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Periodico d’informazione locale. Anno VII n.40 del 2 Novembre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A.
Novembre 2013
Anno VII Ed. 40
Firenze Quartiere 2
Campo di Marte Coverciano Cure
Il Reporter è distribuito da
Progetti
✎ Editoriale
come cambia il quartiere, zona per zona
Lungo le strade, fra nuovi impegni e vecchie abitudini Matteo Francini
N
on sono ancora trascorsi due mesi dal taglio del traguardo dei mondiali di ciclismo che sulle strade fiorentine tutto sembra tornato come prima. Sia ben chiaro: nessuno pensava che tutto a un tratto le auto potessero volatilizzarsi, ma era forse lecito attendersi (e sperare) che almeno qualche fiorentino, sulla scia dell’esperienza iridata, ci avrebbe pensato due volte prima di rimettersi al volante.
Piazze, strade, scuole: il punto su quello che è stato fatto e sulle novità in arrivo ☛ pagina 3
Fiorentina
quando montella sfuggì ai viola
L
a Parca aveva iniziato a tessere il filo viola per Vincenzo Montella già nel 1995, ai tempi dell’Empoli. L’affare però non decollò, e l’Aeroplanino fu ceduto in serie B al Genoa.
☛ pagina 18
Cinquanta giorni all’insegna del cinema. E del rispetto per le donne ☛ pagina 16
☛ SEgUE a pagina 21
la “città dei matti” in cerca di un futuro Giulia Righi - Benedetta Strappi
I
n una giornata senza sole, San Salvi si presenta come un intreccio di viali alberati, un po’ trasandati e dall’aria malinconica. Quel dedalo di strade è un presente urbanisticamente incerto al cospetto di un passato, non proprio glorioso, di manicomio. Oggi quell’area, spalmata su trentadue ettari, dismessa la sua funzione di “città dei matti”, ospita scuole, uffici della Asl, sedi di associazioni, un bar-pub. Ed è al centro di un’impegnativa querelle che ruota intorno al futuro dell’intera cittadella, da anni.
☛ SEgUE aLLE paginE 8-9
sicurezza dei fiumi, come sta il mugnone Circa un anno fa il torrente raggiungeva livelli di emergenza: ecco come vanno oggi le cose.
☛ pagina 2
firenze senza auto, tutte le strategie Sgomberare le strade non è fantascienza: ecco le soluzioni in campo e quelle allo studio.
☛ paginE 10-11
storie, idee e problemi: le “sfide” dei preti “viaggio” tra i cimiteri fuori dalle chiese ☛ pagina 4
☛ paginE 14-15
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2 | Novembre 2013
Quartiere 2
#Primo piano
Campo di Marte . Coverciano . Cure
Sicurezza
Fari puntati SUL MUGNONE, UN ANNO DOPO LA grande PIENA
IL PONTE IN ATTESA DI Capire IL SUO DESTINO
C
osa fare del ponte che collega via Faentina al Parterre di fronte all’area di via Madonna della Tosse? Esiste un progetto di Rfi, quello che è ancora da definire è il tipo di intervento: attualmente deve essere approvato l’ultimo stadio che prevede l’allargamento della sponda sul lato Faentina, tuttavia amministrazione comunale e Provincia sembrano sostenere le richieste di chi vorrebbe che fosse demolito e riscostruito anziché ristrutturato e rinforzato. Questione che sarà chiarita a breve a livello ministeriale, poi il progetto potrà essere reso esecutivo e i lavori potranno partire. Quello che è certo è che l’intervento sarà realizzato, ma i tempi non sembrano brevi. F.B.
C
irca un anno fa il Mugnone raggiungeva livelli di emergenza a causa delle piogge, evidenziando le criticità ambientali del corso d’acqua e riportando l’attenzione sulla manutenzione degli argini fluviali. Manutenzione che negli ultimi dieci anni si è tuttavia intensificata, soprattutto dopo l’esondazione del 1992, quando il fiume straripò causando danni ad abitazioni e attività commerciali. Di fatto lo scorso anno il Mugnone raggiunse livelli di emergenza, ci furono cedimenti e infiltrazioni, ma la situazione di allarme è poi rientrata e non ci sono stati danni gravi. Unico intervento di emergenza è stato l’abbattimento del vecchio ponte all’altezza del Barco nel quartiere 5, demolizione effettuata a gennaio per ragioni di sicurezza idraulica dalla Provincia con la realizzazione di un ponte Bailey provvisorio, ultimato a settembre in attesa della realizzazione del nuovo ponte in muratura. “La sicurezza del Mugnone è una questione ben presente all’amministrazione comunale – assicura Francesca Nannelli, presidente della commissione Servizi al territorio del Quartiere 2 – si tratta di una materia trasversale in quanto di competenza sia della Provincia, per gli argini, che dell’Autorità di bacino, per i fondali, ferme re-
27/11/2012 L’ALLARME PER LA PIENA DEL MUGNONE
stando le attività di manutenzione ordinaria dei tratti fluviali cittadini che sono di competenza dello stesso Comune e del Consorzio di bonifica dell’area fiorentina. In ogni caso – aggiunge – gli interventi effettuati circa sette mesi fa per la messa in sicurezza di Mugnone, Affrico e Mensola, garantiscono il controllo della situazione, salvo stati di emergenza veramente gravi”. L’area del Ponte Rosso, inoltre, risente anche dei lavori dei cantieri Tav, tanto che la Conferenza dei Servizi ha preso in carico una mozione comunale che chiede che “operi con tempestività al fine di salvaguardare i primari interessi alla messa in sicurezza idraulica della porzione di città di Firenze e del tratto ferroviario interessato, considerati gli errori progettuali riscontrati anche dal Comune di Firenze; analizzi le diverse possibili soluzioni tecniche per individuare, in considerazione delle istanze sollevate dai cittadini del quartiere, quella che dia maggiori garanzie riguardo alla salvaguardia ambientale ed alla
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Il Mugnone in piena: alle Cure, nel novembre del 2012, il torrente raggiunse livelli di emergenza
fruizione sociale delle sponde del Torrente Mugnone prospicienti l’area di Madonna della Tosse, eventualmente interessando ai fini della messa in sicurezza una più ampia zona di intervento sia nel tratto a monte che nel tratto a valle”. L’attenzione sul Mugnone, insomma, resta alta.
Il torrente raggiunse livelli di emergenza, ma l’allarme rientrò senza registrare gravi danni
La dentista risponde
Dott. CRISTINA ROMOLI Medico Chirurgo Odontoiatra Viale B. Segni, 6 - 50132 Firenze Tel. 055 2344998 romoli.cristina@libero.it
Gentilissima dottoressa, il mio problema sono i denti non proprio bianchi… bevo molti caffè e non so se faccio bene a fare lo sbiancamento che mi avrebbe consigliato il mio dentista. Potrebbe rovinarmi lo smalto? Loredana F.
Via Scialoja-via Bovio
“ATTENZIONE A QUELL’INCROCIO”
“A
nche il nostro è un incrocio pericoloso, checché ne dicano le statistiche. Sì, sono state messe luci diverse ai lampioni, la segnaletica è nuova di zecca. Ma questo non basta. Le macchine parcheggiano ovunque e non vengono quasi mai multate”. L’incrocio in questione è quello tra via Bovio e via Scialoja, e a parlare sono i cittadini della zona, che si lamentano per la sicurezza di automobilisti e pedoni. Nonostante, a quanto pare, secondo le statistiche questo non sia uno degli incroci considerati “a rischio” di Firenze, i cittadini chiedono – anche alla luce degli incidenti che negli anni qua hanno visto susseguirsi – che anche questo incrocio sia considerato uno snodo da tenere sotto controllo. Gli abitanti della zona, in particolar modo, ritengono che andrebbero presi provvedimenti contro auto e furgoni che, regolarmente, vengono parcheggiati all’angolo con via Bovio, nel punto preciso in cui le macchine che provengono da via Scialoja dovrebbero avere la possibilità di vedere chiaramente quelle che sopraggiungono dalla loro sinistra. Troppe volte, viene spiegato, i conducenti sono infatti costretti a sporgersi molto più avanti della linea dello stop per avere una visibilità completa prima di passare. E questa, insieme alla poca attenzione di alcuni conducenti, è considerata molto spesso la causa dei sinistri. “Cercheremo di trovare una soluzione alla problematica – assicura Gianluca Paolucci, presidente del Quartiere 2, interpellato sulla questione da Il Reporter – parlerò con l’ufficio mobilità per valutare come intervenire e migliorare la sicurezza”. E.M.
Carissima, stai tranquilla. Lo sbiancamento non intacca lo smalto e ha dei risultati sorprendenti. Si possono raggiungere tonalità molto soddisfacenti. E colgo l’occasione per affermare che il caffè non macchia. E neanche il vino rosso, come molti di voi che mi scrivono, pensano. Piuttosto direi che il tè, se una persona ne fa molto uso, ingiallisce lo smalto. Avete visto come macchia le tazze? Tornando a lei, cara signora, faccia pure lo sbiancamento. L’unico inconveniente è, ammettiamolo… il prezzo. Un trattamento completo (si fa in una seduta di 20 minuti per tre volte) prevede il montaggio della diga e necessita dell’applicazione di gel e attivatori specifici. Durante le prime 24 ore dopo il trattamento, mi raccomando, niente caffè, né alimenti pigmentati (pomodori, spinaci, ecc.).
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Zoom
Fannì Beconcini
Quartiere 2
#Primo piano
Campo di Marte . Coverciano . Cure
Novembre 2013 | 3
Cento luoghi
Focus
5mila mq
IL QUARTIERE CAMBIA COSÌ: TUTTI I PROGETTI IN ARRIVO
L’AREA PEDONALE IN PIAZZA DELLE CURE
34
Dalle Cure ai borghi, ecco le principali novità all’orizzonte
POSTI AUTO IN VIA DEL PRATELLINO
Fannì Beconcini
L’
edizione 2013 dei “cento luoghi” è stata un’agorà virtuale: a differenza degli anni scorsi il confronto tra cittadini e istituzioni si è svolto on line, attraverso “cento assemblee in rete per dialogare e fare il punto su cosa è stato fatto, sulle attività in corso e su quelle in cantiere per i prossimi mesi”. La scelta è stata dettata dalla coincidenza con i mondiali di ciclismo, hanno spiegato dall’amministrazione, anche se alcuni cittadini avrebbero preferito il confronto “diretto”. Ma che cosa è emerso a proposito dei “luoghi” del quartiere 2? Ecco alcune delle novità più significative. VIA DEL PRATELLINO Dopo la demolizione dell’ex immobile delle Poste, il via libera al progetto esecutivo di riqualificazione a ottobre 2012 e l’inaugurazione dell’asilo nido aziendale Menarini, i lavori dovrebbero iniziare la prossima primavera e consistono nella realizzazione di una trentina di posti auto per
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i residenti, rastrelliere per biciclette e spazi per le moto, oltre all’allargamento della strada per migliorare la circolazione. PIAZZA DELLE CURE Il progetto presentato l’anno scorso non è ancora stato reso esecutivo. Prevede l’accorpamento delle corsie, la sistemazione dei parcheggi di superficie a sosta veloce, la realizzazione di due rotatorie e la creazione di un’area pedonale di circa 5mila metri quadri, suddivisi in uno spazio principale intorno al mercato e in una serie di piccole aree di fronte ai negozi, oltre a un parcheggio a tre piani ricavato dalla riqualificazione degli immobili in disuso che si trovano dietro l’attuale mercato. “Per il 2014, nel bilancio di previsione triennale sono previste risorse per la realizzazione dell’opera”, assicura il presidente del Q2 Paolucci. SCUOLA DI SANTA MARIA A COVERCIANO Dopo l’apertura della scuola primaria e dell’infanzia nel 2011,
nel corso del 2013 sono stati inaugurati la palestra e l’auditorium e, a settembre, è stato aperto il nido di nuova costruzione. I lavori di completamento della scuola dell’infanzia sono attualmente in corso ed è stata programmata la loro conclusione per gennaio 2014. Resta da concordare l’intervento relativo alle parti a verde. Si è inoltre provveduto allo sviluppo dei servizi on line per la scuola. PARTERRE E PIAZZA DELLA LIBERTÀ Sono in cantiere due progetti: la rimozione delle barriere architettoniche al Parterre e la ripavimentazione in terra battuta della piazza. SETTIGNANO E PONTE A MENSOLA Dopo l’inaugurazione del percorso degli Scalpellini a maggio, sono in definizione interventi per la realizzazione del piano del traffico e di un parcheggio.
Una veduta di via del Pratellino: dove un tempo sorgeva il palazzo delle Poste nascerà un parcheggio con posti per auto, motorini e biciclette
18mila PRESTITI ALLA BIBLIOTECA LUZI NEL PRIMO ANNO
UN NUOVO VOLTO PER campo di marte
R
estano solo da abbattere le barriere delle curve dello stadio Franchi, per il resto nel corso del 2013 l’area sportiva di Campo di Marte è stata soggetta a numerosi interventi, complici anche i mondiali di ciclismo. Durante l’estate sono stati eseguiti diversi lavori allo stadio Franchi, mentre è stata eseguita la bonifica dall’amianto all’impianto sportivo dell’Affrico e sono stati predisposti interventi alla pavimentazione del Mandela Forum e della piscina Costoli. E ancora, interventi edili, impiantistici e opere a verde sono stati portati a termine al Padovani, con manutenzione indoor allo stadio di atletica. F.B.
Festeggiamenti alla “Mario Luzi”
la prima candelina della biblioteca L
a biblioteca Mario Luzi ha spento la sua prima candelina. La moderna struttura di via Schiff chiude il primo anno di attività con numeri più che positivi: 30mila presenze, settemila iscritti e oltre 18mila prestiti. Un luogo che, per molti, è molto più che una biblioteca: rappresenta un punto di riferimento culturale di cui, nel rione, in tanti sentivano la mancanza. Qui, infatti, si susseguono senza sosta iniziative dedicate a grandi e piccini. E, in occasione del compleanno, il presidente del Q2 Gianluca Paolucci ha espresso la sua soddisfazione, confermando quanto in questo anno la biblioteca sia entrata a far parte del tessuto sociale della zona, ottenendo coinvolgimento e partecipazione dei cittadini. Una realtà che non vuole fermarsi qua, un luogo dove i ragazzi possono studiare, consultare manuali (fra i 18mila catalogati) e fare ricerche in rete nelle quindici postazioni computer. Insomma, sono in tanti, fra i cittadini, ad augurare lunga vita alla Mario Luzi.
L’interno della biblioteca, che ha da poco festeggiato il suo primo anno di vita
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Quartiere 2
#Zoom
Campo di Marte . Coverciano . Cure
Sepolcri
Il luogo
TOMBE ILLUSTRI E PROBLEMI NEI CIMITERI DEL QUARTIERE
E VIA BOLOGNESE LANCIA L’APPELLO
“C
Costanza Marrapese
N
el mese dedicato alla memoria dei propri cari, Il Reporter ha intrapreso un “viaggio” fra i cimiteri del quartiere. Sicuramente quello di Trespiano è il principale per dimensioni e importanza, anche a livello cittadino. Qua, viene spiegato, alcune lapidi, lastre e pietre commemorative portano però i segni del tempo e avrebbero bisogno di una manutenzione. Parte dei bagni all’interno della struttura sono poco agibili – viene segnalato – e alcune pareti risentono dell’umidità dei mesi invernali. E ancora, viene evidenziato, il cimitero, come anche le botteghe nel piazzale (vedi articolo a fianco) è stato vittima di furti e atti vandalici, compiuti da persone alla ricerca di bronzo e rame nelle cappelle. Facendo un giro al suo interno, si scopre che qui riposano personaggi illustri come i fratelli Rosselli, l’ar-
chitetto Giuseppe Poggi, i sindaci di Firenze Mario Fabiani, Lando Conti, Piero Bargellini, Gaetano Pieraccini, lo storico Gaetano Salvemini, il giurista Piero Calamandrei, fino al compositore Luigi Dallapiccola. Ma quello di Trespiano non è l’unico camposanto del quartiere. Il cimitero di Settignano è immerso nella tranquillità del piccolo borgo. Al suo interno c’è una piccola cappella dove viene celebrata una sola messa l’anno, in occasione della commemorazione dei defunti. Anche qua riposano alcuni personaggi illustri, che hanno lasciato la loro traccia nella storia. Lo scrittore e linguista Niccolò Tommaseo, il pittore Giovanni Costetti, lo scrittore Aldo Palazzeschi, autore (tra le sue tante opere) delle “Sorelle Materassi”, scomparso nel 1974, fino al calciatore Ferruccio Valcareggi e al paroliere Giancarlo Bigazzi. La manutenzione del cimitero e del verde è assicu-
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rata grazie al lavoro di due impiegati comunali che si alternano ogni giorno. Ma non va dimenticato nemmeno un altro luogo della memoria, da tempo dismesso: l’ex cimitero di proprietà della Misericordia in via degli Artisti. La storica area fu edificata nel 1747 per volere della reggenza lorenese, e negli ultimi anni è finita al centro anche dei “100 luoghi”. Ancora nessuna novità sulla sua possibile riqualificazione, ventilata da tempo. Fra le ipotesi c’erano quelle di di farlo diventare un “giardino della memoria”, un’area verde a disposizione dei residenti oppure un centro polivalente per mostre ed eventi. Oggi l’ex cimitero è in condizioni inagibili per la presenza di bassorilievi e lapidi fuori posto. La Sovrintendenza dovrà lavorare al progetto per donare nuova vita a questo storico luogo del quartiere e della città.
i siamo anche noi”. Sembra essere questo l’appello dei residenti di Trespiano, piccolo centro alle porte della città. Un luogo fatto di memoria, passaggio e piccole soste, che in molti chiedono ora che non venga dimenticato. La Bolognese scorre veloce, collegando il Mugello alla città. Sono tante le azioni attese per far sì che questo luogo sia rivitalizzato. Il tanto auspicato rifacimento del piazzale centrale di Trespiano non ha ancora trovato una data di inizio lavori. Il comitato “Via Bolognese” si è più volte esposto chiedendo un intervento di riasfaltatura complessiva e il rifacimento dei marciapiedi lungo la via di grande scorrimento fino a Pian di San Bartolo. “I due interventi – fanno sapere dal Quartiere – sono strettamente connessi fra loro. C’è la piena volontà di effettuarli, ma l’iter burocratico, partito la scorsa estate, sta ancora aspettando il nulla osta dalla Sovrintendenza per dare inizio ai lavori richiesti dalla commissione Paesaggio”. Anche il sottopasso, che consente l’attraversamento della transitata via Bolognese, richiede manutenzione: è scarsamente illuminato, poco segnalato e spesso durante l’inverno – racconta un residente – tende ad allagarsi. L’illuminazione generale del piazzale, chiedono poi in molti, potrebbe essere potenziata, anche a fronte dei furti ai danni degli esercizi commerciali avvenuti nei mesi scorsi. Il bar tabacchi risulta l’attività maggiormente presa di mira, nonostante l’installazione di telecamere di sorveglianza. La farmacia ha subito due furti, insieme alla società di luci perpetue. Furti e atti vandalici che non risparmiano nemmeno il cimitero: qua si cercano bronzo e rame all’interno delle cappelle e sui tetti, oltre a razzie di vasi, statuette e fiori. Per evitare che questi fatti si ripetano e sentirsi più tranquilli “servirebbe una maggiore sorveglianza”, chiedono i residenti della zona, che segnalano infine che i bagni pubblici vicini alla postazione dell’autovelox non sono più fruibili. C.M.
