Il Reporter Q5 - Ottobre 2013

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Anno VII Ed. 38

Periodico d’informazione locale. Anno VII n.38 del 1 Ottobre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A.

Ottobre 2013

Firenze Quartiere 5

Il Reporter è distribuito da

Novoli . Rifredi . Brozzi

 Reportage

✎ Editoriale

tutti in coda a caccia di un lavoro

una nuova pagina per Il Reporter. da scrivere insieme Matteo Francini

Q

ualcuno di voi forse stenterà a riconoscerlo, qualcun altro penserà che si tratti di un giornale diverso. E in qualche modo lo è. Perché Il Reporter che trovate da questo ottobre nella cassetta della posta è un mensile profondamente rinnovato. Partiamo dal principale cambiamento, l’editore. La nostra testata è passata nelle mani di una nuova società, Bunker s.r.l., grazie a cui continuerete a ricevere a domicilio ogni mese il giornale.

Affluenza in continuo aumento: il centro per l’impiego si sposta in una sede più grande ☛ pagina 2

 Fiorentina

la scommessa che portò batigol in riva all’arno

I

niziò come una scommessa la favola viola di Bati. Una scommessa del suo procuratore Settimio Aloisio, che all’indomani dell’inizio della Coppa America lanciò una sfida all’attaccante.

Un secolo di Pratolini. Curiosando tra i luoghi dei poveri amanti

☛ pagina 18

☛ pagina 17

☛ segue a pagina 21

firenze, anno 2023: la città sarà così? Gianni Carpini - Luca Squarcialupi

I

l viaggio nella città del futuro, quella che potrebbe essere Firenze tra un decennio, inizia con una premessa: se tutto fila liscio. Una frase che riassume un fiume di ipotesi: se i grandi progetti non si areneranno tra carte bollate e inchieste, se i cantieri non affogheranno nelle sabbie mobili della burocrazia e soprattutto se la tanto attesa ripresa economica ci metterà lo zampino. Detto questo, in dieci anni Firenze si gioca il primato di grande realtà urbana italiana e, perché no, di piccola metropoli europea.

☛ segue aLLe pagine 8-9

l’allarme dei negozi: “in periferia è dura” Passati anche i saldi estivi, il bilancio dei commercianti di Novoli è poco confortante.

☛ segue a pagina 3

un autunno di novità: le librerie in arrivo Dopo tante chiusure, è ora tempo di aperture e nuovi progetti. Ecco che cosa c’è all’orizzonte.

☛ pagina 10

e nel quartiere spuntò fari puntati sui fiumi dopo gli ultimi allarmi “ippo”, l’asino-zebra ☛ pagina 7

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☛ pagina 12


2 | Ottobre 2013

#Il quartiere e la crisi

Quartiere 5

Novoli . Rifredi . Brozzi

Presto il centro per l’impiego del quartiere 5 cambierà sede: da viale Guidoni si trasferirà in viale Gori

 L’inchiesta

tutti in fila alla ricerca del lavoro che non c’è Maurizio Belli

L

a notizia tanto attesa è finalmente arrivata: il centro per l’impiego del quartiere 5 cambia casa, ed entro la fine dell’anno si trasferirà in una sede più grande. La nuova struttura, di proprietà del Comune, si trova in viale Gori 1, in un edificio già sede della polizia municipale. Uno spostamento che nasce da esigenze di maggior funzionalità, ma soprattutto dalla necessità di rispondere in modo migliore alla grande affluenza di persone che si rivolgono al Cpi di viale Guidoni: affluenza che, negli ultimi anni, è drammaticamente in aumento. Per accorgersi che l’attuale centro abbia ormai più di una difficoltà a rispondere ai bisogni del quartiere basta farci un giro in una qualsiasi mattinata lavorativa: appena arrivati, la prima cosa che colpisce è la lunga fila di persone che aspettano il proprio turno per il colloquio. “Ogni giorno qua arrivano dalle 60 alle cento persone – spiega Maria Giuseppina Lanteri, responsabile del Cpi – e già alle 9 di mattina ci sono molte più per-

sone di quelle che riusciremmo a servire durante il normale orario di lavoro: rispetto a qualche anno fa l’affluenza non solo è aumentata, ma è costante lungo tutto l’arco dell’anno, non ci sono più i classici momenti di calo”. I cittadini che si rivolgono al Cpi sono infatti in costante aumento, una massa di persone fatta di facce e storie molto diverse tra loro: a farla da padrona sono gli stranieri in cerca di lavori non qualificati come muratori, operai e badanti, che costituiscono una buona metà degli utenti del centro, ma accanto a nordafricani, est-europei e peruviani sono sempre di più anche gli italiani. E non sono solo i giovani a non riuscire a trovare lavoro: “Oggi – continua Lanteri – la fascia di italiani tra i 40 e i 60 anni è drammaticamente in aumento: cassintegrati, lavoratori in mobilità, licenziati, tutti alla ricerca di un nuovo impiego. Così come tante ex casalinghe: quando il marito viene licenziato, la moglie è costretta a cercarsi un lavoro”. Parlando con alcune persone in coda, il proble-

60-100

aziende in difficoltà, un altro autunno caldo

40-60 anni

a crisi a Firenze si fa sentire più forte che mai, e il Q5 non fa eccezione: sono diverse le aziende del territorio alle prese con crisi e difficoltà. La situazione più grave sembra quella della Targetti Sankey, all’Osmannoro: a inizio agosto la proprietà ha annunciato 160 esuberi (sui 245 lavoratori totali). Gli operai sono ancora in stato d’agitazione. Sempre all’Osmannoro è ancora aperta la questione Renault, dove con la chiusura dello stabilimento 50 dipendenti sono rimasti a casa, così come irrisolto rimane il nodo Sunchemical: da aprile 81 lavoratori sono in mobilità. Insomma, si preannuncia un altro “autunno caldo” anche nel nostro quartiere.

LE PERSONE CHE OGNI GIORNO SI RIVOLGONO AL CPI DEL Q5

Viaggio al centro per l’impiego del Q5. Che cambierà casa ma sembra non essere solo quello dei lunghi tempi d’attesa: “Venire qua – racconta Adem, muratore albanese – è quasi inutile: solo pochi di noi riescono a trovare lavoro attraverso il Cpi. C’è crisi, ogni giorno siamo sempre di più: ormai l’unico modo per lavorare è tramite conoscenze”. “Stamattina sono arrivato qua a un quarto alle nove – conferma Tagir, disoccupato marocchino – e sono stato chiamato al colloquio alle 11.40: tutto quello che mi serviva era un contatto mail”. Per gli italiani le cose non vanno meglio: “Mi sono iscritto al Cpi – racconta Cristiano, neolaureato fiorentino – ma non è che per ora sia stato molto utile: i lavori offerti sono soprattutto manuali o di fatica, quasi niente per noi laureati”.

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 Focus

IN AUMENTO GLI ITALIANI DI QUESTA FASCIA D’ETÀ IN CERCA DI LAVORO

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M.B.

 L’iniziativa.1

al mercato di novoli continuano le opportunità

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al 2006 al mercato ortofrutticolo di Novoli è attivo il “mercato delle opportunità”, con la vendita al pubblico dei prodotti dei grossisti, merce di qualità controllata e certificata, a prezzi molto convenienti in quanto di “seconda categoria” per forme non regolari o dimensioni ridotte. La vendita avviene solo per colli – cassette o sacchetti – e si svolge all’interno del mercato. L’iniziativa ha riscontrato fin dagli esordi un grande successo e, dopo un paio d’anni, oltre a frutta e verdura sono finiti in vendita anche i prodotti ittici. E il buon riscontro ha consentito alla Mercafir di potenziare l’offerta e diminuire i prezzi: oggi decine di famiglie possono acquistare prodotti di qualità a prezzi inferiori a quelli di mercato. I giorni per approfittare di questa opportunità sono due, sempre gli stessi dal 2006, ma con orari recentemente cambiati: martedì e venerdì dalle 12.30 alle 18.30. L’operazione, sostenuta dall’amministrazione e dai grossisti del mercato, è espressione della volontà di offrire un servizio alla cittadinanza: non a caso, da giugno 2010, parte dell’incasso è impiegata in iniziative di carattere sociale.

A Novoli proseguono gli appuntamenti con il “mercato delle opportunità”

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Quartiere 5

#Il quartiere e la crisi

Novoli . Rifredi . Brozzi

Ottobre 2013 | 3

 Commercio

“in periferia si rischia di chiudere”: ai negozi i conti non tornano, nemmeno dopo i saldi  Il comitato

Antonio Rettura

P insieme per superare i momenti più duri

I

n tempo di crisi le soluzioni possono essere collaborazione e socializzazione: i cittadini del comitato “Vivere Novoli” sostengono che una maggiore sinergia tra commercianti, residenti e associazioni possa essere benefica per la vivibilità, per il commercio e per la crescita culturale del rione. Il comitato da tempo promuove iniziative, eventi e momenti di aggregazione attraverso la collaborazione tra attività commerciali, cittadini e organizzazioni no profit. Un piccolo esempio di come si possa provare a rinvigorire quel senso di comunità indispensabile per superare, tutti insieme, i momenti difficili. A.R.

assati anche i saldi estivi, il bilancio dei commercianti di Novoli è poco confortante: nemmeno gli sconti sono riusciti a dare una boccata d’ossigeno all’economia di una zona di Firenze in cui, negli ultimi anni, si è verificato un notevole sviluppo urbanistico e dove altri cambiamenti sono in arrivo. Dalle testimonianze raccolte tra i negozianti, i saldi estivi non sembrano avere aumentato la propensione all’acquisto dei cittadini. La tendenza è fotografata da un’indagine di Confcommercio, che ha registrato una flessione degli acquisti nel periodo dei saldi del dieci per cento rispetto al 2012. Il calo maggiore si è avuto nel mese di luglio, mentre ad agosto ci sono state perdite più contenute, dovute però al fatto che quest’anno i negozianti hanno fatto meno ferie rispetto all’anno precedente, tanto che il 70% dei negozi è rimasto aperto sia a luglio che ad agosto. Dalle testimonianze raccolte tra i commercianti del rione, il sentimento più diffuso è quello di rassegnazione, rispetto a una situazione per la quale in molti non intravedono una svolta a breve termine. Scambiando due chiacchiere con il titolare di un negozio d’abbigliamento, ci spiega che rispetto allo scorso anno il fatturato è calato quasi del 50%. Il proprietario dell’attività, che ne

gestisce un’altra in centro, spiega che solo nelle zone frequentate dai turisti stranieri le cose vanno un po’ meglio, mentre in periferia si rischia di chiudere. Tra gli esercenti, però, c’è anche qualcuno che è riuscito a trasformare la situazione di crisi in una risorsa, cambiando il proprio modo di fare commercio. È il caso di una macelleria nel pressi del centro commerciale di Novoli: “L’arrivo della grande distribuzione non mi ha danneggiato – spiega il proprietario – anzi, le cose vanno persino meglio. Lavoro molto anche con clienti provenienti da fuori Firenze – prosegue – che arrivano qui per affari e ordinano della buona carne toscana da portare via”. La macelleria è presente inoltre sul web con un sito internet: “Il cliente è la principale risorsa – conclude il proprietario – per questo ci vuole attenzione alle abitudini e alle sue preferenze per farlo tornare”. Sulle possibili soluzioni per risollevare la situazione, i commercianti sostengono che più che interventi sul piano locale sia fondamentale un aiuto da parte del governo, specialmente per quanto riguarda la riduzione delle tasse. “La tentazione di chiudere la saracinesca è forte – ammette un commerciante di viale Guidoni – ma mai come adesso bisogna dimostrare di avere la scorza dura”.

Continua il momento non facile per i commercianti di Novoli: nemmeno i saldi estivi sono riusciti a risollevare la situazione

 L’iniziativa.2

Ma c’è chi non si arrende: mobilità gratuita, via al progetto i chiama “0-0 Italia onlus” ed è un’associazione no-profit che ope“Mai come Ssolidarietà ra nel sociale dal 2006 a Firenze, in collaborazione con le reti di del territorio. “Ci occupiamo di aiutare coloro che sofadesso frono cercando, per quanto possibile, di andare incontro alle loro necessità principali”, racconta Lara Arbo, tra i soci fondatori dell’associazione che sta per inaugurare un progetto di mobilità gratuita bisogna grazie al supporto di una società privata. “A breve Europa Servizi ci consegnerà un primo veicolo attrezzato per il trasporto dei disabili dimostrare per il quale si è già iniziato a reperire sponsor che, con il loro contributo finalizzato ad affittare spazi pubblicitari sul veicolo stesso, ci di avere la permetteranno di poter utilizzare il mezzo sostenendo solo i costi di consumo”, spiega Lara. “Inutile sottolineare che per noi si tratta di scorza dura” un’occasione importantissima, per la quale ringraziamo innanzitutto la società e i Consigli dei Quartieri 4 e 5, che ci hanno offerto la loro collaborazione, e in secondo luogo tutte le attività commerciali che aderiranno all’iniziativa”. L’obiettivo è riuscire a coprire il fabbisogno totale del servizio, recuperando altri mezzi attraverso questo meccanismo. Attualmente l’associazione svolge la propria attività in particolare nei territori dei quartieri 4 e 5, in cui opera in prevalenza fornendo servizi di trasporto con veicoli attrezzati per persone diversamente abili, l’accompagnamento e la compagnia, il coinvolgimento in attività di socializzazione, la distribuzione di vestiario e generi alimentari, il sostegno scolastico. Per info e sostegni all’iniziativa si può contattare il numero verde 800.23.64.82 di Europa Servizi o direttamente l’associazione. F.B.

0-0onlus.org

S.P.I. C.G.I.L. - SIndaCato PenSIonatI ItaLIanI LeGa QuartIere 5 FIrenZe

PUNTO DI… SVISTA Le pensionate e i pensionati sono l’ossatura dell’Italia. Ne hanno sostenuto la crescita e il benessere, ne hanno supportato il cammino democratico. Una generazione di lavoratrici e di lavoratori, d’impegno e di fatiche, che sa cosa sono i diritti e doveri, e che si trovano molto spesso, quando sarebbe l’ora della gratitudine, a doversi prodigare ancora. Il welfare italiano si appoggia molto sulle famiglie, sulle coppie di giovani nonni e sulle donne in particolare, sostituendo gli asili nido mancanti e le insufficienze dell’assistenza agli anziani. Una catena di solidarietà che rischia di spezzarsi se non supportiamo questo invecchiamento “attivo“ ritardando l’ingresso alla “non autosufficienza “, vi sono, infatti, bisogni definiti di cura leggera che incorrono con l’avanzare dell’età, il quale non sono da considerare marginali al sostegno

dell’autonomia degli anziani e che sono temi cruciali nel definire le prospettive di benessere legate all’invecchiamento della popolazione per una migliore qualità della vita. A questo scopo il Sindacato Pensionati del Quartiere 5 in collaborazione con lo SPI nazionale e l’associazione ”BRUNO TRENTIN” IRES SPI, l’istituto di ricerca della CGIL, hanno fatto un progetto “Fra autonomia e benessere: gli anziani e la cura leggera“ con un’indagine, somministrata con un test, sui residenti del nostro quartiere per conoscere i bisogni delle persone con più di cinquantacinque anni, in relazione ad alcune attività quotidiane che con l’avanzare dell’età possono diventare più difficoltose: sia attività domestiche (dalle pulizie della casa alla piccola manutenzione, etc.) sia esterne all’ambito domestico (la mobilità, il raggiungimento dei principali servizi, dal trasporto pubblico ai servizi sanitari, etc.). Siamo stati interessati a capire se questo genere di attività sono svolte in autonomia, da soli o anche attraverso l’aiuto di

 web

altre persone o soggetti (servizi pubblici, servizi privati, amici o vicini, familiari) con l’obiettivo di fare emergere questi bisogni per avviare una contrattazione con le istituzioni per ottenere misure di sostegno adeguate per salvaguardare l’autonomia dell’anziano, e anche di mostrare le potenzialità di aiuto reciproco tra anziani a persone di diversa età. Nell’indagine ci sono state anche domande con le quali si chiedono se per queste attività gli intervistati prestano aiuto ad altre persone, o se sarebbero disposti a farlo. Questo per osservare se e in che misura le persone mature e anziane già contribuiscono con il proprio aiuto ai bisogni di altre persone, sia anziane sia di altre età.

