Il Giornale del tuo Quartiere
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MAGGIO 2009
Periodico d’informazione locale. Anno III n.27 del 28 aprile 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
Se la spazzatura è digitale
PRIMO PIANO
FOCUS
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Andrea Muzzi*
D UN ESERCITO DI VOLONTARI Le associazioni toscane sono tantissime e in Abruzzo, dopo il terremoto, hanno dato una grande prova PAGG.16-17
I SERVIZI DEL QUARTIERE Trasporti, uffici, sanità e altro, ecco cosa offre (e non) il Q3 PAG.2
Lo sguardo attento de Il Reporter sulla quotidianità fiorentina
PAG.18
FACCIA A FACCIA
I punti di domanda sul bypass del Galluzzo I risparmi? Vanno in garage
Sondaggio
di Puliti e Salusest
I LE VOCI DELLA FIORENTINA David Guetta e Mario Tenerani, storici cronisti delle partite viola, si raccontano a Il Reporter PAG.39
di
PAG.3
n tempi di crisi come questi, sono tante le persone che hanno perso fiducia negli istituti di credito e che sono passate a depositi decisamente più caserecci. E si assiste a due fenomeni. Il primo: chi ha un gruzzoletto sufficiente tende a investirlo in un bene rifugio “nuovo”, il garage. Non solo in quadri e gioielli. Pare infatti che l’acquisto di un posto
auto sia sempre più apprezzato, perché considerato sicuro e al riparo dalle oscillazioni di Borse e mercati. L’altro fenomeno affonda le sue radici in tempi lontani: sembra che i soldi dei piccoli risparmiatori ora finiscano sempre più spesso sotto il materasso, occultati tra la rete e le lenzuola, in attesa di tempi miglioPAGG.8-9 ri...
Giovanni Carta
Cancellate per proteggere dai vandali siti e opere d’arte. Cosa ne pensi? PAG.15
PAG.39
a giugno, dopo la Sardegna, altre regioni passeranno al digitale terrestre. La trasformazione della televisione va avanti a tutta velocità!Se un anno fa mi avessero chiesto cos’era il digitale terrestre avrei risposto “l’impronta della mano che lascio per terra quando cado”. Invece oggi nessuno può farne a meno. Avevamo davvero bisogno di vedere più canali? Abbiamo emittenti che parlano solo di cucina. Quando ti sintonizzi su questi canali vedi sempre gente che cucina, mangia, beve. In continuazione, a tutte le ore, tranne di notte: a quell’ora vedi solo gente che vomita per l’indigestione! Il calcio poi si è sottomesso al potere televisivo. Prima in tv vedevi solo la partita di calcio, oggi l’incontro è divento un optional. Prima ti fanno vedere i giocatori che arrivano in pullman allo stadio, che si cambiano negli spogliatoi, le interviste pre-partita. Per la partita dell’Inter con il Manchester iniziarono i collegamenti alle sei di mattina. Accendevi la tv e vedevi Adriano che rientrava a casa!E i canali porno? A qualunque ora, in qualunque giorno della settimana accendi la tv e c’è sempre gente che fa sesso. E i canali scientifici? Fanno dei servizi inutili!L’altro giorno ho visto un documentario sulla riproduzione delle balene. Ora ho capito come nascono i maremoti. Insomma, la riforma da fare sulla televisione era quella di ridurre il numero dei canali. Non di aumentarli. Con meno spazzatura si vivrebbe meglio tutti! *Comico
UNIVERSO VIOLA. Ci sono quasi mille club con oltre un milione di iscritti
Viaggio nel mondo del tifo P
er qualcuno è qualcosa di simile a una fede, e la domenica è il giorno da aspettare tutta la settimana per vedere finalmente i viola in campo. Firenze ama la sua squadra, e la mappa del tifo passa attraverso storie, aneddoti e soprannomi di ogni genere e tipo. Ci sono gli Assetati e i Chattroni, il Qui fa buca e il Chiodo fisso. Si parte dai gruppi più piccoli e si arriva alle più note formazioni di curva, come il Settebello e il Gruppo Storico UV73. E, conta e conta, si raggiungono numeri che fanno della Fiorentina una delle cinque squadre con il maggior numero di associazioni intitolate. In totale esistono quasi un migliaio di club sparsi nel mondo (si parte dalle rive dell’Arno per arrivare persino
nello Zimbabwe) con un totale di oltre un milione di iscritti. Mica robetta, insomma. Sono circa 800 solo i gruppi di tifosi riuniti sotto l’egida del Centro Coordinamento (Accvc), un centinaio solo nella provincia di Firenze. Ma, facendo due chiacchiere con alcune delle colonne portanti di questo universo, si scopre che anche il mondo del tifo è cambiato. Parola di chi, come Stefano Sartoni, leader storico del Collettivo Autonomo Viola, ha vissuto i momenti d’oro delle curve italiane e ora li rimpiange un po’: “Ora a causa di tanti fattori è cambiato tutto, e alcuni giovani non si rendono conto che allo stadio determinate cose non si possono PAGG.10-11 più fare”.
EDIZIONE DEL QUARTIERE 3 • 15.321 COPIE DISTRIBUITE DA
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Gavinana • Galluzzo • Firenze Sud
Maggio 2009
L’INCHIESTA. Sanità, trasporti e luoghi di aggregazione: ecco cosa offre il Q3 a chi ci vive
I servizi? Non mancano (per gli anziani) SCHEDA
Presenti vari presidi
Parchi e aree verdi il fiore all’occhiello
Asl e ambulatori, e al contrario di altre zone cittadine trovare un
I
l quartiere 3 è abitato perlopiù da una popolazione anziana. I servizi primari, come le strutture sanitarie e le Poste, sono discretamente funzionali. Numerosi sono gli uffici, le agenzie bancarie e gli sportelli assicurativi, situati soprattutto nell’area adiacente alle zone di Gavinana e viale Europa. Ciò è dovuto all’esplosione abitativa e residenziale degli anni Settanta, che convogliò in quell’area gli edifici destinati a diventare il cuore nevralgico della zona dal punto di vista commerciale e finanziario. Mancano quasi del tutto attività rivolte al target giovane, che solitamente si sposta verso altri quartieri o nel centro storico, per usufruire di servizi che nel Q3 non si trovano, come locali notturni, pub, discoteche o biblioteche multimediali. Un aspetto positivo del quartiere è invece rappresentato dalla presenza di aree verdi, parchi e giardini, dei quali beneficiano anche residenti di altri rioni, soprattutto durante i fine settimana.
distributore di benzina non è difficile. Meno positiva la situazione per i giovani Cecilia Tarchi
U
n quartiere abitato in maggioranza da anziani, in cui i servizi presenti si rivolgono soprattutto a loro. Sembra essere questa la situazione del Q3, dove si nota - soprattutto in alcune zone, a partire da quella di viale Europa - una massiccia presenza di agenzie bancarie, assicurative e uffici di servizi, e dove ciò che pare mancare maggiormente è proprio l’offerta per i giovani. Partendo dal confine con il comune di Bagno a Ripoli e percorrendo i primi due viali, ovvero viale Europa e viale Giannotti, si incontrano almeno otto diverse agenzie di credito e sette distributori di benzina in una lunghezza di soli 1,7 chilometri. Anche via Senese può contare su un’alta presenza di stazioni di servizio, fatto dovuto alla posizione strategica che, insieme ai due viali, ha, ovvero quella di entrata e uscita da Firenze e di accesso all’autostrada. Cambiando tipologia di servizi, a livello sanitario il quartiere è vicino - a una distanza di pochi minuti, sebbene non rientri nel comune fiorentino - all’ospedale di Ponte a Niccheri, che nel corso degli anni si sta sempre più affermando. Inoltre, nel distretto sono presenti l’Istituto Ortopedico Toscano, i due presidi dell’Asl, uno in via Senese al Galluzzo, l’altro nella zona piazza Elia Dalla Costa-Orsini, e le farmacie comunali, che sono ben distribuite e che insieme a quelle private forniscono il servizio Cup. Queste ultime sono ubicate con maggiore frequenza nella zona di Gavinana. Non vanno poi dimenticate le misericordie, come quella di Badia a Ripoli e Galluzzo, che offrono ambulatori specialistici e assistenza agli anziani, con centri diurni. Anche le case di riposo sono abbastanza numerose nel quartiere, e sono dislocate equamente. Per gli amici a quattro zampe non mancano le cliniche e gli ambulatori veterinari. Le scuole materne, elementari e medie sono sufficienti e di qualità, gli asili nido sono pochi, mancano del tutto istituti superiori pubblici. Fino ad alcuni anni fa, era presente in via Fortini, con sede nella Villa di Rusciano, il liceo
Copia in abbonamento postale
Il Reporter è un periodico di 7 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 192.404 copie
Le poste di piazza Bartali
scientifico Gobetti, che poi è stato spostato in fondo a viale Europa entrando a far parte del comune di Bagno a Ripoli. Sul territorio sono presenti anche scuole paritarie private, licei come in via di Ripoli o come l’Istituto del Sacro Cuore sul viale Michelangelo. Un aspetto positivo è rappresentato dalla numerosa presenza di aree verdi, come il giardino dell’Anconella o il parco di recente inaugurazione a Sorgane. Ma non solo, perché sono presenti sul territorio anche numerosi
giardini, “parchetti” con giochi per bambini e zone per picnic. Efficienti sono anche le Poste, con uffici dislocati in tutto il territorio: uno di questi è adiacente all’Ipercoop di viale Giannotti, ed offre un orario continuato, venendo incontro così alle esigenze dei numerosi uffici della zona. Anche i bar, le pasticcerie e i ristoranti sono abbastanza numerosi, come le Case del Popolo o i circoli ricreativi, situati anche nelle piccole frazioni. Ciò che sembra mancare maggiormente è
l’offerta per i giovani, locali dove incontrarsi dopo cena, pub o anche strutture polivalenti, dove alternare al momento ricreativo quello culturale. Ma, vista la tipologia di residenti, in maggioranza anziani, i servizi offerti nel quartiere sono per molti da considerare buoni, tenendo anche conto del fatto che il Q3 è servito - specialmente nell’area di Gavinana - da un discreto numero di linee Ataf, che permettono di raggiungere in poco tempo i quartieri limitrofi e il centro storico di Firenze.
IL FOCUS Sta velocemente cambiando, negli ultimi anni, il volto di Gavinana e dintorni
E i piccoli negozi lasciano il posto alle agenzie di credito
U
n aspetto che caratterizza il quartiere 3 è la presenza significativa - e costantemente in aumento negli ultimi anni - di agenzie immobiliari e agenzie di credito, una accanto all’altra. Molte attività commerciali “tradizionali”, come negozi al dettaglio di alimentari e di abbigliamento, sono state sostituite da questo genere di attività, facendo di un quartiere abitato perlopiù da anziani un vero e proprio “centro finanziario”. Camminando per le strade, nell’arco di poche centinaia di metri, si nota il pullulare di annunci immobiliari e di filiali assicurative. E’ un trend in
crescita in qualsiasi città, ma considerando la situazione economica e la crisi del settore della compravendita immobiliare, qualcuno poteva pensare che in zone fondamentalmente residenziali come il quartiere 3 queste attività sarebbero diminuite. Non smettono, invece, di fiorire realtà di questo genere, che come in altre aree della città continuano a prendere il posto di più classici negozi. E che in presenza di strutture appartenenti alla grande distribuzione le piccole botteghe avrebbero avuto delle conseguenze, registrando una perdita di vendite, era prevedibile, ma molti resi-
Il Reporter di Gavinana, Galluzzo, Firenze sud raggiunge 15.321 famiglie nel quartiere 3 di Firenze.
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Anno III n. 27 del 28 Aprile 2009
Direttore Responsabile: Matteo Francini Service editoriale e grafico: Tabloid soc.coop., Firenze (FI) scrivimi@ilreporter.it
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denti nel Q3 non pensavano che sarebbero state sostituite da un così elevato numero di agenzie, snaturando in qualche modo il clima stesso del quartiere. “Capita sempre più spesso di camminare ed accorgersi che vicino alla propria casa si è circondati da agenzie di credito”, racconta un abitante del quartiere. “Sarebbe necessario incentivare la nascita di servizi per giovani – dice la sua la signora Michela, da anni residente nel Q3 - oltre al centro Gavinuppia, a palestre e a scuole di danza, calcio ed altre attività sportive, non c’è davvero un’offerta adeguata”. /C.T.
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il giornale del tuo quartiere
Primo Piano
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GALLUZZO. I residenti si domandano perché i lavori dell’importante infrastruttura siano fermi
Stop al bypass, il quartiere si interroga
Bypass del Galluzzo (foto: Filippo Brinati, associazione Deaphoto)
AUTOBUS. La protesta di alcuni abitanti In base agli accordi di programma, l’opera dovrebbe essere pronta entro il 2010: ma, la scorsa estate, la frana alla galleria del Melarancio sulla A1 ha dato inizio ai rallentamenti nell’intervento. Dalla sua realizzazione dipendono anche la nuova Esselunga di via Senese e, a ruota, altre riqualificazioni Giulia Brestolani
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erché i lavori del bypass del Galluzzo sono fermi? accordo: questa, in sintesi, la motivazione che sta dietro al La domanda imperversa non solo tra i residenti fermo dei cantieri del bypass del Galluzzo. A essere precidella zona, ma anche tra i cittadini che passano si, però, non si può dire che i lavori siano del tutto fermi, dall’area quotidianamente o occasionalmente. sarebbe invece più corretto dire che da diversi mesi “hanPerché i lavori sono fermi? E al Galluzzo, ma più in gene- no subito un forte rallentamento”, perché di fatto vanno (e rale a Firenze, cresce la polemica. Un’opera, il bypass, di sono andati) avanti gli interventi sullo svincolo di Firenze cui si discute da circa vent’anni, e che in base agli accordi Certosa, che fanno sempre parte dell’appalto “terza corsia e di programma dovrebbe essere pronta entro il 2010, con- opere annesse” (cioè bypass del Galluzzo) che la Baldassini testualmente alla conclusione dei lavori sulla terza corsia – Tognozzi - Pontello deve portare a termine per conto di autostradale. Un’opera, provoca qualcuno, che rischia di Autostrade entro il 2010. “Rispetto al piano di avanzamento diventare per i fiorentini un po’ come la Sagrada Familia a dei lavori, quelli sul bypass del Galluzzo erano in anticipo Barcellona, cioè qualcosa di incompiuto che “chissà quan- – spiega il presidente della commissione assetto del terrido sarà finito”, con la differenza che non si tratta di una (per torio del Q3, Luciano Pecci – con questo rallentamento si quanto unica al mondo) cattedrale, ma di un’infrastruttura sta perdendo l’anticipo e, non solo, si rischia di far slittare il termine previsto per la reaimportante per la viabilità in lizzazione dell’infrastruttura. entrata e in uscita da Firenze, Il Quartiere ha approvato Come Quartiere, a fine marnonché per l’attraversamento una mozione con cui chiede zo abbiamo approvato una dell’abitato del Galluzzo. Lo al Comune di sollecitare mozione con cui chiediamo stop risale alla scorsa estate, Autostrade a far ripartire i cantieri al Comune di sollecitare Auquando frana la galleria del tostrade spa a far ripartire i Melarancio, nel tratto di A1 compreso tra Firenze Sud e Firenze Certosa: la frana è cau- cantieri”. L’obiettivo è garantire la ripresa dei lavori, a magsata dai lavori sulla terza corsia, condotti dall’impresa edile gior ragione adesso che arriva la bella stagione, e tutelare gli Baldassini - Tognozzi – Pontello su appalto di Autostrade, operai garantendo loro il lavoro, poiché dalla scorsa estate responsabile del progetto. Si originano così una serie di voci tre squadre della galleria sono ferme. “Dove c’è un cantiere costo - come “rimozione dei materiali della frana”, “ripro- – continua Pecci – la viabilità viene inevitabilmente alteragrammazione dell’avanzamento dei lavori” e “reimposta- ta: a questo disagio si aggiunge quello di non poter sfruttare zione del cantiere alla luce delle caratteristiche franose del opere quasi compiute come la galleria delle Romite e le due terreno e con le adeguate misure di sicurezza” – che ancora rotonde vicine”. Inoltre, al bypass del Galluzzo è legata a oggi nessuno dei due soggetti, l’ente appaltante Autostrade doppio filo la nuova Esselunga di via Senese, che ha l’obblispa e l’ente appaltatore Baldassini-Tognozzi-Pontello spa, go di aprire solo dopo il completamento del bypass. A ruota ha preso in carico, perché ognuno sostiene che spettino arriveranno poi da Esselunga i fondi per riqualificare piazza all’altro. Dall’episodio della frana, insomma, Autostrade Acciaiuoli e per viale Tanini: ma, finché non si smuove il e l’impresa continuano a discutere senza venire mai a un bypass, tutto resterà fermo.
La fermata “sparita” di via del Gelsomino I
mmaginate una mattina di uscire è stata decisa dall’ufficio mobilità del di casa per andare a prendere l’au- Comune di Firenze con l’intenzione tobus e non trovare più la fermata. E di favorire la fruizione del bus agli nemmeno un cartello che vi avverte utenti del parcheggio del Gelsomino. del cambiamento. Siamo in via del Comprendiamo i motivi del suo disaGelsomino, all’altezza del Poggio gio e ci impegneremo per una rapida Imperiale, e la storia risale a qualche risoluzione delle difficoltà.” Oggi, anno fa, ottobre 2005 per l’esattezza, quattro anni dopo, le difficoltà restano quando alcuni residenti e lavoratori ancora irrisolte, e diverse lettere sono della zona scoprono, per caso e loro state mandate anche all’ufficio mobimalgrado, che la fermata della linea 11 lità del Comune, tutte – sostiene chi in direzione del centro era stata sop- le ha scritte - senza risposta, facendo pressa, e che la corrispettiva fermata puntualmente presente che nei pressi in direzione delle Due Strade era stata delle fermate spostate ci sono case spostata di alcune centinaia di metri. Il di riposo, un ospedale, una scuola, la giorno prima, insomma, c’erano due caserma dei carabinieri e l’Istituto di fermate speculari dell’11 in via del cultura olandese, oltre alle abitazioni, Gelsomino, vicino all’incrocio con ovviamente. “Non c’era motivo di via Magalotti, viale Torricelli e via spostare le fermate verso via Grecchi: del Poggio Imperiale, e il giorno dopo ce n’erano già due lì, nei due sensi di percorrenza non c’erano e che tuttora più. Tutto La storia inizia nel 2005, rimangono – dicono gli ma da allora le difficoltà – dice una abitanti della non sono state risolte residente zona - senza nonostante varie richieste - perché radun cartello, doppiare le una spiegazione… niente. La beffa è doppia per fermate in quel tratto e privare il tratchi abita nelle strade limitrofe: cam- to iniziale di via del Gelsomino dove minare di più per andare a prendere c’era, e ci sarebbe, un bacino d’utenza l’autobus in via del Gelsomino e poi molto ampio?”. “Il parcheggio come per tornare a casa, senza neanche es- motivazione non regge – aggiunge un sere stati avvisati. E poi perché, per altro abitante della zona - è sempre quale motivo? Se lo sono chiesto in vuoto e gli unici che lo usano non lo tanti in via Ximenes, via di San Felice fanno certo come parcheggio scama Ema, via di San Leonardo, via Ma- biatore. Se si vuole incentivare l’utigalotti e strade limitrofe, e qualcuno, lizzo del mezzo pubblico, perché auun po’ più spavaldo, ha anche scritto mentare il disagio su una linea come una lettera ad Ataf per avere spiega- l’11 che, già di suo, accumula ritardi e /G.B. zioni. Risposta: “La nuova ubicazione spesso salta le corse?”.
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Gavinana • Galluzzo • Firenze Sud
Maggio 2009
CONTROCRISI. In tempi difficili come questi, c’è chi segue le proprie passioni più che il mercato
Quelli che... io il lavoro me l’invento Nel quartiere sono nate almeno tre attività dalla fantasia di artigiani e
creativi che, a dispetto del momento, hanno deciso di tentare la sorte Cecilia Tarchi
Le segreterie Cgil-Cisl-Uil esprimono dolore e cordoglio per le vittime del catastrofico sisma che ha colpito la regione Abruzzo e hanno deciso di assumere un’iniziativa congiunta di aiuto delle popolazioni delle zone terremotate. In analogia con gli interventi concordati in occasione di altre calamità naturali, Cgil-Cisl-Uil prenderanno contatto con le Associazioni datoriali per favorire la raccolta della sottoscrizione volontaria di 1 ora di lavora tramite apposita delega attiva da parte delle lavoratrici e dei lavoratori con la quale verrà autorizzata la trattenuta sulla prima
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che creano con la realtà culturale fiorentina, dando vita a mostre ed eventi, con l’obiettivo di riportare in vita quell’atmosfera in puro stile anni Ottanta. La terza, in via Datini, è stata aperta da Emanuele Sollazzini e Lorenzo Cherubini che, oltre all’attività commerciale, si avvalgono di un innovativo laboratorio interno dove personalizzano e modificano, a piacimento dei clienti, i gioielli, andando incontro alle richieste, cercando pezzi particolari, da modificare su disegni e progetti dei compratori. Inoltre, rendono possibile vagliare l’iter lavorativo, creando prototipi di cera, in modo da minimizzare i costi, ma raffinando il prodotto, seguendo con minuziosa attenzione la richiesta degli acquirenti.
opo le medie mio padre mi disse: o grembiule o penna. Io scelsi il primo e sono ancora qui”. E’ un tipo sincero Giorgio Pacini, vinaio storico di piazza Gualfredotto in Gavinana. Lui, nella bottega che fu del nonno e poi di suo padre, ci lavora dal 1953, e di cose da raccontare ne ha per diversi libri. Un riconoscimento speciale alla sua lunga attività commerciale è inciso su una targa d’argento che il Comune di Firenze gli ha consegnato nel 2006: sopra c’è scritto “Vinaio Pacini-Bottega storica”. Il vino la sua passione, la famiglia la sua speranza. Perché molto negli ultimi vent’anni, tante Giorgio del vino ha fatto la sua botteghe storiche hanno chiuso arte, e la fila fuori dalla porta ne una dopo l’altra. Tra le superstiti è la dimostrazione. Adesso è al oltre a quella di piazza Gualfredotfuturo che guarda, ovvero al figlio to - rimane una lavanderia di via e al nipote, sperando che portino Giovanni dalle Bande Nere. Dal avanti e dentro di sé il suo stesso, 1930 qui si lavano e stirano capi di smisurato amore per la bevanda ogni forma e tessuto. Gabriella e la degli dei. Ma è anche una storia di cognata portano avanti l’attività di volti e personaggi quella che que- famiglia. Una tradizione tramansta bottega, rinnovata di recente, data anche in questo caso di genecustodisce tra le botti. “Ricordo razione in generazione. “A Firenze quando veniva in bottega il grande - ricorda Gabriella - la mia famiBartali. Abitava qui vicino e pas- glia aveva tre lavanderie. Tutte di sava anche successo solo per Il vinaio di piazza Gualfredotto e del resto fare un saanche qui e la lavanderia di via luto. Che non ci si Giovanni dalle Bande Nere uomo... E può lamenvanno ancora avanti poi anche tare”. Tra il pugile un anno o D’Agata, recentemente scompar- due al massimo, però, l’intenzione so. Lui sì che era un tipo particola- è quella di chiudere i battenti. Enre”, sorride Giorgio. Poi il ricordo trambe quasi settantenni, pensano dell’alluvione del 1966. “Su quel- sia l’ora di riposarsi un po’. Alla l’albero (ne indica uno dei più alti domanda su come sia cambiato il di piazza Gualfredotto, ndr) c’era quartiere nel tempo, quasi all’uniun tipo che ci rimase quasi una sono le due donne rispondono: giornata e gridava a tutti ‘portate- “Hanno chiuso tanti piccoli negomi un canotto, portatemi un gom- zi, c’è meno via vai e la gente, se mone...’”. Il quartiere è cambiato passa, va di fretta”. /G.P.
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La “resistenza” delle botteghe
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n tempi di crisi, come quello che stiamo vivendo, il lavoro o lo si cerca disperatamente o si inventa, rischiando la sorte, assecondando le proprie passioni più che le logiche del mercato. Così, almeno, è stato per tre nuove attività sorte nel quartiere e nate da progetti-desideri personali. La prima, delle sorelle Samanta e Giulia Migliore, si trova in via Erbosa dal 2002, anno della sua nascita. E’ un atelier artigiano, ma sarebbe limitativo definirlo così. E’ un’alternativa, originale, estrosa, alla moda imperante. Vengono create piccole collezioni, innovative, eleganti, che precorrono i tempi, contenute nei costi ma non nella qualità. Giulia e Samanta, nel loro negozio, vengono incontro alle clienti, consigliando e personalizzando gli abiti, adattando anche le taglie. Le loro creazioni nascono dalla ni, nonché la continua ricerca di capacità di alternare un gusto re- strade ed espressioni alternative, trò alla moda attuale. Ciò ha do- in modo da mettere a disposizionato loro una certa notorietà nella ne del cliente la professionalità e realtà fiorentil’esperienza, na, per la proQuesti negozi-laboratori lasciando anfessionalità e che spazio ai sono sorti da progetti per il genio, gusti persoe desideri personali. permettendo nali. La loro E per ora funzionano collaboraziosingolarità è la ni con attivicapacità di attà simili. Per la seconda attività tingere alle tendenze culturali pasl’ispirazione nasce dalla passione sate, di mixare vari generi, e questo per la grafica di Massimo Miai e grazie alla loro profonda dimestiMassimiliano Tomaino, che in via chezza con l’ambito vintage, del Orsini hanno creato la loro “offi- quale peraltro si occupano. Con i cina di t-shirt” dove nascono con- nuovi macchinari aumenta anche tinuamente nuove idee per le loro la gamma dei servizi, rafforzancollezioni. Lo stile si rifà alla cul- do le collaborazioni con gli studi tura glam-rock, ma ci sono anche stilistici che affiancano. Un altro la pop art e varie contaminazio- aspetto interessante è l’interazione
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busta paga utile e per sollecitare i datori di lavoro ad assumere analoga iniziativa di raccolta di fondi. A tal fine Cgil-Cisl-Uil hanno aperto il conto corrente bancario n.12000 intestato a “CGILCISLUIL TERREMOTO ABRUZZO 2009” presso UGF Banca, filiale 157 Roma, con CODICE IBAN IT23W0312705011CC15700012000, sul quale far confluire la raccoltà, che costituirà un fondo da utilizzare per affrontare i gravi problemi relativi alla ricostruzione.
