Periodico d’informazione locale. Anno X n. 41 del 3 ottobre 2016. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da CD produzione soc.coop. a r.l.
www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere
Ottobre 2016
Anno X Ed. 41
Firenze Quartiere 1
Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino
Primo piano
✎ Editoriale
telecamere, “viaggio” a san jacopino
quel fiume (di memoria) che scorre Matteo Francini
O
cchi puntati sull’Arno. È il fiume fiorentino il “grande osservato” di queste settimane, tra iniziative e ricordi. Perché si avvicina sempre più il momento di girare il calendario, e il novembre che ci aspetta non sarà come tutti gli altri. L’inizio del mese, il 4 per la precisione, segnerà il cinquantesimo anniversario di una data che Firenze (e non solo) non ha dimenticato né potrà mai dimenticare.
Il punto nella zona dopo l’arrivo degli “occhi elettronici” di videosorveglianza
☛ pagina 2
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cinquant’anni dopo la grande alluvione Sara Camaiora - Gianni Carpini
L
a pioggia non accennava a cessare, i corsi d’acqua si ingrossavano. E l’Arno straripò. Il resto è storia. Da quel 4 novembre ’66 sono passati cinquant’anni e ora Firenze si prepara a ricordare la sua grande alluvione. Che colpì la città dal centro alle periferie: adesso quei drammatici momenti rivivono grazie alle immagini raccolte per l’occasione. E grazie anche alle testimonianze di chi, quella giornata di mezzo secolo fa, la visse in prima persona, come alluvionato o come soccorritore.
☛ aLL’inTERnO
una nuova “casa” per il cinema
terremoto e campanile, il cuore di san lorenzo Il rione fa sentire tutto il suo sostegno. E anche Borgognissanti pensa ad Amatrice.
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nomi e storie, firenze “ribattezza” le strade Tra il 2015 e i primi nove mesi del 2016 un nuovo nome per ventisette vie e luoghi pubblici.
☛ SEgUE aLLE paginE 10-11
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esce il film, a spasso viola, l’europa league nei luoghi di “inferno” allo “snodo” Liberec ☛ pagina 14
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La famiglia italiana della frutta
2 | Ottobre 2016
Quartiere 1
#Primo piano
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
Videosorveglianza
a san jacopino, dopo l’arrivo delle telecamere: “bene, ma...” Il restyling
la “rivoluzione” tre anni e mezzo fa
E
ra l’aprile del 2013 quando, con una grande festa (nella foto), si tagliava il nastro della “nuova” piazza San Jacopino. Tre anni e mezzo or sono l’intera area cambiava volto: una nuova viabilità, con l’inserimento della rotatoria stradale, la creazione di passaggi pedonali nei vari settori, la riorganizzazione dei parcheggi, l’installazione di rastrelliere per le biciclette, fioriere, panchine e una nuova illuminazione. Due anni di lavori, con qualche rallentamento e un investimento totale da parte dell’amministrazione di ottocentomila euro, per un restyling atteso da un intero rione. S.C.
Sara Camaiora
E
alla fine gli occhi elettronici sono arrivati. Tre nuove telecamere di sicurezza, di ultimissima generazione, sono state installate in piazza San Jacopino alla fine dello scorso luglio. Sono collegate alle centrali operative delle forze dell’ordine e della polizia municipale e rientrano fra quelle comprese nel piano di videosorveglianza cittadina che prevede 350 nuovi impianti per arrivare a un totale di oltre seicento (compresi quelli già esistenti) fra centro e periferia. Un obiettivo raggiunto per chi, da tempo, in questa zona ne aveva richiesto la presenza, come deterrente ma anche come strumento per poter individuare rapidamente eventuali responsabili di atti criminosi. “San Jacopino è stato uno dei primi luoghi in cui sono state installate le telecamere, a riprova dell’alta attenzione su questa zona – fa presente Maurizio Sguanci, presidente del Quartiere 1 – a Firenze non possiamo parlare di vere e proprie gravi situazioni di degrado, ma in quanto città fortemente accogliente, frequentata, vissuta e globalizzata, può presentare problematiche su cui dobbiamo essere costantemente concentrati”. Tra chi abita qui, insomma, c’è chi ha senza dubbio tirato un sospiro di sollievo
per l’arrivo delle telecamere, ma – nella parte finale dell’estate – c’è stato anche chi, in più occasioni, non è riuscito a dormire sonni tranquilli, a causa di bivacchi notturni. “Di giorno non ci sono particolari problemi, ce ne sono stati quando tramonta il sole”, o “la situazione è peggiorata nell’ultimo periodo, quando qui in piazza si sono ritrovati gruppi di persone facendo schiamazzi e rumore e lasciando poi sporco il giorno seguente”: è quanto racconta chi si può incontrare tra le botteghe del rione o a passeggio in piazza durante il giorno. Secondo molti negozianti, però, “non si può parlare di degrado per piazza San Jacopino, ci sono stati episodi ma la piazza è bella e ben tenuta e da quando è stata riqualificata si vede la gente seduta fuori sulle panchine, cosa che prima non succedeva”. Tenere alta l’attenzione sulla zona è l’obiettivo del comitato Cittadini attivi San Jacopino, il cui portavoce, Simone Gianfaldoni, sottolinea come “sia in atto una collaborazione proficua con l’amministrazione e con le forze dell’ordine per la tutela di un rione importante e popolato come quello di San Jacopino: le telecamere ne sono un esempio”. “Gli episodi degli ultimi mesi, alcune questioni di decoro, soprattutto per la rotonda, dove spesso ai
lati vengono parcheggiate le auto con conseguenze per il traffico: ci sono alcuni problemi sui quali è bene proseguire a vigilare per tenere sotto controllo la situazione”, conclude Gianfaldoni.
In molti hanno tirato un sospiro di sollievo. Nella zona si chiede però di continuare a tenere alta l’attenzione su alcune questioni
MECHERINI s.n.c.
In sei aree monumentali
nuovi “occhi elettronici”
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orvegliare e controllare al meglio i luoghi della cultura di Firenze, quelli per cui la nostra città è celebre in tutto il mondo e attraversati quotidianamente da frotte di visitatori. Parliamo di sei importanti piazze monumentali fiorentine (e del loro prezioso patrimonio storico) dove verranno installate nuove telecamere ad hoc, previste da un progetto di videosorveglianza messo a punto da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Canon Italia, Comune e Prefettura, che ha coordinato l’operazione attraverso il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Le piazze in questione sono Duomo, Signoria, Santo Spirito, Santa Croce, Santissima Annunziata e Santa Maria Novella, nelle quali saranno collocate complessivamente sessantaquattro telecamere, tra fisse e mobili, collegate alle centrali di emergenza di vigili urbani e forze dell’ordine. La giunta comunale ha dato il via libera all’operazione, poi si è passati all’espletamento delle procedure amministrative e tecniche. Le apparecchiature di controllo e riconoscimento sono fornite da Canon Italia all’Ente Cassa: l’operazione ha richiesto risorse pari a 483mila euro tra Ente Cassa, Comune e Canon Italia. In campo scendono quindi nuove tecnologie che puntano ad aiutare le forze dell’ordine ad aumentare la percezione di sicurezza dei cittadini e, al contempo, a trovare nuove strade per tutelare il patrimonio artistico. Un tassello che va ad aggiungersi al complessivo piano di videosorveglianza che coinvolge tutta la città per una più capillare presenza di occhi elettronici in centro e in periferia. S.C.
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Ottobre 2016 | 3
Il rione
cene in piazza e donazioni, il cuore di san lorenzo Iniziative per i terremotati e il campanile Sara Camaiora
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el quartiere di San Lorenzo batte un grande cuore. Lo dimostra il successo dell’ultima iniziativa di solidarietà a sostegno delle popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto di agosto, ma anche l’impegno costante per sostenere collettivamente un obiettivo importante come il restauro del campanile della basilica. Più di 870 persone per un incasso di oltre 4.300 euro, interamente devoluto ai cittadini delle zone terremotate: è stato questo il risultato della cena in piazza organizzata a settembre, promossa dal Quartiere 1 e da tutte le realtà che animano il rione. “I soldi raccolti sono stati tutti devoluti, fino all’ultimo centesimo, alle popolazioni terremotate. Un risultato possibile grazie alla generosità del Consorzio Mercato Centrale e agli sponsor, Confesercenti, Confcommercio, Consorzio Vino Chianti, Conad e Cooperativa italiana di ristorazione, che ci hanno messo a disposizione le materie
prime senza farci spendere assolutamente nulla – sottolinea Maurizio Sguanci, presidente del Q1 – abbiamo in mente di organizzare tutti insieme altre iniziative di solidarietà anche quando i riflettori si spegneranno su questa tragedia, ci sono già progetti per i mesi a venire”. Il restauro del campanile di San Lorenzo è iniziato a fine 2015 e i lavori sono ancora in corso. Si tratta dell’ultima opera voluta da Anna Maria Luisa de’ Medici, Elettrice Palatina e ultima discendente del ramo regnante della dinastia. Proprio per finanziare l’intervento sarà devoluto il ricavato delle aperture serali straordinarie della basilica, partite a settembre e che proseguiranno anche a ottobre, ogni mercoledì: un’occasione per ammirare la nuova illuminazione della Sagrestia Vecchia di Brunelleschi, inaugurata a luglio, e poter accedere, eccezionalmente e a piccoli gruppi, alla controfacciata, la Tribuna di Michelangelo. “Siamo già a oltre centomila euro, anche se
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la cifra complessiva necessaria è di quattrocentomila: non mancano e non mancheranno occasioni per proseguire la raccolta fondi, come le aperture straordinarie per tutto il mese di ottobre. Da parte delle attività del rione c’è il massimo sostegno al progetto, già molti albergatori e ristoratori hanno devoluto serate, incassi e fatto donazioni. Certo, ora la priorità era sostenere le popolazioni terremotate con un’iniziativa ad hoc come è stato fatto – spiega Enrico Bocci, presidente dell’Opera Medicea Laurenziana – proprio per finanziare l’ultimazione del restauro del campanile presenteremo un progetto di crowdfunding, in collaborazione con il Comune, con cui avvieremo una campagna di comunicazione”.
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L’associazione
da borgognissanti ad amatrice, in minivan
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ra le realtà che si sono mobilitate per il terremoto di Amatrice, c’è anche l’associazione Borgognissanti. È ripartito a settembre il mercatino dell’Arte e dell’ingegno che proseguirà qua una volta al mese fino a dicembre, esattamente l’8 ottobre, il 12 novembre e il 18 dicembre: presente anche un gazebo per raccogliere fondi per le popolazioni terremotate. Dopo l’ultimo mercatino di dicembre, il ricavato sarà consegnato a una famiglia di Amatrice. “Poco prima di Natale partiremo su un minivan per Amatrice, portando noi stessi quanto raccolto. Poco o tanto che sia, ci piace l’idea di poter ridare il sorriso a una famiglia”, spiega Fabrizio Carabba, presidente dell’associazione, non nuova a iniziative benefiche. Consolidata ad esempio la collaborazione con l’Associazione Tumori Toscana: anche quest’anno, al termine del mercatino del 18 dicembre, ci sarà un concerto gospel nella chiesa di Ognissanti il cui ricavato sarà devoluto a questa realtà. “Sono due anni che allestiamo cene ed eventi a sostegno dell’Att – conclude – nel 2015 siamo riusciti a raccogliere in totale intorno ai cinquemila euro”.
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Uno scorcio di Borgognissanti: ripartito il mercatino dell’Arte e dell’ingegno
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Quartiere 1
#Zoom
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
Il percorso
Via dei Calzaiuoli
“l’inferno” di firenze, nei luoghi del romanzo
Orsanmichele e i suoi “angeli”
Esce il film ispirato al best seller: viaggio tra gli spazi protagonisti Vanessa Bambi
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l quartiere ricorda ancora la curiosità suscitata dalle tante strade chiuse al pubblico, ormai un anno e mezzo fa, per le riprese di alcune scene del film “Inferno”, ispirato al best-seller di Dan Brown. È questo il mese dell’anteprima mondiale, e la città scelta per presentarlo è proprio Firenze, con tanto di cast americano al completo pronto a presenziare e a rendere felice una bella fetta di fan. Quale migliore occasione, allora, per ripercorrere i luoghi fiorentini del romanzo, che tutto il mondo avrà il piacere di ammirare ancora una volta al cinema? Bastano un paio di scarpe comode e via, partendo da Porta Romana. Da qui i due protagonisti, il professor Langdon (interpretato nel film da Tom Hanks) e Sienna, iniziano la loro ricerca sulle orme di
Dante. Si confondono tra gli studenti del liceo artistico di Porta Romana che un tempo, dal 1865 al 1871, ospitava le Scuderie Reali. Se non ci si è mai stati, l’occasione è buona per prenotare una visita alla gipsoteca, che raccoglie più di tremila calchi in gesso di alcune famose opere come quelle di Raffaello e Michelangelo. Il percorso continua poi per i vicini giardini di Boboli: da non perdere la Grotta del Buontalenti, particolare per la sua composizione tra sculture e pittura, che ai tempi dei Medici stupiva con i suoi giochi d’acqua. La grotta è chiusa da un cancello, ma nel libro è grazie alle statue che si intravedono anche dall’esterno che i due fuggitivi trovano riparo, riuscendo a scappare e a entrare direttamente nel Corridoio Vasariano per raggiungere
Palazzo Vecchio. Alla ricerca di ulteriori indizi, Langdon e Sienna si ritrovano all’interno dello studiolo di Francesco I e nella Sala delle Mappe, fino a camminare sopra il meraviglioso soffitto a capriate e dipinti della Sala dei Cinquecento. Uscendo da via della Ninna, la coppia si spinge poi fino alla casa di Dante. Infine, i due protagonisti arrivano al “Paradiso”, ovvero la Porta est di Lorenzo Ghiberti del Battistero, in piazza Duomo. Il monumento è imperdibile sia dall’esterno che internamente, per la sua magnificenza e per il celebre fonte battesimale nel quale anche Dante ricevette il sacramento. Ed è qui che Langdon e Sienna scoprono un importante indizio che consente loro di riprendere la ricerca in un’altra splendida città italiana, Venezia. Porta Romana e Boboli sono due delle “tappe” del percorso tra i luoghi fiorentini di “Inferno”
Gianni Carpini
Una veduta della facciata di Orsanmichele
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ono gli “angeli” di Orsanmichele, il “granaio-chiesa” di via dei Calzaiuoli con una genesi da loggia del mercato e un passato unico. Senza di loro, i due piani superiori sarebbero un museo chiuso, come successo tra il 2002 e il 2009. Italiani, ma anche originari di Paesi esteri, i volontari dell’associazione “Amici dei musei fiorentini” si avvicendano da sette anni per tenere accessibile la coppia di piani con vista mozzafiato sulla città, dove sono conservati gli originali delle statue dei tabernacoli esterni. Mentre la chiesa al piano terreno è aperta ogni giorno dalle 10 alle 17, i livelli più alti, quelli del museo nato vent’anni fa, sono accessibili solo sette ore ogni sette giorni, il lunedì dalle 10 alle 17. L’alternativa – viene spiegato – sarebbe la chiusura totale di questo scrigno di storia. “Palazzo Vecchio è un palazzo pubblico, come hanno anche molte altre città. Santa Maria del Fiore è una cattedrale, come hanno tutte le altre città. Ma Orsanmichele c’è soltanto a Firenze”: così diceva il sindaco Piero Bargellini nel 1959, parole stampate anche sul biglietto (gratuito) di ingresso. L’anno scorso ne sono stati staccati oltre 48mila, ma questo luogo rimane uno dei meno conosciuti in città, soprattutto tra i fiorentini. Non nacque come edificio chiuso: Arnolfo di Cambio, nel 1290, costruì una loggia per i mercanti di granaglie, al posto dell’antica chiesa di San Michele in Orto, così chiamata perché circondata dai campi (da qui il nome di “Orsanmichele”). Luogo civico, ma anche di fede: al tempo si riteneva che la Madonna raffigurata su una delle colonne fosse miracolosa. Dopo un rogo scoppiato nel 1304 il porticato, distrutto dalle fiamme insieme all’effige prodigiosa, iniziò ad assumere una forma diversa: sotto mercato, sopra deposito del grano, come testimoniano alcuni “strani” fori visibili ancora oggi sui pilastri all’interno della chiesa. Poco più tardi, a metà del 1300, fu deciso di chiudere la loggia e di riservare il piano terra alla chiesa, abbellita dalle arti fiorentine, con una particolarità: vista la sua origine, non esiste una navata principale, ma due. In quella sinistra prende posto il gruppo marmoreo di Francesco da Sangallo dedicato a Sant’Anna, a destra il suggestivo tabernacolo dell’Orcagna che racchiude la Madonna di Bernardo Daddi.
