Aprile 2015
Anno IX Ed. 16
Firenze Quartiere 1
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Periodico d’informazione locale. Anno IX n. 16 del 31 marzo 2015. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da CD produzione soc.coop. a r.l.
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La piazza
✎ Editoriale
carmine pedonale, tre mesi dopo
bella stagione e buone occasioni Matteo Francini
N
on passa primavera senza che torni in primo piano la questione della movida. Con la bella stagione le occasioni per trascorrere momenti all’aperto, tanto di giorno quanto di notte, si moltiplicano, con tutto ciò che questo comporta sia per chi vuol vivere la città che per i residenti delle zone più “calde”. Di quelle zone, cioè, più coinvolte dalla questione, dove è presente la maggior parte dei luoghi di ritrovo.
A gennaio scattava la trasformazione: ora l’obiettivo è rendere l’area più viva ☛ pagina 3
Fiorentina
salah, come lui nessuno mai
U
n gol ogni 72 minuti. Un dato che fa stropicciare gli occhi e aggiornare gli almanacchi del calcio. Perché Salah, nelle sue prime sette gare, ha messo a segno sei reti e regalato un assist.
☛ SEgUE a pagina 18
Al Forte Belvedere la mostra “Human” di Antony Gormley ☛ pagina 16
☛ SEgUE a pagina 21
movida via dal centro, le notti “alternative” Sara Camaiora
L
a bella stagione riaccende i riflettori sulla movida. Con la primavera Firenze si anima di giorno e anche di notte, per la gioia dei giovani e la preoccupazione, però, di molti residenti, soprattutto del centro. Una questione annosa e dibattuta da tempo. Ma una movida fuori dal centro è possibile? Presto sarà possibile scoprirlo, dal momento che protagonista dell’Estate fiorentina in arrivo sarà il parco delle Cascine. Ma non solo: ecco una “mappa” dei luoghi che potrebbero diventare le nuove mete delle notti cittadine.
☛ SEgUE aLLE paginE 8-9
viaggio tra i “tesori” delle biblioteche Non solo libri: novità e tante iniziative per le strutture presenti nel quartiere.
☛ pagina 2
“dentro” sollicciano, fra problemi e progetti Viaggio nel carcere, tra quello che ancora non va e le (tante) idee per i detenuti e la città.
☛ paginE 10-11
ciompi e indipendenza, aiuto per gli anziani, le idee per “rinascere” c’è “Pronto badante” ☛ pagina 4
☛ pagina 13
La famiglia italiana della frutta
2 | Aprile 2015
Quartiere 1
#Primo piano
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
Libri e dintorni
la thouar cambia casa, le oblate compiono otto anni: viaggio tra le biblioteche L’iniziativa
un’associazione per gli “aficionados”
P
rofessori in pensione, studiosi, ma anche giovani studenti e liberi professionisti che qui hanno ormai stanziato il loro “ufficio”. Tutte persone che in comune hanno una lunga frequentazione della biblioteca dell’Oltrarno e che, allo scadere del suo centenario e in concomitanza con l’inaugurazione dei nuovi spazi, si sono riuniti nell’associazione “Amici della Biblioteca Thouar”, con l’obiettivo di farne un luogo di incontro e aggregazione. Al momento i volontari sono circa ottanta, sono state fatte le prime assemblee ed è stato votato un consiglio direttivo. Tante le idee per realizzare una biblioteca viva e attiva, da un mercatino di libri usati a serate a tema ed eventi ad hoc per promuovere la lettura.
Sara Camaiora
“I
l tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”, diceva lo scrittore francese Daniel Pennac. Se è difficile capire quanto tempo i fiorentini trovino per leggere, di certo non mancano gli spazi per farlo, grazie anche alle tredici biblioteche comunali fiorentine. Piccole o grandi, per ragazzi o per tutti, antiche o recenti, andiamo a scoprire le cinque biblioteche del quartiere, dove nel 2014 sono stati registrati complessivamente 130.499 prestiti di libri. Partiamo dalla Thouar, che lo scorso febbraio si è trasferita da Palazzo Guadagni in piazza Santo Spirito nei locali delle ex Leopoldine in piazza Tasso. La nuova sede offre una sala accoglienza, un’emeroteca, due sale di lettura, una sala multimediale al piano terra, una sezione ragazzi nel chiostro e, infine, l’angolo più suggestivo, l’altana al terzo piano dal duplice ruolo di sala studio e spazio dedicato a eventi e conferenze. Compirà invece otto anni a maggio la biblioteca delle Oblate, ospitata in un suggestivo ex convento trecentesco a pochi passi dal Duomo. Aperta fino a mezzanotte da martedì a sabato, ospita un patrimonio di circa centomila volumi su una superficie totale intorno ai diecimila metri quadri. Sono stati
oltre 87.700 i prestiti effettuati lo scorso anno, e stanno inoltre per concludersi i lavori di ampliamento nei locali del museo Firenze Com’era. La biblioteca Fabrizio De André si trova nel rione di San Jacopino: nata qui come punto di lettura nel maggio del 1989, ha poi riaperto con il nuovo nome, in onore del grande cantautore, il 27 maggio 2009, dopo i lavori di rinnovamento. Possiede più di tredicimila documenti, tra libri e altro materiale. La biblioteca del Palagio di Parte Guelfa è ospitata nella chiesa medievale di San Biagio, a due passi da piazza della Repubblica. Aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 22, il sabato fino alle 13, promuove da anni le “pedalate letterarie”, percorsi ciclabili in cui si commentano libri e si fanno soste per le letture. In via Tripoli c’è infine la biblioteca dei Ragazzi, che ogni mattina accoglie classi di alunni delle scuole materna, elementare e media. Il suo patrimonio è di circa 17mila libri, cd, video e giornalini, quattromila volumi in lingua, oltre ai manoscritti dei racconti raccolti per il premio letterario “Streghetta del Bagolaro”, organizzato dalla stessa biblioteca. Quanto agli eventi in programma, anche questo mese passeranno dalle Oblate autori importanti come Valeria Parrella
La biblioteca delle Oblate si appresta a spegnere otto candeline
(8 aprile), Concita De Gregorio (22 aprile) e Domenico Starnone (29 aprile), nell’ambito della rassegna “Leggere per non dimenticare”. Tanti anche gli incontri per famiglie e bambini, spettacoli teatrali, letture di gruppo, giochi e molto altro previsti sia alle Oblate che alla Thouar.
Piccole o grandi, antiche o recenti: la scelta non manca. Diversi anche gli eventi organizzati al loro interno
Col naso all’insù
la targa che ricorda corilla
S
pesso capita di camminare (troppo) velocemente per le strade di Firenze, perché pieni di impegni e scadenze da rispettare. Così, manca il tempo per cogliere quei dettagli che a volte non sono nemmeno poi così nascosti. Tra biciclette floreali, portoni antichi e street art alternativa ci sono anche loro, le targhe bianche che conservano frasi che raccontano la storia di personaggi di cui magari ignoriamo perfino l’esistenza. Nelle vicinanze di piazza del Duomo, al numero 2 di via Ferdinando Zannetti si può notare una targa, tra il portone e la finestra, che riporta la scritta “Qui abitò Corilla nel secolo decimo ottavo”. Corilla, nome arcadico della poetessa italiana Maria Maddalena Morelli (1727-1800), era una bambina dotata di una straordinaria intelligenza. Il talento per la poesia improvvisata esplose al suo ventesimo compleanno, dando sfogo a una serie di pubblicazioni e alla creazione, nel 1761, di un’accademia chiamata Ordine dei Cavalieri Olimpici. Si trasferì in molti luoghi: alla corte viennese, a Napoli, a Firenze e a Roma, dove ottenne anche l’incoronazione a poetessa laureata e il titolo di nobile romana. È però nel salotto della casa di via Zannetti che prende vita un aneddoto curioso: era il 1770 e Corilla stava trascorrendo la serata ascoltando musica con facoltose amiche e un giovane ospite austriaco accompagnato dal padre. D’improvviso, decise che doveva essere proprio quel giovane a deliziarla con alcuni brani suonati al pianoforte, mentre lei lo avrebbe affiancato con i suoi versi. Forse Corilla aveva fiutato il genio: il ragazzo seduto al pianoforte era nientemeno che Wolfgang Amadeus Mozart. V.V.
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#Primo piano
Aprile 2015 | 3
La pedonalizzazione
Novità
qua carmine, tre mesi dopo la rivoluzione della piazza
“un concorso di idee come per l’isolotto”
N
ovità in arrivo per piazza del Carmine. “Il progetto che realizzeremo farà rientrare la piazza nel circuito degli spazi estivi, dove sicuramente svolgeremo attività che privilegiano l’aspetto culturale – spiega il presidente del Q1 Maurizio Sguanci (nella foto) – come Quartiere abbiamo inoltre chiesto all’amministrazione che venga promosso un concorso di idee come è avvenuto all’Isolotto, per rendere ancora più viva l’area. Infine – conclude Sguanci – porteremo sicuramente qua mercatini dove poter promuovere e valorizzare i prodotti artigianali delle nostre botteghe, sia storiche che nuove”.
Ora un progetto per rendere l’area ancora più viva Carolina Natoli
“C
osa è successo a questa piazza? Ma la facciata è sempre stata questa?”. Quando qualcuno viene a trovarci da fuori Firenze, la reazione è più o meno questa se capita di passare da piazza del Carmine. A tre mesi dalla pedonalizzazione – via cento posti auto liberando così la parte davanti alla facciata della Basilica di Santa Maria del Carmine, mantenendone altri lungo il perimetro – la piazza ha assunto una nuova immagine. Operazione riuscita? “Dopo alcune lamentele iniziali da parte dei residenti, la situazione si è calmata: sono stati tolti cento parcheggi, ma altrettanti ne sono stati recuperati tra piazza Piattellina, piazza dei Nerli, piazza del Cestello e lungo le mura – analizza il presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci – abbiamo restituito alla città una delle sue piazze più belle e ricche di storia, tra le meno valorizzate in questi anni: quello che era un luogo di passaggio, per residenti e turisti, per arrivare in centro, è ora uno
spazio in cui fermarsi, perché ci si rende meglio conto che si è già in centro”. E intanto è in corso di realizzazione un progetto per rendere ancora più viva la piazza, con un intenso lavoro in sinergia tra Comune e Quartiere (vedi articolo a fianco). Ma residenti e commercianti che cosa ne pensano? Giovanni, titolare di una trattoria in via Sant’Agostino, lavora e vive a cento metri dalla piazza. “Come residente – dice – non sono stato penalizzato per il parcheggio, non ho l’auto, ma come titolare di un ristorante posso assicurare che per chi viene da fuori è più difficile trovare posto. La pedonalizzazione è giusta – aggiunge – perché la piazza è una delle più belle della città ed è un patrimonio da tutelare, ma il venerdì e il sabato troviamo ancora macchine di chi raggiunge la zona da fuori parcheggiate sui marciapiedi”. Marco vive invece in via dei Serragli: “È stata una splendida decisione: è una piazza storica e i residenti devono smetterla di lamentarsi”. Di cosa si lamentano? “Dei parcheggi che non ci sono, ma non è vero,
11 gennaio 2015 piazza del Carmine diventa pedonale
C.N.
basta lasciare l’auto un po’ più lontana e non necessariamente sotto casa come sono sempre stati abituati a fare”. Anche i titolari di una birreria della zona si trovano d’accordo sulla nuova visione della piazza: “Il quartiere alle persone, nessuno dei nostri clienti si è lamentato. È giusto dare sia a chi ci vive che a chi viene da fuori la possibilità di godere degli spazi senza confusione”. Claudio, frequentatore assiduo dell’Oltrarno, arriva dall’Isolotto: “Bella la piazza così. Problema parcheggio? Io non ci ho mai parcheggiato, non c’era mai posto!”. Ora si attendono i primi eventi per capire se anche gli ultimi strascichi di lamentele termineranno. E, in ogni caso, serve del tempo per abituarsi. Piazza del Duomo docet.
Arte
il “tesoro nascosto” di s. stefano al ponte C’
è un piccolo “tesoro nascosto” negli spazi adiacenti la chiesa di Santo Stefano al Ponte. In molti forse non lo ricordano, ma gli stessi locali hanno ospitato il museo diocesano di Arte Sacra. Aperto nel 1983, subì ingenti danni con l’attentato di via dei Georgofili ed ebbe vita breve. Sono oltre cinquanta le opere custodite in perfetto stato di conservazione. Oltre alla quantità, è la qualità che colpisce: tra le opere si trovano pitture prerinascimentali, i cosiddetti “fondi oro”, e del pieno Rinascimento, come la Madonna di San Giorgio alla Costa di Giotto e un trittico di Filippo Lippi. Ma a questi “big” si uniscono, tra gli altri, anche Orcagna, Paolo Uccello e Pietro Tacca. Attualmente – spiega il presidente dell’Istituto Diocesano Marco Jodice – i locali sono interessati da alcuni lavori di miglioramento, con la speranza di riaprire il museo entro la fine del 2015. Terminati gli interventi, il nuovo spazio espositivo andrà in mano alla Santo Stefano s.r.l., che ha già in gestione gli ambienti dell’ex chiesa di Santo Stefano al Ponte dove, fino a metà aprile, è in corso la mostra multimediale “Van Gogh Alive”.
Negli spazi adiacenti la chiesa di Santo Stefano al Ponte c’è un piccolo “tesoro nascosto”
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4 | Aprile 2015
Quartiere 1
#Luoghi
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Piazze/1
Piazze/2
ciompi, un nuovo piano indipendenza, per il mercato delle pulci spazio agli eventi L’ultimo progetto prevede una copertura per i banchi Sara Camaiora
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tteso da tempo. Dato per imminente ma non ancora partito. Del restyling del mercato delle pulci in piazza dei Ciompi si parla da anni, si sono susseguiti ipotesi e progetti ma ancora non si è arrivati alla “quadra”. E intanto le difficoltà non mancano: basta fare un giro al suo interno per notare sempre più banchi chiusi e attività abbandonate. Ma facciamo un passo indietro nel percorso verso la sua riqualificazione. All’inizio doveva essere un project financing con
la collaborazione degli stessi esercenti, che per questo si erano riuniti in un consorzio: ristrutturazione degli stand a carico di questi ultimi e rifacimento della piazza sulle spalle dell’amministrazione. Non sussistendo le condizioni per il project, venne poi elaborato un piano per la riqualificazione dell’intera area, comprensivo di molti aspetti, dal rifacimento del manto stradale alla messa a punto di nuove strutture per il mercato, da raggruppare in due file l’una di fronte all’altra. Per la realizzazione di questo
Un nuovo progetto al vaglio dell’amministrazione per il restyling del mercato delle pulci in piazza dei Ciompi
progetto emerse la necessità di un trasferimento temporaneo delle bancarelle in largo Annigoni. Ora però, mentre i lavori di rifacimento della Loggia del Pesce sono già partiti, si parla di un nuovo piano, che stavolta prevede una sorta di “mercato coperto”, una “macrostruttura” in metallo destinata a racchiudere tutti i banchi. Un progetto ancora al vaglio dell’amministrazione e per la cui realizzazione dovrà partire un’apposita gara d’appalto: anche in questo caso sembra previsto un trasferimento temporaneo dei banchi. “La riqualificazione del mercato dei Ciompi per noi è una priorità, ora che è saltato il project è la parte pubblica che sostiene interamente il rifacimento e con uno stanziamento di un milione e mezzo circa tra Comune e Regione possiamo finalmente consentire un reale miglioramento dell’area in termini di sicurezza e arredo urbano”, spiega l’assessore comunale alle attività produttive Giovanni Bettarini. “Ovviamente sono contenta che l’amministrazione abbia finalmente rimesso mano al mercato delle pulci, ma da quello che ho appreso finora il progetto non mi convince, alla fine sembra si voglia decidere di non fare veramente un mercato ma di mettere semplicemente una copertura, che rischia di essere troppo alta e quindi troppo invadente rispetto alla Loggia del Pesce”, commenta Francesca Andreini, fino a poco tempo fa presidente del consorzio degli ambulanti di piazza dei Ciompi. “Venuto meno il fine del consorzio ci siamo sciolti – conclude – era un costo che non potevamo più sostenere e che, tra l’altro, non ci ha permesso di ottenere nulla”.