È presente settimanalmente Orari Tutti i giorni (escluso sabato e festivi) 9.-12.30 (lunedì e venerdì dalle ore 9 alle ore 11) Lunedì e mercoledì 9.-12.30/15.-18. un operatore previdenziale al Galluzzo, via Senese 206, presso la sede del Quartiere 3. L’operatore previdenziale INPS è presente lunedì e mercoledì dalle ore 9. alle 12.30
Presso la sede è presente il Centro Assistenza L’operatore previdenziale INPDAP Fiscale CGIL che svolge è presente martedì dalle ore 9.30 alle 11,30 le seguenti operazioni: Denunce redditi, 730, Ogni lunedì un nostro incaricato, Modello Unico, ISEE, RED, dalle ore 9 alle ore 11, è presente, presso il “Porto” piazza Elia della Costa. ICI ed altre pratiche fiscali
SPI CGIL IL SINDACATO AL SERVIZIO DELLE PERSONE
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il giornale del tuo quartiere
CURIOSITA’. Non tutti conoscono il “Villaggio Primavera”, una sorta di città nella città
E nel centro di Gavinana spuntò un’oasi A poca distanza della trafficata via di Ripoli sorge un
microcosmo di persone, case, piazze e tanto verde, dove tutti si salutano e si chiamano per nome. Provare per credere Giulia Pruneti
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na città nella città. Un microcosmo di persone, case, piazze e tanto verde. Si chiama “Villaggio Primavera” l’oasi cittadina che sorge nel centro di Gavinana, ma che sembra lontana chilometri per conformazione e storia. La sua origine risale alla metà degli anni Settanta, quando l’idea dei “villaggi” era molto diffusa e la realtà cittadina completamente diversa da quella attuale. La sua collocazione, strategica e al tempo stessa isolata, è il punto di forza di questo angolo di tranquillità che non tutti conoscono. Dalla trafficata via di Ripoli sia accede da alcune traverse che salgono sulla destra. Una sbarra su via Federico da Montefeltro indica l’accesso principale al Villaggio. E’ lì per dissuadere i non residenti dal parcheggiare all’interno dell’area. Lasciandosi alle spalle via di Ripoli, si percorrono stradine e viottoli che poco hanno a che vedere con le strade
cittadine. Qui si conoscono tutti, e tutti si salutano. Si chiamano per nome. Molte case hanno il giardino. Alcune sono vere e proprie villette familiari, altre hanno più l’aspetto dei condomini. Diverse sono in costruzione o rifacimento. “ Io ci vivo da sempre - racconta una signora col cane al guinzaglio - non mi sposterei per niente al mondo. Sono vedova e qui non mi sento mai sola perché conosco tante gente che saluto quando esco di casa”. Senza macchine, se non per parcheggiare o entrare nei garage, la vita qui è più semplice anche per i bimbi. Se ne vedono molti girellare a piedi o in bicicletta. “Tanto c’è sempre qualcuno che li tiene sott’occhio - racconta una giovane mamma - la raccomandazione di sempre è quella di non allontanarsi troppo. Ma alla fine di pericoli reali non ce ne sono”. Su internet, sotto la voce Villaggio primavera, saltano fuori a decine i siti delle agenzie immobiliari che sottolineano pace e
Il giardino attrezzato all’interno del villaggio
tranquillità tra le righe degli annunci. Se non si scelgono immobili di prestigio o con caratteristiche particolari, le case si aggirano sui quattromila euro a metro quadro. Tutto sommato un prezzo accessibile. Uscendo dal Villaggio, a poche centinaia di metri, sul viale
Giannotti, spunta il centro commerciale della Coop, così come i tanti negozietti delle strade limitrofe. E’ tutto a portata di mano e di piedi. Chi pensò al Villaggio Primavera come a un esperimento, può tirare un sospiro di sollievo e soddisfazione.
IL CASO. Sono sempre più numerosi gli abitanti del Q3 che lamentano la sparizione del proprio mezzo a due ruote
Biciclette, aumentano i furti (ma non le denunce) S
ono sempre più numerose le persone che negli ultimi tempi, nel quartiere 3, lamentano furti di biciclette, ma non si può dire altrettanto delle denunce a riguardo. Infatti, ancora oggi, a molti appare esagerato, se non assurdo e di scarsa utilità, recarsi dalle forze dell’ordine per denunciare la scomparsa di un mezzo che, a parte il valore affettivo, non rappresenta una grande perdita dal punto di vista monetario. Ma questo modo di pensare non permette di realizzare che, sebbene ci sia un minimo danno, abbiamo sempre a che fare con un furto, e con un furto che non richiede certo l’abilità di un Arsenio Lupin, visto il ripetersi frequente di questi fenomeni e la facilità con cui accadono. I furti sono dovuti al fatto che molti proprietari, vista la scarsità di garage o luoghi interni ai condomini dove collocare le biciclette, si vedono costretti a lasciarle all’aperto,
per strada, bloccate con un lucchetto, legate alle rastrelliere o che spesso non stanno a domandarsi quale sia la provenienza a volte, in mancanza di altri spazi, ai pali della luce. Queste di queste bici, comparse dal nulla e vendute per pochi euro. precauzioni non scoraggiano certamente i ladri che, indistur- Anche le denunce, nella maggior parte dei casi, non portano bati, forzando con estrema semplicità lo spesso poco efficace a niente, a nessun ritrovamento, a nessun ladro. Insomma, una volta che la bicicletta è sparita sembra inantifurto, in pochi secondi saltano in sella pedalando verso altri lidi, dove rivendono A molti appare esagerato ghiottita nel nulla, e a volte non aiutano le precauzioni adottate, come l’escamotage la refurtiva per pochi euro. Questo mero di scarsa utilità di aggiungere un particolare o riprodurre cato nero o clandestino di bici non è roba segnalare questi fatti un segno o simbolo sul telaio perché, nel da poco, considerato che il fenomeno non alle forze dell’ordine caso capitasse di rivedere la propria bici riguarda solo la realtà fiorentina o italiana, ma è globale. I maggiori acquirenti di in giro, magari con qualcun altro in sella, biciclette usate (per il loro prezzo accessibile) sono gli studenti, l’unica cosa da fare è quella di chiamare le forze dell’ordine soprattutto quelli provenienti da fuori Firenze, che le usano per per segnalare il fatto senza intervenire, e senza prendere nessun spostarsi in centro o per raggiungere la propria abitazione e tipo di iniziativa. /C.T.
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Maggio 2009
brevi SORGANE PASSEGGIATA IN COLLINA Una passeggiata-evento con gli abitanti del quartiere per raggiungere la cima della collina di Sorgane: l’appuntamento è fissato sabato 16 maggio alle 15 ai piedi della collina. A promuoverla è l’associazione “lacittabambina” che, nell’ambito di un progetto comunale, sta portando avanti un laboratorio didattico con gli istituti Pertini e Vittorino da Feltre, due scuole che la collina di Sorgane separa (e potenzialmente unisce). Durante la passeggiata, gli abitanti del quartiere potranno percorrere un sentiero nel bosco allestito con i lavori dei bambini ed eventualmente di artisti e altri soggetti del territorio, chiamati per l’occasione ad “animare” il bosco con installazioni, foto, disegni, oggetti, performance, racconti e giochi. L’evento è anche l’occasione per inaugurare i primi percorsi realizzati sulla collina di Sorgane, una risorsa ambientale di straordinaria bellezza, salvata dall’urbanizzazione che negli anni 60 dette origine all’abitato di Sorgane. Insieme a “lacittabambina”, associazione promotrice, partecipano attivamente alla passeggiata-evento anche circolo Arci di Sorgane, Centro giovani, Libera accademia delle belle arti, scout e Agesci (associazione guide e scout cattolici italiani). MOSTRA MERCATO UNA “DOMENICA IN FIORE” Sarà una “Domenica in fiore” quella del 24 maggio per via Datini, via D’Antiochia e piazza Gualfredotto. Queste strade rimarranno chiuse dalle 7 alle 24 per ospitare una mostra mercato di piante, fiori, orticultura, accessori e arredamento da giardino, insieme ad alcuni stand
con prodotti tipici dalle varie regioni italiane. Far rivivere il quartiere, portando la gente a passeggio nelle strade come accadeva in passato: è questo lo spirito dell’iniziativa promossa e organizzata dal centro commerciale naturale “Punti di incontro”, che raggruppa i negozianti dell’area Datini-Gualfredotto. Tra gli eventi in programma, alle 15 il corteo storico di Bagno a Ripoli, introdotto da “dame” che spargeranno fiori e petali per terra, e alle 17 il gruppo “Florence New Grass”, un terzetto musicale composto da violino, chitarra e mandolino. Per tutta la durata della manifestazione, inoltre, saranno presenti due gazebo dell’associazione Ant per raccogliere fondi a favore della ricerca sui tumori. L’evento è organizzato in collaborazione con il Quartiere. ALLA “CASINA ROSA” UNO SPORTELLO SULL’ENERGIA Alla Casina rosa, in via Villamagna 140, il centro di Riqualificazione Edilizia, in collaborazione con la Commissione delle politiche ambientali del Quartiere 3, apre a tutti i cittadini lo sportello sull’energia per informazioni su: rilevamento della trasmissione termica dell’immobile; informazioni tecniche sull’uso delle energie alternative; redazione del bilancio termico dell’edificio per il calcolo del fabbisogno energetico; ottenimento incentivi fiscali; attivazione pratica comunale; uso dei pannelli solari; verifica preventivi e costi. Gli orari sono: martedì 10,30 – 11,30 e giovedì 16,30 – 17,30. VACANZE ANZIANI E’ TEMPO DI ISCRIZIONI Come ogni estate, il Quartiere 3 organiz-
za soggiorni vacanza riservati agli anziani residenti nel quartiere. I turni, della durata di 15 giorni comprensivi di viaggio e pensione completa, servizio spiaggia nelle località marine, sono destinati agli anziani che hanno già compiuto i 60 anni di età, almeno il giorno antecedente alla data della partenza del turno loro assegnato. Le iscrizioni sono iniziate: per iscriversi occorre fissare un appuntamento telefonando agli uffici del Quartiere ai numeri 055/2767735 – 055/2767736 – 055 2767739. Le destinazioni tra cui è possibile scegliere quest’anno sono Lido di Camaiore, Tarquinia, Pesaro, Cattolica, Castelvolturno, Abbadia S. Salvatore e Salsomaggiore terme. L’INIZIATIVA “MAGGIO BAMBINO 2009” Andrà avanti fino all’inizio di giugno la seconda edizione di “Maggio bambino”. L’iniziativa, organizzata dal Circolo Vie Nuove di Firenze in collaborazione con Istituto degli Innocenti, Uisp Lega Montagna e Q3, prevede un mese d’incontri e attività di cui saranno protagonisti i bambini delle scuole elementari e i ragazzi dei primi due anni delle scuole medie. Un percorso fortemente voluto all’interno dell’universo dei minori, costruito anche per una logica e sana interazione con i genitori, con gli adulti, internet, i media e il territorio urbano. Dunque, si passerà dall’uso consapevole dei media, all’approfondimento del tema “Consumo critico e consapevole”. Oltre ai laboratori che si svolgeranno in alcune scuole del Q3, con il coordinamento scientifico dell’Istituto degli Innocenti, durante tutto il mese di maggio si potrà partecipare a vari incontri guidati, con la pre-
senza di educatori, psicologi e addetti ai lavori, oltre ovviamente alle gite curate dalla Lega Montagna che permetteranno di incontrare e conoscere alcune realtà inesplorate del territorio. Dulcis in fundo, grazie anche alla collaborazione con l’Associazione Cuochi fiorentini, sempre in tema di consumo critico e consapevole, la cena finale che i più piccoli aiuteranno a realizzare con il contributo dei germogli e le erbe che verranno raccolte durante una gita e che verranno cucinati per l’occasione. OVER 60 IL PROGETTO “CITTADINI D’ARGENTO” L’allungamento dell’età ha generato una schiera di persone con un alto grado di autonomia e con uno stile di vita ancora dinamico, ricco di stimoli. Come usare al meglio tante energie positive? Ad esempio coinvolgendo gli over 60, con il loro bagaglio culturale e personale, nella vigilanza, nella denuncia e nella segnalazione alle istituzioni preposte delle problematiche che “pesano” sulla quotidianità dei cittadini. Con sempre maggiore frequenza, infatti, si riscontrano anche nella nostra città numerosi disservizi: cassonetti rotti, segnaletica stradale insufficiente, aiuole e giardini abbandonati o trascurati, panchine rotte, semafori non funzionanti, ecc... Ecco allora che gli over ‘60 di Firenze possono diventare “Cittadini d’Argento”, aderendo al progetto finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e realizzato dal Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino. Per informazioni contattare Daniele al numero 055/683388.
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l’inchiesta
Maggio 2009
CRISI/1. I fiorentini scelgono investimenti nuovi: tra i “beni rifugio” più gettonati i posti auto al coperto
I risparmi di una vita? Fermi in garage Con le Borse altalenanti come in questi mesi, sono tante le persone che cercano altri modi per mettere al sicuro il loro capitale: qualcuno (pochi eletti per la verità) compra quadri, altri scelgono i gioielli. Ma il mattone resta in testa e si prende la sua rivincita Lorenzo Salusest
“N
on si trova più un parcheg- re con qualche distinguo. Perché per l’acquigio neanche a pagarlo oro”, sto di questi beni bisogna pur sempre avere a recita un luogo comune. disposizione una liquidità che varia al variare Banalità? Non poi così tan- dell’investimento: (relativamente) minore nel to se, come è vero, i posti auto sono sempre più caso di gioielli, maggiore nel caso si voglia ricercati, e conseguentemente, sempre più cari. depositare i propri risparmi nel mattone, nella E non soggetti a svalutazione. Il luogo comu- sua accezione moderna: immobili. Vuoi per la ne si basa per definizione su un fondamento mancanza di posti auto, vuoi per la concretezdi realtà, scontato ma concreto: ecco quindi za dell’investimento, vuoi per i suoi costi (non i garage entrare a pieno titolo, e nelle prime indifferenti, ma pur sempre inferiori rispetto posizioni, nel novero dei cosiddetti “beni rifu- a quelli delle case) i garage rappresentano da gio”, accanto alle case, ai gioielli, alle opere qualche tempo la forma di investimento pred’arte. Beni che, a differenza del denaro, han- ferita dai fiorentini, guidando la classifica dei no un valore reale e non convenzionale, e i cui beni rifugio. Altrettanto concreta la scelta di rendimenti non permettono speculazioni nel utilizzare i propri risparmi nell’acquisto di una abitazione. Concreta, ma breve periodo, ma neannon sempre raggiungibile: che comportano alti rischi In molti non si fidano per chi decide di investira comprare opere d’arte i prezzi delle abitazioni, soprattutto quelle di partivi. E’ proprio in momenperché hanno difficoltà colare pregio, sono ancora ti come questi, in cui la a stimarne il valore irraggiungibili per alcune crisi morde sempre più e fasce della popolazione. Se i mercati finanziari registrano frequenti cedimenti, che i risparmiatori il mattone tira ancora, lo stesso non può dirsi cominciano a diversificare i loro investimen- per altri prodotti: gioielli, pietre preziose, quati, allontanandosi sempre più dai rischi della dri e sculture, anch’essi inseriti nell’elenco dei Borsa per mettersi al riparo dalla perdita di po- “beni rifugio”, sono scelti solo da una minima tere d’acquisto, collocando le proprie risorse parte dei fiorentini, perlopiù benestanti, coleconomiche nei “rifugi”. Una tendenza diffusa lezionisti e amanti dell’arte. Uno scetticismo ormai ovunque, a Firenze come altrove, seppu- diffuso, motivato molto spesso dalla scarsa co-
noscenza del settore da parte di gran parte dei cittadini: quale pittore di oggi sarà il Van Gogh di domani? Come distinguere una “crosta” da una quadro d’autore? Quale statua, con il passare degli anni, vedrà crescere il suo valore? Domande a cui solo gli estimatori sanno dare una risposta, non i cittadini comuni. Per arginare il pericolo di gettar via i risparmi di una vita l’unica possibilità sarebbe rappresentata dall’acquisto di opere di artisti già sufficientemente affermati, ma, ancora una volta, a prezzi non accessibili a tutti. Neanche gioielli e pietre preziose riscuotono grande successo: riempire portagioie e casseforti sembra essere abitudine legata più alla conservazione degli affetti che alla tutela dei propri risparmi. Più cimeli di famiglia, quindi, che forme di investimento. I fiorentini si riscoprono un popolo di risparmiatori accorti e abbastanza tradizionalisti: le incertezze dei mercati finanziari hanno spinto i risparmiatori a fuggire dalla Borsa, per indirizzare le proprie risorse economiche non tanto su “beni rifugio” di lusso, appannaggio di pochi eletti, quanto sulla concretezza rappresentata da case e garage. Investimenti immobiliari, quindi. E’ la rivincita del mattone. Una versione riveduta e corretta del pensiero delle generazioni passate: “Non mi fido di nessuno. I miei risparmi li metto sotto il mattone”.
LA TESTIMONIANZA Simona, vittima del crac del colosso americano
“La Lehman è crollata e io ho perso tutto” “H
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o perso tutto. I risparmi di una vita bruciati in un attimo, nonostante mi avessero garantito sulla bontà degli investimenti”. Simona ha 37 anni, un figlio e lo sguardo triste e rassegnato di chi ha visto sfumare i progetti di una vita. Quattro anni fa aveva sottoscritto una assicurazione sulla vita a cedola fissa annuale e rimborso alla scadenza. Un rimborso che non arriverà mai, a causa del crollo di Lehman, il colosso finanziario che ha dichiarato bancarotta lo scorso settembre: “Mi hanno detto che la mia polizza era garantita da obbligazioni emesse da Lehman, e quindi non ci sono speranze di riavere il capitale investito”. Il crac finanziario avvenuto negli Usa ha generato un effetto domino sull’economia mondiale, Italia e Firenze incluse. “Ma la colpa - ribadisce amareggiata Simona - è anche mia. Non avrei dovuto fidarmi dei consigli di quelle persone”. Quelle persone sono i consulenti finanziari di un im-
portante istituto bancario nazionale, colpevoli, secondo la giovane donna fiorentina di non averla messa al corrente dei rischi a cui andava incontro. Ma non c’è solo Simona tra le vittime del crollo della Lehman: assieme a lei altre decine di persone hanno perso in un attimo migliaia di euro. Somme esigue se rapportate agli statunitensi che hanno registrato perdite milionarie, ma consistenti se rapportate alla situazione economica degli investitori, soprattutto uomini e donne tra i 30 e i 40 anni con redditi che si aggirano intorno ai 25mila euro. Tra loro chi, come Andrea, aveva utilizzato il lascito della nonna per acquistare, nell’agosto scorso, titoli azionari della Lehman. Quel che doveva essere un investimento si è rivelato nel giro di un mese un fallimento. Difficile da accettare: “Era la prima volta che ‘giocavo’ in borsa, e ho deciso di affidarmi a persone più competenti. O almeno così credevo”. /L.S.
l’inchiesta
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CRISI/2. Crolla la fiducia nelle banche e sono tante le persone che tengono i risparmi in casa
E i contanti finiscono sotto il materasso I posti dove vengono nascoste le banconote sono i più svariati, perché dopo il fallimento di alcuni istituti di credito stranieri sono in molti a preferire nascondigli domestici Francesca Puliti
C’
è chi li tiene nella credenza, mimetizzati nei contratti, negli interessi. E si figuri che mia nipote tra i biscotti, chi sotto il materasso, chi lavora in un istituto di credito. Preferisco continuare a nella solita cassaforte dietro il quadro, tenere i soldi in casa, almeno so dove sono e posso semchi si inventa i nascondigli più assurdi pre controllare quanti sono”. Dubbi, questi, più diffusi pur di non affidare i propri risparmi alla banca. Perché la di quel che si possa pensare, non solo tra le persone di fiducia negli istituti di credito è ai minimi storici, dopo una certa età. Quelli che scelgono di chiudere il proprio la crisi che si è abbattuta anche su di noi, a partire dagli conto in banca, o di non aprirlo proprio, sono in molti, Usa e dal fallimento di alcune banche straniere. Secondo alla faccia di chi sostiene che senza carta di credito non un recente sondaggio dell’Adusbef (Associazione dife- si va da nessuna parte e che senza coordinate bancarie sa utenti servizi bancari e finanziari) di fronte al quesito non si è nessuno. Andrea e Stefania, per esempio, il con“A chi affidereste ad occhi chiusi i vostri risparmi?” il to l’hanno chiuso un anno fa e non hanno intenzione di 69 per cento degli intervistati ha risposto “A nessuno” riaprirlo almeno per adesso: “Per noi era una rimessa e solo il 7 per cento dei 1735 interpellati ha indicato le continua, tra canone, tasse e spese più o meno grandi per banche. Poco importa che i conti correnti fino a 103 mila ogni operazione che facevamo. E gli interessi non bastaeuro siano garantiti dal Fondo interbancario di tutela dei vano certo a compensare tutte queste uscite”. Lei casdepositi, secondo quanto stabilito dal Governo lo scorso siera in un grande magazzino, lui barista, due stipendi non esattamente consistenti ottobre al fine di proteggere per una giovane coppia con i risparmiatori, più e meno Preferisco non usare più le carte, un bambino. “Avere i soldi a piccoli. Se poi ci si mette di portata di mano ci permette mezzo anche il taglio dei tasho paura di indebitarmi di gestirceli meglio, così non si di interesse, ridotti a una rischiamo di spendere più di miseria negli ultimi mesi, la tentazione di tornare al nascondiglio casalingo è forte. quel che abbiamo, come ci è successo in passato”. Cose Così si scatena il fuggi fuggi generale, tra chi scappa da che capitano usando il bancomat o la carta di credito. un istituto di credito a un altro alla ricerca di condizioni Già, le carte. Altro capitolo spinoso per i piccoli e picmigliori (salvo poi trovarsi punto e a capo dopo pochi colissimi risparmiatori, che temono di indebitarsi senza mesi) e chi il conto lo chiude proprio e si riprende in accorgersene. Meglio lasciar perdere- questo il pensiero casa il malloppo. “Io delle banche non mi fido - racconta comune- e optare per il vecchio frusciante contante. E Anna, 82 anni - Non ci capisco niente nelle condizioni, per un salvadanaio bello capiente.
L’INTERVISTA
“Solo investimenti ragionati”
T
empo di crisi e paura di fare l’investimento sbagliato. Alessandro Pedone, Responsabile dell’Aduc per la Tutela del Risparmio ci ha fornito alcuni consigli in proposito. Su cosa investire in questo periodo? L’errore tipico che viene fatto dai risparmiatori è quello di investire seguendo il momento. “Cosa conviene in questo periodo?” è la domanda che si pongono di solito i risparmiatori. In realtà un buon investimento inizia dalla definizione dei propri obiettivi, non dall’analisi della fase attuale dei mercati finanziari. E’ meglio tenere i soldi sul conto o ricominciare a comprare azioni? L’investimento in azioni non è per tutti. Chi è totalmente a digiuno di mercati finanziari fa bene a stare alla larga dalle azioni, anche se in questo momento sono molto sottovalutate ed è ragionevole ipotizzare che nei prossimi 10 anni l’azionario darà grandi soddisfazioni. Prima di pensare a investire dei soldi, è indispensabile avere una riserva monetaria da “parcheggiare” nei conti di deposito o in titoli immediatamente liquidabili senza correre alcun rischio (ad esempio BOT). I fondi di investimento possono ritenersi sicuri? Si tratta di prodotti inutilmente costosi che, nel loro complesso, bruciano circa 20 miliardi di euro all’anno di risparmi
Alessandro Pedone
degli italiani. Una cifra enorme. L’unico vero merito dei fondi comuni è quello di garantire la diversificazione degli investimenti. Da diversi anni, però, questo obiettivo si può realizzare ad un decimo dei costi dei fondi comuni d’investimento con gli ETF (Exchanged Traded Fund). Il settore immobiliare rimane l’investimento più sicuro? Il “caro vecchio mattone”, oggi è prima di tutto “caro”. Si prevede però che i prezzi degli immobili continuino a calare almeno per tutto il 2009, sebbene non con la stessa virulenza registratasi negli Usa. /F.P.
Matteo Renzi CANDIDATO SINDACO Il VECCHIO / NUOVO ?! La Campagna Elettorale è entrata nel vivo e finalmente i Candidati ( sostanzialmente 2 : MATTEO RENZI per il CentroSinistra e GIOVANNI GALLI per il CentroDestra ) si confrontano e si scontrano su temi concreti. Va dato atto al Candidato GIOVANNI GALLI di avere “imposto” l’Agenda del confronto su tematiche concrete, sulle attese pressanti dei Cittadini, sui problemi urgenti della Città. Una Città migliore, più pulita, senza venditori abusivi, degrado, microcriminalità diffusa, dove si circoli meglio, si paghino meno multe, e meno soldi per parcheggiare. Il rilancio della sua “vocazione” profonda : Artigianato, Commercio, Turismo. La valorizzazione dei “giacimenti d’Arte” che fanno di Firenze una Città meravigliosa e unica al mondo. Le scelte strategiche su viabilità e infrastrutture, con soluzioni moderne e improcrastinabili, sostenibili, ecocompatibili: il blocco dell’”ecomostro” della Tramvia in Centro, il potenziamento dell’Aeroporto di Peretola, la realizzazione dell’Alta Velocità. Con linguaggio semplice e chiaro, questo programma significa : CAMBIAMENTO RADICALE, RINNOVAMENTO, MODERNIZZAZIONE, per restituire finalmente Firenze ai Fiorentini e al Mondo.
