Periodico d’informazione locale. Anno IX n. 14 del 1 marzo 2015. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A.
Marzo 2015
Anno IX Ed. 14
Firenze Quartiere 4
Distribuito da
www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere
Isolotto Legnaia Soffiano
Formula Direct simply
Lotta alla ludopatia
✎ Editoriale
azzardo, aumentano le “vittime”
fari puntati sulla salute della natura Matteo Francini
B
entornata primavera. Il mese che segna l’arrivo “ufficiale” della bella stagione è l’occasione per testare lo stato di salute della natura in città, dai giardini agli alberi, croce e delizia – questi ultimi – del verde fiorentino. Da un lato il capoluogo toscano può vantare alcuni splendidi esemplari di “giganti verdi”, ovvero piante monumentali e secolari alla cui ombra la città si è trasformata nel tempo.
Sempre più donne e giovani coinvolti: riattivato lo sportello di ascolto gratuito ☛ pagina 3
Calcio
viola, “caccia” al pek di domani
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avid Pizarro (foto da www. violachannel.tv) è il perno attorno a cui ruota la Fiorentina. La carta d’identità dice però che ha quasi 36 anni. E allora si comincia a pensare a un sostituto.
☛ pagina 18
Serra Yilmaz torna sul palco: “Questa è un po’ casa mia” ☛ pagina 16
Le strade di Mr. Moskovitch Terza puntata
Dove si scopre che la vita è sorprendente. Basta saper guardare
☛ PAG. 17
☛ SEgUE a pagina 22
“prova primavera” per alberi e giardini Serena Wiedenstritt
U
n milione e ottocentomila euro per il verde pubblico. Palazzo Vecchio ha messo in campo una serie di progetti ad hoc, come la mappatura degli alberi a rischio e uno studio per selezionare le piante più adatte ai vari luoghi di Firenze. Dove non mancano nemmeno i “giganti verdi”, gli alberi ultracentenari che rendono speciali alcuni parchi cittadini. E a proposito di parchi, in vista della bella stagione ecco quali sono quelli migliori per dedicarsi a questa o quella attività, dai pic-nic agli aperitivi.
☛ paginE 8-9
case (con vista) a monte oliveto Dopo la fine dell’occupazione, ci sono appartamenti de luxe nel futuro dell’ex ospedale militare.
☛ pagina 2
la firenze dei migranti: giro del mondo in città Aumentano gli stranieri residenti: passeggiate “speciali” per scoprire un capoluogo diverso.
☛ paginE 10-11
la mappa dei cantieri le donne fiorentine in arrivo sulle strade che hanno fatto storia ☛ pagina 4
☛ pagina 12
La famiglia italiana della frutta
Quartiere 4
#Primo piano
2 | Marzo 2015
Isolotto . Legnaia . Soffiano
Il complesso
monte oliveto, appartamenti con vista nell’ex ospedale militare Focus
Gianni Carpini
C
ercasi compratore per trasformare l’ex ospedale militare di Monte Oliveto, oggi in disuso e liberato da una lunga occupazione, in appartamenti de luxe con vista mozzafiato su Firenze da una parte e sugli ulivi di Bellosguardo dall’altra. Il futuro del grande edificio di 5.300 metri quadrati, tre piani e 2.700 di “giardino”, sembra già tracciato. Per Palazzo Vecchio qua dovranno nascere case: così recita il regolamento urbanistico. No ad alberghi e strutture ricettive. Un obbligo c’è: ritagliare un parcheggio esterno per i futuri inquilini, visto che la strada è senza sfondo e finisce all’entrata sud del parco di Villa Strozzi. Si attende dunque un acquirente che dovrà farsi carico dei lavori di restauro dell’antica struttura. Il complesso, prima convento, dall’Ottocento sanatorio dell’esercito, infine uno scatolone abbandonato, è di proprietà del Demanio militare ed è da tempo finito nella lista degli immobili da vendere. Il panorama di oggi è ben diverso dal signorile condominio immaginato per domani. Fuori, in quello che dovrebbe essere un giardino, è posteggiata la carcassa di una macchina, accanto sedie sfasciate e tavoli sbilenchi. Dalle sbarre di una finestra fanno capolino i resti di
dal trecento a oggi, La storia in sei date 1334 • Viene costruito il nucleo originario del convento. 1454 • Michelozzo realizza la chiesa di San Bartolomeo, poi ristrutturata nel 1555, 1725 e 1955. 1866 • Il convento, ad eccezione della chiesa, diventa un ospedale militare. Lo rimane fino al 1997, quando cade in disuso. 2005 • Una cinquantina di persone occupa l’ex sanatorio. 2010 • Gli operai Enel, scortati, tentano di entrare nell’edificio per tagliare gli allacci abusivi alla rete. Gli occupanti, diventati duecentocinquanta, fanno barricate con i cassonetti. 2014 • Il 16 dicembre vengono sgomberati gli ultimi settanta occupanti.
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un materasso mangiato dall’umidità. Sul portone d’ingresso è affisso il cartello del sequestro preventivo: chi varca la soglia rischia guai seri. Qua, fino allo sgombero del 16 dicembre scorso, vivevano una settantina di persone, “figli” di un’occupazione abusiva che è andata avanti per dieci anni. “Provocavano black out nella zona”, ricordano alcuni residenti. Nei periodi “di punta”, all’interno dell’ex monastero avevano trovato un alloggio di fortuna 250 persone, tra adulti e bambini. Chi è riuscito a entrare nel chiostro centrale prima che scattassero i sigilli racconta di muri sfondati, cavi elettrici volanti, rifiuti ovunque. Adesso dall’edificio non arrivano più voci né musica, ma un silenzio tombale. “È un peccato che una struttura così bella venga lasciata andare in malora”, dice una donna passeggiando nelle vicinanze accompagnata dalla figlia. “L’importante è che non rimanga un contenitore vuoto – spiega il signor Enrico, che ogni giorno porta il cane nel vicino parco – quando fa buio e rientro a casa tardi, passo qui davanti e non c’è più nessuno. È un paradosso – sorride – mi sentivo più sicuro quando in lontananza sentivo le voci degli occupanti. Con alcuni ero diventato amico”.
Una vista dell’ex ospedale militare di Monte Oliveto dopo la lunga occupazione
L’edificio è stato sgomberato dopo l’occupazione: ora si cerca un compratore che dovrà provvedere al restauro
L’intervento dei volontari
“salvata” l’antica chiesa
C
i sono voluti dieci giorni di lavoro no-stop e cinque camion stracolmi. Gli “angeli” di Monte Oliveto sono riusciti a svuotare da montagne di rifiuti l’antico insediamento ecclesiastico, che risale al Trecento, e le cripte funerarie. Dietro mobili sgangherati, carcasse di motorini e materassi umidi, sono tornati alla luce quaranta sepolture, affreschi ottocenteschi, una prima cripta dove sono conservati i resti degli Strozzi e una seconda ancora sigillata da una pietra con le tre mezzelune, simbolo della nobile famiglia. Tanti volontari hanno risposto all’appello lanciato dai custodi della chiesa di San Bartolomeo, che si trova sopra l’antico luogo di culto, e hanno liberato gli spazi dall’immondizia lasciata dopo un decennio di occupazione abusiva. Altro aiuto servirà per ripulire del tutto questo luogo, mentre la Soprintendenza si sta impegnando per far partire un restauro. Il sogno è riaprire questo spazio ai visitatori. Dal giardino della chiesa di San Bartolomeo, rimasta esclusa nell’Ottocento dall’ospedale militare e che è tornata visitabile l’anno scorso grazie ai due custodi, basta scendere uno scalone in pietra serena lungo il fianco della collina per arrivare a una grande porta. Da qui si entra nella chiesa “antica”, una serie di stanze trasformate dagli occupanti abusivi in sala per le feste, alloggi di fortuna e cantine. Adesso, grazie all’impegno di tanti, questa perla dimenticata sta lentamente rinascendo. Intanto, al “piano superiore” si pensa a nuovi interventi: in cantiere c’è una raccolta fondi per restaurare il portale in pietra della chiesa, realizzato nel Quattrocento da Michelozzo, il “padre” di Palazzo Medici Riccardi. G.C.
Quartiere 4
#Primo piano
Isolotto . Legnaia . Soffiano
Marzo 2015 | 3
Lotta alla ludopatia
Isolotto
sempre più malati d’azzardo nel quartiere
30mila i giocatori d’azzardo patologici in Toscana
Riattivato dalla Asl uno sportello di ascolto gratuito
47anni
l’età media dei giocatori d’azzardo patologici a Firenze
Gianni Carpini
A
ll’inizio è solo un gettone o un biglietto da grattare. Poi le macchinette e il “grattino” rischiano di divorare in un sol boccone tutti i risparmi. Si arriva a vendere la collanina del figlio, la fede nuziale oppure a farsi pignorare la casa, pur di avere spiccioli da infilare nella fessura o da spendere in scommesse. Non sono esempi astratti, ma casi concreti che arrivano dal quartiere. Storie – purtroppo – più comuni di quanto si pensi: ogni anno la metà dei “malati di gioco” che si rivolgono ai servizi per le dipendenze della Asl di Firenze sono nuovi utenti. “Spesso sono i familiari a chiedere aiuto, vedono il giocatore precipitare in comportamenti sempre più irresponsabili e pericolosi”. Massimo Ginanneschi da anni si occupa di ludopatia nel Q4. “Il giocatore spesso non è cosciente del problema, anche quando la dipendenza causa disastri a livello economico e finanziario”, continua lo specialista, referente per il gioco d’azzardo patologico del Sert di lungarno Santa Rosa.
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Cresce il numero dei “malati di gioco”: alla fine del 2014 la Asl ha riattivato uno sportello gratuito di ascolto per la ludopatia
e interesse, a far trascurare le relazioni e gli impegni, a sganciare la persona dal contesto reale”. La ludopatia – viene spiegato – è legata soprattutto alle slot machine, subito dopo arrivano i gratta e vinci. Le norme per limitare la presenza delle macchinette possono essere d’aiuto, però spesso da sole non bastano. “Sono utili, ma è importante l’esempio dato da noi non-giocatori che spesso va nella direzione opposta – avverte Ginanneschi – ci comportiamo come i dipendenti da gioco, siamo disponibili allo spreco, al consumismo sfrenato e all’irresponsabilità nelle azioni”.
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e abbiamo bandite e non ne sentiamo la mancanza, anzi siamo sempre più convinti”. Il circolo Arci dell’Isolotto è stato il primo a dire no alle slot machine, nel 1998. “Ci fu qualche polemica – ricorda Massimo Basetti, vicepresidente della casa del popolo – i giocatori incalliti non ne volevano sapere. Molte persone erano cadute nella dipendenza”. Il circolo, inoltre, organizza periodicamente iniziative di sensibilizzazione e ai tesserati chiede, in modo volontario, di versare un euro in più per recuperare le risorse che non arrivano dalle video-lottery.
Progetti
e arrivano le giornate “senza macchinette”
G
iornate “slot-free”, campagne di sensibilizzazione antiludopatia e una rete con le associazioni per far conoscere le “armi” che già esistono in questa parte di territorio, come lo sportello di ascolto del Sert. Il Quartiere 4 sta mettendo a punto una serie di progetti contro la dipendenza da slot machine, scommesse e gratta e vinci. Un fenomeno dilagante, che colpisce soprattutto le fasce di popolazione con reddito medio-basso. “Vogliamo affrontare questa problematica su più fronti – spiega Corinna Pugi, alla guida della commissione servizi sociali del Q4 – in collaborazione con il Comune di Scandicci puntiamo a realizzare una campagna di educazione che coinvolga giovani, meno giovani e anziani, perché questa patologia colpisce purtroppo tutte le fasce di età”. In cantiere c’è anche un calendario di “slot-free day”, giornate organizzate insieme alle associazioni di categoria dei commercianti con iniziative, eventi e giochi collettivi per dire no all’azzardo. G.C.
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Qui la Asl ha riattivato, alla fine del 2014, uno sportello gratuito di ascolto per la ludopatia. È possibile telefonare per una chiacchierata (il giovedì dalle 12.30 alle 13.30 allo 055.6935752) o prendere un appuntamento in modo da parlare di persona, sempre nella massima riservatezza. Nei primi due mesi hanno chiesto aiuto una quindicina di utenti. “Di frequente le persone provano vergogna a rivolgersi al Sert, un servizio per le dipendenze – rivela Ginanneschi – per questo abbiamo riaperto lo sportello”. Nel quartiere non esiste un identikit del giocatore incallito. La dipendenza può colpire tutti, senza differenza di età, persone comuni, pensionati, lavoratori che cascano nella trappola. Negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente il numero dei giovani malati di gioco, e di pari passo è aumentata la percentuale di donne, che nel caso delle fasce di età più avanzate sorpassano addirittura gli uomini. “Come tutte le dipendenze – racconta lo specialista – il gioco d’azzardo tende a spazzare via ogni altro piacere
Il primo circolo a dire no alle slot
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Il Q4 sta mettendo a punto una serie di progetti contro la dipendenza da slot machine
4 | Marzo 2015
#Zoom
Quartiere 4
Isolotto . Legnaia . Soffiano
La mappa
Il servizio
bypass e lavori anti-pozze, così ti risolvo via ai cantieri nel quartiere le liti tra vicini Tanti gli interventi in programma: il principale a Mantignano e Ugnano Gianni Carpini
D
al bypass (atteso da vent’anni) ai lavori “anti-pozze” all’Isolotto, fino ai marciapiedi della Montagnola, dove si fa strada l’ipotesi di una pedonalizzazione a misura di scuola: nel quartiere si apre una stagione di cantieri. “L’opera più grossa riguarda il bypass di Mantignano e Ugnano, la cantierizzazione è partita a febbraio, ora vigiliamo sull’avanzamento”. È il presidente del Q4 Mirko Dormentoni a fare il punto sul piano di interventi. Per costruire i due
Lavori in viale dei Bambini: nel quartiere si apre una stagione di cantieri. L’intervento principale riguarda il bypass di Mantignano e Ugnano
chilometri di “stradone” che dirotteranno il traffico fuori dai due borghi è necessario un anno. “Abbiamo ottenuto la progettazione di un’opera accessoria che ci sta a cuore – aggiunge – la rotonda di via Canova, all’intersezione con via Simone Martini, che raccoglierà anche i flussi della nuova strada”. Novità per il quadrante dell’Isolotto, a partire da viale dei Bambini: serviranno due mesi e 300mila euro per dire addio a transenne e pozze sui 250 metri di vialetto che partono da piazza dei Tigli e arrivano poco
prima dell’area giochi. “Finalmente realizziamo un primo intervento di riqualificazione delle aree pedonali dell’Isolotto storico”, sottolinea il presidente. Le fognature saranno messe a punto per far defluire bene l’acqua in caso di pioggia, le pietre del lastricato sostituite, alcune aiuole allargate. “Il passo successivo è la riqualificazione di piazza dell’Isolotto – spiega – nel corso della primavera sarà selezionato il progetto vincitore dopo un percorso molto partecipato”. Entro l’anno sono poi previsti i cantieri per rifare marciapiedi e asfalto di via Giovanni da Montorsoli, richiesti dai genitori che accompagnano gli alunni alla Montagnola. E intanto si discute se rendere l’area off limits ad auto e moto. “È un’idea presentata da alcuni cittadini su cui abbiamo aperto un confronto – spiega Dormentoni – coinvolgeremo genitori, residenti, utenti della palestra e lavoratori”. Ok anche a tanti micro-cantieri da qui a fine 2015: sarà tolto il dosso in via Baccio Bandinelli che provoca vibrazioni alle case, mentre lungarno dei Pioppi e il primo tratto di via Canova verranno riasfaltati. E ancora, nuovo guardrail in mezzo al ponte all’Indiano e restyling dei marciapiedi malmessi in molte parti del quartiere. Rischia invece di slittare al 2016 la sistemazione definitiva del sottopasso di viale Talenti. “I vincoli del patto di stabilità sono micidiali – precisa Dormentoni – i lavori delle linee 2 e 3 della tramvia, fondamentali, occupano grandissima parte del budget spendibile dal Comune. Speriamo che in Europa ci sia qualche cambiamento che ci permetta di usare risorse già pronte per le opere pubbliche”.
