il Reporter Scandicci - Aprile 2018

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APRILE 2018

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30 Editoriale

Un mondo senza Facebook FRANCESCA PULITI

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el momento in cui scrivo questo editoriale il colosso dei social network Facebook sta subendo uno dei più grossi tonfi in Borsa della storia. Probabilmente tra qualche settimana ce lo saremo scordato e il web sarà tornato a scorrere tranquillo dentro l’alveo, perché tutto passa, nel mondo biologico così come in quello macroeconomico. Ma nel mentre non posso fare a meno di chiedermi: e se domani ci svegliassimo senza Facebook? Mi domando se in queste ore il “popolo di Internet”, come amiamo chiamarlo noi giornalisti, stia accorrendo a salvarsi le foto e le proprie memorie portandole via dalla piattaforma di Zuckerberg, un po’ come fanno i risparmiatori presi dal panico quando si intravede il fallimento di una banca. Perché Facebook è diventata la banca dei nostri ricordi, oltre che una enorme banca dati alla mercé di aziende e presunti manipolatori di voti. Che ci piaccia o no i social network sono diventati parte integrante delle nostre esistenze e per molti anche fonte di sussistenza. Cosa succederebbe se domani il più tentacolare venisse a mancare? Forse torneremmo ad assaporare l’aria aperta, i parchi e le ville (ve ne indichiamo qualcuno a pag. 10, just in case). O forse torneremmo a parlare di politica al circolo (esistono ancora e ne abbiamo le prove a pag. 15). Probabilmente dopo una settimana di astinenza non ne sentiremmo neanche più la mancanza, come succede quando si smette di fumare. Certo, alle lobby di ogni genere e tipo verrebbe a mancare un ottimo strumento. E i cittadini non avrebbero più mezzi di pressione nel caso in cui un sindaco promettesse cene a ufo in caso di obiettivi mancati. Ma potrebbe succedere un’altra cosa: ci potremmo inventare un nuovo social network, rispolverando il genio fiorentino. Rendendolo magari a prova di bufala e di stupidità.

LA FOTO DEL MESE

Le meraviglie di Badia a Settimo Foto del nostro lettore @faccioiselfiebrutti Tagga @ilreporterfi nelle tue foto su Instagram, ogni mese pubblicheremo la più rappresentativa

CHE SUCCEDE IN GIRO 13-15 APRILE

FLORENCE-BIKE FESTIVAL

Giunto alla sesta edizione il Florence Bike Festival cambia pelle e diventa laboratorio permanente della mobilità ciclabile. Primo atto: portare in città la prima kermesse dedicata alla bici del futuro, quella elettrica. Quartier generale al Parco delle Cascine, iniziative in tutta la città, a partire da quelle dedicate a Gino Bartali (con i ragazzi delle scuole), al Bike day (sabato) fino alla De Rosa Granfondo Firenze (con partenza dal piazzale Michelangelo domenica mattina).

14 APRILE

ALAN E IL MARE

Al Teatro Studio di Scandicci arriva il nuovo spettacolo firmato da

Biblioteca di Scandicci. Lunedì 16 aprile alle ore 17 si parla del romanzo “L’Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio, vincitore del Premio Campiello 2017. L’iniziativa è aperta a tutti.

Giuliano Scarpinato, con Federico Brugnone e Michele Degirolamo. “Alan e il mare” è la storia del piccolo profugo siriano Alan Kurdi, il cui corpo senza vita è stato trovato sulla spiaggia di Bodrum nel 2015. Una foto simbolo che ha fatto il giro del mondo e che ha ispirato il regista a creare questa rappresentazione, tra realtà e fiaba, anche grazie all’uso del videomapping.

29 APRILE

MERCATINI A SCANDICCI

Si rinnova l’appuntamento per gli appassionati dello shopping vintage e per gli amanti dell’arte e del buon cibo. Domenica 29 aprile in piazza Matteotti torna “Vetrina antiquaria”, cinquanta banchi su cui trovare di tutto, dall’arredamento d’epoca ai vecchi libri. Sempre nella stessa giornata, da mattina a sera, sull’asse via Aleardi – piazza Togliatti - via Pascoli si tiene il mercatino dell’arte, dell’ingegno e agroalimentare.

16 APRILE

LETTURE IN BIBLIOTECA

Lettori di tutta la città unitevi. Per parlare di libri, per scambiare impressioni, suggestioni e confrontare punti di vista c’è la quarta edizione del Circolo di Lettura, alla

Il Reporter di Scandicci raggiunge le famiglie di Scandicci Editore e Concessionaria Pubblicitaria Bunker s.r.l. Sede Legale | Amministrativa | Piazza E. Artom 12, 50127 Firenze Sede operativa | Via Giovanni dalle Bande Nere 24, 50126 Firenze

INFO PUBBLICITÀ Tel. 055 6585939 email: info@edizionibunker.it Stampa RR.P.I. S.R.L - Loreto (AN)

Anno XII n. 23 del 3 aprile 2018

Direttore Responsabile Francesca Puliti Redazione Tabloid soc.coop., Firenze (FI) Tel. 055 6585939 mail redazione@ilreporter.it

Periodico d’informazione locale N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Contiene I.P. - Prezzo di copertina euro 0,10.


SCANDICCI

4 aprile 2018

Gianni Carpini

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na nuova “porta” di ingresso, una terrazza panoramica immersa nella natura e un’arena-teatro affacciata su Firenze, per spettacoli ed eventi. Prendono forma le novità del Parco di Poggio Valicaia, quarantotto ettari di prati e boschi che il 24 marzo hanno riaperto i battenti al pubblico sotto una nuova gestione. La guida è stata affidata da un bando del Comune a un’associazione temporanea di imprese che raccoglie Il Giglio del Campo e Vivai Fiorentini Valle Verde, due cooperative sociali che si occupano di manutenzione del verde e di progetti di agricoltura sociale. La grande festa è fissata il 5 maggio, quando saranno conclusi i primi lavori, ma un “assaggio” del parco arriverà in città già dal 24 aprile con un’installazione vegetale in piazza della Resistenza. E in vista ci sono altri progetti: entro l’estate verrà riqualificata una prima parte dei sentieri iniziando dal percorso che porta al laghetto, mentre più in basso arriveranno gli orti collettivi. Nei prossimi tre anni il masterplan presentato dalla nuova gestione prevede la creazione di un’area cani vicino al parcheggio, una serie di tragitti green diversificati (escursionisti, famiglie, bici) oltre a corsi di formazione e campi estivi. “L’obiettivo è creare un parco per tutti e di tutti, dove ciascuno si senta il benvenuto e trovi uno spazio, un tempo e un’attività che gli si confaccia, dai bambini delle scuole alle famiglie fino a studenti e professionisti”, dice Claudia Filippeschi, portavoce del “nuovo” parco. L’ateneo fiorentino, con il dipartimento di gestione dei sistemi agrari, alimen-

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Orti e teatro all’aperto Poggio Valicaia sboccia â Uno scorcio inedito di Poggio Valicaia sotto la neve Foto di Marco Sangiorgi

IL NUOVO ORARIO

tari e forestali, e l’ITT Marco Polo di Firenze, oltre a molti altri soggetti, si sono già fatti avanti per collaborare. “Il nostro impegno sarà favorire l’inserimento lavorativo anche di persone svantaggiate, dei più deboli – aggiunge Pietro Rampini, responsabile generale di Poggio Valicaia vogliamo che le nostre attività siano l’espressione di un preciso modo di operare: inclusione e lavoro per molti, affinché attraverso la formazione e il lavoro l’uomo trovi una dimensione e una dignità”. Intanto ecco i primi cambiamenti, pronti a maggio. Al parco si accederà dalla casetta dei guardiani, che diventerà un infopoint dotato di punto ristoro e bottega con prodotti agricoli a chilometri zero. In cima al poggio, sarà tirata a lucido l’area panoramica con nuove panchine e quattro tavoli da picnic in più. Inoltre debutterà il teatro green, un’arena all’aperto creata sfruttando il pendio della collina: grazie a tronchi di albero saranno realizzate sedute per un centinaio di spettatori, in basso invece, dietro le quinte create dagli alberi, la vista su Firenze.

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SCANDICCI

V

ia piumini, sciarpe e guanti, è il momento di uscire all’aria aperta per giocare o passeggiare nel verde, anche in città. Gli scandiccesi possono contare oltre che sulle splendide colline anche su 206 aree verdi pubbliche, di cui tre parchi urbani e trentotto giardini con spazi per l’infanzia, nei quali si contano 168 giochi utilizzati da circa cinquemila bambini. La primavera porta una novità per i piccoli cittadini scandiccesi, che amano giocare fuori casa: i primi giochi “inclusivi”, che possono essere utilizzati da tutti, compresi i bambini disabili su sedia a rotelle. “Abbiamo ordinato nuove pavimentazioni in gomma e nuovi giochi, che saranno più sicuri nel tempo e che sono pensati anche a partire dal gradimento dei più piccoli - afferma Barbara Lombardini assessore al Verde del Comune -. Installeremo i primi due girelli inclusivi, adatti anche ai bambini diversamente abili, nel giardino di via Caboto e al parco dell’Acciaiolo”. Il Reporter vi consiglia tre luoghi dove trascorrere le giornate con i figli, in compagnia o insieme a Fido.

A tutto verde

La top 3 dei giardini E arrivano baby giochi inclusivi a cura di Ivana Zuliani

Via Caboto

Amici a 4 zampe Ogni quartiere ha un’area cani, un luogo adatto dove far correre e sgambettare Fido (uno dei circa 7 mila presenti nel territorio comunale). La prima nata in città è quella in via Caboto: uno spazio protetto, con erba e alberi in cui lasciare liberi gli animali senza pericoli e dove i padroni possono sostare e chiacchierare seduti sulle panchine.

Piazza della Repubblica

Giardino baby

Uno scivolo rosso fiammante e uno a forma di dinosauro, altalene da cui spunta un pesce azzurro e animali a molla colorati, con strutture in acciaio e in hpl, materiale plastico di ultima generazione. I giochi sono arrivati l’anno scorso nell’area di piazza Repubblica, dove hanno sostituito quelli vecchi in legno. Un’area piccola, incastonata tra supermercato e palazzi, ma che è un punto di riferimento per i baby abitanti del centro.

Gli alberi danno i numeri

Castello dell’Acciaiolo

Con amici

La sua bellezza sta nella semplicità. Intorno al castello edificato nei primi del Trecento dai Rucellai, e poi passato alla famiglia fiorentina degli Acciaioli, c’è il parco urbano per eccellenza di Scandicci: una vasta distesa di prati e alberi, che diventa il luogo ideale per passeggiate, merende sull’erba e giochi in compagnia. Ci si può sdraiare a prendere il sole o fare un picnic, l’importante “è lasciare il posto come si è trovato, avere comportamenti civili e corretti”, avvisa l’assessore al verde Lombardini.

S

ono oltre 10mila, un quarto ha meno di 20 anni e i più diffusi sono cipressi, pini e aceri. È questa la carta d’identità degli alberi di Scandicci, presenti nelle aree di verde pubblico urbano. I dati arrivano dal censimento del Comune, raccolti in un database digitale. Entro fine anno, annunciano dal municipio, questo patrimonio supererà quota 11mila unità, grazie a un piano che vedrà piantare nuove “chiome”. Secondo le stime, ogni anno gli alberi scandiccesi catturano duemila tonnellate di anidride carbonica, rilasciandone 1400 di ossigeno. G.C.

