Il reporter-Quartiere 4-settembre 2009

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Il Giornale del tuo Quartiere

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Periodico d’informazione locale. Anno III n.48 del 7 settembre 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

Tutta “colpa” di Garibaldi di

PRIMO PIANO

URBANISTICA

SETTEMBRE 2009

Andrea Muzzi*

T LA NOVOLI CHE VERRÀ Dopo un lungo restyling si intravede il volto del quartiere del futuro PAGG.16-17

PROSTITUTE, NUOVA MAPPA Le “lucciole” presenti nelle strade del Q4 retrocedono sempre più verso le zone periferiche PAG.2

SPORT

Biblioteca, tutto fermo Il quartiere deve attendere Autobus e Ztl, si cambia

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Tendenze

di Gagliardi – Puliti

A Il mercato si è chiuso senza l’acquisto che i tifosi chiedevano. “Compreremo quando ci sarà l’occasione” PAG.36

lotta ai “portoghesi” e, perché no, tariffe più convenienti. E in vista ci sono cambiamenti anche per chi si sposta in auto. Se la Ztl notturna andrà avanti fino al 31 ottobre, dal prossimo anno potrà essere molto diversa, nelle regole e nei confini. Per venire incontro a tutti: a chi la notte se la vuole godere, ma anche a chi prePAGG.10-11 ferisce dormire.

Nozze “esotiche” scoppia la moda

“PISCINA AL CAVALLACCIO” Franco Traballesi, vicepresidente del Q4, illustra i progetti: “Serve una nuova struttura” PAG.38

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SALUTE. Ecco il piano-vaccinazioni e i consigli dei medici

Nuova influenza, le cose da sapere D

G NU ES O TI VA O N E

CORVINO GUARDA AVANTI

chi non è mai capitato di sbuffare, sotto il sole o la pioggia, in attesa di un bus che non arriva mai? E che magari quando arriva è talmente pieno da non riuscire ad entrare? Questo, e molto altro, ha allontanato sempre più fiorentini dal trasporto pubblico. Ma ora si volta pagina. Tante le novità in arrivo: rinnovamento di linee e mezzi (addio ai “bestioni” da 18 metri), più tecnologia,

ra un po’ ricorrerà il 150° anniversario dell’Unità di Italia, ma leggo nei giornali che in giro c’è sempre più voglia di separatismo. E’ da quando sono bambino che sento i settentrionali parlare male dei meridionali. Praticamente sono 40 anni che sento dire sempre le stesse cose. La “colpa” di tutto questo è di Garibaldi. Prima di partire con l’impresa dei Mille avrebbe dovuto chiedere informazioni, avrebbe dovuto chiedere ai milanesi “Ragazzi, scendo nell’Italia meridionale, vi va bene se poi vi unisco ai siciliani?”. Loro avrebbero sicuramente risposto: “No, ai siciliani no. Se proprio ci voi unire a qualcuno, aggregaci agli svedesi. Noi siamo lavoratori, gente abituata a fare tutto da sé. Loro hanno l’Ikea, siamo perfetti insieme!”. Invece Garibaldi è partito senza nemmeno un piccolo dubbio!Almeno avesse fatto dei sopralluoghi, avesse chiesto informazioni ad un siciliano, niente. E’ partito con altri 1000 sprovveduti. Immaginatevi anche la reazione dei siciliani che una mattina, di colpo, si sono visti arrivare 1000 persone tutte vestite uguali, avranno pensato: “Ma il carnevale di Viareggio quest’anno lo fanno qui?”. A me piacerebbe sapere il nome dell’agenzia di viaggi che ha organizzato l’impresa dei Mille. Un’agenzia seria non manda un uomo in giro da solo ma gli affianca una guida che lo istruisca: “I siciliani mangiano la cassata, amano fare questo, quest’altro no!”. Insomma, se Garibaldi avesse avuto una guida avrebbe capito da solo che milanesi e siciliani non sono le persone più uguali di questo mondo! *Comico

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opo mesi di allarmi, dati, paure, smentite comincia l’autunno e si avvicina il momento di fare i conti con la Nuova influenza. Che da mesi ha assunto i connotati della pandemia e che intorno alla fine dell’anno dovrebbe toccare il massimo picco di diffusione. Ma il sistema sanitario (nazionale e locale) ha preso le contromisure: tra la fine di ottobre e i primi di novembre scatteranno lo prime vaccinazioni (per operatori della sanità,

dei servizi e per persone con patologie particolari) e a partire dal 31 gennaio toccherà alla fascia “giovane”, quella che va dai 2 ai 27 anni e che per ora è stata la più colpita. A vaccinarci saranno i medici di famiglia e i pediatri e il vaccino non si troverà in vendita da nessuna parte. La Regione ha già approntato il suo piano-pandemia: ha acquistato nuovi macchinari per l’assistenza respiratoria, incrementerà di almeno 3mila unità i posti letto negli

ospedali e se necessario richiamerà al lavoro, temporaneamente, medici e infermieri in pensione. E ai cittadini cosa resta da fare? E’ facile. Per contenere la diffusione del virus i medici raccomandano di lavarsi bene le mani, gettare i fazzoletti dopo gli starnuti e di non precipitarsi al pronto soccorso per un semplice sospetto. Altra raccomandazione fondamentale, infine, quella di non scordarsi di fare il vacPAGG.14-15 cino ordinario.

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Isolotto • Legnaia • Soffiano

Settembre 2009

IL QUARTIERE DI NOTTE. L’Isolotto sembra ripulito dalla loro presenza: ma la situazione è più complessa

Se le lucciole “emigrano” in periferia

Nelle strade fiorentine continua la lotta alla prostituzione

NUOVI SPAZI. Ambizioso piano della Fipsas Un po’ i lavori della tramvia, un po’ il nuovo regolamento di polizia urbana, un po’ i controlli più intensi: le prostitute presenti nelle strade della zona retrocedono verso le aree più esterne e abbandonano le vie che, fino a poco tempo fa, erano le loro zone di “commercio” abituali Michele Fioraso

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empre più fuori mano, sempre più nascoste: qua- occupavano le strade nella zona tra via del Sansovino e si scacciate dai viali, le prostitute presenti nelle viale Talenti. I cantieri della tramvia le hanno “costretstrade del quartiere 4 retrocedono ormai verso le te” a emigrare: da strade più popolate come via Foggini periferie più esterne della città e abbandonano verso viale Nenni o i viali Etruria e Piombino e gli assi le vie che, fino a poco tempo fa, erano le loro zone di di scorrimento che portano all’hinterland cittadino: zone “commercio” abituali. Un po’ i lunghissimi lavori della meno abitate ma con intenso traffico automobilistico, tramvia, un po’ il nuovo regolamento di polizia urbana, più “adatte” al via vai di clienti. La transumanza verso un po’ i controlli più intensi messi in campo dalle forze la periferia estrema è comunque monitorata dalle forze dell’ordine soprattutto in questi mesi estivi: all’apparen- dell’ordine con frequenti controlli. Parliamo però di un za il Q4 sembra essere stato ripulito da quelle presenze fenomeno non massivo, fanno sapere dalla stazione dei che la notte turbano la quiete (e a volte il sonno) dei re- carabinieri di Legnaia, che controllano spesso il territorio sidenti. Ma la situazione è meno tranquilla di quello che soprattutto nelle ore notturne: “I servizi di vigilanza insembra: a ricordarlo ci ha pensato l’erede dello “sceriffo” ducono le prostitute a spostarsi verso zone meno battute Cioni a Palazzo Vecchio, l’assessore al decoro urbano dalle forze dell’ordine, stanno arrivando ormai ai confini Massimo Mattei. Nella sua prima del territorio cittadino”. Identiche intervista rilasciata da assessore, il impressioni arrivano dagli agenti di Da strade più popolate braccio destro del sindaco Renzi a polizia municipale, per definizione come via Foggini fine giugno aveva lanciato l’allarmolto attenta al controllo del terriverso viale Nenni o me: “La prostituzione è un fenometorio. Ma sarebbe un errore consii viali Etruria e Piombino no dilagante soprattutto in due zone derare quello della prostituzione un della città. Mi riferisco a Novoli e “semplice” problema di sicurezIsolotto, che diventano veri e propri quartieri a luci rosse za: “La presenza di lucciole – avverte infatti Giuseppe dove le lucciole praticano il mestiere fin sotto le finestre D’Eugenio – è il sintomo più evidente di commercio di dei cittadini”. Un ritratto a tinte forti, che il presidente esseri umani che dovremmo sforzarci di affrontare anche del Quartiere Giuseppe D’Eugenio sposa in parte: “Le nei suoi aspetti più profondi: non dobbiamo dimenticare parole di Mattei non mi hanno colto di sorpresa – dice che queste ragazze sono quasi sempre vittime e schiave – da diversi anni notiamo alcuni movimenti nel nostro di coloro che le sfruttano”. La sorveglianza del Consiglio quartiere che evidenziano un traffico di esseri umani che di Quartiere è “alta”, garantisce comunque D’Eugenio: coinvolge tutta la città”. Le vittime di questa tratta che “Vigiliamo attentamente su questo e altri fenomeni che finiscono a “fare la vita” nelle stazioni di servizio durante interessano l’ordine pubblico”. Poi lancia la palla nel la notte o sotto i viadotti sono giovanissime, tra i diciotto campo del Comune: “Vorremmo trovare le sedi giuste e i vent’anni, di origine africana (soprattutto nigeriane o per discutere e partecipare a qualche decisione su queste senegalesi). Fino a qualche tempo fa il problema sembra- cose – dice - i Quartieri dovrebbero sedere al tavolo della va molto più evidente ed allarmante, perché le ragazze sicurezza, avrebbero molto da dire”.

Pesca ma non solo, l’Arno riprova a vivere A

utunno in vista, tempo ideale per cucire un tassello d’identità cittadipescare. E non occorre nemme- na. Sulle sponde potranno così comno andare troppo lontano. Il quartiere parire panchine e vialetti transitabili 4, sulla riva sinistra dell’Arno, ospita anche dai passeggini. “E’ molto proquattro campi gara: quelli del Freni- babile – spiega Massimo Mecatti, sta, della Fonderia, dell’Argingrosso vicepresidente della sezione Firenze e il Pier Luigi Brunetti. Queste aree, Fipsas - che il progetto parta proprio gestite dalla sezione fiorentina della dal Q4, in particolare dall’area della Federazione italiana pesca sportiva, Fonderia”. Un progetto che potrebsono a disposizione, fuori dal pe- be riaccendere anche l’interesse riodo di gara, dei singoli pescatori. verso la pesca sull’Arno, frenata Oltre agli appassionati all’agonismo, dal basso ricambio generazionale possono cimentarsi tutti con canne e dalla diminuzione della pescosità ed esche, dai pensionati ai ragazzini. del fiume. Il miglioramento della Non è sempre facile però accede- pulizia delle acque comporta infatti, re agli spazi per la pesca. Un punto come rovescio della medaglia, una critico è il campo Brunetti, le cui più bassa proliferazione di fauna rampe d’accesso sono state distrut- ittica. In più ci mette lo zampino te dalla piena dello scorso inverno. – anzi, la pinna - il siluro, un peLa Fipsas sta valutando un progetto sce proveniente dal Danubio, i cui esemplari di ripristino, possono arrida sottoporre Quattro i campi gara agli Enti presulla riva sinistra del fiume. vare a pesare anche più di posti per il Ma potranno comparire 100 kg. Sufinanziamenanche panchine e vialetti perati i 40 cm to. I lavori di lunghezza, per la costruzione della passerella tramviaria in i pesci siluro modificano la loro prossimità di piazza Paolo Uccello dieta, nutrendosi di solo pesce. E a hanno inoltre portato alla chiusura farne le spese sono le specie locadel campo gara sottostante. Questo li. “Si rende plausibile un’opera di verrà riattivato, ma sarà da risolvere contenimento, anche se una soluil problema del parcheggio, data la zione alternativa sarebbe quella di zona molto trafficata. Al di là delle mangiarli - azzarda Mecatti – come singole criticità, la Federazione sta già fanno gli immigrati dall’Europa portando avanti un progetto ambi- dell’Est. Le analisi dei metalli pezioso, quello di avvicinare al fiume santi nelle acque dell’Arno hanno tutta la comunità, non soltanto i pe- infatti mostrato valori nella norma”. scatori. Renderlo uno spazio vivibile Convincere le bocche dei fiorentini significa allontanare il degrado e ri- non sarà però così semplice. /A.C.


