Il Giornale del tuo Quartiere
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055 0515231 Periodico d’informazione locale. Anno III n.39 del 1 luglio 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
LUGLIO 2009
Se gli anticorpi perdono il lavoro ro
PRIMO PIANO
GOSSIP
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Andrea Muzzi*
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A “CACCIA” DI VIP In giro per la città sulle tracce dei personaggi famosi di casa nostra PAG.14
UN GIORNO COI POMPIERI “Segreti” e curiosità: viaggio nella caserma dei vigili del fuoco PAG.2
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SPETTACOLI
Negozi in “crisi” al centro commerciale. Ma arriva il cinema 3D San Salvi, com’era e com’è di B. Strappi - L.V. Zarrilli
D UN’ESTATE IN... FORTEZZA Da Keith Jarret a Daniele Silvestri, tanti i concerti in programma per la kermesse. Ma non solo PAG.22
di
al 1891 ad oggi San Salvi ha segnato un pezzo di storia della città. Uno strappo nascosto, che troppo a lungo la gente non ha voluto vedere, dentro i cui confini sono stati ricoverati nomi noti e comuni mortali, tutti a causa di un “male” difficile da comprendere, genericamente catalogato sotto il nome di follia. Oggi che San Salvi
non è più un ospedale psichiatrico sta poco a poco ritornando ad essere considerato parte integrante della città. Un melting pot che sta restituendo dignità ad un’area troppo a lungo dimenticata. E da cui, dopo la legge Basaglia, i “reclusi” se ne sono andati per recuperare la “normalità” perduta. Ecco dove. PAGG.18-19
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l’intervista La Fiorentina secondo Corvino
Giovanni Carta PAG.26
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a un anno convivo con un crociato rotto ma per operarmi aspetto che cada il governo. Con tutti questi tagli che fanno alla sanità non vorrei che invece del ginocchio mi tagliassero anche la gamba!Di solito si taglia una cosa quando è in sovrabbondanza, giusto?Allora perché tagliano la sanità che è già ridotta all’osso? In un ospedale ho visto un infermiere che faceva tutto da solo: rispondeva al telefono del centralino, andava in sala operatoria come anestesista, aiutava il chirurgo ad operare e se mancava il paziente, faceva anche quello. Non è vero che la sanità italiana non funziona!Tempo fa un chirurgo ha operato un mio amico al polso e l’intervento è perfettamente riuscito. Peccato che il mio amico fosse stato ricoverato per l’appendicite!Oggi c’è una concezione della sanità distorta: per esempio perché ci si vaccina per tutto?L’uomo è fatto per ammalarsi. Quando prendiamo l’influenza i nostri anticorpi si moltiplicano, si rafforzano. Con il vaccino invece, i nostri anticorpi diventano di colpo disoccupati. E’ inquietante sapere che dentro di noi ci sono miliardi di anticorpi che non fanno niente dalla mattina alla sera, che gironzolano in qua e la con la mani in tasca. Queste cose si sa come vanno a finire. Nell’arteria principale, l’aorta, è aumentata la prostituzione, la sera è piena di anticorpi che battono. E poi c’è violenza, scippi, sequestri, sparatorie. Oggi i chirurghi quando aprono un paziente, lo richiudono subito. Hanno paura di fare brutti incontri. Invece che nelle discariche perché non mandano l’esercito nelle sale operatorie? Io personalmente avrei persino paura a mettermi un dito in gola!! *Comico
ELEZIONI. Comune, Provincia e Circoscrizioni: rinnovata l’amministrazione
Sindaco & Co, come cambia Firenze S
e quindici giorni posson bastare per fare la “rivoluzione”. Dal weekend del 6 e 7 giugno scorsi al verdetto finale del 21 e 22, date in cui si è tenuto il ballottaggio per Palazzo Vecchio, l’amministrazione cittadina è stata completamente (o quasi) rinnovata. A partire dalla carica più ambita, quella di sindaco, conquistata dal candidato del centrosinistra Matteo Renzi, al secondo turno, con il 60% dei voti, contro il 40% dello sfidante Gio-
vanni Galli. Riuscita anche l’impresa annunciata a inizio campagna elettorale dal neosindaco, quella di portare facce nuove a Palazzo Vecchio. Tanti i nuovi volti che siederanno in consiglio comunale, seppur assieme ad alcune vecchie conoscenze della politica fiorentina. Cambio al vertice anche per la Provincia, la cui guida, per i prossimi cinque anni, spetterà ad Andrea Barducci, ex vicepresidente provinciale sostenuto da Pd, Sinistra per
la Provincia, Idv e Comunisti fiorentini. E, per la prima volta, un rappresentante della Lega Nord troverà posto tra i banchi del consiglio provinciale. Conferme e sorprese anche all’interno delle cinque circoscrizioni fiorentine, tutte comunque assegnate al centrosinistra. A campagna elettorale conclusa, la nuova amministrazione lancia le sfide per il prossimo mandato: ecco come cambierà la città nei prossimi PAGG.4,8-11 cinque anni.
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Isolotto • Legnaia • Soffiano
Luglio 2009
LUOGHI. Visita alla stazione dei pompieri, distaccamento di Firenze Ovest, tra Ugnano e l’Isolotto
Un giorno nella “casa” degli eroi del fuoco
Il distaccamento di Firenze Ovest della caserma dei vigili del fuoco
L’EMERGENZA. “Snobbata” l’iniziativa ministeriale La struttura, inaugurata nel 1987, presta soccorso ai quartieri 4 e 5 di Firenze e ai comuni limitrofi. Nel corso del 2008 sono stati affrontati 2.800 interventi: ai primi posti non figura lo spegnimento di incendi, ma il soccorso alle persone rimaste intrappolate e l’assistenza per incidenti stradali Annalisa Cecionesi
S
i vede dal Ponte all’Indiano, ma non tutti hanno soccorso urgente alle persone, intrappolate in seguito a avuto la possibilità di scoprirla da vicino. E’ la malori, guasti e quant’altro, e seguiti dall’assistenza per caserma dei Vigili del Fuoco, distaccamento di incidenti stradali. Ma non mancano le richieste più curioFirenze Ovest. Il Reporter è andato a curiosa- se. “Se ne vedono di tutti i colori – racconta il capo del re nel “covo” dei pompieri, personaggi molto amati da distaccamento Firenze Ovest, Roberto Cialdai – più volgrandi e piccini, soprattutto in virtù del loro eroismo e te ci è capitato di fare irruzione in appartamenti sbagliati, della loro umanità, che film e tragiche calamità hanno a causa delle errate indicazioni del padrone di casa”. La messo più volte in risalto. La caserma, su una superficie caserma è inoltre molto vicina al mondo dei bambini, da di circa quattro ettari, è composta da due lotti, uno inau- sempre primi sostenitori degli “eroi del fuoco”. Da molgurato nel 1987, l’altro tre anni dopo. Prima di allora, ti anni, il martedì e giovedì dei mesi di marzo, aprile e la zona nord-ovest della città non possedeva un proprio maggio, la caserma apre le porte alle visite scolastiche, distaccamento, dipendendo dalla sede centrale. I tempi con percorsi diversi a seconda dell’età. Mentre i più piccrescenti di intervento, dovuti anche all’aumentare del coli si accontentano di ammirare le autorimesse, il getto traffico, hanno reso necessaria la costruzione di un nuovo d’acqua e il palo per la discesa, reso celebre da tanti film, i bimbi delle scuole materne ed distaccamento decentrato. Tra elementari possono assistere Ugnano e l’Isolotto è nata così Ne capitano di tutte, anche al lavoro del centralino, la caserma, che presta soccorso come fare irruzione alle manovre d’equipaggiamenai quartieri 4 e 5 di Firenze e ai in appartamenti sbagliati to e, qualche volta, alla simulacomuni limitrofi, includendo a causa di indicazioni errate zione di incendi. L’entusiasmo tratti di grandi arterie viarie, aususcitato da queste visite ha tostradali e ferroviarie. Il nucleo più antico della caserma ospita la centrale operativa, che indotto il Gruppo storico dei Vigili del Fuoco, con l’apgarantisce la presenza di nove unità, e le aule di forma- poggio di tutto il comando, e in particolare del comanzione. Il secondo lotto accoglie la colonna mobile, che si dante, l’ingegner Giuseppe Romano, e delle autorità del occupa di organizzare e allestire le sezioni operative di Quartiere 4, a organizzare “Pompieropoli”. Questa masoccorso in caso di terremoti, alluvioni e altre calamità. nifestazione permette ai bimbi di diventare pompieri per L’edificio comprende poi l’autorimessa, il magazzino, il un giorno, affrontando un percorso avventuroso: dalla dilaboratorio di telecomunicazioni coordinato dalla Dire- scesa dell’immancabile palo all’asse di equilibrio, dallo zione regionale e la palestra, che il pomeriggio è a di- spegnimento del fuoco (simulato) in casette di plastica sposizione del Gruppo sportivo dei Vigili del Fuoco. Nel all’impegnativa salita di scale (provvisti di imbragature). corso del 2008, la sezione di Firenze Ovest ha affronta- L’iniziativa è stata un successo. La seconda edizione, lo to 2.800 interventi. Ma al primo posto tra le operazioni scorso maggio, ha visto la partecipazione di circa 2.500 effettuate, non capeggia, come si potrebbe pensare, lo piccoli pompieri. “E il prossimo anno avrà un sicuro sespegnimento di incendi. Questi sono infatti preceduti dal guito”, anticipa con soddisfazione Cialdai.
Lotta al caldo, gli anziani “disertano” la caserma I
l termometro sale e gli anziani piccoli, ad esempio, in viale dei cercano “rifugi” al riparo dal Bambini, rendendo il nome della caldo dove passare il tempo. Persi- via un tantino inappropriato. Altri no le caserme dei Vigili del Fuoco esponenti della terza età preferiscoaprono, da qualche anno, le loro no invece sostare sotto gli alberi di porte alla terza età, offrendo refri- lungarno dei Pioppi, sperando nel gerio e intrattenimento. Si tratta di refrigerio del fiume. Ma non semun’iniziativa ministeriale, avviata brano soddisfatti. “Avremmo potudopo la torrida estate del 2003. “Al to passare del tempo al fresco pecomando centrale è stata realizza- scando sulla riva – raccontano – ma ta anche lo scorso anno – racconta le scalette costruite un anno fa non Cialdai – ma nel distaccamento di ci sono più e per scendere l’argine Firenze Ovest non c’è stata richie- bisogna aggrapparsi a una catena. sta”. Dove si rifugia, allora, la terza Manovra inadatta per un anziano”. età del Q4? Nei diversi centri an- I rifugi prediletti restano comunque ziani, per socializzare tra una parti- i parchi. Molti trovano rifugio dalta a bocce e un ballo liscio. Ma c’è la calura nel verde di Villa Vogel. anche chi cerca posti alternativi. La mattina niente donne, però: per Gli uomini prediligono bar e case loro è tempo di faccende e commisdel popolo, dove possono alternare sioni. “Siamo in gran parte vedovi – dice un una bevuta uomo, mena una parI vigili del fuoco aprono tre una sitita a carle loro porte alla terza età, gnora spote, il tutto ma i più longevi preferiscono sata fa gli condito da parchi, bar e negozi spergiuri – immancabiqui possiali discussioni, che spaziano dalla politica allo mo scambiare due chiacchiere, fare sport. E’ assai frequente trovarne amicizia”. E i centri commerciali? un nutrito gruppo davanti al bar di “Lì ci vado solo per fare la spesa”, piazza dell’Isolotto. Le loro voci risponde una donna. Eppure c’è chi vivaci riecheggiano nelle vicinan- la pensa diversamente. Non è per ze. “Vengono qui quotidianamente niente raro trovare gruppi di anzia– dice la barista – e sul tardi si spo- ni, per lo più donne, a frescheggiastano alle Baracche Verdi”. Ma le re ai tavolini del bar di un centro donne solitamente non partecipano commerciale, in via Canova come a questi capannelli. Preferiscono il a Ponte a Greve: una bevuta placa verde. E’ facile trovarle sedute sul- la sete, l’aria condizionata estingue le panchine di zone ombreggiate. il caldo e il via vai di gente combat/A.C. Si contendono il fresco con i più te la noia.
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il giornale del tuo quartiere
IL CASO. Il “Freeland” di via del Cavallaccio alle prese con la crisi economica. Ma non solo
Se il centro commerciale si svuota di negozi SCHEDA
Tante le attività che, nel tempo, hanno chiuso
Un luogo di ritrovo, ma solo per i giovani
i battenti all’interno della struttura: ormai
Dovrebbe essere un centro commerciale dalla doppia anima, diurna e notturna, quello di via del Cavallaccio. Inaugurato nel 2003 nella zona di San Bartolo a Cintoia, su una superficie di circa 18 mila metri quadri, dovrebbe offrire occasioni per lo shopping e provvedere allo svago, con il multiplex, un locale brasiliano e la sala giochi provvista di bowling, biliardi, bar e ristorante. Ma basta fare un giro tra i negozi in un giorno infrasettimanale per capire che i divertimenti prevalgono sulle compere. L’androne è semideserto. I visitatori non passeggiano tra le – poche – vetrine, ma si dirigono direttamente verso il negozio che interessa o al cinema a prenotare i biglietti per la serata. Resiste solo qualche gruppo di adolescenti, a passare il tempo sulla gradinata, sui motorini o in sala giochi. Per loro, ma solo per loro, questo è anche un luogo di ritrovo, uno spazio di socializzazione, che rifiorisce di notte e nei fine settimana.
sono molti i fondi “orfani” di gestore. E i commercianti lanciano alcune idee Annalisa Cecionesi
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artelli con la scritta “affittasi” e tanti sfondi “coprenti”, che ritraggono scorci di Firenze, dominano ormai molte delle vetrine del centro commerciale Freeland di via del Cavallaccio, meglio noto come Warner Village. Un soprannome ormai inappropriato, dal momento che il cinema omonimo, situato al secondo piano dello stabile, ha lasciato spazio a una nuova gestione, quella di Uci Cinemas. Non è l’unico ricambio avvenuto nella struttura, che negli anni ha contato diverse chiusure tra i negozi situati al primo piano. Dopo una gioielleria, un negozio di abbigliamento, una profumeria e un bar, l’ultimo a chiudere è stato il negozio di una nota catena di articoli sportivi. Attualmente, sono quattro i fondi orfani di gestore, su una decina di locali complessivi. Ma la crisi economica non spiega del tutto questa “moria” commerciale. Così come l’ubicazione periferica, che è il punto di forza di molti altri centri. A dirlo sono i negozianti che, nel complesso, non si lamentano per il calo di vendite, ma per problemi relativi alla gestione della struttura. Da un lato, l’esistenza di costi di affitto e gestione piuttosto elevati – a loro dire - imposti dal proprietario dell’immobile, Unicoop; dall’altro, l’assenza di pubblicità volta a valorizzare il centro. Problemi che si acuiscono con l’uscita di scena di nuove attività commerciali. “Noi, in questo periodo lavoriamo bene – racconta il responsabile del negozio di calzature situato nello stabile – ma siamo preoccupati per la chiusura del negozio di abbigliamento sportivo, che sicuramente contribuiva ad attirare visitatori”. Questa chiusura, oltre ai potenziali clienti, porta via posti di lavoro. Sono dieci i dipendenti che si ritrovano disoccupati, secondo i quali - forse - questo epilogo poteva essere evitato. “Il lavoro – dicono in coro - non mancava. Quello che è mancato è stato l’interessamento degli enti preposti, che non si sono mossi per salvaguardare il centro commerciale, a cominciare dalla sua valorizzazione. Nel periodo natalizio non ci hanno fornito neppure gli addobbi”.
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A lungo andare, il centro rischia di perdere la sua vocazione, quella commerciale. Pietro Mola, direttore di un negozio di arredamento presente nella struttura, trova che sia necessario correre ai ripari, indicando alcune idee di rilancio, condivise dalla maggior parte dei commercianti. “Dovrebbe essere definita, da parte dell’ente preposto – spiega Mola - una strategia pubblicitaria per rilanciare il centro commerciale, e offerte condizioni economiche vantaggiose ai nuovi entranti, che tenga-
no conto del periodo di crisi”. Per arginare questo momento critico occorre infatti che nuove aziende siano disposte a scommettere sulla struttura, e che anche le piccole realtà, prive di solide reti commerciali alle spalle, possano ottenere visibilità. Resistono gli esercizi dedicati al divertimento, nonostante anch’essi abbiano risentito del periodo di crisi. Il punto di forza del centro, secondo l’opinione dei frequentatori, è rappresentato proprio dalle attività dedicate allo svago,
dal cinema al bowling, oltre alla facilità di parcheggio. “Poteva essere un bello spazio per il tempo libero – dice Graziano, seduto su una panchina - ma mancano attrattive. Anche solo per sfruttare l’attesa d’inizio del film”. Di simile avviso sono gli altri visitatori. “Oggi sono qui per la svendita di articoli sportivi, qualche volta per le scarpe – spiega una ragazza - ma solitamente non vengo fin qua a fare spese, visto che ormai i negozi si contano sulle dita di una mano”.