Ma chiediamoci: di quale coalizione ha fatto parte, come Presidente della Provincia? Risposta: del Centrosinistra, che Riccardo Sarra da anni, troppi, ci Capogruppo di AN sgoverna ! al Consiglio Comunale di Firenze Quali scelte strategiche ha approvato e condiviso Matteo Renzi? Tutte, tutte quelle volute e approvate dal Centrosinistra ! Sua è la responsabilità della politiche sui gemellaggi, il welfare, i parcheggi di scambio, l’aeroporto. Quante risorse ha sprecato e quali iniziative ha realizzato, nella sua veste di Amministratore? Tutte quelle negative; vediamone insieme le più eclatanti, Da FLORENCE MULTIMEDIA, realtà che si limita a conferire incarichi a terzi, costata quasi 6 milioni di €uro in 4 anni, al GENIO FIORENTINO, 8 milioni di €uro nello stesso tempo, senza garantire alcuna presenza turistica in più. Tutore dei Diritti dei Cittadini? Paladino del Rinnovamento? O Camaleontismo tipico di chi è cresciuto nelle “sagrestie” dei Partiti? Siamo sicuri che dal responso delle urne del 6 e 7 Giugno uscirà un verdetto chiaro e inequivocabile.
Anche il Candidato del Centrosinistra MATTEO RENZI ripete ad ogni piè sospinto, come slogans Al Voto ! salvifici di una posizione indifendibile: “ CAMBIAMENTO, RINNOVAMENTO “, e quant’altro sul tema. Riccardo Sarra – Capogruppo di A.N. al Consiglio
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Parla Alessandro Pedone, Aduc
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CALCIO/1. Sono quasi un migliaio i club viola sparsi in giro per il mondo, con oltre 1 milione di iscritti
Viaggio nel mondo del tifo viola IL FOCUS
Dal capoluogo toscano allo Zimbabwe,
Il club più antico d’Italia
Metti una sera a cena... nella sede del Settebello
passando per Malta, Mosca e San Francisco:
D
la geografia dell’amore spassionato per la squadra di casa ha confini enormi e un esercito di aficionados della domenica
Francesca Puliti
C
i sono gli Assetati e i Chattroni, il Qui fa buca e il Chiodo fisso. Dai più piccoli gruppi fino alle più note formazioni di curva, come il Settebello e il Gruppo Storico UV73, tentare una mappatura del tifo organizzato fiorentino significa avventurarsi in un mondo di storie, aneddoti e soprannomi di ogni genere e tipo. Quasi un migliaio di club sparsi nel mondo, il popolo degli iscritti conta più di un milione di persone. Numeri, questi, che mettono la Fiorentina tra le cinque squadre con il maggior numero di associazioni intitolate. Club che a loro volta si iscrivono ad associazioni in grado di garantire loro agevolazioni nell’acquisto dei biglietti e soprattutto nell’organizzazione delle trasferte. Sono circa 800 i gruppi di tifosi riuniti sotto l’egida del Centro Coordinamento (Accvc), un centinaio solo nella provincia di Firenze. A conti fatti i soci che vi fanno capo sono circa un milione e 200mila, di cui una discreta fetta abitano fuori dai confini nazionali. Da Mosca allo Zimbabwe, da New York a San Francisco (che contano rispettivamente una sessantina e una trentina di soci) senza dimenticare il Viola Club di Malta, quasi un centinaio di iscritti, dato rilevante considerate le dimensioni del luogo. Più che di tifo scatenato da curva, quel-
li che fanno parte del Centro Coordinamento sono club di stampo più familiare, con tanto di intere famigliole che preferiscono vedere la partita dalla maratona o dalla tribuna. Tra i più numerosi il Ponte a Egola e il Casciana Terme, con 3/400 tifosi a testa, tra gli storici il Coverciano. Una quarantina invece i gruppi affiliati all’Atf (Associazione Tifosi Fiorentini) tra cui uno di quelli che ha dato inizio alla storia del tifo organizzato viola, il Vieusseux, datato 1965. Dal 1998, quando alcuni club fuoriusciti dal Coordinamento fondarono l’Atf, i soci sono lievitati fino a toccare quota 3500/4000. Si tratta soprattutto di formazioni di curva, Ferrovia come appunto il Vieussieux, ma anche Fiesole o gli Alterati, che ogni domenica partono con il pullman da Novara e caricano sopra tifosi da tutto il nord-Italia, facendo diverse tappe lungo
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la strada. Il Collettivo Autonomo Viola invece raccoglie solo una decina di club, ma dei più scatenati e attivi nell’incitamento e nella preparazione delle coreografie. Il tifo da cori, per intenderci, da bandiere e tamburi (quando si potevano portare), da trombette (idem), da striscioni dei più fantasiosi. Certo le nuove norme per la sicurezza negli stadi hanno messo dei forti limiti a tutto ciò, ma i tifosi non si lasciano certo scoraggiare. “Tutte queste regole ci hanno fiaccato - afferma Walter Tanturli, presidente dell’Atf - la Fiesole è un po’ in disgrazia ultimamente, nonostante il Progetto Curva Fiesole, lanciato dal Cav per riunire i vari club e fare gruppo. Ma non si tratta solo dei limiti imposti - continua - è anche una questione generazionale. I giovani hanno meno voglia di impegnarsi nell’organizzazione”.
al 1965 il loro vessillo è sempre stato in curva Fiesole. E’ il Settebello a vantare la storia più lunga nella tifoseria viola, il club più antico d’Italia tra quelli ancora attivi. Siamo andati a curiosare in un qualsiasi martedì sera nella sede di via Sirtori, poco più di due stanze su due piani, non una parete che non sia ricoperta dalle foto. L’angolo di Antognoni, l’angolo di Bati, la colonna delle firme con gli autografi di calciatori e allenatori del presente e del passato. Al piano di sotto anche una piccola cucina, per le cene sociali della domenica post-partita. Sono circa 450 i soci, non solo a Firenze e non solo in Italia: stasera è qui anche un tifoso che vive in Messico in “trasferta” in Italia per seguire la squadra del cuore. A introdurci nel mondo del 7B (questa la loro sigla) è il presidente Giampaolo, che ci spiega innanzitutto l’origine del nome: “Prima di Antognoni il 7 era il numero del giocatore più importante della Fiorentina: è in onore di Kurt Hamrin che ci chiamiamo così”. Economo e responsabile dell’organizzazione delle trasferte è Marcello, che racconta come il giorno dopo il matrimonio andò a vedere Pescara-Fiorentina. Con la moglie si intende, supertifosa anche lei, conosciuta in una rissa a Genova. “Vincemmo 2 a 0” ricorda. Trasferte storiche quelle che racconta Marcello, dai 27 chilometri a piedi per arrivare allo stadio di Empoli, al ben più lungo percorso in Ciao fino a Roma, senza dimenticare il viaggio in treno, da solo, destinazione Istanbul. Raffaele invece ci mostra lo striscione che ha preparato per Melo: “Tre giorni di lavoro e parecchi pennarelli consumati” racconta. Il busto di Antognoni invece è protagonista di un altro striscione: “Sosteniamo il suo ritorno nella società” spiega ancora Raffaele. Eccetto i fondatori, l’età media dei soci oscilla tra i 25 e i 30 anni: “C’è anche un folto gruppo di donne - sostiene il presidente del club, nonostante siano solo un paio quelle che stasera fanno capolino in sede - che si occupano del merchandising dei nostri prodotti”, compresa una linea tutta al femminile con tanto di bian/F.P. cheria intima firmata 7B.
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CALCIO/2. L’universo dei supporter della Fiorentina raccontato da due colonne del Collettivo Autonomo Viola
“I veri ultras? In via d’estinzione” I tempi sono cambiati, parola di chi ha vissuto i momenti d’oro delle curve italiane: prima si faceva
la fila per trovare un biglietto, oggi sono sempre più le persone che i novanta minuti se li gustano in poltrona Cristina Guerri
Q
uando a Firenze si parla di Fiorentina il primo pensiero va alla Curva Fiesole. La Curva Fiesole, la parte più calda, più tifosa e estrosa dell’Artemio Franchi. All’interno di essa si trovano tantissimi viola club. Il più famoso e rinomato è il Collettivo Autonomo Viola. Fin dalla sua nascita, il CAV ha avuto un ruolo fondamentale nella tifoseria fiorentina. Il leader storico è Stefano Sartoni (chiamato anche Passarella), oggi un po’ meno ultrà di qualche anno fa. “I tempi -ammette Sartoni- sono cambiati. Nel 1992/93, quando ero un po’ più giovane e avevo altre vedute, vivevo i momenti d’oro delle curve italiane. Ora, colpa delle televisioni, della crisi economica, ma soprattutto dopo la morte dell’ispettore Raciti è cambiato tutto. Alcuni giovani che hanno cominciato a vivere la Fiesole da poco tempo non si rendono conto che determinate cose non si possono più fare. Oggi si va allo stadio solo per tifare la Fiorentina”. L’uccisione dell’ispettore Raciti nel derby tra Catania e Palermo avvenuta il 2 febbraio 2007 ha di fatto cambiato la vita del tifoso ultrà. “Basta con striscioni, megafoni, coreografie e fumogeni, adesso ci sono delle regole ben precise e noi non abbiamo voglia di stare a perdere tempo. Ora butti un mozzicone di sigaretta per terra e ti danno il Daspo, ci hanno fatto passare la voglia di fare qualun-
que cosa”. Dello stesso parere è Fabrizio, compagno di tante avventure con Sartoni. “Anni fa i tifosi dovevano ammazzarsi per avere il biglietto allo stadio. Si respirava un clima diverso, anche durante le riunioni che facevamo in settimana. Era divertente perché tutti assieme, con una birra in mano, pianificavamo il lavoro da fare prima, durante e dopo la partita. Ora c’è poco da pianificare”. Quindi, i veri ultras sono destinati a estinguersi. “Anche i costi -continua Sartoni- sono cambiati. Fare trasferte costa. Prima pagavi solo il prezzo del biglietto per lo stadio, perché il treno, di certo, non lo pagavi. Ora se ti beccano senza biglietto ti fanno scendere a Incisa”. Anche il cambio di dirigenza può aver influito sul comportamento in curva. “I Della Valle hanno il loro modo di vedere il calcio. Sono degli imprenditori e curano molto i loro interessi. Hanno dichiarato più volte che se fosse successo qualcosa di grave avrebbero venduto la società. Cecchi Gori invece era più tifoso”. Abbiamo quindi capito che andare allo stadio di questi tempi con intenzioni da vero ultrà non è proprio il massimo. Si rischia troppo. Certo, ci sono quelli che ancora non mollano, che cercano lo scontro, che ne ne infischiano del Daspo...ma sono sempre di meno. Capita sempre più spesso che il tifoso, oggi giorno, la partita se la guardi comodamente sul divano.
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dossier
Maggio 2009
IL CASO. Muratori, estetiste, braccianti e musicisti: in tanti esercitano il loro mestiere sfuggendo al fisco
Un esercito di lavoratori invisibili Si tratta di un mondo sommerso, fatto di tasse e contributi non pagati e di scarsa sicurezza e tutele. Lo scorso anno in 2.317 aziende controllate sono state rilevate 1.296 infrazioni. Tra i settori che contano più irregolari quello di chi opera nell’industria delle nozze Lorenzo Salusest
C
’è lo studente universitario che fa il cameriere, il giovane muratore straniero, l’estetista o la sarta a domicilio, la badante, il bracciante agricolo, l’anziano che ripara elettrodomestici per arrotondare la pensione. Per non parlare dell’universo di lavoratori che ruota intorno ai matrimoni: dalle truccatrici ai musicisti, dalle parrucchiere ai fotografi. Sono i lavoratori invisibili, uomini e donne che, pur svolgendo professioni (talvolta occasionalmente, talvolta continuativamente), non risultano negli elenchi della previdenza sociale, né in quelli degli uffici dell’ispettorato del lavoro. Un mondo “sommerso”, noto alla gran parte della popolazione, ma sconosciuto agli enti preposti al controllo. Con tutto ciò che ne consegue: minori garanzie e tutele per i lavoratori “a nero”, maggiori profitti per i datori di lavoro, esentati, su loro iniziativa e a loro rischio, dal pagamento dei contributi previdenziali. E i guadagni sono ancor più consistenti per i professionisti a domicilio, coloro che prestano i loro servizi o presso le loro abitazioni o direttamente presso i clienti. Un mondo quindi composto da diverse realtà, le cui dimensioni sono, per definizione, difficili da verificare. Le cifre relative all’anno scorso parlano di 2.317 aziende controllate e 1.296 infrazioni rilevate nella sola provincia di Firenze. Perlopiù di piccole e medie dimensioni, in gran parte del settore edile. Dati che comprendono sia il lavoro nero, totalmente irregolare, sia quello “grigio”. Un artificio, quest’ultimo, molto diffuso che vede i dipendenti impiegati con orario full-time, ma registrati con contratti part-time. “Furbizie” di diversa natura, e di diverso tornaconto economico, quelle messe in atto da coloro che decidono deliberatamente di lavorare in proprio sfuggendo agli obblighi di legge. Art igiani liberi professionisti, o, per meglio dire, professionisti “liberi dai contributi fiscali e previdenziali”. E’ il caso, ad esempio di idraulici, elettricisti, muratori, imbianchini che svolgono con continuità le loro mansioni pur non avendo un’azienda riconosciuta formalmente. Secondo una recente ricerca compiuta dall’ufficio studi di Confartigianato nel 2008, la percentuale di “abusivi” impegnati
Confartigianato stima il 20 per cento di abusivismo nel settore edile
nelle ristrutturazioni edili nel territorio fiorentino si aggirerebbe intorno a percentuali che rasentano il 20 per cento. Dati ancor più pesanti (per le casse dello Stato) riguardano un altro settore specifico: i “matrimonialisti”, lavoratori al servizio dei promessi sposi di Firenze. Una folta schiera di artisti del “trucco e parrucco”, della sartoria e dell’accompagnamento musicale invisibile all’occhio del fisco. Secondo un’altra ricerca, svolta con interviste su un campione di futuri sposi, ben il 30 per cento dei lavoratori al seguito delle coppie fiorentine risulterebbe essere “a nero”. E poi dicono che il bianco è il colore del matrimonio…
TESTIMONIANZA Francesca, studentessa
“Sì, sono a nero ma non m’importa”
“S
IL DENTISTA RISPONDE come salvare i nostri denti
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QUESTO MESE: Le protesi si caratterizzano dal tipo di ancoraggio LA PROTESI FISSA A CURA DEL DOTT. GIUSEPPE GARRUBBA Cari lettori con la rubrica di questo mese voglio iniziare a parlarvi di protesi dentarie, con il solito scopo, di spiegarvi in modo semplice qualcosa che non conoscete e che probabilmente vi interesserebbe capire. Riscontro sempre una certa curiosità da parte del paziente che vuole sapere come risolvere il suo problema e se il professionista lo sta consigliando correttamente. Iniziamo i capitoli della protesi con quella fissa (capsule e ponti). Per protesi fissa si intende quella che prevede di utilizzare come pilastri i denti ridotti del paziente o impianti inseriti nell’osso. Si ricorre a questa protesi: 1. per proteggere un dente (devitalizzato) che viene limato a tronco di cono e ricoperto da una capsula che lo riveste. 2. per sostituire uno o più denti mancanti (ponte). 3. quando in una bocca mancano molti o addirittura
tutti i denti, se ci sono le condizioni, si inseriscono un numero sufficiente di impianti (viti nell’osso) che poi avranno la funzione di denti pilastro. La protesi fissa viene accettata dal paziente in quanto non ha un ingombro maggiore di quello dei denti ed è ben solida (verrà “cementata” ai denti pilastro). La capsula deve essere fatta in modo da chiudere perfettamente sul fine preparazione (parte del dente limata), dovrà avere un punto di contatto con il dente attiguo e permettere i movimenti della mandibola durante la masticazione (lateralità e protrusione). Deve inoltre avere esattamente il colore degli altri denti. Un concentrato di tecnologia e maestria artigianale che non si improvvisa. La protesi fissa è la soluzione che si tende a preferire tutte le volte che è possibile realizzarla ma quando non ci sono le condizioni, le tecniche e le conoscenze più avanzate ci consentono oggi di dare comunque un’ottima risposta ad ogni caso.
DOTT. GIUSEPPE GARRUBBA Via Lungo L’Affrico, 42 - Firenze - Tel. 055 660225 Dal lunedì al venerdì 9.00/12.30 - 15.00/20.00 - Il sabato 9.00/12.30 www.curailtuosorriso.it
ì, sono una lavoratrice ‘a nero’. Perché, ho qualche alternativa?” Essenziale e pragmatica. Francesca, fiorentina di Rifredi, ha 26 anni e una laurea di primo livello in tasca. A breve conseguirà anche la specialistica, ma nel frattempo è costretta a lavorare per non gravare sulle spalle dei genitori. Da circa due anni passa le serate del giovedì, del venerdì e del sabato al ristorante, ma non seduta al tavolo. Pantaloni neri e camicia bianca, per quindici ore alla settimana Francesca dismette i panni di studentessa per vestire quelli di cameriera: “Spero di terminare gli studi a breve - confida Francesca - per poi sfruttare la mia laurea, ma intanto cerco di racimolare un po’ di denaro servendo i clienti di una pizzeria”. Non un granché, a dire il vero: 8 euro l’ora, per un totale di 120 euro a settimana. Esentasse. Perché Francesca, come molte altre studentesse, non risulta nel libro presenze del ristorante. Una lavoratrice fantasma. Una condizione che sembra non disturbare lei né, a quanto pare, il datore di lavoro: “Il proprietario mi ha detto che se mi facesse un contratto regolare andrei a prendere meno soldi. A me non interessa più di tanto risultare ufficialmente, né mi importa dei contributi previdenziali. Vivo questa esperienza come una parentesi che spero di chiudere presto”, ammette la studentessa. Discorso diverso per quanto riguarda il suo futuro professionale: “Quando riuscirò a realizzare le mie ambizioni e svolgere il lavoro per cui sto studiando non accetterò di farlo irregolarmente”. Quale lavoro? Analista biologa. Del resto il camice bianco non può essere /L.S. “a nero”.
Firenze, Elezioni Amministrative 6-7 giugno 2009
A viso aperto
Matteo Renzi Sindaco www.renzi2009.it - www.matteorenzi.it
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società
IL CASO. Capita sempre più spesso che l’usuraio abbia il volto del conoscente insospettabile
Lo strozzino si nasconde tra gli amici Benedetta Strappi
sta sempre di più emergendo una diversa vittima dell’usura, che non è più solo l’imprenditore, ma anche il pensionato, il disoccupato, lo stesso lavoratore dipendente che si è indebitato, magari per una malattia in famiglia o perché con le sue retribuzioni non riesce più a far fronte a rate e a mutui”. Nella nostra regione operano 32 Centri di ascolto (con volontari con specifiche competenze professionali), alle quali si possono rivolgere le persone fisiche, le famiglie, i piccoli imprenditori. E si sta pensando anche a una legge regionale che prevede la creazione di una rete integrata di sportelli a supporto dei cittadini e delle imprese a rischio, lo sviluppo di iniziative di informazione ed educazione e la realizzazione di attività di studio e monitoraggio del fenomeno. Grande attenzione, come ha annunciato Gelli, sarà posta anche alla promozione delle varie iniziative regionali sul microcredito e comunque sull’accesso a credito per le imprese. Intanto, c’è a disposizione un numero verde (800860070) e sul sito www.prevenzioneusuratoscana.it si trovano tutte le informazioni sulle attività della Fondazione.
È
un’altra delle tante facce della crisi. L’usura. Uno spettro sempre in agguato, che certe volte assume il volto dell’amico di famiglia. Parola di esperto, Lelio Grossi, presidente della Fondazione Toscana per la Prevenzione dell’Usura, che ha la sua sede a Siena e che nei primi 10 anni di attività ha erogato complessivamente 1.178 finanziamenti assistiti dalla sua garanzia per un totale di oltre 36 milioni di euro. Il nuovo volto dello strozzino è quello del professionista, il classico insospettabile, cravatta e camicia a mascherare intenti da delinquente. E questa usura “fai-da-te” sta assumendo dimensioni inquietanti, che corrono veloci, allo stesso passo della crisi. Nello scorso anno alla Fondazione si sono rivolte 1.295 persone, mentre nel 2007 erano state 1.038. E chi bussa alla porta della Fondazione rientra in un paio di identikit ben precisi: disoccupati che hanno appena perso il lavoro, oppure piccole e piccolissime imprese alle quali le banche negano il credito. Nei primi sei mesi del 2008 tantissime famiglie hanno avuto problemi a pagare il mutuo della casa e questo ha causato una chiusura delle porte di accesso al credito “convenzionali” con relativo exploit degli usurai. “In un’indagine condotta nel 2007 dal ministero dell’economia e delle finanze le province toscane sono state tutte inserite in una classe di rischio che va dal “medio-basso” al “basso”- ha spiegato nelle scorse settimane il vicepresidente della Regione Federico Gelli, intervenuto durante un convegno dedicato proprio al tema- ma questo non può assolutamente tranquillizzarci, anche perché
Disoccupati e piccole imprese: sono queste due le categorie dove l’usura miete più vittime. Aumenta il numero delle persone che si affidano a mani sbagliate per ottenere credito e sempre più spesso i “cravattari” sono professionisti
Partecipa al sondaggio Puoi votare sul sito www.ilreporter.it oppure inviaci una mail a dicolamia@ilreporter.it o telefona al numero 840.70.74.74
Sempre più spesso si sente parlare della possibilità di erigere cancellate per proteggere siti e opere d’arte dal vandalismo. Da piazza Santo Spirito alla Loggia dei Lanzi fino al Biancone e alle porte del Battistero. Sei d’accordo? 1. Sì, è giusto fare di tutto per tutelarli 2. Sì, ma solo dove è strettamente necessario 3. No, l’arte non può essere messa in gabbia I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero
Così avete risposto il mese scorso Vietata la vendita di alcolici da asporto in centro dopo le 22. Sei d’accordo? 41,60%
Sì, ma oltre a questo provvedimento ne occorrerebbero altri
40,60%
No, non credo che serva a risolvere i problemi della città
17,80%
Sì, è una misura utile contro il degrado
Il sondaggio è stato effettuato tramite il sito internet www.ilreporter.it, una linea telefonica dedicata e l’indirizzo e-mail dicolamia@ilreporter.it. Totale votanti: 1315; Risposte: Si, ma oltre a questo provvedimento ne occorrerebbero altri: 547 (41,60%); No, non credo che serva a risolvere i problemi della città: 534 (40,60%); Sì, è una misura utile contro il degrado: 234 (17,80%); Sondaggio tramite www.ilreporter.it: Totale votanti: 845 (64,25%); Risposte: Si, ma oltre a questo provvedimento ne occorrerebbero altri: 351 (41,53%); No, non credo che serva a risolvere i problemi della città: 344 (40,71%); Sì, è una misura utile contro il degrado: 150 (17,75%); Sondaggio tramite linea telefonica dedicata: totale votanti: 267 (20,30%); Risposte: Si, ma oltre a questo provvedimento ne occorrerebbero altri: 112 (41,94%); No, non credo che serva a risolvere
i problemi della città: 108 (40,44%); Sì, è una misura utile contro il degrado: 47 (17,60%); Sondaggio tramite dicolamia@ilreporter.it: totale votanti: 203 (15,43%); Risposte: Si, ma oltre a questo provvedimento ne occorrerebbero altri: 84 (41,37%); No, non credo che serva a risolvere i problemi della città: 82 (40,39%); Sì, è una misura utile contro il degrado: 37 (18,22%). AVVERTENZA: I “sondaggi on line” non sono sondaggi rappresentativi ai sensi delle direttive dell’Autorità garante delle comunicazioni: essi non hanno valore statistico. I risultati che forniscono non hanno, cioè, la pretesa di rappresentare l’opinione di gruppi di persone. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente, che hanno l’unico scopo di permettere agli utenti che lo desiderano di esprimere la propria personale opinione.
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noi e gli altri
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SOLIDARIETÀ/1. Un toscano su dieci dedica un po’ di tempo agli altri, e il numero di associazioni è in lieve aumento
Il volontariato? Regge (per ora) Il Cesvot spiega che il fenomeno è in leggero incremento,
Matilde Bernini
con una crescita annua del 2-3 per cento.
I
Eppure in alcuni settori si registra un “calo delle vocazioni” e qualcuno lamenta il mancato rinnovamento generazionale
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TUTTI I GIOVEDI’ “TANGO ARGENTINO” 1/5 CINZIA - 8/5 TONI FOLK - 15/5 FLO SOUND - 22/5 MAREA - 29/5 SANTINO E MAURO VENERDi 15/5 SBACCELLATA
DI PRIMAVERA
CON BALLO LISCIO (AL COSTO DI EURO 20,00 A TESTA - MENU AL BAR)
DOMENICA 17/5 TORNEO REGIONALE MAGIC
(GIOCO DI CARTE COLLEZIONABILI) - VALIDO PER I CAMPIONATI NAZIONALI 2009 - CON DIMOSTRAZIONE GRATUITA SU COME SI GIOCA A MAGIC E YU-GI-OH
GIOVEDI 11 GIUGNO CENA CON DELITTO A CURA DELLA COMPAGNIA DEL GIALLO (COSTO 40,00 EURO A TESTA - PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA) Per informazioni sulle attivita’ sopraelencate telefonare nel pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 18.00 al n. Tel.
