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Anno VII Ed. 36
Periodico d’informazione locale. Anno VII n.36 del 1 Ottobre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A.
Ottobre 2013
Firenze Quartiere 3
Gavinana . Galluzzo Firenze Sud
Il Reporter è distribuito da
Servizi
✎ Editoriale
sanità, cercasi soluzioni nel quartiere
una nuova pagina per Il Reporter. da scrivere insieme Matteo Francini
Q
ualcuno di voi forse stenterà a riconoscerlo, qualcun altro penserà che si tratti di un giornale diverso. E in qualche modo lo è. Perché Il Reporter che trovate da questo ottobre nella cassetta della posta è un mensile profondamente rinnovato. Partiamo dal principale cambiamento, l’editore. La nostra testata è passata nelle mani di una nuova società, Bunker s.r.l., grazie a cui continuerete a ricevere a domicilio ogni mese il giornale.
Sulla questione più “calda” del momento interviene il presidente Andrea Ceccarelli
☛ pagina 3
Fiorentina
la scommessa che portò batigol in riva all’arno
I
niziò come una scommessa la favola viola di Bati. Una scommessa del suo procuratore Settimio Aloisio, che all’indomani dell’inizio della Coppa America lanciò una sfida all’attaccante.
Un secolo di Pratolini. Curi�ando tra i luoghi dei poveri amanti
☛ pagina 18
☛ pagina 17
☛ segue a pagina 21
firenze, anno 2023: la città sarà così? Gianni Carpini - Luca Squarcialupi
I
l viaggio nella città del futuro, quella che potrebbe essere Firenze tra un decennio, inizia con una premessa: se tutto fila liscio. Una frase che riassume un fiume di ipotesi: se i grandi progetti non si areneranno tra carte bollate e inchieste, se i cantieri non affogheranno nelle sabbie mobili della burocrazia e soprattutto se la tanto attesa ripresa economica ci metterà lo zampino. Detto questo, in dieci anni Firenze si gioca il primato di grande realtà urbana italiana e, perché no, di piccola metropoli europea.
☛ segue aLLe pagine 8-9
la rari nantes riparte, in attesa di sviluppi La Rari Nantes continua a insegnare a nuotare ai fiorentini, come fa dal 1904. Ripartiti i corsi.
☛ segue a pagina 2
un autunno di novità: le librerie in arrivo Dopo tante chiusure, è ora tempo di aperture e nuovi progetti. Ecco che cosa c’è all’orizzonte.
☛ pagina 10
l’asilo compie 50 anni fari puntati sui fiumi e cerca i bimbi di allora dopo gli ultimi allarmi ☛ pagina 7
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2 | Ottobre 2013
Quartiere 3
#Focus
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
Il punto
rari nantes, ripartiti i corsi. interventi in arrivo per la riva sinistra dell’arno L’iniziativa
Lisa Baracchi
L
“il nuoto è uno solo”: integrazione in piscina
S
i chiama “Il Nuoto è uno solo” il percorso iniziato lo scorso 15 settembre nella vasca del lungarno Ferrucci. Atleti della Rari Nantes Florentia insieme ad atleti di nuoto paralimpico delle storiche Po.Ha.Fi. di Firenze e Special Team di Prato si sono cimentati in una staffetta e in una maratona in piscina. Un’iniziativa, questa, che serve a promuovere l’integrazione in piscina, per mostrare che nuotare insieme si può, al di là delle abilità di ciascuno. Il primo corso di nuoto della nuova stagione è partito il 30 settembre nella più antica società sportiva fiorentina, con spazio anche per i corsi baby, per i piccoli dai due anni e mezzo ai quattro, che imparano a nuotare con il sostegno di babbo e mamma a bordo vasca. L.B.
a Rari Nantes continua a insegnare a nuotare ai fiorentini, come fa dal 1904. Sono infatti ripartiti i corsi alla società di nuoto di lungarno Ferrucci, dopo che il Tar ha allontanato le ruspe e lo sgombero della piscina (che era fissato per il 16 settembre scorso). “Si riparte con più entusiasmo che mai – sottolinea il presidente Andrea Pieri – il tribunale nella motivazione della sospensiva ha chiesto approfondimenti: abbiamo dettagliatamente dimostrato che il rischio idraulico non c’è, in caso di piena l’impatto della struttura è ininfluente. Tra l’altro, oggi, costruzioni come questa, così solide, non se ne fanno più”. La Provincia aveva disposto a luglio lo sgombero della storica società, “un atto dovuto in rispetto a un’ordinanza emessa nel 1998 dagli uffici del Ministero delle Finanze, al tempo competenti per la gestione del demanio fluviale”, secondo Palazzo Medici Riccardi, che aveva rifiutato in prima battuta la proposta del Comune di tenere la piscina al suo posto e abbattere altre strutture sulla riva sinistra dell’Arno per ridurre i rischi idraulici. Dopo qualche strale tra i due enti, il dialogo tra Comune e Provincia è ripreso: “Si lavora a un accordo che possa indicare un calendario preciso per il trasferimento della piscina”, spie-
ga l’assessore provinciale Renzo Crescioli. Non sarà fatto ricorso contro la sospensiva dello sgombero ma si attenderà la discussione sul merito (fissata per marzo) della via crucis della Rari, iniziata a gennaio scorso con il sequestro della piscina. Il pm Luigi Bocciolini ha indagato sull’occupazione della riva dell’Arno (di proprietà del demanio) sulla scia dell’ordinanza di demolizione degli abusi edilizi attorno al Torrino di Santa Rosa. Sul tavolo dell’accordo da firmare con la Provincia, Palazzo Vecchio ha messo una serie di lavori di demolizioni di strutture che si trovano su questa parte dell’Arno: gli interventi di risistemazione, secondo i tecnici comunali, devono interessare nell’area dei canottieri una porzione di tettoia, la copertura della vasca di allenamento e due container utilizzati per gli spogliatoi e gli uffici. Spettano sempre al Comune la rimozione della terrazza del centro anziani, la demolizione delle strutture dell’ex teatro del Lido fino allo smontaggio e alla demolizione della copertura della terrazza ex Greppia. Interventi pensati per la sicurezza in caso di piena, ma anche per consentire una migliore manutenzione delle sponde.
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Uno dei cartelli affissi sul lungarno Ferrucci a difesa della storica società fiorentina
Il progetto
Lavori pensati per la sicurezza gavinana, le vie cambiano nome? i bambini delle scuole a scegliere, a partire da queste setin caso di piena Saranno timane, i cento nomi dei grandi protagonisti del Novecento cui intitolare vie nuove o già esistenti, “come modo serio di fare educama anche zione civica”, ha spiegato il sindaco Matteo Renzi. In cima alla lista delle strade da rinominare ce ne sono alcune di Gavinana. Non è la prima volta che si parla di cambiare i connotati a via Unione Soper consentire vietica come a via Jugoslavia. Intorno a viale Europa tutte le vie, gli slarghi e le piazze richiamano alla memoria, dagli anni ‘70, i luoghi una migliore del vecchio continente. La grande esclusa, tra le nazioni europee, Germania, l’ultima arrivata è stata via Lettonia. Di cambiare manutenzione èvialaUnione Sovietica in via Russia si è pensato, ma poi si è lasciato perdere. “Troppo costoso e macchinoso cambiare un nome ormai delle sponde storicizzato”, ha spiegato Luciano Artusi, che è stato presidente di una commissione di toponomastica. Chiedendo ai cittadini di via Unione Sovietica, non si incontrano prese di posizioni ideologiche ma piuttosto incredulità (“sono più di vent’anni che se parla”) o preoccupazione per la propria carta d’identità appena fatta o per l’arrivo puntuale della posta. In consiglio comunale Valdo Spini “preso atto della positività che ne deriverebbe per i ragazzi e le ragazze di discutere sui personaggi del Novecento, chiede però di conoscere se si sia fatto un calcolo della spesa che comporta il cambio di nome a cento strade, dal punto di vista dell’anagrafe, degli indirizzi postali, della segnaletica”. Le strade di Firenze cambieranno il loro nome? L.B.
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Quartiere 3
#Focus
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
Ottobre 2013 | 3
L’inchiesta
Zoom
“servizi, sono pronto a fare le battaglie che servono”
Il presidente del Q3 Ceccarelli affronta la questione sanità Irene Delfino
S
ul problema che in questo momento sta più a cuore agli abitanti del quartiere 3 è intervenuto il presidente Andrea Ceccarelli. Stiamo parlando della delocalizzazione dei servizi sociosanitari. Che ha riguardato anche altri quartieri di Firenze, ma che nelle zone di Galluzzo e, soprattutto, Gavinana si è sentita maggiormente. “La mia linea è che i servizi di base non debbano essere delocalizzati – afferma Ceccarelli – ma ritengo anche che oggi sia realisticamente impossibile pensare a una sanità pubblica totalmente autosufficiente. Quindi riuscire a offrire gli stessi servizi, allo stesso prezzo, con una integrazione fra pubblico e privato sociale, credo che faccia bene a tutti”. Prende ad esempio i prelievi, il primo servizio che a causa dell’incendio del 2007 (vedi articolo a fianco) fu delocalizzato alla Misericordia di Badia a Ripoli: “Ascoltando i cittadini non ne ho trovato uno che mi dicesse che non si trovava bene”.
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Il comitato 21 marzo però non ci sta e fa sentire il suo dissenso: “Capisco le proteste da parte del comitato, ma ritengo poco realistico nell’attuale situazione economica mantenere gli stessi servizi di un tempo. Dobbiamo ovviamente assicurare i servizi di base, sugli altri credo che sia realistico fare delle scelte, ad esempio in base al numero di utenti di una specializzazione o di un’altra. Questa è stata la linea che abbiamo tenuto con l’Azienda Sanitaria – spiega –. Con il vicesindaco Saccardi abbiamo fatto pressione sull’azienda, cercando di trovare un punto di sintesi fra le due esigenze”. Poi Ceccarelli sottolinea due piccole “vittorie” per limitare i disagi della popolazione più anziana del quartiere: “L’anagrafe sanitaria dovrebbe essere esternalizzata alle due Misericordie (Gavinana e Galluzzo, ndr), così gli utenti non dovranno più recarsi in via Gabriele D’Annunzio”. Ma contesta all’Azienda sanitaria l’utilizzo del solo criterio demografico: “Il quartie-
6-7
milioni
IL COSTO STIMATO DEL DISTRETTO DI VIALE EUROPA Il presidente del Quartiere 3 Andrea Ceccarelli parla a Il Reporter della questione dei servizi sociosanitari, una delle tematiche più “calde” del momento nel rione
2007
ANNO DELL’INCENDIO DEL PRESIDIO DI VIA DI RIPOLI
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L’
ultimo servizio a lasciare Gavinana è stata la fisioterapia. Il 30 giugno scorso ha chiuso i battenti il presidio di riabilitazione di piazza Elia Dalla Costa: “Quel locale non aveva le caratteristiche tali da poter ottenere l’accreditamento: i locali che ospitano attività sanitarie devono essere accreditati secondo alcuni criteri dettati da una legge regionale”, spiega il presidente del Quartiere 3. Che sottolinea che i servizi di fisioterapia verranno “in parte fatti a domicilio, in parte spostati in via Gabriele D’Annunzio, con l’azienda che ha assunto l’impegno a effettuare il trasporto degli utenti”. I.D.
Cronistoria re 3 è il più piccolo di Firenze con 42mila abitanti, quindi ha un minor numero di utenti rispetto a quartieri più popolosi. Capisco che quello demografico possa essere un criterio, ma non può essere l’unico, altrimenti un territorio viene costantemente penalizzato a differenza degli altri. Come non sono d’accordo che solo un quartiere a Firenze (il 3, ndr) venga privato, per lo stesso motivo, dell’ufficio anagrafe”. “Con realismo, equilibrio e buon senso, io sono pronto, ora come in passato, a fare le battaglie che servono per garantire la presenza dei servizi più importanti alla popolazione del quartiere. Su questo punto sarò sempre con i cittadini e con i comitati”, conclude Ceccarelli.
viale europa, il distretto rimasto sulla carta
B
isogna tornare indietro con la memoria per capire perché la dislocazione dei servizi sociosanitari a Gavinana si sia fatta sentire maggiormente. Era il 2007 quando gli ambulatori che avevano sede in via di Ripoli presero fuoco. “Si sviluppò un incendio, che costrinse l’Azienda sanitaria a lasciare quell’edificio. All’epoca vennero spostati alcuni servizi specialistici alla residenza Uliveto, mentre altri furono collocati in via Orsini, in un locale che l’azienda prese in affitto con dei lavori di ristrutturazione”, ricorda Ceccarelli. Poi arrivarono le prime difficoltà economiche e i primi tagli da parte dell’azienda, che accentrò allo Iot alcuni servizi. È di nuovo la mancanza di fondi a lasciare sulla carta il progetto di realizzazione di un distretto sociosanitario in viale Europa, perché sarebbe stato “a carico della Asl, non del Comune – spiega il presidente del Q3 – il costo del preventivo alcuni anni fa si aggirava intorno ai 6-7 milioni di euro”. Un duro colpo per gli abitanti. “Capisco che non ci siano più i soldi per realizzare il distretto, come capisco il fatto che oggi non si possano avere tutti i servizi, ma alcuni da affiancare quelli di base sì”, afferma Ceccarelli.
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4 | Ottobre 2013
#Realtà del quartiere
Quartiere 3
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
L’intervento
restauri, il “miracolo” del paradiso degli alberti Dopo settecento anni si possono ammirare gli affreschi della chiesa Irene Delfino
si, ha reso tanto resistente l’azzurrite. Il ciclo degli affreschi fu commissionato a Niccolò di Pietro Gerini e Ambrogio di Baldese nel 1395 da Antonio di Niccolò degli Alberti per il convento di Santa Brigida di Svezia, fondato tre anni prima, sempre per volontà dell’Alberti, su richiesta di papa Bonifacio VIII. Già nel Cinquecento alcuni affreschi furono in parte distrutti dall’inserimento di altre scene raffiguranti un “Cristo e angeli” e un “Vesperbild”, ovvero la rappresentazione della Pietà. Scialbature nel corso
Quasi settecento anni dopo, è stato portato a termine dall’Istituto Spinelli l’intervento di restauro nella chiesa monastica del Paradiso degli Alberti
dei secoli che, insieme a infiltrazioni d’acqua e interventi strutturali connessi, hanno complicato il lavoro di restauro: “Sulla stessa parete avevamo gli affreschi trecenteschi di Niccolò Gerini, ma anche quelli cinquecenteschi e gli interventi dell’800”. In un edificio che, alla fine del ‘700, ha perso la sua valenza di luogo di raccoglimento e preghiera, per essere trasformato in un complesso ad uso abitativo. Un lungo lavoro per gli stagisti del terzo anno dell’Istituto Spinelli: “Il restauro è iniziato nel 2004 e si è da poco concluso, riportando all’antico splendore le scene della Via Crucis”, afferma il presidente onorario dell’Istituto Franco Sottani. Negli affreschi non passano inosservati lo stile della scuola giottesca di Niccolò di Pietro Gerini e i colori tipici dell’epoca. Vale a dire, l’ideale tavolozza stabilita da Cennino Cennini nel Libro dell’Arte: ocre gialle e rosse, terre ferrose, nero di carbone e terretta verde, miscelate tra loro con bianco di San Giovanni. Poi l’oro in foglia, splendente nei pochi frammenti di doratura che si sono conservati fino ai nostri giorni. “Per prima cosa abbiamo rimosso le stuccature a cemento degli anni ‘50 – continua il professor Lucchesi – il discialbo era stato iniziato circa cinquant’anni fa, ma per motivi che non conosciamo si è interrotto”. Mentre ora gli stagisti dell’Istituto di via Maggio, con il patrocinio della Soprintendenza di Firenze, hanno brillantemente portato a termine il lavoro di restauro. Non resta dunque che attendere la possibilità di visitare il “Paradiso”.
RUBRICA :
La dentista risponde
Dott. CRISTINA ROMOLI Medico Chirurgo Odontoiatra Viale B. Segni, 6 - 50132 Firenze Tel. 055 2344998 romoli.cristina@libero.it
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Gentilissima dottoressa, il mio problema sono i denti non proprio bianchi… bevo molti caffè e non so se faccio bene a fare lo sbiancamento che mi avrebbe consigliato il mio dentista. Potrebbe rovinarmi lo smalto? Loredana F.