L’EVENTO La multisala Warner Village ha ceduto il passo a Uci Cinemas. Che porta con sé tante novità
Lenti speciali e tecnologia: a Firenze sbarca il cinema 3D
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ugs Bunny e Daffy Duck, personaggi d’animazione Warner Bros, non vi daranno più il benvenuto all’entrata del centro Freeland. La multisala Warner Village ha ceduto il passo a Uci Cinemas. Il circuito, che con questa acquisizione porta a tre i multiplex targati Uci in Toscana, dopo Sinalunga e Arezzo, è uno dei più importanti a livello internazionale e il primo in Italia per numero di sale e affluenza. Molte le novità promosse dalla nuova gestione. A fine agosto, con l’arrivo dell’atteso film d’animazione “L’Era Glaciale 3”, Uci Cinemas porterà a Firenze la
tecnologia 3D. Basterà indossare gli occhiali dotati di speciali lenti per percepire la dimensione della profondità e avere l’impressione di trovarsi al centro della scena. La visione 3D costerà tre euro in più rispetto a quella tradizionale, aumento giustificato dai costi dovuti alla tecnologia impiegata e agli occhiali, che rimarranno allo spettatore. Accanto alla tradizionale promozione del martedì per le donne, gli spettatori potranno sperimentare nuove offerte. Dalla Uci Card, una carta fedeltà gratuita con la quale accumulare punti per ricevere i premi in palio, alla CineCard,
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Isolotto • Legnaia • Soffiano
Luglio 2009
DOPO LE ELEZIONI/1. Intervista al presidente del Consiglio di Quartiere eletto lo scorso giugno
La seconda “missione” di Giuseppe D’Eugenio E’ stato confermato per un nuovo mandato, e ora guarda al futuro. “Ci sono diverse opere da concludere. Cambierà qualcosa nelle modalità di governo”
DOPO LE ELEZIONI/2. La composizione della nuova assemblea
Un Consiglio di “esordienti”
T
Michele Fioraso
Presidente D’Eugenio, dopo la rielezione da dove vuole partire nel suo lavoro per il Quartiere? Ci sono diverse cose da concludere. Penso al lavoro sulla tramvia: guardiamo già oltre la messa in esercizio, ci interessa lavorare sui servizi, sulla crescita del quartiere. C’è qualche opera “incompiuta”? Sì, siamo rimasti indietro col centro culturale Canova: è ancora una spina nel fianco. Poco prima delle elezioni ho parlato coi servizi tecnici del Comune: hanno garantito che mi daranno a breve le certificazioni mancanti. Dovevamo aprire a novembre 2008, così avevano garantito: invece siamo ancora qui. Se non ci saranno passi avanti, ho comunque deciso di procedere: a metà settembre apriremo, mi sono Giuseppe D’Eugenio stufato di essere preso in giro. Come valuta il suo primo mandato alla guida del Q4? ne emergenze. Per esempio, molte Abbiamo fatto un grande lavoro strutture scolastiche hanno urgente di “tenuta” tra bisogno di lagrandi difficoltà. Siamo rimasti indietro vori. Parliamo Il nostro bilancio di interventi col centro culturale si è ridotto del per garantire Canova: è ancora 38,9% in termini gli standard di una spina nel fi anco reali: abbiamo sicurezza, non perso per strada di estetica. C’è un milione e mezzo di euro. Ma bisogno di investimenti anche per siamo riusciti a garantire i servizi. la manutenzione delle aree a verde Anzi, le spese sociali sono passate pubblico: ci mancano 80mila euro, dal 49 al 52% del bilancio. Per il fu- e le aree aumentano. turo ci basterebbe una stabilizzazio- Quale sarà la novità politica di ne delle risorse e più disponibilità questo mandato? agli investimenti da parte di Palazzo Cambierà qualcosa nelle modalità di governo: voglio introdurre il Vecchio. bilancio di comunità. Il quartiere Investimenti per fare cosa? Per affrontare anno per anno alcu- deve imparare a partecipare e ad
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auto-valutarsi. Inizieremo mettendo intorno a un tavolo le tante realtà che esistono sul territorio per ricavare una fotografia della situazione che aiuti l’istituzione a intervenire dove serve. Come vorrebbe lasciare il Q4 alla fine di questo secondo mandato? Un quartiere con una rete di servizi e di punti di aggregazione assestata. Poi strutture migliori di quelle odierne, un sistema scolastico efficiente, una qualità urbana superiore, una coesione sociale che garantisca la vita degli abitanti, alcuni progetti di sostenibilità ambientale che stiamo mettendo a punto. Ecco, se riuscissi a realizzare queste cose, tra cinque anni andrei via contento.
ante facce nuove a Villa Vogel e la scomparsa della sinistra radicale: sono queste le principali conseguenze delle elezioni per la nuova consiliatura del Quartiere 4, che ha visto la solida affermazione del centrosinistra e la conferma di Giuseppe D’Eugenio alla presidenza. Saranno ben 18 su 23 gli esordienti nel nuovo Consiglio, molti dei quali giovani. Piccolo passo avanti nella rappresentanza femminile: dalle 3 elette nel 2004, entrano a Villa Vogel 5 consigliere, per lo più nelle fila della La sede del Quartiere 4 maggioranza (4 a 1). Il presidente uscente, l’ex diessino Giuseppe D’Eugenio (stavolta capolista di Si- zione, quest’anno unita ai Comunisti nistra per Firenze), si riconferma con italiani, perde per strada 2mila voti il 53,81% dei voti sull’avversario più e si ferma al 3,14%. I Comunisti quotato, il candidato del Pdl Giancar- fiorentini con D’Eugenio portano a lo Calderoni, di area An, che si ferma casa solo 480 voti, l’1,23% del totaal 27,49%. D’Eugenio perde qualche le. Nella ripartizione dei seggi, i due voto rispetto al 2004 (era stato eletto partiti maggiori conquistano ben 17 col 59,45%) ma doppia quasi Cal- dei 23 seggi disponibili. Massiccio il deroni: 20.900 voti contro 10.700. turnover in Consiglio: entrano ben Passando alle liste, il Pd conquista 18 facce nuove, molte delle quali il 43,2% degli elettori, quasi 17mila under 40. Questi i nomi degli eletti, voti. A distanza siderale il Pdl: poco in ordine alfabetico. Partito Demopiù di 7 mila voti, il 18,97%. Con- cratico: Cosimo Basetti, Leonardo fermando l’exploit del Comune, la Calistri, Paolo Campigli, Alessandro Mugelli, Gialista civica como Ossadi, “Firenze con 18 consiglieri su 23 Renzo PamGiovanni Galalla loro prima volta. paloni, Piero li sindaco” si Più spazio per le donne, Pieri, Corinna afferma come scompaiono i comunisti Pugi, Martina terza forza: Secchi, Alesquasi 3.400 voti e una percentuale del 8,51%. Se- sandro Tanganelli, Franco Traballesi, guono due liste dello schieramento Donatella Villani. Popolo delle Lipro D’Eugenio: IdV (5,19%) e Sini- bertà: Daniele Bagnai, Vincenzo Di stra per Firenze (4,19%). Tra i “pic- Feo, Matteo Fanelli, Luca Galasso, coli”, solo la lista “Spini per Firenze” Enrico Nencioni. Lista Galli: Anto(3,58%) strappa un seggio. Partico- nio D’Acunto, Roberta Pieraccioni. larmente negativo il risultato delle Italia dei Valori: Irina Lupetti, Filipliste di ispirazione comunista: dal po Picone. Sinistra per Firenze: Giucomplessivo 12% del 2004 al risica- seppe D’Eugenio. Spini per Firenze: to 4% del 2009, zero seggi. Rifonda- Mario Bencivenni. /M.F.
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VILLA VOGEL. Da poco più di un anno è possibile celebrare funerali laici nella sede del Quartiere
E il “proletario” Q4 preferisce la chiesa Solo quattro, finora, le cerimonie di commiato che hanno avuto il palazzo istituzionale come scenario. “Inizio incoraggiante di un processo che ha bisogno di tempo” Michele Fioraso
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el “proletario” quartiere 4 per l’ultimo saluto si preferisce ancora la chiesa. A poco più di un anno dall’approvazione del regolamento con cui il Quartiere ha aperto la propria sede istituzionale alla celebrazione dei funerali laici, infatti, solo 4 cerimonie di commiato hanno avuto Villa Vogel come scenario. “È però un inizio incoraggiante”, rilancia Giuseppe D’Eugenio, presidente del Q4 appena rieletto, che preferisce vedere questo primo anno come “una fase pionieristica di un processo che ha bisogno di tempo”. Dagli uffici fanno sapere infatti che le commemorazioni tenutesi finora si sono caratterizzate per due aspetti: l’elevata partecipazione popolare e il clima profondamente spirituale e emotivo, forse inatteso in una celebrazione alternativa a quella religiosa. “Questo tipo di cerimonie riesce a esprimere un raccoglimento che poche volte emerge nelle liturgie dei riti confessio-
nali – osserva D’Eugenio – ed è forse la migliore risposta a quanti temevano una perdita di dignità dell’essere umano e una banalizzazione burocratica dell’ultimo saluto”. Come in tutte le fasi di avvio di nuove esperienze, la macchina ha bisogno di una messa a punto organizzativa, ma gli stessi uffici di Villa Vogel stanno lavorando per migliorare la tempestività nella risposta, la reperibilità degli operatori, l’elasticità degli orari e l’adattamento della sede civica alle esigenze specifiche richieste da un funerale. Le regole per usufruire degli spazi civici per celebrare un funerale sono semplici. Possono tenersi in luoghi della villa chiaramente individuati, come la Sala consiliare, il Chiostro, la Limonaia e la Cappella: questi spazi sono concessi unicamente per la durata delle funzioni, e i richiedenti devono curare l’eventuale allestimento ornamentale degli spazi, la collocazione delle sedie e l’attivazione dei supporti messi a disposizione dal
Villa Vogel
Quartiere. Non è concessa l’opzione della camera ardente per il defunto, che deve arrivare sul posto con la bara già chiusa. E il tutto solo per il tempo necessario alla cerimonia. Gli spazi sono concessi dietro il versamento di un rimborso forfettario di 80 euro, e sono a di-
sposizione tutti i giorni della settimana esclusi domenica e festivi. Maggiori informazioni possono essere richieste all’ufficio Cultura del Q4, chiamando i numeri 055.2767135 / 055 113/114 dal lunedì al venerdì con orario 9-13, e il martedì e il giovedì dalle 15 alle 17.
L’INIZIATIVA. Obiettivo delle “Batbox” è far tornare i pipistrelli in città. Ma la sistemazione delle casette è indietro
Una “bat-casa” per i nemici giurati delle zanzare at-casa offresi a pipistrelli volenterosi: così suonerebbe un ipotetico annuncio immobiliare rivolto ai chirotteri, nemici giurati delle zanzare. A un anno di distanza dalla partenza del progetto “Batbox” per il quartiere 4, infatti, la sistemazione delle casette per pipistrelli è ancora indietro e il monitoraggio sulla colonizzazione di quelle già piazzate è tutto da definire. “Almeno sei sono già montate in alcuni punti strategici – afferma Roberto Vassanelli, presidente uscente della Commissione ambiente e grande sostenitore del progetto – due sono nel parco di villa Vogel, una all’interno del cortile del Quartiere, una alla scuola Barsanti e due alla Fattoria dei ragazzi”. Altre quattro, che dovrebbero andare in altrettante scuole del quartiere, sono ancora avvolte nel cellophane insieme ai cartelli esplicativi che dovrebbero tutelare questi rifugi: “C’è stata qualche difficoltà
a reperire le risorse umane e finanziarie per montarle – spiega lanti senza spargere veleni nell’ambiente: in una notte, un solo Vassanelli – ma, con la riapertura delle scuole a settembre, le pipistrello può spazzolare dal cielo fino a duemila zanzare. Le installazioni dovrebbero essere completate”. Difficile capire, condizioni di vita sempre più difficili e la scomparsa di ripari per ora, se i chirotteri abbiano gradito le prime sei batbox o sicuri hanno costretto questi innocui predatori a migrare fuori città: così, grazie anche alla neglise siano ancora “sfitte”: qualcosa non genza dell’uomo, gli “insetti vampiha funzionato a dovere e al museo di In una notte un solo ro” hanno avuto campo libero. I dati storia naturale “La Specola”, riferipipistrello può spazzolare mento locale del progetto dedicato 2008 della Specola relativi alle pridal cielo fi no a duemila agli animaletti volanti, i dati di instalme batbox cittadine, però, indicano esemplari di “insetti-vampiro” lazione e monitoraggio del quartiere che i tempi di colonizzazione di un 4 non sono ancora arrivati. Eppure, se rifugio possono essere lunghi e che ben costruite e ubicate con criterio, le batbox sono efficaci stru- i pipistrelli prediligono soprattutto i mesi a cavallo tra estate e menti per favorire il ritorno dei pipistrelli negli ambienti urbani autunno. Il quartiere offre vitto svolazzante a volontà e alloggio /M.F. e abbattere, di conseguenza, la presenza di zanzare e insetti vo- gratuito: che aspettate, dunque, amici alati?
Lega Spi-Cgil Quartiere 4 Incontro con il presidente del Quartiere 4 Siamo andati ad incontrare il Presidente del Quartiere 4, Giuseppe D’Eugenio al suo secondo mandato, dopo i nostri complimenti e seguita una piacevole conversazione sulle cose fatte, e quelle da fare, che sono tante e innumerevoli, fra le tante cose che il Presidente ci ha detto, alla domanda , cosa farà di nuovo per il quartiere nei prossimi cinque anni, ci ha risposto così. 1° OBBIETTIVO MANTENERE E RAFFORZARE LA COESIONE SOCIALE Come? Facendo il Bilancio di Comunità, in forma partecipata. Cos’è? Una sorta di Quartierometro. Prima di tutto dovremo chiudere la partita della tramvia, per innovare il quartiere, e sulla strada dell’innovazione il Bilancio di Comunità sarà strumento di conoscenza per tutti.
Informiamo i pensionati, che dal primo luglio verrà messa in pagamento la 14° mensilità. Come già si è verificato l’anno scorso, questo provvedimento è frutto di un accordo sindacale con il precedente governo, ed è bene comprendere la differenza tra un provvedimento strutturale come la 14° mensilità, e provvedimenti come la carta acquisti, una tantum, che riguarda 3,5 circa di pensionati.
LEGA SPI-CGIL Q4 Firenze , Via Bezzuoli n° 24 - 50142 tel. 055-7322835 - fax 055-7322828 Sub Lega Baracche Verdi Q4 Via delle Mimose n° 5 – 50142 Tel. E Fax 055/715871
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Luglio 2009
NATURA. La colonia di uccelli se ne era andata circa due anni fa. Ora le cose potrebbero cambiare
Se all’Argingrosso tornano gli aironi Gli affascinanti volatili avevano scelto l’area verde come casa dove nidificare e moltiplicarsi, ma poi erano stati “scacciati” dalla presenza rumorosa degli uomini. Con il nuovo piano della cassa di espansione dell’Arno, però, gli habitat per gli animali potrebbero essere ripristinati Michele Fioraso
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nfastiditi dalla presenza rumorosa degli degli uccelli nidificanti del Comune di Firenze). uomini, se ne sono andati un paio d’anni “Alla fine sono stati scacciati – commenta Scocfa con un colpo d’ala. Parliamo della stra- cianti – ha vinto la confusione delle attività umaordinaria colonia di aironi che, da una de- ne che insistono su quell’area”. Altre specie se cina d’anni, aveva scelto l’area verde dell’Argin- la passano appena meglio, ammette il biologo: grosso come casa dove nidificare e moltiplicarsi. per esempio, il Martin pescatore o la rondine To“Eravamo arrivati a un centinaio di animali, pino, “animali che fanno il nido per terra”. Ma specie pregiate come Nitticora, Garzetta, Guar- sono anch’esse precarie: “Si fermano nei piazzadabuoi e Sgarzaciuffetto”, racconta Carlo Scoc- li delle cave – spiega Scoccianti - ma ci sono un cianti, biologo e collaboratore del Wwf. Gli ai- anno e quello dopo no, a seconda della presenza roni sono una presenza umana”. La verità è che consueta nei nostri corsi L’atlante comunale classifica l’area dell’Argingrosso d’acqua: non è raro vesarebbe un vero tesoro la zona tra le 12 ottimali derli a spasso sulle rive naturalistico: l’atlante per la grande biodiversità dell’Arno o del Mucomunale la classifica e la presenza di uccelli rari gnone. Ma una colonia tra le 12 ottimali per la dentro una grande zona grande biodiversità e la urbana era un caso più unico che raro, soprattut- presenza di uccelli rari, con almeno 35 specie to se si pensa che - in tutta la Toscana – questi stanziali e una ventina migratorie. “Però non è affascinanti uccelli nidificano solo in una trenti- un parco – osserva Carlo Scoccianti - è un’area na di aree. Eppure, dai primi avvistamenti negli dove c’è di tutto: un giardino pubblico, campi anni ‘90 si era arrivati ai 160 nidi registrati nel sportivi e maneggi illuminati di notte, discariche, 2002 (certificati dall’ultima edizione dell’atlante cave, orti abusivi”. Le cose potrebbero cambiare
grazie al nuovo piano della cassa di espansione dell’Arno, il cui progetto preliminare è stato presentato dal Comune. “Si tratta di un progetto idraulico-ambientale, due aspetti che non sempre vanno insieme – dice Scoccianti, che ha collaborato alla sua stesura – permetterebbe il mantenimento delle specie presenti e il ritorno delle altre”. Infatti, nelle aree che serviranno come
“sfogatoio” dell’Arno in caso di piena “verranno ripristinati gli habitat per gli animali”. A quel punto, i 120 ettari dell’Argingrosso verrebbero finalmente regolamentati. “È un’area fondamentale – conclude Scoccianti – e la popolazione potrebbe rendersi conto del tesoro che ha, perché ripristineremo dei paesaggi sull’Arno di quando il fiume veniva davvero vissuto”.
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Una tecnica innovativa per sostituire le protesi d’anca Durante gli ultimi 20 anni la protesi d’anca ha conosciuto una larga diffusione, ed è stato realizzato un numero importante di interventi con impianti cementati. Le statistiche riconoscono una durata media, per questo tipo di protesi, di circa 15 anni: occorre dunque aspettarsi, negli anni a venire, un aumento significativo delle sostituzioni di protesi d’anca. Da tre anni a questa parte, nella Casa di Cura Santa Chiara di Firenze, è stata sviluppata una tecnica dedicata agli interventi di revisione delle protesi. Ne parlano i dottori Arlaud, Gassend e Pinelli della Casa di Cura Santa Chiara: “Si tratta di una tecnica particolare con apertura “a libro” del femore (osteotomia di Wagner), rimozione completa del cemento intradiafisario e una preparazione specifica del femore che permette di ricevere in modo anatomico un impianto di revisione”. Questo lavoro si effettua tramite una fresa motorizzata ad alta velocità
(90.000 giri/mn), strumentario derivato da quello dei dentisti e perfettamente adatto ad un lavoro su tessuti duri
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come l’osso ed il cemento. “L’intervento viene preparato dallo studio delle radiografie, della scintigrafia ossea e
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ENDERMOLOGIE: TRATTAMENTI ESTETICI PER TUTTE LE ESIGENZE Il tempo che passa, il sole, l’inquinamento lasciano segni addosso a noi tutti. Ma in molti casi, grazie al progresso tecnologico, si possono cancellare anche senza ricorrere al bisturi. Succede con Endermologie, un macchinario installato presso gli ambulatori dell’Istituto Quisisana Medica che funziona con diversi programmi adatti alle esigenze più diverse. Lotta alla cellulite, remise en forme, rassodamento, miglioramento dell’elasticità cutanea. Sono alcuni dei campi di applicazione dei trattamenti di Endermologie. A spiegarne il funzionamento è la dottoressa Alessia Pini referente del reparto di Medicina Estetica dell’Istituto Quisisana Medica: “Tra gli altri programmi ce n’è uno per combattere il rilassamento cutaneo del viso che viene utilizzato per rassodare e migliorare l’elasticità cutanea. Ed è un valido supporto prima e dopo gli inter-
e-mail info.ulivellaeglicini@giomi.com
venti di chirurgia plastica del viso e del decolté”. Le sedute durano quindici minuti, ripetute da 3 a 5 volte per settimana. Un altro programma è quello “Silhouette e cellulite”: “Si tratta di un massaggio connettivale - spiega la dottoressa - realizzato con rulli motorizzati. Consente di rimodellare e rassodare il corpo, perché migliora la stasi linfatica, e agisce sulla cellulite, prima drenando e poi rassodando”. Le sedute durano in media 35 minuti, e si può intervenire su addome, gambe, cosce, fianchi, glutei e viso: “È assolutamente indolore, anzi piacevole come un massaggio”. Tutti i programmi di Endermologie sono personalizzati e i pazienti vengono seguiti da uno staff medico (che si avvale delle competenze di dermatologi, medici e chirurghi estetici), con una visita preliminare e l’affiancamento continuo durante le sedute successive.
dell’esame tc pre-operatorio - spiegano i dottori - dura complessivamente circa due ore e mezza, e la perdita di sangue è limitata dall’utilizzo sistematico di un sistema di recupero sanguigno per e post operatorio”. Si tratta di un intervento sicuro, proseguono i dottori, che limita le complicanze ed ha una serie di vantaggi: la nuova protesi viene infatti fissata biologicamente, senza utilizzare il cemento, per favorire la ricrescita ossea. “Gli impianti femorali possono essere vincolati distalmente da 2 viti trans ossee, per autorizzare una ripresa veloce del carico, vicina a quella di una prima protesi - aggiungono i dottori - Il rischio d’instabilità della protesi viene ridotto grazie all’utilizzo di cotili particolari, a doppia mobilità, detti anti-lussazione”. Di più, questo tipo di intervento consente una stimolazione dell’osteogenesi locale, garante di una fissazione duratura della protesi. Con questa tecnica innovativa vengono aggirati
molti dei problemi correlati agli interventi tradizionali di revisione delle protesi, e si risparmia al paziente il rischio di fratture per operatorie o di falsa strada, riducendo disagi e costi. L’obiettivo è di riavvicinarsi ad una situazione paragonabile ad un primo impianto, di rispettare l’apparato muscolare e di stimolare l’osteogenesi per garantire al paziente un futuro sereno.
