Il Reporter Scandicci - Marzo 2018

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â Foto di Paolo Matteoni

MARZO 2018

SCANDICCI

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30 Editoriale

C

FRANCESCA PULITI

are lettrici e cari lettori, avrei potuto usare questo editoriale per fare le presentazioni e raccontarvi la storia di questi 10 anni de Il Reporter. Invece mi piacerebbe sapere qualcosa di voi. Cosa vi aspettate da una nuova pubblicazione sul territorio, ad esempio. Quali sono le passioni, le tradizioni, le ricchezze, le sfaccettature che compongono il mondo in cui vi muovete ogni giorno. Siete sicuri di conoscere la realtà in cui vivete? Nella società 2.0 in cui ci troviamo, spesso accade che siamo più consapevoli di ciò che succede a migliaia di chilometri di distanza da noi, rispetto a quel che abbiamo sotto casa. Ci svegliamo con il ciuffo di Trump, seguiamo le olimpiadi invernali in Corea, ci preoccupiamo di quanto succede al di là del Mediterraneo e ci interessiamo dei vini australiani e neozelandesi. Scordandoci che la realtà che ci circonda è molto più ricca di quanto pensiamo. Il Reporter nasce come giornale di prossimità, per raccontare cosa succede dietro l’angolo, al di là della strada e oltre lo schermo del pc, della tv o dello smartphone. Non vi dirò, come in ogni sacrosanto editoriale inaugurale, che Il Reporter rappresenterà una nuova voce del territorio. Al contrario, sarà una voce che conoscete già, ma talvolta fate fatica a riconoscere: la vostra.

LA FOTO DEL MESE

La porta della città Foto di @giannicarp Tagga @ilreporterfi nelle tue foto su Instagram, ogni mese pubblicheremo la più rappresentativa

CHE SUCCEDE IN GIRO 7-12 MARZO

SIAMO FUORI DI TASTE

Torna il salone dedicato alle eccellenze del gusto firmato Pitti Immagine: dal Cioccolato Militare riscoperto da Fonderia del Cacao alle ultime tendenze del “senza” (glutine, lattosio, proteine animali, ecc.), fino ai distillati made in Florence, la Stazione Leopolda sarà il tempio dei gourmet. E l’intera città si riempirà di eventi collaterali (tradotto: cene a tema, degustazioni, installazioni golose).

9 MARZO

FENOMENO MANESKIN

La giovanissima band uscita dall’ultima edizione di X Factor è pronta a sbarcare al Viper Theatre con il suo corredo di pantaloni di pelle, pellicce e completi leopardati. Ma non ci

provate nemmeno: la data è già sold out da un pezzo. In attesa del bis.

10-20 MARZO

JOVA PER OTTO

Otto date di cui diverse già da tutto esaurito: il tour 2018 di Jovanotti arriva al Mandela Forum ed è già delirio di fan. Fortunato chi ha il biglietto.

14 MARZO

AURORA DI SERA CON ROSALYN

Il 14 marzo alle 21:15 al Teatro Aurora di Scandicci arriva “Rosalyn”, lo spettacolo di Edoardo Erba, interpretato da Marina Massironi e Alessandra Faiella, con la regia di Serena Sinigaglia. Rosalyn, la protagonista, è il ritratto della solitudine e dell’isolamento delle persone nella società americana

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16 MARZO

ARTE NAZIONALE

La nuova grande mostra di Palazzo Strozzi parla italiano: un viaggio nella “Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano”, che ripercorre l’Italia tra gli anni ’50 e il periodo della contestazione del ’68 attraverso 80 significative opere. Fino al 22 luglio.


4 marzo 2018

SCANDICCI

Un crowdfunding per la Croce Rossa “Se ci aiutate, vi aiuteremo 365 giorni”

I

Ivana Zuliani

lavori per la nuova sede sono fermi da un anno. Ma l’attività della Croce Rossa di Scandicci non si è fermata un solo giorno. Era il 13 marzo 2017 quando le fiamme divamparono nel cantiere in via Vivaldi, in quella che da lì a un paio di mesi avrebbe dovuto diventare la nuova casa della Croce Rossa. Dopo l’incendio il comitato scandiccese della Cri, tramite il proprio legale, chiese l’interdizione del cantiere e la nomina di un consulente tecnico d’ufficio per fare una verifica congiunta con i periti di tutte le aziende e i professionisti che avevano lavorato nell’area. Il procedimento legale si è interrotto dopo il fallimento di una delle ditte, è stata presentata una nuova istanza: nel frattempo è passato un anno senza che sia stato possibile fare la verifica dei danni, dello stato dell’edificio e quindi dei lavori, dei costi e dei tempi necessari per concludere gli interventi. La Cri, che conta 180 volontari di cui 60 attivi quotidianamente, però ha continuato la sua attività: La macchina del soccorso non si è mai fermata, anzi a fine 2017 abbiamo fatto il 15 per cento in più di servizi”, dice il presidente Gianni Pompei. Dagli ultimi giorni di febbraio è partito anche un progetto Afa, di attività fisica adattata per anziani. “Ci siamo rimboccati le maniche, superando disperazione e alibi, scommettendo tutto sulla nostra forza di fare del bene”. Una mano per trovare una casa provvisoria è arrivata dal Comune che ha

Il progetto andato in fiamme

I

lavori per la nuova sede della Cri sono iniziati nel gennaio 2016, in un terreno comprato due anni prima. Un progetto che guarda al futuro: nell’edificio, eco-sostenibile, oltre a sala riunioni, camere, spogliatoi e cucina, spazi per beneficenza e formazione, è prevista un’area dedicata ai più piccoli, con baby parking e baby point, ambulatori per assistenza pediatrica, dentisti per bambini, ginecologi e ostetriche. Nel progetto la Cri ha investito 800mila euro. I.Z.

concesso in comodato d’uso i locali di sua proprietà dell’ex liceo Alberti. Una sistemazione temporanea: l’edificio è stato venduto, “ma il bando prevede che il passaggio tra Comune e proprietario avverrà solo a progetti approvati, ciò ci dà un po’ di respiro, confido di avere almeno dodici mesi davanti a noi e nel frattempo auspico di avere risposte sulla sede di via Vivaldi”, afferma Pompei. Ora, dopo 25 anni al sevizio di Scandicci, è la Croce Rossa a chiedere aiuto alla città. Proprio il 13 marzo verrà lanciata la campagna di crowdfunding #sostengocriscandicci, per raccogliere fondi per completare la nuova sede e “accantonare quello che può essere raccolto per ogni evenienza” spiega Pompei. “Se ci aiutate, vi aiutiamo 365 giorni all’anno giorno e notte” è l’appello.


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SCANDICCI

Sotto super, sopra social

Humanitas sbarca in via Aleardi Gianni Carpini

G

randi magazzini un tempo, polo sociale e per la salute oggi. Sotto resta lo “storico” supermercato Coop, sopra servizi per anziani, donne, persone in difficoltà, oltre a un centro della Rete Pas dedicato agli ambulatori di fisioterapia e riabilitazione, che sarà inaugurato nei prossimi mesi. Il complesso di via Aleardi cambia faccia: dopo l’arrivo al piano terra della farmacia comunale accanto allo spazio soci Coop, da gennaio qui è approdata anche una nuova “casa” dell’Humanitas di Scandicci, che si aggiunge al quartier generale di via Bessi e alle due sedi distaccate di Badia a Settimo e San Vincenzo a Torri. Dalle porte a vetri affacciate su via Aleardi si accede al locale di centocinquanta metri quadri dove quaranta volontari offrono servizi gratuiti: lo sportello per il microcredito del Fondo Essere concede mini prestiti alle famiglie in difficoltà, il centro di ascolto psicologico Osiride assiste persone con dipendenze da droghe o alcol e i loro familiari, mentre il Centro servizi anziani offre aiuti, piccoli e grandi. I volontari accompagnano i “nonni” alle visite o a fare la spesa, prenotano le analisi, portano le medicine a domicilio. “L’idea di valorizzare questa struttura è nata due anni fa, quando è iniziato un percorso comune insieme alla sezione soci Coop di Scandicci, Farmanet e alla Rete Pas”, spiega Filippo Lotti, presidente dell’Humanitas di Scandicci, quarantamila soci e oltre mille volontari attivi. “L’obiettivo era quello di dare vita a un centro polifunzionale, un punto di riferimento per la cittadinanza nel cuore della nostra città”. Nelle nuove stanze, Humanitas ospita inoltre associazioni e realtà sociali: dal punto ascolto per donne di Nosotras alla

Fondazione italiana di Leniterapia File, dall’associazione degli alcolisti in trattamento Aicat fino alla cooperativa Girasole che offre attività e svago ad anziani autosufficienti. “E in futuro ne arriveranno altre – anticipa Lotti – tante realtà ci stanno contattando per avere un punto di appoggio sul territorio scandiccese”.

E al primo piano salgono ambulatori e palestra

N

ei prossimi mesi sulla facciata del centro Coop arriverà anche l’insegna della Rete Pas, il primo network di centri medici del no profit nata in Toscana da un pool di pubbliche assistenze fiorentine tra cui figura anche l’Humanitas di Scandicci. In via Aleardi sarà inaugurato un centro da seicentocinquanta metri quadrati tutto dedicato alla fisioterapia, alla medicina dello sport e all’ortopedia, servizi che saranno poten-

ziati grazie allo spostamento da via Bessi. Al primo piano prenderanno posto ambulatori con strumenti diagnostici hi-tech e una palestra da centosessanta metri quadrati destinata alla riabilitazione e al recupero dopo traumi e interventi. Gli spazi sono già pronti, mancano solo gli ultimi dettagli. G.C.

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Marzo 2018 MARZO 2018

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6 marzo 2018

SCANDICCI

Da Scandicci alla Germania (e ritorno) Il caso del marchio Gianfranco Lotti l made in Italy di qualità, si sa, fa gola all’estero. Non solo come vendita di prodotti oltreconfine, ma anche come investimento da parte di gruppi stranieri, pronti a pagare cifre da capogiro per aggiudicarsi il controllo di marchi italiani, di moda in primis. Così, negli ultimi anni, sempre più realtà sono passate sotto la gestione di gruppi stranieri, suscitando negli osservatori più attenti un certo rammarico per il conseguente impoverimento della nostra economia. È vero che spesso le produzioni rimangono sul territorio, con un vantaggio anche sul piano occupazionale, ma è altresì giusto dire che una volta venduta una realtà non è più patrimonio italiano. Ma ci sono, per fortuna, anche casi al contrario. Quella dell’imprenditore fiorentino Gianfranco Lotti e del suo marchio eponimo di borse e pelletteria di lusso è una storia sui generis, soprattutto per i recenti accadimenti. Ma andiamo con ordine. Gianfranco Lotti fonda il suo marchio nel 1968 a Firenze e nello stesso anno decide di stabilire il suo laboratorio proprio a Scandicci, tra i primi a intuire l’importanza dell’attuale distretto della pelletteria. Grazie allo stile e alla grande qualità dei suoi accessori uomo e donna inizia a farsi strada in Italia e all’estero, conquistando un’importante notorietà in Giappone e negli Stati Uniti. Parallelamente ai successi, inaugura prima il suo nuovo quartier generale sempre a

sesso della gestione del brand e della boutique di Firenze aggiudicandosi gli asset dall’asta del Tribunale di Firenze, visto che la società gestita dal fondo, a metà 2017, aveva perfezionato una richiesta di concordato preventivo in continuità al Foro fiorentino. Lotti si occupa di nuovo in prima persona della sua creazione, decidendo di investire anche su un nuovo quartier generale in via di Porto all’Olmo, adiacente all’ex stabilimento, e con un piano per lo sviluppo oltreconfine. Per una volta, come in una storia a lieto fine, un marchio made in Italy torna patrimonio del suo territorio.

Scandicci nel 1991 e due anni più tardi raggiunge uno dei suoi sogni aprendo la prima boutique in via de’ Tornabuoni a Firenze. Nel settembre 2013 la svolta. Volendo garantire una continuità al marchio e all’azienda, decide di vendere

Editore e Concessionaria Pubblicitaria Bunker s.r.l. Sede Legale | Amministrativa Piazza E. Artom 12, 50127 Firenze Sede operativa Via Giovanni dalle Bande Nere 24 50126 Firenze PUBBLICITÀ Tel. 055 6585939 Fax 055 3940003 email: info@edizionibunker.it Stampa RR.P.I. S.R.L - Loreto (AN)

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Direttore Responsabile Francesca Puliti Redazione Tabloid soc.coop., Firenze (FI) Tel. 055 6585939 Mail redazione@ilreporter.it Periodico d’informazione locale Anno XII n. 16 del 1 marzo 2018. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Bunker s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Bunker s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrvendo a Bunker s.r.l. piazza E. Artom 12 - 50127 Firenze.