6 | Novembre 2013
Quartiere 2
#Il quartiere in pillole
Campo di Marte . Coverciano . Cure
Al Parterre L’impianto
una app contro le code ALL’ANAGRAFE
PISCINA COSTOLI, RIPartiti I CORSI H
a riaperto al pubblico a ottobre la piscina Costoli, dopo la chiusura per i lavori di manutenzione (svuotamento e stuccature delle vasche, ricambio totale dell’acqua, ordinaria manutenzione delle piastrelle e delle condotte della centrale idrica), programmati come sempre a settembre. Quest’anno, inoltre, l’impianto ha ospitato il quartier generale del comitato organizzatore e dell’Uci in occasione dei mondiali di ciclismo. Per poter ospitare al meglio l’evento, attraverso le risorse residue della Regione Toscana, derivanti dai ribassi d’asta sugli interventi di asfaltatura e messa in sicurezza dagli ostacoli nei percorsi di gara, sono state sostituite alcune pavimentazioni interne al complesso che necessitavano di interventi. In particolare il linoleum degli spogliatoi si trovava in uno stato che sarebbe potuto risultare pericoloso, e così la pavimentazione della zona cabine a rotazione maschile e femminile è stata completamente sostituita. Inoltre è stata effettuata anche la sostituzione della porzione di pavimentazione in resina dei corridoi di accesso alla zona servizi della balneazione estiva. Il costo dell’intervento è stato di centomila euro. Dalla metà dello scorso mese hanno così ripreso il via i corsi di nuoto libero. Per informazioni e iscrizioni: tel. 055.6236027.
Il biglietto per i vari servizi adesso si può fare on line Ivo Gagliardi
B
asta code agli sportelli dell’Anagrafe del Parterre, in piazza della Libertà: da qualche settimana è infatti attiva una app chiamata “Qurami” che consente di fare on line il biglietto che dà accesso ai servizi per il rilascio della carta d’identità, di certificati e dichiarazioni di atto notorio, evitando così di perdere tempo in fila. La app consente ai cittadini di prenotare il proprio turno direttamente da casa o da qualsiasi altro posto con uno smartphone di ultima generazione o con un tablet. Nello specifico, il servizio è accessibile da iPhone e smartphone Android o Windows Phone e da tablet con Windows Phone o Android. Qurami si può scaricare gratuitamente dall’Apple Store, dal Google Play Store e da Windows Store. Con questo meccanismo, i cittadini hanno la
La stagione
BASKET NAZIONALE AL PALACOVERCIANO B percezione dello stato della fila in tempo reale, senza dover fare fisicamente la coda. Parallelamente viene fatta una stima del tempo che manca al proprio turno, per permettere alle persone di raggiungere lo sportello dell’Anagrafe in tempo. Inoltre, all’avvicinarsi del proprio turno il cittadino riceverà una notifica sul telefonino o sul tablet, per informarlo che il suo turno sta per arrivare
ed evitare così di perdere il posto prenotato. Una volta arrivato il proprio turno, l’utente dovrà presentare allo sportello la ricevuta elettronica di prenotazione, che sarà direttamente sul cellulare o su tablet. E dal prossimo anno questo servizio gratuito potrebbe essere attivato anche al Pad di piazza Alberti.
C'è un luogo per imparare a volare, a cadere, a riazarsi, cantare e inventare storie. Tutto è possibile, per un bambino. E anche l'impossibile può essere realizzato, grazie alla magia del teatro. Sono aperte le iscrizioni per i nuovi corsi per bambini e ragazzi della Scuola del Teatro di Rifredi alla MaxBalletAcademy. 1246224
Giocodanza (3-4 anni) Predanza (5-7 anni) Danza Classica (Bambini adulti) Modern Jazz (Bambini adulti) Mercoledì ore 17-18 Hip Hop Balli Caraibici Boogie Woogie Tango Argentino one i z e l Danza del Ventre 1 ita u t a r g Canto Musical Canto Pop Rock Percussioni Afro Cubane Recitazione (Bambini adulti) Pilates con macchine e mat-work Lunedì e Mercoledì ore 19-20 Formazione Professionale
asket a livello nazionale al PalaCoverciano di via de Robertis. È infatti partita la nuova stagione sportiva del Pino Basket Firenze, che quest’anno partecipa al campionato nazionale Divisione Nazionale C con il supporto del main sponsor Enic: la squadra è al suo esordio in un campionato nazionale, e disputa le partite casalinghe (con ingresso gratuito) proprio al PalaCoverciano. Società tra le fondatrici dell’Associazione Firenze per la Pallacanestro, vanta un settore giovanile e un centro mini basket di primo livello. Storicamente radicata sul territorio fiorentino, la formazione è allenata da Lapo Salvetti, lo scorso anno assistente in Divisione Nazionale A di Riccardo Paolini sulla panchina della Pallacanestro Firenze e reduce dal brillante piazzamento con l’Under 19 Elite alle finali nazionali. Con Salvetti in panchina siede il viceallenatore Giacomo Gandolfo, lo scorso anno nello staff tecnico dell’Abc Castelfiorentino in Dnb, mentre il responsabile tecnico delle squadre del Pino è Riccardo Paludi, leggenda della pallacanestro fiorentina. Partner per le squadre giovanili è invece l’olio dop Chianti Classico, che supporta l’attività delle formazioni Under 19 Elite e regionale, Under 17 Eccellenza e regionale, oltre all’Under 15 elite e regionale, agli Esordienti 2001 e a tutto il settore minibasket e scolastico.
La cerimonia
IL BOMBARDAMENTO SETTANTA ANNI DOPO C
ome ogni anno, in occasione dell’anniversario di quel tragico evento, il Quartiere 2 ha commemorato il bombardamento su Campo di Marte del 25 settembre 1943 con una solenne cerimonia. Lo scorso mese in via Mannelli, all’angolo con via Fra Paolo Sarpi, il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani ha ricordato il bombardamento avvenuto settanta anni fa davanti alla lapide che commemora i 215 civili morti. Alla cerimonia erano presenti, con il gonfalone della città, anche il presidente del Quartiere 2 Gianluca Paolucci, rappresentanti di Regione e Provincia, delle associazioni partigiani e della Resistenza, le forze armate, rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio, residenti e una folta delegazione di studenti delle scuole del territorio. “Il bombardamento di Campo di Marte – ha detto Giani in occasione del 70esimo anniversario – è l’atto più drammatico della seconda guerra mondiale a Firenze. L’enorme sacrificio della popolazione civile raggiunse quel giorno il culmine della drammaticità. Oggi è nostro dovere continuare a ricordare le 215 vittime perché ciò rappresenta un messaggio continuo di ricerca della pace nel contesto di un ordinamento di libertà e democrazia”.
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La cerimonia per l’anniversario del bombardamento su Campo di Marte del 25 settembre 1943
Quartiere 2
Campo di Marte . Coverciano . Cure
#Mestieri
Novembre 2013 | 7
Rarità
L’attività
IL MONDO DEI FUMETTI? DIETRO UNA PORTA In via Maroncelli c’è un negozio diventato ormai un punto di ritrovo per appassionati di ogni età Martina Passalacqua
P
assione. È questa la “parola magica” che ha spinto Eugenia e Oscar, all’epoca studenti universitari, a rimboccarsi le maniche e ad aprire una fumetteria a Firenze, in via Maroncelli. Dopo oltre un anno di attività senza una sede fissa, tra fiere di settore, fornitori e attività sul web, il 30 novembre 2002 hanno aperto il loro “Fumetto Shop”, punto di ritrovo per appassionati di ogni età. Ci sono voluti tre anni per ingranare ma ora, a undici anni di distanza, clientela e lavoro non mancano. “Il lavoro al banco è una minima parte rispetto a tutto quello che c’è dietro – raccontano i due proprietari – gestire il sito internet, aggiornarlo con le uscite della settimana, rispondere alle mail (venti-trenta al giorno) e coordinare le caselle online e fisiche dei clienti porta via almeno due giorni a settimana. Senza contare – aggiungono – gli ordini dei materiali, le
spedizioni e l’aggiornamento della pagina Facebook. In più, bisogna sempre essere informati su ogni serie per rispondere prontamente alle domande. Insomma, non stiamo mai con le mani in mano”. La tipologia dei clienti è variegata: ci sono gli affezionati, gli sporadici, quelli che si sono appassionati da poco, quelli che frequentano il negozio tutti i giorni per mesi e poi spariscono per anni, e quelli che, incuriositi, non sanno bene cosa vogliono leggere e allora osservano. Ragazzi e adulti, senza distinzioni, che a volte entrano in negozio solo per fare due chiacchiere. “È una passione e molti vogliono condividerla. Che si tratti di fumetti, fiere o cosplay (il cosplay è la pratica di indossare un costume e interpretare il modo di agire di un personaggio, ndr)”. Tuttavia anche qua la crisi si fa sentire. “La gente spende meno perché ha meno soldi. Se prima un appassionato metteva da
parte cinquanta euro al mese da spendere in fumetti, adesso ne mette venti”. Ma non c’è solo la crisi: se il settore del modellismo deve fare i conti con la concorrenza cinese, il mercato del fumetto è invece minato dalla pirateria online. Scansioni pubblicate su siti web, tradotte in inglese, rendono reperibile qualsiasi fumetto. Quanto a iniziative e novità, Fumetto Shop quest’anno si reinventa anche sul fronte contest. “Al Lucca Comics siamo stati in fiera a fare volantinaggio”, spiegano i due gestori, che hanno lanciato “un contest di cosplay della durata di due mesi: un mese di tempo per inviare le foto e caricarle su Facebook, un altro mese per accumulare i ‘mi piace’. Il primo classificato avrà come premio un buono da 500 euro”. L’interno del negozio di via Maroncelli: nel tempo questo è diventato un punto di riferimento e di ritrovo per gli appassionati di tutte le età
QUEGLI ARTBOOK (belli e costosi) VENDUTI solo DOPO OTTO ANNI
“V
i è mai capitato un fumetto molto raro o un artbook particolarmente costoso?”. Ridono entrambi. “In effetti ci sono capitati due artbook, uno di Madoka (nella foto) e uno di Creamy. Molto belli: pagine a colori, copertina in velluto. Molti clienti si fermavano a sfogliarli a lungo ma poi nessuno li comprava. Il prezzo era quello del Giappone: erano sì belli, ma anche costosi. Li abbiamo venduti dopo otto anni. Una liberazione...”. Un “azzardo” che probabilmente oggi non rifarebbero, a meno che non si tratti di un’ordinazione. M.P.
bi per l’albero di Natale con carta e cartoncini. BIBLIOTECA MARIO LUZI Lettura della storia di Bianca Belardinelli, Pedro Mercoledì 20 novembre 17.00 Con il contributo di Riccardo Lami presenta la mostra “Tere Flaminia, in Fiabe di Natale. ritori instabili” Confini e identità nell’arte APPUNTAMENTI CON... contemporanea,in programmazione alla Da ottobre a Dicembre UN’ORA SULLA FILOSOFIA Strozzina. 18 novembre ore 18.00 - ala della Colombaria BIBLIOTECA PIETRO THOUAR piano terra - a cura di Lucia Felici: Sergio Givo- Lunedì 25novembre ore 17.00 LEGGERE PER NON DIMENTICARE ne “Un’altra filosofia, una filosofia dell’altro” Via Mazzetta 10 0re 17.30 Sala Conferenze piano terra Conversazioni musicali: Il barbiere di Siviglia Mercoledì 6 - Vito Mancuso presenta il suo ALTRE PRESENTAZIONI di Gioacchino Rossini a cura degli Amici del libro “Il principio passione” Venerdì 8 ore 21.00 - Talk show “Alle frontiere Maggio Musicale Fiorentino dell’aldilà: aspetti medici, religiosi e mitologici BIBLIOTECANOVA ISOLOTTO 1913 2013 Mercoledì 13 - Giaca Mattarucco presenta il a confronto” con F.Naldoni,D.Corradetti,A. 5 novembre ore 18 Le Biblioteche Comunali suo libro “AA.VV Italiano per il mondo:Banca, Mazzucchelli, E.Pinetti- modera G.De Martino L’avanguardia russa. La Siberia e l’oriente. Fiorentine ricordano i 100 anni di Vasco Pratolini con: commerci, cultura,arti,tradizioni” Sabato 9 ore 17 - Presentazione del libro di Kandinsky, Malevich,Filonov,Goncharova. Distribuzione di una mappa Venerdì 15 - Vittorio Gregotti presenta il suo Roberto Orlandini “Tra l’aspettar del tempo e il Presentazione della mostra visitabile a Palazzo dei luoghi di Vasco Pratolini e di una bibliografia con libro “Il sublime al tempo del contemporaneo” morir del giorno” Premio Firenze Fiorino d’oro Strozzi dal 27 settembre al 19 gennaio 2014 brani dai libri Mercoledì 20 - Massimo Recalcati presenta il 2012 conduce la serata Katia Beni 6 e 13 novembre ore 17 Incontri, conversazioni, passeggiate letterarie, mostre suo libro: “Il complesso di Telemaco.Genitori e 28 novembre ore 17.30 - Sala Conferenze – Trasformando. Un’idea per il Natale fotografiche figli dopo il tramonto del padre” piano terra - “Finestre sul mondo” Dibattito: Cinque appuntamenti per trasformare le Mercoledì 27 - Giulio Guidorizzi presenta il Racconti al femminile: le donne protagoniste lampadine bruciate e altri materiali in originali suo libro “Il compagno dell’anima.I greci e il dei progetti di Medici senza Frontiere palline per il tuo albero. Laboratorio a cura di Programma dettagliato: www.biblioteche.comune.fi.it sogno” 30 novembre ore 11 - piano terra sezione ra- Francesca e Andreina. Su iscrizione gazzi - Yogasofia. Laboratorio di yoga e filosofia 6 novembre ore 17.00 OBLADÌ IL SABATO DEI BAMBINI con letture ad alta voce. Cosa dovrebbe fare Per il ciclo “6 personaggi in cerca di lettore” E DELLE FAMIGLIE ALLE OBLATE un re, per essere un buon re? A cura di Titu un omaggio a Roberto Denti letture animante 16 ottobre ore 11.30 Le lettura di Sara: Gatti Chauan e F.Camerlingo dellAss.A.R.A.C.N.O.S tratte da “Orchi, balli, incantesimi. Le fiabe BIBLIOTECANOVA ISOLOTTO giovedì 14 ore 17 neri, gatti bianchi di Anna Cerasoli trasformate” 7 novembre ore 17.00 La seconda metà del novecento Una Firenze ore 16,30 “Se ho freddo una pecorella...” LE ALTRE BIBLIOTECHE COMUNALI La seconda metà del novecento. Gli anni di lontana. Gli anni di piombo e il terrorismo Inconlettura e laboratorio di costruzione e vestizione BIBLIOTECA VILLA BANDINI STRADE DI CARTA- SULLE TRACCE DI Giorgio La Pira. Il decennio dei movimenti: tro con Edy Frollano e Rodolfo Tommasi, autori della propria pecorella infreddolita. Letture di Via di Ripoli 118 VASCO PRATOLINI DEL CENTENARIO 1966-1976 del saggio “un Pratolini ignorato: il mannello di Isabel Minhòs Martins – Yar a Kono- Martina Lunedì 18 novembre ore 17.30 DELLA SUA NASCITA Incontro con Marino BiondiUniv.di Firenze e Natascia o la rivoluzione romantica Ricci Luci della città: il volto oscuro della borghesia, (Firenze 19 ottobre 1913- Roma 12 gennaio Marcello Lazzerini giornalista Ore 16.30 - Questa notte non vado a letto! Let- l’rresistibile ascesa del crimine 1991) Prosegue l’omaggio delle biblioteche tura animata e laboratorio per costruire addob- a cura di Aldo Pasquali Comunali Fiorentine: BIBLIOTECA DELLE OBLATE. VIA DELL’ORIUOLO, 26 FIRENZE WWW.BIBLIOTECHE.COMUNE.FI.IT
NOVEMRE
BiblioteCaNova Isolotto
Biblioteca dei Ragazzi
Biblioteca delle Oblate
Biblioteca ITI Leonardo da Vinci
Biblioteca Orticoltura
Biblioteca Palagio di Parte Guelfa
Biblioteca Pietro Thouar
Biblioteca Villa Bandini
8 | Novembre 2013
#L’inchiesta
Viaggio a San Salvi/1
il futuro incerto della vecchia città dei matti
Per ora è tutto fermo. “Ma non sarà edificato un metro quadro in più” Giulia Righi
I
n una giornata senza sole, San Salvi si presenta come un intreccio di viali alberati, un po’ trasandati e dall’aria malinconica. Quel dedalo di strade è un presente urbanisticamente incerto al cospetto di un passato, non proprio glorioso, di manicomio. Oggi quell’area, spalmata su trentadue ettari, con quarantamila metri quadrati al coperto, dismessa la sua funzione di “città dei matti”, ospita scuole, uffici della Asl, sedi di associazioni, un bar-pub. Ed è al centro di un’impegnativa querelle che ruota intorno al futuro dell’intera cittadella, da anni. L’intenzione della Asl sarebbe quella di vendere parte degli edifici dell’area per far cassa e recuperare le risorse per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’ospedale di Torregalli. Per qualcuno, però, il rischio (che è poi anche l’acuto timore dei “paladini” di quello spazio come Claudio Ascoli, fondatore della compagnia dei Chille de la balanza che a San Salvi ha la sua casa) è che se il Comune acconsentirà a cambiare destinazione d’uso all’area, possa sorgere un complesso residenziale. Case di lusso in mano a privati: in questo modo San Salvi potrebbe perdere la sua secolare vocazione sanitaria, oltre che le attività culturali che oggi si tengono in quegli spazi. È per questo motivo che nei mesi scorsi si sono tenute vigorose manifestazioni, come quella del 14 settembre quando, sotto la regia
32 ettari
LA SUPERFICIE DELL’AREA DI SAN SALVI
40 mila
I METRI QUADRATI AL COPERTO
San Salvi attende di conoscere il suo futuro: oggi l’area ospita scuole, uffici della Asl, sedi di associazioni e un bar-pub
di Ascoli, in cielo si sono levate centinaia di mongolfierine con altrettanti foglietti che raccoglievano i sogni dei cittadini per quella zona. Ma come stanno le cose oggi? Tutto fermo, per il momento, spiegano da Palazzo Vecchio. “Il piano urbanistico esecutivo 2007-2017 prevedeva che la Asl potesse destinare ottomila metri quadrati ad uso privato – dice l’assessore all’urbanistica Elisabetta Meucci – ma ad oggi non abbiamo ricevuto proposte di trasformazione urbanistica formalizzate dall’azienda sanitaria: quindi a livello esecutivo non cambia assolutamente niente, per il momento”. Quando la Asl presenterà i suoi progetti per l’area, spiega l’assessore, questi preliminarmente dovranno ottenere l’ok dalla Sovrintendenza. Ente, quest’ultimo, che ad oggi ha confermato tutti i vincoli esistenti sugli edifici dell’area. “Fino ad allora è tutto fermo – ripete Meucci – qualunque sia la trasformazione che riguarderà l’area, comunque, di certo c’è che non verrà edificato un metro quadrato in più e che non si tratterà di un’estensione”.
