Il Reporter Q5 - Gennaio 2015

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www.ilreporter.it  il giornale del tuo quartiere

Periodico d’informazione locale. Anno IX n.5 del 5 gennaio 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A.

Gennaio 2015

Anno IX Ed. 5

Firenze Quartiere 5

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Novoli Rifredi Brozzi

Formula Direct simply

 Il programma

✎ Editoriale

anno nuovo, i progetti nel quartiere

la città di ieri che diventa quella di domani Matteo Francini

I

n riva all’Arno sorge un nuovo anno. E il cambio di calendario è sempre il momento migliore per tracciare un bilancio e guardare prima indietro e poi avanti. Mai come stavolta. Perché passato e futuro si fondono come non mai nel 2015 appena iniziato, ricco di eventi in arrivo ma anche di ricorrenze. La prima, e più importante, è quella dei centocinquant’anni dalla proclamazione di Firenze capitale.

Sono tante le novità che attendono i cittadini, a partire dalla sicurezza stradale ☛ pagina 4

 Fiorentina

dodici mesi, tanti infortuni

V

iaggio a ritroso nel 2014 viola, caratterizzato da un’infermeria affollata di attaccanti e da quella finale di Coppa Italia da cancellare. Dentro e (soprattutto) fuori dal campo.

☛ pagina 18

“Le strade di mister Moskovitch”, su Il Reporter un racconto a puntate ☛ pagina 21

☛ SEgUE a pagina 23

1865-2015, firenze tra passato e futuro S. Wiedenstritt - L.V. Zarrilli

U

no sguardo indietro e uno avanti. Firenze è entrata nel nuovo anno con una serie di appuntamenti già segnati in agenda: lo sbarco in città di Papa Francesco e l’apertura del nuovo museo dell’Opera del Duomo su tutti. Ma non solo: ecco una “guida” al 2015 in città. Città che avrebbe potuto essere (molto) diversa se nel 1865 non fosse diventata capitale del Regno d’Italia, con tutte le trasformazioni connesse: oggi, centocinquanta anni dopo, si ricorda e si celebra quel momento storico.

orticultura e stibbert? non vanno in letargo Eventi e iniziative anche in inverno: i due parchi diventano sempre più protagonisti.

☛ pagina 2

viaggio nel mondo di botteghe e artigiani Il punto sulle imprese attive in città. E c’è chi guarda avanti e si reinventa il lavoro.

☛ paginE 10-11

☛ paginE 8-9

madonnina del grappa, cabine e mercatini, i luoghi d’altri tempi la storia continua ☛ pagina 7

☛ pagina 14

La famiglia italiana della frutta


2 | Gennaio 2015

Quartiere 5

#Primo piano

Novoli . Rifredi . Brozzi

 Il verde nel quartiere

la nuova “primavera” dei parchi di stibbert e orticultura (anche in inverno)  La richiesta

“altri interventi per villa fabbricotti”

P

anchine che portano i segni del tempo, erba non tagliata, insegne di pericolo illeggibili: sono alcune delle segnalazioni degli “aficionados” del parco di Villa Fabbricotti. Perché se i visitatori “occasionali” sono una rarità per il giardino, chi vive in questa zona del quartiere lo frequenta da sempre. E sebbene qua non ci siano i problemi segnalati in altre aree verdi di Firenze, in molti riconoscono che anche questo spazio necessiterebbe di una serie di interventi. “Forse servirebbe qualcosa di più che prolungare l’orario di apertura – sottolineano alcuni fruitori dell’area – per restituire la villa e il giardino al loro antico splendore”. D.M.

Fannì Beconcini

S

i è chiuso in bellezza il 2014 per due delle realtà “verdi” del quartiere 5: il giardino dell’Orticultura e il parco del museo Stibbert. Si tratta di due luoghi ultracentenari, spazi pubblici e istituzioni culturali che, negli ultimi anni, hanno assunto un ruolo sempre più da protagonisti nell’offerta ricreativa e culturale della città. Lo Stibbert è uno dei musei più curiosi e interessanti di Firenze, creato da un collezionista appassionato di arte e antiquariato, che oggi conta circa cinquantamila pezzi tra armeria, quadreria, porcellane e costumi. Ma lo Stibbert è anche un giardino, un parco romantico all’inglese realizzato dall’architetto Poggi con tanto di tempietti, grotte, giochi d’acqua, limonaia e scuderia. Oltre alle collezioni permanenti, il museo ospita mostre ed eventi tematici: tra i più recenti, le visite guidate alla collezione indiana in occasione del Florence Indian Festival del mese scorso, una tre giorni all’insegna del vintage per il ponte dell’Immacolata, le iniziative “Natale al museo” e “Un museo da favola” rivolte ai bambini e la mostra sull’Islam prorogata fino a questo mese. Protagonista dell’estate fiorentina, il giardino dell’Orticultura, dal canto suo, non va in letargo nemmeno nei mesi invernali:

sede prestigiosa di numerosi eventi della Biennale Gastronomica che si è tenuta lo scorso novembre, il Tepidarium del Roster – maestosa serra in vetro e ghisa completamente ristrutturata da un paio d’anni – è stata la suggestiva cornice dell’affollatissimo evento “Cucine di strada Beer&Street Food”. In attesa di “rifiorire” in primavera, questo mese il Tepidarium ospita alcuni eventi di Pitti Immagine, mentre il giardino e la biblioteca al suo interno restano aperti al pubblico nelle ore diurne. Ad aprile, poi, sarà la volta della storica mostra di piante e fiori, a cura della società toscana di Orticultura, che organizza anche corsi e seminari di botanica e giardinaggio, mentre da maggio fino a settembre il parco si trasformerà nuovamente nel giardino dell’Artecultura, teatro di eventi e iniziative en plein air. Appuntamenti che – si augurano i cittadini – potranno intensificarsi nel tempo, all’Orticultura come allo Stibbert, luoghi verdi e spazi di cultura che stanno vivendo una nuova “primavera”. Anche in pieno inverno.

Stibbert e Orticultura sono due luoghi ultracentenari sempre più protagonisti nel quartiere

Per i due giardini il 2014 si è chiuso in bellezza. E per il futuro non mancano iniziative ed eventi in programma

 Web

museostibbert.it societatoscanaorticultura.it verdeonweb.comune.fi.it

 Piazza della Vittoria

“rischio caduta”, alberi giù

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odici pini in piazza della Vittoria e quattro lecci in via Tavanti. Sono gli alberi abbattuti tra novembre e dicembre scorsi perché considerati a rischio caduta. Si tratta di piante – hanno spiegato da Palazzo Vecchio – “contrassegnate con la lettera ‘D’ delle cosiddette ‘classi di propensione al cedimento’”, per le quali il taglio è obbligatorio. Per due pini in piazza della Vittoria e dieci lecci in via Guasti e via dello Statuto è invece bastata una potatura per metterli in sicurezza. Nuova fisionomia per piazza della Vittoria e zone limitrofe, dunque, con l’assessore Giorgetti che ha voluto rassicurare i cittadini dopo che qualcuno aveva sollevato alcuni dubbi, ribadendo che “gli alberi sono pericolosi e per questo abbattuti, non per recuperare posti auto”. C’era poi anche chi aveva ipotizzato che questi interventi potessero essere in realtà propedeutici ai cantieri per la linea 3 della tramvia, ma anche in questo caso è arrivata la smentita da Palazzo Vecchio, anche in considerazione del fatto che – secondo il progetto attuale – i binari passeranno da piazza Leopoldo verso la stazione di Firenze Statuto, per proseguire poi verso la Fortezza senza nemmeno costeggiare piazza della Vittoria. Parallelamente all’abbattimento degli alberi ritenuti pericolosi, ad oggi nella zona sono stati reimpiantati undici esemplari di “Pyrus calleryana Chanticleer” in viale Corsica e due esemplari di “Corylus colurna” in piazza Giorgini, in sostituzione di altrettanti alberi morti, mentre in piazza Leopoldo sono stati piantati nove nuovi alberi sul lato degli edifici e, a lavori della tramvia ultimati, le nuove piante saranno ventisei. F.B.


Quartiere 5

#Primo piano

Novoli . Rifredi . Brozzi

 Quaracchi & Co.

 Focus

le segnalazioni ai vigili? ora si fanno per strada

mobilità e sicurezza tra le criticità

L

L’ufficio mobile della municipale nei borghi storici Fannì Beconcini

M

ercoledì mattina, via della Saggina, Quaracchi, Firenze. L’ufficio mobile della polizia municipale è a disposizione dei cittadini per raccogliere segnalazioni e reclami, intervenire direttamente ove possibile o riportare le istanze della cittadinanza agli enti preposti, Quartiere e Comune. La zona si trova tra i borghi antichi di Peretola e Brozzi, viene costeggiata dal Fosso Macinante ed è accanto all’aeroporto. “Le problematiche relative alle carenze strutturali e viarie dell’area sono aggravate dai disagi dovuti al traffico aereo, con inquinamento acustico oltre che ambientale”, dicono alcuni abitanti. Negli anni, inoltre, la folta immigrazione, soprattutto cinese, ha creato un “melting pot” di etnie e culture complesso da gestire: la convivenza – riconoscono i cittadini – non è sempre facile, anche se la comunità ha risposto con alcune iniziative volte all’integrazione e alla valorizzazione delle diversità. Quaracchi,

Gennaio 2015 | 3

insomma, è una zona con le criticità tipiche di ogni periferia urbana: girando fra le sue strade e parlando con i residenti, emerge che le necessità di chi qua vive riguardano soprattutto l’efficienza delle infrastrutture e dei collegamenti viari, la tutela della salute e della sicurezza, il decoro e l’ordine pubblico. E anche le segnalazioni raccolte dai vigili, oltre alle richieste di manutenzione di marciapiedi, manto stradale, canali e fognature, riguardano l’inquinamento acustico e ambientale dovuto alla vicinanza dell’aeroporto, il traffico pesante che non risparmia nemmeno le strette vie dei borghi medievali, le difficoltà di integrazione della comunità cinese e i problemi di sicurezza, soprattutto nelle ore notturne. L’iniziativa dei “Mercoledì nel borgo”, ovvero la presenza dell’ufficio mobile della polizia municipale la mattina in orario 8-13, coinvolge anche Brozzi, Peretola e Castello. Ogni zona del quartiere ha le sue caratteristiche e peculiarità, ma l’esigenza comune è quella dell’a-

L’ufficio mobile della polizia municipale fa tappa ogni mercoledì nei borghi storici di Peretola, Quaracchi, Brozzi e Castello

e zone interessate dal nuovo servizio predisposto da Quartiere e polizia municipale – Peretola, Quaracchi (nella foto), Brozzi e Castello – sono borghi antichi che, dopo la riorganizzazione delle periferie, si sono trovati a dover fare i conti con le conseguenze della pianificazione urbanistica e viaria: le criticità – spiegano i cittadini – riguardano soprattutto infrastrutture, mobilità, volumi urbani, processi di integrazione, sicurezza e tutela della salute pubblica. “Questa iniziativa non sarà risolutoria, ma almeno rappresenta un segnale delle istituzioni di mettersi al servizio dei cittadini”, commenta una residente. F.B.

scolto da parte delle istituzioni. Motivo per cui è nata questa iniziativa, che i cittadini hanno mostrato di apprezzare fin da subito. Le richieste dei residenti che, a decine, si sono rivolti all’ufficio mobile, riguardano sia questioni risolvibili nel breve periodo – come buche, deterioramento del manto stradale, divieti di sosta non rispettati, occupazione abusiva del suolo pubblico – sia altre che esulano dalla competenza dei vigili ma che vengono segnalate agli enti preposti, come carenze infrastrutturali e viarie, gestione della sosta, manutenzione di canali e fognature, ordine pubblico e viabilità. L’obiettivo è quello di creare un circolo virtuoso tra istituzioni e cittadini, per venire incontro alle esigenze degli abitanti. Anche (e soprattutto) di quelli dei borghi storici.

 Il servizio

da brozzi a peretola, tappe ogni mercoledì

S

i chiama “Mercoledì nel borgo”, ed è un servizio attivo da alcune settimane nel quartiere 5. Dallo scorso novembre, ogni mercoledì un presidio mobile della polizia municipale fa tappa in uno dei borghi del quartiere: il primo mercoledì del mese a Quaracchi, in via della Saggina, il secondo a Brozzi, in piazza Primo Maggio, il terzo a Peretola, in piazza di Peretola, l’ultimo a Castello, di fronte alla chiesa di San Pio X al Sodo. Ora l’auspicio degli abitanti del quartiere è che l’iniziativa possa venire replicata anche in altre zone, così da avviare un percorso “allargato” di collaborazione tra cittadini e istituzioni. Il Quartiere 5 e il suo presidente Cristiano Balli, che hanno predisposto il servizio insieme alla polizia municipale, intendono dare risposta in questo modo alle richieste delle persone, per migliorare la vivibilità del rione, supportare i processi di integrazione e promuovere il senso civico. F.B.

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Il servizio della polizia municipale, attivo da alcune settimane nel quartiere, si chiama “Mercoledì nel borgo”


4 | Gennaio 2015

Quartiere 5

#Zoom

Novoli . Rifredi . Brozzi

 Il punto

 Basket in carrozzina

cosa aspetta il quartiere: “volpi rosse”, più il 2015 in cinque progetti che una squadra Dalla sicurezza stradale al verde, tante novità in arrivo quest’anno Maurizio Belli

U

n 2015 pieno di novità per il quartiere 5. Il nuovo anno è appena iniziato, ma sono tanti i progetti in arrivo. A fare il punto è il presidente del Q5 Cristiano Balli, che illustra cinque progetti (piccoli e grandi) che interesseranno il rione. Il primo investimento sarà quello sulla sicurezza stradale: “È previsto un piano organico di messa in sicurezza di via Pistoiese – spiega Balli – nel tratto che va dai confini del comune di Campi Bisenzio fino all’incrocio con via del

Pesciolino. Sappiamo quanto sia importante il tema della sicurezza stradale, specialmente in zone come via Pistoiese, teatro di troppi, gravi incidenti negli ultimi anni”. In questo nuovo anno partirà anche un piano di interventi su marciapiedi e caditoie in tutto il territorio del quartiere, per risolvere piccoli e grandi disagi per i pedoni. Il 2015 vedrà poi la realizzazione di un’altra infrastruttura attesa da tempo: il sottopasso pedonale tra via Vittorio Emanuele e via del Romitino, opera che i residenti aspet-

