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Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.15 del 3 Marzo 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A.
Marzo 2014
Anno VIII Ed. 15
Firenze Quartiere 5
Il Reporter è distribuito da
Novoli Rifredi Brozzi
Primo piano
✎ Editoriale
non solo libri: cosa offrono le biblioteche
giovanna e gli altri, le storie nascoste dietro ai numeri Matteo Francini
M
ai come in questo momento, forse, le vicende fiorentine si sono intrecciate con quelle nazionali e viceversa. La partenza per Roma di Matteo Renzi ha mescolato le carte in tavola in vista delle sempre più vicine elezioni amministrative. Elezioni che porteranno alla scelta del nuovo sindaco della città del giglio, che siederà sulla poltrona più alta di Palazzo Vecchio in un momento non certo facile.
Viaggio tra le strutture del quartiere: progetti e iniziative accanto alla “classica” lettura ☛ pagina 3
Fiorentina
coppa italia, sfida per due
B
ig e baby viola, una coppa (Italia) per due. I ragazzi di Montella e quelli di Semplici volano in finale: la Primavera ha eliminato la Juventus, i “grandi” hanno fatto fuori l’Udinese.
☛ SEgUE a pagina 18
Il ritorno di Serra Yilmaz: “Vi racconto la mia Firenze” ☛ pagina 16
☛ SEgUE a pagina 21
viaggio nella città che (non) lavora Gianni Carpini - Elisabetta Pini
Q
ualcosa si muove. Sul fronte del lavoro, in Toscana sembrano intravedersi alcuni segnali di ripresa. Secondo l’ultimo rapporto di Ires, per la prima volta dopo quattordici trimestri si è ad esempio verificata una crescita occupazionale nel manifatturiero. “Ma è presto per parlare di ripresa”, sottolineano dalla Cgil. I dati, infatti, evidenziano una situazione ancora critica: l’anno scorso ha fatto segnare il record negativo per quanto riguarda le ore di cassa integrazione, e il tasso di disoccupazione resta elevato.
☛ SEgUE aLLE paginE 8-9
castello, cinema salvo (aspettando l’estate) La risposta dei cittadini alla sottoscrizione che era stata lanciata è andata oltre le aspettative.
☛ pagina 2
i musei tra cantieri e gioielli dimenticati A spasso fra i capolavori “nascosti”, mentre proseguono i lavori per Uffizi e Archeologico.
☛ paginE 10-11
le cascine diventano “capitale” della bici
il coworking si fa spazio a rifredi ☛ pagina 4
☛ pagina 15
2 | Marzo 2014
Quartiere 5
#Primo piano
Novoli . Rifredi . Brozzi
La sala
castello, il cinema ce l’ha fatta: sventata la chiusura. ora resta da “salvare” l’estate L’intervento
“mobilitiamoci”: l’appello di benvenuti
“Q
ua dobbiamo mobilitarci”. Inizia con un Alessandro Benvenuti preoccupato il video-appello realizzato dall’attore e regista per salvare il cinema di Castello, finito su Youtube. Proprio sul palcoscenico di Castello, negli anni Settanta, sono nati i Giancattivi, il trio comico fondato dallo stesso Benvenuti e Athina Cenci. La sottoscrizione rimane aperta per l’arena estiva: ogni 20 euro donati c’è un biglietto gratis. Si può contribuire con un bonifico. Questi gli estremi: Circolo ricreativo culturale sportivo Castello, Iban IT 77 O 01030 02866 000000561211, MPS agenzia di Castello. G.C.
Gianni Carpini
I
l cinema è salvo. L’arena estiva lo è soltanto per metà, perché mancano soldi per garantire del tutto i film sotto le stelle. In ogni caso la risposta delle persone ha superato ogni più rosea aspettativa: 25mila euro raccolti in pochi mesi. Tanto hanno donato gli spettatori-amici del circolo ricreativo di Castello perché il sipario non si abbassasse una volta per tutte sulla storica sala, 140 poltroncine per una licenza cinematografica tra le più antiche di Firenze. “Sono stati gli stessi cittadini a darci una grande mano e a far sì che il nostro lavoro, anche come teatro, andasse avanti”, commenta Alessandra Di Maio, presidente del circolo di via Reginaldo Giuliani. Dal 24 gennaio scorso ha iniziato a “lavorare” il nuovo proiettore digitale, comprato anche grazie al contributo dei cittadini. Un macchinario da 64mila euro, una cifra enorme per un circolo ricreativo. Senza
quello il grande schermo sarebbe rimasto spento. Dall’inizio del 2014 i film in pellicola sono una rarità, la produzione si è spostata tutta in digitale, costringendo i piccoli cinema di quartiere a fare i salti mortali con grandi investimenti pur di sopravvivere. Così, nell’ottobre scorso a Castello era stata lanciata una sottoscrizione: 25mila euro sono arrivati dagli “aficionados”, altri 27mila dalla Regione grazie a un bando per l’ammodernamento, il resto lo mette il circolo. La raccolta rimane però aperta. Il proiettore digitale basta solo per metà: ora si apre la partita dell’arena estiva. Innanzitutto c’è la cabina esterna da isolare termicamente perché le nuove strumentazioni, più fragili, siano protette dal caldo. Per far questo ci vorranno circa settemila euro. E non è tutto. In caso di pioggia la proiezione non potrà essere trasferita all’interno: il proiettore digitale pesa molto e non è trasportabile in modo
Era stata lanciata una sottoscrizione: la risposta dei cittadini ha superato ogni più rosea aspettativa
1870 l’anno di fondazione del circolo
agevole a ogni cambiamento meteo. L’idea, fondi permettendo, è quella di acquistarne uno ad hoc per l’arena. “Abbiamo partecipato con un secondo progetto di ammodernamento a un nuovo bando della Regione – spiega Di Maio – in base alla risposta che avremo in primavera decideremo il da farsi”. Intanto i due vecchi proiettori (16 e 35 millimetri) non andranno in pensione, ma saranno usati per le retrospettive e per i pochi film ancora in pellicola. Sul fronte del teatro, infine, sono in arrivo novità per l’estate: il circolo sta lavorando a una rassegna speciale, mentre per i bimbi ogni martedì si terranno spettacoli di burattini.
Il cinema di Castello vanta 140 poltroncine e una licenza tra le più antiche in città
Web teatrocastello.com
Mail salviamoilcinema@teatrocastello.com
La segnalazione
“vie strette, ma auto veloci”
A
uto che arrivano ad alta velocità, marciapiedi troppo stretti e rovinati, pedoni costretti a camminare rasenti al muro per evitare di essere investiti. È questa la situazione nella zona tra via del Granchio, via del Ranocchietto e via del Luccio, a pochi metri di distanza da via Pistoiese, secondo quanto segnalato da alcuni cittadini. Una zona, spiegano i residenti, dove anche fare pochi metri a piedi può diventare un’impresa, a causa di segnaletica insufficiente, pochi interventi e ancor meno dispositivi per la riduzione della velocità delle macchine. “Il problema – racconta la signora Paola, residente da molti anni nella zona – si è intensificato negli ultimi tempi: via del Granchio e via del Luccio sono strade molto strette e con un alto numero di pedoni, ma nonostante questo le macchine arrivano sempre a grande velocità da entrambi le direzioni”. Una situazione – viene aggiunto – resa ancor più pericolosa dal fatto che i marciapiedi sono molto stretti e rovinati, “cosa che rende praticamente impossibile camminarci sopra”. In effetti, facendo un giro nella zona, si vedono molte situazioni a rischio, con pedoni a cui sfrecciano accanto auto che spesso procedono ad alta velocità. In via del Granchio, poi, la situazione è ancor più problematica: qua manca del tutto un marciapiede per i pedoni, dal lato destro non ci sono barriere né guard-rail e in più ci sono anche siepi e cassonetti a rendere la visibilità ancora più scarsa. “È davvero ora che venga fatto qualcosa – conclude Paola – ne va della salute e dell’incolumità di noi residenti”. M.B.
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Quartiere 5
#Primo piano
Novoli . Rifredi . Brozzi
Marzo 2014 | 3
Focus
Il servizio
LE BIBLIOTECHE DEL QUARTIERE, TRA LIBRI E INIZIATIVE Non solo lettura: portati avanti diversi progetti Fannì Beconcini
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redici biblioteche pubbliche, un bibliobus, due punti di prestito in ospedale e tre punti di prestito nei centri commerciali: sono questi i numeri del sistema bibliotecario fiorentino. Tre delle strutture e due dei punti di prestito si trovano nel quartiere 5: si tratta della biblioteca dell’Orticoltura, della Buonarroti, della biblioteca scientifica dell’Iti Leonardo Da Vinci e delle due aree dedicate nelle Coop di Novoli e via Carlo Del Prete. L’offerta bibliotecaria comunale, negli ultimi anni, si è organizzata in vero e proprio sistema, e accanto all’offerta “classica” di pubblica lettura sono diversi i progetti speciali e le iniziative dedicate. “A Firenze c’è stato un grosso investimento da parte delle ultime amministrazioni, che ha consentito di mettere in rete e a sistema le biblioteche comunali fiorentine che prima afferivano ciascuna a ogni Quartiere”, spiega Grazia Asta, responsabile della promozione biblioteche e progetti speciali della direzione
cultura del Comune. “Un tempo c’erano disomogeneità in termini di servizi, attività, orari. Quello che interessa oggi è offrire pari opportunità ai cittadini, ovunque abitino”, aggiunge. Negli ultimi anni è stato fatto uno sforzo per garantire un orario di apertura il più possibile omogeneo per tutte le biblioteche: dal martedì al venerdì dalle 9 alle 19, il lunedì apertura pomeridiana e il sabato mattutina. Inoltre, dall’anno scorso, esiste anche il portale delle biblioteche, in cui è possibile reperire informazioni e consigli di lettura, ed è stata avviata un’attività di comunicazione verso gli iscritti. L’iscrizione al circuito bibliotecario è gratuita, si può effettuare anche on line e dà diritto a sconti e promozioni per eventi teatrali e musicali. L’Orticoltura e la Buonarroti fanno poi parte del progetto “Le biblioteche dei piccoli fiorentini”, che inizia questo mese ed è alla seconda edizione: si tratta di una serie di iniziative organizzate in tutte le biblioteche comunali, per cui il venerdì e il sabato si tengo-
SE SPESA E CULTURA VANNO A BRACCETTO
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3
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biblioteche i punti pubbliche di prestito nel quartiere presenti
La sezione dedicata ai bambini della biblioteca dell’Orticoltura. Oltre ai libri, l’offerta per i cittadini da parte delle strutture del quartiere comprende anche iniziative e progetti
l progetto Bibliocoop è un servizio recentemente attivato in alcuni punti vendita Coop. Nel quartiere 5 sono due le aree in cui sono state istituite postazioni di prestito e ricerca libri, in collaborazione con la biblioteca Buonarroti, vere e proprie “minibiblioteche” che portano la cultura nei luoghi abituali della spesa, con numerose iniziative di promozione e invito alla lettura. Alla sezione soci della Coop di via Carlo Del Prete e di Unicoop Novoli periodicamente vengono anche organizzate animazioni a cura di Scioglilibro e stage di tecniche di lettura ad alta voce per neogenitori. F.B.
Web
biblioteche.comune.fi.it
no eventi di promozione della lettura rivolti ai più piccoli. Altra iniziativa con le stesse finalità è il progetto destinato alle scuole “Passepartout. Il giro delle biblioteche in 200 giorni”, percorsi didattici rivolti a studenti e docenti per far conoscere al meglio l’offerta delle biblioteche fiorentine. “Le biblioteche stanno assumendo, oltre a quello più tradizionale di informazione e documentazione, anche un vero e proprio ruolo sociale – conclude Asta – c’è un disegno comune e condiviso in cui le biblioteche cittadine credono e investono”.
L’offerta
TRE STRUTTURE, TRE STORIE L
e tre biblioteche del Q5 hanno storie e vocazioni diverse, ma sono tutte accomunate dall’offerta di pubblica lettura e dallo scaffale aperto, il sistema di libero accesso ai testi. La biblioteca dell’Orticoltura, ristrutturata e riorganizzata nell’ultimo biennio, si trova nel giardino omonimo e ha recentemente rivitalizzato il rapporto con la società dell’Orticoltura attraverso conferenze e presentazioni, ha una sezione dedicata alla botanica e al giardinaggio e tra la primavera e l’estate organizza e ospita eventi e seminari dedicati a grandi e piccini. La biblioteca Buonarroti è a Villa Pozzolini, in viale Guidoni, dove si trovano anche una mediateca e un centro linguistico: oltre all’offerta classica ha una sezione libri in braille, una di letteratura straniera in lingua originale e uno scaffale aperto a tema mare, che contiene pubblicazioni che hanno come oggetto il mare e ne documentano i vari aspetti. La biblioteca dell’Iti Leonardo Da Vinci è una struttura scolastica da qualche anno aperta anche al pubblico, con una dotazione di quasi 40mila volumi fra testi scientifici e letterari.
L’ingresso della biblioteca Buonarroti, che si trova a Villa Pozzolini, in viale Guidoni
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Quartiere 5
#Zoom
Novoli . Rifredi . Brozzi
Il luogo
Il concorso
qua il lavoro si “condivide”: un progetto una nuova realtà a rifredi anti-sprechi Si chiama Impact Hub Firenze ed è uno spazio di coworking Antonio Rettura
H
a aperto in via Panciatichi, a Rifredi, “Impact Hub Firenze”, uno spazio di coworking che offre supporto logistico, consulenza di business e percorsi di incubazione a chi ha un’idea che vuol trasformare in impresa o cerca una “postazione” per la propria attività. Lo spazio di 400 metri quadrati, a due passi dalla stazione ferroviaria, è stato inaugurato il mese scorso e dispone di postazioni, uffici con scrivanie, sale riunioni, connessione internet, cucina e
sala eventi. Il coworking è una tipologia di lavoro sempre più diffusa negli ultimi anni, caratterizzata dalla “condivisione” di un ambiente lavorativo da parte di persone che non appartengono a una stessa organizzazione. Solitamente ne fanno parte professionisti che lavorano in proprio o giovani che vogliono avviare una nuova attività senza dover sostenere i costi per una propria sede. Oltre al risparmio economico, chi entra a far parte di Impact Hub riceve una consulenza di business e può partecipare a
In via Panciatichi ha aperto i battenti “Impact Hub Firenze”, uno spazio di 400 metri quadrati dedicato al coworking
Web
florence.impacthub.net
percorsi di incubazione che hanno lo scopo di accelerare lo sviluppo dell’azienda. Uno degli obiettivi che si pone la nuova realtà fiorentina è quello di creare “innovazione sociale”, come spiega Vieri Calogero, uno dei fondatori: “Lo scopo di questo ecosistema lavorativo – dice – è quello di facilitare i processi di creazione di ‘prodotti’ e attività che abbiano un influsso positivo sul territorio”. Si tratta di uno spazio che favorisce lo scambio e la condivisione di idee, che possono stimolare e migliorare la qualità del lavoro. Lo conferma Andrea Mayer, coordinatore di Gecamp (che si occupa dell’organizzazione di campi estivi e corsi di “sopravvivenza” nella natura), che è stato fra i primi membri dello spazio di coworking: “Da quando sono qui la mia attività ne ha beneficiato – racconta – anche senza effettuare particolari interventi se non lo spostamento in questo nuovo ambiente che – aggiunge – ha influito positivamente”. Andrea ha stabilito la sua postazione lavorativa nell’Hub di Rifredi perché ha bisogno di un “ufficio” solo per alcuni mesi all’anno (quelli invernali), esigenza che si adatta perfettamente alla flessibilità dello spazio. “Anche se il mio lavoro è incentrato sul ritorno alla natura – conclude – per organizzarlo al meglio ho bisogno di una postazione moderna e iperconnessa”. La sua attività, infatti, in primavera ed estate si sposta nei monti fra Toscana ed Emilia. Si tratta di un esempio molto significativo: anche le attività che possono sembrare agli antipodi della “tecnologizzazione” possono trarre giovamento dalle moderne organizzazioni di coworking.
S
i chiama “Food Waste Reduction” il concorso di idee nato per dar vita a un’impresa sociale che recuperi e riutilizzi gli sprechi della filiera agroalimentare. L’iniziativa è promossa da Impact Hub Firenze in collaborazione con “Il cuore si scioglie Onlus”, la fondazione nata da Unicoop Firenze. L’obiettivo è quello di ideare e realizzare un sistema per riutilizzare i prodotti alimentari che vengono ritirati dal mercato – in particolare dai negozi della grande distribuzione – perché prossimi alla scadenza (ma ancora perfettamente commestibili), a causa di difetti di confezionamento o per altre ragioni che però non compromettono la loro “utilizzabilità”. L’avvio del progetto di impresa, che verrà finanziato e attuato nel territorio toscano, avverrà a fine maggio, attraverso un percorso che individuerà, tra le quindici proposte pervenute, quella ritenuta più funzionale allo scopo. Al momento siamo alla seconda fase di selezione: dalla rosa di progetti presentati ne sono stati scelti da una giuria tre, che fino a maggio svolgeranno un percorso di pre-incubazione all’interno dell’Impact Hub di Rifredi. I gruppi di lavoro selezionati ricevono in premio un rimborso spese e la disponibilità di una postazione (e di tutti i servizi collegati) all’interno dello spazio di coworking. In questo periodo, i tre progetti riceveranno il supporto di Impact Hub, Unicoop Firenze e della fondazione “Il cuore si scioglie” per l’individuazione di investitori, partner, supporter, imprenditori e media che possano contribuire a vario titolo al raggiungimento degli obiettivi. Verranno inoltre svolte attività di formazione sulle tematiche inerenti l’impresa, come aspetti commerciali, legali, fiscali e di comunicazione. Il progetto vincitore del concorso verrà decretato il 23 maggio, e potrà accedere alla fase di incubazione vera e propria, che durerà nove mesi, ricevendo ulteriore supporto tecnico e finanziario, oltre che una “sede” gratuita all’interno di Impact Hub. Tra i partner finanziari e promotori del progetto ci sono anche Cgil Toscana, Avec Onlus, Caritas Toscana e Arci Toscana. Oltre ad avere l’obiettivo di avviare un’attività imprenditoriale “sociale”, questo progetto sensibilizza dunque su un tema cruciale in tempo di crisi: la riduzione degli sprechi e la trasformazione degli scarti in risorse. A.R.