Piazza Indipendenza in cerca di “soluzioni”: l’obiettivo è animarla e valorizzarla
P
iazza Indipendenza continua a cercare “soluzioni”. È da tempo che chi vive e lavora qua lamenta degrado, bivacchi e mancanza di sicurezza, problemi che ogni anno si riacutizzano con la bella stagione. Non sono mancati, in passato, episodi anche gravi, come aggressioni, risse e arresti per spaccio di droga. La piazza è diventata negli anni punto di ritrovo di cittadini stranieri che qui trascorrono intere giornate, consumando pasti e, in molti casi, hanno denunciato i residenti, lasciando sporcizia. Tutte questioni che sono state segnalate in più occasioni. Di recente gli abitanti sono stati ascoltati anche dalla Commissione ambiente e territorio del Quartiere 1, a cui hanno esposto ancora una volta i loro disagi. “Abbiamo ben chiare le problematiche che i residenti stanno vivendo e stiamo lavorando per arginarle – fa presente Lian Pellicanò, presidente della commissione – per quanto riguarda controlli e sicurezza, siamo in contatto con le forze dell’ordine perché ci sia grande attenzione alla zona”. In passato ci sono stati diversi tentativi da parte di Quartiere e istituzioni per trovare una soluzione con le comunità straniere che sono solite ritrovarsi qui, con l’obiettivo di individuare luoghi alternativi per garantire a loro la possibilità di incontrarsi, e ai residenti quella di usufruire della piazza con più tranquillità. Era emersa anche l’ipotesi Fortezza, ma poi i risultati sperati non sono arrivati. “Siamo sempre disponibili a un dialogo con le comunità straniere, la difficoltà è che manca un reale interlocutore, la maggioranza di queste persone si muove in autonomia e quindi continua a ritrovarsi qui, con tutto ciò che ne consegue – prosegue Pellicanò – il risultato è che si genera un clima dannoso, di malcontento verso gli stranieri, mentre vorremmo che finalmente si instaurasse un clima positivo di dialogo”. Nel corso degli anni erano emerse alcune idee per movimentare la piazza, realizzare iniziative per combattere abbandono e degrado, alla fine però non andate in porto. Ma in arrivo ci sono ora nuovi progetti: la Commissione cultura del Q1 si sta attivando per ravvivare questa e altre zone “sensibili” del centro storico con “un cinema ‘itinerante’ oppure teatro, o comunque forme di intrattenimento che non prevedano grandi allestimenti ma che consentano di animare luoghi da valorizzare di più”, annuncia il presidente Mirco Rufilli.
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Un evento dal forte contenuto simbolico
Completata l’impermeabilizzazione
LAVORI SUL TETTO DELLA PALESTRA NIDIACI QUARTIERI RIUNITI IN SEDUTA CONGIUNTA A PALAZZO VECCHIO Nuova copertura impermeabile per la palestra Nidiaci in Oltrarno. Dopo il rifacimento dell’impianto realizzato nel 2007, completati anche i lavori per l’impermeabilizzazione. «Un impegno mantenuto con i cittadini del quartiere che avevano manifestato questa esigenza nel corso della maratona dell’ascolto sull’Oltrarno del luglio scorso – ha commentato l’assessore allo Sport Andrea Vannucci.
Un intervento importante anche per l’attività sportiva della Sempre Avanti Juventus che nel novembre scorso ha festeggiato i 110 anni dalla fondazione». I lavori hanno comportato un investimento di 18mila euro e si sono resi necessari in seguito ad una serie di distacchi causati dai movimenti strutturali legati all’escursione termica, con conseguenti infiltrazioni d’acqua piovana.
Durante i lavori di restauro
SFERA DORATA PER LA BASILICA DI SANTO SPIRITO
Il 12 febbraio scorso i cinque consigli di quartiere, insieme al sindaco Dario Nardella e all’assessore al decentramento Federico Gianassi, si sono riuniti nel Salone dei Dugento di Palazzo Vecchio per la loro prima, “storica” riunione plenaria. All’ordine del giorno c’era il nuovo scenario introdotto dall’avvento della Città Metropolitana e la valorizzazione in questa chiave del ruolo dei quartieri. «Un appuntamento dalla forte carica simbolica – hanno dichia-
rato congiuntamente i presidenti Sguanci (Q.1), Pierguidi (Q.2), Esposito (Q.3), Dormentoni (Q.4) e Balli (Q.5) – ma che contiene anche un forte aspetto di operatività perché il lavoro sulla città metropolitana è ormai uscito dalla fase teorica per entrare nel vivo delle questioni che riguardano la quotidianità dei cittadini, quella che come quartieri affrontiamo ogni giorno con decine e decine di contatti diretti. Il sindaco Nardella, fin dai primi giorni del suo mandato, ha dato
Prenotazione telefonica
un impulso molto forte al ruolo dei quartieri, che sono stati riconosciuti come articolazione amministrativa nello statuto della città metropolitana. Un’articolazione strategica: la città metropolitana consentirà infatti di potenziare tutti i servizi ai cittadini, dall’anagrafe ai servizi socio-sanitari fino alla gestione degli spazi di verde pubblico. Le periferie, grazie alla città metropolitana, troveranno una nuova centralità nelle politiche di area vasta».
CHIAMA IL 334.3695950
RACCOLTA A DOMICILIO DI ABITI USATI
La raccolta degli abiti usati rappresenta da tempo una frontiera sempre più significativa di riciclaggio e recupero, tanto più utile in tempi di crisi quando gli sprechi o i mancati utilizzi dei beni diventano davvero ingiustificabili. Con il progetto “Ri-vesti”, promosso da Quadrifoglio e Caritas Diocesana, viene introdotta nel centro storico la raccolta domiciliare di abiti usati, un sistema che permette di superare
l’ingombro dei cassonetti che, nell’area Unesco, costituisce un problema non indifferente. Il servizio, a cura della coop San Martino, ha preso il via ad inizio marzo e viene effettuato all’interno della cerchia dei viali di circonvallazione. Per prenotare il ritiro basta telefonare al numero dedicato 334.3695950 (attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle ore 17); con gli operatori viene concor-
dato il giorno del ritiro e la fascia oraria (giorni disponibili per il ritiro lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì, ore 12.30-18 e il sabato, ore 10.30-16), indicando la quantità approssimativa di materiale. L’operatore provvede a ritirare i sacchi con gli abiti usati all’ingresso dell’edificio (o direttamente al piano in caso di persone inabili o anziane). Per ovvi motivi è assolutamente vietato lasciare sacchi sul marciapiede fuori dal portone.
Dopo la bufera del 5 marzo
140 PIANTE PERSE NEL Q.1 Pesanti le conseguenze della bufera di vento abbattutasi su Firenze lo scorso 5 marzo. Ammontano a 622 gli alberi persi per il maltempo: 307 sono le piante abbattute dalla raffiche di vento (70 nel Q.1), 315 quelle eliminate perché pericolanti (70 nel Q.1). «Un bilancio pesante, ben più grave del fortunale del settembre corso – ha sottolineato l’assessore all’ambiente Alessia Bettini nella sua comunicazione in consiglio
comunale. Nel corso del 2014, le analisi visuali degli alberi sono state 21.230, praticamente sono state raddoppiate visto che nel 20122013 erano state circa 13mila. È anche vero che in caso di eventi di tale portata anche il rafforzamento dei controlli non ci mette in totale sicurezza. In piazza d’Azeglio, ad esempio, dove il Comune sta realizzando importanti lavori di riqualificazione, abbiamo ricontrollato tut-
te le alberature ma nonostante questo sono caduti due lecci. Ricontrolleremo, comunque, tutti i lecci, i pini ed i cipressi, ovvero quelle piante che in caso di forte vento sono più soggette a cadute o rotture dei rami». Ingenti anche i costi: per il taglio, la rimozione e lo smaltimento degli alberi serviranno 250.000 euro mentre per il reimpianto occorrerà circa un milione.
Anche la Basilica di Santo Spirito in Oltrarno ha la sua sfera con croce dorata come quella del Duomo, grazie ai lavori di restauro per i danni causati dal fortissimo temporale del 19 settembre scorso (sostituzione delle vetrate sui finestroni delle cappelle laterali e della navata centrale e restauro della lanterna sulla cupola). Due vetrate sono state smontate per essere riparate in laboratorio, mentre per le restanti quattro è stato possibile sostituire i rulli sul posto. Nel corso dei lavori, il titolare dell’azienda aggiudicatrice ha proposto di realizzare a proprie spese la doratura della sfera sulla sommità della lanterna. L’intervento, concordato e autorizzato dalla Soprintendenza, è stato eseguito dal restauratore Simone Beneforti.
Rete di Solidarietà
UN AIUTO CONCRETO
Dalla compagnia domiciliare alle piccole commissioni La Rete di Solidarietà Q.1 è un servizio gratuito di aiuto ai cittadini gestito da cittadini. Si avvale della collaborazione dei propri volontari, delle Associazioni di Volontariato, dei Servizi Sociali e delle Istituzioni. Chi è alle prese con i propri problemi troverà qualcuno che l’aiuterà a cercare una soluzione. Ecco cosa puoi chiedere alla Rete: compagnia domiciliare e telefonica lettura accompagnamento passeggiate e/o spesa piccole commissioni spesa a domicilio recapito medicinali e prenotazione analisi accompagnamento e trasporto con auto per necessità di vario genere disbrigo di pratiche burocratiche informazioni e sostegno per la ricerca del lavoro
A volte basta una parola gentile, un gesto di cortesia, per illuminare la nostra giornata e quella di chi li riceve”
informazioni e sostegno per la ricerca dell’alloggio distribuzione alimenti e pacchi alimentari, vestiario, medicinali interventi di orientamento legale interventi di orientamento psicologico interventi di orientamento per problematiche di disagio lavorativo (mobbing) informazioni sui Servizi Sociali Territoriali Rete di Solidarietà Quartiere Via dell’Anguillara 2r Tel. 055 2767611 http://politichesocioabitative.comune.fi.it/ volontariato/reti_solidarieta/reteQ1.html
Vita dei quartieri
VIDEO INTERVISTE ONLINE Sul sito web de “Il Reporter” (www.ilreporter.it) videointervista on line al presidente Q.1, Maurizio Sguanci, che in piazza Santa Croce presenta le iniziative per il controllo e la regolamentazione della movida nei rioni del centro storico (Santa Croce, Santo Spirito, San Frediano, San Niccolò).
6 | Aprile 2015
Quartiere 1
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Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
La storia
la piazza che ogni giorno ricorda ginevra Targhe al giardino D’Azeglio in memoria della ragazza Eleonora Magnanelli
A
volte guardare non basta, c’è bisogno di osservare. E facendolo, anche nei luoghi che frequentiamo ogni giorno può capitare di scoprire una storia. Magari una storia difficile, magari una storia d’amore. Come quella di Ginevra Olivetti Rason, donna molto amata, di cui piazza D’Azeglio si fa “portavoce”. La storia di Ginevra, giovane avvocatessa di 27 anni residente nella zona di viale Mazzini, si è conclusa troppo presto, a causa di un arresto cardiaco che l’ha portata via nel 2011. Il ricordo della ragazza, però, continua vivere in tutta Firenze e in particolar modo in piazza D’Azeglio, dove Ginevra portava spesso i nipoti a giocare e dove adesso diverse targhe parlano di lei e della donazione che la sua famiglia ha fatto nel 2012 per la riqualificazione dell’area. Donazione che ha permesso non solo di ricollocare più di cinquanta nuove pan-
ne della piazza, hanno spedito una lettera, scritta a mano e firmata personalmente uno ad uno, ai miei genitori. Un gesto molto bello che ci ha riempiti di gioia”. La fondazione Ginevra Olivetti Rason, attiva dal 2013, si dedica in particolar modo alla raccolta fondi per la ricerca cardiologica infantile e all’organizzazione di iniziative nei settori della promozione della cultura, dell’assistenza sociale e sanitaria e della ricerca scientifica.
chine nel giardino, ma anche di riposizionare nella fontana della piazza la statua ottocentesca rappresentante un ibis – uccello tipico africano – da tempo in restauro, e di provvedere alla manutenzione dei fiori che circondano il giardin D’Azeglio. Il fratello di Ginevra, Pier Ettore Olivetti Rason, racconta: “Mia sorella amava molto quel giardino, e allo stesso modo i bambini. Per questo siamo contenti di aver potuto fare qualcosa per tutti coloro che frequentano la piazza ogni giorno. Grazie anche all’allora assessore all’ambiente Caterina Biti e al sindaco Renzi”. Ogni 21 giugno, inoltre, sempre nel giardino D’Azeglio, i bambini del piccolo coro del Melograno “prestano” le loro voci per ricordare la giovane nel giorno del suo compleanno. Pier Ettore tiene a sottolineare come i bambini del quartiere, in questa storia, abbiano avuto un grande ruolo: “Più di cento bambini, dopo la riqualificazio-
Una delle targhe in piazza D’Azeglio in ricordo di Ginevra Olivetti Rason
Nel cuore di Firenze
gli “angeli” all’opera
A
ngeli del Bello al lavoro nel cuore di Firenze. Lo scorso mese i volontari, insieme all’assessore all’ambiente Alessia Bettini, sono intervenuti in largo Annigoni, dove hanno cancellato le scritte che coprivano l’uscita del parcheggio. Poi il lavoro è proseguito anche al mercato di Sant’Ambrogio. “Il Comune fa la sua parte e, dopo le richieste, siamo intervenuti – ha spiegato l’assessore – il messaggio è chiaro: ci siamo e siamo impegnati a rendere la città migliore. Ma vogliamo anche far capire ai cittadini che possono contribuire anche loro, associandosi a realtà straordinarie come gli Angeli del Bello. Come promesso continuo, ogni primo sabato del mese, ad andare con i volontari per pulire un settore della città. Piccoli gesti come questo rendono più bella Firenze”. “Siamo partiti dal centro storico e ci stiamo adesso occupando di tante aree anche limitrofe – ha sottolineato il presidente della Fondazione, Giorgio Moretti – e ogni volta che eseguiamo un intervento, se quella superficie viene nuovamente imbrattata, cerchiamo di intervenire di nuovo più rapidamente possibile. Non possiamo demordere, vogliamo diffondere la cultura del rispetto per tutti”.
Il locale
riecco lo chalet fontana H Senza Senza appuntamento appuntamento via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info327.28.97.058 327.28.97.058 NUOVA APERTURA Via Gianpaolo Orsini, 78 info 333.40.22.251 NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251
a riaperto i battenti lo Chalet Fontana, dove Rosai e Pratolini facevano colazione. La riapertura dello storico locale, a pochi passi da piazzale Michelangiolo, è arrivata dopo oltre due anni di lavori. Rinnovati completamente sia lo spazio interno che quello esterno, per riportare agli antichi splendori quello che, alla fine dell’800, rappresentava un crocevia per poeti e scrittori. La struttura, completamente rinnovata, è stata ora riammodernata e arredata con materiale tipico dell’artigianato fiorentino. E non si tratta solo di un ristorante: a differenza del passato, lo Chalet Fontana vuol essere un luogo di iniziative a 360 gradi con un palinsesto di eventi dedicati alla musica, alla cultura e all’arte. Uno dei punti centrali del progetto di riqualificazione è poi il giardino: una volta a regime ospiterà un orto biodinamico ed è in cantiere anche un anfiteatro naturale per accogliere performance teatrali e non solo. Per info: www.chalet-fontana.it.