Tra i progetti previsti per il nuovo anno nel quartiere c’è anche un piano di messa in sicurezza di via Pistoiese

tavano da anni e che era rimasta bloccata per alcune problematiche tecnicoburocratiche. “Adesso ci siamo davvero – conferma Balli – il progetto c’è già, e nell’arco di poche settimane daremo il via libera”. Non solo interventi materiali, però: nel nuovo anno partiranno anche investimenti sulla digitalizzazione della Le Volpi Rosse Menarini hanno pubblica amministrazione. E allora ecco Deborah Macchiavelli il loro “quartier generale” in via la trasformazione del Quartiere in un Taddeo Alderotti vero e proprio “sportello del cittadino”, non solo fisico ma anche, e soprattutto, n giovane giocatore di basket. Un grave incidente. Una passione stroncata virtuale: “Abbiamo allo studio l’utilizzo dalla disabilità motoria. O forse no. Magari potrebbe essere l’inizio di un di una piattaforma software con cui il percorso diverso, anche sportivo. Da questo pensiero venne colto Ivano Nuti, preQuartiere riuscirà a gestire le richieste, sidente delle Volpi Rosse Menarini, quando decise di fondare la prima società di le segnalazioni e i suggerimenti provebasket in sedia a rotelle presente sul territorio toscano. “La società nasce per vonienti dai residenti, e a indirizzarli alle lontà di un gruppo di amici – racconta – che a seguito dell’incidente di un giocaautorità tecnico-amministrative comtore di basket decisero di mettere su questa attività sportiva che in Toscana era del petenti”. Un modo per razionalizzare tutto assente”. Nata nel 2005 per volontà dell’associazione Wheelchair Sport, che e coordinare tanti piccoli interventi, ha come obiettivo l’inserimento sportivo e sociale dei ragazzi diversamente abili, come la riparazione di una buca o una Volpi Rosse è qualcosa di più di una squadra di pallacanestro, giunta al suo seconsituazione di degrado di un’area verde, do anno in serie B. “È un bilancio assolutamente positivo – continua il presidente grazie alle potenzialità del web. Tra le – che ci ha portato già due vittorie. Abbiamo visto aumentare il numero degli priorità del Quartiere c’è anche il verde iscritti, che quest’anno conta 26 atleti, mentre in serie B ne abbiamo già 14. Abbiapubblico: nel 2015 è previsto il complemo un grande sostegno dalla Menarini, che ci ha permesso di approdare a questo tamento dell’area di via Dazzi, in zona campionato, anche con lo scopo di dare un seguito ai ragazzi che avevano iniziato Careggi. Il progetto parte dalla realizmolto tempo fa con noi e che crescendo non potevano più giocare nelle giovanili”. zazione di un giardino in “stile agreste”, E se lo spirito di gruppo è importante in ogni sport, la squadra che gioca in via mantenendo cioè la configurazione di Taddeo Alderotti va ben oltre: “I ragazzi si danno una mano anche al di fuori del “verde naturale”, ma allo studio c’è ancampo – spiega l’allenatore Antonio Calamai – negli spogliatoi, dove cerchiamo che l’ipotesi di un uliveto sociale, in di evitare di portare i genitori per dare maggiore indipendenza ai ragazzi, chi non linea con le tendenze moderne di “greriesce a vestirsi riceve sempre un aiuto dagli altri. Sono ragazzi, anzitutto, e il fatto en sharing”. Continuano infine i lavori che siano disabili non lo tengo mai di conto, tranne nella fase tecnico-strumentale. per la realizzazione del giardino nell’ex Anzi, a volte sono persino più duro del solito. E ricevo soddisfazioni immense”. Meccanotessile: “Al momento – precisa Soddisfazioni che partono dagli atleti fino ai dirigenti: “Oggi siamo forti, ma abBalli – i lavori sono fermi, perché dalle biamo bisogno di economie – conclude il presidente – perché è uno sport serio e analisi delle terre di scavo era emersa la a livello nazionale, quindi ci auguriamo un incremento delle finanze per crescere presenza di metalli pesanti che possono ancora. Siamo vivi, giochiamo contenti, il gruppo si diverte, cerca di crescere, è essere pericolosi per la salute. Dopo il sempre presente agli allenamenti: questo è ciò che conta”. lavoro dell’Arpat partiremo con le op(Tutto scritto più bonifiche”. grande rispetto all’ultimo pubblicato, ingrandendo la parte superiore.) portune

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L’alba di una nuova istituzione

Vicenda Esaote

I QUARTIERI PROTAGONISTI DELLA CITTÁ METROPOLITANA Con l’approvazione di un apposito emendamento allo Statuto della neonata ‘Città Metropolitana’ i cinque quartieri fiorentini sono diventati attori di primo piano di questa importante istituzione destinata a giuocare un ruolo fondamentale in settori chiavi della vita pubblica del territorio, quali l’urbanistica, i trasporti, le infrastrutture, la gestione dei servizi, la valorizzazione dei beni comuni. È un risultato che premia e consolida il ruolo fondamentale svolto dai quartieri in questi ultimi decenni, quando si è dimostrato praticamente come la responsabilizzazione e il coinvolgimento delle circoscrizioni poteva andare ben al di là di un semplice decentramento amministrativo, ponendo in una nuova prospettiva e, in un certo

qual modo, capovolgendo il classico scenario della tensione dialettica tra centro e periferia. Un passaggio che i 5 presidenti di quartiere hanno giustamente sottolineato, commentando l’approvazione dell’emendamento. “I Quartieri entrano giustamente a far parte del funzionamento della Città Metropolitana, confermandosi come uno snodo nevralgico tra l’amministrazione comunale di Firenze, i cittadini e i territori. Ci mettiamo da subito al servizio dell’efficacia di questo ente, per superare i limiti dei confini comunali, a partire dal rapporto con i comuni contermini” hanno dichiarato congiuntamente Maurizio Sguanci (Q.1), Michele Pierguidi (Q.2), Alfredo Esposito (Q.3), Mirko Dormentoni (Q.4) e Cristiano Balli (Q.5).

In che cosa consisterà concretamente il ruolo dei quartieri? Grazie alla modifica apportata all’articolo 17 dello Statuto i Presidenti di Quartiere interverranno alle sedute della Conferenza metropolitana dei Sindaci. Inoltre l’articolo 22 prevede che i Quartieri partecipino a pieno titolo alla formazione di accordi, convenzioni e altre forme di collaborazione tra Città metropolitana e Comuni del territorio sulla riorganizzazione e gestione comunale di servizi e funzioni. Infine l’articolo 7 sancisce il ruolo dei Quartieri nella promozione e delineazione delle ‘procedure partecipative’.

Tramvia / Dove sostare nelle zone dei cantieri

BANDO PER 250 POSTI GRATUITI IN VIALE MORGAGNI 250 posti, destinati a chi abita vicino ai cantieri della linea 3, sono già disponibili nel parcheggio dell’Università di Firenze con ingresso/uscita sia da viale Morgagni 42 che da via Alderotti 93A. Vi si può accedere 24 ore su 24, gratuitamente, tutti i giorni fino al termine dei lavori. Il relativo avviso è disponibile sulla rete civica (www.comune.fi.it). Possono fare domanda le persone fisiche (una solo per nucleo familiare) residenti nell’area limitrofa al cantie-

re (nel bando sono indicate le strade interessate) che non dispongano di autorimessa o posto auto privati. Le autovetture devono essere di proprietà dei residenti e non più alte di 2 metri, non devono essere alimentate a Gpl e devono disporre di assicurazione RCA. L’avviso resta aperto fino al raggiungimento di 400 richieste; i primi 250 residenti saranno abilitati all’ingresso da subito, gli altri 150 resteranno in graduatoria.

La richiesta va consegnata a mano alla SAS, cubo 8 del Parterre, piazza della Libertà, corredata di copia di documento di identità. Lo sportello è aperto dal lunedì al venerdì in orario 8.30-13 e 14-16.30. Agli interessati è consegnato un dispositivo per l’accesso al secondo piano interrato (costo 7 euro più IVA) e un contrassegno (fino a tre auto per famiglia) da tenere in vista.

ora utilizzabili dalle 20 a mezzanotte. Per la sosta si pagherà un forfait di 3 euro. Gratuita invece la sosta nel parcheggio di viale Corsica. Il posteggio, di proprietà comunale, consta di circa 400 posti che sono a disposizione soprattutto delle attività del centro commerciale naturale di piazza Dalmazia. Per un migliore utilizzo del parcheggio è stato riqualificato

“UN’UNICA SOLUZIONE PER FIRENZE E GENOVA” Il Quartiere 5 è vicino da sempre ai lavoratori della Esaote, a tal punto da condividere con loro la festa a Villa Pallini per gli auguri di Buone Feste. Cerchiamo di fare il punto sulla situazione della vertenza aziendale e su come il Comune vi sta intervenendo attivamente con proposte e scelte di campo ben precise. “Chiediamo al Ministero dello Sviluppo economico che si faccia portatore delle posizioni di Firenze che pone solo un punto: ovvero che il Centro di ricerca e sviluppo dove si progettano e si realizzano i software per gli ecografi rimanga in città”, così si è espresso il sindaco Dario Nardella intervenendo all’assemblea dei lavoratori di Esaote. “Qualunque altra misura, anche lo spostamento di altre attività da Maastricht

il sottopassaggio pedonale che collega viale Corsica a via di Rifredi e via Bini con un nuovo impianto di illuminazione, un sistema di videosorveglianza e la tinteggiatura delle pareti. È stata inoltre inserita, lato parcheggio, una cartellonistica per valorizzare le attività commerciali presenti in piazza Dalmazia.

o da altre località a Firenze, non compensa la cancellazione del Centro di ricerca e sviluppo - ha spiegato il sindaco - perché togliere da Firenze i nostri tecnici del software sarebbe come fare una fabbrica di automobili dove non si fabbricano più i motori ma solo la carrozzeria”. “Siamo a un passo da quello che potrebbe essere un accordo importante per Firenze e Genova e c’è un’intesa le due città e i due sindaci - ha continuato Nardella -. Se il Ministero prende atto di questa posizione forte e unisce alle varie richieste di Genova anche quella di Firenze farà un servizio all’Italia e al Paese perché Esaote è una ricchezza alla quale non possiamo rinunciare”.

Rifiuti

A PERETOLA CAMPAGNA INFORMATIVA SUL “PORTA A PORTA” È iniziata, grazie alla collaborazione tra

400 POSTI NEL PARCHEGGIO DI VIALE CORSICA In arrivo nuovi posti auto a servizio soprattutto delle attività economiche della zona di piazza Dalmazia. Si tratta del parcheggio a fianco dell’Oviesse, disponibile nella fascia serale, e di quello di viale Corsica, aperto invece h24. Grazie ad un accordo con i gestori del parcheggio a fianco dell’Oviesse, i posti a disposizione del punto vendita sono

LA POSIZIONE DEL COMUNE:

Quartiere 5 e Quadrifoglio, una campagna informativa sulla raccolta differenziata con la modalità ‘porta a porta’, con riferimento particolare al borgo di Peretola dove, anche per scarsa informazione, la qualità del servizio sta considerevolmente peggiorando. Nelle prossime settimane, su indicazione del Quartiere, Quadrifoglio invierà una comunicazione a tutte le famiglie

residenti tenendo anche conto delle varie provenienze linguistiche. Nello stesso tempo, in collaborazione con l’Ufficio Immigrazione del Comune (l’ufficio ha sede, come il Quartiere 5, a Villa Pallini e conta 40.000 contatti l’anno ndr), si procederà alla distribuzione di una brochure sulla raccolta differenziata, scritta in 9 lingue diverse.

Lungo la Goricina

LUCI IN PERIFERIA

A NOVOLI POSSIBILITÀ DI SOSTA NEL PARCHEGGIO SAN DONATO Per i residenti di Novoli a ridosso dei cantieri della linea 2 si ricorda la possibilità di utilizzo del parcheggio San Donato. Occorre telefonare a 055.410990 (dal lunedì al venerdì in orario 8-18) oppure recarsi presso l’ufficio Park.it che si trova all’entrata del parcheggio di viale Guidoni portando un documento (carta di identità o certificato di residenza) che attesti la residenza nella zona interessata.

Mozione approvata dal Consiglio di Quartiere

Grazie all’impegno del Quartiere 5, della Direzione Mobilità e della Direzione Ambiente è stata recuperata una vasta area intorno al Centro Socio-sanitario delle Piagge in via dell’Osteria riportando tutta la zona, che versava in stato di abbandono, ad un livello dignitoso di vivibilità. È stata inoltre illuminata con tecnologia a Led la pista ciclabile tra via Piemonte e via Lombardia lungo il canale Goricina, rendendola così finalmente fruibile per

ciclisti e pedoni come alternativa agli altri percorsi veicolari. Pertanto si presenta ora disponibile un percorso ciclabile sicuro che collega la stazione FS delle Piagge all’area di via Piemonte e del cimitero di Peretola. A breve, in occasione dell’auspicata fine dei lavori per la realizzazione del giardino compreso tra l’area ferroviaria e via Piemonte, il Consiglio di Quartiere si impegna a perfezionare l’ultimo tratto della pista ciclabile parallela a via Piemonte.

Ciclo di incontri a Villa Pozzolini

CONTINUA L’IMPEGNO CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO

FIRENZE E LA GRANDE GUERRA

Il Consiglio di Quartiere 5 nella seduta del 3 dicembre ha approvato una mozione per contrastare l’apertura di nuove sale gioco. “E’ un problema molto grave -sottolinea il Presidente Q.5 Cristiano Balli - che vede, purtroppo, una larga parte del no-

Cultura e società fiorentina negli anni del primo conflitto mondiale, a cura del Comitato Fiorentino per il Risorgimento. Sala Archi Villa Pozzolini, viale Guidoni 188, ore 17, ingresso gratuito 23 gennaio, Firenze e gli anni della Grande

stro territorio riempirsi di sale gioco e di altri esercizi dove sono in funzione apparecchi per il gioco d’azzardo”. Il Presidente esprime una forte preoccupazione per il diffondersi di queste situazioni e si impegna a mettere in campo tutte le possibili strategie per affrontare

il problema e attenuarne l’alto costo sociale. In questa prospettiva il Quartiere intende organizzare nel corso del 2015 una serie di iniziative di sensibilizzazione continuando a monitorare attentamente l’impatto di questa autentica piaga sociale sul territorio locale.

Guerra, di Adalberto Scarlino 30 gennaio, Gli artisti toscani tra manifestazioni interventiste e la guerra in trincea di Sergio Casprini Info: Ufficio Cultura Q.5 tel. 055.2767046


6 | Gennaio 2015

#Il rione in pillole

 Tre anni dopo

Novoli . Rifredi . Brozzi

 Interventi/1

piazza dalmazia, ricordata la strage

Nardella: “Firenze continuerà a essere città dell’accoglienza” Ivo Gagliardi

L

o scorso 13 dicembre Firenze ha ricordato la strage piazza Dalmazia con una cerimonia per Samb Modou e Diop Mor, a tre anni dal tragico 13 dicembre 2011. “Oggi Firenze rivive il lutto del 13 dicembre 2011, quando Samb Modou e Diop Mor hanno pagato con la loro vita la follia della mano umana mossa da ideali di razzismo, odio ideologico e umano. L’odio e il razzismo producono violenza e la violenza non distingue il valore della vita umana. La violenza produce morte”, ha detto il sindaco Dario Nardella nel corso della cerimonia commemorativa che si è tenuta in piazza Dalmazia a tre anni esatti dalla strage. “Ai familiari e agli amici delle persone che hanno perso la vita e che sono rimaste ferite rivolgo, oltre al nostro cordoglio e alla

Quartiere 5

strade e marciapiedi si rifanno il look

R

ifacimento di strade e marciapiedi per un milione e 750mila euro e manutenzione degli impianti semaforici, con installazione di nuove lampade a led, per altri 300mila euro. È quanto prevede il pacchetto di interventi dedicato alla viabilità cittadina approvato a dicembre dalla giunta comunale, su proposta dell’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti. Nel quartiere la manutenzione straordinaria interesserà l’intera via Montegrappa e tratti di via delle Serre, via delle Gore, chiuso de’ Pazzi e via della Pietra. “Con questi progetti esecutivi, e per i quali quindi saranno subito bandite le gare di appalto per individuare le ditte esecutrici, si interviene sulla viabilità cittadina con opere di manutenzione straordinaria e ripristini di strade e marciapiedi con un’attenzione particolare alle zone meno centrali della città”, ha spiegato Giorgetti. In programma anche interventi per aumentare il livello di sicurezza delle strade: si va da consolidamento, demolizione o ricostruzione dei muri a retta in varie strade (tratti di via dell’Olmeto, via della Covacchia, via di Rusciano, via Ponte a Mensola, via di Ruffignano, via Suor Maria Celeste) al consolidamento delle strutture portanti di ponti e passerelle (nello specifico del ponte di via San Martino a Mensola, via di Careggi e via delle Oblate) fino alla sostituzione di tratti di guard-rail (su segnalazione della polizia municipale) e al risanamento delle carreggiate stradali di ponti e passerelle pedonali. Per quanto riguarda i semafori, infine, è prevista la collocazione di nuovi impianti, la manutenzione di quelli esistenti, la sostituzione di alcune vecchie centraline e l’adeguamento di una serie di semafori alle esigenze dei non vedenti, oltre alla sostituzione delle vecchie lampade a incandescenza con nuove a led in dieci impianti.

 Interventi/2

nostra vicinanza, parole di impegno – ha aggiunto Nardella – perché a Firenze azioni di questa violenza efferata non si ripetano. Firenze è stata, è e continuerà a essere una città dell’accoglienza, del pluralismo culturale, dell’apertura, della socialità e della solidarietà”. La commemorazione si è poi conclusa con un minuto di silenzio in ricordo delle due vittime.