APPUNTI DA NON PERDERE I risultati del progetto “FRA AUTONOMIA E BENESSERE: GLI ANZIANI E LA CURA LEGGERA “ saranno illustrati , con la presenza delle istituzioni , durante l’iniziativa pub-

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4 | Ottobre 2013

#Focus

Quartiere 5

Novoli . Rifredi . Brozzi

 La segnalazione.1

 La segnalazione.2

piazza delle medaglie d’oro, statuto, “buche “più attenzione al giardino” e toppe in strada” Lamentele per sporcizia e non solo. E il Quartiere annuncia interventi Fannì Beconcini

I

frequentatori dell’area verde di piazza delle Medaglie d’Oro, lungo via Baracca, fanno sentire la loro voce. Secondo alcune segnalazioni, degrado, sporcizia e poca manutenzione avrebbero compromesso la fruizione della zona – giardino attrezzato e importante luogo di incontro e socializzazione per gli abitanti del quartiere – creando disagi ai residenti che vorrebbero vedere più “protetto” questo spazio pubblico. Come raccon-

Alcuni giochi dell’area verde transennati: è questo uno dei motivi per cui si lamentano i frequentatori del giardino di via Baracca

ta Angelo, residente nel quartiere da tempo, attivo e combattivo, con diversi anni di volontariato alle spalle, “questo sarebbe un posto in cui star bene tutti, con rispetto e attenzione. Purtroppo la sciatteria di alcuni e la negligenza da parte di chi di dovere hanno fatto sì che questo giardino non sia più vivibile né accogliente”. Angelo e alcuni residenti denunciano da tempo lo stato di degrado del giardino, che spesso – raccontano – si trasforma in “dormitorio e

bagno pubblico” nonostante la presenza di un bagno in plastica installato dopo la chiusura di quello in muratura. “È un luogo poco sicuro soprattutto la sera e la mattina presto, l’area verde ha numerosi cestini divelti e tavolini rotti, allo spazio giochi parte delle attrezzature è inagibile, ci sono poca illuminazione e fontanelli intasati”, raccontano. “La sera i bivacchi sono continui e talvolta chi va a giocare nel campo da calcio lascia e lancia bottiglie di vetro dopo aver bevuto, la mattina io che vengo qui con il mio cane trovo sporcizia e gente a dormire sulle panchine”, si lamenta un’altra signora che vive proprio accanto ai giardini. “Nell’area per bambini è da primavera che alcuni giochi sono inutilizzabili e transennati perché emergono radici dal terreno – indica Angelo – per adesso non è stato preso nessun provvedimento”. Dal Quartiere, intanto, annunciano il progetto di riqualificazione del casottino che si trova accanto al campo da calcio e il ripristino del bagno in muratura: “Questo è il giardino più importante della zona, le segnalazioni delle situazioni di degrado sono state inoltrate ai tecnici del Comune e l’impegno delle istituzioni c’è”, assicura il presidente Federico Gianassi. “Noi tutti dovremmo ripensare il modo di fruire i luoghi pubblici – conclude Angelo, lanciando la sua proposta – e questo lo si può fare solo attraverso l’educazione: ci vorrebbe personale qualificato e volenteroso, magari ragazzi dell’università che studiano materie come architettura, discipline ambientali, tutela del territorio o comunicazione, che si formino in strada e formino per strada”.

Fannì Beconcini

I residenti denunciano la cattiva condizione di asfalto e marciapiedi di via Milanesi e chiedono interventi

V

ia Milanesi – spiega la signora Maria Maccioni – somiglia a un puzzle, uno di quelli che lei ha in casa e che raffigurano Firenze, sua città natale, lasciata per lavoro, ritrovata e amata al limite della “fissazione”, come assicura: “Amo Firenze, vivo da anni in zona Statuto e devo dire che oggi noi residenti ci sentiamo trascurati e abbandonati”, esordisce la signora Maria. Quella che si snoda tra la ferrovia e piazza Leopoldo è una zona sorta intorno agli anni ‘30, popolata da molti anziani e – sostiene Maria – oggi carente di servizi e infrastrutture. Un problema per gli anziani che si muovono a piedi – racconta – è la situazione di strade e marciapiedi, “spesso impercorribili o comunque poco agibili”. “La pavimentazione di via Milanesi e strade limitrofe è dissestata, soprattutto i marciapiedi, i pochi lavori che fanno li fanno in periodi e orari impossibili: lavori a pezzetti, tutte toppe, una parte alla volta”. La zona – continua la residente – è soggetta ad allagamenti e segnaletica e illuminazione sono state collocate con tempi e modalità diversi, “tanto che in alcuni punti i pali della luce ostruiscono il passaggio a causa del restringimento del marciapiede”. “Qui vive tanta gente anche più anziana di me, che ha difficoltà a raggiungere i negozi e il supermercato”, afferma Maria. In effetti, via Milanesi non è stata soggetta a interventi di manutenzione straordinaria a differenza di altre zone del quartiere: “Per adesso la situazione è gestita in modo ordinario – spiega il presidente del Q5 Federico Gianassi – e provvederemo a breve a sistemare le buche rimaste”. Quello che la signora Maccioni e i residenti della zona chiedono è una riqualificazione che renda maggiormente vivibile e fruibile il rione, soprattutto per coloro che, per anzianità o difficoltà varie, non possono raggiungere altre zone della città più attrezzate e agibili.

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Quartiere 5

#Il quartiere in pillole

6 | Ottobre 2013

Novoli . Rifredi . Brozzi

 Mugnone

ecco il ponte bailey, in attesa del definitivo Quello vecchio demolito per ragioni di sicurezza Ivo Gagliardi

P

 L’iniziativa

iù sicurezza lungo il Mugnone. È entrato in funzione da circa un mese il nuovo ponte Bailey al Barco. Il montaggio della struttura, che va a sostituire temporaneamente il vecchio ponte, demolito il 30 gennaio scorso per ragioni di sicurezza idraulica dalla Provincia di Firenze, era iniziato il 29 agosto. A settembre, poi, l’apertura alla circolazione del nuovo ponte, dopo il collaudo statico e le asfaltatureSicdelle zone limitroo uro. it roOr p fe. “Quando si apre un ponte è m Co sempre una buona notizia – ha commentatooro. ..l’assessore alla o il tu mobilità Bonaccorsi – i Filippo nsieri! Qui vend a pe enz abbiamo Srispettato l’impegno preso con i cittadini della zona quando fu demolito il vecchio ponte, ripristinando il collegamento prima della fine dell’estate”. Il ponte provvisorio di tipo

Bailey (struttura modulare in ferro di semplice montaggio, nata per scopi militari) è lungo circa 21 metri e largo 4,50. È stato costruito nello stesso punto del vecchio ponte abbattuto: è stato così possibile ripristinare la circolazione stradale in attesa della realizzazione della nuova infrastruttura, che sorgerà a po-

che decine di metri di distanza, in prossimità del ponte ferroviario. Sotto: il taglio del nastro del nuovo ponte Bailey sul torrente Mugnone al Barco, avvenuto a settembre. Nella foto in alto a destra i lavori per la realizzazione dell’opera

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tto tonnellate di solidarietà. Lo scorso 14 settembre, nell’orario di apertura dei supermercati Coop di piazza Leopoldo, via Carlo del Prete, Le Piagge e via Forlanini e Conad di via del Pesciolino/via Pistoiese, è stata effettuata una raccolta straordinaria di generi alimentari e materiali scolastici per le famiglie più bisognose, promossa dal Quartiere 5 con il coinvolgimento delle associazioni della Rete di Solidarietà. Nell’occasione sono stati raccolti circa otto tonnellate di prodotti alimentari e 400 pacchi scuola che, poi, sono stati distribuiti alle famiglie bisognose del quartiere attraverso la rete di solidarietà. All’iniziativa, che ha visto coinvolti 250 volontari, hanno aderito con il loro generoso contributo molti cittadini, a cui è andato il ringraziamento di istituzioni e organizzatori. Il ringraziamento è andato anche a Unicoop Firenze, alla sezione soci nord-ovest di Unicoop Firenze e a Conad, che hanno promosso e sostenuto l’ iniziativa. “Per la seconda volta nel corso del 2013 – ha sottolineato il presidente del Q5 Federico Gianassi – cittadini, volontari e associazionismo hanno permesso di ottenere questo grande risultato in aiuto alle famiglie più bisognose”.

giardino dei giusti, “angeli” al lavoro

Quest’estate

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È

stato ripulito il Giardino dei Giusti, con l’albero in memoria di Gino Bartali. Sono stati tanti coloro che, a metà settembre, appena prima dell’inizio dei Mondiali di ciclismo, si sono ritrovati ai Giardini del Parnaso, in via Trento, per l’iniziativa degli Angeli del Bello in omaggio a Gino Bartali: in occasione della corsa mondiale che si è tenuta in città a fine settembre, i volontari dell’associazione hanno ripulito l’area del Giardino dei Giusti, dove un grande albero di carrubo ricorda il contributo di “Ginettaccio” a favore degli ebrei perseguitati dal nazifascismo. Fra i presenti c’erano l’assessore all’Ambiente Caterina Biti, il figlio di Bartali Andrea, il presidente della Fondazione Giorgio Moretti, il consigliere Giampiero Gallo e la consigliera Bianca Maria Giocoli, una delle promotrici dell’iniziativa che nel 2006 portò l’amministrazione a realizzare il giardino come luogo simbolo per ricordare chi si oppose ai crimini contro l’umanità, sul modello di Gerusalemme. E il primo albero piantato fu proprio quello per Bartali. L’idea di intervenire per la manutenzione dell’area intorno all’albero dedicato al grande campione di ciclismo è nata dai volontari del gruppo che, da aprile 2011, prestano settimanalmente la propria opera al Parco Stibbert – in stretta collaborazione con i giardinieri del Comune e il Museo Stibbert – per la tutela e la manutenzione di uno dei parchi più importanti della città, realizzato nella seconda metà dell’Ottocento da Frederick Stibbert e donato alla sua morte alla città di Firenze. E a fine settembre per “Ginettaccio” è poi arrivato il riconoscimento più bello: un premio speciale, che vale più di ogni medaglia, quello conferito alla memoria di Bartali, che è stato proclamato ‘’Giusto tra le nazioni’’ per il suo impegno nella lotta alle discriminazioni e nella difesa degli ebrei perseguitati in Italia.

 La stagione del Teatro Nuovo

nel “regno” del vernacolo fiorentino I

l Teatro Nuovo del circolo ricreativo Lippi nasce nel 1965, una decina di anni dopo la costruzione del circolo, quando i soci decidono di realizzare un salone attrezzato al posto della pista da ballo all’aria aperta. Negli anni lo spazio è stato teatro di rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali, concerti, feste – negli anni Settanta diventa anche discoteca, “La Buccia” prima e “Il Gatto e la Volpe” poi, risposta di periferia al più noto “Space Electronic” – e oggi è sede della compagnia teatrale Il Grillo. La vocazione sociale e culturale del teatro è una costante: fra i personaggi che hanno calcato il suo palco ci sono Dario Fo e Franca Rame con Mistero Buffo, David e Chiara Riondino, Ivan Della Mea, Don Backy. Negli anni Ottanta viene chiamato Teatro Nuovo Dory Cei, dalla prima compagnia di vernacolo che ne ha calcato le scene avviando una tradizione viva ancora oggi. A fine anni Ottanta è la volta della compagnia di Bianca Maria Gatti e oggi è Il Grillo, sotto la guida di Giovanna Brilli e Raul Bulgherini, a proseguire il percorso iniziato trent’anni fa. Dal 1994 la compagnia del Grillo è impegnata nella valorizzazione della tradizione vernacolare fiorentina attraverso la propria programmazione teatrale e una scuola di recitazione: “Vogliamo offrire un’occasione di divertimento intelligente, che faccia riflettere sia sui lati più paradossali della vita quotidiana sia sulle peculiarità dell’essere fiorentini nella società odierna, per stimolare un confronto fra la Firenze attuale e quella del suo più recente passato, in modo da poter essere maggiormente consapevoli dei valori culturali di cui siamo depositari e che rischiamo di perdere”, spiega Giovanna Brilli. La stagione 2013/2014 del Teatro Nuovo si aprirà il 16 novembre con la commedia in tre atti “I saldi di Beppe il commendatore: mutandine e reggipetti”, mentre il laboratorio teatrale – con corsi a cadenza settimanale e aperti a tutti – ha inizio lunedì 21 ottobre, con le prime due lezioni gratuite. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.compagniailgrillo.com, chiamare il numero 055.826283 o scrivere a teatronuovofirenze@gmail.com. F.B.

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Quartiere 5

#Curiosità

Novoli . Rifredi . Brozzi

Ottobre 2013 | 7

 Animali

 Il luogo

ippo, l’asino-zebra che aiuta i bambini

Il rarissimo incrocio è nato in un’oasi di via del Barco: grazie a lui il proprietario vuol dare una mano al Meyer Antonio Rettura

S

i chiama Ippo ed è uno zonkey, un rarissimo incrocio tra asino e zebra nato in un’oasi privata di Firenze, tra via Baracca e il parco delle Cascine. Il particolarissimo equino (corpo e testa di asino, zampe a strisce) ha attirato l’attenzione di giornali e televisioni di mezzo mondo. Il desiderio del proprietario dell’oasi, il vivaista Massimo Aglietti, è quello di sfruttare l’enorme interesse che si è venuto a creare attorno a Ippo per aiutare i bambini dell’ospedale pediatrico Meyer. “Giusto per citarne alcuni, mi hanno contattato aziende produttrici di peluche – racconta Aglietti – un’industria di cibo per animali che vorrebbe Ippo come ‘mascotte’ e produttori di cinema e cartoni animati”. Quando, tre mesi fa, la mattina del 19 luglio, Massimo Aglietti vide nascere dal grembo dell’asina dell’Amiata quel “ciuchino” dalle strane zampette non immaginava neppure lontanamente quello che sarebbe

Ippo, il rarissimo zonkey nato nell’oasi fiorentina, insieme alla madre, un’asina dell’Amiata, e al proprietario Massimo Aglietti

successo da lì a poco: “Quando notai che il cucciolo aveva le zampe zebrate rimasi incredulo – ricorda – mai vista una cosa del genere”. Il trambusto iniziò quando la figlia di Aglietti, la mattina stessa, pubblicò su Facebook la foto del nuovo arrivato: “Dopo poche ore mi telefonò

Scuola

l’Ansa – spiega il vivaista – e lì capii che era successa una cosa davvero straordinaria. Da quel momento – prosegue – hanno iniziato a contattarmi da tutto il mondo per chiedere informazioni su Ippo, per venire a fotografarlo e a riprenderlo”. L’oasi del signor Aglietti nasce una trenti-

na di anni fa quando, oltre ad alcune caprette e ai polli, arrivò tra gli “ospiti” un cammello a cui fu dato il nome “Canapone”, in onore del cammello che viveva nello zoo delle Cascine, tanto amato dai bambini. Canapone “primo” visse fino al novembre del 1966, quando durante l’alluvione morì affogato. Oggi gli animali che popolano l’oasi sono circa 170, dalle renne ai pavoni, dai pappagalli alle zebre, fino ad altri animali esotici che difficilmente si potrebbe immaginare vivano a due passi dall’Arno. Molti degli “ospiti” provengono da sequestri effettuati dalle forze dell’ordine e dalla Forestale per mettere in salvo animali maltrattati: “Sanno che qui vengono trattati bene – conclude Aglietti – così ce li portano”. Anche la zebra “papà” di Ippo proviene da un sequestro effettuato in uno zoo. L’oasi privata presente nel quartiere, situata in via del Barco, è liberamente visitabile e sono tantissime le persone, in particolare bambini, che accorrono per vedere da vicino uno degli animali più rari (e teneri) del mondo.

UNA GIORNATA DI STUDIO PER LA PACE

COSA SUCCEDE SOTTO CASA NOSTRA Vicini alla Targetti L’assessore allo Sviluppo economico Sara Biagiotti e il presidente del Q.5 Federico Gianassi hanno partecipato il 12 settembre alla manifestazione organizzata dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali della Targetti Sankey Spa, storica società per l’illuminazione architettonica. Al centro della protesta i 160 licenziamenti, su 245 dipendenti, recentemente annunciati dalla direzione aziendale. “La Targetti Sankey è un patrimonio della nostra città, un’eccellenza a livello internazionale che il nostro territorio non può permettersi di perdere. E’ necessario un vero piano industriale per il rilancio, non un taglio indiscriminato di posti di lavoro”, hanno commentato Biagiotti e Gianassi. “La Targetti è legata strettamente a Firenze e alla sua storia -aggiungono Biagiotti e Gianassi- e lo dimostra il fatto che ha realizzato gli impianti di illuminazione di molti monumenti e palazzi della città: dalla Tribuna degli Uffizi alla Cappella di Eleonora in Palazzo Vecchio, dall’Istituto Europeo del Design al nuovo Teatro dell’Opera in costruzione alle Cascine”. Nel consiglio del 18 settembre, a ulteriore conferma di questo impegno, è stata approvata all’unanimità una risoluzione di sostegno ai lavoratori.