L’intervento
i 40 anni dei Chille de la balanza N
el 1973, nel mese di ottobre, nel centro storico di Napoli (in Via Port’Alba, l’antica strada dei librai) nascevano il Teatro, Comunque e...i Chille de la balanza. La città viveva ancora gli ultimi sussulti post-colera, mentre il mondo inorridiva davanti alle persecuzioni di Pinochet in Cile e agli effetti della guerra lampo di Israele in medio Oriente. Oggi, a distanza di 40 anni, continuiamo il nostro percorso “in direzione ostinata e contraria”. Un viaggio iniziato nella cantina napoletana nel segno della ricerca sul popolare e sul teatro delle avanguardie storiche, proseguito sempre a Napoli e con presenze in tutt’Europa, con eventi di teatro in strada sino all’incontro con le magiche architetture d’aria di Hans Walter Muller. Proprio il suo Teatro d’Aria divenne nostra residenza all’arrivo in Toscana, a Pontassieve (1985). Fu la ricerca su Artaud a portarci a Firenze, prima al Teatro 13 e poi a San Salvi, nell’ex-città manicomio nel 1997. Vi arrivammo invitati dall’ultimo direttore, Carmelo Pellicanò, che volle collegare l’uscita dei Matti con l’ingresso del Teatro in una San Salvi allora “città negata”. Il resto è storia recente, con un luogo trasformato ormai in una residenza viva, con decine di migliaia di spet-
tatori ogni anno, artisti di diverse culture che qui creano ed espongono, giovani che si formano in percorsi culturali, teatrali ed universitari: una vera comunità. Non è un caso che recentemente qualcuno abbia rinominato il nostro centro “Casa della felicità”. Spesso per San Salvi-Chille si parla di utopia. “Le utopie consolano: se infatti non hanno luogo reale, si schiudono tuttavia in uno spazio meraviglioso e liscio; aprono città dai vasti viali, giardini ben piantati, paesi facili, anche se il loro accesso è chimerico” (M. Foucault). La parola “cultura” ci riporta al verbo latino “còlere” che ha diversi significati: coltivare un campo, ornare un corpo, ma soprattutto, come nel nostro caso, abitare un luogo. Mentre mi accingevo a scrivere queste “quattro parole”, mi è capitato tra le mani un emozionante testo di Tommaso Chimenti, e credo sia bello chiudere con le riflessioni di questo giovane critico: “Qui si è creata una comunità vera, salda, solida. A San Salvi è possibile trovare tutto quello che non c’è, ma del quale abbiamo tremendamente bisogno”. CLAUDIO ASCOLI Fondatore della compagnia Chille de la balanza
Lo spettacolo
quelle passeggiate notturne per settantamila occhi D al 1998 San Salvi è anche la casa dei “Chille de la Balanza”, animati da Claudio Ascoli, che da anni portano avanti il progetto teatrale “San Salvi città aperta”. Tra le tantissime iniziative e gli spettacoli che portano la firma dei Chille c’è “Passeggiando nella notte di San Salvi”, viaggio-iniziazione nell’ex città manicomio di e con Claudio Ascoli, che si svolge ininterrottamente dal 1999 e che negli anni ha collezionato 35mila spettatori. Si tratta di una passeggiata-spettacolo molto particolare, che rievoca il manicomio che fu e prevede la partecipazione del pubblico (che il regista definisce, non a caso, di “spett-attori”). “Negli anni, durante le passeggiate, ho incontrato settantamila
occhi, spesso di persone che tornavano anche più di una volta: qualcuno si è addirittura innamorato proprio durante le passeggiate e ci è poi tornato con i figli”, racconta Ascoli con comprensibile orgoglio. Si tratta di una rappresentazione molto intima, che tocca corde sensibili dell’umano sentire: “Le persone si affezionano: durante la recente manifestazione ‘Miracolo a San Salvi’ abbiamo avuto anche 1.500 persone che viaggiavano con noi in direzione ostinata e contraria, muovendosi sul terreno dell’utopia, in direzione della felicità”. Ascoli è un’anima importante di quel movimento popolare che si è venuto a creare per la difesa di San Salvi, e ha una conoscenza approfondita
di ciò che fu il manicomio: “Era nato con buone intenzioni ma è diventata presto un’istituzione totale, uno strumento di contenzione che non agiva nell’ottica di far uscire i pazienti. Qua cominciarono presto le prevaricazioni – racconta – paradossalmente si mangiava benissimo, c’era cibo a chilometri zero, coltivato a due passi. Ma ai ‘matti’ non si davano posate: era un luogo di assenza della persona”. G.R.
Web: chille.it Tel. 055.6236195
#L’inchiesta
Novembre 2013 | 9
Viaggio a San Salvi/2
la nuova vita degli internati
Qualcuno è tornato a casa, per altri si sono aperte le porte di strutture dove hanno iniziato percorsi diversi Benedetta Strappi
C
i sono voluti quasi quarant’anni per far calare ufficialmente il sipario sulla “città dei matti”. Poco meno di mezzo secolo per girare per sempre quelle pagine di dolore, fatte di lacrime, urla e mazzi di chiavi che tintinnavano sinistri ai piani alti dei reparti. Le prime aperture verso il mondo esterno a San Salvi, infatti, cominciarono negli anni ‘60, ma alla chiusura effettiva si arrivò quasi quarant’anni dopo, nel dicembre del 1998. Progressivamente l’ospedale psichiatrico si svuotò, ma al suo interno era arrivato a ospitare anche oltre duemila persone, divise (rinchiuse?) in diversi padiglioni. C’era quello dei Tranquilli, quello degli Infermi e dei Paralitici, quello dei Semiagitati, quello dei Sudici ed Epilettici, quello degli Agitati, un pensionario, una sezione Piccoli Paganti. Tutti sorvegliati dall’alto delle terrazze, come carcerati. Fino a che, un giorno, l’Italia si scrollò di dosso l’onta dei manicomi-lager e la legge Basaglia portò pulito dove prima c’erano solo macchie color pece. Ma dove sono finite quelle persone? Uscite da quel non luogo, hanno preso tante strade diverse: alcune sono tornate dalle loro famiglie, altre hanno cominciato un percorso in altre strutture. Come nel centro riabilitativo della Fondazione Opera Diocesana Assistenza di Diacceto. Lassù, nel verde delle colline della Consuma, in un
centro all’avanguardia ogni giorno vengono assistite 83 persone con disabilità intellettive più o meno gravi. Persone che qua sono arrivate bambine (molte già dal ‘73) e che sono cresciute sotto gli occhi attenti di medici ed educatori che, per prima cosa, hanno reso loro la dignità: “A San Salvi le condizioni erano disumane – spiega il direttore sanitario del centro riabilitativo dell’Oda a Diacceto, Marco Campigli – qui arrivarono ragazzi che molto spesso non erano neppure adolescenti. Una delle difficoltà maggiori fu l’adattamento, provenivano da una situazione destrutturata che aveva creato delle nicchie autistiche”. La maggior parte di questi ragazzi non aveva una famiglia da cui tornare, e per questo, anche se l’idea iniziale era un ricovero transitorio, finì per rimanere a Diacceto, assistita dall’Oda. “Fu avviato
L’interno dell’ex manicomio di San Salvi: qua furono ospitate oltre duemila persone, divise in diversi padiglioni
un percorso per cercare di promuovere le loro abilità, sono stati ricreati nuclei protetti, si è lavorato sulla loro autostima”. Alcune di queste persone sono ancora lì, qualcun altro non c’è più. C’è ad esempio Sara (il nome è di fantasia), che della sua permanenza a San Salvi porta ancora qualche segno, ma che nel frattempo ha fatto tanta strada: quei giorni neri sono lontani e oggi realizza lavori di pregio a telaio nel laboratorio di tessitura, uno dei tanti organizzati nel centro di Diacceto.
13/12/1998 chiusura definitiva dell’ospedale psichiatrico
La testimonianza
“un luogo di privazione totale” I
l dottor Cesare Micheli ha quella loquacità piacevole propria di chi sta parlando di cose che conosce bene. Del suo “pane”, della sua più che trentennale occupazione come medico a San Salvi, dove è entrato nel 1967 come assistente volontario e da cui è uscito nel 2003 da direttore del dipartimento di salute mentale. Premessa: “San Salvi era un ospedale neuropsichiatrico, e ciò significa che al suo interno non c’erano solo persone con disturbi psichici ma anche down, persone cerebrolese, spastici”. Un’utenza estremamente eterogenea, talvolta ampliata da persone senza alcun tipo di problema: “Ho il ricordo di una paziente internata per aver urlato ‘abbasso il fascio’ durante una celebrazione fascista”. In altri casi, invece, il ricovero era strumentale, perché gli internati perdevano i diritti civili e con essi quelli sul loro patrimonio, magari appetibile per qualcuno: “La legge Mariotti, che precedette di dieci anni la Basaglia, stabilì finalmente che i ricoverati potessero riacquistare questi diritti se non
si opponevano al ricovero e contribuì a risanare questa situazione”. Altra conquista di questa legge, che porta il nome di un ministro fiorentino e che è a torto poco famosa, fu quella di prevedere delle équipe con vari professionisti della salute mentale: una squadra in cui dovevano figurare anche psicologi e neuropsichiatri. Era un primo passo verso il superamento della contenzione fine a se stessa, quella che nei suoi tempi peggiori contemplò persino “trattamenti inutili e dannosi usati per ‘calmare’ i pazienti, come la malarioterapia, che consisteva nell’inoculazione della malaria agli internati o come l’insulinoterapia, che induceva shock insulinici nel paziente”. Il manicomio, racconta ancora lo psichiatra, “è stato a lungo un luogo di privazione totale, qualcosa di non troppo lontano da un lager, in cui le persone erano ridotte a larve. Fu aperto all’esterno progressivamente, con grandi feste come quelle del ‘75 e ‘78, in cui finalmente i ‘normali’ si mescolarono ai ‘matti’ e la città entrò dentro San Salvi”.
I personaggi
qua fu ospitato anche dino campana
S
an Salvi fu la casa del dolore per centinaia e centinaia di persone con disagi psichici, ma anche per oppositori politici, alcolizzati, ragazze madri e tanti bambini. Un pozzo di anime immerse nel dolore che in quella cittadella trovarono una prigione annichilente. Lo raccontano foto e testimonianze d’epoca, lo raccontano certe parole che un tempo (e in alcuni casi ancora oggi) si potevano leggere sui muri di alcuni edifici: “Dottore, cura tua moglie al manicomio”. “Professoressa, fatti lavare te da un infermiere”. Tra i tanti “matti”, San Salvi ospitò anche alcuni nomi celebri: uno su tutti, quello del poeta Dino Campana. Il 12 gennaio 1918 il medico condotto del Comune di Lastra a Signa ebbe a scrivere di lui: “Campana Dino è affetto da alienazione mentale et urge sia internato nel manicomio provinciale”. Così fu, e in quella data il poeta fece il suo ingresso a San Salvi, preludio della lunga permanenza che lo avrebbe portato a spegnersi nel 1932 in un altro manicomio, quello di Castel Pulci, a Scandicci, dopo quattordici anni da internato. Fu proprio da San Salvi che Campana scrisse alla sua Sibilla Aleramo, con la
quale aveva una tempestosa relazione, la sua ultima lettera: “Cara, se credi che abbia sofferto abbastanza, sono pronto a darti quello che mi resta della mia vita. Vieni a vedermi, ti prego, tuo Dino”. A San Salvi il poeta rimase qualche mese, finché l’ordinanza di ricovero che ce lo aveva portato divenne effettiva, da provvisoria che era. E per questo fu trasferito a Castel Pulci, “cronicario” in cui venivano ricoverati i pazienti giudicati inguaribili, e dove il poeta trascorse i suoi ultimi anni. Altro nome celebre vicino a San Salvi fu quello di Ottone Rosai: il pittore non fu paziente, ma amico di uno psichiatra, Franz Catagni, che nella cittadella dei matti lavorava e negli anni ritrasse decine e decine di pazienti, inservienti e medici. G.R.