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Il Reporter del Scandicci raggiunge le famiglie di Scandicci

al fondo di investimenti tedesco Halder, con un accordo che prevedeva oltre alla valorizzazione del marchio stesso anche il pieno mantenimento occupazionale. A fine dicembre scorso un nuovo colpo di scena. Lotti è tornato in pos-

2018

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SCANDICCI

Come cambia la città D Gianni Carpini

al centro pedonalizzato, all’estensione della tramvia, passando dal nuovo bypass tra Villa Costanza, la zona industriale e l’area Socet, che sarà inaugurato presto. La lista delle sfide strutturali per Scandicci è lunga, ne abbiamo parlato con il sindaco Sandro Fallani. Quali sono gli obiettivi? Stiamo affrontando con impegno progetti strategici a breve e medio termine, cito il nuovo svincolo dell’A1 a servizio soprattutto dei tanti lavoratori e delle tante imprese di Scandicci, il prolungamento della tramvia verso Casellina e Pontignale, la nuova viabilità a Torregalli per alleviare il traffico a San Giusto e velocizzare l’accesso all’ospedale, la riqualificazione di largo Spontini e il proseguimento del corso semipedonalizzato da piazza del Mercato a piazza Matteotti. In contemporanea la Città Metropolitana sta per appaltare la passerella di Badia a Settimo e ha già affidato i lavori per la variante di San Vincenzo al via a primavera. Poi c’è un obiettivo sul quale siamo concentrati, a cui tengo anche per-

sonalmente: la costruzione di una nuova scuola, tra l’area Turri e la fermata Aldo Moro. Intanto si pensa al nuovo regolamento urbanistico, come cambierà la città? Sempre più a favore del lavoro, della scuola, della qualità della vita, della mobilità dei cittadini. Dopo una fase di ascolto capillare, con diciassette assemblee nei sei quartieri e un evento finale a cui stiamo lavorando, le linee guida si stanno definendo. Lo sviluppo sarà concentrato lungo la tramvia, dalla Greve a Villa Costanza. Porteremo lavoro, servizi, abitazioni, scuole dove c’è la tramvia, e la tramvia dove c’è lavoro, servizi, abitazioni, scuole. Con un occhio attento a chi lavora e crea lavoro, a chi investe in un tessuto produttivo che si rinnova e si rigenera continuamente come il nostro: in questo a guidarci è l’articolo 1 della Costituzione. E l’area ex Cnr? C’è un futuro prossimo di sviluppo urbano, armonizzato con quello che sarà il secondo parco metropolitano dopo le Cascine: andiamo a progettare uno spazio di ambiente cittadino 3.0 con varie funzioni di alta qualità, con al centro le perso-

Intervista al sindaco Sandro Fallani

ne di tutte le età. E c’è un presente in cui ci facciamo carico di un’area centrale per la città che per ora non è nostra, ma che se avessimo lasciato senza alcuna gestione avrebbe rappresentato un problema ingovernabile per Scandicci. All’ex Cnr organizziamo tutto ciò che di bello è possibile – invito tutti a vedere la coltivazione di tulipani – e interveniamo per il massimo controllo in tutti i modi che ci sono concessi. Infine come sta il tessuto produttivo? Abbiamo l’invidiabile situazione di

una zona produttiva che è un’eccellenza europea dell’alta moda e del lusso. Gucci assume novecento giovani in un contesto in forte espansione, grazie alla combinazione di importanti infrastrutture con una posizione che è centrale nel Paese e accanto alla città simbolo della bellezza nella storia. Nel caso di crisi aziendali che fisiologicamente e purtroppo inevitabilmente avvengono, parlo di Braccialini, fortunatamente subentrano nuovi investitori a tutelare il lavoro, le conoscenze e il marchio.

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8 marzo 2018

Prossima fermata Villa Costanza Arrivano i pullman e il bar cresce Gianni Carpini

U

n hub per i pullman a lunga percorrenza, con più servizi per i passeggeri in transito e per la città: un bar-ristorante potenziato e un cervellone elettronico che gestirà l’arrivo delle corse. Dalla Fortezza da Basso al capolinea scandiccese della tramvia: il parcheggio di Villa Costanza si candida a diventare non solo un posteggio scambiatore per gli automobilisti, ma anche la fermata fiorentina dei super-bus che attraversano ogni giorno l’Italia e l’Europa. Una piccola rivoluzione su gomma innescata dallo stop del Comune di Firenze, che a febbraio ha deciso di non consentire più la sosta dei torpedoni in piazzale Montelungo, tra la Fortezza e il binario 16 della stazione SMN, per diminuire il traffico in un’area difficile. Una delle soluzioni anti-ingorgo individuata è il parcheggio scambiatore tramvia-autostrada di Scandicci. In pratica i pullman,

senza lasciare l’autostrada A1 e finire per ingolfare il traffico cittadino, prenderanno l’uscita del parcheggio di Villa Costanza, scaricheranno i passeggeri in aree di sosta dedicate e ne prenderanno a bordo altri, prima di ripartire per il loro viaggio. Così gli scandiccesi avranno a due passi da casa le fermate degli autobus low cost, che si stanno affermando anche da noi come un modo economico per viaggiare. Dopo Baltour, sbarcata con nove corse già all’apertura

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del parcheggio lo scorso giugno, i principali operatori del settore sono interessati all’opzione Scandicci. Un arrivo che comporterà investimenti, annuncia Roberto Squaglia, a capo di Unipark, società che gestisce il parcheggio. “Abbiamo incaricato i tecnici di studiare un sistema digitale per gestire gli arrivi e le partenze dei pullman e per comunicarli ai passeggeri con pannelli a messaggio variabile – precisa -, miriamo a introdurre gradualmente miglioramenti come

nuove pensiline coperte oltre a un deposito bagagli”. Novità in vista per la caffettiera The Florence Gate, che ogni giorno serve in media 130 pasti. “È diventato un punto di riferimento per i pendolari che prendono la tramvia e un luogo di aggregazione per la città – aggiunge Squaglia –. Il nostro progetto è rinnovarne il layout oltre ad ampliare lo spazio a disposizione grazie a dehors esterni. Stiamo pensando anche a eventi estivi aperti alla città”.

Come funziona il parcheggio tram-autostrada

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all’A1 prendi l’uscita “Parcheggio Villa Costanza”, tra i caselli di Impruneta e Scandicci, parcheggi senza lasciare l’autostrada e con pochi passi raggiungi la fermata della tramvia. Al ritorno, pagato il ticket, è possibile imboccare l’Autosole nelle due direzioni, grazie a uno svincolo. Ecco come funziona il primo parcheggio intermodale autostrada-tram d’Italia. In otto mesi di attività le presenze sono

quadruplicate: 200 automobilisti al giorno scelgono questa soluzione per arrivare a Firenze e il trend è positivo. Le tariffe si sono ridotte rispetto agli inizi: cinquanta centesimi per un’ora, sette per l’intera giornata, mini-abbonamenti mensili e annuali. I primi trenta minuti sono gratis, per consentire una breve sosta a chi deve lasciare un passeggero a un tiro di schioppo dalla tramvia e continuare il viaggio in autostrada.

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10 marzo 2018

metropolitana sì, ma sui pedali Gianni Carpini

“S

ali” in bicipolitana e scendi dall’altra parte di Firenze, pedalando dentro la città solo su percorsi protetti, con cartelli di indicazione a misura di ciclista, “fermate” nei luoghi di interesse (dagli uffici pubblici ai poli universitari) e stima dei tempi di percorrenza, per dare una mano anche ai meno esperti in sella. Ad esempio ci vorranno cinquanta minuti in bicicletta, senza andare a rotta di collo, da Sorgane alla sede della Regione in via di Novoli; mezz’ora tra il Ponte di Varlungo e quello della tramvia alle Cascine. È il progetto lanciato dall’associazione Fiab - Firenze Ciclabile e sposato dal neonato ufficio bici del Comune di Firenze, che riunisce gli assessorati di mobilità, ambiente, urbanistica e polizia municipale, coinvolgendo anche Legambiente: creare una rete di direttrici ciclabili fino ai confini della città, per un totale di otto percorsi, otto linee di colore diverso proprio come una metropolitana. Questa volta però niente vagoni, solo pedali e un po’ di buona volontà come motore propulsore. Per far viaggiare la bicipolitana il Comune ha annunciato lavori che ricuciranno le piste ciclabili esistenti e ne creeranno di nuove: 18 chilometri in più di asfalto rosso nei prossimi due anni,

18 km in più di asfalto rosso nei prossimi 2 anni

a cui si aggiungeranno altri 7 chilometri di tragitto da ricavare nei parchi pubblici e la manutenzione delle ciclovie già realizzate. Si parte dalla linea rossa (da Quaracchi a Sorgane, con un terzo di questi 14 chilometri da realizzare) e blu (13 chilometri, di cui manca un decimo del percorso, dalle Piagge al ponte di Varlungo passando per il centro). Poi toccherà alla verde Villa Vogel-Rovezzano e alla celeste UgnanoAnconella. Fra gli interventi già programmati due chilometri e mezzo di ciclabile nella zona di Lungarno Serristori, per sostituire il percorso misto sul marciapiede, la pista su Ponte San Niccolò e l’ultimo tratto di Lungarno della Zecca Vecchia fino alla Biblioteca Nazionale.

Identikit del Mo-biker fiorentino È

giovane, pedala in media per due chilometri e mezzo, va dal centro verso la periferia. È l’identikit del ciclista-tipo che inforca le bici condivise. Nei primi sei mesi del bike sharing a flusso libero (prendi la bici con lo smartphone, viaggi e poi la lasci dove vuoi, purché in un’area di sosta regolare) quasi 130mila fiorentini si sono registrati al servizio. Da agosto allo scorso gennaio sono stati macinati sui pedali quasi 100mila chilometri, come andare da Firenze a Parigi cento volte, con punte di 12mila utilizzi giornalieri, mentre la metà del popolo del bike sharing ha tra i 16 e i 24 anni. “È una piccola rivoluzione della mobilità, molte di queste persone avrebbero usato un mezzo inquinante”, dice Giovanni Bettarini assessore a urbanistica, politiche del territorio e smart city del Comune di Firenze. C’è anche l’effetto centrifugo: in tanti prendono le bici nella zona centrale e le lasciano in periferia, per questo Mobike si avvale di tre furgoni per ridistribuire equamente il parco mezzi oltre a rimuovere quelle che vengono lasciate dove non è consentito, grazie al collegamento diretto con la polizia municipale. Intanto il secondo gestore, Gobee, per problemi legati agli atti vandalici, ha fermato il suo servizio di bike sharing in tutta Europa, Firenze compresa.


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Vincenzo D’Angelo

L’

assessore alla mobilità e lavori pubblici, Stefano Giorgetti, è a lavoro per delineare il piano viabilità che entrerà in vigore dal prossimo luglio e riorganizzerà i servizi di trasporto cittadini con l’entrata in funzione della nuova tramvia. Il nuovo piano di viabilità urbana studiato dall’assessore in collaborazione con Metrocittà, Comuni limitrofi, Quartieri e Ataf, terrà conto di alcune linee guida che porteranno i trasporti fiorentini a una riorganizzazione nell’ottica di ottimizzarne la qualità. Le linee bus, o parte di esse che si sovrappongono alla tramvia, verranno soppresse; altre saranno riorganizzate per creare coincidenze utili al traffico passeggeri. La linea 22 verrà definitivamente soppressa, coincidendo con la linea due della tramvia Peretola – Stazione, mentre la 14 subirà un importante cambiamento di percorso, evitando completamente i punti di coincidenza con la linea 3, che a sua volta si fonderà con la linea uno permettendo ai cittadini di raggiungere Careggi da Scandicci in circa venti minuti senza nessun cambio. La linea 8 si fermerà nella nuova piazza Oriana Fallaci e si potrà proseguire verso Santa Maria Novella solo su rotaia. Il 23 dall’attuale capolinea di Sorgane proseguirà fino a Bagno a Ripoli, mentre il 57, partendo da Campi, collegherà i poli universitari di Calenzano, Sesto Fiorentino e San Donato a Novoli. Le linee 2 e 28 da Sesto arriveranno fino in piazza Dalmazia, mentre il 60 avrà una linea trasversale che incrocerà tutte le tre linee della tramvia. Alcune linee forti, come il

rivoluzione tramvia per i bus: tracciati spezzati e variati E il centro “liberato”

E la festa della bici dura un anno

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na kermesse sui pedali lunga dodici mesi. Il Florence Bike Festival cresce e diventa smart: non più solo un weekend di festa, ma tanti eventi distribuiti durante un anno intero. Prima novità il FlorencE-Bike Festival, alle Cascine dal 13 al 15 aprile, dedicato alle bici “intelligenti” a pedalata assistita. Non mancherà l’appuntamento con la De Rosa Granfondo Firenze (15 aprile), corsa che richiama in città migliaia di appassionati. A giugno arriverà poi la prima cronoscalata con biciclette storiche, mentre per l’estate 2019 è in cantiere il primo Bike Music Festival. Stay tuned sul sito fbf.bike. G.C.