Andrea Tani
C’
La mediazione sociale è un servizio per la risoluzione dei conflitti tra privati
è il vicino che butta sempre i mozziconi di sigaretta sul terrazzo di sotto. Quello con il cane che non la smette un minuto di abbaiare e quello che occupa sempre il parcheggio di un altro. Poi quello che non si prende cura del giardino e l’altro che ogni volta ci sposta la bicicletta. Vivere in condominio può essere un “inferno” e c’è poco da sorprendersi se così spesso tocca mettersi nelle mani degli avvocati. Forse, però, sarebbe meglio fermarsi un attimo prima di compiere il “grande passo”. Rilassarsi, prenderla con un po’ più di filosofia e, quando proprio non è sufficiente, rivolgersi alla mediazione sociale. Di che cosa si tratta? È un servizio di ascolto e consulenza professionale gratuita per la risoluzione di conflitti tra privati, promosso dal Comune di Firenze tramite i Quartieri. Se c’è un disagio prolungato nel tempo, i sei operatori dell’associazione “L’altro diritto” che gestisce il servizio sono a disposizione per parlarne, in totale riservatezza e confidenzialità. Per preparare poi un ponte da lanciare all’altra parte in conflitto: che sia una mediazione indiretta (lettere o impegni reciproci da pattuire a distanza con il filtro degli operatori) oppure diretta, accettando un incontro faccia a faccia. Una soluzione, la seconda, scelta più di frequente. E che sembra funzionare: il 60 per cento degli interpellati dice sì alla mediazione e, una volta arrivati all’incontro finale, il 96,5% delle volte si raggiunge un accordo. Da quando il servizio è stato attivato, nel giugno 2010, fino al primo trimestre del 2014, la mediazione sociale ha trattato 83 casi nel quartiere. Di questi, 27 hanno rifiutato la mediazione ma 52 hanno trovato un accordo. Solo tre casi hanno avuto esito negativo. Agli sportelli della mediazione sociale – erano cinque, uno per quartiere, ma quelli di Q1 e Q2 hanno chiuso i battenti nell’ottobre 2013 – due persone su tre lamentano i “famigerati” conflitti condominiali e di vicinato, di gran lunga i più frequenti. Una mezza dozzina all’anno denuncia invece un problema familiare. Ancora meno, ma comunque presenti, i conflitti in tema di affitto, lavoro e di rapporto tra cliente e commerciante. Lo sportello dell’Isolotto è a Villa Vogel, in via delle Torri 23, aperto il martedì dalle 9 alle 12, disponibile anche telefonicamente allo 055.2767138.
Passaggio a Sud-Ovest A cura del Quartiere 4
Sede del Quartiere 4
Villa Vogel, via delle Torri 23 tel. 055.2767132-2767150 fax. 055.2767123 e-mail: quartiere4@comune.fi.it web: http://q4.comune.fi.it
Isolotto 60 anni
OMAGGIO A FABIANI IL SINDACO OPERAI0 Il 13 febbraio scorso il presidente Q.4 Mirko Dormentoni e la consigliera comunale Cecilia Pezza si sono recati al cimitero di Trespiano per deporre una corona di fiori sulla tomba di Mario Fabiani, in occasione dell’ anniversario della morte dell’ex-sindaco di Firenze. “Mario Fabiani –ha affermato il presidente Dormentoni- è stato il primo sindaco eletto dopo la Liberazione dal nazifascismo. Lui, operaio comunista, dimostrò concretamente la possibilità che i lavoratori potessero assumersi in prima persona la responsabilità di governo delle grandi città, fino ad allora esclusivo appannaggio delle classi benestanti. In questa fase di celebrazione dei 60 anni dell’Isolotto, vogliamo ricordare come fu proprio Fabiani ad ottenere da Roma i finanziamenti statali per la costruzione del Villaggio Ina Casa che fu poi portata avanti e messa in opera da Giorgio La Pira, l’altro grande sindaco del dopoguerra fiorentino”. “Questo semplice gesto della deposizione dei fiori vuole significare che Firenze e il Quartiere 4 non dimenticano il ruolo e l’importanza di queste figure, sia per la loro umanità che per la loro determinazione nel perseguimento del bene comune. Persone preziose che hanno posto le basi della città che oggi viviamo e che siamo chiamati, anche in loro nome, a mantenere aperta, generosa e solidale”.
E quando nel Palazzo Vecchio, bello come un’agave di pietra, salii gli scaloni consunti, attraversai le antiche sale, e uscì a ricevermi un operaio, capo della città del vecchio fiume, delle case tagliate come in pietra di luna, io non mi sorpresi: la maestà del popolo governava.
P. Neruda
Le altre iniziative
Proseguono in tutto il Q.4 le iniziative legate ai 60 anni dell’Isolotto per ritrovare nel presente le ragioni profonde della nostra storia. Marzo e aprile saranno dedicati alla conoscenza delle tante opportunità che vengono offerte dal vastissimo mondo dell’associazionismo locale a livello culturale, ricreativo, sociale, sportivo. 7 marzo, ore 16, impianto sportivo Bruno Betti, via del Filarete, Rosamimosa, di corsa verso la festa della Donna, gara podistica di 8 km. a cura del Gruppo Sportivo Le Torri e di Prosport Atletica. In programma anche una passeggiata a cura della Fondazione Tommasino Bacciotti. Iscrizione 5 euro. Info: 339 3744559 | www.gsletorrifirenze.it info@gsletorrifirenze.it 14 marzo, dalle 10 fino a notte, Baracche Verdi, via degli Aceri 1, Isolotto gioca, a cura di Save the Meeple, un’associazione che promuove il gioco da tavolo come strumento di aggregazione e socializzazione. 28 marzo, ore 15.30 , Baracche Verdi, via degli Aceri 1, Presentazione dell’Archivio Storico della Comunità dell’Isolotto, con mostra, letture e proiezione di filmati. 28 marzo, ore 17.30, Circolo Arci Isolotto, via Maccari 104, Presentazione del libro di Antonio Fanelli “A casa del Popolo”.
Venerdì e sabato fino alle 2.30
Vita dei quartieri
TRAM DI NOTTE: È FATTA!!
VIDEO INTERVISTE
Positiva conclusione della richiesta avanzata dai consigli di quartiere 1 e 4 e dal comune di Scandicci per ottenere il prolungamento del tram linea 1 nelle ore notturne del fine settimana. Il 16 febbraio è stato il consiglio comunale di Firenze a dare il colpo di reni finale, con una mozione votata all’unanimità. Nel documento si precisa che l’allungamento di orario si spingerà fino alle 2.30 di notte e riguarderà i giorni di venerdì e sabato. L’onere aggiuntivo di spesa di 80 mila euro verrà ripartito tra il Comune di Firenze e il Comune di Scandicci. “È una bella soddisfazione - ha commentato il presidente Q.4 Dormentoni - lo avevamo nel nostro programma, lo abbiamo deliberato in Consiglio di Quartiere e ora è una realtà. Ancora una volta il circuito virtuoso tra cittadini, quartieri e amministrazione comunale ha prodotto un risultato concreto e tangibile”.
Una novità nella comunicazione multimediale dei quartieri fiorentini. A partire dal gennaio di quest’anno sul sito web de “Il Reporter”(www.ilreporter.it) e anche sulle pagine del quartiere in Rete Civica (http://q4.comune.fi.it) trovate un’intervista mensile dedicata ad un argomento‘caldo’, suggerito dall’attualità e dalla vita del territorio. I servizi sono realizzati in esterna, nel vivo delle situazioni descritte, e privilegiano un approccio diretto e fresco con le realtà locali come è nella vocazione dei quartieri stessi, nati per rappresentare la cellula istituzionale più prossima alle esigenze quotidiane dei cittadini. La prima videointervista è già visibile on line e vede protagonista il presidente Q.4, Mirko Dormentoni, che illustra, davanti al plesso scolastico di Ugnano, il nuovo servizio di presidi periodici sul territorio da parte della polizia municipale.
IL CARTELLONE DEGLI EVENTI 2-12 marzo, Limonaia di Villa Strozzi, La Firenze di ieri e il sogno dipinto di Donne Celebri, a cura del Centro d’Arte Modigliani, orario 10-12 e 16-18. 21-31 marzo, Limonaia di Villa Vogel, Sovrapposizioni e trasparenze, esposizione di opere di Luciano Borin a cura di Giampaolo Trotta, orario 16.30-19.30. 28 marzo, ore 18, Limonaia di Villa Strozzi, Let’s Rock Marathon, a cura dell’Athenaeum Musicale Fiorentino.
Passeggiate di salute Sono riprese le passeggiate mensili proposte dal Gruppo “Salute è Benessere”Q.4. Anche quest’anno il ritrovo è previsto ogni secondo sabato del mese (da ottobre a maggio),
ore 9,30, davanti a Villa Vogel, via delle Torri 23. Le passeggiate sono aperte ed accessibili a tutti, senza alcun costo nè iscrizione, e il loro obiettivo è la promozione di una attività motoria semplice ma efficace, che stimoli anche a conoscere meglio il territorio dove viviamo La prossima passeggiata è in programma il 14 marzo.
Scandicci, all’auditorium Rogers i libri che hanno cambiato la vita Bella iniziativa del Comune di Scandicci per lanciare il nuovo auditorium inserito dall’architetto Rogers nel progetto del centro commerciale-residenziale di piazzale della Resistenza (fermata tram linea 1). È stato chiesto a undici autori di raccontare, in un appuntamento pubblico della domenica mattina, il libro che ha cambiato la loro vita.
A SAN BARTOLO A CINTOIA UN PROGETTO SUL RAZZISMO
Un teatro di periferia, il Teatro del Borgo di San Bartolo a Cintoia (curato dall’omonima associazione culturale), si è messo al servizio delle scuole del territorio (Istituti Comprensivi Pirandello, Pier della Francesca, Gramsci) per trasmettere ai ragazzi le emozioni di uno spettacolo e costruirci sopra una stimolante esperienza educativa su uno dei temi più caldi che oggi possiamo riscontrare nella nostra vita quotidiana: la forza dei pregiudizi e degli stereotipi. A maggior ragione quando questi elementi sfociano nel razzismo ovvero nell’esclusione dell’“altro da noi”. Al centro di questo progetto, curato da FaRM (Fabbrica dei Racconti e della memoria), lo spettacolo “Razzista chi?”, imperniato sull’incontro di due ragazze di diverso colore della pelle ma dalla identica esperienza per quel che riguarda l’impatto con la prepotenza e il maschilismo dei rispettivi ambienti sociali. Attorno allo spettacolo è stata articolata una serie di iniziative (giochi, laboratori, simulazioni) ispirate al tema del pregiudizio. Oltre alle scuole è coinvolto attivamente nell’evento anche BiblioMondo, il versante multiculturale di BiblioteCaNova Isolotto. Lo spettacolo è stato preceduto dalla passeggiata “Migranda” (http://www.cittamigrande.it) che ha guidato il pubblico alla scoperta di storie insolite del borgo di San Bartolo a Cintoia, mostrandocele attraverso lo sguardo “vergine” di uno straniero alle prese con i nostri spazi urbani, necessariamente “anomali” dal suo punto di vista. “È un progetto che ci ha convinti da subito perché sa parlare a tutti in modo semplice della piaga sociale e culturale del razzismo e dei pregiudizi che lo alimentano -commenta il presidente Q.4, Mirko Dormentoni. Il Quartiere 4 ha deciso di farlo conoscere ai giovani programmando degli eventi per le scuole medie e la risposta è stata decisamente positiva perché gli incontri preliminari hanno già fatto registrare il tutto esaurito. La cosa è tanto più significativa perché ha permesso di valorizzare il Teatro del Borgo, recentemente rimesso in esercizio a furor di popolo, che sta già dimostrando di poter svolgere una funzione fondamentale per l’animazione e la valorizzazione del territorio”.
INFORMAZIONI: http://fabbricaraccontimemoria.wordpress.com/
SPAZI APERTI ALL’ISIS GALILEI L’ ISIS Galilei di via di Scandicci propone un’ interessante iniziativa denominata “Scuola aperta”, all’insegna della piena accessibilità delle strutture scolastiche e di una più completa integrazione con il territorio. L’obiettivo è quello di fare della scuola un punto di riferimento per gli studenti anche in orario extra e proprio per questo, tutti i mercoledì pomeriggio, da novembre a maggio, si potranno utilizzare i locali della scuola per attività di studio individuale o di gruppo (studio assistito, peer to peer, tutoring) potendo contare sul supporto di alcuni docenti. Sarà inoltre possibile partecipare ad attività extracurriculari come teatro e corsi di lingua. A proposito di comunicazione e di nuove frontiere la scuola si prepara a ricevere nel mese di febbraio, rappresentanti degli studenti e degli insegnanti provenienti dalla Turchia, dal Belgio, dalla Polonia e dall’Ungheria per una settimana di studio e lavoro sul tema dei pregiudizi e degli stereotipi.
INCONTRI PER GENITORI E FIGLI ALL’ITT “MARCO POLO” Incontrarsi nella scuola dei propri figli per confrontarsi con loro a tutto campo sui temi che maggiormente interessano la delicata fase dell’adolescenza e dell’evoluzione verso l’età adulta, dalla sessualità alle relazioni personali. Aiutando a gestire il passaggio più importante: imparare ad ascoltare e interpretare il senso profondo delle nostre emozioni. È questa la proposta che l’Istituto Tecnico per il Turismo (ITT) “Marco Polo” rivolge ai propri studenti e alle loro famiglie, attraverso l’organizzazione di un ciclo di incontri sull’intelligenza emotiva con lo psicologo della scuola, Matteo Marini. Si terranno l’ultimo giovedì del mese alle 18.15 per concludersi, verso le 20, con un piccolo aperitivo a cura del bar della scuola.
CALENDARIO DEGLI INCONTRI 29 gennaio, Intelligenza emotiva e sessualità; 26 febbraio, L’Eros differente negli adolescenti e negli adulti; 26 marzo, Intelligenza emotiva e dinamiche di coppia; 30 aprile, L’Intelligenza emotiva: una nuova chiave di lettura nella relazione genitori-figli; 28 maggio, Come i genitori possono mutare la personalità dei figli: le teorie dell’attaccamento; Faccia a faccia tra studenti e genitori: improvvisazioni sull’intelligenza emotiva (data da definire).
Cultura Le mostre
Scuola e territorio
15 marzo, ore 11, Sergio Staino presenta Paperino, di Walt Disney 22 marzo, ore 11, Marco Malvaldi presenta Pensieri lenti e veloci, di Daniel Kahneman 12 aprile, ore 11, Riccardo Illy presenta Manuale di Management, di Peter F. Drucker 19 aprile, ore 11, Tomaso Montanari presenta Apologia della Storia, di Marc Bloch 10 maggio, ore 11, Giampiero Maracchi presenta Asterix il Gallico, di René Goscinny e Albert Uderzo 24 maggio, ore 11, Fabio Picchi presenta Candido o l’ottimismo, di Voltaire .
Violenza nel calcio giovanile
LA COMMISSIONE SPORT CONDANNA L’AGGRESSIONE AL TECNICO DELLA CATTOLICA VIRTUS
Nel calcio giovanile continuano a manifestarsi inquietanti segnali di intolleranza e di violenza ed è bene non passare sotto silenzio tale fenomeno affinchè questo non finisca per assumere davvero una dimensione preoccupante. Dopo l’increscioso episodio di domenica 25 gennaio, avvenuto al termine della partita di calcio del campionato Giovanissimi Regionali tra Sestese e San Michele Cattolica Virtus (un dirigente della Sestese ha colpito il tecnico della Cattolica Virtus), la Commissione Sport del Quartiere 4, nella propria riunione del 27 gennaio, è intervenuta nel merito della vicenda esprimendo in proposito una decisa condanna e manifestando la propria vicinanza e solidarietà all’allenatore vittima dell’aggressione. Nella presa di posizione adottata si sottolinea come i gesti di violenza siano tanto più gravi quando ne sono protagoniste figure che dovrebbero rappresentare un riferimento educativo per i ragazzi, sia in campo che fuori. La Commissione Sport ribadisce che il calcio giovanile deve costituire una palestra di confronto sportivo e di maturazione civile e proprio per questo tutte le componenti di questo mondo (gli atleti stessi, i tecnici, i dirigenti, i familiari) devono tenere comportamenti all’altezza delle rispettive responsabilità.