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politica
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ELEZIONI/1. Con la proclamazione del nuovo primo cittadino si ricompone il Consiglio comunale
Quelli che... ora si va all’opposizione Galli, Razzanelli, De Zordo, Spini: gli “sconfitti” dalla tornata elettorale cominciano il loro percorso nei banchi del Salone de’ Dugento. Lo sfidante del centrodestra: “Ho preso degli impegni con la città, mi metto a disposizione per una Firenze migliore” Paola Ferri
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emmeno il tempo di un brindisi, appena finiti i festeggiamenti del nuovo sindaco, si rialzano gli sconfitti e tornano alla carica, pronti a prendere il ruolo di “cani da guardia” e controllori. Da Galli alla De Zordo le congratulazioni non bastano, l’opposizione c’è e lo fa capire fin da subito. “Sarò l’ossessione di Renzi, il suo incubo per cinque anni”. Onore al vincitore sì, da vero sportivo, ma dopo i complimenti di rito, Giovanni Galli torna subito all’attacco del neosindaco, deciso a fare “un’opposizione seria, senza dire no a tutto come siamo abituati in Italia, per il bene di Firenze”. Uscito sconfitto dal ballottaggio, lo sfidante di centrodestra, sostenuto da Pdl, Lega Nord, Lista Galli e altre 4 liste civiche, si appresta a prendere la guida dell’opposizione in Consiglio comunale. “Ho preso degli impegni con la città, mi metto a disposizione per costruire una Firenze migliore, devo aiutare l’amministrazione a rendere la città più bella, perché l’opposizione si deve fare in questo modo” annuncia all’indomani del risultato, riprendendo i toni del fair play che lo hanno contraddistinto per gran parte della campagna elettorale, fatta eccezione per qualche picco polemico. “Sono pronto a rappresentare i 4 fiorentini su dieci che mi hanno dato fiducia” annuncia. E il suo programma, chiarisce, sarà come il Vangelo. Non si discosterà di un millimetro dai punti che ha elaborato a partire dall’ascolto dei cittadini stessi. L’unico rimpianto? “Aver avuto poco tempo a disposizione”. E lascia i
commenti sulle strategie politiche ai pesi massimi del partito. Magari a proposito della scelta di apparentarsi con Razzanelli al secondo turno, decisione che non ha fruttato un voto in più a Galli. Non si può forse parlare di un clamoroso successo per Mario Razzanelli, che puntava a percentuali ben più alte rispetto al 3, 3 per cento ottenuto dalla sua lista Firenze C’è. Eppure anche stavolta l’ex consigliere dell’Udc ce l’ha fatta a entrare in Consiglio, a dispetto del proprio partito, che invece puntava su un altro candidato sindaco, Marco Carraresi, e non è riuscito a conquistare neanche un
Giovanni Galii
seggio nel Salone dei Dugento. “Mister No tram”, invece, è pronto a ripartire subito con i propri cavalli di battaglia, chiedendo al nuovo sindaco di tenere in considerazione l’esito del famoso referendum e cancellare le linee 2 e 3 della tramvia. E alza la posta, proponendo una nuova consultazione popolare, stavolta sull’Alta velocità. Matteo Renzi incassa invece i complimenti di Valdo Spini, che pur era stato più volte tacciato di essere una spina nel fianco per il candidato del centrosinistra, durante la campagna elettorale. Colpevole di catalizzare i voti a sinistra del Pd, sarebbe stato Spini a costringere Renzi al secondo turno. Adesso farà opposizione da sinistra, affiancato da Tommaso Grassi, l’unico altro consigliere eletto dalla coalizione che sosteneva l’ex ministro socialista, composta da Rifondazione, Comunisti italiani, Verdi, Lista Spini e Sinistra per la Costituzione. Sempre da sinistra si leva la voce di Ornella De Zordo, che è riuscita a riconquistare il suo seggio, seppur conseguendo un risultato più modesto rispetto a quel 12 per cento che l’aveva portata in Consiglio cinque anni fa con Un’altra città, un altro mondo. “Ci auguriamo che Matteo Renzi valorizzi il consiglio comunale - afferma la De Zordo - per favorire una relazione costruttiva fra tutte le forze presenti ed avviare in questa città un reale percorso di trasparenza e partecipazione democratica che sappia uscire dalle stanze del potere per condividere le scelte con i cittadini. Il nuovo Sindaco - continua - avrà adesso l’onere di rispettare i tanti impegni presi in campagna elettorale. Lo vedremo presto alla prova dei fatti: noi riprenderemo a mettere in atto un’opposizione a tutto campo rigorosa e attenta”.
Matteo Renzi attende il risultato al comitato
FOCUS
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essanta a quaranta, a conti fatti si direbbe quasi che non c’è stata partita tra Giovanni Galli e Matteo Renzi. Eppure non è bastato il primo turno per stabilire il nuovo sindaco di Firenze e la campagna elettorale è stata più che mai combattuta. Una sfida vera, in una situazione politica cittadina e nazionale che non aveva certo spianato la strada al candidato di centrosinistra. Il risultato del 6 e 7 giugno lo dava già in netto vantaggio, ben 15 punti sopra il 32 per cento totalizzato da Galli, eppure Renzi stesso si era dimostrato un po’ deluso da quel 47,5 per cento di voti, un punticino sotto alle aspettative. Le due settimane successive sono state perciò segnate dalla chiamata a raccolta dei rispettivi sostenitori, all’insegna della mobilitazione per riuscire nell’impresa: riportare alle urne gli elettori per la seconda volta (terza nel caso di Renzi, comprese anche le primarie). Se il candidato di centrosinistra ha deciso di andare avanti per la sua strada senza stringere “accordicchi” con altri partiti, Galli invece ha tentato la carta dell’apparentamento con la lista civica Firenze C’è, capeggiata da Mario Razzanelli. Ma l’accordo non ha prodotto i frutti sperati. Al ballottaggio i due sfidanti, infatti, hanno ottenuto praticamente
lo stesso numero di voti che avevano raccolto al primo turno. Circa 700 in più per Matteo Renzi, solo 13 in più per Giovanni Galli. Il verdetto è chiaro come il sole, eppure andando ad analizzare i dati delle singole sezioni qualche sorpresa salta fuori. Il quadro lascia intravedere differenze notevoli tra le varie zone, tanto che alcune sezioni sembrano appartenere a due città diverse. Non c’è storia nel Q4, dove Renzi fa cappotto con il 65 per cento, mentre appare più combattuta la battaglia nei quartieri 1 e 2, centro storico e Campo di Marte, dove l’equilibrio si assesta sul 43 a 57 circa. D’altronde queste due circoscrizioni sono anche quelle in cui Galli aveva ottenuto il miglior risultato al primo turno e la cui leadership a livello di quartiere era stata data per incerta fino alla vigilia del voto. Se Renzi stravince con oltre il 70 per cento in 28 sezioni su 361, superando addirittura l’84 per cento nella numero 360, Galli ha la meglio in 38 sezioni, arrivando talvolta a sfiorare il 60 per cento. Infine il caso curioso della sezione 137, che raccoglie i residenti in zona piazzale Donatello, viale Amendola e dintorni: qui i due sfidanti si sono divisi l’urna perfettamente a metà, guadagnandosi lo stesso numero /P.F. di voti.
politica
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ELEZIONI/2. Parla Matteo Renzi, vincitore della sfida per Palazzo Vecchio e nuovo sindaco della città
“Subito al lavoro sui cento punti” Tra le sue priorità piccole e grandi questioni: dal ricevimento dei cittadini il mercoledì mattina alla legge speciale per Firenze (“entro luglio presenteremo la nostra proposta”), passando per l’aeroporto, la bretella Barberino-Incisa e la manutenzione delle buche Francesca Puliti
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o elettorale insieme alla moglie
LA DATA Cento giorni per i primi 100 impegni
Il 26 ottobre la prima verifica
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all’uno al cento, i punti che rivoluzioneranno la macchina comunale e il rapporto tra l’amministrazione e i cittadini sono già entrati nelle case di quasi tutti i fiorentini. E chi li ha ricevuti adesso se li tiene stretti, con quell’atteggiamento un po’ tipico dei “nativi” di Fiorenza, che ti aspettano al varco con espressione sardonica: “Oh vediamo”. Pronti a andare a tirare per la giacchetta il primo cittadino qualora non rispettasse gli impegni presi. Opportunità che sarà resa ancor più semplice dall’attivazione di un ricevimento settimanale nell’ufficio del Sindaco. Ma i cittadini potranno rivolgersi anche ai trenta dipendenti comunali che saranno incaricati di girare per le strade dotati di scooter elettrico e I-phone, con il compito di annotare piccoli e grandi guai, dalle buche nelle strade alle scritte sui muri, e segnalarli direttamente all’amministrazione. Che poi dovrà provvedere a una soluzione entro 48 ore. Nel nome dell’efficienza, i famosi 100 punti prevedono una rivoluzione all’interno delle partecipate: le aziende di servizi alla persona saranno accorpate in una soltanto, stesso destino per quelle che si occupano di mobilità. E i vigilini sa-
ranno “dirottati” verso altri compiti rispetto alle multe, principalmente in funzione antidegrado. Buone notizie anche sul fronte dei parcheggi: il parchimetro è destinato a scomparire dalle aree di sosta vicine agli ospedali, mentre dovrebbe essere garantita ovunque la sosta gratuita per le donne in stato interessante. La vivibilità emerge come filo conduttore della lunga lista: rendere gli argini dell’Arno un posto dove nonni e bambini possano passeggiare, recuperare spazi alla cittadinanza, come S. Lorenzo o le Cascine, anche grazie all’innovazione tecnologica. Così le piazze tornano un luogo da vivere, anzi da “navigare”, grazie alla connessione internet senza fili. E la notte fiorentina? Una scommessa in cui il neosindaco si giocherà la carta della cultura, tenendo aperti alcuni musei e biblioteche fino a mezzanotte. Un libro dei sogni? Macché. “Abbiamo tutti i numeri per portare a termine ciò che abbiamo promesso” assicura Renzi, dando appuntamento ai cittadini tra tre mesi. E, c’è da scommetterci, i fiorentini non mancheranno, volantini alla mano, pronti a verificare segnando i punti realizzati e quelli /F.P. ancora da completare.
lla fine il “ragazzo” dal ciuffo kenne- Siamo stati i primi a proporre una legge speciale per la diano ce l’ha fatta. Dopo una campagna città, in tempi non sospetti. Ma adesso ci tengo a rassielettorale da record, partita nove mesi curare il premier Silvio Berlusconi che diamo peso alle fa davanti alla platea stracolma del sue parole. Consideriamo vincolante l’impegno che ha Palacongressi e passata attraverso le primarie, pri- preso il 2 giugno, quando è venuto a Firenze e ha annunmo turno e ballottaggio, Matteo Renzi è diventato ciato che avrebbe realizzato la legge speciale chiunque sindaco di Firenze. Il candidato del centrosinistra avesse vinto. Siamo pronti a dialogare con il governo sostenuto da Pd, Idv, Sinistra per Firenze, Comu- ed entro il mese di luglio presenteremo la nostra pronisti fiorentini e dalle due liste civiche Lista Ren- posta. L’argomento da cui partire è già definito, il 2012, zi e Facce nuove a Palazzo Vecchio, ha battuto lo l’anno vespucciano, entro il quale ci auguriamo che la sfidante Giovanni Galli sessanta a quaranta. Una legge sia diventata realtà. I punti saranno essenzialmente percentuale che non lascia spazio alle interpreta- tre. Innanzitutto una maggiore autonomia del Comune zioni: “Non ci saranno alibi per nessuno se non rea- nella gestione dei beni culturali statali, in modo che sia lizzeremo quello che abbiamo promesso - annuncia possibile dare un coordinamento al patrimonio museale Renzi all’indomani delle elezioni - Abbiamo tutti i fiorentino, a partire dall’introduzione di un biglietto uninumeri per mettere fine ai capricci e alle infinite co per accedere alle principali gallerie. Il secondo punto discussioni in Consiglio comunale”. Subito al lavo- riguarda i “contenitori” vuoti della città. Da Sant’Orsola ro per Firenze, dunque. E in agenda è già fissato un alle vecchie caserme, sono tanti gli spazi che dovrebbero essere restituiti alla cittadiprimo tagliando di controllo: il nanza, ma il cui recupero rimane 26 ottobre, la scadenza (ferie Abbiamo i numeri comprese) dei primi 100 giorper mettere fine ai capricci bloccato da vincoli e sbarramenti burocratici. Infine le infrastruttuni di mandato, entro i quali il e alle infinite discussioni re: su questo tasto spingeremo il primo cittadino ha promesso in Consiglio comunale governo per ottenere il finanziadi portare a termine gli ormai mento di opere diventate ormai famosi 100 impegni concreti. Punti fermi su cui, dalle primarie in poi, Renzi imprescindibili per lo sviluppo della città. non ha mai retrocesso di un passo, anche a costo Si riferisce alla bretella Barberino-Incisa? di giocarsi qualche elettore o l’appoggio di qualche Sì, ma all’ordine del giorno c’è anche la discussione politico di peso. E adesso, a bocce ferme, promette sull’aeroporto. Così com’è l’aeroporto non accontenta di stupire gli elettori mettendo in pratica ciò che ha più nessuno. Il piano di AdF prevede un aumento dei passeggeri dagli attuali 2 milioni a 3 milioni e mezzo detto, al 100 per cento. all’anno. Ma i cittadini che abitano a Peretola, QuaracQuali sono le priorità da affrontare? Ne abbiamo cento, i cento punti sono tutti prioritari. chi, Quinto basso e dintorni sono già stanchi adesso. Certo ce ne sono alcuni che richiedono più tempo, altri a Serve una nuova pista, orientata in maniera diversa per cui possiamo provvedere subito, a partire dal primo, una limitare i disagi e al tempo stesso rendere l’aeroporto giunta di dieci persone, fino al ricevimento dei cittadini più funzionale. Verificheremo le condizioni con i sindaci nell’ufficio del Sindaco ogni mercoledì mattina. Quel di Sesto, Campi e Prato. che è certo è che entro tre mesi daremo una risposta Senza scordarci delle buche per le strade… chiara a tutti quanti i punti e ne renderemo conto pub- Senza scordarci delle buche, certo. Ma il nostro problicamente il 26 ottobre, in un grande incontro al Teatro gramma va molto più in là, accanto alle piccole questioni concrete convivono i grandi temi, di respiro nazionale comunale a cui sono invitati tutti i fiorentini fin da ora. Tra i 100 punti vi è anche la legge speciale per Firen- e internazionale. Perché Firenze ha un ruolo nel mondo e il mondo chiede di più alla nostra città. ze. Come affronterà la questione?
LA CURIOSITÀ
I PRIMATI DEL “RAGAZZO” Il primo sindaco indicato dalle primarie, ma anche il primo nato dopo l’alluvione. In quanto a primati Matteo Renzi supera tutti coloro che lo hanno preceduto alla guida di Palazzo Vecchio. Quindicesimo sindaco di Firenze dal dopoguerra ai giorni nostri, Renzi è anche il più giovane, con i suoi 34 anni. Solo Mario Fabiani, primo cittadino dal ’46 al ’51, era riuscito a fregiarsi della fascia tricolore alla stessa età, mentre l’immediato predecessore di Renzi, Leonardo Domenici, aveva dieci anni più di lui quando sedette per la prima volta in Sala Clemente VII. A proposito della famosa sala si vocifera che il neosindaco abbia intenzione di riportarvi le sue attività quotidiane. Le pareti affrescate e il soffitto decorato potrebbero dunque fare da sfondo agli incontri del sindaco. Anche quelli con i comuni cittadini: sarà qui che verranno accolti i fiorentini ogni mercoledì mattina, abitudine questa traslata da un altro sindaco per il quale Renzi ha manifestato in più occasioni la propria stima, Sergio Chiamparino. Ma il suo modello di riferimento è tutto interno alla storia di Firenze: si tratta di Giorgio La Pira, che governò la città dal ’51 al ’65, un personaggio a cui il nuovo sindaco è particolarmente legato. Tanto da andare a pregare sulla sua tomba all’indomani del ballottaggio.
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politica
Luglio 2009
ELEZIONI/3. Il Consiglio comunale torna a popolarsi, tra facce nuove e volti noti
Palazzo Vecchio, chi entra e chi esce Per il Pd, tra gli altri, tornano Giani e Albini, tra i neoletti nelle liste collegate a Renzi si affaccia nel Salone de’ Dugento Caterina Biti, giovane veterinaria. Nove consiglieri in quota Pdl e cinque eletti dalla Lista Galli Paola Ferri
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hi entra e chi esce, chi arriva e chi rimane. Un primo turno, un sofferto riconteggio e un ballottaggio dopo, ecco che finalmente le facce vecchie e nuove che compongono il consiglio comunale prendono posto nel Salone de’ Dugento. Ventidue seggi al Pd, che potrebbero ben presto diventare 26 se i consiglieri eletti dalle liste civiche renziane convergessero nello stesso gruppo. Un risultato così non si era mai visto, numeri che non lasciano (o almeno questo è l’auspicio del neosindaco Matteo Renzi) spazio alle polemiche e ai bisticci in consiglio. Tra le facce note del Pd, torna Eugenio Giani, assessore allo Sport e alla Cultura nella giunta Domenici. E torna da recordman delle preferenze, con 1680 voti in saccoccia. Altro volto noto quello di Tea Albini, ex assessore al Bilancio di fede cioniana. Tornano al loro posto anche Rosa Maria Di Giorgi, ex capogruppo Pd, Susanna Agostini e Dario Nardella, ex presidente della commissione Cultura. Accanto a loro, tra i banchi del Pd, nomi più e meno noti: come quello di Massimo Mattei, ex presidente del consiglio provinciale, renziano della prim’ora, o quello di Francesca Chiavacci, presidente dell’Arci. Sempre
dal consiglio provinciale arriva Enrico Bertini, direttamente dal Quartiere 2 Leonardo Bieber. Accanto a loro siederanno la giovane Cecilia Pezza, 23 anni, Angelo Bassi, Francesco Bonifazi, Barbara Cavandoli, Mirko Dormentoni, Claudio Fantoni, Giovanni Fittante, Massimo Fratini, Maria Federica Giuliani e Claudia Livi. Ma ancora non è detta l’ultima parola: se qualcuno dei consiglieri venisse nominato assessore, si spalancherebbero le porte del Salone de’ Dugento per i primi dei non eletti, Titta Meucci, Andrea Pugliese e Stefania Collesei in pole position. Sempre all’interno della maggioranza, torna l’ex presidente del consiglio comunale, Eros Cruccolini, eletto con Sinistra per Firenze, mentre l’Italia dei Valori manda in Palazzo Vec-
chio Giuseppe Scola. Eppoi ci sono loro, le new entry provenienti direttamente dalle liste civiche: quella che porta il nome del nuovo sindaco si aggiudica tre seggi, quelli di Antonio De Crescenzo, Stefano Di Puccio e Salvatore Scino, mentre Facce nuove a Palazzo Vecchio elegge soltanto Caterina Biti, giovane veterinaria. Dall’opposizione già si prepara un fuoco di fila di interrogazioni, “Cento per ognuno dei 100 punti” annunciano Giovanni Donzelli, Marco Stella e Stefano Alessandri, tutti e tre rieletti con il Pdl. Oltre a loro, ecco tornare in consiglio l’ex capogruppo di Forza Italia Bianca Maria Giocoli, unica donna eletta nel centrodestra, Iacopo Cellai e Massimo Pieri. Accanto a loro Stefano Bertini, Emanuele Roselli e Francesco Torselli.
