Il Reporter - Quartiere 1 - aprile 2013

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Il Giornale del tuo Quartiere

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APRILE 2013

Periodico d’informazione locale. Anno VII n.13 del 2 Aprile 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C1/FI/46/2012

PRIMO PIANO

ANIMALI

Gli operai? Roba da Wwf Andrea Muzzi*

V VITA DA CANI IN CITTÀ I padroni rivelano cosa va e cosa no. Ma cresce il numero di chi non riesce più a mantenere Fido PAGG.20-21

SHOPPING “RIONALE” Una carta fedeltà in Sant’Ambrogio ma non solo: i negozi sotto casa si uniscono per rilanciarsi PAG.3

SPORT

San Pierino in cerca della sua “primavera” PAGG.4-5

I mestieri che scompaiono

focus

di Carpini - Wiedenstritt

S IL “CANTIERE” VIOLA Il campionato è al rush finale, ma in casa gigliata si lavora già per la prossima stagione PAG.23

VERSO I MONDIALI Firenze ha fatto le “prove generali” in vista della manifestazione di ciclismo in programma a settembre PAG.25

ono tanti i volti della crisi che il mondo del lavoro sta attraversando. Ci sono i numeri della disoccupazione e quelli (quasi tutti negativi) sui nuovi avviamenti, che dovrebbero rappresentare le porte d’ingresso alle professioni. Porte sempre più spesso chiuse. Anche se non tutte: fra i settori con il segno più, ovvero quelli per cui continua a esserci domanda, ci sono le “professioni legate alla cura e all’assistenza familiare”. Tradotto, le badanti. Ma poi, tra i

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A caccia di libri: chi resta e chi no PAGG.10-11

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volti della crisi del lavoro, c’è anche quello dei mestieri che stanno scomparendo. Mestieri che hanno fatto grande Firenze, ma che ora vedono a rischio il loro futuro. Per un calo di “vocazioni”, certo, ma anche – sostengono i diretti interessati – per le tante difficoltà che ci sono nella formazione delle “nuove leve”. E allora si chiedono regole più semplici. Perché Firenze non veda abbassarsi uno dopo l’altro i bandoni delPAGG.8-9 le sue botteghe.

Ciclisti, arriva il kit salva-vita PAG.17

Edizione del Quartiere 1 • 36.099 copie distribuite da

iviamo tempi cupi. Sembra di essere tornati nel Medioevo! In giro vedo solo facce tristi. Da un anno a questa parte l’unica persona che vedo sorridente è il mio vicino di casa. Ma lui ha un motivo per farlo: ha una paresi facciale e la bocca gli è rimasta aperta! Effettivamente c’è poco da ridere. Il lavoro è in via di estinzione. Nella bandiera del Wwf come simbolo prima c’era un panda, ora ci hanno messo un metalmeccanico. La situazione politica è un caos. Per fortuna a marzo hanno eletto il Papa. In quei giorni noi italiani non parlavamo d’altro. Mi ricordo che una mattina dal cofano della macchina mi usciva del fumo. Ho chiamato l’elettrauto, che ha guardato il danno e poi mi ha detto: “Habemus radiatore rottum!”. Sono rimasto senza parole! Per fortuna con aprile tornano pure la primavera e il sole: insomma, speriamo che ci sia più allegria. Io che di mestiere faccio il comico mi accorgo quotidianamente di quanta voglia di ridere abbia la gente. Una volta, finito lo spettacolo, qualche spettatore mi faceva i complimenti. Adesso mi dice: “Grazie”. Mi sento una specie di benefattore. Anzi, colgo l’occasione per chiedere ufficialmente se tra i beati del calendario ci fosse rimasto qualche giorno libero. La mia non è ambizione. Lo chiedo solo per motivi economici. Se diventassi ufficialmente un uomo di “chiesa”, eviterei di pagare l’Imu! *Comico


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Aprile 2013

Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino

IL QUARTIERE CHE CAMBIA/1. Si allarga l’area off limits alle auto in questa parte del centro

Santa Croce, più spazio ai pedoni A illustrare le novità è Giovanni De Micheli, direttore dell’Opera. E ora si pensa alla fase due: fioriere, ri-pavimentazione, rastrelliere per le bici e altro ancora Giulio Schoen

S

i allarga l’area off-limits alle auto nella zona di Santa Croce. Qualche tempo fa la giunta comunale ha dato il via libera all’istituzione di una nuova area pedonale in via dei Pepi (tratto via del Fico-piazza Santa Croce), via delle Pinzochere (tratto via del Fico-largo Bargellini), via San Cristofano, piazza Santa Croce (tratto via dei Pepi-largo Bargellini), largo Bargellini e via di San Giuseppe (tratto largo Bargellini - Borgo Allegri). I lavori, iniziati a febbraio, hanno coinvolto l’Opera di Santa Croce, che ne ha pagato la realizzazione, avvalendosi dell’ufficio Unesco di Firenze, fondamentale per la realizzazione del progetto. Il dottor Giovanni De Micheli, direttore dell’Opera, ci spiega in dettaglio perché si è reso necessario un percorso di questo tipo. Per quale motivo la zona di Santa Croce ha iniziato questo progetto di riqualificazione urbana? Perché ha una funzione pubblica, perché nell’immaginario collettivo è uno dei simboli di Firenze e dei grandi italiani che vi sono sepolti. E si mortifica sia il loro ricordo che la vivibilità di una zona unica al mondo. Il progetto lo stiamo studiando da diversi anni comunque, non è frutto degli ultimi mesi di lavori. Più di un milione di persone visitano Santa Croce ogni anno, per non parlare degli abitanti e dei commercianti che vivono anche grazie al maggior “condomino” della zona, cioè la Basilica stessa. A Firenze purtroppo abbiamo una visione un po’ bottegaia dello stare insieme, ovvero ognun per sé. Ma se Santa Croce viene gestita meglio non ne gioisce solo il turista, ma tutto l’indotto, e anche chi vive vicino a essa. Cosa vi ha spinti a realizzare il progetto? Largo Bargellini è stata per anni considerata un’appendice “infetta” per divieti di sosta, transenne, i bus turistici che passano senza ritegno e scaricano centinaia di turisti in queste stradine fatte per le carrozze, che dopo magari si trovano incastrati tra le vie strette per uscire dal centro. È risultata quindi non una mala gestione, ma addirittura una non gestione della zona: e allora ci siamo messi a progettare una soluzione, grazie anche al contributo fondamentale

novità per la viabilità nella zona di

Santa Croce

dell’ufficio Unesco di Firenze. In pratica, cosa avete fatto in questo caso per riprogettare la zona? La fatica è stata, negli anni scorsi, far capire che non lo facciamo per tener pulito il nostro cortiletto, ma è la città intera che ne gode. L’opera, che io chiamo di ri-funzionalizzazione, cioè atta a rendere più sicuro, più chiaro, più orientativo con le altre realtà turistiche del centro, è apparsa subito di semplice soluzione. Basta vedere le fotografie di com’era prima per rendersi

Il Reporter è un periodico di 5 edizioni che mensilmente viene distribuito in 165.823 copie da Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C1/FI/46/2012

che deve affrontare, e le cose hanno funzionato bene. Cosa potete evincere da questa prima fase dei lavori? Che con una pedonalizzazione reale questa zona respira. Ora va decisa la fase due, l’abbellimento con fioriere e ri-pavimentazione, tante rastrelliere per le biciclette, punti informativi per le comitive, e credo che sia un modello esportabile per altre zone a rischio implosione a Firenze.

IL QUARTIERE CHE CAMBIA/2 Al piazzale Michelangelo nascerà un grande parco pubblico dedicato al poeta

E il sogno “verde” di Mario Luzi diventerà realtà

“U

n polmone verde a due passi dalla città, o meglio dentro la città. La collina di San Miniato e l’Arno sono questo, e devono diventare una risorsa unica per cittadini e turisti”. Con queste parole, nel 2007, l’allora giunta comunale aveva dato il via all’idea del cosiddetto “parco degli ulivi”, un anello verde di trecento ettari di superficie interamente destinati all’uso pubblico. Un unico percorso pedonale per congiungere il fiume alla collina e collegarli per intero, tra boschi, panorami, giardini, quartieri storici, chiese e monumenti. Un parco capace di comprendere tutte le aree di proprietà pubblica adiacenti ai viali, come

Il Reporter di Centro Storico, Porta Romana, San Jacopino raggiunge 36.099 famiglie nel quartiere 1 di Firenze. Copia in abbonamento postale

conto della follia. Borgo Allegri in doppio senso, la rampa dei disabili che sembra una stazione ferroviaria degli anni ‘60, i paletti e le catene anti parcheggio, la cartellonistica eccedente. Quanto è costata la realizzazione della nuova area pedonale? L’obiettivo è molto alto, i costi e i tempi invece sono molto bassi. La spesa complessiva è rimasta al di sotto dei 15mila euro. Abbiamo sollevato il Comune da ogni impegno di carattere oneroso, visti gli altri enormi problemi

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l’attuale campeggio sotto il piazzale Michelangelo, il giardino dell’Iris, il giardino e la Casina delle Rose, la passeggiata delle Rampe, i giardini pubblici del Giramonte e del Bobolino, lo stesso piazzale Michelangelo, il Forte di Belvedere, il giardino di Boboli, il parco Bardini, le Scuderie reali, l’osservatorio di Arcetri, il giardino Torrigiani e così via. Ma è nel febbraio scorso che il progetto prende vita, con l’annuncio del sindaco Matteo Renzi su Facebook: “Il sogno di Mario Luzi, finalmente, diventa realtà. In giunta abbiamo approvato la delibera che trasformerà il campeggio di Piazzale Michelangelo nel parco

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dedicato al poeta fiorentino”. Il campeggio verrà probabilmente trasferito nell’area di Rovezzano, e l’opera di dismissione dell’area al piazzale partirà dopo i mondiali di ciclismo di settembre. Per primi se ne andranno i camper e le roulotte, poi anche le tende e i servizi verranno traslocati per lasciare così spazio al nuovo parco cittadino. “Abbiamo approvato una delibera importante per il futuro di un’area tra le più belle e suggestive della città – sottolinea l’assessore Cristina Giachi – si avvia concretamente il percorso per la realizzazione del parco collegato al giardino dell’Iris, voluto /G.S. anche dal poeta Mario Luzi”.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Direkta s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Direkta s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Direckta s.r.r. via Rossi 25 12100 Cuneo.


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il giornale del tuo quartiere

COMMERCIO/1. La tessera fedeltà per gli acquisti in Sant’Ambrogio piace. E non è l’unica iniziativa

Se lo shopping è a misura di rione più notizie su

COMMERCIO/2. La zona è da riqualificare

Piazza dei Ciompi, bancarelle in attesa I

al mercato di

Sant’Ambrogio

La “We-Fi card” può essere utilizzata in negozi e bar, ma anche al mercato: per i clienti promozioni e sconti. “Così gli abitanti si sentono coinvolti”. In Borgognissanti si punta sulle vendite on line e sull’introduzione di una “moneta alternativa” Gaia Grassi

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uando la crisi si fa dura, i consumatori diventano “fedeli”. Il progetto dell’azienda Nexuscom, che ha lanciato la tessera fedeltà “We-Fi card”, è partito lo scorso febbraio e ha ottenuto un grande successo nel giro di poche settimane. Si tratta di una carta completamente gratuita che può essere utilizzata in negozi, bar e ristoranti, ma anche tra le bancarelle del mercato che aderiscono all’iniziativa all’interno del rione di Sant’Ambrogio. Mezzo chilometro quadrato di centro commerciale naturale che offre diverse opportunità ai consumatori: dà accesso alle promozioni che di volta in volta sono attivate dagli esercenti e dà la possibilità di accumulare punti a ogni acquisto. Raggiunta la somma di cinquecento punti, si ha diritto a un buono sconto di cinque euro. Prima di questa iniziativa, il mercato di Sant’Ambrogio aveva già messo a disposizione una tessera sconto, riscuotendo un discreto successo ma, come spiega Lorenzo Arrighi, presidente di Nexuscom, “era una tessera fine a se stessa. Per questo Luca Menoni della macelleria del mercato e io abbiamo deciso di dar vita a un progetto che potesse sostenere l’intero quartiere”. Insomma, il concetto è il classico “l’unione fa la forza”. E non è solo una questione di “crisi”: la tessera è stata “inventata” per dare sostegno alle attività di vicinato e per valorizzare gli acquisti dei clienti. Paola Bonacchi, esercente, sottolinea l’importanza del progetto e afferma: “Tanta gente viene con la tessera, è un’iniziativa che piace perché gli abitanti del quartiere si sentono coinvolti e sentono di contribuire a valorizzare il loro rione”. Ma, in fase di organizzazione o già avviati, anche altri centri commerciali naturali del centro storico hanno i loro progetti di fidelizzazione. Nell’area di Borgognissanti si sta mettendo a punto un sistema “a due marce”: i commercianti aspirano soprattutto alle vendite on-line rivolte a Firenze, in Italia e anche all’estero e, come racconta Fabrizio Carabba, presidente del centro commerciale naturale di

Borgognissanti e presidente della Confcommercio del quartiere 1, “inizialmente sarà il Ccn a organizzare la fase di ordini-fatturazione e a occuparsi del magazzino per avviare questo tipo di vendite, ma accanto a questa iniziativa vorremmo introdurre una moneta alternativa: gli scec”. Il nome di questa simil carta-moneta è ripreso da una battuta di Totò, e adattato come acronimo di “sconto che cammina”. L’iniziativa prevede di mettere in circolazione dei soldi “falsi” che attestino un valore di sconto da utilizzare in diversi esercizi del rione, così – anziché pagare, ad esempio, dieci euro dal fruttivendolo – se ne pagano otto più un buono sconto di due euro che il commerciante potrà riutilizzare da un altro rivenditore. “Si tratta di un esperimento che potrà cominciare in estate ma che ha già dato buoni risultati a Napoli, Roma e Milano”, aggiunge Fabrizio Carabba. Giampaolo Santi è invece il responsabile del progetto “Vive card”, che ha

l mercatino delle pulci è ancora in cerca d’autore. Negli ultimi sei anni, infatti, sono stati pensati diversi progetti per riqualificare piazza de’ Ciompi ma fino ad ora nessuno di questi è stato realizzato. E la piazza, sebbene offra uno scorcio sempre suggestivo, continua a versare in uno stato di degrado che va man mano peggiorando. Alcuni stand del mercato necessiterebbero di un intervento immediato, senza contare che i tetti sono in amianto e rappresentano quindi una preoccupazione chi ci lavora e per coloro che abitano nella zona. Il suolo della piazza è sconnesso: ci sono buche e fratture a causa delle radici degli alberi che crescono sotto terra. In più, un ramo dell’albero situato al centro della piazza, dopo la nevicata del 2010, si è rotto rischiando di distruggere uno degli stand, e un altro sembra destinato a fare la stessa fine. Senza contare che quando il mercato chiude alcuni senzatetto pernottano sotto la tettoia che protegge una delle due file di negozi, lasciando ai commercianti tracce poco gradite da rimuovere la mattina. Preferisce rimanere anonima la moglie di un esercente del mercato, che racconta: “Fino ad ora i progetti sono stati scartati perché non piacevano ai residenti o all’amministrazione oppure non mettevano d’accordo i negozianti – dice – e anche stavolta temo che si arriverà alla fine del mandato del sindaco senza aver cavato un ragno dal buco”. Ma un nuovo progetto c’è, e proprio in questo perio-

Il concetto di fondo è il classico “l’unione fa la forza” come riferimento territoriale il mercato centrale di San Lorenzo. Ma i confini, in questo caso, non sono rionali, bensì dettati dalle esigenze dei consumatori che possono utilizzare la “Vive card” sul territorio nazionale, nei negozi che aderiscono al progetto del consorzio Cesapp. La carta esiste da circa due anni e permette di accumulare punti che possono essere subito convertiti in sconti in un altro negozio aderente. “Lo scopo di questa carta è insegnare ai consumatori a pensare a un mercato aperto, capace di soddisfare le esigenze più disparate – conclude Santi – e non far perdere l’interesse né agli acquirenti, né alle aziende”.

piazza dei

Ciompi

do è al vaglio dell’amministrazione. Francesca Andreini, presidente del consorzio mercato antiquario e delle pulci, spiega che “il nuovo project financing è molto simile alla struttura attuale del mercato. Questa volta – continua – siamo molto fiduciosi, ci siamo impegnati tanto per metterlo a punto e non ne possiamo più di lavorare in queste condizioni”. I lavori di demolizione e ricostruzione degli stand saranno a carico degli esercenti – che durante il periodo di riqualificazione si dovrebbero spostare in un tendone in largo Annigoni – mentre a carico dell’amministrazione è la rimessa in sicurezza del selciato. Nel progetto è previsto un piano di riqualificazione che comprende anche il rifacimento del centro di accoglienza

Questa volta siamo fiduciosi, vogliamo uscire dal cono d’ombra davanti alla moschea e la pedonalizzazione di tutta l’area, in cui dovrebbero essere inserite panchine, rastrelliere ed essere attivata una zona wi-fi. “Con questo intervento vorremmo far uscire il mercato di piazza de’ Ciompi dal cono d’ombra – conclude Andreini – e attirare di nuovo la gente che passeggia e fa acquisti lungo l’asse che da via Gioberti arriva sino /G.G. al Duomo”.