Un momento della cerimonia commemorativa che si è tenuta lo scorso 13 dicembre in piazza Dalmazia, in ricordo di Samb Modou e Diop Mor

più spazi per chi si sposta in bicicletta

I

ntegrazione della rete ciclabile di Novoli, manutenzione straordinaria di quasi 3,5 chilometri di itinerari per le due ruote in viale Guidoni e in altre zone cittadine e installazione di nuove rastrelliere. Sono questi alcuni degli interventi che, lo scorso mese, hanno ricevuto il via libera dalla giunta comunale in materia di mobilità ciclabile. Nel quartiere è prevista la realizzazione di nuovi tratti, a integrazione della rete esistente, per la pista di via Magellano (a collegamento tra l’area di Novoli e Firenze Nova), dove saranno collocate anche nuove rastrelliere. “Continua l’impegno dell’amministrazione comunale per rendere la rete ciclabile cittadina più estesa e funzionale anche in ottica metropolitana – ha commentato l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti – anche in questo pacchetto di interventi abbiamo privilegiato la ricucitura dei percorsi. Non abbiamo però dimenticato la manutenzione delle piste esistenti e l’installazione di nuove rastrelliere”. Interventi di manutenzione sono previsti per le piste ciclabili di viale Guidoni, via Maddalena e via dei Vespucci: sarà utilizzato il conglomerato rosso ed è previsto il ripristino della segnaletica orizzontale e verticale.

 La raccolta straordinaria

centodieci quintali di generosità

U Quando la casa è evoluta, sicura e sotenibile

I nostri servizi Verifiche di fattibilità e sostenibilità degli interventi edili Progettazione integrata per ristrutturazioni, consolidamenti, ampliamenti e nuova edificazione Deposito permessi e/o autorizzazioni comunali e regionali Costruzione chiavi in mano di edifici civili, commerciali e industriali Gestione dei cantieri con garanzia di precisione e tempi di consegna certi grazie al sistema costruttivo X-Lam

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n sabato all’insegna della solidarietà. Lo scorso 13 dicembre nel quartiere, nell’orario di apertura dei supermercati Coop di piazza Leopoldo, via Carlo del Prete, Le Piagge e via Forlanini, si è tenuta una raccolta straordinaria di generi alimentari e prodotti per l’infanzia promossa da Unicoop Firenze con il coinvolgimento delle associazioni della Rete di solidarietà del Q5. “Nonostante la crisi – ha sottolineato il presidente della Commissione welfare del Q5 Fabrizio Tucci – grande è stata la risposta dei residenti del quartiere che, grazie alla loro generosità, hanno contribuito alla raccolta di circa centodieci quintali di generi alimentari e prodotti per l’infanzia”, che sono poi stati distribuiti alle famiglie bisognose della zona attraverso la Rete di solidarietà. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di oltre 350 volontari. “In un momento particolarmente difficile per le famiglie bisognose, il nostro quartiere si dimostra sempre attento e generoso in tutte le sue componenti, i cittadini, i volontari, le associazioni della Rete di solidarietà e le imprese, in questo caso Unicoop Firenze, che hanno fatto davvero rete per cercare di dare una risposta ai bisogni di tutti”, ha commentato il presidente del Q5 Cristiano Balli.

 La ristrutturazione

dieci alloggi erp per le famiglie A

ltri dieci alloggi di edilizia residenziale pubblica saranno completamente recuperati per essere poi assegnati, già in primavera, alle famiglie che hanno perduto la propria abitazione non essendo più in grado di pagare l’affitto a causa delle difficoltà economiche dovute alla crisi. A occuparsi della ristrutturazione dei dieci alloggi Erp è l’azienda farmaceutica Menarini: gli appartamenti (che si trovano sul territorio del Q5, ma anche nei quartieri 2 e 3) vanno ad aggiungersi ai dieci ristrutturati lo scorso anno in via Rocca Tedalda dal gruppo farmaceutico e già assegnati ad altrettante famiglie. Si tratta, tranne che in un caso, di alloggi di circa trenta e quaranta metri quadrati. Il progetto, in collaborazione con Casa s.p.a. (che gestisce il patrimonio di edilizia residenziale pubblica nell’area fiorentina) consentirà il ripristino di impianti elettrici, meccanici e termo-sanitari, la sostituzione dei rivestimenti nelle cucine e nei bagni e la revisione e sostituzione degli infissi degli appartamenti. “Vorrei ringraziare la famiglia Aleotti e l’azienda Menarini perché questa non è un’operazione di marketing – ha detto il sindaco Dario Nardella – ma un’operazione per Firenze che ha un fine sociale e che serve alla città perché consente di dimostrare come la collaborazione tra pubblico e privato possa andare oltre i semplici interessi specifici dell’uno o dell’altro, puntando all’interesse collettivo della nostra città”.


Quartiere 5

#Luoghi & persone

Novoli . Rifredi . Brozzi

Gennaio 2015 | 7

 Rifredi

 Focus

quell’oasi di solidarietà nel quartiere

così don facibeni salvò tanti ebrei dalla persecuzione nazi-fascista

È antica la storia della Madonnina del Grappa, che ancora oggi porta avanti moltissime attività Maurizio Belli

U

n’oasi di solidarietà all’interno del quartiere. È antica e affascinante la storia della Madonnina del Grappa, l’associazione caritatevole nata nel cuore di Rifredi più di novant’anni fa, quando il rione era solo un gruppetto di case attorniato dalla campagna. Tutto nacque dall’intuizione e dal lavoro di don Giulio Facibeni, sacerdote originario di Forlì ma “adottato”, e la parola è la più appropriata, dalla nostra città. Per risalire alle origini della Madonnina del Grappa si deve tornare indietro nel tempo fino alla prima guerra mondiale, quando don Giulio, già pievano di Rifredi, viene inviato sul fronte bellico, sul monte Grappa, come cappellano militare. Don Facibeni torna dal fronte con un’idea precisa, quella di dar vita a un’opera assistenziale per gli orfani, di cui anche la sua Rifredi è piena: è il 21 ottobre 1923 quando viene posta la prima pietra dell’Opera della Divina Provvidenza Ma-

donnina del Grappa, un orfanotrofio chiamato così proprio in onore della statua della Madonna presente sul monte Grappa. All’epoca dell’apertura i bambini ospitati dall’Opera sono appena dodici, ma dopo soli quattro anni saranno già saliti a cento, fino alla cifra record di 1.200 all’indomani della tragedia della seconda guerra mondiale. Da lì in poi è storia nota, con un’associazione la cui storia si è legata indissolubilmente a quella della città che la ospita, ma soprattutto al quartiere: “Sentiamo l’Opera come parte integrante del nostro territorio – spiega la signora Giuditta, un’anziana residente – è davvero bello che una realtà così importante sia proprio basata in questa zona”. “Abbiamo creduto all’amore”, recita l’antico motto della Madonnina del Grappa. Un amore che va avanti ancora oggi, e che continua a dare i suoi frutti: sono tantissime le attività portate avanti dall’associazione. Si va dalle quattro case famiglia che ospita-

no bambini e ragazzi abbandonati o con problemi familiari, divise per fasce d’età, alle mense per i poveri (la più importante in piazza Santissima Annunziata), fino alle missioni nel terzo mondo, in Brasile e Albania. Tante anche le attività educative e ricreative per i detenuti, dentro al carcere, e per

gli ex detenuti, assistiti nel loro ritorno in società. La Madonnina del Grappa rappresenta una realtà apprezzata nell’intera città: il suggello del profondo rapporto tra Firenze e l’Opera è arrivato nel giugno 2013, quando l’allora sindaco Matteo Renzi consegnò il Fiorino d’Oro (il più prestigioso

riconoscimento fiorentino) a don Corso Guicciardini, successore di don Facibeni dalla morte del fondatore, nel 1958, e figura simbolo dell’Opera, di cui dal 2006 è anche presidente. E oggi per don Giulio, “l’angelo dei bambini” di Rifredi, sono state avviate le pratiche di beatificazione.

D

on Giulio (nella foto) amico degli ebrei durante le persecuzioni nazi-fasciste. Uno dei lati meno conosciuti della Madonnina del Grappa è proprio quello, forse, più bello. Sono almeno diciotto i cittadini italiani di religione ebraica (di cui ben dieci bambini) nascosti e aiutati da don Facibeni e dai suoi collaboratori dalla fine del 1943 al termine dell’occupazione, che devono la vita proprio a quell’atto di carità, disinteressato e rischioso, del sacerdote.


8 | Gennaio 2015

#L’inchiesta

 Le botteghe ieri e oggi/1

viaggio nel mondo dell’artigianato fiorentino Quasi trentamila imprese attive in città: la crisi si fa sentire, ma non mancano le iniziative per aiutarle Elisabetta Pini

Q

 I civaioli

 I maghi del fatto a mano

gli antenati dei supermercati

chiamateli pure “arti-star”

A

C

l loro interno si può trovare di tutto, dai ceci neri fino al dentifricio made in Florence, dalle spezie orientali all’ultima diavoleria moderna per la cucina. Sono i “civaioli”, mestiere nato secoli fa. In pratica, si tratta dell’antenato fiorentino dei moderni supermarket: piccole botteghe a conduzione familiare riempite all’inverosimile di merce di ogni tipo. In pochi metri quadrati ogni emporio conserva tutto ciò che può servire alla massaia di oggi. Accanto ai colorati sacchi che custodiscono le “civaie” sfuse (legumi, ma anche risi, semi, farine e spezie), ci sono cibi in scatola, articoli per la casa, pentole e gadget. In via della Spada, a due passi dal triangolo della moda, esiste quello più antico, “Civaie Mechini”. In via Taddea, sempre in centro, quello più “tecnologico”: ha stampato magliette personalizzate con tanto di anno di fondazione (1948) e ha una pagina Facebook aggiornata con le ultime novità (facebook.com/IlCivaiolo). Il “civaiolo” di via Taddea: in città si possono ancora trovare questi “antenati” dei supermercati

alzolai osannati dai vip, liutai che hanno forgiano violini per gli uomini più potenti al mondo, truccatori da red carpet, maghi del fatto a mano. Sono gli “arti-star” fiorentini, gli artigiani nostrani che mezzo mondo ci invidia. Come Gabriele e Gherardo Filistrucchi, un cognome che è tutto un programma: sono gli ultimi eredi di una dinastia che, dal 1720, si è sempre occupata di trucchi di scena nella bottega di via Verdi. Creano maschere, parrucche in capelli naturali, barbe e baffi per cinema, tv e teatro. Tra i clienti vip, pezzi da novanta come Maria Callas e Luciano Pavarotti. È storia più recente, invece, quella dell’eccentrico Mondo Albion, che con il suo atelier di via Nazionale, una stanzina stretta stipata di scarpe colorate, ha fatto fortuna a partire dagli anni Settanta. Marchio di fabbrica: le zeppe altissime, da far invidia a Lady Gaga. Modelli di tutt’altro genere quelli, sobri e signorili, marchiati Mannina. Il capostipite, Calogero, una vera e propria star in Giappone, è scomparso qualche mese fa all’età di 78 anni. La sua passione per le scarpe fatte a mano è ora affidata al figlio: a lui è andata anche la collezione di calchi in legno custodita nel laboratorio vicino piazza Pitti, che riproducono i piedi degli acquirenti di tutto il mondo, tra cui molte celebrity. Arrivano da ogni parte del globo anche i clienti della moleria Locchi, popolare per i suoi restauri di oggetti in cristallo e vetro secondo antiche tecniche: nel corso della sua “carriera”, questa bottega di San Frediano, attiva da duecento anni sotto la stessa famiglia, ha salvato preziosi calici e candelieri in vetro di Murano. Non è una fiorentina doc, ma Jamie Marie Lazzara ormai si può considerare di casa. In città è arrivata nel 1979, e la sua rassegna stampa fa invidia a quella di una popstar: dalle riviste specializzate ai rotocalchi internazionali, in tanti hanno raccontato la storia di questa californiana che, da quando era quindicenne, desiderava diventare una liutaia. Il suo piccolo laboratorio dietro Palazzo Vecchio ha quasi tre decenni di vita: qua vengono creati violini per musicisti professionisti, appassionati e personaggi famosi. Tra loro anche mister president, Barack Obama. G.C.

uasi trentamila, 29.906 per la precisione. Sono le imprese artigiane attive a Firenze, stando agli ultimi dati della Camera di Commercio relativi al terzo trimestre dell’anno passato, con un saldo positivo, seppur di poco, tra iscrizioni e cessazioni. Ma la crisi si è fatta sentire: gli ultimi dati sull’artigianato manifatturiero toscano, secondo l’indagine di Unioncamere Toscana “La congiuntura dell’artigianato manifatturiero in Toscana”, parlano di una flessione di fatturato del 5,8 per cento e di un saldo negativo con oltre 1.300 imprese artigiane in meno nei registri camerali toscani tra luglio 2013 e giugno 2014, ovvero 8.506 iscritte contro 9.901 cessate. Per quanto riguarda l’artigianato artistico e tradizionale, a Firenze, secondo le stime di Confartigianato, si trovano 699 imprese, 24 nella ceramica, 377 nell’oreficeria, 260 nel restauro, 38 per vetro, musica e arti varie, cui vanno aggiunte però quelle dei settori legno, moda e pelletteria che negli elenchi sono classificate insieme alle imprese “non artistiche”: oltre la metà sono a Firenze città, over 50 il 49% degli occupati. E se le difficoltà non mancano, diverse sono anche le realtà che si occupano di salvaguardare e valorizzare l’artigianato tradizionale. Nasce a Firenze ma opera ormai a livello nazionale, con sedici fondazioni bancarie associate, l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte, progetto sviluppato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che punta a una promozione mirata e concreta del settore, con iniziative, progetti di formazione, percorsi turistici con guide specializzate e mostre: in ponte per il 2015 ce n’è una sulle ceramiche delle tre manifatture fiorentine. Di promozione e tutela dell’artigianato artistico si occupa anche il Pio Istituto dei Bardi, in Oltrarno, che organizza mostre ed eventi. L’associazione Atelier degli Artigianelli, con sede sempre in Oltrarno, nata in collaborazione con Oma ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è un centro didattico specializzato nel settore del restauro di opere su carta, libri d’arte e legatoria. Novità in vista per lo spazio Sam al “conventino” di via Giano della Bella, già sede di botteghe artigiane e in futuro oggetto di un bando per giovani artisti, secondo quanto annunciato dall’amministrazione. Un’esposizione online e itinerante in vari eventi nazionali è la Galleria dell’Artigianato Artistico della Toscana, che raccoglie quasi duecento pezzi unici realizzati da più di cinquanta artigiani toscani doc. Artour è invece un’originale guida online agli itinerari dell’artigianato toscano alternativi ai circuiti di massa, un progetto di Artex, Cna e Confartigianato: tra le proposte si trovano, ad esempio, un “viaggio” tra Soffiano e l’Isolotto e un altro a Peretola, per riscoprire le botteghe di periferia.


