Il Reporter Q1 - Ottobre 2014

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www.ilreporter.it  il giornale del tuo quartiere

dott.

Gianluca Marini MEDICO CHIRURGO

In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.41 del 1 ottobre 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A.

Ottobre 2014

Anno VIII Ed. 41

Firenze Quartiere 1

Centro Storico Porta Romana San Jacopino

Distribuito da

Studio: via Spinello Aretino, 18 50134 Firenze Tel. 055 71.69.52 studio.gmarini@libero.it

Formula Direct simply

 Reportage

✎ Editoriale

“fermata” santa maria novella

Dal Duomo in poi, il lustro che ha cambiato Firenze Matteo Francini

Q

uesto mese tutti a piedi. Potrebbe essere questo il “titolo” del nostro giornale, dato che sul numero di ottobre abbiamo deciso di concentrarci sulle pedonalizzazioni fiorentine. Perché? È presto detto. Sono passati esattamente cinque anni del giorno dell’entrata in vigore del divieto di transito per i mezzi a motore in piazza Duomo e dintorni, la “madre” di tutte le pedonalizzazioni in riva all’Arno.

Viaggio tra i progetti in attesa di una fine alla stazione. Il punto sulle strade della zona ☛ pagine 2-3

 Fiorentina

vincenzo guerini a tutto campo

L’

incidente che ha messo fine a una promettente carriera da calciatore, i trent’anni in panchina e adesso la nuova vita da “club manager”: Vincenzo Guerini si racconta a Il Reporter.

☛ pagina 20

Musica, whiskey e tartan: se la Scozia è in riva all’Arno ☛ pagina 18

☛ SegUe a pagina 23

a spasso nella città “proibita” alle auto Binagli - Camaiora - Wiedenstritt

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n principio fu piazza Duomo. Sono passate da poco le 10 di mattina del 25 ottobre 2009 quando la cattedrale e il campanile di Giotto dicono addio a bus e auto. Da quel momento le pedonalizzazioni si susseguono. A ruota, sono piazza Pitti, Por Santa Maria e via Tornabuoni a vietare l’accesso alle macchine, per un totale di dodici ettari “auto free” in città. E non è finita qua: sbarrare ai veicoli piazza del Carmine è una delle idee del sindaco Nardella. Infine c’è Campo di Marte, dove potrebbe nascere un’isola green.

☛ SegUe aLLe pagine 8-9

storie e leggende di via dell’amorino ☛ pagina 7

piazza san firenze a caccia del futuro Novità (provvisorie) in arrivo per l’ex tribunale, aspettando la sua rinascita definitiva.

☛ pagina 4

meteo, cosa succede? la parola agli esperti Bombe d’acqua, estati piovose e inverni che non sembrano inverni: il punto della situazione.

☛ pagina 15

a caccia di risparmio, tra mercati e riciclo ☛ pagine 10-11


Quartiere 1

#Reportage

2 | Ottobre 2014

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

 Viaggio a Santa Maria Novella/1

“ascoltiamo chi bussa alla nostra porta”: così dalla basilica si vede la piazza Sara Camaiora

 Il caso

È

“traffico e smog” in Via della scala

I

ntasata da traffico e smog. Così definisce via della Scala chi qua vive e lavora. “È praticamente l’unica via di uscita dal centro storico: la concentrazione di mezzi che vi circolano è elevatissima, mezzi che poi restano bloccati nella strada, impossibilitati a muoversi – spiegano alcuni commercianti – impiegano fino a quaranta minuti per percorrere il tratto compreso fra via Alamanni e la fine di via della Scala. Si dovrebbero trovare alternative, così è impossibile. Abbiamo posto la questione più volte – concludono – speriamo che venga fatto qualcosa, perché l’aria è sempre più irrespirabile”. S.C.

una storia lunga secoli quella del convento domenicano di Santa Maria Novella. Ma come vivono oggi questa piazza caotica e ultimamente alle prese con varie novità i sette frati che si occupano del bellissimo complesso monumentale? Ne parliamo con padre Daniele, il priore, qui da pochi mesi ma che a Firenze ha già vissuto, al convento di San Marco e a quello di San Domenico a Fiesole. “Erano zone molto diverse, più agiate, qui ci sono aree dove vivono molte comunità straniere – racconta – nello stesso tempo è ovviamente un’area frequentatissima, ma non la trovo particolarmente problematica. C’è da dire che, con la recente risistemazione, la piazza è molto migliorata”. Padre Daniele è già abituato al “melting pot” che caratterizza la piazza e, quindi, anche la basilica. “Basta guardare la gente in chiesa, ci sono sì tanti parrocchiani, ma anche persone che vengono appositamente da fuori e, ovviamente, turisti”, spiega. Grazie a un accordo stipulato fra Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno e Comune di Firenze, con un unico biglietto si possono visitare sia l’intero complesso di Santa Maria Novella, dalla basilica ai chiostri, sia le zone del museo gestite dal Comune (Chiostro dei Mor-

ti, Chiostro Verde, Cappellone degli Spagnoli, Cappella degli Ubriachi e Refettorio) e quelle gestite dall’Opera per Santa Maria Novella (basilica e cimitero degli Avelli). L’utile ricavato va in parte a Comune di Firenze e Fec, mentre in parte viene reinvestito nella manutenzione ordinaria e nel restauro della basilica. “Il biglietto è necessario perché questi spazi siano aperti e visitabili, è l’unico modo per garantirne una manutenzione adeguata, altrimenti noi frati non ce la faremmo – ci tiene a precisare il priore – inoltre per i residenti l’ingresso è gratuito, e sono previste molte riduzioni”. L’obiettivo di padre Daniele è quello di “armonizzare l’aspetto del culto con quello museale: ad esempio, sono stati allargati gli spazi d’ingresso prima delle messe. Se da parte di turisti e fedeli in visita c’è correttezza, non vedo perché ci si debba porre con rigidità”. Poi rivela: “Mi piacerebbe poter aprire in futuro la chiesa per eventi come veglie o concerti”. Intanto, alla porta del convento bussano molte persone. “Chiedono in primo luogo di essere ascoltate: ovviamente è difficile risolvere i loro problemi, ma dobbiamo essere presenti – conclude il priore – è il senso di una comunità come la nostra, inserirsi nel territorio e ascoltare chi ci sta intorno”.

MECHERINI

Padre Daniele è il priore del convento: “Difficile risolvere i problemi della gente, ma dobbiamo essere presenti”

 Via Alamanni

“ripartiamo dalla musica”

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ove fino a qualche anno fa c’era la sede del Box office ora non c’è più nulla. E non è il solo fondo sfitto di via Alamanni. Una strada dove sorgono bar, negozi e uffici, ma anche dove tante attività hanno tirato giù il bandone senza che nessuno ancora le abbia sostituite. “È una via di passaggio, ci sono tanti capolinea di autobus e questo è un bene, dubito che altrimenti ci sarebbe movimento, anche se sicuramente con più attività aperte ci sarebbe un’altra situazione – spiega Claudia, che lavora in un negozio della strada – siamo vicini alla stazione e quindi risentiamo delle conseguenze, in positivo e in negativo”. C’è poi chi, invece dei bandoni abbassati, ha altre preoccupazioni. “In realtà in questa strada di passaggio ce n’è comunque, tra gli arrivi degli autobus e quelli dalla stazione, non ci sentiamo danneggiati dalla presenza di poche attività – spiegano le dipendenti di un bar – ci allarmano piuttosto i nuovi lavori per la tramvia”. E c’è anche chi questa zona prova ad animarla (con un buon successo) da un paio d’anni: proprio in via Alamanni, dal novembre 2012, si trova il Tender club, che propone musica dal vivo dal giovedì al sabato, a ingresso libero o a costi accessibili a tutte le tasche. “Ho scelto questo fondo per dare una nuova vita a un vecchio spazio e per far ripartire una scommessa lasciata a metà qualche anno fa con un altro locale, il Sintetika, che si trovava proprio qui – spiega Leonardo Giacomelli, gestore del Tender – mi piaceva l’idea di far rivivere e riqualificare con musica di qualità una strada in un certo senso un po’ morta e quasi dimenticata dalla città, usata praticamente solo per raggiungere la stazione”. S.C.

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La basilica di Santa Maria Novella “osserva” da secoli la piazza

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Quartiere 1

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

#Reportage

 Viaggio a Santa Maria Novella/2

 Tabernacoli

alla stazione, tra i progetti che restano in attesa

missione recupero per le “fonticine”

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na prestigiosa opera d’arte che ha però bisogno di un’operazione di recupero per tornare al suo splendore. Il Tabernacolo delle Fonticine, situato in via Nazionale, a pochi passi dal Mercato di San Lorenzo, realizzato dai Della Robbia nel 1532, è tra i più eleganti e particolari di Firenze, con le sue insolite sette teste di cherubino che versano acqua nella vasca. Ma negli ultimi anni le sue condizioni sono peggiorate, fino a essere utilizzato più volte da qualcuno per lavarsi. L’amministrazione ha annunciato l’intenzione di restaurare l’opera, attraverso un bando: un atto che cittadini e commercianti della zona attendono da tempo.

Dalla nuova galleria commerciale al park per le bici Natalia Binagli - Andrea Tani

U

na coppia di turisti imbocca le scale mobili attratta dal cartello “shopping”. Ma davanti si trovano il deserto. Negozi chiusi, luci spente, porte degli ascensori sbarrate con tavole di legno. Doveva essere il fiore all’occhiello della stazione di Santa Maria Novella, un punto di svago per i tanti viaggiatori di passaggio, con punti vendita di marchi e griffe importanti, da Feltrinelli a Vodafone. Invece la nuova galleria commerciale stenta a decollare, sospesa in un limbo che dura da mesi. Anche se forse qualcosa sta finalmente per sbloccarsi. Grandi Stazioni assicura che entro la fine dell’anno i primi locali saranno consegnati. Ma per il momento, rinvio dopo rinvio, il cuore di Santa Maria Novella resta senza vita. Ma non solo. Perché in superficie le cose non vanno meglio. Il grande atrio affrescato dagli uomini in partenza dell’artista Giampaolo Talani è dominato dalle transenne. Quelle che si sono rese necessarie per arginare l’invadenza dei

mendicanti che nessuno riusciva ad allontanare in altro modo, posizionate come “gabbie” all’inizio dei binari dell’Alta velocità e nei paraggi delle macchinette dei biglietti. E non è certo un buon biglietto da visita per accogliere chi transita da Firenze. Come del resto non lo è, dando uno sguardo all’esterno dell’edificio, la costruzione di lamiere che sorge nella spianata brulla di piazza Stazione, tra l’erba secca e i piccioni, a due passi dall’ingresso di Santa Maria Novella e di fronte alla basilica. Delimita il silos per il bici park, anch’esso fermo ormai da mesi. Un parcheggio da oltre seicento posti già inaugurato in occasione dei Mondiali di ciclismo e mai entrato in funzione. Qui l’inghippo sta nel fallimento della ditta incaricata dei lavori: travolta dalla crisi ha lasciato i cantieri a metà. Anche in questo caso Grandi Stazioni annuncia che la fine è vicina, che c’è una nuova ditta e che entro tre mesi la situazione si sbloccherà. Ma intanto il cantiere è un buco a cielo aperto che, quando piove,

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allaga il parcheggio sotterraneo delle auto. Una “bocca” nel terreno circondata da escrementi e cartacce. Piena, al suo interno, di sacchi dell’immondizia accatastati e di rifiuti di ogni genere, e utilizzata come rifugio dai senzatetto. Qualcuno ci ha addirittura costruito una “tendopoli” di stracci e lenzuola con cui ripararsi agli occhi dei passanti. Cartacce, coperte, scarpe, bottiglie rotte, addirittura borse (perdute? Rubate e poi abbandonate?) riempiono l’altro cantiere che tanto fa discutere Santa Maria Novella, divenuto da anni un’appendice della Palazzina Reale progettata dal Michelucci. Un rettangolo di sporco che, insieme alla spianata sconnessa dove un tempo sorgeva la pensilina di Toraldo, saluta (col magone) chi arriva e chi parte dalla città.

 Focus

obiettivo “rinascita” per via nazionale

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ra una strada tutta botteghe e fiorentinità, poi via Nazionale è cambiata e adesso vive alcune criticità. “Ormai ci sono negozi tutti uguali e in molti se ne vanno – racconta una delle commercianti della strada, Carla Cipriani – c’è poca sicurezza e non è tenuta bene”. Problemi che l’amministrazione conosce e che sta cercando di risolvere: per il momento, tra via Nazionale e via dell’Ariento sono stati sostituiti quattro paletti con catene con due fioriere di fattura artigianale. Un intervento richiesto da residenti e commercianti, tra cui Roberto Calamai, che spiega: “La strada ne aveva bisogno, resta da migliorare la viabilità, aggiungere strisce pedonali e ci vorrebbero più controlli”. “Si potrebbe pensare di riaprire via Valfonda ai mezzi privati per decongestionare il traffico – dice Maurizio Sguanci, presidente del Q1 – su tutta la zona, comprese via Faenza e piazza Indipendenza, è necessario investire”. Poi lancia un’idea: “Ho proposto la possibilità di ridurre il costo degli affitti recuperandolo poi negli anni successivi. Dobbiamo cercare di agevolare imprese e commercio”.

Uno scorcio di via Nazionale: la strada chiede che vengano risolti alcuni problemi che la interessano


4 | Ottobre 2014

#Zoom

Quartiere 1

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

 Il quartiere che cambia

 Le richieste

PIAZZA SAN FIRENZE, CERCASI FUTURO “STABILE”

“SERVE UN PIANO COMPLESSIVO”

Novità in arrivo per l’ex tribunale, in attesa di una rinascita definitiva Sara Camaiora

I

n piazza San Firenze arriva l’Isia. Da questo autunno, con la ripresa delle sue attività, l’istituto superiore per le industrie artistiche, in attesa del definitivo trasloco negli spazi dell’ex Meccanotessile, si trasferisce al terzo piano del complesso monumentale che ospitava il tribunale. Una soluzione che rappresenta una boccata d’ossigeno per l’istituto, dopo l’abbandono della sede di via Alfani lo scorso giugno. Per il palazzo di piazza San Firenze, però, si tratta di una soluzione temporanea: resta da

Novità in vista per l’ex tribunale di piazza San Firenze, in attesa di sapere quale sarà il suo futuro definitivo

capire quando (e come) potrà essere oggetto di una riqualificazione definitiva. Con il trasferimento degli uffici di giustizia a Novoli l’edificio è tornato di proprietà del Comune, ma non è ancora partito un progetto “stabile” per il suo futuro, per quanto se ne discuta da tempo. L’idea dell’amministrazione era quella di realizzare qui un polo espositivo di livello internazionale, con aree dedicate a installazioni, mostre e uno spazio dedicato alle università dei paesi emergenti. E questo potrebbe forse es-

sere il momento decisivo per una vera rinascita del complesso di San Firenze: è infatti in fase di stesura un bando per la concessione dei suoi spazi in vista di una riqualificazione che rispetti le linee guida di questo progetto originario. Per il suo futuro prossimo sono però in arrivo altre novità. A detta del sindaco Nardella, proprio gli spazi dell’ex tribunale ospiteranno il padiglione fiorentino per Expo 2015. Un’operazione che garantirebbe di “movimentare” un’area prima decisamente più vissuta. Nel frattemppo lo spazio è stato utilizzato per eventi importanti: ha ospitato una parte della mostra dedicata al pittore Jackson Pollock, nonché l’esposizione dei progetti di Charles e Ray Eames, famosa coppia di designer americani. Ma oltre al trasferimento del tribunale, la zona ha vissuto altri cambiamenti sostanziali: la piazza, dal giugno 2013, è stata oggetto di una pedonalizzazione “soft” , ovvero di tipo B, caratterizzata da una serie di deroghe al divieto di circolazione. Con questa operazione è sparito anche il grande parcheggio per motorini prima presente nell’area, e sono stati avviati interventi di sistemazione del lastrico e delle sedute in pietra, con l’obiettivo di migliorare il decoro e l’accoglienza di visitatori e cittadini. La “nuova” piazza San Firenze prevedeva anche il trasferimento dei banchi del mercato, ma i commercianti – dopo varie vicende – sono ancora qui. In attesa di capire quello che succederà.

Chi lavora nella piazza lancia idee e proposte per far rivivere lo storico complesso

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n progetto definitivo che faccia rivivere un complesso storico e monumentale per il bene dell’intera piazza. È quanto vorrebbe chi lavora nella zona dell’ex tribunale, poi trasferito a Novoli. Enrico ha la sua edicola in piazza San Firenze da diciotto anni, questa zona la conosce bene e l’ha vista cambiare nel corso degli anni. “Ci sono stati vari passaggi che hanno modificato l’assetto della piazza e le sue caratteristiche: il trasferimento del tribunale, l’eliminazione del parcheggio dei motorini e la pedonalizzazione, la scomparsa, ormai da anni, di alcune linee Ataf dalle vie circostanti. Passaggi – spiega – sui quali singolarmente non discuto, ognuno aveva un suo scopo e significato. Manca forse un progetto complessivo per tutta la piazza e l’area circostante. Quando l’amministrazione presentò, in occasione dei 100 luoghi, le idee per il palazzo fummo tutti entusiasti. Poi per un po’ non se n’è saputo più nulla, ci sono stati momenti in cui l’edificio è stato sede di mostre ed eventi, ma ci vuole qualcosa di stabile e non di nicchia. Se non si riconverte presto l’ex tribunale – continua Enrico – rischiamo di diventare un vicolo cieco del centro storico. Comprendo le difficoltà di reperire fondi, ma reputo davvero importante portare avanti un progetto, magari anche meno ambizioso, ma fattibile il prima possibile”. Innegabili, sempre a detta di chi lavora qui, sono però anche alcuni vantaggi della pedonalizzazione. “Prima la piazza era praticamente un parcheggio, dobbiamo ammetterlo”, commenta l’edicolante. “Senza i motorini e i mezzi in circolazione è possibile apprezzare di più la piazza, che è davvero un angolo interessante e pieno di storia del centro – dice Daniele, che lavora in una tabaccheria – forse sì, si potrebbe valorizzare ancor di più, e certo un progetto per il palazzo sarebbe utile in questo senso. C’è comunque circolazione di gente, dal momento che siamo dietro piazza della Signoria, ma si potrebbe fare di più”. “Il passaggio non manca, ma perlopiù si tratta di turisti – aggiunge Laura, un’altra negoziante della zona – se si concretizzasse il progetto presentato dal Comune, con uno spazio dedicato anche alle università straniere, credo che sarebbe una bella occasione di rilancio. E la piazza sarebbe ancor più movimentata”.