La storia
il primo monastero “promiscuo” d’italia Irene Delfino
È
stato il primo monastero in Italia “promiscuo ai due sessi”, si legge nei documenti dell’epoca. Era il 1396 quando “messer” Antonio degli Alberti decise di fondare il monastero di Santa Brigida nei possedimenti della famiglia Alberti a Pian di Ripoli. Possedimenti allora poco fuori della città di Firenze, dove il padre, Niccolò Alberti, aveva costruito una villa con annessa una cappella privata e alcuni edifici rurali. La famosa “Villa del Paradiso”, scelta da Giovanni Gherardi da Prato come ambientazione per la sua opera “Paradiso degli Alberti”. E descritta dal Gherardi come un luogo di ritrovo per l’alta borghesia fiorentina. La denominazione Paradiso degli Alberti, però, non è ancora ben chiara: potrebbe derivare dalla presenza di un grande parco che circondava la villa, oppure dalla particolare bellezza ambientale del luogo stesso. Un paradiso, appunto. Ma c’è una terza ipotesi nata alla fine del Novecento: secondo la dottoressa Litta Maria Medri, la denominazione Paradiso potrebbe derivare da una teoria di santi recentemente riscoperta nella parete dell’altar maggiore. Ma torniamo all’inizio del Quattrocento: quando la facoltosa famiglia fiorentina fu esiliata dalla città, il Comune entrò in possesso dei beni e cedette nel 1404 tutti i possedimenti, villa compresa, ai monaci e alle monache. Che vissero fianco a fianco fino alla metà del XVI secolo quando, come si legge nei documenti, per vari “scandali verificati” nel 1576 Gregorio XIII proibì l’ulteriore vestizione dei monaci. Due secoli dopo, Clemente XII inibì l’accettazione delle monache, per destinare questo luogo ai poveri. Le poche monache rimaste (pare solo undici) furono trasferite nel monastero di Sant’Ambrogio e il convento perse la sua funzione religiosa, ma non i suoi splendidi affreschi. Non almeno in modo irreversibile. Ora infatti, a quasi settecento anni di distanza, si possono ammirare in tutta la loro bellezza, grazie all’intervento di restauro dell’Istituto Spinelli, le pennellate di Niccolò di Pietro Gerini e di Ambrogio di Baldese.
Carissima, stai tranquilla. Lo sbiancamento non intacca lo smalto e ha dei risultati sorprendenti. Si possono raggiungere tonalità molto soddisfacenti. E colgo l’occasione per affermare che il caffè non macchia. E neanche il vino rosso, come molti di voi che mi scrivono, pensano. Piuttosto direi che il tè, se una persona ne fa molto uso, ingiallisce lo smalto. Avete visto come macchia le tazze? Tornando a lei, cara signora, faccia pure lo sbiancamento. L’unico inconveniente è, ammettiamolo… il prezzo. Un trattamento completo (si fa in una seduta di 20 minuti per tre volte) prevede il montaggio della diga e necessita dell’applicazione di gel e attivatori specifici. Durante le prime 24 ore dopo il trattamento, mi raccomando, niente caffè, né alimenti pigmentati (pomodori, spinaci, ecc.).
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È
sorprendente. Dopo (quasi) settecento anni di storia, l’azzurrite è rimasta intatta sulle pareti della chiesa monastica del Paradiso degli Alberti, in via del Paradiso. Una bella sorpresa per i restauratori: “Spesso rimane il morellone steso a fresco, senza più traccia del bel colore azzurro che lo sovrastava”, spiega Tiziano Lucchesi, professore dell’Istituto per l’Arte e il Restauro. Il pigmento viene applicato “a secco” tramite un legante ed è proprio il legante che, mineralizzando-
6 | Ottobre 2013
#Il quartiere in pillole
Quartiere 3
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
La segnalazione
Galluzzo, le fermate del bus diventano “fai-da-te” Una delle fermate del Galluzzo ritenute “poco accoglienti” dai passeggeri: sono diverse le segnalazioni arrivate a riguardo dai cittadini
Vanessa Bambi
C’
è fermata e fermata, se si ha a che fare con quelle dell’autobus. Nella nostra città ce ne sono tante e – assicurano i passeggeri – non tutte sono funzionali. A volte si scopre qualche curiosità interessante sul retro del cartello che indica il numero della linea, oppure talvolta spunta una moderna pensilina. Ma per altre fermate le lamentele non mancano: il difetto maggiore – spiegano ancora i passeggeri – è quello di essere “poco accoglienti”. Le rimostranze principali sono quelle di non possedere sedute adeguate per chi aspetta o una tettoia sotto cui riparasi dal rovente sole estivo o dalla gelida pioggia invernale. La linea 36 – testimoniano molti passeggeri – è in questo senso un “valido esempio”. Partendo da Porta Romana le segnalazioni di quello che non va non mancano: così, i galluzzini si sono dovuti arrangiare, sfruttando come se-
Ad alcune fermate, soprattutto quando piove o con il sole d’estate, i passeggeri si ingegnano come possono: le tettoie o i ripari presenti sul posto vengono utilizzati per proteggersi
Biciclette dute i muretti di alcuni giardini privati e come riparo tettoie fortuite. Per non parlare di chi si porta una sedia di plastica da casa o di chi, alla fine, decide di sedersi sul marciapiede. “Al Galluzzo il traffico è di casa, e di conseguenza sono frequenti anche i ritardi degli autobus. Più che fermate, le nostre diventano quindi lunghe soste, talvolta anche pericolose perché in mezzo alla strada. Speriamo che le cose cambino a riguardo, a partire dal tutelarci con uno spazio adeguato”, spiega rassegnato un passeggero. E in tanti sottoscrivono subito le sue parole.
Qualcuno si porta una sedia da casa mentre altri optano per il marciapiede
piazza ferrucci, “ricucite” le piste
L
e piste ciclabili sono state “ricucite”. È stato aperto lo scorso mese il raccordo ciclabile in piazza Ferrucci, intervento che ha unito la pista su lungarno Ferrucci con quelle di lungarno Cellini (al di là di Ponte San Niccolò) e viale Michelangelo. Cento metri per collegare direttamente (e in sede protetta) Varlungo e Ponte Vecchio. “Prima d’ora l’attraversamento della piazza dal punto di vista ciclabile provocava un lungo percorso. Adesso è stato realizzato un percorso più semplice, sicuro e breve che recupera 400 metri, che taglia tre semafori e che è esattamente quello che era stato chiesto”, ha spiegato il sindaco Matteo Renzi. I lavori, che sono durati cinque settimane per un costo di circa 25mila euro, fanno parte del pacchetto di interventi di “ricucitura” delle piste ciclabili già effettuati (per un investimento complessivo di 450mila euro) in viale Belfiore-viale Redi, lungarno Corsini, piazza Ravenna, via del Sansovino, piazza Alberti e Ponte da Verrazzano. Prima dell’intervento in piazza Ferrucci, i ciclisti provenienti da lungarno Ferrucci avevano due alternative per riprendere le piste ciclabili di viale Michelangelo o lungarno Corsini: rientrare nella circolazione normale, insieme ai mezzi a motore, o fare il giro della piazza. Con questo intervento sono stati invece realizzati una pista sulla carreggiata, protetta da un cordolo, e un attraversamento semaforico dedicato. “Si tratta di un intervento molto significativo per quanto riguarda la sicurezza di ciclisti e pedoni – ha sottolineato l’assessore Bonaccorsi – al tempo stesso sono stati ricavati sei posti auto e mantenute le svolte e le carreggiate libere senza creare intralci alle auto”. “È un tassello importante per rendere l’insieme delle piste ciclabili una vera e propria rete – ha commentato Giampiero Gallo, consigliere speciale per la ciclabilità – con questo raccordo si risponde all’esigenza di mettere in sicurezza un tratto importante da e per il centro storico lungo le direttrici di Firenze Sud, che di recente si sono arricchite della nuova pista in via Villamagna e del percorso ciclabile verso il Girone. Cento metri di raccordo non sono tanti dal punto di vista prettamente aritmetico, ma contribuiscono in maniera essenziale a far percepire l’andare in bici come sicuro lungo itinerari protetti e collegati. Adesso è infatti possibile arrivare in bicicletta da Varlungo e Bagno a Ripoli a Ponte Vecchio in sede protetta. Si tratta quindi di una dimostrazione di come non sia tanto la quantità ma la qualità degli interventi che conta”.
L’intervento
san marcellino, riecco il parcheggio È
stato ripristinato il parcheggio del complesso sportivo di San Marcellino. L’intervento, costato duecentomila euro, è stato finanziato grazie a risorse derivanti da ribassi d’asta “per interventi di adeguamento, manutenzione e messa in sicurezza sui percorsi stradali individuati per lo svolgimento dei Mondiali di ciclismo 2013”. Gli altri impianti sottoposti a restyling sono stati il Mandela Forum, il Padovani, il Ridolfi, la piscina Costoli, l’Affrico e lo Sferisterio delle Cascine. “Così come per altri – ha spiegato il vicesindaco Stefania Saccardi – anche in questo caso grazie al mondiale di ciclismo, e in particolare ai ribassi d’asta delle opere infrastrutturali sui percorsi, siamo riusciti a realizzare interventi importanti per migliorare la fruibilità e la sicurezza di alcuni nostri impianti sportivi cittadini che necessitavano di manutenzione urgente. Un parcheggio che poi ovviamente rimarrà in uso al complesso sportivo dove sono presenti due campi di calcio, un palazzetto e una piscina e quindi molto utilizzato”. È stata ripristinata a parcheggio l’area ormai abbandonata e invasa dalla vegetazione adiacente alla strada interna che conduce all’Istituto Elsa Morante, ed è stata realizzata una viabilità per il collegamento della strada esistente con il parcheggio limitrofo al campo di calcio.
Il programma
un anno di corsi, dal teatro al circo Per la tua pubblicità su il Reporter chiama il numero 055 6585939 oppure invia una mail a info@edizionibunker.it
C
orsi di teatro e fotografia, di danza, yoga e perfino di circo. È stato preparato il programma delle attività 2013-14 del centro giovani di Gavinana (Gav), realizzato dall’assessorato alle politiche giovanili e dal Consiglio di Quartiere 3 che comprende novità assolute insieme ai classici corsi di fotografia, informatica, lingue e persino ceramica. Nella struttura di via Gran Bretagna, da tre anni, le associazioni realizzano corsi, stage, spettacoli, mostre e altre occasioni di incontro. “C’è la possibilità di poter seguire attività motorie e psico-motorie per tenersi in forma – ha spiegato l’assessore alle politiche giovanili Cristina Giachi – ma ci sono anche corsi che danno la possibilità di poter mettere alla prova, grazie a validi professionisti, il proprio talento musicale e artistico. In questo modo Gav è diventato un laboratorio, uno spazio aperto dove tutti possono perseguire il proprio benessere psico-fisico, sperimentare i propri talenti e mettere in pratica le proprie attitudini”. Il Gav (via Gran Bretagna 48) è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, il sabato dalle 9 alle 13. Per informazioni è possibile telefonare al numero 055.685741.
Quartiere 3
#L’iniziativa
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
Ottobre 2013 | 7
Ieri e oggi
Focus
Il mezzo secolo dell’asilo-chalet
Per festeggiare l’importante compleanno in arrivo una mostra per tornare alle origini: “Aiutateci” Tel 055.2625601
Vanessa Bambi
M
ezzo secolo non passa certo inosservato ed è giusto festeggiarlo a dovere. Lo sanno bene alla scuola d’infanzia Grifeo, nata nel 1963 a Firenze, nella zona di Nave a Rovezzano. Da allora tante cose sono cambiate, ma soprattutto tanti bambini sono cresciuti, qui, tra le mura e non solo, di questo accogliente asilo a forma di chalet. Nell’occasione del cinquantesimo “compleanno”, le maestre di oggi hanno pensato di celebrarlo nel migliore dei modi. Ovvero realizzando una mostra aperta al pubblico con foto, disegni o qualsiasi altro tipo di materiale degli anni ‘60, che aiuti sia ricostruire il periodo storico di allora sia a ritrovare, ormai adulti, quei primissimi allievi della scuola. E se non è un lavoro facile rispolverare vecchie foto in bianco e nero, figuriamoci ritrovare le persone. Ma non è impossibile, soprattutto grazie a internet.
“Nel periodo natalizio sarà allestita all’interno degli spazi della scuola Grifeo una bella mostra a proposito – confermano dalla Direzione all’istruzione del Comune di Firenze – abbiamo già trovato qualcosa ma sicuramente abbiamo bisogno dell’aiuto dei cittadini per renderla ancora più completa ed emozionante”. Così, anche attraverso le pagine de Il Reporter, viene esteso l’annuncio per reperire “qualsiasi cosa di chi abbia frequentato in passato questa piccola scuola” e per “portarcela temporaneamente. Sottolineiamo che al termine di essa tutto verrà tranquillamente restituito al legittimo proprietario”. Una piccola realtà molto viva, dunque, che con questa iniziativa cerca di coltivare il ricordo dei “bambini di ieri” per mostrarlo a quelli di oggi: “È bello scoprire, ad esempio, che molti genitori che accompagnano i propri bimbi a questo asilo ne sono stati a loro volta allievi, è un segno impor-
La scuola d’infanzia Grifeo compie cinquant’anni: per l’occasione è in programma una mostra per cui si cercano fotografie, disegni e altro ancora
In via Gran Bretagna
CENTRO GIOVANI GAV: I CORSI 2013-2014 È pronto il programma delle attività 2013-14 del centro giovani Gavinana (Gav), promosso dall’assessorato alle politiche giovanili e dal Consiglio di Quartiere 3. Nella struttura di via Gran Bretagna da tre anni le associazioni realizzano corsi, stage, spettacoli, mostre e altre occasioni di incontro. Queste le attività proposte per la prossima stagione: Fotografia, Ceramica, Acquerello, Modellato, Candele, Cesteria, Origami, Cottura, Circo, Informatica, Lingua inglese, Corsi di Musica individuali e collettivi, Laboratori coreografici di Teatrodanza e Danza Contemporanea, Recitazione te-
l Grifeo tutto era un divertimento. Anche semplicemente arrivarci poteva essere un piacere per i bambini. Curioso scoprire infatti che negli anni Sessanta e Settanta, oltre che via terra, ci si poteva arrivare anche via acqua... dell’Arno. Esistevano infatti dei barconi che trasportavano, oltre a piccoli veicoli, anche persone. Così, genitori e figli che abitavano dall’altra parte del fiume li utilizzavano per raggiungere la scuola. Il perché della loro scomparsa? Semplice: dal 1979 sono iniziati i lavori del vicino Ponte di Varlungo. V.B.
IL CARTELLONE DEGLI EVENTI
Tra cinema e poesia Proiezione di film e recital di poesie, a cura del Centro Modigliani Sala Paradiso Villa Bandini, via Ripoli 118. Ingresso libero 22 ottobre, ore 21,15, recital di poesia curato da Carlo Ciappi; 28 ottobre, ore 21,15, film Professione reporter, di Michelangelo Antonioni
Nuovo raccordo ciclabile in piazza Ferrucci L’ 11 settembre è stato inaugurato il raccordo ciclabile per “ricucire” la pista di lungarno Ferrucci con quelle di lungarno Cellini (al di là del Ponte San Niccolò) e di viale Michelangelo. Fino ad oggi i ciclisti provenienti da lungarno Ferrucci avevano due alternative per riprendere le piste ciclabili adiacenti: rientrare nella circolazione normale, insieme ai mezzi a motore, oppure compiere il giro della piazza. Con questo intervento, invece, è stata realizzata una pista sulla carreggiata, protetta da un cordolo e con un attraversamento semaforico dedicato. Questo permette la messa in sicurezza dei percorsi da e per il centro storico lungo le direttrici di Firenze Sud, che di recente si sono arricchite della nuova pista in via Villamagna e del percorso ciclabile verso il Girone. I lavori, durati 5 settimane per un costo di circa 25.000 euro, fanno parte di un più complessivo pacchetto di interventi sulle piste ciclabili fiorentine.