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Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino

L’INCHIESTA. Con la bella stagione c’è chi teme il peggioramento di una situazione già delicata

La “missione” di San Pierino e dintorni: riempire gli spazi per scacciare il degrado Sara Camaiora

L

ettere, appelli, telefonate. Richieste che si susseguono di anno in anno per avere un po’ più di sicurezza e attenzione, alcune luci in più e magari anche qualche idea per occupare e animare gli spazi. A farle sono residenti e commercianti della zona tra l’arco di San Pierino e piazza Salvemini, in cui abbondano degrado e ubriachi che bivaccano e dove capita a volte che ci sia qualche rissa tra loro o che qualcuno se la prenda con le persone che passano, o anche che qualcuno si senta male in piazza. Residenti e commercianti che non smettono di cercare una soluzione condivisa con l’amministrazione per migliorare questi spazi e per trovare una soluzione anche per queste persone che purtroppo, spesso non per loro colpa, finiscono per creare disagi a chi vive o lavora in zona. La soluzione, però, non è facile da trovare, e ora con l’arrivo della bella stagione sono in molti a temere un ulteriore peggioramento della situazione. Di discussioni e proposte ce ne sono e ce ne sono state: lo sa bene il signor Valentino Adami, tra i primi a sostenere il comitato di San Pierino, uno dei più datati tra quelli sorti in città, che però ora pare non molto ottimista sull’evolversi della situazione. “Miglioramenti non ci sono mai stati, siamo sempre un po’ allo stesso punto: sotto l’arco va meglio semplicemente perché hanno occupato lo spazio, hanno messo delle sedie, ma il problema non si è risolto, si è solamente spostato di pochi metri. Ora ubriachi e tossicodipendenti stanno in piazza Sal-

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VALENTINO Commerciante

ISABEL Commerciante

GIOVANNI Fioraio

“Controlli ed eventi per migliorare”

“Ci deve essere un progetto”

“Servirebbero spettacoli e musica”

“La sorveglianza è meglio farla a piedi, non con le macchine: solo così la situazione può migliorare. Poi certo ci deve essere la possibilità di organizzare eventi e di riempire gli spazi, ma solo con le nostre forze noi commercianti non ce la facciamo, è troppo dispendioso. Con l’arrivo della bella stagione qui si sta solo peggio”

“La situazione deve cambiare a monte, deve esserci un progetto per rivitalizzare la piazza, occuparla in un altro modo, solo così questi gruppi di persone si allontaneranno e cesseranno i bivacchi. Tante idee e poi mai nulla, lettera morta: ci sentiamo un po’ abbandonati, la piazza ormai versa in condizioni disastrose”

“A me, devo ammettere, queste persone non hanno mai dato fastidio. Però occupare la piazza con qualcosa di simpatico non guasterebbe, musica o spettacoli ad esempio. Se n’è parlato e poi non si è fatto mai nulla. E la zona poi avrebbe bisogno di più illuminazione per le ore notturne, altrimenti si percepisce sempre come poco sicura”

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il giornale del tuo quartiere vemini – spiega Valentino – quello che ci vorrebbe sono più controlli, non macchine che passano ogni tanto ma forze dell’ordine a piedi, che si fanno vedere di persona. La gente che sta qui ormai la conosciamo, ci si convive da anni, andrebbe trovata una soluzione anche per loro ma non è semplice. Riempire gli spazi – aggiunge – è importante, ma non possiamo farlo solo noi commercianti con feste e manifestazioni, per noi è davvero troppo dispendioso”. I più non puntano il dito contro le frequentazioni di piazza Salvemini, ma piuttosto contro le mancate scelte fatte per rivitalizzare tutta l’area. E se ci sono stati disordini in passato, in molti si dichiarano non troppo spaventati dalla presenza di queste persone, ma semplicemente preoccupati dall’effetto che hanno sulle persone che passano di lì o sui turisti. “Ammetto di non aver mai avuto scontri o diverbi con loro, ma non è certo bello vedere un gruppo di persone che in pieno giorno si scolano bottiglie sedute in terra”, fa presente un negoziante. Piazza Salvemini, inoltre, fino a qualche mese fa era più “piena”, grazie alla presenza della bancarella del fioraio, che però ora ha preferito trasferirsi in un negozio vero e proprio. Ed è il vuoto, secondo la maggior parte delle persone, ad alimentare attività poco chiare e bivacchi. A questo

proposito Isabel Vernillo, una commerciante della zona, elenca alcune proposte fatte da lei e da altri suoi colleghi: “La scuola di musica proponeva una sorta di teatro itinerante di strada, da organizzare magari di domenica, oppure era emerso anche il progetto di installare una giostra: l’amministrazione, inoltre, per un po’ aveva parlato di creare qui un angolo con bancarelle sullo stile di Les Bouquinistes a Parigi, tutte belle idee che però non si sono mai concretizzate”. Giovanni, il fioraio proprietario della bancarella prima al centro della piazza, ora che ha il suo negozio non pare proprio lamentarsi. La zona è sempre quella, non l’ha cambiata. E se qualcuno gli

Non possiamo pensarci solo noi negozianti: troppo dispendioso domanda come mai ha abbandonato la piazza, se forse un angolo più riparato gli consentiva di allontanare frequentazioni poco gradite, alza le spalle e risponde: “Volete provare voi a stare quindici anni in mezzo a una piazza, sopportando freddo e pioggia? Ecco perché mi sono spostato”.

Il dito di residenti e commercianti è puntato contro le mancate scelte fatte in passato per rivitalizzare l’area compresa tra l’arco e piazza Salvemini: il “vuoto” che si è creato – viene denunciato – è stato così occupato con bivacchi e traffici poco chiari

FOCUS. Nella zona di Porta Romana soddisfazione degli esercenti dopo il rifacimento dell’illuminazione

Via Senese, e luce fu. Restano i “casi” di sosta e traffico

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embra una sorta di isola felice alle porte del centro storico: i negozi resistono abbastanza bene alla crisi, il movimento non manca e questioni aperte e problematiche sono state risolte positivamente. Stiamo parlando di via Senese, dove i negozi sono riuniti nel centro commerciale naturale Porta Romana-Botteghe, dove non si è registrato un boom di chiusure come in altre zone della città e dove alcuni piccoli lavori hanno consentito un miglioramento quanto a qualità della vita e del lavoro. Il punto dolente per molto tempo qui è stata l’illuminazione carente, stando a quanto

Qua la crisi si è fatta sentire meno che da altre parti. Ancora aperte, però, alcune questioni

sostenevano i commercianti: da qualche mese, però, sono state installate nuove luci, per il sollievo di chi vive e lavora in questa strada, ora percepita come più sicura nelle ore notturne. “Via Senese ha cambiato volto e devo ammettere che i lavori sono stati portati avanti egregiamente: sono durati non più di una settimana e con pochi disagi per tutti noi – spiega Gemma Cerboneschi, presidente del Centro Commerciale Naturale – il Comune e la Silfi sono stati davvero molto attenti alle nostre esigenze”. La crisi si è fatta sentire anche qui, ma non in maniera pesante come da altre parti. “Rispetto ad altre zone anche qui vicine, come via dei Serragli o via Romana, ci sono state poche chiusure, un paio, una però immediatamente rimpiazzata – conferma Cerboneschi – certo, notiamo che c’è meno gente in giro e meno disponibilità a spendere, ma è un calo fisiologico”. Una questione aperta è quella dei parcheggi. “Ce ne sono pochi, è un dato di fatto ma è difficile che possa essere altrimenti in una strada come questa”, fa presente la presidente del

Referenziata, Competente e Affidabile

055

centro commerciale naturale. “La sosta qui è costosa e questo non ci agevola sicuramente, bisognerebbe essere un po’ più indulgenti”, si lamenta Cristina, titolare di una pasticceria. La conformazione di via Senese è particolare, su questo paiono essere d’accordo in molti, come sul fatto che si tratti di una direttrice importante verso altre parti della città e come tale decisamente trafficata. “Non è semplice trovare un posto per l’auto e forse questo ci può danneggiare rispetto ad altre zone”, segnalano altri negozianti. “È la via che porta al Galluzzo, è inevitabile ma è davvero trafficatissima, appena c’è una macchina messa male si crea un ingorgo: la sorveglianza c’è, ma forse andrebbe rafforzata per evitare disagi simili che qui sono all’ordine del giorno”, afferma Patrizia, che lavora in un centro estetico. “È sempre stata una strada penalizzata da traffico e rumore e continua a esserlo – rimarca ancora Cristina – con il rifacimento delle luci abbiamo comunque notato anche noi una /S.C. riqualificazione non da poco”.

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Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino

IERI E OGGI. Chi vive attualmente negli edifici che nei secoli hanno ospitato personaggi illustri?

“Dietro” le targhe dei palazzi d’Oltrarno Le porte del numero 132 di via dei Serragli si aprirono per l’autore de La lettera scarlatta: “Quando sono venuta qua ho comprato il romanzo”, racconta Bettina. E poi c’era la Bottega Teatrale... Carolina Natoli

F

irenze, si sa, è una città dove bisognerebbe passeggiare sempre con il naso all’insù. Le sorprese che riservano i palazzi del centro storico sono infinite, ed è una regola che vale anche per gli edifici meno noti. Un esempio? Forse non tutti sanno che a metà di via della

la targa al

132

di via dei

Chiesa, in Oltrarno, in una palazzina “anonima” uguale a tante altre, dimorò per un paio d’anni un piccolo Galileo Galilei (sì, lo stesso Galilei che al numero 19 di costa San Giorgio compì gli studi che lo portarono alla scoperta dei quattro satelliti di Giove). Le strade fiorentine parlano dei perso-

Serragli

naggi che nel corso dei secoli hanno contribuito a rendere grande la città, personaggi che qui sono nati o sono stati solo di passaggio, lasciando segni indelebili ricordati dalle numerose targhe sparse qua e là sulle facciate di quelle che oggi sono spesso le case di persone “comuni”. Al 132 di via dei Serragli, nel 1858, “prima di salire a Bellosguardo per più operoso soggiorno” – recita l’incisione – le porte di “Casa Bella” vennero aperte a Nathaniel Hawthorne, autore del celeberrimo “La lettera scarlatta”. Ma come ci si sente ad abitare in luoghi che ospitarono uno scrittore del suo calibro? “Quando sono venuta a vivere qui – racconta Bettina uscendo dal palazzo – incuriosita da questa targa ho comprato il romanzo di Hawthorne. La verità? Dopo quattro capitoli l’ho chiuso, però posso dire di abitare in uno dei palazzi fiorentini che lo hanno visto protagonista”. Il numero 25 di via Santa Maria, oggi sede di Cango, residenza della Compagnia Virgilio Sieni, ha accolto dal 1979 al 1993, anno in cui ha chiuso i battenti, la “Bottega Teatrale” fondata da Vittorio Gassman, che si occupava di preparare gli attori

l’insegna che ricorda la

“Bottega Teatrale”

di domani, “giovani di tutto il mondo”. Gassman la diresse dal 1980 al 1992. Rosella Testa, diplomata alla Bottega nel 1986 e allieva del “periodo d’oro”, ricorda così la sua esperienza: “Aver fatto parte di una realtà teatrale così importante mi dà ancora un’emozione fortissima. Spesso con gli ex ‘bottegai’ ci riuniamo, in ricordo di anni importanti per il teatro non solo fiorentino, ma italiano. Si aveva accesso alla scuola, che durava tre anni, attraverso un provino – continua Rosella – ma non era proibitiva o destinata a pochi: erano però altri tempi, i fondi economici destinati a cultura, arti e spettacolo esistevano davvero. Una realtà così è im-

in via

Santa Maria

possibile riprodurla oggi, fu un periodo magico”. Dalla Bottega, svoltando l’angolo in via dei Serragli, ci si imbatte in un’altra targa, posta per ricordare uno dei padri dell’avanguardia teatrale, Edward Gordon Craig. Forse non tutti sanno che Craig trascorse sette anni a Firenze, e che nel 1913 fondò la “Gordon Craig School for the Art of the Theatre” all’Arena Goldoni. Sempre nel capoluogo fiorentino dette vita alla rivista The Mask (1908/1929), di cui fu editore, curatore, autore e illustratore. E queste sono solo alcune delle targhe che si trovano in Oltrarno. Targhe che a volte raccontano più di quanto i libri possano insegnare.

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l’inchiesta

Aprile 2013

LAVORO/1. Ecco come e dove sta andando il “mercato dell’occupazione” nella nostra provincia

Reggono le badanti, cala il turismo Solo il 30% dei nuovi avviamenti si traduce poi in un’assunzione vera e propria: “Spesso gli impieghi durano pochi giorni o addirittura qualche ora”. Certi settori, però, sono in crescita Serena Wiedenstritt

C

amerieri, commessi, braccianti agricoli e addetti all’assistenza personale. Sono state queste le qualifiche più utilizzate per i nuovi avviamenti al lavoro, da gennaio a ottobre 2012, in provincia di Firenze. Lo affermano dal Centro per l’impiego della Provincia, osservatorio privilegiato per capire come e dove va il mercato del lavoro locale. “Ma attenzione ai numeri, che spesso possono riferirsi anche solo a impieghi che durano qualche giorno o addirittura qualche ora, come nel caso delle sostituzioni – avverte Alessandro Belisario, dirigente della Direzione lavoro – solo il 30% si concretizza poi in una assunzione vera e propria. In realtà, infatti, il mercato del lavoro a Firenze è in stallo come in tutto il Paese, e solo l’intervento degli ammortizzatori sociali sta evitando il peggio. Ogni giorno – continua – si rivolgono a noi centinaia di persone in cerca di occupazione. Del resto, ci sono aziende e microaziende che chiudono quotidianamente, al di là di quelle che fanno notizia. Né l’entrata in vigore della riforma Fornero ha invertito la tendenza”. I numeri, infatti, parlano anche di un calo di 3.283 unità negli avviamenti rispetto al 2011, e di una durata dei contratti a termine che solo nel 50% dei casi supera i 30 giorni, mentre le aziende che hanno segnalato difficoltà sono state 257 in tutta la provincia e 112 solo a Firenze. In nove mesi, da gennaio a ottobre 2012, si è registrato l’avviamento di oltre 17mila camerieri, oltre 3.700 baristi, quasi 3.500 cuochi e, più genericamente, di quasi 3.200 addetti non qualificati nei servizi di ristorazione. Nonostante questo, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione subiscono un decremento del

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personale impiegato: “Staremo poi a vedere cosa accade da Pasqua in poi – afferma Belisario – considerato che il turismo nel 2012 ha perso il 2,2%. Non possiamo certo contare più sul turismo interno, né su alcuni Paesi che tradizionalmente rappresentavano il nostro bacino, come la Spagna. Speriamo che i nuovi ricchi dalla Russia, dalla Cina e dal Brasile possano rimettere in moto il settore”. Fra i settori in crescita, invece, si segnalano quelli legati all’istruzione, alle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento e le professioni legate alla cura e all’assistenza familiare. I collaboratori domestici impiegati nei primi tre trimestri del 2012 sono stati quasi 4.500, e basta aprire il database delle offerte di lavoro del Centro per l’impiego in un giorno qualunque perché sal-

Quasi 4.500 collaboratori domestici “assoldati” nei primi tre trimestri del 2012 tino all’occhio le ricerche di badanti conviventi, per “assistenza e cura di signora autosufficiente”, piuttosto che di “colf convivente addetta alle pulizie della casa, al bucato, a stirare e alla cucina”. Per contattare il Centro per l’impiego è sufficiente chiamare il numero verde lavoro 800.855.855, o recarsi in uno degli sportelli presenti sul territorio provinciale (http://www.provincia.fi.it/lavoro/ centri-per-limpiego/sedi/).

A cura del Consiglio di Quartiere 1

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CULTURA E TERRITORIO, RISORSE IMPRESCINDIBILI PER IL CENTRO STORICO DI FIRENZE le Commissioni del Quartiere Presentano le loro linee ProgrammatiCHe Proseguiamo la pubblicazione dei programmi delle commissioni di lavoro in cui è strutturato il Consiglio di Quartiere 1. I documenti si possono consultare in forma integrale in Rete Civica all’indirizzo webz http://q1.comune.fi.it/organi/commissioni_consiliari.htm Abbinare cultura e sviluppo economico compatibile Affermiamo la centralità della cultura per la vita di un paese, il valore dell’intelligenza, della creatività del lavoro artigianale, del fare e del pensare. Anche quest’anno, nonostante le sempre ridotte risorse di bilancio, cercheremo di mantenere gli standard qualitativi elevati con progetti per la cittadinanza da attuarsi in luoghi aperti, nella città, nelle scuole, nelle biblioteche o nei teatri, con l’aiuto di professionisti e associazioni che operano nei diversi settori. Siamo consapevoli che investire in cultura non solo renda economicamente e turisticamente ma fornisca anche strumenti necessari per capire la società in cui viviamo, rappresentando un fattore di coesione sociale e uno strumento di convivialità e di apprendimento. Lo sforzo più grande sarà quello di cercare di coniugare la qualità dei progetti con le poche risorse e con il rispetto della dignità degli operatori culturali. Nel solco di quello che stiamo facendo con la manifestazione Firenze insolita (in programma anche quest’anno) proseguiamo la strada dell’abbinamento tra cultura e sviluppo economico compatibile. Per questo la commissione si è attivata nel sottolineare l’importanza dei luoghi di cultura nel centro storico come librerie, teatri, cinema. Tra i progetti previsti c’è la promozione del concorso “…e le stelle stanno a guardare” rivolto a cittadini, scuole, associazioni per raccogliere idee di valorizzazione di angoli della città. Inoltre presentiamo il concorso ‘Lo scrittore della porta accanto’, dedicato alla soggettività e all’espressione del sé, diviso in due sezioni: narrativa e diaristica. Per “Cultura come integrazione” è stato attivato un percorso con le comunità filippine e con associazioni che operano nel campo dell’intercultura con progetti specifici. Infine quest’anno grande spazio sarà dato a progetti dedicati ai libri e all’arte nelle

piazze, così come al ricordo di Vasco Pratolini e alla musica per giovani e bambini. Senza dimenticare il video concorso sull’abuso di alcol, rivolto a università italiane e straniere. Speriamo che le stelle ci illuminino il cammino e che si riesca, nel nostro piccolo, a contribuire a un’idea di città a misura d’uomo. Ornella Grassi, Presidente Commissione Cultura Ascoltare le esigenze del territorio e favorire l’elaborazione delle risposte In materia di territorio le competenze della Commissione Territorio e Rigenerazione Urbana si esplicano con diverse modalità: ascolto dei cittadini sui problemi della qualità ambientale; contatto diretto con i problemi, mediante appositi sopralluoghi con i rappresentanti delle esigenze locali; ricerca-elaborazione di possibili soluzioni, in raccordo con i residenti e con i competenti uffici comunali; audizioni di cittadini, gruppi, associazioni, comitati, portatori di interessi; organizzazione di consigli aperti, laddove si focalizzano particolari aspetti di criticità; svolgimento di un ruolo consultivo, obbligatorio ma non vincolante, sulle proposte di natura urbanistica di iniziativa comunale (Piano Strutturale, Regolamento Urbanistico, Piani Attuativi, Varianti Urbanistiche etc.); esercizio di un ruolo di confronto-sensibilizzazione con gli assessori competenti sui grandi temi della vita urbana. In sostanza la commissione si pone come tramite tra i bisogni dei cittadini e le istituzioni pubbliche che hanno i poteri e le risorse per intervenire. Nello stesso tempo è impegnata a collaborare con i soggetti (es. l’Università) che dispongano della capacità e delle competenze per elaborare soluzioni interessanti rispetto a tematiche come la rianimazione del Centro Storico, la valorizzazione dell’Arno, la progettazione dei parcheggi (pubblici e pertinenziali), il recupero e la destinazione dei contenitori dismessi, la vivibilità delle piazze. Oberdan Armanni, Presidente Commissione Territorio e Rigenerazione Urbana

le parole dell’anima ConCorso di Poesia e Prosa Per le sCuole Il Quartiere 1 indice il 5° Concorso di poesia e prosa per le scuole “Le parole dell’anima”. Il Concorso, promosso e organizzato dalla Commissione Servizi Educativi, è rivolto a tutti gli studenti delle scuole elementari, medie inferiori e superiori di Firenze, senza limitazioni di età, sesso, religione o nazionalità. Si può partecipare con un massimo di due poesie o un elaborato in prosa è il tema è libero, anche se non deve essere in contrasto con i più elementari valori etici. Un premio speciale verrà assegnato alle opere pervenute da studenti delle scuole del Q.1. Gli elaborati dovranno pervenire entro il 23 aprile, preferibilmente via email all’indirizzo paroledellanima@comune.fi.it oppure via posta ordinaria a: Le parole dell’anima, c/o Consiglio di Quartiere 1, piazza Santa Croce 1, 50122 Firenze . I premi consisteranno in buoni acquisto, libri, biglietti per teatri e spettacoli, apparecchiature tecnologiche, coppe e targhe. Per info e dettagli organizzativi si veda la pagina Facebook ‘Le Parole dell’Anima’ o il sito http://q1.comune.fi.it o contattare la segreteria organizzativa tel. 055.2767648


l’inchiesta

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LAVORO/2. L’artigianato artistico “trema”: in pochi vogliono portare avanti la tradizione

Ma alcuni mestieri stanno scomparendo Hanno fatto grande Firenze, ma oggi rischiano di estinguersi.

