 25 chilometri del percorso, il serpentone multicolore in movimento costituirà un momento di socializzazione importante per i protagonisti e uno spettacolo ricco di fascino per le persone dei paesi attraversati. E pedalare insieme, in un ambiente ancora quasi intatto,senza preoccupazioni di sorta ritempra lo spirito e il fisico.La cicloturistica codroipese, giunta alla ventiquattresima edizione,intende costituire uno stimolo nei confronti della popolazione perchè ami e si serva della bicicletta. Ormai è arcinoto che “pedalare è salute”e quindi adoperiamo più spesso questo mezzo e non solo una volta all’anno.Entriamo nei dettagli della pedalata. Ad organizzarla c’è un nuovo comitato, tra i cui ranghi ci sono appassionati delle due ruote. La manifestazione si svolgerà domenica 22 maggio e si chiuderà a villa Manin di Passariano nell’ ambito della festa Sapori pro loco. Gli organizzatori intendono valorizzare il patrimonio codroipese rappresentato dall’associazionismo e in relazione a questo ogni partecipante alla cicloturistica potrà scegliere il sodalizio di suo gradimento a cui il comitato destinerà un euro dei cinque dell’iscrizione. C’è, poi, l’importante novità data a ogni iscritto di poter recuperare l’intera quota di cinque euro, presentando il tagliando di partecipazione in tutti i punti vendita Uanetto con una spesa minima di 50 euro di carni, salumi, formaggi e gastronomia e dieci euro sui nuovi contratti del gas Amga per i residenti nel Comune di Codroipo.Dovendo scegliere un nuovo logo, i promotori della pedalata hanno pensato di coinvolgere gli studenti dell’ Accademia delle belle arti, corso di pittura di villa Manin. Con la collaborazione del grafico, già autore del logo precedente, Andrea La Costa, che pur studente accademico, ha rinunciato a presentare una sua opera e la disponibilità dei professori Eugenio Comencini e Aldo Grazzi, sono stati da loro selezionate tra gli studenti iscritti due opere pari merito. La grafica di Stefano Micoli (primo anno) verrà utilizzata quale logo ufficiale. Lo stesso verrà riprodotto sulle 1.500 magliette da distribuire ai partecipanti. L’opera di Franco Del Zotto (quarto anno) sarà utilizzata per le stampe xilografiche, realizzate nel laboratorio dell’Accademia e che saranno impiegate per le premiazioni. Le iscrizioni sono già aperte e si possono effettuare: alla Bcc di Basiliano, filiale di Codroipo; nell’ Emporio Roiatti; da Conte & Scaini; nella gelateria Manhattan; nel bar alla Stazione; da Smile e dall’Associazione fra le pro loco del Fvg. La presentazione è in programma venerdì 13 maggio, da Toni a Gradiscutta, alle 18. E’ attivo un sito Internet per la cicloturistica: www.codroipoinbicicletta.it per tutte le informazioni sulla manifestazione. E allora tutti in bicicletta domenica 22 maggio,per trascorrere una giornata diversa all’insegna della distensione e del divertimento. Renzo Calligaris


6 Orari ferrovie dello Stato

Guardia farmaceutica Il turno di “guardia farmaceutica” in Codroipo funziona dalle 8.30 del lunedì alle 8.30 del lunedì successivo, mentre per gli altri comuni dalle ore 8.30 del venerdì alle 8.30 del venerdì successivo. Durante la chiusura pomeridiana e notturna delle farmacie di turno va corrisposto il diritto di chiamata di euro 1,55 diurno (dalle 12.30 alle 15.30) e di euro 3,87 notturno (dalle 19.30 alle 8.30).

TURNI IN CODROIPO Dott. TOSO - Tel. 0432.906101: dal 9 al 15/05; dal 30/05 al 5/06. Dott.ssa FORGIARINI - Tel. 0432.906048: dal 23 al 29/05; dal 13 al 19/06. Dott.ssa GHIRARDINI - Tel. 0432.906054:

SERVIZI SOCIALI

IN VIGORE fino al 10 dicembre 2005*

PARTENZE PER UDINE R ore 0.30 - iR ore 1.25 - R ore 5.59 (feriale per Trieste) - R ore 7.02 - R ore 7.13 (feriale per Trieste) - R ore 7.37 (feriale per Carnia)- ICN ore 7.48 - R. ore 8.15 (feriale) iR ore 8.25 (per Trieste) - R ore 9.03 (feriale per Trieste) - R ore 9.55 (feriale) - R ore 10.25(feriale) - R ore 10.47 (festivo) - iR ore 11.25 (per Trieste) - iR ore 13.25 (per Trieste) - R ore 14.14 (feriale) - R ore 14.35 - R ore 15.09 - iR ore 15.25 (per Trieste) - R ore 16.09 (feriale) - R ore 16.28 (feriale per Trieste) - R ore 17.00 - iR ore 17.25 (per Trieste) - R ore 18.07 - R ore 18.28 (per Trieste) - R ore 19.00 - iR ore 19.25 (per Trieste) - R ore 20.09 - R ore 20.29 - R ore 21.13 (feriale) - iR ore 21.25 (per Trieste) - R ore 22.36 - iR ore 23.25 (per Trieste).

Distretto Sanitario di Codroipo Centralino e Informazioni: 0432.909111 Prenotazione visite-esami (da lunedì a venerdì dalle 11.30 alle 14) 0432.909100 Servizio Guardia medica prefestiva-festiva-notturna 0432.909102 Servizio di Prevenzione: Sanitario e Medicina Legale (su appuntamento) Lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00 tranne mercoledì 0432.909180 Vaccinazione bambini (su appuntamento) Lunedì e Venerdì dalle 9.00 alle 12.00 0432.909182 Vaccinazione adulti Lunedì dalle 12.00 alle 13.00 0432.909183 Veterinari: Segreteria 0432.909127 Fax 0432.909146 Centro Salute Mentale: Lunedì a Venerdì dalle 8.00 alle 18.00 Sabato dalle 8.00 alle 14.00 0432.909190

Funzioni religiose in Codroipo

PARTENZE PER VENEZIA

dal 16 al 22/05; dal 6 al 12/06.

TURNI ALTRI COMUNI DAL 13 AL 19 MAGGIO Talmassons -Tel. 0432.766016 Flaibano - Tel. 0432.869333

DAL 20 AL 26 MAGGIO Lestizza - Tel. 0432.760083

DAL 27 MAGGIO AL 2 GIUGNO Bertiolo - Tel. 0432.917012

DAL 10 AL 16 GIUGNO

R ore 4.54 (feriale) - R ore 5.54 - R ore 6.14 (feriale) - iR ore 6.45 - R ore 6.59 (feriale fino a Sacile) - R ore 7.24 (feriale) - R ore 7.53 - iR ore 8.17 (feriale fino a Sacile) iR ore 8.34 - R ore 8.49 (festivo) - R ore 9.34 (festivo) - iR ore 10.34 - R ore 11.10 (festivo) - R ore 11.28 (feriale) - R ore 11.41 (feriale) - iR ore 12.34 - R ore 12.51 (feriale) R ore 13.12 (festivo) - R ore 13.25 (feriale) - R ore 13.51 (feriale) - iR ore 14.34 - R ore 14.59 (feriale) - R ore 15.31 - R ore 16.04 (feriale) - iR ore 16.34 - R ore 16.51 (feriale)R ore 17.34 (feriale) - R ore 17.59 - iR 18.34 - R ore 19.00 - R ore 19.31 - R ore 20.12 (fino a Sacile) - iR ore 20.34 - ICN ore 22.05 (per Napoli) - iR ore 22.46.

R = Regionale D = Diretto

Varmo - Tel. 0432.778163

DAL 17 AL 23 GIUGNO Camino al Tagliamento - Tel. 0432.919004

IR = Interregionale E = Espresso

*Gli orari sopra indicati possono aver subito variazioni, pertanto consultate direttamente la stazione di Codroipo

FERIALE:

Duomo - ore 7.15 - ore 19 San Valeriano - ore 18 Rosa Mistica (Istituti) - ore 16

PREFESTIVO: Duomo - ore 7.15 - ore 19 - San Valeriano - ore 18 Rosa Mistica (Istituti) - ore 16 FESTIVO:

Duomo - ore 8 - ore 10 - ore 11.30 - ore 19 San Valeriano - ore 11 - Rosa Mistica - ore 9

PICCOLA PUBBLICITÁ

Numero Verde 892021

Guardia medica Il servizio di guardia medica notturna feriale, prefestiva e festiva, per i comuni di Codroipo, Basiliano, Bertiolo, Camino, Castions di Strada, Lestizza, Mereto, Mortegliano, Sedegliano, Talmassons e Varmo ha il proprio recapito presso il polo sanitario di Codroipo (tel. 909102). Per il comune di Rivignano presso l’ospedale civile di Latisana (tel. 0431/529200), per Flaibano l’ospedale civile di S.Daniele (tel. 0432.9491). Il medico di famiglia è in servizio dalle 8.00 alle 10.00 del sabato; dalle 8.00 alle 20.00 dal lunedì al venerdì. Il servizio notturno feriale inizia alle ore 20.00 e termina alle 8.00 del giorno seguente. Il servizio festivo (diurno e notturno) inizia alle ore 10.00 del sabato e termina alle ore 8.00 di lunedì. Anche nelle festività infrasettimanali il servizio inizia il giorno precedente alle ore 10.00 termina alle ore 8.00 del giorno successivo al festivo.

Veterinari di turno Per servizio notturno e festivo nei comuni di Codroipo, Camino al Tagliamento, Bertiolo, Varmo, Mortegliano, Talmassons e Castions di Strada:

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Servizio diretto feriale

DA CODROIPO PER UDINE Ore: 6.30 - 6.40 - 6.45 - 7.00 - 7.05 - 7.08 - 7.15 7.25 7.55 - 8.15 - 8.50 - 9.50 - 12.35 -13.20 -13.30 13.50 14.25 -15.05 - 17.00 - 17.05 - 18.30

DA UDINE PER CODROIPO Ore: 7.20 - 7.45 - 7.50 -10.30 -11.45 -11.50 - 12.00 12.20 - 12.30 - 13.15 -13.25 -15.00 -17.00 -17.10 17.25 -17.30 -18.00 -18.15 -19.15 -19.40

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Coloro che non hanno ancora ricevuto il ponte possono recarsi in redazione dalle ore 18 alle 19 escluso il sabato in Via Leicht, 6 Codroipo.

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REGIONE

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RUBRICHE

Competitività, sviluppo e qualità della vita La globalizzazione li pone come i temi cruciali cui non può sottrarsi una pubblica amministrazione retta da una maggioranza che mette al centro del suo programma la qualità della vita. Il ragionamento sullo sviluppo ed in particolare sullo sviluppo economico deve essere quindi fatto a tutto campo pur nell’ambito della cornice europea che non consente i tradizionali interventi di sostegno agli operatori economici che potrebbero altrimenti godere di “aiuti di Stato” non compatibili con la disciplina

europea della concorrenza. E’ quindi necessario ripensare ad un panel di soluzioni che vadano dalla riqualificazione delle infrastrutture a quella degli interventi che privilegiano l’innovazione di prodotto e di procedura passando anche attraverso un processo di efficientizzazione della Pubblica Amministrazione. La proposta fino ad ora elaborata da Intesa Democratica va in questa direzione, ma abbisogna di un confronto aperto con gli operatori e con i cittadini, perché le possibilità di successo di

un programma sono direttamente proporzionali alla convinzione di coloro che sono coinvolti nella modernizzazione della Regione. Il Gruppo consiliare della Margherita ha quindi predisposto una serie di appuntamenti per confrontare le opinioni degli operatori, degli amministratori e dei cittadini sugli strumenti di legge, sui programmi e sulle scelte di riorganizzazione delle partecipazioni finanziarie regionali, nella convinzione che la competitività è frutto di una complessa operazione che va ritarata nella concretezza delle situazioni e non è semplicemente riportabile agli strumenti fino ad oggi predisposti. Il primo degli incontri, tutti in programma ad aprile al Ristorante del Doge di Villa Manin, è stato destinato a tracciare un quadro di riferimento generale sulla competitività e sulle possibilità di sviluppo della nostra area inserita nel contesto euroregionale e oltre. Al prof. Pressacco, preside della Facoltà di Economia dell’Università di Udine ed esponente della Margherita, è stato affidato il compito di coniugare il tema della competitività con quello della qualità dello sviluppo. Il ciclo di incontri è poi proseguito con l’intervento dell’Assessore alle Attività produttive Bertossi che, a partire dall’esame della situazione attuale dell’apparato produttivo regionale ha illustrato la recente normativa (lr. 4/2005) sul sostegno alle Piccole e Medie Imprese. E’ toccato poi ad Augusto Antonucci, presidente di Friulia Holding, tracciare il quadro e il motivo della risistemazione delle partecipazioni regionali. Infine, con Pietro del Fabbro, amministratore delegato di Autovie Venete, si è ragionato sui possibili sviluppi della rete infrastrutturale di cui Autovie è parte essenziale. Gli incontri hanno fatto seguito ad una serie di iniziative sui temi del lavoro, dell’agricoltura di qualità e della riforma delle autonomie, che hanno coinvolto in questa prima parte dell’anno gli Assessori regionali competenti, esperti, amministratori locali e cittadini nel tentativo di far emergere la “via regionale” allo sviluppo e alla qualità della vita come contributo della Margherita al dibattito su questi temi. Tutti gli incontri sono stati promossi e coordinati dal Vicepresidente del Gruppo consiliare regionale DL-La Margherita, Giancarlo Tonutti. Luca De Clara


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RUBRICHE

I NOSTRI SOLDI

a cura di Adriano Grillo

Il mercato delle obbligazioni Non passano mai di moda e sono da sempre l’ossatura principale dei nostri risparmi; parliamo oggi del mercato delle obbligazioni, sperando che le informazioni possano ritornare utili qualora decideste di acquistare qualcosa per il vostro portafoglio. Come dice la parola stessa, le obbligazioni sono dei prestiti che “obbligano” l’emittente a restituire il denaro che gli diamo a determinate condizioni che, peraltro, vengono subito dichiarate e quindi conosciute da chi sottoscrive questi titoli. Quindi la conoscenza di questi elementi, come il tasso, la scadenza, il rischio, le cedole ed altri ancora, fanno parte integrante nel processo di scelta. E si, perché il mercato offre una vasta gamma di opportunità, con rischi e rendimenti decisamente diversi. I segmenti del mercato I tre segmenti importanti del mercato obbligazionario sono: A) Obbligazioni di Alta Qualità Sono caratterizzate da rischio e rendimento bassi, emesse dallo stato e da grandi aziende, in ogni caso da emittenti ad alto “rating” internazionali (AAA – AA nella classificazione del rating da parte delle agenzie internazionali specializzate). Su questo tipo di scelta si concentrano molti investitori essendo caratterizzate da un basso livello di rischio; sono un riferimento importante per quei risparmiatori che sono interessati a flussi di reddito annuali costanti e super certi. Come forse già sappiamo, il valore delle obbligazioni è legato a quello dei tassi di interesse: se i tassi salgono, il valore delle obbligazioni scende; se i tassi scendono, il valore delle obbligazioni sale. Non tutti i segmenti del mercato obbligazionario reagiscono ai cambiamenti dei tassi di interesse allo stesso modo. Mentre le obbligazioni di alta qualità sono di solito molto sensibili al livello dei tassi di interesse, gli altri due segmenti di mercato sono condizionati da altre variabili, e per questo tendono a comportarsi in modo un po’ diverso. B) Obbligazioni estere Il rendimento di obbligazioni estere dipende sia dall’andamento del mercato di emissione (rischio del paese), che dal tasso di

cambio dell’euro rispetto alla moneta di quel mercato (rischio di valuta). I mercati locali, ovviamente, sono condizionati dall’economia locale. L’andamento della moneta è condizionato da molti fattori economici, ma non solo. Fattori politici, ad esempio, possono avere una grande importanza. Tutto questo ci riporta ad una delle principali motivazioni alla diversificazione: scegliere tra categorie di titoli i cui andamenti hanno una bassa correlazione. Una bassa correlazione vuol dire che gli andamenti delle diverse categorie di titoli sono condizionati da fattori di rischio diversi; questo implica una oscillazione diversa dei corsi e conseguentemente, è come se i diversi “contesti di rischio” fossero in diversi mercati. Qualcuno potrebbe dire che, grazie alla globalizzazione, si assiste ad una progressiva integrazione fra i diversi mercati , ma siamo ancora lontani da un vero mercato globale. Le obbligazioni estere, se opportunamente scelte, potranno avere rendimenti che si comportano diversamente da quelli delle obbligazioni italiane/europee. Il caso del dollaro ne è un esempio, nel senso che chi ha comprato delle obbligazioni denominate in valuta americana quando il cambio con le allora lire era a 1.500/1600, ha tranquillamente potuto beneficiare non solo delle cedole ma anche di una rivalutazione vendendo quando il dollaro valeva 2.000 o 2.200 lire. Al contrario, chi le ha comprate a quest’ultima cifra... beeh, forse dovrà tenerle ancora a lungo in portafoglio se non vuole perderci una parte di capitale.. C) Obbligazioni ad alto reddito Le obbligazioni ad alto reddito sono di so-

lito emesse da aziende che hanno una prospettiva finanziaria incerta. E questo per diversi motivi: possono essere in una difficile situazione creditizia, di un’azienda emergente o anche di un’azienda in via di ristrutturazione. Oltre che ai tassi di interesse, queste obbligazioni sono anche sensibili al ciclo economico generale e alle prospettive di crescita delle aziende che le hanno emesse. Come abbiamo appena visto, sono aziende con una prospettiva finanziaria di crescita meno solida di altre, e le crisi economiche possono pesare anche molto sulla loro capacità di pagare i debiti. Di contro, un’economia forte è un buon segno per queste aziende e le loro obbligazioni. L’impatto del ciclo economico ha effetti opposti rispetto alla fluttuazione dei tassi di interesse: tassi crescenti, che sono negativi per le obbligazioni in generale, di solito accompagnano un’economia forte, positiva per le obbligazioni ad alto reddito; tassi decrescenti, che sono positivi per le obbligazioni in generale, accompagnano di solito una economia debole, negativa per le azioni ad alto reddito. In più, le obbligazioni ad alto reddito sono meno sensibili ai cambiamenti nei tassi di interesse a causa dei maggiori interessi ricevuti ogni anno. Non dimentichiamo di altri rischi addizionali delle obbligazioni ad alto rendimento: a) Maggiori rischi di perdita, in particolare durante le crisi economiche. b) Maggiore rischio di settore (che potrebbe essere ridotto dalla diversificazione), dal momento che la possibilità di fallimento è più alta. Con l’auspicio che tutto possa essere stato chiaro, cordialmente vi saluto.