Una delle scritte realizzate nel tempo sui muri di San Salvi dai “matti” internati nell’ospedale psichiatrico
10 | Novembre 2013
#Mobilità
La città senza auto/1
L’intervista
la carica delle trentamila biciclette
L’effetto Mondiali continua: sempre più persone usano le due ruote. Ma non mancano altre richieste Gianni Carpini
V
ia la polvere dal sellino. Dopo il momento di gloria vissuto in mondovisione alcune sono tornate in cantina, altre sono rimaste fuori e sfidano ogni giorno il traffico cittadino. Sono le biciclette fiorentine, mezzi rispolverati durante la settimana dei Mondiali di ciclismo e che adesso, dati alla mano, sembrano ingranare una buona marcia. Sempre più persone vanno al lavoro pedalando: secondo le stime del Comune, il parco bici in città è di almeno trentamila mezzi. Diecimila non circolano, ma c’è una novità. Complice la crisi, nella prima parte dell’anno i ciclisti urbani hanno sorpassato a tutta velocità gli automobilisti: 6.500 auto immatricolate a Firenze contro le 7.900 biciclette comprate in riva all’Arno. Poi c’è il bike sharing, con tre postazioni per il noleggio in centro: nei primi dieci mesi di quest’anno, dicono i numeri del database gestito dalla cooperativa Ulisse, sono stati registrati 3.800 nuovi clienti, per un totale di diecimila bici a nolo. Anche qui c’è stato l’effetto Mondiali: solo nella settimana delle gare sono stati affittati 500 mezzi, un terzo di quanto registrato durante tutto il mese di settembre (1.500, contro le 1.100 di settembre 2012). Numeri che hanno fatto gridare alla ciclo-rivoluzione, ma c’è chi preferisce tenere il freno tirato. In
effetti, le quattromila auto sparite dalle strade durante i mondiali sono prontamente ricomparse. Sono soprattutto le associazioni dei ciclisti a chiedere più investimenti e una maggiore sicurezza. A Firenze esistono 87 chilometri di piste ciclabili, un terzo delle quali all’interno di parchi e lungo le sponde dell’Arno. “Sono più per un uso ludico che per gli spostamenti quotidiani. Le periferie sono sguarnite”, osserva l’associazione Firenze Città Ciclabile. “Non sono d’accordo con questo automatismo – risponde Giampiero Gallo, consigliere “speciale” per la bicicletta – ad esempio c’è chi fa la pista dei Renai per andare al lavoro e non per la gita domenicale. Negli ultimi anni abbiamo lavorato tanto su questo fronte”. E da qui a maggio 2014 il Comune ha promesso di stendere ancora asfalto rosso. Le priorità sono Novoli (prosecuzione della pista PanciatichiPerfetti Ricasoli verso viale XI Agosto) e Firenze Sud (ricuciture dei monconi tra via Erbosa e
87km DI PISTE CICLABILI A FIRENZE
Qualche consiglio
le “regole” contro i furti
V
ia il sellino, via la ruota o via tutta la bici in blocco. Il primo pensiero dei ciclisti fiorentini è: come continuare a essere tali, senza che nel frattempo i ladruncoli facciano incetta di pezzi di ricambio o di mezzi interi? Ecco alcuni deterrenti, segnalati dal consigliere speciale per la bicicletta Giampiero Gallo. Primo: un ottimo lucchetto, che in alcuni casi può essere più costoso della bici stessa, l’unica vera arma contro le tronchesi. Secondo: raccogliere elementi per dimostrare di essere i legittimi proprietari, fotografare il “bolide” e segnarsi il numero del telaio. E ancora, applicare un’etichetta automarcante. Costa una decina di euro e riporta un codice registrato in un database accessibile a polizia e carabinieri (registroitalianobici.it). Se lo sticker viene rimosso, rimane un segno indelebile. Terzo: non favorire il mercato nero dei veicoli rubati, evitando di comprare biciclette di dubbia provenienza. Palazzo Vecchio sta mettendo a punto l’operazione bici-pulita, con un codice etico a cui gli esercizi aderenti dovranno attenersi, accettando merce solo da persone che possano provarne la legittima proprietà. Infine è meglio sporgere denuncia, se vittime di furti. Secondo la Fiab, a Firenze solo il 6 per cento di chi si è visto sgraffignare la bici lo fa. Questo aiuterebbe (almeno) ad aumentare la percezione del fenomeno da parte delle forze dell’ordine. G.C.
1600 RASTRELLIERE
piazza Bartali). Infine c’è il capitolo del parcheggio, quello “legale”. Seguendo in modo ferreo le regole del codice della strada, parcheggiare sul marciapiede equivale alla sosta selvaggia. Le rastrelliere in tutta Firenze sono 1.600, per un totale di quattordicimila posti, concentrati per la metà in centro. Il progetto è di arrivare, entro la fine della consiliatura, a sedicimila posti.
Biciclette e tramvia sono le protagoniste in città della mobilità alternativa, quella che punta a sconfiggere il traffico dovuto all’utilizzo delle automobili private
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d’angelis: “fattibile il tram-metrò, un kit di sicurezza per chi pedala”
H
a parlato di una “ciclorivoluzione” a Firenze e adesso appoggia il piano per far andare Sirio sotto terra: Il Reporter ha incontrato il sottosegretario a Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis. Che cosa ne pensa del “trametrò” di Firenze? È un’idea sicuramente fattibile, con tutte le dovute cautele per gli impatti sulla città. Può essere il modo di cogliere le nuove opportunità che arriveranno solo per progetti dedicati alle aree metropolitane e non più a singoli contesti cittadini. Ma sono già piovute critiche. Trovo curioso che si parli di infattibilità di un progetto che ancora non è stato presentato ufficialmente. Il trametrò è una straordinaria opportunità di modernizzazione. Potrà risolvere un bel po’ di problemi di traffico, migliorando la qualità della vita dei fiorentini. La riforma del codice della strada: si è vociferato di un “patentino” per i ciclisti. Nel dibattito parleremo anche di come diffondere la conoscenza delle regole. L’idea è regalare un kit di sicurezza a chi acquista una bici, nel quale inserire una copia del nuovo codice. Ci sono interventi nazionali per la piaga dei furti di bici? Oggi non esistono normative dedicate. Sono allo studio del Ministero alcune soluzioni, tra le quali anche la punzonatura. Intanto, però, le auto elettriche restano al palo: solo 68 a Firenze. Resta difficile trovare i punti di ricarica. È in corso di approvazione un piano nazionale per garantire su tutto il territorio i livelli minimi di accessibilità al servizio. C’è poi un fondo da 18,4 milioni di euro (per più anni) e un bando da 2,9 milioni per il cofinanziamento dell’acquisto e dell’installazione degli impianti. All’attenzione del Ministero ci sono inoltre degli speciali kit per convertire i veicoli in circolazione con motore termico in veicoli elettrici.
#Mobilità
Novembre 2013 | 11
Scooter
La città senza auto/2
sosta selvaggia addio, nuovi spazi in centro
come ti sconfiggo ingorghi e smog
L
e tariffe sono low cost rispetto a quelle sborsate dai “cugini” automobilisti. Un euro per ogni accesso, sia che la sosta duri mezz’ora che una giornata intera. Basta una moneta agli scooteristi per trovare un posto in pieno centro, senza affidarsi alla pratica della sosta selvaggia, per la quale presto fioccheranno multe, assicurano da Palazzo Vecchio. Sono in tutto centoquaranta i posti messi a disposizione dei centauri urbani all’interno del nuovo parcheggio a pagamento riservato ai ciclomotori in via del Parione, al piano terreno dell’ex Facoltà di Scienze della formazione. L’ingresso si trova in via del Parioncino 16r, a due passi da via Tornabuoni: è aperto tutti i giorni, festivi compresi, dalle 6.30 alle 21.30 ed è sorvegliato da telecamere. È possibile anche acquistare un abbonamento che con 10 euro consente 25 passaggi oltre la sbarra. Ma presto arriverà un moto-parking anche in via dell’Anguillara, nel complesso dell’ex tribunale, che ospiterà una quarantina di posti. Spazi a misura di scooter che vanno ad aggiungersi a quello inaugurato nel 2011 al primo piano interrato del parcheggio di Santa Maria Novella. L.S.
Ecco le soluzioni in campo e quelle allo studio. I mezzi elettrici, però, non sembrano ingranare Luca Squarcialupi
U
n piano “code-zero” per far piazza pulita degli ingorghi a Firenze. Fantascienza? Non proprio. Molto resta da fare, ma qualcosa c’è già: una coppia di cervelloni elettronici. Il primo è il super-computer (Urban Traffic Control) che comanda duecento semafori dal quartier generale di Silfi, società a partecipazione pubblica da cui dipende l’illuminazione delle vie fiorentine. Un sistema intelligente in grado, a seconda della circolazione, di regolare i tempi del rosso e del verde e di far scorrere meglio i serpentoni di veicoli. È grazie a lui che a febbraio si è accesa l’onda verde sui viali di circonvallazione, un meccanismo sincronizzato che permette di avere via libera a ogni semaforo mantenendo una velocità costante. Il “Grande Fratello” fiorentino, invece, si chiama Si.mo. ne. e spia tutti i movimenti sulle strade della provincia da circa un anno, grazie a 150 sensori,
Un’immagine di “ordinario” traffico sui viali: l’obiettivo è combattere code e ingorghi e diminuire il numero di auto sulle strade
Web autoincomune.it silfi.it
130
COLONNINE ELETTRICHE GRATUITE IN CITTÀ
230 semafori, dieci strutture di Firenze Parcheggi e attraverso le centrali operative di Comuni, Provincia e aziende del trasporto pubblico. Tutti i dati finiscono in un database condiviso. Tra una dozzina di mesi il supervisore della mobilità avrà raccolto informazioni a sufficienza da consentire agli analisti, questa volta in carne e ossa, di studiare soluzioni concrete. La smart city può aiutare a districare le code, ma non elimina il problema. Per spazzare via le auto dalla carreggiata un progetto esiste, nonostante sia ancora a livello embrionale: il “trametrò”, metà tramvia, metà metropolitana. Futuribile, ma non inverosimile, si vocifera nei corridoi del Ministero delle Infrastrutture. Il sindaco Renzi accarezza da tempo l’idea: mandare Sirio sottoterra, bypassando il centro con un tunnel, dagli ex Macelli al lungarno della Zecca Vecchia. In pratica una linea 2 in versione maxi, da Sesto a Bagno a Ripoli. Una spe-
sa stimata di 600 milioni di euro e un bacino intorno ai 60 milioni di passeggeri l’anno. Intanto i fiorentini sperimentano la mobilità alternativa, dalle bici (vedi pag. 10) al car pooling, ossia l’autostop in versione 2.0. Il passaggio si trova online, tra le proposte dei pendolari, in modo gratuito o con un contributo benzina. In Toscana, due anni fa, è nato il primo sito di car pooling creato dalle istituzioni, Autoincomune. it, che ad oggi registra cinquecento tratte attive in tutta la regione, 120 solo a Firenze, e offre uno “strappo” per eventi come concerti e feste. La nota dolente per la mobilità sostenibile arriva dalle auto elettriche, che restano al palo. In provincia di Firenze, secondo l’Aci, all’inizio del 2013 le “electric car” immatricolate erano solo 68 (42 nel territorio comunale). In città sono però attive 130 colonnine per fare il pieno di energia in modo gratuito, che saranno presto potenziate.
AMBULATORI DELLA MISERICORDIA DI FIRENZE TEL. 848 81.22.21 • www.misericordia.firenze.it
UN PRESIDIO AD HOC PER I BAMBINI Al secondo piano del Presidio di via del Sansovino, 176 è operativo l’Ambulatorio Pediatrico. E’ una struttura appositamente dedicata ai bambini (da 0 a 14 anni) che non usufruiscono dell’assistenza di base, ma anche per quelli che necessitano di una consulenza in tempi brevi. I piccoli pazienti e i loro genitori sono accolti in un ambiente arredato a misura di bambino e dispongono di una confortevole sala d’attesa e servizi igienici riservati. Qui viene svolta attività di controllo, consulenza, prevenzione, diagnosi e trattamento. In particolare: diagnosi e cura delle patologie acute di diversa natura e delle più frequenti malattie organiche dell’infanzia; controllo della crescita e dello sviluppo fisico e psicomotorio; individuazione di disturbi funzionali e del comportamento (alimentare, enuresi, disturbi del sonno); esecuzione dei più comuni test diagnostici ambulatoriali; ascolto e consiglio alle famiglie in difficoltà in presenza di malattia cronica e collaborazione con altri servizi o specialisti. Il bambino è un paziente particolare che presenta patologie tipiche della sua età ed altre che, pur affliggendo anche la popolazione adulta, hanno peculiarità che le fanno differire sia in fase di diagnosi che di approccio terapeutico. Da qui l’esigenza di ricorrere a medici che non solo hanno competenze mediche specifiche (oftalmologia, dermatologia, otorinolaringoiatria, allergologia) ma che sono, soprattutto, in grado
di trattare in maniera iper specialistica il piccolo paziente, assecondandone i bisogni e senza traumatizzarlo. L’Ambulatorio Pediatrico, inoltre, nasce dalla volontà di offrire, nei fine settimana e nei giorni festivi, un servizio in grado di sopperire alla fisiologica assenza del pediatra di famiglia, garantendo adeguata assistenza ed evitando il ricorso alle strutture ospedaliere per patologie valutabili e trattabili a livello ambulatoriale. Per prenotare la visita telefonare al numero unico 848 812221 Per la Guardia Medica Pediatrica 055-700001 con orario 09.00-12.00/14.00-18.00
12 | Novembre 2013
#Focus Terza età/1
GUIDA ALL’INVERNO PER CHI HA PIÙ PRIMAVERE
I ventotto centri anziani della città organizzano di tutto, dai balli ai corsi Sara Camaiora
Terza età/2
E ANCHE LE CASE DEL POPOLO SI DANNO DA FARE
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pazi dove chiacchierare o fare una partita a carte, ma anche dove dedicarsi ad attività di vario tipo, dalla ginnastica ai corsi di lingua: chi fa la tessera in una delle tante case del popolo sparse in tutti i quartieri cittadini può usufruire di diverse possibilità per imparare nuove attività o, semplicemente, per passare del tempo in compagnia. Un’offerta variegata e rivolta a tutti, grandi, piccini e sicuramente spesso adatta anche ai tanti “nonni” fiorentini che qui possono trovare diversi modi per trascorrere i pomeriggi invernali. Tra le più grandi e antiche strutture della città c’è senza dubbio l’Sms di Rifredi, in via Vittorio Emanuele. Chi vuol giocare a carte qua ha a disposizione ben tre sale, mentre si può giocare a tombola nei giorni festivi e in settimana tranne il lunedì e il venerdì: il mercoledì e il venerdì, per mantenersi in forma o per contrastare gli acciacchi, nei locali al primo piano si tengono corsi di ginnastica dolce per anziani con l’assistenza di personale qualificato. Nel quartiere 4, tra gli altri, si trova il circolo di San Bartolo a Cintoia: anche qua tanti corsi, dal ballo liscio al canto popolare e all’inglese. In zona Gavinana è molto frequentato il circolo delle Vie Nuove, in viale Giannotti. Qua, dal lunedì al mercoledì, si svolge il corso di tango, il martedì pomeriggio c’è il ballo liscio mentre, oltre ai classici giochi di carte e tombola, tutti i mercoledì sera dalle 21 c’è il torneo di burraco. S.C. Circoli e case del popolo sono tra i luoghi di ritrovo preferiti dagli anziani: al loro interno vengono organizzate diverse attività (nella foto la Casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia)
T
ombola, carte ma anche balli di gruppo e corsi di inglese. Sono tante le possibilità per chi ha più primavere sulle spalle ora che l’inverno è alle porte ed è necessario trovare dei passatempi cui dedicarsi all’interno di luoghi chiusi e accoglienti. Luoghi che in città non mancano: sono infatti ventotto i centri anziani presenti, distribuiti su tutto il territorio. Per la precisione, sette ciascuno si trovano nei quartieri 1 e 5, sei nel quartiere 4, cinque nel quartiere 2 e tre nel quartiere 3. Chi li frequenta è tenuto a tesserarsi e in ognuno ci sono un presidente e tanti volontari che mettono a disposizione il proprio tempo. Come ci si può immaginare, non mancano mai i tavoli per giocare a carte o a tombola, ma è diffuso praticamente in tutti i centri anche il burraco. Come tiene a ricordare Silvano Pennai, presidente del Circolo Età Libera Anconella, “non si gioca di soldi, si gioca di niente, non siamo a scopo di lucro”. Nel suo circolo, con oltre quattrocento soci, passano anche un’infermiera che controlla la pressione tutti i mercoledì alle 16, una parrucchiera e una pedicure. L’apertura dei centri è per lo più pomeridiana: anche rinfreschi e feste difficilmente vengono organizzati la sera. “Le iniziative sono sempre dalle 15 alle 19, gli anziani dopo cena vanno a letto”, ricorda ridendo Gino Corti, vi-
cepresidente del centro anziani di Castello, 350 soci. Per chi è appassionato di danza la domenica pomeriggio si balla il liscio all’Anconella, mentre al centro di via Luna il giovedì pomeriggio c’è il latinoamericano. Sempre al centro di via Luna c’è poi una biblioteca continuamente aggiornata, con oltre tremila volumi e più di 2.500 prestiti all’anno in sole tre aperture pomeridiane alla settimana: al mattino, inoltre, una sala viene adibita a palestra e vi si svolgono i corsi di ginnastica dolce. E siccome non è mai troppo tardi per imparare, molti centri si sono attrezzati per realizzare corsi di lingue, alfabetizzazione informatica, pittura, canto e teatro. Uno di questi è il centro “Attività dell’età libera” di via del Leone dove, come spiega il vicepresidente Mauro Benelli, c’è un coro già attivo da anni, mentre al centro Arca di via Zanella ci si può iscrivere a un corso di pittura che si tiene il giovedì e il venerdì pomeriggio. Chi invece si vuol dilettare con la fotografia trova un corso gratuito al centro di Villa Bracci, condotto da un professionista, che tratta di macchine digitali e accessori, per arrivare poi al fotoritocco con il computer.
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#Focus
Novembre 2013 | 13
L’emergenza abitativa
se sopra la testa il tetto è sempre più instabile
Aumenta il numero di coloro che non riescono a pagare l’affitto: la prima causa degli sfratti è la morosità Natalia Binagli
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a perdita del lavoro. Uno stipendio precario che spesso non basta. La pensione sufficiente appena per fare la spesa. Ci sono storie come queste, storie di famiglie “normali” che oggi, complice la crisi economica, non possono più permettersi un tetto sopra la testa, dietro ai numeri dell’emergenza casa a Firenze.