Gianni Carpini

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ono una “specie in via di estinzione”. Mosaicisti, intrecciatori di paglia, intagliatori, incisori, orologiai e ricamatrici. Il “fatto a mano”, quello che si tramanda dal mastro artigiano al garzone, sta scomparendo dalle strade di Firenze. Mestieri con una storia secolare alle spalle che corrono il rischio di essere cancellati dal made

IL PROGETTO Da mezzo mondo a qua

Tutti a “lezione” nelle botteghe

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evaz arriva dalla Georgia, ha 32 anni e vuol aprire una bottega da restauratore. Nassira, 30enne africana, coltiva il sogno di mettere su una gelateria artigianale nel lontano Mali. Charo invece di anni ne ha 24, è filippina e il suo futuro lo vede qui da noi, dietro il bancone di una caffetteria-libreria dedicata ai giovani artisti. Fino a giugno, insieme ad altri sette “colleghi”, potranno conoscere i segreti del mestiere grazie a uno stage lungo sei mesi all’interno delle botteghe fiorentine che si sono fatte avanti per ospitarli. Il progetto “Interlab – laboratorio di mestieri di impresa”, promosso dalla Provincia di Firenze, dalla Camera di commercio cittadina e dall’associazione progetto Arcobaleno, è partito l’anno scorso grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea per l’integrazione e del Ministero dell’interno. Dopo la formazione in aula per mettere a punto le idee d’impresa, adesso le “lezioni” si sono spostate sul campo pratico, grazie ad alcuni artigiani che hanno risposto all’appello lanciato qualche mese fa. Sono dieci gli apprendistiimprenditori al lavoro in queste settimane. “Alcuni di loro sono praticamente italiani – spiega Giulietta Stefani dell’associazione progetto Arcobaleno – sono nati e cresciuti qui e si sentono parte della nostra comunità. Molti desiderano realizzare proprio a Firenze la loro piccola impresa”. Le idee sono tante. Imaad, 22 anni, vuol mettere a punto una piattaforma per il commercio online del cosiddetto “oro del Marocco”, il pregiato olio di argan. Alejandra, argentina di 51 anni, punta su una piccola bottega di prodotti realizzati al telaio. Thalita, brasiliana a Firenze da due anni e mezzo, pensa invece a un ristorante di carne allo spiedo brasiliana, da aprire in città. Il tirocinio prevede un gettone di presenza per i partecipanti, mentre le aziende percepiscono un /G.C. rimborso spese.

in China e dalla crisi economica. “Il mondo dei corniciai è in difficoltà, negli ultimi anni un gran numero è stato costretto a chiudere – spiega Lorenzo Mori, coordinatore del settore artigianato artistico della Cna di Firenze – ma ci sono tante professioni che stanno svanendo nel nulla: fabbri artistici, chi lavora il peltro, gli arrotatori di ferri taglienti, i calderai e i ramai”. La “lista nera” dei lavori tradizionali che sembrano destinati al declino è lunga. “Anche le attività specializzate nel ‘su misura’ non hanno vita facile – aggiunge Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato Firenze – sartorie, camiciai e calzolai stanno diventando una rarità”. Le famiglie fiorentine hanno meno soldi nel portafoglio, e spesso si preferiscono merci convenienti prodotte a livello industriale. “Da una parte c’è la contrazione della domanda interna e la crescita degli affitti. Dall’altra assistiamo a un impoverimento culturale – avverte Mori – la logica dell’usa e getta ha sostituito quella dei manufatti artigianali”. Solo chi guarda all’estero riesce a resistere grazie all’export. In molti casi, però, non ci sono eredi: la sapienza accumulata in decenni di lavoro rischia di andare perduta con l’ultimo artigiano che chiude bottega e va in pensione. Sempre meno giovani sono disposti a “sporcarsi le mani”. Secondo il “libro verde per l’artigianato” realizzato dal Comune di Firenze alla fine del 2012, il ricambio generazionale è quasi inesistente. Basti pensare che la metà degli artigiani ha oltre 50 anni, un terzo ha un’età compresa tra i 40 e i 49 anni. Solo il 17% è under 35. Per quei pochi che riescono a trovare apprendisti, poi – si lamentano i diretti interessati – c’è una giungla di leggi e norme che rendono difficile la formazione. A Firenze sono una ventina i maestri artigiani abilitati all’insegnamento, in base alla legge regionale che consente la creazione di “botteghe scuola” dove i giovani possono imparare i mestieri in via di estinzione. Al momento, però – viene spiegato – questo buon proposito rimane sulla carta per le tante richieste burocratiche alle quali piccole e piccolissime attività artigiane, per la maggior parte imprese individuali, non riescono a far fronte. In pratica si dovrebbero trasformare in scuole di formazione, un processo molto difficoltoso per realtà poco strutturate in questo senso. “L’artigianato è tirato per la giacca da più parti – conclude Scatizzi – tutti dicono che è importante, ma nei fatti non riusciamo a fare leggi semplici e soprattutto a fornire finanziamenti. Bisogna semplificare al massimo le procedure, in particolare quelle per formazione e apprendistato”.

Sartorie e calzolai sono ormai una rarità

Tra crisi economica e scarso ricambio generazionale gli eredi delle antiche professioni sono sempre meno. Le associazioni di categoria: “Servono regole più semplici per la formazione”

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Aprile 2013

LA CITTÀ DA LEGGERE/1. Il segreto? Indipendenti, di quartiere e sempre più specializzate

Le librerie che resistono alla crisi Fra le moltissime attività costrette ad abbassare il bandone ce n’è qualcuna che, coraggiosamente, va avanti. E Il Reporter ha cercato di capire dagli addetti ai lavori come si combattono le difficoltà in questo settore Enrica Cinaschi

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mentre la crisi non sembra aver la minima intenzione di mollare la presa, c’è qualcuno che crede ancora (o forse spera, o forse è solo un po’ incosciente, come i migliori imprenditori sanno essere) che questo momento sia il migliore per investire. Investire in qualsiasi cosa, anche in cultura. Ne sa qualcosa Matteo Lander, titolare di Castalia, libreria indipendente che, dopo essere stata per quasi 23 anni in via Senese, si è spostata alla fine del mese di marzo in piazza della Calza (per l’esattezza al civico 153 di via Romana), dove ha trovato un locale più grande per dare nuova verve al suo punto vendita. “Come tutte le librerie italiane soffriamo la crisi a causa di molteplici motivi, il maggiore dei quali è l’affitto – racconta Matteo – per questo siamo arrivati a dover scegliere: o chiudere per le continue perdite o fare una pazzia. Abbiamo scelto la seconda strada”. Grande la partecipazione all’inaugurazione del negozio, che ha visto la risposta di molti amministratori locali e diversi rappresentanti della cultura fiorentina, che hanno manifestato il loro sostegno a questo tipo di iniziative. “Visto che il locale è molto più grande del precedente – continua Matteo – abbiamo deciso di specializzarci nei prodotti da bambino, andando a inserire, oltre ai libri, una serie di giocattoli molto speciali, selezionati per l’occasione tra i migliori produttori francesi, inglesi e tedeschi”. Ma, anche se i giochi sono i nuovi arrivati, non porteranno via del tutto la scena alla carta, che rimane sempre il leit motiv dell’attività. “Abbiamo in programma appuntamenti, incontri e letture, per coinvolgere la gente del

quartiere”, spiega. Ma Castalia non è l’unica libreria “coraggiosa” della città: ne esistono tante altre che, nonostante il periodo critico, continuano ad andare avanti. È il caso ad esempio della libreria via Laura, punto di riferimento per chi è alla ricerca – soprattutto ma non solo – di manuali scolastici e saggi. “Abbiamo un magazzino enorme – spiega il titolare, Francesco Fiumara – e cerchiamo di stare il più possibile attenti alle esigenze del cliente”. Un negozio che non è mai cambiato dal dopoguerra (“l’ho lasciato così appositamente – dice Francesco – perché le persone ci sono affezionate) e che ha continuato a collezionare clienti che, con l’avvento della crisi, si sono avvicinati sempre di più al mercato dell’usato. “Se si vuole diventar ricchi non è la strada giusta – continua il proprietario, che pochi mesi fa ha aperto un nuovo punto vendita, a Pistoia – ma se si pensa a fare il proprio lavoro con dei guadagni onesti, allora va bene”. E poi, ancora, ci sono le librerie di quartiere, come la Colonna a Gavinana o Flegias in borgo la Croce, quelle dove si trovano “sempre le stesse facce, si parla del libro che si sta acquistando, si fa un pacchettino quando se ne ha bisogno”, spiega Ilaria Guidelli di Punti Fermi, in via Boccaccio alle Cure, aperta da tre anni e mezzo con grande gioia della titolare. “È importante la collocazione e la dimensione intima, oltre al contatto che si stabilisce con le persone. Io, ad esempio – continua – facevo l’architetto e sognavo di aprire una libreria, e alla fine...”. Alla fine ce l’ha fatta, con grande soddisfazione di chi, i libri, continua a volerli comprare e condividere.

Più notizie su la libreria

“CaStalia”,

in piazza della

Calza

L’ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA Negli ultimi anni sono state tante le rivendite del centro che, complici vari ostacoli, hanno chiuso i battenti

Dalla Edison a via dei Servi: il triste viaggio tra chi non ce l’ha fatta

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n bandone tira (giù) l’altro nel triste domino delle librerie fiorentine. Sono sempre di più i negozi di libri del centro storico che chiudono i battenti, soprattutto i più piccoli, ma anche le sorelle più grandi, specchio di una crisi che risparmia pochi. L’ultima in ordine di tempo è la libreria dei Servi, che aveva aperto il punto vendita nella strada omonima nel 2009, e che oggi ha deciso di chiudere, complice la crisi e l’affitto del grandissimo fondo, diventato insostenibile per i proprietari, che possiedono anche un’altra libreria, nella vicina piazza Salvemini. Ripercorrendo a ritroso l’ecatombe dei libri, non

si puà non ricordare la Edison di piazza della Repubblica, che ha combattuto una lunghissima battaglia per poter continuare a vendere (e per salvare i dipendenti) senza riuscire ad arrivare a niente se non all’incredibile solidarietà delle persone, che hanno partecipato a ogni iniziativa fino alla definitiva chiusura. L’anno precedente era toccato alla Martelli (sorella della Edison), a due passi da Palazzo Medici Riccardi e dal Duomo. Era nata sulle ceneri di Marzocco, a lungo punto di riferimento per i fiorentini amanti della lettura, che si era spenta nel 2003 e aveva fatto spazio a un nuovo luogo per gli aficiona-

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dos della carta stampata. Ma a niente sono valsi flash mob e mobilitazioni. Ora si aspetta l’arrivo di Eataly, che a giugno dovrebbe prendere il posto della Martelli. Ultimo step della moria in centro è quello del Porcellino, angolo di paradiso per topi di biblioteca, che amavano andare alla ricerca del proprio libro del cuore tra gli scaffali in legno scuro della libreria. Ma non ce l’ha fatta neanche lei a resistere alla scure della crisi. L’augurio? A questo punto è solo che questa moria finisca prima che l’ultima libreria abbia salutato piazza Duomo e zone /C.G. limitrofe.

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LA CITTÀ DA LEGGERE/2. Piccole o grandi, antiche o moderne: ecco cosa offre Firenze

Il mondo (nascosto) delle biblioteche Sara Camaiora

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oderne o storiche, piccole e di nicchia o grandi e ricche di materiale. Diverse tra loro, certo, ma tutte insieme le biblioteche fiorentine costituiscono (e custodiscono) un patrimonio enorme per la città. Non sempre conosciutissimo. Tre “templi” per studiosi e ricercatori, data la quantità di materiale che conservano, sono senza dubbio la Biblioteca Nazionale Centrale, la Marucelliana e la Riccardiana. La prima, in particolare, è la più grande tra le biblioteche italiane, con sei milioni di volumi a stampa, 2.689.672 opuscoli, 25mila manoscritti, quattromila incunaboli e via dicendo. Le biblioteche comunali sono invece tredici. L’ultima nata è la “Mario Luzi”, nel quartiere 2: al grande poeta fiorentino da cui prende il nome è dedicato gran parte dello scaffale di poesia, ma oltre a questo si possono trovare 18mila testi, sale lettura e studio con 120 posti a sedere e undici postazioni per navigare su internet. Un luogo aperto alla città, a chi

studia, a chi cerca materiale ma anche a chi vuol semplicemente godersi un bellissimo pezzo di centro storico è la (piuttosto recente) biblioteca delle Oblate, che in pochi anni è diventata un punto nevralgico di aggregazione, studio, lettura e attività culturali. Dai 367.200 utenti del 2008 si è passati ai 525mila dell’anno passato. E anche per questo mese sono tante le iniziative in programma al suo interno: due su tutte, per il ciclo di incontri “Alle Oblate... il giovedì si tinge di giallo” lo scrittore pisano Marco Malvaldi l’11 aprile presenterà il suo ultimo libro “Milioni di milioni”, mentre il 19 aprile si viaggia (almeno con la mente) nell’Africa lontana con l’incontro “Dal Niger all’Italia”, realizzato in collaborazione con l’associazione Mondo Tuareg di Pordenone, con la proiezione del film documentario “Solo andata: il viaggio di un tuareg” di Fabio Caramaschi. La BiblioteCanova dell’Isolotto è nata invece con il progetto ambizioso di riunire e potenziare l’offerta del quartiere 4:

Alcune sono conosciute, altre un po’ meno. Sono diverse, ma tutte insieme costituiscono un patrimonio enorme. Fatto di volumi, storie, spazi e iniziative

FOCUS. Un’associazione vuol creare sinergia

Lettori e personale si uniscono T agli ai finanziamenti e blocco del turnover del personale, difficoltà a gestire il patrimonio librario e carenze strutturali. Le istituzioni culturali in Italia, è fatto noto, soffrono da tempo, e tra queste ci sono anche le biblioteche: la Nazionale Centrale di Firenze, purtroppo, non è da meno. La struttura vive da tempo una fase molto delicata. Di queste problematiche ha parlato, tra gli altri, la stessa direttrice Maria Letizia Sebastiani, in un recente incontro dal titolo emblematico “Emergenza biblioteche: il caso toscano”. A organizzarlo una serie di realtà associative nate in seno alle biblioteche, che coinvolgono sia utenti che lavoratori, come l’associazione lettori della Biblioteca Nazionale e i Bibliotecari resistenti. In particolare, l’Associazione lettori, nata nel ’96 per mano di un gruppo di docenti universitari che frequentavano la biblioteca e allargatasi negli anni anche a studenti e ricercatori, ha come obiettivo una sinergia tra chi lavora in biblioteca e chi usufruisce dei suoi servizi. “Si è creata una sorta di assuefazione al degrado: mi ritrovai in sala consultazione lo scorso inverno e pioveva dentro, e la cosa sconcertante è che ormai nessuno vi faceva caso – racconta Natalia Piombino, membro del direttivo – non vogliamo essere un corpo estraneo né

comportarci da intellettuali arroccati nelle sale, ma vogliamo promuovere iniziative assieme ai lavoratori perché la biblioteca è un bene comune per noi, loro e la cittadinanza intera, e come tale da preservare. Abbiamo in cantiere altri incontri e un nuovo convegno sulla situazione toscana, sempre collaborando con altre associazioni”. Secondo Piombino, uno dei problemi principali è che “manca una ‘vision’, un progetto a lungo termine: ciò che noi proponiamo è un ripensamento in toto del sistema, probabilmente la struttura non è più in grado di essere Nazionale Centrale, di ospitare tutto quanto esca, basti pensare che ci sono circa 160mila libri non catalogati, ovviamente perché il poco personale non ha il tempo materiale di farlo”. /S.C.

sempre in zona, entro settembre sarà inaugurato un nuovo punto lettura nella vecchia sede della biblioteca Isolotto “Luciano Gori”, nella sala prefabbricata a cui si accede da via degli Abeti. Tornando alla BiblioteCanova, al suo interno si trovano progetti all’avanguardia e originali, come il Bibliomondo, uno sportello intercul-

turale che facilita l’incontro di tutti i cittadini del mondo con la biblioteca pubblica. Questo servizio sarà protagonista il prossimo 10 maggio, in occasione della Festa d’Europa, della commemorazione del “Rogo dei Libri”, una serie di eventi dentro e fuori la biblioteca incentrati sul tema della cittadinanza. Ma la scelta non si ferma

soltanto alle strutture più grandi e conosciute: sono tante, infatti, le biblioteche che i cittadini possono scovare in diversi angoli della città, luoghi tutti dedicati a libri e studio ma ognuno con una precisa identità. E allora non resta che partire alla loro scoperta. Per poter dire di aver trovato, alla fine, la propria biblioteca preferita.


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società

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IL CASO. Negli ultimi tempi a Firenze non sono mancati gli episodi preoccupanti

Quando a spaventare sono i ragazzini Sara Camaiora

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nna e Claudia passeggiavano tranquillamente in zona Santa Croce. Erano circa le due di notte di un sabato sera, ma essendo weekend in centro c’era movimento e le due stavano quindi rientrando a casa senza particolari timori, finché d’improvviso si avvicina loro un gruppo di ragazzini, tira una per la sciarpa, le

L’OPINIONE Parla l’esperta

“Dalla scuola all’esterno”

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n’identità condivisa, legata a una medesima etnia o alla stessa condizione di marginalità sociale, oppure il fascino di un leader e la volontà di emularlo. Sono queste alcune delle possibili motivazioni per cui si creano le baby gang, gruppi di ragazzini violenti, come spiega la professoressa Ersilia Menesini, docente di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Firenze. “A volte ritroviamo, in ragazzini violenti che si sono uniti, un’appartenenza comune, una stessa connotazione, a volte stesse origini – spiega – a Genova ad esempio sono note le baby gang di origine latina che si richiamano a bande che agiscono nei loro paesi e rispondono a precise norme di affiliazione, una cosa che qui a Firenze non mi risulta o comunque non in maniera così marcata. C’è poi anche il classico processo di emulazione, che porta a voler imitare a tutti i costi il leader di un gruppo, anche se violento. Comportamenti che poi possono sfociare anche in aggressioni importanti”. Un fenomeno, quello della violenza tra e da ragazzini, che secondo la prof non si può definire in ascesa, anche se sono aumentati i fatti di questo genere tra le cronache dei giornali. “Probabilmente perché emerge molto di più rispetto al passato, il che è un bene perché si possono elaborare strategie per prevenirlo”, puntualizza Menesini. Secondo Menesini, la costituzione di baby gang è comunque molto legata al bullismo. “Le bande di ragazzi si conoscono e si aggregano a scuola, dove si verificano i primi episodi di violenza, che poi si estendono al di fuori degli ambienti standard e si ripercuotono all’esterno, arrivando, in casi estremi, a trasformarsi in reati: essere vittime di bullismo può poi portare a una violenza che si manifesta contro l’esterno, un caso di cui qui non ho testimonianze ma frequente in America con gli ‘school shooting’: i ragazzini che sparano a scuola molto spesso erano stati vittime di atti di bullismo”.

butta in terra la borsa e la fa inciampare. Anna e Claudia fanno però in tempo a recuperare la borsa, si avvicina gente e il gruppetto di ragazzini scappa, ma la paura è tanta. “Non ce l’aspettavamo, per fortuna alla fine non è successo quasi niente, è stato un tentativo di scippo, ma ci ha colpito la violenza, soprattutto da parte di ragazzi così giovani”, raccontano. E non è questo il solo episodio avvenuto in città che ha visto protagonisti dei ragazzini, talvolta riuniti in vere e proprie baby gang. Un raptus di violenza in pieno centro si è verificato ad esempio lo scorso dicembre, quando tre ragazzini hanno aggredito e picchiato a colpi di ombrello prima un giovane che parlava al telefono, poi un signore anziano, causandogli un lieve trauma cranico. Il tutto è accaduto in pieno pomeriggio nella zona di Santa Maria Novella: i tre protagonisti dell’aggressione sono fuggiti una volta arrivate sul posto le forze dell’ordine, ma uno di loro, un diciottenne di origini tunisine, è stato bloccato e arrestato. Un altro episodio eclatante è avvenuto

Atti di bullismo o vere e proprie aggressioni, di sera o in pieno giorno, in centro o in periferia, avvenuti per mano di giovanissimi, a volte riuniti in baby gang. Difficile capire se si tratti di fatti sporadici o di un fenomeno in ascesa

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lo scorso aprile, quando sempre un gruppo di ragazzini ha minacciato il titolare di un negozio di kebab, che si è visto costretto a ceder loro l’incasso, per poi aggredire in strada un uomo statunitense chiedendogli a gran voce il portafoglio: questi si è però difeso, permettendo così l’arresto dei tre ragazzi, uno di vent’anni, di origine senegalese, gli altri due di sedici e diciassette anni, fiorentini. C’è stato poi il caso della baby gang di Gavinana che, nel 2011, seminò paura nel quartiere con scorribande ma anche vere e proprie aggressioni ai danni di alcuni coetanei: dopo lunghe indagini, fu arrestato un diciottenne di origini albanesi, indicato come il leader del gruppo di violenti. Casi sporadici o fenomeno in ascesa? Se resta difficile valutare nel complesso questi episodi, è un fatto appurato dagli esperti che la violenza ai danni di persone in strada da parte di ragazzini è molto spesso correlata al bullismo, un fenomeno che si verifica più che altro in ambienti scolastici e tra coetanei. Secondo un’indagine dell’Università di Firenze, su un campione composto da 926 studenti di otto scuole secondarie di secondo grado delle province di Lucca e Firenze, all’inizio dell’anno scolastico 2011/12 si stimava che il 28,4% dei ragazzi fosse coinvolto come vittima e il 30,3% come “bullo”, con forme più severe di coinvolgimento che si attestavano sul 6,2% come vittima e sul 7,8% come “bullo”.