INFO: Quartiere 3, tel. 055 2767721-39
NOTIZIE DAL TERRITORIO
A
Cultura
atrale e cinematografica, Laboratorio teatrale e produzione spettacoli teatrali, Nanbudo, Digitopressione Jin Shin Do, Qi gong “Metodo dell’Acqua”, Shiatsu, Shayuquan, Movimento creativo per disabili, Kung Fu, Yoga, Feldenkrais, Karate e arte motoria giapponese, Pa-kua. Meditazione, Tai Chi. Il Gav, via Gran Bretagna 48, è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19; il sabato dalle 9 alle 13. Per informazioni si può telefonare a 055 685741. Le attività e le iniziative proposte dal Gav sono consultabili anche attraverso il link http:// portalegiovani.comune.fi.it/
In breve
Via delle Bagnese sarà adeguata alla nuova viabilità La giunta comunale ha approvato ad agosto il progetto preliminare per l’adeguamento di via delle Bagnese dal bypass del Galluzzo fino al confine comunale con Scandicci. L’opera si rende necessaria per eliminare i punti critici esistenti (la curva stretta in corrispondenza di Ponte all’Asse, le carenze di visibilità negli incroci con le strade secondarie) e per rendere la strada compatibile con i flussi di traffico che saranno generati dagli interventi in corso di realizzazione nel territorio circostante (by-pass del Galluzzo e il previsto collegamento tra viadotto dell’Indiano e raccordo Firenze-Siena). Contemporaneamente sarà realizzato l’adeguamento di tutte le intersezioni con la viabilità circostante, in particolare la rotatoria di raccordo con il by-pass del Galluzzo e l’area d’intersezione con via della Greve (Ponte all’Asse). Costo stimato 7 milioni di euro. Questa resterà comunque una strada extraurbana locale con una corsia per senso di marcia e banchine laterali.
tante. Anche perché ha solo due sezioni in cui si dividono circa una cinquantina di allievi, seguiti da quattro maestre. Addirittura molto spesso le richieste di inserimento sono oltre le nostre possibilità. L’unica differenza, da quando è stato costruito l’edificio scolastico ad ora, sta nel fatto che prima eravamo nella zona più estrema, più rurale se vogliamo, della città di Firenze. Adesso, con l’espansione edilizia, l’isolamento di una volta praticamente non c’è più, ma per fortuna ancora si respira sempre un po’ quell’aria buona di campagna”, fanno sapere ancora dalla Direzione. Per qualsiasi informazione o per dare una mano all’organizzazione della mostra fornendo il proprio materiale, si può telefonare alla scuola d’infanzia Grifeo.
Quando a scuola si andava in barca
Conversazioni Musicali Sala Paradiso di Villa Bandini, via Ripoli 118, ore 17. Ingresso gratuito Guida all’ascolto delle opere in programma nella stagione concertistica autunno-inverno. 15 ottobre, La serva padrona, di Giovan Battista Pergolesi
Corsi per adulti Sono aperte le iscrizioni ai corsi di inglese (vari livelli) per la stagione autunno-inverno. Sede Villa Bandini. Info 333 8015133. Passeggiate di benessere Il Gruppo ‘Salute è Benessere Q.3’ organizza, il terzo sabato di ogni mese, una passeggiata per tenere in esercizio il corpo e ravvivare la socialità. Prossimo appuntamenti: 19 ottobre Il ritorno del ‘Castoro’ Ha riaperto la Ludoteca “ Il Castoro”, con il suo bastimento carico di laboratori, giochi, storie e filastrocche. Ludoteca Il Castoro, Piazza Bartali 3b- Per info tel. Serv.Educativi Q.3, 055.6585130/136
OLIO USATO? C’E’ L’ECOFURGONE
Il primo e il terzo venerdì di ogni mese, ore 8-12, in piazza Bartali (accanto al fontanello) staziona l’ECOFURGONE di Quadrifoglio per il servizio di raccolta differenziata mobile organizzato in collaborazione con il Q.3. Quali tipologie di rifiuti possiamo consegnare? Olio da cucina usato; pile; batterie; farmaci scaduti; toner e cartucce; lampade a basso consumo; piccole apparecchiature elettriche o elettroniche ( radio, telefoni, aspirapolvere etc.). Per info consultare il sito web www.quadrifoglio.org o chiamare il Numero Verde 800-330011
PARLA CON IL PRESIDENTE
Lunedì 28 ottobre, dalle 10 alle 12, il Presidente del Q.3, Andrea Ceccarelli, potrà essere contattato ai numeri 055.2767732 e 055.2767727, al cellulare 327.8958017, all’indirizzo Skype presidente.quartiere.3 o ancora sul suo sito www.andreaceccarelli.it.
8 | Ottobre 2013
#Primo piano
L’inchiesta.1
a spasso nella città del futuro
Viaggio nella Firenze “possibile” del 2023. Tra ipotesi e incognite Gianni Carpini
I
l viaggio nella città del futuro, quella che potrebbe essere Firenze tra un decennio, inizia con una premessa: se tutto fila liscio. Una frase che riassume un fiume di ipotesi: se i grandi progetti non si areneranno tra carte bollate e inchieste della magistratura (vedi le vicende del sottoattraversamento Tav), se i cantieri non affogheranno nelle sabbie mobili della burocrazia e soprattutto se la tanto attesa ripresa economica ci metterà lo zampino (tradotto: ci vogliono tanti soldi, forse troppi in momenti di recessione). Detto questo, in dieci anni Firenze si gioca il ruolo di grande realtà urbana italiana e, perché no, di piccola metropoli
europea. Innanzitutto sui trasporti. Se il capitolo tramvia si sbloccasse, i fiorentini del 2023 potrebbero spostarsi in tram da una parte all’altra della città, dimenticando (almeno in parte) gli ingorghi. Oltre che con Scandicci, la stazione di Santa Maria Novella sarebbe collegata direttamente con l’aeroporto (T2) e Careggi (T3), senza parlare delle altre linee messe in ponte: la 4 Leopolda-Piagge e le varianti per Rovezzano e Firenze sud. Quindi nel 2023 a Peretola si andrà in tram, viaggiando probabilmente verso un hub regionale integrato con Pisa e non verso un piccolo scalo nazionale. Qui entra in gioco la pista parallela-convergente,
vera condizione per il potenziamento dell’aeroporto fiorentino. Dal cielo alla terra: lasciati i binari di superficie ai convogli regionali, tra due lustri nel sottosuolo fiorentino sfrecceranno i treni dell’alta velocità, talpa Monna Lisa e proteste dei comitati permettendo. Il cuore di tutto il sistema sarà la “vela”, ossia l’avveniristica stazione Foster negli ex Macelli: tre piani
378.410
popolazione 2013
coperti da una grande vetrata, che lascerà filtrare la luce fino al livello dei binari, 25 metri sotto la superficie stradale. L’altro tassello è il parco dalle Cascine, allo stesso tempo polmone verde e “orecchio” della città. Da una parte i prati, il centro visite alle ex scuderie, lo spazio culturale nella palazzina dell’Indiano e la nuova passerella per l’Argingrosso; dall’altra piazza Vittorio Veneto con un parcheggio sotterraneo, due ristoranti al posto delle vecchie discoteche e il pezzo forte: il nuovo Teatro dell’Opera con la torre scenica, che permetterà di programmare più opere in contemporanea. Se la città avrà un teatro che si rispetti, presumibilmente gli Uffizi avranno la loro tettoia, bella o brutta a se-
conda dei gusti. Bistrattata da più parti, la pensilina progettata da Arata Isozaki per i Nuovi Uffizi non è mai uscita del tutto dal progetto. E se la cultura non vi affascina, nel 2023 i tifosi viola potrebbero avere uno stadio davvero da Champions: che sia un Franchi “ritoccato” o una cittadella viola nuova di pacca, solo il tempo ce lo potrà dire.
In alto e a sinistra il progetto dell’avveniristica stazione Foster agli ex Macelli: previsti tre piani coperti da una grande vetrata. Qua sotto la pensilina pensata da Arata Isozaki per gli Uffizi
398.754 popolazione 2025
(Fonte: previsioni demografiche dell'ufficio comunale di statistica)
Parla l’architetto
jaff: “puntare sul riuso degli spazi dismessi” R
Un decennio decisivo sotto diversi aspetti: dai trasporti allo stadio e alle grandi opere. Con molti “se”
ecuperare i grandi edifici in disuso e riscoprire le sponde dell’Arno, che deve tornare a essere una priorità: Alessandro Jaff, da luglio presidente dell’Ordine provinciale degli architetti di Firenze, parla della città di domani. Qual è il futuro urbanistico di Firenze? Non possiamo più pensare a una politica urbanistica di tipo estensivo che si sviluppa in una o più zone della città, consumando territorio vergine. Il futuro sta in una completa maturazione verso la città post-moderna: dobbiamo puntare sul riuso dei contenitori dismessi, come le ex caserme o i complessi industriali abbandonati. Cosa ne pensa del nuovo stadio? Come Ordine siamo più favorevoli a un adeguamento e a una riqualificazione dello stadio Franchi, nel rispetto dei
suoi valori storico-architettonici, piuttosto che alla trasformazione dell’area Mercafir. Il modello di stadio proposto per Novoli disegna spazi che difficilmente si integrano con la vita del quartiere. Spostiamoci invece sul fiume. Tra i tanti temi c’è il recupero dell’asse dell’Arno, che attraversa Firenze da un parte all’altra e che oggi viene sfruttato solo per piccole porzioni isolate. Riscoprire non vuol dire cementificare, ma significa immaginare un uso e una funzione compatibili con la natura di questi luoghi e con le problematiche legate al rischio idraulico. Bastano cose semplici, l’abbiamo visto nel piccolo con quello che è successo sulla spiaggetta sotto piazza Poggi. G.C.
Alessandro Jaff, il nuovo presidente dell’Ordine provinciale degli architetti di Firenze
#Primo piano
Ottobre 2013 | 9
L’inchiesta.2
realtà o fantasia? il capoluogo che (non) sarà Ecco quello che potrebbe accadere se tutti i progetti lanciati negli anni arrivassero un giorno a vedere la luce Luca Squarcialupi
A
l mattino una gita sulle scale mobili fino al Forte Belvedere. Il pomeriggio invece è a tutta cultura, davanti alla bianca facciata di San Lorenzo (bianca? Sì, lo scoprirete più avanti). E la sera, per concludere in bellezza, un concerto “galleggiante”, con cantanti e band che si esibiscono sopra a un palco-zattera davanti a lungarno Colombo. Fantascienza? Forse, ma a leggere i giornali (di oggi e di ieri) potrebbe essere questa la giornata-tipo di un fiorentino tra qualche anno. Dalle colonne dei quotidiani
sono passati tanti progetti, alcuni verosimili, altri forse meno: progetti che, se fossero stati (o se verranno) realizzati, sono destinati a cambiare il volto della città. In un futuro anche abbastanza prossimo. In alcuni casi sono naufragati dopo poco (ad esempio il progetto per l’auditorium subacqueo della Fortezza, vedi il box qua sotto), in altri hanno acceso gli animi per poi finire nel cassetto. Ne è un esempio la proposta di rendere meno “nuda” la facciata di San Lorenzo. Il volto della chiesa più antica di Firenze è rimasto incompiuto per secoli: nel
Fortezza
Stop all’auditorium “subacqueo” U n progetto naufragato in una vasca. Il piano di Regione, Provincia e Comune per il recupero della Fortezza da Basso prevedeva un’opera suggestiva: un auditorium da quattromila posti ricavato sotto la fontana dei cigni. Un padiglione denominato “del lago”, con un tetto trasparente che avrebbe dato sul vascone. L’ipotesi progettuale, però, è stata prima bocciata dalla Soprintendenza e poi cancellata dalla variante urbanistica. Niente più sala con vista subacquea, dunque: il nuovo auditorium nascerà in un edificio su due piani, di cui uno interrato, nella zona in cui si trova l’Opificio delle pietre dure. G.C.
Un rendering di come avrebbe potuto essere l’auditorium sotto la fontana della Fortezza da Basso
Cinquecento Michelangelo vinse quello che oggi chiameremmo un concorso internazionale di idee per ridisegnare la facciata della chiesa ma – per colpa dei pochi soldi e di problemi più “politici” – non portò a termine l’impresa. Così, nel 2011, quasi cinque secoli dopo, il sindaco Renzi ha ritirato fuori il progetto durante un consiglio comunale, ipotizzando un sondaggio tra i cittadini. La facciata alla maniera michelangiolesca, per la cronaca, sarebbe in marmo, del tutto simile ai palazzi signorili del Rinascimento. Ma sono state anche tante altre, nel tempo, le idee del sindaco. Una di queste è finita nel dimenticatoio: nel 2007 il “rottamatore”, che ancora non si definiva tale e sedeva sulla poltrona di presidente della Provincia, propose di installare all’altezza di lungarno Colombo una piattaforma galleggiante sul fiume per ospitare concerti e spettacoli teatrali, con le sponde dell’Arno che si sarebbero trasformate in “tribune” per il pubblico. Poi, però, dei concerti a pelo d’acqua si sono perse le tracce. Non è invece tramontata, anzi è di stretta attualità, l’ipotesi di una tramvia sotterranea, con tanto di fermata sotto piazza della Repubblica (vedi box qua a destra). Altra idea tornata alla luce di recente è quella del “Forte-express”: un collegamento comodo, via scale mobili, da San Niccolò fino alla fortezza panoramica. È stato Eugenio Giani, in occasione della riapertura del Forte Belvedere la scorsa estate, a riproporre il suo cavallo di battaglia, lanciato già quando era assessore della giunta Domenici.
Una veduta di Firenze: sono stati tanti, negli anni, i progetti lanciati per la città e (ancora?) non realizzati. Progetti che, se fossero portati a compimento, cambierebbero il volto del capoluogo
L’idea
la tramvia finisce sottoterra? N
ell’esercito delle idee futuribili, questa bussa insistentemente al portone di Palazzo Vecchio. È tornata alla ribalta durante una recente riunione della giunta comunale, al centro della quale sono finiti i piani in vista della fine del mandato. L’ipotesi è quella di interrare la tramvia, almeno nel tratto del centro storico, per rendere possibile la creazione della linea due in formato “maxi”. Il percorso originario (piazza dell’Unità-aeroporto) verrebbe implementato con l’aggiunta di un braccio in direzione sud. Sirio correrebbe così tre chilometri sottoterra. Il tram scenderebbe giù a partire dalla stazione Foster della Tav e salterebbe fuori in lungarno della Zecca Vecchia. In un futuro non molto prossimo potrebbe poi proseguire verso Bagno a Ripoli. Sul progetto pesano però i costi necessari alla realizzazione di questo sogno metropolitano. G.C.
Per la tua pubblicità su il Reporter chiama il numero 055 6585939 oppure invia una mail a info@edizionibunker.it
10 | Ottobre 2013
#Il punto
La “rivoluzione” degli scaffali
librerie, in città si apre un nuovo capitolo
Dopo tanti bandoni abbassati, sono ora in arrivo new entry e piani che ridisegneranno la mappa di queste attività Serena Wiedenstritt
U
n autunno (e una primavera) di novità a Firenze. Dopo tante chiusure, ecco in arrivo nuove librerie e nuovi progetti. A dominare un po’ ovunque è il connubio libri-cibo. Sbarca infatti in città Eataly, del patron Farinetti, negli spazi dell’ex Marzocco, poi diventata libreria Martelli. Dopo le aperture di Torino, Roma e altri piccoli satelliti, a due passi dal Duomo approda un tempio del mangiar bene secondo Slowfood. I lavori procedono a ritmo serrato e l’apertura è prevista per fine novembre. Importanti cambiamenti in arrivo – ma per
Un autunno di novità: a dominare quasi ovunque è il connubio con il cibo
Focus questi sarà necessario attendere la primavera 2014 – anche in casa Feltrinelli. Già presente in città con la libreria di via dei Cerretani e la Feltrinelli International di via Cavour, sono in arrivo altri due punti vendita: uno all’interno della stazione, pensato soprattutto per un pubblico di stranieri, turisti e persone di passaggio in generale, e uno che nascerà sulle ceneri dell’ex Edison. Nel palazzo di piazza della Repubblica sorgerà un Feltrinelli Red, la formula pensata per unire cultura e ristorazione di qualità, già sperimentata a Roma. E poi ci sono altri grandi progetti. L’idea di Mario Curia, amministratore delegato della Mandragora. è quella di riportare in centro i fiorentini. La sua attuazione si è concretizzata dall’estate nella Piazza dei Libri, che ha svoltato i mesi più caldi dell’anno di tanti fiorentini rimasti in città con le proposte di eventi e letture sotto il tendone di piazza della Repubblica. Tendone prorogato per il momento fino a fine ottobre. Per il futuro, una volta sfumata l’idea di “salvare la Edison”, Curia sta lavorando alla ricerca dello spazio adatto per dar vita a una piazza dei
Curiosità
quegli angoli di londra e parigi
L
eggere Shakespeare in inglese e Proust in francese? A Firenze si può, grazie a due librerie storiche e, fortunatamente, ancora molto frequentate. La prima, dal significativo nome Paperback Exchange, si trova in via delle Oche, forse un po’ nascosta ma in linea d’aria proprio dietro al Duomo, e ci si possono trovare volumi classici, moderni, libri per bambini ed editoria specializzata. Non solo, grazie a un vasto assortimento di libri di seconda mano è facile riuscire a portarsi via un’edizione economica senza spendere più di dieci euro. È la meta di molti anglofoni che vivono a Firenze e di tanti che vogliono esercitare la loro conoscenza dell’inglese nel tempo libero leggendo in lingua originale. Aperta nel 1979 da una famiglia inglese, ancora oggi è più facile sentirsi rivolgere la parola in inglese che in italiano e anche questo fa parte del suo fascino. Per i francofoni, o anche in questo caso per chi ama leggere in francese, invece, la scelta non può che cadere sulla Librairie Française de Florence, al piano terreno di Palazzo Lenzi in piazza Ognissanti, attiva in città da oltre trent’anni. Situata proprio sotto l’Institut Français, teatro di mille iniziative lungo tutto l’arco dell’anno, la libreria propone tantissimi titoli, fra quelli più attuali e i classici intramontabili. Nata con l’obiettivo di “coniugare l’atmosfera di una libreria parigina con le esigenze di una clientela variegata e in continua evoluzione”, da qualche anno pubblica sul web il suo catalogo, in modo da poter essere sempre aggiornati, anche a distanza, sui titoli disponibili. S.W.
antiche o meno, ma tutte amate: storia di quelle che hanno chiuso
U
libri “stabile”, con un occhio particolare alla ristorazione e un approccio di stile alla progettazione degli ambienti, grazie alla partecipazione di un architetto. La forma, infatti, sarà importante quanto il contenuto, considerato che Curia pensa a “un luogo aperto, di scambio, dove trovare sì i libri, ma anche il confronto, la compagnia delle persone e di un buon cibo o di un buon bicchiere a un giusto prezzo”. “La nostra sarà una proposta
all day long – continua Curia – pensata per durare dalla colazione al bicchiere della staffa. Al momento come casa editrice Mandragora siamo relegati a un pubblico di turisti, di passaggio, di coloro che ci conoscono grazie ai bookshop dei musei più importanti. La mia aspirazione è quella di farci conoscere dai fiorentini”. E il luogo al momento più accreditato sembra essere l’ex Supercinema di via dei Cimatori.