Cultura e attività motoria

IL CARTELLONE

La storia (un pò dimenticata) di Firenze Villa Pozzolini, viale Guidoni 188, ore 17, ingresso libero. Ciclo di incontri a cura di Riccardo Trotta. 4 ottobre, Romana Florentia; 11 ottobre, Firenze scomparsa; 18 ottobre, La guerra è passata; 25 ottobre, Angoli della Firenze scomparsa Conversazioni Musicali Villa Pozzolini, viale Guidoni 188, ore 17. Guida all’ascolto delle opere in programma nella stagione concertistica autunno-inverno. 14 ottobre, La serva padrona di Giovan Battista Pergolesi 11 novembre, L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti Info: Ufficio Cultura Q.5, 055.2767033

Italiano per stranieri Corsi per adulti, da settembre 2013 a giugno 2014, a cura di Parrocchia di San Francesco e Santa Chiara a Montughi, Ass. ADRA e Ass. Ulisse. Sede: via Reginaldo Giuliani 115/m. Iscrizione gratuita in via R.Giuliani, con il seguente orario: mercoledì (ore 1011,30), giovedì (ore 15-16,30 e 20,30-22). Per info: Direzione Istruzione Q.5, 055.2767040 Passeggiate nella natura Alla scoperta di luoghi naturali, a cura dell’associazione Biosfera. Partecipazione gratuita (occorre prenotazione telefonica, chiamare 055.2767046). 19 ottobre, La foresta di Sant’Antonio

P

er assicurare il benessere degli animali provenienti da latitudini e climi totalmente diversi, la “riserva” del signor Aglietti è dotata di tutti i comfort: per non far soffrire il caldo estivo alle renne sono state costruite alcune “case” dotate di aria condizionata, mentre durante l’inverno i cammelli possono godere di un ambiente tiepido grazie al calore di lampade-stufa. L’habitat è stato particolarmente gradito anche da alcune cicogne, che ogni anno tornano dalla migrazione in Africa per nidificare nell’oasi. A.R.

W eb agliettifloricoltura.it Tel. 055.419614

Notizie dal territorio

Il Laboratorio permanente per la Pace ormai da 8 anni coordina una rete informale denominata Scuole e Territorio che coinvolge docenti e dirigenti delle scuole del Q.5, educatori di Centri territoriali, ASL, Centro linguistico Gandhi. In questo gruppo si esprime un bisogno condiviso di confronto e di scambio di esperienze che ha trovato riscontro lo scorso 5 settembre, presso la scuola Rosai, in una giornata di studio organizzata dal Laboratorio permanente per la Pace (servizio educativo del Q.5). L’iniziativa, dal titolo “Passaggi e Ponti”, ha focalizzato l’attenzione sull’accompagnamento degli alunni

nelle esperienze di passaggio da una classe all’altra, da una scuola all’altra, perché nessuno si perda per strada. Ma i ‘Passaggi’ e i ‘Ponti’ di cui è stato discusso sono anche quelli relativi alla costruzione di un clima solidale e coeso dentro e fuori dalla scuola. Si sono presentate all’appuntamento oltre 200 persone e nel corso del dibattito concetti come educazione permanente, comunità educante, imparare facendo, si sono riempiti di significato permettendo a tutti di rinnovare energie e motivazione per il proprio lavoro.

aria condizionata per le renne, lampade-stufa per i cammelli

Messa in sicurezza per l’incrocio Fabbroni-Vittorio Emanuele Nuove isole pedonali e complessiva riorganizzazione dell’area per migliorare la sicurezza dell’incrocio tra via Giovanni Fabbroni e via Vittorio Emanuele II. È quanto prevede il progetto esecutivo inserito nell’ambito del Programma di Riqualificazione Urbana “Area ex Superpila”. Prima di tutto, per garantire la reciproca visibilità tra pedoni e veicoli, l’attraversamento pedonale nel tratto terminale di via Fabbroni verrà arretrato, con conseguente spostamento della

fermata del bus e dell’isola ecologica. In corrispondenza del nuovo attraversamento pedonale verranno realizzati degli abbattimenti delle barriere architettoniche e posizionate delle mattonelle LOGES, studiate appositamente per essere percepite da ipovedenti e non vedenti. Sono inoltre previsti due piccoli ampliamenti dei marciapiedi: il primo in corrispondenza dell’incrocio via Fabbroni-via Vittorio Emanuele II, per garantire maggior visibilità in corrispondenza dell’attraversamento pedonale che porta a Villa Fabbricotti; il secondo a protezione del nuovo attraversamento pedonale sul lato dell’isola ecologica. In programma anche la realizzazione di due isole spartitraffico nel tratto finale di via Fabbroni e il ripristino della pavimentazione stradale e dei marciapiedi esistenti oltre all’integrazione della segnaletica stradale orizzontale e verticale. Installato il ponte Bailey al Barco È stato completato a fine agosto in località Il Barco il ponte provvisorio tipo Bailey, costruito nello stesso punto del vecchio ponte abbattuto. La struttura permette il ripristino della circolazione stradale in attesa della realizzazione della nuovo ponte che sorgerà a poche decine di metri di distanza. Il Bailey e il nuovo ponte sono realizzati dalle Ferrovie nell’ambito degli interventi previsti dall’accordo per la messa in sicurezza del Mugnone. Allargamento in via Fantoni Buone notizie per la viabilità a servizio della stazione ferroviaria di Rifredi. Verrà allargata via Renato Fantoni, la strada attualmente sprovvista di marciapiede che collega via Panciatichi a via Reginaldo Giuliani. La giunta ha approvato l’aggiornamento della convenzione fra il Comune e la società Magazzini Generali, che demolirà parte di un suo fabbricato per permettere l’allargamento della strada.


8 | Ottobre 2013

#Primo piano

 L’inchiesta.1

a spasso nella città del futuro

Viaggio nella Firenze “possibile” del 2023. Tra ipotesi e incognite Gianni Carpini

I

l viaggio nella città del futuro, quella che potrebbe essere Firenze tra un decennio, inizia con una premessa: se tutto fila liscio. Una frase che riassume un fiume di ipotesi: se i grandi progetti non si areneranno tra carte bollate e inchieste della magistratura (vedi le vicende del sottoattraversamento Tav), se i cantieri non affogheranno nelle sabbie mobili della burocrazia e soprattutto se la tanto attesa ripresa economica ci metterà lo zampino (tradotto: ci vogliono tanti soldi, forse troppi in momenti di recessione). Detto questo, in dieci anni Firenze si gioca il ruolo di grande realtà urbana italiana e, perché no, di piccola metropoli

europea. Innanzitutto sui trasporti. Se il capitolo tramvia si sbloccasse, i fiorentini del 2023 potrebbero spostarsi in tram da una parte all’altra della città, dimenticando (almeno in parte) gli ingorghi. Oltre che con Scandicci, la stazione di Santa Maria Novella sarebbe collegata direttamente con l’aeroporto (T2) e Careggi (T3), senza parlare delle altre linee messe in ponte: la 4 Leopolda-Piagge e le varianti per Rovezzano e Firenze sud. Quindi nel 2023 a Peretola si andrà in tram, viaggiando probabilmente verso un hub regionale integrato con Pisa e non verso un piccolo scalo nazionale. Qui entra in gioco la pista parallela-convergente,

vera condizione per il potenziamento dell’aeroporto fiorentino. Dal cielo alla terra: lasciati i binari di superficie ai convogli regionali, tra due lustri nel sottosuolo fiorentino sfrecceranno i treni dell’alta velocità, talpa Monna Lisa e proteste dei comitati permettendo. Il cuore di tutto il sistema sarà la “vela”, ossia l’avveniristica stazione Foster negli ex Macelli: tre piani

378.410

popolazione 2013

coperti da una grande vetrata, che lascerà filtrare la luce fino al livello dei binari, 25 metri sotto la superficie stradale. L’altro tassello è il parco dalle Cascine, allo stesso tempo polmone verde e “orecchio” della città. Da una parte i prati, il centro visite alle ex scuderie, lo spazio culturale nella palazzina dell’Indiano e la nuova passerella per l’Argingrosso; dall’altra piazza Vittorio Veneto con un parcheggio sotterraneo, due ristoranti al posto delle vecchie discoteche e il pezzo forte: il nuovo Teatro dell’Opera con la torre scenica, che permetterà di programmare più opere in contemporanea. Se la città avrà un teatro che si rispetti, presumibilmente gli Uffizi avranno la loro tettoia, bella o brutta a se-

conda dei gusti. Bistrattata da più parti, la pensilina progettata da Arata Isozaki per i Nuovi Uffizi non è mai uscita del tutto dal progetto. E se la cultura non vi affascina, nel 2023 i tifosi viola potrebbero avere uno stadio davvero da Champions: che sia un Franchi “ritoccato” o una cittadella viola nuova di pacca, solo il tempo ce lo potrà dire.

In alto e a sinistra il progetto dell’avveniristica stazione Foster agli ex Macelli: previsti tre piani coperti da una grande vetrata. Qua sotto la pensilina pensata da Arata Isozaki per gli Uffizi

398.754 popolazione 2025

(Fonte: previsioni demografiche dell'ufficio comunale di statistica)

 Parla l’architetto

jaff: “puntare sul riuso degli spazi dismessi” R

Un decennio decisivo sotto diversi aspetti: dai trasporti allo stadio e alle grandi opere. Con molti “se”

ecuperare i grandi edifici in disuso e riscoprire le sponde dell’Arno, che deve tornare a essere una priorità: Alessandro Jaff, da luglio presidente dell’Ordine provinciale degli architetti di Firenze, parla della città di domani. Qual è il futuro urbanistico di Firenze? Non possiamo più pensare a una politica urbanistica di tipo estensivo che si sviluppa in una o più zone della città, consumando territorio vergine. Il futuro sta in una completa maturazione verso la città post-moderna: dobbiamo puntare sul riuso dei contenitori dismessi, come le ex caserme o i complessi industriali abbandonati. Cosa ne pensa del nuovo stadio? Come Ordine siamo più favorevoli a un adeguamento e a una riqualificazione dello stadio Franchi, nel rispetto dei

suoi valori storico-architettonici, piuttosto che alla trasformazione dell’area Mercafir. Il modello di stadio proposto per Novoli disegna spazi che difficilmente si integrano con la vita del quartiere. Spostiamoci invece sul fiume. Tra i tanti temi c’è il recupero dell’asse dell’Arno, che attraversa Firenze da un parte all’altra e che oggi viene sfruttato solo per piccole porzioni isolate. Riscoprire non vuol dire cementificare, ma significa immaginare un uso e una funzione compatibili con la natura di questi luoghi e con le problematiche legate al rischio idraulico. Bastano cose semplici, l’abbiamo visto nel piccolo con quello che è successo sulla spiaggetta sotto piazza Poggi. G.C.

Alessandro Jaff, il nuovo presidente dell’Ordine provinciale degli architetti di Firenze


#Primo piano

Ottobre 2013 | 9

 L’inchiesta.2

realtà o fantasia? il capoluogo che (non) sarà Ecco quello che potrebbe accadere se tutti i progetti lanciati negli anni arrivassero un giorno a vedere la luce Luca Squarcialupi

A

l mattino una gita sulle scale mobili fino al Forte Belvedere. Il pomeriggio invece è a tutta cultura, davanti alla bianca facciata di San Lorenzo (bianca? Sì, lo scoprirete più avanti). E la sera, per concludere in bellezza, un concerto “galleggiante”, con cantanti e band che si esibiscono sopra a un palco-zattera davanti a lungarno Colombo. Fantascienza? Forse, ma a leggere i giornali (di oggi e di ieri) potrebbe essere questa la giornata-tipo di un fiorentino tra qualche anno. Dalle colonne dei quotidiani

sono passati tanti progetti, alcuni verosimili, altri forse meno: progetti che, se fossero stati (o se verranno) realizzati, sono destinati a cambiare il volto della città. In un futuro anche abbastanza prossimo. In alcuni casi sono naufragati dopo poco (ad esempio il progetto per l’auditorium subacqueo della Fortezza, vedi il box qua sotto), in altri hanno acceso gli animi per poi finire nel cassetto. Ne è un esempio la proposta di rendere meno “nuda” la facciata di San Lorenzo. Il volto della chiesa più antica di Firenze è rimasto incompiuto per secoli: nel

 Fortezza

Stop all’auditorium “subacqueo” U n progetto naufragato in una vasca. Il piano di Regione, Provincia e Comune per il recupero della Fortezza da Basso prevedeva un’opera suggestiva: un auditorium da quattromila posti ricavato sotto la fontana dei cigni. Un padiglione denominato “del lago”, con un tetto trasparente che avrebbe dato sul vascone. L’ipotesi progettuale, però, è stata prima bocciata dalla Soprintendenza e poi cancellata dalla variante urbanistica. Niente più sala con vista subacquea, dunque: il nuovo auditorium nascerà in un edificio su due piani, di cui uno interrato, nella zona in cui si trova l’Opificio delle pietre dure. G.C.

Un rendering di come avrebbe potuto essere l’auditorium sotto la fontana della Fortezza da Basso

Cinquecento Michelangelo vinse quello che oggi chiameremmo un concorso internazionale di idee per ridisegnare la facciata della chiesa ma – per colpa dei pochi soldi e di problemi più “politici” – non portò a termine l’impresa. Così, nel 2011, quasi cinque secoli dopo, il sindaco Renzi ha ritirato fuori il progetto durante un consiglio comunale, ipotizzando un sondaggio tra i cittadini. La facciata alla maniera michelangiolesca, per la cronaca, sarebbe in marmo, del tutto simile ai palazzi signorili del Rinascimento. Ma sono state anche tante altre, nel tempo, le idee del sindaco. Una di queste è finita nel dimenticatoio: nel 2007 il “rottamatore”, che ancora non si definiva tale e sedeva sulla poltrona di presidente della Provincia, propose di installare all’altezza di lungarno Colombo una piattaforma galleggiante sul fiume per ospitare concerti e spettacoli teatrali, con le sponde dell’Arno che si sarebbero trasformate in “tribune” per il pubblico. Poi, però, dei concerti a pelo d’acqua si sono perse le tracce. Non è invece tramontata, anzi è di stretta attualità, l’ipotesi di una tramvia sotterranea, con tanto di fermata sotto piazza della Repubblica (vedi box qua a destra). Altra idea tornata alla luce di recente è quella del “Forte-express”: un collegamento comodo, via scale mobili, da San Niccolò fino alla fortezza panoramica. È stato Eugenio Giani, in occasione della riapertura del Forte Belvedere la scorsa estate, a riproporre il suo cavallo di battaglia, lanciato già quando era assessore della giunta Domenici.

Una veduta di Firenze: sono stati tanti, negli anni, i progetti lanciati per la città e (ancora?) non realizzati. Progetti che, se fossero portati a compimento, cambierebbero il volto del capoluogo

 L’idea

la tramvia finisce sottoterra? N

ell’esercito delle idee futuribili, questa bussa insistentemente al portone di Palazzo Vecchio. È tornata alla ribalta durante una recente riunione della giunta comunale, al centro della quale sono finiti i piani in vista della fine del mandato. L’ipotesi è quella di interrare la tramvia, almeno nel tratto del centro storico, per rendere possibile la creazione della linea due in formato “maxi”. Il percorso originario (piazza dell’Unità-aeroporto) verrebbe implementato con l’aggiunta di un braccio in direzione sud. Sirio correrebbe così tre chilometri sottoterra. Il tram scenderebbe giù a partire dalla stazione Foster della Tav e salterebbe fuori in lungarno della Zecca Vecchia. In un futuro non molto prossimo potrebbe poi proseguire verso Bagno a Ripoli. Sul progetto pesano però i costi necessari alla realizzazione di questo sogno metropolitano. G.C.

