Il Giornale del tuo Quartiere
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APRILE 2013
Periodico d’informazione locale. Anno VII n.16 del 2 Aprile 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C1/FI/46/2012
PRIMO PIANO
ANiMAli
Gli operai? Roba da Wwf Andrea Muzzi*
V VITA DA CANI IN CITTÀ
IL “CUORE” DI BROZZI Una nuova sede per l’associazione, replicata la “corsa dei babbi”: il rione continua a darsi da fare PAG.3
sPoRt
Sicurezza nel quartiere, i timori zona per zona PAGG.4-5
I mestieri che scompaiono
focus
di Carpini - Wiedenstritt
S IL “CANTIERE” VIOLA Il campionato è al rush finale, ma in casa gigliata si lavora già per la prossima stagione PAG.23
IL BASEBALL FA SCUOLA L’edizione 2013 della “Winter League Toscana” si è conclusa: ecco come è andata PAG.25
ono tanti i volti della crisi che il mondo del lavoro sta attraversando. Ci sono i numeri della disoccupazione e quelli (quasi tutti negativi) sui nuovi avviamenti, che dovrebbero rappresentare le porte d’ingresso alle professioni. Porte sempre più spesso chiuse. Anche se non tutte: fra i settori con il segno più, ovvero quelli per cui continua a esserci domanda, ci sono le “professioni legate alla cura e all’assistenza familiare”. Tradotto, le badanti. Ma poi, tra i
volti della crisi del lavoro, c’è anche quello dei mestieri che stanno scomparendo. Mestieri che hanno fatto grande Firenze, ma che ora vedono a rischio il loro futuro. Per un calo di “vocazioni”, certo, ma anche – sostengono i diretti interessati – per le tante difficoltà che ci sono nella formazione delle “nuove leve”. E allora si chiedono regole più semplici. Perché Firenze non veda abbassarsi uno dopo l’altro i bandoni delPAGG.8-9 le sue botteghe.
A caccia di libri: chi resta e chi no PAGG.10-11
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Ciclisti, arriva il kit salva-vita PAG.17
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I padroni rivelano cosa va e cosa no. Ma cresce il numero di chi non riesce più a mantenere Fido PAGG.20-21
iviamo tempi cupi. Sembra di essere tornati nel Medioevo! In giro vedo solo facce tristi. Da un anno a questa parte l’unica persona che vedo sorridente è il mio vicino di casa. Ma lui ha un motivo per farlo: ha una paresi facciale e la bocca gli è rimasta aperta! Effettivamente c’è poco da ridere. Il lavoro è in via di estinzione. Nella bandiera del Wwf come simbolo prima c’era un panda, ora ci hanno messo un metalmeccanico. La situazione politica è un caos. Per fortuna a marzo hanno eletto il Papa. In quei giorni noi italiani non parlavamo d’altro. Mi ricordo che una mattina dal cofano della macchina mi usciva del fumo. Ho chiamato l’elettrauto, che ha guardato il danno e poi mi ha detto: “Habemus radiatore rottum!”. Sono rimasto senza parole! Per fortuna con aprile tornano pure la primavera e il sole: insomma, speriamo che ci sia più allegria. Io che di mestiere faccio il comico mi accorgo quotidianamente di quanta voglia di ridere abbia la gente. Una volta, finito lo spettacolo, qualche spettatore mi faceva i complimenti. Adesso mi dice: “Grazie”. Mi sento una specie di benefattore. Anzi, colgo l’occasione per chiedere ufficialmente se tra i beati del calendario ci fosse rimasto qualche giorno libero. La mia non è ambizione. Lo chiedo solo per motivi economici. Se diventassi ufficialmente un uomo di “chiesa”, eviterei di pagare l’Imu!
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Aprile 2013
Rifredi • Novoli • Brozzi
MOBILITÀ/1. Dopo gli stop del passato, si aspetta ora il via libera alla partenza dei lavori
L’attesa del quartiere per la tramvia Entro la fine della primavera dovrebbero essere firmati i contratti, poi sarà possibile aprire i cantieri. L’area inizialmente interessata sarà quella fra Peretola e Novoli Fannì Beconcini
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l tram continua a farsi attendere. Notizia di circa un anno fa era l’imminente avvio dei lavori per la realizzazione delle linee 2 e 3, dopo la già difficoltosa nascita della prima tratta, compiutamente realizzata e attiva dal febbraio 2010. Nel maggio scorso – dopo un primo stop rispetto alla tabella di marcia che aveva fissato l’inizio a novembre 2011 con conclusione prevista a luglio 2014 – i lavori per la realizzazione della seconda linea della tramvia sembravano in procinto di essere avviati, con tanto di cantieri installati e pronti a operare. Il 2 maggio 2012 era infatti la data fissata per la ripartenza dei lavori, termine poi slittato e posticipato fino ad oggi. Per la realizzazione delle linee 2 e 3, a differenza di quanto avvenuto per la linea 1 per cui era stata indetta una gara d’appalto tradizionale, è stato scelto il project financing, ovvero un partenariato finanziario tra pubblico e privato. A tal proposito, tra maggio e dicembre 2012, è stata avviata una procedura consensuale di revisione e aggiornamento del finanziamento finalizzata alla concessione del project financing attraverso il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti. In pratica, sono state riviste le condizioni di bancabilità delle imprese coinvolte nella realizzazione della tramvia ed è subentrata la Cassa Depositi e Prestiti per l’ottenimento dei finanziamenti da parte delle banche. Alla fine, con il comunicato numero 81/2012, la Cassa Depositi e Prestiti ha “approvato il finanziamento di 166 milioni di euro alla società Tram di Firenze SpA per la realizzazione del sistema integrato di Tramvia nel territorio dei comuni di Firenze e Scandicci”, ed entro la fine della primavera si attende la sottoscrizione dei contratti finanziari. In questo modo sarà possibile aprire i primi cantieri: in particolare, per la linea 2, il cantiere A1 “Trincea Guidoni”, che si sviluppa da via Garfagnana fino al capolinea Peretola coinvolgendo la sede stradale di viale Guidoni, e il cantiere G “Ampliamento Deposito”, mentre per la linea 3 il cantiere F “Morgagni” che copre il
più notizie su la strettoia di via di
Novoli
tratto Careggi-piazza Dalmazia. Così facendo, in particolar modo, si dovrebbe riuscire a evitare che risultino persi i 36 milioni di contributi europei assegnati a patto di rispettare le tempistiche del progetto originario: piano che prevedeva il completamento dei lavori entro il 2015 e non più di mille giorni di attività, anche per limitare gli ovvi disagi a mobilità e circolazione che la permanenza dei cantieri comporta. Ad oggi, come assicurato da Comune e Quartiere, i soggetti finan-
il Reporter è un periodico di 5 edizioni che mensilmente viene distribuito in 165.823 copie da Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C1/FI/46/2012
Tram di Firenze informa che in tutte le fasi verranno garantiti l’accesso pedonale agli edifici prospicienti i cantieri e gli attraversamenti pedonali provvisori, mentre l’accesso ai passi carrabili delle attività commerciali in linea generale verrà mantenuto per tutta la durata dei cantieri e, nel caso in cui le operazioni di cantiere non lo consentano, saranno presi accordi diretti e specifici. Non resta che aspettare: i cittadini si augurano ancora per poco.
MOBILITÀ/2 Per chi si sposta in bicicletta le difficoltà non mancano: le segnalazioni di un ciclista
Il “viaggio a ostacoli” fino al Polo universitario di Sesto
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alle Cascine al Polo universitario di Sesto in bicicletta le difficoltà non mancano: i cartelli indicano il tragitto da seguire, ma il percorso suggerito risulta “impervio”, con attraversamenti stradali, segnaletica poco chiara e tratti bui. A segnalare la situazione è Eriberto Melloni, un cittadino che da molti anni si reca sulle due ruote al Polo di Sesto, dove lavora. Dalle Cascine – lato ponte all’Indiano – è presente un cartello con impresso il simbolo della bicicletta che indica la direzione per raggiungere il Polo universitario. Occorre specificare, però, che solo una piccola parte del tragitto è su pista ciclabile. Tornando al percorso, la segna-
Il Reporter di Rifredi, Novoli, Brozzi raggiunge 43.480 famiglie nel quartiere 5 di Firenze. Copia in abbonamento postale
ziatori stanno chiudendo le ultime operazioni e gli enti pubblici approvando le ultime modifiche. Una volta sottoscritti i contratti, i primi cantieri inizieranno a operare. I lavori inizialmente interesseranno l’area che si estende da Peretola fino a Novoli: uno dei punti identificati come critici è la cosiddetta strettoia di via di Novoli, l’ultima parte del viale in cui si restringe la carreggiata che verrà chiusa al traffico una volta aperto il cantiere. A questo proposito la Società
Editore e Concessionaria Pubblicitaria: Direkta s.r.l. Direzione ed amministrazione: via Rossi 25 - 12100 Cuneo Direttore Responsabile: Matteo Francini Service editoriale e grafico: Tabloid soc.coop., Firenze (FI) Tel. 055 6585939 - redazione@ilreporter.it
letica conduce verso nord fino a percorrere un piccolo tratto della trafficatissima via Pistoiese – primo punto critico del tragitto – per imboccare via di San Biagio a Petriolo e attraversare il borgo di Peretola. Proseguendo si incrocia via Pratese, dove per non rischiare conviene scendere dal sellino e portare la bici “a spinta” dall’altro lato della strada. Qui si imbocca la pista ciclabile che, però, non è particolarmente sicura: il tratto che da via Ponte Giogoli porta a via dei Giunchi – spiega Melloni – passa di fronte a numerosi cancelli di capannoni dai quali escono automezzi che spesso “spaventano” i ciclisti. Da qui si percorre il sovrappasso
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno VII n.16 del 2 Aprile 2013 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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autostradale che porta all’ultimo pezzo della pista ciclo-pedonale, che giunge poi al Polo universitario. Questo tratto è privo di illuminazione e al calar del sole diventa pericoloso: “Qualche tempo fa – racconta Melloni – un ricercatore andò a sbattere con la bici contro i blocchi di cemento collocati alla fine della ciclabile, non li vide per colpa del buio. Per fortuna – prosegue – lo soccorse un passante, che lo trovò in stato di shock per la caduta”. “Se dalle Cascine è arduo raggiungere il Polo – conclude Eriberto – il percorso inverso è ancor più difficoltoso, per colpa delle indicazioni /A.R. poco chiare”.
Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Direkta s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Direkta s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Direckta s.r.r. via Rossi 25 12100 Cuneo.
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il giornale del tuo quartiere
BROZZI/1. Un’associazione cerca di non far disperdere lo spirito di comunità
Qua, dove batte il cuore del rione
la sede dell’associazione
“Insieme
per
Brozzi”
Da qualche tempo il gruppo, nato negli anni ‘90 in seguito a una tragedia, ha una nuova sede, ma la sua “missione” non è cambiata: l’obiettivo è combattere l’impoverimento del tessuto sociale. Il fiore all’occhiello è la festa medievale
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Corsa dei babbi, festa per tutti “L
Antonio Rettura a qualche tempo l’associazione “Insieme per Brozzi” ha una nuova sede. “Più spaziosa e più bella – riferiscono i frequentatori – nella quale, grazie al Quartiere 5 e al Comune, abbiamo trovato un luogo più accogliente dove svolgere le attività e sistemare la collezione di migliaia di libri messi insieme negli anni”. Abbiamo fatto una chiacchierata con Gabriella Di Tante – una delle fondatrici dell’organizzazione di volontariato – che ci ha parlato delle attività dall’associazione, ripercorrendo le tappe della sua storia, che ha inizio alla metà degli anni ‘90. Gabriella racconta che la spinta di riunirsi e organizzare attività sociali nel rione nacque da un evento tragico: “Un ragazzo di Brozzi morì per droga – racconta – e quella fu la scintilla che ci fece capire che dovevamo fare qualcosa per il quartiere, affinché non succedessero più fatti del genere”. Fu così che una quindicina di cittadini si riunì per dar vita al “Gruppo 334”. Il nome scelto deriva dal numero civico di via di Brozzi che ospitava la prima sede in cui si incontravano i volontari che oggi fanno parte dell’associazione “Insieme per Brozzi”. Lo scopo del gruppo è stato sin dal principio quello di portare avanti attività per rafforzare lo spirito di socialità nel rione, che – rammentano i membri dell’associazione – si è progressivamente indebolito. Il problema principale – riferiscono – è che lo “storico” rione di Brozzi ha sofferto molto la trasformazione repentina avvenuta nel territorio, che ha intaccato anche i rapporti tra le persone. L’antico borgo medievale è stato come “schiacciato” dalla modernità: la “fuga” dei giovani da Brozzi, la carenza di servizi e di luoghi di socializzazione hanno causato un impoverimento del tessuto sociale che l’associazione da anni cerca di contrastare, creando spazi e occasioni attraverso cui i cittadini possano ritrovare lo spirito di comunità e condivisione. La prima iniziativa è stata l’istituzione di un doposcuola per i ragazzi: studenti universitari e adulti
BROZZI/2. Alla parrocchia di San Martino
aiutavano gratuitamente i bambini – specialmente delle scuole medie – nelle materie in cui avevano difficoltà. Alla fine degli anni ‘90 l’associazione decise di arricchire la propria sede con una biblioteca, e nello stesso periodo nacque anche l’idea di scrivere dei libri su Brozzi e sulla sua storia, partendo dalle testimonianze degli abitanti. Fu così che presero vita libri come “Novelle Brozzesi”, una raccolta di storie riguardanti il borgo, e il volume “Brozzi ‘44”, che racconta la vita del rione dalla fine dalla seconda guerra mondiale fino alla Liberazione, attraverso interviste a chi ha vissuto in prima persona quegli anni. Un’iniziativa conosciuta anche oltre i confini del quartiere è sicuramente la “Festa Medievale di Brozzi”, manifestazione che prevede una parata di personaggi vestiti con costumi d’epoca, sbandieratori, dimostrazioni di antichi mestieri, danze e musiche medievali, ma anche esibizioni di combattimenti
Ci sono tanti problemi, ma non lascerei mai questo posto all’arma bianca e tornei di tiro con l’arco. “È un evento che non si limita al giorno della festa – sottolinea Gabriella – ma coinvolge i cittadini per molti mesi, durante i quali si lavora assieme alla preparazione”. L’evento è un’occasione di socializzazione che coinvolge 300400 persone che, a vario titolo, partecipano alla manifestazione. “Quando nel 2007 organizzammo la prima edizione – ricorda Gabriella Di Tante – il giorno della festa ho visto concittadini piangere dalla gioia, è stato bellissimo. Brozzi ha tanti problemi – conclude – ma io non lascerei questo posto nemmeno per tutto l’oro del mondo!”.
a regola è correre insieme, possibilmente per mano. E allora pronti, attenti... via!”. Inizia così la “Corsa dei babbi”, l’iniziativa che da una ventina d’anni viene organizzata dalla parrocchia di San Martino a Brozzi il sabato precedente alla festa di San Giuseppe. E così, il 16 marzo scorso circa sessanta bambini hanno corso insieme ai loro genitori in una bella giornata di sole e divertimento. “Questa manifestazione è un modo per far stare i bambini insieme ai loro genitori ed è un giorno di festa”, racconta Marco, 18 anni, giovanissimo animatore che si occupa dell’organizzazione della festa e delle attività dell’oratorio insieme a un’altra decina di persone, con la collaborazione di tutta la comunità, genitori dei bambini in primis. La gara si svolge su un percorso di due chilometri: si parte dal sagrato della chiesa per poi dirigersi, lungo via San Martino, verso via di Brozzi e piazza Primo Maggio, prima di tornare attraverso via del Cantone e raggiungere l’arrivo, il campo sportivo accanto alla chiesa. Alla fine, nonostante, come ha ricordato don Luigi a inizio corsa, l’importante sia divertirsi e partecipare, i primi arrivati – tre bambini e tre bambine – sono stati premiati con una coppa. A tutti sono invece stati dati attestato di partecipazione, una scatola di matite e una scatola di acquerelli. È poi iniziata la festa con tanto di merenda a base di frittelle di San Giuseppe, musica e giochi. Il tutto realizzato praticamente a costo zero, grazie alla partecipazione attiva
e alla colaborazione di tutta la comunità. “C’è chi si è occupato del percorso, chi delle registrazioni e delle stampe, chi ha predisposto l’accoglienza e il ristoro, chi ha cucinato”, racconta Fabio Romiti, coordinatore degli animatori dell’oratorio e dei catechisti, nonché padre di due bimbi e corridore: “Sono attivo in questa parrocchia dal dopocresima. Quello che cerco di trasmettere soprattutto ai giovani è che questa realtà territoriale è il contesto in cui vivono e in cui forse continueranno a vivere, per cui è importante creare legami e stimolare l’incontro tra le persone. Questo è il primo anno in cui l’oratorio ha ripreso vita, le attività di volontariato dipendono dalle persone e ci sono stati alcuni anni di fermo: adesso però ogni sabato dopo il
Replicata l’iniziativa: “Importante creare legami” catechismo abbiamo un’ora che dedichiamo a laboratori e attività ludiche, e con la bella stagione anche ai giochi all’aria aperta”. La parrocchia di San Martino a Brozzi è una struttura grande e ben attrezzata, con ampi spazi interni e un campo sportivo in ottime condizioni. “Siamo fortunati – conclude Marco – nel quartiere ci si conosce tutti e la parrocchia è un luogo di ritro/F.B. vo e aggregazione”.
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Aprile 2013
Rifredi • Novoli • Brozzi
L’INCHIESTA. La questione torna sotto i riflettori in seguito ad alcuni episodi di microcriminalità
Sicurezza, cosa preoccupa i cittadini Guardia alzata dopo gli ultimi casi Antonio Rettura
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a questo è un quartiere sicuro? È quello che si domandano molti residenti, dopo gli episodi di microcriminalità che si sono verificati negli ultimi mesi tra Novoli, Rifredi e i rioni periferici di Brozzi e Quaracchi, dove alcuni abitanti hanno richiesto un incontro ai rappresentanti delle forze dell’ordine per discutere della situazione. Scambiando quattro chiacchiere con i diretti interessati, si scopre che a preoccupare maggiormente i cittadini sono soprattutto rapine, furti in appartamento e danneggiamenti. Non troppo tempo fa il quartiere è stato scosso da una sparatoria avvenuta in via Reginaldo Giuliani, nella quale un uomo è stato ferito a colpi di arma da fuoco, probabilmente per un regolamento di conti. A poche centinaia di metri dal luogo della sparatoria, accanto alla stazione di Rifredi, a febbraio si è verificata una rapina a mano armata. Vittima una coppia di fiorentini che, dopo un allenamento in palestra terminato intorno alle undici di sera, stava ritornando alla propria auto parcheggiata in via Fantoni. Nei pressi del veicolo si sono avvicinati due uomini con il volto coperto e uno dei malviventi, armato di pistola, ha costretto la coppia a consegnargli il portafoglio e le chiavi dell’auto, con la quale i due si sono dileguati sottraendola ai proprietari. Altri episodi di rapine si sono verificati poi nella zona di Novoli, anche per ottenere “bottini” ben più esigui. È il caso di uno studente pugliese ventenne che in via Baracca è stato minacciato e ferito a una gamba con un coltello,
commenta su viale
Guidoni
Pistoiese
Novoli
Rifredi
Furti in casa e danni ai veicoli
Rapine e lucciole in strada
La sparatoria che ha scosso il rione
Tra Brozzi e Quaracchi (nella foto) i cittadini riferiscono episodi di furti, anche nelle abitazioni. Nel rione si sono registrati atti vandalici con il danneggiamento “seriale” di numerosi veicoli in sosta. Nell’area dismessa dell’ex Gover gli abitanti segnalano attività “poco chiare” tra i capannoni abbandonati.