#L’inchiesta

Gennaio 2015 | 9

 Le botteghe ieri e oggi/2

come ti invento un mestiere (in tre dimensioni)

All’Isolotto una famiglia ha deciso di puntare tutto sulle stampanti 3D

Gianni Carpini

N

onno Luciano, una vita da artigiano alle spalle, all’inizio ripuliva le imperfezioni dei pezzi appena sfornati dalle stampanti tridimensionali. Babbo Ugo, idraulico, ha messo a disposizione la sua esperienza come piccolo imprenditore. I fratelli Cantini, 53 anni in due, hanno trasformato la loro passione in un lavoro. In quattro anni hanno coinvolto mezza famiglia nel progetto, fondato una società, Kentstrapper, e venduto centinaia di macchinari. Tutto è nato nella loro cameretta: Lorenzo, 23 anni, ex studente di archeologia, e Luciano, ingegnere elettronico 30enne, sono sempre stati due “smanettoni”. Con i pezzi del Lego technic, quando erano ragazzini, sono riusciti a costruire di tutto, perfino un robottino che gironzolava per casa e spaventava il gatto. Nel 2010, quasi per gioco, hanno realizzato uno dei primi prototipi

di stampante 3D made in Italy, semplice da montare a casa propria e, soprattutto, a basso costo. Adesso possono contare su due modelli (Galileo smart e Volta beta) che vendono e spediscono alle aziende di tutto il Paese, garantendo assistenza tecnica gratuita. Sono questi stessi modelli a lavorare senza sosta nella vetrina del loro showroom-laboratorio alla prima periferia di Firenze, calamitando l’attenzione di chi passa da via del Pollaiolo, nella zona dell’Isolotto. “All’inizio contavo i bulloni da mettere nei kit che spedivamo: dentro tutto l’occorrente per costruire una stampante 3D”. Leonardo, 19 anni, fresco di studi liceali, cugino dei fratelli Cantini, è ora diventato responsabile marketing dell’azienda. Snocciola dati e numeri. Negli ultimi tre anni le vendite sono cresciute esponenzialmente. “È un mercato che si sta velocemente espandendo – sottolinea – un’azienda,

con una stampante 3D, a un costo irrisorio può creare migliaia di prototipi”. Si va da 870 a 1.500 euro per un singolo macchinario ad alta precisione. Funziona come una normale stampante, ma al posto dei testi può stampare oggetti tridimensionali: il disegno viene fatto su computer e i dati inviati all’apparecchio, che riproduce fedelmente l’oggetto. Fonde un filo di plastica, lo deposita su una superficie e crea i vari strati del prototipo. Si può stampare di tutto: dai modelli per bottiglie da profumo alle dentiere, fino ai caschi dei supereroi. I pionieri fiorentini della stampa in 3D fanno anche prototipazione rapida: disegni l’oggetto e loro lo creano. Tra i clienti case di moda, professionisti, copisterie e scuole, senza dimenticare gli appassionati di tecnologia. “Quando vedono che una stampante 3D costa poco più di un Iphone – conclude Leonardo – la comprano subito”.

 Bitcoin

Le stampanti 3D funzionano come quelle “normali”, ma al posto dei testi possono stampare oggetti tridimensionali

 E-commerce

la cena all’osteria? si paga con la banconota virtuale E i negozi storici sbarcano sul web

A

ntipasto, primo, un bicchiere di buon vino, dolce e caffè, a due passi dal Duomo: in tutto dieci centesimi di bitcoin, stando almeno al cambio attuale. A Firenze esiste la prima osteria della Toscana, una delle poche in Italia, ad accettare pagamenti nella “criptovaluta”: i bitcoin. Si tratta di una banconota elettronica (letteralmente “moneta di bit”) nata in Giappone nel 2009 e diventata ormai un fenomeno mondiale. Non ha odore, colore e non si può falsificare. Tutto si basa sul web e su un codice criptato. A controllare gli scambi non è una banca centrale, ma il possesso viene registrato dalla rete globale di tutti i computer entrati nel mondo di bitcoin, anche il pc del singolo utente. In gergo, peer-to-peer. Nel nord Italia esistono palestre che accettano pagamenti “all digital”, nel modenese c’è un benzinaio dove si può fare rifornimento con il gettone matematico, Pisa ha il secondo bancomat italiano per convertire euro fruscianti in monete virtuali, da spendere negli esercizi che li accettano (www. coinmap.org). In Toscana sono una ventina le attività con bitpay, la metà delle

quali a Firenze. La maggior parte sono legate alle nuove tecnologie, ma tra loro c’è anche chi al mouse preferisce le pentole. “Me ne ha parlato un amico – racconta Manuel, socio dell’osteria dell’olio, nel pieno centro di Firenze – abbiamo introdotto bitcoin da metà estate, vedo qualche pagamento in più ogni volta. Nei primi mesi ne abbiamo registrati una decina”. A sorpresa sono soprattutto gli italiani a pagare il conto con i bit. “Perlopiù tra i 25 e i 35 anni”, spiegano dal ristorante. Se le informazioni che stanno dietro alla valuta sono complesse (criptografia e un codice generato solo da macchine con un’altissima potenza di calcolo), il funzionamento è semplice anche per chi non ne sa troppo di informatica: basta scaricare un programma sul computer e farsi un proprio portafoglio digitale, ottenendo un indirizzo da cui inviare o ricevere il gruzzolo virtuale. È possibile cambiare euro in bitcoin (e viceversa) od ottenerli vendendo servizi e oggetti nella criptovaluta. Attenzione, però: la moneta del web – avvertono gli esperti – è soggetta a bruschi cambiamenti di valore.

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La banconota elettronica nata in Giappone nel 2009 è ormai diventata un fenomeno mondiale (foto dal sito bitcoin.org)

n fenomeno in crescita, anzi in esplosione. È quello dell’e-commerce, che nel nostro paese, secondo gli ultimi dati dell’osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, ha registrato nel 2014 un +17 per cento di vendite da siti italiani, per un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro, e un +16% di acquisti dei clienti italiani, per un totale di 14,6 miliardi. E i marchi fiorentini sono protagonisti di questa “rivoluzione”, se non per quantità, sicuramente per qualità. Ha destato grande interesse lo sbarco sul web, alcuni mesi fa, della storica bottega di biancheria personale e per la casa di Loretta e Lucia Caponi, che dalla prestigiosa sede di piazza Antinori è sbarcata nel mondo virtuale dell’e-commerce. Altro esempio di esercizio storico fiorentino che si è “modernizzato” è la Valigeria Gazzarrini, che propone l’innovativa formula dello “shop online live”, che consiste nel collegarsi via Skype al negozio e scegliere da casa accompagnati da una commessa che guida il cliente nel tour del negozio, mostrando nei dettagli tutti gli articoli che possono interessare, per poi comprare in sicurezza dopo aver ricevuto via mail la scheda riassuntiva del prodotto scelto e le istruzioni necessarie per concludere l’acquisto. Infine, una novità recentissima nel panorama fiorentino e dell’e-commerce è Archivio Store. Il suo fondatore lo presenta così: “Abbiamo inventato Archivio per restituire il giusto tempo alla creazione del proprio stile personale”. Per saperne di più: www.archiviostore.it. S.W.


10 | Gennaio 2015

#Focus

 Tra passato e futuro/1

Quando a Firenze c’era il re

Centocinquanta anni fa, nel 1865, la capitale del Regno d’Italia si spostava in riva all’Arno Ludovica V. Zarrilli

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ggi sarebbe una Firenze diversa se alla fine del 1864 le cose fossero andate in un altro modo. Centocinquanta anni fa (erano i primi mesi del 1865) Firenze diventava ufficialmente la capitale del Regno d’Italia. E oggi, a distanza di un secolo e mezzo, si celebra quel momento storico. Un momento che ha cambiato la geografia e gli equilibri politici del bel paese per un lustro, ma che ha soprattutto cambiato definitivamente l’aspetto di una parte importante della città. Sarebbe potuta essere una città per certi aspetti molto diversa se nel protocollo della convenzione firmata a Parigi il 15 settembre 1864 non ci fosse stato scritto a chiare lettere che la Francia avrebbe messo fine all’occupazione di Roma (cominciata nel 1849), ma che la capitale del regno si sarebbe dovuta spostare da Torino. Il nome della città del giglio fu fatto fin da subito, ma era altrettanto chiaro che sarebbe stato un trasferimento temporaneo, ovvero che Firenze sarebbe stata una capitale a scadenza. Per quella capitale “a tempo determinato”, però, furono pensati molti “aggiustamenti” che avrebbero dovuto dare alla città un aspetto (e una funzionalità) pari ad altre capitali europee. È per questo che, al netto dei principali attori di quella stagione politica, il protagonista assoluto del periodo fu Giuseppe Poggi, architetto incaricato di rivoluzionare in toto la viabilità fiorentina e l’assetto di alcuni quartieri. Il 7 febbraio 1865, su La Nazione,

si legge del cambiamento “indispensabile per le mutate condizioni della nostra città. Firenze (deve) far lungo cammino prima d’agguagliare taluna (altre città) in ciò che attiene alla capacità di soddisfare ai bisogni del viver moderno”, ed è con questo impeto che la rivoluzione urbanistica viene pianificata nei dettagli. Via le mura trecentesche progettate da Arnolfo di Cambio, spazio a viali alberati larghi quaranta metri (pensati sulla falsariga dei boulevard parigini), benvenute piazze dove far confluire il traffico di carrozze e pedoni in arrivo dai quattro angoli della città. E poi via libera al proseguimento del viale di circumvallazione che, inerpicandosi su per la collina di San Miniato, è andato a creare la terrazza panoramica del piazzale Michelangelo, scorcio privilegiato sui monumenti del centro. Ma non è tutto, perché la svolta funzionale non era l’unico dettaglio a stare a cuore ai “rottamatori” della seconda metà dell’Ottocento. Un altro pezzo molto importante della rivoluzione urbanistica riguarda il cuore vero di Firenze, quella che oggi si chiama piazza della Repubblica (all’epoca piazza Vittorio Emanuele) e che un tempo era il ghetto ebraico della città. Un dedalo di vie e viuzze strette, palazzi medievali, una chiesa e uno slargo occupato da banchi e barrocci dove si svolgeva il mercato e dove sorgeva, oltre alla colonna dell’abbondanza (unica superstite di tutta la piazza), la loggia del pesce progettata dal Vasari su commissione di Cosimo I nel

Il Piano Poggi (1865), che ridisegnò la città divenuta Capitale d'Italia, configurandone il successivo sviluppo urbanistico ↓

1567, quando i pescivendoli furono fatti spostare dal lungarno degli Archibusieri (dove stava nascendo il loggiato che avrebbe sostenuto il Corridoio Vasariano) alla piazza. Dell’antico ghetto oggi non rimane più niente, spianato da una piazza dallo scarso allure ottocentesco che, come molti fiorentini avranno ben presente, recita in cima all’arco che la collega a via Strozzi: “L’antico centro della città da secolare squallore a nuova vita restituito”. Palazzo Vecchio divenne la sede della camera dei deputati e del ministero degli Esteri, il ministero dell’Interno prese casa a Palazzo Medici Riccardi, mentre parte del convento di Santa Maria Novella divenne sede della corte di Cassazione. Piano piano tutti i ministeri si trasferirono sulle rive dell’Arno, e per cinque anni dalla città del giglio vennero prese decisioni, varate leggi, annunciate la guerra e la pace, organizzate cerimonie solenni (come quella in onore di Dante nel maggio del 1865, in occasione della quale viene collocata la statua dedicata al poeta in piazza Santa Croce). Fino a quando, il 1° luglio 1871, Firenze “cessa di essere ufficialmente capitale” e gli uffici, i dirigenti, i ministri e tutta la macchina politica del regno si spostano definitivamente a Roma. Firenze non fu nient’altro che una parentesi nel tragitto dell’Italia unita. Una parentesi bellissima e cruciale, ma nient’altro che una parentesi.

1 - Piazza della Libertà (foto: Pagina Facebook Firenze Capitale 1865-2015) • 2 - Il Consiglio Comunale nel Salone de’ Dugento (foto: Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia) 3 - Il parlamento nel Salone dei Cinquecento (foto: Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia) • 4 - Una vista dal Piazzale Michelangelo (foto: Pagina Facebook Firenze Capitale 1865-2015)


#Focus

Gennaio 2015 | 11

 Tra passato e futuro/2

eventi e progetti, “guida” al 2015 in città Dall’arrivo di Papa Francesco all’attesa riapertura del museo dell’Opera del Duomo: cosa ci aspetta Serena Wiedenstritt

“Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’, e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò. Da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai...”, cantava l’indimenticato Lucio Dalla. E ora che anche il 2014 è finito, ecco una panoramica su quello che Firenze offrirà in questo 2015. ARTE Riaprirà nell’autunno di quest’anno, il 29 ottobre, il museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Dopo circa due anni di lavori strutturali, il nuovo museo vedrà raddoppiare la sua superficie, arrivando a oltre cinquemila metri quadrati. Tra le maggiori raccolte di arte sacra al mondo, con capolavori di Donatello, Lorenzo Ghiberti, Luca Della Robbia e Michelangelo, il museo raccoglie anche statue e dipinti eseguiti per Battistero, Campanile di Giotto e cattedrale. L’obiettivo del museo nella sua veste rinnovata – viene spiegato – sarà quello di permettere ai capolavori di “parlare il loro vero linguaggio”, che è quello dell’arte ma anche e soprattutto il linguaggio della fede: “Così, insieme agli allestimenti evocanti spazi e scenografie del passato, un sofisticato apparato multimediale collegherà le opere all’odierno contesto liturgico e devozionale del vicino Duomo, insistendo sull’attualità dei riti e dei valori a cui le opere d’arte rimandano”, fanno sapere dall’Opera del Duomo. IL PAPA IN CITTÀ È previsto per novembre l’arrivo di Papa Francesco a Firenze, in occasione del convegno ecclesiale della Conferenza Episcopale Italiana, che si terrà nel capoluogo toscano dal 9 al 13 del mese. La città si sta già preparando per l’evento: l’ultima visita papale in riva all’Arno risale a ben ventinove anni fa. Era il 1986 quando l’allora pontefice Giovanni Paolo II celebrò una seguitissima messa al Franchi. L’annuncio dello sbarco di Papa Bergoglio a Firenze è arrivato lo scorso novembre da Assisi: si sono subito detti entusiasti sia il cardinale Betori che il sindaco Nardella. Ancora da definire la data precisa e l’agenda della giornata.

EXPO 2015 Si chiama “La Toscana verso Expo 2015” il progetto che punta a presentare, nell’ambito dell’esposizione universale, la regione come punto di riferimento globale per la sperimentazione della qualità della vita e l’umanizzazione della società e dell’economia. A questo scopo, oltre a una presenza fisica a Expo Milano 2015 dal 1° al 28 maggio con uno spazio espositivo adiacente a Palazzo Italia, la Toscana avrà a disposizione, per tutta la durata dell’evento, un presidio costante che potrà essere sfruttato dalle varie realtà istituzionali e imprenditoriali per riunioni e incontri di affari. A settembre, inoltre, la Toscana avrà un ruolo centrale sul tema creatività e conservazione: protagonista indiscussa di tutti questi eventi la città di Firenze. CONCERTI Il 2015 regalerà infine un’estate da ricordare per gli amanti della musica e dei concertoni, grazie a tre imperdibili appuntamenti che si terranno al Franchi. La prima data da segnare in agenda è quella del 12 giugno, quando Vasco Rossi presenterà il suo nuovo tour Live Kom. Appena undici giorni dopo, il 23 giugno, sarà la volta di Tiziano Ferro. Il 4 luglio, infine, spalti pieni per il concerto di Lorenzo Jovanotti. Ma Firenze non si farà mancare nemmeno la buona musica internazionale: il 28 marzo al Mandela Forum concerto degli Spandau Ballet, all’Obihall il 21 aprile si esibirà il cantautore americano James Taylor, mentre il 5 novembre al Mandela Forum arrivano i Deep Purple.

