Il Reporter Q1 - Marzo 2014

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Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.11 del 3 Marzo 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A.

Marzo 2014

Anno VIII Ed. 11

Firenze Quartiere 1

Centro Storico Porta Romana San Jacopino

Il Reporter è distribuito da

 Primo piano

✎ Editoriale

le piazze fra progetti e novità

giovanna e gli altri, le storie nascoste dietro ai numeri Matteo Francini

M

ai come in questo momento, forse, le vicende fiorentine si sono intrecciate con quelle nazionali e viceversa. La partenza per Roma di Matteo Renzi ha mescolato le carte in tavola in vista delle sempre più vicine elezioni amministrative. Elezioni che porteranno alla scelta del nuovo sindaco della città del giglio, che siederà sulla poltrona più alta di Palazzo Vecchio in un momento non certo facile.

Un volto diverso per Ciompi, Indipendenza e Annigoni: quali sono i cambiamenti in vista ☛ pagina 2

 Fiorentina

coppa italia, sfida per due

B

ig e baby viola, una coppa (Italia) per due. I ragazzi di Montella e quelli di Semplici volano in finale: la Primavera ha eliminato la Juventus, i “grandi” hanno fatto fuori l’Udinese.

☛ SEgUE a pagina 18

Il ritorno di Serra Yilmaz: “Vi racconto la mia Firenze” ☛ pagina 16

☛ SEgUE a pagina 21

viaggio nella città che (non) lavora Gianni Carpini - Elisabetta Pini

Q

ualcosa si muove. Sul fronte del lavoro, in Toscana sembrano intravedersi alcuni segnali di ripresa. Secondo l’ultimo rapporto di Ires, per la prima volta dopo quattordici trimestri si è ad esempio verificata una crescita occupazionale nel manifatturiero. “Ma è presto per parlare di ripresa”, sottolineano dalla Cgil. I dati, infatti, evidenziano una situazione ancora critica: l’anno scorso ha fatto segnare il record negativo per quanto riguarda le ore di cassa integrazione, e il tasso di disoccupazione resta elevato.

☛ SEgUE aLLE paginE 8-9

qua san jacopino, cosa resta da fare ☛ pagina 4

san lorenzo, il futuro sotto i riflettori Dopo il trasferimento di alcuni banchi, ora si cerca un punto d’incontro per il rione.

☛ pagina 3

i musei tra cantieri e gioielli dimenticati A spasso fra i capolavori “nascosti”, mentre proseguono i lavori per Uffizi e Archeologico.

☛ paginE 10-11

le cascine diventano “capitale” della bici ☛ pagina 15


2 | Marzo 2014

Quartiere 1

#Primo piano

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

 Piazze/1

ANNIGONI, SI CAMBIA: UN NUOVO VOLTO PER IL GRANDE QUADRATO DI CEMENTO  Piazze/2

CIOMPI, SI AVVICINA LA “RIVOLUZIONE”

È

sempre più vicino il restyling di piazza dei Ciompi. I commercianti, lo scorso agosto, hanno presentato un project financing al Comune per la risistemazione della piazza, con nuove strutture di vendita in acciaio e cristallo. Tutto a loro spese e in cambio altri venti anni di concessione degli spazi. Dopo vari contatti con il Comune dovrebbe ora essere vicina l’apertura della procedura, che dovrebbe poi durare sessanta giorni. Compito dell’amministrazione è invece il restauro della Loggia del Pesce, oltre alla nuova pavimentazione e ai nuovi arredi della piazza, che sarà in pietra serena. S.C.

Sara Camaiora

Q

uartiere di Sant’Ambrogio, piazza Annigoni. Un enorme quadrato di cemento su cui molto si è discusso e che in un futuro non troppo lontano potrebbe avere un volto diverso. Intanto ha avuto il via libera del consiglio comunale l’adozione della variante urbanistica per la riqualificazione dell’ingresso della Facoltà di Architettura. Il progetto si basa sulla proposta vincitrice del concorso di progettazione internazionale bandito nel 2005, e prevede la costruzione di un nuovo edificio in sostituzione di quelli a suo tempo demoliti a fianco del complesso di Santa Verdiana. Il nuovo stabile, da cui appunto si accederà ad Architettura, accoglierà varie funzioni quali libreria universitaria, uffici e servizi connessi all’attività didattica e di ricerca, spazi di relazione ed espositivi, punto di ristoro e attività connesse. “Si tratta di un progetto molto importante per la città – ha spiegato l’assessore alle Politiche del territorio Elisabetta Meucci – sia perché porta finalmente a realizzare il progetto vincitore di un importante concorso, sia perché riqualifica un’area a cui l’amministrazione comunale tiene in modo particolare e sulla quale sta investendo”. Nel frattempo la piazza ospiterà tempo-

raneamente anche i banchi del mercato antiquario di piazza dei Ciompi, in attesa che sia portata a termine la riqualificazione di quell’area. Ciò che invece in molti auspicano è una diminuzione del caos determinato dalle auto posteggiate al centro della piazza. Capitava non di rado, infatti, che molte vetture, specialmente nel fine settimana, essendo la piazza non distante da uno dei punti di ritrovo più frequentati della città, ovvero Sant’Ambrogio, venissero lasciate in modo improvvisato all’interno del perimetro, senza utilizzare il parcheggio sotterraneo. Il tutto nonostante la piazza sia pedonale e chiusa da catene, che però, in questi casi, sembrano venire aperte senza troppi problemi. Per arginare la “sosta selvaggia” sono state collocate alcune strutture di cemento armato, i cosiddetti “panettoni”, che dovrebbero servire da dissuasori per chi scambiava la piazza per un posteggio. Problema risolto? Secondo qualcuno, non del tutto. “Non come prima, ma spesso nel fine settimana vediamo macchine lasciate qui in piazza, a volte anche quando il parcheggio sotterraneo non è ancora pieno”, fanno presente alcuni commercianti. “Purtroppo c’è chi aggira i ‘panettoni’ entrando dall’altra parte”, conferma qualche residente.

Piazza Annigoni: in un futuro non troppo lontano l’area potrebbe avere un volto diverso

Era stata lanciata una sottoscrizione: la risposta dei cittadini ha superato ogni più rosea aspettativa

 Piazze/3

INDIPENDENZA, GIÙ LE AUTO U

n parcheggio da 138 posti auto, su tre livelli, alcuni per residenti e altri per la sosta a rotazione, completamente interrato e “a scomparsa”, consentendo di lasciare la macchina e poi di riprenderla in maniera completamente automatizzata. È quanto potrebbe ospitare in futuro piazza Indipendenza, secondo la proposta di project financing presentata al Comune da un gruppo di privati, la prima di questo genere a Firenze e tra le prime in Italia. Il progetto prevede un parcheggio interrato automatizzato che funziona con una tecnologia già collaudata: il conducente sistema l’auto su un’apposita pedana, prende la tesserina come in un normale parcheggio, esce dall’area e la macchina “scompare” nel sottosuolo. Per ritirarla basta poi inserire la tessera e attendere la sua “ricomparsa”. Quando insomma l’idea di un parcheggio sotterraneo sembrava tramontata, eccola tornare in auge. Ma intanto, a detta dei residenti, la piazza presenta anche altre problematiche. Al Quartiere 1 continuano infatti ad arrivare segnalazioni da parte dei cittadini, che si lamentano per degrado, sporcizia e troppo traffico. “Con la bella stagione temiamo che il caos nella piazza aumenti, per questo vorremmo organizzare qualcosa per rivitalizzarla e valorizzarla: stiamo lavorando per uno spazio libri o dedicato a piccole proiezioni cinematografiche, iniziative che la rendano fruibile e vivibile – spiega Ornella Grassi, presidente della commissione Cultura del Q1 – poi c’è un’altra questione importante, il traffico e la ztl poco rispettata. Ci sarebbe bisogno di più controlli”. S.C.

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Quartiere 1

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

#Primo piano

Marzo 2014 | 3

 Focus

 Tradizione

san lorenzo, luci accese sul futuro del rione

83

banchi spostati a gennaio

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Spostati alcuni banchi, si cerca un punto d’incontro Sara Camaiora

I

l futuro di San Lorenzo resta sotto i riflettori. Sul suo assetto incombono le esigenze di chi qua lavora da una vita, i bancarellai, ma anche di chi possiede negozi o ristoranti, dei residenti e dell’amministrazione. Una questione complessa, che vede contrapposte posizioni diverse, per cui la sfida è trovare un punto d’incontro. Il primo cambiamento “epocale”, intanto, è avvenuto: i banchi di fronte alla basilica ora non ci sono più. I primi a trasferirsi sono stati i banchi davanti alla facciata. Il 24 gennaio è toccato a quelli ubicati fra piazza San Lorenzo, canto de’ Nelli e piazza Madonna degli Aldobrandini, in occasione dei lavori di ripavimentazione dell’area. Sulla nuova destinazione, tra piazza del Mercato Centrale, via Panicale e via Sant’Antonino, non è mancata la discussione. “Non pretendiamo di tornare dove eravamo, ma almeno di avere una piazza riqualificata, di organizzare una disposizione migliore – spiega un commerciante – siamo aperti al dialogo,

puntiamo a una trattativa ma le cose devono cambiare, sennò arriviamo all’autodistruzione”. “La mia battaglia è tornare dov’ero: discutiamo su come fare i banchi, più piccoli, meno impattanti, va bene, ma qui moriamo, siamo recintati nel nulla”, sostiene un altro bancarellaio. Che la situazione sia piuttosto complessa lo sostengono anche i residenti, come Paola Besutti, dell’associazione Insieme per San Lorenzo: “Sicuramente mancano infrastrutture e l’area va adeguata, lavoreremo tutti in questa direzione: di certo noi avalliamo l’operazione portata avanti dal Comune, sgomberare la piazza è stato un intervento coraggioso che speriamo possa dare il via a una riqualificazione complessiva della zona”. Quanto all’amministrazione, dopo alcuni incontri sono arrivate aperture sulla questione più sentita, ovvero sulla possibilità di spostare alcuni banchi, previo accordo sul tipo di merce venduta, lungo canto de’ Nelli, altri sul lungarno degli Archibusieri, altri

I lavori di ripavimentazione della zona hanno portato allo spostamento di alcuni banchi di San Lorenzo. Sul futuro assetto del rione si continua a discutere

banchi spostati in estate da davanti alla basilica (oltre a un chiosco)

una storia che va avanti da secoli

M

aestosa, in ferro, vetro e ghisa, la struttura di piazza San Lorenzo ospita il mercato storico più celebre della città. Costruita ai tempi di Firenze capitale, al suo interno lavorano commercianti che, da generazioni, offrono prodotti freschi, tradizionali e di qualità. Sono invece passati secoli, almeno sei, da quando i primi banchi hanno iniziato a lavorare nel rione, anche se però si è arrivati a un mercato esterno strutturato probabilmente da non oltre tre secoli. Le bancarelle, in un primo momento, occupavano proprio il sagrato della basilica, poi si sono progressivamente estese fino a posizionarsi nelle vie circostanti.

 L’inaugurazione

e “all’interno” prende vita il primo piano ancora in piazza Madonna degli Aldobrandini. Quest’ultima, tra l’altro, sarà presto pedonalizzata e liberata dal parcheggio di auto e motorini. “Auspico che finalmente si arrivi a un accordo fra tutte le parti, che voglia dire garantire le attività economiche ma anche approdare a una riqualificazione del quartiere, di concerto con chi qua vive, lavora e, perché no, anche con chi qua prega”, spiega la consigliera comunale del Pd Cecilia Pezza, che ha seguito in prima persona la vicenda partecipando agli incontri tra ambulanti, Comune e associazioni di categoria.

N

ovità in vista anche “dall’interno”, ovvero per il mercato centrale di piazza San Lorenzo. È imminente l’inaugurazione del primo piano della struttura, dove saranno ospitate dieci botteghe selezionate tra le più autorevoli firme del settore gastronomico, toscano e non, nonché una libreria, una banca, una scuola di cucina, una casa viola e un museo della birra. Il primo bullone è stato simbolicamente avvitato dall’assessore alle attività produttive Sara Biagiotti lo scorso dicembre, assieme al presidente di Mercato Centrale Firenze srl Umberto Montano e Claudio Cardini e Aldo Settembrini di Ecv Group. “Un ulteriore passo per rilanciare e promuovere questo mercato, che va di pari passo con l’operazione di riordino della piazza e che rappresenta un contributo importante per rivitalizzare l’intero quartiere – aveva sottolineato Biagiotti – il piano restituito alla città diventerà riferimento per iniziative culturali, dell’artigianato e del tempo libero, con una particolare attenzione ai giovani”.

A dicembre era stato avvitato simbolicamente il primo bullone del “nuovo” primo piano del mercato centrale

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4 | Marzo 2014

Quartiere 1

#Zoom

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

 Il punto

 Le celebrazioni

SAN JACOPINO, LE RICHIESTE UN ANNO DOPO LA RINASCITA

misericordia, 770 candeline

Per i cittadini restano ancora alcune questioni da risolvere Sara Camaiora

A

uto parcheggiate in mezzo alla strada e la rotonda che si intasa, la stretta via Cassia trafficata e pericolosa, rifiuti in bella mostra nonostante le postazioni interrate: problemi vecchi in una piazza nuova, ovvero San Jacopino, riqualificata e “inaugurata” ormai da quasi un anno. Sono quelli segnalati da alcuni residenti, secondo cui, dopo il termine dei lavori e la risistemazione dell’area, mancano ancora risposte ad alcune questioni. Un esempio, viene fatto pre-

sente, è la richiesta di svolta a destra e a sinistra da via Ponte all’Asse a via Tozzetti e a destra in viale Redi, o la piccola ma eccessivamente trafficata via Cassia, per la quale è stato chiesto il limite di velocità di 30 chilometri orari. Un altro problema – viene segnalato – è costituito dai dissuasori di marmo sistemati per evitare il parcheggio dei mezzi: uno è stato divelto, un altro buttato giù. I residenti hanno evidenziato la questione, chiedendone la sostituzione con altri di materiale più resistente. C’è poi la “sosta

La “nuova” piazza San Jacopino fu inaugurata il 6 aprile 2013: ora i cittadini segnalano le questioni ancora da risolvere

selvaggia”, dovuta alle macchine parcheggiate troppo in mezzo alla strada, che a volte – viene spiegato – bloccano il traffico e intasano la rotonda. Sempre legato a incuria e maleducazione è un altro disagio indicato come frequente, ovvero i rifiuti lasciati fuori dai cassonetti interrati. Di tutte queste situazioni si trova testimonianza sul blog “Nonsolosanjacopino.blogpsot.it”, la voce web del rione, con tanto di fotografie pubblicate a corredo. E qualcuno denuncia anche un altro tipo di problematiche, di ordine pubblico. È stata infatti consegnata al prefetto Luigi Varratta e al questore Raffaele Micillo una petizione, con oltre seicento sottoscrizioni, per chiedere più sicurezza in piazza San Jacopino, maggiori controlli da parte di forze dell’ordine e polizia municipale, in particolare nelle ore notturne, e l’installazione di telecamere di sicurezza. Il coordinamento dell’iniziativa è stato del comitato “Firenze più sicura”, attivo in tutta la città, specialmente nelle zone dove residenti e commercianti segnalano disagi di questo tipo. “Chi vive e chi lavora qui lamenta un aumento esponenziale della criminalità, ovvero di furti, atti vandalici, soprattutto a danno delle automobili, ed episodi di spaccio – spiega Giovandomenico Guadagno, portavoce di “Firenze più sicura” – stiamo parlando di una piazza che è ubicata nel quartiere 1 ma che non si sente tutelata, valutata e protetta come il resto del centro storico. Mancano sufficienti controlli – conclude – la polizia municipale dovrebbe essere più presente”.

Maurizio Belli

L’Arciconfraternita della Misericordia fu fondata nel lontano 1244

U

na lunga storia di solidarietà in salsa “fiorentina”. In questo 2014 la Misericordia di Firenze compie 770 anni: era infatti il lontano 1244 quando venne fondata l’Arciconfraternita, con lo scopo iniziale di soccorrere i malati e seppellire i morti in povertà. Sette secoli e mezzo di storia fatta di carità e di un rapporto stretto con la città e il suo centro storico, cementato da piccoli e grandi eventi, dalla peste del 1325 all’alluvione del 1966, in cui i suoi volontari hanno fornito assistenza e aiuto alla popolazione fiorentina. Oggi la Misericordia di Firenze è una realtà affermata, che fornisce decine e decine di servizi ogni giorno. Per celebrare il compleanno della “madre di tutte le Misericordie d’Italia” (quella di Firenze è infatti la prima in ordine di tempo), è in programma una lunga serie di iniziative, partite ufficialmente il 20 gennaio scorso (giorno del patrono, San Sebastiano) con la Messa solenne, per arrivare alla settimana compresa tra il 20 maggio e il 1° giugno prossimi, nel corso della quale si svolgeranno le iniziative più significative, come la cerimonia in Palazzo Vecchio e la mostra alla Galleria delle Carrozze. Ma qual è, oggi, lo stato di salute della Misericordia fiorentina? Quali sono le sfide e le difficoltà cui deve far fronte? Abbiamo incontrato il Provveditore, Andrea Ceccherini, per fare un bilancio. “Questo anniversario – spiega – rappresenta un grande traguardo, che ci ricorda ancora una volta quanto il rapporto tra Misericordia e città di Firenze sia forte e strutturato. Ci sembrava giusto celebrarlo e ricordarlo a dovere”. Una realtà che, in un contesto generale di calo del volontariato, sembra invece continuare ad attrarre nuove forze: “Devo dire che, dopo qualche anno di calo – conferma Ceccherini – il numero dei volontari è tornato costante. C’è un’ottima risposta alla nostra richiesta di aiuto. Ci aggiriamo sui cento nuovi volontari all’anno, di tutte le età: è un ottimo segnale di speranza”. Tanti volontari, ma anche tanta richiesta da parte della popolazione, e in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo la Misericordia è subissata di richieste di servizi: “È vero – conclude Ceccherini – negli ultimi tempi le richieste di interventi sono in aumento: è triste, ma pur con tutto l’impegno non riusciamo a soddisfarle tutte. Quello che posso garantire è che facciamo del nostro meglio”. Da 770 anni.

