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Anno VII Ed. 48
Periodico d’informazione locale. Anno VII n.48 del 2 Dicembre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A.
Dicembre 2013
Firenze Quartiere 3
Gavinana Galluzzo Firenze Sud
Il Reporter è distribuito da
Progetti
✎ Editoriale
galluzzo e due strade, si cambia
GUARDARE INDIETRO PER ANDARE AVANTI Matteo Francini
D
icembre, ultimo mese dell’anno, è tradizionalmente tempo di bilanci. E anche Il Reporter ha voluto rispettare questa sorta di “regola”. Così, in questo numero del nostro giornale, sospesi tra la fine del 2013 e l’avvento del 2014, abbiamo voluto fermarci un attimo e dare uno sguardo indietro, un’occhiata a quanto accaduto in città negli ultimi trecentosessantacinque giorni. Uno sguardo un po’ particolare, a dire la verità.
Cantieri avanti a pieno ritmo: il punto sui lavori che daranno un nuovo volto al quartiere ☛ pagina 3
L’intervista
pieraccioni a tutto campo
I
l regista, nelle sale con il suo nuovo film “Un fantastico via vai”, si racconta a Il Reporter. Tra passato e presente, tra emozioni e battute, sullo sfondo di una Firenze “città più bella del mondo”.
Cinema, addio vecchie pellicole. Ma qualcuno ora rischia di chiudere
☛ pagina 16
☛ paginE 10-11
☛ SEgUE a pagina 21
volti, “eroi” e storie del 2013 fiorentino a cura di Sara Camaiora
E
casa della gioventù, il futuro si fa incerto Ipotesi affitto per la struttura di piazza Elia Dalla Costa: preoccupazione tra i cittadini.
☛ pagina 2
venti importanti e storie meno conosciute, nomi noti e piccole grandi imprese. Sono stati tanti, e in diverso modo, i protagonisti di questo 2013 cittadino. Il Reporter ha fatto un viaggio a ritroso negli ultimi dodici mesi ed è andato a ricercare quegli episodi e quelle persone che, in qualche maniera, hanno segnato l’anno che sta per concludersi. Senza la pretesa di essere stati esaustivi, ecco allora alcuni di coloro che, a nostro avviso, possono essere considerati i “fiorentini dell’anno”.
L’ex bandiera viola racconta a Il Reporter la storia di una “maglia un po’ più pesantina delle altre”.
☛ paginE 8-9
☛ pagina 18
un natale tra luci, iniziative e difficoltà
la mitica numero10 secondo antognoni
i “grandi vecchi” di legno e foglie
☛ pagina 4
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2 | Dicembre 2013
Quartiere 3
#Primo piano
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
Piazza Elia Dalla Costa
Focus
LA CASA DELLA GIOVENTÙ SARÀ DATA IN AFFITTO?
Dopo i musical, ecco i cortometraggi
T
“Dispiace perché potrebbe essere valorizzata di più”
L’interno della Casa della Gioventù di piazza Elia Dalla Costa: inaugurato negli anni Settanta, questo spazio è presto diventato un punto di riferimento per gli abitanti
Lisa Baracchi
L
e tasse si abbattono sulla Casa della Gioventù di piazza Elia Dalla Costa. E a queste si aggiungono le spese per la manutenzione della struttura. Gestirla, ammette il parroco di San Piero in Palco, è sempre più difficile. Bisognerà – spiega – fare i conti e trovare una soluzione, perché offerte e volontariato non bastano più. La onlus che oggi si occupa del bar deciderà però solo ad aprile, nell’assemblea dei soci, se sarà il caso di dare il circolo in affitto. “Ma in questo caso se ne parlerà nel 2015, non certo prima – dice don Vittorio Menestrina – sarebbe importante che a occuparsene fosse un’associazione del nostro territorio. Rimane alla parrocchia ma non ha esenzioni, probabilmente servirà un’organizzazione diversa”. Le voci di affitto o addirittura di chiusura della Casa della Gioventù erano iniziate a girare nel quartiere già da qualche settimana, per il dispiacere dei cittadini che hanno visto crescere qui tante iniziative capaci di coinvolgere tutti. Ro-
berto Zatini è stato presidente negli anni Settanta, quando la Casa della Gioventù venne inaugurata ed era, in tutto e per tutto, un punto di riferimento culturale nel quartiere, habitat naturale delle esperienze teatrali del gruppo parrocchiale e, soprattutto, luogo di ritrovo per ragazzi e adulti. “Qui sono cresciuto, mi sono sempre sentito a casa. Ho sperimentato una libertà come non era possibile in nessun altro ambiente”, ricorda Zatini, che racconta con passione la storia della Casa della Gioventù. Prima della guerra in questi locali c’erano le suore, c’era una “chiesina”, come veniva chiamata nel quartiere, con l’altare dove poi nacque il palcoscenico. “Per tanto tempo chi entrava in teatro si faceva il segno della croce. Non ho mai capito se fosse per abitudine o per la paura di quello che sarebbe andato a vedere...”, scherza Zatini. Il teatro fu il sogno di don Pola che, però, non riuscì a vederlo completato: l’inaugurazione del ‘72 fu curata da don Dini, per 37 anni parroco di San
Piero. “Hanno lavorato con noi dei grandi interpreti fiorentini come Cesarina Cecconi e Aldo Leoni. Nella compagnia ‘Il Palco’ si sono formate persone che hanno dedicato poi la propria vita allo spettacolo, come il regista Riccardo Massai (collaboratore di Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Milano, direttore artistico del teatro di Antella, ndr)”, racconta ancora Zatini. Il teatro, che è stato ristrutturato nel 2002, ha 150 posti. Ma negli anni Duemila il clima è cambiato, il teatro è diventato impegno di pochi e il circolo ha perso un po’ la sua funzione di oratorio. “Dispiace perché questo luogo potrebbe essere valorizzato di più, negli anni è vissuto con il contributo della gente, dovrebbe continuare a essere così”, dicono in piazza Elia Dalla Costa. In attesa di capire quello che succederà.
1972
l’anno di inaugurazione
re cortometraggi per i ragazzi della parrocchia di San Piero in Palco. Seguito da Stefano Liccioli ed Eric Medri, negli anni passati il gruppo aveva portato in scena musical a tema religioso, dedicati a San Francesco, Mosé o San Filippo Neri. Un modo per portare sul palco diverse passioni, dalla danza al canto, dalla recitazione alla musica. Quest’anno, invece, c’è una novità: l’idea è di preparare cortometraggi di 15 minuti girati a Gavinana e incentrati su sentimenti opposti come amore e gelosia, felicità e tristezza, credere e non credere. Un cortometraggio sarà muto, un altro sarà un clip musicale. Le sceneggiature saranno tutte scritte dai ragazzi.
Al centro commerciale di Gavinana
DUE ANNI E DUEMILA PRESTITI PER LA biblioCoop
H
a compiuto due anni e ha festeggiato i duemila prestiti collezionati nel 2013: stiamo parlando del punto lettura del centro commerciale di Gavinana. Si chiama “Presta Libri & Co. - La tua Biblioteca va alla Coop!” ed è un’iniziativa realizzata per avvicinare le persone alla lettura grazie alla collaborazione tra Regione Toscana, Unicoop Firenze e le biblioteche comunali delle Oblate e di Villa Bandini. Il progetto è nato nel 2009 e ha visto un investimento di circa 600mila euro: a Gavinana la BiblioCoop è arrivata il 15 novembre 2011 e ha rinnovato nelle ultime settimane i suoi arredi. Lo spazio vive grazie al lavoro di 22 volontari e, da novembre, le ore di apertura sono aumentate da 10 a 15. Per dare la propria disponibilità basta contattare la biblioteca o la sezione soci: tramite un breve stage si impara come funzionano le biblioteche pubbliche, come consultare i cataloghi, come registrare i prestiti, trattare i libri, conoscere i generi letterari e molto altro ancora. L.B.
Il punto lettura del centro commerciale di Gavinana è nato il 15 novembre 2011. Da poco ha rinnovato i suoi arredi e ampliato l’orario
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Quartiere 3
#Primo piano
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
Dicembre 2013 | 3
Progetti
DAL SUPERMERCATO AL PARCHEGGIO-PARCO: NOVITÀ IN ARRIVO PER GALLUZZO e DUE STRADE Il cantiere
CONTINUA L’ATTESA PER IL BYPASS
N
essuna nuova per il bypass del Galluzzo. Il cantiere, al momento, resta fermo. Delle tre gallerie previste (Poggio Secco, Del Colle e Le Romite) solo quest’ultima potrebbe essere aperta tra qualche mese. Tra gli addetti ai lavori si parla di una possibile apertura al traffico a giugno, ma nessuno vuole sbilanciarsi. Dopo l’intervento della magistratura di Firenze riguardo terre e rocce provenienti dalle gallerie, tutti i lavori connessi con le attività di scavo, ancora in corso, sono stati sospesi. Per il resto del bypass si aspetta che il ministero dell’Ambiente consegni ad Autostrade i “piani di utilizzo” che rispettano l’ultima normativa in materia. L.B.
Lisa Baracchi
G
randi cambiamenti in arrivo per Due Strade e Galluzzo. Qua i lavori per inaugurare il supermercato Esselunga vanno avanti a pieno ritmo. Ci sono già i due piani di parcheggio interrati e gli operai lavorano per alzare le pareti. Non sarà un megastore, informano dalla direzione tecnica: è prevista una superficie di vendita di 2.500 metri quadrati che, per gli addetti ai lavori, significa un supermercato medio. E c’è una tempistica precisa: tutto dovrebbe essere pronto per la metà dell’anno prossimo. Comprese anche quelle opere aggiuntive che rientrano nell’accordo per la costruzione: la risistemazione della viabilità accanto al supermercato, con una rotatoria di fronte alla rampa di uscita, e un nuovo smalto ai marciapiedi, per permettere agli abitanti del Galluzzo di arrivare a piedi. In più c’è piazza Acciaioli, che aspetta di essere ripavimentata. La proprietà del supermercato si è impegnata a curare gli alberi e le aiuole, a fare un pozzo per l’irrigazione e a sistemare cassonetti interrati e panchine. E altro verde arriverà vicino al supermercato: sarà un giardino pubblico attrezzato con giochi per bambini e un’area cani. Un parcheggioparco, poi, prenderà posto in via Poccetti, ma qui i tempi saranno più lunghi perché c’è da inoltrare
2.500mq
Il cantiere dell’Esselunga al Galluzzo: sono tante le novità in arrivo nel quartiere
superficie di vendita Arno
12.000mq il parcheggio-parco di via Poccetti una pratica paesaggistica. A rassicurare quegli abitanti delle Due Strade che non vedono di buon occhio l’idea ci pensa l’ufficio tecnico di Esselunga, che spiega che non si assisterà a una colata di cemento: “I dodicimila metri quadri saranno distribuiti per la maggior parte per parco, alberi, camminamenti e panchine. I posti auto saranno disposti a grappoli, a isole. E non saranno più di 150”. Stefano Rigutini, presidente della commissione Politiche del territorio del Q3, spiega che dell’opera alle Due Strade si parla da almeno cinque anni: “Abbiamo fatto diverse assemblee. Sarà un lavoro che rispetterà in pieno
l’ambiente circostante. Gli alberi che saranno piantati, almeno un centinaio, saranno di specie autoctone, olivi, querce e altro. E soprattutto, questa riqualificazione sarà a costo zero per il Comune e per i cittadini”. Tra le altre novità di cui si è parlato in queste settimane c’è anche l’arrivo del McDonald’s al posto del Calosi Sementi alle Due Strade, storico negozio di giardinaggio e agricoltura. Via uno dei simboli delle attività di via Senese (con la sua storia centenaria), pare che hamburger e patatine fritte arrivino entro la fine dell’anno. Ma, al momento in cui scriviamo, manca ancora l’accordo definitivo.
RIVA SINISTRA, SI CAMBIA
L
à dove c’era la pizzeria La Greppia ci sarà a breve una palestra. La riva sinistra dell’Arno affronta una stagione di profondi cambiamenti: iniziano le demolizioni previste dall’accordo firmato da Comune e Provincia per ragioni di sicurezza idraulica, per tutelare, in caso di minacce del fiume, questa parte di città. Dovrà essere buttata giù anche la palestra dei canottieri, ma prima di dare il via alle ruspe un nuovo spazio per gli allenamenti sarà allestito nell’ex ristorante (risistemato per l’occasione dopo che l’attività ha chiuso da circa un anno e mezzo), così come chiesto dalla società sportiva che sta per festeggiare i suoi ottant’anni. L’assessore all’urbanistica Elisabetta Meucci e l’ingegner Giacomo Parenti, dirigente di Palazzo Vecchio, hanno incontrato il consiglio direttivo e i soci biancorossi per assicurare che si cercherà di limitare il più possibile i disagi per gli sportivi. Oggi gli uffici sono allestiti in alcuni container e la palestra si trova sotto il Lidò Theatre: entrambi si trovano su terreno demaniale e non rispettano le norme idrauliche. Spostamento all’orizzonte anche per la Rari Nantes. Per quattro anni, comunque, le due storiche società sportive della riva sinistra dell’Arno potranno continuare le loro attività, mentre il regolamento urbanistico andrà a definire dove spostare i due circoli: tra le aree che potrebbero ospitarli ci sono alcuni spazi sulla riva destra e il cosiddetto “parco tubi” all’Anconella, come indicato dai tecnici del Comune che non escludono, però, la possibilità di utilizzare anche alcune aree private. L.B.
DSA NETWORK+PIEDE
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Quartiere 3
#Zoom
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
Festività
Al Galluzzo
IL NATALE NEL QUARTIERE, TRA EVENTI E FONDI SFITTI
MISERICORDIA, 80 CANDELINE
Mercatini e aperture straordinarie, ma pure tanti problemi per i negozi Irene Delfino
L’
inconfondibile tintinnio dei campanelli annuncia il suo arrivo. Barba bianca e cappello rosso su una slitta trainata da un cavallo viene a ritirare le letterine dei bimbi del quartiere. Babbo Natale sarà uno dei protagonisti delle due domeniche che precedono il Natale (15 e 22 dicembre) insieme al consueto trenino e al suggestivo giro in carrozza. Tutto pensato per gli abitanti più piccoli di Gavinana, mentre i genitori potranno curiosare al mercatino di prodotti ti-
pici e artigianato lungo via Datini, via D’Antiochia e piazza Gualfredotto, per l’occasione completamente illuminate. Durante queste domeniche di festa “il trenino raccoglierà i fondi da donare all’A.T.T.”, spiega Franco Nutini, presidente del centro commerciale naturale Punti d’incontro. Shopping natalizio le domeniche 15 e 22 dicembre anche in viale Europa, “in piazza Bartali la pista di pattinaggio sarà aperta dall’8 dicembre fino a tutto il mese di gennaio”, rende noto la vicepresidente del Quar-
Un’iniziativa di Natale nel quartiere: quello alle porte non si preannuncia un 25 dicembre facile per i negozi. Ma gli eventi non mancheranno
La storica associazione e scuola fondata dal Maestro Bencini offre, ai suoi soci, insieme ad un’amichevole accoglienza, la più alta competenza in tutti i settori dello yoga e nelle altre discipline per il tuo benessere globale. • HatHa Yoga (yoga ginnico) con accesso libero a 16 lezioni la settimana • Nidra Yoga: tecniche individuali di rilassamento poche sedute per l’eliminazione di stress, ansia, insonnia, irritabilità e disturbi correlati • Yoga iNtegrale (il sabato pomeriggio): commento dei testi classici, esercizi di Pranayama, concentrazione e meditazione • Scuola per iNSegNaNti Yoga con tirocinio • pilateS & poSturale con accesso libero a 10 lezioni la settimana • tai cHi cHuaN con accesso libero a 10 lezioni la settimana • trattameNti SHiatSu e craNio Sacrale • corSo pre-parto: per una gravidanza serena ed un parto veloce e indolore. Attività riservate ai soci Viale Europa, 115 - 50126 Firenze - 055 6287293 - 347 8617590 www.yogamoksha.it - info@yogamoksha.it
tiere Cristina Giani Noferi. Mentre il mercatino animerà la piazza dal 6 al 15, dal 20 alla vigilia di Natale. Sempre in piazza Bartali, alla ludoteca “Il Castoro”, il 19 dicembre alle 17.30 il presidente Andrea Ceccarelli, la vicepresidente Cristina Giani Noferi e i consiglieri di Quartiere faranno gli auguri di Natale. Durante il pomeriggio andrà in scena lo spettacolo per bambini “Cuccurucù e adesso ti mangio”, a opera dell’associazione Paracadute di Icaro. La stessa associazione che il 15 dicembre alle 16.30 al Teatro Everest del Galluzzo allestirà “I doni di Nanno l’Orco”, uno spettacolo gratuito per i bimbi del quartiere. In via Giampaolo Orsini verranno messe solo le luminare: “Ci sono molti negozi che chiudono, purtroppo non possono fare nessuna attività natalizia – commenta Nutini – anche in via Datini ci sono diversi fondi sfitti, non c’è ricambio di negozianti”. Un Natale complicato, insomma, per i commercianti, che stanno durando fatica ad arrivare a fine mese. “La gente per Natale pensa a un regalo utile, o solo a dei piccoli pensieri fatti in casa artigianalmente. Il superfluo o lo sfizioso vengono rimandati, proprio nel periodo in cui lavoravamo di più”, aggiunge Franco Nutini, che non nasconde le difficoltà del momento: “Per noi è stato uno sforzo organizzare queste iniziative, perché hanno tutte un costo. Cerchiamo di unirci, ma siamo piccoli commercianti a conduzione familiare. Ci priviamo di un euro al giorno per fare queste manifestazioni, per mantenere vive le strade”. Per regalare un sorriso, almeno a Natale.