A sinistra Papa Francesco

A destra Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Jovanotti, protagonisti dei concerti estivi allo Stadio Artemio Franchi di Firenze

Il rendering del nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Firenze (progetto di Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni architetti)


12 | Gennaio 2015

#Attualità

 Web

certificati, pagamenti & co: i servizi on line “anti-code”

Dall’anagrafe alla scuola, sempre più possibilità per i fiorentini Elisabetta Pini

P

er chi ha bisogno del certificato di nascita o di stato civile, oppure vuol iscrivere il figlio all’asilo nido, ma non ha tempo per farlo (e soprattutto non ha tempo per attendere il proprio turno in coda), la risposta arriva dal web, con i servizi online del Comune di Firenze che permettono di sbrigare le pratiche attraverso un qualsiasi dispositivo elettronico. È dal 2007 che Palazzo Vecchio ha iniziato a digitalizzare procedure di vario tipo: al momento sono oltre sessanta le possibilità offerte nell’apposita sezione del sito del Comune, senza contare il Suap, lo sportello online per le attività produttive. Per utilizzare i servizi online del Comune basta ritirare le proprie credenziali di accesso in uno sportello abilitato o registrarsi con la propria tessera sanitaria. “Certificati facili” è la sezione in cui è possibile prenotare, stampare e pagare certificati di anagrafe o stato civile. Chi vuole comunque ritirarli di persona, ma evitando le code, può usare la app “Qurami”, che consente di fare direttamente dal proprio dispositivo mobile il biglietto che dà accesso ai servizi. Non solo: la app fa anche una stima del tempo che manca al proprio turno e invia una notifica quando questo si avvicina. Sono molte, poi, le possibilità offerte dal settore istruzione: dall’iscrizione ad asilo nido, centri estivi e spazi gioco al pagamento delle relative quote, fino a una delle prime app messe a punto dal Comune, “Scuola Mobile”, tramite cui ricevere ogni tipo di informazione sulla scuola frequentata dal figlio ma anche mandare avvisi. Anche molte certificazioni ambientali sono ora disponibili online, come ad esempio l’attestato di prestazione energetica che indica il consumo di energia di un edificio, obbligatorio nel caso in cui si debba vendere la propria abitazione o stipulare un contratto di locazione. Cambiando “settore” si trova uno dei primi servizi messi a punto ma curioso e – certamente – utile: nella sezione “oggetti ritrovati” è possibile cercare documenti e oggetti di vario tipo che si sono persi. Anche la Regione Toscana offre diverse opportunità online: attraverso il portale OpenToscana.it è possibile pagare vari tributi regionali, dal bollo automobilistico alle tasse di concessione dell’esercizio venatorio e della pesca, ma anche accedere al proprio fascicolo pagamenti e capire se si hanno debiti con la pubblica amministrazione. “Muoversi in Toscana” è infine il portale della Regione dove reperire informazioni in tempo reale sulla viabilità e sui percorsi di treni, aerei, traghetti e bus: con lo stesso nome (e lo stesso scopo) c’è anche una app gratuita disponibile su Android e Ios.

 I numeri

 Salute

utenti e richieste in crescita

l’ospedale? a portata di click: gli esami si controllano sul computer di casa

È

in costante aumento l’utilizzo dei servizi online del Comune di Firenze, cresciuto circa del doppio negli ultimi tre anni e di cinque volte nell’ultimo quinquennio. Nel 2013 sono stati oltre 25mila gli utenti attivi, mentre 461mila sono state le richieste di servizi, con il 13% delle persone che si è collegato tramite dispositivo mobile, percentuale arrivata al 18,7% nei primi mesi del 2014. Cresce anche lo scambio di documenti tramite posta elettronica certificata (Pec), dai 92 inviati e 481 ricevuti del 2011 ai (rispettivamente) 9.908 e 8.324 del 2012 e 20.240 e 13.774 del 2013. Piede sull’acceleratore verso la digitalizzazione da parte di Palazzo Vecchio che, in vista del piano di informatizzazione comunale previsto per legge, dovrà rendere fruibili online tutte le procedure. Accelerare sull’agenda digitale è anche lo scopo di un protocollo siglato tra Regione e Comune, in cui i due enti si impegnano a scambiarsi banche dati, sfruttare in maniera congiunta competenze e infrastrutture informatiche e aumentare servizi e open data. “Con questo protocollo – hanno spiegato Vittorio Bugli, assessore regionale ai sistemi informativi, e Lorenzo Perra, assessore comunale all’innovazione tecnologica – mettiamo a fattor comune anche la possibilità di erogare insieme molti servizi ai cittadini: dall’accesso unico ai servizi a quelli di pagamento (bollo, multe, ecc.), fino a quelli alle imprese come, tra gli altri, Suap, fatturazione elettronica, gare di appalto telematiche, conservazione digitale a norma dei documenti”. “Una collaborazione che si estenderà anche alle aziende municipalizzate, alle partecipate e ad altri attori industriali disponibili a operare sul territorio. Da parte nostra – ha concluso Perra – ci impegneremo a integrare e omogenizzare i servizi di information e communication technologies in un’ottica metropolitana”.

S

caricare i propri referti, consultare e chiamare i numeri utili, visualizzare la modulistica aziendale. Tutto con un semplice click. Chi è residente in Toscana e ha attivato la carta sanitaria elettronica può accedere al proprio fascicolo sanitario elettronico e consultare, scaricare o stampare i referti di esami di laboratorio fatti a Careggi direttamente dal pc. Grazie a “Careggi Smart Hospital”, la app gratuita dell’Aou di Careggi, si può farlo anche attraverso tablet o smartphone e da qui, inoltre, reperire ogni informazione su struttura sanitaria, dipartimenti e personale. Il tutto in piena sicurezza. E.P.


#Politica  Progetti

GRANDI OPERE, TUTTE LE SFIDE DEL 2015 Cantieri del tram, stadio, aeroporto: è lungo l’elenco delle “partite” aperte in città Natalia Binagli

Per ogni anno che comincia c’è una lista di buoni propositi. Per Firenze l’elenco delle sfide di questo 2015 è più lungo che mai. In molti casi si tratta di partite con una sola parola d’ordine: rimontare. Dalla tramvia all’aeroporto fino all’alta velocità, nel campo di grandi opere pubbliche e infrastrutture, portare a casa il risultato significherà recuperare tutta una serie di ritardi. Non solo un obiettivo di buon senso ma un vero e proprio imperativo, visto che all’orizzonte si profilano appuntamenti internazionali come il G8 e forse, la città ci spera, le Olimpiadi 2024, di fronte ai quali Firenze non può farsi trovare impreparata. TRAMVIA Fare presto (e fare bene) è necessario in primo luogo sul fronte del tram. Con i cantieri per la realizzazione delle linee 2 e 3 aperti contemporaneamente in zone come Novoli e Careggi, tra le più calde della città per il traffico e la viabilità, i fiorentini reclamano tempi certi per scongiurare i disagi che si registrarono per la linea 1. Finora alcuni ritardi sulla tabella di marcia non sono mancati: le imprese costruttrici hanno accusato il Comune di emettere a rilento ordinanze e permessi necessari per procedere con i lavori,

Palazzo Vecchio per tutta risposta ha minacciato di bloccare i finanziamenti alle ditte se non vedrà aumentare il numero di squadre e operai nei cantieri. Il 2014, insomma, si è chiuso tra qualche preoccupazione, ma anche con la promessa del sindaco Dario Nardella di recuperare i ritardi entro l’estate. Sei mesi per rifarsi del tempo perduto, anche a costo di lavorare con doppi turni e di notte, e rispettare così il termine per portare i binari dei Sirio dalla zona della stazione fino all’aeroporto di Peretola (linea 2) e all’ospedale di Careggi (linea 3) fissato per la fine del 2017. Giusto in tempo, almeno questa è l’idea, per ospitare i big delle istituzioni internazionali che in quei mesi dovrebbero approdare a Firenze per il G8 annunciato da Matteo Renzi nel suo discorso di commiato alla città una volta diventato premier. AEROPORTO Un evento, il G8, assunto come paletto temporale anche per un’altra grande opera, la nuova pista dell’aeroporto di Peretola. Del potenziamento dello scalo fiorentino si parla da decenni. Un tema su cui lo stesso centrosinistra al governo della Regione ha rischiato più volte di spaccarsi, con i sindaci della piana fiorentina, Prato e Pisa contrari all’ampliamento. Nei mesi scorsi si è registrato un braccio di ferro sulla lunghezza della pista tra il governatore Enrico Rossi, che l’avrebbe voluta di duemila metri per non fare concorrenza sui voli low cost allo scalo pisano, e l’Ente nazionale dell’aviazione civile, che di metri ne ha imposti 2.400. Con l’approvazione del masterplan dell’aeroporto nel mese di novembre, tutto sembrava pronto per passare ai fatti. Finché nelle scorse settimane è stata anche l’Università di Firenze a intervenire sulla nuova pista che – è stato osservato – sorgerebbe troppo vicina al polo scientifico di Sesto. Una nuova frenata al progetto di sviluppo dello scalo, che con i suoi 4,5 milioni di passeggeri annui potrebbe creare duemila nuovi posti di lavoro. Con il rischio che nemmeno il 2015 lo veda decollare.

Gennaio 2015 | 13

STADIO Nel quadrante a nord-ovest della città si gioca anche la partita del nuovo stadio della Fiorentina. I patron Della Valle propongono un investimento di oltre trecento milioni di euro sull’intera area Mercafir (cinquanta ettari) per realizzare un impianto da quarantamila posti (tutti coperti), strutture commerciali e turistico-ricettive e un parcheggio di 136mila metri quadri. Resta da capire come si chiuderà il confronto tra Comune e società viola. Tra i nodi da sciogliere ci sono gli oneri del trasferimento del mercato ortofrutticolo: Palazzo Vecchio chiede che vengano sostenuti dal privato. Quel che è certo è che, con il nuovo stadio, si dovrà ripensare anche il futuro dell’Artemio Franchi a Campo di Marte. L’idea è renderlo il fulcro di un quartiere a vocazione sportiva che incentivi il rugby, l’atletica e i cosiddetti “sport minori” e che si snodi intorno a un viale Paoli pedonale. Un’occasione unica in tal senso potrebbe essere rappresentata dalle Olimpiadi 2024, per le quali Renzi ha candidato Roma e Firenze. ALTA VELOCITÀ Di rincorsa, Firenze in questo 2015 dovrà inoltre imboccare i binari dell’Alta velocità. Anche se, parola dell’ad di Ferrovie Michele Elia, i lavori del nodo fiorentino della Tav, al palo da più di un anno anche in conseguenza della maxi-inchiesta della magistratura, prima di settembre non ripartiranno. STAZIONE Passi in avanti, almeno, per quanto riguarda i cantieri a Santa Maria Novella. Prima di Natale sono stati inaugurati la galleria commerciale sotterranea con ventinove nuovi negozi (in grado di creare, è stato calcolato, quattrocento posti di lavoro) e il parcheggio per le biciclette da ottocento posti: i lavori – costati circa venticinque milioni di euro – sono stati bloccati per quasi un anno a causa del fallimento della ditta incaricata.


14 | Gennaio 2015

#Società  Viaggio nella Firenze vintage/1

quelli che “cheese” lo dicono ancora in bianco e nero Nel centro della città si possono trovare tre fotocabine vecchio stile Gianni Carpini

 Viaggio nella Firenze vintage/2

telefoni pubblici addio. ma “salvarli” è possibile

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irenze continua a perdere le sue cornette. In altre città, per salvarle dalla pensione forzata, le cabine telefoniche sono state trasformate: una biblioteca dentro il telefono pubblico a Roma, mini-serre tra la Capitale e Milano, a New York offrono connessione wi-fi senza fili e un punto per ricaricare i cellulari. In Italia, da qualche anno, l’autorità garante per le comunicazioni ha dato l’ok alla dismissione di buona parte dei telefoni pubblici. Nella città del giglio nel 2008 erano più di 1.800, tre anni dopo settecento postazioni erano state disattivate. Ottocento sono in servizio ancora oggi: circa la metà lungo le strade, poco più di duecento vicino a stazioni, ospedali e centri commerciali (gran parte di queste rimarranno attive), 150 infine resistono all’interno dei negozi. Ma per la cara e vecchia cabina è prevista una nuova cura dimagrante in riva all’Arno. A macchia di leopardo negli ultimi mesi sono comparsi avvisi su alcune superstiti: gli utenti hanno qualche settimana di tempo per “salvare” la cornetta preferita, mandando una mail a cabinatelefonica@cert.agcom.it. Anche se per il momento, dicono da Telecom Italia, le segnalazioni fiorentine per rimandare il congedo del telefono pubblico vicino casa sono state poche.

 Gli appuntamenti

Indietro nel tempo, a spasso tra i mercatini

N

on chiamatele “delle pulci”. Sono la patria dei vecchi telefoni a rotella, dei vinili d’altri tempi e dei fumetti ingialliti ricchi di fascino. Sono le “piazze vintage” di Firenze, che periodicamente ospitano mercatini per i cultori dell’old style. Ecco allora alcuni appuntamenti fissi che i nostalgici del passato farebbero bene a non perdersi, in città e alle sue porte.

FORTEZZA ANTIQUARIA TERZO WEEKEND DEL MESE Bancarelle, rarità e mobilia intorno al lago dei cigni, nei giardini della Fortezza da Basso, sabato e domenica. PIAZZA SANTO SPIRITO SECONDA DOMENICA DEL MESE Dai grammofoni ai libri, è uno dei mercatini vintage più affascinanti dell’Oltrarno.

PIAZZA DEI CIOMPI ULTIMA DOMENICA DEL MESE Un must per i collezionisti, con banchini intorno al cuore antiquario della città. SCANDICCI ULTIMA DOMENICA DEL MESE Basta qualche fermata di tramvia e dieci minuti a piedi per ammirare la “Vetrina antiquaria” in piazza Matteotti.

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opo il primo flash regna un silenzio tombale. Dal secondo in poi, dietro la tendina, scoppiano sonore risate. Cinque ragazzi sono appollaiati sullo sgabello in un bugigattolo più piccolo di un metro quadro. Fascino della fotocabina versione anni Settanta: quattro scatti diversi l’uno dall’altro, niente digitale, fototessere in bianco e nero che spuntano fuori dalla fessura dopo cinque minuti di (trepida) attesa. Da quattro anni e mezzo, nel centro di Firenze sono attive tre cabine vecchio stile (in via dell’Agnolo, piazza Stazione e via del Proconsolo). Tutti pezzi originali che arrivano da mezzo mondo, restaurati da un ex scenografo fiorentino. Matteo Sani, 41 anni d’età di cui quattordici vissuti nel mondo del cinema, si è scoperto un appassionato del “selfie vintage”. Adesso il suo sogno è quello di portare queste cabine in Oltrarno, ma per ora le sue richieste di autorizzazione sono sempre state respinte. “Ho inviato una grandinata di domande per l’occupazione di suolo pubblico, papiri di documenti, pagato i bollettini di rito. Niente. Ma non demordo”, assicura. Sani è la mente di “Fotoautomatica”, un progetto per riportare in vita vecchie fotocabine abbandonate, rispettando lo stile originale e rimettendo in moto i meccanismi analogici. “Dentro non c’è niente di elettronico –

precisa – se la macchina si inceppa, la apri e capisci subito cos’è successo”. La sua singolare collezione vanta una quarantina di pezzi tra cabine già recuperate, pronte per entrare in servizio (autorizzazioni permettendo), ed esemplari da rimettere a nuovo. Arrivano da mezzo mondo: ci sono i modelli americani “tutti in legno, belli da morire”, molti provengono dall’Europa dell’est. La prima “stanza dell’autoscatto” è ricomparsa a Firenze nel 2010. Da allora è stato un crescendo di scatti, tant’è che Matteo spiega che è possibile vivere solo con questo lavoro. Il prezzo per quattro fototessere è rimasto lo stesso (due euro), sempre più fiere affittano le vecchie cabine per i propri eventi, mentre per le strade di Firenze sono soprattutto i turisti ad andare pazzi per l’autoscatto in bianco e nero. Forse sarà merito del fascino dell’analogico, dell’imprevedibilità della foto senza preview nell’era dei selfie tecnologici. “È la macchinetta che decide per te. Una volta inserita la moneta sei fritto – spiega divertito Sani – garantisco però che in bianco e nero anche i brutti come me vengono bene”.