PRONTO SOCCORSO GIURIDICO Il servizio di Pronto Soccorso Giuridico è attivo con l’obiettivo di fornire ai cittadini, tramite operatori giuridici volontari, un primo orientamento giuridico gratutito sui problemi relativi alla convivenza civile e alle controversie che sorgono nella vita di ciascuno di noi: difficoltà matrimoniali, questioni di natura condominiale o immobiliare, locazioni, problematiche ereditarie, necessità di far fronte all’incapacità di un familiare di provvedere a se stesso. Lo scopo è fornire una prima e pronta consulenza informativa, per valutare assieme i casi in cui è opportuno rivolgersi ad un legale di fiducia. Gli utenti ideali di questo “sportello” sono le persone anziane le quali, vuoi per la difficoltà di farsi ascoltare da chi li circonda, vuoi per la mancanza di dimestichezza con le questioni legali, qui trovano un’ideale punto di appoggio: da ciò l’ubicazione del servizio presso i Centri per l’Età Libera.
Ogni venerdì dalle ore 10.00 presso il Centro Dell’età Libera di via Carlo Bini 5 (tel. 055 4222119) e ogni martedì dalle ore 15.30 presso il Centro per L’Età Libera di Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto n.11 (tel. 055 4361076).
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Scade il 27 novembre
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EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA, INTERVENTI NELLE SCUOLE APERTO IL BANDO Dal 27 settembre è in pubblicazione il bando per l’assegnazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) che resterà aperto fino al 27 novembre
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> La maggiore novità del BANDO ERP 2016 consiste nel fatto che la domanda per partecipare al Bando dovrà essere presentata esclusivamente on-line. Questo significa che i cittadini non dovranno utilizzare moduli cartacei da consegnare a mano o spedire per posta, perché tutta la procedura sarà gestita attraverso un processo informatico. Alla domanda on-line non dovrà essere allegata nessuna documentazione. A questo proposito si ricorda la necessità di munirsi delle credenziali per l’accesso ai servizi on-line, ribadendo che coloro che non dispongono di un computer o di un tablet né hanno una particolare dimestichezza con la tecnologia possono ricevere supporto e assistenza gratuita da parte di enti, organizzazioni sindacali, CAF e associazioni presenti sul territorio. Ecco l’elenco delle realtà a cui ci si può rivolgere.
SEDI SINDACALI A DISPOSIZIONE PER AIUTARE NELLA COMPILAZIONE DELLA DOMANDA >
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via Sant’Angelo 17 • 055.753386 • conia.firenze@ alice.it • Orari (telefonare per appuntamento): martedì, giovedì e venerdì ore 9-12 e 16-18 SICET
via Carlo del Prete 135 • 055.326901- 339.3090950 • sicet_firenze@libero.it • Orari (telefonare per appuntamento): mercoledì ore 13-18, presso via Palazzuolo 114/R; venerdì, ore 13-18 presso via Carlo del Prete 135
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via V. Corcos 15 • 055.7326199 - 339.5736776 r.zanieri@uiltoscana.it • Orari (telefonare per appuntamento): martedì, ore 9-12. (via V. Corcos 15) e 15-18 (via L. Alamanni 23); mercoledì, ore 10-12 (via L. Alamanni 23); giovedì, ore 15-18 (via V. Corcos 15); venerdì, ore 9-12 (via L. Alamanni 23) UNIONE INQUILINI
via dei Pilastri 4/R • 055.244430 firenze@unioneinquilini.it • Orari (telefonare per appuntamento): martedì, mercoledì e giovedì, ore 15-19
PUNTI DI ASSISTENZA PER L’ACCESSO GUIDATO ALLA TECNOLOGIA INFORMATICA
ACLI SOLIDARIETÀ
piazza di Cestello 3 • 055.283795 • firenze@acli.it Orari (telefonare per appuntamento): martedì ore 14-18; giovedì ore 8-14
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via delle Porte Nuove 15/A • 055.367904 - 055. 368573 • sunia@suniafirenze.it • Orari (telefonare per appuntamento): da lun. a ven. ore 8.30-12.30 e 13.30-17
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PATRONATO UIL
via Vittorio Corcos 15 • 055.7326199 toscana@pec.italuil.it • Orari: lunedì ore 10-12, martedì ore 10-12 e 18-19, mercoledì ore 18-19 CENTRO PENSIONATI BELLARIVA
Lungarno Aldo Moro 12 • 055.679549 cs.pensionati.bellariva@gmail.com • Orari: martedì e giovedì, ore 16-19 CENTRO ANZIANI VILLA BRACCI
Stradone di Rovezzano 33 • 055.6911536 villa.bracci@virgilio.it • Orari: lunedì ore 9-12, martedì e giovedì ore 15-17, mercoledì ore 10-12 IREOS
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via Ricasoli 22 • 055.289496 • info@accademiaaliprandi.it • Orari: lunedì e mercoledì ore 15-19; venerdì ore 15-21
IN ARRIVO LA CARTA DI IDENTITÀ ELETTRONICA Dal 1° agosto i fiorentini possono chiedere la carta di identità elettronica (CIE). Non è soltanto un documento di riconoscimento perchè contiene anche una serie di dati biometrici come le impronte digitali; inoltre nel codice a barre si possono inserire varie informazioni. La fotografia viene scansionata direttamente presso lo sportello anagrafico ma il cittadino può anche caricarla in una chiavetta Usb e consegnarla in formato digitale allo sportello anagrafico. Anche la firma in calce al documento è digitale. A partire dal 22 agosto, chiedendo il nuovo documento è anche possibile esprimere il proprio consenso o diniego alla donazione degli organi in caso di morte, firmando una semplice dichiarazione. Le prime 14 postazioni per il rilascio della CIE sono state attivate al Parterre e presso gli sportelli anagrafici di piazza Alberti, Villa Vogel e via Bini. Nel corso della sperimentazione il Comune ha deciso di prevedere il rilascio della CIE nei Pad di piazza Alberti, Villa Vogel e via Bini solo su prenotazione. Per prenotarsi è necessario utilizzare il sito attivato a livello nazionale dal Ministero dell’Interno agendacie.interno. gov.it oppure il contact center comunale 055055. La nuova carta non viene rilasciata sul momento dall’addetto dell’anagrafe ma viene recapitata presso il domicilio dal Ministero entro 6 giorni, come già avviene per la patente. Cambia qualcosa anche per i costi perché la CIE costa 22,21 euro a fronte dei 5,42 della versione cartacea.
AI WEIWEI A PALAZZO STROZZI Dal 23 settembre al 22 gennaio Palazzo Strozzi ospita la prima grande retrospettiva italiana dedicata a uno dei più celebri e controversi artisti contemporanei, Ai Weiwei. L’artista cinese presenta opere storiche e nuove produzioni coinvolgendo nell’allestimento l’intero spazio dell’edificio: la facciata, il cortile, il Piano Nobile e la Strozzina. In particolare una grande installazione, realizzata ad hoc dall’artista, interesserà due facciate dell’edificio rinascimentale con ventidue grandi gommoni di salvataggio arancioni ancorati alle finestre di
Dal 23 settembre al 22 gennaio Palazzo Strozzi. Un progetto che intende focalizzare l’attenzione sui destini dei profughi che ogni giorno rischiano la vita per arrivare in Europa attraversando il Mediterraneo. L’installazione, intitolata Reframe nasce dal personale impegno di Ai Wiewei come attivista sul fronte dei diritti umani e rappresenta una grande occasione per affrontare i delicatissimi temi dell’immigrazione e dei rifugiati attraverso gli strumenti del’arte e della cultura.
Il Comune ha attivato l’operazione “scuola sicura” che si articola in cinque punti: 1) interventi realizzati durante il periodo estivo nelle scuole presenti nei cinque quartieri della città (rifacimento dei bagni, abbattimento delle barriere architettoniche, installazione di barriere antirumore, rifacimento del controsoffitto) per quasi 6 milioni di euro; 2) indagini su elementi strutturali e non (solai, controsoffitti,elementi appesi) e esecuzione di prove di carico per verificare la staticità degli edifici; 3) un programma di collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze e quella di Pisa per una valutazione dell’efficienza antisismica, sia degli edifici scolastici con struttura in cemento armato, acciaio o in muratura, di proprietà del Comune, sia degli impianti sportivi rilevanti;
4) dotazione di defibrillatori, anche nelle scuole senza palestre, con corsi ed esercitazioni su come affrontare situazioni di pericolo ed emergenza; 5) stanziamento di quasi 19 milioni di euro per ulteriori lavori negli edifici scolastici sia per interventi di manutenzione sia per indagini diagnostiche. Nel quartiere 1 alla scuola primaria Rossini sono stati fatti lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per la realizzazione dei bagni, mentre alla Carducci gli interventi hanno riguardato la messa in sicurezza dell’edificio e il miglioramento dei servizi igienico sanitari. Infine, alla Torrigiani Ferrucci è stato eseguito un intervento per l’ampliamento e la riqualificazione energetica.
Vita del territorio
UN VIDEO SULL’ALLUVIONE
sabato 22 ottobre, ore 9.30, sarà proiettato alla Cappella Pazzi nel chiostro di Santa Croce, il video “ Alluvione 1966-Da Firenze un' eco universale di solidarietà”, a cura della SPI CGIL Quartiere 1. E' la conclusione di un progetto condotto in collaborazione con il Presidente del Q.1, i Centri Anziani e l' Auser, con il supporto di studenti e docenti di due classi del Liceo Galileo Galilei e del Liceo Artistico Leon Battista Alberti. Il video contiene testimonianze inedite raccolte fra gli anziani; il ricordo dell' alluvione, rimasto indelebile nella loro memoria, viene rivissuto proprio nei luoghi ove si sono verificati i fatti raccontati. Il valore prioritario emerso da tutte le testimonianze è la solidarietà, da cui non a caso è scaturito il titolo del video. Interverranno numerosi ospiti e gli studenti daranno il loro contributo con citazioni e letture.
A TAVOLA PER AMATRICE
Il Q.1 ha messo in campo una propria iniziativa di solidarietà, aperta a tutta la cittadinanza, per aiutare la popolazione di Amatrice, duramente colpita dal terremoto di fine agosto. “Solidarietà ma anche festa che nasce dal basso – spiega il presidente del Q.1 Maurizio Sguanci – perché ci sono state tante iniziative e piccoli eventi che hanno raccolto fondi per Amatrice. Quella che però abbiamo fatto in piazza San Lorenzo lo scorso 13 settembre è stata diversa, sullo stile di quella che organizziamo tutti gli anni il 10 agosto. 5 euro per un piatto di pasta all’amatriciana e un bicchiere di vino. Saranno tutti devoluti, fino all’ultimo centesimo, alle popolazioni terremotate”. Tutto questo è stato possibile grazie alla generosità del Consorzio Mercato Centrale e agli sponsor: Confesercenti, Confcommercio, Consorzio Vino Chianti, Conad e Cooperativa italiana di ristorazione che hanno messo a disposizione gratuitamente le materie prime. Tutti hanno contribuito con la manodopera e la ricerca del materiale alla riuscita di questa cena di solidarietà.
CITTADINANZA ATTIVA PER PIAZZA MADONNA
Firmata la convenzione tra il Comune e il Comitato Cittadinanza Attiva Spazio Piazza Madonna degli Aldobrandini. L'obiettivo è quello di migliorare il decoro della piazza con una serie di iniziative tra le quali l'installazione di alcune fioriere con essenze di bosso. Le fioriere, acquistate e sistemate dal Comitato, sono state collocate lungo tutti i sostegni e le catene che delimitano le due zone pedonali della piazza, lungo il perimetro esterno dei dehors e per delimitare gli spazi destinati alle rastrelliere.Il Comitato si è assunto l'impegno di provvedere direttamente alla costante manutenzione di tutte le fioriere assicurando la loro regolare irrigazione e potatura, nonché la sostituzione sia delle essenze che dovessero seccare che dei vasi che dovessero venire danneggiati o rubati.