Nella foto qua sopra il rendering della piazza dei libri “stabile” immaginata da Mario Curia: l’idea è creare “un luogo aperto, di scambio, dove trovare sì i libri, ma anche il confronto”. In basso l’insegna della Edison in piazza della Repubblica
na dopo l’altra, negli ultimi anni, con un’impennata nei mesi più recenti, Firenze ha perso alcune delle sue librerie, alcune storiche, altre più giovani, tutte baluardi di una città della cultura che sta perdendo parte della sua identità. A parte il caso Edison, la cui chiusura ha occupato pagine su pagine della cronaca fiorentina, altri negozi hanno tirato giù il bandone per sempre: in primavera hanno chiuso la libreria Chiari di via dei Servi, nata nel dicembre 2009 e molto amata per l’abbinamento di grandi sconti e titoli di nicchia, e dopo 16 anni di attività la Libreria del Cinema di via Guelfa. Attività terminata, nello stesso periodo, per la libreria Il Parterre di viale Don Minzoni, anche se in questo caso si tratterebbe solo di una scelta dovuta a motivi personali della gestione del negozio (completamente rinnovato nel 2010) che ora è in attesa di un nuovo gestore, mentre l’anno precedente era toccato alla celeberrima Libreria del Porcellino. Il passaggio da quella che era stata fondata nel 1939 come Casa del Libro, poi ribattezzata Libreria del Porcellino dopo la fine della seconda guerra mondiale, a una catena di gelaterie è stato forse emblematico. Costi degli affitti sempre più alti e ricavi in caduta libera sono indicati come causa delle chiusure, salutate con la richiesta di nuovi interventi per salvare la Firenze letteraria e accompagnate dal bilancio dei nuovi disoccupati. E se neanche la Fnac dei Gigli a Campi Bisenzio ha retto più di due anni, nonostante l’abbinata “vecchi libri” e vendita di elettronica, i bibliofili fiorentini hanno forse davvero ragione di iniziare a preoccuparsi. S.W.
#Il punto
Ottobre 2013 | 11
La vicenda
Via Reginaldo Giuliani
la solidarietà nata dal dolore
un tetto per le famiglie dei bimbi malati
T
anta solidarietà dopo tanto dolore. È la storia della Fondazione Bacciotti, creata dai genitori di Tommasino, Barbara e Paolo, dopo la tragedia vissuta in prima persona. La peggiore delle tragedie che possano capitare a un babbo e a una mamma: la morte del proprio figlio. Tommasino è stato portato via da una rara forma di tumore cerebrale particolarmente aggressiva, il pinealoblastoma, che si è manifestata quando il piccolo aveva appena 9 mesi. Hanno lottato, lui e la sua famiglia, ma non ce l’hanno fatta: il 19 dicembre 1999 Tommasino si è arreso alla sua malattia. Da allora Barbara e Paolo hanno deciso di creare un fondo permanente intitolato al loro figlio e dedicato allo studio, alla cura, all’assistenza e all’informazione su questi tumori. I tumori cerebrali infantili, i più crudeli. E sono stati tantissimi, negli anni, i progetti realizzati, le iniziative organizzate, i risultati raggiunti. Attività che hanno aiutato molti bambini e le loro famiglie. E che non si fermano qui, anzi. Perché il cammino della Fondazione prosegue, con sempre più impegno. Per Tommasino, e per tutti gli altri piccoli che hanno bisogno d’aiuto. I.G.
Da poco inaugurata l’ultima struttura del progetto “Casa accoglienza” della Fondazione Bacciotti Ivo Gagliardi
M
olto più di un semplice hotel. Perché per le famiglie che arrivano a Firenze per far curare i loro bambini al Meyer non c’è niente di meglio che trovare una casa ad attenderle. Una casa vera e propria, la “loro” casa, o quasi. Ed è esattamente quello che troveranno (anche) in via Reginaldo Giuliani, dove a fine settembre sono stati inaugurati tre bilocali destinati proprio ai genitori che vengono in città per curare i propri figli. Si tratta della nuova struttura del progetto “Casa accoglienza” della Fondazione Tommasino Bacciotti: i tre appartamenti (uno al piano terra e due al primo piano) sono dotati di tutti i comfort, possono ospitare fino a cinque persone e sono attrezzati anche per dare alloggio ai disabili. Prima di passare alla loro “nuova vita”, questi appartamenti sono stati stati completamente ristrutturati. Come? Con i soldi ricavati
Tanta gente il giorno dell’inaugurazione della nuova struttura del progetto “Casa accoglienza” della Fondazione Tommasino Bacciotti in via Reginaldo Giuliani
Web
tommasino.org Mail info@tommasino.org
dalla vendita del camper utilizzato da Renzi per le primarie dello scorso anno. “Sono felice – ha commentato il sindaco – che i soldi ricavati dalla vendita del camper siano serviti per ristrutturare questi appartamenti”. I proventi dell’acquisto del camper da parte di StartupItalia! sono stati infatti destinati alla Fondazione Bacciotti, il cui obiettivo è quello di raccogliere fondi da devolvere per attività di studio, assistenza e informazione sui tumori cerebrali infantili. “Grazie all’accordo con la Misericordia di Rifredi e la parrocchia di Castello – ha detto Paolo Bacciotti – siamo arrivati a tredici appartamenti che possono ospitare fino a 56 persone ogni giorno: ciò significa ventimila notti gratuite in un anno che vogliono dire risparmi per pernottamenti di oltre 500mila euro per le famiglie, rispetto a un pernottamento in albergo economico”. Nella struttura, che in via prioritaria sarà
destinata ai pazienti neuroncologici, c’è anche una ludoteca per le famiglie ospitate. Perché tutti, grandi o piccini, possano sentirsi veramente a casa.
AMBULATORI DELLA MISERICORDIA DI FIRENZE TEL. 848 81.22.21 • www.misericordia.firenze.it PRENDETEVI CURA DEL VOSTRO SORRISO Da oltre 30 anni ottobre è il mese della prevenzione dentale. Un’occasione importante per valutare lo stato di salute dei vostri denti e ricevere consigli, informazioni e risposte ai dubbi riguardanti la vostra bocca e le regole per una buona igiene dentale quotidiana. A fronte di una grande disponibilità di strumenti efficaci, spesso, non ne corrisponde l’adeguato utilizzo e il giusto ricambio. Si tratta dell’unico programma di prevenzione odontoiatrica, attivo sull’intero territorio nazionale, che permette a tutti i cittadini di effettuare gratuitamente una visita di controllo annuale. Il modo migliore per conservare un sorriso sano e bello è proprio la prevenzione, a cominciare dai bambini. Una regolare visita di controllo è indispensabile non solo per curare i disturbi del cavo orale ma, soprattutto, per evitare che insorgano complicanze più importanti che possono anche compromettere la salute più in generale. Il controllo annuale consente di intercettare i sintomi in modo da intervenire con cure minime. Il trascurare una carie o una gengiva infiammata porta invece a peggiorare la situazione e rendere necessario, nel tempo, interventi più importanti e quindi costosi. Anche gli Ambulatori della Misericordia di Firenze aderiscono a questa importante iniziativa con i Presidi di vicolo Adimari e via del Sansovino. Qui potrete sostenere, gratuitamente, una visita odontoiatrica che potrà essere prenotata tramite call center al numero unico 848-812221 oppure direttamente alle accettazioni dei presidi. Per controllare gli orari delle visite odontoiatriche consultate il sito www.misericordia.firenze.it. Prevenire è meglio che curare ma, soprattutto, un sorriso sano e bello, capace di emozionare e catturare l’attenzione va curato fin dai primi anni di vita.
12 | Ottobre 2013
#Focus
Sicurezza
arno, lavori in corso dopo gli allarmi del 2012
Il fiume torna “osservato speciale”. Interventi anche sul torrente Mugnone Serena Wiedenstritt
È
autunno, e con la fine della bella stagione torna attuale la questione Arno. Il fiume, che d’estate si fa spiaggia e ospita sulle sue sponde attività di vario genere, diventa nuovamente “sorvegliato speciale”. Dopo gli allarmi dello scorso anno, però, sono in corso di attuazione diversi interventi di sicurezza idraulica che fanno ben sperare: “I progetti più significativi – spiegano dall’assessorato all’Ambiente e Difesa del suolo della Provincia di Firenze – rientrano nella realizzazione del sistema di casse di espansione in attuazione del Piano stralcio rischio idraulico. In particolare, per ciò che riguarda il territorio della nostra provincia, i principali interventi in corso sono rappresentati dalla cassa di Figline, opera fondamentale per la messa in sicurezza da eventi come quello del 1966 per la città di Firenze, e dalla cassa dei Renai di Signa, necessaria per la messa in sicurezza dell’intera piana fiorentina”. Per quest’ultima, dopo un lungo periodo di stallo, si stima un costo dei lavori di circa 9 milioni. Attualmente si sta lavorando al completamento del progetto definitivo, per la cui esecuzione verrà fatta una gara. Quanto ai tempi, il prossimo anno dovrebbe essere impiegato per le operazioni di gara e contratto e i lavori, della durata prevista di due anni e mezzo, dovrebbero partire a fine
2014. Tempi più corti, invece, per la cassa di espansione di Figline e quindi per la sicurezza della città: per il primo lotto sono in corso di svolgimento i lavori, mentre per quanto riguarda il secondo è attualmente in corso di redazione il progetto definitivo. Se questo è il futuro, nei mesi scorsi l’attenzione e le risorse dell’amministrazione provinciale si sono concentrate sulla messa in sicurezza di San Mauro a Signa, con due interventi sul Bisenzio, e sul torrente Mugnone. Dopo gli allarmi del novembre 2012 è già stato sostituito il vecchio ponte del Barco, riducendo così in maniera drastica il rischio di esondazioni in quella zona, mentre entro la fine del 2014 dovrebbero terminare i lavori idraulici sul corso d’acqua. Infine, sulle polemiche relative alle questioni Canottieri e Rari Nantes, l’amministrazione provinciale dichiara che “si sta completando un percorso di riqualificazione dei tratti cittadini di riva destra e riva sinistra d’Arno, che hanno visto nei decenni accumularsi manufatti talvolta non compatibili con la normativa riguardante la sicurezza idraulica, con l’obiettivo di restituire alla città tratti di sponde talvolta oggetto di una ‘privatizzazione strisciante’, ma soprattutto di garantire il corretto deflusso nonché la sicurezza e l’accessibilità delle sponde in quanto difese idrauliche”. La partita, insomma, è ancora aperta.
Un tratto dell’Arno: i riflettori tornano ad accendersi sul fiume fiorentino in vista dell’arrivo delle piogge. L’obiettivo è quello di aumentare la sua sicurezza
Il progetto
Meteo
se le sponde diventano classi
un occhio al cielo: “questo autunno sono attese piogge sopra la media”
A
ndare a scuola di Arno e sull’Arno, avvicinandosi al fiume in senso lato e in senso stretto già fin dalle prime esperienze scolastiche, in modo da diventare cittadini consapevoli del valore e delle caratteristiche del fiume, ma soprattutto dei comportamenti corretti da tenere per viverlo in tutta sicurezza. Accade a Firenze, dove sono ripartite, con l’anno scolastico 2013-2014, le attività didattiche del progetto “Arno, un fiume per amico”, promosso dall’Autorità di Bacino del fiume Arno in collaborazione con l’assessorato alla Pubblica Istruzione. Giunto alla terza edizione, il progetto si articola come un percorso per conoscere e approfondire gli aspetti ambientali e le azioni necessarie per rendere più sicuro e vivibile il fiume e il suo territorio. Comprende diversi incontri di didattica frontale, sempre organizzati in forma di gioco per stimolare la curiosità e suscitare l’attenzione dei più piccoli, oltre ad attività di laboratorio e uscite sul fiume. Per sviluppare il progetto, nelle scorse edizioni i ragazzi hanno anche raccolto interviste in famiglia, sia sul tema dell’alluvione del 1966 che su quello della vita col fiume e sul fiume, mentre i più piccoli hanno tradotto in disegni le storie ascoltate dai nonni e dipinto le specie di pesci e volatili che popolano il corso d’acqua. Dal 2010 ad oggi hanno già preso parte alle attività 110 classi e più di 2.300 alunni, e solo nell’ultimo anno scolastico 2012-2013 hanno partecipato all’iniziativa ventuno scuole, per un totale di 34 classi.
P
Tra i progetti che riguardano il corso d’acqua, è tornato anche quest’anno “Arno, un fiume per amico”, rivolto agli alunni delle scuole
S.W.
Web adbarno.it
er la sicurezza dei fiumi e non solo molto dipenderà ovviamente anche da quello che il tempo ci riserverà questo autunno, e da quello che è successo in estate. Per Gianni Messeri, meteorologo del Lamma, “al momento ci attendiamo un autunno con precipitazioni leggermente sopra la media, per merito soprattutto del mese di ottobre”. Ombrello a portata di mano, quindi, anche se dovrebbe andare meglio dello scorso autunno, definito dal Lamma come una “stagione segnalata per piogge molto abbondanti e decisamente sopra la media”. Per quanto riguarda l’estate appena finita, dal Lamma fanno sapere che le precipitazioni sono state sotto la media di circa il 30% su tutto il territorio nazionale, Toscana compresa. S.W.
#Focus
Ottobre 2013 | 13
L’evento
Il campione
“Un’altra mobilità è possibile”: il Mondiale cambierà firenze?
Bartali, una medaglia da appendere all’anima
L’esame iridato è stato superato a pieni voti. Renzi lancia la sfida: “Se anche solo un fiorentino su dieci mollasse l’auto la città svolterebbe” grandi campioni onori e tributi non sono mancati. Guidata dal ct Paolo Bettini, la nazionale al gran completo ha fatto visita ad Alfredo Martini nella sua abitazione di Sesto Fiorentino alla vigilia delle gare, per raccogliere consigli e un “in bocca al lupo” speciale da una colonna delle due ruote. A ricordare le vittorie del “Ballero”, scomparso tragicamente nel 2010 durante una gara di rally, e quelle di “Ginettaccio”, da oggi ci penseranno invece due statue, scoperte in occasione delle corse iridate. Quella per Ballerini, in particolare, è stata collocata proprio di fronte al Mandela Forum, a pochi metri dal traguardo delle dodici gare del Mondiale, a strizzare l’occhio ai campioni all’arrivo in volata.
