Il Reporter Q3 - Ottobre 2014

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www.ilreporter.it  il giornale del tuo quartiere

dott.

Gianluca Marini MEDICO CHIRURGO

In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.43 del 1 ottobre 2014.. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A.

Ottobre 2014

Anno VIII Ed. 43

Firenze Quartiere 3

Gavinana Galluzzo Firenze Sud

Distribuito da

Studio: via Spinello Aretino, 18 50134 Firenze Tel. 055 71.69.52 studio.gmarini@libero.it

Formula Direct simply

 Via Senese

✎ Editoriale

supermercato, l’apertura al galluzzo

Dal Duomo in poi, il lustro che ha cambiato Firenze Matteo Francini

Q

uesto mese tutti a piedi. Potrebbe essere questo il “titolo” del nostro giornale, dato che sul numero di ottobre abbiamo deciso di concentrarci sulle pedonalizzazioni fiorentine. Perché? È presto detto. Sono passati esattamente cinque anni del giorno dell’entrata in vigore del divieto di transito per i mezzi a motore in piazza Duomo e dintorni, la “madre” di tutte le pedonalizzazioni in riva all’Arno.

L’Esselunga diventa realtà da novembre. Commercio e traffico, cosa cambia nella zona ☛ pagina 3

 Fiorentina

vincenzo guerini a tutto campo

L’

incidente che ha messo fine a una promettente carriera da calciatore, i trent’anni in panchina e adesso la nuova vita da “club manager”: Vincenzo Guerini si racconta a Il Reporter.

☛ pagina 20

Musica, whiskey e tartan: se la Scozia è in riva all’Arno ☛ pagina 18

☛ segue a pagina 23

a spasso nella città “proibita” alle auto Binagli - Camaiora - Wiedenstritt

I

n principio fu piazza Duomo. Sono passate da poco le 10 di mattina del 25 ottobre 2009 quando la cattedrale e il campanile di Giotto dicono addio a bus e auto. Da quel momento le pedonalizzazioni si susseguono. A ruota, sono piazza Pitti, Por Santa Maria e via Tornabuoni a vietare l’accesso alle macchine, per un totale di dodici ettari “auto free” in città. E non è finita qua: sbarrare ai veicoli piazza del Carmine è una delle idee del sindaco Nardella. Infine c’è Campo di Marte, dove potrebbe nascere un’isola green.

strade e marciapiedi alla prova “erbaccia” Tra i disagi più sentiti dai residenti del Q3 c’è quello dello “stato di salute” delle vie.

☛ segue a pagina 4

meteo, cosa succede? la parola agli esperti Bombe d’acqua, estati piovose e inverni che non sembrano inverni: il punto della situazione.

☛ segue aLLe pagine 8-9

la “nuova” biblioteca spegne una candelina ☛ pagina 7

☛ pagina 15

a caccia di risparmio, tra mercati e riciclo ☛ pagine 10-11

La famiglia italiana della frutta


Quartiere 3

#Primo piano

2 | Ottobre 2014

Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

 Viabilità

bypass del galluzzo, continua l’attesa per la conclusione della “bretella” Lisa Baracchi

 Il progetto

M

l’opera che manderà in pensione il “bailey”

L’

arteria stradale di 3,5 chilometri è stata pensata per collegare via Senese, con il bivio per le Bagnese, al casello dell’autostrada A1, mandando in pensione il vecchio ponte Bailey. Il primo passo è stato compiuto il 10 novembre 2007, quando si festeggiavano con buffet e brindisi le escavatrici che avevano abbattuto l’ultimo diaframma della galleria delle Romite. Poco dopo, però, l’opera è entrata in un altro tunnel, quello delle attese. Altra inaugurazione, poi, nel marzo scorso (nella foto): da allora le auto possono attraversare il tratto di 263 metri della galleria le Romite. L.B.

entre il nuovo supermercato Esselunga è ormai in dirittura d’arrivo (vedi articolo alla pagina a fianco), chissà quando si potrà dire lo stesso per il bypass del Galluzzo. Il problema del traffico tra il casello di Firenze Impruneta della A1 e Scandicci dovrebbe essere risolto dalla bretella, lunga tre chilometri e mezzo, pensata per creare un percorso alternativo per le auto e i camion diretti verso l’autostrada o da lì provenienti. I cantieri sono iniziati nel 2005, tutto doveva essere pronto nel 2007, ma ad oggi il cantiere è fermo. Fanno eccezione quei 263 metri aperti nel marzo scorso che servono a evitare il saliscendi dell’ultimo tratto di via delle Bagnese. I lavori del bypass del Galluzzo sono una delle opere compensative del maxicantiere della terza corsia: Autostrade è responsabile del progetto, che si è trovato a scontrarsi con lungaggini di vario tipo, dalla burocrazia che ruota intorno allo smaltimento delle terre di scavo a vicende giudiziarie. Oggi, sette anni dopo il previsto taglio del nastro, oltre la galleria delle Romite (ovvero i 263 metri che sono stati aperti a marzo) c’è un mondo sconosciuto alle auto. C’è un cancello arrugginito con

il cartello di divieto d’accesso nella zona della trattoria da Bibe e poi quasi un chilometro di strada sterrata e polverosa. E poi, sorpresa, c’è un’altra galleria, quella di Poggio Secco, lunga altri trecento metri, altro punto essenziale per proseguire spediti verso il casello autostradale. La galleria ad oggi non sbuca da nessuna parte. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha incontrato pochi mesi fa l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, ed è uscito da quella riunione con una rassicurazione, anche se piccola: a metà settembre era prevista la ripartenza delle procedure per rimettere in moto le ruspe e i lavori. A condizione che da Anas fossero arrivate le autorizzazioni necessarie e dal ministero dell’Ambiente le indicazioni per lo smaltimento delle terre di scavo. L’attesa per la conclusione dell’opera, insomma, continua. Nel frattempo, Autostrade deve sistemare la rotonda in via Senese proprio in vista della prossima apertura del supermercato, il nuovo “attrattore di traffico” del Galluzzo.

La galleria delle Romite è stata aperta lo scorso marzo: ora i cittadini attendono la fine dell’opera

Tre chilometri e mezzo per creare un percorso alternativo per l’autostrada. A marzo inaugurata la galleria delle Romite

 San Felice a Ema

la cappella torna agibile

F

orse non molti conoscono la cappella della Compagnia, a fianco della chiesa di San Felice a Ema. Eppure le loro storie, negli ultimi cinque secoli, si fondono. Ma per oltre vent’anni la cappella è stata inaccessibile al pubblico, per motivi di sicurezza della struttura. Nel 1983, infatti, venne chiusa per il crollo del controsoffitto, a causa delle infiltrazioni dal tetto. Da allora la cappella è stata inagibile per tutte le sue attività. Giusto un anno fa, invece, dopo gli sforzi economici della parrocchia di San Felice a Ema insieme all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, sono partiti i lavori per renderla nuovamente visitabile. E mentre la sua inaugurazione si avvicina, siamo andati a “sbirciare” dentro la cappella con don Floriano, per qualche piccola anticipazione su questo (ancora per poco) sconosciuto gioiellino galluzzino. “La cappella, che risale al 1489 – fa sapere il parroco – fino agli anni Sessanta veniva usata principalmente per la preghiera di suffragio per i defunti. Ma ci venivano celebrati pure i matrimoni, e a proposito abbiamo alcune testimonianze fotografiche di quel periodo. Quando sarà agibile, l’edificio continuerà a essere un luogo di culto, ma sarà utilizzato come spazio per le attività pastorali e gli incontri di catechesi. La bellezza di questo luogo è racchiusa nell’imponente altare e nei numerosi affreschi che si sono ben conservati, come quello raffigurante il transito di San Giuseppe. Purtroppo – conclude don Floriano – attualmente non è stato possibile recuperare le pitture rovinate a causa degli ingenti costi che ciò comporterebbe. Vedremo in futuro”. V.B.

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Quartiere 3

#Primo piano

Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

Ottobre 2014 | 3

 Chi arriva...

 Focus

esselunga, a novembre l’apertura in via senese

In molti si chiedono che cosa cambierà per il quartiere Niccolò Falchini

A

prirà a novembre il nuovo supermercato Esselunga del Galluzzo, dopo i lavori effettuati in via Senese, proprio accanto alla galleria “Le Romite” inaugurata il 19 marzo scorso. L’edificio, progettato dall’architetto Francesco Gurrieri, sarà lungo 75 metri, largo 78 e alto dal piano strada 2,5 metri. Si tratterà “soltanto” di un supermercato, senza galleria commerciale. I metri quadrati di vendita saranno 2.500, le casse trenta e i dipendenti 128. Sul tetto sorgerà un giardino accessibile a tutti gli utenti del supermercato, in accordo con il paesaggio circostante. Questi i numeri del punto vendita. Ma che cosa cambierà per il quartiere? A chiederselo sono in molti, soprattutto i residenti e i commerciati della zona. Sempre in via Senese è presente da anni un punto Coop, che dovrà dunque vedersela con il nuovo “vicino”. Facendo un sopralluogo nella zona, i pareri sono discordanti, ma per lo più positivi. Ad esempio il proprie-

tario di una pasticceria della zona si dichiara assolutamente favorevole: “Finalmente anche il Galluzzo avrà il suo centro commerciale, che senza dubbio richiamerà più persone di prima intorno a quest’area”, commenta. Altri, invece, come il signor Antonio, residente proprio in via Senese, si dicono preoccupati per quelle che potranno essere le conseguenze: “Sicuramente – spiega – sarà un danno per le piccole attività. Vuole che la panetteria, ad esempio, non ne risenta in modo negativo? Senza parlare dell’affluenza di traffico, che già adesso è un problema”. Intanto la società Esselunga si è fatta carico delle spese per la riqualificazione di piazza Acciaioli, meglio conosciuta dagli abitanti del posto come “piazza del Galluzzo”. Per quanto riguarda l’assetto stradale di via Senese, è prevista la costruzione di due rotonde per migliorare il presunto aumento dell’afflusso di traffico: una sarà collocata all’incrocio con il bypass delle Romite, l’altra più avanti, in direzione, appunto,

rotonde e parcheggi, il punto sul traffico

A I lavori per la costruzione del nuovo supermercato in via Senese: in tanti si domandano che cosa cambierà per la zona dopo la sua apertura

2500

metri quadrati di vendita

128

dipendenti

parte la costruzione di due nuove rotonde su via Senese, non è prevista nessuna risistemazione dell’impianto semaforico in corrispondenza del nuovo supermercato. Il traffico che, come affermano vari residenti, “già così bastava”, verrà distribuito lungo la galleria “Le Romite” verso via Senese, che tuttavia, secondo molti, non sembra capace di sostenere un’affluenza molto maggiore rispetto a quella attuale. Alcuni affermano che prima “si sarebbero dovuti fare la circonvallazione e il tunnel verso l’autostrada”. Per quanto riguarda la sosta delle auto, Esselunga conferma la realizzazione di un sistema di parcheggi interno per gli utenti.

 ...e chi c’era già

e intanto la pasticceria festeggia i 40 anni della piazza. “Ma perché l’apertura proprio in questa zona?”, si domandano in molti. C’è chi sostiene che sia il frutto di vecchi progetti e chi sottolinea invece la scelta di valorizzare un’area non più così marginale del quartiere. Sostenitore di questa seconda ipotesi è proprio Alfredo Esposito, presidente del Q3: “La costruzione del nuovo punto vendita non vuol essere certo una penalizzazione per i negozi già esistenti che, in realtà, si dichiarano per la maggior parte contenti, soprattutto per quanto riguarda l’afflusso di persone verso la zona del Galluzzo”, assicura.

S

embra ieri, e invece sono passati quarant’anni. Un compleanno importante per la pasticceria Anita del Galluzzo: inaugurata il 1° gennaio 1974, qua il tempo sembra essersi fermato, mentre tutto intorno il volto del commercio vive un momento di grandi cambiamenti. “Già dal ‘58 c’era una pasticceria”, raccontano i suoi fondatori Gioni e Anita. “Dopo che ho imparato il mestiere da Scudieri, ho rilevato il negozio, dandogli il nome di mia moglie”, continua Gioni. Se sarà stato il nome a portare fortuna o piuttosto la bravura dei due pasticceri, fatto sta che il bar pasticceria è uno dei più longevi del Galluzzo. Non male, di questi tempi. “Lavoriamo sempre in modo artigianale: solo materie prime di qualità, nonostante la crisi, questo è il segreto. Così i nostri dolci ci vengono richiesti addirittura da turisti che ci hanno scoperto per caso e che ogni tanto tornano apposta per comprarli. È questa la soddisfazione del nostro lavoro”, conclude Anita.

Gioni e Anita nella loro pasticceria insieme a due dei tre figli

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4 | Ottobre 2014

#Zoom

Quartiere 3

Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

 L’intervento

 La segnalazione

la kassel sotto “i ferri”, “erba incolta nuovo tetto per la scuola lungo le strade” Terminata la prima parte dei lavori, che saranno completati in estate Lisa Baracchi

L

a Kassel si prepara a diventare una delle nuove “scuole sicure”. Dal Ministero arrivano infatti oltre 400mila euro che saranno disponibili a partire da gennaio 2015 e che permetteranno, nella prossima estate, di completare il rifacimento della copertura dell’istituto. Intanto, però, anche Palazzo Vecchio ha investito sulla scuola più grande di Gavinana, alle prese negli ultimi anni con abbondanti infiltrazioni d’acqua piovana “che hanno compromesso il corretto svolgimento

delle attività didattiche”, spiegano dalla scuola. Una parte dei lavori per il rifacimento del tetto sono dunque già terminati: erano iniziati alla chiusura delle scuole, a giugno, e sono proseguiti durante l’estate, per permettere il regolare inizio delle lezioni. Il cantiere ha interessato l’ala dell’edificio occupata dalla scuola dell’infanzia, l’ala della scuola elementare in via Svizzera e la zona destinata agli uffici dell’istituto comprensivo. Via la vecchia impermeabilizzazione e via libera alla

Sono finiti prima dell’inizio dell’anno scolastico alcuni dei lavori per il rifacimento del tetto della scuola Kassel. E altri sono già in programma

 Web

icbotticelli.gov.it

copertura in lamiera grecata metallica (con lastre montate a schiena d’asino e con l’installazione di canali di gronda interni). Inoltre, per migliorare le condizioni della palestra, anch’essa interessata in passato dalle infiltrazioni d’acqua, è stato pensato un intervento di riparazione su tutto il perimetro della copertura dell’edificio che la ospita. L’intervento si completa con la sostituzione degli infissi in alluminio degli abbaini e l’imbiancatura della mensa della scuola dell’infanzia. Costo totale dell’operazione: 560mila euro, direttamente dalle casse comunali. La Kassel è una delle scuole su cui il Comune ha investito di più per i lavori estivi (la spesa totale degli interventi negli istituti cittadini è stata di circa tredici milioni di euro), “per garantire agli studenti una migliore qualità della vita negli ambienti scolastici: meno rumore, più colore”, sintetizza la vicesindaca e assessora all’educazione Cristina Giachi che, a fine agosto, ha fatto un sopralluogo nel cantiere di via Svizzera insieme al direttore dei servizi tecnici Michele Mazzoni. Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del Quartiere 3 Alfredo Esposito: “L’impegno dell’amministrazione comunale per le scuole fiorentine è forte – spiega – e quello che ha riguardato la Kassel è un importante lavoro di manutenzione che il quartiere aspettava. Possiamo dire con soddisfazione che i lavori del primo lotto sono terminati prima della ripresa delle lezioni. Il secondo lotto – conclude Esposito – interesserà la copertura dell’altra ala della scuola elementare (lato via

Niccolò Falchini

T

I cittadini segnalano la presenza di erba incolta a bordo strada nella zona di via Fortini

ra i disagi maggiormente sentiti dai residenti del quartiere 3 c’è quello dello “stato di salute” dei marciapiedi e delle strade. Non soltanto di quelle principali, che sembrano per lo più essere in buono stato, ma soprattutto di quelle meno battute. Nel numero de Il Reporter dello scorso febbraio ci eravamo occupati del problema riguardante l’area di piazza Francia, focalizzando l’attenzione sulla questione del dissesto dei marciapiedi. Questa volta le segnalazioni arrivano soprattutto dalla zona di via Benedetto Fortini, principalmente per quanto riguarda la presenza di erba incolta a bordo strada, oltre alla manutenzione, da alcuni pedoni ritenuta inadeguata, dei marciapiedi. Così, la domanda che in molti si pongono passeggiando è: “Ma chi dovrebbe occuparsene”? Il signor Gino, ad esempio, residente proprio in via Fortini, spiega: “Passo ogni giorno a piedi dalla strada e, per gran parte del tragitto, non c’è neanche un marciapiede. Là dove c’è, invece, è spesso impraticabile a causa delle erbacce”. E non è questa l’unica segnalazione che arriva dagli abitanti del quartiere. La signora Beatrice, residente in via del Larione, si chiede: “A chi possiamo segnalare questo problema? Da via di Rusciano fino alle Cinque Vie la strada è tutta dissestata: perché nessuno fa niente?”. Lo scorso luglio è stato effettuato un intervento di manutenzione straordinaria grazie a cui sono state tolte ortiche ed erbacce dal bordo strada nella zona delle Cinque Vie, ma nonostante le segnalazioni – sottolineano i residenti – niente si è mosso a Gavinana, né per quanto riguarda via Benedetto Fortini né nella zona di piazza Francia. “Per quanto ci riguarda, non ci sono giunte segnalazioni in questo senso – spiega il presidente del Quartiere 3 Alfredo Esposito – tuttavia teniamo conto della questione, anche se dobbiamo valutare se il disagio segnalato sia un problema prioritario o meno. Sicuramente faremo un sopralluogo nei prossimi mesi per capire meglio se la situazione richiede un intervento. Se l’esigenza dei cittadini è reale – conclude Esposito – non tarderemo a mettere a disposizione alcuni fondi”.