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Giovedì 20 Marzo 2014

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Solidarietà

EMMA, MENGONI E TANTI ALTRI ARTISTI, CON PenSieroPositivo PER LA RICERCA ANTI HIV Prosegue con successo la raccolta fondi del progetto PenSieroPositivo, promossa dal Presidente della Commissione Servizi Educativi Niccolò Torrini, con la collaborazione di MTV Italia e Paolo Minunno, presidente di Crisco Club, e la partecipazione di artisti del calibro di Emma Marrone, Marco Mengoni, Arisa, Noemi, i Modà, Roberto Vecchioni, Max Pezzali, Emis Killa, James Morrison, Stefano Bollani, Irene Grandi e tanti altri. Il progetto raccoglie fondi da destinare all’Unità Malattie Infettive dell’Ospedale di Careggi, diretta dal Prof. Bartoloni, per la lotta all’HIV. In particolare i progetti di ricerca verteranno sulla lotta alle resistenze ai farmaci anti HIV, ed alle cosiddette co-morbidità, le patologie correlate all’infezione da HIV che, nel territorio del Quartiere 1, presenta un tasso di diffusione tre volte superiore alla media nazionale. Gli artisti aderenti hanno contribuito firmando dei piatti di terracotta, il cui ricavato andrà a sostenere i progetti di ricerca. L’iniziativa si è avvalsa anche della pubblicazione di un calendario con le bellissime foto di Drusilla Foer, il mitico personaggio di “Magnifica Presenza” di Ozpetec e dei salotti televisivi della Dandini, e ha potuto contare anche su diverse raccolte fondi in occasione dello scorso 1 dicembre. Chiunque volesse acquistare uno dei piatti firmati dagli artisti o una delle ultime copie del calendario (o comunque contribuire con la propria offerta al progetto) può scrivere a paolopenelope@gmail.com o a niccolo.torrini@comune.fi.it

Giovani

‘LE PAROLE DELL’ANIMA’ , IL 20 MARZO IN PALAZZO VECCHIO LA PREMIAZIONE Anche quest’anno in tanti avete partecipato alla nuova edizione del Concorso di Poesia e Prosa per le scuole “Le parole dell’anima”. I vostri testi, in poesia e prosa, la freschezza delle vostre parole, dei messaggi, la lucidità con cui avete analizzato la vita che si apre davanti a voi, i versi dedicati a amori, amici, genitori, affetti, le riflessioni sul mondo che vi apprestate a governare, sono stati per noi e per la giuria una linfa inesauribile. Proprio in questi giorni stiamo stilando una (ahimè) necessaria classifica anche se, come sempre, per noi avete vinto tutti. Vi aspettiamo per comunicarvi i nomi dei vincitori giovedì 20 marzo, ore 15, nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio.

I premi offerti dai nostri sponsor sono come sempre bellissimi: chiavette internet, giubbotti ed oggettistica in cuoio, libri, biglietti per il teatro e per le mostre, e, per i più bravi, anche un premio in denaro sotto forma di libretto di risparmio. Un grazie anche alla giuria, al lavoro da oltre un mese, formata quest’anno da Caterina Bellandi (la mitica zia Caterina del taxi ‘Milano 25’), Emanuela Mascherini, Anna Pagani, Mirko Tondi e Riccardo Ventrella. Ci vediamo il 20 marzo! Non mancate! Niccolò Torrini, Presidente Commissione Servizi Educativi Quartiere 1

Visita guidata

COME CAMBIA IL CENTRO STORICO Interventi sull’asse San Marco-D’Azeglio In programma anche la riqualificazione della direttrice San Marco-Santissima Annunziata-D’Azeglio. Si parte con l’intervento in via della Colonna dove, con un investimento di un milione e 400mila euro, saranno asfaltati i tratti Borgo Pinti-via Farini e via Carducci-via Niccolini mentre nel tratto limitrofo a piazza D’Azeglio si procederà alla sostituzione del lastrico. A questo si aggiungono i lavori sul giardino di piazza D’Azeglio (investimento di 380.000 euro) che riguarderanno alberature, aiuole, arredo urbano, aree giochi, pavimentazione e recinzione. Successivamente si procederà al rifacimento di via della Mattonaia e di via Carducci. Prima dell’intervento su piazza San Marco è previsto quello in via della Dogana con l’allestimento di una corsia preferenziale a doppio senso di circolazione che consentirà l’eliminazione del passaggio dei mezzi di fronte alla Basilica. Borgo Allegri, via libera alla sistemazione dello spazio civico Quello di Borgo Allegri non è solo un piccolo giardino ma soprattutto un vivace spazio civico autogestito, a cura dei volontari dell’associazione rionale Santa Croce. Da un percorso di partecipazione, promosso dal Consiglio di Quartiere 1, è scaturito un progetto di riqualificazione (costo complessivo 100mila euro) che prevede la demolizione dell’attuale manufatto provvisorio, utilizzato come centro sociale, e la realizzazione di una nuova struttura in legno delle stesse dimensioni della precedente (circa 50 metri quadri), adeguata alle normative e collocata in una posizione più centrale. I lavori dovrebbero prendere il via entro la prossima estate.

Qualità della vita

CULTURA, LA RISORSA PIÙ PREZIOSA La Commissione Cultura Q.1 lancia il concorso “… E le stelle stanno a guardare”, con l’intento di rendere più vivibili alcune zone della città. Il concorso di idee è rivolto agli istituti scolastici di ogni ordine e grado, alle associazioni culturali, ai comitati di zona o a gruppi di cittadini, a cui viene chiesto di individuare delle zone problematiche della città (vie, piazze, zone antistanti le scuole, giardini) per proporre soluzioni culturali realistiche e concretamente realizzabili. La gamma delle iniziative possibili è praticamente illimitata: creazione di eventi, produzione di opere, installazioni artistiche, forme di animazione territoriale, arte di strada etc. Le due migliori idee saranno premiate, pubblicizzate e, si spera, realizzate. Tutti i progetti pervenuti saranno raccolti e pubblicati in una brochure. I progetti dovranno essere inviati all’Ufficio Cultura Q1, piazza S. Croce 1, 50122 Firenze In questi anni la Commissione Cultura del Q.1 ha promosso tante attività culturali e ludiche e i dati della frequenza del pubblico ci confortano nel pensare che abbiamo contribuito a seminare quella che per noi è la risorsa più importante per il futuro nostro e delle giovani generazioni: l’idea che la cultura (per cultura intendiamo anche tutte le attività ad essa connesse, come artigianato, teatro, musica, turismo culturale, scuola) rappresenta la spina dorsale del nostro paese, quella che ci permetterà di avere un futuro coeso, consapevole e armonico con il mondo in cui viviamo. Investire in cultura non va solo a beneficio del benessere individuale, ma costituisce anche un potente motore di sviluppo economico e turistico, specialmente in una città d’arte come Firenze. Le linee guida della commissione sono visibili nella Rete Civica del Comune all’indirizzo web http://q1.comune.fi.it/ Ornella Grassi, Presidente Commissione Cultura Quartiere 1

SULLE ORME DI DANTE Il Quartiere 1, in collaborazione con l’Associazione Antichi Popoli, presenta La Firenze di Dante, una visita guidata gratuita attraverso le vie del centro con rievocazione storica dei luoghi dove visse il Sommo Poeta. La guida che accompagnerà il gruppo sarà vestita secondo la foggia dell’epoca e verrà scortata da due militi anche loro in costume. Ritrovo, sabato 8 marzo, ore 14,30 all’ingresso del Museo Casa di Dante, via Santa Margherita 1. Occorre prenotazione al numero 338.8669041 (ore 18-21) o via mail a etralutgarda@libero.it

‘Murate Vive’

INCONTRO MUSICALE DI GIOVANI BAND EMERGENTI Il prossimo 28 marzo, dalle 19 alle 24, band emergenti di giovani ragazzi fiorentini che frequentano i centri Peppino Impastato-martire della lotta alla mafia (Quartiere 1) e Gavinuppia (Quartiere 3) si esibiranno alle Murate presso il caffè letterario. L’iniziativa, dal suggestivo titolo ‘Murate Vive’, nasce dalla volontà congiunta delle Commissioni Giovani dei consigli di Quartiere 1 e 3 e viene realizzata in collaborazione con le associazioni Centro di Solidarietà di Firenze e Cambiamusica. Questo evento rappresenta il coronamento delle politiche giovanili che le nostre due

Notizie dal territorio

commissioni hanno perseguito durante tutta la consiliatura, mettendo al centro la promozione del benessere, creando spazi di confronto creativo ed espressivo per i giovani del nostro territorio, offrendo nello specifico un’opportunità in più per esprimersi dal vivo e confrontarsi con il pubblico all’interno di una cornice importante come quella che offrono le Murate. Riccardo Sansone, presidente Commissione Giovani e Sport del Q.1 Francesca Cellini, presidente commissione Giovani del Q.3

Giustizia minorile

SPORT E CULTURA PER LA CRESCITA DEI RAGAZZI A RISCHIO La vitalità, la passione, lo slancio, il valore formativo della pratica sportiva come fattori di crescita e di maturazione per i ragazzi minorenni alle prese con la giustizia. Questo il senso del protocollo di intesa firmato tra il Centro di Giustizia Minorile della Toscana e Umbria e il Comitato AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport) di Firenze, che prevede l’inserimento nei progetti sportivi e culturali dell’AICS (corsi per arbitri, laboratori di fotografia e di pittura, varie attività culturali) dei minori entrati nel circuito penale. Il Comitato AICS fiorentino fornirà gratuitamente sia le strutture che l’assicurazione ed è prevista anche una verifica annuale dell’effettivo percorso seguito dai ragazzi coinvolti nell’iniziativa. Il Centro di Giustizia Minorile metterà a disposizione degli operatori dell’Aics il proprio personale sia per consulenze che per un supporto tecnico-operativo agli operatori sportivi e socio-educativi. Gabriele Brogelli, consigliere Q.1


6 | Marzo 2014

#Il quartiere in pillole

Quartiere 1

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

 Via Cavour

 L’intervento

conto alla rovescia per la casa del cinema

battistero, restauro settant’anni dopo

Partita la ristrutturazione del teatro della Compagnia Ivo Gagliardi

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i vincoli e ottenere le autorizzazioni per arrivare all’apertura di un locale pubblico. A fine 2011 era stato approvato il progetto preliminare sia per la parte architettonica che per quella impiantistica, e successivamente si era proceduto alla redazione del progetto definitivo. Ora è scattata la fase conclusiva, che dovrà rendere questo spazio ai cittadini entro la fine dell’anno.

Il teatro della Compagnia di via Cavour: partiti i lavori di ristrutturazione, entro la fine dell’anno è destinato a diventare la sede stabile della Casa del cinema della Toscana

SI RINGRAZIA L’EDITORE PER LO SPAZIO CONCESSO

artiti i lavori, scattato il conto alla rovescia. A fine novembre, il teatro della Compagnia sarà la Casa del cinema della Toscana, che avrà sede stabile nella struttura di via Cavour. I lavori di ristrutturazione sono cominciati: pur non essendo un immobile vincolato (avendo meno di settanta anni di vita), il cinema teatro della Compagnia è stato censito opera di eccellenza per l’intervento di recupero di grande qualità architettonica operato dalla Fondazione Giovanni Michelucci e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La nuova Casa del cinema ospiterà festival e manifestazioni. Si avvicina dunque la conclusione di un percorso iniziato negli anni scorsi: dopo l’acquisto del teatro, la Regione aveva attivato le procedure necessarie per rispettare

R

estauro in arrivo per il Battistero. Prendono il via questo mese i lavori di restauro dell’importante opera, dopo che a fine gennaio erano iniziate le operazioni di montaggio dei ponteggi necessari all’intervento. Ora scattano i lavori veri e propri, il cui termine è previsto nell’estate del 2015. Diretto e finanziato dell’Opera di Santa Maria del Fiore con un milione e ottocentomila euro, il restauro riguarderà le otto facciate esterne e la copertura del Battistero in materiale lapideo: marmo bianco, serpentina verde di Prato e porfido. Si tratta – viene spiegato – di un intervento conservativo il cui obiettivo è quello di eliminare gli strati di incrostazioni nere e i depositi di sostanze inquinanti, oltre a consolidare e ridefinire gli elementi marmorei che, nel tempo, si sono degradati. Il piano di lavoro prevede, dopo una mappatura generale dello stato di conservazione del monumento e le preliminari indagini diagnostiche, una campagna di prove di pulitura che saranno eseguite su tutte le aree più significative per caratteristiche e problematicità, in modo da individuare le metodologie di intervento più adatte alla conservazione dell’opera e la più efficace programmazione della tempistica. L’ultimo intervento generale di restauro del Battistero venne eseguito dal 1938 al 1944, settanta anni fa. Il restauro del Battistero di San Giovanni Battista fa parte di un più ampio progetto di riqualificazione di piazza del Duomo, che prevede anche la pulitura e il restauro di tutte le facciate marmoree dei monumenti per un totale di 40mila metri quadrati di superficie.

Il Battistero di Firenze (Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore, foto Ghigo Roli)

 La riqualificazione

borgo allegri, lavori al giardino

I

l giardino di Borgo Allegri si riqualifica. Il progetto, dal costo complessivo centomila euro, ha avuto lo scorso mese il via libera dalle commissioni Urbanistica e Ambiente di Palazzo Vecchio, e prevede la demolizione dell’attuale manufatto utilizzato come centro sociale e la realizzazione di una nuova struttura in legno delle stesse dimensioni (circa 50 metri quadri), destinata allo stesso scopo ma collocata in uno spazio attiguo, più centrale e rispondente alla normativa vigente. I lavori partiranno entro l’estate. “Sono sicura che i frequentatori e coloro che animano il centro anziani del giardino di Borgo Allegri saranno felici di essere vicini ad avere un nuovo e accogliente luogo in cui trovarsi – ha commentato l’assessore all’Ambiente Caterina Biti – è un progetto fortemente voluto dall’amministrazione, che da sempre sollecita i cittadini a vivere in maniera attiva e partecipata i tanti luoghi verdi della nostra città”. La nuova collocazione del fabbricato – spiegano da Palazzo Vecchio – consentirà all’associazione di svolgere meglio il compito di sorveglianza, e ai bambini di avere più superficie disponibile per giocare.

Il giardino di Borgo Allegri: entro l’estate partiranno i lavori per la sua riqualificazione

 Via Arte della Lana

paletti e catene anti-sosta “proibita”

I

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www.lav.it

nstallati paletti e catene a tutela dell’area pedonale di via Arte della Lana. “Avevamo preso l’impegno di intervenire per una maggiore tutela di via Arte della Lana e l’abbiamo rispettato”, ha spiegato l’assessore alla mobilità Filippo Bonaccorsi dopo la sistemazione di paletti e catene a protezione della strada tra Orsanmichele e Palazzo dell’Arte della Lana. Una strada pedonale che spesso – spiegano da Palazzo Vecchio – veniva però utilizzata come zona di sosta. Così, a seguito della richiesta della soprintendenza ai beni ambientali e architettonici di installare catene o pilomat alle estremità della stradina, l’assessore Bonaccorsi aveva assicurato che l’intervento sarebbe stato eseguito. E così è stato: dopo i tempi necessari per sopralluogo, progettazione ed esecuzione dei lavori, nelle scorse settimane paletti e catene sono stati installati alle due estremità di via Arte della Lana. “Si tratta di un piccolo intervento – ha concluso Bonaccorsi – perché riguarda pochi metri di strada, ma dal grande significato: in questo modo garantiamo una maggiore tutela a una strada su cui si affacciano importanti monumenti”.

