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Periodico d’informazione locale. Anno IX n.2 del 5 gennaio 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A.
Gennaio 2015
Anno IX Ed. 2
Firenze Quartiere 2
Campo di Marte Coverciano Cure
Distribuito da
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Formula Direct simply
Il programma
✎ Editoriale
anno nuovo, via ai cantieri nel quartiere
la città di ieri che diventa quella di domani Matteo Francini
I
n riva all’Arno sorge un nuovo anno. E il cambio di calendario è sempre il momento migliore per tracciare un bilancio e guardare prima indietro e poi avanti. Mai come stavolta. Perché passato e futuro si fondono come non mai nel 2015 appena iniziato, ricco di eventi in arrivo ma anche di ricorrenze. La prima, e più importante, è quella dei centocinquant’anni dalla proclamazione di Firenze capitale.
Scattano interventi per strade, piste ciclabili e marciapiedi. Obiettivo: più sicurezza ☛ pagina 2
Fiorentina
dodici mesi, tanti infortuni
V
iaggio a ritroso nel 2014 viola, caratterizzato da un’infermeria affollata di attaccanti e da quella finale di Coppa Italia da cancellare. Dentro e (soprattutto) fuori dal campo.
☛ pagina 18
“Le strade di mister Moskovitch”, su Il Reporter un racconto a puntate ☛ pagina 21
☛ SEgUE a pagina 23
1865-2015, firenze tra passato e futuro S. Wiedenstritt - L.V. Zarrilli
U
no sguardo indietro e uno avanti. Firenze è entrata nel nuovo anno con una serie di appuntamenti già segnati in agenda: lo sbarco in città di Papa Francesco e l’apertura del nuovo museo dell’Opera del Duomo su tutti. Ma non solo: ecco una “guida” al 2015 in città. Città che avrebbe potuto essere (molto) diversa se nel 1865 non fosse diventata capitale del Regno d’Italia, con tutte le trasformazioni connesse: oggi, centocinquanta anni dopo, si ricorda e si celebra quel momento storico.
a spasso nel rione, a “caccia” di saldi Via Gioberti ma non solo: una passeggiata tra le “strade dello shopping” del quartiere.
☛ pagina 4
viaggio nel mondo di botteghe e artigiani Il punto sulle imprese attive in città. E c’è chi guarda avanti e si reinventa il lavoro.
☛ paginE 10-11
nella biblioteca “nascosta” di s. salvi
☛ paginE 8-9
cabine e mercatini, i luoghi d’altri tempi
☛ pagina 7
☛ pagina 14
La famiglia italiana della frutta
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Quartiere 2
#Primo piano
Campo di Marte . Coverciano . Cure
Gli interventi
più sicurezza per strade e marciapiedi. e nuovi spazi per chi si sposta in bicicletta Servizi
sì ai fondi per il centro giovani
P
oco meno di 180mila euro per i centri giovani C.U.R.E. e Sonoria. In consiglio comunale, all’interno dell’assestamento di bilancio 2014, “è stata confermata l’attribuzione di 178mila euro per i bandi dei centri giovani C.U.R.E. e Sonoria – spiega il consigliere delegato dal sindaco per le politiche giovanili Cosimo Guccione – due spazi frequentati da centinaia di ragazzi con sale prove e strumenti per imparare a suonare e fare cultura assieme”. “L’offerta dei servizi per i giovani è un punto cardine per il nostro quartiere – dice il presidente del Q2 Pierguidi – è con grande soddisfazione che registriamo che si siano trovate le risorse per garantire e rilanciare i servizi del centro giovani C.U.R.E.”.
Andrea Tani
S
trade e marciapiedi, attraversamenti, semafori e piste ciclabili. L’anno nuovo inizia nel segno della sicurezza. Anche nel quartiere 2, dove sono pronti a partire gli interventi sulla rete viaria previsti nel “pacchetto” da un milione e 750mila euro approvato all’inizio dello scorso dicembre dalla giunta comunale. Ai quali se ne aggiungeranno altri, presto a bando. Così, entro primavera si chiuderà la stagione dei cantieri. Niente di faraonico, non sono questi i tempi. Ma saranno comunque misure essenziali – viene spiegato – per la sicurezza di strade e, soprattutto, marciapiedi. Cominciando da quelli messi peggio. Lavori già programmati su tratti di via della Torretta, via Luca Landucci, via Gabriele D’Annunzio, via Madonna della Querce e, per intero, su via don Giovanni Verità e via Silvio Spaventa, tutti inclusi del “pacchetto”. Ci sono poi quelli finanziati a parte su via Andrea Del Sarto e via Faentina, nel tratto delle Cure da via dei Bruni a via Pimentel. In programma anche la sistemazione dei muri a retta in via del Ponte a Mensola e il consolidamento strutturale del vicino ponte di via San Martino a Mensola. Altri interventi riguarderanno le scuole. Attraversare la strada prima di entrare in clas-
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se dovrebbe essere tutto tranne che un pericolo. Troppo spesso, invece, lo è. Davanti ai cancelli si accendono così le luci: è pronta la nuova cartellonistica luminosa che verrà installata all’ingresso degli istituti considerati più a rischio, una misura per la salvaguardia degli studenti, del personale scolastico e degli automobilisti. Luci a intermittenza che evidenzieranno l’attraversamento pedonale dei più piccoli davanti alla scuola primaria Giotto di via Landucci, dei più grandi al liceo Gramsci in via del Mezzetta e in altre scuole del quartiere. Luci a led anche al posto dei vecchi semafori, si vedono meglio e consumano meno: verranno sostituite le lampade a incandescenza degli incroci tra via degli Artisti e via Masaccio, via degli Artisti e via dei Della Robbia, via Giambologna e via Masaccio, via La Farina e via Masaccio, via Masaccio e viale Mazzini. Buone notizie, infine, anche per chi si sposta in bicicletta. La pista ciclabile di lungarno del Tempio verrà integrata con un nuovo percorso da realizzare in parte all’interno del giardino Caponnetto e in parte sul marciapiede, mentre quelle di lungarno Pecori Giraldi, lungarno del Tempio e viale Mazzini andranno in manutenzione. Il tutto nei primi mesi di questo 2015.
Nel quartiere in arrivo interventi su strade, marciapiedi, piste ciclabili e attraversamenti pedonali
Il 2015 parte nel segno dei cantieri lungo le vie del quartiere. E per chi attraversa si accendono le luci
Il torrente interrato
la storia (antica) dell’affrico
N
on tutti forse sanno che Firenze, oltre che da Arno e Mugnone, è bagnata anche da corsi d’acqua sotterranei. I quali, in diverse fasi della storia della città, sono stati interrati uno alla volta. Uno di questi è l’Affrico, che dalle colline fiesolane dove nasce passa per la città dando il nome a via Lungo l’Affrico, per sfociare poi nel grande corso dell’Arno. Questo torrente, che nasce sopra via delle Fontanelle (nella zona di Maiano) e che risulta adesso visibile solo in zona Salviatino, possiede una storia antica e legata al mito. Giovanni Boccaccio, nel poemetto “Il Ninfale fiesolano”, racconta la storia di Africo e Mensola (nome di un altro torrente fiesolano). Un pastore il primo e un’ancella di Diana la seconda che, per colpa dell’innamoramento reciproco, furono trasformati in due torrenti dalla dea contrariata. Nella storia più recente, l’Affrico viene invece ricordato sia per essere stato la cerchia daziaria per i commerci provenienti dall’aretino, sia per diverse esondazioni, come quella del 1844, che giocò un ruolo cruciale nell’allagamento della città durante lo stesso anno, e quella del 1953. E se oggi l’Affrico si presenta in superficie solo come un lembo di verde che separa via Lungo l’Affrico da viale De Amicis, e come un’isola spartitraffico in piazza Alberti, l’acqua che scorre sotto deve comunque essere tenuta sotto controllo in caso di bombe d’acqua come quelle che hanno colpito la nostra penisola negli ultimi tempi. Come ha confermato l’Autorità di bacino dell’Arno lo scorso ottobre, alla presentazione della nuova mappa sul rischio idrogeologico nel territorio fiorentino. E.M.
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Quartiere 2
#Primo piano
Campo di Marte . Coverciano . Cure
Alle Cure
Focus
i padroni di cani diventano “sentinelle” della pulizia
“rispetto per gli altri e per l’ambiente”
L’
iniziativa spontanea degli “Amici dei cani delle Cure” nasce da un’idea di socialità condivisa improntata al rispetto verso tutti gli esseri viventi e l’ambiente in cui si vive. Decine di persone che si muovono insieme e spontaneamente per pulire e prendersi cura del quartiere è un segnale, una manifestazione di interesse dei singoli verso la comunità. Si tratta – viene spiegato – di un atto compiuto con semplicità e umiltà, che diventa esempio di buone pratiche sociali collettive: l’augurio è che sempre più persone prendano coscienza e scoprano la “banalità del bene”. Basta poco, in fondo: basta iniziare a fare.
L’idea è agire tutti insieme un giorno alla settimana Fannì Beconcini
L
a passione per gli animali, la voglia di rendere il proprio quartiere vivo e vivibile, il desiderio di avviare un percorso di partecipazione e cittadinanza attiva a partire dalle piccole ma fondamentali regole del vivere quotidiano. È questo che accomuna un gruppo di cittadini delle Cure, padroni di cani attenti e volenterosi che hanno deciso di impegnarsi in un’opera concreta e simbolica allo stesso tempo, rivolta ai propri concittadini, proprietari di cani in primis. “Non siamo un comitato o un’associazione, né la nostra è un’iniziativa strutturata: siamo un gruppo aperto di persone interessate al bene comune e al rispetto di tutti gli esseri viventi”, racconta il professor Gennaro Testa, che è anche, e non a caso, sociologo di professione. “Tra noi padroni di cani spesso ci si incontra e qui alle Cure ci siamo accorti che avevamo qualcosa in comune: prima di tutto il valore del rispetto verso tutti gli esseri viventi e verso il contesto in cui si
Gennaio 2015 | 3
vive, in secondo luogo la volontà di sensibilizzare tutti alle buone pratiche del vivere in comune, a partire dalla nostra piccola e personale dimensione di amanti degli animali e proprietari di cani”. L’intento – viene spiegato – è quello di agire in modo positivo e propositivo, al di là dei meccanismi sanzionatori che puniscono chi sporca o danneggia il suolo pubblico, e la modalità è l’esempio e il coinvolgimento diretto. “Quando incontriamo persone che portano a spasso il cane che non conosciamo, chiediamo loro se hanno tutto l’occorrente per la pulizia e la sicurezza del proprio animale, sacchetto, guinzaglio, paletta, che nel caso forniamo. In più vorremmo adoperarci un giorno alla settimana, magari il sabato, per ripulire le strade da escrementi e sporcizia in generale. Abbiamo pensato che la prima cosa da fare era dare testimonianza di quello che siamo e così abbiamo iniziato a diffondere volantini nei locali della Cure, per renderci visibili e rendere visibile il fatto che ci sono
F.B.
Settignano
andare a scuola? è un gioco (a ostacoli) persone che hanno rispetto del luogo in cui vivono. E non siamo in pochi”. Gli “Amici dei cani delle Cure” (così hanno scelto di chiamarsi) non hanno una sede fissa, ma si possono trovare in giro nel quartiere a portare a spasso i propri cani o a fare qualche opera di manutenzione o pulizia. “Il nostro motto è ‘no alla sporcizia’, di qualsiasi natura essa sia. Basta poco, in fondo. Viviamo a Firenze, la culla del Rinascimento: oggi il rischio è che si torni al Medioevo, se non recuperiamo, a partire dal basso, forme di aggregazione e senso della comunità”.
L’
originale prodotto della creatività di una bambina, realizzato in casa, “adottato” dalla scuola primaria Desiderio di Settignano e venduto per raccogliere fondi al mercatino di Natale scolastico. Stiamo parlando del “gioco dell’oca di Settignano”: l’idea nasce quando Zoe, dieci anni, disegna una sorta di gioco dell’oca e lo sottopone al padre grafico, Heiko, che insieme alla mamma Silvia la aiuta a inventare le regole. “Abbiamo pensato di applicare l’idea del gioco di Zoe a Settignano, riproducendo la piantina del paese e creando un percorso che, da cinque punti diversi, arriva fino alla scuola, attraverso ostacoli che rappresentano situazioni reali affrontate ogni mattina”, racconta Heiko Mattern. Nasce così “Andando a scuola, la dura battaglia dei bambini di Settignano per arrivare puntuali a scuola”, con tanto di ostacolo “cacca di cane” oltre a “auto sul marciapiede”, “pozza”, “sciopero”. Il gioco ha riscosso un successo immediato tra gli abitanti di Settignano e non solo. Ne restano alcuni disponibili: per info contattare Silvia all’enoteca Sosta del Rossellino di Settignano (tel. 055.697245).
O ORARI: Lun - Sab 9.30-12.30 Lu 15.00-19.00 Lu Lunedì mattina chiuso siamo anche a: SIGNA - PISTOIA - M. DI CARRARA
Il gioco “Andando a scuola, la dura battaglia dei bambini di Settignano per arrivare puntuali a scuola”
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#Zoom
Quartiere 2
Campo di Marte . Coverciano . Cure
Commercio
Scheggi
saldi, caccia all’offerta “che non si può rifiutare”
nel regno (viola) di salse e panini
A spasso tra alcune delle “strade dello shopping” del quartiere Valentina Veneziano
Q
uando arrivano i saldi l’aria fredda non fa paura e la stanchezza comincia a farsi sentire solo a fine giornata, dopo essere riusciti a portare a casa l’oggetto tanto desiderato o l’offerta “che non potevamo rifiutare”. Sotto le luci di una festa natalizia che fu, parte una lunga passeggiata in via Gioberti, conosciuta come la strada delle “cento botteghe” e considerata dai più un’alternativa più che valida al centro storico. Ma se da un lato via Gioberti rappresenta per
A caccia di affari in via Gioberti: la strada delle “cento botteghe” è una delle più gettonate nel quartiere nel periodo dei saldi
molti il “paradiso dello shopping” del quartiere, per molti altri è allo stesso tempo un limbo insidioso in cui rimanere intrappolati, specialmente durante il periodo degli sconti. A chi si “addentra” al suo interno, questa via offre una panoramica di botteghe tradizionali in cui gli oggetti per la casa e i cimeli d’arredo e decoro diventano protagonisti, accompagnati dalla descrizione di bottegai attenti al minimo dettaglio. Per gli “aficionados” della strada (e dei suoi negozi), una delle mete preferite è Pasqui-
nucci (all’angolo con via Cimabue), con le sue stanze ricche di biancheria per la casa, candele, complementi d’arredo e un arcobaleno di piatti monocromo che sembrano appartenere a luoghi caldi e accoglienti. Upim, Oviesse, Calzedonia, Intimissimi e negozi dai brand ricercati (che si trovano soprattutto nella parte centrale della strada) sono poi per molti una tappa obbligata durante i saldi. Le varie gioiellerie e la recente apertura di Swarovski fanno brillare gli occhi dei più viziosi, mentre gli amanti della cura del corpo e dei cosmetici potranno fare un salto nelle erboristerie e nella vicina Marionnaud (via Cimabue 29). Passeggiando lungo via Gioberti si possono poi trovare prodotti tipici toscani, scoprire se gli sconti regalano qualche offerta allettante per una vacanza all’agenzia viaggi o provare stivali e affini nei numerosi negozi di calzature. Ma non è solo via Gioberti la meta scelta dagli abitanti del quartiere durante la stagione dei saldi: il “percorso dello shopping” si spinge fino a via Aretina (attraversando piazza Alberti). E per chi nel frattempo senta il bisogno di ricaricare le pile, potrà farlo addentando una morbida schiacciata nei forni della zona o sedendosi a un tavolo ordinando un tè particolare al Teatro dell’Ozio (via Lanza 23), un cremino da Serafini (via Gioberti 168r) o un caffè, circondati da un’atmosfera quasi internazionale, da La Cocotte (via Gioberti 91r). Pagato il conto, è già il momento di ripartire.