Vanessa Bambi
La Misericordia del Galluzzo compie ottanta anni: l’associazione nacque nel 1933
O
ttant’anni e non dimostrarli. La Misericordia del Galluzzo li festeggia proprio in questi giorni, insieme ai suoi tanti volontari. Una sentita celebrazione alla vicina Certosa, con tanto di premiazione dei soci veterani e inaugurazione di due nuovi mezzi di soccorso, renderà unica la festa per questa importante associazione proprio nel giorno di Santa Lucia. Nata nel 1933 e fortemente voluta nella frazione del Galluzzo da don Puliti, un parroco fiorentino, ancora oggi si distingue per la sua grande efficienza sul territorio: “La prima sede era in via del Podestà, di fronte alla chiesa di Santa Lucia. Poi, dopo una serie di spostamenti, l’associazione si è stabilita qui in via Volterrana 3/a, sempre grazie alla lungimiranza di don Puliti che, negli anni ‘50, acquistò i terreni per la Curia, che oggi sono arrivati fino a noi”, spiega il Provveditore della Misericordia Renzo Brogioni. “Un dono prezioso – continua – che abbiamo cercato di coltivare al meglio aiutando il più possibile la collettività in tutti questi anni, stando al passo con i tempi. Come? Dai nuovi ambienti resi ancora più confortevoli, come il neonato centro prelievi, alla nascita di altri e più specializzati ambulatori. E ancora: dall’acquisto delle ultime tecnologie, l’ultimo è stato il campimetro, uno strumento ottico utilizzato anche per il rinnovo della patente, all’essere sempre più vicini alle esigenze dei giovani. Ad esempio da quest’anno abbiamo l’importante Medicina dello Sport. Un settore importante, perché permette di fare particolari esami per certificare l’idoneità fisica a poter praticare lo sport senza problemi. Oggigiorno fare movimento fisico è molto di moda tra i ragazzi, specialmente quando si tratta di unirsi ad associazioni sportive locali. È dunque doveroso e praticamente obbligatorio certificare un’idoneità fisica dei soggetti interessati”, conclude Brogioni. Tante, poi, le iniziative che prendono vita all’interno della Misericordia galluzzina. Da qualche mese è attiva ad esempio la raccolta di medicinali non scaduti da donare ai Paesi che ne hanno bisogno, ma anche alla Caritas italiana. Insomma, una Misericordia che cresce e che, ottant’anni dopo, cerca di rispondere sempre più ai bisogni dei cittadini. E non è poco, di questi tempi.
Giovedì 19 Dicembre 2013
#Il quartiere in pillole
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Quartiere 3
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
Mobilità
Il 5 gennaio
UNA PISTA CICLABILE FINO A SORGANE
NIENTE SPETTACOLO TEATRALE
Il percorso collegherà Firenze con Bagno a Ripoli Lisa Baracchi
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na nuova pista ciclabile arriva nel quartiere, per collegare Sorgane a Bagno a Ripoli. Quest’ultimo Comune ha ottenuto 150mila euro di finanziamenti per una serie di cantieri che serviranno a realizzare un percorso sicuro e lineare per pedoni e ciclisti. La pista partirà dal centro del paese per “sconfinare” in città e arrivare al primo nucleo di case del comune di Firenze. Nelle previsioni dell’amministrazione la pista sarà inaugurata la prossima primavera. L’impresa affidataria dei lavori è una ditta di Pisa, vincitrice della gara d’appalto a cui hanno partecipato dieci aziende. L’avviso dell’aggiudicazione dell’appalto è del 4 ottobre scorso e il cantiere dovrebbe procedere spedito nel corso di questa stagione invernale per terminare con i primi tepori del
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differenza di quanto pubblicato su Il Reporter di novembre 2013, il 5 gennaio prossimo non si terrà lo spettacolo “Musica e folklore fiorentino e napoletano” al Teatro Lumière di via di Ripoli.
Via Tagliamento
LA CARTA SANITARIA SI ATTIVA ALL’URP
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prossimo anno, giusto in tempo per assaporare la bella stagione in bicicletta. “Avremmo preferito intervenire come consuetudine nei mesi estivi – hanno spiegato il sindaco Luciano Bartolini e l’assessore ai lavori pubblici Francesco Casini – ma abbiamo ottenuto e colto il finanziamento
alla fine di agosto e l’impostazione del patto di stabilità ci impone di spendere le nostre risorse entro la fine dell’anno. A breve avremo non solo una bella strada risistemata e più sicura, ma aggiungiamo un tassello ulteriore al nostro progetto di mobilità sostenibile”.
in Festa per il Natale
Domenica 15 Dicembre Tutti in strada con arte e sapori
dalle 9.30 · Mercatino con prodotti tipici delle regioni d’Italia · Trenino di Natale dalle 9.30 alle 13.00 · Babbo Natale con slitta dalle 15.30 · Passeggiando in carrozza con cavallo
Domenica 22 Dicembre Aspettando il Natale
dalle 9.30 · Mercatino artigianale con prodotti tipici delle regioni d’Italia · Trenino di Natale · Babbo Natale con slitta
sua slitta! la n co ta et sp a vi e al at Babbo N LE OFFERTE RACCOLTE DURANTE LA MANIFESTAZIONE SARANNO DEVOLUTE ALL’A.T.T.
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a carta sanitaria elettronica si può attivare (anche) in via Tagliamento. Ora pure gli Urp, gli uffici relazioni con il pubblico del Comune di Firenze, possono infatti attivare la nuova carta sanitaria elettronica, che ha funzioni di tessera sanitaria, codice fiscale, tessera europea di assicurazione e malattia e che può essere utilizzata anche come carta nazionale dei servizi. Quest’ultima consente l’identificazione certa del suo possessore e l’accesso a servizi on line del Comune di Firenze, dell’Inps, dell’Agenzia delle Entrate e di altre amministrazioni pubbliche. Consente inoltre al cittadino di consultare i propri dati sanitari raccolti nel fascicolo elettronico: basta avere un computer e un lettore di smart card. Inizialmente per attivare la carta sanitaria elettronica come carta nazionale dei servizi era necessario recarsi a uno degli sportelli allestiti dalle Asl o nelle farmacie aderenti. Ora è invece possibile attivarla gratuitamente anche agli sportelli Urp del Comune: quello di via Tagliamento, ma anche al Parterre e in via delle Torri. Gli uffici sono aperti nei giorni feriali, escluso il giovedì, dalle 9 alle 13, il giovedì invece dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30.
Viale Michelangelo
AL PALAGI LE VISITE IN LIBERA PROFESSIONE
L’
ex Istituto ortopedico toscano di viale Michelangelo, il Palagi, diventa il cuore delle attività specialistiche in “intramoenia”, prima svolte in numerose sedi sparse per la città. È qua infatti che ora 93 dei 108 specialisti (l’86%) dell’Azienda sanitaria di Firenze ricevono i pazienti quando svolgono la libera professione. I locali al secondo piano del Palagi, ristrutturati per l’occasione, sono stati inaugurati lo scorso mese dal vicesindaco di Firenze Stefania Saccardi, dal direttore generale dell’Azienda sanitaria di Firenze Paolo Morello e dal presidente del Q3 Andrea Ceccarelli. L’elenco completo dei medici, con gli orari di visita, il luogo di ricevimento e la tariffa applicata, si può consultare alla voce “libera professione” sul sito internet della Asl 10. Gli appuntamenti possono essere presi chiamando il call center aziendale. La libera professione intra-muraria viene svolta dallo specialista all’interno e per conto dell’Azienda e il compenso non viene erogato dal paziente direttamente al medico, ma alla segreteria.
La struttura
DIVENTATA OPERATIVA LA “CASA DOMOTICA”
È
diventato operativo l’appartamento domotico (da “domus”, casa in latino, e “robotica”, nel senso di automazione) dell’Azienda sanitaria di Firenze, inaugurato lo scorso ottobre in via San Felice a Ema 15, a villa il Sorriso. Nella struttura nata da poco un gruppo di professionisti (due medici, quattro dipendenti dell’Azienda sanitaria di Firenze e quattro educatori di una cooperativa convenzionata) si dedica a mettere a punto ausili capaci di rendere meno complicata la vita per chi è costretto su una carrozzina in seguito a una lesione al midollo spinale o per chi è stato colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Per loro è fondamentale disporre di sensori capaci di intercettare il movimento delle palpebre o la rotazione delle orbite oculari, utilizzandoli come impulso in grado di impartire un ordine che alza lo schienale del letto, fa scendere le giacche dall’armadio, accende il fornello, accosta le tapparelle e così via. L’appartamento domotico è stato allestito proprio per mettere a disposizione un luogo dove valutare quale sia l’attrezzatura più idonea per i vari casi e per studiare con i tecnici del laboratorio le soluzioni tecnologiche migliori.
web
villailsorriso.it Tel 055.6938045
Quartiere 3
#Ciak
Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud
Dicembre 2013 | 7
Focus
Il personaggio
Giulia, il cinema e “I fiori di Baal”
Una giovane residente del quartiere è stata attrice e aiuto-regista di un thriller proiettato in città Vanessa Bambi
Giulia Vianelli al lavoro sul set del film: il thriller, tutto “made in Florence”, è stato proiettato in alcuni cinema cittadini, come Fulgor e Marconi
A
volte i sogni diventano la trama di un film... thriller. E non è un risultato da poco, visti i tempi che corrono e la tanta concorrenza in questo ambito. Così quando finalmente, dopo tanti sacrifici, si arriva a realizzare un film addirittura nella propria città, la soddisfazione è tanta. Giulia Vianelli, residente nel quartiere 3, giovane laureata al Dams di Firenze, dopo piccole ma significative esperienze nell’ambito di teatro e cinema racconta a Il Reporter la sua doppia esperienza in qualità di attrice e aiuto-regista per il film “I fiori di Baal”, un particolare lungometraggio uscito nei cinema fiorentini lo scorso settembre. “È stata una bella esperienza dedicarmi al progetto pensato da Leonardo Pepi, regista e produttore – spiega Giulia – non solo per la qualità del progetto, nonostante le piccole risorse economiche, ma anche per l’importante esperienza che ti puoi fare in ambito cinematogra-
R
web
fioridibaal.it Facebook CinemaeventsStaff
fico locale, essendo girato interamente nella realtà di Firenze. Basti pensare – aggiunge – che sono stati realizzati una ventina di costumi di scena, abbiamo avuto un truccatore professionista e che le scenografie sono state costruite dettagliatamente. Anche la colonna sonora è stata realizzata appositamente”. Un thriller tutto “made in Florence”, che ha avuto
riscontri positivi sia dal pubblico che dalla critica: “Sono tanti i risultati di cui andiamo molto fieri. Il primo è sicuramente la sua proiezione in importanti cinema della città come il Fulgor e il Marconi. Il secondo è stato la partecipazione a vari concorsi a livello nazionale e internazionale, come il Florence Fantastic Festival e il Korea Film Festival. È dal 2011
che ci stiamo facendo conoscere e finalmente, dopo due anni di duro ma entusiasmante lavoro, ci stanno contattando per altri progetti futuri”, conclude Giulia. Chi fosse interessato al film o semplicemente incuriosito può visitare l’aggiornato sito web e la pagina Facebook. E in attesa di una nuova uscita cinematografica o magari del dvd, per chi se lo fosse
GLI ANGOLI DA FILM? PARCO DELL’ANCONELLA E LA SCALINATA DI PIAZZA FERRUCCI
perso ecco qua una piccola anticipazione della trama: la vita di un tranquillo studente di botanica viene totalmente sconvolta dal ritrovamento di un antico libro. Così, insieme a un amico e grazie alla conoscenza di una misteriosa ragazza, lo studente si trova impegnato a risolvere un enigma che ha a che fare con dei fiori. I “fiori di Baal”, appunto...
ealizzare un film vuol dire fotogenia, non solo degli attori ma, soprattutto, del luogo. È importantissimo, insomma, trovare la location giusta. Immortalata e ripresa da angolazioni particolari, Firenze può andare bene per qualsiasi scenario. Ma quali sono gli angoli più suggestivi del quartiere? “Per progetti futuri – risponde Giulia Vianelli – ho pensato subito all’albereta del parco dell’Anconella, ad esempio. E poi alla discreta ma molto bella scalinata in piazza Ferrucci. Sarebbe interessante riprenderci uno scorcio notturno”.
Cultura
Cultura
GALLUZZO: A DUE PASSI DA PIAZZA ACCIAIUOLI ENTRA IN FUNZIONE LA BIBLIOTECA DI QUARTIERE
IL CARTELLONE DEGLI EVENTI
Il Galluzzo rappresenta una realtà sociale e urbanistica di tutto rispetto e aveva decisamente bisogno di un centro culturale adeguato che ne rafforzasse l’identità come punto di riferimento a sud di Firenze, sulla via di Siena e di Roma. In via Senese, nei locali che ospitavano l’anagrafe e l’Urp, a poca distanza dalla centrale piazza Acciaiuoli, ha così preso vita un punto di lettura che in realtà si presenta come una vera e propria biblioteca di quartiere. La struttura era nata originariamente nel 1998 per accogliere una parte del patrimonio librario dopo il trasferimento della Biblioteca del Q.3 da Piazza Elia della Costa a Villa Bandini. In
seguito all’attenzione e alle sollecitazioni dei cittadini, che hanno sempre mantenuto viva la vocazione di questo spazio come presidio socio-culturale, il Comune ha deciso di ristrutturare e riorganizzare i locali con un restyling architettonico e un arredamento adeguati (i lavori sono durati 10 mesi, per un costo di 25 mila euro). Il servizio dispone ora di circa 5.500 volumi e occupa una superficie complessiva di 125 metri quadrati. Molte le funzioni attivate: prestito librario, accesso ad internet, sala lettura, emeroteca, spazi riservati a bambini e ragazzi con una zona dedicata alla lettura ad alta voce. Il 28 ottobre si è tenuto il battesimo ufficiale della struttura, alla presenza del sindaco Matteo Renzi, dell’assessore alla cultura Sergio Givone, del presidente del quartiere 3 Andrea Ceccarelli e di Monica Pierleoni, figlia di Paolo, scomparso nel 2012, che aveva donato circa 460 volumi proprio in vista della riapertura del punto di lettura. In totale la famiglia Pierleoni ha destinato oltre 1200 volumi alle biblioteche fiorentine. Per la gestione del servizio sarà fondamentale il ruolo dei volontari dell’associazione ‘La scatola’. Orario: lunedì, ore 14-19; martedì e giovedì, ore 9-19; mercoledì e venerdì, ore 9-13. INFO: Biblioteca del Galluzzo, via Senese 206, 055 2321765 - 055 2321759 bibliotecagalluzzo@comune.fi.it www.biblioteche.comune.fi.it
Auguri in ludoteca Il programma mensile della ludoteca prevede letture animate e canzoni accompagnate da laboratori. Il martedì pomeriggio prendono il via dei laboratori curati da Legambiente su temi e materiali in grado di sollecitare la coscienza ‘ecologica’ di bambini e ragazzi. Il 19 dicembre, ore 17,30, grande festa di Natale con spettacolo e concerto, intervengono per gli auguri il presidente del Q.3 Andrea Ceccarelli e la vice presidente Cristina Giani. Ludoteca Il Castoro, Piazza Bartali 3b- Per info tel. Serv.Educativi Q.3, 055.6585130/136 Favole a Gavinana e al Galluzzo 15 dicembre, ore 16,30, Teatro Everest, via Volterrana 4b, I doni di Nanni l’orco, favola musicale a cura dell’Ass. Il Paracadute di Icaro; 19 dicembre, ore 17,30,
V.B.
Ludoteca Il Castoro, piazza Bartali 3, ‘Cuccuruccuccù’ e ‘Adesso ti mangio’, favole in jazz a cura dell’Ass. Il Paracadute di Icaro (ingresso libero)
spettacolo di musica e danza a favore dei bambini affetti da autismo, presenta Alessandro Masti. Info e prevendite: 3927510668
Festa al Centro Giovani 15 dicembre, dalle ore 10: mercatino solidale; mostra fotografica; scambio di regali realizzati artigianalmente; musica; lotteria di Natale; merenda-cena.
Galluzzo, immagini inedite Mostra fotografica nell’ambito della ‘Rassegna arti visive’. Sala consiliare del Palazzo del Podestà, via del Podestà 161 Orario: sabato, ore 16,3019,30; domenica, ore 10-12 e 16-19. Ingresso libero
INFO: Centro Giovani GAV, via Gran Bretagna, 48 055 685741 Centri commerciali naturali I centri commerciali naturali di via Datini e Antiochia, viale Europa, via Gian Paolo Orsini, piazza Bartali e Galluzzo organizzano nel corso delle feste mercatini e iniziative natalizie. Autismo, uno spettacolo all’Everest 22 dicembre, ore 21, Teatro Everest, via Volterrana 4, Una mano per reagire,
Tra cinema e poesia Proiezione di film e recital di poesie, a cura del Centro Modigliani Sala Paradiso Villa Bandini, via Ripoli 118. Ingresso libero 16 dicembre, ore 21, Mezzanotte nel giardino del bene e del male, di Clint Eastwood INFO: Quartiere 3, tel. 055 2767721-39
8 | Dicembre 2013
#Società
Addio 2013
Lavoro
“FIORENTINI DELL’ANNO”, ognuno a modo suo
QUELLA SIRENA CHE SUONA ANCORA
Nomi noti e non, piccole e grandi storie: ecco alcune delle persone che hanno lasciato il segno a cura di Sara Camaiora
E
venti importanti e storie meno conosciute, nomi noti e piccole grandi imprese. Sono stati tanti, e in diverso modo, i protagonisti del 2013 che sta per finire. Ecco alcuni di coloro che, a nostro avviso, possono essere considerati “fiorentini dell’anno”. FIORINI D’ORO. Jovanotti, Beatrice Monti della Corte von Rezzori, ideatrice dell’omonimo premio letterario, don Corso Guicciardini, presidente dell’opera della Madonnina del Grappa, Dynamo Camp, associazione che organizza vacanze per bimbi malati, e Carlo Conti: sono stati loro a ricevere quest’anno il prestigioso fiorino d’oro a Palazzo Vecchio. Un fiorino è stato anche consegnato “a sorpresa” dal sindaco Renzi a Franco Zeffirelli, che ha donato alla città il suo archivio, con migliaia di libri, foto, stampe e documenti di cinema e teatro, ora ospitato in piazza Savonarola. IN CORSIA. Caso raro quello di Desi, il cane che a ottobre ha visitato il padro-
ne in terapia intensiva a Santa Maria Nuova. “L’ospedale appartiene ai malati: se le richieste nascono da desideri forti e sono compatibili con le esigenze sanitarie, perché non esaudirle?”, spiega Armando Sarti, il primario. Un po’ eroi sono stati anche i medici dell’équipe guidata dal dottor Riccardo Rossi, che a gennaio hanno realizzato d’urgenza un parto cesareo in pronto soccorso a Ponte a Niccheri. “La donna era in gravi condizioni e abbiamo dovuto fare una cosa che in letteratura non è mai esistita: è andato tutto bene, ora in corsia c’è una foto del bambino”, racconta Rossi. LA CITTÀ DI TUTTI. Giardini gestiti dai cittadini e per i cittadini. Sono ormai diversi gli esempi in città: tra questi c’è l’area verde di via Maragliano, di cui si occupa l’associazione giardino di San Jacopino, e una parte del giardino Nidiaci, riaperto quest’anno grazie all’impegno dell’associazione Amici dei Nidiaci. Il community garden “Orti dipinti” in borgo Pinti è l’unico caso in Italia di orto didattico urbano, promos-
so dall’associazione Community con i residenti e il centro sociale Barberi. Tutti coloro che dedicano un po’ del proprio tempo alla città sono senz’altro da considerare “fiorentini dell’anno”. …E CHI NON C’È PIÙ. Il 2013 ha visto purtroppo andarsene fiorentini importanti. Di Margherita Hack, scomparsa il 29 giugno, si ricorderanno l’intelligenza pungente, l’amore per la scienza e l’impegno civile. L’attore Carlo Monni amava passeggiare per le Cascine: per questo a lui, scomparso a maggio, è stata dedicata la fermata della tramvia del parco. Da quest’anno la Fiorentina dovrà fare a meno di due tifosi storici: Mario Ciuffi, commentatore, e Valter Tanturli, presidente dell’Atf e del Viola Club Vieusseux. Il mondo del calcio si è commosso anche per la scomparsa di Stefano Borgonovo, ex centravanti viola, da tempo malato di Sla. A marzo ha salutato la sua Firenze anche il “prete dei poveri” don Renzo Rossi, che aprì una missione fiorentina in Brasile.