La catena installata a protezione dell’area pedonale di via Arte della Lana


Quartiere 1

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

#Progetti

Marzo 2014 | 7

 Ieri e oggi

 La mostra

l’ex carcere si riscopre con l’arte

“nuclei (vitali)”, un’installazione per raccontare quello che è stato

Alle Murate nasce un “luogo nuovo”, che unisce la storia dello spazio alle opere contemporanee Carolina Natoli

U

no spazio polivalente, destinato a valorizzare il luogo nella sua integrità storica ma rivolto anche (e soprattutto) al contemporaneo. Saranno tutto questo “Le Murate Progetti Arte Contemporanea”: accanto a un percorso di riscoperta delle vecchie prigioni – operazione già in atto con visite guidate periodiche in luoghi solitamente inaccessibili – si apre un cammino di ricerca e promozione artistica. Ecco quindi che nasce un “luogo nuovo” con Le Murate P.A.C., in cui saranno ospitate le opere di uno o più artisti anche per lunghi periodi, sviluppando attorno alle mostre progetti dedicati. Intorno alla metà di questo mese, il vecchio “spazio Suc” aprirà sotto il nuovo corso dei Progetti Arte Contemporanea, curato e gestito da Valentina Gensini per l’associazione Mus.e. Grazie alla ristrutturazione delle sale, sarà un nuovo punto di riferimento non solo per esperti del settore,

amanti dell’arte contemporanea o addetti ai lavori, ma abbraccerà un pubblico più vasto, in particolar modo giovani e studenti con nuovi spazi loro dedicati, con nuove sale studio e aule per dibattiti. Questo progetto va ad arricchire l’attenzione al contemporaneo già presente negli spazi delle Murate, grazie al lavoro dell’associazione culturale Merlino Bottega d’Arte, presieduta da Giovanna Cardini, che ha delegato l’attuale direzione artistica ai ragazzi di Art-Expertise, associazione di storici dell’arte composta da Marina, Tommaso e Romina. “In una città è necessaria la promozione dell’arte emergente che non ha ancora una valutazione di mercato – spiega Marina, fondatrice di ArtExpertise – ben vengano nuovi spazi gestiti con professionalità e consapevolezza, soprattutto quando c’è la possibilità di raccontare e rilanciare la storia di un luogo come l’ex carcere e farlo conoscere con l’arte contempo-

ranea”. Alcuni spazi sono vuoti, in attesa di assegnazione tramite gara. “Sono tre anni che abbiamo aperto la libreria in questo magnifico luogo e da quarantacinque che esiste la casa editrice, specializzata in arte, restauro e beni culturali – spiega Claudio della casa editrice Nardini Editore – abbiamo creduto, e crediamo, nel progetto di trasformare l’ex carcere in un polo culturale. Le Murate hanno un potenziale enorme e potrebbero decollare ancora di più se fossero seguite anche nel quotidiano e non solo per ‘grandi eventi’. Ci sono spazi vuoti, e altri ufficialmente occupati ma deserti. Inoltre bisognerebbe dare maggiore attenzione ai particolari: sarebbe bello avere una cartellonistica che spieghi a chi passa da qua la storia di questi luoghi”. Riscoperta delle vecchie prigioni e un nuovo cammino di ricerca e promozione artistica: alle Murate via ai “Progetti Arte Contemporanea”

I

nsieme ai nuovi spazi verrà inaugurata anche la mostra “Nuclei (vitali)”, un’installazione permanente site-specific, ovvero studiata e realizzata ad hoc per i luoghi un tempo destinati al carcere duro. L’opera consiste in una installazione sonora dell’artista Valeria Muledda, che da mesi sta lavorando a questo nuovo modo di raccontare ciò che è stato e ciò che è accaduto attraverso nuove forme d’arte moderna. C.N.

Il carcere duro Foto di Lorenzo Valloriani


8 | Marzo 2014

#L’inchiesta

 I dati

lavoro, numeri in chiaroscuro in toscana

Ci sono alcuni segnali di ripresa, ma restano ancora molte difficoltà Elisabetta Pini

I

l Pil italiano torna a crescere e si intravedono timidi segnali di ripresa. Questo, almeno, traspare dai dati Istat relativi agli ultimi mesi dell’anno passato. E anche in Toscana sembra che qualcosa si stia muovendo positivamente. Secondo il più recente rapporto di Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali) Toscana, relativo all’ultimo trimestre 2013, per la prima volta dopo quattordici trimestri si è verificata una crescita occupazionale nel manifatturiero a livello regionale. “Ci sono segnali positivi che lasciano intravedere una possibile inversione di rotta in questo 2014 – spiega Daniele Quiriconi della segreteria regionale Cgil – è presto però per parlare di ripre-

sa. Si può dire che si è arrestata la caduta, difficile capire quando riusciremo a recuperare i livelli ‘ante-crisi’: prima che questi segnali abbiano ripercussioni positive sull’occupazione c’è purtroppo da attendere”. L’anno scorso ha intanto fatto segnare un record negativo, ovvero quello delle ore di cassa integrazione, le più alte di sempre: 55.599.716 ore contro le 53.851.323 del 2012 (+3,2%). E, conteggiando anche le richieste di cassa non accolte, si arriva a un totale di oltre 62 milioni di ore (+15,1%). A livello provinciale i risultati peggiori si registrano a Pisa (+30,1%), Siena (+28,04%) e Firenze (+12,35%). Dati in linea con quelli nazionali, che hanno visto superare un miliardo e settan-

8,6%

il tasso di disoccupazione in Toscana (2013)

tacinque milioni di ore nel complesso. Qualche segnale positivo arriva dal rapporto Irpet, istituto regionale per la programmazione economica toscana, sul 2013, secondo cui la Toscana risulterebbe seconda, per tenuta rispetto alla crisi, solo al Trentino Alto Adige. Il Pil regionale, nel 2013, si attesta su -4,3% (a fronte di una media italiana di -5,9). Gli investimenti, pur sempre in calo, si fermano a -4,2 (in Italia -13,1). Più dinamico il valore dell’export: +16,6%, a fronte di un +2,6 % italiano. Ma il dato ritenuto più soddisfacente è la presenza di un nucleo di aziende competitive che, in controtendenza alla crisi, hanno registrato aumenti di fatturato, investimenti ed esportazioni: circa 3.300, il 5,3% di

quelle presenti nel settore manifatturiero, con un numero di addetti pari a circa cinquantamila. Certo è che il tasso di disoccupazione resta elevato, attestandosi all’8,6%: fra il 2008 e il 2013 il numero degli occupati in Toscana si è ridotto di 36mila unità. Di questi occupati in meno, dodicimila avevano un contratto a tempo indeterminato, quattordicimila erano lavoratori autonomi. In forte aumento, infine, le forme di contratto non regolari, in particolare il part-time involontario, che riguardano nella maggior parte dei casi giovani sotto i trent’anni.

36mila occupati in meno tra 2008 e 2013  In provincia di Firenze

commercio ed edilizia tra i settori più in affanno F

ocalizzandosi su Firenze e consultando dati Istat, Banca d’Italia e Prometeia, si può notare che già nel 2012, rispetto al 2011, si era verificato un calo generale in ogni settore. La produzione industriale ha decelerato bruscamente, da +8,2% a -0,4%, mentre il terziario ha dimostrato maggior capacità di tenuta anche se con un peggioramento tra 2011 e 2012, passando da +1,2% a -2,6%. Ha dimostrato di reggere anche la cooperativa dei servizi toscana, con un +3,7% di occupazione e un +4% di fatturato. Meno positivo il risultato dell’agricoltura, che è passata da un +5,9% a un -3%.

Dati preoccupanti sono quelli che si leggono nel rapporto sul mercato del lavoro della Provincia di Firenze relativo al primo semestre del 2013, i peggiori dal 2005, primo anno in cui si sono elaborate queste rilevazioni. In provincia di Firenze, nel periodo gennaio-settembre 2013, 222 aziende hanno evidenziato una condizione di crisi, per un totale di circa 1.747 unità espulse dal lavoro. I centri più colpiti sono stati Firenze (cento aziende in difficoltà) e Sesto Fiorentino (49). I settori in cui si registrano le maggiori difficoltà sono quelli di commercio (39) e costruzioni-edilizia-

impiantistica (33). Nei primi sei mesi del 2013 i rapporti di lavoro comunicati dalle imprese della provincia fiorentina (con l’esclusione del circondario Empolese Valdelsa) sono stati 91.971, registrando una diminuzione del 7,89%: tutti i centri hanno un saldo negativo compreso tra il -3% di Figline Valdarno e il -10,5% di San Casciano. E.P.


#L’inchiesta

Marzo 2014 | 9

 La testimonianza

“Io, 30enne, troppo vecchia o troppo giovane” Giovanna, disoccupata fiorentina: “Prima mi mancava l’esperienza, adesso non ho più l’età giusta” Gianni Carpini

“N

on ho più l’età”. Se a dirlo è una trentenne che lavora da quando ne aveva diciotto, c’è qualcosa che non quadra. Troppo “vecchia” per un contratto di apprendistato, troppo “giovane” per essere già stata in maternità. Giovanna ha compiuto trent’anni alla fine dell’anno scorso. Nel giro di pochi mesi si è trovata (di nuovo) senza un posto. Scollinata la soglia dei ventinove anni – spiega – le possibilità di trovare un lavoro si assottigliano. “Appena uscita da Ragioneria leggevo annunci paradossali: ‘cercasi neodiplomata con esperienza’. Come fa una ragazza che ha appena concluso gli studi ad averne? – si chiede – ora che invece ho esperienza non ho più l’età giusta”. Così, sa che dovrà accontentasi. “Certo, mi piacerebbe fare quello per cui ho studiato, ma va bene anche un’occupazione più umile”. Pochi sogni e piedi ben piantati per terra, insomma. “Da ragazzina puoi cercare un’occupazione particolare, stai ancora con i genitori, non hai l’affitto da pagare o la spesa da fare. Ora è diverso”. Ogni giorno manda in media cinque curriculum, controlla i siti internet di annunci, bussa alle porte di aziende, ha perso il conto di tutte le agenzie di lavoro cui è iscritta. Mentre parliamo le squilla il cellulare. È il padre, che le chiede se ha già mandato il curriculum a un’azienda dove forse c’è una possibilità. “Ho chiesto a tutti, parenti e amici – si scusa appena riattacca – ma per ora niente”. Fino ad oggi Giovanna ha saltato da un posto all’altro, per lo più come impiegata amministrativa. Piccoli lavoretti, un anno e mezzo in una società a cui si era affezionata, un breve periodo in una grande casa di moda. Il contratto più lungo è durato quattro anni e mezzo. Poi, nel 2012, la piccola azienda fiorentina per cui lavorava l’ha lasciata a casa. Lei non l’ha presa bene. “Ero arrabbiata – ricorda – la crisi è stata una scusa per licenziarmi, l’azienda andava più che bene”. In momenti difficili è facile cadere nel baratro. “Non mi muovevo più da casa, ero in confusione – racconta – i colloqui andavano sempre male”. Nel 2013 uno spiraglio di luce, viene assunta in una piccola società come contabile. Il contratto è durato una manciata di mesi. Con la fine di dicembre, non è stato rinnovato. Ora attende che le sia pagato il primo periodo di disoccupazione. “So che ci vorrà del tempo”, dice rassegnata. E intanto è di nuovo senza lavoro. “Ci sono già passata – conclude – ho capito che è importantissimo non lasciarsi andare, tenersi occupati, dai corsi di formazione alle semplici attività quotidiane”.

Cosa fare in attesa di un posto? Una guida per gli “under” Volontario per il servizio civile

Tirocinio sì, ma retribuito

E io mi metto in proprio

È

N

S

un’opzione sempre più scelta dagli under 30. Mentre attendono di trovare un lavoro, dedicano un anno al servizio civile volontario: partecipano a progetti che aiutano la collettività (ad esempio protezione civile, associazioni, cultura) e ricevono un rimborso spese di 433 euro al mese. Ai progetti del servizio civile nazionale (serviziocivile.gov.it) si aggiungono quelli del servizio civile regionale, per i giovani tra 18 e 30 anni. Il nuovo bando regionale arriverà alla fine del 2014: intanto, sono più di quattromila i giovani toscani che, dal 2011 a oggi, hanno scelto la strada del servizio civile regionale.

iente occupazione? Meglio non restare con le mani in mano e imparare un mestiere sul campo. In Toscana i tirocini previsti fuori dal percorso di studi universitari e dal periodo di praticantato devono essere retribuiti con almeno 500 euro. Attenzione, non si tratta di uno stipendio, ma di un rimborso spese. Per chi ha tra i 18 e i 30 anni la Regione finanzia, tramite il progetto “Giovani Sì”, 300 dei 500 euro obbligatori (cofinanziamento valido anche per chi retribuisce i tirocini curricolari e i praticantati). Sono stati oltre diecimila, in tutta la regione, i tirocini ammessi al rimborso tra giugno 2011 e agosto 2013.

e non trovo un lavoro, lo creo. Per trasformare un’idea di business in realtà, meglio chiedere una mano. Il progetto “Giovani Sì” dà un aiuto “tagliando” gli interessi sui prestiti concessi dalle banche ai giovani imprenditori tra i 18 e i 40 anni e, senza limite di età, alle imprenditrici. Per trovare invece un “nido” dove far crescere la propria baby-impresa esistono gli incubatori, strutture che offrono consulenze, spazi di lavoro, contatti e possibilità di far rete con altre giovani realtà. Si va dall’incubatore del Comune:

incubatorefirenze.org

a quello universitario: iuf.csavri.org

fino ai privati come:

nanabianca.it e florence.impacthub.net

OPPORTUNITÀ E FORMAZIONE IN 5 SITI WEB prenet.provincia.fi.it Candidarsi in un click

Le offerte di lavoro dei centri per l’impiego. È possibile inserire il proprio curriculum e candidarsi on line per un posto.

progettotrio.it

Corsi gratuiti on line

Il sistema di web learning della Regione Toscana offre tanti corsi: dalle lingue all’informatica, anche con certificazioni riconosciute sul mercato.

informolavoro.it Per migliorare il curriculum

Il sito della Provincia che racchiude tutte le info per chi cerca un’occupazione o vuole migliorare il curriculum con un corso di formazione.

giovanisi.it

Dai contributi per l’affitto agli stage

È il portale del progetto “Giovani Sì” della Regione Toscana per sostenere l’autonomia dei giovani, con incentivi per le aziende e opportunità per under 30 e under 35.

linkedin.com

Il social network anti-disoccupazione

Sempre più aziende si affidano ai social per trovare candidati. Linkedin è quello più conosciuto a livello internazionale e si sta affermando anche dalle nostre parti.


10 | Marzo 2014

#Focus

 Lo stato dell’arte/1

Uffizi, il cantiere che non dorme mai L’ampliamento va avanti passo dopo passo, senza che le visite si siano fermate un giorno Ludovica V. Zarrilli

Un operaio al lavoro nel museo fiorentino. Dall’inizio dei lavori ad oggi la superficie espositiva è aumentata di oltre tremila metri quadri

V

ent’anni. Tanti ce ne vollero per costruire la Galleria degli Uffizi, tra il 1560 e il 1580, quando Francesco I de’ Medici chiese al Vasari di progettare un edificio per gli “uffici” delle magistrature fiorentine. Ma questa è storia. Quello che interessa a Il Reporter è l’attualità della galleria, facendo il punto sul cantiere dei Nuovi Uffizi, che sembra ormai parte integrante dello skyline che circonda la fabbrica vasariana. Ma cos’è quel cantiere? Magari non tutti lo sanno. Ecco accontentati i meno informati: i lavori in corso dal 2006 riguardano ampliamento e adeguamento di una bella fetta degli spazi della galleria fiorentina. Basti pensare, per dare un’idea dell’entità dell’intervento, che al termine dei lavori lo spazio espositivo passerà dai 5.400 metri quadrati del passato ai circa dodicimila del futuro prossimo, che consentiranno a opere mai viste o non adeguatamente valo-

 Web

nuoviuffizi.it polomuseale.firenze.it

rizzate di guadagnare visibilità. Ad onor del vero lo spazio sta già aumentando, perché via via che nuovi settori vengono recuperati e allestiti (parte di essi si trova al primo piano del complesso, dove un tempo si trovavano i documenti dell’Archivio di sta-

to) vengono anche resi fruibili al pubblico. Il corpus dei lavori è diviso in due lotti: il primo, quello attualmente in corso, prevede il recupero di nuovi spazi espositivi al piano primo e al piano terra, l’adeguamento della rete impiantistica, il potenziamento dei

sistemi di sicurezza, l’incremento dei servizi e dei laboratori e la revisione degli spazi per il personale. Il secondo, invece, prevede la realizzazione di una sezione dedicata alla statuaria al piano terra, l’inserimento di nuovi locali per il ristoro al posto delle Ex

Reali Poste e l’adeguamento del Corridoio Vasariano alle norme di sicurezza. Il costo complessivo dell’operazione, allo stato attuale, dovrebbe aggirarsi intorno agli 80 milioni di euro, di cui circa 30 sono già stati appaltati e altri 8 sono in arrivo (non ancora fisicamente a disposizione ma stanziati grazie al cosiddetto Decreto cultura approvato la scorsa estate dal consiglio dei ministri), mentre 42 mancano ancora all’appello. “Non è così semplice quantificare con precisione – spiega la soprintendente ai beni

architettonici Alessandra Marino, responsabile del progetto – perché nel corso delle operazioni di normale amministrazione, se normale amministrazione può essere chiamato un intervento del genere, ci si può imbattere in emergenze a cui far fronte, come la recente scoperta di una necropoli romana sotto la biblioteca magliabechiana, il cui scavo è costato circa 200mila euro non preventivati”. E in effetti nessuno pensava che ci si sarebbe potuti imbattere in un ritrovamento del genere, anche se già in passato, qua e là, erano emersi reperti coevi. “Così come non è semplice prevedere quanto tempo ancora ci vorrà – continua – dipende non tanto dalla velocità con cui avanzano i lavori, quanto dalla frequenza con cui riceviamo i finanziamenti”. Insomma, di interrogativi ancora ce ne sono, ma per vedere il bicchiere mezzo pieno basta pensare che il primo lotto dovrebbe essere concluso entro il 2015 e che, ad oggi, la galleria vanta un ampliamento di quasi tremila metri quadrati, con una lunga serie di nuovi spazi a disposizione dei visitatori. “Inoltre bisogna ricordare che fino ad oggi, nonostante un cantiere di così vaste dimensioni, il museo non ha chiuso un solo giorno per i lavori”. Venti anni ci sono voluti per costruirli, ce ne vorranno altrettanti per completare i Nuovi Uffizi? Ai futuri visitatori l’ardua sentenza.