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Il neo-presidente del Q.1 traccia un primo bilancio

IL CENTRO DELLA CITTÁ AL CENTRO DEI PROBLEMI

Abbiamo quindi contribuito, insieme ai nostri dirigenti, a ridefinire in modo netto funzioni e competenze delle Circoscrizioni. Alcuni servizi torneranno a breve, come l’URP e l’anagrafe che, forse, all’atto dell’uscita di questo giornale, saranno già in funzione all’interno dei Quartieri. Se si considera che, al momento in cui scrivo, sono passati meno di quattro mesi dalle elezioni -includendo il mese trascorso tra le elezioni e la convalida ed almeno altre due settimane di feriegià dal punto di vista organizzativo di cose non ne abbiamo fatte poche.

Progetti per il territorio. Cose fatte e cose da fare Veniamo ora in modo più stringente a noi. Questo è un Quartiere formato da Rioni che posseggono grande storia e grandi tradizioni culturali e popolari. Il senso di appartenenza è così forte che chiunque, parlando del proprio rione ma ancora più spesso del proprio isolato, lo definisce ”Questo quartiere…..”. Di partite aperte ce ne sono molte, alcune hanno trovato la propria definizione, come il Patto per la Notte a cui hanno concorso tutte le componenti (esercenti, minimarket, sindacati, Amministrazione, forze dell’ordine e comitati). Al momento un vero successo, salvo vederlo alla prova dei fatti. Veniamo al Mercato delle Pulci di piazza dei Ciompi, che presto si trasferirà in via temporanea in Largo Annigoni per darci la possibilità di riqualificare la piazza, per poi riaccoglierlo in strutture a norma, degne di un mercato storico e blasonato che si potrebbe presto immaginare come cuore di un grande appuntamento dell’antiquariato da tenersi l’ultima domenica di ogni mese, così come succede ad Arezzo a Lucca. Un progetto che farebbe confluire in città tante persone che lascerebbero benefiche risorse sul territorio, a differenza di quanto accade alla Fortezza dove le persone arrivano, acquistano e vanno via senza che la città possa giovarsi di niente. Altri aspetti di rilievo che mi permetto di sottolineare. La ricollocazione di un certo numero di banchi del Mercato di S.Lorenzo che permette una riorganizzazione complessiva di tutta l’area.

Maurizio Sguanci, Presidente del Consiglio di Quartiere 1 “…Oggi ho l’onore di essere candidato alla Presidenza del Quartiere 1”. Alcuni dei miei amici non comprendono la scelta di tornare al Quartiere, lo considerano un percorso a ritroso. Niente di più sbagliato. E' la cosa che in cuor mio ho sempre e più desiderato, questa candidatura a Presidente mi riempie di gioia e di orgoglio. Palazzo vecchio è straordinario, è un'emozione incredibile ma in qualche modo ti allontana dal territorio, finisce con l'avvolgerti al suo interno. Io invece adoro stare tra la gente, confrontarmi con la gente. Tra il dire e il fare prediligo il fare, cercare le soluzioni, avvicinare le parti. E' un ruolo che mi sento tagliato addosso. Ho senso di appartenenza ma non ho preconcetti, una buona idea per me è una buona idea indipendentemente da chi la propone. Ho un sacco di progetti sui quali non vedo l'ora di confrontarmi, così come sono pronto a farlo su quelli degli altri. Sarà una sfida appassionante e per me, che amo davvero questo Quartiere, un esperienza unica. Mi chiamo Maurizio Sguanci e sono nato e cresciuto a Firenze”. Così concludevo il mio manifesto elettorale e oggi, a quattro mesi dalle elezioni, sono sempre più convinto della bontà della scelta.

La soddisfazione di lavorare a contatto diretto con i problemi Stare in Santa Croce non è facile. Palazzo Vecchio, se sei un Consigliere, in qualche modo ti protegge, ti permette di lavorare bene senza esporti troppo, sei in seconda linea e per quanto uno faccia, o non faccia, quello che alla fine appare all’opinione pubblica è il

risultato di un lavoro corale, il prodotto del Consiglio. Solo la Giunta e il Sindaco hanno sempre accesa la luce della ribalta. Essere alla presidenza del Quartiere invece ti tiene sempre al centro dell’attenzione. Il Quartiere 1 poi, se si esclude la tramvia che lo interessa solo marginalmente, contiene in sé tutte la grandi problematiche della città. Mobilità (gran parte della rete viaria corrisponde a quella medioevale), i grandi mercati, le grandi piazze, il problema dei parcheggi, la movida, il degrado, i venditori abusivi, la zona pedonale più grande d’Europa, la concentrazione di minimarket, il turismo, e chi più ne ha più ne metta, e questo al netto del fatto che siamo il Quartiere anagraficamente più vecchio, della città più vecchia, del Paese più vecchio, del Continente più vecchio del mondo. Insomma, qui di cose da fare ce ne sono tante.

I quartieri di nuovo protagonisti Da qualche parte dovevamo pur rifarci ed insieme ai Presidenti degli altri Quartieri- Pierguidi, Esposito,Dormentoni e Balli- la prima cosa che abbiamo ritenuto necessaria è stata quella di chiedere la ricollocazione dei Quartieri sotto altra Direzione e precisamente sotto la Direzione Generale. Non per un vezzo legato all’altisonante denominazione, ma per la pragmatica motivazione che essere posti sotto la Direzione Generale ci permette di stare in linea diretta con l’Ufficio del Sindaco (la stanza dei bottoni), cosa (credetemi!!) di primaria importanza, specialmente con questo Sindaco, Dario Nardella, che crede fortemente nel rilancio del territorio (anche in virtù della Città Metropolitana che nascerà il primo gennaio 2015).

La Maratona di ascolto in Oltrarno, che grande favore ha incontrato e che produrrà i suoi effetti prima della fine dell’anno. La Maratona di ascolto sulle Cascine che si terrà tra breve. L’effettuazione della Festa di S.Lorenzo, quest’anno per niente scontata. L’attivazione di “Comitati per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica” articolati a livello locale che ci permettano un più stretto monitoraggio e controllo del territorio. Oltre, chiaramente, a una certa mole di progetti che stiamo andando a strutturare uno per uno e che qui non vi enuncio per non tediarvi, ma che non mancherò l’occasione di presentare già nel prossimo numero. Non male, in poco di più di due mesi!!

Un lavoro di squadra A questo, naturalmente, si aggiungono le decine e decine di interventi piccoli e medi che vengono effettuati ogni settimana. Le decine di persone o associazioni che ogni giorno ascolto e che trovano la porta del mio ufficio sempre aperta. Non tutti hanno una risposta? Non tutti vedono esaudite le proprie richieste? Si, purtroppo non tutti. Vorremmo, ma non ci è possibile. Questo non vuol dire che non ci proviamo ma semplicemente che a volte non abbiamo le risorse, a volte non abbiamo i mezzi, altre ancora le competenze. Tutto questo chiaramente non lo faccio da solo, ma insieme a tutti i Consiglieri di maggioranza ed opposizione, tutti chiamati a concorrere ad amministrare questo Quartiere. Ma la vera differenza la fanno i nostri impiegati che tutti i giorni con abnegazione si mettono a disposizione della cittadinanza, elaborano progetti, ci supportano con la loro appassionata professionalità. A tutti loro, come a tutti i cittadini con i quali collaboriamo, che ci danno spunti, suggerimenti e a volte, fisicamente, una mano vera e propria, a tutti loro va il mio ringraziamento e la rassicurazione che ogni giorno cercherò di dare il meglio di me stesso.

La novità

LA BIBLIOTECA THOUAR SI TRASFERISCE IN PIAZZA TASSO

La gloriosa biblioteca Thouar si appresta a lasciare la ‘storica’ ma ormai obsoleta sede in via Mazzetta, vicino a piazza Santo Spirito, per trasferirsi nel complesso delle ex-Leopoldine in piazza Tasso, dove potrà fare un salto di qualità in termini di servizi e di funzioni. La biblioteca troverà posto al piano terreno e nei locali dell’altana, passando così da 30 a 90 posti lettura, potendo inoltre contare su uno spazio specifico per i bambini e su aree dedicate all’organizzazione di eventi. La giunta ha appena approvato gli interventi di riqualificazione e manutenzione straordinaria dell’immobile di piazza Tasso per un importo di 92.900 euro. Il trasferimento dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno.

Opere pubbliche

LAVORI NELLE SCUOLE

Nel Q.1 sono stati effettuati interventi estivi sugli edifici scolastici in vista dell’anno scolastico 2014-15. L’importo dei lavori ammonta a 600mila euro e il più importante intervento consiste nel restauro della facciata della scuola media Machiavelli, lato via Cardatori (500mila euro, termine previsto marzo 2015). Si stanno eseguendo anche lavori per aumentare le condizioni di sicurezza degli edifici (100mila euro, conclusione prevista a dicembre).

UN NUOVO CICLO DI INTERVENTI PER LA MANUTENZIONE STRADALE

Proseguono gli interventi di manutenzione stradale nel Quartiere 1. Nel corso dell’estate la giunta comunale ha stanziato 350 mila euro per interventi di pavimentazione in via Sant’Egidio, via dei Pucci, via Bufalini, via Battisti, via Benedetto Marcello, viale Galileo, viale Machiavelli e via Monteverdi. Finanziato anche un intervento di manutenzione straordinaria in via del Proconsolo per il rifacimento del tratto compreso tra piazza del Duomo e via del Corso (importo 200mila euro)..


6 | Ottobre 2014

#Il quartiere in pillole

 Movida

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

 Palestra informatica

multe e sospensioni anti-notti alcoliche

Due nuove ordinanze sono entrate in vigore in centro Ivo Gagliardi

C

ontinua la lotta all’abuso di alcol nelle notti fiorentine. Sono entrate in vigore lo scorso 19 settembre, insieme al “Patto per la Notte”, due ordinanze firmate dal sindaco Nardella “per dare una stretta alla vendita e alla somministrazione di alcolici in città”. Ordinanze che rimarranno valide in tutto il centro storico e nel parco delle Cascine fino al 30 dicembre. Tra le misure previste ci sono il divieto di vendita di alcolici dalle 22 alle 6, il “divieto di svolgere, in qualsiasi forma e con qualunque mezzo, pubblicità a bevande alcoliche, anche promuovendo sconti, offerte, condizioni vantaggiose d’acquisto o consumo (sanzione prevista: multa da 400 euro)”, la lotta al cosiddetto “alcol tour” e l’obbligo, per gli esercenti, di provvedere alla rimozione dei

Quartiere 1

corsi di computer ad hoc per i “nonni”

A

l centro socio-culturale “Il Grillo Parlante” di via Palazzuolo torna la “palestra informatica”, con nuovi corsi di computer ma anche alcune novità, tra cui lezioni su smartphone e tablet per tutte le età. Perché, se figli e nipoti viaggiano a tutta velocità su internet, anche per i “nonni” è arrivato il momento di mettersi in pari. Così, la palestra informatica propone “corsi low cost e adatti a chi non è più giovanissimo: corsi di computer di livello base, intermedio, avanzato e ancora corsi con smartphone e tablet alla mano, dai concetti più semplici alle applicazioni più difficili”, viene spiegato. “Come tanti nostri allievi che in questi anni ci hanno seguito con affetto, chi arriva alla palestra informatica e non sa accendere il pc o muovere il mouse, dopo pochi mesi esce dai corsi consapevole, divertito e con una nuova passione da coltivare”, continuano da via Palazzuolo. Tra le altre cose, alla palestra informatica sarà possibile imparare a utilizzare la tessera sanitaria digitale per poter consultare su internet le analisi mediche, prenotare le visite senza recarsi al Cup, stampare un rendiconto della banca e ancora leggere il cedolino dello stipendio o della pensione. I corsi si tengono in via Palazzuolo 10, nell’aula multimediale allestita al centro socio-culturale “Il Grillo Parlante” in orario mattutino e, talvolta, anche di pomeriggio. Nata nel 2002 come progetto del Comune di Firenze in collaborazione con il centro “Il Grillo Parlante”, la palestra informatica ha formato, in oltre dieci anni di attività, più di mille cittadini, organizzando corsi per adulti italiani e stranieri per avviarli con semplicità all’uso delle nuove tecnologie. Per informazioni è possibile telefonare al numero 055.2616443 o – per chi sa farlo ancor prima di frequentare i corsi – scrivere una e-mail all’indirizzo palestrainformatica@gmail.com.

 Sosta a due ruote

un park per i motorini in via dell’anguillara

rifiuti e alla pulizia del suolo nelle aree esterne di pertinenza dei locali. Previste multe salate per chi non rispetta i divieti: da 500 a 3.000 euro, oltre alla sospensione dell’attività fino a cinque giorni. Quanto alla sicurezza, l’ordinanza prevede anche il divieto di vendita e somministrazione di alcolici e di ogni altra bevanda in contenitori di vetro, ad eccezione del servizio al tavolo, dalle 22

alle 6 e il divieto, nella zona del parco delle Cascine, dalle 22 alle 6, di detenzione di confezioni di bevande alcoliche “che risultino evidentemente non destinate al mero uso/consumo personale”. “Non dobbiamo abbassare la guardia su un fenomeno che sta crescendo anche nelle città europee e che colpisce le persone più indifese e, soprattutto, i giovani”, ha spiegato Nardella.

U

n nuovo parcheggio per i motorini in centro. È quello inaugurato a fine settembre in via dell’Anguillara, nella zona di Santa Croce: può ospitare ventiquattro scooter, ed è stato ricavato nei locali comunali ai numeri civici 45 e 47 della strada. Aperto tutti i giorni dalle 6.30 alle 21.30, la tariffa per parcheggiare è di un euro per l’intera giornata. Il fondo – spiegano da Palazzo Vecchio – è composto da due locali comunicanti, che sono stati risanati dalla Sas dopo il recente trasferimento di vari uffici comunali nella zona, in particolare degli uffici della direzione Patrimonio in via dell’Anguillara e della direzione Urbanistica in piazza San Martino. Sono state realizzate opere di risanamento della pavimentazione, della muratura e degli intonaci, modificati gli infissi per l’areazione dei locali ed eseguiti interventi di tinteggiatura, oltre alla realizzazione del nuovo impianto elettrico e di illuminazione, del sistema di videosorveglianza e del parcometro. I lavori sono stati realizzati in 75 giorni, per un costo di circa 48mila euro. “Puntiamo ad avere un centro vivo e dinamico, aumentando i servizi ai cittadini che vengono a lavorare negli uffici e nei negozi del centro – ha detto il sindaco Dario Nardella al momento del taglio del nastro – perché il centro storico non sia solo luogo di turismo, ma di lavoro. Dove offriamo servizi non c’è più l’alibi di chi sostiene di essere costretto a parcheggiare abusivamente in modo selvaggio per mancanza di posti: aumentando i posti diminuiscono gli alibi, e ci sarà più severità verso chi parcheggia dove non dovrebbe”.

 L’intervento

fontana dello sprone, concluso il restauro

N

uovo look per la fontana dello Sprone, dopo la fine dei lavori di restauro dell’opera che si trova all’angolo tra via dello Sprone e borgo San Jacopo. Il recupero della fontana si è concluso lo scorso mese: l’intervento rientrava nel progetto “Florence I Care”, che prevede la ricerca di sponsorizzazioni per il restauro e la manutenzione straordinaria di beni culturali di proprietà comunale. “Ringrazio la Pantone Restauri che ha eseguito i lavori e lo sponsor Fondaco che è alla sua prima esperienza rilevante qui a Firenze e con cui abbiamo progetti molto ambiziosi per il futuro – ha detto il sindaco Dario Nardella durante la presentazione – siamo a più di un milione di euro di interventi nell’ambito del progetto Flic – Florence I Care”. La Fondaco srl di Venezia ha finanziato il restauro per un importo di 24.796 euro: la fontana dello Sprone, storicamente attribuita a Bernardo Buontalenti, viene fatta risalire al 1608 e rientra tra gli allestimenti per il matrimonio di Cosimo II de’ Medici con Maria Maddalena d’Austria. È composta da un mascherone che versa acqua in una vasca a forma di grande conchiglia. Agli inizi dell’Ottocento venne restaurata da Giuseppe del Rosso. Prima dell’intervento di restauro, il monumento presentava alcuni elementi di degrado dovuti all’esposizione all’aria aperta, aggravati dalla sua stessa funzione: il flusso continuo dell’acqua aveva portato alla formazione di muschi e alghe sulle superfici marmoree. I lavori realizzati hanno riguardato il restauro sia delle superfici in marmo che di quelle in pietra, il consolidamento delle porzioni instabili, la disinfezione, la verifica delle stuccature esistenti (con l’eliminazione di quelle non più funzionali) e la realizzazione di nuove stuccature.

