Il Reporter Campi Bisenzio - Dicembre 2018

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DICEMBRE 2018

CAMPI BISENZIO | SCANDICCI

รก Foto di Matthias Gasser Brixen

ARIA DI FESTA

Mensile di infomazione gratuito

ilreporter.it


SI RIDE E SI PIANGE - TVE -

LA COMMEDIA DELL’ANNO - Fotogramas -

PIENO DI UMANITÀ - El Mundo -

NON CI RESTA CHE VINCERE CAMPEONES una commedia di

JAVIER FESSER

AVEVANO TUTTO DA PERDERE… TRANNE LA LORO AMICIZIA

DAL 6 DICEMBRE AL CINEMA STENSEN VIALE DON MINZONI 25 FIRENZE - WWW.STENSEN.ORG

A N T E P R I MA MARTE DÌ 4 D I C E M B RE


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Editoriale

Siamo tutti più realisti FRANCESCA PULITI

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e vi aspettavate un editoriale natalizio sull’onda del siamo tutti più buoni rimarrete delusi. Gli amanti del Natale come me troveranno pane per i loro denti nelle prossime pagine (e anche un po’ di pandoro, ma gluten free). Chi non lo ama o non lo festeggia troverà spunti a sufficienza per prenderci in giro per i prossimi 12 mesi. Stelle e lustrini li lascio a qualcun altro, qui troverete una dose di realismo. Le festività sono comunque un momento di riflessione per tutti noi. È il momento in cui dobbiamo fare i conti con l’immagine che abbiamo di noi stessi e le aspettative che hanno gli altri per noi. Siamo costretti a confrontarci con coloro che rifuggiamo per tutto l’anno: i nostri parenti. Ce l’abbiamo fatta? O faremo ancora una volta la figura dei falliti nei confronti del cugino realizzato o del fratello maggiore? Nostro padre smetterà di trattarci come bambine ribelli o giovanotti scansafatiche, ora che abbiamo dei figli? Riusciremo a dimostrare che valiamo qualcosa? Quest’anno propongo un esercizio di stile: siamo realisti. Prendiamo coscienza dei nostri limiti, ma anche dei nostri pregi. Qualche tempo fa un amico mi ha raccontato di quanto fosse frustante per lui l’essere sempre superato da professionisti di Milano nella fiducia presso i suoi clienti. Spesso riusciamo a presentarci meglio a chi non ci conosce e commettiamo l’errore di dare più fiducia a chi non fa parte del nostro cerchio magico. Succede in tutti i campi: crediamo di più all’agenzia di comunicazione di Milano, all’avvocato milanese o al ricercatore che si è trasferito all’estero. Proviamo a vedere le cose con più realismo e a valorizzare noi stessi e i nostri simili, a partire da quelli più prossimi. È un esercizio che dovremmo fare anche come comunità.

LA FOTO DEL MESE

L’attesa Foto del nostro lettore @stringscityfirenze Tagga @ilreporterfi nelle tue foto su Instagram, ogni mese pubblicheremo la più rappresentativa

CHE SUCCEDE IN GIRO 7 DICEMBRE

NEXTECH SPECIAL

La Fortezza da Basso pulsa nuovamente al ritmo della musica techno. Venerdì 7 dicembre Nextech Special porta a Firenze una lineup di livello mondiale, per un pubblico che negli anni è diventato sempre più ampio ed esigente: Adam Beyer, dj e producer svedese tra i più influenti della scena elettronica, Enrico Sangiuliano, artista tra i più amati in Italia, insieme ai dj resident Wooden Crate. Apertura porte ore 21, prevendite da 32 euro online.

8 DICEMBRE

F-LIGHT YOUR MIND

Il festival delle luci che ogni anno avvolge Firenze nel periodo natalizio a questo giro è dedicato a Leonardo da Vinci, in vista del 500/o anniversario dalla morte del Genio. Dopo il grande successo delle scorse edizioni, l’evento proporrà video-mapping di facciate storiche, sug-

gestive proiezioni, giochi di luce, installazioni artistiche, accompagnate da attività educative, visite speciali nei musei, spettacoli e incontri fino al 6 gennaio 2019. Tra i simboli della città coinvolti: Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio, Palazzo Medici Riccardi, piazza Santa Maria Novella, l’Oltrarno, torri e porte dell’antica cinta muraria.

15 DICEMBRE

FAVOLE AL PUCCINI

Le “favole” di Gianni Rodari si trasformano in un adattamento a cura di Andrea Bruno Savelli, sabato 15 dicembre alle ore 16.45: “Favole al telefono”, produzione della Scuola di Musica di Fiesole, è un divertente spettacolo di prosa e musica in grado di conquistare grandi e piccoli, stimolando la comunicazione tra generazioni e l’esercizio della fantasia. La magia prosegue venerdì 21 con la voce narrante di Daniela Morozzi e il sassofono di Alda Dalle Lucche in “Scende lieve” (ore 21). Posto unico numerato 12 euro esclusi diritti di prevendita.

27 DICEMBRE

LO SCHIACCIANOCI

Non c’è Natale (né Capodanno) senza “Lo Schiaccianoci”: il grande

classico di stagione, su musiche di Čajkovskij, torna al Teatro Verdi con l’impeccabile interpretazione dalla Moscow State Ballet, una delle più prestigiose compagnie di balletto classico di tutta la Russia, giovedì 27 dicembre alle ore 20.45. Biglietti in prevendita online dal 1° dicembre.

28 DICEMBRE

UN THÈ CON GLI EGIZI

Che c’è di meglio di una gita al museo con i più piccoli durante le festività? Appuntamento venerdì 28 alle ore 16.30 al Museo Archeologico Nazionale di Firenze (p.zza SS. Annunziata) per scoprire la sezione Egizia, seconda in Italia solo a quella di Torino. Dalle tecniche di mummificazione agli oggetti ritrovati nelle spettacolari tombe, un viaggio tra i simboli del potere, il culto dei morti e gli aspetti della vita del fascinoso antico Egitto. Durata della visita circa 2 ore, a cura di Cooperativa Archeologia. Prenotazione obbligatoria allo 055-5520407 e via mail: turismo@archeologia.it


4 dicembre 2018

SCANDICCI / CAMPI BISENZIO

Luminarie, abeti, mercatini Caterina Canneti

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iparte più intensa che mai la stagione natalizia scandiccese: fino al 5 gennaio, tante le iniziative per prepararsi al meglio all’arrivo di Babbo Natale (e della Befana).

Scandicci e campi Scandicci

Accensione degli alberi In piazza della Resistenza l’accensione dell’albero, alto ben 14 metri, è fissato per il 7 dicembre. Dall’1 al 24 Scandicci si illumina anche con il progetto di luminarie che coinvolge più di cento commercianti. Il 6 dicembre, abeti accesi nei quartieri (centro, Vingone, Casellina, Badia a Settimo, Le Bagnese), con la collaborazione delle scuole, mentre il 10 sarà la volta dell’albero della biblioteca.

Musica Concerto di Natale per pianoforte e violino, il 14 dicembre nella sala del Consiglio Comunale alle ore 21 per gli auguri alla città. Ma sarà già musica da domenica 9, con una street band in movimento da piazza Matteotti a piazza della Resistenza. Stesso percorso per il coro gospel itinerante dell’Athenaeum il 16, alle ore 15.30. Venerdì 21 alle ore 17.30 in biblioteca, inoltre, l’esibizione del coro L’altrocampo, oltre a letture e scambio di regali, mentre domenica 23 auguri in musica in piazza della Resistenza.

Presepi L’iniziativa “Scandicci e i suoi presepi” propone un laboratorio per gli alunni delle scuole, che realizzeranno il loro presepe con le tecniche e i materiali più diversi: il 20 dicembre alle ore 11, alla Fabbrica dei Saperi in piazza Matteotti, si inaugura la mostra di tutti i lavori. A San Vincenzo a Torri invece, grazie alla Pro Loco, i balconi delle case nel periodo natalizio saranno pieni di presepi fatti a mano. Mercatini Atmosfera magica in piazza della Resistenza, con il mercatino natalizio in venticinque casette di legno, dall’1 al 24. “Tutto quanto fa Natale” anche in piazza Matteotti, con ban-

carelle in due fine settimana (8 e 9, 15 e 16). Continuano le vetrine antiquarie tra piazza Matteotti e piazza del mercato: il giorno di Natale e il 30 dicembre.

á Foto di Leonardo Carpini

SCANDICCI

NUOVA AUTOFFICINA

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Per bambini (e non) Fino al 26 gennaio torna la pista di pattinaggio sul ghiaccio tra via Pantin e via Francoforte sull’Oder. I giorni 9, 16 e 23, in piazza Matteotti, via Pascoli e piazza della Resistenza, truccabimbi, bolle di sapone e giochi con artisti di strada. La biblioteca dei ragazzi sarà aperta al mattino nei giorni feriali delle vacanze di Natale, e il 5 gennaio, sempre in biblioteca, tutti ad aspettare la Befana con l’animazione degli Asini di Mercadante.


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SCANDICCI / CAMPI BISENZIO

e street band

si accendono per le feste Matilde Bernini

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eekend da favola per grandi e piccini per tutto dicembre, in attesa del Natale. Il programma completo degli eventi sarà disponibile sul sito del Comune www.comune.campi-bisenzio.fi.it Il calendario prevede laboratori natalizi nell’open space del Teatrodante Carlo Monni, letture animate per piccoli e piccolissimi a Villa Rucellai, il mercatino di Natale in piazza Matteotti, corredato di personaggi natalizi itineranti per le vie del centro storico. Si parte sabato primo dicembre e le attività continueranno fino a domenica 23 dicembre, mentre domenica 2 è previsto il mercato straordinario dalle 17 alle 20 in centro, con replica sabato 8 per tutta la giornata. Domenica 9 iniziative dedicate alla salute, al primo posto anche durante le Feste, in collaborazione con le associazioni del territorio. Per le vie del centro spazio anche alla danza. Sabato 8 e domenica 9 appuntamento inoltre al Teatrodante Carlo Monni con lo spettacolo per bambini “Bruno lo zozzo” di Andrea Bruni e Simone Frasca, ispirato al personaggio “anticonformista” amatissimo dai bambini. Sabato 15 dicembre motori in bella mostra, con le auto d’epoca

esposte nel centro storico, e folletti sui pattini. Domenica 16 concerto gospel in piazza Dante, musica e danza per le vie del centro, fra gli stand del mercatino natalizio. L’ultimo weekend prima di Natale ancora occasioni di shopping in centro:

domenica 23 si terrà nuovamente il mercato straordinario, con tanto di “invasione” festosa e colorata di personaggi danzanti. Il pomeriggio stesso, nel foyer del Teatrodante, uno spettacolo ispirato alle fiabe dei fratelli Grimm e di Andersen,

dedicato alle famiglie. Tutti i finesettimana, inoltre, i più piccoli potranno godersi le giostre in piazza Fra Ristoro e consegnare le letterine a Babbo Natale, presente in barba e pancione, con tanto di slitte. Se non sarà un Natale magico questo…

Campi

e a capodanno che facciamo? Scandicci

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ono arrivati primi al contest Young Rock Scandicci, durante l’ultima edizione della Fiera, e così hanno vinto la possibilità di aprire il concerto di Capodanno in piazza della Resistenza. “Siamo euforici per noi è un’opportunità pazzesca” spiegano i Medemo, giovane band rock formata da Emanuele Tarchi, Tiziano Praterisi e Stefano Ronchi. Presenteranno i successi del loro primo album “Io sono il mondo” e alcuni inediti. Il gruppo è attivo da un anno: nel settembre 2017 si sono uniti Emanuele, chitarra e voce, e Tiziano, batteria, poi tre mesi fa si è aggiunto Stefano al basso e alle seconde voci. I.Z.