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Verde pubblico
UN NUOVO GIARDINO IN VIALE GUIDONI
SORGE NELL’AREA DELL’EX-SCUOLA CATERINA DÈ MEDICI CON UN AMPIO UTILIZZO DI MATERIALE RICICLATI. TRA I GIOCHI SPICCA UNA SPECIALE ALTALENA PER BAMBINI DIVERSAMENTE ABILI Restituiti alla città oltre tremila metri quadrati di verde pubblico, con un ampio giardino dotato di campi di calcetto e street basket, un’area giochi attrezzata per i più piccoli e una zona ristoro. Si tratta dell’area verde realizzata in viale Guidoni, al posto della ex-scuola Caterina de’ Medici, e inaugurata all’inizio di febbraio alla presenza del sindaco Matteo Renzi, del vicesindaco Stefania Saccardi, dell’assessore all’ambiente Caterina Biti e del presidente del Q.5 Federico Gianassi. Nel giardino, a cui si accede da viale Guidoni e da
via Barsanti, sono stati installati nuovi impianti di illuminazione e irrigazione e si è proceduto all’impianto di 21 nuovi alberi Il costo totale dell’intervento ammonta a 350.000 euro. Buona parte dei materiali (pavimentazioni, panchine, cestini e bacheche) è stata realizzata in plasmix, una speciale plastica riciclata prodotta in Toscana, il che ha permesso di ottenere un consistente finanziamento dalla Regione. Ma l’aspetto più innovativo e interessante è sicuramente rappresentato da una speciale altalena in acciaio destinata ai bambini disabili e collocata nell’area gioco grazie ad un dono dell’azienda Green Arreda. Per mezzo di questo ingegnoso accorgimento anche i bambini diversamente abili potranno provare la splendida sensazione, finora negata, di volteggiare nell’area. L’iniziativa è scaturita da un’idea di Justine Agnelli, un operatore sociale che ha trovato il supporto della Cooperativa Archimede, che si è fatta carico dell’installazione della struttura. Anche il pavimento su cui l’altalena è fissata è realizzato con materiale riciclato, ottenuto dalla triturazione della gomma di vecchie scarpe da ginnastica, in base al progetto ‘Esosport-I giardini di Betty’, in collaborazione con Quadrifoglio e l’azienda Eso, specializzata in recupero e riciclaggio.
LA TARTARUGA D’ACQUA NON E’ UN GIOCATTOLO
LA MAGGIOR PARTE MUORE ENTRO UN ANNO, LE SUPERSTITI VENGONO ABBANDONATE NEI LAGHETTI E NELLE VASCHE DOVE FINISCONO PER PREDARE LE SPECIE AUTOCTONE Alcuni frequentatori delle aree verdi del Q.5 segnalano la presenza di tartarughe d’acqua diventate predatrici di pesci e uccelli acquatici. Le tartarughe d’acqua passano per animaletti domestici ma in realtà non bisogna farsi ingannare dalle piccole dimensioni che hanno al momento dell’acquisto perché di norma si tratta di esemplari che crescono fino a raggiungere 28 cm di lunghezza del carapace e diversi chilogrammi di peso. Avrebbero pertanto bisogno di uno spazio idoneo e di una temperatura acquatica tenuta costantemente tra i 24 e i 26 gradi. Per non parlare delle loro esigenze alimentari (sono carnivore fino al secondo anno e onnivore in età adulta). In poche parole l’ambiente domestico non è assolutamente adatto alle loro
esigenze e finisce per essere solo fonte di grande sofferenza (l’80 % degli esemplari muore entro il primo anno di età). Insomma, evitiamo di acquistare animali che non sono certo nati per stare in cattività, senza contare che il loro abbandono comporta gravi danni all’ecosistema e alle specie autoctone. Come queste segnalazioni, purtroppo, ci confermano… Ricordiamo che l’abbandono di un animale è punibile ai sensi dell’art. 727 del Codice Penale che prevede l’arresto fino ad un anno o il pagamento di una ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Per segnalazioni: Guardie Ecozoofile Anpana Onlus c/o Villa Pallini, via Baracca 150/p e-mail: segnalazioni.firenze@anpana.toscana.it
Servizi educativi
SI RINSALDA IL PATTO FORMATIVO CON L’ASSOCIAZIONISMO LOCALE Il territorio del Quartiere 5 è fortemente caratterizzato da una solida rete di associazioni con una forte vocazione sociale, solidaristica e educativa. Con loro il Consiglio di Quartiere 5 ha stretto un ‘patto formativo locale’, uno strumento a disposizione delle scuole e delle famiglie per il sostegno scolastico e per una più forte integrazione culturale dei numerosi alunni di origine straniera. Il progetto, iniziato ormai quattro anni fa, conta ora sull’apporto di quindici associazioni che recentemente hanno rinnovato il loro impegno per altri cinque anni. Questo l’elenco delle associazioni che hanno sottoscritto il ‘patto formativo’.
Associazione Il Colle della Parrocchia di San Francesco e S. Chiara a Montughi; ADRA Firenze; Ulisse Onlus; Il Muretto; S.M.S. Peretola; Reach Italia Toscana Onlus; Comitato Territoriale Arci di Firenze; Nisaa Al Magrib- Cultura e Solidarietà; Casa della Cultura; S.M.S. Rifredi 1883; CRC Brozzi; Associazione For. E.d.A. Toscana; Associazione Progetto Cucciolo Onlus; Libreria dei Lettori; Associazione culturale Pagine e Costole Info: Ufficio Servizi Educativi Q.5 055 2767049
Età libera
PITTURA E SALUTE
Nel nuovo centro di viuzzo delle Calvane dal mese di Febbraio è iniziata un laboratorio di pittura, in programma dal lunedì al venerdì, ore 9,30-12,30, lunedì e giovedì anche ore 15-19. Dal 26 febbraio al 2 aprile, tutti i mercoledì, ore 10,30-13,30, incontri di approfondimento su al-
cune patologie croniche, a cura di un’infermiera diplomata della ASL. Centro per l’età libera, viuzzo delle Calvane 13 tel. 055.2767031 e-mail cs.viuzzodellecalvane@comune.fi.it
Notizie dal territorio
COSA SUCCEDE SOTTO CASA NOSTRA Cresce la rete ciclabile a Firenze Nova e alle Piagge Continua a consolidarsi la rete ciclabile del nord-ovest fiorentino. E’ stato infatti approvato il progetto esecutivo per il prolungamento della pista ciclabile di via Panciatichi in direzione di via Perfetti Ricasoli e con questo intervento, totalmente finanziato dallo stato (costo previsto di circa 200.000 euro), l’ex area Gondrand sarà collegata direttamente con altre due aree industriali dismesse, la Sime e la Gover, dove sono già in corso importanti processi di riqualificazione urbana. Con questa opera sarà possibile raggiungere in bici, da diverse parti del Q.5, servizi pubblici fondamentali come il Palazzo di Giustizia, il polo universitario di Novoli e la stazione ferroviaria di Rifredi. Sempre con fondi statali sono inoltre in corso di realizzazione -nella zona compresa tra l’Arno, Le Piagge e via Pistoiese- la nuova pista ciclabile di via Lazio e
via della Sala e il completamento della pista pedociclabile lungo l’argine della Goricina. Aggiudicati i lavori per l’ex-Meccanotessile E’ terminata la procedura di gara per la realizzazione del giardino nell’area dell’ex-Meccanotessile. Ad aggiudicarsi i lavori, per un importo di un milione e 600 mila euro, è stata la Ditta Apicon di Reggio Emilia. Al bando hanno partecipato un centinaio di imprese provenienti da tutta Italia. Trascorso il periodo previsto dalla legge per consentire la presentazione di eventuali ricorsi si procederà alla stipula del contratto e dunque all’avvio dei lavori. La durata prevista per l’esecuzione dell’opera è di 120 giorni. Nel frattempo la zona verrà bonificata da alcuni ordigni bellici rimasti sul terreno in seguito ai bombardamenti dell’11 marzo 1944, che intendevano colpire proprio le Officine Galileo.
Cultura
FESTIVAL TEATRALE IN VIA DELLE PANCHE Per tutto il mese di marzo al Teatro Nuovo Sentiero, via delle Panche 36, si svolgerà il “Gattobardo Festival”. La manifestazione, sostenuta attivamente dal Q.5, è organizzata dall’Associazione Teatro Nuovo Sentiero e dall’Associazione culturale Corte del Bardo, due realtà artistiche che da anni animano il teatro di via delle Panche, garantendo una regolare “stagione” di spettacoli, fino a diventare un punto di riferimento per gli appassionati del quartiere. Il Festival prevede rappresentazioni di vario genere (commedia colta, vernacolo, spettacoli per bambini); gli incassi dello spettacolo dell’8 marzo, una drammatica commedia di Franca Rame, saranno devoluti all’Associazione Artemisia, impegnata contro la violenza sulle donne. 1 marzo, ore 21,15, 2 marzo, ore 17,15, Sinceramente bugiardi, di Alan Ayckbourn, regia di Alessandro Becherucci; 8 marzo, ore 21,15, Una donna sola, di Franca Rame, con Caterina Boschi; 15 marzo, ore 21,15, 16 marzo, ore 17,15, Sarto per signora, di Georges Feydau, regia di Alessandro Becherucci; 23 marzo, ore 17,15, I’terno a i’ lotto, di Antonella Zucchini, regia di Massimiliano Ferroni; 29 marzo, ore 21,15, Il racconto dell’isola sconosciuta, di
IL CARTELLONE
Josè Saramago, con Maria Paola Sacchetti e Marina Longo; 30 marzo, ore 16,30, Il Gattobardo con gli stivali, spettacolo per bambini di Raffaella Afeltra e Massimiliano Ferroni. Agli spettacoli teatrali si affianca la rassegna ‘Ingresso Libero’ (di nome e di fatto), a base di incontri e aperitivi con attori, musicisti, direttori artistici, operatori dello spettacolo. 7 marzo, ore 21, Non sarò più la stessa, incontro su donne e violenza, a cura di Artemisia; 12 marzo, ore 19, Vocabolando, a cura della Libreria dei Lettori, interviene Federico Gianassi, presidente del Q.5; 19 marzo, ore 19, incontro musicale con Marina Longo (pianoforte) e Paola Saponara (flauto); 21 marzo, ore 21, incontro musicale con Simone Graziano (piano jazz); 28 marzo, ore 19, conversazione su Terra dei Fuochi e il traffico dei rifiuti, con Don Andrea Bigalli, Ass.Libera. Info e prenotazioni: 338.3663526 teatronuovosentiero@libero.it www.cortedelbardo.it
Firenze nella seconda metà del Novecento Villa Pozzolini, v.le Guidoni 188, a cura del Comitato Fiorentino Risorgimento. Ore 17.
solo, con Alessandro Savorelli; 11 aprile, Il teatro a Firenze, tra tradizione e avanguardia, con Ornella Grassi
7 marzo, Donne fiorentine e politica, con Anna Bucciarelli; 14 marzo, Scrittori e dibattito culturale a Firenze tra 1945 e 1975, con Livio Ghelli; 21 marzo, Economia e lavoro negli anni ’50-’60, con Fabio Bertini; 28 marzo, L’arte contemporanea a Firenze: artisti, mostre, gallerie, con Laura Lucchesi; 4 aprile, Storie e colori della Fiorentina, calcio e non
Opere liriche a Brozzi Incontri di approfondimento a cura di Silvano Sanesi (Associazione Amici del Maggio Musicale Fiorentino). Centro di Lettura ‘Insieme per Brozzi’, piazza 1° Maggio 33, ore 21. 14 aprile, Tristano e Isotta, di Richard Wagner; 5 maggio, Orfeo e Euridice, di C.W.Gluck; 9 giugno, Lucia di Lammermoor, di Gaetano Donizetti
Sport
KARATE: SARA BALLERINI TRIONFA AGLI OPEN DI CROAZIA
Sara Ballerini, una giovane atleta di 21 anni abitante nel Q.5, ha conquistato la medaglia d’oro agli Open di Croazia di karate, che si sono svolti il 18 e 19 gennaio a Samabor. Si trattava di un’importante gara internazionale a cui hanno partecipato le più titolate aspiranti ai campionati europei di Lisbona. La nostra campionessa, che gareggia nella categoria 53 Kg, ha superato al 1° turno un’avversaria del Montenegro e poi, in successione, ha battuto le colleghe slovena, macedone e croata. Arrivata in finale senza concedere nemmeno un punto alle avversarie, ha conquistato l’oro contro l’atleta della Bulgaria vincendo per 1 a 0. La Ballerini pratica questa disciplina sportiva da 15 anni sotto la guida del maestro Capacci.
6 | Marzo 2014
#Il quartiere in pillole
Quartiere 5
Novoli . Rifredi . Brozzi
L’intervento
ex meccanotessile, si avvicina il giardino
E
x Meccanotessile, i lavori per il giardino possono partire. Procede infatti l’iter che porterà alla realizzazione di un parco di 5.700 metri quadri tra via Santelli e via Cocchi. Nelle scorse settimane si era conclusa la procedura di gara per la realizzazione dell’area verde: gara che, aperta a dicembre scorso, aveva “attratto” un centinaio di imprese da tutta Italia.
Dopo un mese di tempo, previsto dalla legge per consentire agli altri partecipanti di effettuare eventuali ricorsi, via alla stipula del contratto e all’avvio dei lavori, la cui durata prevista è di 120 giorni. Nell’area dell’ex Meccanotessile sarà realizzato un piccolo parco con prati, alberi, una grande vasca, panchine, fontanelli, giochi per bambini e aree attrezzate per giovani e adulti. Tra gli inter-
venti previsti ci sono anche la sostituzione della recinzione esistente con una nuova. Le attività ricreative previste negli spazi a verde sono state individuate in base alle indicazioni degli stessi cittadini, emerse negli incontri con i residenti: aree giochi per bambini, zona pic-nic, una grande area a prato e una zona per i giovani, con street basket e sedute per la sosta.
Il percorso
spazio a bici e pedoni lungo il mugnone
U
n percorso ciclo-pedonale per collegare il ponte di San Donato con il Ponte alle Mosse. È il tratto destinato a pedoni e biciclette aperto a fine gennaio in via Malibran, lungo il torrente Mugnone. Questo tratto, lungo circa 350 metri, garantisce continuità alla pista ciclo-pedonale in via di realizzazione in viale Redi e – spiegano da Palazzo Vecchio – rientra in un più ampio intervento di riqualificazione dell’area di Novoli, che ha permesso una rimodellazione idraulica del sistema di deflusso del Mugnone. Il nuovo percorso, pavimentato con mattonelle autobloccanti di colore rosso toscano levigate e rifinito al quarzo, è stato realizzato nell’ambito dei lavori di adeguamento del Mugnone finanziati con il protocollo d’intesa relativo all’aggiornamento dell’accordo sulle opere del nodo ferroviario dell’Alta velocità di Firenze, siglato il 3 agosto 2011 tra Comune, Regione, Provincia e Rfi. Dal punto di vista strutturale, sono state realizzate le palificazioni lato Mugnone per la tenuta idraulica del tratto soggetto a problemi di sifonamento, nuovi muri in cemento armato prefabbricati con rivestimento in pietra che costituiscono il nuovo argine e il parapetto del camminamento. Sull’altro lato, invece, è stato realizzato un nuovo muro rivestito anch’esso in pietra e dotato di nuova cimasa in calcestruzzo. Anche il muro esistente di confine è stato dotato di nuova cimasa dello stesso tipo, per integrarlo con il nuovo intervento. Tutto il percorso ciclo-pedonale è dotato di illuminazione pubblica di ultima generazione a risparmio energetico: i lampioni illuminano al meglio sia la pista ciclabile di viale Redi che il nuovo percorso.
SI RINGRAZIA L’EDITORE PER LO SPAZIO CONCESSO
Celebrazioni
incubatore firenze, dieci anni di vita L’
Incubatore Firenze compie dieci anni. Oltre 150 progetti gestiti, 48 start up innovative create (sei delle quali già iscritte nel registro della Camera di Commercio), 512 persone occupate nei progetti, oltre sette milioni di euro fatturati dalle nuove aziende: questi i numeri dell’Incubatore Tecnologico Firenze, il progetto del Comune che ha celebrato i dieci anni di attività. Per festeggiare il compleanno è stato pensato il progetto “10th Anniversary Itf ”, con una serie di iniziative fra cui un corso di formazione su comunicazione e marketing, un ciclo di incontri con investitori e aziende e l’evento in programma il 21 marzo in Sala d’Arme, dove verrà fatto il punto sull’attività e sul futuro dell’Incubatore, nato nel 2004 in via della Sala con l’obiettivo di facilitare l’avvio nel territorio fiorentino di progetti di impresa innovativi nei settori del web e dell’Itc (tecnologia della comunicazione). La struttura fornisce da un lato percorsi di formazione manageriale, servizi e consulenze, dall’altro mette a disposizione infrastrutture tecnologiche e multimediali (quindici spazi fisici di lavoro, sale riunioni e servizi di segreteria condivisi per oltre mille metri quadri totali). “Dopo dieci anni ci sentiamo di dire che il progetto dell’Incubatore Tecnologico è un esempio di come il sostegno pubblico a giovani imprese innovative possa contribuire ad arricchire il territorio dal punto di vista economico, imprenditoriale e culturale – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico Sara Biagiotti – ed è un modello da valorizzare e da cui partire per definire nuove strategie, rivedere e migliorare i servizi offerti e potenziare l’attività a favore delle nuove imprese”. Il principale obiettivo dell’Incubatore Tecnologico è quello di dare a tutti la possibilità di provare a sviluppare un progetto di impresa, offrendo i servizi di base necessari allo sviluppo dell’idea di business e alla valutazione della sua fattibilità. Per accedere alle strutture c’è un bando.