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RUBRICHE

s w e n

PIANETA FISCO

Dichiarazione dei Redditi 730/2005 COSA DEVO PORTARE? COPIA DEL DOCUMENTO D’IDENTITA’ in corso di validità. CODICE FISCALE del dichiarante e di tutti i familiari fiscalmente a carico. COPIA dell’ATTESTAZIONE di invalidità o handicap ai sensi della legge 104/92, DICHIARAZIONE DEI REDDITI presentata nel 2004 (Mod. 730 o Mod. Unico). RICEVUTE ACCONTI IRPEF effettuati a giugno e novembre 2004 mod. F24. MODELLO CUD se dipendenti e pensionati.- Modelli attestanti: disoccupazione, mobilità, cassa integrazione, maternità, lavoro autonomo occasionale, collaborazioni, disoccupazione agricola, gettoni di presenza. - Modelli e/o Cedolini mensili attestanti pensioni estere percepite. MODELLO RAD per i possessori di azioni. COPIA SENTENZA DI SEPARAZIONE del Tribunale, in caso di separazione, da cui risulta l’ammontare dell’assegno per il coniuge. DICHIARAZIONE di SUCCESSIONE in caso di decessi VISURA CATASTALE AGGIORNATA. Per le aree fabbricabili è necessario munirsi del valore dell’area. COPIA degli ATTI NOTARILI in caso di acquisto, vendita di immobili, e/o mutui ipotecari. COPIA del CONTRATTO D’AFFITTO E IMPORTO del canone per gli immobile affittati. DATI DEL DATORE DI LAVORO attuale che effettuera’ il conguaglio.

ONERI CHE DANNO DIRITTO ALLA DETRAZIONE O ALLA DEDUZIONE D’IMPOSTA: Tickets ospedalieri o farmaceutici (conservare la copia della ricetta medica con allegato scontrino della farmacia o autocertificazione con allegato documento d’identità). Fatture per visite specialistiche (dentista, oculista, ecc.). Fatture di spese per deambulazione, locomozione e sollevamento sostenute per menomazioni permanenti (compresi i sussidi tecnici e informatici). Fatture e prescrizioni mediche per protesi (dentiere, occhiali, arti artificiali, apparecchi acustici, lenti a contatto, ecc., comprese le spese sostenute per batterie di protesi acustiche e liquido per lenti). Spese sostenute per l’assistenza domiciliare regolarmente fatturate da personale iscritto all’albo. Rette pagate a case di cura relative a spese mediche infermieristiche e specialistiche. Cure termali limitatamente alle spese mediche (all. copia prescrizione medica consegnata all’USL). Fatture per l’acquisto di veicoli per i portatori di handicap Fatture per l’acquisto del cane guida per non vedenti Fatture per spese veterinarie

Ricevute di interessi passivi e oneri accessori per: mutui ipotecari stipulati per acquisto (deve essere esibita la copia del contratto di mutuo e di acquisto), e fattura notaio per stipula del mutuo prima casa per mutui ipotecari stipulati costruzione, recupero e manutenzione dell’abitazione principale acquisto (deve essere esibita la copia del contratto di mutuo e le fatture pagate). Ricevute per premi di assicurazione sulla vita e contro gli infortuni e relativo contratto Ricevute e/o fatture per corsi d’istruzione secondaria superiore e/o universitaria Fatture e ricevute per spese funebri. Ricevute dei contributi versati a Consorzi di Bonifica e di erogazioni liberali a favore del clero ,di associazioni umanitarie riconosciute, onlus, ecc. Copia Assicurazione RC auto (o dichiarazione sostitutiva della Compagnia attestante la somma versata a titolo di SSN). Ricevute di versamento a fondi di previdenza complementare e relativo contratto. Ricevute dei contributi previdenziali obbligatori o volontari (vs. INPS e assicurazione casalinghe). Ricevute dei contributi per gli addetti ai servizi domestici e famigliari ( colf) Spese di ristrutturazione di immobili. Rubrica a cura di Union Teleo


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RUBRICHE

ARTE Itala Selleri e l’arte come aspetto totale di vita Pochi lettori sanno forse dell’esistenza nel territorio di una nutrita produzione pittorica giovanile di Itala Selleri; probabilmente la stessa persona risulta sconosciuta ai più. Itala, figlia dell’indimenticabile medico condotto di Varmo Pio Umberto Selleri, nata a S. Daniele del Fr. nel 1935, a seguito del trasferimento paterno, dal 1950 al ’60 ha abitato nel capoluogo, in via Latisana (nella cosiddetta “casa del medico”). E’ stata comunque una varmese d’adozione. I suoi primordi artistici si sono dimostrati da subito validi e, per certi versi, controcorrente. La Selleri, nelle sue tele e tavole non ha disdegnato il mondo agreste locale: gli scorci architettonici, i paesaggi, le nature morte esprimono questa voglia di penetrare nelle cose, analizzare lo spazio e le persone (il suo primo ritratto l’ha dipinto a 17 anni); di inusitata freschezza i bozzetti. In ogni sua opera, dietro la materia, traspare il ragionamento: nulla è lasciato al caso. I colori sono di gamma contenuta e sobria; palesa in maniera convincente la volontà di immedesimarsi non solo negli oggetti, ma nella realtà ambientale varmese, fatta di campi, di verde, di grigie giornate. Tuttavia, Itala Selleri ha la spregiudicatezza di non scendere in particolari di carattere miniaturistico o filologico, che potrebbero risultare controproducenti. La sua teoria è quella della macchia (il pittore deve rendere esattamente ciò che l’occhio percepisce, cioè macchie colorate di luce e di ombra); ciò significa che l’attività dell’artista non deve essere viziata da pregiudizi culturali: il campo, dunque, è quel-

lo dell’assoluto presente. Dichiarata questa esigenza di sincerità, rimane il problema di un linguaggio pittorico che traduca la sensazione senza degradarla. E’ evidente soprattutto nella ritrattistica di Itala: non è un disegno accademico, generico ed evasivo, ma un fare che penetra, definisce, incide. I suoi soggetti preferiti sono stati principalmente le persone anziane di Varmo, i suoi vicini di casa (alcuni li riconosciamo): la pelle flaccida di un vecchio, gli straccioni e vagabondi, i contadini, servono per scoprire il senso della sua polemica. Il realismo della Selleri, infine, non è affronto diretto al reale, ma l’opposizione dell’ideale. E’, insomma, la giovane intellettuale di estrazione borghese dal temperamento ribelle, che esalta il gusto popolaresco quasi per spirito di contraddizione. Nel frattempo, la “figlia del medico” (com’era chiamata in paese) si è laureata brillantemente in Architettura a Venezia. In seguito a dissapori caratteriali con il padre, nel 1960 si è trasferita prima a Padova dove, ha sposato il suo compagno universitario Imre Langmar, e ben pre-

sto è entrata ad abitare stabilmente negli U.S.A. Della sua produzione artistica giovanile, ancor oggi si conservano diverse sue opere in Varmo: nella sua casa paterna e in altre abitazioni private. A Chicago, sua nuova stabile residenza, l’architetto Itala Selleri Langmar ha avuto modo di studiare con artisti come: M. Croyden, A. Pattison, G. Buehr, R. Pen, Y. Kadowake, C. Schwartz, R. Wetzel e B. Moussekeeper. Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Chicago e la Ray Vogue School, dove ha anche insegnato. Nel ’79 ha iniziato a lavorare per la Carson Pirie Scott Company nel Winnetka, come architettodecoratrice interna ed esterna di questi grandi magazzini. Ha avuto lusinghieri giudizi nella competizione internazionale per le vetrine più artistiche nel mondo. (Per ragioni di spazio, tralascio l’elenco dei tanti premi e benemerenze ricevuti in questi anni). Questo conferma l’innata intenzione di Itala che l’arte lasci le gallerie ed entri nel mondo degli affari, consumistico, con gusto artistico più aperto e disponibile. Sua è la convinzione che se spogliato dall’aulica cornice acculturata e burocratica, il prodotto artistico potrà risultare più accetto ed utile al fruitore. Nella sua vita artistica c’è un fermento di preoccupazioni: congetture, stimoli, ragioni consistenti e coerenti con il suo passato e presente, in relazione anche alle sue radici italiane (delle quali ne va fiera); spera di consolidarle in un prossimo futuro. Per la Selleri, insomma, l’arte è intesa come aspetto totale di vita, un’artistica gioia di vivere. Franco Gover


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CIAK Le novità del mese in videonoleggio ALEXANDER Basato sulla storia vera del conquistatore più temuto della storia, un uomo che a 27 anni si era impadronito del 90% del mondo allora conosciuto, guidando in assedi e battaglie le invincibili armate di greci e macedoni per 22.000 miglia...

BIRTH IO SONO SEAN 10 anni dopo la morte del marito Sean, Anna sposa Joseph. Alcuni giorni dopo le si presenta alla porta un ragazzino di 10 anni sostenendo di essere il suo defunto marito Sean, esortandola a non sposarsi...

SAW L’ENIGMISTA Due uomini si svegliano imprigionati nel covo di un feroce serial killer. Non si tratta di incastrare il serial killer, ma è una lotta all’ultimo sangue contro un vero e proprio genio del male la cui pericolosità è senza uguali.

THE ENEMY Il temutissimo lottatore Jack Miller, per vendicarsi di Kim che 7 anni prima lo aveva sconfitto in un torneo, decide di rapire Sa Rang, figlia di Kim, per costringerlo ad affrontarlo in un combattimento senza regole...

CLOSER Ambientato nella Londra dei giorni nostri, le vicende di quattro personaggi e dei loro incontri fortuiti, attrazioni istantanee e tradimenti distratti. Analisi sottile e dissacrante delle moderne relazioni di coppia...

ELEKTRA Kirigi e l’ordine della mano mandano Elektra in missione: l’obiettivo è uccidere il vedovo Mark Miller. Ma, una volta incontrati l’uomo e la figlia, Elektra prende le loro parti e li difende dagli assassini ninja di Kirigi...

MI PRESENTI I TUOI? Dopo aver dato il permesso a Greg di sposare sua figlia, Jack si mette in viaggio con sua moglie verso la Florida per conoscere i futuri consuoceri che scopriranno essere ancora più strani del figlio.

LA FORESTA DEI PUGNALI VOLANTI Anno 859, in Cina la fiorente dinastia Tang è in declino. L’agitazione sta infuriando tra le terre ed il governo corrotto è bloccato nella battaglia con gli eserciti ribelli. Il più grande e prestigioso di questi si chiama “La casa dei pugnali volanti”...

SHARK TALE Oscar, pesciolino chiacchierone e facilone, scoprirà che diventare eroe non è semplice come sembra e che le bugie hanno le... pinne corte. Riuscirà a uscire dalle acque molto pericolose in cui naviga?


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RUBRICHE a cura di Pura Vida Cafè

PAUSA CAFFÈ

La storia del Papa Clemente VIII Questa è la storia di Papa Clemente VIII che precedette Papa Benedetto XVI di quattro secoli. Festeggiamo Benedetto XVI raccontando le gesta del Pontefice a cui si deve l’espansione del caffè nel mondo occidentale. Clemente VIII il cui nome secolare era Ippolito Aldobrandini discendeva da una famiglia fiorentina di nobili origini, ma di scarsi mezzi. A quarantanove anni fu già nominato Cardinale e a cinquantadue Legato in Polonia. Uomo sagace ed energico tutti videro in lui il successore di Sisto V, il Papa delle riforme. Papabile in ben tre conclavi ne usci sempre sconfitto. Ma uno strano destino non lo fece attendere troppo: Urbano VII successore di Sisto V morì tredici giorni dopo essere stato nominato e i suoi successori, Gregorio XIV e Innocenzo IX, erano tutti e due morti nell’arco dei due anni successivi. Fu così la volta di Clemente VIII: il 30 gennaio 1592, eletto a soli cinquantasei anni. Il Cinquecento fu un periodo infelice per la Chiesa Cattolica: la riforma luterana ne aveva messo in luce gli aspetti negativi e criticato alcuni dei suoi dogmi fondamentali. Ma la Chiesa poté contare su Clemente VIII, uomo di grande giudizio e di sangue freddo che di un problema sapeva vedere

tutte le facce. Pietà ed ascetismo sono qualità che di rado rifulgevano nei Papi d’allora e che quasi mai si accordano con quelle che fanno l’accorto uomo di Stato. Clemente fu uno dei pochi che riuscirono a conciliare le une e le altre. Aveva si mandato al rogo il grande filosofo Giordano Bruno e illustri pensatori dell’epoca, personalità che potevano sconvolgere l’attuazione dei suoi programmi di riforma. Scelte che ora si condanna con fermezza, ma che vanno inquadrate nell’ambientazione storica che gli spetta. E il caffè? Come detto nei precedenti capitoli di questa rubrica, in quei tempi l’Islam ne custodiva gelosamente le piantagioni. Se giungeva in Europa era per merito dei mercanti veneziani che lo trasportavano nel mondo occidentale già tostato. Come oggi, anche allora, tutto quello che era diverso e non apparteneva alla nostra cultura veniva visto con sospetto. A maggior ragione un prodotto degli infedeli. In Islam il caffè era considerato una bevanda divina, cosi avevano messo al

bando il vino e spinto il consumo della nera bevanda. Fu cosi che alti prelati della Chiesa Cattolica in quell’epoca di Santa Inquisizione oltre che streghe, filosofi e scienziati vollero bruciare e mettere al bando anche il caffè in quanto bevanda degli infedeli e quindi del diavolo, nonché subdola portatrice della minaccia islamica. Anche il nostro caffè venne quindi giudicato. E il suo giudice fu proprio il Papa. Di fronte alle pressioni che ne chiedevano il bando Papa Ippolito Aldobrandini ne chiese infine una tazza e lo assaggiò. Trovata la bevanda estremamente piacevole risolse la questione con sagacia, come era solito fare. “Se qualcosa è buono e non porta niente con sè di negativo che senso avrebbe privarsene e lasciarlo agli infedeli?”, si chiese. Senza indugio benedisse la tazza che gli avevano portato, battezzò il caffè come una vera bevanda cristiana e chiuse la questione. Festeggiamo cosi Benedetto XVI che con la stessa intelligenza condurrà la Chiesa Cattolica.


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POLLICE VERDE

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ITINERARI MONTANI

a cura di Natalia Venier

San Giovanni d’Antro (Pulfero) Itinerario: arrivati a Cividale del Friuli proseguiamo seguendo le indicazioni per la Slovenia e poi per S. Pietro al Natisone. In località Tiglio (Lipa) giriamo a sinistra ed in breve giungiamo ad Antro. Parcheggiamo la macchina nello spiazzo che si trova vicino alla Chiesa. Il sentiero che ci interessa inizia sulla sinistra, prima della scalinata che conduce alla grotta. Inizialmente è segnalato dai colori bianco-rossi del Cai e dal numero 752, poi si fonde con il sentiero naturalistico “ Antro-Spigon-Pegliano” che si snoda sia su strada sterrata, che su strada asfaltata. Seguiamo le indicazioni per Spignon e Chiesetta di S. Spirito. La Chiesetta è una piccola costruzione votiva, posta su una modesta altura e, purtroppo, chiusa. Sostiamo un attimo per un gesto di fede e di saluto, poi proseguiamo. Il sentiero continua dietro la chiesetta ed è poco visibile, causa l’alta vegetazione. Aguzziamo la vista e con gioia scopriamo l’esistenza di alcuni paletti che, posti alternativamente sulla nostra destra e sulla nostra sinistra, ci permettono di immetterci sulla strada sterrata del sentiero naturalistico. La caccia ai paletti mi riporta indietro nel tempo, quando, io e Silvano, per spronare i nostri bambini a camminare, li esortavamo a ricercare i segnali del Cai, come fece “Pollicino” . Esterno i miei sentimenti agli amici che, sorridendo bonariamente, non hanno cuore di “togliermi dal mondo delle favole”. Proseguiamo diritti e poi deviamo a destra verso le località di Cedermaz e Coceanzi. A Coceanzi un cartello ci segnala l’esistenza di un castagno monumentale dell’altezza di 24 m. e con una circonferenza di circa 9 m. Il nostro spirito di avventura e di curiosità ci fanno decidere, unitamente alla relativa breve distanza (meno di 1 Km) di fare una deviazione per ammirare una simile rarità. L’albero è veramente enorme e non resistiamo alla tentazione di abbracciarlo. Per circondarlo ci vogliono cinque persone. Noi siamo in quattro. Dovremo ritornare!!!! Il luogo è così bello che scegliamo di consumare il nostro pasto sotto la sua maestosa chioma. Rifocillati, riprendiamo il cammino verso Pegliano ed Antro.

Saliamo alla grotta per una breve visita e poi rientriamo a casa. Carta Tabacco: 041 – Difficoltà: T – intero anello : 4 ore La grotta di San Giovanni d’Antro è il più importante monumento storiconaturalistico delle Valli del Natisone. E’ posta a 348 m. sul livello del mare, entro una parete rocciosa del Monte Craguonza e vi si accede lungo una ripida scalinata di 86 scalini in pietra. Anticamente si saliva solo per mezzo di corde e scale in legno che, una volta rimosse, rendevano il luogo inaccessibile. Le popolazioni locali, per questa sua peculiarità, lo scelsero più volte, come sicuro rifugio, per proteggersi dalle incursioni nemiche. A testimonianza troviamo, nella parte iniziale della grotta, una terrazza con un forno per cucinare. Nel 1477 fu costruita, parte sul fianco del monte, parte all’interno della grotta, la Chiesa di S. Giovanni ad opera del capomastro sloveno Andrea da Skofja Loka. L’aula è ovviamente di piccole dimensioni, ma suggestiva. La volta del tempietto è tutto un incrocio ed intreccio di costoloni che formano degli alveoli a forma di stella a sette punte. I costoloni sono appoggiati su mezzi busti che fungono da mensola. Il centro è fermato con un grosso clipeo (scudo) con una Madonnina e tutti i nodi, ov-

vero dove si intrecciano i costoloni, sono abbelliti con altrettanti clipei a forma di rosa, di margherita, di scudi, di testa umana, del sole, della luna. Su un altare ligneo sono collocate alcune statue cinquecentesche attribuite alla bottega di Giovanni Martini. Molti altri particolari ed alcune scritte, ci inducono a chiedere al custode un libretto-guida che ci permetta di capirne il significato. Ottenuto quanto richiesto, soddisfatta la nostra curiosità, ci inoltriamo nella grotta. Il tragitto, bene illuminato, è una interessante passeggiata, che si snoda in una successione di slarghi, ruscelli e specchi d’acqua. La suggestiva particolarità di questi luoghi ha dato origine a molte leggende. Bepi ci racconta la più conosciuta che riguarda la regina di Antro, forse Rosmunda o la longobarda Teodolinda. La nostra eroina riuscì a salvarsi con il suo popolo, dagli assalti di Attila, facendogli credere di possedere ancora, dopo mesi di assedio, tanti sacchi di frumento quanti erano i chicchi contenuti nell’ultimo sacco, che invece ancora le restava e che coraggiosamente, gli aveva gettato. La visita alla grotta si può effettuare nei giorni festivi dalle 14,30 alle 19,00 oppure nei giorni feriali su prenotazione al n. 0432-709065 o 727003.