6 | Marzo 2015
#Il quartiere in pillole
In strada
Isolotto . Legnaia . Soffiano
Da aprile
vigili, buona la prima per l’ufficio mobile Molte segnalazioni ricevute dalla polizia municipale Gianni Carpini
I
l vigile mobile piace, l’ufficio-camper pure. C’è addirittura chi arriva ben preparato con fogli pieni di appunti. Sono tante le segnalazioni giunte all’ufficio mobile della polizia municipale, entrato in servizio in quattro punti del quartiere da metà gennaio: il camper fa tappa in una zona diversa ogni lunedì mattina dalle 8 alle 12. Il primo lunedì del mese è in via dell’Anconella, il secondo in via Chiusi, il terzo in piazza della Crezia a Ugnano e l’ultimo in piazza dell’Isolotto. Grazie alla collaborazione di negozianti e associazioni, agli agenti si rivolgono sempre più persone, una sessantina solo nel primo mese. Illustrano i problemi del rione, ma propongono anche interventi concreti. Una lunga lista che non cade nel vuoto. “Siamo soddisfatti della risposta che sta
Quartiere 4
notti più “lunghe” nel weekend: la tramvia fa le ore piccole
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a tramvia fa le ore piccole. La “rivoluzione” era partita dal quartiere, con una mozione approvata dal consiglio del Q4 che chiedeva un servizio notturno più esteso durante i weekend. E ora è ufficiale: Sirio, da aprile fino a settembre, viaggerà due ore in più durante le notti di venerdì e sabato. I convogli della linea 1 passeranno ogni venti minuti: l’ultimo in direzione del centro partirà da Scandicci alle due anziché a mezzanotte, mentre dalla stazione di Santa Maria Novella la partenza dell’ultima corsa utile è fissata alle 2.30, per riportare a casa anche i “ritardatari” della movida. Si tratta di un servizio che verrà attivato in via sperimentale durante la bella stagione, ma questo primo passo fa ben sperare molti anche per una futura tramvia by night, con meno auto in circolazione e una maggiore sicurezza stradale. Basti pensare che, secondo i dati di Gest, ogni anno quasi tredici milioni di persone salgono in carrozza. Il primo ok all’estensione del servizio notturno è arrivato a gennaio dal consiglio del Quartiere 4, che ha approvato all’unanimità la mozione di Marco Burgassi. Poi la discussione è approdata al Quartiere 1 e dopo ancora alla commissione ambiente di Palazzo Vecchio. E alla fine è stata “promossa” dal consiglio comunale.
Gli incontri
mamme e papà sui “banchi” per l’aperitivo con lo psicologo
Q ottenendo il servizio – conferma il presidente del Q4 Mirko Dormentoni – come Quartiere ci facciamo carico delle segnalazioni che riguardano le nostre competenze, inoltrandole agli uffici competenti di Palazzo Vecchio e seguendole fino in fondo”. Intanto, per alcune zone è allo studio lo spostamento del camper dal mattino al pomeriggio.
L’ufficio mobile della polizia municipale fa tappa in quattro punti diversi del quartiere
Web
q4.comune.fi.it
uesta volta tocca a mamma e papà tornare sui “banchi”, per sciogliere dubbi sulla relazione con i propri figli e sull’adolescenza. Non è una lezione ordinaria: l’incontro è informale, uno psicologo risponde alle domande degli adulti e alla fine c’è un aperitivo da gustare tutti insieme – questa la novità 2015 – grazie al bar della scuola. Per il terzo anno torna all’Itt Marco Polo (in via San Bartolo a Cintoia 19/A) un ciclo di incontri aperto a tutti i genitori con lo psicologo Matteo Marini, che opera all’interno dell’istituto: l’appuntamento è ogni ultimo giovedì del mese alle 18.15, fino a maggio. Il filo rosso che lega tutte le serate è l’intelligenza emotiva. “A scuola spesso si lavora più sull’aspetto della conoscenza che sulle emozioni di ragazzi e adulti. L’anno passato alle nostre iniziative abbiamo ospitato anche sessanta genitori”, spiega Ludovico Arte, preside del Marco Polo. Nella scuola è in servizio un team di cinque professionisti (tra cui una nutrizionista) che cura interventi mirati nelle classi e offre consulenze gratuite a studenti e genitori. Ecco il programma: il 26 marzo si parla delle dinamiche di coppia, il 30 aprile di relazione genitori-figli, il 28 maggio delle teorie dell’attaccamento. In cantiere anche una data speciale, a cui parteciperanno gli stessi ragazzi e alcuni attori che aiuteranno questo singolare faccia a faccia grazie all’improvvisazione. Per informazioni: tel. 055.783306, sito web ittmarcopolo.gov.it.
Il cartellone
il rione si tinge di rosa: tanti appuntamenti per “marzo donna”
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on c’è solo il “fatidico” giorno otto. Dal podismo (la corsa Rosa Mimosa) ai flash mob, passando dalla festa della matematica che si tinge di rosa: “Marzo donna” è il lungo calendario di iniziative che, nel quartiere 4, interessa tutto il mese in corso. Tra gli eventi da segnalare c’è lo spettacolo teatrale “Lo studio di Sophie”, in programma il 25 marzo al teatro “La Fiaba” dell’Isolotto (via delle Mimose 12), dedicato alla figura di Sophie Germain, la matematica francese che all’inizio dell’Ottocento usava uno pseudonimo maschile (Antoine-August Le Blanc) per far prendere in considerazione le sue teorie dai colleghi maschi, visto che al tempo le donne erano escluse dagli ambienti accademici. In programma due spettacoli: uno al mattino per le scuole, il secondo al pomeriggio aperto a tutti. Tra le altre iniziative, è in cartellone la mostra “Numeri rosa donne e matematica”, che dopo Palazzo Panciatichi arriva al liceo Rodolico di via Baldovinetti dal 27 marzo. Per visitarla è necessario contattare direttamente la scuola.
Non solo libri
in biblioteca tra musica, giochi e mercato contadino
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Senza Senza appuntamento appuntamento via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info327.28.97.058 327.28.97.058 NUOVA APERTURA Via Gianpaolo Orsini, 78 info 333.40.22.251 NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251
on solo libri: sono diversi, anche questo mese, gli appuntamenti in programma alla BiblioteCaNova Isolotto. Per “Memorie dimenticate”, nell’ambito delle manifestazioni per il 70° anniversario della Liberazione di Firenze (1944-2014), il 24 marzo alle 17,30 è in programma la presentazione de “L’infanzia di Francesca e la seconda guerra mondiale” di Anna Maria Dreoni Barzellotti (Mef L’Autore Libri, Firenze 2013) e di “Ricordi di vita e testimonianze sulla guerra di una donna del popolo dal 1928 al 1946” di Nella Bertini (associazione culturale L’Invetriata, Firenze 2014), con interventi musicali del coro studentesco dell’istituto Russell-Newton di Scandicci e letture a cura di “A voce alta”, il gruppo di lettura di BiblioteCaNova Isolotto. Il 17 marzo alle 21 appuntamento con una delle “Serate di gioco” in programma ogni quindici giorni per ritrovare il gusto di giocare liberamente e provare giochi da tavolo mai visti. Il 20 (ore 17,30) si terrà invece il secondo incontro del ciclo “Anziani più InFormati...”, dedicato alla salute e al benessere nella terza età. Tema dell’appuntamento: “La badante: come sceglierla e come gestire il rapporto”. Tornano poi, come tutti i mesi, “AgriKulturae - il mercato contadino in biblioteca” (14 marzo, dalle 9) e le “Conversazioni musicali”, incontri di approfondimento delle opere in cartellone al Teatro del Maggio Musicale a cura dell’associazione Amici del Maggio: il 26 marzo (ore 17) l’appuntamento è con la Traviata di Giuseppe Verdi. E poi spazio ovviamente a tante presentazioni di libri: per il programma completo è possibile contattare la BiblioteCaNova Isolotto, via Chiusi 4/3 A, tel. 055.710834, mail bibliotecanovaisolotto@comune.fi.it.
Quartiere 4
#Luoghi
Isolotto . Legnaia . Soffiano
Marzo 2015 | 7
Scienza
L’iniziativa
là dove la matematica si può toccare
e per un mese i numeri fanno festa, tra conferenze, mostre e laboratori
In via San Bartolo a Cintoia sorge il “Giardino di Archimede”, un esperimento unico in Italia Andrea Tani
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n fiammifero che all’improvviso si accende, senza che nessuno lo tocchi o avvicini una fiamma. Una grande camera nella quale non si sente la voce di chi ci sta vicino mentre i bisbigli di quelli più lontani arrivano forte e chiaro alle orecchie. Pesi esagerati che si sollevano col minimo sforzo. Merito della magia? Macché, della matematica. Quelli che a scuola si chiedevano “ma questa roba a cosa mi servirà mai nella vita?” ogni volta che sulla lavagna comparivano equazioni e trigonometria, sappiano che invece la matematica è dappertutto, e che abbiamo a che farci ogni giorno. A Firenze c’è pure un giardino che lo dimostra: è il “Giardino di Archimede” di via San Bartolo a Cintoia. Un esperimento unico in Italia, iniziato undici anni fa. Anche nei suoi concetti più complessi, la matematica può essere spiegata, spesso persino con parole semplici. Al contra-
rio di altre scienze, rischia però di non diventare mai qualcosa di concreto, da vedere e toccare. È questa la sfida del giardinomuseo che porta il nome del più grande scienziato dell’antichità: dare corpo alla matematica, farla vedere e toccare a tutti, dai bambini alle prese con le prime addizioni in su. Così la geometria si fa con le corde tese, il teorema di Pitagora è un puzzle da risolvere e i postulati letti sui libri vengono usati per soffiare una bolla di sapone a forma di cubo. Altre volte si esce all’aperto, si va in centro per una “passeggiata matematica” e all’improvviso ci si accorge che quei monumenti visti mille volte (il loggiato degli Uffizi, piazza della Signoria, Orsanmichele, il campanile di Giotto, piazza Duomo) nascondono intricati richiami alla geometria nelle loro architetture. E si può sfruttare l’occasione per ripassare anche un po’ di storia: quella di quando l’uomo imparò a contare usando bastoncini,
sassolini e tavolette d’argilla, o di come il sistema di numerazione del mondo arabo si diffuse in Europa, forse il miglior esempio di sempre di integrazione che genera un sapere comune. Un posto così è perfetto per chi studia. Non è un caso, quindi, che circa quattro quinti dei suoi visitatori siano scolaresche di ogni grado, dalle elementari alle superiori, in arrivo da tutta Italia, da altri paesi europei e qualcuna anche da più lontano. Nel fine settimana le porte del museo si aprono poi alle famiglie e a chiunque abbia voglia di giocare con i numeri. Il messaggio è lo stesso per tutti: smettiamo di aver paura della matematica. È una nostra grande alleata.
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Firenze la matematica ha un mese tutto per sé. Dal 6 al 30 marzo torna la “festa della matematica”, quest’anno tutta al femminile. La mostra “Numeri rosa”, allestita a Palazzo Panciatichi, racconta la storia delle donne nella matematica. In programma anche mostre, laboratori, conferenze, iniziative nelle scuole e al Giardino di Archimede. Il tutto, neanche a dirlo, dedicato a una delle attività umane più creative, da sempre profondamente legata alla vita quotidiana. A.T.
8 | Marzo 2015
#L’inchiesta
Bentornata primavera/1
“mappa del rischio”, le piante sotto la lente
Tronchi e rami osservati speciali per poter intervenire in tempo. Novità per il giardino dell’Iris
Serena Wiedenstritt
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n milione e ottocentomila euro per il verde pubblico fiorentino. La stessa cifra del 2014, che era stata aumentata di 500mila euro rispetto al 2013. L’investimento dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Firenze è uno dei pochi capitoli di spesa di Palazzo Vecchio a non calare, nonostante i tagli che l’amministrazione è stata suo malgrado costretta a fare in tanti campi. “Ricognizione e programmazione sono le parole chiave che guidano il nostro impegno – spiega l’assessore Alessia Bettini – per questo abbiamo messo in campo progetti con importanti enti di ricerca perché gli interventi nel settore del verde pubblico ottengano il massimo risultato. Sempre a proposito di finanziamenti – aggiunge – altri 150mila euro verranno spesi nei prossimi cinque anni per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nei giardini delle scuole comunali fiorentine”. Alcuni numeri: nel 2014 sono stati intensificati i controlli sulle alberature, passando da 13mila a 21mila su 74mila alberi presenti a Firenze. Delle piante monitorate, il 5% è risultato pericoloso e 450 verranno abbattute, mentre circa un migliaio sono gli alberi che verranno ripiantati nei prossimi mesi. Ai tagli per motivi di sicurezza vanno poi aggiunti gli alberi che sono caduti o che si sono danneggiati nella tempesta del 19 settembre scorso. Quanto alle ripiantumazioni, in alcuni casi si tratterà proprio di sostituzioni: dove non si potrà procedere con le sostituzioni – ad esempio dove sono stati tagliati platani malati e si devono attendere tre anni perché la nuova pianta non venga contagiata dal fungo – sono stati individuati nuovi spazi, come alle Cascine. Per l’aspetto della pianificazione, “stiamo collaborando con la facoltà di Scienze Forestali dell’ateneo fiorentino a un progetto che prevede la mappatura del rischio entro l’estate. Si tratta di un’analisi che prende in esame sia le condizioni delle piante, sia il contesto, vale a dire se sono in un parco o in mezzo al traffico, quanto vengono sollecitate le radici e così via. In questo modo, fermo restando un grado di imponderabilità legato al fatto che gli alberi sono organismi biologici come noi, è possibile prevedere cosa accadrà e intervenire in tempo”, continua Bettini, che conta molto anche su un altro progetto: “Con il Cnr stiamo studiando le piante più adatte a sostenere i cambiamenti climatici cui abbiamo assistito negli ultimi anni e le condizioni di vita nella città. Il cuore del progetto è nel vivaio comunale di Ugnano, dove i ricercatori stanno selezionando le piante più adatte per i vari luoghi di Firenze”. Infine, per quanto riguarda i giardini, spiega l’assessore che “stiamo lavorando all’ampliamento e alla valorizzazione del giardino dell’Iris, che si allargherà fino a comprendere parte del terreno sotto piazzale Michelangelo che prima ospitava il campeggio. Inoltre metteremo in sicurezza i camminamenti e vorremmo aprire il giardino tutto l’anno, ripristinando l’accessibilità anche dalle rampe”. I tempi? “Contiamo di finire l’intervento entro il prossimo settembre, per un costo di 150mila euro. Sarà un regalo a fiorentini e turisti”.
I “parchi avventura”
teleferiche e ponti sospesi, là dove si sfidano le vertigini
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iccoli e grandi sospesi fra un albero e l’altro. Assicurati con un cavo in acciaio legato all’imbracatura che garantisce la sicurezza ma pronti a sfidare l’ebbrezza di destreggiarsi fra ponti tibetani e altri “passaggi” avventurosi a quota cinque, otto o dieci metri da terra. I “parchi avventura” sono una delle ultime tendenze in fatto di giornate da trascorrere all’aria aperta, mangiando un panino immersi nel bosco e sfidando le vertigini. Quello più grande della Toscana è “Il Gigante”. Si trova a Pratolino, per la precisione nel bosco di Poggio della Garena, di fronte a Villa Demidoff, e comprende dieci diversi percorsi adatti a tutte le età. È gestito dallo staff di “Alberovivo”, che si occupa di introdurre all’attività, fornire tutte le informazioni tecniche necessarie e seguire il percorso di prova, oltre a essere presente per qualsiasi esigenza. Il parco nasce nel 2009 dall’idea di una squadra di esperti arboricoltori tree-climber appassionati di progettazione di parchi avventura, e offre percorsi avventurosi fatti di teleferiche, ponti e corde sospesi, passerelle a mezz’aria, salti nel vuoto e skateboard volanti. Con cinque percorsi dai nomi suggestivi come Pitone, Cobra e Anaconda, un altro parco avventura fiorentino si trova nel bosco di Vincigliata, vicino Fiesole. Il “Tree Experience” vanta i percorsi più lunghi della Toscana e, per gli appassionati, offre anche la possibilità di un’esperienza di “soft air”, grazie all’area attrezzata. S.W.