QUATTROMILA FAMIGLIE SOTTO SFRATTO Lo sfratto è una spada di Damocle che in città riguarda circa diecimila fiorentini, raccolti in oltre quattromila famiglie. Sono 4.264, per la precisione, stando ai dati del Sunia, il sindacato degli inquilini, gli sfratti messi in calendario dalla forza pubblica. Di questi, da inizio anno, ne vengono eseguiti circa novanta ogni mese. Centotré quelli effettuati solo a ottobre. Per un totale di tre-quattro famiglie sfrattate in media ogni giorno. MOROSITÀ INCOLPEVOLE PRIMA CAUSA Tanti fiorentini non ce la fanno più a pagare l’affitto. Il 90% degli sfratti, così, avviene per morosità, e questa, nella maggior parte dei casi, è “incolpevole”, ossia frutto di sopraggiunte difficoltà economiche, legate al lavoro che non c’è più o non abbastanza. Nel 2010 furono 538 gli sfratti per morosità eseguiti a Firenze su un totale di 644. A fine anno saranno quasi mille su un totale di 1.100. Un dato, in realtà, in parte “gonfiato”, perché proprio nel 2010 lo sfratto per morosità ha iniziato a fare punteggio nella graduatoria per gli alloggi pubblici. “Qualche furbetto se ne è approfittato, ed è per questo – spiega il segretario regionale del Sunia, Simone Porzio – che da tempo ci battiamo perché la Regione riveda i criteri per l’assegnazione delle case popolari, chiedendo che venga presa in considerazione, più che lo sfratto, l’incidenza del canone di affitto sul reddito”. ANZIANI E GIOVANI COPPIE Le giovani coppie di lavoratori atipici, il cosiddetto ceto medio colpito dalle crisi aziendali e occupazionali e i nuclei mo-
noreddito sono le categorie maggiormente colpite. Ma a soffrire di più sono gli anziani. Su 67.790 sfratti previsti a livello nazionale gli anziani rappresentano il 37%. In Toscana sono il 34% sui 13.876 sfratti in attesa di esecuzione. A Firenze, spiega ancora il Sunia, questa percentuale sale sopra la media nazionale, toccando il 38%. “Un’emergenza nell’emergenza – spiega Porzio – che si è aggravata nel corso degli ultimi 4-5 anni. Si tratta in genere di persone con la pensione minima, dai rapporti sfilacciati con i figli, dalle situazioni davvero delicate. Pensiamo poi alle difficoltà di un anziano nello sbrigare le pratiche per chiedere un alloggio popolare. È chiaro che sono loro gli anelli deboli di una catena sociale già piena di disagi”. Se molti hanno difficoltà a pagare un affitto, la causa non è soltanto la crisi. “È spesso un falso mito, infatti, quello della crisi che abbassa gli affitti – prosegue Porzio – in qualche caso i canoni sono scesi di 3040 euro. Ma Firenze resta tra le città con gli affitti più cari”. I COSTI DELL’EMERGENZA Capita così che aumentino gli appartamenti sfitti in città. Che vanno ad aggiungersi ai tanti alloggi popolari vuoti perché bisognosi di ristrutturazione, un centinaio a Firenze e circa 1.500 in Toscana. “La Regione – conclude il segretario del Sunia – ha stanziato da poco 10 milioni per riqualificare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Speriamo che sia la fine di un doppio paradosso”. Mentre tante case popolari sono chiuse perché inagibili, migliaia di famiglie rimangono in lista di attesa (circa 2.800 quelle in fila a Firenze). Senza contare che l’emergenza casa rischia di costare ugualmente caro alle amministrazioni: in assenza di alloggi popolari, sono infatti i Comuni a prendersi in carico chi è sfrattato, sistemandolo in apposite strutture di accoglienza o alberghi. Un’assistenza che a Firenze, riporta il Sunia, può costare fino a mille euro al mese a nucleo familiare, mezzo milione l’anno a livello regionale.
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milioni I FONDI REGIONALI PER RIQUALIFICARE GLI ALLOGGI DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA (ERP)
Palazzo Vecchio
“Le caserme dismesse per risolvere il problema” “L
e caserme dismesse? Usiamole per risolvere il problema dell’emergenza casa”. Ne è convinta la vicesindaco e assessore alle politiche abitative Stefania Saccardi, che rilancia un vecchio pallino di Matteo Renzi: recuperare quegli scatoloni vuoti come ad esempio la Lupi di Toscana, una delle caserme più grandi della città, per sfoltire le liste d’attesa delle case popolari e accogliere chi non ce la fa più a pagare un affitto. Da qui i ripetuti appelli di Palazzo Vecchio al governo per sbloccare la situazione di stallo delle caserme e trasformarle a scopo abitativo. Ma intanto i novanta sfratti al mese effettuati in città non aspettano. E, nel frattempo, il Comune deve farcela con i mezzi che ha. “I servizi sociali – fa il punto la vicesindaco – sono tenuti a garantire la migliore accoglienza per quanto riguarda i minori. Quindi il Comune mette a disposizione strutture dove vengono ospitate le mamme con i bambini e strutture in cui vengono ospitati i padri. Per questa accoglienza Palazzo Vecchio spende ogni anno
400mila euro”. C’è chi invoca il blocco degli sfratti, se non totale, almeno di quelli per morosità incolpevole. Una decisione che spetta alla Prefettura, e che in ogni caso, secondo Saccardi, “non è da prendere alla leggera, perché vanno considerati anche i tanti piccoli proprietari che vedrebbero scomparire un reddito sul quale spesso contano per riuscire a tirare avanti in modo dignitoso”. Sul fronte Erp arrivano notizie positive dalla Regione, che ha stanziato dieci milioni per la ristrutturazione degli alloggi popolari. “L’impatto del nuovo finanziamento regionale dovreb-
L’ex caserma dei Lupi di Toscana
be essere forte – aggiunge la vicesindaco – anche perché Firenze ha un patrimonio immobiliare importante costituito da circa 8mila alloggi. Ringrazio la Regione per questa misura che, in base ai parametri di ripartizione, dovrebbe dare un grosso contributo alla ristrutturazione degli alloggi vuoti del comune”. Ma per Saccardi serve rivedere i parametri di accesso alle case popolari. “Intanto – spiega – va precisato che il canone di un alloggio va da un minimo di 12,91 euro a
un massimo di 667,68, ma la fascia più consistente va da chi ha un canone sociale per reddito effettivo non superiore a due pensioni minime a chi ha un reddito massimo di 26.810 euro”. Si va quindi dalle giovani coppie agli anziani. “I requisiti – prosegue – sicuramente sono da rivedere, come più volte abbiamo ribadito e richiesto alla Regione, anche per tutelare alcune situazioni attualmente svantaggiate, come le famiglie con presenza di persone disabili e anziani. Anche le tariffe minime andrebbero adeguate e aumentate”. C’è poi qualche “furbetto” che se ne approfitta. “Ma – commenta la vicesindaco – è molto difficile scovarli e colpirli, anche perché su questo non troviamo grande collaborazione da parte di chi avrebbe il compito di verificare redditi falsati”. I problemi, insomma, ci sono, e così c’è chi teme che si possa acuire la tensione sociale. “Il pericolo c’è – spiega Saccardi – anche se Firenze, attraverso la rete delle associazioni e un tessuto comunitario solidaristico, riesce attualmente a contenere la tensione”. N.B.
14 | Novembre 2013
#Società
A tu per tu
LE “BATTAGLIE” DEI PRETI, FUORI E DENTRO LE CHIESE a cura di Serena Wiedenstritt
Questo mese Il Reporter ha deciso di andare in avanscoperta tra parroci e parrocchie, per dare uno sguardo alla Firenze di oggi attraverso le “battaglie” e i progetti dei preti di periferia e non solo, di coloro che portano avanti la missione ecclesiale confrontandosi con le comunità e il territorio cittadino, con la crisi che morde e le diverse culture che si fanno avanti, con i bisogni, le speranze e la quotidianità dei fiorentini. Così, abbiamo chiesto ad alcuni preti della città, uno per ogni quartiere, di raccontarci come portano avanti oggi la loro missione, dentro e fuori dalle chiese. Ed ecco le loro idee, i loro sogni e le realtà con cui si confrontano giorno dopo giorno.
Quartiere 1
Quartiere 2
Quartiere 3
Quartiere 4
Quartiere 5
DON FULVIO CAPITANI
DON ALDO MENICHETTI
DON RAFFAELE PALMISANO
DON PIERO SABATINI
DON GIOVANNI MOMIGLI
San Jacopo in Polverosa
Santa Maria a Coverciano
Santa Maria a Ricorboli
Beata Vergine Maria delle Grazie
San Donnino
DOPOSCUOLA E AIUTI ALLE FAMIGLIE
COLLETTE di cibo E UN “ARMADIO” PER I NUOVI POVERI
DAL MICROCREDITO ALL’AGRICOLTURA SOCIALE
UN ORATORIO PER TUTTI, NEL NOME DI LA PIRA
UN PORTALE DEDICATO A CHI CERCA LAVORO
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na comunità. Così don Fulvio Capitani, parroco di San Jacopo in Polverosa (via Benedetto Marcello, zona San Jacopino), definisce la sua parrocchia, in cui non mancano “occasioni per vivere al meglio la vita di comunità nelle sue dimensioni essenziali: la liturgia, la catechesi, la carità”. “Nella liturgia abbiamo la fortuna di poter contare su un folto numero di ministri straordinari dell’Eucarestia che aiutano i sacerdoti portando la comunione nelle case di anziani e malati della parrocchia, mentre le messe domenicali sono animate da due cori, uno composto da giovani e bambini e l’altro da adulti, e coinvolgono numerosi chierichetti – spiega don Fulvio – nella catechesi abbiamo gruppi che vanno dalla terza elementare ai primi anni dell’università con incontri, ritiri, campi scuola, viaggi, oltre a gruppi di spiritualità familiare. In tema di aggregazione ci sono poi gli scout, che quest’anno festeggiano il 70esimo anniversario della loro presenza qui in parrocchia, e recentemente è stato rinnovato l’oratorio, o ‘campino’, che con le sue aperture settimanali appassiona bambini e ragazzi nel gioco e nella socializzazione e formazione cristiana. Infine, nel settore della carità è molto attiva la Caritas parrocchiale, che aiuta oltre 90 famiglie fra le meno fortunate”. Tra le altre attività, pensate proprio per unire la comunità, la parrocchia organizza un doposcuola per bambini e ragazzi di elementari e medie, molto frequentato anche da giovani stranieri, ed è attiva insieme all’Unitalsi, con cui il 17 novembre celebrerà la Festa di Fraternità con i fratelli disabili e malati.
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a tredici anni don Aldo Menichetti è parroco a Santa Maria a Coverciano, una grande parrocchia dove “si cerca di fare tutto, di accompagnare le persone in tutte le fasi della loro vita. Iniziamo con i corsi di preparazione al battesimo per i nuovi nati, si continua con il catechismo per i bambini e il dopo-cresima per gli adolescenti, che dura circa fino ai vent’anni, quando poi i giovani possono diventare punti di riferimento attivi nella vita parrocchiale. Poi facciamo i classici corsi di preparazione al matrimonio per le giovani coppie e continuiamo a organizzare incontri mensili anche dopo il matrimonio, mentre per gli anziani portiamo avanti attività di intrattenimento, ma anche incontri sulle letture della domenica”. “Per me la parrocchia è come una grande famiglia – afferma don Aldo – dove è importante stare insieme, ascoltarsi e dare una mano quando c’è bisogno. Qui si inizia la mattina alle 8 e si finisce la sera: c’è sempre qualcosa da fare per rispondere alle esigenze della gente”. Per aiutare i cosiddetti nuovi poveri, che arrivano sempre meno da lontano e che sono sempre più fiorentini, la parrocchia gestisce l’Armadio del Povero, dove vengono distribuiti vestiti e oggetti usati, ma anche nuovi, a chi vi si rivolge, e la Colletta alimentare: ogni domenica chi va alla messa può lasciare un pacco di pasta piuttosto che una bottiglia d’olio per le famiglie meno fortunate, al momento 69, che ricevono quindicinalmente un pacco di viveri. Per chi non arriva a fine mese, la parrocchia cerca poi di dare una mano con le bollette: “Qualche volta basta anche aiutare a rateizzare le scadenze e per chi si ritrova senza lavoro un momento di ascolto può aiutare a ritrovare la speranza”, termina il parroco.
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anti progetti alla parrocchia di Santa Maria a Ricorboli. Li spiega, con entusiasmo, il parroco, don Raffaele Palmisano: “Da diverso tempo siamo attivi con progetti di microcredito. Abbiamo iniziato insieme con i parrocchiani, ponendoci il problema di quanto fosse dignitoso fare elemosina e di come si potesse agire, invece, per dare fiducia alle persone, a livello individuale e di gruppo, e spingere i giovani a investire sui loro progetti. Con il microcredito, disponibile al nostro sportello di piazza Elia Dalla Costa tutti i martedì pomeriggio, vogliamo rafforzare anche la relazione fra gli individui e valorizzare la territorialità”. Altro settore, altra idea: l’agricoltura sociale. “A breve inaugureremo una micro fattoria dietro la parrocchia dove accoglieremo alcuni animali e porteremo avanti attività con gli alunni delle elementari – annuncia don Raffaele – l’obiettivo è far conoscere ai bambini il mondo animale ed educarli al rispetto degli animali, che non sono giocattoli. A Vicchio, inoltre, abbiamo un progetto di agricoltura sociale e in via di Ripoli ci è stato concesso un terreno che usiamo per l’ortocoltura”. Progetti diversi, quindi, ma che seguono lo stesso principio: “La religiosità non è solo culto – afferma il parroco – e Dio ci invita a occuparci dei bisogni reciproci. Così proviamo a fare noi. Poi ovviamente ci sono anche le celebrazioni e le liturgie, per i fedeli della comunità, ma noi vogliamo sempre ricordarci che Gesù ha detto che chiunque dia da bere al prossimo è come se lo desse a lui”.
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l progetto è l’oratorio”, afferma senza dubbio alcuno don Piero Sabatini, parroco della Beata Vergine Maria delle Grazie all’Isolotto. Mancano pochi mesi all’inaugurazione della struttura che ospiterà spettacoli teatrali ed eventi culturali, cene sociali e attività ludicosportive, e che dovrebbe essere dedicata a La Pira. “Vorremmo intitolare questo spazio a Giorgio La Pira per far conoscere questa figura anche ai più giovani e perché tutti possano ricordare quello che è stato un grande sindaco e grande uomo, forse il primo vero ispiratore dell’Isolotto storico”, spiega don Piero. “L’oratorio – continua il parroco – sarà uno spazio di aggregazione per tutti, non solo per i giovani, come viene tradizionalmente inteso. Diventerà un luogo di ritrovo per i parrocchiani, aperto a tutti e pensato per aiutarci a vivere bene insieme. Quello che oggi manca di più sono i rapporti: ho vissuto cinque anni nelle favelas brasiliane e posso dire che nonostante la povertà e le difficoltà quotidiane laggiù il senso dello stare insieme è più forte e radicato rispetto a qui, dove dalle grandi alle piccole cose si tende a isolarsi. Per questo ci siamo impegnati nella costruzione anche fisica di uno spazio da condividere con i giovani, le famiglie e tutti quelli che si vorranno unire – conclude – per iniziare a riconoscere nel prossimo un amico e non sempre solo un avversario”.
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on Giovanni Momigli è a San Donnino da ben ventidue anni. Ha iniziato a occuparsi di una delle realtà più difficili dell’area quando “qui non c’era niente e l’intero territorio era un disagio”. La scelta su cui si basa la sua attività e quella della Fondazione Spazio Reale, che fa riferimento alla sua parrocchia, è di “non occuparsi di un particolare disagio, ma di porsi come punto di riferimento per tutti: il nostro modo di operare consiste nel creare rapporti fra le diverse generazioni e fra le differenti culture – spiega don Momigli – e lo facciamo in tutti i modi possibili. Ad esempio in palestra, dove abbiamo creato uno spazio ludico ginnico organizzato a coppie, in modo che si possa parlare mentre ci si allena, oppure attraverso un progetto di intercultura organizzato con l’Ardsu, che vede studenti italiani e stranieri dividersi la stanza”. Altro tema caro a don Momigli è quello del lavoro: “La crisi ci condiziona e sta modificando molte dinamiche sul territorio: a breve presenteremo un portale web che, affiancandosi al tradizione sportello del lavoro, avrà lo scopo di far incontrare domanda e offerta, con un occhio particolare al mondo dell’associazionismo e con proposte di percorsi formativi per giovani e meno giovani. Anche qui lavoriamo per rafforzare il senso di comunità: chi perde il lavoro, oltre alle ovvie conseguenze economiche, spesso deve far fronte a un contraccolpo a livello psicologico. Così entriamo in gioco noi, sia come sostegno, sia come stimolo – conclude – perché si riscopra il senso positivo del lavoro come passione e come intraprendenza, non solo come fonte di reddito”.