Campi Inizia dicembre ed è già Natale, qualche giorno e siamo già alla fatidica domanda: cosa fare a Capodanno? A Campi Bisenzio le scelte non mancano, sia per trascorrere i giorni di vacanza delle festività natalizie, sia per chiudere in bellezza il 2018. Da metà novembre l’UCI Cinema ha completato il rinnovamento del multisala con una grande novità: la prima sala Imax in Toscana, che offre al pubblico immagini digitali più nitide, definite, contrastate e intense, accompagnate da un sistema audio immersivo. Ma dopo i classici cinepanettoni e un paio di cartoni animati arriva il momento di rilassarsi al caldo. Ad esempio, quello dell’Asmana Wellness Centre che anche per le prossime vacanze propone esperienze super rilassanti, sauna, hammam, stanze relax e cerimonie. Per il 31 dicembre appuntamento al Teatrodante Carlo Monni, con lo spettacolo “Briscola in cinque”. Oppu-

re en plein air con il dj set in piazza Dante dalle 23.30 a cura di Pehora Nera. E per cominciare bene l’anno il classico concerto di Capodanno si affianca alla solidarietà: ingresso a offerta libera per il concerto del baritono Devid Cecconi con il soprano Georgina Stelbow e al pianoforte il Maestro Massimo Barsotti. Gli introiti saranno devoluti alle scuole medie di Campi per la realizzazione di aule di musica. M.B.


6 dicembre 2018

SCANDICCI

Piano anti-traffico Per l’imbocco di Ponte all’Indiano Gianni Carpini

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ddio all’imbuto dell’Indiano, con quattro rotonde in più, una nuova strada per creare un collegamento agevole tra via Pisana e via Baccio da Montelupo, oltre all’allargamento della corsia finale del viadotto. È questa l’ipotesi su cui si sta lavorando per snellire il traffico all’ingresso dell’Indiano, sulla “sponda” scandiccese: lo studio di fattibilità è stato commissionato dal Comune di Firenze, a cui compete l’opera, ma che mira a risolvere gli ingorghi dell’intera zona di confine con Scandicci. A breve arriverà il progetto preliminare, anche se è troppo presto per dire quando inizieranno i cantieri. “È un intervento concordato con il nostro Comune, concreto e fattibile a differenza della vecchia idea, faraonica e poco realizzabile – fa notare Andrea Anichini, assessore alla mobilità del Comune di Scandicci – inoltre è attuabile in diverse fasi, per dare progressivamente risposte alle esigenze della circolazione”. Tramontata l’idea di raddoppiare il ponte sulla Greve, la nuova ipotesi prevede di creare una nuova strada tra via Baccio e via Pisana, abbattendo il traliccio dell’energia elettrica oggi presente all’altezza di via Frazzi, che però “rimarrà una strada residenziale, non interes-

sata dal flusso di traffico”, assicura Anichini. Il fulcro della viabilità resterà via Pestalozzi, dove sarà creata una rotonda all’incrocio con via Pisana. Una seconda rotatoria nascerà tra via Baccio da Montelupo e via di Ugnano, al posto del semaforo, una

terza fra via Baccio e la nuova strada, un’ultima all’ingresso del viadotto. Il piano prevede anche di rivoluzionare i sensi di marcia, per evitare di ingolfare il borgo di Ponte a Greve, e di ampliare la corsia del viadotto dell’Indiano in direzione di Scandic-

ci, nel tratto che va dall’uscita della Fi-Pi-Li allo svincolo per tornare nell’altra direzione. Per rendere più fluida la circolazione tra il Galluzzo e l’Indiano sono poi previsti altri interventi (vedi box) in zona Le Bagnese e Torregalli.

San Giusto e Le Bagnese si cambia U

na rotonda alle Bagnese e un nuovo percorso tra viale Nenni e Torregalli senza passare da San Giusto. Per liberare la zona est di Scandicci dagli ingorghi, ci sono due progetti di competenza del Comune di Firenze ma concordati con Scandicci. “Con il bypass del Galluzzo abbiamo assistito a un aumento del traffico, diretto a Ponte all’Indiano, che attraversa il nostro territorio – spiega Anichini – sono necessari interventi per sfruttare le principali direttrici di viabilità, come viale Nenni”. Se non ci saranno intoppi nella gara pubblica, a metà 2019 partiranno i cantieri per completare lo Stradone dell’ospedale: invece di incappare nel collo di bottiglia di via San Giusto, le auto provenienti da viale Nenni proseguiranno su una nuova strada (dove oggi esistono campi) per raggiungere l’ex caserma e quindi Torregalli. Intanto si attende il progetto esecutivo della grande rotonda delle Bagnese, da creare intorno al distributore di benzina per togliere il semaforo “secolare” all’incrocio fra via di Scandicci e via del Ponte a Greve. G.C.


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SCANDICCI

Botteghe aperte due volte l’anno Inlabor diventa un appuntamento fisso Ivana Zuliani

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ome nasce una borsa? Cosa sta dietro un paio di scarpe? Come prende forma una scultura? Per scoprire come lavorano artisti e artigiani nei loro atelier e laboratori, Scandicci propone “In LABor – Botteghe aperte”, iniziativa organizzata da Cna Firenze area Scandicci-Lastra a Signa. Ogni anno, in primavera e in inverno, è possibile visitare laboratori artigiani e studi d’artista per vedere la bellezza del Made in Italy: assistere alle fasi di lavorazione, visitare mostre e showroom, partecipare a lezioni d’arte, imparare tecniche di disegno e pittura, ascoltando dai protagonisti come hanno fatto della loro passione un lavoro. Primo appuntamento ad aprile, quando hanno partecipato trecento persone, replica l’1 e 2 dicembre. Ma l’evento sarà riproposto anche l’anno prossimo, diventando “un appuntamento fisso”, afferma Daniela Falorni di Cna Firenze. “L’idea nasce dalla volontà di far vedere le eccellenze che ci sono: Scandicci è legata soprattutto alle grandi firme, ma non ci si rende conto che è fatta di tantissime eccellenze artigiane”. Lo scopo è duplice: aprire le aziende e far vedere cosa vuol dire creare a mano, dando valore e dignità al mondo artigiano, e trasmettere le competenze alle nuove generazioni, facendo capire ai giovani che la manualità e la creatività offrono concrete possibilità di lavoro. Ecco per esempio le preziose passamanerie della Arpass, le borsette da sera di lusso firmate da Verniani oppure i lampadari in oro e argento o cristalli Swarovski di Euro Lamp, i gioielli Osvaldo Benvenuti, i quadri di Vidà Davide Vinattieri o i graffiti di Francesco Skim Forconi. Non sono solo aperture di spazi, sono visite guidate. “Gli artigiani e artisti sono molti contenti, hanno avuto numerosi riscontri”. E anche i visitatori: “Molti scoprono che quella azienda dietro casa che pensavano fosse anonima rappresenta invece un’eccellenza - spiega Falorni - non c’è niente di anonimo qui. Queste persone hanno messo la loro vita nel loro lavoro e lo raccontano con passione”.

E le ville che non ti aspetti

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artito lo scorso 10 novembre, il progetto Open Villas, sostenuto dall’Auser con la collaborazione di diverse associazioni di Scandicci, propone ai cittadini visite gratuite, il sabato mattina, alle meravigliose ville che si trovano sulle colline della città, con la guida dello storico dell’arte Leonardo Colicigno Tarquini (Young Artists) e di Gilberto Bacci (Auser). Per scoprire quale sarà la prossima tappa di questo affascinante viaggio tra arte e storia, è possibile prenotarsi ai numeri: 055.755188 e 055.0133001. C.C.


8 dicembre 2018

SCANDICCI

Tommy il cane degli scandiccesi

l’intervista (im)possibile Matteo Minà

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a i modi di fare tipici dei signori di un tempo, ma non è un essere umano. Passeggiando nel centro città è impossibile non averlo visto almeno una volta. É Tommy, un golden retriever dal mantello color orochampagne che vive con Dino e Tosca, una bellissima coppia di nonni di Scandicci. Di gran lunga è il cane 2.0 più famoso del luogo, visto che non c’è gruppo locale su Facebook dove non ci sia almeno una sua foto postata dai tanti fan, grandi e piccini. Pur essendo molto popolare e al tempo stesso sempre disponibile con tutti, Tommy non aveva mai raccontato pubblicamente la sua storia. Il Reporter lo ha “intervistato” nei pressi di piazza Togliatti, la sua zona preferita. Tommy, parlaci di te... Perdonami se mi siedo qui sulla panchina, ma ormai ho una certa età e il dottore mi dice che sono un po’ sovrappeso, anche se il mio padrone dice che è costituzione. Il riposo mi serve. Prego, fai pure. Anzi spiegaci dove hai imparato a stare seduto come le persone o in piedi sulle zampe posteriori in maniera quasi statuaria. Sono un autodidatta, non ti nego che mi alzo più volentieri sulle gambe dietro quando mi danno un biscotto o semplicemente per una carezza. A casa mi dicono che sono un cane da circo (abbaia, ndr). Sono nato all’allevamento Morlini di Reggio Emilia il 12 settembre 2009 e a due mesi e mezzo, appena svezzato, sono arrivato a Scandicci. La mia origine è a stelle e strisce, mio padre si chiamava Kevin. Sono stato accolto da Dino e Tosca che mi hanno subito fatto sentire parte della famiglia e ora in cambio faccio il badante di Dino, che ha 96 anni. Si vede che ti prendi cura di lui. Lo accompagno ogni mattina a comprare il giornale e prima di attraversare le strisce cammino

davanti a lui aspettando che sia al sicuro. Sono stato anche a trovarlo in ospedale con la tramvia. Sei molto educato e conosci il Galateo. Credi che sia lo stesso per i tuoi amici a quattro zampe? Se mi permetti, credo che il problema sia di chi educa

i miei simili. Un esempio su tutti: prima di prenderci sarebbe bene che le persone conoscessero le nostre necessità anche in base alla razza. E se Tommy le carezze ancora non riesce a darle, vederlo così buono e sensibile di certo scalda il cuore.

L’assessore diventa modella di Oliviero Toscani L a nuova campagna pubblicitaria di Benetton coinvolge anche Scandicci. L’immagine, firmata dal fotografo Oliviero Toscani ritrae un gruppo di professionisti scelti come “I nuovi volti dell’Italia che lavora”, raccontando l’integrazione. Negli scatti ci sono persone di origine straniera, tra cui un agente di polizia della questura di Enna, un sacerdote della provincia di Pavia, un imam di Roma e Diye Ndiaye. Quest’ultima, assessore alla pubblica istruzione del Comune, è ritratta con la fascia tricolore e abito tipico del Senegal, suo paese di origine. M.M.


O D N E V I R C STAI S A E R U A L I D UNA TESI A SULL ? E N O I Z A R COOPE

BANDO DI CONCORSO

PREMIO LEGACOOP TOSCANA Seconda Edizione

Possono partecipare tutti gli studenti dell’Università di Firenze. C’è tempo fino a maggio 2019. Il Premio Legacoop Toscana nasce per promuovere la ricerca accademica sui temi legati alla cooperazione e all’impresa cooperativa in ambito economico, sociale e giuridico. Saranno selezionate tre tesi di laurea magistrale discusse all’Università degli Studi di Firenze nell’anno accademico 2017/2018, ovvero entro la sessione di aprile 2019. Gli autori delle tre tesi vincitrici riceveranno un contributo da mille euro ciascuno.

Bando e informazioni su www.legacooptoscana.coop


Gianni Carpini

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er la lista di nozze hanno chiesto qualcosa di diverso. Non un viaggio verso mete esotiche, né costosi elettrodomestici. Il desiderio di Maria Leo e Simone Scali, contabile lei, elettricista lui, è stato un terreno da coltivare. Un sogno non a buon mercato, visto che sulle colline di Scandicci i campi valgono oro. Cinque anni dopo il matrimonio, il desiderio è diventato realtà: i due “sposini verdi” si prendono cura di cinquemila metri quadrati a Rinaldi, in via delle Prata, e su un quinto dell’appezzamento dal 2015 hanno dato vita al primo orto condiviso di Scandicci, gestito dall’associazione no profit “Orto x mille” che oggi conta settanta soci. Qui ogni anno una decina di famiglie, con un’età media tra i trenta e i cinquanta anni, impara i metodi di coltivazione naturale grazie a una rete di agricoltori. Merito della lista di nozze, diventata un po’ per caso un crowdfunding. “Abbiamo messo la nostra idea su internet e sono iniziate ad arrivare mail di apprezzamento e contributi da più parti, anche da persone che non conoscevamo – racconta Maria – ci siamo accorti di non essere i soli trentenni interessati alla coltivazione e abbiamo pensato di dare questa possibilità anche a chi non può permettersi un terreno”. Nell’orto sinergico ai piedi di San Martino alla Palma, il percorso per le famiglie-contadine dura un anno. Dopo l’incontro del 5 dicembre, per spiegare le regole dell’orto, a gennaio iniziano tre mesi di laboratori: dieci incontri per conoscere l’abc delle colture

Gli sposini verdi con il campo condiviso naturali, come gli innesti e la potatura. Poi in primavera si scende sul campo, per mettere in pratica quanto appreso. Ogni nucleo familiare ha a disposizione trenta metri quadri di terra e versa un contributo che serve per assicurazione, acqua, impianti di irrigazione e strumenti di lavoro condivisi. Visto che le richieste sono molte, viene stilata una graduatoria per dare precedenza ai più giovani che non hanno diritto agli orti sociali. “Questa passione è contagiosa – dice Maria – l’orto sinergico è diventato un luogo di ritrovo, abbiamo creato anche uno spazio verde per eventi e laboratori, che periodicamente apriamo a tutti”. Per info: www.ortoxmille. it, info@ortoxmille.it.