A Novoli, negli ultimi mesi, si sono verificati episodi di rapine a danno di cittadini, concluse anche con il ferimento della vittima, come nel caso di uno studente ventenne accoltellato. Anche se ritenuto meno preoccupante per la sicurezza, continua il fenomeno della prostituzione notturna tra viale Guidoni e via Forlanini.
Nella zona di Rifredi, considerata da molti relativamente più sicura, si è recentemente verificata una sparatoria in via Reginaldo Giuliani, nella quale è stato ferito un uomo. Una rapina a mano armata con furto di portafogli e auto ha invece avuto luogo in via Fantoni, a pochi passi dalla stazione di Rifredi.
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il giornale del tuo quartiere il tutto soltanto per poche decine di euro. Nei borghi di Brozzi e Quaracchi, invece, i residenti denunciano l’aumento di piccoli furti, anche in appartamento, e atti vandalici che si sono verificati “a ondate” sui veicoli parcheggiati in strada. I cittadini riferiscono casi di danneggiamenti notturni alle auto in sosta che hanno coinvolto diverse decine di mezzi: vetri rotti, specchietti divelti e qualche ruota bucata. Atti vandalici fine a se stessi, poiché in molti casi non sono stati prelevati dagli abitacoli oggetti di valore, né è stato tentato il furto dell’auto. I residenti hanno così chiesto un incontro con le forze dell’ordine per riferire la situazione riguardo l’aumento di questi episodi di microcriminalità. “Abbiamo avuto una riunione con un rappresentante delle forze dell’ordine – spiega Angelo Cappelletti, del comitato “Insieme per Quaracchi” – e ci è stata dimostrata grande disponibilità nell’ascoltare le nostre segnalazioni sui problemi di sicurezza del quartiere”. Il fenomeno della prostituzione – secondo i pareri raccolti – sembra destare meno timori per la sicurezza, ma più che altro viene considerato dai residenti delle zone interessate come un “problema per il decoro”. La principale “zona rossa” nella quale lavorano le lucciole parte da viale Guidoni, passa per via Forlanini e arriva fino alla rotatoria di Novoli. Ma
anche via Pistoiese – si lamentano in molti – di notte si trasforma in una boutique del sesso. Periodicamente si registrano interventi delle forze dell’ordine, ma poi la situazione torna come prima. Come è accaduto per il blitz dello scorso mese, quando in seguito alle segnalazioni dei residenti le forze dell’ordine sono intervenute in via Campani, accanto a viale Guidoni, denunciando dieci persone per atti osceni in luogo pubblico. Cinque prostitute e i relativi clienti sono stati infatti sorpresi in intimità all’interno delle automobili, senza curarsi troppo di nascondere ai passanti i dettagli “anatomici” della loro passione. Riguardo alle iniziative per arginare i fenomeni di criminalità, il
Si è tenuto un incontro con le forze dell’ordine atti vandalici contro le auto
presidente del Q5 Federico Gianassi sottolinea che “il Quartiere è in contatto costante con le forze dell’ordine, alle quali vengono riportate le segnalazioni che ci giungono dai cittadini. Preoccupa la ‘serialità’ di alcuni fenomeni – conclude Gianassi – che fa pensare alla presenza di bande criminali organizzate”.
Ad agitare il sonno degli abitanti di Novoli e Rifredi sono soprattutto rapine e furti in appartamento, mentre a Brozzi e Quaracchi il dito è puntato contro gli atti vandalici. Meno timori per la prostituzione, che però “è un problema per il decoro”
IL DIBATTITO. L’appello dell’Ordine degli Architetti per creare spazi “da vivere” destinati a cultura e socializzazione
“Diamo un’anima a un quartiere work in progress”
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pazi sociali e culturali a Novoli: continua il dibattito sul futuro urbanistico della zona, fra nuove aree destinate ai cittadini nella struttura del centro commerciale San Donato e progetti ancora sospesi, come il recupero dell’ex centrale termica. Nell’area della città che sta attraversando importanti mutamenti urbanistici, che proseguiranno anche nei prossimi anni, cresce tra gli abitanti la richiesta di “ricavare” nelle nuove strutture spazi dedicati a scopi civici e culturali. Esigenza, questa, che è emersa anche nel corso dell’assemblea pubblica
Tra i progetti ancora in sospeso c’è il recupero dell’ex centrale termica
promossa dall’Ordine degli Architetti di Firenze e dalla Fondazione “Professione architetto” in collaborazione con Image, che si è tenuta il mese scorso nel centro commerciale di San Donato. All’incontro, dal titolo “Firenze che sarà”, si è discusso assieme ad abitanti del quartiere, rappresentanti delle istituzioni e artisti sul futuro di Novoli, che – osservano gli architetti – rappresenta “la porta a nord di Firenze, sempre più votata a diventare lo snodo infrastrutturale principale della città”. La presidente dell’Ordine degli Architetti, Colomba Pecchioli, sottolinea che “dagli incontri con i cittadini emerge chiaro il bisogno di luoghi ‘da vivere’, destinati alla cultura e alla socializzazione”. L’appello degli architetti è quello di “creare spazi che diano un’anima a un quartiere in continuo work-in-progress”, e questa prospettiva potrebbe attuarsi anche con il rilancio del progetto dell’Urban Center nell’edificio dell’ex centrale termica. Paolo Caldesi, del comitato “Vivere
Novoli”, sostiene che “va rispettata la vocazione dell’area di San Donato, che è quella di conciliare attività economiche, servizi e spazi per i cittadini. Noi ci auguriamo – prosegue – che si creino sinergie tra le associazioni no profit e le attività commerciali per creare iniziative utili a vivere al meglio la struttura”. Sulla futura creazione di spazi civici all’interno del complesso del centro commerciale San Donato, il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi sottolinea che “una serie di locali, per un totale di circa 1.500 metri quadrati, verrà destinata ad attività ludiche, artistiche e ad altre funzioni di interesse pubblico”. Il Comune di Firenze dovrebbe entrare in possesso dei locali in seguito all’approvazione del piano di recupero dell’area, che si prevede avvenga nei prossimi mesi. La destinazione degli spazi sarà decisa in base alle esigenze dei cittadini emerse durante i percorsi partecipativi dei “100 /A.R. luoghi”.
S.P.I. C.G.I.L. - SIndaCato PenSIonatI ItaLIanI LeGa QuartIere 5 FIrenZe PUNTO DI… SVISTA Il voto consegna a tutti risultati tanto evidenti quanto inediti. Chi si era candidato per dare un governo stabile al Paese non ce l’ha fatta. Chi ha scommesso per l’instabilità pensando di ritagliarsi un ruolo e un personale vantaggio dopo il voto, si è in larga misura dissolto. Chi ha puntato sull’ingovernabilità ha vinto. Dall’ingovernabilità si avvantaggiano speculatori e destra politica, perde il lavoro ed il Paese. la gravità della crisi impone scelte chiare e risposte efficaci per parlare ed agire verso la grande emergenza del Paese : il lavoro ed i giovani. In questo, la proposta autonoma della Cgil per un piano per il lavoro ci aiuta e aiuta, infatti serve a dare gambe alla crisi, vedere come si può uscirne e rilanciare lo sviluppo. Dentro c’è una cosa importantissima, il welfare, che è parte integrante del piano del lavoro. Non è visto solo come una spesa sulla sanità, sul sociale e sulle pensioni. Invece noi lo diciamo da tempo, il welfare è una risorsa economica (infatti produce in Toscana il 7,2% del Pil), oltre che sociale e strumento di uguaglianza. Per i pensionati tutto questo è importantissimo. Inoltre lo Spi ha ribadito a chi si è candidato e lo chiede ancora con più forza a chi governerà alcune priorità :
• una nuova politica fiscale che abbatta drasticamente l’evasione e riduca la tassazione sui redditi da pensione e da lavoro, • razionalizzazione della spesa pubblica, contrasto agli sprechi, alla mala gestione e ai costi impropri della politica, • equità nella distribuzione dei sacrifici, che fino ad oggi sono ricaduti principalmente sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati. • Ripristinare i fondi nazionali per le politiche sociali che sono diminuiti del 75% e quello della non autosufficienza, che sta diventando una vera e propria emergenza sociale. Proprio su questo, chiediamo da anni una legge, quale gesto di civiltà che ci avvicinerebbe alle grandi nazioni europee. Sulle pensioni, negli ultimi 15 anni si è registrato un crollo vertiginoso del loro potere d’acquisto, diminuito del 33% nei confronti dell’economia reale. In questo stesso arco temporale il valore di una pensione media è sceso del 5,1%. Inoltre chiediamo con forza che venga ripristinata la rivalutazione delle pensioni di quelle superiori 3 volte il trattamento minimo (1.443 euro) perché crediamo che sia stata una norma profondamente iniqua. la perdita è pesantissima, mediamente 1.135 euro nei due anni (2012 e 2013) e soprattutto non sarà più recuperata per tutto il corso della vita.
CUD e oBIS/M : Purtroppo l’Inps non invierà più ai pensionati anche per gli ex-Inpdap e ex-enpals, sia lo obisM che il Cud. Riteniamo che venga tolto un diritto ai pensionati e che porterà un grande disorientamento, soprattutto verso quelli più anziani e soli. Le OO.SS. dei Pensionati, appena avuta la notizia, si sono subito attivati con l’Inps per ovviare al problema. Ad oggi queste sono le modalità : i documenti saranno reperibili solo per via telematica sul sito dell’Inps utilizzando il proprio Pin. Gli ultra85, i percettori dell’indennità di accompagnamento nonché i residenti all’estero, potranno rivolgersi all’Inps per chiedere che venga spedito loro il Cud e lo ObisM. L’Inps di Firenze attrezzerà un punto self-service dove il pensionato con la sua tessera sanitaria potrà scaricarsi i due modelli. Inoltre il solo Cud può essere stampato presso gli uffici postali al costo di 2.70 € + Iva. Crediamo che oltre al danno anche la beffa, l’Inps risparmia, le Poste incassano ed il cittadino è colui che paga sempre!!! Mentre per tutte le persone che si rivolgono al nostro Caaf per effettuare una pratica fiscale, il Cud sarà stampato al momento del servizio. Nella sede di via tavanti (tutti i giorni 9.00-12.00) e nella Sub-lega di Peretola (martedì 9.00-12.00) solamente ai nostri iscritti prenoteremo i due documenti, che ver-
dIarIo SIndaCaLe ranno consegnati successivamente, presentando documento valido d’identità e codice fiscale.
APPUNTI DA NON PERDERE
APPUNTAMENTI CAAF - Per prenotare qualsiasi appuntamento al Caaf (servizi fiscali, Isee, Red, Colf e badanti, successioni ecc.) le persone devono telefonare al numero verde 800730800. Invece per tutti gli iscritti alla Cgil, abbiamo creato un canale preferenziale, infatti si può, o venire di persona nella sede di via tavanti.
TICKET SANITARIO – Nel momento in cui siamo andati in stampa, siamo venuti a conoscenza che la data per la presentazione dell’Isee per tutti i tickets sanitari non è stata ancora definita. Nelle nostre sedi potrai avere informazioni più dettagliate e su questo spazio vi terremo informati sulle scadenze.
LEGA QUARTIERE 5 - FIRENZE via A.tavanti , 3. tel. 055.4220440 - 055.417903 Fax 055.4360151 e-mail : spiq5@firenze.tosc.cgil.it
Per uLterIorI InForMaZIonI entra neLLe noStre SedI e troVeraI La rISPoSta CHe CerCHI
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Aprile 2013
Rifredi • Novoli • Brozzi
LA STORIA. Silvia Pezzatini ha lasciato il mondo dell’università per il chiosco di famiglia
Una ricercatrice dietro al bancone È diventata lampredottaia per scelta, tra lo stupore dei colleghi. “Avranno pensato che fossi impazzita, ma quella situazione di instabilità non mi appagava”. Ora il suo posto è in piazza Dalmazia Antonio Rettura
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a ricercatrice scientifica a lampredottaia, per scelta. È la storia di Silvia Pezzatini, che dopo diversi anni di lavoro all’Università di Siena ha deciso di tornare a Firenze, per prendere posto dietro al bancone del chiosco di famiglia in
il chiosco di piazza
piazza Dalmazia. Si è laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche all’Università di Firenze nel 2002, poi la carriera universitaria è proseguita nella città del Palio, dove Silvia ha vinto il concorso per il dottorato di ricerca, dopo il quale ha conseguito anche un ma-
Dalmazia
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ster. “Per circa sette anni mi sono occupata della ricerca sui materiali biocompatibili – spiega Silvia – che sono quelli che servono, ad esempio, a realizzare le protesi ossee, del cuore e delle vene”. Quando ha comunicato ai colleghi la sua decisione di lasciare il mondo della ricerca, la reazione è stata di totale incredulità: “Probabilmente avranno pensato che fossi diventata folle a vanificare gli sforzi di tanti anni di studio – racconta divertita Silvia – e sono rimasti molto dispiaciuti quando me ne sono andata via”. Ma Silvia precisa che diventare lampredottaia non è stato un “ripiego”, bensì una scelta volontaria, riflettuta e serena, nata dall’amara considerazione che che in Italia la ricerca scientifica non viene valorizzata. “Eravamo costretti a lavorare con poche risorse a disposizione – sottolinea l’ex ricercatrice – con contratti a termine senza una prospettiva di stabilità”. E infatti prosegue raccontando come buona parte del lavoro di ricercatrice consistesse nel “trovare fondi e finanziamenti per portare avanti i lavori”. “Que-
Silvia Pezzatini
al lavoro
sta situazione non permetteva una soddisfazione personale – spiega – e ha pian piano affievolito la fiamma della passione che avevo per la ricerca”. La decisione di cambiare vita è stata presa in un momento particolare: “Ero in dolce attesa, sentivo il bisogno di una ‘stabilità’ e di un lavoro che mi permettesse di guardare al futuro con più sicurezza. Nello stesso periodo – prosegue – mia madre, che fino ad allora aveva gestito il chiosco, voleva andare in pensione e aveva pensato anche di dare in gestione l’attività”. Così Silvia e la sorella hanno deciso di costituire una società (dal nome “Le
Lampredottaie”) e di gestire in prima persona l’attività che i genitori avevano avviato quasi quarant’anni fa, nel 1976. “Mi mancano un po’ il laboratorio e i miei vecchi colleghi – ammette l’ormai lampredottaia a tempo pieno – ma sono contenta della scelta che ho fatto: non me ne sono pentita e se dovessi tornare indietro la rifarei. Come – tiene a precisare – rifarei anche l’università, il dottorato e l’esperienza nella ricerca scientifica. Ma ora – conclude Silvia – sono felice di portare avanti la tradizione del lampredotto, che fa parte della storia della mia famiglia e di Firenze”.
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LAVORO/1. Ecco come e dove sta andando il “mercato dell’occupazione” nella nostra provincia
Reggono le badanti, cala il turismo Solo il 30% dei nuovi avviamenti si traduce poi in un’assunzione vera e propria: “Spesso gli impieghi durano pochi giorni o addirittura qualche ora”. Certi settori, però, sono in crescita Serena Wiedenstritt
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amerieri, commessi, braccianti agricoli e addetti all’assistenza personale. Sono state queste le qualifiche più utilizzate per i nuovi avviamenti al lavoro, da gennaio a ottobre 2012, in provincia di Firenze. Lo affermano dal Centro per l’impiego della Provincia, osservatorio privilegiato per capire come e dove va il mercato del lavoro locale. “Ma attenzione ai numeri, che spesso possono riferirsi anche solo a impieghi che durano qualche giorno o addirittura qualche ora, come nel caso delle sostituzioni – avverte Alessandro Belisario, dirigente della Direzione lavoro – solo il 30% si concretizza poi in una assunzione vera e propria. In realtà, infatti, il mercato del lavoro a Firenze è in stallo come in tutto il Paese, e solo l’intervento degli ammortizzatori sociali sta evitando il peggio. Ogni giorno – continua – si rivolgono a noi centinaia di persone in cerca di occupazione. Del resto, ci sono aziende e microaziende che chiudono quotidianamente, al di là di quelle che fanno notizia. Né l’entrata in vigore della riforma Fornero ha invertito la tendenza”. I numeri, infatti, parlano anche di un calo di 3.283 unità negli avviamenti rispetto al 2011, e di una durata dei contratti a termine che solo nel 50% dei casi supera i 30 giorni, mentre le aziende che hanno segnalato difficoltà sono state 257 in tutta la provincia e 112 solo a Firenze. In nove mesi, da gennaio a ottobre 2012, si è registrato l’avviamento di oltre 17mila camerieri, oltre 3.700 baristi, quasi 3.500 cuochi e, più genericamente, di quasi 3.200 addetti non qualificati nei servizi di ristorazione. Nonostante questo, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione subiscono un decremento del
personale impiegato: “Staremo poi a vedere cosa accade da Pasqua in poi – afferma Belisario – considerato che il turismo nel 2012 ha perso il 2,2%. Non possiamo certo contare più sul turismo interno, né su alcuni Paesi che tradizionalmente rappresentavano il nostro bacino, come la Spagna. Speriamo che i nuovi ricchi dalla Russia, dalla Cina e dal Brasile possano rimettere in moto il settore”. Fra i settori in crescita, invece, si segnalano quelli legati all’istruzione, alle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento e le professioni legate alla cura e all’assistenza familiare. I collaboratori domestici impiegati nei primi tre trimestri del 2012 sono stati quasi 4.500, e basta aprire il database delle offerte di lavoro del Centro per l’impiego in un giorno qualunque perché sal-
Quasi 4.500 collaboratori domestici “assoldati” nei primi tre trimestri del 2012 tino all’occhio le ricerche di badanti conviventi, per “assistenza e cura di signora autosufficiente”, piuttosto che di “colf convivente addetta alle pulizie della casa, al bucato, a stirare e alla cucina”. Per contattare il Centro per l’impiego è sufficiente chiamare il numero verde lavoro 800.855.855, o recarsi in uno degli sportelli presenti sul territorio provinciale (http://www.provincia.fi.it/lavoro/ centri-per-limpiego/sedi/).
68 anni dalla liberazione
I SENTIERI DELLA LIBERTÁ
A PIEDI A MONTE MORELLO PER RICORDARE I CADUTI DELLA RESISTENZA
Domenica 21 aprile l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) e il Q.5, insieme a numerose associazioni del territorio e ai comuni limitrofi, tornano a proporre l’appuntamento con “I sentieri della libertà”, un’iniziativa ideata per ripercorrere i luoghi che hanno fatto da scenario alla lotta partigiana, facendone occasione di riflessione collettiva e di giusto tributo a chi è caduto per la libertà. I gruppi di camminatori si muoveranno al mattino da punti prestabiliti del territorio (vedi cartina a fianco) e seguendo itinerari convergenti andranno a confluire, attorno alle ore 13, nella località di Sella degli Scollini (ai piedi delle tre punte di Monte Morello), dove è posto il cippo commemorativo di una durissima battaglia tra partigiani e fascisti.