#Società Il personaggio
Web sanminiatoalmonte.it Tel. 055.2342731 Mail: sanminiato@tin.it
“FACEBOOK? UNA FINESTRA SULLA VITA”
Facebook bernardofrancescogianni
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Padre Bernardo, priore di San Miniato al Monte, sul social network raccoglie riflessioni, immagini e parla con tutti
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u Facebook c’è una foto in bianco e nero di padre Bernardo intento a leggere un sacro testo nella sua basilica, quella che “dal 27 aprile del 1018 una piccola comunità di monaci ha il privilegio di custodire”, come si legge sul sito dell’abbazia. Sempre su Facebook padre Bernardo raccoglie riflessioni e immagini e parla con tutti. E, ad esempio, invita i Baustelle a girare un video nel cimitero di San Miniato. A volte soprannominato “prete rock”, per lui c’è qualcosa che va oltre la quotidianità dell’agenda
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delle cose da fare, ed è ciò che le ispira: “Ci troviamo in un luogo speciale che è la porta del cielo, uno spazio di passaggio, di novità, di relazione fra terra e cielo e quindi di speranza. Da qui, da questo luogo unico che è l’abbazia di San Miniato, nascono le nostre attività, che vanno dalla liturgia in gregoriano agli incontri di approfondimento sulla sacra scrittura, dove pur ponendo una guida invitiamo tutte le persone a un commento personale, all’ospitare un’associazione dei genitori che hanno perso un figlio. In questo caso
GLI AMICI DI PADRE BERNARDO SU FACEBOOK
Attivissimo su Facebook, padre Bernardo è balzato agli onori delle cronache per varie iniziative, come per l’invito rivolto ai Baustelle a girare un video a San Miniato
offriamo prima di tutto un luogo di ascolto, di ricerca, di consolazione, ma organizziamo anche eventi come il concerto del giovane e tuttavia già celebrato fisarmonicista Pietro Adragna, in programma per la sera del 16 novembre, i cui profitti serviranno per comprare macchinari ospedalieri per i piccoli dell’unità spinale”. Padre Bernardo parla anche dei laici che hanno deciso di seguire la regola di San Benedetto e, quanto alla sua presenza su Facebook, la vede come una finestra sulla vita che gli permette di essere in contatto con credenti e non credenti, considerato che “al di là delle convinzioni religiose o meno, l’idea che il cielo sia abitato è quello che evita che questa vita sia operosamente inutile”. Del resto è lui stesso prima di tutto un convertito, è lui che, come racconta nella notte di Natale di diversi anni fa fra le pietre romaniche del monastero delle Benedettine di Rosano, cercando e ricercando, non osò resistere a un Dio che lo ha cercato “con l’umile forza di un vagito infantile”.
16 | Novembre 2013
#Cultura Alle Oblate
Grande schermo
tutti all’odeon, nel nome delle donne Un festival tira l’altro per la 50 giorni di cinema. E il rispetto del gentil sesso fa da fil rouge Irene Roberti Vittory
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anti festival in una sola rassegna, una matrioska di eventi e proiezioni cinematografiche che animeranno Firenze fino al 15 dicembre. Stiamo parlando della “50 giorni di cinema internazionale”, staffetta culturale giunta alla sua settima edizione, frutto dell’accordo tra Regione, Comune ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Un progetto diventato negli ultimi anni un fiore all’occhiello non solo di Firenze ma dell’Italia, con numerose iniziative in programma. Novembre è iniziato con la matinée di France Odeon dedicata alla radiofonia francese, durante la quale si è potuto assistere alla proiezione de La maison de la radio, del regista Nicolas Philibert. Si è poi proseguito con l’African Diaspora Cinema Festival, novità assoluta della rassegna, e con il Florence Queer Festival (6-12 novembre), che in una settimana condensa trenta lavori cinematografici ma anche forum di
Un frame del musical Flamenco, Flamenco di Carlos Saura, che verrà proiettato in occasione del Festival del film etnomusicale
Web: 50giornidicinema2013.it Tel. 055.214068 Mail: 50giorni@fondazionesistematoscana.it
letteratura, teatro e arte contemporanea. Nella seconda metà del mese si susseguiranno il Terra di Tutti Film Festival (20-21 novembre) – vetrina di cinema sociale che quest’anno focalizza la sua attenzione su Cuba – e il River to River Florence Indian Film Festival (dal 22 al 28). Entrambi cederanno poi il passo al Festival dei Popoli, che aprirà il mese di dicembre (e andrà avanti fino al 7) con presentazioni di film, approfondimenti, workshop e dibattiti. Molto breve sarà la parentesi, l’8 dicembre, del Festivalconcorso Raccorti Sociali. Piccoli film per grandi idee. Quel giorno Paolo Pisanelli presenterà il progetto Buongiorno Taranto, accompagnato dal documentario Storie di Taranto, per (ri)portare in primo piano le testimonianze di chi vive ogni giorno nel veleno e raccoglie malattia e morte. Dopo questa immersione nell’attualità, la rassegna respirerà nuovamente aria internazionale e multiculturalismo grazie a Una
Finestra sul Nord – una finestra spalancata su cinema finlandese, estone e ungherese, fino all’11 del mese – e al Balkan Florence Express (12-13 dicembre), occasione, quest’ultima, per riflettere sul rapporto tra Europa e Balcani e per fare il punto sui problemi delle società dell’area balcanica. Non poteva mancare il connubio tra cinema e musica del Festival del Film Etnomusicale (14-15 dicembre): saranno proiettati, tra gli altri, il musical Flamenco, Flamenco di Carlos Saura e Viramundo di PierreYves Bourgeaud, un vero e proprio arcobaleno musicale che attraversa Brasile, Africa e Australia. A tenere stretti in un unico abbraccio tutti questi festival è il tema del rispetto delle donne, scelto come fil rouge dell’edizione 2013. Per questo motivo, moltissimi saranno i film che vedranno protagoniste le donne, davanti o dietro la macchina da presa. Storie di coraggio, talento e quotidianità.
Rassegne e dintorni
Fuori porta/1
Fuori porta/2
Lirica
Fra cineforum e sale d’essai
dinamiche scomposte Alla Limonaia di sesto: un mese per comunicare con i segni del corp0
“Viet-à-porter”: venti scatti per capire il vietnam, esplorando il paese da nord a sud
Musica e solidarietà con il galà Oxfam: le arie più celebri contro la povertà
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uori dai circuiti convenzionali, lontano dai megaschermi dei multisala, ci sono loro: i cineforum e le sale d’essai. Ecco una breve guida ad alcuni dei migliori luoghi dove trovare film di qualità.
In poltrona allo stensen
L’auditorium Stensen si è dotato quest’anno di un nuovo proiettore digitale. Fino a febbraio tante produzioni che arrivano dai festival internazionali: documentari, animazione, commedie e arte contemporanea. Auditorium Stensen - Viale don Minzoni 25/C - www.stensen.org
Pellicole alla francese
Bisogna avere orecchio per il francese o essere dotati di buoni occhiali per i sottotitoli. L’Institut français organizza fino al 27 gennaio Jeudi cinéma, ogni giovedì alle 20. Tante pellicole, alcune poco conosciute al di qua dalle Alpi, tutte a ingresso libero. Institut français Firenze - piazza Ognissanti 2 – www.institutfrancais-firenze.com
Coi “cattivi” del glue
Fino al 6 dicembre, film “per portarvi sulla cattiva strada”, re-
cita il cartellone ideato da Glue Alternative Concept Space, lo spazio gestito da volontari all’interno dell’U.S. Affrico. Proiezioni ogni venerdì alle 21.30. Ingresso gratuito con tessera. Glue - viale Manfredo Fanti 20 www.gluefirenze.com
Altolà al digitale
Un cineclub storico di Firenze, ospitato nell’Sms San Quirico, in zona Isolotto. Dal giovedì al lunedì il cinema contemporaneo, martedì e mercoledì le rassegne e le retrospettive dedicate ai grandi maestri. Tutte le proiezioni sono rigorosamente su pellicola. Cinecittà cineclub - via Pisana 576 - www.cinecittacineclub.org
Gratis per universitari
Fino al 13 dicembre una scorpacciata di titoli per la rassegna gratuita organizzata dagli Studenti di Sinistra ogni lunedì (ore 20.30 e 22.30). Tutte le serate sono ospitate al Teatro Puccini, eccezion fatta per le due giornate conclusive (9 e 16 dicembre) che si svolgeranno al rinnovato Spazio Alfieri, in via dell’Ulivo 6, altra sala d’essai. Ecce Pizze – Teatro Puccini, via delle Cascine 41 - eccepizze.studentidisinistra.org
n mese di danza contemporanea, per gridare al mondo che anche il corpo, con il suo linguaggio, vuole dire la sua. Si chiama Dinamiche Scomposte la rassegna di danza contemporanea organizzata da Company Blu al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino. Ospiti nazionali e internazionali, fino al 24 novembre, portano in scena coreografie aperte, che attraverso i gesti e i linguaggi dell’improvvisazione offrono al pubblico performance dal sapore sempre inedito. Un concentrato di performance, in arrivo dall’Italia ma anche da oltre confine, per un evento che vede tra i nomi protagonisti di questa edizione Peter Jasko, Fabrizio Favale, Marina Giovannini, Leralee Whittle, Claudia Catarzi, Massimiliano Barachini, Elena Giannotti, Pietro Pireddu, Daniele Albanese, Caterina Basso e Charlotte Zerbey. B.B.
iciassette giorni in Vietnam, gli zaini sulle spalle e le macchine fotografiche al collo. Lei, Giulia, fa la giornalista, lui, Riccardo, l’ingegnere. Tutti e due hanno un grande amore per i viaggi e il risultato è una mostra fotografica, che porta il titolo “Viet-à-porter, immagini rimaste in uno zaino”, visitabile al centro culturale Dadartè di Sesto Fiorentino (via Gramsci 202). Facce, fiumi, palafitte, pagode e motorini, caos urbano e pace bucolica: nei venti scatti dei due ragazzi, entrambi fotografi per passione ma con stili creativi molto diversi, affiorano i tanti volti di un paese in rapidissima evoluzione. “Abbiamo scelto cornici e fondi neri per dare, a chi le osserva, l’impressione di guardare le immagini attraverso un obiettivo – spiegano – fermando fotogrammi di quel paese”. La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino all’8 dicembre. B.S.
n evento eccezionale che riunirà alcune fra le più belle voci del panorama lirico internazionale: è quello che andrà in scena il 21 novembre, alle 21, al Teatro Verdi, per una serata di solidarietà a sostegno dei progetti di lotta alla povertà di Oxfam Italia. Sotto la direzione del maestro Massimiliano Stefanelli, l’accompagnamento dell’Orchestra della Toscana che si esibirà insieme a nove tra i più importanti cantanti lirici. Un cast d’eccezione, che regalerà al pubblico alcune fra le più belle e celebri arie tratte dalle opere di Giuseppe Verdi (in occasione dell’anno verdiano), ma anche capolavori di altri grandi autori tra cui Rossini, Puccini, Donizetti, Cilea e molti altri. L’evento è realizzato con il patrocinio di Regione, Provincia, Comune, Camera di Commercio e grazie al sostegno del Westin Excelsior Florence. Per info: www.teatroverdionline.it. B.B.
In biblioteca per riflettere, conoscere e... leggere. Per non dimenticare
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orna per la diciannovesima volta l’appuntamento con Leggere per non dimenticare, il tradizionale ciclo di incontri cha la madrina e organizzatrice Anna Benedetti ha voluto dedicare per questa edizione (che va in scena alla biblioteca delle Oblate) al tema della responsabilità. “Un tema importante e di tragica attualità che ci mette di fronte all’esigenza di una presa di coscienza e all’assunzione delle nostre responsabilità”, ha detto l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti commentando il senso della manifestazione insieme all’assessore alla cultura del Comune di Firenze Sergio Givone. “Leggere per non dimenticare, anno dopo anno, ha assunto un ruolo di riferimento culturale di importanza sempre crescente – ha aggiunto Scaletti – avendo individuato la sostanza della ricchezza dei libri, cioè l’essere un patrimonio ereditario di conoscenza, elemento di ricordo e memoria senza cui non si crea responsabilità”. Anche l’assessore Givone ha considerato di grande spessore il tema scelto per questa edizione, che conferma le qualità e le sensibilità di Anna Benedetti. “L’attualità di questo tema – ha spiegato – è segnata anche dal rapporto con un potere sempre più astratto e lontano che sembra escludere la responsabilità individuale. E invece è proprio qui e ora che dobbiamo tornare a confrontarci con i problemi e indignarci. Partecipare è il primo segno di responsabilità”. Tra i numerosi eventi in programma, che terranno compagnia agli appassionati di lettura fino all’estate, ci sono gli incontri con il giornalista Paolo Mieli, che il 22 novembre presenterà il suo ultimo libro “I conti con la storia. Per capire il nostro tempo”, e con Walter Siti (il premio Strega e autore di “Resistere non serve a niente” sarà ospite delle Oblate il 4 dicembre), e ancora con Paul Ginsborg e il suo “Famiglia Novecento” (edito da Einaudi) il 13 dicembre. Per informazioni e programma: www.leggerepernondimenticare.it. N.C.
#Cultura
Novembre 2013 | 17
A tu per tu
in delirio per Emma: “Io, cresciuta a Firenze tra ranocchi fritti e gite alle Cascine” Enrica Cinaschi
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orna a casa, Emma. Dove è nata e dove ha trascorso la sua infanzia, quella di cui conserva ancora un ricordo vivo e presente. “Avevo sei anni quando sono andata via, ma ricordo lucidamente tante cose. Dai vicini di casa, con i quali sono cresciuta e che ancora torno a trovare, quando posso, alle gite alle Cascine insieme a mio padre, che mi portava alla Festa dell’Unità a vedere i concerti”. I Nomadi, Lucio Dalla, Gianna Nannini: la passione per la musica di Emma Marrone è nata così, molto prima del successo di Amici e della ribalta televisiva. “Mi dicono che da bambina ero ghiotta di ranocchi fritti e pappardelle”, racconta sorridendo a Il Reporter. “Le pappardelle le mangio ancora volentieri,
mentre le rane... un po’ meno, se devo essere sincera”. Insomma, il legame con Firenze rimane intonso, a distanza di tempo. “Amo molto viaggiare, ma ci sono dei luoghi che rimangono dentro per sempre”. A Firenze Emma (il 27 novembre al Mandela Forum) porterà i brani del suo album “Schiena” e i successi che la hanno resa celebre, dal debutto nell’arena di Maria De Filippi alla vittoria di Sanremo, fino alla consacrazione con i tour a spasso per l’Italia e la marea di fan (su Facebook ha 2 milioni e 100mila follower) che la seguono passo dopo passo. “Sono molto orgogliosa del lavoro che sto facendo e ancora più orgogliosa delle persone che mi seguono – dice – il ringraziamento principale va ai fan, che mi vogliono tanto bene. Con loro c’è
un rapporto di sincerità e rispetto”. Dal vivo la cantante si cimenterà anche nella versione acustica dei brani di Schiena, usciti in una riedizione del disco tutta voce e chitarra. “Sono curiosa di vedere come la prenderà il pubblico, di solito è abituato a vedermi scatenare sul palco, stavolta lo sarò un po’ meno”. E ai ragazzi che – come lei tre anni fa – oggi si mettono in fila per partecipare ai provini dei talent show, cosa dice? “Dico che prima di intraprendere un percorso del genere bisognerebbe guardarsi dentro e capire. Fare il cantante non è solo salire sul palco e cantare. La musica è un percorso complesso che va saputo affrontare, non è detto che vada sempre tutto liscio. Bisogna essere consapevoli che non tutti i sogni diventano realtà”.
Web emmamarrone.net Facebook emma.marrone
Emma Marrone è nata a Firenze il 25 maggio del 1984. Si esibirà al Mandela Forum il 27 novembre
Il mercatino
ant a palazzo Borghese. Con Gucci, cavalli & co
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ue giorni e novanta aziende per trasformare Palazzo Borghese in una grande boutique solidale. Da venerdì 22 a domenica 24 novembre in via Ghibellina 110 (dalle 10 alle 19) saranno offerti al pubblico articoli di abbigliamento, accessori e pelletteria, allo scopo di raccogliere fondi a favore della Fondazione Ant, che dà sostegno ai malati di tumore. Ferragamo, Armani, Cavalli, Bulgari, Scervino, Braccialini, Patrizia Pepe, Lotti, Nannini, Gucci, Cucinelli, Cavallini e Mont Blanc sono alcune delle grandi firme protagoniste del Merc’Ant. “Questa iniziativa – sottolinea Simone Martini, delegato fiorentino di Ant – è una delle più importanti a favore della nostra fondazione, un appuntamento che ci permette di essere legati al territorio fiorentino attraverso il coinvolgimento delle migliori eccellenze del mondo della moda, dell’arte e della cultura”. B.B.
Per la tua pubblicità su il Reporter chiama il numero 055 6585939 oppure invia una mail a info@edizionibunker.it
18 | Novembre 2013
#Sport Il calendario
FIORENTINA, LA CORSA CONTINUA
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na cosa l’inizio di campionato l’ha dimostrata: non è facile far “coesistere” serie A ed Europa League. Anche la Fiorentina se n’è accorta, complice pure qualche infortunio di troppo che ha complicato la primissima parte della stagione. Un esempio, all’inizio dello scorso mese, è stata la partita con la Lazio, subito dopo la bella vittoria sul Dnipro. Così, nelle prime giornate di serie A qualche punto i viola l’hanno lasciato per strada (vedi Cagliari, Inter e Parma). Ma dopo l’entusiasmante vittoria con la Juventus è cominciato un “nuovo” campionato. La partita con l’Udinese, in programma il 24 novembre, non deve essere sbagliata. Poi dicembre inizierà con la gara contro il Verona dell’ex Toni (lunedì 2) e con la sfida dell’Olimpico con la Roma di domenica 8. Un tour de force, coppa compresa, durante il quale per i viola sarà difficile tirare il fiato. L’obiettivo è arrivare alla sosta natalizia (e al mercato di gennaio) nella migliore posizione possibile. Perché una cosa è certa: Firenze ci crederà fino in fondo. La corsa continua, il sogno anche. Lor.Mos.