Gioco d’azzardo
CONTROLLI, SANZIONI E UNA CAMPAGNA INFORMATIVA
Approvata un’ordinanza contro il gioco d’azzardo che prevede la riduzione degli orari delle sale giochi con vincita in denaro, nuovi limiti alle aperture, multe più salate (da un minimo di 200 a un massimo di 500 euro) e maggiori controlli. Oltre a queste misure repressive l’amministrazione comunale è impegnata anche in un’intensa attività di prevenzione che coinvolge dirigenti scolastici e insegnanti, le famiglie e altre Istituzioni cittadine (Regione, prefettura, Asl). Dal 5 settembre le sale giochi autorizzate (slot machines) possono essere aperte solo dalle 16 alle 22 (prima la fascia era 12-24) mentre gli apparecchi con vincita in denaro presenti in luoghi diversi dalle sale giochi (bar, ristoranti, alberghi, rivendite di tabacchi, agenzie di scommesse, sale bingo, esercizi commerciali etc.) possono entrare in esercizio solo dalle 16 alle 20 (prima era possibile dalle 12 fino alla chiusura). Queste limitazioni valgono anche per le sale biliardo e bowling che presentino al loro interno giochi con vincita in denaro. Sul fronte delle sanzioni, la nuova ordinanza prevede che i gestori che non rispettano le norme paghino multe più alte rispetto al passato: la sanzione minima passa da 25 a 200 euro, mentre il massimo di multa per i trasgressori resta pari a 500 euro. Il provvedimento individua anche limiti di distanza per l’apertura di centri di scommesse e di spazi per il gioco con vincita in denaro. Questi infatti dovranno essere posti ad una distanza di almeno 500 metri rispetto a istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, centri socio ricreativi e sportivi o strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio- assistenziale.
6 | Ottobre 2016
#Il quartiere in pillole
Quartiere 1
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
Tecnologia
Piazza Tasso
palestra informatica, scattano i nuovi corsi
Una targa per Ennio Montani
In via Palazzuolo lezioni di computer, smartphone e tablet per rimanere al passo con i tempi
S
i è tenuta lo scorso 20 settembre, nel giardino della “Stanzina dei Bambini” di piazza Tasso, la cerimonia di affissione di una targa commemorativa per Ennio Montani, in occasione del decennale della sua scomparsa. Una figura, la sua, di riferimento nel quartiere: fu tra i fondatori della Stanzina dei Bambini, laboratorio artigianale creato negli anni ’80 dagli anziani della zona e a servizio dei bambini di piazza Tasso e San Frediano. Grazie alla sua passione per il rione, Montani riuscì anche a ottenere una nuova illuminazione pubblica per via dell’Orto e fu sempre lui a battersi affinché piazza Tasso fosse meglio attrezzata per le esigenze dei più piccoli. Quella che venne instaurata nel quartiere di San Frediano grazie all’attività di volontariato svolta dagli anziani della “Stanzina dei Bambini” fu una vera e propria rete di cooperazioni, che ha visto il coinvolgimento, insieme agli abitanti, delle realtà associative, religiose ed educative presenti nel quartiere, così come delle botteghe e dei ristoranti del rione. La targa commemorativa è stata promossa su iniziativa di Matteo Meloni, che in gioventù era solito partecipare alle attività portate avanti da Montani, ed è stata resa possibile grazie alle associazioni attive nel rione di San Frediano e alla collaborazione del Consiglio di Quartiere 1.
Via Bufalini
giù l’edicola, spunta un tabernacolo È
stata buttata giù lo scorso mese l’edicola di via Bufalini che era dismessa ormai da dieci anni. Con la demolizione – spiega il Comune – è anche tornato alla luce un antico tabernacolo o porta decorata, prima nascosto dalla struttura. “Era il chiosco di un’edicola abbandonata da tempo ed era diventato elemento di degrado per questo angolo di centro storico – ha commentato l’assessore allo sviluppo economico Giovanni Bettarini, presente alle operazioni di demolizione – lo abbiamo demolito per restituire alla città e ai fiorentini un altro pezzo di Firenze, piccolo ma significativo. Un intervento che ha consentito anche di riscoprire quello che sembra un antico tabernacolo finora nascosto dal chiosco e che ora potrà essere nuovamente apprezzato. Su decoro e manutenzione della città stiamo lavorando molto, anche in collaborazione con i cittadini e non solo in centro”. La struttura in ferro, di fronte al numero civico 14 di via Bufalini, è stata rimossa – fanno presente da Palazzo Vecchio – “dopo gli accertamenti dello stato di abbandono e la verifica della decadenza della concessione di occupazione di suolo pubblico”.
Piazza Madonna degli Aldobrandini
convenzione per migliorare il decoro U
na convenzione per piazza Madonna degli Aldobrandini: è quella firmata a settembre tra il Comune e il Comitato Cittadinanza Attiva Spazio Piazza Madonna degli Aldobrandini. L’obiettivo – è stato spiegato – è quello di migliorare il decoro della piazza con una serie di iniziative tra cui l’installazione di alcune fioriere che, acquistate e sistemate dal comitato, sono state posizionate lungo i sostegni e le catene che delimitano le due zone pedonali dell’area, lungo il perimetro esterno dei dehor e per delimitare gli spazi destinati alle rastrelliere. “Il comitato – ha sottolineato l’assessore all’ambiente Alessia Bettini – si è anche assunto l’impegno di provvedere direttamente alla costante manutenzione di tutte le fioriere assicurando la loro regolare irrigazione e potatura, nonché la sostituzione sia delle essenze che dovessero seccare che dei vasi che dovessero venire danneggiati o rubati”.
Ivo Gagliardi
T
ornano i corsi della “palestra informatica”, rivolti a quei “nonni” che vogliono restare al passo con i tempi. Nel quartiere, questa speciale palestra è attiva al “Grillo Parlante”, in via Palazzuolo 10 (mentre l’altra aula aperta in città si trova al “Centro Età Libera di Peretola”, nel Q5). “Come faccio a scaricare il cedolino della pensione?”, oppure “Ho comprato un cellulare nuovo e vorrei imparare a usarlo perché i miei figli non hanno pazienza”: sono questi alcuni dei dubbi che gli “over” si pongono, consapevoli che la tecnologia faccia ormai parte delle nostre vite e che coloro che non sono ancora in grado di utilizzare computer, smartphone o tablet possono essere esclusi da servizi e opportunità. E non basta possederli, ma è importante imparare a usare al
Nuovi corsi alla “palestra informatica”, attiva nel quartiere al “Grillo Parlante” di via Palazzuolo
meglio questi strumenti. Ormai da più di dieci anni, la Palestra Informatica si occupa di alfabetizzazione informatica, con corsi aperti a tutti coloro che iniziano il percorso di avvicinamento alle nuove tecnologie: vengono organizzati corsi di pc, suddivisi in livelli di difficoltà, corsi di cellulari, smartphone e tablet. E non mancano nemmeno mini seminari su argomenti specifici: tra i più gettonati, il corso per imparare ad accedere ai servizi della pubblica amministrazione attraverso la nuova tessera sanitaria. Previste poi anche pillole sulle App per gli smartphone. Per il calendario completo e le informazioni si può contattare la “Palestra” al numero 055.2616443 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13), mail palestrainformatica@ gmail.com, sito palestrainformatica.blogspot.it.
Al “Grillo Parlante” è attiva l’aula dove imparare a usare al meglio questi strumenti moderni
Chalet Fontana
riaperto l’orto dove fare la spesa H
a riaperto i battenti lo scorso mese, dopo la pausa estiva, il biomarket allestito nel giardino dello storico locale fiorentino Chalet Fontana dall’azienda agricola Lo Stento nel viale dei Colli. Ogni sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 fino alle 18.30, e dal martedì al venerdì dalle 10.30 alle 20 su prenotazione (noafoodfirenze@ gmail.com), l’orto bioattivo nel giardino dello Chalet Fontana, dove si coltiva con il metodo Noa Food (una coltivazione basata su uno studio dell’Università di Pisa con pratiche innovative per preservare l’ambiente e generare prodotti con qualità organolettiche più elevate), tornerà a essere un mercato ortofrutticolo dove poter raccogliere e acquistare insalata, lattuga, bietole, cicoria, pomodori, zucchine, cetrioli, erbe aromatiche e altro ancora. Tra le sue caratteristiche, quella che i clienti possono scegliere i prodotti direttamente nell’orto, con i responsabili dell’azienda agricola che provvedono poi a cogliere la verdura. “Siamo entusiasti di poter riprendere l’attività – hanno spiegato i promotori del progetto Noa Food Federico Cassi e Chiara Conti – dopo il successo registrato nella prima fase. Tanti fiorentini hanno voluto assaggiare i prodotti nati da una coltivazione in grado di coniugare il rispetto della natura e la produzione di cibo di alta qualità”.
Quartiere 1
Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino
#Ieri e oggi
Ottobre 2016 | 7
Storia & storie
nella firenze di eugenio montale
A 120 anni dalla sua nascita, viaggio tra i luoghi vissuti in città dal poeta, da via Romana a viale Amendola Deborah Macchiavelli
E
ra il febbraio del 1927 quando il trentenne Eugenio Montale si trasferiva nel capoluogo toscano, lasciando la natia Genova per un impiego nella casa editrice Bemporad. Per il poeta (di cui questo mese ricorrono i centoventi anni dalla nascita, avvenuta a Genova il 12 ottobre del 1896), Firenze rappresentava la culla dell’Umanesimo, una patria delle lettere e della cultura. Nel ‘29 la direzione del Gabinetto Vieusseux rimase vacante: la scelta ricadde proprio su Montale. “Ho trovato il primo impiego stabile della mia vita perché non ero fascista – commenterà in seguito – e l’ho perso dieci anni dopo per la stessa ragione”. Il suo
licenziamento coincise con lo spostamento dell’istituzione dal Palagio di Parte Guelfa a Palazzo Strozzi. La sua carriera prosegue tra collaborazioni giornalistiche e traduzioni, mentre la vita personale è segnata principalmente da due incontri. Nel ‘29 si trasferisce nella casa del critico d’arte Matteo Marangoni e della moglie Drusilla Tanzi, scrittrice milanese che, dopo una lunga relazione, sposerà nel 1962. Negli anni ‘30 il poeta soggiornò anche nella pensione Annalena in via Romana, dove conobbe Irma Brandeis, una giovane americana studiosa di Dante. Nel cuore del poeta nascono così due grandi amori: la passione per la bella Irma, immortalata nella raccolta “Occasioni” sotto lo pseudonimo di Clizia, e una sconfinata ammirazione per il poeta fiorentino. Mentre l’influenza di
Dante non abbandonerà mai i suoi scritti, la relazione con Irma si conclude nel 1938, con il suo ritorno in America. L’anno dopo si trasferisce con Drusilla in viale Duca di Genova – oggi viale Amendola – dove la coppia offrirà riparo a numerosi amici,
tra cui Umberto Saba e Carlo Levi. Come molti altri intellettuali, anche Eugenio Montale fu un assiduo frequentatore delle Giubbe Rosse, in piazza della Repubblica. Nel 1948 viene assunto al Corriere della Sera e i due si trasferiscono a Milano,
dove Drusilla morirà nel 1963 e Montale nel 1981. Dopo i funerali di Stato, il poeta venne sepolto, secondo la sua volontà, vicino alla moglie nel cimitero di San Felice a Ema, tornando così nell’adorata Firenze, accanto all’amore della sua vita.
Nelle immagini, la casa di viale Amendola in cui Montale visse (con la targa affissa al suo esterno) e le Giubbe Rosse in piazza della Repubblica
#Focus
8 | Ottobre 2016
Quattrozampe
cannella e gli altri, i cani in corsia (e non solo) Sono sempre di più gli ospedali e i reparti dove vengono portati avanti progetti di pet therapy Sara Camaiora
A
l Meyer, Cannella è entrato nel cuore di tutti, pazienti e operatori sanitari. E a un anno dalla sua scomparsa, tutti lo ricordano con affetto. Era un cane, uno dei primi a varcare la soglia dell’ospedale pediatrico. Qui la pet therapy è una realtà dal 2002, in ogni reparto (esclusi allergologia e trapianti), esperienza pionieristica a Firenze e in Italia. E ora sono diverse le strutture in città dove viene praticata. “Abbiamo uno stringente protocollo igienico sanitario. I nostri cani non sono addestrati, diciamo piuttosto ‘educati’, hanno precise caratteristiche caratteriali, socievolezza ma anche autocontrollo, e c’è una relazione consolidata con gli accompagnatori”, spiega Francesca Mugnai, presidente dell’associazione Antropozoa, che porta avanti il progetto.
Tranquillità, allegria: sono le reazioni che i cani suscitano nei piccoli pazienti. “I bambini migliorano il loro umore, si calmano, ad esempio con un prelievo provano meno dolore. Può sembrare strano, ma al pronto soccorso ci sono state mamme che per la prima volta hanno fatto interagire i loro bambini con i cani”, aggiunge. A Careggi da gennaio è partito un progetto di pet therapy nella rianimazione d’emergenza. I cani qui erano già arrivati in reumatologia, grazie allo studio pilota della dottoressa Ginevra Fiori, per pazienti affetti da sclerosi sistemica. La sperimentazione in rianimazione, condotta dalle dottoresse Manuela Bonizzoli e Laura Tadini, coinvolge quattordici pazienti, coscienti o parzialmente coscienti, e si avvale della collaborazione della Scuola nazionale cani guida per
ciechi di Scandicci. Così, per i cani Zeus, Orsa, Nuvola, Guido, Olga e Mariolino e i loro conduttori si sono aperte le porte di questo reparto. Le sessioni sono personalizzate e si svolgono all’interno del box di degenza, direttamente al letto del paziente, nel rispetto scrupoloso di un protocollo igienico-sanitario. “Abbiamo riscontrato nei pazienti, oltre alla netta riduzione della paura, un’enorme spinta motivazionale: aumenta la voglia di recuperare per tornare a casa, dove magari ad aspettarli c’è proprio un cane”, illustra la dottoressa Tadini. Cani ma non solo, anche altri animali sono arrivati all’ospedale di Ponte a Niccheri, in psichiatria, dallo scorso aprile. “Il paziente psichiatrico ha difficili capacità di comunicazione con il mondo esterno: l’animale facilita le relazioni interpersonali, oltre all’effetto
calmante”, spiega Giovanna Carlini, responsabile dell’Accademia cinofila fiorentina che si occupa del progetto e ne porta avanti altri, come al Sert della Asl di Santa Rosa. “Al Sert abbiamo at-
tivato sia un progetto di gruppo con dieci ragazzi che altri individuali. L’animale li responsabilizza, sanno che devono comportarsi in un certo modo sennò si distacca”, prosegue. E non solo in
corsia: con il progetto “Mi fido di te”, l’associazione cinofila “Il segno di Fido” ha portato il cane Apus a Solliccianino, con un primo ciclo di incontri dedicato alla cultura cinofila.