T
ra tante difficoltà, il mondo del lavoro ha regalato anche qualche bell’episodio in questo 2013. Era il 31 luglio 2012 quando suonò quella che si temeva fosse l’ultima sirena della Richard Ginori di Sesto Fiorentino. E invece la bella notizia è arrivata il 22 aprile di quest’anno: la maison fiorentina Gucci acquista all’asta la manifattura, con l’impegno di riassumere 230 degli oltre 300 dipendenti. Parte degli esuberi è stata riassorbita grazie allo sforzo di storiche cooperative fiorentine come Cooplat e Cft. Il 5 giugno la sirena riprende a suonare: nella “nuova era” la Ginori cerca di recuperare la sua normalità, dopo un fisiologico rallentamento produttivo dovuto al periodo di chiusura dello stabilimento. Da ricordare anche l’esperienza della Piazza dei libri, organizzata dalle case editrici fiorentine Mandragora e Clichy in piazza della Repubblica con l’impiego dei dipendenti dell’ex libreria Edison. “Siamo stati ben contenti di essere di nuovo in mezzo ai libri, nella piazza dove lavoravamo: abbiamo ritrovato i nostri clienti, seppur in una situazione diversa”, racconta Walter, un libraio.
Produttivamente, fiorentini dell’anno. Ciclismo
UN EVENTO MONDIALE (E INDIMENTICABILE) “È
stato il mondiale più bello da quando esistono i mondiali”. E se lo dice Alfredo Martini bisogna crederci. Certo è che per Firenze i mondiali di ciclismo sono stati davvero l’evento del 2013. L’ex allenatore della nazionale delle due ruote, che tanto si è impegnato perché la Toscana ospitasse l’importante kermesse, ne parla con un filo di commozione: “La Toscana lo meritava, perché ha tradizioni profonde in questo sport, ha dato i natali a grandi campioni e a outsider importanti – dice – non era facile, ma è andata ben oltre le aspettative. La gente ha collaborato, è stata felice di ospitare un evento difficilmente ripetibile, con tutti quei campioni su percorsi così belli in una città meravigliosa come Firenze. Sono contento di aver fatto qualcosa per tutto questo”. Prima dell’inizio del mondiale gli azzurri gli hanno fatto visita, guidati al ct Paolo Bettini. “Li ho salutati con tutti gli auspici che si possono fare quando una cosa la si sente dentro e la si è costruita – ricorda Martini – suggerimenti a Bettini non ne dovevo certo dare: ha infatti condotto la squadra in modo magistrale. La caduta di Nibali è stata un grosso handicap per la nazionale, senza di quella sono convinto che avrebbe fatto molto di più”.
Sportivamente, fiorentini dell’anno.
La consegna del Fiorino d’oro a Jovanotti, Beatrice Monti della Corte von Rezzori, don Corso Guicciardini, Dynamo Camp e Carlo Conti: la cerimonia si è svolta in Palazzo Vecchio
La squadra azzurra fa visita ad Alfredo Martini: è una delle immagini-simbolo dei Mondiali
#Società Ambiente
Gli “angeli” che vigilano sulla città
zione di questa patologia. “Finora la diagnosi del diabete si elaborava dopo i primi sintomi critici – racconta La Marca – scopo della medicina preventiva è identificare un difetto prima che si manifesti: alla base di questo studio, infatti, c’è la valutazione precoce di sostanze potenzialmente carenti nei bambini diabetici, ovvero le carnitine. L’obiettivo, quindi, non è una cura ma piuttosto un trattamento per fornire un supplemento di queste sostanze a chi ne ha in quantità limitata, prevenendo così l’insorgenza della malattia”.
Volontari
Friends of Florence
IL “RECORDMAN” DI DONAZIONI
GLI AMICI DELLE OPERE D’ARTE
Scientificamente, fiorentini dell’anno. Il gesto
IL PREMIO DEVOLUTO PER LA RICERCA Otto chilometri di strade, 17.500 metri quadri di muri in Oltrarno e 186 numeri civici ripuliti grazie al lavoro di personale qualificato senza occupazione e volontari, che hanno impiegato 760 litri di materiali tra vernici, paste coloranti, smalti e solventi e 350 tra pennelli, mestichine e attrezzi vari: gli Angeli del Bello hanno fatto la loro parte anche in occasione dei mondiali di ciclismo, ripulendo gli angoli di Firenze dai graffiti grazie al progetto “Graphiti kommando”. Risultati che confermano l’importanza della fondazione, che annovera oltre mille cittadini soci e coinvolge 50 associazioni. “Quando sono nati gli Angeli del Bello non ci aspettavamo un risultato così importante, invece siamo andati ben oltre le aspettative”, spiega il presidente Giorgio Moretti. “Se è abbastanza comune occuparsi delle persone, lo stesso dicasi per gli animali, non è così frequente che ci si occupi volontariamente delle cose, dei luoghi – aggiunge – e invece c’è stata una grande risposta con risultati tangibili: i fiorentini hanno scoperto il piacere di dare una mano alla propria città”.
Candidamente, fiorentini dell’anno. Gino Bartali
Un “giusto” sulle due ruote
Se lo ricordano tutti con “quel naso triste come una salita e quegli occhi allegri da italiano in gita”, come recita la canzone a lui dedicata da Paolo Conte. Ma in questa fine di 2013 c’è un motivo in più per ricordare Gino Bartali. Proprio quest’anno, infatti, il grande ciclista è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’olocausto fondato nel 1953. Il ciclista fiorentino usò la sua bicicletta per nascondere e trasferire documenti falsi, grazie ai quali salvò la vita ad almeno ottocento ebrei.
Giustamente, fiorentino dell’anno. Meyer
UNO STUDIO PER PREVENIRE IL DIABETE Debellare il diabete di tipo 1 con la prevenzione. Come? Se ne parla nello studio, tra i primi nel suo genere, pubblicato dalla rivista “Nature Nutrition and Diabetes”, nel quale ci sono le firme di quattro medici fiorentini dell’azienda ospedaliero universitaria Meyer: Giancarlo La Marca, Sabrina Malvagia, Sonia Toni e Barbara Piccini. La ricerca ha individuato valori più bassi delle carnitine nei bambini che poi hanno sviluppato il diabete: una scoperta che apre nuove strade nella preven-
L’Edison Pioneer Award, che prende il nome dal fondatore di General Electric, premia ogni anno quei dipendenti dell’azienda che si distinguono per il contributo tecnologico e innovativo del loro lavoro. A essere premiato quest’anno è stato Stefano Rossin, dipendente di GE da otto anni, attualmente ingegnere responsabile per la revisione della progettazione di impianti alla sede GE Oil & Gas – Nuovo Pignone di Firenze. Che però ha deciso di donare il suo premio alla Fondazione Meyer: “La scelta deriva dalla mia esperienza personale e dalla profonda gratitudine nei confronti del personale medico, paramedico e dei volontari dell’ospedale – racconta – così come GE ha premiato la passione e lo spirito di innovazione che ha contraddistinto il mio lavoro, altrettanto io ho voluto premiare chi, con estrema professionalità e ammirabile dedizione, ha seguito mio figlio durante la sua malattia, portandolo con successo a vincerla. Senza l’incredibile supporto di mia moglie, dei colleghi dell’ufficio e dello staff di oncoematologia non avrei mai potuto dare il massimo in quegli anni per ottenere questo risultato”.
Generosamente, fiorentino dell’anno. Pepito Rossi
UNA TRIPLETTA per la STORIA Tre reti per entrare di diritto nella lista dei fiorentini dell’anno. Giuseppe “Pepito” Rossi è diventato un eroe cittadino, almeno per chi ha il cuore viola, grazie alla storica tripletta messa a segno nella rimonta contro la Juventus del 20 ottobre scorso. Ma il bomber viola non si è distinto solo in campo: ha infatti anche donato la sua maglia autografata alla Fondazione Meyer. Ad aggiudicarsela è stato un 21enne fiorentino, e il ricavato verrà devoluto al dipartimento di neuroscienze dell’ospedale pediatrico.
Eroicamente, fiorentino dell’anno.
Dicembre 2013 | 9
Più di 240 donazioni, tra sangue e plasma, in oltre vent’anni da volontario Avis. Per questo Massimo Martinelli, 45 anni, residente a Incisa, era fra i “superdonatori” premiati lo scorso ottobre nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, in occasione della “Giornata del Volontario”. “Ho fatto la mia prima donazione di sangue il 1° aprile del 1992, sono entrato in Avis tramite un amico: da lì in poi ho proseguito, facendo una donazione ogni mese, mese e mezzo – racconta Massimo – visto che la salute c’è, fare del bene agli altri in questo modo è un piacere: donare serve sempre di più e così facendo, tra l’altro, ci si tiene anche sempre sotto controllo”. Un “simbolo” per i volontari, tutti sicuramente meritevoli di essere considerati fiorentini dell’anno.
Instancabilmente, fiorentino dell’anno. Medicina
COME TI “MAPPO” IL CERVELLO
Ha fatto tanto per Firenze e quest’anno ha donato alla città la statua in bronzo e oro di Roberto Barni “I passi d’oro”, inaugurata per il ventennale della strage dei Georgofili. Si tratta della fondazione “Friends of Florence”, con base negli Usa, che da 15 anni sostiene finanziariamente importanti interventi sul patrimonio artistico fiorentino. “Al momento stiamo seguendo dodici progetti in città: uno riguarda il chiostro dei voti in piazza Santissima Annunziata, che aveva bisogno di un restauro. Nella sala capitolare del museo di piazza San Marco, invece, ci stiamo occupando del restauro di un affresco del Beato Angelico – spiega la contessa Simonetta Brandolini d’Adda, presidente della Fondazione – a maggio abbiamo finanziato la mostra Horne & Friends all’interno del Museo Horne: quello che ha fatto Horne come collezionista per la città rispecchia un po’ lo scopo e lo spirito della nostra associazione”.
Artisticamente, fiorentini dell’anno. Nascite
DALLA CICOGNA ALLO ZONKEY La cicogna si è fatta attendere fino all’alba del 1° gennaio 2013, quando è arrivato Guido, il primo nato dell’anno. E se la sua è stata la nascita più veloce, del tutto insolita è stata invece quella di Lapo che, per colpa della pioggia e del traffico in tilt, è venuto alla luce in macchina. È successo a ottobre: le prime contrazioni a mamma Rossella erano cominciate la mattina, poi la corsa verso l’ospedale: auto bloccata, un po’ di panico, papà Giuseppe accosta in via del Ponte Sospeso ma Lapo praticamente è già nato. L’ambulanza arriva per portare d’urgenza mamma e piccolo in ospedale ma lui, con i suoi 3,1 chili di sana fiorentinità, è stato subito benissimo. Dagli esseri umani agli animali, il 2013 ha dato il benvenuto anche a Ippo, a modo suo un “fiorentino dell’anno”. È uno zonkey, ovvero un rarissimo incrocio tra un asino e una zebra, nato a luglio in un’oasi privata fiorentina di proprietà del vivaista Massimiliano Aglietti. Enorme l’interesse che il cucciolo ha suscitato, finendo su moltissimi media italiani e stranieri.
Immediatamente, fiorentini dell’anno. Una vera e propria mappatura del cervello che si pone un duplice obiettivo: trovare cure per le malattie del sistema nervoso ma anche arrivare a costruire computer intelligenti e funzionali, simili appunto a un cervello umano. C’è un po’ di Firenze in questa importante ricerca portata avanti da un team multidisciplinare e internazionale: il gruppo del Lens (Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non lineare), guidato dal professor Francesco Saverio Pavone, si è occupato dell’imaging ottico, ovvero di realizzare le immagini tridimensionali del cervello, con una risoluzione circa mille volte superiore a quella degli attuali sistemi come tac e radiografia. “Assieme a un gruppo di venti persone tra fisici, biologi, chimici, neurobiologi e biotecnologi abbiamo cercato di capire come le strutture e le funzioni del cervello siano correlate tra loro: emerge che la posizione di alcune cellule influenza o meno l’insorgere di determinate patologie – spiega Pavone – inoltre, mimando il modo in cui il cervello a modo suo fa ‘computazione’, si potrebbe arrivare a elaborare dispositivi elettronici funzionali e a basso consumo”.
Intelligentemente, fiorentini dell’anno.
10 | Dicembre 2013
#L’inchiesta
Grande schermo/1
La scelta
pellicola addio, la “corsa” dei cinema
Da gennaio i film saranno distribuiti solo in digitale Due le strutture rimaste fuori dalla “rivoluzione” Gianni Carpini
O
il digitale o la morte. Addio alle care e vecchie “pizze”, intese come bobine di pellicola, e spazio ai proiettori di nuova generazione. Anche il grande schermo ha il suo “switch off ”, del tutto simile – almeno sul fronte degli allarmi – a quello vissuto dalla tv con il passaggio al digitale terrestre. Con l’arrivo del nuovo anno, i 35 millimetri finiranno definitivamente in cantina: dal 1° gennaio tutti i film saranno distribuiti soltanto su supporti digitali, trasportati su hard disk o trasmessi via satellite. Tradotto: chi rimarrà ancorato ai vecchi impianti di proiezione a pellicola rischierà di restare con la sala al buio, senza più fotogrammi da proporre ai cinefili. Così, già da qualche mese è partita la corsa alle nuove tecnologie anche da parte dei piccoli cinema fiorentini, con investimenti corposi – in media cinquantamila euro – in un momento economico difficile. Per questo motivo la Regione ha promosso a più riprese bandi ad hoc per aiutare il passaggio tecnologico. In città gli ultimi a mettersi “in regola” sono stati Flora, Fiorella e Astra 2. Sul fronte dei cinema d’essai (e dintorni), Sala Esse, Spazio Uno e Stensen hanno rinnovato di recente la
cabina di proiezione. Esclusi i multiplex, all’interno dei confini comunali sono attivi quindici cinema, per un totale di ventinove schermi e un milione e mezzo di spettatori l’anno. Di questi, due sono rimasti esclusi dalla rivoluzione digitale: il cinema di Castello e il CineCittà cineclub dell’Isolotto. Entrambi vantano le licenze più antiche di Firenze. Il primo ha lanciato un grido d’allarme e una sottoscrizione per mettere insieme le risorse necessarie (vedi pagina a fianco), il secondo invece va controcorrente e resta orgogliosamente legato alla vecchia pellicola (leggi il box qua accanto). Se i multiplex sono iper-equipaggiati fin dalla
nascita, una piccola realtà trova a fatica i fondi per il salto tecnologico. La spesa parte da 4050mila euro, per un proiettore digitale in versione “base”. Poi ci sono gli optional, sempre per chi se li può permettere. Stiamo parlando dei proiettori smart: quelli più “intelligenti” sono controllati con un tocco – gestiti in remoto tramite tablet direttamente dalla biglietteria – e ricevono via satellite i file in 2D o 3D. Intanto, però, tra gli appassionati del genere c’è chi storce il naso e chi pone interrogativi sul futuro. E qualcuno fa anche notare che, mentre in Italia si stanno installando proiettori digitali di seconda generazione, negli Usa esiste già la terza.
1,5 milioni di
Si avvicina la “rivoluzione” dei cinema: dal 1° gennaio tutti i film saranno distribuiti soltanto su supporti digitali, trasportati su hard disk o trasmessi via satellite
spettatori a Firenze (dato 2012, + 3%) Fonte: Agis Toscana
L’intervista
“a firenze situazione buona”
G
li ultimi ritardatari stanno correndo ai ripari. I cinema di Firenze non sembrano affacciarsi male alla nuova epoca digitale: parola di Marco Lasagni, segretario dell’Agis Toscana, l’associazione italiana dello spettacolo. Nel comune di Firenze chi si è messo in regola? Quasi tutte le sale hanno cambiato i proiettori o lo stanno facendo. Le eccezioni sono due. A livello nazionale quella di Firenze è una delle situazioni migliori. E i costi? Non è stato un passaggio indolore, soprattutto per le spese che gli esercenti hanno dovuto sostenere in un periodo economico non semplice. Positive sono state le risorse messe a disposizione dalla Regione per le nuove tecnologie. Come escono i cinema fioren-
tini da questa rivoluzione? Firenze continua ad avere una buona partecipazione di pubblico, anche se l’ultimo anno – eccezion fatta per il fenomeno Checco Zalone – non sarà ricordato per l’alta affluenza. E i cinema di quartiere? La grossa crisi del cinema è stata vissuta tra gli anni ‘70 e ‘80 con l’avvento della tv commerciale, che ha dato un colpo enorme. In tempi più recenti c’è stato lo sviluppo dei multiplex, ma a Firenze si è cercato di limitare questo fenomeno. Come? La gran parte delle piccole sale negli ultimi dieci anni ha saputo resistere, cercando di mantenere il modello di cinema di prossimità, accanto alle persone. E i risultati sono stati buoni.