L’iniziativa
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raccolte per aiutare le famiglie in difficoltà
www.lav.it
C
ontinuano, nel quartiere, le raccolte straordinarie di generi alimentari e non solo da distribuire alle famiglie in difficoltà. L’ultima iniziativa del genere era in programma lo scorso 15 febbraio, promossa dalla sezione soci Coop nord-ovest, da Conad del Tirreno e dal Quartiere 5, con il coinvolgimento delle associazioni della Rete di solidarietà. Sono stati circa 250 i volontari coinvolti, mentre per i cittadini si è trattato di un’altra occasione per fornire un aiuto concreto alle famiglie in situazioni di difficoltà.
Quartiere 5
Novoli . Rifredi . Brozzi
#Curiosità
Marzo 2014 | 7
Ieri e oggi
Il pittore
quando l’imperatore sostò a peretola
individuata la casa dove alessandro allori trascorse i suoi ultimi anni
Scoperto l’indirizzo esatto in cui soggiornò Giovanni VIII Paleologo la notte del 27 luglio 1439 Antonio Rettura
“V
iene un ospite per cena. Chi? Il sovrano dell’Impero Romano d’Oriente”. Era la sera del 27 luglio 1439 quando Giovanni De’ Pilli diede ospitalità nel suo palazzo nel borgo di Peretola all’imperatore di Costantinopoli, Giovanni VIII Paleologo. A ricordare l’evento è lo storico Marco Conti, che ha contribuito a scoprire l’indirizzo esatto dell’edificio in cui soggiornò l’imperatore, al numero 33 di via San Biagio a Petriolo. “Abbiamo notizie precise su come si svolse l’evento – spiega Conti – perché De’ Pilli annotò tutto su un diario”. Erano circa le dieci di sera quando De’ Pilli vide Agnolo Acciaiuoli bussare ripetutamente alla porta della chiesa in piazza di Peretola, senza però ricevere risposta. De’ Pilli chiese a “messer” Acciaiuoli cosa stesse facendo, e lui rispose che era al seguito dell’imperatore bizantino, per il quale stava chiedendo al prete ospitalità. Quella
L’edificio al numero 33 di via San Biagio a Petriolo: fu qua che nel 1439 venne ospitato Giovanni VIII Paleologo. In alto a destra un particolare di un affresco di Benozzo Gozzoli raffigurante l’imperatore di Costantinopoli
sera, infatti, il sovrano d’Oriente Giovanni VIII era sulla via di Firenze, di ritorno da una visita a Pistoia e Prato, ma vista l’ora tarda e considerate le sue non buone condizioni di salute (soffriva di gotta), quando fu all’altezza di Peretola era già molto stanco, tanto che decise di fermarsi per rifocillarsi e dormire “spezzando” il viaggio. Il prete – però – respinse la richiesta d’ospitalità, e a quel punto De’ Pilli propose di accogliere l’imperatore nel suo palazzo. Il sovrano si trovava a Firenze in occasione del Concilio che quell’anno si tenne nel capoluogo toscano, per discutere dell’avvicinamento tra le chiese d’oriente e d’occidente. Le memorie raccontano che l’imperatore d’Oriente entrò nella sala del palazzo a lui destinata direttamente a cavallo. “Probabilmente non scese perché non aveva le forze per farlo da solo – ipotizza Marco Conti – e una volta dentro si fece aiutare dai servi, senza farsi vedere dagli altri”. Giunto nella sala si mise a dormire, e nel frattempo venne preparata la cena, della quale è stato riporta-
to con precisione anche il menù. Come prima portata venne servita all’imperatore un’insalata di erba porcellana, prezzemolo e cipolle che – stando al diario – volle pulire lui stesso. Il secondo piatto fu a base di piccioni, sia lessi che fritti in padella con il lardo. Infine furono servite delle uova cotte sui mattoni, condite con diverse spezie. L’imperatore stette a casa di De’ Pilli fino al pomeriggio del giorno seguente, dopodiché rimontò a cavallo, rifocillato dal riposo e dal gradito pasto, e col suo seguito di una cinquantina di persone ripartì alla volta di Firenze, costeggiando l’Arno.
F
ra le scoperte che lo storico Marco Conti ha fatto studiando il territorio c’è l’individuazione dell’abitazione del celebre pittore fiorentino del ‘500 Alessandro Allori – detto anche “il Bronzino” – in via di Peretola. Nella casa che si trova ai numeri civici 164, 166 e 168 il pittore trascorse gli ultimi anni della sua vita. Lo studio completo che narra di come la vita dell’artista si sia “intrecciata” a quella di Peretola sarà pubblicato nei prossimi mesi sulla rivista dell’Istituto Geografico Militare di Firenze. A.R.
8 | Marzo 2014
#L’inchiesta
I dati
lavoro, numeri in chiaroscuro in toscana
Ci sono alcuni segnali di ripresa, ma restano ancora molte difficoltà Elisabetta Pini
I
l Pil italiano torna a crescere e si intravedono timidi segnali di ripresa. Questo, almeno, traspare dai dati Istat relativi agli ultimi mesi dell’anno passato. E anche in Toscana sembra che qualcosa si stia muovendo positivamente. Secondo il più recente rapporto di Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali) Toscana, relativo all’ultimo trimestre 2013, per la prima volta dopo quattordici trimestri si è verificata una crescita occupazionale nel manifatturiero a livello regionale. “Ci sono segnali positivi che lasciano intravedere una possibile inversione di rotta in questo 2014 – spiega Daniele Quiriconi della segreteria regionale Cgil – è presto però per parlare di ripre-
sa. Si può dire che si è arrestata la caduta, difficile capire quando riusciremo a recuperare i livelli ‘ante-crisi’: prima che questi segnali abbiano ripercussioni positive sull’occupazione c’è purtroppo da attendere”. L’anno scorso ha intanto fatto segnare un record negativo, ovvero quello delle ore di cassa integrazione, le più alte di sempre: 55.599.716 ore contro le 53.851.323 del 2012 (+3,2%). E, conteggiando anche le richieste di cassa non accolte, si arriva a un totale di oltre 62 milioni di ore (+15,1%). A livello provinciale i risultati peggiori si registrano a Pisa (+30,1%), Siena (+28,04%) e Firenze (+12,35%). Dati in linea con quelli nazionali, che hanno visto superare un miliardo e settan-
8,6%
il tasso di disoccupazione in Toscana (2013)
tacinque milioni di ore nel complesso. Qualche segnale positivo arriva dal rapporto Irpet, istituto regionale per la programmazione economica toscana, sul 2013, secondo cui la Toscana risulterebbe seconda, per tenuta rispetto alla crisi, solo al Trentino Alto Adige. Il Pil regionale, nel 2013, si attesta su -4,3% (a fronte di una media italiana di -5,9). Gli investimenti, pur sempre in calo, si fermano a -4,2 (in Italia -13,1). Più dinamico il valore dell’export: +16,6%, a fronte di un +2,6 % italiano. Ma il dato ritenuto più soddisfacente è la presenza di un nucleo di aziende competitive che, in controtendenza alla crisi, hanno registrato aumenti di fatturato, investimenti ed esportazioni: circa 3.300, il 5,3% di
quelle presenti nel settore manifatturiero, con un numero di addetti pari a circa cinquantamila. Certo è che il tasso di disoccupazione resta elevato, attestandosi all’8,6%: fra il 2008 e il 2013 il numero degli occupati in Toscana si è ridotto di 36mila unità. Di questi occupati in meno, dodicimila avevano un contratto a tempo indeterminato, quattordicimila erano lavoratori autonomi. In forte aumento, infine, le forme di contratto non regolari, in particolare il part-time involontario, che riguardano nella maggior parte dei casi giovani sotto i trent’anni.
36mila occupati in meno tra 2008 e 2013 In provincia di Firenze
commercio ed edilizia tra i settori più in affanno F
ocalizzandosi su Firenze e consultando dati Istat, Banca d’Italia e Prometeia, si può notare che già nel 2012, rispetto al 2011, si era verificato un calo generale in ogni settore. La produzione industriale ha decelerato bruscamente, da +8,2% a -0,4%, mentre il terziario ha dimostrato maggior capacità di tenuta anche se con un peggioramento tra 2011 e 2012, passando da +1,2% a -2,6%. Ha dimostrato di reggere anche la cooperativa dei servizi toscana, con un +3,7% di occupazione e un +4% di fatturato. Meno positivo il risultato dell’agricoltura, che è passata da un +5,9% a un -3%.
Dati preoccupanti sono quelli che si leggono nel rapporto sul mercato del lavoro della Provincia di Firenze relativo al primo semestre del 2013, i peggiori dal 2005, primo anno in cui si sono elaborate queste rilevazioni. In provincia di Firenze, nel periodo gennaio-settembre 2013, 222 aziende hanno evidenziato una condizione di crisi, per un totale di circa 1.747 unità espulse dal lavoro. I centri più colpiti sono stati Firenze (cento aziende in difficoltà) e Sesto Fiorentino (49). I settori in cui si registrano le maggiori difficoltà sono quelli di commercio (39) e costruzioni-edilizia-
impiantistica (33). Nei primi sei mesi del 2013 i rapporti di lavoro comunicati dalle imprese della provincia fiorentina (con l’esclusione del circondario Empolese Valdelsa) sono stati 91.971, registrando una diminuzione del 7,89%: tutti i centri hanno un saldo negativo compreso tra il -3% di Figline Valdarno e il -10,5% di San Casciano. E.P.
#L’inchiesta
Marzo 2014 | 9
La testimonianza
“Io, 30enne, troppo vecchia o troppo giovane” Giovanna, disoccupata fiorentina: “Prima mi mancava l’esperienza, adesso non ho più l’età giusta” Gianni Carpini
“N
on ho più l’età”. Se a dirlo è una trentenne che lavora da quando ne aveva diciotto, c’è qualcosa che non quadra. Troppo “vecchia” per un contratto di apprendistato, troppo “giovane” per essere già stata in maternità. Giovanna ha compiuto trent’anni alla fine dell’anno scorso. Nel giro di pochi mesi si è trovata (di nuovo) senza un posto. Scollinata la soglia dei ventinove anni – spiega – le possibilità di trovare un lavoro si assottigliano. “Appena uscita da Ragioneria leggevo annunci paradossali: ‘cercasi neodiplomata con esperienza’. Come fa una ragazza che ha appena concluso gli studi ad averne? – si chiede – ora che invece ho esperienza non ho più l’età giusta”. Così, sa che dovrà accontentasi. “Certo, mi piacerebbe fare quello per cui ho studiato, ma va bene anche un’occupazione più umile”. Pochi sogni e piedi ben piantati per terra, insomma. “Da ragazzina puoi cercare un’occupazione particolare, stai ancora con i genitori, non hai l’affitto da pagare o la spesa da fare. Ora è diverso”. Ogni giorno manda in media cinque curriculum, controlla i siti internet di annunci, bussa alle porte di aziende, ha perso il conto di tutte le agenzie di lavoro cui è iscritta. Mentre parliamo le squilla il cellulare. È il padre, che le chiede se ha già mandato il curriculum a un’azienda dove forse c’è una possibilità. “Ho chiesto a tutti, parenti e amici – si scusa appena riattacca – ma per ora niente”. Fino ad oggi Giovanna ha saltato da un posto all’altro, per lo più come impiegata amministrativa. Piccoli lavoretti, un anno e mezzo in una società a cui si era affezionata, un breve periodo in una grande casa di moda. Il contratto più lungo è durato quattro anni e mezzo. Poi, nel 2012, la piccola azienda fiorentina per cui lavorava l’ha lasciata a casa. Lei non l’ha presa bene. “Ero arrabbiata – ricorda – la crisi è stata una scusa per licenziarmi, l’azienda andava più che bene”. In momenti difficili è facile cadere nel baratro. “Non mi muovevo più da casa, ero in confusione – racconta – i colloqui andavano sempre male”. Nel 2013 uno spiraglio di luce, viene assunta in una piccola società come contabile. Il contratto è durato una manciata di mesi. Con la fine di dicembre, non è stato rinnovato. Ora attende che le sia pagato il primo periodo di disoccupazione. “So che ci vorrà del tempo”, dice rassegnata. E intanto è di nuovo senza lavoro. “Ci sono già passata – conclude – ho capito che è importantissimo non lasciarsi andare, tenersi occupati, dai corsi di formazione alle semplici attività quotidiane”.
Cosa fare in attesa di un posto? Una guida per gli “under” Volontario per il servizio civile
Tirocinio sì, ma retribuito
E io mi metto in proprio
È
N
S
un’opzione sempre più scelta dagli under 30. Mentre attendono di trovare un lavoro, dedicano un anno al servizio civile volontario: partecipano a progetti che aiutano la collettività (ad esempio protezione civile, associazioni, cultura) e ricevono un rimborso spese di 433 euro al mese. Ai progetti del servizio civile nazionale (serviziocivile.gov.it) si aggiungono quelli del servizio civile regionale, per i giovani tra 18 e 30 anni. Il nuovo bando regionale arriverà alla fine del 2014: intanto, sono più di quattromila i giovani toscani che, dal 2011 a oggi, hanno scelto la strada del servizio civile regionale.
iente occupazione? Meglio non restare con le mani in mano e imparare un mestiere sul campo. In Toscana i tirocini previsti fuori dal percorso di studi universitari e dal periodo di praticantato devono essere retribuiti con almeno 500 euro. Attenzione, non si tratta di uno stipendio, ma di un rimborso spese. Per chi ha tra i 18 e i 30 anni la Regione finanzia, tramite il progetto “Giovani Sì”, 300 dei 500 euro obbligatori (cofinanziamento valido anche per chi retribuisce i tirocini curricolari e i praticantati). Sono stati oltre diecimila, in tutta la regione, i tirocini ammessi al rimborso tra giugno 2011 e agosto 2013.
e non trovo un lavoro, lo creo. Per trasformare un’idea di business in realtà, meglio chiedere una mano. Il progetto “Giovani Sì” dà un aiuto “tagliando” gli interessi sui prestiti concessi dalle banche ai giovani imprenditori tra i 18 e i 40 anni e, senza limite di età, alle imprenditrici. Per trovare invece un “nido” dove far crescere la propria baby-impresa esistono gli incubatori, strutture che offrono consulenze, spazi di lavoro, contatti e possibilità di far rete con altre giovani realtà. Si va dall’incubatore del Comune:
incubatorefirenze.org
a quello universitario: iuf.csavri.org
fino ai privati come:
nanabianca.it e florence.impacthub.net
OPPORTUNITÀ E FORMAZIONE IN 5 SITI WEB prenet.provincia.fi.it Candidarsi in un click
Le offerte di lavoro dei centri per l’impiego. È possibile inserire il proprio curriculum e candidarsi on line per un posto.
progettotrio.it
Corsi gratuiti on line
Il sistema di web learning della Regione Toscana offre tanti corsi: dalle lingue all’informatica, anche con certificazioni riconosciute sul mercato.
informolavoro.it Per migliorare il curriculum
Il sito della Provincia che racchiude tutte le info per chi cerca un’occupazione o vuole migliorare il curriculum con un corso di formazione.
giovanisi.it
Dai contributi per l’affitto agli stage
È il portale del progetto “Giovani Sì” della Regione Toscana per sostenere l’autonomia dei giovani, con incentivi per le aziende e opportunità per under 30 e under 35.
linkedin.com
Il social network anti-disoccupazione
Sempre più aziende si affidano ai social per trovare candidati. Linkedin è quello più conosciuto a livello internazionale e si sta affermando anche dalle nostre parti.