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SCANDICCI

6 aprile 2018

La scuola delle griffe C

Melania, ex allieva con il posto fisso

Ivana Zuliani

hi esce da qui trova subito lavoro, alcuni non finiscono lo stage e hanno già in tasca un contratto di assunzione. Il segreto? Fare corsi professionalizzanti formando le figure di cui le aziende hanno più bisogno e che spesso si contendono perché sono sempre più rare. Il Mita-Made in Italy Tuscany Academy è il primo istituto tecnico superiore (ITS) nell’ambito delle professioni tecniche per la moda, nato nel 2011 per dare ai giovani diplomati opportunità nel settore, offrendo loro una preparazione mirata all’inserimento nel mondo del lavoro. Ha sede dentro il Castello dell’Acciaiolo di Scandicci e i corsi sono tenuti da manager di imprese del fashion, mentre per i ragazzi sono previste ottocento ore di stage in ditte e griffe che producono abiti, accessori e pelletteria, imparando sul campo il mestiere e applicando quello che hanno appreso prima in aula e in laboratorio. La scuola è in continuo contatto con le aziende, così può anticipare le loro esigenze avviando corsi “su misura”. “In alcuni casi il 100 per cento degli

studenti trova un’occupazione, in altri il 95 per cento”, spiega Massimiliano Guerrini, presidente di Mita e imprenditore alla guida della pelletteria Almax. Il primo corso è stato lanciato sette anni fa: su venti ragazzi che hanno frequentato il primo biennio diciotto hanno trovato lavoro in griffe di moda e alta pelletteria. Nell’ultima tornata di diplomati, dei quarantacinque studenti che hanno seguito i due corsi in “Tecnico superiore per lo sviluppo e la produzione di articoli di abbigliamento e accessori pelle” e “Tecnico superiore per la nobilitazione degli articoli per la

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moda in pelle”, quarantaquattro lavorano, alcuni per firme come Ferragamo, Prada, Balenciaga, Gucci. Ad aprile iniziano lo stage i ventiquattro ragazzi iscritti al corso “MetaMita”, specializzati nella produzione di complementi metallici, in aziende di Firenze ma anche in ditte orafe con sede fuori provincia. “Il primo anno fu avviato un solo corso, ora siamo a quattro. E quest’anno abbiamo risposto al bando promosso dalla Regione Toscana proponendo quattro nuovi corsi”, conclude Guerrini.

opo il liceo classico e un anno come commessa in un centro commerciale voleva “qualcosa che fosse un compromesso tra lavoro e studio”. Così Melania Albano, 25enne fiorentina, ha scelto il Mita. “Mi sono iscritta nel 2014 al corso di pelletteria”, racconta. Lo stage lo ha fatto nell’azienda Almax e subito dopo il tirocinio è stata assunta con contratto a termine per sei mesi. Poi è arrivato il contratto a tempo indeterminato. “Prima lavoravo nel settore di sviluppo prodotto, a contatto con gli stilisti e le loro creazioni. Ora invece seguo l’avanzamento della produzione, che è più un lavoro di numeri, seguo i vari brand, in particolare Yves Saint Laurent, e mi assicuro che i fornitori abbiano il materiale e le scadenze vengano rispettate”. I.Z.

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A

Matteo Minà prima vista sembrano semplici avvisi, magari di qualcuno che cerca lavoro. Poi, guardandoli da vicino, quei fogli bianchi formato A4 che iniziano a comparire su muri e arredi urbani di Scandicci, sia in versione singola che in sequenza, hanno impressi sopra dei versi, un codice alfanumerico, un logo e un sito internet, quelli del MEP. La sigla sta per Movimento per l’Emancipazione della Poesia (www.movimentoemancipazionepoesia.tk), progetto nato nel 2010 a Firenze e presente oggi in molte città italiane e in alcune capitali europee, come una sorta di franchising dei versi. L’obiettivo del movimento artistico è chiaro già dal nome: far tornare di moda la poesia, tramite (ma non solo) l’attacchinaggio notturno sui muri delle città, mettendo al centro gli scritti di autori non famosi. La scelta delle opere è casuale ed essendo tutti i componimenti su un archivio in rete, quelli di poeti veneti possono apparire sui muri di Reggio Calabria, mentre quelli in inglese spuntare a Firenze. Inoltre, i singoli autori che ne fanno parte e che devono essere attivi nella divulgazione, per statuto (e per ovvie ragioni legali), devono rimanere anonimi e sono riconoscibili solo da una sigla personale che raggruppa tutti i loro scritti, reperibili sul sito internet del Movimento. Seppur nato a

Mettiamo al muro i versi

manifesti di poesia che sono terapia La casa famiglia cresce sul web

pochi chilometri di distanza, in questi anni il MEP non era mai sbarcato a Scandicci. “Non esiste un vero e proprio nucleo cittadino, che di solito viene costituito nelle città provincia (il gruppo fiorentino raggruppa circa una quarantina di persone, dai teenager ai 40 anni di età, ndr), ma siamo arrivati anche qui, visto che alcuni di noi ci abitano”, spiegano a il Reporter quattro componenti, che hanno scelto di restare anonimi. La prima incursione, fatta nel febbraio scorso, ha interessato il centro, in quanto “il nostro obiettivo è dare più possibile visibilità, poi nei prossimi mesi ci concentreremo su altre zone”. I rappresentanti del Movimento proseguono sottolineando che “i versi non sono in nessun

modo offensivi e non siamo mai la prima fonte di degrado di un muro o di un’area, in quanto l’attacchinaggio, fatto con colla ecologica, interessa sempre luoghi già colpiti per esempio da scritte di un graffitaro”. Il MEP non esclude la possibilità di dialogare con le istituzioni, magari per valorizzare alcune zone più grigie come succede già con artisti in giro per il mondo. “Se il progetto rispecchia i nostri ideali, ovvero la valorizzazione della poesia senza scopo di lucro, perché no”. Ma cosa spinge un giovane ad avvicinarsi al MEP? “Di certo la volontà di far tornare la poesia al centro, ma per noi è anche un modo di mettersi in gioco e magari superare un periodo difficile, come una sorta di terapia culturale”.

B

asta un click per aiutare Casa Humanitas, casa famiglia per dieci persone disabili a Badia a Settimo. Sulla piattaforma www.eppela.it è in corso il crowdfunding per sostenere i progetti educativi della struttura ideata dalla Fondazione Ora con Noi: oltre 500 mq, sei camere, cucina e stanze per fisioterapia e attività. C’è tempo fino al 27 aprile per fare donazioni grazie alla campagna lanciata dalla Fondazione Il Cuore si scioglie, online o durante le iniziative organizzate dalla sezione soci Coop di Scandicci. Raggiunti i 5mila euro raccolti, la cifra sarà raddoppiata dalla Fondazione Il Cuore si scioglie G.C.


8 aprile 2018

Gianni Carpini

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rendi i maestri pasticceri di Scandicci, mescolali con i bambini di sette scuole primarie della città e il dessert è fatto. Gli “artigiani” di sei pasticcerie del territorio (Marisa, Le Torri, Laquale, Catania, Aquila, Cafè Momus) entrano nelle mense per spiegare agli alunni le ricette della tradizione, in occasione del progetto “Dolci dolcezze” del Comune di Scandicci. Sono in corso gli ultimi appuntamenti: prima la dimostrazione pratica, poi i bimbi gustano le torte preparate dai laboratori artigianali. Abbiamo intervistato due pasticceri coinvolti durante questo mese.

Lezioni da leccarsi i baffi

I pasticceri salgono in cattedra

CAFÈ MOMUS

Un amore per la torta della nonna Dal cachemire alla chantilly: quando aveva 30 anni è passato dall’azienda di famiglia, specializzata in maglie di lana, al mondo della pasticceria. “Avevo questa passione fin da piccolo”, racconta Carlo Distante, classe 1968, che da due decenni guida il Cafè Momus in via Pisana, a Casellina. Dall’inizio dell’avventura molto è cambiato, ma non il gusto degli scandiccesi. “Quello è rimasto uguale – osserva – oggi però sono sempre più attenti all’aspetto estetico: un dolce non deve essere solo buono, ma anche bello. Ormai i clienti non vogliono neppure un’imperfezione sulla loro torta”. Ride Carlo, che dà il merito del suo successo anche allo staff del Momus, dieci persone. I dolci più gettonati sono millefoglie, profiterole e cheesecake, ma per i bimbi della scuola Marconi ha riservato il suo preferito: la torta della nonna. L’ingrediente segreto? “L’amore: senza è impossibile fare questo mestiere, che è faticoso, non ci sono festività o sabati liberi”.

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E il sogno (dolce) di ogni bimbo

Passione di famiglia. Alla fine degli anni Sessanta, mamma e babbo hanno aperto un bar-latteria, poi i figli Leonardo e Andrea hanno messo su una vera e propria pasticceria, che oggi conta un laboratorio e due negozi, uno storico vicino alla chiesa di Santa Maria e l’altro in via Pascoli. “All’inizio facevamo anche il gelato, quando dissi a mia mamma che volevo smettere per concentrarmi sui dolci, si scatenò una tragedia”, ricorda con un sorriso Leonardo Aquila. “La concorrenza è sempre stata spietata: vince chi punta su qualità e innovazione”. Leonardo va fiero del suo lavoro, “facciamo ancora la crema a mano senza quelle polverine che usano in tanti - precisa - gli ingredienti sono tre: testa, cuore e umiltà”. Il piatto forte è il millefoglie, ma la nuova tendenza è il dolce monoporzione: torte semifredde in miniatura, da cento grammi l’una, con un cuore di mouse o bavarese. Ai piccoli della XXV Aprile propone il profiterole: “la dimostrazione pratica è laboriosa, ma ammettiamolo: il bongo è il dolce che tutti i bimbi sognano”.

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10 aprile 2018

Sveglia, è primavera! Vincenzo D’Angelo

C

on le temperature che si alzano e la pioggia che dà l’arrivederci al prossimo anno, aprile è il mese perfetto per visitare la Firenze “verde” ma anche bianca, rosa, lilla e viola, ovviamente. Il parco di Villa Bardini è sicuramente la prima tappa di questo tour itinerante. Arroccato sulla collina di Montecuccoli, offre una vista formidabile di tutta la città, elegantemente adornata dai meravigliosi glicini e dalle piantine che decorano il giardino all’inglese. E se la meraviglia della natura non basta, all’interno della villa è visitabile una mostra dedicata ai grandi film per ragazzi, dal classico Topolino al giovane maghetto Harry Potter. Non molto distante si trova il Giardino delle Rose che, proprio come il suo vicino, offre una veduta panoramica di Firenze decorata dalle meravigliose rose. Ospita circa trecento varietà, che equivalgono a circa mille rose, e le specie più antiche risalgono anche al 1500. Non solo un giardino, ma un vero e proprio museo en plein air grazie alle opere dell’architetto giapponese Yasuo Kitayama e le sculture in bronzo e due gessi di Jean-Michel Folon, mentre nella vecchia limonaia si tengono interessanti esposizioni di pittura ed eventi. Insieme alle rose, a unire il piazzale Michelangelo in un caldo abbraccio c’è il Giardino dell’Iris, circa due ettari e mezzo, tra scalette e vialetti di pietra, ricchi di Iris barbate intermedie e nane, giapponesi, louisia-

Non solo parchi e giardini, ma veri e propri musei all’aperto, da visitare con il ritorno della bella stagione. Ecco la nostra classifica

á Foto di Francesco Bini na e molti altri tipi. Questo piccolo appezzamento di terra non è aperto tutto l’anno, ma nel mese di aprile spalanca i propri cancelli al pubblico e permette di assistere alla spettacolo della natura, in cui gli iris fioriscono lasciandosi accarezzare dai raggi del sole. E come non citare il Giardino di Boboli? Il vero e proprio polmone verde dell’Oltrarno fiorentino, di estrema bellezza, nonostante le ripide salite e la necessità di indossare delle scarpe molto, molto comode. Dalla stazione di Santa Maria Novella è molto semplice raggiungere il Parco delle Cascine che ad aprile si ripopola di cittadini e turisti alla ri-

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cerca di un piccolo momento di relax, lontani (ma non troppo) dalla frenesia cittadina. Spostandosi a nord di Firenze, teneramente accarezzato dalla Firenze urbana, un altro area verde pulsa di vita. Il Giardino dell’Orticoltura in questi giorni si riempie del caratteristico profumo di erba fresca, che circonda la caratteristica serra in stile liberty e i percorsi botanici. Particolarmente suggestive sono la fontana a forma di serpente situata nell’area orti del Parnaso e il Tepidario, spesso sede di incontri ed eventi, che dal venticinque aprile al primo maggio ospiterà l’annuale Mostra-Mercato Primave-

rile, dove espositori provenienti da tutta Italia incontreranno visitatori e appassionati, e terranno corsi di giardinaggio, potatura e cura dell’orto. La mostra sarà aperta tutti i giorni fino alle diciannove e trenta, ingresso gratuito. Una passeggiata lungo l’Arno è un ottimo modo per concludere questa particolare giornata. Basta allontanarsi un po’ di più da Ponte Vecchio per raggiungere la zona verde del lungarno Aldo Moro, ricca di chioschi e locali all’aperto che, con l’arrivo della bella stagione, riposizionano sgabelli e sdraio sulle sponde del fiume portando un po’ di “tropical vibes” in città.