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C’è chi dice no: la “ribellione” del circolo di San Quirico
“I
l digitale è un abbaglio”. Sono i duri e puri della pellicola: l’abbandono dei 35 millimetri per loro è un’ipotesi remota. Anzi, rilanciano: “Il nostro futuro potrebbe essere soltanto nelle retrospettive. Proponiamo già lavori di inizio Novecento, che a differenza di quanto dicono si mantengono benissimo, altro che digitale”. A parlare è Michele Spina, da tredici anni proiezionista, maschera e mente del CineCittà cineclub di Firenze, storica sala da cento posti che si trova a due passi dall’Isolotto, all’interno del circolo di San Quirico. Sullo schermo film d’essai, rassegne in 16 millimetri e proiezioni “con rispetto assoluto dei formati originali”, recita il sito web ufficiale. E così sarà ancora. Gli impianti tecnologici all’avanguardia – almeno per ora – non metteranno piede da queste parti. “In Italia il quaranta per cento dei cinema non è digitalizzato – dice Spina – come non lo sono le arene estive di Firenze: sono convinto che non ci sarà questo passaggio netto al digitale. Il processo è stato accelerato dalle case di distribuzione per motivi commerciali: decideremo cosa fare quando non ci sarà veramente più alternativa”. Il cineclub, che si trova tra via Pisana e via Baccio da Montelupo, è l’unica realtà fiorentina a essersi “ribellata” alla rivoluzione tecnologica. “Una realtà mono-sala come questa non può permettersi di spendere 70mila euro in un nuovo proiettore: una cifra che non può essere sostenuta con i nostri 5 euro del biglietto intero e i 4 del ridotto – conclude Spina – così si favoriscono solo le grandi realtà. I piccoli cinema si indebiteranno per comprare i nuovi impianti, magari faranno pagare di più l’entrata e nel giro di pochi anni potrebbero essere costretti a chiudere”. G.C.
Web
cinecittacineclub.org
#L’inchiesta
Dicembre 2013 | 11
Grande schermo/2
Focus
A rischio la sala dei “Giancattivi”
IL PIÙ VECCHIO DI FIRENZE...
Il teatro di Castello lancia un appello agli spettatori perché “adottino” lo spazio: partita una colletta Luca Squarcialupi
“F
u una fine dell’anno memorabile, eravamo in trecento: recitavano alcuni attori amatoriali e poi c’erano loro, i Giancattivi, il Benvenuti, la Tina Cenci”. Ride ancora Alessandra al ricordo della mirabolante notte di San Silvestro di oltre trent’anni fa. Il prossimo 31 dicembre si annuncia però meno festoso. Allo scoccare della mezzanotte sul cinema-teatro di Castello rischia di calare il sipario. La fine di un’epoca per la struttura alla periferia ovest di Firenze. In via Reginaldo Giuliani il circolo esiste dal 1870, e il suo cuore è la sala per spettacoli e film d’autore: 140 poltroncine, una licenza cinematografica tra le più antiche della città e un palcoscenico sul quale ha trovato notorietà alla fine degli anni ’70 il trio comico fondato da Alessandro Benvenuti e Tina Cenci, i Giancattivi. Da qui sono passati in tanti, un certo Francesco Nuti alle prime armi, un tal Mario
20mila
euro l’obiettivo della colletta
140
gli anni del circolo
Monicelli ormai affermato. Ma ora servono soldi, tanti per una piccola realtà, da investire in un nuovo proiettore digitale. “Se chiude il cinema, chiude tutta la baracca – sospira Alessandra Di Maio, alla guida del circolo ricreativo – non avevamo altra scelta che promuovere una sottoscri-
zione”. Il cine-circolo ha così lanciato un appello ai suoi spettatori, in media trecento persone ogni settimana, perché “adottino” la sala. Basta donare piccole somme, via bonifico oppure in sede, ed è possibile anche offrirsi come volontari. In tanti hanno già risposto all’appello, Alessandro Benvenuti ha girato un video per promuovere la colletta, su Facebook è partito il tam-tam, ma la cifra da raggiungere entro fine dicembre è alta. “Già ora è difficile trovare le pellicole. Per i programmi dobbiamo fare i salti mortali – spiega Di Maio – se vogliamo sopravvivere ci serve un nuovo impianto da 60mila euro, adatto sia alla sala interna che all’arena estiva da duecento posti”. Venticinquemila euro sono arrivati dalla Regione per il progetto di ammodernamento, il circolo potrebbe riuscire a racimolarne circa 15mila, ne mancano altri 20mila. “È una cifra enorme, non vogliamo alzare il costo dei biglietti, ma lasciarli fermi a prezzi accessibili”, annuncia. Nella malaugurata ipotesi che l’obiettivo non venis-
Come contribuire Circolo ricreativo culturale sportivo Castello
Iban IT 77 O 01030 02866 0000 0056 1211 MPS Agenzia di Castello se raggiunto, già da gennaio per vedere un film chi vive da queste parti dovrebbe raggiungere piazza Dalmazia, Novoli o Sesto Fiorentino. Senza contare il rischio della scomparsa di un’offerta improntata sui film di qualità. “Il cinema è una parte importante
Web
della nostra attività. Da decenni siamo un luogo di incontro, di scambio culturale e sociale – conclude Di Maio – abbiamo gli spettacoli teatrali, i workshop, i progetti musicali, la biblioteca e ospitiamo le iniziative delle associazioni”.
teatrocastello.com Mail salviamoilcinema@teatrocastello.com
Tra i cinema attivi, l’Odeon di piazza Strozzi è il più vecchio della città, inaugurato nel 1922 con il nome di “Savoia”. Suo coetaneo è il Gambrinus, dal 2011 Hard Rock Cafè.
...E IL PIÙ ANTICO D’ITALIA
Il primo cinema stabile d’Italia è nato a Firenze: si tratta dell’Edison di piazza della Repubblica, stesso nome della libreria che ha preso il suo posto, chiudendo (anche lei) a fine 2012. Fu inaugurato nel 1901 da Rodolfo Remondini.
SUPERMARKET... A LUCI ROSSE
Stesso genere, stessa fine. Le due sale hard di Firenze sono oggi supermercati. Dopo la chiusura, i cinema Arlecchino (via de’ Bardi) e Italia (largo Alinari) dal 2010 sono passati alla grande distribuzione.
CHI VA E CHI VIENE
L’ultimo a sprangare le porte (con la speranza che la sua sia solo un’interruzione temporanea) è stato il Colonna. Ha invece riaperto i battenti a settembre l’Alfieri di via dell’Ulivo, diventato un cine-teatrocaffetteria, mentre il Teatro della Compagnia di via Cavour, dopo una lunga ristrutturazione, nel 2014 ospiterà la Casa toscana del cinema.
12 | Dicembre 2013
#Focus
Ambiente
quei “monumenti” verdi che hanno fatto la storia Viaggio tra gli alberi della città: tredici “giganti” e 75mila tronchi Gianni Carpini
L
a quercia di Mantignano ha visto oltre cento primavere, quella delle Cascine è alta quattro volte il David di Michelangelo (base compresa), per stringere l’intero tronco del cedro di Villa Favard non basta l’abbraccio di un adulto. Sono i “grattacieli verdi”, ovvero gli alberi monumentali della città: tredici in tutto, secondo il censimento di Palazzo Vecchio. Da gennaio una legge obbliga i Comuni a monitorare le piante che hanno fatto storia. La Toscana c’era arrivata già da un pezzo, con un provvedimento datato 1998, anche se – a dirla tutta – il governo nazionale ha previsto in più una multa salatissima, fino a centomila euro, per chi danneggia i giganti fatti di foglie e legno. In effetti queste alte chiome sono veri e propri monumenti della natura. Poi ci sono i “nipotini”: oltre 75mila esemplari di cui si prendono cura i tecnici del Comune e le ditte in appalto. La maggior parte di questo esercito green ha i suoi annetti sulle spalle. L’età media si aggira intorno ai novanta anni, con punte oltre i cento lungo i viali di circonvallazione e in viale dei Colli. Va da sé che la loro salute va monitorata costantemente. Le intemperie, sempre più violente, possono far precipitare a terra pesanti rami o sradicare possenti tronchi come se fossero esili fuscelli. “Dall’inizio dell’autunno sono in corso le
potature per mettere in sicurezza gli alberi. Ad esempio abbiamo lavorato sulla riva sinistra d’Arno nella zona di piazza Poggi – spiega l’assessore comunale all’ambiente Caterina Biti – censiamo gli esemplari, uno a uno, anche con sondaggi interni al tronco. Ognuno ha la sua scheda e in base allo stato di salute vengono decisi monitoraggi più frequenti, potature o abbattimenti”. Gli alberi soffrono di più lungo i viali di circonvallazione e le strade che salgono verso piazzale Michelangelo. “In queste aree il patrimonio arboreo è esposto a un maggiore stress dovuto al traffico e ai lavori stradali – continua l’assessore – per questo invecchia prima o si ammala facilmente. Il principale problema sono i funghi”. Da qui a primavera saranno piantati più di quattrocento nuovi alberi, in particolare lungo i viali, al posto dei fusti ormai tagliati. Con qualche accorgimento. Da decenni non si scelgono più i pini da pinoli, circa quattromila a Firenze, comparsi soprattutto negli anni Sessanta: alla lunga danneggiano l’asfalto e hanno problemi di stabilità. Via libera invece a lecci, olmi e platani. Facendo due conti la specie più diffusa in riva all’Arno è il tiglio, oltre 8.600 esemplari, seguita da cipresso e bagolaro. Uno tra i più antichi è invece il gigantesco tasso dell’orto botanico in via Micheli: ha ben 233 anni.
75.600 gli alberi a Firenze
Sono 75mila gli alberi fiorentini, tredici dei quali considerati “storici”. E ora sono in arrivo più di quattrocento nuove piante, soprattutto lungo i viali
La “mappa”
Curiosità
dove sono i colossi fiorentini
una pianta per i bimbi che vengono alLA LUCE: in via del mezzetta il giardino dei neonati
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Firenze gli alberi monumentali classificati dalla Regione come di alto pregio naturalistico e storico sono tredici. Sette sono in aree pubbliche, gli altri in parchi recintati (Gamberaia e Villa La Petraia) e all’orto botanico. Ecco i colossi da scoprire lungo le nostre strade. Palma del Cile. Uno degli esemplari più rari. La Jubaea chilensis, come si può intuire dal nome, proviene dal Sud America. La sua chioma, alta 15 metri, si può scorgere nel parco della Villa di Rusciano (via Fortini). Quercione delle Cascine. È il più alto, arriva ai 30 metri, mentre il tronco ha una circonferenza di 4,5 metri. Si trova vicino all’ippodromo delle Mulina, lungo il viale dell’Aeronautica. Dall’altra parte delle Cascine, in piazza Vittorio Veneto, c’è un olmo piuttosto longevo per la sua specie, alto 23 metri. Cedri del Libano. La sua “corporatura” non ha eguali in città: il tronco arriva quasi a otto metri di circonferenza. Il super-cedro è ospitato davanti all’ingresso di Villa Fabbricotti (via Vittorio Emanuele II) ed è alto 27 metri. Un altro esemplare è nel parco di Villa Favard (via Aretina). Spino di Giuda. Il nome non gli rende giustizia. Si trova all’incrocio tra viale Righi e via Lungo l’Affrico, accanto all’edicola. È alto 23 metri e “largo” cinque e mezzo. Quercia di Mantignano. Ha l’età giusta per essere considerata, a pieno titolo, un albero secolare: oltre cento anni. Questa farnia svetta con i suoi venti metri a Mantignano, vicino a un terreno agricolo. G.C.
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L’olmo di piazza Vittorio Veneto: è questo uno degli alberi monumentali presenti a Firenze
Web verdeonweb.comune.fi.it floricoltura.arsia.toscana.it msn.unifi.it
iocco celeste o fiocco rosa, il parco delle baby-piante si trova in via del Mezzetta. È questo il giardino scelto come luogo ideale per far crescere gli alberi in onore dei nuovi nati in città. Una legge del 1992 invita i Comuni italiani a piantare un esemplare per ogni bambino nato sul proprio territorio: a Firenze vengono alla luce troppi piccini (quasi cinquemila nei primi nove mesi del 2013) e gli spazi, come i soldi, non bastano. Palazzo Vecchio ha quindi deciso di piantare simbolicamente un albero ogni 365 giorni, dedicandolo a tutti i bambini venuti al mondo nel corso dell’anno. G.C.
A Villa La Pietra
Samarcanda
TUTTI SUI BANCHI, SI IMPARA AD AMMINISTRARE IL MONDO
LA COOPERATIVA sociale CHE DÀ LAVORO A EX DETENUTI E PORTATORI DI HANDICAP
Si è tenuta la prima edizione della Florence International Autumn School
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a repubblicana statunitense, l’avvocato russo, la studentessa israeliana. Sono solo alcuni dei trenta giovani aspiranti amministratori provenienti da dieci Paesi diversi che si sono riuniti sui banchi della Florence International Autumn School, la scuola di alta formazione politica rivolta anche agli stranieri la cui prima edizione si è svolta dal 18 al 23 novembre scorsi a Villa La Pietra, a Firenze. Ideata dall’associazione Eunomia in collaborazione con la NY University Florence, la scuola ha visto salire in cattedra docenti d’eccezione come il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e il direttore dell’Huffington Post Italia Lucia Annunziata, oltre a economisti, docenti e giornalisti di fama internazionale. “Building democracy” il tema scelto quest’anno dal corso. Che ha l’obiettivo, come spiega Dario Nardella, direttore di Eunomia e ideatore della Autumn School, “di formare una classe dirigente capace e preparata, che sia in grado di leggere e interpretare i bisogni della società reale e di affrontare le sfide che la politica sovranazionale ci richiede”.
L’onorevole Dario Nardella
a dignità della persona e il diritto al lavoro. Il filo rosso che unisce le due realtà si chiama Samarcanda. Una cooperativa sociale di tipo B, attiva nel mondo dei servizi come l’igiene e la gestione del verde, da anni impegnata nell’inserimento lavorativo di persone cosiddette svantaggiate. Cinquantuno quelle occupate nel 2012, nonostante la crisi. Tossicodipendenti, ex detenuti, portatori di handicap. Persone che nel lavoro riescono a trovare una strada verso la propria autonomia. Un risultato, questo, recentemente messo in luce dalla cooperativa in occasione della presentazione del bilancio sociale 2012. Positivo come l’andamento del fatturato (che ha superato i sei milioni di euro, crescendo del 6%) e dell’occupazione, che con 172 addetti, di cui 113 soci, si mantiene stabile sui livelli dell’anno precedente.
#Focus
Dicembre 2013 | 13
Il punto
Dall’Alfieri alla Ztl, l’alfabeto dell’anno
Fatti e luoghi protagonisti del 2013 riassunti in ventuno lettere
Trecentosessantacinque giorni racchiusi in ventuno lettere: nell’alfabeto de Il Reporter i fatti e i luoghi protagonisti di questo 2013
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lfieri. Dopo sette anni e un milione di euro per la ristrutturazione, l’Alfieri di via dell’Ulivo ha riaperto le sue porte. Il vecchio cinema da settembre vive una nuova primavera, che coniuga grande schermo, teatro, musica e magia. runelleschi e Carmine (parcheggi). Da due anni si parla dei parcheggi interrati nelle due piazze, da due anni i comitati si oppongono al progetto. Intanto, Palazzo Vecchio vuol togliere le auto dal Carmine, ed entrambe le piazze cercano una riqualificazione. ascine. Rimettere a posto il parco è uno degli obiettivi del sindaco Renzi. Per ora è stato inaugurato il nuovo centro visite e riaperta la villa dell’Indiano. Demoliti inoltre i vecchi Meccanò e Central Park.
ella Valle. Stadio nuovo alla Mercafir o riqualificazione del Franchi: cosa faranno i patron viola? C’è chi vede in pole la prima opzione, magari con la cittadella commerciale da realizzare con joint venture straniere, e chi spinge per la seconda, con un piano già pronto per la sua copertura. Riuscirà il nuovo anno a sciogliere il dilemma? Una mano forse la darà la nuova legge del governo sugli stadi, che potrebbe agevolare la costruzione di nuovi impianti.
E
lezioni. A primavera nuove elezioni in Comune, con il sindaco uscente Matteo Renzi pronto a ricandidarsi. I primi avversari in campo? I suoi stessi compagni di partito. Con il presidente della Provincia Barducci e l’ex assessore Fantoni pronti a sfidarlo con le primarie. E il centrodestra? Lega e Fratelli d’Italia, anche loro, chiedono primarie, ma Forza Italia per ora non sembra starci.
M
ondiali di ciclismo. Annunciati come un cataclisma per i temuti disagi al traffico, si sono risolti in una bella festa di sport nella Toscana di Bartali, Ballerini e Martini. Hanno insegnato che una mobilità diversa è possibile, con tanti fiorentini che per una settimana hanno lasciato a casa l’auto preferendole bici o mezzi pubblici. Una lezione da non dimenticare.