Natalia Binagli
A
ltro che disastro, è stata una festa. E se il titolo iridato alla fine l’ha vinto il portoghese Rui Costa, una medaglia speciale va alla città di Firenze per come ha accolto il mondiale di ciclismo. Poche auto in giro, strade insolitamente sgombre, piste ciclabili riscoperte dai biker urbani per una settimana intera. Qualche polemica, specie dai commercianti della “zona rossa” di Campo di Marte e delle Cure, che si sono sentiti penalizzati dalle transenne del circuito di gara e che hanno stimato perdite fino al 50%, compensata però dagli alberghi al completo. Alla fine il clima di festa ha prevalso. E l’unica cosa che ha rischiato di rovinare tutto è stata la pioggia battente dell’ultimo giorno: partiti in più di duecento, solo cinquanta corridori hanno tagliato il traguardo, decimati da cadute sull’asfalto bagnato che non hanno risparmiato nemmeno il favorito azzurro Vincenzo Nibali, alla fine fuori dal podio per un soffio, in quarta posizione. “Hanno vinto i fiorentini perché hanno dimostrato che se vogliono possono vivere meglio la città”, ha esultato il sindaco Matteo Renzi, che si è detto “orgoglioso di essere il sindaco di una città che non ha paura del futuro”. TRAFFICO Chi si aspettava che la città negli otto giorni del mondiale, dal 22 al 29 settembre, impazzisse tra ingorghi, file chilometriche e deviazioni stellari, è rimasto deluso. Rimarranno nella storia i cartelli stradali “tarocchi” con indicazioni esilaranti e agghiaccianti come, ad esempio, “per Gavinana 900 km” o “per Campo di Marte passare dalla Luna”, coniati dai tanti cittadini che con un po’ di preoccupazione e molta ironia si sono ritrovati nel gruppo Facebook “Vittime dei Mondiali di ciclismo a Firenze”. Ma alla fine tutto è filato liscio. Qualche disagio per il traffico nei giorni caldi delle corse, ma nel complesso si può dire che l’esame iridato sia stato superato a pieni voti. “Doveva essere un disastro, invece è stata una festa – è stato il commento di Renzi
270 – abbiamo registrato una diminuzione del traffico in città del 16 per cento”. Se i provvedimenti di viabilità hanno funzionato, il merito è stato anche dei fiorentini che, nonostante i “brontolii”, si sono adeguati. E per una settimana hanno lasciato l’auto in garage preferendole bici, mezzi pubblici o lunghe scarpinate a piedi, anche a costo di qualche sacrificio. Così, dopo la corsa mondiale, sono in tanti a sperare che la città ora si impegni per far diventare la mobilità sostenibile indotta dalla competizione sportiva una buona abitudine, anziché archiviarla alla voce “bel ricordo”. “Voglio dire grazie a Firenze che ha risposto con grande entusiasmo all’appuntamento e ha guadagnato non solo visibilità internazionale ma anche vivibilità, dimostrando che una mobilità alternativa è possibile”, ha detto Renzi, che poi ha lanciato la sfida: “Se riuscissimo a convincere anche solo un fiorentino su dieci, tra quelli che usano la macchina, a mollare l’auto, la città svolterebbe”. NUMERI MONDIALI Nonostante il maltempo nel giorno più atteso, le presenze non sono mancate lungo il percorso iridato. Solo per la gara di
chiusura sono stati 270mila gli appassionati che si sono assiepati sotto l’acqua a bordo strada. Per trasmettere in mondovisione il passaggio dei campioni sotto al Campanile di Giotto – solo uno dei tanti scorci monumentali e paesaggistici mozzafiato offerti dalle gare di Toscana 2013 – si sono messe al lavoro 179 televisioni straniere. Migliaia i volontari e i tecnici scesi in campo per accogliere il pubblico coloratissimo e i mille atleti provenienti da un’ottantina di Paesi diversi. Un grande spiegamento di forze che è valso la candela: si calcola che ammontino ad alcune centinaia di milioni le ricadute economiche del Mondiale sulla Toscana. Senza parlare degli investimenti sulle strade: dodici milioni di euro solo in città, serviti per rimettere in sesto circa 40 km di viabilità e piste ciclabili, quest’ultime arrivate a quota 87 km e da ora in poi dotate, grazie alla competizione iridata, di ricuciture importanti come quella di piazza Ferrucci. I GRANDI DEL PASSATO A fine gare resta il rimpianto per la mancata vittoria azzurra nella Toscana di Martini, Bartali e Ballerini, a cui il Mondiale è andato in dedica. Ma per questi
Il trionfo del portoghese Alberto Rui Faria Da Costa, che ha battuto in volata lo spagnolo Joaquin Rodriguez sul traguardo di viale Paoli
mila
SPETTATORI PER LA GARA IN LINEA UOMINI ELITE
“I
l bene si fa ma non si dice, e certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”. Lo ripeteva sempre “Ginettaccio” Bartali, gambe forti e cuore grande, campione in sella e nella vita. Chissà allora cosa direbbe oggi, dopo aver ricevuto uno dei riconoscimenti più preziosi, la proclamazione a “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem, il Sacrario della Memoria di Gerusalemme, per aver salvato la vita, in gioventù, a centinaia di ebrei. Carattere schivo, umile per natura, non amava parlare di quelle vere e proprie imprese di cui fu protagonista, insieme alla sua bicicletta, durante la Seconda Guerra Mondiale. Approfittando della libertà di movimento che gli allenamenti gli garantivano, “Ginettaccio” trasportava, nascosti sotto il sellino della sua fedele due ruote, documenti e carte che aiutarono ottocento ebrei a sfuggire allo sterminio nazifascista. Un’attività di corriere, quella del campione, svolta all’interno della rete di salvataggio nata intorno al rabbino di Firenze Nathan Cassuto e all’arcivescovo Elia Angelo Dalla Costa. Che adesso, dopo lunghi anni, viene riconosciuta e premiata con la massima onorificenza della comunità ebraica. Un’emozione doppia, arrivata proprio nei giorni del mondiale di ciclismo nella sua Firenze. Una delle medaglie più belle da appendere all’anima. N.B.
Solidarietà
I frappè dei facchini per i bambini del Meyer
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e due ruote sono state le protagoniste indiscusse, ma al mondiale di ciclismo ha trovato casa anche la solidarietà. Che, con i facchini della Mercafir di Novoli, riuniti nella storica cooperativa Cft, ha fatto rima con “frullati”. Proprio così. La cooperativa, per tutta la durata delle gare iridate, è stata presente alla cittadella commerciale, ospitata nello stadio del rugby, con un colorato chiosco di frappè, macedonie e panna fresca, il cui ricavato è stato interamente devoluto all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. “Siamo alla soglia del 40esimo anno di vita della nostra cooperativa – ha spiegato il presidente di Cft Leonardo Cianchi – e ci piaceva l’idea di brindare partecipando in maniera attiva a un evento come il Mondiale di ciclismo, che per una settimana ha reso la città capitale internazionale dello sport. Ancor di più ci piaceva l’idea di festeggiare facendo noi un regalo a qualcuno. Subito abbiamo pensato al Meyer, che ogni giorno è impegnato nella sfida più importante: far ritrovare il sorriso ai bambini”. Alla fine, grazie alle merende a base di frutta andate a ruba tra gli sportivi e gli amanti dei pedali arrivati da mezzo mondo, sono stati devoluti al Meyer duemila euro.
Il vicesindaco e assessore allo sport Stefania Saccardi si gusta un frullato allo stand di Cft
14 | Ottobre 2013
#Società
La realtà
Se il manicomio lascia spazio all’arte Al numero 12 di via di San Salvi si trova la Tinaia, centro di attività espressive che ha visto passare al suo interno diversi pittori di talento Giulia Righi
A
nno 1964, in Italia sta cominciando quel cammino che avrebbe portato pian piano alla chiusura definitiva dei manicomi. All’ospedale psichiatrico di San Salvi il dottor Franco Mori, con l’aiuto di due infermieri, un medico volontario, un assistente sociale e alcuni amici, decide di aprire un “laboratorio espressivo”. L’obiettivo dello psichiatra è chiaro: sperimentare con un gruppo di degenti l’effetto positivo di attività artistiche come la ceramica, il disegno e la pittura. Tutto questo fuori dai confini del manicomio, in uno spazio alternativo rispetto a quello del reparto. Negli anni,
poi, il centro si sposta sul territorio, fino al febbraio del 1975, quando viene inaugurato un atelier vero e proprio. Un luogo in cui l’arte è la padrona incontrastata, non più mero esercizio ripetitivo ma creazione pura. È così che nasce “La Tinaia”, realtà vivace dell’arte fiorentina, casa di pennelli brillanti sfuggiti alla costrizione degli istituti per la salute mentale e oggi uno dei più prestigiosi centri di “Outsider Art” d’Italia. Il suo nome deriva dal passato del posto, ricordando quando questo era un deposito per tini. Negli anni, in questa struttura sono passati artisti di talento che hanno lasciato, più che un segno, un trionfo di
colore. “Abbiamo circa quindicimila opere archiviate sul database e visibili su internet, ma sono circa un terzo del totale di quelle prodotte dagli anni Settanta ad oggi. Negli anni, alla Tinaia sono passati centinaia di artisti: una ventina di loro possono essere considerate personalità artistiche significative”, spiega Maika Cavarretta, vicepresidente dell’associazione “La Nuova Tinaia Onlus” ed educatrice della Cooperativa Di Vittorio. Alcune opere degli artisti del centro sono infatti ospitate in collezioni pubbliche e private di Art Brut (come la “Collection de l’Art Brut” di Losanna o L’Aracine di Parigi), e negli anni si sono
Nella foto sopra: l’interno del centro di attività espressive “La Tinaia”. Sotto le opere realizzate da alcuni artisti della struttura: 1. Franca Settembrini, Calimero, pennarello su carta, mis. 70x50 cm 2. Guido Boni, La Signora Maleci, acrilico su carta, mis. 100x70 cm 3. Marco Biffoli, La Gioconda, tecnica mista su tela, mis. 100x70 cm
Web
succedute oltre centocinquanta esposizioni. Nel 2002 è poi nata l’associazione “La Nuova Tinaia Onlus”, per valorizzare passato, presente e futuro di questo particolarissimo luogo, mentre oggi la Tinaia è inserita
la libera espressione artistica viene considerata un momento prezioso del percorso riabilitativo di ogni paziente. Non resta dunque che andare a scoprirla di persona: la Tinaia si trova in via di San Salvi 12.
all’interno della rete dei servizi di salute mentale del Quartiere 2. Sono quindici, attualmente, gli artisti attivi al suo interno, che frequentano i laboratori e si occupano della cura delle opere archiviate. E oggi come allora
latinaia.org Telefono 055.6933578
#Società
Ottobre 2013 | 15
“Piedelibero ri-cicli”
e Dal carcere escono biciclette di “marca” Creato un brand per rendere unici i mezzi prodotti nelle officine delle strutture penitenziarie fiorentine Ivo Gagliardi
A
“Piedelibero” in bicicletta. Si chiama proprio così (“Piedelibero ri-cicli”) il progetto “salito in sella” in città alla vigilia dei mondiali di ciclismo. Di che cosa si tratta? Di un “Milleunabici 2.0, ovvero la continuazione di un progetto sociale targato Firenze che amplia i propri orizzonti”, ha spiegato il vicesindaco Stefania Saccardi. Il progetto Milleunabici aveva preso vita nell’aprile del 2000 per mano di Istituto penale di Sollicciano, Comune di Firenze e Cooperativa Ulisse: le biciclette abbandonate, provenienti dai depositi comunali, sono state da allora riparate e restaurate dai detenuti nelle officine del carcere fiorentino, per essere poi rimesse in circolazione. Ora il salto di qualità. Ha preso infatti
Tre i modelli in vendita, con prezzi da 40 a 380 euro. E presto arriveranno altri oggetti
vita l’iniziativa che unisce etica ed estetica e che ha visto la creazione di un marchio per rendere uniche e riconoscibili le biciclette prodotte nelle officine del carcere di Sollicciano e dell’istituto penale minorile Meucci: “Piedelibero ri-cicli”, appunto. Attualmente sono tre le officine in funzione: a Solliccianino, al Meucci e nella struttura della cooperativa Ulisse, accanto al ponte della tramvia. Dieci le persone che ci lavorano, fra cui tre minori, e circa seicento le biciclette vendute ogni anno. Laboratori e fucine di creatività dove si assemblano, si creano e si realizzano le due ruote Piedelibero, dove i giovani si
formano, dove si producono artigianalmente mezzi di qualità e dove si “costruiscono”, allo stesso tempo, opportunità concrete per il reinserimento sociale degli ex detenuti. E tre sono anche i modelli di bici “Piedelibero” in vendita: quello base, ovvero le classiche biciclette vendute finora, con prezzi da 40 a 70 euro; il medio, bici nuove assemblate (tre tipi da 180, 240 e 280 euro) e il modello top, biciclette riassemblate con pezzi originali ed esclusivi, prodotti di artigianato dal prezzo di 380 euro. Il sindaco Matteo Renzi è stato fra i primi ad acquistare uno di questi mezzi: ha scelto una bicicletta da uomo blu con ruote rosse.
“Del tema delle carceri – ha sottolineato il primo cittadino – si parla spesso quando ci sono eventi negativi: ma i problemi nazionali non si affrontano con provvedimenti ‘una tantum’ ma con operazioni e sfide culturali ed educative. Per questo siamo felici di promuovere questa iniziativa bellissima con la cooperativa Ulisse che da tanti anni lavora con i ragazzi del carcere e che ora vede la nascita di un brand di prodotti che verranno commercializzati”. E “Piedelibero” non si ferma qua: l’obiettivo è quello di trasformarlo nel brand identificativo di tutti gli oggetti che, in un prossimo futuro, saranno prodotti all’inter-
Una delle biciclette “Piedelibero ri-cicli” in vendita: l’iniziativa nata da poco in città vuol unire etica ed estetica. A sinistra la presentazione del progetto
no delle strutture penitenziarie fiorentine. A iniziare dai gadget e dagli accessori legati alla bicicletta. Perché i mondiali di ciclismo sono ormai finiti, ma le due ruote a pedali vogliono continuare a essere protagoniste in città.
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16 | Ottobre 2013
#Cultura
Teatro Verdi
Rifredi
I Negrita: “Noi, firenze e i maestri Litfiba” La band aretina si racconta tra passato e presente. Mentre (ri)parte con un album e un tour acustico Enrica Cinaschi
S
ono diventati grandi, i Negrita. Amano ancora i palcoscenici dei festival, le tournée infinite e gli atteggiamenti da rocker navigati, ma hanno anche deciso che era arrivata l’ora di provare un’esperienza nuova, fatta di chitarre acustiche e atmosfere intime, di gente che ascolta in silenzio, di palchi scricchiolanti e arrangiamenti da “adulti”. Dopo il successo di Unplugged, tour nei teatri conclusosi all’Arcimboldi di Milano, la band di Arezzo ha deciso di replicare, ricominciando a girare il bel paese con la stessa formula, a partire da questo mese. Tra le primissime tappe c’è proprio Firenze, dove si esibiranno il 18, al Verdi. “Il rock ci ha sempre dato dei brividi – raccontano i componenti del gruppo a Il Reporter – ma la dimensione acustica è un ottimo banco di prova per noi. Ci sta piacendo molto”. “È diverso anche l’approccio, nei palazzetti guardi dall’alto il pubblico, a teatro sei completamen-
La formazione dei Negrita al completo. I rocker di Arezzo, reduci dal successo dell’ultima tournée, hanno deciso di replicare ripartendo da un tour nei teatri. Saranno a Firenze il 18 ottobre
to immerso, si vede gente fino a molto sopra di te. Si respirano tradizione, classicità, intimità”. Uscito una manciata di settimane fa, ad accompagnare il tour Unplagged c’è anche Déja Vù, album in studio ispirato proprio alla recente esperienza live nelle sale di tutta Italia. Il disco, che contiene anche due inediti, è un viaggio emozionale attraverso i più grandi successi dei Negrita, riarrangiati in versioni inedite semi-acustiche, in grado di esaltare l’energia, il sound, l’atmosfera e la ricercatezza che da sempre contraddistinguono la band. Insomma, di strada ne hanno fatta i ragazzi (tra studi di registrazione e tournée), ma senza abbandonare le loro origini, spostandosi a Firenze di quando in quando. “Noi del nucleo storico (Pau, Drigo e Cesare, ndr) abbiamo studiato Architettura a Firenze. Già all’epoca suonavamo e abbiamo registrato il nostro primo album negli studi dei Litfiba, dei veri e proprio maestri
Web
teatroverdionline.it boxofficetoscana.it
per noi. È stato in assoluto uno dei periodi più belli della nostra vita. Abbiamo aperto alcuni dei loro concerti, un grandissimo onore per noi, era come lavorare coi genitori di chi fa rock in Italia”. Amante della sua terra ma sempre alla ricerca di stimoli nuovi, la band di Pau è molto maturata negli ultimi anni. “L’album L’uomo sogna di volare e il singolo Rotolando verso sud (era il 2005, ndr) segnano un po’ uno spartiacque tra il prima e il dopo. Durante il lungo viaggio in Sud America che ha preceduto l’uscita del disco ci siamo lasciati contaminare da influenze nuove, e da quel momento è cominciato un approccio diverso alla musica. Da quel viaggio è cominciato un nuovo corso per la band, che non è più solo i Negrita del rock, ma qualcosa di più”. Qualcosa che ha imparato a fare rima anche con i teatri e con i pubblici molto esigenti che hanno consacrato il loro successo. A suon di un sold out dietro l’altro.