Al Popolo della libertà toccano stavolta 9 consiglieri, contro i 12 di Forza Italia e An della scorsa legislatura. Merito o colpa, a seconda dei punti di vista, dell’ottima performance conseguita dalla Lista Galli, che ottiene cinque seggi, compreso quello del candidato sindaco Giovanni Galli. Entrano con lui il giornalista sportivo Mario Tenerani, Antonio Giambanco, Alberto Locchi e Massimo Sabatini. Riprende il suo posto anche Mario Razzanelli, unico eletto della lista Firenze C’è, mentre l’opposizione da sinistra avrà il volto di Valdo Spini e Tommaso Grassi, per la Lista Spini e quello della battagliera Ornella De Zordo, Perunaltracittà, che si è guadagnata anche stavolta un posto al sole. Nel Salone, ovviamente.
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provincia
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PROVINCIA/1. Parla Andrea Barducci, nuovo “padrone di casa” a Palazzo Medici
“La questione lavoro è prioritaria” Francesca Puliti
PROVINCIA/2. Per la prima volta entra la Lega
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pinto da un abbondante 55 per cento dei voti, è Andrea Barducci ad assumere la carica di presidente Provincia di Firenze. Un ruolo che il candidato della coalizione di centrosinistra (Pd, Italia dei Valori, Sinistra per la Provincia, Comunisti fiorentini) ben conosce. Dopo cinque anni al fianco di Matteo Renzi, con la carica di Vicepresidente, spetta adesso a Barducci raccoglierne l’eredità. Nato a Firenze nel 1958, sposato e padre di due figlie, il neopresidente provinciale è stato sindaco di Sesto per due legislature, dal 1995 al 2004. Presidente è soddisfatto del risultato? Assolutamente sì. E’ un risultato pieno, tondo, che non lascia adito a interpretazioni e premia una candidatura e un’intera coalizione. Allo stesso tempo accresce la responsabilità di chi governa. Quali sono le priorità del suo mandato? Il lavoro e il sostegno alle imprese sono sicuramente al primo posto, come ho più volte sottolineato durante la campagna elettorale. Inoltre una delle prime cose che faremo sarà istituire un tavolo contro le discriminazioni, coinvolgendo le associazioni competenti. Continuità e discontinuità rispetto alla precedente legislatura. Cosa porterà avanti e come si differenzierà rispetto agli ultimi cinque anni? Innanzitutto non vorrei disperdere il ruolo che la Provincia ha assunto negli ultimi anni, una posizione che Renzi ha saputo conquistare al nostro ente. Poi naturalmente porteremo a compimento le opere e le iniziative avviate, soprattutto per quel che riguarda le infrastrutture e la viabilità. Credo invece che si debba fare di più per il mondo del lavoro. Le priorità di oggi sono diverse rispetto a cinque anni fa, bisogna dedicare più attenzione e risorse allo sviluppo economico, adesso che la crisi è tornata
Consiglio, cambia la mappa
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Andrea Barducci
a mordere. Come sarà il rapporto con il Consiglio? Mi impegnerò affinché sia un rapporto molto stretto, costruito sull’ascolto e la collaborazione. Da Presidente parteciperò ai consigli e sarò pronto ad accogliere le istanze che nasceranno. Dalle urne sono emerse alcune novità, come l’ingresso dell’Idv tra i banchi della maggioranza e della Lega Nord tra quelli dell’opposizione, ma in ogni caso abbiamo tutti i numeri per poter governare.
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entidue seggi alla maggioranza, più il Presidente della Provincia, quattordici all’opposizione: il rapporto non cambia, ma la mappa del Consiglio provinciale quella sì. A questo giro il Pd conquista 18 consiglieri, contro i 19 di Ds e Margherita della scorsa legislatura, mentre l’Italia dei Valori porta a casa tre poltrone, quelle di Sabatino Clementini, Alessandro Cresci (rispettivamente segretario cittadino e provinciale del partito dipietrista) e Andrea Cantini. Un seggio se lo aggiudica anche Sinistra per la Provincia, confermando Riccardo Lazzerini che già sedeva in consiglio provinciale. Neanche uno, invece, per i Comunisti fiorentini, formazione di nuovo conio che correva anch’essa a sostegno di Barducci. Tra i banchi della maggioranza trovano conferma per il Pd Sara Biagiotti, David Ermini, Piero Giunti e Loretta Lazzeri, mentre si aggiungono Adamo Azzarello, Sandro Bartoloni, Leonardo Brunetti, Federico Capecchi, Giuseppe Carovani, Maurizio Cei, Caterina Conti, Alessandra Fiorentini, Stefano Fusi, Marco Gamannossi, Silvia Melani, Enzo Montagni, Franco Pestelli, Stefano Prosperi. Ma le novità più consistenti si rilevano all’opposizione. Innanzitutto per la prima volta
entra in consiglio un esponente della Lega Nord, Marco Cordone, grazie a un exploit da oltre 17mila voti, che ha apportato alla causa del centrodestra il 3,3 per cento del 30,7 per cento totalizzato da Pdl e Lega riuniti. Anche lo stesso Pdl guadagna un consigliere in più rispetto agli ultimi 5 anni: accanto a Samuele Baldini, che correva per la guida di Palazzo Medici Riccardi, ci saranno Massimo Lensi, Piergiuseppe Massai, Guido Sensi, Leonardo Comucci, già consiglieri uscenti, Salvatore Barillari, Filippo Ciampolini, Erica Franchi, Nicola Nascosti e Tommaso Villa. A uscire di scena invece sono i Verdi, mentre Rifondazione Comunisti Italiani riconquista solo due seggi su tre, eleggendo Andrea Calò e Lorenzo Verdi. Un seggio in meno anche per l’Udc, che porta in consiglio solo il candidato alla presidenza Federico Tondi. Questa in sintesi la formazione per i cinque anni a venire. E potrebbe essere l’ultima: alle prossime amministrative l’Ente provinciale potrebbe infatti non comparire, soppiantato dalla Città metropolitana. Non solo un cambio di nome, ma di funzioni e area di competenza verso il quale lo stesso Presidente neoeletto Barducci /F.P. ha intenzione di spingere.
DIRETTORE SANITARIO: DR. ALESSANDRO PAOLI ORARIO DI APERTURA:
Tutti i giorni feriali dalle 8.30 alle ore 19.30 • Il sabato dalle 8.30 alle 12.30 Il servizio infermieristico di iniezioni intramuscolari • si effettua dal lunedì al sabato dalle ore 08.00 alle ore 10.00 PER TUTTE LE SPECIALISTICHE OCCORRE PRENOTARE LA VISITA GLI APPUNTAMENTI VERRANNO DATI PER ILGIORNO RICHIESTO DISPONIBILE IN ORDINE PROGRESSIVO RISPETTO ALL’ORARIO DI INIZIO DELLA SEDUTA
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Psichiatria Dr. Paolo Rossi Prodi Dr. Chiara Cecchelli Psicologia Dr. Ana Maria Donanovoa Maria Novelli Cappelli
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attualità
Luglio 2009
CONSUMI. Nei negozi le vendite promozionali estive: mano al portafogli e occhio alle truffe
L’ora dei saldi in tempi di crisi Francesca Quercia
saldo, articoli a prezzo intero. E per quanto riguarda il pagamento? “E’ diritto dei consumatori poter pagare con la carta di credito anche durante il periodo dei saldi, se l’esercizio è abilitato”. Per quel che concerne la possibilità di cambi, invece, i venditori sono sempre tenuti a sostituire i capi difettosi, mentre, per il resto della merce saldata, come spiega ancora De Simone, “quello dei commercianti non è che un obbligo di cortesia”. L’appuntamento con gli sconti è da sempre molto atteso, anche se in realtà molte vetrine dei negozi fiorentini si sono colorate di scritte promozionali in anticipo. Sempre più frequente è difatti la scelta di anticipare il periodo degli sconti proponendo vendite promozionali “per andare incontro ai consumatori, le cui tasche sono sempre più vuote”- spiega una commerciante. Del resto sono in molti a pensare che i saldi siano una sorta di formalità di cui alla fine si potrebbe anche fare a meno, perché, come spiega l’Adiconsum: “rappresentano una stagione passata, di cui non ha più senso parlare, visto che i negozianti propongono continuamente vendite promozionali”. Molto vario l’approccio dei fiorentini riguardo questa nuova stagione di sconti. C’è chi da giorni attendeva la data d’inizio e chi, invece, ormai abituato ad acquistare articoli via internet, se ne disinteressa del tutto, spiegando che: “Sul web è possibile comprare tutto a prezzi da stock mentre i saldi nei negozi, si sa, sono spesso falsi. Non mi va di essere preso in giro”. Voglia di fare affari e di risparmiare sugli acquisti: una vera e propria sfida con se stessi, quella dei consumatori. Il migliore consiglio per tutti gli aspiranti affaristi rimane, in ogni caso, sempre lo stesso: “comperare solo ciò di cui si ha realmente bisogno, altrimenti anche il miglior affare si trasforma in uno spreco”.
A
l via i saldi estivi 2009, un momento tanto atteso da tutti coloro che hanno deciso di aspettare qualche settimana per l’acquisto di articoli estivi. A partire da luglio, le vetrine dei negozi si riempiono anche quest’anno di quelle scritte colorate dallo straordinario potere attrattivo: “SALDI”. C’è chi compra per necessità e ha deciso di risparmiare sugli acquisti aspettando gli sconti, ma anche chi può finalmente dare sfogo alla propria passione per le compere e soddisfare i propri piccoli desideri, troppo dispendiosi in altri periodi dell’anno. Perdersi è facile, tra teli da mare, costumi, magliette, gonne e tanto altro in saldo nei negozi fiorentini, pronti ad accogliere una massa di consumatori alla ricerca di “grandi occasioni”. Il rischio è di rimanere abbagliati da falsi sconti, soprattutto quando questi assumono entità notevoli. Come spiega Grazia De Simone, segretaria di Adiconsum Toscana (Associazione difesa consumatori e ambiente), è opportuno difatti “diffidare dei saldi che vanno oltre il 50 per cento nonché della grande varietà di colori e di taglie, perché si potrebbe trattare di vendite organizzate e non di saldi”. L’esperta invita inoltre a verificare sempre la percentuale di sconto indicata sul cartellino e a controllare che, nella disposizione degli articoli nel negozio, quelli in saldo siano ben separati dal resto della merce. La legge prevede, difatti, l’indicazione sul cartellino del prezzo intero, della percentuale di sconto e del prezzo finale e obbliga i commercianti a separare in maniera chiara la merce scontata per evitare che si possano “ingannare” i consumatori nascondendo, tra i capi in
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Luglio 2009
GOSSIP. Non è raro avvistare i vip “nostrani” in giro per Firenze: ecco una mappa delle loro mete
Se Gilardino fa la fila al forno Calciatori, attori, starlette, cantanti: girano per la città come tutti i “comuni mortali” e con un pizzico di pazienza può capitare di
Emanuele, a Porta Romana... e un po’ dappertutto
Francesca Puliti
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nche i vip fanno la spesa. E per di più anche loro vengono spediti dalle mogli a prendere pane e giornale la mattina presto. Così vi può capitare, se abitate in zona Ponte Rosso - piazza della Libertà, di incontrare Gilardino al forno Fabbri con il numerino in mano o Semioli con il carrello pieno al supermercato dei Gigli, tra il banco frigo e la gastronomia. Firenze è piccolina, come cantava il giovane Pieraccioni, e avvistare personaggi famosi non è difficile. Come ogni cacciatore che si rispetti, anche chi volesse dedicarsi all’inseguimento del vip dovrà puntare la sveglia presto la mattina e armarsi di cappuccino e brioche. Per gli amanti (o le amanti) di calcio e calciatori, la prima tappa sarà la pasticceria Stefa-
nia, in via Marconi, per un caffè in compagnia di mister Prandelli e dei suoi ragazzi. Se il primo tentativo non dà gli sperati frutti, il consiglio è di tentare la fortuna al bar Villani, sempre in zona Stadio, o aspettare l’ora di pranzo al ristorante Trey, in via Saffi, dove è di casa il portierone gigliato Frey e non è raro imbattersi anche nel patron viola Della Valle. All’ora di cena, invece, spesso e volentieri la squadra fa rotta sul Pantarei, in via Vittorio Emanuele II. Ma non di solo calcio è fatta la pletora di star made in Florence: attori, cantanti, presentatori si aggirano con nonchalance per le vie cittadine e stanarli è tutt’altro che un’ardua impresa. Il più alto tasso di avvistamenti vip si registra in zona Porta Romana, dove hanno casa stelle più e meno rilucenti. Dal cantate
Povia, residente al Galluzzo, all’attrice Vittoria Puccini fino a Piero Pelù, avvistato quasi tutti i giorni in sella alla sua bici tra via Senese e viale Petrarca. Quando invece porta a spasso i pargoli, l’ex leader dei Litfiba pare si diriga a Mondobimbo. La Stella dell’Impruneta, Martina, si rivela invece sorella premurosa andando spesso a prendere la sorella a scuola, all’Istituto d’arte. Ma rigorosamente in taxi. E magari più tardi si concede un aperitivo all’Oibò, piazza Santa Croce, in compagnia di vip di passaggio in città, come l’ex fidanzato Lapo Elkann. Per andare sul sicuro, però, meglio puntare su Cavalli Club, aperto di recente dal noto stilista in piazza del Carmine e già punto di riferimento nella movida fiorentina. E chissà che non ci capiti di fare
va’ dove ti porta il vip Ecchissenefrega dove fanno colazione i vip. La faranno in un bar come qualsiasi altro comune mortale. Niente da fare. Anche per quel che riguarda il food and beverage (come va tanto di moda dire oggi), c’è una folta schiera di emuli voyer che amano mangiare, bere e sollazzarsi dove ama mangiare, bere e sollazzarsi qualcun altro. Preferibilmente qualcuno di famoso. “Io? Io il gelato lo mangio solo dove lo magia tizio”, come se fosse una garanzia di qualità. Come se quel tale facesse l’assaggiatore di professione e certificasse la bontà del cibo e delle bevande. Nemmeno si trattasse di un enogastronomo. A Firenze storicamente non si è mai prestata tanta attenzione a queste sottigliezze. Ma si sa, col passare del tempo le abitudini cambiano, e così il fiorentino medio ha cambiato radicalmente il suo modo di fare, diventando più gossipun po’ di gossip durante l’inseguimento del vip: magari potremmo imbatterci in Leonardo Pieraccioni con la bellona di turno, o con la sua vecchia fiamma Laura Torrisi, con cui di recente è stato beccato proprio nella città natale. Chi volesse indagare di persona può appostarsi al ristorante Acqua Cheta di Ro-
paro e tamarro. Non si sfugge più alla calamita vip. Al “Cavalli Club” si incontra il padrone di casa e alcuni calciatori della fiorentina, gli stessi che poco prima avevano cenato al “Panta Rei”. Al “Fuor d’Acqua” ci vanno un po’ tutti, portafoglio permettendo, perché fa tanto fico. Da Piero Chiambretti, agli imprenditori più noti, fino a qualche velina di passaggio. Il “Cibreo” è il regno di politici e intellettuali. Da Leonardo Domenici a Fiorella Mannoia, sono passati tutti dagli ambienti radical chic firmati dallo chef Fabio Picchi. Al ristorante “Villa Bardini” si vocifera che sia passato persino il magnate russo Abramovic. Cartina alla mano, si potrebbe tracciare un percorso sulle orme dei vip (fiorentini e non), sulla falsa riga di quelli dedicati ai luoghi dell’arte e della letteratura. Un business da non sottovalutare. Ma solo per gli amanti del genere. sano, frequentato dall’attore. Per i nostalgici invece, ecco scendere in campo Narciso Parigi con la squadra delle vecchie glorie. Altro che spocchiose stellette di oggi, Narciso è assiduo frequentatore del circolo Andrea del Sarto, zona San Salvi, e se vi fate avanti magari vi concede anche una sfida a briscola.
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incontrarli in piazza della Libertà, in Santa Croce, in via Vitttorio
E AL ION S S FE TE N RO E P ME N IO ETA ITA L AZ U RM MP RAT O F O G IN C
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La città vista dai famosi di casa nostra Alessandro Benvenuti. Attore e regista
Alessandro Paci. Attore, comico
“Firenze oggi? Un gran casino” “Resta sempre la meglio di tutte” Simele Kruklidis
Giulia Righi
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attore e regista Alessandro Benvenuti, nato a Pelago e romano di adozione, ci ha raccontato le tante giornate trascorse in una splendida Firenze anni ‘70.Quando parla del passato il tono è dolce e nostalgico, ma il suo giudizio sul presente non lascia scampo: si profila l’immagine di una città immobile, come addormentata. Qual è il ricordo della Firenze che ha vissuto in adolescenza? I miei ricordi della città sono legati soprattutto agli studi e ai continui viaggi in treno e in autobus per raggiungere l’Istituto tecnico industriale che a quei tempi frequentavo. Ad esempio, mi è rimasto impresso nella memoria un sottopassaggio talmente basso che io, con il mio metro e novanta di altezza, attraversavo con una certa difficoltà: forse quello era uno dei tanti segni a dimostrazione che avevo sbagliato indirizzo professionale. Rammento benissimo anche le coccole fritte che compravo in un piccolo banchino nella zona di Rifredi: ancora oggi, quando capito da quelle parti, non riesco a rinunciarvi. Cosa è cambiato negli ultimi anni a suo parere? La Firenze di cui posso parlare con ammirazione inizia e finisce negli anni settanta. In quel periodo, il fervore e vivacità erano al pari di una grande capitale del mondo: a volte sembrava quasi di abitare a Londra. Oggi, purtroppo, la situazione è cambiata in maniera radicale. I fiorentini si sono persi dietro inutili guerre politiche, trascurando qualunque attività e ogni genere di iniziativa. Davanti agli occhi abbiamo una città che non se la passa bene e che non accenna a migliorare la propria condizione. Per quattro anni sono stato a capo del Teatro Puccini e da quando sono passato a dirigere il Teatro Dante di Campi Bisenzio
Alessandro Benvenuti
mi sento di vivere in un ambiente meno teso, meno complesso e più a portata d’uomo. Se dovesse descrivere Firenze in tre parole? Innanzitutto il mio punto di vista è quello di fiorentino fuori sede che non può seguire appieno la vita quotidiana della città. Ad ogni modo, credo che l’unico aspetto degno di nota in questi ultimi venti anni sia stato il senso etico introdotto da Della Valle nel mondo dello sport. In perfetta controtendenza rispetto al resto d’Italia, il calcio fiorentino si è caratterizzato per una correttezza del tutto anomala. In un contesto sociale così “fumoso” e torbido, a mio parere questo rappresenta il solo gesto rilevante e utile. A fronte di ciò, se mi chiede di descrivere Firenze in tre parole, mi azzarderei a dire “ un - gran - casino”.
ttore, comico, Alessandro Paci si è imposto sulle scene fiorentine prima e nazionali poi. I suoi inizi sono legati a doppia mandata al duo comico con l’amico Massimo Ceccherini (I Demendi) e alla partecipazione a programmi televisivi diventati cult come “Aria Fresca”. Tra le sue trovate più celebri, quella di vestire i panni credibilissimi di Pinocchio e di portarlo in scena riadattando a modo suo la storia del celebre burattino. Oggi per lavoro fa una vita abbastanza itinerante (adesso è impegnato contemporaneamente alla trasmissione Stracult su Rai2, sta girando un film con Pieraccioni ed è in tournèe con Pinocchio) ma Firenze resta pur sempre Firenze. Qual è il ricordo della Firenze che ha vissuto in adolescenza? Bella, me la ricordo bella. Io vivevo a Scandicci, ma i miei avevano un bar in centro, in via Porta Rossa, e io ci andavo sempre in bicicletta. Per me Firenze voleva dire andare al cinema, soprattutto. All’Odeon, al Gambrinus. Arrivavamo lì con mio fratello e ci passavamo serate intere, ore e ore. L’obiettivo era scroccare il biglietto d’ingresso ai proprietari che erano clienti del bar dei nostri genitori. Ci andavamo da soli, si partiva da Scandicci e pedala pedala ci si arrivava in bicicletta. Anche da pischelli, si girava da soli, e allora non c’era nessun pericolo, neppure di notte. Cosa è cambiato negli ultimi anni a suo parere? Eh, oggi tante cose sono cambiate. Quella che non riconosco, e che trovo più cambiata di tutti è l’intera area del mercato di San Lorenzo. Mi sembra la zona più degradata, rispetto al passato. Certo, tutto questo è vero ma senza esagerare. Ad esempio io viaggio mol-
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Alessandro Paci
to per lavoro, a Roma, a Milano. Anche Firenze ha i suoi problemi, vive da vicino la questione del degrado. Ma mi sembra che dalle nostre parti si stia meglio, non si corrono i rischi che si corrono in quelle metropoli. Certe grandi stazioni nelle altre città di notte incutono timore. Via, in fondo noi non siamo messi poi così male. Se dovesse descrivere Firenze in tre parole? Tre parole? Tre aggettivi? Mm. Fatemi pensare. Così su due piedi direi: “Una-città-favolosa”. (Dalla cornetta si sente un brusio, il Paci ride). Me lo suggerisce mio figlio che ho qui accanto. Mi suggerisce anche “stupenda” “sublime” (altro brusio, grande risata). Non esageriamo. Non è più come allora, ma è ancora “la meglio” di tutte.