Niccolò Falchini
C
Filippo ed Elisa dietro al bancone della panineria-vineria Scheggi, aperta dal 1952
hi si trova nella zona dello stadio e sente di avere lo stomaco che brontola, spesso non ha dubbi sulla scelta da fare per calmarlo: un panino dallo Scheggi. Situata in viale dei Mille quasi “sotto” lo stadio, la panineria-vineria Scheggi offre focacce farcite fin dal 1952. Entrando nel locale si trovano dietro al bancone Filippo ed Elisa, intenti a tagliare affettati e a sistemare le focacce. Da sempre punto di ritrovo per i tifosi della Fiorentina, come si può notare dall’arredamento interamente costellato da sciarpe e magliette rigorosamente viola, l’attività fondata da Gino Scheggi nasce originariamente come pizzicheria. A chi ne vuol sapere un po’ di più sulla storia di un’attività così longeva, Filippo racconta che suo babbo, Franco Petraroli, la rilevò nel 1992. “Adesso gli affari sono un po’ in discesa – spiega – se prima la gente prendeva due panini e due bicchieri di vino, adesso prende un panino e un bicchiere. Però non ci lamentiamo, anche perché quando ci sono le partite qui si riempie. Alla gente piace vedere un locale colorato e pieno di storia come il nostro”. Dietro la vetrina affettati e salse di ogni tipo attirano i clienti che, intanto, iniziano a entrare. “Le salse sono il nostro punto di forza – dice ancora Filippo – qui ne facciamo di tutti i tipi, anche quelle con i nomi dei giocatori della Fiorentina. Quando eravamo in C1 e poi in B avevamo la salsa ‘Rigagol’, mentre quando c’era la grande viola di Cecchi Gori avevamo fatto la salsa ‘Batigol’, a base di radicchio trevigiano dal colore, appunto, viola, e quella ‘Rui Costa’ ai gamberetti”. Adesso, ai tempi dei Della Valle, la salsa “Pepito” domina su tutte le altre. Peccato solo per l’infortunio dell’attaccante. E per questo 2015 c’è in serbo qualcosa di speciale? “Aspettiamo di vedere cosa ci riserva il mercato invernale. Se arriva davvero Pato come qualcuno dice, faremo la salsa ‘Papero’ in suo onore”. E a chi gli domanda del progetto della “cittadella viola”, Filippo risponde scettico: “È da un po’ e via che se ne parla. Ho fatto una scommessa con un mio amico. Adesso mio figlio ha un anno e mezzo: se quando andrà a scuola, cioè a sei anni, avranno iniziato i lavori gli pagherò una cena, altrimenti sarà lui a doverla pagare a me”.
A cura del Consiglio di Quartiere 2 puoi trovare queste notizie e molto altro sul sito del Quartiere 2: vai su www.comune.fi.it e nella sezione “Comune” clicca su “Quartieri”
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Sede del Quartiere 2 Villa Arrivabene, piazza Alberti 1/a Tel: 055-2767831 | Fax: 055-2767838 E-mail: quartiere2@comune.fi.it
CAMPO DI MARTE L’alba di una nuova istituzione
A cura del Gruppo Doantello
PRESEPE IN PIAZZA
Il Presidente Pierguidi: “Vogliamo fare di Villa Arrivabene la casa degli artisti. Per la prossima estate in programma incontri culturali, spettacoli teatrali e concerti”
Nella foto il presidente Q.2 Michele Pierguidi (al centro), insieme al consigliere regionale Eugenio Giani, ai vicepresidenti del Gruppo Donatello Luana Lapi ed Enrico Bandelli, al direttore di Silfi Claudio Bini e altre personalità.
Un Natale diverso quest’anno per il Q.2, grazie alla forza d’attrazione rappresentata da un “Presepe in piazza”. A Villa Arrivabene la suggestiva installazione, nata da un’idea del Gruppo Donatello subito fatta propria dal Presidente Q.2 Michele Pierguidi, ha offerto alle famiglie un momento di calore e di aggregazione, aiutando a riscoprire le tradizioni e i valori insiti nelle feste natalizie. La rappresentazione della Natività, con sagome in legno a grandezza naturale, era collocata negli anni passati in piazzale Donatello. Nel 2013 il Gesù Bambino in terracotta (l’unico pezzo non in legno) realizzato da Amalia Ciardi Duprè venne sciaguratamente rubato e per evitare ulteriori atti di vandalismo si è deciso di spostare il Presepe nella sede del Quartiere 2, che si è rivelata una location adattissima e di grande fascino. Il nuovo Gesù Bambino, sempre in terracotta, è stato realizzato da Patrizia Renzi Pandolfini mentre l’allestimento, composto da 25 personaggi, è stato curato dallo scenografo Giancarlo Mancini. “Uno splendido lavoro quello realizzato dal Gruppo Donatel-
lo - ha sottolineato il Presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi. Questa collaborazione dura da tempo e ha dato frutti straordinari e proprio per questo è nostra intenzione far diventare Villa Arrivabene la casa degli artisti. Invito tutti gli operatori culturali a considerare il Q.2 un punto di riferimento per le loro attività e a proporre eventi e manifestazioni. In estate vorremmo allestire nel giardino un palco per ospitare incontri, spettacoli e concerti”. Nella giornata inaugurale si è tenuto un concerto di canzoni della tradizione natalizia con la presenza del tenore Gianni Agliati e del flautista Alessandro Giandonato, con una breve lettura teatrale animata da Valerio Casciarri su testo di Luana Lapi. La scenografia si è arricchita con l’accensione dell’addobbo di un Albero di Natale messo a disposizione dalla Direzione Verde Pubblico. La Silfi ha garantito il servizio di illuminazione dell’intero complesso, Albero di Natale incluso. L’allestimento è stato visibile fino al 6 gennaio
Un sodalizio tutto fiorentino
BATTISTERO E CALCIO STORICO UN BINOMIO NEL NOME DI SAN GIOVANNI L’Associazione di Parte Verde del Calcio Storico Fiorentino, con sede nel Quartiere 2, ha organizzato al Palagio di Parte Guelfa (Salone Brunelleschi) la cerimonia di presentazione della Cartella “San Giovanni nel Cuore”, contenente le riproduzioni delle opere pittoriche eseguite da cinque importanti artisti del Gruppo Donatello (Giampaolo Beltrame, Monica Giarrè, Alberto Grazzini, Paola Imposimato e Silvia Serafini), che le hanno donate e dedicate ai Verdi di San Giovanni. L’ evento, fortemente voluto dal presidente Roberto Torrini, era riservato ai calcianti e sostenitori di Parte Verde e vi hanno partecipato il presidente Michele Pierguidi e i rappresentanti del Calcio Storico, dei Bandierai degli Uffizi e delle Istituzioni cittadine. La manifestazione non rivestiva solo un carattere celebrativo o di presentazione delle opere pittoriche perché tra le sue finalità vi era anche quella di raccogliere le risorse da destinare sia alla riqualificazione della sede sociale che al finanziamento dei lavori di restauro del Battistero. A conferma del legame con quella che è una delle più antiche ed amate architetture religiose della città, oltre ad essere il simbolo del Quartiere di San Giovanni, come ha commentato Roberto Torrini, presidente di parte Verde: “Il Battistero è il simbolo stesso del nostro Colore, ci sembrava importante poter contribuire al restauro di questo tesoro che è patrimonio di tutta Firenze”. “I proventi della raccolta di fondi -prosegue Torrini- serviranno in parte anche a finanziare i nuovi progetti per la nostra sede di via Ugo Bassi. Ringraziamo per il suo contributo fondamentale il Gruppo Donatello, una storica associazione culturale fondata nel 1949, che rappresenta un punto di riferimento essenziale per tanti artisti di talento”. Elogiando l’iniziativa il Presidente del Calcio Storico Michele Pierguidi ha riaffermato che sarà a fianco di ogni Colore nel promuovere e so-
I QUARTIERI PROTAGONISTI DELLA CITTÁ METROPOLITANA Con l’approvazione di un apposito emendamento allo Statuto della neonata ‘Città Metropolitana’ i cinque quartieri fiorentini sono diventati attori di primo piano di questa importante istituzione destinata a giuocare un ruolo fondamentale in settori chiavi della vita pubblica del territorio, quali l’urbanistica, i trasporti, le infrastrutture, la gestione dei servizi, la valorizzazione dei beni comuni. È un risultato che premia e consolida il ruolo fondamentale svolto dai quartieri in questi ultimi decenni, quando si è dimostrato praticamente come la responsabilizzazione e il coinvolgimento delle circoscrizioni poteva andare ben al di là di un semplice decentramento amministrativo, ponendo in una nuova prospettiva e, in un certo qual modo, capovolgendo il classico scenario della tensione dialettica tra centro e periferia. Un passaggio che i 5 presidenti di quartiere hanno giustamente sottolineato, commentando l’approvazione dell’emendamento. “I Quartieri entrano giustamente a far parte del funzionamento della Città Metropolitana,
confermandosi come uno snodo nevralgico tra l’amministrazione comunale di Firenze, i cittadini e i territori. Ci mettiamo da subito al servizio dell’efficacia di questo ente, per superare i limiti dei confini comunali, a partire dal rapporto con i comuni contermini” hanno dichiarato congiuntamente Maurizio Sguanci (Q.1), Michele Pierguidi (Q.2), Alfredo Esposito (Q.3), Mirko Dormentoni (Q.4) e Cristiano Balli (Q.5). In che cosa consisterà concretamente il ruolo dei quartieri? Grazie alla modifica apportata all’articolo 17 dello Statuto i Presidenti di Quartiere interverranno alle sedute della Conferenza metropolitana dei Sindaci. Inoltre l’articolo 22 prevede che i Quartieri partecipino a pieno titolo alla formazione di accordi, convenzioni e altre forme di collaborazione tra Città metropolitana e Comuni del territorio sulla riorganizzazione e gestione comunale di servizi e funzioni. Infine l’articolo 7 sancisce il ruolo dei Quartieri nella promozione e delineazione delle ‘procedure partecipative’.
Cultura
UN MESE A VILLA ARRIVABENE
Conferenze, incontri, presentazioni letterarie. Al via anche le iscrizioni ai corsi per adulti. Sarà un gennaio ricco di iniziative culturali quello proposto dal Q.2 nella suggestiva sede di Villa Arrivabene in piazza Alberti. Il 15, 22 e 29 gennaio, ore 17, spazio a ‘Le parole dei pittori‘, tre conferenze sull’arte moderna, a cura di Filippo Buratti e Giulia Tabacco, che propongono un confronto fra le opere e i testi scritti di grandi protagonisti del ‘900 come Mirò, Klee e Dubuffet. Il 20 gennaio, ore 16, con ‘I Puritani’ di Vincenzo Bellini, si ripropone l’appuntamento con le Conversazioni Musicali, la guida all’ascolto delle opere liriche in cartellone presso il Teatro del Maggio, a cura dell’Ass. Amici del Maggio. Si prosegue il 27 gennaio, ore 17, con la pre-
sentazione del libro di Gabriella Del Bianco ‘L’errare, l’errore, l’orrore’. Il 24 gennaio, ore 17, è in programma ‘Da Akenaton a Mosè‘, uno stimolante incontro con le religioni dell’antichità, dall’Egitto alla civiltà assiro-babilonese, che verranno esaminate sotto il profilo filosofico, storico e archeologico. Intervengono Francesco Bandini, Franco Cardini, Brunetto Chiarelli. Si informa infine che dal 7 gennaio il Consiglio di Quartiere 2 ha aperto le iscrizioni per una nuova stagione di corsi per adulti. Queste le discipline previste: informatica, storia del cinema, storia della musica, restauro, bonsai, dizione, trucco teatrale, cucina.
Rassegna teatrale
A VILLA BRACCI RIDERE NON COSTA NULLA
Si apre il sipario sulla “Rassegna Teatrale” presso il Centro Anziani di Villa Bracci. Sono in programma alcune rappresentazioni di grande interesse e comicità con ingresso gratuito. Questo il cartellone degli spettacoli (tutti in programma a partire dalle ore 15,30): 31 gennaio, Compagnia Gli Allegri Svagati, Che ve lo ricordate voi... ì Grillo Canterino?; 21 febbraio, Compagnia La Cupolina, İ Diavolo in Sacrestia; 28 marzo, Compagnia Le Benef...attrici, Basta chi sian di fòri; 18 aprile, Compagnia Il Portico, Non ci posso credere; 30 maggio, Compagnia Sancateatro, La panacea di tutti i mali. INFO: Villa Bracci, via Stradone di Rovezzano 33, tel. 055.691536.
Rete di solidarietà Q. 2
UN SERVIZIO GRATUITO GESTITO DA VOLONTARI stenere qualsiasi progetto rivolto alla promozione del calcio storico e alla valorizzazione dell’identità dei quattro rioni fiorentini. La cartella “San Giovanni nel Cuore” è in vendita ad offerta libera.
La “Rete di Solidarietà” offre servizi e informazioni utili ai cittadini in difficoltà, avvalendosi della collaborazione dei propri volontari, delle Associazioni di volontariato, dei servizi Sociali Territoriali (Siast) e delle Istituzioni. Questi i servizi offerti: informazioni; compagnia domiciliare, lettura, accompagnamento passeggiate; spesa a domicilio, consegna pacchi alimentari, piccole commissioni, recapito medicinali; compagnia telefonica; accompagnamenti socio-sanitari in auto assistiti; sostegno scolastico; interventi
di sostegno psicologico e counseling tramite Associazioni in Rete; mediazione familiare; consulenze legali e fiscali tramite Associazioni in Rete; disbrigo pratiche burocratiche; attività di socializzazione. La coordinatrice e referente è Barbara Gonella. Rete di Solidarietà, via Luna,16, tel. 055.667707 e-mail: solidarietaq2@comune.fi.it. Orario: dal lunedì al giovedì 9-13 e 16-18; venerdì, ore 9-13
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#Il quartiere in pillole
Lungarno Aldo Moro
Campo di Marte . Coverciano . Cure
Mandela Forum
“auto troppo veloci, strisce pericolose”
Nel mirino l’attraversamento pedonale davanti alla piscina Eleonora Magnanelli
“Q
uelle strisce sono pericolose. Ogni poco c’è un nuovo incidente e ogni giorno qualche macchina inchioda all’ultimo minuto”. Così chi lavora alla piscina di Bellariva e i residenti della zona di lungarno Aldo Moro segnalano i rischi dell’attraversamento pedonale che si trova proprio di fronte alla piscina. Perché se dall’altra parte della carreggiata (sul lato che costeggia l’Arno) la presenza dell’autovelox obbliga il traffico a rallentare, dalla parte della piscina le strisce non possiedono né un dosso rallentatore né illuminazione notturna, né tantomeno un autovelox che possa aumentare la sicurezza dei pedoni. “Magari un semaforo a chiamata potrebbe essere una soluzione adeguata – propone un dipen-
Quartiere 2
pattinaggio artistico, le “stelle” a Firenze
A
ppuntamento a Firenze per i fuoriclasse del pattinaggio artistico internazionale. Il 24 e 25 gennaio al Mandela Forum torna l’International Skate Awards, evento giunto alla sua quinta edizione e sempre più apprezzato dal pubblico: nel 2014 gli spettatori complessivi sono stati più di ottomila. Gli spettacoli delle due giornate sono completamente diversi tra loro, con la “contaminazione” di varie discipline artistiche come danza aerea, ginnastica artistica e acrobazia. Nella serata di sabato 24 gennaio (inizio alle 21) sono previste le perfomance degli atleti “Top Champions”, selezionati attraverso un sondaggio on line a livello mondiale tra addetti ai lavori del settore e semplici appassionati. Sempre sabato sarà poi proposta anche una coreografia di apertura che vedrà protagonisti tutti i campioni di International Skate Awards, con oltre duecento giovani atleti delle società di pattinaggio fiorentine. La giornata di domenica 25, a partire dalle 16, sarà invece dedicata al tradizionale musical con i pattini: il titolo dello show di quest’anno è “Vogue”, con una storia dedicata al mondo della moda, alla sua evoluzione e all’escalation di alcune griffe fiorentine. I biglietti possono essere acquistati nei punti vendita del circuito Boxoffice Toscana e on line su Boxol.it o Ticketone.it.
La ristrutturazione
dieci alloggi erp per le famiglie A dente della piscina – visto che spesso le auto in quel punto, anziché rallentare, aumentano la velocità”. Mentre Emanuela – una residente della zona – segnala che “vista la prossimità della piscina, spesso sono mamme e bambini che passano su quelle strisce. E anche solo per questo motivo – sottolinea – la sicurezza del passaggio dovrebbe essere doppia”.