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Ottobre 2016 www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere Lo speciale
L’iniziativa
bye bye auto, a scuola si va a “piedibus” Sonia Muraca
Dolcetto o scherzetto? Streghe, magie, fantasmi dispettosi e il tutorial
per una zucca da paura: guida ad Halloween 2016 ☛ pagina II
Una
al giorno
Teatro
occhio alla vista, fin da bebè
bimbi attori, tutti in scena! ☛ pagina III
Il Meyer risponde
Tempo libero
O
cchi e bambini: quando fare la prima visita, a quali sintomi prestare attenzione? Ne parliamo con il dottor Roberto Caputo, direttore dell’Oftalmologia pediatrica del Meyer. Dottore, quando la prima visita dall’oculista? In Toscana alcuni screening oculari sono già previsti di routine alla nascita e nei bilanci di salute dei pediatri. Al compimento dei tre anni viene fatto a tutti i bimbi un primo controllo della vista. Se si nota qualche positività ai test, è il pediatra stesso a rinviare allo specialista. Cosa fa il bambino che non vede bene? Alcuni comportamenti evidenziano un problema palese, come se si storce l’occhio, altri sono più velati, come quando il bambino accusa frequenti mal di testa o assume posture insolite quando legge, disegna o guarda la tv,
oppure se c’è una forte lacrimazione. L’assenza di sintomi, però, non è sempre determinante: se un bimbo non vede da un occhio dalla nascita, non lo dirà e non se ne accorgerà perché per lui il mondo è fatto così. C’è poi da considerare il fattore familiarità: può influenzare dalla miopia a questioni più importanti, come glaucoma e cataratta. Sei anni, inizia la scuola. Un momento cruciale? È qui che i difetti più lievi vengono identificati, come quando il bambino non vede nitidamente la lavagna. In linea di massima i momenti fondamentali per i controlli sono: alla nascita, a tre e a sei anni. S.W.
il gioco dell’oca horror style ☛ pagina IV
Ricetta
w le polpette da buongustai ☛ pagina IV
Per le mamme
Libri e vestiti nei mercatini per “ricicloni” Serena Wiedenstritt
L’
usato per bambini? Va di moda. Al mercatino o al conto vendita, dove oltre al giubbotto di marca si trovano il passeggino low cost e lo scalda biberon. I prezzi sono dimezzati, la qualità è assicurata dalla mamma accanto, con cui si può anche imbastire un proficuo baratto. Si chiama “swap” quando si fa nel corso di una cena fra amiche e permette di liberare spazio negli armadi e portarsi a casa qualche indumento utile per la prole. Si chiama conto vendita quando avviene in negozio. Numerose le catene, come ad esempio BabyBazar e Secondamanina, ma non solo, che ritirano abbigliamento, giocattoli e accessori per bambini, li tengono in vendita per un periodo a prezzo scontato e se li vendono ti danno i soldi. Per chi ci porta le cose, possono rappresentare un guadagno su qualcosa che altrimenti farebbe la polvere in cantina. Per chi cerca un capo
o un oggetto specifico, possono essere il luogo giusto dove trovare “di tutto di più” a prezzi onesti e in buone condizioni. Buone almeno da superare una stagione, prima che i bambini crescano e cambino – di nuovo – taglia. Da non dimenticare poi i “sempreverdi” mercatini. Tra gli appuntamenti storici per le mamme di Firenze e circondario c’è quello che si tiene alla Casa del Popolo di Colonnata ogni terzo sabato del mese, organizzato da Mamme Amiche, che ha esportato il modello Colonnata anche a Campo di Marte e Scandicci (info su mammeamiche.org). Restano valide alternative anche i periodici “svuota cantina” che illustrano molto bene come, alla fine, in cantina ci finiscano soprattutto le cose degli ex bambini.
“P
er i bimbi è un po’ come andare in gita, perché si ritrovano tutti insieme e, soprattutto, assaporano un senso di autonomia, magari tenendo per mano il compagno di scuola poco più grande anziché babbo, mamma o i nonni”. A raccontarlo è Marco Berretti, “autista” di un mezzo di trasporto scolastico ecologico: il Piedibus. L’idea – realizzata da Comune, Legambiente e Uisp – prevede di accompagnare a piedi i bambini a scuola, al mattino, per promuovere la mobilità sostenibile, gli stili di vita sani e la conoscenza del territorio. Un progetto già sperimentato in alcune primarie del Q4 e che, dal 15 settembre, è sbarcato anche nel Q5, inaugurando l’anno scolastico 2016-17. La prima (nuova) adesione è arrivata dalla “Mameli” di Novoli: è lì che, dopo l’edizione pilota di giugno (con tanto di compilazione online di questionari di gradimento da parte dei genitori), si è deciso di partire con una tratta soft, di soli 500 metri (ma destinati ad aumentare), in modo da abituare i bimbi alla novità. Ci si dà appuntamento alle 8, in piazza San Donato, e si arriva a scuola in dieci minuti.
PER I LETTORI IN ERBA redazione@ilreporter.it www.ilreporter.it #ilreporterdeipiccoli
II | Ottobre 2016
#Lo speciale
L’appuntamento
una notte magica tra streghe e fantasmi
La passeggiata nei luoghi del mistero e il laboratorio per vere fattucchiere: gli eventi di Halloween “a prova di coraggio” Guenda Gonnella
li di pipistrello, filtri magici e mummie che camminano. Siete pronti per la sera di Halloween? Nella giornata del 31 ottobre e nel weekend precedente alla festa, a Firenze le cose da fare non mancheranno. Dalle colazioni a prova di zombie ai laboratori per apprendisti stregoni, ce ne sarà per tutti i gusti. Ecco allora alcune possibilità. Un tour all’insegna della paura per le vie del centro è quello proposto dall’associazione Tre Passi per Firenze. Il giorno di Halloween, dalle 19 alle 21, una carovana di grandi e piccini sarà accompagnata da alcuni “ciceroni del brivido” nei luoghi delle leggende fiorentine: da Palazzo Vecchio, che si dice popolato dal fantasma del condottiero Baldaccio d’Anghiari, al Palazzo Nonfinito, chiamato così perché non è mai stato completato “per colpa di Belzebù” (info@trepassiperfirenze.com). Due, invece, gli eventi speciali organizzati per l’occasione dai Musei civici fiorentini e l’associazione Mus.e. Si parte con il laboratorio tematico “Identikit di una strega” in programma il 31 ottobre alle 16.30 al Museo di Palazzo Vecchio, dove i bambini dagli 8 ai 12 anni potranno creare la propria immagine di strega. Rappresentate abitualmente come donne vecchie e brutte e con il naso adunco, si scoprirà che in realtà le streghe non sono tutte uguali e soprattutto – udite, udite! – non sempre sono cattive. Si prosegue, sempre il 31 ma alle 18, con una conferenza sulle “Streghe nell’età moderna” dedicata agli adulti e ai ragazzi un po’ più grandi, accompa-
gnata da una pièce teatrale che metterà in scena, tra le altre cose, la storia di una presunta strega di Certaldo (www.musefirenze.it). A intrattenere i bimbi alla libreria Libri Liberi di via San Gallo ci penserà il temibile Gallestein, dottore, alchimista e amante di strani e paurosi esperimenti, rivisitazione “in piume” del famoso Frankestein di Gene Wilder. Gallestein proverà a trasformare la mascotte di casa, il Gallo Achille, e chiunque si trovi sulla sua strada, in tanti piccoli e paurosissimi FrankeGallo. Giochi, scherzi, dispetti e travestimen-
Il trucco
zombie sarà LEI! Non c’è festa di Halloween senza un bel travestimento e un trucco ad effetto. Per sembrare uno zombie da film dell’orrore, bastano pochi ingredienti e poche mosse. Provateci da soli (ovviamente con l’aiuto di un adulto)! Per prima cosa stendete sul viso una mano di cerone bianco per trucchi: lo potete trovare nei negozi di giocattoli, oppure in alternativa un fondotinta chiaro che potete chiedere alla mamma. Sempre alla mamma, chiedete in prestito un ombretto scuro oppure una matita nera per il trucco: disegnate intorno agli occhi dei cerchi e poi colorateli sfumandoli verso l’esterno, in stile “panda”. Con la matita nera, potete tingere le labbra oppure tracciare da un lato e dall’altro della bocca una linea orizzontale che arriva fino quasi alle orecchie. Lungo questa linea, tratteggiate delle piccole linee verticali, così da ottenere un terribile “effetto cicatrice” che potete replicare anche in altre parti del viso. Per finire, disegnate sul naso un triangolo nero con la punta girata in su, verso la fronte. Fatto? Siete pronti per un Halloween spaventoso!
ti gli altri ingredienti del pomeriggio “del terrore” (info@libriliberiofficine. it). Quale luogo è più suggestivo di un antico e inespugnabile carcere, in vista della notte del “terrore”? È il caso del Museo del Bargello, un tempo luogo di reclusione per galeotti, che nella giornata di domenica 30 ottobre sarà teatro di un itinerario tra l’arte all’insegna del mistero per bimbi e famiglie. “Una passeggiata dalla notte all’aurora” è il titolo dell’iniziativa, elaborata dai dipartimenti Educazione e Ricerca area scuola e giovani delle Gallerie degli Uffizi
in collaborazione con l’associazione di genitori contro le leucemie e i tumori infantili “Noi per Voi Onlus”. Meta del tour, opere come il Giasone scolpito da Francavilla e il David e il San Giorgio di Donatello, che spingono ad affrontare e vincere le paure umane da cui non sono immuni nemmeno gli eroi della tradizione mitologica e biblica (uffizigiovani@beniculturali.it, www.noipervoi. org, 055.284272). Anche al negozio di giocattoli Parpignol di via Tavanti 8E, quella di Halloween sarà una giornata “horror”, con tanti giochi e attività a
tema per piccolissime streghe e pestiferi stregoni. Festa anche all’Sms di Rifredi, dove proprio grazie alla collaborazione con Parpignol, i bambini del quartiere avranno a disposizione moltissimi giochi “da paura” per festeggiare a dovere. Grande fermento per l’appuntamento con la notte delle streghe nelle ludoteche comunali, tra spettacolini “spaventosi” e attività ludiche e didattiche. Tra queste, da segnalare il doppio laboratorio “Streghe fantasmi e pipistrelli” in programma alla Tana dell’Orso di viale De Amicis il 20 e il 29 ottobre, aperto ai bimbi dai 5 ai 10 anni. Tutto il programma delle iniziative sul sito educazione.comune.firenze.it nella sezione “ludoteche”. Colazione da campioni, ma soprattutto da zombie e rigorosamente in maschera, è in calendario sabato 29 all’Hard Rock Cafè di via dei Brunelleschi: dalle 9.15 alle 11.15 buffet all’americana per le famiglie con animazione a tema di Martina Carrai (prenotazioni: 055.277841, florence_sales2@hardrock. com). La sera del 31, invece, festone di Halloween per grandi e piccini con dj set di De Mario. E non mancherà la solidarietà: per ogni menù, due euro saranno donati alle popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto. Cena a tema e spettacolo da “urlo” anche al circolo Arci “Paolo Pampaloni” di via Maccari all’Isolotto. E una festa da “pelle d’oca” per famiglie è in programma al circolo “Vie Nuove” di viale Giannotti (www.arcifirenze.it). Per chi, invece, fosse disposto a valicare i confini della città pur di vivere una notte all’ultimo brivido, la meta può essere Borgo a Mozzano, tra Lucca e la Garfagnana, che ogni anno chiama a raccolta migliaia di persone con spettacoli e percorsi di paura animati da trabocchetti e figuranti (www.halloweencelebration.it).
Il tutorial
zucca da brivido? ECCO IL “FAI DA TE” alloween è “dolcetto o scherzetto”, i costumi spaventosi, ma soprattutto è la famosa zucca intagliata, la Jack o’lantern. Tutto diventa gioco in questa magica notte. Ecco quindi come iniziare a festeggiare con i più piccoli trasformando una “innocua” zucca in un mostro pauroso. Tutto andrà fatto sotto l’attenta supervisione degli adulti e ai piccoli spetterà il divertente compito di sporcarsi le mani. Per prima cosa comprate una zucca per Halloween, le vendono nei supermercati. Quelle per
uso alimentare non sono adatte perché più dure e irregolari. Mettete la zucca su un piano rigido, meglio con dei giornali per evitare di sporcare troppo. Tagliate la parte superiore (la calotta) in maniera circolare e mettetela da parte. Ora, insieme ai bimbi, svuotate la zucca aiutandovi con un cucchiaio o con le mani. Togliete bene i semi e la polpa. Nel passaggio successivo spazio alla creatività: con una matita disegnate due triangoli rovesciati per gli occhi, uno per il naso e una bocca sdentata e paurosa, poi (tenendo lontani i bambini) intagliate
accuratamente e infine asciugate dentro e fuori con un panno. La zucca è quasi pronta, manca solo la candela. Vanno bene anche quelle piccole e piatte. Posizionatene una alla base della zucca e chiudete con la calotta. Il gioco è fatto, spegnete le luci. Che Halloween abbia F.D.L. inizio.