 La competizione

il rione si aggiudica il palio delle bocce C

ampioni di bocce. È stato il Quartiere 1 ad aggiudicarsi l’edizione 2014 del “Palio delle bocce” tra i quartieri fiorentini (specialità raffa): la sfida si è tenuta sabato 20 settembre al bocciodromo della polisportiva Affrico. Le squadre dei cinque rioni fiorentini, composte da quattro giocatori senior e da un under 18, si sono affrontate con incontri a staffetta di singolo, coppie e terne. Al termine di un pomeriggio di partite combattute ed equilibrate, la finale ha visto affrontarsi le rappresentative di Quartiere 4 (Isolotto-Legnaia) e Quartiere 1 (centro storico). E, dopo una combattutissima finale, è stata proprio la compagine del Q1 ad aggiudicarsi la settima edizione del Palio dei quartieri. La squadra vincente era formata dal giovane Matteo Franci e dagli esperti Antonio Rega, Massimo Masi, Francesco Pitarresi e Marco Foggi.


Quartiere 1

Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

#Ieri & oggi

Ottobre 2014 | 7

 Focus

 Curiosità

A spasso (nel tempo) in via dell’Amorino L’origine del nome della strada si perde fra varie leggende e ipotesi più o meno attendibili Valentina Veneziano

U

na piccola strada, poco luminosa e quasi nascosta, che collega via Sant’Antonino con via del Melarancio. Siamo a pochi passi da piazza dell’Unità italiana e dal Mercato Centrale, e camminando lungo questo breve tratto di strada si possono incontrare un tabernacolo, un hotel, un bar, una galleria d’arte. Dove ci troviamo? In via dell’Amorino. Una strada il cui nome – senz’altro curioso – ruota intorno a varie leggende e ipotesi più o meno attendibili. La prima è che l’appellativo si riferisca ai resti di un antico acquedotto romano, poiché la via passava attraverso le condutture. Questa teoria è associata a uno dei suoi primi nomi, via della Morina. Soffermandosi qualche minuto in più all’inizio della strada si può notare che sotto il nome della via c’è una targa con scritto “già via dell’Amoricchio”: la seconda congettura ruota proprio intorno a questo vecchio nomi-

nativo, sostenendo che, in questo luogo, si siano verificati intrighi amorosi noti a tutta la città. Vicende d’amore che avrebbero anche ispirato Niccolò Machiavelli nella stesura della commedia “La mandragola”, considerata il capolavoro del teatro del Cinquecento. La storia narra le divertenti vicende di Callimaco, innamorato di Lucrezia, moglie di Nicia. Quest’ultimo è convinto, da Callimaco in veste di medico, che l’unico modo per avere figli sia quello di somministrare alla consorte una pozione di mandragola, che provocherà però la conseguente morte della prima persona che avrà rapporti con lei: le vicissitudini sono effettivamente ambientate a Firenze nel 1504. Infine la terza ipotesi, forse quella più attendibile, proviene dallo stradario storico. Nel 1690 la strada si chiamava già via dell’Amorino, e tale è rimasta fino al 1779, per poi trasformarsi in via della Morina fino a tornare, nel 1838, via dell’Amorino,

Tante le storie che si nascondono dietro l’origine del nome di via dell’Amorino, a pochi passi da piazza dell’Unità e dal mercato centrale

l’aggressione da cui “nacque” il famoso copricapo

V mutando in via dell’Amoricchio nel 1913. E lo stradario ci regala anche un’altra, importante informazione: l’appellativo della via rappresenterebbe il diminutivo del nome della vicina e più ampia via dell’Amore. Ebbene sì, a Firenze esisteva una strada che portava questo nome, l’attuale via Sant’Antonino (una delle strade più ricche di tabernacoli della città), dedicata ad Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze dal 1446, venerato come santo dalla chiesa cattolica. Via dell’Amore è presente nello stradario dal 1404, e porta l’odierno nome dal 1870. Anche sull’origine del suo appellativo, però, non c’è una spiegazione sicura.

ia dell’Amorino è stata teatro di un avvenimento storico importante. Cristiano Lobbia, ingegnere, politico e patriota italiano, fu aggredito nel 1869 proprio in questa strada. Uno sconosciuto gli sferrò un colpo di bastone e lo ferì con un coltello cercando – a quanto pare – di mettere a tacere la sua testimonianza sul caso “Regìa dei Tabacchi”. Lobbia si presentò alla sentenza con il cappello che portava la sera in cui fu aggredito, che presentava un’incavatura a causa della bastonata ricevuta. E fu così che un cappellaio fiorentino diede origine al famoso copricapo. V.V.


8 | Ottobre 2014

#L’inchiesta

 Tutti a piedi/1

viaggio nella firenze vietata alle auto

Dalle zone “off limits” (come Pitti e Tornabuoni) a quelle in stand by (Santa Trinita) e in cantiere (stadio) Natalia Binagli

12 ettari

“auto free” in città

I

n principio fu piazza Duomo. Sono passate da poco le 10 di mattina del 25 ottobre 2009 quando la cattedrale e il campanile di Giotto dicono addio a bus e auto (vedi articolo alla pagina a fianco). Una catena – con cui l’allora sindaco Matteo Renzi chiude al traffico via Martelli – è lo spartiacque tra un passato fatto di smog e un futuro che comincia con un nuovo passo, quello dei pedoni. I disagi, all’inizio, con le linee dei bussini elettrici dell’Ataf da rodare, non mancano. Come del resto le proteste, con i disabili, i residenti e i commercianti

in prima linea. Ciò nonostante, da quel momento le pedonalizzazioni in città diventano come le ciliegie: una tira l’altra. A ruota, sono piazza Pitti, Por Santa Maria e via Tornabuoni a vietare l’accesso alle macchine. Accade in una data simbolica, il 24 giugno del 2011, nel giorno in cui si festeggia il patrono di San Giovanni. Di vera e propria “rivoluzione culturale” parla il sindaco che, un paio di anni dopo, il 3 giugno 2013, libera dalle auto anche piazza San Firenze, ai piedi dell’ex tribunale. Portando a dodici, in totale, gli ettari “auto free” presenti in città. Non tutte

le pedonalizzazioni, però, vengono col buco. In stand by, per non dire in archivio, finiscono quelle dell’Isolotto e di ponte Santa Trinita, rimandata – di rinvio in rinvio – a data da destinarsi. Terminata l’era Renzi, pedonalizzatore ancor prima che rottamatore, la voglia di dare un taglio al traffico a motore contagia anche la nuova giunta comunale. Sbarrare alle auto piazza del Carmine è fin da subito una delle idee del nuovo sindaco Dario Nardella. “Niente parcheggio sotterraneo – ribadisce più volte appena insediato – ma via le auto dalla piazza per restituirle dignità”. Un

progetto che, sulla carta, dovrebbe partire gradualmente questo autunno, ma che non soddisfa del tutto i residenti, che temono di perdere i duecento posti auto attuali. Altro luogo che finisce sotto la lente è piazzale Michelangelo. È ancora Renzi a proporre di eliminare il parcheggio a cielo aperto che sorge sotto il naso del David. C’è anche la data: la pedonalizzazione della terrazza dovrebbe scattare l’8 marzo 2014. Ma l’ascesa dell’ex sindaco a Palazzo Chigi manda all’aria i piani. Nardella accoglie l’idea timidamente. Prima rimanda il progetto, poi lo rilancia proponendo

di spostare al piazzale alcune bancarelle “sfrattate” da San Lorenzo, artigiani e artisti di strada, così da crearvi una Montmartre fiorentina. Infine c’è Campo di Marte, dove il sindaco immagina di creare un’isola green per le famiglie e lo sport che abbia come fulcro l’Artemio Franchi e viale Paoli chiuso al traffico, una volta “trasferita” la Fiorentina. Il capitolo pedonalizzazioni, insomma, continua.

 Cosa succede nel resto d’Europa

“car free”, in principio fu l’olanda

P

edonali o “car free”, l’essenziale è liberare piccole parti di città, non necessariamente centrali, da inquinamento e rumore. La pedonalizzazione in Italia ha compiuto trent’anni nel 2010 – pioniera nel settore è stata la capitale, con il divieto alle auto ai Fori Imperiali decretata dal sindaco Petroselli. Ma in Europa è stata l’Olanda, notoriamente il paese delle bici, a fare da apripista, con la chiusura al traffico, nel lontano 1953, del quartiere di Lijnbaan. E se fino a poco tempo fa si parlava principalmente di strade chiuse alle macchine, il Vecchio Continente si sta votando sempre più all’idea di liberare interi quartieri dal traffico automobilistico. Un primo passo in questo senso lo aveva fatto (tanto per cambiare) Amsterdam negli anni Novanta, con “Gwl Terrein”, sei ettari che ospitano mille persone che si muovono fra sentieri,

piste ciclabili e prati. Poi è stata la volta di Vienna, che alle seicento famiglie che abitano un’area car free a otto chilometri dal centro ha imposto di non possedere un’auto propria ma di servirsi esclusivamente dei mezzi pubblici. La scelta di non comprare l’auto, che oltre che ai polmoni fa bene anche al portafoglio, è condivisa dal 90 per cento degli abitanti di Slateford Green, a Edimburgo. Invece dei parcheggi ci sono giardini, e il clima – viene assicurato – è decisamente migliore. A Londra la zona car free ha un nome che è un mezzo acronimo: si chiama “BedZed”, vale a dire Beddington Zero Energy Development, e comprende tutti i servizi necessari, dal medico all’asilo al centro sportivo. Per esigenze di shopping la carta vincente è l’e-commerce, per gli spostamenti il car sharing, il car pooling e l’utilizzo di veicoli elettrici. E se in

Belgio la zona pedonale di riferimento è quella di Gand, in Svezia il nuovo quartiere residenziale di Augustenborg, vicino Malmo, ha puntato tutto su vie pedonali, piste ciclabili e mezzi pubblici. Ma è la Germania a mirare a battere il record dell’area pedonale più grande d’Europa. Vicino a Friburgo, dal 1998 i cittadini in prima persona, attraverso un’associazione ambientalista, stanno collaborando all’edificazione di una zona car free che, al momento, ospita oltre seimila persone e che conta di crescere anno dopo anno. A fronte di tante aree pedonali create ad hoc, ci sono poi esempi di zone naturalmente car free, come l’isola di Rodi, dove le strade sono, nella maggior parte dei casi, troppo strette e ripide per le macchine. Di necessità virtù. Serena Wiedenstritt

Non solo Firenze: anche nel resto d’Europa non mancano gli esempi di pedonalizzazioni


#L’inchiesta

Ottobre 2014 | 9

 Tutti a piedi/2

Cinque anni fa, il 25 ottobre 2009, il Duomo diventava pedonale: tanti i cambiamenti che ne sono seguiti, anche per il trasporto pubblico

i cinque anni del duomo pedonale

4milioni

Il 25 ottobre del 2009 scattava la chiusura al traffico della piazza

i mezzi in meno passati dal Duomo in cinque anni

Sara Camaiora

“Q

uel 25 ottobre ci è cambiata la vita”. Parola di Paolo, che con la moglie Daniela gestisce l’edicola di via Martelli da più di vent’anni. Il 25 ottobre a cui si riferisce è quello di cinque anni fa, del 2009, quando in un bagno di folla e telecamere alle 10 del mattino piazza Duomo diventò pedonale. Fu in quel momento che il simbolo di Firenze, un concentrato di arte e cultura, cessò di essere lo spartitraffico più elegante del mondo, come lo definì lo scrittore Alberto Arbasino. Non era certo da pochi giorni che si discuteva su se, come e quanto chiudere al traffico il luogo simbolo della culla del Rinascimento: si erano avanzate diverse ipotesi, si era tentato di creare un’isola pedonale intorno a piazza San Giovanni che lasciasse liberi gli accessi da alcune vie circostanti, si dibatteva se far passare da lì la futura tramvia. Poi l’annuncio dell’amministrazione Renzi, da poco insediata, e la pedonalizzazione “strong”. “Si respira meglio, si lavora meglio, si chiacchiera meglio: è stata una manna per tutti – assicurano oggi Paolo e Daniela – se l’avessero fatta qualche anno prima ci saremmo risparmiati altro traffico e smog”. E di traffico piazza Duomo ne ha risparmiato parecchio: basti pensare che

fino a quell’ormai storica domenica dell’ottobre 2009 erano ben diciannove le linee di trasporto pubblico che transitavano da qui, con circa 2.200 passaggi giornalieri e 75mila tonnellate di carichi complessivi. Facendo qualche conto si può dire che, a un lustro esatto dalla sua chiusura al traffico, piazza Duomo è stata liberata dal passaggio di oltre quattro milioni di mezzi. L’altro lato della medaglia è che la deviazione delle linee ha comportato un passaggio massiccio di autobus da piazza San Marco, tra i malumori di chi vive e lavora nella zona. Successivi, ma conseguenti alla pedonalizzazione del Duomo, sono stati poi i lavori di rifacimento di via Martelli, terminati nell’agosto 2012, che hanno consentito l’installazione di una nuova pavimentazione in pietraforte e di cassonetti interrati per la raccolta dei rifiuti. Un altro importante tassello della riqualificazione di questa parte del centro storico.

 Focus

e sui monumenti diminuiscono gli agenti inquinanti

L

a pedonalizzazione? Fa bene anche alle opere d’arte. E in una piazza dove si trovano gioielli come il campanile di Giotto, la cupola del Brunelleschi e il Battistero questo non è certamente un aspetto da sottovalutare. Anche se mancano dati specifici a riguardo, con (molti) meno mezzi in circolazione sono inevitabilmente calati anche gli agenti inquinanti sulle superfici delle opere. Lo sostengono, pur ammettendo che in soli cinque anni il deterioramento non è direttamente verificabile, anche i tecnici dell’Opera di Santa Maria del Fiore, l’istituzione che si occupa – da oltre sette secoli – di preservare e valorizzare il celeberrimo complesso monumentale e quindi anche di monitorare lo “stato di salute” delle opere. Grazie all’utilizzo di autogru, il personale dell’Opera riesce a verificare nel dettaglio, metro per metro, lo stato di conservazione delle facciate dei monumenti. Il controllo delle superfici marmoree permette l’individuazione dei degradi dovuti principalmente alle intemperie, e di programmare gli interventi di manutenzione e restauro. Gli ultimi monitoraggi in ordine di tempo si sono tenuti tra la fine di settembre e l’inizio di questo mese. Le otto facciate del Battistero presentano stati di conservazione diversi, sia per le caratteristiche dei materiali che per le differenti esposizioni agli agenti atmosferici. Lo sanno bene i tecnici impegnati, da marzo, nel restauro sia delle otto facciate esterne che della copertura dell’edificio. Lavori diretti e finanziati proprio dall’Opera, che hanno come obiettivo primario quello di eliminare gli strati di incrostazioni nere e i depositi di sostanze inquinanti, oltre che di consolidare e ridefinire gli elementi marmorei che, nel tempo, si sono degradati. Il termine dei lavori è previsto nell’estate del 2015. L’ultimo intervento generale di restauro del monumento ebbe luogo tra il 1938 e il 1944. Ma non solo: oltre al Battistero è prevista la pulitura e il restauro di tutte le facciate marmoree dei monumenti, per un totale di quarantamila metri quadrati di superficie.

Gru all’opera per il monitoraggio del Campanile di Giotto (courtesy Opera di Santa Maria del Fiore, foto di Leonardo Rossi)

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10 | Ottobre 2014

#Focus

 Come cambia il commercio/1

regala o ripara, la città che ricicla Boom dei negozi di seconda mano, mentre si moltiplicano le iniziative “vietate” al denaro Gianni Carpini

C

hi fa da sé, fa per tre: baratta, ripara e riusa. Complice la crisi, la mentalità dei fiorentini è cambiata. Shopping oculato e attenzione a ciò che è rimasto nell’armadio o nel cassetto. Dai gruppi per scambiarsi oggetti ai negozi dell’usato fino alle feste per ridare vita agli elettrodomestici rotti (ma ancora buoni), ecco il nostro viaggio nella Firenze che ricicla. E non stiamo parlando di rifiuti. L’USATO CHE AVANZA Sono cambiati anche i modi di dire. Ieri era “usato”, oggi è “vintage”: prima era per pochi appassionati, adesso è per tutti. Il negozio di seconda mano ha la sua rivincita: dai libri ai mobili fino all’abbigliamento, sempre più fiorentini scelgono di comprare qualcosa che fino a qualche tempo prima era di proprietà altrui. Lo testimonia il boom delle attività di compravendita di oggetti usati. Secondo i dati della Came-

ra di Commercio di Firenze, negli ultimi due anni le “boutique” di seconda mano sono aumentate in città e provincia del cinque per cento. Nel secondo trimestre 2014, le imprese dell’usato “made in Florence” sono arrivate a quota 164, mentre in tutta la tutta la Toscana sono 414. E Firenze è quinta in Italia per numero di negozi dell’usato. IN VENDITA? NO, REGALATO In un’epoca in cui tutto viene misurato con il denaro, c’è chi non vuole far cassa. In città si moltiplicano i mercatini “money free”: niente è in vendita, tutto è regalato, senza traccia di banconote. Una delle esperienze più popolari è a Coverciano: il mercatino dello scambio e del dono si svolge ogni due mesi grazie a una decina di volontari ed è ospitato nella palestra del Circolo Andreoni. Le persone portano ciò che vogliono regalare (vestiti, giochi per bimbi, libri, piccoli elettrodomestici e si-

mili): gli oggetti sono selezionati e collocati nel banco dei doni, a disposizione di chi ne ha bisogno. Nato nel 2010, attrae migliaia di persone. “È la dimostrazione che in questa società in cui tutto è monetizzabile è possibile fare un gesto gratuito, imparando a do-

nare e a ricevere”, spiega Elisabetta, una delle volontarie. E ciò che non trova un nuovo padrone va alle associazioni di volontariato. LA COMMUNITY CHE DONA TUTTO L’idea è la stessa del mercatino

del dono, ma la “bancarella” questa volta è virtuale. In molte città del mondo esistono community web dove si regala tutto e non si chiede niente in cambio. In tutto, quasi otto milioni di utenti “ricicloni”. Freecycle Firenze è un gruppo nato sul portale Yahoo a

cui è possibile iscriversi gratuitamente, dove mettere annunci per cercare qualcosa in particolare o spulciare tra le offerte altrui. Regola principale: tutto è regalato. Si va dai mobili ai piccoli elettrodomestici, ma ci sono anche donazioni più bizzarre: per esempio bancali di legno (c’è chi ne offre e chi li richiede per le più disparate funzioni) o collezioni di pacchetti di sigarette. Il ritiro è a carico di colui che riceve il “regalo”. “RESUSCITARE” LA TECNOLOGIA Se il pc fa i capricci o il phon non si accende come dovrebbe, questa è un’occasione per riparare elettrodomestici e “diavolerie” moderne che sembrano obsolete. Lo si può fare a costo zero, con le proprie mani e divertendosi, grazie ai consigli di alcuni tutor-volontari. I “restart party” arrivano a Firenze: sono eventi gratuiti organizzati da un gruppo informale di persone, promossi in collaborazione con l’associazione Libera Informatica. Il primo appuntamento cittadino, il 29 marzo, ha fatto riaccendere venti chili di oggetti tra computer, sveglie elettroniche e cellulari. Come funziona? Dopo l’arrivo con l’elettrodomestico da “salvare”, ci sono la registrazione sul cartellone secondo l’ordine di arrivo, due chiacchiere con i restarter (esperti e semplici appassionati) e via alla riparazione. Alla fine c’è la foto di rito davanti al cartellone “L’ho riparato io”. E, come in ogni festa che si rispetti, pure la merenda.