Pergola
Lumière
La mostra
evergreen e Prime nazionali
il coraggio della cultura in scena nel q3
A palazzo Pitti sbarca il mondo fantastico di antonio possenti
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I
D
iciotto spettacoli, cinque prime nazionali e un fiume di personaggi di prim’ordine. E allora, che Pergola sia. Si alza il sipario sulla stagione 2013-2014 della Fondazione, con un cartellone da non lasciarsi sfuggire. Da quest’anno, poi, la Pergola si accredita anche come luogo di crescita progettuale e prospettica di alcuni spettacoli, che iniziano da Firenze il loro iter produttivo completando e perfezionando in teatro gli allestimenti prima del debutto assoluto. In programma, cinque prime nazionali: I pilastri della società di Ibsen diretto da Gabriele Lavia, che inaugura la stagione il 5 novembre, Giocando con l’Orlando con Accorsi e Baliani, Una pura formalità di Tornatore diretto e interpretato da Glauco Mauri, Servo per due di Pierfrancesco Favino e Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg, per la coppia Chiara Francini ed Emanuele Salce. In residenza anche il riallestimento per la nuova tournée della Coscienza di Zeno di Maurizio Scaparro. La stagione, invece, si compone come di consueto delle migliori produzioni del teatro italiano e attraversa spettacoli che leggono con intenzione coraggiosa i classici, come Le voci di dentro di Toni Servillo o RIII - Riccardo III di Alessandro Gassman e il John Gabriel Borkman diretto da Piero Maccarinelli. Spettacoli che riflettono su inquietudini mai sopite del passato recente, come ‘Na specie de cadavere lunghissimo, il Pasolini di Fabrizio Gifuni e il Craxi dipinto da Vitaliano Trevisan in Una notte in Tunisia, con Alessandro Haber. C’è la grande letteratura italiana, con Zeno e le scintillanti Operette morali riviste da Martone. C’è Filippo Timi di ritorno col suo Don Giovanni. C’è un riapprodo pirandelliano per Federico Tiezzi, il Non si sa come con Sandro Lombardi, e l’attesa per Il giuoco della parti di Roberto Valerio. Non manca la commedia con la riedizione de L’importanza di chiamarsi Ernesto di Gleijeses, l’inedito Lo Monaco in Non è vero ma ci credo di Peppino De Filippo ed Eros Pagni e Tullio Solenghi nei panni dei Ragazzi irresistibili di Neil Simon. B.B.
Pierfrancesco Favino sarà a teatro dal 26 novembre al 1° dicembre con “Servo per due”, tratto da “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni e riadattato dall’attore stesso
Web teatrodellapergola.it Tel 055.22641
iccole realtà crescono, a suon di coraggio e intraprendenza. È il caso del Lumière, “giovane” realtà fiorentina che quest’anno torna con grandi nomi del teatro italiano, tra contemporaneità, impegno e brio. Un cartellone ricco e variegato, fatto di prime nazionali, firme eccellenti e novità assolute. Tra i protagonisti spiccano i nomi di Corrado d’Elia, Mariella Nava, Anna Meacci, Paola Quattrini, Milena Miconi, Ennio Coltorti, Michele. E poi la Ginestra, Marco Morandi, Michela Andreozzi e molti altri. E per il direttore artistico Marco Predieri arriva il debutto in veste di autore. Qualche titolo? “Novecento”, ispirato al capolavoro di Alessandro Baricco e portato in scena da Corrado d’Elia, oppure la performance di Mariella Nava insieme ad Anna Meacci, o anche “Non c’è due senza te”, con i due figli d’arte Marco Morandi e Carlotta Proietti. Per info: www.teatrolumiere.it. L.V.Z.
colori e i personaggi fantastici che popolano l’universo onirico di Antonio Possenti tornano a farsi ammirare dal pubblico. Si svolgerà nella Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, nell’Andito degli Angiolini, dal 26 ottobre al 15 dicembre, la mostra Della magia e dello stupore, con le opere dell’artista lucchese facenti parte della collezione della Banca di Cambiano. La mostra propone un percorso espositivo semplice ma empatico, dove leggere la grammatica della pittura possentiana in un dialogo affascinante tra museo antico e arte contemporanea, sottolineato anche dal design degli arredi e delle cornici, elementi appositamente pensati e realizzati per interagire sommessamente con i fantasiosi linguaggi formali dell’artista. Le opere testimoniano un Possenti che continua a provare stupore verso il bene e il male, che si pone di fronte alle cose come se avesse mantenuto lo stato dell’infanzia. B.B.
cento candeline ricordando monni e cerami
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on è da tutti arrivare a spegnere cento candeline. A Rifredi succede, e la nuova stagione si apre festeggiando il primo secolo di vita del teatro e i primi dieci anni dal riconoscimento da parte del Ministero dei beni culturali come teatro stabile per l’innovazione per le nuove generazioni. Insomma, questo 110 e lode (come si legge nell’ironico titolo della stagione) è proprio un traguardo meritato. Ne sa qualcosa Giancarlo Mordini, direttore artistico e anima del teatro che da ventotto anni, con la compagnia stabile Pupi e Fresedde, porta avanti un lavoro costante di ricerca e qualità. “Cerchiamo sempre – racconta Mordini – di dare spazio ad attori nuovi, ma anche a presenze ormai rodate del palcoscenico, andando incontro agli interessi di un pubblico molto eterogeneo”. Pubblico che negli anni ha regalato a Pupi e Fresedde grandi soddisfazioni. E, visto l’importante anniversario, il cartellone di quest’anno non poteva che essere molto speciale, con alcune new entry, graditissimi ritorni e momenti (più che dovuti) dedicati al ricordo. Fari puntati sulla memoria di Vincenzo Cerami (che verrà ricordato dalla figlia Aisha insieme a Marco Cocci con una lettura del romanzo Amorosa presenza) e dell’indimenticato Carlo Monni (che a Rifredi era di casa), che “tornerà” sul palco il 22 maggio, in occasione del primo anniversario della sua scomparsa. E poi ci sarann Serra Yilmaz con Hotel Bosforo, Lucia Poli e La grammatica di Dio di Stefano Benni ed Ennio Fantastichini che salirà sul palco per “Beniamino”. E ancora Alessandro Benvenuti e il suo best of e gli spagnoli Yllana con uno spettacolo mai visto prima, Muu!, dedicato a corride e toreri. E poi ancora Nicola Zavagli e il suo omaggio a Vasco Pratolini, Sergio Forconi in Gaetano il mago di San Frediano e la compagnia di danza del teatro con Giselle. L.V.Z.
#Cultura
Ottobre 2013 | 17
L’anniversario
Un secolo di storie con i ragazzi di pratolini Ludovica V. Zarrilli
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ento anni fa Firenze era sicuramente una città diversa. E in quella città lontana nacque lo scrittore che più di ogni altro ne seppe raccontare i sapori e gli odori, i vicoli e le miserie, le piccole gioie di quartiere e i grandi drammi del Novecento. Le case, le chiese, gli incroci, i volti della gente. Era questo che faceva di Vasco Pratolini, nato a Firenze il 19 ottobre del 1913, uno scrittore straordinario, con la capacità di dipingere la città come se fosse un affresco, come se dentro le pagine ci fossero fotografie un po’ sbiadite. È per ricordare lui, i suoi personaggi e i suoi luoghi (che sono anche i “nostri” luoghi e che sono ancora tutti lì, magari un po’ sgualciti, cambiati, talvolta migliorati, ma ancora tutti al loro posto) che Il Reporter ha deciso di dedicargli questo spazio. Rubando qualche passaggio ai suoi romanzi più famosi e celebrandone il ricordo tra via del Corno e San Frediano.
CRONACHE DI POVERI AMANTI
METELLO
Il rione di San Frediano è di là d’Arno, è quel grosso mucchio di case tra la riva sinistra del fiume, la Chiesa del Carmine e le pendici di Bellosguardo; dall’alto, simili a contrafforti, lo circondano Palazzo Pitti e i bastioni medicei; l’Arno vi scorre nel suo letto più disteso, vi trova la cura dolce, ampia e meravigliosa che lambisce le Cascine. Quanto v’è di perfetto, in una civiltà diventata essa stessa natura, l’immobilità terribile e affascinante del sorriso di Dio, avvolge San Frediano, e lo esalta. Ma non tutto è oro quel che riluce.
Metello Salani era nato a San Niccolò, ma fino ai quindici anni, non vi aveva mai abitato. La sua famiglia era di quel Rione, e ciascuno ha le discendenze che si ritrova. Suo padre, renajolo, era stato anarchico e tutti, tra piazza de’ Mozzi e la Colonna, l’avevano conosciuto per la sua bassa statura e il suo pugno proibito. Lo chiamavano Caco, e non perché quella gente sapesse di mitologia, ma per via del gruppo di Bandinelli ch’è sotto Palazzo Vecchio, e per dire ch’era uno che soltanto un Ercole l’avrebbe potuto castigare.
Ha cantato il gallo di Nesi carbonaio, s’è spenta la lanterna dell’Albergo Cervia. Il passaggio della vettura che riconduce i tranvieri del turno di notte ha fatto sussultare Oreste parrucchiere, che dorme nella bottega di via dei Leoni, cinquanta metri da via del Corno.
IL QUARTIERE
Noi eravamo contenti del nostro quartiere. Posto al limite del centro della città, il Quartiere (di Santa Croce, ndr) si estendeva fino alle prime case della periferia, là dove cominciava la via Aretina, coi suoi orti e la sua strada ferrata, le prime case borghesi, e i villini.
LE RAGAZZE DI SAN FREDIANO
Vasco Pratolini in uno degli scatti più celebri
Sulle tracce dello scrittore
A spasso per un giorno nei luoghi di vasco I
l mondo narrativo di Vasco Pratolini è profondamente legato al tessuto urbano di Firenze vista in anni delicati, quelli tra l’inizio del Novecento e il 1950, in cui l’aspetto della città cambia radicalmente e il significato di alcuni quartieri popolari del centro storico muta in maniera profonda. Il Teatro della Pergola propone un itinerario all’insegna dei luoghi di Pratolini (19 ottobre e 2 novembre, ore 10.30, ritrovo in piazza Santa Croce, accanto alla fontana), sfogliando alcune pagine e osservando come nel tempo questi stessi luoghi siano divenuti qualcosa di diverso, pur sen-
Torna la Rassegna LeggeRe peR non DimenTicaRe quest'anno alla sua XiX edizione con il tema de “la responsabilità” BiBLioTeca DeLLe oBLaTe Ore 17.30 Sala Conferenze Piano terra
za perdere l’affascinante impronta originaria. Da Santa Croce, dove si svolge Il quartiere, alla mitica via del Corno, fino al Cestello, dove si ritrovano i compagni di Metello, e a San Frediano, con le sue ragazze. B.B.
Web fondazioneteatrodellapergola.it Tel 055. 2264312 Mail museo@teatrodellapergola.com
ni, segue il 14 ottobre Filosofia e scienza con Paolo Parrini, 21 ottobre essere e divenire nella filosofia antica con Francesco Ademollo, 28 ottobre etica e politica nel medioevo con Gianfranco Garfagnini. 11 novembre Sergio Vitale: in cammino. Una Filosofia Dell’esperienza. mercoledì 16 ottobre Gianluca Bec- 18 novembre sergio givone: Un’altra caria presenta alti su di me. maestri filosofia. Una filosofia dell’altro e metodi, testi e ricordi. Venerdì 18 ottobre Sandra Bonsanti Ciclo di conferenze alle frontiere presenta il gioco del grande potere. dell'aldilà” a cura della Commissione mercoledì 23 ottobre Remo Cesera- Cultura e Ass.Archeofisica. ni e Danilo Mainardi presentano L'uo- Venerdì 11 ottorbe ore 21.00 il Barmo, i libri e altri animali. Dialogo do Thodol Il libro tibetano dei morti tra un etologo e un letterato. con Daniele Corradetti. mercoledì 30 ottobre Arnaldo Benini Venerdì 18 ottobre ore 21.00 il libro presenta La coscienza imperfetta. dell'uscita a giorno Il libro Egiziano dei morti con Franco Naldoni. Dal 7 ottobre al 18 novembre tutti Venerdì 25 ottobre ore 21.00 prei lunedì alle ore 18.00 nella Sala della sentazione del libro di Tommaso PalaColombaria (piano terra) appunta- midessi il libro cristiano dei morti mento con... un'ora con la filoso- con Alessandro Mazzucchelli fia ciclo di incontri promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di paLazzo STRozzi aLLe oBLaTe Firenze e dall'Università di Firenze a 12 novembre ore 18.00 Sala Concura di Roberta Lanfredini, professore ferenze. Franziska Nori presenta Terdi filosofia teoretica dell'Università di ritori instabili. confini e identità Firenze. Primo appuntamento lunedì nell'arte contemporanea in occasio7 ottobre. Tema dell'incontro mente ne della mostra Avanguardia Russa la e corpo, relatrice Roberta Lanfredi- Siberia e l'Oriente.
oBLaDi' iL SaBaTo Dei BamBini SaBaTo 19 ottobre ore 16,30 in Viaggio VeRSo iL pianeTa panDa Lettura e laboratorio di invenzioni creative a partire da oggetti d'uso comune. Siamo alla ricerca di un pianeta dove gli abitanti vivano in perfetta armonia con la natura! Letture dal libro di Luca Novelli, il professor Varietà. Sostieni il sostenibile, Editoriale Scienza. Per bambini dai 7 ai 10 anni. A cura dell'Associazione Scioglilibro. gioVeDi' 31 oRe 16,30 - SpeciaLe HaLLoWeen! DUe peRSonaLiTÀ, ma Un SoLo TeSoRo Il giorno di fondazione della biblioteca uno strano bibliotecario ha nascosto un ricco tesoro. Per trovarlo dovrai scoprire il suo tremendo segreto: sei abbastanza audace e coraggioso? Gioco letterario basato sul libro di Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, Alia. Per ragazzi dai 12 ai 14 anni. Tutte le iniziative sono gratuite su prenotazione.
BiBLioTeca DeLLe oBLaTe. Via DeLL’oRiUoLo, 26 FiRenze. WWW.BiBLioTecHe.comUne.Fi.iT
18 | Ottobre 2013
#Fiorentina Il calendario
viola, IL MESE DELLA VERITÀ O
ttobre dirà chi è veramente questa Fiorentina. Un ciclo di gare che misurerà ambizioni e forza della squadra di Montella. A partire dalla Partita con la P maiuscola. Dopo la pausa per le nazionali, si riprende infatti con Fiorentina-Juventus (20 ottobre): nella passata stagione, al Franchi, i viola giocarono una grandissima gara senza trovare la via del gol, non riuscendo così a vendicare il pokerissimo che i bianconeri riuscirono a rifilare nell’annata precedente alla più brutta Fiorentina di sempre. I tifosi chiedono una vittoria, magari da dedicare a chi, un po’ di tempo fa, ha fatto vincere i viola negli ultimi istanti di una gara contro la Vecchia Signora: Stefano Borgonovo, scomparso da pochi mesi ma per sempre nel cuore dei tifosi gigliati. Poi, dopo la trasferta di Verona contro il Chievo, in programma c’è un altro big match, che riporta alla mente la lontana sfida Baggio-Maradona. A trovarsi di fronte, questa volta, saranno Pepito Rossi e Higuain, nel match in programma nel turno infrasettimanale di mercoledì 30 ottobre. Tutta la verità in un mese, dunque. O quasi.
I tifosi viola attendono con trepidazione la sfida alla Juventus, in programma questo mese al Franchi. Ma non è l’unico impegno importante per la squadra di Montella
LOR.MOS.