F G
N O
H I L
P Q
orte Belvedere. Cinque anni di chiusura, dopo le morti di Luca Raso e Veronica Locatelli, caduti dai bastioni. Poi, in estate, la rinascita per il Forte, dopo la messa in sicurezza. A celebrare la riapertura i “giganti” di Zhang Huan. In mostra con la migliore scenografia possibile: lo skyline mozzafiato della città.
inori. Poteva essere il solito film. C’è crisi, la fabbrica chiude e i lavoratori vanno a casa. Invece la Ginori adesso è salva. E il merito è di un’altra “G”, quella di Gucci, che ha rilevato la storica azienda di porcellane salvandola dal fallimento. Due tradizioni di qualità che si incontrano per una storia di lavoro a lieto fine che dà speranza.
otspot. Ovvero le “antennine” per l’accesso al wi-fi. A Firenze ormai ce ne sono 530 in duecento aree diverse. Consentono a tutti di navigare su internet per due ore al giorno, gratis e senza password. solotto. Il nuovo volto della piazza? Lo hanno suggerito i cittadini, con le assemblee pubbliche organizzate dal Comune per l’esperienza pilota di progettazione partecipata.
eopolda. A fine ottobre la quarta convention dei “rottamatori” alla vecchia stazione: di nuovo tante presenze e grande partecipazione. Ma, stavolta, la sfida di Renzi sarà portare quel popolo dentro al Pd.
ovoli. Pronto il piano per il completamento del recupero dell’area ex Fiat. Tra l’università e il multiplex potranno nascere altri palazzi con negozi e uffici. Ora c’è da vedere se i privati avranno voglia di sfidare la crisi e costruire davvero.
pera. Il nuovo Teatro dell’Opera è quasi pronto (si inaugura a maggio), per il Comunale di corso Italia Palazzo Vecchio cerca ancora un compratore. Intanto il commissario del Maggio Francesco Bianchi è alla prova-verità: deve salvare i conti tagliando il personale, senza dimenticare che in gioco c’è il futuro di uno dei gioielli culturali della città.
eretola. Dopo anni di polemiche sulla sua inclinazione, ora la nuova pista fa discutere per la lunghezza. Troppo pochi per Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, i duemila metri previsti dalla Regione. I fiorentini, se non altro, si consolano con un terminal nuovo di zecca. uerce. Occupato abusivamente da oltre 150 famiglie il vecchio collegio alle Cure. La proprietà chiede lo sgombero, ma l’emergenza casa (8090 sfratti al mese) complica il tutto.
R S T U V Z
ari Nantes. Ancora quattro anni, poi sarà demolita la sede della storica società sportiva, troppo a ridosso dell’Arno e quindi a rischio. In quest’arco di tempo le istituzioni si impegnano a trovarle una nuova sede. an Lorenzo. Il Comune è stato chiaro: entro il 24 gennaio l’area della basilica deve essere liberata dalle bancarelle. Da lì passerà il bussino Ataf. Dopo anni di battaglie è l’ora della verità per mercato e quartiere.
ramvia e Tav. Ancora al palo i cantieri delle linee 2 e 3 della tramvia (partiranno il 14 febbraio?). E tutto fermo per il tunnel Tav, dopo la maxi inchiesta della procura sul passante. La talpa Monnalisa è ancora bella addormentata a Campo d’Arrigo. ffizi (Nuovi). Ancora work in progress. Ma intanto continuano a staffetta le inaugurazioni delle nuove sale che vengono completate, in attesa degli otto milioni stanziati dal governo per l’ampliamento della Galleria.
ita notturna. Abolita la patente a punti per i locali e ripristinato il “patto per la notte” firmato da molti esercizi del centro storico. Ma non tutti i problemi sono stati risolti: le notti di Firenze sono ancora ‘’calde’’.
tl. Dopo l’era delle grandi pedonalizzazioni (Duomo, Pitti e Tornabuoni), ora tocca alla rivoluzione d’Oltrarno. In primavera chiude Ponte Santa Trinita e cambiano senso via Romana, via dei Serragli e via Maggio. Poi tocca alla ztl: il Comune dichiara guerra ai “furbetti”, con telecamere e vigili per chi prova a bucare i divieti. Natalia Binagli
14 | Dicembre 2013
#Ieri e oggi
Gli scatti
TRA I CUSTODI DEI TESORI FIORENTINI
Volti, storie e “insoliti” ritratti degli antiquari in un reportage Serena Wiedenstritt
Via Maggio
“un patrimonio da salvaguardare e valorizzare” S
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irenze città d’arte. Per i suoi musei e i suoi capolavori senza dubbio, ma anche per i suoi antiquari. Al di là dell’immagine da cartolina è infatti il tessuto delle tante attività legate all’arte il valore aggiunto di Firenze. Fra queste, oltre alle botteghe artigiane dove da sempre si tramanda il saper fare di alta qualità, un ruolo fondamentale è svolto dagli antiquari. Due sono le vie fiorentine a più chiara vocazione antiquaria: via Maggio e via dei Fossi. Al di là e al di qua dell’Arno, a due passi rispettivamente da Palazzo Pitti e piazza Santa Maria Novella, si rincorrono storie e volti di chi della passione per il bello ha fatto un mestiere. Proprio in via Maggio, dove nel 2009 si è costituita l’associazione che porta il nome della strada, si è focalizzato il progetto del reportage dei fotografi fiorentini Matteo Trentanove e Giovanni Vichi, fondatori dell’associazione fotografica “Diaframma aperto”, e della successiva mostra “L’Antiquario Fiorentino. Una galleria di ritratti”. Le immagini dei due giovani fotografi hanno rappresentato un’occasione per offrire un’insolita panoramica della strada e della categoria degli antiquari, per raccontarne aspetti e sfaccettature attraverso un’inconsueta prospettiva. Fra loro c’è chi si sente antiquario in quanto viaggiatore e scopritore di tesori, come Enrico Frascione di via dei Fossi: “Viaggiare sia all’estero sia in Italia, incontrando persone e proponendo direttamente ai collezionisti, è sempre stato il mio ‘sport’ preferito ed è quello che continuo a fare. Così ho collezionato esperienze e aneddoti, come l’acquisto di un dipinto che per alcune persone rappresentava un’ignobile crosta o addirittura un falso e invece si è rilevato autentico.
Quanto a Firenze, purtroppo la città soffre un po’ troppo il paragone con la vecchia grandezza, che penalizza la creatività presente”. È dello stesso avviso Alberto Boralevi, antiquario di terza generazione in via Santo Spirito: “Sogno una Firenze più internazionale come mentalità. Per il resto il nostro mestiere è una professione per chi ha grande passione, ma anche grande competenza. Specialmente nel mio caso: mi occupo esclusivamente di tappeti antichi e da me il cliente richiede una grande preparazione. Chi compra oggi non cerca solo un oggetto, ma vuole portarsi a casa una storia, un pezzo di cultura”. Meno ottimista Paolo Paoletti, sempre in via Maggio: “C’è crisi, ma non solo perché le persone hanno meno soldi da spendere. Vedo avvicinarsi la crisi degli antiquari perché non c’è ricambio generazionale, fra di noi ma anche fra i clienti. Siamo in un certo senso passati di moda”.
Web
diaframmaaperto.com
Alcuni degli scatti del progetto fotografico “L’antiquario fiorentino - galleria di ritratti” di Matteo Trentanove e Giovanni Vichi, fondatori dell’associazione fotografica “Diaframma aperto”. In alto a destra Enrico Frascione e Paolo Paoletti. Qua a destra Alessandro Gravili, sopra Alberto Boralevi
alvare la “via degli antiquari” e mantenere vivibile il rione, che era e deve rimanere uno dei più significativi, veri e vivi di Firenze. È questa la “mission” dell’associazione Via Maggio nelle parole della sua presidente Olivia Turchi, che spiega come “dalla metà dell’Ottocento Firenze è la capitale dell’antiquariato. Non solo, possiamo dire che la passione per il collezionismo risale alla Firenze dei Medici. Per questo abbiamo una responsabilità importante: salvaguardare e valorizzare questo patrimonio, anche attraverso provvedimenti pratici come la pedonalizzazione di via Maggio”. Per Turchi “il mercato dell’antiquariato resiste, magari contaminato con la tendenza ad arredare in modo più moderno, ma il pezzo di antiquariato di valore, con una storia e un ‘pedigree’ speciale, resta un oggetto ambito, come si è visto anche all’ultima biennale”. Fra i progetti portati avanti dall’associazione nei suoi anni di attività sono da segnalare la nuova illuminazione della strada, la rimozione dei graffiti, gli interventi per limitare il traffico, la risistemazione di via de’ Michelozzi e la cura del manto stradale, oltre alle iniziative promozionali e culturali realizzate in occasione dei grandi eventi, come Florens 2010 e 2012, il centenario della nascita di Pietro Annigoni, il Festival d’Europa e la stessa Biennale dell’Antiquariato. Il prossimo appuntamento, in programma dal 5 al 24 dicembre, è la manifestazione “Contemporaneamente 2013 III edizione”, che vedrà venti spazi e gallerie declinare un tema contemporaneo e inaugurarlo giovedì 5 dicembre. Contemporaneamente.
Web: viamaggio.blogspot.it
La presidente dell’associazione Via Maggio Olivia Turchi
#Ieri e oggi
Dicembre 2013 | 15
Il “cronicario”
Focus
NELL’EREMO DEI “MATTI PIÙ MATTI”
E ora LA VILLA OSPITA LA SCUOLA DEI MAGISTRATI
Dopo il viaggio a San Salvi del mese scorso, Il Reporter fa un salto nel passato di Castel Pulci Giulia Righi
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o conosciamo tutti quanti molto meno, e se la grande maggioranza dei fiorentini sa cos’era San Salvi, per Castel Pulci le cose stanno in un altro modo. Eppure fu manicomio anche quello: anzi, per l’esattezza, “cronicario”. Quello che sorgeva sulle colline di Scandicci – e precisamente al Viottolone – era, nell’ordine, un luogo isolato di sola andata, un buco nero di non ritorno, un contenitore assoluto per quattrocento anime dimenticate. Uno “scarico dello scarico”, lo definisce Cesare Micheli, che ai tempi era un giovane, attivissimo psichiatra e che oggi è una voce preziosa della memoria storica del passato manicomiale toscano: “Qui venivano trasferiti da San Salvi i casi giudicati non recuperabili – racconta – spesso erano di età avanzata, altre volte erano invece giovani con problemi psichiatrici gravi”. Non era una struttura che prevedeva dimissioni, non era la tappa di un percorso verso la de-istituzionalizzazione: era un “non luogo” dove venivano confinati i “matti più matti” del manicomio di città. Loro erano vestiti solo di tonache, i bagni
dei reparti chiusi a chiave. I rubinetti dell’acqua calda serrati con catene, le sedie e i tavoli inchiodati al pavimento: “A lungo è mancata completamente l’idea di ‘insegnare’ a queste persone, di tentare una riabilitazione – ricorda lo psichiatra – io arrivai lì nel ‘69, e i primi progressi si videro grazie alla legge Mariotti, che cominciò a smembrare la precedente organizzazione di San Salvi e Castel Pulci”. Nel 1972 furono istituite 19 équipe territoriali in cui lavoravano specialisti diversi: psichiatri, psicologi, infermieri e assistenti sociali, che presero in mano una per una le cartelle cliniche dei pazienti e cominciarono a lavorare per scavalcare ciò che era stato fino a quel momento. Rannicchiato com’è su quelle colline, Castel Pulci è stato a lungo un luogo anche geograficamente penalizzato, una macro-nicchia annichilente: “Firenze ebbe a quei tempi un ottimo assessore, Piero Spagna, e fu con lui che si avviò il superamento di quell’isolamento nell’isolamento – continua Micheli – nel ‘72 cominciò un processo che si sarebbe compiuto, l’anno dopo, il 25 aprile (data scelta non casual-
mente), con la chiusura definitiva di Castel Pulci”. Ma ancora prima di arrivare a quel giorno di sole, anche grazie a persone di spessore gigante, non mancarono le conquiste: “Ricordo un giovane, Roberto Masieri, che guidava un gruppo di volontari che cominciarono a portare fuori i ‘matti’, organizzando uscite e merende insieme”. Altra grande conquista – che questo medico dall’aria mite ripercorre con un guizzo
di gioia negli occhi – furono le vacanze: “Ricordo tre macchine, tutte di donne, che partirono alla volta dell’Elba, allora meta poco conosciuta. Coinvolgere i pazienti, andare a fare la spesa, occuparsi delle pulizie, erano piccole grandi cose, fondamentali in situazioni di regressione sociale come quella di Castel Pulci”.
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astel Pulci, nel suo nucleo originario, comincia la sua storia nel XIII secolo. Da allora se ne sta appollaiato lassù, in posizione di dominio su tutta la vallata dell’Arno tra Scandicci e Lastra a Signa. Oggi, tanti anni dopo la chiusura del manicomio, è un polo formativo e si presenta in una veste completamente nuova: grazie a un accordo sottoscritto tra Ministero della Giustizia, Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze e Comune di Scandicci, dal 2012 è diventato sede della Scuola Superiore della Magistratura. Dopo anni di totale abbandono la struttura è stata sottoposta a un imponente restauro, cominciato nel 2002, e ora ospita i locali dove i magistrati di oggi e di domani studiano per formarsi e si tengono aggiornati una volta cominciato il mestiere. Le pagine della sua storia raccontano di un passato nelle mani della famiglia Riccardi (ricchissimo e influente casato fiorentino), a partire dalla fine del diciassettesimo secolo e poi fino al 1854. Fu questo l’anno in cui si estinse la dinastia e Castel Pulci fu alienata, diventando proprietà del demanio pubblico. Per le sue caratteristiche di luogo incontaminato e ricco di acque benefiche fu dato in affitto all’istituto fiorentino della Santissima Annunziata, per andare incontro ai problemi di spazio dell’ospedale di Santa Maria Nuova. E così cominciò la sua – poco nobile, questa volta – storia “sanitaria”, che lo portò a diventare sede dell’ospedale psichiatrico e che si concluse nel 1973.
bi per l’albero di Natale con carta e cartoncini. BIBLIOTECA MARIO LUZI Lettura della storia di Bianca Belardinelli, Pedro Mercoledì 20 novembre 17.00 Con il contributo di Riccardo Lami presenta la mostra “Tere Flaminia, in Fiabe di Natale. ritori instabili” Confini e identità nell’arte APPUNTAMENTI CON... contemporanea,in programmazione alla Da ottobre a Dicembre UN’ORA SULLA FILOSOFIA Strozzina. 18 novembre ore 18.00 - ala della Colombaria BIBLIOTECA PIETRO THOUAR piano terra - a cura di Lucia Felici: Sergio Givo- Lunedì 25novembre ore 17.00 LEGGERE PER NON DIMENTICARE ne “Un’altra filosofia, una filosofia dell’altro” Via Mazzetta 10 0re 17.30 Sala Conferenze piano terra Conversazioni musicali: Il barbiere di Siviglia Mercoledì 6 - Vito Mancuso presenta il suo ALTRE PRESENTAZIONI di Gioacchino Rossini a cura degli Amici del libro “Il principio passione” Venerdì 8 ore 21.00 - Talk show “Alle frontiere Maggio Musicale Fiorentino dell’aldilà: aspetti medici, religiosi e mitologici BIBLIOTECANOVA ISOLOTTO 1913 2013 Mercoledì 13 - Giaca Mattarucco presenta il a confronto” con F.Naldoni,D.Corradetti,A. 5 novembre ore 18 Le Biblioteche Comunali suo libro “AA.VV Italiano per il mondo:Banca, Mazzucchelli, E.Pinetti- modera G.De Martino L’avanguardia russa. La Siberia e l’oriente. Fiorentine ricordano i 100 anni di Vasco Pratolini con: commerci, cultura,arti,tradizioni” Sabato 9 ore 17 - Presentazione del libro di Kandinsky, Malevich,Filonov,Goncharova. Distribuzione di una mappa Venerdì 15 - Vittorio Gregotti presenta il suo Roberto Orlandini “Tra l’aspettar del tempo e il Presentazione della mostra visitabile a Palazzo dei luoghi di Vasco Pratolini e di una bibliografia con libro “Il sublime al tempo del contemporaneo” morir del giorno” Premio Firenze Fiorino d’oro Strozzi dal 27 settembre al 19 gennaio 2014 brani dai libri Mercoledì 20 - Massimo Recalcati presenta il 2012 conduce la serata Katia Beni 6 e 13 novembre ore 17 Incontri, conversazioni, passeggiate letterarie, mostre suo libro: “Il complesso di Telemaco.Genitori e 28 novembre ore 17.30 - Sala Conferenze – Trasformando. Un’idea per il Natale fotografiche figli dopo il tramonto del padre” piano terra - “Finestre sul mondo” Dibattito: Cinque appuntamenti per trasformare le Mercoledì 27 - Giulio Guidorizzi presenta il Racconti al femminile: le donne protagoniste lampadine bruciate e altri materiali in originali suo libro “Il compagno dell’anima.I greci e il dei progetti di Medici senza Frontiere palline per il tuo albero. Laboratorio a cura di Programma dettagliato: www.biblioteche.comune.fi.it sogno” 30 novembre ore 11 - piano terra sezione ra- Francesca e Andreina. Su iscrizione gazzi - Yogasofia. Laboratorio di yoga e filosofia 6 novembre ore 17.00 OBLADÌ IL SABATO DEI BAMBINI con letture ad alta voce. Cosa dovrebbe fare Per il ciclo “6 personaggi in cerca di lettore” E DELLE FAMIGLIE ALLE OBLATE un re, per essere un buon re? A cura di Titu un omaggio a Roberto Denti letture animante 16 ottobre ore 11.30 Le lettura di Sara: Gatti Chauan e F.Camerlingo dellAss.A.R.A.C.N.O.S tratte da “Orchi, balli, incantesimi. Le fiabe BIBLIOTECANOVA ISOLOTTO giovedì 14 ore 17 neri, gatti bianchi di Anna Cerasoli trasformate” 7 novembre ore 17.00 La seconda metà del novecento Una Firenze ore 16,30 “Se ho freddo una pecorella...” LE ALTRE BIBLIOTECHE COMUNALI La seconda metà del novecento. Gli anni di lontana. Gli anni di piombo e il terrorismo Inconlettura e laboratorio di costruzione e vestizione BIBLIOTECA VILLA BANDINI STRADE DI CARTA- SULLE TRACCE DI Giorgio La Pira. Il decennio dei movimenti: tro con Edy Frollano e Rodolfo Tommasi, autori della propria pecorella infreddolita. Letture di Via di Ripoli 118 VASCO PRATOLINI DEL CENTENARIO 1966-1976 del saggio “un Pratolini ignorato: il mannello di Isabel Minhòs Martins – Yar a Kono- Martina Lunedì 18 novembre ore 17.30 DELLA SUA NASCITA Incontro con Marino BiondiUniv.di Firenze e Natascia o la rivoluzione romantica Ricci Luci della città: il volto oscuro della borghesia, (Firenze 19 ottobre 1913- Roma 12 gennaio Marcello Lazzerini giornalista Ore 16.30 - Questa notte non vado a letto! Let- l’rresistibile ascesa del crimine 1991) Prosegue l’omaggio delle biblioteche tura animata e laboratorio per costruire addob- a cura di Aldo Pasquali Comunali Fiorentine: BIBLIOTECA DELLE OBLATE. VIA DELL’ORIUOLO, 26 FIRENZE WWW.BIBLIOTECHE.COMUNE.FI.IT
NOVEMRE
BiblioteCaNova Isolotto
Biblioteca dei Ragazzi
Biblioteca delle Oblate
Biblioteca ITI Leonardo da Vinci
Biblioteca Orticoltura
Biblioteca Palagio di Parte Guelfa
Biblioteca Pietro Thouar
Biblioteca Villa Bandini
16 | Dicembre 2013
#Cultura In tv
L’intervista
dal cinema a Renzi, I’ piera si racconta Il regista, nelle sale con il suo nuovo film, parla di Firenze, amici e politica. Tra emozioni e battute Ludovica V. Zarrilli
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e è nella top ten dei più amati dai fiorentini un motivo ci sarà. E se si continua a ridere a crepapelle su battute tipo “Che ce l’hai il gratta e vinci te?” o “C’ho da dare il ramato”, anche. Leonardo Pieraccioni, I’ Piera per gli amici, nell’epoca dei social network collezione migliaia di “mi piace” sulla sua pagina Facebook grazie a battute schiette e a riflessioni genuine, che fanno amare al pubblico ancora di più il regista e attore de Il Ciclone. La sua ultima fatica cinematografica si intitola Un fantastico via vai e viene distribuito nelle sale a partire dall’11 dicembre. Il Reporter lo ha intervistato in anteprima per farsi raccontare qualcosa del film e qualcosa del suo amore per la città “più bella del mondo”, la sua. E la nostra. Guardando il film sembra di vedere il protagonista de I laureati che, una volta diventato grande, si guarda indietro e ha voglia di tornare a vivere per
un po’ la spensieratezza degli anni dell’università. Una specie di Ritorno al futuro rivisto e corretto da Pieraccioni (con alcuni dei compagni/protagonisti di tutta la vita, tra l’altro). È così? Diciamo che se esistesse un’ipotetica “macchina del futuro e passato” il mio protagonista,
Facebook:
Leonardo Pieraccioni Pagina Ufficiale
Leonardo Pieraccioni insieme ai giovani coinquilini-protagonisti di “Un fantastico via vai”
Fuori porta
ottant’anni Fra pennelli e colori U
n compleanno importante va festeggiato come si deve. Per spegnere le prime ottanta candeline di Antonio Possenti, pittore lucchese famoso in tutto lo Stivale, il museo nazionale di Villa Guinigi e il Comune di Lucca hanno dato vita
a un’esposizione che riassume il percorso artistico del maestro. La mostra si compone di ottanta opere e l’obiettivo è offrire al pubblico la testimonianza del lavoro quotidiano del pittore (che ha il suo studio-laboratorio in piazza dell’Anfiteatro) e quin-
“L’altra parte. Antonio Possenti”. Villa Guinigi, ingresso libero dal martedì al sabato dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 19)
di delineare il percorso svolto dall’artista in tutti questi anni. La mostra è divisa in diverse sezioni, corrispondenti ai temi più ricorrenti nell’esperienza pittorica dell’autore, ed è accompagnata da un catalogo con contributi di vari autori.