6, 11, 1 e 17 rimarranno pressapoco invariate, tranne per qualche piccolo cambiamento di tracciato ancora da definire. L’attuale milione e mezzo di chilometri di percorrenze sarà portato a quattro milioni, integrando i servizi urbani nelle zone scoperte. Il piano prevede inoltre lo sgombro del centro e della stazione e la riduzione delle lunghezze dei percorsi bus per eliminare disagi e ritardi. In lavora-

zione già da tempo, il progetto definitivo dovrebbe essere ultimato per la fine del mese di febbraio. Tuttavia vanno considerati ulteriori possibili variazioni che potranno essere apportate al fine di rendere definitivo il nuovo piano urbanistico. In questo modo potranno essere aboliti i disagi creati, prima dai cantieri, e da luglio, dalla nuova organizzazione a cui i cittadini si dovranno abituare.

C’è un nuovo car sharing in città

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rmai tutti sanno che il â Foto motori.it car sharing permette di utilizzare un’auto come se fosse la nostra, senza le numerose spese e i grattacapi di un’auto di proprietà. Dopo Car2Go, Enjoy e Share’ngo, a Firenze arriva un nuovo servizio completamente green. Si chiama Adduma Car e da pochi mesi ha messo in campo la sua flotta di quaranta mezzi totalmente elettrici, di cui otto furgoni. Il progetto è tutto italiano, nato nella soleggiata Sicilia, mentre Firenze è la città scelta per il debutto nazionale. Per utilizzare il servizio basta accedere al portale via smartphone, registrarsi e localizzare la vettura più vicina. Un veicolo Adduma Car può essere prenotato per massimo venti minuti e si sblocca solo utilizzando il QR Code che appare sull’app al momento della prenotazione. Il noleggio inizia una volta saliti sul mezzo e le tariffe vanno dai venti centesimi per la prima ora, fino a un centesimo a partire dalla nona, previsti prezzi agevolati per noleggi più lunghi. Il servizio è disponibile su tutto il territorio del Comune di Firenze. V.D’A.


12 marzo 2018

abc

ai dubbi più comuni Gianni Carpini

Gli alimenti biologici entrano prepotentemente nel carrello della spesa, basti pensare che l’anno scorso in Italia il fatturato del settore è aumentato quasi di un quinto. La Toscana oggi vanta il 19 per cento della superficie agricola utile coltivata secondo queste tecniche. Ma cosa vuol dire in concreto biologico? Per rispondere ai bio-dubbi abbiamo sentito Gaio Cesare Pacini, docente di Agro-ecologia all’Università di Firenze.

á Gaio Cesare Pacini

L’ del biologico Le risposte

come agricoltura “L’agricoltura biologica mira a produrre alimenti evitando prodotti chimici di sintesi, come pesticidi, fertilizzanti e ogm”, spiega l’esperto. Qualche pesticida viene usato, ma “viene ottenuto per estrazione da ingredienti naturali ed è impiegato solo come extrema ratio”. Un prodotto bio si riconosce dal marchio, una foglia bianca stilizzata su fondo verde e disegnata da dodici stelle, che garantisce la certificazione europea: solo chi supera i controlli di enti esterni, in tutte le fasi, può fregiarsi del logo, che riporta il codice dell’ente certificatore e la zona di produzione.

come biologico

E la Fortezza diventa green, per tre giorni

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rriva la prima mostra mercato di prodotti biologici e biodinamici della città. Dal 23 al 25 marzo, la Fortezza da Basso si colorerà di verde per FirenzeBIO, una tre giorni a ingresso libero tutta dedicata al settore. Sarà possibile comprare alimenti di qualità e prodotti di biocosmesi grazie a realtà produttive di tutta Italia, ma anche partecipare a eventi e degustazioni, show cooking e convegni, oltre a mangiare in un bio-ristorante. La kermesse sarà l’occasione per approfondire i temi legati al benessere, dal buon cibo alla cura del corpo, dall’educazione alla sicurezza alimentare. I bambini delle scuole di Firenze saranno poi coinvolti nel concorso “PulcinoBIO” per riflettere sulla sana alimentazione e sul rispetto degli animali. Le iniziative abbracceranno tutta la città, con menù biologici in oltre cinquanta ristoranti, mentre dentro la Fortezza arriverà “Città Semplice”, iniziativa collaterale per toccare con mano quanto è stato fatto e quanto ancora si può fare per rendere le nostre città moderne e innovative. Per info e programma www. firenzebio.com. G.C.

Non tutto il “bio” è uguale, ne esistono tanti tipi. Con il boom del settore, molte aziende si sono affacciate in questo campo, tant’è che in alcuni casi c’è il rischio, avvertono gli esperti, di una mera agricoltura biologica di sostituzione: “Replica i cliché delle coltivazioni convenzionali, sostituendo prodotti chimici con altri che si trovano in natura – puntualizza Pacini -, in realtà lo spirito alla base della gestione delle aziende biologiche ‘storiche’ e di molte di quelle convertite recentemente è diverso: il fondamento è l’approccio agro-ecologico, che valorizza le potenzialità della natura: ad esempio mentre l’agricoltura convenzionale tende a uccidere gli insetti nocivi con i pesticidi, le aziende bio cercano di favorire la presenza di insetti utili, che mangiano quelli dannosi”. Sul mercato si trovano anche prodotti biodinamici, frutto di un’ulteriore certificazione più restrittiva.

come costo Perché il biologico è più costoso? “Da una parte, come in tutti i settori, ci sono questioni legate alla ‘marca’ che fanno alzare il prezzo – chiarisce Pacini -, prendiamo come paragone l’abbigliamento: i jeans griffati sono molto più cari di quelli che troviamo al mercato, ma sempre jeans sono. Lasciando stare queste eccezioni, per la stragrande maggioranza dei prodotti biologici la differenza di prezzo si attesta intorno al 20% in più: questa percentuale corrisponde alla diminuzione media del rendimento delle colture biologiche rispetto a quelle convenzionali, che è documentato essere il 20% in meno”.


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Mi faccio l’orto... sul terrazzo Fannì Beconcini

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orto fai da te è una pratica sempre più diffusa e, in mancanza di un giardino o di un appezzamento di terreno a disposizione, sono sempre di più coloro che si cimentano nella realizzazione di un orto casalingo in terrazza o sul balcone. Ma quali sono gli accorgimenti e le buone pratiche da tenere presenti affinchè entusiasmo ecologico e pollice verde non siano vani? Innanzitutto bisogna considerare il

microclima del terrazzo, meglio se esposto a sud o sud est e ventilato, in ogni caso deve essere soleggiato per almeno quattro ore al giorno. Il secondo parametro riguarda dimensioni e portata della superficie in modo da scegliere contenitori e impianti di irrigazione adeguati. A tal proposito si può optare per la progettazione in verticale al posto o insieme a quella classica orizzontale e si può scegliere la coltivazione idroponica, acqua e argilla espansa, al posto della terra. L’ideale sarebbe mixare le tecniche

preparando vasi e fioriere con argilla o ghiaietto sul fondo, terriccio mischiato a sabbia nella percentuale del 10% e concime. In commercio è possibile scegliere tra terricci tradizionali già fertilizzati e terricci bio già concimati. Quanto alla scelta delle piante da coltivare, il consiglio green è di informarsi sui prodotti di stagione e dotarsi di un calendario delle semine con le fasi lunari. Marzo è un buon mese per la semina ma, soprattutto che per chi è alle prime armi, utilizzare piante già germogliate potrebbe essere la soluzione migliore. Le piante di più facile gestione e resa sono la maggior parte delle aromatiche, in primis prezzemolo e basilico, e le insalate, dalla lattuga alla rucola. Sono molto adatte alla coltivazione sul balcone anche le zucchine, le bietole, le cipolle, le fragole, i pomodori, i peperoncini, le melanzane e il sedano. L’importante è dedicare cure quotidiane all’orto, provvedere all’innaffiatura giornaliera – possibilmente al tramonto e in estate due volte al giorno, mattina e sera – e gestire correttamente semina, interramento, concimazione. Consiglio ecosostenibile: i fondi del caffè, l’acqua di cottura delle verdure (fredda) e la cenere della legna sono ottimi concimi naturali. Idea originale: erbe aromatiche coltivate in verticale usando un’asse di legno e bottiglie di plastica.


14 marzo 2018

Daniele Mu

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gni tanto mi capita di chiedermi come cambierebbe la mia vita se fossi donna. Come cambierebbero le mie abitudini? A quali difficoltà andrei incontro? La risposta che mi sono dato è che, ahimè, ci sono troppe libertà che do per scontato e alle quali una donna, solo per il fatto di essere donna, potrebbe essere costretta a rinunciare. Un esempio? È notte fonda, devo tornare a casa e non ci sono più mezzi pubblici. Probabilmente non mi sentirei al sicuro ad attraversare la città e ricorrerei a un servizio come il “taxi rosa” che, oltre a garantire una tariffa scontata sulle corse notturne, dalle 22 alle 4 riserva una linea preferenziale alle clienti in attesa. Potrei anche sfruttare il car sharing: il “Women night voucher” di Share’ngo, ad esempio, offre una tariffa ridotta alle donne che utilizzano il servizio dalle 1 alle 6 di mattina. Oppure potrei decidere di tornare a casa da sola, ma forse comincerei a frequentare dei corsi di autodifesa per camminare a testa alta. A Firenze ce ne sono tanti: ad esempio c’è il Women Ju-Jitsu Department, in zona Porta Romana, o la World Ju-Jitsu Corporation, in via A. del Pollaiolo. Ma quello della sicurezza non è l’unico problema che una donna deve affrontare. Penso ai bisogni di una madre, come quelli di allattare o di cambiare un pannolino, che possono mettere in crisi una donna se si trova fuori casa. Fortunatamente, oltre alla rete di “baby point” dell’associazione Mamme amiche, anche molti esercenti, librerie e musei si sono attrezzati con spazi appositi. Tra

Essere donna oggi

sostegno e prevenzione, le chiavi per battere le discriminazioni

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questi Chicco (naturalmente), la Biblioteca delle Oblate, il Mercato Centrale e la Galleria degli Uffizi. Insomma: non si può certo dire che Firenze non sia una città attenta alle esigenze e alle problematiche riguardanti l’universo femminile. C’è da chiedersi, però, per quanto tempo ancora la nostra società sarà disposta ad accettare che una donna non possa sentirsi al sicuro da sola, oppure quando tutti i locali si doteranno di strutture apposite per le necessità di una madre. C’è da chiedersi, inoltre, per quanto ancora questi servizi saranno considerati la regola e non, invece, l’eccezione. Forse, se tutti gli uomini si chiedessero come cambierebbero le loro vite se fossero donne, quel momento potrebbe arrivare prima.

iscriminazione, stalking, violenza di genere, femminicidio. Parole che nessuno vorrebbe sentire e che, invece, affollano ogni giorno le nostre cronache. Ancora oggi per molti uomini la donna rimane un oggetto da possedere e, quando questo non è più possibile, da buttare. Fortunatamente a Firenze ci sono diverse associazioni che si battono per assistere le vittime di ogni forma di violenza, sia essa fisica o psicologia. Tra queste l’Associazione Artemisia, che dal 1991 garantisce assistenza a donne, bambine e bambini che subiscono (o hanno subito) violenza. Sono 1300 le donne che, ogni anno, si rivolgono all’associazione. Due sono gli ambiti di intervento: il sostegno, garantito da un gruppo di esperti che, oltre a fornire ascolto e assistenza legale, accompagna le vittime di violenza nel processo di uscita; e la prevenzione. La violenza di genere, infatti, non si sconfigge con le quote rosa, ma solo attraverso un lento e capillare lavoro di sensibilizzazione. Un vero e proprio cambiamento culturale che deve iniziare fin dalla tenera età, in famiglia e nelle scuole, e proseguire nell’età adulta con convegni e conferenze. Solo in questo modo potremo dirci una società veramente civile. D.M.