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Gianni Carpini

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e il vento tira da nord-est, lo “scudo” dell’Appennino fa da ombrello, ma se la perturbazione arriva dal mare, a Firenze sono giornate bagnate. D’estate, invece, la “conca” non lascia respiro, con temperature roventi. Questi, in soldoni, gli aspetti che stanno dietro ai fenomeni meteo più frequenti dalle nostre parti. Sempre più spesso assumono caratteristiche fuori dal comune: neve a inizio marzo, anni a secco d’acqua seguiti da mesi con pioggia a catinelle. Cosa sta succedendo? “Si va inequivocabilmente verso un riscaldamento del pianeta e un aspetto che caratterizza i cambiamenti climatici è di avere un clima decisamente più variegato”, spiega Roberto Vallorani, previsore del Lamma, laboratorio di monitoraggio meteorologico della Toscana. “C’è una maggiore ricorrenza di eventi ‘estremi’: una maggior frequenza di periodi siccitosi, di precipitazioni intense e perciò è più comune l’alternanza di anni siccitosi a periodi piovosi”. Quindi l’adagio popolare secondo cui “non esistono più le mezze stagioni” è vero? Non del tutto, risponde l’esperto. “Anche le stagioni sono più variegate, le differenze tra una e l’altra sono meno evidenti”. Così può capitare un autunno gelido come un inverno (è successo a novembre) e una primavera che all’inizio si confonde con la stagione fredda. In questo panorama troviamo la situazione particolare di Firenze. Da una parte l’Appennino fa da scudo, proteggendo la piana di Firenze, Prato e Pistoia dalle perturbazioni che giungono da nord-est, ma il tallone d’Achille è sull’altro fronte: siamo esposti alle perturbazioni che provengono dal mare “quelle che portano maggiori

Chi fa la pioggia e il bel tempo Il meteo in parole povere I RECORD

41,3° la massima la scorsa estate

-8° la minima a febbraio

TOSCANA SEMPRE PIÙ CALDA

+1,2°

+2,1°

primavera

estate

+1°

+0,6°

autunno

inverno

+1,6° annuale

precipitazioni – precisa Vallorani perché più cariche di umidità”. Ciò che non arriva dalla costa è la brezza estiva, grande assente durante le ondate di calore della bella stagione, rendendo spesso Firenze una delle città più cal-

de d’Italia. “È collocata in una conca: a oriente e settentrione c’è l’Appennino, a sud le colline del Chianti e a ovest il Montalbano – aggiunge - uno sbarramento per i venti freschi dal mare, che penetrano solo fino l’empolese”.

Smart-previsioni: non sempre l’app te la dice giusta

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ggi sole, tra una settimana pioggia e 12 gradi. Attenzione, le previsioni online e sulle app non sono tutte affidabili allo stesso modo: vanno consultate con spirito critico, avverte chi se ne intende. Quelle più “sicure” coprono i prossimi due o tre giorni, con un’attendibilità intorno al 70 per cento, che diminuisce progressivamente guardando sempre più avanti. Influiscono pure le stagioni: “In piena estate o inverno possiamo talvolta spingerci con una buona attendibilità fino a cinque o sei giorni, mentre nelle stagioni di transizione, come primavera e autunno, può essere difficile fare previsioni anche per il giorno dopo”, osserva Roberto Vallorani del Lamma. Attenzione poi al dove: prevedere condizioni meteo, temperature e millimetri di pioggia tra cinque o sei giorni in una precisa località “è un’eresia, si va oltre i limiti scientifici della meteorologia, una scienza basata sull’incertezza”. Le previsioni più accurate coprono le 72 ore successive e una zona di circa 20-30 chilometri, ad esempio l’area metropolitana fiorentina. G.C.

Dott.ssa Loredana Corda Pedagogista - Mediatore Familiare

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12 aprile 2018

Cono o coppetta purché sia di stagione

Due gelatieri a confronto a cura Gianni Carpini

Lei dice di esser stata portata dall’alluvione (è nata nel 1966) ed è la terza generazione di una famiglia di gelatieri, lui, 37enne italianissimo, ha iniziato come garzone in una gelateria tedesca quando aveva 14 anni e a 25 è tornato in Italia. Intervista alla signora fiorentina dei gelati, Silvana Vivoli, alla guida dell’omonimo locale in via delle Stinche, e al giovane del sorbetto, Antonio Ciabattoni che dal 2008 ha aperto La Sorbettiera in piazza Tasso.

LE DOMANDE 1 QUAL È IL GUSTO A CUI SEI PIÙ LEGATO? 2 COM’È CAMBIATO IL LABORATORIO DEL GELATIERE? 3 GELATO GOURMET O NO? 4 UNA GELATERIA DOVE TI PIACE PRENDERE IL GELATO 5 LE REGOLE D’ORO PER RICONOSCERE UN BUON GELATO 6 CONO O COPPETTA? 7 UN ABBINAMENTO PER LA PRIMAVERA LEGGI LE INTERVISTE INTEGRALI SUL SITO ILREPORTER.IT

Palazzo Vecchio, gusto nuovo

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osa nasconde il boom delle gelaterie? Come riconoscere la qualità? Sono alcuni dei temi della prima edizione di Gelato Revolution: convegni, workshop ed eventi incentrati sulle produzioni artigianali e d’eccellenza. Il 16 maggio Palazzo Vecchio ospiterà gli Stati generali del gelato, per creare un disciplinare comune a tutte le realtà che puntano su qualità e innovazione. Dal 17 al 18 maggio il chiostro di Santa Maria Maggiore sarà il quartier generale della manifestazione con laboratori per i bambini e incontri per i grandi, mentre in tutta l’area fiorentina i migliori ristoranti proporranno piatti a tema gelato. L’iniziativa, con la direzione artistica di Simone Bonini, è promossa da Gola Gioconda. Info: www.gelatorevolution.it. G.C.

SILVANA VIVOLI

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Si dice “si va dal Vivoli per la crema”, ma il gusto a cui sono più attaccata è lo zabaione. Mi ricorda il mio babbo. Diceva: “Questo zabaione me lo balocco con tutti”, cioè se lo giocava con tutti. L’industria alimentare ti aiuta tanto, sta a te darti una regola: sul mercato trovi sciroppi, ingredienti liofilizzati, di tutto di più. Troiai. Io sono integralista: se apri uno spiraglio, poi la finestra si spalanca. Ora va di moda, però è un’idea giusto per far parlare. Hai voglia a dire assaggia questo sorbetto al sedano: poi alla fine torni sempre a crema, cioccolato e pistacchio. Il Ciolli, vicino al cinema Fiorella: è una vecchia latteria, a me piacciono questi gelati che non sono costruiti per la vetrina. Spesso hai una cosa bellina da vedere, poi metti il cucchiaino in bocca e ci rimani male. Diffidare dai colori flashanti, dai gelati gonfi e alti in vetrina anche oltre venti centimetri. Puoi avere il frigorifero più potente al mondo ma questo effetto è dato da emulsionanti e stabilizzanti. Coppetta. Il cono lo “giri sempre a struscio”, non hai mai un gusto ben chiaro, mentre nella coppetta prendi la tua crema o la tua cioccolata. Aspetto a gloria la pesca bianca, bella profumata e delicata. La abbini a qualsiasi altra frutta, a me piace anche con la cioccolata.


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da buontalenti in poi il gelato è di casa

I á Foto di Sophie Delauw

ANTONIO CIABATTONI

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Il mio cioccolato fondente 75 per cento, che chiamo catrame: la prima volta che lo feci sbagliai qualche calcolo e venne fuori un putiferio, sembrava veramente catrame. È rimasto il nome, la ricetta è stata rivista e corretta. Sono cambiate le tecnologie, come anche le tendenze dell’alimentazione, con una ricerca verso il salutare e gusti particolari, ma alla fine la tecnica di base rimane quella. Essere gelatieri è uno stile di vita: non lo si è per caso, ma per passione. Sono favorevole, nei limiti del possibile: ci sono degli abbinamenti un po’ troppo azzardati, talvolta si tende a estremizzare per colpire, dimenticandosi delle ricette base. Mi piace “Il Capriccio” in via Centostelle. È uno dei gelati di Firenze con la migliore struttura, per composizione e bilanciamento. Ne riconosci la freschezza dall’intensità del gusto e dalla cremosità. Se prendi il fiordilatte, devi sentire il sapore del latte, non devi avere una percezione nel palato di grasso e satinato. Vado sempre di coppetta e cucchiaino, riesco a gustarmi il gelato meglio. Il cono però ha il suo perché, ma devi trovare quello giusto che valorizza il gelato. La frutta di stagione, le prime fragole gustose, abbinate al mio classico limone e salvia.

e il festival suona la nona

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iunto alla sua nona edizione, il Gelato Festival è un concorso itinerante che premia i migliori gelatieri e i gusti da loro creati. Ha debuttato a Firenze nel 2010 allargando i propri confini prima nel resto d’Italia, poi in Europa e dal 2017 anche negli Stati Uniti. L’edizione 2018 si apre a Firenze dal 20 al 22 aprile a piazzale Michelangelo: per i fiorentini è un’occasione per scoprire i segreti del mondo del gelato e gustare il carico di bontà di tre grandi food truck con laboratori, eventi e spazi degustazione. Il tour prosegue a Roma, Torino e Milano diventando europeo da giugno con tappe in Germania, Polonia, Inghilterra, Austria fino a settembre, quando rientrerà a Firenze per la All Star, gara dei campioni dal 14 al 16. Per informazioni www.gelatofestival.it F.B.

Fannì Beconcini

l gelato moderno è una rivendicata invenzione toscana, o meglio fiorentina, ad opera dell’architetto e artista Bernardo Buontalenti, che oltre 400 anni fa elaborò una crema refrigerata a base di latte, miele, tuorlo d’uovo e vino aromatizzata con essenze di scorza di arancia, bergamotto e limone inventando il gusto che prende il suo nome, oggi famoso in tutto il mondo. Buontalenti inventò anche la prima macchina per fare il gelato e fu lui il primo nella storia ad inserire nel processo di refrigerazione ingredienti come le uova e il latte. Prima di lui ad un altro fiorentino, un pollivendolo di nome Ruggeri dalle straordinarie doti di pasticcere, va il merito di aver creato il primo sorbetto: il “dolcetto gelato” di Ruggeri piacque così tanto a Caterina de’ Medici che decise di portarlo con sè alla corte di Francia insieme alla ricetta del “ghiaccio all’acqua inzuccherata e profumata”, grazie alla quale il gelato si diffuse in Francia. Oltre quattro secoli dopo, Firenze resta una delle eccellenze in fatto di arte gelatiera: dallo scorso anno, come per i ristoranti, Il Gambero Rosso stila una classifica delle migliori gelaterie d’Italia e Firenze nel 2018 ha ben due attività a cui sono stati at-

tribuiti “tre coni”: si tratta della gelateria Carapina di piazza Oberdan, che prepara gusti come “Castag n a c c i o” e “Olio extrave rg i ne di oliva toscano”, e della Gelateria della Passera, che si trova n e l l ’o m o n i m a piazza ed è famosa per gusti speciali come la “Crema ai sette profumi” con cannella, anice stellato e chiodi di garofano. Senza coni prestigiosi ma provviste di molti gusti, sono altre rinomate gelaterie fiorentine: tra le più apprezzate spiccano le storiche Badiani, Vivoli, La Carraia, De’ Medici, insieme a recenti aperture come Il barroccino in via Torre degli Agli, Mordilatte in viale D’Annunzio, Dona Malina in via Pacinotti e giovani conferme come Grom e Edoardo in zona Duomo, tutte all’insegna dell’artigianalità e della qualità. L’elenco completo sarebbe lungo, ci scusiamo con le numerose gelaterie che pur meritevoli mancano nel nostro parziale resoconto, il consiglio è iniziare con la bella stagione a fare tappa in ognuna delle gelaterie fiorentine per stilare la propria personale classifica: l’elenco è lungo e variegato, al cioccolato o all’amarena ce n’è davvero per tutti i gusti.