Come Cambia il Quartiere
lavori in Corso
Nel punto di arrivo sarà offerto un ristoro a tutti i partecipanti; seguirà l’esecuzione di canti della Resistenza, a cura del coro femminile “Music Quorum”, ed un breve saluto da parte dei rappresentanti delle istituzioni, per ricordare il percorso che il nostro paese ha dovuto compiere per conquistare la democrazia dopo un ventennio di dittatura fascista ed una guerra sanguinosa. “Queste iniziative -dichiara la Presidente della Commissione Cultura del Quartiere 5, Gloria Innocenti Grisantiservono a ricordare che la democrazia è stata conquistata con il sacrificio di tante vite umane. Tocca a tutti noi saperla mantenere, preservando la memoria storica di quelle vicende e partecipando attivamente alla vita sociale e politica”. info: uffi cio Cultura Q.5, 055.2767046
formazione
NUOVO ASFALTO IN VIA BARACCA E VIA PISTOIESE
In vista dei campionati mondiali di ciclismo anche il territorio del Q.5 viene coinvolto in alcuni importanti lavori che interesseranno in particolare via Pistoiese e via Baracca con l’asfaltatura notturna (orario 22-6) di entrambe le arterie. L’inizio dei lavori è previsto per fine marzo. Per la piena riuscita della manifestazione si renderanno necessari anche piccoli interventi manutentivi (eliminazione cordoli, risagomatura marciapiedi, rialzamento chiusini di sottoservizi, ecc) che verranno invece effettuati in orario diurno e che potranno creare lievi disagi al traffico per il restringimento della carreggiata. I lavori dovrebbero concludersi nell’arco di un paio di settimane.
A LEZIONE DI ARABO
SPORT E FAIR PLAY, UN PROGETTO PER GIORNALISTI IN ERBA
Dal settembre scorso il circolo Arci ‘Casa della cultura’ di via Forlanini ospita un importante progetto incoraggiato dal Q.5 e promosso dall’ associazione Nissaa al Maghrib (Donne del Maghreb); tutti i sabati molti ragazzi di origine araba si trovano per studiare e soprattutto scrivere la loro lingua d’origine. Il dato incredibile è che in un lasso di tempo brevissimo si è passati da 10 a 40 bambini presenti. Ogni lezione si arricchisce di volti nuovi e non ne sono entusiasti solo gli studenti, che finalmente hanno l’occasione di potersi confrontare con le loro origini, ma anche i genitori, che si ritrovano piacevolmente mentre attendono i figli durante le lezioni. Così la scuola è diventato un momento di incontro; si è formato anche un gruppo di giovani da 17 ai 21 anni che si riuniscono qui e che, oltre ad organizzare eventi ed attività, aiutano i più piccoli nei compiti assegnati dalla scuola ordinaria. La scuola si svolge ogni sabato dalle 15 alle 17, è gratuita e aperta a tutti quelli che vogliono partecipare.
Dalla collaborazione tra la testata giornalistica sportiva Dilettanti Toscana e il Q.5 è nato “Adesso scrivo io”, un progetto che vede protagoniste le società sportive del territorio e coinvolge i ragazzi di età compresa tra i 16 e i 20 anni. L’iniziativa consiste nel fornire ai giovani che fanno sport l’opportunità di commentare pubblicamente on line, a poche ore dalla fine delle gare, gli eventi di cui sono stati protagonisti, elaborando loro stessi una prima forma di cronaca e di intervento critico. Dilettanti Toscana diventa così uno strumento per raccontare l’attività sportiva dal di dentro; i ragazzi, guidati nella formazione da un team di giornalisti della testata, dovranno esercitarsi a formulare una disamina il più possibile obiettiva e pun-
tuale delle loro prestazioni singole o di squadra. In questo modo si coniuga l’aspetto formativo (iniziazione alla scrittura giornalistica) con l’educazione al fair play, vale a dire la pratica di valori di correttezza e di rispetto come elemento essenziale e costitutivo della pratica sportiva. I ragazzi infatti, proprio per imparare ad impostare bene un articolo, saranno anche chiamati necessariamente a valutare gli incontri sportivi in maniera oggettiva, senza faziosità o condizionamenti di parte. Il breve corso sarà totalmente gratuito e riguarderà tutte le attività sportive: dal calcio, al basket, al volley, fino agli sport ingiustamente considerati minori.
l’inchiesta
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LAVORO/2. L’artigianato artistico “trema”: in pochi vogliono portare avanti la tradizione
Ma alcuni mestieri stanno scomparendo Hanno fatto grande Firenze, ma oggi rischiano di estinguersi.
Gianni Carpini
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ono una “specie in via di estinzione”. Mosaicisti, intrecciatori di paglia, intagliatori, incisori, orologiai e ricamatrici. Il “fatto a mano”, quello che si tramanda dal mastro artigiano al garzone, sta scomparendo dalle strade di Firenze. Mestieri con una storia secolare alle spalle che corrono il rischio di essere cancellati dal made
IL PROGETTO Da mezzo mondo a qua
Tutti a “lezione” nelle botteghe
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evaz arriva dalla Georgia, ha 32 anni e vuol aprire una bottega da restauratore. Nassira, 30enne africana, coltiva il sogno di mettere su una gelateria artigianale nel lontano Mali. Charo invece di anni ne ha 24, è filippina e il suo futuro lo vede qui da noi, dietro il bancone di una caffetteria-libreria dedicata ai giovani artisti. Fino a giugno, insieme ad altri sette “colleghi”, potranno conoscere i segreti del mestiere grazie a uno stage lungo sei mesi all’interno delle botteghe fiorentine che si sono fatte avanti per ospitarli. Il progetto “Interlab – laboratorio di mestieri di impresa”, promosso dalla Provincia di Firenze, dalla Camera di commercio cittadina e dall’associazione progetto Arcobaleno, è partito l’anno scorso grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea per l’integrazione e del Ministero dell’interno. Dopo la formazione in aula per mettere a punto le idee d’impresa, adesso le “lezioni” si sono spostate sul campo pratico, grazie ad alcuni artigiani che hanno risposto all’appello lanciato qualche mese fa. Sono dieci gli apprendistiimprenditori al lavoro in queste settimane. “Alcuni di loro sono praticamente italiani – spiega Giulietta Stefani dell’associazione progetto Arcobaleno – sono nati e cresciuti qui e si sentono parte della nostra comunità. Molti desiderano realizzare proprio a Firenze la loro piccola impresa”. Le idee sono tante. Imaad, 22 anni, vuol mettere a punto una piattaforma per il commercio online del cosiddetto “oro del Marocco”, il pregiato olio di argan. Alejandra, argentina di 51 anni, punta su una piccola bottega di prodotti realizzati al telaio. Thalita, brasiliana a Firenze da due anni e mezzo, pensa invece a un ristorante di carne allo spiedo brasiliana, da aprire in città. Il tirocinio prevede un gettone di presenza per i partecipanti, mentre le aziende percepiscono un /G.C. rimborso spese.
in China e dalla crisi economica. “Il mondo dei corniciai è in difficoltà, negli ultimi anni un gran numero è stato costretto a chiudere – spiega Lorenzo Mori, coordinatore del settore artigianato artistico della Cna di Firenze – ma ci sono tante professioni che stanno svanendo nel nulla: fabbri artistici, chi lavora il peltro, gli arrotatori di ferri taglienti, i calderai e i ramai”. La “lista nera” dei lavori tradizionali che sembrano destinati al declino è lunga. “Anche le attività specializzate nel ‘su misura’ non hanno vita facile – aggiunge Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato Firenze – sartorie, camiciai e calzolai stanno diventando una rarità”. Le famiglie fiorentine hanno meno soldi nel portafoglio, e spesso si preferiscono merci convenienti prodotte a livello industriale. “Da una parte c’è la contrazione della domanda interna e la crescita degli affitti. Dall’altra assistiamo a un impoverimento culturale – avverte Mori – la logica dell’usa e getta ha sostituito quella dei manufatti artigianali”. Solo chi guarda all’estero riesce a resistere grazie all’export. In molti casi, però, non ci sono eredi: la sapienza accumulata in decenni di lavoro rischia di andare perduta con l’ultimo artigiano che chiude bottega e va in pensione. Sempre meno giovani sono disposti a “sporcarsi le mani”. Secondo il “libro verde per l’artigianato” realizzato dal Comune di Firenze alla fine del 2012, il ricambio generazionale è quasi inesistente. Basti pensare che la metà degli artigiani ha oltre 50 anni, un terzo ha un’età compresa tra i 40 e i 49 anni. Solo il 17% è under 35. Per quei pochi che riescono a trovare apprendisti, poi – si lamentano i diretti interessati – c’è una giungla di leggi e norme che rendono difficile la formazione. A Firenze sono una ventina i maestri artigiani abilitati all’insegnamento, in base alla legge regionale che consente la creazione di “botteghe scuola” dove i giovani possono imparare i mestieri in via di estinzione. Al momento, però – viene spiegato – questo buon proposito rimane sulla carta per le tante richieste burocratiche alle quali piccole e piccolissime attività artigiane, per la maggior parte imprese individuali, non riescono a far fronte. In pratica si dovrebbero trasformare in scuole di formazione, un processo molto difficoltoso per realtà poco strutturate in questo senso. “L’artigianato è tirato per la giacca da più parti – conclude Scatizzi – tutti dicono che è importante, ma nei fatti non riusciamo a fare leggi semplici e soprattutto a fornire finanziamenti. Bisogna semplificare al massimo le procedure, in particolare quelle per formazione e apprendistato”.
Sartorie e calzolai sono ormai una rarità
Tra crisi economica e scarso ricambio generazionale gli eredi delle antiche professioni sono sempre meno. Le associazioni di categoria: “Servono regole più semplici per la formazione”
uN calzolaio al lavoro
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LA CITTÀ DA LEGGERE/1. Il segreto? Indipendenti, di quartiere e sempre più specializzate
Le librerie che resistono alla crisi Fra le moltissime attività costrette ad abbassare il bandone ce n’è qualcuna che, coraggiosamente, va avanti. E Il Reporter ha cercato di capire dagli addetti ai lavori come si combattono le difficoltà in questo settore Enrica Cinaschi
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mentre la crisi non sembra aver la minima intenzione di mollare la presa, c’è qualcuno che crede ancora (o forse spera, o forse è solo un po’ incosciente, come i migliori imprenditori sanno essere) che questo momento sia il migliore per investire. Investire in qualsiasi cosa, anche in cultura. Ne sa qualcosa Matteo Lander, titolare di Castalia, libreria indipendente che, dopo essere stata per quasi 23 anni in via Senese, si è spostata alla fine del mese di marzo in piazza della Calza (per l’esattezza al civico 153 di via Romana), dove ha trovato un locale più grande per dare nuova verve al suo punto vendita. “Come tutte le librerie italiane soffriamo la crisi a causa di molteplici motivi, il maggiore dei quali è l’affitto – racconta Matteo – per questo siamo arrivati a dover scegliere: o chiudere per le continue perdite o fare una pazzia. Abbiamo scelto la seconda strada”. Grande la partecipazione all’inaugurazione del negozio, che ha visto la risposta di molti amministratori locali e diversi rappresentanti della cultura fiorentina, che hanno manifestato il loro sostegno a questo tipo di iniziative. “Visto che il locale è molto più grande del precedente – continua Matteo – abbiamo deciso di specializzarci nei prodotti da bambino, andando a inserire, oltre ai libri, una serie di giocattoli molto speciali, selezionati per l’occasione tra i migliori produttori francesi, inglesi e tedeschi”. Ma, anche se i giochi sono i nuovi arrivati, non porteranno via del tutto la scena alla carta, che rimane sempre il leit motiv dell’attività. “Abbiamo in programma appuntamenti, incontri e letture, per coinvolgere la gente del
quartiere”, spiega. Ma Castalia non è l’unica libreria “coraggiosa” della città: ne esistono tante altre che, nonostante il periodo critico, continuano ad andare avanti. È il caso ad esempio della libreria via Laura, punto di riferimento per chi è alla ricerca – soprattutto ma non solo – di manuali scolastici e saggi. “Abbiamo un magazzino enorme – spiega il titolare, Francesco Fiumara – e cerchiamo di stare il più possibile attenti alle esigenze del cliente”. Un negozio che non è mai cambiato dal dopoguerra (“l’ho lasciato così appositamente – dice Francesco – perché le persone ci sono affezionate) e che ha continuato a collezionare clienti che, con l’avvento della crisi, si sono avvicinati sempre di più al mercato dell’usato. “Se si vuole diventar ricchi non è la strada giusta – continua il proprietario, che pochi mesi fa ha aperto un nuovo punto vendita, a Pistoia – ma se si pensa a fare il proprio lavoro con dei guadagni onesti, allora va bene”. E poi, ancora, ci sono le librerie di quartiere, come la Colonna a Gavinana o Flegias in borgo la Croce, quelle dove si trovano “sempre le stesse facce, si parla del libro che si sta acquistando, si fa un pacchettino quando se ne ha bisogno”, spiega Ilaria Guidelli di Punti Fermi, in via Boccaccio alle Cure, aperta da tre anni e mezzo con grande gioia della titolare. “È importante la collocazione e la dimensione intima, oltre al contatto che si stabilisce con le persone. Io, ad esempio – continua – facevo l’architetto e sognavo di aprire una libreria, e alla fine...”. Alla fine ce l’ha fatta, con grande soddisfazione di chi, i libri, continua a volerli comprare e condividere.
Più notizie su la liBreria
“castalia”,
iN piazza della
calza
L’ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA Negli ultimi anni sono state tante le rivendite del centro che, complici vari ostacoli, hanno chiuso i battenti
Dalla Edison a via dei Servi: il triste viaggio tra chi non ce l’ha fatta
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n bandone tira (giù) l’altro nel triste domino delle librerie fiorentine. Sono sempre di più i negozi di libri del centro storico che chiudono i battenti, soprattutto i più piccoli, ma anche le sorelle più grandi, specchio di una crisi che risparmia pochi. L’ultima in ordine di tempo è la libreria dei Servi, che aveva aperto il punto vendita nella strada omonima nel 2009, e che oggi ha deciso di chiudere, complice la crisi e l’affitto del grandissimo fondo, diventato insostenibile per i proprietari, che possiedono anche un’altra libreria, nella vicina piazza Salvemini. Ripercorrendo a ritroso l’ecatombe dei libri, non
si puà non ricordare la Edison di piazza della Repubblica, che ha combattuto una lunghissima battaglia per poter continuare a vendere (e per salvare i dipendenti) senza riuscire ad arrivare a niente se non all’incredibile solidarietà delle persone, che hanno partecipato a ogni iniziativa fino alla definitiva chiusura. L’anno precedente era toccato alla Martelli (sorella della Edison), a due passi da Palazzo Medici Riccardi e dal Duomo. Era nata sulle ceneri di Marzocco, a lungo punto di riferimento per i fiorentini amanti della lettura, che si era spenta nel 2003 e aveva fatto spazio a un nuovo luogo per gli aficiona-
dos della carta stampata. Ma a niente sono valsi flash mob e mobilitazioni. Ora si aspetta l’arrivo di Eataly, che a giugno dovrebbe prendere il posto della Martelli. Ultimo step della moria in centro è quello del Porcellino, angolo di paradiso per topi di biblioteca, che amavano andare alla ricerca del proprio libro del cuore tra gli scaffali in legno scuro della libreria. Ma non ce l’ha fatta neanche lei a resistere alla scure della crisi. L’augurio? A questo punto è solo che questa moria finisca prima che l’ultima libreria abbia salutato piazza Duomo e zone /C.G. limitrofe.
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LA CITTÀ DA LEGGERE/2. Piccole o grandi, antiche o moderne: ecco cosa offre Firenze
Il mondo (nascosto) delle biblioteche Sara Camaiora
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oderne o storiche, piccole e di nicchia o grandi e ricche di materiale. Diverse tra loro, certo, ma tutte insieme le biblioteche fiorentine costituiscono (e custodiscono) un patrimonio enorme per la città. Non sempre conosciutissimo. Tre “templi” per studiosi e ricercatori, data la quantità di materiale che conservano, sono senza dubbio la Biblioteca Nazionale Centrale, la Marucelliana e la Riccardiana. La prima, in particolare, è la più grande tra le biblioteche italiane, con sei milioni di volumi a stampa, 2.689.672 opuscoli, 25mila manoscritti, quattromila incunaboli e via dicendo. Le biblioteche comunali sono invece tredici. L’ultima nata è la “Mario Luzi”, nel quartiere 2: al grande poeta fiorentino da cui prende il nome è dedicato gran parte dello scaffale di poesia, ma oltre a questo si possono trovare 18mila testi, sale lettura e studio con 120 posti a sedere e undici postazioni per navigare su internet. Un luogo aperto alla città, a chi
studia, a chi cerca materiale ma anche a chi vuol semplicemente godersi un bellissimo pezzo di centro storico è la (piuttosto recente) biblioteca delle Oblate, che in pochi anni è diventata un punto nevralgico di aggregazione, studio, lettura e attività culturali. Dai 367.200 utenti del 2008 si è passati ai 525mila dell’anno passato. E anche per questo mese sono tante le iniziative in programma al suo interno: due su tutte, per il ciclo di incontri “Alle Oblate... il giovedì si tinge di giallo” lo scrittore pisano Marco Malvaldi l’11 aprile presenterà il suo ultimo libro “Milioni di milioni”, mentre il 19 aprile si viaggia (almeno con la mente) nell’Africa lontana con l’incontro “Dal Niger all’Italia”, realizzato in collaborazione con l’associazione Mondo Tuareg di Pordenone, con la proiezione del film documentario “Solo andata: il viaggio di un tuareg” di Fabio Caramaschi. La BiblioteCanova dell’Isolotto è nata invece con il progetto ambizioso di riunire e potenziare l’offerta del quartiere 4:
Alcune sono conosciute, altre un po’ meno. Sono diverse, ma tutte insieme costituiscono un patrimonio enorme. Fatto di volumi, storie, spazi e iniziative
FOCUS. Un’associazione vuol creare sinergia
Lettori e personale si uniscono T agli ai finanziamenti e blocco del turnover del personale, difficoltà a gestire il patrimonio librario e carenze strutturali. Le istituzioni culturali in Italia, è fatto noto, soffrono da tempo, e tra queste ci sono anche le biblioteche: la Nazionale Centrale di Firenze, purtroppo, non è da meno. La struttura vive da tempo una fase molto delicata. Di queste problematiche ha parlato, tra gli altri, la stessa direttrice Maria Letizia Sebastiani, in un recente incontro dal titolo emblematico “Emergenza biblioteche: il caso toscano”. A organizzarlo una serie di realtà associative nate in seno alle biblioteche, che coinvolgono sia utenti che lavoratori, come l’associazione lettori della Biblioteca Nazionale e i Bibliotecari resistenti. In particolare, l’Associazione lettori, nata nel ’96 per mano di un gruppo di docenti universitari che frequentavano la biblioteca e allargatasi negli anni anche a studenti e ricercatori, ha come obiettivo una sinergia tra chi lavora in biblioteca e chi usufruisce dei suoi servizi. “Si è creata una sorta di assuefazione al degrado: mi ritrovai in sala consultazione lo scorso inverno e pioveva dentro, e la cosa sconcertante è che ormai nessuno vi faceva caso – racconta Natalia Piombino, membro del direttivo – non vogliamo essere un corpo estraneo né
comportarci da intellettuali arroccati nelle sale, ma vogliamo promuovere iniziative assieme ai lavoratori perché la biblioteca è un bene comune per noi, loro e la cittadinanza intera, e come tale da preservare. Abbiamo in cantiere altri incontri e un nuovo convegno sulla situazione toscana, sempre collaborando con altre associazioni”. Secondo Piombino, uno dei problemi principali è che “manca una ‘vision’, un progetto a lungo termine: ciò che noi proponiamo è un ripensamento in toto del sistema, probabilmente la struttura non è più in grado di essere Nazionale Centrale, di ospitare tutto quanto esca, basti pensare che ci sono circa 160mila libri non catalogati, ovviamente perché il poco personale non ha il tempo materiale di farlo”. /S.C.
sempre in zona, entro settembre sarà inaugurato un nuovo punto lettura nella vecchia sede della biblioteca Isolotto “Luciano Gori”, nella sala prefabbricata a cui si accede da via degli Abeti. Tornando alla BiblioteCanova, al suo interno si trovano progetti all’avanguardia e originali, come il Bibliomondo, uno sportello intercul-
turale che facilita l’incontro di tutti i cittadini del mondo con la biblioteca pubblica. Questo servizio sarà protagonista il prossimo 10 maggio, in occasione della Festa d’Europa, della commemorazione del “Rogo dei Libri”, una serie di eventi dentro e fuori la biblioteca incentrati sul tema della cittadinanza. Ma la scelta non si ferma
soltanto alle strutture più grandi e conosciute: sono tante, infatti, le biblioteche che i cittadini possono scovare in diversi angoli della città, luoghi tutti dedicati a libri e studio ma ognuno con una precisa identità. E allora non resta che partire alla loro scoperta. Per poter dire di aver trovato, alla fine, la propria biblioteca preferita.