Ottobre 2014 | 5

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6 | Ottobre 2014

#Il quartiere in pillole

 Servizi

Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

 San Marcellino

in via tagliamento torna l’anagrafe

Riapre i battenti a metà mese: “È un risultato straordinario” Lisa Baracchi

T

orna l’anagrafe nel quartiere 3. Riapre il 15 ottobre l’ufficio per la registrazione dei “fatti della vita” (nascite, matrimoni, cambi di residenza) e per il rilascio dei certificati, alla sede del Quartiere, in via Tagliamento a Sorgane. Il servizio sarà aperto il mercoledì e il venerdì dalle 8.30 alle 13.30, su prenotazione telefonando al numero 055.055 di Linea Comune o direttamente al Q3 allo 055.2767739. Una notizia, questa, attesa da quando – nell’autunno del 2011 – il Comune aveva deciso di chiudere i punti anagrafici decentrati della città lasciando attivo solo quello del Parterre. La causa era da ricercare nei tagli al personale, il turnover bloccato, l’impossibilità di fare più di un certo numero di contratti. Cosa è cambiato ora? Con la città metropolitana, i

Quartiere 3

ristrutturazione per l’impianto sportivo

L

a piscina di San Marcellino ha un nuovo gestore. Ha riaperto i battenti dall’8 settembre (e continuerà senza sosta le sue attività per tutto l’anno), mentre sono in corso i lavori di ristrutturazione dell’impianto comunale, che nel giro di sei mesi avrà un nuovo e più confortevole aspetto interno. Prima vengono i lavori alla palestra, che deve adeguarsi alle nuove normative, poi il cantiere si sposta nella zona della piscina, frequentata da tanti abitanti di Gavinana ma anche da molti cittadini delle zone vicine (tanto più che Bagno a Ripoli non ha una sua piscina comunale). L’impianto verrà adeguato all’utilizzo da parte di atleti diversamente abili, oltre a beneficiare di interventi di revisione generale degli impianti di condizionamento e riscaldamento. Gli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche consistono soprattutto nella realizzazione di due nuovi spogliatoi accessibili ai disabili, nel primo “sottotribuna”, con una diversa distribuzione degli spazi. Il costo complessivo è di 400mila euro. “Continua l’attenzione per lo sport e la pratica sportiva nel quartiere 3 – spiega il presidente Alfredo Esposito – dopo il grande successo della festa della sport che si è tenuta al parco dell’Anconella e che ha visto la partecipazione di oltre quaranta associazioni del territorio e la presenza di migliaia di famiglie e bambini, sono partiti i lavori di un importante intervento di ristrutturazione dell’impianto sportivo polivalente di San Marcellino, che permetterà di rafforzare le attività sportive per i giovani del nostro quartiere”. L.B.

 Lanciato un appello

Quartieri acquistano una nuova funzione, come spiega Alfredo Esposito, presidente del Q3: “A Sorgane viene organizzato un front office, uno sportello per il cittadino, con l’Urp e l’anagrafe. Il luogo dove fornire informazioni, gestire le segnalazioni, consegnare atti e documenti, accompagnare e supportare i cittadini nelle procedure amministrative”. “È un risultato davvero straordi-

La sede del Quartiere 3 in via Tagliamento, a Sorgane

nario – continua Esposito – in pochi mesi dal nostro insediamento siamo riusciti a riportare sul territorio un servizio essenziale per i cittadini. Continueremo a lavorare insieme al sindaco e alla giunta affinché i servizi di prossimità siano sempre più accessibili e vicini ai cittadini”.

gli “angeli del bello” ripuliscono la certosa

G

li “Angeli del Bello” all’opera alla Certosa. È stata cancellata la vistosa scritta alta quattro metri che, a settembre, era stata vergata con una vernice gialla sulle mura di cinta dell’antico monastero. Sul posto sono entrati in azione una decina di “Angeli”, che in una giornata di lavoro, con addosso la tradizionale pettorina arancione e la t-shirt con la scritta “Innamorati di Firenze” , “armati” di bruschini, idropulitrice, cestello per “sparare” l’acqua in alto e tanto olio di gomito, hanno provveduto a rimuovere la scritta. “La scritta non c’è più grazie al prezioso operato dei volontari degli Angeli del Bello che vorrei ringraziare vivamente – ha detto l’assessore all’ambiente Alessia Bettini – le istituzioni sono state molto presenti: abbiamo fatto velocemente il sopralluogo e deciso come operare”. “La scritta sulle mura di cinta della Certosa è un atto di degrado e inciviltà forte – ha aggiunto Bettini – è un reato e come amministrazione saremo molto attenti perché queste mura sono un patrimonio di tutti e ognuno di noi deve mobilitarsi per evitare atti del genere”. Così, l’assessore ha lanciato un appello a tutti i fiorentini: “Qui purtroppo non ci sono telecamere di sorveglianza. Se qualcuno vede persone che sfregiano le mura o, più in generale, il patrimonio della città, si fermi, faccia un video, una foto e ce li mandi, perché questo è l’unico modo per evitare che succeda di nuovo un simile atto”.

 Lo sportello

mediazione sociale, riprende l’attività

R

iprende l’attività dello sportello di mediazione sociale, a cura dell’associazione Altro Diritto, nei locali del centro polivalente “Il Porto” in piazza Elia Dalla Costa 33. Si tratta di un servizio gratuito (attivo tutti i martedì dalle 14 alle 17) che si occupa dei conflitti che possono capitare nella vita quotidiana, per evitare che situazioni di tensione possano degenerare. La mediazione – viene spiegato – è una modalità stragiudiziale (ovvero senza l’attivazione di un iter giudiziario) di gestione dei conflitti, ed è finalizzata al raggiungimento di un accordo o di una soluzione soddisfacente e condivisa tra le parti, seguendo una procedura che dia a ciascuno la possibilità di esprimere il proprio punto di vista. Una risposta, insomma, per coloro che vogliono risolvere un conflitto in modo civile, senza costi e in tempi brevi. Così, lo sportello si occupa dei contrasti sorti fra privati cittadini, come ad esempio i conflitti condominiali e di vicinato, familiari, lavorativi e scolastici, impegnandosi a contattare le parti in causa in modo da fissare colloqui preliminari individuali durante i quali viene raccolto il consenso alla mediazione. Successivamente, se gli interessati sono disponibili, si fissa l’incontro di mediazione, nel corso del quale le persone in contrasto hanno la possibilità di confrontarsi per trovare una soluzione soddisfacente e condivisa.

 La competizione

sfida tra rioni, a colpi di bocce

S

i è tenuto sabato 20 settembre, al bocciodromo della polisportiva Affrico, il settimo “palio dei quartieri” di bocce, specialità raffa. Le squadre dei cinque rioni fiorentini, composte da quattro giocatori senior e da un under 18, si sono affrontate con incontri a staffetta di singolo, coppie e terne. Al termine di un pomeriggio di partite combattute ed equilibrate, la finale ha visto affrontarsi le rappresentative di Quartiere 4 (Isolotto-Legnaia) e Quartiere 1 (Centro storico). Esclusa dalla finalissima, un po’ a sorpresa, la rappresentativa del Quartiere 2 (Campo di Marte), più volte vincitrice negli ultimi anni e data come favorita anche in questa edizione. Dopo una combattutissima finale, è stata la compagine del Quartiere 1 ad aggiudicarsi l’edizione 2014 del “palio dei quartieri”. La “rivincita” il prossimo anno.


Quartiere 3

#Luoghi

Gavinana . Galluzzo . Firenze Sud

Ottobre 2014 | 7

 Animali

 Libri e dintorni

galluzzo, la biblioteca un anno dopo

Nell’ottobre 2013 il taglio del nastro della rinnovata struttura. Tante le iniziative portate avanti oggi Elisa Lami

O

ttobre riserva un compleanno particolarmente gradito agli abitanti del Galluzzo: la biblioteca spegne la candelina del suo primo “nuovo” anno di vita. La struttura, nata nel 2003 come semplice punto lettura, ha visto subito un’attiva partecipazione da parte dei cittadini, prima di essere sottoposta a un restyling che, nell’ottobre 2013, l’ha resa una vera e propria biblioteca. Il fucsia è il colore dominante degli interni, che assieme al legno scuro degli arredi crea un’atmosfera calda e accogliente per gli studenti in cerca di un posto silenzioso e confortevole dove dedicarsi ai libri e per gli adulti in cerca di letture sempre nuove, ma anche per i bambini nello spazio attrezzato ad hoc per loro, dotato anche di una zona per la lettura ad alta voce. E sono numerose le attività portate avanti, che hanno l’obiettivo di coinvolgere gli abitanti della zona (e non solo): dal gennaio scorso è attivo il gruppo

di lettura “Un mondo di donne”, protagonista dell’appuntamento mensile del martedì mattina, dedicato ad autrici al femminile. Per il progetto nazionale “Nati per leggere, leggimi un libro”, ogni due lunedì pomeriggio la bibliotecaria Maria Vittoria tiene let-

ture ad alta voce per un pubblico “baby” di età compresa fra 0 e 6 anni. Antonella Sarti, studiosa del periodo e delle memorie legate alla II guerra mondiale e alla Resistenza in Toscana, nonché professoressa di letteratura inglese, è la scrittrice scelta per il progetto

“La biblioteca adotta lo scrittore”. Il 4 e il 18 novembre, con la collaborazione della professoressa Valentina Scampati, i primi due incontri, in cui saranno trattati titoli e problematiche inerenti agli adolescenti. E lo sguardo della biblioteca si sofferma nuovamen-

te sull’infanzia con l’innovativo esperimento “Il nido in biblioteca”, un ciclo di incontri con gruppi di bambini degli asili nido di Galluzzo e dintorni, che – accompagnati dalle educatrici – muovono i loro “primi passi” nel mondo dei libri. Infine, il Galluzzo non manca di partecipare a “Le chiavi della città” con ben due progetti: “Da brutto anatroccolo a cigno. La biblioteca come strumento di crescita”, rivolto alle scuole medie, e “Libri facili / libri difficili” per la scuola dell’infanzia e le elementari. Una piccola biblioteca nata anche grazie alla volontà dei cittadini, oggi più che mai attiva e dinamica. E una “ricchezza” in più per il quartiere, dato che, citando lo scrittore inglese Neil Gaiman, “una città non è una città senza una biblioteca. Magari pretende di chiamarsi città lo stesso, ma se non ha una biblioteca sa bene di non poter ingannare nessuno”. E allora al Galluzzo possono partire i festeggiamenti.

una casetta per le anatre nel giardino dell’anconella

“N

on portate i bambini a dare da mangiare agli animali nella vasca dell’Anconella”. Un cartello lo vieta, ma anche volendo “trasgredire” non si potrebbe comunque farlo: per problemi di perdite, da mesi la vasca è orfana di acqua, tartarughe e pesci. Solo qualche anatra “resiste” ancora. Il Quartiere se ne è interessato, e il nastro della casetta delle anatre dovrebbe essere tagliato proprio in questo periodo. Sperando che, nel frattempo, non siano migrate verso lidi migliori. E.L.


8 | Ottobre 2014

#L’inchiesta

 Tutti a piedi/1

viaggio nella firenze vietata alle auto

Dalle zone “off limits” (come Pitti e Tornabuoni) a quelle in stand by (Santa Trinita) e in cantiere (stadio) Natalia Binagli

12 ettari

“auto free” in città

I

n principio fu piazza Duomo. Sono passate da poco le 10 di mattina del 25 ottobre 2009 quando la cattedrale e il campanile di Giotto dicono addio a bus e auto (vedi articolo alla pagina a fianco). Una catena – con cui l’allora sindaco Matteo Renzi chiude al traffico via Martelli – è lo spartiacque tra un passato fatto di smog e un futuro che comincia con un nuovo passo, quello dei pedoni. I disagi, all’inizio, con le linee dei bussini elettrici dell’Ataf da rodare, non mancano. Come del resto le proteste, con i disabili, i residenti e i commercianti

in prima linea. Ciò nonostante, da quel momento le pedonalizzazioni in città diventano come le ciliegie: una tira l’altra. A ruota, sono piazza Pitti, Por Santa Maria e via Tornabuoni a vietare l’accesso alle macchine. Accade in una data simbolica, il 24 giugno del 2011, nel giorno in cui si festeggia il patrono di San Giovanni. Di vera e propria “rivoluzione culturale” parla il sindaco che, un paio di anni dopo, il 3 giugno 2013, libera dalle auto anche piazza San Firenze, ai piedi dell’ex tribunale. Portando a dodici, in totale, gli ettari “auto free” presenti in città. Non tutte

le pedonalizzazioni, però, vengono col buco. In stand by, per non dire in archivio, finiscono quelle dell’Isolotto e di ponte Santa Trinita, rimandata – di rinvio in rinvio – a data da destinarsi. Terminata l’era Renzi, pedonalizzatore ancor prima che rottamatore, la voglia di dare un taglio al traffico a motore contagia anche la nuova giunta comunale. Sbarrare alle auto piazza del Carmine è fin da subito una delle idee del nuovo sindaco Dario Nardella. “Niente parcheggio sotterraneo – ribadisce più volte appena insediato – ma via le auto dalla piazza per restituirle dignità”. Un

progetto che, sulla carta, dovrebbe partire gradualmente questo autunno, ma che non soddisfa del tutto i residenti, che temono di perdere i duecento posti auto attuali. Altro luogo che finisce sotto la lente è piazzale Michelangelo. È ancora Renzi a proporre di eliminare il parcheggio a cielo aperto che sorge sotto il naso del David. C’è anche la data: la pedonalizzazione della terrazza dovrebbe scattare l’8 marzo 2014. Ma l’ascesa dell’ex sindaco a Palazzo Chigi manda all’aria i piani. Nardella accoglie l’idea timidamente. Prima rimanda il progetto, poi lo rilancia proponendo

di spostare al piazzale alcune bancarelle “sfrattate” da San Lorenzo, artigiani e artisti di strada, così da crearvi una Montmartre fiorentina. Infine c’è Campo di Marte, dove il sindaco immagina di creare un’isola green per le famiglie e lo sport che abbia come fulcro l’Artemio Franchi e viale Paoli chiuso al traffico, una volta “trasferita” la Fiorentina. Il capitolo pedonalizzazioni, insomma, continua.