14 aprile 2018

I

Tiziana Alma Scalisi

l volontariato rappresenta uno dei tessuti fondamentali di cui è costituita la trama della cultura italica, un vero e proprio fiume di energie che attraversa tutto il nostro territorio nazionale. La giornata mondiale del volontariato (International Volunteer Day) si festeggia ogni anno il 5 dicembre e fu istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1985. Il volontariato in Italia si è storicamente, sin da subito, innestato su tre grandi tradizioni: cattolica, socialista e liberale, ma il mondo del volontariato è estremamente eterogeneo e soprattutto in continua evoluzione. Il volontariato rappresenta una risposta trasversale in molti ambiti: dall’ambiente, allo sport, alla protezione civile, alla sanità, alla promozione dei diritti, al sociale, al volontariato internazionale. In Toscana si contano circa 270mila volontari, 3400 associazioni di volontariato, 2557 associazioni di promozione sociale e 580 cooperative sociali (Dati novembre 2017 Cesvot - Centro Servizi Volontariato Toscana), numeri in continua evoluzione se si pensa che ogni anno si registra un aumento di circa il 10%. In Toscana la maggior parte delle associazioni di volontariato (1114 per la precisione), si occupa di problemi legati al sociale: dall’aiuto ai minori in difficoltà, alle famiglie, agli anziani, alle persone disabili e agli immigrati. Ecco alcuni dati forniti dal Cesvot e che ben fotografano il mare magnum del terzo settore: le associazioni attive nel sistema del welfare toscano

la carica dei 270mila volontari toscani sono circa il 74% del totale, il 47,4% ha convenzioni con gli Enti pubblici, il 51% è di piccole dimensioni (meno di 20 volontari), il 71,3% delle associazioni di volontariato dichiara una matrice aconfessionale, il 48,6% è nata tra i 5 e i 14 anni fa, il 39% è nata da più di 15 anni e il 12,6% è nata tra 1 e 4 anni fa. Oltre all’ambito sociale, dal 2011 si registra un incremento anche di quelle associazioni che si occupano di cultura, ambiente, tutela dei beni culturali, migranti e protezione civile. I volontari delle associazioni hanno mediamente un’età compresa tra i 30 e i 54 anni, il 52% ha un’occupazione fissa, quasi la metà sono donne (46%), ma a partire dalla metà degli anni ‘90 si registra un au-

mento delle organizzazioni in cui la componente femminile è prevalente (che costituisce cioè oltre il 50% dei volontari). I volontari giovani sono in maggioranza studenti universitari tra i 19 e i 24 anni. A tale riguardo lo scorso 12 gennaio l’Università di Pisa e il Cesvot - Centro Servizi per il Volontariato della Toscana hanno firmato un protocollo d’intesa quinquennale per sensibilizzare gli studenti promuovendo una loro partecipazione attiva alle iniziative del volontariato sul territorio. Anziani e giovani sono presenti soprattutto in associazioni di piccole dimensioni, mentre nelle organizzazioni medie e grandi è più consistente la presenza di volontari con età tra i 35 e i 55 anni.

L’associazionismo femminile ha una marcia in più

I

n Toscana su 280 associazioni che promuovono servizi e attività a sostegno delle donne, sono ben 80 le associazioni di donne (banca dati Cesvot). “Le organizzazioni di volontariato dove la componente femminile è prevalente – scrive Andrea Salvini coordinatore gruppo di ricerca per conto di Cesvot - mostrano una più evidente combinazione dei caratteri tipici della ‘modernità’ (il dinamismo e l’innovazione, il fare rete, la vicinanza istituzionale) con quelli della ‘originarietà’ (la tensione etico-politica) dell’azione volontaria, producendo così modelli di volontariato non polarizzati, ma armonizzati in nuove combinazioni e soluzioni”. L’associazionismo femminile ricopre molti settori: dal sostegno alla maternità, alla promozione della salute, ai diritti, ai corsi di scrittura, all’assistenza legale etc. Inoltre quando le donne si occupano di volontariato, lo fanno dedicando a questa attività maggiore impegno in termini di tempo: le donne dedicano al volontariato 18,5 ore contro le 15,4 degli uomini (dati Istat). T.A.S.

I numeri

U

n’analisi più accurata del territorio fiorentino offre alcuni spunti di riflessione sull’andamento e sulla natura profondamente sociale del fenomeno associazionismo autoctono. Ecco i dati (Fonte Cesvot). Nella delegazione di Firenze si contano 683 associazioni: 377 si occupano del sociale, 163 sono attive nel settore sanitario, 154 in ambito culturale, 115 nel socio sanitario, nel settore ambientale 63, 59 impegnate nella protezione civile, 65 nella tutela e promozione dei diritti e 49 si occupano di volontariato internazionale. Considerando i dati da un punto di vista regionale il quadro della dinamica non cambia volto soprattutto nelle prime tre posizioni: 1114 sono infatti le associazioni nel sociale, 982 nel sanitario, 364 socio-sanitario, 347 culturale, 235 ambientale, protezione civile 186, 120 volontariato internazionale e 52 tutela e promozione dei diritti. Firenze (dati 2017) si trova al primo posto per numero di associazioni presenti sul territorio, seguono Lucca con 488, Pisa con 339, Siena 321, Livorno 308, Arezzo 307, Pistoia 262, Grosseto 229, Prato 189 e Massa Carrara con 165 associazioni. T.A.S.


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Cos’è il Sisma Bonus? Ecco i nuovi incentivi statali Barbara Palla

D

al 22 marzo 2018 sono entrate in vigore le nuove norme tecniche per le costruzioni (NTC) in zona sismica. Una legge nazionale, nata più di dieci anni fa in Toscana, che prevede ingenti finanziamenti pubblici a disposizione di tutti per l’adeguamento antisismico degli edifici costruiti prima del 1982. Le prime NTC furono approvate nel 2008, sull’esempio della legge regionale toscana del 1997 nella quale si prevedeva una serie di interventi di prevenzione e riduzione del rischio sismico in particolare nelle zone appenniniche. Dieci anni e quattro disastrosi terremoti dopo, la revisione su scala nazionale delle NTC, grazie a un approccio realistico e alle buone pratiche toscane, intende cambiare lo spirito con cui si affrontano le emergenze: investire per prevenire. Nella nuova legge sono previste varie tipologie di azione come l’intervento locale su criticità specifiche, l’adeguamento o il miglioramento, che permettono di mettere in sicurezza gli edifici con criteri diversi per ogni struttura e con maggiori livelli di accuratezza. A Firenze, pur non essendo una zona molto sismica, la maggioranza degli edifici, comprese le zone più recenti come Coverciano o l’Isolotto, è stata costruita prima del 1982, quando ancora non esistevano norme antisismiche vincolanti. Insieme all’approvazione di questa legge sono stati stanziati circa 11 miliardi di euro di “Sisma Bonus” grazie ai quali le spese sostenute vengono rimborsate fino all’80% in un periodo di 5 anni (periodo dimezzato rispetto alla precedente normativa). Al Sisma Bonus possono accedere tutti i proprietari immobiliari, previa valutazione di un professionista, sia esso un architetto o un ingegnere. Nella nuova norma non vi è però l’obbligo di intervento, per cui ognuno è libero di non usufruire degli incentivi statali, a proprio rischio (e degli altri). Forse per questo motivo chi usufruisce del Sisma Bonus è

Come ristrutturare casa, rendendola più sicura

una parte minima della popolazione. Gli incentivi a disposizione sono infatti ancora più di metà. Un motivo in più per pensarci.


16 aprile 2018

Eventi, food e cultura Non è un circolo per vecchi Daniele Mu

C’

era una volta la militanza politica, fatta di manifestazioni di piazza e di riunioni nei circoli. E oggi? Cosa è rimasto di un mondo che sembra lontano anni luce? Qual è lo stato di salute dei circoli in città? Lo abbiamo chiesto al Comitato Arci di Firenze. “Abbiamo circa 42 mila soci, numeri che evidenziano il radicamento nel territorio della nostra realtà”, ci dicono. Certamente l’età anagrafica dei soci è cambiata: del resto l’Italia è un Paese sempre più anziano. “Circa la metà ha più di 60 anni, ma c’è stato un incremento notevole dei tesserati sotto i 40 anni”. Merito, questo, delle tante iniziative culturali e ricreative che i circoli svolgono, dalla letteratura

all’arte, dal volontariato alla musica passando per lo sport e la ristorazione. “Il contesto di oggi non è lo stesso di vent’anni fa”, prosegue il Comitato. “Si sono allentati i legami con le forme tradizionali della politica ma, proprio per questo, si è rafforzato il ruolo dei circoli come promotori di una cultura diversa rispetto a quella di massa”. Una cultura fatta di valori quali la solidarietà, l’uguaglianza e l’antifascismo. In una società sempre più individualista e indifferente, ecco che si (ri)afferma la centralità sociale dell’associazionismo, vera e propria palestra di cittadinanza: “I circoli rappresentano luoghi fondamentali di partecipazione e volontariato, nei quali si gettano le basi per una società inclusiva, aperta e solidale”. Insomma: guai a considerarli solo una cosa da vecchi!

“Il fascismo è morto”

Il 25 aprile del 94enne Agresti

S

guardo sicuro, viso infossato, schiena ricurva sotto il peso dell’età. Eppure Leandro Agresti, classe 1924, ha le energie di chi ha ancora tanto da dire e da dare. Le energie di chi ha visto l’orrore in faccia e l’ha combattuto in prima linea,

da partigiano. “Non avevo alternative”, ci dice nel suo studio all’SMS di Rifredi. “Sono nato in una famiglia antifascista. Mio padre venne più volte picchiato e torturato, tanto da rimanere cieco. A 14 anni entrai a far parte del soccorso rosso e pochi anni dopo mi unii alla Resistenza”. I ricordi si affollano nella mente di Leandro, che ha visto cose inimmaginabili. “Potrei parlare per ore della paura che provai quando imbracciai per la prima volta un fucile. O dell’adrenalina degli scontri a fuoco. Oppure dell’orrore e della sofferenza nel veder morire i tuoi compagni, uno dopo l’altro. Ma il ricordo più vivido che mi porto dentro è un altro: il bacio della mia fidanzata, che lasciai per unirmi ai partigiani, quando la rividi dopo la liberazione di Firenze”. Da allora, Leandro ha speso tutta la sua vita per mantenere vivo il ricordo di quanto accaduto, affinché certe atrocità non si ripetano più. E sul futuro non ha dubbi: “Il fascismo è morto. La Repubblica italiana è antifascista, così come la Costituzione. Sono ottimista verso il futuro e fiducioso nei giovani che incontro nelle scuole. Tutti insieme dobbiamo continuare a lavorare per la democrazia e la libertà”. È questo, in fondo, il senso del 25 aprile. D.M.


ilreporter.it 17

Costanza Tosi

G

iovani, innovativi e promettenti: sono due i progetti premiati da SmArt and Coop, iniziativa nata per sostenere l’avvio di nuove imprese cooperative nell’ambito del turismo e della cultura, grazie a Fondazione CR e Legacoop Toscana. “L’idea di costruire una cooperativa di musicisti potrebbe essere una modalità per dare stabilità al progetto” dichiara Nima Keshavarzi, portavoce di uno dei due vincitori, La Filharmonie, pensato come serie di eventi musicali in grado di valorizzare il territorio. “Ci ha spinti la passione per la nostra regione” dichiara Marco Orazzini, portavoce di Tuscany Wanders, gruppo organizzato di guide escursionistiche. Monumenti, musei, opere architettoniche, chiunque decida di fare un salto in Italia senza dubbio sceglierà di fermarsi nella culla del Rinascimento. Tra i musei fiorentini fiumi di persone provenienti da tutta Europa ammirano da sempre le bellezze della città di Dante contribuendo a registrare, di anno in anno, numeri in crescita per il settore del turismo, senza dubbio considerato il settore di maggior rilevanza per l’economia toscana. Secondo l’analisi presentata dal Centro Studi Turistici, in occasione del convegno “Il turismo cresce, Firenze cambia” la spesa dei turisti è stimata in oltre 2 miliardi di euro all’anno, con circa 12.000 attività coinvolte per oltre 19.000 posti di lavoro. Da qui l’idea di creare opportunità lavorative per under 40 e sfruttare proprio questo settore. Il progetto ha avuto inizio lo scorso agosto, con un’accurata selezione per scegliere le quattro idee più promettenti presentate da piccoli team di giovani. Poi un lungo percorso attraverso il quale i ragazzi hanno appreso le basi per la costituzione dell’impresa cooperativa lavorando in collaborazione con scuole d’eccellenza quali l’Istituto europeo di Design di Firenze e di Impact Hub Firenze. E infine, la proclamazione dei vincitori. “Inaspettatamente abbiamo deciso di assegnare un premio ex aequo. Era importante riconoscere la validità di entrambi i progetti.” Spiega Roberto Negrini presidente di Legacoop Toscana. Dunque entrambi i gruppi riceveranno un contributo a fondo perduto di 10 mila euro che gli permetterà di costituire la propria cooperativa e di iniziare la programmazione delle varie attività già in cantiere. “E’ stato un successo – ha dichiarato il direttore della Fondazione CR Firenze Gabriele Gori – è già in programma una seconda edizione”.