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Dove la letteratura è... femmina Barbara Palla

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el cuore di Firenze, in via Fiesolana 2/B, dietro una piccola porta blu e sotto un’insegna bianca e arancione c’è la Libreria delle Donne: un piccolo angolo del centro dove si trovano solo libri scritti da donne, ma attenzione, da non confondersi con la letteratura rosa. La Libreria delle Donne è nata nel 1980 grazie all’impegno di una quarantina di donne con l’intenzione di creare un posto nuovo, nel quale raccontare la storia del movimento femminista così come parlare e discutere dell’empowerment femminile o della costruzione di genere. Proprio questi argomenti guidano le socie, tutte volontarie, nella selezione dei volumi da mettere in vendita, alcuni scelti nei cataloghi della grande distribuzione mentre altri in quelli delle piccole, vedi piccolissime, case editrici. Data la rarità e la particolarità dei volumi presenti, alcuni dei quali divenuti introvabili sul mercato vengono ri-pubblicati dalla Libreria stessa: le socie hanno creato il Centro di Documentazione “FILI”, successivamente inserito nel sistema bibliotecario comunale, così che i libri si possano non solo comprare

ma anche prendere in prestito. Oltre ai libri, nei piccoli spazi presi in affitto dal Comune, la Libreria ospita una grande varietà di attività come convegni, gruppi di lettura, incontri formativi, stage finalizzati alla discussione e al confronto sul tema del femminismo. La diversità culturale e l’impegno politico rendono della Libreria delle Donne un luogo aperto a tutti, uomini, donne, militanti, ma soprattutto amanti della lettura.

un ballo contro la violenza

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rtemisia Gentileschi, Frida Khalo, Maria Callas, Edith Piaf e Tamara de Lempicka si danno appuntamento l’8 marzo 2018 alle 21.00 nella Chiesa di Santo Stefano al Ponte per raccontare il loro coraggio, l’arte e... la violenza. Cinque donne, cinque destini segnati da abusi fisici o psicologici,

Facciamo Merenda in Sartoria?

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ra i mille impegni della giornata, capita di non avere tempo per seguire un’attività manuale. Così è nata Merenda in Satoria, o più semplicemente Mis, un piccola scuola di cucito in via del Drago d’Oro. La storia di Mis è la storia di tre donne che hanno deciso di cambiare professione. L’idea è di Romana, laureata in Psicologia del Lavoro, capitata un po’ per caso e un po’ per fortuna nell’arte della sartoria, seguendo la passione e un artista per cui realizzava cartamodelli e piccoli abiti. Insieme a lei ci sono Gloria, restauratrice e conservatrice di tessili antichi il cui interesse si è spostato di recente sulle stoffe moderne; e Piera, sarta di professione e insegnate di Mis da pensionata, una passione difficile da abbandonare. Nonostante i piccoli spazi, Mis propone molti spunti per iniziare un’attività manuale e creativa. Offre anche una seconda chance a studenti e disoccupati grazie a corsi professionalizzanti riconosciuti e.. ovviamente ai capi che necessitano di un restyling. B.P.

presentate in un unico balletto in cui sarà protagonista à il loro riscatto artistico. Uno spettacolo tra danza e storia dell’arte. Lo spettacolo “5 Danze contro la violenza” è messo in scena dalla Lyric Dance Company, compagnia di ballo di Alberto Canestro. B.P.


16 marzo 2018

Cambio

casa

Meglio acquistare che affittare

Vincenzo D’Angelo

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n nuovo lavoro, il desiderio di stare in coppia o di realizzare un sogno nel cassetto. Sono moltissimi i motivi che ci spingono a cercare una nuova casa. Nella selvaggia giungla del mondo immobiliare è indispensabile muoversi nel modo giusto e trovare una sistemazione adatta alle proprie esigenze. Innanzitutto è importante chiarirsi le idee cercando di capire cosa si sta cercando, in particolare il budget: affitto o acquisto? Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio di Immobiliare.it a Firenze conviene più la seconda opzione: lo scorso anno acquistare una casa in città è costato in media duemila euro per metro quadrato, mentre affittare circa dieci euro/mq contro la media nazionale di poco più di nove euro. La cara vecchia Firenze registra comunque un aumento del 3,4% sul numero di affitti mentre segna un numero negativo dell’1% per quanto riguarda l’acquisto. Il nostro è il capoluogo più caro della regione, seguito da Siena, Prato, Lucca e Grosseto, mentre il più economico è Arezzo. Dunque cosa fare? Affidarsi alle mani

degli esperti del settore potrebbe essere un’ottima soluzione se state cercando una sistemazione più stabile e duratura, ma bisogna tener conto dei costi aggiuntivi, a volte anche particolarmente esosi. Per soluzioni più temporanee è invece più conveniente affidarsi ai numerosi servizi online, in cui è possibile consultare i vari immobili, spesso resi disponibili dagli

stessi proprietari, e portare avanti la trattazione privatamente. Idealista (idealista.it) e Immobiliare (immobiliare.it) sono i più consultati, seguiti da Subito (subito. it) e il familiare Kijiji (kijiji.it) nato dall’eredità del vecchio Ebay Annunci. Per gli studenti e i fuori sede arrivano in soccorso i social network: sono diversi i gruppi Facebook in cui gli utenti pubblica-

no gli annunci di camere, bilocali e appartamenti in affitto. Il colosso americano ha creato un’intera sezione chiamata “marketplace” in cui è possibile fruire dei numerosi annunci in una modalità più intuitiva e organizzata rispetto ai classici post. Le soluzioni sono diverse, anche se la ricerca richiede impegno, costanza... e una buona dose di fortuna.

Giovani e lavoro: le nuove opportunità sul territorio Fiorentino

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ono sempre di più i giovani che decidono di abbinare allo studio un’esperienza pratica per acquisire nuove competenze e fare esperienza. A Firenze ci sono molte opportunità per chi desidera affacciarsi al mondo del lavoro, ad esempio il Servizio Civile offre la possibilità di collaborare per un anno a progetti di natura sociale e culturale in cambio di un rimborso spese mensile. Una buona opportunità per conoscere meglio le complesse dinamiche del mondo del lavoro ma anche aiutare quella parte di popolazione bisognosa di aiuto, sostegno o semplicemente di un piccolo gesto di gentilezza quotidiana. Il bando regionale si è chiuso agli inizi di marzo e circa novecento ragazzi saranno selezionati tra le numerose candidature, mentre è previsto per la primavera inoltrata la pubblicazione del bando nazionale per i progetti in partenza il prossimo autunno. Anche il Centro per l’Impiego si occupa attivamente dell’orientamento lavorativo dei giovani, sopratutto grazie ai progetti GiovaniSì e Garanzia Giovani che prevedono agevolazioni per le aziende che decidono di accogliere dei tirocinanti all’interno dell’organico. Infine sono molte le aziende private che hanno deciso di investire in città: The Student Hotel, il circuito di palestre Klab e Red Bull sono solo alcune delle società alla continua ricerca di personale under 30 su tutto il territorio fiorentino. V.D.A.


ilreporter.it 17

come uscire dalle dipendenze Tiziana Alma Scalisi

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uando si affronta un tema delicato come quello delle dipendenze, ci si trova di fronte un vero e proprio vaso di Pandora. Le sostanze stupefacenti si dividono in psicotrope legali (alcool, nicotina e farmaci) e illegali (eroina, cocaina, cannabinoidi, stimolanti e altre droghe). Esistono poi le dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo patologico (GAP), la videodipendenza, la compulsione alla spesa, i disturbi alimentari, le dipendenze tecnologiche, il tabagismo.

ALCOOL

L’alcool presenta rischi non del tutto considerati, come spiega la dottoressa Fiamma Cocchi, responsabile del programma alcool e cocaina a Villa dei Pini: “Ho pazienti ricoverati da tutta Italia, dai 18 ai 65 anni per la maggior parte maschi tra 40-50 anni, ma non esistono differenze né a livello culturale né a livello sociale. Ho avuto medici, laureati, operai, suore e preti. Purtroppo negli ultimi anni il ricovero si sta abbassando e ultimamente abbiamo ingressi già a 25 anni. All’alcool si associano spesso i cannabinoidi (marjuana e hashish), mentre dai 35 anni in su la cocaina”. L’alcool è un fenomeno strisciante: “E’ più facile uscire dalla cocaina che dall’alcool – ammette – è legale, costa poco, si trova dappertutto e viene pubblicizzato. Non se ne avvertono i rischi”.

GIOCO D’AZZARDO

Il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) e la ludopatia stanno assumendo dimensioni rilevanti. Da settembre 2017 in Toscana è attivo un numero verde per contrastare e prevenire il fenomeno. L’iniziativa si inserisce nel piano regionale contro la dipendenza da gioco d’azzardo già approvato dal Ministero della Salute. Al numero verde, accessibile a chiunque, risponde un pool di esperti psicologi e psicoterapeuti per una prima assistenza telefonica.

DCA

Acronimo di Disturbi del Comportamento Alimentare Il 15 marzo è la giornata del “fiocchetto lilla”, istituita per sensi-

LE SOSTANZE ILLEGALI

25,9%

degli studenti italiani ha assunto almeno una

sostanza illegale

nel 2016

25,7%

I NUMERI DEL FUMO

31,1%

dei maschi in Toscana

31,6% in Italia

26,5%

Delle femmine in Toscana

17,9% in Italia Dati: Ars su dati Istat 2015

bilizzare l’opinione pubblica. I DCA comprendono l’anoressia, la bulimia, il binge eating, l’obesità, l’EDNOS e molte altre forme legate ai disturbi dell’alimentazione. Interessa prevalentemente le ragazze ma i dati sono purtroppo in crescita. Stefania Cecchi del consiglio

degli studenti toscani ha usato almeno una direttivo dell’associazione Conversando Onlus, spiega: “Il gruppo è nato da alcuni genitori che hanno figlie con disturbi. I percorsi sono separati, noi accogliamo i genitori. Quel primo gruppo ebbe talmente tanti benefici dal percorso che nacque l’associazione. Vogliamo dare un sostegno ai genitori, credo fermamente in questo approccio. Facciamo incontri quindicinali a Careggi il venerdì, mentre il lunedì abbiamo uno sportello di accoglienza al Nuovo ingresso di Careggi. I genitori vengono introdotti nel gruppo del venerdì dopo un primo momento di ascolto. Ci ritroviamo per parlare, chi arriva ha bisogno di una risposta immediata. Non abbiamo professionisti, il gruppo funziona attraverso il racconto e l’ascolto. La chiave di tutto è l’esperienza condivisa. La via d’uscita c’è anche nei momenti peggiori, ma serve avere un esempio”.

sostanza illegale

negli ultimi 12 mesi

23,4%

degli studenti italiani che ha consumato cannabis nel 2016 ha avuto un consumo problematico

15,1% in Toscana

9,2%

degli studenti italiani ha assunto almeno uno

psicofarmaco 9% in Toscana Dati: ESPAD ITALIA 2016 (panel Sabrina Molinaro)


18 marzo 2018

Il 17 marzo tutti in verde: è San Patrizio. Cosa fare tra trifogli, musica folk e boccali di birra scura Leila Zoia