#Accade in città
Ottobre 2016 | III
IN SCENA
LA COMPETIZIONE
se la corsa è “diabolica”
bimbi attori, su il sipario
i sarà da correre (e saltare) il 22 ottobre all’Ippodromo del Visarno, al parco delle Cascine, in occasione della Baby Inferno Run, la versione in formato kids dell’Inferno Run, in partenza alle 9 e aperta a tutti i bambini tra i 6 e gli 11 anni.Per chi non la conoscesse, l’Inferno Run è una corsa a ostacoli, sia naturali che artificiali, come balle di fieno, fango, corde, funi elastiche e assi di equilibrio, pensata per un doppio pubblico. Da un lato dilettanti alle prese con la loro prima “obstacle race” tutta cittadina, dall’altro professionisti pronti a sfidarsi per il titolo di campione italiano Mud Run, di cui l’Inferno rappresenta una tappa. Ma la vera novità è che si è ormai trasformata in un evento adatto anche alle famiglie. La Baby Inferno nasce nel 2015 “su input dei figli di alcuni organizzatori desiderosi di sfidarsi su un percorso simile, ma appositamente pensato per loro”, spiega Elisabetta Perasole, una delle organizzatrici della corsa fiorentina. Una voglia, quella di correre tra fango e ostacoli, con il permesso di babbo e mamma, condivisa da oltre sessanta bambini nella prima edizione di Cenaia (Pisa), poi diventati 150 al
ronti, attenti, in scena! Nel mese di ottobre si alza il sipario su tanti laboratori di teatro in città a misura di bambino. Più che corsi di recitazione sono veri e propri giochi per familiarizzare con il palcoscenico. A livello generale gli incontri si tengono una volta a settimana, durano tra i sessanta e i novanta minuti, il costo è intorno ai cinquanta euro al mese e spesso c’è la possibilità di una lezione di prova. Il “viaggio” sulle scene parte adesso per finire a maggio con il saggio finale. In cartellone ci sono tante proposte, ne abbiamo selezionate alcune. Iniziamo dal teatro di Ponte a Mensola, tra Coverciano e Settignano, dove l’associazione MalD’Estro insieme a Faliero Pucci OFF, organizza corsi di creazione teatrale, con tre diversi percorsi a seconda dell’età: per i piccolissimi dai 3 ai 5 anni, per la fascia 6-11 e per gli over 12. Nel caso dei “pulcini” gli incontri sono incentrati soprattutto sulla psicomotricità, con i più grandicelli si lavora invece sulla messa in scena e sulla drammatizzazione di una storia, mostrando anche le basi dei “ferri del mestiere”: costumi, trucchi, luci e scenografie (matiasendrek@ gmail.com). Sempre nello stesso quadrante della
Torna l’Inferno Run, per baby corridori dal “fisico bestiale” suo secondo ciak, al parco dei Renai di Signa. Un numero che rappresenta il limite massimo di iscritti, ammessi alla partecipazione sia come singoli che in gruppo. Il percorso, naturalmente, è separato (e molto più soft) rispetto a quello degli adulti: sono trecento metri scarsi (contro gli otto chilometri di ghiaccio, fango, prove d’equilibrio, passaggi in acqua e tiro a segno dei senior), in cui i corridori junior dovranno affrontare un mare di ostacoli. E come ogni sfida che si rispetti non mancheranno i premi, tra cui una maglia ufficiale dell’evento e una medaglia. Per i genitori che gareggiano (a partire dalle 11) sarà possibile usufruire fino alle 17 del servizio baby sitter. Le iscrizioni alla Baby Inferno e al servizio baby sitter sono obbligatorie e si effettuano online o direttamente sul posto (info: www.infernorun. it). Il costo è di dieci euro per ogni servizio: il ricavo verrà interamente devoluto alla Fondazione Tommasino Bacciotti, che sostiene la ricerca oncologica pediatrica e progetti di accoglienza e supporto alle famiglie con bimbi malati. Alla stessa onlus sarà destinata anche parte degli incassi della corsa per adulti e il 30% del fatturato S.M. delle postazioni massaggi.
Via ai corsi di teatro, dedicati a chi sogna il palcoscenico città, a San Salvi, la compagnia Chille de la balanza propone il laboratorio “Voglio fare teatro” dedicato ai bimbi tra i 6 e i 10 anni, ogni martedì pomeriggio, privilegiando il gioco come occasione di apprendimento (055.6236195, www.chille. it). Spostandosi a Firenze sud, al Teatro Reims, dal 17 ottobre prendono il via i corsi per bambini tra gli 8 e i 13 anni: c’è il percorso base, ogni mercoledì, e quello avanzato il giovedì (www.compagniaprosa.com). E ancora, nella zona di Brozzi e Peretola ci sono i corsi al Teatro delle Spiagge di via del Pesciolino. L’associazione Teatri d’Imbarco permette di imparare su un vero palcoscenico: il lunedì i corsi per i piccoli tra i 5 e i 10 anni, il mercoledì per la fascia d’età 11-14. Si aggiungono poi gli incontri del martedì per i ragazzi dai 15 ai 18 anni (055.310230, www.teatridimbarco. it). Chi sogna un futuro da attore, può rivolgersi altrimenti all’associazione Backstage Teatro: dalla prima settimana di ottobre, via ai corsi di recitazione per bimbi e ragazzi presso la sede Aics di via Luigi la Vista 1/B alle Cure. Il lunedì pomeriggio laboratorio per i bambini tra i 7 e i 12 anni, il venerdì tocca invece ai ragazzi dai 13 ai 19 anni G.C. (backstageteatro@gmail.com).
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#Il Reporter dei piccoli
IV | Ottobre 2016
HALLOWEEN IS COMING! PRONTI... VIA!
23.
Fai una risata da strega
di Enrica Della Martira
POLPETTE IN CROSTA DI PISTACCHI A chi non capita di avere degli avanzi di carne dal giorno precedente? Non buttateli, ma divertitevi in cucina con i bambini e trasformate i vostri avanzi in succulente polpette! In questo caso sono ricoperte da una crosta di pistacchi tritati che le trasforma in buffe palline verdi.
Fai saltare il turno a chi vuoi tu
HAI VINTO! Fai la mummia
Tagliate l’arrosto a pezzetti e mettetelo a frullare brevemente nel robot da cucina. Prelevate la carne dal robot e sostituitela con la mollica di pane ammollata nel latte, il prezzemolo, la menta, l’uovo, il parmigiano e un pizzico di sale e pepe. Frullate tutto insieme, poi rimettete dentro la carne e frullate ancora un attimo per amalgamare gli ingredienti. Assaggiate ed eventualmente regolate di sale. Sciacquate il bicchiere del robot, asciugatelo e usatelo per ridurre in granella fine i pistacchi. Formate le polpette e passatele nella granella, sistematele su una placca da forno, sporcatele con un filo d’olio e infornate a 180 °C ventilato per 10 minuti. Buon appetito!
Vai alla casella 15
Torna alla casella 2
9.
20.
Ingredienti per 2 persone: • 400 gr di arrosto del giorno prima • 100 gr di pistacchi • la mollica di 2 fette di pane • ½ bicchiere di latte • 3 cucchiai di parmigiano grattugiato • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato • 1 cucchiaio di menta tritata • 1 uovo • sale • pepe • olio d’oliva
IL LABIRINTO Fai una smorfia
11. Stai fermo 2 turni
17.
Imita un fantasma
Percorri l’intero tabellone prima degli avversari! MATERIALE Per giocare vi serve il seguente tabellone, 1 dado e dei segnaposto da scegliere a vostro piacimento (createli o riutilizzate le pedine di qualche altro piccolo gioco) • Per due o più giocatori COME SI GIOCA Si estrae a sorte chi inizia per primo. I giocatori allineano i segnaposto all’inizio del gioco (sulla freccia arancione). A turno, si lancia il dado e si avanza in senso orario di tante caselle quante ne indica il punteggio ottenuto. Non fa differenza se si finisce su una casella occupata da uno o più
segnaposto avversari. Attenzione alcune caselle riportano delle indicazioni... Seguitele! VINCERE LA PARTITA Per vincere bisogna raggiungere la casella 23 con un lancio esatto. Altrimenti, si deve tornare indietro di tante caselle quanti sono i punti in eccedenza.
TROVA 8 DIFFERENZE
IL GIOCO DELL’OCA PARLA FIORENTINO Il gioco dell’oca affonda le sue radici nell’antichità. Pare che all’ombra delle Piramidi di Egitto già si conoscesse. Ma a renderlo famoso in tutto il mondo nella sua forma moderna fu Ferdinando I de’ Medici. Nel 1580 ne regalò una copia al sovrano di Spagna Filippo II. Questi, si narra, si appassionò a tal punto al gioco da diffonderlo in breve tempo tra tutti i regnanti d’Europa.
#Focus
Ottobre 2016 | 9
Intitolazioni
le strade ribattezzate, fra storie e personaggi Dal 2015 ventisette tra vie, piazzali e luoghi pubblici hanno un nuovo nome. E presto sono attese anche altre targhe Gianni Carpini
Il momento dello scoprimento della targa del piazzale dedicato a Oriana Fallaci
D
a quando gli Alpini hanno un ponte vicino alla rampa del Romito, anche i Bersaglieri stanno “dando battaglia” per una via. I soldati dalla lunga penna sul cappello sono in buona compagnia: la giornalista Oriana Fallaci, il paroliere Giancarlo Bigazzi, il campione viola Stefano Borgonovo figurano tra le fila di coloro che hanno ricevuto gli “onori di strada” negli ultimi mesi. E presto se ne aggiungeranno anche altri, dai grandi personaggi a nomi che raccontano una storia. Come Andrea Cristina Zamfir, la giovane trovata senza vita sotto il viadotto della A1 a Ugnano nel 2014, a cui sarà dedicato un giardino della zona per dire no alla violenza sulle donne. A Firenze, tra il 2015 e i primi nove mesi di quest’anno, ventisette tra vie, larghi, piazzali e luoghi pubblici sono stati ribattezzati. Con un cambio di passo rispetto al recente passato: nel 2014
erano stati quattro, nessuno nel 2013, uno nel 2012 e poi ancora niente fino al 2009. Tra i grandi nomi che mancano all’appello quello di Mario Monicelli, anche se Palazzo Vecchio ha già adocchiato qualche via per il regista, mentre per Paolo Poli si starebbe pensando a una sala
del Museo Novecento. Dietro allo sprint delle nuove targhe c’è l’assessore Andrea Vannucci, che oltre allo sport ha la delega per la toponomastica. “Stiamo cercando di dare risalto alle persone che hanno un significato per la comunità cittadina – spiega – toccando anche
territori finora inesplorati a Firenze, come lo sport”. Ecco, quindi, “piazzale Campioni del ’56”, vicino allo stadio Franchi, per i viola del primo scudetto. Tra loro la colonna Armando Segato, che ha una “sua” via alle Due Strade. Le proposte arrivano anche dai Quartieri: pochi
nomi altisonanti, tanti omaggi a concittadini storici dei rioni. Si va da piazzetta Raffaele Bongo, intitolata al fondatore della polisportiva “La Rocca” di Rovezzano, all’impianto sportivo Giuliano Borsieri, “babbo” del calcio a cinque all’Isolotto. Tra i nomi più celebri, invece, Carlo Monni è un caso “speciale”. Lui la fermata della tramvia l’ha conquistata una manciata di anni fa (il nome completo è CascineOlmi-Monni), ma grazie al faida-te dell’intitolazione vanta, anche se non ufficialmente, una strada, la stessa in cui era solito passeggiare. Dopo la sua scomparsa, ignoti hanno ritoccato la lapide in fondo alle Cascine: non più viale dell’Indiano, ma viale Carlo Monni. “Il pennarello non vale”, scherza l’assessore Vannucci. Che è comunque possibilista: “Intitolare quel pezzo di viale all’attore? Si potrebbe fare”.
Chi e dove, tra gli ultimi arrivi Piazzale Oriana Fallaci A dieci anni dalla scomparsa, il piazzale-giardino davanti alla vasca dei cigni della Fortezza porta il nome della scrittrice. Lungarno Giancarlo Bigazzi Al paroliere che ha scritto canzoni come “Gloria” e “Si può dare di più” è intitolato un tratto di lungarno vicino all’Obihall. Piazza Giovanni Meyer Piazza di Careggi ha cambiato nome: a cento anni dalla morte, Firenze ha dedicato la piazza a Giovanni Meyer, fondatore dell’ospedale pediatrico. Via Stefano Borgonovo e via Armando Segato Due glorie viola colpite dalla Sla. Per loro una coppia di vie vicino allo stadio delle Due Strade. Via Suor Anna Lapini A Quaracchi una strada ricorda la “mamma di Firenze”: suor Anna Lapini, che nell’Ottocento assisteva poveri, malati e anziani.
10 | Ottobre 2016
#La ricorrenza
Il programma
Firenze ricorda la sua grande alluvione
Dal 4 novembre 1966 sono passati cinquant’anni: tante e di vario genere le iniziative previste per l’occasione a cura di Sara Camaiora e Gianni Carpini
L
a pioggia non accennava a cessare, i corsi d’acqua si ingrossavano. E l’Arno straripò. Il resto è storia. Da quel 4 novembre ’66 sono passati cinquant’anni e ora Firenze si prepara a ricordare la sua grande alluvione. Tante e di vario genere le iniziative previste per l’anniversario (i programmi sono ancora in fase di definizione al momento in cui Il Reporter va in stampa, ndr). Tra quelle in arrivo, la cerimonia ufficiale il 4 novembre a Palazzo Vecchio: per l’occasione, è atteso anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In programma come ogni anno la Santa Messa del Cardinale Betori, con i sindaci della provincia, e il lancio della corona di alloro in Arno in memoria delle vittime, organizzati dall’associazione Firenze Promuove. Indimenticati protagonisti gli Angeli del Fango, al centro di più eventi tra cui, nella serata del 5, una fiaccolata che attraverserà il centro storico. L’impegno degli Allievi sottufficiali del 59° corso della scuola Carabinieri verrà ricordato in vari momenti, in collaborazione con Firenze Promuove, tra cui, nella serata del 5, il concerto della Fanfara della Scuola Marescialli in Santa Croce. Ma l’anniversario dell’alluvione rappresenterà anche un’occasione di riflessione sullo stato di “salute” di Firenze e delle città italiane: se ne parlerà ad esempio il 3 novembre al convegno “Le alluvioni del passato, il futuro delle alluvioni”, nell’aula magna dell’Università di Firenze con Nicola Casagli, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, Mauro Grassi, direttore della struttura di missione della Presidenza del Consiglio contro il dissesto idrogeologico, e il geologo Aldo Piombino. Molte, poi, le esposizioni previste, fotografiche e non solo: tra queste, a Palazzo Medici Riccardi, dal 30 ottobre “Firenze, l’Arno, 1966. Memoria viva”, con documenti e testimonianze dell’esondazione ma anche dell’imponente lavoro di restauro monumentale seguito. A Palazzo Panciatichi, dal 14 ottobre “Le alluvioni di oggi nei disegni dei bambini”, al teatro dell’Opera dal 4 novembre le immagini del Teatro Comunale alluvionato e della riapertura del 27 novembre 1966, mentre la mostra fotografica itinerante curata dall’associazione Firenze Promuove e dai cinque Consigli di Quartiere fiorentini farà tappa dal 12 al 27 ottobre a Villa Vogel, dal 29 ottobre al 6 novembre al chiostro della Basilica di Santissima Annunziata, da metà novembre nella sede del Quartiere 5 e successivamente all’aeroporto di Peretola. Per informazioni e aggiornamenti sul calendario degli eventi può essere consultato il sito del Comitato Firenze 2016, che coordina e raccoglie studi, iniziative e ricerche sull’alluvione in occasione del cinquantesimo anniversario e non solo (www.firenze2016.it), e quello di Firenze Promuove (www.firenzepromuove.it).