E gli ortaggi “sociali” di Villa Doney M

ezzo ettaro curato da Slow Food e dai ragazzi disabili del Cui e del Centro Il Faro. Sono gli “Orti in città” presenti da tre anni a Villa Doney, a Vingone. Il terreno, di proprietà comunale, è stato affidato con un bando alle tre associazioni fino al 2025. Quest’anno il raccolto del campo gestito dal Cui – I ragazzi del Sole ha fruttato 250 chili di pomodori, assieme a melanzane, peperoni, aglio, zucche, finocchi, cavoli e carciofi. G.C.


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CAMPI BISENZIO

orto in condotta

quando le verdure si coltivano a scuola Matilde Bernini

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n gioco di consonanti e il temutissimo otto in condotta – funzionerà ancora, come dicevano i nostri genitori che con il 7 in condotta si ripete l’anno? – si trasforma in un progetto che vedrà i bambini delle scuole di Campi impegnati a studiare la coltura dell’orto, come vera e propria materia scolastica. Come dire, oltre a fare l’orto, attività da sempre amatissima dai più piccoli, c’è di più. C’è ad esempio la sensibilizzazione dei bambini sulla tematica del rispetto dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Ma c’è anche l’impegno per insegnare fin dalla più tenera età a privilegiare il mangiare sano, a stare attenti alla tutela del territorio, alla stagionalità e alla tipicità dei prodotti agricoli. Il progetto “Orto in condotta” è promosso dal Comune di Campi Bisenzio in collaborazione con un partner di eccezione come SlowFood Italia e coinvolgerà i 3 Istituti Comprensivi del territorio, in collaborazione con Qualità & Servizi. Del resto per fare l’orto, basta poco: per piccole coltivazioni, più che sufficienti per far sbocciare nei bambini la passione per il pomodorino fatto in terrazza, si possono utilizzare gli spazi esterni alla scuola. Basta avere a disposizione un cortile, un piccolo pezzo di terra e un po’ di buona volontà e pazienza, da parte degli insegnanti, per poterlo realizzare. “Coltivare un orto è un’esperienza che arricchisce i bambini e le bambine sotto molti punti di vista - dicono Monica Roso, assessore alla scuola, e Giorgia Salvatori, assessore alla partecipazione - potenzia le abilità manuali, offre occasioni di osservazione diretta sulla natura e l’ambiente, sviluppa solide conoscenze scientifiche, stimola un pensiero logico interdipendente. Significa anche attenzione ai tempi dell’attesa, maturazione di capacità previsionali, rispetto e cura per la terra, le piante e gli animali, rea-

lizzazione di un ambiente sereno, disteso e ludico”. Gli Orti in condotta si affiancano all’iniziativa “Centomila Orti in Toscana”, promossa da ANCI To-

scana e alla quale aderisce anche il Comune di Campi Bisenzio che a breve realizzerà i primi orti sociali campigiani in via Marconi, a Capalle. Un bel segnale di atten-

zione al territorio e una importante occasione di socializzazione per i cittadini che parteciperanno alle attività. Tutte le info sul sito del Comune.

da 40 anni il sugo è bio

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uarant’anni di prodotti biologici. Tanta qualità ed esperienza nell’azienda bio più famosa in Italia, che si chiama, non a caso, Il Nutrimento ed ha la sede fra Campi Bisenzio e Calenzano, per la precisione in via Dante Alighieri 62 a Calenzano. Naturalmente non mancano i prodotti vegan, gluteen free ma quello che incuriosisce di più è l’alta qualità del cibo. Il nuovo stabilimento di Calenzano, infatti, è uno dei più grandi poli del biologico in Italia. Dotato di macchinari innovativi e all’avanguardia, colpisce per la pulizia dello stabilimento e per l’attenzione nella produzione. Un progetto importante, che può vantare una vera filiera corta: coltivazione, trasformazione e commercializzazione sono per buona parte solo di prodotti toscani. L’azienda sviluppa anche prodotti per conto terzi, utilizzando principalmente materie prime coltiviate in Italia. Ottime tutte le passate di pomodoro e fiore all’occhiello il pesto di

cavolo nero con pomodori secchi, una vera prelibatezza. Non mancano nemmeno i prodotti natalizi, il pandoro è davvero squisito, come la frutta secca acquistabile in qualsiasi quantità. L.M.


12 dicembre 2018

CAMPI BISENZIO

il 2019 che vorrei Cosa ci porterà il prossimo anno

secondo tre campigiani d’eccezione Matilde Bernini

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Elena Barretti, presidente Macramè Cooperativa Sociale Onlus “Vorrei che Campi nel 2019 fosse più accogliente. Vorrei che le diversità e le differenze venissero considerate come valore e ricchezza. Mi piacerebbe vivere in una città inclu-

he 2019 sarà? Lo abbiamo chiesto ad alcuni personaggi di Camoi Bisenzio, che hanno fatto a tutti i campigiani e al Reporter i loro migliori auguri per il 2019.

Emiliano Fossi, sindaco di Campi Bisenzio “Auguri di un 2019 sereno, in cui ciascuno di noi possa riscoprire i valori forti che caratterizzano la nostra comunità: solidarietà, rispetto, attenzione a chi è più debole, convivenza. Campi è una comunità forte e ben radicata, con valori precisi da cui attinge e che cerca di rendere contemporanei. Questo grazie all’impegno dei cittadini, sia i campigiani di lunga data, sia quelli “nuovi”. Credo e spero che nel 2019 potremo rafforzare un’idea di comunità aperta, inclusiva, collaborativa per ricreare una visione di futuro e speranza, quella visione che non è mancata alle generazioni passate, ma che rischia di mancare a quelle attuali. Vorrei che nel 2019 Campi facesse la sua parte, affermandosi come punto di riferimento di una dinamica collettiva. Come amministrazione, stiamo lavorando perché tutti i piccoli e grandi interventi, nel settore della viabilità piuttosto che del lavoro e della qualità della vita, contribuiscano a un 2019 denso di futuro per tutti i campigiani”. Andrea Bruno Savelli, direttore artistico Teatrodante Carlo Monni “Auguro a Campi Bisenzio, che dell’accoglienza e del benessere ha fatto la propria misura di vita, di continuare a lottare per essere una città accogliente. Negli ultimi anni ho visto Campi cercare di crescere, di rafforzarsi, di superare le difficoltà implicite nel momento storico, tentando di non lasciare indietro nessuno, senza fare distinzioni ma soltanto continuando a ‘essere umani’. E’ questa la straordinarietà che ho trovato in Campi Bisenzio e che ho

cercato di restituire al Teatrodante Carlo Monni. L’accoglienza, l’apertura nei confronti di tutti, che possano sembrare simpatici oppure no. Perché se Campi è una città aperta a tutti il teatro non può far altro che seguire questa meravigliosa traccia e cercare di essere sempre aperto. Viva Campi città aperta, viva Campi città dell’accoglienza, col sorriso”.

agevolazioni per i bus, c’è tempo fino al 31

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ampi più verde, grazie al contributo per l’acquisto degli abbonamenti ai mezzi pubblici messi a disposizione dal Comune di Campi Bisenzio, che punta ad aiutare le famiglie, ma anche l’ambiente, riducendo l’utilizzo dei mezzi privati. C’è tempo fino al 31 dicembre per presentare le richieste di contributo, esclusivamente attraverso la piattaforma F.I.D.O. sul sito istituzionale www.comune.campi-bisenzio.fi.it. L’agevolazione sul costo degli abbonamenti annuali corrisponde ad uno sconto per gli studenti pari al 17,5% (165 euro il costo dell’abbonamento scontato) e per i lavoratori al 15% (225 euro). M.B.

siva dove chiunque, indipendentemente dalla condizione economica, dal genere, dall’età, dalla provenienza, dalla religione possa essere accolto, crescere, autodeterminarsi e vivere in maniera dignitosa e rispettosa dei diritti umani. Perché siamo umani e l’umanità non va persa o dimenticata, né tantomeno sfruttata o calpestata.”


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CAMPI BISENZIO

il re del caffè della piana I

Matilde Bernini

migliori bar di Firenze non sono solo a Firenze. Da anni il maggiore riconoscimento del Gambero Rosso va anche ad un locale della Piana, che può fregiarsi delle ambite tre tazzine con tanto di tre chicchi di caffè. Analoghi delle forchette della guida Michelin e delle stelle che premiano l’alta qualità nel settore alberghiero, le tre tazzine per l’offerta complessiva del locale ed i tre chicchi per la qualità del caffè servito sono un trofeo difficile da ottenere. Per fare un esempio sono un traguardo a cui solo quest’anno è arrivato anche Gilli, lo storico locale di piazza della Repubblica a Firenze, icona cittadina dal 1733, che “con un piede saldo nel suo glorioso passato tiene lo sguardo ben fisso sul presente con una proposta attuale e articolata che non tradisce la sua storia ma ne fa un punto di forza” dice il Gambero Rosso. A TuttoBene, a Capalle, a Campi Bisenzio quasi Calenzano, a due passi dai Gigli però ad essere fra i migliori caffè decretati dagli esperti del Gambero Rosso ci sono quasi abituati. Non è certo la prima volta che il bar viene riconosciuto una eccellenza sul territorio fra Prato, Campi e Calenzano, forse merito di una scelta accurata delle materie prime. Per caffè e cappuccini infatti viene utilizzato esclusivamente espresso italiano certificato, mentre per chi ha un animo inglese c’è una raffinata selezione di tè provenienti da tutto il mondo. Da qualche anno la nuova

location ospita anche eventi, mostre e personali, è ampia e spaziosa, con il dehors che dà sulla strada, un po’ trafficata alle volte, ma più spesso tranquilla e assolata, e uno spazio a metà fra dehors e interno, dove ci si può fermare per leggere un giornale o lavorare in tutta tranquillità. Altro pezzo forte di TuttoBene sono i baristi esperti (formati presso la sede Essse Caffè Segafredo di Bologna) che garantiscono la qualità dei prodotti e sono capaci di consigliare

la colazione giusta, ma anche l’aperitivo giusto. Un aperitivo che intende “stuzzicare l’appetito, corteggiando il palato”. Aperitivo infatti e non apericena: invitanti “cicchetti” gastronomici “che non desiderano sostituire la cena ma anticiparne il momento con garbo, gusto e qualità” dicono da TuttoBene. Insomma un ottimo aperitivo natalizio, per farsi gli auguri con gli amici o i colleghi o per riposarsi dopo un pomeriggio di shopping.

Così la giornata dei campigiani può finire, bicchiere alla mano, con un vino, una birra artigianale, un cocktail o un soft drink da abbinare a foglie salate, assaggi di formaggi, panini bio con selezione di salumi e finger food. Viene il dubbio che oltre alle tre tazzine e tre chicchi, TuttoBene si meriti qualche altro premio. Di sicuro andrebbe riconosciuto il merito di un nome così benaugurante, che si sposa bene con ogni occasione e momento della giornata.