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il giornale del tuo quartiere

VIA CANOVA. Doveva essere pronta quasi un anno fa, e invece la struttura continua a farsi attendere

Nuova biblioteca, ancora fumata nera SCHEDA

Al suo interno scatoloni e scaffali vuoti, fuori

Il progetto esecutivo approvato a inizio 2008

erbacce e alberi già secchi. Amareggiato il

Risale al gennaio 2008 l’approvazione da parte della Giunta fiorentina del progetto esecutivo di costruzione del centro culturale di via Canova, per un costo complessivo di 3milioni e 400mila euro. Spesa destinata a salire, a causa degli errori commessi in fase di realizzazione. Su più di quattromila metri quadri sorgono i tre edifici nei quali sono stati ricollocati, oltre alla biblioteca, la ludoteca “La Carrozza di Hans” di via Modigliani e il centro giovani a vocazione musicale “Sonoria” di via di Montorsoli. La nuova biblioteca ospiterà più di 100mila volumi, diventando una delle più grandi della città. Potrà essere raggiunta a piedi da coloro che abitano fra le Torri, San Bartolo a Cintoia e l’Isolotto. La struttura è circondata da 7 ettari di verde. Al momento, però, invece dei giochi, del piccolo anfiteatro e del fontanello previsti nel progetto, non si vedono che erba incolta e cancelli rigorosamente chiusi.

presidente D’Eugenio: “Non so quando aprirà”. E i cittadini sono senza servizi Annalisa Cecionesi

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oveva essere pronta lo scorso novembre, quasi un anno fa. E invece la nuova biblioteca di via Canova è ancora chiusa. Dai vetri delle finestre si intravedono scatoloni, scaffali vuoti e poltrone ancora imballate. Intorno ai tre edifici che ospiteranno la biblioteca, la ludoteca e il centro giovani si vedono soltanto erbacce che crescono indisturbate tra gli alberi, alcuni dei quali già secchi. E’ questo lo scenario che si prospetta ai cittadini del quartiere 4, a corto di biblioteche dallo scorso ottobre. Da quando cioè le biblioteche dell’Argingrosso e dell’Isolotto sono state chiuse per dare il via alle operazioni di trasloco. I libri sono stati ricatalogati, ma restano imballati. Il cantiere, nel marzo scorso, è stato chiuso ancora incompleto, impedendo l’avvio dei servizi. “Ancora non sono in grado di dire quando aprirà il nuovo centro culturale”, ammette amareggiato il presidente del Q4 Giuseppe D’Eugenio. Mancano i collaudi e le certificazioni necessarie, oltre a lavori indispensabili per l’avvio del centro, come gli allacciamenti elettrici. D’Eugenio non lesina critiche ai tecnici che hanno condotto i lavori, esterni al Q4. “I piccoli errori, come una presa mancante o fuori posto – commenta il presidente del Q4 - sono comprensibili. Ciò che non è accettabile è la mancanza dei servizi fondamentali, come la corrente. O il difetto dell’impianto elettrico al centro giovani, predisposto come un impianto domestico, invece di una sala prove dedicata alla musica”. Analoga sorte per la sala autogestita prevista in biblioteca. Si tratta di uno spazio a disposizione degli utenti durante gli orari di chiusura della biblioteca, come la sera e la domenica. Ma la strada è in salita. Il sezionamento dell’impianto che consentirebbe di avere riscaldamento, luce e allarme autonomi in quella sala rispetto al resto dell’edificio non è stato predisposto. Per scaldare l’ambiente autogestito occorrerebbe quindi, a questo stato di cose, accendere i termosifoni dell’intero edificio, seppur chiuso al pubblico. Un notevole spreco. A

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Il Reporter è un periodico di 7 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 192.404 copie

questi gravi problemi se ne aggiungono di più piccoli, sebbene non trascurabili. Alcune formelle di cotto poste sulle facciata sono cadute, il che implica un intervento di messa in sicurezza, necessario prima dell’apertura. Per non parlare del verde. Molti dei nuovi alberi, senza irrigazione, sono già morti, e le semine da effettuare prima dell’arrivo dell’inverno non sono state ancora programmate. La situazione è aggravata dal fatto che il Quartiere è sprovvisto di biblioteche ormai

da mesi. Il trasferimento avrebbe potuto essere posticipato, per non lasciare i cittadini a secco di libri e spazi di lettura. E’ questo che si rimprovera il presidente D’Eugenio: “Dovevo fare come San Tommaso, non fidarmi di chi mi aveva assicurato l’imminente apertura del centro, entro novembre 2008. Sento una grave responsabilità politica per non riuscire a offrire i vecchi servizi”. Cosa ha intenzione di fare il Q4, oltre alle sollecitazioni più volte manifestate agli uffici competenti?

“Sono disponibile a prenderla in carico così com’è – spiega D’Eugenio - il 3 marzo scorso ho rifiutato di farlo per disperazione; per lo stesso motivo oggi mi offro volontario. E’ essenziale però che vengano effettuati i collaudi e rilasciate le certificazioni da parte di chi ha condotto i lavori. Chiederemo aiuto all’assessorato alla cultura e al sindaco per sostenerci economicamente nei lavori di rifinitura, oltre che nella riparazione degli errori commessi in corso d’opera”.

FOCUS Mentre le porte della costruzione restano sbarrate, non mancano le idee per il suo futuro

E intanto si pensa al nome da darle: personalità o fantasia?

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e porte del nuovo centro culturale restano chiuse, ma le idee fermentano, in attesa di potersi esprimere al meglio. A cominciare dal nome della biblioteca. L’idea sarebbe quella di proporre alla cittadinanza un referendum per scegliere un nome nuovo di zecca che non si limiti a una denominazione stradale. Un nome che ricordi qualche illustre personalità del mondo della cultura, come lo scomparso scrittore e giornalista Tiziano Terzani, originario di Monticelli. O un nome di fantasia, amato dalla comunità. “Una volta approvato il progetto della nuova biblioteca – racconta

D’Eugenio - abbiamo iniziato a elaborare mille di queste idee, arenate nei messi successivi con l’accumularsi dei ritardi”. Un altro progetto ideato dalla staff del Quartiere 4 è quello di istituire un comitato di partecipazione, che possa diventare un luogo di animazione culturale aperto a tutti, una fucina di idee e un’arena per i dibattiti. Ma queste idee, per il momento, sono destinate a restare in stallo. “La volontà da parte del Q4 – continua D’Eugenio – non manca. Il sale del territorio è la socialità, che ha fatto sì che questo quartiere non sia mai stato una periferia. E’ per questo motivo

Il Reporter di Isolotto, Legnaia, Soffiano raggiunge 26.534 famiglie nel Quartiere 4 di Firenze.

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Anno III n. 48 del 7 Settembre 2009

Direttore Responsabile: Matteo Francini Service editoriale e grafico: Tabloid soc.coop., Firenze (FI) scrivimi@ilreporter.it

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che resta la nostra disponibilità a mantenere aperta la biblioteca storica di viale dei Pini, magari come punto di lettura”. Non è un caso, allora, che nel nuovo centro culturale troveranno dimora anche la consulta per il dialogo interreligioso e quella per la laicità, già ospitate a Villa Vogel. Si tratta di strumenti di dialogo e partecipazione rivolti alla cittadinanza, che in un quartiere ad alta vocazione sociale come l’Isolotto troveranno certamente buona accoglienza. Tanti progetti in pentola dunque. Che non aspettano altro di potersi trasferire in via /A.C. Canova.

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Isolotto • Legnaia • Soffiano

Settembre 2009

MESTIERI DI OGGI E DI IERI. Alla riscoperta di un antico lavoro. Che ha saputo rinnovarsi

Il ritorno delle botteghe di vino alla spina Quella del “cantiniere” sembra nuovamente un’occupazione alla moda, e anche nel quartiere 4 l’offerta non manca. L’imperativo: “nettare” di qualità, ma per tutte le tasche Michele Fioraso

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ino “alla spina” per tutte le tasche, ma di qualità: è questo l’imperativo del “nuovo” vinaio, un mestiere tradizionale che però, negli ultimi anni, si è profondamente rinnovato. Anche nel quartiere 4, tra la classica bottiglia vuota portata a riempire e nuove soluzioni come i “bag-in-box”, le sacche da 3, 5 e 10 litri che conservano intatte le proprietà del vino, ce n’è per tutti i gusti. Tra le rivendite di

vino sfuso del Q4, la prima ad aprire i battenti è stata la “Bottega del vino” di via Baccio da Montelupo: “Avevamo iniziato nel 2002 a Gavinana – racconta Mauro Amerini, uno dei titolari – nel 2004 abbiamo aperto qui per offrire vino buono a prezzi ragionevoli, con prodotti da tutta Italia e una particolare attenzione al prosecco”. I clienti ormai arrivano “da tutto il quartiere, ma anche da Novoli, da Scandicci, da Lastra a Signa”: “Non soffriamo la

Paolo Rosini

presenza dei supermercati – spiega Amerini – i nostri clienti fanno la spesa al market, ma il vino lo comprano da noi”. Il vino “alla spina” piace anche per il prezzo: un buon rosso da tavola parte da 1,40 euro al litro, il bianco si vende da 1,50. Ma non è solo una scelta di portafoglio: per esempio, Paolo Rosini, titolare de “L’Imbuto” di via del Bronzino, dal 2007 cerca di “valorizzare le produzioni interessanti delle piccole fattorie toscane”. Si rifornisce nel Valdarno, a San Casciano, a Bolgheri e propone 11 tipologie di sfusi di qualità. Rosini, un passato da consulente in un’azienda vinicola, vorrebbe “dare dignità al vino sfuso”, ma anche “essere la bottega del vicinato”: “Vengono le famiglie, molti giovani – racconta – ma gli anziani sono quelli che danno più soddisfazioni”. Qualche centinaio di metri più indietro, in via Mortuli, “L’Ortolano dell’Isolotto” Marco Mancino è diventato punto di riferimento del rione: “Ho rilevato l’attività a gennaio del 2007 e ho iniziato quasi subito a vendere vino sfuso, perché qui all’Isolotto non lo faceva nessuno”, dice. La clientela è quella del quartiere, più qualche esterno “raggiunto dal passaparola”. Come gli altri vinai, anche Mancino propone le borsine con sei bottiglie a partire da 17 euro, “un’ottima soluzione-regalo”. A giorni, invece, la “Cantina di Soffiano” di Icilio Valeriani festeggia il quarto compleanno: “Il vino era in casa, il nonno faceva l’assaggiatore da Ruffina – racconta Valeriani – quando sono andato in pensione

Icilio Valeriani

ho scelto questa strada”. Valeriani vende 25-30 vini toscani e siciliani a tutte le fasce di clienti: “Ho prodotti di qualità e altri che vendo a prezzi quasi politici e sono però meglio di vini molto pubblicizzati: da me comprano molti che ne capi-

scono, e anche diversi cuochi”. Per fidelizzare la clientela, Valeriani si è inventato anche la tessera fedeltà. Ogni dieci euro un timbro, e chi termina la tessera riceve una bottiglia di vino omaggio: “In quattro anni ne ho già completate 200”.