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tendenze
Luglio 2009
BACCO E DINTORNI. Aumentano le aziende che affittano le vigne a chi decide di diventare produttore
Io il vino me lo produco da solo L’area del Chianti Gallo Nero, ma anche quella di Montepulciano e Montalcino, sono tra le più gettonate dai novelli viticoltori. L’investimento? Varia da una cifra media di mille euro a una di 200 mila Simele Kruklidis
C
imentarsi nella produzione di vino è un’esperienza concessa solo a pochi, soprattutto in città. Ma nell’era del marketing, dove tutto sembra a portata di mano, è possibile realizzare i sogni con meno fatica di quel che si pensi. Non c’è bisogno di improvvisarsi contadini, né fingere di essere grandi intenditori di uva, basta (si fa per dire) affittare o acquistare un piccolo vigneto sulle colline toscane. Al resto ci pensa l’azienda vinicola che, anno dopo anno, porta in casa degli “affittuari” tutto il vino che spetta loro. L’originale iniziativa, lanciata da alcune famose imprese del settore, ha già fatto il giro del web suscitando l’interesse e la curiosità dei tanti fiorentini aspiranti enologi. Che si tratti dell’ennesima trovata pubblicitaria o di un vezzo dedicato ai cultori del dio Bacco, ciò non toglie che
l’idea stuzzichi il palato, tanto più se si considera l’acquisto del vigneto come una forma alternativa di investimento economico. Da un lotto di base di un centinaio di metri quadrati sino a raggiungere un intero ettaro, le aziende hanno messo a disposizione dei clienti decine di vigneti sparsi nelle zone maggiormente conosciute della regione, dal Chianti Classico Gallo Nero a Montepulciano, passando anche per Montalcino. Ma più che di vera e propria vendita, sarebbe forse il caso di parlare di affitto, dato che il contratto di proprietà è sempre e comunque da considerasi temporaneo: va da un minimo di un anno, ad un massimo di venti. Durante questo lasso di tempo ci si può ritenere produttori di vino a tutti gli effetti e già dopo i primi 12 mesi dall’accordo si può avere la soddisfazione di portare in tavola un Chianti rosso o, perché no, un Cabernet
Sauvignon o ancora un Sangiovese. L’offerta di cui si può disporre è vasta e adattabile a qualsiasi disponibilità economica: in media si parte da una produzione di 300 bottiglie
ZOOM É nata una nuova “filosofia”: gli “Ortisti” invogliano al contatto con la natura
Orto sì, ma solo se è fai da te O
rmai è diventato un must, nessuno può fare più a meno del proprio orto casalingo. Al bando palestre e fitness, il modo migliore per scaricare la tensione è sporcarsi le mani di terra. Osservare le proprie piantine crescere, grazie alle cure e alle coccole di chi le ha piantate. Questa la filosofia degli “Ortisti”, associazione culturale nata a Impruneta, alle porte di Firenze. Lo scopo? Sensibilizzare le persone invogliandole ad avvicinarsi alla natura e a riscoprire il piacere di far nascere qualcosa con le proprie mani, “non solo come autoproduzione di frutta e verdura, ma anche come autentico contatto con la natura”, spiega Stefano Pissi, agronomo di professione, tra i fondatori dell’associazione. “Ritornare alla natu-
ra, questo è l’obiettivo principale. Riconciliare l’uomo con la terra - continua Pissi -. Far capire alle persone quali sono i cicli naturali, gli stessi che regolano la vita di ognuno di noi”. Ma gli Ortisti, dei quali fa parte anche il noto chef fiorentino Fabio Picchi - non fanno retorica. Si rimboccano davvero le maniche e diffondono il “verbo” dell’agricoltura fatta in casa. Organizzano corsi per trasformare le proprie terrazze cittadine in orti rigogliosi, vanno a trovare i bambini nelle scuole educandoli all’amore per la terra e per i suoi prodotti e tengono corsi presso alcune comunità di recupero per tossicodipendenti, dove insegnano a creare un orto su misura e a realizzare qualcosa con le proprie mani. Per info: www.ortisti.org. /L.V.Z.
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l’anno fino ad arrivare alle 7mila, opzione magari più adatta a chi ha intenzione di rivendere il proprio prodotto. Per andare poi nel particolare, è utile sapere che tutti i passaggi del procedimento (dalla raccolta dell’uva sino all’imbottigliamento e alla messa a punto del marchio) sono curati passo per passo dagli staff tecnici delle aziende che hanno intrapreso questa avventura: e in ogni caso, se il neo vinicoltore lo desidera, può decidere di partecipare di persona a ciascuna delle attività previste. Ma prima di fantasticare sul nome della futura etichetta, è meglio stare attenti a non mettere il carro davanti ai buoi: bisogna mettere in conto che il prezzo medio di un vigneto non è certo economico, specialmente in zone di prestigio come quelle prese considerazione. La cifra può oscillare da un migliaio di euro l’anno, considerati piuttosto ragionevoli, fino ai 200 mila euro per un affitto ventennale: una spesa impegnativa dunque, quasi il corrispettivo di un bilocale in centro. Certo è vero però che a volte, per assecondare un sogno, si fa questo e altro.
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società
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CURIOSITÀ. L’annuario statistico del Comune fotografa un’onomastica completamente rinnovata
I fiorentini di cognome fanno Hu Il quartiere 5 è quello da cui traspare maggiormente la Firenze multietnica, fatta di nuovi residenti in città arrivati da tutto il mondo. Il terzo posto dopo Rossi e Hu rimane saldamente italiano: Innocenti. Seguono i signori Bianchi, Conti, Cecchi e Gori Serena Wiedenstritt
R
ossi. Come il più famoso Valentino che corre sulla moto. Come il classico Mario che qualche anno fa nella pubblicità in tv ci insegnava a fare il controllo annuale della caldaia. Non stupisce quindi che sia il cognome più consueto a Firenze. La sorpresa arriva quando si scende nella classifica dei cognomi più comuni nel quartiere 5 e si trova al secondo posto, invece di Bianchi, Hu. A rivelarlo è l’annuario statistico del Comune di Firenze 2006/2007, quasi 600 pagine di dati sulla città di Firenze, divisi in dodici capitoli: ambiente e territorio, popolazione, sanità, sicurezza sociale, istruzione e cultura, giustizia, economia e lavoro, prezzi, trasporti, amministrazione comunale, quartieri, spettacolo e sport. La pubblicazione, giunta quest’anno alla quinta edizione, è stata realizzata dall’ufficio comunale di statistica, che attraverso la consultazione del database dell’anagrafe del Comune di Firenze ha stilato anche una graduatoria dei dieci nomi maschili e femminili della popolazione residente e dei nati nell’anno 2006 e nell’anno 2007 più frequenti e dei dieci cognomi con la più alta frequenza all’interno dei singoli quartieri. Il quartiere 5 è quello da cui traspare maggiormente la Firenze multietnica, fatta di nuovi fiorentini arrivati da tutto il mondo. Questo anche se il terzo posto dopo Rossi e Hu rimane saldamente italiano: Innocenti. Seguono i signori Bianchi, Conti, Cecchi, Gori - che rimanda subito alla memoria cinematografica del famoso Benvenuti in casa Gori - Manetti e Fabbri. Buon ultimo nella classifica, ma in realtà in un onorabilissimo nono posto si piazzava nel 2006 un altro cognome straniero, dallo stesso sapore
asiatico del secondo classificato: Wang. Ma da una scorsa all’annuario appare chiara la tempra più resistente dei signori Hu rispetto agli Wang: i primi resistono al secondo posto anche al 31 dicembre 2007, mentre i secondi avevano già ceduto il passo a cognomi di origine locale. Dall’Annuario del comune Rossi domina anche nel quartiere 4, dove sono molto comuni anche i signori Martini, Susini, Berti e Masini, e nel quartiere 3, dove si contendono il quarto e quinto posto i cognomi Innocenti e Degl’Innocenti e spopolano Galli e Pratesi. Il quartiere 2 riporta un po’ tutti i cognomi più frequenti nelle altre zone della città, primo fra tutti Rossi che si conferma in testa in tutta la città, senza riservare particolari novità, a parte l’incursione dei Ricci, mentre il centro storico si distingue per l’arrivo fra i primi posti della classifica dei signori Lombardi. Poche le differenze fra il 31 gennaio 2006 e la stessa data del 2007, se non qualche scalata in classifica di cognomi già presenti.
ZOOM Questi i nomi più diffusi, tra i maschietti trionfano Niccolò, Andrea e Lorenzo
Sara, Giulia e Sofia battono Maria L’
annuario statistico del Comune viene incontro a novelli genitori, in cerca di nomi particolari per i piccoli in arrivo. O quanto meno illustra quali sono le scelte più comuni per i nuovi nati fiorentini, quelle da evitare per chi lo vuole “chiamare strano”. La tendenza 2006-2007 vede in testa per i maschi Niccolò, Andrea e Lorenzo. Per le femmine Sara, Giulia e Sofia sono quelli che vanno più di moda. Apparentemente più ricercato ma ormai piuttosto diffuso in città è
anche il femminile Asia: in due anni nel solo quartiere 5 sono nate ben 13. Per i maschi vanno forte anche Marco e Matteo, mentre scemano i Luca. Per le bimbe, tornano ad essere apprezzati i nomi Matilde ed Emma, è frequente Rebecca - mentre si contano diversi Samuele fra i maschietti - e sembra non passare mai di moda Valentina. Resiste invece solo nella zona del centro storico il classico Maria, mentre nelle /S.W. altre zone si fanno largo Aurora e Giada.
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dossier
Luglio 2009
REPORTAGE/1. Quando l’ospedale psichiatrico chiuse per sempre gli ospiti furono trasferiti in varie strutture
La nuova vita dei “reclusi” di San Salvi Sara è una delle molte persone che negli anni ‘70 arrivarono al centro riabilitativo Oda di Diacceto dopo essere stata “liberata” dal manicomio. Come lei, lì molte altre persone hanno recuperato la “normalità” perduta Benedetta Strappi
E
ra l’ultimo giorno del 1998. La vigilia dell’anno nuovo, e San Salvi chiudeva. La “città dei matti”, chiudeva. Calava il sipario su una pagina di dolore, sulle urla dei degenti, sul silenzio dei piani superiori dei reparti, rotto solo dal rumore dei mazzi di chiavi degli infermieri. Le prime aperture a San Salvi cominciarono negli anni ‘60 ma alla chiusura effettiva si arrivò quasi 40 anni dopo. Progressivamente l’ospedale psichiatrico si svuotò. Al suo interno arrivò ad ospitare anche 4 mila persone, divise (rinchiuse?) in diversi padiglioni. C’era quello dei Tranquilli, quello degli Infermi e dei Paralitici, quello dei Semiagitati, quello dei Sudici ed Epilettici, quello degli Agitati, un pensionario, una Sezione Piccoli Paganti. Sorvegliati dall’alto delle terrazze, come carcerati. Poi col tempo l’ospedale psichiatrico si svuotò. E dove sono finite quelle persone? In tanti posti, in diverse strutture. Alcune furono restituite alle famiglie. San Salvi non ha un museo, non ha un memento di ciò che fu. Ma quelle persone, quei “matti” non si sono dissolti nel nulla. Non si chiamano più matti, intanto. Alcuni di loro oggi vivono sulle colline fiorentine, a Diacceto, assistiti dall’Oda, opera della Diocesi di Firenze che a Diacceto ha una struttura che ospita persone disabili. Lassù già nel ‘73 iniziarono ad arrivare alcuni giovani usciti da San Salvi e da altre realtà manicomiali del territorio. “A San Salvi le condizioni erano
disumane - spiega il direttore sanitario del centro riabilitativo dell’Oda a Diacceto, Marco Campigli - Qui arrivarono ragazzi che molto spesso non erano neppure adolescenti. Una delle difficoltà maggiori fu l’adattamento, provenivano da una situazione destrutturata che aveva creato delle nicchie autistiche”. La maggior parte di questi ragazzi non aveva una famiglia da cui tornare, e per questo, anche se l’idea iniziale era un ricovero transitorio, finì per rimanere a Diacceto, assistita dall’Oda.“Con loro fu avviato un percorso per cercare di promuovere le loro abilità, sono stati ricreati nuclei protetti, si è lavorato sulla loro autostima”. Alcune di queste persone sono ancora lì, qualcun altro è morto. C’è ad esempio Sara (il nome è di fantasia) che della sua permanenza a San Salvi porta ancora qualche segno: “Ancora oggi mantiene l’impostazione a kapò - spiega il dottor Campigli - e
Donne a San Salvi
tende a voler controllare gli altri assistiti, si sente parte del personale”. Ma ha fatto un sacco di strada, oggi è bravissima al telaio, e realizza lavori ottimi nel laboratorio di tessitura del centro, uno dei tanti che vengono organizzati. Come lei, dal tunnel nero di San Salvi sono uscite altre persone. Ed è stata una vittoria. Alberta Panduri era direttrice dell’Oda a Diacceto quando iniziarono ad arrivare questi ragazzi. Ancora oggi la voce si incrina un po’ dall’emozione a ricordare quegli anni lontani in cui “non c’era giorno che non arrivasse qualcuno da lì, non li voleva nessuno”. “Com’erano quando arrivarono da noi? Non si può descrivere a parole. Vederli mangiare con le posate fu già un progresso”. Ma hanno tutti fatto passi da gigante: “Alcuni impararono a leggere, a scrivere. Anche semplicemente a parlare e a camminare. E ancora oggi è una cosa che mi commuove”.
Padiglione
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dossier
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REPORTAGE/2. Viaggio nell’area rinata. Tra attori, medici, bambini e studenti universitari
Se l’ex manicomio diventa una città Un pezzo per volta San Salvi riacquista la dignità che gli spetta, conservando intatte le caratteristiche originali. Nel suo futuro ci sono abitazioni civili, un parco verde e parcheggi sotterranei Ludovica V. Zarrilli
T
L’INTERVISTA
rentacinque ettari. E’ una città nella città. Solo molto più silenziosa. Strade, palazzi, incroci, piazzette e giardini dove frescheggiare. Il rumore più forte che si sente, oltre a qualche auto ogni tanto, è il treno che fischia al di là di un’alta barriera verde. Oggi come una trentina d’anni fa, quando la legge Basaglia sancì la chiusura dei manicomi, lo spazio è popolato da personaggi diversi tra di loro, talvolta insoliti, che convivono animando una comunità fatta di spazi ampi, di caseggiati vuoti, di luoghi suggestivi che rimandano ad un passato scomodo. La sfida sembra essere far rivivere il luogo senza snaturarlo, mettendoci dentro soggetti che lo animano e lo caratterizzano senza privarlo del tutto di quell’anima malinconica e malconcia che lo rende così affascinante. Gran parte degli edifici - quasi tutti di proprietà della Asl - sono stati riconvertiti,
destinandoli ad un fine diverso dal ricovero di epilettici, agitati, paralitici, sudici e tranquilli, come era un tempo. Entrando da via di San Salvi, subito sulla sinistra si trova la scuola elementare Andrea del Sarto (dedicata al grande pittore del Rinascimento che solo pochi metri più avanti dipinse uno dei cenacoli più belli della storia dell’arte). I bambini giocano all’ora di ricreazione sotto gli alberi grandi. Poco più in là qualcuno ha approfittato dello spazio in abbondanza per piantare il suo orticello, con tanto di spaventapasseri gonfi di paglia. Molte delle costruzioni sono occupate dagli uffici e dagli ambulatori della Asl, oltre a un dipartimento della facoltà di Psicologia e poi più in là il polo scolastico di proprietà della provincia che conta tre istituti: il Liceo scientifico Gramsci, la scuola alberghiera Saffi e l’istituto tecnico Peano. Tra un caseggiato e l’altro c’è tanto spazio e molti alberi. Gli “inquilini” di San Salvi sembrano convivere pacificamente, ma senza troppe smancerie. Al centro si tro-
va la sede della compagnia teatrale Chille de la Balanza, che ha a San Salvi il suo quartier generale, e in fondo, nell’area opposta all’ingresso, c’è villa Panico, palazzina occupata (in passato sgomberata) dal gruppo di anarchici che prima viveva nel vicolo del Panico, di fronte al Palagio di parte guelfa. “Rispetto ad una decina di anni fa la situazione è già cambiata radicalmente - dice Gianluca Paolucci, presidente del quartiere 2 -. Lo spazio è vissuto dai ragazzi delle scuole, dalle persone che usufruiscono dei servizi della Asl, dai Chille della balanza che in questi dieci anni hanno fatto molto per San Salvi. E poi c’è gente che viene al parco per passeggiare e per correre la sera”. Tanto è stato fatto e altrettanto è ancora da fare. Nel 2007 è stato approvato un progetto comunale che dà il via libera alla ristrutturazione di alcuni caseggiati da destinare a civili abitazioni, altri da destinare a una residenza universitaria, oltre a dei parcheggi sotterranei. Un tassello alla volta, San Salvi ricomincia a vivere.
La parola al direttore della compagnia Chille della Balanza, nella struttura dal 1998
“E’ come un figlio malato. Necessita di cure e attenzioni” S
an Salvi città aperta, così l’ha ribattezzata. Aperta ai fiorentini, che fino a quel momento non avevano avuto il coraggio di avventurarvisi, e aperta verso l’esterno, per raccontarsi e non farsi dimenticare. Per Claudio Ascoli, direttore della compagnia teatrale Chille de la Balanza, San Salvi è quasi una seconda casa, una scommessa lanciata undici anni fa. “Ci sono arrivato
per caso - racconta -. Cercavo un posto per la messa in scena di uno spettacolo e mi proposero San Salvi. All’epoca era uno spazio semi-abbandonato e io pensavo che ci sarei rimasto per poco, invece sono ancora lì. Sono entrato nel momento in cui i matti entravano nella città e la città entrava nel manicomio”. Lui e la sua compagnia hanno il merito di aver portato tantissima
gente in un luogo della memoria che rischiava di essere dimenticato. “Quando ci siamo arrivati noi - continua Ascoli - non lo conosceva quasi nessuno. Persino le mamme, che accompagnavano i loro bambini nella scuola elementare all’inizio del viale, non andavano oltre i cento metri successivi”. Spettacoli teatrali, concerti, reading, dibattiti e momenti di aggregazione. “Ma
il nostro compito non si esaurisce qui. San Salvi è come un figlio malato: c’è bisogno di una diagnosi, ma soprattutto necessita continue cure e attenzioni. Per non correre il rischio di essere dimenticato. Perché è vero che noi abbiamo portato la città dentro, ma corriamo il rischio di andare incontro ad una città svuotata della sua identità”. /L.V.Z. Per info: www.chille.it.