 Lo stato dell’arte/2

archeologico, un museo “in progress”

Conto alla rovescia per i lavori al piano terra. “La fine? Nel 2015”

L

e code interminabili per vedere da vicino il David (in questi casi toccare con mano non è proprio permesso) sembrano lontane mille miglia, eppure il museo archeologico nazionale di Firenze dista appena poche centinaia di metri dalla Galleria dell’Accademia e, cosa che in troppo pochi sembrano sapere, conserva la più importante collezione etrusca del mondo. Qualcuno penserà “che noia l’archeologia, ferma a migliaia di anni fa”. E invece no, tutt’altro. Il museo fiorentino è in fermento, ora più che mai, con i lavori di rifacimento di tutto il piano terra che

stanno dando un nuovo volto al complesso affacciato su piazza Santissima Annunziata, “senza chiudere un giorno le porte della collezione, permettendo così ai visitatori di continuare ad accedere al museo”, spiega la direttrice Carlotta Cianferoni. La fine della prima tranche di lavori è prevista per i primi mesi del 2015, quando finalmente “potremo dire terminata la parte di interventi che riguarda l’ingresso, la reception, il bookshop, l’area riservata alle mostre temporanee e la scala per salire al piano superiore”, continua la direttrice. Una ristrutturazione corpo-

sa, che continuerà poi, in un secondo tempo, anche nelle sale che accolgono la collezione permanente, dove sono custoditi pezzi iconici come l’Arringatore, la Chimera d’Arezzo e le bellissime mummie del museo egizio. “I progetti sono già stati presentati agli organi competenti e aspettano di essere finanziati, ma la parte più urgente era quella che è in via di completamento”. Finalmente la sezione adibita alle mostre temporanee avrà il suo impianto di riscaldamento (cosa che fino ad oggi mancava) e ci sarà uno spazio appositamente dedicato alle conferenze e agli incontri con il pubblico. “Da un paio di mesi a questa parte abbiamo anche alcuni nuovi custodi, assunti grazie a un concorso ad hoc– continua Cianferoni, che per anni aveva denunciato il problema della penuria di personale di custodia – che danno informazioni all’ingresso, sono a disposizione nelle sale e che, nelle belle giornate, tengono aperto il giardino, che d’ora in avanti sarà sempre più fruibile dal pubblico”. Per la bella stagione sono in programma visite guidate con un giardiniere esperto che, tra una lapide e l’altra, accompagnerà i visitatori alla scoperta delle essenze che inebriavano l’aria dei villaggi dell’Etruria. L.V.Z.

Una delle sale del museo archeologico nazionale, dove è conservata la più importante collezione di reperti etruschi al mondo

 Piazza Ss. Annunziata, 9b

Apertura: mar-ven 8.30-19 sab-lun 8.30-14 Tel. 055.23575


#Focus

Marzo 2014 | 11

 La mappa/1

 La mappa/2

Arte in città, Oltre al david c’è di più Viaggio nei luoghi meno frequentati di Firenze, alla scoperta di capolavori a volte dimenticati

se la cultura È gratis: guida alle opere da gustare senza spendere un euro

Enrica Cinaschi

S

e si pronunciano Firenze e arte nella stessa frase si pensa automaticamente agli Uffizi o alla Galleria dell’Accademia. Forse al Bargello, al massimo a Palazzo Pitti, con le sue belle vetrate affacciate sul giardino di Boboli. Ma l’arte nella città del giglio è “solo” questo? Senza nulla togliere (ci mancherebbe altro) alle meraviglie che tutto il mondo ci invidia, Firenze offre anche altri piccoli gioielli o, meglio, capolavori (è bene chiamarli col loro nome) che, essendo esclusi dai classici itinerari del turismo di massa, spesso vengono dimenticati anche da chi ci vive a due passi. Proviamo allora a buttare giù un piccolo itinerario, per rinfrescare la memoria ai lettori de Il Reporter e magari far venire voglia a qualcuno di visitare alcuni dei luoghi più eccezionali della città. Bypassando l’Accademia, il primo step potrebbe essere il museo di San Marco, forse uno dei meno visitati della città. È qui che sono custoditi alcuni dei più bei lavori del Beato Angelico, che a lungo visse all’interno del convento attiguo alla basilica, oggi adibito a percorso espositivo. Procedendo verso il centro si può fare tappa a Palazzo Medici Riccardi, che non ha niente da invidiare a Palazzo Pitti o Palazzo Strozzi, e che si fa ancor più interessante se si visita la cappella dei Magi, con i bellissimi affreschi di Benozzo Gozzoli. Aperto solo a metà perché in attesa della fine dei lavori di ampliamento, l’Ospedale degli Innocenti di piazza Santissima Annunziata è un viaggio tra le opere realizzate da quegli artisti che, nel corso del tempo, si sono occupati di “render bello” il luogo deputato all’accoglienza dei piccoli orfani, mentre si salta dal Rinascimento alla contemporaneità se si sceglie il Marino Marini, allestito nella chiesa sconsacrata di San Pancrazio (nella piazza omonima), che ospita i lavori dello scultore pistoiese in un ambiente silenzioso e metafisico, reso ancor più speciale dalle mostre d’arte contemporanea allestite nelle cripta. Tra i più delicati e intimi musei fiorentini c’è certamente Palazzo Davanzati (nella piazza che porta il suo nome), con l’atmosfera che riporta indietro nel tempo, a com’era la vita nelle case fiorentine del Trecento. Stessa sensazione che si prova al museo

C

 Le giornate Fai di primavera

quei Tesori a porte aperte U

n’occasione unica per visitare luoghi della città spesso chiusi al pubblico sono le giornate Fai (Fondo ambiente italiano) di primavera, che il 23 e 24 marzo aprono le porte di una moltitudine di luoghi sparsi per tutto il bel paese. A Firenze i gioiellini visitabili (con tanto di visite guidate) sono numerosi, a partire dalla Cappella Rucellai in via della Spada, dove si può ammirare la riproduzione del Santo Sepolcro. E ancora l’Istituto di scienze aeronautiche e militari (viale dell’Aeronautica 14), edificio razionalista costruito nel 1937 che offre alcuni interessanti ambienti, solitamente frequentati solo dagli iscritti alla scuola militare. E poi il Palazzo Portinari Salviati (in via de’ Bonizzi), dove tra un soffitto e l’altro la fanno da padrona allegorie mitologiche e favole affrescate, oltre a un ciclo di affreschi di Alessandro Allori visibile nella piccola cappel-

la dell’edificio. Chi non è mai stato a Villa Corsini a Sesto Fiorentino non può perdere l’occasione per vedere dal vivo questo gioiello, uno dei pochi esempi di barocco fiorentino, con il bel giardino che la circonda (nella foto), il cui orario di visite è quasi sempre limitatissimo a causa della penuria di custodi. E vale la pena fare un passaggio anche a Villa la

Quiete (via di Boldrone 2), ai piedi di Monte Morello, altro luogo “segreto” da segnare in agenda. Ma, a parte i tesori appena citati, di occasioni ghiotte ce ne sono diverse e chi volesse consultare la lista dei luoghi aperti in occasione delle due giornate Fai può visitare il sito www.giornatefai.it. Di certo non rimarrà deluso.

Una delle sale del Museo Bardini, allestito in quello che fu, nell’Ottocento, lo showroom del celebre antiquario fiorentino Stefano Bardini

Horne (in via dei Benci), collezione donata allo stato italiano dall’architetto e storico dell’arte inglese Herbert Percy Horne. Altro luogo dal fascino speciale è poi la Specola (via Romana), sezione di zoologia del museo di storia naturale con una collezione di esemplari imbalsamati da far impallidire chiunque. Troppo spesso dimenticata è la Cappella Brancacci, con gli affreschi di Masaccio, accanto alla chiesa di Santa Maria del Carmine. Dulcis in fundo, due luoghi dal fascino esotico: il Museo Stibbert, con il suo bellissimo parco, e il Museo Bardini, che conserva parte della splendida collezione del “principe degli antiquari fiorentini”.

ultura e arte vanno necessariamente pagate a caro prezzo? Nossignori, niente di più falso. Basta guardarsi un po’ intorno per scoprire che sono numerosi i luoghi che possono essere visitati senza mettere mano al portafoglio e senza per forza dover scomodare iniziative come “la domenica del fiorentino” o luoghi ormai arcinoti come Boboli. Si entra gratis, ad esempio, al Museo di Orsanmichele il lunedì dalle 10 alle 17. Il “grattacielo fiorentino” offre uno sguardo inedito sulla città oltre agli originali delle sculture esposte nelle nicchie esterne. Ingresso libero anche nella Sala del Perugino, museo dei record: si tratta infatti del più piccolo (una sala appena) e del più giovane (è stato “battezzato” museo da appena un paio d’anni) tra i musei fiorentini, visitabile il martedì e il giovedì dalle 14.30 alle 17.30 e accessibile dall’ingresso del liceo Michelangelo, in via della Colonna. Se si prenota con un po’ di anticipo si può godere anche della bellissima Casa Martelli (in via Zannetti), pagando solo la prenotazione di tre euro e usufruendo della possibilità di visitare con tranquillità le bellissime stanze della residenza a due passi da piazza Duomo. Emozionante e (troppo) poco conosciuto il Cenacolo di San Salvi, affrescato da Andrea Del Sarto, così come il Chiostro dello Scalzo (via Cavour). Un altro luogo accessibile a costo zero, con l’atmosfera di una vera abitazione, è la casa museo Rodolfo Siviero, che sul lungarno Serristori ospita la grande collezione (da fondi oro e statue policrome del Quattrocento a lavori di Giorgio De Chirico) del personaggio conosciuto come lo “007 dell’arte”. Infine una chicca per gli appassionati di arte antica, ovvero il museo della Pagliazza, scavo archeologico contenente interessanti resti romani situato all’interno dell’hotel Brunelleschi, in piazza Santa Elisabetta, liberamente accessibile al pubblico. E.C.


12 | Marzo 2014

#Territorio

 Istituzioni

quale futuro per i quartieri? un ruolo per gli enti “vicini”

Si discute sulla loro funzione: gli attuali presidenti avanzano proposte e “ricette”

1990

Sara Camaiora

S

ono gli organismi di governo del territorio più vicini ai cittadini, che a loro si rivolgono per le problematiche quotidiane. Stiamo parlando dei Quartieri, che a Firenze sono nati ufficialmente nel 1976: inizialmente erano quattordici, poi dal 1990 sono diventati gli attuali cinque. Si tratta di articolazioni dell’amministrazione senza personalità giuridica: come previsto dallo Statuto del Comune, gestiscono i servizi di base e alla persona. Inoltre, secondo una delibera attuativa, svolgono funzioni delegate in materia di lavori pubblici (manutenzione immobili), per immobili a uso non abitativo, assistenza sociale, servizi scolastici. Ogni quartiere ha un presidente e un numero di consiglieri pari alla metà di quelli previsti per il consiglio comunale, oltre a un collegio di presidenza. Il ddl Delrio, che prevede lo svuotamento delle Province e la nascita delle città metropolitane, non fornisce indicazioni certe sul futuro di questi enti, ma si parla comunque di un decentramento delle funzioni nei grandi centri. Abbiamo chiesto agli attuali presidenti quale può essere il ruolo dei quartieri in questo contesto. “I quartieri sono uno strumento fondamentale nel decentramento, garantiscono partecipazione, un dialogo costante con i cittadini e una visione territoriale com-

il passaggio da 14 a 5  La storia Villa Vogel, sede del Quartiere 4

plessiva più ampia, necessaria per risolvere i problemi”, fa presente Nicola Benvenuti, presidente del Q1. “Poche deleghe ma chiare: gestire i servizi di prossimità, coinvolgere i cittadini nelle decisioni centrali. I quartieri sono nati per questo e andando sempre più verso un decentramento ritengo che debbano essere messi ancora più in grado di svolgere queste funzioni”, è l’opinione di Gianluca Paolucci, presidente del Q2. “Nel riorganizzare la filiera istituzionale, bisogna ragionare in un’ottica complessiva: ben venga la Grande Firenze, ma per garantire efficienti servizi di prossimità serve uno sviluppo dei quartieri”, spiega Andrea Ceccarelli, presidente del Q3. “Penso che ai Quartieri debba essere data la possibilità di agire direttamente sui problemi immediati”, commenta Giuseppe D’Eugenio, presidente del Q4. “È sbagliato alimentare con-

trapposizioni tra organi centrali e di decentramento, un buon governo esiste se c’è un buon radicamento delle istituzioni e viceversa – dice Federico Gianassi, presidente del Q5 – ai Quartieri spetta il compito di gestire i servizi di vicinato, non certo le politiche su larga scala, cui però possono dare un contributo in termini di partecipazione: credo che sia giusto valorizzare queste funzioni e specificarle meglio”.

1976

la nascita dei quartieri a Firenze

l’anno dell’alluvione le prime forme di auto-organizzazione da parte dei cittadini

 Nel resto d’Italia

zone a milano, municipi a roma Z

one, municipi, circoscrizioni, quartieri. Cambiano i nomi e, a volte, anche funzioni e servizi offerti, ma rappresentano comunque il “grado zero” dell’istituzione, quella più piccola e più vicina ai cittadini. Agiscono sempre sui servizi di base, ma con alcune differenze, a seconda di quello che è stato delegato loro dal Comune tramite delibere attuative. Un caso a sé è quello dei municipi romani, che sono dotati di competenze molto maggiori rispetto agli enti analoghi delle altre città: ad esempio si occupano anche di sviluppo economico ed edilizia. Diversa è anche la loro struttura interna: c’è un presidente e una giunta con quattro assessori nominati dal presidente stesso. Fino a marzo dello scorso anno i municipi erano diciannove, poi sono passati a quindici con l’accorpamento dei municipi I e XVII, II e III, VI e VII e IX e X. Il Comune di Milano è invece suddiviso in zone di decentramento, dove è attivo un consiglio di Zona. Per accelerare un processo di decentramento delle funzioni amministrative, in vista della futura città metropolitana, l’amministrazione comunale milanese ha deciso di coinvolgere i consigli di Zona in iniziative riguardanti anche settori di cui prima non si occupavano, come servizi sociali, sport, cultura e molto altro. A Torino, invece, per quartieri si intendono le suddivisioni interne delle circoscrizioni, che sono invece l’ente di riferimento: sono dieci e in ognuna di queste ci sono tre o quattro quartieri. A Bologna, come a Firenze, le circoscrizioni di decentramento si chiamano quartieri: sono nove, come da revisione statutaria del 1985.

U

fficialmente nascono dieci anni dopo, ma già nel 1966, l’anno dell’alluvione, ci furono le prime forme di autoorganizzazione dei cittadini, assimilabili ai futuri quartieri. Successivamente queste forme proseguirono la loro attività, una specie di comitati allargati ubicati in varie zone della città, in rioni che vantavano una forte identità territoriale. Erano gli anni intorno al ‘68 e non mancavano certo fermento politico e voglia di aggregazione: tra i “movimenti di quartiere” più attivi c’erano quelli di via Bronzino, nato attorno alla parrocchia di Monticelli, e Peretola, mentre molti altri sorsero intorno a case del popolo e circoli sportivi. Fu così che pian piano si arrivò a una formalizzazione di questi enti, i più vicini alla vita dei cittadini.