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AGRICOLTURA E DINTORNI

a cura di Graziano Ganzit

L’albero da frutto: la fruttificazione (2 La volta scorsa abbiamo visto come un albero da frutto possa essere paragonato ad un uomo nelle sue funzioni principali e come queste possano essere viste nella pianta. Vediamo ora come il processo di fruttificazione avviene e le conseguenze alle quali porta la pratica dell’innesto. Una pianta, ovviamente, si genera da un seme e al momento della nascita acquisisce tutte le informazioni che le saranno utili per autoregolarsi nella sua vita che, in condizioni normali, arriva tranquillamente al secolo(meli e peri) o plurisecolare (olivi). Va da se che una pianta così concepita abbia da adulta dimensioni maestose e praticamente sia ingovernabile ed economicamente svantaggiosa per la frutticoltura da reddito. Se sarà maestosa e longeva avrà di contro frutti di piccola pezzatura e la fruttificazione inizierà dopo molti anni. Questo perché il processo è conseguente all’età adulta della pianta la quale, se resterà in vita un secolo, comincerà a produrre non prima di una ventina di anni. L’uomo, coltivando le piante per produrre un reddito, non poteva attendere un tempo così lungo cosichè ha cominciato ad intervenire cercando di accelerare questo processo di invecchiamento inne-

stando su un pianta nata da seme una varietà da lui scelta con caratteristiche mercantili migliori. Questa pianta un po’ più contenuta,meno longeva (50/60 anni) e fruttificante sui 7/8 anni è stata denominata su portainnesto franco. Successivamente, 60 anni fa, si è continuato in questo processo utilizzando portainnesti particolari non più da seme ma da ceppaia comprimendo ancor di più la pianta allo scopo di invecchiarla ottenendo così una fruttificazione precocissima. Se da un lato le odierne piante si prestano bene alle lavorazioni e alla raccolta di contro sono poco longeve (15/20 anni ) e molto delicate.

a

parte)

Hanno un apparato radicale debolissimo, devono essere sostenute con pali e fili oltre a necessitare di una difesa fitosanitaria assidua e costosa. La scelta che ho fatto,nel dedicarmi alla frutticoltura di mele, mi ha portato ad optare per un portainnesto medio vigoroso quale l’MM106 molto usato fino ad una ventina di anni fa. Questo portainnesto costruisce un albero con un buon apparato radicale(testa), può impalcare una bella forma libera e diventa, da adulto, abbastanza grande ma gestibile. Ha una longevità sui 30/40 anni e se ben tenuto,con metodiche biodinamiche e/o omeodinamiche, non ha bisogno di trattamenti. Da qui si può dedurre che una pianta più è figlia del seme più è sana e longeva. Più è manipolata con la nanizzazione, e dunque con apparato radicale ridotto, più è soggetta a malattie e parassitosi. Il giusto compromesso che ho ottenuto con piante medio vigorose lo potete osservare presso il frutteto de “La nuova terra” nel quale potete vedere le dimensioni e la salute di queste piante nel caso vogliate costruirvi un vostro frutteto domestico. La prossima volta vedremo la forma da dare alle piante e successivamente la conduzione e la difesa.


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CULTURA L’evoluzione della chitarra Stefano Grondona “Lo cant dels auccells”, Stradivarius 2002 A cavallo tra ‘800 e ‘900 la chitarra classica conobbe una svolta significativa riguardo la sua evoluzione sonora. E’ proprio questa che il chitarrista Stefano Grondona ci illustra, attraverso una brillante esecuzione di varie composizioni dell’epoca, nel disco “Lo cant dels auccels” pubblicato da Stradivarius nel 2002. Per meglio comprendere questa svolta è importante collocare la chitarra all’ interno di un contesto storicomusicale in rapporto agli strumenti a lei coevi. Tra questi spiccano subito il liuto e la vihuela. Del primo, una specie di grosso mandolino con la caratteristica cavigliera unita ad angolo retto al manico, troviamo le prime antichissime tracce tra le iconografie tramandate dai monumenti egizi ed assiro-babilonesi. Tra di esse notiamo raffigurazioni di strumenti molto simili al liuto persiano da cui deriva quello degli arabi. Furono proprio loro ad introdurlo, attraverso la Spagna, nel VII sec. D.C., in Europa occidentale. Qui l’ “al-ud” (il legno) divenne dapprima làuto in seguito lèuto ed infine liuto. Per liuto, strumento polifonico, troviamo parecchi manoscritti a partire dal 1400. Forse proprio in quanto incarnazione dell’invasore arabo, questo strumento, in Spagna prosperò poco mentre invece riscosse molta più fortuna la vihuela strumento che, straordinariamente somigliante in forma aspetto e dimensioni alla chitarra, sembra non esserne direttamente imparentata. Tra gli strumenti minori importati dagli arabi ritroviamo la “kuitra”. Si sarebbe dunque verificato, secondo gli organologi

spagnoli, un connubio tra la “kuitra” e altri strumenti congeneri che avrebbe dato poi vita alla “guiterne”, antenata della moderna chitarra. Svolgeva un ruolo minore all’interno della vita musicale ed era dedicata a coloro che non si volevano stressare con la faticosa pratica polifonica. In effetti una notevole diffusione della “guiterne” si riscontrava tra le classi popolari dell’epoca. Passano due secoli e dai primi esempi di composizioni per chitarra rinascimentale a quattro cori, la chitarra attraversa una storia fatta di alti e bassi in cui cambia e si trasforma. Prima un coro, verso l’ultima parte del XVI secolo, poi un altro, nel XVII sec. vengono aggiunti. La trasformazione dei sei cori in sei corde semplici vede il consolidarsi della pratica del suonar nota per nota anche sulla chitarra avvicinando così sempre più questo strumento a quella che sarà la chitarra moderna. Arriviamo così alla svolta storica che la chitarra classica intraprese tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900. Questa svolta, associata ai nomi di Francisco Tàrrega (1852-1909) Miguel Llobet (1878-1938) e Andres Segovia (18931987), in un certo senso l’uno allievo dell’altro, sarebbe stata tuttavia impensabile al di fuori di un terreno già preparato nel campo della costruzione degli strumenti. Il grande liutaio Antonio de Torres (1817-1892), una generazione prima, aveva offerto un nuovo tipo di chitarra la cui espressività sonora costituiva il naturale complemento alla sensibilità dei nuovi chitarristi. Riguardo all’evoluzione che la chitarra

conobbe in questi anni si è interessato il chitarrista Stefano Grondona, figura di spicco del panorama chitarristico internazionale, attualmente docente di chitarra classica al conservatorio di Vicenza. Egli ha inciso il disco “Lo cant dels auccells” versione arcaica di “El cant dels ocells”, titolo della melodia che è assurta a simbolo della terra della Catalogna e della sua gente. L’antica melodia è un canto natalizio ed ha conosciuto nel tempo numerose riarmonizzazioni – da quelle che ne evidenziano il carattere più arcaico a quelle che, più libere, trasferiscono la melodia al linguaggio del tempo. Tra queste ultime troviamo quella di Federico Mompou (1893-1987) che nel disco compare come primo brano. In questa registrazione Grondona suona un repertorio che spazia dalle opere di chitarristi compositori come Tarrega, Llobet e Segovia alle trascrizioni, compiute da parte di questi ultimi, di autori come Schubert, Mendellsohn e Chopin fino ad arrivare alle composizioni originali di M.M.Ponce e Federico Mompou. Il tutto, suonato su chitarre di grandi liutai dell’epoca quali Torres, Garcia, Simplicio, Hernandez, Esteso, Hauser, Bouchet, dà un risultato di estrema gradevolezza che ci porta a dimenticare l’estremo dominio tecnico e ci lascia ammaliare dagli esiti più squisitamente musicali come il controllo dei timbri, l’equilibrio dei piani sonori piuttosto che la capacità di far cantare lo strumento. L’autore ha ricevuto il premio “chitarra d’oro” per il miglior disco nel 2002. Fabrizio Furci


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NOI E GLI ANIMALI

RUBRICHE a cura di Marco Venier

L’emozione di allevare un pappagallo Tra i tanti animali “strani” che ormai fanno parte dell’esercito dei “pets” o animali da compagnia, un posto di particolare rilevo è occupato dai pappagalli. Questi straordinari uccelli colorati divertono ed affascinano molti di noi ed è piuttosto facile lasciarsi tentare dal portarne a casa uno tra i tanti disponibili nei vari negozi e nelle fiere; tuttavia, anche stavolta, è necessario essere informati riguardo alcune cose prima di cedere alla tentazione. Innanzi tutto bisogna tener presente che i pappagalli non sono animali domestici e di conseguenza non andranno gestiti come tali, inoltre, essendo animali psicologicamente molto complessi, manifestano esigenze piuttosto particolari; ma andiamo con ordine. Regola numero uno: i pappagalli non devono mai stare soli. Se decidiamo di prendere in casa delle cocorite o degli inseparabili, uccellini piuttosto piccoli, ci sarà abbastanza facile attrezzare una voliera adatta ad ospitarne almeno due e questo ci porterà già ad un ottimo punto di partenza, ma come fare se ci innamoriamo di una splendida amazzonia fronte blu o peggio di un’ara? Ho allevato in casa pappagalli di varie specie, e tuttora lavoro a stretto contatto con questi animali quindi so bene quanto possano dare in termini di emozioni, tuttavia, proprio perché li conosco bene, mi sento di dover dare un consiglio: non prendete in casa pappagalli grossi a meno che non abbiate sufficiente esperienza da sapere a cosa andrete incontro voi e a cosa potrebbero andare incontro gli animali. Le amazzonie, i cacatua, le are sono animali con esigenze davvero impe-

gnative e le scelte possibili dei loro amici umani si riducono a due soltanto: avere una grande voliera dove una meravigliosa coppia di questi uccelli possa avere spazio sufficiente per volare, giocare, litigare e riprodursi o, nel caso in cui lo spazio vi manchi o decidiate di tenere un singolo soggetto, dedicargli la vita. So che può sembrare esagerato, ma non lo è. I pappagalli sono animali monogami e nelle specie più grandi questa loro caratteristica è particolarmente spiccata, anche quando si riuniscono in grandi stormi questi sono costituiti da coppie e non da individui. La coppia sta sempre insieme, ventiquattro ore al giorno e se voi ne sarete parte il vostro partner si aspetterà che non lo lasciate mai, pena una grande sofferenza che si trasforma in stress che a sua volta sfocia in comportamenti distruttivi, chiassosi ed autolesionisti! Come mai molti pappagalli in cattività appaiono tutti spennacchiati? Sono malati? Sono vecchi? No, nella maggior parte dei casi sono stressati e le piume se le strappano da soli. Come mai molti pappagalli, se lasciati soli, distruggono tutto quello che gli capita a tiro di becco? Fate un po’ voi. Voglio precisare che con queste parole non sto cercando di scoraggiare a tutti i costi chi volesse provare l’esperienza, peraltro meravigliosa, di accudire un pappagallo, ma soltanto di dire le cose come stanno, per il bene degli animali ed anche del vostro, gli animali non sono giocattoli ed un cacatua o un’ara sono molto longevi, quasi sicuramente, se avete l’età per decidere di

prenderne uno in casa, vi seppelliranno! Nel caso decidiate di averne uno o ne abbiate già uno ricordatevi che i pappagalli sono animali molto intelligenti, hanno bisogno, oltre che di compagnia e spazio per volare, di diete molto curate e molto varie: i classici semi di girasole devono costituire al massimo il 10% della dieta che comprenderà una grande varietà di altri semi, molta frutta e verdura, qualche pezzo di pane secco (occhio alle muffe!), un po’ di mangime pellettato specifico, inoltre dovrete avere cura di procurare loro molti rami verdi (di piante non tossiche) da rosicchiare, attività che li impegna per molte ore al giorno; e per voi, naturalmente, un bel libro su questi animali. Purtroppo non c’è molta letteratura in italiano sull’argomento; io consiglio “I Pappagalli – guida completa” di Rosemary Low edito da Mursia nel 1991, per chi legge in inglese invece le pubblicazioni sono molte e di ottimo livello, basterà un “giretto in rete” per trovare ottimi libri. Vorrei spendere ancora qualche parola su di un altro aspetto fondamentale che riguarda i pappagalli: quello legale. Questi animali non godono di buona salute a livello ecologico, ben 94 specie sono a forte rischio di estinzione e per la maggior parte delle altre le cose vanno poco meglio. Le cause principali di questa situazione sono: in primo luogo il degrado dell’habitat, seguito a ruota dal prelievo di soggetti selvatici per farne animali da compagnia. Parleremo meglio del commercio illegale di animali, magari in un prossimo articolo, ora mi preme soltanto lanciare un appello: non comprate animali senza sapere da dove vengono, richiedete sempre i certificati (cites) che attestino la regolarità dei soggetti venduti, questo vale per i pappagalli e anche per le moltissime altre specie oggi facilmente reperibili in commercio, come ad esempio molti rettili. Spesso gli animali che provengono dalla natura costano molto meno di quelli nati ed allevati in cattività ed è facile lasciarsi tentare, ma è un errore. Avrete animali spaventati, che mai si adatteranno a vivere con voi, inoltre potreste andare incontro a seri guai legali; ma soprattutto alimentereste una delle cause che hanno portato molte specie sull’orlo dell’estinzione.


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LA PAROLA ALLO PSICOLOGO

Gli effetti pesanti del “Mobbing” Nell’ambiente lavorativo si sta diffondendo sempre più la parola mobbing. Spesso si nota un abuso del termine che viene usato anche per descrivere semplicemente una situazione di lavoro disagevole o un conflitto tra colleghi. Il mobbing è, invece, un comportamento più sofisticato. Esso prevede, come nelle tragedie teatrali, un protagonista, il mobbizzato, un antagonista, il mobber e i suoi complici, i colleghi di lavoro, spesso inconsapevoli di essere a loro volta vittime dell’ingarbugliata trama dell’antagonista. In questo dramma, il mobber mette in atto un comportamento ostile nei confronti del mobbizzato, fatto di atteggiamenti indiretti, come maldicenze, calunnie, attacchi ai valori, alle credenze, al vissuto personale, alle capacità lavorative ed intellettuali. Questa condotta diventa ben presto patrimonio e prassi di tutto il

gruppo di lavoro ed ha come conseguenza l’identificazione della vittima attraverso sgradevoli epiteti come “incapace”, “imbranato”, “stupido” o simili. Il risultato è un vortice che porta la vittima a pensare di essere veramente un incapace, di non valere come lavoratore e quindi come persona. Per manifestarsi come patologia il mobbing ha bisogno di un periodo estremamente lungo, mesi o, a volte, anni. Se il mobbing nasce dal pregiudizio o dall’invidia ed ha un esordio non programmato, un suo derivato, il bossing, viene utilizzato in modo consapevole per raggiungere un solo scopo: il licenziamento della persona indesiderata. Il bossing è una forma di terrorismo psicologico simile al mobbing, programmato dall’azienda come vera e propria strategia di riduzione, ringiovanimento o razionalizzazione del personale, con lo scopo preciso di indurre

il dipendente alle dimissioni, al riparo da qualsiasi problema di tipo sindacale. Molto spesso il mobbizzato coinvolge nei suoi problemi anche la famiglia, che, se da prima lo sostiene facendo da parafulmine agli sfoghi emotivi del mobbizzato, successivamente assume nei suoi confronti un atteggiamento di distacco, una reazione di difesa verso chi ne turba l’equilibrio emotivo (doppio mobbing). La vittima viene progressivamente isolata e rimane sempre più sola. È importante sottolineare come il mobbing possa portare a conseguenze molto gravi. Gli effetti sono così pesanti, che ad esso si attribuiscono il 10-20% dei suicidi annuali. Non solo, una parte considerevole degli infortuni sono direttamente riconducibili al disagio psicologico finora descritto. P. Vigutto