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società
Aprile 2013
IL CASO. Negli ultimi tempi a Firenze non sono mancati gli episodi preoccupanti
Quando a spaventare sono i ragazzini Sara Camaiora
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nna e Claudia passeggiavano tranquillamente in zona Santa Croce. Erano circa le due di notte di un sabato sera, ma essendo weekend in centro c’era movimento e le due stavano quindi rientrando a casa senza particolari timori, finché d’improvviso si avvicina loro un gruppo di ragazzini, tira una per la sciarpa, le
L’OPINIONE Parla l’esperta
“Dalla scuola all’esterno”
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n’identità condivisa, legata a una medesima etnia o alla stessa condizione di marginalità sociale, oppure il fascino di un leader e la volontà di emularlo. Sono queste alcune delle possibili motivazioni per cui si creano le baby gang, gruppi di ragazzini violenti, come spiega la professoressa Ersilia Menesini, docente di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Firenze. “A volte ritroviamo, in ragazzini violenti che si sono uniti, un’appartenenza comune, una stessa connotazione, a volte stesse origini – spiega – a Genova ad esempio sono note le baby gang di origine latina che si richiamano a bande che agiscono nei loro paesi e rispondono a precise norme di affiliazione, una cosa che qui a Firenze non mi risulta o comunque non in maniera così marcata. C’è poi anche il classico processo di emulazione, che porta a voler imitare a tutti i costi il leader di un gruppo, anche se violento. Comportamenti che poi possono sfociare anche in aggressioni importanti”. Un fenomeno, quello della violenza tra e da ragazzini, che secondo la prof non si può definire in ascesa, anche se sono aumentati i fatti di questo genere tra le cronache dei giornali. “Probabilmente perché emerge molto di più rispetto al passato, il che è un bene perché si possono elaborare strategie per prevenirlo”, puntualizza Menesini. Secondo Menesini, la costituzione di baby gang è comunque molto legata al bullismo. “Le bande di ragazzi si conoscono e si aggregano a scuola, dove si verificano i primi episodi di violenza, che poi si estendono al di fuori degli ambienti standard e si ripercuotono all’esterno, arrivando, in casi estremi, a trasformarsi in reati: essere vittime di bullismo può poi portare a una violenza che si manifesta contro l’esterno, un caso di cui qui non ho testimonianze ma frequente in America con gli ‘school shooting’: i ragazzini che sparano a scuola molto spesso erano stati vittime di atti di bullismo”.
butta in terra la borsa e la fa inciampare. Anna e Claudia fanno però in tempo a recuperare la borsa, si avvicina gente e il gruppetto di ragazzini scappa, ma la paura è tanta. “Non ce l’aspettavamo, per fortuna alla fine non è successo quasi niente, è stato un tentativo di scippo, ma ci ha colpito la violenza, soprattutto da parte di ragazzi così giovani”, raccontano. E non è questo il solo episodio avvenuto in città che ha visto protagonisti dei ragazzini, talvolta riuniti in vere e proprie baby gang. Un raptus di violenza in pieno centro si è verificato ad esempio lo scorso dicembre, quando tre ragazzini hanno aggredito e picchiato a colpi di ombrello prima un giovane che parlava al telefono, poi un signore anziano, causandogli un lieve trauma cranico. Il tutto è accaduto in pieno pomeriggio nella zona di Santa Maria Novella: i tre protagonisti dell’aggressione sono fuggiti una volta arrivate sul posto le forze dell’ordine, ma uno di loro, un diciottenne di origini tunisine, è stato bloccato e arrestato. Un altro episodio eclatante è avvenuto
Atti di bullismo o vere e proprie aggressioni, di sera o in pieno giorno, in centro o in periferia, avvenuti per mano di giovanissimi, a volte riuniti in baby gang. Difficile capire se si tratti di fatti sporadici o di un fenomeno in ascesa
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lo scorso aprile, quando sempre un gruppo di ragazzini ha minacciato il titolare di un negozio di kebab, che si è visto costretto a ceder loro l’incasso, per poi aggredire in strada un uomo statunitense chiedendogli a gran voce il portafoglio: questi si è però difeso, permettendo così l’arresto dei tre ragazzi, uno di vent’anni, di origine senegalese, gli altri due di sedici e diciassette anni, fiorentini. C’è stato poi il caso della baby gang di Gavinana che, nel 2011, seminò paura nel quartiere con scorribande ma anche vere e proprie aggressioni ai danni di alcuni coetanei: dopo lunghe indagini, fu arrestato un diciottenne di origini albanesi, indicato come il leader del gruppo di violenti. Casi sporadici o fenomeno in ascesa? Se resta difficile valutare nel complesso questi episodi, è un fatto appurato dagli esperti che la violenza ai danni di persone in strada da parte di ragazzini è molto spesso correlata al bullismo, un fenomeno che si verifica più che altro in ambienti scolastici e tra coetanei. Secondo un’indagine dell’Università di Firenze, su un campione composto da 926 studenti di otto scuole secondarie di secondo grado delle province di Lucca e Firenze, all’inizio dell’anno scolastico 2011/12 si stimava che il 28,4% dei ragazzi fosse coinvolto come vittima e il 30,3% come “bullo”, con forme più severe di coinvolgimento che si attestavano sul 6,2% come vittima e sul 7,8% come “bullo”.
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politica
Aprile 2013
PALAZZO VECCHIO. A marzo il rimpasto, dopo l’elezione di Nardella e Di Giorgi in Parlamento
Una “mini” giunta dal volto rosa Otto membri in tutto (la metà del massimo
LA NEW ENTRY. L’assessore Sara Biagiotti
previsto dallo statuto), di cui cinque sono
“Puntiamo sulle nostre eccellenze”
donne. A Saccardi il posto di vicesindaco
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Ilaria Esposito
O
tto membri, una maggioranza femminile e un volto nuovo: queste le caratteristiche principali dell’esecutivo fiorentino dopo il rimpasto dello scorso marzo. L’ex vicesindaco Dario Nardella e l’ex assessore all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi, eletti in Parlamento, siedono ormai rispettivamente sui banchi di Camera e Senato. Dopo la loro elezione, a Palazzo Vecchio si è reso necessario qualche cambiamento. Ed ecco le novità. La giunta, così com’è stata presentata qualche settimana fa, dovrebbe portare Firenze alle amministrative del 2014, salvo imprevisti. Cinque le donne, tre gli uomini: i membri del nuovo esecutivo sono la metà del massimo previsto dallo statuto. A prendere il posto di vicesindaco lasciato da Nardella, che ha rassegnato le sue dimissioni a metà del mese scorso, è stata Stefania Saccardi, che rimane assessore alle politiche sociali e acquisisce la delega allo sport. Sarà proprio Saccardi, quindi, a seguire la preparazione dei Mondiali di ciclismo previsti per il prossimo settembre. Il
nuovo vicesindaco lascia invece la delega al patrimonio non abitativo, che passa all’assessore alle politiche del territorio Elisabetta Meucci. A occuparsi delle politiche del lavoro, fino ad oggi competenza del neo-vicesindaco, sarà invece Sara Biagiotti, il volto nuovo di Palazzo Vecchio. Ex consigliere provinciale, Biagiotti ha avuto in consegna da Renzi anche la delega allo sviluppo economico, fino a un mese fa di Nardella, e quella al turismo, che nella fase precedente era affidata a Cristina Giachi. Infine, sarà ancora Biagiotti a occuparsi delle questioni legate alla Città metropolitana. A Giachi, che è anche assessore all’università e alle politiche giovanili, passa la delega all’educazione, che prima del rimpasto faceva capo a Rosa Maria Di Giorgi. Nessun cambiamento, invece, per Caterina Biti, che rimane assessore all’ambiente. Anche i tre uomini della giunta non vedranno alcun mutamento dei loro compiti. Sergio Givone mantiene la delega a “cultura e contemporaneità”. Massimo Mattei sarà ancora l’assessore alle infrastrutture e alle grandi ope-
re, alla manutenzione e al decoro, oltre che al trasporto pubblico locale. Alessandro Petretto, infine, continuerà a essere il titolare dell’assessorato al bilancio e alle partecipate. La delega al personale resta di competenza del sindaco Matteo Renzi, che ha anche individuato in Eros Cruccolini, consigliere, la persona alla quale affidare la delega agli interventi sul carcere. Renzi, a metà marzo, ha studiato e annunciato la nuova configurazione della giunta. “In questi quattro anni – questo il suo commento – sono state fatte molte cose, ma noi vogliamo fare ancora di più. Spero che le prossime settimane dimostrino che in Palazzo Vecchio c’è gente che lavora sui cantieri, sulle iniziative culturali e sui temi dell’emergenza sociale con la stessa grinta del primo giorno”.
i chiama Sara Biagiotti, ha 43 anni e, dopo il rimpasto di marzo, è il volto nuovo della giunta di Palazzo Vecchio. Laureata in economia e commercio, lavora alla Cna e fino a poche settimane fa era consigliere provinciale. Sviluppo economico, turismo, politiche del lavoro e città metropolitana: questi i compiti che le sono stati affidati dal sindaco Renzi. Il nuovo assessore ha “ereditato” la delega allo sviluppo economico da Nardella, quella al turismo da Cristina Giachi e quella alle politiche del lavoro da Stefania Saccardi, ora vicesindaco. La nomina di Biagiotti arriva a un anno dalle elezioni amministrative: “Ci sono partite aperte da portare a termine e sicuramente lo farò – afferma il neo assessore – ma l’amministrazione è sempre in divenire e nell’arco degli anni i processi si evolvono: ora come ora ci sono nuove priorità”. Un esempio: “Mi è dispiaciuta molto la sentenza del Tar che ha annullato la delibera dello scorso dicembre per cui gli esercizi non avrebbero dovuto vendere bevande alcoliche dopo le 21,15”. E continua: “La lotta all’abuso di alcol è sicuramente da combattere in tutto il Paese, deve essere in cima alla
sara BiaGiotti
lista delle priorità anche per le amministrazioni”. Secondo il nuovo assessore allo sviluppo economico, “l’agroalimentare è uno dei settori chiave in Toscana. Dobbiamo riappropriarci delle nostre eccellenze, perché Firenze è la città più bella del mondo, ma le sue tradizioni e la sua storia vanno veicolate nel modo giusto”. Biagiotti si esprime anche sul settore culturale, ultimamente in particolare affanno: “Per creare posti di lavoro di qualità bisogna seguire strategie che, nella culla del Rinascimento, non possono non considerare il mondo della cultura. Ovviamente – conclude – quando si tagliano i fondi, ad esempio, allo spettacolo, tutto ciò diventa difficile”. /I.E.
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focus
Aprile 2013
LA CITTÀ DA NON PERDERE. Ecco quello che i fiorentini consigliano ai “forestieri”
“Caro turista, io ti porterei qua...” Le proposte del web non sempre coincidono con il parere degli abitanti: per questi ultimi le mete irrinunciabili sono Oltrarno e San Niccolò. Lo shopping? In via Gioberti. E un monito: “Mai in centro la domenica pomeriggio” Ilaria Esposito
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la torre di
isitare una città con chi ci abita, si sa, è sempre meglio che farlo da turisti “al cento per cento”. Consultare la rete potrebbe essere una buona via di mezzo fra la guida cartacea e il consiglio di un autoctono: ma navigare nel vasto mare di internet non sempre permette di cogliere l’essenza di una città. E questo sembra valere anche per Firenze. Iniziamo con la lista degli “irrinunciabili”. Digitando su Google “cosa vedere”, fra i primi risultati compaiono il Duomo, piazza della Signoria, gli Uffizi e il Ponte Vecchio. Fin qui, nessuna novità. Ma qual è, invece, la prima risposta di un fiorentino? Chiedendo a un passante, poi al secondo, al terzo e così via, la risposta sembra corale: il primo posto dove un fiorentino porta un amico in visita è il piazzale Michelangelo. Seguono l’Oltrarno, Santa Croce e la zona fra San Niccolo e il Forte Belvedere. Secondo Teresa, 40 anni, “uno che viene da fuori va portato prima di tutto alle Cappelle Medicee. Gli si spiega cosa c’è lì dentro, poi si esce e si continua la visita con le informazioni necessarie a capire ciò che si vede”. Per le gite fuori porta, invece, il web consiglia Fiesole, le ville dei Medici sparse nel territorio toscano e le “dolci colline” del Chianti. Il fiorentino doc, in questo caso, è abbastanza d’accordo, ma risponde con più precisione: da non perdere il monastero di Fiesole, Greve, Panzano e Volterra. Operazione opposta: “Dove non porteresti
saN NiccolÒ
mai un amico in visita”. La rete, in questo caso, non è d’aiuto. Ma i fiorentini d’età e genere diversi sembrano abbastanza concordi: “In centro, soprattutto di domenica pomeriggio”, “nei posti turisticissimi di via dei Calzaioli”, “nelle gelaterie con le vasche strabordanti”. Anche quando si parla di shopping, le risposte di chi abita a Firenze rifuggono dal centro. Online il consiglio più frequente è di comprare “fra via dei Calzaioli e via Tornabuoni”. Il fiorentino, invece, sentenzia sicuro: “Via Gioberti”. Passiamo ai consigli, per così dire, “di pancia”: dove si mangia il lampredotto migliore di Firenze? Il suggerimento “raccolto per strada”, nel nostro caso dalla bocca di Simone, 30 anni, è di andare da Marco, ancora in via Gioberti, oppure da Nerbone, all’interno del mercato centrale. Sarà il fascino dello street food, ma nell’ambiente 2.0 sembra che “L’antico trippaio” di piazza de’Cimatori sbaragli la concorrenza. Anche chi non ama le frattaglie deve scegliere di chi fidarsi: della rete o del consiglio degli indigeni? Il Cecchini di Panzano, poeta della bistecca con l’osso, mette tutti d’accordo, internauti e sostenitori della gita con cicerone al seguito. Ma se si restringe il campo alle trattorie di città, le risposte sono diverse. La rete indica una varietà infinita di osterie e ristoranti. I fiorentini, invece, sembrano sedersi tutti alla stessa tavola. La loro risposta più frequente è: “La bistecca io la mangio da Marione”.
ZOOM Le nuove tecnologie prendono ormai spesso e volentieri il posto delle cartine nelle mani dei visitatori
Mappe addio, ora il capoluogo si scopre con lo smartphone
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aso incollato alla mappa, scarpe comode e macchina fotografica a portata di mano. Fino a qualche tempo fa il “turista medio” corrispondeva a questa descrizione. Oggi i visitatori portano ancora calzature più confortevoli che belle, ma in mano, molto spesso, al posto della cartina hanno uno smartphone che tormentano alla ricerca dell’applicazione giusta. Per Firenze c’è l’imbarazzo della scelta: esistono app che consigliano tour cittadini e oltre le mura, altre dedicate alla gastronomia e una miriade costruite dai singoli esercizi commerciali per farsi pubblicità. In una città d’arte non potevano poi mancare le applicazioni dedi-
cate ai singoli musei o ai grandi artisti. Toccando lo schermo del proprio telefono o tablet si possono conoscere tutti i segreti degli Uffizi, oppure curiosare alla scoperta dei “luoghi di Michelangelo”. Seguono le “app” che disegnano itinerari culturali o forniscono audioguide. Le istituzioni, in collaborazione con diversi enti a seconda dei casi, non hanno mancato l’appuntamento con i telefoni di nuova generazione. Esiste una “app” per gli itinerari a piedi, mentre un’altra, sempre “comunale”, è dedicata ai famosi “100 luoghi” e permette ai cittadini di interagire, caricare foto, fare proposte. Infine, a Firenze “tecnologia” fa rima anche con
“ruralità”: da qualche mese esiste “Agriapp”, l’applicazione che guida il visitatore attraverso gli agriturismi toscani. Camminare per la città senza carte né mappe è una conquista in termini di praticità. Purtroppo, però, alla tecnologia sfuggono certe sottigliezze. Curiosando fra le applicazioni che forniscono consigli per districarsi nella giungla gastronomica cittadina, compare una definizione capace di far rabbrividire anche il meno purista dei fiorentini. “If you want to eat focaccia go to…”, ossia “se vuoi mangiare la focaccia vai…”. Un goloso di schiacciata doc cam/I.E. bierebbe sicuramente direzione.
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DUE RUOTE/1. Via all’iniziativa “Bici lucenti”: costa quattro euro, “ma può valere tantissimo”
Un kit per salvare la vita dei ciclisti Serena Wiedenstritt
Luci anteriori e posteriori e campanello per essere certi di vederci e farsi vedere.
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E nel frattempo si continua a chiedere la riduzione della velocità in alcune zone
aranno sicure di vederci e farsi vedere. Sono le bici che potranno contare sul kit formato da luci anteriori e posteriori e campanello grazie all’iniziativa “Bici lucenti”, in partenza in questi giorni, promossa dall’associazione Città Ciclabile Onlus in collaborazione con le associazioni Familiari vittime della strada Gabriele Borgogni e Lorenzo Guarnieri, le sezioni soci della Coop di Firenze, la Cooperativa Ulisse e con il patrocinio del Comune di Firenze. Un kit low cost, venduto al prezzo “politico” di quattro euro, “ma che può valere tanto, tantissimo, che può valere una vita umana”, spiega Carla Lucatti, presidente dell’associazione Città Ciclabile Onlus. Il kit sarà distribuito da diciotto rivenditori di bici e accessori per le due ruote in tutta la città. Dopo il tragico incidente dello scorso febbraio, che ha visto perdere la vita una ciclista di 23 anni, l’associazione rinforza così il suo messaggio che va in una duplice direzione: promuovere la sicurezza e chiedere a tutti gli utenti della strada di rispettare le regole, soprattutto quelle legate alla velocità. L’associazione, infatti, punta molto sull’applicazione dell’ordine del giorno presentato il 19 novembre scorso in consiglio comunale e approvato all’unanimità, che prevede la riduzione della velocità da 50 a 30 km orari in alcune zone della città. La premessa è che un veicolo a motore che viaggia più veloce ha molte più possibilità di causare vittime rispetto a chi viaggia a velocità più moderate: “In un caso muori, nel secondo magari finisci solo all’ospedale”, spiega Lucatti, che continua: “Una città che si muove più lenta è più sicura per tutti, non solo per i ciclisti, ma anche per
il loGo dell’iNiziativa
pedoni”. Non solo più piste ciclabili, dunque, tra le richieste della Onlus nata nel 1997 con lo scopo di promuovere la mobilità ciclistica e favorire quella “elementare” (ciclisti, pedoni e disabili), ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, garantire il diritto alla salute dei cittadini e, appunto, rendere le strade più sicure tramite interventi per diminuire la velocità dei mezzi a motore. “Certamente le piste ciclabili sono determinanti e devono aumentare di numero e qualità, ma per noi è fondamentale cambiare logica per tutta la città: bisogna lavorare sul rispetto delle regole di sicurezza. Poi noi ovviamente sosteniamo l’utilizzo della bici perché vuol dire scegliere l’unico mezzo di trasporto totalmente ecologico e sostenibile, ma anche dedicarsi a uno stile di vita più rispettoso per se stessi, per gli altri e per l’ambiente. Si tratta in fondo di una scelta di salute a 360 gradi”. Questo mese parte poi una campagna per i più piccoli: anche in questo caso è prioritario il rispetto delle regole. “Vedeste come sono contenti i bambini quando li portiamo fuori in bici – conclude Lucatti – ma nei giorni feriali, con tutto il traffico che c’è, chi si azzarda più?”.