 Cosa succede nel resto d’Europa

“car free”, in principio fu l’olanda

P

edonali o “car free”, l’essenziale è liberare piccole parti di città, non necessariamente centrali, da inquinamento e rumore. La pedonalizzazione in Italia ha compiuto trent’anni nel 2010 – pioniera nel settore è stata la capitale, con il divieto alle auto ai Fori Imperiali decretata dal sindaco Petroselli. Ma in Europa è stata l’Olanda, notoriamente il paese delle bici, a fare da apripista, con la chiusura al traffico, nel lontano 1953, del quartiere di Lijnbaan. E se fino a poco tempo fa si parlava principalmente di strade chiuse alle macchine, il Vecchio Continente si sta votando sempre più all’idea di liberare interi quartieri dal traffico automobilistico. Un primo passo in questo senso lo aveva fatto (tanto per cambiare) Amsterdam negli anni Novanta, con “Gwl Terrein”, sei ettari che ospitano mille persone che si muovono fra sentieri,

piste ciclabili e prati. Poi è stata la volta di Vienna, che alle seicento famiglie che abitano un’area car free a otto chilometri dal centro ha imposto di non possedere un’auto propria ma di servirsi esclusivamente dei mezzi pubblici. La scelta di non comprare l’auto, che oltre che ai polmoni fa bene anche al portafoglio, è condivisa dal 90 per cento degli abitanti di Slateford Green, a Edimburgo. Invece dei parcheggi ci sono giardini, e il clima – viene assicurato – è decisamente migliore. A Londra la zona car free ha un nome che è un mezzo acronimo: si chiama “BedZed”, vale a dire Beddington Zero Energy Development, e comprende tutti i servizi necessari, dal medico all’asilo al centro sportivo. Per esigenze di shopping la carta vincente è l’e-commerce, per gli spostamenti il car sharing, il car pooling e l’utilizzo di veicoli elettrici. E se in

Belgio la zona pedonale di riferimento è quella di Gand, in Svezia il nuovo quartiere residenziale di Augustenborg, vicino Malmo, ha puntato tutto su vie pedonali, piste ciclabili e mezzi pubblici. Ma è la Germania a mirare a battere il record dell’area pedonale più grande d’Europa. Vicino a Friburgo, dal 1998 i cittadini in prima persona, attraverso un’associazione ambientalista, stanno collaborando all’edificazione di una zona car free che, al momento, ospita oltre seimila persone e che conta di crescere anno dopo anno. A fronte di tante aree pedonali create ad hoc, ci sono poi esempi di zone naturalmente car free, come l’isola di Rodi, dove le strade sono, nella maggior parte dei casi, troppo strette e ripide per le macchine. Di necessità virtù. Serena Wiedenstritt

Non solo Firenze: anche nel resto d’Europa non mancano gli esempi di pedonalizzazioni


#L’inchiesta

Ottobre 2014 | 9

 Tutti a piedi/2

Cinque anni fa, il 25 ottobre 2009, il Duomo diventava pedonale: tanti i cambiamenti che ne sono seguiti, anche per il trasporto pubblico

i cinque anni del duomo pedonale

4milioni

Il 25 ottobre del 2009 scattava la chiusura al traffico della piazza

i mezzi in meno passati dal Duomo in cinque anni

Sara Camaiora

“Q

uel 25 ottobre ci è cambiata la vita”. Parola di Paolo, che con la moglie Daniela gestisce l’edicola di via Martelli da più di vent’anni. Il 25 ottobre a cui si riferisce è quello di cinque anni fa, del 2009, quando in un bagno di folla e telecamere alle 10 del mattino piazza Duomo diventò pedonale. Fu in quel momento che il simbolo di Firenze, un concentrato di arte e cultura, cessò di essere lo spartitraffico più elegante del mondo, come lo definì lo scrittore Alberto Arbasino. Non era certo da pochi giorni che si discuteva su se, come e quanto chiudere al traffico il luogo simbolo della culla del Rinascimento: si erano avanzate diverse ipotesi, si era tentato di creare un’isola pedonale intorno a piazza San Giovanni che lasciasse liberi gli accessi da alcune vie circostanti, si dibatteva se far passare da lì la futura tramvia. Poi l’annuncio dell’amministrazione Renzi, da poco insediata, e la pedonalizzazione “strong”. “Si respira meglio, si lavora meglio, si chiacchiera meglio: è stata una manna per tutti – assicurano oggi Paolo e Daniela – se l’avessero fatta qualche anno prima ci saremmo risparmiati altro traffico e smog”. E di traffico piazza Duomo ne ha risparmiato parecchio: basti pensare che

fino a quell’ormai storica domenica dell’ottobre 2009 erano ben diciannove le linee di trasporto pubblico che transitavano da qui, con circa 2.200 passaggi giornalieri e 75mila tonnellate di carichi complessivi. Facendo qualche conto si può dire che, a un lustro esatto dalla sua chiusura al traffico, piazza Duomo è stata liberata dal passaggio di oltre quattro milioni di mezzi. L’altro lato della medaglia è che la deviazione delle linee ha comportato un passaggio massiccio di autobus da piazza San Marco, tra i malumori di chi vive e lavora nella zona. Successivi, ma conseguenti alla pedonalizzazione del Duomo, sono stati poi i lavori di rifacimento di via Martelli, terminati nell’agosto 2012, che hanno consentito l’installazione di una nuova pavimentazione in pietraforte e di cassonetti interrati per la raccolta dei rifiuti. Un altro importante tassello della riqualificazione di questa parte del centro storico.

 Focus

e sui monumenti diminuiscono gli agenti inquinanti

L

a pedonalizzazione? Fa bene anche alle opere d’arte. E in una piazza dove si trovano gioielli come il campanile di Giotto, la cupola del Brunelleschi e il Battistero questo non è certamente un aspetto da sottovalutare. Anche se mancano dati specifici a riguardo, con (molti) meno mezzi in circolazione sono inevitabilmente calati anche gli agenti inquinanti sulle superfici delle opere. Lo sostengono, pur ammettendo che in soli cinque anni il deterioramento non è direttamente verificabile, anche i tecnici dell’Opera di Santa Maria del Fiore, l’istituzione che si occupa – da oltre sette secoli – di preservare e valorizzare il celeberrimo complesso monumentale e quindi anche di monitorare lo “stato di salute” delle opere. Grazie all’utilizzo di autogru, il personale dell’Opera riesce a verificare nel dettaglio, metro per metro, lo stato di conservazione delle facciate dei monumenti. Il controllo delle superfici marmoree permette l’individuazione dei degradi dovuti principalmente alle intemperie, e di programmare gli interventi di manutenzione e restauro. Gli ultimi monitoraggi in ordine di tempo si sono tenuti tra la fine di settembre e l’inizio di questo mese. Le otto facciate del Battistero presentano stati di conservazione diversi, sia per le caratteristiche dei materiali che per le differenti esposizioni agli agenti atmosferici. Lo sanno bene i tecnici impegnati, da marzo, nel restauro sia delle otto facciate esterne che della copertura dell’edificio. Lavori diretti e finanziati proprio dall’Opera, che hanno come obiettivo primario quello di eliminare gli strati di incrostazioni nere e i depositi di sostanze inquinanti, oltre che di consolidare e ridefinire gli elementi marmorei che, nel tempo, si sono degradati. Il termine dei lavori è previsto nell’estate del 2015. L’ultimo intervento generale di restauro del monumento ebbe luogo tra il 1938 e il 1944. Ma non solo: oltre al Battistero è prevista la pulitura e il restauro di tutte le facciate marmoree dei monumenti, per un totale di quarantamila metri quadrati di superficie.

Gru all’opera per il monitoraggio del Campanile di Giotto (courtesy Opera di Santa Maria del Fiore, foto di Leonardo Rossi)

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10 | Ottobre 2014

#Focus

 Come cambia il commercio/1

regala o ripara, la città che ricicla Boom dei negozi di seconda mano, mentre si moltiplicano le iniziative “vietate” al denaro Gianni Carpini

C

hi fa da sé, fa per tre: baratta, ripara e riusa. Complice la crisi, la mentalità dei fiorentini è cambiata. Shopping oculato e attenzione a ciò che è rimasto nell’armadio o nel cassetto. Dai gruppi per scambiarsi oggetti ai negozi dell’usato fino alle feste per ridare vita agli elettrodomestici rotti (ma ancora buoni), ecco il nostro viaggio nella Firenze che ricicla. E non stiamo parlando di rifiuti. L’USATO CHE AVANZA Sono cambiati anche i modi di dire. Ieri era “usato”, oggi è “vintage”: prima era per pochi appassionati, adesso è per tutti. Il negozio di seconda mano ha la sua rivincita: dai libri ai mobili fino all’abbigliamento, sempre più fiorentini scelgono di comprare qualcosa che fino a qualche tempo prima era di proprietà altrui. Lo testimonia il boom delle attività di compravendita di oggetti usati. Secondo i dati della Came-

ra di Commercio di Firenze, negli ultimi due anni le “boutique” di seconda mano sono aumentate in città e provincia del cinque per cento. Nel secondo trimestre 2014, le imprese dell’usato “made in Florence” sono arrivate a quota 164, mentre in tutta la tutta la Toscana sono 414. E Firenze è quinta in Italia per numero di negozi dell’usato. IN VENDITA? NO, REGALATO In un’epoca in cui tutto viene misurato con il denaro, c’è chi non vuole far cassa. In città si moltiplicano i mercatini “money free”: niente è in vendita, tutto è regalato, senza traccia di banconote. Una delle esperienze più popolari è a Coverciano: il mercatino dello scambio e del dono si svolge ogni due mesi grazie a una decina di volontari ed è ospitato nella palestra del Circolo Andreoni. Le persone portano ciò che vogliono regalare (vestiti, giochi per bimbi, libri, piccoli elettrodomestici e si-

mili): gli oggetti sono selezionati e collocati nel banco dei doni, a disposizione di chi ne ha bisogno. Nato nel 2010, attrae migliaia di persone. “È la dimostrazione che in questa società in cui tutto è monetizzabile è possibile fare un gesto gratuito, imparando a do-

nare e a ricevere”, spiega Elisabetta, una delle volontarie. E ciò che non trova un nuovo padrone va alle associazioni di volontariato. LA COMMUNITY CHE DONA TUTTO L’idea è la stessa del mercatino

del dono, ma la “bancarella” questa volta è virtuale. In molte città del mondo esistono community web dove si regala tutto e non si chiede niente in cambio. In tutto, quasi otto milioni di utenti “ricicloni”. Freecycle Firenze è un gruppo nato sul portale Yahoo a

cui è possibile iscriversi gratuitamente, dove mettere annunci per cercare qualcosa in particolare o spulciare tra le offerte altrui. Regola principale: tutto è regalato. Si va dai mobili ai piccoli elettrodomestici, ma ci sono anche donazioni più bizzarre: per esempio bancali di legno (c’è chi ne offre e chi li richiede per le più disparate funzioni) o collezioni di pacchetti di sigarette. Il ritiro è a carico di colui che riceve il “regalo”. “RESUSCITARE” LA TECNOLOGIA Se il pc fa i capricci o il phon non si accende come dovrebbe, questa è un’occasione per riparare elettrodomestici e “diavolerie” moderne che sembrano obsolete. Lo si può fare a costo zero, con le proprie mani e divertendosi, grazie ai consigli di alcuni tutor-volontari. I “restart party” arrivano a Firenze: sono eventi gratuiti organizzati da un gruppo informale di persone, promossi in collaborazione con l’associazione Libera Informatica. Il primo appuntamento cittadino, il 29 marzo, ha fatto riaccendere venti chili di oggetti tra computer, sveglie elettroniche e cellulari. Come funziona? Dopo l’arrivo con l’elettrodomestico da “salvare”, ci sono la registrazione sul cartellone secondo l’ordine di arrivo, due chiacchiere con i restarter (esperti e semplici appassionati) e via alla riparazione. Alla fine c’è la foto di rito davanti al cartellone “L’ho riparato io”. E, come in ogni festa che si rispetti, pure la merenda.


#Focus  Come cambia il commercio/2

Ottobre 2014 | 11

 Il trasloco

i mercati fiorentini alla “prova crisi”

Meno lavoro, clienti e capi firmati. Ma lo shopping tra i banchi continua a piacere: “Qua si risparmia” piazza dalmazia prepara le valigie: ambulanti in cerca di un nuovo spazio

Sara Camaiora

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Il mercato di piazza delle Cure: Il Reporter ha fatto un giro tra i banchi fiorentini per capire come vanno le cose

 I progetti

restyling per ciompi e cure

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no spostamento provvisorio in largo Annigoni per poi tornare in una piazza dei Ciompi risanata e riqualificata. È quello che dovrebbe avvenire a breve per il celebre mercatino delle Pulci, che dietro la Loggia del Pesce si trova da circa la metà del secolo scorso. Un restyling, quello della piazza, di cui si discute da tempo e che ora dovrebbe riuscire a concretizzarsi e partire entro la fine dell’anno. La durata prevista dei lavori è di 180 giorni a partire dall’effettivo inizio: l’intervento permetterà di sostituire l’attuale manto stradale dissestato con pietra serena, operazione a cui seguirà una pedonalizzazione della piazza. Allontanandosi dal centro, è un impegno di questa amministrazione anche la tanto attesa risistemazione di piazza delle Cure e del mercato che qui ha sede ogni mattina. Dall’edizione dei “100 luoghi” del 2011 era uscito un progetto che prevede novità per i banchi e per la viabilità, oltre alla creazione di nuovi parcheggi e spazi pedonali. Il progetto di rinascita della piazza è stato ora inserito nel piano degli investimenti: ai cittadini non resta così che attendere che prenda finalmente forma. S.C.

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isparmio, tradizione e tanta scelta, ma anche una crisi che si è fatta sentire e una “globalizzazione” della merce che ha avuto senza dubbio ripercussioni. È questo, e non solo, ciò che troviamo e “respiriamo” tra i tanti mercati di Firenze. Ma ognuno è diverso dall’altro, ha una sua storia e le sue peculiarità: facciamo, allora, un piccolo viaggio tra queste realtà. Dici mercato e a Firenze pensi a San Lorenzo, con i suoi banchi di pelle e tanti capi di abbigliamento. Un mercato che negli ultimi tempi ha cambiato volto, vuoi per lo spostamento di una sua parte dalla piazza, vuoi per la presenza di nuovi venditori. “Vorremmo che si insistesse sulla lotta all’abusivismo perché a volte circola un’immagine non esatta del mercato”, lamentano alcuni commercianti. Che poi ammettono che “con la crisi la clientela è diminuita”. Altra storia il mercato interno, quello alimentare, che al primo piano vede tremila metri quadri dedicati all’enogastronomia, sempre piuttosto affollati dopo il recente restyling. Il martedì mattina l’appuntamento fisso per molti è con il mercato delle Cascine: qua è possibile trovare sia prodotti alimentari che abbigliamento, ma anche utensili per la casa. Laura ha il suo banco del pane qui da qualche anno, e si dichiara soddisfatta: “È un buon mercato, c’è sempre gente”, anche se, aggiunge, nel tempo sono cambiate molte cose quanto alla merce proposta. “In passato si trovavano anche grandi firme, ora meno”, racconta. Nonostante questo, però, gli “aficionados” continuano a non mancare, come alcune studentesse che spiegano di venire sempre qua per acquistare “abiti e soprattutto scarpe. Spendiamo in ogni momento dell’anno quanto faremmo per i saldi”. Spingendosi ancora verso il centro, il mercato del Porcellino è una tappa obbligata per i turisti in visita: la loggia ha ospitato venditori ambulanti fin dal ‘500, prima di seta, poi di paglia e infine di pelle. “Non da molto ha avuto il riconoscimento di mercato storico, di movimento ce n’è e dobbiamo ringraziare il turismo – dice un commerciante – ma tra crisi e svalutazione generale il lavoro è sempre meno, io sono qui da tre generazioni ma sarò l’ultimo”. Tanti, poi, sono i mercati rionali: uno per tutti quello di piazza delle Cure, che si tiene ogni mattina dal lunedì al sabato. Qua si trovano banchi alimentari, ortofrutta – anche produttori diretti – macellaio, trippaio e non solo, oltre all’abbigliamento. “Veniamo spesso a fare la spesa, c’è un buon rapporto qualità-prezzo, anche se non invogliano gli spazi un po’ angusti”, raccontano alcune ragazze che abitano da queste parti. Fiorentinità e non solo, infine, al mercato di Sant’Ambrogio: tra i banchi troviamo sì molti residenti del quartiere, ma anche tanti studenti, soprattutto di Architettura – la facoltà è proprio davanti ai banchi – che qua possono pranzare con pochi euro.

l mercato di piazza Dalmazia dovrà traslocare. Non subito, dal momento che i cantieri della tramvia toccheranno la zona nell’agosto del prossimo anno. Quel che è certo è che fin da ora sono al vaglio dell’amministrazione diverse ipotesi sulla sua nuova collocazione, e sono in corso incontri con i commercianti. Le opzioni in campo sono varie: dall’area dell’ex Meccanotessile, che non imporrebbe modifiche alla viabilità né la rimozione di posti auto, a via Locchi; dallo slargo di via Santelli, abbastanza spazioso, a via Lombroso, ad alcune centinaia di metri dall’attuale collocazione ma che comporterebbe l’eliminazione di alcuni posti auto. E ancora, lo slargo di viale Corsica e gli ex Macelli nella stessa via, location considerate però poco appetibili dai commercianti, e infine la stessa piazza Dalmazia, sul lato di via Reginaldo Giuliani, scelta che determinerebbe la chiusura al traffico dell’area per la durata del mercato. Per il momento, invece, non è stata ritenuta idonea la proposta dei commercianti di mantenere il mercato in piazza spostandolo nel giardino, ma i tecnici del Comune stanno ancora valutando se possa essere fattibile trasferire lì almeno qualcuno degli esercenti. Ipotesi, queste, illustrate dall’assessore comunale alle attività produttive Giovanni Bettarini, che ha spiegato: “Non ci sfugge il ruolo strategico del mercato nella piazza e la sinergia che è nata con il commercio su area fissa. Per questo stiamo studiando giorno per giorno ogni ipotesi, perché venga scelta la migliore. Siamo consapevoli – conclude l’assessore – che si debba arrivare a una soluzione che incida il meno possibile sulla mobilità, considerando l’impatto dei lavori per le nuove linee tramviarie”. S.C.