Uno dei percorsi “sospesi” del parco avventura “Il Gigante”, che si trova alle porte di Firenze
#L’inchiesta
Marzo 2015 | 9
Bentornata primavera/2
a testa in su, per ammirare i “giganti verdi” A caccia degli alberi più antichi (e alti) sparsi per la città Serena Wiedenstritt Sono diversi i “giganti verdi” di Firenze, gli alberi monumentali che svettano sulla città dall’alto della loro esistenza secolare e delle loro imponenti dimensioni
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irare per giardini a testa in su. Passeggiare nel verde come in un museo. Li chiamano “giganti verdi” e sono gli alberi monumentali che, dall’alto della loro esistenza secolare e delle loro imponenti dimensioni, rendono speciali alcuni parchi fiorentini. Un monumentale cedro del Libano si trova a Villa Favard, è alto 24 metri per una circonferenza di quasi sei. Un altro esemplare, ancora più maestoso, svetta davanti a Villa Fabbricotti: misura ventiquattro metri per 750 centimetri di circonferenza. A Mantignano è invece possibile incontrare una quercia, tecnicamente Quercus Robur, che arriva a
venti metri d’altezza, anche se la sua circonferenza è di “appena” 280 centimetri. La pianta è particolarmente suggestiva grazie alla sua posizione isolata, per cui sembra davvero dominare il giardino su cui sorge. Un’altra quercia da non perdere si trova all’ippodromo delle Mulina, alle Cascine: è alta trenta metri per un tronco di 4,5 metri. Se comunque querce e cedri sono piuttosto diffusi a Firenze, anche se nella maggior parte dei casi hanno dimensioni più ridotte, una vera eccezione nel panorama botanico cittadino è rappresentata dalla Jubaea Chilensis di quindici metri che si trova nel parco della Villa di Rusciano, in via Fortini. Infine non c’è
bisogno di addentrarsi in un’area verde per restare impressionati dalla grandezza della Gleditzia triacanthos situata fra viale Righi e via Lungo l’Affrico. Una vera forza della natura, alta 23 metri e con una circonferenza di quasi 5,5 metri che “domina” sul traffico. Ma per i parchi si può passeggiare anche a testa in giù, con lo sguardo rivolto verso le targhette che individuano la varietà di questa o quella pianta. A questo proposito, Firenze può offrire lo spettacolo di uno degli orti botanici più antichi al mondo. Nasce nel 1545 il Giardino di piante medicinali, detto Giardino dei Semplici, oggi gestito dall’ateneo fiorentino: momentaneamente chiuso, riaprirà
i battenti ad aprile dopo i danni subiti in occasione della tromba d’aria e della maxi-grandinata del 19 settembre scorso che ha infierito anche su alberi e piante dell’orto botanico. Il giardino, cui si accede da via Micheli, è parte del museo di Storia Naturale e occupa oltre due ettari di terreno, di cui una parte consistente occupata da serre. Proprio nelle serre si trovano le collezioni più pregiate, piante tropicali e subtropicali come Cicadee, Ficus e Palme, oltre a un’antica selezione di agrumi. Non solo, anche l’orto botanico vanta la sua scelta di alberi monumentali: da non perdere quelli centenari come il tasso piantato nel 1720 e la sughera del 1805.
I tre parchi top per... APERITIVO
PANORAMA
PIC-NIC
CORRERE
FESTE CON BAMBINI
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Giardino dell’Orticoltura – posizione strategica, a due passi da piazza della Libertà, e tanti prati su cui buttare una coperta per sorseggiare una birra e spilluzzicare un pacchetto di patatine, anche portate da casa. Giardino Caponnetto (lungarno del Tempio) – perfetto per godere una vista spettacolare del tramonto sull’Arno, già dotato di chiosco per aperitivi non troppo elaborati. San Niccolò – in attesa della riapertura della spiaggia sull’Arno, l’appuntamento nell’area verde di fronte alla porta di San Niccolò e sotto le rampe che portano al piazzale Michelangelo è un must per uno spritz in compagnia. Ma va bene anche un analcolico in bottiglietta.
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Giardino delle Rose – è sinonimo di primavera, visto che fino a un po' di tempo fa apriva al pubblico solo per un breve periodo in questa stagione. Si trova sotto il piazzale Michelangelo e la sua spettacolare vista è ancora più gradevole se “consumata” passeggiando fra i roseti. Giardino del Dragone – l’accesso principale è da via Trento, dove si affaccia una spettacolare terrazza su Firenze, ma i più sportivi possono anche “arrampicarsi” sulla ripida stradina che parte dall’inizio di via Bolognese. Giardino di Villa Bardini – un passaggio al museo, una visita alle specie botaniche uniche ospitate nel parco e il panorama di Firenze ai vostri piedi. Potrebbe sembrare una meta prettamente turistica, ma non lo è.
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Villa Il Ventaglio – prati verdi e ampi per stendere la coperta e iniziare ad apparecchiare: la posizione nascosta dietro viale Volta fa sì che sia facilmente raggiungibile ma protetto dal traffico. Anticamente rappresentava un punto di sosta per i pellegrini diretti a San Domenico. Parco dell’Anconella – il polmone verde di Firenze sud offre grandi spazi, giochi per bambini (per distrarli nell’attesa del momento dell’apertura del cesto) e una suggestiva posizione in riva all’Arno. Giardino dei Cigni (Fortezza da Basso) – una soluzione centrale ma ottimale. I prati si trovano nella parte più interna dell'area, a ridosso della Fortezza e più riparati dal traffico.
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Giardino del museo Stibbert - si snoda fra tempietti, limonaia e scuderia il percorso all’interno di questo parco. Indicato per una corsetta leggera intorno al laghetto, i più allenati possono permettersi anche la salita a Villa Fabbricotti. Viale Giuseppe Poggi – in salita, consigliato per i più allenati, non sarà un vero e proprio giardino ma il verde non manca, ed è un must per i runner fiorentini. Perfetto anche d’estate, grazie al percorso completamente ombreggiato. Villa Strozzi al Boschetto – fra Soffiano e Bellosguardo, permette una corsetta piacevole fra ampi vialetti. Si nota anche qui l’impronta lasciata dall’architetto Poggi.
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Villa Vogel – dal laghetto al parco giochi con la nave, è la location ideale anche in caso di situazioni meteo incerte, grazie alla stanza e al porticato (che si può affittare). Area Pettini Burresi – in zona Cure, quando il problema è la temperatura troppo alta, offre comodi pergolati per festeggiare all’ombra. È dotato anche di giochi per bambini. Giardino di Borgo Allegri – dietro Santa Croce c’è tutto quello che serve per una festa coi fiocchi, compresi tricicli e biciclettine da prendere in prestito per far giocare i bambini e uno spazio per tenere in fresco il rinfresco.
10 | Marzo 2015
#Società
La città multietnica/1
La strada
nella firenze che arriva da lontano
Quasi 60mila i residenti stranieri. “Il calore dopo la tragedia di Mor e Modou si è un po’ consumato” Sara Camaiora
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ossi, Bianchi, Ferrari. No, curiosando tra i campanelli dei portoni del quartiere 5 il cognome più diffuso è un altro, Hu. E lo è ormai da tempo, a riprova del fatto che Firenze sta diventando sempre più una città multietnica. Sono circa 59mila i residenti stranieri in città (a gennaio 2015), il 15,5% del totale: la comunità più rappresentata è quella romena con 8.607 persone, segue la peruviana con 6.386, poi la albanese con 5.671 e la cinese con 5.625. Ed è proprio il quartiere 5 quello con il più alto tasso di popolazione straniera, 19.757 residenti al 31 dicembre 2014 contro i 14.506 del quartiere 1. Seguono il quartiere 2 con 11.160, il 4 con 8.593 rappresentanti e, a chiudere, il 3 con 4.540. Se Firenze cresce, d’altronde, è proprio merito degli stranieri: a compensare il calo dei residenti italiani, -9.4 per cento, c’è il vertiginoso aumento di quelli stranieri, +164%. Fino al 2005 sono
stati i cinesi i residenti stranieri più numerosi, nel 2006 sono stati superati dagli albanesi per poi assistere a una forte crescita degli abitanti di cittadinanza rumena: nel 2007, anno in cui il loro paese è entrato nell’Ue, diventano la comunità più ampia in città. Aumento esponenziale anche dei cittadini provenienti dal Perù: tra il 2007 e il 2012 la loro presenza è cresciuta di oltre il 90%, come mai nessun’altra nazionalità. Le principali difficoltà di questa comunità le spiega Lina Callupe, presidente dell’associazione Comunità peruviana: “Il lavoro è il principale problema, ma anche la casa e la burocrazia. Come associazione cerchiamo di indirizzare le persone verso i servizi offerti dal Comune e di favorire l’autonomia della persona, non l’assistenzialismo che non aiuta a integrarsi – spiega – i più sono impiegati al mercato ortofrutticolo, come operatori sociosanitari o ancora trovano opportunità nel lavoro domesti-
Firenze sta diventando una città sempre più multietnica: sono circa 59mila i residenti stranieri in città
co. Chiediamo controlli quando ci sono situazioni di illegalità, come il mercato clandestino delle Cascine: non vogliamo buonismo, tutti i cittadini sono uguali anche nel dover rispettare le regole”. Una delle prime associazioni a formarsi a livello italiano e fiorentino è stata quella dei senegalesi: una comunità che, in città, è stata colpita al cuore dalla strage di piazza Dalmazia del 13 dicembre 2011. “Sono ancora tanti i muri da abbattere e il clima generale non aiuta, ma piuttosto incrementa la diffidenza verso gli stranieri. Il calore e la mobilitazione che ci sono stati dopo la tragedia di Mor e Modou si sono un po’ consumati”, ammette Mamadou Sall, segretario dell’Associazione senegalesi, che conclude: “La burocrazia è ancora un ostacolo per gli immigrati, difficile la ricerca di lavoro: mi è capitato di recente di dover aiutare alcuni ragazzi vittime di truffe e finte assunzioni”.
Anci
immigrazione, la delega al sindaco di prato biffoni C
irca tre volte tanto. Sono 15.957 i residenti di origine cinese – numero che non tiene conto di quelli irregolari – nella vicina Prato, contro i poco più di 5.600 di Firenze. Stiamo parlando di una delle “Chinatown” più estese d’Europa, la principale in Italia, finita purtroppo recentemente alla ribalta delle cronache nazionali per la tragica scomparsa, nel dicembre 2013, di sette persone nel rogo di un’azienda tessile. Una città in cui è quindi necessario lavorare costantemente sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione. E non è un caso che proprio al sindaco Matteo Biffoni sia stata affidata dal presidente dell’Anci Piero Fassino la delega a immigrazione e politiche per l’integrazione, un importante riconoscimento per il Comune toscano ma anche una possibilità, per la città, di diventare centro delle politiche nazionali in questo ambito. “Ringrazio il presidente Fassino per la fiducia che mi ha accordato assegnandomi una delega così importante per il nostro Paese, soprattutto in questo momento di profonda trasformazione sociale – ha dichiarato per l’occasione il sindaco Biffoni – questo incarico ha per me una doppia valenza: quella di fare un servizio all’Anci, dove potranno essere portate avanti politiche innovative su tematiche complesse, facendo tesoro della nostra esperienza pratese, ma è anche un’occasione per fare del bene alla nostra città, potendo portare con ancora maggior forza le esigenze di Prato all’attenzione nazionale e facendo diventare i nostri punti di eccellenza, come l’inclusione scolastica, un modello da seguire”.
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in via palazzuolo, dove i fiorentini provarono il kebab
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ui, per la prima volta, i fiorentini assaggiarono kebab e falafel, da Amon. Qui in seguito sono sorti, uno dopo l’altro, molti negozi stranieri, da macellerie islamiche a supermercati indiani. E se Amon ha chiuso i battenti la scorsa estate, il kebab si può mangiare poco più avanti, da Adel. Via Palazzuolo è una delle strade più multietniche della città: basta percorrerla in tutta la sua lunghezza per notare insegne di diverse nazionalità, accanto ad altre fiorentine doc. Un melting pot che la rende un “unicum” in tutta Firenze. Abdel, marocchino, da un paio di anni ha aperto il suo negozio all’inizio della strada, quasi in piazza Ottaviani, dopo aver lavorato al mercato di San Lorenzo. Più avanti si trova Hawa, che da più di un anno vende vestiti somali e non solo, poi un parrucchiere africano. C’è un centro servizi per immigrati che si occupa anche di stampa e distribuzione di pubblicità, gestito da un giovane pakistano a cui moltissimi connazionali, spiega, si rivolgono per un aiuto a trovare occupazione. Tra le tante macellerie islamiche c’è quella di Abdul, che ha aperto da un paio di anni: “Qui – ammette – i clienti non mancano”. Sempre qui ha sede “Gli Anelli Mancanti”, associazione che si occupa di integrazione e che offre assistenza a tutto tondo agli stranieri, da corsi di alfabetizzazione di italiano a consulenza legale, oltre a organizzare mercatini multietnici e altre iniziative. In via Palazzuolo c’è anche un ristorante etiopeeritreo: Reshan lo ha aperto nel 2009, dopo aver lavorato per otto anni in vari locali, facendo un po’ di tutto, dalla cameriera alla lavapiatti, per poi decidere, come racconta, di mettere a frutto la sua passione per la cucina. Odori, colori e sapori lontani si mescolano in un’atmosfera tutta particolare: siamo in un angolo di centro storico caratteristico ma anche delicato, in cui non sono mancati negli ultimi anni problemi di sicurezza e degrado, come lamentano commercianti, italiani e stranieri, e residenti, alcuni dei quali segnalano, attraverso la pagina Facebook Palomar, le difficili situazioni che qui si verificano.