10 | Marzo 2014
#Focus
Lo stato dell’arte/1
Uffizi, il cantiere che non dorme mai L’ampliamento va avanti passo dopo passo, senza che le visite si siano fermate un giorno Ludovica V. Zarrilli
Un operaio al lavoro nel museo fiorentino. Dall’inizio dei lavori ad oggi la superficie espositiva è aumentata di oltre tremila metri quadri
V
ent’anni. Tanti ce ne vollero per costruire la Galleria degli Uffizi, tra il 1560 e il 1580, quando Francesco I de’ Medici chiese al Vasari di progettare un edificio per gli “uffici” delle magistrature fiorentine. Ma questa è storia. Quello che interessa a Il Reporter è l’attualità della galleria, facendo il punto sul cantiere dei Nuovi Uffizi, che sembra ormai parte integrante dello skyline che circonda la fabbrica vasariana. Ma cos’è quel cantiere? Magari non tutti lo sanno. Ecco accontentati i meno informati: i lavori in corso dal 2006 riguardano ampliamento e adeguamento di una bella fetta degli spazi della galleria fiorentina. Basti pensare, per dare un’idea dell’entità dell’intervento, che al termine dei lavori lo spazio espositivo passerà dai 5.400 metri quadrati del passato ai circa dodicimila del futuro prossimo, che consentiranno a opere mai viste o non adeguatamente valo-
Web
nuoviuffizi.it polomuseale.firenze.it
rizzate di guadagnare visibilità. Ad onor del vero lo spazio sta già aumentando, perché via via che nuovi settori vengono recuperati e allestiti (parte di essi si trova al primo piano del complesso, dove un tempo si trovavano i documenti dell’Archivio di sta-
to) vengono anche resi fruibili al pubblico. Il corpus dei lavori è diviso in due lotti: il primo, quello attualmente in corso, prevede il recupero di nuovi spazi espositivi al piano primo e al piano terra, l’adeguamento della rete impiantistica, il potenziamento dei
sistemi di sicurezza, l’incremento dei servizi e dei laboratori e la revisione degli spazi per il personale. Il secondo, invece, prevede la realizzazione di una sezione dedicata alla statuaria al piano terra, l’inserimento di nuovi locali per il ristoro al posto delle Ex
Reali Poste e l’adeguamento del Corridoio Vasariano alle norme di sicurezza. Il costo complessivo dell’operazione, allo stato attuale, dovrebbe aggirarsi intorno agli 80 milioni di euro, di cui circa 30 sono già stati appaltati e altri 8 sono in arrivo (non ancora fisicamente a disposizione ma stanziati grazie al cosiddetto Decreto cultura approvato la scorsa estate dal consiglio dei ministri), mentre 42 mancano ancora all’appello. “Non è così semplice quantificare con precisione – spiega la soprintendente ai beni
architettonici Alessandra Marino, responsabile del progetto – perché nel corso delle operazioni di normale amministrazione, se normale amministrazione può essere chiamato un intervento del genere, ci si può imbattere in emergenze a cui far fronte, come la recente scoperta di una necropoli romana sotto la biblioteca magliabechiana, il cui scavo è costato circa 200mila euro non preventivati”. E in effetti nessuno pensava che ci si sarebbe potuti imbattere in un ritrovamento del genere, anche se già in passato, qua e là, erano emersi reperti coevi. “Così come non è semplice prevedere quanto tempo ancora ci vorrà – continua – dipende non tanto dalla velocità con cui avanzano i lavori, quanto dalla frequenza con cui riceviamo i finanziamenti”. Insomma, di interrogativi ancora ce ne sono, ma per vedere il bicchiere mezzo pieno basta pensare che il primo lotto dovrebbe essere concluso entro il 2015 e che, ad oggi, la galleria vanta un ampliamento di quasi tremila metri quadrati, con una lunga serie di nuovi spazi a disposizione dei visitatori. “Inoltre bisogna ricordare che fino ad oggi, nonostante un cantiere di così vaste dimensioni, il museo non ha chiuso un solo giorno per i lavori”. Venti anni ci sono voluti per costruirli, ce ne vorranno altrettanti per completare i Nuovi Uffizi? Ai futuri visitatori l’ardua sentenza.
Lo stato dell’arte/2
archeologico, un museo “in progress”
Conto alla rovescia per i lavori al piano terra. “La fine? Nel 2015”
L
e code interminabili per vedere da vicino il David (in questi casi toccare con mano non è proprio permesso) sembrano lontane mille miglia, eppure il museo archeologico nazionale di Firenze dista appena poche centinaia di metri dalla Galleria dell’Accademia e, cosa che in troppo pochi sembrano sapere, conserva la più importante collezione etrusca del mondo. Qualcuno penserà “che noia l’archeologia, ferma a migliaia di anni fa”. E invece no, tutt’altro. Il museo fiorentino è in fermento, ora più che mai, con i lavori di rifacimento di tutto il piano terra che
stanno dando un nuovo volto al complesso affacciato su piazza Santissima Annunziata, “senza chiudere un giorno le porte della collezione, permettendo così ai visitatori di continuare ad accedere al museo”, spiega la direttrice Carlotta Cianferoni. La fine della prima tranche di lavori è prevista per i primi mesi del 2015, quando finalmente “potremo dire terminata la parte di interventi che riguarda l’ingresso, la reception, il bookshop, l’area riservata alle mostre temporanee e la scala per salire al piano superiore”, continua la direttrice. Una ristrutturazione corpo-
sa, che continuerà poi, in un secondo tempo, anche nelle sale che accolgono la collezione permanente, dove sono custoditi pezzi iconici come l’Arringatore, la Chimera d’Arezzo e le bellissime mummie del museo egizio. “I progetti sono già stati presentati agli organi competenti e aspettano di essere finanziati, ma la parte più urgente era quella che è in via di completamento”. Finalmente la sezione adibita alle mostre temporanee avrà il suo impianto di riscaldamento (cosa che fino ad oggi mancava) e ci sarà uno spazio appositamente dedicato alle conferenze e agli incontri con il pubblico. “Da un paio di mesi a questa parte abbiamo anche alcuni nuovi custodi, assunti grazie a un concorso ad hoc– continua Cianferoni, che per anni aveva denunciato il problema della penuria di personale di custodia – che danno informazioni all’ingresso, sono a disposizione nelle sale e che, nelle belle giornate, tengono aperto il giardino, che d’ora in avanti sarà sempre più fruibile dal pubblico”. Per la bella stagione sono in programma visite guidate con un giardiniere esperto che, tra una lapide e l’altra, accompagnerà i visitatori alla scoperta delle essenze che inebriavano l’aria dei villaggi dell’Etruria. L.V.Z.
Una delle sale del museo archeologico nazionale, dove è conservata la più importante collezione di reperti etruschi al mondo
Piazza Ss. Annunziata, 9b
Apertura: mar-ven 8.30-19 sab-lun 8.30-14 Tel. 055.23575
#Focus
Marzo 2014 | 11
La mappa/1
La mappa/2
Arte in città, Oltre al david c’è di più Viaggio nei luoghi meno frequentati di Firenze, alla scoperta di capolavori a volte dimenticati
se la cultura È gratis: guida alle opere da gustare senza spendere un euro
Enrica Cinaschi
S
e si pronunciano Firenze e arte nella stessa frase si pensa automaticamente agli Uffizi o alla Galleria dell’Accademia. Forse al Bargello, al massimo a Palazzo Pitti, con le sue belle vetrate affacciate sul giardino di Boboli. Ma l’arte nella città del giglio è “solo” questo? Senza nulla togliere (ci mancherebbe altro) alle meraviglie che tutto il mondo ci invidia, Firenze offre anche altri piccoli gioielli o, meglio, capolavori (è bene chiamarli col loro nome) che, essendo esclusi dai classici itinerari del turismo di massa, spesso vengono dimenticati anche da chi ci vive a due passi. Proviamo allora a buttare giù un piccolo itinerario, per rinfrescare la memoria ai lettori de Il Reporter e magari far venire voglia a qualcuno di visitare alcuni dei luoghi più eccezionali della città. Bypassando l’Accademia, il primo step potrebbe essere il museo di San Marco, forse uno dei meno visitati della città. È qui che sono custoditi alcuni dei più bei lavori del Beato Angelico, che a lungo visse all’interno del convento attiguo alla basilica, oggi adibito a percorso espositivo. Procedendo verso il centro si può fare tappa a Palazzo Medici Riccardi, che non ha niente da invidiare a Palazzo Pitti o Palazzo Strozzi, e che si fa ancor più interessante se si visita la cappella dei Magi, con i bellissimi affreschi di Benozzo Gozzoli. Aperto solo a metà perché in attesa della fine dei lavori di ampliamento, l’Ospedale degli Innocenti di piazza Santissima Annunziata è un viaggio tra le opere realizzate da quegli artisti che, nel corso del tempo, si sono occupati di “render bello” il luogo deputato all’accoglienza dei piccoli orfani, mentre si salta dal Rinascimento alla contemporaneità se si sceglie il Marino Marini, allestito nella chiesa sconsacrata di San Pancrazio (nella piazza omonima), che ospita i lavori dello scultore pistoiese in un ambiente silenzioso e metafisico, reso ancor più speciale dalle mostre d’arte contemporanea allestite nelle cripta. Tra i più delicati e intimi musei fiorentini c’è certamente Palazzo Davanzati (nella piazza che porta il suo nome), con l’atmosfera che riporta indietro nel tempo, a com’era la vita nelle case fiorentine del Trecento. Stessa sensazione che si prova al museo
C
Le giornate Fai di primavera
quei Tesori a porte aperte U
n’occasione unica per visitare luoghi della città spesso chiusi al pubblico sono le giornate Fai (Fondo ambiente italiano) di primavera, che il 23 e 24 marzo aprono le porte di una moltitudine di luoghi sparsi per tutto il bel paese. A Firenze i gioiellini visitabili (con tanto di visite guidate) sono numerosi, a partire dalla Cappella Rucellai in via della Spada, dove si può ammirare la riproduzione del Santo Sepolcro. E ancora l’Istituto di scienze aeronautiche e militari (viale dell’Aeronautica 14), edificio razionalista costruito nel 1937 che offre alcuni interessanti ambienti, solitamente frequentati solo dagli iscritti alla scuola militare. E poi il Palazzo Portinari Salviati (in via de’ Bonizzi), dove tra un soffitto e l’altro la fanno da padrona allegorie mitologiche e favole affrescate, oltre a un ciclo di affreschi di Alessandro Allori visibile nella piccola cappel-
la dell’edificio. Chi non è mai stato a Villa Corsini a Sesto Fiorentino non può perdere l’occasione per vedere dal vivo questo gioiello, uno dei pochi esempi di barocco fiorentino, con il bel giardino che la circonda (nella foto), il cui orario di visite è quasi sempre limitatissimo a causa della penuria di custodi. E vale la pena fare un passaggio anche a Villa la
Quiete (via di Boldrone 2), ai piedi di Monte Morello, altro luogo “segreto” da segnare in agenda. Ma, a parte i tesori appena citati, di occasioni ghiotte ce ne sono diverse e chi volesse consultare la lista dei luoghi aperti in occasione delle due giornate Fai può visitare il sito www.giornatefai.it. Di certo non rimarrà deluso.
Una delle sale del Museo Bardini, allestito in quello che fu, nell’Ottocento, lo showroom del celebre antiquario fiorentino Stefano Bardini
Horne (in via dei Benci), collezione donata allo stato italiano dall’architetto e storico dell’arte inglese Herbert Percy Horne. Altro luogo dal fascino speciale è poi la Specola (via Romana), sezione di zoologia del museo di storia naturale con una collezione di esemplari imbalsamati da far impallidire chiunque. Troppo spesso dimenticata è la Cappella Brancacci, con gli affreschi di Masaccio, accanto alla chiesa di Santa Maria del Carmine. Dulcis in fundo, due luoghi dal fascino esotico: il Museo Stibbert, con il suo bellissimo parco, e il Museo Bardini, che conserva parte della splendida collezione del “principe degli antiquari fiorentini”.
ultura e arte vanno necessariamente pagate a caro prezzo? Nossignori, niente di più falso. Basta guardarsi un po’ intorno per scoprire che sono numerosi i luoghi che possono essere visitati senza mettere mano al portafoglio e senza per forza dover scomodare iniziative come “la domenica del fiorentino” o luoghi ormai arcinoti come Boboli. Si entra gratis, ad esempio, al Museo di Orsanmichele il lunedì dalle 10 alle 17. Il “grattacielo fiorentino” offre uno sguardo inedito sulla città oltre agli originali delle sculture esposte nelle nicchie esterne. Ingresso libero anche nella Sala del Perugino, museo dei record: si tratta infatti del più piccolo (una sala appena) e del più giovane (è stato “battezzato” museo da appena un paio d’anni) tra i musei fiorentini, visitabile il martedì e il giovedì dalle 14.30 alle 17.30 e accessibile dall’ingresso del liceo Michelangelo, in via della Colonna. Se si prenota con un po’ di anticipo si può godere anche della bellissima Casa Martelli (in via Zannetti), pagando solo la prenotazione di tre euro e usufruendo della possibilità di visitare con tranquillità le bellissime stanze della residenza a due passi da piazza Duomo. Emozionante e (troppo) poco conosciuto il Cenacolo di San Salvi, affrescato da Andrea Del Sarto, così come il Chiostro dello Scalzo (via Cavour). Un altro luogo accessibile a costo zero, con l’atmosfera di una vera abitazione, è la casa museo Rodolfo Siviero, che sul lungarno Serristori ospita la grande collezione (da fondi oro e statue policrome del Quattrocento a lavori di Giorgio De Chirico) del personaggio conosciuto come lo “007 dell’arte”. Infine una chicca per gli appassionati di arte antica, ovvero il museo della Pagliazza, scavo archeologico contenente interessanti resti romani situato all’interno dell’hotel Brunelleschi, in piazza Santa Elisabetta, liberamente accessibile al pubblico. E.C.
#Territorio
12 | Marzo 2014
Istituzioni
quale futuro per i quartieri? un ruolo per gli enti “vicini”
Si discute sulla loro funzione: gli attuali presidenti avanzano proposte e “ricette”
1990
Sara Camaiora
S
ono gli organismi di governo del territorio più vicini ai cittadini, che a loro si rivolgono per le problematiche quotidiane. Stiamo parlando dei Quartieri, che a Firenze sono nati ufficialmente nel 1976: inizialmente erano quattordici, poi dal 1990 sono diventati gli attuali cinque. Si tratta di articolazioni dell’amministrazione senza personalità giuridica: come previsto dallo Statuto del Comune, gestiscono i servizi di base e alla persona. Inoltre, secondo una delibera attuativa, svolgono funzioni delegate in materia di lavori pubblici (manutenzione immobili), per immobili a uso non abitativo, assistenza sociale, servizi scolastici. Ogni quartiere ha un presidente e un numero di consiglieri pari alla metà di quelli previsti per il consiglio comunale, oltre a un collegio di presidenza. Il ddl Delrio, che prevede lo svuotamento delle Province e la nascita delle città metropolitane, non fornisce indicazioni certe sul futuro di questi enti, ma si parla comunque di un decentramento delle funzioni nei grandi centri. Abbiamo chiesto agli attuali presidenti quale può essere il ruolo dei quartieri in questo contesto. “I quartieri sono uno strumento fondamentale nel decentramento, garantiscono partecipazione, un dialogo costante con i cittadini e una visione territoriale com-
il passaggio da 14 a 5 La storia
l’anno dell’alluvione le prime forme di auto-organizzazione da parte dei cittadini
Villa Vogel, sede del Quartiere 4
plessiva più ampia, necessaria per risolvere i problemi”, fa presente Nicola Benvenuti, presidente del Q1. “Poche deleghe ma chiare: gestire i servizi di prossimità, coinvolgere i cittadini nelle decisioni centrali. I quartieri sono nati per questo e andando sempre più verso un decentramento ritengo che debbano essere messi ancora più in grado di svolgere queste funzioni”, è l’opinione di Gianluca Paolucci, presidente del Q2. “Nel riorganizzare la filiera istituzionale, bisogna ragionare in un’ottica complessiva: ben venga la Grande Firenze, ma per garantire efficienti servizi di prossimità serve uno sviluppo dei quartieri”, spiega Andrea Ceccarelli, presidente del Q3. “Penso che ai Quartieri debba essere data la possibilità di agire direttamente sui problemi immediati”, commenta Giuseppe D’Eugenio, presidente del Q4. “È sbagliato alimentare con-
trapposizioni tra organi centrali e di decentramento, un buon governo esiste se c’è un buon radicamento delle istituzioni e viceversa – dice Federico Gianassi, presidente del Q5 – ai Quartieri spetta il compito di gestire i servizi di vicinato, non certo le politiche su larga scala, cui però possono dare un contributo in termini di partecipazione: credo che sia giusto valorizzare queste funzioni e specificarle meglio”.
Nel resto d’Italia
zone a milano, municipi a roma Z
one, municipi, circoscrizioni, quartieri. Cambiano i nomi e, a volte, anche funzioni e servizi offerti, ma rappresentano comunque il “grado zero” dell’istituzione, quella più piccola e più vicina ai cittadini. Agiscono sempre sui servizi di base, ma con alcune differenze, a seconda di quello che è stato delegato loro dal Comune tramite delibere attuative. Un caso a sé è quello dei municipi romani, che sono dotati di competenze molto maggiori rispetto agli enti analoghi delle altre città: ad esempio si occupano anche di sviluppo economico ed edilizia. Diversa è anche la loro struttura interna: c’è un presidente e una giunta con quattro assessori nominati dal presidente stesso. Fino a marzo dello scorso anno i municipi erano diciannove, poi sono passati a quindici con l’accorpamento dei municipi I e XVII, II e III, VI e VII e IX e X. Il Comune di Milano è invece suddiviso in zone di decentramento, dove è attivo un consiglio di Zona. Per accelerare un processo di decentramento delle funzioni amministrative, in vista della futura città metropolitana, l’amministrazione comunale milanese ha deciso di coinvolgere i consigli di Zona in iniziative riguardanti anche settori di cui prima non si occupavano, come servizi sociali, sport, cultura e molto altro. A Torino, invece, per quartieri si intendono le suddivisioni interne delle circoscrizioni, che sono invece l’ente di riferimento: sono dieci e in ognuna di queste ci sono tre o quattro quartieri. A Bologna, come a Firenze, le circoscrizioni di decentramento si chiamano quartieri: sono nove, come da revisione statutaria del 1985.
U
1976
la nascita dei quartieri a Firenze
fficialmente nascono dieci anni dopo, ma già nel 1966, l’anno dell’alluvione, ci furono le prime forme di autoorganizzazione dei cittadini, assimilabili ai futuri quartieri. Successivamente queste forme proseguirono la loro attività, una specie di comitati allargati ubicati in varie zone della città, in rioni che vantavano una forte identità territoriale. Erano gli anni intorno al ‘68 e non mancavano certo fermento politico e voglia di aggregazione: tra i “movimenti di quartiere” più attivi c’erano quelli di via Bronzino, nato attorno alla parrocchia di Monticelli, e Peretola, mentre molti altri sorsero intorno a case del popolo e circoli sportivi. Fu così che pian piano si arrivò a una formalizzazione di questi enti, i più vicini alla vita dei cittadini.