Idee vincenti per creare lavoro: SmArt and Coop premia gli under 40

La Filharmonie

C

onciliare la passione per la musica con l’esaltazione del territorio. Questo è quello che il progetto di ‘La Filharmonie’ cercherà di fare, creando una cooperativa di musicisti a Campi Bisenzio itinerante sul territorio fiorentino. L’hanno chiamata Mappa Sonora la ruota attorno alla quale girerà il loro progetto. Si tratta di una serie di esibizioni musicali in luoghi non attualmente legati a questo tipo di eventi. Un’innovazione nell’ambito del turismo, che permette di unire arte e cultura alla riscoperta di luoghi della città. C.T. â La Filharmonie

á Tuscany Wanders

Tuscany Wanders

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padri del progetto di ‘Tuscany Wanders’ sono un gruppo di cinque guide ambientali escursionistiche. Hanno deciso di rivolgersi agli studenti delle scuole internazionali della città metropolitana di Firenze. Un progetto che utilizza il turismo esperienziale, grazie alla creazione di visite guidate che vogliono connettere i flussi turistici urbani con le comunità del territorio regionale. I percorsi si differenziano tra loro e sono suddivisi in tre grandi aree tematiche: Food, Wild e Weekend. C.T.

SCRIVI AL REPORTER Scrivi al Reporter, la lettera migliore sarà premiata ogni mese con la spedizione di un libro, grazie alla collaborazione con Edizioni Clichy. Questo mese pubblichiamo la replica del nostro collaboratore alla lettera del mese scorso di Claudia Tosi. Signora Tosi, letta la sua lettera le scrivo per scusarmi delle dimenticanze da lei citate. Non voleva essere il nostro un lavoro di selezione per meritocrazia ma ahimé, per questioni di spazio capita che succeda di dover lasciare qualcuno escluso. Certo il non aver citato Nuti resta un errore, e questo è, imperdonabile. Spero vivamente che quantomeno il resto dell’ articolo l’abbia fatta sorridere. Ripeto, non volevamo essere esaustivi ma suggerire un

percorso lungo decenni suggerendo atmosfere più che dati storici. Forse in questo ho finito nell’aver peccato di leggerezza. Rocco Gurrieri Le lettere vanno indirizzate a redazione@ilreporter.it


18 aprile 2018

Creatività e artigianato: dal Vietnam alla Fortezza e ritorno Giulia Luchi

P

rimavera a Firenze significa tanto artigianato e fai da te e la Fortezza da Basso come sempre la fa da padrona tra l’82° Mostra Internazionale dell’Artigianato, dal 21 aprile al 1° maggio, e la decima edizione di Florence Creativity, dal 10 al 12 maggio. Entrambi i festival portano in mostra il bello e ben fatto dell’handmade italiano e internazionale con un mix tra nuove tecnologie e antichi saperi. La più antica fiera artigiana d’Italia, ospiterà oltre 800 espositori provenienti da tutto il Paese e da 50 Paesi esteri. La mostra dedica ampio spazio a prodotti fatti a mano, bellezza e benessere, design, riciclo, riuso creativo ed eco design. Il Paese straniero ospite d’onore dell’edizione 2018 è il Vietnam e sarà un vero e proprio viaggio attraverso le eccellenze, le tradizioni e l’affascinante storia millenaria. Sarà presente anche tanto artigianato artistico cinese, proveniente da Shangai e dalla regione del Sichuan. In occasione della Mostra dell’Artigianato sarà lanciata la piattaforma B2B Italian Crafts Accents, creata da Firenze Fiera in collaborazione con Artex e con il supporto della Regione Toscana, in cui professionisti artigiani e giovani designer di talento potranno esporre virtualmente i propri lavori e incrociare buyers provenienti da tutto il mondo. L’artigianato rappresenta, infatti, un fattore trainante per la produzione italiana, pesando circa il 10 per cento del PIL. Grande spazio anche al food: da non perdere “Le Delizie di Leonardo”, lo spazio eclettico creato dal celebre enogastronomo fiorentino Leonardo

Romanelli, con incontri, racconti, dimostrazioni che affiancheranno i vari protagonisti della kermesse golosa. In programma anche cooking show di chef stellati come Riccardo Monco dell’Enoteca Pinchiorri e Filippo Saporito de La Leggenda dei Frati; ma anche workshop di cucina con, tra gli altri, Dario Cecchini, il macellaio poeta di Panzano. Florence Creativity, al via la settimana successiva, punta tutto sulle arti manuali e l’hobbistica, affiancando la mostra a numerosi corsi e dimostrazioni pratiche. Una grande vetrina dove trovare e acquistare di tutto: dai tessuti ai filati, al materiale per il cucito creativo, l’home decor, ma anche bijoux, scrapbooking, patchwork, tutto per il ricamo, decorazione, attrezzatura per hobbisti e mercerie creative.

a scuola di profumi: oltre al naso c’è di più

Per diventare “naso”, maitre parfumeur, o come dir si voglia, non basta avere un ottimo olfatto ma è necessario anche intuito, immaginazione, creatività e una solida formazione, per questo nasce il laboratorio e concorso “I Profumi di Boboli”, in collaborazione con Confartigianato. 7 sabati, 50 ore, da aprile 2018 a gennaio 2019 per trasformare una passione in una professione. Il tema della terza edizione del laboratorio, sarà il “profumo di pioggia”. Da poco si è conclusa l’edizione 2017 che ha visto vincitrice Anna Rita Ranieri con la realizzazione della miglior fragranza inedita e originale. Il profumo in questione sarà prodotto, in edizione limitata, da Spezierie Palazzo Vecchio in 60 flaconi e presentato nel negozio di piazza Signoria. Il progetto punta allo sviluppo di nuovi processi e prodotti eco-sostenibili e consapevoli, promuovendo una maggiore sensibilità verso le tematiche ambientali da parte dei creatori di profumo ed incentivando la realizzazione di prodotti di origine naturale certificata. G.L.


ilreporter.it 19

Vinile batte Youtube 33 giri a zero I

Leila Zoia

l vinile è tornato! Rispolverate i giradischi e ricordate l’emozione che si prova nell’estrarre il disco dalla copertina, appoggiare la puntina di diamante sul bordo e assaporare l’attesa prima che parta la prima nota. E’ forse l’autenticità che sta nell’imperfezione, quel fruscio che è quasi rumore, che dona quel fascino al suono caldo e avvolgente del vecchio disco. Tant’è che il vinile è in forte trend positivo con quasi 10 milioni di euro di ricavi, una crescita del 52% e una quota del mercato discografico che in tre anni è passata dal 3% al 6%, come dimostrano i dati della Federazione Industria Musicale Italiana. Il successo starebbe nell’alleanza strategica tra la “musica liquida” in streaming e il vinile. Racconta un negoziante di Firenze: “I ragazzi ascoltano l’album online e poi vengono qui ad acquistarlo disposti a spendere un po’ di più per concedersi la qualità superiore che un vinile può consentire”.

Il 21 aprile saranno proprio i negozi di dischi i protagonisti del Record Store Day, evento mondiale che ha preso piede anche in Italia. Per l’occasione i negozi ospiteranno performance, show case, DJ set, concerti e happening. Sono previste anche delle nuove uscite in corrispondenza

della data: dai Led Zeppelin, ai Pink Floyd, da Mina, al brano inedito “Migranti” di Francesco Guccini. I molti negozi di dischi di Firenze nascondono un patrimonio di cultura, rarità e fascino. Ognuno con le sue peculiarità: alcuni aperti da quasi mezzo secolo, alcuni dagli

anni ‘70 e altri più recenti. I negozianti che scommettono su questo settore si reinventano continuamente con molta intelligenza. Vendono, ad esempio, anche oggetti legati alla musica come le birre con i nomi dell’Opera, dalla Carmen alla Bohème, oppure ospitano incontri e concerti. Spinti dalla passione che riescono a trasmettere anche al cliente - danno i giusti consigli per scoprire generi nuovi e particolarità ricercate. Non dimenticate di farvi raccontare gli aneddoti, come ad esempio quello legato alla famigerata copertina dell’album dei Beatles “Butcher cover”, censurata nel 1966, che oggi vale 1500 euro. Sarà una moda passeggera o il vinile risolleverà le sorti della discografia mondiale? Chi lo sa…e pensare che, di revival in revival, stanno tornando anche le musicassette, che ci ricordano molto il periodo del walkman. Giocando con la combinazione dei colori delle varie componenti- dalle rotelle, al nastro- le cassette possono essere considerate dei veri e propri pezzi di design.

Aperitivo

18:00 – 21:00

Colazione

7:00 – 11:30

Pranzo

12:00 – 15:00

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non facciamoci sorprendere dall’estate: le mete per una vacanza in famiglia Valentina Veneziano

didattica povera, anzi francescana

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iaggiare apre la mente e ci permette di scoprire quei lati della nostra personalità che sono spesso nascosti dal ritmo della quotidianità. Farlo con i bambini può arricchirci di momenti unici e regalarci tante avventure da ricordare. Aprile è il mese in cui iniziamo a programmare e a sognare l’estate con la famiglia e quindi quali sono le mete in cui andare? Partiamo dall’Italia. Sono tante le famiglie che amano la montagna. In val di Fassa, situata nel Trentino nord-orientale, i bambini possono divertirsi con la caccia al tesoro e le gite, mentre le neomamme possono dilettarsi nei percorsi con passeggino. Chi non vuole spingersi fin lassù, può optare per l’Abruzzo che offre tante attività. Se amate il mare, la riviera romagnola è il paradiso dei piccoli con le spiagge attrezzate ma l’Italia, lo sappiamo, è colma di bellissime località balneari. Allontaniamoci dall’Italia per andare alla scoperta di mete originali che potrebbero far impazzire grandi e piccoli. Ad esempio in Svezia per visitare il “Mondo di Astrid Lindgren” a Vimmerby dove la scrittrice di

L’

Istituto comprensivo Don Milani di Tavernelle e Barberino Val d’Elsa sperimenta la didattica francescana, in particolare partecipano i plessi dell’infanzia di Sambuca, Barberino, Marcialla e Vico. Per la prima volta si testerà una nuova metodologia educativa che riflette sul tempo, lo spazio e i percorsi sperimentali legati alla pedagogia povera. Perché? Per il desiderio di un ritorno alle cose semplici, ai ritmi lenti, all’attenzione verso le relazioni umane e al contatto diretto con l’ambiente. V.V. Pippi Calzelunghe è cresciuta. È una perfetta ricostruzione delle ambientazioni dei suoi libri. In Danimarca per “Legoland”, il più antico parco della catena dove sono riprodotti, in scala, celebri monumenti con i mattoncini in plastica Lego. È perfetto per i più piccoli per-

buon compleanno meyer

I

l Meyer, uno dei primi ospedali in Europa dedicato ai bambini e un punto di riferimento per la cura e l’assistenza dei più piccoli, ha compiuto 127 anni. Ha festeggiato, durante l’open day “Il Meyer per amico”, con una festa ricca di momenti di gioco, laboratori e sorprese come la presenza di un velociraptor. Protagoniste quest’anno le storie delle persone che vivono e popolano l’ospedale, raccolte in una mostra fotografica dedicata ai pazienti e a tutta la sua comunità. V.V.

ché le attrazioni non sono estreme come quelle di altri parchi. In Inghilterra per le spiagge ampie e libere, i panorami mozzafiato e l’ottimo fish & chips. Un viaggio imperdibile in cui possiamo sfruttare la presenza di ottime case baby friendly con giardino e ammirare paesini a

misura d’uomo dalle porte colorate. Per i più grandicelli c’è la Foresta di Sherwood, vicino Nottingham, che custodisce la Major Oak, la quercia che secondo la leggenda era il covo di Robin Hood (dal 27 agosto al 2 settembre ritorna il “Robin Hood Festival”).


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CULTURA

22 aprile 2018

Ludovica V. Zarrilli Ha ancora senso il Galateo nell’epoca di Facebook e degli smartphone? Se lo sono chiesto la scrittrice ed editor Silvia Columbano e i giornalisti Matteo Minà e Filippo Passananti e la risposta unanime è stata un sonoro “sì!”. La prima ha dato alle stampe “Galateo e bon ton moderno (ma non troppo)” (Franco Cesati Editore), i secondi il “Galateo del terzo millennio” (Guido Tommasi Editore), due riletture del testo di Giovanni della Casa godibili e contemporanee che svelano come affrontare le buone maniere al giorno d’oggi.