L’intervista
“vi racconto come nacquero gli agenti”
Moreno Roggi è stato uno dei primi procuratori italiani Irene Delfino
G
iocatore, direttore sportivo dal ‘78/‘79 e già procuratore nel 1984. Moreno Roggi, anche presidente delle Glorie Viola, ha vissuto da protagonista la nascita della figura dell’agente dei calciatori. Come è nata la figura dell’agente Fifa? Dopo il Mondiale dell’82 vinto dall’Italia, ci fu l’apertura ai giocatori stranieri, che si presentavano qua ognuno con il proprio agente e guadagnavano molto più dei giocatori italiani, che
avevano vinto il Mondiale. Mi venne in mente di fare l’agente, informandomi da alcuni miei ex compagni di Nazionale. All’epoca c’era già chi faceva questo tipo di lavoro, ma non proprio come procuratore. Antonio Caliendo lavorava più a livello di pubblicità e Dario Canovi lavorava per i giocatori come consulente legale, per conto dell’associazione calciatori. Sono stato tra i primi, iniziando ufficialmente nell’84 e mettendo su una società, la Play Ground. La figura del procuratore ha
tante sfaccettature: un po’ avvocato, un po’ assicuratore, manager, comunicatore, anche osservatore. Lei in quale si riconosce? In quelli che lo sanno fare. Passiamo a Massimo Ambrosini. È stata una bandiera del Milan, ma è già molto amato a Firenze. Se lo aspettava? Sì, perché lo conosco non solo come calciatore, ma anche come uomo. Si fa ben volere da tutti e, come tutti i grandi campioni, ha un modo umile di porsi. Perché, fra tutte le offerte, Am-
brosini ha scelto Firenze? Gli è sempre piaciuta questa bellissima città e nelle trasferte con il Milan rimaneva ogni volta impressionato dal grande pubblico viola, che sosteneva la squadra. Quando lei ha iniziato a fare il procuratore eravate in pochissimi. Ora siete ben 1.058 agenti Fifa in Italia, al secondo posto c’è la Spagna con 578 e sul terzo gradino del podio l’Inghilterra (461). Ufficialmente. Poi ci sono gli stranieri, gli avvocati, i commercialisti, i parenti di primo grado, anche loro possono fare l’agente. Concludiamo con la sua breve parentesi da direttore sportivo. Come la giudica? Ho lavorato con grande intensità, perché ai colori viola tengo da sempre. E ho lasciato più di cento giocatori, interrompendo un lavoro che iniziava allora a dare i suoi frutti. Come è cambiato il ruolo del ds? Prima il ds aveva molta forza, con l’inserimento più fattivo dei presidenti e dei dirigenti ha perso di importanza. E con quello dei procuratori ha perso ulteriormente forza, ma rimane fondamentale per professionalità e suggerimenti tecnici.
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Nuova Cesat - Firenze (FI)
Periodico d’informazione locale. Anno VII n.36 del 1 Ottobre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A. Il Reporter del Q3 raggiunge le famiglie del quartiere 3 di Firenze.
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Come tutto iniziò
quando bati era el camion
I
niziò come una scommessa la favola viola di Bati. Una scommessa del suo procuratore Settimio Aloisio, che all’indomani dell’inizio della Coppa America lanciò una sfida a Gabriel Batistuta: segnare sei reti per coronare il suo sogno. Un sogno chiamato Fiorentina. Per il miglior realizzatore viola in serie A (con 152 centri) sei gol in un torneo sono una passeggiata. Come se il biglietto aereo per Firenze fosse già stato staccato. Allora, però, Bati non era ancora Batigol. Aveva un soprannome meno nobile, El Camion, per la sua potenza. Caratteristica che lo ha contraddistinto anche in riva all’Arno. Otto luglio 1991, fischio d’inizio della Coppa America per Bati, fischio d’inizio della sfida con il suo agente: selección contro Venezuela, due reti di Batistuta al 25’ e al
Chi non conosce Gabriel Omar Batistuta, il miglior marcatore viola in serie A? Nessuno, almeno a Firenze. Ma forse non tutti sanno come è arrivato in riva all’Arno...
50’. Poi, nel match contro i padroni di casa del Cile, all’81’ insacca il gol della vittoria argentina. È a metà dell’impresa. Dopo ogni rete rivolge lo sguardo verso Aloisio, in segno di sfida. Un centro con il Paraguay e uno contro la Seleção. Manca l’ultimo gol per prendere l’aereo e Gabriel lo realizza il 21 luglio, nella partita decisiva contro la Colombia. Alza la Coppa America al cielo e vola sopra le nuvole, direzione Firenze. Ancora non sa che presto diventerà il Re Leone. I.D.
152
gol in serie A in maglia viola
#Sport L’intervista
Rugby
DONNE-DRAGO, STORIe DI SPORT E CORAGGIO
al via la stagione
Alessandro Piccardi presenta la squadra “speciale” in rosa
Ottobre 2013 | 19
R
iparte con rinnovato entusiasmo l’Aeroporto di Firenze Rugby, dopo l’ottavo posto conquistato l’anno scoro in serie A1. Confermati alla guida tecnica Giulio Sordini e Marcelo Segundo, come ogni stagione al gruppo storico si aggiungono le speranze dei giovani provenienti dalle categorie giovanili, nuovi arrivi e graditi ritorni. Il campionato si presenta impegnativo: spiccano le ambizioni de L’Aquila (nobile decaduta dal campionato d’Eccellenza e che riceverà, al debutto nello storico impianto abruzzese, proprio l’Aeroporto Firenze Rugby), di Pro Recco, Piacenza e Colorno, con ben tre retrocessioni rispetto alle due della scorsa edizione. La squadra fiorentina si presenterà ancora una volta come una delle compagini più giovani e con il più alto indice di giocatori provenienti dal proprio settore giovanile. “Spero di non sbagliarmi – commenta Giulio Sordini – ma credo che la qualità di gioco sarà all’altezza di qualsiasi squadra che andremo ad affrontare in campionato”.
Giulio Sordini a bordo campo: sarà ancora lui, insieme a Marcelo Segundo, a guidare l’Aeroporto di Firenze Rugby nella nuova stagione
SIM.SPA.
Pallanuoto
tante novità in acqua G
Carlo Marrone
A
vete mai visto un drago in Arno? No, non è l’inizio di un libro fantasy, ma di una storia (fatta di tante storie) vera. Una storia di coraggio, ottimismo, donne e sport. Il dragon boat è una disciplina di origini orientali in cui venti atleti spingono a pagaiate un’imbarcazione lunga e stretta, con a poppa una testa di drago e a prua una coda. Dal ‘95 è uno sport praticato a Firenze, ma la nostra storia inizia nel 2002, quando Alessandro Piccardi, direttore sportivo dell’associazione Canottieri Comunali Firenze, partecipando ai Mondiali a Roma, viene a conoscenza del progetto “Abreast in a boat”. Signor Piccardi, di cosa si tratta? È un progetto ideato in Canada nel ‘96 dal dottor Don Mckenzie, per sfatare il luogo comune che le donne operate al seno non possano svolgere attività fisiche ripetitive che impegnino la parte superiore del corpo. Qual è stato il risultato? Nessun danno, anzi: risultati positivi per il corpo e per la mente. Così, nel 2005, in occasione di Corri la vita, ho portato a conoscenza dell’iniziativa la presidente Bona Frescobaldi e Neri Torrigiani: da lì è iniziata l’avventura, con l’immediato coinvolgimento della Lilt di Firenze.
W eb
Le dragon lady sull’imbarcazione in Arno, con la loro tenuta rosa: sono una cinquantina quelle che si allenano regolarmente. Ora il sogno è quello di partecipare al meeting mondiale in programma il prossimo anno in Florida
Da quando esattamente? Casualmente la squadra, chiamata Florence Dragon Lady e tinta di rosa, colore mondiale delle donne operate al seno, è stata presentata in una data molto significativa: il 14 febbraio 2006. Come siete organizzati? Il legame con la Lilt sezione di Firenze è forte, tutte le dragon lady ne sono socie, e ogni evento è auto-organizzato. Ci parli meglio del legame con la Lilt. A Firenze le donne operate al seno fanno riabilitazione a Villa delle Rose, seguite dall’oncologa Maria Grazia Muraca. La dottoressa, tra le varie attività riabilitative, consiglia il dragon boat. Così fino a oggi 180 donne sono passate dal nostro circolo e circa cinquanta si allenano regolarmente. Svolgete anche attività agonistica? No, nei nostri meeting si tengono delle “gare” con primo, secondo e terzo classificato, ma è più che altro una forma di divertimento e aggregazione:
queste donne hanno già vinto la loro sfida e sono arrivate tutte prime. Dal punto di vista sociale, invece, il risultato deve essere forte... Assolutamente. Spesso le donne operate al seno evitano di affrontare l’argomento, tendono a nascondersi. Le nostre dragon lady, invece, si espongono, si fanno intervistare, fotografare. Mandano un forte segnale di rinascita. Obiettivi futuri? Uno, grande: partecipare al meeting mondiale a ottobre 2014 in Florida. Ma la trasferta costa, così abbiamo attivato l’iniziativa “Adotta una Florence Dragon Lady” per raccogliere fondi. Speriamo di arrivare alla cifra necessaria. Se qualcuno volesse contribuire, può trovare informazioni sul nostro sito. Auguri, donne-drago: che possiate arrivare lontano sull’Arno e nella vita.
florencedragonlady.it legatumorifirenze.it
randi novità per la pallanuoto fiorentina. La Rari Nantes Florentia volta pagina: Leonardo Sottani lascia la panchina e vola in Brasile. Anche per motivi familiari, ha infatti deciso di rimettersi la calottina per giocare nella Fluminense. Il suo sogno è quello di riprendere quanto prima la carriera da allenatore ma, ancora per un anno, tenterà di far gol. Il presidente Andrea Pieri ha chiamato Riccardo Vannini a sostituire Sottani e ha iniziato una campagna acquisti che ha portato a Firenze l’australiano Paul Sindone e il centroboa serbo Nikola Eskert. Acquisto importante anche per la Ngm Firenze Waterpolo, che è riuscita a portare in riva all’Arno Kami Craig, centroboa californiano della Nazionale americana e oro alle ultime Olimpiadi di Londra 2012. Un grandissimo colpo per la squadra fiorentina, che ha acquistato una delle più forti giocatrici della pallanuoto mondiale. Con l’arrivo di Motta, Settonce e del secondo portiere Lavi, la Ngm è la candidata numero uno per lo scudetto. SIM.SPA.
Leonardo Sottani e Riccardo Vannini con la bandiera della Rari Nantes. Sono diverse le novità con cui la pallanuoto fiorentina si presenta quest’anno ai nastri di partenza
Senza appuntamento via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058
NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251
20 | Ottobre 2013
#Rubriche
A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI
la FESTA DI SAN SIMONE
U
na festa persa nella polvere del tempo. Il Quartiere di Santa Croce esultava festante il 28 ottobre di ogni anno, quando veniva organizzato, all’inizio della stagione invernale, il mercato dei marroni e delle castagne che rallegrava l’affollato rione di San Simone. La fiera-mercato, che durava per tre giorni consecutivi, era l’evento legato alla vendita delle castagne gustate in diversi modi. Questa fiera è rimasta in vita fino alla metà dell’Ottocento. Si svolgeva esattamente in Piazza San Simone, di fronte all’omonima chiesa e nelle vie adiacenti, dove le castagne ed i marroni facevano bella mostra in grandi balle, in canestri o ammonticchiate sui barroccini; la vendita avveniva sia all’ingrosso che al dettaglio perché il prodotto, specialmente in quei giorni, era assai richiesto così come la farina dolce ed i marron secchi. Del resto anche il noto proverbio ha sempre proposto: Per San Simone, ballotte e vin novo! E proprio il frizzante vino appena tolto “dal ribollir dei tini” di carducciana memoria, ben si presta-
va a rallegrare gli animi davanti ad un fumante paiolo di ballotte, cioè di castagne bollite con un rametto di finocchio selvatico o con foglie di alloro, oppure gustando le “ridenti” caldarroste o bruciate, arrostite nell’apposita padella bucata, posta sulla viva fiamma scoppiettante, dopo la preventiva incisione detta “castratura” per evitare che scoppiassero. Altra locuzione che veniva usata a proposito della farina di castagne (che al tempo costava veramente poco) era quella che consigliava: Se saziare il corpo vuoi e spender poco, pan di legno (pattona) e vin di nuvole (acqua)! Ma un tempo, di bruciate e farina dolce si faceva commercio non solo per la festa di San Simone e non solo attraverso lo smercio ambulante; infatti in città esistevano esclusive botteghe di “bruciatai” e “buzzurri”. Quest’ultimi di origine elvetica ma geograficamente italiana, in quanto provenivano dal Canton Ticino. Il Vocabolario della Crusca così definisce “buzzurro”: questo nome suol darsi in Toscana a quegli svizzeri che nella stagione dell’inverno ci vengono ad esercitare la loro industria di
vender castagne, bruciate, marron secchi, ballotte, castagnacci, pattona e farina dolce. Una di queste rivendite, gestita da tal Pietro Giannelli, verso la fine del 1700 era situata al Canto alle Rondini, dove adesso si trova il Palazzo delle Poste in Via Giuseppe Verdi. Lo testimonia la seguente richiesta del 14 febbraio 1783 dell’Archivio preunitario del Comune di Firenze (ASCFi CA. 8651, c.370): Illustrissimi SS. Gonfaloniere e Priori rappresentanti il Magistrato della Comunità Civica di Firenze Piero Giannelli umilissimo servo delle SS. LL. Ill.me, fa riverente istanza volersi degnare di concedergli l’opportuna licenza di poter erigere un tetto amovibile sopra la sua Bottega di Bruciataio posta al Canto alle Rondini. Molti erano i venditori ambulanti di questi prodotti che vivevano alla giornata, spostandosi adagio adagio per la città sollecitando gli avventori all’acquisto, con spassose espressioni: Le bollano, le bollan davvero le mi’ ballotte! Queste le cavo ora …. che arrosti …. le ridano …. che bruciate! Cardo il migliaccio … la lo senta sposa come l’ho cardo … se la un si spiccia ‘un gnene tocca! Un passatempo che veniva praticato dagli adolescenti, era quello di prendere alle mamme i ditali di metallo utilizzati per cucire, che venivano adoperati quali forme a tronco di cono per cuocere piccoli dolci, ottenuti riempiendoli con la farina dolce e poi mettendoli a cuocere negli scaldini, comunemente detti veggi o cecie, colmi di brace infuocata e ben protetti dalla cenere. Il risultato ottenuto, ovvero i bollenti dolcetti, venivano golosamente mangiati da questi “pasticceri in erba”. Il “veggio” a differenza della “cecia” era più stretto e aveva un piedistallo; le donne, in casa lo tenevano sotto la gonna e sulle ginocchia, oppure sotto il grembiule quando uscivano, quale necessario accessorio attaccato alle mani, come oggi fanno con la borsetta. Un vecchio adagio informava: Per Sant’Ansano uno sotto e uno in mano! Allusivo, ben s’intende, al freddo invernale (1 Dicembre - Sant’Ansano) durante il quale occorrevano due scaldini, uno da tenere fra le gambe e l’altro in mano. Alla popolare fiera di San Simone partecipavano, però, anche i rigattieri e i rivenditori di cose usate in genere, che esponevano la loro merce nella vicina Piazza di Santa Croce. In questo “mercatino delle pulci” si potevano acquistare gli oggetti più svariati, dai letti di legno a quelli di ferro, dagli armadi, cassapanche, madie, tavoli e lumi, ai cocci da cucina, dai vestiti, a tante altre cianfrusaglie. Gli acquirenti erano per lo più povera gente e contadini che, per mettere su casa, cercavano di farlo con poca spesa, centellinando i soldi co’gomiti, aspettando con ansia l’occasione propiziata dalla festa di San Simone.
Il Pungiglione
LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI Web artusi.net
In alto a destra: un disegno della chiesa di San Simone In basso: un “buzzurro” al lavoro
e ora largo a miss italia!