Villa Arrivabene, sede del Quartiere 2
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#Territorio
Marzo 2014 | 13
Il piano
UNA NUOVA VITA PER I VECCHI EDIFICI: SPICCHI DI FIRENZE SI TRASFORMANO COSÌ
Via libera al regolamento urbanistico, che si baserà soprattutto su interventi di ristrutturazione e rigenerazione Natalia Binagli
U
n’università per stranieri al posto del vecchio tribunale in San Firenze. Case e negozi nelle ex Poste di via Pietrapiana. Il teatro Comunale di corso Italia diventa un albergo. Grandi fette di città, dal centro alla periferia, sono pronte a cambiare faccia con il nuovo regolamento urbanistico. Una delle ultime eredità di grande portata della giunta Renzi, destinata a trasformare 73 aree diverse per circa 750mila metri quadrati. Il tutto, come prevede il piano strutturale del 2009, senza aggiungere un metro cubo di cemento in più (o quasi). Il piano si baserà per lo più su interventi di
ristrutturazione e rigenerazione che saranno comunque una bella boccata d’ossigeno per l’edilizia sul territorio. Sulla carta, hanno spiegato il sindaco e l’assessore all’urbanistica Titta Meucci, il Ruc potrebbe attrarre investimenti per un miliardo e mezzo di euro, creando diecimila posti di lavoro nel quinquennio e portando sessanta milioni di oneri di urbanizzazione nelle casse comunali. Dopo il via libera della giunta delle scorse settimane, il Ruc dovrebbe essere adottato entro fine mese dal consiglio comunale, per poi essere approvato in via definitiva in autunno, compito che quindi toccherà al successore di Renzi. Tra gli spic-
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chi di città da trasformare, l’ex Telecom di via Masaccio (nella foto), edificio oggi abbandonato, destinato a ospitare un albergo, ma anche residenze e attività commerciali. Spazio a case e negozi anche nella vecchia fabbrica Cerdec, in zona Castello. Avanti tutta anche con i piani di recupero della Manifattura Tabacchi e dell’ex Gover, oltre che con la trasformazione della Mercafir. Tra i progetti ai nastri, oltre duecento sono stati avanzati dai proprietari di aree grandi oltre duemila metri quadrati, interpellati dal Comune con un bando. Uno dei tasselli del “percorso di partecipazione” rivendicato con soddisfazione da Meucci, e basato su
focus nei quartieri, un sondaggio on line e convegni. Se “volumi zero” è la parola d’ordine, piccole deroghe sono concesse per gli edifici incongrui, ossia costruiti in mezzo a qualche corte, che saranno demoliti e ricostruiti altrove secondo il principio della perequazione. Ciò consentirà di realizzare nuovi spazi verdi e parcheggi nella fascia di città compresa tra i viali, “liberata” da vecchi opifici e laboratori artigiani che traslocheranno in periferia con un bonus del 20-30% sui volumi. Stesso “premio” in caso di riqualificazione energetica degli edifici e per la rigenerazione dei capannoni industriali. Ma il piano fa attenzione anche all’housing sociale: per gli interventi edilizi sopra ai duemila metri quadrati, scatta l’obbligo di destinarne il 20 per cento alla residenza convenzionata. Così da rispondere anche all’emergenza abitativa.
Eunomia Master
Torna la scuola per il “buon governo” I
grandi nomi dell’economia e della politica italiana si danno appuntamento a Eunomia Master. La scuola per il “buon governo”, organizzata dall’omonima associazione fiorentina diretta da Dario Nardella, è iniziata il 28 febbraio scorso a Villa Morghen, a Settignano, dove proseguirà fino a sabato 5 aprile con un’edizione, la nona, all’insegna dell’Europa e con molti big in calendario. Tra gli altri, sono attesi a Eunomia Master Cécile Kyenge e Marco Rizzo, Maria Chiara Carrozza, Andrea Orlando ed Elsa Fornero, Paolo Scaroni e Massimo Livi Bacci.
Dario Nardella, direttore di Eunomia Master e vicesindaco di Firenze
Amministrative
VERSO IL VOTO PER IL DOPO RENZI
L
a città si prepara alle urne di maggio per scegliere il successore di Matteo Renzi. Da sindaco aspirante al secondo mandato a premier, nel giro di poche ore il vortice della politica nazionale ha stravolto il futuro di Renzi e, soprattutto, quello di Firenze. “Andate avanti come se niente fosse, senza sprecare un minuto da qui alle amministrative”, ha detto un emozionato Renzi congedandosi dalla città durante il suo ultimo consiglio comunale. Un messaggio rivolto a consiglieri e assessori, che intanto salutano un altro pezzo della giunta. Si tratta di Stefania Saccardi, chiamata a ricoprire il ruolo di assessore regionale al welfare e di vicepresidente della Toscana. Fino alle elezioni amministrative di maggio a guidare il Comune sarà Dario Nardella, nominato vicesindaco reggente e aspirante successore di Renzi. N.C.
Problemi degli adolescenti Mediazione familiare per genitori in separazione Consulenza pedagogica per i minori L’intervento di natura pedagogica incita i ragazzi al ragionamento aiutandoli a risolvere le problematiche esistenti. Il pedagogista guida e sostiene l’adolescente nel cammino di scoperta delle sue emozioni, sentimenti e pensieri, che spesso sono confusi e portano i figli ad assumere comportamenti scorretti ed inadeguati (alcuni esempi: introversione, disinteresse per la scuola, difficoltà relazionali, mancato dialogo con i genitori, iperattività,ansia, problemi dovuti a periodi delicati di un genitore, ecc…). Aiuta ad una maggiore conoscenza di sé e al rafforzamento del carattere in formazione. Lo accompagna nelle scelte necessarie per arrivare ad un adeguato comportamento, rispettando la personalità del soggetto. Mediazione Familiare. Fornisce sostegno emotivo, psicologico ed organizzativo, mirando alla tutela dei figli. Si snoda in un percorso di accompagnamento in cui, grazie ai colloqui con il mediatore, viene offerta la possibilità ai coniugi di gestire il processo di separazione trovando soluzioni accettate e condivise da entrambe le parti. Alla coppia o al singolo genitore, vengono date concrete indicazioni sui corretti passaggi da attuare per giungere alla separazione, prevenendo comportamenti inadeguati e avendo come primo interesse la tutela del minore.
Studio Dott.ssa Linda Gori via Burchiello, 87 firenze www.lindagori.it Tel. 3472974420
Iscrizione Albo Pedagogisti ANPE Regione Toscana n. R0269 Consulente tecnico per il Tribunale di Firenze n.7288
14 | Marzo 2014
#Storia
Il ricordo
GLI ULTIMI EX INTERNATI NEI LAGER NAZISTI
Da trecento, rimasti in tre. “Abbiamo chiuso l’associazione, ma siamo ancora pronti a portare la nostra testimonianza” Matilde Bernini
E
rano quasi trecento, sono rimasti in tre. A Firenze l’associazione degli ex internati nei lager nazisti, acronimo Anei, è stata chiusa a fine 2012 per il numero troppo ristretto dei suoi soci, inversamente proporzionale all’età degli stessi: tutti ultra novantenni. Ma non più tardi dello scorso 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria 2014, i tre sono stati insigniti delle medaglie d’onore, insieme a venti figli e nipoti di altrettanti oppositori del nazismo che pagarono il loro rifiuto di collaborare con i tedeschi con la deportazione nei lager di mezza Europa. “Siamo stati l’alba della Resistenza – ricorda Dino Vittori, classe 1920, da sempre uno dei più attivi esponenti dell’Anei fiorentina – ci siamo opposti al nazismo prima addirittura che fosse organizzata la resistenza dei partigiani. L’8 settembre 1943, dopo tante pressioni dei nazisti, fummo quelli che dissero di no.
Sulle orme dei nonni I tedeschi insistettero ancora: o collaboravamo o ci avrebbero mandato nei lager. Decidemmo per i lager”. Due anni in Jugoslavia, vicino Mostar, cui seguì il trasferimento a Varsavia. Poi, via via che la liberazione dei territori avanzava e i tedeschi si ritiravano, Vittori è stato spostato in Germania, vicino ad Amburgo. È stato lì che finalmente arrivarono gli inglesi e Dino fu liberato. Libero di tornare a casa. Era il 5 maggio 1945. Ma Dino il coraggio di ricordare e raccontare la sua storia, unica ma in certi frangenti molto simile a quella degli alti internati, non lo trova subito: “Come associazione ci siamo formati negli anni Settanta. C’è voluto del tempo per riuscire a elaborare il dolore di quell’esperienza e a condividerlo, ma era un nostro dovere, quello di dire cosa ha rappresentato il nazismo, perché certe cose non accadano più. E trenta anni dopo abbiamo chiuso l’associazione, ma non terminato l’attività: sia-
“IL CORAGGIO DEL NO” IN UNA MOSTRA
E mo ancora attivissimi e pronti a portare la nostra testimonianza, solo che a differenza di altre realtà, come l’Anpi, che associa anche giovani, noi abbiamo deciso di non accettare altre adesioni, e naturalmente con il passare del tempo sono passati anche gli internati”. Intanto, a ricordare la storia degli ex internati, c’è anche un cippo commemorativo che si trova, non a caso, nel piazzale Caduti nei Lager, accanto alla Fortezza da Basso. Collocato il 28 gennaio 2008, sempre in occasione della Giornata della Me-
CAMBIARE LA CALDAIA, UN VANTAGGIO PER L’AMBIENTE …E PER IL PORTAFOGLIO !!! Il Comune di Firenze promuove una campagna per la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con modelli molto meno inquinanti e a più alto rendimento energetico.
D
a anni sperimentiamo sulla nostra pelle le conseguenze del ‘cambiamento climatico’ e ormai sappiamo tutti che questo dipende dalle emissioni di anidride carbonica. Il riscaldamento domestico dei grandi insediamenti urbani rappresenta una delle cause fondamentali dell’inquinamento atmosferico alla base dell’ “effetto serra” e dei suoi drammatici effetti. E noi cosa possiamo farci? Una delle scelte pratiche che possiamo attuare per dare un contributo reale in questo senso, senza mortificare la nostra qualità della vita e senza rinunciare al comfort di una casa piacevolmente calda e accogliente, è quella di sostituire la nostra vecchia caldaia con un nuovo impianto, in grado di ottimizzare il rendimento energetico e di contenere drasticamente le emissioni inquinanti. Quali sono le caldaie di ultima generazione che danno maggiore affidamento? Caldaie a pre-miscelazione. Sono dotate di un particolare bruciatore che reporter_art2.indd 1
permette la combustione in condizioni ottimali, grazie a un corretto bilanciamento fra il combustibile e l’aria, realizzando così un risparmio superiore al 10% rispetto ad una caldaia tradizionale. Caldaie a condensazione. I gas combusti, prima di essere espulsi all’esterno, sono convogliati in uno speciale scambiatore dove il vapore acqueo condensa, cedendo parte del calore e aumentando in tal modo la quantità di energia disponibile per il riscaldamento (la quota recuperabile è superiore al 10%). Sì, ma in tempi di ‘vacche magre’, come questi, chi si mette all’anima un acquisto del genere? Forse non tutti sanno che è possibile recuperare, sotto forma di detrazione fiscale, buona parte dell’investimento sostenuto. Un ulteriore elemento che va ad aggiungersi al già consistente vantaggio economico derivante dal risparmio sui consumi. La legge di stabilità 2014 (27 dicembre 2013, n. 147) ha infatti prorogato la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
Dino Vittori, classe 1920, uno dei più attivi esponenti dell’Anei fiorentina, al “Giardino dei Giusti”
moria, è dedicato al ricordo “dei fiorentini e degli italiani che per la pace e la patria, dopo l’8 settembre ‘43, come primo anelito di libertà, rifiutarono la collaborazione coi nazisti e lasciarono la loro vita nei lager”, come recita l’incisione.
se da un lato c’è un’associazione che ha chiuso per mancanza di soci, per essere arrivata alla “naturale conclusione” di un ciclo, come spiega Dino Vittori (leggi l’altro articolo in questa pagina), dall’altra ci sono le nuove generazioni, che seguendo le orme dei nonni decidono di scavare in uno dei capitoli più bui della nostra storia. È quello che è successo con la mostra “Il coraggio del no”, che si è tenuta a Impruneta in occasione della scorsa Giornata della Memoria e che ora punta a ottenere nuovi spazi e nuova visibilità. Per esprimere l’altissimo valore di libertà del “no” che pronunciarono gli oltre seicentomila militari italiani che si rifiutarono di aderire al nazifascismo e che pagarono questa scelta con la
Per gli interventi di riqualificazione energetica la detrazione ammonta al 65% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2014 per le singole unità immobiliari e fino al 30 giugno 2015 se l’intervento è effettuato sulle parti comuni degli edifici condominiali o se riguarda tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio. E’ ritenuto un intervento di riqualificazione energetica l’installazione di una caldaia a condensazione con valvole termostatiche. Dal 1° gennaio 2015 la detrazione fiscale per la sostituzione della caldaia negli appartamenti passerà al 50%. Per gli interventi di ristrutturazione edilizia la detrazione ammonta al 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2014. La detrazione fiscale del 50% si applica anche nel caso della sostituzione di una caldaia con una nuova di tipo tradizionale (tipo C alta efficienza) o nel caso di pompe di calore. Per consentire ai cittadini condizioni favorevoli di acquisto, installazione e manutenzione, il Comune di Firenze ha firmato un protocollo di intesa con le associazioni di categoria professionale del settore. Per l’accesso a forme vantaggiose di finanziamento, attraverso intese con istituti bancari, presto potranno esserci delle novità. Per maggiori informazioni e per seguire gli aggiornamenti visitate la nostra pagina web.
prigionia e, in molti casi, con la vita, i due organizzatori e artefici della mostra, Yuri e Ilaria, nipoti di due internati, hanno deciso di esporre il materiale da loro raccolto ripercorrendo le tragiche esperienze dei loro coraggiosi nonni. Così, la mostra ha raccontato la storia di Elio, catturato a Milano e prigioniero prima in Polonia e poi in Germania, attraverso le foto scattate dal nipote sui luoghi di quella dolorosissima esperienza, e quella di Mariano, catturato in Grecia con il suo reggimento, internato nel lager di Sandbostel e poi trasferito a Kiel, attraverso la ricerca e gli studi della nipote. M.B.
Per info dettagliate su: caratteristiche tecniche degli impianti vantaggi fiscali elenco degli esercizi che hanno aderito al protocollo di intesa accorgimenti da adottare per il risparmio energetico Visita il sito: http://ambientesostenibilita.comune.fi.it/ ambiente/tutela_territorio/energia.html Tel. 055055 e-mail:
info.caldaie@comune.fi.it
Ufficio - Direzione Ambiente Servizio Sostenibilità Ambientale Villa di Rusciano Via Benedetto Fortini,37 50127 Firenze
Firmatari del protocollo
13/02/14 09:39
#Appuntamenti
Marzo 2014 | 15
L’evento
tutti in sella, torna il festival della bicicletta
In programma iniziative, escursioni e convegni. La location? Le Cascine Luca Squarcialupi
Il testimonial della prima edizione di Bicifi è stato Davide Cassani, oggi ct della nazionale di ciclismo. Grandi nomi del mondo delle due ruote sono attesi anche quest’anno
T
Web bicifi.it
Facebook bicifi
La corsa
da firenze al mugello, in migliaia alla “granfondo” D al cuore verde di Firenze fino ai paesaggi mozzafiato del Mugello. Oltre cento chilometri tutti sui pedali. Come ogni festival della bicicletta che si rispetti, anche Bicifi ha la sua corsa riservata al ciclismo amatoriale: la Granfondo Firenze De Rosa, che partirà la mattina di domenica 30 marzo dalle Cascine percorrendo le strade di Gino Bartali e Gastone Nencini. Un evento che nel 2013, per la sua prima edizione, ha richiamato 2.500 persone da tutta Italia e dall’estero. E anche quest’anno è previsto l’arrivo a Firenze di migliaia di appassionati in sella ai loro “bolidi”. Due i tracciati: la granfondo, lunga 140 chilometri, e la mediofondo di 90 chilometri. La partenza è nel parco delle Cascine, per proseguire lungo le strade del centro storico fiorentino. La comitiva si dirigerà poi verso Fiesole e arriverà nel distretto cicloturistico del Mugello. Qui, di fronte all’autodromo, i due percorsi si divideranno: quello più duro arriverà fino al passo della Futa e a quello del Giogo. Il gran finale è invece per tutti, con l’arrivo in via Salviati, la salita simbolo del circuito iridato dei Mondiali di ciclismo 2013. Dopo tanta fatica, l’immancabile pasta party, un superpranzo per tutti i partecipanti alle Cascine a base di prodotti tipici toscani. Le iscrizioni per la Granfondo Firenze De Rosa sono aperte.
web granfondofirenze.it
Facebook GranfondoFirenze
utti in sella, si pedala. Dalle city bike ai gioiellini da corsa (quelli realizzati “su misura” possono arrivare a costare anche oltre quindicimila euro), dalle pedalate in compagnia alle performance acrobatiche sulle bmx, fino alle iniziative per i baby ciclisti: dal 28 al 30 marzo torna, per il secondo anno, “Bicifi – Florence Bike Festival”, evento tutto dedicato al mondo delle due ruote. Quelle ecologiche, è ovvio. La prima novità di quest’anno è la location: il festival sarà ospitato nel polmone verde di Firenze, le Cascine. Dal piazzale del Re fino alle Pavoniere, il ciclo-evento proporrà iniziative, animazione per bambini, performance ed escursioni in bicicletta, ma anche convegni, incontri e presentazioni di libri. Intanto, sempre più fiorentini hanno rispolverato il caro vecchio sellino. Complice la crisi e l’arrivo dei campioni del mondiale in Toscana, l’anno scorso i ciclisti hanno sorpassato i “cugini” automobilisti: nel 2013 in città sono state vendute più biciclette (quasi ottomila) che auto (6.500 quelle immatricolate), per un parco mezzi ciclabile pari a trentamila unità. Un segnale che qualcosa sta cambiando sul fronte della mobilità sostenibile. Per riscoprire il piacere di pedalare, durante il weekend di Bicifi sarà possibile partecipare a ciclopedalate fino al parco
dei Renai e verso il centro cittadino. La mattina di domenica 30 marzo sarà dedicata alla Granfondo Firenze De Rosa (vedi articolo a fianco), gara dedicata agli appassionati che arriverà fino ai passi della Futa e del Giogo. Proprio il Mugello, territorio che ha creato il distretto cicloturistico più grande d’Italia, sarà l’ospite d’onore di questa edizione del festival, con uno spazio riservato alle eccellenze gastronomiche locali. Le ultime novità per spostarsi in bici nelle grandi città (come lo “scatto fisso” e la pedalata assistita), insieme alle attrezzature all’ultimo grido per il ciclismo amatoriale, saranno le protagoniste dell’expo, un piccolo villaggio commerciale dove trovare tutto quello che serve per pedalare in sicurezza e nel tempo libero. Spazio anche all’indoor cycling, la disciplina chiamata comunemente spinning, alle performance acrobatiche (bmx, trail, dirt) e ai laboratori per bambini. Ci saranno pure le biciclette che hanno fatto storia: a Firenze arriverà il Giro d’Italia d’epoca. I suoi corridori si sfideranno al velodromo delle Cascine, l’unico impianto del genere esistente in Toscana, le cui origini risalgono alla fine dell’Ottocento. Bicifi è patrocinato da Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze.