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politica

Aprile 2013

PALAZZO VECCHIO. A marzo il rimpasto, dopo l’elezione di Nardella e Di Giorgi in Parlamento

Una “mini” giunta dal volto rosa Otto membri in tutto (la metà del massimo

LA NEW ENTRY. L’assessore Sara Biagiotti

previsto dallo statuto), di cui cinque sono

“Puntiamo sulle nostre eccellenze”

donne. A Saccardi il posto di vicesindaco

S

Ilaria Esposito

O

tto membri, una maggioranza femminile e un volto nuovo: queste le caratteristiche principali dell’esecutivo fiorentino dopo il rimpasto dello scorso marzo. L’ex vicesindaco Dario Nardella e l’ex assessore all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi, eletti in Parlamento, siedono ormai rispettivamente sui banchi di Camera e Senato. Dopo la loro elezione, a Palazzo Vecchio si è reso necessario qualche cambiamento. Ed ecco le novità. La giunta, così com’è stata presentata qualche settimana fa, dovrebbe portare Firenze alle amministrative del 2014, salvo imprevisti. Cinque le donne, tre gli uomini: i membri del nuovo esecutivo sono la metà del massimo previsto dallo statuto. A prendere il posto di vicesindaco lasciato da Nardella, che ha rassegnato le sue dimissioni a metà del mese scorso, è stata Stefania Saccardi, che rimane assessore alle politiche sociali e acquisisce la delega allo sport. Sarà proprio Saccardi, quindi, a seguire la preparazione dei Mondiali di ciclismo previsti per il prossimo settembre. Il

nuovo vicesindaco lascia invece la delega al patrimonio non abitativo, che passa all’assessore alle politiche del territorio Elisabetta Meucci. A occuparsi delle politiche del lavoro, fino ad oggi competenza del neo-vicesindaco, sarà invece Sara Biagiotti, il volto nuovo di Palazzo Vecchio. Ex consigliere provinciale, Biagiotti ha avuto in consegna da Renzi anche la delega allo sviluppo economico, fino a un mese fa di Nardella, e quella al turismo, che nella fase precedente era affidata a Cristina Giachi. Infine, sarà ancora Biagiotti a occuparsi delle questioni legate alla Città metropolitana. A Giachi, che è anche assessore all’università e alle politiche giovanili, passa la delega all’educazione, che prima del rimpasto faceva capo a Rosa Maria Di Giorgi. Nessun cambiamento, invece, per Caterina Biti, che rimane assessore all’ambiente. Anche i tre uomini della giunta non vedranno alcun mutamento dei loro compiti. Sergio Givone mantiene la delega a “cultura e contemporaneità”. Massimo Mattei sarà ancora l’assessore alle infrastrutture e alle grandi ope-

re, alla manutenzione e al decoro, oltre che al trasporto pubblico locale. Alessandro Petretto, infine, continuerà a essere il titolare dell’assessorato al bilancio e alle partecipate. La delega al personale resta di competenza del sindaco Matteo Renzi, che ha anche individuato in Eros Cruccolini, consigliere, la persona alla quale affidare la delega agli interventi sul carcere. Renzi, a metà marzo, ha studiato e annunciato la nuova configurazione della giunta. “In questi quattro anni – questo il suo commento – sono state fatte molte cose, ma noi vogliamo fare ancora di più. Spero che le prossime settimane dimostrino che in Palazzo Vecchio c’è gente che lavora sui cantieri, sulle iniziative culturali e sui temi dell’emergenza sociale con la stessa grinta del primo giorno”.

i chiama Sara Biagiotti, ha 43 anni e, dopo il rimpasto di marzo, è il volto nuovo della giunta di Palazzo Vecchio. Laureata in economia e commercio, lavora alla Cna e fino a poche settimane fa era consigliere provinciale. Sviluppo economico, turismo, politiche del lavoro e città metropolitana: questi i compiti che le sono stati affidati dal sindaco Renzi. Il nuovo assessore ha “ereditato” la delega allo sviluppo economico da Nardella, quella al turismo da Cristina Giachi e quella alle politiche del lavoro da Stefania Saccardi, ora vicesindaco. La nomina di Biagiotti arriva a un anno dalle elezioni amministrative: “Ci sono partite aperte da portare a termine e sicuramente lo farò – afferma il neo assessore – ma l’amministrazione è sempre in divenire e nell’arco degli anni i processi si evolvono: ora come ora ci sono nuove priorità”. Un esempio: “Mi è dispiaciuta molto la sentenza del Tar che ha annullato la delibera dello scorso dicembre per cui gli esercizi non avrebbero dovuto vendere bevande alcoliche dopo le 21,15”. E continua: “La lotta all’abuso di alcol è sicuramente da combattere in tutto il Paese, deve essere in cima alla

Sara biagiotti

lista delle priorità anche per le amministrazioni”. Secondo il nuovo assessore allo sviluppo economico, “l’agroalimentare è uno dei settori chiave in Toscana. Dobbiamo riappropriarci delle nostre eccellenze, perché Firenze è la città più bella del mondo, ma le sue tradizioni e la sua storia vanno veicolate nel modo giusto”. Biagiotti si esprime anche sul settore culturale, ultimamente in particolare affanno: “Per creare posti di lavoro di qualità bisogna seguire strategie che, nella culla del Rinascimento, non possono non considerare il mondo della cultura. Ovviamente – conclude – quando si tagliano i fondi, ad esempio, allo spettacolo, tutto ciò diventa difficile”. /I.E.

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focus

Aprile 2013

LA CITTÀ DA NON PERDERE. Ecco quello che i fiorentini consigliano ai “forestieri”

“Caro turista, io ti porterei qua...” Le proposte del web non sempre coincidono con il parere degli abitanti: per questi ultimi le mete irrinunciabili sono Oltrarno e San Niccolò. Lo shopping? In via Gioberti. E un monito: “Mai in centro la domenica pomeriggio” Ilaria Esposito

V

la torre di

isitare una città con chi ci abita, si sa, è sempre meglio che farlo da turisti “al cento per cento”. Consultare la rete potrebbe essere una buona via di mezzo fra la guida cartacea e il consiglio di un autoctono: ma navigare nel vasto mare di internet non sempre permette di cogliere l’essenza di una città. E questo sembra valere anche per Firenze. Iniziamo con la lista degli “irrinunciabili”. Digitando su Google “cosa vedere”, fra i primi risultati compaiono il Duomo, piazza della Signoria, gli Uffizi e il Ponte Vecchio. Fin qui, nessuna novità. Ma qual è, invece, la prima risposta di un fiorentino? Chiedendo a un passante, poi al secondo, al terzo e così via, la risposta sembra corale: il primo posto dove un fiorentino porta un amico in visita è il piazzale Michelangelo. Seguono l’Oltrarno, Santa Croce e la zona fra San Niccolo e il Forte Belvedere. Secondo Teresa, 40 anni, “uno che viene da fuori va portato prima di tutto alle Cappelle Medicee. Gli si spiega cosa c’è lì dentro, poi si esce e si continua la visita con le informazioni necessarie a capire ciò che si vede”. Per le gite fuori porta, invece, il web consiglia Fiesole, le ville dei Medici sparse nel territorio toscano e le “dolci colline” del Chianti. Il fiorentino doc, in questo caso, è abbastanza d’accordo, ma risponde con più precisione: da non perdere il monastero di Fiesole, Greve, Panzano e Volterra. Operazione opposta: “Dove non porteresti

San niCColÒ

mai un amico in visita”. La rete, in questo caso, non è d’aiuto. Ma i fiorentini d’età e genere diversi sembrano abbastanza concordi: “In centro, soprattutto di domenica pomeriggio”, “nei posti turisticissimi di via dei Calzaioli”, “nelle gelaterie con le vasche strabordanti”. Anche quando si parla di shopping, le risposte di chi abita a Firenze rifuggono dal centro. Online il consiglio più frequente è di comprare “fra via dei Calzaioli e via Tornabuoni”. Il fiorentino, invece, sentenzia sicuro: “Via Gioberti”. Passiamo ai consigli, per così dire, “di pancia”: dove si mangia il lampredotto migliore di Firenze? Il suggerimento “raccolto per strada”, nel nostro caso dalla bocca di Simone, 30 anni, è di andare da Marco, ancora in via Gioberti, oppure da Nerbone, all’interno del mercato centrale. Sarà il fascino dello street food, ma nell’ambiente 2.0 sembra che “L’antico trippaio” di piazza de’Cimatori sbaragli la concorrenza. Anche chi non ama le frattaglie deve scegliere di chi fidarsi: della rete o del consiglio degli indigeni? Il Cecchini di Panzano, poeta della bistecca con l’osso, mette tutti d’accordo, internauti e sostenitori della gita con cicerone al seguito. Ma se si restringe il campo alle trattorie di città, le risposte sono diverse. La rete indica una varietà infinita di osterie e ristoranti. I fiorentini, invece, sembrano sedersi tutti alla stessa tavola. La loro risposta più frequente è: “La bistecca io la mangio da Marione”.

ZOOM Le nuove tecnologie prendono ormai spesso e volentieri il posto delle cartine nelle mani dei visitatori

Mappe addio, ora il capoluogo si scopre con lo smartphone

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aso incollato alla mappa, scarpe comode e macchina fotografica a portata di mano. Fino a qualche tempo fa il “turista medio” corrispondeva a questa descrizione. Oggi i visitatori portano ancora calzature più confortevoli che belle, ma in mano, molto spesso, al posto della cartina hanno uno smartphone che tormentano alla ricerca dell’applicazione giusta. Per Firenze c’è l’imbarazzo della scelta: esistono app che consigliano tour cittadini e oltre le mura, altre dedicate alla gastronomia e una miriade costruite dai singoli esercizi commerciali per farsi pubblicità. In una città d’arte non potevano poi mancare le applicazioni dedi-

cate ai singoli musei o ai grandi artisti. Toccando lo schermo del proprio telefono o tablet si possono conoscere tutti i segreti degli Uffizi, oppure curiosare alla scoperta dei “luoghi di Michelangelo”. Seguono le “app” che disegnano itinerari culturali o forniscono audioguide. Le istituzioni, in collaborazione con diversi enti a seconda dei casi, non hanno mancato l’appuntamento con i telefoni di nuova generazione. Esiste una “app” per gli itinerari a piedi, mentre un’altra, sempre “comunale”, è dedicata ai famosi “100 luoghi” e permette ai cittadini di interagire, caricare foto, fare proposte. Infine, a Firenze “tecnologia” fa rima anche con

“ruralità”: da qualche mese esiste “Agriapp”, l’applicazione che guida il visitatore attraverso gli agriturismi toscani. Camminare per la città senza carte né mappe è una conquista in termini di praticità. Purtroppo, però, alla tecnologia sfuggono certe sottigliezze. Curiosando fra le applicazioni che forniscono consigli per districarsi nella giungla gastronomica cittadina, compare una definizione capace di far rabbrividire anche il meno purista dei fiorentini. “If you want to eat focaccia go to…”, ossia “se vuoi mangiare la focaccia vai…”. Un goloso di schiacciata doc cam/I.E. bierebbe sicuramente direzione.

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Egregia dr.ssa ho 65 anni e da un anno mi sono messa una protesi dentale inferiore che però mi crea grandi disagi perchè non sta ferma quando parlo e non riesco più a mangiare come prima. Ci sono soluzioni al mio caso?

mentato possono esserci più possibilità. La soluzione che io più spesso propongo è quella di posizionare due impianti ai quali bloccare la protesi, se in buone condizioni anche quella che ha ora in bocca. Tale scelta rappresenta un'ottima soluzione fonetica, estetica e masticatoria migliorando il comfort e l'autostima della paziente e mantenendo un buon rapporto costo –beneficio. Questa pratica è oggi una procedura estremamente semplice, poco invasiva e del tutto indolore. Una ottima alternativa è quella di posizionare più impianti per fare una struttura fissa. Ovviamente, come sempre, la soluzione da scegliere va decisa caso per caso. Il mese di maggio è dedicato alla visita gratuita con relativo preventivo.

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RUBRICA : La dentista risponde Cara signora per risolvere il caso da lei la-


focus

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DUE RUOTE/1. Via all’iniziativa “Bici lucenti”: costa quattro euro, “ma può valere tantissimo”

Un kit per salvare la vita dei ciclisti Serena Wiedenstritt

Luci anteriori e posteriori e campanello per essere certi di vederci e farsi vedere.

S

E nel frattempo si continua a chiedere la riduzione della velocità in alcune zone

aranno sicure di vederci e farsi vedere. Sono le bici che potranno contare sul kit formato da luci anteriori e posteriori e campanello grazie all’iniziativa “Bici lucenti”, in partenza in questi giorni, promossa dall’associazione Città Ciclabile Onlus in collaborazione con le associazioni Familiari vittime della strada Gabriele Borgogni e Lorenzo Guarnieri, le sezioni soci della Coop di Firenze, la Cooperativa Ulisse e con il patrocinio del Comune di Firenze. Un kit low cost, venduto al prezzo “politico” di quattro euro, “ma che può valere tanto, tantissimo, che può valere una vita umana”, spiega Carla Lucatti, presidente dell’associazione Città Ciclabile Onlus. Il kit sarà distribuito da diciotto rivenditori di bici e accessori per le due ruote in tutta la città. Dopo il tragico incidente dello scorso febbraio, che ha visto perdere la vita una ciclista di 23 anni, l’associazione rinforza così il suo messaggio che va in una duplice direzione: promuovere la sicurezza e chiedere a tutti gli utenti della strada di rispettare le regole, soprattutto quelle legate alla velocità. L’associazione, infatti, punta molto sull’applicazione dell’ordine del giorno presentato il 19 novembre scorso in consiglio comunale e approvato all’unanimità, che prevede la riduzione della velocità da 50 a 30 km orari in alcune zone della città. La premessa è che un veicolo a motore che viaggia più veloce ha molte più possibilità di causare vittime rispetto a chi viaggia a velocità più moderate: “In un caso muori, nel secondo magari finisci solo all’ospedale”, spiega Lucatti, che continua: “Una città che si muove più lenta è più sicura per tutti, non solo per i ciclisti, ma anche per

il logo dell’iniziativa

pedoni”. Non solo più piste ciclabili, dunque, tra le richieste della Onlus nata nel 1997 con lo scopo di promuovere la mobilità ciclistica e favorire quella “elementare” (ciclisti, pedoni e disabili), ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, garantire il diritto alla salute dei cittadini e, appunto, rendere le strade più sicure tramite interventi per diminuire la velocità dei mezzi a motore. “Certamente le piste ciclabili sono determinanti e devono aumentare di numero e qualità, ma per noi è fondamentale cambiare logica per tutta la città: bisogna lavorare sul rispetto delle regole di sicurezza. Poi noi ovviamente sosteniamo l’utilizzo della bici perché vuol dire scegliere l’unico mezzo di trasporto totalmente ecologico e sostenibile, ma anche dedicarsi a uno stile di vita più rispettoso per se stessi, per gli altri e per l’ambiente. Si tratta in fondo di una scelta di salute a 360 gradi”. Questo mese parte poi una campagna per i più piccoli: anche in questo caso è prioritario il rispetto delle regole. “Vedeste come sono contenti i bambini quando li portiamo fuori in bici – conclude Lucatti – ma nei giorni feriali, con tutto il traffico che c’è, chi si azzarda più?”.

IN CLASSE. Prosegue il programma che coinvolge gli alunni di diversi istituti

Mille studenti a scuola di sicurezza

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iaggia sempre in direzione di un miglioramento della sicurezza stradale il programma “Insieme per la sicurezza”, che da gennaio ha portato questo importante tema tra i banchi di scuola. Gli istituti coinvolti si trovano per la maggior parte nel quartiere 2, capofila del progetto. “Complessivamente i ragazzi coinvolti saranno un migliaio – ha sottolineato la comandante dei vigili Antonella Manzione – e questo significa coinvolgere anche le loro famiglie, i loro amici. Si tratta quindi di una formidabile occasione per veicolare e diffondere

un messaggio forte, ovvero che imparare il rispetto delle regole è il primo tassello per imparare a volersi bene e a voler bene alla vita”. Gli incontri vengono svolti da soggetti diversi, individuati in base alle specifiche competenze: il tema della “consapevolezza” viene trattato dalle associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, quello della “competenza” è affidato a polizia municipale, polizia stradale e 118, infine il tema della “Azione” è approfondito da Sna (Sindacato nazionale agenti assicurativi) e Crrcr psicologi Careg-

gi. E c’è una bella notizia: i livelli di incidentalità sono un po’ diminuiti. Dal 2007 al 2012 gli incidenti sono passati da 5.450 a 3.497 (unico anno in controtendenza il 2011, con 3.902 casi a fronte dei 3.741 del 2010). Ma proprio il vicepresidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri, Stefano Guarnieri, ha ricordato come la riduzione dell’incidentalità sia una tematica di lungo periodo: e infatti l’ormai avviato progetto David ha l’obiettivo di salvare 58 vite umane e di ridurre di mille unità /G.R. i feriti gravi nell’arco di dieci anni.

DUE RUOTE/2. L’idea di un team di giovani sviluppatori dell’associazione “Smart Italy”

Percorsi e rastrelliere? Tutti in una “app” È gratuita e si basa sulle informazioni “open data” fornite dal Comune: si può consultare la collocazione di piste, fontanelli e colonnine di ricarica per i mezzi elettrici, ma anche capire quanto si sta risparmiando

S

i chiama “Bike Firenze”, ed è l’applicazione gratuita per smartphone che aiuta i ciclisti fiorentini a muoversi in città, suggerendo percorsi e segnalando piste ciclabili, rastrelliere e fontanelli. L’applicazione è stata realizzata da un team di giovani sviluppatori dell’associazione “Smart Italy”, e si basa sulle informazioni “Open Data” fornite dal Comune di Firenze, tra gli enti più virtuosi d’Italia nel fornire liberamente i dati relativi all’amministrazione e al territorio. Questi “dati aperti” possono essere consultati da tutti e utilizzati dai professionisti per creare – come in questo caso – applicazioni utili per i cittadini. “Bike Firenze” permette di consultare facilmente la mappa delle piste ciclabili e suggerisce una serie di percorsi per attraversare la città sulle due ruote. Per ciascun percorso vengono fornite diverse informazioni utili: dalla lunghezza del tragitto e il relativo tempo di percorrenza ai litri di benzina (e quindi agli euro) risparmiati non usando l’auto, fino al calcolo delle emissioni di anidride carbonica che si evita in questo modo di disperdere all’ambiente. L’appli-

cazione fornisce informazioni utili anche per il benessere fisico: per ogni percorso è possibile visualizzare la stima delle calorie consumate e il peso smaltito pedalando. Sulla mappa, oltre al percorso, si possono visualizzare anche i fontanelli, funzione molto comoda per programmare soste di “ristoro”, utili specialmente nella stagione calda ormai alle porte. È inoltre segnalata anche la collocazione delle rastrelliere e delle colonnine per ricaricare le bici elettriche. Per ampliare l’offerta dei percorsi suggeriti, “Bike Firenze” permette infine di suggerire ai gestori dell’applicazione percorsi personalizzati, che potrebbero essere utili anche agli altri utenti. I creatori di “Bike Firenze” fanno sapere che l’applicazione verrà presto aggiornata e arricchita con nuove funzioni, tra cui l’integrazione con i social network. Ad esempio, nella prossima versione sarà possibile condividere su Facebook e Twitter i percorsi personalizzati. L’applicazione al momento è disponibile solo su smartphone Android ed è scaricabile liberamente dal /A.R. Google Play Store.