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GASTRONOMIA. Con l’arrivo dell’estate si apre il periodo delle feste all’insegna del mangiar bene
Tortelli, tartufi e la sagra è servita Nei dintorni di Firenze non c’è paese che non abbia la sua manifestazione tipica: tra le altre c’è la scorpacciata di brioche e gelato a San Pancrazio e Lucignano, quella di gnocchi a Grezzano e una sorta di “Octoberfest” a Reggello Giulia Coli
C’
è quella del tortello, quella dei porcini e lo gnocco (info 055.849661). Il 9 luglio alle Caldine si persino quella della brioche con gelato. svolge invece la tradizionale Fiera Calda: bancarelle e Con la bella stagione comincia il tempo stand arredano via di Bugia (info 055. 5978373). Quadi sagre e feste, quello in cui le piazze lità e tradizione si incontrano anche a Reggello, dal 10 e le strade dei paesi si vestono a festa per le tanto amate al 12 luglio, per la settima edizione nella festa europea manifestazioni mangerecce. Il panorama delle offerte è della birra. Per tre giorni si potranno gustare vari tipi molto ampio e porta alla riscoperta delle genuine tradi- di bionda spumeggiante. Un “Octoberfest” anticipato zioni locali della gastronomia, di quella toscanità servi- che propone la pizza reggellese, ma anche semplici hot ta a tavola che è uno dei fiori all’occhiello della nostra dog e hamburger come degno accompagnamento per i regione. Il tutto accompagnato anche da musiche, gio- patiti della bevanda al malto. Il programma musicale chi e balli. Ecco perché, al di là del in calendario qui si basa sopratpiacere del palato, le iniziative in Musiche, giochi e danze tutto sulla musica rock eseguita programma nel mese di luglio nei da alcuni giovani complessi (info accompagnano dintorni di Firenze, diventano in 055.86691). Ci si sposta a Scarpel’offerta gastronomica alcuni casi dei veri e propri eventi. ria invece per la tradizionale sagra Una manifestazione tutta estiva è del porcino, dal 17 al 19 e dal 24 al la sagra della brioche con gelato, dal 2 al 12 luglio a San 26 luglio (info 055.8468120). Fino al 20 luglio (chiuso Pancrazio e Lucignano (tra San Casciano Val di Pesa e il lunedì) a Cerreto Guidi protagonisti saranno i piatti a Montespertoli): un evento gastronomico che permette a base di papero e cinghiale (info 0571.55085). Il 18 e 19 tutti i suoi visitatori di provare una ricetta nuova e stuz- luglio torna la sagra della zuppa a Massarella (comune zicante, un abbinamento particolare per chi non si fa di Fucecchio), dove verrà proposta la zuppa di pane, spaventare dai peccati di gola. Il programma delle gior- piatto tipico della zona. Le degustazioni gastronomiche, nate è accompagnato da eventi musicali e sportivi (info sempre accompagnate dal vino locale, saranno allietate 339.2140206). I tortelli fatti a mano e i sughi della tradi- da concerti, spettacoli di cabaret e giochi popolari (info zione la fanno da padroni, dal 24 al 26 luglio, alla sagra 0571.249040).A luglio prepariamo dunque la pancia a del tortello di Grezzano, frazione di Borgo San Lorenzo grandi abbuffate, mettendo per qualche ora da parte lo (info 055.849661). Ancora Grezzano è protagonista, scrupolo della linea, e facendo largo invece all’antica dal 31 luglio al 2 agosto, della festa del tortello e del- arte del mangiar bene.
FOCUS Tanti appuntamenti nell’area fiorentina
Il medioevo rivive nei festival L
a musica, la storia, la tradizione, ma anche la fantasia e il folklore. Sono questi alcuni degli ingredienti delle manifestazioni che animeranno l’estate. Il 6 luglio a Fiesole si festeggia il santo patrono con la Fiera di San Romolo: bancarelle con articoli di vario genere affolleranno la piazza del Mercato e via Portigiani (info 055.59611). “Gli amor, le cortesie, l’audaci imprese io canto” è il titolo della XIV edizione delle Feste Palazzuolesi di Palazzuolo sul Senio, ispirate al Medioevo e alla Corte degli Ubaldini. Dal 24 al 26 luglio, l’edizione 2009 ripercorrerà le gesta di Orlando. Per l’occasione odalische, cartomanti, saltimbanchi, giocolieri, combattenti e saraceni coinvolgeranno il pubblico in fantastici viaggi fra luoghi reali e non (info 334.8889910). In una cornice medieval-fantasy torna a Vinci, il 25 e 26 luglio, la V edizione della Festa dell’Unicorno: per gli appassionati di giochi di ruolo e di “cosplay”, ma an-
che per i bambini, i ragazzi o i semplici curiosi due giornate in un’atmosfera in bilico tra il Signore degli Anelli e Leonardo da Vinci. Alla festa saranno presenti ospiti illustri, come il disegnatore Sergio Staino e Michele Medda, sceneggiatore di Dylan Dog. La manifestazione sarà allietata da musiche celtiche, sbandieratori e tamburini oltre che da tornei d’arme (info 328.2044563). Sempre a Vinci, il 28 e il 29 luglio, si svolgerà una fiera in costume con corteo storico, giostre e tornei. Nel programma “Il volo di Cecco Santi”, una rievocazione storica che appartiene alla tradizione del luogo (info 0571.9331). A Marradi, dal 28 luglio al 10 agosto, contesa dei rioni con la “Graticola d’oro”. L’originale disputa vedrà i rioni battersi per la conquista della graticola con il contorno di una sfilata di carri, giochi in acqua, la scarpinata da Campigno a Marradi, oltre che di gare di ballo e canto (info /G.C. 055.8045170).
società
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SOCIALE. Ottimi risultati per la collaborazione tra la Web&Press edizioni e I.e.s.a. Ma non solo
“Più visibilità per i progetti solidali” L’amministratore unico del gruppo Patrizio Donnini annuncia che la promozione dell’iniziativa andrà avanti: “Diamo spazio alle esigenze di chi è in difficoltà”. Aiuti anche agli animali
U
n grande successo, a dimostrare che affermazione in campo imprenditoriale e attenzione al sociale possono andare a braccetto. E che, quando lo fanno, i risultati non mancano. Il successo è quello della collaborazione tra la “Web&Press edizioni” e il progetto I.e.s.a., iniziativa dell’azienda sanitaria di Firenze che prevede l’inserimento di adulti con disturbi psichici nelle famiglie. Da quando, alcuni mesi fa, è iniziata questa partnership (attraverso pubblicazioni gratuite su “La Locandina” e “Il Reporter”), i numeri del progetto Iesa (l’acronimo sta per “Inserimento eterofamiliare supportato e assistito”), che ha come obiettivo quello di inserire adulti affetti da disturbi psichici - anche leggeri - in cura nei centri di salute mentale, in famiglie che ne fanno richiesta (e che riceveranno un contributo mensile di 1.200 euro), con il fine di un loro
Patrizio Donnini
reinserimento sociale e di una loro uscita dall’isolamento in cui nel tempo sono purtroppo finiti, sono lievitati. “Risultati ottimi” quelli ottenuti, secondo i tre psicologi che fanno parte dell’equipe di Iesa,
ovvero Virginia Quaranta, Davide Musian e Sara Binazzi, risultati raggiunti “grazie all’impegno e alla disponibilità di Patrizio Donnini”, amministratore unico del gruppo Web&Press che, da parte sua, annuncia
di voler continuare a promuovere questo progetto. Che, sebbene l’ultimo, non è certo l’unico a cui la “Web&Press edizioni” ha dato vita in questi ultimi anni. La disponibilità verso il settore sociale non è certo mancata, come dimostra, ad esempio, anche l’accordo sottoscritto con “Gli amici della terra” per l’adozione di cani. “I progetti solidali devono avere una maggiore visibilità - spiega Patrizio Donnini - così come i progetti che si occupano di persone che hanno difficoltà, e che spesso coinvolgono troppo poco le famiglie interessate”. Ma non solo. “Purtroppo, troppo spesso anche gli animali sono coinvolti da problemi che, per i costi della pubblicità, non trovano spazio sui giornali, e dunque non trovano soluzioni - continua Donnini - la Web&Press, invece, vuol dare spazio a queste vicende per aiutare chi se ne occupa a risolverle”. E a trovare soluzioni per chi ne ha bisogno. Come i tanti cani che hanno trovato una casa grazie alla disponibilità del gruppo fiorentino, o come le persone affette da disturbi psichici che, attraverso la pubblicazione gratuita su “La Locandina” e “Il Reporter”, hanno trovato una nuova casa e nuove speranze, con vantaggi economici anche per l’azienda sanitaria di Firenze e le famiglie che hanno aderito al progetto e che, grazie a questo, possono contare su un introito in più. Progetto che la “Web&Press edizioni” continuerà a promuovere “grazie all’aiuto di tutte le persone che, con il loro volontariato - conclude Donnini - si rendono disponibili a portare avanti questi progetti di solidarietà. A tutte loro voglio esprimere il mio ringraziamento”.
Così avete risposto al sondaggio del mese scorso CATTURA E ABBATTIMENTO DI CINGHIALI, CERVI E PICCIONI PER SALVAGUARDARE L’AGRICOLTURA. SEI D’ACCORDO? 58,71% No, le colture vanno protette in modo diverso 34,51% Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa 6,78% Non so, il problema esiste ma potrebbero essere adottati altri rimedi per contenerli Il sondaggio è stato effettuato tramite il sito internet www.ilreporter.it, una linea telefonica dedicata e l’indirizzo e-mail dicolamia@ ilreporter.it. Totale votanti: 1388; Risposte: No, le colture vanno protette in modo diverso: 815 (58,71%); Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa: 479 (34,51%); Non so, il problema esiste ma potrebbero essere adottati altri rimedi per contenerli: 94 (6,78%); Sondaggio tramite www.ilreporter.it: Totale votanti: 928 (66,85%); Risposte: No, le colture vanno protette in modo diverso: 550 (59,3%); Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa: 314 (33,8%); Non so, il problema esiste ma potrebbero essere adottati altri rimedi per contenerli:64 (6,9%); Sondaggio tramite linea telefonica dedicata: totale votanti: 246 (17,72%); Risposte: No, le colture vanno protette in modo diverso: 144 (58,6%); Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa: 85
(34,5%); Non so, il problema esiste ma potrebbero essere adottati altri rimedi per contenerli: 17 (6,9%); Sondaggio tramite dicolamia@ ilreporter.it: totale votanti: 214 (15,43%); Risposte: No, le colture vanno protette in modo diverso: 121 (59,1%); Sì, la loro presenza è eccessiva e dannosa: 80 (34,2%); Non so, il problema esiste ma potrebbero essere adottati altri rimedi per contenerli: 13 (6,7%); AVVERTENZA: I “sondaggi on line” non sono sondaggi rappresentativi ai sensi delle direttive dell’Autorità garante delle comunicazioni: essi non hanno valore statistico. I risultati che forniscono non hanno, cioè, la pretesa di rappresentare l’opinione di gruppi di persone. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente, che hanno l’unico scopo di permettere agli utenti che lo desiderano di esprimere la propria personale opinione.
ESTATE A FIRENZE. Dal 15 luglio all’8 agosto la notte si veste di musica e divertimento
I concerti sono tutti… InFortezza Nuovo programma per la kermesse alla Fortezza da basso, che mette sul piatto
IN PROVINCIA
della bilancia concerti di grande qualità. Da Keith Jarret fino a Max Gazzè e Daniele
Un cartellone ricco per l’estate di Sesto
Silvestri. Senza dimenticare la comicità di Paci, Monni e Ceccherini Sara Ghilardi
P
unto di riferimento per tutte le stagioni, la Fortezza da Basso anche quest’estate offre una serie di proposte per le serate da trascorrere in città. Dal 15 luglio all’8 di agosto con gli eventi di InFortezza i fiorentini avranno il loro punto di riferimento per l’estate, uno spazio per tutte le età dove incontrarsi e partecipare ad iniziative culturali e spettacoli. Grande spazio nel programma di intrattenimento lo avranno i concerti del festival internazionale fiorentino, il “Live on”, con 15 serate e tanti ospiti interessanti, che quest’anno peraltro sono aumentati rispetto alle passate edizioni. Un cartellone ricercato che punta alla qualità e alla peculiarità degli artisti che si esibiranno. Per l’occasione è stata allestita anche un’arena di oltre 5mila posti. Si comincia con l’anteprima al teatro Comunale il 13 luglio, con il concerto di Keith Jarrett, che torna dopo oltre 20 anni a esibirsi a Firenze, nel trio composto anche da Gary Peacok e Jack DeJohnette. Live on a InFortezza prosegue con i Motorhead (16 luglio), Mogwai (17 luglio), Atom Heart Mother con Munfloyd, Max Gazzè e il Coro da Camera di Bologna, per un omaggio ai Pink Floyd (18 luglio). E poi i Subsonica (22 luglio) e Donovan (24 luglio) per l’unica data italiana con il suo rock psichedelico e particolare. Decisamente sui generis anche Caparezza che torna più stralunato che mai, con “Le dimensioni del mio caos”, ospite per il secondo anno del Live On. Tra i volti arci noti della musica italiana ecco anche Morgan con la sua nuova band “Le Sagome” (28 luglio) e Daniele Silvestri (29 luglio). I concerti lasciano invece posto al teatro il 30 luglio con il trio di casa nostra Ceccherini, Monni e Paci che riproporranno il loro cult “Pinocchio”, per una serata di risate sotto le stelle con l’irriverente gruppo di comici toscani. Poi si ricomincia con
Maria Cassi
L
Daniele Silvestri
la musica con The Chieftains (6 agosto) e Easy Star All Stars (7 agosto). Ma la comicità nostrana non si esaurisce in un unico appuntamento: al buon umore nelle serate di InFortezza ci pensa il “Teatro che ride”, con Carlo Monni, Marco Cocci, Andrea Muzzi e la Scuola di comici Massimo Troisi oltre a diverse nuove sorprese in programma. Per finire, sempre all’insegna della risata c’è la festa conclusiva l’8 di agosto con lo show di Paolino Ruffini e i suoi doppiaggi in livornese doc. Naturalmente per chi desidera
mettere qualcosa sotto i denti non mancherà l’imbarazzo della scelta: dallo stuzzichino alla grigliata, al gelato, con 30 ristoranti italiani ed etnici, pub “sfizierie”, che porteranno le loro specialità per iniziare o finire la serata. Bancarelle con curiosità e oggettistica saranno qua e là nell’ampia area di stand commerciali. E per finire spazio anche alla cultura con la libreria di oltre 1.000 mq con più di 50.000 volumi oltre a presentazioni, dibattiti e reading. Chi più ne ha, più ne metta.
a strada che da Firenze porta a Sesto Fiorentino si accorcia sempre di più, invitando gli abitanti della città del giglio a prendere parte agli eventi proposti da SestoEstate. La formula è ormai ben collaudata, con eventi sparsi per la città e negozi aperti ogni giovedì sera. E poi ci sono gli appuntamenti clou, offerti gratis a tutti, o quasi. Concerti rock, musica classica e spettacoli teatrali. A luglio il protagonista è il premio Oscar Luis Bacalov, che sabato 11 proporrà un concerto per pianoforte a Villa San Lorenzo, ospite del festival Intersezioni promosso dalla scuola di musica di Sesto. Grandi nomi anche per la musica contemporanea: martedì 7 luglio appuntamento con Steve Winwood. Il 10 luglio al parco di Villa Solaria è la volta degli Afterhours, di nuovo live dopo l’ottima prova sanremese. Concerti ed esibizioni praticamente ogni sera negli spazi all’aperto della biblioteca comunale. Tra gli ospiti attesi l’attrice Maria Cassi (lunedì 13 luglio), Giorgio Canali, Neon, Malfunk, Train de Vie. A luglio Sesto Rock in collaborazione con il Progetto Giovani di Sesto Fiorentino darà spazio anche ai gruppi emergenti del territorio. Chiude il ricco cartellone il tradizionale concerto del primo settembre, quest’anno sul /S.G. palco ci saranno i Nomadi.
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cultura
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IL LIBRO/1. Il nuovo saggio del toscano Massimiliano Lenzi, dedicato alla televisione italiana
Corona e Belen come Paolo e Francesca Ludovica V. Zarrilli
“C
attiva maestra”, così definiva la televisione nel 1994 il filosofo Karl Popper nell’omonimo saggio. La sostanza non è cambiata, da allora le scuole di pensiero sono rimaste due: c’è chi la tv la odia e chi non ne può fare a meno. Massimiliano Lenzi, giornalista toscano con all’attivo collaborazioni con le trasmissioni “Otto e mezzo” di Giuliano Ferrara, “Anno Zero” di Michele Santoro, le testate Il Foglio, Tempi, Il Secolo XIX e L’unione Sarda ha racchiuso nel suo “C’è posto per te” (Vallecchi, pp.144, euro 12,50) tutte le psicosi del controverso triangolo uomo-divano-televisione. “E’ giusto concepire inferni o paradisi, giudicare alto o basso, buono o cattivo un prodotto come quello televisivo che non è soggetto in sé né a canoni estetici, né morali? In televisione ha valore non ciò che è giusto o sbagliato, bello o brutto, alto o basso, ma ciò che funzio-
na”. Comincia così, con la prefazione di Carlo Freccero il saggio di Lenzi, che in poco più di cento pagine riassume l’esperienza e le considerazioni di molti anni passati dentro la scatola televisiva. “Secondo me un prodotto di successo è, a suo modo, sempre un prodotto “alto” - continua Freccero -. Non esteticamente o moralmente, ma proprio perché funziona. E far funzionare un programma implica professionalità e intuizione”. Da qui si apre il dibattito, comincia la considerazione su un mondo fatto di meccanismi particolari, all’interno dei quali la gran parte dei telespettatori sgomita per ritrovarsi, almeno per un minuto. Mike Bongiorno nelle vesti di Virgilio, Maurizio Costanzo è Caronte, Bruno Vespa è Ciacco, Walter Veltroni Erisittone e Silvio Berluscono è Marco Lombardo. Ognuno dei personaggi che la televisione la fanno, ha un suo posto nella suddivisione dantesca di Lenzi. Un viaggio nell’aldilà che è anche
un percorso nell’osceno, nel nascosto della contemporaneità dove il “tengo famiglia” è scomparso per lasciare spazio al “c’è posto per te”. Un libro a metà strada tra il saggio e il racconto, un volume che accompagna il lettore attraverso gironi danteschi popolati di veline e comici, grandi comunicatori e trascinatori di folle, che tengono inchiodata la famigliola media allo schermo, spesso raccontando loro niente di più di quello che sapevano prima di piazzarsi in “prima fila”. “Oggi - scrive Lenzi - Paolo e Francesca sono Fabrizio Corona, il fotografo, e Belen Rodriguez, bellezza sudamericana diventata famosa con “L’isola dei famosi” dopo essere stata la fidanzata di un calciatore”. Non risparmia colpi il giornalista toscano. Spiega senza mezzi termini le modalità secondo cui si tessono le relazioni al di là del tubo catodico. Inciuci, incontri, successi, nuove e vecchie starlette. E sullo sfondo, l’Italia con il telecomando in mano.