#Società Commercio
Marzo 2015 | 11
La città multietnica/2
il giro del mondo in un pugno di piazze
quando lo shopping diventa internazionale “Passeggiate migranti” in riva all’Arno per scoprire
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on importa macinare migliaia di chilometri per portare a casa sapori insoliti o sfoggiare un look etnico. Per arrivare fino in Russia c’è il gran bazar di via Ventisette aprile, in zona San Marco, frequentatissimo da chi è originario dei paesi dell’ex Unione Sovietica per alimenti, dolci e cosmetici. I più gettonati? “Le aringhe in salamoia – rispondono dalla bottega, oggi gestita da ucraini – e lo zefir, un dolcetto con purè di frutta, albumi e gelatina”. Spostandosi verso il Medio Oriente, la prima macelleria halal di Firenze, che offre carne lavorata secondo i dettami dell’Islam, si trova dal 1997 dietro il Duomo, in via dell’Oriuolo. Qui un cliente su dieci è italiano. Spezie, hummus, salumi (ma non di origine suina) e dolciumi sono il piatto forte del negozio kosher di via dei Pilastri, uno dei più conosciuti per i cibi adatti agli ebrei osservanti. L’Africa ha casa tra la zona di San Lorenzo (via Panicale è affollata di parrucchieri afro, niente messa in piega ma un tripudio treccine) e Santa Maria Novella. Al 60 rosso di via Palazzuolo ha aperto da un anno un piccolo negozio di vestiti. Arrivano da ogni parte del globo: Somalia, paesi arabi e perfino Olanda. “Questa strada è il luogo ideale per un negozio di abiti multietnico”, dice una delle due socie, Hawa, somala, conosciuta da tutti semplicemente come Sara. Il Giappone ha la sua libreria da dieci anni in via Romana, Italia Shobo Firenze: sugli scaffali romanzi, saggi, manuali per origami e discipline orientali. In fatto di capelli, la Cina è ormai sempre più presente e alcuni cino-coiffeur sono diventati una sorta di istituzione, come a Firenze sud il parrucchiere “Stella”, nome italiano ma staff al 90 per cento cinese. Infine, per restare in Europa, l’Olandese Volante dal 1999 in via San Gallo è un must per i cioccolatini ripieni (ne ha quaranta tipi diversi). La farmacia Münstermann di piazza Goldoni, nata dall’idea di un tedesco nel 1897, è stata la prima a portare l’omeopatia a Firenze, mentre Jullian è una bottega di cibo francese aperta l’anno scorso da due fratelli d’Oltralpe in via Romana: offre vini, formaggi e altre prelibatezze introvabili in riva all’Arno. G.C.
una faccia poco conosciuta del capoluogo toscano Gianni Carpini
È
un giro del mondo in una manciata di piazze. Erii, nome nipponico a cui i genitori hanno aggiunto una “i” in onore dell’Italia, tra una tappa e l’altra spiega le tradizioni giapponesi. Jackline, con le sue lunghe treccine, racconta di quando – arrivata dal Kenya – si trovò nei panni dell’aiuto vigile. E ancora, Zakaria, origini algerine, accompagna il gruppo dentro la “moschea” di Borgo Allegri. Haswell è un insegnante missionario che viene dal Malawi, Nina e Guilherme una coppia di brasiliani trapiantati all’ombra del David. È il loro sguardo a guidare i turisti urbani tra vicoli e stradine alla scoperta di una faccia poco conosciuta della città: due ore di passeggiata, tanti dettagli a chilometri zero che portano lontano. Il percorso si snoda intorno al melting pot in salsa fiorentina di via Palazzuolo, divisa tra botteghe tradizionali, macellerie islamiche e kebabbari, o nel cuore di Sant’Ambrogio,
Una delle “passeggiate migranti” svolte a Firenze, alla scoperta di una faccia poco conosciuta della città
Per info e prenotazioni:
055.3220895 cittamigrande@oxfam.it
nella sinagoga e nel centro di preghiera musulmano, nelle associazioni e nei ristoranti esotici. Il progetto Mygrandtour (www. mygrantour.org) è nato nel 2010 a Torino grazie ai fondi europei e a un pool di associazioni fra cui Oxfam Italia e la cooperativa di turismo responsabile Viaggi solidali. Nel 2013 è poi arrivato a Firenze, Roma, Genova e Milano. In pochi anni undicimila persone hanno partecipato alle “passeggiate migranti” nelle cinque città. E oggi questa esperienza si sta espandendo a macchia d’olio in Italia e in Europa. L’anno scorso, in riva all’Arno, una ventina di immigrati di prima e seconda generazione hanno imparato l’abc dell’accompagnatore interculturale. Alcuni sono fiorentini quasi dalla nascita, come Erii, che qui ha spento la prima candelina. Jackline è arrivata in Italia da due decenni. Altri hanno varcato il confine da una manciata di anni, portando con loro tradizioni, storie
e speranze. “È un viaggio sulle tracce delle migrazioni di ieri e di oggi e su come queste abbiano arricchito Firenze – racconta Stefania Carrara di Oxfam Italia, che segue il progetto – non è un esperto a parlare, sono racconti in prima persona. Abbiamo lasciato da parte gli aspetti turistici e gastronomici per concentrarci sull’incontro di culture e religioni”. Tutti parlano l’italiano, c’è addirittura chi ha una “c” aspirata da far impallidire gli autoctoni. “Per loro queste escursioni sono anche un’occasione di reddito – aggiunge Carrara – ci vogliono preparazione e impegno per condurre le passeggiate”. Le visite sono aperte a tutti, grandi e piccini. Molte anche quelle dedicate alle scuole. Per partecipare basta prenotare il tour, che costa tra i cinque e i dieci euro: in alcuni casi è prevista anche una degustazione. E presto arriverà un terzo itinerario nell’ombelico multietnico di Firenze, San Lorenzo.
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12 | Marzo 2015
#Focus
Il mese in rosa
da beatrice alla hack, le “signore” di firenze
Sono tante le personalità importanti che hanno fatto la storia della città Valentina Veneziano
S
e la “festa della donna” è diventata nel tempo – come sostengono in molti – una ricorrenza fin troppo “commerciale”, tra il giallo delle mimose e i bigliettini di carta sui tavoli prenotati, non va però dimenticato il suo vero significato, fatto di conquiste sociali e politiche e di battaglie contro frustranti discriminazioni. Nel corso degli anni si sono trasformati la fisionomia della donna e il suo ruolo nella società, nella politica e nella famiglia. Alcune libertà sono state raggiunte, altre sono ancora da ottenere, ma aleggia, nell’aria primaverile di marzo, una consapevolezza che forse alcune donne del passato possedevano già. Firenze vanta importanti personalità femminili, alcune delle quali sono nate e cresciute sul territorio fiorentino mentre altre vi hanno “solo” soggiornato, apportando cambiamenti radicali nelle arti e nelle scienze, nella storia della città o dell’intero paese. Beatrice Portinari (Firenze, 1266) fu, secondo vari critici letterari, la figura storica che ispirò il personaggio dantesco di Beatrice. Caterina de’ Medici (Firenze, 1519) rimase fedele alla lingua, al modo di vestire e di vivere della sua patria italiana pur soggiornando in ambiente francese. Di lei si è scritto di tutto, eppure in pochi ricordano che fu la prima a distinguere le portate
salate da quelle dolci e che fu lei a introdurre le mutande nel vestiario delle dame di corte. Anna Maria Luisa de’ Medici (Firenze, 1667) fu l’ultima discendente della casata fiorentina e grande appassionata d’arte, colei che stipulò nel 1737 il famoso “Patto di famiglia”. Firenze deve a lei parte di quello che possiede. Anna Maria Enriques Agnoletti (Bologna, 1907), medaglia d’oro al valor militare, svolse attività politica e partigiana a Firenze. L’Archivio di Stato le ha dedicato una targa nel 2005. Margherita Hack (Firenze, 1922) fu la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, icona del pensiero libero e capace di spiegare la scienza con estrema semplicità. Firenze ricorda ancora, fra le altre cose, la sua indimenticabile lezione in piazza della Signoria nel 2008. Oriana Fallaci (Firenze, 1929) fu scrittore (come preferiva essere chiamata), giornalista, attivista, appassionata e passionale. Aveva un forte legame con il mondo e le sue vicende e un grande amore per i viaggi, che rafforzavano il suo spirito fiorentino. Diceva: “Sono nata a Firenze. Fiorentino parlo, fiorentino penso, fiorentino sento. Fiorentina è la mia cultura e la mia educazione. All’estero, quando mi chiedono a quale paese appartengo, rispondo: Firenze. Non Italia. Perché non è la stessa cosa”.
Sono molte le personalità “in rosa” che il capoluogo toscano può vantare: tra loro c’è Margherita Hack, la “signora delle stelle”
Arte
In strada
quelle statue al femminile
a spasso tra le (poche) vie intitolate alle donne
N
on sono molte le statue di donne presenti nella bella Firenze. Non almeno quanto quelle che raffigurano uomini. Ci sono la “misteriosa” testa di marmo della Berta, posta nel muro della chiesa di Santa Maria Maggiore, la statua dell’Elettrice Palatina di Ivo Barbaresi e le sei sculture, allineate lungo la parete, della Loggia dei Lanzi. La più discussa (e forse la meno amata) in città è però la statua di Michelangelo Pistoletto a Porta Romana. Impossibile non notarla: “Dietrofront” (1981-1984) è il suo nome, e si trova proprio al centro della rotatoria, di fronte alle vecchie mura di Firenze. “Dietrofront” fu presentata per la prima volta nella personale dell’artista al Forte Belvedere e fu installata successivamente nel piazzale di Porta Romana. L’opera è composta da due figure femminili in marmo: la prima è in posizione verticale, rivolta verso via Senese, mentre la seconda è posta sopra la testa della prima, come se fosse in equilibrio, con lo sguardo verso le mura fiorentine. La scultura è bidirezionale e si spinge verso il mondo uscendo da Porta Romana per poi tornare a Firenze. È la modernità che ritorna verso il capoluogo toscano dopo il suo viaggio nel mondo perché, come spiegò Pistoletto, “è un continuo partire da Firenze, tornare a Firenze e ripartire da Firenze con una prospettiva che fa tesoro del passato”. “Dietrofront”, però, non sembra aver mai convinto troppo i fiorentini. C’è chi la chiama la statua con il mal di testa, chi vorrebbe sostituirla con dei fiori, chi portarla in un magazzino e chi, addirittura, darebbe volentieri una mano a spostarla. V.V.
I
“Dietrofront”, la statua che si trova a Porta Romana, è una delle più “discusse” tra quelle presenti in città
n Italia le donne sono più numerose degli uomini. Ma se parliamo delle vie fiorentine intitolate alle rappresentanti del gentil sesso le cose cambiano, perché Firenze ne possiede ben poche. Tra queste ci sono lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici, ricordata per il “Patto di famiglia” con cui fece in modo che restassero assicurate in perpetuo a Firenze le collezioni d’arte, via Lucrezia Mazzanti, via Eleonora Fonseca Pimentel e viale Florence Nightingale, alle Cascine, la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna. Da ricordare anche via Caterina Franceschi Ferrucci, che fu la prima donna a essere accolta nell’Accademia della Crusca. V.V.
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#Focus
Marzo 2015 | 13
Lo spazio
gli animali avranno il loro cimitero Un progetto molto atteso: da decidere dove sorgerà Elisabetta Pini
A
Firenze o a Scandicci. Cittadino o metropolitano. Sono le variabili in campo per un progetto atteso da molti: la realizzazione di un cimitero per gli animali. Palazzo Vecchio aveva indicato un’area idonea a Ugnano, ma nella vicina Scandicci sono già stati adibiti a questa funzione sei ettari di terreno: così, data la vicinanza tra le due zone, ecco l’ipotesi di un unico cimitero “metropolitano” per gli amici dell’uomo. “Sono in corso valutazioni sull’ubicazione più adatta e quella di Scandicci, data la sua vastità, potrebbe essere sufficiente per le esigenze dell’area metropolitana, considerando che quella da noi in precedenza individuata a Ugnano dista pochissimo”, spiega Elisabetta Meucci, assessore alle politiche del territorio del Comune di Firenze. Resta insomma da stabilire il luogo preciso, ma sembra ormai davvero esserci la volontà
da parte dell’amministrazione di concludere un “atto di civiltà”, come l’ha definito Leonardo Bieber, consigliere comunale e presidente della Commissione urbanistica che, per primo, ha sollevato la questione in Palazzo Vecchio. Sua l’iniziativa della mozione “per la realizzazione di un cimitero d’animali d’affezione a Firenze”, che invita la giunta “a promuovere, nell’ambito della pianificazione urbanistica, la localizzazione di uno spazio per la realizzazione di un cimitero per animali d’affezione” e “a valutare e tener conto per l’individuazione dell’area suddetta della eventuale realizzazione di servizi ed infrastrutture funzionali all’area cimiteriale (per esempio un forno crematorio)”, dopo essere stato promotore di una risoluzione per “consentire l’ingresso degli animali da compagnia nelle strutture sanitarie”. “È ormai sempre più riconosciuta l’importanza della relazione
affettiva con gli animali, la loro valenza sociale, è dimostrato scientificamente anche il loro beneficio sulla salute di persone malate – sostiene Bieber – circa un fiorentino su due possiede animali, è un’esigenza sacrosanta dare a queste persone un luogo adeguato per seppellirli, anche per evitare un problema sanitario. E dopo la nuova legge regionale in materia, anche per Firenze è giunto il momento di fare qualcosa”. La Toscana è una delle poche regioni italiane a essersi già dotata di una normativa che disciplina i cimiteri per animali d’affezione, snellendo le procedure burocratiche: ai Comuni la facoltà di individuare, nell’ambito della pianificazione urbanistica, le zone idonee alla loro localizzazione, agli enti pubblici o privati i compiti di realizzazione e gestione, previa stipula di autorizzazioni e convenzioni. Il tutto nel rispetto delle esigenze ambientali e di salute pubblica.
In arrivo anche a Firenze (o alle sue porte) un cimitero per gli animali
Nel resto del mondo
rin tin tin riposa in francia, a new york c’è perfino un leone
C’
è perfino un leone che riposa a Hartsdale, il cimitero per animali più antico d’America, sorto alla fine dell’800 a New York. Ospita invece il pastore tedesco che recitò la parte di Rin Tin Tin nella celebre serie tv il “Cimetière des chiens”, il cimitero dei cani di Asnières-sur-Seine, nord-ovest di Parigi, inaugurato sempre nella fine dell’800. Altre spoglie di cani “eroi” si trovano al National War Dog Cemetery, sull’isola di Guam: si tratta degli animali caduti in servizio con la marina militare Usa durante la seconda guerra mondiale. E ancora, a Londra sono almeno una decina i luoghi in cui è possibile piangere i propri amici a quattro zampe, mentre ha chiuso i battenti a inizio ‘900 il vittoriano cimitero di Hyde Park, dove sono presenti centinaia di tombe. Si possono però trovare cimiteri per animali d’affezione anche senza dover varcare i confini nazionali. A Roma ne esiste uno già dagli anni ’20, grazie all’iniziativa di un privato, mentre Genova e Milano si stanno attrezzando per avere il loro nel corso di quest’anno. Ma basta allontanarsi anche solo di qualche chilometro da Firenze per imbattersi in altri esempi, come a Prato, dove esiste una struttura apposita gestita dall’associazione “L’orma” in un’area di 2.500 metri quadrati immersa nel verde di San Giorgio a Colonica, a San Miniato o ancora nella campagna grossetana, precisamente nel comune di Gavorrano, dove si trova un altro grande cimitero che si estende su ben quindicimila metri quadri di terreno. E.P.
14 | Marzo 2015
#Tendenze
Chirurgia estetica
“ritocchini”, chi (e che cosa) si rifà in toscana Reggono gli interventi classici I clienti? Di tutte le fasce d’età
Serena Wiedenstritt
I
l bello nella città del bello per eccellenza. Questa l’intuizione del professor Vincenzo Del Gaudio, medico chirurgo specialista in chirurgia estetica, plastica e ricostruttiva, che da tre anni porta nel capoluogo toscano il congresso nazionale di chirurgia estetica. Nel 2015 il convegno dedicato alle novità del settore si tiene al Grand Hotel Baglioni dal 13 al 15 marzo: in programma l’intervento di ospiti internazionali e workshop su temi specifici. Al centro della tre giorni le novità e le ultime tendenze in merito ai cosiddetti “ritocchini”: con il professor Del Gaudio cerchiamo allora di saperne qualcosa di più su questo settore, per capire chi, e che cosa, si “rifà” nella nostra regione. Professor Del Gaudio, cosa sta succedendo nel mondo della chirurgia estetica? Si sta andando sempre più verso una volgarizzazione del settore, intesa in senso buono. La tecnologia in questo campo, come in tutti gli altri, progredisce, e gli interventi diventano sempre meno invasivi e meno stressanti per il paziente. Ad esempio, recentemente si è molto perfezionata la tecnica di anestesia. In altre parole, la tendenza è a una chirurgia estetica “mordi e fuggi”, all’americana.
Quali sono gli interventi più richiesti? Passano gli anni ma le clienti continuano a chiedere aumento del seno e liposcultura, gli uomini puntano su liposcultura, soprattutto dell’addome, e rinoplastica. Quanto si “rifà” la Toscana, rispetto alle altre regioni? In Toscana storicamente c’è un numero consistente di chirurghi estetici, anche se questi numeri da soli non sono significativi. Grazie all’evoluzione della tecnologia i prezzi stanno scendendo? In parte sì, ma è sempre meglio stare attenti alle offerte troppo convenienti. Oltre all’intervento ci sono spese fisse come la clinica, l’anestesista e altro. Con l’aumento della domanda si è assistito anche all’aumento dell’offerta, ma talvolta di bassa qualità. Chi è il toscano tipo che decide di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica? Non c’è un identikit definito, sicuramente si tratta di una persona sicura di sé, aperta all’esterno e con una vita sociale attiva. I nostri clienti coprono tutte le fasce di età, ma lasciatemi sfatare il mito delle giovanissime che fanno la fila per rifarsi il seno: io, nel mio studio, non ne ho mai viste.