L’attraversamento pedonale davanti alla piscina in lungarno Aldo Moro: gli abitanti della zona chiedono interventi per aumentarne la sicurezza
ltri dieci alloggi di edilizia residenziale pubblica saranno completamente recuperati per essere poi assegnati, già in primavera, alle famiglie che hanno perduto la propria abitazione non essendo più in grado di pagare l’affitto a causa delle difficoltà economiche dovute alla crisi. A occuparsi della ristrutturazione dei dieci alloggi Erp è l’azienda farmaceutica Menarini: gli appartamenti (che si trovano sul territorio del Q2, ma anche nei quartieri 3 e 5) vanno ad aggiungersi ai dieci ristrutturati lo scorso anno in via Rocca Tedalda dal gruppo farmaceutico e già assegnati ad altrettante famiglie. Si tratta, tranne che in un caso, di alloggi di circa trenta e quaranta metri quadrati. Il progetto, in collaborazione con Casa s.p.a. (che gestisce il patrimonio di edilizia residenziale pubblica nell’area fiorentina) consentirà il ripristino di impianti elettrici, meccanici e termo-sanitari, la sostituzione dei rivestimenti nelle cucine e nei bagni e la revisione e sostituzione degli infissi degli appartamenti. “Vorrei ringraziare la famiglia Aleotti e l’azienda Menarini perché questa non è un’operazione di marketing – ha detto il sindaco Dario Nardella nel corso della presentazione – ma un’operazione per Firenze che ha un fine sociale e che serve alla città perché consente di dimostrare come la collaborazione tra pubblico e privato possa andare oltre i semplici interessi specifici dell’uno o dell’altro, puntando all’interesse collettivo della nostra città”.
L’accordo
deciso il futuro delle ex caserme È
Quando la casa è evoluta, sicura e sotenibile
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stato stabilito il nuovo utilizzo di sette caserme che rientrano nell’accordo per la razionalizzazione e valorizzazione di alcuni immobili militari presenti sul territorio comunale. Nelle scorse settimane Comune di Firenze, Demanio e Ministero della Difesa hanno firmato un accordo tecnico proprio per stabilire le destinazioni urbanistiche dei sette immobili militari. “La firma è arrivata a pochi mesi dal protocollo di intesa dell’aprile scorso – spiega il sindaco Dario Nardella – e consentirà di completare l’operazione nei tempi previsti. È un passo importante che ci porterà a sfruttare al massimo questi spazi e a restituirli ai fiorentini, garantendo un insieme di servizi e funzioni e colmando quelli che oggi sono dei veri e propri buchi neri nella città”. Queste, nel dettaglio, le destinazioni urbanistiche degli immobili: per le caserme Perotti ed ex Florentia servizi pubblici da destinare a operazioni di razionalizzazione e riduzione della spesa delle pubbliche amministrazioni (sulla Perotti una parte di residenziale in corso di verifica). Per il comprensorio San Gallo un mix funzionale da definire attraverso un concorso di idee, ad eccezione di alcune unità abitative su via Sant’Anna da destinare a residenziale. Funzioni direzionali per le caserme Ferrucci, Cavalli e Redi, che comprendono moltissime destinazioni che spaziano dai servizi alla persona e alla residenza (studi professionali, agenzie varie, servizi bancari, assicurativi) alle agenzie di spettacolo e animazione, ai centri ricreativi e sportivi, ai servizi sociosanitari, ambulatori medici e attività formative ed educative, come sedi di università private, scuole private paritarie, scuole materne private, centri di formazione professionale e incubatori di impresa. Infine destinazione residenziale per il comprensorio Torre Agli. Sempre secondo l’accordo, Palazzo Vecchio acquisirà la caserma “Gonzaga – Lupi di Toscana” in via di Scandicci, che sarà ceduta a titolo gratuito al Comune per essere destinata prevalentemente a un programma di social housing.
L’abbonamento
dalla prosa ai concerti, torna “passteatri”
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rosa, danza, concerti sinfonici e opera, in un unico abbonamento trasversale che offre la possibilità di scegliere sei spettacoli tra un’offerta complessiva di 57 proposte in diciotto teatri dell’area metropolitana fiorentina al prezzo di 48 euro. È l’edizione numero undici di “Passteatri”, l’iniziativa promossa dall’associazione Firenze dei Teatri che quest’anno si arricchisce delle proposte del Teatro delle Arti di Lastra a Signa. La scorsa edizione si era chiusa con 1.400 abbonamenti. “Passteatri è stata una delle intuizioni più felici e meglio riuscite nell’offerta teatrale del territorio – ha spiegato il presidente dell’associazione “Firenze dei Teatri” Gianluca Balestra – un biglietto da visita per la grande tradizione teatrale e culturale che storicamente esprimono Firenze e i comuni limitrofi. Per certi versi, l’iniziativa ha anticipato obiettivi e finalità della città metropolitana”. In vendita dallo scorso mese, è possibile acquistare l’abbonamento “Passteatri” nei teatri aderenti all’iniziativa, nei rivenditori del circuito Box Office e sul sito www.boxol.it.
Quartiere 2
Campo di Marte . Coverciano . Cure
#Ieri e oggi
Gennaio 2015 | 7
Focus
San Salvi
là dove si serba la memoria dei “matti” La biblioteca Chiarugi, che non tutti conoscono, ha recentemente festeggiato i cento anni di vita Bianca Porciatti
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enio e follia, da sempre due facce della stessa medaglia. Sarà forse anche per via di questo antichissimo legame che San Salvi, il cui nome non può non richiamare alla mente il manicomio che qui aveva sede, vuol trasformarsi in una delle sedi della cultura a Firenze. Intanto, è sede di un luogo del sapere fiorentino ormai centenario: la biblioteca Vincenzo Chiarugi. Attualmente diretta da Roberto Leonetti, fu fondata nel 1914 dall’allora direttore del manicomio Amaldi, e intitolata a un infermiere che reinventò, “umanizzandolo”, il trattamento dei pazienti psichiatrici. “Nel tempo la biblioteca si è progressivamente aperta alla cittadinanza: inizialmente era riservata ai medici, poi a tutti gli operatori del settore sanitario, mentre nel 1984 l’accesso è diventato libero. Si può consultare il materiale, prenderlo in prestito o venire semplicemente qua a studiare,
in un luogo spazioso, tranquillo e piacevole”, spiega il direttore. “Qui – continua – è possibile trovare una variegata documentazione sulle discipline legate alla salute mentale, tra cui un’ampia raccolta di riviste, documenti sul movimento di critica alle istituzioni segreganti e un’interessantissima raccolta degli scritti dei ricoverati, contenuti nel giornale ciclostilato redatto tra il 1963 e il 1965 dai degenti dell’ospedale psichiatrico. Purtroppo negli anni la biblioteca ha subito molti tagli, ma è ancora ricca di materiale interessantissimo”. Lo scorso mese di novembre la Chiarugi ha festeggiato il suo primo centenario, con una serie di iniziative culturali. “È andata molto bene – racconta Leonetti – è stata una bellissima occasione per promuovere questo luogo di cultura che, per la sua posizione, tende a passare un po’ inosservato. Nel corso di una delle iniziative, in particolare, abbiamo percorso con i partecipanti i luoghi foca-
La biblioteca Vincenzo Chiarugi, fondata nel 1914, ha da poco festeggiato i cento anni di vita con una serie di iniziative
malati, non perversi: l’uomo che restituì dignità ai pazienti psichiatrici
L’ li del parco di San Salvi, come il bar Ulisse, la sede della compagnia teatrale Chille de la balanza e la Tinaia, terminando questo viaggio con una visita alla biblioteca e la proiezione di un video. E poi si è tenuto anche un convegno in Palazzo Vecchio”. Un’altra bella iniziativa che viene portata avanti è quella della presentazione, solitamente ogni secondo giovedì del mese, di un libro che affronta i temi della salute mentale. “Lo scorso anno sono stati presentati sette libri – conclude il direttore della biblioteca – alla presentazione segue sempre un piccolo rinfresco e un dibattito: l’intera cittadinanza è invitata a partecipare”. Per scoprire un luogo forse poco conosciuto, ma che merita tutta l’attenzione del quartiere e non solo.
innovazione di Vincenzo Chiarugi, che gli è valsa l’intitolazione della biblioteca, si può comprendere tenendo conto del contesto storicoculturale della sua epoca: nato a Empoli nel 1759, Chiarugi inizia a teorizzare la riorganizzazione dell’assistenza ai pazienti psichiatrici nel 1785, mentre lavora in via delle Torricelle, a Firenze, dove era stato istituito un ricovero. In un periodo storico in cui la pazzia veniva spesso interpretata come possessione, perversione e stregoneria, Chiarugi incentra il suo metodo su umanità e razionalità. Il “pazzo” non è un perverso, ma un sofferente: Chiarugi restituisce così ai pazienti la loro dignità di malati, dunque bisognosi di rispetto e cure. B.P.
8 | Gennaio 2015
#L’inchiesta
Le botteghe ieri e oggi/1
viaggio nel mondo dell’artigianato fiorentino
Quasi trentamila imprese attive in città: la crisi si fa sentire, ma non mancano le iniziative per aiutarle Elisabetta Pini
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I civaioli
I maghi del fatto a mano
gli antenati dei supermercati
chiamateli pure “arti-star”
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C
l loro interno si può trovare di tutto, dai ceci neri fino al dentifricio made in Florence, dalle spezie orientali all’ultima diavoleria moderna per la cucina. Sono i “civaioli”, mestiere nato secoli fa. In pratica, si tratta dell’antenato fiorentino dei moderni supermarket: piccole botteghe a conduzione familiare riempite all’inverosimile di merce di ogni tipo. In pochi metri quadrati ogni emporio conserva tutto ciò che può servire alla massaia di oggi. Accanto ai colorati sacchi che custodiscono le “civaie” sfuse (legumi, ma anche risi, semi, farine e spezie), ci sono cibi in scatola, articoli per la casa, pentole e gadget. In via della Spada, a due passi dal triangolo della moda, esiste quello più antico, “Civaie Mechini”. In via Taddea, sempre in centro, quello più “tecnologico”: ha stampato magliette personalizzate con tanto di anno di fondazione (1948) e ha una pagina Facebook aggiornata con le ultime novità (facebook.com/IlCivaiolo). Il “civaiolo” di via Taddea: in città si possono ancora trovare questi “antenati” dei supermercati
alzolai osannati dai vip, liutai che hanno forgiano violini per gli uomini più potenti al mondo, truccatori da red carpet, maghi del fatto a mano. Sono gli “arti-star” fiorentini, gli artigiani nostrani che mezzo mondo ci invidia. Come Gabriele e Gherardo Filistrucchi, un cognome che è tutto un programma: sono gli ultimi eredi di una dinastia che, dal 1720, si è sempre occupata di trucchi di scena nella bottega di via Verdi. Creano maschere, parrucche in capelli naturali, barbe e baffi per cinema, tv e teatro. Tra i clienti vip, pezzi da novanta come Maria Callas e Luciano Pavarotti. È storia più recente, invece, quella dell’eccentrico Mondo Albion, che con il suo atelier di via Nazionale, una stanzina stretta stipata di scarpe colorate, ha fatto fortuna a partire dagli anni Settanta. Marchio di fabbrica: le zeppe altissime, da far invidia a Lady Gaga. Modelli di tutt’altro genere quelli, sobri e signorili, marchiati Mannina. Il capostipite, Calogero, una vera e propria star in Giappone, è scomparso qualche mese fa all’età di 78 anni. La sua passione per le scarpe fatte a mano è ora affidata al figlio: a lui è andata anche la collezione di calchi in legno custodita nel laboratorio vicino piazza Pitti, che riproducono i piedi degli acquirenti di tutto il mondo, tra cui molte celebrity. Arrivano da ogni parte del globo anche i clienti della moleria Locchi, popolare per i suoi restauri di oggetti in cristallo e vetro secondo antiche tecniche: nel corso della sua “carriera”, questa bottega di San Frediano, attiva da duecento anni sotto la stessa famiglia, ha salvato preziosi calici e candelieri in vetro di Murano. Non è una fiorentina doc, ma Jamie Marie Lazzara ormai si può considerare di casa. In città è arrivata nel 1979, e la sua rassegna stampa fa invidia a quella di una popstar: dalle riviste specializzate ai rotocalchi internazionali, in tanti hanno raccontato la storia di questa californiana che, da quando era quindicenne, desiderava diventare una liutaia. Il suo piccolo laboratorio dietro Palazzo Vecchio ha quasi tre decenni di vita: qua vengono creati violini per musicisti professionisti, appassionati e personaggi famosi. Tra loro anche mister president, Barack Obama. G.C.
uasi trentamila, 29.906 per la precisione. Sono le imprese artigiane attive a Firenze, stando agli ultimi dati della Camera di Commercio relativi al terzo trimestre dell’anno passato, con un saldo positivo, seppur di poco, tra iscrizioni e cessazioni. Ma la crisi si è fatta sentire: gli ultimi dati sull’artigianato manifatturiero toscano, secondo l’indagine di Unioncamere Toscana “La congiuntura dell’artigianato manifatturiero in Toscana”, parlano di una flessione di fatturato del 5,8 per cento e di un saldo negativo con oltre 1.300 imprese artigiane in meno nei registri camerali toscani tra luglio 2013 e giugno 2014, ovvero 8.506 iscritte contro 9.901 cessate. Per quanto riguarda l’artigianato artistico e tradizionale, a Firenze, secondo le stime di Confartigianato, si trovano 699 imprese, 24 nella ceramica, 377 nell’oreficeria, 260 nel restauro, 38 per vetro, musica e arti varie, cui vanno aggiunte però quelle dei settori legno, moda e pelletteria che negli elenchi sono classificate insieme alle imprese “non artistiche”: oltre la metà sono a Firenze città, over 50 il 49% degli occupati. E se le difficoltà non mancano, diverse sono anche le realtà che si occupano di salvaguardare e valorizzare l’artigianato tradizionale. Nasce a Firenze ma opera ormai a livello nazionale, con sedici fondazioni bancarie associate, l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte, progetto sviluppato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che punta a una promozione mirata e concreta del settore, con iniziative, progetti di formazione, percorsi turistici con guide specializzate e mostre: in ponte per il 2015 ce n’è una sulle ceramiche delle tre manifatture fiorentine. Di promozione e tutela dell’artigianato artistico si occupa anche il Pio Istituto dei Bardi, in Oltrarno, che organizza mostre ed eventi. L’associazione Atelier degli Artigianelli, con sede sempre in Oltrarno, nata in collaborazione con Oma ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è un centro didattico specializzato nel settore del restauro di opere su carta, libri d’arte e legatoria. Novità in vista per lo spazio Sam al “conventino” di via Giano della Bella, già sede di botteghe artigiane e in futuro oggetto di un bando per giovani artisti, secondo quanto annunciato dall’amministrazione. Un’esposizione online e itinerante in vari eventi nazionali è la Galleria dell’Artigianato Artistico della Toscana, che raccoglie quasi duecento pezzi unici realizzati da più di cinquanta artigiani toscani doc. Artour è invece un’originale guida online agli itinerari dell’artigianato toscano alternativi ai circuiti di massa, un progetto di Artex, Cna e Confartigianato: tra le proposte si trovano, ad esempio, un “viaggio” tra Soffiano e l’Isolotto e un altro a Peretola, per riscoprire le botteghe di periferia.