Quartiere 1
#Zoom
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
Aprile 2015 | 7
Al cinema
Istruzione
la scuola-città pestalozzi fa settanta Alunni (e genitori) protagonisti e tanti progetti per l’istituto di via delle Casine, nato nel 1945 Valentina Veneziano
E
rnesto Codignola, pedagogista italiano, soleva dire che “la scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l’individuo in condizione di fare a meno di essa”. Lui all’insegnamento teneva molto, tanto da fondare, nel gennaio del 1945, la Scuola-Città Pestalozzi. Quattro date importanti: nel 1975 è stata riconosciuta come scuola totalmente sperimentale, nel 1997 come centro risorse per la formazione docente, nel 2006 come centro sperimentazione insieme alle scuole Don Milani di Genova e Rinascita di Milano e nel 2011 è stata selezionata dal Miur per far parte dell’iniziativa Scuol@ 2.0. Quest’anno Scuola-Città Pestalozzi (che si trova in via delle Casine) compie settant’anni: nel corso di questo lungo viaggio si sono rafforzati i suoi progetti e il suo indiscusso spirito di iniziativa. La scuola sperimentale accorpa elementari e medie in un solo percorso formativo di
La Scuola-Città Pestalozzi è stata fondata nel 1945: gli alunni sono i protagonisti della vita quotidiana e dell’organizzazione scolastica
otto anni divisi in quattro bienni. Gli studenti sono gli attori principali della vita quotidiana e dell’organizzazione scolastica, attivi anche nel “consiglio degli alunni”, un organismo di ragazzi che gestisce alcune attività come quella, ad esempio, della cura del giardino. Una didattica attiva che cresce e si sviluppa attraverso il motto del “fare per imparare” e che, per mezzo della partecipazione pratica, rende vive le potenzialità di ciascun allievo. Scuola-Città Pestalozzi, insomma, non ha paura dei cambiamenti, ma anzi li accoglie, come nel caso delle nuove tecnologie. Con il progetto Scuol@ 2.0 viene sperimentato l’insegnamento utilizzando l’iPad in ambiti come il disegno geometrico. Tra le attività più interessanti e “rivoluzionarie” ci sono gli Open Learning, momenti di apertura delle classi in cui avviene un incontro tra studenti di età diverse, il progetto di Educazione Affettiva che riguarda tutti per sviluppare il
saper stare con gli altri e le fasce di orario dedicate al lavoro autonomo con la tecnologia. Molti i laboratori (come quello di cinema, teatro e di falegnameria) e gli ambienti che stimolano la creatività. Viene utilizzato non soltanto lo spazio all’interno delle quattro pareti dell’aula, ma pure quello del giardino, della falegnameria e del quartiere stesso. E anche i genitori sono un pezzo fondamentale di questo puzzle, partecipando attivamente alla vita di scuola nei Consigli, nelle assemblee e nel “Progetto Genitori”, che promuove incontri e seminari su argomenti di comune interesse.
bambini e maestri sul grande schermo nel documentario ‘educazione affettiva’
“E
ducazione affettiva” è il titolo del documentario di Federico Bondi e Clemente Bicocchi, uscito nelle sale lo scorso febbraio e ambientato in parte all’interno di ScuolaCittà Pestalozzi. È un film che parte dalla Pestalozzi per mettere in risalto i protagonisti della scuola: bambini e maestri come grandi creatori e portatori di emozioni. “È stato un gioco, nessuna pressione creativa, un lavoro libero. Ho avuto l’opportunità di rivivere un periodo colmo di sensazioni”, racconta Bondi. “Educazione affettiva” è una pellicola che ricorda, nel caso in cui qualcuno se ne fosse dimenticato, la scuola come percorso di crescita umana. V.V.
APRILE nelle Biblioteche Comunali Fiorentine BIBLIOTECA DELLE OBLATE Storie ribelli. La narrativa contemporanea intorno alla Resistenza Il Comune di Firenze e l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, in collaborazione con la Biblioteca delle Oblate, propongono un percorso per le scuole superiori di lettura e riflessione su autori contemporanei che hanno trattato il tema del Fascismo e della Liberazione in Italia. Le letture dei brani selezionati saranno recitate dall’Associazione Culturale Venti Lucenti. Martedì 4 aprile, ore 17.00 - Sala Conferenze • Incontro con Giacomo Verri autore del libro “Partigiano Inverno”, Einaudi e Antonella Sarti autrice de “Dalle cime al mare”, Effegi. Giovedì 23 aprile, ore 17.00 - Sala Conferenze • Incontro con Valerio Varesi autore del libro “La sentenza”, Frassinelli e Vanni Santoni ideatore, insieme a Gregorio Magini, del metodo di scrittura collettiva SIC e “compositore” del libro “In territorio nemico”, Minimum fax. BIBLIOPASSI È un progetto che si pone l’obiettivo di amplificare il circuito informativo sulle attività di cammino, di promuovere programmi di sensibilizzazione sugli stili di vita e di integrazione ai bisogni di salute, di implementare l’offerta esistente realizzando nuove proposte che creano un legame tra il territorio e la “sua“ biblioteca quale luogo da scoprire, dove trovare suggerimenti di lettura e momenti di socializzazione. Le azioni sono rivolte a favorire il movimento fornendo stimoli ed informazioni per il mantenimento, il miglioramento della salute personale, ampliando così i benefici legati al benessere psicofisico. Le Biblioteche Comunali interessate
sono il “campo base” degli itinerari, contribuiscono a dare una caratteristica originale all’intero progetto, un valore aggiunto: offrire ai partecipanti la documentazione sulla storia del territorio, uno scaffale tematico di invito alla lettura da consultare e prendere in prestito, un’ulteriore occasione per conoscere le Biblioteche e i loro servizi. Le soste della passeggiata saranno allietate da letture dalla bibliografia dedicata al camminare in compagnia dei Lettori di BiblioteCaNova Isolotto. Iniziativa gratuita Prossimo appuntamento: Sabato 18 aprile, Parco delle Cascine. Partenza ore 9.30. Ritrovo ore 9.00 presso la Biblioteca Filippo Buonarroti.
LE BIBLIOTECHE DEI PICCOLI FIORENTINI anniversario della Resistenza e della Liberazione
STORIE RIBELLI LA NARRATIVA CONTEMPORANEA INTORNO ALLA RESISTENZA Il Comune di Firenze e l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana (ISRT), in collaborazione con la Biblioteca delle Oblate, propongono un percorso di lettura e riflessione su autori contemporanei che hanno trattato il tema del Fascismo e della Liberazione in Italia. Il progetto permette alle scuole superiori partecipanti di usufruire di letture di brani tratti dai testi selezionati dall’ ISRT e recitati dall’Associazione Culturale Venti Lucenti. Il percorso si conclude con due incontri presso la Biblioteca delle Oblate tra gli autori dei volumi e i ragazzi delle scuole. // TesTi Wu Ming2 e Tamar Mohamed Timira, Einaudi, 2012 Scrittura Industriale Collettiva In territorio nemico, Minimum fax, 2013 Valerio Varesi La sentenza, Frassinelli, 2011 Giulio Questi Uomini e comandanti, Einaudi, 2014 Wu Ming1 e Roberto Santachiara Poin Lenana, Einaudi, 2013 Antonella Sarti Dalle cime al mare, Effigi, 2012 Giacomo Verri Partigiano Inverno, Nutrimenti, 2012 Paola Soriga Dove finisce Roma, Einaudi, 2012
Il progetto è realizzato dalla Biblioteca delle Oblate PO Funzionamento e Promozione biblioteche Tel. 055 2616512 | www. biblioteche.comune.fi.it
Febbraio 2015 Presentazione dei testi nelle scuole da parte dell’ ISRT e dell’Associazione Culturale Venti Lucenti Marzo - aprile 2015 Stesura delle recensioni dei testi scelti da parte dei ragazzi 14-23 aprile 2015
Incontri pubblici tra autori e ragazzi presso la Biblioteca delle Oblate, con lettura di recensioni dei libri e di brani da parte dell’ Associazione Culturale Venti Lucenti. Agli incontri saranno presenti gli autori Vanni santoni (SIC), antonella sarti, Valerio Varesi e Giacomo Verri NeI meSI dI FeBBRAIO, mARzO e APRILe gLI INCONTRI SI TeRRANNO NeLLe SCuOLe
in collaborazione con
Mercoledì 8 aprile, ore 17.00 Italiano un gioco da bambini BibliotecaCanova Isolotto 3° incontro: Capacità di salutare e presentarsi, laboratorio che si pone come scopo quello di favorire l’integrazione e l’apprendimento spontaneo dell’italiano in un ambiente accogliente e stimolante con fiabe, racconti, disegni, video e canzoni A cura di Dino Mancarella e Giulia Sadun Ass.ne Culturale Liberamente Libro di riferimento: Il libro dei sogni, Pollicino • Per bambini dai 4 ai 7 anni Coccole e Caccole, illustrazioni di Monica Auriemma Giovedì 9 aprile, ore 17.00 Una passeggiata nel quadro A cura della Cooperativa Nuvole • Per bambini dai 4 ai 7 anni Biblioteca Buonarroti Ciclo artisti in erba. Lettura animata Martedì 21 aprile, ore 17.00 e laboratorio manuale “Il Museo La strega era cattiva, d’Arte”, con costruzione di burattini perfida persino Biblioteca Thouar Libro di riferimento: Leo Lionni, Il sogno di Matteo, Babalibri … e che può fare una strega perfida A cura della Cooperativa Nuvole • se i suoi dispetti si trasformano Per bambini dai 4 ai 7 anni in favori? Se venite a sentire, lo scoprirete! Lettura animata con Sabato 11 aprile, ore 10.30 kamishibai Quando i bambini sognano Libro di riferimento: Gek Tessaro, e gli adulti li ascoltano L’albero e la strega, Artebambini Biblioteca Mario Luzi Lettura animata e laboratorio con A cura dell’Ass.ne Culturale materiali di recupero per costruire Scioglilibro • Per bambini da 5 a 8 mezzi di trasporto spazio-temporali anni
Giovedì 23 aprile ore 16.30 Costruiamo un alfabeto! Biblioteca delle Oblate Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore • Laboratorio di invenzione di un codice di scrittura. Biblioteca delle Oblate Libro di riferimento: Rudyard Kipling, Come fu scritta la prima lettera, in Il libro delle bestie, Prìncipi & Princípi A cura della Cooperativa Nuvole • Per bambini dagli 8 ai 10 anni Venerdì 24 aprile ore 17.00 Chi l’ha fatto? Biblioteca Orticoltura Lettura animata e laboratorio con la creta “Al tempo dei dinosauri” Libro di riferimento: Dahlov Ipcar, L’uovo meraviglioso, OrecchioAcerbo A cura della Cooperativa Nuvole • Per bambini dai 5 ai 7 anni www.biblioteche.comune.fi.it Seguici anche sui profili social: F Biblioteca Oblate Biblioteche Comunali Fiorentine T @Biblioblate @Biblio_ComuneFi
8 | Aprile 2015
#L’inchiesta
Movida/1
se le notti fiorentine escono dal centro L’obiettivo è individuare nuovi luoghi di ritrovo in altre zone, per alleggerire il cuore della città Sara Camaiora
L
a bella stagione riaccende i riflettori sulla movida. Con la primavera Firenze si anima di giorno e anche di notte, per la gioia dei giovani e la preoccupazione, però, di molti residenti, soprattutto del centro storico, dove si concentra la maggior parte dei punti di ritrovo della città. Una questione annosa e dibattuta da tempo. Ma una movida fuori dal centro è possibile? Presto sarà possibile scoprirlo, dal momento che protagonista dell’Estate fiorentina in arrivo sarà il parco delle Cascine, che diventerà sede di spettacoli di vario genere: l’ippodromo delle Mulina, pronto a rinascere, sarà uno dei luoghi deputati ad accogliere eventi, ma saranno coinvolti anche il Teatro dell’Opera e altri angoli del grande polmone verde. “Ne stiamo ragionando anche con alcuni gestori di locali del centro, in via dei Benci, per coinvolgerli nella creazione di un polo attrattivo qui”, spiega Giovanni Bettarini, assessore comunale alle attività produttive. Si pone lo stesso obiettivo una delibera approvata dal Quartiere 1, che prevede l’attivazione di un tavolo di confronto tra i presidenti dei cinque quartieri della città, il sindaco, l’assessore alle attività produttive e l’ufficio svilup-
Il parco delle Cascine si appresta a diventare uno dei luoghi protagonisti della prossima estate fiorentina. L’obiettivo è “decentrare” la movida
po economico, con l’obiettivo di trovare nuovi spazi per le notti fiorentine, luoghi alternativi in cui organizzare momenti di ritrovo e convivialità per le serate dei giovani, in modo da decentrare la movida e “decongestionare” le parti di città tradizionalmente più frequentate. Si parla sempre dei grandi polmoni verdi della città, o in generale di luoghi da “riscoprire” o utilizzati finora solo per eventi sporadici. “Gli spazi sono molti, bisogna
capire come renderli appetibili per i cittadini e anche per gli esercenti: decentrare non vuol dire chiudere il centro, ma allargare la gamma dell’offerta”, puntualizza Maurizio Sguanci, presidente del Quartiere 1. Le associazioni di categoria concordano, ma con alcune precisazioni. “Bene la delocalizzazione per arginare il problema movida e rilanciare le Cascine: sediamoci subito tutti attorno a un tavolo per definire le regole e condividere idee
– dice Riccardo Tarantoli, vicepresidente di Silb-Fipe Confcommercio Firenze – a nostro avviso la priorità per allestire gli spazi alle Cascine andrebbe data agli operatori del centro storico. Che, ovviamente, non va svuotato”. “D’accordo con la proposta, nel momento in cui dal Comune arriva la possibilità di diversificare le attrattive, no però a sostituire il centro con la periferia”, commenta Daniele Locchi, Fiepet Confesercenti Firenze. E
se forte resta l’esigenza di alleggerire il centro storico, non mancano però note dolenti anche in altre zone della città, dove i residenti segnalano disagi a causa di una vita notturna troppo rumorosa, soprattutto nelle vicinanze di alcuni locali. È quello che avviene ad esempio nel quartiere 5, dove sono stati attivati alcuni controlli mirati da parte della polizia municipale sulla base delle segnalazioni dei cittadini.
GLI SPAZI “ALTERNATIVI” QUARTIERE 1 PARCO DELLE CASCINE
QUARTIERE 2 SAN SALVI VILLA ARRIVABENE
QUARTIERE 3 PARCO DELL’ANCONELLA
QUARTIERE 4 ARGINGROSSO VILLA STROZZI
QUARTIERE 5 PARCO S. DONATO ORTICOLTURA
È il parco più grande della città e anche in passato ha ospitato piccoli e grandi eventi. Ora si sta pensando di renderlo un polo di attrazione per le serate dei fiorentini: è già in corso un confronto tra l’amministrazione e alcuni locali di via dei Benci con questo obiettivo e sembra destinato ad avere un ruolo di primo piano nell’Estate fiorentina. E intanto l’ippodromo Le Mulina si appresta a ospitare grandi concerti: attesi a giugno la regina del rock Patti Smith, gli americani Limp Bizkit e i tedeschi Einsturzende Neubaten.
Non parla di movida ma di “un’offerta culturale ampia e variegata” il presidente del Q2 Michele Pierguidi, riferendosi a ciò che ospiteranno nei mesi a venire alcuni luoghi della zona. Ovvero Villa Arrivabene, sede del Quartiere ma anche di corsi e iniziative di vario genere, e i giardini di Campo di Marte. È dal 1998, invece, che la compagnia Chille de la Balanza organizza la sua “Estate a San Salvi”, con eventi di teatro, musica e arti visive. Nel grande parco, però, da tempo viene denunciata anche una situazione di abbandono e incuria.
Anche quest’anno, da maggio a settembre, il parco dell’Anconella si riempirà di iniziative. Un punto ristoro ed eventi di vario genere animeranno nella bella stagione il secondo polmone verde della città, molto frequentato dai residenti. “Un luogo su cui puntiamo molto e che crediamo debba essere valorizzato come punto di ritrovo e aggregazione: per questo, anche come Quartiere, organizzeremo manifestazioni. A settembre, ad esempio, tornerà la festa dello sport”, annuncia il presidente del Q3 Alfredo Esposito.
Galleria d’arte, bar e spettacoli di vario genere: la Limonaia di Villa Strozzi tornerà a essere viva e vissuta giorno e notte dai cittadini. Ma anche il parco dell’Argingrosso sarà inserito nel bando per gli spazi della prossima estate fiorentina. “Un luogo un po’ più nascosto ma che sarà sempre più accessibile ai cittadini, con possibilità di parcheggio e buona illuminazione, pronto a diventare uno spazio importante per la città”, spiega Mirko Dormentoni, presidente del Q4.
Non uno solo ma più luoghi da proporre, trattandosi di un’area molto grande della città. “Non stiamo cercando un unico spazio di attrazione, ma più possibilità adatte all’obiettivo, data l’ampiezza del quartiere”, fa presente Cristiano Balli, presidente del Q5. Tra questi non mancherà il giardino dell’Orticoltura che, ormai da qualche anno, ospita eventi e iniziative nella bella stagione, ma anche il parco di San Donato sembra essere sempre più in pole position come nuovo punto di ritrovo.