Web fotoautomatica.com


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16 | Gennaio 2015

#Curiosità

 La ricorrenza

al parco o in teatro, là dove si impara a ridere I “luoghi del buonumore” per la giornata mondiale della risata Serena Wiedenstritt

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a diciassette anni ma non li dimostra. È la giornata mondiale della risata, celebrata per la prima volta l’11 gennaio 1998 a Mumbai e da allora diventata un appuntamento fisso nella prima domenica di maggio. Ma non si tratta soltanto di una festa “allegra” per definizione. Ridere, infatti, fa bene alla salute, come affermano le ricerche portate avanti negli ultimi anni da studiosi di tutto il mondo. Il perché è presto detto: la risata allena il cuore, i muscoli, il cervello e i polmoni. È dimostrato e sul tema si sono spesi diversi esperti, ultimo in ordine di tempo il neuroscienziato cognitivo della University of Maryland, il professor Scott Weems, sostenitore della tesi secondo cui la risata rinforzerebbe perfino il sistema immunitario. Così, per divertirsi ma soprattutto con l’obiettivo di vivere meglio, si sono diffusi anche a Firenze i corsi di “yoga della risata”, disciplina creata dal medico indiano Madan Kataria che combina la risata incondizionata con la respirazione yogica. Gli appuntamenti, online sul sito www.yogadellarisata.it, spaziano tra diverse location. Alcune lezioni, ad esempio, si sono tenute alla residenza per anziani “Il Bobolino”, in collaborazione con la Misericordia di Firenze. Il Quartiere 2 è stato già nel 2010 precursore di corsi a prezzi popolari a Villa Arrivabene. I giar-

 L’insegnante

“funziona come una medicina” G

dini, da Villa Favard a Villa il Ventaglio, sono stati altri scenari per corsi di yoga della risata, disciplina che è approdata anche in alcune aziende per rendere più produttivo l’ambiente lavorativo e migliorare la sintonia fra colleghi. E per tanti che fanno corsi per imparare a ridere “bene”, a Firenze ce ne sono quasi altrettanti che ambiscono a insegnare a far ridere. Fra le numerose scuole di teatro della città, non mancano quelle che propongono corsi di teatro comico e cabaret. E ancora, Firenze è stata più volte palcoscenico di manifestazioni come “Ridi che ti passa”, rassegna estiva alla Limonaia di Villa Strozzi

realizzata con la Scuola comicità di Firenze in collaborazione con Officine Creative e con la direzione artistica di Andrea Muzzi. La stessa scuola ogni lunedì in via Baracca tiene il suo corso per sfornare nuovi comici (info@andreamuzzi.it). Fra le scuole di teatro che, nel percorso di formazione, dedicano particolare attenzione al trattamento del comico c’è la scuola “Il Genio della Lampada” (info@ilgeniodellalampada.it), che lo affronta all’interno di ogni singolo corso e che, al terzo anno, prevede lo studio della messa in scena di un monologo comico. Insomma, anche a ridere (e a far ridere) si impara.

abriella Bigi pratica e insegna yoga della risata da circa dieci anni. Ha scoperto questa passione per la disciplina sviluppata nel 1995 dal medico indiano Madan Kataria, presidente e fondatore del Laughter Yoga International, “quasi per caso – racconta – in un momento di turbolenza della mia vita. Avevo trovato l’annuncio di un corso, che avevo messo da parte ed è saltato fuori al momento giusto. È stata subito un’esperienza positiva e così ho approfondito”. Da allora Gabriella, il cui background professionale consiste nell’insegnamento della lingua inglese e nell’educazione degli adulti, ha ottenuto il diploma di Laughter Yoga teacher, che le permette di tenere corsi in prima persona. Alla domanda sul perché ridere faccia bene, risponde senza dubbi elencando una serie di conseguenze naturali della risata, che “funziona proprio come una medicina: in pratica riduce lo stress e la tensione, allontana i sentimenti e i pensieri negativi, ha un effetto analgesico e antidolorifico dovuto anche al fatto che aumenta la quantità di ossigeno nel corpo, l’efficienza delle vie respiratorie, la circolazione del sangue e la resistenza fisica – spiega – fra l’altro si sono registrati, soprattutto in America, anche casi in cui lo yoga della risata ha risolto, o almeno contribuito a risolvere, alcuni casi di malattie già conclamate, potenziando al massimo l’effetto delle cure”. A livello psicologico, Gabriella sottolinea l’importanza della risata per stabilire un rapporto di sintonia con gli altri e aumentare la fiducia in se stessi e nel prossimo: “Le nostre sessioni si svolgono con più persone, inizialmente la risata è un esercizio fisico, si comincia con stretching ed esercizi di respirazione per preparare i polmoni alla risata, che ben presto si trasforma in spontanea. Si crea così un clima di giocosità, che ricorda quella dei bambini, e di benessere. A dire la verità spesso poi il difficile è smettere di ridere. Non solo, con la pratica regolare dello yoga della risata – conclude – si tende a sviluppare un atteggiamento mentale positivo, che aiuta ad affrontare meglio i problemi che si pongono”.


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18 | Gennaio 2015

#Fiorentina  Il calendario

via a un nuovo anno in viola

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uon 2015, Fiorentina. La squadra di Montella è chiamata a iniziare il nuovo anno nel migliore dei modi, per potersi poi giocare tutto in primavera. Come ormai consuetudine, il campionato ricomincia per la Befana dopo la pausa natalizia. I viola ripartono in casa di un disperato Parma, con gli emiliani che la passata stagione avevano conquistato l’Europa sul campo e che invece quest’anno si ritrovano a lottare per la retrocessione. Nel turno successivo al Franchi arriva il Palermo, per la prima partita del nuovo anno fra le mura amiche. Altra gara da vincere, una settimana dopo, a Verona contro il Chievo, nell’ultima giornata del girone di andata. Poi partirà la seconda parte della stagione, con una delle sfide più sentite dai tifosi viola: al “Franchi” arriva la Roma. Nel turno di campionato a cavallo tra gennaio e febbraio, la Fiorentina sarà infine impegnata in trasferta sul campo della “rivelazione” Genoa. L’obiettivo del gennaio viola è quello di fare più punti possibili. Perché, eccezion fatta per le prime due posizioni, tutto può ancora accadere.

La coreografia dei tifosi viola nella partita contro la Juventus: la prima sfida del 2015 fra le mura amiche del Franchi è contro il Palermo

Lorenzo Mossani

 Il bilancio

quanti ko in attacco: addio “maledetto” 2014 Rossi, Bernardeschi, Babacar: storia di 365 giorni sfortunati Irene Delfino

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eanche il tempo di esultare dopo il gol di Gonzalo Rodriguez alla vigilia della Befana al Franchi, che arriva subito il carbone amaro per i viola. Immeritato per la Fiorentina, immeritatissimo per Giuseppe Rossi (nella foto da www.violachannel.tv). Al 68esimo minuto il livornese Rinaudo compie una brutta entrata su Giuseppe, che subisce una lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio destro. Sì,

proprio quello già finito sotto i ferri. Comincia male il 2014 per la Fiorentina, e il “viaggio” de Il Reporter nell’anno da poco concluso non può che partire da qui, da quella maledetta partita contro il Livorno. Perché perdere il capocannoniere del campionato, il giocatore con maggior genio, il campione che con un tocco ti cambia la partita, è un duro colpo, che senza cercare alibi ti cambia la stagione. È mancato Pepito nel ritorno degli ottavi di Europa League contro la Ju-

ventus, vinti dai bianconeri solo grazie a una prodezza di Pirlo, la solita punizione che mette fuori causa qualunque portiere. Vedi, la Juventus il suo campione ce l’aveva in campo. Addio Europa League e addio terzo posto in campionato. Perdendo tutti big match (Inter, Lazio, Juve, Milan e Roma), ad eccezione della partita contro il Napoli. E proprio i partenopei la Fiorentina ritroverà in finale di Coppa Italia, la partita da cancellare per i fattacci dell’Olimpico, come per il risul-

tato (3-1) e la prestazione dei ragazzi di Montella. Troppa poca grinta per una finale, nonostante l’alibi di un attacco spuntato senza Cuadrado, Gomez e Rossi. Purtroppo è il leitmotiv del 2014, l’attacco funestato dagli infortuni, che continua anche con l’inizio della stagione 2014-15, non risparmiando Bernardeschi e Babacar. Ma è l’atteggiamento di chi scende in campo la causa della brutta partenza nella nuova stagione: a mancare sembra essere la voglia di lottare, mentre qualcuno punta il dito contro i troppi cambi di modulo che rendono la Fiorentina imprevedibile perfino agli stessi giocatori viola. Fino alla svolta, dopo la sosta, contro il Cagliari del maestro Zeman. Poi la partita perfetta con la Juventus, che profuma di vittoria, anche se il tabellino segna lo zero a zero. In Europa League la Fiorentina passa agevolmente ai sedicesimi con un turno di anticipo. In Europa ricomincerà a giocare a febbraio contro il temibile Tottenham, ma per conquistare in campionato quella con la musichetta, la squadra dovrà rimboccarsi le maniche in questo 2015. Perché le outsider per il terzo posto non hanno ancora finito la benzina.

Direttore Responsabile Matteo Francini Redazione Tabloid soc.coop., Firenze (FI) Tel. 055 6585939 - redazione@ilreporter.it

EDITORE E CONCESSIONARIA PUBBLICITARIA

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Nuova Cesat - Firenze (FI)

Periodico d’informazione locale. Anno IX n.5 del 5 gennaio 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A.

 Top gol

messi o cr7? macché, bressan

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essi? Cristiano Ronaldo? Macché, i gol della “Pulce” non sono neanche nella top ten e quello di CR7 è lontano dal podio. La seconda magia più bella nei sessant’anni della storia dell’Uefa è firmata da... Mauro Bressan. Sì, avete capito bene, alle spalle del gol di Van Basten con la maglia degli Orange nella finale di Euro 88 c’è la prodezza dell’ex viola, che fece esplodere in un boato i trentamila del Franchi il 2 novembre 1999. La Fiorentina del Trap, con otto giocatori infortunati tra cui un certo Batistuta, affrontava le stelle del Barça, allenate da un giovane Louis Van Gaal. I blaugrana prendono le redini del gioco nell’avvio di gara, ma al 13° sono i viola a passare in vantaggio, con quella spettacolare rovesciata da oltre trenta metri firmata da Bressan all’incrocio dei pali, imparabile per Arnau. Dopo sei minuti, però, è Figo a riportare in parità il match. E al 43esimo, come da copione, segna anche l’altra stella del Barça, Rivaldo. Ma Balbo

La rovesciata di Mauro Bressan, valsa all’ex giocatore viola il secondo posto tra i gol più belli segnati nei sessant’anni della storia dell’Uefa

nella ripresa non fa rimpiangere Bati, con una doppietta che riporta avanti gli uomini del Trap. Poi il Barça pareggia i conti con Rivaldo. Un 3 a 3 scintillante, di quelli che solo le notti di Champions sanno regalare, nonostante entrambe le squadre fossero già qualificate per la fase successiva dell’Europa che conta. I.D.

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#Sport

Gennaio 2015 | 19

 Il libro

 Equitazione

centro ippico toscano, un secolo a cavallo Nata nel 1904, la società si trova in via dei Vespucci

azzurri di casa nostra

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irenze città dell’arte, della cultura e... dello sport. Nell’ultimo mezzo secolo il capoluogo toscano ha rifornito le nazionali di tutte le discipline con settecento atleti, nati in riva all’Arno o adottati dalla città del giglio. Ora un libro li racconta. Si chiama “Dal Giglio alla Nazionale” ed è un’antologia dello sport fiorentino dal 1963 al 2013, curata da Luca Giannelli e pubblicata dalle edizioni Scramasax (euro 22). In 328 pagine il volume raccoglie 236 schede, ognuna dedicata a un atleta di ieri o di oggi e al racconto della sua esperienza in azzurro. Campioni indimenticati a fianco di tante “meteore” che la maglia della nazionale magari l’hanno indossata una sola volta. D’altra parte, si sa: azzurro per un giorno, azzurro per la vita. C’è tanto calcio, ovviamente. Giancarlo Antognoni, Ciccio Graziani, Alberto Di Chiara o, in tempi più recenti, Manuel Pasqual: viola e azzurro, due colori che da sempre si abbinano alla perfezione. Firenze è però anche la capitale di canoa e canottaggio, con quasi 150 atleti partiti dall’Arno e arrivati in Nazionale. Restando a pelo d’acqua, sono una settantina i nuotatori gigliati che hanno indossato il costume azzurro e più di cento gli agonisti dell’atletica. Senza dimenticare i commissari tecnici. Tre nomi su tutti: Ferruccio Valcareggi, Alfredo Martini e Franco Ballerini. In tema di ciclismo non poteva poi mancare un bel ricordo di Gino Bartali, in testa alla sezione “Campioni nella memoria”, e per chiudere il fotoracconto di quando Firenze è stata il palcoscenico del mondo: ai mondiali di Italia ‘90, gli Europei di pallanuoto del ‘99, i recenti mondiali di ciclismo del 2013 e la World League di pallavolo della scorsa estate. Questa è Firenze: arte, cultura, moda e buona tavola. Ma anche tanto, tanto sport.

 Pallavolo

UN TIFO DA... STADIO

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e forse qualcuno si sarà meravigliato nel vedere Firenze con due squadre di pallavolo in serie A1, tutti lo hanno fatto certamente per la risposta del pubblico. Il Bisonte Firenze, forte dei “Pellicani Feroci”, riesce a portare quasi tremila persone al Mandela Forum dove, pur tra alti e bassi in classifica, la squadra riesce spesso a esprimere un’ottima pallavolo e a far valere il fattore campo. L’altra metà della mela pallavolistica di casa nostra è Scandicci. Se la media di pubblico che assiste alle partite è inferiore, dopo solo un mese di campionato, per sostenere capitan Samec Lipicer e compagne, si è formato il tifo organizzato chiamato Scandicci Road Runners, che col passare delle settimane è diventato sempre più caldo sostenendo la squadra anche nelle trasferte. Per la Savino Del Bene i punti sul campo sono arrivati prima rispetto a Firenze, ma ci sarà da lottare fino all’ultima giornata per la salvezza. Infine, in serie B1 grande merito va alla San Michele di Alderani, autrice di un campionato di vertice. Chapeau, volley.

Sono due le squadre fiorentine impegnate quest’anno in serie A1. E la risposta del pubblico non si è fatta attendere

Carlo Marrone

N

asce nel 1904 con sede in via degli Orti Oricellari, per trasferirsi poi in via dei Vespucci negli anni ‘50, quando lo sviluppo della città cominciava a rendere impossibile lo svolgimento di una simile attività nel pieno centro cittadino. Già, perché stiamo parlando nientemeno che di equitazione. La società in questione è il Centro Ippico Toscano, che in più di un secolo di attività si è estesa fino a raggiungere i sei ettari di proprietà, è in grado ad oggi di ospitare concorsi nazionali e internazionali e possiede uno dei più ampi maneggi coperti d’Italia. Insomma, un’opportunità per chi desideri dedicarsi a uno sport diverso, a contatto con la natura, pur restando in città. In modo particolare per i bambini. In un mondo di videogiochi come quello attuale, dove il contatto con natura e animali è spesso ridotto al minimo, per i più piccoli l’equitazione comporta più di un vantaggio: oltre al contatto diretto con la natura, si può imparare a rispettarla superan-

done al tempo stesso il timore. E si può imparare a superare le difficoltà anche tramite il legame con il cavallo, socializzando con i coetanei e apprendendo un’arte tra le più nobili e antiche. Un’attività – viene spiegato – particolarmente indicata per i bambini con problemi di timidezza, ansia e sovrappeso, perché limita il confronto diretto con i compagni ed è uno sport completo: per mantenersi in equilibrio e cavalcare correttamente si mettono in moto moltissimi muscoli. Insomma, uno sport adatto a tutti, o quasi: è sconsigliato soltanto in caso di problemi cardiologici importanti, allergie al pelo e patologie della colonna vertebrale. Per chi desideri avvicinare i propri figli a questo mondo (l’età consigliata è sette anni, ma nulla vieta di cominciare più tardi), il Centro Ippico Toscano offre lezioni quotidiane (a esclusione del lunedì) sotto la supervisione di Angela Frati, istruttrice federale di secondo livello, con frequenti passeggiate nel parco delle Cascine, un’ottima occasione per stimolare

eb W centroippicotoscano.it Tel. 055.315621

l’attenzione, la concentrazione, il senso d’orientamento, i riflessi e l’equilibrio. Una volta al mese, poi, si tengono corsi di equitazione sociale a prezzi contenuti, perché – è risaputo – la passione per il cavallo ha i suoi costi e di questi tempi non tutti possono permettersela. Per quanto riguarda invece l’agonismo, i risultati non mancano: il centro vanta ottimi atleti e in particolare il Pony Team di salto a ostacoli sta regalando soddisfazioni alla società grazie ai suoi giovani atleti. Dunque un percorso completo, dalle basi all’agonismo, al quale è possibile unirsi in qualsiasi momento. Da non sottovalutare infine nemmeno la possibilità di frequentare qua i centri estivi: un modo piacevole di vivere l’estate a Firenze.