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16 | Marzo 2014
#Cultura
L’intervista
Focus
“IN SCENA è SEMPRE COME LA PRIMA VOLTA”
Il teatro sociale alle murate: fari puntati sulla Bielorussia
L’attrice turca Serra Yilmaz torna col suo “harem” sul palco di Rifredi per il decimo anno consecutivo A Ludovica V. Zarrilli
L
ei a Firenze è di casa. Ama passeggiare per la città e viaggiare in auto verso il Mugello, attraversando le colline e guardandosi intorno, come a perdersi nel paesaggio. Gli occhi dell’attrice turca Serra Yilmaz rapiscono avidi pezzi di storia, portandoli via con sé, trasformandoli in parte integrante di una cultura, la sua, fatta di contaminazioni e intelligente arricchimento. Per il decimo anno consecutivo l’attrice-musa di Ferzan Ozpetek sarà sul palconscenico del teatro di Rifredi con “L’ultimo harem” (dal 13 al 30 marzo), spettacolo ispirato alle Mille e una notte, ai racconti di Nazli Eray e ai saggi di Ayse Saracgil e Fatema Mernissi, scritto e diretto da Angelo Savelli e interpretato dall’attrice turca insieme a Valentina Chico e Riccardo Naldini. Sono passati dieci anni dalla prima de L’ultimo harem. Cosa si prova a portare in scena uno spettacolo così a lungo? Ci si
può annoiare o è un’avventura sempre nuova? Sono una che non si annoia mai. La vita è brevissima e ci sono così tante cose da fare, libri da leggere, musiche da ascoltare, film da vedere, persone da scoprire e amare. Non c’è tempo per la noia, figuriamoci sul palco! Ogni sera è un’emozione nuova. È come fare l’amore con lo stesso uomo da tanto, se c’è amore è sempre come la prima volta. Quanto è cambiata da dieci anni a questa parte? Sono cambiata moltissimo, come attrice e come donna. Grazie al cielo, aggiungerei. Tutti cambiamo nel corso degli anni, siamo diversi ogni giorno che passa. Lei ha un rapporto speciale con l’Italia. E con Firenze? Ci sono luoghi della città a cui è particolarmente affezionata? Per lungo tempo Firenze e i suoi dintorni hanno rappresentato per me l’Italia intera, quindi ho un legame molto stretto con la città. Mi piace girare per il cen-
Un ritratto di Serra Yilmaz durante una delle repliche dell’Ultimo harem, che da dieci anni registra sempre il tutto esaurito
Web
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tro, ma anche sulle colline. Ha una città o un luogo del cuore? Ne ho diversi. Istanbul di certo, perché è la mia città, ma anche Firenze e Parigi, dove ho passato molto tempo. C’è un ruolo, al cinema o in teatro, che le piacerebbe interpretare? Mi sarebbe piaciuto molto interpretare il personaggio di Renee Michel nel film tratto dal romanzo “L’eleganza del riccio”, ma ormai la pellicola è già stata prodotta. Ne ho anche parlato con la regista e la produttrice, ma l’ho fatto una volta uscito il film (ride). Progetti “italiani”? Penso che continuerò a recitare nell’Ultimo harem fino a quando ci sarà pubblico voglioso di assistere allo spettacolo. E poi sto lavorando con Angelo Savelli per mettere in scena qualcosa di nuovo insieme, ma è ancora tutto da vedere: siamo alla ricerca di un progetto che ci seduca.
Leonard Bundu
Il festival
La realtà
La mostra
I pugni del campione in un click
Al Verdi con i big delle sette note, per scoprire la musica di domani
“dire fare recitare”: spettacoli per raccogliere fondi per chi ne ha bisogno
i “segni del mondo” di massimo turlinelli in una personale fino a fine mese
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l campione di boxe Leonard Bundu troneggia negli scatti di David Andre Weiss. È lui il protagonista di Punch, la mostra che fino al 31 marzo occupa gli spazi di Ganzo, la scuola-ristorante di via dei Macci (il civico è l’85 rosso). David Andre Weiss ha seguito le ultime imprese del campione fiorentino, originario della Sierra Leone, documentando i suoi successi a Roma e a Londra, rispettivamente ad aprile e dicembre 2013, che lo hanno confermato campione europeo dei pesi welter, titolo ottenuto nel 2011. Weiss ha abilmente catturato l’intensità dei momenti pubblici e privati del viaggio intrapreso insieme a Bundu, un’antologia dei quali è in mostra da Gan-
zo. Intensità e tensione sono le parole chiave per immergersi in questa mostra, la terza di David Andre Weiss dedicata a Leonard Bundu. Weiss, insegnante della Florence University of the Arts e direttore di Diva (Digital Imaging and Visual Arts) è un fotografo americano di stanza a Firenze. Diplomato all’Università di Chicago, ha lavorato a lungo negli Usa prima di sbarcare nel Belpaese: al momento, oltre al progetto su Bundu, sta lavorando a Pizzo Free a Palermo e Children in Chernobyl.
Fino al 31 marzo Ganzo - via de’ Macci 85r Lun-sab dalle 11.30 alle 22 ganzoflorence.it
lay It! Torna il festival dedicato alla musica di oggi e di domani. Terza edizione per la rassegna realizzata dall’Orchestra della Toscana e diretta da Giorgio Battistelli, che da mercoledì 26 fino a sabato 29 marzo apre una finestra sul meglio della musica contemporanea in Italia. Per quattro giornate il Teatro Verdi (www.orchestradellatoscana.it, ingresso 5 euro) sarà animato da incontri, approfondimenti, dibattiti, premiazioni e concerti che mostreranno la ricchezza di una scena variegata e in continuo fermento. In tantissimi daranno il proprio contributo, tra prime assolute e prime nazionali, con musicisti del calibro di Francesco Dillon, Alda Caiello, Mario Marzi, Lorna Windsor. Inoltre verrà consegnato il premio alla carriera ad Azio Corghi, compositore piemontese già collaboratore del premio Nobel Josè Saramago. C.G.
iutare con il teatro. È questo il mantra dell’associazione Dire fare recitare, giovane realtà (è nata nel febbraio del 2013) che si propone di mettere in scena spettacoli e pièce teatrali con il solo scopo di raccogliere fondi per chi ne ha bisogno. L’associazione riunisce un gruppo di teatranti provenienti da precedenti esperienze amatoriali e non, alcuni dei quali appartenenti alla compagnia Cenacolo dei giovani del teatro di Cestello. L’obiettivo? Promuovere e diffondere la cultura e l’arte del teatro realizzando spettacoli per sostenere chi ha più bisogno e meno voce per farsi sentire. Con questo scopo gli attori dell’associazione sperimentano la messa in scena dei copioni dal taglio brillante e spesso dissacrante di tre autori fiorentini: Maurizio Faggi, Stefania Mancini e Andrea Pandolfi. Per info sugli spettacoli: direfarerecitare@virgilio.it. C.G.
dovere del pittore essere completamente preso dalla natura e usare tutta la sua intelligenza per esprimere il sentimento, in modo che la sua opera sia intelligibile agli altri, scriveva più di un secolo fa Vincent Van Gogh. Fedele alla stessa convinzione, l’artista contemporaneo Massimo Turlinelli (le cui opere sono in mostra fino al 31 marzo all’hotel Cellai, in via 27 Aprile, nella personale “Segni del mio mondo”) fa del disegno rigoroso l’architettura di tutto il suo lavoro. E non è un caso se Turlinelli, che niente improvvisa, attinge i s-oggetti preziosi delle sue opere direttamente dalla natura. L’opera di Turlinelli (nato a Fermo e residente a Firenze) si caratterizza per l’uso della matita policroma. Attualmente i suoi lavori si sono allontanati dal concetto di figurativo, anche se non dimentica una base formale pur fortemente trasfigurata. B.B.
ccendere fari su realtà dimenticate è la loro specialità. Loro sono “The global theatre project”, progetto teatrale nato a Firenze dallo spirito intraprendente dell’attrice e direttrice artistica Bari Hochwald (nella foto), e sviluppatosi a metà strada tra la città del giglio e la California, dove la Hochwald risiede quando non è a Firenze. Il prossimo appuntamento è in programma il 25 marzo alle 21 alle Murate (Sala delle Vetrate), si intitola Belarusian dream theatre e ha come obiettivo quello di catalizzare l’attenzione sui diritti umani in Bielorussia. Come il Global theatre riuscirà in questo intento è presto detto. “Il 25 marzo – spiega Bari – coincide con la Giornata della Libertà bielorussa. In questo giorno sedici teatri di tutto il mondo, dal Canada all’Australia, passando per la Bielorussia stessa, metteranno simultaneamente in scena i testi teatrali vincitori di un concorso internazionale indetto per brevi scritti dedicati alla situazione in Bielorussia”. The Global Theatre Project realizza la serata di Firenze creando un filo diretto con Los Angeles, dove si svolgerà una serata gemella al Boston Court Performing Arts Center. Firenze sarà l’unica città italiana coinvolta in questo progetto. Lo spettacolo non prevede palcoscenico né sceneggiatura: gli attori, professionisti internazionali, leggeranno i propri testi mescolandosi al pubblico, creando una performance emotivamente coinvolgente. “Prima dell’evento si terranno incontri e proiezioni di film sulla Bielorussia in vari locali del centro. Siamo inoltre in cerca di persone interessate a partecipare in qualità di comparse”, conclude Bari Hochwald. Per informazioni: info@theglobaltheatreproject.org. L.V.Z.
#Cultura La mappa
“Firenzeshire”, Viaggio nei luoghi amati dagli inglesi del grand tour
Marzo 2014 | 17
La curiosità
San Patrizio, Tutti a scuola di danze irlandesi
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allare all’irlandese non vuol dire semplicemente “zompettare”. Dietro a queste danze ci sono una lunga tradizione, una disciplina sportiva e perfino una commissione dublinese che certifica i maestri, con tanto di “patentino” internazionale. Anche Firenze ha la sua scuola: si chiama Gens d’Ys - Accademia di danze irlandesi, ed è legata a una rete nazionale con nove sedi nello Stivale, con il patrocinio dell’ambasciata d’Irlanda. Le lezioni si svolgono all’Isolotto, nella palestra dell’ex scuola Barsanti di via Assisi. Gli studenti sono una settantina: c’è un gruppetto di ragazzini tra i 10 e i 12 anni, un team di ventenni, ma lo “zoccolo duro” è costituito da adulti. Nonostante questo, presto nascerà un corso per baby danzatori. Si parte dal livello di base, per poi specializzarsi negli anni successivi. “La danza solista – spiega Mirko Peluso, responsabile della sede fiorentina e insegnante certificato – si svolge sulle mezze punte e prevede posture precise. Si usano esclusivamente piedi e gambe”. G.C.
Enrica Cinaschi
potranno non passare una serata nella bella St. Mark’s church, in via Maggio, chiesa anglicana dove prende vita un fitto programma culturale che offre, oltre a messe cantate, occasioni a base di opera e concerti di classica. Poco distante c’è la misconosciuta Casa Guidi, dove a ridosso della metà dell’800 vissero (e coronarono il loro tormentato sogno d’amore) la poetessa inglese Elisabeth Barrett Browning e il marito Robert. Pochi sanno che oggi la casa è stata trasformata in un museo ed è visitabile su appuntamento. E dove potrebbe essere sepolta la Browning se non nel Cimitero degli Inglesi? Bellissimo in primavera, quando tra le lapidi fioriscono gli iris, conserva i resti di molti degli intellettuali che amarono la città
del giglio. E, a proposito di sepolture, la basilica di Santa Croce non ha rivali, tant’è che ospita persino “le mortali spoglie” di Florence Nightingale, infermiera britannica considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica (nel 1853 partì alla volta della Crimea per aiutare i soldati feriti). E se si ha fame di cultura inglese, il luogo “principe” resta il British institute, che conserva gelosamente alcuni degli archivi delle più importanti personalità legate a doppio filo con l’Italia. Oppure Villa La Pietra, gioiello di proprietà dello storico e collezionista d’arte Harold Acton che alla sua morte lasciò tutto alla University of New York. La villa, sulla via Bolognese, si può visitare previa prenotazione il venerdì pomeriggio.
Web gensdys.it
Un momento di uno spettacolo della scuola di danze irlandesi di Firenze
P.Iva 07407600969
A
l tempo dei viaggi low cost, il Grand Tour sembra lontano mille miglia, con i suoi ritmi lenti e le pause per la riflessione. Ma se è vero che oggi quei viaggi sarebbero impensabili, ritagliati come sono tra l’orario d’arrivo e di partenza di un aereo a basso costo da incastrare in un weekend, è anche vero che a Firenze esistono ancora dei luoghi che conservano intatto il sapore ottocentesco e romantico dei viaggi intrapresi dagli inglesi alla volta della città del giglio. Sì, perché loro, più di chiunque altro, hanno lasciato traccia della permanenza in città, mantenendo ancora oggi bellissimi avamposti da non lasciarsi sfuggire. Gli amanti della buona musica e dell’opera, ad esempio, non
18 | Marzo 2014
#Fiorentina
Il calendario
un mese di grandi sfide
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l 3 maggio, giorno della finale di Coppa Italia, è una data segnata in rosso (anzi, in viola) sul calendario ormai da qualche settimana, da quando, battendo l’Udinese, la Fiorentina si è qualificata per l’ultimo atto della competizione. L’ultima vittoria risale alla gestione Mancini, stagione 2000-2001, con rete decisiva di Nuno Gomes in finale contro il Parma. A esultare in tribuna c’era Cecchi Gori. Ricordi che sanno (quasi) di foto in bianco e nero. Così come di bianconero si tinge questo marzo per i viola. E il ricordo non può che andare all’indimenticabile gara di andata in campionato, il 4-2 in rimonta che ha fatto impazzire Firenze, con Giuseppe Rossi protagonista assoluto. Ora che però Pepito non c’è, toccherà a Montella metterci del suo. Il marzo viola continua poi con il posticipo contro il Chievo, prima delle due partitissime contro Napoli e Milan, quest’ultima nel turno infrasettimanale. Il mese finisce poi a Genova, contro la Sampdoria dell’ex Mihajlovic. Ma il sogno no, quello deve continuare. Lorenzo Mossani
Vincenzo Montella questo mese dovrà chiedere il massimo alla sua Fiorentina, impegnata in una serie di partitissime
La promessa
il sogno a tinte viola del ragazzo di figline
Il 18enne Leonardo Capezzi fra Primavera e prima squadra Irene Delfino
“C
osa posso volere di più che giocare nella F i ore nt i n a ? ”. Da bambino Leonardo Capezzi aspettava i suoi idoli al rientro dalle trasferte vittoriose. Il 7 novembre scorso le parti si sono invertite, perché c’era anche lui su quel pullman che tornava fra gli applausi al Franchi dalla trasferta romena. Una notte indimenticabile per il diciottenne della Primavera, che ha fatto il suo esordio in Europa League a Cluj, sul campo del Pandurii.
“A un certo punto Montella mi ha detto: scaldati. Ho capito che avrei giocato”. Con i viola sotto per 1 a 0, al 35° minuto del secondo tempo arriva il cambio: fuori Roncaglia e dentro il giovane centrocampista. Passano solo sei minuti dalla sostituzione che Matos spinge in rete il gol del momentaneo pareggio. La rete dà fiducia alla Fiorentina, che tenta l’assedio negli ultimi minuti di gara. Agguantando il sorpasso al secondo minuto di recupero, con un diagonale destro di Borja Vale-
ro. “Aquilani, scherzosamente, mi ha fatto questa battuta: sei entrato tu, hai cambiato il volto alla partita, abbiamo vinto. Bravo”, racconta Capezzi. Il ragazzo di Figline Valdarno con i piedi buoni e la testa sulla spalle, che a nove anni inizia a tirare i primi calci al pallone nella Sangiovannese, ma che sotto la maglia tiene quella viola. Nel 2008 viene notato e scelto dagli osservatori della Fiorentina. Il primo, piccolo passo è compiuto. Con la casacca gigliata continua la trafila delle giovanili
fino alla Primavera guidata da Leonardo Semplici. Oltre alla maglia viola veste anche quella azzurra: il 4 febbraio 2011 arriva la prima chiamata dall’Italia under 16. Debutto impreziosito da una punizione a giro, che vale il secondo gol per gli azzurrini. Leonardo continua la sua scalata, collezionando presenze con l’under 17 e l’under 18, e qualche mese fa scende in campo anche con l’under 19. Inevitabili, di questi tempi, le prime sirene inglesi, ma il ragazzo di Figline si tappa le orecchie. Vuol crescere nella sua Fiorentina. E con il senno di poi fa la scelta giusta. Visto che Montella comincia a tenerlo d’occhio. Lo porta in ritiro a Moena nel 2012, poi lo convoca con la prima squadra. Il regista fa così la spola fra i baby e i big, imparando dai “grandi” e trascinando i “piccoli” in semifinale al torneo di Viareggio, in finale di Coppa Italia e a vivere il sogno scudetto, a portata di mano per i ragazzi di mister Semplici. Ma il vero sogno di Leo è il debutto in serie A, al Franchi, fra i suoi tifosi, imitando la carriera del suo idolo De Rossi. Ma a tinte viola.