Villa Arrivabene, sede del Quartiere 2


#Territorio

Marzo 2014 | 13

 Il piano

UNA NUOVA VITA PER I VECCHI EDIFICI: SPICCHI DI FIRENZE SI TRASFORMANO COSÌ

Via libera al regolamento urbanistico, che si baserà soprattutto su interventi di ristrutturazione e rigenerazione Natalia Binagli

U

n’università per stranieri al posto del vecchio tribunale in San Firenze. Case e negozi nelle ex Poste di via Pietrapiana. Il teatro Comunale di corso Italia diventa un albergo. Grandi fette di città, dal centro alla periferia, sono pronte a cambiare faccia con il nuovo regolamento urbanistico. Una delle ultime eredità di grande portata della giunta Renzi, destinata a trasformare 73 aree diverse per circa 750mila metri quadrati. Il tutto, come prevede il piano strutturale del 2009, senza aggiungere un metro cubo di cemento in più (o quasi). Il piano si baserà per lo più su interventi di

ristrutturazione e rigenerazione che saranno comunque una bella boccata d’ossigeno per l’edilizia sul territorio. Sulla carta, hanno spiegato il sindaco e l’assessore all’urbanistica Titta Meucci, il Ruc potrebbe attrarre investimenti per un miliardo e mezzo di euro, creando diecimila posti di lavoro nel quinquennio e portando sessanta milioni di oneri di urbanizzazione nelle casse comunali. Dopo il via libera della giunta delle scorse settimane, il Ruc dovrebbe essere adottato entro fine mese dal consiglio comunale, per poi essere approvato in via definitiva in autunno, compito che quindi toccherà al successore di Renzi. Tra gli spic-

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chi di città da trasformare, l’ex Telecom di via Masaccio (nella foto), edificio oggi abbandonato, destinato a ospitare un albergo, ma anche residenze e attività commerciali. Spazio a case e negozi anche nella vecchia fabbrica Cerdec, in zona Castello. Avanti tutta anche con i piani di recupero della Manifattura Tabacchi e dell’ex Gover, oltre che con la trasformazione della Mercafir. Tra i progetti ai nastri, oltre duecento sono stati avanzati dai proprietari di aree grandi oltre duemila metri quadrati, interpellati dal Comune con un bando. Uno dei tasselli del “percorso di partecipazione” rivendicato con soddisfazione da Meucci, e basato su

focus nei quartieri, un sondaggio on line e convegni. Se “volumi zero” è la parola d’ordine, piccole deroghe sono concesse per gli edifici incongrui, ossia costruiti in mezzo a qualche corte, che saranno demoliti e ricostruiti altrove secondo il principio della perequazione. Ciò consentirà di realizzare nuovi spazi verdi e parcheggi nella fascia di città compresa tra i viali, “liberata” da vecchi opifici e laboratori artigiani che traslocheranno in periferia con un bonus del 20-30% sui volumi. Stesso “premio” in caso di riqualificazione energetica degli edifici e per la rigenerazione dei capannoni industriali. Ma il piano fa attenzione anche all’housing sociale: per gli interventi edilizi sopra ai duemila metri quadrati, scatta l’obbligo di destinarne il 20 per cento alla residenza convenzionata. Così da rispondere anche all’emergenza abitativa.

 Eunomia Master

Torna la scuola per il “buon governo” I

grandi nomi dell’economia e della politica italiana si danno appuntamento a Eunomia Master. La scuola per il “buon governo”, organizzata dall’omonima associazione fiorentina diretta da Dario Nardella, è iniziata il 28 febbraio scorso a Villa Morghen, a Settignano, dove proseguirà fino a sabato 5 aprile con un’edizione, la nona, all’insegna dell’Europa e con molti big in calendario. Tra gli altri, sono attesi a Eunomia Master Cécile Kyenge e Marco Rizzo, Maria Chiara Carrozza, Andrea Orlando ed Elsa Fornero, Paolo Scaroni e Massimo Livi Bacci.

Dario Nardella, direttore di Eunomia Master e vicesindaco di Firenze

 Amministrative

VERSO IL VOTO PER IL DOPO RENZI

L

a città si prepara alle urne di maggio per scegliere il successore di Matteo Renzi. Da sindaco aspirante al secondo mandato a premier, nel giro di poche ore il vortice della politica nazionale ha stravolto il futuro di Renzi e, soprattutto, quello di Firenze. “Andate avanti come se niente fosse, senza sprecare un minuto da qui alle amministrative”, ha detto un emozionato Renzi congedandosi dalla città durante il suo ultimo consiglio comunale. Un messaggio rivolto a consiglieri e assessori, che intanto salutano un altro pezzo della giunta. Si tratta di Stefania Saccardi, chiamata a ricoprire il ruolo di assessore regionale al welfare e di vicepresidente della Toscana. Fino alle elezioni amministrative di maggio a guidare il Comune sarà Dario Nardella, nominato vicesindaco reggente e aspirante successore di Renzi. N.C.

Problemi degli adolescenti Mediazione familiare per genitori in separazione Consulenza pedagogica per i minori L’intervento di natura pedagogica incita i ragazzi al ragionamento aiutandoli a risolvere le problematiche esistenti. Il pedagogista guida e sostiene l’adolescente nel cammino di scoperta delle sue emozioni, sentimenti e pensieri, che spesso sono confusi e portano i figli ad assumere comportamenti scorretti ed inadeguati (alcuni esempi: introversione, disinteresse per la scuola, difficoltà relazionali, mancato dialogo con i genitori, iperattività,ansia, problemi dovuti a periodi delicati di un genitore, ecc…). Aiuta ad una maggiore conoscenza di sé e al rafforzamento del carattere in formazione. Lo accompagna nelle scelte necessarie per arrivare ad un adeguato comportamento, rispettando la personalità del soggetto. Mediazione Familiare. Fornisce sostegno emotivo, psicologico ed organizzativo, mirando alla tutela dei figli. Si snoda in un percorso di accompagnamento in cui, grazie ai colloqui con il mediatore, viene offerta la possibilità ai coniugi di gestire il processo di separazione trovando soluzioni accettate e condivise da entrambe le parti. Alla coppia o al singolo genitore, vengono date concrete indicazioni sui corretti passaggi da attuare per giungere alla separazione, prevenendo comportamenti inadeguati e avendo come primo interesse la tutela del minore.

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14 | Marzo 2014

#Storia

 Il ricordo

GLI ULTIMI EX INTERNATI NEI LAGER NAZISTI

Da trecento, rimasti in tre. “Abbiamo chiuso l’associazione, ma siamo ancora pronti a portare la nostra testimonianza” Matilde Bernini

E

rano quasi trecento, sono rimasti in tre. A Firenze l’associazione degli ex internati nei lager nazisti, acronimo Anei, è stata chiusa a fine 2012 per il numero troppo ristretto dei suoi soci, inversamente proporzionale all’età degli stessi: tutti ultra novantenni. Ma non più tardi dello scorso 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria 2014, i tre sono stati insigniti delle medaglie d’onore, insieme a venti figli e nipoti di altrettanti oppositori del nazismo che pagarono il loro rifiuto di collaborare con i tedeschi con la deportazione nei lager di mezza Europa. “Siamo stati l’alba della Resistenza – ricorda Dino Vittori, classe 1920, da sempre uno dei più attivi esponenti dell’Anei fiorentina – ci siamo opposti al nazismo prima addirittura che fosse organizzata la resistenza dei partigiani. L’8 settembre 1943, dopo tante pressioni dei nazisti, fummo quelli che dissero di no.

 Sulle orme dei nonni I tedeschi insistettero ancora: o collaboravamo o ci avrebbero mandato nei lager. Decidemmo per i lager”. Due anni in Jugoslavia, vicino Mostar, cui seguì il trasferimento a Varsavia. Poi, via via che la liberazione dei territori avanzava e i tedeschi si ritiravano, Vittori è stato spostato in Germania, vicino ad Amburgo. È stato lì che finalmente arrivarono gli inglesi e Dino fu liberato. Libero di tornare a casa. Era il 5 maggio 1945. Ma Dino il coraggio di ricordare e raccontare la sua storia, unica ma in certi frangenti molto simile a quella degli alti internati, non lo trova subito: “Come associazione ci siamo formati negli anni Settanta. C’è voluto del tempo per riuscire a elaborare il dolore di quell’esperienza e a condividerlo, ma era un nostro dovere, quello di dire cosa ha rappresentato il nazismo, perché certe cose non accadano più. E trenta anni dopo abbiamo chiuso l’associazione, ma non terminato l’attività: sia-

“IL CORAGGIO DEL NO” IN UNA MOSTRA

E mo ancora attivissimi e pronti a portare la nostra testimonianza, solo che a differenza di altre realtà, come l’Anpi, che associa anche giovani, noi abbiamo deciso di non accettare altre adesioni, e naturalmente con il passare del tempo sono passati anche gli internati”. Intanto, a ricordare la storia degli ex internati, c’è anche un cippo commemorativo che si trova, non a caso, nel piazzale Caduti nei Lager, accanto alla Fortezza da Basso. Collocato il 28 gennaio 2008, sempre in occasione della Giornata della Me-

CAMBIARE LA CALDAIA, UN VANTAGGIO PER L’AMBIENTE …E PER IL PORTAFOGLIO !!! Il Comune di Firenze promuove una campagna per la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con modelli molto meno inquinanti e a più alto rendimento energetico.

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a anni sperimentiamo sulla nostra pelle le conseguenze del ‘cambiamento climatico’ e ormai sappiamo tutti che questo dipende dalle emissioni di anidride carbonica. Il riscaldamento domestico dei grandi insediamenti urbani rappresenta una delle cause fondamentali dell’inquinamento atmosferico alla base dell’ “effetto serra” e dei suoi drammatici effetti. E noi cosa possiamo farci? Una delle scelte pratiche che possiamo attuare per dare un contributo reale in questo senso, senza mortificare la nostra qualità della vita e senza rinunciare al comfort di una casa piacevolmente calda e accogliente, è quella di sostituire la nostra vecchia caldaia con un nuovo impianto, in grado di ottimizzare il rendimento energetico e di contenere drasticamente le emissioni inquinanti. Quali sono le caldaie di ultima generazione che danno maggiore affidamento? Caldaie a pre-miscelazione. Sono dotate di un particolare bruciatore che reporter_art2.indd 1

permette la combustione in condizioni ottimali, grazie a un corretto bilanciamento fra il combustibile e l’aria, realizzando così un risparmio superiore al 10% rispetto ad una caldaia tradizionale. Caldaie a condensazione. I gas combusti, prima di essere espulsi all’esterno, sono convogliati in uno speciale scambiatore dove il vapore acqueo condensa, cedendo parte del calore e aumentando in tal modo la quantità di energia disponibile per il riscaldamento (la quota recuperabile è superiore al 10%). Sì, ma in tempi di ‘vacche magre’, come questi, chi si mette all’anima un acquisto del genere? Forse non tutti sanno che è possibile recuperare, sotto forma di detrazione fiscale, buona parte dell’investimento sostenuto. Un ulteriore elemento che va ad aggiungersi al già consistente vantaggio economico derivante dal risparmio sui consumi. La legge di stabilità 2014 (27 dicembre 2013, n. 147) ha infatti prorogato la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

Dino Vittori, classe 1920, uno dei più attivi esponenti dell’Anei fiorentina, al “Giardino dei Giusti”

moria, è dedicato al ricordo “dei fiorentini e degli italiani che per la pace e la patria, dopo l’8 settembre ‘43, come primo anelito di libertà, rifiutarono la collaborazione coi nazisti e lasciarono la loro vita nei lager”, come recita l’incisione.

se da un lato c’è un’associazione che ha chiuso per mancanza di soci, per essere arrivata alla “naturale conclusione” di un ciclo, come spiega Dino Vittori (leggi l’altro articolo in questa pagina), dall’altra ci sono le nuove generazioni, che seguendo le orme dei nonni decidono di scavare in uno dei capitoli più bui della nostra storia. È quello che è successo con la mostra “Il coraggio del no”, che si è tenuta a Impruneta in occasione della scorsa Giornata della Memoria e che ora punta a ottenere nuovi spazi e nuova visibilità. Per esprimere l’altissimo valore di libertà del “no” che pronunciarono gli oltre seicentomila militari italiani che si rifiutarono di aderire al nazifascismo e che pagarono questa scelta con la

Per gli interventi di riqualificazione energetica la detrazione ammonta al 65% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2014 per le singole unità immobiliari e fino al 30 giugno 2015 se l’intervento è effettuato sulle parti comuni degli edifici condominiali o se riguarda tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio. E’ ritenuto un intervento di riqualificazione energetica l’installazione di una caldaia a condensazione con valvole termostatiche. Dal 1° gennaio 2015 la detrazione fiscale per la sostituzione della caldaia negli appartamenti passerà al 50%. Per gli interventi di ristrutturazione edilizia la detrazione ammonta al 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2014. La detrazione fiscale del 50% si applica anche nel caso della sostituzione di una caldaia con una nuova di tipo tradizionale (tipo C alta efficienza) o nel caso di pompe di calore. Per consentire ai cittadini condizioni favorevoli di acquisto, installazione e manutenzione, il Comune di Firenze ha firmato un protocollo di intesa con le associazioni di categoria professionale del settore. Per l’accesso a forme vantaggiose di finanziamento, attraverso intese con istituti bancari, presto potranno esserci delle novità. Per maggiori informazioni e per seguire gli aggiornamenti visitate la nostra pagina web.

prigionia e, in molti casi, con la vita, i due organizzatori e artefici della mostra, Yuri e Ilaria, nipoti di due internati, hanno deciso di esporre il materiale da loro raccolto ripercorrendo le tragiche esperienze dei loro coraggiosi nonni. Così, la mostra ha raccontato la storia di Elio, catturato a Milano e prigioniero prima in Polonia e poi in Germania, attraverso le foto scattate dal nipote sui luoghi di quella dolorosissima esperienza, e quella di Mariano, catturato in Grecia con il suo reggimento, internato nel lager di Sandbostel e poi trasferito a Kiel, attraverso la ricerca e gli studi della nipote. M.B.

Per info dettagliate su: caratteristiche tecniche degli impianti vantaggi fiscali elenco degli esercizi che hanno aderito al protocollo di intesa accorgimenti da adottare per il risparmio energetico Visita il sito: http://ambientesostenibilita.comune.fi.it/ ambiente/tutela_territorio/energia.html Tel. 055055 e-mail:

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Firmatari del protocollo

13/02/14 09:39


#Appuntamenti

Marzo 2014 | 15

 L’evento

tutti in sella, torna il festival della bicicletta

In programma iniziative, escursioni e convegni. La location? Le Cascine Luca Squarcialupi

Il testimonial della prima edizione di Bicifi è stato Davide Cassani, oggi ct della nazionale di ciclismo. Grandi nomi del mondo delle due ruote sono attesi anche quest’anno

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 Web bicifi.it

Facebook bicifi

 La corsa

da firenze al mugello, in migliaia alla “granfondo” D al cuore verde di Firenze fino ai paesaggi mozzafiato del Mugello. Oltre cento chilometri tutti sui pedali. Come ogni festival della bicicletta che si rispetti, anche Bicifi ha la sua corsa riservata al ciclismo amatoriale: la Granfondo Firenze De Rosa, che partirà la mattina di domenica 30 marzo dalle Cascine percorrendo le strade di Gino Bartali e Gastone Nencini. Un evento che nel 2013, per la sua prima edizione, ha richiamato 2.500 persone da tutta Italia e dall’estero. E anche quest’anno è previsto l’arrivo a Firenze di migliaia di appassionati in sella ai loro “bolidi”. Due i tracciati: la granfondo, lunga 140 chilometri, e la mediofondo di 90 chilometri. La partenza è nel parco delle Cascine, per proseguire lungo le strade del centro storico fiorentino. La comitiva si dirigerà poi verso Fiesole e arriverà nel distretto cicloturistico del Mugello. Qui, di fronte all’autodromo, i due percorsi si divideranno: quello più duro arriverà fino al passo della Futa e a quello del Giogo. Il gran finale è invece per tutti, con l’arrivo in via Salviati, la salita simbolo del circuito iridato dei Mondiali di ciclismo 2013. Dopo tanta fatica, l’immancabile pasta party, un superpranzo per tutti i partecipanti alle Cascine a base di prodotti tipici toscani. Le iscrizioni per la Granfondo Firenze De Rosa sono aperte.

 web granfondofirenze.it

Facebook GranfondoFirenze

utti in sella, si pedala. Dalle city bike ai gioiellini da corsa (quelli realizzati “su misura” possono arrivare a costare anche oltre quindicimila euro), dalle pedalate in compagnia alle performance acrobatiche sulle bmx, fino alle iniziative per i baby ciclisti: dal 28 al 30 marzo torna, per il secondo anno, “Bicifi – Florence Bike Festival”, evento tutto dedicato al mondo delle due ruote. Quelle ecologiche, è ovvio. La prima novità di quest’anno è la location: il festival sarà ospitato nel polmone verde di Firenze, le Cascine. Dal piazzale del Re fino alle Pavoniere, il ciclo-evento proporrà iniziative, animazione per bambini, performance ed escursioni in bicicletta, ma anche convegni, incontri e presentazioni di libri. Intanto, sempre più fiorentini hanno rispolverato il caro vecchio sellino. Complice la crisi e l’arrivo dei campioni del mondiale in Toscana, l’anno scorso i ciclisti hanno sorpassato i “cugini” automobilisti: nel 2013 in città sono state vendute più biciclette (quasi ottomila) che auto (6.500 quelle immatricolate), per un parco mezzi ciclabile pari a trentamila unità. Un segnale che qualcosa sta cambiando sul fronte della mobilità sostenibile. Per riscoprire il piacere di pedalare, durante il weekend di Bicifi sarà possibile partecipare a ciclopedalate fino al parco

dei Renai e verso il centro cittadino. La mattina di domenica 30 marzo sarà dedicata alla Granfondo Firenze De Rosa (vedi articolo a fianco), gara dedicata agli appassionati che arriverà fino ai passi della Futa e del Giogo. Proprio il Mugello, territorio che ha creato il distretto cicloturistico più grande d’Italia, sarà l’ospite d’onore di questa edizione del festival, con uno spazio riservato alle eccellenze gastronomiche locali. Le ultime novità per spostarsi in bici nelle grandi città (come lo “scatto fisso” e la pedalata assistita), insieme alle attrezzature all’ultimo grido per il ciclismo amatoriale, saranno le protagoniste dell’expo, un piccolo villaggio commerciale dove trovare tutto quello che serve per pedalare in sicurezza e nel tempo libero. Spazio anche all’indoor cycling, la disciplina chiamata comunemente spinning, alle performance acrobatiche (bmx, trail, dirt) e ai laboratori per bambini. Ci saranno pure le biciclette che hanno fatto storia: a Firenze arriverà il Giro d’Italia d’epoca. I suoi corridori si sfideranno al velodromo delle Cascine, l’unico impianto del genere esistente in Toscana, le cui origini risalgono alla fine dell’Ottocento. Bicifi è patrocinato da Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze.