12 | Ottobre 2014

#Salute

 La “rivoluzione”

Vecchia ricetta addio, arriva quella elettronica Una delle novità è l’attribuzione automatica della fascia di reddito Serena Wiedenstritt

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ddio vecchia ricetta. Da questo mese non usciremo più dall’ambulatorio del medico di famiglia con il classico foglietto rosso che rischiava di perdersi ancor prima di arrivare in farmacia e che, fino a qualche anno fa, conteneva indicazioni manoscritte a caratteri indecifrabili ai più. In Toscana, infatti, dal 1° ottobre la tradizionale ricetta è andata in pensione, per essere sostituita da quella elettronica. In una prima fase la rivoluzione riguarda soltanto le prescrizioni farmaceutiche, mentre restano cartacee le prescrizioni diagnostiche e specialistiche. Non solo, non saranno elettroniche nemmeno le ricette rilasciate durante le visite a domicilio, considerato che il medico non potrà avere a disposizione la connessione alla rete. Per gli amanti della carta, ad ogni modo, niente paura. Il medico rilascerà comunque al paziente un promemoria cartaceo utile per andare in farmacia a ritirare le medicine necessarie, corredato dalla fascia economica di appartenenza, quella che determina se si ha o meno diritto all’esenzione del ticket. Una delle principali novità connesse all’entrata in vigore della ricetta elettronica è proprio l’attribuzione automatica della fascia economica di riferimento,

che risulterà dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps, e che il medico si limiterà a riportare. Niente più autocertificazione da firmare sul bancone della farmacia, quindi. Al contrario, la stessa Regione Toscana consiglia di verificare appena possibile – sulla prima ricetta elettronica disponibile o sui totem che leggono la tessera sanitaria – che il codice indicato da Agenzia delle Entrate e Inps sia corretto. Ecco, a questo proposito, un breve vademecum: se la fascia economica di riferimento è superiore a 100mila euro è corretto che non appaia nessun codice, altrimenti gli scaglioni sono da 0 a 36mila euro, da 36mila a 70mila e da 70mila a 100mila euro. In caso di difformità o assenza non giustificata del codice, sarà possibile autocertificare il proprio reddito ai totem “Punto Sì” (quelli che permettono di stampare i referti di laboratorio delle analisi effettuate presso le strutture del sistema sanitario regionale) o rivolgendosi agli sportelli dell’azienda Usl di assistenza.

Dal 1° ottobre, in Toscana, la tradizionale ricetta è andata in pensione, per essere sostituita da quella elettronica

 Cordone ombelicale

la “banca” che salva le vite

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na banca speciale, che permette di salvare vite e far andare avanti la ricerca. È la “banca del cordone ombelicale”, che a Firenze esiste dal 1996 e che ha via via raccolto le preziose donazioni di migliaia di mamme che, al momento del parto, hanno pensato – oltre che al loro piccolo – anche ad altri bambini che potrebbero aver bisogno di cure specifiche. Il sangue cordonale, infatti, è una preziosa alternativa al midollo osseo. Usato soprattutto nei bambini, può curare malattie del sangue come le leucemie, i linfomi, alcune forme di talassemia, le malattie metaboliche e alcuni tipi di immunodeficienza. Donare è facilissimo: in pratica se ne occupano ostetriche appositamente formate, e il tutto consiste nel prelievo del sangue dal cordone nel momento immediatamente successivo alla sua recisione. Quello che viene richiesto alla mamma è la disponibilità per un colloquio approfondito da svolgersi dopo la trentaduesima settimana di gravidanza, necessario per valutare la storia clinica della donatrice, e la possibilità di svolgere alcuni esami del sangue circa sei mesi dopo il parto. In sede di colloquio la mamma firmerà un modulo di consenso, che dovrà portare con sé e consegnare alle ostetriche al momento del parto. I punti nascita dove è possibile donare a Firenze sono il nuovo ospedale di San Giovanni di Dio, meglio conosciuto come Torregalli, l’ospedale di Santa Maria Annunziata, vale a dire Ponte a Niccheri, oltre ovviamente a Careggi, sia alla maternità “classica” che presso la Margherita. E grazie alla sempre maggiore sensibilità delle donne in gravidanza, negli ultimi anni i dati parlano di un incremento delle donazioni a doppia cifra, reso possibile anche dall’efficienza delle strutture dedicate. Dal 2012, infatti, con l’impegno di molti operatori del settore, fra cui le aziende ospedaliero-universitarie di Careggi e Pisa, del Centro regionale sangue e dell’associazione Adisco (associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale), negli ospedali di Firenze e di tutta la Toscana è possibile donare il sangue da cordone ombelicale anche la domenica e tutti i giorni festivi. Per informazioni è possibile contattare il numero 055.7946399. S.W.

Dal 1996 a Firenze esiste la “banca del cordone ombelicale”, che nel tempo ha raccolto le donazioni di migliaia di mamme

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#Progetti

Ottobre 2014 | 13

 Tramvia

primi cantieri a partire sono stati quelli nella zona di piazza Dalmazia, viale Morgagni e Careggi: code soprattutto nelle ore di punta (in particolare la mattina) e di conseguenza linee Ataf con ritardi fino a quindici minuti, ma nel complesso la viabilità ha retto.

Pochi giorni dopo è stato aperto il cantiere in zona Fortezza, un test ancora più temibile perché comportava (e comporta) l’eliminazione di due corsie, una per ogni direzione di marcia, proprio in uno dei centri nevralgici della mobilità cittadina, tra viale Lava-

gnini e viale Strozzi. Ma anche in questo caso l’incubo del blocco non è divenuto realtà, almeno per ora: rallentamenti ci sono stati e ci sono, ma la strategia adottata dal Comune di allungare i tempi dei semafori rossi all’ingresso della città ha evitato l’impazzimento del traffico intorno alla Fortezza. Guai, però, a cantar vittoria, avvertono da Palazzo Vecchio. “Il peggio deve ancora venire”, dice senza giri di parole il sindaco Dario Nardella. E in effetti il programma dei lavori previsti dal Comune a partire da ottobre è “temibile”. Per quanto riguarda la linea 2, a metà ottobre apre il cantiere di via di Novoli, che dovrebbe durare circa 270 giorni. Il tratto di via di Novoli tra via Orazio Vecchi e via Allori sarà chiuso al traffico, quindi per tornare su viale Guidoni le auto dovranno svoltare in via Valdinievole, mentre per andare in direzione di via Baracca dovranno girare in via Vecchi (ma le modifiche alla viabilità saranno molte di più, queste sono soltanto le due principali). Ancora più critici si presentano i nuovi cantieri che partiranno nella zona della Fortezza: a ottobre sarà chiuso l’attuale ponte sul Mugnone e ne verrà aperto uno nuovo e provvisorio all’altezza di via Leone X e via Crispi (quattro

tus Stadium, Alberto Rolla, è stato depositato in Palazzo Vecchio il 14 luglio. Ora la palla passa alla conferenza dei servizi, l’organo composto da Comune, Regione ed enti come Arpat, chiamata a dare un parere sullo studio della società viola in base alla legge sugli stadi, messa a punto proprio dal sindaco Dario Nardella quando era parlamentare. La prima riunione si terrà il 27 ottobre. Sarà il primo passo concreto per dare una nuova casa alla Fiorentina. Cauta, al momento, la risposta di

Palazzo Vecchio. “Saremo scrupolosi e attenti nel considerare tutti gli aspetti – dice il sindaco – siamo consapevoli della complessità di questo progetto, ma siamo pronti a cominciare una strada che ha un orizzonte chiaro. Il nuovo stadio non è solo una risposta ai tifosi, è un’opera che consentirà di creare più di tremila posti di lavoro. Non tutte le città hanno una tale opportunità”. La vera novità rispetto al passato è che la proposta della Fiorentina riguarda tutta l’area Mercafir e non più solo il compar-

to sud. Se la conferenza dei servizi darà una valutazione positiva al progetto dei Della Valle, si porrà il problema di dove trasferire il mercato. Nardella fissa un paletto. “L’eventuale costruzione della nuova Mercafir – dice – avverrà all’interno dei confini comunali, il mercato è un’attività centrale per l’economia cittadina”. E la cooperativa di trasporto e logistica che da quarant’anni opera alla Mercafir, la Cft, si dice pronta a discutere : “Il nuovo stadio – dice l’azienda – può aprire nuove opportunità

cantieri, niente paralisi. ma occhio ai nuovi lavori Da questo mese altri rischi per il traffico in città Fausto Fedi

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allentamenti, qualche coda, autobus in ritardo, ma fortunatamente nessuna paralisi del traffico. A settembre sono stati aperti i cantieri per la realizzazione delle linee 2 e 3 della tramvia, quelle cioè che collegheranno ri-

spettivamente piazza dell’Unità all’aeroporto di Peretola e la stazione (via Alamanni) all’ospedale di Careggi. L’impatto dei lavori si è fatto sentire, ma per ora i megaingorghi in stile “fantozziano” – grande timore comunque sempre presente – non ci sono stati. I

Web mobilita.comune.fi.it/tramvia Mail: info.tramvia@comune.fi.it

corsie più un percorso ciclo-pedonale sui lati), sarà chiuso il tratto finale di viale Milton e il traffico verrà deviato sul nuovo ponte, mentre ci saranno restringimenti di carreggiata lungo viale Strozzi. E anche in questo caso stiamo parlando soltanto dei cambiamenti più importanti. Le auto e i motorini diretti verso lo Statuto dovranno fare il percorso viale Strozzi-via Lorenzo il Magnificovia Leone X-ponte provvisorio sul Mugnone-via XX Settembre-via dello Statuto. Viceversa, le auto dirette verso la Fortezza non potranno più percorrere viale Strozzi e viale Belfiore ma, in questa prima fase, dovranno andare verso piazza della Costituzione, via Cosseria (dove ci sarà una nuova rotonda provvisoria), viale Strozzi e viale Belfiore. Ma c’è di più: i lavori prevedono anche la chiusura temporanea del sottopasso di via dello Statuto, con la deviazione del traffico nelle strade adiacenti. “Lasciate a casa l’auto, utilizzate il più possibile bici e mezzi pubblici”, è stato l’appello lanciato dal sindaco Nardella ai fiorentini poco prima che partisse la prima fase dei cantieri. Considerando l’impatto dei lavori che cominciano questo mese, è bene rinnovare l’appello e definirlo anche con un aggettivo d’altri tempi: “accorato”.

per Firenze e l’area metropolitana. Come impresa che dà lavoro a 2.500 persone in tutta la Toscana, siamo consapevoli di questo e del fatto che le decisioni sullo sviluppo dell’area spettano al Comune. Siamo certi che l’amministrazione saprà trovare le migliori soluzioni per garantire la continuità produttiva alle attività che lavorano alla Mercafir e che danno occupazione a centinaia di persone. Da parte nostra, siamo disponibili a un confronto aperto e franco sul futuro dell’area”.

 Alla Mercafir

stadio, il sogno viola da 50 ettari

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no stadio da quarantamila posti a sedere, tutti al coperto, con un disegno che ricorda l’Allianz Arena di Monaco. La vecchia curva Fiesole affacciata a nord su monte Morello, la Ferrovia su viale Guidoni. Intorno, una piazza verde attraversata da lunghi filari di alberi. A est, negozi, ristoranti e un outlet per un totale di 50mila metri quadri di spazi commerciali. Nell’area che guarda verso Novoli, 10mila mq di alberghi e strutture turistico-ricettive.

Il tutto corredato da 136mila metri quadrati a disposizione delle auto, il più grande parcheggio di Firenze. È l’identikit della nuova ‘’cittadella’’ viola alla Mercafir proposta al Comune dai patron della Fiorentina, Diego e Andrea Della Valle. Un progetto da oltre 300 milioni di euro di investimento e cinquanta ettari di estensione, che ingloba in sostanza tutto il mercato ortofrutticolo di Novoli. Lo studio di fattibilità, realizzato – con buona pace dei tifosi viola – da uno degli autori dello Juven-


14 | Ottobre 2014

#Arcani

 Verso Halloween/1

i misteri nascosti tra i palazzi fiorentini

In città non mancano vecchie leggende e storie dimenticate Valentina Veneziano

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irenze è una città misteriosa e ricca di leggende e arcani, racchiusi tra le alte mura di palazzi all’apparenza invalicabili. Halloween è alle porte, ed è la festività perfetta per rispolverare vecchie storie fiorentine dimenticate o poco conosciute. Una delle quali ha a che fare con gli Ufo. Durante una partita tra Fiorentina e Pistoiese, in un pomeriggio di ottobre del 1954, il pubblico e i calciatori rimasero bloccati, con gli occhi verso il cielo, alla vista di due oggetti volanti. Un’altra storia riguarda invece uno dei personaggi più controversi, che potrebbe aver messo piede nella culla della cultura: Vlad Dracul, noto come il conte Dracula, avrebbe soggiornato a Firenze e conosciuto la famiglia Medici nella prima metà del Quattrocento. Ma non sarebbe Halloween senza il racconto di qualche storia di fantasmi. E Firenze ne vanta ben tre. La più antica risale al 1634. Il duca di San Giuliano, Jacopo Salviati, trovò nel cesto della biancheria la testa della sua amante, Caterina Brogi. La moglie, Veronica Cybo di Malaspina, stufa dei continui tradimenti del marito, fece eliminare la bella Caterina. Per il misfatto fu spedita in esilio nella villa di San Gerbone, trasformata in ospedale dal conte Serristori nel 1890. E in quell’edificio, proprio dopo la morte di Veronica Cybo, sarebbero

iniziate le apparizioni di una donna. La seconda storia ha come protagonista un palazzo di via Ghibellina. Gli inquilini, pochi giorni prima del Natale del 1867, dissero di aver cominciato a sentire strani rumori, a cui si aggiungeva la presenza di un’ombra con cappuccio. Fu messo tutto nero su bianco, in una sentenza del tribunale di Firenze, in cui il proprietario chiese il risarcimento dei danni agli inquilini fuggiti dalla casa “infestata”. La terza storia è invece la più romantica. L’ultima finestra in alto, al secondo piano, di palazzo Budini Gattai, in piazza Santissima Annunziata, rimane con le portelle sempre aperte. Il motivo? Secoli fa una fanciulla si era sposata con un Grifoni e si era trasferita nel palazzo di famiglia, l’attuale Budini Gattai. Il marito fu costretto a partire per la guerra, e proprio da quella finestra lei gli diede l’ultimo saluto. Lo attese per tutta la vita, seduta sulle panche di pietra con lo sguardo verso la piazza. Morì in quella stanza, e quando portarono via il suo corpo qualcuno volle chiudere la finestra. Fu allora che – si narra – i libri iniziarono a volare, i quadri a cadere e i mobili a traballare. I parenti ebbero così paura che la finestra fu riaperta e tutto tornò alla normalità. Così, passando sotto il palazzo e guardando in alto, ancora oggi si possono trovare le persiane sempre aperte.