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lavoro

Aprile 2013

LA STORIA. Silvia Pezzatini ha lasciato il mondo dell’università per il chiosco di famiglia

Una ricercatrice dietro al bancone È diventata lampredottaia per scelta, tra lo stupore dei colleghi. “Avranno pensato che fossi impazzita, ma quella situazione di instabilità non mi appagava”. Ora il suo posto è in piazza Dalmazia Antonio Rettura

D

a ricercatrice scientifica a lampredottaia, per scelta. È la storia di Silvia Pezzatini, che dopo diversi anni di lavoro all’Università di Siena ha deciso di tornare a Firenze, per prendere posto dietro al bancone del chiosco di famiglia in

il chiosco di piazza

piazza Dalmazia. Si è laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche all’Università di Firenze nel 2002, poi la carriera universitaria è proseguita nella città del Palio, dove Silvia ha vinto il concorso per il dottorato di ricerca, dopo il quale ha conseguito anche un ma-

Dalmazia

ster. “Per circa sette anni mi sono occupata della ricerca sui materiali biocompatibili – spiega Silvia – che sono quelli che servono, ad esempio, a realizzare le protesi ossee, del cuore e delle vene”. Quando ha comunicato ai colleghi la sua decisione di lasciare il mondo della ricerca, la reazione è stata di totale incredulità: “Probabilmente avranno pensato che fossi diventata folle a vanificare gli sforzi di tanti anni di studio – racconta divertita Silvia – e sono rimasti molto dispiaciuti quando me ne sono andata via”. Ma Silvia precisa che diventare lampredottaia non è stato un “ripiego”, bensì una scelta volontaria, riflettuta e serena, nata dall’amara considerazione che che in Italia la ricerca scientifica non viene valorizzata. “Eravamo costretti a lavorare con poche risorse a disposizione – sottolinea l’ex ricercatrice – con contratti a termine senza una prospettiva di stabilità”. E infatti prosegue raccontando come buona parte del lavoro di ricercatrice consistesse nel “trovare fondi e finanziamenti per portare avanti i lavori”. “Que-

Silvia Pezzatini

al lavoro

sta situazione non permetteva una soddisfazione personale – spiega – e ha pian piano affievolito la fiamma della passione che avevo per la ricerca”. La decisione di cambiare vita è stata presa in un momento particolare: “Ero in dolce attesa, sentivo il bisogno di una ‘stabilità’ e di un lavoro che mi permettesse di guardare al futuro con più sicurezza. Nello stesso periodo – prosegue – mia madre, che fino ad allora aveva gestito il chiosco, voleva andare in pensione e aveva pensato anche di dare in gestione l’attività”. Così Silvia e la sorella hanno deciso di costituire una società (dal nome “Le

Lampredottaie”) e di gestire in prima persona l’attività che i genitori avevano avviato quasi quarant’anni fa, nel 1976. “Mi mancano un po’ il laboratorio e i miei vecchi colleghi – ammette l’ormai lampredottaia a tempo pieno – ma sono contenta della scelta che ho fatto: non me ne sono pentita e se dovessi tornare indietro la rifarei. Come – tiene a precisare – rifarei anche l’università, il dottorato e l’esperienza nella ricerca scientifica. Ma ora – conclude Silvia – sono felice di portare avanti la tradizione del lampredotto, che fa parte della storia della mia famiglia e di Firenze”.

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ORGANI. La nostra è una regione d’eccellenza per i trapianti

Donatori si diventa all’anagrafe Serena Wiedenstritt

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oscana regione d’eccellenza per i trapianti. E per le donazioni. Con il centro fiorentino che non è da meno. “In Toscana e a Firenze – spiega Adriano Peris, coordinatore del Centro trapianti della Regione Toscana – abbiamo una cultura del trapianto. Siamo infatti la regione ‘benchmark’, con 71,9 casi di donazione ogni milione di abitanti. Quello che accade qui a differenza di altre regioni (la media nazionale è di 38,2 casi di accertamento di morte encefalica per milione di abitanti) è che noi segnaliamo tutti i casi di morte encefalica, mentre altrove viene fatto un filtro iniziale, che non va nel senso di quanto indicato dalla normativa. Anche se poi sulla percentuale di trapianti siamo comunque a 31 casi circa ogni milione di abitanti, questo è a causa delle varianti che possono intervenire in un secondo momento relative, ad esempio, al tempo di conserva-

zione degli organi piuttosto che alla disponibilità di un paziente ‘giusto’ per il trapianto”. In Toscana inoltre, come spiega il dottor Peris, sono disponibili centri specializzati per diverse tipologie di trapianto e in particolare Firenze è all’avanguardia per i trapianti di rene e midollo osseo, “ma si può dire che la regione sia attrezzata per tutti i trapianti relativi alla maggior parte delle malattie croniche, dal cuore al polmone fino a rene e pancreas”. Non solo: a Careggi, dal 1996, è in funzione la “banca del cordone ombelicale di Firenze”, a cui ad oggi afferiscono diciotto punti nascita e che in sedici anni di attività ha raccolto più di 18mila unità, di cui oltre duemila sono risultate idonee al bancaggio. E se da un lato, specialmente a livello nazionale, il 2013 è iniziato con un trend negativo di alcuni punti percentuali sia per quanto riguarda le donazioni che per i trapianti effettivi (mentre la Toscana è rimasta sta-

bile), dall’altro ci sono buone notizie per il prosieguo dell’anno. È infatti appena entrato in funzione a Firenze il nuovo iter che permetterà di dare il consenso per la donazione degli organi direttamente negli uffici anagrafe del Comune. In pratica funzionerà così: al momento in cui il cittadino va a fare o a rinnovare la carta d’identità, gli addetti dell’anagrafe, che per questo saranno stati appositamente formati, gli domanderanno se vuol essere registrato come donatore di organi. In caso positivo, il cittadino firmerà il consenso e i suoi dati verranno inseriti in tempo reale nel database nazionale del Sistema italiano trapianti. “Contiamo molto su questa novità – spiega Peris – che verrà comunicata e valorizzata grazie alla collaborazione con le associazioni e i coordinamenti territoriali. Con iniziative come questa puntiamo a ridurre al dieci per cento la percentuale dei non donatori”.

PRIMAVERA. Occhio a dieta e stili di vita

È arrivata la mezza stagione: i consigli per non finire ko

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rchiviati piumini, sciarpe e cappelli, si iniziano a vedere i primi germogli sulle piante e le giornate si allungano. Indubbiamente, è arrivata la mezza stagione. Da sempre dichiarata estinta nei luoghi comuni e nelle battute fra amici, ogni anno, anzi ogni sei mesi, ritorna con i suoi cambiamenti e la sua variabilità, mettendo a dura prova l’organismo. Ma a fin di bene: serve infatti ad “allenare” il fisico e a prepararlo al passaggio alla stagione successiva, in questo caso l’estate. “Il cambio di stagione rappresenta uno stress per l’organismo – spiega Niccolò Berzi, medico di medicina generale – e se alcune persone non hanno problemi ad adattarsi alle nuove condizioni climatiche, per altre il momento di passaggio può causare alcuni fastidi. Fra i disturbi accusati più frequentemente rientrano sonnolenza, alterazioni dell’umore, cefalea e affaticamento. Si tratta, appunto, di fastidi, per cui nella maggior parte dei casi non sono necessarie terapie mediche, salvo situazioni particolari, mentre invece risultano essenziali un corretto stile di vita e alcune accortezze”. Per Berzi, l’importante in questo periodo è adottare uno stile di vita salutare, che renda capace l’organismo di

rispondere ai cambiamenti: “Fare una vita attiva, praticare sport o anche solo camminare a lungo, dedicare al riposo una quantità di ore sufficiente, ma non eccessiva, mantenere una dieta equilibrata e varia, in cui abbondino frutta e verdura, non fumare e limitare gli alcolici sono raccomandazioni che dovremmo tenere a mente tutto l’anno, ma a maggior ragione nel momento dei cambi di stagione. Nelle mezze stagioni – continua – spesso caratterizzate da un clima bizzarro e da importanti escursioni termiche, diventa fondamentale l’abbigliamento, che deve essere ‘modulabile’ o, come dicevano i nostri nonni, ‘a cipolla’: non è inusuale prendere freddo la mattina, per poi sudare sotto al sole all’ora di pranzo e raffreddarsi nuovamente la sera. Così un piccolo malanno rischia di arrivare”. Da non dimenticare però che le mezze stagioni hanno anche i loro lati positivi, ad esempio grazie all’ora legale, che regala una maggiore esposizione alla luce che ha effetti endocrini e psicologici. Lati positivi forse meno evidenti per chi soffre di allergie, ad esempio alle graminacee, piuttosto che all’olivo o alla parietaria. In questo caso conviene tenere a portata di mano /S.W. compresse e spray.

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Aprile 2013

QUATTROZAMPE/1. Cosa va e cosa no secondo i loro padroni. A partire dalle aree ad hoc

La città e i cani, in salsa fiorentina

commentA su

Sara Camaiora

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ranquilla, vivibile, verde. Chissà se i nostri amici cani userebbero questi aggettivi per descrivere Firenze. Dato che a loro non possiamo chiederlo, a dirci cosa ne pensano sono i loro padroni. In molti si dichiarano tutto sommato soddisfatti della situazione, anche se i problemi in città non mancano. In primo luogo sta a cuore a tutti l’avere aree verdi vicine e a disposizione, in particolare le aree apposite per i quattrozampe, dove poterli lasciare liberi senza guinzaglio. Le aree cani in città sono tredici e, stando a quanto sostengono i padroni, ci sono zone più penalizzate di altre, come il centro storico e alcune aree più periferiche. “I giardini ci sono ma non possiamo lasciarli liberi, c’è stato un boom di multe proprio per questo, ci sono tanti agenti in borghese che girano: è giusto, ma anche noi siamo in difficoltà”, fa presente Simona. “Dal centro e da Novoli tanti vengono all’Orticoltura, è un po’ lontano”, precisa la signora Anna. C’è anche chi però punta il dito contro la stessa “categoria” dei padroni. “A volte sono proprio i proprietari a essere maleducati, lasciando a terra deiezioni e sciogliendo gli animali in punti dove non potrebbero, mettendo così in difficoltà tante persone: noi li conosciamo, sappiamo se sono tranquilli, ma altri no – spiega Alessandro – le aree cani non sono tante ma non ci può neanche lamentare troppo: io sto

in zona Porta Romana e vado in via dell’Erta Canina”. Queste aree, però, a volte sono “monopolizzate da alcuni cani con cui risulta difficile socializzare”, si lamenta Anna, oppure hanno dimensioni ridotte e non sono ben tenute, come denunciano alcuni cittadini del quartiere 2. Problematiche ben presenti anche agli addetti ai lavori, come Scila Orlandi, educatrice cinofila e titolare di un centro di educazione cinofila a Bagno a Ripoli. “Le aree cani sono molto utili, ma spesso diventa difficile far coesistere tanti animali in territori ristretti – spiega – sono frequenti le zuffe fra di loro, anche se spesso la colpa è di alcuni proprietari che si ostinano a portare i loro cani anche se sono aggressivi. Diciamo che un consiglio utile è quello di far attenzione alla tipologia dei quattrozampe presenti prima di accedere a queste aree”. Scila sottolinea poi l’importanza del tempo da trascorrere all’aperto con il proprio animale e, soprattutto, la necessità di non lasciarlo solo. “Uno degli aspetti fondamentali da considerare nella decisione se prendere o meno un cane è la quantità di tempo che avremo da potergli dedicare: sulla base di questo è utile che gli interessati consultino gli educatori anche prima di fare la loro scelta, per individuare la miglior tipologia di animale – aggiunge – se preso da cucciolo, un cane deve poter uscire molte volte al giorno per imparare il prima possibile che i suoi bisogni deve farli fuori da casa: è buona cosa rivolgersi ai centri cinofili per corsi di ‘puppy-class’, per la socializzazione guidata con altri cani”.

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“Area piccola, ma intorno c’è spazio”

“La pioggia porta problemi”

“In questa zona siamo fortunati”

L’area cani è piccola e spesso “monopolizzata” da molti cani, ed è difficile socializzare. A dirlo sono alcuni residenti della zona, che però apprezzano la grandezza del giardino per poter passeggiare al guinzaglio e la presenza di un ampio spazio verde poco lontano, nei pressi del Mugnone, che favorisce lunghe passeggiate.

“Quando piove non si entra: c’è bisogno della ghiaia, ma prima c’è da solidificare il terreno, sennò si scioglie anche quella”: lo sostengono la signora Fiamma Mariscotti e il signor Gianni Bacci, che lamentano la situazione dell’area cani. “Poca manutenzione e pochi bidoni della spazzatura: il tavolino con le sedie l’abbiamo risistemato noi”, aggiungono.

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“Noi che abitiamo qua siamo fortunati”. Lo ammettono alcuni residenti di Porta Romana, che qui possono usufruire di un’area per cani e di ampi spazi verdi per passeggiare. Praticamente accanto c’è il parco per i bambini, dove campeggia un cartello che vieta l’ingresso ai cani: un divieto rispettato, considerando la vicinanza dell’area specifica.


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QUATTROZAMPE/2. Aumentano coloro che non riescono più a mantenere i propri migliori amici

Abbandoni e fame: Q la crisi ora colpisce anche gli animali

Ilaria Esposito uando la crisi morde, anche Fido è costretto a tirare la cinghia. Nel 2012 la sede fiorentina dell’Enpa (l’Ente nazionale protezione animali) ha assicurato 136 interventi gratuiti di natura veterinaria, dalla visita all’operazione chirurgica. Un dato che supera quello dell’anno precedente del 65%. In aumento anche la somministrazione di cibo da parte dell’Enpa: ai privati in difficoltà che si sono rivolti all’associazione per sfamare il proprio animale domestico, nel 2012 sono stati distribuiti 450 chili di mangime. “Negli anni precedenti – spiegano dall’ente – davamo sì e no qualche scatoletta”. Ma quanto costa nutrire un animale domestico? Prendiamo, ad esempio, un cane di taglia media, sui 15 chili di peso. Acquistando cibo in scatola di qualità non eccessivamente alta né scadente, servono più o meno 3-4 euro per assicurargli due pasti al giorno. Il conto, ovviamente, si fa più salato se il numero di animali a carico aumenta. C’è chi si difende risparmiando il più possibile sul cibo. Altri, come dicono i dati, chiedono aiuto agli enti che si offrono di darlo. Proprio all’Enpa, da circa un anno, c’è un magazzino dove chi è in difficoltà può trovare beni alimentari per il proprio animale. Ma per chi subisce la crisi in maniera davvero grave, a volte l’ingegno non basta. Sono sempre più frequenti i casi di chi è costretto a rinunciare al proprio miglior amico a quattro zampe. Il dato del 2012 non è ancora disponibile, ma dall’Enpa fanno sapere con certezza che “si è notata, negli ultimi tempi, un’accentuazione di richieste di affidamento, che pare confermarsi anche nel primo trimestre del 2013”. Una soluzione estrema, che spesso grava su chi è più legato al proprio animale da compagnia: gli anziani. Si tratta di situazioni in cui, più che per la crisi, i padroni sono costretti a rinunciare al cane o al gatto perché si ammalano e non sono più in grado di assicurare loro le cure adeguate. Ma decisioni simili vengono prese di frequente anche da chi subisce uno sfratto esecutivo per morosità. Pare siano sempre di più, infatti, gli animali che, sfrattati come i loro padroni, vengono dati in affidamento o portati in strutture di accoglienza, come il canile di Ugnano. A vigilare sullo stato di salute degli animali più “fortunati”, quelli cioè che possono ancora contare su un tetto sotto il quale vivere, sono le guardie zoofile. Che a Firenze, nel 2012, hanno eseguito 2.057 servizi, spesso risolti con un semplice richiamo alle persone segnalate, che hanno preso provvedimenti adeguati a ristabilire una situazione normale. In 535 casi, però, si sono aperti fascicoli d’indagine, a volte amministrativa, altre volte penale. “Con la crisi – spiegano dal nucleo zoofilo fiorentino – c’è meno tempo per stare dietro agli animali. A volte l’abbassamento della qualità della vita dei padroni si traduce in una minore attenzione verso il cane o il gatto, che vengono nutriti o trattati non adeguatamente”.

L’IDEA Un sito mette in contatto chi deve lasciare temporaneamente il proprio cucciolo con chi gli offre una casa

“Pet sharing”, il baby sitter per Fido si trova in rete

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i chiama “pet sharing”, ed è una delle nuove realtà nate grazie alla rete. Per chi mastica un po’ d’inglese il significato è chiaro: “condividere” l’animale domestico. E anche i costi per una sua sistemazione temporanea. Manco a dirlo, l’invenzione è di un’americana, Jennifer, che per risolvere un problema personale ha guardato alla sua terra d’origine. La soluzione che ha trovato, oggi è a disposizione di tutti su www. petsharing.it. Negli Stati Uniti esistono da tempo siti e social network che mettono in contatto persone costrette a separarsi dal proprio animale domestico per un certo periodo con chi

offre una sistemazione. Pet sharing.it funziona così: a fronte di una quota annuale di iscrizione di trenta euro, si può usufruire del servizio infinite volte. Scorrendo la fotogallery è possibile scegliere l’abitazione che si ritiene più adeguata. Al momento di lasciare Fido al nuovo baby sitter selezionato, il padrone si fa carico di tutte le spese per il suo mantenimento. Risultato: una vacanza spensierata per chi parte senza aver alleggerito il portafoglio lasciando il cane in una pensione per animali, e un nuovo amico a costo zero per chi decide di mettere a disposizione la propria casa e, magari, non può permettersi un

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animale domestico “full time”. L’iniziativa è nata grazie a un gruppo di persone fra i 30 e i 35 anni. Insieme a Jennifer ci sono Francesca e Simone, che hanno realizzato e gestiscono il sito. Una realtà che si sta espandendo: sono sempre di più gli iscritti che abitano in qualunque parte dello Stivale. Ancora, però, i fiorentini godono di qualche vantaggio in più: “pet sharig” può mandare un fotografo a casa di chi abita in città e si propone come dog-sitter. Così, gli scatti che compaiono sul sito sono “garantiti”: un sistema in grado di convincere anche /I.E. il più apprensivo dei padroni.