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10 | Ottobre 2013

#Il punto

 La “rivoluzione” degli scaffali

librerie, in città si apre un nuovo capitolo

Dopo tanti bandoni abbassati, sono ora in arrivo new entry e piani che ridisegneranno la mappa di queste attività Serena Wiedenstritt

U

n autunno (e una primavera) di novità a Firenze. Dopo tante chiusure, ecco in arrivo nuove librerie e nuovi progetti. A dominare un po’ ovunque è il connubio libri-cibo. Sbarca infatti in città Eataly, del patron Farinetti, negli spazi dell’ex Marzocco, poi diventata libreria Martelli. Dopo le aperture di Torino, Roma e altri piccoli satelliti, a due passi dal Duomo approda un tempio del mangiar bene secondo Slowfood. I lavori procedono a ritmo serrato e l’apertura è prevista per fine novembre. Importanti cambiamenti in arrivo – ma per

Un autunno di novità: a dominare quasi ovunque è il connubio con il cibo

 Focus questi sarà necessario attendere la primavera 2014 – anche in casa Feltrinelli. Già presente in città con la libreria di via dei Cerretani e la Feltrinelli International di via Cavour, sono in arrivo altri due punti vendita: uno all’interno della stazione, pensato soprattutto per un pubblico di stranieri, turisti e persone di passaggio in generale, e uno che nascerà sulle ceneri dell’ex Edison. Nel palazzo di piazza della Repubblica sorgerà un Feltrinelli Red, la formula pensata per unire cultura e ristorazione di qualità, già sperimentata a Roma. E poi ci sono altri grandi progetti. L’idea di Mario Curia, amministratore delegato della Mandragora. è quella di riportare in centro i fiorentini. La sua attuazione si è concretizzata dall’estate nella Piazza dei Libri, che ha svoltato i mesi più caldi dell’anno di tanti fiorentini rimasti in città con le proposte di eventi e letture sotto il tendone di piazza della Repubblica. Tendone prorogato per il momento fino a fine ottobre. Per il futuro, una volta sfumata l’idea di “salvare la Edison”, Curia sta lavorando alla ricerca dello spazio adatto per dar vita a una piazza dei

 Curiosità

quegli angoli di londra e parigi

L

eggere Shakespeare in inglese e Proust in francese? A Firenze si può, grazie a due librerie storiche e, fortunatamente, ancora molto frequentate. La prima, dal significativo nome Paperback Exchange, si trova in via delle Oche, forse un po’ nascosta ma in linea d’aria proprio dietro al Duomo, e ci si possono trovare volumi classici, moderni, libri per bambini ed editoria specializzata. Non solo, grazie a un vasto assortimento di libri di seconda mano è facile riuscire a portarsi via un’edizione economica senza spendere più di dieci euro. È la meta di molti anglofoni che vivono a Firenze e di tanti che vogliono esercitare la loro conoscenza dell’inglese nel tempo libero leggendo in lingua originale. Aperta nel 1979 da una famiglia inglese, ancora oggi è più facile sentirsi rivolgere la parola in inglese che in italiano e anche questo fa parte del suo fascino. Per i francofoni, o anche in questo caso per chi ama leggere in francese, invece, la scelta non può che cadere sulla Librairie Française de Florence, al piano terreno di Palazzo Lenzi in piazza Ognissanti, attiva in città da oltre trent’anni. Situata proprio sotto l’Institut Français, teatro di mille iniziative lungo tutto l’arco dell’anno, la libreria propone tantissimi titoli, fra quelli più attuali e i classici intramontabili. Nata con l’obiettivo di “coniugare l’atmosfera di una libreria parigina con le esigenze di una clientela variegata e in continua evoluzione”, da qualche anno pubblica sul web il suo catalogo, in modo da poter essere sempre aggiornati, anche a distanza, sui titoli disponibili. S.W.

antiche o meno, ma tutte amate: storia di quelle che hanno chiuso

U

libri “stabile”, con un occhio particolare alla ristorazione e un approccio di stile alla progettazione degli ambienti, grazie alla partecipazione di un architetto. La forma, infatti, sarà importante quanto il contenuto, considerato che Curia pensa a “un luogo aperto, di scambio, dove trovare sì i libri, ma anche il confronto, la compagnia delle persone e di un buon cibo o di un buon bicchiere a un giusto prezzo”. “La nostra sarà una proposta

all day long – continua Curia – pensata per durare dalla colazione al bicchiere della staffa. Al momento come casa editrice Mandragora siamo relegati a un pubblico di turisti, di passaggio, di coloro che ci conoscono grazie ai bookshop dei musei più importanti. La mia aspirazione è quella di farci conoscere dai fiorentini”. E il luogo al momento più accreditato sembra essere l’ex Supercinema di via dei Cimatori.

Nella foto qua sopra il rendering della piazza dei libri “stabile” immaginata da Mario Curia: l’idea è creare “un luogo aperto, di scambio, dove trovare sì i libri, ma anche il confronto”. In basso l’insegna della Edison in piazza della Repubblica

na dopo l’altra, negli ultimi anni, con un’impennata nei mesi più recenti, Firenze ha perso alcune delle sue librerie, alcune storiche, altre più giovani, tutte baluardi di una città della cultura che sta perdendo parte della sua identità. A parte il caso Edison, la cui chiusura ha occupato pagine su pagine della cronaca fiorentina, altri negozi hanno tirato giù il bandone per sempre: in primavera hanno chiuso la libreria Chiari di via dei Servi, nata nel dicembre 2009 e molto amata per l’abbinamento di grandi sconti e titoli di nicchia, e dopo 16 anni di attività la Libreria del Cinema di via Guelfa. Attività terminata, nello stesso periodo, per la libreria Il Parterre di viale Don Minzoni, anche se in questo caso si tratterebbe solo di una scelta dovuta a motivi personali della gestione del negozio (completamente rinnovato nel 2010) che ora è in attesa di un nuovo gestore, mentre l’anno precedente era toccato alla celeberrima Libreria del Porcellino. Il passaggio da quella che era stata fondata nel 1939 come Casa del Libro, poi ribattezzata Libreria del Porcellino dopo la fine della seconda guerra mondiale, a una catena di gelaterie è stato forse emblematico. Costi degli affitti sempre più alti e ricavi in caduta libera sono indicati come causa delle chiusure, salutate con la richiesta di nuovi interventi per salvare la Firenze letteraria e accompagnate dal bilancio dei nuovi disoccupati. E se neanche la Fnac dei Gigli a Campi Bisenzio ha retto più di due anni, nonostante l’abbinata “vecchi libri” e vendita di elettronica, i bibliofili fiorentini hanno forse davvero ragione di iniziare a preoccuparsi. S.W.


#Il punto

Ottobre 2013 | 11

 La vicenda

 Via Reginaldo Giuliani

la solidarietà nata dal dolore

un tetto per le famiglie dei bimbi malati

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anta solidarietà dopo tanto dolore. È la storia della Fondazione Bacciotti, creata dai genitori di Tommasino, Barbara e Paolo, dopo la tragedia vissuta in prima persona. La peggiore delle tragedie che possano capitare a un babbo e a una mamma: la morte del proprio figlio. Tommasino è stato portato via da una rara forma di tumore cerebrale particolarmente aggressiva, il pinealoblastoma, che si è manifestata quando il piccolo aveva appena 9 mesi. Hanno lottato, lui e la sua famiglia, ma non ce l’hanno fatta: il 19 dicembre 1999 Tommasino si è arreso alla sua malattia. Da allora Barbara e Paolo hanno deciso di creare un fondo permanente intitolato al loro figlio e dedicato allo studio, alla cura, all’assistenza e all’informazione su questi tumori. I tumori cerebrali infantili, i più crudeli. E sono stati tantissimi, negli anni, i progetti realizzati, le iniziative organizzate, i risultati raggiunti. Attività che hanno aiutato molti bambini e le loro famiglie. E che non si fermano qui, anzi. Perché il cammino della Fondazione prosegue, con sempre più impegno. Per Tommasino, e per tutti gli altri piccoli che hanno bisogno d’aiuto. I.G.

Da poco inaugurata l’ultima struttura del progetto “Casa accoglienza” della Fondazione Bacciotti Ivo Gagliardi

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olto più di un semplice hotel. Perché per le famiglie che arrivano a Firenze per far curare i loro bambini al Meyer non c’è niente di meglio che trovare una casa ad attenderle. Una casa vera e propria, la “loro” casa, o quasi. Ed è esattamente quello che troveranno (anche) in via Reginaldo Giuliani, dove a fine settembre sono stati inaugurati tre bilocali destinati proprio ai genitori che vengono in città per curare i propri figli. Si tratta della nuova struttura del progetto “Casa accoglienza” della Fondazione Tommasino Bacciotti: i tre appartamenti (uno al piano terra e due al primo piano) sono dotati di tutti i comfort, possono ospitare fino a cinque persone e sono attrezzati anche per dare alloggio ai disabili. Prima di passare alla loro “nuova vita”, questi appartamenti sono stati stati completamente ristrutturati. Come? Con i soldi ricavati

Tanta gente il giorno dell’inaugurazione della nuova struttura del progetto “Casa accoglienza” della Fondazione Tommasino Bacciotti in via Reginaldo Giuliani

 Web

tommasino.org Mail info@tommasino.org

dalla vendita del camper utilizzato da Renzi per le primarie dello scorso anno. “Sono felice – ha commentato il sindaco – che i soldi ricavati dalla vendita del camper siano serviti per ristrutturare questi appartamenti”. I proventi dell’acquisto del camper da parte di StartupItalia! sono stati infatti destinati alla Fondazione Bacciotti, il cui obiettivo è quello di raccogliere fondi da devolvere per attività di studio, assistenza e informazione sui tumori cerebrali infantili. “Grazie all’accordo con la Misericordia di Rifredi e la parrocchia di Castello – ha detto Paolo Bacciotti – siamo arrivati a tredici appartamenti che possono ospitare fino a 56 persone ogni giorno: ciò significa ventimila notti gratuite in un anno che vogliono dire risparmi per pernottamenti di oltre 500mila euro per le famiglie, rispetto a un pernottamento in albergo economico”. Nella struttura, che in via prioritaria sarà

destinata ai pazienti neuroncologici, c’è anche una ludoteca per le famiglie ospitate. Perché tutti, grandi o piccini, possano sentirsi veramente a casa.

AMBULATORI DELLA MISERICORDIA DI FIRENZE TEL. 848 81.22.21 • www.misericordia.firenze.it PRENDETEVI CURA DEL VOSTRO SORRISO Da oltre 30 anni ottobre è il mese della prevenzione dentale. Un’occasione importante per valutare lo stato di salute dei vostri denti e ricevere consigli, informazioni e risposte ai dubbi riguardanti la vostra bocca e le regole per una buona igiene dentale quotidiana. A fronte di una grande disponibilità di strumenti efficaci, spesso, non ne corrisponde l’adeguato utilizzo e il giusto ricambio. Si tratta dell’unico programma di prevenzione odontoiatrica, attivo sull’intero territorio nazionale, che permette a tutti i cittadini di effettuare gratuitamente una visita di controllo annuale. Il modo migliore per conservare un sorriso sano e bello è proprio la prevenzione, a cominciare dai bambini. Una regolare visita di controllo è indispensabile non solo per curare i disturbi del cavo orale ma, soprattutto, per evitare che insorgano complicanze più importanti che possono anche compromettere la salute più in generale. Il controllo annuale consente di intercettare i sintomi in modo da intervenire con cure minime. Il trascurare una carie o una gengiva infiammata porta invece a peggiorare la situazione e rendere necessario, nel tempo, interventi più importanti e quindi costosi. Anche gli Ambulatori della Misericordia di Firenze aderiscono a questa importante iniziativa con i Presidi di vicolo Adimari e via del Sansovino. Qui potrete sostenere, gratuitamente, una visita odontoiatrica che potrà essere prenotata tramite call center al numero unico 848-812221 oppure direttamente alle accettazioni dei presidi. Per controllare gli orari delle visite odontoiatriche consultate il sito www.misericordia.firenze.it. Prevenire è meglio che curare ma, soprattutto, un sorriso sano e bello, capace di emozionare e catturare l’attenzione va curato fin dai primi anni di vita.


12 | Ottobre 2013

#Focus

 Sicurezza

arno, lavori in corso dopo gli allarmi del 2012

Il fiume torna “osservato speciale”. Interventi anche sul torrente Mugnone Serena Wiedenstritt

È

autunno, e con la fine della bella stagione torna attuale la questione Arno. Il fiume, che d’estate si fa spiaggia e ospita sulle sue sponde attività di vario genere, diventa nuovamente “sorvegliato speciale”. Dopo gli allarmi dello scorso anno, però, sono in corso di attuazione diversi interventi di sicurezza idraulica che fanno ben sperare: “I progetti più significativi – spiegano dall’assessorato all’Ambiente e Difesa del suolo della Provincia di Firenze – rientrano nella realizzazione del sistema di casse di espansione in attuazione del Piano stralcio rischio idraulico. In particolare, per ciò che riguarda il territorio della nostra provincia, i principali interventi in corso sono rappresentati dalla cassa di Figline, opera fondamentale per la messa in sicurezza da eventi come quello del 1966 per la città di Firenze, e dalla cassa dei Renai di Signa, necessaria per la messa in sicurezza dell’intera piana fiorentina”. Per quest’ultima, dopo un lungo periodo di stallo, si stima un costo dei lavori di circa 9 milioni. Attualmente si sta lavorando al completamento del progetto definitivo, per la cui esecuzione verrà fatta una gara. Quanto ai tempi, il prossimo anno dovrebbe essere impiegato per le operazioni di gara e contratto e i lavori, della durata prevista di due anni e mezzo, dovrebbero partire a fine

2014. Tempi più corti, invece, per la cassa di espansione di Figline e quindi per la sicurezza della città: per il primo lotto sono in corso di svolgimento i lavori, mentre per quanto riguarda il secondo è attualmente in corso di redazione il progetto definitivo. Se questo è il futuro, nei mesi scorsi l’attenzione e le risorse dell’amministrazione provinciale si sono concentrate sulla messa in sicurezza di San Mauro a Signa, con due interventi sul Bisenzio, e sul torrente Mugnone. Dopo gli allarmi del novembre 2012 è già stato sostituito il vecchio ponte del Barco, riducendo così in maniera drastica il rischio di esondazioni in quella zona, mentre entro la fine del 2014 dovrebbero terminare i lavori idraulici sul corso d’acqua. Infine, sulle polemiche relative alle questioni Canottieri e Rari Nantes, l’amministrazione provinciale dichiara che “si sta completando un percorso di riqualificazione dei tratti cittadini di riva destra e riva sinistra d’Arno, che hanno visto nei decenni accumularsi manufatti talvolta non compatibili con la normativa riguardante la sicurezza idraulica, con l’obiettivo di restituire alla città tratti di sponde talvolta oggetto di una ‘privatizzazione strisciante’, ma soprattutto di garantire il corretto deflusso nonché la sicurezza e l’accessibilità delle sponde in quanto difese idrauliche”. La partita, insomma, è ancora aperta.

Un tratto dell’Arno: i riflettori tornano ad accendersi sul fiume fiorentino in vista dell’arrivo delle piogge. L’obiettivo è quello di aumentare la sua sicurezza

 Il progetto

 Meteo

se le sponde diventano classi

un occhio al cielo: “questo autunno sono attese piogge sopra la media”

A

ndare a scuola di Arno e sull’Arno, avvicinandosi al fiume in senso lato e in senso stretto già fin dalle prime esperienze scolastiche, in modo da diventare cittadini consapevoli del valore e delle caratteristiche del fiume, ma soprattutto dei comportamenti corretti da tenere per viverlo in tutta sicurezza. Accade a Firenze, dove sono ripartite, con l’anno scolastico 2013-2014, le attività didattiche del progetto “Arno, un fiume per amico”, promosso dall’Autorità di Bacino del fiume Arno in collaborazione con l’assessorato alla Pubblica Istruzione. Giunto alla terza edizione, il progetto si articola come un percorso per conoscere e approfondire gli aspetti ambientali e le azioni necessarie per rendere più sicuro e vivibile il fiume e il suo territorio. Comprende diversi incontri di didattica frontale, sempre organizzati in forma di gioco per stimolare la curiosità e suscitare l’attenzione dei più piccoli, oltre ad attività di laboratorio e uscite sul fiume. Per sviluppare il progetto, nelle scorse edizioni i ragazzi hanno anche raccolto interviste in famiglia, sia sul tema dell’alluvione del 1966 che su quello della vita col fiume e sul fiume, mentre i più piccoli hanno tradotto in disegni le storie ascoltate dai nonni e dipinto le specie di pesci e volatili che popolano il corso d’acqua. Dal 2010 ad oggi hanno già preso parte alle attività 110 classi e più di 2.300 alunni, e solo nell’ultimo anno scolastico 2012-2013 hanno partecipato all’iniziativa ventuno scuole, per un totale di 34 classi.

P

Tra i progetti che riguardano il corso d’acqua, è tornato anche quest’anno “Arno, un fiume per amico”, rivolto agli alunni delle scuole

S.W.

Web adbarno.it

er la sicurezza dei fiumi e non solo molto dipenderà ovviamente anche da quello che il tempo ci riserverà questo autunno, e da quello che è successo in estate. Per Gianni Messeri, meteorologo del Lamma, “al momento ci attendiamo un autunno con precipitazioni leggermente sopra la media, per merito soprattutto del mese di ottobre”. Ombrello a portata di mano, quindi, anche se dovrebbe andare meglio dello scorso autunno, definito dal Lamma come una “stagione segnalata per piogge molto abbondanti e decisamente sopra la media”. Per quanto riguarda l’estate appena finita, dal Lamma fanno sapere che le precipitazioni sono state sotto la media di circa il 30% su tutto il territorio nazionale, Toscana compresa. S.W.


#Focus

Ottobre 2013 | 13

 L’evento

 Il campione

“Un’altra mobilità è possibile”: il Mondiale cambierà firenze?

Bartali, una medaglia da appendere all’anima

L’esame iridato è stato superato a pieni voti. Renzi lancia la sfida: “Se anche solo un fiorentino su dieci mollasse l’auto la città svolterebbe” grandi campioni onori e tributi non sono mancati. Guidata dal ct Paolo Bettini, la nazionale al gran completo ha fatto visita ad Alfredo Martini nella sua abitazione di Sesto Fiorentino alla vigilia delle gare, per raccogliere consigli e un “in bocca al lupo” speciale da una colonna delle due ruote. A ricordare le vittorie del “Ballero”, scomparso tragicamente nel 2010 durante una gara di rally, e quelle di “Ginettaccio”, da oggi ci penseranno invece due statue, scoperte in occasione delle corse iridate. Quella per Ballerini, in particolare, è stata collocata proprio di fronte al Mandela Forum, a pochi metri dal traguardo delle dodici gare del Mondiale, a strizzare l’occhio ai campioni all’arrivo in volata.