Via Ponte alle Mosse angolo via Benedetto Marcello - Foto © Sergio Cipriani [Archivio Firenze Promuove]
Le testimonianze/ Quelle ore rivissute in tre storie Qui piazza Stazione
Qui San Salvi
“Noi allievi carabinieri, “Il manicomio, la piena alluvionati e soccorritori” e la zattera con il cibo”
L
a voce trema dall’emozione. “Tornare a Firenze fa venire il batticuore: io e i miei compagni abbiamo vissuto quei momenti intensamente da alluvionati e da soccorritori”. Francesco Liberatore Memoli, nel 1966, aveva 21 anni ed era uno dei settecento allievi del 59esimo corso Sottufficiali della scuola dei carabinieri in piazza Stazione. Oggi vive a Vicenza. Rammenta nitidi i dettagli: i danni alla scuola, le ronde antisciacallaggio portate avanti per un mese nonostante gli allievi non fossero ancora pronti per il regolare servizio, i salvataggi in extremis. Molti colleghi si tuffarono per soccorrere passanti e automobilisti, pure una coppia di sposini rimasta prigioniera in una Cinquecento. “Dire acqua melmosa e corrente impetuosa non rende l’idea – ricorda – arrivavano improvvisamente dei ‘proiettili’, l’Arno trascinava via tutto”. L’allievo Battista Mazzocchetti e il comandante della scuola Mario Serchi, entrambi medaglia d’argento al valor civile, “salvarono un vetturino in una traversa di via della Scala – racconta – dati per dispersi, comparirono poi all’ingresso e quasi non furono riconosciuti”. I ricordi sull’alluvione sono finiti anche in un capitolo del libro “Cerco il mio nome”, che Memoli ha pubblicato di recente. “I primi due giorni dopo l’alluvione noi allievi rimanemmo pressoché a digiuno – aggiunge – i viveri erano per i civili. Poi per una settimana mangiammo pane e cipolle”.
“L’
acqua cadeva a cascata dalla ferrovia di Campo di Marte, ma non avevamo idea che venisse dall’Arno”. A parlare è suor Cecilia, una delle testimoni dell’alluvione del 4 novembre 1966. Oggi ha novant’anni ed è tornata “a fare la vecchia a Roma – scherza – anche in questa città ne succedono di ogni tipo, come l’incendio estivo. Mi sono spaventata così tanto che di quel cataclisma fiorentino mi sono proprio dimenticata”. In realtà se lo ricorda bene, invece. La sua ricostruzione parte da un orario ben preciso, le nove del mattino, ma soprattutto da un luogo: l’ex manicomio di San Salvi. È lì che prestava servizio insieme al personale sanitario, per occuparsi “di tremila persone in tutto, di cui molte con problemi di deambulazione, che dovevamo trasferire ai piani superiori”. Ed è proprio per loro che “verso le dieci decisi di andare in farmacia – ricorda – fu così che la corrente mi trascinò e mi salvai solo grazie a un’infermiera, che riuscì ad afferrarmi al volo”. A venire trascinati via (e a essere ritrovati nel parco nei giorni a venire) furono invece tre cadaveri, che erano nella camera mortuaria al momento della piena. Poi non ci fu più bisogno di uscire: per il pranzo, “la direzione arrivò con una zattera, carica di cibo secco e in scatola”. Sonia Muraca
Qui Sant’Ambrogio
“Ai piani alti, con l’aiuto dei carcerati”
A
lle sette e mezzo del mattino l’acqua era già alta in Borgo La Croce. Immagini ben impresse nella memoria di Rita, allora ventenne, figlia di Michele Ferlito, all’epoca reggente delle carceri fiorentini delle Murate, di Santa Verdiana e di Santa Teresa. Lei, i genitori e gli otto fratelli vivevano accanto alla struttura di Santa Teresa, assieme ad altre famiglie. “Mio padre corse subito a dare disposizioni per gestire la situazione in carcere”, racconta. In poche ore, l’acqua era salita vertiginosamente, le altre famiglie avevano raggiunto i piani alti insieme ai Ferlito, grazie anche all’aiuto dei carcerati. “Molti di loro fuggirono ma rientrarono la sera stessa, altri trovarono asilo nelle case passando dai tetti, alcuni poi ci aiutarono, prendendo sulle spalle i bambini più piccoli per metterli al sicuro – prosegue – la stanza più accogliente era quella che ospitava la sartoria: lì ci fermammo e passammo la notte, bruciando suppellettili per scaldarci e raccontando storie ai bambini per tranquillizzarli, mentre alcuni detenuti restarono a guardia per difenderci da altri più agitati”. Poi il difficile ritorno alla normalità, la casa devastata dal fango. E qualche rimpianto. “Non ci siamo potuti godere la rinascita di Firenze perché poco dopo mio padre fu trasferito: dispiace soprattutto che mai gli sia stato riconosciuto l’impegno profuso in quell’occasione”, conclude.
#La ricorrenza
Ottobre 2016 | 11
La fotocronaca
Nelle zone colpite, quartiere per quartiere L’emergenza, i danni, la nascita dei centri di soccorso in parrocchie e circoli. Quei drammatici momenti rivivono grazie alle foto inviate dai cittadini ai Quartieri fiorentini e alle immagini raccolte dall’associazione Firenze Promuove
Quartiere 3 A Gavinana (foto) le acque inghiottono i piani bassi delle case. Il fango invade viale Giannotti, mette in ginocchio Nave a Rovezzano. Straripano Ema e Greve e anche il Galluzzo viene alluvionato.
Foto © Sergio Cipriani [Archivio Firenze Promuove]
Quartiere 1 Alle 2.30 del 4 novembre 1966 l’acqua inizia ad arrivare in via de’ Benci, due ore dopo avrà sommerso Santa Croce, così come l’Oltrarno. Anche il Mugnone rompe gli argini (foto).
Quartiere 4 L’Isolotto “vecchio”, con le case intorno alla piazza omonima, si salva. Va peggio nella zona di Ponte alla Vittoria e via Bronzino (foto). La Greve inonda Mantignano e Ugnano.
Foto © Giorgio Fanteria [Archivio Firenze Promuove]
Quartiere 2 L’acqua arriva in piazza Alberti (foto). Danni a San Salvi, dove il curato don Bassetti, con alcuni giovani, mette al sicuro sessanta fusti di idrocarburi che rischiavano di esplodere.
Quartiere 5 Brozzi (foto) è uno dei borghi più colpiti. Peretola scampa al pericolo, l’Osmannoro piange le sue vittime. La zona delle “navi” delle Piagge era agricola, con interi allevamenti inghiottiti dalla piena.
12 | Ottobre 2016
#Un mese in una pagina
Banco Alimentare della Toscana
Il piano
illuminazione: strade venti anni di attività più sicure e meno consumi (e un nuovo magazzino) U Ivo Gagliardi
V
ent’anni di attività e un nuovo magazzino. Quella dello scorso 24 settembre è stata una giornata importante per il Banco Alimentare della Toscana: non solo sono stati ripercorsi i venti anni di lavoro del Banco nella nostra regione, ma nell’occasione è stato festeggiato anche il trasferimento nel nuovo magazzino. “Si tratta di una nuova grande, anzi grandissima sfida per noi – ha spiegato il presidente del Banco Alimentare della Toscana Leonardo Carrai – perché ci siamo spostati in una struttura davvero impegnativa ma con potenzialità enormi, che richiede un impegno straordinario a tutti coloro che quotidianamente portano avanti la battaglia contro lo spreco e il recupero di cibo”. La nuova struttura si trova all’interno del Centro Alimentare Polivalente Mercafir a Firenze, con accesso da via dell’Olmatello. E sebbene fosse già operativa da alcune settimane, quella del 24 settembre è stata l’occasione per inaugurarla ufficialmente attraverso un evento dal titolo “Oltre lo scarto, 1996-2016: vent’anni di carità del Banco
Alimentare della Toscana”. E non si è trattato di un “semplice” taglio del nastro perché, come ha sottolineato Carrai, la volontà è stata quella “di riflettere insieme su questi venti anni, su quello che è stato fatto e facciamo quotidianamente, sia noi in Toscana che a livello nazionale”, e al tempo stesso di trovare nuovi stimoli “per un futuro sempre più impegnativo dove la richiesta di cibo e aiuti continua, purtroppo, ad aumentare”. Per informazioni è possibile consultare il sito www. bancoalimentare.it e la pagina Facebook Banco Alimentare Toscana Onlus.
n piano comunale di illuminazione pubblica. È quello approvato lo scorso mese dal consiglio comunale: l’obiettivo è avere un’illuminazione più omogenea sul territorio fiorentino, che migliori la sicurezza sulle strade ed esalti la bellezza dei monumenti e del patrimonio artistico, riducendo al tempo stesso i consumi. Sono due i tipi di illuminazione individuati nel piano: quella funzionale legata alla viabilità e alle esigenze di sicurezza e quella artistica sulla percezione dei monumenti in virtù dell’illuminazione stessa. “Si tratta di un piano di programmazione che si affianca al regolamento urbanistico – ha spiegato l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti, che ha illustrato la delibera al consiglio comunale – ed è molto importante perché, oltre a rispondere alla normativa regionale in materia, vuol rendere più omogenea l’illuminazione del territorio comunale. Questo piano – ha aggiunto l’assessore – individua tre livelli di intervento a seconda delle priorità e fornisce indicazioni precise per la futura progettazione che sarà seguita da Silfi. Nei prossimi due-tre anni procederemo con una progressiva sostituzione di tutti gli impianti con corpi illuminanti a led. Questa nuova tecnologia consente da un lato di migliorare l’illuminazione stradale e dall’altro di ridurre i costi”.
Via agli incontri
un corso per diventare volontari ant P
rende il via giovedì 13 ottobre, a Firenze, il corso di formazione gratuito per diventare volontari Ant. Il percorso è suddiviso in tre incontri, che si terranno nella sede della delegazione fiorentina di Ant, in via delle Panche 40/b, dalle 18.30 alle 20. Gli appuntamenti sono rivolti a chi desidera conoscere la missione di Ant e approfondire le modalità attraverso cui è possibile svolgere attività di volontariato per la fondazione. Ogni incontro prevede una parte teorica e una interattiva: saranno affrontati argomenti come i progetti della fondazione, la figura del volontario e i suoi ambiti di intervento. I docenti sono professionisti della fondazione, psi-
cologi e medici. Gli incontri sono propedeutici al successivo corso specifico di formazione per diventare volontari socio-assistenziali, le figure che operano a stretto contatto con i malati e le loro famiglie. Dopo quello del 13, gli altri appuntamenti sono previsti giovedì 20 e 27 ottobre. Per informazioni è possibile contattare la delegazione Ant di Firenze al numero 055.5000210 oppure scrivere a delegazione. firenze@ant.it.
La manifestazione
di corsa o a passeggio per ricordare lorenzo D
i corsa con Lorenzo. È in programma domenica 23 ottobre la sesta edizione della gara podistica non competitiva “Corri con Lorenzo”, uno degli eventi nati per ricordare Lorenzo Guarnieri, iniziativa associata all’ottavo Memorial Renzo Occupati. La corsa partirà alle 9 da piazza Antonelli, per poi snodarsi sulle pendici di Fiesole fino a via di Camerata e tornare al Salviatino. Da qui, i runner più allenati potranno salire fino a Maiano prima di raggiungere l’arrivo (situato sempre al punto di partenza), mentre chi ha meno fiato potrà tornare direttamente in piazza Antonelli. Quella del 23 ottobre sarà la sesta edizione di una manifestazione che, per volere degli organizzatori, è “molto poco competitiva”: per molti dei partecipanti si tratterà di cimentarsi in una semplice passeggiata, da tre anni a questa parte indossando la maglietta distribuita come premio di partecipazione. Al termine della gara, spazio a premi a sorteggio messi a disposizione dai negozianti della zona, foto ricordo e coppe ai gruppi sportivi con il maggior numero di partecipanti. Con i proventi ottenuti dalle iscrizioni di quest’anno, sarà acquistato un defibrillatore che sarà poi a disposizione alla pasticceria Villani di piazza Antonelli. Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare l’associazione Lorenzo Guarnieri onlus, tel. 055.578910, mail info@lorenzoguarnieri.com, sito www.lorenzoguarnieri.com. Iscrizioni anche al salone di parrucchiere Francesco in piazza Antonelli, allo stadio di atletica e negli Universo Sport di piazza Duomo, via Masaccio e Novoli.
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#Lettere&Rubriche
Lettere
Editoriale
Pungiglione
dalla prima Fate sentire la vostra voce: inviate segnalazioni, problemi o proposte a redazione@ilreporter.it LA RIFICOLONA E LE FESTE IN STRADA
Salve, sono un nonno residente da tanti anni nel quartiere di Gavinana. Ho sempre camminato molto nelle strade di questa zona e ora lo faccio ancora di più proprio nel mio ruolo di nonno insieme ai miei nipotini. Ho partecipato con loro alla festa della Rificolona che era stata organizzata in via Datini, devo dire che era la prima volta che ci andavo e per me è stata una sorpresa molto bella; non mi aspettavo che ci fosse così tanta gente, ma soprattutto tanti bambini con le loro famiglie e tanta animazione per loro e anche bancarelle varie per comprare cibo e altre cose. Come vi ho detto io abito a Gavinana da molto tempo e ho visto questo quartiere cambiare e sono cambiati anche molti negozi; e con altri vecchi abitanti come me tante volte abbiamo parlato che si stava perdendo quello spirito di quartiere che ci ricordavamo che un tempo ci fosse di più. Questa festa della Rificolona però mi ha fatto tornare in mente che è bello vivere il quartiere tutti insieme, con le altre famiglie, incontrare gli amici per la strada e passare insieme una bella serata; e penso che sia stata una bella occasione anche per i negozianti che hanno partecipato, si dice spesso che con la crisi per molti negozi è sempre più difficile andare avanti e che devono chiudere, allora insomma, penso che potrebbe essere una buona idea fare feste in strada di questo tipo più spesso, forse una volta al mese, non solo in via Datini ma anche da altre parti; penso che sarebbe una buona occasione sia per gli abitanti che possono passare una bella serata tutti insieme; che per i negozianti. Che ne pensate? Luigi P.