Tel. 0583.496033 Via della Quarquonia (Lu)
Arnaldo Nardi, è proprio all’età dell’università che vorrebbe tornare. Scambierebbe, insomma, volentieri tutti i suoi punti esclamativi da impiegato di banca con quelli interrogativi tipici dei 20 anni. Cosa é cambiato per Leonardo Pieraccioni da I laureati a Un fantastico via vai? Sono passati quasi 20 anni. Ho preso circa tre taglie in più, il colesterolo è aumentato e la barba si è imbiancata. Questo da fuori, dentro devo ancora dare l’esame per la patente. Uno sketch divertente avvenuto sul set? Ceccherini entra in scena come una “statua di gesso”, sai quelli che fingono di essere una statua e raggranellano così un po’ di soldi, ecco, lui si era seduto vicino al set vestito così e irriconoscibile: ha raccolto 22 euro... che non ha restituito. Lei è sempre stato un po’ un Peter Pan, in tutti i suoi film. In questo invece è un adulto, “ammogliato”, già padre di famiglia che si incontra/scontra con un mondo che apparentemente non gli appartiene più. Cosa vuol dire? Che Pieraccioni è cresciuto? Ho abbandonato la commedia sentimentale, non arriva più a pagina 32 una sudamericana, mi dicevano da tempo che mi stavo ripetendo anche se io sono davvero convinto di non essermi mai ripetuto, cioè davvero io non mi ripeto mai, cioè davvero io non mi ripeto mai, cioè davvero io non mi ripeto mai, cioè davvero... Facciamo un salto indietro nel tempo a “Firenze l’è piccina”, dove canta “Peretola è un giochino e non si può allargare” e “Firenze non cambiare che dopo non ci piaci”. La città, di fatto, sta cambiando. Se avesse una bacchetta magica, cosa modificherebbe e cosa no? Firenze non può cambiare. Non è certo per esempio permettendo l’apertura di nuovi scellerati negozietti che la cambi. Firenze è un affresco di Michelangelo, è la perfezione, la bellezza totale, al limite la possono sporcare un po’, come fare un piccolo scarabocchio sulla Gioconda, ma la sua bellezza prevarrà sempre su tutto. Del mare guardi la sua maestosità, mica ti concentri sulla busta di plastica che qualche disgraziato ha lanciato dalla barca. C’è un luogo a cui è particolarmente affezionato? Via della Mattonaia. Ci sono nato, cresciuto e tutte le emozioni da zero a 14 anni, che sono
quelle che più ti rimangono impresse, le ho vissute li. Ogni tanto ci passo e mi emoziono. Con Laura (Torrisi, sua moglie, ndr) un giorno abbiamo portato nostra figlia Martina ai’ giardin’d’Azeglio e mi è parso davvero che un cerchio importante si fosse chiuso. Cosa regalerebbe a Firenze per Natale? Piero Pelù sindaco per un giorno e Renzi vestito tutto di pelle che quel giorno canta “Regina di cuoriiiiiii” all’Obihall. Sarebbe da schiantare dal ridere. Nonostante il successo, non ha mai lasciato la sua città. Vuole che anche sua figlia Martina diventi grande a Firenze? E come vorrebbe la città di sua figlia? No, voglio che mia figlia Martina diventi grande ad Amburgo! Che domande? Certo che voglio che cresca qui, e mi piacerebbe anche che dicesse: sistola, cannella, cencio e “mi metto i’ toni e vo a ginnastica”. Una volta, complici i cartoni animati che guarda, mi ha chiamato “papà!”, la volevo riportare indietro alla clinica dov’è nata. Dia un voto, da 1 a 10, alla Firenze di oggi. 10 sempre dieci. Firenze piglia sempre 10 e pure la lode e il bacio accademico in fronte. Firenze è “soltanto” la città più bella del mondo, sempre e comunque. Se dico “Renzi premier”? Se quel giorno famoso Renzi canta bene “Regina di cuoriiii” e prende tre sì (alludendo al metodo usato dai giudici del talent show X Factor, ndr) mi va bene anche Renzi premier. La politica ormai è diventata un reality, un talent show, prendono il sopravvento i personaggi e non le persone. Vinci se t’inventi uno slogan, una promozione ad effetto, se sei veloce, se ti adatti al linguaggio della pubblicità. Uno come Berlinguer oggi non avrebbe neanche passato le prime selezioni, troppo lento, troppo serio, troppo per bene.
Massimo Ceccherini
Risate a denti stretti e riflessioni nella sitcom che spiega Vizi e virtù italiane
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etti due comici rodati, una telecamera e molte riflessioni sull’Italia del terzo millennio. È questo il punto di partenza per Andrea Muzzi che, insieme a Massimiliano Galligani, porta in tv “Due italiani veri” (in onda tutti i giorni su Rete 37 alle 21 e alle 22). Sketch di 15 minuti l’uno che fanno ridere a denti stretti e riflettere su alcuni drammi quotidiani della gens italica. “Quali sono le ossessioni, ambizioni, i limiti degli italiani? Italiani veri è un ritratto spietatamente comico sui nostri difetti – spiega Muzzi – una comica carrellata di tutti quei vizi che ci rendono molto spesso un popolo unico”. Ideata e scritta da Muzzi insieme a Tommaso Santi, la sitcom a puntate si prepara a varcare i confini regionali. “Abbiamo ricevuto una proposta – continua Muzzi – e, incrociando le dita, dovremmo sbarcare su una rete nazionale”.
L’opera Luciano e Ricciardo ARTUSI
Luoghi fiorentini nel corso del tempo
PIAZZA della REPUBBLICA
(briciole di storia, aneddoti, misteri, gusti, feste e proverbi)
piazza repubblica rivive in un libro firmato artusi
F
arsi guidare da chi Firenze la conosce come le proprie tasche? Il modo migliore è mettersi nelle (buone) mani di Luciano e Ricciardo Artusi, profondi conoscitori della città del giglio e dei suoi immediati dintorni, che hanno appena dato alle stampe “Piazza della Repubblica. Briciole di storia, aneddoti, misteri, gusti, feste e proverbi” (Edizioni Giorgio Libri, 9 euro), primo volume di una collana che narra aneddoti, leggende, feste e tradizioni che si sono svolte nel corso dei secoli nelle piazze più importanti di Firenze e non solo.
#Cultura
Dicembre 2013 | 17
Sotto l’albero Un particolare dell’albero realizzato con le barbie donate a Flo concept store
shopping di Natale? Guida (stilosa) agli acquisti made in florence Barbara Biondi
I
l problema è sempre lo stesso, tutti gli anni. Si avvicina il fatidico 25 e scatta la corsa all’acquisto, con il rischio di entrare nel primo negozio a tiro per togliersi il pensiero di un cadeau dell’ultim’ora. Per togliervi da questo impiccio, Il Reporter ha messo insieme un po’ di luoghi alternativi e speciali, per fare regali che facciano davvero colpo sui destinatari. Si potrebbe partire da Flo concept store, negozio sui generis che abbina alla ricerca stilistica e alla cura dei dettagli più chic un’attenzione per le categorie più deboli, dando lavoro a persone svantaggiate. Se avete occasione di passare davanti alla vetrina (lungarno Corsini, 30/34r) durante le feste, potrete ammirare anche lo speciale albero di Natale di barbie,
che verrà donato all’associazione Dynamo Camp, impegnata nel dare aiuto ai bambini affetti da malattie croniche. Nuovo (quasi) di zecca è Riciclò, esperienza nata in via Romana (il civico è il 154r) che dà nuova vita a oggetti di uso quotidiano. Un esempio? Racchette da tennis trasformate in specchi da parete, vecchie travi utilizzate a mo’ di struttura letto e il muso di una vecchia Cinquecento fatto rivivere in una comoda poltrona. Gli uomini che vogliono essere sicuri di far colpo sulle loro signore dovrebbero assolutamente fare un salto da L’abito che vorrei (a pochi passi dal museo zoologico de La Specola), che confeziona abiti unici utilizzando tessuti selezionatissimi con la cura di una vera sartoria d’alta gamma. Se invece
quello che state cercando è un giocattolo speciale, o magari un regalino per una signora in dolce attesa, allora il luogo ideale dove dirigersi è 100% Birbe, in borgo Ognissanti (a due passi da piazza Goldoni), che ha le vetrine piene di giochi non convenzionali, selezionatissimi passatempo di legno e di pezza per i più piccoli, ma anche accessori fatti a mano dalla proprietaria del negozio. Alternativa per coloro che amano il modernariato d’autore è And Company, in via Maggio, dove trovare vecchi mobili inglesi, insegne vintage (quasi tutte londinesi) e biancheria per la cucina realizzata su disegno della proprietaria, che di mestiere fa anche l’illustratrice. Non rimarrete delusi.
Teatro Le Laudi
La qualità in scena, in barba alla crisi
P
er la sua trentunesima stagione, il Teatro Le Laudi ha allestito un programma vario e di qualità, in grado di incontrare i gusti del pubblico più esigente. E questo nonostante la morsa della crisi economica che però, come spiega Massimo Masieri, direttore artistico, “non è ragione valida per offrire una stagione scadente o al ribasso. Ci avvaliamo della collaborazione di compagnie affermate e siamo attenti al linguaggio e allo stile: si può fare dell’ottimo teatro senza ricorrere a volgarità o esagerazioni”. Il 2013 si conclude con gli spettacoli “Mater/Ma(te)ria/Madre” (meditazione sulla figura ora archetipica ora trascendente della Madre, l’8 dicembre), “Cotton club” (ambientazioni anni ’20 e musiche della Mabellini Jazz Orchestra per ricreare la New York degli anni del proibizionismo, il 14 e 15 dicembre) e “Le sorelle omicidi” (31 dicembre, con repliche il 4, 5 e 6 gennaio). Ad avviare il 2014 è la sinuosità del Kaos Balletto di Firenze, che in “Dal profondo del cuore” (11 e 12 gennaio) interpreta dieci opere scultoree di Bernini e Canova, liberate dal giogo del marmo e rese sentimentalmente vive. Il 25 e 26 gennaio va in scena il percorso musicale di Tina Allori. Passando per le riletture di celebri titoli – “La tempesta” di Shakespeare (18 e 19 gennaio), “L’avaro” di Molière (1° e 2 febbraio) e “Antigone” (15 e 16 febbraio) – si incontrano la riflessione cristiana ed esistenziale portata da Giampiero Beltotto ne “Il silenzio” (8 e 9 febbraio), la commedia, già di successo a Parigi, “Aria di famiglia” (21, 22 e 23 febbraio, 1° e 2 marzo), “L’acqua cheta” (29 e 30 marzo) e “Il gatto in cantina” (5 e 6 aprile). Prima nazionale per il calviniano “Marcovaldo” (15 e 16 marzo) e, in chiusura di stagione, Beckett e il suo “Finale di partita” (12 e 13 aprile). I.R.V.
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18 | Dicembre 2013
#Fiorentina Il calendario
babbo NATALE, GOL E REGALI
S
i sussurra che questo Natale a portare i doni ai fiorentini sarà un ragazzo sui quaranta, nato a Pomigliano d’Arco, che alle renne preferisce l’aeroplanino. Vincenzo Montella in questo 2013 ha donato tanti sorrisi ai tifosi viola, nonostante lo “scippo” del terzo posto, in parte vendicato dal 2-0 di San Siro lo scorso mese. È partito in anticipo quest’anno “Babbo Natale” Montella, già a ottobre, con i quattro gol regalati ai tifosi nel secondo tempo contro la Juventus. E ora, nel “suo” dicembre, il lavoro non gli mancherà: dopo la supersfida con la Roma, il 15 ecco il derby dell’Appennino. E se tra Barberino e Roncobilaccio ci sarà il rischio neve, lui sfiderà il maltempo a modo suo, facendo in modo di “donare” ai rossoblù più gol possibili. Parma e Cagliari insegnano: bisogna “regalare” gol a tutti. E anche nella trasferta pre-natalizia del 22 i viola dovranno essere “generosi”: il Sassuolo ha iniziato a portare via punti alle grandi. Ci dovrà pensare lui, Babbo Natale Montella. Che alla Befana lascerà poi Fiorentina-Livorno: d’altronde non può fare tutto da solo. Auguri a tutti i tifosi viola!
Tante volte, in questo 2013, Vincenzo Montella ha vestito i panni di Babbo Natale e ha fatto sorridere i tifosi viola
Lorenzo Mossani
L’intervista
“IO, BAGGIO E PEPITO LA 10? PESANTINA...” Antognoni lancia Rossi: “Ha le qualità di Roby” Irene Delfino
I
l David di Michelangelo con la maglia numero 10. Il simbolo di Firenze si fonde con quello della Fiorentina. Era la maglia di Antognoni, quel 10 ereditato da “Picchio” e poi passato sulle spalle del Divin Codino. E ora idealmente da Baggio a Giuseppe Rossi. Ne parliamo con Giancarlo Antognoni. Dopo averlo visionato all’Asti Macobi, Liedholm disse a Merlo e De Sisti: “Questo ragazzo ha un talento eccezionale, se lo faccio crescere accanto a voi due diventerà
sicuramente un campione”. Giocaste insieme dal ‘72 al ‘74, cosa le insegnò De Sisti da calciatore? Innanzitutto il comportamento. Poi mi insegnò come stare in campo, anche se il primo anno, proprio perché c’erano lui e Merlo, io ero spostato sulla fascia destra. Ricordo che la prima volta che Liedholm mi convocò mi mise in stanza proprio con De Sisti, che era capitano. Per me fu emozionante. E all’esordio a Verona giocai al posto di De Sisti, lì
Merlo mi aiutò a inserirmi. E come allenatore dall’81 all’84? Bravo. Con lui alla guida abbiamo sfiorato lo scudetto nell’81/’82 e fatto ottimi campionati. Noi avevamo un rapporto diverso, perché avevamo giocato insieme. Nel 1974 “Picchio” andò alla Roma e le lasciò in eredità la maglia numero 10. Mi si addiceva di più come ruolo. Giocando con la 10 avevo più possibilità di avere la palla tra i piedi. Sostituire De Sisti in quegli
anni non era facile. La 10 era una maglia un po’ più pesantina delle altre, però ho ricambiato questa fiducia. Maggior numero di presenze in Nazionale con la 10. Nella partita d’esordio contro l’Olanda il 20 novembre del ‘74 la squadra di Cruijff vinse 3-1, ma gli occhi erano tutti puntati su di lei. Mi ricordo benissimo quella partita, contro una squadra che giocava già un tipo di calcio moderno. Faceva il fuorigioco, cosa inusuale per il calcio europeo, e il pressing. Quindici anni in viola (dal ‘72 all’87) fino al passaggio del testimone. La 10 andò sulle spalle di Baggio. Nella sua ultima partita in trasferta al San Paolo, Roby segnò su punizione il suo primo gol in viola. Mi ricordo l’episodio della punizione: Baggio era bravo a tirare punizioni e rigori, quindi gli lasciai la precedenza. Poi nel ‘90 è andato alla Juve proprio quando io rientravo come dirigente. Pensa il destino... Dal Divin Codino a Pepito, entrambi arrivati a Firenze infortunati allo stesso ginocchio... Pepito ha un po’ le caratteristiche di Roberto: è bravo nel dribbling, nelle punizioni e fa gol.