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nche a Firenze arriva come ogni anno la festa di San Patrizio. Preparate un outfit rigorosamente verde, e, per i più coraggiosi, via libera a parrucche, make up e nail art a forma di trifoglio e quant’altro, per celebrare insieme l’Irlanda. Il verde è infatti il colore simbolo di questa terra chiamata anche l’Isola di Smeraldo. Il 17 marzo si ricorda la morte del Santo, Patrono d’Irlanda, cui fu affidata da Papa Celestino I nel V secolo l’evangelizzazione delle terre britanniche. Si narra che San Patrizio si avvalse della simbologia del trifoglio per spiegare il concetto cristiano di Trinità alle popolazioni pagane. Non solo in Irlanda si organizzano parate spettacolari per celebrare il Santo. Anche altri Paesi del mondo, interessati da una significativa migrazione irlandese, si vestono a festa per l’occasione. Caratteristiche sono le tradizionali parate per le vie cittadine di Montreal, New York, Boston e Tokyo; mentre a Chicago le acque dell’omonimo fiume vengono colorate di verde per celebrare il santo irlandese. Firenze dimostra ancora una volta l’interesse e l’amore per la musica e le tradizioni di questo popolo. La manifestazione “Irlanda in Festa” si svolgerà quest’anno alla Flog (Via Mercati 24/b), con un bel programma di concerti che vedrà esibirsi il 16/3 Chris Jagger trio e Folkabbestia e il 17/03 i Drunken Lullabies, Baro Drom Orkestar. Si continuerà a festeggiare anche la settimana successiva, il 24/3, con i Modena City Ramblers, gruppo che fin dagli esordi ha dichiarato un amore incondizionato per il folk irlandese. Party, musica e danze renderanno l’atmosfera di Firenze davvero unica. I numerosi Irish pub della città stanno preparando spettacoli di musica dal vivo, fiumi di birra verde e per l’occasione distribuiranno dei gadget. Special guest nei locali, il Leprechun: il celebre elfo baffuto, parte della mitologia irlandese. La leggenda vuole che il folletto custodisca dei sacchetti pieni d’oro nascosti ai piedi dell’arcobaleno. L’Irlanda rappresenta tutto questo:

il cielo d’irlanda sopra la toscana

magie, miti e leggende. Non dimentichiamoci però di assaggiare anche le numerose tipologie di bevande al luppolo bionde, rosse e naturalmente la Guinness, birra scura color rubino, di cui vengono serviti più di 10 milioni di bicchieri al giorno in tutto il mondo!

guinness cake: il dolce perfetto per festeggiare

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an Patrizio è l’occasione giusta per preparare la Guinness cake: la torta al cioccolato aromatizzata con la birra. Abbiamo raccolto la ricetta di James, studente universitario irlandese residente a Firenze. Ecco gli ingredienti: 225 g di burro, 350 g di zucchero di canna, 4 uova, lievito e 225g di farina, 100 di cacao amaro e 400 ml di Guinness. Per la decorazione: 200g di mascarpone e 250g di zucchero a velo. Setacciate in una ciotola farina, lievito e cacao amaro. In un’altra ciotola lavorate il burro con lo zucchero di canna e aggiungete le uova. Unite assieme i due composti. Infine versare a filo la birra Guinness e mescolate. Infornate per 1 ora e 10 minuti a 180 gradi. Una volta raffreddata ricoprite con una crema da realizzare unendo mascarpone e zucchero a velo. Distribuite la crema sulla superficie formando dei ciuffi che ricordino la schiuma della birra Guinness. L.Z..


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C’è un po’ di Grecia in città Leila Zoia

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e state già pensando alle vacanze per l’estate, perché non iniziare a preparare il vostro viaggio già da ora, scoprendo gli aspetti culturali che riguardano la vostra meta, a partire dalle tracce che si possono trovare in città. Se ad esempio la vostra destinazione è la Grecia, o le sue isole, facendo due passi vicino a Ponte Vecchio, potete scoprire la bellissima Chiesa costruita proprio sopra il fiume Arno, da cui deriva il nome: San Jacopo Soprarno. Il tempio - in stile romanico del XI secolo con aggiunte architettoniche in stile barocco del XVIII secolo- è stato concesso alla sacra Arcidiocesi d’Italia e Malta da parte dell’Arcivescovo Antonelli nel 2006. Lì è situata attualmente la Parrocchia ortodossa di San Jacopo Apostolo di Firenze. Numerosi sono i ristoranti greci in città dove poter assaporare i cibi della tradizione culinaria ellenica. Alcuni centri culturali, inoltre, organizzano spettacoli e corsi di ballo, indispensabili per non farsi trovare impreparati quando vi imbatterete in una festa. Soprattutto quest’anno, perché la musica tradizionale greca è stata inserita nella lista dei patrimoni intangibili dell’Unesco. Se nella vostra idea di vacanza c’è anche il desiderio di entrare in con-

tatto con la popolazione locale per farsi dare delle dritte dagli abitanti, c’è anche la possibilità di imparare i rudimenti della lingua. A Firenze, alcune scuole organizzano corsi serali di greco moderno o antico. Occhi aperti anche sui quartieri della città: a Novoli un tempo c’erano delle zone abitate da persone greche, soprattutto di origine italiana. Interessante conoscere le loro storie, a volte positive, a volte dolorose, come tutte le storie di migrazione.

La storia di P: italiana, ellenica e anche fiorentina

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l racconto di P. ,una simpatica signora greca di discendenza italiana, che da bambina viveva a Patrasso comincia negli anni Quaranta. “Durante la Seconda Guerra Mondiale, per tristi motivi, siamo stati costretti a fuggire dal nostro Paese. Sono arrivata in Italia, a Bari, con un treno merci (via Jugoslavia) assieme alla mia mamma, il babbo e mia sorella. Siamo giunti a Firenze nel ‘43, dove per alcuni anni abbiamo vissuto in un centro profughi, in via della Scala. Negli anni siamo poi riusciti a costruire finalmente la nostra casa. Ricordo i miei genitori come grandi lavoratori. La

mamma, che faceva la sarta, nei pochi momenti liberi mi ha insegnato le tradizioni greche, i balli tipici e la cucina... Sapeva preparare degli ottimi involtini di foglie di lattuga, riso e carne macinata, cotti in forno cosparsi di brodo di agnello”. La Signora P. si sente italiana, ma volte, in casa, parla ancora la lingua greca che ha insegnato anche al figlio. Testimonianza del fatto che, a distanza di anni, il legame con il Paese natale è ancora forte. L.Z.

RIDI CON IL REPORTER Affilate l’ironia: ogni mese, Il Reporter ospiterà una vignetta “silenziosa”. Ai dialoghi pensateci voi lettori, facendo emergere il vostro innato spirito da cabarettista.

LA VIGNETTA DI FEBBRAIO

di Pasquale Ielo

Inviateci la vostra interpretazione via mail a redazione@ilreporter.it o tramite i nostri canali social. La migliore sarà pubblicata il prossimo mese.


Benvenuto bebè: un kit per neomamme Serena Wiedenstritt

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annolini e pomata per il nuovo arrivato, una tisana per la mamma e la guida per neogenitori da leggere insieme sul divano se e quando il piccolo farà la nanna. É il contenuto del kit di benvenuto ‘Bebénvenuto!’ destinato ai neonati fiorentini. Il pacco regalo, che è la novità del 2018 per le famiglie che si stanno allargando, potrà essere ritirato nelle 21 farmacie comunali, presentando la lettera inviata ai neogenitori dal sindaco di Firenze, Dario Nardella. Insieme all’occorrente per il primo cambio e alla tisana, il kit comprende 30 pagine di “istruzioni per l’uso” per gestire i primi momenti e giorni dopo la nascita del proprio figlio o figlia. L’opuscolo contiene informazioni su tutte le questioni burocratiche da assolvere, dalla dichiarazione di nascita e la carta di identità alla scelta del pediatra e delle strutture e dei servizi educativi, una volta che il neonato sarà cresciutello. Nella guida ai neogenitori ci sono anche indicazioni sui congedi parentali e la malattia

del figlio, sulle misure di sostegno alla famiglia, come gli assegni di maternità e al nucleo familiare, il bonus asilo nido e le modalità di richiesta dell’Isee e del il reddito di inclusione (Rei). Proprio sui servizi educativi, è di fine gennaio la buona notizia che, grazie ai fondi del Piano Infanzia

il cane? lo prendo in affido

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dottare un cucciolo dal canile o prenderlo in affido? Se la prima è una scelta per la vita, la seconda opzione dura un anno, al termine del quale il cucciolo ormai cresciuto rientrerà stabilmente alla scuola Cani Guida per Ciechi. L’affidamento infatti è il periodo nel quale l’animale vive in famiglia per sviluppare le corrette regole di socializzazione e abituarsi alle realtà urbane e sociali. Info: http://open.toscana.it/web/toscana-accessibile/ affidamento-cuccioli. S. W.

del Governo, le famiglie fiorentine con i redditi più bassi avranno diritto allo sconto sulle rette degli asili e per alcune anche a mesi di nido gratis. Nel dettaglio 969 nuclei familiari fiorentini, con un reddito tra 0 e 15mila euro, vedranno azzerata la retta del nido per cinque mesi, per 714 famiglie,

con Isee da 15mila a 32.491 euro, lo sconto sarà progressivo e andrà dal 99,99% al 10% della retta. Mentre per altre 574 famiglie, con reddito superiore a 32.500 euro, il tetto di sconto sarà fissato al 10%. Da Palazzo Vecchio le comunicazioni sul rimborso sono partite nelle scorse settimane.

un viaggio da pinocchio a harry potter

C’

è tempo fino al 3 giugno per visitare a Villa Bardini la mostra ‘Da Pinocchio a Harry Potter. 155 anni di illustrazione italiana dall’Archivio Salani dal 1862’. La mostra raccoglie 300 documenti di vario tipo sulla storica casa editrice fiorentina, a cui si deve il merito di aver portato in Italia il successo mondiale della saga di Harry Potter. A Villa Bardini sarà così possibile fare un viaggio nella storia dell’illustrazione attraverso le pubblicazioni Salani. S. W.


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Per lo studio, la cura, l’assistenza e l’informazione sui tumori cerebrali infantili Via Ontignano, 44 50061 Fiesole [Fi] Tel/Fax 055.695047 Cell. 335.362203 info@tommasino.org www.tommasino.org CF 94078280487 • PI 05090750489 c/c postale 12158531

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â L’ex Carcere delle Murate Guido Bachetti

A

lla scoperta di tesori nascosti, come novelli esploratori. È questa la possibilità offerta dalla 26esima edizione delle giornate Fai di primavera, che sabato 24 e domenica 25 marzo vedranno aperti oltre mille luoghi speciali (a cui si potrà accedere con un contributo facoltativo, da 2 a 5 euro), distribuiti a pioggia su tutto il territorio nazionale. La Toscana, e Firenze in particolare, offriranno ai tutti gli Indiana Jones 2.0 pronti ad avventurarsi alla scoperta del nostro patrimonio culturale, delle perle da segnare assolutamente in agenda. Il complesso de Le Murate, ad esempio, oggi sede di eccellenze culturali e produzione artistica (Le Murate. Progetti Arte Contemporanea) e letteraria, ha una storia che affonda nel ‘400 con la costruzione, finanziata da Giovanni De’ Benci di un monastero ad uso delle pie donne fiorentine che già vivevano rinchiuse (da qui il nome “murate”) in piccole casupole sull’attuale Ponte alle Grazie. Il convento crebbe nei secoli successivi fino a quando, a partire dal 1845 i locali vennero ristrutturati, e le Murate ospitarono il nuovo carcere cittadino. Negli anni ’80 il carcere venne chiuso e l’intero complesso, ormai disabitato, divenne così oggetto di un ambizioso progetto di ristrutturazione e riqualificazione, guidato da Renzo Piano, che oggi i visitatori potranno scoprire addentrandosi tra celle, cappelle e corridoi che vivono tra passato e presente. Altro giro, altra corsa con il complesso conventuale di Ognissanti, fondato alla metà del XIII secolo dall’ordine degli Umiliati, e all’interno del quale è celato il suggestivo cenacolo dipinto da Domenico del Ghirlandaio nel 1480. Posto sul fondo, il grande affresco

e tu che

fai? dell’Ultima cena crea un potente gioco illusionistico, ampliando l’architettura della sala che si trasforma in una loggia aperta. E ancora, sempre in borgo Ognissanti, il bellissimo e misconosciuto ex ospedale di Santa Maria dell’Umiltà diventato

Il 24 e il 25 marzo arrivano le Giornate di primavera del Fondo Ambiente Italiano: due giorni per scoprire i tesori nascosti

poi vecchio ospedale di San Giovanni di Dio, uno degli ricoveri più antichi di Firenze (insieme a Santa Maria Nuova). Fondato nel 1380, fu ampliato tra il 1697 e il 1709 e a quell’epoca risalgono la chiesa e il monumentale scalone a forbice,