14 dicembre 2018

Lorenzo Mossani

O

biettivo pienamente raggiunto: buon cibo e inclusione hanno fatto visita nella Piana, per la precisione allo Spazio reale. Stiamo parlando di “PizzAut”, il progetto che ha come obiettivo quello di avviare un laboratorio di inclusione sociale attraverso la realizzazione di un locale gestito da ragazzi con autismo affiancati da professionisti della ristorazione e della riabilitazione. I ragazzi, infatti, sono stati avviati a una prima fase di formazione che ha consentito loro di studiare insieme a psicologi ed educatori la mansione più adeguata per ognuno di loro, poi sono diventati ottimi chef. “Troppo spesso – spiegano i promotori del progetto - i ragazzi con autismo sono esclusi dal mon-

CAMPI BISENZIO

una pizza al sapore di solidarietà

do del lavoro e dalle relazioni e non capiamo le motivazioni. Ci siamo resi conto che con attenzione, delicatezza e determinazione questa situazione si può cambiare e per questo abbiamo deciso di investire le nostre energie e le nostre risorse in un progetto capace di costruire oggi un presente e un futuro diverso, dove integrare le persone autistiche, non perché bisognose di aiuto, ma perché portatrici di

competenze e di benessere. Un locale per la famiglia ma anche per i giovani, un luogo dove stare bene e divertirsi con prodotti ricercati, un locale dai tempi lenti dove non bisogna andare a mangiare una pizza quando si hanno cinque minuti e poi si corre via ma dove trovarsi e ritrovarsi in una dimensione temporale e relazionale fuori dalle frenesie che mettono in difficoltà chi è affetto da autismo ma che fanno male anche ai cosiddetti “normali”. Un luogo lento, con prodotti biologici e di altissima qualità, serviti con altrettanta qualità”. Tutta la nostra comunità è stata partecipe con un sold-out! PizzAut è stato un successo e si è svolta nelle scorse settimane presso il ristorante della Fondazione Spazio Reale. Con un menu pensato appositamente per una serata fatta per stare insieme: gran tagliere toscano, selezione di pizze, patatine fritte, dessert dello chef e buon vino! Naturalmente, come spiega la direttrice di Spazio Reale Elisabetta Carullo, questo successo darà ancora più spazio al sociale negli eventi del 2019. Mangiare bene e sociale, ancora una volta hanno vinto!


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16 dicembre 2018

Impara l’arte del regifting e mettila sotto l’albero Vincenzo D’Angelo

È

statisticamente provato che ad ogni Natale si riceve almeno un regalo indesiderato. Secondo Ebay – il portale di e-commerce più famoso al mondo – lo scorso anno 19 milioni di italiani hanno ricevuto oltre 31 milioni di regali indesiderati. Come fare? Per non lasciare che i famosi calzini finiscano abbandonati in un angolo desolato dell’armadio, basta affidarsi all’arte del riciclo o, come dicono gli anglossassoni, regifting. Ma quali sono le regole per praticare questa particolare arte? Scarta i pacchetti con cura Se l’originalità del regalo della zia è ormai una certezza, assicurati di scartare accuratamente il pacco senza danneggiare la confezione interna del prodotto. In questo modo lo potrai riconfezionare secondo il tuo gusto decorativo, senza rischiare di dover cambiare l’intero packaging. Personalizza Aggiungi un bigliettino o una dedica personalizzata per rendere il pacco unico e personale. Basta utilizzare la citazione, i colori o il testo della canzone preferita del destinatario. Fai attenzione ai dettagli Osserva con attenzione eventuali dediche, passaggi sottolineati o piccole sorprese all’interno di libri e cataloghi. E assicurati che non ci siano scritte tipo “campione gratuito” o “vietata la vendita”, sono segni nefasti di oggetti che non possono essere riciclati o rivenduti (ma sopratutto prova che anche sei stato vittima di regifting!). Vendi online App e portali permettono di vendere o regalare oggetti. Oltre a Ebay, su Subito e Bakeca è possibile trovare acquirenti in città disposti a ritirarli direttamente a casa, mentre Depop funziona più o meno come un mercatino vintage in cui inserire i capi d’abbigliamento indesiderati e venderli al miglior offerente. Pagamenti solo via Paypal. Anche su Facebook ci sono tantissimi gruppi in cui rivendere o scambiare. Assicurati di scattare foto belle, chiare e di aggiungere una descrizione dettagliata, in questo modo avrai più possibilità di trovare utenti interessati.

Organizza un Riciclo Party Visto che tutti, ma proprio tutti, a Natale diventiamo vittime del regifting, perché non organizzare un party per riderci su? Ogni invitato deve portare il re-

galo indesiderato in forma anonima e, dopo qualche chiacchiera, un bicchiere di vino e un po’ di musica, si procede con l’estrazione dei regali. E addio sensi di colpa!

Presepi d’artista e il villaggio di Babbo Natale al Rivoli Boutique Hotel

L

egno, ceramica e terracotta, ambientazioni attuali e tradizionali: presepi come vere e proprie opere d’arte e il villaggio di Babbo Natale. Anche quest’anno il Rivoli Boutique Hotel di Firenze, dall’8 dicembre al 6 gennaio, apre le porte alla città grazie alla mostra di presepi creati dall’artista Claudio Ladurini e a una magica ambientazione che fa rivivere la favola di Babbo Natale e la sua “Fabbrica dei Giocattoli”. Per il settimo anno consecutivo il Rivoli Boutique Hotel propone una mostra con più di 30 presepi, tra cui uno straordinario con il ponte Morandi, dedicato ai volontari, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco che si sono impegnati per affrontare l’emergenza. Il ricavato andrà in beneficienza alla Fondazione Tommasino Bacciotti.

La decorazione? È fatta in casa Decorazioni con il cartone Probabilmente in casa avrai delle scatole di cartone. Aprile completamente e utilizza delle formine (facilissime da trovare online!) per ritagliare delle simpatiche decorazioni per l’albero o dei teneri bigliettini da aggiungere ai pacchi regalo. Statuine con la pasta di sale Bastano acqua, farina, sale e un po’ olio di gomito per dare vita a delle simpatiche statuine in pasta di sale, perfette per decorare la camera dei bambini o allestire un piccolo presepio spendendo una cifra irrisoria. Centrotavola con i tappi di sughero Posizionate su un piatto una candela abbastanza alta e larga all’interno di un portacandela. Circondatela con i tappi di sughero nella posizione che più vi piace, riempite i buchi con dei rametti di agrifoglio e delle piccole pigne et voilà... V.D’A. la vostra tavola sarà semplicemente favolosa!

á Foto di Paolo Matteoni


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IL PANDORO È GLUTEN FREE Elisabetta Failla

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a celiachia rappresenta l’intolleranza alimentare più frequente che colpisce circa l’1% della popolazione. Per questo oggi sempre di più i menu preparati per una serata in famiglia e con amici comprendono piatti “gluten free”. Grazie a Gaia Murarolli, fondatrice insieme a Chiara Brandi dell’associazione ChiaraGaia Cucina Giramondo senza Glutine, ecco alcuni consigli per preparare un menu delle feste adatto a chi soffre di questa intolleranza, ma ottimi per tutti. “In natura ci sono tanti cibi o materie prime che non contengono glutine – spiega Gaia – come la frutta, la carne, la verdura e le farine naturali”. La celiachia è causata da una reazione autoimmune al glutine contenuta in alcuni cereali come il grano, l’orzo, la segale. Tanti sono gli alimenti che lo contengono, in particolare pane, pizza, pasta e biscotti. “Se vogliamo preparare con le nostre mani il pane o la pizza – prosegue Gaia - basta usare la farina di mais, di riso, di grano saraceno, di legumi come le lenticchie, di sargo, quinoa o amaranto. Sembrano farine speciali, ma in realtà vengono usate normalmente in molti paesi del mondo”. In questo modo possono

á Foto di Paolo Matteoni essere preparati tutti i tipi di pasta, da condire con un sugo di carne o di verdure e, per i più bravi, dolci come il pandoro e il panettone. Nessun problema per i secondi: perfetto un arrosto con le verdure condito con erbe aromatiche oppure un tacchino ripieno di castagne o prugne o ancora un’anatra all’arancia. L’importante è utilizzare pentole, mestoli o piccoli elettrodomestici da cucina lontano da farine normali. “Consiglio di pre-

CAMICIA SU MISURA UOMO - DONNA A disposizione una vasta gamma di tessuti

parare i piatti senza glutine prima di cucinare pietanze cosiddette normali, pulendo il piano dove si cucina e le pareti del forno con un panno umido”, conclude Chiara Murarolli. Oggi i prodotti per per celiaci possono essere acquistati sia in negozi specializzati che nella grande distribuzione, facendo bene attenzione agli ingredienti in etichetta. Tra questi i prodotti della campigiana Probios, azienda leader nel settore

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Tutto ci sembra fuori moda, troppo lungo, troppo largo, giacche con spalloni. Mamma mia come farò? Niente panico, La Bottega del cucito è a tua disposizione per sistemare tutto. Hai dei pantaloni belli ma fuori moda perché troppo larghi nel gambule? La tua giacca preferita ha le spalle troppo grandi, ma il tessuto è favoloso? Oppure jeans bellissimi ma completamente usurati? Non c’è problema, porta tutto a La Bottega del cucito, dove troveremo insieme una soluzione!

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dell’alimentazione vegetariana biologica e per intolleranze alimentari. Anche molte pasticcerie fiorentine si sono adeguate alla richiesta di dolci natalizi senza glutine. Tra queste la Pasticceria Gualtieri a Porta Romana. Nessun problema per il vino in abbinamento ai piatti delle feste: si tratta di un alimento naturalmente gluten free. Un occhio di riguardo invece per la birra, dietro la cui etichetta potrebbero celarsi sorprese.

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18 dicembre 2018

Foto-trappole e multe:

caccia ai furbetti del cassonetto Gianni Carpini

Abbandono rifiuti, Le zone più colpite

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ite “cheese” e il sudicione è immortalato. Al momento sono dodici le foto-trappole che sorvegliano, in diverse zone di Firenze, i cassonetti più colpiti dall’abbandono selvaggio di immondizia: si tratta di dispositivi di piccole dimensioni che si attivano al passaggio delle persone, usati per pizzicare sul fatto chi trasforma le strade in discariche a cielo aperto. Non solo sacchetti colmi di spazzatura lasciati fuori dai contenitori, ma anche una vera e propria collezione di rifiuti ingombranti “messa in mostra” su marciapiedi e strade, come vecchi mobili, reti da letto, televisori, scarti edili e industriali. “A Firenze non c’è un’emergenza rifiuti ma c’è un’emergenza maleducazione. È il momento di dire basta: i cittadini devono sapere che saremo inflessibili”, ha tuonato il sindaco di Firenze Dario Nardella, lanciando la campagna anti-furbetti dei cassonetti. Un tassello di questo piano sono le microcamere, a cui si aggiungono i team che passano a setaccio le varie zone della città. Gli agenti della polizia municipale e le cinque squadre di ispettori di Alia (dieci a pieno regime) controllano, indagano e fanno multe, mentre quindici guardie ambientali volontarie, che presto raddoppieranno, danno una mano nel monitoraggio e nella segnalazione di situazioni critiche. Aumenterà poi il personale impegnato a rimuovere la “monnezza” lasciata lungo le strade e cresceranno anche gli addetti per il ritiro di materiali ingombranti a domicilio, servizio gratuito per le utenze domestiche. Abbandonare i rifiuti può costare caro. Per chi sgarra, la multa parte da 300 euro per arrivare a 3mila euro, sanzione che raddoppia nel caso di scarti pericolosi, mentre per quelli industriali si va sul penale, anche con l’arresto. La lista dei controlli è lunga: nei primi dieci mesi dell’anno sono stati 340 gli interventi effettuati, con 229 multe da parte della polizia municipale, un quarto in più rispetto al 2017. Ma le sanzioni superano quota 320 se si contano anche quelle elevate dagli ispettori ambientali di Alia.

N

on c’è una “zona rossa” per i rifiuti abbandonati, ma il fenomeno si sviluppa a macchia di leopardo. Le aree fiorentine più colpite, secondo i controlli, sono le strade tra via Baracca e Novoli, quelle tra via Pistoiese e via Pratese, la direttrice lungarno Aldo Moro - via Generale Dalla Chiesa e il quartiere dell’Isolotto. C’è anche il centro: a rischio le piazze intorno al mercato di San Lorenzo e i cassonetti vicino a piazza Indipendenza e piazza Madonna degli Aldobrandini, a due passi dalla G.C. Cappelle Medicee.

Per le segnalazioni Polizia municipale di Firenze 055.3283333 Alia 800888333 (199105105 da cellulare)

La mappa è online Tutto quello che c’è da sapere, dai cassonetti più vicini, alle date della pulizia strade fino al calendario e agli orari della raccolta porta a porta. Sul sito di Alia (www.aliaspa. it) è disponibile la mappa interattiva “RifiuMappa – Florence Waste Map”: basta digitare la strada di interesse e si visualizzano tutte le informazioni utili.