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UOMINI FATTI IDEE L’attualità del pensiero di Padre Fabro Moriva il 4 maggio 1995 padre Cornelio Fabro uno dei più grandi pensatori e filosofi italiani, ma possiamo dire anche mondiali, del XX.o secolo. “Passando in rassegna i ricordi e le figure dei filosofi che ho incontrato – gli scriveva Augusto Del Noce nel 1980 – mi sono fermato sulla tua, e non penserai che sia adulazione se ti dico che in te vedo il maggiore filosofo che abbia oggi l’Italia”. Cornelio Fabro era nato in Friuli e precisamente a Flumignano nel 1911, figlio di una terra di emigranti anche lui ha studiato fuori dal Friuli e fuori dal Friuli ha vissuto la sua missione di prete e di filosofo. Di questa terra, oltre a serbarne il ricordo, tanto da tornare spesso, ha assorbito la forza di volontà, la tenacia, la fede e una grande volontà di lavorare. Infatti padre Fabro ha scritto molto: circa quaranta volumi di contenuto teoretico, storico-teoretico, filosofico, novecento articoli pubblicati su riviste, giornali e periodici, ha tradotto una ventina di opere, come insegnante di università ha scritto oltre venti dispense. Molto ci ha lasciato in forma orale: le sue prediche sono un esempio di sintesi (non duravano mai più di un quarto d’ora) e insieme di catechesi. Gran parte di queste omelie sono state registrate e quindi possono essere pubblicate. Padre Fabro è uno che parla del e al nostro tempo, parla del suo volto spirituale, e di fronte all’uomo d’oggi così carico di interrogativi ed estremamente “interessato alla verità” i suoi scritti, pensati, meditati, ma soprattutto sorretti da una forte fede cristiana, tornano di grande attualità. A 10 anni dalla sua morte, buona parte di questa immensa opera di padre Fabro verrà pubblicata nella forma di Opera Omnia. Il Progetto, che si chiama Progetto Culturale Cornelio Fabro (Cornelio Fabro Cultural Project), è stata avviato dalla congregazio-

ne di cui faceva parte padre Fabro e cioè quella dei Padri Stimmatini e di questo progetto fa parte anche la comunità di Flumignano dove si è svolto nel giugno del 2004 uno degli incontri preparatori alla stampa degli scritti di padre Fabro. Il primo appuntamento si è registrato il 4 maggio 2005 quando, a Roma, è stato presentato il primo volume dell’Opera Omnia. A questo importante momento è stata presente la comunità di Flumignano. “Non abbiamo voluto mancare ad un appuntamento così importante – dice Roberto Grassi referente per il Friuli del Progetto Fabro – perché era un’occasione non solo per diffondere la memoria e gli scritti del nostro concittadini padre Cornelio, ma un momento di crescita culturale per noi e per la comunità flumignanese. Dal titolo dei suoi articoli possiamo comprendere l’attualità del pensiero di padre Fabro: negli anni ’70 scrive due articoli su Benedetta Bianchi Porro “la missione ecclesiale” e “dalle tenebre alla luce” prefigurando la sua santità (è stata dichiarata venerabile nel 1994 e non sembra lontano il giorno in cui verrà proclamata beata), si sofferma in modo particolare su personalità del nostro tempo come Edith Stein (“dalla filosofia al martirio”) e Benedetto Croce, sui grandi cristiani del passato con i “Colloqui su S. Giovanni di Dio”, “S. Tommaso d’Aquino o della gentilezza italiana”, il “Pensiero e spiritualità nell’ideale francescano “, ma tocca anche i grandi temi del nostra epoca come “scienza al guinzaglio” dove scrive, nel 1973, che “essere atei o credenti non dipende dalla scienza come tale, cioè non è affare dell’uomo scienziato, ma dello scienziato uomo”. Altri temi affrontati da padre Fabro sono “utopia e mito del progresso”, “apollo 11: 21 luglio 1969” dove commenta la conquista della luna, “la donna e la casa”, “la forza della

pace”, “la civiltà al bivio”, “l’assedio delle parole”. In questo articolo, scritto nel 1973, scrive “oggi siamo malati di parole, perché siamo sommersi dalle parole in tutte le direzioni: stampa, radio, televisione… con le risorse infinite della tecnica c’investono di parole d’ogni parte, non ci lasciano neppure un cantuccio per l’intimità della gioia e del dolore, della speranza e della disperazione”. Padre Fabro ha usato molto le parole: ha molto scritto e molto parlato ma come portavoce dello stile contadino di chi sa ascoltare e meditare ha saputo apprezzare “la vita del silenzio”,. In un articolo del 1967 che si intitola appunto “la vita del silenzio” scrive “in tutta la sua vita, e soprattutto nella vita dello spirito, l’uomo deve più al silenzio che non alla parola. La realtà è che questa parola, fatta di suoni esteriori, non avrebbe senso e non raccoglierebbe consenso alcuno, se non attingesse le zone profonde dello spirito, se non sprofondasse nei recessi dove l’Io si pone a tu per tu con se stesso in silenzio di fronte al nulla e di fronte a Dio”. Padre Fabro non è sempre di facile lettura; la sua preparazione filosofica, la sua cultura, le sue non comuni capacità intellettuali fanno di lui un filosofo complesso che fa riferimento a molti pensatori (i cui concetti sono spesso ignoti al lettore) ma hanno il pregio di ricondursi ad una matrice unica quella della fede cristiana che riconosce “la trascendenza nei suoi due momenti costitutivi dell’esistenza di Dio come Primo Principio creatore del mondo e della immortalità dell’uomo come persona”. “Ai giovani, - ci dice Roberto Grassi divoratori di internet e abili navigatori suggeriamo anche il sito www.corneliofabro.org, potranno apprezzarne la sobrietà e la facilità di navigazione ma anche e soprattutto potranno stampare alcuni scritti di padre Cornelio e forse trovare qualche risposta alle loro tante domande”. Mario Passon La fotografia presenta Padre Cornelio Fabro ed è tratta da www.corneliofabro.org


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Storia di una contadinona mancata (notizie estrapolate dal suo diario) terza e ultima parte

Oslavia: Tempio Ossaio

Se non erro era il 1917, l’anno della disfatta di Caporetto. Il cortile era pieno di Austroungarici che spadroneggiavano obbligando il nonno Luigi a consegnare le mucche: alle sue proteste ricevette una fucilata ad un braccio. Che fare? Come tener testa a chi era sicuro di vincere? Per fortuna non fu così: il sangue di migliaia e migliaia di eroi non fu sparso invano! Però chi spadroneggiava era la “Spagnola” a causa della quale la morte si abbatteva anche sui nemici tracotanti e imperiosi. Ma il colmo per noi fu la morte di “Checut” che aveva contratto la stessa malattia e non aveva ancora 4 anni. “Signore perchè anche lui?...” si disperava la mamma. E a 6 anni stavo per raggiungere anch’io i miei cari a causa di un’infezione ai polmoni. Chi mi salvò fu la Vergine Maria, di cui mia madre era devotissima: pregava con tanta fede promettendo un viaggio a Lourdes, se mi fossi salvata. Era una promessa impossibile da attuare per una povera lavandaia. Che importa se trascorsero 27 anni, fra fatiche, sacrifici, studi, lutti, guerre ecc. prima che il Voto fosse assolto. Era l’anno 1949 la gioia che provai davanti alla grotta è indescrivibile! Ancora un pensiero di quando ero piccola. La morte di Francesco mi aveva sconvolta. Guardavo la piccola bara contenente quell’ometto, bellissimo con una corona di riccioli d’oro, così immobile, così pallido. Ma ciò che mi fece suscitare tanti pensieri erano le scarpe nuove dalle suole lucide che non avevano mai calpestato il terreno. Pur avendo solo cinque anni mi frullavano delle domande in testa: “Si cammina anche in Paradiso?” Mentre ero a messa guardavo gli angioletti che adornano l’altare e pensavo: “Sarà in

compagnia di loro a far passeggiate nel giardino del cielo?” E non posso dimenticare il sacrificio di mio padre: la sua morte sul campo di battaglia, mi fu anche di aiuto a realizzare il mio sogno di diventare maestra. Alle orfane di guerra che desideravano continuare gli studi fu assegnata una borsa di studio per il mantenimento in collegio. Non era sufficente a tutte le spese complementari: libri, cancelleria, corredo ecc. ma mi apriva una via tanto sognata. Qualche anno fa ho visitato il Tempio Ossario di Oslavia. Una commozione fortissima mi stringeva il cuore. Mentre salivo l’alta gradinata per raggiungere l’enorme mausoleo, mi sem-

brava di calpestare le ossa di mio padre. Però l’amore per la Patria inculcatami nelle elementari, quando dicevano a noi orfane di guerra, che eravamo figlie di eroi, che avevano sacrificato la vita per la nostra libertà non è mai scemato. E allora la “contadinona”? L’amore per il passato c’è ancora e sono molto orgogliosa delle mie origini anche se la “contadinona” purtroppo non l’ho mai fatta, anche se durante le sanzioni eravamo costrette a trasformare parte dei cortili delle scuole in orti di guerra improvvisati, coi risultati che si può solo immaginare. E questa a sommi capi è la storia di un infanzia contadina, felice perchè incosciente; troppo giovane per valutare le conseguenze chè, tanti lutti e difficoltà ci oppressero allora e in seguito. Ma la vita continua. (Fine) Luigia Della Mora Calligaris


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IL PERSONAGGIO Lazzoni, una figura carismatica del Rotary massima onorificenza rotariana, il Paul Harris Fellow, con cinque zaffiri che hanno consentito di mettere a disposizione della Rotary Foundation 5 mila dollari per interventi di solidarietà nel mondo. Ricopre ininterrottamente dal 1997 in poi la carica di segretario dapprima del Rotary Club Lignano Sabbiadoro Tagliamento e dal 2003 lo stesso incarico nel neonato Rotary Club Codroipo-Villa Manin di cui insieme a Renato Tamagnini è stato uno dei fautori della nascita. I nostri riflettori questa volta sono puntati sul conte Gastone Lazzoni della nobile famiglia Moreschi di Deusi, segretario e uomo di spicco del neonato Rotary Club CodroipoVilla Manin. E’ nato a Taranto il 9 febbraio del 1935,suo padre Giuseppe era un Ammiraglio mentre la mamma proveniva da una benestante famiglia d’imprenditori tarantini. Laureato in Economia e Commercio si è sposato nel 1964 con Roberta Kechler da cui ha avuto due figli Riccardo e Giada e da quest’ultima, due nipoti: Letizia e Guglielmo. Ha praticato sin dall’età giovanile tantissimi sport, dal nuoto alla pallacanestro, dal volley al rugby nelle squadre della Lazio e del Cus Roma di cui è stato dirigente e allenatore della squadra femminile di pallacanestro. Ha lavorato in varie sedi (Roma, Trieste, Padova, Verona, Brescia) per il settore vendite della Fiat. E’ residente in Friuli dal 1992 preceduto dalla famiglia. E’ entrato nel Rotary Lignano Sabbiadoro Tagliamento il 30 giugno del 1989 e ne è diventato presidente nell’anno sociale 199596. Ha partecipato ai congressi internazionali del Rotary di Nizza e di Glasgow. Nominato segretario del distretto numero 2060 dell’Italia Nord Est nel 1996-97 per la meritoria attività svolta gli è stata assegnata la

- Segretario, due anni fa è nato il Rotary Club Codroipo-Villa Manin da una consensuale separazione del Rotary Club Lignano Sabbiadoro. Quali sono state le motivazioni di quest’operazione? “Nell’ambito della migliore amicizia e solidarietà nel club lignanese convivevano due anime distinte dovute alla diversa vocazione socio-economica di Lignano e Codroipo. Da qui si è presa la decisione consensuale di far nascere un nuovo club a Codroipo di cui Lignano è stato il padrino.” - Qual è l’attuale consistenza del Rotary Club Codroipo-Villa Manin? “Attualmente il Rotary Club codroipese conta 42 soci. Alla sua nascita erano 33 e quindi è in costante crescita. A tal proposito però c’è da dire che siamo molto attenti nel selezionare i nuovi aderenti che devono manifestare propensione al servizio, etica del lavoro, integrità morale ed eccellenza professionale.” - Quali sono state le iniziative che il club ha attuato ultimamente sul territorio? “In questi giorni abbiamo siglato un gemellaggio con il Rotary Club di Golling, cittadina a 25 km da Salisburgo. Da ricordare poi le numerose iniziative come: “Premiamo i nostri artigiani”, “Diversamente tu”

- incontro con tutte le associazioni del volontariato locale, “Aiutare non è regalare” - con la raccolta di 35 mila euro a favore dell’Associazione “La Pannocchia”. Non va dimenticato il premio Renato Gruarin col quale viene insignito con il Paul Harris un personaggio locale di notevole spessore umano, etico e professionale. Con tutti i nove club della provincia di Udine contribuiamo poi al premio Rotary “Obiettivo Europa” che annualmente consiste nel riconoscere le qualità e i meriti di un personaggio di altissimo livello. Ci preoccupiamo anche dei diversamente abili e ne inviamo uno per quindici giorni in vacanza a Handicamp di Albarella sul delta del Po. Sempre insieme con i club della Regione stiamo provvedendo all’etichettatura dei reperti storici del museo nazionale di Aquileia.” - Curate anche iniziative extra-territoriali? “Stiamo sostenendo una scuola albergo per ragazzi abbandonati a Cochabamba in Bolivia; un pozzo per l’acqua in un paese dell’Africa centrale e abbiamo sostenuto le scuole distrutte dalla guerra civile dove opera il padre codroipese Luigi Cignolini in Sudan.” - Quali sono i suoi principali passatempi? “I miei hobby principali riguardano il seguire i nipotini, specie Letizia di quasi due anni che viaggia quasi sempre con me. Oltre l’impegno del Rotary,ormai, a tempo pieno nella segreteria di via Friuli dove trascorro dalle quattro alle cinque ore giornaliere, il sabato e la domenica come appassionato cultore di gastronomia mi diletto a preparare piatti di cucina tradizionale con una personale interpretazione. Ho,poi, una buona conoscenza dei vini italiani. Non manca anche,infine, una certa mia passione per il giardinaggio e per la lettura di libri storici.” Renzo Calligaris


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NOTIZIE DA

CODROIPO L’Ater a Pozzo costruisce 29 alloggi

Opere stradali per 200 mila euro Venti chilometri di strade bianche per una spesa complessiva di 200 mila euro, saranno sistemate fin dai prossimi giorni per iniziativa dell’amministrazione comunale di Codroipo. Sono interessate le frazioni di Beano e di Iutizzo. Benchè i fondi dalla Regione fossero arrivati dall’anno scorso, soltanto adesso si è potuto indire il bando per l’assegnazione dei lavori.“ Purtroppo - sostiene il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Daniele Cordovado - non tutti gli interventi si possono fare in fretta poichè dobbiamo fare i conti sulla disponibilità delle imprese e queste a loro volta hanno bisogno di manodopera anche in tempi, come questi, in cui non se ne trova facilmente”. L’impresa Martina di Codroipo, aggiudicataria dei lavori, che da un po’ di tempo si rende utile al Comune, ha in programma di iniziare subito le operazioni così da appagare le attese degli abitanti delle due frazioni. In tal modo i residenti delle due frazioni non incontreranno i disagi dovuti alla presenza di strade bianche.Il progettista è il geometra Bertola, lo stesso che ha assunto la direzione dei lavori. Per l’elaborazione del progetto ha collaborato anche l’Ufficio tecnico comunale condotto dal dirigente architetto Maurizio Gobatto. Lo stanziamento di 200 mila euro da parte della Regione risalente a un anno fa, potrebbe essere ora insufficiente; in tal caso il Comune dovrà ricorrere a fondi propri se vorrà completare adeguatamente l’intervento. Re. Ca

“L’Ater è stata di parola e ha assegnato ventinove alloggi per la frazione di Pozzo, come avevano promesso il suo presidente Graziano Pizzimenti e il vice Fausto Deganutti. L’atto è stato sottoscritto il primo marzo e si tratta di un accordo tra pubblico e privato, quest’ultimo rappresentato dall’impresa Giveco srl”. Il sindaco Vittorino Boem ha accolto positivamente questa operazione andata a buon fine e che fa dimenticare le vicende legate a palazzo Zardini che non si era inteso recuperare perchè i costi relativi sarebbero stati troppo alti. “Ora la situazione - continua il primo cittadino - è migliorata, tenendo conto che l’Ater si sta prestando in via Indipendenza, nel capoluogo, anche a recuperare 36 alloggi in stato di degrado. Di questi alloggi sei sono stati gia sistemati e le famiglie interessate hanno cominciato a prenderne possesso. Per gli altri 30 bisognerà aspettare qualche mese. Ho già deciso di indire un nuovo bando datato 30 giugno per anticipare i tempi dell’as-

segnazione di nuovi alloggi, visto che le precedenti graduatorie sono in via di esaurimento. Ora alle persone che si presentano nel mio ufficio, durante l’ora di ricevimento, per chiedere casa, potrò spendere una parola di speranza nel prospettare un appartamento agevolato”. Va ricordato che i 29 alloggi sorgono a Pozzo, in via della Chiesa. Le opere di costruzione definitive sono in via di ultimazione e si prevede a settembre di consegnare le chiavi. Si può prendere conoscenza della graduatoria per l’assegnazione di questo lotto di alloggi rivolgendosi agli uffici dei servizi sociali, in piazzetta Marconi, nelle ore riservate al pubblico. “Ho già provveduto conclude il sindaco - a ringraziare il presidente Pizzimenti e il suo vice Deganutti, sperando che i successori, visto che loro sono stati avvicendati, continuino ad avere un occhio di particolare attenzione per le crescenti esigenze di Codroipo”. Re. Ca.


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CODROIPO

Centro d’ascolto: 1.300 assistiti nel triennio Il Centro d’ascolto della Caritas foraniale di Codroipo nel 2004 ha raddoppiato rispetto al 2003 il quantitativo di generi alimentari destinati gratuitamente alle famiglie in difficoltà. In tre anni sono state aiutate a vivere nel miglior modo possibile ben 1.300 persone. Non si può infatti negare che il costo della vita anche per i ceti meno deboli non si stia evolvendo. Chiaro sintomo che di un malessere collettivo che non può essere trascurato dalle organizzazioni impegnate a rimediare alle situazioni che vanno sempre più aumentando. Anche le nuove povertà sono comprese nei dati fornitici da responsabile del Centro d’ascolto di Codroipo Remo Bozzoli. Infatti, si assiste a un trend negativo generalizzato, anche se non mancano le impennate per tutto quanto serve per vivere, ma anche con la richiesta di medicinali. Per l’abbigliamento si interessa un’altra branca della Caritas e anche per questo aspetto si fa molto anche perchè la richiesta è alta. Il parroco monsignor Remo Bigotto e i suoi collaboratori forniscono tutte le informazioni necessarie. Se nel 2004 le richieste di aiuto sono cresciute. Una situazione così allarmante, visti i segnali in prospettiva, dovrebbe continuare la sua corsa senz’altro per tutto il 2005. Il Centro d’ascolto, con i sedici volontari preparati professionalmente che vi collaborano, trascinati da Bozzoli, ce la mettono tutta(ci sono collaboratori anche molto anziani ma felici di dare una mano), ma per poter distribuire quanto le famiglie indigenti richiedono, hanno bisogno della collaborazione delle persone che hanno più possibilità. In tal senso i risultati finora conseguiti sono ottimi, ma i responsabili, Bozzoli in testa, si preoccupano del prossimo futuro, qualora gli assistiti dovessero aumentare. Il presente articolo vale come appello e si può far capo al Centro d’ascolto-Caritas foraniale telefondo al numero 0432-820077. Negli ultimi tre anni il Centro d’ascolto foraniale ha aiutato ben 1.300 persone così suddivise per Continente: Africa: 422; America: 27; Asia: 59; Europa (compresi gli italiani) 792. Sorprende il dato che dei 792 assistiti dell’Europa ben 525 sono italiani. Gli stessi dal 2003 al 2004 sono passati da 176 a 323 assistiti. Due

i principali settori d’intervento: il Banco alimentare e il Banco farmaceutico. Il primo ha funzionato a pieno regime. Nel 2004, terzo anno da quando è stata creata l’attività in seno alla Parrocchia di Codroipo, sono stati distribuiti: 3.485 chilogrammi di pasta, 1.108 Kg di riso; 778 Kg di biscotti; 764 Kg di pelati; 478 Kg di formaggio; 409 Kg di grana Padano; 356 Kg di legumi; 3.300 litri di latte; 415 litri di olio. Tutto ciò per un totale di Kg 8.385 e liquidi 3.715 litri. Rispetto all’anno precedente la quantità è stata più che raddoppiata. Infatti, nel 2003 il totale dei generi alimentari era stato di 4.587,2 Kg e liquidi 1.462 litri. Il 27 novembre 2004 si è svolta la colletta alimentare nei supermercati Coopca e Coop NordEst con un quantitativo raccolto di 2.600 Kg di generi alimentari (8% in più rispetto l’anno precedente). I volontari del Centro si sono impegnati per 1.545 ore rispetto alle 1.283 del 2003 e alle 540 del 2002. Gli assistiti sono stati più uomini (450) che donne (265) e le fasce più deboli si sono rivelate quelle dai 30

ai 39 anni (253) e dai 40 ai 49 anni (212). I Comuni di residenza dopo Codroipo, nettamente al primo posto con 555 interventi, risultano essere Camino al Tagliamento e Teor 78, Rivignano 72, Bertiolo 68, Mereto di Tomba 57, Varmo 53, Basiliano 51, Sedegliano 48, Talmassons 23 e Flaibano 8. Per quanto riguarda le nazioni, dopo l’Italia (323 casi) si pone il Marocco (234); seguono a grande distanza: India (24), Turchia (17), Albania (16), Jugoslavia (15), Ucraina (12), Algeria, Argentina e Colombia (9), Russia (7), Ghana (5), Croazia e Tunisia (4), Slovacchia (2), Bosnia, Polonia Sudan e Svizzera (1). Il Banco farmaceutico ha dato risposte concrete e immediate al bisogno di farmaci delle persone più povere, grazie alla loro raccolta cui hanno aderito le farmacie Ghirardini, Toso e Sabatelli di Codroipo, Pressacco di Flaibano e Leoncini di Mereto di Tomba. Nel 2004 sono state distribuite 449 confezioni di medicinali. Re. Ca.