055.6820200
INIZIATIVE RIVOLTE ESCLUSIVAMENTE AI SOCI ARCI
n Toscana il volontariato tira. E i numeri lo dimostrano. Ma in tempo di crisi, la vocazione ad assistere gli altri resiste? La fotografia del volontariato toscano rappresentata dal Cesvot - il centro per il volontariato toscano - parla di circa 1.365.000 persone coinvolte nel volontariato, compresi soci non attivi e donatori, anche se le persone che fanno realmente i volontari sono oltre 115mila. Se i dati nazionali, indagine Istat, parlano dell’8 per cento della popolazione italiana sopra i 14 anni che partecipa ad attività gratuite di volontariato, i dati toscani riferiscono di una percentuale che sale al 10,6 per cento. In pratica, oltre un toscano su dieci si dedica ad attività di volontariato. Le associazioni di volontariato che operano sul territorio regionale sono 2908 (secondo la banca dati Cesvot, aggiornata a settembre 2008) e regalano alla Toscana la seconda posizione in Italia, dopo la Lombardia, come regione per numero di associazioni. Il 51 per cento delle associazioni toscane è di piccole dimensioni e conta meno di 20 volontari e il 71,3 per cento dichiara una matrice aconfessionale. Il volontariato toscano, continua a spiegare il Cesvot, è in linea di massima un fenomeno in aumento con un incremento delle associazioni del 2-3 per cento annuo. Negli ultimi anni, inoltre, si è assistito ad una maggiore diversificazione dei servizi che vengono offerti. E se è vero che il 78 per cento delle organizzazioni opera nel campo sociale e sanitario, sono sempre di più le associazioni che si occupano della promozione dei diritti del cittadino, della tutela del patrimonio culturale, della difesa ambientale, di immigrazione e volontariato internazionale. I volontari toscani generalmente iniziano la loro attività in associazione verso i 18 anni, le donne rappresentano la maggioranza e la gran parte dei giovani sono studenti universitari. Notevole anche la partecipazione al volontariato da parte della popolazione anziana. Ultimamente, però, d’altro canto, viene rilevato in alcuni settori un leggero calo delle “vocazioni”. Raccontano dalla P.A. Humanitas Firenze s.m.s.: “Negli ultimi tempi c’è sicuramente stato un calo di adesioni, da parte dei cittadini, riguardo all’impegnarsi attivamente nel volontariato. Oltre ad un calo di “vocazioni” dobbiamo purtroppo rilevare anche una diminuzione dell’impegno temporale, da parte dei volontari già attivi. La tendenza nel nostro settore non è nuovissima: la situazione va avanti da diverso tempo, con una lieve, ma costante, diminuzione.”. E se dall’Humanitas non vogliono “entrare nello specifico delle valutazioni a riguardo del fenomeno”, segnalano una tendenza diffusa: “Molte altre associazioni soffrono la mancanza di quel ricambio generazionale, indispensabile per poter continuare a dare risposte concrete alle richieste della popolazione”.
FOCUS Ecco i dati del Cesvot
Come si finanziano le associazioni
L
e fonti di finanziamento delle associazioni sono diverse e diversificate secondo il settore di appartenenza. Una base piuttosto solida restano le quote dei soci, affiancate dalle donazioni di fondazioni o privati, come ad esempio il 5 per mille sulla dichiarazione dei redditi. Un’altra buona fetta delle entrate è rappresentata dalle convezioni con gli enti pubblici, i cosiddetti “rimborsi”. I dati recentemente resi noti dal Cesvot, tratti da una ricerca sull’affidamento dei servizi pubblici alle organizzazioni di volontariato toscane, parlavano di cifre piuttosto consistenti. Per i ricercatori, infatti, nel 2006 le associazioni di volontariato avrebbero attivato con i principali enti pubblici della Toscana oltre 600 convenzioni per un totale di circa 50 milioni di euro. Spiegano dalla Misericordia di Firenze: “Principalmente ci finanziamo con risorse nostre. Abbiamo solo dei rimborsi dalla ASL, dal Comune di Firenze per quanto riguarda alcuni servizi sociali come quelli per i portatori di handicap e dallo Stato per quanto concerne le persone che effettuano presso di noi il servizio civile. Godiamo anche di un piccolissimo sconto sul carburante ma è veramente un’inezia. I rimborsi rappresentano comunque una minima percentuale rispetto ai costi che sosteniamo. Inoltre, per tutte le attività che non sono strettamente istituzionali, creiamo dei progetti ad hoc per i quali richiediamo il contributo di sponsor, sfruttiamo bandi di concorsi da parte del Comune, Provincia o Regione, oppure ideiamo delle iniziative di raccolta fondi che ci permettono di non gravare sulle /M.B. casse del Sodalizio”.
FLASH CENA DI BENEFICENZA PER IL PICCOLO GIUSEPPE A proposito di generosità del popolo toscano, c’è un appuntamento importante da segnare in agenda. Il 2 giugno, alle 20.30, ci sarà una cena di beneficenza per festeggiare il compleanno del piccolo Giuseppe Tomasello, scomparso poche settimane fa. La cena, che si terrà a Palazzo Borghese (Via Ghibellina 110) servirà a raccogliere fondi per la ricerca medico scientifica sulle malattie mitocondriali, nello specifico quelle riguardanti il complesso 1 della catena respiratoria mitocondriale. Per informazioni e prenotazioni si può telefonare al 347/7491342.
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SOLIDARIETÀ/2. Oltre alla Protezione civile e ai vigili del fuoco tantissime le persone mobilitate per il terremoto
E in Abruzzo ha dato una grande prova Giulia Righi
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embrano fuggiti da una guerra”, ha detto nelle scorse settimane Maurizio Ghiara, un medico toscano in forze in uno dei campi allestiti in Abruzzo. “Ho notato la stessa drammaticità che incontrai nella missione in Kosovo”. Questo dottore fa parte di quell’esercito dalle maniche rimboccate che a poche ore dalla tragedia del terremoto ha raggiunto le zone devastate. E con queste parole ha fotografato quello che noi tutti abbiamo visto in foto o in tv: dolore, macerie, lacrime. Ancora dolore. E profughi, gente sfollata a cui la terra impazzita ha rubato tutto. E mentre L’Aquila iniziava la sua via crucis mista di pianto, rabbia e voglia di rialzarsi, nel resto d’Italia si metteva in moto una colossale macchina d’aiuti. E la Toscana non si è fatta aspettare, non c’è persona che non abbia risposto all’appello. “Alle sette di mattina del 6 aprile ho ricevuto un messaggio che mi av-
visava di tenermi pronto a partireracconta Beppe Fasolino, della Protezione Civile di Scandicci- e poche ore dopo ci siamo messi in viaggio. Con il mio gruppo siamo stati lì una settimana, abbiamo montato le tende e messo in funzione la cucina. E’ stata un’esperienza davvero forte”. Come lui, sono partite le Misericordie toscane, i Vigili del Fuoco, 80 volontari coordinati dalla Protezione Civile e tantissime associazioni impegnate a vario titolo a portare sollievo. La Regione ha montato il proprio campo base a Castelnuovo (frazione di San Pio delle Camere) a dieci chilometri da L’Aquila. Una struttura con 22 tende pneumatiche, una mensa, una tenda pneumatica polivalente, 4 bagni, una postazione medica. Qui ha assistito oltre 200 ospiti, tra i quali 21 fra bambini e ragazzi, 52 anziani fra i 65 e i 99 anni e 116 persone di età compresa fra i 19 e i 65 anni. Sono stati portati medicinali, vestiti, coperte, stufe e allestita una cucina da cam-
La Regione ha allestito un campo base a pochi chilometri da L’Aquila, le singole associazioni hanno mandato aiuti e operatori per dar sollievo alla popolazione
po. Non ci si è dimenticati neppure degli animali, che a centinaia sono rimasti senza un tetto e hanno perso il padrone nel caos del sisma: tra le altre associazioni che si sono mobilitate, la sezione fiorentina dell’ Enpa ha inviato guardie zoofile e volontari, e una squadra di operato-
ri del servizio veterinario della Asl 1 di Massa - Carrara è partita per L’Aquila, per catturare gli animali dispersi e controllare le derrate alimentari. Ma non è rimasto con le mani in mano neppure il calcio, e la Fiorentina ha devoluto l’incasso della partita giocata all’indomani
del terremoto a sostegno delle popolazioni colpite. E, qualche giorno dopo la prima catastrofica scossa, sono partiti anche i tecnici del Genio Civile regionale con il compito di verificare lo stato degli immobili colpiti dal sisma e di sancire le condizioni di abitabilità.
LA TESTIMONIANZA Giovanni Rizzo è un giornalista de “Il Reporter” e anche lui fa parte di quell’esercito di volontari che all’indomani del sisma è andato in Abruzzo a portare il suo contributo insieme ad altri capi scout della sezione fiorentina del Cngei. Ecco il suo racconto: “Il nostro terremoto inizia al casello L’Aquila Ovest, al termine di quello che potrebbe essere un viaggio come tanti altri. E’ il Venerdì santo, ma appena usciti dall’autostrada la sensazione è quella che si respira nelle città deserte nel mezzo di agosto: i negozi chiusi, le vetrine buie, le case immobili. All’inizio, i segni del terremoto sono soltanto il via vai dei lampeggianti, il rumore degli elicotteri, le manovre dei tir con la croce rossa disegnata sul fianco, finché, nel piazzale di un centro commerciale, non appare la grande macchia blu della prima tendopoli. Siamo partiti in nove, tutti capi scout della sezione di Firenze del Cngei, su tre macchine stipate all’inverosimile con l’occorrente per creare una ludoteca in un campo di cui ancora non sappiamo il nome. Già dalla sera di martedì, il giorno dopo il sisma, più di cento scout provenienti da tutta Italia ci hanno anticipato in Abruzzo, tirando su le tende e trasformando campi da calcio e piazzali in quartieri e città, che per mesi saranno la casa degli sfollati. Nel caos del giorno dei funerali, scopriamo che la nostra destinazione è il campo di Coppito, non distante dalla scuola della Guardia di Finanza da dove vengono coordinati tutti i soccorsi. E’ sufficiente varcare il cancello per accorgersi che diversamente da quello che mostrano i telegiornali, qui il vero problema non sono i morti sotto le macerie, ma i vivi dentro le tende. Qui la differenza non la fanno gli sms, qui la differenza la fa soltanto la buona volontà dei volontari. Con palloncini, giocattoli, libri, pennarelli, un po’ arrivati con gli aiuti, un po’ portati da casa, riusciamo, non senza difficoltà, nel trasformare una tenda in una ludoteca, che in men che non si dica si riempie di tutti i bambini presenti al campo, contenti di rompere la noia delle giornate tutte uguali, senza scuola e senza un posto dove andare. Non sarà molto, certo, ma a suo modo questa voglia di giocare è pur sempre un segno di normalità.”
firenze città dei lettori Anno Europeo della Creatività e dell’innovazione Cresce in città la voglia di leggere
biblioteca delle oblate / 25 - 30 maggio 2009 La biblioteca festeggia il 2° compleanno con aperture serali straordinarie e con tante novità, ospiti e suggestioni da scoprire e gustare
TUTTI I GIORNI da lunedì 25 a sabato 30 maggio Bambini. I protagonisti di sempre Incontri, animazioni, racconti, letture ad alta voce, novità letterarie Il caffe’ dei lettori Aperture serali dopo le ore 19.00. Incontri letterari per il gusto di "assaporare" emozioni nella cornice di un panorama unico. La biblioteca dietro le quinte La biblioteca svela il suo mondo nascosto. Workshop e visite guidate, condotti dagli operatori della biblioteca I nuovi servizi di eccellenza della Biblioteca Si presentano al pubblico
INOLTRE 26 maggio Perché poeti in tempo di povertà Percorso di avvicinamento alla poesia 27 maggio Incontro con i Comix sezione Fumetti della biblioteca Il Compleanno di Topolino con Luca Boschi e Alberto Becattini 28 maggio Leggere per non dimenticare Edizione straordinaria con ospiti di eccezione
INFORMAZIONI e prenotazioni BIBLIOTECA DELLE OBLATE VIA DELL'ORIUOLO 26 FIRENZE TEL 055 261 6512 www.bibliotecadelleoblate.it
29 maggio Torneo Booktrailers Immagini, suoni, luci e letture con Giorgio Van Straten, Pippo Russo, Enzo Fileno Carabba 1029877
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tendenze
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LOOK. Con l’arrivo della bella stagione è scattata la caccia all’acconciatura più alla moda
E’ l’ora di darci un taglio. Corto Giulia Coli
U
n taglio con l’inverno. In tutti i sensi. Arriva la primavera e con essa la voglia di rimettersi in forma e di cambiare. E soprattutto per la donna, quella di cambiare acconciatura dei capelli. Così, davanti allo specchio del parrucchiere di fiducia va alla ricerca di un nuovo taglio affidandosi alle sue forbici per valorizzare la propria bellezza. Ma andare dal parrucchiere - o dal coiffeur, come molti preferiscono chiamarsi oggigiorno - non significa solo andare a curare i capelli, ma tutto il corpo. Sono sempre più numerosi, infatti, i parrucchieri che offrono anche le prestazioni di estetista per soddisfare ogni esigenza della clientela (e in questo non si sottrae neanche l’uomo). Non solo attenzione alle ultime mode in fatto di tagli, quindi, ma soprattutto un servizio globale che coccola il cliente a 360 gradi. Massaggi, manicure, pedicure, pulizia del viso e fra le ultime novità anche l’applicazione delle extension alle ciglia. Sempre con maggior convinzione la donna
segue i trend dettati dalla moda cercando in ogni caso di mantenere la sua specifica personalità. Ma quali sono le tendenze per la stagione appena iniziata? “Si cerca la leggerezza con caschetti che ricordano quelli di Mireille Darc” risponde Mary di “Aldo Coppola by Mary” di via del Malcantone 3r. “Quest’anno va molto il capello corto. Sono tante le donne che chiedono tagli corti, alcune dando un taglio netto a lunghe chiome - continua Mary - Ne scaturisce una donna meno romantica, ma più sicura di sé. È un taglio che rispecchia i tempi. Per le ragazze invece la moda strizza l’occhio agli anni ’80, con pettinature più morbide. In tutti i casi, però, la testa deve rispecchiare la propria personalità”. Se il capello è corto il colore ideale è quello del sole. Con la tecnica dello shatush i capelli prendono tutti i riflessi: dal miele chiarissimo al biscotto caldo. L’effetto è quello di una capigliatura reduce da una settimana al mare. Ma per chi ancora non è sicura del taglio non ci sono problemi: inserti con tutti i tipi di ta-
Quest’anno, parola di esperti del settore, vanno forte caschetti stile Mireille Darc, pettinature ispirate agli anni ‘80 e riflessi color del sole. Ma dal parrucchiere si può fare molto altro ancora...
gli e colorazioni vengono presentati alla cliente. Come da “Renato Coiffeur” in via San Gallo 199r. Andare dal parrucchiere qui si trasforma in un break dallo stress della vita quotidiana. Per riempire l’attesa ci sono riviste e giornali aggiornati e per la necessità di un caffè o altro non ci sono problemi. Il cliente è coccolato e “massaggiato” e il parrucchiere è sempre a caccia di nuove tendenze,
così da ampliare l’offerta dei trattamenti. Ultimi arrivati: lo stone massage e il chakra massage. E, per non farsi mancare niente, c’è anche l’attività di parrucchiere dove è possibile trovare Internet: da Hairforce, in via Ghibellina 74r, in attesa del proprio trattamento il cliente ha a disposizione un computer connesso, in grado di placare la sete di web anche dei clienti più esigenti.
Dimmi che taglio hai e ti diro chi sei Ciuffi all’insù e creste colorate. Ormai gli hair stylist - comunemente detti parrucchieri - sono diventati dei veri e propri opinion leader. Non bastava la democratizzazione dei media, che dà a chiunque la possibilità di far passare il proprio punto di vista per uno dei dieci comandamenti. Da qualche anno a questa parte anche i professionisti del capello sono diventati dei “guru”. Ma la tragedia vera non sta tanto nelle arie che si danno i maghi del “parrucco”, quanto nella testa di chi - e sono sempre più numerosi - è disposto a prendere le loro parole per oro colato. L’effetto domino è immediato. Non c’è trasmissione televisiva che non porti alla ribalta qualche mister capello perfetto, pronto a dare tutte le dritte per la nuova stagione. Per le fanciulle frangetta rigorosamente pari. Sta bene solo a Sophie Marceau ma tant’è, al massimo si somiglierà tutte alle fidanzate degli omini “playmobil”. E i maschietti? Taglio alla “Tin Tin”. Più corti dalle parti con un ricciolo proprio al centro della testa (chi li ha lisci si arrangia). A metà strada tra Bobby Solo degli anni d’oro e i bambini delle “piccole canaglie”. E alzi la mano chi ha il coraggio di contraddirli. I vari Aldo Coppola, Carlo Bay, Gabrio Staff e chi più ne ha più ne metta, hanno nomi talmente altisonanti da incutere quasi timore. Salvo poi scoprire che nei loro innumerevoli saloni ci lavorano squadre di anonimi ragazzi alle prime armi, istruiti ben bene per diffondere ai clienti il “verbo” della chioma perfetta. “Signora, le faccio un impacco? Ha un sacco di doppie punte”. Dieci euro aggiunti al conto e passa la paura. Un consiglio: cercate sempre di interagire con loro, ma non rivolgetevi mai chiamandoli “shampisti”. Sono permalosi, potrebbero reagire puntandovi un phon professionale alla tempia. E non è bello. Ve lo assicuro.
Vuoi un sindaco fiorentino che ama la sua città? Vuoi che siano i cittadini a riprendere in mano le sorti della loro città? Vuoi che la città torni ad essere sicura di giorno e di notte? Vuoi che la politica sia lealtà e trasparenza fra cittadini e amministratori? è l’uomo giusto per Firenze dagli fiducia, votalo
Cambiare si può, si deve. per Firenze, per i giovani per il tuo futuro per la tua sicurezza
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on the road
INCIDENTI. Dopo l’apice del 2003 il numero dei sinistri nel territorio provinciale è diminuito
Provincia, calano le vittime della strada Tra le aree più critiche Firenze, il Mugello (si registra almeno un incidente grave al giorno, protagonisti soprattutto i giovani) e Calenzano. Le tipologie di scontro prevalenti sono tamponamenti e impatti frontali o laterali Michele Fioraso
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li incidenti automobilistici diminuiscono nella provincia di Firenze, e il dato più incoraggiante arriva dalla Firenze-Pisa-Livorno dove il numero degli incidenti con decessi è passato dagli 11 del 2001 ad 1 morto registrato nel 2008. Ma - nelle zone più critiche come Firenze, il Mugello, Calenzano - si può intervenire per fare ancora meglio. È il risultato del monitoraggio compiuto dall’amministrazione provinciale sulla rete stradale nell’ambito del progetto Giss (Gruppo integrato sicurezza stradale), che ha l’obiettivo di mantenere una banca dati degli incidenti stradali, avviare azioni di comunicazione e sensibilizzazione e individuare i punti stradali più pericolosi da mettere in sicurezza. Le statistiche dicono che, dopo l’apice del 2003 (con 9.109 incidenti), il numero dei sinistri sia in calo: nel 2007 sono stati 7.419. La media dei morti ogni 100 mila abitanti è quasi in linea con quella nazionale: 9,1 vittime contro le 9,2 italiane (valore molto alto rispetto alle 8,1 europee), ma inferiore alla media toscana di 10,1. Il Mugello rimane purtroppo un vero e proprio autoscontro provinciale: si contano almeno un incidente grave al giorno e il 39% dei coinvolti ha meno di 29 anni. Inoltre, ogni 1.000 incidenti, nel Mugello si registrano 1.373 feriti e 85 morti rispetto ai 1.339 feriti e 25 morti ogni 1.000 incidenti regionali. L’analisi degli altri numeri sulla provincia non
UNO SPORTELLO PER IL CINEMA L’Apt di Firenze in collaborazione con l’Associazione culturale Leonardo Cinematografica ha attivato uno sportello a servizio delle produzioni cinematografiche che hanno intenzione di girare trasmissioni, documentari, film e pubblicità sul territorio della provincia di Firenze. L’iniziativa si propone di agevolare le produzioni audiovideo nostrane ma anche internazionali che lavorino sul territorio provinciale, fornendo sostegno pratico nel disbrigo delle procedure burocratiche per la richiesta delle necessarie concessioni con la pubblica amministrazione e con privati. Permessi speciali, ricerca di comparse, informazioni su orari e indirizzi, saranno alcuni dei servizi dello sportello cinema dell’Apt. Lo sportello sarà ospitato negli spazi dell’Apt e sarà totalmente gratuito.
AMBULANTI, UN ANNO NERO 2008 anno nero per i venditori ambulanti del territorio provinciale. Lo evidenzia un’indagine dell’Osservatorio del commercio su area pubblica della Provincia. Lo studio mette in luce il calo del 6,51% nel fatturato del segmento non alimentare dei commercianti su area pubblica, mentre l’alimentare si mantiene (+0,51%). Il dato rispecchia quello analogo degli esercizi commerciali fissi, che però accusano il colpo nell’alimentare (-4.63%). Le percentuali negative si sono accavallate durante tutto il corso dell’anno, con un leggero recupero del fatturato nell’ultimo trimestre. Al 31 dicembre 2008, alla Camera di commercio cittadina, risultavano iscritte 2311 imprese operanti su area pubblica (l’8,29% del totale delle imprese del commercio e dell’intermediazione), per lo più a gestione individuale o familiare.
porta grandi sorprese: i sinistri sono spalmati in maniera abbastanza costante nell’arco della settimana e dell’anno (con l’eccezione di agosto, mese a bassa circolazione). Le fasce orarie più vulnerabili sono quelle di punta. Il meteo sembra influire poco: più dell’80 per cento dei crash avviene in condizioni di tempo sereno e strada asciutta. Le tipologie prevalenti sono tamponamenti e scontri frontali o laterali (55 per cento dei casi), nel 60 per cento dei casi in strade con una carreggiata a doppio senso e per lo più nei rettilinei. Firenze, per volumi di traffico, è la città col maggior numero di sinistri totali e in media rispetto a 1000 abitanti. Nella graduatoria relativa a quest’ultimo parametro, segue Calenzano (13 incidenti ogni 1000 abitanti rispetto ai 15 di Firenze) e distanziate Campi Bisenzio e Bagno a Ripoli. La “fotografia” della situazione ha permesso di mettere a punto interventi che aumentino la sicurezza di automobilisti e pedoni, soprattutto in 29 “zone sensibili” (localizzate soprattutto nelle prossimità delle zone industriali e delle scuole del territorio). Tra questi sono previsti l’inserimento di moderatori della velocità (per esempio, piastre vibranti), di specchi, catadiottri, strisce pedonali, il miglioramento di pavimentazione e segnaletica degradate, l’eliminazione di barriere pericolose e la creazione di nuove rotatorie. Ma la sicurezza stradale è anche un elemento di “cultura”: ecco allora le campagne di informazione - disponibili anche sul portale web della Provincia - sui pericoli della strada indirizzate soprattutto a giovani e studenti degli ultimi anni delle superiori.
TREKKING NELLA STORIA Inaugurato il “Sentiero della Memoria”. Con due camminate nei giorni del 25 (anniversario della Liberazione) e 26 aprile è diventato realtà il “Sentiero della memoria”, un percorso che unisce i luoghi degli eccidi nazisti del 1944 nei Comuni di Pontassieve (alla Pievecchia), di Rufina (a Berceto), di Pelago (a Podernuovo/Lagacciolo). La nascita di questo percorso è stata sancita da un protocollo d’intesa siglato circa un anno fa dalla Comunità montana della Montagna fiorentina e dai comuni interessati, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria dei tre luoghi simbolo della Resistenza e valorizzare i beni paesaggistici e storico-artistici del territorio. Per incentivare la presenza dei residenti e turisti sul territorio rurale e montano è stato attrezzato anche un nuovo sentiero per il trekking.
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politica
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AL VOTO/1. Matteo Renzi, candidato sindaco del centrosinistra
AL VOTO/2. Marco Carraresi, candidato sindaco Udc
“Una campagna elettorale tra la gente, “Firenze, una miniera d’oro che non va lasciata esaurire” solo così si raccolgono buone idee” M
Angela Schiusi
“A
viso aperto”. È questo lo slogan che Matteo Renzi, candidato sindaco del centrosinistra, ha scelto per la campagna elettorale per Palazzo Vecchio. Un’espressione presa in prestito dalla Divina Commedia di Dante. «Faremo una campagna elettorale a viso aperto - dice Renzi - Staremo tra la gente senza chiuderci nelle stanze dei palazzi perché un sindaco deve incontrare le persone, aprirsi al confronto e alla discussione. Solo così si possono raccogliere delle buone idee per il futuro della città». «Prenderò 100 volte l’autobus per raggiungere piazze , giardini e strade di Firenze - spiega il candidato sindaco - sono convinto che il servizio dell’Ataf vada migliorato, ma voglio provarlo direttamente, perché la puntualità è importante, ma non basta. Conta anche la qualità del viaggio, la pulizia delle vetture e l’affollamento. E queste cose le statistiche non le raccontano”. Ufficialmente la campagna elettorale è iniziata lo scorso 21 aprile con sette iniziative. Renzi ha incontrato gli operatori del Mercafir quando la mattina presto il grande mercato ortofrutticolo serve i negozi di Firenze. Poi ha incontrato gli operai della Seves, la multinazionale con sede a Castello che ha ben 110 lavoratori in cassa integrazione ordinaria e gli abitanti di via del Pesciolino, alle Matteo Renzi Piagge. «C’è un grande bisogno di avere rapporti con la gente e di far sentire la vicinanza delle istituzioni», spiega Renzi. E, tra le varie proposte di governo, annuncia un all’ultimo tuffo dall’attuale Consiglio comunale. «Che tetto per i compensi dei dirigenti delle partecipate del Co- comunque sarà approvato, assieme al regolamento urbamune: «Gli stipendi dei manager sono troppo alti, vanno nistico, entro l’inizio dell’agosto del 2010 ed eviteremo il legati a quelli dei dipendenti. Non è accettabile che ci rischio del blocco edilizio della città che qualcuno ha pasiano dei dirigenti che arrivano a guadagnare oltre 300 ventato nel caso in cui fossero ritardate le approvazioni». mila euro l’anno. Al massimo i loro stipendi potranno Per la nuova stesura del piano strutturale Renzi annuncia essere 10 volte superiori al sache inviterà i giovani architetti, lario più basso percepito da un Tutta la campagna elettorale i professionisti e le imprese di lavoratore della stessa azienda, categoria fiorentini ad un grantappa per tappa ma non di più». E se nella vittode evento di partecipazione attisarà raccontata sul sito ria per le primarie uno dei punti va nel salone dei Cinquecento: www.matteorenzi.it decisivi del suo programma è «Ci apriremo al contributo di stata la critica senza riserve ai tutti». Ma veniamo alla camritardi “inaccettabili” per i lavori della prima linea della pagna elettorale. I veri protagonisti saranno i volontari. tramvia, se eletto Renzi metterà mano anche alle linee «Tutti insieme ci daremo da fare per realizzare il nostro due e tre. “Servono verifiche sui tracciati” ha più vol- progetto per cambiare Firenze - dice Renzi -Ma per farte detto ed anche l’eventuale passaggio dal Duomo non lo abbiamo bisogno del contributo di tutti. Abbiamo di deve essere vissuto come un totem ideologico intocca- fronte una grande sfida e possiamo vincerla solo lavobile. Renzi ha le idee chiare anche per quanto riguarda rando insieme». Chi avesse voglia di dare una mano alla le politiche sull’urbanistica, dove ci sarà un cambio di campagna di Renzi può recarsi presso la sede del comitarotta rispetto al passato: il primo punto ad essere modi- to elettorale che si trova in piazza Ravenna 4 oppure può ficato sarà il piano strutturale, che non è stato approvato telefonare al numero 055-6587297.