COME FARE PER... Rifiuti ingombranti Mobili, materassi, infissi, elettrodomestici voluminosi, potature di grandi dimensioni: il ritiro a casa è gratis. Per i rifiuti ingombranti basta chiamare il numero verde di Alia 800888333 (199105105 da cellulare): l’utente dovrà riportare il codice di ritiro e posizionare i rifiuti fuori dall’abitazione e in area pubblica.

Pile, olio, toner, farmaci, piccoli elettrodomestici Questi rifiuti, compresi quelli pericolosi e le lampadine a basso consumo, non vanno nel cassonetto: possono essere portati agli Ecofurgoni Alia, che secondo un calendario girano per dodici punti della città, e nelle 27 Ecotappe di Firenze (sedi di istituzioni, scuole, associazioni).

Batterie, vernici, inerti Vanno consegnati nei centri di raccolta Alia, due a Firenze (viale Guidoni e via San Donnino), tre nei comuni confinanti (Scandicci - via Charta, Sesto Fiorentino - via De Gasperi, Bagno a Ripoli - via di Campigliano). Qui è possibile portare autonomamente anche i rifiuti elencati nei punti precedenti.

Le conchiglie non sono organico I gusci dei molluschi, come cozze e vongole, sono molto duri e sono impossibili da “digerire” anche dagli impianti di compostaggio. . Per questo vanno nell’indifferenziato e non nell’organico.

Le forchette di plastica non si riciclano A differenza di piatti e bicchieri usa e getta, le posate non possono essere smaltite con il multimateriale, ma con l’indifferenziato, non essendo considerate “imballaggi”.

COSA NON FARE... Gli scontrini non vanno nella carta È uno degli errori più comuni: gli scontrini fiscali vengono stampati su carta termica, non è riciclabile. Vanno buttati nell’indifferenziato.


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non solo arno come stanno i nostri fiumi? Fannì Beconcini

L

e questioni della sicurezza idraulica e del rischio idrogeologico sono oggi più che mai attuali, soprattutto in considerazione dei recenti cambiamenti climatici e degli effetti degli insediamenti urbani e industriali realizzati in passato. Nell’area metropolitana fiorentina nell’ultimo decennio sono state predisposte misure e sono stati realizzati interventi per mettere in sicurezza il reticolo fluviale, limitare i danni passati e prevenirne di futuri. Il Consorzio di Bonifica Medio Valdarno è il principale attore di questo processo: “La manutenzione ordinaria e straordinaria e gli interventi strutturali mirati contribuiscono a ridurre la probabilità di allagamenti e dunque il grado di rischio idraulico, oltre che a rendere più belli e fruibili i nostri corsi d’acqua”, spiega Marco Bottino, presidente del Consorzio. “I cambiamenti climatici ci mettono di fronte a questa sfida e la cura del reticolo fluviale metropolitano è una responsabilità collettiva, di istituzioni e cittadini.” La competenza di fiumi e corsi d’acqua dell’area metropolitana di fatto è distribuita a vari livelli tra vari enti: le sponde dell’Arno sono gestite dalla Regione Toscana tramite l’Autorità di Bacino, gli altri fiumi e torrenti sono manutenuti dal Consorzio di Bonifica Medio Valdarno con apposite convenzioni con Regione e comuni. A oggi è stata completata la manutenzione ordinaria mediante sfalcio della vegetazione dei fiumi Arno, Mugnone, Terzolle, Vingone, Greve, Ema, Marinella, Marina, Garille e di tutti i canali della piana fiorentina,tra cui Fosso Reale, Fosso Macinante, Goricina, canali di cinta. Sono inoltre stati effettuati tagli selettivi, ovvero l’eliminazione di alberature pericolose che potrebbero essere abbattute dalle piene e creando ostruzioni lungo il corso: interventi recenti sono stati effettuati sul Mensola a Settignano, sul Mugnone alle Caldine, sull’Ema al Galluzzo e alle Cinque Vie, su tutta la Greve fra

Scandicci e l’Isolotto. Sono attualmente in corso due grandi opere strutturali: l’intervento sulle casse di espansione del torrente Mensola e la realizzazione dell’omonimo parco, opera da 11 milioni di euro che sta procedendo con l’obiettivo di finire entro l’estate 2019, e il progetto di riassetto dell’Arno, che ad oggi ha portato alla sistemazione della zona della Nave a Rovezzano fino a Villa La Massa, della Pesca-

ia di Santa Rosa e del tratto a valle dell’Isolotto nei pressi del Ponte all’Indiano. Lavori di manutenzione straordinaria e riqualificazione stati realizzati inoltre sul Mugnone tra il Ponte Rosso e il Ponte degli Alpini e sul Terzolle nell’area di Careggi a Firenze. Nel corso del 2018 il Consorizio di Bonifica ha provveduto alla risoluzione di diverse criticità su segnalazione di comuni, associazioni, cittadini: ri-

mozione di tronchi e materiali di deposito a seguito delle piene sul Vingone a Scandicci e sul Fosso del Loretino di Rovezzano a Firenze, ripristino degli argini del Fossetto Donnino a Campi Bisenzio e sul Canale di Cinta Occidentale a Sesto Fiorentino, rafforzamento dei muri di sponda e ripulitura degli alvei degli affluenti dell’Ema a San Michele a Monteripaldi nella zona delle Cascine del Riccio.

anche per i canali partono i lavori I l Fosso Macinante è un antico canale artificiale che dalla Pescaia di Santa Rosa si snoda lungo il parco delle Cascine e scorre parallelo all’Arno attraverso i quartieri di Peretola, Quaracchi e Brozzi fino a San Donnino fino a confluire nel fiume Bisenzio. Insieme al Canale Goricina delle Piagge e alle gore Martellina e Gualchiere di Remole è oggetto di un accordo tra comune e Consorzio di Bonifica, che dal 2018 ha preso in carico anche questi corsi d’acqua di competenza comunale occupandosi della ripulitura iniziale e della gestione ordinaria dopo anni di manutenzione scarsa o nulla. F.B.


OPI NIO NI

20 dicembre 2018

ICCHÉ SI MANGIA

OPINIONI

ICCHÈ SI DICE BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

UN CEPPO NEL CAMINO LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI

FOOD REPORTER OGNI MESE IN UNA CUCINA DIVERSA A CURA DI LAURA PICCIOLI

“Ho aperto il 3 dicembre 2010, alle porte di porta SanFrediano IO Osteria Personale – racconta il proprietario Matteo Fantini – con l’obiettivo di proporre il mio modo di fare ristorazione attraverso la scelta di prodotti di stagione, di ingredienti genuini, dei sapori della tradizione. Ho scelto di raccontarli a modo mio, inserendo nei piatti questa filosofia. Cambiamo stagionalmente la nostra carta perché crediamo nell’importanza di mangiare gli ingredienti giusti al momento giusto ed è per questo motivo che abbiamo realizzato un menù di capodanno capace di far risvegliare anche i sensi più letargici. Si comincia con tuorlo d’uovo cotto a bassa temperatura, spuma di pecorino, topinambur, nocciole e polvere di funghi porcini, per poi proseguire con polpo arrostito, purea di patate e limone, crema di riso affumicato e puntarelle. Come primo piatto abbiamo pensato ad un risotto d’orzo cacio, pepe, liquirizia, maggiorana e carciofi ed in aggiunta anche dei ravioli di pollo arrostito, brodo di miso, ginger e cavolo nero. Infine un filetto di maiale con cavolfiore, rafano, verza e senape ed un sorbetto di pera affumicata, cremoso di mandorla salata, meringa al cardamomo e bergamotto. Qui un piatto diventa espressione artistica e mangiare non è un bisogno ma un’esperienza”.

Una volta allorché si giungeva all’inverno, era uso dire: “Se metti un ceppo nel camino, Natale è vicino”. La locuzione suona come un avvertimento: attenzione fa freddo, siamo al canto del fuoco a goderci il crepitar della fiamma e Ceppo - ossia il Natale per i Fiorentini - la festa più celebrata dell’anno, è ormai prossima. Parola d’ordine: “fare il giorno di notte”, cioè portare luce e calore nel cuore di tutti. A Firenze, come in gran parte d’Europa, la sera del 24 dicembre, vigilia di Natale, era diffusa l’usanza di riunirsi intorno al camino dove ardeva un bel ceppo di albero, meglio se di quercia o di olivo. Infatti, era ritenuto che più a lungo ardeva il ceppo, più si sarebbe allungata la vita di tutti i familiari raccolti attorno al suo fuoco. Il rito prevedeva che fosse il più anziano della famiglia a scegliere il “ciocco” fra i vari pezzi di legno più grossi e stagionati, che poi benediva con il segno della croce e quindi collocava fra gli alari del focolare. Nel momento in cui il ceppo – cioè la base di un albero d’alto fusto - era ben infuocato, veniva battuto con le molle o la paletta di ferro, affinché sprigionasse una gran quantità di faville, dalle quali venivano tratti i più vari auspici propiziatori. Anche Dante, nella sua Commedia (Paradiso, C. XVIII, vv. 100-102) accenna a questa emotiva superstizione quando scrive: “Poi, come nel percuoter de’ ciocchi arsi surgono innumerabili faville, onde li stolti sogliono augurarsi” All’indomani mattina del 25 dicembre veniva poi raccolta la cenere del ceppo bruciato, per essere cosparsa sui campi o nei giardini a protezione della fertilità delle colture, o conservata in casa, perché questa fosse protetta dai malanni e dai fulmini. A Firenze si usava la parola “ceppo” anche quale sinonimo di regalo, probabilmente derivato dall’abitudine di donare, nel periodo antecedente il Natale, un vero e proprio ceppo di quercia o di olivo a chi ne fosse privo, o semplicemente quale omaggio augurale. I nostri antenati chiamavano “ceppo” addirittura il Natale, come pure i regali che nell’occasione venivano donati.

µ

Web: artusi.net Facebook: Artusi Firenze Luciano Artusi Artusi Ricciardo La parola “ceppo”, pur avendo più significati, era però legata dal comune denominatore di “festaregalo”, tanto da poter dire che, almeno per i più piccini, non c’era Natale senza doni, se non altro rappresentati dai particolari, affettuosi abbracci della mamma, della nonna e da quelli più solenni del babbo e del nonno. Ma ceppo era anche quella piramide triangolare allungata, realizzata in legno a due, tre o quattro ripiani, ornata di pine dorate, ramoscelli d’abete, fiori di carta colorata e candeline, il precursore dell’albero di Natale, poi definitivamente sostituito con il nordico abete. Ben disposti sui piani superiori del ceppo trovavano posto i regali desiderati insieme a dolci e frutta, mentre in quello più basso della piramide troneggiava un piccolo presepe. Ai nostri giorni la moda dell’abete ci ha fatto dimenticare questo nostro ceppo, ma poiché la moda cambia e si rinnova continuamente, potrebbe anche ripetersi e far rivivere il ceppo fiorentino? Speriamo!