#L’inchiesta
Aprile 2015 | 9
Movida/2
torna il “patto” contro i disagi per i residenti Sara Camaiora
T
orna anche quest’anno il “patto per la notte”. È lo strumento a cui ricorrerà l’amministrazione per arginare la movida dannosa e permettere a chi lo desidera di vivere la notte, riducendo però al minimo i disagi per i residenti. “Firenze è una città viva quindi complessa, ma la sua vita notturna non deve costituire un problema per i fiorentini – spiega Giovanni Bettarini, assessore alle attività produttive – la soluzione si chiama ‘patto per la notte’, perché è il modo migliore per conciliare le esigenze di tutti. Al ‘patto’ vengono poi abbinate ordinanze precise e cogenti”. Previste quindi, come l’anno passato, la collaborazione volontaria dei gestori dei locali, che metteranno a disposizione steward per sorvegliare i comportamenti degli avventori, e le ordinanze per il divieto di vendita di alcolici dalle 22 per i minimarket e di somministrazione dopo le due per i locali. E torneranno anche gli idranti nelle piazze. “Siamo in contatto con la Prefettura per organizzare quanto prima un nuovo tavolo tecnico”, aggiunge Bettarini. “Fallimentare”, invece, per risolvere il problema della movida, è il “patto per la notte” secondo l’associazione dei residenti “Ma noi quando si dorme”. Alcune delle richieste da loro avanzate all’amministrazione sono però state esaudite. Quella sui dehors, ad esempio: il nuovo regolamento non solo impone un tetto ai metri quadri occupabili, ma per la prima volta introduce la sospensione della concessione per episodi legati alla cosiddetta “movida molesta”. In caso di superamento dei limiti acustici, non solo all’interno del locale ma anche all’esterno, accertato dai rilievi fonometrici dei soggetti competenti, è prevista la sospensione dell’uso del dehor. Dovrà inoltre essere facilmente visibile l’atto di concessione rilasciato al titolare, con l’indicazione di ciò che l’amministrazione comunale ha autorizzato. Dal Quartiere 1, intanto, arriva una serie di “proposte per una civile fruizione della città notturna”, documento in cui si chiedono più controlli e sanzioni puntuali, rilievi fonometrici e la possibilità per il Comune di limitare l’apertura di nuovi esercizi in aree già sature. Novità in vista, infine, anche sul fronte della mobilità “by night”: se da questo mese sarà implementato il servizio della tramvia nel weekend, c’è anche il progetto di potenziare le corse dei bussini elettrici che collegano il centro storico con i parcheggi pertinenziali. Servizio, questo, che potrà però essere messo a punto solo quando sarà ultimata la gara regionale sul trasporto pubblico.
Le scelte degli altri
giro di vite anche in spagna, berlino è senza orari N on è un caso che il termine movida sia di origine spagnola. La vita notturna nelle città iberiche è proverbiale: comincia tardi, finisce praticamente il giorno successivo e le possibilità sono innumerevoli. Ma neppure in Spagna sono mancate lamentele, disagi e richieste di interventi: basti pensare al giro di vite sul cosiddetto “botellon”, i maxi-ritrovi di giovani forniti di bevande alcoliche in piazze, parchi o spazi all’aria aperta, arrivato con il divieto di consumo di alcol in luoghi pubblici di molte città, a partire da Barcellona. Altrettanto celebre è la vita notturna di Berlino, dove mai, tra l’altro, è stato stabilito un orario di chiusura obbligatorio per i locali. Tornando “a casa nostra” e guardando cosa accade nelle principali città italiane, una cosa è certa: praticamente ovunque c’è il problema di come gestire la movida, i residenti spesso ne subiscono le conseguenze e si organizzano in comitati (molti dei quali ora si sono riuniti in un’associazione nazionale), gli esercenti e i giovani manifestano le loro ragioni e le varie amministrazioni cercano di trovare soluzioni. C’è chi sceglie la “linea dura”, con ordinanze stringen-
ti quanto a chiusura anticipata dei locali e vendita di alcolici, come nel caso di Trento o Parma, dove il sindaco ha imposto i bandoni giù a mezzanotte durante la settimana e all’una nei weekend, con deroghe solamente per chi ha dehor insonorizzati. C’è poi chi stringe non tanto sulle chiusure, quanto sulla musica, come a Palermo, dove il sindaco ne ha sancito lo stop nei locali a mezzanotte, all’una solo il venerdì, il sabato e i prefestivi. Bologna è invece una delle poche città italiane a essersi dotata di un regolamento acustico, uno strumento normativo che ha l’obiettivo di limitare l’inquinamento sonoro, imponendo ai locali di non superare i 75 decibel, pena sanzioni variabili che possono arrivare fino alla chiusura. L’idea della delocalizzazione della movida in zone meno frequentate e lontane dall’inflazionato centro storico ha preso campo anche a Torino, grazie a un lavoro congiunto di amministrazione e associazioni di categoria: si stanno studiando agevolazioni, come sgravi fiscali o incentivi, per chi vuol aprire locali in luoghi diversi da quelli “canonici”, che aspettano da anni una riqualificazione.
10 | Aprile 2015
#Focus
Sollicciano/1
Il punto
“dobbiamo aprire il carcere alla città” Parla la direttrice Maria Grazia Giampiccolo, tra problemi e progetti: “L’istituto fa parte di Firenze”
meno reclusi, ma resta molto da fare
Gianni Carpini
È
arrivata alla guida del più grande istituto penitenziario toscano dopo undici anni trascorsi alla casa di reclusione di Volterra, un carcere modello di cui è ancora direttrice. Maria Grazia Giampiccolo (nella foto), classe 1961, è alla direzione di Sollicciano dal giugno scorso. A Firenze vuol portare la “formula Volterra”: offrire ai detenuti progetti di istruzione-lavoro e accompagnare i fiorentini “dietro le sbarre” con eventi aperti alla città. Sollicciano e il sovraffollamento: qual è la situazione? C’è una notevole flessione del numero di detenuti perché le recenti normative hanno indubbiamente influito sulle presenze. Siamo ancora sopra la capienza ottimale, ma non c’è il dato di sovraffollamento del passato. In linea di massima, oggi, in ogni cella di dodici metri quadrati sono ospitati due detenuti. Il complesso come sta? Necessita di importanti lavori strutturali. Importantissimi, direi. È fortemente danneggiato da copiose infiltrazioni d’acqua che riguardano la gran parte degli edifici: tutto l’istituto dovrebbe essere ristrutturato. Su questo stiamo cercando di avviare progetti di recupero: servono somme ingenti non ancora quantificate. Pochi detenuti lavorano fuori dal carcere, perché? È necessario costruire percor-
D’
bilità che potrebbero essere ampliate o ripristinate. Ci sono progetti in cantiere? Sì: gli “aperitivi galeotti” che partono ad aprile (vedi altro articolo in questa pagina), l’idea di orti sociali nelle aree verdi dell’istituto in cui anziani del territorio insegnino ai detenuti come coltivare la terra. Mi piacerebbe molto riportare l’università a Sollicciano, avviando all’interno del carcere un corso fortemente ancorato al territorio, perché Sollicciano fa parte della città.
si con il territorio per trovare imprenditori disponibili ad assumere: in questo momento c’è una congiuntura economica sfavorevole alle assunzioni in generale, si può immaginare per un detenuto. È bene tenere presente che più si riesce a creare percorsi esterni e più si abbassa il livello di recidiva. Sollicciano può diventare un carcere modello? Le criticità sono forti, ma stiamo lavorando. Secondo la mia opinione bisogna cercare di portare Sollicciano a Firenze e Firenze a Sollicciano. Tengo particolarmente alla creazione di eventi aperti alla città. Perché? Per le tante implicazioni positive, non ultima quella dei contatti con imprenditori interessati a creare situazioni lavorative all’interno del carcere. Abbiamo diverse zone verdi sottoutilizzate, una vecchia falegnameria in disuso, tutta una serie di possi-
Il carcere di Sollicciano, il più grande istituto penitenziario toscano
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1
16/03/15
17:12
La Natura diventa Arte
L’iniziativa
se l’aperitivo è “al fresco”
U
n aperitivo curato da uno chef di grido, musica e momenti di teatro a fare da contorno. Tutto nella norma, se non fosse per la location: un carcere. E gli invitati sono tutti i fiorentini. A Sollicciano arrivano gli “Aperitivi galeotti”, sulla falsariga delle “Cene galeotte” che si svolgono nella casa di reclusione di Volterra, coinvolgendo detenuti-cuochi guidati da maestri dei fornelli. Si inizia con quattro serate (23 aprile, 21 maggio, 4 e 18 giugno) all’interno del Giardino degli incontri, la struttura voluta dentro Sollicciano dall’architetto Giovanni Michelucci come luogo della città nel carcere. Come succede a Volterra, anche per gli aperitivi galeotti Unicoop Firenze fornirà il cibo e assumerà una decina di detenuti a sera che saranno seguiti in cucina da chef professionisti, selezionati dal critico gastronomico Leonardo Romanelli. Ad allietare la serata saranno i reclusi che partecipano alle attività del carcere, come i laboratori teatrali e musicali. A ogni apericena possono partecipare cinquanta persone esterne, ma è meglio prenotare per tempo viste le procedure necessarie per andare al di là delle sbarre (agenzie Argonauta Viaggi, telefono 055.2345040). Il costo è di 20 euro a testa, che saranno devoluti al restauro del Battistero di Firenze. G.C.
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estate – viene raccontato – il caldo è soffocante. D’inverno il problema non è solo il freddo, ma anche l’acqua: quando piove si allagano celle e corridoi, con l’umidità che invade molti ambienti. Un complesso senza ristrutturazioni significative da quando è stato aperto trentadue anni fa. Nel 2014 sono stati tre i suicidi, e gli atti di autolesionismo sono purtroppo frequenti. Non è rosea la fotografia di Sollicciano scattata dall’associazione Antigone, che ogni anno stila il rapporto sulle carceri italiane. Sul fronte delle celle “pollaio” va meglio che in passato. Il numero dei detenuti è diminuito del 28 per cento nel giro di un anno, anche per effetto dello svuotacarceri, ma Sollicciano rimane sempre stipato: mentre la capienza regolamentare è di 494 posti, i detenuti al 31 dicembre 2014 erano 725, il 47% in più rispetto a quelli che sarebbero previsti sulla carta. Nel 2013 erano mille, l’anno precedente 939, secondo i dati forniti a Il Reporter dalla direzione dell’istituto penitenziario. Stando a questi stessi numeri, sette detenuti su dieci sono di origine straniera, principalmente tunisini, marocchini e albanesi. Gli uomini sono l’87% del totale. La maggior parte ha tra i 30 e 40 anni, è in attesa di un processo ed è finita dietro le sbarre per reati legati alla droga. Spesso chi è stato “ospite” di Sollicciano torna dietro le sbarre: “La recidiva è dell’85% – osserva Eros Cruccolini, garante dei detenuti di Firenze – vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Dobbiamo lavorare perché la permanenza in carcere possa essere produttiva per il detenuto – aggiunge – grazie ad attività di lavoro o formazione che permettano di acquisire crediti da spendere poi fuori”. In media, oltre l’alta cancellata di Sollicciano lavorano 165 carcerati, mentre le attività che possono seguire i reclusi, secondo l’associazione Antigone, sono “sproporzionate rispetto ai numeri della popolazione detenuta”. “Stiamo lavorando su questo fronte – conclude Cruccolini – c’è una grande disponibilità della direzione, per cui credo che ci possa essere un percorso virtuoso”. G.C.
#Focus
Aprile 2015 | 11
Sollicciano/2
così i detenuti “evadono” in cella
Corsi e laboratori, ma anche lavoretti che offrono uno stipendio minimo e competenze poi utili fuori Gianni Carpini
C
ento. Tanti sono gli “angeli di Sollicciano” che varcano la soglia del block house, l’ingresso sorvegliato del carcere, per realizzare attività con i detenuti: laboratori, ma anche lavoretti che garantiscono a chi è in cella uno stipendio minimo e qualche competenza da giocarsi sul mercato del lavoro una volta usciti. L’ASSOCIAZIONE “STORICA” È a Sollicciano dal 2001 con trenta volontari. “Pantagruel” è una delle associazioni storiche in questa città nella città: segue il progetto Francesco, che fornisce ai detenuti bisognosi vestiti e prodotti per l’igiene, svolge colloqui con i reclusi e funge da intermediario con il personale sanitario presente nel carcere. Nella sezione femminile viene portato avanti un laboratorio di bambole, terapia e passatempo per una quindicina di persone.
E da poco sono partiti i “laboratori al fresco”, che coinvolgono gruppi di detenuti con letture, pittura, scultura e ceramica.
L’officina in cui si recuperano le biciclette: a Sollicciano non mancano le buone pratiche, come corsi e laboratori per i detenuti
TRA ROSE E BICICLETTE Tre detenuti, con un regolare contratto, curano 1.800 piante di rose, mentre un altro nella ciclofficina tira fuori bici fiammanti da rottami abbandonati. Sono i progetti della cooperativa Ulisse per il reinserimento sociale dei carcerati. Per il terzo anno consecutivo, sul terreno coltivato nell’area verde di Sollicciano sbocciano le rose, vendute poi nei mercatini in giro per l’Italia. Sul fronte delle biciclette, la doppia officina – una dentro al carcere, la gemella a Firenze dove lavorano due ex reclusi – recupera le carcasse abbandonate nei depositi comunali per creare mezzi da città (ne vengono venduti cinquecento l’anno: costano dai 20 ai 70 euro e si prenotano su cooperativaulisse.it) o modelli grif-
fati di alta fascia (piedelibero.it). DIETRO AI BANCHI E IN BIBLIOTECA Nella pancia di Sollicciano nascono tre “case dei libri”, grazie alla BiblioteCaNova Isolotto. La più fornita è nella sezione maschile: conta migliaia di volumi, anche in lingua straniera. Dal 2013 gli arredi sono stati rinnovati, ma mancano ancora mesi di lavoro. Sono in una fase più embrionale gli scaffali della sezione femminile, mentre nel vicino Solliccianino si pensa di inaugurare la nuova biblioteca entro l’estate. Per quanto riguarda l’istruzione, centocinquanta detenuti frequentano nelle aule interne al carcere le lezioni dell’istituto statale Russell-Newton di Scandicci e del Sassetti-Peruzzi di Firenze. SUL PALCO Alcuni recitano sulla ribalta e altri curano le scenografie nel laboratorio seguito da France-
sco Givone. “Ogni anno mettiamo in scena un progetto nuovo, che proponiamo a giugno alle scuole e al pubblico generalista”: Elisa Taddei di Krill Teatro da un decennio lavora nella sezione maschile e cura questi lavori sul palco interno al carcere e in una location esterna. Per il 2015 venti detenuti stanno preparando una rilettura del testo di Alfred Jarry “Ubu re”. Un altro gruppo di reclusi suona nell’Orkestra Ristretta diretta dal cantautore Massimo Altomare, che si esibirà il 19 maggio a Sollicciano (per info: Tempo Reale, tel. 055.717270). A LEZIONE DI YOGA “Lavoriamo sulla mente calma e sulla possibilità di vivere questi giorni, mesi e a volte anni come un’opportunità di cambiamento”. Sergio Busi ha vissuto tra India e Nepal per sedici anni e dal 2005, con l’associazione fiorentina Druma Yoga (www. drumayoga.it), propone ai detenuti dell’ottava sezione maschile l’antica disciplina. Una lezione a settimana, un gruppo di allievi che varia da cinque a quindici persone. L’associazione ha anche creato una biblioteca di cinquanta testi dedicati allo yoga e fa appello ai cittadini perché donino libri e tappetini per i detenuti.
12 | Aprile 2015
#Ricorrenze
25 aprile
“esplosione di gioia e lacrime, vi racconto la liberazione”
Silvano Sarti, presidente dell’Anpi, parla in vista del settantesimo anniversario Serena Wiedenstritt
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on passa giorno senza un’iniziativa. Il tesseramento 2015 ha fatto partire l’anno con molto fermento per arrivare “in forma” all’appuntamento con i settant’anni dalla Liberazione dal fascismo. Dalle cene nelle case del popolo agli incontri per contrastare neofascismi e neorazzismi, l’Anpi, associazione nazionale partigiani d’Italia, costituita il 6 giugno 1944 a Roma, è oggi attiva come non mai. Anche dopo la dolorosa scomparsa del partigiano Mario Bonechi, detto “Fregio”, a febbraio 2014, seguita un mese dopo da quella di Ivan Tognarini, fondatore dell’istituto storico della Resistenza, “strenuo combattente a difesa di quei valori che fecero grande la lotta partigiana”, l’Anpi Firenze è sempre più viva. Parlare con il presidente Silvano Sarti è un’emozione. Ascoltare il racconto dell’esplosione di gioia per la liberazione di Firenze, “mista a lacrime perché la città era distrutta”, fa comprendere la forza dei partigiani anche settant’anni dopo, “anche perché mai come oggi è necessario non cedere alla rassegnazione davanti al disagio cui si assiste ogni giorno”. Sarti tocca i temi più attuali, quelli che riguardano i giovani, come il lavoro, non nega qualche considerazione politica (“ci faccia caso, di fronte a partiti politici che cambiano nome e forma ogni
dieci anni, da oltre settant’anni l’Anpi si chiama sempre Anpi, siamo l’associazione più longeva e resistente del Paese”), ricorda il ruolo delle donne – 70mila partigiane, 30mila combattenti, novemila uccise e torturate – ed elenca i progetti per i prossimi mesi, che spaziano da Firenze all’Europa. “Il 25 aprile saremo a Milano per una manifestazione così forte e partecipata da scuotere il Paese – promette Sarti – saremo centinaia di migliaia e parteciperanno ex partigiani e istituzioni in arrivo da tutta Italia. Sarà una grande esplosione di orgoglio, sarà il nostro modo per difendere i valori della democrazia e il lavoro dei padri costituenti”. Ma la mobilitazione per celebrare i 70 anni della Liberazione non si fermerà a Milano: “Ci saranno iniziative anche in Toscana, a Firenze e non solo. Inoltre stiamo lavorando a un convegno internazionale sull’antifascismo. Purtroppo vediamo diversi paesi europei in cui le forze estremiste e antidemocratiche stanno guadagnando consensi, come in Francia per fare un esempio, e non possiamo far finta di niente”. Intanto, in Toscana sta prendendo piede l’azione del comitato antifascista regionale: “È un coordinamento di tutte le forze sociali e dei partiti che si richiamano ai valori antifascisti – conclude Sarti – ed è uno strumento fondamentale”.