â La chiesa di Ognissanti a Firenze

con affreschi e sculture. Nella corsia settecentesca ha sede il “Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità” con opere e arredi provenienti dall’ospedale, dalla chiesa e dal convento tra cui i suggestivi 28 capoletto attribuiti a Bartolomeo Bimbi e alla sua bottega, oltre ad un’esposizione di antichi strumenti medici. E poi la cappella di San Luca, a cui si accede dal chiostro della Basilica della Santissima Annunziata. La cappella, divenuta sede dell’Accademia delle Arti del Disegno, fu decorata con un complesso ciclo allegorico in cui tre dipinti (Allori, Vasari e Santi di Tito) si alternano a dodici sculture. Dalla chiesa soppressa di San Ruffillo vi pervenne nell’Ottocento anche un pregevole affresco del Pontormo. Questo è il meglio dell’offerta fiorentina, ma per chi volesse fare una gita fuori porta? Potrebbe fare un salto al suggestivo ex ospedale psichiatrico di Maggiano (dove visse e lavorò lo scrittore viareggino Mario Tobino) oppure alla “botte” a Vicopisano, condotto sotterraneo che passa sotto l’alveo dell’Arno, o anche all’Accademia navale di Livorno e all’antica farmacia Francini Naldi di Asciano, in provincia di Siena. Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Info: www.fondoambiente.it


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CULTURA

la classe non è acqua(rama) Intervista al duo fiorentino emigrato a Milano con il sogno della Francia Rocco Gurrieri

A

quarama è l’originale progetto concepito da Dario Bracaloni e Guglielmo Torelli a partire dall’estate 2015. Fiorentini con base a Milano, il loro primo album “Riva” è uscito nel 2017. Il vostro futuro 2018. Un tour in Francia, ancora tanti concerti in Italia e nuova musica. Il connubio fra la musica e un certo tipo di estetica è fondamentale nella vostra band. Specifiche grafiche, palette cromatiche. Raccontate questa scelta. Siamo convinti che una bella grafica aiuti tantissimo a comunicare la propria musica...soprattutto oggi, dove la comunicazione che ruota attorno a uscite discografiche e eventi musicali passa quasi esclusivamente attraverso i social network e l’immagine che proponi di te stesso è più che mai importante. L’artwork di “Riva” è stato curato dall’illustratrice francese Clemence Chatel, ci siamo incontrati a Firenze ed ha subito saputo interpretare quello che avevamo in mente creando qualcosa di davvero unico. Aiutatemi a dare una definizione del vostro stile musicale. Domanda non semplice! Ci piace pensare alla nostra musica come un incontro dei ritmi e dei groove della musica nera con le melodie del pop anni ‘60, il tutto in formato canzone. Nei live state proponendo un pezzo di repertorio di Battisti, “Il veliero”. Perché la scelta di Lucio? Battisti è un autentico punto di riferimento per noi: musicista eclettico, ha interpretato tantissimi generi mantenendo una personalità e uno stile unici attraverso tutta la sua lunga carriera. “Il Veliero” è un brano pazzesco, fatto di groove e grandi melodie, ogni volta che lo suoniamo la reazione del pubblico è entusiastica! Trovereste offensivo se dicessi che “Riva” è un album perfetto da ascoltare durante un viaggio? È distensivo, sognante, ti lascia andare

a una pop-malinconia. No al contrario, è un album scritto pensando al viaggio, alla fuga e all’evasione. Quello che dici è il miglior complimento possibile.

E la risposta francese al vostro sound? Pazzesca! In attesa del tour di aprile abbiamo fatto una prima data per presentare l’album e a Grenoble ci

siamo trovati davanti un pubblico attento, che cantava le nostre canzoni e che ballava senza sosta. Non vediamo l’ora di tornare a suonare anche per loro.

tutti in piedi per il nobel della canzone bob dylan al mandela nel segno del tre T orna a tre anni dall’ultima esibizione italiana il leggendario Robert Allen Zimmerman, alias Bob Dylan. Dopo il premio Nobel per la letteratura “Per aver creato nuove espressione poetiche all’interno della grande cultura della canzone americana” come ha sancito il comitato svedese, il 7 aprile al Mandela Forum il mito presenta il suo triplo disco. Lungo? No, solo come se ne facevano un po’ di anni fa. Triplicate è un omaggio ai vecchi standard del canzoniere americano, non un’operazione nostalgica ma una ricostruzione sonora tramite il recupero dell’immaginario musicale e storico che ha contribuito a generare il suo lavoro. Tre capitoli scissi fra loro volti a formare un unico concept. “C’è così tanto di me nei versi di queste canzoni da avermi permesso di concentrarmi solo su melodie e arrangiamenti” ha dichiarato Dylan. La chiave è la semplicità, il ritorno alla canzone chiara e perfetta nella sua innocenza. Come scrive lo scrittore Tom Piazza nelle liner notes dell’album: “Spesso serve una vita per capire le cose più importanti, che spesso sono le più semplici. Forse così semplici da non poter esser tradotte in parole”. Quindi testi non suoi, dove Dylan si svela senza travestimenti. Il cuore, le radici pure di un uomo che lo si ami o no, lascia un feroce segno del suo passaggio. Questo è Triplicate. Per quanto riguarda il concerto possiamo stare tranquilli. Dylan è fra i massimi esponenti della teoria per

cui le canzoni non vivono in uno studio di registrazione ma si realizzano solo davanti al pubblico col quale si confrontano. “Sinatra ad esempio - ha dichiarato era solito portarsi sempre un po’ di gente in studio, lo faceva sentire meglio”. Sempre a proposito di Sinatra, del quale Dylan ripropone dei brani nel triplo disco, c’è una storia buffa relativa a un loro incontro negli anni Novanta. “Era divertente. Ci trovammo in un patio, era notte. Lui venne da me e disse ‘Io e te amico, con questi occhi blu, veniamo da lassù’. E puntò alla volta delle stelle. Magari aveva ragione, pensai”. R.G.


24 marzo 2018

I

Giulia Luchi

n primavera a Firenze si respira un’aria tutta orientale, sarà merito del Florence Korea Film Fest, 8 giorni, dal 22 al 30 marzo, al cinema La Compagnia di Firenze, 40 pellicole interamente dedicate alla cinematografia sud coreana contemporanea e alla scoperta della sua storia, cultura, tradizioni, cibo. La manifestazione giunta alla 16/ma edizione è ideata e diretta da Riccardo Gelli, console onorario di Corea in Firenze e presidente dell’associazione Taegukgi – Toscana Korea Association, e inaugura la settima edizione della Primavera Orientale, iniziativa che celebra il cinema d’Oriente organizzata da Quelli della Compagnia di Fondazione Sistema Toscana. Gelli racconta “A Firenze è presente una piccola comunità coreana, che studia e lavora. La Corea adora Firenze: il turismo dalla Corea sta crescendo a dismisura, solo nell’ultimo anno è aumentato del 300%. – e continua - Il festival ha un ottimo riscontro sia da parte dei fiorentini, ormai affezionati alla manifestazione, sia dal pubblico nazionale” Focus di questa edizione, la sedicesima, sarà il difficile rapporto tra le due Coree “questo anno abbiamo deciso di affrontare la difficile situazione politica, molto attuale, tra Corea del Sud e del Nord – dice Gelli - All’argomento dedicheremo un’intera sezione: K –South North, 6 pellicole che spazieranno dal documentario Ryeohaeng sulle donne nordcoreane fuggite in Corea del Sud, al film drammatico, sportivo, fino al thriller” Ospite speciale del Festival sarà l’attore Ha Jung-woo che presenterà in prima europea sabato 24 marzo l

Si accendono le luci sul cinema coreano ’ultima pellicola di cui è protagonista, il fantasy Along with the Gods: The Two Worlds, diretto da Kim Yong-hwa, che in Corea ha sbancato il botteghino. È la storia di un vigile del fuoco che perde la vita mentre sta salvando una bambina, tre guardiani lo traghetteranno all’interno di un viaggio, di cui solo alla fine conoscerà il suo destino nell’aldilà. Jung-woo sarà inoltre omaggiato da una retrospettiva di 7 titoli dedicata al suo percorso artistico. L’apertura del festival sarà affidata a The Fortress di Hwang Dong-hyuk, film storico e di azione ambientato nel 1636 durante la Seconda invasione Manciù della Corea, presen-

tato in prima europea. La serata di chiusura sarà invece dedicata alla prima europea Room No.7, commedia nera confezionata da Lee Yong-seung. Tra gli eventi collaterali, dal 23 marzo, la mostra “Imaging Korea” che sarà visitabile per un mese a Villa Bardini. 120 scatti dei maggior fotografi coreani che ripercorrono la storia del Paese dal 1970 a oggi. In collaborazione con l’Istituto Coreano di Roma e Budapest e Cassa di Risparmio di Firenze. A Riccardo Gelli abbiamo anche chiesto di consigliare ai lettori due titoli della rassegna: “Vi segnalo due film diversi tra loro ma molto

interessanti e utili per capire aspetti culturali e sapere di più della storia della Corea: Glass Garden, dove una promettente ricercatrice scientifica dopo aver scoperto che il suo lavoro sta per essere compromesso fugge in una casa isolata immersa nella foresta. E ancora, A Taxi driver, che ripercorre la storia della rivolta contro la dittatura Coreana nel 1980 attraverso l’incontro casuale tra un tassista coreano e un giornalista tedesco.” Per scoprire tutto il programma: www.koreafilmfest.com

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mostre per gite fuori porta

4

proposte fuori Firenze, per abbinare una bella mostra a una gita fuori porta. Al Museo del Tessuto di Prato, fino al 27 maggio, in esposizione i costumi originali del film di Sophia Coppola Marie Antoniette, gli abiti sono straordinaria opera della costumista Milena Canonero, che nel 2007 ha ricevuto per questa produzione il Premio Oscar. La trottola e il robot. tra Balla, Casorati e Capogrossi fino al 22 aprile al Palazzo Pretorio di Pontedera, è la mostra che nasce intorno ad una prestigiosa collezione di giocattoli d’epoca del Comune di Roma e opere di artisti italiani attivi tra il 1860 e il 1980. A Siena al Museo di Santa Maria della

Scala una mostra su Ambrogio Lorenzetti uno dei più grandi pittori del secolo XIV, visitabile fino all’8 aprile. Ancora, fino al 3 giugno al Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art, Mario Sironi e le illustrazioni per “Il Popolo d’Italia” 1921-1940.

100 opere scelte tra le quasi mille illustrazioni realizzate da uno dei più maggiori esponenti dell’arte italiana del ‘900 per il quotidiano ufficiale del Partito Fascista. G.L.


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CULTURA

Laura Piccioli

O

gni città ha il proprio artista da ammirare e Scandicci in questo non è seconda a nessuno. Chi da anni sta facendo molto parlare di sè è Paolo Staccioli, genio indiscusso per la lavorazione della ceramica. Nato nel 1943 da genitori contadini, Paolo non ha mai studiato arte, ma è sempre stato attratto da questa materia, tanto che dopo la sua esperienza lavorativa come vigile urbano, ha deciso di intraprendere la strada artistica iniziando a realizzare i suoi primi vasi con la tecnica della ceramica invetriata. Negli anni Novanta inizia anche a partecipare alle prime mostre: nel 1998 espone uno dei suoi bassorilievi all’interno del municipio, poi un’opera nel parco delle sculture di Poggio Valicaia e infine prende parte a una mostra al Castello dell’Acciaolo. Di Staccioli però abbiamo molto sentito parlare in città anche lo scorso anno, quando con sua figlia Paola ha inaugurato la mostra “Passaggi” nel bellissimo auditorium di piazza della Resistenza. “L’esperienza con mia figlia Paola è stata davvero importante – ci racconta Paolo Staccioli – perchè è stato l’ennesimo regalo che abbiamo potuto fare alla nostra città, ma con il valore aggiunto di portare

Le due P della scultura Paolo e Paola Staccioli, padre e figlia d’arte le opere di entrambi. Sicuramente sono stato una guida per Paola, ma non mi piace quando sento dire che le sto pasando il testimone, sia perchè ognuno di noi ha un proprio stile sia perché questo significherebbe che dovrei abbandorare il mio lavoro... e io al momento non ho nessuna intenzione di farlo!”. Il legame tra padre e figlia è chiaro e speciale. “Ho iniziato per caso

- ci spiega Paola – un giorno mio padre ha ricevuto una grossa commessa, io e mia sorella abbiamo deciso di aiutarlo: da lì è iniziato tutto. Ho cominciato a realizzare le prime tazzine in ceramica e riuscendole a vendere in alcuni negozi a Firenze ho capito che avrei potuto anche io intraprendere la strada artistica”. Lavorare insieme nel laboratorio

di via del Padule per loro vuol dire molto. Tra quelle stanze si respira proprio l’amore e la passione che entrambi mettono in quello che fanno, si percepisce il sostegno e l’aiuto reciproco che si regalano nel creare: guerrieri antichi e viaggiatori per lui, teiere e tazzine per lei. “Scandicci ci ha dato davvero tantissimo – dice Paolo - ed è per questo motivo che abbiamo deciso di restituire qualcosa anche noi ai nostri concittadini. Abbiamo donato infatti delle opere che sono state collocate in spazi diversi della città. Questo ci dà grande gioia, ma soprattutto ci riempie di orgoglio”.