25 mila euro dell’Enalcaccia per l’Airc Il comitato provinciale di Udine dell’Enal caccia, pesca e tiro ha donato all’associazione italiana ricerca sul cancro la somma di 25 mila euro. L’ha comunicato il presidente del sodalizio Pierino Alessio Tubaro di Codroipo. L’associazione conta oltre 1.600 appassionati, in gran parte impegnati nell’attività venatoria. “Su mia iniziativa e con delibera unanime del consiglio - ha precisato il presidente Tubaro - è stato deciso di donare una parte degli storni del tesseramento a questa benemerita associazione che sostiene la ricerca sul cancro. Il resto della cifra andrà a sostegno di iniziative sportive e promozionali programmate dalla nostra associazione”. L’importo è già stato inviato all’Airc provinciale attraverso un assegno circolare. Al presidente Tubaro è già pervenuta la risposta di ringraziamento per la generosa do-

nazione. “L’idea che mi frullava in testa da tempo e che finalmente si è concretizzata - ha aggiunto Tubaro è nata dopo la morte della moglie del mio predecessore, spentasi a causa di un tumore. Il consiglio direttivo ed io abbiamo condiviso la sofferenza di quella donna che putroppo è deceduta, ma anche quella del marito Alfredo Fabbro, dolorosamente privato della moglie”. Con questa iniziativa i cacciatori, una categoria nel mirino della critica, perchè sovente attaccata dagli ambientalisti e da parte dell’opinione pubblica, per la loro attività venatoria hanno dimostrato una notevole sensibilità, un grande cuore e una solidarietà ammirevole. Il presidente Tubaro, orgoglioso per la prova fornita dai tesserati, si augura che iniziative del genere non rimangano isolate. Re. Ca.


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Compagnie briscule

Forse negli ultimi tempi vi è capitato di vedere il nome della Compagnie Briscule su qualche locandina che annunciava una rappresentazione teatrale a Blessano, Rivignano o Madrisio di Fagagna. Forse vi sarete chiesti distrattamente: -Chi saranno mai? Sono bravi? Faranno ridere o piangere? Fanno ridere. Sono un gruppo di amici che stanno bene assieme, a cui piace ridere delle stesse cose, trascorrere qualche ora in allegria senza farsi troppi problemi. Alcuni sono genitori di ragazzi

disabili, altri loro amici e tutti assieme riescono a dimenticare la realtà quotidiana per qualche minuto della giornata. A partire dal 2003, anno in cui è nata spontaneamente per divertire ed animare le feste dei ragazzi disabili con una libera interpretazione in friulano del Pinocchio di Collodi, la compagnia si è esibita anche su “veri” palcoscenici. La regista è Mimmi, volontaria della Cri, eclettica produttrice di testi anche in friulano. Anche gli attori possono dire la loro per quanto riguarda le battute…e spesso lo fanno, inserendo variazioni anche in corso di spettacolo! Complimenti perciò all’affiatamento che permette loro di rispondersi a tono anche senza preparazione. Nelle serate in cui danno spettacolo, sono soliti raccogliere lusinghieri successi e molti applausi. Inoltre riescono anche a raggranellare qualche euro per aiutare la missione della Pannocchia: gestire al meglio la Comunità residenziale “Una Finestra sul Futuro”. Bertossi Lisetta

CODROIPO Complimenti Alessandra

Dopo una brillante maturità conseguita al Liceo Scientifico Marinelli di Codroipo nel 1999, con il risultato di 100/100, il 17 marzo scorso la codroipese Alessandra Imperio ha degnamente completato i suoi studi all’Università di Udine, discutendo con i Chiar.mi Proff. Marisa Nichelini e Lorenzo Santi la tesi “Capire i fluidi” conseguendo la laurea in scienza della formazione primaria con la valutazione di 110 e lode. Vivissimi complimenti alla neo laureata dai genitori, dalle sorelle, dai parenti e amici tutti.


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CODROIPO

Codroipo dà il benvenuto ai bambini Bielorussi Da qualche settimana sono arrivati a Codroipo, ospiti di sedici famiglie, altrettanti bambini provenienti dalla provincia di Minsk, in Bielorussia. Come avviene ormai da dieci anni, l’associazione Puer di Codroipo, con sede centrale a Roma, si occupa di trasferire i ragazzi di età compresa tra gli otto e i dieci anni dal loro paese di origine in varie città d’Italia. In seguito ad un viaggio effettuato da alcune famiglie codroipesi della Puer in Bielorussia, da quest’anno si è deciso di limitare l’intervento di solidarietà, per quel che riguarda l’ospitalità nel codroipese, ai bambini residenti nel villaggio di Domatkanovici, che si trova ad un centinaio di chilometri a Sud di Minsk. L’amministrazione comunale di Codroipo ha sempre messo a disposizione dell’iniziativa le strutture scolastiche e di mensa, e fornisce l’alloggio alle due accompagnatrici. L’Assessorato alle Politiche Sociali della provincia di Udine partecipa alle spese del progetto, e quest’anno un sostanzioso contributo economico è venuto anche dalla Caritas

diocesana. Va comunque sottolineato che lo sforzo economico maggiore, per tutto ciò che riguarda il vitto, l’alloggio e le spese mediche dei bambini, è a carico delle famiglie ospitanti. Molti ricorderanno la devastante esperienza dello scoppio della centrale nucleare di Chernobyl. Gli effetti disastrosi delle radiazioni da esso prodotte si rivelarono altamente nocivi per la salute degli abitanti delle zone immediatamente circostanti, e non solo. Piante, animali, aria e acqua ne risultarono pesantemente contaminati e, nonostante siano passati molti anni, le conseguenze delle distrazioni dell’uomo nei confronti della natura continuano a minacciare la salute della gente. E’ per que-

sto motivo che l’associazione di volontariato Puer ha deciso di mettere in atto questo progetto di solidarietà a favore dei bambini che, figli della generazione successiva al disastro nucleare, sono le vittime innocenti di ciò che ho appena descritto. Lo scopo infatti è quello di dar loro la possibilità di “cambiare aria”, nel senso letterale del termine. Un’alimentazione migliore, condizioni climatiche e ambientali più favorevoli alla rigenerazione cellulare permettono loro di rinnovare l’organismo ancora in una fase di crescita. I ragazzi passano il loro tempo da noi facendo le stesse cose che sono soliti fare a casa loro in Bielorussia. Essi infatti arrivano accompagnati dalla loro maestra e da un’interprete, vanno a scuola, giocano fra loro e coi bambini italiani. Questa esperienza favorisce inoltre un importante dialogo fra bambini che appartengono a culture diverse, cosa assolutamente fondamentale per il futuro del nostro mondo sempre più proiettato verso una logica globale. Valerio Guerra


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CODROIPO

Studenti premiati a Pordenone per il video Eli Quattro studenti della 4A, del liceo scientifico dell’Itc Linussio di Codroipo hanno conseguito il primo premio per la sezione scuole medie-superiori al 21° Concorso internazionale di multimedialità per l’anno scolastico 2004-2005. La manifestazione “Video-cinema-scuola” è stata organizzata a Pordenone dal Centro iniziative culturali, con il patrocinio della Regione Fvg, della Provincia e del Comune di Pordenone, della fondazione Crup e del Centro culturale Casa Zanussi. Un determinante sostegno è stato garantito dalla banca FriulAdria. I vincitori sono stati Edoardo Rossi, Luca Biasutti, Ivan Mizzau e Elisa Pellegrini, coordinati dal professor Pietrino Biondi, che da alcuni anni opera con i ragazzi dello scientifico codroipese su progetti dedicati al linguaggio e alla produzione video e cinematografica. La giuria, formata da diversi docenti universitari, critici d’arte, grafici e insegnanti delle superiori, ha motivato l’assegnazione del primo premio al video “Eli”, sigla che sta per Edoardo, Elisa, Luca e Ivan, con la seguente motivazione:

“Servendosi di un linguaggio visivo sintetico, essenziale e di grande efficacia comunicativa, riesce a introdurci con finezza e sensibilità, alle problematiche di un certo sentimento di solitudine proprio dell’adolescenza e a farne una descrizione per immagini in cui molti ragazzi possono riconoscersi”. Le opere presentate nelle tre sezioni,

una per ogni ordine di scuola, sono state in tutto 124, divise tra video, cd, dvd, provenienti da ogni parte d’Italia. In “Eli”, quattro minuti di video, attori protagonisti, sono Elisa e Ivan, sceneggiatore e registra oltre che montatore Edoardo, cameramen e studente tutto fare, Luca. Re. Ca.

Giacomuzzi al vertice del gruppo micologico Adriano Giacomuzzi è il nuovo presidente del Gruppo micologico codroipese. L’elezione è avvenuta dopo la l’assemblea dei soci nel corso della quale è stato rinnovato il direttivo.Il presidente entrante ha ringraziato i precedenti dirigenti Pierernesto Giacomuzzi e Carlo Piva, i quali avevano espresso il desiderio di cedere ad altri il compito, per un ricambio naturale. Le altre cariche sono state così distribuite: Gino Casagrande vicepresidente; Graziano D’Andreis, pure vice; Arturo Berti, Ivano Vigutto,

Gilberto Iacuzzi, Stefano Valoppi, Renato Bragagnolo, consiglieri; Dino Del Zotto, segretario; Carlo Massarotto, Dario Chiarcossi, Carlo Chiementin, revisori dei conti. Il Gmc, a breve, varerà un calendario di lezioni dedicato ai funghi, alla loro conoscenza e alle norme che regolano in regione la raccolta. Lo stesso organismo intende in tal modo proporsi come punto d’incontro per coloro che vogliono approfondire tutti gli argomenti riguardanti il campo micologico. Re. Ca.


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SPORT

Un Palio che conquista la piazza per il decimo anno Dal 27 agosto al 3 settembre 2005, per il decimo anno consecutivo, Piazza Garibaldi ospiterà il Palio dei Rioni di Codroipo. E’ infatti dal 1996 che una rigenerata manifestazione, già nata nel lontano 1972, riempie a suon di canestri e palleggi le ultime serate d’agosto. Un parquet mobile al centro del “quadruvium” propone una grande occasione per giocare a basket e per fare del proprio Rione di appartenenza il conquistatore dello storico Gonfalone. Grazie al sostegno dell’Amministrazione Comunale e di sponsor attenti, la kermesse presenta ogni anno qualche novità, qualche “attrazione” per il goloso pubblico che gioca o che assiste. Il Palio, inizialmente dedicato ai cestisti “senior” maschi, si “clona” per far salire sul parquet anche donne (Palio Rosa) e bambini (riservato ad una limitata fascia d’età per evitare sproporzioni atletiche- per il 2005 giocheranno le annate 1992-93-94). Da subito il pubblico è chiamato a popolare la Piazza in modo attivo, il giornale con le news e i giochi rende la partecipazione un evento non solo sportivo ma anche divertente per chi non ha molta familiarità con il pallone a spicchi. La tradizione vuole che la partecipazione

alle gare sia tutta riservata ai residenti entro i limiti comunali, ma si vuole che l’eco si espanda, fino a coinvolgere con la Gara dei Tre Punti, chiunque, senza limiti residenziali, voglia dimostrare la sua efficacia dalla grande distanza. L’edizione che ci attende quest’anno vedrà una modifica all’attuale regolamento che disciplina il torneo Uomini. Si cambia infatti la struttura delle gare e si abbandona il girone all’italiana senza finali, ripristinando quest’ultime che vedranno in campo per l’assegnazione del Gonfalone le prime due classificate al termine del girone all’italiana ed il terzo e quarto posto per le restanti compagini. La gara del tiro da tre punti rimarrà in edizio-

ne serale, venerdì 2 settembre, mentre sabato 3 per la prima volta, le partire consecutive saranno 3: tutte le Finali dei rispettivi Tornei: bimbi, donne, uomini. Rimangono fedeli alla tradizione i premi individuali, come migliori realizzatori, giocatore più anziano e più giovane, e miglior giocatore, dedicata all’indimenticato Ciccio Casalinuovo. Lo scorso anno è stato dedicato un premio al migliore sketch messo in scena dai partecipanti, dando così un ulteriore contributo alla manifestazione, con umorismo e goliardia. Anche la prossima edizione proporrà questo concorso. Allo stesso modo continuerà il coinvolgimento del pubblico con la “Coppa Chiosco”, attribuita al rione che sarà seguito dal più generoso e fedele pubblico, che ne darà preferenza ad ogni consumazione nel nostro punto di “chiacchera e ristoro”. Qualsiasi novità, data, regolamento, la storia e persino l’iscrizione virtuale alle gare sono disponibili sul sito www.paliodeirioni.it, collegatevi numerosi! L’associazione Palio dei Rioni Vi aspetta per spegnere, insieme alla Piazza, queste 10 candeline, e per accendere il gioco-sport di fine estate.


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BERTIOLO Solidarietà per la missione di Suor Maddalena Anche quast’anno il gruppo Caritas di Bertiolo ha organizzato durante i festeggiamenti della Festa del Vino l’iniziativa di solidarietà, ormai conosciuta da molti come “Il pozzo di San Patrizio”. E proprio con questo pozzo miracoloso che ogni anno si cerca di andare incontro alle numerose necessità dei bambini poveri della missione di Suor Maddalena Lazzarini, originaria di Bertiolo, che da più di trent’anni opera in Madagascar. Grazie alle offerte di tante persone generose, giunte alla festa anche da molto lontano, fino ad oggi si sono potuti realizzare diversi progetti: un grande refettorio, un ambulatorio medico, una piccola biblioteca, uno spazio per le attività sportive, una vasta sala per la catechesi e l’ampliamento di alcune aule scolastiche. Tanti sono ancora i sogni dei bimbi della missione, che verranno

sicuramente realizzati grazie al costante spirito di solidarietà che tutte le persone dimostrano. Il gruppo Caritas di Bertiolo vuole pertanto ringraziare sentitamente tutto coloro che

sotto diverse forme hanno partecipato a tale iniziativa di solidarietà con uno spirito di gioia e collaborazione. Gruppo Caritas Bertiolo

Una gita per i coetanei del 1959 Verso la fine del 2004 la classe del ’59 del comune di Bertiolo, in occasione del 45°, si è regalata una splendida gita a Pirano (Slovenia) e Parenzo (Croazia). Il tempo è stato galantuomo: durante la visita alle due cittadine sole e clima temperato. Bellissima a Parenzo la Basilica Eufrasiana del VI sec. d.C. Negli spostamenti in pullman e durante le degustazioni di pietanze locali pioggia in abbondanza. I coscritti presenti

erano 35, numerosi e chiassosi quanto basta per passare una giornata in amicizia e allegria. Significativa per tutti è stata la presenza di Angelo Virgili, desideroso di essere presente con tutti i coetanei. La bella giornata si è conclusa al ritorno con una pastasciutta nell’agriturismo Al Ranch. Un grazie agli organizzatori con l’augurio di ritrovarci insieme presto, magari in altre località altrettanto interessanti.


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CAMINO Festa del vino carica di novità L’edizione 2005 della tradizionale Festa del vino è il “trampolino di lancio” per la nuova Pro Loco caminese, presieduta da Gino Cozzi e presenta un carnet ricco di proposte inedite.Grandiosa l’inaugurazione, alle ore 18.00 del 1° giugno, con la Banda Primavera di Rivignano cui seguirà, alle ore 20.30. la conferenza “Antichi Romani e il vino” e, alle ore 21.00 il saggio di danza con la scuola “Dance and Fitness” di Camino al T. Tra le novità spicca l’AGritour ( 2 giugno dalle ore 9.30), una cicloturistica non competitiva che la Coldiretti Fvg e l’Associazione Club 3p organizza da alcuni anni in Friuli. L’edizione del 2005

vede interessati 13 comuni del Friuli ma per Camino è la Prima Edizione. La locale sezione della Coldiretti ha selezionato un percorso che partendo dal cuore del paese si snoderà fra borghi, casali e ville rustiche, l’antica chiesa medievale di Pieve di Rosa e lo splendido e affascinante paesaggio della Grave del Tagliamento. Una distensiva pedalata nella tranquilla e rigogliosa pianura friulana che ritemprerà il fisico e lo spirito. Nelle tappe presso due aziende agricole ed in quella entro l’argine del Tagliamento i partecipanti potranno degustare prodotti tipici del nostro Friuli. La manifestazione, patrocinata dal Comune di Camino, intende in particolare valorizzare il territorio ed il suo ambiente naturale. Alle ore 20.00 del 2 giugno avverrà la premiazione del con-

corso “Principessa e Regina delle Calle”, concorso di bellezza riservato a under e over 40 anni. (per iscrizioni al concorso info@ilvar.org) Un’altra novità dell’edizione 2005 è la Cena in villa (4 giugno ore 20) nella Villa Mainardi-Bianchi. Oltre ad offrire un prelibato menù con molte pietanze a base di toro, saranno offerti degli intrattenimenti che riguarderanno temi correlati alle peculiarità del territorio comunale. Una carrellata di brevi spettacoli cercherà di illustrare agli ospiti ciò che di meglio sanno offrire Camino, la sua gente ed il suo territorio. Per prenotazioni tel. 0432-919106 e info@ilvar.org. Inoltre, la Pro Loco parteciperà alla manifestazione di Villa Manin nei due ultimi fine settimana di Maggio.