IL REPORTER RISPONDE
Caro signor Luigi, le occasioni per vivere strade e piazze cittadine, come quelle rappresentate dalle feste e dalle iniziative che vengono organizzate nelle diverse zone di Firenze e per le ricorrenze più svariate, si rivelano sempre molto apprezzate dagli abitanti. A dimostrarlo è la partecipazione di pubblico che spesso le caratterizza, come nell’occasione descritta nella sua lettera. A riprova del fatto che, nonostante molte zone, negli anni, abbiano cambiato il loro aspetto, la loro funzione e anche il modo in cui vengono vissute dai cittadini – o forse proprio per questo – c’è voglia di vivere i quartieri, di “riappropriarsene” e sentirsene parte. Tra le iniziative che, ultimamente, hanno riscosso più successo a Firenze, ci sono ad
esempio i “mercatini dei cittadini” che vengono organizzati periodicamente nelle piazze (e questo mese ce ne sono vari in programma, come riportiamo nelle edizioni de Il Reporter dei diversi quartieri). Iniziative che permettono tra le altre cose agli abitanti di incontrarsi riscoprendo – e rivitalizzando – alcuni spazi cittadini. Ed è questo l’obiettivo che le accomuna anche a molti altri eventi che vengono organizzati nelle strade, dal centro alle periferie, e che possono certamente costituire un’occasione di afflusso e visibilità anche per quelle “botteghe di quartiere” che, non va dimenticato, rappresentano parte del tessuto dei diversi rioni della città. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it
LE BICICLETTE LASCIATE SUI MARCIAPIEDI
Spettabile redazione del Reporter, vi scrivo per illustrarvi una problematica con cui mi imbatto tutti i giorni o giù di lì ma che come me certamente capita anche ad altre persone. Devo fare una premessa: io non ho niente contro i ciclisti, seppur saltuariamente anche io amo usare la bicicletta e apprezzo molto chi la usa tutti i giorni. Sempre come premessa, quando uso la bicicletta mi rendo bene conto che a volte è difficile trovare un posto dove lasciarla, perché in alcuni posti non ci sono le rastrelliere o dove ci sono, capita non di rado che siano tutte occupate. Però non penso che questo sia un buon motivo per lasciare le biciclette sui marciapiedi attaccate ai pali della luce o alle ringhiere delle case, vi scrivo proprio per questo, perché stamattina ho assistito alla scena di un signore con un passeggino che ha dovuto fare molte “manovre” per provare a passare dal marciapiede dove era stata lasciata una di queste bici a un palo della luce e poi non ce l’ha fatta e è dovuto scendere sulla strada. E ho pensato menomale che lui è giovane, se c’era un nonno avrebbe fatto più fatica, e se invece ci doveva passare una persona con la sedia a rotelle?? Ancora più complicato! Ci sono marciapiedi così stretti dove a malapena ci passa una persona, ma qualcuno ci lascia lo stesso le biciclette parcheggiate! So già che qualcuno mi risponderà che se ci fosse stata una rastrelliera non l’avrebbero lasciata lì sul marciapiede, e probabilmente è vero, ma ritengo che non sia comunque un buon motivo per lasciarcela; e allora vorrei fare il mio appello di fare più attenzione e ricordarsi sempre che sui marciapiedi ci devono passare anche carrozzelle e passeggini!! Distinti saluti. Stefania
4 novembre 1966. Il giorno della grande alluvione. Da allora è passato mezzo secolo, da quelle immagini in bianco e nero che hanno fatto il giro del mondo e che hanno segnato una pagina tragicamente indimenticabile della storia della città. E ora, cinquant’anni dopo, è tempo di ricordare. Firenze ha già cominciato a farlo nei mesi scorsi, quando hanno preso il via mostre e iniziative, che si preparano ora a entrare nel vivo. Tanti e diversi i modi in cui la città si appresta a rivivere quei terribili momenti, guardando non soltanto al passato, ma anche al futuro. A quello che è stato e a quello che non dovrà più essere. In un esercizio di memoria collettiva, perché sono stati diversi coloro che – proprio in vista di questo anniversario – hanno messo le proprie fotografie e i propri ricordi a disposizione di tutta la cittadinanza. È una storia fatta di tante storie, quella dell’alluvione del ‘66. Storie tragiche, storie “eroiche”: su Il Reporter di questo mese ne raccontiamo alcune, storie di chi quella giornata di mezzo secolo fa la visse in prima persona, senza averla mai più potuta dimenticare. Ed è sempre per non dimenticare che – lasciando per un attimo da parte l’alluvione – in città si sta assistendo negli ultimi tempi a una lunga serie di intitolazioni di nuove strade. Che portano il nome di personaggi illustri, di fiorentini – di nascita o di adozione – che hanno legato il loro nome a quello della città del giglio, ma che raccontano anche piccole e grandi storie, quelle storie che hanno contribuito a fare la storia di Firenze. E che ora vengono “scolpite” sulle targhe battezzando vie, piazze e luoghi pubblici. Per poter alzare lo sguardo, ogni tanto, e ricordare qualcosa in più di Firenze, del suo passato e dei suoi protagonisti, semplicemente passeggiando nei diversi angoli della città. MATTEO FRANCINI
Ottobre 2016 | 13
A zonzo per Firenze BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI
CASTAGNE E FUNGHI? NO, ORA L’AUTUNNO ARRIVA CON UNA MUSICA IN TV
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on so se ci avete fatto caso; con il passare degli anni le stagioni le percepiamo diversamente. Quando andavo a scuola da bambino, la primavera era una rondine che la maestra mi faceva disegnare decine di volte sul quaderno. “Una rondine non fa primavera” diceva la mia maestra. È vero; però ti fa venire l’esaurimento per tutta l’estate! Ora che sono adulto, la primavera è il commercialista che mi fa firmare tre fogli: i moduli per pagare l’Iva! Sogno che l’Iva si estingua! L’arrivo dell’estate era segnato da un evento atteso tutto l’anno: la fine della scuola! Ora l’estate è segnata da un evento temuto tutto l’anno: i bambini che si picchiano a casa perché le scuole sono chiuse. Ma è la percezione dell’autunno che mi crea maggior magoni. Da bambino l’autunno erano i funghi, le castagne, la vendemmia. Essendo nato in un paese ricordo perfettamente quegli odori. Ora l’autunno lo inizio a percepire appena in televisione sento la sigla di “Porta a Porta”. Bastano due note e subito sparisce la spensieratezza dell’estate. Qualcuno potrebbe opinare; basta non guardare il programma e il problema è risolto. Ed infatti io così faccio. Purtroppo la Rai manda a tradimento i promo del programma; stai sereno seduto sul divano a vederti un bel film e quando meno te lo aspetti, parte la musica “Nana nana, nananana!”. Spegni e vai a letto. È iniziato l’autunno!
I CAVOLI DI LEGNAIA
L’
antico borgo di Legnaia, formatosi lungo la Via Pisana, distante circa tre miglia dal centro di Firenze, fin da prima del Mille era denominato Legnaria. Il Repetti, nel suo Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana così lo descrive: Trovasi in una pianura poco distante dalla ripa sinistra dell’Arno, fra il borgo di Ponticelli e quello di San Lorenzo al Ponte a Greve, in mezzo a una popolosa e ben coltivata campagna, cui fanno corona dal lato di scir. a libec. i colli deliziosi di Bellosguardo, di Monte Oliveto, di Marignolle e di Scandicci, mentre dalla parte di oltr’Arno ha di fronte da sett. a grec. le popolose colline di Sesto, di Castello, di Careggi e di Fiesole. Il borgo, dal 1225 detto Legnaia, trae il suo toponimo dall’ammasso di legna accatastata che sin da tempi remoti vi si faceva. I tronchi d’albero, arrivati sia attraverso la corrente fluviale, sia per strada, oltre ad aver originato il nome alla selvosa località, ne consentirono lo sviluppo, dando lavoro ad artigiani legnaioli come falegnami, bottai, segatori e bobulici (conduttori di carri trainati da buoi), nonché a numerosi mercanti di legname impiegato per tutti gli usi ma, soprattutto, per le costruzioni. Il borgo caratterizzato anche da orti, casette di ortolani e povera gente, era inoltre assai famoso per la produzione di ortaggi ed in particolar modo dei cavoli, tanto da generare il proverbio Portar cavoli a Legnaia, ad indicare l’inutilità di recare una cosa in un luogo ove la si produceva in abbondanza. Sempre il Repetti, o. c. a tal proposito annota ancora: I cereali riescono di ottima qualità tanto in collina come nel terreno che cuopre il piano di Legnaia. Quest’ultimo però è riguardato come uno dei migliori non dirò già per la miglior qualità, sivvero per la quantità degli ortaggi di ogni specie, il cui prodotto costituisce la ricchezza maggiore di cotesta pianura; talchè fu dato anticamente il nome di Veerzaia alla porzione più prossima alla città, e perfino dentro la Porta di San Frediano. Il cavolo era un ortaggio molto richiesto sul mercato fiorentino, anche perché gli si riconoscevano proprietà terapeutiche attribuitegli fin dai tempi antichi, quando era utilizzato frequentemente come prodigioso medicamento. Dal libro Medici e medicina in Roma antica di Chiara De Fillipis Cappai, possiamo averne una più convincente idea: Catone si sofferma a lungo sulle proprietà del cavolo, descrivendone le varietà e le molteplici applicazioni. Esso cura le dispepsie, i disturbi dell’apparato urinario, è risolutivo degli accessi e delle piaghe in genere, delle lussazioni, delle contusioni, di ogni disturbo dell’apparato digerente e respiratorio, della gotta, dell’insonnia, delle coliche e persino del carcinoma mammario. Viene mangiato crudo, condito con aceto e sale e con aceto e ossimele (sciroppo di aceto e miele); il succo ottenuto facendolo bollire sotto forma di fagottini, poi spremuti,viene dato a bere come un toccasana; le foglie pestate divengono impiastro da applicarsi nelle parti malate. Altro che panacea! Cavolo, sempre cavolo, anche a merenda!
ANDREA MUZZI Comico, attore, regista e cabarettista
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LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI
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14 | Ottobre 2016
#Cultura L’agenda
Il ritorno
Il cinema a Firenze ha una nuova “casa” Riapre dopo anni il Teatro della Compagnia e ospita la “50 giorni” di festival internazionali Enrica Cinaschi
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l cinema ha una nuova “casa” tutta sua, in via Cavour. No, questo non vuol dire che tutte le sale rimaste a Firenze si trasferiranno in un unico luogo, ma che il Cinema Teatro della Compagnia, progettato dall’architetto Adolfo Natalini e di proprietà della Regione Toscana, dopo anni di chiusura riaprirà le porte al pubblico il 27 ottobre, in occasione del decimo compleanno della “50 giorni di cinema internazionale”, il festival dei festival, diventato ormai una tradizione dell’autunno fiorentino. L’ex cinema Modernissimo, datato 1921, fu completamente rinnovato grazie all’intervento di Natalini nel 1987 e da quel momento divenne un punto di riferimento per il cinema e il teatro sperimentale. Un faro della cultura fiorentina fino alla chiusura e all’acquisto dell’immobile da parte della Regione. Oggi ricomincia a vivere, con in cartellone i nove appuntamenti della “50 giorni”, per un turnover a
suon di grande schermo che andrà a concludersi il 9 dicembre. Dal 28 ottobre al 1° novembre l’appuntamento è con “France Odeon”, rassegna di cinema d’Oltralpe. Segue a ruota – il 2 e 3 novembre – “Una finestra sul nord”, tutto focalizzato sui lavori di registi nordeuropei. E ancora, il 4 novembre è in programma una serata speciale dedicata ai cinquant’anni dall’alluvione che devastò Firenze nel 1966. Dal 5 al 9, invece, spazio al gentil sesso con il “Festival internazionale di cinema e donne” e subito dopo, dal 10 al 15, al “Florence Queer festival”. Dal 16 al 20 novembre i più bei documentari prodotti intorno al mondo dell’arte vengono concentrati nella programmazione de “Lo schermo dell’arte”, mentre dal 21 al 24 tocca a “Il cinema ritrovato”. E ancora, dal 25 novembre al 2 dicembre, attesissimo il momento del “Festival dei popoli”, storico e acclamato appuntamento fiorentino dedicato al documentario d’autore.
Chiudono poi in bellezza “River to river” (dal 3 all’8), kermesse sulla cinematografia indiana, e il Premio N.I.C.E. città di Firenze (9 dicembre), nato col fine di promuovere la nuova cinematografia italiana all’estero. La “50 giorni” lascia così il cinema Odeon e si sposta nella nuova location. Raffinato nella fattura e unanimemente acclamato come uno dei migliori esempi di architettura fiorentina dell’ultima tranche del Novecento, dopo l’ultima chiusura il Cinema Teatro della Compagnia era rimasto in “attesa”, con la promessa da parte della Regione di renderlo nuovamente fruibile al pubblico. Ora, a lavori di ristrutturazione completati, torna finalmente a vivere, con una destinazione d’uso – una sorta di “casa” dei festival cinematografici – che lo rende ancora più speciale.