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16 | Marzo 2014

#Cultura

 L’intervista

 Focus

“IN SCENA è SEMPRE COME LA PRIMA VOLTA”

Il teatro sociale alle murate: fari puntati sulla Bielorussia

L’attrice turca Serra Yilmaz torna col suo “harem” sul palco di Rifredi per il decimo anno consecutivo A Ludovica V. Zarrilli

L

ei a Firenze è di casa. Ama passeggiare per la città e viaggiare in auto verso il Mugello, attraversando le colline e guardandosi intorno, come a perdersi nel paesaggio. Gli occhi dell’attrice turca Serra Yilmaz rapiscono avidi pezzi di storia, portandoli via con sé, trasformandoli in parte integrante di una cultura, la sua, fatta di contaminazioni e intelligente arricchimento. Per il decimo anno consecutivo l’attrice-musa di Ferzan Ozpetek sarà sul palconscenico del teatro di Rifredi con “L’ultimo harem” (dal 13 al 30 marzo), spettacolo ispirato alle Mille e una notte, ai racconti di Nazli Eray e ai saggi di Ayse Saracgil e Fatema Mernissi, scritto e diretto da Angelo Savelli e interpretato dall’attrice turca insieme a Valentina Chico e Riccardo Naldini. Sono passati dieci anni dalla prima de L’ultimo harem. Cosa si prova a portare in scena uno spettacolo così a lungo? Ci si

può annoiare o è un’avventura sempre nuova? Sono una che non si annoia mai. La vita è brevissima e ci sono così tante cose da fare, libri da leggere, musiche da ascoltare, film da vedere, persone da scoprire e amare. Non c’è tempo per la noia, figuriamoci sul palco! Ogni sera è un’emozione nuova. È come fare l’amore con lo stesso uomo da tanto, se c’è amore è sempre come la prima volta. Quanto è cambiata da dieci anni a questa parte? Sono cambiata moltissimo, come attrice e come donna. Grazie al cielo, aggiungerei. Tutti cambiamo nel corso degli anni, siamo diversi ogni giorno che passa. Lei ha un rapporto speciale con l’Italia. E con Firenze? Ci sono luoghi della città a cui è particolarmente affezionata? Per lungo tempo Firenze e i suoi dintorni hanno rappresentato per me l’Italia intera, quindi ho un legame molto stretto con la città. Mi piace girare per il cen-

Un ritratto di Serra Yilmaz durante una delle repliche dell’Ultimo harem, che da dieci anni registra sempre il tutto esaurito

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tro, ma anche sulle colline. Ha una città o un luogo del cuore? Ne ho diversi. Istanbul di certo, perché è la mia città, ma anche Firenze e Parigi, dove ho passato molto tempo. C’è un ruolo, al cinema o in teatro, che le piacerebbe interpretare? Mi sarebbe piaciuto molto interpretare il personaggio di Renee Michel nel film tratto dal romanzo “L’eleganza del riccio”, ma ormai la pellicola è già stata prodotta. Ne ho anche parlato con la regista e la produttrice, ma l’ho fatto una volta uscito il film (ride). Progetti “italiani”? Penso che continuerò a recitare nell’Ultimo harem fino a quando ci sarà pubblico voglioso di assistere allo spettacolo. E poi sto lavorando con Angelo Savelli per mettere in scena qualcosa di nuovo insieme, ma è ancora tutto da vedere: siamo alla ricerca di un progetto che ci seduca.

 Leonard Bundu

 Il festival

 La realtà

 La mostra

I pugni del campione in un click

Al Verdi con i big delle sette note, per scoprire la musica di domani

“dire fare recitare”: spettacoli per raccogliere fondi per chi ne ha bisogno

i “segni del mondo” di massimo turlinelli in una personale fino a fine mese

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l campione di boxe Leonard Bundu troneggia negli scatti di David Andre Weiss. È lui il protagonista di Punch, la mostra che fino al 31 marzo occupa gli spazi di Ganzo, la scuola-ristorante di via dei Macci (il civico è l’85 rosso). David Andre Weiss ha seguito le ultime imprese del campione fiorentino, originario della Sierra Leone, documentando i suoi successi a Roma e a Londra, rispettivamente ad aprile e dicembre 2013, che lo hanno confermato campione europeo dei pesi welter, titolo ottenuto nel 2011. Weiss ha abilmente catturato l’intensità dei momenti pubblici e privati del viaggio intrapreso insieme a Bundu, un’antologia dei quali è in mostra da Gan-

zo. Intensità e tensione sono le parole chiave per immergersi in questa mostra, la terza di David Andre Weiss dedicata a Leonard Bundu. Weiss, insegnante della Florence University of the Arts e direttore di Diva (Digital Imaging and Visual Arts) è un fotografo americano di stanza a Firenze. Diplomato all’Università di Chicago, ha lavorato a lungo negli Usa prima di sbarcare nel Belpaese: al momento, oltre al progetto su Bundu, sta lavorando a Pizzo Free a Palermo e Children in Chernobyl.

Fino al 31 marzo Ganzo - via de’ Macci 85r Lun-sab dalle 11.30 alle 22 ganzoflorence.it

lay It! Torna il festival dedicato alla musica di oggi e di domani. Terza edizione per la rassegna realizzata dall’Orchestra della Toscana e diretta da Giorgio Battistelli, che da mercoledì 26 fino a sabato 29 marzo apre una finestra sul meglio della musica contemporanea in Italia. Per quattro giornate il Teatro Verdi (www.orchestradellatoscana.it, ingresso 5 euro) sarà animato da incontri, approfondimenti, dibattiti, premiazioni e concerti che mostreranno la ricchezza di una scena variegata e in continuo fermento. In tantissimi daranno il proprio contributo, tra prime assolute e prime nazionali, con musicisti del calibro di Francesco Dillon, Alda Caiello, Mario Marzi, Lorna Windsor. Inoltre verrà consegnato il premio alla carriera ad Azio Corghi, compositore piemontese già collaboratore del premio Nobel Josè Saramago. C.G.

iutare con il teatro. È questo il mantra dell’associazione Dire fare recitare, giovane realtà (è nata nel febbraio del 2013) che si propone di mettere in scena spettacoli e pièce teatrali con il solo scopo di raccogliere fondi per chi ne ha bisogno. L’associazione riunisce un gruppo di teatranti provenienti da precedenti esperienze amatoriali e non, alcuni dei quali appartenenti alla compagnia Cenacolo dei giovani del teatro di Cestello. L’obiettivo? Promuovere e diffondere la cultura e l’arte del teatro realizzando spettacoli per sostenere chi ha più bisogno e meno voce per farsi sentire. Con questo scopo gli attori dell’associazione sperimentano la messa in scena dei copioni dal taglio brillante e spesso dissacrante di tre autori fiorentini: Maurizio Faggi, Stefania Mancini e Andrea Pandolfi. Per info sugli spettacoli: direfarerecitare@virgilio.it. C.G.

dovere del pittore essere completamente preso dalla natura e usare tutta la sua intelligenza per esprimere il sentimento, in modo che la sua opera sia intelligibile agli altri, scriveva più di un secolo fa Vincent Van Gogh. Fedele alla stessa convinzione, l’artista contemporaneo Massimo Turlinelli (le cui opere sono in mostra fino al 31 marzo all’hotel Cellai, in via 27 Aprile, nella personale “Segni del mio mondo”) fa del disegno rigoroso l’architettura di tutto il suo lavoro. E non è un caso se Turlinelli, che niente improvvisa, attinge i s-oggetti preziosi delle sue opere direttamente dalla natura. L’opera di Turlinelli (nato a Fermo e residente a Firenze) si caratterizza per l’uso della matita policroma. Attualmente i suoi lavori si sono allontanati dal concetto di figurativo, anche se non dimentica una base formale pur fortemente trasfigurata. B.B.

ccendere fari su realtà dimenticate è la loro specialità. Loro sono “The global theatre project”, progetto teatrale nato a Firenze dallo spirito intraprendente dell’attrice e direttrice artistica Bari Hochwald (nella foto), e sviluppatosi a metà strada tra la città del giglio e la California, dove la Hochwald risiede quando non è a Firenze. Il prossimo appuntamento è in programma il 25 marzo alle 21 alle Murate (Sala delle Vetrate), si intitola Belarusian dream theatre e ha come obiettivo quello di catalizzare l’attenzione sui diritti umani in Bielorussia. Come il Global theatre riuscirà in questo intento è presto detto. “Il 25 marzo – spiega Bari – coincide con la Giornata della Libertà bielorussa. In questo giorno sedici teatri di tutto il mondo, dal Canada all’Australia, passando per la Bielorussia stessa, metteranno simultaneamente in scena i testi teatrali vincitori di un concorso internazionale indetto per brevi scritti dedicati alla situazione in Bielorussia”. The Global Theatre Project realizza la serata di Firenze creando un filo diretto con Los Angeles, dove si svolgerà una serata gemella al Boston Court Performing Arts Center. Firenze sarà l’unica città italiana coinvolta in questo progetto. Lo spettacolo non prevede palcoscenico né sceneggiatura: gli attori, professionisti internazionali, leggeranno i propri testi mescolandosi al pubblico, creando una performance emotivamente coinvolgente. “Prima dell’evento si terranno incontri e proiezioni di film sulla Bielorussia in vari locali del centro. Siamo inoltre in cerca di persone interessate a partecipare in qualità di comparse”, conclude Bari Hochwald. Per informazioni: info@theglobaltheatreproject.org. L.V.Z.


#Cultura  La mappa

“Firenzeshire”, Viaggio nei luoghi amati dagli inglesi del grand tour

Marzo 2014 | 17

 La curiosità

San Patrizio, Tutti a scuola di danze irlandesi

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allare all’irlandese non vuol dire semplicemente “zompettare”. Dietro a queste danze ci sono una lunga tradizione, una disciplina sportiva e perfino una commissione dublinese che certifica i maestri, con tanto di “patentino” internazionale. Anche Firenze ha la sua scuola: si chiama Gens d’Ys - Accademia di danze irlandesi, ed è legata a una rete nazionale con nove sedi nello Stivale, con il patrocinio dell’ambasciata d’Irlanda. Le lezioni si svolgono all’Isolotto, nella palestra dell’ex scuola Barsanti di via Assisi. Gli studenti sono una settantina: c’è un gruppetto di ragazzini tra i 10 e i 12 anni, un team di ventenni, ma lo “zoccolo duro” è costituito da adulti. Nonostante questo, presto nascerà un corso per baby danzatori. Si parte dal livello di base, per poi specializzarsi negli anni successivi. “La danza solista – spiega Mirko Peluso, responsabile della sede fiorentina e insegnante certificato – si svolge sulle mezze punte e prevede posture precise. Si usano esclusivamente piedi e gambe”. G.C.

Enrica Cinaschi

potranno non passare una serata nella bella St. Mark’s church, in via Maggio, chiesa anglicana dove prende vita un fitto programma culturale che offre, oltre a messe cantate, occasioni a base di opera e concerti di classica. Poco distante c’è la misconosciuta Casa Guidi, dove a ridosso della metà dell’800 vissero (e coronarono il loro tormentato sogno d’amore) la poetessa inglese Elisabeth Barrett Browning e il marito Robert. Pochi sanno che oggi la casa è stata trasformata in un museo ed è visitabile su appuntamento. E dove potrebbe essere sepolta la Browning se non nel Cimitero degli Inglesi? Bellissimo in primavera, quando tra le lapidi fioriscono gli iris, conserva i resti di molti degli intellettuali che amarono la città

del giglio. E, a proposito di sepolture, la basilica di Santa Croce non ha rivali, tant’è che ospita persino “le mortali spoglie” di Florence Nightingale, infermiera britannica considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica (nel 1853 partì alla volta della Crimea per aiutare i soldati feriti). E se si ha fame di cultura inglese, il luogo “principe” resta il British institute, che conserva gelosamente alcuni degli archivi delle più importanti personalità legate a doppio filo con l’Italia. Oppure Villa La Pietra, gioiello di proprietà dello storico e collezionista d’arte Harold Acton che alla sua morte lasciò tutto alla University of New York. La villa, sulla via Bolognese, si può visitare previa prenotazione il venerdì pomeriggio.

 Web gensdys.it

Un momento di uno spettacolo della scuola di danze irlandesi di Firenze

P.Iva 07407600969

A

l tempo dei viaggi low cost, il Grand Tour sembra lontano mille miglia, con i suoi ritmi lenti e le pause per la riflessione. Ma se è vero che oggi quei viaggi sarebbero impensabili, ritagliati come sono tra l’orario d’arrivo e di partenza di un aereo a basso costo da incastrare in un weekend, è anche vero che a Firenze esistono ancora dei luoghi che conservano intatto il sapore ottocentesco e romantico dei viaggi intrapresi dagli inglesi alla volta della città del giglio. Sì, perché loro, più di chiunque altro, hanno lasciato traccia della permanenza in città, mantenendo ancora oggi bellissimi avamposti da non lasciarsi sfuggire. Gli amanti della buona musica e dell’opera, ad esempio, non


18 | Marzo 2014

#Fiorentina

 Il calendario

un mese di grandi sfide

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l 3 maggio, giorno della finale di Coppa Italia, è una data segnata in rosso (anzi, in viola) sul calendario ormai da qualche settimana, da quando, battendo l’Udinese, la Fiorentina si è qualificata per l’ultimo atto della competizione. L’ultima vittoria risale alla gestione Mancini, stagione 2000-2001, con rete decisiva di Nuno Gomes in finale contro il Parma. A esultare in tribuna c’era Cecchi Gori. Ricordi che sanno (quasi) di foto in bianco e nero. Così come di bianconero si tinge questo marzo per i viola. E il ricordo non può che andare all’indimenticabile gara di andata in campionato, il 4-2 in rimonta che ha fatto impazzire Firenze, con Giuseppe Rossi protagonista assoluto. Ora che però Pepito non c’è, toccherà a Montella metterci del suo. Il marzo viola continua poi con il posticipo contro il Chievo, prima delle due partitissime contro Napoli e Milan, quest’ultima nel turno infrasettimanale. Il mese finisce poi a Genova, contro la Sampdoria dell’ex Mihajlovic. Ma il sogno no, quello deve continuare. Lorenzo Mossani

Vincenzo Montella questo mese dovrà chiedere il massimo alla sua Fiorentina, impegnata in una serie di partitissime

 La promessa

il sogno a tinte viola del ragazzo di figline

Il 18enne Leonardo Capezzi fra Primavera e prima squadra Irene Delfino

“C

osa posso volere di più che giocare nella F i ore nt i n a ? ”. Da bambino Leonardo Capezzi aspettava i suoi idoli al rientro dalle trasferte vittoriose. Il 7 novembre scorso le parti si sono invertite, perché c’era anche lui su quel pullman che tornava fra gli applausi al Franchi dalla trasferta romena. Una notte indimenticabile per il diciottenne della Primavera, che ha fatto il suo esordio in Europa League a Cluj, sul campo del Pandurii.

“A un certo punto Montella mi ha detto: scaldati. Ho capito che avrei giocato”. Con i viola sotto per 1 a 0, al 35° minuto del secondo tempo arriva il cambio: fuori Roncaglia e dentro il giovane centrocampista. Passano solo sei minuti dalla sostituzione che Matos spinge in rete il gol del momentaneo pareggio. La rete dà fiducia alla Fiorentina, che tenta l’assedio negli ultimi minuti di gara. Agguantando il sorpasso al secondo minuto di recupero, con un diagonale destro di Borja Vale-

ro. “Aquilani, scherzosamente, mi ha fatto questa battuta: sei entrato tu, hai cambiato il volto alla partita, abbiamo vinto. Bravo”, racconta Capezzi. Il ragazzo di Figline Valdarno con i piedi buoni e la testa sulla spalle, che a nove anni inizia a tirare i primi calci al pallone nella Sangiovannese, ma che sotto la maglia tiene quella viola. Nel 2008 viene notato e scelto dagli osservatori della Fiorentina. Il primo, piccolo passo è compiuto. Con la casacca gigliata continua la trafila delle giovanili

fino alla Primavera guidata da Leonardo Semplici. Oltre alla maglia viola veste anche quella azzurra: il 4 febbraio 2011 arriva la prima chiamata dall’Italia under 16. Debutto impreziosito da una punizione a giro, che vale il secondo gol per gli azzurrini. Leonardo continua la sua scalata, collezionando presenze con l’under 17 e l’under 18, e qualche mese fa scende in campo anche con l’under 19. Inevitabili, di questi tempi, le prime sirene inglesi, ma il ragazzo di Figline si tappa le orecchie. Vuol crescere nella sua Fiorentina. E con il senno di poi fa la scelta giusta. Visto che Montella comincia a tenerlo d’occhio. Lo porta in ritiro a Moena nel 2012, poi lo convoca con la prima squadra. Il regista fa così la spola fra i baby e i big, imparando dai “grandi” e trascinando i “piccoli” in semifinale al torneo di Viareggio, in finale di Coppa Italia e a vivere il sogno scudetto, a portata di mano per i ragazzi di mister Semplici. Ma il vero sogno di Leo è il debutto in serie A, al Franchi, fra i suoi tifosi, imitando la carriera del suo idolo De Rossi. Ma a tinte viola.