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TRASPORTI. Tutto (quasi) pronto per la linea 1, dubbi sulla 2 e la 3: il punto della situazione

Questo Natale lo shopping si fa in tram Il tratto Scandicci-Firenze dovrebbe entrare in funzione intorno al 15 dicembre: a metà novembre via al periodo di prova per i conducenti. Meno chiaro il destino della seconda e terza linea Francesca Puliti

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ramvia parte uno: ci siamo quasi. La linea 1 della rete tramviaria sembra essere finalmente giunta ai blocchi di partenza. Ancora gli ultimi ritocchi, piccole cose (come la presa in gestione degli impianti semaforici), poi il tram diventerà una realtà. In tempo per lo shopping natalizio tra Firenze e Scandicci, la prima linea della tramvia dovrebbe entrare in funzione attorno al 15 dicembre, salvo imprevisti dell’ultimo minuto. Il periodo di prova, durante il quale gli autisti si eserciteranno lungo l’intero percorso, avrà infatti inizio a metà novembre. “Abbiamo ottenuto che il preesercizio duri soltanto un mese – afferma l’assessore a mobilità e infrastrutture Massimo Mattei – anziché tre come era inizialmente previsto, così che entro l’anno i cittadini possano usufruire della linea 1”. E il resto? Sottostazioni elettriche, sottopassi pedonali: è tutto pronto? “Lo sarà entro tale data”.

Tramvia parte seconda. Ancora mille dubbi e mille domande avvolgono il destino delle linee 2 e 3: le risposte cominceranno ad arrivare dopo il chiarimento della vicenda Tav, la priorità da cui discenderà l’intero piano dei trasporti fiorentini, secondo quanto affermato più volte dal sindaco Matteo Renzi negli ultimi mesi. Sottoattraversamento o no, stazione di Foster ai Macelli oppure a Castello, o ancora nessuna avveniristica stazione: solo dopo che sarà stata presa una decisione riguardo all’Alta velocità ferroviaria si potranno sciogliere le riserve sulla tramvia. E si prevede che colloqui e trattative tra Palazzo Vecchio e Ferrovie riempiranno i mesi autunnali. Nel frattempo, si fa largo l’ipotesi della pedonalizzazione del quadrilatero più antico del centro storico, così da liberare piazza Duomo non solo da auto e autobus, ma anche dai binari, facendo fare un giro più largo alla linea 2, quella che do-

vrebbe collegare l’aeroporto con piazza Libertà. Alternative ce ne sono: dalla micrometropolitana alla minitramvia. In questo caso si tratterebbe di differenziare le vetture in circolazione sulle varie linee, facendo transitare dal centro tram di dimensioni ridotte, due carrozze al massimo. Ma piazza Duomo non è l’unico punto “caldo”: piazza Dalmazia e via dello Statuto rappresentano altri due punti interrogativi ancora aperti

sulla scrivania del sindaco. E non solo su quella: i progetti delle due linee giacciono ancora sui tavoli del Ministero delle infrastrutture, in attesa di una revisione, rimandata l’ultima volta prima di questa estate. “Ma non appena la decisione arriverà – assicura Mattei – i lavori procederanno in tutt’altra maniera, con l’attenzione al rispetto dei tempi, e dei cittadini, che già abbiamo manifestato in questi primi mesi di mandato”.

IL PUNTO NEL QUARTIERE. Cantieri, progetti e proposte: ecco cosa succederà nella circoscrizione

Il Sirio “scalda i motori”, ora tocca ai parcheggi S

e non ci saranno intoppi, a dicembre il Comune Babbo Natale porterà in dono ai fiorentini la sospirata tramvia e i vagoni (per ora) nuovi fiammanti della imminente linea 1 diventeranno presto un elemento familiare, soprattutto nel panorama urbano del quartiere 4. Ma basterà vedere (da novembre) il Sirio andare avanti e indietro per porre fine all’infinita serie di polemiche, problemi e malumori scaturiti da questa gestazione tormentata? “Ora come ora il quartiere non è pronto”, taglia corto Giuseppe D’Eugenio, presidente del Consiglio di quartiere. “Abbiamo solo l’infrastruttura primaria, manca tutta la cornice – spiega oggi possiamo offrire un vettore, ma non ci sono i parcheggi scambiatori a costo zero, piste ciclabili degne di questo nome e quegli altri servizi lungo le fermate che una tramvia dovrebbe avere”. Servizi anche semplici, legati alla vivibilità del nuovo

servizio di trasporto, specifica D’Eugenio: “Se la tramvia partis- – per quella ragione ho lanciato la proposta di trasformare in se domani, alla fermata non potremmo comprare un giornale da garage multipiano il palazzo dell’Inps tra l’uscita della Fi-Pileggere lungo il tragitto”. Non è però il caso di buttare la croce Li e via Foggini, ma ci sarebbero pure altre aree papabili”. Un addosso alla nuova amministrazione: “È in carica da pochissime parcheggio scambiatore di buone dimensioni consentirebbe di ridurre il fiume di auto che ogni giorno settimane – osserva – quella precedente ci aveva dato alcune risposte, ora porteUn posteggio scambiatore attraversa il quartiere. Intanto, il Q4 porta il suo contributo: “A settembre faremo remo avanti il discorso in maniera leale e di buone dimensioni aperta anche con la nuova”. E tra le cose l’appalto per un parcheggio da 90 posti consentirebbe di diminuire di cui discutere ci sarà la “provocazione” auto accanto a piazza Paolo Uccello – il numero di auto nel Q4 lanciata ai primi di agosto dalle pagine dice il presidente – si tratta di un progetto dei giornali, per ovviare proprio al proche abbiamo curato noi e che vogliamo blema della sosta da offrire a chi decidesse di entrare in città con realizzare in pochissimi mesi, perché c’è assoluta necessità di l’auto e proseguire il tragitto verso il centro a bordo del Sirio. sosta per residenti e commercianti, oltre che di favorire l’inter/M.F. “Manca ancora un’idea di sistema della sosta – dice D’Eugenio scambio col mezzo pubblico”.

Lega Spi-Cgil Quartiere 4 A cosa serve il modello RED Gli enti previdenziali come l’INPS, l’INPDAP e l’ENPALS, per legge, devono verificare ogni anno, attraverso l’indicazione dei redditi posseduti nel modello RED, il diritto del pensionato ad usufruire o meno di tali prestazioni aggiuntive alla pensione, (come l’integrazione al trattamento minimo, l’importo delle pensioni di invalidità e di reversibilità) ed assistenziali (come l’assegno e le maggiorazioni sociali, gli assegni familiari, ecc,). Queste prestazioni sono erogate sulla base di requisiti che prevedono il rispetto di determinati limiti reddituali. Ogni anno l’INPS, e gli altri Istituti Previdenziali, inviano ai pensionati una busta contenente il modello ObisM di riepilogo delle somme che verranno corrisposte durante l’anno, il modello CUD riepilogativo dei redditi erogati dall’Istituto nel corso

dell’anno precedente, la modulistica specifica per titolari di prestazioni di invalidità civile Inviciv e, se interessato dalla verifica reddituali, il Modello RED.

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Isolotto • Legnaia • Soffiano

Settembre 2009

IL CASO. Sta prendendo campo, tra i fiorentini, l’usanza di andarsi a sposare in paradisi tropicali

Quelli che il “sì” lo pronunciano ai Caraibi Matteo Francini

Zanzibar, Mauritius e Seychelles le mete preferite. Per un matrimonio da sogno con una ventina di invitati servono circa 20mila euro. E ci sono agenzie di viaggi che si specializzano

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hissà cosa sarebbe successo se i “promessi sposi” Renzo e Lucia, anziché essere costretti a giocarsi la disperata carta di irrompere in casa di don Abbondio nell’estremo tentativo di unirsi in matrimonio, dopo il divieto del potente don Rodrigo, avessero potuto prendere comodamente un aereo e pronunciare il tanto agognato “sì” in una spiaggia esotica, lontano da prepotenti signorotti locali, “bravi”, peste e tutto quello che ne è seguito. Il grande Alessandro Manzoni, però, non poteva regalare questa facile soluzione ai due innamorati più famosi della letteratura italiana, e non solo perché allora gli aerei non esistevano. L’usanza di celebrare le nozze in paradisi tropicali, davanti a un mare da sogno e a una vegetazione da cartolina, in Italia

(e non solo in quel ramo del lago di Como) è infatti arrivata molto più tardi. Ed è solo da circa un anno che anche a Firenze ha preso campo la moda di andare a giurarsi amore eterno a migliaia di chilometri di distanza dalla parrocchia della propria infanzia o dalla Sala Rossa di Palazzo Vecchio, pur splendido scenario per chi sceglie il rito civile. Ora, nel capoluogo toscano (come già avviene in altre città europee),

quella di sposarsi all’estero sta diventando una tendenza sempre più seguita. Ma come funzionano questi matrimoni esotici? In breve succede questo: si parte con il promesso sposo/a alla volta della meta preferita, accompagnati - al massimo - da testimoni, familiari e amici stretti, si celebra la cerimonia nel posto più bello che riusciate a immaginare (una spiaggia di Caraibi o Seychelles, per esempio), si festeggia e

si torna a Firenze, dove poco tempo dopo si riceve l’estratto di matrimonio. Tutto così facile? Non proprio. Non è sempre impresa da poco, infatti, organizzare senza sbavature il più bel giorno della propria vita (o quello che almeno dovrebbe esserlo), così come essere sicuri che un “sì” pronunciato dall’altra parte del mondo abbia poi valore legale anche a casa nostra. Per questo, alcune agenzie di viaggi si stanno specializzando nell’organizzazione di nozze all’estero: una di queste, a Firenze, è “Mirò L’arte di viaggiare”, che da via Dosio – cuore del quartiere 4 – fa partire futuri sposi alla volta di matrimoni nel mondo. “Tutto è nato quando mia sorella, nonché mia socia – racconta Jessica Scarpulla, una delle due titolari – ha scelto di sposarsi a Las Vegas. La cosa è venuta talmente bene che abbiamo deciso di investirci”. E i risultati non sono mancati. “In un anno abbiamo organizzato quattro cerimonie – spiega – e in futuro penso che i numeri cresceranno ancora: la voce si è sparsa, quest’usanza sta prendendo campo”. Ma chi è che si sposa all’estero, dove e perché? “Per ora solo una fascia di persone con possibilità economiche medio-alte, senza escludere qualche vip locale, ma credo che presto anche clienti medi potranno farlo – risponde – la classica Las Vegas non è più la meta preferita: ora la gente vuol sposarsi direttamente in spiaggia, in paesi come Zanzibar, Mauritius o Turks e Caicos. I motivi sono tanti: da un crescente anticonformismo alla possibilità di unire matrimonio e viaggio di nozze”. Oltre a quello economico. Per sposarsi in uno di questi paradisi tropicali, portando con sé una ventina di invitati, ci vogliono circa 20mila euro. E, a conti fatti, tra ville, banchetti e fiori, anche restando in Italia c’è chi riesce a spendere molto di più.