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arco Carraresi, insegnante di religione prestato da tempo all’attività politica, capogruppo dell’Udc nel Consiglio regionale toscano, tenta la scalata a Palazzo Vecchio dopo il fallimento della trattativa tra lo scudo crociato e Matteo Renzi. «Non sarà la classica corsa di testimonianza per dire: ci siamo», spiega. Perché l’Udc ha scelto la corsa solitaria? La mia è una candidatura che non era in programma, non volevamo esserci a tutti i costi con la nostra bandierina e la nostra identità: noi siamo per le alleanze. Ma queste amministrative sembrano inve- Marco Carraresi ce afflitte da una “sindrome dell’autosufficienza”, non mi risulta che siano stati cercati il dialogo, no di sera, alle buche delle strade. la condivisione, le verifiche pro- E cosa farebbe se fosse sindaco? grammatiche. Abbiamo avuto la Prima di tutto Firenze non può sensazione che a Firenze, da parte continuare a sopravvivere sfrutdi taluni ci sia stata la volontà di tando le rendite di posizione. Qui non aggregare. Perciò l’atteggia- ci vuole innovazione, creatività, mento più responsabile era quello un rapporto diverso col patrimonio artistico: questa straordinaria di presentarci da soli. Con un occhio all’eventuale bal- miniera d’oro va finalmente valorizzata. Per esempio, ci vogliono lottaggio… In questo scenario, il ballottaggio 4 o 5 mostre di livello mondiale è quasi inevitabile: avere dalla all’anno perché Uffizi e Accadepropria parte l’Udc, perciò, diven- mia da soli non fanno più la diffeterà ancora più importante. Con i renza. Bisogna lavorare sull’accotermini della vecchia politica, un glienza. Firenze è una città unica risultato positivo rafforzerebbe il al mondo, ma negli ultimi 20 anni nostro potere contrattuale per af- ha perso 100mila abitanti, è diventata invivifermare le nostre idee sulla Ci vogliono innovazione, bile. È possibicittà. La nostra creatività e investimenti le farla tornare a essere una non è la classulla cultura città viva, sica corsa di scongiurando testimonianza per dire “ci siamo”, siamo qui per il destino di città-dormitorio o di correre a tutti gli effetti e i nostri città-museo? Ha già pensato lo slogan? voti non andranno dispersi. M’è venuto d’istinto abbinare Come sta Firenze? Una situazione di degrado e di- l’amore per Firenze con l’idea struzione come quella attuale l’ab- che solo una politica moderata di biamo avuta solo nel dopoguerra. centro guarda a tutti. Perciò direi Si va dai muri sporchi di scritte, al “Firenze al centro”: non solo cuocentro che diventa terra di nessu- re e mente, in tutti i sensi. /M.F.
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in corsa
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AL VOTO/3. Gli aspiranti consiglieri presentano le loro ricette: per tutti l’imperativo è recuperare il contatto con la città
Consiglio comunale, l’ora dell’assalto Michele Fioraso
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on la presentazione di liste e candidati inizia l’assalto alla Sala dei Dugento: scatta la campagna elettorale e plotoni di aspiranti consiglieri comunali sono pronti a battere la città palmo a palmo per raccattare i voti utili ad entrare in Palazzo Vecchio. Proposte, polemiche, programmi, idee per Firenze si scontreranno nel lungo mese che porterà in dote alla città un nuovo sindaco dopo il decennio targato Leonardo Domenici. Ma da dove ripartire con la prossima amministrazione? Per destra e sinistra l’imperativo sembra
unico. «Una delle priorità è recuperare maggiore contatto con la città: la giunta uscente ha lavorato bene ma ha avuto un difficile rapporto col quotidiano» dice Massimo Mattei, presidente del Consiglio provinciale, stavolta in campo per Matteo Renzi. «Serve un rapporto aperto, che non sia solo informativo ma di condivisione delle decisioni: il Consiglio deve essere interfaccia in questo senso», aggiunge il consigliere uscente del Pd Michele Morrocchi. Concorda la capogruppo di Rifondazione Anna Nocentini: «Bisognerà passare meno tempo nel Palazzo e
Viaggio tra proposte, polemiche e programmi dei politici in corsa per una poltrona nella Sala dei Dugento: uno dei leit motiv della campagna elettorale sembra essere la soluzione all’emergenza buche
Massimo Mattei
Massimo Pieri
più tempo a parlare e ascoltare - osserva - Ci vuole un Comune che punti di più sulla responsabilità dei cittadini e meno sulla proliferazione dei regolamenti». «Serve un’amministrazione che, fin da subito, pensi a quei fiorentini che risentono della pesante crisi economica - spiega Daniele Baruzzi, candidato della Sinistra per Firenze - e che lavori per una città più aperta al futuro, che sappia offrire opportunità ai giovani». «I cittadini chiedono attenzione - ribadisce l’esponente del Pdl Jacopo Bianchi - Per esempio, sulle buche nelle strade, ho ricevuto centinaia di foto da persone che le hanno quasi catalogate».I crateri nell’asfalto rischiano di diventare un leit-motiv della campagna elettorale. Anche Francesco Bonifazi, coordinatore del circolo Pd Vie Nuove in corsa per la prima volta, le cita come esempio «dello scollamento tra l’azione dell’amministrazione e l’attenzione verso il quotidiano: dobbiamo dare un segnale, restituire alla città il decoro che le spetta: per esempio, con un piano che affronti questi problemi attraverso interventi visibili». Insomma, bisognerà partire dalle cose concrete perché «è
l’ora di cambiare Firenze»: lo ripete il consigliere uscente del Pdl Massimo Pieri. «La città è in stato di degrado- dice - Basta con gemellaggi, discussioni sulle cittadinanze onorarie e cose del genere: si lavori, il resto è noia». Califano, nientemeno. Ma la partecipazione è l’unica bussola auspicabile per la prossima consiliatura? «Firenze ha bisogno di un entusiasmo nuovo, che sia capace di tenere insieme la genialità di questa città con l’organizzazione», dice Dario Nardella, presidente della commissione Cultura di Palazzo Vecchio. Adesso la città attraversa «una fase di profonda trasformazione, non abbiamo mai visto tanti cantieri». Ma «l’unica idea di città che hanno è la tramvia», attacca l’ex capogruppo di An Riccardo Sarra. «Quel poco che è stato fatto in questi anni, è stato fatto male - insiste - Il problema di fondo non è tanto avere idee sbagliate sulla città, ma non averle: non si sa che città voglia il centrosinistra». Mattei sembra saperlo: «Firenze ha bisogno di trovare coraggio e tornare dinamica come è sempre stata: la ventata di rinnovamento portata dalle primarie può dare questa scossa».
Daniele Baruzzi
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ACCOGLIENZA. Non più soltanto i soliti noti: all’albergo popolare sempre più “facce nuove”
Camera (d’albergo) con vista. Sulla crisi Tra sfratti e licenziamenti, anche chi non avrebbe mai
immaginato di varcare il portone di via della Chiesa si ritrova a chiedere aiuto alla struttura che ospita nullatenenti e senza tetto
Turisti e senza dimora? Insieme
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Luca Serranò
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PIAZZA PIATTELLINA. All’Ospitale delle Rifiorenze
acce nuove all’albergo popolare “Fioretta Mazzei”, facce che raccontano la crisi meglio di qualsiasi grafico o schema di bilancio. Tra gli ospiti della principale struttura fiorentina di prima accoglienza, oltre ai “soliti noti”, cominciano infatti a comparire alcune insospettabili vittime della recessione. Gente che mai avrebbe immaginato di varcare il portone di via della Chiesa, ma che oggi, tra sfratti e licenziamenti facili, si ritrova a chiedere aiuto alla struttura che dal 1905 accoglie nullatenenti e senza tetto. “E’ un fatto preoccupante - commenta Luca Angelini, direttore dell’albergo popolare dal 2004 - solo l’anno scorso ab- Una camera dell’albergo popolare biamo ospitato mille persone, una cifra altissima destinata a crescere in futuro”. I nuovi poveri, tra cui sudamericano che ospitiamo ormai ne che ruotano di continuo, che ormolti residenti fiorentini, faticano da tempo. E’ un pittore di talento – mai danno per scontata la propria a reinserirsi in fretta nel mercato spiega - che comincia a vendere le condizione”. Tossicodipendenti, del lavoro, in un corto circuito che sue opere a cifre davvero interes- immigrati senza lavoro e senza più nessuno semsanti”. Poco famiglia, anziani che non possono bra in grado distante, al permettersi il “lusso” di una casa I nuovi poveri, tra cui di fermare. primo piano, di riposo. Uomini e donne che per molti residenti fiorentini, Tra le stanze due signori circostanze di vita si ritrovano ai faticano a reinserirsi e i corridoi di i n t r e c c i a n o margini della società, e che l’alnel mercato del lavoro quello che un fili e stirano bergo popolare ospita nei suoi vari tempo era un larghe strisce “reparti”. Ci sono la lunga accobellissimo monastero carmelitano, di cuoio. Una piccola pelletteria glienza (per gli over 55, un anno in piena zona San Frediano, si re- messa in piedi dai ragazzi della più uno) e quella breve (tre mesi spira così un’aria stagnante, ferma, cooperativa Di Vittorio, che dalle più tre), ci sono i mini-alloggi asche solo l’estro e la fantasia degli stanze vuote dell’Albergo hanno segnati dalle graduatorie sociali ospiti più vivaci riesce un poco ad ricavato anche altri laboratori e e i posti per il “pronto intervento animare. “Questa è una riprodu- una sorta d’ufficio di collocamen- sociale” (nei casi di emergenza). E zione di San Sebastiano - dice an- to. “Purtroppo molti si arrendono ci sono, soprattutto, gli “ospiti stocora Luca Angelini indicando un alla povertà - racconta il direttore, rici”, quelli che per regolamento grande quadro poggiato alla parete autorità assoluta da queste parti - sono accettatati sine die in questa - l’autore si chiama Luis Ariza, un ci sono cinquanta-sessanta perso- enclave di nobile solidarietà.
n piccolo tesoro nascosto, per turisti e non: è l’Ospitale delle Rifiorenze, al numero uno di piazza Piattellina, a due passi da piazza del Carmine. Una sorta di ostello che nei mesi invernali accoglie le persone svantaggiate nell’ambito dell’emergenza freddo, grazie all’attività della Caritas, ma che da aprile in poi apre le porte a tutti coloro vogliano osservare Firenze dal di dentro, lontano dai percorsi “standard” del turismo di massa. Una “rifioritura” primaverile voluta da un manipolo di ragazzi fiorentini, che una volta riunitosi in cooperativa ha messo in piedi trovare sulla piazza. “Per dormiquesta simpatica realtà. “E’ la no- re da noi bastano quattro euro di stra quarta stagione - racconta il tessera e quindici per la stanza”, giovane presidente Luca Biggeri, dice Daniele Melissi, altra pedicapigliatura striata da mohicano - na importante dell’associazione. all’inizio non è stato semplice, poi “Senza contare che, oltre ai senza anche grazie alla Caritas e all’al- dimora, ospitiamo gratis anche bergo popolare le cose hanno co- gli artisti di strada, proponendo a minciato a funzionare”. Una strut- tutti itinerari e percorsi poco cotura, l’Ospitale delle Rifiorenze, nosciuti e una serie di laboratori a all’interno della rete di assistenza prezzo conveniente”. Nei settanta del Comune e in stretta simbiosi posti letto, come nel grande refetproprio con l’albergo popolare torio, vanno comunque rispettate diretto da Luca Angelini. “Siamo le regole dell’Ospitale, una sorta vicini di casa Una sorta di ostello che d’inverno - comaccoglie le persone svantaggiate, menta ma che da aprile in poi apre le porte ancora a chi vuol scoprire Firenze dal dentro Biggeri - e anche durante l’estate riserviamo di decalogo del turismo e della sempre qualche stanza ai senza cittadinanza responsabile. “Racdimora. E’ la nostra caratteristica, comandiamo soprattutto di evitaaccogliere turisti e nullatenenti re gli sprechi - spiega Luca Bigsenza fare alcuna distinzione”. Un geri - di usare acqua, luce e carta mix davvero singolare, la marcia per quanto necessario. Chiunque in più dell’Ospitale delle Rifio- venga è il benvenuto – conclude renze rispetto ad altre, più stati- - ma deve condividere lo spirito che realtà. Le tariffe, poi, sono e lo slancio di questa nostra iniquanto di più economico si possa ziativa”. /L.S.
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CURIOSITÀ. Non è raro che edifici di culto diventino sede di tutt’altre attività: ecco una mappa dei luoghi sconsacrati
Se la chiesa diventa un garage In città sono circa una quindicina le strutture sacre
Simele Kruklidis
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he il passo dal sacro al profano sia breve, non è una novità; ma, se una ex chiesa può essere trasformata in appartamento, club o addirittura in garage, forse è proprio il caso di dire “non c’è più religione”. A sostituirla, la religione, è infatti arrivato il dio Apollo del mondo moderno, conosciuto ai più come business. Andando un passo alla volta cercheremo di capire come attraverso la sconsacrazione, un luogo sacro possa finire alla mercè di tasche laiche e molto facoltose. In città, le ex chiese sono circa una quindicina: in via dei Calzaiuoli troviamo la basilica di San Cristoforo degli Adimari, quella di Santa Maria sopra Porta di via Pellicceria e la basilica di San Pietro in Celoro, situata in piazza del Capitolo. Tra le più famose, anche la Chiesa di Santa Maria degli Angeli in via Alfani, la Sant’Orsola e la Santa Maria dei Battilani in via delle Ruote. Un elenco molto lungo, ricco per lo più di edifici di piccola dimensione, abbandonati oramai da tempo. Perché si decide di dissacrare un luogo sacro? Diciamo la verità, parlare di chiese sconsacrate fa subito viaggiare la mente verso brutti pensieri, è inevitabile. Eppure, a differenza di quanto si crede, spesso le ragioni che portano a dismettere queste strutture sono tutt’altro che “misteriose” e rispondono anzi ad esigenze pratiche
e concrete, a volte persino politiche. Molte delle chiese fiorentine sono state infatti sconsacrate a partire dalla massiccia soppressione napoleonica delle corporazioni religiose, avvenuta intorno alla metà dell’ 800: ma non è questa l’unica causa. Secondo il diritto canonico, i luoghi sacri perdono la propria benedizione nel momento in vengono gravemente distrutti, come è accaduto durante la guerra, oppure se vi si commettono atti dichiarati “profani”. Cosa succede subito dopo? Tolti tutti gli oggetti sacri e chiusi i battenti, la ex chiesa può diventare sede di qualunque altra attività si desideri, proprio come un comune immobile: neanche a dirlo, la sua anima sacra si perde così del tutto, cancellata nell’atto stesso di riverniciare le pareti. A tal proposito, proprio qualche tempo fa, ha fatto scalpore un annuncio immobiliare che proponeva, tra bilocali e villette, la vendita di una ex chiesa di 170 metri quadri nella zona di Careggi. Con “solo” 780 mila euro, si può diventare i nuovi proprietari di queste quattro mura rustiche e antiche, già dotate di vano cucina. In molti da allora hanno iniziato ad interrogarsi sul caso, smascherando un business che, come al solito, non guarda in faccia niente e nessuno. Al momento, l’acquirente non si è fatto avanti, forse perché prima di spendere tutti quei bei soldini, è in attesa di un segno divino.
“dismesse”: tra le altre ci sono la basilica di San Cristoforo degli Adimari, quella di Santa Maria sopra Porta di via Pellicceria e la basilica di San Pietro in Celoro, situata in piazza del Capitolo
IL CASO Strutture oro e argento e drink dove un tempo si diceva la Messa
...e in piazza del Carmine è sbarcato Cavalli
S
trutture in oro e argento, tessuti animalier, drink molto chic ed alta cucina: questo è il nuovo look della chiesetta sconsacrata di piazza del Carmine, recentemente “rivestita” da Roberto Cavalli. L’ennesima e sublime provocazione, ad opera di uno tra gli stilisti più apprezzati al mondo: qui, in un gioco accattivante di luci ed ombre, le linee moderne concepite dall’architetto Italo Rota si sono
mescolate alla tradizione, dando vita ad un’atmosfera a dir poco eccentrica. Riutilizzare un luogo sacro è dunque possibile, ma con stile ed accortezza. In tutta la costruzione, infatti, non esistono viti ed ogni pezzo è incastrato in modo tale che l’intera struttura, che non poggia sulle pareti della ex chiesa, sia autoportante e smontabile. Che piaccia o no, l’opera è /S.K. sbalorditiva.
La chiesa in piazza del Carmine diventata un locale chic
nido d’infanzia 6 mesi/3 anni centro di cultura per l’infanzia Aperte le iscrizioni per l’anno educativo 2009-2010. Il servizio funziona dal lunedì al venerdì dalle ore 07.30 alle ore 18.30 (con possibilità di prolungare l’orario fino alle 19.00). Sabato dalle 09.00 alle 13.00. Gli ambienti, ristrutturati secondo standard eco-compatibili, si affacciano su un grande giardino e una corte interna. Si organizzano laboratori, atelier, incontri a tema sull’infanzia e pomeriggi di gioco per i più grandi. Il nido dispone di una cucina interna dove si preparano pasti con alimenti biologici. Pediatra e psicologo di riferimento Campi estivi luglio e agosto Per informazioni 055.5535688 – 346.6608231 www.asilobarbapapa.it info@asilobarbapapa.it Viale a.volta,72-via guido cavalcanti, 4 - firenze 1030297
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attualità
Maggio 2009
VERBALI. Vero supplizio per gli automobilisti, sono un autentico toccasana per le casse pubbliche
Multe, ecco il “tesoretto” del Comune Nel 2008 la polizia municipale ha elevato 860mila
contravvenzioni per violazione al codice della strada, e c’è stato un boom di infrazioni immortalate dagli occhi telematici Giuditta Boeti
P
otremmo definirlo il “tesoretto” dei Comuni o il “federalismo stradale”: si tratta dell’incasso che deriva dalle multe per violazione del codice della strada. Lo scorso anno, la polizia municipale di Firenze ha elevato quasi 860 mila contravvenzioni per infrazioni, che corrispondono a quasi 2400 verbali al giorno. Come dire, uno e mezzo ogni minuto. Una rendita cospicua per la casse del Comune che, secondo le previsioni, è costata circa centotrentotto euro ad ogni fiorentino. Una sorta di fisco locale, dunque, ampiamente sostenuto dall’infaticabile attività degli occhi elettronici piazzati sugli accessi alle zone a traffico limitato. Sono state proprio le porte telematiche ad aver collezionato nel 2008 il maggior numero di multe, oltre la metà del totale, ben 1.253 verbali al giorno. Ma se le “veline rosa” sono un supplizio per gli automobilisti, non c’è dubbio che rappresentino una manna per i Comuni. Per arricchire il tesoretto della amministrazioni locali è sufficiente un guidatore distratto, un’auto che corre, una strada che invita a schiacciare l’acceleratore, un limite di velocità risicato, o un autovelox piazzato con sapienza. E il gioco è fatto. Nella classifica del Comune di Firenze, tra le infrazioni più frequenti troviamo al primo posto la violazione del varco preferenziale per gli autobus di piazza dell’Unità (“bucato” 127 volte ogni giorno). A seguire via Alfieri (122 volte), lungarno Torrigiani (113), corso Tintori (106), via Senese (98). Gli automobilisti sembrano un po’ più disciplinati per quanto riguar-
da la sosta in seconda fila con 1.423 verbali in un anno. Un capitolo disastroso invece è quello relativo alle multe per divieto di sosta: 686 multe al giorno. La maggior parte sono dovute all’occupazione degli spazi per residenti (60.992) e moltissime sono quelle per intralcio alla pulizia delle strade. Ma a conti fatti, se i fiorentini al volante non sembrano proprio virtuosi, come se la cavano con il nuovo regolamento di polizia urbana? Dall’entrata in vigore (lo scorso 11 agosto) delle norme sul decoro e sulla sicurezza che avevano fatto discutere tutta Italia, le sanzioni elevate sono meno di 2 mila, precisamente 1.967. Il maggior numero di multe (490) sono state emesse a danno delle prostitute che esercitavano “con abbigliamento e atteggiamento non rispondente ai canoni della pubblica decenza, stazionando in luoghi prospicienti i luoghi di culto o gli edifici pubblici o di uso pubblico, stazionando lungo le strade abitate”. Seguono le sanzioni che riguardano in
genere i bivacchi: rientrano in questa categoria le multe a chi “bivaccava, mangiava, beveva o dormiva in forma palesemente indecente o occupando con sacchetti o apparecchiature il suolo pubblico” (266), quelle a chi “esercitava il campeggio o dimorava in baracche o ripari di fortuna su terreni pubblici o privati” (38) e quelle a chi “si sdraiava sul suolo pubblico, sui gradini dei monumenti e dei luoghi destinati al culto o alla memoria dei defunti” (30). E poi ancora, le 155 sanzioni per persone che in strada avevano “comportamenti fastidiosi o pericolosi nei confronti degli altri”. Oltre cento contravvenzioni hanno riguardato chi “in luogo pubblico o aperto al pubblico o di pubblico uso effettuava questua”. Ci sono infine le multe elevate per i rumori e gli schiamazzi soprattutto nelle ore serali e notturne e quelle ai proprietari di animali che non hanno raccolto gli escrementi dei loro amici a quattro zampe o non hanno messo il guinzaglio o la museruola all’animale.
IL CASO Una sentenza ha stabilito che gli ausiliari possono sanzionare solo le auto in sosta irregolare nelle strisce blu
Dalla Cassazione uno stop al “potere” dei vigilini
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li ausiliari del traffico non possono elevare multe per divieto di sosta: a stabilirlo è stata una sentenza, a Sezioni Unite, della Corte di Cassazione. Secondo questa sentenza, i “vigilini” possono emettere verbali solo in caso di mancato pagamento del pedaggio o per altre infrazioni commesse dentro gli spazi a strisce blu. Invece non possono infliggere contravvenzioni a tutto campo. Secondo la sentenza, infatti, soltanto i vigili urbani sono abilitati a sanzionare i veicoli
per divieto di sosta nelle zone riservate ai residenti con strisce bianche, perché gli ausiliari della sosta non sono pubblici ufficiali ma solo dipendenti di una società privata. La Corte di Cassazione, con la sentenza 5621, ha anche stabilito che i vigilini possono elevare contravvenzioni fuori dalle strisce blu solo se una vettura blocca l’ingresso all’area in concessione. Dunque, il fatidico foglietto rosa che fa tanto dannare gli automobilisti può essere elevato solo dal corpo della polizia municipale:
una frenata alle esigenze dei Comuni di far cassa quanto più possibile con il business delle “multe facili” a firma di personale dipendente dalle società che gestiscono i parcheggi. Inoltre, la sentenza rende “off limits” agli ausiliari del traffico anche tutti i marciapiedi della città. Infatti, le multe alle moto o perfino alle auto in sosta negli spazi riservati ai pedoni non sono di competenza dei vigilini. Anche in questi casi la contravvenzione può esse/G.B. re firmata soltanto dal vigile urbano.
attualità
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Come orientarsi nella giungla dei verbali Serena Wiedenstritt
proposito di multe valide e non valide, ci siamo rivolti anche alla dottoressa Patrizia Verrusio, vicecomandante della Polizia Municipale di Firenze, per istruzioni su chi può multare chi e per quali infrazioni e come muoversi in caso di contravvenzione dubbia. Dubbia, ovviamente, secondo il cittadino. Vicecomandante Verrusio, escludendo i vigili che, ovviamente, sono abilitati a multare qualsiasi tipo di infrazione al codice della strada, i cosiddetti vigilini o ausiliari della sosta della Sas (Società servizi alla strada), quelli - per capirsi - vestiti di verde, che poteri hanno? Gli ausiliari della SAS sono addetti al controllo delle aree di sosta. Sono di loro competenza le strisce blu, per così dire. Sono quindi addetti a vigilare sui parcheggi a pagamento, come quelli sui viali. Possono però ad esempio multare una macchina che si trova in seconda fila davanti a dei parcheggi a pagamento ed impedisce alle altre macchine di accedere ad aree di parcheggio. L’importante, insomma, è che ci sia una connessione con la sosta a pagamento blu. Passiamo ad un’altra categoria di vigilanti che spesso vengono contestati: gli ausiliari Ataf. Quando possono intervenire e quando sono legittime le loro contravvenzioni? Quando è possibile fare ricorso? Il personale Ataf può multare soltanto automobilisti e scooteristi che invadono le corsie preferenziali. La questione controversa in questo caso è legata alla possibilità di fermare o meno chi fa l’infrazione per la noti-
Patrizia Verrusio
fica immediata della multa. Infatti, gli ausiliari Ataf non possono, a differenza dei vigili che sono pubblici ufficiali, fermare il cittadino. Possono provarci con un cenno, ma nella maggior parte dei casi si limitano a prendere il numero di targa. Per questo è capitato che alcuni giudici di pace abbiano accolto i ricorsi dei cittadini. In caso di dubbio, a chi ci si può rivolgere e quanto tempo ha il cittadino prima che l’importo della contravvenzione lieviti? Per qualsiasi informazione o domanda c’è il front office della Polizia Municipale, presso i nostri uffici di Porta al Prato. La multa va pagata entro il termine tassativo di 60 giorni dalla data di contestazione o notifica, oltre il 61° giorno l’importo della sanzione è raddoppiato.