IL LIBRO/2. In libreria la nuova fatica letteraria della scrittrice di “Mi piaci da morire”
Cuore infranto? Ecco come ricucire le ferite C
hiunque nel corso della vita si è trovato nella spiacevole condizione di essere lasciato/a da un fidanzato/a. Situazione tanto poco entusiasmante quanto comune, anche se in questo caso non consola affatto il proverbio “mal comune, mezzo gaudio”. Un aiuto per superare con un sorriso i momenti meno piacevoli lo dà l’ultimo libro di Federica Bosco, “101 modi per dimenticare il tuo ex e trovarne subito un altro” (Newton Compton editori, pag 288, euro 12,90), dedicato, ad onor del vero, soprattutto ai problemi di cuore del gentil sesso. Federica Bosco, che ha già all’attivo un numero co-
spicuo di libri (altri cinque per l’esattezza) tutti dedicati all’infallibile tripletta donna, amore, principe azzurro che tarda ad arrivare, questa volta dispensa consigli ai cuori infranti. La scrittrice ha fatto un riassunto ben calibrato delle sue pene d’amore, mischiate a quelle delle sue amiche e delle lettrici più affezionate. Il risultato? Una sorta di antidoto al mal d’amore, 101 parole magiche, “101 consigli che aiuteranno a elaborare il lutto e a ritrovare la forza di andare avanti accompagnandoti in un vero e proprio percorso di disintossicazione”. Nella prima parte del libro sono elencati i
consigli per “sopravvivere” (soprattutto alla fase immediatamente successiva all’abbandono) senza necessariamente ridursi ad uno straccio bevendo, mangiando in quantità industriale o ammazzando il tempo dilapidando un patrimonio in shopping. La seconda parte è invece dedicata alle strategie per superare la fase più acuta della separazione ovvero, come la definisce la stessa Bosco, “l’astinenza”. Dulcis in fundo, la terapia d’urto, un vagone di idee per rimettersi in forma, riguadagnare fiducia e ripartire alla conquista di un altro uomo. Sperando che /C.G. sia quello giusto.
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cultura
Luglio 2009
FILM CULT. Con il caldo tornano i maxischermi all’aperto. Con pellicole vecchie e nuove
Cinema, non c’è luglio senza arena Sara Ghilardi
A
nche se fa caldo la voglia di cinema non scompare mai, anzi acquista un fascino particolare poter trascorrere una serata al fresco godendosi qualche bella pellicola. Numerose le opportunità che la nostra città offre, con le varie arene all’aperto e i cinema che hanno una programmazione estiva. Dai 4 ai 6 euro il costo del biglietto, per vedere magari un successo che ci siamo persi o un film culto di qualche tempo fa. Al Mandela Forum c’è l’ edizione numero diciassette di Cinema sotto le stelle, dal 22 giugno al 23 agosto. Tra i titoli proiettati nelle due arene del Mandela: Gran Torino, L’ ospite inatteso, Mar nero e Il giardino dei limoni. Progetto nuovo di zecca, con il patrocinio del comune di Firenze e del quartiere 3, è la prima edizione di “L’Arena”, nuova rassegna culturale realizzata dall’Associazione “La Vasca” che avrà luogo tutti i giorni fino al 15 agosto in Piazza Bartali, a Gavinana. Due mesi di spettacoli, concerti, pieces teatrali, musica e cabaret sotto la direzione artistica del comico toscano Alessandro Paci, impegnato in questo periodo sul set del nuovo film di Leonardo Pieraccioni “Io & Marylin”. Una kermesse con lo scopo di valorizzare il quartiere e attrarre il pubblico in periferia. Oltre agli spettacoli di ogni sera, la domenica l’appuntamento sarà con “Golden Kult”, ovvero il meglio dei film cult e trash degli anni ’80 italiani proiettati su un maxischermo installato sul palco. Una carrellata di 10 appuntamenti estivi che vedranno protagonisti Abatantuono, Thomas Milian, Jerry Calà, Enrico Montesano, Renato Poz-
zetto e naturalmente la coppia sempreverde Ceccherini-Paci. Cambiando zona della città, a Castello, c’è la “Cineteca d’estate” di via Reginaldo Giuliani. Nell’arena all’aperto, verranno proiettate pellicole tutti i martedì di luglio e agosto alle 21.30, questa volta con titoli impegnati, per riflettere sulla storia d’Italia e su temi di carattere politico e sociale. Alcuni esempi: Italia proibita di Enzo Biagi, Forza Italia di Roberto Faenza e Genova senza risposte di Federico Micali. Basta uscire un po’ dai confini di Firenze per trovare altre valide proposte. A Sesto Fiorentino il punto di riferimento è l’arena estiva del cinema Grotta che come ogni anno offre tanti titoli, fino alla fine di luglio. A San Casciano Val di Pesa in Piazza dell’Arena entro le mura fino al 6 settembre c’è “Effetto notte”, rassegna di concerti, danza, teatro e cinema all’aperto.
Clint Eastwood in Gran Torino
LA MOSTRA. 90 oggetti rinvenuti dagli archeologi dell’Università nei siti giordani
Petra e Shawbak in trasferta alla limonaia di Boboli
L
a suggestione di Petra e il fascino della limonaia di Boboli. Un viaggio nello scavo archeologico condotto in Giordania dagli studiosi dell’Università di Firenze. Novanta le opere in mostra, provenienti dai siti di Petra e Shawbak, una delle aree archeologiche più importanti e feconde al mondo. Petra fu capitale dell’impero dei Nabatei a controllo della via dell’incenso. Più tardi fu conquistata da arabi, romani, turchi e infine, intorno al 1100, re Baldovino I di Gerusalemme vi edificò due castelli. Insostituibile
punto di scambio e crogiuolo di culture, Petra, restituisce oggi agli archeologi le ricchezze che il territorio ha nascosto per secoli. Oggi il vicino sito di Shawbak, sul quale re Baldovino fondò un altro castello, è oggetto di un accordo italogiordano di cooperazione scientifica e culturale che integra ricerca archeologica, restauro conservativo e valorizzazione. In mostra a Boboli, oltre a un selezionato numero di reperti, numerosi documenti storici e a una rassegna di film. Fino al 20 settembre. /C.G.
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FIORENTINA. Il direttore sportivo Pantaleo Corvino parla di passato, presente e futuro
“Giovani e fantasia per una nuova impresa” Quella da poco conclusa, per lui, è stata la “quarta grande stagione”, la Fiorentina è “la novità del calcio”, la faccia bella di un pallone che “sta passando un brutto momento”. Il Ds viola promette di impegnarsi “fino all’ultimo giorno di mercato per migliorare la rosa”, e intanto si gode il successo degli Allievi: “Il settore giovanile risorsa importane per la prima squadra” Cristina Guerri
L
a sconfitta con il Milan all’ultima giornata di campionato ha impedito alla Fiorentina di poter mettere la ciliegina sulla torta. La formazione guidata da Prandelli giocherà i preliminari di Champions League. Vietato, però, parlare di stagione fallimentare, soprattutto con il Ds Pantaleo Corvino che, in qualità di responsabile del settore giovanile, deve aggiungere il successo ottenuto con gli Allievi Nazionali neocampioni d’Italia. Corvino, che stagione è stata quella della Fiorentina? E’ stata la quarta grande stagione, la quarta grande impresa. Le prime quattro posizioni spetterebbero a Inter, Milan, Juventus e Roma. Noi ci dovremmo accontentare del quinto posto, vista la differenza di
introiti tra i club. E invece, da quattro anni siamo la novità del calcio. E’ un traguardo importante per questa società, siamo in competizione con club che hanno vantaggi economici. In una gara di 200 metri, noi partiamo 50 metri indietro. Siamo contenti di essere arrivati a tre punti dalla terza in classifica, questo dimostra la bontà del lavoro fatto in campo e in fuori. La strada intrapresa è quella giusta, per tenere il passo delle “big” bisogna sbagliare il meno possibile e sperare che le altre squadre commettano qualche errore. Tempo fa disse che il budget, per il mercato, era di ‘zero euro’... La società mi ha ribadito che sarà così. Farò il ministro senza portafoglio. L’anno scorso a maggio avevamo preso già cinque giocatori. Quest’anno lavoreremo con la fantasia. Mi impegnerò fino all’ultimo giorno di mercato per cercare di migliorare la rosa.
Clausole rescissorie: a che punto siamo? Il mio pensiero di usare le clausole rescissorie è stato appoggiato da società, giocatori e procuratori. In Italia bisogna cambiare, spero che questa nostra decisione possa condizionare anche le altre squadre. Il calcio italiano, visto anche come azienda, sta passando un brutto momento. C’è qualche giocatore che vuole andar via? Nessun giocatore è venuto da me per chiedermi di andare via. Non andremo sul mercato mettendo ai nostri giocatori il cartellino ‘vendesi’: abbiamo deciso di dare fiducia al gruppo che quest’anno ha ottenuto il quarto posto. Ci impegneremo nel tenere i pezzi migliori. Sarà un anno da paura perché ripetersi sarà difficile. Temo soprattutto le voci dell’ambiente. Ho sentito dire che siamo più vicini al Milan senza Kakà. Bisogna, invece, guardarsi alle spalle, al Napoli per esempio, che ha già speso 35 milioni di euro per raf-
forzare la rosa. Con la vittoria degli Allievi Nazionali si aggiudica il suo nono titolo personale... A vincere non ci si abitua mai. E’ sempre bello farlo, soprattutto se accade come è successo a noi. E’ un traguardo importante, ma anche un nuovo inizio su un percorso tracciato dalla società per cercare di migliorare ancora. Buso giustamente ha sottolineato che, nonostante le grandi prestazioni di questa stagione, nella quale questi ragazzi hanno dimostrato qualità e carattere, ci sono anche ampi margini di miglioramento. Ogni traguardo è un inizio, quindi… Il mio obiettivo è sempre stato quello di costruire un settore giovanile che potesse diventare una risorsa importane per la prima squadra della Fiorentina. Questo è il mandato che mi venne affidato dai Della Valle quando accettai l’incarico.
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sport
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TIFOSI. Tante le novità per la campagna di tesseramento 2009/10. Obiettivo 25mila sottoscrizioni
L’abbonamento? Quest’anno si paga in sei mesi Cristina Guerri
S
ono tante le novità che la Fiorentina ha messo a disposizione dei propri tifosi per la campagna abbonamenti in vista della stagione 2009/2010. La più importante (e
conveniente) riguarda la possibilità, da parte dei tifosi, di dilazionare il pagamento dell’abbonamento attraverso un finanziamento con Findomestic, pagando cioè l’importo prescelto per la propria tessera in sei rate mensili a tasso zero: sarà infatti la Fiorentina a farsi carico degli interessi (i finanziamenti potranno
Importo dilazionato a tasso zero, ma non solo: arrivano promozioni per giovani, donne, over 65 e invalidi civili. Prezzi invariati
essere richiesti esclusivamente presso l’apposito punto vendita allestito all’ingresso della Tribuna Autorità dello Stadio Artemio Franchi fino al prossimo 24 luglio). Rispetto alle già conosciute formule di abbonamento, già attuate dalla società viola in passato, quest’anno ne sono previste anche di nuove, con l’obiettivo di agevolare una più vasta quantità di tifosi. Accanto all’abbonamento Under 14 e all’abbonamento Famiglia, già lanciati la scorsa stagione, da quest’anno sarà disponibile anche l’abbonamento Giovani, l’abbonamento Donna, l’abbonamento Over 65 e l’abbonamento Ridotto legge 118/71 (per persone con invalidità civile superiore al 34%). Ma non solo. Grazie, infatti, all’accordo con Ticket One, nuovo partner della Fiorentina, saranno sempre più numerosi i servizi offerti ai tifosi. “Vogliamo - ha commentato l’amministratore delegato del club gigliato Sandro Mencucci - rendere sempre più semplificato l’acquisto del biglietto. Sappiamo che le nuove norme, ad esempio quella che prevede la nominabilità del tagliando, hanno reso le cose un po’ più complicate, ma penso che siano novità che, col passare del tempo, verranno acquisite”. “I prezzi - continua Mencucci - rimarranno esattamente quelli dello scorso anno, per venire incontro ai tifosi visto il periodo non particolarmente positivo per l’economia italiana. Inoltre abbiamo studiato una serie di modalità
di
Giovanni Carta
C’è la crisi. E la Fiorentina si difende con il mercato a “zero euri” e comunque con la linea morigerata sul fronte degli ingaggi e dei bilanci. Sarà contento Michel Platini, che dopo aver osannato il fair play “made in Florence”, assicura che sta studiando un sistema per evitare le spese folli di certi club. C’è la crisi. E la Fiorentina si inventa gli abbonamenti a rate. Ormai si compra tutto a rate, dalle automobili fino alla spesa al supermercato; che male c’è se si rateizzano anche i goal? Si spende dai 255 euro per la curva ai 2205 euro per la tribuna d’onore (costa di più un ombrellone per un mese a Viareggio). Può risultare conveniente appoggiarsi alle comode sei rate mensili a tasso zero. Poi ci sono gli sconti, che quest’anno si moltiplicano: non solo under 14 e famiglie, ma anche le donne, gli over 65 e la nuova categoria dei “giovani”, che però in curva Fiesole pagano a tariffa piena. La fede non ha prezzo! La Fiorentina si affida alla Findomestic, mentre Floren-
diverse per agevolare le varie età dei nostri sostenitori. Il mio augurio è quello di fare gli stessi 25mila abbonamenti dell’anno scorso, se faremo qualcosa in più vorrà dire che siamo stati bravi. Non credo che la campagna trasferimenti influirà sulla
tino Perez si affida alle banche spagnole che gli hanno prestato 150 milioni di euro per rifare il Real Madrid galattico, in barba al moralizzatore Platini. Banco Santander e Caja Madrid si fidano di Florentino e del fatto che le nuove stelle aumenteranno gli introiti dei merengues, a partire dai circa 600 milioni di diritti tv che dovrebbero arrivare a Madrid dal gruppo Mediapro e che valgono come ampia garanzia per i 150 prestati. La Fiorentina si accontenta di ritrovare i 25.000 abbonati della passata stagione e conta sul richiamo di due testimonial come Gilardino e Vargas, che hanno girato un improbabile videospot in biglietteria, dimostrando di valere molto più in campo che sul set. Più che in rate, sconti e testimonial, la società viola confida nell’inguaribile entusiasmo dei tifosi e nel proverbiale detto di Giovenale (Satire), che trova conferma proprio in tempo di crisi: “Il popolo… chiede smanioso solo due cose: panem et circenses”.
campagna abbonamenti, perché comunque in questi anni abbiamo fatto cose importanti e ottenuto ottimi risultati”. Ora la palla passa ai tifosi, che avranno tempo di sottoscrivere la propria tessera fino a giovedì 8 agosto.
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CHIASSO DE’ SOLDANIERI E L’AMORE PER LA CITTA’ Gentile redazione, vi ho sempre sentito al fianco dei cittadini ed io stessa ho approfittato dei vostri spazi generalmente per segnalare guai o comportamenti criticabili, ma oggi voglio parlarvi di una cosa bellissima che spero vivamente possa servire da antifona ai cambiamenti che tutti ci auguriamo, affinché molte cose a Firenze cambino e torni ad essere l’iris elegante che l’ha contraddistinta al mondo. Sto parlando del recupero del chiasso de’ Soldanieri, a pochi passi da via Tornabuoni, un vicoletto che stacca da via Porta rossa. Dove prima era totale degrado di muri anneriti e sbrecciati ricovero di ogni sorta di spazzatura che trovava dimora grazie all’incuria e alla ristrettezza degna di un cunicolo compiacente, c’è oggi “un salottino fantastico” riportato a nuova vita da un restauro in buon stile fiorentino, dove si può sostare, assaporando delizie.... Non sono sicura di chi sia il merito di tanto impegno, ma tornando a casa ,ero così curiosa di saperne di più che ho chiamato una cara e preziosa amica che sa tanto su Firenze, Nicoletta Tarantelli, oggi presidente dell’associazione “Vivi Fiorenza”, che non ha deluso le mie aspettative raccontandomi l’incipit e la mission in fiere... del chiasso ritrovato. Accenno doverosamente che più attori hanno contribuito a questo che appare come un sogno: allora si può , allora conta ancora l’amore per la propria città, ancora si può,come affermava Benedetto Croce, farci prendere dal fascino dell’osservazione di cosa abbiamo intorno, ed esso ci suggerirà le azioni giuste da compiere. Una banca, una donna architetto, un maestro cioccolataio che somiglia a babbo natale, sono per il momento “i saggi “ di cui mi hanno parlato e a tutti indistintamente (compreso tutti coloro che hanno collaborato a portare a termine un così pregevole progetto) stringo forte forte la mano piena di gratitudine. Giovanna Sanetti Spagnoli QUANDO LA SANITA’ FUNZIONA BENE... Ho 72 anni, sono quasi sempre stato in buona salute. Circa 6 mesi fa eseguendo un lavoro pesante ho avuto una amnesia di una mezz’ora, mi hanno accompagnato al pronto soccorsi di Careggi dove sono stato accol-
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Luglio 2009 to con molta professionalità da tutta l’equipe medica ed infermieristica e mi hanno immediatamente sottoposto ad una serie di accertamenti di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza. Sono stato ricoverato alla degenza breve attigua al pronto soccorso e lì le sorprese non sono finite, anzi ho trovato un ambiente molto accogliente e una professionalità vista solo nei telefilm. Il dottor Giuseppe Pepe in particolare, dopo una serie di accertamenti, tutti negativi, ha insistito perché venissi ricoverato in cardiologia per una coronografia, ed aveva ragione. Dopo 6 mesi, sottoposto di nuovo a coronografia di controllo è risultato tutto benissimo. Ringrazio ancora il dott. Giuseppe Pepe che mi ha sempre seguito disinteressatamente, anche dopo la prima dimissione, sempre disponibile e raggiungibile. Con la sua bonaria cocciutaggine mi ha salvato da molto probabili complicazioni. Adesso grazie a tutti mi sento benissimo. Grazie di cuore. Cecchini Marcello … E QUANDO INVECE NO Spett.le redazione, vi scrivo per denunciare l’ennesimo disservizio nell’ambito della malasanità. Dopo avere prestato visita a mia nonna ricoverata presso la struttura Asl del Pergolino a Firenze, sono rimasta letteralmente indignata per le condizioni e lo stato in cui versano i pazienti. Si tratta per lo più di persone anziane che non sono del tutto autosufficienti ma neanche così ammalate da poter giustificare una loro degenza in ospedale, una sorta di “parcheggio” per anziani insomma. A prescindere da questo, credo che il compito degli infermieri sia quello di accudire i pazienti, ossia dare loro da mangiare e pulirli. Su questo secondo punto la struttura lascia veramente molto a desiderare. I pazienti vengono lasciati per ore con il pannolone sporco non solo di urina ma anche di feci questo perché, a detta degli infermieri, il personale è carente e non ce la fanno a stare dietro a tutti. Ora io mi dico, con tutta la gente che c’è a giro e che avrebbe voglia e bisogno di lavorare com’è possibile questa carenza di personale? Immagino che sia un problema finanziario, ma a tal proposito mi viene da chiedermi dove vadano a finire le migliaia di euro che la sottoscritta e tutti gli altri contribuenti italiani pagano in tasse per l’Inps. Pensare di pagare fior fior di quattrini per un servizio del genere fa molta rabbia. Non solo i pazienti vengono abbandonati a se stessi nella speranza che l’infermiere/a di turno li venga a cambiare, ma addirittura hanno paura a chiamarli e a suonare il campanello perché gli infermieri si spazientiscono o peggio ancora si arrabbiano con loro e quindi i pazienti hanno paura di eventuali ritorsioni. Non a caso mia nonna ha definito la struttura una sorta di prigione, e di certo non ci si può aspettare un miglioramento né fisico né emotivo dei pazienti ricoverati lì dentro che anzi perdono la propria dignità personale. Dopo avere visto e valutato la situazione con i miei stessi occhi mi sento in dovere di rivolgere un duplice rimprovero. Prima di tutto ai responsabili delle strutture che evidentemente non hanno allocato abbastanza personale rispetto alla reale necessità. I pazienti sono persone anziane ma non per questo hanno diritto ad una minore assistenza, anzi… In secondo luogo al personale che lavora al Pergolino, poiché mi pare in gran parte indifferente ai bisogni dei pazienti. Quando ho fatto presente all’infermiera che mia nonna era da cambiare mi sono sentita rispondere “quando s’è finito si viene, è tutta la mattina che si cambiano”.