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CAMINO

Afds: associazione sempre in crescita Il Presidente dell’Afds, sezione di Camino al Tagl., Illario Danussi nella sua relazione all’assemblea annuale, alla presenza del Sindaco Gregoris, del rappresentante di zona Fornasieri e di un folto gruppo di Soci, ha reso noto che nel 2004 si sono aggiunti 16 nuovi donatori. Con soddisfazione ha evidenziato l’alto numero delle donazioni avvenute, 254 con 227 donatori attivi. Nella sua relazione mo-

rale finanziaria egli ha presentato i dati emersi dall’oculata gestione beneficiata anche dal sostegno dell’Amministrazione comunale e di tante persone che preferiscono mantenere l’anonimato. “La nostra attività – ha proseguito Danussi – ha esclusivamente lo scopo di propagandare nel territorio caminese la cultura del Dono del sangue ed è rivolta in modo particolare ai giovani. Sono state organizzate le gite socio-

culturali a Torino e in Slovenia, serate sanitarie e incontri nelle scuole elementari nella classe 5°, la festa per il 25° anniversario di fondazione della sezione e l’annuale cena sociale con la premiazione dei Donatori benemeriti. Per il 2005 è stato programmato di continuare con ogni mezzo manifestazioni di propaganda affinchè ci sia continuità. La giornata del Donatore è stata fissata per domenica 19 giugno a Glaunicco.”

Due concorsi per valorizzare Camino Sono stati banditi due concorsi, uno fotografico dalla Commissione della Biblioteca Civica e uno di idee dedicato a Primo Marinig dal Comitato per “Il Cjavedâl”. Il soggetto del concorso fotografico aperto a tutti, riguarda i luoghi, le bellezze naturali e architettoniche di ieri e di oggi a Camino al T. Le premiazioni avranno luogo mercoledì 1° giugno alle ore 20.00 in sala consiliare e i premi consisteranno in euro 500 per il primo classificato, euro 300 per il secondo e euro 200 per il terzo. La giuria sarà presieduta dal Prof. Gianfranco Ellero. Tra le opere presentate la Commissione sceglierà 13 foto da pubblicare in bianco e nero nel calendario 2006. Il Concorso “Un’idea per Camino” è invece aperto ai giovani da 13 a 27 anni ovunque residenti. I concorrenti hanno avuto la possibilità di esprimere le loro idee e proposte inedite con un elaborato a tecnica libera, quali schizzi, disegni, schemi grafici e simili, testi o articoli di un max di tre fogli. Le premiazioni avranno luogo

sabato 4 giugno nella Biblioteca Civica e i premi consisteranno per la sezione 13-18 anni in euro 250 per il primo classificato, euro 100 per il secondo e in euro 50 per il terzo. Per la sezione 19-27 anni sono previ-

sti euro 500 pe il primo classificato, euro 200 per il secondo e euro 100 per il terzo. La giuria sarà presieduta dallo scrittore Stanislao Nievo. La partecipazione a entrambi i premi è gratuita.

Mostra “In arte, veritas” Sabato 21 maggio alle ore 18.00 aprirà al pubblico la “collettiva” In arte, veritas! Parteciperanno Domenico Agostino, Giulio Piccini e Rinaldo Railz (scultura), Marianna Azzolini e Stefano Lancia (fotografia), Michela Occhi, Giuliana Martinz, Guido Tavagnacco e Giorgio Valentinuzzi (pittura), Alessio Screm (poesia), Fabio Snidero (design), Paolo Patrizi (ingegneria), Cristiano De Vitt (dj) e Giorgio Dal Canton (whisky). Questa mostra è organizzata in collaborazione con il Centro Culturale “I Contemporanei” di Udine ed è nella dimensione del “concerto” che va intesa: “concerto” perchè

assimilando modi diversi di comunicazione e rendendo fervida l’espressione molteplice dell’Arte, mira a raggiungere l’obbiettivo di farLa diventare patrimonio di tutti anche attraverso l’allestimento della mostra in un luogo normalmente non deputato a questo tipo di iniziative, ma nel quale la Cultura dell’Arte si coniuga con la Cultura del Vino. La mostra, ospitata nella Cantina “Ferrin” rimarrà aperta fino al 5 giugno 2005 compresa domenica 22 e 29 maggio, giovedì 2 e domenica 5 giugno. Servizi a cura di Pierina Gallina


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FLAIBANO Un asilo nido per 50 piccoli utenti La “Festa degli alberi” Si è svolta negli impianti sportivi di Flaibano la tradizionale “Festa degli alberi” che ha visto protagonisti i 12 bimbi (sei maschi e 6 femmine) nati nel 2004: Sara Carlini, Alessandro Carrara, Jacopo Cella, Erik Di Bernardo, Erika Fresco, Francesca Maria Guarino, Jessica Macasso, Davide Picco, Ilaria Picco, Lorenzo Picco, Alex Pittonet, Jessica Zuliani. Per ognuno di essi è stata messa a dimora una nuova specie arborea che abbellirà i viali del Centro Sportivo. Alla cerimonia hanno partecipato i bimbi dell’asilo nido insieme ai più grandicelli della scuola dell’infanzia e della scuola elementare, in tutto 250. Il sindaco Stefano Fabbro ha sottolineato il valore ambientale dell’iniziativa volta a far crescere le nuove leve nel rispetto e nella valorizzazione dell’ambiente. E’ intervenuto anche il numeroso e attivo gruppo della Protezione Civile di Flaibano che con i suoi 50 iscritti rappresenta un importante esempio negli interventi di salvaguardia ambientale del luogo.

La nuova sede dell’asilo nido di Flaibano, attiva dal gennaio 2002, è stata completamente rimodernata nelle sue strutture e negli arredi grazie ad un contributo erogato dall’amministrazione regionale di 113.400 euro su una spesa prevista di 126.000 euro. La costruzione di un nuovo servizio all’interno della struttura è stato necessario per offrire un’adeguata garanzia ad un sempre più alto numero di utenti. Il sindaco Stefano Fabbro sottolinea come “L’asilo, dalla sua costituzione, da una capienza di quaranta bambini che provengono dai comuni limitrofi, attualmente è in grado di accogliere fino a cinquanta piccoli utenti. E’ in corso di attuazione un accordo collaborativo con diversi comuni, Sedegliano, Coseano, S. Vito di Fagagna, Dignano, Rive d’Arcano e Mereto di Tomba. Con alcuni di questi verranno stipulati rapporti di convenzione che garantiranno dei posti riservati alle famiglie residenti in tali comuni, nell’ottica del servizio che non viene offerto nel proprio territorio. Per quanto riguarda le rette è previsto un costo di 366 euro

al mese per i bimbi che frequentano l’asilo nido per l’intera giornata, 311 euro per coloro che usano la struttura fino alle ore 13 con il pranzo compreso. Ai residenti viene riservata una riduzione del 10%. Il sindaco Fabbro mette in evidenza che “questi costi sono inferiori a quelli mediamente praticati da altre realtà. L’asilo nido è gestito dalla Cooperativa “Rondinelle” che vanta notevole esperienza nel settore e che conduce anche le strutture di S. Daniele, Gemona e Majano. Con tali comuni verrà instaurata una collaborazione in rete per garantire ulteriori servizi alle famiglie del territorio quali, ad esempio, baby parking, servizi per turnisti ecc.”. L’asilo nido è aperto a tutti i bambini di età compresa tra sei mesi e tre anni. Sabato 2 aprile, dalle 9 alle 14, si è svolta a Flaibano la giornata del “nido aperto”, in tale occasione i genitori hanno avuto a disposizione il personale educativo per visitare i nuovi ed ampi locali di via Divisione Julia. Per informazioni è disponibile il numero 0432 869127.

Il fascino delle storie raccontate dai nonni I bimbi della scuola primaria di Flaibano sono stati i protagonisti di uno spettacolo realizzato nella casa di riposo “Daniele Moro” di Codroipo a conclusione del progetto “Conte scolte e torne conte”. Facendo tesoro dei ricordi, delle usanze e dei giochi degli anziani Gianluca Valoppi ha messo in scena un revival che ha visto la coinvolgente par-

tecipazione di tutti gli alunni della locale scuola elementare insieme agli ospiti della struttura codroipese. La manifestazione è stata infatti il frutto di un percorso che i bambini hanno fatto a fianco dei nonni della Casa di Riposo. L’animazione è stata incentrata su” Barbe Cociòn”, il personaggio che spaventava i bambini cattivi e che, nel nostro quotidiano, è sta-

to paragonato ai “mostri” televisivi. Un mostro che, dopo una serie di giochi e burle non farà più paura. Una lezione di saggezza contenuta nelle storie semplici e genuine raccontate dai nonni nelle lunghe serate invernali che hanno affascinato anche la nuova generazione. Servizi a cura di Maristella Cescutti


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LESTIZZA Presentata l’Associazione “La Farie” Nella villa Trigatti a Galleriano di Lestizza, si è tenuta la presentazione della neo-costituita Associazione denominata “La Farie”. Elemento fondante dell’Associazione, che non ha fini di lucro, è la valorizzazione del territorio dal punto di vista culturale, turistico, artistico e sportivo, nel rispetto delle attività delle altre associazioni presenti sul territorio, nonché l’organizzazione di eventi legati all’attualità, per convegni e seminari di approfondimento su temi di valenza generale dettati dalla necessità di affrontare

nuove sfide e situazioni locali e generali (ambiente, salute, sviluppo, sostenibilità, globalizzazione, ecc.). L’appuntamento ha visto protagonisti, oltre alla Presidente dell’Associazione La Farie, Valeria Grillo, il Presidente della Provincia di Udine, Marzio Strassoldo, l’Assessore provinciale alle Attività Produttive Fabrizio Cigolot, il Vice Sindaco di Udine Vincenzo Martines, Giovanni Fantoni Presidente di Assindustria, Claudio Ferri Vice Presidente della

Cciaa, Isabella Reale, Conservatore Galleria d’Arte Moderna di Udine, nonchè le Autorità locali.


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Provocazione artistica degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Villa Manin Presentate per la prima volta le “mini opere” e la “macchina distributrice di opere d’arte” L’ Accademia di belle arti di Venezia – sede staccata di Villa Manin – con i suoi studenti del corso di pittura ha trovato ai Colonos di Villacaccia di Lestizza sede perfetta per esprimere messaggi e contenuti artistici coraggiosi e totalmente avulsi dalla tradizione. Chi si aspettava una mostra collettiva con quadri appesi alle pareti da guardare o vedere potrebbe essere rimasto deluso. In ogni caso ha “conosciuto” – è il caso di dirlo – un’opera davvero unica nel suo genere, presentata nell’ agreste cornice dei Colonos, in una serata quasi primaverile: la “Macchina distributrice di opere d’arte”. E la Macchina “semi-umana” che distribuisce in modo casuale le opere degli artisti, ha ottenuto un successo sorprendente. Per la prima volta è esistita! In cam-

bio di pochi euro da inserire nell’apposita feritoia, ecco uscire un plico contenente alcune opere in piccolo formato di un artista dell’Accademia in forma casuale. E l’effetto sorpresa è assicurato con l’aggiunta di una stretta di mano guantata che fuoriesce dal foro. Inevitabile un sorriso, un commento, un dialogo istintivo e cameratesco con chi è vicino e, incuriosito, inserisce le monete. Si tratta di un balzo enorme rispetto all’opera tradizionale, al di sopra dell’impatto classico tra galleria e quadro. Le opere sono state donate dagli studenti per raccogliere fondi che serviranno a far conoscere la “Macchina distributrice di opere d’arte” in varie città d’Italia. Ciò permetterà di far apprezzare l’attività dell’Accademia nei suoi primi quattro anni e dei giovani artisti im-

pegnati a cambiare il mercato tradizionale delle opere d’arte. Non è un caso, quindi, lo sposalizio AccademiaAssociazione culturale Colonos accomunati dallo stesso coraggioso interesse per lo svincolo dalle regole consolidate. Accademia-Colonos, un’abbinata vincente perché si basa sulla ricerca affidabile e seria, ancorata a valori quali la lingua friulana, apprezzata nella sua originale valenza, e l’amore per l’arte. Una vetrina ideale per i giovani artisti friulani! I Coordinatori del Corso di pittura dell’Accademia Aldo Grazzi e Eugenio Comencini si ritengono molto soddisfatti per l’impatto emozionale che la Macchina è riuscita ad instaurare con il folto pubblico presente, tra cui spiccavano moltissimi giovani. “Le mini-opere – dichiara il Prof. Comencini – affrontano tutte le tematiche. Perciò sono in grado di provocare anche il piacere ludico insito in ogni persona e negli artisti stessi. L’Arte nell’Accademia di Villa Manin si rivela risorsa estremamente importante per il territorio perché è in grado di offrire una ricerca artistica non inquinata dal mercato, molto fresca, creativa e libera. Anche per gli studenti in formazione nel mondo dell’arte è molto importante dare strutture, insegnanti, sistemi validi ma è altrettanto importante fornire occasioni di mercato che permettano confronti critici e dialogo con il pubblico con cui interagire e crescere.”. Federico Rossi, coordinatore dell’Associazione Colonos ha espresso il suo orgoglio per aver ospitato – e senza alcun timore -gli studenti dell’Accademia, ritenendoli meritevoli alla par i di altr i ar ti sti , os p iti permamenti, di fama europea quali Luciano Fabbro, Maria Nortman e Giuliano Mauri. Dalla serata di presentazione ai Colonos sono nate idee che, aggiunte a quelle esistenti, sapranno far nascere progetti all’insegna dell’arduo ma affascinante obiettivo di far uscire l’arte dagli schemi usuali e consolidati. Pierina Gallina


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RIVIGNANO Feminis, donne, done… un libro da leggere L’associazione culturale “Par no dismenteà” di Rivignano, presieduta da Luciano Torresin, ha organizzato, nella grande sala del ristorante “Aghe sante” la presentazione del libro “Feminis, donne, done” dal sottotitolo “Presenze femminili nella Bassa Friulana” a cura di Enrico Fantin e Roberto Tirelli, autori dell’opera insieme a Giuliano Bini, Benvenuto Castellarin, Roberto Della Ricca, Giovanna D’Orlando, Franco Gover, Annamaria Pittana, Bruno Rossetto Doria, Anita Salvador. Il libro edito da “La Bassa” è uno studio storico concertato a più mani in cui il motivo conduttore è la donna, presentata con forti toni quando essa è regina, castellana, santa, martire, conduttrice di schiere alla Giovanna d’Arco e con note più sommesse e talvolta dolenti quando è considerata un essere inferiore, serva, succube. La serata, presente anche la consigliere regionale Alessandra Battellino, è stata aperta dal consigliere dell’associazione “Par no dismenteà” Stefano Dalla Torre, seguito da Davide Rocchetto, assessore comunale alla cultura, che si è compiaciuto con tutti gli autori ed in particolare con Anita Salvador, rivignanese di nascita. Lo scrittore Roberto Tirelli commentando il libro ha affermato che il motivo di tale pubblicazione è stato quello di rendere omaggio alla donna della Bassa, sconosciuta protagonista del passato. Se fino a ieri la figura storica è stata sempre maschile, quest’opera è la

controstoria femminile. Ha ricordato la patriarca che amministrava la casa, la donna che incarnava il lavoro manuale, quella nella lavorazione del tabacco, nella filanda, la moglie dell’emigrante rimasta a casa sola a badare ai figli e in più a lavorare nel campo, la donna mandata a servizio dai signori e tante altre vicende in cui essa si trovava sempre in condizioni inferiori rispetto all’uomo marito, imprenditore, padrone. La presentazione è stata un excursus storico seguito con particolare attenzione dai tanti convenuti, che s’è chiuso con una proiezione sulle recenti conquiste sociali al femminile. Benvenuto Castellarin nel suo intervento ha parlato invece di quelle donne che un tempo erano ritenute streghe. Molte sono state processate dall’Inquisizione, ma fortunatamente tutte hanno salvato la pelle, come la Sabbata di Flambruzzo nel 1599 piccola strega bruttina, la Panzone di Tisana, la Santine di Talmassons e molte, molte altre. Ma come mai tante streghe nella Bassa e nessuno stregone? L’inquisizione ce l’aveva proprio con le donne? Anita Salvador ha chiuso le presentazioni leggendo con evidente commozione alcuni suoi brani inseriti nella pubblicazione sotto il titolo “Il pan di servî al à siet crostis” che contiene tante storie di ragazze giovanissime costrette ad andare per il mondo “par ciapâ un franc par judâ la famèe”. Esse andavano serve nelle famiglie di

signori, ma dove? La Giuliana a Nola di Napoli, la Sunte a Torino, Ane Moràt a Milano e tante altre in diverse città d’Italia. Significativa la storia, intricata e avventurosa nel suo piccolo, di Genoveffa Bon, scritta in un friulano scorrevole, dove i protagonisti sono anche i componenti della famiglia ospite descritti con genuino umorismo. Feminis, Donne, Done è un libro molto interessante che porta il lettore a scoprire un nostro passato ricco di fatti, piccoli e grandi, da non dimenticare. Ermes Comuzzi


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Profumo Chanel N. 5 Anche quest’anno il corso di “Facciamo teatro” dell’Ute di Rivignano – Codroipo ha presentato il suo saggio di fine anno a un attento pubblico che ha affollato in ogni ordine di posti l’accogliente Auditorium Comunale. Il lavoro di preparazione è iniziato ad ottobre dell’anno scorso con prove settimanali ed è proseguito con molte difficoltà per numerosi contrattempi tanto da dover raddoppiare gli ultimi incontri per riuscire a portare a termine la preparazione e rispettare la data dell’esordio. Studiare il copione, imparare la parte, provare infinite volte l’entrata, il movimento, la mimica; un impegno non da poco, ma che rientra appieno nelle fatiche e nello spirito dell’Università della Terza Età dove si fanno le cose che più piacciono, ma con passione e perché no, divertendosi a creare qualcosa stando assieme e facendo gruppo. La degna conclusione di tutto questo è stata una rappresentazione più che gratificante tanta è stata la bravura dei numerosi corsisti–attori interpreti di una commedia brillante in

due atti, scritta e diretta dalla regista Pia Pilutti, dai molti colpi di scena che si sono susseguiti in un divertente crescendo. Un intrico di mogli, mariti, suocere, amici (che ricordano le loro conquiste quando regalavano alle ragazze una bottiglietta di Chanel N. 5, il famoso profumo francese reso ancora più celebre da una dichiarazione della bellissima Marylin Monroe che svelava di coricarsi vestita solo di una goccia di questa preziosa essenza, scatenando così fantasie a luci rosse negli arrapati maschi dell’epoca), spasimanti, avvocati, domestiche e fornitori di pesce hanno esasperato il vivere quotidiano di una “normale” famiglia benestante. Il tutto si complica per la presenza soffocante di una suocera dominante che ordisce il destino di tutti quelli che, in un modo o nell’altro, si legano alla figlia. Ma alla fine una soluzione si trova sempre e, dopo parecchie vicissitudini, che hanno destato risate e applausi a

scena aperta, si è arrivati a una felice conclusione. Una vera ovazione ha accompagnato la chiamata sul palco degli attori e dell’autrice-regista Pia Pilutti alla quale i corsisti hanno voluto regalare, con uno spiritoso fuori programma, una boccetta di Chanel N. 5. Un sentito ringraziamento è stato fatto al gruppo teatrale Drin e Delaide, al parroco Don Franco Fracasso e all’Amministrazione Comunale per l’aiuto dato e gli spazi concessi. eMPi