A Firenze il congresso nazionale di chirurgia estetica: ecco chi, e che cosa, si “rifà” nella nostra regione
Gli aspiranti medici
anestesia la più richiesta, tossicologia fanalino di coda
N
on solo chirurghi estetici. Gli aspiranti medici fiorentini puntano a diventare soprattutto anestesisti e a specializzarsi in chirurgia generale. Se i posti messi a bando a Firenze nel 2012/13 – dall’anno accademico 2013/14 il bando per l’ammissione alle scuole di specializzazione di area sanitaria è nazionale e non per ateneo – per Anestesia erano quattordici, in cinquantasei avevano presentato domanda. Ancora più stretta la strada per diventare chirurghi: a fronte di sette posti si erano candidati in cinquanta. Ambita anche la specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare: per otto posti erano arrivate 48 domande. Quarta classificata fra le specializzazioni più richieste dai dottori in medicina fiorentini la pediatria: 43 domande per dodici posti. Piuttosto quotata anche la cura degli anziani, con Geriatria che ha registrato 37 domande per sette posti, superata però da Medicina interna con 39 domande per nove posti. Fanalino di coda nel 2012/13 è stata Tossicologia, con appena otto domande per due posti. Con la sicurezza, però, che solo in sei sarebbero rimasti scontenti. Meno richieste anche le specializzazioni in Medicina nucleare e Medicina del lavoro, con dieci domande ciascuna, con la differenza che i posti per quest’ultima erano tre e solo due quelli per Medicina nucleare. Si piazzano a metà classifica Medicina di emergenza (24 domande per tre posti), Ginecologia e Ostetricia (21 domande per sette posti), Psichiatria (27 domande per sette posti) e Radiodiagnostica (33 domande per sette posti). S.W.
Gli aspiranti medici fiorentini puntano a diventare soprattutto anestesisti e a specializzarsi in chirurgia generale
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16 | Marzo 2015
#Cultura Agenda
On stage
Serra yilmaz, a Firenze come a casa
Dopo il successo de L’ultimo harem, l’attrice turca interpreta a Rifredi il nuovo spettacolo di Savelli Ludovica V. Zarrilli
I
l Reporter l’aveva intervistata giusto un anno fa, Serra Yilmaz, attrice turca icona del regista cinematografico Ferzan Ozpetek e da undici anni protagonista indiscussa del palcoscenico del Teatro di Rifredi con L’ultimo harem, ispirato alle Mille e una notte. Proprio in occasione del decennale di questo spettacolo di successo Serra raccontò che le sarebbe piaciuto tornare sul palco fiorentino con uno spettacolo nuovo. Detto fatto. Angelo Savelli – storico regista teatrale che la dirige anche ne L’ultimo harem – ha appena dato vita a una rappresentazione che sembra cucita addosso all’attrice. La bastarda di Istanbul, così si intitola la nuova messinscena (dal 3 al 15 marzo), è ispirata all’omonimo romanzo della scrittrice turca Elif Shafak (che per la prima volta in assoluto ha concesso in esclusiva i diritti per la sua messa in scena). In occasione del centesimo anno dal genocidio armeno – che ricorre il
24 aprile – La bastarda di Istanbul accende un faro sul dramma vissuto da quella popolazione all’inizio del secolo scorso grazie al racconto di due donne. “È la storia del rapporto tra due Paesi – spiega Savelli – la Turchia e l’Armenia, ma è anche la storia del rapporto tra un coro di voci femminili, due in particolare”. Otto attori sul palco, di cui sette donne, una forte componente femminile che affronta con maestria e coraggio un tema ancora scottante: la rimozione di quegli eventi che cento anni fa aprirono l’annosa questione armena. Angelo Savelli, grazie all’adesione dell’autrice e contando sull’interpretazione, al tempo stesso ironica e appassionata, di Serra Yilmaz, porta in scena questa saga inter-etnica, sperimentando una drammaturgia epica, dove i personaggi si raccontano in terza persona, realizzandola grazie alle video-scenografie di Giuseppe Ragazzini, già collaboratore di Fabio Fazio, Ornella Vanoni e
Avion Travel. “Grazie alle videostazioni di Giuseppe – continua Savelli – attraversiamo tutto il mondo passando dall’Arizona alla Turchia, approfittando della vastità del palcoscenico per mettere in scena una storia epica, molto forte”. Per prendere parte allo spettacolo, dopo L’ultimo harem (che ha visto l’ultima replica lo scorso 15 febbraio) Serra Yilmaz si è fermata a Firenze per quasi due mesi tra studio, prove, debutti e repliche. “Sono sempre felice di tornare, questa è un po’ una seconda casa per me”. Così il Teatro di Rifredi getta ponti tra Oriente e Occidente, raccontando storie, affrontando tematiche mai banali e coinvolgendo il pubblico. “Già in passato su questo palco avevamo provato la mise en espace di diversi testi ambientati in Turchia e La bastarda di Istanbul piacque subito tantissimo sia a noi che al pubblico”. Lo spettacolo piacerà altrettanto? Non resta che vederlo dal vivo. Che si alzi il sipario.
A Palazzo Strozzi
Cartellone/1
Cartellone/2
arrivano i bronzi ellenistici
cinema ma non solo: il medio oriente torna protagonista ad aprile in città
undici candeline per il “lucca film festival”. nel segno di David Cronenberg
C
S
Serra Yilmaz sarà sul palco del Teatro di Rifredi fino al 15 marzo con “La bastarda di Istanbul”, spettacolo ispirato all’omonimo romanzo di Elif Shafak
Web
teatrodirifredi.it Fb: teatrodirifredi
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opo un anno da record la strada era segnata. Sfiorate le 350mila presenze con le acclamate mostre “Pontormo e Rosso fiorentino” e “Picasso e la modernità spagnola” nel 2014, la nuova stagione di Palazzo Strozzi si inaugura con un’altra esposizione di livello internazionale, stavolta dal sapore classico. E replicare certi numeri è possibile. Arriva “Potere e Pathos. Bronzi del mondo ellenistico”, aperta dal 14 marzo al 21 giugno, prima tappa di una tournée che nell’estate passerà per Los Angeles e il prossimo inverno sarà a Washington. Monumentali statue di divinità, atleti, eroi della mitologia e personaggi della storia popoleranno le sale della dimora rinascimentale in un percorso che si propone di contestualizzare ogni opera, raccontandone le tecniche di produzione, fusione e finitura. Le statue sono affiancate a ritratti di personaggi storici in un percorso che conduce il visitatore alla scoperta delle affascinanti storie dei ritrovamenti di questi capolavori, la maggior parte dei quali avvenuti in mare, oppure attraverso scavi archeologici che pongono i reperti in relazione ad antichi contesti. A differenza di precedenti esposizioni, la mostra si propone di contestualizzare le sculture investigando anche – come detto – il processo di produzione, quello di fusione e le tecniche di finitura. Arriveranno a Firenze alcuni dei maggiori capolavori del mondo antico, provenienti dai maggiori musei archeologici italiani e internazionali: il Moma di New York, il British Museum di Londra, il Prado di Madrid, il Louvre di Parigi, i Musei Vaticani e i Musei Capitolini di Roma, il Museo archeologico di Atene, quelli di Creta e Salonicco, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, gli Uffizi e il Museo archeologico di Firenze. Il 2014, intanto, è stato l’anno dei 190mila visitatori per Picasso, tra i quali almeno ventimila studenti, e degli oltre 150mila per Pontormo e Rosso Fiorentino, mostra premiata con l’Apollo Award come migliore esposizione dell’anno. Questo sarà invece l’anno dei bronzi ellenistici e, da settembre, di “Bellezza divina – arte sacra da Gauguin a Fontana”. Due ottimi presupposti per confermare Palazzo Strozzi tra i grandi musei d’arte di livello internazionale. A.T.
A Palazzo Strozzi si inaugura la mostra “Potere e Pathos. Bronzi del mondo ellenistico” (14 marzo-21 giugno)
Web palazzostrozzi.org Tel. 055.2645155
inema, arte, musica, libri, dibattiti e cucina: ce n’è per tutti i gusti nell’edizione numero sei del “Middle East Now”, in programma in città dall’8 al 13 aprile. Sarà il tema del viaggio il fil rouge che unirà le quaranta proiezioni – quasi tutte anteprime italiane ed europee – in cartellone, tra lungometraggi, cortometraggi, documentari e film (anche d’animazione) che tra il 2013 e il 2015 sono stati prodotti in Iran, Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Palestina, Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Afghanistan, Siria, Bahrein, Algeria e Marocco. Presente anche l’artista Nasser Al Zayani, per realizzare la mostra “Finding the Middle East in Florence”. E spazio pure ai workshop educativi per bambini che, all’interno di “Middle East for Kids”, avranno l’opportunità di vestire i panni di cronisti per intervistare (a modo loro) gli ospiti del festival. S.M.
arà il regista, sceneggiatore, produttore e scrittore canadese David Cronenberg a spegnere l’undicesima candelina del “Lucca Film Festival”, l’appuntamento annuale che celebra la cultura cinematografica spaziando dal mainstream allo sperimentale (15-21 marzo). Non solo proiezioni, ma anche mostre, convegni, incontri e performance nella rassegna che, da quest’anno e per le prossime tre stagioni, si unisce al “Festival Europa Cinema” di Viareggio. Il risultato è una doppia location di eventi e mostre, che rimarranno aperte fino al 3 maggio. Tra queste anche un’anteprima italiana: “Evolution” (Fondazione Ragghianti-Lucca), creata dal Toronto International Film Festival, dedicata alla carriera dell’artista canadese e allestita con centinaia di oggetti e costumi di scena, disegni, schizzi, foto e filmati inediti. I biglietti del festival sono disponibili sul sito www.luccafilmfestival.it. S.M.
la primavera esplode in palazzetti e teatri: via a una stagione di eventi e concerti
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rimavera, profumi, fiori e... spettacoli. Questo marzo porta in città una vasta gamma di concerti ed eventi. Non mancano le opportunità per gli appassionati di teatro, dall’adattamento della pellicola omonima di Bergman, “Sinfonia d’autunno”, alla Pergola tra il 10 e il 15 marzo, a “La bastarda di Istanbul” dal 3 al 15 marzo al teatro di Rifredi, passando per il Puccini, dove il 4, l’11 e il 18 va in scena “Non vorrei parlare d’amore”, performance diretta e interpretata da Riccardo Rombi, preceduta da una degustazione. Prosegue la stagione concertistica dell’Ort il 12 marzo al teatro Verdi, con il direttore Jonathan Stockhammer e la pianista Lilya Zilberstein alle prese con Beethoven, Haydn e Bartok. Si balla sui ritmi balcanici di Goran Bregovic il 13 marzo all’Obihall, mentre tutt’altro tipo di sonorità è previsto la sera successiva al Viper Theatre grazie al trio indie-rock Blonde Redhead. Giunge alla sua ventesima edizione l’Irlanda in Festa: per l’occasione il 17 marzo l’Obihall ospita gli “italoceltici” Whisky Trail e la band folk metal Dalriada. Si torna alla Pergola dal 17 al 22 con l’Enrico IV di Shakespeare, mentre per i cinefili l’appuntamento è all’Odeon dal 20 al 29 con il Korea Film Fest, la rassegna dedicata al cinema sudcoreano, 34 lungometraggi e 20 corti, la maggior parte dei quali in anteprima nazionale. Arriva poi alla Flog il 21 marzo il cantautore degli “anni zero”, ovvero Le luci della centrale elettrica (nella foto), progetto musicale dietro cui si cela il ferrarese Vasco Brondi. Doppietta il 23 e 24 marzo al Verdi per una delle più note voci femminili italiane, Fiorella Mannoia, mentre il 25 al Mandela Forum Francesco De Gregori presenta live Vivavoce, la sua ultima fatica discografica in cui riarrangia molti grandi successi. Per gli amanti della classica il 26 al Verdi c’è Salvatore Accardo con musiche di Mozart, Spohr e Schonberg. Sabato 28 si può optare per il folk dei Modena City Ramblers alla Flog o per un salto negli anni ’80 con gli Spandau Ballet al Mandela Forum.
#Cultura
Marzo 2015 | 17
L’iniziativa
“Abbraccia il Battistero”, i clienti diventano mecenati 2.0 Collaborazione tra Unicoop Firenze e Opera di Santa Maria del Fiore per il restauro del monumento Andrea Tani
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arà un carrello della spesa a salvare il Battistero? Si direbbe di sì: è iniziata “Abbraccia il Battistero”, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra Unicoop Firenze e Opera di Santa Maria del Fiore per sostenere l’intervento di restauro di uno dei monumenti simbolo della città. Molti l’avranno già notato: dal gennaio scorso all’ingresso dei supermercati sono comparsi alcuni banchetti informativi con una cassetta per raccogliere donazioni libere di almeno 5 euro, che possono essere effettuate anche alla cassa “scalando” i punti accumulati sulla carta socio. Tutto il ricavato andrà a sostenere il maxi restauro diretto e finanziato dall’Opera di Santa Maria del Fiore, un intervento da un milione e 800mila euro iniziato nel marzo scorso. Un progetto innovativo, oltre che utile, grazie al quale si potrebbe aprire una nuova strada per il fi-
nanziamento del patrimonio culturale. L’idea è nata nel momento in cui, all’inizio dell’anno, il sindaco Dario Nardella ha detto basta ai cartelloni pubblicitari affissi intorno alle pareti del Battistero, usate come spazi commerciali da affittare. Così l’Opera si è dovuta mettere a studiare nuove soluzioni. La proposta di Unicoop ha convinto subito ed è nata la grande campagna di crowdfunding che trasformerà migliaia di consumatori in mecenati 2.0, al punto che, se lo vorranno, il loro nome resterà scritto sul registro dei benefattori conservato nell’Archivio dell’Opera, una delle più antiche e complete testimonianze di secoli di storia della città. L’obiettivo è salvare il Battistero. Perché proprio di una questione di salvezza si tratta: rimaste per settant’anni senza interventi sostanziosi (l’ultimo restauro generale fu quello eseguito dal 1938 al 1944), le otto facciate
Il Battistero Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore Foto Ghigo Roli
esterne e la copertura del monumento si presentano rovinate dalle incrostazioni nere e dai depositi di sostanze inquinanti, con gli elementi marmorei che, nel tempo, si sono degradati. L’operazione fa parte del più ampio progetto di riqualificazione dell’intera piazza del Duomo, nel quale rientrano la pulitura e il restauro delle pareti di tutti i monu-
menti per un totale di quarantamila metri quadrati di superfici marmoree su cui intervenire. Un’altra novità per i soci Unicoop Firenze: le visite guidate al Battistero con l’accesso ai matronei. Durano un’ora, costano dieci euro, sono organizzate in gruppi di quindici persone al massimo e la prenotazione è obbligatoria.
Le strade di Mr. Moskovitch | Terza puntata Nella puntata precedente i due protagonisti erano rimasti in attesa di qualcosa – o meglio, di qualcuno – in un hotel del centro di Firenze. Ora, complice l’autore Domenico Luigi Cena, li ritroviamo alle Cascine. I loro destini si sono davvero incrociati. Cosa succederà adesso? Non resta che scoprirlo.