La mia richiesta è arrivata alle 12.20 e quando me ne sono andata alle 13.20 mia nonna era ancora da cambiare. Ora io dico, prima di tutto non ho detto io a queste persone di fare l’infermiere ma se lo fanno credo che lo debbano fare bene. Posso immaginare che non sia piacevole cambiare e lavare di continuo i pazienti ma fa parte del loro mestiere e proviamo invece ad immaginare quanto possa essere spiacevole rimanere nell’urina e nei propri escrementi per ore, mentre si aspetta che il personale si dia il turno per il cambio. Per cambiare un pannolone non c’è tempo evidentemente, ma per sorseggiare un caffè e chiacchierare nell’attesa che arrivi l’ora del cambio sì, e questo non è proprio giusto. Per fortuna mia nonna non rimarrà a lungo in quella struttura, ma mi pare comunque doveroso fare presente la situazione perché potrebbe riguardare tutti in prima persona, o per lo meno tutti coloro che non si possono permettere un’assistenza privata e sono costretti a fare affidamento al servizio nazionale. Lettera firmata LAVORO A NERO, LA MIA ESPERIENZA Buongiorno, volevo rispondere e dire due cose sull’articolo che avete pubblicato sull’argomento “lavoro a nero”. Che ci sia del lavoro a nero lo sanno tutti, forse fa comodo così? La cosa più triste è che questi tipi di lavoro sono affidati a persone che di quel tipo di lavoro a volte non ne sanno niente. Si parla di attenzioni da parte di Asl o altre istituzioni per controllare ambienti, sicurezza sanitaria o come si svolgono determinati tipi di lavori per prevenire incidenti e dare garanzie ai lavoratori, ma tutto ciò resta solo nelle buone intenzioni di chi fa politica e si riempie la bocca di parole, parole, anche per prendere qualche voto di circostanza. Dico questo perché se ben ricordo fino a qualche anno fa per fare il cameriere per esempio, ci voleva la tessere sanitaria e ti facevano delle visite per sapere se avevi o no varie tipologie di malattie; ora questa “usanza” non è più necessaria per il singolo che vuole fare ristorazione in genere, dovrebbe pensarci il “datore di lavoro” ma ciò succede? Quindi in questo particolare settore alimentare e di servizi non sai le persone che lo svolgono cosa “portano” o “hanno”, quindi già qui siamo in un campo minato, in più chi ci lavora non ha determinate regole o garanzie, essendo a nero è tutto in più sia per chi presta servizio sia per chi dà servizio... con buona pace per tutti. Questa situazione però non porta niente di buono perché se parliamo dei catering fai di tutto, anche il cameriere sia ben chiaro, ma al servizio effettivo ci arrivi stanco perché prima hai fatto del facchinaggio (senza offesa) e poi dopo il servizio che sei veramente stanco devi “smontare” e “caricare” e dopo diverse ore, a volte finisci alle cinque del mattino che sei uscito di casa alle 12.00 o alle 13.00 del giorno prima!! Per guadagnarti due soldi “rincoglionisci” per tutte le ore che hai fatto ed il giorno dopo te ne stai a letto per riprenderti. Ma la cosa che più sconcerta è che in quasi tutti i catering non c’è attenzione all’igiene o al lavoratore che presta “neramente” la sua prestazione. Spiego meglio: quando arrivi per il servizio in posti belli, stupendi, affascinanti che altrimenti non avresti modo di vedere, cosa succede: le cucine o gli ambienti adibiti a tale scopo, salvo in alcuni casi, sono situate in posti particolari che obbligano l’addetto “cameriere” di turno in quel servizio ad una estenuante maratona con aggravio di fatica e precarietà nello svolgere il suo lavoro con
serenità, oltre poi a vari contrasti che possono nascere in certe situazioni in cui il furbo c’è sempre e mette in difficoltà gli altri che devono fare anche il lavoro di chi cerca di fare meno, va bene trascuriamo questo particolare per il momento ma che poi alla fine porta ancora più stanchezza. Dicevo, arrivi ti guardi intorno, osservi e devi iniziare a “montare” se l’occorrente è già stato portato, ma questo succede in pochi catering, altrimenti sei andato in magazzino ad un ora ben precisa, hai caricato con altri pochi, ciò per spendere meno, il furgone o i furgoni. Terminato il tutto si parte per la location e una volta arrivati c’è la fase inversa, cioè lo scarico. Sul posto trovi gli altri componenti che nel frattempo sono arrivati o arriveranno, questo dipende dagli orari e dalla quantità di persone che ci saranno a quell’evento, quindi alla quantità di cose da montare, ma a volte pur di spendere meno i camerieri sono in numero minore a quanti veramente ne occorrerebbero. E già in questa prima fase noti per coloro che tengono all’igiene che qualche cosa non va, nel senso che dopo aver montato i tavoli ed essersi conciati le mani in condizioni non adatte diciamo così per la seconda fase, alcuni mettono dei guanti!,immaginate in che condizioni sono questi ultimi(!!!!). Ecco che dopo questa prima fase di preparazione si comincia a piazzare o se preferite ad “apparecchiare” ma nel gergo si usa dire “mise en place” che se fatta bene sei a metà del lavoro, ma per fare ciò e bene ci si arriva con esperienza e con validi capi servizio che sanno fare il loro lavoro. Già in questa fase vedi che con le mani sudice tocchi piatti, posate, bicchieri e questa sembra corretto? Diverse volte abbiamo discusso su questo argomento, ma dato che non puoi perdere tempo, perché se arrivi mezz’ora prima per quella ditta di servizi tu sei un costo e per un servizio a volte ci sono diversi “camerieri” quindi lascio immaginare la cifra …., ma dicevo che prima di piazzare le stoviglie se tutti si lavassero le mani sarebbe più corretto, ma a volte si ovvia a questo problema. Se gli sposi o altri richiedono questo servizio optano per far indossare i guanti bianchi ai “camerieri”, vi lascio immaginare cosa succede dietro le quinte! I guanti sono in numero contato, a volte già sporchi perché non lavati bene o non sono delle giuste misure ecc. servire con i guanti non è semplice perché le cose che porti possono scivolare, ma per questa accortezza c’è un trucco ….. Se dopo tale “mise en place” ti avanza del tempo ed hai preparato tutto ciò che serve (tagliato il pane, stappate le bottiglie di vino, messo in frigo il vino bianco, lo spumante, preparato le bevande per il buffet e messe in frigo, sempre che tutti lavorano, ma c’è sempre il solito o i soliti che si “imboscano” a fumare o fare telefonatine ….) riesci a mangiare se il catering ha questa attenzione per i suoi “camerieri”. Qui devo fare ulteriore precisazione: ci sono catering che per la pausa pranzo fanno mangiare i ragazzi sul posto, ma non viene conteggiata la mezz’ora che serve per tale pausa nel conteggio delle ore finali; in altri catering la pausa per mangiare è inclusa nel servizio totale, ma il mangiare salvo vari sporadici casi e ciò che è avanzato da precedenti servizi e ciò cosa genera? Che il “cameriere” a cui non vanno quegli avanzi preferisce non mangiare o mangiare al momento del servizio con conseguenze che vi lascio immaginare sia per il servizio sia per l’igiene. Devo dire che alcuni catering questo non lo accettano, ma poi alla fine qualche cosa che mangi ci scappa sempre! Ed allora perché non dedicare quella pausa pranzo ai “came-
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it UGNANO-MANTIGNANO, UN “ESSENZIALE” DA TENERSI STRETTO Alla redazione di Reporter, sul numero 27 edizione di maggio ho letto un piccolo articolo su Ugnano Mantignano, dal titolo Il “regno” dell’essenziale. Io vivo in questa realtà da almeno 10 anni e devo dire che questo essenziale non lo cambierei con niente al mondo. Per capirlo dovete solo venire qui, sia nei giorni feriali che festivi, si respira un clima che tante persone ci invidiano, si sono creati legami di amicizia, i nostri bambini sono felici, si conoscono tutti, sono a scuola insieme, all’asilo insieme, all’oratorio insieme, a catechismo insieme e così via, potrei anche proseguire. Abbiamo un verde che ben in pochi posti potete trovare. E’ vero che su alcune cose si potrebbe migliorare, soprattutto i servizi pubblici. Vorrei dire a quei signori che stanno tentando di demolire questo piccolo “Eden” con le loro bellissime idee: cimiteri, canili, centri di rottamazione, stadi ecc.... di venire qui a passare qualche ora e a parlare con noi, perché si fa presto a dire facciamo lo stadio a Ugnano Mantignano soprattutto in periodo elettorale. Durante le loro orazioni questi signori parlano di verde, di comunicabilità fra cittadini, spazi per bambini, di solidarietà con il prossimo e poi...... cercano di fare di tutto per distruggere forse l’unico posto nei dintorni dove ancora si compra la verdura dal contadino e dove l’amicizia e la solidarietà che si è creata è veramente fuori dal comune. Sicuramente parlano senza essere mai stati qui. Purtroppo noi cittadini non possiamo fare molto per fermare lo scempio che hanno in mente, per fare ciò ci vogliono forze economiche e conoscenze, ma spero che i comitati di zona siano aiutati dalle forze politiche che vogliono salvaguardare questo borgo alle porte di Firenze da coloro che non lo conoscono e dove il vicino di casa non rimane sicuramente uno sconosciuto. Vi ringrazio per l’attenzione che vorrete prestare a questa mia lettera. Sperando che arrivi a questi signori, R. Moroni
Gentile signor Moroni, sono d’accordo con lei quando afferma che le realtà “particolari” ancora esistenti a Firenze, come può essere quella di Ugnano e Mantignano, vadano protette e difese. I borghi che, pur facendo parte della città, sono riusciti a mantenere intatta la loro identità e le loro tradizioni, così come - e soprattutto - uno stile di vita degli abitanti differente rispetto a quello del resto di Firenze, sono da considerare senz’altro una ricchezza per tutto il territorio, e capisco bene che ci vive ne sia geloso e che voglia che tutte le caratteristiche che li contraddistinguono, e li rendono speciali, vengano conservate. D’altronde, chi non desidererebbe che il proprio vicino di casa non fosse uno sconosciuto, ma una persona di cui potersi fidare per le mille e una necessità che possono quotidianamente capitare a tutti noi? Anche nell’articolo a cui lei si riferisce la nostra giornalista aveva sottolineato come, nonostante la presenza dei (soli) servizi più essenziali, i residenti della zona non si lamentassero più di tanto, anzi. In chi vive a Ugnano e Mantignano - questo lo sa meglio di me - il livello di soddisfazione è piuttosto elevato, ma questo non toglie che i servizi che tuttora mancano non possano (o debbano) essere aggiunti. Insomma, avere una nuova linea di autobus o qualche ufficio in più male non può fare, anzi. È per questo che è sempre bene sottolineare le esigenze e le mancanze delle diverse zone di Firenze, perché cambiare non vuol dire necessariamente peggiorare le cose, ma deve (o almeno dovrebbe) significare un miglioramento, anche nelle realtà dove tutto sommato si vive bene. Altre opere, di maggior impatto, devono essere studiate in modo approfondito, questo senz’altro, per non andare a intaccare la qualità della vita dei residenti del posto, ma non credo che sia interesse di nessuno, per usare le sue parole, “demolire questo piccolo Eden”. Io penso, e mi auspico, che sarà ancora possibile andare a comprare la frutta del contadino avendo nello tesso tempo qualche servizio e comodità in più. Per quanto riguarda la necessità di conoscere un territorio prima di intervenirci, su questo punto non posso che essere d’accordo con lei: ma, in questo caso, passare un po’ di tempo a Ugnano e Mantignano non sarà poi un gran sacrificio per nessuno, considerata la sua descrizione di questo piccolo “Eden”. Matteo Francini rieri” che possono mangiare con calma?, di modo che dopo io capo servizio o i titolari del catering hanno il sacrosanto diritto di incazz….. se vedono il “cameriere” che mangiucchia nel tentativo anche di fare il furbo e mettere in difficoltà il compagno con cui nella maggior parte dei casi è stata formata una coppia per il servizio ai tavoli. A questi tavoli ci sono vari posti nel senso che si può partire da 5 o 6 ed arrivare a 14 in casi particolari e vi garantisco che servire dei tavoli con tante persone non è semplice perché devi fare più viaggi in cucina per prendere i
vassoi con le pietanze per svolgere il tuo lavoro e devi correre e essere veloce nel servire altrimenti quando torni al tavolo per gli ultimi commensali gli altri sono già pronti con la seconda portata. Anche questo è un fattore di nervosismo e tensione perché il mangiare, il servizio ad esclusione del buffet e bar dopo si svolge in un’ora, un’ora e mezzo e a secondo di quante portate ci sono compreso il dolce ed occorre sveltirsi appesantendo anche l’ospite con i suoi tempi per gustarsi la pietanza e se l’ospite per quando c’è il cambio dei piatti non ha finito devi
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passare oltre e poi ritornare a prendergli il piatto e relativa posata per poi ritornarci portando piatto e posata puliti prima di arrivarci con il vassoio altrimenti dove la lasci la pietanza a quel commensale? Vi lascio immaginare nelle giornate calde se il “cameriere” non è un tipo attento all’igiene cosa ti può capitare nel piatto…. Dopo tutta la sgropponata del servizio a tavola, c’è la parte di “open bar” con altro massacro di forze ed energie che ti fiaccano. Anche in questo caso non è che tutti stanno ai tavoli a servire, se c’è la possibilità cosa che accade in alcune location gli altri iniziano a smontare e qui ancora una volta si insinua il “furbetto/i” di turno che pur di fare il meno possibile se ne vanno a smontare; certo anche quello è lavoro per carità, ma hai modo di riposare, mentre chi sta all’open bar deve far fronte se non ben messi in quantità sufficiente di “camerieri” alla “massa” di ospiti per il caffè, gli alcolici, i dolcetti, la frutta ecc. Questa situazione vale anche per il buffet iniziale che a volte, ma quasi sempre è molto peggio perché la “massa” arriva assetata affamata e si riversa in modo incivile (veramente!) sui tavoli senza saper chiedere ed attendere che il “cameriere” svolga il suo lavoro che essendo lì deve servire il cliente al meglio, ma vi garantisco che a volte si sfiorano tensioni notevoli!!! Alla fine di tutto se non c’è stato modo di avvantaggiarsi a smontare, mentre hai portato via di volta in volta le varie posate, bicchieri, piatti già usati ed inscatolati in apposite ceste pronte per essere caricate alla fine sui furgoni o li carichi subito per non perdere tempo, questo è importante(!) devi svuotare la sala perché non puoi lasciare tutto nel mezzo perché quella location ha preso accordi con il proprietario del catering che tu “cameriere” devi anche pulire la sala così come l’hai trovata quando sei arrivato, quindi i locatari o proprietari non spendono una lira per la pulizia ed in più mangiano a carico degli ospiti. Quindi alla fine del servizio cioè servire a tavola, malgrado tu sia stanco devi anche pulire il locale adibito alla festa ed arrivi a fine servizio esausto ma contento di aver guadagnato quei pochi euro a confronto del tuo sacrificio che se ci pensi bene non sono quelli che vorresti, ma devi stare al gioco perché se dici o cerchi di far capire che non sei contento della “paga” “paghi” l’esonero per diversi servizi perché non vieni chiamato e le scuse che ti vengono date sono che i servizi sono meno o le persone a quel servizio sono meno, ma tu sai che così non è(!) o al limite non ti richiamano più, malgrado tu sprechi tempo e soldi a telefonare! Ma la ciliegina sulla torta è che in questi catering trovi persone che non sanno fare i “camerieri” e questi soggetti sono disposti a farsi pagare meno di quello che veniva dato a te pur di fare il servizio. Fra costoro ci sono molti ragazzi studenti che se ne fregano di farsi valere dal punto di vista economico e non capiscono, anche se mettono in tasca dei soldi e possono spenderli, che così facendo fanno un danno anche a loro stessi oltre che farlo agli altri perché se è vero che da un lato guadagni dall’altro ti fai “strozzare” dalla situazione e chi ti “chiama” sa fare il suo gioco alla faccia dei controlli.... Ma la cosa che più mi spiazza, e mi ripeto, è che non ci sono controlli medici perché in questo settore il propagarsi di malattie, là dove ci sono in qualche soggetto, è molto alto, pensate all’epatite tanto per dirne una.... Cari signori vi ho esposto in due righe striminzite questo ambiente che ho avuto modo di conoscere saltuariamente... non posso dire di altri lavori, ma credo che ogni mondo è paese!
Un saluto, Costia ABBATTIMENTO DEGLI ANIMALI, UNA LEGGE... PER I CACCIATORI A proposito del piano straordinario di abbattimento di cinghiali, cervi, daini, caprioli, ecc., ma dove sono queste decine di migliaia di cinghiali così temute dagli agricoltori? Per quel che riguarda la Toscana, in tanti anni di soggiorno fra colline e montagne, di escursioni e passeggiate, non ho mai avuto la sorte di incontrane uno, se non morto e sanguinante esibito come trofeo dai cacciatori. Il mio sospetto è che quelli che tanto premono per la loro soppressione siano al contempo cacciatori che si svagano ad abbatterli. E se realmente abbiamo un soprannumero di cinghiali, sono stati proprio i cacciatori a provocare il fenomeno introducendo una specie più aggressiva e prolifica di quella autoctona. Quindi che si faccia una legge per tenere a bada i cacciatori, più che i cinghiali. La biodiversità è un tesoro che appartiene a tutti noi, e non può essere sacrificato all’interesse di una singola lobby, oltretutto di estrema minoranza. Maria Paola Canozzi “DEGRADO, UN PROBLEMA NELLA ZONA DEL SODO”
Leggo spesso il vostro giornale “Il Reporter”, che trovo molto interessante e per questo ho voluto scrivervi sperando che qualcuno mi ascolti al fine di risolvere un problema di degrado ambientale nonché sociale, un problema contro il quale stiamo lottando da alcuni anni senza alcun risultato concreto. Il mio appartamento si trova in via Reginaldo Giuliani 270, nella zona “Il Sodo”, zona appartenente al quartiere 5, ed il retro del mio palazzo è contiguo con lo stabile di via Caldieri 3, 5. Detto stabile si trova oramai da anni in uno stato miserevole, dovuto alla palese totale incuria nella quale viene lasciato da chi ne ha la proprietà. Ci sono ben visibili pezzi di intonaco in procinto di cadere, come anche un comignolo; da un cortile interno perennemente fradicio in qualunque stagione e attualmente colmo di immondizia, giungono periodicamente folate di miasmi, rappresentando l’habitat ideale per insetti vari e zanzare tigre, quest’ultime, non a caso, sempre più in aumento nella zona anche in pieno inverno. Questo pietoso stato di cose influisce negativamente non solo a livello di decoro ma soprattutto a livello sociale e igienico-sanitario di tutti noi abitanti della zona. Faccio anche notare che benché l’entrata di questo palazzo si trovi in via Caldieri, l’edificio in questione si affaccia fra via Sestese e via Reginaldo Giuliani, due delle principali vie di accesso della nostra città, in una zona, “Il Sodo”, che il Comune ha deciso di riqualificare con vari interventi, come la realizzazione di una nuova piazza; operazione meritevole e costosa, ma che rischia di venir sminuita a causa dell’esistenza nel rione di questo edificio. La polizia municipale è intervenuta più volte, ma il risultato è stato minimo. Saluti Martino Mugnai
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