Senza Senza appuntamento appuntamento via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info327.28.97.058 327.28.97.058 NUOVA APERTURA Via Gianpaolo Orsini, 78 info 333.40.22.251 NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251


20 | Gennaio 2015

#Cultura

 L’intervista

bandabardò: “noi, partigiani del palcoscenico” A tu per tu con Erriquez, frontman della band che il 24 gennaio si esibisce all’Obihall. “Suonare a Firenze è sempre una gioia” Ludovica V. Zarrilli

Ci si sente bene. Abbiamo dimostrato che anche dopo un ventennio siamo sempre noi, con la stessa voglia di fare musica, con il desiderio di cercare ritmiche e sonorità sempre nuove. La vena creativa non ha proprio voglia di esaurirsi... Tutt’altro, abbiamo prodotto un album che ci sta dando grande soddisfazioni. A mio parere, uno dei più belli dall’inizio dell’avventura Bandabardò. Un disco che vede tra i collaboratori anche Jacopo Fo. Sì, Jacopo è stato molto più di un collaboratore. È un amico, innanzitutto, che ha fatto da chioccia a questo progetto, una persona a cui voglio molto bene, che ha regalato, con parole e buoni consigli, benzina per accendere questo nuovo disco. In più ha realizzato per noi la copertina. E ora salirete sul palco dell’Obihall... È sempre una gioia esibirsi a Firenze, un po’ perché è una città che ama la musica, che dà grandi soddisfazioni, un po’ perché sapere che dopo il concerto si può tornare a casa e non andare in un

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entidue anni e non sentirli. La Bandabardò, nata ufficialmente a Firenze l’8 marzo 1993, di candeline ne ha spente diverse, ma non ha mai perso lo spirito che l’ha animata fin dal principio, quello che la rende ancora oggi una calamita per gli appassionati del genere, lo stesso che ha permesso al gruppo di non perdersi mai e di proporre al pubblico un nuovo album (uscito una manciata di mesi fa), per molti il più bello della loro carriera. La “Banda”, così viene chiamata confidenzialmente, il 24 gennaio sarà sul palco dell’Obihall per cominciare col piede giusto il nuovo anno fiorentino in musica. Ed è per questo che Il Reporter ha voluto fare due chiacchiere con Enrico Greppi, in arte Erriquez, storico frontman del gruppo. Enrico, come ci si sente con oltre vent’anni di successi alle spalle e un disco da poco pubblicato?

 Web

Enrico “Erriquez” Greppi durante un concerto (scatto tratto dalla pagina Facebook della band)

bandabardo.it Fb: Bandabardò

albergo è una sensazione impagabile. Qual è il segreto per tenere insieme un gruppo come la Bandabardò? Trovare un equilibrio e affidare a ognuno un compito, a seconda delle proprie attitudini. Come in una sorta di famiglia... Più o meno. C’è chi cura i social, chi si occupa della gestione economica, chi ha rapporti con l’agenzia, chi si occupa dei live. Insomma, una distribuzione naturale dei compiti. E poi siamo toscani e abbiamo uno spirito partigiano, viviamo la Banda come una creatura da difendere. Esibizioni live ma non solo, le vostre musiche faranno anche da colonna a uno dei film più attesi dai fiorentini. Sì, stiamo lavorando alla colonna sonora del lungometraggio “Io mi fermo qui” di Federico Micali, che uscirà a fine febbraio: pellicola dedicata all’esperienza fiorentina del cinema Universale, alla quale qualcuno di noi ha partecipato non solo come musicista, ma anche nei panni di attore.

 Un anno ad arte

 La kermesse

 Il libro

il polo museale festeggia con otto eventi

Le nozze d’argento della cultura vintage si celebrano alla leopolda

Una vita vissuta tra gli scaffali: falciani dagli esordi all’esperienza edison

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recentosessantacinque giorni, non uno di più né uno di meno: tanti sono i dì dedicati alla cultura dal polo museale fiorentino. La decima edizione di “Un anno ad arte”, il programma di esposizioni organizzate dai musei statali della città, presenta un corpus di appuntamenti ricco, spalmato sull’intero 2015 e distribuito nei musei cittadini. Si comincia con gli Uffizi e “Gherardo delle Notti. Quadri bizzarrissimi e cene allegre” (dal 10 febbraio al 24 maggio), dedicata al fiammingo Gerrit van Honthorst, di cui sarà valorizzata la presenza in Italia nel primo Seicento e l’entusiastica ricezione fiorentina, che assicurò quattro grandi tele alle collezioni medicee. A Gerrit, che deve il suo soprannome al talento per le scene notturne rischiarate da lucerne e candele, saranno affiancati altri pittori degli antichi Paesi Bassi, dediti alle stesse ricerche luministiche Il secondo step è fissato al Bargello dal 20 marzo al 21 giugno con “Il Medioevo in viaggio”, in occasione dei centocinquant’anni di Firenze Capitale e della

Il dipinto del Saltini “Memmi che per incarico del Petrarca sta ritraendo la Laura” (1863, Galleria Palatina)

fondazione del museo, che prese vita in concomitanza con il trasferimento della prima città del regno in riva all’Arno. Quasi contemporaneamente, il 30 marzo (e fino all’11 ottobre) alla Galleria dell’Accademia parte “L’arte di Francesco. Capolavori d’arte e terre d’Asia dal XIII al XV secolo”. Il museo degli argenti di Palazzo Pitti offre invece un focus su una delle gemme più amate dalle corti del passato con “Lapislazzuli. Magia del blu” (dal 9

giugno all’11 ottobre), che offrirà ai visitatori un’accurata selezione di oggetti e gioielli decorati con la pietra preziosa “striata” d’oro. Importato dall’Asia, il lapis, oltre alla creazione di preziosi oggetti, serviva ai pittori per dar vita – una volta ridotto in polvere – al blu detto Oltremare naturale, utilizzato per le vesti delle divinità e il firmamento. Il 22 giugno si torna agli Uffizi per celebrare un altro artista attivo tra la fine del Quattrocento e l’inizio del

Cinquecento, “Piero di Cosimo. Pittore fiorentino eccentrico tra Rinascimento e Maniera” (fino al 27 settembre), mentre alla Galleria Palatina dal 30 giugno al 15 novembre prenderà vita l’evento dedicato a Carlo Dolci e alle sue pitture luminose realizzate per la corte fiorentina del Seicento. Sempre a Palazzo Pitti, ma al piano superiore, dove ha sede la Galleria d’arte moderna, si torna a parlare di Firenze capitale con “I doni e le collezioni del re”, dal 19 novembre al 3 aprile 2016. Infine, per chiudere l’anno nel migliore dei modi, la Galleria dell’Accademia sceglie una carrellata di quadri di “Carlo Portelli. Pittore di pregio” (fino al 17 aprile 2016), lavori di “un eccentrico fiorentino ben più inoltrato nella Maniera del pieno Cinquecento, che rivela la sua insistente ricerca di eleganze tanto raffinate quanto complicate”.

Web unannoadarte.it

ppassionati di vintage, unitevi. Dal 28 gennaio al 1° febbraio, in occasione di Pitti Immagine Filati, torna “Vintage Selection” alla Stazione Leopolda. Nozze d’argento per la prima edizione del 2015 (ce ne sarà, come di consueto, una seconda a giugno), la 25esima dell’evento dedicato all’usato di qualità. La mostra-mercato di abbigliamento, accessori e oggetti di design vintage è anche un laboratorio di ricerca che guarda alla moda del passato con occhi curiosi, proponendo uno sterminato archivio da cui i designer di oggi traggono suggestioni creative. Una vetrina che vuol offrire ai cultori del genere il meglio del meglio, con una selezione di distributori in arrivo da tutti gli angoli d’Italia. Vestiti ma non solo, accessori, piccoli complementi d’arredo, snack a tema con drink old style e una quantità di eventi che offriranno un’occasione per divertirsi anche ai più scettici. E.C.

a vita di un libraio fiorentino. Le storie, gli incontri, gli aneddoti. Frammenti del quotidiano di chi ha passato (e continua a farlo) una vita tra il fruscio di una pagina e l’altra. Si intitola “Felicemente annegato tra i libri” ed è edito da Firenze Leonardo Edizioni (172 pagg., 14 euro), il volume che traccia i contorni della vita di Alessandro Falciani, libraio fiorentino (ex direttore della Edison di piazza della Repubblica) che ha attraversato – step dopo step – tutti i gradini della carriera in libreria: da fattorino a commesso, fino a proprietario ed editore e ancora direttore di una delle realtà (la Edison, appunto) più amate della città. A sostenere il suo racconto autobiografico, arricchito anche da materiale fotografico, ci sono gli interventi di alcuni amici di sempre: dal consigliere regionale Eugenio Giani ai giornalisti Benedetto Ferrara e Pier Francesco Listri, fino a Luciano Artusi. E.C.


#Cultura

Gennaio 2015 | 21

 Le strade di Mr. Moskovitch | Prima puntata Un racconto a puntate, questa è la sorpresa che Il Reporter riserva ai suoi lettori per l'anno appena iniziato. Una storia inedita, scritta da Domenico Luigi Cena in esclusiva per la nostra testata e ambientata a Firenze.

Chi arriva prima, forse aspetta Bernard Moskovitch, Jumeira Resort Dubai.

Totally Unnecessary Publishing Mordecai Richler blvd. Montreal - Canada

Gentile direttore, come sai qui non mi riesce più a vivere. Ho scritto tutto quello che dovevo scrivere e ve l’ho inviato. Mi manca di mangiare prosciutto, anche se per l’alcool qui non ci si può lamentare. Un panino con il lampredotto, in subordine l’insalata di nervetti sarebbero ora il mio desiderio più ambito. Capisco che non sai di cosa parlo. Fai l’editore e conti i dollari. Te ne ho fatti fare tanti. Io scrivo; altra vita, altre esigenze. Gentilmente, qui mi sono proprio stancato - è un deserto - mandatemi a Firenze e scrivo quanto volete (lette le ultime cento pagine del romanzo? Piaciute?). Un po’ di Rinascimento non può che fare bene alla mia creatività. Spese a vostro carico, ovviamente. In fede Boogey *

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Barney Panofsky Totally Unnecessary Publishing Mordecai Richler blvd. Montreal - Canada Bernard Moskovitch, Jumeira Resort Dubai Gentile mr. Boogey, come sai, qui stai diventando l’incubo dell’amministrazione, in particolare della sig.na Miriam Greenberg, ancora le si inumidiscono gli occhi quando legge una tua ricevuta per le spese del frigo bar. In ogni caso, senza girarci troppo intorno, vorremmo (noi, cioè io, quello che scuce i quattrini per la tua dissennata vita), che tu scrivessi qualche sobria (intendimi bene, sobria) pagina pubblicabile sotto forma

di parole stampate. Ti verrà corrisposto un compenso di 180 $ lordi a pagina (di 1000 battute circa). Il corrispettivo è da intendersi in dollari canadesi. Così mi conferma la sig. na Greenberg, quella dagli occhi inumiditi. Perdonami se sono così schietto, però viste e considerate le tue esperienze passate e presenti, di un certo livello, mi premurava farti intendere senza girarci troppo intorno che la sig.na Greenberg continuerà a pagarti i conti solo nel caso tu scriva qualcosa di utile. Ti abbiamo prenotato un appartamento all’Hotel Internazionale a Firenze. “Coperta” esclusa, trattandosi di primavera. Ma non dubito che come al solito, ti scalderai. Le trentasei pagine (e mezzo, sulla trentasettesima vi erano solo due righe) del tuo manoscritto le conserviamo gelosamente. Se per il proseguimento del tuo notevole romanzo non ti ricordassi più come proseguire, ti prego contatta la sig. na Greenberg: sarà felice di inviartene una copia. A presto. Barney. *

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Si dice che quando una donna corre, corre per l’amore. Dio! quanto aveva corso lei, in cima ai suoi tacco dieci, scendendo dal Freccia Rossa. Aveva anche dribblato la coda di persone in attesa dei taxi, con una qualche improbabile scusa. Ma a una diva, non si dice mai di no. - Mi porti all’Internazionale, rapido come un fulmine. Il tassista aveva aggiustato lo specchietto. - Ma lei non è… Scusi, sa ma le somiglia come una goccia d’acqua… Certo è davvero incredibile… La donna si sollevò gli occhiali da sole, portando i lunghi capelli biondi indietro. - Magari… No, non sono io e se lo fossi sarei in incognito - rispose, facendo in modo che i suoi occhioni blu tempestati di pagliuzze dorate fossero bene inquadrati nel rettangolo dello specchietto. - Ma se vuole le firmo tutti gli autografi che vuole, basta che siamo lì in un battibaleno. L’autista ingranò la marcia. L'auto scattò in avanti. - Parla parecchio bene l’italiano per un’americana. - Sono danese, ma ho lavorato spesso anche in Italia… - Davvero? - Sì. Senta vada spedito, per favore. È distante? - Ma no. Cinque minuti al massimo. Dica, me lo farebbe un autografo comunque, anche se è in incognito? - Sì, ma vada…

 Solidarietà

I nuovi angeli della Nazionale

Da Cooplat una donazione alla biblioteca dopo i danni del maltempo

U

n contributo economico per dare ossigeno a una delle istituzioni culturali più prestigiose della Toscana, alle prese da tempo con una serie di difficoltà aggravate di recente dai danni del maltempo. Protagonisti del gesto di solidarietà sono i soci e i lavoratori della cooperativa Cooplat, storica azienda di servizi nata nel ‘46 a Firenze che oggi conta quasi tremila addetti in tutta Italia, autori di una donazione di 7.500 euro alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. “Siamo legati alla Nazionale da quasi mezzo secolo – dice il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi –. Non potevamo restare indifferenti di fronte alle criticità che sta attraversando”. Era il 1966 quando i destini della cooperativa e della biblioteca si incrociarono. In seguito all’alluvione che investì la città, i soci Co-

oplat si fecero avanti come volontari per salvare i volumi danneggiati dalla furia dell’Arno. Da “angeli del fango”, ben presto venne proposto loro di occuparsi a tempo pieno della cura dei libri alluvionati. E dopo essere stati formati adeguatamente, dettero vita al Laboratorio di restauro, che nel ‘76 divenne organismo interno della biblioteca. Tutt’ora inoltre sono proprio le lavoratrici e i lavoratori della coop a pulire quotidianamente i locali della Nazionale. Da qui un legame strettissimo, sfociato nel dono che servirà proprio all’acquisto di materiale e macchinari per il Laboratorio per la cura dei libri. “L’intesa tra le due realtà affonda le sue radici in uno dei momenti più drammatici della biblioteca – dice la dirigente della Nazionale Maria Letizia Sebastiani – siamo grati alla Cooplat ancora una volta al nostro fianco”.