#Focus  Come cambia il commercio/2

Ottobre 2014 | 11

 Il trasloco

i mercati fiorentini alla “prova crisi”

Meno lavoro, clienti e capi firmati. Ma lo shopping tra i banchi continua a piacere: “Qua si risparmia” piazza dalmazia prepara le valigie: ambulanti in cerca di un nuovo spazio

Sara Camaiora

I

Il mercato di piazza delle Cure: Il Reporter ha fatto un giro tra i banchi fiorentini per capire come vanno le cose

 I progetti

restyling per ciompi e cure

U

no spostamento provvisorio in largo Annigoni per poi tornare in una piazza dei Ciompi risanata e riqualificata. È quello che dovrebbe avvenire a breve per il celebre mercatino delle Pulci, che dietro la Loggia del Pesce si trova da circa la metà del secolo scorso. Un restyling, quello della piazza, di cui si discute da tempo e che ora dovrebbe riuscire a concretizzarsi e partire entro la fine dell’anno. La durata prevista dei lavori è di 180 giorni a partire dall’effettivo inizio: l’intervento permetterà di sostituire l’attuale manto stradale dissestato con pietra serena, operazione a cui seguirà una pedonalizzazione della piazza. Allontanandosi dal centro, è un impegno di questa amministrazione anche la tanto attesa risistemazione di piazza delle Cure e del mercato che qui ha sede ogni mattina. Dall’edizione dei “100 luoghi” del 2011 era uscito un progetto che prevede novità per i banchi e per la viabilità, oltre alla creazione di nuovi parcheggi e spazi pedonali. Il progetto di rinascita della piazza è stato ora inserito nel piano degli investimenti: ai cittadini non resta così che attendere che prenda finalmente forma. S.C.

R

isparmio, tradizione e tanta scelta, ma anche una crisi che si è fatta sentire e una “globalizzazione” della merce che ha avuto senza dubbio ripercussioni. È questo, e non solo, ciò che troviamo e “respiriamo” tra i tanti mercati di Firenze. Ma ognuno è diverso dall’altro, ha una sua storia e le sue peculiarità: facciamo, allora, un piccolo viaggio tra queste realtà. Dici mercato e a Firenze pensi a San Lorenzo, con i suoi banchi di pelle e tanti capi di abbigliamento. Un mercato che negli ultimi tempi ha cambiato volto, vuoi per lo spostamento di una sua parte dalla piazza, vuoi per la presenza di nuovi venditori. “Vorremmo che si insistesse sulla lotta all’abusivismo perché a volte circola un’immagine non esatta del mercato”, lamentano alcuni commercianti. Che poi ammettono che “con la crisi la clientela è diminuita”. Altra storia il mercato interno, quello alimentare, che al primo piano vede tremila metri quadri dedicati all’enogastronomia, sempre piuttosto affollati dopo il recente restyling. Il martedì mattina l’appuntamento fisso per molti è con il mercato delle Cascine: qua è possibile trovare sia prodotti alimentari che abbigliamento, ma anche utensili per la casa. Laura ha il suo banco del pane qui da qualche anno, e si dichiara soddisfatta: “È un buon mercato, c’è sempre gente”, anche se, aggiunge, nel tempo sono cambiate molte cose quanto alla merce proposta. “In passato si trovavano anche grandi firme, ora meno”, racconta. Nonostante questo, però, gli “aficionados” continuano a non mancare, come alcune studentesse che spiegano di venire sempre qua per acquistare “abiti e soprattutto scarpe. Spendiamo in ogni momento dell’anno quanto faremmo per i saldi”. Spingendosi ancora verso il centro, il mercato del Porcellino è una tappa obbligata per i turisti in visita: la loggia ha ospitato venditori ambulanti fin dal ‘500, prima di seta, poi di paglia e infine di pelle. “Non da molto ha avuto il riconoscimento di mercato storico, di movimento ce n’è e dobbiamo ringraziare il turismo – dice un commerciante – ma tra crisi e svalutazione generale il lavoro è sempre meno, io sono qui da tre generazioni ma sarò l’ultimo”. Tanti, poi, sono i mercati rionali: uno per tutti quello di piazza delle Cure, che si tiene ogni mattina dal lunedì al sabato. Qua si trovano banchi alimentari, ortofrutta – anche produttori diretti – macellaio, trippaio e non solo, oltre all’abbigliamento. “Veniamo spesso a fare la spesa, c’è un buon rapporto qualità-prezzo, anche se non invogliano gli spazi un po’ angusti”, raccontano alcune ragazze che abitano da queste parti. Fiorentinità e non solo, infine, al mercato di Sant’Ambrogio: tra i banchi troviamo sì molti residenti del quartiere, ma anche tanti studenti, soprattutto di Architettura – la facoltà è proprio davanti ai banchi – che qua possono pranzare con pochi euro.

l mercato di piazza Dalmazia dovrà traslocare. Non subito, dal momento che i cantieri della tramvia toccheranno la zona nell’agosto del prossimo anno. Quel che è certo è che fin da ora sono al vaglio dell’amministrazione diverse ipotesi sulla sua nuova collocazione, e sono in corso incontri con i commercianti. Le opzioni in campo sono varie: dall’area dell’ex Meccanotessile, che non imporrebbe modifiche alla viabilità né la rimozione di posti auto, a via Locchi; dallo slargo di via Santelli, abbastanza spazioso, a via Lombroso, ad alcune centinaia di metri dall’attuale collocazione ma che comporterebbe l’eliminazione di alcuni posti auto. E ancora, lo slargo di viale Corsica e gli ex Macelli nella stessa via, location considerate però poco appetibili dai commercianti, e infine la stessa piazza Dalmazia, sul lato di via Reginaldo Giuliani, scelta che determinerebbe la chiusura al traffico dell’area per la durata del mercato. Per il momento, invece, non è stata ritenuta idonea la proposta dei commercianti di mantenere il mercato in piazza spostandolo nel giardino, ma i tecnici del Comune stanno ancora valutando se possa essere fattibile trasferire lì almeno qualcuno degli esercenti. Ipotesi, queste, illustrate dall’assessore comunale alle attività produttive Giovanni Bettarini, che ha spiegato: “Non ci sfugge il ruolo strategico del mercato nella piazza e la sinergia che è nata con il commercio su area fissa. Per questo stiamo studiando giorno per giorno ogni ipotesi, perché venga scelta la migliore. Siamo consapevoli – conclude l’assessore – che si debba arrivare a una soluzione che incida il meno possibile sulla mobilità, considerando l’impatto dei lavori per le nuove linee tramviarie”. S.C.


12 | Ottobre 2014

#Salute

 La “rivoluzione”

Vecchia ricetta addio, arriva quella elettronica Una delle novità è l’attribuzione automatica della fascia di reddito Serena Wiedenstritt

che risulterà dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps, e che il medico si limiterà a riportare. Niente più autocertificazione da firmare sul bancone della farmacia, quindi. Al contrario, la stessa Regione Toscana consiglia di verificare appena possibile – sulla prima ricetta elettronica disponibile o sui totem che leggono la tessera sanitaria – che il codice indicato da Agenzia delle Entrate e Inps sia corretto. Ecco, a questo proposito, un breve vademecum: se la fascia economica di riferimento è superiore a 100mila euro è corretto che non appaia nessun codice, altrimenti gli scaglioni sono da 0 a 36mila euro, da 36mila a 70mila e da 70mila a 100mila euro. In caso di difformità o assenza non giustificata del codice, sarà possibile autocertificare il proprio reddito ai totem “Punto Sì” (quelli che permettono di stampare i referti di laboratorio delle analisi effettuate presso le strutture del sistema sanitario regionale) o rivolgendosi agli sportelli dell’azienda Usl di assistenza.

Dal 1° ottobre, in Toscana, la tradizionale ricetta è andata in pensione, per essere sostituita da quella elettronica

 Cordone ombelicale

la “banca” che salva le vite

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na banca speciale, che permette di salvare vite e far andare avanti la ricerca. È la “banca del cordone ombelicale”, che a Firenze esiste dal 1996 e che ha via via raccolto le preziose donazioni di migliaia di mamme che, al momento del parto, hanno pensato – oltre che al loro piccolo – anche ad altri bambini che potrebbero aver bisogno di cure specifiche. Il sangue cordonale, infatti, è una preziosa alternativa al midollo osseo. Usato soprattutto nei bambini, può curare malattie del sangue come le leucemie, i linfomi, alcune forme di talassemia, le malattie metaboliche e alcuni tipi di immunodeficienza. Donare è facilissimo: in pratica se ne occupano ostetriche appositamente formate, e il tutto consiste nel prelievo del sangue dal cordone nel momento immediatamente successivo alla sua recisione. Quello che viene richiesto alla mamma è la disponibilità per un colloquio approfondito da svolgersi dopo la trentaduesima settimana di gravidanza, necessario per valutare la storia clinica della donatrice, e la possibilità di svolgere alcuni esami del sangue circa sei mesi dopo il parto. In sede di colloquio la mamma firmerà un modulo di consenso, che dovrà portare con sé e consegnare alle ostetriche al momento del parto. I punti nascita dove è possibile donare a Firenze sono il nuovo ospedale di San Giovanni di Dio, meglio conosciuto come Torregalli, l’ospedale di Santa Maria Annunziata, vale a dire Ponte a Niccheri, oltre ovviamente a Careggi, sia alla maternità “classica” che presso la Margherita. E grazie alla sempre maggiore sensibilità delle donne in gravidanza, negli ultimi anni i dati parlano di un incremento delle donazioni a doppia cifra, reso possibile anche dall’efficienza delle strutture dedicate. Dal 2012, infatti, con l’impegno di molti operatori del settore, fra cui le aziende ospedaliero-universitarie di Careggi e Pisa, del Centro regionale sangue e dell’associazione Adisco (associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale), negli ospedali di Firenze e di tutta la Toscana è possibile donare il sangue da cordone ombelicale anche la domenica e tutti i giorni festivi. Per informazioni è possibile contattare il numero 055.7946399. S.W.

Dal 1996 a Firenze esiste la “banca del cordone ombelicale”, che nel tempo ha raccolto le donazioni di migliaia di mamme

Knitting by Inuit Associazione

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ddio vecchia ricetta. Da questo mese non usciremo più dall’ambulatorio del medico di famiglia con il classico foglietto rosso che rischiava di perdersi ancor prima di arrivare in farmacia e che, fino a qualche anno fa, conteneva indicazioni manoscritte a caratteri indecifrabili ai più. In Toscana, infatti, dal 1° ottobre la tradizionale ricetta è andata in pensione, per essere sostituita da quella elettronica. In una prima fase la rivoluzione riguarda soltanto le prescrizioni farmaceutiche, mentre restano cartacee le prescrizioni diagnostiche e specialistiche. Non solo, non saranno elettroniche nemmeno le ricette rilasciate durante le visite a domicilio, considerato che il medico non potrà avere a disposizione la connessione alla rete. Per gli amanti della carta, ad ogni modo, niente paura. Il medico rilascerà comunque al paziente un promemoria cartaceo utile per andare in farmacia a ritirare le medicine necessarie, corredato dalla fascia economica di appartenenza, quella che determina se si ha o meno diritto all’esenzione del ticket. Una delle principali novità connesse all’entrata in vigore della ricetta elettronica è proprio l’attribuzione automatica della fascia economica di riferimento,

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#Progetti

Ottobre 2014 | 13

 Tramvia

primi cantieri a partire sono stati quelli nella zona di piazza Dalmazia, viale Morgagni e Careggi: code soprattutto nelle ore di punta (in particolare la mattina) e di conseguenza linee Ataf con ritardi fino a quindici minuti, ma nel complesso la viabilità ha retto.

Pochi giorni dopo è stato aperto il cantiere in zona Fortezza, un test ancora più temibile perché comportava (e comporta) l’eliminazione di due corsie, una per ogni direzione di marcia, proprio in uno dei centri nevralgici della mobilità cittadina, tra viale Lava-

gnini e viale Strozzi. Ma anche in questo caso l’incubo del blocco non è divenuto realtà, almeno per ora: rallentamenti ci sono stati e ci sono, ma la strategia adottata dal Comune di allungare i tempi dei semafori rossi all’ingresso della città ha evitato l’impazzimento del traffico intorno alla Fortezza. Guai, però, a cantar vittoria, avvertono da Palazzo Vecchio. “Il peggio deve ancora venire”, dice senza giri di parole il sindaco Dario Nardella. E in effetti il programma dei lavori previsti dal Comune a partire da ottobre è “temibile”. Per quanto riguarda la linea 2, a metà ottobre apre il cantiere di via di Novoli, che dovrebbe durare circa 270 giorni. Il tratto di via di Novoli tra via Orazio Vecchi e via Allori sarà chiuso al traffico, quindi per tornare su viale Guidoni le auto dovranno svoltare in via Valdinievole, mentre per andare in direzione di via Baracca dovranno girare in via Vecchi (ma le modifiche alla viabilità saranno molte di più, queste sono soltanto le due principali). Ancora più critici si presentano i nuovi cantieri che partiranno nella zona della Fortezza: a ottobre sarà chiuso l’attuale ponte sul Mugnone e ne verrà aperto uno nuovo e provvisorio all’altezza di via Leone X e via Crispi (quattro

tus Stadium, Alberto Rolla, è stato depositato in Palazzo Vecchio il 14 luglio. Ora la palla passa alla conferenza dei servizi, l’organo composto da Comune, Regione ed enti come Arpat, chiamata a dare un parere sullo studio della società viola in base alla legge sugli stadi, messa a punto proprio dal sindaco Dario Nardella quando era parlamentare. La prima riunione si terrà il 27 ottobre. Sarà il primo passo concreto per dare una nuova casa alla Fiorentina. Cauta, al momento, la risposta di

Palazzo Vecchio. “Saremo scrupolosi e attenti nel considerare tutti gli aspetti – dice il sindaco – siamo consapevoli della complessità di questo progetto, ma siamo pronti a cominciare una strada che ha un orizzonte chiaro. Il nuovo stadio non è solo una risposta ai tifosi, è un’opera che consentirà di creare più di tremila posti di lavoro. Non tutte le città hanno una tale opportunità”. La vera novità rispetto al passato è che la proposta della Fiorentina riguarda tutta l’area Mercafir e non più solo il compar-

to sud. Se la conferenza dei servizi darà una valutazione positiva al progetto dei Della Valle, si porrà il problema di dove trasferire il mercato. Nardella fissa un paletto. “L’eventuale costruzione della nuova Mercafir – dice – avverrà all’interno dei confini comunali, il mercato è un’attività centrale per l’economia cittadina”. E la cooperativa di trasporto e logistica che da quarant’anni opera alla Mercafir, la Cft, si dice pronta a discutere : “Il nuovo stadio – dice l’azienda – può aprire nuove opportunità

cantieri, niente paralisi. ma occhio ai nuovi lavori Da questo mese altri rischi per il traffico in città Fausto Fedi

R

allentamenti, qualche coda, autobus in ritardo, ma fortunatamente nessuna paralisi del traffico. A settembre sono stati aperti i cantieri per la realizzazione delle linee 2 e 3 della tramvia, quelle cioè che collegheranno ri-

spettivamente piazza dell’Unità all’aeroporto di Peretola e la stazione (via Alamanni) all’ospedale di Careggi. L’impatto dei lavori si è fatto sentire, ma per ora i megaingorghi in stile “fantozziano” – grande timore comunque sempre presente – non ci sono stati. I

Web mobilita.comune.fi.it/tramvia Mail: info.tramvia@comune.fi.it

corsie più un percorso ciclo-pedonale sui lati), sarà chiuso il tratto finale di viale Milton e il traffico verrà deviato sul nuovo ponte, mentre ci saranno restringimenti di carreggiata lungo viale Strozzi. E anche in questo caso stiamo parlando soltanto dei cambiamenti più importanti. Le auto e i motorini diretti verso lo Statuto dovranno fare il percorso viale Strozzi-via Lorenzo il Magnificovia Leone X-ponte provvisorio sul Mugnone-via XX Settembre-via dello Statuto. Viceversa, le auto dirette verso la Fortezza non potranno più percorrere viale Strozzi e viale Belfiore ma, in questa prima fase, dovranno andare verso piazza della Costituzione, via Cosseria (dove ci sarà una nuova rotonda provvisoria), viale Strozzi e viale Belfiore. Ma c’è di più: i lavori prevedono anche la chiusura temporanea del sottopasso di via dello Statuto, con la deviazione del traffico nelle strade adiacenti. “Lasciate a casa l’auto, utilizzate il più possibile bici e mezzi pubblici”, è stato l’appello lanciato dal sindaco Nardella ai fiorentini poco prima che partisse la prima fase dei cantieri. Considerando l’impatto dei lavori che cominciano questo mese, è bene rinnovare l’appello e definirlo anche con un aggettivo d’altri tempi: “accorato”.

per Firenze e l’area metropolitana. Come impresa che dà lavoro a 2.500 persone in tutta la Toscana, siamo consapevoli di questo e del fatto che le decisioni sullo sviluppo dell’area spettano al Comune. Siamo certi che l’amministrazione saprà trovare le migliori soluzioni per garantire la continuità produttiva alle attività che lavorano alla Mercafir e che danno occupazione a centinaia di persone. Da parte nostra, siamo disponibili a un confronto aperto e franco sul futuro dell’area”.