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OPINIONI

ICCHÈ C’È LA CITTÀ CHE SI MUOVE E CHE SI MUOVERÀ

UNA POLTRONA PER TRE, UN NATALE DA SUPEREROI DAVIDE DEIV AGAZZI It’s that time of the year again, come dicono nella terra a stelle e strisce. Ovvero, è di nuovo Natale, con annessi, connessi e gli immancabili sconnessi, tipo il sottoscritto. Dai non fate quelle facce, che adesso la Fiorentina la comprano gli americani e ci toccherà imparare l’inglese a tutti. E giù con gli hamburger al posto del lampredotto, Mickey Mouse con la maglia di Antognoni e le cheerleader in curva Fiesole. Ma questa è un’altra storia. No scusate, ma ho talmente un’atavica avversione verso il Natale che già stavo svicolando dal tema, nel mio stesso articolo. Il Natale, quindi. Servirebbe uno di quei bignamini di sopravvivenza complottara, tipo quelli che vengono scritti per la fine del mondo o un’apocalisse zombie. Si tratta solo di sostituire i silenziosissimi e abulici non-morti con i vostri parenti ma poi i consigli per non passar a miglior vita rimangono i medesimi. Chiudersi in un bunker, molto cibo precotto, qualche copia del Reporter e tante munizioni per lo shotgun. Nel dubbio, mirate alla testa. Considerate che scrivo questo articolo a metà novembre e fuori ci sono le lucine ovunque ormai da un mese. Su Facebook già campeggiano arroganti i primi alberi di Natale. Se la soluzione drastica non fa per voi, teneri sensibiloni, ho paura che non vi rimanga che tentare la carta della riduzione del danno. Scelta passiva, ma dignitosa. Ecco, questo è esattamente l’incipit a un generico articolo sul Natale che avrei fatto fino allo scorso anno. Poi però, è successo qualcosa. E questo

ICCHÉ SI SCATTA TUTTI I COLORI DEL BIANCO E NERO

qualcosa adesso ha nove mesi, dieci quando leggerete il pezzo, è una piccola polpetta con gli occhioni che risponde al nome di Adelaide, mia figlia. E ha cambiato tutto. Incredibilmente, come mai in vita mia prima d’ora, mi ritrovo affascinato da lucine intermittenti, pacchiane candele profumate, smielatissime cartoline d’auguri che ritraggono per protagonista il mio neonato gruppo familiare, i dolci, gli abbracci ipocriti, i sorrisi di circostanza, gli ‘anche a lei e famiglia!’ di convenienza. Tutto. Quest’anno mi prendo tutto, pacchetto completo. Che non si dica che non sono un bravo babbo. La consueta depressione pre-natalizia, che ogni anno mi attanagliava fin dal primo odor di zenzero, non si è più fatta sentire. Mi ha pure bloccato su Facebook, per esser sicuri che non si abbia più niente a che fare l’uno con l’altra. La verità è che stavolta ho proprio voglia di godermela tutta, e pazienza se non è tutto oro quel che luccica, quest’anno luccicherà tutto a prescindere. Sarò il supereroe del mio stesso Natale, l’Avenger di Santo Stefano, l’X-Man sotto l’albero, creerò la mia personalissima nevicata come un novello Thor e sarò buono con tutto il vicinato manco fossi l’Uomo Ragno. Wolverine taglierà l’arrosto, quella Vedova Nera della mia compagna potrà finalmente vedere ‘Una poltrona per due’ (lo so, lo so, perdonatela, in fondo già deve sopportare me) e Hulk distribuirà i regali appena gli si sarà stappata la proverbiale vena. E Capitan America comprerà la Fiorentina ma questa, dicevamo, è un’altra storia. Tanti auguri a tutti. ps. Ciao Stan, fai buon viaggio, grazie di tutto. Il vero supereroe sei sempre stato tu. µFacebook: davide.agazzi Twitter: @deivagazzi

Paolo Matteoni organizza corsi di fotografia individuali e per piccoli gruppi. Prenota con lo sconto Reporter: paolomatteonifotografo@gmail.com

PAOLO MATTEONI Abbiamo appena finito di gustarci il nostro autunno, fatto di colori caldi, di umidità, di terra che all’orizzonte spunta già Natale; che ci chiama con la sua rutilanza di lucine, palline, vetrine piene di tinte brillanti e festose e coloratissimi ammiccamenti fotografici. Bene, siamo quindi pronti. Invece no. Per questo mese mettiamo al bando i colori: parliamo di bianco e nero! In fotografia, come del resto nel cinema, la prima impressione che ci fa il bianco e nero è di uno sguardo nel passato. Il cinema, il reportage, le fotografie fino agli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso erano per forza in b/n. Si stavano sperimentando i processi a colori, che comunque rimanevano molto costosi. Oggi invece siamo abituati a ricevere informazioni visive colorate, anche di fronte alla rappresentazione della realtà, sia su carta che su uno schermo qualsiasi. Oltretutto la qualità delle immagini è ormai altissima, quindi la sua capacità descrittiva è totale. Quindi, qual è il senso oggi di scattare foto in bianco e nero? Non ci sono più limitazioni di un tempo per scattare foto a colori, quando la qualità era scarsa e il costo alto. Dunque è un fattore di scelta personale, si potrebbe dire artistica; infatti è più facile che alla foto artistica sia associato il

bianco e nero piuttosto che il colore. A una foto in bianco e nero manca il colore! Questo elemento che sembra banale è invece fondamentale. È vero che avremo meno distrazioni, ma anche meno elementi descrittivi; infatti un bianco e nero, fatto di contrasti, luci e ombre, gradazioni di grigio risulta più carico di atmosfera. Proprio perché lascia più spazio a quella che potremmo definire immaginazione. Un b/n più che descrivere racconta, con tutto il fascino del caso. Ma non basta togliere il colore. Fin dall’inizio bisogna porsi un obiettivo: la foto in bianco e nero, anche se scattata inizialmente a colori, deve essere pensata in bianco e nero. Bisogna dunque abituarsi a togliere mentalmente il colore da ciò che vediamo e concentrarci su luci e ombre. Solo così otterremo un buon risultato. Oltre alle reflex e ai vari programmi di postproduzione, tutti gli smartphone hanno opzioni e filtri per il bianco e nero; proviamo ad utilizzarli con passione. Potremmo avere delle sorprese. Se poi vogliamo di più esiste una macchina fotografica che scatta solo in bianco e nero: costa come una utilitaria e poi bisogna aggiungerci gli obiettivi. Però deve essere meravigliosa… µpaolomatteonifotografo.com Facebook: PaoloMatteoniFotografo


22 dicembre 2018

affido: un’esperienza che ti cambia la vita... in meglio Lorenza Godani

I NUMERI 110 famiglie

affidatarie tra coppie e persone singole

17 nuove famiglie

inserite nel corso dell’anno 2017

13 nel primo semestre del 2018

80 i progetti di affidamento eterofamiliare in corso di cui 14 attivati nel primo semestre 2018

20 bambini

“S

e ti apri all’affido, l’affido ti apre alla vita”. Con questo slogan il Comune di Firenze ha lanciato, nel mese di ottobre, la campagna affidi 2018. L’iniziativa si è avvalsa di un’imponente campagna stampa e ci sono stati incontri formativi volti ad incentivare questa pratica e a diffondere le giuste informazioni. La campagna affidi e gli incontri tuttavia non si esauriscono col 2018 anzi, continueranno con un calendario di appuntamenti già fissati per tutto il 2019. A Firenze l’ufficio che si occupa dell’affido è il Centro Affidi e fa parte del Servizio Famiglia. Abbiamo intervistato la responsabile Sandra Di Rocco. Dottoressa Di Rocco, ci sono limiti di età per intraprendere la pratica dell’affido? “Non ci sono limiti di età per accogliere o aiutare un/a bambino/a in difficoltà. Possono diventare affidatari famiglie con o senza figli, coppie coniugate o conviventi, persone singole senza preclusioni riguardo all’orientamento sessuale, politico e religioso. Non vengono richiesti requisiti specifici, né viene cercata la famiglia ideale: ogni famiglia ha le proprie caratteristiche che possono rispondere ai bisogni di ‘quel’ bambino. Chi pensa di fare questa esperienza deve maturare una riflessione circa la disponibilità affettiva e la volontà di sostenere per

aspettano una famiglia o un single disposti ad accoglierli un periodo di tempo un bambino o un ragazzo; la condivisione di tutti i membri della famiglia nel diventare nucleo affidatario, figli compresi. Ma anche l’essere realmente consapevoli della presenza e dell’importanza della famiglia naturale nella vita del minore e la disponibilità a sviluppare un dialogo con gli operatori dei Servizi socio-sanitari nel corso di tutta l’esperienza di affido”. Prendere un bambino in affido, significa doversi assumere un impegno full time? “Assolutamente no. Ci sono varie tipologie di affido, a seconda delle necessità del minore e della disponibilità

della famiglia o del single”. Chi intraprende il percorso dell’affido, su quale sostegno può contare da parte delle istituzioni? “Il Centro Affidi del Comune di Firenze sostiene e accompagna le famiglie affidatarie durante tutta la durata del progetto, inoltre il Comune di Firenze prevede un contributo economico che varia a seconda della tipologia del progetto di affido attivato”.

Il Reporter Campi e Scandicci Anno XII n. 71 del 1/12/ 2018

Per avere più informazioni c’è il sito http://servizi.comune.fi.it/servizi/ scheda-servizio/affidamento-familiare.

INFO PUBBLICITÀ T. 055 6585939 email: info@edizionibunker.it

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Stampa Rotopress International srl Via Brecce, 60025 Loreto (AN) T.0719747511 Via E. Mattei, 106 40138 Bologna T.0514592111 Direttore Responsabile Francesca Puliti Redazione Tabloid soc.coop., Firenze (FI) T. 055 6585939 mail redazione@ilreporter.it Periodico d’informazione locale N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10.


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Niccolò Dainelli

L

a moda delle corse goliardiche è sempre più radicata e Firenze sta diventando un vero e proprio punto di riferimento per le corse più folli e divertenti al mondo. Al Parco delle Cascine dopo l’Halloween Run è tempo di replicare con la Babbo Running. Natale è ormai alle porte e cosa c’è di meglio di una grande parata di runners con il costume di Santa Claus? Cinque chilometri a ritmo libero e un tour in sette città italiane fino al 23 dicembre. Un evento ludico-sportivo carico di allegria, ironico e divertente, nato a Milano nel 2011 e cresciuto negli anni oltre ogni aspettativa, coinvolgendo sempre più appassionati di tutte le età, fino a diventare un autentico street show. Una festa pre-natalizia per l’intera città. L’8 dicembre la gara arriverà per la prima volta a Firenze. Quella toscana sarà la prima data del tour italiano dei Babbi Natale, che ogni anno si allarga lungo lo stivale, da Catanzaro a Novara, passando per Milano, Brescia, Como e in conclusione Bergamo, il 23 dicembre. La Babbo Running torna in Toscana dopo il successo dello scorso anno quando fece tappa a Prato. Il ritrovo è fissato alle Cascine presso il Babbo Running Village, un’area interamente

la corsa pazza dei babbi natale dedicata ai partecipanti, dove ci si potrà iscrivere e ritirare il kit gara, con dj set e speaker di Radio 101, la radio ufficiale dell’intero tour. Qui sono previste attività ludico-sportive, riscaldamento e show con ospiti e testimonial.

Il Village aprirà sabato 8 dicembre alle ore 8.30 in piazzale Kennedy, mentre la partenza è prevista alle ore 10.30. . La partenza è prevista per le ore 10.30Alla fine della corsa i partecipanti potranno riprendere le energie con un rifresco,

accompagnato da intrattenimento e animazione per i piccoli aiutanti di Babbo Natale (fino alle 13). Per info e costi visitate il sito internet www. babborunning.it o la pagina Facebook Babbo Running.

spazio IMMERSIVO delle arti della scena del corpo un progetto ts krypton | ideazione giancarlo cauteruccio e massimo bevilacqua

inizio spettacoli ore 21.30

in collaborazione con

sponsor


24 dicembre 2018

Elena Giorgi e Caterina Canneti

E

ccoci, siamo di nuovo a quel punto dell’anno in cui siamo costretti a dover rispondere alla fatidica domanda: “che cosa farai a Capodanno?”. Fra concerti nelle varie piazze, festeggiamenti al teatro e al cinema o nottate nei club fiorentini, quello che è sicuro è che Firenze offre, tutti gli anni, numerose soluzioni a questo dilemma. Ovviamente il concerto di San Silvestro in centro resta la scelta più praticata ed è per questo che noi del Reporter, abbiamo parlato con varie personalità per sapere quale sarebbe, se potessero scegliere, il loro concerto di Capodanno ideale.

CULTURA

Sogno di una notte di San Silvestro…

Simone Centinèo Attore comico e cabarettista scandiccese, autore di hit nostrane (Fi Pi Li Song) e videomaker Il concerto dei miei sogni sarebbe con Antonello Venditti, il mio cantante preferito. La playlist che consiglio? Si parte naturalmente con Antonello Venditti: Che fantastica storia è la vita, Alta marea e Lilly; poi farei un omaggio a Francesco Nuti con Sarà per te; Drake, Passionfruit; L’orchestra di Hans Zimmer, A dark night; Nicola Piovani, Buongiorno principessa; Lucio Dalla, Le rondini; Micheal Bublè, Home (lui ci sta); Ultimo, Il ballo delle incertezze; Disclosure feat Sam Smith Omen (almeno si balla). Luca Marino Consigliere al Comune di Scandicci, musicista e insegnante di percussioni, direttore dell’Orchestra Leoncavallo e dei Flam percussion, organizzatore del Concorso musicale nazionale Città di Scandicci Il protagonista del mio concerto ideale sarebbe Renato Zero. La playlist consigliata: sempre di Renato, con canzoni come Il cielo e Cercami.