Direttore Responsabile Matteo Francini Redazione Tabloid soc.coop., Firenze (FI) Tel. 055 6585939 - redazione@ilreporter.it
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Periodico d’informazione locale. Anno VII n.48 del 2 Dicembre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A.
Fra delusioni e trionfi
IL “FILM” DEL 2013 VIOLA
G
li occhi tristi di Pepito in tribuna e quelli pieni di gioia che guardano tre volte in cielo. Due istantanee raccontano la sconfitta più amara e la vittoria più bella del 2013 che sta per finire. Il “lontano” 6 gennaio, al Franchi, la Befana per il Pescara ha i guantoni di Mattia Perin. La Fiorentina attacca a ripetizione, ma la porta della peggior difesa del campionato è stregata. Come il gennaio nero di Montella, che colleziona un punto in quattro gare ed esce ai quarti di Coppa Italia contro la Roma meno zemaniana della gestione boema. La cura è uno spregiudicato 4-33 che travolge con un poker l’Inter il 17 febbraio. Manca ancora la continuità, ma quella sera al Franchi si riaccende la luce dei riflettori sull’Europa che conta. L’avversario è il Diavolo di Allegri: nel lunch time di aprile più di 40mila spettatori a Firenze assistono a un 2-2 al veleno, in campo e sugli spalti. Nello sprint Champions i viola mettono il turbo, vincendo 6 gare su 7. Lo “scherzetto” vale l’Europa: non
Uno dei momenti indimenticabili di quest’anno è stato sicuramente il trionfo in rimonta contro la Juventus
si chiama Champions, ma Pepito c’è. Sul campo mostra guizzi di classe e segna, segna, segna come un centravanti. Sopperisce all’assenza di Gomez. E si consacra agli occhi del pubblico con la tripletta alla Juventus. Quindici anni dopo Firenze gioisce nella Partita. Giuseppe è nella leggenda. I.D.
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#Sport
Dicembre 2013 | 19
A tu per tu
Basket
QUANDO IN PALESTRA SI IMPARA L’EDUCAZIONE
ENEGAN, COLPO IN PANCHINA
Jacopo Neri è il presidente della “Bushido karate”
P
robabilmente il miglior colpo di mercato l’Enegan Basket Firenze lo ha fatto ingaggiando, dopo la settima giornata, Attilio Caja, tecnico dal curriculum prestigioso. Un allenatore d’esperienza e un personaggio del mondo cestistico internazionale, che ha firmato un contratto triennale. Pavese, classe ’61, Caja – che ha sostituito Giordani – è stato allenatore della Nazionale sperimentale, con cui nel 1997 raggiunse il secondo posto ai Giochi del Mediterraneo, ma soprattutto è stato seduto su tante panchine di Serie A come Milano, Pesaro, Roma, Napoli, Udine e Roseto. “Luca Giotti e Massimo Fruschelli hanno dimostrato tenacia nel portare avanti la trattativa per il mio arrivo. Mi hanno dimostrato grande fiducia – ha spiegato Caja – e hanno aspettato il mio ritorno dalla Francia. Le grandi città come Firenze hanno orizzonti inimmaginabili. Sarà molto importante il tempo. Nel tempo arriveremo lontano. C’è entusiasmo, adrenalina e fiducia. Mi sento di poter dare molto a livello tecnico e organizzativo. Ci sono tante cose da migliorare, un nuovo gioco, una nuova mentalità da apprendere”.
Attilio Caja durante la sua presentazione: il tecnico pavese ha recentemente preso il posto di Giordani sulla panchina dell’Enegan Basket Firenze
Simone Spadaro
Pallavolo
UN ANNO DA RICORDARE U
Il presidente Jacopo Neri alla premiazione delle cinture blu. La società è nata sei anni fa, nel 2007
Carlo Marrone
S
ei anni fa nasceva in zona Firenze sud la Bushido karate, palestra di arti marziali. Jacopo Neri è il presidente di questa giovane società. Ci racconti come è nata. Siamo una piccola società dilettantistica nata nel 2007 con l’intenzione di promuovere e realizzare iniziative dirette allo svolgimento di attività sportive, formative, culturali e ricreative nell’ambito dell’attività motoria in generale. Nello specifico ci rivolgiamo verso l’ambito del karate tradizionale, tramandato in Italia dal maestro Shirai, e delle arti marziali, considerate particolarmente idonee alla valorizzazione e allo sviluppo delle doti morali e fisiche dell’individuo. L’associazione è nata per iniziativa di Gianmarco Gioia, istruttore di karate della storica associazione fiorentina Shirai Karate Club A.S.D. diretta da Marco Cialli, laureato in Scienze Motorie, fisioterapista e agonista con una brillante carriera alle spalle. Nel progetto è stata coinvolta fin da subito l’istruttrice Francesca Ristori, atleta di alto livello (campionessa italiana Juniores Aics in carica). Fondamentale per fondare l’associazione è stato anche l’aiuto dei nostri molti sostenitori, in gran parte genitori dei piccoli allievi, e di Gianmarco, istruttore insieme a Francesca. Il consiglio direttivo è
giovane, dinamico e attento alle esigenze di chi si affaccia a questa disciplina. Il lavoro è appena cominciato e abbiamo ancora molto da fare, ma l’adesione, il sostegno dei nostri soci e i risultati ottenuti in questi anni ci incoraggiano ad andare avanti e a cercare di migliorarci! A che età un bambino può avvicinarsi al karate? Dai 5 anni non ci sono problemi, i più piccoli si allenano una sola volta alla settimana e poi, crescendo, cresce anche l’impegno che si chiede loro, 2-3 volte a settimana, e in più un po’ di preparazione atletica per chi vuol fare le gare. Quali vantaggi porta il karate ai bambini? È uno sport sano e completo, che aiuta a sviluppare la mente oltre che il corpo. Nel karate la disciplina è fondamentale e i nostri istruttori, Gianmarco e Francesca, provengono da una scuola di alta classe e sanno bene cosa è importante trasmettere ai più piccoli. Il karate è uno straordinario strumento educativo, adatto a tutti. E poi le attività
non richiedono un particolare dispendio economico, basta un karategi da pochi euro... e di questi tempi anche questo è importante. Partecipate a competizioni? Con quali risultati? Siamo iscritti all’Aics e facciamo le gare del circuito. Non partecipiamo a tutte, ma i nostri atleti spesso si distinguono. Non puntiamo all’agonismo sfrenato. Vogliamo anzi che i ragazzi decidano in autonomia se vogliono gareggiare. Sogni nel cassetto? Non abbiamo mire particolari, se non quella di fornire ai ragazzi e alle ragazze uno sport sano, corretto e anche economico. Insomma il karate non fa distinzioni, quello che conta sono la passione e lo spirito. E già questo è un ottimo insegnamento per tutti i bambini.
n 2013 da ricordare per le squadre dell’hinterland fiorentino. La pallavolo è tornata a volare, soprattutto in questa stagione, con due squadre in serie A2 femminile, San Casciano e Scandicci. Gli obiettivi sono diversi: l’Azzurra lotterà fino all’ultimo pallone per i piani alti del campionato (la rosa è all’altezza), la Savino Del Bene per la salvezza. Difficile per i “Pellicani Feroci” (i tifosi dell’Azzurra San Casciano) chiedere di più al presidente Elio Sità. Momento storico anche per Scandicci che, dopo più di trent’anni dagli scudetti con la Valdagna, torna a sognare. Perché può e sa farlo. Il ds Toccafondi e coach Botti hanno creato un gruppo di “ragazzine terribili” (molte sono sotto i vent’anni), con una grinta e una determinazione da “grandi”. In serie B1 la “cenerentola” San Michele, dopo aver sfiorato la serie A nella passata stagione, ha stentato un po’, per poi risalire la classifica. Buon inizio anche per il Valdarno Volley, che ha un solo obiettivo: la salvezza.
Per le squadre di volley dell’hinterland fiorentino il 2013 è stato un anno da ricordare: tanti i risultati raggiunti
Carlo Marrone
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20 | Dicembre 2013
#Rubriche
A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI
IL NATALE A FIRENZE
La gioia della festa più celebrata dell’anno: il tradizionale ceppo negli usi e consuetudini di ieri e di oggi
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Firenze, come in gran parte d’Europa, la sera del 24 Dicembre mentre si vegliava in attesa di recarsi alla messa di mezzanotte, era diffusa l’usanza di riunirsi intorno al camino dove ardeva un bel ceppo di albero, meglio se di quercia o di olivo. Infatti, era ritenuto che più a lungo ardeva il ceppo, più si sarebbe allungata la vita di tutti i familiari raccolti attorno al suo fuoco. Il rito prevedeva che fosse il più anziano della famiglia a scegliere il “ciocco” fra i vari pezzi di legno più grossi e stagionati, che poi benediva con il segno della croce e quindi collocava fra gli alari del focolare. Nel momento in cui il ceppo era ben infuocato, veniva battuto con gli strumenti da fuoco; le molle o la paletta di ferro, affinché sprigionasse una gran quantità di faville dalle quali venivano tratti i più vari auspici propiziatori. Anche Dante, nella sua Commedia (Paradiso, C. XVIII, vv.100-102) accenna a questa emotiva superstizione
quando scrive:
Poi, come nel percuoter de’ciocchi arsi surgono innumerabili faville, onde gli stolti sogliono augurarsi All’indomani mattina del 25 dicembre, veniva poi raccolta la cenere del ceppo bruciato a purificazione del focolare domestico (che con la sua ardente fiamma aveva eliminato tutta la negatività e le delusioni dell’anno che stava per finire), per essere cosparsa sui campi o nei giardini a protezione delle colture. I fiorentini usavano la parola “ceppo” anche quale sinonimo di regalo, probabilmente derivato dall’abitudine di donare, nel periodo antecedente il Natale, un vero e proprio ceppo di quercia o di olivo a chi ne fosse privo, o semplicemente quale omaggio augurale. I nostri antenati chiamavano “ceppo” addirittura il Natale, come pure i regali che nell’occasione venivano dona-
ti. Ma ceppo era detta anche la cassettina per la raccolta delle elemosine collocata nelle chiese, negli ospedali e presso le sedi delle Compagnie laico-religiose, consistente almeno in origine, in un pezzo di tronco svuotato, nel quale attraverso un’unica fessura, venivano inserite le monete oggetto dell’offerta. La parola “ceppo”, pur avendo più significati, era però legata dal comune denominatore di “festaregalo”, tanto da poter dire che, almeno per i più piccini, non c’era Natale senza doni, se non altro rappresentati dai particolari, affettuosi abbracci della mamma, della nonna e da quelli più solenni del babbo e del nonno. Insomma, riunirsi intorno al tavolo con la propria famiglia, alla scintillante fiamma del fuoco, con il piacere di dare o ricevere un regalo, indipendentemente dal suo valore, era ed è sempre la peculiarità che caratterizza questa festa, l’unica fra tutte che abbia conservato intatto il carattere genuino dei tempi passati. Anche ai nostri giorni un antico proverbio, sempre attuale, impone: Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi. Celebrando questa festa religiosa, la città manifestava anche il suo primitivo carattere mercantile perché, specialmente nei tempi passati, si allestivano con gusto e ricercatezza le vetrine delle botteghe, quasi una competizione fra artigiani e commercianti nell’eleganza degli articoli e nella raffinatezza delle esposizioni approntate così bene da sembrare veri e propri capolavori. Fino ai primi del Novecento, i giorni precedenti il Natale le vie e i negozi erano particolarmente animati da un andirivieni di potenziali acquirenti che, per l’occasione, forse non badavano neppure a spendere un po’ troppo, in quanto era uso dire: “Il Natale viene una volta all’anno” per cui anche l’abituale parsimonia fiorentina che faceva “spendere i soldi con i gomiti”, veniva momentaneamente accantonata.