FOCUS Cala l’appeal di Firenze. Nel 2009 già molti divorzi

Meno nozze “straniere” in città

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e aumenta il numero dei fiorentini che vanno a sposarsi all’estero, sembrano invece essere sempre meno gli stranieri che decidono di convogliare a nozze nella città del Giglio. A dirlo sono i dati sui matrimoni civili celebrati a Firenze negli ultimi anni: se nel 2000 si erano giurate amore eterno 430 coppie di cittadini provenienti di altri Paesi, nel 2008 – ovvero lo scorso anno – sono state solo 294. Con un calo lento ma continuo. Ad essere ancora attratti dal fascino fiorentino sembrano essere soprattutto gli anglosassoni, con 60 matrimoni celebrati lo scorso anno tra coppie provenienti dalla Gran Bretagna e 32 dagli Stati Uniti, seguiti da giapponesi (21 matrimoni) e cinesi (19). Ma se col passare del tempo, a Firenze, stanno diminuendo le nozze tra “forestieri”, sono invece in aumento quelle “miste”, ovvero tra cittadini italiani e stranieri: nel 2000 erano state 164, otto anni dopo sono diventate 279. In base ai dati del 2008, gli/le italiani/e sembrano “trovarsi bene” soprattutto con marocchini/e (45 matrimoni), peruviani/e (27) e albanesi (23), ma anche con giapponesi e brasiliani/e (16). C’è poi

la questione del rito: i fiorentini si sposano in Chiesa o in Comune? Anche in questo caso, i dati di Palazzo Vecchio parlano chiaro: in quasi 20 anni le cerimonie religiose si sono dimezzate (passando dalle 856 del 1991 – l’anno successivo erano state addirittura 964 - alle appena 407 del 2008), al contrario dei matrimoni civili, che dai 663 del 1991 hanno raggiunto i 1.020 dello scorso anno. Per ultima, la questione dei divorzi. Qui i numeri sono rimasti piuttosto stabili: erano 396 nel 1991, sono stati 357 nel 2008 (con punte, però, di 470 nel 2006 e 2007). Più “preoccupante” la tendenza dei primi 6 mesi del 2009: al 30 giugno scorso, i matrimoni religiosi erano stati 114, quelli civili 394. I divorzi ben 248. /M.F.


Assessorato alla formazione Direzione lavoro e formazione

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Isolotto • Legnaia • Soffiano

Settembre 2009

L’INCHIESTA. Classi sempre più multietniche: viaggio nelle scuole primarie del quartiere

Uno straniero per compagno di banco All’Isolotto non è più una novità Annalisa Cecionesi

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vere un compagno di banco albanese, peruviano o dello Sri Lanka non è più una novità. Almeno per gli alunni delle scuole elementari del quartiere 4. I bambini stranieri costituiscono quasi il 13% del totale degli iscritti, e ogni anno si registra un costante aumento. Le più multietniche, stando ai numeri forniti dal Comune di Firenze, sono le scuole Montagnola e Petrarca, nelle cui aule siederanno, in questo nuovo anno, 91 bambini stranieri su un totale di 529 alunni, più del 17%. Nonostante la

presenza del campo nomadi di via del Poderaccio, gli alunni rom non sono predominanti tra gli stranieri, e il loro numero è in calo: in quattro anni è quasi dimezzato. Le nazionalità si fanno più diversificate, pur con una prevalenza di Albania, Iugoslavia, Perù e Romania. Nel solo istituto Montagnola-Gramsci erano presenti lo scorso anno 34 nazionalità diverse. Nessuna classe separata, nel Q4 la ricetta è un’altra: integrazione, supporto nell’apprendimento dell’italiano e occasioni di scambio interculturale. “Alla Montagnola – spiega Doriano Bizzarri, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Montagnola-Gramsci – non si registrano casi di bullismo e i genitori stranieri sono

presenti e coinvolti. Oggi è normale nelle nostre scuole vedere genitori rom in coda per parlare con i professori, cosa assai rara fino a qualche anno fa. L’unica accortezza – continua - è evitare che si formino gruppetti chiusi tra ragazzini della stessa etnia, che potrebbero portare a rivalità e fenomeni di esclusione”. I problemi, quando sussistono, sono soggettivi, non hanno a che fare con le etnie. Può capitare che i genitori contattati dal preside per il figlio che diserta la scuola siano stranieri così come italiani “purosangue”. “Il livello di integrazione è talmente alto - racconta Bizzarri – che mi è capitato di sentire una mamma rom lamentarsi per la presenza ‘di tutti questi stranieri’, in seguito a un

STEFANO VICIANI Impiegato, 40 anni

GIANNI ZAPPITELLI Operaio, 38 anni

LOREDANA TUMINELLI Operaia, 36 anni

“La presenza di alunni stranieri è una risorsa”

“Per i bambini non è affatto un problema”

“C’è intolleranza anche verso gli italiani”

“Io penso che la presenza di bambini stranieri sia una buona risorsa, innanzitutto perché gli italiani non fanno più figli. I problemi possono nascere quando si ha a che fare con delle etnie chiuse in se stesse, come quella cinese. Se la famiglia non favorisce l’apertura, si hanno ricadute negative a scuola”

“Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Ogni bambino è differente dall’altro. La difficoltà di integrarsi per gli alunni stranieri sarà perciò diversa da soggetto a soggetto. Quel che è certo è che per i bambini la presenza di compagni non italiani nelle classi non è affatto un problema”

“Io penso che sia un problema per i genitori, non per i bambini. Quando ho bisogno del pulmino, che vedo passare semivuoto, mi rispondono che serve ai rom, altrimenti i genitori non li mandano a scuola. I bambini sono tutti uguali, ma così facendo si creano disparità. Anche verso gli italiani c’è intolleranza”


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il giornale del tuo quartiere

Nel Q4 gli alunni provenienti da altri Paesi sono quasi il 13% del totale, e costantemente in aumento. Montagnola e Petrarca le scuole più cosmopolite. In controtendenza i rom: la loro presenza dimezzata in 4 anni diverbio tra il figlio e un compagno peruviano”. Lo scoglio maggiore per i bambini non italiani, specialmente per quelli appena giunti in Italia dal paese d’origine, è ovviamente la lingua. In loro soccorso ci sono però gli insegnanti del centro di alfabetizzazione Giufà di via Lunga, attivo da 10 anni su un progetto del Comune di Firenze. Insieme agli altri due centri fiorentini, Ulysse per il Q1 e Gandhi per il Q5, rappresenta l’unico servizio stabile e continuativo di questo tipo in Italia. Dopo una prima frequenza di corsi presso il centro, l’apprendimento con gli educatori continua in classe, in orario scolastico, integrandosi con la normale attività didattica. “Con l’avvio del centro - spiega Grazia Bellini, coordinatrice didattica del centro Giufà – sono scomparse le liste d’at-

tesa di bambini stranieri ed è diminuito per le scuole il timore della gestione dei nuovi arrivi”. Si tratta di un lavoro determinante per facilitare l’ingresso nella scuola di questi piccoli “nuovi” italiani, che nel centro sono incoraggiati a coltivare anche la loro lingua d’origine. “Molti di questi bambini - commenta Giuseppe D’Eugenio, presidente del Q4 - non sono stranieri. Rappresentano la seconda o terza generazione di immigrati nata e cresciuta a Firenze. I loro bambini sono i nostri bambini. E’ giusto che imparino a conoscere le diversità culturali e le contraddizioni del mondo, visto che sarà questo il luogo nel quale vivranno. Perché allora non insegnare cenni di storia della Cina o distribuire in mensa un piatto marocchino?”. Così l’integrazione… vien (anche) mangiando.

LORELLA BUTI Impiegata, 49 anni

MARIA LEON Operaia, 38 anni

“Serve sostegno a chi non parla la nostra lingua”

“Le classi separate un grave danno”

“Io credo che le istituzioni debbano prepararsi ad accogliere questi bambini. Non si può improvvisare di fronte a questa realtà. Serve sostegno soprattutto agli alunni che non parlano l’italiano perché in famiglia comunicano solo con la lingua madre. L’esclusione non può essere la soluzione”

“Secondo me le classi separate sarebbero un grave danno, perché farebbero sentire i bambini da subito non italiani. Però ci vuole assistenza sociale per il bimbo che viene inserito in classe appena arrivato da un paese straniero. Molto poi dipende dalla famiglia e dal grado di integrazione che trasmette ai figli”

Settembre, nel Q4, si prospetta un mese assai tranquillo in quanto a cantieri. Del resto, nei mesi passati, le strade della circoscrizione ne hanno ospitati in abbondanza, per la realizzazione della linea 1 della tramvia. Altri lavori di manutenzione stradale si sono inoltre concentrati nel periodo primaverile ed estivo, in modo da concedere un po’ di sollievo agli automobilisti, in vista della riapertura delle scuole e dell’aumento del traffico. Sono due gli interventi in programma nel lungo periodo sulle strade del Q4: VIA BACCIO DA MONTELUPO Il 16 settembre scadono i termini per la gara relativa ai lavori di manutenzione stradale dei tratti deteriorati di via Baccio da Montelupo. Un intervento necessario per la sicurezza di automobilisti e centauri, che segue le opere di risanamento che hanno già interessato alcune zone limitrofe, come via Simone Martini. Difficile stabilire la data d’apertura del cantiere, che solitamente segue di circa due mesi l’assegnazione del bando. Si ipotizza quindi che i lavori, per un costo di 133mila euro, potrebbero partire dopo la metà di novembre. VIADOTTO ALL’INDIANO Continuano gli interventi di manutenzione del Viadotto all’Indiano, dove il basso limite di velocità di 40 km/h è stato imposto - ormai da tempo - proprio a causa della pericolosità di alcuni tratti della carreggiata. Ma è ancora presto per iniziare a preoccuparsi delle probabili code che accompagneranno i lavori. Il cantiere che dovrà risanare le zone del Viadotto in cattive condizioni non sarà aperto prima di dicembre. Scadono il 30 settembre, infatti, i termini per la gara relativa alla realizzazione dei lavori, per una spesa di 300mila euro.