Dove si scopre che la vita è sorprendente. Basta saper guardare Camminando sul lungarno, prima, Helen aveva chiesto a Boogey: “Dove mi porti?”. “In uno dei posti dove la vita di Firenze pulsa con prepotenza”, era stata la sua risposta. - Tu di cosa ti occupi? - Ho scritto, ma bisognerebbe prendere l’annuario degli scrittori del secolo scorso per ricordarsi di me. I gomiti dei due, camminando, continuavano a sfregarsi più del necessario, inspiegabilmente. Ed Helen, a un certo punto, aveva preso anche una storta cascando dagli alti tacchi che indossava. Si era aggrappata istintivamente a lui. - E tu cosa fai? - Non sei andato a cercarmi su Google, ieri? - No, ho pensato di farlo ma non l’ho fatto. Ho pensato che eri qui, ed era meglio. *** Così, quasi a braccetto, erano arrivati in quel posto dove la vita pulsa in questa città, più che altrove: il parco delle Cascine, dove i pensionati ballano il pomeriggio tardi. Helen si era tolta le scarpe e si era messa a ballare con loro quei balli sincronizzati, che so, la macarena, la scompigliada. Poi tanghi, valzer e mazurche. Boogey se ne stava a guardare seduto al tavolino nel grande prato, cercando di indovinare cosa si sarebbero inventati Alvaro Cenci e la sua loop band per la canzone successiva. La regina della scena, però, era lei, non Helen. Era Nella. Settanta anni e di una bellezza vitale. Fiera di quante storie e vite aveva attraversato, restando così, bellissima. Boogey si riempiva lo sguardo di ambedue, che duettavano e ballavano complici, sapendo che ogni sguardo non poteva che essere per loro. Occorre saper guardare, per sorprendersi, perché come si sa, la bellezza è negli occhi di chi guarda. *** - Ferruccio, ma che lo sai con chi t’hai ballato? - Oh Nella, un sarà miha colpa mia se vo’ di moda. No, ‘un lo so chi l’è. Chi voi che sia?
Nella avvicinò la bocca all’orecchio del marito sussurrandogli il nome di Helen e in quali film aveva recitato. - Ma no, dai, venvia, ‘un ci credo... Allora sarebbe anche quella che la si vedeva nuda in... ma dai... - Sì sì, l’è proprio lei, ti ricordi e’ si vide a casa di Gino qui’ firm? - Ma dai Nella, una così... Dai, ‘un ci credo. E se fosse lei, tanto so’ sihuro che la s’è rifatta tutta... Nella si fece seria. - Ferruccio, vedi ‘un tu capisci nulla! Quella l’è topa di suo... - E allora quell’altro che sta seduto lì, chi è? I’ su’ produttore, la su’ guardia di’ corpo? - Venvia, Ferruccio, gli è i’ su ganzo. E ce ne fossero di ganzi così a giro... - Siiiieeee i’ su ganzo... e la porta a ballà co’ pensionati? Capisco i’ tracollo delle borse internazionali, ma diobonino... o unn’era meglio Saint Tropez? Che gli s’ha a offrire una pizza alla casa di’ popolo o una birretta? *** - Accettiamo volentieri, Ferruccio - aveva risposto decisa Helen arrotolando un po’ la erre, senza nemmeno interpellare Boogey. - Le presento Bernard Moskovitch... - ci pensò un attimo - il mio fidanzato. Come lo chiamate voi qui? Helen guardò maliziosa Boogey. - Parli pure, tanto è canadese e non capisce. - Eh, signorina, noi si direbbe i’ su ganzo. Allora vada per domani? Che ne dice? - Certo, a domani... le segno il mio numero di telefono. Boogey, che in cuor suo era certo di non aver mai assistito a una scena di così potente tenerezza, si frugò nelle tasche e porse a Helen un taccuino e una matita. Aveva un sorriso ebete stampato sul viso. - Ah, Ferruccio, lo sa che sua moglie è bellissima? - Mi perdoni eh, signorina Heléne, ma lo so bene, e l’ho sposata per quello! Ferruccio strappò il foglietto dal taccuino e se lo mise in tasca. Arrivato vicino al tavolo dove sedeva la sua signora, disse con voce troppo alta: “T’avevi ragione Nella, gli è i su’ ganzo”. - Oh Ferruccio, che lo voi fa’ sape’ a mezzo mondo? Guarda che anche te t’eri bello alla su’ età, ma anche lui mi sa che va parecchio di moda... *** Helen e Boogey sedevano tranquilli nel parco, respirando. Ambedue sorridevano. Un ciclista passò di lì cantando stonato “È primavera, svegliatevi bambine, alle Cascine...”. Andava rapido. Le ultime strofe della canzone si persero nell’aria. Boogey si accorse forse solo dopo una ventina di minuti che Helen aveva appoggiato la mano sulla sua. Continua ☞
18 | Marzo 2015
#Sport Il calendario
una “calda” primavera
È
primavera, svegliati... Fiorentina. Perché per la corsa all’Europa marzo sembra già essere il mese decisivo, visti i tanti scontri diretti in programma in campionato. Un mese iniziato con la trasferta di Milano contro l’Inter. Una settimana dopo altro difficile impegno fuori casa, all’Olimpico di Roma contro la Lazio. A metà mese la prima partita casalinga di marzo, contro un’altra “big” (che ha vissuto però momenti migliori nel corso della sua storia), il Milan. Partita, anche questa, da vincere, per continuare a rincorrere i traguardi europei. Marzo si conclude poi con l’insidiosa trasferta di Udine, contro la squadra di Stramaccioni, difficile da affrontare soprattutto tra le mura amiche del Friuli. Un marzo che, più che tiepido, si prospetta insomma di fuoco. Dopo la sosta per le Nazionali, il campionato riprenderà quindi ad aprile, quando i viola sono attesi subito dalle due difficili sfide contro Sampdoria e Napoli. Una primavera “caldissima”, insomma, per la squadra di Montella. Che dovrà farsi trovare sveglia. Sveglissima.
Mese decisivo per la corsa all’Europa, visti i tanti scontri diretti previsti in campionato: i tifosi sono pronti a fare la loro parte
Lorenzo Mossani
David Pizarro
viola, cercasi l’erede di pek l’indispensabile
Il perno della squadra ha un “problema”: la carta d’identità Irene Delfino
A
ogni partita, dall’agosto del 2012, risuonano come una profezia le parole pronunciate da Montella sull’acquisto di David Pizarro: “Per noi sarà un valore aggiunto. Però potrà essere anche un limite, perché succederà che un giorno i compagni non potranno fare più a meno di lui”. E quel giorno è puntualmente arrivato. Il regista cileno è il perno attorno a cui ruota la squadra viola. Attorno al Pek, suo ex compagno in giallorosso,
Montella ha costruito fin dal primo anno in riva all’Arno il gioco spumeggiante della sua Fiorentina. È il cervello in mezzo al campo, che permette di costruire le azioni offensive lanciando in diagonale per far salire gli esterni o verticalizzando per la punta che va in rete. Vedi gli assist millimetrici per il gol di Gomez contro la Roma o di Babacar al Sassuolo. Oppure, perché no, può trovare la soluzione personale andando al tiro, quando è particolarmente ispirato. È un
La società
e Ponte a greve dà “un calcio alla crisi”
Iscrizione gratis per i ragazzi tra i progetti messi in campo
giocatore indispensabile anche per tenere la palla fraseggiando con gli altri “tenori”. Il compagno a cui puoi passare il pallone perché difficilmente, se è in forma, lo perde, nonostante il pressing degli avversari. In quel caso, con mestiere, protegge la palla facendosi fare fallo. A seconda delle esigenze alza o abbassa la squadra. E risulta utile anche in fase di ripiegamento. Inoltre non ha pesato nel bilancio societario al suo arrivo e tuttora pesa poco nel monte ingaggi. Dov’è quindi
T
il problema? Nella carta d’identità. Pizarro ha quasi 36 anni: può giocare almeno un’altra stagione ad alti livelli, certo, ma senza scendere in campo in ogni match. Perciò ha bisogno di un sostituto. Di un giocatore con le sue stesse caratteristiche, giovane e al tempo stesso già pronto. E sono in tanti a pensare che nella sessione estiva di mercato debba essere investito proprio in quel ruolo il “tesoretto” accumulato dalla cessione a gennaio di Cuadrado al Chelsea. Se, al contrario, la Fiorentina preferisse puntare su un’operazione low cost, potrebbe pensare di far tornare in viola l’ex Primavera Capezzi. Un ragazzo che sta ben impressionando al Varese in serie B e che è stato indicato proprio dal Pek come un suo possibile erede. Ma non c’è tempo da perdere – ricordano i tifosi – perché le strategie di mercato per la prossima stagione si cominciano a imbastire in questi mesi. Non a luglio o, peggio ancora, ad agosto.
orniamo a parlare dell’Upd Ponte a Greve Calcio e delle tante iniziative messe in campo a favore dei ragazzi e delle loro famiglie. A cominciare da una delle più utili e interessanti, la scuola calcio gratuita per la stagione 2014/15, chiamata “Un calcio alla crisi”: grazie a un accordo è possibile, per chi ha aderito, frequentare gratuitamente la scuola calcio, aprendo un libretto di risparmio a nome del ragazzo per un importo pari alla quota di iscrizione. Il piccolo fondo potrà poi essere utilizzato a totale discrezione delle famiglie, prelevandolo per far fronte a eventuali spese o utilizzandolo come primo versamento per un piano di accumulo in favore del figlio. “L’iniziativa è aperta a tutti e quest’anno, su 148 ragazzi iscritti alla scuola calcio, ben cento ne hanno usufruito: un vero successo”, spiega il responsabile della segreteria sportiva Roberto Gioffredi. “Con ChiantiBanca e Humanitas – continua – abbiamo invece avviato un’altra interessante collaborazione, assolutamente all’avanguardia e mai vista sul territorio: percorsi completi
Il ritorno
rossi, luce in fondo al tunnel
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ede la luce in fondo al tunnel, ma non vuol correre altri rischi. È per questo che Giuseppe Rossi evita di fissare una data precisa per il suo ritorno in campo. Il terzo, di un ragazzo che non perde la forza di combattere, nonostante la sfortuna che perseguita il suo ginocchio destro. Il primo crack è datato agosto 2011: durante il match fra il suo Villarreal e il Real Madrid, Pepito si rompe il legamento crociato del ginocchio destro. Va subito sotto i ferri, ma le cose non vanno per il verso giusto. E nell’aprile 2012 ha una ricaduta che lo porta a una nuova operazione. Il resto è storia nota a Firenze: il fallo di Rinaudo a gennaio 2014 sullo stesso ginocchio martoriato e un sospetto affaticamento muscolare, sempre lì al ginocchio destro, due giorni prima della prestigiosa amichevole contro il Real Madrid. L’artroscopia diagnostica negli States e un nuovo calvario per Pepito, che finalmente dovrebbe essere arrivato all’epilogo. Proprio alla fine del
di riabilitazione per i ragazzi che dovessero infortunarsi giocando, chiamati ‘Percorso Trauma Fast’. Si è tenuta una conferenza stampa in merito lo scorso 24 gennaio, alla presenza del direttore e del vicedirettore di ChiantiBanca, del presidente dell’Humanitas e di una rappresentanza della nostra società, tra cui ovviamente il presidente. L’iniziativa permetterà ai ragazzi e alle loro famiglie un notevole risparmio e comfort: tanto per fare un esempio, eviteranno di doversi recare al pronto soccorso in caso di infortunio”. Un’altra particolarità del Ponte a Greve Calcio è la presenza di una squadra femminile... Purtroppo da quest’anno abbiamo deciso di rinunciare a questa attività: avevamo problemi di spazio e le ragazze non erano seguite a dovere, non ci sembrava corretto. Abbiamo preferito dirottarle a Scandicci, dove possono coltivare la loro passione ed essere seguite come meritano. È una decisione definitiva? Al momento sì, non abbiamo la possibilità,
Giuseppe Rossi vede una luce in fondo al tunnel: quella del suo ritorno in campo. Il terzo di un ragazzo che non perde la forza di combattere
mese il ct Antonio Conte radunerà gli Azzurri a Coverciano, in vista della gara di qualificazione a Euro 2016 contro la Bulgaria, in programma il 28 marzo. E dell’amichevole con l’Inghilterra che si disputerà tre giorni dopo allo Juventus Stadium. Forza Giuseppe, la Fiorentina e la Nazionale ti aspettano. I.D.
come già detto, di offrire loro il giusto supporto. In un futuro più lontano, però, non è detto che non si possa ripartire! E la stagione sportiva? Come è cominciata? La nostra prima squadra sta giocando un buon campionato, e dopo la retrocessione in terza categoria della scorsa stagione ci auguriamo di riuscire a risalire subito. Anche gli Juniores stanno ottenendo buoni risultati, e siamo fiduciosi nella salvezza per gli Allievi A che, nella passata stagione, hanno acquisito i Regionali. Per il resto niente di particolare da segnalare... e poi è ancora tutto da vedere! Carlo Marrone
Web
polisportivaponteagreve.it Tel. 055.7322383
#Sport
Marzo 2015 | 19
La novità
E IN TOSCANA LO SPORT DIVENTA PIÙ SICURO Via libera alla legge regionale: tra gli obiettivi il contrasto al doping e la promozione dell’attività fisica nelle scuole La vicepresidente Saccardi: “Un modo per tutelare bambini e ragazzi, ma anche le realtà che operano in modo serio”
Nuove regole anche per l'affidamento degli impianti
Stefania Saccardi alla premiazione del Pegaso per lo sport 2015
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n Toscana sarà più facile e più sicuro fare sport. Lo scorso mese il consiglio regionale ha dato il via libera alla legge sulla “Promozione della cultura e della pratica delle attività sportive e ludico-motorie-ricreative e modalità di affidamento degli impianti sportivi”: una nuova legge sullo sport che ha tra i suoi obiettivi il contrasto al doping, la valorizzazione del talento agonistico, la promozione dell’attività fisica nelle scuole di ogni ordine e grado e la valorizzazione delle tradizioni sportive locali e del volontariato. La legge prevede inoltre nuove regole sulle modalità di affidamento degli impianti sportivi. “Per aprire o avere in ge-
stione una palestra o un campo sportivo – spiega la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi – serviranno precisi requisiti dal punto di vista non solo tecnico, igienico-sanitario e di sicurezza degli impianti, ma anche di qualificazione professionale di istruttori e allenatori e della qualità del servizio. È un modo per tutelare chi fa sport, in particolare i bambini e i ragazzi, le loro famiglie e anche le realtà sportive che operano in modo serio e rigoroso”. Secondo la nuova legge, la scelta del soggetto che gestisce un impianto dovrà tenere conto tra l’altro dell’esperienza nel settore, delle tariffe praticate e dei prezzi d’accesso, dell’affidabilità
economica, dell’assenza di posizioni debitorie nei confronti dell’ente affidatario, della compatibilità dell’attività sportiva esercitata con quella praticabile nell’impianto e dell’eventuale organizzazione di attività a favore dei giovani, dei diversamente abili e degli anziani. “È stata rivista in modo radicale la disciplina precedente – dice il presidente della Commissione istruzione, cultura e sport del consiglio regionale Gianluca Parrini – e, nel rispetto dell’autonomia regolamentare dei Comuni, che dovranno stabilire i criteri di affidamento in gestione, sono stati individuati alcuni concetti per far sì che l’entità e la durata dell’affidamento siano commisu-
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Il Reporter del Q4 raggiunge le famiglie del quartiere 4 di Firenze.
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rati agli interventi di miglioramento degli impianti stessi, che gli affidatari si impegneranno a fare”. La nuova legge regionale sullo sport è il risultato della collaborazione di forze politiche diverse: è la sintesi di tre proposte di legge, presentate rispettivamente dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, da quello del Partito Democratico e dalla giunta regionale per revisionare e accorpare le leggi esistenti, vecchie rispettivamente di quindici e dieci anni. “È il risultato di un lavoro prezioso e a costo zero per i toscani: la nuova legge non graverà in alcun modo sul bilancio della Regione”, conclude la vicepresidente Saccardi.