LE DOMANDE 1 IL GALATEO È... 2 CHI ELEVERESTI A SIMBOLO DEL GALATEO CONTEMPORANEO? 3 SE INCONTRASSI UN MARZIANO PER LA STRADA, COME GLI SPIEGHERESTI LE BUONE MANIERE? 4 QUAL È L’ABC DELLE BUONE MANIERE? 5 SE GIOVANNI DELLA CASA, A BORDO DI UNA MACCHINA DEL TEMPO, PIOMBASSE SENZA PREAVVISO NEL CENTRO DI FIRENZE, COME LO ACCOGLIERESTI? 6 UN CONSIGLIO AI LETTORI DEL REPORTER PER FARE BELLA FIGURA IN OCCASIONE DI 1) UN APPUNTAMENTO DI LAVORO 2) UNA SERATA DI GALA

Galateo? Sì, ma contemporaneo Silvia Columbano

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Una di quelle cose che noti se manca. E, se invece c’è, avvicina le persone, dispone positivamente verso l’altro. Se penso al bon ton, inteso come eleganza e garbo, ma anche stile e carattere, penso a Grace Kelly, Giovanni Agnelli, Audrey Hepburne. Mi presenterei, lo porterei a bere un caffè, direi “buongiorno” e poi “grazie”; gli farei fare un giro in bus: farei scendere i passeggeri prima di salire su. Modererei il tono della voce e gli racconterei della Terra, senza tenere lezioni. Gli direi “queste le chiamiamo buone maniere”. E lui forse direbbe che esistono anche dalle sue parti, con un altro nome. L’abc è racchiuso in tre parole “grazie”, “buongiorno”, “scusa” e nei cinque sensi: avere naso (e emanare un buon odore), tatto, gusto, essere un buon osservatore, saper ascoltare. Lo porterei alle Giubbe Rosse. E gli racconterei di un gruppo di intellettuali - i futuristi - che nel Novecento hanno inventato un galateo tutto loro, secondo cui coltello e forchetta andavano banditi. 1)Mai eccedere con i complimenti, essere educati non vuole dire essere accondiscendenti. Esponiamo le nostre idee con garbo, ma con decisione. 2) Seguire la stella polare di Della Casa: la moderazione. Un abito semplice e un solo accessorio.

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Matteo Minà

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Un modo di vivere, basato sul rispetto degli altri. Certamente, non le regolette su come si apparecchia una tavola. I dieci ambasciatori che abbiamo scelto nei vari settori della società. E.T. telefono Della Casa (Giovanni). Battute a parte, cercheremo di spiegare chi siamo noi e contemporaneamente proveremo a capire chi è lui. È l’operazione preliminare dell’empatia professata da Della Casa. Le regole evergreen sono: non mettersi mai in mostra nell’abbigliamento, nel comportamento e nel portamento, ascoltare più che parlare, mai giudicare. Della Casa non si presenterebbe mai all’improvviso senza farsi annunciare. E poi di certo prenderebbe una bella multa per aver violato la ZTL con la macchina del tempo. Non abbiamo dubbi: lo inviteremmo all’Enoteca Pinchiorri. La chef e co-fondatrice, Annie Féolde, sarebbe capace di farlo sentire a casa anche nel Terzo Millennio. Comportarsi in maniera disinvolta, mostrando un bel sorriso, senza mai esagerare. In particolare, in ambito lavorativo, studiare prima l’interlocutore e il suo business per non apparire impreparati o superficiali.

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CULTURA

quando il cinema non è al cinema Rocco Gurrieri

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on ci sono solo cinema che chiudono a Firenze, ci sono anche luoghi che cinema non lo sono ma vantano un pubblico di appassionati per proiezioni gratuite. È bello vedere un locale o una libreria gremita di persone raccolte per vedere un film, perché quello è il momento in cui realizzi che l’interesse c’è. E ti chiedi se il problema sia il rincaro dei biglietti (non poi così eccessivo nonostante vi ricorriamo spesso come giustificazione oggettiva alla nostra mancata presenza in sala) o l’assenza di una programmazione valida. Non d’essai, non forzatamente intellettuale ma bella, punto. Così risponde ad esempio la libreria Todo Modo, che propone in collaborazione con il collettivo “In fuga dalla bocciofila” una serenissima scelta di titoli di autori quali Terence Malick, Ettore Scola, Michel Gondry, Steven Spielberg e molti altri. Anche il caffè letterario “Le murate” sfodera ottimi nomi proiettati su uno schermo decisamente accettabile. Ultimi fra questi “L’onda” di Denis Gansel e il leggendario “Solaris”, capolavoro onirico di Tarkovsky. Il programma è consultabile settimana per settimana sul sito www.lemurate.it. Il discusso C.P.A di Gavinana offre una programmazione variegata che, dopo aver coraggiosamente osato lanciarsi su una selezione di film sovietici, si è riconciliata con l’occidente aprendo una rassegna su Mel Brooks, genio poliedrico e anticonformista. Anche L’SMS di Serpiolle ha in programma una volta a settimana simpatiche serate con apericena seguite da proiezioni gratuite. Ultimo titolo “Le donne del sesto piano” di Philippe le Guay. Il programma è consultabile sul sito www.smsserpiolle.it Ultimo ma non ultimo il ristorante vegano Pappagioia, in via del Ponte Rosso 57/r organizza la rassegna “Aperifilm - Lungometraggi a tema etico

e ambientale” con importanti nomi nel panorama documentaristico come “The Cove” di Louise Psyhoios, “Cowspiracy” (19 aprile) di Kip Andersen e altri.

Circoli, librerie, centri sociali: dove trovare il grande schermo fuori dalla sale

tra amore e violenza il ritorno dei baustelle “L ’amore e la violenza 2” o “Dodici nuovi pezzi facili” è stato annunciato su Facebook da tre trailer in chiave anni Settanta che potrebbero ricordare il mood di un Dario Argento o un Elio Petri dell’epoca. Sempre di pari passo con una ricerca di stile, il trio formato dalla premiata ditta BianconiBastreghi-Brasini sembra intenzionato a chiudere il discorso tematico iniziato poco tempo fa col primo volume. Un disco di canzoni romantiche in tempo di guerra dove la violenza è solo un contesto o in certi casi, una fragilità. Il disco è in vendita dal 23 marzo per Warner Music. I Baustelle con brani come “Veronica N.2” e “Betty” (in lista nel Volume 1) riconfermano la straordinaria capacità di trattare le canzoni come vere e proprie storie, costruendo un geniale mezzo descrittivo per trattare di spaccati sociali con elegante e mai moralista sensibilità. I Baustelle non sono impegnati, sanno parlare alla gente. Descrivono un’epoca, un decadimento in chiave pop dei nostri tempi. Più un certo tipo di disillusione

e disincanto che contraddistingue l’uomo occidentale che una denuncia politica, e questo in fin dei conti resta il loro bello. “L’amore e la violenza 2” tour toccherà Firenze il 16 aprile (28 euro). Il teatro Obihall sarà il palco di questa nuova, romantica e violenta avventura. R.G.


CULTURA

24 aprile 2018

un tuffo nel medio oriente Leila Zoia

L

e zone più calde del mondo raccontate da una prospettiva nuova: quella proposta dal Middle East Now, festival internazionale interamente dedicato al Medio Oriente, che torna a Firenze dal 10 al 15 aprile al cinema La Compagnia, cinema Stensen e altri spazi cittadini. Il festival è tutto da vivere. Un ricco programma di oltre 40 proiezioni, arte, musica e incontri che hanno come filo conduttore il tema “Hashtag#Middleast”, a sancire la centralità della rete, e dell’essere sempre connessi, nei racconti della vita quotidiana di migliaia di persone in Medio Oriente. Ospite del festival la regista palestinese Annemarie Jacir. In anteprima verrà presentata la sua ultima opera: “Wajib” (10 aprile, ore 21). La storia si ispira alla tradizione di consegnare a mano le partecipazioni del matrimonio. Dall’Arabia Saudita arriva il documentario “The Poetess” dedicato

alla attivista Hissa Hilal, divenuta famosa grazie al talent show “Million’s Poet” (15 aprile, ore 15). Ancora dall’Afghanistan “Rockabul” (15 aprile) che racconta le vicende della prima band heavy metal, in un paese in cui fare rock è considerata una pratica satanica. Dal Libano arriva “Soufra” (12 aprile): le avventure di un gruppo di donne che gestiscono con successo una società di catering, nella speranza di un riscatto sociale. Il ruolo della cultura nella ricerca di un futuro migliore, attualità, condizione femminile, omosessualità e terrorismo. Tutti piccoli frammenti di realtà - quelli proposti dal festival- che messi uno accanto all’altro, contribuiscono a restituire la complessità dello scenario e un’immagine plurale di quei territori. Tra gli eventi speciali in programma (13 aprile–31 maggio), la mostra della fotografa, Tamara Abdul Hadi, che con i suoi ritratti dei barbieri più creativi del mondo arabo cattura l’espressione della vanità maschile, tra acconciature fantasiose e barbe per-

fettamente rifinite. Il festival non dimentica inoltre di celebrare il gusto con “Syria: Recipies from Home”: un libro per ricordare ciò che cibo e memoria possono rappresentare per un individuo, o per una famiglia, che tenta di mantenere vivo il ricordo di casa. Il cooking show è previsto il 14 aprile. Anche quest’anno confermato il corso di Arabo con la youtuber teacher Maha Yakoub.

il network sonoro porta il grande jazz in città

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l genere jazz è in costante reinvenzione. Musicus Concentus e Jazz Music Pool hanno deciso di celebrare la creatività di artisti italiani e internazionali per tutta la prossima primavera con Network Sonoro un ricco programma di concerti a Firenze in Toscana. A Firenze, sul palco della Sala Vanni – piazza del Carmine, 14 – si alterneranno artisti che interpretano il jazz attraverso sonorità diverse, nuove e innovative. Per esempio, il 20 e 21 aprile, per le due serate Jazz Prime si esibiranno le migliori 6 band emergenti italiane. Mentre il 27 aprile, sarà Carla dal Forno a portare direttamente dall’Australia il suo jazz in stile dream-pop, soffuso e quasi mistico. Per i curiosi e i cultori del genere, nel programma reperibile online sono disponibili tutti i prossimi concerti e eventi. B.P.

PRONTO SOCCORSO GIURIDICO Il servizio di Pronto Soccorso Giuridico è attivo con l’obiettivo di fornire ai cittadini, tramite operatori giuridici volontari, un primo orientamento giuridico gratutito sui problemi relativi alla convivenza civile e alle controversie che sorgono nella vita di ciascuno di noi: difficoltà matrimoniali, questioni di natura condominiale o immobiliare, locazioni, problematiche ereditarie, necessità di far fronte all’incapacità di un familiare

di provvedere a se stesso. Lo scopo è fornire una prima e pronta consulenza informativa, per valutare assieme i casi in cui è opportuno rivolgersi ad un legale di fiducia. Gli utenti ideali di questo “sportello” sono le persone anziane le quali, vuoi per la difficoltà di farsi ascoltare da chi li circonda, vuoi per la mancanza di dimestichezza con le questioni legali, qui trovano un’ideale punto di appoggio: da ciò l’ubicazione del servizio presso i Centri per l’Età Libera.

Ogni venerdì dalle ore 10.00 presso il Centro Dell’età Libera di via Carlo Bini 5 (tel. 055 4222119) e ogni martedì dalle ore 15.30 presso il Centro per L’Età Libera di Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto n.11 (tel. 055 4361076).


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CULTURA

Badia a Settimo, nuova vita? L’ Laura Piccioli abbazia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo è uno scrigno di tesori e ha una storia molto particolare, le cui diatribe sono giunte fino ai giorni nostri. Nel 1783 infatti, il granduca Pietro Leopoldo decise di smembrare in due proprietà il complesso monumentale, vendendo quasi i due terzi del monastero a privati e lasciando l’altra parte all’Arcidiocesi fiorentina. Da quel momento le sorti della Badia si sono complicate notevolmente in quanto la parte privata, dal valore inestimabile, rimase totalmente abbandonata. Dal 2006 ad oggi sono stati tanti i ministri della Cultura che sono venuti in visita a Scandicci per fare dei sopralluoghi, ma nonostante la famiglia proprietaria della parte abbandonata sia intenzionata a vendere, non sono state trovate soluzioni efficaci. Un paio di novità importanti però ci sono. La prima riguarda il finanziamento di un milione di euro da parte del Ministero dei Beni e delle attività culturali per intervenire con il restauro di alcune zone della parte ecclesiale; la seconda invece concerne il finanziamento da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze

migranti-sandokan al Teatro Studio

Q per la creazione di uno studio di fattibilità e di un piano finanziario per il recupero della parte privata che comprende alcune delle porzioni più importanti dell’intero complesso: il chiostro maggiore, la sala capitolare, lo scrittorio, il refettorio e le cucine, la dispensa e il dormitorio dei monaci. Per quanto riguarda invece l’analisi della parte architettonica, è stata assegnata allo studio associato De Vita e Ulrike Schulze. “Ogni passo avanti che facciamo verso il recupero della Badia di Settimo è un risultato importante per

Per lo studio, la cura, l’assistenza e l’informazione sui tumori cerebrali infantili Via Ontignano, 44 50061 Fiesole [Fi] Tel/Fax 055.695047 Cell. 335.362203 info@tommasino.org www.tommasino.org CF 94078280487 • PI 05090750489 c/c postale 12158531

l’intera comunità – dice il Sindaco Sandro Fallani – l’abbazia è in questo momento un bene particolarmente delicato che necessita di interventi di tutela urgenti e al tempo stesso di decisioni ben ponderate: per questo motivo – prosegue - il nostro impegno si concentra in un lavoro continuo di relazioni e sollecitazioni con tutte le istituzioni e gli enti coinvolti. Il finanziamento, lo studio di fattibilità e prima ancora l’impegno del Presidente della Repubblica sono tra i primi effetti positivi di questo tipo di impegno”.

uindici migranti portano in scena “Sandokan”: attori, ma anche costumisti e scenografi. Al Teatro Studio (www.teatrostudioscandicci. it) il 12 e 13 aprile arrivano le atmosfere de “Le Tigri di Mompracem” di Emilio Salgari, reinterpretate da Zaches Teatro tra recitazione, danza e musica, con la regia di Luana Gramegna. Un naufragio, un amore impossibile per questioni razziali e un popolo costretto alla fuga: i temi del romanzo di fine Ottocento si prestano a una rilettura contemporanea. Lo spettacolo nasce dal laboratorio MigrAzioni#Scandicci che ha coinvolto richiedenti asilo ospitati in città. G.C.