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Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.15 del 3 Marzo 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A.
Big & baby
una coppa italia per due
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ig e baby viola, una coppa (Italia) per due. I ragazzi di Montella e quelli di Semplici volano in finale ai danni dei bianconeri. La Juventus Primavera, travolta per 5 a 0 tra Torino e Firenze. Con doppietta di Gondo all’andata e reti di Gulin, Capezzi e Fazzi, maturati in 24 rintocchi, allo stadio delle Due Strade. Dalle tribune gli ultrà viola intonano il coro “il pallone è quello bianco...”, mentre la Fiorentina rischia di umiliare ancor più i giovani juventini, andando più volte vicina all’ennesimo centro. Dopo il fischio finale, in campo comincia la festa, con tanto di inno di Narciso Parigi. Cantato a squarciagola anche dai trentamila del Franchi che, dopo tredici anni, vedono la loro squadra di nuovo in finale di Coppa Italia. Questa volta ai danni dei bianconeri dell’Udinese. La prima finale dell’era Della Valle. In tribuna a soffrire come i giocatori in campo, che hanno lottato fino all’ultimo, interminabile, minuto di recupero. Sorretti da trentamila voci, trentamila cuori viola, da una città intera, che non vedeva l’ora di andare a Roma. Nel 2001 Rui Costa alzò la coppa al Franchi. Allora non c’era la finale unica, ma si giocavano andata e ritorno, come nel torneo Primavera. Aspettando il 3 maggio, allora, il 26 marzo tutti al Buozzi, a fare il tifo per i nostri ragazzi. I.D.
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#Sport
Marzo 2014 | 19
L’iniziativa
Basket
A PASSEGGIO NEL QUARTIERE
enegan, finale da brividi
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Alla scoperta di Firenze, nel nome della salute
arà difficile ottenere la salvezza nell’Adecco Silver League per l’Enegan Firenze. La squadra di Attilio Caja, rivoluzionata in corsa e molto diversa rispetto a quella che aveva iniziato il campionato, dovrà non solo fare punti, ma guardarsi anche dai risultati che faranno le altre “pericolanti”. Scontata la retrocessione di Bari, con i fiorentini cercano di evitare di scendere di categoria Torrevento, Recanati, Reggio Calabria, Chieti e Ravenna. Sarebbe un vero peccato se la squadra fiorentina non centrasse l’obiettivo, in un’annata in cui al Mandela Forum ha giocato anche la Montepaschi Siena. Si erano anche rincorse voci di partenariato tra le due realtà, che però sono sempre state smentite. C’è comunque ancora molto entusiasmo per il rilancio del basket a Firenze, e la salvezza dell’Enegan potrebbe concretizzare anche il sogno di rivedere presto la serie A. La città, insomma, si augura che il progetto per la pallacanestro in città si faccia sempre più concreto. Sim.Spa.
Salvezza difficile per gli uomini di Attilio Caja: la squadra attuale è molto diversa rispetto a quella che aveva iniziato il campionato
Baseball
via alla nuova stagione
L
I partecipanti a una delle “passeggiate nei quartieri” nate su iniziativa della Società della Salute in collaborazione con Comune, Asl 10, gruppo “Salute e benessere” e Uisp
Carlo Marrone
N
on tutti gli abitanti conoscono poi così bene Firenze. In modo particolare, chi vive nelle zone più periferiche tende spesso a spostarsi verso il centro o la campagna per passare una giornata all’aria aperta. Eppure ogni quartiere di Firenze ha qualcosa da raccontare, se abbiamo voglia di ascoltarlo: anche da questa riflessione nascono le “passeggiate nei quartieri”. Nel Q5 l’attività prende vita nel febbraio 2012, per iniziativa della Società della Salute in collaborazione con il Comune, la Asl 10, il gruppo di coordinamento “Salute e benessere” e la delegazione Uisp del quartiere. Lo scopo è quello di promuovere la cura e l’attenzione alla salute tramite uno stile di vita sano. “Mettiamo in atto un vero e proprio programma di educazione alla salute – spiega Stefania Trombi della delegazione Uisp del Q5 – proponendo e promuovendo un modello di vita sano, finalizzato al benessere individuale e collettivo della popolazione. L’iniziativa copre tutti i quartieri di Firenze, dove agiamo con un gruppo di lavoro composto da un operatore del quartiere, uno dell’azienda sanitaria, referenti delle associazioni di volontariato e liberi cittadini”. Cosa significa per voi “salute”? È il completo benessere fisico, psichico e sociale. Il nostro
obiettivo è migliorare il controllo che hanno i cittadini sul proprio stato di salute. Per questo insistiamo sullo stile di vita: corretta alimentazione, movimento quotidiano, gestione dello stress e consumo consapevole dei farmaci sono alcuni degli aspetti basilari che influenzano il benessere, e un’ottima prevenzione contro molte malattie croniche degenerative. Come sono organizzate le passeggiate? Sono camminate leggere, alla portata di tutti o quasi. Coprono una distanza di circa 6-7 chilometri, da affrontare con calma e con alcune soste. Si svolgono ogni quarto sabato del mese, iniziano alle 9.30 dalla stazione delle Piagge e terminano intorno alle 12. Da quest’anno è prevista anche l’introduzione di un percorso alternativo più breve, per chi non riuscisse a sostenere una lunga camminata. E il tutto è accompagnato da materiale che illustra i luoghi visitati. In quali zone si svolgono? Finora abbiamo visitato la parte sud del quartiere, Cascine,
Brozzi e San Donnino. Adesso proponiamo la parte nord, quindi Careggi, Cercina e Castello. Ovviamente cercando sempre di evitare il più possibile le strade più trafficate. Come ha reagito la popolazione? Di solito arriviamo a 20-25 partecipanti, che si dimostrano sempre molto motivati e interessati. Va detto, perché per noi è una soddisfazione, che spesso e volentieri chi ha provato torna non appena ne ha l’occasione. Prova sufficiente a dimostrare la piacevolezza dell’attività e il benessere psico-fisico che se ne ricava. Assolutamente, sono un ottimo modo per partecipare in maniera attiva alla vita del quartiere. Sono occasioni di socializzazione, ma anche un momento di sport. La partecipazione è libera e gratuita: se dunque doveste non avere impegni il giorno della passeggiata, potete presentarvi alla stazione delle Piagge alle 9.30, pronti a scoprire un pezzo di Firenze.
a Fiorentina Baseball, dopo la meritata promozione, ritorna a partecipare al campionato di serie B dove, assegnata al girone Nord, affronterà due squadre di Bologna (Bcm e Nuova Pianorese), il Junior Parma, il Poviglio (RE), il Brescia e il Cagliari. Alla guida il manager Marco Duimovich, mentre il presidente Lauria ha dato il via alla campagna acquisti: arriveranno da Livorno Francesco Miliani e Federico Bottai, due giovani interni classe ‘93, che si sono messi in luce nel campionato di serie C, oltre al giovane Alessio Sinforici (‘96), talento del Cosmos San Casciano, che rinforzerà il monte di lancio. Ritorna il trentaquattrenne Francesco Di Mattia, proveniente da Nettuno, l’anno scorso nelle fila del Grosseto Ibl, e confermato David Sonnacchi, ricevitore/prima base. Un altro acquisto importante è Flavio Rinaldi, ricevitore e forte battitore proveniente dall’Urbe Roma. Infine, il lanciatore Valerio Rodà. Per la gestione del monte di lancio ci sarà Antonio Figueroa. La Fiorentina inizierà la stagione il 23 marzo in Coppa Italia, mentre il campionato partirà il 6 aprile. Sim.Spa.
La Fiorentina Baseball sarà impegnata quest’anno nel campionato di serie B, che scatta ad aprile. Prima è in programma la Coppa Italia
Senza appuntamento via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058
NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251
20 | Marzo 2014
#Rubriche
A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI
IL MISTERO DELLA BATTAGLIA NAVALE
D
efinito da Dante il “mio bel San Giovanni” in cui egli fu battezzato, il Battistero è il primo importante edificio architettonico della nostra città. Sul lato prospiciente il Palazzo Arcivescovile, fuoriesce dal perimetro dell’ottagonale immobile decorato nel 1294 a motivi geometrici con marmo verde e bianco, l’abside rettangolare detta “scarsella”. Per quel decorosissimo rivestimento esterno di marmi “che prima erano di macigno” fu deputata l’Arte di Calimala la quale, nell’occasione, fece togliere i monumenti et arche di marmo che vi erano dintorno, le quali erano tutte o la maggior parte de’ Gentiluomini di Firenze… A fianco della scarsella dalla parte di Via Roma, si può notare nella parte basamentale di quel lato, a circa un metro dal piano stradale, incastonato nel rivestimento marmoreo eseguito tra l’XI e il XIII secolo, un consunto bassorilievo del V secolo, poco o per niente noto ai fiorentini e comunemente appellato la Battaglia navale. Tale denominazione la si rileva anche nel V tomo di Notizie Istoriche delle Chiese Fiorentine del Richa, quando a tal proposito alla metà del 1700 egli così scrive: …a fior di terra poi dalla banda del Bigallo evvi pure da osservare un basso rilievo in marmo lungo due braccia rappresentante un combattimento navale, né io mi posso indurre a credere che in tanta abbondanza di marmi, questo sia stato quivi messo per ripieno, ma più tosto direi che fosse il dinanzi d’un Sepolcro spettante ad illustre Famiglia Fiorentina che nella traslazione soprannarrata de’ tanti avelli, ottenesse dall’Arte che in questo luogo fosse murato… Però tale titolo di qualificazione, come vedremo non è per niente esatto e tutto dissimile dall’immagine riprodotta nel reperto.
Si tratta molto probabilmente di un antico ritrovamento rinvenuto in zona ed inserito durante l’esecuzione del rivestimento del sacro edificio. Verosimilmente il reperto, nonostante la perdita di gran parte dell’opera, potrebbe provenire da un frontale di sarcofago paleocristiano, quando l’economia era ancora legata all’agricoltura. Poi, con il passare dei lustri, durante i quali la tomba può aver accolto altri defunti con i loro corredi funebri, abbandonata la sua originale funzione, come altre volte verificato, l’avello fu probabilmente impiegato in città quale vasca di fontana o abbeveratoio del bestiame: la deduzione prende attendibilità osservando sulla parte destra del frontone, una rotonda apertura, poi ben chiusa forse quando si decise di collocare il bassorilievo nel rivestimento del Battistero, incastonandolo fra i marmi bianchi della Lunigiana e quelli verdi di Prato. Il foro non era altro che il “troppo pieno” della vasca o dell’abbeveratoio, il quale consentiva la fuoruscita dell’acqua mantenendone il livello alla dovuta altezza, senza la
tracimazione dall’orlo. Sul singolare reperto si notano anche evidenti tracce di una patinatura nerastra, probabilmente apposta nel Quattrocento quando si aggiunsero al Battistero le tre porte di Andrea Pisano (quella sud) e le altre due di Lorenzo Ghiberti, al fine di far sembrare similmente il bassorilievo una scultura bronzea e non di marmo. Tale tinteggiatura, oggi quasi del tutto scomparsa, ha comunque contribuito a difendere il reperto dalle ingiurie corrosive del tempo. Dopo questa dissertazione, passiamo a verificare e svelare (se possibile) il soggetto del bassorilievo definito, come già detto, la Battaglia navale. L’antica testimonianza archeologica presenta un marmo molto eroso e rotto in due pezzi poi ricollegati insieme, ma forse non in una esatta successione dell’immagine. Si suppone che fra i due pezzi ci fosse un altro, seppur breve frammento, andato perduto con tutto il resto del sarcofago. In realtà la scena che si osserva ora, pare voglia rappresentare due momenti di vita dell’uomo commerciante e nello stesso tempo agricoltore: quindi vita mercantile e vita artigianale dedita all’agricoltura. Pertanto, a nostro modesto avviso, è da escludere a priori che la rappresentazione raffiguri una qualsivoglia “battaglia” sia essa terrestre o navale, in quanto non si notano armi impiegate dai presunti guerrieri in lotta, privi di elmi e scudi, anche se a sinistra (relativamente al primo troncone), vediamo una sola nave romana a vele ammainate e legate al pennone, ormeggiata a riva. Il consunto frontone, comunque è significativo per le notizie che ci fornisce: dall’imbarcazione discende un uomo con la schiena curva perché porta sulle spalle un contenitore, mentre un
altro in eguale atteggiamento sale a bordo. La scena sembra quella di un normale attracco di una nave, con il relativo carico e scarico della mercanzia. Nell’altro frammento, quasi al centro della scena, si nota il momento agreste della vendemmia con la pigiatura dell’uva in un grande tino. Tale lavoro è effettuato con i piedi nudi da due persone, nel classico moto di pressione alternativo delle gambe, immerse negli acini al fine di ottenere il mosto e quindi vino, mentre un terzo agricoltore scarica da una cesta che porta sulla schiena la sua raccolta di grappoli nel tino: sintesi ambientale di un comportamento di vita singola e sociale aderente alla semplicità dei tempi. Sgombrato il campo da presunte “battaglie” viene da domandarsi perché un reperto così antico sia stato incastonato nel Battistero dedicato a San Giovanni Battista. Poiché “niente viene a caso”, è lecito ipotizzare! Azzardiamo così un’altra supposizione, prendendo in esame separatamente i due tronconi del bassorilievo: nel primo, quello relativo alla “nave”, dobbiamo sapere che un’imbarcazione in genere, ha sempre simboleggiato la Chiesa quale traghettatrice delle anime beate in Paradiso, inoltre raffigura espressamente anche il commercio, caro all’attività dell’Arte Maggiore dei Mercatanti di Calimala molto esperta nel traffico via mare, ed alla quale era affidata l’amministrazione dell’Opera di San Giovanni. Infatti, sovrastante la porta nord dell’ottagonale costruzione, si nota ancora l’aquila con il torsello; stemma dell’Arte. Nel secondo pezzo, sapendo che la religione cattolica ha sempre rappresentato con il vino, il sangue di Cristo, simbolo del frutto della terra trasformato in vino dal lavoro
dell’uomo, presente nell’eucaristia, ben si accosta all’edificio sacro che fu anche cattedrale della città fino al 1128. Pertanto entrambi i frammenti avrebbero un’intrinseca correlazione con l’austerità religiosa del Battistero e non ultima, la volontà di unire un così antico ritrovamento risalente forse al primo nucleo di Firenze romana, per vantarne la diretta discendenza, come del resto ne dà immagine Dante (Commedia, Inferno C. XV, vv. 76-78): …in cui riviva la sementa santa di que’ Roman’ che vi rimaser quando fu fatto il nido di malizia tanta. Cercando ora di fondere la raffigurazione del bassorilievo in un solo significato, come in origine avrà voluto certamente rappresentare, si può pensare al sepolcro di un ricco “vinattiere”, cioè di un importante produttore e commerciante di una illustre famiglia fiorentina che produceva ed esportava il vino, forse addirittura un personaggio “noto” del momento. Per cui concludendo, se volessimo dare un plausibile e significativo nome all’antico bassorilievo, lo si può denominare d’ora in avanti il “Vinattiere” e non più la “Battaglia navale”. L’articolo è uno dei quaranta aneddoti su Piazza del Duomo, tratto dalla nostra pubblicazione “A Occhio e Croce”, edita da Firenze Leonardo Edizioni. LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI Web artusi.net
Il Pungiglione
il lavoro in italia? un problema preistorico
I
n Italia il lavoro è come la forfora: un problema irrisolvibile! Lavoro significa disoccupazione, precariato, tagli allo stipendio. Quanto mi piacerebbe che un giorno il Tg aprisse con un’edizione straordinaria: “Oggi il signor Rossi, senza nessuna raccomandazione, è stato assunto a tempo indeterminato. Non solo, a fine mese riscuoterà pure lo stipendio!”. Una notizia così da noi sarebbe una ventata di novità! Il governo, per sconfiggere la disoccupazione, ha deciso di dare incentivi agli imprenditori che assumeranno donne o giovani. Il problema è che la maggior parte dei disoccupati in Italia sono uomini e di 40 anni! Un mio amico disoccupato ha già iniziato a farsi una cura di ormoni: male che vada troverà lavoro alle Cascine! Un altro amico disoccupato, invece, ha investito direttamente sul botulino! In Italia il lavoro è sempre stato un problema. Ai tempi del Paleozoico l’attività principale dell’uomo era fare il cacciatore: per farlo bastava farsi una lancia e cercare una bestia da uccidere. In tutte le parti del mondo funzionava così, tranne che da noi. In Italia per fare il cacciatore dovevi prima farti rilasciare la licenza, poi avere la tessera d’iscrizione all’Arci caccia & pesca e infine l’assicurazione per il cane. Ai tempi del Paleozoico ci mettevi dieci anni ad ottenere tutti questi documenti! E se ci riuscivi non potevi nemmeno esultare, nel frattempo eri già morto di fame! Si vede che il lavoro non è proprio nel nostro Dna! ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista
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andreamuzzi.it
Lettere
Marzo 2014 | 21
Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it IL “NUOVO” VIALE DE AMICIS E IL PARCHEGGIO DELLE AUTO
Salve, volevo solo far presente che i viali De Amicis e Lungo l’Affrico hanno avuto un nuovo lifting bello, funzionale e pulito. Un grazie a tutti coloro che hanno prestato servizio per rendere migliore una delle tante zone di Firenze. Dato che noi cittadini non sappiamo apprezzare tutto ciò, anzi ci facciamo in quattro per deturpare, e non siamo capaci di essere responsabili, perché durante manifestazioni sportive, musicali e quant’altro dobbiamo parcheggiare sulla pista ciclabile appena fatta (anzi ancora da terminare), sulle aiuole, su marciapiedi, strisce pedonali, posti riservati a motocicli e passi carrabili? Se viene fatto presente alle autorità competenti rispondono che non hanno mezzi a disposizione e che c’è la partita, quindi tutto deve essere tollerato. Ma vi sembra un buon motivo? Grazie per aver letto il mio sfogo. S.M.M.
di dovere corsi serali impartendo ai patentati lezioni di educazione civica, pena il ritiro della patente, certamente in questa realtà è pura utopia. Grazie per l’attenzione e porgo cordiali saluti. Severino B.