 Verso Halloween/2

fuori porta, a caccia di brividi e fantasmi

I

l castello Malaspina, a Fosdinovo, vanta una bellezza architettonica e paesaggistica fuori dal comune. Incanta con i suoi giardini verticali, con porte e finestre circondate dal verde delle piante e con una vista panoramica sulla costa del mar Tirreno e sulle Alpi Apuane, dove si disegna la sua ombra durante il tramonto. La sua avvenenza lo ha trasformato in residenza per artisti, B&B, museo e location per feste e cene medievali e laboratori didattici. Tra le attrazioni più ambite c’è la visita in notturna del castello, a lume di candela (su prenotazione). La maggior parte dei visitatori, durante il tour notturno, è alla ricerca del fantasma di Bianca Maria Aloisia, figlia di Jacopo Malaspina e Olivia Grimaldi. Si racconta che, per volere dei genitori, Bianca visse per anni reclusa nella sua stanza. Nessuno poteva vederla né sentirla. Un giorno si avvicinò alla finestra della propria camera e il suo sguardo incrociò quello dello stalliere. Fu subito amore, corrisposto e sofferto. Nonostante le minacce della famiglia, l’amore non si affievoliva ma aumentava giorno dopo giorno. In un primo momento fu rinchiusa in un convento, ma dopo gli scarsi risultati (Bianca continuava a cercare il suo amante rifiutandosi di prendere i voti) fu ricondotta al castello e torturata nelle prigioni. Poi la decisione estrema. Per evitare altri scandali fu murata viva in una cella, insieme a un cane, simbolo di fedeltà, e a un cinghiale, simbolo di ribellione. Un’altra storia inquietante, che prende vita tra le mura del castello, è quella della marchesa Pallavicini. Si dice che nella sua vita ebbe molti amanti, nessuno di nobile famiglia. Per non farsi scoprire, dopo averci trascorso la notte se ne sbarazzava, facendoli precipitare nella botola posta al centro della sua camera da letto. E sono numerosi gli ospiti che, negli anni, hanno affermato di aver visto un fantasma con sembianze di donna. Tra le apparizioni più recenti (ottobre 2013) c’è quella segnalata da un signore che, durante una visita notturna con custode, dichiarò di aver fotografato una strana entità. E allora, ai più coraggiosi, non resta che andare a “controllare” di persona. V.V.

Il castello Malaspina, a Fosdinovo, può essere una delle mete ideali per un Halloween fuori porta

Web castellodifosdinovo.it Mail info@castellodifosdinovo.it


#Ambiente

Ottobre 2014 | 15

 Il punto

Questo pazzo, pazzo meteo: cosa sta succedendo al clima?

Bombe d’acqua, estati piovose e inverni che non sembrano inverni. Che cosa sta succedendo sul fronte del meteo? Ma soprattutto, la nostra città è pronta a fronteggiare le sfide del clima che cambia? Lo abbiamo chiesto a due esperti del settore: un meteorologo e un responsabile della protezione civile Giulio Betti

Paolo Dolfi

“Sta cambiando la durata degli eventi anomali”

“pronti a fronteggiare i fenomeni violenti”

Meteo “pazzo”: è una novità o ci sono precedenti? C’è una ciclicità in questi fenomeni. Per esempio ci sono state estati fredde in passato, durante gran parte degli anni Settanta, con piogge e temperature ben più basse di quelle del 2014. È però cambiata la durata: negli ultimi dieci-quindici anni si assiste a fenomeni meteorologici anomali non più sporadici, ma che si possono protrarre anche per tre-quattro mesi. Ci conceda una provocazione: oltre alle mezze stagioni, non ci sono più nemmeno le stagioni di una volta? Quello delle mezze stagioni è più un modo di dire che non una realtà meteorologica: talvolta il passaggio tra una stagione e l’altra è effettivamente graduale e possiamo definire questa parentesi una “mezza stagione”, altre volte può essere invece molto brusco. Ma i passaggi bruschi non sono una prerogativa degli ultimi anni, accadevano anche in passato. Cosa sta cambiando, allora? La novità sta nel perdurare di condizioni meteo che causano anomalie, come è successo lo scorso inverno, un “non inverno”: mite e con precipitazioni eccezionali. Una situazione che è rimasta identica per mesi. Fino a qualche decennio fa succedeva molto raramente. Ci sa dire il motivo? Sappiamo le cause meteorologiche: l’inverno 2013/14 è arrivato a seguito di una circolazione anomala sull’Atlantico che poi ha influito, negativamente, anche sull’estate 2014. Ciò che non riusciamo ancora a spiegare è la durata di queste configurazioni per lunghi periodi, anche più mesi. Ci sono poi le cosiddette bombe d’acqua. In meteorologia si parla di nubifragi: negli ultimi venticinque anni i fenomeni estremi si sono ripetuti con una certa frequenza. Fenomeni con tempi di ritorno secolari si sono replicati a distanza di un solo anno. Ad esempio? L’alluvione che ha colpito la Lunigiana nell’ottobre 2011: in un giorno sono caduti 350 millimetri di pioggia, un quantitativo monsonico, un evento estremo che ha tempi di ritorno secolari. Pochi giorni dopo, poco più a nord, Genova è stata investita da un’alluvione ancor più violenta.

Firenze è pronta a fronteggiare fenomeni meteo violenti e improvvisi? Assolutamente sì. Come protezione civile comunale possiamo contare su venti dipendenti preparati professionalmente per svolgere attività di pianificazione, operative e di coordinamento, e su 916 volontari di ventisei associazioni fiorentine, adeguatamente formati che, con grande generosità e disponibilità, possono essere impegnati in emergenza con mezzi e attrezzature, in contatto con la nostra sala operativa, attiva 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. A tutto questo si aggiunge il collegamento costante con le altre sale operative: polizia municipale, 115, 118, Publiacqua, Quadrifoglio e Ataf, per dirne alcune. La cosa più importante è però l’informazione verso il cittadino. Come? Per le segnalazioni è disponibile il nostro numero 055.7890. Sul sito protezionecivile.comune.fi.it sono disponibili allerte meteo, aggiornamenti e norme di comportamento da tenere in caso di criticità, dai terremoti alla neve. Inoltre, in trentanove luoghi pubblici principali, ad esempio in Palazzo Vecchio e alla biblioteca delle Oblate, si trovano pannelli su cui scorrono le nostre comunicazioni. In caso di emergenza possiamo informare i cittadini utilizzando, oltre ai canali di comunicazione tradizionali, anche i pannelli a messaggio variabile posizionati sulle strade in entrata e in uscita da Firenze e le paline intelligenti Ataf. Per le bombe d’acqua ci sono dei posti “sorvegliati speciali”? La nostra attenzione è rivolta soprattutto ai sottopassi stradali. Ogni mese monitoriamo le caditoie di quarantanove sottopassi in città, collaborando con Quadrifoglio e Publiacqua. Buona parte dei sottopassaggi è dotata di un sistema automatico di segnalazione: nel caso in cui il livello d’acqua superi una soglia d’attenzione, si accende il segnale rosso per i veicoli. Quali sono i rischi maggiori per la città? Il rischio prevalente è quello idraulico, legato sia all’Arno che al reticolo minore. Con le cosiddette bombe d’acqua è quest’ultimo (Mugnone, Ema e Terzolle) a essere interessato da un improvviso innalzamento dei livelli. Quando si verificano criticità di questo tipo, i corsi d’acqua vengono monitorati in loco e a vista dalle nostre squadre, mentre sono controllati a monte grazie a una rete di sensori messi a disposizione dalla Regione Toscana.

Consorzio Lamma-Ibimet

Protezione civile di Firenze

Le date da “bollino rosso” 5 agosto 2003 Estate rovente 17 dicembre 2010 La super nevicata 29 ottobre 2012 Bilancino a secco 28 novembre 2012 Il Mugnone fa paura Gennaio-luglio 2014 Un anno bagnato 19 settembre 2014 Grandinata record


16 | Ottobre 2014

#Società

 Tempi moderni

gruppi e hashtag fiorentini, viaggio nella città “social”

 Solidarietà

tutti a fianco del piccolo nicco

Facebook e Twitter (ma non solo) diventano sempre più protagonisti Serena Wiedenstritt

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irenze? È sempre più social. Fra i gruppi che continuano a nascere su Facebook e gli hashtag su Twitter, per non parlare del successo degli “igers” fiorentini – per i neofiti del 2.0, gli igers sono gli instagramers, ossia gli utilizzatori di Instagram, il mezzo social per la condivisione dei propri scatti fotografici fatti con lo smartphone – il capoluogo toscano vive sempre più anche su un’altra dimensione. Su Facebook, ad esempio, spopola la pagina “Sei di Firenze se...”, dove ognuno completa con aneddoti personali e vissuti comuni il “panorama” della città. Il gruppo di chi si riconosce fiorentino a Firenze conta già oltre duemila like e diverse recensioni, oltre alla t-shirt originale. Fra gli hashtag che vanno per la maggiore c’è invece il fiorentinissimo “#foppedditelo”, dove le r scompaiono nel

raddoppio di consonante, come da visione del mondo di chi da sempre aspira la c: usato a mo’ di sottolineatura per qualsiasi affermazione (più o meno importante che sia), aggiunge un tono ironico, sarcastico e, soprattutto, fiorentino doc a post e cinguettii. Ma non sono solo gli abitanti del capoluogo toscano a essere sempre più social: Firenze lo è anche come Comune, con la pagina ufficiale Città di Firenze che conta diciottomila like e un discreto movimento. Sempre a proposito di Palazzo Vecchio, mentre il sindaco Dario Nardella usa i social con più discrezione, l’ex primo cittadino, ormai premier, ne è da sempre protagonista: da quando è arrivato a Palazzo Chigi vanta varie pagine a lui dedicate e molto seguite, come la famosa “Matteo Renzi che fa cose”, dove viene ritratto in atteggiamenti reinterpretati con

ironia da chi scrive (e da chi legge). Ma accanto al vasto popolo che su internet ci va per divertimento, per farsi venire qualche idea su cosa fare la sera (diversi sono gli eventi pubblicizzati sulle piattaforme social) o per farsi i fatti altrui (di gran moda, ultimamente, matrimoni e neonati), c’è anche una nutrita schiera di persone che su Fb cercano informazioni e notizie sulla città. Infine, Firenze è social anche per la possibilità di imparare un nuovo mestiere: svariati i corsi – e si contano perfino alcune accademie – che promettono di trasformare chiunque in “social media marketing strategist”, per provare a diventare qualcuno nella professione del futuro.

F

ra i tanti gruppi presenti su Facebook c’è anche quello del “Nicco Fans Club”, che vanta decine di migliaia di iscritti, con tantissimi “sguardi” che sono stati raccolti in pochissimo tempo sul piccolo Nicco, nove anni e una malattia oncologica contro cui combattere, ma anche un sorriso sempre disponibile per far coraggio a chi, come lui, si trova a dover affrontare situazioni difficili. L’idea “un po’ grulla”, come la definirebbe il babbo di Nicco, viene proprio a lui, Federico Matteucci, nel dicembre del 2013, quando Nicco inizia a manifestare improvvisamente i sintomi della malattia. Dal momento del suo sbarco su Facebook, il gruppo viene costantemente aggiornato con le attività di Nicco, sia quelle che purtroppo si svolgono nell’ambito dell’ospedale pediatrico Meyer, dove un’équipe di medici lo sta seguendo, che quelle a casa con la famiglia, ma soprattutto in giro per la Toscana. A proposito di Meyer, alla fine dello scorso marzo è stata fondata l’associazione Nicco Fans Club Onlus, che sostiene la fondazione dell’ospedale pediatrico e che, in particolare, intende raccogliere fondi per un progetto a sostegno degli adolescenti malati di tumore, che comprende una parte importante di ricerca scientifica per combattere le malattie oncoematologiche e una parte di cura della persona malata anche dal punto di vista psicologico e relazionale. Da quel momento si sono moltiplicate le attività dedicate al Nicco Fans Club, dal flash mob di Prato ad aprile al Nicco Village allestito in estate in occasione della festa della birra di Villa Montalvo a Campi Bisenzio, dove adulti e bambini si sono divertiti in un allestimento fiabesco e nell’area giochi vicina. E intanto, su Facebook, tanti personaggi famosi – Nicco è un accanito tifoso della Fiorentina e più volte i giocatori gli hanno mandato i loro saluti tramite il social network – e altrettante persone “comuni” continuano a incoraggiare il loro piccolo campione.


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18 | Ottobre 2014

#Cultura  Agenda

 La ricorrenza

Firenze-edimburgo, andata e ritorno

Whiskey, tartan e non solo: una carrellata di luoghi da visitare per i cinquant’anni del gemellaggio Enrica Cinaschi

È

passata appena qualche settimana da quando la Scozia è andata al voto per decidere se rimanere annessa alla Gran Bretagna, scegliendo di continuare a formare un unico, grande Paese. Un Paese con cui Firenze ha un rapporto fraterno, che affonda le radici in un passato molto remoto (era frequentata dal popolo anglosassone prima ancora che i giovani benestanti d’oltremanica, nell’Ottocento, cominciassero a scegliere la città del giglio come meta dei loro Grand Tour). Un rapporto consolidato da un gemellaggio, tra Firenze ed Edimburgo, capitale della Scozia, suggellato esattamente cinquant’anni fa, nel 1964. E allora, per celebrare questo anniversario, in un momento così cruciale della storia scozzese – e inglese in generale – Il Reporter ha buttato giù un piccolo itinerario alla “scoperta” della Scozia in città. Per ribadire la simpatia e per dare qualche spunto agli

appassionati di curiosità. Le prime cose che vengono in mente a un italiano se si dice Scozia sono certamente il tradizionale tessuto scozzese e il whiskey. Per quel che riguarda il primo (ma in un certo senso anche il secondo), esiste un indirizzo da cui non si può prescindere: l’Old England store, in via dei Vecchietti, a due passi da piazza della Repubblica. Qui è possibile trovare le più belle lane (importate rigorosamente dalla Gran Bretagna) tradizionalmente utilizzate per i kilt dei vari clan scozzesi. Divertente anche buttare l’occhio tra gli scaffali e portarsi a casa una bottiglia di whiskey come si deve, meglio se garantito da un bel certificato di provenienza. Ma per assaporare un po’ di atmosfera scozzese si può fare un salto anche in uno dei diversi pub del centro (ad esempio lo Scottish, in corso dei Tintori, ha un nome che non tradisce), anche se in fin dei conti non riescono mai a riprodurre a pieno l’atmosfera di quelli origi-

nali (è un po’ lo stesso discorso dei ristoranti italiani all’estero). Altro posto che vale una visita, senza spendere un euro, è il cimitero degli inglesi in piazzale Donatello. Qui si trova sepolta, su una sorta di isola che ricorda l’Isola dei morti del pittore simbolista Arnold Bocklin, una corposa rappresentanza della gente che aveva scelto di vivere sulle sponde dell’Arno, compreso Robert Walter Stewart, pastore protestante scozzese vissuto a lungo tra Livorno e Firenze. Ma Scozia è anche sinonimo di musica e cornamuse. E per soddisfare la passione degli appassionati del genere il musicista Nick MacVicar (cornamusica@yahoo.it) organizza concerti dal vivo, serate danzanti oltre a degustazioni di whiskey e giochi tipici, tutto in puro stile celtico. E gli amanti del salmone? Nemmeno loro devono disperare. Non sarà proprio in stile, ma la Salmoneria (piazza Leopoldo Nobili) offre una selezione di pesce niente male.