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mobilità

Settembre 2009

SPOSTARSI IN CITTÀ/1. Avanti fino al 31 ottobre: poi, dal prossimo anno, le cose potrebbero essere molto diverse

Ztl notturna, rivoluzione in arrivo Dalla fine del mese via al confronto tra istituzioni, associazioni di categoria, commercianti e residenti. Con un obiettivo: rivedere regole e confini, per trovare una proposta condivisa. Che metta d’accordo chi la notte la vive e chi invece vorrebbe dormire Francesca Puliti

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i concluderà solo il prossimo 31 ottobre, ma nel frattempo sarà già partito il confronto tra istituzioni, associazioni di categoria, commercianti e residenti. La Ztl notturna, croce e delizia delle notti estive (rispettivamente per gestori/avventori dei locali e per gli abitanti del centro, inferociti per gli schiamazzi e l’invasione delle auto in viuzze e piazze storiche), ha i giorni contati. Poco più di un mese di vita, almeno per la Ztl che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni. Dalla prossima primavera, infatti, le cose potrebbero cambiare, anche parecchio. Dando più spazio a critiche e proposte manifestate da chi la notte la vive, ma anche di chi se la vorrebbe dormire. A partire dalla fine di questo mese, infatti, avrà inizio un intenso dialogo tra le parti in causa, aperto a chiunque voglia dare il proprio contributo. A proporlo è stata la commissione mobilità, presieduta da Eros Cruccolini. “L’impegno è di elaborare una nuova proposta per la prossima estate – afferma l’ex presidente del consiglio comunale - che tenga conto anche

della necessità di prevedere elementi complementari, quali i parcheggi e il servizio di trasporto pubblico, che forse sono stati carenti finora, non offrendo un’adeguata risposta alle richieste dei cittadini”. Parcheggi e trasporti, solo due degli elementi di criticità su cui da anni puntano il dito i commercianti e le associazioni di categoria. Un acceso dibattito, quest’anno, si è svolto anche attorno all’orario di inizio della limitazione del traffico. Fronti opposti si sono combattuti per strappare un’ora o anche una mezz’ora in più, arrivando a una sorta di compromesso. Così che, dal giovedì alla domenica, la cintura più stretta del centro storico serra alle 23, mentre a mezzanotte compaiono le transenne a delimitare un cerchio più ampio. La porta di accesso di piazza Cavalleggeri, ad esempio, si attiva un’ora prima rispetto al “posto di blocco” di piazza Ferrucci, dove ci pensano i vigili a fermare le auto dirette sul lungarno Cellini. E per quest’anno si andrà avanti così fino alla fine. Tra fine settembre e ottobre, però, sarà possibile rinegoziare regole e

confini, fino a giungere a una proposta condivisa da mettere in atto l’anno prossimo. Pronta a raccogliere l’invito l’associazione Viva-city, che raggruppa 326 attività del centro. Da anni l’associazione combatte per l’abolizione della zona a traffico limitato, in favore di uno strumento più flessibile, come le isole pedonali, da riempire di eventi e iniziative. Altra battaglia, quella per un più ricco e articolato sistema di trasporti notturni, che integri gli autobus con taxi e parcheggi low cost. Quest’anno, invece, è venuto a mancare anche il trenino in stile Disney che traghettava giovani e meno giovani dai viali di circonvallazione fino al cuore della movida fiorentina. Il confronto è dunque aperto, così come l’ufficio dell’assessore alla mobilità Massimo Mattei che, a scapito di un’agenda stracolma, trova uno spazio per ricevere tutti. “Siamo disponibili anche a rivedere il concetto stesso di Ztl – garantisce Mattei - purché si arrivi a elaborare un altro strumento in grado di conciliare le esigenze dei giovani e degli esercenti con quelle dei residenti del centro”.

SEGNALETICA Individuare quali varchi sono attivi e quali no sarà più semplice. Due le ipotesi al vaglio

Stop alle multe: led luminosi e display per le porte telematiche

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utomobilisti-telepass 1-0. La partita contro la segnaletica poco chiara è appena cominciata, ma i fiorentini intascano già una prima vittoria, quella “contro” le porte telematiche che presidiano gli accessi al centro storico. Niente più multe a sorpresa: individuare quali varchi sono attivi e quali no sarà semplice come interpretare un semaforo. “Già a partire da questo autunno e senza una spesa eccessiva”, assicura l’assessore alla mobilità Massimo Mattei. Le ipotesi al vaglio sono due, e non è detto che l’una escluda l’altra. La prima è quella di affiancare un led luminoso al cartello che

indica la Ztl: luce verde, si può passare; luce rossa, via libera ai soli residenti. L’altra, invece, prevede l’installazione di un vero e proprio display su cui compaia la scritta ingresso libero/accesso limitato, sia in italiano che in inglese. Già, perché forse non molti sanno che sono numerosissime le ammende commissionate agli stranieri in visita nel capoluogo fiorentino con tanto di automobile. “La Ztl è stata la salvezza del centro storico – afferma Mattei – ma pecca dal punto di vista dell’informazione”. In realtà, i 13 telepass disseminati in città emettono due suoni differenziati, a seconda che il transito sia

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consentito oppure no, ma tra i rumori della strada e l’autoradio accesa spesso accade che l’avvertimento passi inascoltato. Il nuovo metodo metterà dunque fine alle multe “seriali” che tante vittime hanno mietuto in questi anni. Celebre il caso dell’allora assessore Graziano Cioni, che salì all’onore delle cronache per aver collezionato oltre 100 sanzioni a causa, si scoprì in seguito, di un errore del dispositivo. Altre città d’Italia stanno già sperimentando con successo questo sistema: chi da mesi, chi da anni, come succede, ad esempio, nella /F.P. Capitale.

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mobilità

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SPOSTARSI IN CITTÀ/2. Addio ai mezzi più lunghi, più controllori e tecnologia. Obiettivo: “Qualità europea”

Se le novità viaggiano a bordo del bus Ivo Gagliardi

C’

è sicuramente un motivo se, nel tempo, per i fiorentini il significato di Ataf si è trasformato in Aspettare Tanto Alla Fermata. E spesso bastava (o basta) fare un giro in città per capirlo: folle di persone in attesa, sotto pioggia o sole, di bus sempre troppo pieni. E questo non è che uno dei disagi che, negli ultimi anni, hanno allontanato sempre più fiorentini dal trasporto pubblico. Risultato: tante, tantissime auto “ad personam” (ovvero occupate dal solo conducente) in giro per la città, strade intasate e traffico impazzito. E tra i passeggeri “superstiti” un unico parere: “Così non si può andare avanti”. Infatti. La stessa cosa deve averla pensata anche Filippo Bonaccorsi, presidente dell’azienda dallo scorso 10 luglio: ed ecco, allora, che sono in arrivo diverse novità. Con un obiettivo “di largo respiro” ben preciso: “Dare alla città quello che si merita, e cioè un servizio di qualità europea – spiega Bonaccorsi – la pazienza dei cittadini è quasi esaurita. Firenze deve sentire Ataf come una risorsa. Anzi, non saremo contenti finché i fiorentini non saranno certi di avere il miglior servizio d’Italia”. Per raggiungere questo (ambizioso) obiettivo, è in arrivo un rinnovamento del parco mezzi e delle linee, in modo che non tutte passino dallo stesso punto, ma anche un utilizzo massiccio della tecnologia, come nel caso delle nuove pensiline e paline “intelligenti”. In modo che, oltre ad aspettare meno, i passeggeri potranno anche aspettare meglio. Ma non solo. Alcune novità sono già attive: è il caso di “No ticket non parti”, il servizio - inaugurato a fine luglio - di prefiltraggio alle fermate, dove personale di Ataf chiede a chi è in attesa del bus di mostrare il proprio biglietto e, nel caso non lo abbia, lo invita ad acquistarlo.

E la lotta ai “portoghesi” continua anche sugli autobus: da settembre è raddoppiato il numero dei controllori a bordo, e a partire da ottobre triplicherà. Pugno duro, dunque? Non solo. Ogni bastone ha la sua carota, e quella di Ataf ha preso le sembianze dell’abbassamento del prezzo dell’abbonamento, come previsto dal piano tariffario approvato a inizio agosto. “Negli ultimi anni le manovre erano state solo in aumento – dice Bonaccorsi – e una riduzione dei prezzi è ancora più importante in questi tempi di crisi”. Facilitazioni in arrivo anche per gli anziani (“è uno strato di popolazione che va aiutato, e ci metteremo tutti insieme per farlo: sono in arrivo novità”), mentre per i tifosi della Fiorentina è ripartito “ViolaVai”, il servizio di trasporto gratuito per lo stadio, con una possibilità in più per gli abbonati al club gigliato, che da quest’anno, quando la squadra gioca al Franchi, possono viaggiare gratis tutto il giorno sui mezzi pubblici, e non solo verso lo stadio. Ma i cambiamenti per il “popolo del bus” saranno anche altri. E di diverso tipo. I mastodontici autobus da 18 metri, capaci sì di caricare un gran numero di passeggeri, ma anche di far sudare più d’una camicia agli autisti, costretti a divincolarsi tra le strade cittadine (e spesso costretti a bloccarsi perché imprigionati tra traffico e auto parcheggiate), saranno progressivamente eliminati. Tempo previsto: circa due anni. E ancora, continueranno a essere installate le telecamere sui mezzi, nel nome della sicurezza di chi ci viaggia. Infine, con l’entrata in funzione della prima linea della tramvia, saranno rivisti alcuni percorsi “per evitare inutili sprechi”, ma non subito: i cittadini avranno tutto il tempo per abituarsi. Tante novità, dunque, con un solo obiettivo: quello di ridare ad Ataf il suo vero significato.

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Venti minuti di viaggio in più, allo stesso prezzo. Dallo scorso 3 settembre, i ticket del bus sono validi per 90 minuti, anziché 70 come succedeva prima. Il costo non è aumentato. È una delle novità che caratterizzano la nuova “stagione” del trasporto pubblico, ma non è l’unica. Oltre all’abbonamento ordinario annuale, sono infatti entrate in vigore due nuove formule agevolate di abbonamento annuale per famiglie e studenti: con la “family card” i membri di un nucleo familiare - in cui sia già stato acquistato un abbonamento annuale ordinario - hanno diritto a uno sconto del 25% (235 euro anziché 310). E ancora, il limite d’età per accedere alle agevolazioni per gli studenti è stato alzato a 27 anni, mentre l’abbonamento è valido per 13 mesi senza aumento di tariffa. Infine, altra novità è la “Carta Agile 30”, che dà diritto a 35 corse al prezzo di 30 euro, con un risparmio di quasi il 30%.

Per i tifosi della Fiorentina torna “Viola Vai”, il servizio di trasporto allo stadio. Con una novità: tutte le volte che la Fiorentina giocherà in casa, gli abbonati allo stadio potranno usufruire dei servizi Ataf in maniera gratuita. Sono inoltre previste navette speciali che collegheranno le zone periferiche allo stadio e ai parcheggi della Firenze Parcheggi, più due linee dalle stazioni di Santa Maria Novella e Rifredi, sempre verso lo stadio Artemio Franchi. Dunque, gli abbonati alla Fiorentina potranno usufruire, oltre che di queste navette speciali, di tutti i mezzi di trasporto Ataf&Li-nea durante le giornate di campionato nelle quali i viola giocheranno in casa. Tutte le informazioni si trovano sul sito www.ataf.net, al numero verde 800-424500 o al numero (a pagamento dal cellulare) 199-104245.