“Ricorsi contro alcune sanzioni” N egli ultimi tempi si è spesso parlato di multe annullate e di possibilità di invalidare quelle fatte da alcune categorie o da particolari apparecchi. Ne abbiamo parlato con Silvia Bartolini, avvocato civile e presidente del Codacons Toscana, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori regionale. Avvocato Bartolini, quali sono le multe illegittime e quindi di cui si può richiedere ed ottenere l’annullamento? Le multe fatte con l’ausilio dei fotored, ad esempio. La Corte di Cassazione poche settimane fa ha stabilito che questo tipo di contravvenzioni non è legittimo perché scattano la foto in transito e non vengono notificate subito. In realtà quindi non sono valide perché il guidatore potrebbe anche, in teoria, aver avuto dei motivi validi per passare con il rosso, un’urgenza come una persona malata a bordo o un’ambulanza che giungeva a sirene spiegate. Certo, è raro, ma il cittadino deve avere la possibilità ed il diritto di difendersi e spiegare e con la macchinetta appesa al semaforo non è possibile. Dopo la recente sentenza della Cassazione, saranno i migliaia i ricorsi contro le multe dei fotored. E gli autisti Ataf, ad esempio, sono legittimati a multare gli automobilisti? Gli autisti ed ausiliari Ataf , un po’ come il fotored, non possono fare le multe. Il personale Ataf a Firenze fa le contravvenzioni ma non ha, non rivestendo alcun ruolo di pubblico ufficiale, il potere di fermare l’automobilista che sta commettendo una
Silvia Bartolini
infrazione. Non essendoci la contestazione immediata, la multa non è valida. Anche in questo campo molti ricorsi sono già stati vinti e la spesa per il Comune sta lievitando, fra spese legali e percentuali che comunque vengono corrisposte a chi fa le multe ( circa 15 euro). In conclusione, come si procede per contestare una multa a nostro avviso ingiusta? La strada migliore è rivolgersi ai giudici di pace, ci sono i moduli scaricabili anche sul web, la compilazione è facile, poi lo stesso giudice di pace manda una raccomandata per avvisare della data dell’udienza. L’importante è mettere in moto il procedimento entro 60 giorni dalla multa. Altrimenti ci si può rivolgere al prefetto, ma in questo caso è più difficile che il ricorso venga accettato.
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Patrizia Verrusio, vicecomandante Polizia Municipale
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tempi moderni
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TENDENZE. Convivere in un appartamento con altre persone non è più una prerogativa degli universitari
Quelli che... la casa la condividono Le zone più gettonate sono quelle del centro storico, da piazza Signoria a Santa Croce e quelle di Fiesole e Settignano: qui si trovano case affollate di “eterni ragazzi”, novelli Peter Pan un po’ per scelta un po’ per necessità Simele Kruklidis
U
n appartamento affollato in cui convivo- Forse sono queste le principali cause. Vittime consapeno estranei è l’equivalente di una figura voli in un calderone di cambiamenti sociali, gli “eterni ben definita: lo studentello squattrinato, ragazzi” di oggi si sono dovuti adattare a muso duro costretto ad abitare camere strette, buie e alle nuove prospettive, concedendosi però, ove possibidisordinate. Questo fino a che lo studentello in que- le, qualche comfort. Vien fuori che le zone più gettonastione, presa la laurea, in genere trova un lavoro, un te sono quelle del centro storico, da piazza Signoria a partner e compra casa. A volte, però, quando la vita Santa Croce e a seguire quelle di Fiesole e Settignano. prende pieghe diverse, gli anni che intercorrono tra una Prendere in affitto questi appartamenti, dai tre vani in fase e l’altra si dilatano fino a trasformarsi in un limbo. su (e non di rado dotati di interessanti optional come Proprio così è nato un nuovo prototipo di affittuario, la jacuzzi e la sauna) significa spendere dai 500 ai 600 in rapida diffusione sul territorio fiorentino: l’identikit euro al mese, per un’unica ampia stanza. In materia di prezzi esorbitanti, si sa, Firenze delinea un professionista in carriera, dai 30 ai 40 anni, di sesSe sale il numero di inquilini, batte molte altre città d’Italia. Cifre che farebbero rabbrividiso maschile, irrimediabilmente l’affitto diminuisce re lo studentello, ma che per un single e senza abbastanza soldi e ci si possono permettere lavoratore single possono essere in tasca da potersi permettere un ambienti più spaziosi tutto sommato raggiungibili: a bel appartamento tutto per sé. patto di “dividere e condividere” La chiave del discorso, qui, sta proprio nel “bel appartamento”, rara perla immobiliare tale lusso con qualcun altro. I coinquilini variano da che fa gola a molti ma che in pochi possono realmen- due a quattro, difficilmente arrivano a cinque, e spesso te conquistare: non di rado infatti, il lavoratore medio sono reduci di “tira e molla” sentimentali malamente di cui stiamo parlando, arriva a condividere la propria conclusi: ricalcando la scia comica e leggera de “I Lauabitazione per il gusto di regalarsi spazi più ampi ri- reati” di Pieraccioni, il nuovo affittuario fiorentino si spetto agli angusti monolocali e le giornate trascorrono presenta come un universitario dotato di portafoglio, veloci, tra feste private nei week end e dispense divise un ragazzo cresciuto e libero, che si barcamena tra per etichette. Il fenomeno, nato a fine anni ’90 ma dive- sacrifici professionali e vita mondana. Nelle scale del nuto dilagante solo negli ultimi tempi, ha radici incerte. vostro condominio lo riconoscerete per l’abito elegante Crisi economica? Precarietà? Sindrome di Peter Pan? di giorno e per pizza take away la sera.
L’INTERVISTA Tobia, 38 anni, professionista in carriera
“Una convivenza serena”
E
cco la perfetta incarnazione del nuovo modello di affittuario: si chiama Tobia, ha 38 anni ed una carriera di successo come regista ed autore di web tv. Il suo ultimo appartamento è stato un magnifico loft superaccessoriato in pieno centro storico. Quali sono i vantaggi di un appartamento condiviso con altre persone? Innanzitutto si tratta di uno stratagemma utile per scambiarsi opinioni, idee e per confrontarsi sulle scelte lavorative e di vita. Inoltre, la convivenza tra persone non più giovanissime è In questo modo più semplice rispetto a quella ci si può permettere tra studenti, poiché si basa su qualche lusso in più un rapporto maturo, di reciproco rispetto. Nonostante in casa fossimo ben quattro coinquilini, non ho mai avuto problemi di invasione della privacy, ed anzi, la diversità degli orari di lavoro concedeva lunghi tempi di solitudine. Perché optare per una convivenza quando si hanno già le risorse economiche per vivere da soli? Conosco molte persone, mie coetanee, che pur potendosi permettere qualcosa in più di un affitto da studente preferiscono fare la scelta della convivenza. Il motivo principale è l’ambizione di poter abitare in appartamenti di un certo prestigio, difficilmente “avvicinabili” da soli. E’ un modo per concedersi qualche lusso in più, senza incidere in maniera eccessiva sul proprio budget. I proprietari come vi vedono? In genere i padroni di casa sono sempre un po’ titubanti, forse perché abituati a relazionarsi con famiglie tradizionali o single molto facoltosi. Però, dopo averci conosciuto, finiscono per apprezzare la nostra serietà e soprattutto la nostra discrezione. /S.K.
LA KERMESSE. Torna la manifestazione che mette sotto i riflettori Firenze e dintorni
Dieci giorni da Genio… Fiorentino Dopo il successo riscosso nelle scorse edizioni, il 15 si apre la quinta “puntata”
IN CALENDARIO
della kermesse organizzata dalla Provincia. Una dieci giorni che coinvolge 44
Cantori per un giorno Tutti pazzi per Dante
comuni con più di 100 eventi in calendario e uno slogan che parla da sé Sara Ghilardi
È
l’edizione senza dubbio più concentrata delle quattro che l’hanno preceduta, ma il Genio non poteva che allietare la primavera fiorentina anche quest’anno. Dal 15 al 24 maggio c’è la quinta edizione del Genio Fiorentino, con un calendario ricco di oltre cento avvenimenti. Dopo i celebri motti delle passate edizioni come “ Fatti non foste a viver come bruti” o “Le idee non fanno paura achi ne ha”, quest’anno l’adagio è di Ardengo Soffici: “Si nasce geniali. Originali si diventa”, a significare “lo sforzo per la continua conquista di traguardi inediti e, appunto, originali. Un’ulteriore occasione per riappropriarsi di questo territorio unica al mondo, una grande opportunità in tutti i 44 i comuni che la compongono - spiega Matteo Renzi, presidente della Provincia, che nel 2005 volle questa manifestazione - Sarà l’occasione per approfondire alcuni temi, dall’arte contemporanea all’innovazione tecnologica, in un’area che è consapevole della bellezza del proprio passato ma che ha voglia di guardare al futuro”. La kermesse è ormai un brand riconosciuto e quest’anno propone dodici categorie nelle quali saranno raggruppati tutti gli argomenti in programma: dall’arte al cinema, dalla musica alla scienza, dalla storia all’innovazione, passando dagli eventi per vivere la città di notte. Il 15 maggio ad aprire il Genio, le celebrazioni per il centenario del Futurismo con un convegno. L’arte la fa da padrona invece con la mostra “Clemente VII e Firenze. Fede politica e arte dal 1513 al 1543” che ricorda la figura di “Papa Medici” e la sua influenza in città, il 24 maggio nelle sale espositive di Palazzo Medici Riccardi. Sempre negli ambienti del “palagio” che ospita la Provincia è allestita la mostra fotografica che ricostruisce con più di 100.000 immagini le reazioni e le emozioni dei fiorentini al delitto Matteotti. Il Genio 2009 inaugura il periodo fiorentino dedicato alla Gioconda di Leonardo con un convegno in cui studiosi e ar-
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Lucio Dalla e Matteo Renzi durante la scorsa edizione del Genio Fiorentino
tisti sono invitati a fare il punto sui misteri della donna che sorride con gli occhi, collegandone la figura anche all’ex convento di Sant’Orsola, che compie otto secoli di storia e dove pare si trovino le spoglie di Monnalisa. Per tutti i dieci giorni della manifestazione, spazio alle visite notturne nelle più belle chiese fiorentine. Per “Il genio nei luoghi della fede” si aprono infatti dalle 20.00 alle 23.00 dieci chiese, una per sera, dalle più importanti come Santa Croce e San Lorenzo, alle meno note seppur bellissime. Sempre per quanto riguarda le aperture straor-
dinarie, ingresso libero il 24 maggio ai laboratori del Polo Scentifico di Sesto Fiorentino con l’evento “ Eccellenze della ricerca scientifica”. E il Genio non dimentica neanche un grande attore e regista dalla storia difficile come Francesco Nuti, al quale Firenze rende omaggio con alcune iniziative, tra cui la pubblicazione di un volume con interviste e documenti inediti: “Francesco Nuti: la vera storia di un grande talento”. E per finire, da non perdere i 600 cantori che il 16 maggio in tutta la città leggono il Sommo Poeta con “ All’ improvviso Dante”.
ante torna nella sua città, attraverso gli oltre 600 cantori che lo declamano in ogni angolo del centro storico di Firenze. E’ “All’improvviso Dante”, uno degli eventi di punta del Genio Fiorentino che ormai, giunto alla quarta edizione, è anche tra quelli più caratteristici e suggestivi della manifestazione. L’appuntamento è fissato per il 16 maggio alle 16.00 in Piazza Santa Croce, proprio sotto la statua di Dante, con la lettura del primo Canto dell’ Inferno. Alle 16.30 la prima declamazione simultanea tratta dagli inferi danteschi e a seguire quella del Purgatorio e del Paradiso. L’evento termina alle 20.00 in Piazza Duomo con la lettura corale del XXXIII canto del Paradiso da parte di tutti i cantori. Quest’anno l’evento raggiunge i 600 partecipanti, tra i quali anche molti ragazzi delle scuole. Un Dante improvvisato ma non troppo, dato che tutti i partecipanti sono stati selezionati già da febbraio nel corso di un provino al Teatro Cantiere Florida e che partecipato a diversi incontri preparatori. Sono commercianti, insegnanti, casalinghe, ma anche tanti studenti e semplici appassionati, tutti stregati dalla passione per il sommo poeta, con la quale vogliono contagiare i fiorentini che avranno l’occasione di passare dal centro. Con indosso la pettorina che li contraddistingue, sotto la regia di Franco Palmieri sono pronti a regalare e a regalarsi emozioni, facendo rivivere Dante attraverso un’iniziativa che qualcuno pensa già di esportare anche all’estero. /S.G.
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cultura
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FABBRICA EUROPA. Nuovo appuntamento con l’evento che fa spazio al melting pot
Se la Leopolda si tinge di festival
Sara Ghilardi
I
l dialogo tra le culture lo scambio finalizzato alla produzione artistica e all’incremento della creatività sono alcuni degli ingredienti di Fabbrica Europa, il festival giunto alla sua quattordicesima edizione, in programma negli spazi della Stazione Leopolda dal 5 al 23 maggio. Quest’anno filo conduttore della manifestazione sono i nessi tra Europa, Mediterraneo e Americhe. Artisti italiani, europei e provenienti da Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Colombia e Messico sono protagonisti di un’indagine sul dialogo tra culture e identità, per dare vita insieme a circa un centinaio di eventi tra danza, musica, teatro, installazioni, workshop e incontri. Il tutto alla ricerca di nuovi spazi di creazione, di pensiero e di visione, tracciando percorsi inediti per interpretare il presente e per coltivare il passato. Musica, teatro e danza sono le forme espressive prescelte. Si comincia il 5 maggio con il live del gruppo Fuentes che apre il festival. Un collettivo che da oltre dieci anni propone un sound dove le percussioni, protagoniste assolute, si fondono con le suggestioni sonore che provengono da Costa d’Avorio e Burkina Faso. Da Israele arriva invece il 6 maggio “Within my walls”, concerto di uno dei più acclamati gruppi di
world music a livello internazionale, The Idan Raichel Project, guidato dal tastierista, compositore, e produttore Idan Raichel. Sul palco una suggestiva miscela, poliedrica e originale, di musica tradizionale ebraica ed etiope, poesia araba, canti yemeniti e ritmi caraibici. Nell’ambito delle relazioni tra Mediterraneo e America Latina va in scena l’8 e il 9 maggio il Teatro boliviano de Los Andes diretto dal regista argentino César Brie che presenta a Firenze un’Odissea riletta attraverso le problematiche di oggi: Ulisse è il migrante contemporaneo che incontra gli stessi mostri cui vanno incontro coloro che partono in cerca di un destino migliore, come i messicani che attraversano il loro paese per arrivare alla frontiera o i nordafricani che attraversano il mare per approdare, tra mille difficoltà, sulle coste dell’Italia meridionale. Per quanto riguarda la danza, da segnalare la compagnia brasiliana Membros, una delle più fertili e innovative del nostro tempo nel suo connubio tra sensibilità sociale e visionarietà artistica. Formata da elementi provenienti da diversi background, il tratto unificante della compagnia che propone coreografie latinoamericane, è l’impegno sociale e l’uso della danza come strumento di critica sociale.
LA MOSTRA. 91 fotografie del celebre artista statunitense dialogano con il David
All’Accademia la sintesi della perfezione M
uscoli che sembrano disegnati, appoggiati sotto il corpo statuario per antonomasia. Comincia il 26 di Maggio, “Robert Mapplethorpe. La perfezione nella forma”, la mostra più attesa del calendario di “Un anno ad arte 2009”, organizzata dalla galleria dell’Accademia insieme alla Mapplethorpe Foundation. La mostra, presentata in occasione dei 20 anni dalla scomparsa del grande fotografo americano, fa dialogare i 91 corpi immortalati dall’artista con la muscolatura perfetta del David e delle icone emblematiche del Rinascimento. Un racconto fatto di forme, di dettagli, di luci e precisione milli-
metrica. Il fotografo racconta la perfezione del corpo umano attraverso le sue immagini, allo stesso modo in cui Michelangelo faceva con i blocchi di marmo bianco. “Il mio è un lavoro sull’ordine - diceva Mapplethorpe - ricerca la perfezione nella forma”. Da qui il titolo dell’evento espositivo, suddiviso in cinque sezioni, quattro in un’area appositamente allestita e una dislocata nel museo. Ogni sezione affronta un aspetto del tema della forma intesa come valore a sé, scissa sia dal contenuto oggettivo, cioè dal soggetto rappresentato, sia dal contenuto soggettivo, cioè dal carico di esperienza personale
(emotiva, cognitiva), che si veicola attraverso l’immagine: la Forma scultorea, la geometria della Forma, la Forma e il suo doppio, il frammento come Forma. Una conversazione tra passato e presente che sottolinea le analogie e allontana le spaccature, prendendo come spunto un corpo che non è modello di uomo ma sintesi di perfezione. Da ricercare, da rincorrere a tutti i costi. Accanto alle fotografie di Mapplethorpe, alcune opere di Brice Marden, Man Ray, Ettore Spalletti e Andy Warhol, artisti ai quali il fotografo si è ispirato e coi quali ha lavorato nel corso della sua vita. Fino al 27 settembre. /L.V.Z.
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HOBBIES. In aumento gli appassionati di match ambientati in mondi paralleli
L’INTERVISTA
Chi di gioco ferisce di gioco perisce U
Dungeons & Dragons Il fantasy più diffuso
Una mania nata negli anni Ottanta e
n fenomeno complesso, quello dei giochi di ruolo, che nascono come strumento terapeutico negli anni ’70 e poi colonizzano in tempi rapidissimi il mondo del computer e la rete internet. Ne abbiamo parlato con Piero Pirro, appassionato e ideatore di giochi di questo tipo. Quali sono le storie che vanno per la maggiore? Il gioco più famoso e diffuso è il primo che è stato inventato, Dangeon and Dragons. Si tratta di un fantasy con creature mitologiche, mostri, un’atmosfera simile al Signore degli Anelli. In questo periodo va molto anche Vampire, dall’ambientazione più dark. Quanto costa questo hobby? Non è dei meno costosi, almeno per chi è veramente appassionato. In linea di massima un manuale costa una trentina di euro, poi ci sono le miniature dei personaggi, i gadget. E ovviamente i live hanno un prezzo. Molte persone si fanno il vestito da sole, ma anche il materiale ha un costo. Per non parlare delle armi: una spada media può costare anche 100 euro. Chi sono i giocatori più assidui? Ci sono giocatori di tutte le fasce di età, dai ragazzini agli ultratrentenni, che partecipano alle partite magari per non perdere di vista gli amici di vecchia data o per la soddisfazione di superare delle prove. Non dimentichiamo che il gioco di ruolo ha una forte connotazione di apprendimento e viene utilizzato anche da alcune aziende per insegnare ai dipendenti a fare squadra. In ogni caso i giocatori sono in crescita. Basti pensare alla manifestazione Firenzegioca, che ogni anno raccoglie al Saschall centinaia di persone. /F.P.
Francesca Puliti
cresciuta a dismisura nell’ultimo periodo
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i giorno impiegato modello, la sera elfo dei boschi. O cavaliere. O magari vampiro. Il mondo dei giochi di ruolo è sempre più popolato. E non è affatto un gioco da ragazzi. Sì, tanti sono i bambini e i ragazzini, dagli 8 ai 16 anni, che frequentano tornei e negozi specializzati, alla ricerca dell’ultima carta o dell’ultimo personaggio mancante. Ma la passione per il gioco di ruolo non ha età, esplode durante l’infanzia e rimane accesa anche una volta compiuti e sorpassati i 30/35 anni. Perché questo passatempo è un vero e proprio stile di vita, un modo per mettersi alla prova e allenarsi contro gli ostacoli reali. Così lo descrivono i giocatori di prima generazione, quelli che si sono avvicinati a mappe e manuali negli anni ’80, quando questa attività ha preso piede in Italia. Da allora sono sorti moltissimi gruppi di appassionati, soprattutto in Toscana, antica terra di streghe e folletti. Negli ultimi anni, poi, i giochi di ruolo sono tornati nuovamente alla ribalta, dopo un periodo di declino in cui erano stati parzialmente oscurati dalle consolle e dai games elettronici. Sono circa un migliaio i giocatori attivi a Firenze, una comunità enorme per una città di dimensioni modeste come la nostra.
coinvolgendo giovanissimi ma non solo
“Ogni giorno organizziamo una o più partite e si presentano sempre dai 10 ai 15 ragazzi” racconta Yuka, che lavora in un negozio specializzato del centro. Alla fine il fascino dell’improvvisazione o forse l’atavico richiamo del cantore, hanno di nuovo avuto la meglio. Eh sì, perché i giochi di ruolo ruotano attorno alla figura del narratore, detto master, che racconta la storia ai partecipanti, ognuno dei quali interpreta appunto un personaggio. A partire dal filo conduttore riportato su di un apposito manuale, il narratore può fare variazioni sul tema, inventarsi nuove avventure, nuove variabili con cui i personaggi devono fare i conti. Ogni nuovo ostacolo implica una discussione su come affrontarlo, così che i partecipanti si trovano a dover fare squadra per raggiungere un obiettivo comune. Una storia suddivisa in piccole “missioni” (come salvare la fanciulla in pericolo o ottenere la spada magica), che si snoda nel tempo, partita dopo partita. Per mesi, o anche anni. Il più delle volte i giocatori si ritrovano attorno ad un tavolo, muniti di mappa, pedine e carte da gioco, ma la nuova moda è quella dei live, weekend di immersione totale nella storia. A partire dall’abito e dalle armi, che, saranno pure in lattice, ma possono salvarvi dall’attacco di un drago.
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cultura
Maggio 2009
IL FILM. Grande successo per l’opera prima del regista fiorentino Federico Bondi
Nonna e badante da Gavinana al Mar Nero Giulia Righi
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irenze, quartiere di Gavinana. Gemma è un’anziana fiorentina che più fiorentina non si può, Angela è la sua giovanissima badante appena arrivata dalla Romania. In mezzo a loro, l’occhio geniale dell’esordiente Federico Bondi (34 anni, fiorentino, inizi da documentarista) che nel suo “Mar Nero” (co-sceneggiato dal regista insieme a Ugo Chiti) riesce a raccontare senza inciampi nel banale e con convinzione il difficile rapporto tra le due donne. Tappa dopo tappa, dall’iniziale ostilità dell’anziana Gemma (interpretata da una meravigliosa Ilaria Occhini) fino allo stemperarsi della diffidenza in un rapporto di amicizia che le porterà insieme sulle rive del Danubio. Come è nata l’idea del film? La storia è profondamente autobiografica. Gemma era mia nonna, Angela la sua badante. Mia nonna, inizialmente ostile a questa presenza, si è trasformata grazie a questa “professionista della pazienza” che con il suo calore e i suoi racconti ha saputo curarla ancora meglio del cortisone. Ne è nato un legame vero e privilegiato, e ho voluto raccontarlo metaforizzandolo con il viaggio delle due donne in Romania. In realtà credevo di avere avuto un’intuizione fantasiosa, e invece... E invece... Invece dopo l’uscita del film più di una persona mi ha raccontato che è capitato davvero che qualche anziana abbia voluto seguire la sua badante in Romania, come accade nel film. La realtà è più vera della favola. Quanto ha inciso la “fiorentinità” nel suo lavoro, nella caratterizzazione dei perso-
naggi, specialmente di Gemma? Ci tenevo tantissimo a mantenere il carattere fiorentino: il film poteva funzionare anche ambientato a Genova, oppure a Palermo. Ma proprio il carattere di Gemma, con quel piglio tipico è stato un valore aggiunto: è di popolo, “proletaria”, diffidente come lo era mia nonna, con quell’emotività diretta tipicamente fiorentina. Come mai ha scelto proprio Gavinana? Sono innamorato delle case popolari, e quelle di via Erbosa si prestavano bene anche dal punto di vista logistico: alcune erano sfitte e abbiamo potuto ricostruire nei dettagli la casa di Gemma. E’ stato difficile il percorso per approdare nelle sale? Ho incontrato per caso il mio produttore Francesco Pamphili, a Torino, alle giornate del cinema. Ha esaminato il mio lavoro e gli è piaciuto: senza di lui l’iter sarebbe stato sicuramente più complesso. E ora, dopo il grande successo ha qualcosa in cantiere? (Ride) Ho tanti progetti: devo concentrarmi su qualcuno in particolare e crederci davvero. Intanto domenica parto per l’Africa per un lavoro...