 Alla Mercafir

stadio, il sogno viola da 50 ettari

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no stadio da quarantamila posti a sedere, tutti al coperto, con un disegno che ricorda l’Allianz Arena di Monaco. La vecchia curva Fiesole affacciata a nord su monte Morello, la Ferrovia su viale Guidoni. Intorno, una piazza verde attraversata da lunghi filari di alberi. A est, negozi, ristoranti e un outlet per un totale di 50mila metri quadri di spazi commerciali. Nell’area che guarda verso Novoli, 10mila mq di alberghi e strutture turistico-ricettive.

Il tutto corredato da 136mila metri quadrati a disposizione delle auto, il più grande parcheggio di Firenze. È l’identikit della nuova ‘’cittadella’’ viola alla Mercafir proposta al Comune dai patron della Fiorentina, Diego e Andrea Della Valle. Un progetto da oltre 300 milioni di euro di investimento e cinquanta ettari di estensione, che ingloba in sostanza tutto il mercato ortofrutticolo di Novoli. Lo studio di fattibilità, realizzato – con buona pace dei tifosi viola – da uno degli autori dello Juven-


14 | Ottobre 2014

#Arcani

 Verso Halloween/1

i misteri nascosti tra i palazzi fiorentini

In città non mancano vecchie leggende e storie dimenticate Valentina Veneziano

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irenze è una città misteriosa e ricca di leggende e arcani, racchiusi tra le alte mura di palazzi all’apparenza invalicabili. Halloween è alle porte, ed è la festività perfetta per rispolverare vecchie storie fiorentine dimenticate o poco conosciute. Una delle quali ha a che fare con gli Ufo. Durante una partita tra Fiorentina e Pistoiese, in un pomeriggio di ottobre del 1954, il pubblico e i calciatori rimasero bloccati, con gli occhi verso il cielo, alla vista di due oggetti volanti. Un’altra storia riguarda invece uno dei personaggi più controversi, che potrebbe aver messo piede nella culla della cultura: Vlad Dracul, noto come il conte Dracula, avrebbe soggiornato a Firenze e conosciuto la famiglia Medici nella prima metà del Quattrocento. Ma non sarebbe Halloween senza il racconto di qualche storia di fantasmi. E Firenze ne vanta ben tre. La più antica risale al 1634. Il duca di San Giuliano, Jacopo Salviati, trovò nel cesto della biancheria la testa della sua amante, Caterina Brogi. La moglie, Veronica Cybo di Malaspina, stufa dei continui tradimenti del marito, fece eliminare la bella Caterina. Per il misfatto fu spedita in esilio nella villa di San Gerbone, trasformata in ospedale dal conte Serristori nel 1890. E in quell’edificio, proprio dopo la morte di Veronica Cybo, sarebbero

iniziate le apparizioni di una donna. La seconda storia ha come protagonista un palazzo di via Ghibellina. Gli inquilini, pochi giorni prima del Natale del 1867, dissero di aver cominciato a sentire strani rumori, a cui si aggiungeva la presenza di un’ombra con cappuccio. Fu messo tutto nero su bianco, in una sentenza del tribunale di Firenze, in cui il proprietario chiese il risarcimento dei danni agli inquilini fuggiti dalla casa “infestata”. La terza storia è invece la più romantica. L’ultima finestra in alto, al secondo piano, di palazzo Budini Gattai, in piazza Santissima Annunziata, rimane con le portelle sempre aperte. Il motivo? Secoli fa una fanciulla si era sposata con un Grifoni e si era trasferita nel palazzo di famiglia, l’attuale Budini Gattai. Il marito fu costretto a partire per la guerra, e proprio da quella finestra lei gli diede l’ultimo saluto. Lo attese per tutta la vita, seduta sulle panche di pietra con lo sguardo verso la piazza. Morì in quella stanza, e quando portarono via il suo corpo qualcuno volle chiudere la finestra. Fu allora che – si narra – i libri iniziarono a volare, i quadri a cadere e i mobili a traballare. I parenti ebbero così paura che la finestra fu riaperta e tutto tornò alla normalità. Così, passando sotto il palazzo e guardando in alto, ancora oggi si possono trovare le persiane sempre aperte.

 Verso Halloween/2

fuori porta, a caccia di brividi e fantasmi

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l castello Malaspina, a Fosdinovo, vanta una bellezza architettonica e paesaggistica fuori dal comune. Incanta con i suoi giardini verticali, con porte e finestre circondate dal verde delle piante e con una vista panoramica sulla costa del mar Tirreno e sulle Alpi Apuane, dove si disegna la sua ombra durante il tramonto. La sua avvenenza lo ha trasformato in residenza per artisti, B&B, museo e location per feste e cene medievali e laboratori didattici. Tra le attrazioni più ambite c’è la visita in notturna del castello, a lume di candela (su prenotazione). La maggior parte dei visitatori, durante il tour notturno, è alla ricerca del fantasma di Bianca Maria Aloisia, figlia di Jacopo Malaspina e Olivia Grimaldi. Si racconta che, per volere dei genitori, Bianca visse per anni reclusa nella sua stanza. Nessuno poteva vederla né sentirla. Un giorno si avvicinò alla finestra della propria camera e il suo sguardo incrociò quello dello stalliere. Fu subito amore, corrisposto e sofferto. Nonostante le minacce della famiglia, l’amore non si affievoliva ma aumentava giorno dopo giorno. In un primo momento fu rinchiusa in un convento, ma dopo gli scarsi risultati (Bianca continuava a cercare il suo amante rifiutandosi di prendere i voti) fu ricondotta al castello e torturata nelle prigioni. Poi la decisione estrema. Per evitare altri scandali fu murata viva in una cella, insieme a un cane, simbolo di fedeltà, e a un cinghiale, simbolo di ribellione. Un’altra storia inquietante, che prende vita tra le mura del castello, è quella della marchesa Pallavicini. Si dice che nella sua vita ebbe molti amanti, nessuno di nobile famiglia. Per non farsi scoprire, dopo averci trascorso la notte se ne sbarazzava, facendoli precipitare nella botola posta al centro della sua camera da letto. E sono numerosi gli ospiti che, negli anni, hanno affermato di aver visto un fantasma con sembianze di donna. Tra le apparizioni più recenti (ottobre 2013) c’è quella segnalata da un signore che, durante una visita notturna con custode, dichiarò di aver fotografato una strana entità. E allora, ai più coraggiosi, non resta che andare a “controllare” di persona. V.V.

Il castello Malaspina, a Fosdinovo, può essere una delle mete ideali per un Halloween fuori porta

Web castellodifosdinovo.it Mail info@castellodifosdinovo.it


#Ambiente

Ottobre 2014 | 15

 Il punto

Questo pazzo, pazzo meteo: cosa sta succedendo al clima?

Bombe d’acqua, estati piovose e inverni che non sembrano inverni. Che cosa sta succedendo sul fronte del meteo? Ma soprattutto, la nostra città è pronta a fronteggiare le sfide del clima che cambia? Lo abbiamo chiesto a due esperti del settore: un meteorologo e un responsabile della protezione civile Giulio Betti

Paolo Dolfi

“Sta cambiando la durata degli eventi anomali”

“pronti a fronteggiare i fenomeni violenti”

Meteo “pazzo”: è una novità o ci sono precedenti? C’è una ciclicità in questi fenomeni. Per esempio ci sono state estati fredde in passato, durante gran parte degli anni Settanta, con piogge e temperature ben più basse di quelle del 2014. È però cambiata la durata: negli ultimi dieci-quindici anni si assiste a fenomeni meteorologici anomali non più sporadici, ma che si possono protrarre anche per tre-quattro mesi. Ci conceda una provocazione: oltre alle mezze stagioni, non ci sono più nemmeno le stagioni di una volta? Quello delle mezze stagioni è più un modo di dire che non una realtà meteorologica: talvolta il passaggio tra una stagione e l’altra è effettivamente graduale e possiamo definire questa parentesi una “mezza stagione”, altre volte può essere invece molto brusco. Ma i passaggi bruschi non sono una prerogativa degli ultimi anni, accadevano anche in passato. Cosa sta cambiando, allora? La novità sta nel perdurare di condizioni meteo che causano anomalie, come è successo lo scorso inverno, un “non inverno”: mite e con precipitazioni eccezionali. Una situazione che è rimasta identica per mesi. Fino a qualche decennio fa succedeva molto raramente. Ci sa dire il motivo? Sappiamo le cause meteorologiche: l’inverno 2013/14 è arrivato a seguito di una circolazione anomala sull’Atlantico che poi ha influito, negativamente, anche sull’estate 2014. Ciò che non riusciamo ancora a spiegare è la durata di queste configurazioni per lunghi periodi, anche più mesi. Ci sono poi le cosiddette bombe d’acqua. In meteorologia si parla di nubifragi: negli ultimi venticinque anni i fenomeni estremi si sono ripetuti con una certa frequenza. Fenomeni con tempi di ritorno secolari si sono replicati a distanza di un solo anno. Ad esempio? L’alluvione che ha colpito la Lunigiana nell’ottobre 2011: in un giorno sono caduti 350 millimetri di pioggia, un quantitativo monsonico, un evento estremo che ha tempi di ritorno secolari. Pochi giorni dopo, poco più a nord, Genova è stata investita da un’alluvione ancor più violenta.

Firenze è pronta a fronteggiare fenomeni meteo violenti e improvvisi? Assolutamente sì. Come protezione civile comunale possiamo contare su venti dipendenti preparati professionalmente per svolgere attività di pianificazione, operative e di coordinamento, e su 916 volontari di ventisei associazioni fiorentine, adeguatamente formati che, con grande generosità e disponibilità, possono essere impegnati in emergenza con mezzi e attrezzature, in contatto con la nostra sala operativa, attiva 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. A tutto questo si aggiunge il collegamento costante con le altre sale operative: polizia municipale, 115, 118, Publiacqua, Quadrifoglio e Ataf, per dirne alcune. La cosa più importante è però l’informazione verso il cittadino. Come? Per le segnalazioni è disponibile il nostro numero 055.7890. Sul sito protezionecivile.comune.fi.it sono disponibili allerte meteo, aggiornamenti e norme di comportamento da tenere in caso di criticità, dai terremoti alla neve. Inoltre, in trentanove luoghi pubblici principali, ad esempio in Palazzo Vecchio e alla biblioteca delle Oblate, si trovano pannelli su cui scorrono le nostre comunicazioni. In caso di emergenza possiamo informare i cittadini utilizzando, oltre ai canali di comunicazione tradizionali, anche i pannelli a messaggio variabile posizionati sulle strade in entrata e in uscita da Firenze e le paline intelligenti Ataf. Per le bombe d’acqua ci sono dei posti “sorvegliati speciali”? La nostra attenzione è rivolta soprattutto ai sottopassi stradali. Ogni mese monitoriamo le caditoie di quarantanove sottopassi in città, collaborando con Quadrifoglio e Publiacqua. Buona parte dei sottopassaggi è dotata di un sistema automatico di segnalazione: nel caso in cui il livello d’acqua superi una soglia d’attenzione, si accende il segnale rosso per i veicoli. Quali sono i rischi maggiori per la città? Il rischio prevalente è quello idraulico, legato sia all’Arno che al reticolo minore. Con le cosiddette bombe d’acqua è quest’ultimo (Mugnone, Ema e Terzolle) a essere interessato da un improvviso innalzamento dei livelli. Quando si verificano criticità di questo tipo, i corsi d’acqua vengono monitorati in loco e a vista dalle nostre squadre, mentre sono controllati a monte grazie a una rete di sensori messi a disposizione dalla Regione Toscana.

Consorzio Lamma-Ibimet

Protezione civile di Firenze

Le date da “bollino rosso” 5 agosto 2003 Estate rovente 17 dicembre 2010 La super nevicata 29 ottobre 2012 Bilancino a secco 28 novembre 2012 Il Mugnone fa paura Gennaio-luglio 2014 Un anno bagnato 19 settembre 2014 Grandinata record


16 | Ottobre 2014

#Società

 Tempi moderni

gruppi e hashtag fiorentini, viaggio nella città “social”

 Solidarietà

tutti a fianco del piccolo nicco

Facebook e Twitter (ma non solo) diventano sempre più protagonisti Serena Wiedenstritt

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irenze? È sempre più social. Fra i gruppi che continuano a nascere su Facebook e gli hashtag su Twitter, per non parlare del successo degli “igers” fiorentini – per i neofiti del 2.0, gli igers sono gli instagramers, ossia gli utilizzatori di Instagram, il mezzo social per la condivisione dei propri scatti fotografici fatti con lo smartphone – il capoluogo toscano vive sempre più anche su un’altra dimensione. Su Facebook, ad esempio, spopola la pagina “Sei di Firenze se...”, dove ognuno completa con aneddoti personali e vissuti comuni il “panorama” della città. Il gruppo di chi si riconosce fiorentino a Firenze conta già oltre duemila like e diverse recensioni, oltre alla t-shirt originale. Fra gli hashtag che vanno per la maggiore c’è invece il fiorentinissimo “#foppedditelo”, dove le r scompaiono nel

raddoppio di consonante, come da visione del mondo di chi da sempre aspira la c: usato a mo’ di sottolineatura per qualsiasi affermazione (più o meno importante che sia), aggiunge un tono ironico, sarcastico e, soprattutto, fiorentino doc a post e cinguettii. Ma non sono solo gli abitanti del capoluogo toscano a essere sempre più social: Firenze lo è anche come Comune, con la pagina ufficiale Città di Firenze che conta diciottomila like e un discreto movimento. Sempre a proposito di Palazzo Vecchio, mentre il sindaco Dario Nardella usa i social con più discrezione, l’ex primo cittadino, ormai premier, ne è da sempre protagonista: da quando è arrivato a Palazzo Chigi vanta varie pagine a lui dedicate e molto seguite, come la famosa “Matteo Renzi che fa cose”, dove viene ritratto in atteggiamenti reinterpretati con

ironia da chi scrive (e da chi legge). Ma accanto al vasto popolo che su internet ci va per divertimento, per farsi venire qualche idea su cosa fare la sera (diversi sono gli eventi pubblicizzati sulle piattaforme social) o per farsi i fatti altrui (di gran moda, ultimamente, matrimoni e neonati), c’è anche una nutrita schiera di persone che su Fb cercano informazioni e notizie sulla città. Infine, Firenze è social anche per la possibilità di imparare un nuovo mestiere: svariati i corsi – e si contano perfino alcune accademie – che promettono di trasformare chiunque in “social media marketing strategist”, per provare a diventare qualcuno nella professione del futuro.

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ra i tanti gruppi presenti su Facebook c’è anche quello del “Nicco Fans Club”, che vanta decine di migliaia di iscritti, con tantissimi “sguardi” che sono stati raccolti in pochissimo tempo sul piccolo Nicco, nove anni e una malattia oncologica contro cui combattere, ma anche un sorriso sempre disponibile per far coraggio a chi, come lui, si trova a dover affrontare situazioni difficili. L’idea “un po’ grulla”, come la definirebbe il babbo di Nicco, viene proprio a lui, Federico Matteucci, nel dicembre del 2013, quando Nicco inizia a manifestare improvvisamente i sintomi della malattia. Dal momento del suo sbarco su Facebook, il gruppo viene costantemente aggiornato con le attività di Nicco, sia quelle che purtroppo si svolgono nell’ambito dell’ospedale pediatrico Meyer, dove un’équipe di medici lo sta seguendo, che quelle a casa con la famiglia, ma soprattutto in giro per la Toscana. A proposito di Meyer, alla fine dello scorso marzo è stata fondata l’associazione Nicco Fans Club Onlus, che sostiene la fondazione dell’ospedale pediatrico e che, in particolare, intende raccogliere fondi per un progetto a sostegno degli adolescenti malati di tumore, che comprende una parte importante di ricerca scientifica per combattere le malattie oncoematologiche e una parte di cura della persona malata anche dal punto di vista psicologico e relazionale. Da quel momento si sono moltiplicate le attività dedicate al Nicco Fans Club, dal flash mob di Prato ad aprile al Nicco Village allestito in estate in occasione della festa della birra di Villa Montalvo a Campi Bisenzio, dove adulti e bambini si sono divertiti in un allestimento fiabesco e nell’area giochi vicina. E intanto, su Facebook, tanti personaggi famosi – Nicco è un accanito tifoso della Fiorentina e più volte i giocatori gli hanno mandato i loro saluti tramite il social network – e altrettante persone “comuni” continuano a incoraggiare il loro piccolo campione.