A
Firenze si sono appena svolti i mondiali di ciclismo e per l’occasione hanno rifatto le strade della città. L’anno prossimo propongo di organizzare in città Miss Italia, così danno una ritoccatina alle nostre mogli. O meglio ancora, facciamo a Firenze le estrazioni del Superenalotto, così ci aggiustano i conti in banca. Come hanno reagito i fiorentini ai mondiali di ciclismo? Masticando polemiche! Com’è nel nostro dna! Personalmente io mi sono accorto dei mondiali di ciclismo solo quella volta che ho chiamato un taxi per spostarmi in città. È venuta a prendermi un’ammiraglia! Ma per strada nei giorni dei mondiali si sentivano solo lamentele: “Nel ciclismo tutti gli atleti fanno uso di droghe. Infatti, con i mondiali in città sono arrivati 2.000 giornalisti, 120 tv e 6.000 spacciatori” o “per colpa di questo mondiale di ciclismo hanno chiuso tutte le strade. Gli autobus non passano, la tramvia neanche. Con lo scooter non ti fanno passare. Passano solo i ciclisti. Infatti per andare a lavoro m’è toccato iscrivermi alla corsa!”. Al di là di tutto, i mondiali di ciclismo hanno tirato fuori il nostro sport preferito: polemizzare! Noi siamo stata l’unica popolazione capace anche di litigare con se stessa: guelfi e ghibellini. Sappiamo tutti che il cervello dell’uomo è composto da un emisfero destro e uno sinistro. Anche il nostro è fatto così. L’unica differenza è che i nostri due emisferi non si parlano più da anni! Chi nasce e vive a Firenze si porta tatuato per sempre nel cuore l’orgoglio di stare nella città più bella del mondo. Il fiorentino all’estero lo riconosci subito. Al Louvre lo sentirai dire: “In effetti Parigi è bella. A livello artistico è favolosa. Parigi ha dei colori che la rendono poetica. Però Firenze è tutta un’altra cosa!”. ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista
Web
andreamuzzi.it
Lettere
Ottobre 2013 | 21
Editoriale dalla prima
Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it IL SENSO DI MARCIA DI VIA ALDEROTTI
oblunga di Piazza Alberti. Non è chiaro infatti se si tratta di una rotatoria vera e propria, o di un semplice grosso svincolo. Chi scende dal Cavalcavia non sa ad esempio se ha la precedenza su chi proviene da via L’Ammirato o se invece deve darla. E viceversa. Sarebbe bene che tale ambiguità fosse eliminata con una segnaletica a terra. Tutt’altra segnalazione riguarda invece la piccola area verde, leggermente sopraelevata rispetto alla strada, sul viale Righi nei pressi dell’Ostello. Personalmente ho rinunciato ad andarvi visto che di fatto è diventata un’area per cani, che vengono lasciati sciolti e quindi liberi di orinare e defecare dove capita. E su questo purtroppo c’è ben poco da fare, considerando che fra i vari problemi che affliggono Firenze c’è quello del rapporto fra gli umani e i loro animali, a partire dall’indecenza dei padroni dei cani, che costringono tutti i pedoni a fare lo slalom, o a sopportare i latrati di uno stesso cane anche per ore. Grazie
Cara redazione, sono un commerciante che insieme a mia moglie ha rilevato un’attività commerciale in via Taddeo Alderotti. Questo nel 2004. Andava tutto bene, si lavorava, si dava del lavoro. Si riusciva a pagare tutto...... fino a quando a qualcuno è venuta la brillante idea di trasformare via Taddeo Alderotti in senso unico solo per il periodo dei lavori su viale Morgagni. Si parlava di pochi mesi, ma invece sono passati anni. Dico tutto ciò perché mai nessuno si è interessato di cosa stava veramente succedendo. Noi ora lavoriamo solo io mia moglie e non si riesce a pagare nulla... stiamo andando avanti con la speranza che cambieranno la viabilità. Ok se non si può rimetterla in doppio senso, almeno la mettessero in senso contrario, mi spiego che vada in su verso l’ospedale, così almeno ci darebbero la possibilità di lavorare... e dare del lavoro. Grazie, Salvatore
PIAZZA ALBERTI E VIALE RIGHI, DUE SEGNALAZIONI Gentile Redazione, mi permetto segnalare - e probabilmente altri lo hanno già fatto - la pericolosità della rotatoria di forma
Riccardo Biffoli
VIA BARACCA, “DIMENTICATO IL TRATTO FRA VIA PRATESE E VIA PISTOIESE” Direttore responsabile Matteo Francini, le scrivo questa email per portarla a conoscenza che questo tratto di strada che purtroppo quasi tutti i residenti di Firenze credono sia via Pratese o via Pistoiese è abbandonata da tutti e siccome nel suo giornale si mettono in evidenza tutte le cose fatte per rendere più vivibile il quartiere 5 dovrebbe porgere uno sguardo in questo tratto di strada. 1) Questo tratto di strada è diventato uno svincolo autostradale per il flusso veicolare che proviene dalla zona industriale e Campi e da Firenze in direzione di via Pistoiese; 2) La corsia preferenziale in direzione di Peretola è transitata da tutti, autorizzati e non; 3) La velocità come attestato dai cartelli posti dovrebbe essere di trenta km ma la pericolosità per due curve cieche è percorsa a velocità eccessiva; 4) Nessun controllo da parte di chi è preposto per valutare la velocità dei mezzi che provengono da via Pratese; 5) Attraversare la strada diventa un problema e an-
I
che camminare sui marciapiedi è pericoloso; 6) A proposito dei marciapiedi pieni di buche, infatti da mesi esistono cartelli che indicano la pericolosità senza che nessuno provveda. Le ricordo che queste abitazioni sono state costruite alla fine del 1800 e classificate al catasto “centro storico minore”, ma quale differenza col “centro storico” dove si fa di tutto per non far transitare alcun automezzo mentre qui siamo pieni di rumore e inquinamento. Una volta abbia il coraggio di dire dopo aver verificato che si farà tanto per il quartiere 5 ma non per questo tratto di strada e di quartiere. Infatti per i campionati di ciclismo “verrà asfaltata via Baracca” ma siccome in questo tratto di strada non transitano i corridori nulla è stato fatto, come forse avveniva in tempi passati. Le sembra giusto? Piero Chiti
“SPORCIZIA E DEGRADO NELLA ZONA DI PIAZZA ADUA” Buongiorno , sono un cittadino che abita in zona piazza Adua e dintorni e costretto a volte a lasciare la macchina parcheggiata per pulizia strade in via Cennini. Volevo far presente a tutte le autorità che la notte sotto il Palazzo degli Affari è un dormitorio e via Cennini una latrina a cielo aperto con escrementi di tutti i tipi tra una macchina e l’altra, mi è capitato di dover scendere dall’auto e pestare una grossa m... umana. Questo non è piacevole. Chiedo al Comune o alla Regione o chi di competenza di voler illuminare con faretti tutto intorno al Palazzo degli Affari (p.za Adua e Via Cennini) in modo da evitare spiacevoli e disgustose esperienze sia di disagio che di cattivo odore anche durante l’intera giornata. La zona è diventata un rifiuto di spazzatura e di degrado indicibile. Spero che questo messaggio venga pubblicato e che venga letto dalle persone competenti di questa città (se ancora esistono)? Inoltre chiedo all’assessore al traffico di prendere un provvedimento del traffico che da Piazza Adua si immette in via Cennini per la Fortezza da Basso dove nelle ore di punta rimane tutto bloccato e nonostante ci sia il cartello Ztl è un varco aperto per tutti. Grazie Sandro
n una veste grafica completamente rivista rispetto al passato. Ma non si tratta soltanto di un cambiamento d’aspetto, perché le novità che vi troverete davanti sfogliando Il Reporter sono diverse. L’obiettivo è quello di parlare della nostra città in modo ancora più approfondito e completo, grazie anche a rubriche, contributi e interventi di personaggi che il capoluogo toscano ce l’hanno nel sangue. Quello che invece non cambierà è l’attenzione per Firenze, per i suoi quartieri, per le sue strade e per la sua gente: è nato per raccontare quanto avviene in ogni rione, fin sotto casa, Il Reporter, per dar voce ai cittadini e per cercare di risolvere quello che non va, per mettere in risalto aspetti, iniziative e persone che caratterizzano e arricchiscono ogni giorno la vita della città. E questo continueremo a farlo. Sempre con il vostro prezioso contributo, se vorrete. In questi anni abbiamo ricevuto con piacere le vostre telefonate, le vostre mail e le vostre lettere, incassando con orgoglio i vostri ringraziamenti quando insieme siamo riusciti a risolvere qualche problema e con attenzione i vostri “rimbrotti” quando è stato il caso. E ora, per cercare di fare del nostro giornale uno strumento ancora più utile per Firenze e per i suoi abitanti, abbiamo deciso di aumentare ulteriormente lo spazio dedicato alla cronaca dei quartieri. Perché insieme possiamo combattere qualche battaglia in più. Perché qualcuno in più possa riuscire a far sentire la propria voce. Perché dopo aver letto il nostro mensile possa essere un po’ più facile e interessante vivere la città. Questo, almeno, è quello che ci proponiamo di fare. Aspettiamo dunque i vostri spunti e le vostre segnalazioni. Perché, non dimenticate, Il Reporter è il giornale di tutti i fiorentini. Di tutti voi. Buona lettura. MATTEO FRANCINI
“USIAMO I TRENI PER SPOSTARSI IN CITTÀ”
IL REPORTER RISPONDE
Buongiorno Reporter, ho deciso di scrivervi quando ho sentito il nostro sindaco Renzi chiedere ai fiorentini di usare il treno durante i mondiali di ciclismo invece delle macchine. Ed è la stessa idea che ho anche io da tanto, da prima ancora che in città si facesse la tramvia. Ci sono tante ferrovie a Firenze e tante stazioni in molti quartieri, anche stazioni piccole che in pochi conoscono ma dislocate piuttosto bene sul territorio della nostra città: le Cure, Rovezzano, Campo di Marte, Rifredi..... E poi si potrebbero anche riaprire le stazioni che si usavano un tempo ma ora non più, come quella delle Cascine mi sembra..... La mia idea che voglio dire al sindaco e alle istituzioni tutte è di non dimenticare questa possibilità una volta finiti i mondiali di ciclismo e una volta tornata Firenze alla sua caotica viabilità. Se si riattivassero tutte le stazioncine, oltre certamente a quelle più grandi Smn e Campo Marte, e se si facessero viaggiare molti più treni durante il giorno, i fiorentini avrebbero un modo in più di muoversi all’interno della città! Sembra strano perché tutti sono abituati a prendere il treno per andare lontano, ma invece potrebbe diventare un modo ottimo per spostarsi tra i quartieri della città, come una grande tramvia.... o passatemi la battuta, come una “tren-via”! Simone
Caro Simone, l’idea di utilizzare il treno per spostarsi (anche) all’interno di Firenze, o almeno in alcune sue parti, è stata avanzata in passato in più occasioni e da più voci. In una città in cui quello della mobilità è un tema assolutamente centrale e in cui le “sorelle” della linea 1 del tram hanno incontrato più di un problema nella loro realizzazione, non è da scartare l’ipotesi di utilizzare per gli spostamenti “interni” i binari che già ci sono. Quelli ferroviari, appunto. Il nodo resta sempre quello di riuscire a organizzare un sistema di trasporto pubblico integrato ed efficiente, che metta insieme i vari mezzi (autobus, tram ed eventualmente anche treni) per offrire ai fiorentini la possibilità di spostarsi più velocemente e capillarmente possibile in lungo e in largo per la città e non solo. Serve, insomma, un “gioco di squadra” che faccia diventare complementari piuttosto che alternativi i diversi mezzi di trasporto. In questo quadro, l’idea dell’utilizzo delle rotaie cittadine è senz’altro da prendere in considerazione. I recenti mondiali di ciclismo hanno dimostrato che una viabilità alternativa, più leggera e meno basata sull’utilizzo dei mezzi privati, è possibile anche a Firenze. Ebbene sì. In tanti, tantissimi, durante i “temuti” giorni della corsa iridata, hanno auspicato che le sorprendenti strade in “versione mondiale” (con meno auto e più biciclette) potessero restare tali anche una volta conclusa la manifestazione. E ora che questa è finita, cerchiamo di non perdere l’occasione. MATTEO FRANCINI
m.francini@ilreporter.it
22 | Ottobre 2013
#Speciale salute
L’appuntamento
L’esame
medici di famiglia, una festa la colonscopia per conoscerli meglio si fa virtuale Tante le iniziative in programma: l’obiettivo è far crescere la fiducia Serena Wiedenstritt
C
e ne ricordiamo soltanto quando c’è bisogno di una visita, di una ricetta o di un certificato, ma in realtà il medico di famiglia è l’ancora sanitaria del cittadino, colui su cui maggiormente si ripone la fiducia delle persone per tutto ciò che riguarda la salute, la cura e il benessere. Proprio per rafforzare la relazione di fiducia tra i cittadini e il loro medico al di fuori del contesto del bisogno specifico in cui normalmente i due si incontrano e per parlare di sanità fuori dai classici schemi degli
eventi professionali, torna la “festa del medico di famiglia”. Giunta alla quarta edizione, si terrà quest’anno dal 14 al 20 ottobre, con appuntamenti in tutta Italia e un calendario particolarmente fitto di iniziative in Toscana e a Firenze. Definita dal coordinatore nazionale Giuseppe Orzati “un evento creativo che unisce cittadini e operatori”, la manifestazione comprende incontri con i bambini, i ragazzi delle scuole superiori, serate con i cittadini e i loro dottori e altre iniziative. Nata in Toscana, a Firenze, nel 2010 per ini-
ziativa di un gruppo di medici di famiglia, la festa si è diffusa nel 2011 in Umbria e nel 2012 in diverse regioni e città italiane. Quest’anno diventerà un evento di portata nazionale e vedrà la partecipazione di Ministero della Salute, Fimmg, Simg, Fiaso, Federfarma e giunte regionali. Fra gli appuntamenti fiorentini, il 18 ottobre alcuni medici di famiglia trascorreranno un dopocena con i loro pazienti per discutere di argomenti che interessano la loro salute e il loro benessere, ma anche prevenzione, servizi e disservizi, mentre il 14 ottobre, all’Sms di Rifredi, si terrà un “Caffèscienza” dedicato al futuro della salute, con un focus su invecchiamento della società e conseguente cronicizzazione di molte malattie, personalizzazione della terapia, farmaci generici e biosimilari, assistenza remota e telemedicina. Oltre alle occasioni informali, Firenze ospiterà il 19 ottobre due importanti convegni paralleli: il workshop sulle tecnologie e i servizi per il futuro del sistema sanitario nazionale, in cui si parlerà della riforma sanitaria e delle tecnologie come la telemedicina, la diagnostica a distanza, l’integrazione di tutti gli operatori del sistema e la cartella clinica, e la giornata nazionale del medico di famiglia, che radunerà tutti i responsabili regionali per dibattere su come sta cambiando e cambierà il sistema sanitario.
Web
festadelmedicodifamiglia.it
Serena Wiedenstritt
A
rriva per i fiorentini una nuova possibilità di prevenzione del tumore del colonretto attraverso la colonscopia virtuale, una avanzatissima tecnica diagnostica molto meno invasiva della colonscopia tradizionale. Si tratta di un esame radiologico che, attraverso una Tac dell’addome, permette di esplorare il colon previa insufflazione d’aria: l’elaborazione delle immagini attraverso un computer permette una visualizzazione tridimensionale dell’intestino, proprio come se l’operatore stesse effettuando una vera e propria colonscopia. Si tratta di fatto di un esame che arreca poco fastidio a chi vi si sottopone e al tempo stesso molto affidabile per individuare eventuali polipi adenomatosi, che possono essere rimossi prima di una possibile degenerazione, o tumori. In una prima fase all’esame verranno sottoposti cinquemila cittadini nell’ambito di uno studio sui programmi di screening del colon-retto che interesserà in tutto quattordicimila fiorentini. Il progetto, proposto dall’Università di Firenze in collaborazione con l’azienda Im3D e Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, e finanziato dalla Regione Toscana con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, si pone tre obiettivi principali: esplorare la resa diagnostica di questo esame d’avanguardia comparando i risultati ottenuti con il test del sangue occulto fecale e con la colonscopia tradizionale, confrontare i diversi livelli di adesione da parte della popolazione e analizzare i costi dell’operazione. Lo studio interesserà uomini e donne di età compresa tra i 54 e i 65 anni. I partecipanti verranno divisi in tre gruppi: cinquemila persone saranno invitate a sottoporsi a una colonscopia virtuale, ottomila a effettuare un test del sangue occulto fecale con cadenza biennale (per sei anni) e mille, infine, a sottoporsi a una colonscopia tradizionale mediante esplorazione con sonda endoscopica del grosso intestino. Lo studio prevede anche di avvalersi della telediagnosi, visto che le colonscopie virtuali saranno effettuate al Dipartimento di diagnostica per immagini di Careggi e alla Radiodiagnostica di Torregalli, mentre le immagini dell’esame verranno trasmesse via rete a un unico centro, dove saranno analizzate e valutate da un pool di radiologi altamente specializzati.
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24 | Ottobre 2013
Il Reporter per il sociale
Per lo studio, la cura, l’assistenza e l’informazione sui tumori cerebrali infantili
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