Lorenzo Magherini (Maghero DJ) Appassionato di musica, animatore di nottate nei locali dell’area fiorentina (e non), presenza musicale fissa dei party anni ’90 e collaboratore di trasmissioni in radio Il mio sogno sarebbe quello di vedere gli statunitensi My Chemical Romance riuniti sul palco fiorentino, o in alternativa anche Renato Zero, ma in un concerto “danzereccio”. La playlist consigliata? Le canzoni di Young Signorino interpretate dal Renato nazionale.

a Firenze

Leonardo Gori Classe 1957, scrittore fiorentino, padre delle avventure del colonnello Bruno Arcieri Gli artisti che vorrei rivedere, in occasione del concertone del 31 dicembre, sono i Cream, con Eric Clapton, insieme alla tromba di Wynton Marsalis. Swing e rock classico, cosa c’è di meglio? Ma anche il sassofonista Kamasi Washington con la sua band. Poi i Low, con Alan Sparhawk e Mimi Parker. Oppure gli Spiritualized. La playlist consigliata: eseguite da Clapton e Marsalis, Just A Closer Walk With Thee, Ice Cream, Corrine, Corrina, ma anche Layla, naturalmente. Kamasi Washington in Clair de Lune e Change of the Guard. Dei Low, Lullaby. Degli Spiritualized, A Perfect Miracle. Luna Michele Insegnante di musica e professore d’orchestra nel panorama musicale fiorentino Sono una rockettara, quindi nel mio concerto di Capodanno ideale ci sarebbero band internazionali come i Muse e, soprattutto, gli U2. Sarebbe bello che si esibissero delle coverband di revival anni Sessanta e Settanta per far ballare il pubblico, coinvolgendolo.


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CULTURA

Dammi cinquanta minuti E ti racconto il libro della mia vita Laura Piccioli

V

isto il successo che ogni anno riscuote, è tornata per la quinta edizione la rassegna dedicata al “Libro della Vita”, l’evento promosso dal Comune di Scandicci che è stato capace di trasformare la città in un centro culturale unico, raccogliendo nell’auditorium del centro Rogers in piazza della Resistenza più di 20mila persone. Il Libro della vita ha incontrato il favore di tanti cittadini perché è una rassegna dove non si vende e non si promuove niente che non sia l’incredibile avventura della lettura e come ogni anno, anche per questa edizione, ci saranno delle novità. Oltre agli undici personaggi che narreranno per cinquanta minuti il libro che ha segnato la loro esistenza, si affiancheranno infatti anche tre appuntamenti dedicati alla Città della Vita: Raffaele Palumbo, conduttore storico e ideatore della manifestazione, racconterà la sua Napoli venerdì 25 gennaio, mentre il cantante Simone Cristicchi narrerà di Trieste sabato 2 marzo e infine il giornalista Benedetto Ferrara parlerà di Firenze venerdì 15 marzo. A raccontare

á Anna Bonaiuto

á Daniela Morozzi

á Federico Buffa invece il loro libro della vita, nel mese di dicembre ci saranno le attrici Lella Costa (2 dicembre) e Anna Bonaiuto che il 16 racconterà di “Il mondo di ieri: ricordi di un europeo” di Stefan Zweig. I protagonisti che si succederanno nei mesi successivi saranno: Giovanna Marini

con “Le livre des chansons” di Henri Davenson, Claudio Vercelli con “I sommersi e i salvati” di Primo Levi, Massimo Bray con “Le Mille e una Notte”, Davide Mattiello con “Guerra e rivoluzione” di Tolstoj, Marino Sinibaldi con “Don Chisciotte della Mancia” di De Cervantes, Dijana

Pavlovic con “Il derviscio e la morte” di Meša Selimović, Federico Buffa con “Ore giapponesi” di Fosco Maraini, Claudio Bisio con “Il paradiso degli orchi” di Pennac. Il calendario è sul sito www.librodellavita.net e l’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.

...e gli eroi di carta si raccontano Matilde Bernini

C

osa chiedereste a Masha ed Orso? E che domande rivolgereste a Harry Potter? Se invece poteste trovarvi davanti al Premio Nobel per la pace Malala Yousafzai, cosa vorreste sapere da lei? Le interviste impossibili diventano possibili a Campi Bisenzio, grazie al progetto che riprende il nome di un programma radiofonico andato in onda sulla RAI dal 1973 al 1975 in cui uomini di cultura contemporanei fingevano di incontrare personaggi celebri di altre epoche. La regia del progetto è di Idest, la società del Comune di Campi Bisenzio attiva nei settori della documentazione, dell’editoria e dei servizi per l’informazione, per la precisione a cura di Vinicio Ongini. L’idea è semplice, ma affascinante: far vivere personaggi della letteratura infantile e giovanile, ma anche personaggi reali, della storia e della crona-

ca, attraverso gli occhi – e le domande - di scrittori, giornalisti, studiosi. Alla fine del percorso le interviste, con proposte di lettura sui personaggi intervistati, saranno pubblicate su LiBeR 121 (gen. 2019). Il prossimo appuntamento in calendario è per il 6 dicembre alle 17.30 alla Limonaia di Villa Montalvo con Lotta Combinaguai, sorella di Pippi Calzelunghe. Intervista Manuela Trinci, psicoterapeuta e saggista. A seguire il 10 gennaio nel Foyer del Teatrodante Carlo Monni sarà la volta di Masha e Orso, una strana coppia!, intervista di Anna Antoniazzi, docente di Letteratura per l’infanzia, Università di Genova, mentre il 24 gennaio nella saletta della sezione soci Coop Campi Bisenzio si terrà <l’intervista impossibile a Malala, studentessa, premio Nobel per la pace da parte di Viviana Mazza, autrice e giornalista del Corriere della Sera.


26 dicembre 2018

Rocco Gurrieri

I

l ciclo “Solo”, ideato dal direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti racconta stavolta Piero Manzoni (fino al 13 dicembre) in un percorso monografico che raccoglie i concetti-oggetti consegnati alla storia fra il 1959 e il 1962 dal grande artista italiano “inclassificabile, capace di offrire continuamente stimoli critici”, come lo definisce il curatore della mostra Gaspare Luigi Marcone. “Il Novecento ha inizio in qualche modo con la merda” dichiara Luca Scarlini riferendosi alla pièce teatrale di Alfred Jarry che nel 1896 a Parigi presentò il suo Ubu Roi al Théâtre de L’oeuvre, dove un Ubu grottesco dalla forma a pera faceva rumoreggiare il pubblico parigino dopo l’eclatante inizio con il celebre “Merdre”. Luca Scarlini, performer, saggista, scrittore, figura fondamentale e quasi inafferrabile tanto serrata è la sua attività nella cultura italiana odierna, in occasione della mostra sul Manzoni affronta un inusuale e sublime viaggio nella storia dell’arte nella storia, per approfondire la relazione dell’arte con - appunto - il più impronunciabile dei bisogni fisiologici. Per Manzoni -spiega Scarlini- l’artista è oggetto sacro e ogni cosa che origina da lui è da considerarsi tale. Con la “merda d’artista” il concetto diviene tangibile, e le scatolette - che si dice contengano gesso, ma chi le aprirebbe? sono oggi vendute alle aste per cifre notevoli. Altri meravigliosi esempi provengono da Mary Barnes, infermiera inglese schizofrenica con i suoi “scarti d’artista” dipingeva la

CULTURA

quando l’arte nasce da un “bisogno” sua stanza in manicomio. Ma anche dalla cella di Messer Filippo il diavolino, scoperta nel 1947 presso il torrione medievale di Spilamberto. Qui il diavolino dipingeva le mura della cella con vari liquidi corporei, dopo esser stato incarcerato per aver amato e ingravidato la figlia del signore del castello. Un altro artista italiano, Osvaldo Licini, dedica svariate opere e scritti al soli-

to soggetto. Più indietro nel tempo troviamo Giambattista Tiepolo con due pulcinella e i postumi della festa degli gnocchi, sporcacciona satira settecentesca. In epoca più recente gli artisti Win Delvoye e Martin Von Ostrowski si sono cimentati con la stessa materia. “Storicamente - racconta Scarlini - la rivolta nel carcere (dirty protest) condotta da Bobby Sands e gli altri carcerati fu

un esempio eclatante come le feci potessero trasformarsi in mezzo di protesta, in questo caso contro il fascismo della prigione”. Come non apprezzare la fisicità, l’impatto primordiale, l’eterna capacità di scandalo delle feci? Prendete parte al talk al museo Novecento alle 18 del 15 dicembre e Luca Scarlini vi allieterà con il suo perfido charme e altri feroci racconti.

L’arte fa visita al pubblico (e non viceversa) L

e opere d’arte escono dal perimetro del Museo e vanno, letteralmente, a trovare il loro pubblico. È con questo spirito che nasce il progetto Outdoor, ideato dal direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti e realizzato dall’associazione MUS.E, grazie al contributo di alcuni sponsor (Apice, Magjlt e Rossella Lari). Il progetto Outdoor prevede di esporre dipinti e sculture delle collezioni novecentesche all’interno di scuole, ospedali, carceri, istituti per anziani, biblioteche, aziende e case private. L’iniziativa risponde al duplice intento di promuovere la conoscenza delle raccolte del Comune di Firenze intercettando e mettendo al centro pubblici diversi in contesti quotidiani, talvolta anche molto lontani dalla dimensione museale, e di favorire un incontro diretto con l’opera d’arte, mettendo in luce anche aspetti della sua storia ed esistenza materiale. L’esposizione, dedicata di volta in volta ad una singola opera, sarà accompagnata dalla presenza di un mediatore che presenterà l’artista e il suo lavoro. Per il 2018, in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione

del Comune di Firenze, il progetto è stato inserito nel programma Chiavi della Città prevedendo una prima fase sperimentale con il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado. Guido Bachetti


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CULTURA

“Porterò i fiorentini in Francia. E i francesi al Museo degli Innocenti” Leila Zoia

L’

Institut Français di Firenze ha una nuova direttrice. Manon Hansemann, 38 anni, laureata in architettura, ha diretto in Francia già 4 siti storici aperti al pubblico. Siamo andati a trovarla nella splendida sede di Palazzo Lenzi in piazza Ognissanti. Un doppio incarico di Console Onoraria di Francia a Firenze e Direttrice dell’Istituto, affidato ad una giovane donna…..una bella novità! “In realtà possiamo dire che la giovane età è una tradizione per l’istituto, se si pensa che colui che lo ha fondato nel 1907 aveva solo 31 anni”. La strategia per far conoscere la cultura francese in città, ci racconta Hansemann, è aprirsi il più possibile al pubblico con eventi e partnership. Si inizia 1° dicembre alle ore 16.30 con un concerto nell’ambito del festival di musica diffusa Strings City, mentre dall’11 al 16 dicembre lo spettacolo “Clyde Chabot, Sicilia”, proporrà un format particolare al Teatro Fabbrichino di Prato: una tavolata per 30 spettatori. La sua direzione presterà particolare attenzione ai giovani?”

“Il programma culturale 2019 - che è ancora in via di definizione – sarà ricco di proposte per il cinema. E’ allo studio inoltre l’iniziativa Sabato pomeriggio: Cinema + merenda, che intende promuovere la partecipazione delle famiglie con figli a partire dai 6 anni”. Data la sua formazione, la direttrice ha intenzione di dare un taglio

estetico agli eventi, con iniziative focalizzate sui beni culturali; azioni incoraggiate anche dall’Ambasciata. Senza dimenticare le celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo. Ci racconta inoltre che qualche anno fa, dopo gli studi, ha lavorato per un periodo a Firenze e si è innamorata della città. Qual era, e qual è, il suo posto pre-

ferito di Firenze? “Allora, ricordo, mi piaceva tantissimo il sagrato di San Miniato, la sua chiesa e il suo cimitero. Ora ho scoperto il Museo dell’Istituto degli Innocenti con la sua bellissima terrazza e il Palazzo Davanzati dove desidero portare i miei amici quando verranno a trovarmi”.

viaggio in india al cinema, da fiume a fiume I

l “River To River”, l’unico festival in Italia dedicato interamente alla cinematografia indiana, compie 18 anni e per l’occasione dal 6 all’11 dicembre inonda la città di eventi. Ottima la qualità delle pellicole anticonvenzionali che ci raccontano l’India contemporanea sfidando i pregiudizi sociali, tra cui segnaliamo la prima nazionale di “Sir” (6/12 ore 20.30), e la commedia romantica “Manmarziyaan” (11/12 ore 20.30). Un’edizione quella di quest’anno in cui attualità e cultura pop si incontrano sotto i grandi temi delle aspirazioni di successo dei giovani e la visione dei sentimenti al giorno d’oggi. Tra le novità, una “food box” con le specialità del cibo indiano, che si potrà portare in sala per alcune proiezioni. Venerdì 7 dicembre, poi, si fa festa con il PinK Panter Bollywood dj set presso Amblè (piazzetta dei Del Bene, 7/a). Le proiezioni principali si terrano presso il Cinema La Compagnia dove, a seguire, nella serata del 14 dicembre alle ore 20, , verrà inoltre assegnato il Premio NICE (New Italian Cinema Events) Città di Firenze. L.Z.