20 | Marzo 2015
#Rubriche
A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI
la fiera dei contratti
D
urante il periodo che precedeva la Pasqua, fino ai primi del Novecento, avevano luogo a Firenze le prime fiere dell’anno dette “quaresimali”, molto frequentate dai diversi ceti sociali. Tutti partecipavano, grandi e piccini, con grande gioia e divertimento. Vi erano i variopinti baracconi con le giostre, gli spettacoli dei saltimbanchi, detti anche “forzatori” e le spassose disturne, nelle quali i faceti “poeti” si scambiavano salaci motteggi in versi, provocando l’ilarità dei presenti che, sgranocchiando nocciole, semi di zucca salati e brigidini, passavano allegramente pomeriggi e sere. La quinta domenica di Quaresima aveva luogo a Porta Romana la caratteristica Fiera dei Contratti, alla quale affluiva una copiosa e agreste quantità di persone da tutta la vicina campagna. Per i fiorentini giostre, disturne, nocciole e brigidini erano soltanto pretesti per parteciparvi: infatti la vera e buona ragione era quella di vedere la grande quantità dei contadini che aspettavano animosamente quel giorno, per combinare i “contratti” di matrimonio, volgarmente detti “pateracchi”. Questi accordi si effettuavano sotto l’oculata direzione del “cozzone”, cioè di un mediatore, intermediario fra le parti, che proponeva la trattazione della “dama” che il “damo” si era scelta, o meglio, che qualcuno aveva scelto per lui, ma anche per far conoscere candidate promesse spose ad altrettanti aspiranti mariti. C’è però da rilevare che, con il termine “cozzone”, erano chiamati in Toscana i sensali di cavalli, i quali svolgevano con competenza il patteggiamento fra venditori ed acquirenti degli equini. Spesso e volentieri questi cozzoni erano gli stessi che, per la fiera, si occupavano con uguale tecnica del negoziare, anche di matrimoni del contado. Messi l’una di fianco all’altro, ragazza e giovanotto, venivano innanzitutto sottoposti all’esame delle rispettive famiglie; quindi i cozzoni facevano incamminare l’impacciata coppia per il Viale del Poggio
Imperiale. Questo fu realizzato nel 1622 durante i lavori di ampliamento dell’omonima villa, dall’architetto Giulio Parigi per volere di Maria Maddalena d’Austria, allo scopo di migliorare l’accesso prospettico alla villa stessa dalla Porta di San Pier Gattolino, poi nell’800 denominata Porta Romana. L’amena salita, tagliata tra due sponde di cipressi e lecci, era percorsa dai due “morosi” sotto il divertito sguardo degli ironici fiorentini, già presenti ed in trepidante attesa. Strada facendo il cozzone metteva in rilievo ai familiari i pregi dei due candidati, sottolineando robustezza, andatura e tutto ciò che poteva servire a dimostrare l’idoneità fisica dell’uomo al duro lavoro dei campi e le doti giunoniche della donna riguardanti la prosperità del petto e la larghezza dei fianchi quali doti di auspicate e numerose maternità. Infatti, si soleva dire che le ragazze da marito, per essere considerate belle, dovevano avere tre cose nere: ciglia, occhi e capelli; tre bianche: unghie, pelle e denti; tre voluminose: cosce, natiche e seni. Così come accadeva per il cozzone a conclusione della trattativa degli animali, a pateracchio concluso, avveniva la consegna del compenso anche al mediatore di matrimoni, che quasi sempre consisteva nel regalo di una camicia. Dono molto allusivo in quanto al mediatore, che aveva favorito l’unione, spettava una camicia mentre il futuro sposo avrebbe goduto tutto il resto... cioè quello che conteneva una camicia da notte! Naturalmente lo spasso dei cittadini intervenuti alla fiera era quello di osservare e dileggiare quei pittoreschi gruppi di coloni con l’indaffarato sensale, sparsi qua e là fuori porta, che contrattavano, guardavano, ammiccavano, questionavano come al mercato, con le ragazze appena affacciate al “mondo Firenze” con il viso rosso dalla vergogna, anche per gli apprezzamenti saettati dai divertiti spettatori, intervenuti appositamente per godersi il curioso spettacolo. LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI Web artusi.net
Il Pungiglione
i pettegoli che fanno la “spia” su internet
C
i sono cose che iniziano proprio a inquietarmi. La vendita dei dati personali è sicuramente una di queste. Giorni fa sono stato su uno di quei siti dove ti calcolano l’età pensionabile. Il giorno dopo mi sono arrivate due email: la prima era di una badante, la seconda di un notaio per il testamento! Cosa fanno, anticipano le mie esigenze? Sarebbe come se un cliente entrasse in farmacia per comprare un sonnifero e il commesso gli vendesse anche una confezione di Viagra: “Le assuma contemporaneamente, così quando dorme anche sua moglie ne avrà dei benefici!”. Per la cronaca riporto anche la risposta sul calcolo dell’età pensionabile. Ho digitato precario da trent’anni, età pensionabile? Risposta: bella battuta! Internet è un mezzo di comunicazione magnifico ma il prezzo da pagare è un controllo totale sulle nostre vite. Possibile che io su internet non possa cliccare su una bicicletta da corsa senza che il giorno dopo mi arrivi via email il catalogo delle borracce? Chi è che fa la spia? Ci dev’essere qualcuno che tutto il giorno sta sul sito delle biciclette da corsa e appena io esco lo va a dire in giro a tutti: a quello delle borracce, a quello dei sellini, agli spacciatori (non si sa mai, volessi doparmi!). A questo signore mi sento di dirgli solo una cosa: pettegolo! ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista
Web
andreamuzzi.it
22 | Marzo 2015
Lettere
Editoriale dalla prima
Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it GIARDINI DELLA MONTAGNOLA, “IL MIO GRAZIE AGLI ANGELI DEL BELLO”
Spett. Redazione, con riferimento all’argomento di cui all’oggetto ed alla lettera della Fondazione degli Angeli del Bello da Voi pubblicata su Reporter del mese di Gennaio 2015 voglio, con la presente, pubblicamente ringraziare la Fondazione di cui sopra per aver preso nella dovuta considerazione la mia lettera (Reporter ottobre 2014) e per l’interesse dimostrato per riportare i Giardini della Montagnola (Coverciano) al passato splendore e di sicuro riusciranno nel loro intento. Ritengo senza ombra di dubbio di poter affermare che la Fondazione Angeli del Bello è un esempio di serietà e di amore per la nostra bella città! Una Fondazione che va fortemente sostenuta da tutti coloro, compreso ovviamente il sottoscritto, che amano Firenze e le sue bellezze. Distinti saluti. Claudio N.
“CHI DEVE OCCUPARSI DI PIAZZA SS. GERVASIO E PROTASIO?”
Mi piacerebbe avere una risposta su quanto sto per scrivere. Ricevo il Vs. Reporter, molto gradevole e piacevole, grazie. Di chi è la piazza, per competenza, Ss. Gervasio e Protasio? Piazza di fronte alla chiesa. Non penso sia della Parrocchia, ma del Comune. È una vergogna: piante di lecci mai potate, aiuole mai vangate, aiuole piene di sporcizia. Fra l’altro quando piove le frasche battono nel collo dei passanti. Se è impossibile eseguire una potatura e manutenzione, perché fu realizzata quella struttura che se fosse regolarmente pulita non sarebbe disdicevole! Franca
VIA DELLA NAVE DI BROZZI, “SODDISFATTI PER I LAVORI”
A nome di tutti i residenti che facendo sentire la propria voce nel richiedere il risanamento di via della Nave di Brozzi, desideriamo esprimere la grande soddisfazione nella constatazione del magnifico lavoro eseguito, spingendosi oltre la fatidica “regola d’arte”. Vorremmo per questo, ringraziare pubblicamente, in primis il nostro sindaco Dario Nardella che non ha mancato di presenziare all’inizio dei lavori, ma non di
meno tutti i dirigenti che hanno lavorato impegnandosi, affinché il progetto potesse arrivare a buon fine. Un grazie particolare, lo vogliamo esprimere nei riguardi dei progettisti, i quali superando se stessi sono riusci a creare un marciapiede agevole e ben protetto dove le persone anziane e le mamme con i passeggini possono transitare senza paura di essere investite da incauti automobilisti. Ancora un grazie, per le maestranze che si sono dimostrate altamente capaci nell’eseguire i lavori affidati, curando tutta la sede stradale fin nei minimi particolari. Grazie di cuore a tutti. Il comitato Via della Nave di Brozzi
“VIABILITÀ, UNA MODIFICA PER VIA MASACCIO”
Vorrei far presente una modifica alla circolazione stradale di via Masaccio, che a costo zero, si renderebbe molto utile a snellire il traffico. Tutti i veicoli che sono diretti al supermercato provenienti da sud, devono passare davanti allo stesso, arrivare al viale Don Minzoni, girare in via Luca Giordano e poi in via Frà Bartolommeo dove c’è l’entrata del supermercato. Dopo per tornare via devono rifare lo stesso giro e percorrere tutta la via Luca Giordano. Per ovviare a tutto ciò basterebbe togliere il cartello stradale che all’incrocio tra via Masaccio e via Frà Bartolommeo obbliga ad andare solo a sinistra o a dritto, in modo che potendo girare anche a destra si potrebbe subito accedere al posteggio del supermercato e uscendo si riprenderebbe subito la via Luca Giordano, evitando di fare ben due giri di un isolato di 200 o 300 metri, dove nei due lati di via Masaccio e viale Don Minzoni il traffico risulta sempre intenso e regolato da un semaforo, che sarebbe così evitato. Anche altri punti di via Frà Bartolommeo è percorso nei due sensi con i posteggi su entrambi i lati e in special modo questo tratto resterebbe sempre solo a servizio dei residenti e di chi va a far la spesa. Ringraziando porgo cordiali saluti. Carlo Antonio B.
“INDISCIPLINA, I CICLISTI GLI ULTIMI A POTER FARE CRITICHE”
il Sig. A.B. criticava, giustamente, l’indisciplina e la maleducazione dei ciclisti. Nel condividere in pieno gli argomenti riportati dal sig. A.B. vorrei ricordare alla suddetta ‘Daniela C.’ che la stessa ne fa una questione di educazione e sulla maleducazione degli automobilisti si possono riempire pagine ma i ciclisti sono gli ultimi utenti della strada che possono fare critiche e lamentarsi. I ciclisti difficilmente si fermano al rosso, tirano dritto sulle strisce pedonali, pedalano tranquillamente contromano, viaggiano in mezzo alla strada, ecc. E questa sarebbe soltanto indisciplina; ma la suddetta ‘Daniela C’ pensi all’automobilista, come me, che urta un ciclista passato col rosso o contromano: a chi crede che la Polizia Municipale dia la colpa? Chi crede che finisca in Tribunale? Quanti ciclisti sono assicurati? Oltre allo stato d’animo e al dispiacere di aver fatto male ad una persona, anche se colpevole, pensi a quante grane va incontro l’automobilista. Dal lato economico c’è l’assicurazione Rca, eventualmente, per l’automobilista, ma il ciclista come li paga i danni materiali e morali che un automobilista come me richiederebbe? Cordialmente, Massimo P.
IL TAGLIO DEGLI ALBERI E LA LORO SOSTITUZIONE
Gentile Redattore, girando per la città, ho notato molti alberi tagliati (vedi: viali, Albereta, Cascine, giardini). Non sono contrario, di principio, al taglio delle piante, giusto se esiste un pericolo per le persone o si presentino nuove esigenze cittadine, ma perché non si provvede velocemente a togliere i ceppi e ripiantare nuove piante, magari in numero maggiore? La città parrebbe meno triste e, in caso di nuovi tagli, gli arboscelli sarebbero cresciuti ed avremmo sempre un numero considerevole di alberi. Mi chiedo anche come mai, i vari comitati, invece di protestare contro questi tagli, quasi sempre necessari, non si mobilitino e controllino affinché nei quartieri vengano sostituite le piante in numero maggiore, anche se spostate di qualche metro. Certo la protesta susciterebbe minor clamore, ma, a mio parere, avrebbe maggiore utilità. Grazie per l’attenzione
Sul numero di febbraio 2015 è pubblicata la lettera a firma ‘Daniela C.’ che commenta una precedente lettera pubblicata sul numero di dicembre 2014 in cui
RACCOLTA DEI RIFIUTI, “I ‘DIFFERENZIATI’ CI SENTIAMO NOI CHE FACCIAMO LE COSE PER BENE”
Ezio
Dall’altro, però, la cronaca – anche recente – riporta l’attenzione sulla necessità di costanti controlli su tronchi e rami, perché non si ripetano situazioni di pericolo. Controlli che nell’ultimo anno non sono mancati, così come non mancano i progetti che vedono protagoniste proprio le piante cittadine. Quanto ai giardini, Firenze ne conta (fortunatamente) diversi e di diverso tipo, dai grandi polmoni verdi alle piccole aree sotto casa. E visto che in questo periodo, insieme alle belle giornate, torna per molti fiorentini anche la voglia di trascorrere del tempo all’aria aperta, Il Reporter pubblica questo mese alcune “classifiche” dei parchi più adatti per dedicarsi ad attività “open air” come correre o organizzare pic-nic e feste per i bambini, ma anche per godersi, a stretto contatto con la natura, uno di quei panorami che solo Firenze sa offrire. Una sorta di “istruzioni per l’uso” per assaporare al meglio l’arrivo della bella stagione. Ma marzo è anche il mese di un’altra importante ricorrenza, la festa della donna. Ricorrenza che – seppur nel tempo, secondo qualcuno, ha finito per assumere un sapore fin troppo commerciale – ricorda quelle che sono state (e che sono) le tante battaglie portate avanti, accendendo i riflettori anche su discriminazioni e violenze che continuano ancora oggi troppo spesso a vedere le donne come vittime. Un appuntamento, insomma, quanto mai attuale, che il nostro mensile ha voluto celebrare in “salsa fiorentina” rendendo omaggio a quelle figure femminili che hanno fatto la storia della città e non solo. E ancora, su Il Reporter trova poi spazio la presentazione di alcune passeggiate “speciali” che portano alla scoperta di una Firenze insolita. Un’occasione per conoscere una faccia diversa della città. Ancor meglio se sotto il mite sole di primavera. MATTEO FRANCINI
IL REPORTER RISPONDE
Sono residente a Campo Marte, in via del Pratellino, dove fanno bella mostra i cassonetti della raccolta differenziata ma, osservando bene, vedi nell’organico gettare di tutto di più, e spesso quello che fa fatica infilare in uno qualunque dei cassonetti.... scarpe, pezzi metallici, cartoni, plastiche etc, viene lasciato in terra o appoggiato su una moto che parcheggia fissa tra cassonetti e marciapiede.... ultimamente un residente “ha osato” mettere un cartello per invitare a gettare i rifiuti nel relativo cassonetto ma, da mattina a sera, è stato stracciato... è quindi diventato “normale” (come forse poteva essere prevedibile) non usare la chiavetta o essere “sconosciuto” al Quadrifoglio per non averla presa, forse per non pagare i rifiuti? I “differenziati” si sentono quelli che, con buona volontà e civiltà cercano di differenziare i rifiuti, che pagano la bolletta... anche per gli altri!! Forse ci vorrebbero dei controlli mirati, nell’interesse dei “differenziati”, del Quadrifoglio e di tutti. Una residente
Cara lettrice, forse troppo poco spesso viene sottolineata l’importanza della raccolta differenziata dei rifiuti. Capita anzi che di questo argomento si finisca per parlare solo (o quasi) in situazioni di emergenza come quelle che di tanto in tanto si verificano in alcune città italiane, che fanno balzare la questione dei rifiuti alla ribalta della cronaca nazionale. Situazioni “estreme” che a Firenze non si sono riscontrate e che non devono verificarsi. Serve, però, anche l’impegno da parte dei cittadini. E in questo senso, se non tutti mostrano di avere senso civico e buona volontà – come purtroppo appare evidente dallo stato in cui versano certi cassonetti – alcuni controlli mirati possono certamente essere utili, per “incentivare” chi già non lo fa a gettare la spazzatura nel modo corretto. Così come utili sono i nuovi servizi e le nuove modalità di raccolta che Quadrifoglio sta attivando in diverse zone di Firenze per dare ai cittadini la possibilità di differenziare di più, meglio e più facilmente. Perché – non va mai dimenticato – stiamo parlando di un tema fondamentale per l’ambiente, per la città e, di conseguenza, per la salute e la qualità della vita dei suoi abitanti. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it
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