Ottobre 2014 | 17

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18 | Ottobre 2014

#Cultura  Agenda

 La ricorrenza

Firenze-edimburgo, andata e ritorno

Whiskey, tartan e non solo: una carrellata di luoghi da visitare per i cinquant’anni del gemellaggio Enrica Cinaschi

È

passata appena qualche settimana da quando la Scozia è andata al voto per decidere se rimanere annessa alla Gran Bretagna, scegliendo di continuare a formare un unico, grande Paese. Un Paese con cui Firenze ha un rapporto fraterno, che affonda le radici in un passato molto remoto (era frequentata dal popolo anglosassone prima ancora che i giovani benestanti d’oltremanica, nell’Ottocento, cominciassero a scegliere la città del giglio come meta dei loro Grand Tour). Un rapporto consolidato da un gemellaggio, tra Firenze ed Edimburgo, capitale della Scozia, suggellato esattamente cinquant’anni fa, nel 1964. E allora, per celebrare questo anniversario, in un momento così cruciale della storia scozzese – e inglese in generale – Il Reporter ha buttato giù un piccolo itinerario alla “scoperta” della Scozia in città. Per ribadire la simpatia e per dare qualche spunto agli

appassionati di curiosità. Le prime cose che vengono in mente a un italiano se si dice Scozia sono certamente il tradizionale tessuto scozzese e il whiskey. Per quel che riguarda il primo (ma in un certo senso anche il secondo), esiste un indirizzo da cui non si può prescindere: l’Old England store, in via dei Vecchietti, a due passi da piazza della Repubblica. Qui è possibile trovare le più belle lane (importate rigorosamente dalla Gran Bretagna) tradizionalmente utilizzate per i kilt dei vari clan scozzesi. Divertente anche buttare l’occhio tra gli scaffali e portarsi a casa una bottiglia di whiskey come si deve, meglio se garantito da un bel certificato di provenienza. Ma per assaporare un po’ di atmosfera scozzese si può fare un salto anche in uno dei diversi pub del centro (ad esempio lo Scottish, in corso dei Tintori, ha un nome che non tradisce), anche se in fin dei conti non riescono mai a riprodurre a pieno l’atmosfera di quelli origi-

nali (è un po’ lo stesso discorso dei ristoranti italiani all’estero). Altro posto che vale una visita, senza spendere un euro, è il cimitero degli inglesi in piazzale Donatello. Qui si trova sepolta, su una sorta di isola che ricorda l’Isola dei morti del pittore simbolista Arnold Bocklin, una corposa rappresentanza della gente che aveva scelto di vivere sulle sponde dell’Arno, compreso Robert Walter Stewart, pastore protestante scozzese vissuto a lungo tra Livorno e Firenze. Ma Scozia è anche sinonimo di musica e cornamuse. E per soddisfare la passione degli appassionati del genere il musicista Nick MacVicar (cornamusica@yahoo.it) organizza concerti dal vivo, serate danzanti oltre a degustazioni di whiskey e giochi tipici, tutto in puro stile celtico. E gli amanti del salmone? Nemmeno loro devono disperare. Non sarà proprio in stile, ma la Salmoneria (piazza Leopoldo Nobili) offre una selezione di pesce niente male.

 Il festival

 Il libro

 La mostra

il cambiamento? è sul palco

La liberazione vista Da un professore. E l’oltrarno diventa Un romanzo storico

Luci sul 900: inediti dal secolo breve alla galleria moderna di palazzo Pitti

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T

utti pronti a cambiare passo? Basta aspettare la metà di questo mese per entrare a pieno nell’atmosfera internazionale della manifestazione fiorentina che, più di ogni altra, racconta gli scenari artistici d’oltralpe. E quest’anno, in occasione della 18esima edizione, il Festival Costante Cambiamento – da giovedì 16 a sabato 25 ottobre – focalizza l’attenzione su tre realtà lontane (ma, per vari motivi, neanche così tanto) dal Bel Paese: Francia, Germania e Cina. L’inaugurazione – il 16 ottobre – vede protagonista il coreografo e regista franco/algerino Faizal Zeghoudi, che porta al Teatro Cantiere Florida in prima nazionale L’emu de l’horizon. Sulla scena, i danzatori Ludovic Atchy-Dalama, Assan Beyeck Rifoe e Alexandre Gbebewlooper raccontano a gesti il percorso umano dell’iniziazione di un tuareg, ispirato al testo Désert del Premio Nobel JeanMarie Gustave Le Clézio. Il 18 ottobre, sempre al Cantiere Florida, è in programma la coreografa Henrietta Horne, che ha ricoperto per nove anni il ruolo di co-direttrice artistica del Folkwang Tanzstudio con la grande ballerina e coreografa Pina Bausch. La Horne propone in prima nazionale Rotlicht, una performance di danza contemporanea accompagnata dalla live-music della compositrice e musicista Dorothée Hahne. Negli spazi delle Murate (23 ottobre) e della chiesa di Santa Verdiana (24 e 25 ottobre) è protagonista la ballerina cinese Ching-Yu Chi. La danzatrice propone un delicato passaggio che collega il Sud Est asiatico all’Europa, ospite per una settimana di residenza al Festival Costante Cambiamento. Inoltre, il programma della kermesse sarà arricchito dal progetto “Fundamental”, in cui sono coinvolti alcuni giovani artisti cinesi che vivono in patria e sul territorio italiano e che lavoreranno sul tema “arte digitale e coreografia”, attraverso l’osservazione dello studio sul movimento di Ching-Yu Chi. Dulcis in fundo, spazio al progetto “Freemuse Copenhagen/Firenze rete globale per la tutela della libertà artistica”, che rappresenterà, a suo modo, un percorso sui diritti negati agli artisti in alcuni territori del mondo. E.C.

La coreografa Henrietta Horne, a lungo collega di Pina Bausch, durante una delle sue performance

Web costantecambiamento.it Mail: info@omfrhida.it

ltrarno: il luogo della prima liberazione dai tedeschi e dal fascismo. Sono passati settant’anni. In occasione della ricorrenza l’editore Carlo Zella, in collaborazione con Anpi Oltrarno, pubblica uno studio sull’antifascismo popolare nel quartiere. “Antifascismo e Resistenza in Oltrarno” (pp. 224, euro18) è il prodotto di dieci anni di ricerche dell’insegnante fiorentino Stefano Gallerini, che sulla sponda “popolare” dell’Arno ci è nato. La prima parte del libro, dedicata al rione e al suo tessuto sociale, interessa il periodo che va dal 1861 al 1921. La seconda e la terza parte (1922-1939, 1940-1944) affrontano il ventennio fascista, con aneddoti e fatti di cronaca: vicende collettive e di singoli protagonisti fino a oggi poco conosciute. Il lavoro di Gallerini, basato su documenti perlopiù inediti, senza sacrificare il rigore scientifico, ha lo spessore di un grande romanzo storico. C.B.

na selezione di “mai visti” (o quanto meno di “poco visti”) è il nucleo della mostra Luci sul Novecento, dal 28 ottobre all’8 marzo alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Lo spirito? Quello di proporre “l’ipotesi di un percorso museale di capolavori per lo più inediti del secolo scorso – finora custoditi nei depositi della Galleria – che speriamo possa realizzarsi stabilmente in alcune sale poste all’ultimo piano, dando vita così al primo museo fiorentino dedicato all’arte italiana del ‘900”, spiegano i vertici del museo. Capogrossi, Carena, Casorati, De Chirico, De Pisis, Peyron, Rosai e Severini, oltre a Baccio Maria Bacci, Giovanni Colacicchi e gli altri artisti formatisi intorno al clima della rivista Solaria in quel ritrovo dell’intellighenzia fiorentina che fu il caffè delle Giubbe Rosse nel secolo scorso. Uno spaccato del XX secolo. Una camera con vista sul passato recente. B.B.

Picasso, donà & Co: Un mese all’insegna della buona musica e dell’arte di qualità

O

ttobre, è tempo di cambiare. Cambiare stagione, cambiare passo, cambiare le attività. Con un tempo “ballerino” come quello degli ultimi mesi, sarà difficile programmare attività al chiuso o all’aperto, ma visto che è ufficialmente cominciata la nuova stagione, ecco una bella carrellata di appuntamenti prettamente autunnali. Il primo, da non perdere per niente al mondo, è certamente quello con la mostra Picasso e la modernità spagnola. A Palazzo Strozzi fino al 25 gennaio una selezione dei lavori del maestro e di una serie di suoi autorevoli contemporanei nelle opere arrivate per l’occasione dal Reina Sofia di Madrid. Interessante e focalizzata su una prestigiosa realtà toscana, la mostra Gio Ponti e la Richard Ginori, una corrispondenza inedita (fino all’8 novembre al museo Marino Marini) seleziona circa cinquanta pezzi provenienti dalla ricca collezione di ceramiche di Ponti del Museo di Doccia, oltre a una trentina di lettere dell’architetto/designer, per la maggior parte inedite con schizzi, disegni e indicazioni di fabbricazione. Ma a ottobre si torna anche al cinema e, in attesa della 50 giorni dell’Odeon prevista per il mese di novembre, ci si può deliziare con la serie di pellicole in lingua originale che la storica sala di piazza Strozzi offre al suo pubblico quasi tutti i giorni, di solito dal giovedì alla domenica (per info consultare il sito www.odeonfirenze.com). E poi c’è il capitolo musica, che a ottobre è un must, con la riapertura degli spazi al chiuso e con l’inizio delle tournée invernali dei maggiori artisti italiani e non solo. Gli appassionati di musica inglese troveranno pane per i loro denti il 16 ottobre al Viper Theatre, quando si esibiranno i Kaiser Chiefs. I nostalgici e gli amanti del rock anni Cinquanta e Sessanta dovranno attendere solo fino al 18, senza cambiare location, per una serata dal nome emblematico: Twist and Shout. Da segnare in calendario anche Morrisey all’Obihall il 21 e Cristina Donà in sala Vanni la sera successiva. Per un autunno indimenticabile.


#Cultura

Ottobre 2014 | 19

 La stagione

vecchie certezze e nuovi incontri: l’originalità Sta di casa a Rifredi Barbara Biondi

L

a stagione del teatro di Rifredi è ai nastri di partenza. E come ogni anno si preannuncia curiosa e fuori dagli schemi, ricca di momenti che rimandano alla tradizione teatrale toscana e piena di spettacoli che invece arrivano da lontano, per creare quel melting pot così caro al direttore artistico Giancarlo Mordini e ai suoi. “Siamo originali – spiegano dal teatro – perché noi le cose ce le facciamo qui con le nostre forze. Pupi e Fresedde Doc (dal nome della compagnia teatrale, ndr), un marchio d’origine controllata che significa Firenze e la Toscana. Lavorando con artisti toscani, nazionali e internazionali, producendo con prestigiosi enti italiani ed europei, radicandosi sul territorio e promuovendo

Dal 2 al 4 ottobre la biblioteca della Oblate ospita alcune iniziative de Il Festival delle Generazioni, informazioni sul programma su www.biblioteche.comune.fi.it giovedì 9 ottobre ore 17.30 XX edizone di Leggere per non dimenticare Ermanno Rea “Il sorriso di Don Giovanni” Sala Conferenze piano terra 10 ottobre ore 17.00 Presentazione del libro a cura di Maria Teresa Mori, Alessandra Pescarolo, Anna Scattigno, Simonetta Soldani “Di generazione in generazione. Le italiane dall’unità a oggi” Società Italiana Storiche e Regione Toscana Piano Terreno - Sala Conferenze ingresso libero sabato 11 ore 17.00 Presentazione del libro del Prof. Antonio La Spina “Daisaku Ikeda, idee per il futuro dell’umanità” a cura dell’ Istituto Italiano Buddista Soka Gakkai piano terra sala conferenze ingresso libero

giovani generazioni di artisti, il teatro di Rifredi, grazie alla sua compagnia, da quasi quarant’anni ha rappresentato il principale organismo di produzione stabile e continuativo della nostra città”. E il calendario non smentisce le parole dei padroni di casa, pronti ad accogliere la vasta platea di spettatori affezionati. Il sipario si alza il 10 ottobre con Carmela e Paolino di Angelo Savelli, tratto da Ay, Carmela di José Sanchis Sinisterra, con Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciulo. Da lettura scenica diventa spettacolo il romanzo di Elif Shafak La bastarda di Istanbul: protagonista Serra Yilmaz, che sarà ancora in cartellone per l’undicesimo anno de L’ultimo harem. E ancora, una fine dell’anno con gli imperdibili vecchietti del BarLume di Mal-

valdi impegnati ne La carta più alta e, in primavera, il ritorno di Lucia Poli con il suo Fantasma di Canterville. Due compagnie siciliane per l’atteso Queer Theatre, Emma Dante e Vuccìria Teatro, e poi tante compagnie toscane: da Arca Azzurra Teatro, con il nuovo spettacolo di Ugo Chiti Il malato immaginario, ai Teatri d’imbarco. E poi l’atteso ritorno de Le Galline con Bulle & Impossibili e di Alessandro Benvenuti con il suo successo senza tempo Benvenuti in casa Gori. Per finire Antonella Questa con Svergognata e Alessandro Riccio con una rassegna a lui dedicata. Fiore all’occhiello della programmazione? L’International Visual Theatre, che vedrà in scena Nola Rae, Yllana e gli Orto-Da. Da non perdere.

posato sulla punta di un granello di polvere di un fiore giallo. Per bambini 4-7 anni ore 16.30 “Cion Cion Blu”Lettura e laboratorio per bere insieme un tè al gelsomino, portandosi poi via una perla magica. Un viaggio avventuroso nella lontana Cina, tra imperatori, fantasmi, fanciulle, battaglie, incantesimi e un contadino arancione blu. Pinin Carpi, “Cion Cion Blu”, Piemme Junior per bambini 7-10 anni 11 ottobre ore 11 martedì 14 ore 17.30 Mille e una storia di Picasso e la moIncontro/dibattito in collaborazione con dernità spagnola per adulti e bambini Emergency “Un mondo minato. Le dai 7 ai 12 anni mine oggi nel mondo” ore 16.30 a cura del Circolo Martin Luther King inizia il ciclo “Disegnare” in collaboradei lavoratori e delle lavoratrici della zione con l’associazione Mammaiuto. Biblioteca Nazionale Centrale di I lprimo Firenze incontro sul tema “disegnare un uomo” piano terreno Sala conferenze ingresso come disegnare in maniera corretta libero un essere umano. Per bambini dai 6 giovedì 16 ore 17 anni. Per i Tavola rotonda sulla pace, suggerita prossimi incontri dal libro da loro edito, in occasione sabato 18 ore 11.00 della Giornata Internazionale della “C’era una volta un pezzo di carta” Pace 2014, “Per la pace. Una firma mi - Laboratorio di narrazione e di manipodevi regalare” lazione con la a cura della Fondazione Balducci carta. Narrazione animata con la carta piano terra sala conferenze ingresso di Robin Hood, I musicanti di Brema, libero Cappuccetto Rosso e laboratorio di costruzione di Ottobre bambini maschere, pupazzi, animali, burattini Biblioteche Comunali Fiocostruiti con il rentine cartoncino. In sezione sarà allestito Biblioteca delle Oblate uno scaffale tematico con libri Pop up 4 ottobre ore 11.30 e le varie Le letture di Sara “Ortone e i piccoli edizioni delle storie raccontate. Per Chi!” del Dr. Seuss, Giunti. La famosa bambini 3-7 anni anni fiaba in rima sabato 25 ore 10-30 ed ore 16.30 del Dr. Seuss che narra la storia di “La mascherina dimenticata” di Ortone l’elefante alle prese con un Alessandra Jesi Soligoni. Illustrazioni di minuscolo villaggio Paola Senesi.

 Web

teatrodirifredi.it Tel. 055.4220361

L’atteso ritorno del trio de Le Galline con lo spettacolo “Bulle e Impossibili”

 La raccolta

La donna attraverso la poesia (amara)

A

cosa serve la poesia? A riflettere, a porsi delle domande. Talvolta serve anche a rincuorare gli animi. Ma questo non è il caso dell’ultima raccolta di Maria Grazia Maramotti, che scrive Sarà chiamata donna (Campanotto editore, 187 pagg, 18 euro) con un intento preciso: quello di dare una scossa, di far ragionare, di aprire gli occhi su una realtà troppe volte dimenticata, la violenza sul gentil sesso. Raccolta di poesia con a fronte il testo in inglese e in arabo, Sarà chiamata donna è un viaggio nella coscienza della poetessa, ma anche un invito della stessa alla ponderazione e a un’indagine interiore. “Il contenuto lirico di questa raccolta – spiega l’autrice – premeva forte dentro di me verso l’esterno”. Un contenuto che “non ha la pretesa ponderosa del saggio, ma confida in un diorama di pennellate emozionali guizzate su base storico-religiosa”. Nel volume, un susseguirsi di suggestioni che riportano indietro ad Adamo ed Eva e, un passo alla volta, accompagnano fino ai giorni nostri. C.G.