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 Big & baby

una coppa italia per due

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ig e baby viola, una coppa (Italia) per due. I ragazzi di Montella e quelli di Semplici volano in finale ai danni dei bianconeri. La Juventus Primavera, travolta per 5 a 0 tra Torino e Firenze. Con doppietta di Gondo all’andata e reti di Gulin, Capezzi e Fazzi, maturati in 24 rintocchi, allo stadio delle Due Strade. Dalle tribune gli ultrà viola intonano il coro “il pallone è quello bianco...”, mentre la Fiorentina rischia di umiliare ancor più i giovani juventini, andando più volte vicina all’ennesimo centro. Dopo il fischio finale, in campo comincia la festa, con tanto di inno di Narciso Parigi. Cantato a squarciagola anche dai trentamila del Franchi che, dopo tredici anni, vedono la loro squadra di nuovo in finale di Coppa Italia. Questa volta ai danni dei bianconeri dell’Udinese. La prima finale dell’era Della Valle. In tribuna a soffrire come i giocatori in campo, che hanno lottato fino all’ultimo, interminabile, minuto di recupero. Sorretti da trentamila voci, trentamila cuori viola, da una città intera, che non vedeva l’ora di andare a Roma. Nel 2001 Rui Costa alzò la coppa al Franchi. Allora non c’era la finale unica, ma si giocavano andata e ritorno, come nel torneo Primavera. Aspettando il 3 maggio, allora, il 26 marzo tutti al Buozzi, a fare il tifo per i nostri ragazzi. I.D.

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#Sport

Marzo 2014 | 19

 La società

 Basket

TUTTE LE SFIDE DEL PORTA ROMANA

enegan, finale da brividi

Obiettivi: squadre di calcetto e sviluppo del settore giovanile

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arà difficile ottenere la salvezza nell’Adecco Silver League per l’Enegan Firenze. La squadra di Attilio Caja, rivoluzionata in corsa e molto diversa rispetto a quella che aveva iniziato il campionato, dovrà non solo fare punti, ma guardarsi anche dai risultati che faranno le altre “pericolanti”. Scontata la retrocessione di Bari, con i fiorentini cercano di evitare di scendere di categoria Torrevento, Recanati, Reggio Calabria, Chieti e Ravenna. Sarebbe un vero peccato se la squadra fiorentina non centrasse l’obiettivo, in un’annata in cui al Mandela Forum ha giocato anche la Montepaschi Siena. Si erano anche rincorse voci di partenariato tra le due realtà, che però sono sempre state smentite. C’è comunque ancora molto entusiasmo per il rilancio del basket a Firenze, e la salvezza dell’Enegan potrebbe concretizzare anche il sogno di rivedere presto la serie A. La città, insomma, si augura che il progetto per la pallacanestro in città si faccia sempre più concreto. Sim.Spa.

Salvezza difficile per gli uomini di Attilio Caja: la squadra attuale è molto diversa rispetto a quella che aveva iniziato il campionato

 Baseball

via alla nuova stagione

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Carlo Marrone

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inquant’anni portati benissimo quelli del Cs Porta Romana, nato nel ‘60 come Acli Sant’Ilario e trasformato, quattro anni dopo, nell’attuale società. Passaggio avvenuto grazie all’appoggio di don Staccioli e Giorgio Borchi, presidente e fondatore con Piero Marzoppini, scomparso nel ‘96. Da allora la prima squadra ha oscillato fra la terza e la seconda categoria, ma il vero salto di qualità è avvenuto nel 2003, quando alla dirigenza si sono uniti ex giocatori degli anni ‘80 e ‘90 che hanno portato nuovo entusiasmo e nuove energie, con risultati visibili: l’anno successivo la prima squadra ha vinto il campionato di terza categoria, nel 2007 quello di seconda, nel 2010 quello di prima categoria e quello di Promozione nel 2011, fino ad arrivare a disputare oggi, per il secondo anno consecutivo, il campionato di Eccellenza. Anche il settore giovanile è in crescita, come conferma il presidente: “La nostra squadra giovanile partecipa da alcuni anni ai provinciali. Abbiamo attivato anche la scuola calcio e desideriamo ardentemente sviluppare il settore giovanile, anche perché l’impianto delle Due Strade, che è anche Centro di formazione federale Lega Nazionale Dilettanti, è stato rinnovato da poco con i nuovissimi manti in erba artificiale, e grazie a una convenzione

W eb csportaromana.it Tel. 055.2047654

con il Comune lo abbiamo in gestione per i prossimi otto anni. Speriamo, in questo arco di tempo, di riuscire a rivalutarlo come merita”. L’attenzione verso i giovani riguarda solo l’aspetto sportivo o anche quello educativo? Anche quello educativo ovviamente, anzi potrei dire soprattutto quello! Noi non viviamo di calcio ma per il calcio, che non deve essere – soprattutto per i più giovani – il fine, ma il mezzo. Il mezzo per crescere nei sani valori dello sport. Se dopo trent’anni tutti noi siamo sempre qui qualcosa vorrà dire: la società ci ha trasmesso valori fondamentali che a nostra volta vogliamo tramandare ai ragazzi. Poi, certo, se nel farlo vinciamo ancora meglio. Altri desideri per il futuro? Dato che è stato rinnovato anche il campo di calcio a sette, speriamo di poter creare presto delle squadre di calcio a sette e a cinque, magari anche femminili. E poi mantenere gli impegni presi: con i ragazzi, che devono stare bene e divertirsi, e con il

Una foto storica del Porta Romana, club nato nel ‘60 come Acli Sant’Ilario e trasformato quattro anni dopo nell’attuale società

Comune, al quale vogliamo restituire un campo valorizzato e ben gestito. Avete risentito molto del periodo di crisi? Sì, spesso per esempio ci chiedono sconti sui biglietti, ma non ce lo possiamo permettere. Le spese di gestione sono altissime e in questo periodo trovare finanziamenti è difficile. Viviamo di autofinanziamenti, per fortuna siamo un gruppo affiatato e innamorato del calcio, quindi pronto ai sacrifici. Per noi lo sport è un hobby, non ci interessa il ricavo. Comunque di questi tempi è dura, questo non posso negarlo. Auguri, dunque, al Porta Romana, che nonostante le difficoltà lotta con entusiasmo per portare avanti quello che per molti, ancor più che uno sport, è un modo di vivere, affrontando le sfide con la voglia di farcela, divertendosi.

a Fiorentina Baseball, dopo la meritata promozione, ritorna a partecipare al campionato di serie B dove, assegnata al girone Nord, affronterà due squadre di Bologna (Bcm e Nuova Pianorese), il Junior Parma, il Poviglio (RE), il Brescia e il Cagliari. Alla guida il manager Marco Duimovich, mentre il presidente Lauria ha dato il via alla campagna acquisti: arriveranno da Livorno Francesco Miliani e Federico Bottai, due giovani interni classe ‘93, che si sono messi in luce nel campionato di serie C, oltre al giovane Alessio Sinforici (‘96), talento del Cosmos San Casciano, che rinforzerà il monte di lancio. Ritorna il trentaquattrenne Francesco Di Mattia, proveniente da Nettuno, l’anno scorso nelle fila del Grosseto Ibl, e confermato David Sonnacchi, ricevitore/prima base. Un altro acquisto importante è Flavio Rinaldi, ricevitore e forte battitore proveniente dall’Urbe Roma. Infine, il lanciatore Valerio Rodà. Per la gestione del monte di lancio ci sarà Antonio Figueroa. La Fiorentina inizierà la stagione il 23 marzo in Coppa Italia, mentre il campionato partirà il 6 aprile. Sim.Spa.

La Fiorentina Baseball sarà impegnata quest’anno nel campionato di serie B, che scatta ad aprile. Prima è in programma la Coppa Italia

Senza appuntamento via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

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20 | Marzo 2014

#Rubriche

A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

IL MISTERO DELLA BATTAGLIA NAVALE

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efinito da Dante il “mio bel San Giovanni” in cui egli fu battezzato, il Battistero è il primo importante edificio architettonico della nostra città. Sul lato prospiciente il Palazzo Arcivescovile, fuoriesce dal perimetro dell’ottagonale immobile decorato nel 1294 a motivi geometrici con marmo verde e bianco, l’abside rettangolare detta “scarsella”. Per quel decorosissimo rivestimento esterno di marmi “che prima erano di macigno” fu deputata l’Arte di Calimala la quale, nell’occasione, fece togliere i monumenti et arche di marmo che vi erano dintorno, le quali erano tutte o la maggior parte de’ Gentiluomini di Firenze… A fianco della scarsella dalla parte di Via Roma, si può notare nella parte basamentale di quel lato, a circa un metro dal piano stradale, incastonato nel rivestimento marmoreo eseguito tra l’XI e il XIII secolo, un consunto bassorilievo del V secolo, poco o per niente noto ai fiorentini e comunemente appellato la Battaglia navale. Tale denominazione la si rileva anche nel V tomo di Notizie Istoriche delle Chiese Fiorentine del Richa, quando a tal proposito alla metà del 1700 egli così scrive: …a fior di terra poi dalla banda del Bigallo evvi pure da osservare un basso rilievo in marmo lungo due braccia rappresentante un combattimento navale, né io mi posso indurre a credere che in tanta abbondanza di marmi, questo sia stato quivi messo per ripieno, ma più tosto direi che fosse il dinanzi d’un Sepolcro spettante ad illustre Famiglia Fiorentina che nella traslazione soprannarrata de’ tanti avelli, ottenesse dall’Arte che in questo luogo fosse murato… Però tale titolo di qualificazione, come vedremo non è per niente esatto e tutto dissimile dall’immagine riprodotta nel reperto.

Si tratta molto probabilmente di un antico ritrovamento rinvenuto in zona ed inserito durante l’esecuzione del rivestimento del sacro edificio. Verosimilmente il reperto, nonostante la perdita di gran parte dell’opera, potrebbe provenire da un frontale di sarcofago paleocristiano, quando l’economia era ancora legata all’agricoltura. Poi, con il passare dei lustri, durante i quali la tomba può aver accolto altri defunti con i loro corredi funebri, abbandonata la sua originale funzione, come altre volte verificato, l’avello fu probabilmente impiegato in città quale vasca di fontana o abbeveratoio del bestiame: la deduzione prende attendibilità osservando sulla parte destra del frontone, una rotonda apertura, poi ben chiusa forse quando si decise di collocare il bassorilievo nel rivestimento del Battistero, incastonandolo fra i marmi bianchi della Lunigiana e quelli verdi di Prato. Il foro non era altro che il “troppo pieno” della vasca o dell’abbeveratoio, il quale consentiva la fuoruscita dell’acqua mantenendone il livello alla dovuta altezza, senza la

tracimazione dall’orlo. Sul singolare reperto si notano anche evidenti tracce di una patinatura nerastra, probabilmente apposta nel Quattrocento quando si aggiunsero al Battistero le tre porte di Andrea Pisano (quella sud) e le altre due di Lorenzo Ghiberti, al fine di far sembrare similmente il bassorilievo una scultura bronzea e non di marmo. Tale tinteggiatura, oggi quasi del tutto scomparsa, ha comunque contribuito a difendere il reperto dalle ingiurie corrosive del tempo. Dopo questa dissertazione, passiamo a verificare e svelare (se possibile) il soggetto del bassorilievo definito, come già detto, la Battaglia navale. L’antica testimonianza archeologica presenta un marmo molto eroso e rotto in due pezzi poi ricollegati insieme, ma forse non in una esatta successione dell’immagine. Si suppone che fra i due pezzi ci fosse un altro, seppur breve frammento, andato perduto con tutto il resto del sarcofago. In realtà la scena che si osserva ora, pare voglia rappresentare due momenti di vita dell’uomo commerciante e nello stesso tempo agricoltore: quindi vita mercantile e vita artigianale dedita all’agricoltura. Pertanto, a nostro modesto avviso, è da escludere a priori che la rappresentazione raffiguri una qualsivoglia “battaglia” sia essa terrestre o navale, in quanto non si notano armi impiegate dai presunti guerrieri in lotta, privi di elmi e scudi, anche se a sinistra (relativamente al primo troncone), vediamo una sola nave romana a vele ammainate e legate al pennone, ormeggiata a riva. Il consunto frontone, comunque è significativo per le notizie che ci fornisce: dall’imbarcazione discende un uomo con la schiena curva perché porta sulle spalle un contenitore, mentre un

altro in eguale atteggiamento sale a bordo. La scena sembra quella di un normale attracco di una nave, con il relativo carico e scarico della mercanzia. Nell’altro frammento, quasi al centro della scena, si nota il momento agreste della vendemmia con la pigiatura dell’uva in un grande tino. Tale lavoro è effettuato con i piedi nudi da due persone, nel classico moto di pressione alternativo delle gambe, immerse negli acini al fine di ottenere il mosto e quindi vino, mentre un terzo agricoltore scarica da una cesta che porta sulla schiena la sua raccolta di grappoli nel tino: sintesi ambientale di un comportamento di vita singola e sociale aderente alla semplicità dei tempi. Sgombrato il campo da presunte “battaglie” viene da domandarsi perché un reperto così antico sia stato incastonato nel Battistero dedicato a San Giovanni Battista. Poiché “niente viene a caso”, è lecito ipotizzare! Azzardiamo così un’altra supposizione, prendendo in esame separatamente i due tronconi del bassorilievo: nel primo, quello relativo alla “nave”, dobbiamo sapere che un’imbarcazione in genere, ha sempre simboleggiato la Chiesa quale traghettatrice delle anime beate in Paradiso, inoltre raffigura espressamente anche il commercio, caro all’attività dell’Arte Maggiore dei Mercatanti di Calimala molto esperta nel traffico via mare, ed alla quale era affidata l’amministrazione dell’Opera di San Giovanni. Infatti, sovrastante la porta nord dell’ottagonale costruzione, si nota ancora l’aquila con il torsello; stemma dell’Arte. Nel secondo pezzo, sapendo che la religione cattolica ha sempre rappresentato con il vino, il sangue di Cristo, simbolo del frutto della terra trasformato in vino dal lavoro

dell’uomo, presente nell’eucaristia, ben si accosta all’edificio sacro che fu anche cattedrale della città fino al 1128. Pertanto entrambi i frammenti avrebbero un’intrinseca correlazione con l’austerità religiosa del Battistero e non ultima, la volontà di unire un così antico ritrovamento risalente forse al primo nucleo di Firenze romana, per vantarne la diretta discendenza, come del resto ne dà immagine Dante (Commedia, Inferno C. XV, vv. 76-78): …in cui riviva la sementa santa di que’ Roman’ che vi rimaser quando fu fatto il nido di malizia tanta. Cercando ora di fondere la raffigurazione del bassorilievo in un solo significato, come in origine avrà voluto certamente rappresentare, si può pensare al sepolcro di un ricco “vinattiere”, cioè di un importante produttore e commerciante di una illustre famiglia fiorentina che produceva ed esportava il vino, forse addirittura un personaggio “noto” del momento. Per cui concludendo, se volessimo dare un plausibile e significativo nome all’antico bassorilievo, lo si può denominare d’ora in avanti il “Vinattiere” e non più la “Battaglia navale”. L’articolo è uno dei quaranta aneddoti su Piazza del Duomo, tratto dalla nostra pubblicazione “A Occhio e Croce”, edita da Firenze Leonardo Edizioni. LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI  Web artusi.net

Il Pungiglione

il lavoro in italia? un problema preistorico

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n Italia il lavoro è come la forfora: un problema irrisolvibile! Lavoro significa disoccupazione, precariato, tagli allo stipendio. Quanto mi piacerebbe che un giorno il Tg aprisse con un’edizione straordinaria: “Oggi il signor Rossi, senza nessuna raccomandazione, è stato assunto a tempo indeterminato. Non solo, a fine mese riscuoterà pure lo stipendio!”. Una notizia così da noi sarebbe una ventata di novità! Il governo, per sconfiggere la disoccupazione, ha deciso di dare incentivi agli imprenditori che assumeranno donne o giovani. Il problema è che la maggior parte dei disoccupati in Italia sono uomini e di 40 anni! Un mio amico disoccupato ha già iniziato a farsi una cura di ormoni: male che vada troverà lavoro alle Cascine! Un altro amico disoccupato, invece, ha investito direttamente sul botulino! In Italia il lavoro è sempre stato un problema. Ai tempi del Paleozoico l’attività principale dell’uomo era fare il cacciatore: per farlo bastava farsi una lancia e cercare una bestia da uccidere. In tutte le parti del mondo funzionava così, tranne che da noi. In Italia per fare il cacciatore dovevi prima farti rilasciare la licenza, poi avere la tessera d’iscrizione all’Arci caccia & pesca e infine l’assicurazione per il cane. Ai tempi del Paleozoico ci mettevi dieci anni ad ottenere tutti questi documenti! E se ci riuscivi non potevi nemmeno esultare, nel frattempo eri già morto di fame! Si vede che il lavoro non è proprio nel nostro Dna! ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista

 Web

andreamuzzi.it


Lettere

Marzo 2014 | 21

Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it IL “NUOVO” VIALE DE AMICIS E IL PARCHEGGIO DELLE AUTO

Salve, volevo solo far presente che i viali De Amicis e Lungo l’Affrico hanno avuto un nuovo lifting bello, funzionale e pulito. Un grazie a tutti coloro che hanno prestato servizio per rendere migliore una delle tante zone di Firenze. Dato che noi cittadini non sappiamo apprezzare tutto ciò, anzi ci facciamo in quattro per deturpare, e non siamo capaci di essere responsabili, perché durante manifestazioni sportive, musicali e quant’altro dobbiamo parcheggiare sulla pista ciclabile appena fatta (anzi ancora da terminare), sulle aiuole, su marciapiedi, strisce pedonali, posti riservati a motocicli e passi carrabili? Se viene fatto presente alle autorità competenti rispondono che non hanno mezzi a disposizione e che c’è la partita, quindi tutto deve essere tollerato. Ma vi sembra un buon motivo? Grazie per aver letto il mio sfogo. S.M.M.

di dovere corsi serali impartendo ai patentati lezioni di educazione civica, pena il ritiro della patente, certamente in questa realtà è pura utopia. Grazie per l’attenzione e porgo cordiali saluti. Severino B.