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26 marzo 2018

SPORT

Patron a confronto

Wanny Di Filippo e Paolo Nocentini, un derby tutto scandiccese Amici, prima di tutto. Due imprenditori che hanno scelto di investire nello stesso sport, con le loro squadre che da qualche stagione militano nel medesimo campionato: quello di pallavolo femminile in Serie A1. Sono Wanny Di Filippo e Paolo

sporti, si conoscono per una passione comune: il biliardo e ogni tanto impugnano la stecca per la voglia di confrontarsi, senza parlare di pallavolo. Il Reporter li ha sentiti con domande sulle loro città e... sul gioco preferito da entrambi.

1 Non molto, anche perché sport a

LE DOMANDE

Matteo Minà

1 Penso che essendo Scandicci una piccola cittadina, c’è un forte sentimento di appartenenza. A molte persone piace identificarsi nella squadra. Le istituzioni stanno cercando di incoraggiarci, con un finanziamento parziale, a realizzare un nuovo palazzetto dello sport adiacente all’attuale Turri. Al di là dell’investimento economico, ci sto pensando bene perché costruire è impegnativo. 2 Lo sport fa bene, forma il carattere di chi lo pratica ed è un esempio per una società sana. 3 Direi che ho già risposto nella prima domanda. 4 Lui è più bravo, perché ha lavorato meno di me e ci ha dedicato più tempo (ride, ndr). Giocavo a biliardo da ragazzino, nel tempo questo sport è cambiato molto e Wanny mi ha insegnato a giocare un po’ meglio. Oltre a farmi riscoprire questa passione, mi ha attaccato la “malattia” della pallavolo. Se non era per lui, che già aveva una squadra, non avrei mai investito nel Club Sportivo Robur, adesso Savino Del Bene Volley.

è Il focus del benzivendolo

Nocentini, rispettivamente patron dei club Il Bisonte Firenze e Savino del Bene Scandicci. Attivo nella moda il primo con un marchio di pelletteria (ceduto da qualche anno), nel settore della logistica il secondo alla guida di un colosso dei tra-

1 LA CITTÀ AIUTA A VALORIZZARE LA SQUADRA? 2 QUANTO LO SPORT IN AMBITO FEMMINILE AIUTA CONTRO IL DEGRADO DELLA SOCIETÀ? 3 UN PUNTO DI FORZA E UNO DI DEBOLEZZA DELLA CITTÀ? 4 CHI È PIÙ BRAVO A BILIARDO TRA DI VOI?

ç Paolo Nocentini Wanny Di Filippo è

Firenze vuol dire soprattutto Fiorentina. Semmai è vero il contrario. A fine 2016 ho deciso di donare alla città un palazzetto dello sport nella zona di San Bartolo a Cintoia, ma anche in questo caso la burocrazia non aiuta dilatando i tempi. Inoltre, con il consorzio Volley Art di dodici squadre della provincia facciamo giocare oltre duemila bambine. 2 Aiuta molto a combattere questo disastro sociale. Chi si impegna nell’attività sportiva, soprattutto di gruppo come nella pallavolo, trasmette ed educa a uno stile di vita sano e al rispetto degli altri. Poi non dimentichiamo l’ampia eco di questo sport, visto che, dopo il calcio, il volley femminile è il più praticato in Italia. 3 Come punto di forza l’internazionalità della città. Sul fronte opposto, non è supportata bene a livello di sicurezza e di ordine pubblico, soprattutto nelle periferie. 4 Ogni tanto vince anche Paolo (ride, ndr). Sta giocando molto bene, mentre io ho smesso di fare i campionati. La mia soddisfazione è aver vinto una medaglia d’oro insieme con Marcello Lotti, detto lo Scuro e David Martinelli. Nocentini gioca per vincere, ma del resto, parafrasando le parole di Nelson Mandela: “Se giochi non perdi mai, perché o vinci o impari”.

a marzo tocca a... hugo, chiesa e falcinelli

a cura diLorenzo Mossani

Hugo: Nelle poche apparizioni che ha fatto, direi che si è dimostrato un buon difensore, arcigno e molto fisico. Pagato circa otto milioni di euro, si è ben disimpegnato nella difesa a tre. Pioli lo deve far giocare maggiormente per capirne il valore, Chiesa: E’ uno dei più grandi talenti del calcio italiano, sarà di sicuro l’

Ogni mese Andrea Di Salvo, la barba rossa più famosa del Franchi, giudica tre giocatori viola, uno per reparto

uomo mercato di questa estate, se andrà in doppia cifra varrà veramente oltre i 50 milioni. Federico è giovane, italiano e possiede un potenziale incredibile. Purtroppo noi tifosi dobbiamo capire che a Firenze i giocatori buoni tendono ad andare via per tanti motivi: economici e sportivi. Falcinelli: E’ stata una pedina di scambio con il Sassuolo nell’operazione Babacar, non avendo ora i 10 milioni per pagarlo hanno dato il giocatore alla Fiorentina con di-

ritto di riscatto non obbligatorio, quindi se dimostrerà di essere di valore rimane altrimenti tornerà in Emilia. L’anno scorso ha fatto 13 gol al Crotone, che non sono pochi, il problema è che non arrivano palloni giocabili agli attaccanti, quindi sarà dura valutarlo: il giudice sarà il campo.


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SPORT

La ginnastica artistica sogna ancora l’A1 Lorenzo Mossani

L

a ginnastica artistica a Scandicci è una tradizione che ha radici lontane all’inizio degli anni ‘70. Una storia fatta di sudore, sacrifici e successi. Tanti piccoli allievi provenienti da tutto il territorio praticano la ginnastica artistica nella A.D. Polisportiva Casellina. I genitori iniziano a portare i loro figli molto precocemente, a circa quattro-cinque anni, se sognano una carriera nell’agonismo. Il genere sessuale non ha importanza, molti maschi si avvicinano alla disciplina. In questi anni non sono mancati risultati importanti: il settore agonistico femminile ha raggiunto nella stagione 2015-2016 la serie A1 e la voglia è di riconquistarla velocemente. Il massimo campionato nazionale era stato ottenuto grazie alla seconda posizione finale nella serie A2: un evento “storico”, giunto dopo otto anni di ciclo virtuoso che ha visto permanere il Casellina nella serie cadetta con grandi soddisfazioni e grandi emozioni. Il sogno è di tornare ai massimi livelli. Il presidente Stefano Toccafondi, l’istruttrice di terzo livello Giulia Bartarelli e tutto lo staff tecnico stanno ricostruendo le basi per sognare ancora, partendo dalla serie B con ginnaste del 2005 e 2004. La stella è Alice Fantini con una squadra completamente nuova, in mano soprattutto all’istruttrice Debora Ermini, mentre le allieve del 2008 e del 2009 del settore gold, quello più prestigioso, stanno regalando solo podi e medaglie. Benissimo, comunque, il settore delle babies. Ma la ginnastica artistica Casellina

non è solo agonismo. La Polisportiva organizza corsi diversificati sia per età che per grado di apprendimento e partecipa a competizioni (maschili e femminili) a tutti i livelli, sia in ambito Uisp e Aics, sia in ambito Fgi. La gamma si com-

pleta con i corsi per adulti, che spaziano dalla ginnastica artistica e acrobatica per under (e over) 30 alla ginnastica per ogni età. È stata rintrodotta anche una ginnastica dolce mirata al mantenimento della funzionalità generale della

muscolatura e delle articolazioni, indicativamente (ma non strettamente) destinata agli over 60. Cosa chiedere di più? Impianti per gareggiare ad altissimi livelli. Ma la Polisportiva Casellina è abituata a fare tutto step by step.

la passione, il calcio, la Sla: la storia di borgonovo

U

n romanzo al femminile nonostante il campo di calcio in copertina. Il racconto di una donna, Chantal Borgonovo che ha trascorso una vita insieme al suo amato Stefano e lo ha assistito fino al suo ultimo respiro nel 2013 stroncato dalla SLA. Un amore solido che ha portato alla nascita di una bella famiglia con 4 figli. Un amore puro che li ha uniti. La voglia di raccontare e condividere gli aneddoti di chi ha vissuto la sua vita di donna, moglie e madre al fianco di un campione che ha rappresentato tanto per la nostra città. A 10 anni dalla storica serata al Franchi in cui 27mila tifosi riabbracciarono Stefano, guerriero immobile della sua battaglia, la presentazione del libro di Chantal, edito da Mondadori, nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. Il libro non è un diario di una malattia, ma un romanzo pieno di vita, passione e coraggio e scritto di pugno, insieme a Mapi Danna. E’ una storia piena di valori e

significati che fanno riflettere. Dal tema bioetico del fine vita all’abuso “comodo” di certi farmaci. Sono pagine dense di rispetto per la vita, qualsiasi vita sia, e desiderio. C.M.



OPI NIO NI

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OPINIONI

ICCHÉ SI MANGIA

FOOD REPORTER OGNI MESE IN UNA CUCINA DIVERSA A CURA DI LAURA PICCIOLI

Avevo fatto una promessa ai clienti delle mie precedenti esperienze ristorative – ci racconta lo chef Nicola Schippo – vale a dire quella di tornare ai fornelli! E così è stato. Questa volta però ho scelto una location centrale si, ma fuori dai circuiti turistici, trovando nella mia osteria “Badalì” in zona San Niccolò, l’espressione della mia cucina tradizionale. Oggi infatti non si fa che parlare di rivisitazione dei piatti, ma sinceramente, stufo di questi pensieri, nel mio menù ho voluto inserire pietanze semplici, caratterizzate da quegli ingredienti di stagione che popolavano una volta le tavole toscane. Amo infatti le cotture lunghe, la pasta fresca fatta in casa, i secondi di cacciagione e la carne alla brace a legna, in più, piacendomi molto i sapori forti, ho voluto inserire alcuni piatti con alcune note piccanti. Il menù quindi è molto variegato, anche se il comune denominatore è la ciccia: tra le mie proposte infatti è possibile trovare lo stufato alla sangiovannese, l’inizimino di cappone, ma anche il rigatino servito su insalata con aceto, o l’ossobuco, senza dimenticare la classica bistecca alla fiorentina o una sfiziosa trippa gratinata al pecorino e servita come antipasto nel nostro padellino. Ma il mio non è solo un ristorante. Ho voluto infatti introdurre anche la vendita di libri di cucina e di foto storiche dell’archivio Locchi: un modo questo per rendere ancora più vivo il mio spazio elegante e contemporaneo

ICCHÈ SI DICE BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

IL POETA FAGIUOLI

µ

Web: artusi.net Facebook: Artusi Firenze Luciano Artusi Artusi Ricciardo

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI Giovan Battista Fagioli fu il capostipite del teatro vernacolare fiorentino. Nacque il 24 giugno 1660 proprio nel giorno del Santo Patrono Giovanni Battista, momento più solenne e festivo della città, nel quale tutti trascorrevano lietamente ore piacevoli in spassosa armonia, fino a sera per gli immancabili “fochi colorati”. Di spirito arguto e bizzarro, dopo aver studiato lettere, divenne un burlesco personaggio conosciuto ed apprezzato tanto da frequentare le persone più importanti del bel mondo, fino a raggiungere il “Serenissimo Principe” con il quale colloquiava in piacevoli ed argute conversazioni punteggiate da pronte e frizzanti “botta e risposta”. A volte le sue “licenze poetiche” andavano anche al di là del limite consentito, ma col Fagioli non era usanza prendere cocci; pure il granduca si divertiva ridendo a crepapelle per le sue piacevoli “bizzarrie”, pronunciate in modo “ilare e sempre grazioso nello sguardo e nel sembiante”. A seguito dell’interessamento della granduchessa Violante Bea-

acuta, provocatoria e tagliente, raramente scurrile, mai malvagia. Con tali prerogative, riceveva accoglienza, onori, inviti ed anche qualche beneficio alla corte granducale, favori che però non lo fecero demordere dallo scagliare salaci versi: I Medici, pietosi, ai fiorentini Volendo rimediar piaghe e malanni, Decretaron l’effige sui fiorini Del Santo Protettore, San Giovanni; Però al Santo, al di dietro delle spalle, Appiopparono, al solito, le palle! E questa fu, pei Medici, l’eguale Ricetta …a ogni lor male. trice di Baviera, la quale amava le facezie del Fagiuoli, il poeta prese moglie e dalla prolifica unione, in dieci anni, nacquero altrettanti figli tra maschi e femmine, tanto da fargli dire: Mia moglie, amante molto dei fagioli, mi ha scaricato un sacco di figlioli! La mordace satira del poeta, uomo piccolo, grassoccio e con occhietti vispi e pungenti, era

Morì il 12 luglio 1742 a 81 anni, fu sepolto nella cripta della basilica di San Lorenzo poco distante dall’elegante Cappella dei Principi, dove riposa tutta la famiglia Medici alla cui corte l’arguto poeta conobbe lustro, accoglienza e notorietà nonostante le sue più ironiche e geniali bordate, fossero dirette proprio a loro!