Natalia Binagli

A

ltro che disastro, è stata una festa. E se il titolo iridato alla fine l’ha vinto il portoghese Rui Costa, una medaglia speciale va alla città di Firenze per come ha accolto il mondiale di ciclismo. Poche auto in giro, strade insolitamente sgombre, piste ciclabili riscoperte dai biker urbani per una settimana intera. Qualche polemica, specie dai commercianti della “zona rossa” di Campo di Marte e delle Cure, che si sono sentiti penalizzati dalle transenne del circuito di gara e che hanno stimato perdite fino al 50%, compensata però dagli alberghi al completo. Alla fine il clima di festa ha prevalso. E l’unica cosa che ha rischiato di rovinare tutto è stata la pioggia battente dell’ultimo giorno: partiti in più di duecento, solo cinquanta corridori hanno tagliato il traguardo, decimati da cadute sull’asfalto bagnato che non hanno risparmiato nemmeno il favorito azzurro Vincenzo Nibali, alla fine fuori dal podio per un soffio, in quarta posizione. “Hanno vinto i fiorentini perché hanno dimostrato che se vogliono possono vivere meglio la città”, ha esultato il sindaco Matteo Renzi, che si è detto “orgoglioso di essere il sindaco di una città che non ha paura del futuro”. TRAFFICO Chi si aspettava che la città negli otto giorni del mondiale, dal 22 al 29 settembre, impazzisse tra ingorghi, file chilometriche e deviazioni stellari, è rimasto deluso. Rimarranno nella storia i cartelli stradali “tarocchi” con indicazioni esilaranti e agghiaccianti come, ad esempio, “per Gavinana 900 km” o “per Campo di Marte passare dalla Luna”, coniati dai tanti cittadini che con un po’ di preoccupazione e molta ironia si sono ritrovati nel gruppo Facebook “Vittime dei Mondiali di ciclismo a Firenze”. Ma alla fine tutto è filato liscio. Qualche disagio per il traffico nei giorni caldi delle corse, ma nel complesso si può dire che l’esame iridato sia stato superato a pieni voti. “Doveva essere un disastro, invece è stata una festa – è stato il commento di Renzi

270 – abbiamo registrato una diminuzione del traffico in città del 16 per cento”. Se i provvedimenti di viabilità hanno funzionato, il merito è stato anche dei fiorentini che, nonostante i “brontolii”, si sono adeguati. E per una settimana hanno lasciato l’auto in garage preferendole bici, mezzi pubblici o lunghe scarpinate a piedi, anche a costo di qualche sacrificio. Così, dopo la corsa mondiale, sono in tanti a sperare che la città ora si impegni per far diventare la mobilità sostenibile indotta dalla competizione sportiva una buona abitudine, anziché archiviarla alla voce “bel ricordo”. “Voglio dire grazie a Firenze che ha risposto con grande entusiasmo all’appuntamento e ha guadagnato non solo visibilità internazionale ma anche vivibilità, dimostrando che una mobilità alternativa è possibile”, ha detto Renzi, che poi ha lanciato la sfida: “Se riuscissimo a convincere anche solo un fiorentino su dieci, tra quelli che usano la macchina, a mollare l’auto, la città svolterebbe”. NUMERI MONDIALI Nonostante il maltempo nel giorno più atteso, le presenze non sono mancate lungo il percorso iridato. Solo per la gara di

chiusura sono stati 270mila gli appassionati che si sono assiepati sotto l’acqua a bordo strada. Per trasmettere in mondovisione il passaggio dei campioni sotto al Campanile di Giotto – solo uno dei tanti scorci monumentali e paesaggistici mozzafiato offerti dalle gare di Toscana 2013 – si sono messe al lavoro 179 televisioni straniere. Migliaia i volontari e i tecnici scesi in campo per accogliere il pubblico coloratissimo e i mille atleti provenienti da un’ottantina di Paesi diversi. Un grande spiegamento di forze che è valso la candela: si calcola che ammontino ad alcune centinaia di milioni le ricadute economiche del Mondiale sulla Toscana. Senza parlare degli investimenti sulle strade: dodici milioni di euro solo in città, serviti per rimettere in sesto circa 40 km di viabilità e piste ciclabili, quest’ultime arrivate a quota 87 km e da ora in poi dotate, grazie alla competizione iridata, di ricuciture importanti come quella di piazza Ferrucci. I GRANDI DEL PASSATO A fine gare resta il rimpianto per la mancata vittoria azzurra nella Toscana di Martini, Bartali e Ballerini, a cui il Mondiale è andato in dedica. Ma per questi

Il trionfo del portoghese Alberto Rui Faria Da Costa, che ha battuto in volata lo spagnolo Joaquin Rodriguez sul traguardo di viale Paoli

mila

SPETTATORI PER LA GARA IN LINEA UOMINI ELITE

“I

l bene si fa ma non si dice, e certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”. Lo ripeteva sempre “Ginettaccio” Bartali, gambe forti e cuore grande, campione in sella e nella vita. Chissà allora cosa direbbe oggi, dopo aver ricevuto uno dei riconoscimenti più preziosi, la proclamazione a “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem, il Sacrario della Memoria di Gerusalemme, per aver salvato la vita, in gioventù, a centinaia di ebrei. Carattere schivo, umile per natura, non amava parlare di quelle vere e proprie imprese di cui fu protagonista, insieme alla sua bicicletta, durante la Seconda Guerra Mondiale. Approfittando della libertà di movimento che gli allenamenti gli garantivano, “Ginettaccio” trasportava, nascosti sotto il sellino della sua fedele due ruote, documenti e carte che aiutarono ottocento ebrei a sfuggire allo sterminio nazifascista. Un’attività di corriere, quella del campione, svolta all’interno della rete di salvataggio nata intorno al rabbino di Firenze Nathan Cassuto e all’arcivescovo Elia Angelo Dalla Costa. Che adesso, dopo lunghi anni, viene riconosciuta e premiata con la massima onorificenza della comunità ebraica. Un’emozione doppia, arrivata proprio nei giorni del mondiale di ciclismo nella sua Firenze. Una delle medaglie più belle da appendere all’anima. N.B.

 Solidarietà

I frappè dei facchini per i bambini del Meyer

L

e due ruote sono state le protagoniste indiscusse, ma al mondiale di ciclismo ha trovato casa anche la solidarietà. Che, con i facchini della Mercafir di Novoli, riuniti nella storica cooperativa Cft, ha fatto rima con “frullati”. Proprio così. La cooperativa, per tutta la durata delle gare iridate, è stata presente alla cittadella commerciale, ospitata nello stadio del rugby, con un colorato chiosco di frappè, macedonie e panna fresca, il cui ricavato è stato interamente devoluto all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. “Siamo alla soglia del 40esimo anno di vita della nostra cooperativa – ha spiegato il presidente di Cft Leonardo Cianchi – e ci piaceva l’idea di brindare partecipando in maniera attiva a un evento come il Mondiale di ciclismo, che per una settimana ha reso la città capitale internazionale dello sport. Ancor di più ci piaceva l’idea di festeggiare facendo noi un regalo a qualcuno. Subito abbiamo pensato al Meyer, che ogni giorno è impegnato nella sfida più importante: far ritrovare il sorriso ai bambini”. Alla fine, grazie alle merende a base di frutta andate a ruba tra gli sportivi e gli amanti dei pedali arrivati da mezzo mondo, sono stati devoluti al Meyer duemila euro.

Il vicesindaco e assessore allo sport Stefania Saccardi si gusta un frullato allo stand di Cft


14 | Ottobre 2013

#Società

 La realtà

Se il manicomio lascia spazio all’arte Al numero 12 di via di San Salvi si trova la Tinaia, centro di attività espressive che ha visto passare al suo interno diversi pittori di talento Giulia Righi

A

nno 1964, in Italia sta cominciando quel cammino che avrebbe portato pian piano alla chiusura definitiva dei manicomi. All’ospedale psichiatrico di San Salvi il dottor Franco Mori, con l’aiuto di due infermieri, un medico volontario, un assistente sociale e alcuni amici, decide di aprire un “laboratorio espressivo”. L’obiettivo dello psichiatra è chiaro: sperimentare con un gruppo di degenti l’effetto positivo di attività artistiche come la ceramica, il disegno e la pittura. Tutto questo fuori dai confini del manicomio, in uno spazio alternativo rispetto a quello del reparto. Negli anni,

poi, il centro si sposta sul territorio, fino al febbraio del 1975, quando viene inaugurato un atelier vero e proprio. Un luogo in cui l’arte è la padrona incontrastata, non più mero esercizio ripetitivo ma creazione pura. È così che nasce “La Tinaia”, realtà vivace dell’arte fiorentina, casa di pennelli brillanti sfuggiti alla costrizione degli istituti per la salute mentale e oggi uno dei più prestigiosi centri di “Outsider Art” d’Italia. Il suo nome deriva dal passato del posto, ricordando quando questo era un deposito per tini. Negli anni, in questa struttura sono passati artisti di talento che hanno lasciato, più che un segno, un trionfo di

colore. “Abbiamo circa quindicimila opere archiviate sul database e visibili su internet, ma sono circa un terzo del totale di quelle prodotte dagli anni Settanta ad oggi. Negli anni, alla Tinaia sono passati centinaia di artisti: una ventina di loro possono essere considerate personalità artistiche significative”, spiega Maika Cavarretta, vicepresidente dell’associazione “La Nuova Tinaia Onlus” ed educatrice della Cooperativa Di Vittorio. Alcune opere degli artisti del centro sono infatti ospitate in collezioni pubbliche e private di Art Brut (come la “Collection de l’Art Brut” di Losanna o L’Aracine di Parigi), e negli anni si sono

Nella foto sopra: l’interno del centro di attività espressive “La Tinaia”. Sotto le opere realizzate da alcuni artisti della struttura: 1. Franca Settembrini, Calimero, pennarello su carta, mis. 70x50 cm 2. Guido Boni, La Signora Maleci, acrilico su carta, mis. 100x70 cm 3. Marco Biffoli, La Gioconda, tecnica mista su tela, mis. 100x70 cm

 Web

succedute oltre centocinquanta esposizioni. Nel 2002 è poi nata l’associazione “La Nuova Tinaia Onlus”, per valorizzare passato, presente e futuro di questo particolarissimo luogo, mentre oggi la Tinaia è inserita

la libera espressione artistica viene considerata un momento prezioso del percorso riabilitativo di ogni paziente. Non resta dunque che andare a scoprirla di persona: la Tinaia si trova in via di San Salvi 12.

all’interno della rete dei servizi di salute mentale del Quartiere 2. Sono quindici, attualmente, gli artisti attivi al suo interno, che frequentano i laboratori e si occupano della cura delle opere archiviate. E oggi come allora

latinaia.org Telefono 055.6933578


#Società

Ottobre 2013 | 15

 “Piedelibero ri-cicli”

e Dal carcere escono biciclette di “marca” Creato un brand per rendere unici i mezzi prodotti nelle officine delle strutture penitenziarie fiorentine Ivo Gagliardi

A

“Piedelibero” in bicicletta. Si chiama proprio così (“Piedelibero ri-cicli”) il progetto “salito in sella” in città alla vigilia dei mondiali di ciclismo. Di che cosa si tratta? Di un “Milleunabici 2.0, ovvero la continuazione di un progetto sociale targato Firenze che amplia i propri orizzonti”, ha spiegato il vicesindaco Stefania Saccardi. Il progetto Milleunabici aveva preso vita nell’aprile del 2000 per mano di Istituto penale di Sollicciano, Comune di Firenze e Cooperativa Ulisse: le biciclette abbandonate, provenienti dai depositi comunali, sono state da allora riparate e restaurate dai detenuti nelle officine del carcere fiorentino, per essere poi rimesse in circolazione. Ora il salto di qualità. Ha preso infatti

Tre i modelli in vendita, con pr�zi da 40 a 380 euro. E presto arriveranno altri oggetti

vita l’iniziativa che unisce etica ed estetica e che ha visto la creazione di un marchio per rendere uniche e riconoscibili le biciclette prodotte nelle officine del carcere di Sollicciano e dell’istituto penale minorile Meucci: “Piedelibero ri-cicli”, appunto. Attualmente sono tre le officine in funzione: a Solliccianino, al Meucci e nella struttura della cooperativa Ulisse, accanto al ponte della tramvia. Dieci le persone che ci lavorano, fra cui tre minori, e circa seicento le biciclette vendute ogni anno. Laboratori e fucine di creatività dove si assemblano, si creano e si realizzano le due ruote Piedelibero, dove i giovani si

formano, dove si producono artigianalmente mezzi di qualità e dove si “costruiscono”, allo stesso tempo, opportunità concrete per il reinserimento sociale degli ex detenuti. E tre sono anche i modelli di bici “Piedelibero” in vendita: quello base, ovvero le classiche biciclette vendute finora, con prezzi da 40 a 70 euro; il medio, bici nuove assemblate (tre tipi da 180, 240 e 280 euro) e il modello top, biciclette riassemblate con pezzi originali ed esclusivi, prodotti di artigianato dal prezzo di 380 euro. Il sindaco Matteo Renzi è stato fra i primi ad acquistare uno di questi mezzi: ha scelto una bicicletta da uomo blu con ruote rosse.

“Del tema delle carceri – ha sottolineato il primo cittadino – si parla spesso quando ci sono eventi negativi: ma i problemi nazionali non si affrontano con provvedimenti ‘una tantum’ ma con operazioni e sfide culturali ed educative. Per questo siamo felici di promuovere questa iniziativa bellissima con la cooperativa Ulisse che da tanti anni lavora con i ragazzi del carcere e che ora vede la nascita di un brand di prodotti che verranno commercializzati”. E “Piedelibero” non si ferma qua: l’obiettivo è quello di trasformarlo nel brand identificativo di tutti gli oggetti che, in un prossimo futuro, saranno prodotti all’inter-

Una delle biciclette “Piedelibero ri-cicli” in vendita: l’iniziativa nata da poco in città vuol unire etica ed estetica. A sinistra la presentazione del progetto

Web piedelibero.it

no delle strutture penitenziarie fiorentine. A iniziare dai gadget e dagli accessori legati alla bicicletta. Perché i mondiali di ciclismo sono ormai finiti, ma le due ruote a pedali vogliono continuare a essere protagoniste in città.

Per la tua pubblicità su il Reporter chiama il numero 055 6585939 oppure invia una mail a info@edizionibunker.it


16 | Ottobre 2013

#Cultura

 Teatro Verdi

 Rifredi

I Negrita: “Noi, firenze e i maestri Litfiba” La band aretina si racconta tra passato e presente. Mentre (ri)parte con un album e un tour acustico Enrica Cinaschi

S

ono diventati grandi, i Negrita. Amano ancora i palcoscenici dei festival, le tournée infinite e gli atteggiamenti da rocker navigati, ma hanno anche deciso che era arrivata l’ora di provare un’esperienza nuova, fatta di chitarre acustiche e atmosfere intime, di gente che ascolta in silenzio, di palchi scricchiolanti e arrangiamenti da “adulti”. Dopo il successo di Unplugged, tour nei teatri conclusosi all’Arcimboldi di Milano, la band di Arezzo ha deciso di replicare, ricominciando a girare il bel paese con la stessa formula, a partire da questo mese. Tra le primissime tappe c’è proprio Firenze, dove si esibiranno il 18, al Verdi. “Il rock ci ha sempre dato dei brividi – raccontano i componenti del gruppo a Il Reporter – ma la dimensione acustica è un ottimo banco di prova per noi. Ci sta piacendo molto”. “È diverso anche l’approccio, nei palazzetti guardi dall’alto il pubblico, a teatro sei completamen-

La formazione dei Negrita al completo. I rocker di Arezzo, reduci dal successo dell’ultima tournée, hanno deciso di replicare ripartendo da un tour nei teatri. Saranno a Firenze il 18 ottobre

to immerso, si vede gente fino a molto sopra di te. Si respirano tradizione, classicità, intimità”. Uscito una manciata di settimane fa, ad accompagnare il tour Unplagged c’è anche Déja Vù, album in studio ispirato proprio alla recente esperienza live nelle sale di tutta Italia. Il disco, che contiene anche due inediti, è un viaggio emozionale attraverso i più grandi successi dei Negrita, riarrangiati in versioni inedite semi-acustiche, in grado di esaltare l’energia, il sound, l’atmosfera e la ricercatezza che da sempre contraddistinguono la band. Insomma, di strada ne hanno fatta i ragazzi (tra studi di registrazione e tournée), ma senza abbandonare le loro origini, spostandosi a Firenze di quando in quando. “Noi del nucleo storico (Pau, Drigo e Cesare, ndr) abbiamo studiato Architettura a Firenze. Già all’epoca suonavamo e abbiamo registrato il nostro primo album negli studi dei Litfiba, dei veri e proprio maestri

 Web

teatroverdionline.it boxofficetoscana.it

per noi. È stato in assoluto uno dei periodi più belli della nostra vita. Abbiamo aperto alcuni dei loro concerti, un grandissimo onore per noi, era come lavorare coi genitori di chi fa rock in Italia”. Amante della sua terra ma sempre alla ricerca di stimoli nuovi, la band di Pau è molto maturata negli ultimi anni. “L’album L’uomo sogna di volare e il singolo Rotolando verso sud (era il 2005, ndr) segnano un po’ uno spartiacque tra il prima e il dopo. Durante il lungo viaggio in Sud America che ha preceduto l’uscita del disco ci siamo lasciati contaminare da influenze nuove, e da quel momento è cominciato un approccio diverso alla musica. Da quel viaggio è cominciato un nuovo corso per la band, che non è più solo i Negrita del rock, ma qualcosa di più”. Qualcosa che ha imparato a fare rima anche con i teatri e con i pubblici molto esigenti che hanno consacrato il loro successo. A suon di un sold out dietro l’altro.