Presentazione del libro e laboratorio con la partecipazione dell’illustratrice Paola Senesi: creiamo insieme i segnalibri con il Gatto magico e le sue amiche mascherine. Per bambini dai 5 anni venerdì 31 ore 16.30 “Che sorriso mia signora!” Lettura e laboratorio di creazione di un autoritratto in cornice. Il grande Leonardo e un quadro senza tempo: scopriamo la storia e la magia dell’arte. Éric Battut, “Il sorriso della Gioconda”, Bohem Press Italia per bambini 7-10 anniversario tutte le iniziative sono ad ingresso libero Biblioteca del Galluzzo Per il ciclo di incontri “Leggimi un libro”. lunedì 13 ottobre ore 17-18 Io sono qui di Sabina Colloredo e Svjetlan Junakovic lunedì 27 ore 17-18 Per il ciclo di incontri “Leggimi un libro”. I mostri hanno paura della luna di Marjane Satrapi bambini 0-6 anni (fino ai 7) Prenotazione obbligatoria, max 15 bambini Tel. 055.2321765 bibliotecagalluzzo@comune.fi.it BiblioteCaNova Isolotto 1 ottobre ore 17-18.30 Un mercoledì da draghi: Aspettando Halloween ogni 1° mercoledì del mese a cura di BiblioteCaNova Junior appuntamento con le lettura “Cornabicorna” di Magali Bonniol e Pierre Bertrand e laboratorio.a cura

degli operatori dellla Sezione Junior in compagnia di Elisa 4 ottobre ore 16.30-18.30 Presentazione del libro di Bruno Santini Lo strano mondiale del signor Stravideo ( Sarnus, 2014) – illustrazioni di Luca Boschi, prefazione di Leonardo Pieraccioni per bambini dai 5 e i loro genitori mercoledì 8 ottobre ore 17-18.30 MMM...che buoni!” Decora il tuo cupcake” laboratorio a cura della pasticceria “Ciliegina”-v.Segantini con proposte di lettura- per bambini da 5 a 8 anni su iscrizione per 20 bambini sabato 11 ore 16.30 La famosa invasione degli orsi in Sicilia 5 appuntamenti per scoprire assieme il celebre racconto di Dino Buzzati attraverso i personaggi e i luoghi e costruendo insieme, tappa dopo tappa, l’epopea del popolo degli Orsi: dalle montagne alle città della Sicilia e viceversa. Ambientato in una Sicilia remota, fuori dal tempo, luogo di pura immaginazione, il romanzo di Buzzati presenta un mondo tutto al contrario, un racconto sull’impossibilità della convivenza tra gli uomini e gli animali, i quali prenderanno saggiamente le distanze dai primi. Un percorso ludico e formativo, in bilico tra teatro e letteratura, in cui i bambini sono invitati a interpretare, collaborare e trasformarsi attraverso una narrazione collettiva guidata. Insieme e a cura di Giulia Aiazzi, Teatro B . Su iscrizione anche telefonica ō allo 055710834. (6 a 10 anni) 1° di 5 incontri

sabato 18 ottobre ore 16.30 La famosa invasione degli orsi in Sicilia 5 appuntamenti per scoprire assieme il celebre racconto di Dino Buzzati attraverso i personaggi e i luoghi e costruendo insieme, tappa dopo tappa, l’epopea del popolo degli Orsi: dalle montagne alle città della Sicilia e viceversa. Insieme e a cura di Giulia Aiazzi, Teatro Bō. Su iscrizione anche telefonica allo 055710834. 2° di 5 incontri sabato 25 ore 16.30 La famosa invasione degli orsi in Sicilia 5 appuntamenti per scoprire assieme il celebre racconto di Dino Buzzati attraverso i personaggi e i luoghi e costruendo insieme, tappa dopo tappa, l’epopea del popolo degli Orsi: dalle montagne alle città della Sicilia e viceversa. Insieme e a cura di Giulia Aiazzi, Teatro Bō. Su iscrizione anche telefonica allo 055710834. 3° di 5 incontri venerdì 31 ore 17-18.30 Sussurro di streghe! Un sussurro, un bisbiglio, risate argentine e una folata di vento! Cosa è entrato dalla finestra aperta? su iscrizione per ?? bambini dai 5 agli 8 anni Biblioteca delle Oblate Via dell’Oriuolo, 26 Tel: 055 2616512 www.biblioteche.comune.fi.it


20 | Ottobre 2014

#Fiorentina  Il calendario

un mese (caldo) di big match

I

nter, Lazio, Milan e Udinese. È un ottobre caldo per la Fiorentina, che in campionato è attesa questo mese da una serie ravvicinata di big match. Un ottobre che dunque può già, se non decidere, far almeno intuire il destino della Fiorentina. Destino che negli ultimi anni ha fatto solo sfiorare la qualificazione alla Champions, obiettivo di partenza di questa stagione. Per raggiungerlo la squadra di Montella deve mettere subito più punti possibili in saccoccia, a partire proprio dagli scontri diretti. Dopo la partita contro l’Inter (e dopo la pausa) ecco subito un’altra sfida importante: domenica 19 al Franchi arriva la Lazio. Si gioca all’ora di pranzo: una partita che la Fiorentina non può sbagliare, un risultato negativo potrebbe essere indigesto. La settimana successiva, questa volta all’ora di cena, dopo due gare davanti al pubblico amico è in programma una trasferta “all’inferno”, nella tana del Milan. L’ultimo impegno in campionato di questo mese è quello in programma nel turno infrasettimanale contro l’Udinese: si gioca mercoledì 29 (alle 20,45) al Franchi.

Un ottobre “caldo” in vista per la Fiorentina e i suoi tifosi: in programma questo mese una serie di importanti scontri

Lorenzo Mossani

 L’intervista

“io, il calcio e firenze”: VINCENZO guerini si racconta Il club manager viola: “Chiuderò qua, sono un uomo fortunato” Irene Delfino

I

n autostrada la vita gli è cambiata due volte: da giocatore ad allenatore, da commentatore Sky a club manager. Una novità nella novità per Vincenzo Guerini, che il calcio l’aveva vissuto in campo, in panchina e dal monitor Sky. E una novità per il calcio italiano, che aveva sperimentato questa figura professionale solo nella “sua” Brescia. “La mia funzione sarebbe quella di rappresentare la proprietà in campo calcistico qua a Firenze. Fare da collegamento fra la squadra, l’allenatore e la

società. Sono la figura che va dal comparto sportivo al comparto dirigenziale”, spiega. Ci può raccontare la telefonata che, nel 2011, le fece invertire in un attimo il senso di marcia da Catania a Firenze? Fu veramente buffo: lavoravo a Sky e avevo già trovato un accordo con una società di Brescia vicina a casa mia, il Lumezzane, per lavorare dal lunedì al venerdì a livello di settore giovanile, che mi piace molto. Il sabato e la domenica avrei continuato a lavorare a Sky. Quando

mi ha chiamato l’allora ds Corvino pensavo che fosse uno scherzo, anche perché io non conoscevo più nessuno alla Fiorentina. Da Brescia stavo partendo con mia moglie per andare a Catania, quando mi hanno chiamato dicendomi: “Guarda che tra due giorni devi essere in ritiro con la squadra a Cortina”. Fu una grossa sorpresa, il coronamento di un sogno, perché io sono partito nel 1973 a vent’anni nella Fiorentina e ora ne ho quasi sessantuno. Chiuderò il mio cerchio calcistico a Firenze. Dunque,

ho avuto il massimo della fortuna. Perché, nel contratto da club manager, avrebbe voluto inserire una clausola che le impedisse di sedere sulla panchina viola? La mia è stata una scelta difficile, ma molto meditata. E quando si fanno delle scelte, vanno mantenute fino in fondo. Ho iniziato a ventitré anni a fare l’allenatore e ho smesso a cinquantatré: in trent’anni avevo dato tutto quello che potevo dare. E quindi non si sarebbe aspettato di sostituire Delio Rossi e di

Direttore Responsabile Matteo Francini Redazione Tabloid soc.coop., Firenze (FI) Tel. 055 6585939 - redazione@ilreporter.it

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Nuova Cesat - Firenze (FI)

Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.41 del 1 ottobre 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A.

traghettare la Fiorentina verso la salvezza... Ho accettato per un senso di dovere nei confronti della società che mi aveva dato questa gratificazione. Non aveva paura che, se i viola fossero sprofondati in B, avrebbero dato la colpa anche a lei? Mi sarei sentito un vigliacco a non accettare. Nel maggio 2012 pronunciò la frase “ne rimarranno soltanto quattro”, riferita ai giocatori titolari. Conoscendo il calcio e dopo un anno la famiglia Della Valle, la loro ambizione, il loro modus operandi anche nelle loro attività, non ho mai pensato che potessero abbandonare. Ho sempre pensato, senza avere documenti in mano, che rilanciassero. E per rilanciare c’era solo da fare piazza pulita a livello calcistico. La prima cosa da rinnovare era il modo di giocare, per ritrovare la simpatia e la fiducia dei tifosi, al di là dei risultati. Bisognava giocare bene, giocare un calcio divertente. Per fare ciò, prendere uno staff, un allenatore e dei direttori che avessero la stessa filosofia di gioco, di lavoro. E penso che la società abbia fatto un grande colpo. Tornando alla sua “prima vita”,

sul campo, nello spogliatoio e in città quali sono gli episodi che più le sono rimasti nel cuore? Il debutto in A, senza neanche aver visto dal vivo una partita della massima serie, ma solo in televisione. Il debutto in Nazionale a ventuno anni e la vittoria della Coppa Italia. La crescita dei ragazzi che ho allenato: tanti sono arrivati a giocare in serie A, addirittura in Nazionale, hanno vinto la Coppa dei Campioni. Poi a Firenze, nel 1978, è nata la mia prima figlia. Sono stati dieci anni belli, intensi, che sicuramente ricorderò per sempre. Dopo l’incidente in auto che le stroncò una promettente carriera a soli 22 anni, cosa avrebbe fatto se avesse dovuto abbandonare il calcio? Sarei dovuto tornare al mio paesello e andare a lavorare in qualche fabbrica. Invece la Fiorentina, che ho sempre ringraziato, mi ha dato la possibilità di vivere a Firenze e di intraprendere la carriera di allenatore del settore giovanile. Mi ritengo un uomo fortunato, perché ho fatto nella vita quello che ho sempre sognato fin da bambino, cioè vivere di calcio. Non ho rimpianti e mi sono tolto tutte le soddisfazioni. In più chiudo a Firenze, che per me è il massimo.

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Il Reporter del Q1 raggiunge le famiglie del quartiere 1 di Firenze.

DATI NON RACCOLTI PRESSO L’INTERESSATO Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Bunker s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Bunker s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Bunker s.r.l. piazza E. Artom 12 - 50127 Firenze.

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#Sport

Ottobre 2014 | 21

 Pallavolo

 La società

campioni si cresce, sulle rive dell’arno

La Canottieri Firenze a caccia di nuovi successi (e atleti)

IL DEBUTTO SI AVVICINA

P

er le due squadre di serie A1 del volley fiorentino, il Bisonte Firenze e la Savino Del Bene Scandicci, dopo aver allestito un roster all’altezza della massima serie c’è da vincere la battaglia (forse) più difficile: riempire i rispettivi palazzetti. Entrambe le compagini hanno lanciato un abbonamento a prezzi popolari (meno di dieci euro a partita), con agevolazioni per bambini, tesserati Fipav e sportivi. Così, Firenze spera di vedere un Mandela Forum gremito per assistere, dopo tanti anni, alla pallavolo che conta, per poi – chissà – sognare l’Europa. Il campionato inizierà (il 2 novembre) per Firenze in casa contro Conegliano, per Scandicci in trasferta contro Busto. Federica Stufi, fiorentina doc, commenta così l’avvicinamento al debutto: “Stiamo lavorando bene e non vedo l’ora di cominciare”. Le fa eco Daiana Muresan: “La preparazione procede nel migliore dei modi, stiamo lavorando duramente per arrivare pronte alle sfide che ci aspettano e per riuscire toglierci delle grandi soddisfazioni”.

Sono tante le sfide che attendono quest’anno il volley fiorentino, tra cui quella di riuscire a riempire i palazzetti (foto © G. Bettarini)

Car.Mar.

 Pallanuoto

due cinesi per la rari R

Carlo Marrone

I

n uno degli angoli più incantevoli del centro storico, proprio all’ombra di Ponte Vecchio e adagiata in riva all’Arno, si trova una delle società sportive che più rappresentano e caratterizzano la città del giglio: la Canottieri Firenze. “La posizione ci rende sempre visibili a fiorentini e turisti e parte integrante del paesaggio. Inoltre esistiamo dall’ormai lontano 1886, siamo quindi una realtà più che centenaria, profondamente radicata nella realtà fiorentina”, ricorda con orgoglio l’allenatore Luigi De Lucia. Nonostante la vostra popolarità, fate promozione tra i giovani? Certo, di solito i ragazzini iniziano questa disciplina verso i dieci anni, quindi facciamo promozione nelle scuole medie, direi con discreto successo: un centinaio di iscrizioni all’anno. Inoltre partecipiamo ovviamente alle varie feste dello sport e a “Corri la vita”. Quando si inizia con l’agonismo? Anche subito, è importante familiarizzare il prima possibile con le competizioni e sviluppare lo spirito agonistico e di gruppo. Chiaramente stiamo parlando di under 14, all’agonismo vero e proprio si arriva intorno ai vent’anni. Collaborate anche con l’unità spinale di Firenze: ce ne può

ari Nantes Florentia al sapore d’oriente. Per la prima volta in 110 anni di attività, il club biancorosso avrà due cinesi come stranieri per il campionato di serie A1. Spesso la scarsità di soldi sviluppa le idee: Paolo Malara, attuale ct della nazionale di Pechino e grande amico di Riccardo Vannini, tecnico biancorosso, e Maurizio Ceccarelli, team manager del sodalizio di lungarno Ferrucci, ha favorito l’arrivo del difensore Tan Feihu e del centroboa Liang Nianxiang. Entrambi sfidarono l’Italia ai Mondiali di Barcellona 2013 negli ottavi di finale, con il primo che beffò anche il difensore Presciutti e il portiere Tempesti con un pregevole cucchiaio per il gol del momentaneo 4-2 per gli azzurri. “Devo ringraziare Malara per le segnalazioni – spiega Vannini, entusiasta dei nuovi atleti – anche perché Tan è un giocatore d’esperienza. Ha giocato in Spagna ed era stato contattato anche dall’Hovend, squadra di Budapest. Liang è un ragazzone alto e può esserci molto utile. Un centroboa un po’ statico sul quale posso lavorare”.

Gli atleti della Canottieri Firenze, società che, dal 1886, sorge in riva all’Arno all’ombra di Ponte Vecchio (foto di Federico Falai)

Per la prima volta in 110 anni di attività, la Rari Nantes Florentia ha due cinesi come stranieri per il campionato di serie A1

Sim.Spa.

W eb: canottierifirenze.it Tel. 055.2381010 Mail: segreteria@canottierifirenze.com

parlare? Molto volentieri. I ragazzi dell’unità spinale che fanno riabilitazione possono venire a provare questa disciplina, e spesso si appassionano e raggiungono ottimi risultati. Fabrizio Caselli, per esempio, viene dall’unità spinale, è arrivato in finale ai campionati del mondo e adesso puntiamo alla sua classificazione per le paralimpiadi. Anche Pier Alberto Buccoliero, che ha iniziato con noi, ha vinto i campionati italiani, passando poi alla Canottieri Comunali e vincendo Europei e Mondiali. La passata stagione è stata soddisfacente: quali sono gli obiettivi per l’immediato futuro? Sì, è stata un’ottima stagione. Nell’U23 abbiamo avuto un campione del mondo e tre medagliati ai mondiali junior. Per non parlare di Beatrice Arcangiolini ai mondiali assoluti: è la nostra punta di diamante e dunque uno dei nostri obiettivi è la sua qualificazione alle olimpiadi. La sua e quella di Fabrizio. Poi, come sempre, cercheremo di incrementare le iscrizioni e di

allargare la squadra: più siamo e meglio è. Viviamo in un periodo di forte difficoltà economica per tutti: voi come ve la state cavando? Bene, fortunatamente, grazie al prezioso aiuto del presidente, del consiglio e di tutti i soci. Certo, le spese sono tante, la squadra è numerosa e le trasferte costano, ma molti dei nostri atleti si dedicano agli allenamenti due volte al giorno, anima e corpo, e non è giusto che siano sacrificati. Cerchiamo quindi di ottimizzare le spese senza che sia lo sport, e loro di conseguenza, a rimetterci. Insomma, anche quando l’acqua arriva alla gola un canottiere resta sempre a galla. Con passione, buona volontà e il giusto spirito di sacrificio.