IN CLASSE. Prosegue il programma che coinvolge gli alunni di diversi istituti
Mille studenti a scuola di sicurezza
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iaggia sempre in direzione di un miglioramento della sicurezza stradale il programma “Insieme per la sicurezza”, che da gennaio ha portato questo importante tema tra i banchi di scuola. Gli istituti coinvolti si trovano per la maggior parte nel quartiere 2, capofila del progetto. “Complessivamente i ragazzi coinvolti saranno un migliaio – ha sottolineato la comandante dei vigili Antonella Manzione – e questo significa coinvolgere anche le loro famiglie, i loro amici. Si tratta quindi di una formidabile occasione per veicolare e diffondere
un messaggio forte, ovvero che imparare il rispetto delle regole è il primo tassello per imparare a volersi bene e a voler bene alla vita”. Gli incontri vengono svolti da soggetti diversi, individuati in base alle specifiche competenze: il tema della “consapevolezza” viene trattato dalle associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, quello della “competenza” è affidato a polizia municipale, polizia stradale e 118, infine il tema della “Azione” è approfondito da Sna (Sindacato nazionale agenti assicurativi) e Crrcr psicologi Careg-
gi. E c’è una bella notizia: i livelli di incidentalità sono un po’ diminuiti. Dal 2007 al 2012 gli incidenti sono passati da 5.450 a 3.497 (unico anno in controtendenza il 2011, con 3.902 casi a fronte dei 3.741 del 2010). Ma proprio il vicepresidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri, Stefano Guarnieri, ha ricordato come la riduzione dell’incidentalità sia una tematica di lungo periodo: e infatti l’ormai avviato progetto David ha l’obiettivo di salvare 58 vite umane e di ridurre di mille unità /G.R. i feriti gravi nell’arco di dieci anni.
DUE RUOTE/2. L’idea di un team di giovani sviluppatori dell’associazione “Smart Italy”
Percorsi e rastrelliere? Tutti in una “app” È gratuita e si basa sulle informazioni “open data” fornite dal Comune: si può consultare la collocazione di piste, fontanelli e colonnine di ricarica per i mezzi elettrici, ma anche capire quanto si sta risparmiando
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i chiama “Bike Firenze”, ed è l’applicazione gratuita per smartphone che aiuta i ciclisti fiorentini a muoversi in città, suggerendo percorsi e segnalando piste ciclabili, rastrelliere e fontanelli. L’applicazione è stata realizzata da un team di giovani sviluppatori dell’associazione “Smart Italy”, e si basa sulle informazioni “Open Data” fornite dal Comune di Firenze, tra gli enti più virtuosi d’Italia nel fornire liberamente i dati relativi all’amministrazione e al territorio. Questi “dati aperti” possono essere consultati da tutti e utilizzati dai professionisti per creare – come in questo caso – applicazioni utili per i cittadini. “Bike Firenze” permette di consultare facilmente la mappa delle piste ciclabili e suggerisce una serie di percorsi per attraversare la città sulle due ruote. Per ciascun percorso vengono fornite diverse informazioni utili: dalla lunghezza del tragitto e il relativo tempo di percorrenza ai litri di benzina (e quindi agli euro) risparmiati non usando l’auto, fino al calcolo delle emissioni di anidride carbonica che si evita in questo modo di disperdere all’ambiente. L’appli-
cazione fornisce informazioni utili anche per il benessere fisico: per ogni percorso è possibile visualizzare la stima delle calorie consumate e il peso smaltito pedalando. Sulla mappa, oltre al percorso, si possono visualizzare anche i fontanelli, funzione molto comoda per programmare soste di “ristoro”, utili specialmente nella stagione calda ormai alle porte. È inoltre segnalata anche la collocazione delle rastrelliere e delle colonnine per ricaricare le bici elettriche. Per ampliare l’offerta dei percorsi suggeriti, “Bike Firenze” permette infine di suggerire ai gestori dell’applicazione percorsi personalizzati, che potrebbero essere utili anche agli altri utenti. I creatori di “Bike Firenze” fanno sapere che l’applicazione verrà presto aggiornata e arricchita con nuove funzioni, tra cui l’integrazione con i social network. Ad esempio, nella prossima versione sarà possibile condividere su Facebook e Twitter i percorsi personalizzati. L’applicazione al momento è disponibile solo su smartphone Android ed è scaricabile liberamente dal /A.R. Google Play Store.
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focus
Aprile 2013
COMMERCIO/1. La tessera fedeltà per gli acquisti in Sant’Ambrogio piace. E non è l’unica iniziativa
Se lo shopping è a misura di rione più notizie su
COMMERCIO/2. La zona è da riqualificare
Piazza dei Ciompi, bancarelle in attesa I
al mercato di
Sant’Ambrogio
La “We-Fi card” può essere utilizzata in negozi e bar, ma anche al mercato: per i clienti promozioni e sconti. “Così gli abitanti si sentono coinvolti”. In Borgognissanti si punta sulle vendite on line e sull’introduzione di una “moneta alternativa” Gaia Grassi
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uando la crisi si fa dura, i consumatori diventano “fedeli”. Il progetto dell’azienda Nexuscom, che ha lanciato la tessera fedeltà “We-Fi card”, è partito lo scorso febbraio e ha ottenuto un grande successo nel giro di poche settimane. Si tratta di una carta completamente gratuita che può essere utilizzata in negozi, bar e ristoranti, ma anche tra le bancarelle del mercato che aderiscono all’iniziativa all’interno del rione di Sant’Ambrogio. Mezzo chilometro quadrato di centro commerciale naturale che offre diverse opportunità ai consumatori: dà accesso alle promozioni che di volta in volta sono attivate dagli esercenti e dà la possibilità di accumulare punti a ogni acquisto. Raggiunta la somma di cinquecento punti, si ha diritto a un buono sconto di cinque euro. Prima di questa iniziativa, il mercato di Sant’Ambrogio aveva già messo a disposizione una tessera sconto, riscuotendo un discreto successo ma, come spiega Lorenzo Arrighi, presidente di Nexuscom, “era una tessera fine a se stessa. Per questo Luca Menoni della macelleria del mercato e io abbiamo deciso di dar vita a un progetto che potesse sostenere l’intero quartiere”. Insomma, il concetto è il classico “l’unione fa la forza”. E non è solo una questione di “crisi”: la tessera è stata “inventata” per dare sostegno alle attività di vicinato e per valorizzare gli acquisti dei clienti. Paola Bonacchi, esercente, sottolinea l’importanza del progetto e afferma: “Tanta gente viene con la tessera, è un’iniziativa che piace perché gli abitanti del quartiere si sentono coinvolti e sentono di contribuire a valorizzare il loro rione”. Ma, in fase di organizzazione o già avviati, anche altri centri commerciali naturali del centro storico hanno i loro progetti di fidelizzazione. Nell’area di Borgognissanti si sta mettendo a punto un sistema “a due marce”: i commercianti aspirano soprattutto alle vendite on-line rivolte a Firenze, in Italia e anche all’estero e, come racconta Fabrizio Carabba, presidente del centro commerciale naturale di
Borgognissanti e presidente della Confcommercio del quartiere 1, “inizialmente sarà il Ccn a organizzare la fase di ordini-fatturazione e a occuparsi del magazzino per avviare questo tipo di vendite, ma accanto a questa iniziativa vorremmo introdurre una moneta alternativa: gli scec”. Il nome di questa simil carta-moneta è ripreso da una battuta di Totò, e adattato come acronimo di “sconto che cammina”. L’iniziativa prevede di mettere in circolazione dei soldi “falsi” che attestino un valore di sconto da utilizzare in diversi esercizi del rione, così – anziché pagare, ad esempio, dieci euro dal fruttivendolo – se ne pagano otto più un buono sconto di due euro che il commerciante potrà riutilizzare da un altro rivenditore. “Si tratta di un esperimento che potrà cominciare in estate ma che ha già dato buoni risultati a Napoli, Roma e Milano”, aggiunge Fabrizio Carabba. Giampaolo Santi è invece il responsabile del progetto “Vive card”, che ha
l mercatino delle pulci è ancora in cerca d’autore. Negli ultimi sei anni, infatti, sono stati pensati diversi progetti per riqualificare piazza de’ Ciompi ma fino ad ora nessuno di questi è stato realizzato. E la piazza, sebbene offra uno scorcio sempre suggestivo, continua a versare in uno stato di degrado che va man mano peggiorando. Alcuni stand del mercato necessiterebbero di un intervento immediato, senza contare che i tetti sono in amianto e rappresentano quindi una preoccupazione chi ci lavora e per coloro che abitano nella zona. Il suolo della piazza è sconnesso: ci sono buche e fratture a causa delle radici degli alberi che crescono sotto terra. In più, un ramo dell’albero situato al centro della piazza, dopo la nevicata del 2010, si è rotto rischiando di distruggere uno degli stand, e un altro sembra destinato a fare la stessa fine. Senza contare che quando il mercato chiude alcuni senzatetto pernottano sotto la tettoia che protegge una delle due file di negozi, lasciando ai commercianti tracce poco gradite da rimuovere la mattina. Preferisce rimanere anonima la moglie di un esercente del mercato, che racconta: “Fino ad ora i progetti sono stati scartati perché non piacevano ai residenti o all’amministrazione oppure non mettevano d’accordo i negozianti – dice – e anche stavolta temo che si arriverà alla fine del mandato del sindaco senza aver cavato un ragno dal buco”. Ma un nuovo progetto c’è, e proprio in questo perio-
Il concetto di fondo è il classico “l’unione fa la forza” come riferimento territoriale il mercato centrale di San Lorenzo. Ma i confini, in questo caso, non sono rionali, bensì dettati dalle esigenze dei consumatori che possono utilizzare la “Vive card” sul territorio nazionale, nei negozi che aderiscono al progetto del consorzio Cesapp. La carta esiste da circa due anni e permette di accumulare punti che possono essere subito convertiti in sconti in un altro negozio aderente. “Lo scopo di questa carta è insegnare ai consumatori a pensare a un mercato aperto, capace di soddisfare le esigenze più disparate – conclude Santi – e non far perdere l’interesse né agli acquirenti, né alle aziende”.
piazza dei
Ciompi
do è al vaglio dell’amministrazione. Francesca Andreini, presidente del consorzio mercato antiquario e delle pulci, spiega che “il nuovo project financing è molto simile alla struttura attuale del mercato. Questa volta – continua – siamo molto fiduciosi, ci siamo impegnati tanto per metterlo a punto e non ne possiamo più di lavorare in queste condizioni”. I lavori di demolizione e ricostruzione degli stand saranno a carico degli esercenti – che durante il periodo di riqualificazione si dovrebbero spostare in un tendone in largo Annigoni – mentre a carico dell’amministrazione è la rimessa in sicurezza del selciato. Nel progetto è previsto un piano di riqualificazione che comprende anche il rifacimento del centro di accoglienza
Questa volta siamo fiduciosi, vogliamo uscire dal cono d’ombra davanti alla moschea e la pedonalizzazione di tutta l’area, in cui dovrebbero essere inserite panchine, rastrelliere ed essere attivata una zona wi-fi. “Con questo intervento vorremmo far uscire il mercato di piazza de’ Ciompi dal cono d’ombra – conclude Andreini – e attirare di nuovo la gente che passeggia e fa acquisti lungo l’asse che da via Gioberti arriva sino /G.G. al Duomo”.
speciale salute
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ORGANI. La nostra è una regione d’eccellenza per i trapianti
Donatori si diventa all’anagrafe Serena Wiedenstritt
ne la “banca del cordone ombelicale di Firenze”, a cui ad oggi afferiscono diciotto punti nascita e che in sedici anni di attività ha raccolto più di 18mila unità, di cui oltre duemila sono risultate idonee al bancaggio. E se da un lato, specialmente a livello nazionale, il 2013 è iniziato con un trend negativo di alcuni punti percentuali sia per quanto riguarda le donazioni che per i trapianti effettivi (mentre la Toscana è rimasta stabile), dall’altro ci sono buone notizie per il prosieguo dell’anno. È infatti appena entrato in funzione a Firenze il nuovo iter che permetterà di dare il consenso per la donazione degli organi direttamente negli uffici anagrafe del Comune. In
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È arrivata la mezza stagione: i consigli per non finire ko
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oscana regione d’eccellenza per i trapianti. E per le donazioni. Con il centro fiorentino che non è da meno. “In Toscana e a Firenze – spiega Adriano Peris, coordinatore del Centro trapianti della Regione Toscana – abbiamo una cultura del trapianto. Siamo infatti la regione ‘benchmark’, con 71,9 casi di donazione ogni milione di abitanti. Quello che accade qui a differenza di altre regioni (la media nazionale è di 38,2 casi di accertamento di morte encefalica per milione di abitanti) è che noi segnaliamo tutti i casi di morte encefalica, mentre altrove viene fatto un filtro iniziale, che non va nel senso di quanto indicato dalla normativa. Anche se poi sulla percentuale di trapianti siamo comunque a 31 casi circa ogni milione di abitanti, questo è a causa delle varianti che possono intervenire in un secondo momento relative, ad esempio, al tempo di conservazione degli organi piuttosto che alla disponibilità di un paziente ‘giusto’ per il trapianto”. In Toscana inoltre, come spiega il dottor Peris, sono disponibili centri specializzati per diverse tipologie di trapianto e in particolare Firenze è all’avanguardia per i trapianti di rene e midollo osseo, “ma si può dire che la regione sia attrezzata per tutti i trapianti relativi alla maggior parte delle malattie croniche, dal cuore al polmone fino a rene e pancreas”. Non solo: a Careggi, dal 1996, è in funzio-
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pratica funzionerà così: al momento in cui il cittadino va a fare o a rinnovare la carta d’identità, gli addetti dell’anagrafe, che per questo saranno stati appositamente formati, gli domanderanno se vuol essere registrato come donatore di organi. In caso positivo, il cittadino firmerà il consenso e i suoi dati verranno inseriti in tempo reale nel database nazionale del Sistema italiano trapianti. “Contiamo molto su questa novità – spiega Peris – che verrà comunicata e valorizzata grazie alla collaborazione con le associazioni e i coordinamenti territoriali. Con iniziative come questa puntiamo a ridurre al dieci per cento la percentuale dei non donatori”.
rchiviati piumini, sciarpe e cappelli, si iniziano a vedere i primi germogli sulle piante e le giornate si allungano. Indubbiamente, è arrivata la mezza stagione. Da sempre dichiarata estinta nei luoghi comuni e nelle battute fra amici, ogni anno, anzi ogni sei mesi, ritorna con i suoi cambiamenti e la sua variabilità, mettendo a dura prova l’organismo. Ma a fin di bene: serve infatti ad “allenare” il fisico e a prepararlo al passaggio alla stagione successiva, in questo caso l’estate. “Il cambio di stagione rappresenta uno stress per l’organismo – spiega Niccolò Berzi, medico di medicina generale – e se alcune persone non hanno problemi ad adattarsi alle nuove condizioni climatiche, per altre il momento di passaggio può causare alcuni fastidi. Fra i disturbi accusati più frequentemente rientrano sonnolenza, alterazioni dell’umore, cefalea e affaticamento. Si tratta, appunto, di fastidi, per cui nella maggior parte dei casi non sono necessarie terapie mediche, salvo situazioni particolari, mentre invece risultano essenziali un corretto stile di vita e alcune accortezze”. Per Berzi, l’importante in questo periodo è adottare uno stile di vita salutare, che renda capace l’organismo di rispondere ai cambiamenti: “Fare una vita attiva, praticare sport o anche solo camminare a lungo, dedicare al riposo una quantità di ore sufficiente, ma non eccessiva, mantenere una dieta equilibrata e varia, in cui abbondino frutta e verdura, non fumare e limitare gli alcolici sono raccomandazioni che dovremmo tenere a mente tutto l’anno, ma a maggior ragione nel momento dei cambi di stagione. Nelle mezze stagioni – continua – spesso caratterizzate da un clima bizzarro e da importanti escursioni termiche, diventa fondamentale l’abbigliamento, che deve essere ‘modulabile’ o, come dicevano i nostri nonni, ‘a cipolla’: non è inusuale prendere freddo la mattina, per poi sudare sotto al sole all’ora di pranzo e raffreddarsi nuovamente la sera. Così un piccolo malanno rischia di arrivare”. Da non dimenticare però che le mezze stagioni hanno anche i loro lati positivi, ad esempio grazie all’ora legale, che regala una maggiore esposizione alla luce che ha effetti endocrini e psicologici. Lati positivi forse meno evidenti per chi soffre di allergie, ad esempio alle graminacee, piuttosto che all’olivo o alla parietaria. In questo caso conviene tenere a portata di mano /S.W. compresse e spray.
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Aprile 2013
QUATTROZAMPE/1. Cosa va e cosa no secondo i loro padroni. A partire dalle aree ad hoc
La città e i cani, in salsa fiorentina
commentA su
Sara Camaiora
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ranquilla, vivibile, verde. Chissà se i nostri amici cani userebbero questi aggettivi per descrivere Firenze. Dato che a loro non possiamo chiederlo, a dirci cosa ne pensano sono i loro padroni. In molti si dichiarano tutto sommato soddisfatti della situazione, anche se i problemi in città non mancano. In primo luogo sta a cuore a tutti l’avere aree verdi vicine e a disposizione, in particolare le aree apposite per i quattrozampe, dove poterli lasciare liberi senza guinzaglio. Le aree cani in città sono tredici e, stando a quanto sostengono i padroni, ci sono zone più penalizzate di altre, come il centro storico e alcune aree più periferiche. “I giardini ci sono ma non possiamo lasciarli liberi, c’è stato un boom di multe proprio per questo, ci sono tanti agenti in borghese che girano: è giusto, ma anche noi siamo in difficoltà”, fa presente Simona. “Dal centro e da Novoli tanti vengono all’Orticoltura, è un po’ lontano”, precisa la signora Anna. C’è anche chi però punta il dito contro la stessa “categoria” dei padroni. “A volte sono proprio i proprietari a essere maleducati, lasciando a terra deiezioni e sciogliendo gli animali in punti dove non potrebbero, mettendo così in difficoltà tante persone: noi li conosciamo, sappiamo se sono tranquilli, ma altri no – spiega Alessandro – le aree cani non sono tante ma non ci può neanche lamentare troppo: io sto
in zona Porta Romana e vado in via dell’Erta Canina”. Queste aree, però, a volte sono “monopolizzate da alcuni cani con cui risulta difficile socializzare”, si lamenta Anna, oppure hanno dimensioni ridotte e non sono ben tenute, come denunciano alcuni cittadini del quartiere 2. Problematiche ben presenti anche agli addetti ai lavori, come Scila Orlandi, educatrice cinofila e titolare di un centro di educazione cinofila a Bagno a Ripoli. “Le aree cani sono molto utili, ma spesso diventa difficile far coesistere tanti animali in territori ristretti – spiega – sono frequenti le zuffe fra di loro, anche se spesso la colpa è di alcuni proprietari che si ostinano a portare i loro cani anche se sono aggressivi. Diciamo che un consiglio utile è quello di far attenzione alla tipologia dei quattrozampe presenti prima di accedere a queste aree”. Scila sottolinea poi l’importanza del tempo da trascorrere all’aperto con il proprio animale e, soprattutto, la necessità di non lasciarlo solo. “Uno degli aspetti fondamentali da considerare nella decisione se prendere o meno un cane è la quantità di tempo che avremo da potergli dedicare: sulla base di questo è utile che gli interessati consultino gli educatori anche prima di fare la loro scelta, per individuare la miglior tipologia di animale – aggiunge – se preso da cucciolo, un cane deve poter uscire molte volte al giorno per imparare il prima possibile che i suoi bisogni deve farli fuori da casa: è buona cosa rivolgersi ai centri cinofili per corsi di ‘puppy-class’, per la socializzazione guidata con altri cani”.