 Pergola

 Lumière

 La mostra

evergreen e Prime nazionali

il coraggio della cultura in scena nel q3

A palazzo Pitti sbarca il mondo fantastico di antonio possenti

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iciotto spettacoli, cinque prime nazionali e un fiume di personaggi di prim’ordine. E allora, che Pergola sia. Si alza il sipario sulla stagione 2013-2014 della Fondazione, con un cartellone da non lasciarsi sfuggire. Da quest’anno, poi, la Pergola si accredita anche come luogo di crescita progettuale e prospettica di alcuni spettacoli, che iniziano da Firenze il loro iter produttivo completando e perfezionando in teatro gli allestimenti prima del debutto assoluto. In programma, cinque prime nazionali: I pilastri della società di Ibsen diretto da Gabriele Lavia, che inaugura la stagione il 5 novembre, Giocando con l’Orlando con Accorsi e Baliani, Una pura formalità di Tornatore diretto e interpretato da Glauco Mauri, Servo per due di Pierfrancesco Favino e Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg, per la coppia Chiara Francini ed Emanuele Salce. In residenza anche il riallestimento per la nuova tournée della Coscienza di Zeno di Maurizio Scaparro. La stagione, invece, si compone come di consueto delle migliori produzioni del teatro italiano e attraversa spettacoli che leggono con intenzione coraggiosa i classici, come Le voci di dentro di Toni Servillo o RIII - Riccardo III di Alessandro Gassman e il John Gabriel Borkman diretto da Piero Maccarinelli. Spettacoli che riflettono su inquietudini mai sopite del passato recente, come ‘Na specie de cadavere lunghissimo, il Pasolini di Fabrizio Gifuni e il Craxi dipinto da Vitaliano Trevisan in Una notte in Tunisia, con Alessandro Haber. C’è la grande letteratura italiana, con Zeno e le scintillanti Operette morali riviste da Martone. C’è Filippo Timi di ritorno col suo Don Giovanni. C’è un riapprodo pirandelliano per Federico Tiezzi, il Non si sa come con Sandro Lombardi, e l’attesa per Il giuoco della parti di Roberto Valerio. Non manca la commedia con la riedizione de L’importanza di chiamarsi Ernesto di Gleijeses, l’inedito Lo Monaco in Non è vero ma ci credo di Peppino De Filippo ed Eros Pagni e Tullio Solenghi nei panni dei Ragazzi irresistibili di Neil Simon. B.B.

Pierfrancesco Favino sarà a teatro dal 26 novembre al 1° dicembre con “Servo per due”, tratto da “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni e riadattato dall’attore stesso

Web teatrodellapergola.it Tel 055.22641

iccole realtà crescono, a suon di coraggio e intraprendenza. È il caso del Lumière, “giovane” realtà fiorentina che quest’anno torna con grandi nomi del teatro italiano, tra contemporaneità, impegno e brio. Un cartellone ricco e variegato, fatto di prime nazionali, firme eccellenti e novità assolute. Tra i protagonisti spiccano i nomi di Corrado d’Elia, Mariella Nava, Anna Meacci, Paola Quattrini, Milena Miconi, Ennio Coltorti, Michele. E poi la Ginestra, Marco Morandi, Michela Andreozzi e molti altri. E per il direttore artistico Marco Predieri arriva il debutto in veste di autore. Qualche titolo? “Novecento”, ispirato al capolavoro di Alessandro Baricco e portato in scena da Corrado d’Elia, oppure la performance di Mariella Nava insieme ad Anna Meacci, o anche “Non c’è due senza te”, con i due figli d’arte Marco Morandi e Carlotta Proietti. Per info: www.teatrolumiere.it. L.V.Z.

colori e i personaggi fantastici che popolano l’universo onirico di Antonio Possenti tornano a farsi ammirare dal pubblico. Si svolgerà nella Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, nell’Andito degli Angiolini, dal 26 ottobre al 15 dicembre, la mostra Della magia e dello stupore, con le opere dell’artista lucchese facenti parte della collezione della Banca di Cambiano. La mostra propone un percorso espositivo semplice ma empatico, dove leggere la grammatica della pittura possentiana in un dialogo affascinante tra museo antico e arte contemporanea, sottolineato anche dal design degli arredi e delle cornici, elementi appositamente pensati e realizzati per interagire sommessamente con i fantasiosi linguaggi formali dell’artista. Le opere testimoniano un Possenti che continua a provare stupore verso il bene e il male, che si pone di fronte alle cose come se avesse mantenuto lo stato dell’infanzia. B.B.

cento candeline ricordando monni e cerami

N

on è da tutti arrivare a spegnere cento candeline. A Rifredi succede, e la nuova stagione si apre festeggiando il primo secolo di vita del teatro e i primi dieci anni dal riconoscimento da parte del Ministero dei beni culturali come teatro stabile per l’innovazione per le nuove generazioni. Insomma, questo 110 e lode (come si legge nell’ironico titolo della stagione) è proprio un traguardo meritato. Ne sa qualcosa Giancarlo Mordini, direttore artistico e anima del teatro che da ventotto anni, con la compagnia stabile Pupi e Fresedde, porta avanti un lavoro costante di ricerca e qualità. “Cerchiamo sempre – racconta Mordini – di dare spazio ad attori nuovi, ma anche a presenze ormai rodate del palcoscenico, andando incontro agli interessi di un pubblico molto eterogeneo”. Pubblico che negli anni ha regalato a Pupi e Fresedde grandi soddisfazioni. E, visto l’importante anniversario, il cartellone di quest’anno non poteva che essere molto speciale, con alcune new entry, graditissimi ritorni e momenti (più che dovuti) dedicati al ricordo. Fari puntati sulla memoria di Vincenzo Cerami (che verrà ricordato dalla figlia Aisha insieme a Marco Cocci con una lettura del romanzo Amorosa presenza) e dell’indimenticato Carlo Monni (che a Rifredi era di casa), che “tornerà” sul palco il 22 maggio, in occasione del primo anniversario della sua scomparsa. E poi ci sarann Serra Yilmaz con Hotel Bosforo, Lucia Poli e La grammatica di Dio di Stefano Benni ed Ennio Fantastichini che salirà sul palco per “Beniamino”. E ancora Alessandro Benvenuti e il suo best of e gli spagnoli Yllana con uno spettacolo mai visto prima, Muu!, dedicato a corride e toreri. E poi ancora Nicola Zavagli e il suo omaggio a Vasco Pratolini, Sergio Forconi in Gaetano il mago di San Frediano e la compagnia di danza del teatro con Giselle. L.V.Z.


#Cultura

Ottobre 2013 | 17

 L’anniversario

Un secolo di storie con i ragazzi di pratolini Ludovica V. Zarrilli

C

ento anni fa Firenze era sicuramente una città diversa. E in quella città lontana nacque lo scrittore che più di ogni altro ne seppe raccontare i sapori e gli odori, i vicoli e le miserie, le piccole gioie di quartiere e i grandi drammi del Novecento. Le case, le chiese, gli incroci, i volti della gente. Era questo che faceva di Vasco Pratolini, nato a Firenze il 19 ottobre del 1913, uno scrittore straordinario, con la capacità di dipingere la città come se fosse un affresco, come se dentro le pagine ci fossero fotografie un po’ sbiadite. È per ricordare lui, i suoi personaggi e i suoi luoghi (che sono anche i “nostri” luoghi e che sono ancora tutti lì, magari un po’ sgualciti, cambiati, talvolta migliorati, ma ancora tutti al loro posto) che Il Reporter ha deciso di dedicargli questo spazio. Rubando qualche passaggio ai suoi romanzi più famosi e celebrandone il ricordo tra via del Corno e San Frediano.

CRONACHE DI POVERI AMANTI

METELLO

Il rione di San Frediano è di là d’Arno, è quel grosso mucchio di case tra la riva sinistra del fiume, la Chiesa del Carmine e le pendici di Bellosguardo; dall’alto, simili a contrafforti, lo circondano Palazzo Pitti e i bastioni medicei; l’Arno vi scorre nel suo letto più disteso, vi trova la cura dolce, ampia e meravigliosa che lambisce le Cascine. Quanto v’è di perfetto, in una civiltà diventata essa stessa natura, l’immobilità terribile e affascinante del sorriso di Dio, avvolge San Frediano, e lo esalta. Ma non tutto è oro quel che riluce.

Metello Salani era nato a San Niccolò, ma fino ai quindici anni, non vi aveva mai abitato. La sua famiglia era di quel Rione, e ciascuno ha le discendenze che si ritrova. Suo padre, renajolo, era stato anarchico e tutti, tra piazza de’ Mozzi e la Colonna, l’avevano conosciuto per la sua bassa statura e il suo pugno proibito. Lo chiamavano Caco, e non perché quella gente sapesse di mitologia, ma per via del gruppo di Bandinelli ch’è sotto Palazzo Vecchio, e per dire ch’era uno che soltanto un Ercole l’avrebbe potuto castigare.

Ha cantato il gallo di Nesi carbonaio, s’è spenta la lanterna dell’Albergo Cervia. Il passaggio della vettura che riconduce i tranvieri del turno di notte ha fatto sussultare Oreste parrucchiere, che dorme nella bottega di via dei Leoni, cinquanta metri da via del Corno.

IL QUARTIERE

Noi eravamo contenti del nostro quartiere. Posto al limite del centro della città, il Quartiere (di Santa Croce, ndr) si estendeva fino alle prime case della periferia, là dove cominciava la via Aretina, coi suoi orti e la sua strada ferrata, le prime case borghesi, e i villini.

LE RAGAZZE DI SAN FREDIANO

Vasco Pratolini in uno degli scatti più celebri

 Sulle tracce dello scrittore

A spasso per un giorno nei luoghi di vasco I

l mondo narrativo di Vasco Pratolini è profondamente legato al tessuto urbano di Firenze vista in anni delicati, quelli tra l’inizio del Novecento e il 1950, in cui l’aspetto della città cambia radicalmente e il significato di alcuni quartieri popolari del centro storico muta in maniera profonda. Il Teatro della Pergola propone un itinerario all’insegna dei luoghi di Pratolini (19 ottobre e 2 novembre, ore 10.30, ritrovo in piazza Santa Croce, accanto alla fontana), sfogliando alcune pagine e osservando come nel tempo questi stessi luoghi siano divenuti qualcosa di diverso, pur sen-

Torna la Rassegna LeggeRe peR non DimenTicaRe quest'anno alla sua XiX edizione con il tema de “la responsabilità” BiBLioTeca DeLLe oBLaTe Ore 17.30 Sala Conferenze Piano terra

za perdere l’affascinante impronta originaria. Da Santa Croce, dove si svolge Il quartiere, alla mitica via del Corno, fino al Cestello, dove si ritrovano i compagni di Metello, e a San Frediano, con le sue ragazze. B.B.

Web fondazioneteatrodellapergola.it Tel 055. 2264312 Mail museo@teatrodellapergola.com

ni, segue il 14 ottobre Filosofia e scienza con Paolo Parrini, 21 ottobre essere e divenire nella filosofia antica con Francesco Ademollo, 28 ottobre etica e politica nel medioevo con Gianfranco Garfagnini. 11 novembre Sergio Vitale: in cammino. Una Filosofia Dell’esperienza. mercoledì 16 ottobre Gianluca Bec- 18 novembre sergio givone: Un’altra caria presenta alti su di me. maestri filosofia. Una filosofia dell’altro e metodi, testi e ricordi. Venerdì 18 ottobre Sandra Bonsanti Ciclo di conferenze alle frontiere presenta il gioco del grande potere. dell'aldilà” a cura della Commissione mercoledì 23 ottobre Remo Cesera- Cultura e Ass.Archeofisica. ni e Danilo Mainardi presentano L'uo- Venerdì 11 ottorbe ore 21.00 il Barmo, i libri e altri animali. Dialogo do Thodol Il libro tibetano dei morti tra un etologo e un letterato. con Daniele Corradetti. mercoledì 30 ottobre Arnaldo Benini Venerdì 18 ottobre ore 21.00 il libro presenta La coscienza imperfetta. dell'uscita a giorno Il libro Egiziano dei morti con Franco Naldoni. Dal 7 ottobre al 18 novembre tutti Venerdì 25 ottobre ore 21.00 prei lunedì alle ore 18.00 nella Sala della sentazione del libro di Tommaso PalaColombaria (piano terra) appunta- midessi il libro cristiano dei morti mento con... un'ora con la filoso- con Alessandro Mazzucchelli fia ciclo di incontri promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di paLazzo STRozzi aLLe oBLaTe Firenze e dall'Università di Firenze a 12 novembre ore 18.00 Sala Concura di Roberta Lanfredini, professore ferenze. Franziska Nori presenta Terdi filosofia teoretica dell'Università di ritori instabili. confini e identità Firenze. Primo appuntamento lunedì nell'arte contemporanea in occasio7 ottobre. Tema dell'incontro mente ne della mostra Avanguardia Russa la e corpo, relatrice Roberta Lanfredi- Siberia e l'Oriente.

oBLaDi' iL SaBaTo Dei BamBini SaBaTo 19 ottobre ore 16,30 in Viaggio VeRSo iL pianeTa panDa Lettura e laboratorio di invenzioni creative a partire da oggetti d'uso comune. Siamo alla ricerca di un pianeta dove gli abitanti vivano in perfetta armonia con la natura! Letture dal libro di Luca Novelli, il professor Varietà. Sostieni il sostenibile, Editoriale Scienza. Per bambini dai 7 ai 10 anni. A cura dell'Associazione Scioglilibro. gioVeDi' 31 oRe 16,30 - SpeciaLe HaLLoWeen! DUe peRSonaLiTÀ, ma Un SoLo TeSoRo Il giorno di fondazione della biblioteca uno strano bibliotecario ha nascosto un ricco tesoro. Per trovarlo dovrai scoprire il suo tremendo segreto: sei abbastanza audace e coraggioso? Gioco letterario basato sul libro di Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, Alia. Per ragazzi dai 12 ai 14 anni. Tutte le iniziative sono gratuite su prenotazione.

BiBLioTeca DeLLe oBLaTe. Via DeLL’oRiUoLo, 26 FiRenze. WWW.BiBLioTecHe.comUne.Fi.iT


18 | Ottobre 2013

#Fiorentina  Il calendario

viola, IL MESE DELLA VERITÀ O

ttobre dirà chi è veramente questa Fiorentina. Un ciclo di gare che misurerà ambizioni e forza della squadra di Montella. A partire dalla Partita con la P maiuscola. Dopo la pausa per le nazionali, si riprende infatti con Fiorentina-Juventus (20 ottobre): nella passata stagione, al Franchi, i viola giocarono una grandissima gara senza trovare la via del gol, non riuscendo così a vendicare il pokerissimo che i bianconeri riuscirono a rifilare nell’annata precedente alla più brutta Fiorentina di sempre. I tifosi chiedono una vittoria, magari da dedicare a chi, un po’ di tempo fa, ha fatto vincere i viola negli ultimi istanti di una gara contro la Vecchia Signora: Stefano Borgonovo, scomparso da pochi mesi ma per sempre nel cuore dei tifosi gigliati. Poi, dopo la trasferta di Verona contro il Chievo, in programma c’è un altro big match, che riporta alla mente la lontana sfida Baggio-Maradona. A trovarsi di fronte, questa volta, saranno Pepito Rossi e Higuain, nel match in programma nel turno infrasettimanale di mercoledì 30 ottobre. Tutta la verità in un mese, dunque. O quasi.

I tifosi viola attendono con trepidazione la sfida alla Juventus, in programma questo mese al Franchi. Ma non è l’unico impegno importante per la squadra di Montella

LOR.MOS.