Federico Bondi
LA RECENSIONE. La prima fatica di Alessandra Raddi, una storia pensata sei anni fa
Nascono vampiri dalla penna di una giovane toscana S
tephenie Meyer e Carlos Ruiz Zafon fanno giovanissimi proseliti sotto il campanile di Giotto. Vampiri e libri dimenticati, sullo sfondo di una Praga contemporanea, sono infatti gli ingredienti principali dell’esordio letterario di Alessandra Raddi, ventidue anni, nata a Bagno a Ripoli, studentessa universitaria a Firenze. Alessandra, in verità, confessa di aver ideato “Il libro che non voleva morire” (Sarnus 2009, pp. 232, br., 12,00) quando aveva appena sedici anni, quindi ben prima che Twilight e L’Ombra del Vento uscissero in libreria e vendessero milioni di copie. E, del resto, la vecchia Barcellona di Zafon è parecchio distante dalla Praga dei giorni nostri, gremita di turisti, ma pur sempre misteriosa e ricca di anfratti reconditi che celano segreti. E’ qui che riappare
un antico e diabolico libro che miete vittime senza pietà: chiunque ne entri in contatto pare destinato a perdere la vita. A governarlo c’è il temibile Goran, uno dei vampiri più potenti e sanguinari di Praga. Spetterà a Mina, ragazza dalla forza non comune, moderna vampira e brava investigatrice, svelare il mistero e accorrere in aiuto degli sprovveduti cugini Francis e Alice, investigatori del paranormale. Tra imprevisti e malintesi, il trio darà la caccia all’uomo misterioso in cerca del volume ma, nonostante gli strampalati poteri di Alice e l’aiuto di Dimitri, goffo e scombinato ladro a tempo perso, la situazione si complicherà inesorabilmente. Insomma, c’è tutto quanto un appassionato del genere fantasy horror si aspetti in un libro. /Ciro Becchimanzi
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1909 - 2009 Panificio - Pizzicheria - Alimentari Tabacchi
Nel 1909 Basilio Becagli fondò l’osteria Panificio Becagli, tradizione che nel tempo si è tramandata di generazione in generazione tramite i figli Vasco e Giorgio, con le relative mogli Rita e Vera, per poi passare all’attuale gestione del figlio Rolando, sua moglie Paola ed il figlio Agostino.
IN OCCASIONE DEL 100° ANNIVERSARIO la famiglia Becagli invita tutti i cittadini a festeggiare con loro
DOMENICA 17 MAGGIO dalle ore 10:00 alle ore 18:00 CON LE LORO SPECIALITÀ DOLCI E SALATE
P.zza del Terzolle 4/R (zona Ponte di Mezzo) Tel. 055 411659
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
Mostre Il fasto e la ragione. L’arte del Settecento a Firenze Dal 30 Maggio al 30 Settembre
Galleria degli Uffizi La mostra è la prima panoramica degli eventi artistici del Settecento a Firenze. 120 tra dipinti, sculture, oggetti e arredi delle grandi decorazioni pubbliche e private. Opere che ripercorrono l’intero secolo registrando in chiave spettacolare le oscillazioni del fusto dal tardo barocco al neoclassicismo. Ferdinando I De’ Medici – Maiestate Tantum Fino al 2 Novembre
secolari locali di piazza Buondelmonti (nel salone e nel chiostro della Basilica di Santa Maria e sotto i Loggiati del Pellegrino) è essenzialmente suddivisa in tre sezioni. La prima (e più importante) sulla scultura rinascimentale in terracotta, la seconda sull’architettura, che si avvale di apparati multimediali per essere più esplicativa, e l’ultima sulle manifatture locali, comprese le produzioni contemporanee.
Concerti Pino Daniele 5 maggio
Saschall
Museo delle Cappelle Medicee
Mandela Forum A poco più di un mese dall’uscita del triplo album antologico “Spirito Libero viaggi di voce 1992 - 2008” che ha già ottenuto il doppio disco di platino, Giorgia si appresta alla preparazione della tournèe che nel 2009 la vedrà protagonista nei Palasport della penisola. Dopo le due anteprime dello “Spirito Libero tour 2009” che Giorgia terrà ad aprile il 15 al Palalottomatica di Roma e il 17 al Datchforum di Assago (Milano), l’artista toccherà le principali città italiane. In tour Giorgia ripercorrerà quindici anni di carriera attraverso le sue canzoni. A farle da spalla sul palcoscenico, Diana Winter, giovane cantante toscana.
e direttore d’orchestra austriaco tra il 1976 e il 1977 con la metrica tipica delle poesie per bambini, è una rielaborazione del personaggio creato dalla fantasia di Mary Shelley in un mix di ironia caustica e humor nero tra Berg e Stravinsky, i Beatles e il Kabarett di Weimar. I mostri-incubi infantili sono un doppio velato dei mostri della politica che la fanno sempre franca, tra i quali fa capolino solo brevemente lo “scienziato folle”, il testo-matrice risale d’altronde ad anni di forte coinvolgimento sociale. Marco Carta 24 maggio
Mandela Forum
Il cotto dell’Impruneta. Maestri del Rinascimento e le fornaci di oggi Fino al 26 luglio
Basilica di Santa Maria e loggiati del Pellegrino Impruneta L’esposizione, allestita nei
Giorgia 16 maggio
Stravagante, eccentrico, esilarante, imprevedibile showman Elio, voce leader delle Storie Tese, protagonista d’eccezione nei panni del mostro. Ancora una volta Elio varca con abilità i i confini del suo genere interpretando l’opera neogotica Frankestein!! Pan-demonium per chansonnier ed ensemble di Heinz Carl Gruber. Scritta dal compositore
Piccolo teatro Comunale Pianista eccezionale, poliglotta musicale che unisce i continenti, Omar Sosa, tra l’utopia e la realtà, è un’allegoria dello scambio artistico universale. Nato nel 1965 a Camaguey, a Cuba, comincia a studiare musica a otto anni al conservatorio municipale, dove si avvicina alle percussioni, e in particolare alle marimba. Continua il suo cursus alla Scuola Nazionale di Musica dell’Avana, poi all’Istituto Superiore d’Arte. Segue una formazione accademica di composizione, armonia e strumentazione.
di memoria i ricordi, le ossessioni, le conquiste e i duelli. E’ una prigione mentale, all’interno della quale Don Giovanni rivive all’infinito le sue conquiste, che per un crudele corto-circuito fanno di mille donne una sola, sempre la stessa, sintesi unica di comuni destini.
All’aria aperta Artigianato e palazzo Dal 15 al 17 maggio
Giardino Corsini
Macbeth Dal 5 al 10 maggio
Teatro Comunale
La mostra, che ha per titolo il motto di Ferdinando I, si concentra su due eventi emblematici, entrambi legati a quella politica di affermazione dinastica che fece da guida all’operato di Ferdinando, ovvero il matrimonio con Cristina di Lorena e il prezioso altare-ciborio per il mausoleo di famiglia.
Omar Sosa 24 maggio
Teatro
Elio è… Frankenstein 22 maggio
Anticipato dalla programmazione radiofonica del primo singolo Il sole dentro di me (con la partecipazione di J-Ax), il 27 marzo esce Electric Jam, il nuovo disco di inediti di Pino Daniele, un cd-ep composto da sei tracce sospese tra sfumature blues e melodie mediterranee. Electric Jam è la prima parte discografica di un unico progetto artistico; la seconda parte (sempre un cd-ep) verrà pubblicata a novembre con il titolo Acoustic Jam. L’Electric Jam ‘09 European Tour vedrà sul palco, insieme a Pino Daniele, Alfredo Golino (batteria), Alfredo Paixao (basso) e Gianluca Podio (piano, tastiere e arrangiamenti).
Cortesi e Gigi Fazio ai cori).
Con questo album l’originale timbro vocale di Marco Carta mostra nuove e ancor più potenzialità rispetto al disco d’esordio “Ti rincontrerò”(uscito nel 2008 ha ottenuto il disco di platino); il suo talento, inoltre è stato valorizzato da uno straordinario team di autori e musicisti (Paolo Carta alla chitarra; Bruno Zucchetti al pianoforte, Hammond e tastiere; i fratelli Emiliano e Matteo Bassi alla sezione ritmica batteria e basso; Manuela
Teatro della Pergola Macbeth è la tragedia del tempo umano - come sottolinea Gabriele Lavia nelle note di regia - lineare il tempo di una esistenza fatta di ‘Domani.domani.’ E’ un tempo fatto di paura. E’ la tragedia del tempo di un Uomo Nuovo condannato al “fare” per “potersi fare”. Don Giovanni 8 e 9 maggio
Teatro Everest Lo spettacolo parte dalla fine ormai nota della storia, Don Giovanni è risucchiato all’inferno. Ma con un’importante variazione: Sganarello l’ha seguito. In uno spazio asettico, fredda scatola d’acciaio riflettente, prendono vita e riaffiorano come brandelli
Oltre 80 maestri artigiani accuratamente selezionati e provenienti da tutta Italia e dall’estero si riuniranno nei viali e nelle limonaie del giardino Corsini. Allieteranno il pubblico con dimostrazioni pratiche della lavorazione dei loro manufatti e svelando alcuni segreti di bottega. Dalla lavorazione del cammeo alla tornitura di legni pregiati per realizzare penne originali e uniche, del mosaico e del cuoio fiorentino; dal restauro di un mobile antico alla difficile tecnica della plissettatura di sete e broccati; dalla molatura di un vetro antico all’incisione di legni pregiati; dalla realizzazione di scarpe su misura a borse e accessori in coccodrillo.
FIORENTINA. Nei suoi quattro anni a Firenze, Alessandro Gamberini è diventato un perno della squadra
I passi in avanti del “Gambero” viola La difesa della Fiorentina è tra le migliori del campionato da diverse stagioni, grazie anche al suo lavoro. Quest’anno, però, la sua condizione fisica gli ha causato un po’ di problemi. E sul suo rapporto con qualche compagno sono girate strane voci... “Sono chiacchiere che fanno ridere - taglia corto - anche se poi cominciano a essere pesanti”. Ma da Firenze non intende muoversi
Alessandro Gamberini
Cristina Guerri
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l campionato è agli sgoccioli. Ancora poche partite e la “lotta” per i posti validi per disputare i preliminari di Champions League si concluderà. Lo sa bene Alessandro Gamberini. Nei quattro anni in cui ha vestito la maglia viola, il difensore è diventato un perno della squadra, titolare inamovibile per Prandelli. I numeri parlano chiaro. La difesa della Fiorentina è tra le migliori del campionato da diverse stagioni, grazie anche al
lavoro fatto dal “Gambero”. Quest’anno ha trovato qualche difficoltà soprattutto a causa della sua condizione fisica. Piccoli e grandi infortuni lo hanno costretto fuori dal campo per diverse partire. Sfortunato è stato anche il suo impegno con la Nazionale di Lippi, dove al suo esordio da titolare, il 6 settembre scorso nella partita Cipro-Italia, valida per le qualificazioni a Sudafrica 2010, dopo due minuti di gioco è stato costretto ad abbandonare il campo per una lussazione alla spalla destra. Gamberini, come giudica la sua stagione?
Quest’anno, per molto tempo, non ho avuto una condizione ottimale. Per me, stare bene fisicamente è fondamentale, perché punto molto su quello, la corsa, lo stacco, l’anticipo… Quale è stato, secondo lei, il problema delle Fiorentina di quest’anno? Abbiamo sempre abituato il pubblico a un buon calcio, raggiungendo anche traguardi straordinari. La squadra ha subito tanti cambiamenti e quando, in qualsiasi cosa, si cambia, ci vuole del tempo per far sì che si crei l’amalgama giusta. Giravano strane voci sullo spogliatoio...
può essere stata anche questa la causa? Sono chiacchiere che fanno ridere, anche se poi cominciano a essere pesanti. Dicono che ho litigato con Mutu per la mia fidanzata. Che Melo ce l’abbia con Kuzmanovic, che Prandelli parli solo con alcuni giocatori all’interno dello spogliatoio... penso che la causa di questi discorsi sia stata la troppa felicità che si era venuta a creare nell’ambiente. Si doveva trovare per forza qualcosa che non andava. Certo, non è filato tutto perfettamente liscio, ma abbiamo regalato quattro anni straordinari. Com’è il suo rapporto con Prandelli? Ho un ottimo rapporto con il mister, come tutto il resto del gruppo. Non è vero che non parla con alcuni di noi. E’ chiaro che non può confrontarsi costantemente con ognuno, ma lui ci ha tenuto la porta sempre aperta, anche per questioni che vanno al di fuori del calcio. Si parla, per la prossima stagione, dell’arrivo sicuro di un difensore... Ci sono abituato a queste voci. Tutti gli anni si dice che sarà acquistato un difensore centrale. Non voglio dare peso a questa cosa. Parlare di mercato prima della fine del campionato penso sia una mancanza di rispetto nei confronti di chi scende in campo per raggiungere determinati obiettivi. Dopo è un’altra storia. Lei come si trova a Firenze? Qui ho trovato un ambiente ideale per me. Finché la società deciderà di tenermi, io non mi muovo. Ormai è nel giro della Nazionale da diverso tempo. Si aspetta di essere preso più in considerazione da Lippi? Non ne voglio parlare. Dico solo che sono orgoglioso di far parte della Nazionale. Lippi punta molto sul gruppo, la fiducia la fa sentire a tutti.
sport
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PERSONAGGI. A tu per tu con due giornalisti che hanno fatto un lavoro della loro passione per la Fiorentina
Guetta & Tenerani, vite nel pallone Cristina Guerri
di Giovanni Carta
I
l calcio non è semplicemente uno sport. Per alcuni è uno stile di vita, il vero amore. Per altri, invece, può essere anche un lavoro. È il caso di due personaggi conosciutissimi nel mondo del calcio fiorentino, o meglio della Fiorentina. Mario Tenerani e David Guetta. Due dei giornalisti che meglio seguono le vicende della società viola. Ecco le loro storie. Da quanti anni siete giornalisti? Tenerani. A tempo pieno da 13/14 anni. Guetta. Ormai da 32 anni. Vi considerate più tifosi o giornalisti? T. Mi considero più giornalista. Sono tifoso e vivo al 100% Firenze e le vicende della Fiorentina. Rimango comunque un professionista e da tale mi devo comportare. G. Per 90 minuti a settimana, qualche volta 180, mi trasformo in tifoso vero. Quando faccio la radiocronaca della partita, la parte del tifoso prende il sopravvento. È come se la dovessi giocare io. Per il resto sono giornalista, cerco di essere più maturo possibile. Quando ci sono da criticare la società, i giocatori, allenatore, etc. lo fate senza problemi?
Ko senza attenuanti
Mario Tenerani
David Guetta
T. Quando le cose vanno bene si deve scrivere che vanno bene. Al contrario, quando vanno male dirò che vanno male. Anche se sono tifoso cerco sempre di essere obiettivo. Negli ultimi due anni della gestione Cecchi Gori ho avuto qualche battibecco con la dirigenza. Il mondo del calcio è un mondo permaloso, i litigi sono all’ordine del giorno. G. Qualcuno dice che sono un governatore. Ho avuto duri scontri per esempio con Batistuta e Malesani. Adesso non frequento più lo stadio e quindi non ho occasione di litigare anche se, per esempio, non ho trovato giusta la scelta della società di far parlare
Gilardino nel dopogara di Palermo-Fiorentina. Cosa vi emoziona di più del vostro lavoro? T. Amo l’odore dell’olio canforato e dell’erba tagliata. Mi piace sentire parlare di tattiche, sapere qual è l’umore del giocatore, la storia, anche personale, di chi scende in campo. Ci sono anche i momenti brutti da raccontare, come per esempio il fallimento della gestione Cecchi Gori. G. I 90 minuti di radiocronaca. Il vostro marchio di fabbrica? T. Non ho un vero e proprio marchio di fabbrica. Cerco sempre di usare un linguaggio semplice. Scrivere e parlare per gli altri è
Viola ko. Titolo sintetico, che si usa di solito per raccontare le sconfitte senza sprecare parole. Ko, knockout, fuori combattimento: roba da ring. La metafora pugilistica talvolta diventa realtà: dopo la partita Fiorentina-Cagliari il ring si è materializzato nel tunnel che conduce agli spogliatoi. Non è la prima volta e non sarà l’ultima che dei calciatori si prendono a pugni, ma il caso di Felipe Melo ha fatto discutere per varie ragioni. 1) La rissa è avvenuta poco oltre il tappeto del celebrato “terzo tempo”, che proprio la Fiorentina ha preso in prestito dal rugby per offrire anche nel calcio attimi di esemplare sportività. 2) Razzismo in salsa sudamericana: un brasiliano (Melo), un uruguayo (Lopez) e un argentino (Almiron) si rincorrono denunciando le rispettive provenienze. Non sarà per questo che è fallita la conferenza di Ginevra sulla xenofobia, ma la baruffa complica i tentativi di trasmettere valori positivi attraverso lo sport. 3) Ipotesi “daspo” (divieto
difficile. G. Non preparo mai nulla. Però noto una certa differenza tra quando la Fiorentina segna un gol e lo subisce. Per esempio, quando ero piccolo facevo finta di fare le telecronache per “Tut-
di assistere a manifestazioni sportive), la punizione per i tifosi violenti. La Cassazione ha stabilito che si può applicare anche ai calciatori che provocano o partecipano a una rissa, in campo o negli spogliatoi. La rissa è avvenuta a metà strada, nel tunnel, ma non è per questo che Melo è stato graziato. Ha prevalso il buon senso, con un richiamo della Questura: i calciatori non sono esentati da possibili daspo o sanzioni penali. Ovvero: stavolta è sufficiente la squalifica sportiva, ma... occhio. Come spesso accade, la società ha preso le difese di Melo per cercare di attenuare la squalifica. Nel contempo dovrebbe punire il giocatore, che riscuote regolarmente un lauto stipendio anche per le partite che salta, oltretutto debilitando l’organico. La legittima difesa non giustifica deroghe al fair play, in nessun caso. E il caso ha voluto che quella fosse la giornata dedicata alle vittime del terremoto e al positivo esperimento dello stadio senza polizia.
to il calcio minuto per minuto” e il mio sogno era di vincere 3 a 2 in casa della Juventus in pieno recupero. L’anno scorso il sogno si è avverato, ma mi rendo conto, certe volte, di fare dei versi allucinanti.
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sport
Maggio 2009
VIAGGIO NEL PALLONE. Nona tappa del tour de Il Reporter tra i club sportivi di casa nostra
Sales, una storia iniziata nel dopoguerra Lorenzo Mossani
BASEBALL. Torna il campionato di serie B
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hi conosce il calcio fiorentino non può non conoscere la Sales. La storia della società di via Gioberti inizia subito dopo la guerra, dalla voglia di rinascere tipica dello spirito dei fiorentini. Nel 1947 un gruppo di giovani dell’oratorio di via Gioberti inventarono il “Club Bardone”, che aggregava un centinaio di giovani dai 16 ai 25 anni. L’iniziativa aveva, soprattutto, uno spirito goliardico e ludico, ma in breve tempo si trasformò in qualcosa di molto più organizzato. Nel 1951 nacque così l’Unione Sportiva Sales, che l’anno dopo era già protagonista nei campionati Figc e dopo pochi anni era già pronta a competere con squadre blasonate come Fiorentina, Rondinella, Rinascita e l’emergente Cattolica Virtus. Negli anni ‘53 e ‘54, Bernardini, Pandolfini e Mazzone della Fiorentina iniziarono a ispezionare con molta attenzione le formazioni della Sales, quasi sempre vincenti. In poco tempo si consolidò una sinergia e un legame con la stessa Fiorentina. La Sales da subito ottenne risultati insperati. Ogni settimana Costagliola, Cervato e Magnini impartivano lezioni teoriche ai gialloblù. I giornali iniziarono a soffermarsi e a evidenziare il miracolo chiamato Sales: “La Sales è davvero la più brava”, “All’insegna del bel gioco: Sales - Empoli 4 a 0”. Questi erano solo
Firenze cerca il riscatto nell’anno dei Mondiali F
alcuni titoli apparsi sui giornali dell’epoca. L’apoteosi era quando le due squadre maggiori venivano invitate anche a partite d’allenamento con la grande Fiorentina dello scudetto del ’56. La stessa società gigliata aveva già cominciato a prelevare, secondo gli accordi, i giovani più interessanti per poi girarli a squadre di categoria superiore. I fratelli Mino e Chico Casini vennero destinati al Taranto e alla Ternana, Vittorio Baroncini al Perugia, Franco Boldrini all’Empoli. Senza citare gli stessi “acquisti” viola: Daliana, Godenzoni, Coppoli, Canti-
ni, Galanti, ma la lista sarebbe molto più lunga. Nel frattempo, un certo Gino Menicucci iniziò la sua carriera da arbitro. Dal 1956 a oggi molte cose sono cambiate. Sicuramente, nei suoi 53 anni di storia, il campo da calcio della Sales, ora in sintetico, ha visto tanti bambini crescere, giocare e diventare uomini. Nel 2009 la Sales è una delle società con più iscritti alla sua scuola calcio (tre squadre per categoria), mentre a livello giovanile punta a tornare al blasone del passato in tempi brevi. Le prossime stagioni potrebbero essere quelle giuste.
irenze ospiterà almeno due partite dei Campionati del mondo di baseball. E, visto il richiamo che la città esercita nel mondo, la volontà è quella di ospitare almeno un match degli Stati Uniti sul diamante “Cerreti” del Campo di Marte. Un gran bel colpo per tutto il movimento fiorentino, alle prese con una non facile ricostruzione della squadra dopo il deludente epilogo della scorsa stagione con la promozione in serie A sfumata nell’ultima gara dei play off. “Sarà un anno di transizione - spiega il manager Marco Duimovich - in quanto al diamante del Campo di Marte stanno iniziando i lavori per poter ospitare le partite dei mondiali. In federazione stanno lavorando per far giocare a Firenze gli Stati Uniti. Ma noi saremo costretti a giocare a Sesto Fiorentino, sul campo del Padule, l’altra squadra di serie B della Provincia. Un disagio non da poco per tutti i nostri tifosi. Rimangono inalterate, come per la scorsa stagione, le nostre ambizioni di promozione. Ci sono state quattro cessioni: Falciani, Attriti, Coppi e Di Mattia. Rientra Fattorini e giocheranno con noi Guerri, proveniente dal Roselle Grosseto e Bianchini e Guerra, provenienti dal Nettuno. L’obiettivo - aggiunge - rimangono i play off promozione. Dovremo però guardarci soprattutto dalle due squadre romane che, almeno sulla carta, sembrano molto agguerrite, e dal Viterbo, una formazione sempre molto difficile da affrontare. Dovremo ripeterci. La squadra è più
giovane ma molto motivata”. E c’è grande ottimismo e desiderio di cancellare la brutta parentesi dello scorso torneo, con la promozione svanita solo nell’ultima partita. Il campionato, anche a causa dei mondiali, sarà molto spezzettato e, per questo, anche più incerto rispetto alle passate stagioni. Riguardo ai Mondiali, in programma dal 9 al 27 settembre, la formula è particolarmente complicata visto che, per la prima volta, la prestigiosa manifestazione sportiva interesserà quasi un intero continente: Germania, Francia, Spagna, Russia, Svezia, Olanda e Italia. Il Mondiale coinvolgerà 20 squadre con 106 partite, di cui 48 in Italia: 8 nazioni europee (inclusi i paesi organizzatori), 6 americane, 4 asiatiche, una dell’Oceania e una dell’Africa. Le 20 squadre saranno divise in 5 gironi. La fase eliminatoria si giocherà a Barcellona (Spagna), Regensburg (Germania), Praga (Repubblica Ceca), Mosca (Russia) e Stoccolma (Svezia). Le prime 3 e la miglior quarta si qualificheranno per la seconda fase; queste 16 squadre saranno divise in 2 gironi da 8 formazioni che si contenderanno in Olanda (presumibilmente Rotterdam e Haarlem) e Italia la qualificazione ad una terza fase. Le prime 4 di ciascun gruppo si affronteranno tra di loro. La nuova classifica dei due gironi sarà la base per una quarta fase, che assegnerà le medaglie. Quest’ultima fase si svolgerà integralmente in Italia, con finale a Roma. /Simone Spadaro
sport
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ATLETICA. Audrey Alloh sta vivendo un momento magico
La stella nata in Costa D’Avorio Lorenzo Mossani
Da 15 anni un riferimento per gli amanti della racchetta
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orrere lungo le spiagge della Costa d’Avorio da bambina durante la stagione delle piogge, correre veloce, sentire il vento sulla pelle. Poi l’arrivo in Italia, improvvisamente, per motivi che la vita t’impone. E’ così che è nata una campionessa: Audrey Alloh. Ora è un’atleta italiana specializzata nella velocità. Costanza e volontà le hanno permesso di raggiungere grandi traguardi, record personali e le olimpiadi di Pechino. Audrey, come ricorda i primi anni in Italia? Sono arrivata all’età di 11 anni, ho trascorso la prima parte della mia vita insieme a mio padre che purtroppo ora non c’è più, e ho deciso di seguire mia madre che si era trasferita in Italia per motivi di lavoro. Ho frequentato la scuola media Giosuè Carducci dove sono stata subito accolta benissimo. Lì ho iniziato a correre e vincere. Quando ha conosciuto l’allenatore Paolo Fiorenza? Quello è stato uno dei giorni più importanti della mia vita. Ero alle superiori, nel campo di Sorgane, disputai una gara e mi disse: “se vuoi puoi fare l’atleta, allenati con me”. Aveva allenato miti come la Masullo o Mennea, per me era solo un sogno. Come è stato il primo approccio
TENNIS. L’attività del Circolo Firenze Ovest
con l’atletica? E’ stato bellissimo ma soprattutto divertente. Facevo parte per la prima volta di un gruppo, ero la più piccola e tutti cercavano di proteggermi e coccolarmi. Sono arrivati i primi risultati ed ero felice, nel 2005 mi è stata conferita, dopo anni di peripezie, la cittadinanza italiana. Dopo una settimana arrivò la convocazione in Nazionale a Marsiglia. Qual è stato il momento più bello con la maglia azzurra? L’anno scorso: la mia prima Nazionale assoluta, il record italiano il 21 giugno ad Annecy nella staffetta 4x100 e poi le Olimpiadi. Come ha reagito alla convocazio-
ne per Pechino? Non me l’aspettavo, erano tutti felici: i miei amici, i miei familiari, il mio allenatore che mi ha accompagnato fino all’aeroporto salutandomi con un grande abbraccio e con gli occhi lucidi. E’ stato un momento molto emozionante. Ora è cambiata la sua vita? Da gennaio, vincendo un concorso per le Fiamme Azzurre, sono entrata nel gruppo sportivo della Polizia Penitenziaria, ora il mio lavoro è l’atletica, anche se continuo a studiare. Ho un personale di 11.51, ma sono pronta a superarlo prestissimo, se il Signore mi darà questa possibilità.
uindici anni di attività per il Circolo di tennis Firenze Ovest di via Lombardia, ormai più che un punto di riferimento per gli appassionati di questo sport e per i tanti praticanti amatoriali e professionisti della disciplina. Ben 150 soci e circa un centinaio di iscritti tra bambini e adulti, una scuola federale di addestramento per preagonismo e agonismo, corsi di perfezionamento Martina Compagnino atleta del circolo per i professionisti e la partecipazione a 15 campionati federali, dall’under 10 fino ai veterani. La scuola di addestramento federale è la scuola pilota per quanto riguarda il quartiere, con un grande servizio sociale reso soprattutto grazie alla grande qualità della scuola tennis, ma non solo. Il circolo Firenze Ovest, infatti, ospita la manifestazione sportiva delle “Piaggeliadi”, a cui partecipano più di 8.000 bambini, che dà grande visibilità al circolo allargando così il naturale bacino di utenza. Grazie all’impegno di Marco Borri, direttore e istruttore della scuola di tennis, e degli istruttori Matteo Bencini, Matteo Borri e Giulia Neri, coadiuvati da Daniela Sforza, preparatore atletico e istruttrice di ginnastica, il Circolo Firenze Ovest organizza i campionati fiorentini di tennis, che rappresentano il torneo più importante dell’anno per le categorie da under 10 a Juniores. E proprio la grande attenzione rivolta ai giovani ha fatto sì che si mettessero in luce i talenti di questa società: è il caso delle campionesse fiorentine Camilla Baldrati nella categoria Allieve e Francesca Strada nell’Under 12. Brillanti promesse sono Vanessa Biagioni e Caterina Stella nelle categoria Under 10, Alberto Baldrati e Tommaso Salvatori nella categorie Under 12, quattro ragazzi che sono stati selezionati dalla Federazione per partecipare ai raduni Nazionali. Nell’Under 14 spicca il nome di Giulia Comparini, mentre nelle categorie Juniores si distinguono Margot Carlini e Debora Manzoni, Lorenzo Salvatori e Lorenzo De Felice, questi ultimi vincitori del campionato maschile di categoria in serie D da segnalare Martina Compagnino. L’obiettivo della società è seguire questi giovani e farli crescere per consentire loro l’accesso al ranking nazionale. Corsi di ginnastica per anziani e la consolidata scuo/I.V. la calcio completano l’offerta sportiva del Circolo Firenze Ovest.