L’ex portiere
“neto? c’è un motivo se la società ci punta”
Ricky Albertosi si racconta: “Avrei giocato anche al buio” Irene Delfino
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eattivo come un gatto. Difesa dai guantoni di Ricky Albertosi, la Fiorentina vinse un’epica Coppa delle Coppe (1961), due Coppe Italia (1961 e 1966) e una Coppa Mitropa nel ‘66. Che cosa ne pensa di Neto? Se la società ha deciso di puntare su di lui, le qualità le avrà sicuramente. E nel momento in cui parte titolare, è chiaro che Montella debba dargli fiducia, nonostante qualche errore. Lei è stato anche preparatore
dei portieri della Fiorentina. Come è cambiato questo ruolo negli anni? Oggi il portiere deve saper giocare anche con i piedi. Io avevo anticipato il gioco che fa adesso il portiere già nel 1970, quando mi piaceva stare fuori dai pali e sapevo cavarmela con i piedi. Negli anni ‘60 c’era poca illuminazione la sera negli stadi. Lei collezionò cinque presenze in Coppa delle Coppe con la Fiorentina nel ‘60/‘61 perché a Sarti (allora portiere titolare
viola) non piaceva giocare in notturna. Non riusciva a vedere la distanza tra l’uomo e la palla. Io invece, siccome ero riserva, pur di giocare lo facevo anche al buio. Abbiamo vinto la Coppa delle Coppe contro i Rangers di Glasgow. E sono andato bene tutte le volte che ho giocato. Ho esordito anche in Nazionale a Firenze con l’Argentina giocando di sera. Quindi non era un problema? No, come non lo è per i portieri di adesso, con gli stadi illuminati
a giorno. La sua parata più bella è quella del 3 ottobre 1965 in Fiorentina-Torino 1-1? Esatto. Non tanto come parata in se stessa, ma per i riflessi che ho avuto. In quale portiere ancora in attività si rivede? Nel Buffon di inizio carriera, quando era a Parma ed era spericolato. Usciva sui piedi degli attaccanti incurante del pericolo. Oggi anche lui è molto cambiato. Tutti i portieri rischiano un po’ meno rispetto a quando giocava lei, non le pare? È certo. Non vedo più i portieri uscire sui piedi di un attaccante, come una volta. Escono tutti con i piedi in avanti e non coprono assolutamente la porta. Oppure la coprono molto poco. Se ti tirano addosso va bene, ma se ti tirano appena appena spostato non la prendi più. Anche il pallone viene bloccato meno. Sì, l’ho notato anch’io in questi ultimi anni. Non so se è colpa della palla che è troppo leggera, per cui non si fidano e tutti preferiscono respingerla. Una volta solo alcuni portieri respingevano il pallone. Ricky no, questo è certo.
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Nuova Cesat - Firenze (FI)
La coreografia dei tifosi viola contro la Juventus: con quella vittoria per la Fiorentina è cominciato un “nuovo” campionato
Montella poteva arrivare prima
il ritardo dell’aeroplanino
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a Parca aveva iniziato a tessere il filo viola per Vincenzo Montella già nel 1995. Non era ancora l’Aeroplanino, quell’esultanza nacque per caso a Marassi quando, con la maglia del Grifone, segnò in rovesciata al Cesena. Ma aveva già in dote una media gol da piccolo bomber di razza. Ben 27 reti in 51 partite con la maglia dell’Empoli, e la Fiorentina pronta a portarlo in riva all’Arno. Avrebbe offerto in cambio quattro giocatori a Silvano Bini, il talent scout empolese di tanti piccoli campioni, come l’amico fraterno di Vincenzo, Totò Di Natale. L’affare non decollò e Montella fu ceduto in serie B al Genoa. Rapido Vincenzo, potente Batistuta, avrebbero formato una coppia stellare. Ma Aeroplanino e Re Leone si incontreranno diversi anni più tardi solo sulla sponda giallorossa. Poi la trattativa per avere Montella, questa volta nei panni di mister, al Franchi riprende. Ma c’è un ostacolo da superare, l’anno di contratto che lega Vincenzo al
Vincenzo Montella sarebbe potuto sbarcare a Firenze già nel 1995. Poi però il “matrimonio” non si fece
Catania. E Pulvirenti per liberare il “suo” allenatore vuole qualcosa in cambio. Contropartite tecniche, come nel ‘95. Questa volta però arriva il lieto fine, che tutti conosciamo. La Parca ricomincia il lavoro dove l’aveva interrotto e Firenze prende l’aereo. Pardon, l’Aeroplanino. Per volare sempre più in alto. I.D.
Coordinamento di Associazioni per la Tutela dell’Ambiente e dei Diritti di Utenti e Consumatori
Periodico d’informazione locale. Anno VII n.40 del 2 Novembre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A. Il Reporter del Q2 raggiunge le famiglie del quartiere 2 di Firenze.
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INFORMA: UNA EQUIPE DI ESPERTI È A VOSTRA DISPOSIZIONE PER AIUTARVI A RISOLVERE I VOSTRI PROBLEMI.
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#Sport
Novembre 2013 | 19
L’intervista tripla
La stagione
IL CALCIO “VOLONTARIO” DELLA FAMIGLIA AFFRICO
IL “RITORNO” DEL BASKET
Tre generazioni a confronto, una parola d’ordine: passione
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irenze sta riscoprendo il basket grazie alla Enegan, impegnata quest’anno nella Lega Adecco Silver, e alla Monte Paschi Mens Sana Siena, che ha scelto il Mandela Forum come sede di tutti gli incontri di Eurolega. La Enegan, in particolare, si pone obiettivi ambiziosi, come ha spiegato, presentando la stagione, l’amministratore delegato Luca Giotti: “La società ha fatto uno sforzo enorme per mettere a disposizione di coach Giordani un gruppo di ottimi giocatori. Adesso inizieremo a onorare la maglia e a impegnarci al massimo. Ai giocatori ho detto chiaramente – spiega Giotti – che si devono ricordare, in ogni occasione, che rappresentano Firenze. Spero che questa Enegan diventi la squadra di tutti i fiorentini”. “Per l’Enegan Firenze – continua l’ad – è una stagione importantissima. Abbiamo un progetto nel quale crediamo molto. Firenze deve stare in campionati importanti. In squadra abbiamo due americani, Wood e Swanston, dopo ventuno anni. Promettiamo impegno massimo. Sempre. Siamo a disposizione di Firenze. Vogliamo riportare l’entusiasmo per il basket in città”.
Brandon Wood in elevazione: l’americano è uno dei giocatori della Enegan, impegnata quest’anno nella Lega Adecco Silver
Sim.Spa.
Firenze Marathon
TRENT’ANNI DI CORSA T
Il direttore sportivo Matteo Petrachi con Dario Bargalli, portiere classe ‘99: sono due dei componenti della “famiglia” dell’Us Affrico
Carlo Marrone
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re generazioni della grande famiglia dell’U.S. Affrico a confronto, tra passato, presente e futuro. Cominciamo da Fosco Frilli, responsabile tecnico, 68 anni di passione per il rettangolo da gioco. Quali sono i prossimi obiettivi della società? È difficile fare pronostici, rispetto a società più grandi siamo svantaggiati. Per quanto riguarda la prima squadra il sogno è quello di salire di categoria. Come obiettivo generale vorremmo poi rendere l’Affrico la prima società fiorentina, e al di là delle possibilità economiche sono convinto che con lo spirito giusto, con tutta la nostra passione, ce la faremo. Qual è lo “spirito giusto”? I nostri giocatori sono “volontari”, non guadagnano più di trequattro pizze all’anno. A guidarli è la passione, lavoriamo con il cuore ma puntando sempre alla professionalità. Lei è un veterano: come è cambiata la visione dello sport negli ultimi trent’anni? Purtroppo in peggio. Non esiste più il senso del sacrificio di un tempo, i giovani non vogliono fare fatica, sono meno appassionati. Sono aumentate le società ed è diminuita la qualità. Le sue linee guida come responsabile tecnico quali sono? Bisogna puntare su una men-
talità condivisa, che sia quella giusta. Ad esempio gli allenatori: di solito sono riconfermati semplicemente se vincono, ma è importante anche vedere come si è arrivati in fondo, se lo spirito è stato vincente. E poi il calcio è anche divertimento, chi viene a vedere una partita ha diritto a un gioco di qualità. Ascolta in silenzio Valerio Lorenzo, classe ‘99, terzino destro dall’aria timida ma che si scioglie subito quando viene il suo momento. Perché si gioca a calcio e perché nell’Affrico? Per passione. Io ho sempre giocato in questa società, mi trovo bene con gli allenatori, mi sento in famiglia. Interviene Matteo Petrachi, direttore sportivo da dieci anni. Lorenzo promette bene, nonostante un infortunio l’anno scorso ha vinto con i Giovanissimi B di merito, la prima volta per l’Affrico, e in questa stagione fa i Regionali. E poi è modesto, resta da noi ma se lo contendono diverse grandi società. Petrachi, ci parli della scuola calcio.
renta volte Firenze Marathon. Domenica 24 novembre la celebre corsa festeggia un compleanno storico. In pochi, nel 1984, avrebbero pensato di raggiungere questo traguardo. Nelle prime edizioni si contavano non più di mille podisti, per l’edizione del trentennale si punta a battere il record di oltre 10mila atleti. Saranno più di trenta le iniziative collaterali per questa corsa, che rimane tra le più prestigiose a livello italiano. Una delle più curiose riguarda il concorso musicale “Firenze Marathon Music Contest”, il cui obiettivo è offrire la possibilità a dieci band locali di esibirsi durante lo svolgimento della maratona. Poi c’è la staffetta in pista 30 x 1 km, ovvero la staffetta del trentennale. Si svolgerà sabato 23 novembre, alla vigilia della maratona, con inizio alle 10 allo stadio di atletica Luigi Ridolfi, attiguo alla sede del Marathon Expo, in viale Manfredo Fanti 2. L’evento sarà aperto a tutti gli amatori e ai podisti. Sono ammesse a partecipare un numero massimo di trenta squadre.
L’appuntamento con la Firenze Marathon è domenica 24 novembre: quel giorno la corsa taglierà un importante traguardo
Sim.Spa.
Conta 160 bambini, assicuriamo alle famiglie un allenatore ogni dieci ragazzi e le stesse possibilità per tutti: non esistono squadre di serie A o B, sono strutturate in modo equilibrato e le convocazioni sono aperte a tutti. E per i nuovi il primo mese di prova è gratis. Anche secondo lei non ci sono più i valori di una volta? Purtroppo no. Pensi che se un tempo giocare in prima squadra era un orgoglio adesso è vissuto come un peso, richiede troppi sacrifici. Ma noi dobbiamo saper dialogare con i ragazzi e accompagnarli verso il miglioramento. Un’ultima domanda: quali sono i rapporti con la squadra di basket dell’Affrico? Quest’anno è in A2. Siamo molto orgogliosi e mi impegno a portare i miei ragazzi a fare il tifo alle partite. C’è un ottimo feeling fra noi. Sentiamo un forte senso di appartenenza.
www.fratelliorsero.it
20 | Novembre 2013
#Rubriche
A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI
CURIOSITÀ ALLA LOGGIA DELLA SIGNORIA DETTA DELL’ORCAGNA O DEI LANZI
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a Loggia dei Priori o della Signoria che si prospetta sull’omonima piazza, fu costruita per volere del governo fiorentino nel 1378, sotto la direzione degli architetti Benci di Cione e Francesco Talenti e terminata nel 1382. Su disegno di Andrea di Cione Arcagnolo, detto l’Orcagna, era destinata per le pubbliche assemblee e le cerimonie ufficiali della Signoria alla presenza del popolo. Dopo la caduta della Repubblica Fiorentina avvenuta nel 1530, la loggia perse la sua funzione pubblica per la quale era stata concepita, pertanto cambiò oltre al suo utilizzo anche la denominazione, infatti da allora è assai più conosciuta come Loggia dell’Orcagna, dal nome dell’esecutore del disegno, o dei Lanzi, ossia lanzichenecchi, il corpo di guardia formato da soldati mercenari tedeschi, armati di archibugio o picca e spada, chiamati dal duca Ales-
sandro I de’ Medici (detto il Moro) a sua protezione. Gli archi della volta interna della loggia, si appoggiano su due “peducci” o capitelli pensili che dir si voglia, che sembrano quasi “appesi” alla parete di fondo, come mensole incassate. Sono decorati con sculture che rappresentano putti alati e due figure, una femminile ed una maschile, che danno l’impressione di sostenerne il peso della volta sulle loro spalle. Sotto i “peducci”, in una fila continua, vediamo disposti moltissimi ganci a forma di “L” che avevano il compito di reggere i pesanti arazzi, appesi per decorare l’interno della loggia durante particolari cerimonie organizzate dalla Signoria. Gli arazzi venivano poi fermati alla base, per mezzo di altrettanti ganci (come quelli superiori), sempre a “L”, ma murati esattamente al contrario. Sotto questa seconda fila di ganci, corre per tutta
la lunghezza delle due pareti, una balza fregio in pietra forte proveniente dalle cave di Oltrarno, decorata con ben 160 testine di leone, disposte una accanto all’altra, dalle cui fauci sporgono altrettanti ganci. Su questi, una volta si ancoravano festoni e robbiane a decorare più fastosamente l’imponente porticato. Vogliamo far soffermare l’attenzione dei lettori sull’ornata balza laterale (ma non solo), fra le ripetute teste leonine, simbolo protagonista della vita politica e culturale fiorentina dell’epoca, si possono notare, inspiegabilmente, tre misteriosi volti che ci guardano con occhi enigmatici: un uomo, una donna ed un adolescente; una “famigliola” o forse, una triade divina? Quale sarà il messaggio di tale differenza di ornamento che non sembra giustificabile come solo abbellimento? Un simbolismo? Un’implorazione di aiuto o una semplice licenza dello scalpello di colui che eseguì il fregio, forse desideroso di rappresentare la propria famiglia? La decorazione composta dalle numerose testine del re della foresta, che notoriamente a Firenze manifestano forza, protezione e fierezza, esempio ne è il Marzocco, associate alle tre testine umanizzate, non fu certamente casuale, ma assolutamente voluta. Potrebbe essere stata anche un’alterazione successiva fatta da un lanzichenecco di guardia? Questo potrebbe davvero essere accaduto? Chissà. Quello che certamente fecero i Lanzichenecchi sotto la loggia, è che spararono con i loro archibugi su bersagli posti al di sotto della balza fregio dove abbiamo evidenziato la “famigliola”, almeno a giudicare dalle tante tracce rotonde che si rilevano sulla parete. Sono scalfitture concave lasciate sulle dure pietre, che misurano una circonferenza simile a quella di una moneta da un euro, e che corrisponderebbero a palle di piombo o di ferro sparate appunto dai loro archibugi. Pensando al detto che circolava all’epoca: Beve come un Lanzo, si può anche immaginare che la mira di questa fanteria mercenaria tedesca non fosse poi così precisa, proprio in virtù del risaputo loro uso a tracannar bicchieri, spesso e volentieri uno di troppo, cosa che aveva generato persino il proverbio: Bere alla tedesca; la mattina puro, a desinare senz’acqua e a cena come viene dalla botte. Fra le tante impronte dei colpi di archibugio, quasi illeggibile e incomprensibile, vi è anche l’arcana scritta IMPRESSO. Quante cose si nascondono ancora nelle pieghe della nostra storia! In attesa che studi futuri possano darci la risposta, almeno per ora permane il mistero! Questo racconto trova spunto da uno dei 40 aneddoti che compongono il nostro libro dal titolo Per filo e per segno, che tratta su fatti accaduti in Piazza della Signoria, edito nel 2013 dalla casa editrice Firenze Leonardo Edizioni.