VIA PACINOTTI, “CINQUE SEMAFORI PER TORNARE A CASA”

LE PISTE DEL QUARTIERE 4 E IL COMPORTAMENTO DI AUTO E BICI

Gentile redazione, ho letto con molta attenzione la lettera pubblicata su “Il Reporter” di questo gennaio dal sig. A. Ilari, che verte sulla problematica della pista ciclabile del Q4 il cui contenuto condivido parzialmente per la ragione che espongo per ciò che segue: anch’io sono un ciclista e risiedo in zona, uso quotidianamente le piste in questione. Però, c’è un però da chiarire sulla ciclabile. Le suddette non sono agevoli e omogenee nel suo insieme perché esse per lunghi tratti sono alternate con i marciapiedi, nelle ore serali ci si trova in difficoltà per la scarsa luce ad identificarle. Poi, automobilisti maleducati con poco rispetto per il sociale, sostano senza riguardi e sicuri di rimanere impuniti da qualsiasi penalizzazione, non si è visto mai un foglio rosa sul loro parabrezza, vale pure questo per i veicoli a due ruote in sosta, senza contare i passanti che l’alternano con il marciapiede. Per tanto il povero ciclista è impedito di conseguenza di usufruire totalmente del percorso su di esse, costretto suo malgrado a servirsi molto spesso della strada a suo rischio e pericolo e in caso d’incidente con un veicolo a motore rischia oltre la multa anche eventuali danni contro terzi. Quindi, se il ciclista è costretto per questo stato di cose a fare manovre errate, per forza di cose non è totalmente colpa sua. Le piste come sono tutt’ora non sono concepite ad opera d’arte, non sono per niente in armonia con le vie Massa e Modigliani che sono arterie lineari ed eleganti nel suo insieme architettonico, quando sono state ideate dette piste non è stato tenuto conto di questo. Antiestetiche, con quei ferracci come divisorio e pericolosi come i cordoli che però quest’ultimi, in compenso, non sono antiestetici, spesso qualche veicolo “piomba” su quei “ferracci” che sono scarsamente dotati di segnaletica. Non importa, secondo me, trasferirsi ad Amsterdam o nella più vicina Ferrara come scrive il sig. Ilari, per confrontarsi con le loro ciclabili, basterebbe lavorare con criterio. Si fa per dire: organizzare da chi

Abito in un piccolo condominio, siamo in quattro, in via Pacinotti a cinquanta metri dal cinema Fiamma ed abbiamo un cortile interno dove parcheggiare, a turni di due, le nostre macchine. Orbene, venendo da via Mannelli, ed arrivati a Ponte al Pino, per entrare in casa con la macchina, dobbiamo girare a destra verso via Campo d’Arrigo, al semaforo dopo 100 m. (primo) girare a sinistra ed al semaforo di Viale dei Mille per altri 100 m. (secondo) attraversare il viale, percorrere un tratto di Via Marconi (200 m.), girare a sinistra verso Viale Volta, percorrerlo per 200 metri, fermarsi al semaforo di Via Pacinotti angolo con Viale Volta (terzo) andare avanti un pochino (100 m.), girare a sinistra per 50 m. e fermarsi al semaforo dell’Ataf (quarto) entrare in Viale dei Mille e fermarsi al semaforo di via Pacinotti dopo 100 m. all’edicola (quinto) e finalmente girare a destra in Via Pacinotti, fare 100 metri verso Ponte al Pino ed entrare in casa. Totale cinque semafori per percorrere circa 850 metri nel traffico. No comment. Basterebbe che a noi quattro residenti dessero l’autorizzazione di andare a dritto da Ponte al Pino in Via Pacinotti sulla corsia dei bus (percorsa regolarmente da invalidi veri, finti e quant’altro), fare 100 metri ed entrare in casa. Risparmio di traffico, benzina e tempo. Spero nella comprensione della Viabilità del Comune. Saluti, Mauro

VIA POLIZIANO E LA SOSTA DEI CAMPER

Ma vi sembra normale che un camper stazioni da più di un anno in via Poliziano senza essere mai mosso né spostato nemmeno per la mensile pulizia delle strade? Il degrado di una strada tanto utilizzata e trafficata, dove giornalmente i motorini sfrecciano sulla pista ciclabile per evitare la coda al semaforo, rischiando di investire chi la percorre in bicicletta o si accinge ad attraversare la strada, e dove i parcheggi auto, già scarsi vista la costruzione della pista ciclabile su un intero lato della strada, vengono occupati per anni interi, come nel caso del camper. Ma i camper non dovrebbero essere riposti in appositi parcheggi? Ma lo sporco che si raccoglie sotto e che non può essere tolto nemmeno quella volta il mese della pulizia stradale non contribuisce ad aumentare il degrado di quella che era una bella strada della nostra bella città? Ma i vigili urbani sono scomparsi, gli addetti alla pulizia stradale si limitano a girargli intorno e tutto resta inesorabilmente come è dando ragione, in questo modo, a chi non rispetta le regole e si comporta in modo non rispettoso nei confronti degli altri cittadini. Grazie per l’attenzione, una abitante di via Poliziano

“IL MIO APPELLO AI CICLISTI: FATEVI VEDERE QUANDO È BUIO” Dopo aver rischiato ieri, per l’ennesima volta, di investire un ciclista senza luci, mi decido a fare questo appello. Mi spiego: tempo fa leggevo un bell’articolo sulle biciclette che illustrava il progetto “For Cyclist”. Ecco, io apprezzo moltissimo questi incoraggiamenti che arrivano da più parti per l’incremento dell’uso della bicicletta, pur non potendo io più usarla. Odio l’auto e il suo inquinamento, ma tant’è, ormai ci sono, le dobbiamo/vogliamo usare e soprattutto... dobbiamo convivere, automobilisti e ciclisti. Detto questo vengo alla mia richiesta, anzi, implorazione. Chiedo vivamente ai nostri ciclisti di fornire le loro bici di luci, anteriori e posteriori, queste ultime specialmente! Troppo spesso noi automobilisti ci troviamo davanti, all’improvviso, soprattutto ovviamente la sera, le biciclette, completamente invisibili, ed è proprio fortuna, loro e nostra, se riusciamo a scansarle. Auspicherei anche che chi di dovere facesse rispettare questo che ritengo debba essere un obbligo, se non da codice della strada (ma credo lo sia), perlomeno di civiltà per la sicurezza di tutti. Tutti abbiamo comportamenti da correggere, ma questo è rimesso alla coscienza individuale. Ai ciclisti chiedo un impegno maggiore: le luci! Fatevi vedere quando è buio! Lettera firmata

IL REPORTER RISPONDE Caro lettore, la sua lettera (ma anche quella del signor Severino che pubblichiamo in questa stessa pagina) ci dà lo spunto per tornare a parlare del comportamento di ciclisti e automobilisti, tema evidentemente fra i più cari al nostro pubblico. Spesso, troppo spesso, gli uni tendono ad attaccare gli altri “a priori” per la condotta tenuta alla guida e viceversa. E questa è la prima “usanza” da sradicare: perché le strade siano sicure per tutti è infatti necessario che tutti, in qualsiasi modo si spostino, adottino ogni misura possibile per minimizzare i rischi per se stessi e per gli altri. Collaborazione e non contrapposizione, insomma. Non dimenticando mai il mezzo su cui si sta viaggiando e la sua potenziale pericolosità, perché è chiaro che i danni che si possono provocare a bordo di un’automobile sono diversi rispetto a quelli che si possono fare in bicicletta. Detto questo, il suo appello (o, per usare le sue parole, implorazione) ai ciclisti di farsi vedere di notte dotando le biciclette delle necessarie luci è assolutamente condivisibile, ed è fondamentale che tutti coloro che si spostano sulle due ruote si mettano in condizione di vedere ed essere visti, sempre, cosa che troppo spesso, purtroppo, ancora oggi non avviene. Accorgimenti minimi di sicurezza (in primis per se stessi) forse sottovalutati, ma su cui invece ci deve essere la massima attenzione. D’altro canto è vero anche che sempre troppo spesso i ciclisti sono obbligati a “condividere” la sede stradale con le auto per la mancanza, in certe parti della città, di piste ciclabili, o per l’impossibilità di utilizzarle a causa di sosta selvaggia o altri comportamenti scorretti. Serve la massima responsabilità da parte di tutti, insomma, perché le strade fiorentine possano diventare sempre più sicure. Con qualunque mezzo si scelga di percorrerle. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it

Editoriale

dalla prima

Tra le tante questioni su cui l’attenzione non dovrà mancare, a Firenze come in sede nazionale, c’è quella del lavoro. Tema cui questo mese dedichiamo ampio spazio sul nostro giornale, e non a caso. Mentre in città nascono o proseguono la loro attività spazi dedicati al “coworking”, ovvero spazi in cui si condividono ambiente di lavoro, idee ed esperienze, provando anche a fare sinergia, i numeri sull’attuale situazione sono contrastanti. Per qualche spiraglio che sembra aprirsi, per i primi, timidi segnali di ripresa che cominciano a intravedersi, ci sono sempre alcuni dati, preoccupanti, a tenerci con i piedi ben piantati per terra e a ricordarci che i tempi duri non sono finiti, affatto. Vietato abbassare la guardia, insomma. Ma oltre ai numeri ci sono anche (e soprattutto) le storie, i racconti, le testimonianze. Ci sono, insomma, le vite delle persone. Questo mese abbiamo voluto raccontare la storia di Giovanna, una fiorentina come tante. Trentenne, un passato da precaria e un presente da disoccupata. Le giornate trascorse in cerca di un lavoro, di un qualsiasi lavoro, inviando curriculum e consultando i siti specializzati, sperando che prima o poi un’opportunità si presenti anche per lei. Lei che a trent’anni appena compiuti si sente già troppo “vecchia” per un mondo, come quello del lavoro, dove il concetto di “età giusta” si fa sempre più sottile e sfuggente. Ne sanno qualcosa i tanti giovani che non riescono a trovare una prima occupazione, ne sanno qualcosa i quarantenni e cinquantenni che l’occupazione l’hanno persa e per cui avere nuove chance diventa sempre più difficile. Insomma, sul mondo del lavoro l’attenzione deve restare alta, altissima. A livello locale come a livello nazionale. Per dare una risposta alle tante Giovanne che non chiedono altro che una possibilità. MATTEO FRANCINI


22 | Marzo 2014

#Salute

 La realtà

 Stili di vita

un “esercito” di volontari mal di primavera, negli ospedali della città come metterlo ko L’associazione Avo esiste dal 1980: due corsi di formazione ogni anno Matilde Bernini

A

nziani o bambini, brevi o lungodegenti. A tutti i pazienti ricoverati in ospedale fa piacere ricevere una visita, scambiare due chiacchiere, ricevere un augurio di pronta guarigione. Nasce per questo motivo Avo, associazione volontari ospedalieri, che a Firenze opera dal 1980. Oltre trent’anni passati nei diversi ospedali della città, seguendo una deontologia ben precisa, camice bianco e

sorriso sempre pronto. Essere volontari Avo non è uno scherzo, come spiegano dall’associazione, e richiede l’osservanza di regole importanti, come l’impegno una volta a settimana in reparto e una certa partecipazione alla vita associativa. Vita che ha alcune scadenze importanti: i nuovi volontari, infatti, entrano due volte l’anno, quando a marzo e a ottobre si tengono i corsi di formazione. Il prossimo, il 64esimo, è in programma

L’ospedale pediatrico Meyer è una delle strutture cittadine in cui operano i volontari dell’Avo

 Web

RUBRICA :

avofirenze.it Tel. 055.2344567

La dentista risponde

questo mese. Sono corsi tenuti da alcuni professionisti della salute, come medici e psicologi, che introducono i nuovi arrivati al “ruolo” del volontario Avo, e da rappresentanti dell’associazione. Le tematiche spaziano dal problema delle infezioni alla motivazione e all’ascolto, dalla struttura organizzativa dell’ospedale nell’area fiorentina al rapporto empatico che il volontario stabilisce con degenti e operatori. Come si legge anche nello statuto dell’associazione, infatti, “i volontari non possono e non devono sostituire nessuno, ma i medici, gli infermieri, i malati, gli ospiti e il personale delle Rsa sanno di potervi fare sempre affidamento”. Segue un periodo di tirocinio di un anno, che si esegue affiancando un volontario esperto, al termine del quale, dopo la cerimonia di consegna del “distintivo”, si può andare in ospedale da soli. Così, un “esercito” importante di donne e uomini dalla maggiore età ai settanta anni ogni giorno va in ospedale, senza essere malato, indossa il camice e inizia il giro dei reparti piuttosto che, nelle strutture più complesse, dedicarsi al servizio di accoglienza e informazioni. Careggi, Cto, Palagi, Meyer, Ponte a Niccheri, Santa Maria Nuova e Torregalli sono gli ospedali dove i volontari operano, cui si aggiungono otto Rsa, fra cui Montedomini. E per chi invece non se la sente di fare servizio in ospedale, è comunque possibile contribuire all’attività dei volontari ospedalieri sostenendo l’associazione attraverso il 5 per mille della dichiarazione dei redditi o con le bomboniere Avo.

C

omplice un inverno dalle temperature miti, quest’anno la primavera potrebbe arrivare quasi inosservata, in punta dei piedi, ma porterà con sé il dono che da sempre la caratterizza: giornate più lunghe e luminose. Fino a pochi secoli fa l’uomo era totalmente dipendente dal ritmo della natura e delle stagioni: oggi, grazie all’illuminazione artificiale, i nostri ritmi rimangono piuttosto costanti nell’arco dell’anno e non percepiamo, apparentemente, questa vera e propria rivoluzione che ogni anno si ripete. Ma il nostro organismo sì. Il nostro fisico e il nostro equilibrio non sono ingannati dalla luce artificiale e la stagione in arrivo, seppur a fin di bene, li mette a dura prova. “Questo passaggio ci impegna dal punto di vista fisico e psicologico – spiega Niccolò Berzi, medico fiorentino – i sintomi più comuni di quello che ormai è comunemente chiamato ‘mal di primavera’ sono svogliatezza, stanchezza, difficoltà di concentrazione, irritabilità, fino ad arrivare a cefalea, insonnia, alterazioni del tono dell’umore. Sintomi banali, che non necessiterebbero di interventi medici o farmacologici, a parte casi particolari come quelli degli asmatici e degli allergici, che spesso è opportuno seguano una terapia costante in questi periodi”. Rispetto al passato, la capacità di adattamento alla nuova stagione è resa più lenta e difficile da stili di vita errati, stress continuo e ritmi eccessivamente forzati: sono questi i punti sui quali possiamo agire per arrivare preparati alla primavera prima e all’estate poi. Ma come? “I consigli sono pochi e sarebbero buoni anche per il resto dell’anno: alimentazione leggera e bilanciata, con consumo di frutta e verdura, riduzione dei grassi e dei cibi eccessivamente elaborati e difficoltosi per la digestione, aumentare l’apporto di liquidi, bevendo alcuni bicchieri d’acqua anche fuori dai pasti, che devono essere ben equilibrati nella giornata (colazione, pranzo, merenda e cena), ricordando che il ‘pasto unico’ è un errore. E ancora, garantire un adeguato riposo dell’organismo, evitare eccessivi impegni lavorativi e personali, cercando di ritagliare del tempo per se stessi (cosa sempre più difficoltosa), e soprattutto praticare attività fisica in modo costante o, dopo la pausa invernale, ricominciare progressivamente”, conclude Berzi. M.B.

Cara signora, è già la terza lettera che ricevo a pro-

dott.

Gianluca Marini MEDICO CHIRURGO

posito di questo argomento. Quindi ne approfitto per rispondere anche a Fran-

In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

cesca e a Gianna. E’ vero il dentista oggi si preoccupa, giustamente, del sorriso e non solo dei denti. Io nel mio studio mi avvalgo della collaborazio-

Il dentista mi ha proposto di ritoccarmi le labbra facendo un po’ di riempimento con acido ialuronico. Mi posso fidare ò è meglio che mi rivolga a qualche professionista presso un centro specializzato. Angela

ne di una bravissima dermatologa che si occupa non solo di migliorare, per esempio come nel suo caso con acido ialuronico il sorriso, ma anche di valutare le necessità estetiche della paziente. Che vuole…. Ormai l’estetica vuole la sua parte.

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