#L’inchiesta
Gennaio 2015 | 9
Le botteghe ieri e oggi/2
come ti invento un mestiere (in tre dimensioni)
All’Isolotto una famiglia ha deciso di puntare tutto sulle stampanti 3D
Gianni Carpini
N
onno Luciano, una vita da artigiano alle spalle, all’inizio ripuliva le imperfezioni dei pezzi appena sfornati dalle stampanti tridimensionali. Babbo Ugo, idraulico, ha messo a disposizione la sua esperienza come piccolo imprenditore. I fratelli Cantini, 53 anni in due, hanno trasformato la loro passione in un lavoro. In quattro anni hanno coinvolto mezza famiglia nel progetto, fondato una società, Kentstrapper, e venduto centinaia di macchinari. Tutto è nato nella loro cameretta: Lorenzo, 23 anni, ex studente di archeologia, e Luciano, ingegnere elettronico 30enne, sono sempre stati due “smanettoni”. Con i pezzi del Lego technic, quando erano ragazzini, sono riusciti a costruire di tutto, perfino un robottino che gironzolava per casa e spaventava il gatto. Nel 2010, quasi per gioco, hanno realizzato uno dei primi prototipi
di stampante 3D made in Italy, semplice da montare a casa propria e, soprattutto, a basso costo. Adesso possono contare su due modelli (Galileo smart e Volta beta) che vendono e spediscono alle aziende di tutto il Paese, garantendo assistenza tecnica gratuita. Sono questi stessi modelli a lavorare senza sosta nella vetrina del loro showroom-laboratorio alla prima periferia di Firenze, calamitando l’attenzione di chi passa da via del Pollaiolo, nella zona dell’Isolotto. “All’inizio contavo i bulloni da mettere nei kit che spedivamo: dentro tutto l’occorrente per costruire una stampante 3D”. Leonardo, 19 anni, fresco di studi liceali, cugino dei fratelli Cantini, è ora diventato responsabile marketing dell’azienda. Snocciola dati e numeri. Negli ultimi tre anni le vendite sono cresciute esponenzialmente. “È un mercato che si sta velocemente espandendo – sottolinea – un’azienda,
con una stampante 3D, a un costo irrisorio può creare migliaia di prototipi”. Si va da 870 a 1.500 euro per un singolo macchinario ad alta precisione. Funziona come una normale stampante, ma al posto dei testi può stampare oggetti tridimensionali: il disegno viene fatto su computer e i dati inviati all’apparecchio, che riproduce fedelmente l’oggetto. Fonde un filo di plastica, lo deposita su una superficie e crea i vari strati del prototipo. Si può stampare di tutto: dai modelli per bottiglie da profumo alle dentiere, fino ai caschi dei supereroi. I pionieri fiorentini della stampa in 3D fanno anche prototipazione rapida: disegni l’oggetto e loro lo creano. Tra i clienti case di moda, professionisti, copisterie e scuole, senza dimenticare gli appassionati di tecnologia. “Quando vedono che una stampante 3D costa poco più di un Iphone – conclude Leonardo – la comprano subito”.
Bitcoin
Le stampanti 3D funzionano come quelle “normali”, ma al posto dei testi possono stampare oggetti tridimensionali
E-commerce
la cena all’osteria? si paga con la banconota virtuale E i negozi storici sbarcano sul web
A
ntipasto, primo, un bicchiere di buon vino, dolce e caffè, a due passi dal Duomo: in tutto dieci centesimi di bitcoin, stando almeno al cambio attuale. A Firenze esiste la prima osteria della Toscana, una delle poche in Italia, ad accettare pagamenti nella “criptovaluta”: i bitcoin. Si tratta di una banconota elettronica (letteralmente “moneta di bit”) nata in Giappone nel 2009 e diventata ormai un fenomeno mondiale. Non ha odore, colore e non si può falsificare. Tutto si basa sul web e su un codice criptato. A controllare gli scambi non è una banca centrale, ma il possesso viene registrato dalla rete globale di tutti i computer entrati nel mondo di bitcoin, anche il pc del singolo utente. In gergo, peer-to-peer. Nel nord Italia esistono palestre che accettano pagamenti “all digital”, nel modenese c’è un benzinaio dove si può fare rifornimento con il gettone matematico, Pisa ha il secondo bancomat italiano per convertire euro fruscianti in monete virtuali, da spendere negli esercizi che li accettano (www. coinmap.org). In Toscana sono una ventina le attività con bitpay, la metà delle
quali a Firenze. La maggior parte sono legate alle nuove tecnologie, ma tra loro c’è anche chi al mouse preferisce le pentole. “Me ne ha parlato un amico – racconta Manuel, socio dell’osteria dell’olio, nel pieno centro di Firenze – abbiamo introdotto bitcoin da metà estate, vedo qualche pagamento in più ogni volta. Nei primi mesi ne abbiamo registrati una decina”. A sorpresa sono soprattutto gli italiani a pagare il conto con i bit. “Perlopiù tra i 25 e i 35 anni”, spiegano dal ristorante. Se le informazioni che stanno dietro alla valuta sono complesse (criptografia e un codice generato solo da macchine con un’altissima potenza di calcolo), il funzionamento è semplice anche per chi non ne sa troppo di informatica: basta scaricare un programma sul computer e farsi un proprio portafoglio digitale, ottenendo un indirizzo da cui inviare o ricevere il gruzzolo virtuale. È possibile cambiare euro in bitcoin (e viceversa) od ottenerli vendendo servizi e oggetti nella criptovaluta. Attenzione, però: la moneta del web – avvertono gli esperti – è soggetta a bruschi cambiamenti di valore.
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La banconota elettronica nata in Giappone nel 2009 è ormai diventata un fenomeno mondiale (foto dal sito bitcoin.org)
n fenomeno in crescita, anzi in esplosione. È quello dell’e-commerce, che nel nostro paese, secondo gli ultimi dati dell’osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, ha registrato nel 2014 un +17 per cento di vendite da siti italiani, per un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro, e un +16% di acquisti dei clienti italiani, per un totale di 14,6 miliardi. E i marchi fiorentini sono protagonisti di questa “rivoluzione”, se non per quantità, sicuramente per qualità. Ha destato grande interesse lo sbarco sul web, alcuni mesi fa, della storica bottega di biancheria personale e per la casa di Loretta e Lucia Caponi, che dalla prestigiosa sede di piazza Antinori è sbarcata nel mondo virtuale dell’e-commerce. Altro esempio di esercizio storico fiorentino che si è “modernizzato” è la Valigeria Gazzarrini, che propone l’innovativa formula dello “shop online live”, che consiste nel collegarsi via Skype al negozio e scegliere da casa accompagnati da una commessa che guida il cliente nel tour del negozio, mostrando nei dettagli tutti gli articoli che possono interessare, per poi comprare in sicurezza dopo aver ricevuto via mail la scheda riassuntiva del prodotto scelto e le istruzioni necessarie per concludere l’acquisto. Infine, una novità recentissima nel panorama fiorentino e dell’e-commerce è Archivio Store. Il suo fondatore lo presenta così: “Abbiamo inventato Archivio per restituire il giusto tempo alla creazione del proprio stile personale”. Per saperne di più: www.archiviostore.it. S.W.
10 | Gennaio 2015
#Focus
Tra passato e futuro/1
Quando a Firenze c’era il re
Centocinquanta anni fa, nel 1865, la capitale del Regno d’Italia si spostava in riva all’Arno Ludovica V. Zarrilli
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ggi sarebbe una Firenze diversa se alla fine del 1864 le cose fossero andate in un altro modo. Centocinquanta anni fa (erano i primi mesi del 1865) Firenze diventava ufficialmente la capitale del Regno d’Italia. E oggi, a distanza di un secolo e mezzo, si celebra quel momento storico. Un momento che ha cambiato la geografia e gli equilibri politici del bel paese per un lustro, ma che ha soprattutto cambiato definitivamente l’aspetto di una parte importante della città. Sarebbe potuta essere una città per certi aspetti molto diversa se nel protocollo della convenzione firmata a Parigi il 15 settembre 1864 non ci fosse stato scritto a chiare lettere che la Francia avrebbe messo fine all’occupazione di Roma (cominciata nel 1849), ma che la capitale del regno si sarebbe dovuta spostare da Torino. Il nome della città del giglio fu fatto fin da subito, ma era altrettanto chiaro che sarebbe stato un trasferimento temporaneo, ovvero che Firenze sarebbe stata una capitale a scadenza. Per quella capitale “a tempo determinato”, però, furono pensati molti “aggiustamenti” che avrebbero dovuto dare alla città un aspetto (e una funzionalità) pari ad altre capitali europee. È per questo che, al netto dei principali attori di quella stagione politica, il protagonista assoluto del periodo fu Giuseppe Poggi, architetto incaricato di rivoluzionare in toto la viabilità fiorentina e l’assetto di alcuni quartieri. Il 7 febbraio 1865, su La Nazione,
si legge del cambiamento “indispensabile per le mutate condizioni della nostra città. Firenze (deve) far lungo cammino prima d’agguagliare taluna (altre città) in ciò che attiene alla capacità di soddisfare ai bisogni del viver moderno”, ed è con questo impeto che la rivoluzione urbanistica viene pianificata nei dettagli. Via le mura trecentesche progettate da Arnolfo di Cambio, spazio a viali alberati larghi quaranta metri (pensati sulla falsariga dei boulevard parigini), benvenute piazze dove far confluire il traffico di carrozze e pedoni in arrivo dai quattro angoli della città. E poi via libera al proseguimento del viale di circumvallazione che, inerpicandosi su per la collina di San Miniato, è andato a creare la terrazza panoramica del piazzale Michelangelo, scorcio privilegiato sui monumenti del centro. Ma non è tutto, perché la svolta funzionale non era l’unico dettaglio a stare a cuore ai “rottamatori” della seconda metà dell’Ottocento. Un altro pezzo molto importante della rivoluzione urbanistica riguarda il cuore vero di Firenze, quella che oggi si chiama piazza della Repubblica (all’epoca piazza Vittorio Emanuele) e che un tempo era il ghetto ebraico della città. Un dedalo di vie e viuzze strette, palazzi medievali, una chiesa e uno slargo occupato da banchi e barrocci dove si svolgeva il mercato e dove sorgeva, oltre alla colonna dell’abbondanza (unica superstite di tutta la piazza), la loggia del pesce progettata dal Vasari su commissione di Cosimo I nel
Il Piano Poggi (1865), che ridisegnò la città divenuta Capitale d'Italia, configurandone il successivo sviluppo urbanistico ↓
1567, quando i pescivendoli furono fatti spostare dal lungarno degli Archibusieri (dove stava nascendo il loggiato che avrebbe sostenuto il Corridoio Vasariano) alla piazza. Dell’antico ghetto oggi non rimane più niente, spianato da una piazza dallo scarso allure ottocentesco che, come molti fiorentini avranno ben presente, recita in cima all’arco che la collega a via Strozzi: “L’antico centro della città da secolare squallore a nuova vita restituito”. Palazzo Vecchio divenne la sede della camera dei deputati e del ministero degli Esteri, il ministero dell’Interno prese casa a Palazzo Medici Riccardi, mentre parte del convento di Santa Maria Novella divenne sede della corte di Cassazione. Piano piano tutti i ministeri si trasferirono sulle rive dell’Arno, e per cinque anni dalla città del giglio vennero prese decisioni, varate leggi, annunciate la guerra e la pace, organizzate cerimonie solenni (come quella in onore di Dante nel maggio del 1865, in occasione della quale viene collocata la statua dedicata al poeta in piazza Santa Croce). Fino a quando, il 1° luglio 1871, Firenze “cessa di essere ufficialmente capitale” e gli uffici, i dirigenti, i ministri e tutta la macchina politica del regno si spostano definitivamente a Roma. Firenze non fu nient’altro che una parentesi nel tragitto dell’Italia unita. Una parentesi bellissima e cruciale, ma nient’altro che una parentesi.
1 - Piazza della Libertà (foto: Pagina Facebook Firenze Capitale 1865-2015) • 2 - Il Consiglio Comunale nel Salone de’ Dugento (foto: Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia) 3 - Il parlamento nel Salone dei Cinquecento (foto: Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia) • 4 - Una vista dal Piazzale Michelangelo (foto: Pagina Facebook Firenze Capitale 1865-2015)
#Focus
Gennaio 2015 | 11
Tra passato e futuro/2
eventi e progetti, “guida” al 2015 in città Dall’arrivo di Papa Francesco all’attesa riapertura del museo dell’Opera del Duomo: cosa ci aspetta Serena Wiedenstritt
“Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’, e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò. Da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai...”, cantava l’indimenticato Lucio Dalla. E ora che anche il 2014 è finito, ecco una panoramica su quello che Firenze offrirà in questo 2015. ARTE Riaprirà nell’autunno di quest’anno, il 29 ottobre, il museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Dopo circa due anni di lavori strutturali, il nuovo museo vedrà raddoppiare la sua superficie, arrivando a oltre cinquemila metri quadrati. Tra le maggiori raccolte di arte sacra al mondo, con capolavori di Donatello, Lorenzo Ghiberti, Luca Della Robbia e Michelangelo, il museo raccoglie anche statue e dipinti eseguiti per Battistero, Campanile di Giotto e cattedrale. L’obiettivo del museo nella sua veste rinnovata – viene spiegato – sarà quello di permettere ai capolavori di “parlare il loro vero linguaggio”, che è quello dell’arte ma anche e soprattutto il linguaggio della fede: “Così, insieme agli allestimenti evocanti spazi e scenografie del passato, un sofisticato apparato multimediale collegherà le opere all’odierno contesto liturgico e devozionale del vicino Duomo, insistendo sull’attualità dei riti e dei valori a cui le opere d’arte rimandano”, fanno sapere dall’Opera del Duomo. IL PAPA IN CITTÀ È previsto per novembre l’arrivo di Papa Francesco a Firenze, in occasione del convegno ecclesiale della Conferenza Episcopale Italiana, che si terrà nel capoluogo toscano dal 9 al 13 del mese. La città si sta già preparando per l’evento: l’ultima visita papale in riva all’Arno risale a ben ventinove anni fa. Era il 1986 quando l’allora pontefice Giovanni Paolo II celebrò una seguitissima messa al Franchi. L’annuncio dello sbarco di Papa Bergoglio a Firenze è arrivato lo scorso novembre da Assisi: si sono subito detti entusiasti sia il cardinale Betori che il sindaco Nardella. Ancora da definire la data precisa e l’agenda della giornata.
EXPO 2015 Si chiama “La Toscana verso Expo 2015” il progetto che punta a presentare, nell’ambito dell’esposizione universale, la regione come punto di riferimento globale per la sperimentazione della qualità della vita e l’umanizzazione della società e dell’economia. A questo scopo, oltre a una presenza fisica a Expo Milano 2015 dal 1° al 28 maggio con uno spazio espositivo adiacente a Palazzo Italia, la Toscana avrà a disposizione, per tutta la durata dell’evento, un presidio costante che potrà essere sfruttato dalle varie realtà istituzionali e imprenditoriali per riunioni e incontri di affari. A settembre, inoltre, la Toscana avrà un ruolo centrale sul tema creatività e conservazione: protagonista indiscussa di tutti questi eventi la città di Firenze. CONCERTI Il 2015 regalerà infine un’estate da ricordare per gli amanti della musica e dei concertoni, grazie a tre imperdibili appuntamenti che si terranno al Franchi. La prima data da segnare in agenda è quella del 12 giugno, quando Vasco Rossi presenterà il suo nuovo tour Live Kom. Appena undici giorni dopo, il 23 giugno, sarà la volta di Tiziano Ferro. Il 4 luglio, infine, spalti pieni per il concerto di Lorenzo Jovanotti. Ma Firenze non si farà mancare nemmeno la buona musica internazionale: il 28 marzo al Mandela Forum concerto degli Spandau Ballet, all’Obihall il 21 aprile si esibirà il cantautore americano James Taylor, mentre il 5 novembre al Mandela Forum arrivano i Deep Purple.