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Silvano Sarti, presidente dell’Anpi fiorentina, elenca i progetti in programma per i prossimi mesi
I luoghi simbolo
Il libro
sulle orme dei partigiani
così bartali rischiò la vita per gli ebrei
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N
agli affascinanti panorami di monte Morello e monte Giovi alla centralissima Villa Triste di via Bolognese. A Firenze e dintorni il cammino sulle orme dei partigiani comprende tappe montane, dove l’organizzazione si rifugiava per sfuggire al nemico e organizzare le azioni, e luoghi cittadini. Sulle pendici di monte Morello avvenne il triste rastrellamento del lunedì di Pasqua, quel 10 aprile 1944 che vide i tedeschi salire in montagna con lo scopo di “bonificare” la zona dove, con il favore della popolazione, si rifugiavano i partigiani. Altra tappa di quel percorso ideale che è stato chiamato “i Sentieri della Libertà” è la stazione di Montorsoli, dove ancora oggi si trova una targa che ricorda un episodio di scontri fra partigiani e repubblichini.Un episodio che risvegliò la coscienza antifascista di molti giovani, che decisero di iniziare a lottare con i partigiani. Anche sul monte Giovi i partigiani, che qua si rifugiarono per organizzarsi subito dopo l’8 settembre, trovarono il sostegno incondizionato degli abitanti del luogo. E oggi può valer la pena fermarsi davanti alla lapide commemorativa della Resistenza del chiesino di monte Giovi, oppure a luglio partecipare all’annuale festa dei partigiani e dei giovani organizzata dagli abitanti di Acone e dall’Anpi. A Firenze, due tragici emblemi della lotta al nazifascismo sono la Villa Triste di via Bolognese, dove fu torturato anche Bruno Fanciullacci, e piazza Santo Spirito, dove il capitano Potente, nome di battaglia di Aligi Barducci, venne ferito a morte da una granata nemica. Ma sempre a Firenze ci sono anche luoghi che celebrano i successi della lotta partigiana nei confronti degli occupanti: spicca fra questi Palazzo Medici Riccardi, dove l’11 agosto del 1944 si insediò e assunse il governo della città il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale.
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Villa Triste, in via Bolognese, è uno dei tragici emblemi fiorentini della lotta al nazifascismo
el 2013 Gino Bartali è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’Olocausto. La storia di come rischiò la vita per salvare diversi cittadini ebrei dalle persecuzioni naziste è contenuta nel libro “Cento volte Bartali. 1914-2014”, pubblicato nel centenario della nascita del ciclista toscano da Giunti Editori e promosso dall’associazione Giglio Amico. Il volume ripercorre la carriera sportiva e i traguardi di Bartali, ma anche aspetti più personali della sua vita, tra cui i viaggi da Firenze ad Assisi con i documenti nella canna della bicicletta per salvare i cittadini ebrei, senza dimenticare le irripetibili vittorie al Tour de France. Il volume non è in vendita nelle librerie: informazioni per l’acquisto all’indirizzo mail info@giglioamico.it.
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Il Reporter del Q1 raggiunge le famiglie del quartiere 1 di Firenze.
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#Società
Aprile 2015 | 13
Anziani
nasce “pronto badante” l’aiuto arriva per telefono
Attivato un servizio gratuito rivolto alle famiglie
D
a qualche settimana, chi ha un genitore, un parente o anche un amico anziano può contare su un servizio in più. Completamente gratuito. Si chiama “Pronto Badante” ed è un numero verde (800.593.388) a cui si può richiedere un aiuto immediato per una persona anziana che si trova in una situazione di fragilità. “Pronto Badante” risponde dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13. Il nuovo servizio è partito in via sperimentale il 16 marzo scorso in tutti i comuni della provincia di Firenze ed è stato attivato dalla Regione Toscana, su proposta della vicepresidente con delega al Sociale Stefania Saccardi. Vicepresidente Saccardi, come funziona in concreto il “Pronto Badante”? Basta chiamare l’800.593.388, spiegare la situazione della persona anziana per cui si richiede l’aiuto e nel giro di 24-48 ore suonerà alla porta di casa un operatore specializzato, che darà all’anziano o alla sua famiglia tutte le informazioni necessarie sui percorsi socio-assistenziali da intraprendere, aiutandoli anche a richiedere un buono lavoro da 300 euro, erogato dalla Regio-
ne, per le prime spese per una badante. L’operatore ha anche il compito di guidarli nelle procedure on-line dell’Inps per attivare un rapporto di assistenza familiare, svolgendo il ruolo di tutor nelle prime fasi del rapporto tra famiglia e badante. Chi può usufruire del nuovo servizio? Tutte le persone anziane dai 65 anni in su che per qualche motivo si trovano in difficoltà (ad esempio perché sono stati appena dimessi dall’ospedale o perché vivono un momento di particolare disagio) e non possono già contare su una badante né usufruiscono già di un progetto di assistenza personalizzato. E il “buono lavoro” come funziona? È un voucher di 300 euro che consente di coprire fino a massimo trenta ore di lavoro regolare di una badante. Insomma, è un sostegno per i primissimi momenti di difficoltà. Perché la Regione ha creato “Pronto Badante”? Non ci sono già altri servizi simili per gli anziani? No, che io sappia è il primo progetto del genere in Italia. Lo abbiamo attivato pensando agli anziani soli che improvvisamente perdono la piena autosufficienza
e alle famiglie che spesso si trovano in grande difficoltà nell’accudimento di un anziano: non sanno a chi rivolgersi e di chi fidarsi per trovare una badante, non conoscono gli strumenti socio-assistenziali che possono attivare. Quanti fiorentini vivono una situazione di questo tipo? Tanti. Solo per dare un dato generale, preso dal bollettino statistico del Comune di Firenze, oggi oltre 97mila fiorentini hanno un’età che va dai 65 anni in su. E considerando che fortunatamente si vive sempre più a lungo, saranno ancora di più in futuro. L’augurio è che ogni fiorentino goda di perfetta forma fino a cento anni e oltre, ma realisticamente tutti noi, a una certa età, cominceremo a vivere in una condizione di fragilità. Mettiamoci nei panni di un anziano sofferente e spaventato o nei panni dei suoi figli, che sono preoccupati per lui e ogni giorno devono gestire un caotico incrocio di esigenze ed emergenze tra famiglia e lavoro. “Pronto Badante” è nato da questa idea: sono persone che non vanno lasciate sole.
Il nuovo servizio “Pronto Badante” è stato attivato dalla Regione Toscana su proposta della vicepresidente con delega al Sociale Stefania Saccardi
Numero verde Pronto Badante
800.593.388
14 | Aprile 2015
#Infanzia
L’allarme
soffocamento nei bimbi, scatta la “battaglia” Una vittima a settimana: una mamma e un medico organizzano incontri
Ivo Gagliardi
U
n bambino alla settimana. Sono tanti, troppi, i piccoli (spesso piccolissimi, dato che più della metà non ha nemmeno un anno di vita) che in Italia perdono la vita per soffocamento, per aver ingoiato cibi “pericolosi” per la loro età o parti di giocattoli. Una “strage silenziosa” spesso sottovalutata anche dagli stessi genitori o nonni, che a Firenze si cerca ora di combattere con un’arma in più: una serie di appuntamenti gratuiti organizzati con cadenza mensile, nati dall’incontro tra un pediatra, il dottor Massimo Generoso, e una mamma, Antonella Cappelli, che hanno deciso di impegnarsi in prima persona per sensibilizzare le famiglie e provare a mettere un freno a questi tragici episodi. “L’iniziativa degli incontri formativi nasce dall’incontro tra il dottor Generoso e la mia sensibilità di mamma. In stretta collaborazione organizziamo incontri gratuiti con cadenza mensile”, racconta Antonella, che poi spiega perché abbia deciso, da “semplice” mamma, di impegnarsi in questa battaglia. “Venire a conoscenza del fatto che in Italia muore un bambino alla settimana per soffocamento e sapere che esistono delle semplici manovre che possono evitare queste tragedie mi ha spinto a voler diffondere il più possibile l’informazione, sensibilizzando le persone e portando a conoscenza queste manovre”. Ma che cosa si sente di consigliare alle altre mamme (ma anche a babbi, nonni, ecc...)? “Il consiglio che dal cuore sento di dare – spiega – è quello di non ignorare il problema pensando che queste cose non accadano, basta poco per pentirsi tutta la vita di non aver saputo intervenire. Non dobbiamo dare niente per scontato. Ognuno di noi deve diffondere la comunicazione a tutte le persone che sono in contatto con i bambini (come babysitter, insegnanti, nonni, zii) per poter essere in grado di salvare la vita al bambino in caso di necessità”. Per cercare di raggiungere più persone possibili, Cappelli ha anche dato vita a una pagina Facebook (“Manovre antisoffocamento nei bambini”) che ha raggiunto circa duemila “Mi piace”. “Ho creato questa pagina Facebook – sottolinea – perché ritengo che il social network sia l’unico vero mezzo per raggiungere più persone possibile in tempi rapidissimi”. È lei stessa, sulla pagina Facebook, a pubblicare informazioni e notizie sui rischi legati al soffocamento nei bambini. E sempre sulla stessa pagina vengono rese note le date degli incontri formativi, a cui tutti possono partecipare: il prossimo appuntamento in programma è sabato 18 aprile. Chi è interessato può mandare una mail all’indirizzo antonellacappelli73@gmail.com.
L’intervista | Dottor Massimo Generoso, pediatra di famiglia
“Ecco le manovre da (non) fare” Q
uali sono le dimensioni del problema? L’inalazione da corpo estraneo è un evento frequente in età pediatrica. In Italia muore un bambino alla settimana, la massima incidenza è nei bambini di età compresa tra 6 mesi e due anni. Più del 90% dei casi si verifica prima dei 5 anni di età, il 65% delle vittime sono sotto l’anno. Il corpo estraneo inalato tende a ingombrare le prime vie respiratorie ostacolando il passaggio dell’aria. Non sempre i meccanismi riflessi come la tosse risultano efficaci. E per quanto veloci siano, non sempre i soccorsi qualificati riescono a intervenire in tempo. Il soffocamento da corpo estraneo accade ovunque: in ogni regione, in ogni fascia sociale, nei luoghi di vita quotidiana. Questa tragedia si dovrebbe evitare grazie a una corretta informazione su cosa fare per prevenire l’incidente e grazie alla conoscenza delle manovre da mettere in atto quando l’incidente si verifica, da parte di tutti coloro che ruotano intorno alla vita di un bambino. Cosa rischiano di inalare i bambini? Tra gli oggetti più frequentemente causa di ostruzione gli alimenti sono al primo posto, seguono i giocattoli e poi altro. Cito alcuni esempi: noccioline, arachidi, caramelle, prosciutto tagliato grosso, wurstel tagliati in grossi pezzi, pezzi di frutta tagliati grossi, acini di uva. E poi pile al litio, palline di gomma, parti di giocattoli, monete, pongo e tappi di biro. Quindi non si deve mai lasciare solo il bambino, ma seguirlo attentamente mentre gioca, mangia, guarda la tv e svolge qualsiasi altra attività. Come riconoscere un’ostruzione respiratoria da inalazione di corpo estraneo? Bisogna distinguere se l’ostruzione è parziale o completa. Se è parziale, il bambino respira anche se con difficoltà, tossisce, emette suoni, piange. È sconsigliata qualsiasi azione. Il piccolo va tranquillizzato, incoraggiato a tossire e mantenuto nella posizione che preferisce. In caso di ostruzione totale il bambino non respira più, non tossisce, non emette suoni e mette le mani intorno al collo. Bisogna allertare il 118 e iniziare rapidamente le manovre di disostruzione. Qual è la manovra di disostruzione da effettuare? Si chiama “manovra di Heimlich”, ed è indicata per bambini di età superiore a un anno, o di peso da 10 chili in su, o di altezza a partire
da 75 cm. La sequenza è la seguente: bisogna collocarsi (in piedi o in ginocchio) alle spalle del bambino, facendo passare le braccia al di sotto delle sue, come se si volesse abbracciare. Con pollice e mignolo di una mano va formata una C che collega la punta dello sterno con l’ombelico. Poi inserire all’interno della C il pugno dell’altra mano con il pollice all’interno, in modo da creare una superficie piatta. A quel punto afferrare il pugno con l’altra mano ed effettuare decise compressioni dal basso verso l’alto e dal davanti all’indietro (movimento a cucchiaio), continuando fino a disostruzione avvenuta o fino a che il bambino diventa incosciente. E se il bambino ha meno di un anno? Le manovre sono diverse se il bambino, in questo caso il lattante, ha un’età inferiore a un anno, o un peso fino a 10 chili o un’altezza fino a 75 cm. In questo caso la sequenza è la seguente: seduti o in ginocchio, bisogna utilizzare la gamba come piano di appoggio. Bloccare la testa con la presa a C della mandibola per favorire la respirazione, sistemare il lattante a cavallo dell’avambraccio in posizione declive, cioè a testa in giù, posizionare l’avambraccio sulla coscia dello stesso lato, per garantire la stabilità. Poi dare cinque vigorosi colpi fra le due scapole con il palmo della mano, indirizzandoli verso l’esterno, per non colpire la nuca. Girare il lattante con cautela tenendolo sempre per la testa e posizionarlo supino sull’altro avambraccio, sempre con il capo rivolto verso il basso e assicurando la sua stabilità. Procedere con cinque compressioni toraciche lente e profonde con le due dita posizionate al centro dello sterno, nella zona a metà fra i due capezzoli. Alternare queste due manovre fino a disostruzione avvenuta o fino a che il lattante diventa incosciente. Ci sono manovre che non bisogna fare? Sono assolutamente da evitare due manovre ancora purtroppo molto diffuse nella cultura popolare: infilare le dita in gola al bambino per farlo vomitare o per estrarre il corpo estraneo e afferrare per i piedi il bambino e metterlo a testa in giù. Queste due manovre rappresentano soltanto una perdita di tempo e possono spingere ancora più in basso il corpo estraneo inalato.
Facebook: manovradiheimlich
#Ieri & oggi La città che cambia
Aprile 2015 | 15
Data Records 93
TUTTA UN’ALTRA MUSICA: una storia iniziata VIAGgio TRA I NEGOZI DI DISCHI con i diaframma Tanti hanno chiuso, ma qualcuno resiste. E c’è il “ritorno” del vinile Sara Camaiora
“I
negozi di dischi non ti salvano la vita, ma possono renderla migliore”. Parola dello scrittore inglese Nick Hornby, a sostegno di tutti quei negozi dove è ancora possibile chiedere consigli al venditore invece che premere il pulsante download e ritrovarsi la musica sul pc. Negozi che, anche a Firenze, sono sicuramente molti meno rispetto a qualche anno fa: ma alcuni riescono a resistere e raccontano una realtà di collezionisti e ascoltatori di musica dal “palato fino”.