Web 50giornidicinema.it
La reunion
Il libro/1
Il libro/2
Tre “toscanacci”, un solo show
cercando il lieto fine tra le pieghe della vita: storie “precarie” di quattro dirimpettai
la città e la fiorentina, Una storia d’amore vista con gli occhi di due giornalisti
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ulla macchina del tempo fino a trent’anni fa, quando tre giovanissimi Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello si incontravano per dare vita ad alcuni dei siparietti più divertenti della storia della comicità made in Tuscany. Tre “ragazzini” che all’epoca si esibivano tra tv e radio locali ma che di lì a poco avrebbero spiccato il volo verso la ribalta nazionale. Il resto della storia è di dominio pubblico, quella che vede Pieraccioni regista, Conti conduttore e Panariello comico di razza. Ma quegli sketch che hanno fatto da scintilla al loro successo, che fine hanno fatto? Per dare una risposta a questa domanda, i tre mattatori (legati da un’amicizia fortissima) hanno deciso di tornare in scena insieme, con uno spettacolo che è tutto un programma. Il tour di Panariello, Conti e Pieraccioni è un viaggio all’origine della risata. A Firenze le date in programma – ad oggi – sono sette, il 15, 16 e 17 ottobre, il 12 novembre (queste quattro già sold out), oltre a tre date “festive” il 28, 29 e 30 dicem-
bre, aggiunte in calendario più recentemente, tutte organizzate al Nelson Mandela Forum. Uno spettacolo a trecentosessanta gradi in cui cinema, teatro e televisione si intrecciano per un varietà unico che vede Giorgio, Carlo e Leonardo di nuovo insieme sul palco, a tre decenni di distanza dal loro debutto, per una performance inedita ricca di sorprese ed emozioni, che li vede coinvolti in scenette divertenti con uno sguardo sempre rivolto all’attualità. E chi non riesce a trovare i biglietti a Firenze, può sempre pensare a ripiegare su
una delle due date al Modigliani Forum di Livorno, il 26 e 27 novembre. Cosa hanno in programma si potrà scoprire solo assistendo allo spettacolo dal vivo, uno show tutto nuovo che guarda al passato sì, ma soprattutto al presente, prendendo in prestito quella comicità schietta tipica dei comici toscani, una facilità nello strappare una risata che strizza l’occhio alle chiacchiere fatte al bar o magari al ristorante o in casa, durante una conversazione informale tra cari, vecchi amici. L.V.Z.
cordiamoci pure il Bianconiglio e la regina di cuori, perché il libro appena dato alle stampe da Pendragon e scritto dalla fiorentina Emanuela Mascherini non ha niente a che vedere con il romanzo di Lewis Carroll. Niente, a parte quel “richiamo” nel titolo “Alice senza meraviglie”. È una favola contemporanea su chi si risveglia dopo dieci anni di convivenza in un mondo che non ha più le regole che conosceva. La nuova vita di Celeste Primavera è una rialfabetizzazione affettiva e sociale che si svolge all’ultimo piano di un palazzo dove si affacciano quattro monolocali. Il viaggio, a tratti tragicomico e surreale, di chi, nonostante un passato impossibile da seppellire, il tempo che avanza, l’inesistenza di un lavoro, le case mignon, i frequenti attacchi di panico e gli uomini con nevrosi a carico, vorrebbe comunque il suo lieto fine. E.C.
ra moglie e marito non mettere il dito. Ma anche tra una città e la sua squadra di calcio non bisognerebbe interferire. E questo lo sanno bene i giornalisti Mario Lancisi e Marcello Mancini che, in occasione del novantesimo compleanno della squadra viola, hanno deciso di dare alle stampe “La Fiorentina è molto più che una bistecca” (Giunti editore), un tributo alla lunga storia d’amore tra la città e la sua compagine. Firenze si svela attraverso le vicende della squadra: molto spesso i destini dell’una e dell’altra si sono incrociati, creando una strada unica che da quasi un secolo tiene gli abitanti della città del giglio incollati agli spalti del Franchi. Una love story che attraversa periodi di idillio, come quelli del campione Antognoni, del gioiello Baggio e dell’indimenticabile Batistuta, e momenti duri, come la retrocessione in serie C. E.C.
film, danza & co: l’autunno fa il pieno di appuntamenti (per tutti i gusti)
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envenuto autunno in terra fiorentina, e con lui la costellazione di eventi in cartellone questo mese. Si parte con il “Clorofilla festival” che, dal 6 al 9 ottobre allo Spazio Alfieri, parla di bioarchitettura, economia civile, agricoltura sostenibile, temi ambientali e sociali e di nuova “linfa” del cinema italiano, con lavori mai proiettati a Firenze. Dall’8 ottobre e fino alla fine dell’anno, al Cango Cantieri Goldonetta va in scena il fitto programma de “La democrazia del corpo”, festival capitanato dal coreografo Virgilio Sieni che vede, insieme agli spettacoli, produzioni, ospitalità, residenze, incontri e laboratori. Il 14 e 15 tutti al Teatro di Rifredi per lo spettacolo francese (con sopratitoli) “Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran”. Il romanziere franco-belga EricEmmanuel Schmitt (nella foto) sale eccezionalmente in scena per interpretare la riduzione teatrale di uno dei suoi romanzi più conosciuti, da cui nel 2003 è stato tratto il film di François Dupeyron con Omar Sharif. Sempre rimanendo in tema di romanzi e romanzieri, gli appassionati di Dan Brown potranno godersi per dieci giorni la programmazione del film “Inferno” in lingua originale al cinema Odeon (dal 14 al 26). Per la cronaca, la pellicola, girata anche in città, verrà presentata la settimana precedente all’Opera di Firenze in una mega preview esclusiva a cui sono invitate molte star di Hollywood insieme ai protagonisti. E ancora, il 24, sul palco dell’Obihall, spazio all’atteso ritorno della rocker PJ Harvey, mentre appena due giorni dopo (dal 26 al 30) gli appassionati del Cirque du Soleil avranno di che divertirsi con Varekai al Nelson Mandela Forum, una nuova produzione ambientata nel cuore di una foresta, in cima a un vulcano, in un luogo fantastico dove tutto è possibile. Nell’ambito del festival Superjazz, poi, da ricordare il 28 in Sala Vanni le improvvisazioni ipnotiche e la dinamicità degli Hobby Horse, la cui musica varca i confini di genere con influenze free jazz, ambient e rock con sprazzi di elettronica.
#Sport
Ottobre 2016 | 15
Il calendario
Pallanuoto
Ottobre si chiude col derby
la rari nantes riparte da gianni de magistris
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iamo appena agli inizi o poco più, ma ottobre potrebbe già rivelarsi un mese decisivo per il campionato viola. Dopo la gara di Torino contro i granata di Mihajlovic e la sosta per la Nazionale del nuovo ciclo targato Ventura, la Fiorentina torna in campo domenica 16 ottobre alle 12.30. Un pranzo che non vuol essere indigesto contro l’Atalanta, tra le mura amiche del Franchi. Una settimana dopo, domenica 23, la Fiorentina sbarcherà in Sardegna (questa volta al “canonico” orario delle 15) per l’insidiosa trasferta contro il Cagliari. Spazio poi al turno infrasettimanale, che vedrà gli uomini di Paulo Sousa – mercoledì 26 alle 20.45 – impegnati nella partita interna contro il Crotone. L’ottobre viola si chiude poi col derby dell’Appennino, in programma sabato 29 alle 18. Un “anticipo di lusso” da non sbagliare, quello contro il Bologna, per terminare il mese nel migliore dei modi. Buon ottobre viola a tutti. Lorenzo Mossani
Gli avversari del doppio confronto
europa, il cammino viola passa da liberec Irene Delfino
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i chiama Milan, ma di cognome non fa Badelj. Curiosa coincidenza, i viola si troveranno di fronte Milan Baros il 20 ottobre allo stadio U Nisy di Liberec in Repubblica Ceca. È lui il terminale offensivo dello Slovan Liberec, ovvero l’ultima squadra che la Fiorentina affronterà nel girone di andata di Europa League. La punta del 4-1-4-1 che metterà in campo Jindrich Trpisovsky è la stella più brillante della for-
mazione, noto per essere stato il capocannoniere di Euro 2004 con cinque gol. Il secondo marcatore di tutti i tempi della Repubblica Ceca (e della Cecoslovacchia) dietro Jan Koller vanta nel suo palmares anche il titolo di campione europeo Under 21, conquistato nel 2002, e una Champions League vinta nel 2005 con il Liverpool. Ma a quasi trentacinque primavere potrebbe fare staffetta con il talento russo Komlichenko, riserva di lusso arrivata in prestito dal Krasnodar. Altro giocatore di rilievo
della squadra ceca è il centrocampista incursore Jan Sykora. Il ventiduenne ha fatto vedere di avere il piede caldo nei preliminari di Europa League, segnando una tripletta nel match di ritorno contro i ciprioti dell’Aek Larnaca. Di buon livello anche il portiere, il ventisettenne slovacco Martin Dubravka. Per il resto tanta curiosità nei confronti degli altri elementi della rosa, che avranno voglia (e l’occasione) di mettersi in mostra calcando il palcoscenico europeo, non lasciandosi sfuggire la preziosa chance di
farsi conoscere al grande pubblico proprio contro un avversario del livello della Fiorentina. Quindi attenzione, perché non esistono partite semplici in Europa, anche se non si chiama Champions League. Questo è il tranello in cui non deve cadere la squadra di Sousa. Visto che i “Modrobílí” (ovvero i biancoblù in lingua locale), alla terza partecipazione in Europa League in quattro anni, nel 2013 hanno già fatto lo sgambetto all’Udinese di Guidolin, vincendo i preliminari e accedendo così alla fase a gironi della competizione Uefa. Gli undici viola che scenderanno in campo il 20 ottobre allo stadio U Nisy e il 3 novembre al Franchi non dovranno insomma abbassare la guardia. Perché non bisogna dimenticare che il cammino verso Stoccolma, ancora lungo, per i viola passa inevitabilmente anche dalla cittadina situata sulle rive del fiume Neisse.
Basket
una serie b coi colori di firenze
Scattato il campionato. Un derby inedito in città a un così alto livello
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l viola della Fiorentina Basket, il bianco e il rosso del Pino Dragons: è una serie B con tutti i colori di Firenze quella che ha preso il via il 1° ottobre, per la prima volta nella storia con due squadre fiorentine e un derby inedito da giocare a un così alto livello, nel terzo campionato nazionale. Un motivo in più per (ri)appassionarsi alla pallacanestro gigliata. La Fiorentina resta in categoria grazie al ripescaggio che ha cancellato il verdetto del campo emesso nella passata stagione, un “anno zero” servito comunque a metter radici a Firenze e a far ripartire il progetto del presidente Massimo Piacenti e del gm Antonio Fagotti con nuovo slancio. Non sarà la favorita, ma nel lotto delle squadre in corsa per l’alta classifica del torneo 2016/2017 ci sono anche i “leoni” viola, forti di un mercato che ha rivoluzionato il roster e costruito un quintetto con Giacomo Bloise in regia, il bomber Davide Poltroneri, Andrea Longobardi e l’unico confermato Jacopo Valentini a dividersi i compiti sugli esterni, la
stazza di Davide Rosignoli vicino a canestro e una panchina ricca di talenti in erba sulla quale coach Giulio Cadeo (nuovo pure lui) potrà fare affidamento. Nessuno lo dice ancora per scaramanzia e prudenza ma, strada facendo, parlare di serie A2 potrebbe non essere più un tabù. Dal canto suo, il Pino Dragons ha già fatto la storia. Alla sua prima apparizione assoluta in serie B grazie al doppio salto dalla C Silver della passata stagione, la squadra del presidente Luca Borsetti va in campo per salvarsi, e non potrebbe essere diversamente per una neopromossa. Ma il potenziale per farlo bene e in fretta c’è tutto. Il play Diego Terenzi è arrivato per trovare la consacrazione, al suo fianco l’esperienza di Michele Magini e la solidità del giovane cresciuto in casa Andrea Filippi, con la stazza di Luca Marmugi e del figliol prodigo Lorenzo Galmarini tornato a Firenze per essere protagonista. Completano il lungo Amedeo De Martino, ultimo colpo di mercato, e il gruppo dei tanti giovani prodotti dal vivaio fiorentino, tutti orchestrati da coach Lapo Salvetti, confermatissimo dopo la promozione. Il 1° ottobre si è alzata la prima palla a due. La parola passa al campo. Andrea Tani
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on era mai retrocessa dal 1929. Anche la scorsa stagione, seppur scesa in serie A2, venne ripescata per l’ampliamento del massimo campionato da dodici a quattordici squadre. Quest’anno è diverso: la Rari Nantes Florentia, nata nel 1904, scende di categoria per la prima volta nella sua storia. E la “rifondazione” riparte da Gianni De Magistris. Il mito della pallanuoto fiorentina ha accettato di sedere sulla panchina della Rari con l’obiettivo di tornare subito in serie A1. “Sono felice, l’ho fatto per amore”, spiega lui. Che adesso dovrà far ripartire la squadra reduce da due campionati difficili. Cannoniere degli anni ‘70 e ‘80, campione d’Italia in biancorosso e del mondo in Nazionale, De Magistris era tornato alla Rari (che lasciò nel 1993) nel ruolo di direttore tecnico. Logico, dunque, che dopo la prima retrocessione della storia del club, il presidente Pieri abbia pensato a lui per ripartire. Sim.Spa.
C.S. Firenze
il “rilancio” del tamburello
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l gioco del tamburello, sport dalle antichissime origini, è sempre stato parte integrante di Firenze a partire dal 1893, anno di costruzione dello Sferisterio delle Cascine. Uno sport che affonda le proprie radici nell’antica Roma, dove una varietà di questa disciplina era già praticata. Le prime notizie riguardo a giochi con la palla colpita con attrezzi di “cartapecora” e telaio in legno risalgono ai primi del Seicento: da allora in Toscana, e soprattutto nel capoluogo, c’è sempre stata una grande tradizione tamburellistica. Dal 2012 esiste la realtà del Club Sportivo Firenze, che sta cercando di rilanciare un movimento di cui non si sente parlare così spesso. Il gioco del tamburello e della “palla al bracciale” sono tornati ad allietare i pomeriggi di molti fiorentini grazie alla fondazione della Scuola di Gioco del Tamburello, capace di moltiplicare gli iscritti e far avvicinare molti giovani a questo sport, riavviando questo movimento. Roberto Sani, giocatore e presidente della sezione Tamburello del C.S. Firenze, racconta i progressi e le vittorie che il Club Sportivo, e soprattutto il tamburello fiorentino, riescono a ottenere: “Il nostro cavallo di battaglia sono i giovani che ogni anno, con il passaparola tra amici e familiari, riescono ad avvicinare al nostro sport numerosi spettatori e possibili futuri giocatori. Proprio per questo, con l’aiuto delle scuole, portiamo molti ragazzi a mettersi alla prova in uno sport che molto probabilmente non avevano nemmeno sentito nominare. Con questo semplice investimento fatto sui giovani –
spiega – in pochi anni abbiamo evitato l’estinzione di uno sport di grande tradizione e proprio per questo Firenze e i fiorentini verranno premiati dalla Federazione Italiana Tamburello con un evento di importanza e risonanza nazionale. A novembre, il C.S. Firenze avrà l’onore di ospitare e organizzare assieme alla Federazione una tre giorni di celebrazioni e partite per il novantesimo anno di vita della Federazione Tamburello. Sono sicuro – continua Sani – che il quartiere e tutta Firenze risponderanno con entusiasmo a quest’evento, con la possibilità di avvicinarsi e innamorarsi di questo sport”. Una sicurezza, la sua, che “nasce dal fatto che ogni evento che organizziamo riscuote sempre successo, col numero di partecipanti che aumenta esponenzialmente. Ad esempio, a settembre, alla quinta edizione del trofeo giovanile L. Bartolozzi, nostro storico insegnante di gioco del tamburello, la risposta di pubblico è stata insperata e inaspettata. Le partite sono state tutte combattute sia nella categoria Giovanissimi che in quella Allievi. Sotto lo sguardo attento di molti appassionati di questo sport, ma anche di curiosi che si sono intrattenuti a tifare tutti i ragazzi, si è imposta nei Giovanissimi la squadra di Bagnacavallo, seconda Fontenuova e terzo il C.S. Firenze. Mentre nella categoria Allievi – conclude Sani – ha vinto la formazione di Fontenuova e secondo è arrivato il C.S. Firenze, dimostrando la nostra crescita anche a livello di risultati sul campo”. Niccolò Dainelli
Per lo studio, la cura, l’assistenza e l’informazione sui tumori cerebrali infantili
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