 Il festival

 Il libro

 La mostra

il cambiamento? è sul palco

La liberazione vista Da un professore. E l’oltrarno diventa Un romanzo storico

Luci sul 900: inediti dal secolo breve alla galleria moderna di palazzo Pitti

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U

T

utti pronti a cambiare passo? Basta aspettare la metà di questo mese per entrare a pieno nell’atmosfera internazionale della manifestazione fiorentina che, più di ogni altra, racconta gli scenari artistici d’oltralpe. E quest’anno, in occasione della 18esima edizione, il Festival Costante Cambiamento – da giovedì 16 a sabato 25 ottobre – focalizza l’attenzione su tre realtà lontane (ma, per vari motivi, neanche così tanto) dal Bel Paese: Francia, Germania e Cina. L’inaugurazione – il 16 ottobre – vede protagonista il coreografo e regista franco/algerino Faizal Zeghoudi, che porta al Teatro Cantiere Florida in prima nazionale L’emu de l’horizon. Sulla scena, i danzatori Ludovic Atchy-Dalama, Assan Beyeck Rifoe e Alexandre Gbebewlooper raccontano a gesti il percorso umano dell’iniziazione di un tuareg, ispirato al testo Désert del Premio Nobel JeanMarie Gustave Le Clézio. Il 18 ottobre, sempre al Cantiere Florida, è in programma la coreografa Henrietta Horne, che ha ricoperto per nove anni il ruolo di co-direttrice artistica del Folkwang Tanzstudio con la grande ballerina e coreografa Pina Bausch. La Horne propone in prima nazionale Rotlicht, una performance di danza contemporanea accompagnata dalla live-music della compositrice e musicista Dorothée Hahne. Negli spazi delle Murate (23 ottobre) e della chiesa di Santa Verdiana (24 e 25 ottobre) è protagonista la ballerina cinese Ching-Yu Chi. La danzatrice propone un delicato passaggio che collega il Sud Est asiatico all’Europa, ospite per una settimana di residenza al Festival Costante Cambiamento. Inoltre, il programma della kermesse sarà arricchito dal progetto “Fundamental”, in cui sono coinvolti alcuni giovani artisti cinesi che vivono in patria e sul territorio italiano e che lavoreranno sul tema “arte digitale e coreografia”, attraverso l’osservazione dello studio sul movimento di Ching-Yu Chi. Dulcis in fundo, spazio al progetto “Freemuse Copenhagen/Firenze rete globale per la tutela della libertà artistica”, che rappresenterà, a suo modo, un percorso sui diritti negati agli artisti in alcuni territori del mondo. E.C.

La coreografa Henrietta Horne, a lungo collega di Pina Bausch, durante una delle sue performance

Web costantecambiamento.it Mail: info@omfrhida.it

ltrarno: il luogo della prima liberazione dai tedeschi e dal fascismo. Sono passati settant’anni. In occasione della ricorrenza l’editore Carlo Zella, in collaborazione con Anpi Oltrarno, pubblica uno studio sull’antifascismo popolare nel quartiere. “Antifascismo e Resistenza in Oltrarno” (pp. 224, euro18) è il prodotto di dieci anni di ricerche dell’insegnante fiorentino Stefano Gallerini, che sulla sponda “popolare” dell’Arno ci è nato. La prima parte del libro, dedicata al rione e al suo tessuto sociale, interessa il periodo che va dal 1861 al 1921. La seconda e la terza parte (1922-1939, 1940-1944) affrontano il ventennio fascista, con aneddoti e fatti di cronaca: vicende collettive e di singoli protagonisti fino a oggi poco conosciute. Il lavoro di Gallerini, basato su documenti perlopiù inediti, senza sacrificare il rigore scientifico, ha lo spessore di un grande romanzo storico. C.B.

na selezione di “mai visti” (o quanto meno di “poco visti”) è il nucleo della mostra Luci sul Novecento, dal 28 ottobre all’8 marzo alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Lo spirito? Quello di proporre “l’ipotesi di un percorso museale di capolavori per lo più inediti del secolo scorso – finora custoditi nei depositi della Galleria – che speriamo possa realizzarsi stabilmente in alcune sale poste all’ultimo piano, dando vita così al primo museo fiorentino dedicato all’arte italiana del ‘900”, spiegano i vertici del museo. Capogrossi, Carena, Casorati, De Chirico, De Pisis, Peyron, Rosai e Severini, oltre a Baccio Maria Bacci, Giovanni Colacicchi e gli altri artisti formatisi intorno al clima della rivista Solaria in quel ritrovo dell’intellighenzia fiorentina che fu il caffè delle Giubbe Rosse nel secolo scorso. Uno spaccato del XX secolo. Una camera con vista sul passato recente. B.B.

Picasso, donà & Co: Un mese all’insegna della buona musica e dell’arte di qualità

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ttobre, è tempo di cambiare. Cambiare stagione, cambiare passo, cambiare le attività. Con un tempo “ballerino” come quello degli ultimi mesi, sarà difficile programmare attività al chiuso o all’aperto, ma visto che è ufficialmente cominciata la nuova stagione, ecco una bella carrellata di appuntamenti prettamente autunnali. Il primo, da non perdere per niente al mondo, è certamente quello con la mostra Picasso e la modernità spagnola. A Palazzo Strozzi fino al 25 gennaio una selezione dei lavori del maestro e di una serie di suoi autorevoli contemporanei nelle opere arrivate per l’occasione dal Reina Sofia di Madrid. Interessante e focalizzata su una prestigiosa realtà toscana, la mostra Gio Ponti e la Richard Ginori, una corrispondenza inedita (fino all’8 novembre al museo Marino Marini) seleziona circa cinquanta pezzi provenienti dalla ricca collezione di ceramiche di Ponti del Museo di Doccia, oltre a una trentina di lettere dell’architetto/designer, per la maggior parte inedite con schizzi, disegni e indicazioni di fabbricazione. Ma a ottobre si torna anche al cinema e, in attesa della 50 giorni dell’Odeon prevista per il mese di novembre, ci si può deliziare con la serie di pellicole in lingua originale che la storica sala di piazza Strozzi offre al suo pubblico quasi tutti i giorni, di solito dal giovedì alla domenica (per info consultare il sito www.odeonfirenze.com). E poi c’è il capitolo musica, che a ottobre è un must, con la riapertura degli spazi al chiuso e con l’inizio delle tournée invernali dei maggiori artisti italiani e non solo. Gli appassionati di musica inglese troveranno pane per i loro denti il 16 ottobre al Viper Theatre, quando si esibiranno i Kaiser Chiefs. I nostalgici e gli amanti del rock anni Cinquanta e Sessanta dovranno attendere solo fino al 18, senza cambiare location, per una serata dal nome emblematico: Twist and Shout. Da segnare in calendario anche Morrisey all’Obihall il 21 e Cristina Donà in sala Vanni la sera successiva. Per un autunno indimenticabile.


#Cultura

Ottobre 2014 | 19

 La stagione

vecchie certezze e nuovi incontri: l’originalità Sta di casa a Rifredi Barbara Biondi

L

a stagione del teatro di Rifredi è ai nastri di partenza. E come ogni anno si preannuncia curiosa e fuori dagli schemi, ricca di momenti che rimandano alla tradizione teatrale toscana e piena di spettacoli che invece arrivano da lontano, per creare quel melting pot così caro al direttore artistico Giancarlo Mordini e ai suoi. “Siamo originali – spiegano dal teatro – perché noi le cose ce le facciamo qui con le nostre forze. Pupi e Fresedde Doc (dal nome della compagnia teatrale, ndr), un marchio d’origine controllata che significa Firenze e la Toscana. Lavorando con artisti toscani, nazionali e internazionali, producendo con prestigiosi enti italiani ed europei, radicandosi sul territorio e promuovendo

Dal 2 al 4 ottobre la biblioteca della Oblate ospita alcune iniziative de Il Festival delle Generazioni, informazioni sul programma su www.biblioteche.comune.fi.it giovedì 9 ottobre ore 17.30 XX edizone di Leggere per non dimenticare Ermanno Rea “Il sorriso di Don Giovanni” Sala Conferenze piano terra 10 ottobre ore 17.00 Presentazione del libro a cura di Maria Teresa Mori, Alessandra Pescarolo, Anna Scattigno, Simonetta Soldani “Di generazione in generazione. Le italiane dall’unità a oggi” Società Italiana Storiche e Regione Toscana Piano Terreno - Sala Conferenze ingresso libero sabato 11 ore 17.00 Presentazione del libro del Prof. Antonio La Spina “Daisaku Ikeda, idee per il futuro dell’umanità” a cura dell’ Istituto Italiano Buddista Soka Gakkai piano terra sala conferenze ingresso libero

giovani generazioni di artisti, il teatro di Rifredi, grazie alla sua compagnia, da quasi quarant’anni ha rappresentato il principale organismo di produzione stabile e continuativo della nostra città”. E il calendario non smentisce le parole dei padroni di casa, pronti ad accogliere la vasta platea di spettatori affezionati. Il sipario si alza il 10 ottobre con Carmela e Paolino di Angelo Savelli, tratto da Ay, Carmela di José Sanchis Sinisterra, con Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciulo. Da lettura scenica diventa spettacolo il romanzo di Elif Shafak La bastarda di Istanbul: protagonista Serra Yilmaz, che sarà ancora in cartellone per l’undicesimo anno de L’ultimo harem. E ancora, una fine dell’anno con gli imperdibili vecchietti del BarLume di Mal-

valdi impegnati ne La carta più alta e, in primavera, il ritorno di Lucia Poli con il suo Fantasma di Canterville. Due compagnie siciliane per l’atteso Queer Theatre, Emma Dante e Vuccìria Teatro, e poi tante compagnie toscane: da Arca Azzurra Teatro, con il nuovo spettacolo di Ugo Chiti Il malato immaginario, ai Teatri d’imbarco. E poi l’atteso ritorno de Le Galline con Bulle & Impossibili e di Alessandro Benvenuti con il suo successo senza tempo Benvenuti in casa Gori. Per finire Antonella Questa con Svergognata e Alessandro Riccio con una rassegna a lui dedicata. Fiore all’occhiello della programmazione? L’International Visual Theatre, che vedrà in scena Nola Rae, Yllana e gli Orto-Da. Da non perdere.

posato sulla punta di un granello di polvere di un fiore giallo. Per bambini 4-7 anni ore 16.30 “Cion Cion Blu”Lettura e laboratorio per bere insieme un tè al gelsomino, portandosi poi via una perla magica. Un viaggio avventuroso nella lontana Cina, tra imperatori, fantasmi, fanciulle, battaglie, incantesimi e un contadino arancione blu. Pinin Carpi, “Cion Cion Blu”, Piemme Junior per bambini 7-10 anni 11 ottobre ore 11 martedì 14 ore 17.30 Mille e una storia di Picasso e la moIncontro/dibattito in collaborazione con dernità spagnola per adulti e bambini Emergency “Un mondo minato. Le dai 7 ai 12 anni mine oggi nel mondo” ore 16.30 a cura del Circolo Martin Luther King inizia il ciclo “Disegnare” in collaboradei lavoratori e delle lavoratrici della zione con l’associazione Mammaiuto. Biblioteca Nazionale Centrale di I lprimo Firenze incontro sul tema “disegnare un uomo” piano terreno Sala conferenze ingresso come disegnare in maniera corretta libero un essere umano. Per bambini dai 6 giovedì 16 ore 17 anni. Per i Tavola rotonda sulla pace, suggerita prossimi incontri dal libro da loro edito, in occasione sabato 18 ore 11.00 della Giornata Internazionale della “C’era una volta un pezzo di carta” Pace 2014, “Per la pace. Una firma mi - Laboratorio di narrazione e di manipodevi regalare” lazione con la a cura della Fondazione Balducci carta. Narrazione animata con la carta piano terra sala conferenze ingresso di Robin Hood, I musicanti di Brema, libero Cappuccetto Rosso e laboratorio di costruzione di Ottobre bambini maschere, pupazzi, animali, burattini Biblioteche Comunali Fiocostruiti con il rentine cartoncino. In sezione sarà allestito Biblioteca delle Oblate uno scaffale tematico con libri Pop up 4 ottobre ore 11.30 e le varie Le letture di Sara “Ortone e i piccoli edizioni delle storie raccontate. Per Chi!” del Dr. Seuss, Giunti. La famosa bambini 3-7 anni anni fiaba in rima sabato 25 ore 10-30 ed ore 16.30 del Dr. Seuss che narra la storia di “La mascherina dimenticata” di Ortone l’elefante alle prese con un Alessandra Jesi Soligoni. Illustrazioni di minuscolo villaggio Paola Senesi.

 Web

teatrodirifredi.it Tel. 055.4220361

L’atteso ritorno del trio de Le Galline con lo spettacolo “Bulle e Impossibili”

 La raccolta

La donna attraverso la poesia (amara)

A

cosa serve la poesia? A riflettere, a porsi delle domande. Talvolta serve anche a rincuorare gli animi. Ma questo non è il caso dell’ultima raccolta di Maria Grazia Maramotti, che scrive Sarà chiamata donna (Campanotto editore, 187 pagg, 18 euro) con un intento preciso: quello di dare una scossa, di far ragionare, di aprire gli occhi su una realtà troppe volte dimenticata, la violenza sul gentil sesso. Raccolta di poesia con a fronte il testo in inglese e in arabo, Sarà chiamata donna è un viaggio nella coscienza della poetessa, ma anche un invito della stessa alla ponderazione e a un’indagine interiore. “Il contenuto lirico di questa raccolta – spiega l’autrice – premeva forte dentro di me verso l’esterno”. Un contenuto che “non ha la pretesa ponderosa del saggio, ma confida in un diorama di pennellate emozionali guizzate su base storico-religiosa”. Nel volume, un susseguirsi di suggestioni che riportano indietro ad Adamo ed Eva e, un passo alla volta, accompagnano fino ai giorni nostri. C.G.

Presentazione del libro e laboratorio con la partecipazione dell’illustratrice Paola Senesi: creiamo insieme i segnalibri con il Gatto magico e le sue amiche mascherine. Per bambini dai 5 anni venerdì 31 ore 16.30 “Che sorriso mia signora!” Lettura e laboratorio di creazione di un autoritratto in cornice. Il grande Leonardo e un quadro senza tempo: scopriamo la storia e la magia dell’arte. Éric Battut, “Il sorriso della Gioconda”, Bohem Press Italia per bambini 7-10 anniversario tutte le iniziative sono ad ingresso libero Biblioteca del Galluzzo Per il ciclo di incontri “Leggimi un libro”. lunedì 13 ottobre ore 17-18 Io sono qui di Sabina Colloredo e Svjetlan Junakovic lunedì 27 ore 17-18 Per il ciclo di incontri “Leggimi un libro”. I mostri hanno paura della luna di Marjane Satrapi bambini 0-6 anni (fino ai 7) Prenotazione obbligatoria, max 15 bambini Tel. 055.2321765 bibliotecagalluzzo@comune.fi.it BiblioteCaNova Isolotto 1 ottobre ore 17-18.30 Un mercoledì da draghi: Aspettando Halloween ogni 1° mercoledì del mese a cura di BiblioteCaNova Junior appuntamento con le lettura “Cornabicorna” di Magali Bonniol e Pierre Bertrand e laboratorio.a cura

degli operatori dellla Sezione Junior in compagnia di Elisa 4 ottobre ore 16.30-18.30 Presentazione del libro di Bruno Santini Lo strano mondiale del signor Stravideo ( Sarnus, 2014) – illustrazioni di Luca Boschi, prefazione di Leonardo Pieraccioni per bambini dai 5 e i loro genitori mercoledì 8 ottobre ore 17-18.30 MMM...che buoni!” Decora il tuo cupcake” laboratorio a cura della pasticceria “Ciliegina”-v.Segantini con proposte di lettura- per bambini da 5 a 8 anni su iscrizione per 20 bambini sabato 11 ore 16.30 La famosa invasione degli orsi in Sicilia 5 appuntamenti per scoprire assieme il celebre racconto di Dino Buzzati attraverso i personaggi e i luoghi e costruendo insieme, tappa dopo tappa, l’epopea del popolo degli Orsi: dalle montagne alle città della Sicilia e viceversa. Ambientato in una Sicilia remota, fuori dal tempo, luogo di pura immaginazione, il romanzo di Buzzati presenta un mondo tutto al contrario, un racconto sull’impossibilità della convivenza tra gli uomini e gli animali, i quali prenderanno saggiamente le distanze dai primi. Un percorso ludico e formativo, in bilico tra teatro e letteratura, in cui i bambini sono invitati a interpretare, collaborare e trasformarsi attraverso una narrazione collettiva guidata. Insieme e a cura di Giulia Aiazzi, Teatro B . Su iscrizione anche telefonica ō allo 055710834. (6 a 10 anni) 1° di 5 incontri

sabato 18 ottobre ore 16.30 La famosa invasione degli orsi in Sicilia 5 appuntamenti per scoprire assieme il celebre racconto di Dino Buzzati attraverso i personaggi e i luoghi e costruendo insieme, tappa dopo tappa, l’epopea del popolo degli Orsi: dalle montagne alle città della Sicilia e viceversa. Insieme e a cura di Giulia Aiazzi, Teatro Bō. Su iscrizione anche telefonica allo 055710834. 2° di 5 incontri sabato 25 ore 16.30 La famosa invasione degli orsi in Sicilia 5 appuntamenti per scoprire assieme il celebre racconto di Dino Buzzati attraverso i personaggi e i luoghi e costruendo insieme, tappa dopo tappa, l’epopea del popolo degli Orsi: dalle montagne alle città della Sicilia e viceversa. Insieme e a cura di Giulia Aiazzi, Teatro Bō. Su iscrizione anche telefonica allo 055710834. 3° di 5 incontri venerdì 31 ore 17-18.30 Sussurro di streghe! Un sussurro, un bisbiglio, risate argentine e una folata di vento! Cosa è entrato dalla finestra aperta? su iscrizione per ?? bambini dai 5 agli 8 anni Biblioteca delle Oblate Via dell’Oriuolo, 26 Tel: 055 2616512 www.biblioteche.comune.fi.it


20 | Ottobre 2014

#Fiorentina  Il calendario

un mese (caldo) di big match

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nter, Lazio, Milan e Udinese. È un ottobre caldo per la Fiorentina, che in campionato è attesa questo mese da una serie ravvicinata di big match. Un ottobre che dunque può già, se non decidere, far almeno intuire il destino della Fiorentina. Destino che negli ultimi anni ha fatto solo sfiorare la qualificazione alla Champions, obiettivo di partenza di questa stagione. Per raggiungerlo la squadra di Montella deve mettere subito più punti possibili in saccoccia, a partire proprio dagli scontri diretti. Dopo la partita contro l’Inter (e dopo la pausa) ecco subito un’altra sfida importante: domenica 19 al Franchi arriva la Lazio. Si gioca all’ora di pranzo: una partita che la Fiorentina non può sbagliare, un risultato negativo potrebbe essere indigesto. La settimana successiva, questa volta all’ora di cena, dopo due gare davanti al pubblico amico è in programma una trasferta “all’inferno”, nella tana del Milan. L’ultimo impegno in campionato di questo mese è quello in programma nel turno infrasettimanale contro l’Udinese: si gioca mercoledì 29 (alle 20,45) al Franchi.