“Abbiamo chiuso il 2014 con diciassettemila pezzi, nulla in confronto ai quasi centomila a cui arrivavamo negli anni ’90, ma se il prodotto vale il cd si vende ancora”, raccontano da Dischi Alberti, in borgo San Lorenzo. “Ora però è inevitabile essere un negozio multiprodotto”, ammettono. “Solo con i cd non si va avanti”, concordano dalla Galleria del Disco, sotto la stazione di S. M. Novella. E in effetti accanto ai dischi capita di trovare telefonia, digitale e altro ancora. Alla vendita di cd affianca il noleggio
L’interno di Dischi Alberti, uno dei negozi di musica presenti in città. Negozi che sono molti meno rispetto a qualche anno fa, ma alcuni riescono a resistere
di dvd Yellow Records, storico negozio musicale nel cuore dell’Isolotto, mentre da Dischi Mastelloni, in piazza del Mercato Centrale, dj e aspiranti tali possono trovare tutto ciò che fa al caso loro. Dischi Fenice nasce nel 1993, anzi rinasce dalle ceneri di Disclub, storico negozio in piazza San Marco che ha promosso anche varie riviste musicali. Difficile – spiegano dai negozi – tracciare il profilo del cliente tipo: ci sono quelli piuttosto avanti con gli anni che puntano a prodotti di catalogo, ma anche chi cerca le novità e sono tanti pure i giovani. Ma quello che colpisce di più è il ritorno del vinile, cercato non solo dai collezionisti, ma anche da molti ragazzi che magari hanno riscoperto in casa un vecchio giradischi. E se in quasi tutti gli esercizi c’è un angolo dedicato ai vinili, non mancano nemmeno i negozi specializzati, da Data Records 93 (vedi anche approfondimento a fianco), in via dei Neri, con una vastissima esposizione di Ep che spaziano dalla new wave ai classici del rock passando dalla scena indie, a Rock Bottom, aperto da ventuno anni, da tre trasferitosi da via Alfani a via Giraldi e un catalogo con ogni genere, tranne che lirica e classica. Per gli appassionati di Coltrane o Keith Jarrett c’è Twisted Jazz Shop in borgo San Frediano, specializzato in jazz, mentre fa al caso di chi ama punk, grunge e rock anni ‘90 Danex Records in via degli Artisti, catalogo onnicomprensivo ma con un’attenzione particolare ai prodotti meno “classici”. E per chi cerca l’usato c’è Cortelloni in viale Petrarca, dove si trovano anche fumetti, sempre rigorosamente “vintage”.
Data Records 93, una storia di musica cominciata da molti anni
C’
è una storia particolare dietro Data Records 93. Una storia fiorentina ma anche un po’ internazionale, una storia di musica e passione, cominciata ormai trent’anni fa con i dischi Altrove dei Diaframma e Yassassin dei Litfiba. Siamo agli inizi degli anni ’80, i due gruppi sono al centro della scena musicale fiorentina e la Contempo Records è l’etichetta discografica che non solo lancia le loro produzioni, ma che porta in Italia la new wave, il genere di punta in quel periodo. A fondare la Contempo è Giampiero Barlotti, dal 1977 gestore di un negozio omonimo di dischi in via Verdi. L’etichetta continua la sua produzione, stampa Ep di gruppi di rilievo italiani e stranieri, come i Pankow, band fiorentina di musica elettronica, o gli americani Pixies. Il negozio va bene, tanto che Giampiero decide di aprirne un altro più grande, in via dei Neri 15 rosso, l’attuale Data Records 93. Contempo continua a produrre dischi fino alla metà degli anni ’90, quando sospende la sua attività. Ora però il progetto è ripartito, proponendo una discografia molto particolare, che riscopre artisti del passato e colonne sonore di pellicole di diversi anni fa. Si dedica alla ristampa di veri e propri “cimeli” che altrimenti non si troverebbero più, album di gruppi come i Ribelli e gli Equipe 84, protagonisti degli anni ’60, e poi le colonne sonore, come quella di Armando Trovajoli per il film di De Sica “Ieri, oggi, domani” e quella di Morricone per “Quando le donne avevano la coda” del regista Pasquale Campanile. Tutti rigorosamente in vinile, il supporto in cui la Contempo crede di più. S.C.
L’iniziativa
Lavoro
Una giornata di uscite speciali, offerte e aperture straordinarie
Clausola sociale negli appalti pubblici, approvata la risoluzione
È
nato nel 2007 da un’idea di un commerciante statunitense e adesso viene festeggiato in tutto il mondo ogni terzo sabato di aprile. È il “Record Store Day”, la giornata internazionale dei negozi di dischi, il cui scopo è promuovere le attività indipendenti e valorizzare i dischi in vinile e tutto il mondo che vi gravita attorno. Un prodotto apparentemente “vintage” il vinile, ma che oggi, nell’era di internet, sta conoscendo una seconda giovinezza. Ambasciatore di questa ottava edizione è Dave Grohl, leader dei Foo Fighters nonché batterista dei compianti Nirvana. Per l’occasione tornano in stampa dischi e singoli pressoché introvabili, edizioni speciali, rarità e “chicche” che i collezionisti cercheranno di accaparrarsi prima possibile. Si parla di circa trecento uscite tra cui gli stessi Foo Fighters, ma anche Metallica, Bob Dylan, gli Stooges di Iggy Pop e molti altri nomi, noti e meno noti. Tra quelle italiane sono da segnalare la ripubblicazione dell’lp “Bella ‘mbriana” di Pino Daniele e dell’album “La malavita” dei toscani Baustelle, ma anche ristampe di Claudio Lolli, Alan Sorrenti, Cccp Fedeli Alla Linea, Paola Turci e tanti altri artisti. Anche nei negozi fiorentini sarà possibile trovare tutte queste novità: per l’occasione, inoltre, non mancheranno sconti e offerte particolari, ma anche iniziative e aperture straordinarie per celebrare come si deve questa giornata. S.C.
C
lausola sociale negli appalti pubblici, sì alla risoluzione proposta dal Pd. A marzo il consiglio comunale ha approvato la risoluzione sul tema. Di che cosa si tratta? Di una “norma” che, se inserita in un bando di gara, impegna l’aggiudicatario dell’appalto a riassorbire il personale precedentemente impiegato nel servizio alle stesse condizioni contrattuali. In sostanza, chi lancia l’appalto si fa carico, nella stesura del bando, del futuro lavorativo delle persone che già svolgevano quel servizio. “Si tratta di un atto concreto che va nella giusta direzione – commentano i consiglieri del Pd Cecilia Pezza, presidente della commissione lavoro e scuola di Palazzo Vecchio, Niccolò Falomi, Luca Milani, Benedetta Albanese e Cosimo Guccione – volevamo dare un segnale politico forte diretto alla tutela dei lavoratori deboli che a ogni cambio di appalto non hanno la certezza di ricollocarsi”. “Si tratta – aggiungono – di un passo in avanti che riguarda quegli appalti in cui vi è la prevalenza di manodopera, dove l’appaltatore sostanzialmente fornisce il personale necessario. Questo è stato il risultato di un lavoro approfondito fatto sia in commissione che nel gruppo del Pd. L’adozione di una legge regionale che imponga l’uso della clausola sociale nei cambi di appalto non risolverà certamente tutti i problemi del settore, ma sarà un grimaldello fondamentale nella tutela di questi lavoratori. Auspichiamo – concludono i consiglieri del Pd – che la Regione Toscana possa al più presto adottare il provvedimento che oggi richiediamo, che appare ancor più giusto viste le recenti dichiarazioni del ministro Dario Franceschini, che ha assicurato che P.S. nel prossimo bando dei musei statali sarà inserita la clausola sociale”.
16 | Aprile 2015
#Cultura Agenda
La mostra
Antony Gormley e l’origine dell’uomo
L’artista inglese porta al Forte di Belvedere un’esclusiva selezione di opere dal titolo “Human” Barbara Biondi
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opo Zhang Huan nel 2013 e Giuseppe Penone nel 2014, il 2015 del Forte di Belvedere si appresta a cominciare con un grandissimo evento, “Human”, personale dell’inglese Antony Gormley – a cura di Arabella Natalini e Sergio Risaliti – che apre i battenti il 26 aprile (fino al 27 settembre). Il progetto espositivo, promosso dal Comune di Firenze – organizzato da Mus.e con il sostegno di Galleria Continua e White Cube – vede per la prima volta riunite più di cento opere del maestro britannico nella più grande esposizione mai realizzata dall’artista in uno spazio storico all’aperto. Protagonista di importanti mostre personali e autore di numerose installazioni permanenti nel mondo, Gormley è stato invitato a realizzare un progetto in cui le opere, in parte appositamente realizzate per la mostra, in parte ripensate per il luogo, riattivano gli antichi spazi grazie
Un’installazione dell’artista inglese Antony Gormley, che dal 26 aprile al 27 settembre sarà in mostra al Forte di Belvedere
alla loro forte presenza, diffusa e pervasiva. Il progetto dell’artista prevede la collocazione “attenta e giudiziosa” di più di cento figure umane in scala 1:1, che popolano le stanze interne della palazzina, i bastioni, le scalinate e le terrazze occupando tutti i lati del Belvedere, con il suo peculiare affaccio sulla città e le colline. Tra le opere in mostra la grande installazione Critical Mass, un “anti-monumento che evoca tutte le vittime del XX secolo”. Ideata originariamente nel 1995 per un vecchio deposito di tram a Vienna, oltre a ricordare alcuni momenti drammatici della storia della capitale austriaca, l’opera era anche, per l’artista, un “modo di attivare l’intero edificio e destabilizzarne il contesto architettonico”. Questo effetto destabilizzante e riflessivo trova al Forte di Belvedere – originariamente costruito come luogo di difesa – una perfetta collocazione, riproponendosi ora arricchita da un nuovo riferimento
legato al contesto italiano, quello dell’entrata in guerra e, successivamente, della Liberazione. “Sul terrazzo più basso del Forte le dodici figure sono installate in senso lineare e progressivo dalla posizione fetale a quella per osservare le stelle richiamando l’ascesa dell’uomo – spiega Antony Gormley – all’estremo opposto del terrazzo più basso si trova un ammasso confuso degli stessi corpi”. Gormley è l’inventore di un inedito linguaggio artistico che mette al centro il corpo umano, inteso come architettura e luogo della mente. L’esposizione di sculture che mettono al centro la figura umana trova a Firenze la sua collocazione “naturale”, nella città in cui, tra Quattrocento e Cinquecento, artisti come Donatello, Michelangelo, Baccio Bandinelli e Benvenuto Cellini si sono dedicati allo studio della rappresentazione dell’uomo “ideale” in rapporto all’architettura, allo spazio urbano e a quello religioso.
Parla Alessandra Ferri
Il locale
“Io e firenze, un lungo amore”
stessa insegna, nuove idee: riapre il “caffè notte”
A
lessandra Ferri saluta (per il momento) Firenze. Dopo aver danzato al Nuovo Teatro dell’Opera prima di partire alla volta di Londra, parla a Il Reporter della sua fresca esperienza fiorentina. Quale ricordo si porta via da Firenze? Ho una lunga storia d’amore con Firenze. È stata la prima città italiana dove sono tornata a ballare dopo aver passato molti anni a Londra e New York nei primi anni ‘90. Una città meravigliosa, forse la più bella città del mondo, la mia seconda casa dopo Milano. Mi porto via la felicità di aver danzato ancora una volta qua e in un nuovo teatro al quale auguro tutto il meglio. Ha ballato nella città del David, simbolo di bellezza e perfezione: per Alessandra Ferri cosa sono bellezza e perfezione? La bellezza corrisponde per me all’autenticità, ovvero l’artista che viene fuori dalle sue opere d’arte. Ad esempio, sono stata agli Uffizi e ho potuto constatare una volta in più, osservando quadri e statue, che in ogni forma d’arte c’è qualcosa di più grande di noi. C’è sempre qualcosa di inspiegabile ma insieme di meraviglioso, che va oltre l’essere uomo. Tornare a ballare dopo alcuni anni di ritiro dalle scene: qual è l’emozione più grande? Oggi ho una presa di coscienza maggiore prima di entrare in palcoscenico, rispetto a qualche anno fa. Ballerà nuovamente con Roberto Bolle, suo ultimo partner prima dell’addio alle scene nel 2007? Sì, abbiamo l’intenzione di ballare nuovamente insieme. Tra i tanti progetti lavorativi di entrambi c’è l’idea di ritrovarci per creare un balletto solo per noi due. E magari, chissà tra le città potremmo scegliere di tornare proprio a Firenze. I prossimi impegni lavorativi? Dopo Londra tornerò ad aprile in Italia con alcune date a Parma, Modena e Cremona per Trio Concert. L’anno prossimo posso già anticipare che invece interpreterò la figura di Eleonora Duse per un altro importante progetto. Vanessa Bambi
U
Alessandra Ferri, danzatrice famosa nei cinque continenti, è tornata nella città del giglio dopo una lunga assenza
n “nuovo corso”, ma in continuità con il passato. Per non perdere quel filo diretto con il quartiere e quell’atmosfera bohémien che aveva attirato artisti e scrittori, tanto da farlo diventare un punto di ritrovo per una nuova generazione di autori fiorentini, una sorta di salotto letterario degli anni duemila. Riapre questo mese il Caffè Notte, in via delle Caldaie, locale storico dell’Oltrarno. Aveva chiuso i battenti a dicembre dell’anno scorso poiché l’allora proprietario, dopo oltre trent’anni, aveva deciso di cedere l’attività. Ora, grazie all’iniziativa di un gruppo di imprenditori – già proprietari del Pop Cafè di piazza Santo Spirito, della trattoria La Lola in via della Chiesa e dell’Angie’s Pub in via dei Neri – e di una squadra di giovani, in primis Dario e Lorenzo dietro il bancone, sotto la supervisione di Agata, il locale torna ad animare la rive gauche fiorentina. Il loro intento è mantenere il ruolo che negli anni il Caffè si era ritagliato, puntando su due obiettivi: arte e aggregazione. Per questo il locale è aperto tutti i giorni, domenica compresa, giorno e sera, e sono
tutti già al lavoro su un calendario di eventi, mostre, concerti e proiezioni. “Il nostro desiderio è offrire uno spazio aperto ad artisti di ogni genere, invitiamo chiunque abbia un progetto, sia per eventi, sia per esposizioni, a venire qui e proporcelo”, fanno presente dal locale, che lancia una sorta di “call for ideas” a chiunque si occupi di cultura. Un angolo fisso è dedicato a mostre temporanee, artistiche o fotografiche – in programma, per questi primi mesi d’apertura, incontri con esponenti fiorentini della “street art” – ed è prevista anche musica dal vivo, “non oltre le undici di sera”, viene precisato, sottolineando che “è stata aumentata l’insonorizzazione del locale”. L’ambiente non è molto diverso dal “vecchio” Caffè Notte: stessa insegna, stesso bancone, simile disposizione degli spazi, una cucina un po’ più ampia dal momento che viene proposto un menu home made con prodotti espressi sia per il pranzo che per l’aperitivo. “Nell’allestimento – viene spiegato – abbiamo cercato di ottenere un risultato quanto più simile al salotto di una casa”. S.C.
Notte bianca, artigianato, litfiba e carmen consoli: il mese in pillole
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ltro che “dolce dormire”. Aprile a Firenze è sinonimo di mostre, eventi, concerti e soprattutto di “Notte bianca”, che come di consueto tornerà ad accendere di cultura la città nella notte che divide il 30 aprile dal 1° maggio. Ma urge un passo indietro: se è vero che il mese va a concludersi con il maxi-evento diventato un classico della primavera fiorentina, è altrettanto vero che comincia con un curioso appuntamento come lo Street foodtruck festival (dal 10 al 12) al parco delle Cascine, una tre giorni interamente dedicata al cibo di strada nelle sue varianti più insolite. Negli stessi giorni Tullio Solenghi salirà sul palcoscenico del teatro della Pergola (dal 7 al 17) per mettere in scena Il Tartufo di Molierè, con la regia di Marco Sciaccaluga. Il 17, una volta usciti da teatro, si può mettere in programma un salto al vicino Plaz (piazza dei Ciompi) per il concerto dei Pops!, trio di mad-jazz che regalerà improbabili mix balcanico-jazz-skaeggianti di sigle tv e film più o meno famosi, in un’atmosfera vivace. Il 18, al Mandela Forum, sarà la volta dell’attesissimo ritorno di Carmen Consoli: la cantantessa siciliana sbarcherà a Firenze con il suo nuovo album in studio. Il 20 sono due gli appuntamenti imperdibili, per pubblici diversi: il primo è al teatro Verdi, che farà spazio all’amatissimo compositore contemporaneo Giovanni Allevi, mentre il secondo è all’Obihall, dove si esibiranno i Litfiba in una serata revival sulle note dei loro brani più celebri. Il 24 comincerà poi alla Fortezza da Basso uno dei grandi classici della primavera fiorentina, la Mostra dell’Artigianato, che fino al 3 maggio animerà il grande spazio a due passi dalla stazione con oggetti e prodotti provenienti dai quattro angoli del globo. Infine, il 29, al teatro Verdi, l’orchestra regionale della Toscana presenterà il concerto di Igudesmann e Joo, curioso duo di musicisti russi (violino e pianoforte) che abbinano al rigore della tecnica una serie di contorsioni da acrobati che lasciano il pubblico senza fiato. Da non perdere.