A sinistra Papa Francesco
A destra Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Jovanotti, protagonisti dei concerti estivi allo Stadio Artemio Franchi di Firenze
Il rendering del nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Firenze (progetto di Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni architetti)
12 | Gennaio 2015
#Attualità
Web
certificati, pagamenti & co: i servizi on line “anti-code”
Dall’anagrafe alla scuola, sempre più possibilità per i fiorentini Elisabetta Pini
P
er chi ha bisogno del certificato di nascita o di stato civile, oppure vuol iscrivere il figlio all’asilo nido, ma non ha tempo per farlo (e soprattutto non ha tempo per attendere il proprio turno in coda), la risposta arriva dal web, con i servizi online del Comune di Firenze che permettono di sbrigare le pratiche attraverso un qualsiasi dispositivo elettronico. È dal 2007 che Palazzo Vecchio ha iniziato a digitalizzare procedure di vario tipo: al momento sono oltre sessanta le possibilità offerte nell’apposita sezione del sito del Comune, senza contare il Suap, lo sportello online per le attività produttive. Per utilizzare i servizi online del Comune basta ritirare le proprie credenziali di accesso in uno sportello abilitato o registrarsi con la propria tessera sanitaria. “Certificati facili” è la sezione in cui è possibile prenotare, stampare e pagare certificati di anagrafe o stato civile. Chi vuole comunque ritirarli di persona, ma evitando le code, può usare la app “Qurami”, che consente di fare direttamente dal proprio dispositivo mobile il biglietto che dà accesso ai servizi. Non solo: la app fa anche una stima del tempo che manca al proprio turno e invia una notifica quando questo si avvicina. Sono molte, poi, le possibilità offerte dal settore istruzione: dall’iscrizione ad asilo nido, centri estivi e spazi gioco al pagamento delle relative quote, fino a una delle prime app messe a punto dal Comune, “Scuola Mobile”, tramite cui ricevere ogni tipo di informazione sulla scuola frequentata dal figlio ma anche mandare avvisi. Anche molte certificazioni ambientali sono ora disponibili online, come ad esempio l’attestato di prestazione energetica che indica il consumo di energia di un edificio, obbligatorio nel caso in cui si debba vendere la propria abitazione o stipulare un contratto di locazione. Cambiando “settore” si trova uno dei primi servizi messi a punto ma curioso e – certamente – utile: nella sezione “oggetti ritrovati” è possibile cercare documenti e oggetti di vario tipo che si sono persi. Anche la Regione Toscana offre diverse opportunità online: attraverso il portale OpenToscana.it è possibile pagare vari tributi regionali, dal bollo automobilistico alle tasse di concessione dell’esercizio venatorio e della pesca, ma anche accedere al proprio fascicolo pagamenti e capire se si hanno debiti con la pubblica amministrazione. “Muoversi in Toscana” è infine il portale della Regione dove reperire informazioni in tempo reale sulla viabilità e sui percorsi di treni, aerei, traghetti e bus: con lo stesso nome (e lo stesso scopo) c’è anche una app gratuita disponibile su Android e Ios.
I numeri
Salute
utenti e richieste in crescita
l’ospedale? a portata di click: gli esami si controllano sul computer di casa
È
in costante aumento l’utilizzo dei servizi online del Comune di Firenze, cresciuto circa del doppio negli ultimi tre anni e di cinque volte nell’ultimo quinquennio. Nel 2013 sono stati oltre 25mila gli utenti attivi, mentre 461mila sono state le richieste di servizi, con il 13% delle persone che si è collegato tramite dispositivo mobile, percentuale arrivata al 18,7% nei primi mesi del 2014. Cresce anche lo scambio di documenti tramite posta elettronica certificata (Pec), dai 92 inviati e 481 ricevuti del 2011 ai (rispettivamente) 9.908 e 8.324 del 2012 e 20.240 e 13.774 del 2013. Piede sull’acceleratore verso la digitalizzazione da parte di Palazzo Vecchio che, in vista del piano di informatizzazione comunale previsto per legge, dovrà rendere fruibili online tutte le procedure. Accelerare sull’agenda digitale è anche lo scopo di un protocollo siglato tra Regione e Comune, in cui i due enti si impegnano a scambiarsi banche dati, sfruttare in maniera congiunta competenze e infrastrutture informatiche e aumentare servizi e open data. “Con questo protocollo – hanno spiegato Vittorio Bugli, assessore regionale ai sistemi informativi, e Lorenzo Perra, assessore comunale all’innovazione tecnologica – mettiamo a fattor comune anche la possibilità di erogare insieme molti servizi ai cittadini: dall’accesso unico ai servizi a quelli di pagamento (bollo, multe, ecc.), fino a quelli alle imprese come, tra gli altri, Suap, fatturazione elettronica, gare di appalto telematiche, conservazione digitale a norma dei documenti”. “Una collaborazione che si estenderà anche alle aziende municipalizzate, alle partecipate e ad altri attori industriali disponibili a operare sul territorio. Da parte nostra – ha concluso Perra – ci impegneremo a integrare e omogenizzare i servizi di information e communication technologies in un’ottica metropolitana”.
S
caricare i propri referti, consultare e chiamare i numeri utili, visualizzare la modulistica aziendale. Tutto con un semplice click. Chi è residente in Toscana e ha attivato la carta sanitaria elettronica può accedere al proprio fascicolo sanitario elettronico e consultare, scaricare o stampare i referti di esami di laboratorio fatti a Careggi direttamente dal pc. Grazie a “Careggi Smart Hospital”, la app gratuita dell’Aou di Careggi, si può farlo anche attraverso tablet o smartphone e da qui, inoltre, reperire ogni informazione su struttura sanitaria, dipartimenti e personale. Il tutto in piena sicurezza. E.P.
#Politica Progetti
GRANDI OPERE, TUTTE LE SFIDE DEL 2015 Cantieri del tram, stadio, aeroporto: è lungo l’elenco delle “partite” aperte in città Natalia Binagli
Per ogni anno che comincia c’è una lista di buoni propositi. Per Firenze l’elenco delle sfide di questo 2015 è più lungo che mai. In molti casi si tratta di partite con una sola parola d’ordine: rimontare. Dalla tramvia all’aeroporto fino all’alta velocità, nel campo di grandi opere pubbliche e infrastrutture, portare a casa il risultato significherà recuperare tutta una serie di ritardi. Non solo un obiettivo di buon senso ma un vero e proprio imperativo, visto che all’orizzonte si profilano appuntamenti internazionali come il G8 e forse, la città ci spera, le Olimpiadi 2024, di fronte ai quali Firenze non può farsi trovare impreparata. TRAMVIA Fare presto (e fare bene) è necessario in primo luogo sul fronte del tram. Con i cantieri per la realizzazione delle linee 2 e 3 aperti contemporaneamente in zone come Novoli e Careggi, tra le più calde della città per il traffico e la viabilità, i fiorentini reclamano tempi certi per scongiurare i disagi che si registrarono per la linea 1. Finora alcuni ritardi sulla tabella di marcia non sono mancati: le imprese costruttrici hanno accusato il Comune di emettere a rilento ordinanze e permessi necessari per procedere con i lavori,
Palazzo Vecchio per tutta risposta ha minacciato di bloccare i finanziamenti alle ditte se non vedrà aumentare il numero di squadre e operai nei cantieri. Il 2014, insomma, si è chiuso tra qualche preoccupazione, ma anche con la promessa del sindaco Dario Nardella di recuperare i ritardi entro l’estate. Sei mesi per rifarsi del tempo perduto, anche a costo di lavorare con doppi turni e di notte, e rispettare così il termine per portare i binari dei Sirio dalla zona della stazione fino all’aeroporto di Peretola (linea 2) e all’ospedale di Careggi (linea 3) fissato per la fine del 2017. Giusto in tempo, almeno questa è l’idea, per ospitare i big delle istituzioni internazionali che in quei mesi dovrebbero approdare a Firenze per il G8 annunciato da Matteo Renzi nel suo discorso di commiato alla città una volta diventato premier. AEROPORTO Un evento, il G8, assunto come paletto temporale anche per un’altra grande opera, la nuova pista dell’aeroporto di Peretola. Del potenziamento dello scalo fiorentino si parla da decenni. Un tema su cui lo stesso centrosinistra al governo della Regione ha rischiato più volte di spaccarsi, con i sindaci della piana fiorentina, Prato e Pisa contrari all’ampliamento. Nei mesi scorsi si è registrato un braccio di ferro sulla lunghezza della pista tra il governatore Enrico Rossi, che l’avrebbe voluta di duemila metri per non fare concorrenza sui voli low cost allo scalo pisano, e l’Ente nazionale dell’aviazione civile, che di metri ne ha imposti 2.400. Con l’approvazione del masterplan dell’aeroporto nel mese di novembre, tutto sembrava pronto per passare ai fatti. Finché nelle scorse settimane è stata anche l’Università di Firenze a intervenire sulla nuova pista che – è stato osservato – sorgerebbe troppo vicina al polo scientifico di Sesto. Una nuova frenata al progetto di sviluppo dello scalo, che con i suoi 4,5 milioni di passeggeri annui potrebbe creare duemila nuovi posti di lavoro. Con il rischio che nemmeno il 2015 lo veda decollare.
Gennaio 2015 | 13
STADIO Nel quadrante a nord-ovest della città si gioca anche la partita del nuovo stadio della Fiorentina. I patron Della Valle propongono un investimento di oltre trecento milioni di euro sull’intera area Mercafir (cinquanta ettari) per realizzare un impianto da quarantamila posti (tutti coperti), strutture commerciali e turistico-ricettive e un parcheggio di 136mila metri quadri. Resta da capire come si chiuderà il confronto tra Comune e società viola. Tra i nodi da sciogliere ci sono gli oneri del trasferimento del mercato ortofrutticolo: Palazzo Vecchio chiede che vengano sostenuti dal privato. Quel che è certo è che, con il nuovo stadio, si dovrà ripensare anche il futuro dell’Artemio Franchi a Campo di Marte. L’idea è renderlo il fulcro di un quartiere a vocazione sportiva che incentivi il rugby, l’atletica e i cosiddetti “sport minori” e che si snodi intorno a un viale Paoli pedonale. Un’occasione unica in tal senso potrebbe essere rappresentata dalle Olimpiadi 2024, per le quali Renzi ha candidato Roma e Firenze. ALTA VELOCITÀ Di rincorsa, Firenze in questo 2015 dovrà inoltre imboccare i binari dell’Alta velocità. Anche se, parola dell’ad di Ferrovie Michele Elia, i lavori del nodo fiorentino della Tav, al palo da più di un anno anche in conseguenza della maxi-inchiesta della magistratura, prima di settembre non ripartiranno. STAZIONE Passi in avanti, almeno, per quanto riguarda i cantieri a Santa Maria Novella. Prima di Natale sono stati inaugurati la galleria commerciale sotterranea con ventinove nuovi negozi (in grado di creare, è stato calcolato, quattrocento posti di lavoro) e il parcheggio per le biciclette da ottocento posti: i lavori – costati circa venticinque milioni di euro – sono stati bloccati per quasi un anno a causa del fallimento della ditta incaricata.
14 | Gennaio 2015
#Società Viaggio nella Firenze vintage/1
quelli che “cheese” lo dicono ancora in bianco e nero Nel centro della città si possono trovare tre fotocabine vecchio stile Gianni Carpini
Viaggio nella Firenze vintage/2
telefoni pubblici addio. ma “salvarli” è possibile
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irenze continua a perdere le sue cornette. In altre città, per salvarle dalla pensione forzata, le cabine telefoniche sono state trasformate: una biblioteca dentro il telefono pubblico a Roma, mini-serre tra la Capitale e Milano, a New York offrono connessione wi-fi senza fili e un punto per ricaricare i cellulari. In Italia, da qualche anno, l’autorità garante per le comunicazioni ha dato l’ok alla dismissione di buona parte dei telefoni pubblici. Nella città del giglio nel 2008 erano più di 1.800, tre anni dopo settecento postazioni erano state disattivate. Ottocento sono in servizio ancora oggi: circa la metà lungo le strade, poco più di duecento vicino a stazioni, ospedali e centri commerciali (gran parte di queste rimarranno attive), 150 infine resistono all’interno dei negozi. Ma per la cara e vecchia cabina è prevista una nuova cura dimagrante in riva all’Arno. A macchia di leopardo negli ultimi mesi sono comparsi avvisi su alcune superstiti: gli utenti hanno qualche settimana di tempo per “salvare” la cornetta preferita, mandando una mail a cabinatelefonica@cert.agcom.it. Anche se per il momento, dicono da Telecom Italia, le segnalazioni fiorentine per rimandare il congedo del telefono pubblico vicino casa sono state poche.
Gli appuntamenti
Indietro nel tempo, a spasso tra i mercatini
N
on chiamatele “delle pulci”. Sono la patria dei vecchi telefoni a rotella, dei vinili d’altri tempi e dei fumetti ingialliti ricchi di fascino. Sono le “piazze vintage” di Firenze, che periodicamente ospitano mercatini per i cultori dell’old style. Ecco allora alcuni appuntamenti fissi che i nostalgici del passato farebbero bene a non perdersi, in città e alle sue porte.
FORTEZZA ANTIQUARIA TERZO WEEKEND DEL MESE Bancarelle, rarità e mobilia intorno al lago dei cigni, nei giardini della Fortezza da Basso, sabato e domenica. PIAZZA SANTO SPIRITO SECONDA DOMENICA DEL MESE Dai grammofoni ai libri, è uno dei mercatini vintage più affascinanti dell’Oltrarno.
PIAZZA DEI CIOMPI ULTIMA DOMENICA DEL MESE Un must per i collezionisti, con banchini intorno al cuore antiquario della città. SCANDICCI ULTIMA DOMENICA DEL MESE Basta qualche fermata di tramvia e dieci minuti a piedi per ammirare la “Vetrina antiquaria” in piazza Matteotti.
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opo il primo flash regna un silenzio tombale. Dal secondo in poi, dietro la tendina, scoppiano sonore risate. Cinque ragazzi sono appollaiati sullo sgabello in un bugigattolo più piccolo di un metro quadro. Fascino della fotocabina versione anni Settanta: quattro scatti diversi l’uno dall’altro, niente digitale, fototessere in bianco e nero che spuntano fuori dalla fessura dopo cinque minuti di (trepida) attesa. Da quattro anni e mezzo, nel centro di Firenze sono attive tre cabine vecchio stile (in via dell’Agnolo, piazza Stazione e via del Proconsolo). Tutti pezzi originali che arrivano da mezzo mondo, restaurati da un ex scenografo fiorentino. Matteo Sani, 41 anni d’età di cui quattordici vissuti nel mondo del cinema, si è scoperto un appassionato del “selfie vintage”. Adesso il suo sogno è quello di portare queste cabine in Oltrarno, ma per ora le sue richieste di autorizzazione sono sempre state respinte. “Ho inviato una grandinata di domande per l’occupazione di suolo pubblico, papiri di documenti, pagato i bollettini di rito. Niente. Ma non demordo”, assicura. Sani è la mente di “Fotoautomatica”, un progetto per riportare in vita vecchie fotocabine abbandonate, rispettando lo stile originale e rimettendo in moto i meccanismi analogici. “Dentro non c’è niente di elettronico –
precisa – se la macchina si inceppa, la apri e capisci subito cos’è successo”. La sua singolare collezione vanta una quarantina di pezzi tra cabine già recuperate, pronte per entrare in servizio (autorizzazioni permettendo), ed esemplari da rimettere a nuovo. Arrivano da mezzo mondo: ci sono i modelli americani “tutti in legno, belli da morire”, molti provengono dall’Europa dell’est. La prima “stanza dell’autoscatto” è ricomparsa a Firenze nel 2010. Da allora è stato un crescendo di scatti, tant’è che Matteo spiega che è possibile vivere solo con questo lavoro. Il prezzo per quattro fototessere è rimasto lo stesso (due euro), sempre più fiere affittano le vecchie cabine per i propri eventi, mentre per le strade di Firenze sono soprattutto i turisti ad andare pazzi per l’autoscatto in bianco e nero. Forse sarà merito del fascino dell’analogico, dell’imprevedibilità della foto senza preview nell’era dei selfie tecnologici. “È la macchinetta che decide per te. Una volta inserita la moneta sei fritto – spiega divertito Sani – garantisco però che in bianco e nero anche i brutti come me vengono bene”.