I donatori di sangue votano il nuovo consiglio direttivo Domenica 17 aprile, alla presenza del delegato di zona Giorgio Fornasieri, i donatori di sangue di Rivignano hanno eletto il nuovo consiglio direttivo che rimarrà in carica per i prossimi quattro anni. Il presidente uscente Moreno Papais ha illustrato l’attività svolta in quest’ultimo quadriennio mettendo in evidenza i successi ma anche le difficoltà crescenti per un disinteresse sempre più dilagante. È imperativo il proposito di combattere l’indifferenza e l’unica soluzione la si scorge cercando di coinvolgere i giovani che, se ben motivati, non mancano di dare le risposte che ci si aspetta. Un breve intervento dell’asses-

sore alla sanità, e donatrice, Rosella Cosmi per elogiare quanto fatto dal consiglio uscente e assicurare l’appoggio personale e quello dell’Amministrazione Comunale a quello che verrà eletto. Chiude il delegato di zona Fornasieri con parole di gratitudine per l’operato di questa sezione e con l’augurio perché si prosegua su questa strada anche nel futuro. Il nuovo consiglio direttivo così eletto, consiglieri Papais Moreno, Versolato Nilo, Battistutta Virginio, Comuzzi Daniele, Marzaro Bruna, Galasso Dorino, Campanotto Omero, Dalla Torre Stefano, Guatto Mario, Salvador Danilo; revisori dei conti

Mazzega Cosetta e Campagnolo Giancarlo, supplente Iacuzzo Mario, si è già riunito per la nomina delle cariche che, all’unanimità, sono così risultate: presidente Moreno Papais, vice presidente Bruna Marzaro e rappresentante dei Donatori Stefano Dalla Torre. In questa seduta viene riproposta la carica di segretario di sezione a Marcello Pestrin che accetta. Un caloroso augurio di buon lavoro è portato anche dal presidente onorario Dino Zatti contento di vedere il suo quarantennale lavoro continuare proiettato nel futuro da forze nuove e giovani. eMPi


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RIVIGNANO

Il dott. Bulfoni ci mette in guardia dall’ipertensione Pressione arteriosa, miti e realtà. Questo è il tema trattato nella serata d’informazione sanitaria promossa dalla locale sezione di Donatori di Sangue e tenuta dal dott. Alessandro Bulfoni, primario della Seconda Medicina dell’Ospedale S. Maria della Misericordia di Udine e rivignanese di nascita. Una massiccia presenza è affluita con anticipo nella grande sala, sede del Gruppo Alpini, che ha ospitato la prestigiosa conferenza. Una breve presentazione del presidente Moreno Papais ha introdotto l’argomento e il relatore. L’ipertensione arteriosa risulta molto frequente nella nostra popolazione e costituisce uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare. Prevenirla o curarla si può, modificando lo stile di vita o assumendo farmaci adeguati. Chili di troppo, fumo e assunzione incontrollata di sale sono la causa scatenante del problema che però ha una forte possibilità di soluzione adottando una dieta corretta. Età avanzata ed ereditarietà genetica sono invece i fattori dove l’ipertensione viene trattata quasi esclusivamente con i medicinali. Da sfatare subito un mito: non è vero che sommando l’età della persona al numero fisso 100 si ha un giusto valore della massima, queste sono solo credenze popolari. È vero che con l’età

la pressione tende ad aumentare, ma è anche vero che questo non è bene e dev’essere trattata in modo adeguato per non far insorgere problemi molto più gravi. Da anni si studia questa malattia e le sue possibili complicazioni fino a stabilire che 80–120 sono i valori auspicabili (massimo 90–140, ma siamo già al limite dal prendere provvedimenti). Per ridurre i rischi cardiovascolari, causa principale di ictus, infarto e cattiva circolazione, bisogna tenere sotto controllo anche il livello di colesterolo e l’insorgenza del diabete. Come detto, si può avere una predisposizione alla malattia, ma il più delle volte è un’alimentazione e un comportamento sbagliato a essere

la causa dei nostri mali: sale, alcool, grasso animale, zuccheri raffinati sono alimenti da dosare con attenzione, fumo e obesità da evitare, aumentare il movimento e tenere sotto controllo i parametri indicati per poter intervenire tempestivamente e avere così grosse possibilità di successo prima che accada l’irreparabile. Indubbiamente conviene! Alla fine il pubblico è intervenuto con numerose domande, segno evidente dell’interesse creato, alle quali è stata data esauriente risposta da parte di un disponibile dott. Bulfoni impegnato a fugare quei tanti dubbi che un argomento del genere suscita. eMPi

Il no della Regione alla residenza per anziani La Direzione regionale della sanità e delle politiche sociali con nota del 14 gennaio 2005 indirizzata al sindaco del Comune di Rivignano, in base alla normativa regionale in materia, ha negato l’autorizzazione alla realizzazione di una ”Residenza Assistenziale per anziani non autosufficienti di 120 posti letto”. La non positiva notizia per la comunità rivignanese così è stata commentata dal già sindaco e attuale consigliere comunale di

Rivignano Franco Bertolissi: ”A Voi la consolante indifferenza, a me il rammarico perchè in passato, per ben due volte (nel 1974-1975 e 1999-2000), poteva essere realizzata senza oneri a carico del Comune. Ora l’Amministrazione Comunale ha dato incarico ai Legali di proporre ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro il diniego della Regione. Con tanti auguri”. Re.Ca.


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SEDEGLIANO La scomparsa di don Umberto Pizzolitto Ripensando alla figura di don Umberto Pizzolitto, che ci ha lasciato il 20 marzo scorso, ci si trova in difficoltà nel tentativo di inquadrarlo e delineare la sua eredità. Forse è facile descrivere le realizzazioni e gli interventi di un personaggio pubblico, molto meno semplice è riconoscere il peso di un’azione interiore. Don Umberto Pizzolitto era nato a Mussons di Morsano al Tagliamento nel 1913 quando quel paese della destra Tagliamento apparteneva ancora alla Diocesi di Udine, per cui in questa Diocesi egli ha percorso l’intero arco della sua missione sacerdotale. Dopo l’ordinazione del 1937, ha cominciato a farsi le ossa a Galleriano di Lestizza come cooperatore, ma già l’anno dopo lo troviamo a Dolegnano di S.Giovanni al Natisone, dove ha vissuto gli anni tragici della seconda guerra mondiale. Terminato il conflitto, è stato destinato a Flagogna, ancora sull’altra sponda del Tagliamento, per poi approdare nel giugno del 1967 a Gradisca di Sedegliano. Ha trascorso gli ultimi undici anni in quiescenza nella Casa della Fraternità Sacerdotale di Udine. Un percorso lineare, senza grandi incarichi ma che in ogni tappa ha lasciato il suo segno. Se si chiede a chi lo ha conosciuto di definirlo, ci si sente rispondere: uomo semplice, affabile, disponibile, coerente con la sua missione. Considerando i tempi in cui è vissuto, possiamo dire che è stato un sacerdote capace di interpretare il contesto e l’ambiente sociale. Sopratutto ha dato spazio ai laici, non per scaricare i problemi ma stimolando coinvolgendo e valorizzando. A Gradisca, dove si è trovato a gestire il dopo Concilio, negli anni settanta si avvertiva lo scollamento nell’ambito religioso e la crisi sociale stava minando la comunità parrocchiale; in più, un furioso incendio, nel Natale del 1971, aveva semidistrutto la chiesa. Nello smarrimento generale, lenta-

mente si è fatta strada la sua figura paterna, capace di pazienza e discrezione. Così, muovendosi dietro le quinte, usando le armi del dialogo e dell’accoglienza, ha regalato al paese un autocoscienza, che l’ha fatto rifiorire. Le realizzazioni pratiche sono venute di conseguenza. Oltre alla ricostruzione della chiesa, si è messo mano all’asilo parrocchiale, alla sala polifunzionale, agli spazi ricreativi, alla cappella invernale e altro ancora. Ma, come è stato sottolineato in occasione dei funerali, forse la sua eredità più significativa non sta nelle realizzazioni materiali, bensì nella maturazione spirituale, nel rifiorire delle iniziative culturali, nella rinata

volontà di aggregazione. Così il sentimento dominante nel momento del distacco è stato quello della gratitudine, riassunto dalle parole del sindaco di Sedegliano, Corrado Olivo: “Grazie perchè ha contribuito a riportare la fiducia nel futuro tra la nostra gente, ha infuso speranza anche in chi è stato maltrattato dalla vita, ha elevato innumerevoli volte la sua mano benedicente, ha pregato con noi e per noi”. Ora don Umberto riposa nel cimitero di Gradisca di Sedegliano accanto agli altri sacerdoti che ne hanno segnata la storia, ma sopratutto accanto alla gente per la quale ha speso tutta la sua vita. P.D.

Opere per 872 mila euro nel campo sportivo Nell’ambito del programma di opere pubbliche previsto dal Comune di Sedegliano rientra la sistemazione del campo sportivo di Rivis. Il contributo richiesto all’amministrazione regionale è pari a 200.000 euro per interventi di sistemazione del terreno da gioco , il completamento del sistema di illuminazione e la realizzazione della recinzione perimetrale. Dopo la conclusione degli interventi, la struttura, che, dopo Il Castelliere e quello di Coderno, rappresenta il terzo polo spor-

tivo del comune, potrà ospitare anche gli allenamenti serali, oltre a partite di categorie minori. Nel corso del 2005 verranno inoltre inaugurate le opere realizzate nel campo sportivo “il Castelliere” dove si sono completamente rifatti il terreno da gioco, gli spogliatoi e l’impianto di illuminazione. La spesa complessiva dei lavori ammonta a 872.000 euro ricavati sia da mutuo agevolato del Credito Sportivo sia da contributo regionale. Ma.Ce.


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SEDEGLIANO

3a edizione del “Trofeo dell’amicizia” Cemulini si conferma “campione sociale” - il barrage a Massimo Del Zotto Il mese d’aprile anche quest’anno coincide con una data particolarmente importante per tutti gli appassionati del tiro a volo; la terza edizione, del trofeo dell’amicizia. Con questa prova si conferma che nella regione la disciplina del tiro a volo è certamente in crescita, a dare conferma è stata la massiccia partecipazione (nonostante il pessimo tempo) di tiratori provenienti da tutta la regione. Nel quadro dell’attività sportiva della riserva di caccia di Sedegliano, in accordo con l’amministrazione comunale di Sedegliano, è stata organizzata nei giorni 9 e 10 aprile, una manifestazione di tiro al piattello. È stato Massimo Del Zotto, dominando il barrage, ad inpossessarsi dello splendido fucile offerto dall’armeria “Hooby Sport”di

Simone Moccelin di Codroipo. Sulle pedane del tiro a volo di Sedegliano è Ferdinando Cemulini ad appuntarsi sul gilet

lo scudetto di campione sociale 2005. Nella disciplina delle cinque macchine lanciapiattelli, vede il tiratore sedeglianese Cemulini, prevalere su tutti. Nel confronto sociale è un poderoso +3, a moderare le ambizioni d’uno specialista come Doriano Cecchini, che confeziona un +2 ed è argento, davanti a Samuele Trevisan. Guglielmo Dell’Oste con 48 centri su 50 si aggiudica il primo posto, nella prima categoria; Roberto Zoratto con 41 su 50 nella terza categoria; la categoria cacciatori è dominata da Raffaele Padovan con 38 su 50. Per tutti gli appassionati rinnoviamo l’appuntamento per il 15 maggio 2005 al “1° trofeo di primavera”. Foto: il campione sociale Ferdinano Cemulini

Afds: salgono a 564 gli iscritti Domenica 10 aprile nella sala parrocchiale di Gradisca di Sedegliano si è tenuta l’assemblea dei soci per le elezioni relative al rinnovo delle cariche sociali della sezione Afds di Sedegliano. Nell’occasione il presidente uscente Bruno Cecchini ha illustrato la relazione morale sull’attività 2004. Un bilancio ampiamente attivo che ha concluso il 2004 con 564 iscritti, 13 in più rispetto al 2003, grazie anche alle campagne di

sensibilizzazione a livello locale ed all’attività che da anni si sta svolgendo in collaborazione con le scuole, quali: visite al centro trasfusionale di Udine, prelievi di gruppo nella sede comunale di Sedegliano e altre numerose iniziative. Le donazioni sono state 511 così suddivise: 454 donazioni di sangue intero, 35 di plasma e 22 di plasma e piastrine. Inoltre, le uscite organizzate per i soci al di fuori dei confini del comune sono

state un valido mezzo di aggregazione e di scambi di esperienze. Il presidente Cecchini, nell’esprimere la propria soddisfazione per tali risultati, sollecita pure i giovani ad impegnarsi in tale atto di solidarietà e ricorda che un gesto d’amore come quello della donazione può salvare una vita e può tutelare la salute del donatore. Ma.Ce


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NOTIZIE DA

VARMO Critiche ingenerose al bilancio Rispondo all’articolo del capogruppo Pierino Biasinutto con una indispensabile premessa: ormai con i tempi e le difficoltà che si incontrano qualsiasi Amministrazione Comunale in una legislatura può solo programmare ed iniziare gli interventi principali, mentre ne serve almeno un’altra per portarli tutti a termine secondo una strategia ben definita e realisticamente percorribile. Affermare il contrario non solo è pura demagogia, ma è completamente falso! Sulle Opere Pubbliche il Capogruppo Biasinutto sa perfettamente che non c’è alcuna contraddizione quando la Giunta propone certe scelte e quello che nella fase successiva, sulla base della discussione o di mutate esigenze, il Consiglio Comunale delibera in forma definitiva. Ciò che conta è quest’ultimo atto, altrimenti i consiglieri cosa stanno a fare? Alle volte, pensare un po’ di più e fare degli approfondimenti che accolgano suggerimenti che pervengono anche dai singoli cittadini aiutano a fare meglio evitando errori irrimediabili. Inoltre, se certe critiche si possono anche capire da parte di un neofita diventano del tutto inaccettabili in un esponente competente e di lunga esperienza come si è autodefinito Biasinutto! Infatti finge di dimenticare che tra l’approvazione di un progetto preliminare e di quello esecutivo, il reperimento dei fondi che non sempre è agevole stante il dimezzamento della possibilità di contrarre mutui o l’impossibilità di ottenerli per certi tipi di infrastrutture da parte della Regione o della Provincia, i tanti intoppi burocratici riguardo a nulla osta tecnici o quant’altro che, con gli anni, nonostante la tanto sbandierata semplificazione grazie a certe Leggi, si sono allungati in modo veramente esasperante, si creano situazioni decisamente più complicate rispetto al passato.Inoltre, visto che il capogruppo Biasinutto conosce molto bene la netta separazione di responsabilità, sancita dai decreti Bassanini tra Sindaco e Giunta che dettano le scelte programmatiche e gli Uffici con i relativi Capi che le devono attuare e quando questa novità è stata recepita nello Statuto Comunale di Varmo ne era così favorevole, con chi c’è l’ha? Con gli Amministratori o con i Responsabili degli Uffici? Ovviamente spero con nessuno e che quindi si renda conto di avere svolto critiche quantomeno ingenerose. Riguardo al Pip, a causa di un diversa interpretazione da parte

degli Uffici Regionali sulla approvazione della valutazione di incidenza dei Siti di Interesse Comunitario prima della variante urbanistica che riguardava anche l’ampliamento della zona artigianale, si è perso tanto tempo. Ora, finalmente, si è sulla dirittura d’arrivo e grazie ad alcune diverse individuazioni urbanistiche della nuova variante al Prgc voluta da questa Amministrazione Comunale, si potranno creare anche aree artigianali e commerciali di iniziativa privata. Per non parlare poi di certe opere come quella della sistemazione idraulica dove si è lasciato all’attuale Amministrazione l’onere di certe scelte piuttosto delicate che riguardano la proprietà di alcuni cittadini. Altro esempio, se per un Ente pubblico la legge impone che la vendita di alcune proprietà si deve fare attraverso l’espletamento di una licitazione e solo se la stessa và deserta per due volte, si può procedere a trattativa privata, è evidente che i tempi purtroppo si allungano e che quindi, nell’attuale difficile congiuntura economica, non si riesce ad introitare subito quelle somme necessarie per fare investimenti in altre infrastrutture o servizi. Peraltro alcuni risultati tangibili come l’Asilo Nido, a disposizione anche per gli utenti di altri Comuni, le asfaltature già fatte, la sistemazione parziale di piazze come quella di S. Marizza, la realizzazione di piste ciclabile e di nuovi loculi nei cimiteri, il completamento del nuovo edificio delle Scuole Elementari, etc, etc si vedono, mentre gli altri si potranno verificare da qui alla fine del mandato amministrativo. Nonostante tutto, l’amministratore ed in particolare il sottoscritto, non si è mai scoraggiato, anzi ha profuso il massimo di impegno per risolvere i problemi accelerando fin dove è stato possibile l’iter, spesso di persona ha spronato gli Enti superiori a ciò preposti, si è prodigato per interessare i Consiglieri e gli Assessori Provinciali o Regionali, in particolare quelli espressione della zona a cui anche Varmo si colloca ricevendone positivi riscontri. Inoltre, si sono colte tutte le opportunità che la Regione, attraverso la recente legge finanziaria, offre a quegli Enti Locali che, almeno in tre settori diversi, si convenzionino, cioè si mettano assieme, per fornire determinati servizi. Grazie a ciò e stando ovviamente attenti a preservare l’autonomia decisionale del nostro Comune, si potranno ottenere maggiori incentivi economici. Questi argomenti saranno sottoposti in gran parte già all’approvazione del Consiglio Comunale di giovedì 21 aprile 05. Spero che il consigliere Biasinutto non sia così distratto dal riconoscere che il sottoscritto si è battuto per que-

ste scelte, spesso nel generale disinteresse, fin dal lontano 1990! Stesso discorso vale per “ l’Asp Moro “ di Codroipo che, grazie all’impulso data dall’attuale presidenza, si è aperta a tutto il territorio del Medio Friuli. In quest’ottica, un edificio in disuso da molti anni e che difficilmente si sarebbe riusciti a vendere, le ex Scuole Elementari di Romans, verrà dato in affitto, non in comodato come sembrava in un primo momento, alla azienda in questione per un grosso investimento i cui servizi per gli anziani o di aggregazione per i giovani, riguarderanno anche i vicini Comuni di Rivignano, Teor e Pocenia come dalle lettere di condivisione inviate dai rispettivi Sindaci. Questa consigliere Biasinutto è forse“ una mancanza di programmazione e un vivere alla giornata“? L’attuale maggioranza ed l’Assessore al Bilancio a differenza di altri, hanno mantenuto veramente ciò che avevano promesso: nessun aumento di tasse o di imposte tranne la Tarsu che deve essere a totale carico dei cittadini per obbligo di Legge. Riguardo all’addizionale Irpef, peraltro adottata da quasi tutti i Comuni, il Consigliere Biasinutto può stare tranquillo perché questa Amministrazione non è così autolesionistica da fare in merito alcuna scelta disastrosa. Sul Segretario Comunale per fare una convenzione come è accaduto per altri comuni bisogna trovare il consenso e l’adesione degli stessi. Se a tutt’oggi, tutto questo non c’è stato nonostante il sottoscritto lo abbia cercato in ogni modo, se la Legge non attribuisce al Sindaco alcun potere per ipotetici avvicendamenti, se a priori non si può avere gli elementi sufficienti per giudicare chi verrà poi incaricato, se gli eventuali maggiori costi vengono rimborsati dall’Agenzia dei Segretari Comunali e grazie ad alcune scelte che si evincono chiaramente nelle parti relative del Bilancio, perché insistere con una polemica così astiosa? Infine, se le onorificenze riguardano le singole persone, non la pubblica amministrazione comunale cui nulla aggiungono né tolgono, che senso ha allora offendere e coinvolgere anche altri privati cittadini o le Istituzioni che le hanno concesse? “O si è responsabili delle proprie azioni ed idee oppure è meglio occuparsi del proprio privato!“ così dichiara perentoriamente il capogruppo Biasinutto. Per una volta tanto non si può che concordare con lui, perché piuttosto che fare il tipo di opposizione che svolge assieme al suo gruppo… l’affermazione gli torna utile come non mai! Graziano Vatri Sindaco di Varmo