 L’intervista

“vi racconto come nacquero gli agenti”

Moreno Roggi è stato uno dei primi procuratori italiani Irene Delfino

G

iocatore, direttore sportivo dal ‘78/‘79 e già procuratore nel 1984. Moreno Roggi, anche presidente delle Glorie Viola, ha vissuto da protagonista la nascita della figura dell’agente dei calciatori. Come è nata la figura dell’agente Fifa? Dopo il Mondiale dell’82 vinto dall’Italia, ci fu l’apertura ai giocatori stranieri, che si presentavano qua ognuno con il proprio agente e guadagnavano molto più dei giocatori italiani, che

avevano vinto il Mondiale. Mi venne in mente di fare l’agente, informandomi da alcuni miei ex compagni di Nazionale. All’epoca c’era già chi faceva questo tipo di lavoro, ma non proprio come procuratore. Antonio Caliendo lavorava più a livello di pubblicità e Dario Canovi lavorava per i giocatori come consulente legale, per conto dell’associazione calciatori. Sono stato tra i primi, iniziando ufficialmente nell’84 e mettendo su una società, la Play Ground. La figura del procuratore ha

tante sfaccettature: un po’ avvocato, un po’ assicuratore, manager, comunicatore, anche osservatore. Lei in quale si riconosce? In quelli che lo sanno fare. Passiamo a Massimo Ambrosini. È stata una bandiera del Milan, ma è già molto amato a Firenze. Se lo aspettava? Sì, perché lo conosco non solo come calciatore, ma anche come uomo. Si fa ben volere da tutti e, come tutti i grandi campioni, ha un modo umile di porsi. Perché, fra tutte le offerte, Am-

brosini ha scelto Firenze? Gli è sempre piaciuta questa bellissima città e nelle trasferte con il Milan rimaneva ogni volta impressionato dal grande pubblico viola, che sosteneva la squadra. Quando lei ha iniziato a fare il procuratore eravate in pochissimi. Ora siete ben 1.058 agenti Fifa in Italia, al secondo posto c’è la Spagna con 578 e sul terzo gradino del podio l’Inghilterra (461). Ufficialmente. Poi ci sono gli stranieri, gli avvocati, i commercialisti, i parenti di primo grado, anche loro possono fare l’agente. Concludiamo con la sua breve parentesi da direttore sportivo. Come la giudica? Ho lavorato con grande intensità, perché ai colori viola tengo da sempre. E ho lasciato più di cento giocatori, interrompendo un lavoro che iniziava allora a dare i suoi frutti. Come è cambiato il ruolo del ds? Prima il ds aveva molta forza, con l’inserimento più fattivo dei presidenti e dei dirigenti ha perso di importanza. E con quello dei procuratori ha perso ulteriormente forza, ma rimane fondamentale per professionalità e suggerimenti tecnici.

Direttore Responsabile Matteo Francini Redazione Tabloid soc.coop., Firenze (FI) Tel. 055 6585939 - redazione@ilreporter.it

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Nuova Cesat - Firenze (FI)

Periodico d’informazione locale. Anno VII n.38 del 1 Ottobre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A. Il Reporter del Q5 raggiunge le famiglie del quartiere 5 di Firenze.

DATI NON RACCOLTI PRESSO L’INTERESSATO Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Bunker s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Bunker s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Bunker s.r.l. piazza E. Artom 12 - 50127 Firenze.

 Come tutto iniziò

quando bati era el camion

I

niziò come una scommessa la favola viola di Bati. Una scommessa del suo procuratore Settimio Aloisio, che all’indomani dell’inizio della Coppa America lanciò una sfida a Gabriel Batistuta: segnare sei reti per coronare il suo sogno. Un sogno chiamato Fiorentina. Per il miglior realizzatore viola in serie A (con 152 centri) sei gol in un torneo sono una passeggiata. Come se il biglietto aereo per Firenze fosse già stato staccato. Allora, però, Bati non era ancora Batigol. Aveva un soprannome meno nobile, El Camion, per la sua potenza. Caratteristica che lo ha contraddistinto anche in riva all’Arno. Otto luglio 1991, fischio d’inizio della Coppa America per Bati, fischio d’inizio della sfida con il suo agente: selección contro Venezuela, due reti di Batistuta al 25’ e al

Chi non conosce Gabriel Omar Batistuta, il miglior marcatore viola in serie A? Nessuno, almeno a Firenze. Ma forse non tutti sanno come è arrivato in riva all’Arno...

50’. Poi, nel match contro i padroni di casa del Cile, all’81’ insacca il gol della vittoria argentina. È a metà dell’impresa. Dopo ogni rete rivolge lo sguardo verso Aloisio, in segno di sfida. Un centro con il Paraguay e uno contro la Seleção. Manca l’ultimo gol per prendere l’aereo e Gabriel lo realizza il 21 luglio, nella partita decisiva contro la Colombia. Alza la Coppa America al cielo e vola sopra le nuvole, direzione Firenze. Ancora non sa che presto diventerà il Re Leone. I.D.

152

gol in serie A in maglia viola


#Sport  L’intervista

 Rugby

e alle piagge spunta il “regno” dei cavalli

al via la stagione

Il presidente Orlandi parla del club ippico “La Baita”

Ottobre 2013 | 19

R

iparte con rinnovato entusiasmo l’Aeroporto di Firenze Rugby, dopo l’ottavo posto conquistato l’anno scoro in serie A1. Confermati alla guida tecnica Giulio Sordini e Marcelo Segundo, come ogni stagione al gruppo storico si aggiungono le speranze dei giovani provenienti dalle categorie giovanili, nuovi arrivi e graditi ritorni. Il campionato si presenta impegnativo: spiccano le ambizioni de L’Aquila (nobile decaduta dal campionato d’Eccellenza e che riceverà, al debutto nello storico impianto abruzzese, proprio l’Aeroporto Firenze Rugby), di Pro Recco, Piacenza e Colorno, con ben tre retrocessioni rispetto alle due della scorsa edizione. La squadra fiorentina si presenterà ancora una volta come una delle compagini più giovani e con il più alto indice di giocatori provenienti dal proprio settore giovanile. “Spero di non sbagliarmi – commenta Giulio Sordini – ma credo che la qualità di gioco sarà all’altezza di qualsiasi squadra che andremo ad affrontare in campionato”.

Giulio Sordini a bordo campo: sarà ancora lui, insieme a Marcelo Segundo, a guidare l’Aeroporto di Firenze Rugby nella nuova stagione

SIM.SPA.

 Pallanuoto

tante novità in acqua G

Carlo Marrone

F

orse non tutti sanno che alle Piagge sorge il club ippico “La Baita”, un luogo tanto diverso dal resto della zona che capita quasi di dimenticare dove ci si trovi. In fondo a uno sterrato si materializzano i box dei cavalli, il maneggio e un paio di piccole strutture adibite a uffici. Qui troviamo Graziano Orlandi, presidente e istruttore del club. Signor Orlandi, questo club esiste dal 1992: ci parla della sua fondazione? Quando ero piccolo sognavo un posto così: i maneggi non c’erano, io stesso mi sono perfezionato alla scuola militare di Firenze. In seguito ho incontrato Tonino Achenza, pioniere della monta western in Italia. Ne sono stato allievo e poi con il suo aiuto ho fondato il centro. All’inizio qui non c’era quasi nulla. Siamo partiti in tre, con pochi cavalli e pochi mezzi, ma ci abbiamo creduto, tanto che io lasciai il mio lavoro di commerciante per dedicarmi a questo progetto, e quella che era una passione è diventato un lavoro a tempo pieno. Avete molti iscritti? Un centinaio di bambini, provenienti anche da tutta la provincia, da Prato e da Pistoia. Che corsi offrite? Scuola pony, salto a ostacoli, monta inglese e le varie discipline legate alla monta western.

 W eb

clubippicolabaita.it Mail info@clubippicolabaita.it

Il presidente Graziano Orlandi con uno dei cavalli del club ippico: l’obiettivo, ora, è quello di avere un maneggio coperto

randi novità per la pallanuoto fiorentina. La Rari Nantes Florentia volta pagina: Leonardo Sottani lascia la panchina e vola in Brasile. Anche per motivi familiari, ha infatti deciso di rimettersi la calottina per giocare nella Fluminense. Il suo sogno è quello di riprendere quanto prima la carriera da allenatore ma, ancora per un anno, tenterà di far gol. Il presidente Andrea Pieri ha chiamato Riccardo Vannini a sostituire Sottani e ha iniziato una campagna acquisti che ha portato a Firenze l’australiano Paul Sindone e il centroboa serbo Nikola Eskert. Acquisto importante anche per la Ngm Firenze Waterpolo, che è riuscita a portare in riva all’Arno Kami Craig, centroboa californiano della Nazionale americana e oro alle ultime Olimpiadi di Londra 2012. Un grandissimo colpo per la squadra fiorentina, che ha acquistato una delle più forti giocatrici della pallanuoto mondiale. Con l’arrivo di Motta, Settonce e del secondo portiere Lavi, la Ngm è la candidata numero uno per lo scudetto. SIM.SPA.

Leonardo Sottani e Riccardo Vannini con la bandiera della Rari Nantes. Sono diverse le novità con cui la pallanuoto fiorentina si presenta quest’anno ai nastri di partenza

1246224

Ma anche passeggiate e trekking a cavallo. I migliori dei nostri ragazzi, poi, partecipano alle gare, e quest’anno abbiamo avuto le nostre soddisfazioni. Perché un bambino e i suoi genitori dovrebbero avvicinarsi all’equitazione? Il contatto con il cavallo regala emozioni uniche. Tempra e al tempo stesso addolcisce il carattere. Spesso sono proprio i pediatri a indirizzare i bambini da noi, e anche se non abbiamo corsi specifici di ippoterapia i risultati si vedono. Abbiamo visto molti ragazzini, anche con problemi motori, cambiare completamente in sella a un cavallo. E i genitori si fidano? Un altro degli aspetti positivi dell’equitazione è che rende più sicuri e indipendenti. Ma capita che genitori troppo apprensivi si preoccupino dell’incolumità dei figli e arrivino a ritirarli. Un vero peccato. Capiterà anche che siano i bambini stessi a essere intimoriti... Certo, ma se si hanno passione e fiducia nell’istruttore la paura

si supera. È anche una soddisfazione per i piccoli. Il linguaggio del corpo del cavallo va interpretato. Quando ci si riesce, si crea quello che noi chiamiamo “binomio” cavallo-cavaliere. Il presupposto perfetto per riuscire anche nell’agonismo. A proposito di agonismo, quali sono i progetti per il futuro? C’è una cosa di cui abbiamo estremo bisogno, se vogliamo fare il salto di qualità: un maneggio coperto. Con l’arrivo della stagione invernale, e quindi delle piogge, il terreno diventa impraticabile anche per giorni. I professionisti non mollano, ma molti bambini sospendono in attesa della bella stagione. Questo rende impossibile un allenamento costante e la preparazione ne risente molto. Con uno spazio chiuso, anche solo un tendone, potremmo permetterci allenamenti continuativi e i risultati si vedrebbero.

Giocodanza (3-4 anni) Predanza (5-7 anni) Danza Classica (Bambini adulti) Modern Jazz (Bambini adulti) Mercoledì ore 17-18 Hip Hop Balli Caraibici Boogie Woogie Tango Argentino Danza del Ventre Canto Musical Canto Pop Rock Percussioni Afro Cubane Recitazione (Bambini adulti) Pilates con macchine e mat-work Lunedì e Mercoledì ore 19-20 Formazione Professionale

Breakdance

Zumba Dance


20 | Ottobre 2013

#Rubriche

A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

la FESTA DI SAN SIMONE

U

na festa persa nella polvere del tempo. Il Quartiere di Santa Croce esultava festante il 28 ottobre di ogni anno, quando veniva organizzato, all’inizio della stagione invernale, il mercato dei marroni e delle castagne che rallegrava l’affollato rione di San Simone. La fiera-mercato, che durava per tre giorni consecutivi, era l’evento legato alla vendita delle castagne gustate in diversi modi. Questa fiera è rimasta in vita fino alla metà dell’Ottocento. Si svolgeva esattamente in Piazza San Simone, di fronte all’omonima chiesa e nelle vie adiacenti, dove le castagne ed i marroni facevano bella mostra in grandi balle, in canestri o ammonticchiate sui barroccini; la vendita avveniva sia all’ingrosso che al dettaglio perché il prodotto, specialmente in quei giorni, era assai richiesto così come la farina dolce ed i marron secchi. Del resto anche il noto proverbio ha sempre proposto: Per San Simone, ballotte e vin novo! E proprio il frizzante vino appena tolto “dal ribollir dei tini” di carducciana memoria, ben si presta-

va a rallegrare gli animi davanti ad un fumante paiolo di ballotte, cioè di castagne bollite con un rametto di finocchio selvatico o con foglie di alloro, oppure gustando le “ridenti” caldarroste o bruciate, arrostite nell’apposita padella bucata, posta sulla viva fiamma scoppiettante, dopo la preventiva incisione detta “castratura” per evitare che scoppiassero. Altra locuzione che veniva usata a proposito della farina di castagne (che al tempo costava veramente poco) era quella che consigliava: Se saziare il corpo vuoi e spender poco, pan di legno (pattona) e vin di nuvole (acqua)! Ma un tempo, di bruciate e farina dolce si faceva commercio non solo per la festa di San Simone e non solo attraverso lo smercio ambulante; infatti in città esistevano esclusive botteghe di “bruciatai” e “buzzurri”. Quest’ultimi di origine elvetica ma geograficamente italiana, in quanto provenivano dal Canton Ticino. Il Vocabolario della Crusca così definisce “buzzurro”: questo nome suol darsi in Toscana a quegli svizzeri che nella stagione dell’inverno ci vengono ad esercitare la loro industria di

vender castagne, bruciate, marron secchi, ballotte, castagnacci, pattona e farina dolce. Una di queste rivendite, gestita da tal Pietro Giannelli, verso la fine del 1700 era situata al Canto alle Rondini, dove adesso si trova il Palazzo delle Poste in Via Giuseppe Verdi. Lo testimonia la seguente richiesta del 14 febbraio 1783 dell’Archivio preunitario del Comune di Firenze (ASCFi CA. 8651, c.370): Illustrissimi SS. Gonfaloniere e Priori rappresentanti il Magistrato della Comunità Civica di Firenze Piero Giannelli umilissimo servo delle SS. LL. Ill.me, fa riverente istanza volersi degnare di concedergli l’opportuna licenza di poter erigere un tetto amovibile sopra la sua Bottega di Bruciataio posta al Canto alle Rondini. Molti erano i venditori ambulanti di questi prodotti che vivevano alla giornata, spostandosi adagio adagio per la città sollecitando gli avventori all’acquisto, con spassose espressioni: Le bollano, le bollan davvero le mi’ ballotte! Queste le cavo ora …. che arrosti …. le ridano …. che bruciate! Cardo il migliaccio … la lo senta sposa come l’ho cardo … se la un si spiccia ‘un gnene tocca! Un passatempo che veniva praticato dagli adolescenti, era quello di prendere alle mamme i ditali di metallo utilizzati per cucire, che venivano adoperati quali forme a tronco di cono per cuocere piccoli dolci, ottenuti riempiendoli con la farina dolce e poi mettendoli a cuocere negli scaldini, comunemente detti veggi o cecie, colmi di brace infuocata e ben protetti dalla cenere. Il risultato ottenuto, ovvero i bollenti dolcetti, venivano golosamente mangiati da questi “pasticceri in erba”. Il “veggio” a differenza della “cecia” era più stretto e aveva un piedistallo; le donne, in casa lo tenevano sotto la gonna e sulle ginocchia, oppure sotto il grembiule quando uscivano, quale necessario accessorio attaccato alle mani, come oggi fanno con la borsetta. Un vecchio adagio informava: Per Sant’Ansano uno sotto e uno in mano! Allusivo, ben s’intende, al freddo invernale (1 Dicembre - Sant’Ansano) durante il quale occorrevano due scaldini, uno da tenere fra le gambe e l’altro in mano. Alla popolare fiera di San Simone partecipavano, però, anche i rigattieri e i rivenditori di cose usate in genere, che esponevano la loro merce nella vicina Piazza di Santa Croce. In questo “mercatino delle pulci” si potevano acquistare gli oggetti più svariati, dai letti di legno a quelli di ferro, dagli armadi, cassapanche, madie, tavoli e lumi, ai cocci da cucina, dai vestiti, a tante altre cianfrusaglie. Gli acquirenti erano per lo più povera gente e contadini che, per mettere su casa, cercavano di farlo con poca spesa, centellinando i soldi co’gomiti, aspettando con ansia l’occasione propiziata dalla festa di San Simone.

Il Pungiglione

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI  Web artusi.net

In alto a destra: un disegno della chiesa di San Simone In basso: un “buzzurro” al lavoro

e ora largo a miss italia!