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lettere
Maggio 2009
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“ASSEDIO DI SAN BARTOLO A CINTOIA”, LA REPLICA DEL CIRCOLO Alla redazione de “Il Reporter” Prescindendo dalle considerazioni che seguono, il Consiglio della Casa del Popolo porge le sue scuse al “folto gruppo di cittadini” per quanto denunciato nella lettere pubblicata su Il Reporter del mese di aprile. Se tale rimostranza è quasi unica in oltre cinquanta anni di attività del circolo, significa però che l’impegno alla civile convivenza è sempre stato uno dei nostri scopi. L’incultura civile di qualche frequentatore non può offuscare l’educazione dei tantissimi che si comportano in maniera corretta. Il nostro impegno è di impedire con iniziative sociali e ricreative il diffondersi di attività devianti molto frequenti nell’attuale società, che dovrebbero smuovere “folti gruppi” a rioccupare e difendere i loro spazi di socialità. Questo noi vogliamo difendere e migliorare. Abbiamo speso per il controllo dei livelli acustici diffusi verso l’esterno e ci adoperiamo per diffondere comportamenti civili. Ci siamo attivati diffondendo la lettera di protesta tra i frequentatori e per far installare una “telecamera amica” sulla piazzetta di Madonna di Pagano, imputando al Circolo un ruolo di richiamo. Questo è uno spazio pubblico! Non è una soluzione spostare il problema in un’altra zona del quartiere. Il nostro scopo è incidere sul problema, non nasconderlo. Il circolo svolge molti ruoli posi-
tivi nei rapporti di vicinato. Ci vantiamo di definirlo il “salotto grande” di ogni famiglia del quartiere. Se il “folto gruppo” lo frequenterà di più apprezzando le tante attività culturali, politiche, sociali e ricreative, arricchendole con le proprie doti sociali e di educazione, tutto il contesto sociale migliorerà. Il circolo non è “altro”, è un pezzo importante del quartiere ed è del quartiere. Aspettiamo il “folto gruppo” per confrontarci, per scambiare idee, per migliorare, per fare argine al degrado ed alla inciviltà da cui anche noi ci sentiamo assediati. Solo se saremo di più a difendere la nostra civiltà ed i nostri spazi comuni potremo orientare una integrazione difficile solo perché si pensa che gli “altri” devono preoccuparsi di renderla possibile. Un quartiere “buio” non è migliore di un quartiere “illuminato”, ovviamente nelle ore che le regole della civiltà dedicano al “convivere” rispettoso degli altri. Vi aspettiamo! Il consiglio della Casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia CAMPER E PARCHEGGI Gentile Redazione, volevo segnalare la situazione che, protagonisti i camper, da qualche anno in qua, si è venuta a creare in via Matteo Civitali, Firenze. Premetto che sono a conoscenza del fatto che il codice della strada tratta i camper alla stregua delle automobili per cui, se sono in sosta ove non vige un esplicito divieto, non c’è nulla da eccepire. La mia segnalazione riguarda il fatto che tali camper (ormai siamo nell’ordine di qualche decina) sostando per mesi in via Civitali (eccezione il 3° martedì del mese quando c’è la pulizia della strada e, per qualche ora, scompaiono....), hanno in pratica ridotto di molto lo spazio disponibile per le automobili che, con i noti lavori della tramvia, si sono di molto ridotti. La presenza dei camper in maniera stanziale, crea quotidiani problemi a chi risiede in zona e deve parcheggiare l’ auto. L’aspetto non secondario, infatti, è che, tra l’ altro, molte persone proprietarie del camper non abitano nemmeno in zona, per cui utilizzano l’area come un vero e proprio parcheggio, lasciando la loro auto al posto del camper quando vanno via. In pratica il posto è di loro proprietà esclusiva!!! O c’è il camper o c’è l’ auto !!! In condizione normali, il parcheggio è a disposizione di tutti ma, in via Civitali, così non è. E’ chiaro che il divieto per la sosta dei camper (come accade in tante altre città) sarebbe la soluzione del problema in modo tale che vi si parcheggino solo le auto e nessuno sia proprietario in eterno. Vi ringrazio in anticipo per l’ attenzione che vorrete prestare a questa mia e con l’ occasione porgo cordiali saluti. Nicola Ungherese
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it ANZIANI, DIRITTI E DISCRIMINAZIONI Egr. Direttore, mi domando se il vostro ruolo nel giornale sia solo quello di annotare domande e risposte, o se riteniate entrare nei temi con Vostre opinioni: dico questo perché sono rimasto molto sorpreso del vostro silenzio riguardo la risposta dell’ATAF che fa dipendere il costo dell’abbonamento per gli over 65 dal loro reddito. Questa è una risposta del tutto inaccettabile; si introduce una discriminazione impensabile ed incivile, con questo criterio noi over 65 che non siamo al livello di povertà da carta sociale dovremmo portare con noi sempre un qualcosa che testimonia il nostro reddito e pagare di più per ogni altro servizio, dal supermercato al cinema!!! Questa norma è semplicemente una cosa sbagliata, da cancellare perché folle, e chi l’ha promossa vergognarsi per la figuraccia. Non a caso del resto la Provincia, che dovrebbe pensarla allo stesso modo, ha emesso un certo numero di carte scontate. Ricordo che mai in nessun paese d’Europa ho visto una cosa del genere, spesso anzi il trasporto per gli over 65 è gratuito; qui invece non si perde occasione per queste espressioni di miseria culturale che denotano il lampante declino culturale e civile di questa città. Grato per un Suo commento Cordialmente Adriano Antonelli
Caro signor Antonelli, il ruolo del nostro giornale vuol essere, prima di tutto, quello di informare correttamente i cittadini su quanto avviene nel nostro territorio. Nel modo più semplice e chiaro possibile: per questo, alla domanda che ci era stata posta nella lettera a cui lei si riferisce, ovvero quali fossero le motivazioni che avevano spinto Ataf ad abolire la Carta Fata, avevamo deciso di far rispondere la stessa Ataf, in modo che potesse spiegare direttamente ai cittadini il perché della sua decisione. E questo, se me lo permette, non significa semplicemente “annotare domande e risposte”, ma cercare di dare una risposta il più esauriente possibile alla domanda che un lettore ci aveva rivolto, chiamando a replicare in prima persona l’azienda a cui la lettera era rivolta. Come vede, il nostro non è stato “silenzio”, ma il tentativo di fare chiarezza su un argomento evidentemente di grande interesse per molte persone. Altra cosa, poi, sono le valutazioni personali sulla riposta fornita, così come altra cosa sono gli articoli che pubblichiamo sul nostro giornale. Su questo tema, l’attenzione data da Il Reporter al mondo degli anziani è sempre stata (o almeno ha cercato di esserlo) molto alta, con vari articoli e inchieste, per esempio, su Rsa, badanti, tempo libero, lavoro e agevolazioni per la terza età... Insomma, il nostro giornale ha sempre cercato di porre al centro della sua attenzione, tra le altre cose, proprio gli anziani, per informarli su possibilità e servizi loro rivolti e per cercare di semplificare aspetti magari non sempre chiari, in modo da essere, per quanto possibile, un aiuto a chi - ognuno nel suo campo - ha dato tanto alla nostra città, e che dalla città deve avere risposte (sotto forma di servizi, agevolazioni o altro) adeguate alla propria età. In questa direzione andava anche la pubblicazione della risposta di Ataf alla lettera che ci era arrivata, e allo stesso modo continueremo a porre una crescente attenzione ai bisogni delle varie fasce della popolazione. Per questo, vi chiediamo di continuare a segnalare i vostri dubbi, le vostre perplessità e le vostre proposte. Per avere risposte insieme a voi. Matteo Francini
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VIA PIER CAPPONI, LA SICUREZZA DELL’INCROCIO Da anni “imploro” gli assessori competenti di mettere in sicurezza l’incrocio tra via Pier Capponi e via Benivieni, luogo di incidenti più o meno gravi, quasi giornalieri. Recentemente via Pier Capponi è stata completamente risanata e, con l’occasione, avevo suggerito, tramite rete civica del Comune, all’Assessore Matulli di approfittarne per provvedere ai lavori necessari alla messa in sicurezza (rialzamento della sede stradale, restringimento corsie etc. insomma, quello che è necessario...) Inutilmente, neanche una risposta. Credo che aspettino il morto, e sabato sera ci siamo andati vicino. Propongo un sit-in con blocco stradale. Gabriele Poggiali “L’INVASIONE” DEI PICCIONI A SCANDICCI
Da diverso tempo noto con disappunto che a Scandicci sia in corso una vera e propria invasione di piccioni. A Firenze è un dato appurato che il centro sia infestato dai piccioni, io stessa più volte ho rischiato di vedermene piombare addosso qualcuno, ma non si sa per quale motivo, nessuno faccia niente per toglierli di mezzo. Adesso anche noi a Scandicci, abbiamo questo immenso piacere di vederceli svolazzare davanti in continuazione e di avere i balconi “decorati” dei loro escrementi. Gli animalisti insorgeranno ma francamente non mi importa granché, io amo gli animali, ma sull’utilità dei tanti piccioni ho qualche serio dubbio. Sono sporchi, portano malattie, e questo è un dato che conosciamo bene. Avere le finestre e i balconi pieni dei loro escrementi è noioso, poiché dobbiamo pulire quotidianamente e oltretutto non è igienico. Visto che si parla tanto di igiene e di avere città più pulite, cominciamo anche ad occuparci dei piccioni. Altro aspetto che mi infastidisce dei piccioni, certo dovuto
a precise regole del mondo animale, è la loro aggressività nei confronti dei passerotti, che invece sono piacevoli da vedersi e meno sporchi. Francesca Lombardi SULL’ABBATTIMENTO DEL PIOPPO DI COMPIOBBI/1
Spett. Redazione, nell’articolo “Malato (pericoloso?), abbattuto il pioppo” apparso su “il Reporter” di Fiesole Aprile 2009 a pag. 7 a firma di Giovanna Del Naia, si fa riferimento al cordoglio a Compiobbi per l’abbattimento del “grande pioppo di piazza Mazzini”. Il cordoglio, casomai, è per l’insensibilità e la cecità culturale e ambientale di chi gestisce il patrimonio comune che, essendo appunto comune, è di tutti e non solo di chi ha i mezzi legislativi, amministrativi e il potere quindi di agire. Il pioppo sarà stato malato, ma la stessa autrice dell’articolo dice che si è proceduto all’abbattimento ancor prima di conoscere il responso. Adesso, il responso, anche se salta fuori, a cosa serve? Si dice anche che in primavera, come è naturale per i pioppi, si assisteva alla fioritura; evidentemente nonostante la malattia. Si dice anche che le radici minacciavano la stabilità di un muro, che d’inverno le foglie cadendo a terra mettevano in pericolo i passanti (bastava spazzarle, afferma giustamente la giornalista) e che le fronde non consentivano la visuale agli autisti di camion e pullman, minacciando quindi la sicurezza stradale (stradale; non degli abitanti che devono attraversare ogni giorno una delle strade più transitate della Provincia). Per questi motivi (e chissà per quanti ancora) è stato abbattuto un albero centenario, ma pericolosissimo e di questo, credo a nome di tutta la comunità di Compiobbi, ringrazio gli autori della lungimirante decisione per lo scampato pericolo. Per completezza di informazione si deve sapere che è stata abbattuta anche un’acacia di notevoli dimensioni poco oltre
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il pioppo ed un altro albero, qualche metro più in là, alla foce del Sambre dove, tra l’altro, è stato operato uno sbancamento a suon di ruspe; probabilmente, si dirà, per facilitare il deflusso delle acque. Lì sostavano regolarmente le anatre e i germani, le nutrie, almeno una coppia di aironi, nitticore e altri animali che, come gli abitanti di Compiobbi modificheranno le loro abitudini. Gli altri animali, probabilmente, andranno altrove, noi (umani) resteremo qui anche senza il pioppo, senza l’acacia, senza gli aironi, ricordandoli di sicuro con nostalgia. Certo è che operazioni così condotte torneranno indubbiamente utili per guadagnare (o perdere) consensi tra tutti coloro che si sentivano minacciati da un pioppo. Nel ringraziare per l’attenzione vi saluto cordialmente. Alessandro Franci SULL’ABBATTIMENTO DEL PIOPPO DI COMPIOBBI/2 Gent. Direttore, Nel numero di aprile del vs. periodico, la giornalista G. Del Naia in un bell’articolo sul pioppo di Compiobbi, riporta tra virgolette , ma senza citare l’autore, interi passi di una lettera inviatavi da Bruno Stefani, che non è stata pubblicata. Rendiamo giustizia al nostro compagno pregandovi di pubblicare questa seconda lettera, mentre ancora cerchiamo di chiarire la vicenda. Infatti, come spesso accade, dietro sbandierate “necessità tecniche” (albero malato, pericoloso..)potrebbe esserci solo pigrizia mentale e noncuranza per i sentimenti dei cittadini tipiche di tanti burocrati nostrani. Giovanna Consenti e altri TRAMVIA, I DUBBI DI CHI ABITA LONTANO DALLE FERMATE Caro Reporter di Firenze, sarebbe ora necessario chiarire come si muoveranno i fiorentini che abitano nel quartiere 4 lontano dalle fermate della tramvia. Insieme al Vostro ultimo numero è giunto nelle nostre case l’opuscolo informativo del Comune sull’apertura della Linea 1 della Tranvia: il precedente assetto dei trasporti costituito da autobus e auto private viene radicalmente cambiato. Lo spirito del nuovo sistema è quello di assicurare il diritto alla libertà di movimento migliorando la qualità della vita, sia in termini di inquinamento sia in termini di tempi di spostamento. Di fatto per chi abita e lavora nel raggio
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di 5 minuti a piedi dalla tranvia tutto ciò sembra realistico. Chi è però fuori dall’asse tranvia? Come si muovono i circa 20000 abitanti della zona da Baccio da Montelupo all’Arno? E chi da Canova deve andare a lavorare a Novoli? Dall’opuscolo sembra che in bicicletta si raggiunga la stazione della tranvia - possono essere vari chilometri - la quale porta alla stazione dove prendere ulteriori mezzi. Ciò è valido anche quando piove a dirotto, per chi lavora a turni e deve rispettare fasce orarie rigide, per chi deve prendere un treno la mattina alle 7 da Santa Maria Novella e torna la sera alle 10, la sera d’inverno, per andare a prendere di corsa i figli all’uscita della scuola, e per gli anziani. Qualcosa, di basilare, nel sistema non convince. Tempo fa ho avuto notizia anche di linee Ataf che verrebbero comunque dalla periferia verso il centro, è ora il momento di dire con esattezza quali sono e che caratteristiche avranno. Sapevo anche di bus che portano alla tranvia, soluzione però che non vedo pratica. Sarebbe inoltre opportuna politica lasciare gli abbonamenti mensili di parcheggio per i pendolari, permettendo così una vita decente a chi abita - e lavora - lontano dalle fermate della tranvia: si contengono i costi garantendo il diritto costituzionale alla libertà di movimento. Evidenzio che sono anche appassionato di bicicletta con la quale ho tentanto più volte in questi anni per vari mesi di fare i 7 chilometri che mi separano dal lavoro: orari di lavoro, problemi di sicurezza, piste ciclabili assolutamente mal concepite non mi hanno consentito di continuare se non saltuariamente. Per concludere le questioni principali per la tranvia oggi sono la fruibilità del sistema e le modalità integrative di movimento per chi abita lontano dalle linee della tranvia, e non solo il passaggio sotto il Duomo od i problemi dei cantieri. Ricordiamoci che la libertà di movimento è un diritto costituzionale. Cordiali saluti Gabriele Antonacci
Le lettere che non hanno trovato spazio sul giornale sono pubblicate sul nostro sito internet www.ilreporter.it
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terra e cielo
Maggio 2009
IN CUCINA. Risparmiare sugli scarti, ecco come fare per non buttare via niente
Le stelle della Maga Lula
Fornelli, tutti i trucchi anti-spreco
Ariete 20 marzo • 20 aprile Questo mese per voi, sarà come stare su un palcoscenico: applausi e sguardi ammirati vi accompagneranno costantemente, e questo vi darà una marcia in più con amici, conoscenti e, naturalmente, con il partner. Sul lavoro buone nuove in arrivo, ma dovete portare un po’ di pazienza e cercare di non perdere le staffe per ogni minimo screzio.
Bilancia 23 settembre • 22 ottobre Ottimo periodo in arrivo. Sembra che improvvisamente le cose abbiano iniziato a girare per il verso giusto, in tutti i campi, e quasi non vi capacitate di come sia potuto succedere. Avete dalla vostra il favore delle stelle, che annunciano un paio di settimane ricche di preziose di novità. Il cuore fa scintille, il portafoglio sorride. Approfittatene.
Toro 21 aprile • 21 maggio E’il momento della raccolta, dopo una lunga e paziente semina. I fatti di questo mese daranno ragione alle vostre intuizioni, e vi confermeranno che certe scelte fatte a monte erano effettivamente quelle giuste. E questo accadrà sia in campo amoroso che nella vita professionale, regalandovi un mese decisamente allettante.
Scorpione 23 ottobre • 22 novembre Il mese promette bene specialmente in campo sentimentale: avrete infatti dalla vostra un grande charme e il giusto tatto nel relazionarvi al prossimo. Questo vuol dire che le coppie vivranno un bel momento, e che i cuori in cerca di capanna potrebbero trovarla. Sul lavoro potrebbe presentarsi la possibilità di fare una scelta importante.
S
carti? Che brutta parola! I veri scarti a volte sono quelli che mangiamo senza accorgercene, per fare presto e non perdere tempo in cucina. Eppure tante delle cose che stanno già nel nostro secchio dell’ immondizia sarebbero più sane di alcuni cibi pronti e, se recuperate con un po’ di accortezza, anche più buone! A volte si butta via qualcosa solo perché ne ignoriamo completamente i possibili utilizzi: buccia, scorza o gambo che sia. Cercare di ridurre gli scarti in cucina può risultare un bell’esercizio, utile anche in tempi di crisi e soddisfacente quando ci si riesce. Se ormai riciclare il pane raffermo è un gioco da dilettanti (a proposito, il tempo della meravigliosa panzanella è già arrivato), si potrebbe lavorare un po’di più sulle verdure. Avanzi di prezzemolo, sedano e carote, ma anche asparagi, broccoli, cavolfiori, e porri possono essere in linea generale utilizzati per ottenere un brodo vegetale. Quel che resta di lattuga,
Angelo Mazzi
scarola, spinaci e altre foglie verdi può essere lessato e andare in un buon passato. I gambi delle bietole tagliati a tocchetti e cotti al vapore sono buoni se sgranocchiati con olio e aceto balsamico. Interessanti sono poi le foglie dei carciofi (parliamo di quelle attaccate al gambo) che bollite insieme al fusto producono un decotto amarissimo, ma dalle proprietà benefiche contro il colesterolo. Gambi e foglie del carciofo inoltre, messi a macerare con alcool alimentare, acqua e zucchero producono un amaro digestivo. Anche i baccelli dei pisellini, lessati e passati nel mixer, possono diventare una mousse che accompagna i piselli rosolati a parte con un po’ di cipolla tritata. Nel capitolo bucce è proprio un peccato gettare via quelle delle arance biologiche. Tagliate a strisce e seccate hanno mille usi. Sfiziose glassate o ricoperte di cioccolato. Ho visto quasi tutti mangiare del ravanello solo la radice rossa e non le foglie…malissimo! Le foglie sono buone e fanno bene, inoltre è ottima la zuppa preparata proprio con le foglie. Ecco la ricetta: • Rosolare la cipolla in olio ex vergine oliva (pochissimo) aggiungere un po’ di brodo vegetale e far sciogliere la cipolla • Pelare una patata e farla a dadini da unire alla cipolla, aggiungere ancora un po’ di brodo vegetale e far cuocere per dieci minuti • Prendere le foglie fresche di ravanello e privarle degli steli. Tagliarle a striscioline e mescolarle alla zuppa • aggiungere un po’ di latte e a piacere un pizzico di noce moscata • Portare il tutto a ebollizione per ancora cinque minuti • Servire aggiungendo il ravanello rosso crudo tagliato a dischetti /Rubrica a cura di Sara Ghilardi con i consigli dello Chef Angelo Mazzi, Presidente Associazione Cuochi Fiorentini
Gemelli 22 maggio • 21 giugno Uscite da un periodo non proprio semplicissimo, tutto ostacoli e grattacapi. Uscite, appunto, perché le stelle annunciano aria di cambiamento e promettono succulente novità. Essenziale però cercare di lasciar spazio ai sentimenti e provare a zittire, una volta ogni tanto, quell’eccesso di razionalità che vi ha accompagnato negli ultimi mesi. Cancro 22 giugno • 22 luglio E’ finito il tempo del dolce poltrire ed è invece arrivato il momento di darsi una sonora scrollata: largo agli amici e ai rapporti umani in generale, settori che nell’ultimo periodo avete un po’ trascurato. Sul lavoro tutto tranquillo, sarà un mese senza scossoni e potrebbe essere il momento giusto per tirar fuori quell’idea rimasta sepolta nel cassetto. Leone 23 luglio • 22 agosto Da un po’ di tempo a questa parte avete preso il brutto vizio di piangervi addosso, e fare le vittime sembra essere diventato il vostro sport preferito. Ecco, maggio è il mese giusto per un’inversione di rotta, e per provare a vedere il bicchiere mezzo pieno: in questo senso vi aiuterà una serie di belle novità che non vi sareste mai aspettati. Vergine 23 agosto • 22 settebre Ultimamente l’umore è ballerino, e questo sta mettendo a dura prova la sopportazione altrui. Le stelle consigliano di fare un grande respirone e provare a vedere tutto con più lucidità, ne basta giusto un pizzico in più. In amore, dopo un po’ di burrasca, arriva il tempo della riconciliazione e di un ritrovato romanticismo.
Sagittario 23 novembre • 21 dicembre Parlate chiaro, senza giri di parole, specialmente con i vostri colleghi: è l’unico modo per evitare spiacevoli invidie e malintesi che potrebbero intralciarvi non poco la vita professionale. Sul fronte amoroso il mese non sarà semplicissimo, perché non vi sentirete sicuri di voi stessi e tenderete ad essere gelosi: non è il caso di fare scenate, cercate di fidarvi di più e tutto si risistemerà. Capricorno 22 dicembre • 20 gennaio Nell’ultimo periodo s’è fatto un gran chiacchierare su di voi, e questo vi ha indispettito rendendovi un po’ acidelli anche con chi non se lo meritava. Bene, adesso è arrivato il momento di riappacificarsi col mondo e di provare a riallacciare certi rapporti lasciati in stand-by. Sul lavoro nessuna grossa novità, meglio temporeggiare e lasciar perdere colpi di testa. Acquario 21 gennaio • 19 febbraio Bel periodo in arrivo. Siete in forma e molto propositivi, e questo vi consentirà di portare un po’ d’aria fresca nelle vostre vite, di dedicarvi a un progetto a cui tenete molto, e soprattutto di coinvolgere il partner nei vostri buoni propositi. Sul lavoro è importante rimanere coi piedi piantati a terra, e non farsi prendere la mano da un’eccessiva creatività. Pesci 20 febbraio • 19 marzo Sorride felice il portafoglio, che dopo un periodo di uscite torrenziali finalmente inizia a vedere anche qualche entrata. Le stelle a maggio favoriscono gli affari, ma è bene tenere gli occhi ben aperti e non lasciarsi andare a facili entusiasmi. Sul lavoro niente di nuovo, mentre in amore dovete portare ancora un po’ di pazienza e imparare a mordervi la lingua...
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