Anche le strade erano affollate da tanta gente, perché era costume andare a far visita ad amici e parenti per scambiarsi doni ed auguri: buone feste, buon Natale, buon Ceppo, buon anno nuovo. Durante il breve periodo di festività natalizie, con la parola “ceppo” si identificava anche quel denaro dato in regalia ai garzoni delle botteghe e a tutti coloro che avevano prestato un servizio per cui s’intendeva ricompensarli elargendo le cosiddette mance, così chiamate in quanto elargite con la mano mancina, cioè con quella che sta dalla parte del cuore. Ma ceppo era anche quella piramide triangolare allungata, realizzata in legno a due, tre o quattro ripiani, ornata di pine dorate, ramoscelli d’abete, fiori di carta colorata e candeline, il precursore dell’albero di Natale, poi definitivamente sostituito con il nordico abete. La sera della vigilia, la maggior parte delle famiglie si raccoglieva intorno al canto del fuoco, per riscaldarsi alla gioiosa fiamma e fra la tremolante ed incerta luce e lo scoppiettare del ceppo in attesa della mezzanotte per scambiarsi i rituali auguri e quindi recarsi tutti insieme a messa. Un po’ prima della fatidica ora, i ragazzi venivano allontanati per poter dar modo ai genitori, parenti ed amici di sistemare sul “ceppo” il precursore dell’abete, le “sorprese” cioè i regali loro destinati. Giovan Battista Fagioli nella sua Cicalata racconta che i bambini, in ansiosa attesa di rientrare nella stanza per prendersi i doni, canticchiavano con ritmica cantilena, la seguente filastrocca:
Ave Maria del Ceppo, Angelo benedetto! L’angelo mi rispose: Ceppo mio bello Portami tante cose! Ben disposti sui piani superiori trovavano i regali desiderati insieme a dolci e frutta, mentre in quello più basso della piramide, troneggiava un piccolo presepe. Questi ceppi porta doni, o meglio portadolci, venivano fabbricati direttamente in casa unendo al vertice tre asticelle, poi divaricate e connesse ai ripiani, oppure venivano acquistati già pronti da venditori ambulanti o presso i banchi fissi sotto le logge di Mercato Nuovo al Porcellino. Qui si potevano comprare anche i personaggi di gesso, indispensabili per allestire la tradizionale “capannuccia” di origine francescana e popolare a Firenze fin dal Quattrocento. Infatti, l’abitudine di fare il presepe, che in principio era soltanto prerogativa delle chiese, si estese ben presto alle abitazioni dei nobili e dei borghesi, per divenire successivamente un simbolo visivo della Natività, presente in quasi tutte le case. I personaggi della capannuccia, spesso e volentieri erano vere
e proprie piccole opere d’arte, fatte quasi esclusivamente in terracotta dell’Impruneta, oppure in gesso da modesti artigiani, i cosiddetti figurinai della Garfagnana, che in particolare risiedevano nel paese di Coreglia in Val di Lima. Con questo candido materiale povero e fragile, i figurinai riuscivano a realizzare i vari personaggi del presepe, che andavano poi a vendere ovunque, riuscendo così a raggranellare un po’ di soldi per mettere insieme “il pranzo con la cena”. Poi, alla mezzanotte, le persone si ritrovavano nelle chiese più importanti della città: al Duomo, alla Santissima Annunziata, a San Lorenzo, a Santa Maria Novella e a Santo Spirito, ad ascoltare al suon dell’organo, la solenne messa cantata che si celebrava con sfarzo di luci e paramenti. Al Gloria i festosi rintocchi delle campane rompevano il silenzio della notte in segno d’allegrezza, mentre sugli altari veniva scoperta, o adagiata fra la paglia, la statuina del Bambino Gesù. Terminato il rito religioso, attrat-
ti dall’inconfondibile fragranza del pane fresco proveniente dai forni, molti fedeli ritornando alle proprie abitazioni si fermavano a mangiare la schiacciata con l’olio che, proprio per l’occasione, veniva sfornata “calda abbollore” a quell’insolita ora. Poi tutti a letto! E finalmente la grande festa! Il giorno di Natale, richiamati dal rito del grande pranzo, le famiglie si sedevano intorno alla tavola imbandita e consumavano in armonia e letizia l’appetitoso banchetto con, almeno quando era possibile, il tradizionale cappone lesso. Oggi il vero protagonista è il “giovane albero di Natale” ornato con multicolori oggettini di vetro, nastri d’oro e d’argento, dolcetti, piccoli doni, simbolo di questa festa, poiché è presente nelle case, nelle vetrine dei negozi, nelle vie e nelle piazze per la gioia di tutti. LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI Web artusi.net
Il Pungiglione
IN CHAT su facebook CON LA DITTA DI POMPE FUNEBRI
U
na nuova droga, più pericolosa delle altre, sta colpendo gli italiani: la dipendenza tecnologica. Uomini che non riescono a staccarsi da Facebook, donne che vanno in crisi di astinenza se non mandano almeno un tweet al giorno. Famiglie rovinate. “Amore, andiamo al cinema?”, “ho già scaricato un film da internet”. “Usciamo a fare shopping?”, “io compro tutto su Ebay!”. La dipendenza tecnologica è una droga che colpisce tutti, senza limiti di età. Ho visto un anziano di 95 anni chattare su Facebook con il suo unico amico: una ditta di pompe funebri! Ho visto bambini passare le loro giornate ricurvi sullo smartphone a fare i giochini. Un tempo la prima parola che diceva un bambino era “mamma”, oggi il bambino è progredito e di parole ne dice due: “Mamma, ricarica!”. Ci sono delle persone che riescono a parlarsi solo via sms. Una volta due persone smettevano di rivolgersi la parola se litigavano, oggi se finiscono la batteria! La dipendenza tecnologica ti proietta in un mondo dove trovi tutto. Su Facebook nascono gruppi di ogni tipo. A me hanno chiesto se volevo far parte di un gruppo di “vegetariani convinti”. Ho risposto “sì”, poi sono tornato in cucina a mangiare la bistecca! Su Facebook nascono storie d’amore, adulteri. Mia moglie prima mi controllava se la sera uscivo di casa, ora se mi vede davanti al pc mi dice: “Esci, vai alle Cascine!”. ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista
Web
andreamuzzi.it
Lettere
Dicembre 2013 | 21
Editoriale Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it IL SEMAFORO DI VIA PIO FEDI E I CICLISTI SUI MARCIAPIEDI
Gentile Redazione, risiedo in via Pio Fedi - angolo via Canova - dove il transito è regolato da un semaforo. A proposito del quale riterrei utile, se possibile, che fosse autorizzata con freccia verde, la svolta a destra in via Pio Fedi, ai mezzi che sono fermi in attesa del verde in via Canova, diretti verso il ponte all’Indiano. Non solo per sveltire il traffico ma anche per diminuire l’inquinamento atmosferico locale. Mi sembrerebbe opportuno, inoltre, sempre se possibile, che il transito con il verde, ora in vigore contemporaneamente, per i pedoni che attraversano via Canova ed i mezzi che svoltano a sinistra nella medesima strada da via Pio Fedi e interagiscono obbligatoriamente con i predetti pedoni, sia eseguito in tempi diversi eliminando la contemporaneità. Per garantire più sicurezza ai pedoni ed in particolare a quelli più anziani. Ricordo che il semaforo in questione fu installato tanti anni fa dopo il verificarsi di ricorrenti incidenti anche mortali. Purtroppo anche con il semaforo attivo, si sono verificati scontri gravi gli ultimi due dei quali in data 11/03/2012 e 9/11/2013. Altro inconveniente non trascurabile, al fine della sicurezza stradale, mi sembra essere costituito dai sempre più numerosi ciclisti che circolano impassibili ed indisturbati sui marciapiedi cittadini, mettendo a rischio l’incolumità degli innocenti pedoni ma anche la propria quando rasentano i cancelli dei condominii dai quali possono fuoriuscire mezzi di trasporto. Sembrerebbe allo scrivente, in ultimo, anche necessario che il transito di cicli e pedoni, ora autorizzato in contemporaneità lungo lo stesso percorso dei giardini pubblici che costeggiano il fiume Arno parallelamente a via dell’Argin Grosso, fosse riservato esclusivamente ai pedoni, per le stesse finalità per le quali attualmente vige nei giardini pubblici di Villa Vogel. Ringrazio per l’attenzione, resto in attesa di un possibile e cortese cenno di risposta e porgo i miei cordiali saluti. Ivo Bagni
VIA VITTORIO EMANUELE, “PERICOLOSO ATTRAVERSARE LA STRADA DAVANTI ALLA SCUOLA”
Vorrei sottoporre alla Vostra attenzione la situazione di criticità per l’accesso alla nostra scuola: Istituto San Francesco, via Vittorio Emanuele 100. Ogni mattina attraversare le strisce pedonali all’altezza del cancello della scuola è un pericolo, visto come sfrecciano
le auto nel tratto di Via Vittorio Emanuele. Non c’è nessun presidio di Vigili né tantomeno rallentatori o cartelli di attenzione che indichino la presenza di una scuola (nido, infanzia e elementari). E’ possibile fare qualcosa??? Un vigile dalle 8:00 alle 8:30 che presidi le strisce pedonali? Chi dobbiamo sensibilizzare per questo problema? Già sono accaduti incidenti, ma come si dice in Italia: “finché non c’è il morto........”!!! E vogliamo che a morire siano dei bambini??????? Vi chiedo di aiutarci per evidenziare il problema e cercare una soluzione. Grazie per l’attenzione, Antonella Zanchi mamma di una bambina della San Francesco E noi la aiutiamo volentieri: pubblichiamo la sua lettera in modo da dare visibilità alla questione da lei evidenziata, così che chi di dovere possa affrontarla per trovare una soluzione. MF
VIA TADDEO ALDEROTTI, “PRESTO UNA RACCOLTA FIRME PER LA VIABILITÀ”
Gentile redazione, questa è la seconda volta che vi scrivo perché la gente ha letto la mia lettera da voi pubblicata........ Fermandomi per la strada mi hanno detto “hai fatto bene. Bravo Salvatore questa prima era una strada sicura perché era piena di negozi, si potevano far uscire i nostri figli sotto casa senza paura”. Ora invece sta diventando piano piano una strada con pochissime attività commerciali. Sappiamo bene che una strada senza negozi automaticamente diventa pericolosa. È per questo che vi chiedo di far sapere a tutti i lettori di Reporter che faremo al più presto per il bene del quartiere una raccolta firme dove si chiederà di rivedere la viabilità della nostra amatissima e mi permetto invidiatissima via Taddeo Alderotti. Caro Direttore, vorrei che questo arrivasse a chi di competenza...... perché aiutando i commercianti a non buttare giù i bandoni si renderebbero le nostre vie più belle e sicure. Grazie, Salvatore
PARCHEGGI E MULTE IN ZONA STADIO
Buonasera, vorrei far constatare come i residenti dello Stadio subiscano (anche più volte a settimana) i disagi del-
le manifestazioni fiorentine (sportive e non: partite e concerti, quest’anno anche il ciclismo). Purtroppo ho la (s)fortuna di abitare nel viale dei Mille, nel tratto interessato dal blocco del traffico. Ieri sera (serata di Fiorentina-Napoli) ho tentato di spostare la mia autovettura dal Viale dei Mille (interessato dalla pulizia strade) ma senza successo. Per fortuna ho ritrovato il posticino che avevo appena lasciato sul Viale e lì ho dovuto riparcheggiare, mio malgrado. Per scrupolo (inutile, col senno del poi) ho intervistato uno dei vigili all’incrocio con via Marconi sulla “ragionevolezza” della pattuglia per le multe ai residenti. Mi ha tranquillizzato sull’uso del “buon senso” da parte delle pattuglie nelle sere delle partite nonostante la permanenza del divieto per la pulizia notturna, avvisandomi comunque del rischio multa. Stamani la multa l’ho trovata, è legittima e la pagherò. Nulla quaestio. Permettetemi solo qualche osservazione: 1) tutto il Viale dei Mille è quotidianamente occupato da macchine in doppia fila che spesso bloccano le auto nei parcheggi a lisca ed intralciano il traffico. Multe? Zero; 2) i parcheggi per i residenti sono occupati da non residenti e quelli liberi sono occupati senza ticket. Multe? Zero; 3) negli ultimi mesi ho notato che in pochi ci siamo preoccupati di rimuovere l’auto dal viale (dei Mille) per la pulizia strade anche in giorni tranquilli (senza partite o altro). Multe? Quasi mai (un paio di volte al massimo). Non mi resta che complimentarmi per la linea seguita. Del resto Firenze è in Italia: le regole si applicano a piacimento e il “buon senso” è un concetto poco conosciuto. Buon lavoro a tutti, Serena Baldi... da viale dei Mille
GATTO SMARRITO A CAMPO DI MARTE
I primi di luglio si è smarrito in via Michele Amari, zona Campo di Marte, un gatto maschio di due anni, castrato, pelo corto, colore arancione chiaro. Al momento della scomparsa aveva il collarino ma potrebbe averlo perso. Non conosce il territorio e potrebbe essersi allontanato anche molto. Carattere molto timido. Ricompensa al ritrovamento anche nel caso in cui chi l’ha trovato volesse tenerlo. Chi ha notizie può chiamare il numero 320.2617719.
IL FUTURO DEL CIMITERO DELLA MISERICORDIA
IL REPORTER RISPONDE
Cari amici, avrei voluto scrivervi fino dal momento in cui è apparso il primo articolo sui cimiteri di Firenze. Decenni fa, quando il cimitero della Misericordia era considerato ancora un cimitero e veniva aperto al pubblico il 2 novembre, vi andammo, mio padre ed io, a cercare la tomba dell’abate Giambattista Giuliani, e la trovammo, anzi la trovammo addirittura con il suo busto. Naturalmente mio padre fotografò tutto. L’abate Giuliani era uno studioso di Dante, c’è anche una Divina Commedia commentata da lui, ma fu definito “Il dantista dimenticato”: dimenticato da vivo ed ora anche da morto! So molte cose che lo riguardano, perché era molto amico del mio bisnonno, Cammillo Vitelli. Sarebbe bello che il cimitero venisse trasformato in giardino: sarebbe una maniera di far rivivere coloro che sono stati seppelliti lì. Un saluto cordiale da chi vi legge sempre con piacere,
Cara Augusta, sono diversi, in effetti, i luoghi “nascosti” di Firenze che conservano storie. E uno di questi è proprio l’ex cimitero della Misericordia, attualmente in cerca di un futuro. Più volte, nei mesi scorsi, abbiamo affrontato la questione sul nostro giornale, parlando di questo spazio, cui ai più capita forse di passare davanti senza farci nemmeno caso, e della sua possibile riqualificazione. Si tratterebbe di riaprire un’area per cui, in passato, erano state avanzate diverse ipotesi, di restituire alla città un altro posto “dimenticato”. Fra le idee per il suo futuro c’era anche quella di trasformare l’ex cimitero in un “giardino della memoria”: idea gradita a molti, in attesa che magari possa diventare realtà. Ma sono anche tanti altri, come detto, i luoghi cittadini che, per le vicissitudini più varie, hanno visto un giorno chiudere le loro porte: alcuni ultimamente sono stati riscoperti, magari in vesti diverse da quelle in cui erano nati, altri sono invece ancora in attesa. Luoghi che sicuramente meriterebbero di tornare a nuova vita, per incrementare ulteriormente il patrimonio
Augusta Ficalbi
dalla prima Perché, se da una parte abbiamo voluto riassumere in ventuno lettere fatti e luoghi protagonisti di questi dodici mesi, in un insolito “alfabeto” che, dalla A alla Z, ripercorre quello che è stato fatto e quello che ancora resta da fare, dall’altra ci siamo voluti invece concentrare sugli “altri” gesti, più o meno eclatanti, e sugli “altri” personaggi, più o meno conosciuti, che a modo loro hanno contribuito a caratterizzare il 2013 ormai ai titoli di coda. Così, abbiamo messo insieme un po’ di storie, eventi e volti, un po’ di vicende che magari non sono riuscite a conquistarsi la visibilità che avrebbero meritato e un po’ di esempi di come, con il proprio impegno, piccolo o grande, nei più svariati settori, sia stato possibile per molte persone mettere la propria firma sulla storia dell’anno che sta volgendo al termine. Senza la pretesa di essere stati esaustivi, ma con la volontà di portare alla luce alcuni esempi di chi è riuscito con il proprio lavoro, le proprie “imprese” o semplicemente con tanta buona volontà, a lasciare un segno in questo 2013 fiorentino. Esempi di chi si è impegnato per dare una mano alla città e ai suoi abitanti. Ed è proprio da qua, da questi gesti, che può essere utile ripartire in vista del nuovo anno. Gesti da seguire e da cui prendere spunto, nel nome di un futuro migliore per Firenze. Guardare indietro per andare avanti, insomma. Intanto, però, prima di tuffarsi nel 2014, l’augurio è quello di riuscire a “sfruttare” le festività ormai alle porte per tirare il fiato. Per fermarsi un attimo e ripartire poi ricaricati nel nuovo anno. Quando tanti altri fiorentini potranno lasciare il segno. Questa, almeno, è la speranza: ma si sa, se c’è un periodo giusto per lasciarsi andare a sogni e buoni propositi, è proprio questo. E allora buone feste a tutti. MATTEO FRANCINI
di bellezze e storia che Firenze può già ampiamente vantare. Luoghi magari legati a particolari ricordi per chi ha più primavere sulle spalle, e che invece potrebbero rappresentare belle scoperte per i più giovani. Insomma, i tesori custoditi dalla nostra città non sono soltanto quelli ammirati e fotografati ogni giorno da migliaia di turisti. Ce ne sono anche altri più nascosti, che sarebbe un peccato dimenticare. Per questo la ringraziamo per la sua testimonianza e invitiamo tutti i nostri lettori a raccontarci quali sono i luoghi che vorrebbero veder rivivere. Perché Firenze possa conservare, più intatto possibile, tutto il suo passato. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it
22 | Dicembre 2013
#Salute
Il punto
Violenze
diabete, numeri in crescita: “codice rosa”, in tanti non sanno di averlo oltre 2.200 casi Si stima che a Firenze le persone colpite siano più di trentamila Benedetta Strappi
L
a notizia non è delle migliori: secondo l’associazione Diabete Italia, a Firenze 31.150 persone hanno il diabete e circa 9.100 non lo sanno. In provincia i casi di diabete sarebbero fino a 85mila. Si tratta di dati ottenuti dall’associazione proiettando sull’area fiorentina le percentuali stimate per la Toscana: stando a questa lettura, solo due terzi, forse metà, dei casi di diabete sono diagnosticati. Il loro numero è in crescita a causa della sedentarietà, dell’obesità, della cattiva alimentazione e forse dell’inquinamento, così come per
Web
diabeteitalia.it
l’aumento del numero di persone anziane nella popolazione toscana. Per il diabete di tipo 2 si parla addirittura di “diabesità”, termine che lascia intendere l’associazione fra l’obesità e questa malattia: “Se ben gestito, il diabete può incidere in modo limitato nella vita di una persona e sui costi del sistema sanitario – spiega Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia – ma la persona con diabete deve avere accesso all’educazione, ai farmaci, ai presidi e alle cure specialistiche del caso. Se queste risorse mancano, è più facile che sviluppi seri problemi al cuore, al
cervello, ai reni, agli occhi e ai piedi, con conseguenze che hanno un impatto devastante sulla sua vita, sulla sua famiglia e sulla collettività, nonché ovviamente sui costi della sanità”. In Toscana le persone diagnosticate con diabete sono 220mila ma – nota l’associazione – considerando che soprattutto fra i 40 e i 65 anni molte persone non controllano la glicemia, è probabile che il loro numero reale sia superiore di un terzo. La percentuale di persone con diabete ha avuto un forte incremento: dal 3,7% del 2000 al 6% attuale, con un aumento del 2,3% pari a una media di circa 7.600 casi in più all’anno. Toscana e Umbria hanno la percentuale più alta del Centro e Nord Italia, e questo potrebbe essere in parte dovuto a un’intensa attività di screening. “Mentre i casi di diabete aumentano, 800mila in più negli ultimi dieci anni in Italia, le risorse, già insufficienti, diminuiscono. Questo pone le basi di un’emergenza sanitaria ed economica”, aggiunge Caputo. Un’emergenza che tocca da vicino anche i giovani: in Toscana mediamente si registrano – ogni anno – 90 nuovi casi di diabete di tipo 1 in età pediatrica. “Per una famiglia la diagnosi di diabete ha l’effetto di un macigno che crolla addosso. È normale che all’inizio ci si senta inesorabilmente perduti: i sensi di colpa, la paura delle complicanze, l’ansia dell’ipoglicemia, la giornata vissuta solo in funzione del diabete – dice Sonia Toni, responsabile del centro regionale di diabetologia pediatrica del Meyer – il messaggio che mai ci stancheremo di lanciare è che con il diabete si può vivere bene, basta conoscerlo e imparare a gestirlo”.
Giulia Righi
P
er 2.259 volte, nei primi nove mesi del 2013 (da gennaio a settembre), altrettante persone hanno bussato alle porte dei pronto soccorso di dieci Asl toscane per chiedere aiuto dopo violenze e maltrattamenti. Sono dati forti, che raccontano del successo di un percorso di accoglienza nato a Grosseto nel 2010 e adesso in fase di espansione in tutte le Asl toscane. Il “codice rosa”, questo il nome del progetto, parte da una stanza dedicata all’interno del pronto soccorso, alla quale accedono tutti gli specialisti che dovranno visitare la/il paziente. E si fa forte di un lavoro di squadra che vede la collaborazione di infermieri, ostetriche, medici, assistenti sociali, psicologi, magistrati e ufficiali di polizia giudiziaria. Questa task force interistituzionale lavora per tutelare le fasce della popolazione più esposte a episodi di abusi e violenze: donne soprattutto, ma anche minori, anziani, disabili, omosessuali e immigrati. Dal prossimo 1° gennaio entreranno in questo progetto anche altre sei aziende sanitarie, e in questo modo il servizio sarà attivo in tutta la regione. Con l’ingresso di Massa Carrara, Pistoia, Firenze, Siena e delle aziende ospedaliero-universitarie pisana e senese, il territorio sarà interamente coperto: “Nelle aziende in cui viene applicato, il codice rosa sta dando buoni risultati – spiega l’assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni – contribuendo a far emergere casi di violenza che altrimenti resterebbero sommersi, a tutelare le vittime e a perseguire i responsabili. Per questo abbiamo deciso di estenderlo a tutta la regione. La sua forza è il lavoro di squadra: mettere in rete tante competenze diverse, medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, magistratura, forze dell’ordine, associazioni e centri antiviolenza per fare un’azione coordinata a sostegno delle fasce deboli, e nello stesso tempo perseguire gli autori dei reati”. A Firenze il codice rosa era già in funzione da gennaio scorso a Careggi (897 accessi nei primi nove mesi del 2013) e al Meyer (27 accessi). Dei 2.259 casi globalmente trattati in questo periodo (2.006 adulti e 253 minori), 2.139 sono stati maltrattamenti, 108 abusi e dodici maltrattamenti in seguito a stalking.
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24 | Ottobre 2013
Il Reporter per il sociale
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