SPORT

26 aprile 2018

Lorenzo Mossani

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 Parola di benzivendolo

orse il momento più toccante della storia della Fiorentina. La morte del suo capitano, nel sonno a soli 31 anni, poche ore prima di indossare la maglia numero 13 contro l’Udinese insieme a quella fascia consegnata a Moena che lo aveva reso così orgoglioso. Aveva deciso di rinnovare il suo contratto a vita con la Fiorentina, perché era intenzionato di restare nella nostra città con la sua famiglia. Voleva aprire un’attività, forse una gelateria. Un’attività normale, semplice, che rispecchiava il carattere di Davide. Uomo vero, ragazzo eccezionale sempre disposto a dare una mano alla sua squadra e alla sua città. Disponibile con i tifosi, con i compagni; forse è scomparso un bellissimo simbolo di un calcio “antico” quello fatto di contratti non faraonici ma di tanto cuore. “A poche ore ore da questa immensa tragedia, sento il bisogno di scrivere un mio pensiero per te Davide. In

a cura di Lorenzo Mossani

ciao capitano questo anno e mezzo che sono alla Fiorentina, ho imparato a conoscerti, ad apprezzarti, tu ragazzo di altri tempi. Sei stato un esempio di correttezza, lealtà e attaccamento alla maglia. Un vero capitano ed io con tutto il mio cuore posso dire senza offendere nessuno che mi sono rivisto in te. Ciao Davide, Capitano, ci mancherai tanto!” Queste sono le parole del grande ex capitano della Fiorentina, Giancarlo Antognoni, che insieme a messaggi di tutto il calcio, ma anche di tutto lo sport di tutto il mondo, ha voluto rendere omaggio all’uomo e al calciatore, Davide Astori. A Firenze toccanti dediche dal rugby, pallavolo, pallanuoto e, forse, sarebbe meglio dire da tutte le discipli-

ne. Davide era diventato il capitano di tutti. Il momento, forse, più toccante è stato quando i giocatori in assoluto silenzio hanno omaggiato Davide davanti al “Franchi”, dove i tifosi in pellegrinaggio avevano lasciato dediche, sciarpe, fiori in ricordo del loro capitano. La Fiorentina tutta compatta con in testa Pioli con gli occhi lucidi e Pantaleo Corvino hanno guardato l’amore di tante persone per Davide e hanno lasciato in quel posto un ricordo indelebile: le maglie autografate di tutta la squadre, delle dediche con i lori personali ricordi e tante lacrime; il loro amico se n’era andato veramente. L’incubo, purtroppo, era vero. Poi si è posata una rosa bianca

la stagione più triste della storia della Fiorentina Eravamo già partiti con la coscienza che sarebbe stata una stagione difficile, ma nessuno poteva immaginare che potesse succedere una cosa così brutta e devastante per i tifosi della Fiorentina, la scomparsa prematura del nostro meraviglioso capitano Davide Astori. Un giocatore che con la sua personalità era riuscito ad entrare nei nostri cuori, un ragazzo meraviglioso che ho avuto il piacere di servire nel mio impianto. Sempre sorridente e disponibile, un atteggiamento da vero signore.Un giocatore che dopo la sconfitta contro l’Empoli anno scorso, nello spogliatoio si arrabbio con tutti i compagni di squadra per la brutta figura, il capitano che chiedeva scusa per tutti. Contro il Borussia in Europa League, dopo l’eliminazione venne sotto la curva a chiedere scusa. La scomparsa di un ragazzo, marito, padre è sempre terribile, quando poi è una figura di rilievo, ha una risonanza importante. Questa per me e credo per molti, sarà ricordata come la stagione più triste della storia della Fiorentina, ci mancherà tantissimo, ciao capitano. #Benzivendolo

e un applauso spontaneo è partito in sottofondo: un ultimo tributo al loro grande capitano. In quel momento alla Società e alla famiglia sono arrivati messaggi di cordoglio da tutto il mondo. Una delle prime società è stata la Juventus. Il calcio unisce, non divide. Poi ancora lacrime al funerale, senza telecamere ma aperto a tutti, per un ultimo abbraccio. Dopo il momento più difficile, scendere in campo. La squadra, da allora, ha giocato con un solo obiettivo, quello di rendere omaggio all’uomo Davide Astori. Ancora oggi, dopo quasi un mese, tutto sembra impossibile; una morte che non ci sta. Davide, comunque, vivrà per sempre nel ricordo di tutti. Ciao Capitano.


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SPORT

corsa, salti e lanci l’atletica protagonista al ridolfi

Nutrita la pattuglia azzurra femminile con Federica Palumbo, Lucia Quaglieri, Carolina Bocciolini la toscana

della Toscana Atletica Empoli Nissan vicecampionessa toscana indoor 2017, Sara Elena Bianchi Bazzi, Alice

Boasso, Virginia Calabrò, Eleonora Ferrero e Sofia Montagna. Inoltre la Multistars Firenze sarà anche un vero e proprio festival dell’atletica perché, come eventi collaterali, saranno contemporaneamente organizzate altre gare di livello internazionale, dove parteciperanno a invito atleti italiani e stranieri di spicco nelle singole specialità, e anche una prova di mezzofondo per gli Amatori. Durante le due giornate di atletica si terranno inoltre gare promozionali per ragazzi e ragazze delle scuole, dei Centri di Avviamento all’atletica, delle categorie giovanili dell’area fiorentina.

Una milonga lunga 5 giorni

á Foto di Oliver Richter

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a regina degli sport torna a parlare fiorentino. Sicuramente non ci saranno i 100 metri, i 200 o i 400 metri ma Firenze potrà ammirare degli atleti completi, dei professionisti capaci di superare ostacoli inimmaginabili per atleti che si specializzano in una sola disciplina. Arrivano, infatti, in riva all’Arno i Multistars. L’onere principale dell’organizzazione se lo è preso in prima persona il Comitato organizzatore della Maratona Internazionale di Firenze e prenderà il nome di Multistars Firenze Atletica. Le gare si disputeranno il 27 e il 28 aprile e naturalmente la sede di svolgimento sarà la “bomboniera” dell’Atletica Italiana, lo stadio di atletica leggera Asics Firenze Marathon stadium, ex Ridolfi, al Campo di Marte. Si tratta di una kermesse dei migliori specialisti mondiali Gael Querin, Marcus Nillson e Ashley Bryant. Molti gli azzurri in gara: Simone Cairoli nel 2015, dopo aver chiuso in testa la prima giornata, aveva agguantato il podio, con 7611 punti (ma il primato personale è del 2016 con 7616 punti). Con Cairoli c’è Michele Calvi, sesto l’anno scorso con 7433 punti (primato personale sempre del 2016 con 7500 punti). Altri azzurri in gara sono Gianluca Simionato, Luca Dell’Acqua e Jacopo Zanatta. Per tutti è il primo test in preparazione della Coppa Europa in programma a luglio in Spagna. Tra le donne spiccano Morgan Lake, Sofia Ifadidou, Vanessa Chefer Spinola, Evelis Aguilar, Alysabeth Felix Boyer, Yara Maksimava e Lindsay Schwartz.

á Morgan Lake

Lorenzo Mossani

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prile è a ritmo di tango. Torna per la sua sedicesima edizione il Tango Festival, dal 25 al 29 aprile in varie location tra Fiesole, Grassina e il Teatro dell’Affratellamento di via Giampaolo Orsini. Un’opportunità unica per gli appassionati del ballo per studiare e approfondire la tecnica con maestri di fama internazionale, ma anche l’occasione giusta per chi vuole iniziare, curiosando per le balere. In questa edizione le lezioni saranno tenute dai maestri Romina Godoy e Pablo Garcia, Marcela Guevara e Stefano Giudice e da Patricia Hilliges e Matteo Panero, fondatori del Tango Club Firenze, che hanno contribuito a far crescere molte comunità di tango sia in Italia che all’estero. “Il Tango Club nasce nel 1999 al circolo delle Caldine – racconta Matteo Panero – che è stata la nostra prima sede, e che ancora oggi ospita milonghe ogni settimana. La sede stabile, quella di via Gemignani è attiva dal 2007. Il Tango Festival invece si tiene dal 2002. Con Pa-

tricia volevamo offrire a tutti gli allievi l’occasione giusta per portare a Firenze ballerini di fama internazionale per arricchire le loro conoscenze”. Come è nata la passione per il tango? “Nel ’95. Ho iniziato per caso. Facevo parte di una compagnia teatrale e il regista voleva fare qualcosa col tango, ma nessuno si offriva. Così mi ha costretto a prendere lezioni e nel ’98 ho conosciuto Patricia in una milonga a Venezia”. T.A.S.

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Lorenzo Mossani

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candicci può essere considerata una città dello sport. Si parte dal settore agonistico: grande eco per volley, calcio e ginnastica, ma grande spazio alle attività più amatoriali e ludiche. Il successo della bocciofila, la ginnastica posturale, non mancano le arti marziali e sopratutto sugli scudi il sociale con lo sport fatto da diversamente abili. Abbiamo intervistato l’assessore allo sport del Comune di Scandicci Andrea Anichini, per dare una visione completa anche sugli impianti. Lo sport a Scandicci sta crescendo, che sensazione le dà? Mi dà grandi soddisfazioni, ma sentiamo una grande responsabilità, perché come amministrazione dobbiamo essere in grado di fornire risposte concrete alle necessità delle associazioni sportive, offrendo impianti riqualificati alle ragazze e ai ragazzi che li utilizzano. In questi anni abbiamo già dato dei segnali concreti: la nuova pavimentazione del palazzetto e la nuova caldaia, la riqualificazione della palestra Socet, il nuovo campo a sette del San Giusto Calcio, ma ancora tanto c’è da fare: quest’anno abbiamo l’obiettivo di ristrutturare l’impianto dello Sporting Arno e del Tennis San Giusto, ma soprattutto non vogliamo più rincorrere le emergenze, ma fare un piano di medio periodo per la riqualificazione di tutti gli impianti e lo vogliamo fare con le società sportive, ascoltando le loro esigenze. Calcio, pallavolo, ginnastica, pattinaggio: qual è il segreto di questa città? Il segreto è la sua storia, in ogni quartiere abbiamo un impianto sportivo e grazie alla grande cultura associativa di Scandicci, riuscia-

Impianti sportivi, lavori in corso Dal nuovo stadio al tennis di San Giusto mo a gestirli e a dare risposte alle esigenze di fare sport. Voglio ringraziare coloro che si dedicano, spesso volontariamente, al mondo dell’associazionismo sportivo che è una delle ricchezze della nostra comunità. Quali i piani per lo Scandicci Calcio? Il nuovo progetto di riqualificazione del Bartolozzi parte proprio dall’idea di smettere di rincorrere le emergenze quotidiane. L’obiettivo è dare una casa allo Scandicci Calcio

á L’assessore Andrea Anichini

all’altezza del grande lavoro che svolgono nel settore giovanile. Il successivo passo sarà capire se il “Turri” ha ancora un senso come stadio comunale, considerato che viene utilizzato tredici giorni l’anno, un’ipotesi futura potrebbe essere quella di realizzare il nuovo stadio al campo del Vingone.