IL PERSONAGGIO. Luciano Chiarugi lancia lo sprint in vista del rush finale

Fiorentina, la carica di “Cavallo Pazzo” “Finché la squadra continuerà ad affidarsi al proprio gioco i tifosi possono stare tranquilli”: parola dell’ex calciatore, ottimista per il piazzamento in campionato dei viola, che “hanno tutte le carte in regola per tornare grandi”

lUCiano ChiarUgi

Tommaso Loreto

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ominciò giovanissimo a bazzicare il “Franchi”. Da allora, il colore viola gli è entrato dentro. Prima calciatore, poi allenatore della Primavera: per Luciano Chiarugi, al secolo “Cavallo Pazzo”, la Fiorentina non è una squadra come le altre. Il secondo scudetto e una seconda parte di carriera che lo ha portato a vestire le maglie di Milan, Napoli, Sampdoria e Bologna, prima di chiudere tra Rimini, Rondinella e Massese. Poi anche alcune esperienze sulla panchina della Primavera viola e qualche subentro in prima squadra, come nel 1993 e nel 2002. Un punto di vista come minimo approfondito, quello di Chiarugi, che ci aiuta nel giudicare la Fiorentina, passata dai temporali dei primi due mesi dell’anno alle avvisaglie di una gran bella stagione. Dubbi e certezze mentre siamo ormai entrati nella fase decisiva della stagione, quella nella quale qualsiasi punto può

fare la differenza. L’ottimismo di Chiarugi, in pieno rush finale di campionato, ha i suoi fondati motivi. “I risultati negativi di gennaio e febbraio sono stati archiviati, e tutti hanno risposto come dovevano a talune critiche, a cominciare dal tecnico Montella. Era chiaro che questa squadra potesse subire una leggera flessione come accaduto nei primi mesi dell’anno, ma la classifica era sempre rimasta buona anche quando la Fiorentina non vinceva. Bisogna cercare di mantenere sempre un certo equilibrio, anche nelle valutazioni. Perché i viola non erano da scudetto a inizio stagione, ma nemmeno così lontani dall’Europa come si temeva a fine gennaio”. Una delle chiavi di volta, allora, può essere stato anche il cambio di modulo e il passaggio al 4-3-3. “Credo che con un atteggiamento più accorto in difesa con quattro elementi, e un tridente offensivo con Cuadrado e Ljajic esterni, Montella abbia trovato la quadratura del cerchio – conferma Chiarugi – ma di certo a risultare decisiva è stata la qualità generale del gruppo a disposizione dell’allenatore. L’organico è buono e anche se alcuni

elementi come Pizarro sono difficilmente sostituibili, sono convinto che questa Fiorentina possa comunque centrare un ottimo risultato”. Anche perché in pochi possono vantare una qualità di gioco come la squadra viola: “Montella ha saputo dare alla sua squadra un’evidente identità di gioco, ed è su questo aspetto che può fare leva nel finale di stagione. Poi chiaramente il risultato finale può essere influenzato dalla fortuna o da episodi favorevoli, ma finché la Fiorentina continuerà ad affidarsi al proprio gioco i tifosi possono stare tranquilli. I fratelli Della Valle hanno fatto un grande lavoro questa estate per ricostruire tutta la rosa, e sono riusciti grazie al lavoro di Pradè e Macia a individuare anche i giusti interpreti. Non starei troppo a parlare di chi verrà o di chi resterà, ma mi concentrerei più sui singoli a disposizione in questo momento. Da qui alla fine del campionato, in classifica, può davvero accadere di tutto, e la Fiorentina ha tutte le carte in regola per tornare su quei palcoscenici che più le competono. Dopo due anni di delusioni la città e tutti i tifosi se lo meriterebbero”.

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sport

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STRATEGIE. La società è già all’opera per rinforzare la rosa a disposizione dell’Aeroplanino

E intanto si lavora per l’anno che verrà Il reparto su cui si interverrà maggiormente è l’attacco: Yakovenko è vicinissimo, da risolvere il rebus Jovetic. Resta poi da capire su quale portiere si punterà Lorenzo Mossani

L’

Europa è là che aspetta, nonostante questo dovesse essere “soltanto” un anno di crescita. I risultati sono arrivati subito, ma nonostante questo (o forse proprio pere questo) lo staff viola sta già lavorando per la prossima stagione. A ritmi serrati. Si cerca di giocare in anticipo e si guarda di accontentare immediatamente Vincenzo Montella, soprattutto in attacco. A meno di colpi di scena, Oleksandr Yakovenko a giugno sarà un giocatore della Fiorentina. Arriverà a parametro zero. L’ennesima magia di Pradè e Macia. Nato il 23 giugno 1987 a Kiev, è un attaccante ideale per il 4-3-3 di Montella. Punta atipica, ama partire dall’esterno per poi convergere al tiro creando anche spazi importanti per l’inserimento dei centrocampisti. In passato è stato schierato solitamente a sinistra, ma essendo ambidestro riesce facilmente a trovare la porta da tutte le posizioni. Yakovenko, nell’Anderlecht, quest’anno ha segnato 7 gol in 20 presenze nella serie A belga, collezionando anche cinque presenze in Champions League. Cresciuto nell’Fc Metalist Kharkiv e nel Sk Lierse, è poi approdato nel campionato belga, quando nella finestra di mercato di gennaio della stagione 2007-2008 è stato girato in prestito all’Anderlecht. Agile nonostante la stazza, il giocatore ucraino è “specializzato” nei gol importanti. Cosa non da poco, ha già conosciuto il palcoscenico internazionale, segnando proprio al “nemico” dei viola nell’ultima apparizione in Europa, il Bayern Monaco. Con Giuseppe Rossi e Jovetic, potrebbe formare uno degli attacchi più interessanti d’Europa. Senza dimenticare l’esplosione di Adem Ljajic: il “ragazzino” è cresciuto e vuol diventare uno dei punti di forza del tridente di Montella. Ed è proprio la crescita del gioiellino serbo a mettere a forte rischio la permanenza in viola di El Hamdaoui, talento che non ha mai avuto continuità e, forse, nemmeno la fiducia del tecnico. Quanto a Jovetic, in molti pensano che fino alla fine sarà

un rebus. La Juventus lo vuole, e potrebbe mettere sul piatto un’offerta importante. Passando a Luca Toni, l’attaccante italiano dovrebbe prolungare per un altro anno il suo contratto con la Fiorentina, per ritagliarsi un ruolo da “chioccia” per le giovani promesse gigliate. Squadra che sembra già formarsi ad aprile: un deciso cambio di rotta, visto che negli ultimi anni si è lavorato sul filo di lana. Resta un dubbio, il portiere. Anzi, i portieri. Secondo “radio mercato”, alla fine potrebbero partire sia Neto che Viviano. E la porta viola cambierebbe così “inquilino”.

vinCenzo montella

SCENARI. Le ultime apparizioni in Europa hanno lasciato l’amaro in bocca

Quel conto in sospeso che grida vendetta S

ono passati tre anni dall’ultima esibizione della Fiorentina in Europa. Tre anni di sofferenze, tre anni in cui dalle stelle della Champions League la squadra è andata vicinissima alle stalle della serie B. Ma è proprio da qua, dal punto più basso dell’era Della Valle, che è iniziata la rinascita, grazie alle magie di mercato del duo Macia-Pradè, al buon gioco dato dal tecnico Montella e, forse, anche alla retrocessione del Villareal, che ha dato più di una mano alle trattative estive della Fiorentina. Una squadra che, con l’Europa, ha un conto in sospeso: l’ultima volta dei viola sul palcoscenico internazionale grida infatti vendetta. Il “delitto” si consumò il 18 febbraio del 2010, quando la Fiorentina fu sconfitta da... Ovrebo. In quell’ormai (purtroppo) famosa partita con il Bayern Monaco, il futuro laziale Klose realizzò un gol in fuorigioco abissale. Non servì a nulla la telefonata di Abete a Platini. Anche il giornale tedesco Bild definì “scandaloso” il gol dell’attaccante. E l’arbitro si scusò: “Dalle immagini è palese che dovevamo

accorgerci del fuorigioco”. Il presidente della Figc attaccò: “Parliamo di una svista di metri. Direzione di gara non all’altezza”. Fu una mazzata, che la Fiorentina riuscì però ad assorbire molto bene. Dopo il 2-1 con furto dell’andata, il ritorno al Franchi fu tutto di marca viola. Si giocò praticamente a una porta. Vargas e uno strepitoso Jovetic avevano portato la Fiorentina avanti per 3-1. Mancavano pochi, pochissimi minuti all’impresa della squadra di Prandelli. Poi una marcatura “larga” di Pasqual e una magia di Robben fecero il resto: 3-2, Bayern qualificato. Il coro dei tifosi “ladri-ladri” non rese il passaggio del turno. Anche l’ultima volta in Europa League si ricorda per un finale amaro. Gli avversari sono i Rangers, andata e ritorno della semifinale dominati, con gli scozzesi tutti dietro la linea della palla e lanci lunghi. Si arriva ai calci di rigore. L’ultimo tocca a Vieri, che prima di calciare si fa male: il pallone finisce fuori, come la Fiorentina. È l’ora di una vendetta. Sportiva, /Lor.Mos. ovviamente.


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Aprile 2013

BOXE. È il 19enne Fabio Turchi la nuova promessa fiorentina di questo sport. Obiettivo le Olimpiadi

Un tifoso viola sul ring. Sognando Rio Simone Spadaro

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n nome che tutti gli appassionati di boxe faranno bene a segnarsi sul taccuino: Fabio Turchi. Figlio d’arte e vero e proprio erede di Roberto Cammarelle, campione italiano juniores dei pesi massimi di boxe, Fabio, 19 anni, tifosissimo viola cresciuto nella palestra Boxing club alla Montagnola, punta dritto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, per poi fare il salto nel professionismo. “La stagione internazionale è densa di appuntamenti. Sto preparando la lunga serie di tornei in vista degli Europei di maggio in Bielorussia e i Giochi del Mediterraneo che si terranno in Turchia dal 24 giugno al 3 luglio. Ci sono poi i Mondiali dilettanti in Kazakistan in settembre, mentre a dicembre ci saranno ancora gli assoluti italiani. Il percorso, non lo nego – conferma lo stesso Turchi – punta ai Giochi olimpici del 2016. Ho vinto solo l’argento alle Olimpiadi juniores perché l’oro lo voglio vincere a Rio de Janeiro”, aggiunge sorridendo. Il primo idolo di Fabio è stato il padre Leonardo, tricolore nella categoria medio-massimi. Ma Fabio, 91 chili di grinta, è un peso massimo “modello” Mike Tyson. “Oltre a mio padre mi ispiro a Roberto Cammarelle. In tanti dicono che abbiamo degli stili simili. Il mio colpo preferito è il gancio destro – confida Turchi – anche perché mi viene naturale. È vero che quando uno gareggia nella categoria dei massimi si pensa subito a Tyson, ma io l’ho visto solo da piccolo alla televisione. Sinceramente lo elogio per aver fatto conoscere meglio la boxe, ma non è il mio punto di riferimento. È finito sui giornali anche per tanti fatti di cronaca che hanno appannato la

Fabio tUrChi (Foto dottor zed)

sua figura”. Faccia da bravo ragazzo e ultrà viola, Fabio continua: “Quando sono a Firenze vado sempre allo stadio”, per poi rivelare di aver iniziato a boxare “per colpa” del babbo. “Sono cresciuto vedendo mio padre che sul ring vinceva tutte quelle cinture. Lui è stato un ottimo medio massimo. È stato per me inevitabile seguire le sue orme”. Il sogno, come detto, è Rio de Janeiro 2016, dove potrebbero ancora esserci proprio il casertano Clemente Russo e il lombardo Roberto Cammarelle. Ma Fabio non teme rivali. “Voglio vincere una medaglia olimpica. Dopo – continua Turchi – vorrei passare al professionismo. Mi ha sempre attirato. È il pugilato vero. Sono ancora giovane ma mi piacerebbe vincere un titolo mondiale al Madison Square Garden di New York. È un po’ il desiderio di tutti coloro che intraprendono il pugilato”. Sogno analogo a quello di Leonard Bundu. “Leonard lo conosco bene. Fin da piccolo faceva le sedute di sparring partner con mio padre – racconta Fabio – e spero di poter ripercorrere la sua carriera. Molti sportivi di Firenze sono oggi nel mondo del pugilato. Io, Bundu e il nuovo presidente federale Alberto Brasca. Alberto mi ha seguito molto, fin da quando ho iniziato a boxare. È competente. Sono certo che farà bene per tutto il pugilato italiano”.

BASKET. Al Mandela Forum tornano i leggendari Harlem Globetrotters. Con tante novità

Un canestro per lo spettacolo (e la solidarietà)

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n “basket day” al Mandela Forum di Firenze giovedì 25 aprile. Lo spettacolo sarà assicurato dagli Harlem Globetrotters che, per la terza volta negli ultimi dieci anni, tornano in riva all’Arno. Uno show molto atteso per una vera leggenda che dal 1927 ha divertito, portato entusiasmo e fatto sorridere giovani e adulti, nel segno del basket e della solidarietà, in tutto il mondo. Nell’intervallo della gara (che inizierà alle 21) ci sarà spazio per i ragazzi del progetto “Over Limits – Pallacanestro Integrata Firenze”, che saranno protagonisti di uno spettacolo. Enrico Ferrari, event manager del tour italiano degli Harlem Globetrotters, si è detto

“entusiasta di riportare gli Harlem al Mandela Forum. Quest’anno lo spettacolo sarà arricchito da tante novità, fra cui quella della presenza di una giocatrice donna, Mighty Mitchell. L’aspetto della solidarietà ha da sempre coinvolto gli Harlem Globetrotters – ha aggiunto Ferrari – e punta a sensibilizzare il pubblico sul progetto ‘Over Limits’ di Marco Calamai”. Il 25 aprile per il Mandela Forum e per Firenze sarà davvero una giornata all’insegna del basket. Lo spettacolo degli Harlem sarà preceduto (alle 17) dalla partita della Brandini Pallacanestro Firenze, che scenderà in campo sullo stesso parquet /Sim.Spa. contro San Severo.

PALLAVOLO. La squadra sta facendo miracoli

La favola della San Michele

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rovaci, San Michele. È quello che chiede Firenze a una realtà sportiva che sta sorprendendo tutta la città e non solo. Una favola, quella della squadra di pallavolo femminile, partita dalla Serie C e che adesso può arrivare fino alla serie A. Una favola vera, una favola avvincente. Chi pensava a una partenza sprint delle fiorentine in chiave salvezza si è sbagliato. La squadra di Alderani ha infatti dimostrato, punto dopo punto, partita dopo partita, di poter lottare ad armi pari con qualsiasi altra formazione. Senza stelle, a brillare è tutta la squadra. Banchi, Morino, Ceresi, Miccadei, Allighieri, Starnotti, Grilli, Salvestrini, Stolfi, Filindassi, Rosati e Sacconi formano una sintonia perfetta guidata dal “maestro” Alderani. Quello che stupisce molti è la facilità dell’allenatore nel leggere le partite. Continui cambi, continue novità tattiche. Ma per fare questo tutte le giocatrici devono credere nel suo lavoro: cosa che, evidentemente, fanno. Non ci sono titolari, non ci sono riserve. Sicuramente Allighieri, nei momenti di difficoltà, mette in campo quell’esperienza che fa la differenza. Come quando, qualche settimana fa, nel derby contro il Valdarno ha dato

FilindaSSi (Foto di gaStone bettarini)

la carica giusta per una clamorosa rimonta. San Michele annulla tre palle match alle figlinesi, recupera un gap difficile da colmare nella pallavolo e va a chiudere la partita alla prima alzata di Stolfi. Squadra cinica e forte. Costata poco più di una stretta di mano. La pallavolo, infatti, è solo l’hobby di queste giocatrici. Nella vita si lavora o si studia. Il professionismo? Si vede sul campo. Una favola “made in Florence” difficile da ripetere, ma ancora tutta da gustare. Chapeau. E, se alla fine dovesse arrivare la serie A, queste giocatrici “per hobby” avranno fatto la storia. Non soltan/C.M. to della pallavolo.


sport nel quartiere

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sui pedali. La città ha fatto le “prove generali” in vista dei Mondiali di ciclismo di settembre

Alla scoperta del mondo delle due ruote Carlo Marrone

Si è conclusa con successo la prima edizione di Bicifi Florence Bike Festival,

A

che ha trasformato la Fortezza nella “casa” degli appassionati di questo sport:

l mondiale di ciclismo che Firenze ospiterà a settembre manca sempre meno. Parti del percorso sono ancora da sistemare, ma la “macchina” ormai è partita. E i fiorentini, dal canto loro, come si preparano all’avvenimento? Provando a conoscere meglio il mondo della bicicletta: Bicifi, in questo senso, ha senz’altro aiutato. Bicifi Florence Bike Festival, alla sua prima edizione, ha infatti centrato l’obiettivo di porre la bicicletta e il suo universo al centro dell’attenzione. Per tre giorni, il mese scorso, Firenze e la Fortezza da Basso sono stati la casa di chi ama la bicicletta in tutte le sue forme. Un’occasione colta dalla Regione Toscana, che proprio qui ha deciso di illustrare gli investimenti previsti per la mobilità, tra cui la ciclopista dell’Arno, e dalla Provincia di Firenze, che insieme ai comuni del Mugello ha presentato il più grande distretto cicloturistico d’Italia. E sempre qui il Comitato organizzatore dei Mondiali di ciclismo 2013 ha fatto la sua prima uscita ufficiale, presentando la manifestazione che vedrà la Toscana protagonista nel prossimo settembre. Tanti campioni di ieri e di oggi, gli eredi dei “grandi” del ciclismo italiano, si sono incontrati per ricordare le gesta di Bartali, Coppi, Magni e Nencini, l’ex ct della nazionale di ciclismo Alfredo Martini ha tenuto a battesimo la manifestazione con parole di elogio per l’organizzazione e per aver contribuito a riportare, nell’anno dei mondiali, “il ciclismo più vero e popolare in Toscana”. Nelle otto aree tematiche, per tre giorni, si sono alternati oltre 250 ospiti e più di cento eventi. Tra questi il campione italiano Filip-

tanti gli eventi e i personaggi che si sono alternati. E il prossimo anno si replica po Simeoni, che ha raccontato la sua storia in uno degli appuntamenti più seguiti sul “palco a pedali”, che ha visto tra gli altri anche il giornalista Gianni Mura discutere di bicicletta e cucina insieme allo chef Fabio Picchi e Nada mettere in scena, insieme ai Tetes de Bois, la storia di Faustina Strada, la prima donna a correre il Giro d’Italia nel 1924. Due gli eventi collaterali di Bicifi, che hanno riscosso molto successo: la prima edizione della Granfondo Firenze De Rosa e il demoday al piazzale Michelangelo. Il successo sportivo della gara, vinta dal russo Nikita Eskov, è stato confermato dall’entusiasmo degli oltre duemila partecipanti, metà dei quali provenienti da fuori regione. La demoday al piazzale ha permesso ad alcune tra le più importanti aziende del settore di mettere in mostra e far provare le biciclette più innovative in uno scenario unico al mondo. Per capire meglio il fenomeno, sorprendente, della prima edizione, ecco alcuni numeri di Bicifi Florence Bike Festival: 20mila visitatori, 2.150 i partecipanti alla Granfondo Firenze De Rosa, 250 chili di pasta, due quintali di salumi, 300 chili di frutta, 250 torte consumate al “Pasta Party” riservato ai corridori, 650 spettatori che hanno pedalato per il palco a pedali. In poche parole, un successone. E, per chi sente già la mancanza di Bicifi, c’è una bella notizia: la seconda edizione è già segnata sul calendario degli avvenimenti fiorentini, a marzo 2014.