Un ottobre “caldo” in vista per la Fiorentina e i suoi tifosi: in programma questo mese una serie di importanti scontri

Lorenzo Mossani

 L’intervista

“io, il calcio e firenze”: VINCENZO guerini si racconta Il club manager viola: “Chiuderò qua, sono un uomo fortunato” Irene Delfino

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n autostrada la vita gli è cambiata due volte: da giocatore ad allenatore, da commentatore Sky a club manager. Una novità nella novità per Vincenzo Guerini, che il calcio l’aveva vissuto in campo, in panchina e dal monitor Sky. E una novità per il calcio italiano, che aveva sperimentato questa figura professionale solo nella “sua” Brescia. “La mia funzione sarebbe quella di rappresentare la proprietà in campo calcistico qua a Firenze. Fare da collegamento fra la squadra, l’allenatore e la

società. Sono la figura che va dal comparto sportivo al comparto dirigenziale”, spiega. Ci può raccontare la telefonata che, nel 2011, le fece invertire in un attimo il senso di marcia da Catania a Firenze? Fu veramente buffo: lavoravo a Sky e avevo già trovato un accordo con una società di Brescia vicina a casa mia, il Lumezzane, per lavorare dal lunedì al venerdì a livello di settore giovanile, che mi piace molto. Il sabato e la domenica avrei continuato a lavorare a Sky. Quando

mi ha chiamato l’allora ds Corvino pensavo che fosse uno scherzo, anche perché io non conoscevo più nessuno alla Fiorentina. Da Brescia stavo partendo con mia moglie per andare a Catania, quando mi hanno chiamato dicendomi: “Guarda che tra due giorni devi essere in ritiro con la squadra a Cortina”. Fu una grossa sorpresa, il coronamento di un sogno, perché io sono partito nel 1973 a vent’anni nella Fiorentina e ora ne ho quasi sessantuno. Chiuderò il mio cerchio calcistico a Firenze. Dunque,

ho avuto il massimo della fortuna. Perché, nel contratto da club manager, avrebbe voluto inserire una clausola che le impedisse di sedere sulla panchina viola? La mia è stata una scelta difficile, ma molto meditata. E quando si fanno delle scelte, vanno mantenute fino in fondo. Ho iniziato a ventitré anni a fare l’allenatore e ho smesso a cinquantatré: in trent’anni avevo dato tutto quello che potevo dare. E quindi non si sarebbe aspettato di sostituire Delio Rossi e di

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traghettare la Fiorentina verso la salvezza... Ho accettato per un senso di dovere nei confronti della società che mi aveva dato questa gratificazione. Non aveva paura che, se i viola fossero sprofondati in B, avrebbero dato la colpa anche a lei? Mi sarei sentito un vigliacco a non accettare. Nel maggio 2012 pronunciò la frase “ne rimarranno soltanto quattro”, riferita ai giocatori titolari. Conoscendo il calcio e dopo un anno la famiglia Della Valle, la loro ambizione, il loro modus operandi anche nelle loro attività, non ho mai pensato che potessero abbandonare. Ho sempre pensato, senza avere documenti in mano, che rilanciassero. E per rilanciare c’era solo da fare piazza pulita a livello calcistico. La prima cosa da rinnovare era il modo di giocare, per ritrovare la simpatia e la fiducia dei tifosi, al di là dei risultati. Bisognava giocare bene, giocare un calcio divertente. Per fare ciò, prendere uno staff, un allenatore e dei direttori che avessero la stessa filosofia di gioco, di lavoro. E penso che la società abbia fatto un grande colpo. Tornando alla sua “prima vita”,

sul campo, nello spogliatoio e in città quali sono gli episodi che più le sono rimasti nel cuore? Il debutto in A, senza neanche aver visto dal vivo una partita della massima serie, ma solo in televisione. Il debutto in Nazionale a ventuno anni e la vittoria della Coppa Italia. La crescita dei ragazzi che ho allenato: tanti sono arrivati a giocare in serie A, addirittura in Nazionale, hanno vinto la Coppa dei Campioni. Poi a Firenze, nel 1978, è nata la mia prima figlia. Sono stati dieci anni belli, intensi, che sicuramente ricorderò per sempre. Dopo l’incidente in auto che le stroncò una promettente carriera a soli 22 anni, cosa avrebbe fatto se avesse dovuto abbandonare il calcio? Sarei dovuto tornare al mio paesello e andare a lavorare in qualche fabbrica. Invece la Fiorentina, che ho sempre ringraziato, mi ha dato la possibilità di vivere a Firenze e di intraprendere la carriera di allenatore del settore giovanile. Mi ritengo un uomo fortunato, perché ho fatto nella vita quello che ho sempre sognato fin da bambino, cioè vivere di calcio. Non ho rimpianti e mi sono tolto tutte le soddisfazioni. In più chiudo a Firenze, che per me è il massimo.

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#Sport

Ottobre 2014 | 21

 Pallavolo

 La società

quando il pallone è roba da donne

Via a una nuova stagione per l’Acf Firenze calcio femminile

IL DEBUTTO SI AVVICINA

P

er le due squadre di serie A1 del volley fiorentino, il Bisonte Firenze e la Savino Del Bene Scandicci, dopo aver allestito un roster all’altezza della massima serie c’è da vincere la battaglia (forse) più difficile: riempire i rispettivi palazzetti. Entrambe le compagini hanno lanciato un abbonamento a prezzi popolari (meno di dieci euro a partita), con agevolazioni per bambini, tesserati Fipav e sportivi. Così, Firenze spera di vedere un Mandela Forum gremito per assistere, dopo tanti anni, alla pallavolo che conta, per poi – chissà – sognare l’Europa. Il campionato inizierà (il 2 novembre) per Firenze in casa contro Conegliano, per Scandicci in trasferta contro Busto. Federica Stufi, fiorentina doc, commenta così l’avvicinamento al debutto: “Stiamo lavorando bene e non vedo l’ora di cominciare”. Le fa eco Daiana Muresan: “La preparazione procede nel migliore dei modi, stiamo lavorando duramente per arrivare pronte alle sfide che ci aspettano e per riuscire toglierci delle grandi soddisfazioni”.

Sono tante le sfide che attendono quest’anno il volley fiorentino, tra cui quella di riuscire a riempire i palazzetti (foto © G. Bettarini)

Car.Mar.

 Pallanuoto

due cinesi per la rari R

Carlo Marrone

S

e da bambine guardavate Holly e Benji e sognavate di emulare le loro gesta, questo articolo fa per voi. Parliamo dell’Acf Firenze calcio femminile con il vicepresidente Roberto Orlandi. Quali sono le principali differenze tra calcio maschile e femminile? A parte la fisicità, non esistono differenze. Nel calcio femminile il fair play è notevolmente superiore e tecnicamente si possono apprezzare giocate che ormai tra gli uomini sono una rarità. Immaginate il calcio maschile anni ‘60: più o meno ci siamo. Insomma, non è vero che è meno spettacolare, è solo più tecnico. Ha successo, a Firenze, il calcio femminile? Non siamo tra le piazze peggiori, nonostante la poca spinta che il movimento riceve da media, istituzioni e federazione. Per fortuna non mancano le ragazze che amano questo sport e che desiderano avvicinarvisi. A quale età si inizia solitamente? Verso gli 8-9 anni. Purtroppo le scuole calcio al femminile non sono molte e per tante di queste bambine è d’obbligo cominciare in società di calcio maschile. È una limitazione che ci fa perdere per strada molte ragazze che non sempre sono a proprio agio in un ambiente di questo tipo. A livello formativo, però, è una buona

ari Nantes Florentia al sapore d’oriente. Per la prima volta in 110 anni di attività, il club biancorosso avrà due cinesi come stranieri per il campionato di serie A1. Spesso la scarsità di soldi sviluppa le idee: Paolo Malara, attuale ct della nazionale di Pechino e grande amico di Riccardo Vannini, tecnico biancorosso, e Maurizio Ceccarelli, team manager del sodalizio di lungarno Ferrucci, ha favorito l’arrivo del difensore Tan Feihu e del centroboa Liang Nianxiang. Entrambi sfidarono l’Italia ai Mondiali di Barcellona 2013 negli ottavi di finale, con il primo che beffò anche il difensore Presciutti e il portiere Tempesti con un pregevole cucchiaio per il gol del momentaneo 4-2 per gli azzurri. “Devo ringraziare Malara per le segnalazioni – spiega Vannini, entusiasta dei nuovi atleti – anche perché Tan è un giocatore d’esperienza. Ha giocato in Spagna ed era stato contattato anche dall’Hovend, squadra di Budapest. Liang è un ragazzone alto e può esserci molto utile. Un centroboa un po’ statico sul quale posso lavorare”.

Roberto Orlandi, vicepresidente dell’Acf Firenze calcio femminile, fa il punto sul volto “rosa” del pallone

Per la prima volta in 110 anni di attività, la Rari Nantes Florentia ha due cinesi come stranieri per il campionato di serie A1

Sim.Spa.

W eb firenzecalciofemminile.it Tel. 055.6530638 Mail: firenzecalciofemminile@gmail.com

cosa, in quanto la competizione diretta con i maschietti accresce carattere e competitività, e di solito chi segue questo percorso e arriva da noi ha già le carte in regola per ben figurare. Perché una ragazza dovrebbe preferire il calcio a sport più “femminili”? Non esistono sport più o meno femminili, esiste lo sport che piace, che dà emozioni, esiste il piacere di fare uno sport di gruppo, che plasma il carattere e abitua a relazioni di convivenza in un ambiente sano di aggregazione che, oltre a contribuire alla formazione fisica, è anche una scuola educativa e formativa di vita. In tante altre nazioni una domanda così sembrerebbe assurda, e non importa spostarsi in America, basta pensare a Spagna, Germania, Inghilterra. Parliamo di risultati: come è andata la passata stagione? È stata difficile, considerando la rimonta da fare dopo le prime sei partite che ci vedevano fermi a un solo punto. Ma l’obiettivo era la salvezza e le ragazze sono riuscite a coglierlo. Questa stagione

ci vede impegnati a centrare un obiettivo salvezza più tranquillo, poi limiti verso l’alto non ci piace darcene: scendiamo sempre in campo senza timori reverenziali e con l’obiettivo costante di cercare la vittoria. Nessuno potrà mai dire che il Firenze non mette grinta e cuore in quello che fa. La crisi economica vi ha messo in difficoltà? Molto, abbiamo resistito per merito di tutti, ma soprattutto delle ragazze che hanno rinunciato a qualsiasi rimborso pur di aiutare Acf Firenze a continuare la sua storia. Qui è ancora sport vero, fatto con tanti sacrifici e tanto cuore. Ragazze, il calcio è tutto da giocare, anche per voi. E se avete qualche dubbio, guardate l’Acf Firenze.

Senza Senza appuntamento appuntamento via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info327.28.97.058 327.28.97.058 NUOVA APERTURA Via Gianpaolo Orsini, 78 info 333.40.22.251 NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251


22 | Ottobre 2014

#Rubriche

A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

LE INGOMBRANTI FONTICINE VIA NAZIONALE A FRONTE DI VIA DELL’ARIENTO

L

a monumentale edicola robbiana in terracotta invetriata policroma, del leggiadro ed ornato tabernacolo che si slancia sopra una vasca nella quale gettano acqua sette piccole “fontanelle”, fu voluta dalla Potenza Festeggiante del Reame di Biliemme, la quale aveva sede al vicino Canto alla Cella di Ciardo, cioè fra via Sant’Antonino e via dell’Ariento. Tale organizzazione popolare faceva parte delle rionali “Potenze Festeggianti” in quanto, istituzionalmente, queste associazioni avevano il compito di organizzare, specialmente nei loro rispettivi rioni, spettacoli, gare, giochi di bandiera, sassaiole ed ogni altro tipo di festa, per cui erano dette, appunto, “festeggianti”. A questi divertimenti, che si definirono “l’armeggiar delle Potenze”, partecipava attivamente soltanto il popolo minuto, mentre le classi borghesi e nobili si limitavano a contribuire finanziariamente, rimanendo sempre dalla parte degli spettatori. Le Potenze, popolari, allegre, vivaci, irrequiete e tumultuose, oltre a cimentarsi nel gioco delle bandiere, combattere con armi finte, fare a “sassi”, organizzare cene e banchetti, si prodigavano anche in opere di beneficenza e di religione andando “ad offerta” in certi santuari come quello della Madonna del Sasso (Santa Brigida) dove, per devozione o penitenza, le festose combriccole arrivavano a piedi, a cavallo o su muli. Le compagnie si occuparono in qualche modo anche di arte; come, ad esempio, quella appunto del “Regno di Biliemme” che, come già detto, fece fare nel 1522 alla bottega dei Della Robbia questo bellissimo tabernacolo a fontana, dalla base in pietra serena, con vasca di marmo sostenuta da tre mensole inginocchiate a zampe di leone. Nel grande bacile rettangolare versano continuamente acqua sette cannelline che fuoriescono dalla bocca di altrettante

teste di cherubini, pure marmoree, che hanno dato proprio per questo il nome “delle fonticine” al più grande e famoso dei tabernacoli fiorentini, da considerarsi pure una fontana a tutti gli effetti, ora, purtroppo, malridotto dalle ingiurie del tempo e degli uomini. Ma quando fu costruito il tabernacolo era perfettamente così come oggi lo vediamo? Proprio no. Infatti, da documenti dell’Archivio Storico del Comune di Firenze (ASCFi 268, c.488), abbiamo appreso che quando fu eretta, l’artistica costruzione non si trovava come ora addossata alla parete retrostante, ma la sua struttura avanzava verso il centro strada, ed era affiancata da due “fonticine” ai lati, in ognuna delle quali gettavano acqua nei rispettivi bacili quattro cannelline fuoriuscenti da altrettante faccine di cherubini. Nell’anno 1849, a seguito di numerose istanze di “proprietari e abitanti delle contrade adiacenti a Via Tedesca (dal 1870 via Nazionale per l’af-

fermazione d’italianità in contrapposizione al precedente nome di “via Tedesca”) che lamentano inondazioni delle stanze terrene delle loro case quando un’affluenza istantanea di acque di pioggia si dirige alla fogna sotto il Tabernacolo detto dell’Assunta” e che attribuiscono l’inconveniente principalmente “all’abboccatura di quel canale sotterraneo ed all’imperfezione del meccanismo della valvola di legno, per cui i reclamanti suggeriscono di provvedere ai danni con togliere gran parte del Tabernacolo e trasportarne la facciata sul muro a tergo del medesimo, raggiungendo così il doppio oggetto di allargare la strada, e meglio sistemare lo smaltimento delle acque pluviali”, segue una perizia tecnica dell’ingegnere Flaminio Chiesi del Circondario, che suggerisce gli interventi del caso, riassumendoli nell’arretramento del tabernacolo definito addirittura “dannoso ingombro”, “spingendolo verso il fabbricato”, cioè sul muro della facciata dell’immobile retrostante pur “senza privare il pubblico di quell’antico Santuario”, nell’eliminazione delle due deliziose fontanelle laterali e nell’inclinazione del lastrico stradale con pendenza favorevole verso la fogna delle acque piovane e di quelle di scarico della vasca del tabernacolo. Per la difficoltà del momento delle casse comunali a poter far fronte alle spese occorrenti valutate in £ 1.694,52 venivano assegnati i lavori a due accollatari, “i quali s’incaricano di eseguire subito i lavori relativi alla trasposizione del Tabernacolo, stando alla perizia Chiesi, ed obbligandosi a ricevere il pagamento nella prima metà del prossimo anno 1850”. Così, dopo oltre tre secoli di “dannoso ingombro” il tabernacolo dell’Assunta fu smontato, arretrato e privato delle due fonticine laterali, le quali furono tagliate e riposizionate alla base del tabernacolo. Per tale intervento fu necessaria anche la costruzione della parte centrale della vasca con la soprastante cannellina ed un terzo piede d’appoggio. La nuova vasca formata da tre pezzi, con sette fontanelle, fu posta frontalmente sotto la grande edicola con la terracotta invetriata policroma dei Della Robbia alla cui base, fra altre iscrizioni, si legge: QUESTO DEVOTO TABERNACOLO ANO FATTO FARE GLI OMINI DEL REAME DI BELIEME POSTO IN VIA SANCTA CHATERINA MDXXII. Da notare che prima del 1870 quel tratto di via Nazionale compreso fra via Guelfa e via dell’Ariento si chiamava via Santa Caterina. Adesso il tabernacolo delle Fonticine è in stato di assoluto abbandono: tubi metallici impediscono la caduta di frammenti della volta ma anche la veduta dell’artistico bassorilievo; strati di borraccina rendono il marmo del bacile irriconoscibile e l’acqua delle fontanelle malamente fuoriesce dalle cannelline. Spettacolo di bruttura e di vergogna che dovrebbe essere, invece, argomento di bellezza, decoro e testimonianza dell’arte e della fede fiorentina.