28 dicembre 2018

CULTURA

Per lo studio, la cura, l’assistenza e l’informazione sui tumori cerebrali infantili

Via Ontignano, 44 - 50061 Fiesole [Fi] Tel/Fax 055.695047 • Cell. 335.362203 info@tommasino.org • www.tommasino.org CF 94078280487 • PI 05090750489 • c/c postale 12158531


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SPORT

Lorenzo Mossani

T

alento cristallino, mani dorate, quasi l’incarnazione dello sport: è nata infatti da due campioni di livello mondiale; predestinata a essere la numero uno. Stiamo parlando di Ofelia Malinov, classe ‘96, in questa stagione alla Savino Del Bene. “Vengo da una famiglia in cui si mangiava e poi si giocava a pallavolo – sorride Ofelia – ma i miei genitori non mi hanno mai fatto pressione. Quando hai un cognome importante, c’è la sensazione di dover assolutamente diventare forte e importante come loro, ma per me non è mai stato un peso. E’ stato uno stimolo, ma se fosse diventato solo una passione invece che un lavoro andava bene lo stesso. Vorrei sottolineare che da piccola praticavo altri sport, la pallavolo è stata una scelta successiva”. Con quale sport avevi iniziato? “Avevo cominciato con la ginnastica, il nuoto e il tennis, poi però è arrivata la folgorazione per il volley. Solo a nove anni ho scoperto la bellezza di questo sport, uno sport dove è fondamentale fare affidamento sulle compagne. E poi ho iniziato a toccare la palla, ho scoperto la complessità del gioco ed è stato amore. A quel punto ho

ofelia malinov, le mani d’argento della savino del bene

chiesto io a mio padre di iniziare a giocare”. Il momento più brutto e il più bello della tua carriera? “Il più brutto l’infortunio della passata stagione. Una frattura del calcagno della caviglia destra che mi ha lasciata tanto fuori in campionato e che poteva pregiudicarmi il sogno Mondiale. Per fortuna non

è stato così. Il più bello la medaglia d’argento conquistata. Solo ora capisco cosa abbiamo fatto, subito dopo la partita contro la Serbia avevo l’amaro in bocca: siamo state così vicine a vincere l’oro... ”. Il Premio come Miglior Palleggiatrice del Mondiale? “Merito mio ma anche di tutta la squadra e lo staff. Sicuramente mi ripaga anche di tutti i sacrifici fatti, e poi dopo un anno dall’infortunio ha avuto un sapore particolare.” Ora il tuo futuro è a Firenze, sponda Savino Del Bene: come af-

fronti questa esperienza? “Siamo un roster con tanta esperienza, puntiamo a un trofeo ma sarà difficile, ci sono altre squadre attrezzate come noi. Stiamo iniziando a conoscerci, mi trovo bene nell’ambiente, sicuramente per trovare il feeling migliore in campo ci vorrà del tempo”. Come stai affrontando questo primo periodo in Toscana? “Voglio godermi questa avventura passo dopo passo come ho fatto nel Mondiale, naturalmente gli obiettivi li conoscete tutti”.

 Il focus del benzivendolo

sotto l’albero tanti dubbi per i viola Andrea Di Salvo, mister, opinionista, speaker radiofonico e per passione benzinaio di piazza Alberti, prova a dare un giudizio su alcuni punti cardine della Fiorentina. Pioli Non riesce a trovare la quadratura del cerchio, gioca con un modulo non adatto ai giocatori che ha a disposizione, centrocampo a a cura di Lorenzo Mossani tre adattato, e si ostina a posiziona-

I giudizi di Andrea Di Salvo, la barba rossa più famosa del Franchi

re Simeone spalle alla porta. Se non trova la formula giusta, potremmo passare un brutto periodo davvero. Hugo Buon centrale difensivo, però secondo me Milenkovic è più forte, ogni tanto fa qualche svarione sulle chiusure, ha responsabilità sui pochi, per fortuna, gol presi dalla Fiorentina. Gerson Lui è un trequartista, Pioli lo adatta a centrocampo, ma si vede che non è il suo ruolo e molte volte sbaglia a coprire. Purtroppo non è giudicabile se non gioca nella sua posizione ottimale. Pjaca E’ arrivato come il giocatore

che doveva far avere alla Fiorentina uno degli attacchi più forti del campionato con Chiesa e Simeone. Per adesso a parte qualche doppio passo lento, è una delusione completa, un gol e pochi assist. Se penso che vale 20 milioni, mi vien da ridere. Lo aspettiamo da 14 partite, io boh ma anche lui mah. Mirallas L’unica domanda che mi pongo è perché lo abbiamo preso? Corre molto, ma anche lui è un giocatore che non ha dato niente, sicuramente potevamo trovare un giocatore più utile alla nostra causa. Vedremo più avanti che succede.


30 dicembre 2018

SPORT

La ginnastica Casellina può tornare in serie B Lorenzo Mossani

N

ell’anno dei festeggiamenti per il 40esimo anniversario dalla sua nascita, la Polisportiva Casellina conta nuovi risultati con la sezione ginnastica artistica. Ne abbiamo parlato con il presidente Franco Bartarelli, con il responsabile di sezione Gianni Chiti e con la responsabile tecnica Giulia Bartarelli. Quali i prossimi obiettivi? “Più che nuovi obiettivi – spiega Chiti - consideriamo i risultati raggiunti nell’ultimo anno, come l’ottimo quarto posto nazionale con la squadra allieve, che ha rafforzato un percorso intrapreso anni fa con un gruppo di piccole ginnaste che stanno cominciando a mostrare il loro enorme potenziale”. “Inoltre – aggiunge il presidente Bartarelli - abbiamo un bacino di utenza in continua crescita, per numero e fasce d’età coinvolte. Dai 3 anni in poi, offriamo a chiunque la possibilità di muoversi e tenersi in forma. Questo ci comporta una serie di problemi di spazio che però proviamo volentieri a superare anche grazie ad alcune collaborazioni preziose con realtà importanti della città. Infine quest’estate ci siamo aggiudicati il bando per la palestra

 Passione volley

a cura di Lorenzo Mossani

Ogni mese le notizie sull’avventura in A1 della Savino Del Bene

Il calendario Champions League al Mandela Forum

20 dicembre Savino Del Bene - Lks Łodz

di Casellina, ottenendo la possibilità di gestirla per 6 anni e di offrire alla città un luogo dedicato alla formazione sportiva dei ragazzi e non solo”. Il settore agonistico: dopo la retrocessione di quest’anno, pensate di avere chances per tornare nella ginnastica di primissimo livello? “Abbiamo ginnaste davvero pro-

mettenti – spiega Giulia Bartarelli -. Sono quelle cresciute nella nuova palestra, allenate da Debora Ermini e da Ambra Buglioni e che nella categoria allieve stanno frantumando un record dietro l’altro, l’ultimo il 10 novembre quando a Montevarchi hanno centrato la qualificazione per la finale nazionale gold a squadre di Jesolo piazzandosi seconde nella

La campionessa della porta accanto

Si consolida il rapporto tra Enrica Merlo e la sua Scandicci. Al quarto anno alla Savino Del Bene è diventato un voto conosciuto in città. Sorride, scambia due chiacchiere con tutti. Accompagnata spesso dal suo lagotto di un anno, è davvero una celebrità della “porta accanto”. Per molti è il libero più forte d’Italia, ma lei, che questo mese compie 30 anni, non ha mai perso la sua semplicità. “C’è un rapporto tra persone, non c’è un rapporto solamente tra giocatrice e tifosi. Voglio che le persone imparino a conoscere come sono, l’Enrica ragazza e donna anche attraverso il mio gioco non solo fuori dal campo”. Com’è il rapporto con Scandicci? “Ottimo, questa città mi ha accolto fino dal primo giorno: dopo 4 anni mi sento a casa” Giocare la Champions a Firenze ha aumentato la passione per la vostra squadra? “La pallavolo è il primo sport femminile ed è molto amato. Siamo state la prima squadra dell’hinterland fiorentino a partecipare a questa competizione, è normale un avvicinamento di tutta l’area metropolitana”.

zona tecnica composta da Lazio, Toscana e Sardegna. Non appena cresceranno, potranno dare il loro contributo a un possibile ritorno in serie B, e siamo convinti che sia un obiettivo per cui lottare. Se ne parla comunque nel 2019. Adesso vogliamo vederle alla prova a Jesolo, nella finalissima a squadre, sperando di poter migliorare ancora lo score”.


ilreporter.it 31

SPORT

santo stefano, una storia di basket iniziata nel secolo scorso Lorenzo Mossani

I

l basket a Campi Bisenzio ha antiche origini. Nel dopoguerra le sfide con Siena erano uno dei derby più equilibrati. Il basket è la storia della città. Roberto Malcuori, vice presidente del Santo Stefano, ripercorre in modo scrupoloso un iter che va dagli anni Trenta alla nascita della sua società. “La Società APD Santo Stefano nasce circa 10 anni fa dalle ceneri della Misericordia Basket, grazie a pochi genitori e all’aiuto del Pievano della Pieve di Santo Stefano che ci ha accolto nei suoi locali. Iniziammo con circa 12 ragazzi e ad oggi contiamo oltre 200 tesserati. Campi Bisenzio ha sempre avuto una grande tradizione di pallacanestro, basti pensare che la prima società cestistica, la Vigor, è stata fondata nel 1935. Anche questa aveva sede presso la Pieve di Santo Stefano a Campi, nei cui

spazi all’aperto si svolgeva il campionato. Il nostro percorso non ha avuto interruzioni, anzi la Santo Stefano al momento è una florida e grande realtà nel panorama cestistico regionale. Abbiamo puntato tantissimo sul settore giovanile a partire dal minibasket. Prova ne è il nostro nutrito staff con oltre 15 tecnici e svariati dirigenti. Oggi abbiamo iniziato a raccoglierne i frutti, con una prima squadra che partecipa al campionato di Promozione e che è composta da 8/12 elementi del nostro vivaio. Ne siamo orgogliosi”. “Siamo soddisfatti di aver diffuso nuovamente sul nostro territorio - continua Malcuori - questo magnifico sport, completo dal punto di vista fisico e che insegna a ragionare velocemente, ma, soprattutto, che ha quella magica ritmicità che lo rende quasi inscindibile dalla

musica. Non a caso la parola più usata dai coach è ritmo. Io sono un dirigente, più precisamente il vicepresidente, e seguire la vita sociale è praticamente un doppio lavoro, ci riesci solo se hai validi ed appassionati collaboratori. In questo devo dire di essere molto fortunato. La Santo Stefano ormai è incanalata in un’autostrada di crescita, da quest’anno abbiamo iniziato le nostre attività anche nella frazione di San Donnino”. “Ma quello che ci ha reso veramente orgogliosi - conclude il vicepresidente campigiano - è stata la realizzazione del primo playground pubblico di Campi Bisenzio, da noi chiamato La Gabbia. Nato grazie ai nostri associati che si sono rimboccati le maniche, alla Pubblica Assistenza che ci ha messo a disposizione il terreno, alle aziende che si sono lasciate coinvolgere ed

alla Pubblica Amministrazione. Il sindaco Fossi ha subito sposato questa buona pratica di sviluppo, spronandoci ed instradandoci per il buon esito. Il risultato è stato migliore di qualsiasi aspettativa. Nel prossimo futuro abbiamo un progetto importantissimo su cui stiamo lavorando: in partnership con il CSI di Firenze e grazie al gran lavoro svolto dal suo presidente Roberto Posarelli, ci siamo aggiudicati un bando OSO (Oltre Ogni Sport). Un progetto di integrazione sportiva per bimbi e ragazzi con difficoltà relazionali in parte finanziato dalla Fondazione Vodafone. Poi resta il sogno nel cassetto, una casa propria, un proprio impianto sportivo. Come diceva Walt Disney: ‘se puoi sognarlo, puoi farlo. Ricorda sempre che questa intera avventura è partita da un topolino’”.


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