Web fotoautomatica.com
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16 | Gennaio 2015
#Curiosità
La ricorrenza
al parco o in teatro, là dove si impara a ridere I “luoghi del buonumore” per la giornata mondiale della risata Serena Wiedenstritt
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a diciassette anni ma non li dimostra. È la giornata mondiale della risata, celebrata per la prima volta l’11 gennaio 1998 a Mumbai e da allora diventata un appuntamento fisso nella prima domenica di maggio. Ma non si tratta soltanto di una festa “allegra” per definizione. Ridere, infatti, fa bene alla salute, come affermano le ricerche portate avanti negli ultimi anni da studiosi di tutto il mondo. Il perché è presto detto: la risata allena il cuore, i muscoli, il cervello e i polmoni. È dimostrato e sul tema si sono spesi diversi esperti, ultimo in ordine di tempo il neuroscienziato cognitivo della University of Maryland, il professor Scott Weems, sostenitore della tesi secondo cui la risata rinforzerebbe perfino il sistema immunitario. Così, per divertirsi ma soprattutto con l’obiettivo di vivere meglio, si sono diffusi anche a Firenze i corsi di “yoga della risata”, disciplina creata dal medico indiano Madan Kataria che combina la risata incondizionata con la respirazione yogica. Gli appuntamenti, online sul sito www.yogadellarisata.it, spaziano tra diverse location. Alcune lezioni, ad esempio, si sono tenute alla residenza per anziani “Il Bobolino”, in collaborazione con la Misericordia di Firenze. Il Quartiere 2 è stato già nel 2010 precursore di corsi a prezzi popolari a Villa Arrivabene. I giar-
L’insegnante
“funziona come una medicina” G
dini, da Villa Favard a Villa il Ventaglio, sono stati altri scenari per corsi di yoga della risata, disciplina che è approdata anche in alcune aziende per rendere più produttivo l’ambiente lavorativo e migliorare la sintonia fra colleghi. E per tanti che fanno corsi per imparare a ridere “bene”, a Firenze ce ne sono quasi altrettanti che ambiscono a insegnare a far ridere. Fra le numerose scuole di teatro della città, non mancano quelle che propongono corsi di teatro comico e cabaret. E ancora, Firenze è stata più volte palcoscenico di manifestazioni come “Ridi che ti passa”, rassegna estiva alla Limonaia di Villa Strozzi
realizzata con la Scuola comicità di Firenze in collaborazione con Officine Creative e con la direzione artistica di Andrea Muzzi. La stessa scuola ogni lunedì in via Baracca tiene il suo corso per sfornare nuovi comici (info@andreamuzzi.it). Fra le scuole di teatro che, nel percorso di formazione, dedicano particolare attenzione al trattamento del comico c’è la scuola “Il Genio della Lampada” (info@ilgeniodellalampada.it), che lo affronta all’interno di ogni singolo corso e che, al terzo anno, prevede lo studio della messa in scena di un monologo comico. Insomma, anche a ridere (e a far ridere) si impara.
abriella Bigi pratica e insegna yoga della risata da circa dieci anni. Ha scoperto questa passione per la disciplina sviluppata nel 1995 dal medico indiano Madan Kataria, presidente e fondatore del Laughter Yoga International, “quasi per caso – racconta – in un momento di turbolenza della mia vita. Avevo trovato l’annuncio di un corso, che avevo messo da parte ed è saltato fuori al momento giusto. È stata subito un’esperienza positiva e così ho approfondito”. Da allora Gabriella, il cui background professionale consiste nell’insegnamento della lingua inglese e nell’educazione degli adulti, ha ottenuto il diploma di Laughter Yoga teacher, che le permette di tenere corsi in prima persona. Alla domanda sul perché ridere faccia bene, risponde senza dubbi elencando una serie di conseguenze naturali della risata, che “funziona proprio come una medicina: in pratica riduce lo stress e la tensione, allontana i sentimenti e i pensieri negativi, ha un effetto analgesico e antidolorifico dovuto anche al fatto che aumenta la quantità di ossigeno nel corpo, l’efficienza delle vie respiratorie, la circolazione del sangue e la resistenza fisica – spiega – fra l’altro si sono registrati, soprattutto in America, anche casi in cui lo yoga della risata ha risolto, o almeno contribuito a risolvere, alcuni casi di malattie già conclamate, potenziando al massimo l’effetto delle cure”. A livello psicologico, Gabriella sottolinea l’importanza della risata per stabilire un rapporto di sintonia con gli altri e aumentare la fiducia in se stessi e nel prossimo: “Le nostre sessioni si svolgono con più persone, inizialmente la risata è un esercizio fisico, si comincia con stretching ed esercizi di respirazione per preparare i polmoni alla risata, che ben presto si trasforma in spontanea. Si crea così un clima di giocosità, che ricorda quella dei bambini, e di benessere. A dire la verità spesso poi il difficile è smettere di ridere. Non solo, con la pratica regolare dello yoga della risata – conclude – si tende a sviluppare un atteggiamento mentale positivo, che aiuta ad affrontare meglio i problemi che si pongono”.
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18 | Gennaio 2015
#Fiorentina Il calendario
via a un nuovo anno in viola
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uon 2015, Fiorentina. La squadra di Montella è chiamata a iniziare il nuovo anno nel migliore dei modi, per potersi poi giocare tutto in primavera. Come ormai consuetudine, il campionato ricomincia per la Befana dopo la pausa natalizia. I viola ripartono in casa di un disperato Parma, con gli emiliani che la passata stagione avevano conquistato l’Europa sul campo e che invece quest’anno si ritrovano a lottare per la retrocessione. Nel turno successivo al Franchi arriva il Palermo, per la prima partita del nuovo anno fra le mura amiche. Altra gara da vincere, una settimana dopo, a Verona contro il Chievo, nell’ultima giornata del girone di andata. Poi partirà la seconda parte della stagione, con una delle sfide più sentite dai tifosi viola: al “Franchi” arriva la Roma. Nel turno di campionato a cavallo tra gennaio e febbraio, la Fiorentina sarà infine impegnata in trasferta sul campo della “rivelazione” Genoa. L’obiettivo del gennaio viola è quello di fare più punti possibili. Perché, eccezion fatta per le prime due posizioni, tutto può ancora accadere.
La coreografia dei tifosi viola nella partita contro la Juventus: la prima sfida del 2015 fra le mura amiche del Franchi è contro il Palermo
Lorenzo Mossani
Il bilancio
quanti ko in attacco: addio “maledetto” 2014 Rossi, Bernardeschi, Babacar: storia di 365 giorni sfortunati Irene Delfino
N
eanche il tempo di esultare dopo il gol di Gonzalo Rodriguez alla vigilia della Befana al Franchi, che arriva subito il carbone amaro per i viola. Immeritato per la Fiorentina, immeritatissimo per Giuseppe Rossi (nella foto da www.violachannel.tv). Al 68esimo minuto il livornese Rinaudo compie una brutta entrata su Giuseppe, che subisce una lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio destro. Sì,
proprio quello già finito sotto i ferri. Comincia male il 2014 per la Fiorentina, e il “viaggio” de Il Reporter nell’anno da poco concluso non può che partire da qui, da quella maledetta partita contro il Livorno. Perché perdere il capocannoniere del campionato, il giocatore con maggior genio, il campione che con un tocco ti cambia la partita, è un duro colpo, che senza cercare alibi ti cambia la stagione. È mancato Pepito nel ritorno degli ottavi di Europa League contro la Ju-
ventus, vinti dai bianconeri solo grazie a una prodezza di Pirlo, la solita punizione che mette fuori causa qualunque portiere. Vedi, la Juventus il suo campione ce l’aveva in campo. Addio Europa League e addio terzo posto in campionato. Perdendo tutti big match (Inter, Lazio, Juve, Milan e Roma), ad eccezione della partita contro il Napoli. E proprio i partenopei la Fiorentina ritroverà in finale di Coppa Italia, la partita da cancellare per i fattacci dell’Olimpico, come per il risul-
tato (3-1) e la prestazione dei ragazzi di Montella. Troppa poca grinta per una finale, nonostante l’alibi di un attacco spuntato senza Cuadrado, Gomez e Rossi. Purtroppo è il leitmotiv del 2014, l’attacco funestato dagli infortuni, che continua anche con l’inizio della stagione 2014-15, non risparmiando Bernardeschi e Babacar. Ma è l’atteggiamento di chi scende in campo la causa della brutta partenza nella nuova stagione: a mancare sembra essere la voglia di lottare, mentre qualcuno punta il dito contro i troppi cambi di modulo che rendono la Fiorentina imprevedibile perfino agli stessi giocatori viola. Fino alla svolta, dopo la sosta, contro il Cagliari del maestro Zeman. Poi la partita perfetta con la Juventus, che profuma di vittoria, anche se il tabellino segna lo zero a zero. In Europa League la Fiorentina passa agevolmente ai sedicesimi con un turno di anticipo. In Europa ricomincerà a giocare a febbraio contro il temibile Tottenham, ma per conquistare in campionato quella con la musichetta, la squadra dovrà rimboccarsi le maniche in questo 2015. Perché le outsider per il terzo posto non hanno ancora finito la benzina.
Direttore Responsabile Matteo Francini Redazione Tabloid soc.coop., Firenze (FI) Tel. 055 6585939 - redazione@ilreporter.it
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Top gol
messi o cr7? macché, bressan
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essi? Cristiano Ronaldo? Macché, i gol della “Pulce” non sono neanche nella top ten e quello di CR7 è lontano dal podio. La seconda magia più bella nei sessant’anni della storia dell’Uefa è firmata da... Mauro Bressan. Sì, avete capito bene, alle spalle del gol di Van Basten con la maglia degli Orange nella finale di Euro 88 c’è la prodezza dell’ex viola, che fece esplodere in un boato i trentamila del Franchi il 2 novembre 1999. La Fiorentina del Trap, con otto giocatori infortunati tra cui un certo Batistuta, affrontava le stelle del Barça, allenate da un giovane Louis Van Gaal. I blaugrana prendono le redini del gioco nell’avvio di gara, ma al 13° sono i viola a passare in vantaggio, con quella spettacolare rovesciata da oltre trenta metri firmata da Bressan all’incrocio dei pali, imparabile per Arnau. Dopo sei minuti, però, è Figo a riportare in parità il match. E al 43esimo, come da copione, segna anche l’altra stella del Barça, Rivaldo. Ma Balbo
La rovesciata di Mauro Bressan, valsa all’ex giocatore viola il secondo posto tra i gol più belli segnati nei sessant’anni della storia dell’Uefa
nella ripresa non fa rimpiangere Bati, con una doppietta che riporta avanti gli uomini del Trap. Poi il Barça pareggia i conti con Rivaldo. Un 3 a 3 scintillante, di quelli che solo le notti di Champions sanno regalare, nonostante entrambe le squadre fossero già qualificate per la fase successiva dell’Europa che conta.
Trascorri qualche ora spensierata alla sala da ballo
Periodico d’informazione locale. Anno IX n.2 del 5 gennaio 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A.
a nuova
Il Reporter del Q2 raggiunge le famiglie del quartiere 2 di Firenze.
onchiglia
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I.D.
per ballare e fare nuove amicizie Si balla il Sabato dalle 21,00 e la Domenica dalle 15,30 presso CIRCOLO ANDREONI via A.D’Orso n 8 tel 055602636
#Sport
Gennaio 2015 | 19
Il libro
La piscina
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azzurri di casa nostra
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irenze città dell’arte, della cultura e... dello sport. Nell’ultimo mezzo secolo il capoluogo toscano ha rifornito le nazionali di tutte le discipline con settecento atleti, nati in riva all’Arno o adottati dalla città del giglio. Ora un libro li racconta. Si chiama “Dal Giglio alla Nazionale” ed è un’antologia dello sport fiorentino dal 1963 al 2013, curata da Luca Giannelli e pubblicata dalle edizioni Scramasax (euro 22). In 328 pagine il volume raccoglie 236 schede, ognuna dedicata a un atleta di ieri o di oggi e al racconto della sua esperienza in azzurro. Campioni indimenticati a fianco di tante “meteore” che la maglia della nazionale magari l’hanno indossata una sola volta. D’altra parte, si sa: azzurro per un giorno, azzurro per la vita. C’è tanto calcio, ovviamente. Giancarlo Antognoni, Ciccio Graziani, Alberto Di Chiara o, in tempi più recenti, Manuel Pasqual: viola e azzurro, due colori che da sempre si abbinano alla perfezione. Firenze è però anche la capitale di canoa e canottaggio, con quasi 150 atleti partiti dall’Arno e arrivati in Nazionale. Restando a pelo d’acqua, sono una settantina i nuotatori gigliati che hanno indossato il costume azzurro e più di cento gli agonisti dell’atletica. Senza dimenticare i commissari tecnici. Tre nomi su tutti: Ferruccio Valcareggi, Alfredo Martini e Franco Ballerini. In tema di ciclismo non poteva poi mancare un bel ricordo di Gino Bartali, in testa alla sezione “Campioni nella memoria”, e per chiudere il fotoracconto di quando Firenze è stata il palcoscenico del mondo: ai mondiali di Italia ‘90, gli Europei di pallanuoto del ‘99, i recenti mondiali di ciclismo del 2013 e la World League di pallavolo della scorsa estate. Questa è Firenze: arte, cultura, moda e buona tavola. Ma anche tanto, tanto sport.
Pallavolo
UN TIFO DA... STADIO
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Carlo Marrone
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orniamo a parlare della Costolina e delle (tante) possibilità che offre agli abitanti del quartiere e non solo. Stavolta il tema è tra i più delicati: la disabilità. Chi non ha a che fare in prima persona o da vicino con questa condizione può solo immaginare quanto queste persone debbano lottare costantemente contro un mondo fatto di limiti. Limiti raramente insormontabili di per se stessi, ma spesso resi tali da un mondo troppo poco a misura di disabile. La Costolina, per quello che può, cerca di dare il suo contributo affinché queste persone possano vivere il più possibile una vita “abile”. “Fin dall’apertura, nel settembre 2010, la nostra piscina si è resa disponibile a ospitare disabili di ogni tipologia e di tutte le età, che possono accedere gratuitamente a tutte le nostre attività. È sufficiente recarsi in Comune e certificare una disabilità di almeno il 75% per avere diritto al cosiddetto ‘Pass-sport’, da esibire in piscina per poter accedere senza pagare”, spiega il direttore della Costolina, Simone Ermini. Dunque le attività sono accessibili a tutti? Certo, di solito sono i familiari o gli stessi disabili a fare richiesta, ma spesso anche gli operatori che li seguono. Abbiamo anche accordi con centri di salute mentale, e in questo caso gli utenti si
I disabili possono accedere gratuitamente alle attività portate avanti alla piscina Costolina, in viale Malta
presentano in gruppi, mentre di solito vengono individualmente. Avete organizzato corsi specifici? No, purtroppo sarebbe complicatissimo, servono figure specializzate che non abbiamo a disposizione. I disabili sono semplicemente inseriti nelle attività già esistenti. Cosa forse per certi aspetti anche migliore se l’obiettivo, piuttosto che una riabilitazione, è un momento di integrazione e normalità... Senza dubbio. Io penso che i disabili che trovano più vantaggi in queste attività siano quelli mentali, quelli che più fanno fatica a vivere in modo autonomo. Qui hanno la possibilità di mettersi alla prova, di vivere momenti di autonomia, ma sempre sotto la supervisione di un operatore che li accompagna. Molti vantaggi li trovano anche i disabili motori, per via dell’assenza di peso che in acqua permette di compiere movimenti altrimenti impossibili. L’iniziativa riscuote successo? Direi proprio di sì, al punto che purtroppo diventa difficile tro-
vare un posto per tutti. Anche perché cerchiamo sempre di inserire queste persone in corsi o in orari dove siano presenti loro coetanei, soprattutto quando si tratta di bambini. Ci sono casi in cui l’attività è sconsigliata? Raramente. In ogni caso teniamo sempre degli incontri, prima di decidere, per far presenti le possibili difficoltà e valutare le situazioni, caso per caso. Insomma, un bel modo per dare a tutti la possibilità di accedere a servizi non sempre garantiti, in autonomia per quanto possibile, ma sempre in sicurezza. Con la speranza che iniziative come questa possano coinvolgere sempre più piscine. Nel frattempo, è bene sapere che sulla Costolina si può già contare.
T el: 055.9061591 Mail: costolina@uispfirenze.it
e forse qualcuno si sarà meravigliato nel vedere Firenze con due squadre di pallavolo in serie A1, tutti lo hanno fatto certamente per la risposta del pubblico. Il Bisonte Firenze, forte dei “Pellicani Feroci”, riesce a portare quasi tremila persone al Mandela Forum dove, pur tra alti e bassi in classifica, la squadra riesce spesso a esprimere un’ottima pallavolo e a far valere il fattore campo. L’altra metà della mela pallavolistica di casa nostra è Scandicci. Se la media di pubblico che assiste alle partite è inferiore, dopo solo un mese di campionato, per sostenere capitan Samec Lipicer e compagne, si è formato il tifo organizzato chiamato Scandicci Road Runners, che col passare delle settimane è diventato sempre più caldo sostenendo la squadra anche nelle trasferte. Per la Savino Del Bene i punti sul campo sono arrivati prima rispetto a Firenze, ma ci sarà da lottare fino all’ultima giornata per la salvezza. Infine, in serie B1 grande merito va alla San Michele di Alderani, autrice di un campionato di vertice. Chapeau, volley.