A

Firenze si sono appena svolti i mondiali di ciclismo e per l’occasione hanno rifatto le strade della città. L’anno prossimo propongo di organizzare in città Miss Italia, così danno una ritoccatina alle nostre mogli. O meglio ancora, facciamo a Firenze le estrazioni del Superenalotto, così ci aggiustano i conti in banca. Come hanno reagito i fiorentini ai mondiali di ciclismo? Masticando polemiche! Com’è nel nostro dna! Personalmente io mi sono accorto dei mondiali di ciclismo solo quella volta che ho chiamato un taxi per spostarmi in città. È venuta a prendermi un’ammiraglia! Ma per strada nei giorni dei mondiali si sentivano solo lamentele: “Nel ciclismo tutti gli atleti fanno uso di droghe. Infatti, con i mondiali in città sono arrivati 2.000 giornalisti, 120 tv e 6.000 spacciatori” o “per colpa di questo mondiale di ciclismo hanno chiuso tutte le strade. Gli autobus non passano, la tramvia neanche. Con lo scooter non ti fanno passare. Passano solo i ciclisti. Infatti per andare a lavoro m’è toccato iscrivermi alla corsa!”. Al di là di tutto, i mondiali di ciclismo hanno tirato fuori il nostro sport preferito: polemizzare! Noi siamo stata l’unica popolazione capace anche di litigare con se stessa: guelfi e ghibellini. Sappiamo tutti che il cervello dell’uomo è composto da un emisfero destro e uno sinistro. Anche il nostro è fatto così. L’unica differenza è che i nostri due emisferi non si parlano più da anni! Chi nasce e vive a Firenze si porta tatuato per sempre nel cuore l’orgoglio di stare nella città più bella del mondo. Il fiorentino all’estero lo riconosci subito. Al Louvre lo sentirai dire: “In effetti Parigi è bella. A livello artistico è favolosa. Parigi ha dei colori che la rendono poetica. Però Firenze è tutta un’altra cosa!”. ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista

 Web

andreamuzzi.it


Lettere

Ottobre 2013 | 21

Editoriale dalla prima

Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it IL SENSO DI MARCIA DI VIA ALDEROTTI

oblunga di Piazza Alberti. Non è chiaro infatti se si tratta di una rotatoria vera e propria, o di un semplice grosso svincolo. Chi scende dal Cavalcavia non sa ad esempio se ha la precedenza su chi proviene da via L’Ammirato o se invece deve darla. E viceversa. Sarebbe bene che tale ambiguità fosse eliminata con una segnaletica a terra. Tutt’altra segnalazione riguarda invece la piccola area verde, leggermente sopraelevata rispetto alla strada, sul viale Righi nei pressi dell’Ostello. Personalmente ho rinunciato ad andarvi visto che di fatto è diventata un’area per cani, che vengono lasciati sciolti e quindi liberi di orinare e defecare dove capita. E su questo purtroppo c’è ben poco da fare, considerando che fra i vari problemi che affliggono Firenze c’è quello del rapporto fra gli umani e i loro animali, a partire dall’indecenza dei padroni dei cani, che costringono tutti i pedoni a fare lo slalom, o a sopportare i latrati di uno stesso cane anche per ore. Grazie

Cara redazione, sono un commerciante che insieme a mia moglie ha rilevato un’attività commerciale in via Taddeo Alderotti. Questo nel 2004. Andava tutto bene, si lavorava, si dava del lavoro. Si riusciva a pagare tutto...... fino a quando a qualcuno è venuta la brillante idea di trasformare via Taddeo Alderotti in senso unico solo per il periodo dei lavori su viale Morgagni. Si parlava di pochi mesi, ma invece sono passati anni. Dico tutto ciò perché mai nessuno si è interessato di cosa stava veramente succedendo. Noi ora lavoriamo solo io mia moglie e non si riesce a pagare nulla... stiamo andando avanti con la speranza che cambieranno la viabilità. Ok se non si può rimetterla in doppio senso, almeno la mettessero in senso contrario, mi spiego che vada in su verso l’ospedale, così almeno ci darebbero la possibilità di lavorare... e dare del lavoro. Grazie, Salvatore

PIAZZA ALBERTI E VIALE RIGHI, DUE SEGNALAZIONI Gentile Redazione, mi permetto segnalare - e probabilmente altri lo hanno già fatto - la pericolosità della rotatoria di forma

Riccardo Biffoli

VIA BARACCA, “DIMENTICATO IL TRATTO FRA VIA PRATESE E VIA PISTOIESE” Direttore responsabile Matteo Francini, le scrivo questa email per portarla a conoscenza che questo tratto di strada che purtroppo quasi tutti i residenti di Firenze credono sia via Pratese o via Pistoiese è abbandonata da tutti e siccome nel suo giornale si mettono in evidenza tutte le cose fatte per rendere più vivibile il quartiere 5 dovrebbe porgere uno sguardo in questo tratto di strada. 1) Questo tratto di strada è diventato uno svincolo autostradale per il flusso veicolare che proviene dalla zona industriale e Campi e da Firenze in direzione di via Pistoiese; 2) La corsia preferenziale in direzione di Peretola è transitata da tutti, autorizzati e non; 3) La velocità come attestato dai cartelli posti dovrebbe essere di trenta km ma la pericolosità per due curve cieche è percorsa a velocità eccessiva; 4) Nessun controllo da parte di chi è preposto per valutare la velocità dei mezzi che provengono da via Pratese; 5) Attraversare la strada diventa un problema e an-

I

che camminare sui marciapiedi è pericoloso; 6) A proposito dei marciapiedi pieni di buche, infatti da mesi esistono cartelli che indicano la pericolosità senza che nessuno provveda. Le ricordo che queste abitazioni sono state costruite alla fine del 1800 e classificate al catasto “centro storico minore”, ma quale differenza col “centro storico” dove si fa di tutto per non far transitare alcun automezzo mentre qui siamo pieni di rumore e inquinamento. Una volta abbia il coraggio di dire dopo aver verificato che si farà tanto per il quartiere 5 ma non per questo tratto di strada e di quartiere. Infatti per i campionati di ciclismo “verrà asfaltata via Baracca” ma siccome in questo tratto di strada non transitano i corridori nulla è stato fatto, come forse avveniva in tempi passati. Le sembra giusto? Piero Chiti

“SPORCIZIA E DEGRADO NELLA ZONA DI PIAZZA ADUA” Buongiorno , sono un cittadino che abita in zona piazza Adua e dintorni e costretto a volte a lasciare la macchina parcheggiata per pulizia strade in via Cennini. Volevo far presente a tutte le autorità che la notte sotto il Palazzo degli Affari è un dormitorio e via Cennini una latrina a cielo aperto con escrementi di tutti i tipi tra una macchina e l’altra, mi è capitato di dover scendere dall’auto e pestare una grossa m... umana. Questo non è piacevole. Chiedo al Comune o alla Regione o chi di competenza di voler illuminare con faretti tutto intorno al Palazzo degli Affari (p.za Adua e Via Cennini) in modo da evitare spiacevoli e disgustose esperienze sia di disagio che di cattivo odore anche durante l’intera giornata. La zona è diventata un rifiuto di spazzatura e di degrado indicibile. Spero che questo messaggio venga pubblicato e che venga letto dalle persone competenti di questa città (se ancora esistono)? Inoltre chiedo all’assessore al traffico di prendere un provvedimento del traffico che da Piazza Adua si immette in via Cennini per la Fortezza da Basso dove nelle ore di punta rimane tutto bloccato e nonostante ci sia il cartello Ztl è un varco aperto per tutti. Grazie Sandro

n una veste grafica completamente rivista rispetto al passato. Ma non si tratta soltanto di un cambiamento d’aspetto, perché le novità che vi troverete davanti sfogliando Il Reporter sono diverse. L’obiettivo è quello di parlare della nostra città in modo ancora più approfondito e completo, grazie anche a rubriche, contributi e interventi di personaggi che il capoluogo toscano ce l’hanno nel sangue. Quello che invece non cambierà è l’attenzione per Firenze, per i suoi quartieri, per le sue strade e per la sua gente: è nato per raccontare quanto avviene in ogni rione, fin sotto casa, Il Reporter, per dar voce ai cittadini e per cercare di risolvere quello che non va, per mettere in risalto aspetti, iniziative e persone che caratterizzano e arricchiscono ogni giorno la vita della città. E questo continueremo a farlo. Sempre con il vostro prezioso contributo, se vorrete. In questi anni abbiamo ricevuto con piacere le vostre telefonate, le vostre mail e le vostre lettere, incassando con orgoglio i vostri ringraziamenti quando insieme siamo riusciti a risolvere qualche problema e con attenzione i vostri “rimbrotti” quando è stato il caso. E ora, per cercare di fare del nostro giornale uno strumento ancora più utile per Firenze e per i suoi abitanti, abbiamo deciso di aumentare ulteriormente lo spazio dedicato alla cronaca dei quartieri. Perché insieme possiamo combattere qualche battaglia in più. Perché qualcuno in più possa riuscire a far sentire la propria voce. Perché dopo aver letto il nostro mensile possa essere un po’ più facile e interessante vivere la città. Questo, almeno, è quello che ci proponiamo di fare. Aspettiamo dunque i vostri spunti e le vostre segnalazioni. Perché, non dimenticate, Il Reporter è il giornale di tutti i fiorentini. Di tutti voi. Buona lettura. MATTEO FRANCINI

“USIAMO I TRENI PER SPOSTARSI IN CITTÀ”

IL REPORTER RISPONDE

Buongiorno Reporter, ho deciso di scrivervi quando ho sentito il nostro sindaco Renzi chiedere ai fiorentini di usare il treno durante i mondiali di ciclismo invece delle macchine. Ed è la stessa idea che ho anche io da tanto, da prima ancora che in città si facesse la tramvia. Ci sono tante ferrovie a Firenze e tante stazioni in molti quartieri, anche stazioni piccole che in pochi conoscono ma dislocate piuttosto bene sul territorio della nostra città: le Cure, Rovezzano, Campo di Marte, Rifredi..... E poi si potrebbero anche riaprire le stazioni che si usavano un tempo ma ora non più, come quella delle Cascine mi sembra..... La mia idea che voglio dire al sindaco e alle istituzioni tutte è di non dimenticare questa possibilità una volta finiti i mondiali di ciclismo e una volta tornata Firenze alla sua caotica viabilità. Se si riattivassero tutte le stazioncine, oltre certamente a quelle più grandi Smn e Campo Marte, e se si facessero viaggiare molti più treni durante il giorno, i fiorentini avrebbero un modo in più di muoversi all’interno della città! Sembra strano perché tutti sono abituati a prendere il treno per andare lontano, ma invece potrebbe diventare un modo ottimo per spostarsi tra i quartieri della città, come una grande tramvia.... o passatemi la battuta, come una “tren-via”! Simone

Caro Simone, l’idea di utilizzare il treno per spostarsi (anche) all’interno di Firenze, o almeno in alcune sue parti, è stata avanzata in passato in più occasioni e da più voci. In una città in cui quello della mobilità è un tema assolutamente centrale e in cui le “sorelle” della linea 1 del tram hanno incontrato più di un problema nella loro realizzazione, non è da scartare l’ipotesi di utilizzare per gli spostamenti “interni” i binari che già ci sono. Quelli ferroviari, appunto. Il nodo resta sempre quello di riuscire a organizzare un sistema di trasporto pubblico integrato ed efficiente, che metta insieme i vari mezzi (autobus, tram ed eventualmente anche treni) per offrire ai fiorentini la possibilità di spostarsi più velocemente e capillarmente possibile in lungo e in largo per la città e non solo. Serve, insomma, un “gioco di squadra” che faccia diventare complementari piuttosto che alternativi i diversi mezzi di trasporto. In questo quadro, l’idea dell’utilizzo delle rotaie cittadine è senz’altro da prendere in considerazione. I recenti mondiali di ciclismo hanno dimostrato che una viabilità alternativa, più leggera e meno basata sull’utilizzo dei mezzi privati, è possibile anche a Firenze. Ebbene sì. In tanti, tantissimi, durante i “temuti” giorni della corsa iridata, hanno auspicato che le sorprendenti strade in “versione mondiale” (con meno auto e più biciclette) potessero restare tali anche una volta conclusa la manifestazione. E ora che questa è finita, cerchiamo di non perdere l’occasione. MATTEO FRANCINI

m.francini@ilreporter.it


22 | Ottobre 2013

#Speciale salute

 L’appuntamento

 L’esame

medici di famiglia, una festa la colonscopia per conoscerli meglio si fa virtuale Tante le iniziative in programma: l’obiettivo è far crescere la fiducia Serena Wiedenstritt

C

e ne ricordiamo soltanto quando c’è bisogno di una visita, di una ricetta o di un certificato, ma in realtà il medico di famiglia è l’ancora sanitaria del cittadino, colui su cui maggiormente si ripone la fiducia delle persone per tutto ciò che riguarda la salute, la cura e il benessere. Proprio per rafforzare la relazione di fiducia tra i cittadini e il loro medico al di fuori del contesto del bisogno specifico in cui normalmente i due si incontrano e per parlare di sanità fuori dai classici schemi degli

eventi professionali, torna la “festa del medico di famiglia”. Giunta alla quarta edizione, si terrà quest’anno dal 14 al 20 ottobre, con appuntamenti in tutta Italia e un calendario particolarmente fitto di iniziative in Toscana e a Firenze. Definita dal coordinatore nazionale Giuseppe Orzati “un evento creativo che unisce cittadini e operatori”, la manifestazione comprende incontri con i bambini, i ragazzi delle scuole superiori, serate con i cittadini e i loro dottori e altre iniziative. Nata in Toscana, a Firenze, nel 2010 per ini-

ziativa di un gruppo di medici di famiglia, la festa si è diffusa nel 2011 in Umbria e nel 2012 in diverse regioni e città italiane. Quest’anno diventerà un evento di portata nazionale e vedrà la partecipazione di Ministero della Salute, Fimmg, Simg, Fiaso, Federfarma e giunte regionali. Fra gli appuntamenti fiorentini, il 18 ottobre alcuni medici di famiglia trascorreranno un dopocena con i loro pazienti per discutere di argomenti che interessano la loro salute e il loro benessere, ma anche prevenzione, servizi e disservizi, mentre il 14 ottobre, all’Sms di Rifredi, si terrà un “Caffèscienza” dedicato al futuro della salute, con un focus su invecchiamento della società e conseguente cronicizzazione di molte malattie, personalizzazione della terapia, farmaci generici e biosimilari, assistenza remota e telemedicina. Oltre alle occasioni informali, Firenze ospiterà il 19 ottobre due importanti convegni paralleli: il workshop sulle tecnologie e i servizi per il futuro del sistema sanitario nazionale, in cui si parlerà della riforma sanitaria e delle tecnologie come la telemedicina, la diagnostica a distanza, l’integrazione di tutti gli operatori del sistema e la cartella clinica, e la giornata nazionale del medico di famiglia, che radunerà tutti i responsabili regionali per dibattere su come sta cambiando e cambierà il sistema sanitario.

 Web

festadelmedicodifamiglia.it

Serena Wiedenstritt

A

rriva per i fiorentini una nuova possibilità di prevenzione del tumore del colonretto attraverso la colonscopia virtuale, una avanzatissima tecnica diagnostica molto meno invasiva della colonscopia tradizionale. Si tratta di un esame radiologico che, attraverso una Tac dell’addome, permette di esplorare il colon previa insufflazione d’aria: l’elaborazione delle immagini attraverso un computer permette una visualizzazione tridimensionale dell’intestino, proprio come se l’operatore stesse effettuando una vera e propria colonscopia. Si tratta di fatto di un esame che arreca poco fastidio a chi vi si sottopone e al tempo stesso molto affidabile per individuare eventuali polipi adenomatosi, che possono essere rimossi prima di una possibile degenerazione, o tumori. In una prima fase all’esame verranno sottoposti cinquemila cittadini nell’ambito di uno studio sui programmi di screening del colon-retto che interesserà in tutto quattordicimila fiorentini. Il progetto, proposto dall’Università di Firenze in collaborazione con l’azienda Im3D e Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, e finanziato dalla Regione Toscana con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, si pone tre obiettivi principali: esplorare la resa diagnostica di questo esame d’avanguardia comparando i risultati ottenuti con il test del sangue occulto fecale e con la colonscopia tradizionale, confrontare i diversi livelli di adesione da parte della popolazione e analizzare i costi dell’operazione. Lo studio interesserà uomini e donne di età compresa tra i 54 e i 65 anni. I partecipanti verranno divisi in tre gruppi: cinquemila persone saranno invitate a sottoporsi a una colonscopia virtuale, ottomila a effettuare un test del sangue occulto fecale con cadenza biennale (per sei anni) e mille, infine, a sottoporsi a una colonscopia tradizionale mediante esplorazione con sonda endoscopica del grosso intestino. Lo studio prevede anche di avvalersi della telediagnosi, visto che le colonscopie virtuali saranno effettuate al Dipartimento di diagnostica per immagini di Careggi e alla Radiodiagnostica di Torregalli, mentre le immagini dell’esame verranno trasmesse via rete a un unico centro, dove saranno analizzate e valutate da un pool di radiologi altamente specializzati.

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desi attico al 3° piano ed ultimo con ascensore di mq 100 al quale si aggiungono mq 30 delle varie terrazze con vista colline di settignano abbiamo un ingresso un soggiorno doppio cucina abitabile ripostiglio bagno con finestra 2 camere matrimoniali cantina possibilita’ garage giardino condominiale richiesta € 395.000,00 trattabili rif a 524

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24 | Ottobre 2013

Il Reporter per il sociale

Per lo studio, la cura, l’assistenza e l’informazione sui tumori cerebrali infantili

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