#Cultura
Aprile 2015 | 17
Al cinema
“Basta poco” per trovare la felicità: In uscita il film che fa sorridere e pensare Ludovica V. Zarrilli
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asta poco per portare sul grande schermo una commedia schietta e divertente, che faccia sorridere e riflettere insieme. Oddio, proprio poco no, potrebbe ribattere Andrea Muzzi, che da due anni lavora incessantemente al film che lo vede nei panni di regista – insieme a Riccardo Paoletti – e attore protagonista. “Basta poco”, si intitola proprio così il lungometraggio che sbarca nelle sale dal 30 aprile, tutto incentrato sulla ricerca della felicità (ma, notare bene, non ha niente a che vedere con un film di Muccino di qualche anno fa). “Il film – spiega Paoletti – è semplice e poetico al tempo stesso, si trattano argomenti importanti ma in tono leggero. Quando si esce dal cinema, dopo aver passato un’ora e mezzo col sorriso, nel retrobottega del cervello si risveglia qualcosa, una riflessione. Questo è l’obiettivo del progetto, far divertire riflettendo”. Si parla di gente comune, con problemi di tutti i giorni, che si rivolge a una bizzarra agenzia – attorno alla quale ruota il film – che vende soluzioni per chi è alla ricerca di un po’ di serenità. In questa sorta
di negozio un po’ speciale, dove lavora Muzzi insieme al suo collega di scorribande Massimiliano Galligani, passano tutti i personaggi (molti dei quali vecchie conoscenze dei protagonisti) del film: da Paolo Hendel a Daniela Morozzi, da Sergio Forconi a Ninni Bruschetta, da Marco Messeri a Daniela Poggi fino a Elisabetta Cecchi. E poi due ospiti speciali come i figli di Andrea, Arturo e Pietro (dieci anni il primo e tredici il secondo), che per la prima volta si esibiscono davanti a una telecamera. Girato tra Chiusi e Roma, il film è pieno di facce note al pubblico di casa nostra, ma “attenzione – avverte Paoletti – non è un film toscano nel senso classico del termine, non è un film boccaccesco. È più una commedia in stile anni Cinquanta, senza parolacce, nudità, sesso né effetti speciali. Abbiamo la ferma convinzione che la semplicità della narrazione racconti la verità”. “È stata una bella scommessa, sono stato tenace e alla fine ce l’abbiamo fatta – spiega soddisfatto Muzzi a pochi giorni dalla presentazione ufficiale – avevo voglia di fare un film divertente ma con un taglio diverso”.
Facebook: Basta-Poco
A fine mese Andrea Muzzi sarà nelle sale con il film “Basta poco”, diretto con Riccardo Paoletti
L’iniziativa
torna in città il festival dei bambini
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orna a Firenze il Festival dei Bambini, in programma dal 17 al 19 aprile in vari spazi del centro (e non solo), che prenderà spunto dai temi dell’anno internazionale della Luce decretato dalle Nazioni Unite per accendere – è il caso di dirlo – la fantasia, la curiosità, il divertimento, il gioco, la voglia di imparare e di stare insieme. Attraverso laboratori, spettacoli, letture animate e giochi, il tema della luce sarà interpretato dalle più diverse angolazioni: tecnica, scientifica, artistica, psicologica, ambientale e poetica. Torneranno, a disposizione dei più piccini, le attività di maggior successo dello scorso anno come i laboratori di televisione e cinematografia, il polo scientifico al museo della Specola, la robotica e le stampanti 3d, a fianco di nuove proposte come lo spettacolo di Giovanni Micoli “M’illumino di poesia”, le attività di orticoltura, un poetico laboratorio di costruzioni e tanti altri, tutti da scoprire.
Le strade di Mr. Moskovitch | Quarta puntata
Dalla balera a un ristorante di periferia, continuano le avventure di Mr. Moskovitch e della sua bella Helen per le strade di una Firenze magica, raccontata attraverso le parole di Domenico Luigi Cena. Poteva mancare un colpo di scena? Ovviamente no.
Flash - Due napoli con la bufala (una alta), una prosciutto e funghi e il solito per Ferruccio al tavolo sette - berciò il cameriere al pizzaiolo. Aveva un sorriso che andava da orecchio a orecchio. Poi si avvicinò al gestore, che se ne stava in piedi con un tovagliolo nella cinta e l’apribottiglie in mano, questa volta parlando piano: “Oh, ma tu l’hai visto chi c’è al tavolo di Ferruccio? Dai... quell’attrice americana...”. Il gestore allungò un po’ il collo per guardare. - Beh, però! Ferruccio va sempre di moda. Ma mi sa che ti sei bevuto il cervello, Mario. Allora l’omo chi è? Cary Grant? Venvia, Mario... Oh senti un po’ icché vogliono ai’ quindici... Boogey se ne stava in silenzio ad osservare i tre al tavolo che parlavano e ridevano, mentre sorseggiavano il vino rosso preso dal fiasco. Era quasi assente. Per un attimo ebbe la sensazione di osservare la scena da fuori dal suo corpo. Probabilmente iniziava a rendersi conto che se fosse invecchiato, tra dieci, quindici o venti anni, avrebbe voluto essere come loro. Esattamente come quei due pensionati che l’avevano invitato, lui e la sua splendida amica Helen: sorridenti, schietti, accoglienti. E dannatamente fieri di ciò che in vita loro avevano fatto. Prima di uscire, Nella – la moglie – aveva estorto al marito la promessa che non avrebbe chiesto a Helen se “davvero era lei tutta nuda in quel film?”, o se Al Pacino e Russell Crowe fossero davvero piccoli come si diceva. L’aveva ottenuto minacciandolo: “Te a letto con me un tu ci dormi più pe’ tre mesi se tu lo fai!”. Ferruccio aveva promesso. - Sa, Moscovits (Ferruccio storpiava sempre i nomi e nessuno aveva mai capito se lo facesse per impertinenza, ma tutti credevano fosse così), io e la Nella ci siamo conosciuti qui. S’era operai tutti e due. Io alla Galileo, lei alla Superpila. E s’era comunisti tutt’e due. Mica poveri... no! Una volta quando
eri operaio in queste industrie eri a posto. E i padroni erano abbastanza intelligenti da capire che se ti davano, poi tu spendevi. E qualcuno ti faceva anche il dopolavoro, e ti aiutava a far studiare i figli. Siamo l’ultima generazione eroica di italiani. Ci hanno dato l’opportunità di fare e l’abbiamo fatto meglio che potevamo. Era bello. Se sapevi fare te lo lasciavano fare. Ma nessuno ricorda più, ora. Anzi, dà noia ricordare. Ferruccio estrasse il portafogli dalla giacca e ne tirò fuori alcune foto. - Guardi, noi il viaggio di nozze sulle Dolomiti s’è fatto con la Lambretta. Guardi com’era la mi’ moglie! Porse le foto a Boogey. Ritraevano una bella donna sempre sorridente e con un viso dolce, un uomo alto, anche lui raggiante, con le maniche della camicia arrotolate, e una Lambretta, simbolo meccanico della libertà. - Dia retta a me, Moscovits, questa donna non se la faccia scappare: la sposi. - Credo sia già sposata, purtroppo. - Oh icché sarà, al giorno d’oggi... ci si impegni, Moscovits. Sa, se mi innamorai della mia, e sono felice che sia accaduto, fu per il sorriso e il portamento. E i sorrisi di questa bella Helene sono per lei. Ferruccio lo disse sorridendo dolcemente, quasi accorato. *** Il flash del paparazzo li sorprese in quell’attimo in cui un uomo mette le mani sui fianchi della donna e lei mette le sue sulle spalle dell’uomo. E ci si guarda negli occhi per un attimo, si indugia per capire se proprio in quell’attimo lui/lei che hai di fronte ha proprio voglia di baciarti. Helen, nella sequenza di fotografie che sarebbero state pronte per l’impaginazione su svariati settimanali scandalistici il giorno dopo, aveva un’espressione prima languida, poi sorpresa, e alla fine – mentre si dirigeva minacciosa verso il fotografo – piuttosto arrabbiata. Boogey, invece, sullo sfondo, aveva una faccia da cretino.
Continua ☞
18 | Aprile 2015
#Sport Il calendario
un mese, due volte juventus
U
n aprile a tinte bianconere per i viola. In campionato il mese è iniziato con la partita casalinga contro la Sampdoria dell’ex Mihajlovic, mentre una settimana più tardi si respira aria di Champions al San Paolo contro il Napoli di Benitez. Sette giorni dopo torna al Franchi Luca Toni con il suo Verona, squadra protagonista di una stagione di alti e bassi. Altro turno casalingo quello successivo con il Cagliari: prima con Zeman e poi con Zola, per i sardi le difficoltà in questa annata non sono certo mancate. Altra partita da uno secco per la squadra di Montella, per conquistare punti pesanti nella fase decisiva della stagione. Ma la sfida più attesa dell’aprile viola in campionato arriva nel turno successivo, quello infrasettimanale di fine mese: in programma, per la quarta volta nella stagione (e per la seconda in questo mese), c’è nuovamente Juventus-Fiorentina, con i gigliati che ora, grazie a Salah, sanno però che niente è impossibile nemmeno allo Juventus Stadium. L’aprile di campionato finisce qua: a maggio si riparte poi dalla partita casalinga contro il Cesena.
Doppia sfida in questo mese di aprile tra Fiorentina e Juventus: prima in Coppa Italia, poi in campionato
Lorenzo Mossani
Il personaggio
più grande dei grandi: che partenza, salah
Da Ronaldo a Bati, nessuno aveva fatto meglio in serie A Irene Delfino
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n gol ogni 72 minuti. Un dato che fa stropicciare gli occhi e aggiornare gli almanacchi del calcio. Perché Mohamed Salah, nelle sue prime sette partite in viola, ha messo a segno sei reti e regalato un assist. È stato sempre decisivo, come nessun grande bomber della storia recente aveva saputo fare al suo approdo in serie A. Superando perfino Ronaldo “il Fenomeno”, che ha segnato un gol ogni 88 minuti con la maglia dell’Inter nella
stagione ’97/’98. Terzo gradino del podio per Trezeguet, con un centro ogni 97 minuti. Continuando a scorrere la classifica si trovano Higuain, Ibra in bianconero e l’Apache Tevez, molto staccati dall’egiziano. Seguiti da Shevchenko e Gabriel Omar Batistuta. Non c’è da stupirsi nel vedere il Re Leone soltanto nono in classifica, perché – come testimoniano i numeri – quando arrivò alla Fiorentina non era ancora Batigol. Segnò una rete ogni 450 minuti nelle prime
sette partite in viola durante la stagione ’91/’92. Infilando alla seconda giornata di campionato sull’erba del Franchi il portiere del Genoa (al 45’ del primo tempo) per il momentaneo 2-0 viola. Poi Bati concluse la stagione in crescendo, con tredici gol in ventisette presenze. Fino a diventare il primo marcatore viola in serie A della storia del club con 152 reti. Tornando a Salah, nelle prime sette partite non solo ha fatto meglio del Re Leone, ma ha superato anche Kurt Hamrin,
che svetta sul primo gradino del podio come bomber assoluto della Fiorentina con ben 208 gol. Nella stagione 1958/1959, la prima in maglia viola, non aveva certo segnato poco l’Uccellino, miglior marcatore della Fiorentina con 26 centri. Ma il primo gol era arrivato solo alla quarta giornata contro la Triestina. Nella stagione in cui la Fiorentina era una vera e propria macchina da gol: ben 95 quelli insaccati nelle porte avversarie, stabilendo il nuovo record, ancora imbattuto per i campionati a diciotto squadre. Poco più della metà (48) messi a segno dalla prolifica coppia Hamrin-Montuori. E proprio Miguel Angel è il terzo bomber della storia viola, con 84 reti in 188 presenze. Ma al suo approdo a Firenze, l’anno del primo scudetto (1955/1956), non riuscì a essere più incisivo di Salah, segnando due reti in sette match. La prima, al terzo minuto, aprì le marcature di uno Juventus-Fiorentina finito 4-0 per i viola, il 2 ottobre 1955. Mentre il secondo gol lo mise a segno alla sesta giornata, battendo il portiere dell’Atalanta al 14° del primo tempo in un 4-1 tutto viola. Che impatto, Mohamed Salah, sulla serie A.
Le strategie
il mercato scalda i motori
S
arà tempo di staffetta in cabina di regia la prossima stagione. Perché, anche se il Pek rimarrà in viola un altro anno, a 36 anni compiuti non potrà scendere in campo in tre competizioni. Milan Badelj può sostituirlo in caso di emergenza, ma apporta un maggior contributo al gioco della Fiorentina da mezzala. Il sostituto “part time” del cileno andrà così acquistato nel mercato estivo, dove Pradè potrà operare con più liquidità, visto che il bilancio trasferimenti è tornato in attivo grazie alla cessione di Cuadrado al Chelsea nella sessione invernale. A Montella piace molto Allan, il centrocampista dell’Udinese che abbina qualità e quantità in mezzo al campo. Visionato non a caso proprio da Nicola Caccia, che il 26 gennaio si trovava al Castellani di Empoli in veste di osservatore speciale per conto dell’Aeroplanino. Il valore di mercato del 24enne brasiliano, in Friuli dal luglio 2012 e con un contratto fino al 2018, si attesta sui 7,5 milioni. Ma, come
Il ds della Fiorentina Daniele Pradè guarda già alla prossima stagione e ai possibili rinforzi per la squadra
è noto, la società del presidente Pozzo è una bottega cara. E nonostante i buoni rapporti tra i due club dopo l’affare Cuadrado, per strapparlo alla concorrenza (Juventus, Inter, Napoli e attenzione al Milan in cerca di un regista) potrebbero non bastare quindici milioni. L’asta è già iniziata. I.D.