Saper ascoltare è un’arte, saper farsi ascoltare è un’abilità. Per la pubblicità su Il Reporter chiama il numero 055 68221 o contattaci su www.ilreporter.it


L’INTERVISTA. Quattro chiacchiere con Giovanni Gulino, a Firenze con il suo gruppo

I Marta, le spine e il lampredotto La band siculo-sardo-milanese, reduce dall’esperienza di Sanremo,

IL LIBRO

sbarca all’auditorium Flog per presentare il suo ultimo lavoro. Il frontman

Bruno Casini, i ribelli e la generazione rock

del quintetto racconta a Il Reporter il suo rapporto con la città del giglio, dalle ore trascorse a suonare nei club all’amore per ribollita e bistecca Alessio Bottini

N

o, non stiamo parlando di una ragazza, ma del quintetto siculo-sardo-milanese che ha incuriosito e sorpreso tutti all’ultima edizione del Festival di Sanremo. I Marta Sui Tubi sono pronti a infuocare il palco dell’auditorium Flog il 6 aprile, occasione in cui presenteranno al pubblico fiorentino il loro ultimo album “Cinque, la luna e le spine”, in una serata che si preannuncia ricca di emozioni. Nell’attesa abbiamo fatto due chiacchiere con il cantante del gruppo, Giovanni Gulino. Come è stata la vostra esperienza a Sanremo? Molto bella, divertente e formativa. È stata veramente una situazione fuori dal normale per noi, che non siamo abituati a questi palcoscenici. E probabilmente siamo stati quelli che hanno fatto più casino sia sul palco che fuori. Siete arrivati al Festival da perfetti sconosciuti ai più, ma in realtà siete una band che ormai gira l’Italia in lungo e in largo da circa dieci anni, ha cinque album e un dvd all’attivo e può vantare importanti collaborazioni, come ad esempio l’ultima, con Lucio Dalla, poco prima della sua scomparsa. Noi siamo conosciuti nell’ambiente underground, nel circuito dei locali indipendenti, e in questi ambienti magari siamo anche più famosi di Mengoni.

la band

Però quando usciamo da quel circuito lì, non andando spesso in tv e non venendo passati spesso in radio, siamo degli emeriti sconosciuti. Ci sono elementi che manifestano una maturazione del gruppo nel nuovo lavoro “Cinque, la luna e le spine”? È un album un po’ diverso dai precedenti, però c’è un filo conduttore forte con gli altri. Nel disco ci sono anche pezzi fuori di testa come “Tre” (brano a metà tra blues e hard rock che tratta di menage a trois, ndr), quindi forse non possiamo dire di essere proprio maturati (ride). Però ci sono anche pezzi più profon-

di, è un disco che rispecchia esattamente quello che siamo adesso. Cosa si deve aspettare da un vostro concerto chi non vi ha ancora visti del vivo? Di tutto e di più. Un gruppo che si chiama Marta Sui Tubi non può fare cose scontate e normali. Il nostro concerto è un viaggio, e i primi a viaggiare siamo noi sul palco. Che rapporto avete con Firenze? Ci abbiamo suonato molte volte ormai, ma una città la conosci meglio quando non ci devi suonare, perché hai più tempo per visitarla. Qualche anno fa ci sono stato per un paio di set-

timane e l’ho trovata una città splendida. Però ho notato che ci sono pochi fiorentini! E riguardo alle specialità gastronomiche fiorentine, cosa pensano i Marta Sui Tubi del lampredotto? Con il lampredotto abbiamo avuto una brutta esperienza qualche anno fa. Eravamo incuriositi, ma al baracchino cominciarono a guardarci schifati quando chiedemmo del ketchup e della maionese. Il proprietario deve aver pensato “sto dando perle ai porci”. Diciamo che apprezziamo molto di più la ribollita e la fiorentina: il lampredotto è davvero off-limits per noi.

ARTE/1. A Pontassieve una mostra ripercorre la carriera del maestro toscano

Le porte (fantastiche) di Giuliano Ghelli A

ncora pochi giorni per toccare con mano la “Fantasia Rivelata” di Giuliano Ghelli, nella Sala delle colonne del comune di Pontassieve. Sì, perché l’artista toscano, con alle spalle ormai cinquant’anni di carriera internazionale, che ha visto le sue opere esposte nei quattro angoli del globo – dagli Usa all’Australia e fino al Giappone, con oltre centocinquanta mostre personali – è sbarcato a Pontassieve. La mostra, che rimane aperta al pubblico fino al 7 aprile, contiene alcuni grandi dipinti su tela dalla serie “Porte della Fantasia”, che vengono integrate da un gruppo di opere che illustrano i vari cicli della continua e fertile ricerca dell’artista, realizzati negli ultimi anni, dalle Migrazioni agli Etnici, fino ai Segreti. La rassegna offre una retrospettiva completa, fatta per apprezzare un percorso fatto di passione e talento, di luce e fantasia, valorizzato e arricchito dalla scultura con busti in terracotta di Impruneta – il celebre Esercito di Terracotta – un esercito di pace che porta incisi sulle sculture simboli pittorici, testi letterari

e poetici. Legate a queste sculture, in mostra nei locali dello spazio Off (via Tanzini) alcune terrecotte dipinte su forme di Ghelli e realizzate dai ragazzi dell’Oda di Diacceto, che hanno partecipato a uno speciale laboratorio condotto dallo stesso Ghelli in collaborazione con il ceramista Stefano Giusti, che utilizza l’arte come mezzo di condivisione. “Per Pontassieve la mostra ‘Fantasia rivelata’ è una nuova opportunità di promozione di un percorso culturale – spiega l’assessore comunale alle politiche culturali Alessandro Sarti - che in questi anni abbiamo proposto e che, in questo caso, acquista un ulteriore valore rappresentato dall’indubbia qualità e dall’originalità dei lavori in mostra”. Un’esposizione armoniosa che ben si sposa con le colonne e le volte ribassate della sala che la ospita. Un’occasione, insomma, che permette di conoscere l’estro e le grandi capacità di un maestro del nostro tempo e del nostro territorio. Una mostra da non perdere, per scoprire il /B.B. percorso di un artista che sa incantare.

U

scito in libreria lo scorso 20 marzo, “Ribelli nello spazio. Culture Underground anni Settanta. Lo Space Electronic a Firenze” di Bruno Casini (220 pagg, edito da Zona) è un viaggio attraverso le piazze, i locali e i luoghi in voga negli anni Settanta a Firenze, dallo Space Electronic al Banana Moon, solo per citarne alcuni. Un locale, lo Space, che in quegli anni ha vissuto in prima persona i live di Van Der Graaf Generetor, Area e Rory Gallagher, tra gli altri. E che ha visto migliaia di giovani ballare sulle note di Led Zeppelin, Rolling Stones o Iron Butterfly. Ragazzi che sognavano l’India o il Marocco e che, zaino in spalla e “pollice all’insù”, si ritrovavano nelle piazze italiane inondate da sacchi a pelo in attesa di sentir suonare qualche gruppo. Una generazione, quella Beat, che custodiva con amore i propri dischi in vinile e che faceva di alcuni romanzi cult – innovativi per quei tempi – la propria guida. Ma sono anche gli anni in cui si iniziano a organizzare le prime riunioni gay e ad aprire i primi locali omosex in città. Una generazione che credeva nelle proprie utopie, una generazione capace di sognare e far sognare ancora oggi. Così Bruno Casini vuol “riportare” a Firenze un pezzo di cultura che ha fatto storia, raccontare cos’era la città a quei tempi, come veniva vissuta e rivivere i locali in voga al loro primo splendore. E chi, meglio di lui, poteva raccontare tutto questo? Laureato in storia del cinema con Pio Baldelli, si occupa da sempre di comunicazione e promozione culturale. Negli anni Ottanta è stato tra i fondatori della rivista Westuff e ha diretto per dieci anni l’Indipendent Music Meeting, la prima rassegna italiana delle etichette indipendenti. Ma soprattutto è stato il primo manager dei Litfiba, scrivendo nel 2009 il libro che ha anticipato la reunion del gruppo fiorentino nel trentennale della nascita: “In viaggio con i Litfiba. Cronache rock dagli anni Ottanta”. Ma è stato anche tra i fondatori dello storico Banana Moon, il freak rock club fiorentino. Un libro, “Ribelli nello spazio” capace di far viaggiare nel tempo e “dedicato alla mia generazione: la generazione Rock and Roll”, come la definisce lo stesso /C.F. Casini.

la Copertina


cultura

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L’EVENTO. Il 30 aprile torna la manifestazione che anima il capoluogo dal tramonto all’alba

Notte Bianca tra gabbiani e altalene Barbara Biondi

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ici fine aprile e pensi alla Notte Bianca, la nottata più lunga dell’anno, duramte la quale il centro della città del giglio si trasforma in un crogiuolo di eventi di ogni genere, dai concerti alle performance, passando per gli appuntamenti dedicati all’arte e all’enogastronomia. Questa volta il titolo dell’evento è “Volare” e prende spunto dal celebre testo di Richard Bach “Il gabbiano Jonathan Livingston”, per dare ai creativi che contribuiscono a dar forma all’appuntamento un canovaccio da cui partire. E per fare da direttore d’orchestra a questa maxi performance è stato scelto Felice Limosani – artista, creativo a trecentosessanta gradi e performer lui stesso con all’attivo una serie lunghissima di collaborazioni in tutta Europa – che firma l’evento fiorentino e tiene a battesimo la bella stagione. Gli eventi si svolgeranno, come di consueto, nelle piazze, nelle strade, nei locali, nei musei, nelle gallerie e nei negozi del centro storico della città, coinvolgendo direttamente i luoghi collocati sia di qua che di là d’Arno. E il programma? Quando Il Reporter va in stampa è ancora da definire, ma ci sono già alcune importanti certezze, come ad esempio la presenza del collettivo De:strukt che arriverà da Glasgow per

dipingere enormi tele bianche con delle bombolette ad acqua. In piazza della Signoria ci sarà invece Mr. Brown, alias Andrea Pellizzari delle Iene, che metterà in scena uno spettacolo dedicato ai bambini sul tema del volo e della solidarietà. In piazza Annigoni si “volerà” sulle note di Domenico Modugno, insieme a una serie di band emergenti che si esibiranno dal vivo, mentre in piazza del Carmine una gru alta cento metri reggerà una piattaforma/ palcoscenico. In piazza Santo Spirito verrà montato un maxi cubo su cui saranno proiettate immagini in loop, e a San Niccolò faranno il loro ingresso i danzatori verticali francesi del gruppo Do Reves. Fiori all’occhiello della nottata altre due installazioni: la prima in piazza Santa Croce, che vedrà lievitare sei enormi sculture aerostatiche, la seconda in piazza Santa Maria Novella (firmata dal curatore), che avrà per protagoniste una sessantina di altalene collegate a delle campane, che suoneranno ogni volta che qualcuno si siederà e comincerà a dondolarsi. “È un gesto speciale, divertente ed evocativo”, spiega Limosani. Un programma che terrà conto delle esigenze delle famiglie ma che invoglierà a tirar tardi e ad aspettare insieme che il sole sorga sull’alba del 1° maggio.

A dirigere metaforicamente l’orchestra della serata più lunga dell’anno ci pensa Felice Limosani, che ha scelto come tema di questa edizione il volo, ispirandosi al celebre romanzo di Richard Bach

ARTE/2. È “Small wonders” il nome di una particolare esposizione-concorso

Il quadro è bello solo se in miniatura A

rtisti da tutto il mondo si sfidano a colpi di piccolo formato. Si chiama “Small wonders – Piccole meraviglie” la mostraconcorso organizzata da Florence Biennale in collaborazione con Telethon. Dal 20 aprile al 4 maggio Linea Spazio Arte Contemporanea, base stabile dello staff della Biennale (via delle Porte Nuove 10 – Firenze), ospiterà le opere di artisti emergenti provenienti da Europa, Australia, Brasile, Puerto Rico, Russia e Usa. E, in questo caso, le dimensioni contano eccome. Sì, perché se le tecniche ammesse sono le più svariate, così come i materiali e gli stili, le dimensioni devono

necessariamente essere ridotte e ben precise: la somma dei lati di ogni opera non può superare i 60 centimetri (ad esempio 30x30, 20x40, 10x50). Le opere esposte verranno valutate attentamente da una giuria di esperti che, a ognuno dei partecipanti, assegnerà una posizione. Al primo classificato si apriranno gratuitamente le porte della IX edizione di Florence Biennale, in programma dal 30 novembre all’8 dicembre prossimi, ma sono previsti, per gli altri due gradini del podio, la menzione speciale Telethon e la menzione Città di Firenze. Parte del ricavato delle iscrizioni sarà devoluto alla fondazio-

ne Telethon. In giuria Pasquale Celona, presidente della Biennale di Firenze, Rolando Bellini, direttore artistico di Linea, Eugenio Giani, presidente del consiglio comunale di Firenze, Manlio Germano della Fondazione Telethon, Irina D. Costache direttrice della California State University a Firenze, e un giornalista specializzato in cultura sulla piazza fiorentina. La premiazione si terrà il 4 maggio, sempre nei locali di Linea Spazio Arte Contemporanea, che resteranno aperti tutti i giorni (domenica esclusa) durante l’intero periodo della mostra. Info: www. /C.G. spaziolinea.org.

AL MNAF. Fino al 24 giugno la personale di Joel Peter Witkin, che reinterpreta i capolavori del passato

Il fotografo americano che dipinge con l’obiettivo P

rendi una fotografia e trasformala in un quadro senza usare colori e pennelli. Il processo creativo di Joel Peter Witkin (fino al 24 giugno al Museo Alinari per la fotografia in piazza Santa Maria Novella) potrebbe essere sintetizzato così. Sì, perché l’artista newyorkese, classe 1939, ama attingere a piene mani dall’arte del passato e le scene che propone sono ricche di rimandi, più o meno espliciti, ai grandi maestri dell’arte, da Velasquez a Manet. In un percorso di 55 opere, la mostra offre l’occasione di apprezzare l’aspetto creativo e interpretativo di Witkin nella sua sperimentazione fotografica. Ogni opera è il risultato di una lunga e complessa elaborazione formale che riguarda sia i soggetti ritratti che il processo di stampa. Le fotografie sono frutto di una serie di passaggi manuali in cui Witkin sperimenta le tecniche più diverse, dal graffio allo strappo dei negativi, dall’utilizzo di filtri

© Joel-peter WitKin,

CoUrteSY

baUdoin lebon

a varie tipologie di ostacoli posti tra il supporto e l’ingranditore. Le sue composizioni sono ampiamente studiate e create con la massima cura per i dettagli. Witkin affronta le stesse problematiche plastiche e gli stessi ambiti iconografici dei capolavori di pittura e scultura, ritraendo e celebrando in atmosfere sublimi i corpi di soggetti ritenuti storicamente non rappresentabili come nani e storpi, androgini ed ermafroditi. Nel suo lavoro il fotografo applica la metodologia compositiva tipica del pittore, rivisitando i temi della mitologia occidentale, i capolavori della tradizione artistica europea e la rappresentazione canonica del corpo umano. Le sue opere sono dense di citazioni formali in cui mescola insieme i grandi nomi della storia della fotografia, come Muybridge, Rejlander e Holland Day, con la scultura greca e romana, l’arte barocca, neo/B.B. classica e moderna.


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

IL LIBRO L’opera prima del ventiduenne

La Firenze fantastica del giovane Janos

S

i chiama Janos Mark Szakolczai il giovanissimo scrittore (classe 1990) ungherese d’origine e fiorentino d’adozione, che ha appena dato alle stampe il suo primo romanzo. E fin qui non ci sarebbe niente di eccezionale, se non fosse che “La nuova concezione di un ostacolo” è il primo romanzo fantascientifico ambientato a Firenze. Il libro, edito da Ad Est dell’Equatore, sarà presentato sabato 6 aprile alla Biblioteca delle Oblate. Nel romanzo, il mercenario Tryfoll Ghyle sente il boato di uno sparo, come il via di una gara olimpica, e da quell’attimo comincia una corsa a ostacoli. C’è un amico in una pozza sangue, un presunto caso di contrabbando idrico da risolvere e gli occhi di una ragazza a cui non riuscirà a resistere. E poi ancora le fiamme, i tradimenti, le vendette. La sua corsa continuerà scolando cocktail e “cibandosi” di sigarette, trascinato dalla responsabilità e dal mistero. Tryfoll Ghyle arriverà così fino alla resa dei conti, a puntare l’ultimo ostacolo e a balzare, certo di schiantarsi ma di non potersi fermare a /C.G. mezz’aria.

La mostra Rumorama Fino al 27 aprile Glue - Alternative concept space Una mostra itinerante di 13 tavole illustrate, realizzate ognuna da giovani artisti emergenti italiani. Ogni illustrazione ha come tema la canzone di un gruppo italiano appartenente alla scena indipendente. La canzone sarà citata con il solo titolo e nome dell’autore. L’idea alla base di questo progetto è di unire, in unico lavoro, quelli che sono alcuni tra i più interessanti e meritevoli artisti emergenti italiani legati al mondo della musica e dell’illustrazione per far risaltare la sinergia tra due espressioni artistiche tra loro molto legate, fonti di continua ispirazione reciproca. Dal vivo Mario Venuti 11 aprile Sala Vanni Mario Venuti torna live con “L’Ultimo Romantico Solo” per presentare in chiave acustica il suo ultimo disco di inediti. L’artista si esibirà in veste solista alla chitarra o al pianoforte, con i suoi più grandi successi e con i brani de “L’Ultimo Romantico”, per la realizzazione del quale ha collaborato con Kaballà (per la scrittura dei brani) e Roberto Vernetti (per la produzione artistica). Roy Paci 11 aprile Viper theatre

LA KERMESSE Torna CorLeone, una delle tante anime musicali di Roy Paci, e per molti versi la più sconosciuta al grande pubblico. Non solo jazz sperimentale e d’avanguardia, ma riferimenti alla no wave newyorkese, le grandi contaminazioni di stile di progetti come Naked City di John Zorn e Fantomas e Mr. Bungle dell’amico Mike Patton, echi di “Live electric and brutal” di Miles Davis, l’energia allo stato puro di Mongezi Feza, la grande lezione di Lester Bowie e il rispetto assoluto per il suo contemporaneo e amico Dave Douglas. Gianna Nannini 18 e 19 aprile Nelson Mandela Forum A due anni dall’Io e Te Tour, Gianna ha scelto un nuovo allestimento internazionale per il suo Inno Tour 2013. Il debutto è previsto in Italia, per poi proseguire all’estero. Per le partiture musicali Gianna è al lavoro con Wil Malone, produttore tra gli altri di Black Sabbath, Verve, Depeche Mode e Iron Maiden, con il quale sta mettendo a punto i live 2013 nei quali la musica sarà al centro dello spettacolo come sempre. Francesco De Gregori 4 maggio Teatro Verdi Il nuovo tour 2013 lo porterà da un estremo all’altro della penisola, e comunque sempre sulla strada, perché è dal contatto diretto con il pubblico, nei teatri e negli auditorium, che De Gregori trae la sua forza e la sua ispirazione.

Il “Tango Festival”

Da Buenos Aires alle rive dell’Arno

C

inque serate all’insegna della milonga e del baile proibido: dal 24 al 28 aprile a Firenze si balla, con l’11esima edizione del Firenze Tango Festival, uno degli eventi più attesi della primavera. Dopo il successo del 2012, anche quest’anno la kermesse regalerà emozioni e gioia con un cast di musicisti, ballerini e insegnati internazionali di altissimo livello. Musica dal vivo, lezioni di prova gratuite e stage per ballerini di tutti i livelli faranno scatenare gli animi e scaldare i cuori. Oltre al teatro del Circolo Affratellamento di Ricorboli, le due giornate principali di lezioni e stage del Festival si svolgeranno all’Obihall. Qui si potrà ballare anche nel ridotto, che prenderà il nome di sala maratona, dove si esibiranno i musicalizadores toscani. La manifestazione si concluderà nel Salòn Càldin Casa Milonguera dal 1998, storica milonga di Firenze, tra le più belle sale da ballo d’Italia. Ideatori e organizzatori del Festival sono Patricia Hillieges e Matteo Panero, aiutati dall’As/C.N. sociazione Tango Club Firenze.