OPI NIO NI

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OPINIONI

ICCHÉ SI MANGIA

ICCHÈ SI DICE BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

LA QUARESIMA A FIRENZE

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Web: artusi.net Facebook: Artusi Firenze Luciano Artusi Artusi Ricciardo

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI

FOOD REPORTER OGNI MESE IN UNA CUCINA DIVERSA A CURA DI LAURA PICCIOLI “Racconti in nuce. Storie di risvegli e vite quotidiane” è il mio nuovo libro – ci racconta Leonardo R omanel l i, critico gastronomico fiorentino – nato dalla volontà di raccontare uno dei momenti più importanti della giornata, ovvero la colazione. Ho raccolto infatti cinquanta storie che hanno come filo conduttore proprio questo momento, durante il quale evidenzio vari spaccati della vita quotidiana di persone molto diverse tra loro. Ho scelto la colazione perché molto spesso diventa quel lasso di tempo che viene penalizzato per mille motivi diversi, eppure, credo che debba essere un momento sacrosanto, per riappropriarsi del proprio tempo. La colazione infatti in questi racconti è puramente un contorno, uno sfondo durante il quale avvengono incontri speciali, si ritrovano degli amori, accadono eventi particolari. Non racconto storie autobiografiche, ma sicuramente in ognuna di esse c’è un po’ di me, che sono un ottimista di natura e che cerco la bellezza in ogni cosa che faccio, nonostante la mia sia sempre una colazione molto frugale: giusto un caffè (senza zucchero), fatto con la moka, perché quel suo profumo che emana riesce quotidianamente a darmi la carica giusta per affrontare la giornata. Altrimenti, se dovessi pensare ad un luogo fiorentino dove prendermi del tempo per una buona colazione sicuramente penserei ad un luogo aperto, magari nel verde della città, come il parco che si trova in via dell’Erta canina: un luogo di pace ed equilibrio dove riuscire a ritrovare se stessi.”

La Chiesa cattolica chiama Quaresima (dal latino quadragesima) il periodo di quaranta giorni precedente la Pasqua, che ricorda quelli trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano da parte di Giovanni Battista. Motivo del significato religioso altamente simbolico della Quaresima, è stato fonte di ispirazione per Valerio Spada (1613-1688) dell’incisione raffigurante, appunto, i giorni della Quaresima. L’artista di Colle Val d’Elsa li rappresenta con gli scalini della gradinata centrale, intervallati da sette basamenti bianchi a simboleggiare le sette domeniche. A destra scene della vita di Cristo, a sinistra e in alto rappresentazioni di vita fiorentina ambientate in Piazza San Marco, Piazza della Signoria, Piazza di San Salvi e, del contado, a San Domenico e Ponte a Mensola. In basso la grande scena allegorica del Carnevale. Questa festosa ambientazione ci invoglia a parlare un po’ di quell’antica festività, detta nell’uso toscano anche “Carnovale”, scansione di tempo che decorre dal giorno successivo all’Epifania a quello antecedente le Ceneri. L’etimologia della parola Carnevale, secondo alcuni storici, deriverebbe da quel vocabolo assai più antico di “Carnasciale” cioè “carne a scialo” consumata per l’occasione in grande abbondanza (in modo particolare a Berlingaccio), unitamente alla voglia di divertirsi e di scherzare. Il motto latino semel in anno licet insanire, sentenziava che almeno una volta all’anno si potesse “impazzire” dalla gioia di vivere ed i Fiorentini, sempre pronti al divertimento ed alla gaiezza spensierata,

aggiungevano che “Di Carnevale ogni scherzo vale”, distinguendo però che le burle fossero lecite e non licenziose in quanto era risaputo che lo “scherzo di mano” era da sempre considerato “scherzo da villano”. Nel gaio periodo di Carnevale venivano organizzati nei palazzi, nelle piazze e nei teatri, specialmente in epoca medicea, grandiose feste da ballo dette “veglioni” in quanto si “vegliava” danzando il minuetto, la carola, o il trescone fino all’alba. Molto partecipati erano pure i corsi mascherati, in carrozza o a piedi, e i cortei di carri allegorici che sfilavano lentamente per le strade sotto un fitto lancio di coriandoli, seguiti da una folla festante fino a tarda notte, rischiarata dal chiarore di numerosi tremolanti lumi, resinose torce e sfavillanti falò che illuminavano tutto “come se fosse in pieno giorno”. Ogni Carnevale, si sa, aveva la sua ebbrezza e le sue tentazioni, per cui le ragazze da marito volevano uscire di casa a tutti i costi, allettate dalla tentazione del travestimento,

per poter far qualcosa di inusuale ed essere totalmente “un’altra persona”: Perché tenerci ognor tanto serrate … cantavano quelle fanciulle, rivolgendosi ai loro familiari per indurli a lasciarle partecipare alla bizzarra festa. Anche le mogli, quasi tutte casalinghe sempre impegnate a sfaccendare per accudire il marito e i figli, nonché affannarsi al lavoro di filatura alla rocca o al telaio, potevano finalmente concedersi un po’ di divertimento, atteso da un anno, per poter evadere, come si direbbe oggi, dalla routine quotidiana. Speravano di godere delle stravaganze di quei giorni per travestirsi, preferibilmente con gli abiti dell’altro sesso e concedersi qualche svago, magari addirittura provocando i rispettivi mariti ai quali cantavano questa filastrocca: Deh, andate col malanno vecchi pazzi rimbambiti, non ci date più affanno, contentiam nostri appetiti … Così tutti cercavano di alimentare quella spensierata gaiezza, tipica della ricorrenza, divertendosi e concedendosi persino qualche libertino amoreggiamento, ben consci del vecchio adagio che recitava: L’amore di Carnevale muore in Quaresima. Il martedì grasso vigilia delle Ceneri, fra i ponti di Santa Trinita e della Carraia, alla mezzanotte, si bruciava in Arno l’allegro fantoccio che rappresentava il Carnevale, segnando così la fine della festa, peraltro annunciata già dalle ore 23 con un suono di campane, dette “della carne”, che annunciava l’approssimarsi della Quaresima con i relativi giorni “di magro” ossia di astensione dal mangiar carne. Fra le fiamme il fantoccio bruciava e con lui ogni impurità del passato, finendo in cenere.


OPINIONI

30 aprile 2018

ICCHÈ C’È LA CITTÀ CHE SI MUOVE E CHE SI MUOVERÀ

LA BOLLA SOCIAL E IL MONDO FUORI

DAVIDE DEIV AGAZZI Ok, elezioni concluse. Soddisfatti? Delusi? A ognuno il suo, va bene tutto. Quello che va meno bene, è il fatto che quelli lì io proprio non riesca a sopportarli. Quelli chi, direte voi. Ma come chi, dai. Quelli. Quelli che la pensano diversamente. Sia prima che dopo il voto, e a seguito della tragica morte di Idy Diene e della serie di manifestazioni più o meno pacifiche che ne sono conseguite, buona parte dei miei contatti Facebook stava scrivendo la stessa cosa: cancello questo e quello perché sono razzisti o, più banalmente, perché non la pensano come me. I social network come Facebook sono fondamentalmente una bolla: ognuno si crea la propria ed è libero – legittimamente – di scegliere chi farci entrare e chi invece sbatter fuori a colpi di clic. La realtà, però, è un’altra cosa. In un senso e in un altro. Mi spiego: se i contatti che ho su Facebook fossero una credibile proiezione della realtà, se li prendessimo a mò di exit poll, la sinistra avrebbe stravinto le elezioni e formazioni come LeU o PaP starebbero festeggiando risultati roboanti, mentre il Pd siederebbe sicuro a capo di una ipotetica coalizione di centro sinistra. Il 4 marzo, come sappiamo, ci ha invece restituito uno scenario completamente diverso. E’ anche vero che, andando a leggere i commenti sotto i pezzi di cronaca delle varie testate online, in particolar modo quelli che hanno per protagonisti dei migranti, sarebbe facile pensare che l’Italia sia stata consegnata a CasaPound che invece, nella realtà, ha riscosso una magrissimo bottino, appena lo 0,9%. Questo facilmente dimostra, a chi

ICCHÉ SI SCATTA UNO SPETTRO CHIAMATO POSTPRODUZIONE PAOLO MATTEONI

ancora non lo avesse capito, l’evidente scollamento tra quotidianità e social network. Nonostante questo, il sentire comune è quello di rimuovere i contatti che non stanno – politicamente parlando – sulla nostra lunghezza d’onda, con l’utilizzo del termine “politicamente” che in questo caso è il più esteso possibile, non limitandosi all’appartenenza partitica o ideologica, ma arrivando ad abbracciare temi di più ampio respiro come il tipo di dieta da seguire, la musica da ascoltare o la tolleranza più o meno applicata verso animali o bambini altrui. E’ vero anche il contrario: qualcuno (man)tiene contatti “sgraditi” come se rappresentassero una sorta di termometro, un telescopio puntato su quel che avviene fuori dalla propria bolla. Si tratta di una minoranza, ma ci sono. Qual è il senso di tutto questo? Quello di plasmarci una realtà il più possibile sagomata sulle nostre forme e preferenze? A che scopo, dato che il mondo fuori dallo smartphone è sempre molto diverso rispetto ad un social e necessariamente più complesso e sfumato? “Già non li reggo dal vivo, figuriamoci sul telefonino”, risponderà qualcuno. Posizione più che comprensibile, sia chiaro, e che io stesso ho adottato più volte. E mi rendo anche conto di come possa esser difficile provare a dialogare su un social network in un periodo storico in cui le cosiddette “basi” dei partiti si comportano più come curve di ultras, che non come cittadini alla ricerca di un’occasione per cambiare le cose: maggiormente interessati all’affermazione della propria idea, che non ad un reale scambio di vedute. Perché nessuno, oggi, sembra intenzionato a cambiar la propria idea, a mettere in gioco le proprie posizioni. E forse proprio qui sta il punto: in un Paese in cui i leader politici hanno smesso di confrontarsi, ognuno perso a portare avanti la propria narrazione, scegliete quella che preferite, ma non smettete mai di confrontarvi con gli altri. E’ quello che segna la differenza tra un pensatore e un suddito.

µFacebook: davide.agazzi Twitter: @deivagazzi

Paolo Matteoni sarà protagonista di una striscia quotidiana di incontri all’interno della Mostra dell’Artigianato (21 aprile-1° maggio) alla Fortezza da Basso, a metà strada tra show e lezioni di fotografia del cibo. Lo troverete nello spazio “Le delizie di Leonardo” tutti i pomeriggi.

Nel mondo della fotografia digitale si è sempre aggirato uno spettro che prima o dopo ha turbato i sogni dei fotografi: la postproduzione, il fotoritocco o come preferite chiamarlo. È una cosa che si fa con il computer, con dei programmi dedicati, che serve a rendere “migliori” le foto che scattiamo. E fin qui tutto bene, parrebbe; il problema è che si è scatenata una guerra fra quelli che sostengono “le foto devono essere pure, così come escono dalla macchina fotografica: il resto è manipolazione della realtà” e quelli che dicono che “la postproduzione è un ulteriore possibilità di sviluppo creativo”. In realtà la postproduzione, o sviluppo dell’immagine, è una cosa che si è sempre fatta. Chi ha avuto esperienza di camera oscura, anche amatoriale, ai tempi della pellicola, sa che si poteva scegliere il grado di contrasto della carta, per ottenere immagini di diverso impatto. Si potevano mascherare zone per ottenere immagini più bilanciate e via dicendo. Quindi nulla di nuovo. E allora perché non approfittarne, visto che oggi la tecnologia ci permette di fare tutto questo in piena luce, senza respirare fumi di pozioni quasi magiche e senza inquinare intere falde acquifere con

gli scarti delle soluzioni di sviluppo? Mettiamo però un punto fondamentale: se una foto è sbagliata, la postproduzione non la salva; possiamo rendere più interessante ciò che è già buono, non resuscitare una foto brutta. Sono molti i software che ci permettono di sviluppare la nostra foto, con gradi diversi di complessità. Alcuni sono a pagamento, spesso costano molto; lasciamoli quindi ai professionisti. Altri si installano gratuitamente e fanno più al caso nostro. Ci sono alcun servizi di sviluppo molto completi, gratuiti, raggiungibili online, senza bisogno di installare niente. Con una piccola ricerca sul web sarà facile trovarli. Uno dei più completi e facili da usare si chiama ipiccy.com: testatelo e ne avrete soddisfazioni. La foto che sta qui accanto è un esempio di cosa si può fare con esso, confrontando il prima e il dopo. Il web è pieno di tutorial sullo sviluppo delle immagini, cercateli e studiate. La postproduzione è parte integrante dell’attività fotografica, non siate fotografi a metà!

µpaolomatteonifotografo.com

Facebook: PaoloMatteoniFotografo


sta per arrivare qualcosa sta per arrivare qualcosa di nuovo in cittĂ . di nuovo in cittĂ .


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