Sono due le squadre fiorentine impegnate quest’anno in serie A1. E la risposta del pubblico non si è fatta attendere
Senza Senza appuntamento appuntamento via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info327.28.97.058 327.28.97.058 NUOVA APERTURA Via Gianpaolo Orsini, 78 info 333.40.22.251 NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251
20 | Gennaio 2015
#Cultura
L’intervista
bandabardò: “noi, partigiani del palcoscenico” A tu per tu con Erriquez, frontman della band che il 24 gennaio si esibisce all’Obihall. “Suonare a Firenze è sempre una gioia” Ludovica V. Zarrilli
Ci si sente bene. Abbiamo dimostrato che anche dopo un ventennio siamo sempre noi, con la stessa voglia di fare musica, con il desiderio di cercare ritmiche e sonorità sempre nuove. La vena creativa non ha proprio voglia di esaurirsi... Tutt’altro, abbiamo prodotto un album che ci sta dando grande soddisfazioni. A mio parere, uno dei più belli dall’inizio dell’avventura Bandabardò. Un disco che vede tra i collaboratori anche Jacopo Fo. Sì, Jacopo è stato molto più di un collaboratore. È un amico, innanzitutto, che ha fatto da chioccia a questo progetto, una persona a cui voglio molto bene, che ha regalato, con parole e buoni consigli, benzina per accendere questo nuovo disco. In più ha realizzato per noi la copertina. E ora salirete sul palco dell’Obihall... È sempre una gioia esibirsi a Firenze, un po’ perché è una città che ama la musica, che dà grandi soddisfazioni, un po’ perché sapere che dopo il concerto si può tornare a casa e non andare in un
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entidue anni e non sentirli. La Bandabardò, nata ufficialmente a Firenze l’8 marzo 1993, di candeline ne ha spente diverse, ma non ha mai perso lo spirito che l’ha animata fin dal principio, quello che la rende ancora oggi una calamita per gli appassionati del genere, lo stesso che ha permesso al gruppo di non perdersi mai e di proporre al pubblico un nuovo album (uscito una manciata di mesi fa), per molti il più bello della loro carriera. La “Banda”, così viene chiamata confidenzialmente, il 24 gennaio sarà sul palco dell’Obihall per cominciare col piede giusto il nuovo anno fiorentino in musica. Ed è per questo che Il Reporter ha voluto fare due chiacchiere con Enrico Greppi, in arte Erriquez, storico frontman del gruppo. Enrico, come ci si sente con oltre vent’anni di successi alle spalle e un disco da poco pubblicato?
Web
Enrico “Erriquez” Greppi durante un concerto (scatto tratto dalla pagina Facebook della band)
bandabardo.it Fb: Bandabardò
albergo è una sensazione impagabile. Qual è il segreto per tenere insieme un gruppo come la Bandabardò? Trovare un equilibrio e affidare a ognuno un compito, a seconda delle proprie attitudini. Come in una sorta di famiglia... Più o meno. C’è chi cura i social, chi si occupa della gestione economica, chi ha rapporti con l’agenzia, chi si occupa dei live. Insomma, una distribuzione naturale dei compiti. E poi siamo toscani e abbiamo uno spirito partigiano, viviamo la Banda come una creatura da difendere. Esibizioni live ma non solo, le vostre musiche faranno anche da colonna a uno dei film più attesi dai fiorentini. Sì, stiamo lavorando alla colonna sonora del lungometraggio “Io mi fermo qui” di Federico Micali, che uscirà a fine febbraio: pellicola dedicata all’esperienza fiorentina del cinema Universale, alla quale qualcuno di noi ha partecipato non solo come musicista, ma anche nei panni di attore.
Un anno ad arte
La kermesse
Il libro
il polo museale festeggia con otto eventi
Le nozze d’argento della cultura vintage si celebrano alla leopolda
Una vita vissuta tra gli scaffali: falciani dagli esordi all’esperienza edison
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recentosessantacinque giorni, non uno di più né uno di meno: tanti sono i dì dedicati alla cultura dal polo museale fiorentino. La decima edizione di “Un anno ad arte”, il programma di esposizioni organizzate dai musei statali della città, presenta un corpus di appuntamenti ricco, spalmato sull’intero 2015 e distribuito nei musei cittadini. Si comincia con gli Uffizi e “Gherardo delle Notti. Quadri bizzarrissimi e cene allegre” (dal 10 febbraio al 24 maggio), dedicata al fiammingo Gerrit van Honthorst, di cui sarà valorizzata la presenza in Italia nel primo Seicento e l’entusiastica ricezione fiorentina, che assicurò quattro grandi tele alle collezioni medicee. A Gerrit, che deve il suo soprannome al talento per le scene notturne rischiarate da lucerne e candele, saranno affiancati altri pittori degli antichi Paesi Bassi, dediti alle stesse ricerche luministiche Il secondo step è fissato al Bargello dal 20 marzo al 21 giugno con “Il Medioevo in viaggio”, in occasione dei centocinquant’anni di Firenze Capitale e della
Il dipinto del Saltini “Memmi che per incarico del Petrarca sta ritraendo la Laura” (1863, Galleria Palatina)
fondazione del museo, che prese vita in concomitanza con il trasferimento della prima città del regno in riva all’Arno. Quasi contemporaneamente, il 30 marzo (e fino all’11 ottobre) alla Galleria dell’Accademia parte “L’arte di Francesco. Capolavori d’arte e terre d’Asia dal XIII al XV secolo”. Il museo degli argenti di Palazzo Pitti offre invece un focus su una delle gemme più amate dalle corti del passato con “Lapislazzuli. Magia del blu” (dal 9
giugno all’11 ottobre), che offrirà ai visitatori un’accurata selezione di oggetti e gioielli decorati con la pietra preziosa “striata” d’oro. Importato dall’Asia, il lapis, oltre alla creazione di preziosi oggetti, serviva ai pittori per dar vita – una volta ridotto in polvere – al blu detto Oltremare naturale, utilizzato per le vesti delle divinità e il firmamento. Il 22 giugno si torna agli Uffizi per celebrare un altro artista attivo tra la fine del Quattrocento e l’inizio del
Cinquecento, “Piero di Cosimo. Pittore fiorentino eccentrico tra Rinascimento e Maniera” (fino al 27 settembre), mentre alla Galleria Palatina dal 30 giugno al 15 novembre prenderà vita l’evento dedicato a Carlo Dolci e alle sue pitture luminose realizzate per la corte fiorentina del Seicento. Sempre a Palazzo Pitti, ma al piano superiore, dove ha sede la Galleria d’arte moderna, si torna a parlare di Firenze capitale con “I doni e le collezioni del re”, dal 19 novembre al 3 aprile 2016. Infine, per chiudere l’anno nel migliore dei modi, la Galleria dell’Accademia sceglie una carrellata di quadri di “Carlo Portelli. Pittore di pregio” (fino al 17 aprile 2016), lavori di “un eccentrico fiorentino ben più inoltrato nella Maniera del pieno Cinquecento, che rivela la sua insistente ricerca di eleganze tanto raffinate quanto complicate”.
Web unannoadarte.it
ppassionati di vintage, unitevi. Dal 28 gennaio al 1° febbraio, in occasione di Pitti Immagine Filati, torna “Vintage Selection” alla Stazione Leopolda. Nozze d’argento per la prima edizione del 2015 (ce ne sarà, come di consueto, una seconda a giugno), la 25esima dell’evento dedicato all’usato di qualità. La mostra-mercato di abbigliamento, accessori e oggetti di design vintage è anche un laboratorio di ricerca che guarda alla moda del passato con occhi curiosi, proponendo uno sterminato archivio da cui i designer di oggi traggono suggestioni creative. Una vetrina che vuol offrire ai cultori del genere il meglio del meglio, con una selezione di distributori in arrivo da tutti gli angoli d’Italia. Vestiti ma non solo, accessori, piccoli complementi d’arredo, snack a tema con drink old style e una quantità di eventi che offriranno un’occasione per divertirsi anche ai più scettici. E.C.
a vita di un libraio fiorentino. Le storie, gli incontri, gli aneddoti. Frammenti del quotidiano di chi ha passato (e continua a farlo) una vita tra il fruscio di una pagina e l’altra. Si intitola “Felicemente annegato tra i libri” ed è edito da Firenze Leonardo Edizioni (172 pagg., 14 euro), il volume che traccia i contorni della vita di Alessandro Falciani, libraio fiorentino (ex direttore della Edison di piazza della Repubblica) che ha attraversato – step dopo step – tutti i gradini della carriera in libreria: da fattorino a commesso, fino a proprietario ed editore e ancora direttore di una delle realtà (la Edison, appunto) più amate della città. A sostenere il suo racconto autobiografico, arricchito anche da materiale fotografico, ci sono gli interventi di alcuni amici di sempre: dal consigliere regionale Eugenio Giani ai giornalisti Benedetto Ferrara e Pier Francesco Listri, fino a Luciano Artusi. E.C.
#Cultura
Gennaio 2015 | 21
Le strade di Mr. Moskovitch | Prima puntata Un racconto a puntate, questa è la sorpresa che Il Reporter riserva ai suoi lettori per l'anno appena iniziato. Una storia inedita, scritta da Domenico Luigi Cena in esclusiva per la nostra testata e ambientata a Firenze.
Chi arriva prima, forse aspetta Bernard Moskovitch, Jumeira Resort Dubai.
Totally Unnecessary Publishing Mordecai Richler blvd. Montreal - Canada
Gentile direttore, come sai qui non mi riesce più a vivere. Ho scritto tutto quello che dovevo scrivere e ve l’ho inviato. Mi manca di mangiare prosciutto, anche se per l’alcool qui non ci si può lamentare. Un panino con il lampredotto, in subordine l’insalata di nervetti sarebbero ora il mio desiderio più ambito. Capisco che non sai di cosa parlo. Fai l’editore e conti i dollari. Te ne ho fatti fare tanti. Io scrivo; altra vita, altre esigenze. Gentilmente, qui mi sono proprio stancato - è un deserto - mandatemi a Firenze e scrivo quanto volete (lette le ultime cento pagine del romanzo? Piaciute?). Un po’ di Rinascimento non può che fare bene alla mia creatività. Spese a vostro carico, ovviamente. In fede Boogey *
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Barney Panofsky Totally Unnecessary Publishing Mordecai Richler blvd. Montreal - Canada Bernard Moskovitch, Jumeira Resort Dubai Gentile mr. Boogey, come sai, qui stai diventando l’incubo dell’amministrazione, in particolare della sig.na Miriam Greenberg, ancora le si inumidiscono gli occhi quando legge una tua ricevuta per le spese del frigo bar. In ogni caso, senza girarci troppo intorno, vorremmo (noi, cioè io, quello che scuce i quattrini per la tua dissennata vita), che tu scrivessi qualche sobria (intendimi bene, sobria) pagina pubblicabile sotto forma
di parole stampate. Ti verrà corrisposto un compenso di 180 $ lordi a pagina (di 1000 battute circa). Il corrispettivo è da intendersi in dollari canadesi. Così mi conferma la sig. na Greenberg, quella dagli occhi inumiditi. Perdonami se sono così schietto, però viste e considerate le tue esperienze passate e presenti, di un certo livello, mi premurava farti intendere senza girarci troppo intorno che la sig.na Greenberg continuerà a pagarti i conti solo nel caso tu scriva qualcosa di utile. Ti abbiamo prenotato un appartamento all’Hotel Internazionale a Firenze. “Coperta” esclusa, trattandosi di primavera. Ma non dubito che come al solito, ti scalderai. Le trentasei pagine (e mezzo, sulla trentasettesima vi erano solo due righe) del tuo manoscritto le conserviamo gelosamente. Se per il proseguimento del tuo notevole romanzo non ti ricordassi più come proseguire, ti prego contatta la sig. na Greenberg: sarà felice di inviartene una copia. A presto. Barney. *
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Si dice che quando una donna corre, corre per l’amore. Dio! quanto aveva corso lei, in cima ai suoi tacco dieci, scendendo dal Freccia Rossa. Aveva anche dribblato la coda di persone in attesa dei taxi, con una qualche improbabile scusa. Ma a una diva, non si dice mai di no. - Mi porti all’Internazionale, rapido come un fulmine. Il tassista aveva aggiustato lo specchietto. - Ma lei non è… Scusi, sa ma le somiglia come una goccia d’acqua… Certo è davvero incredibile… La donna si sollevò gli occhiali da sole, portando i lunghi capelli biondi indietro. - Magari… No, non sono io e se lo fossi sarei in incognito - rispose, facendo in modo che i suoi occhioni blu tempestati di pagliuzze dorate fossero bene inquadrati nel rettangolo dello specchietto. - Ma se vuole le firmo tutti gli autografi che vuole, basta che siamo lì in un battibaleno. L’autista ingranò la marcia. L'auto scattò in avanti. - Parla parecchio bene l’italiano per un’americana. - Sono danese, ma ho lavorato spesso anche in Italia… - Davvero? - Sì. Senta vada spedito, per favore. È distante? - Ma no. Cinque minuti al massimo. Dica, me lo farebbe un autografo comunque, anche se è in incognito? - Sì, ma vada…
Solidarietà
I nuovi angeli della Nazionale
Da Cooplat una donazione alla biblioteca dopo i danni del maltempo
U
n contributo economico per dare ossigeno a una delle istituzioni culturali più prestigiose della Toscana, alle prese da tempo con una serie di difficoltà aggravate di recente dai danni del maltempo. Protagonisti del gesto di solidarietà sono i soci e i lavoratori della cooperativa Cooplat, storica azienda di servizi nata nel ‘46 a Firenze che oggi conta quasi tremila addetti in tutta Italia, autori di una donazione di 7.500 euro alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. “Siamo legati alla Nazionale da quasi mezzo secolo – dice il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi –. Non potevamo restare indifferenti di fronte alle criticità che sta attraversando”. Era il 1966 quando i destini della cooperativa e della biblioteca si incrociarono. In seguito all’alluvione che investì la città, i soci Co-
oplat si fecero avanti come volontari per salvare i volumi danneggiati dalla furia dell’Arno. Da “angeli del fango”, ben presto venne proposto loro di occuparsi a tempo pieno della cura dei libri alluvionati. E dopo essere stati formati adeguatamente, dettero vita al Laboratorio di restauro, che nel ‘76 divenne organismo interno della biblioteca. Tutt’ora inoltre sono proprio le lavoratrici e i lavoratori della coop a pulire quotidianamente i locali della Nazionale. Da qui un legame strettissimo, sfociato nel dono che servirà proprio all’acquisto di materiale e macchinari per il Laboratorio per la cura dei libri. “L’intesa tra le due realtà affonda le sue radici in uno dei momenti più drammatici della biblioteca – dice la dirigente della Nazionale Maria Letizia Sebastiani – siamo grati alla Cooplat ancora una volta al nostro fianco”.