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viAle MAltA
viA dell’eRtA CANiNA
“Area piccola, ma intorno c’è spazio”
“La pioggia porta problemi”
“In questa zona siamo fortunati”
L’area cani è piccola e spesso “monopolizzata” da molti cani, ed è difficile socializzare. A dirlo sono alcuni residenti della zona, che però apprezzano la grandezza del giardino per poter passeggiare al guinzaglio e la presenza di un ampio spazio verde poco lontano, nei pressi del Mugnone, che favorisce lunghe passeggiate.
“Quando piove non si entra: c’è bisogno della ghiaia, ma prima c’è da solidificare il terreno, sennò si scioglie anche quella”: lo sostengono la signora Fiamma Mariscotti e il signor Gianni Bacci, che lamentano la situazione dell’area cani. “Poca manutenzione e pochi bidoni della spazzatura: il tavolino con le sedie l’abbiamo risistemato noi”, aggiungono.
“Noi che abitiamo qua siamo fortunati”. Lo ammettono alcuni residenti di Porta Romana, che qui possono usufruire di un’area per cani e di ampi spazi verdi per passeggiare. Praticamente accanto c’è il parco per i bambini, dove campeggia un cartello che vieta l’ingresso ai cani: un divieto rispettato, considerando la vicinanza dell’area specifica.
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QUATTROZAMPE/2. Aumentano coloro che non riescono più a mantenere i propri migliori amici
Abbandoni e fame: Q la crisi ora colpisce anche gli animali
Ilaria Esposito uando la crisi morde, anche Fido è costretto a tirare la cinghia. Nel 2012 la sede fiorentina dell’Enpa (l’Ente nazionale protezione animali) ha assicurato 136 interventi gratuiti di natura veterinaria, dalla visita all’operazione chirurgica. Un dato che supera quello dell’anno precedente del 65%. In aumento anche la somministrazione di cibo da parte dell’Enpa: ai privati in difficoltà che si sono rivolti all’associazione per sfamare il proprio animale domestico, nel 2012 sono stati distribuiti 450 chili di mangime. “Negli anni precedenti – spiegano dall’ente – davamo sì e no qualche scatoletta”. Ma quanto costa nutrire un animale domestico? Prendiamo, ad esempio, un cane di taglia media, sui 15 chili di peso. Acquistando cibo in scatola di qualità non eccessivamente alta né scadente, servono più o meno 3-4 euro per assicurargli due pasti al giorno. Il conto, ovviamente, si fa più salato se il numero di animali a carico aumenta. C’è chi si difende risparmiando il più possibile sul cibo. Altri, come dicono i dati, chiedono aiuto agli enti che si offrono di darlo. Proprio all’Enpa, da circa un anno, c’è un magazzino dove chi è in difficoltà può trovare beni alimentari per il proprio animale. Ma per chi subisce la crisi in maniera davvero grave, a volte l’ingegno non basta. Sono sempre più frequenti i casi di chi è costretto a rinunciare al proprio miglior amico a quattro zampe. Il dato del 2012 non è ancora disponibile, ma dall’Enpa fanno sapere con certezza che “si è notata, negli ultimi tempi, un’accentuazione di richieste di affidamento, che pare confermarsi anche nel primo trimestre del 2013”. Una soluzione estrema, che spesso grava su chi è più legato al proprio animale da compagnia: gli anziani. Si tratta di situazioni in cui, più che per la crisi, i padroni sono costretti a rinunciare al cane o al gatto perché si ammalano e non sono più in grado di assicurare loro le cure adeguate. Ma decisioni simili vengono prese di frequente anche da chi subisce uno sfratto esecutivo per morosità. Pare siano sempre di più, infatti, gli animali che, sfrattati come i loro padroni, vengono dati in affidamento o portati in strutture di accoglienza, come il canile di Ugnano. A vigilare sullo stato di salute degli animali più “fortunati”, quelli cioè che possono ancora contare su un tetto sotto il quale vivere, sono le guardie zoofile. Che a Firenze, nel 2012, hanno eseguito 2.057 servizi, spesso risolti con un semplice richiamo alle persone segnalate, che hanno preso provvedimenti adeguati a ristabilire una situazione normale. In 535 casi, però, si sono aperti fascicoli d’indagine, a volte amministrativa, altre volte penale. “Con la crisi – spiegano dal nucleo zoofilo fiorentino – c’è meno tempo per stare dietro agli animali. A volte l’abbassamento della qualità della vita dei padroni si traduce in una minore attenzione verso il cane o il gatto, che vengono nutriti o trattati non adeguatamente”.
L’IDEA Un sito mette in contatto chi deve lasciare temporaneamente il proprio cucciolo con chi gli offre una casa
“Pet sharing”, il baby sitter per Fido si trova in rete
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i chiama “pet sharing”, ed è una delle nuove realtà nate grazie alla rete. Per chi mastica un po’ d’inglese il significato è chiaro: “condividere” l’animale domestico. E anche i costi per una sua sistemazione temporanea. Manco a dirlo, l’invenzione è di un’americana, Jennifer, che per risolvere un problema personale ha guardato alla sua terra d’origine. La soluzione che ha trovato, oggi è a disposizione di tutti su www. petsharing.it. Negli Stati Uniti esistono da tempo siti e social network che mettono in contatto persone costrette a separarsi dal proprio animale domestico per un certo periodo con chi
offre una sistemazione. Pet sharing.it funziona così: a fronte di una quota annuale di iscrizione di trenta euro, si può usufruire del servizio infinite volte. Scorrendo la fotogallery è possibile scegliere l’abitazione che si ritiene più adeguata. Al momento di lasciare Fido al nuovo baby sitter selezionato, il padrone si fa carico di tutte le spese per il suo mantenimento. Risultato: una vacanza spensierata per chi parte senza aver alleggerito il portafoglio lasciando il cane in una pensione per animali, e un nuovo amico a costo zero per chi decide di mettere a disposizione la propria casa e, magari, non può permettersi un
animale domestico “full time”. L’iniziativa è nata grazie a un gruppo di persone fra i 30 e i 35 anni. Insieme a Jennifer ci sono Francesca e Simone, che hanno realizzato e gestiscono il sito. Una realtà che si sta espandendo: sono sempre di più gli iscritti che abitano in qualunque parte dello Stivale. Ancora, però, i fiorentini godono di qualche vantaggio in più: “pet sharig” può mandare un fotografo a casa di chi abita in città e si propone come dog-sitter. Così, gli scatti che compaiono sul sito sono “garantiti”: un sistema in grado di convincere anche /I.E. il più apprensivo dei padroni.
IL PERSONAGGIO. Luciano Chiarugi lancia lo sprint in vista del rush finale
Fiorentina, la carica di “Cavallo Pazzo” “Finché la squadra continuerà ad affidarsi al proprio gioco i tifosi possono stare tranquilli”: parola dell’ex calciatore, ottimista per il piazzamento in campionato dei viola, che “hanno tutte le carte in regola per tornare grandi”
luciaNo chiaruGi
Tommaso Loreto
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ominciò giovanissimo a bazzicare il “Franchi”. Da allora, il colore viola gli è entrato dentro. Prima calciatore, poi allenatore della Primavera: per Luciano Chiarugi, al secolo “Cavallo Pazzo”, la Fiorentina non è una squadra come le altre. Il secondo scudetto e una seconda parte di carriera che lo ha portato a vestire le maglie di Milan, Napoli, Sampdoria e Bologna, prima di chiudere tra Rimini, Rondinella e Massese. Poi anche alcune esperienze sulla panchina della Primavera viola e qualche subentro in prima squadra, come nel 1993 e nel 2002. Un punto di vista come minimo approfondito, quello di Chiarugi, che ci aiuta nel giudicare la Fiorentina, passata dai temporali dei primi due mesi dell’anno alle avvisaglie di una gran bella stagione. Dubbi e certezze mentre siamo ormai entrati nella fase decisiva della stagione, quella nella quale qualsiasi punto può
fare la differenza. L’ottimismo di Chiarugi, in pieno rush finale di campionato, ha i suoi fondati motivi. “I risultati negativi di gennaio e febbraio sono stati archiviati, e tutti hanno risposto come dovevano a talune critiche, a cominciare dal tecnico Montella. Era chiaro che questa squadra potesse subire una leggera flessione come accaduto nei primi mesi dell’anno, ma la classifica era sempre rimasta buona anche quando la Fiorentina non vinceva. Bisogna cercare di mantenere sempre un certo equilibrio, anche nelle valutazioni. Perché i viola non erano da scudetto a inizio stagione, ma nemmeno così lontani dall’Europa come si temeva a fine gennaio”. Una delle chiavi di volta, allora, può essere stato anche il cambio di modulo e il passaggio al 4-3-3. “Credo che con un atteggiamento più accorto in difesa con quattro elementi, e un tridente offensivo con Cuadrado e Ljajic esterni, Montella abbia trovato la quadratura del cerchio – conferma Chiarugi – ma di certo a risultare decisiva è stata la qualità generale del gruppo a disposizione dell’allenatore. L’organico è buono e anche se alcuni
elementi come Pizarro sono difficilmente sostituibili, sono convinto che questa Fiorentina possa comunque centrare un ottimo risultato”. Anche perché in pochi possono vantare una qualità di gioco come la squadra viola: “Montella ha saputo dare alla sua squadra un’evidente identità di gioco, ed è su questo aspetto che può fare leva nel finale di stagione. Poi chiaramente il risultato finale può essere influenzato dalla fortuna o da episodi favorevoli, ma finché la Fiorentina continuerà ad affidarsi al proprio gioco i tifosi possono stare tranquilli. I fratelli Della Valle hanno fatto un grande lavoro questa estate per ricostruire tutta la rosa, e sono riusciti grazie al lavoro di Pradè e Macia a individuare anche i giusti interpreti. Non starei troppo a parlare di chi verrà o di chi resterà, ma mi concentrerei più sui singoli a disposizione in questo momento. Da qui alla fine del campionato, in classifica, può davvero accadere di tutto, e la Fiorentina ha tutte le carte in regola per tornare su quei palcoscenici che più le competono. Dopo due anni di delusioni la città e tutti i tifosi se lo meriterebbero”.
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Egregia dr.ssa ho 65 anni e da un anno mi sono messa una protesi dentale inferiore che però mi crea grandi disagi perchè non sta ferma quando parlo e non riesco più a mangiare come prima. Ci sono soluzioni al mio caso?
mentato possono esserci più possibilità. La soluzione che io più spesso propongo è quella di posizionare due impianti ai quali bloccare la protesi, se in buone condizioni anche quella che ha ora in bocca. Tale scelta rappresenta un'ottima soluzione fonetica, estetica e masticatoria migliorando il comfort e l'autostima della paziente e mantenendo un buon rapporto costo –beneficio. Questa pratica è oggi una procedura estremamente semplice, poco invasiva e del tutto indolore. Una ottima alternativa è quella di posizionare più impianti per fare una struttura fissa. Ovviamente, come sempre, la soluzione da scegliere va decisa caso per caso. Il mese di maggio è dedicato alla visita gratuita con relativo preventivo.
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STRATEGIE. La società è già all’opera per rinforzare la rosa a disposizione dell’Aeroplanino
E intanto si lavora per l’anno che verrà Il reparto su cui si interverrà maggiormente è l’attacco: Yakovenko è vicinissimo, da risolvere il rebus Jovetic. Resta poi da capire su quale portiere si punterà Lorenzo Mossani
L’
Europa è là che aspetta, nonostante questo dovesse essere “soltanto” un anno di crescita. I risultati sono arrivati subito, ma nonostante questo (o forse proprio pere questo) lo staff viola sta già lavorando per la prossima stagione. A ritmi serrati. Si cerca di giocare in anticipo e si guarda di accontentare immediatamente Vincenzo Montella, soprattutto in attacco. A meno di colpi di scena, Oleksandr Yakovenko a giugno sarà un giocatore della Fiorentina. Arriverà a parametro zero. L’ennesima magia di Pradè e Macia. Nato il 23 giugno 1987 a Kiev, è un attaccante ideale per il 4-3-3 di Montella. Punta atipica, ama partire dall’esterno per poi convergere al tiro creando anche spazi importanti per l’inserimento dei centrocampisti. In passato è stato schierato solitamente a sinistra, ma essendo ambidestro riesce facilmente a trovare la porta da tutte le posizioni. Yakovenko, nell’Anderlecht, quest’anno ha segnato 7 gol in 20 presenze nella serie A belga, collezionando anche cinque presenze in Champions League. Cresciuto nell’Fc Metalist Kharkiv e nel Sk Lierse, è poi approdato nel campionato belga, quando nella finestra di mercato di gennaio della stagione 2007-2008 è stato girato in prestito all’Anderlecht. Agile nonostante la stazza, il giocatore ucraino è “specializzato” nei gol importanti. Cosa non da poco, ha già conosciuto il palcoscenico internazionale, segnando proprio al “nemico” dei viola nell’ultima apparizione in Europa, il Bayern Monaco. Con Giuseppe Rossi e Jovetic, potrebbe formare uno degli attacchi più interessanti d’Europa. Senza dimenticare l’esplosione di Adem Ljajic: il “ragazzino” è cresciuto e vuol diventare uno dei punti di forza del tridente di Montella. Ed è proprio la crescita del gioiellino serbo a mettere a forte rischio la permanenza in viola di El Hamdaoui, talento che non ha mai avuto continuità e, forse, nemmeno la fiducia del tecnico. Quanto a Jovetic, in molti pensano che fino alla fine sarà
un rebus. La Juventus lo vuole, e potrebbe mettere sul piatto un’offerta importante. Passando a Luca Toni, l’attaccante italiano dovrebbe prolungare per un altro anno il suo contratto con la Fiorentina, per ritagliarsi un ruolo da “chioccia” per le giovani promesse gigliate. Squadra che sembra già formarsi ad aprile: un deciso cambio di rotta, visto che negli ultimi anni si è lavorato sul filo di lana. Resta un dubbio, il portiere. Anzi, i portieri. Secondo “radio mercato”, alla fine potrebbero partire sia Neto che Viviano. E la porta viola cambierebbe così “inquilino”.
viNceNzo moNtella
SCENARI. Le ultime apparizioni in Europa hanno lasciato l’amaro in bocca
Quel conto in sospeso che grida vendetta S
ono passati tre anni dall’ultima esibizione della Fiorentina in Europa. Tre anni di sofferenze, tre anni in cui dalle stelle della Champions League la squadra è andata vicinissima alle stalle della serie B. Ma è proprio da qua, dal punto più basso dell’era Della Valle, che è iniziata la rinascita, grazie alle magie di mercato del duo Macia-Pradè, al buon gioco dato dal tecnico Montella e, forse, anche alla retrocessione del Villareal, che ha dato più di una mano alle trattative estive della Fiorentina. Una squadra che, con l’Europa, ha un conto in sospeso: l’ultima volta dei viola sul palcoscenico internazionale grida infatti vendetta. Il “delitto” si consumò il 18 febbraio del 2010, quando la Fiorentina fu sconfitta da... Ovrebo. In quell’ormai (purtroppo) famosa partita con il Bayern Monaco, il futuro laziale Klose realizzò un gol in fuorigioco abissale. Non servì a nulla la telefonata di Abete a Platini. Anche il giornale tedesco Bild definì “scandaloso” il gol dell’attaccante. E l’arbitro si scusò: “Dalle immagini è palese che dovevamo
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accorgerci del fuorigioco”. Il presidente della Figc attaccò: “Parliamo di una svista di metri. Direzione di gara non all’altezza”. Fu una mazzata, che la Fiorentina riuscì però ad assorbire molto bene. Dopo il 2-1 con furto dell’andata, il ritorno al Franchi fu tutto di marca viola. Si giocò praticamente a una porta. Vargas e uno strepitoso Jovetic avevano portato la Fiorentina avanti per 3-1. Mancavano pochi, pochissimi minuti all’impresa della squadra di Prandelli. Poi una marcatura “larga” di Pasqual e una magia di Robben fecero il resto: 3-2, Bayern qualificato. Il coro dei tifosi “ladri-ladri” non rese il passaggio del turno. Anche l’ultima volta in Europa League si ricorda per un finale amaro. Gli avversari sono i Rangers, andata e ritorno della semifinale dominati, con gli scozzesi tutti dietro la linea della palla e lanci lunghi. Si arriva ai calci di rigore. L’ultimo tocca a Vieri, che prima di calciare si fa male: il pallone finisce fuori, come la Fiorentina. È l’ora di una vendetta. Sportiva, /Lor.Mos. ovviamente.
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sport
Aprile 2013
BOXE. È il 19enne Fabio Turchi la nuova promessa fiorentina di questo sport. Obiettivo le Olimpiadi
Un tifoso viola sul ring. Sognando Rio Simone Spadaro
sua figura”. Faccia da bravo ragazzo e ultrà viola, Fabio continua: “Quando sono a Firenze vado sempre allo stadio”, per poi rivelare di aver iniziato a boxare “per colpa” del babbo. “Sono cresciuto vedendo mio padre che sul ring vinceva tutte quelle cinture. Lui è stato un ottimo medio massimo. È stato per me inevitabile seguire le sue orme”. Il sogno, come detto, è Rio de Janeiro 2016, dove potrebbero ancora esserci proprio il casertano Clemente Russo e il lombardo Roberto Cammarelle. Ma Fabio non teme rivali. “Voglio vincere una medaglia olimpica. Dopo – continua Turchi – vorrei passare al professionismo. Mi ha sempre attirato. È il pugilato vero. Sono ancora giovane ma mi piacerebbe vincere un titolo mondiale al Madison Square Garden di New York. È un po’ il desiderio di tutti coloro che intraprendono il pugilato”. Sogno analogo a quello di Leonard Bundu. “Leonard lo conosco bene. Fin da piccolo faceva le sedute di sparring partner con mio padre – racconta Fabio – e spero di poter ripercorrere la sua carriera. Molti sportivi di Firenze sono oggi nel mondo del pugilato. Io, Bundu e il nuovo presidente federale Alberto Brasca. Alberto mi ha seguito molto, fin da quando ho iniziato a boxare. È competente. Sono certo che farà bene per tutto il pugilato italiano”.