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“semafori e inCroCi all’isolotto, un suggerimento” Gentile redazione, avendo quotidianamente a che fare con gli scomodi incroci di piazza Batoni penso che si dovrebbe intervenire sul semaforo di via del Sansovino in corrispondenza dell’ex concessionaria auto direzione centro città. Al momento detto semaforo funziona a tre luci, due per le auto e una per i pedoni. Facendolo funzionare a due luci, con verde simultaneo per le auto e per i pedoni che attraversano via Francavilla, secondo me si guadagnerebbe in fluidità del traffico. Infatti, ho notato che poche auto svoltano a destra in via Francavilla pur utilizzando la corsia che sarebbe solo per la svolta, generando ancora più caos dato che la strada poi si restringe e consente il passaggio di una sola macchina per volta in direzione centro città. Sono convinta che detta soluzione potrebbe aiutare a snellire le code che quotidianamente si formano, non solo nelle ore di punta. Distinti saluti Barbara Nardi giardini, “la situazione dell’area Pettini burresi” Buonasera, sono una mamma di due gemelli che abita in zona Cure. Ho visto l’articolo sul giardino area Pettini Burresi, e visto che noi ci siamo cresciuti (i bimbi hanno 7 anni) vorrei chiedere una mano per approfondire la situazione del giardino. Che è solo grazie ai guardiani volontari che rimane aperto!! Sono stato tolti gli scivoli e tanti giochi per i bambini, rimane solo poter giocare al pallone!!!!! Al giardino di Campo di Marte è stato fatto tutto nuovo. Anche il fontanello. E qui da noi cosa fanno??? È l’unico giardino che ci permette di far stare i nostri bambini tranquilli all’aria aperta... E d’estate è sempre un problema... alle 20:00 chiude!!! E noi dove andiamo!? Anche lo scorso anno è stato solo grazie alla volontà di un ragazzo e di un volontario che è rimasto aperto... E quest’anno? Cosa dobbiamo fare, con chi parlare???? Aiuto, un mamma preoccupata. Grazie, Simona “Problemi del Quartiere 5, diamoCi da fare” Ora che le elezioni politiche sono passate, guardiamo i problemi che ci riguardano più da vicino sul territorio. Abitando nel Q5 non posso che denunciare il totale degrado e la mancanza di vi-

29 sione nel breve e nel lungo periodo. Con l’esecuzione di Piazza Dalmazia siamo assurti all’onore mediatico di tutta Italia. Qualche giorno fa sparatoria da Far West in via Giuliani. Ed io che abito in Via S. Stefano in Pane (quella senza traffico) in 30 metri abbiamo avuto il tabaccaio derubato da una “talpa”, il gioielliere bucato dal pavimento e una volta anche schiaffeggiato, una povera persona che aspettava il verde al semaforo quasi divisa in due e ieri un ubriaco è volato dal ponte nel Terzolle. In un quartiere affumicato e assordato dalle mille sirene, non tutte spero indispensabili, non c’è una pista ciclabile che porti direttamente in centro, un vero parco verde (non era chiedere molto se dall’area Galileo in più di trent’anni si fosse finalmente sistemata la Meccanotessile con un giardino come pure nell’ex area Gondrand con promessa udita personalmente al Campino dall’allora sindaco Primicerio). Macché, quartiere squallido (ma umano) era con le fabbriche e così squallido (e pericoloso) deve rimanere. Fra tutti quanti, enti preposti e cittadini inermi, testate giornalistiche comprese vogliamo provare ad invertire la rotta facendo le cose che servono ed essere vicini ai numerosi cittadini (il Q5 credo che sia anche il più popoloso, quasi una città) per fermare un degrado totale di sporcizia, inquinamento e rischi vari. Altrimenti la gente un giorno può creare... movimenti incontrollabili. Quindi Sig. Sindaco e Responsabili di Quartiere, e giornali, se vorrete rendere pubblico (leggi pubblicare) questo sfogo, diamoci da fare che i problemi nazionali rispecchiano le inconcludenze, il clientelismo e la presunta furberia di noi italiani tutti e fiorentini bottegai del giorno per giorno in particolare. Cerchiamo di salvare il Quartiere, e la Città più bella e ricca d’arte nel mondo non si trasformi in un caos di giorno e un Bronx o un lazzaretto o un urinatoio di notte. Stefano “i vigili e la sorveglianza in Città” Gentili amici, leggo sul numero di marzo Q.4 la lettera all’ufficio reclami “i vandali e le pensiline dei bus” che condivido appieno e la risposta di Matteo Francini, seria e centrata nel concetto principale, cioè quello del richiamo o meglio del rinnovato invito alla partecipazione attiva di vigilanza dei cittadini. Mi sembra però che unito a questo invito, ne manchi un altro altrettanto caldo e pressante; quello verso i preposti alla sorveglianza. Vero, verissimo che da soli non possono farcela, ma a me sembra che la Polizia Municipale sia adoperata in modo massiccio, per non dire totalitario, a compiti amministrativi, ed in misura appena residuale per il suo vero compito istituzionale. Chi scrive, è un seguace degli inviti di Francini, vive vicino ad un bene pubblico, assiste spesso agli scempi vandalici e dichiarando le proprie generalità, spende tutto il tempo necessario per allertare chi di dovere. Sembra facile, ma proprio non lo è. Chiami l’ufficio relazioni col pubblico del tuo quartiere ed il più delle volte alla fine del discorso ti senti rispondere di chiamare direttamente i Vigili. Ma quest’ufficio cosa ci sta a fare? Se riesci ad avere il numero per chiamarli i Vigili del quartiere (quelli che dovrebbero essere vicini ai cittadini), la loro risposta a qualunque ora del giorno è quasi sempre la stessa: sono sola/o e quindi riferirò. Io raramente ho visto un risultato atteso, cioè una visita, un controllino in tempo giusto per beccare i furfantelli. Più spesso vedo operai che smontano attrezzature pubbliche sfasciate e le portano via, senza poi rivederle più. Concordo con chi afferma che prima ancora che di educazione, si tratta di cultura, ma questo vale per tutti: per i vandali, per i cittadini che debbono curare i beni che pagano, ma anche e soprattutto per coloro che sono remunerati per farlo. Con i migliori saluti. Giordano Saccardi

invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it “Quella biCiCletta in giro di notte senza luCi” Cara redazione, che spavento! L’altra sera mentre tornavo a casa stavo per investire una ragazza in bicicletta! L’ho vista solo all’ultimo, ma per fortuna appena in tempo per frenare e non è successo niente, solo un grande spavento mio e forse anche suo, ma questo non lo so perché non si è fermata e ha continuano a pedalare. Ho pensato ma come ho fatto a non vederla? Quando guido sto molto attento, anche perché non sono più giovanissimo. Lì per lì per lo spavento non ci ho fatto caso, mi sono solo detto che quando si è al volante l’attenzione non è mai troppa, ma poi più tardi a casa, a mente fredda, mi è venuta in mente una cosa di cui all’inizio non mi ero accorto: la ragazza andava in bicicletta senza luci! Saranno state più o meno le 19, ma con l’inverno era già tutto buio. Quella ragazza pedalava per strada, non su una pista ciclabile; a me va bene che i ciclisti vadano per la strada, ma senza luci è pericoloso! Io non so se un ciclista che va senza luci ci veda, ma di sicuro è più difficile che le macchine lo vedano. Noi automobilisti si deve stare sempre attenti e andare piano, anche perché può spuntare un bambino che corre in strada da un momento all’altro e bisogna avere il tempo di frenare, ma anche quelli che vanno in bici devono stare attenti e mettersi le luci alle biciclette! È importante!! Io lo vorrei dire a quella ragazza, questa volta ci siamo presi solo un bello spavento e per fortuna nessuno si è fatto male, però quando è buio andare in bicicletta senza luci è pericoloso! Ditelo anche voi! Grazie, Roberto R.

Gentile signor Roberto, con la sua lettera ci fornisce un “assist” prezioso. Proprio in questo numero del nostro giornale pubblichiamo infatti (pag. 17) un articolo sulla campagna chiamata (inequivocabilmente) “Bici lucenti”, ideata proprio per sensibilizzare i ciclisti sull’utilizzo delle luci. Un’iniziativa senz’altro importantissima e degna della massima attenzione perché, come ripetuto anche in occasione del suo lancio, “usare le luci di notte può salvare la vita”. E questo è un messaggio che deve arrivare forte e chiaro a tutti coloro che utilizzano le due ruote per spostarsi in città: essere visti (in primis dagli automobilisti) è importante quanto e più di vederci. Tanti, troppi coloro che ancora viaggiano in sella alle loro biciclette senza luci: è stato ricordato nell’ambito della presentazione di “Bici lucenti” e lo ricordano anche – ben più tragicamente – gli incidenti, alcuni dei quali gravi, che avvengono anche per questo motivo. Dalle pagine di questo giornale lo abbiamo ripetuto più volte: l’utilizzo delle luci di notte deve diventare la regola per i ciclisti. Fortunatamente qualcosa in questo senso ultimamente sembra muoversi, sempre più persone stanno prendendo coscienza dell’importanza del loro utilizzo e iniziative come quella da poco presentata in città sono utilissime per diffondere questo messaggio e “convincere” i ciclisti a dotarsi di tutti gli strumenti e gli accorgimenti in grado di rendere le loro pedalate il più sicure possibili. Perché – e anche questo non ci stancheremo mai di ripeterlo – tutti, ma proprio tutti coloro che si mettono in strada (alla guida di qualsiasi mezzo, ma anche a piedi) devono farlo nel modo più sicuro e responsabile per se stessi e per gli altri. È veramente giunta l’ora di mettere fine a incidenti spesso evitabilissimi ma non per questo meno tragici una volta che avvengono, è giunta l’ora di impegnarsi tutti in modo che i giornali non si trasformino, come troppe volte accaduto in passato, in veri e propri “bollettini” di incidenti, perché tragedie come quelle avvenute anche recentemente non si ripetano più. E questo è un obiettivo importantissimo, da raggiungere tutti insieme attraverso grandi e piccoli gesti. Come quello, elementare, di dotare di luci la propria bicicletta. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it “no agli sCooter sulle Preferenziali, ma...” Gentile redazione, ho letto sul Reporter di marzo la lettera dello scooterista fiorentino che vorrebbe che i motorini potessero passare sulle corsie preferenziali. Io non sono d’accordo, perché credo che si creerebbero ingorghi per gli autobus che già fanno ritardi di per sé. E poi allora perché non far passare anche gli altri veicoli non ingombranti dalle corsie preferenziali? Non so se in qualche città lo fanno, ma a me che mi sposto con l’autobus questa non sembra una buona idea, e tra l’altro con i motorini che vanno a zig zag gli autisti dell’autobus sarebbero costretti a fermate brusche e pericolose. Invece sì, servirebbero più corsie preferenziali per gli

autobus, anche se in certe strade in effetti è difficile metterle. Le strade di Firenze, non lo scopro io, sono strette, e questo è un problema per il traffico. Casomai si potrebbero fare delle corsie strette apposta per i motorini, ma tanto poi succederebbe come con le corsie preferenziali, che le invaderebbero anche le macchine. Io penso che se ogni tipo di veicolo avesse il suo spazio riservato, privilegiando gli autobus, sarebbe la soluzione migliore. Mi sa che sarebbe difficile farlo, ma perché non proviamo a dividere almeno le strade più grandi in corsie separate, tanto per prova? Così si potrebbe vedere cosa succede. Questa è la mia idea che volevo proporvi. Cordiali saluti. Giacomo


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CenTRo SToRiCo - Zona Mantellate palazzo d’ epoca dei primi ‘900, elegante appartamento completamente indipendente con doppi ingressi carrabili, ottimo stato con fregi e finiture dell’epoca. Dalla corte d’ ingresso principale, attraverso un bel porticato d’epoca di notevole rappresentanza, si accese all’appartamento che si sviluppa su due livelli per totali150 mq oltre accessori, così composto: al piano terreno rialzato ampio ingresso, salone doppio di 35mq circa, cucinotto, divisione giorno-notte, camera matrimoniale, camera singola, bagno e ripostiglio, altezze interne 4 metri. Dalla zona giorno si accede ad una terrazza tergale di 65 mq circa. Al piano seminterrato si trovano 3 locali oltre bagno, asciutti e abitabili, adatti a vari usi, con accesso diretto interno con porta blindata ad ampio box auto soppalcato di 17 mq. L’immobile è dotato di ogni confort, impianti tecnologicamente avanzati, impianto di allarme e videosorveglianza, aria condizionata, vetri antiproiettile, pavimentazione interna in parquet. Termosingolo. Ulteriori info e foto in agenzia (classe enrgetica ND). (ABA/598) Per ulteriori info e foto: www. abacusimmobiliare.com Richiesta Euro 680.000,00 055.4684635 - 347.6590279 iSoloTTo (Argingrosso) In interno tranquillo, appartamento secondo piano di sei con ascensore, 92 mq circa, composto da ingresso, ampia cucina abitabile, soggiorno, due camere matrimoniali, servizio, studio, balcone, terrazza, cantina. Possibilità terza camera. Soffitta. Da rimodernare. Libera subito. Rif. 516 Euro 215.000 tratt. www.erminimmobiliare.it 055 7877803 - 335 6416106 SoFFiano (via Nicola Pisano) Appartamento piano terzo di quattro con ascensore, da ristrutturare, 135 mq circa, composto da ingresso, cucina abitabile, ampio soggiorno, sala da pranzo (o camera), due camere matrimoniali, una camera singola, servizio con finestra, ripostiglio, due balconi. Libero subito. Rif. 697 Euro 340.000 tratt.www. erminimmobiliare.it 055 7877803 - 335 6416106

31 Gavinana/GUalFReDoTTo in strada tranquilla, al primo ed ultimo piano di piccola palazzina, luminoso appartamento comosto da ampia cucina, sala pranzo, sala, 2 camere matrimoniali, 2 bagni, terrazza, ampia mansarda.classe energetica g in attesa certificazione Richiesta € 440.000,00 335 7678437 - 331 8532086 CamPo Di maRTe - Via Lungo L’affrico - Esclusiva - In piccola palazzina inizi 900, signorile e completamente rifatta, APpartamento al primo piano nobile di 95 mq oltre balconi. Unico appartamento a piano composto da ingresso, cucinatinello, soggiorno, 2 camere da letto matrimoniali, 1 camera singola oltre piccolo studio e bagno. Altezze interne h. 3,80. Medie condizioni generali. Termosingolo. No spese condominiali. Adatto anche a uffici o studi professionali(classe energetica G) Abacus Immobiliare. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobiliare.com Richiesta Euro 390.000,00 trattabili 055.4684635 - 347.6590279 CoveRCiano - in bella palazzina moderna, zona tranquilla e silenziosa, appartamento molto luminoso posto ad un secondo piano con ascensore e composto da ingresso, sala doppia con 2 balconi, cucina abitabile con balcone verandato, 2 camere matrimoniali, ampia camera singola oltre 2 servizi e ripostiglio. Possibilità di acquisto separato di posto auto doppio scoperto. Termocentrale. (classe energetica G) Abacus Immobiliare. Per ulteriori info e foto: www.abacusimmobiliare.com Richiesta Euro 395.000 055.4684635 - 347.6590279

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VIlle e VIllette FIRENZE aDiaCenZa PiaZZale miChelanGelo in villa antica vendesi appartamento di mq 500 su 2 livelli libero su 3 lati resede antistante la cucina abitabile, giardino mq 110 e garage piano terra ingresso con corridoio museale di collegamento ai vari saloni studio sala pranzo cucina abitabile bagno 2 camini al piano superiore si accede con ampia scala di sobria architettura antica 4 camere matrimoniali e 3 bagni balconi con vista firenze cantina e vani tecnici rif vo 107 055 414545 - 335 7363640 BelloSGUaRDo in contesto panoramico su firenze totalmente nel verde vendiamo(volendo compreso l’arredo in stile moderno ) prestigioso appartamento in villa storica al piano secondo ed ultimo di mq 220 piu’ garage e cantina munito di ogni confort ampio ingresso salone doppio con camino 4 camere ripostiglio lavanderia 2 bagni giardino condominiale stato perfetto rif vo 101 055 414545 - 335 7363640

Bolognese la lastra vendesi antica villa con piscina libera su 4 lati articolata su 2 livelli oltre piano terra 3 ingressi gia’ tre appartamenti indipendenti posizione inncantevole nella soleggiata prima costa di via bolognese vecchia con vista firenze san domenico distinguono la dimora il giallo delle facciate la terracotta, le rifiniture, la pietra serena, gli archi, le scalette in pietra, verande soleggiate, terrazze e lo splendido giardino con piante di olivo non distante servizi commerciali e mezzi pubblici rif vo 114

BrUni - igo immobiliare

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UGolino in villetta bifamiliare appartamento al piano terra, recentemente ristrutturato, composto da ingresso, soggiorno con camino, cucina abitabile, due camere matrimoniali, tre bagni, ripostiglio, taverna, vano guardaroba, cantina, giardino esclusivo mq.250 e posto auto. Ottimo. Classe energetica g - epi >175 kwh/m2 anno Richiesta € 550.000,00 055 630656 - 055 631781 PISTOIA Colline PiSToieSi marliana goraiolo presentiamo porzione di villa indipendente di mq 120 in strada privata due ingressi giardino di mq 300 carrabile recintato terrazza abitabile mq 35 panoramica soggiorno cucina abitabile in muratura camino 2 camere matrimoniali ampio bagno finestrato camerina sottotetto ripostiglio cantina termosingolo legnaia stato ottimo prezzo interessante rif gor. 055 414545 - 335 7363640

BoloGneSe la lastra vendesi antica villa con piscina libera su 4 lati articolata su 2 livelli oltre piano terra 3 ingressi già tre appartamenti indipendenti posizione incantevole nella soleggiata prima costa di via bolognese vecchia con vista Firenze san Domenico distinguono la dimora il giallo delle facciate la terracotta, le rifiniture, la pietra serena, gli archi, le scalette in pietra, verande soleggiate, terrazze e lo splendido giardino con piante di olivo non distante servizi commerciali e mezzi pubblici rif vo 114 055 414545 - 335 7363640

VALDISIEVE

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FIRENZE

vaCCiano in contesto signorile, porzione di villa quadrifamiliare con ingresso indipendente e bel giardino su 2 lati. Composta da 2 camere, 2 bagni, cucina abitabile oltre grande taverna. Garage, Posto Auto, Balcone, Termosingolo Classe energetica “G”, indice di prestazione >175 kwh/mq annuo- dati in attesa di certificazione Euro 435.000,00 335 7678437 - 331 8532086 San DonaTo in Collina bella villa libera su 4 lati, circondata da 3000 mq di giardino composta da: ingresso, salone con camino, sala pranzo, cucina, 4 camere, 4 bagni, taverna, cantina, splendida loggia. A solo ma non isolata. Ideale per più nuclei familiari. Classe energetica “G” in attesa certificazione. Rif 115 Studio Dolfi Imm Euro 850.000,00 335 7678437 - 331 8532086 BaGno a RiPoli - BiGallo porzione immobiliare di mq.120 composta da salone, cucina, tre camere, servizi, oltre terrazza mq. 100. Completa la proprietà taverna con locali accessori finemente ristrutturati mq. 80. Terrreno mq.2.000. Classe energetica g - epi > 175 kwh/m2 anno Richiesta € 690.000,00 055 630656 - 055 631781 imPRUneTa loC. Colline in splendida posizione collinare, villa toscana su due livelli di mq.300 oltre garage e accessori. Completa la proprietà un giardino recintato di mq.5000 con piscina e annesso terreno agricolo mq.7000. Da amatori. Classe energetica g - epi > 175 kwh/m2 anno 055 630656 - 055 631781

SieCi Deliziosa villetta terratetto libera su 3 lati di recente costruzione con bellissimo giardino di 800 mq. Ingresso, sala con camino, sala pranzo, cucina, 2 bagni, 3 camere. Vari accessori quali garage, cantinetta, lavanderia. Ottime finiture super accessoriata. Vicina ad ogni servizio. classe energetica “G” in attesa certificazione Richiesta Euro 570.000,00 335 7678437 - 331 8532086

ColoNICHe e terreNI

molino Del Piano , in posizione panoramica, bellissima colonica in pietra, libera su 4 lati, circondata da terreno di proprietà. Composta da salone con camino, cucina abitabile, 4 camere, 2 bagni, cantine e stalle da recuperare.possibilità di divisione per più nuclei familiari .classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione Euro 540.000,00 335 7678437 - 331 8532086

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DiComano, colonica in perfette condizioni, suddivisa in 6 unità a sé stanti: appartamento principale e 5 mini appartamenti con ingressi indipendenti ognuno completamente arredato in stile rustico toscano. Completano la proprietà grande piscina di recente costruzione e terreno agricolo di 6 ettari con olivi. Posizione panoramica e soleggiata, ideale per b&b o per casa vacanze. Il complesso e la piscina sono serviti di acqua privata. Classe energetica “G”. Immobiliare Dolfi 335 7678437

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