VIA PACINOTTI, “CINQUE SEMAFORI PER TORNARE A CASA”
LE PISTE DEL QUARTIERE 4 E IL COMPORTAMENTO DI AUTO E BICI
Gentile redazione, ho letto con molta attenzione la lettera pubblicata su “Il Reporter” di questo gennaio dal sig. A. Ilari, che verte sulla problematica della pista ciclabile del Q4 il cui contenuto condivido parzialmente per la ragione che espongo per ciò che segue: anch’io sono un ciclista e risiedo in zona, uso quotidianamente le piste in questione. Però, c’è un però da chiarire sulla ciclabile. Le suddette non sono agevoli e omogenee nel suo insieme perché esse per lunghi tratti sono alternate con i marciapiedi, nelle ore serali ci si trova in difficoltà per la scarsa luce ad identificarle. Poi, automobilisti maleducati con poco rispetto per il sociale, sostano senza riguardi e sicuri di rimanere impuniti da qualsiasi penalizzazione, non si è visto mai un foglio rosa sul loro parabrezza, vale pure questo per i veicoli a due ruote in sosta, senza contare i passanti che l’alternano con il marciapiede. Per tanto il povero ciclista è impedito di conseguenza di usufruire totalmente del percorso su di esse, costretto suo malgrado a servirsi molto spesso della strada a suo rischio e pericolo e in caso d’incidente con un veicolo a motore rischia oltre la multa anche eventuali danni contro terzi. Quindi, se il ciclista è costretto per questo stato di cose a fare manovre errate, per forza di cose non è totalmente colpa sua. Le piste come sono tutt’ora non sono concepite ad opera d’arte, non sono per niente in armonia con le vie Massa e Modigliani che sono arterie lineari ed eleganti nel suo insieme architettonico, quando sono state ideate dette piste non è stato tenuto conto di questo. Antiestetiche, con quei ferracci come divisorio e pericolosi come i cordoli che però quest’ultimi, in compenso, non sono antiestetici, spesso qualche veicolo “piomba” su quei “ferracci” che sono scarsamente dotati di segnaletica. Non importa, secondo me, trasferirsi ad Amsterdam o nella più vicina Ferrara come scrive il sig. Ilari, per confrontarsi con le loro ciclabili, basterebbe lavorare con criterio. Si fa per dire: organizzare da chi
Abito in un piccolo condominio, siamo in quattro, in via Pacinotti a cinquanta metri dal cinema Fiamma ed abbiamo un cortile interno dove parcheggiare, a turni di due, le nostre macchine. Orbene, venendo da via Mannelli, ed arrivati a Ponte al Pino, per entrare in casa con la macchina, dobbiamo girare a destra verso via Campo d’Arrigo, al semaforo dopo 100 m. (primo) girare a sinistra ed al semaforo di Viale dei Mille per altri 100 m. (secondo) attraversare il viale, percorrere un tratto di Via Marconi (200 m.), girare a sinistra verso Viale Volta, percorrerlo per 200 metri, fermarsi al semaforo di Via Pacinotti angolo con Viale Volta (terzo) andare avanti un pochino (100 m.), girare a sinistra per 50 m. e fermarsi al semaforo dell’Ataf (quarto) entrare in Viale dei Mille e fermarsi al semaforo di via Pacinotti dopo 100 m. all’edicola (quinto) e finalmente girare a destra in Via Pacinotti, fare 100 metri verso Ponte al Pino ed entrare in casa. Totale cinque semafori per percorrere circa 850 metri nel traffico. No comment. Basterebbe che a noi quattro residenti dessero l’autorizzazione di andare a dritto da Ponte al Pino in Via Pacinotti sulla corsia dei bus (percorsa regolarmente da invalidi veri, finti e quant’altro), fare 100 metri ed entrare in casa. Risparmio di traffico, benzina e tempo. Spero nella comprensione della Viabilità del Comune. Saluti, Mauro
VIA POLIZIANO E LA SOSTA DEI CAMPER
Ma vi sembra normale che un camper stazioni da più di un anno in via Poliziano senza essere mai mosso né spostato nemmeno per la mensile pulizia delle strade? Il degrado di una strada tanto utilizzata e trafficata, dove giornalmente i motorini sfrecciano sulla pista ciclabile per evitare la coda al semaforo, rischiando di investire chi la percorre in bicicletta o si accinge ad attraversare la strada, e dove i parcheggi auto, già scarsi vista la costruzione della pista ciclabile su un intero lato della strada, vengono occupati per anni interi, come nel caso del camper. Ma i camper non dovrebbero essere riposti in appositi parcheggi? Ma lo sporco che si raccoglie sotto e che non può essere tolto nemmeno quella volta il mese della pulizia stradale non contribuisce ad aumentare il degrado di quella che era una bella strada della nostra bella città? Ma i vigili urbani sono scomparsi, gli addetti alla pulizia stradale si limitano a girargli intorno e tutto resta inesorabilmente come è dando ragione, in questo modo, a chi non rispetta le regole e si comporta in modo non rispettoso nei confronti degli altri cittadini. Grazie per l’attenzione, una abitante di via Poliziano
“IL MIO APPELLO AI CICLISTI: FATEVI VEDERE QUANDO È BUIO” Dopo aver rischiato ieri, per l’ennesima volta, di investire un ciclista senza luci, mi decido a fare questo appello. Mi spiego: tempo fa leggevo un bell’articolo sulle biciclette che illustrava il progetto “For Cyclist”. Ecco, io apprezzo moltissimo questi incoraggiamenti che arrivano da più parti per l’incremento dell’uso della bicicletta, pur non potendo io più usarla. Odio l’auto e il suo inquinamento, ma tant’è, ormai ci sono, le dobbiamo/vogliamo usare e soprattutto... dobbiamo convivere, automobilisti e ciclisti. Detto questo vengo alla mia richiesta, anzi, implorazione. Chiedo vivamente ai nostri ciclisti di fornire le loro bici di luci, anteriori e posteriori, queste ultime specialmente! Troppo spesso noi automobilisti ci troviamo davanti, all’improvviso, soprattutto ovviamente la sera, le biciclette, completamente invisibili, ed è proprio fortuna, loro e nostra, se riusciamo a scansarle. Auspicherei anche che chi di dovere facesse rispettare questo che ritengo debba essere un obbligo, se non da codice della strada (ma credo lo sia), perlomeno di civiltà per la sicurezza di tutti. Tutti abbiamo comportamenti da correggere, ma questo è rimesso alla coscienza individuale. Ai ciclisti chiedo un impegno maggiore: le luci! Fatevi vedere quando è buio! Lettera firmata
IL REPORTER RISPONDE Caro lettore, la sua lettera (ma anche quella del signor Severino che pubblichiamo in questa stessa pagina) ci dà lo spunto per tornare a parlare del comportamento di ciclisti e automobilisti, tema evidentemente fra i più cari al nostro pubblico. Spesso, troppo spesso, gli uni tendono ad attaccare gli altri “a priori” per la condotta tenuta alla guida e viceversa. E questa è la prima “usanza” da sradicare: perché le strade siano sicure per tutti è infatti necessario che tutti, in qualsiasi modo si spostino, adottino ogni misura possibile per minimizzare i rischi per se stessi e per gli altri. Collaborazione e non contrapposizione, insomma. Non dimenticando mai il mezzo su cui si sta viaggiando e la sua potenziale pericolosità, perché è chiaro che i danni che si possono provocare a bordo di un’automobile sono diversi rispetto a quelli che si possono fare in bicicletta. Detto questo, il suo appello (o, per usare le sue parole, implorazione) ai ciclisti di farsi vedere di notte dotando le biciclette delle necessarie luci è assolutamente condivisibile, ed è fondamentale che tutti coloro che si spostano sulle due ruote si mettano in condizione di vedere ed essere visti, sempre, cosa che troppo spesso, purtroppo, ancora oggi non avviene. Accorgimenti minimi di sicurezza (in primis per se stessi) forse sottovalutati, ma su cui invece ci deve essere la massima attenzione. D’altro canto è vero anche che sempre troppo spesso i ciclisti sono obbligati a “condividere” la sede stradale con le auto per la mancanza, in certe parti della città, di piste ciclabili, o per l’impossibilità di utilizzarle a causa di sosta selvaggia o altri comportamenti scorretti. Serve la massima responsabilità da parte di tutti, insomma, perché le strade fiorentine possano diventare sempre più sicure. Con qualunque mezzo si scelga di percorrerle. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it
Editoriale
dalla prima
Tra le tante questioni su cui l’attenzione non dovrà mancare, a Firenze come in sede nazionale, c’è quella del lavoro. Tema cui questo mese dedichiamo ampio spazio sul nostro giornale, e non a caso. Mentre in città nascono o proseguono la loro attività spazi dedicati al “coworking”, ovvero spazi in cui si condividono ambiente di lavoro, idee ed esperienze, provando anche a fare sinergia, i numeri sull’attuale situazione sono contrastanti. Per qualche spiraglio che sembra aprirsi, per i primi, timidi segnali di ripresa che cominciano a intravedersi, ci sono sempre alcuni dati, preoccupanti, a tenerci con i piedi ben piantati per terra e a ricordarci che i tempi duri non sono finiti, affatto. Vietato abbassare la guardia, insomma. Ma oltre ai numeri ci sono anche (e soprattutto) le storie, i racconti, le testimonianze. Ci sono, insomma, le vite delle persone. Questo mese abbiamo voluto raccontare la storia di Giovanna, una fiorentina come tante. Trentenne, un passato da precaria e un presente da disoccupata. Le giornate trascorse in cerca di un lavoro, di un qualsiasi lavoro, inviando curriculum e consultando i siti specializzati, sperando che prima o poi un’opportunità si presenti anche per lei. Lei che a trent’anni appena compiuti si sente già troppo “vecchia” per un mondo, come quello del lavoro, dove il concetto di “età giusta” si fa sempre più sottile e sfuggente. Ne sanno qualcosa i tanti giovani che non riescono a trovare una prima occupazione, ne sanno qualcosa i quarantenni e cinquantenni che l’occupazione l’hanno persa e per cui avere nuove chance diventa sempre più difficile. Insomma, sul mondo del lavoro l’attenzione deve restare alta, altissima. A livello locale come a livello nazionale. Per dare una risposta alle tante Giovanne che non chiedono altro che una possibilità. MATTEO FRANCINI
22 | Marzo 2014
#Salute
La realtà
Stili di vita
un “esercito” di volontari mal di primavera, negli ospedali della città come metterlo ko L’associazione Avo esiste dal 1980: due corsi di formazione ogni anno Matilde Bernini
A
nziani o bambini, brevi o lungodegenti. A tutti i pazienti ricoverati in ospedale fa piacere ricevere una visita, scambiare due chiacchiere, ricevere un augurio di pronta guarigione. Nasce per questo motivo Avo, associazione volontari ospedalieri, che a Firenze opera dal 1980. Oltre trent’anni passati nei diversi ospedali della città, seguendo una deontologia ben precisa, camice bianco e
sorriso sempre pronto. Essere volontari Avo non è uno scherzo, come spiegano dall’associazione, e richiede l’osservanza di regole importanti, come l’impegno una volta a settimana in reparto e una certa partecipazione alla vita associativa. Vita che ha alcune scadenze importanti: i nuovi volontari, infatti, entrano due volte l’anno, quando a marzo e a ottobre si tengono i corsi di formazione. Il prossimo, il 64esimo, è in programma
L’ospedale pediatrico Meyer è una delle strutture cittadine in cui operano i volontari dell’Avo
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RUBRICA :
avofirenze.it Tel. 055.2344567
La dentista risponde
questo mese. Sono corsi tenuti da alcuni professionisti della salute, come medici e psicologi, che introducono i nuovi arrivati al “ruolo” del volontario Avo, e da rappresentanti dell’associazione. Le tematiche spaziano dal problema delle infezioni alla motivazione e all’ascolto, dalla struttura organizzativa dell’ospedale nell’area fiorentina al rapporto empatico che il volontario stabilisce con degenti e operatori. Come si legge anche nello statuto dell’associazione, infatti, “i volontari non possono e non devono sostituire nessuno, ma i medici, gli infermieri, i malati, gli ospiti e il personale delle Rsa sanno di potervi fare sempre affidamento”. Segue un periodo di tirocinio di un anno, che si esegue affiancando un volontario esperto, al termine del quale, dopo la cerimonia di consegna del “distintivo”, si può andare in ospedale da soli. Così, un “esercito” importante di donne e uomini dalla maggiore età ai settanta anni ogni giorno va in ospedale, senza essere malato, indossa il camice e inizia il giro dei reparti piuttosto che, nelle strutture più complesse, dedicarsi al servizio di accoglienza e informazioni. Careggi, Cto, Palagi, Meyer, Ponte a Niccheri, Santa Maria Nuova e Torregalli sono gli ospedali dove i volontari operano, cui si aggiungono otto Rsa, fra cui Montedomini. E per chi invece non se la sente di fare servizio in ospedale, è comunque possibile contribuire all’attività dei volontari ospedalieri sostenendo l’associazione attraverso il 5 per mille della dichiarazione dei redditi o con le bomboniere Avo.
C
omplice un inverno dalle temperature miti, quest’anno la primavera potrebbe arrivare quasi inosservata, in punta dei piedi, ma porterà con sé il dono che da sempre la caratterizza: giornate più lunghe e luminose. Fino a pochi secoli fa l’uomo era totalmente dipendente dal ritmo della natura e delle stagioni: oggi, grazie all’illuminazione artificiale, i nostri ritmi rimangono piuttosto costanti nell’arco dell’anno e non percepiamo, apparentemente, questa vera e propria rivoluzione che ogni anno si ripete. Ma il nostro organismo sì. Il nostro fisico e il nostro equilibrio non sono ingannati dalla luce artificiale e la stagione in arrivo, seppur a fin di bene, li mette a dura prova. “Questo passaggio ci impegna dal punto di vista fisico e psicologico – spiega Niccolò Berzi, medico fiorentino – i sintomi più comuni di quello che ormai è comunemente chiamato ‘mal di primavera’ sono svogliatezza, stanchezza, difficoltà di concentrazione, irritabilità, fino ad arrivare a cefalea, insonnia, alterazioni del tono dell’umore. Sintomi banali, che non necessiterebbero di interventi medici o farmacologici, a parte casi particolari come quelli degli asmatici e degli allergici, che spesso è opportuno seguano una terapia costante in questi periodi”. Rispetto al passato, la capacità di adattamento alla nuova stagione è resa più lenta e difficile da stili di vita errati, stress continuo e ritmi eccessivamente forzati: sono questi i punti sui quali possiamo agire per arrivare preparati alla primavera prima e all’estate poi. Ma come? “I consigli sono pochi e sarebbero buoni anche per il resto dell’anno: alimentazione leggera e bilanciata, con consumo di frutta e verdura, riduzione dei grassi e dei cibi eccessivamente elaborati e difficoltosi per la digestione, aumentare l’apporto di liquidi, bevendo alcuni bicchieri d’acqua anche fuori dai pasti, che devono essere ben equilibrati nella giornata (colazione, pranzo, merenda e cena), ricordando che il ‘pasto unico’ è un errore. E ancora, garantire un adeguato riposo dell’organismo, evitare eccessivi impegni lavorativi e personali, cercando di ritagliare del tempo per se stessi (cosa sempre più difficoltosa), e soprattutto praticare attività fisica in modo costante o, dopo la pausa invernale, ricominciare progressivamente”, conclude Berzi. M.B.
Cara signora, è già la terza lettera che ricevo a pro-
dott.
Gianluca Marini MEDICO CHIRURGO
posito di questo argomento. Quindi ne approfitto per rispondere anche a Fran-
In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista
cesca e a Gianna. E’ vero il dentista oggi si preoccupa, giustamente, del sorriso e non solo dei denti. Io nel mio studio mi avvalgo della collaborazio-
Il dentista mi ha proposto di ritoccarmi le labbra facendo un po’ di riempimento con acido ialuronico. Mi posso fidare ò è meglio che mi rivolga a qualche professionista presso un centro specializzato. Angela
ne di una bravissima dermatologa che si occupa non solo di migliorare, per esempio come nel suo caso con acido ialuronico il sorriso, ma anche di valutare le necessità estetiche della paziente. Che vuole…. Ormai l’estetica vuole la sua parte.
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