U
n nome che tutti gli appassionati di boxe faranno bene a segnarsi sul taccuino: Fabio Turchi. Figlio d’arte e vero e proprio erede di Roberto Cammarelle, campione italiano juniores dei pesi massimi di boxe, Fabio, 19 anni, tifosissimo viola cresciuto nella palestra Boxing club alla Montagnola, punta dritto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, per poi fare il salto nel professionismo. “La stagione internazionale è densa di appuntamenti. Sto preparando la lunga serie di tornei in vista degli Europei di maggio in Bielorussia e i Giochi del Mediterraneo che si terranno in Turchia dal 24 giugno al 3 luglio. Ci sono poi i Mondiali dilettanti in Kazakistan in settembre, mentre a dicembre ci saranno ancora gli assoluti italiani. Il percorso, non lo nego – conferma lo stesso Turchi – punta ai Giochi olimpici del 2016. Ho vinto solo l’argento alle Olimpiadi juniores perché l’oro lo voglio vincere a Rio de Janeiro”, aggiunge sorridendo. Il primo idolo di Fabio è stato il padre Leonardo, tricolore nella categoria medio-massimi. Ma Fabio, 91 chili di grinta, è un peso massimo “modello” Mike Tyson. “Oltre a mio padre mi ispiro a Roberto Cammarelle. In tanti dicono che abbiamo degli stili simili. Il mio colpo preferito è il gancio destro – confida Turchi – anche perché mi viene naturale. È vero che quando uno gareggia nella categoria dei massimi si pensa subito a Tyson, ma io l’ho visto solo da piccolo alla televisione. Sinceramente lo elogio per aver fatto conoscere meglio la boxe, ma non è il mio punto di riferimento. È finito sui giornali anche per tanti fatti di cronaca che hanno appannato la
FaBio turchi (Foto dottor zed)
BASKET. Al Mandela Forum tornano i leggendari Harlem Globetrotters. Con tante novità
Un canestro per lo spettacolo (e la solidarietà)
U
n “basket day” al Mandela Forum di Firenze giovedì 25 aprile. Lo spettacolo sarà assicurato dagli Harlem Globetrotters che, per la terza volta negli ultimi dieci anni, tornano in riva all’Arno. Uno show molto atteso per una vera leggenda che dal 1927 ha divertito, portato entusiasmo e fatto sorridere giovani e adulti, nel segno del basket e della solidarietà, in tutto il mondo. Nell’intervallo della gara (che inizierà alle 21) ci sarà spazio per i ragazzi del progetto “Over Limits – Pallacanestro Integrata Firenze”, che saranno protagonisti di uno spettacolo. Enrico Ferrari, event manager del tour italiano degli Harlem Globetrotters, si è detto
“entusiasta di riportare gli Harlem al Mandela Forum. Quest’anno lo spettacolo sarà arricchito da tante novità, fra cui quella della presenza di una giocatrice donna, Mighty Mitchell. L’aspetto della solidarietà ha da sempre coinvolto gli Harlem Globetrotters – ha aggiunto Ferrari – e punta a sensibilizzare il pubblico sul progetto ‘Over Limits’ di Marco Calamai”. Il 25 aprile per il Mandela Forum e per Firenze sarà davvero una giornata all’insegna del basket. Lo spettacolo degli Harlem sarà preceduto (alle 17) dalla partita della Brandini Pallacanestro Firenze, che scenderà in campo sullo stesso parquet /Sim.Spa. contro San Severo.
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PALLAVOLO. La squadra sta facendo miracoli
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rovaci, San Michele. È quello che chiede Firenze a una realtà sportiva che sta sorprendendo tutta la città e non solo. Una favola, quella della squadra di pallavolo femminile, partita dalla Serie C e che adesso può arrivare fino alla serie A. Una favola vera, una favola avvincente. Chi pensava a una partenza sprint delle fiorentine in chiave salvezza si è sbagliato. La squadra di Alderani ha infatti dimostrato, punto dopo punto, partita dopo partita, di poter lottare ad armi pari con qualsiasi altra formazione. Senza stelle, a brillare è tutta la squadra. Banchi, Morino, Ceresi, Miccadei, Allighieri, Starnotti, Grilli, Salvestrini, Stolfi, Filindassi, Rosati e Sacconi formano una sintonia perfetta guidata dal “maestro” Alderani. Quello che stupisce molti è la facilità dell’allenatore nel leggere le partite. Continui cambi, continue novità tattiche. Ma per fare questo tutte le giocatrici devono credere nel suo lavoro: cosa che, evidentemente, fanno. Non ci sono titolari, non ci sono riserve. Sicuramente Allighieri, nei momenti di difficoltà, mette in campo quell’esperienza che fa la differenza. Come quando, qualche settimana fa, nel derby contro il Valdarno ha dato
FiliNdassi (Foto di GastoNe BettariNi)
la carica giusta per una clamorosa rimonta. San Michele annulla tre palle match alle figlinesi, recupera un gap difficile da colmare nella pallavolo e va a chiudere la partita alla prima alzata di Stolfi. Squadra cinica e forte. Costata poco più di una stretta di mano. La pallavolo, infatti, è solo l’hobby di queste giocatrici. Nella vita si lavora o si studia. Il professionismo? Si vede sul campo. Una favola “made in Florence” difficile da ripetere, ma ancora tutta da gustare. Chapeau. E, se alla fine dovesse arrivare la serie A, queste giocatrici “per hobby” avranno fatto la storia. Non soltan/C.M. to della pallavolo.
sport nel quartiere
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BASEBALL. Si è conclusa l’edizione 2013 della manifestazione organizzata dal Junior Firenze
Winter League arrivederci: vince lo sport Carlo Marrone
L’iniziativa, dedicata come sempre ai giovanissimi esordienti del batti e corri,
E
ha visto la partecipazione di più di centocinquanta ragazzi e ragazze fra i nove
anche quest’anno la “Winter League Toscana 2013” si è conclusa. L’ultima giornata dell’evento organizzato dall’associazione sportiva dilettantistica Junior Firenze baseball si è svolta al Palazzetto dello Sport “Palamattioli”, per l’occasione pieno di genitori e ragazzi festanti. In programma c’erano le finali per quinto e settimo posto, le semifinali e finali per la conquista del titolo toscano Winter League, che vale l’accesso alla finale nazionale, a cui parteciperanno le sei formazioni vincenti dei vari gironi regionali. Nelle “finaline”, Arezzo e Padule finiscono 10-10 dopo gli extra inning e solo il maggior numero di rimasti in base assegna la settima piazza ad Arezzo. Il quinto posto lo conquista invece Siena, che vince 4-3 sul Livorno, sorpassando i labronici e ribaltando il risultato in proprio favore all’ultimo inning. Nella parte alta della classifica, Antella supera nettamente Chianti, mentre Junior Firenze si impone sull’imbattuta formazione maremmana del Grosseto al termine di un’avvincente partita. Junior Grosseto si aggiudica la posta d’onore, battendo di un soffio la formazione chiantigiana. La finalissima toscana è quasi un derby: Antella e Junior Firenze danno vita infatti a cinque inning di belle giocate e sano agonismo, che si concludono con la vittoria dei giovani biancorossi, per la prima volta sul gradino più alto del podio in tredici edizioni della Winter League. Tre i riconoscimenti individuali: miglior lanciatore del torneo toscano Zeno Matricardi (Padule), miglior battitore P. Hendrick Castillejos (Siena) e giocatore più utile Sean Fasano (Junior Firenze). Con
e i dodici anni. Che qua imparano il rispetto e le regole della vita la cerimonia di premiazione calano i titoli di coda sulla Winter League 2013: a consegnare i premi ai partecipanti, accanto a Eugenio Giani e al consigliere Fibs Toscana Pinzauti, c’erano le ragazze della Under 21 Cosmos JF, la nuova realtà del softball giovanile fiorentino. La manifestazione è stata organizzata con il patrocinio di Coni Toscana, Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze, ed è stata dedicata, come sempre, ai giovanissimi esordienti del batti e corri: più di centocinquanta ragazzi e ragazze fra i nove e i dodici anni, accompagnati da tecnici, dirigenti e genitori, che si sono sfidati con mazza e guantoni nel segno del baseball giovanile. Per molti di loro è stata la prima esperienza in una gara ufficiale, con arbitri e classificatori federali, all’interno di un impianto indoor come il Palazzetto dello Sport dell’Iti. Anche per questo motivo, lo staff di Junior Firenze si è impegnato perché Winter League fosse soprattutto una bella festa di sport e amicizia. E così è stato, perché nella Winter League, così come d’altronde nel campionato professionistico di baseball, ci si stringe sì la mano prima dell’inizio della partita, ma lo si fa anche quando i nove inning sono finiti: comunque sia terminata la gara, ci si ritrova sul monte di lancio e ci si batte la mano. Poi possono partire i festeggiamenti. Perché, nello sport come nella vita, imparare a perdere è sempre il primo passo per imparare a vincere.
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L’INTERVISTA. Quattro chiacchiere con Giovanni Gulino, a Firenze con il suo gruppo
I Marta, le spine e il lampredotto La band siculo-sardo-milanese, reduce dall’esperienza di Sanremo,
IL LIBRO
sbarca all’auditorium Flog per presentare il suo ultimo lavoro. Il frontman
Bruno Casini, i ribelli e la generazione rock
del quintetto racconta a Il Reporter il suo rapporto con la città del giglio, dalle ore trascorse a suonare nei club all’amore per ribollita e bistecca Alessio Bottini
N
o, non stiamo parlando di una ragazza, ma del quintetto siculo-sardo-milanese che ha incuriosito e sorpreso tutti all’ultima edizione del Festival di Sanremo. I Marta Sui Tubi sono pronti a infuocare il palco dell’auditorium Flog il 6 aprile, occasione in cui presenteranno al pubblico fiorentino il loro ultimo album “Cinque, la luna e le spine”, in una serata che si preannuncia ricca di emozioni. Nell’attesa abbiamo fatto due chiacchiere con il cantante del gruppo, Giovanni Gulino. Come è stata la vostra esperienza a Sanremo? Molto bella, divertente e formativa. È stata veramente una situazione fuori dal normale per noi, che non siamo abituati a questi palcoscenici. E probabilmente siamo stati quelli che hanno fatto più casino sia sul palco che fuori. Siete arrivati al Festival da perfetti sconosciuti ai più, ma in realtà siete una band che ormai gira l’Italia in lungo e in largo da circa dieci anni, ha cinque album e un dvd all’attivo e può vantare importanti collaborazioni, come ad esempio l’ultima, con Lucio Dalla, poco prima della sua scomparsa. Noi siamo conosciuti nell’ambiente underground, nel circuito dei locali indipendenti, e in questi ambienti magari siamo anche più famosi di Mengoni.
la BaNd
Però quando usciamo da quel circuito lì, non andando spesso in tv e non venendo passati spesso in radio, siamo degli emeriti sconosciuti. Ci sono elementi che manifestano una maturazione del gruppo nel nuovo lavoro “Cinque, la luna e le spine”? È un album un po’ diverso dai precedenti, però c’è un filo conduttore forte con gli altri. Nel disco ci sono anche pezzi fuori di testa come “Tre” (brano a metà tra blues e hard rock che tratta di menage a trois, ndr), quindi forse non possiamo dire di essere proprio maturati (ride). Però ci sono anche pezzi più profon-
di, è un disco che rispecchia esattamente quello che siamo adesso. Cosa si deve aspettare da un vostro concerto chi non vi ha ancora visti del vivo? Di tutto e di più. Un gruppo che si chiama Marta Sui Tubi non può fare cose scontate e normali. Il nostro concerto è un viaggio, e i primi a viaggiare siamo noi sul palco. Che rapporto avete con Firenze? Ci abbiamo suonato molte volte ormai, ma una città la conosci meglio quando non ci devi suonare, perché hai più tempo per visitarla. Qualche anno fa ci sono stato per un paio di set-
timane e l’ho trovata una città splendida. Però ho notato che ci sono pochi fiorentini! E riguardo alle specialità gastronomiche fiorentine, cosa pensano i Marta Sui Tubi del lampredotto? Con il lampredotto abbiamo avuto una brutta esperienza qualche anno fa. Eravamo incuriositi, ma al baracchino cominciarono a guardarci schifati quando chiedemmo del ketchup e della maionese. Il proprietario deve aver pensato “sto dando perle ai porci”. Diciamo che apprezziamo molto di più la ribollita e la fiorentina: il lampredotto è davvero off-limits per noi.
ARTE/1. A Pontassieve una mostra ripercorre la carriera del maestro toscano
Le porte (fantastiche) di Giuliano Ghelli A
ncora pochi giorni per toccare con mano la “Fantasia Rivelata” di Giuliano Ghelli, nella Sala delle colonne del comune di Pontassieve. Sì, perché l’artista toscano, con alle spalle ormai cinquant’anni di carriera internazionale, che ha visto le sue opere esposte nei quattro angoli del globo – dagli Usa all’Australia e fino al Giappone, con oltre centocinquanta mostre personali – è sbarcato a Pontassieve. La mostra, che rimane aperta al pubblico fino al 7 aprile, contiene alcuni grandi dipinti su tela dalla serie “Porte della Fantasia”, che vengono integrate da un gruppo di opere che illustrano i vari cicli della continua e fertile ricerca dell’artista, realizzati negli ultimi anni, dalle Migrazioni agli Etnici, fino ai Segreti. La rassegna offre una retrospettiva completa, fatta per apprezzare un percorso fatto di passione e talento, di luce e fantasia, valorizzato e arricchito dalla scultura con busti in terracotta di Impruneta – il celebre Esercito di Terracotta – un esercito di pace che porta incisi sulle sculture simboli pittorici, testi letterari
e poetici. Legate a queste sculture, in mostra nei locali dello spazio Off (via Tanzini) alcune terrecotte dipinte su forme di Ghelli e realizzate dai ragazzi dell’Oda di Diacceto, che hanno partecipato a uno speciale laboratorio condotto dallo stesso Ghelli in collaborazione con il ceramista Stefano Giusti, che utilizza l’arte come mezzo di condivisione. “Per Pontassieve la mostra ‘Fantasia rivelata’ è una nuova opportunità di promozione di un percorso culturale – spiega l’assessore comunale alle politiche culturali Alessandro Sarti - che in questi anni abbiamo proposto e che, in questo caso, acquista un ulteriore valore rappresentato dall’indubbia qualità e dall’originalità dei lavori in mostra”. Un’esposizione armoniosa che ben si sposa con le colonne e le volte ribassate della sala che la ospita. Un’occasione, insomma, che permette di conoscere l’estro e le grandi capacità di un maestro del nostro tempo e del nostro territorio. Una mostra da non perdere, per scoprire il /B.B. percorso di un artista che sa incantare.
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scito in libreria lo scorso 20 marzo, “Ribelli nello spazio. Culture Underground anni Settanta. Lo Space Electronic a Firenze” di Bruno Casini (220 pagg, edito da Zona) è un viaggio attraverso le piazze, i locali e i luoghi in voga negli anni Settanta a Firenze, dallo Space Electronic al Banana Moon, solo per citarne alcuni. Un locale, lo Space, che in quegli anni ha vissuto in prima persona i live di Van Der Graaf Generetor, Area e Rory Gallagher, tra gli altri. E che ha visto migliaia di giovani ballare sulle note di Led Zeppelin, Rolling Stones o Iron Butterfly. Ragazzi che sognavano l’India o il Marocco e che, zaino in spalla e “pollice all’insù”, si ritrovavano nelle piazze italiane inondate da sacchi a pelo in attesa di sentir suonare qualche gruppo. Una generazione, quella Beat, che custodiva con amore i propri dischi in vinile e che faceva di alcuni romanzi cult – innovativi per quei tempi – la propria guida. Ma sono anche gli anni in cui si iniziano a organizzare le prime riunioni gay e ad aprire i primi locali omosex in città. Una generazione che credeva nelle proprie utopie, una generazione capace di sognare e far sognare ancora oggi. Così Bruno Casini vuol “riportare” a Firenze un pezzo di cultura che ha fatto storia, raccontare cos’era la città a quei tempi, come veniva vissuta e rivivere i locali in voga al loro primo splendore. E chi, meglio di lui, poteva raccontare tutto questo? Laureato in storia del cinema con Pio Baldelli, si occupa da sempre di comunicazione e promozione culturale. Negli anni Ottanta è stato tra i fondatori della rivista Westuff e ha diretto per dieci anni l’Indipendent Music Meeting, la prima rassegna italiana delle etichette indipendenti. Ma soprattutto è stato il primo manager dei Litfiba, scrivendo nel 2009 il libro che ha anticipato la reunion del gruppo fiorentino nel trentennale della nascita: “In viaggio con i Litfiba. Cronache rock dagli anni Ottanta”. Ma è stato anche tra i fondatori dello storico Banana Moon, il freak rock club fiorentino. Un libro, “Ribelli nello spazio” capace di far viaggiare nel tempo e “dedicato alla mia generazione: la generazione Rock and Roll”, come la definisce lo stesso /C.F. Casini.
la copertiNa
cultura
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L’EVENTO. Il 30 aprile torna la manifestazione che anima il capoluogo dal tramonto all’alba
Notte Bianca tra gabbiani e altalene Barbara Biondi
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ici fine aprile e pensi alla Notte Bianca, la nottata più lunga dell’anno, duramte la quale il centro della città del giglio si trasforma in un crogiuolo di eventi di ogni genere, dai concerti alle performance, passando per gli appuntamenti dedicati all’arte e all’enogastronomia. Questa volta il titolo dell’evento è “Volare” e prende spunto dal celebre testo di Richard Bach “Il gabbiano Jonathan Livingston”, per dare ai creativi che contribuiscono a dar forma all’appuntamento un canovaccio da cui partire. E per fare da direttore d’orchestra a questa maxi performance è stato scelto Felice Limosani – artista, creativo a trecentosessanta gradi e performer lui stesso con all’attivo una serie lunghissima di collaborazioni in tutta Europa – che firma l’evento fiorentino e tiene a battesimo la bella stagione. Gli eventi si svolgeranno, come di consueto, nelle piazze, nelle strade, nei locali, nei musei, nelle gallerie e nei negozi del centro storico della città, coinvolgendo direttamente i luoghi collocati sia di qua che di là d’Arno. E il programma? Quando Il Reporter va in stampa è ancora da definire, ma ci sono già alcune importanti certezze, come ad esempio la presenza del collettivo De:strukt che arriverà da Glasgow per
dipingere enormi tele bianche con delle bombolette ad acqua. In piazza della Signoria ci sarà invece Mr. Brown, alias Andrea Pellizzari delle Iene, che metterà in scena uno spettacolo dedicato ai bambini sul tema del volo e della solidarietà. In piazza Annigoni si “volerà” sulle note di Domenico Modugno, insieme a una serie di band emergenti che si esibiranno dal vivo, mentre in piazza del Carmine una gru alta cento metri reggerà una piattaforma/ palcoscenico. In piazza Santo Spirito verrà montato un maxi cubo su cui saranno proiettate immagini in loop, e a San Niccolò faranno il loro ingresso i danzatori verticali francesi del gruppo Do Reves. Fiori all’occhiello della nottata altre due installazioni: la prima in piazza Santa Croce, che vedrà lievitare sei enormi sculture aerostatiche, la seconda in piazza Santa Maria Novella (firmata dal curatore), che avrà per protagoniste una sessantina di altalene collegate a delle campane, che suoneranno ogni volta che qualcuno si siederà e comincerà a dondolarsi. “È un gesto speciale, divertente ed evocativo”, spiega Limosani. Un programma che terrà conto delle esigenze delle famiglie ma che invoglierà a tirar tardi e ad aspettare insieme che il sole sorga sull’alba del 1° maggio.