LEGGI CON IL REPORTER Scrivi al Reporter, la lettera migliore sarà premiata ogni mese con la spedizione di un libro, grazie alla collaborazione con Edizioni Clichy. Ecco il vincitore di questo mese, che si aggiudica “Carlo Monni, balenando in burrasca” a cura di Pilade Cantini. Gent.ma Redazione de Il Reporter, mi chiamo Claudia Tosi e sono una vostra affezionata lettrice; purtroppo nell’ultimo numero, febbraio 2018,ho riscontrato in un servizio,quella che per me è da considerarsi una sgradevole e triste mancanza. Il sig. R.G. che ha scritto l’articolo “Da Smn all’ Ariston”, nominando tutti i bravi toscani che si sono presentati su quel palco ,ha fatto almeno tre (forse più) omissioni clamorose. Aleandro Baldi: signori, che grave dimenticanza,un non vedente a Sanremo, più volte, oltretutto. Stefano Sani, di minore importanza,certo,ma meritevole comunque di citazione nel suo piccolo. Francesco Nuti, quasi un’offesa non nominarlo. Ok, l’articolo voleva esser breve, ma se nominate un quasi perfetto sconosciuto come Canino, che ha fatto un brano ed è sparito, non è giustificabile il non aver citato i tre signori di cui sopra. Si possono fare articoli

brevi, simpatici, che scorrono, ma mai senza un minimo di ricerca concernente l’argomento di cui si vuol parlare, lo trovo davvero superficiale e offensivo nei confronti in particolare di Aleandro Baldi, voce stupenda, secondo nella sezione giovani, e il nostro Francesco Nuti, che tanto ha dato a tutti noi. Distinti saluti Claudia Tosi Le lettere vanno indirizzate a redazione@ilreporter.it


30 marzo 2018

OPINIONI

ICCHÈ C’È LA CITTÀ CHE SI MUOVE E CHE SI MUOVERÀ

DISTURBO POST TRAUMATICO DA CAMPAGNA ELETTORALE DAVIDE DEIV AGAZZI

Anzitutto complimenti. Sentiti, sinceri, vivissimi. A tutti quanti. Perché se siete arrivati fin qui, e state leggendo queste righe, significa che siete sopravvissuti alla campagna elettorale. Grandi, non era facile. Nel momento in cui vergo questo righe, tentando di aggrapparmi a quel poco di lucidità che mi è rimasta, non ho ovviamente idea di quale sarà il nome vincente fuoriuscito dalle urne domenica 4 marzo, quando più o meno questo giornale sarà disponibile. Quelli bravi, i politologi, sostengono che difficilmente vincerà un nome, più facile una coalizione, ma il punto non è questo: il punto è come ci arriverete voi. Andiamo allora ad esaminare la varie possibilità. Il nome che avete scelto ha vinto e siete contenti. Grandi! Prende bene, eh? Lo sapevate che c’avevate ragione voi, che quell’artri non capiscono una mazza. E’ giusto così. Adesso con quelli che non capiscono una mazza – stando ai politologi di poche righe fa – toccherà allearsi per governare il paese, ma pazienza. Dopotutto, avevate ragione voi. E ora subito su Facebook a prender per il naso chi ha perso! Il nome che avete scelto ha vinto ma è dura festeggiare. Vittoria! O no? Il voto utile ha sempre quel retrogusto dolceamaro, ma l’importante era che al governo non ci andassero quelli che proprio non sopportate. E poco male se vi siete dovuti turare il naso e forse anche qualcos’altro, avete comunque vinto voi. Giusto? Visto che avevate ragione? E ora subito su Facebook a fare la parte dei grandi statisti! Il nome che avete scelto ha preso lo zero virgola qualcosa. Ancora con questa

ICCHÉ SI SCATTA UN PICCOLO PARTICOLARE FA UNA GRANDE FOTO PAOLO MATTEONI

palla del voto utile? Ma chi ci crede più? Son vent’anni che vi raccontano la frottola del voto utile, ma voi no, voi avevate ragione. Voi e quegli altri 20 che hanno ottenuto questo risultato più simile ad un prefisso telefonico che non ad una reale piattaforma politica. Ma pazienza, avevate ragione voi e adesso siete liberi di vantarvene assieme agli stessi 20 amici. E ora subito su Facebook a far la parte degli alternativi! Il nome che avete scelto non ha vinto. Ahia! Che sfiga. Partiamo dal presupposto che avevate ragione voi e che il resto del paese non capisce una mazzafrusta. E dire che ci avevate creduto così tanto a tutte quelle promesse. Via le tasse, lavoro per tutti, gli arcobaleni viola.. come si fa a non credere a tutto ciò? Questo paese ha scelto di non cambiare e, per questo motivo, non vi merita. E ora subito su Facebook a far la parte di chi non voterà più! Non avete scelto nessun nome. Bene così, e tanti saluti a tutti quegli schiavi del sistema che ancora vanno a votare. Voi sì che siete ganzi, avete annusato bene la situazione ed avete capito che la cosa migliore era cavarsene fuori. Del resto, da anni il partito degli astensionisti è da sempre vincitore ed in costante, continua, crescita. Visto che avevate ragione voi? E ora subito su Facebook a sfottere chi si è sbattuto a seguire qualcosa! E io? Io son solo un bischero, quindi – come da proverbio - la ragione l’è mia. Scusate un attimo, vado a scriverlo su Facebook.

µFacebook: davide.agazzi Twitter: @deivagazzi

Sono ripartiti i workshop di fotografia del cibo Click4Food organizzati da Paolo Matteoni e Chiara Brandi, con un viaggio nelle cucine del mondo. Sconti speciali per i lettori del Reporter. Info e prenotazioni: click4foodfirenze@gmail.com

Siamo abituati ad usare la fotografia in senso descrittivo. Cioè riprendiamo ciò che vogliamo far vedere, o raccontare, nel suo intero complesso; come se scrivessimo un testo in prosa, sia pure di alto contenuto e in bella forma, che ci parli diffusamente di ciò che vediamo. Esiste un altro modo di raccontare, forse più vicino alla poesia, che è quello di evocare, attraverso l’immagine, storie e sensazioni. Scegliere un particolare, fotografarlo da vicino, in modo che riesca a raccontare il tutto senza mostrarlo. Sembra parecchio difficile, ma in realtà non lo è, ci sono alcuni consigli da seguire. Intanto bisogna scegliere qualcosa di chiaramente riconoscibile: chi vedrà la foto non dovrà perdere tempo a chiedersi che cos’è, altrimenti la magia svanirà, è davvero questione di attimi. Il particolare scelto, poi, deve essere il protagonista del nostro scatto; ossia deve essere nitido, ben illuminato e ben inquadrato; proprio perché “particolare” deve essere una presenza “forte”. Bisogna inoltre che il nostro soggetto sia interessante; nelle forme, nella funzione, potremo dire nella sua “personalità”. Infine, ma assolutamente da non trascurare, la sua relazione con il contesto. Abbiamo detto che il nostro protagonista dovrà essere decisamente

il primattore, ma è necessario che sia inserito in un contesto che ne rafforzi l’identità, attraverso una relazione con il circostante che ne sottolinei l’importanza. Di esempi ne potremmo fare a centinaia, a partire da una pallina natalizia con uno sfondo di luci natalizie sfocate; oppure il bouquet di una sposa; oppure un primo piano di una pialla su un asse di legno grezzo. Tutti particolari che descrivono situazioni attraverso la creazione di una atmosfera. Dobbiamo attivare una specie di terzo occhio, che ci faccia vedere le atmosfere che ogni elemento di un ambiente sa trasmettere; il nostro sguardo fotografico sarà in grado di valorizzarlo e “farlo parlare”. Senza accorgercene siamo passati alla fotografia poetica, quella capace con pochi elementi di evocare emozioni. Allora chiudiamo con una poesia vera e propria, che magari chiarisce in parole il concetto espresso fin qui: “Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie”. Soldati, di Giuseppe Ungaretti.

µpaolomatteonifotografo.com

Facebook: PaoloMatteoniFotografo


La situazione in Siria continua a essere difficilissima e a pagarne le conseguenze molto spesso sono i piÚ deboli. Per questo motivo promuoviamo un importante intervento a sostegno dei bambini di Aleppo, con l’obiettivo di garantire loro cibo, cure mediche e ogni tipo di assistenza per aiutarli a superare i gravi traumi subiti a causa del conflitto.

Scopri il progetto su www.ilcuoresiscioglie.it

in collaborazione con

IL NOSTRO IMPEGNO IN SIRIA PER I BAMBINI E LE BAMBINE DI ALEPPO


FINANZIAMENTI A FONDO PERDUTO PER INTERVENTI DI BONIFICA AMIANTO BANDO ISI INAIL 2017/18 249 MLN DI EURO A DISPOSIZIONE DELLE AZIENDE CHE INVESTONO SUL MIGLIORAMENTO DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

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aranno 60 mln gli euro stanziati a fondo perduto da INAIL per le imprese che attuano progetti di bonifica da materiali contenenti amianto. Il finanziamento è riservato alle imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio nei settori industria, artigianato ed agricoltura e coprirà il 65% del costo dell’intervento sino ad un massimo di 130.000 € per azienda.

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artirà il 19 aprile, per concludersi il 31 maggio, la prima fase di presentazione delle domande telematiche di accesso agli incentivi. Le imprese che raggiungeranno o supereranno la soglia minima di ammissibilità potranno poi accedere alla procedura informatica e inoltrare la propria domanda online di ammissione al finanziamento attraverso il “Click-day”.

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er partecipare al bando isi inail ed al click day contattaci, ci occuperemo per te di:

•Campionare ed analizzare l’amianto. •Effettuare un sopralluogo e redigere il preventivo dei lavori. •Selezionare la documentazione e predisporre le pratiche. •Iscrivere l’azienda per la ricezione del codice identificativo. •Gestire il click day. •Finalizzare le pratiche •Effettuare il Lavoro di bonifica e ricopertura

h Clickday

li interventi di bonifica per essere finanziati dovranno essere affidati esclusivamente a ditte qualificate e iscritte all'Albo Nazionale Gestori Ambientali nelle categorie 10A o 10B per la rimozione e nella categoria 5 per il trasporto del materiale pericoloso.

Ge.Eco opera su tutto il territorio regionale e nazionale, offre servizi integrati di igiene urbana e di gestione del ciclo dei rifiuti, servizi di raccolta e trasporto di rifiuti speciali pericolosi e non, anche in ambito sanitario, e servizi di consulenza ambientale. Inoltre la società progetta ed esegue interventi di bonifica ed opere di risanamento e ripristino ambientale ed è specializzata nella bonifica di beni e manufatti contenenti amianto. Ge.Eco possiede le iscrizione all’albo gestori ambientali per la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani (CAT. 1), la raccolto e il trasporto di rifiuti pericolosi e non (CAT. 5), attività di intermediazione (CAT. 8), Bonifica siti contaminati (CAT. 9), Bonifica siti contaminati da amianto (CAT. 10).

PER INFORMAZIONI 055 4289 651 • info@geeco.eu


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