Niente biglietto? Niente bus. E’ quanto prevede il servizio di prefiltraggio alle fermate dei mezzi Ataf, attivo da luglio: personale dell’azienda, riconoscibile grazie a pettorine e badge con la scritta “No ticket non parti”, domanda ai passeggeri in attesa se possiedono il titolo di viaggio. Ad essere “presidiate” sono le fermate più frequentate della rete: i dipendenti di Ataf propongono poi in vendita, a chi non è provvisto, i biglietti del bus senza maggiorazione. “No ticket non parti” è solo il primo passo del percorso di Ataf per reprimere l’evasione: entro settembre raddoppierà il numero dei controllori sui bus (che passeranno da 24 a 48), che triplicherà poi ad ottobre. E’ infine pronta la nuova campagna contro i “furbetti”, con l’affissione sui bus di cartelloni pubblicitari che ricordano come viaggiare senza biglietto può costare fino a 240 euro.

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curiosità

Settembre 2009

IL LUOGO. Alla scoperta del magazzino dove vengono stoccate le cose che la gente “dimentica”

Dove finiscono gli oggetti perduti Dalle chiavi ai documenti. Dalle macchine fotografiche

Caterina Gentileschi

alle piante ornamentali, fino agli accessori. All’ufficio oggetti

Q

uanti trovano un oggetto per strada, su un autobus o sulla poltrona di un treno e cercano di riconsegnarlo al legittimo proprietario? Pochi, ad onor del vero. Ma i pochi che lo fanno si rivolgono a quello che un tempo si chiamava ufficio oggetti smarriti, e che oggi – per un vezzo contemporaneo – si chiama ufficio oggetti trovati (a Firenze è in via Veracini 5). Un deposito anonimo in un luogo anonimo, ma pieno delle cose più disparate, dove la gente porta di tutto. Dalle chiavi ai documenti, fino alle valigie dimenticate. In qualche caso, gli animi più nobili, portano anche qualche oggetto di valore sperando che il legittimo proprietario vada a reclamarlo. “Dei circa 6mila oggetti che ci arrivano ogni anno, solo la metà viene reclamata dai proprietari – spiega Gianni Palazzini, responsabile dell’ufficio –. I raccoglitori più alacri sono le forze dell’ordine, che portano da noi tutte le cose che trovano, ma anche gli addetti delle poste, che spessissimo trovano nelle cassette delle lettere borse, portafogli e documenti rubati e depositati lì, e poi gli autisti dell’Ataf”. Strade, uffici e mezzi di trasporto. Sono questi i luoghi dove statisticamente ci si dimentica più di frequente delle cose che portiamo con noi, grandi o piccole che siano, preziose o meno. “Ci arrivano zainetti pieni zeppi di libri – continua il responsabile -. Al giorno d’oggi i bambini sono più sbadati”. Nel magazzino

trovati ci arriva di tutto, e molte cose non vengono mai reclamate dai legittimi proprietari. Per pigrizia o per rassegnazione

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di via Veracini il tran tran della gente è continuo ma non intenso. “Molti non sanno nemmeno dell’esistenza di questo ufficio – spiega uno dei dipendenti. Sì, perché è importante sapere che gli oggetti smarriti (o trovati che dir si voglia), non vengono stoccati in eterno all’interno del magazzino gestito dalla S.a.s. – servizi alla strada spa. “Dopo circa quindici mesi vengono distrutti”, continua Palazzini. Qualsiasi cosa, dalle chiavi alle macchine fotografiche perse dai turisti, fino “a quei due vasi che qualcuno aveva abbandonato su un marciapiede”. Viene eliminata qualsiasi cosa. E’ un peccato, certo. Tanto è vero che il responsabile dell’ufficio sta tentando di organizzare delle aste, per permettere almeno agli oggetti di un certo valore (che non vengono reclamati) di tornare in circolazione, ed evitarne così la distruzione. Ma ad oggi non è in programma nessuna vendita all’incanto. Un altro particolare però va tenuto in considerazione, ovvero che la generosità del prossimo qualche volta viene premiata. Se l’oggetto che si consegna non viene reclamato entro i termini stabiliti dalla legge, l’ufficio avverte la persona che lo ha trovato, la quale può riscattare l’oggetto pagando una piccola quota per il deposito in magazzino. “Capita molto raramente – continua Palazzini – ma una volta un signore per 150 euro si è portato a casa un orologio il cui valore di mercato si aggirava intorno ai 3mila. L’aveva trovato e lo aveva portato a noi, ma dopo un anno e mezzo il proprietario non era mai venuto a reclamarlo”.

La gente perde di tutto. E’ un dato di fatto. Sbadataggine, non curanza, poca accortezza o la mano lunga di qualche ladruncolo di passaggio. A me è capitato decine di volte. E’ tutta la vita che mia madre mi rimprovera per la testa tra le nuvole. Una volta, di passaggio alle due di notte dall’aeroporto di Vienna, mi sfilai dal dito un anellino di poco valore, ma nuovo di zecca, per sciacquarmi le mani in una toilette. Come ogni distratto che si rispetti che mentre fa una cosa sta già pensando a quella successiva - passai il gate e pochi istanti dopo mi resi conto di non averlo più al dito. Pregai in ginocchio la donnona bionda che controllava i passaporti perché mi permettesse di tornare indietro. Feci una corsa, ma il mio anello non c’era già più. Ora, quante persone ci saranno state alle due di notte all’aeroporto

di Vienna? Dieci? Forse undici. Ecco, proprio quell’undicesima mi aveva fregato l’anellino appena comprato, sul quale c’era inciso a caratteri piccoli piccoli un articolo della Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Altro che diritti! Bisognerebbe stampare i doveri di ciascun cittadino a caratteri cubitali. E invece no. Anche nella civilissima Vienna, un oggetto trovato era diventato automaticamente proprietà di chi se l’era visto casualmente sotto il naso. E siamo talmente abituati a pensare che tutto ciò che smarriamo sia perduto per sempre, che spesso ci dimentichiamo dell’esistenza della buona fede e della gentilezza di qualcuno. Chissà che dopotutto quell’anellino non sia andato a finire in un ordinatissimo ufficio oggetti smarriti asburgico. Chissà.


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sanità

Settembre 2009

SALUTE/1. Gli esperti annunciano un boom di contagi per l’autunno: ecco le cose da sapere

L’influenza “suina” dalla A alla zeta Dopo mesi di allarmi arriva il momento di entrare nell’ottica che si tratti di una malattia “normale”, che va curata solo con i farmaci prescritti dal medico e contro la quale ci sono anche armi elementari. Come una bella lavata di mani

Giulia Righi

C

e lo hanno detto in tutte le salse, per tutta l’estate. Che la Nuova Influenza, l’A/H1N1 arriverà e si farà sentire in autunno. Pandemia. Quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già dichiarato nei mesi

L’INTERVENTO Giuseppe Petrioli, Asl 10

“Fate il vaccino ordinario”

L

a raccomandazione arriva puntuale, tutti gli anni. Ma quest’anno vale più di sempre:è importante fare il vaccino per l’influenza stagionale. Lo ribadisce Giuseppe Petrioli, direttore del dipartimento prevenzione della Asl 10: “Fate il vaccino ordinario, perché meno il virus A/ H1N1 circola insieme a quello dell’influenza stagionale meglio è, per se stessi e per l’intera collettività”. Questo perché “se i due virus circolano insieme aumenta la probabilità di una mutazione del virus della Nuova Influenza che lo potrebbe rendere più patogeno”. Proprio un’eventuale mutazione è ciò che del resto preoccupa profondamente gli esperti, perché è ciò che come ha detto il viceministro alla salute Ferruccio Fazio, lo potrebbe rendere più tossico a livello polmonare. E il dottor Petrioli fa anche un’altra raccomandazione, non meno importante: “L’accesso al pronto soccorso va limitato ai casi di complicanze. E in questo caso è importante che l’accesso avvenga tramite il medico di famiglia. Il paziente si mette in contatto con lui, ed è il medico che prende contatto con l’ospedale, evitando in questo modo che l’ammalato venga in contatto con altre persone in sala d’attesa, durante il triage”. Agire d’impulso, mossi dal panico è pericoloso e rischia di far saltare tutti i piani che la Asl sta mettendo a punto da mesi. La limitazione dei contatti, del resto, è una regola d’oro da seguire sempre. “In caso di sintomi sospetti, quali febbre alta e sindromi respiratorie - prosegue il dottor Petrioli - è bene non avere contatti con nessuno, familiari inclusi, fino alla completa guarigione clinica”. E anche il dottor Petrioli ribadisce l’importanza di un’accurata igiene, e il valore essenziale del lavarsi spesso (e bene) le mani”. /G.R.

scorsi, dovrebbe palesarsi a tutti gli effetti e potrebbe contagiare 2 miliardi di persone nel giro di due anni. Questo significa che dovranno essere cestinati allarmismi vari e panico, e che bisognerà entrare nell’ottica che ammalarsi di Nuova Influenza (già non chiamarla più “suina” è una conquista, sembra meno cattiva e non evoca i fantasmi della peste che fu) sia una cosa normale. E del resto, se il virus non muterà, non dovrebbe essere più temibile dell’influenza stagionale, dato che ad ora la mortalità è attestata allo 0.5 per mille (per farsi un’idea di cosa vuol dire, basti pensare che il tasso di mortalità dell’aviaria si aggirava intorno al 60 per cento).Ma dunque, aspettando che l’annunciata pandemia si palesi anche dalle nostri parti, che si fa? Gli esperti, i virologi, ripetono una serie di regole base da seguire. Precauzioni elementari, banali, che però si potrebbero rivelare utilissime per contenere il contagio. Una su tutte, che vale sempre: lavarsi spesso le mani, con acqua e sapone (in alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti). E poi: bisogna evitare di toccare con le mani non pulite occhi, naso e bocca e quando si starnutisce - a pensarci bene ce lo avevano insegnato anche da piccoli - bisogna coprirsi bocca e naso con una fazzoletto di carta, e poi gettarlo. Altra regola d’oro: le stanze vanno areate, l’aria cambiata. Tutto questo perché la Nuova Influenza si trasmette in maniera diretta attraverso le goccioline di saliva, le secrezioni respiratorie trainate da tosse e starnuti ma anche attraverso la dispersione di queste secrezioni su oggetti e superfici. I sintomi sono assai simili a quelli delle classifiche influenze stagionali: febbre sopra i 38 gradi, tosse, mal di gola, malessere, perdita di appetito. A questi si possono unire anche raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea. E, come accade sempre, a curare tutto questo deve pensarci un medico che, solo se effettivamente necessario, prescriverà gli antivirali del caso. Anche il capitolo farmaci merita attenzione, non guasta ripetere ciò che gli esperti raccomandano da mesi: queste medicine non vanno assunte di propria iniziativa. Uno, perché non hanno nessuna efficacia se usati in via preventiva (sono cioè cosa ben diversa dai vaccini), due perché utilizzarli senza la certezza di aver contratto l’infezione vuol dire favorire la comparsa di virus resistenti ai farmaci. Con danni per se stessi e per la collettività. Che di ulteriori acciacchi non ha certo bisogno.