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VARMO

Studenti in visita al Centro Trasfusionale Commemorazione del Papa Giovanni Paolo II Nella Villa Giacomini di Varmo, si è tenuta l’annuale assemblea dell’Associazione Friulana Donatori di Sangue. Alla presenza di alcuni donatori, del rappresentante di zona, Giorgio Fornasieri, e di un rappresentante dell’Amministrazione Comunale, il Presidente dei Donatori Giona Pizzale, ha svolto una relazione sull’attività positiva della sezione dello scorso anno. Ha esaminato alcuni aspetti associativi, economici, nonché quelli legati al servizio trasfusionale. Ricordando, l’attività di promuovere la propaganda del dono del sangue, lo scorso anno sono stati donati dei cappellini ad alta visibilità e rinfrangenti con logo dei donatori, ai giovani organizzatori del Progetto Walking dell’estate ragazzi. Il Presidente ha ri-

cordato di aver accompagnato al centro trasfusionale di Udine 34 ragazzi della scuola media di Varmo, occasione unica visitando, il centro, dopo una breve lezione a cui a seguito la visita ai laboratori, e il reparto conservazione del sangue. La visita è stata ulteriormente arricchita, dalla presentazione dell’associazione Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo), visitando pure i propri laboratori .Tutto questo nella speranza in un prossimo futuro di reclutare nuove leve di donatori. In conclusione, il Presidente Giona Pizzale ha ricordato, l’iscrizione di 15 nuovi donatori, e il prossimo impegno, per la festa del dono nel 43° di costituzione a Canussio, ospitati dalla Pro Loco “ Chej di Cjanus”, Domenica 5 giugno 2005.

Rinnovata la Pro Loco “Chei di Cjanus” Nel corso di un’assemblea pubblica sono stati votati i seguenti consiglieri della locale Pro Loco: Tonizzo Rosanna con 33 voti, Paron Aldo con 32 voti, Rodaro Angelo e Pierino Biasinutto con 27 voti, Pilosio Giovanni, Rodaro Denis Simonin Mara, Biasutti Samuel, Simonin Oreste, Mauro Orlando, Del Negro Beppino con 26 voti. I Provibiri eletti sono stati: Rodaro Pietro, Rodaro Enrico e Simonin

Mara, mentre i Revisori dei Conti sono risultati: Beltrame Claudio, Rodaro Matteo e Del Nin Fabrizio. Nella prima riunione del consiglio appena rinnovato, all’unanimità è stato riconfermato lo stesso vertice : Presidente Biasinutto Pierino, Vice Presidenti Pilosio Giovanni e Rodaro Denis, Segretaria Tonizzo Rosanna, vice Segretario Biasutti Samuel.

Semplice, ma toccante commemorazione in ricordo del grande Papa scomparso Giovanni Paolo II. La S. Messa concelebrata da don Gianni Pilutti (assai apprezzata la sua omelia ) con il parroco di Romans e Roveredo don Erminio Cossaro sabato 9 aprile 2005 nella Chiesa di Varmo, ha visto una numerosa presenza di fedeli, tra cui molti giovani e bambini, dell’Amministrazione Comunale con il Sindaco e dei rappresentanti di Gruppi, Associazioni tra cui il gruppo Ana di Gradiscutta, degli ex Combattenti e la Protezione Civile con i propri labari listati a lutto.

Belgrado: terzo quaderno culturale Nella Chiesa Parrocchiale di Belgrado, è stato presentato venerdì 8 aprile, il terzo numero de “Quaderni Culturali di Belgrado“ con la presenza degli autori Franco Gover, Michelangelo Marcarelli, Costanza Brancolini e Giovanni Tasca. L’iniziativa voluta dal Gruppo Culturale “La Tor“ presieduto da Maria Luisa Pevere, ha visto anche il saluto del Parroco don Gianni Pilutti, del Sindaco Graziano Vatri, del Parroco di Bugnins don Riccardo Floreani. Tra i presenti il Consigliere Regionale Giancarlo Tonutti.


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Cresima per 22 giovani

Domenica 3 aprile 2005, nella Chiesa plebanale di Varmo, splendida nei suoi ricchi addobbi, è stata impartita dall’Arcivescovo di Udine mons. Pietro Brollo il

sacramento della cresima, a 22 giovani delle Parrocchie del Varmo rette da Gianni Pilutti. Non poteva mancare la foto ricordo per questa importante cerimonia.

VARMO

Canussio: a pranzo con l’Arcivescovo A margine della recente cerimonia religiosa di conferimento della cresima è seguito un simpatico momento conviviale nel Centro Sociale di Canussio gestito dalla Pro- Loco “ Chei di Cjanus“.Assieme all’Arcivescovo mons. Pietro Brollo ed al Parroco don Gianni Pilutti, erano stati invitati tutti i componenti dei Consigli Pastorali, delle Commissioni Economiche i catechisti e le catechiste delle Parrocchie del Varmo, il corpo insegnante con il personale e le Suore della Scuola Materna “ G.Bini “ di Varmo, i rappresentanti della locale Scuola Diocesana di Musica, delle associazioni di volontariato, dei gruppi Caritas, oltre ovviamente al Sindaco di Varmo Graziano Vatri ed al Presidente della Pro- Loco “ Chei di Cjanus “ Pierino Biasinutto.Un plauso particolare si sono meritati gli organizzatori ed i bravissimi cuochi.


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FURLAN

PERAULE DI VITE: L’amôr al fâs vivi “Come che il Pari mi à mandât me, cussì ancje jo o mandi vualtris” (Gv 20, 21) E je la sere di Pasche. Gjesù risurît al è bielza comparît a Marie di Magdale; Pieri e Zuan a àn viodude la tombe vueite. Epûr i dissepui a spessein a restâ sierâts in cjase, plens di pôre, fin che il Resurît al ven framieç di lôr, cun lis puartis sieradis, parcè che nissun impediment nol pues plui disseparâlu dai siei amîs. Gjesù al jere lât ma, come ch’al veve imprometût, cumò al torne par restâ par simpri: “Si fermà framieç di lôr”; no une aparizion di un moment, ma une presince par simpri! Di cumò indevant i dissepui no saran plui bessoi e la pôre e lasse il puest a une gjonde profonde: “ A forin contents di viodi il Signôr”. Il Resurît al spalanche i lôr cûrs e lis puartis di cjase sul mont intîr, disint: “Come che il Pari mi à mandât me, cussì jo o mandi vualtris” Gjesù al jere stât mandât dal Pari par che ducj a podessin fâ pâs cun Diu e tornâ a meti dongje l’unitât dal gjenar uman. Cumò i tocje ai siei dissepui di continuâ a fâ sù la Glesie. Come che Gjesù al veve puartât a bon fin il disen dal Pari parcè ch’al jere une robe sole cun Lui, cussì lôr a podaran continuâ la sô grande mission parcè che il Risurît al è in lôr: “Jo in lôr”, al veve domandât Gjesù al Pari. Dal Pari a Gjesù, di Gjesù ai apuestui, dai apuestui a chei ch’a son vignûts dopo, il mandât nol è mai mancjât. Ma ancje ogni cristian al à di sintî a rivocâ intal so cûr chestis peraulis di Gjesù. Difat “inte Glesie e je difarence di ministeri, ma unitât di mission”. “Come che il Pari mi à mandât me, cussì jo o mandi vualtris” Par compî chest mandât dal Signôr o vin di fâ in mût che Lui al vivi in nô. Cemût? Parts vivis de Glesie, jessint dutun cun la Peraule di Diu, evangelizant prin nô istès. Al è un dai dovès di chê che Zuan Pauli II al à clamât “gnove evangelizazion”. “Nudrîsi de Peraule – al à scrit – par jessi ‘servidôrs de Peraule’ intal impegn de evangelizazion : cheste e je par sigûr la prime robe pe Glesie tal scomençâ dal gnûf milenari”, parcè che “dome un om stramudât “ de “ leç d’amôr di Crist e de lûs dal Spirtu Sant, al pues operâ une vere metànoia (conversion) dai cûrs

e dal cjâf di altris oms, dal ambient, de nazion o dal mont”. Vuê no bastin plui lis peraulis. L’om di vuê al scolte i testemonis, impen dai mestris – al cunsiderave za Pauli VI – e s’al scolte i mestris al è parcè che a son testemonis”. La buine gnove dal Vangeli e sarà zovevule se e poe su la testemoneance di vite, come chê dai prins cristians ch’a podevin dî: “Us disìn ce ch’o vin viodût e sintût…”; e sarà zovevule se, come di lôr, si podarà dîsi ancje di nô: “ Cjale cemût che si vuelin ben, e a son pronts a murî un par l’altri”: e sarà zovevule se o darìn concretece al amôr dant, rispuindint a chel ch’al à bisugne, e o savarìn dâ di mangjâ, vistîts, cjasis a chel che non’dâ, amicizie a chel ch’al è bessôl e disperât, sostegn a chel che si cjate inte prove. Vivint cussì al sarà testemoneât al mont l’incjant di Gjesù e, deventant altris Crist, la sô opare , ancje par chest contribût, e continuarà.

“Cemût che il Pari mi à mandât me, cussì jo o mandi vualtris” E je l’esperience di cualchi nestri miedi e infermîr che intal 1966 a vegnin a savê

de situazion dal nobil popul di Bangwa, che in chel moment al è tibiât des malatiis, cuntune murìe dai fruts dal 90% ch’e menace di fâju sparî ducj. A partissin par stâ cun chel popul e a sintin, come lôr prin dovê, di continuâ a volêsi ben un cun l’altri par dâ une testemoneance dal Vangeli. A vuelin ben a ducj, un a un; dant un servizi professionâl, a vierzin un dispensari, che po al devente un ospedâl. La murìe dai fruts e cale al 2%. Intal mieç de foreste, si fâs sù une centrâl eletriche, po une universitât cun classis inferiôrs e superiôrs. Cul timp e cul jutori dal stès popul, si vierzin 12 stradis di colegament dai paîs. L’amôr concret al è implicant: grant part dal popul al spartìs la gnove vite, paîs che prime a jerin in lote a fâsin la pâs; lis barufis sui confins a vegnin a soluzion in armonìe; i rès di clan difarents a fâsin fra di lôr un pat di amôr vicendevul e a vivin in fradae, dant – intun sgambi di regâi – une testemoneance meraveose, un esempli origjinâl e vêr. Chiara Lubich (traduzion di Franca Mainardis)

Teobalt Ciconi La nomee di Teobalt Ciconi e fo par tancj critics un alc di masse, ancje se cuant che al jere in vite al podè gjoldi di un bon sucès dapardut in Italie. Une critiche oneste e pues cence mancul confermâ che al fo une figure di dramaturc avonde preseabil. Al jere nassût a S.Denêl dal 1824, fi di un avocat sioron. Dopo di vê finît i studis superiôrs a Udin, il pari lu mandà a fâ leç a Padue. Un moment impuartanton ta la sô vite al fo cuant che e rivà a Udin Adelaide Ristori (grande artiste nazionâl e internazionâl, nassude a Cividât) a rapresentâ doi lavôrs teatrâi. Teobalt al fo come sfulminât e i le daûr a la Ristori par ducj i teatris d’Italie, cjapât da l’amirazion e da lis graciis da l’atore. Al jere il moment dal Risuriment e al partecipà cuntun contribût avonde discontinui e pôc significatîf a lis insurezions dal 1848.

Al cirì di fâ pratiche legâl cence sucès e alore si dedicà a colaborazions gjornalistichis e a scrivi voris teatrâls. Di chest periodi, si pues nomenâ Eleonora di Toledo, un drame romantic di bon acet critic e Le pecorelle smarrite, une comedie borghese. Preseadis a forin ancje Le mosche bianche e La rivincita. I impegns teatrâi che però i derin plui innomine a forin La statua di carne e La figlia unica: il prin, un lavôr psicologjichementri interessant intune situazion moderne e origjinâl; il secont, indotât di un bon ritmi senic e di une capacitât tecniche sorprendint. Cuant che il nestri dramaturc al someave propit di jessi rivât a une maturitât artistiche e pront par provis inmò plui impegnativis, la tubercolosi, che si jere manifestade za agns indaûr, no lu perdonà e lu distudà ai 28 di avrîl dal 1863. Gotart Mitri


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Parcè li’ sisilis a tornin a primevere? E sù lu menin chei ladrons, tra mieç di un trop di popul, che gi spude ta muse, che i mole pugns e pidadis. Lui al è bandonât di ducj e rineât di Pieri, e i tocje lâ sù pal Mont Calvari. E chês canais lu dispoin e lu metin in crôs, puar Signôr! Dut sanganât al glutigne sanc; ma invecit di maludî, lui al pree. Fûr da corone di spinis al spissule il sanc. - Cjalait mo, cjalait! – a sberlin i judeos – nance une fuee no si môf par lui, par dagi un pôc di suliêf ! Ma, ‘pene dit, eco che il soreli si tapone, eco che par aiar si sint un sbusinôr come cuant che la buere a sglove e a sbrindine tun bosc i ramaçs, eco svualâ a grums, a pletons, a mil a mil li’ sisilutis. A fasin un svol tor de crôs e po si poin su chel puar cuarp e -cià! cun chê lingute a lechin sù il sanc benedet, e cun chês alutis, cun chê plumutis a netin il cuarp sant di chei sporchets, di chel pulvin e, cuant che il cuarp di Nestri Signôr al è doventât blanc e net come un zi, si cjolin sù e vie par ogni bande, vie pal mont. A

van par dut, a van, cun chel bicut a ti scrivin su pai mûrs cun chel sanc che ti àn cjolt dal cuarp dal Signôr e par meracul nol si à suiât par strade, a scrivin ta dutis lis lenghis: - “Par voaltris, umins, avuê al è muart il Salvadôr!” E chei ladrons che a jerin chê volte lassù a àn contât che li’ sisilis a netavin il Signôr. Lui cul cjâf al à benedît li’ sisilis e i a dit: - “Sisilutis, voaltris sarês simpri i miei uceluts, e di cumò indenant cui che us fasarà alc di mâl, al fasarà dal mâl a mi. Voaltris sarês i miei servidôrs e ogni an, cuant ch’e torne chiste stagjon, voaltris sarês li’ primis a visâ i umins che a sta par vignî chê dì che jo soi muart par lôr. Vait e che l’om no us fedi dal mâl!” E d’in chê dì la sisile a ven ogni an a visâ che la primevere, la biele stagjon, a je par rivâ e che in chist timp il nestri Signôr al è muart par nô.

Per Gabriella

Le parole

Quando i tuoi occhi diventarono stelle e le tue braccia ali compresi che eri angelo e che la tua esile figura stava ritornando piano verso la sua casa. I raggi di sole dentro te erano come arcobaleni che nascondevano un cielo di colori.

gjavât di Dolfo Zorzut (scritôr di Cormons, 1894-1960)

In un batter d’ali, le parole irrompono il silenzio, e comunicano: l’ottimismo o il pessimismo, le gioie o i dolori, i sogni o la realtà, il bene o il male, il tutto o il nulla, o soltanto, suoni di parole... Francesco Cornelio

Così tu, stavi camminando piano verso un infinito che ancora non comprendiamo. Non ti vidi mai delusa, mai perduta sino all’ultimo il tuo sorriso quel sorriso che porto dentro me come un dono. Loretta Baccan

Sognando vessilli di pace Fiumi di parole, raggiungono oceani d’umanità, per guadagnare porti di solidarietà e issare vessilli di pace. Francesco Cornelio

POESIIS I miei cunfinans Rumôrs di une volte Tic tac, tic,tic tac. Chistu a l’ere il rumôr da la pale o da la force ca sbatevin tai clas. Tic tac, tic, tic tac. A matine bunore, prime cal fasès tant cialt, la int in tai ors dute in file, cun tant amôr, nissun al voleve iessi di mancul come in ta une gare. Tic tac, tic, tic tac. Cu la schene basse e il sudôr cal gotave pal sorneli. ...”Sintilu,...sintilu, a l’è sa lì”. “Se statu fasint o lesie un segret ?” “Oh bundì, setu rivade ence tu? Mi pâr chi sin i prins”. “No è vere!”, a rive une vôs da l’ort dongie,... “a l’è sa un biel toc chi soi chi!” E cusì, ben plancut, duciu i ors a vevin il lor ortolan. Tic tac, tic, tic tac. Come une musiche, un môt par sta in compagnie, par scambiasi une peraule. “Cumò i mi ritiri, a l’è masse cialt, i torni chiste sere”. “Ence jò...vuè a nol perdone!. ...Un a la volte, duciu i ortolans si ritiravin par ciatasi di gnouf la sere. A passin i ains... Toni nus lasse, Jacum nus lasse, Mariute nus lasse, Anute a no i la fâs plui, Carlo a l’è dut dirocât e Marcut a si ciale in sir sconsolât. Une pâs tombal a cale su chei ors, dome ogni tant, simpri plui di râr, un tic, sot vôs, si fâs sintì come il respîr di un muribond. Generasion ca si distude lassant un vueit, une realtât dure di mandà jù. ...Tic...Tic...tac. Fredo di Blaùs



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