Continua ☞
22 | Gennaio 2015
#Rubriche
A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI
L’ANTICA NUMERAZIONE CIVICA Piazza dei Pitti 7 già 1702 e via dei Cerretani 10 già 4659
L’
attuale numerazione civica dei fabbricati, com’è oggi applicata, risalente al 1865 (primo anno di Firenze capitale d’Italia), è cosa molto diversa da quella anticamente usata. Ai nostri giorni la numerazione è applicata per ogni strada procedendo con il numero uno dal lato sinistro e il numero due da quello destro, contrassegnando così progressivamente tutti gli ingressi di accesso ai fabbricati. I numeri rossi riguardano le attività commerciali. Per un rapido e sicuro riconoscimento, l’inizio della numerazione viene “affidato” al corso del nostro fiume: l’Arno. Infatti, dalla direzione di scorrimento deriva tale convenzione, per cui si distinguono sia per le strade cittadine che per quelle periferiche e dei sobborghi, i numeri dispari a sinistra e quelli pari a destra. Tale applicazione è peraltro precisata dall’art. 12 del vigente Regolamento Comunale per la Toponomastica. La numerazione delle strade più
o meno parallele all’Arno che vanno da monte a valle secondo il deflusso della corrente, iniziando ovviamente a monte, mentre quelle più o meno trasversali al fiume (come se si dirigessero fuori rispetto al suo corso), verso Nord quelle poste sulla riva destra, e verso Sud quelle poste in Oltrarno sulla riva sinistra. Nelle piazze, invece, la numerazione ha inizio dalla prima casa all’angolo di sinistra facendo ingresso dalla via considerata principale, procedendo con la numerazione progressiva per tutte le case circostanti, per finire all’angolo opposto. In antico non esisteva una denominazione delle strade e, tanto meno, la numerazione. L’individuazione del luogo avveniva attraverso i “canti”, cioè le cantonate dei palazzi e delle case di note famiglie, da attività svolte o ancora da personaggi tipici, oppure da insegne pubblicitarie esistenti in quel luogo. Il nome dei “canti” rappresentò la toponomastica più antica, ancor prima che le strade assumessero
una specifica denominazione e, quindi, la numerazione. Va detto che fino all’anno 1826, la maggior parte delle targhe stradali, fatta di semplice intonaco, era soggetta ad inevitabili deterioramenti e, quindi, a continui ripristini. Soltanto alla fine di quell’anno, la municipalità decise di rimediare all’inconveniente, stabilendo che l’apposizione dei nuovi cartelli stradali, dovesse essere eseguita con lastre di marmo e non più ad intonaco. Sino al XVII secolo, le case ebbero una “numerazione parrocchiale”, e cioè il numero dello stabile corrispondeva a quello del “Registro degli Stati d’Anime” che ogni parroco aveva il compito di tenere, secondo quanto disposto nel Concilio di Trento. Questo sistema restò in vigore fino al 1808, ma sul finire di quell’anno, sotto la dominazione francese, il 24 ottobre, “per facilitare il servizio della Posta delle Lettere, della Polizia e degli alloggi militari” venne imposta per tutti gli edifici la “numerazione generale progressiva”. L’innovativo sistema iniziò nel gennaio 1809 e terminò nel novembre dello stesso anno. La spesa di tre soldi per ciascun numero, necessaria per l’apposizione dei nuovi numeri civici, fu a carico dei proprietari degli immobili. Palazzo Vecchio, ritenuta la “prima casa” della città, ebbe naturalmente il numero 1, dall’accesso da Via dei Leoni e da qui, continuando a girare in modo quasi avvolgente intorno alle strade comprese entro le mura trecentesche, la numerazione giunse al Ponte Vecchio con il numero 1288. In Oltrarno, nel Quartiere di Santo Spirito, iniziava con il numero 1289 e terminava alla fine del Lungarno Soderini con il 3345. Ritornando sulla destra del fiume, dal Ponte alla Carraia in Borgo Ognissanti, nel Quartiere di Santa Maria Novella, poi in quello di San Giovanni dove al Palazzo Medici Riccardi fu assegnato il numero 6038, oggi n. 1, per poi finire in Santa Croce, precisamente in Via Mozza con l’ultimo numero, 8025, che corrispondeva all’attuale n. 2 di questa breve strada che, proprio per la sua esigua estensione era detta comunemente Via Mozzina. Particolare curioso è dato da Palazzo Pitti, che fu dichiarato esente dalla numerazione in quanto “reggia” quindi conosciuta e superiore a tutti gli altri immobili. Nella piazza, però, la numerazione “a chiocciola” scorreva regolare come dimostra ancora, nella sua vetusta presenza, il n. 1702 sopra l’ingresso dell’edificio contrassegnato con il numero civico 7. Ma in Oltrarno non c’è rimasta questa sola attestazione: in Via dei Serragli 99 all’angolo con Via Santa Maria, sull’immobile di quello che fu lo studio dello scultore Pio Fedi è ancora ben visibile il numero 2538. Ma vi sono in città anche altre testimonianze di questa numerazione progressiva francese: al lato del portone contrassegnato dal n. 12 in Via Porta Rossa, dove esiste ancora il 1026, un’altra in Piazza Strozzi al n. 5 già 1012, nonché quella di marmo in Via dei Cerretani n. 10 già 4659, numero scolpito fra graziosi riferimenti floreali.
Il Pungiglione
LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI Web artusi.net
oroscopi e fondi di caffè: tutta colpa degli astri!
“L’
anno che sta arrivando, tra un anno passerà”, così cantava il mitico Lucio Dalla e mi sembra la previsione più certa per il nuovo anno. Invece noi affidiamo le nostre speranze, il nostro futuro, a gente che dice di sapere tutto di noi: lavoro, salute, amore. Sulla salute posso anche credere che ci azzecchino, in Italia a volte è più probabile che faccia la diagnosi giusta uno sconosciuto che non sa niente di medicina piuttosto che un primario... Il lavoro, invece, è più difficile da prevedere, eppure c’è gente che la mattina non va all’ufficio di collocamento a chiedere informazioni ma in edicola per sapere se è uscito il nuovo numero di Astrologia. Ho un amico che pensa di essere disoccupato per colpa degli astri, infatti durante una manifestazione della Cgil lui era l’unico che sfilava con un cartello con scritto: “Via Marte dalla settima casa!”. Siamo ossessionati dalla conoscenza del futuro. Ho una cugina che tutte le mattina legge il fondo delle tazzine da caffè, però non capisce quello che le dicono. In fondo alla tazzina legge sempre il solito nome, ma lei non conosce nessuno che si chiami in quel modo: Jolly Caffè! Io piuttosto che il futuro preferisco saper leggere il presente. Come diceva un filosofo (non un bischero qualunque): il futuro è solo la somma di tanti presenti. Come dargli torto! ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista
Web
andreamuzzi.it
Lettere
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Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it “GIARDINI DELLA MONTAGNOLA”, L’INTERVENTO DEGLI ANGELI DEL BELLO Gent.ma redazione buon pomeriggio. La presente per informarvi che rispetto alla segnalazione fatta dall’utente Claudio N. nella sezione delle Lettere dell’edizione de “Il Reporter” (ottobre 2014) la Fondazione degli Angeli del Bello ha deciso di intervenire. È stato, infatti, costituito un gruppo di volontari nella zona di Campo Marte dopo la grande festa annuale del 4 ottobre che quest’anno ha visto la partecipazione di circa 1500 volontari e l’attivazione di interventi su tante e diverse aree del capoluogo toscano. Il gruppo sensibile alle segnalazioni dei cittadini, compresa quella pubblicata sulla vostra testata, sta organizzando l’intervento anche nei “Giardini della Montagnola” dove “manutenzione lasciata andare e sporcizia la fanno da padrone”, secondo quanto dice il lettore. Chiaramente la fondazione di volontari “Angeli del bello” invita tutta la cittadinanza a partecipare, iscrivendosi al gruppo e seguendo il calendario degli interventi su www.angelidelbello. org, e facendo segnalazioni all’indirizzo: info@angelidelbello.org. Fondazione degli Angeli del Bello
BORGO OGNISSANTI E LE VIE CIRCOSTANTI Buonasera, sono un fiorentino che abita nella zona di Borgo Ognissanti, zona di cui tante volte si parla soprattutto per le vicende della vicina via Palazzuolo. Non voglio stare qui a parlare dei problemi “storici” di via Palazzuolo, di cui tanto si è già discusso e si continua a discutere, ma voglio sottolineare come con impegno e voglia di fare tante cose possono cambiare. La nostra Borgo Ognissanti è una strada viva, dove ci sono negozi storici ma anche nuove attività aperte recentemente che l’hanno arricchita, insomma pur con i suoi problemi (ma quale strada non ne ha?) è un posto dove si vive bene, e so che come me la pensano molti altri abitanti. E allora mi chiedo perché non pensare di intervenire anche nella zona circostante alla strada, nelle vie intorno, fino alla stazione, per migliorare la situazione di tutta l’area? Ci guadagneremmo tutti. La nuova galleria commerciale della stazione potrebbe essere una delle cose da cui ripartire, ma si potrebbero fare anche tante altre cose per aumentare la sicurezza e migliorare la vita nella zona. Si potrebbe pensare alla risistemazione delle strade, dell’illuminazione, a fare interventi che renderebbero la zona più bella e “appetibile” per chi vuole aprire nuove attività.. visto che stiamo comunque sempre parlando di una zona centrale, storica e vicino alla stazione. Questa è una parte di Firenze che non deve essere abbandonata ma che può, e deve essere valorizzata. Un abitante
IL TRASPORTO PUBBLICO VERSO CAREGGI Buongiorno, mio figlio gestisce un piccolo B&B in via delle Panche, zona Castello. Lavora quasi esclusivamente con pazienti dell’Ospedale di Careggi, ma non esiste mezzo pubblico che da qui (né da Sesto Fiorentino....) raggiunga l’ospedale. Prima c’era il 18. Potreb-
be essere una soluzione far fare al 2 il tragitto che faceva il 18. Come fare? Chi può aiutare una vasta zona del Q5 tagliata fuori dall’Ospedale? Grazie per l’attenzione. Cari saluti, Livia
“LE MIE IDEE PER I PARCHI DELLA CITTÀ” Cara redazione, ho letto sul Reporter numero di novembre 2014 la lettera del signore che faceva le sue segnalazioni per il parco di San Donato di Novoli. Mentre la leggevo mi è venuto in mente che in tanti giardini di Firenze ci sarebbero piccole cose da risolvere o sistemare che se venissero fatte li renderebbero praticamente perfetti. Panchine, giochi per i bambini, cura del verde, spazi al coperto per gli anziani per passare il tempo anche quando piove..... ci sarebbero tante idee per migliorare i giardini, che Firenze ha e che sono già belli e in generale tenuti abbastanza bene, a parte alcuni. Mi è venuto in mente anche che forse un’idea potrebbe essere dare lavoro a qualche giovane per risistemare queste aree verdi ma anche per attivare all’interno dei giardini attività come piccoli bar ambulanti o altre cose simili, per dare servizi in più a chi frequenta i giardini e creare qualche nuovo posto di lavoro. Sarebbe bello se nei giardini ci fosse più vita, più cose da fare, gli anziani avrebbero compagnia e per i bambini ci potrebbero essere animazioni o altre attività. Anche io penso come l’altro lettore ha detto a proposito di San Donato che molti giardini di Firenze sono già molto belli: con poco in più potrebbero diventare perfetti! Saluti, Anna
IL FUTURO DELLO STADIO FRANCHI Si parla tanto della costruzione del nuovo stadio, che chissà se verrà mai fatto... però quando verrà fatto bisogna pensare anche bene a cosa succederà al vecchio stadio. Io e gli altri abitanti del Campo Marte siamo preoccupati che al vecchio stadio poi non si penserà più e sarà dimenticato, questo non deve succedere.. Tutti sono contenti che non ci sarà più la confusione delle partite della Fiorentina, però... avevo letto l’idea di un “parco dello sport pedonalizzato” in tutta la zona intorno allo stadio... questa secondo me è una buona idea, non deve essere dimenticata, noi abbiamo convissuto per tanti anni con il traffico delle partite.... un po’ di pace ce la meritiamo! Quindi l’importante è che quando verrà presa la decisione per il nuovo stadio non venga dimenticato quello vecchio, con il parco dello sport o con altre idee, ma l’idea di un posto per tutti gli sportivi per correre e camminare mi sembra la migliore. Grazie per l’attenzione, Giampiero V.
PIAZZA DELLE CURE E IL TRAFFICO IN VIA FAENTINA Si legge spesso sia sul Vs. giornale che su altri quotidiani di interventi per rifacimento di piazze, giardini ecc. sia nel quartiere 2 che in altre zone ma non si sente mai parlare della sistemazione di piazza delle Cure, la quale avrebbe un bisogno impellente dato il grande traffico che si svolge attorno alla suddetta piazza. Inoltre ci sarebbe bisogno del rifacimento del manto stradale di tutta via Faentina per il grande traffico che vi passa tutti i giorni. Penso sia l’unico quartiere che ancora oggi non ha un fontanello dell’acqua pubblica. È un quartiere dove i vigili urbani fanno solo capolino, circa mezz’ora - tre quarti d’ora la mattina e basta e questo penso sia dovuto al fatto di non disturbare gli automobilisti che si recano a far spese dai commercianti e ortolani che ogni mattina con i loro banchi occupano gran parte della piazza. Non interessa al Comune se poi la coda di auto che proviene dalle tre vie che si immettono in piazza è, soprattuto lungo via Faentina, chilometrica con tanto di inquinamento. Chiedo alla redazione del giornale di svolgere un’inchiesta su ciò che ho scritto. Distinti saluti. Lettera firmata
IL REPORTER RISPONDE Caro lettore, sul nostro giornale abbiamo parlato più volte dei progetti di risistemazione di piazza delle Cure, un’area tanto cara agli abitanti della zona quanto oggettivamente bisognosa di alcuni interventi. Più volte abbiamo affrontato la questione, dando spazio alle proposte che nel tempo sono state avanzate per donare una nuova vita alla piazza, centro nevralgico del rione con i pro e i contro che questo comporta. Certo, dopo tante discussioni e dichiarazioni d’intenti sono sempre di più i cittadini che chiedono di passare ai “fatti”, per valorizzare la zona da un lato e per risolvere dall’altro i problemi che la riguardano, in primis quelli di viabilità. Dopo la presentazione degli ultimi progetti per ridisegnarne il volto (e dopo un’attesa piuttosto lunga, come sottolineato più volte da chi nella zona vive da tempo), per la piazza sembra essere sempre più vicino il momento di una svolta. E Il Reporter continuerà a seguire – come ha fatto finora – gli sviluppi della situazione. Legata (almeno parzialmente) alle sorti di piazza delle Cure è l’altra questione da lei segnalata, quella di via Faentina, che proprio nella piazza trova, soprattutto nelle ore di punta mattutine, un “tappo” che causa spesso code lungo la strada, come anche da lei descritto. Una migliore organizzazione della viabilità in piazza delle Cure risolverebbe senz’altro parte del problema, anche se non potrebbe fare “miracoli” considerati la larghezza ridotta della carreggiata di via Faentina e l’alto numero di veicoli che ogni giorno transitano dalla strada. Per sistemare la quale alcuni interventi sono ora in arrivo. In attesa di capire se, come e quando potrà essere affrontata anche la questione della sua (complicata) viabilità. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it
Editoriale dalla prima
Era il 1865 quando l’attuale capoluogo toscano assumeva questo importante ruolo, destinato a cambiare non soltanto la storia dell’Italia, ma anche (e soprattutto) quella della stessa città, rivoluzionata nell’urbanistica e nella viabilità per vestire al meglio i panni di “guida” del paese. Una città che, senza quella parentesi durata poco più di un lustro, sarebbe oggi probabilmente molto diversa. Ma una città che, tornando ai giorni nostri, è destinata a cambiare ancora. E il 2015 si profila come un anno decisivo per tante delle più importanti “partite” aperte in riva all’Arno, dalla realizzazione della seconda e terza linea della tramvia alla questione dell’aeroporto fino alla nascita del nuovo stadio. Intanto però, in attesa di capire quali risposte il nuovo anno saprà dare alle principali sfide di casa nostra, c’è già un’agenda fitta di appuntamenti che attendono Firenze e i suoi abitanti nei prossimi dodici mesi. L’evento destinato a segnare forse più degli altri la storia del 2015 fiorentino è lo sbarco in città a novembre di Papa Francesco, ventinove anni dopo l’ultima visita di un Pontefice. Poco prima, a fine ottobre, è in programma l’apertura del nuovo museo dell’Opera del Duomo, mentre in estate al Franchi si avvicenderanno i big della musica di casa nostra per una serie ravvicinata di “concertoni”. Insomma, per i momenti “clou” dell’anno l’attesa è già tanta. Ma non saranno solo appuntamenti e ricorrenze a legare a doppio filo passato e futuro in questo 2015 fiorentino: anche il mondo del lavoro cerca di andare avanti, pur restando legato alle sue tradizioni. Così, questo mese Il Reporter ha fatto un viaggio tra botteghe e artigiani per capire cosa resta e cosa cambia di questo pezzo importante del tessuto fiorentino. Scoprendo come la Firenze di ieri stia (già) diventando quella di domani. MATTEO FRANCINI
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