Il Pungiglione
LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI Web artusi.net
LA FESTA DEL LAVORO? FACCIAMOLA A MARZO
A
umenta la disoccupazione, ma i “figli di papà” non sentono la crisi! Loro lavorano sempre. Infatti i sindacati stanno pensando di spostare la festa del lavoro dal 1° maggio al 19 marzo, per la festa del papà! Da noi serve una raccomandazione per tutto: per mettere i figli al nido, per farti operare dal medico migliore, per farti seppellire al cimitero! Tempo fa mi sono morti due zii, quello raccomandato lo riconosci subito: ha un mausoleo più grosso del Duomo. L’altro zio, siccome non c’era più posto, l’hanno impagliato fuori dal cimitero. Gli hanno messo anche un piattino in mano, così raccoglie le offerte! La nostra economia è basata sulla raccomandazione. In Italia tutto si muove attraverso una telefonata. Non a caso il telefono chi l’ha inventato? Un italiano, Antonio Meucci. Se non hai un parente potente, per la raccomandazione hai una seconda chance: il politico. E noi in Italia siamo fortunati, perché da noi i politici sono immortali. Il politico ha trovato l’elisir della lunga vita. Il segreto è non consumare energie. Ma lasciamoli lavorare in pace questi politici! Via le intercettazioni telefoniche! Per conoscere la vita privata di una persona basta Facebook! Prima le donne si raccontavano i pettegolezzi dal parrucchiere, oggi hanno Facebook. Mia moglie, addirittura, tutte le sere chatta su Facebook con i bigodini in testa! ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista
Web
andreamuzzi.it
Lettere
Novembre 2013 | 21
Editoriale dalla prima
Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it “PIÙ PANCHINE NEL QUARTIERE”
Sono venuta ad abitare in questo quartiere 2 di Firenze quasi cinquanta anni fa. Era un quartiere giovane, pieno di coppie con bambini piccoli nei passeggini. Ora siamo diventati tutti vecchi, ci sono le badanti che spingono sedie a rotelle. Il Comune si è mai chiesto dove può riposarsi una persona anziana che cammina con difficoltà? Ai giardinetti, ma bisogna arrivarci, ai bar, ma bisogna consumare, e non sempre è possibile. Quindi chiedo al mio Quartiere di farsi portavoce presso il Comune perché vengano sistemate delle panchine. Ora stanno sistemando le “radici” dei pini sull’Affrico, potrebbe essere una buona occasione per completare l’opera. Nella speranza che possiate fare qualche cosa, Vi saluto cordialmente. Laura Trabucco
L’INCROCIO TRA VIA ALLORI E VIA BARACCA
Caro Reporter, numerosi incidenti si verificano all’incrocio fra via A. Allori e via F. Baracca, basta verificare le chiamate ai VV.UU. e alle Misericordie. In quel punto l’accesso a via Baracca è regolato da un segnale di stop e l’immissione del traffico diretto verso il centro città è molto complicata per la grande affluenza di traffico esistente su via Baracca. All’altra diramazione di via Allori dove non ci sono grosse difficoltà perché il senso unico consente solo di svoltare in via Allori da via Baracca, c’è un semaforo pedonale a chiamata. Si potrebbe sopprimere questo semaforo pedonale e posizionare un semaforo veicolare al posto dello stop che può essere usato dai pedoni e regolare l’accesso dei veicoli da via Allori a via Baracca. In alternativa si potrebbe fare una rotonda ma rimarrebbe decentrata rispetto a via Baracca e non sarebbe di utilità ai pedoni, quindi occorrerebbe comunque un semaforo per attraversare. Grazie per l’attenzione, Enzo
MARCIAPIEDI E BICICLETTE IN VIA PAGNINI
Egr. Direttore, il Sindaco non perde occasione di affermare che intende fare di Firenze una città a misura di passeggino. Venga, allora, in via Pagnini ai numeri 34 e 36, munito di passeggino o sedia a rotelle da spingere e
provi ad attraversare il marciapiede. Se riuscirà a farlo senza danni a se stesso o alle persone trasportate, o se semplicemente riuscirà ad evitare urti fastidiosi vorrà dire che oltre ad essere un buon sindaco é anche ottimo slalomista. Questo perché il marciapiede, già stretto, è occupato da un grande numero di biciclette, incatenate ai ferri salvapedoni, cosa che non sarebbe consentita in nessun paese civile. Credo che i proprietari delle bici hanno il sacrosanto diritto di pretendere per loro le rastrelliere ma anche il sacrosanto dovere di non ostacolare i passanti. Alla buona amministrazione la necessità di conciliare le due esigenze. Finora le numerose proteste hanno cozzato contro una disarmante indifferenza. Lettera firmata
“UGNANO, LUNGO LE STRADE SI TROVA DI TUTTO”
Vi scrivo per evidenziare una situazione ormai spiacevolmente statica nel nostro territorio urbano. Vivo in una delle ultime “zone rurali” di Firenze: Ugnano. L’area è piacevole: non ci sono alti condomini che deturpano il paesaggio e la visione di un campo arato è ancora possibile. Quello che però è agghiacciante è quanto puoi trovare lungo la strada: pc usati, motorini rubati che si alternano a materassi, sanitari, elettrodomestici, rifiuti edili... Purtroppo verifico tutto ciò perché amo correre e quotidianamente mi accorgo del degrado. Mi fa male vedere la mia terra, la mia amata Firenze offesa dai rifiuti! Un moto di rabbia mi nasce dentro quando vedo passare auto dei vigili urbani incuranti di quello che si trovano davanti: il nostro inimitabile concittadino Dante disse “Non ti curar di loro ma guarda e passa”... non lo seguiamo sempre alla lettera!!! La situazione più critica si trova in Via Gherardo Bosio, appena girato l’angolo che dà su Via Minervini. Siamo a due passi dalle carceri di Sollicciano, triste luogo di miseria e non si può dire che non ci sia circolazione di mezzi... inoltre la strada è molto utilizzata dai residenti di Ugnano. Troviamo ricorrentemente auto abbandonate, che poi vengono bruciate e smembrate. Nonostante la mia segnalazione allo 055055, da più di un mese gli ultimi due relitti sono ancora là. Adesso abbiamo anche un televisore stile anni 90, un paio di materassi, una tavolo in legno e chi più ne ha ne metta.... Capisco il sovraccarico di lavoro della nettezza urbana, il problema del traffico da gestire in centro ma non capisco come non si possa ripulire una strada da ingombranti e pericolosi rifiuti e far finta che quello ormai sia diventato un deposito
comodo e pratico!!! A poche centinaia di metri si trova Ecofirenze: perché non utilizzare quella struttura? Forse perché le auto sono state rubate??? Ancora peggio: il ritrovamento non dovrebbe essere segnalato e il mezzo portato negli appositi depositi???! L’unica speranza è che i prossimi mondiali di ciclismo passino dal mio quartiere: forse avremo strade pulite e nuovamente asfaltate.... Grazie per l’attenzione dedicata e spero che simili segnalazioni possono essere utili per il bene comune. Saluti. Sara Giannelli
VIALE DE AMICIS E LE RADICI DEGLI ALBERI
Carissima Redazione, leggo sempre con molta attenzione il vostro mensile Il Reporter e me ne compiaccio, lo trovo veramente interessante. Questa volta però c’è un un articolo che mi lascia perplesso: Viale De Amicis, Pia illusione, la parte che voi e il Comune dà per finita è ancora tutta transennata e gli operatori sono tutt’ora al lavoro (ma arrivare ai piedi del cavalcavia sarà lunga, e poi non è che la situazione del marciapiede dello spartitraffico lato via Lungo l’Affrico sia migliore). E a che prezzo ciò. Mi auguro che la sistemazione delle radici dei pini non sia avvenuta per operazione chirurgica perché la delicatezza di questi magnifici alberi, non adatti per viali cittadini (vedi anche quelli di viale Torricelli), è ormai nota: radici che non affondano nel terreno creando condizioni di pericolosità per tutti, fatto è che di quando in quando ne cade qualcuno; poi il restringimento della carreggiata per creare maggiore spazio intorno ai tronchi e relativa diminuzione posti macchina. Forse quello che dice Bonaccorsi è vero ma guarda caso che le parti fatte rapidamente sono state quelle laterali al percorso via Falcucci/via Amari interessato dalla febbre ciclistica. Quindi il disagio in questa zona è ancora molto intenso. Non è argomento dell’articolo, ma la sporcizia stradale della zona è notevolmente aumentata da quando, abolita la rimozione forzata delle vetture durante le notti di lavaggio, voluta dal sig. Sindaco, l’80% dei residenti non sposta le vetture: “tanto i vigili verranno si e no una volta l’anno” e gli addetti sono in difficoltà a pulire. Scusate lo sfogo, ma sono situazioni che vivo oramai da tempo. Il resto sono tutte chiacchiere. Cordialità
VIA GIOBERTI-PIAZZA BECCARIA, UN “CASO” MAI RISOLTO
IL REPORTER RISPONDE
Gentile direttore, un vecchio problema, sempre discusso e mai risolto. Via Gioberti - Piazza Beccaria. Nel passato si è pensato nientemeno che pedonalizzare Via Gioberti. Invece, col passare degli anni, tale Via e tale Piazza sono diventate una giungla. Macchine in doppia fila, sulle strisce pedonali, bici e motorini controsenso. Basterebbe un vigile di passaggio nelle varie ore della giornata per attaccare un po’ di foglietti ai tergicristalli. Si aiuterebbero le casse comunali, risolvendo (almeno in parte) il problema della viabilità, divenuto anche pericoloso.
Caro Giuseppe, è effettivamente da lungo tempo che si parla di via Gioberti e di un possibile intervento per “regolarla” e valorizzarla. Ed effettivamente basta poco, soprattutto in certi giorni della settimana (un esempio su tutti, il sabato pomeriggio), per capire come la situazione debba essere affrontata e per rendersi conto che dal “semplice” caos a situazioni di possibile pericolosità il passo non è poi così lungo. Come sempre, come ovunque, per prima cosa bisogna però sottolineare come siano anche i comportamenti dei cittadini a incidere su una situazione già delicata, date le dimensioni della strada e il grande afflusso di persone che la caratterizza: come anche lei riporta nella sua lettera, capita non raramente di imbattersi in auto in doppia fila, parcheggi “al limite”, mezzi in contromano, ecc... e come sempre il primo appello va quindi rivolto ai cittadini, anch’essi responsabili, con il loro comportamento, della vivibilità fiorentina (anche perché via Gioberti ha la fortuna di essere dotata, alle sue due estremità, di altrettanti parcheggi, quello di piazza Beccaria e quello di piazza
Giuseppe Perrino
Paolo Vannini
E invece a quanto pare le care (e cattive) vecchie abitudini hanno velocemente ripreso il sopravvento, aiutate anche dal ritorno ai “normali” ritmi della vita cittadina pre-mondiali e dal maltempo che si è abbattuto a più riprese nelle scorse settimane su Firenze. Tutto come sempre, come se il mondiale non ci fosse mai stato, si potrebbe insomma pensare. E invece no. Perché a ben guardare qualcosa è cambiato. Lo dicono i numeri (in primis quello delle biciclette vendute in città, dato che ha registrato un vero boom, anche se è legittimo sospettare che pure in questo caso l’onnipresente crisi ci abbia messo lo zampino), e lo dice anche una nuova consapevolezza che non è difficile cogliere tra i fiorentini. Se non a liberare definitivamente le strade (missione effettivamente impossibile), i mondiali a due ruote sono dunque serviti almeno a riportare in modo forte l’attenzione sulla mobilità alternativa. Che a Firenze deve scalzare una volta per tutte quella “tradizionale” (e non più sostenibile) basata sui mezzi privati: tentativi e idee non mancano, come si può leggere nella pagina che dedichiamo questo mese all’argomento. E ora è giunto il momento di partire in volata in questa direzione. Parlando di strade non si può però dimenticare che in viale Paoli, a pochi metri dal traguardo iridato, dove a fine settembre l’entusiasmo mondiale aveva raggiunto il suo apice, lo scorso mese un ragazzo di appena diciotto anni ha perso la vita a bordo del suo motorino. Ci sono ancora i fiori, tanti, i bigliettini e i messaggi lasciati dagli amici a ricordare questa nuova tragedia. A ricordare che sulle strade si continua a morire. A ricordarci che deve essere fatto di tutto, da parte di tutti, perché questo non accada più. MATTEO FRANCINI
Alberti). Ovviamente, però, c’è di più: non vanno infatti dimenticate, in questo caso, le caratteristiche della strada, che richiama spesso e volentieri (per la sua posizione, per i suoi negozi e non solo) un gran numero di persone e auto. Tante volte in passato sono stati richiesti interventi per migliorare la situazione, tante ipotesi sono state avanzate negli anni (ad esempio pedonalizzazione o divieti di sosta con conseguente allargamento dei marciapiedi) ma, anche per via Gioberti, nel più classico stile fiorentino, non è stata ancora trovata una soluzione in grado di mettere d’accordo tutti. E più controlli (che pure a volte sono certamente utili) da soli non bastano. Sul futuro della strada non è comunque calato il silenzio e sul suo destino si continua a discutere, per trovare la soluzione migliore per valorizzarla e mettere la parola fine a caos e pericoli. Nel frattempo, però, i cittadini devono fare la loro parte. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it
22 | Novembre 2013
#Speciale salute
La riorganizzazione
La tremenda malattia
“Troviamo una forma UN CONVEGNO PER per dare risposte unitarie” CONOSCERE LA SLA Sistema sociosanitario, il vicesindaco Saccardi fa il punto sulle novità Serena Wiedenstritt
R
iorganizzazione del sistema sanitario e “rivoluzione” dei medici di famiglia: il vicesindaco e assessore al welfare Stefania Saccardi illustra a Il Reporter le novità in arrivo.
Il vicesindaco e assessore al welfare Stefania Saccardi illustra a Il Reporter le novità sul sistema sociosanitario e sui medici di famiglia
Che cosa sta succedendo alla Società della Salute di Firenze? È in atto a livello regionale la riorganizzazione del sistema sanitario e ancora non è chiaro se ci sia o meno il superamento delle Sds. Quando queste sono nate sono state salutate come una delle più importanti innovazioni politicoistituzionali per aver introdotto l’integrazione sociosanitaria quale strumento per promuovere risposte unitarie a bisogni complessi del cittadino e per garantire una ricaduta positiva anche nell’ambito della sanità, in termini sia di uguaglianza e appropriatezza delle risposte che di economicità. Chi dice che le Sds sono solo un costo aggiuntivo forse non ha ben chiaro come dovevano funzionare. In quali settori è concentrata l’attività in questo momento? Il cuore dell’attività della Società della Salute riguarda il percorso della non autosufficienza e dei disabili. La Sds di Firenze sta lavorando per semplificare l’accesso del cittadino al percorso, ma anche per garantire una valutazione multi professionale omogenea dei bisogni delle persone anziane sul territorio e una presa in carico integrata dell’utente. Nell’ambito del sistema dei servizi per anziani sono proseguite le azioni di promozione e sostegno della permanenza a domicilio degli anziani fragili o non autosufficienti con l’obiettivo di limitare il ricorso alle strutture residenziali, ampliando la gamma dei servizi con un’assistenza domiciliare sociosanitaria. I contributi per il “servizio di assistenza familiare” e per il “sostegno alle cure familiari” puntano proprio a questo. Stia-
mo aggredendo la lista di attesa per tali servizi con l’obiettivo di dimezzarla. Se davvero verranno chiuse le Società della salute, che prospettive si aprono? Se non vogliamo che l’esperienza delle Sds sia stata vana, dovremo trovare un’altra forma organizzativa che metta insieme i sindaci dei Comuni con i direttori generali delle Aziende sanitarie perché la programmazione delle risposte ai bisogni sociosanitari sia unitaria. Per quei servizi che già erano integrati si dovrà molto probabilmente fare un accordo per definire i vari “compiti”. Infine l’annunciata rivoluzione dei medici di famiglia, che dovrebbero associarsi in ambulatori, con orari più lunghi e disponibilità di attrezzature più sofisticate. Sono già state individuate le Aft (aggregazioni funzionali territoriali) ed entro l’anno saranno individuati i coordinatori con i quali verranno intrapresi i percorsi di appropriatezza nelle prescrizioni di farmaci ed esami specialistici e di organizzazione di un servizio di assistenza sulle 18 ore al giorno. Il passaggio successivo sarà la costituzione delle Uccp: qui i cittadini troveranno, oltre ai medici di medicina generale, anche gli specialisti ospedalieri per assicurare sul territorio un’assistenza integrata professionalmente.
Giulia Righi
Stefano Borgonovo riceve il Fiorino d’oro della città di Firenze: era il 13 aprile 2010
A
lmeno cento, che non sono poche. Sono le persone ammalate di sclerosi laterale amiotrofica (Sla) tra Firenze e provincia. A raccontarlo è l’Aisla, associazione nata a sostegno dei malati e dei loro familiari, che in città ha la sua sede in piazza Elia Dalla Costa e che per sabato 16 novembre ha organizzato un convegno dal titolo “Sclerosi laterale amiotrofica, continuità assistenziale e tecnologia” che si terrà a Palazzo Vecchio. Un appuntamento scientifico nato per puntare il focus su una patologia che, in quanto rara, finisce spesso per scontrarsi contro un po’ di ignoranza e grovigli burocratici pesanti: “Purtroppo oltre a tutte le difficoltà tragiche connesse alla malattia ci sono quelle legate alla burocrazia: ancora non c’è un’adeguata assistenza integrata e spesso passano mesi prima di ottenere presidi preziosi come i comunicatori ottici”, spiega Barbara Gonella dall’Aisla Firenze. Invece i pazienti ammalati di sclerosi laterale avrebbero bisogno di cure di squadra e di un’assistenza domiciliare mirata: “Purtroppo sono poche le persone formate per questo tipo di assistenza, e per questo è necessario che vengano attivati al più presto i corsi per ‘caregivers’ peraltro già finanziati dalla Regione – prosegue – noi, come associazione, organizziamo lezioni per formare i nostri volontari all’assistenza del malato, oltre a offrire un programma di fisioterapia a domicilio e uno di assistenza psicologica”. Tutti aspetti, spiega la responsabile Aisla, “fondamentali e che dovrebbero essere forniti dal sistema sanitario nazionale che invece non fa abbastanza”. Perché la Sla è una malattia complessa, tremenda, e il volto di Borgonovo lo ha insegnato bene ai fiorentini: colpisce solitamente persone, maggiormente uomini, con un’età media di 40-50 anni. Arriva cioè nel pieno della vita, quando ancora si lavora e si è nel pieno delle proprie facoltà: in Italia si manifestano in media tre nuovi casi al giorno e si contano circa sei-otto ammalati ogni centomila abitanti. La Sla agisce sull’organismo in modo subdolo, imprigionando una mente perfettamente lucida in un corpo che non le risponde più e questa, per gli ammalati, è una sofferenza ulteriore. L’Aisla prosegue con i suoi progetti e ha sempre bisogno di volontari: per tutte le informazioni si può visitare il sito www. aisla.it e, per entrare in contatto con la sede fiorentina, si può chiamare il referente (Morandi, 348.1880933) o il 334.7160938.
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24 | Ottobre 2013
Il Reporter per il sociale
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