sanità

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SALUTE/2. In vista della maggiore diffusione del virus l’azienda sanitaria si è attrezzata

E la Asl prepara il “piano pandemia” Benedetta Strappi

S

i sono rimboccati le maniche per tempo, preparando un piano dettagliato per fronteggiare un’ eventuale - e probabile - pandemia. La Asl di Firenze già nei mesi scorsi ha trasmesso alla Regione un documento con il dettaglio della campagna di vaccinazione contro la ormai famosa Nuova Influenza. Poi sono arrivate le direttive ministeriali, con un rincorrersi di ipotesi sulla data di inizio di somministrazione dell’antidoto. Bene. Il piano vaccini dovrebbe partire tra la fine di ottobre e la metà di novembre (mentre scriviamo il giorno ufficiale non è ancora stato stabilito) e sarà diviso in due scaglioni. Il primo partirà appunto tra la fine di ottobre e la prima quindicina di novembre, e vedrà interessati gli operatori della sanità e i lavoratori dei servizi pubblici. Vale a dire medici, infermieri e altro personale sanitario, circa 12mila persone

nel territorio della provincia fiorentina. Insieme a loro toccherà alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco, e a chiunque lavori nei servizi essenziali. E naturalmente alle “persone a rischio” come cardiopatici, diabetici, immunodepressi etc. Finita questa prima tranche, scatterà la fase due, che dovrebbe prendere il via a partire dal 31 gennaio. E sarà la volta dei piccoli e dei giovani, dai 2 ai 27 anni: la fascia che fino ad oggi è risultata più esposta al virus. Per capire un po’ la mole della campagna di vaccinazione, basti pensare che nel territorio fiorentino le persone in fascia 2/6 sono 32mila, e quelli tra i 6 e i 18 anni sono 78mila. La Regione ha del resto stimato che ad ammalarsi, in Toscana, potrebbero essere tra le 500 e le 600mila persone e per questo la vaccinazione riguarderà un milione e mezzo di persone. A somministrarla, e questo è un passaggio fondamentale,

Primi vaccini tra fine ottobre e metà novembre agli operatori della sanità, dei servizi e agli ammalati. Dal 31 gennaio sarà la volta dei giovani, la fascia più a rischio

IN PILLOLE

 QUANDO COMINCERANNO LE VACCINAZIONI? Tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre verranno vaccinati gli operatori della sanità e dei servizi pubblici e le persone a rischio dai 2 ai 65 anni. Dal 31 gennaio sarà la volta della popolazione sotto i 27 anni.

 COME PROCURARSI IL VACCINO? Non sarà in vendita nella farmacie, ma verrà distribuito solo ed esclusivamente dalla Asl tramite i medici di famiglia, i pediatri e i presidi sanitari.

 COSA FARE SE SI AVVERTONO SINTOMI SOSPETTI? Occorre contattare il proprio medico di famiglia e stare in casa, evitando contatti con i familiari. Non bisogna farsi prendere dal panico precipitandosi al pronto soccorso.

 IL VACCINO PER L’INFLUENZA A SI PUÒ FARE ANCHE SE SI FA QUELLO PER L’INFLUENZA STAGIONALE? Sì, certo. Il vaccino per l’influenza stagionale sarà distribuito come sempre dai primi di ottobre, ed è raccomandato per tutti i soggetti a rischio.

 QUALI PRECAUZIONI ADOTTARE PER RIDURRE IL RISCHIO DI CONTAGIO? Bisogna assolutamente evitare medicazioni fai-da-te. Piuttosto è utile lavarsi spesso le mani, e coprire con un fazzoletto naso e bocca durante gli starnuti. Una volta usato, il fazzoletto va gettato immediatamente.

saranno i medici di famiglia e i pediatri: non sarà in vendita da nessuna parte, inutili gli assalti alle farmacie. Durante la prima tranche verranno vaccinate, in tutta la regione, circa 500mila persone, e durante la seconda, quella “giovanile” un milione. Oltre a queste misure il sistema sanitario regionale ha preso anche altri provve-

dimenti: negli ospedali si prevede un aumento di almeno 3mila posti letto e la creazione di “reparti volano” da utilizzare per il periodo di pandemia. Non dovrebbe venire interrotta l’attività programmata e all’occorrenza potranno essere richiamati medici e infermieri in pensione. Infine, è già stato deciso che sarà potenziata anche l’attrez-

zatura sanitaria per l’assistenza respiratoria, con un investimento di circa 2 milioni di euro. Tra i macchinari che verranno acquistati ci sono particolari dispositivi per l’assistenza respiratoria, respiratori con intubazione, e i sistemi Ecmo, particolare tecnica per sostituire il normale meccanismo di ossigenazione del sangue.


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inchiesta

Settembre 2009

URBANISTICA/1. Dopo diciassette anni di restyling la zona ha cambiato volto

La Novoli del futuro muove i primi passi L’INTERVISTA

Parla l’assessore Massimo Mattei

“Un quartiere in trasformazione ma già integrato con la città” P

Giulia Giachi

U

n restyling lungo diciassette anni. È qualcosa di più di un semplice lifting, è qualcosa che cambia totalmente il volto dell’area ex-Fiat. Già son sorte case, hotel, uffici, negozi, parcheggi, sedi universitarie e giardini, ma ancora altro ruspe e gru devono costruire. A parte la nuova Cassa di Risparmio e il Palagiustizia, il resto dell’area è nelle mani della società Immobiliare Novoli. Quest’ultimo spazio si sviluppa su tre blocchi: quello centrale è composto dai 120mila metri quadrati del parco di San Donato, mentre sugli altri due sorgono - o sorgeranno - abitazioni, uffici e negozi. In tutto questo pout-pourri di nuovo rimane, come segno dell’insediamento produttivo della Fiat, l’ex Centrale termica, che diventerà - a data da stabilire il cosiddetto Urban Center, dove verranno esposti i progetti che riguardano i cambiamenti della città. In totale, fra il blocco est e quello ovest, dove ancora non è stato costruito nulla, sono previste 768 unità residenziali, di cui 396 sono già state realizzate e 16 sono in fase di costruzione. I metri quadri di superficie utile lorda (SUL) destinati agli uffici sono 72.600, di questi 41.800 sono già stati realizzati e 400 sono in fase di costruzione. Se si butta l’occhio alle attività commerciali previste nella parte est si scopre che sono 134, di cui 29 sorgeranno all’interno del centro commerciale

naturale (quello del contestato Multiplex), che si svilupperà su 24.420 metri quadrati di superficie utile lorda, 6mila dei quali destinati al multisala. Fra i primi edifici ad essere stati costruiti c’è il Polo delle Scienze Sociali, che ha aperto i cancelli nel 2004, mentre fra il 2005 e il 2008 sono terminati i lavori di 10 strutture destinate sia a residenze sia a uffici che a spazi commerciali. Con la stessa destinazione d’uso all’appello mancano ancora 9 blocchi, fra i quali spiccano i progetti delle tre architette Carme Pinòs, Zaha Hadid e Odile Decq. In fase d’arrivo è il parco di San Donato: i lavori, iniziati nel marzo del 2007, dovrebbero concludersi verso la fine di ottobre di quest’anno. Adiacente a questo è prevista anche un’area cani, di circa 1900 metri quadri, raggiungibile dal cancello di viale Guidoni. Già presente uno dei due parcheggi interrati all’interno dell’area di San Donato. Ad oggi, questo è aperto per 950 posti auto dei 1.450 disponibili. Il secondo parcheggio interrato, con capienza di circa 600 posti auto, è previsto sotto il lato ovest del parco e verrà realizzato in funzione del progressivo completamento del progetto di nuova urbanizzazione dell’area ovest. Viene inaugurata, invece, proprio ora, a metà settembre, piazza Ugo di Toscana: di forma ellittica è circondata da ulivi e lecci e illuminata da luci a terra ad incasso. I tempi di attesa per vedere il tutto realizzato? Si parla di 4-5 anni, ma alla fine tutto dipende dal mercato e da come questo gira. E dagli intoppi burocratici, naturalmente.

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Uno dei progetti residenziali all’interno del Piano di Recupero di Novoli

er Massimo Mattei, assessore alla mobilità e al decoro, Novoli non è solo un quartiere in forte trasformazione, è il luogo dove è nato e cresciuto, e dove la gente non si riguarda a suonargli il campanello per porre all’attenzione dell’Amministrazione problematiche e potenzialità della zona. Che spesso e volentieri traboccano dalle competenze del suo assessorato. Assessore, com’è cambiato e sta cambiando il volto di Novoli? Questo è un quartiere che negli anni ’70 presentava diverse criticità, mentre oggi è perfettamente integrato con il resto della città, sebbene l’area ex-Fiat rimanga una realtà ancora a sé stante, non del tutto fusa con il tessuto della zona. Il processo di integrazione, però, è in divenire: un primo esempio riguarda il parco di San Donato, che va a colmare la carenza di verde. Già il fatto di averlo illuminato fino a tarda ora, questa estate, ha permesso ai cittadini di appropriarsi di questo spazio e di farlo vivere anche la notte. Un altro problema molto sentito è quello del degrado, legato soprattutto alla prostituzione. Non si può intervenire soltanto con la repressione: la collaborazione con e tra le forze dell’ordine sta dando dei buoni risultati, ma non può bastare. E’ necessario trovare delle soluzioni alternative, in modo da portare i fiorentini fuori di casa la sera e da rendere la zona più frequentata. Poi ci sono le cosiddette baby gang, che disturbano il sonno dei residenti o si divertono facendo atti di vandalismo nei giardini. Ma in questo caso si tratta di un problema di natura sociologica, da affrontare in una dimensione diversa da quella della pubblica amministrazione. Riguardo invece alla mobilità, in vista dell’apertura del Palazzo di Giustizia, della nascita di nuove attività e abitazioni nell’area ex-Fiat, si prevedono dei cambiamenti? Abbiamo tempo per studiare le possibili soluzioni, tenendo presente che si tratta di un’area satura, dove pertanto non è possibile effettuare Massimo Mattei /F.P. grandi cambiamenti.

E AL ION S S FE TE N RO E P ME N A TA I ZIO ET MA MPL ATU R O O R F G IN C


inchiesta

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URBANISTICA/2. Entro fine mese è attesa la decisione della magistratura e le voci si rincorrono

Tutte le incognite del pianeta Multiplex Tante le ipotesi rimbalzate da più fronti sul futuro del multisala sequestrato: si è parlato di una riduzione delle sale o di farne una casa delle culture, ma per ora è tutto fermo Francesca Puliti

C

asa delle culture? Riduzione delle sale da nove a cinque? Solo alcune delle voci che si sono rincorse sui giornali negli ultimi mesi, a proposito di Multiplex. Presunti scambi di opinioni tra il vicesindaco Nardella e la proprietà del complesso, aperture e barricate. Voci, nient’altro che rumors attorno al prossimo film che andrà in scena tra Immobiliare Novoli e amministrazione comunale. La programmazione autunnale, si sa, è la più ricca, battuta solo da quella natalizia. E non sarà necessario aspettare Natale per veder sbloccata la situazione. Entro la fine di settembre, infatti, dovrebbe arrivare la decisione della magistratura sulle presunte irregolarità e violazioni edilizie che portarono, lo scorso 17 novembre, al sequestro del cantiere. Che da allora giace in silenzio come un’enorme carcassa abbandonata all’angolo tra via di Novoli e via Forlanini. Quelle che non si sono mai messe a tacere in questi mesi, invece, sono le polemiche. Sulla regolarità del progetto, sull’estetica della struttura, sull’invadenza di un multisala nel panorama cinematografico cittadino, già provato dalla crisi dell’industria culturale e dalle minori possibilità di spendere dei fiorentini in un periodo grigio come questo. Tra le tante voci rimbalzate, anche quella sulla disponibilità da parte della proprietà a stralciare dalle carte 4 sale su 9, pur di sciogliere i sigilli e riprendere i lavori.