A dirigere metaforicamente l’orchestra della serata più lunga dell’anno ci pensa Felice Limosani, che ha scelto come tema di questa edizione il volo, ispirandosi al celebre romanzo di Richard Bach
ARTE/2. È “Small wonders” il nome di una particolare esposizione-concorso
Il quadro è bello solo se in miniatura A
rtisti da tutto il mondo si sfidano a colpi di piccolo formato. Si chiama “Small wonders – Piccole meraviglie” la mostraconcorso organizzata da Florence Biennale in collaborazione con Telethon. Dal 20 aprile al 4 maggio Linea Spazio Arte Contemporanea, base stabile dello staff della Biennale (via delle Porte Nuove 10 – Firenze), ospiterà le opere di artisti emergenti provenienti da Europa, Australia, Brasile, Puerto Rico, Russia e Usa. E, in questo caso, le dimensioni contano eccome. Sì, perché se le tecniche ammesse sono le più svariate, così come i materiali e gli stili, le dimensioni devono
necessariamente essere ridotte e ben precise: la somma dei lati di ogni opera non può superare i 60 centimetri (ad esempio 30x30, 20x40, 10x50). Le opere esposte verranno valutate attentamente da una giuria di esperti che, a ognuno dei partecipanti, assegnerà una posizione. Al primo classificato si apriranno gratuitamente le porte della IX edizione di Florence Biennale, in programma dal 30 novembre all’8 dicembre prossimi, ma sono previsti, per gli altri due gradini del podio, la menzione speciale Telethon e la menzione Città di Firenze. Parte del ricavato delle iscrizioni sarà devoluto alla fondazio-
ne Telethon. In giuria Pasquale Celona, presidente della Biennale di Firenze, Rolando Bellini, direttore artistico di Linea, Eugenio Giani, presidente del consiglio comunale di Firenze, Manlio Germano della Fondazione Telethon, Irina D. Costache direttrice della California State University a Firenze, e un giornalista specializzato in cultura sulla piazza fiorentina. La premiazione si terrà il 4 maggio, sempre nei locali di Linea Spazio Arte Contemporanea, che resteranno aperti tutti i giorni (domenica esclusa) durante l’intero periodo della mostra. Info: www. /C.G. spaziolinea.org.
AL MNAF. Fino al 24 giugno la personale di Joel Peter Witkin, che reinterpreta i capolavori del passato
Il fotografo americano che dipinge con l’obiettivo P
rendi una fotografia e trasformala in un quadro senza usare colori e pennelli. Il processo creativo di Joel Peter Witkin (fino al 24 giugno al Museo Alinari per la fotografia in piazza Santa Maria Novella) potrebbe essere sintetizzato così. Sì, perché l’artista newyorkese, classe 1939, ama attingere a piene mani dall’arte del passato e le scene che propone sono ricche di rimandi, più o meno espliciti, ai grandi maestri dell’arte, da Velasquez a Manet. In un percorso di 55 opere, la mostra offre l’occasione di apprezzare l’aspetto creativo e interpretativo di Witkin nella sua sperimentazione fotografica. Ogni opera è il risultato di una lunga e complessa elaborazione formale che riguarda sia i soggetti ritratti che il processo di stampa. Le fotografie sono frutto di una serie di passaggi manuali in cui Witkin sperimenta le tecniche più diverse, dal graffio allo strappo dei negativi, dall’utilizzo di filtri
© Joel-peter WitKiN,
courtesY
BaudoiN leBoN
a varie tipologie di ostacoli posti tra il supporto e l’ingranditore. Le sue composizioni sono ampiamente studiate e create con la massima cura per i dettagli. Witkin affronta le stesse problematiche plastiche e gli stessi ambiti iconografici dei capolavori di pittura e scultura, ritraendo e celebrando in atmosfere sublimi i corpi di soggetti ritenuti storicamente non rappresentabili come nani e storpi, androgini ed ermafroditi. Nel suo lavoro il fotografo applica la metodologia compositiva tipica del pittore, rivisitando i temi della mitologia occidentale, i capolavori della tradizione artistica europea e la rappresentazione canonica del corpo umano. Le sue opere sono dense di citazioni formali in cui mescola insieme i grandi nomi della storia della fotografia, come Muybridge, Rejlander e Holland Day, con la scultura greca e romana, l’arte barocca, neo/B.B. classica e moderna.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
IL LIBRO L’opera prima del ventiduenne
La Firenze fantastica del giovane Janos
S
i chiama Janos Mark Szakolczai il giovanissimo scrittore (classe 1990) ungherese d’origine e fiorentino d’adozione, che ha appena dato alle stampe il suo primo romanzo. E fin qui non ci sarebbe niente di eccezionale, se non fosse che “La nuova concezione di un ostacolo” è il primo romanzo fantascientifico ambientato a Firenze. Il libro, edito da Ad Est dell’Equatore, sarà presentato sabato 6 aprile alla Biblioteca delle Oblate. Nel romanzo, il mercenario Tryfoll Ghyle sente il boato di uno sparo, come il via di una gara olimpica, e da quell’attimo comincia una corsa a ostacoli. C’è un amico in una pozza sangue, un presunto caso di contrabbando idrico da risolvere e gli occhi di una ragazza a cui non riuscirà a resistere. E poi ancora le fiamme, i tradimenti, le vendette. La sua corsa continuerà scolando cocktail e “cibandosi” di sigarette, trascinato dalla responsabilità e dal mistero. Tryfoll Ghyle arriverà così fino alla resa dei conti, a puntare l’ultimo ostacolo e a balzare, certo di schiantarsi ma di non potersi fermare a /C.G. mezz’aria.
La mostra Rumorama Fino al 27 aprile Glue - Alternative concept space Una mostra itinerante di 13 tavole illustrate, realizzate ognuna da giovani artisti emergenti italiani. Ogni illustrazione ha come tema la canzone di un gruppo italiano appartenente alla scena indipendente. La canzone sarà citata con il solo titolo e nome dell’autore. L’idea alla base di questo progetto è di unire, in unico lavoro, quelli che sono alcuni tra i più interessanti e meritevoli artisti emergenti italiani legati al mondo della musica e dell’illustrazione per far risaltare la sinergia tra due espressioni artistiche tra loro molto legate, fonti di continua ispirazione reciproca. Dal vivo Mario Venuti 11 aprile Sala Vanni Mario Venuti torna live con “L’Ultimo Romantico Solo” per presentare in chiave acustica il suo ultimo disco di inediti. L’artista si esibirà in veste solista alla chitarra o al pianoforte, con i suoi più grandi successi e con i brani de “L’Ultimo Romantico”, per la realizzazione del quale ha collaborato con Kaballà (per la scrittura dei brani) e Roberto Vernetti (per la produzione artistica). Roy Paci 11 aprile Viper theatre
LA KERMESSE Torna CorLeone, una delle tante anime musicali di Roy Paci, e per molti versi la più sconosciuta al grande pubblico. Non solo jazz sperimentale e d’avanguardia, ma riferimenti alla no wave newyorkese, le grandi contaminazioni di stile di progetti come Naked City di John Zorn e Fantomas e Mr. Bungle dell’amico Mike Patton, echi di “Live electric and brutal” di Miles Davis, l’energia allo stato puro di Mongezi Feza, la grande lezione di Lester Bowie e il rispetto assoluto per il suo contemporaneo e amico Dave Douglas. Gianna Nannini 18 e 19 aprile Nelson Mandela Forum A due anni dall’Io e Te Tour, Gianna ha scelto un nuovo allestimento internazionale per il suo Inno Tour 2013. Il debutto è previsto in Italia, per poi proseguire all’estero. Per le partiture musicali Gianna è al lavoro con Wil Malone, produttore tra gli altri di Black Sabbath, Verve, Depeche Mode e Iron Maiden, con il quale sta mettendo a punto i live 2013 nei quali la musica sarà al centro dello spettacolo come sempre. Francesco De Gregori 4 maggio Teatro Verdi Il nuovo tour 2013 lo porterà da un estremo all’altro della penisola, e comunque sempre sulla strada, perché è dal contatto diretto con il pubblico, nei teatri e negli auditorium, che De Gregori trae la sua forza e la sua ispirazione.
Il “Tango Festival”
Da Buenos Aires alle rive dell’Arno
C
inque serate all’insegna della milonga e del baile proibido: dal 24 al 28 aprile a Firenze si balla, con l’11esima edizione del Firenze Tango Festival, uno degli eventi più attesi della primavera. Dopo il successo del 2012, anche quest’anno la kermesse regalerà emozioni e gioia con un cast di musicisti, ballerini e insegnati internazionali di altissimo livello. Musica dal vivo, lezioni di prova gratuite e stage per ballerini di tutti i livelli faranno scatenare gli animi e scaldare i cuori. Oltre al teatro del Circolo Affratellamento di Ricorboli, le due giornate principali di lezioni e stage del Festival si svolgeranno all’Obihall. Qui si potrà ballare anche nel ridotto, che prenderà il nome di sala maratona, dove si esibiranno i musicalizadores toscani. La manifestazione si concluderà nel Salòn Càldin Casa Milonguera dal 1998, storica milonga di Firenze, tra le più belle sale da ballo d’Italia. Ideatori e organizzatori del Festival sono Patricia Hillieges e Matteo Panero, aiutati dall’As/C.N. sociazione Tango Club Firenze.
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“semafori e inCroCi all’isolotto, un suggerimento” Gentile redazione, avendo quotidianamente a che fare con gli scomodi incroci di piazza Batoni penso che si dovrebbe intervenire sul semaforo di via del Sansovino in corrispondenza dell’ex concessionaria auto direzione centro città. Al momento detto semaforo funziona a tre luci, due per le auto e una per i pedoni. Facendolo funzionare a due luci, con verde simultaneo per le auto e per i pedoni che attraversano via Francavilla, secondo me si guadagnerebbe in fluidità del traffico. Infatti, ho notato che poche auto svoltano a destra in via Francavilla pur utilizzando la corsia che sarebbe solo per la svolta, generando ancora più caos dato che la strada poi si restringe e consente il passaggio di una sola macchina per volta in direzione centro città. Sono convinta che detta soluzione potrebbe aiutare a snellire le code che quotidianamente si formano, non solo nelle ore di punta. Distinti saluti Barbara Nardi giardini, “la situazione dell’area Pettini burresi” Buonasera, sono una mamma di due gemelli che abita in zona Cure. Ho visto l’articolo sul giardino area Pettini Burresi, e visto che noi ci siamo cresciuti (i bimbi hanno 7 anni) vorrei chiedere una mano per approfondire la situazione del giardino. Che è solo grazie ai guardiani volontari che rimane aperto!! Sono stato tolti gli scivoli e tanti giochi per i bambini, rimane solo poter giocare al pallone!!!!! Al giardino di Campo di Marte è stato fatto tutto nuovo. Anche il fontanello. E qui da noi cosa fanno??? È l’unico giardino che ci permette di far stare i nostri bambini tranquilli all’aria aperta... E d’estate è sempre un problema... alle 20:00 chiude!!! E noi dove andiamo!? Anche lo scorso anno è stato solo grazie alla volontà di un ragazzo e di un volontario che è rimasto aperto... E quest’anno? Cosa dobbiamo fare, con chi parlare???? Aiuto, un mamma preoccupata. Grazie, Simona “Problemi del Quartiere 5, diamoCi da fare” Ora che le elezioni politiche sono passate, guardiamo i problemi che ci riguardano più da vicino sul territorio. Abitando nel Q5 non posso che denunciare il totale degrado e la mancanza di vi-
29 sione nel breve e nel lungo periodo. Con l’esecuzione di Piazza Dalmazia siamo assurti all’onore mediatico di tutta Italia. Qualche giorno fa sparatoria da Far West in via Giuliani. Ed io che abito in Via S. Stefano in Pane (quella senza traffico) in 30 metri abbiamo avuto il tabaccaio derubato da una “talpa”, il gioielliere bucato dal pavimento e una volta anche schiaffeggiato, una povera persona che aspettava il verde al semaforo quasi divisa in due e ieri un ubriaco è volato dal ponte nel Terzolle. In un quartiere affumicato e assordato dalle mille sirene, non tutte spero indispensabili, non c’è una pista ciclabile che porti direttamente in centro, un vero parco verde (non era chiedere molto se dall’area Galileo in più di trent’anni si fosse finalmente sistemata la Meccanotessile con un giardino come pure nell’ex area Gondrand con promessa udita personalmente al Campino dall’allora sindaco Primicerio). Macché, quartiere squallido (ma umano) era con le fabbriche e così squallido (e pericoloso) deve rimanere. Fra tutti quanti, enti preposti e cittadini inermi, testate giornalistiche comprese vogliamo provare ad invertire la rotta facendo le cose che servono ed essere vicini ai numerosi cittadini (il Q5 credo che sia anche il più popoloso, quasi una città) per fermare un degrado totale di sporcizia, inquinamento e rischi vari. Altrimenti la gente un giorno può creare... movimenti incontrollabili. Quindi Sig. Sindaco e Responsabili di Quartiere, e giornali, se vorrete rendere pubblico (leggi pubblicare) questo sfogo, diamoci da fare che i problemi nazionali rispecchiano le inconcludenze, il clientelismo e la presunta furberia di noi italiani tutti e fiorentini bottegai del giorno per giorno in particolare. Cerchiamo di salvare il Quartiere, e la Città più bella e ricca d’arte nel mondo non si trasformi in un caos di giorno e un Bronx o un lazzaretto o un urinatoio di notte. Stefano “i vigili e la sorveglianza in CittÀ” Gentili amici, leggo sul numero di marzo Q.4 la lettera all’ufficio reclami “i vandali e le pensiline dei bus” che condivido appieno e la risposta di Matteo Francini, seria e centrata nel concetto principale, cioè quello del richiamo o meglio del rinnovato invito alla partecipazione attiva di vigilanza dei cittadini. Mi sembra però che unito a questo invito, ne manchi un altro altrettanto caldo e pressante; quello verso i preposti alla sorveglianza. Vero, verissimo che da soli non possono farcela, ma a me sembra che la Polizia Municipale sia adoperata in modo massiccio, per non dire totalitario, a compiti amministrativi, ed in misura appena residuale per il suo vero compito istituzionale. Chi scrive, è un seguace degli inviti di Francini, vive vicino ad un bene pubblico, assiste spesso agli scempi vandalici e dichiarando le proprie generalità, spende tutto il tempo necessario per allertare chi di dovere. Sembra facile, ma proprio non lo è. Chiami l’ufficio relazioni col pubblico del tuo quartiere ed il più delle volte alla fine del discorso ti senti rispondere di chiamare direttamente i Vigili. Ma quest’ufficio cosa ci sta a fare? Se riesci ad avere il numero per chiamarli i Vigili del quartiere (quelli che dovrebbero essere vicini ai cittadini), la loro risposta a qualunque ora del giorno è quasi sempre la stessa: sono sola/o e quindi riferirò. Io raramente ho visto un risultato atteso, cioè una visita, un controllino in tempo giusto per beccare i furfantelli. Più spesso vedo operai che smontano attrezzature pubbliche sfasciate e le portano via, senza poi rivederle più. Concordo con chi afferma che prima ancora che di educazione, si tratta di cultura, ma questo vale per tutti: per i vandali, per i cittadini che debbono curare i beni che pagano, ma anche e soprattutto per coloro che sono remunerati per farlo. Con i migliori saluti. Giordano Saccardi
invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it “Quella biCiCletta in giro di notte senza luCi” Cara redazione, che spavento! L’altra sera mentre tornavo a casa stavo per investire una ragazza in bicicletta! L’ho vista solo all’ultimo, ma per fortuna appena in tempo per frenare e non è successo niente, solo un grande spavento mio e forse anche suo, ma questo non lo so perché non si è fermata e ha continuano a pedalare. Ho pensato ma come ho fatto a non vederla? Quando guido sto molto attento, anche perché non sono più giovanissimo. Lì per lì per lo spavento non ci ho fatto caso, mi sono solo detto che quando si è al volante l’attenzione non è mai troppa, ma poi più tardi a casa, a mente fredda, mi è venuta in mente una cosa di cui all’inizio non mi ero accorto: la ragazza andava in bicicletta senza luci! Saranno state più o meno le 19, ma con l’inverno era già tutto buio. Quella ragazza pedalava per strada, non su una pista ciclabile; a me va bene che i ciclisti vadano per la strada, ma senza luci è pericoloso! Io non so se un ciclista che va senza luci ci veda, ma di sicuro è più difficile che le macchine lo vedano. Noi automobilisti si deve stare sempre attenti e andare piano, anche perché può spuntare un bambino che corre in strada da un momento all’altro e bisogna avere il tempo di frenare, ma anche quelli che vanno in bici devono stare attenti e mettersi le luci alle biciclette! È importante!! Io lo vorrei dire a quella ragazza, questa volta ci siamo presi solo un bello spavento e per fortuna nessuno si è fatto male, però quando è buio andare in bicicletta senza luci è pericoloso! Ditelo anche voi! Grazie, Roberto R.
Gentile signor Roberto, con la sua lettera ci fornisce un “assist” prezioso. Proprio in questo numero del nostro giornale pubblichiamo infatti (pag. 17) un articolo sulla campagna chiamata (inequivocabilmente) “Bici lucenti”, ideata proprio per sensibilizzare i ciclisti sull’utilizzo delle luci. Un’iniziativa senz’altro importantissima e degna della massima attenzione perché, come ripetuto anche in occasione del suo lancio, “usare le luci di notte può salvare la vita”. E questo è un messaggio che deve arrivare forte e chiaro a tutti coloro che utilizzano le due ruote per spostarsi in città: essere visti (in primis dagli automobilisti) è importante quanto e più di vederci. Tanti, troppi coloro che ancora viaggiano in sella alle loro biciclette senza luci: è stato ricordato nell’ambito della presentazione di “Bici lucenti” e lo ricordano anche – ben più tragicamente – gli incidenti, alcuni dei quali gravi, che avvengono anche per questo motivo. Dalle pagine di questo giornale lo abbiamo ripetuto più volte: l’utilizzo delle luci di notte deve diventare la regola per i ciclisti. Fortunatamente qualcosa in questo senso ultimamente sembra muoversi, sempre più persone stanno prendendo coscienza dell’importanza del loro utilizzo e iniziative come quella da poco presentata in città sono utilissime per diffondere questo messaggio e “convincere” i ciclisti a dotarsi di tutti gli strumenti e gli accorgimenti in grado di rendere le loro pedalate il più sicure possibili. Perché – e anche questo non ci stancheremo mai di ripeterlo – tutti, ma proprio tutti coloro che si mettono in strada (alla guida di qualsiasi mezzo, ma anche a piedi) devono farlo nel modo più sicuro e responsabile per se stessi e per gli altri. È veramente giunta l’ora di mettere fine a incidenti spesso evitabilissimi ma non per questo meno tragici una volta che avvengono, è giunta l’ora di impegnarsi tutti in modo che i giornali non si trasformino, come troppe volte accaduto in passato, in veri e propri “bollettini” di incidenti, perché tragedie come quelle avvenute anche recentemente non si ripetano più. E questo è un obiettivo importantissimo, da raggiungere tutti insieme attraverso grandi e piccoli gesti. Come quello, elementare, di dotare di luci la propria bicicletta. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it “no agli sCooter sulle Preferenziali, ma...” Gentile redazione, ho letto sul Reporter di marzo la lettera dello scooterista fiorentino che vorrebbe che i motorini potessero passare sulle corsie preferenziali. Io non sono d’accordo, perché credo che si creerebbero ingorghi per gli autobus che già fanno ritardi di per sé. E poi allora perché non far passare anche gli altri veicoli non ingombranti dalle corsie preferenziali? Non so se in qualche città lo fanno, ma a me che mi sposto con l’autobus questa non sembra una buona idea, e tra l’altro con i motorini che vanno a zig zag gli autisti dell’autobus sarebbero costretti a fermate brusche e pericolose. Invece sì, servirebbero più corsie preferenziali per gli
autobus, anche se in certe strade in effetti è difficile metterle. Le strade di Firenze, non lo scopro io, sono strette, e questo è un problema per il traffico. Casomai si potrebbero fare delle corsie strette apposta per i motorini, ma tanto poi succederebbe come con le corsie preferenziali, che le invaderebbero anche le macchine. Io penso che se ogni tipo di veicolo avesse il suo spazio riservato, privilegiando gli autobus, sarebbe la soluzione migliore. Mi sa che sarebbe difficile farlo, ma perché non proviamo a dividere almeno le strade più grandi in corsie separate, tanto per prova? Così si potrebbe vedere cosa succede. Questa è la mia idea che volevo proporvi. Cordiali saluti. Giacomo
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