Senza Senza appuntamento appuntamento via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info327.28.97.058 327.28.97.058 NUOVA APERTURA Via Gianpaolo Orsini, 78 info 333.40.22.251 NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251


22 | Ottobre 2014

#Rubriche

A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

LE INGOMBRANTI FONTICINE VIA NAZIONALE A FRONTE DI VIA DELL’ARIENTO

L

a monumentale edicola robbiana in terracotta invetriata policroma, del leggiadro ed ornato tabernacolo che si slancia sopra una vasca nella quale gettano acqua sette piccole “fontanelle”, fu voluta dalla Potenza Festeggiante del Reame di Biliemme, la quale aveva sede al vicino Canto alla Cella di Ciardo, cioè fra via Sant’Antonino e via dell’Ariento. Tale organizzazione popolare faceva parte delle rionali “Potenze Festeggianti” in quanto, istituzionalmente, queste associazioni avevano il compito di organizzare, specialmente nei loro rispettivi rioni, spettacoli, gare, giochi di bandiera, sassaiole ed ogni altro tipo di festa, per cui erano dette, appunto, “festeggianti”. A questi divertimenti, che si definirono “l’armeggiar delle Potenze”, partecipava attivamente soltanto il popolo minuto, mentre le classi borghesi e nobili si limitavano a contribuire finanziariamente, rimanendo sempre dalla parte degli spettatori. Le Potenze, popolari, allegre, vivaci, irrequiete e tumultuose, oltre a cimentarsi nel gioco delle bandiere, combattere con armi finte, fare a “sassi”, organizzare cene e banchetti, si prodigavano anche in opere di beneficenza e di religione andando “ad offerta” in certi santuari come quello della Madonna del Sasso (Santa Brigida) dove, per devozione o penitenza, le festose combriccole arrivavano a piedi, a cavallo o su muli. Le compagnie si occuparono in qualche modo anche di arte; come, ad esempio, quella appunto del “Regno di Biliemme” che, come già detto, fece fare nel 1522 alla bottega dei Della Robbia questo bellissimo tabernacolo a fontana, dalla base in pietra serena, con vasca di marmo sostenuta da tre mensole inginocchiate a zampe di leone. Nel grande bacile rettangolare versano continuamente acqua sette cannelline che fuoriescono dalla bocca di altrettante

teste di cherubini, pure marmoree, che hanno dato proprio per questo il nome “delle fonticine” al più grande e famoso dei tabernacoli fiorentini, da considerarsi pure una fontana a tutti gli effetti, ora, purtroppo, malridotto dalle ingiurie del tempo e degli uomini. Ma quando fu costruito il tabernacolo era perfettamente così come oggi lo vediamo? Proprio no. Infatti, da documenti dell’Archivio Storico del Comune di Firenze (ASCFi 268, c.488), abbiamo appreso che quando fu eretta, l’artistica costruzione non si trovava come ora addossata alla parete retrostante, ma la sua struttura avanzava verso il centro strada, ed era affiancata da due “fonticine” ai lati, in ognuna delle quali gettavano acqua nei rispettivi bacili quattro cannelline fuoriuscenti da altrettante faccine di cherubini. Nell’anno 1849, a seguito di numerose istanze di “proprietari e abitanti delle contrade adiacenti a Via Tedesca (dal 1870 via Nazionale per l’af-

fermazione d’italianità in contrapposizione al precedente nome di “via Tedesca”) che lamentano inondazioni delle stanze terrene delle loro case quando un’affluenza istantanea di acque di pioggia si dirige alla fogna sotto il Tabernacolo detto dell’Assunta” e che attribuiscono l’inconveniente principalmente “all’abboccatura di quel canale sotterraneo ed all’imperfezione del meccanismo della valvola di legno, per cui i reclamanti suggeriscono di provvedere ai danni con togliere gran parte del Tabernacolo e trasportarne la facciata sul muro a tergo del medesimo, raggiungendo così il doppio oggetto di allargare la strada, e meglio sistemare lo smaltimento delle acque pluviali”, segue una perizia tecnica dell’ingegnere Flaminio Chiesi del Circondario, che suggerisce gli interventi del caso, riassumendoli nell’arretramento del tabernacolo definito addirittura “dannoso ingombro”, “spingendolo verso il fabbricato”, cioè sul muro della facciata dell’immobile retrostante pur “senza privare il pubblico di quell’antico Santuario”, nell’eliminazione delle due deliziose fontanelle laterali e nell’inclinazione del lastrico stradale con pendenza favorevole verso la fogna delle acque piovane e di quelle di scarico della vasca del tabernacolo. Per la difficoltà del momento delle casse comunali a poter far fronte alle spese occorrenti valutate in £ 1.694,52 venivano assegnati i lavori a due accollatari, “i quali s’incaricano di eseguire subito i lavori relativi alla trasposizione del Tabernacolo, stando alla perizia Chiesi, ed obbligandosi a ricevere il pagamento nella prima metà del prossimo anno 1850”. Così, dopo oltre tre secoli di “dannoso ingombro” il tabernacolo dell’Assunta fu smontato, arretrato e privato delle due fonticine laterali, le quali furono tagliate e riposizionate alla base del tabernacolo. Per tale intervento fu necessaria anche la costruzione della parte centrale della vasca con la soprastante cannellina ed un terzo piede d’appoggio. La nuova vasca formata da tre pezzi, con sette fontanelle, fu posta frontalmente sotto la grande edicola con la terracotta invetriata policroma dei Della Robbia alla cui base, fra altre iscrizioni, si legge: QUESTO DEVOTO TABERNACOLO ANO FATTO FARE GLI OMINI DEL REAME DI BELIEME POSTO IN VIA SANCTA CHATERINA MDXXII. Da notare che prima del 1870 quel tratto di via Nazionale compreso fra via Guelfa e via dell’Ariento si chiamava via Santa Caterina. Adesso il tabernacolo delle Fonticine è in stato di assoluto abbandono: tubi metallici impediscono la caduta di frammenti della volta ma anche la veduta dell’artistico bassorilievo; strati di borraccina rendono il marmo del bacile irriconoscibile e l’acqua delle fontanelle malamente fuoriesce dalle cannelline. Spettacolo di bruttura e di vergogna che dovrebbe essere, invece, argomento di bellezza, decoro e testimonianza dell’arte e della fede fiorentina.

Il Pungiglione

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI  Web artusi.net

il piccolo calciatore che c’è in ogni uomo

D

a settembre la domenica e il giovedì, per un uomo, tornano ad avere un significato vitale: in quei giorni gioca la Fiorentina! Il calcio ha qualcosa di ancestrale: un neonato che appena cammina vede una palla, cosa fa? Le tira un calcio. Dove l’ha imparato? L’ha visto alla Domenica sportiva? No, quello è l’istinto del piccolo calciatore che è dentro ogni uomo. Qual è la prima cosa che fa un bambino nella pancia della mamma? Tira i calcetti! La mamma si emoziona, pensa che sia una cosa romantica, invece il bimbo tira i calci come promemoria: “Bella, tra tre anni addio zumba, il mercoledì mi porti agli allenamenti!”. L’istinto del calcio non lo puoi fermare. Un mio amico mi ha fatto vedere le foto con sua moglie. In una si vede lei che sorride e lui che gioca a calcio. In un’altra sono al mare: lei prende il sole, lui gioca ancora a calcio. Nell’ultima lei lancia il bouquet il giorno del matrimonio, lui gioca a calcio. Dopo tre anni di matrimonio lei si è fatta tatuare sull’inguine una frase d’amore: “Te lo buco codesto pallone!”. Nel calcio ognuno di noi si sente un grande allenatore, e perciò in dovere di criticare il mister di turno: “Togli Cassano, lo vedi, è stanco. Stringi al centro, scatta su quella fascia. Salta la panchina!”. Che stress se gli allenatori facessero la stessa cosa con noi. Ad esempio a un meccanico direbbero: “Cambia la marmitta, lo vedi che è rotta! Stringi il bullone, scatta su quella frizione! Mi sa che l’officina te la comprano i cinesi...”. ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista

 Web

andreamuzzi.it


Lettere

Ottobre 2014 | 23

Editoriale dalla prima

Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it “LE SERATE CHIUSI IN CASA IN PIAZZA ANNIGONI”

Gentile Redazione, ho letto in Reporter di luglio la lettera di “Un gruppo di abitanti” del Quartiere 1/Largo Annigoni, e sono rimasta sbalordita: quanto meno chi vi ha scritto non abita “sulla” piazza, ma al più nelle vicinanze. Io, come altri, ci abito davvero “sulla” piazza, e posso confermare, sì, che il problema del parcheggio selvaggio si è risolto solo con la re-introduzione dei ‘panettoni’, dopo che i primi paletti erano stati tranquillamente divelti. Ma che qualcuno possa ancora affermare di desiderare teatri e spettacoli in questa piazza mi stupisce proprio: se abita “sulla” piazza dovrebbe avere ben chiare le serate passate sbarrati in casa per cercare di sentire il meno possibile le prove a tutto volume di concerti e balletti, all’ora di cena, quando si avrebbe piacere di parlare invece di cercare di non sentire! Per non parlare del dopocena e della notte... Non si può imporre una tale servitù a chi risiede qui, che in più dal lato opposto rispetto alla piazza sopporta l’andirivieni continuo della cosiddetta movida. Spero che non si voglia sostenere che la piazza non vive: sono fioriti locali, fino all’una di notte e oltre hanno ospiti. Purtroppo spesso alle quattro di notte c’è chi gioca a frisbee o a pallone. Gli spettacoli si possono fare dove è possibile, non si devono imporre a chi in centro ci vive davvero: pensare di mantenere un orario di chiusura alle 23,15 è una pia illusione, ed in ogni caso anche un orario così sarebbe una imposizione, lesiva della libertà dei residenti, che dovrebbero adattarsi e tacere. Firenze è piena di piazze, nessuna si merita di essere sacrificata e non se lo meritano gli abitanti. Lettera firmata

LO STATO DEI GIARDINI DI VIA NOVELLI

Gentile redazione, sono un appassionato lettore del vostro giornale ed abitante del quartiere. Ho notato che da troppo tempo ormai, i “Giardini della Montagnola” che fiancheggiano via Novelli, si trovano in uno stato di quasi totale abbandono. Dove una volta c’era l’erba, adesso c’è solamente arida terra, la manutenzione lascia a desiderare e c’è sporcizia ovunque. I giardini, se opportunamente curati, sarebbero veramente belli a vedersi e non offrirebbero lo squallido spettacolo attuale dovuto all’incuria in cui si trovano da ormai troppo tempo. Spero che chi preposto

LE BICICLETTE NELLE AREE PEDONALI

alla manutenzione dei giardini, si adoperi al più presto in modo da restituire agli abitanti del quartiere un parco decente e godibile. Sarebbe bello poter rivedere nuovamente, dove adesso c’è la sola arida terra, i verdi prati di una volta! Claudio N.

“QUELLO CHE NON VA A RIFREDI”

Egregio Direttore Matteo Francini, vorrei farle presente il degrado di Rifredi. Elenco alcune cose negative della zona di via delle Panche, via Michelazzi, via Locchi: i giardini pubblici (via Morandi e piazza dei cavalieri di Vittorio Veneto) sono “campi incolti”, i marciapiedi dissestati e pieni di erbacce e le strade sporche. Per non parlare del giardino davanti alla scuola materna ed elementare Don Minzoni. Le strisce pedonali sono ormai sbiadite da anni, quasi inesistenti. Pur essendo una zona ospedaliera e trafficata da molte ambulanze, le strade sono piene di buche enormi, molto pericolose per tutti i veicoli, motorini in particolare. Spero che tutto ciò venga preso in considerazione da chi di dovere. Ringrazio la possibilità di esprimersi tramite il vostro giornale di quartiere, una buona iniziativa. Una fiorentina da generazioni che ormai abita nel “Bronx”

“ELEMOSINA E CAPANNELLI TRA VIA MARITI E VIA PONTE DI MEZZO”

Egregio direttore, nel numero di “Il Reporter” di luglio u.s. leggo un focus sulla riqualificazione del Q5 ed in particolare leggo “Altra sfida è la creazione di una società attenta ai nuovi temi sociali, multietnica e multiculturale, che sappia coniugare legalità ed accoglienza per quanto riguarda l’immigrazione e garantisca i diritti di tutta la cittadinanza”. In questo contesto eccomi a segnalare, stavolta anche sul Suo giornale, lo stazionamento ormai da molti mesi e in numero crescente di persone all’incrocio tra via Ponte di Mezzo e via Giovan Filippo Mariti, che, come abbiamo già avuto modo di comunicare al corpo di Polizia Municipale, non si limitano a chiedere l’elemosina agli auto-

Dovrebbe essere un momento di rilassamento quello di muoversi a piedi, almeno nelle zone pedonalizzate, per gli abitanti del centro e per i turisti, che hanno tutto l’interesse e il diritto di ammirare i nostri monumenti con il naso all’insù. Ma così non è: biciclette sbucano da ogni dove, senza rispettare sensi di marcia, e meno di tutto i pedoni, con grave pericolo e tensione in particolare per quelle categorie più deboli di cittadini, come gli anziani, i fanciulli, i portatori di handicap, che potrebbero trovar solo in quelle aree il modo di muoversi liberamente ed effettuare le attività indispensabili della vita quotidiana, come la spesa giornaliera; situazione sgradevole comunque per tutti i pedoni, che devono star sempre sul chi vive, al punto che si arriva talvolta all’assurdo di preferire di passare dalle aree non pedonalizzate, perché almeno lì ci si può, seppur fino a un certo punto, fidare che i veicoli osservino le regole più elementari. Nella zona di Sant’Ambrogio ad esempio il caos della circolazione è il più totale, con grossi rischi anche per l’eccessiva velocità dei ciclisti, che sembra ignorino l’esistenza del freno anche in situazioni di emergenza, quali l’attraversamento del pedone perfino sulle strisce pedonali. I vigili non si vedono e, se ci sono, evidentemente non si accorgono di nulla. E’ vero che le biciclette

mobilisti, ma si organizzano in capannelli, spesso di ubriachi; bivaccano, anche di notte, sia sul marciapiedi davanti all’ex-cinema Manzoni (altro contenitore vuoto adiacente al Panificio Militare) che nell’aiuola spartitraffico di via Mariti, utilizzando materassi, cuscini, cartoni; usano come orinatoio qualsiasi spazio disponibile tra i cassonetti, gli alberi, le auto in sosta. Questa situazione è stata segnalata più volte da noi residenti alla Polizia Municipale: non sappiamo se gli interventi siano avvenuti, certo è che i fatti (aumento del problema invece che soluzione) ne dimostrano l’inefficacia. Mi auguro che il nuovo Consiglio di quartiere prenda in considerazione questo problema e intervenga affinché, come detto in apertura, tutta la cittadinanza, residenti ed immigrati, veda garantiti i propri diritti di civile convivenza. Ringraziando dell’attenzione e confidando in un riscontro, Paola ed altri

“UNA SOLUZIONE PER VIA FORTINI”

A seguito dell’articolo apparso su Reporter, circa i problemi di via Fortini, da abitante della zona propongo la seguente soluzione, veloce, semplice ed economica: 1) Riparare il marciapiede di via Fortini dove già esiste, che è impraticabile e costringe i pedoni a scendere dallo stesso, camminando pericolosamente sulla strada. 2) Mettere in via S. Margherita a Montici, prima dell’incrocio con via Fortini ed anche in via Fortini prima della scuola, fino alla piazzetta di Ricorboli, dei dossi rallentatori o cunette artificiali che costringerebbero le auto e le moto ad andare più piano rispettando il limite di velocità indicato in km 30. Semplice e pratico! Inoltre è necessario che in via del Larione sia ripristinata la segnaletica orizzontale ormai sparita all’incrocio con via Fortini in modo da creare due direzioni di marcia verso sinistra e verso destra. Poi deve essere ricollocato il cartello che c’era applicato ad un palo, lato vivaio che indicava le due direzioni di marcia, ma montato in modo che i camion con i cassoni chiusi non lo colpiscano spostandolo o facendolo cadere. Questa lettera la invio anche al sig. Alfredo Esposito, nuovo presidente del Quartiere 3, con consegna a mano. Porgo distinti saluti. Fausto P.

non inquinano, e dunque vanno incoraggiate, ma c’è un limite a tutto. Civiltà e buona educazione sono valori ormai obsoleti, d’accordo, ma sarebbe proprio troppo chiedere che il Comune almeno volesse apporre dei cartelli all’inizio delle zone pedonalizzate con invito ai ciclisti a rispettare i pedoni cui le aree sono riservate? Eugenio S.

IL REPORTER RISPONDE Caro signor Eugenio, pubblichiamo la sua lettera nel mese in cui, sul nostro giornale, focalizziamo l’attenzione sulle zone pedonali di Firenze, prendendo spunto dal quinto “compleanno” della pedonalizzazione di piazza Duomo. Che le aree vietate alle auto in città siano sempre state (nel bene e nel male) al centro dell’attenzione dal momento della loro istituzione è fuor di dubbio, e in questi anni gli elementi di discussione non sono certo mancati. Discussioni in primis legate ai cambiamenti scaturiti dalla chiusura di “pezzi” di città, più o meno grandi, ai veicoli a motore, a cominciare dalle novità per la viabilità e il trasporto pubblico. Il tema che lei pone riguarda invece più da vicino

Era il 25 ottobre 2009 quando autobus e auto cominciarono a girare alla larga dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore, tra tanti applausi e altrettanti dubbi. Oggi, cinque anni dopo, è tempo di tracciare un bilancio, ma non solo: perché da allora di pedonalizzazioni ne sono seguite altre, altre ancora sono rimaste sulla carta mentre non mancano i progetti in cantiere. Ecco, quindi, un “riassunto” di quello che è successo (e che succederà) nella città del giglio. Ma non di sole pedonalizzazioni ci occupiamo questo mese. Perché se l’autunno è ormai iniziato, è ancora difficile dimenticare l’ultima estate e le tante, troppe piogge che l’hanno caratterizzata. A cui devono essere aggiunti gli eventi estremi, come la violenta grandinata che ha “imbiancato” Firenze lo scorso 19 settembre. Insomma, che cosa sta succedendo al meteo? Dato che rispondere a questa domanda è sempre più difficile, abbiamo chiesto lumi a due esperti del settore, un meteorologo e un responsabile della protezione civile, anche per capire se Firenze sia pronta o meno a “resistere” al clima che cambia. Ed ecco che cosa ci hanno detto. Abbassando lo sguardo dal cielo alla terra, dopo lo speciale pubblicato a settembre sui cantieri della tramvia questo mese facciamo un primo, parziale punto su come stanno andando i lavori, anche e soprattutto dal punto di vista del traffico: se nei primi giorni la temuta paralisi di alcune delle zone nevralgiche per la viabilità cittadina non si è verificata, non c’è comunque da abbassare la guardia, perché altri importanti interventi sono alle porte. Rinnovato, dunque, l’appello a lasciare l’auto a casa il più possibile. E infine, spazio sul nostro giornale anche a una breve guida al commercio “alternativo”. Perché ogni mese è buono per risparmiare qualcosa. MATTEO FRANCINI

“l’interno” stesso delle aree pedonali: è chiaro che (almeno) in quelle zone i cittadini debbano sentirsi liberi di muoversi nella più totale sicurezza, con la possibilità – per una volta – di guardare anche in alto (soprattutto se così facendo si possono ammirare meraviglie del calibro della cupola del Brunelleschi o del campanile di Giotto) e non soltanto a destra e sinistra per non rischiare di essere investiti. Ed è quindi assolutamente legittimo, almeno nelle aree pedonali, allentare un poco quella “attenzione urbana” necessaria invece in tutte le altre zone della città. Nella sua lettera lei sottolinea il comportamento scorretto dei ciclisti in queste aree e i pericoli che ne derivano: senza dimenticare il fatto che – seppur gli esempi negativi non manchino, e non è difficile accorgersene – non tutti i ciclisti si comportano allo stesso modo e che, anche in questo caso, non si debba generalizzare, ben vengano i cartelli per “ricordare” a tutti quelle che sono le regole da seguire. Ma ciò che soprattutto serve – non ci stancheremo mai di ripeterlo – sono, per riprendere le sue parole, “civiltà e buona educazione”, a cui deve essere aggiunto il rispetto degli uni verso gli altri. Così facendo, molti problemi (e pericoli) sparirebbero. Con qualunque mezzo ci si sposti. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it


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