Il Pungiglione

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI  Web artusi.net

il piccolo calciatore che c’è in ogni uomo

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a settembre la domenica e il giovedì, per un uomo, tornano ad avere un significato vitale: in quei giorni gioca la Fiorentina! Il calcio ha qualcosa di ancestrale: un neonato che appena cammina vede una palla, cosa fa? Le tira un calcio. Dove l’ha imparato? L’ha visto alla Domenica sportiva? No, quello è l’istinto del piccolo calciatore che è dentro ogni uomo. Qual è la prima cosa che fa un bambino nella pancia della mamma? Tira i calcetti! La mamma si emoziona, pensa che sia una cosa romantica, invece il bimbo tira i calci come promemoria: “Bella, tra tre anni addio zumba, il mercoledì mi porti agli allenamenti!”. L’istinto del calcio non lo puoi fermare. Un mio amico mi ha fatto vedere le foto con sua moglie. In una si vede lei che sorride e lui che gioca a calcio. In un’altra sono al mare: lei prende il sole, lui gioca ancora a calcio. Nell’ultima lei lancia il bouquet il giorno del matrimonio, lui gioca a calcio. Dopo tre anni di matrimonio lei si è fatta tatuare sull’inguine una frase d’amore: “Te lo buco codesto pallone!”. Nel calcio ognuno di noi si sente un grande allenatore, e perciò in dovere di criticare il mister di turno: “Togli Cassano, lo vedi, è stanco. Stringi al centro, scatta su quella fascia. Salta la panchina!”. Che stress se gli allenatori facessero la stessa cosa con noi. Ad esempio a un meccanico direbbero: “Cambia la marmitta, lo vedi che è rotta! Stringi il bullone, scatta su quella frizione! Mi sa che l’officina te la comprano i cinesi...”. ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista

 Web

andreamuzzi.it


Lettere

Ottobre 2014 | 23

Editoriale dalla prima

Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it “LE SERATE CHIUSI IN CASA IN PIAZZA ANNIGONI”

Gentile Redazione, ho letto in Reporter di luglio la lettera di “Un gruppo di abitanti” del Quartiere 1/Largo Annigoni, e sono rimasta sbalordita: quanto meno chi vi ha scritto non abita “sulla” piazza, ma al più nelle vicinanze. Io, come altri, ci abito davvero “sulla” piazza, e posso confermare, sì, che il problema del parcheggio selvaggio si è risolto solo con la re-introduzione dei ‘panettoni’, dopo che i primi paletti erano stati tranquillamente divelti. Ma che qualcuno possa ancora affermare di desiderare teatri e spettacoli in questa piazza mi stupisce proprio: se abita “sulla” piazza dovrebbe avere ben chiare le serate passate sbarrati in casa per cercare di sentire il meno possibile le prove a tutto volume di concerti e balletti, all’ora di cena, quando si avrebbe piacere di parlare invece di cercare di non sentire! Per non parlare del dopocena e della notte... Non si può imporre una tale servitù a chi risiede qui, che in più dal lato opposto rispetto alla piazza sopporta l’andirivieni continuo della cosiddetta movida. Spero che non si voglia sostenere che la piazza non vive: sono fioriti locali, fino all’una di notte e oltre hanno ospiti. Purtroppo spesso alle quattro di notte c’è chi gioca a frisbee o a pallone. Gli spettacoli si possono fare dove è possibile, non si devono imporre a chi in centro ci vive davvero: pensare di mantenere un orario di chiusura alle 23,15 è una pia illusione, ed in ogni caso anche un orario così sarebbe una imposizione, lesiva della libertà dei residenti, che dovrebbero adattarsi e tacere. Firenze è piena di piazze, nessuna si merita di essere sacrificata e non se lo meritano gli abitanti. Lettera firmata

LO STATO DEI GIARDINI DI VIA NOVELLI

Gentile redazione, sono un appassionato lettore del vostro giornale ed abitante del quartiere. Ho notato che da troppo tempo ormai, i “Giardini della Montagnola” che fiancheggiano via Novelli, si trovano in uno stato di quasi totale abbandono. Dove una volta c’era l’erba, adesso c’è solamente arida terra, la manutenzione lascia a desiderare e c’è sporcizia ovunque. I giardini, se opportunamente curati, sarebbero veramente belli a vedersi e non offrirebbero lo squallido spettacolo attuale dovuto all’incuria in cui si trovano da ormai troppo tempo. Spero che chi preposto

LE BICICLETTE NELLE AREE PEDONALI

alla manutenzione dei giardini, si adoperi al più presto in modo da restituire agli abitanti del quartiere un parco decente e godibile. Sarebbe bello poter rivedere nuovamente, dove adesso c’è la sola arida terra, i verdi prati di una volta! Claudio N.

“QUELLO CHE NON VA A RIFREDI”

Egregio Direttore Matteo Francini, vorrei farle presente il degrado di Rifredi. Elenco alcune cose negative della zona di via delle Panche, via Michelazzi, via Locchi: i giardini pubblici (via Morandi e piazza dei cavalieri di Vittorio Veneto) sono “campi incolti”, i marciapiedi dissestati e pieni di erbacce e le strade sporche. Per non parlare del giardino davanti alla scuola materna ed elementare Don Minzoni. Le strisce pedonali sono ormai sbiadite da anni, quasi inesistenti. Pur essendo una zona ospedaliera e trafficata da molte ambulanze, le strade sono piene di buche enormi, molto pericolose per tutti i veicoli, motorini in particolare. Spero che tutto ciò venga preso in considerazione da chi di dovere. Ringrazio la possibilità di esprimersi tramite il vostro giornale di quartiere, una buona iniziativa. Una fiorentina da generazioni che ormai abita nel “Bronx”

“ELEMOSINA E CAPANNELLI TRA VIA MARITI E VIA PONTE DI MEZZO”

Egregio direttore, nel numero di “Il Reporter” di luglio u.s. leggo un focus sulla riqualificazione del Q5 ed in particolare leggo “Altra sfida è la creazione di una società attenta ai nuovi temi sociali, multietnica e multiculturale, che sappia coniugare legalità ed accoglienza per quanto riguarda l’immigrazione e garantisca i diritti di tutta la cittadinanza”. In questo contesto eccomi a segnalare, stavolta anche sul Suo giornale, lo stazionamento ormai da molti mesi e in numero crescente di persone all’incrocio tra via Ponte di Mezzo e via Giovan Filippo Mariti, che, come abbiamo già avuto modo di comunicare al corpo di Polizia Municipale, non si limitano a chiedere l’elemosina agli auto-

Dovrebbe essere un momento di rilassamento quello di muoversi a piedi, almeno nelle zone pedonalizzate, per gli abitanti del centro e per i turisti, che hanno tutto l’interesse e il diritto di ammirare i nostri monumenti con il naso all’insù. Ma così non è: biciclette sbucano da ogni dove, senza rispettare sensi di marcia, e meno di tutto i pedoni, con grave pericolo e tensione in particolare per quelle categorie più deboli di cittadini, come gli anziani, i fanciulli, i portatori di handicap, che potrebbero trovar solo in quelle aree il modo di muoversi liberamente ed effettuare le attività indispensabili della vita quotidiana, come la spesa giornaliera; situazione sgradevole comunque per tutti i pedoni, che devono star sempre sul chi vive, al punto che si arriva talvolta all’assurdo di preferire di passare dalle aree non pedonalizzate, perché almeno lì ci si può, seppur fino a un certo punto, fidare che i veicoli osservino le regole più elementari. Nella zona di Sant’Ambrogio ad esempio il caos della circolazione è il più totale, con grossi rischi anche per l’eccessiva velocità dei ciclisti, che sembra ignorino l’esistenza del freno anche in situazioni di emergenza, quali l’attraversamento del pedone perfino sulle strisce pedonali. I vigili non si vedono e, se ci sono, evidentemente non si accorgono di nulla. E’ vero che le biciclette

mobilisti, ma si organizzano in capannelli, spesso di ubriachi; bivaccano, anche di notte, sia sul marciapiedi davanti all’ex-cinema Manzoni (altro contenitore vuoto adiacente al Panificio Militare) che nell’aiuola spartitraffico di via Mariti, utilizzando materassi, cuscini, cartoni; usano come orinatoio qualsiasi spazio disponibile tra i cassonetti, gli alberi, le auto in sosta. Questa situazione è stata segnalata più volte da noi residenti alla Polizia Municipale: non sappiamo se gli interventi siano avvenuti, certo è che i fatti (aumento del problema invece che soluzione) ne dimostrano l’inefficacia. Mi auguro che il nuovo Consiglio di quartiere prenda in considerazione questo problema e intervenga affinché, come detto in apertura, tutta la cittadinanza, residenti ed immigrati, veda garantiti i propri diritti di civile convivenza. Ringraziando dell’attenzione e confidando in un riscontro, Paola ed altri

“UNA SOLUZIONE PER VIA FORTINI”

A seguito dell’articolo apparso su Reporter, circa i problemi di via Fortini, da abitante della zona propongo la seguente soluzione, veloce, semplice ed economica: 1) Riparare il marciapiede di via Fortini dove già esiste, che è impraticabile e costringe i pedoni a scendere dallo stesso, camminando pericolosamente sulla strada. 2) Mettere in via S. Margherita a Montici, prima dell’incrocio con via Fortini ed anche in via Fortini prima della scuola, fino alla piazzetta di Ricorboli, dei dossi rallentatori o cunette artificiali che costringerebbero le auto e le moto ad andare più piano rispettando il limite di velocità indicato in km 30. Semplice e pratico! Inoltre è necessario che in via del Larione sia ripristinata la segnaletica orizzontale ormai sparita all’incrocio con via Fortini in modo da creare due direzioni di marcia verso sinistra e verso destra. Poi deve essere ricollocato il cartello che c’era applicato ad un palo, lato vivaio che indicava le due direzioni di marcia, ma montato in modo che i camion con i cassoni chiusi non lo colpiscano spostandolo o facendolo cadere. Questa lettera la invio anche al sig. Alfredo Esposito, nuovo presidente del Quartiere 3, con consegna a mano. Porgo distinti saluti. Fausto P.

non inquinano, e dunque vanno incoraggiate, ma c’è un limite a tutto. Civiltà e buona educazione sono valori ormai obsoleti, d’accordo, ma sarebbe proprio troppo chiedere che il Comune almeno volesse apporre dei cartelli all’inizio delle zone pedonalizzate con invito ai ciclisti a rispettare i pedoni cui le aree sono riservate? Eugenio S.

IL REPORTER RISPONDE Caro signor Eugenio, pubblichiamo la sua lettera nel mese in cui, sul nostro giornale, focalizziamo l’attenzione sulle zone pedonali di Firenze, prendendo spunto dal quinto “compleanno” della pedonalizzazione di piazza Duomo. Che le aree vietate alle auto in città siano sempre state (nel bene e nel male) al centro dell’attenzione dal momento della loro istituzione è fuor di dubbio, e in questi anni gli elementi di discussione non sono certo mancati. Discussioni in primis legate ai cambiamenti scaturiti dalla chiusura di “pezzi” di città, più o meno grandi, ai veicoli a motore, a cominciare dalle novità per la viabilità e il trasporto pubblico. Il tema che lei pone riguarda invece più da vicino

Era il 25 ottobre 2009 quando autobus e auto cominciarono a girare alla larga dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore, tra tanti applausi e altrettanti dubbi. Oggi, cinque anni dopo, è tempo di tracciare un bilancio, ma non solo: perché da allora di pedonalizzazioni ne sono seguite altre, altre ancora sono rimaste sulla carta mentre non mancano i progetti in cantiere. Ecco, quindi, un “riassunto” di quello che è successo (e che succederà) nella città del giglio. Ma non di sole pedonalizzazioni ci occupiamo questo mese. Perché se l’autunno è ormai iniziato, è ancora difficile dimenticare l’ultima estate e le tante, troppe piogge che l’hanno caratterizzata. A cui devono essere aggiunti gli eventi estremi, come la violenta grandinata che ha “imbiancato” Firenze lo scorso 19 settembre. Insomma, che cosa sta succedendo al meteo? Dato che rispondere a questa domanda è sempre più difficile, abbiamo chiesto lumi a due esperti del settore, un meteorologo e un responsabile della protezione civile, anche per capire se Firenze sia pronta o meno a “resistere” al clima che cambia. Ed ecco che cosa ci hanno detto. Abbassando lo sguardo dal cielo alla terra, dopo lo speciale pubblicato a settembre sui cantieri della tramvia questo mese facciamo un primo, parziale punto su come stanno andando i lavori, anche e soprattutto dal punto di vista del traffico: se nei primi giorni la temuta paralisi di alcune delle zone nevralgiche per la viabilità cittadina non si è verificata, non c’è comunque da abbassare la guardia, perché altri importanti interventi sono alle porte. Rinnovato, dunque, l’appello a lasciare l’auto a casa il più possibile. E infine, spazio sul nostro giornale anche a una breve guida al commercio “alternativo”. Perché ogni mese è buono per risparmiare qualcosa. MATTEO FRANCINI

“l’interno” stesso delle aree pedonali: è chiaro che (almeno) in quelle zone i cittadini debbano sentirsi liberi di muoversi nella più totale sicurezza, con la possibilità – per una volta – di guardare anche in alto (soprattutto se così facendo si possono ammirare meraviglie del calibro della cupola del Brunelleschi o del campanile di Giotto) e non soltanto a destra e sinistra per non rischiare di essere investiti. Ed è quindi assolutamente legittimo, almeno nelle aree pedonali, allentare un poco quella “attenzione urbana” necessaria invece in tutte le altre zone della città. Nella sua lettera lei sottolinea il comportamento scorretto dei ciclisti in queste aree e i pericoli che ne derivano: senza dimenticare il fatto che – seppur gli esempi negativi non manchino, e non è difficile accorgersene – non tutti i ciclisti si comportano allo stesso modo e che, anche in questo caso, non si debba generalizzare, ben vengano i cartelli per “ricordare” a tutti quelle che sono le regole da seguire. Ma ciò che soprattutto serve – non ci stancheremo mai di ripeterlo – sono, per riprendere le sue parole, “civiltà e buona educazione”, a cui deve essere aggiunto il rispetto degli uni verso gli altri. Così facendo, molti problemi (e pericoli) sparirebbero. Con qualunque mezzo ci si sposti. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it


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