Continua ☞


22 | Gennaio 2015

#Rubriche

A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

L’ANTICA NUMERAZIONE CIVICA Piazza dei Pitti 7 già 1702 e via dei Cerretani 10 già 4659

L’

attuale numerazione civica dei fabbricati, com’è oggi applicata, risalente al 1865 (primo anno di Firenze capitale d’Italia), è cosa molto diversa da quella anticamente usata. Ai nostri giorni la numerazione è applicata per ogni strada procedendo con il numero uno dal lato sinistro e il numero due da quello destro, contrassegnando così progressivamente tutti gli ingressi di accesso ai fabbricati. I numeri rossi riguardano le attività commerciali. Per un rapido e sicuro riconoscimento, l’inizio della numerazione viene “affidato” al corso del nostro fiume: l’Arno. Infatti, dalla direzione di scorrimento deriva tale convenzione, per cui si distinguono sia per le strade cittadine che per quelle periferiche e dei sobborghi, i numeri dispari a sinistra e quelli pari a destra. Tale applicazione è peraltro precisata dall’art. 12 del vigente Regolamento Comunale per la Toponomastica. La numerazione delle strade più

o meno parallele all’Arno che vanno da monte a valle secondo il deflusso della corrente, iniziando ovviamente a monte, mentre quelle più o meno trasversali al fiume (come se si dirigessero fuori rispetto al suo corso), verso Nord quelle poste sulla riva destra, e verso Sud quelle poste in Oltrarno sulla riva sinistra. Nelle piazze, invece, la numerazione ha inizio dalla prima casa all’angolo di sinistra facendo ingresso dalla via considerata principale, procedendo con la numerazione progressiva per tutte le case circostanti, per finire all’angolo opposto. In antico non esisteva una denominazione delle strade e, tanto meno, la numerazione. L’individuazione del luogo avveniva attraverso i “canti”, cioè le cantonate dei palazzi e delle case di note famiglie, da attività svolte o ancora da personaggi tipici, oppure da insegne pubblicitarie esistenti in quel luogo. Il nome dei “canti” rappresentò la toponomastica più antica, ancor prima che le strade assumessero

una specifica denominazione e, quindi, la numerazione. Va detto che fino all’anno 1826, la maggior parte delle targhe stradali, fatta di semplice intonaco, era soggetta ad inevitabili deterioramenti e, quindi, a continui ripristini. Soltanto alla fine di quell’anno, la municipalità decise di rimediare all’inconveniente, stabilendo che l’apposizione dei nuovi cartelli stradali, dovesse essere eseguita con lastre di marmo e non più ad intonaco. Sino al XVII secolo, le case ebbero una “numerazione parrocchiale”, e cioè il numero dello stabile corrispondeva a quello del “Registro degli Stati d’Anime” che ogni parroco aveva il compito di tenere, secondo quanto disposto nel Concilio di Trento. Questo sistema restò in vigore fino al 1808, ma sul finire di quell’anno, sotto la dominazione francese, il 24 ottobre, “per facilitare il servizio della Posta delle Lettere, della Polizia e degli alloggi militari” venne imposta per tutti gli edifici la “numerazione generale progressiva”. L’innovativo sistema iniziò nel gennaio 1809 e terminò nel novembre dello stesso anno. La spesa di tre soldi per ciascun numero, necessaria per l’apposizione dei nuovi numeri civici, fu a carico dei proprietari degli immobili. Palazzo Vecchio, ritenuta la “prima casa” della città, ebbe naturalmente il numero 1, dall’accesso da Via dei Leoni e da qui, continuando a girare in modo quasi avvolgente intorno alle strade comprese entro le mura trecentesche, la numerazione giunse al Ponte Vecchio con il numero 1288. In Oltrarno, nel Quartiere di Santo Spirito, iniziava con il numero 1289 e terminava alla fine del Lungarno Soderini con il 3345. Ritornando sulla destra del fiume, dal Ponte alla Carraia in Borgo Ognissanti, nel Quartiere di Santa Maria Novella, poi in quello di San Giovanni dove al Palazzo Medici Riccardi fu assegnato il numero 6038, oggi n. 1, per poi finire in Santa Croce, precisamente in Via Mozza con l’ultimo numero, 8025, che corrispondeva all’attuale n. 2 di questa breve strada che, proprio per la sua esigua estensione era detta comunemente Via Mozzina. Particolare curioso è dato da Palazzo Pitti, che fu dichiarato esente dalla numerazione in quanto “reggia” quindi conosciuta e superiore a tutti gli altri immobili. Nella piazza, però, la numerazione “a chiocciola” scorreva regolare come dimostra ancora, nella sua vetusta presenza, il n. 1702 sopra l’ingresso dell’edificio contrassegnato con il numero civico 7. Ma in Oltrarno non c’è rimasta questa sola attestazione: in Via dei Serragli 99 all’angolo con Via Santa Maria, sull’immobile di quello che fu lo studio dello scultore Pio Fedi è ancora ben visibile il numero 2538. Ma vi sono in città anche altre testimonianze di questa numerazione progressiva francese: al lato del portone contrassegnato dal n. 12 in Via Porta Rossa, dove esiste ancora il 1026, un’altra in Piazza Strozzi al n. 5 già 1012, nonché quella di marmo in Via dei Cerretani n. 10 già 4659, numero scolpito fra graziosi riferimenti floreali.

Il Pungiglione

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI  Web artusi.net

oroscopi e fondi di caffè: tutta colpa degli astri!

“L’

anno che sta arrivando, tra un anno passerà”, così cantava il mitico Lucio Dalla e mi sembra la previsione più certa per il nuovo anno. Invece noi affidiamo le nostre speranze, il nostro futuro, a gente che dice di sapere tutto di noi: lavoro, salute, amore. Sulla salute posso anche credere che ci azzecchino, in Italia a volte è più probabile che faccia la diagnosi giusta uno sconosciuto che non sa niente di medicina piuttosto che un primario... Il lavoro, invece, è più difficile da prevedere, eppure c’è gente che la mattina non va all’ufficio di collocamento a chiedere informazioni ma in edicola per sapere se è uscito il nuovo numero di Astrologia. Ho un amico che pensa di essere disoccupato per colpa degli astri, infatti durante una manifestazione della Cgil lui era l’unico che sfilava con un cartello con scritto: “Via Marte dalla settima casa!”. Siamo ossessionati dalla conoscenza del futuro. Ho una cugina che tutte le mattina legge il fondo delle tazzine da caffè, però non capisce quello che le dicono. In fondo alla tazzina legge sempre il solito nome, ma lei non conosce nessuno che si chiami in quel modo: Jolly Caffè! Io piuttosto che il futuro preferisco saper leggere il presente. Come diceva un filosofo (non un bischero qualunque): il futuro è solo la somma di tanti presenti. Come dargli torto! ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista

 Web

andreamuzzi.it


Lettere

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Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it “GIARDINI DELLA MONTAGNOLA”, L’INTERVENTO DEGLI ANGELI DEL BELLO Gent.ma redazione buon pomeriggio. La presente per informarvi che rispetto alla segnalazione fatta dall’utente Claudio N. nella sezione delle Lettere dell’edizione de “Il Reporter” (ottobre 2014) la Fondazione degli Angeli del Bello ha deciso di intervenire. È stato, infatti, costituito un gruppo di volontari nella zona di Campo Marte dopo la grande festa annuale del 4 ottobre che quest’anno ha visto la partecipazione di circa 1500 volontari e l’attivazione di interventi su tante e diverse aree del capoluogo toscano. Il gruppo sensibile alle segnalazioni dei cittadini, compresa quella pubblicata sulla vostra testata, sta organizzando l’intervento anche nei “Giardini della Montagnola” dove “manutenzione lasciata andare e sporcizia la fanno da padrone”, secondo quanto dice il lettore. Chiaramente la fondazione di volontari “Angeli del bello” invita tutta la cittadinanza a partecipare, iscrivendosi al gruppo e seguendo il calendario degli interventi su www.angelidelbello. org, e facendo segnalazioni all’indirizzo: info@angelidelbello.org. Fondazione degli Angeli del Bello

BORGO OGNISSANTI E LE VIE CIRCOSTANTI Buonasera, sono un fiorentino che abita nella zona di Borgo Ognissanti, zona di cui tante volte si parla soprattutto per le vicende della vicina via Palazzuolo. Non voglio stare qui a parlare dei problemi “storici” di via Palazzuolo, di cui tanto si è già discusso e si continua a discutere, ma voglio sottolineare come con impegno e voglia di fare tante cose possono cambiare. La nostra Borgo Ognissanti è una strada viva, dove ci sono negozi storici ma anche nuove attività aperte recentemente che l’hanno arricchita, insomma pur con i suoi problemi (ma quale strada non ne ha?) è un posto dove si vive bene, e so che come me la pensano molti altri abitanti. E allora mi chiedo perché non pensare di intervenire anche nella zona circostante alla strada, nelle vie intorno, fino alla stazione, per migliorare la situazione di tutta l’area? Ci guadagneremmo tutti. La nuova galleria commerciale della stazione potrebbe essere una delle cose da cui ripartire, ma si potrebbero fare anche tante altre cose per aumentare la sicurezza e migliorare la vita nella zona. Si potrebbe pensare alla risistemazione delle strade, dell’illuminazione, a fare interventi che renderebbero la zona più bella e “appetibile” per chi vuole aprire nuove attività.. visto che stiamo comunque sempre parlando di una zona centrale, storica e vicino alla stazione. Questa è una parte di Firenze che non deve essere abbandonata ma che può, e deve essere valorizzata. Un abitante

IL TRASPORTO PUBBLICO VERSO CAREGGI Buongiorno, mio figlio gestisce un piccolo B&B in via delle Panche, zona Castello. Lavora quasi esclusivamente con pazienti dell’Ospedale di Careggi, ma non esiste mezzo pubblico che da qui (né da Sesto Fiorentino....) raggiunga l’ospedale. Prima c’era il 18. Potreb-

be essere una soluzione far fare al 2 il tragitto che faceva il 18. Come fare? Chi può aiutare una vasta zona del Q5 tagliata fuori dall’Ospedale? Grazie per l’attenzione. Cari saluti, Livia

“LE MIE IDEE PER I PARCHI DELLA CITTÀ” Cara redazione, ho letto sul Reporter numero di novembre 2014 la lettera del signore che faceva le sue segnalazioni per il parco di San Donato di Novoli. Mentre la leggevo mi è venuto in mente che in tanti giardini di Firenze ci sarebbero piccole cose da risolvere o sistemare che se venissero fatte li renderebbero praticamente perfetti. Panchine, giochi per i bambini, cura del verde, spazi al coperto per gli anziani per passare il tempo anche quando piove..... ci sarebbero tante idee per migliorare i giardini, che Firenze ha e che sono già belli e in generale tenuti abbastanza bene, a parte alcuni. Mi è venuto in mente anche che forse un’idea potrebbe essere dare lavoro a qualche giovane per risistemare queste aree verdi ma anche per attivare all’interno dei giardini attività come piccoli bar ambulanti o altre cose simili, per dare servizi in più a chi frequenta i giardini e creare qualche nuovo posto di lavoro. Sarebbe bello se nei giardini ci fosse più vita, più cose da fare, gli anziani avrebbero compagnia e per i bambini ci potrebbero essere animazioni o altre attività. Anche io penso come l’altro lettore ha detto a proposito di San Donato che molti giardini di Firenze sono già molto belli: con poco in più potrebbero diventare perfetti! Saluti, Anna

IL FUTURO DELLO STADIO FRANCHI Si parla tanto della costruzione del nuovo stadio, che chissà se verrà mai fatto... però quando verrà fatto bisogna pensare anche bene a cosa succederà al vecchio stadio. Io e gli altri abitanti del Campo Marte siamo preoccupati che al vecchio stadio poi non si penserà più e sarà dimenticato, questo non deve succedere.. Tutti sono contenti che non ci sarà più la confusione delle partite della Fiorentina, però... avevo letto l’idea di un “parco dello sport pedonalizzato” in tutta la zona intorno allo stadio... questa secondo me è una buona idea, non deve essere dimenticata, noi abbiamo convissuto per tanti anni con il traffico delle partite.... un po’ di pace ce la meritiamo! Quindi l’importante è che quando verrà presa la decisione per il nuovo stadio non venga dimenticato quello vecchio, con il parco dello sport o con altre idee, ma l’idea di un posto per tutti gli sportivi per correre e camminare mi sembra la migliore. Grazie per l’attenzione, Giampiero V.

PIAZZA DELLE CURE E IL TRAFFICO IN VIA FAENTINA Si legge spesso sia sul Vs. giornale che su altri quotidiani di interventi per rifacimento di piazze, giardini ecc. sia nel quartiere 2 che in altre zone ma non si sente mai parlare della sistemazione di piazza delle Cure, la quale avrebbe un bisogno impellente dato il grande traffico che si svolge attorno alla suddetta piazza. Inoltre ci sarebbe bisogno del rifacimento del manto stradale di tutta via Faentina per il grande traffico che vi passa tutti i giorni. Penso sia l’unico quartiere che ancora oggi non ha un fontanello dell’acqua pubblica. È un quartiere dove i vigili urbani fanno solo capolino, circa mezz’ora - tre quarti d’ora la mattina e basta e questo penso sia dovuto al fatto di non disturbare gli automobilisti che si recano a far spese dai commercianti e ortolani che ogni mattina con i loro banchi occupano gran parte della piazza. Non interessa al Comune se poi la coda di auto che proviene dalle tre vie che si immettono in piazza è, soprattuto lungo via Faentina, chilometrica con tanto di inquinamento. Chiedo alla redazione del giornale di svolgere un’inchiesta su ciò che ho scritto. Distinti saluti. Lettera firmata

IL REPORTER RISPONDE Caro lettore, sul nostro giornale abbiamo parlato più volte dei progetti di risistemazione di piazza delle Cure, un’area tanto cara agli abitanti della zona quanto oggettivamente bisognosa di alcuni interventi. Più volte abbiamo affrontato la questione, dando spazio alle proposte che nel tempo sono state avanzate per donare una nuova vita alla piazza, centro nevralgico del rione con i pro e i contro che questo comporta. Certo, dopo tante discussioni e dichiarazioni d’intenti sono sempre di più i cittadini che chiedono di passare ai “fatti”, per valorizzare la zona da un lato e per risolvere dall’altro i problemi che la riguardano, in primis quelli di viabilità. Dopo la presentazione degli ultimi progetti per ridisegnarne il volto (e dopo un’attesa piuttosto lunga, come sottolineato più volte da chi nella zona vive da tempo), per la piazza sembra essere sempre più vicino il momento di una svolta. E Il Reporter continuerà a seguire – come ha fatto finora – gli sviluppi della situazione. Legata (almeno parzialmente) alle sorti di piazza delle Cure è l’altra questione da lei segnalata, quella di via Faentina, che proprio nella piazza trova, soprattutto nelle ore di punta mattutine, un “tappo” che causa spesso code lungo la strada, come anche da lei descritto. Una migliore organizzazione della viabilità in piazza delle Cure risolverebbe senz’altro parte del problema, anche se non potrebbe fare “miracoli” considerati la larghezza ridotta della carreggiata di via Faentina e l’alto numero di veicoli che ogni giorno transitano dalla strada. Per sistemare la quale alcuni interventi sono ora in arrivo. In attesa di capire se, come e quando potrà essere affrontata anche la questione della sua (complicata) viabilità. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it

Editoriale dalla prima

Era il 1865 quando l’attuale capoluogo toscano assumeva questo importante ruolo, destinato a cambiare non soltanto la storia dell’Italia, ma anche (e soprattutto) quella della stessa città, rivoluzionata nell’urbanistica e nella viabilità per vestire al meglio i panni di “guida” del paese. Una città che, senza quella parentesi durata poco più di un lustro, sarebbe oggi probabilmente molto diversa. Ma una città che, tornando ai giorni nostri, è destinata a cambiare ancora. E il 2015 si profila come un anno decisivo per tante delle più importanti “partite” aperte in riva all’Arno, dalla realizzazione della seconda e terza linea della tramvia alla questione dell’aeroporto fino alla nascita del nuovo stadio. Intanto però, in attesa di capire quali risposte il nuovo anno saprà dare alle principali sfide di casa nostra, c’è già un’agenda fitta di appuntamenti che attendono Firenze e i suoi abitanti nei prossimi dodici mesi. L’evento destinato a segnare forse più degli altri la storia del 2015 fiorentino è lo sbarco in città a novembre di Papa Francesco, ventinove anni dopo l’ultima visita di un Pontefice. Poco prima, a fine ottobre, è in programma l’apertura del nuovo museo dell’Opera del Duomo, mentre in estate al Franchi si avvicenderanno i big della musica di casa nostra per una serie ravvicinata di “concertoni”. Insomma, per i momenti “clou” dell’anno l’attesa è già tanta. Ma non saranno solo appuntamenti e ricorrenze a legare a doppio filo passato e futuro in questo 2015 fiorentino: anche il mondo del lavoro cerca di andare avanti, pur restando legato alle sue tradizioni. Così, questo mese Il Reporter ha fatto un viaggio tra botteghe e artigiani per capire cosa resta e cosa cambia di questo pezzo importante del tessuto fiorentino. Scoprendo come la Firenze di ieri stia (già) diventando quella di domani. MATTEO FRANCINI


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