La società
Rondinella marzocco, torna la scuola calcio A
due anni dalla sua rinascita, la Vg Rondinella Marzocco fatica ancora un po’ a spiccare il volo. Parliamo delle ragioni con il presidente Stefano Volpini: “Diciamo che la stagione sta andando bene al cinquanta per cento – spiega – il neonato settore giovanile con la squadra Juniores sta giocando un ottimo campionato, mentre la prima squadra sta avendo diverse difficoltà”. Difficoltà dovute a cosa, secondo lei? Sicuramente si è sentito il cambio di categoria. La passata stagione in terza categoria è stata trionfale, con venticinque vittorie e un pareggio senza subire neanche una sconfitta, sfiorando la finale della Coppa Provinciale. L’entusiasmo era alle stelle, ma quest’anno purtroppo non
stiamo riuscendo a consolidare la posizione, restando sempre ai margini della retrocessione. Forse non eravamo ancora maturi per il passaggio di categoria, non siamo riusciti ad assorbire il colpo come avremmo voluto. I risultati non sono certo quelli attesi, ma cerchiamo di vederlo come un anno di assestamento. Io credo che la squadra abbia tutte le carte in regola per fare molto di più, ma è stata una brutta annata. A questo punto gli obiettivi sono cambiati: pensiamo alla salvezza, a fare meglio penseremo la prossima stagione. Eppure ci sono anche delle note positive: il settore giovanile sta portando, come già accennato, ottimi risultati, e anche in anticipo sui tempi pronosticati. Sì, quest’anno le soddisfazioni maggiori
arrivano per merito dei più giovani. Siamo riusciti a costruire la squadra Juniores con un anno di anticipo sulla nostra tabella di marcia e il campionato sta andando molto bene. Inoltre l’anno prossimo riapriremo la scuola calcio. Il nostro obiettivo è quello di formare nuovamente il settore giovanile nel giro di cinque anni, con una categoria all’anno. Siamo partiti con una stagione di anticipo, quindi le prospettive sono buone. Questa estate organizzerete i centri estivi? Non siamo ancora pronti, ma in futuro sicuramente. Altre iniziative in corso? Lo scorso 27 marzo si è tenuta una serata al Torrino di Santa Rosa in commemora-
zione dei cinquant’anni dalla vittoria del campionato juniores nazionale, e il 6 aprile, per Pasquetta, un memorial in onore di Riccardo Magherini al campo di Legnaia, dove lui stesso ha giocato. Siamo fieri del nostro passato e ci piace onorarlo. La Rondinella, in effetti, ha un passato davvero trionfale, essendo stata per anni la seconda squadra di Firenze. Fortunatamente, nonostante le difficoltà, la cittadinanza vi ama ancora e ha fiducia in una rinascita. Sicuramente l’affetto dei fiorentini non ci manca, in fondo la società è stata recuperata proprio dai suoi tifosi e, nel giro di tre anni, i soci sono più che raddoppiati, quindi le prospettive sono rosee. Dobbiamo solo superare un momento di difficol-
tà, ma ce la faremo. E in tanti ne sono sicuri: con il sostegno della città e l’impegno della società, per la Rondinella tornerà presto la primavera. Carlo Marrone
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20 | Aprile 2015
#Rubriche
A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI
LO SCOPPIO DEL CARRO
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ell’era dei trasporti ultra veloci, a Firenze, si possono vedere una volta all’anno, esattamente nel giorno di Pasqua, quattro buoi impegnati nello sforzo di traino, per le vie del centro storico. Sono due paia di candidi esemplari di razza chianina che, aggiogati in due pariglie, tirano possenti e placidi il Carro del Fuoco Santo per il famoso, tradizionale “Scoppio”, dal piazzale del Prato fino a piazza del Duomo e viceversa. Scortato da 150 fra armati, musici, madonne fiorentine e sbandieratori del Calcio Storico Fiorentino, il festoso carro pasquale, detto affettuosamente dai fiorentini “Brindellone”, si muove dal piazzale trainato dai buoi ornati di fiori, con gli zoccoli e le corna dorati, le rosse moscaiole pendenti sul muso dalle larghe narici umide e nere e con le gualdrappe gigliate sulle possenti groppe. Il
faticoso cammino dei pazienti animali è facilitato dalle tante palate di sabbia sparse sul manto stradale, affinché i loro zoccoli sotto sforzo abbiano una maggiore aderenza al suolo. Verso le dieci il carro arriva in piazza del Duomo, posizionandosi esattamente fra il Battistero e Santa Maria del Fiore. I buoi vengono staccati e condotti in piazza della Signoria, distante dalle deflagrazioni che avverranno di lì a poco, mentre si provvede alla stesura del filo di ferro sul quale scorrerà la “colombina”. Il cavo viene fermato al centro del carro e dall’altra parte alla colonna di legno posta in Cattedrale, appena fuori dell’altar maggiore. Man mano, con il passare dei minuti, aumenta l’ondeggiare della folla incuriosita ed in trepidante attesa. Negli ultimi istanti ognuno cerca il miglior punto di osservazione, magari sulle punte dei piedi, per
scorgere l’arrivo della colombina che precede l’assordante spettacolo pirotecnico dello “scoppio”. Alle ore undici in punto, terminato il rito religioso, al canto del Gloria in Excelsis Deo intonato dal Cardinale, il Diacono accende la miccia della colombina che, sibilando per tutta la navata centrale, scorre sul filo metallico e va ad incendiare i mortaretti ed i fuochi di artificio disposti sul carro. La tradizione vuole che, nel caso la colombina percorra senza intoppi il tragitto completo nei due sensi, i raccolti della campagna saranno abbondanti, altrimenti il pronostico sarà molto meno favorevole. Iniziano così, con fragore, le assordanti deflagrazioni e sia pure in maniera simbolica, la distribuzione a tutta la città del fuoco benedetto. L’imponente mole dell’antico carro si avvolge di nubi e scintillanti scoppi, come se l’aria stessa emettesse scintille sempre più luminose. Gli scoppi raggiungono il massimo della loro potenza man mano che dal basso salgono verso la sommità del carro dove, infine, soffia la girandola che al termine dei suoi sibilanti giri su se stessa, si apre come i petali di un giaggiolo, sprigionando tre piccoli gonfaloni con le insegne di Firenze, dell’Opera del Duomo e della famiglia dei Pazzi. La fine della cerimonia è segnata da tre più potenti detonazioni, ultime delle 1600 cariche. Il momento dello scoppio è l’esaltazione simbolica della pace, è l’augurio e la speranza di unire tutti gli spiriti in amicizia, è simbolicamente la luce del Signore risorto che si estende a tutti i presenti e su tutta la città. Cessato il fragore assordante degli scoppi, si sentono in tutta la loro intensità i festosi rintocchi delle campane e man mano, con il dissolversi del denso fumo, riappare più nitido il profilo del Brindellone che pian piano torna visibile dopo il caleidoscopico gioco della nebbia lasciata dai mortaretti e una volta dissipato il fumo, sono nuovamente visibili anche i marmi del Battistero, di Santa Maria del Fiore, del campanile di Giotto ed il ritorno volteggiante dei piccioni fuggiti fin dalle prime esplosioni. Mentre la folla lascia lentamente la piazza in un brusio confuso, tornano i quattro buoi per essere nuovamente aggiogati al pesante carro che, con la loro possente forza, lentamente riconducono nella rimessa in via del Prato n° 20, da dove non si muoverà più fino alla Pasqua dell’anno successivo. LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI Web artusi.net
Il Pungiglione
e io il frosinone lo compro in edicola
V
i capita mai di sentirvi spaesati? A me capita un giorno sì e l’altro pure. Alcune cose non riesco proprio a capirle. Ad esempio: dopo essere stato arrestato per aver intascato una mazzetta da centomila euro, c’è chi si è difeso dicendo: “Ne avevo bisogno”. Così ci rubano anche le giustificazioni. Ora, se un pensionato viene colto in flagrante mentre ruba al supermercato perché non riesce ad arrivare a fine mese, cosa deve dire? “L’ho fatto perché me l’ha chiesto il partito”? Sono molto confuso. Una volta alle macchine mettevano dei nomi veri. Ora siamo passati alle esclamazioni. C’è chi ha deciso di fare pubblicità a una macchina con “Oh!”. Pensa se per strada vedi un amico e tenti di chiamarlo: “Oh”. Dopo ti arrestano perché hai provocato un tamponamento! Oltretutto le brutte mode in Italia fanno sempre breccia e infatti anche la Fiat sta pensando a una nuova versione della Multipla, che si chiamerà con un’esclamazione adeguata: Mah! Com’è possibile che un investitore compri una squadra di calcio di serie A, il Parma, con solo 1 euro? Con 1 euro finora ci compravo un pacchetto di figurine a mio figlio. Un giorno mi presenterò con 2 euro e l’edicolante mi chiederà: “Vuole due pacchetti di figurine?”. “No, voglio il Parma e il Frosinone!”. Domani che resterà di noi? Per quello che mi riguarda ho deciso. Tre anni fa ho avuto un incidente e ora in una gamba ho sei placche e venti viti. Morirò con una chiave inglese in mano: così, quando troveranno i miei resti, penseranno che sia una scatola di Meccano. ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista
Web
andreamuzzi.it
Lettere
Aprile 2015 | 21
Editoriale dalla prima
Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it DUE RUOTE/1. “I DOVERI DI CHI VA IN BICICLETTA” Egregio Direttore, vorrei far presente che per i “signori del pedale” che vantano tanti diritti, ci sarebbero anche dei doveri: A) i segnali stradali ci sono per essere rispettati anche dalle biciclette che si vantano di andare dove gli pare, indipendentemente da sensi vietati, sensi unici etc. B) sulle strisce pedonali, devono scendere e attraversare a piedi. C) legare le bici a ogni palo disponibile può intralciare chi cammina sui marciapiedi e la viabilità. Inutile sottrarre spazi ai parcheggi auto per far posto alle loro biciclette perché non ce le mettono. D) studiare le tanto magnificate ciclabili e usarle. Quelle sui lungarni sono fantasticamente vuote, i ciclisti continuano ad usare via Salutati contromano e Lungarno Vespucci sulle rotabili, impicciando spesso i bus, per non parlare di via Villamagna, via de’ Benci e simili. E) nelle zone pedonali centrali, sono tenuti a smontare e camminare. F) sarebbe l’ora che prendessero delle salate multe anche loro. Cordialmente, M.G., zona Gavinana DUE RUOTE/2. “NON PRENDETEVELA CON NOI CICLISTI” Buongiorno... leggo sempre con piacere il giornale e proprio ieri mi è capitata la lettera della signora Daniela C. su “Automobilisti, pedoni e i problemi per i ciclisti”... mi trovo assolutamente d’accordo su tutta la linea con la signora. Anche io tutti i giorni, neve, pioggia o solleone, attraverso per lavoro, per la spesa e per diletto, la città in bici ed è un vero schifo!!!!! Gli automobilisti, i motociclisti e gli stessi pedoni sono di una maleducazione e cafonaggine unica, e la signora me n’è testimone... invece di prendersela con noi, poveri ciclisti, che non inquiniamo, non consumiamo petrolio e affini, non incrementiamo il lucroso mercato delle assicurazioni automobilistiche, sarebbe bene che tutti si facessero un bell’esamino di coscienza e imparassero a circolare sulle strade e anche sulle piste ciclabili... che come dice il nome (e credo che basti un decimo di milligrammo di cervello per capirlo) sono fatte per i ciclisti
e basta! Scusate lo sfogo ma noi ciclisti siamo stufi stufi stufi! Grazie e complimenti per il giornale, esaustivo su ogni argomento. “TRAFFICO E PARCHEGGI, LA SITUAZIONE DELLA ZONA DI PIAZZA INDIPENDENZA” Spettabile Il Reporter, Firenze celebra quest’anno il 150° anniversario del suo glorioso trascorso di capitale, sia pur provvisoria, del regno. La zona di Piazza Indipendenza, che è tutto un tributo alle vicende e ai personaggi dei quegli anni, risulta essere dopo un secolo e mezzo una delle più tartassate della città. In particolare dopo la chiusura al traffico di Piazza del Duomo, perché da allora, per somma sventura dei residenti, via XXVII aprile, Piazza Indipendenza e via Cosimo Ridolfi, sono percorse giornalmente da circa 2000 autobus pubblici nei due sensi. Più volte ho fatto presente agli uffici del Comune lo stato del fondo stradale battuto dai pachidermi dell’Ataf, ma nonostante questo il percorso è una striscia di asfalto piena di fosse nelle quali, nei rari momenti in cui il traffico scorre, gli autobus rimbalzano gioiosamente provocando un piacevole effetto terremoto per gli appartamenti che si affacciano su quel percorso, ormai visibilmente lesionati. Peraltro, quando il traffico non scorre, la situazione risulta addirittura peggiore, perché gli autobus fermi che vibrano e in generale il cordone di auto che si forma a ridosso dell’immissione di via Ridolfi sul Viale Strozzi producono un rombo costante ed assordante, per non parlare dell’inquinamento dell’aria. Mi piacerebbe che l’Arpat venisse a rilevare lo stato di inquinamento atmosferico e acustico della zona per capire in che inferno ci ritroviamo ad abitare. Un altro problema assai sentito è quello del parcheggio, perché le strade sarebbero destinate al parcheggio dei soli residenti, ma nessuno si dà pena di lasciare la macchina, tanto i controlli dei vigili sono rarissimi, mentre basterebbe un paio di vigili al giorno in giro per queste strade per rimpinguare un po’ le casse dell’amministrazione svuotate dalla spending review. In buona sostanza, questa storica zona sta pagando alla riorganizzazione logistica di Firenze un tributo molto alto che l’amministrazione comunale farebbe bene a riconsiderare. Segnalo tanto disagio a codesta spettabile redazione sperando che si possa richiamare l’attenzione del
L’ILLUMINAZIONE DI VIALE DE AMICIS E L’ATTRAVERSAMENTO PEDONALE AL BUIO Gentile redazione, segnaliamo la assoluta carenza di illuminazione del viale De Amicis, fra i numeri civici 181-195, un tratto di strada di non più di 200 metri, con un attraversamento pedonale, completamente al buio. L’illuminazione presente è obsoleta e fatiscente e non si capisce come mai solo questo breve tratto di strada manca di illuminazione a luce arancione. Questa grave carenza, è stata ripetutamente segnalata al Comune e al Quartiere, senza avere risolto il problema. Ora apprendiamo che nella zona Cure verranno installati 80 nuovi punti luce - ma a noi ne basterebbero soltanto una decina. Perché questo disinteresse? Grazie
Quartiere. Cordiali saluti
Gianna L.
VIA VILLANI E LA PULIZIA DELLE STRADE Oggi 6 marzo 2015 mi è stato recapitato “Il Reporter” e nella pagina “Lettere” vi è un invito a “far sentire la propria voce”. Ebbene, poiché abbiamo da tempo in mente di scrivere al giornale, cogliamo l’occasione per segnalarvi quel che si sta verificando nel nostro quartiere uno e, più precisamente, in via Villani. Dunque, in questa strada, nei giorni preposti alla pulizia, viene sistematicamente ignorato il divieto di sosta ed il sacrificio dei residenti nello spostare le loro macchine in luoghi consentiti viene reso inutile da coloro che subentrano nei posti lasciati liberi posteggiando in barba al divieto e creando disagi agli operatori ecologici impedendo loro di eseguire, almeno una volta al mese, una pulizia adeguata e degna di tale nome. Ciò è dovuto principalmente alla mancata sensibilità dei cittadini ma molto dipende anche dall’assenza dei Vigili Urbani che non intervengono a sanzionare coloro che si infischiano delle regole di convivenza e impunemente fanno quello che vogliono. Altro motivo del perché questa strada non venga mai pulita come si deve, sta nel fatto che gli operatori arrivano quasi sempre nelle ore crepuscolari, quasi alla fine del servizio, facendo le cose sempre in fretta e furia, terminando quando è già sera e non si vede più nulla. Questo è dovuto anche all’organizzazione del servizio che prevede “l’inizio lavori” sempre da Via Prati, Via Monti e così via, intervenendo su questa strada sempre per ultima. Abbiamo chiesto più di una volta se potevano invertire l’ordine del servizio ma non se ne parla. Non riusciamo a capire perché nelle strade adiacenti, vedi Via S. Francesco di Paola, Via Burchiello ecc., nei giorni preposti alla pulizia, ci sia sempre una pattuglia dei Vigili a fare le contravvenzioni e qui, nonostante le telefonate alla Quadrifoglio ed ai Vigili stessi, non si vede mai nessuno, o come si suol dire, ogni morte di Papa, a fare una contravvenzione. Siamo pertanto a richiedere un intervento scadenzato all’inizio del servizio da parte dei VV.UU. e prendere in considerazione, da parte della Quadrifoglio, di iniziare i lavori da questa strada almeno una volta su tre. Vi ringraziamo per l’ospitalità. Renzo R. e alcuni abitanti di Via Villani
In sintesi, il centro della città. Quest’anno, però, c’è una novità, riassunta in una parola: delocalizzazione. L’idea è quella di decentrare la movida, cercando di ridisegnare la mappa del divertimento notturno, “decongestionando” le zone tradizionalmente più frequentate e coinvolgendone anche altre che, per le loro caratteristiche, potrebbero diventare le nuove mete della movida fiorentina. A partire dalle Cascine, uno degli spazi più grandi su cui il capoluogo toscano può contare, sempre più alla ricerca di un suo “ruolo” nella vita della città. Ma non solo: sono anche altre, sparse nei vari quartieri, le aree individuate con questo obiettivo. Una sfida non delle più facili, certo, quella di spostare (seppur in parte) il popolo della notte verso luoghi alternativi, ma che potrebbe contribuire ad affrontare e risolvere quei problemi segnalati dagli abitanti delle zone in cui la movida si fa più sentire. Una sfida, insomma, che potrebbe rappresentare una buona occasione per la città e i suoi abitanti. Intanto, in attesa di capire se e quanto sarà possibile attuare questa “delocalizzazione”, nel cuore di Firenze tornano alcune misure per contrastare la movida molesta, con qualche novità rispetto agli anni passati – come quelle che riguardano dehors e mobilità – che vogliono provare a migliorare la situazione, su cui sono pronti a vigilare i residenti. A proposito di novità, un luogo inedito dove andare a bere qualcosa è senz’altro il carcere di Sollicciano: partono questo mese gli “aperitivi galeotti”, una delle iniziative pensate per “aprire” l’istituto penitenziario alla città, obiettivo della nuova direzione della struttura. Un’altra buona occasione che la bella stagione porta in città, per conoscere un lato diverso del carcere e il cui ricavato sarà utilizzato per il restauro di uno dei simboli di Firenze, il Battistero. MATTEO FRANCINI
IL REPORTER RISPONDE Caro lettore, come ripetiamo spesso in questa pagina – l’ultima volta non più tardi di un paio di mesi fa, quando un altro cittadino aveva segnalato i problemi di un incrocio nella zona di via San Donnino – nessuno meglio di chi la città la vive e la percorre ogni giorno riesce ad accorgersi di quello che non va e delle situazioni che meriterebbero un intervento per migliorare la qualità della vita dei fiorentini. Con la sua lettera torniamo a parlare di sicurezza, questa volta legata all’illuminazione pubblica, elemento certamente molto importante per garantire l’incolumità dei cittadini anche dopo il calar del sole, tanto più se – come da lei evidenziato – è coinvolto anche un attraversamento pedonale, nei cui pressi una luce adeguata non deve mai mancare. Bene, d’altro canto, che in altre zone della città (in questo caso quella
delle Cure, i cui abitanti ne avevano a loro volta segnalato la necessità) siano stati intanto predisposti interventi per migliorare l’illuminazione: pubblicando la sua lettera, questo mese “accendiamo i riflettori” (è proprio il caso di dirlo) anche sull’area di viale De Amicis da lei indicata, perché possano essere effettuati i necessari controlli. MATTEO FRANCINI m.francini@ilreporter.it