“In realtà non ho mai detto niente del genere – replica il presidente di Immobiliare Novoli, Mario Marinesi – siamo aperti al confronto, ma aspettiamo la decisione della magistratura prima di intavolare una discussione”. Niente di nuovo, dunque, sotto il sole di Novoli. Il progetto rimane quello che è stato bloccato dal sequestro lo scorso autunno: nove sale per un totale di 2.195 posti, una galleria commerciale da ventinove negozi di varie metrature, uno spazio complessivo di 80mila metri

quadri. Resta ferma anche la posizione di chi vi si è sempre opposto, in prima fila Maurizio Paoli, presidente dell’Anec, e Ornella De Zordo, che fin da subito ne ha sposato la causa. L’ultima proposta della consigliera di Perunaltracittà è quella di convertire il Multiplex in una Casa delle culture, una sorta di polo di sperimentazione artistica dotato di cineteca, sala prove per artisti emergenti, spazi aggregativi a disposizione della cittadinanza. “Si tratta di un progetto essenziale per Firen-

ze - sottolinea la De Zordo - soprattutto in una zona, come quella del polo universitario, ricca di giovani e povera di strutture di tal genere”. La replica di Marinesi è secca: “Si muore tutti di cultura, molti si riempiono la bocca con questa parola, ma la città ha bisogno di mangiare, di attività economiche”. E a proposito di economia, anche i cantieri fermi hanno un costo. “Soprattutto in termini di qualità della vita di chi vive nella zona” sottolinea Marinesi.

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tempi moderni

Settembre 2009

IL CASO. Sono ancora molte le persone che impegnano orologi e gioielli per avere denaro in cambio

La lunga vita del banco dei pegni Ludovica V. Zarrilli

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aceva freddo nella soffitta parigina dipinta dalle musiche di Giacomo Puccini, ma la vigilia di Natale non si accettavano pegni e sulla scena appare il filosofo Colline, uno dei protagonisti della Bohème, mentre torna a casa sconsolato e infreddolito senza

L’INTERVISTA Parola di economista

“Agire sempre con cautela”

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a quanto conviene dare in pegno i propri beni per avere in cambio del denaro? Il “Monte” è ancora il modo meno rischioso per ottenere rapidamente dei soldi in prestito? Il Reporter è andato a chiederlo ad un esperto, Giampiero Nigro, preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze. “La convenienza deriva dallo stato di necessità – spiega il professore -. Nel passato, ma anche oggi, il Monte era una struttura creditizia alla quale si affidavano persone affette da una temporanea carenza di liquidità, ma quasi tutti i creditori avevano possibilità di riscattare il proprio bene. Il banco dei pegni offre una garanzia reale, elargisce il prestito valutando il valore commerciale del bene al quale viene aggiunto un tasso di interesse”. E’ dunque la maniera più veloce per ottenere del denaro contante, ma non l’unica strada da percorrere in un momento di vera necessità, esistono anche altri modi per ricevere del denaro in prestito senza la paura di cadere nella trappola dello strozzinaggio. “Il microcredito è uno di questi – continua Nigro - che adesso è abbastanza diffuso anche qui in Italia e che viene proposto dalle banche etiche. Ad ogni modo, il consiglio che mi sento di dare è di fare sempre delle attente valutazioni comparative. Bisogna innanzitutto capire qual è l’urgenza, quindi comparare la necessità in termini di tempo e metterla a confronto con l’offerta e con i vari tassi di interesse. Bisogna essere molto cauti e fare sempre delle verifiche”. Essere cauti anche quando tutto sembra chiaro, questo il consiglio di Giampiero Nigro, anche nei rapporti con un istituto come il Banco dei pegni, dove la maggior parte degli oggetti ancora oggi viene riscattata e solo un 5-6% viene messa all’asta perché il proprietario non è riuscito a riappropriarsene. Ma, come si suol dire, di questi tempi la prudenza non è /L.V.Z. mai troppa.

nemmeno un po’ di soldi per comprare della legna da ardere. I librettisti della celebre opera pucciniana non sono stati né i primi e né gli ultimi ad utilizzare come soggetto l’Azienda dei presti, conosciuta anche come “banco dei pegni” e “monte di pietà”, un’istituzione nata nel 1495 ad opera del frate domenicano Girolamo Savonarola, il primo ad introdurre una forma di credito su pegno, per combattere l’usura. A lungo simbolo di una miseria improvvisa e difficile da combattere, alla quale non ci si vuole arrendere e che rischia di coinvolgere chiunque, il banco dei pegni è regolato da una legge speciale dello Stato italiano - la 745 del 1938 - che consiste nell’erogare un prestito di breve durata lasciando a garanzia degli oggetti, che poi possono essere riscattati (non prima di tre mesi dalla stipula del prestiti) rimborsando il capitale, compreso di interessi e oneri accessori. Ma chi pensa che l’azienda dei presti sia un’istituzione obsoleta, sorpassata da nuove (e più rischiose) forme di credito, dovrà ricredersi. Il credito su pegno è una

Sono aumentati dell’8% negli ultimi due anni, e nella sola Firenze gli oggetti impegnati nel 2008 sono stati 37mila, tra i nuovi prestiti e i vecchi rinnovati. I clienti più affezionati? Dall’impiegato al professionista a una folta schiera di extracomunitari

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maniera di monetizzare, soprattutto in tempo di crisi, ancora largamente diffusa, basti pensare che negli ultimi due anni il numero di prestiti elargiti è aumentato dell’8% e che nel 2008 nella sola Firenze (dove il banco dei pegni fa capo alla Cassa di Risparmio di Firenze, che ci ha fornito questi dati) sono stati “accesi” 11mila nuovi pegni e ne sono stati rinnovati 26mila. Oggi non si impegnano più indumenti, corredi o abiti da sposa e sono ormai lontani i tempi in cui i protagonisti romani di “Ladri di biciclette”, pellicola firmata da Vittorio de Sica, cedevano la biancheria di casa per riscattare la bicicletta che il giovane Lamberto Maggiorani – che nel film vestiva i panni del protagonista - usava per andava a lavorare. Nel terzo millennio si impegnano soprattutto orologi e gioielli, che vengono portati al banco, dove un perito valuta l’oggetto e stabilisce la somma da elargire (che generalmente si aggira tra i 350 e i 500 euro), e porge al cliente il contante. Denaro che non viene più usato, come succedeva un tempo, per combattere l’usura, ma sempre più spesso per acquistare beni di consumo. Ma chi bussa alla porta dell’azienda dei presti? Non si direbbe, ma sono molte le persone in cerca di soldi che depositano i propri averi alla disperata ricerca di denaro. Dall’operaio all’impiegato al libero professionista, fino ai cosiddetti “nuovi poveri”, quasi tutti extracomunitari, che oggi rappresentano il 20% dei clienti del monte.



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politica

Settembre 2009

L’ANNUNCIO. Palazzo Vecchio prepara un piano per rilanciare un settore in affanno

Cinema, “buone nuove” in arrivo Il 26 ottobre verrà presentato un progetto che prevede un pacchetto di agevolazioni per riportare la gente nelle sale: tra le altre dovrebbero esserci i posti auto riservati e un allungamento degli orari notturni dei bus Angelo Lenosi

I

mmaginate come sarebbe piazza Dalmazia senza il cinema Flora: addio capannelli di persone riunite a discutere sulla qualità del film, magari prima di una passeggiata o di una consumazione nei (pochissimi) locali aperti nelle ore serali e notturne. Senza il Flora, quindi, piazza Dalmazia rischierebbe di perdere gran parte della sua frequentazione, con un conseguente impoverimento della vita sociale che renderebbe la piazza ancor più allettante per “cattive compagnie”. Non serve l’immaginazione, ma solo spirito di osservazione per vedere quali effetti hanno prodotto le chiusure di molte sale cinematografiche all’interno del centro storico: desolazione e sensazione di abbandono. Un cinema funzionante attrae gente, la frequentazione di persone nelle ore notturne rappresenta un valido antidoto al degrado, una maggiore sicurezza attrae ancora più persone, potenzialmente clienti delle sale cinematografiche fiorentine. Un circolo virtuoso che sarà innescato a breve, grazie al piano di rilancio in fase di elaborazione a Palazzo Vecchio. Un piano che dovrebbe prevedere facilitazioni ed agevolazioni in parte preannunciate dal sindaco Matteo Renzi e confermate dal vicesindaco Dario Nardella: posti auto riservati agli utenti dei cinema (anche grazie all’utilizzo dei parcheggi dei centri commerciali), allungamento dell’orario di servizio degli autobus per permettere ai cittadini cinofili di rientrare a casa con il mezzo pubblico anche al termine dell’ultimo spettacolo, ideazione di pacchetti “cinema&pizza” in collaborazione con i ristoratori, convenzioni con le cooperative di tassisti.

Sono solo alcune delle possibili linee guida di un piano che, nelle intenzioni del Comune e con l’auspicio degli esercenti, vuole dare nuova linfa vitale ai cinema di Firenze, da qualche anno vittime di una crisi che ha già portato alla chiusura di numerose sale, specialmente in centro: Teatro della Compagnia, Ariston, Eolo, Gambrinus, solo per dirne alcuni. E se non si interviene prontamente il futuro non sembra certo più roseo per le 30 sale superstiti (di cui solo tre nel centro storico). I numeri parlano chiaro: calo verticale della bigliettazione e degli incassi. Rispetto al mese corrispondente del 2008, nello scorso agosto si è registrata una flessione del 29,9 per cento delle presenze. Una tendenza di lungo periodo se, come è vero, dal dicembre scorso solo nei mesi di aprile e luglio si è registrato un aumento dei biglietti venduti. La preoccupazione per una possibile chiusura di ulteriori sale è palpabile, i rimedi sono allo studio. La presentazione ufficiale del piano “Vola al cinema” è prevista per il 26 ottobre prossimo, in occasione dell’evento dedicato ai “cento punti”. Nel frattempo qualcosa potrebbe essere già cambiato nel panorama delle sale cinematografiche fiorentine. In peggio. Senza che il Multiplex si ristagli all’orizzonte.

L’OPINIONE Maurizio Paoli, presidente di Anec Toscana, ha elencato al sindaco alcuni interventi per arginare il crollo

“La priorità? Scongiurare il rischio di chiusura per altre sale”

“L

a priorità è scongiurare il rischio di chiusura per altre sale cinematografiche. Un rischio purtroppo concreto”. Maurizio Paoli, presidente di Anec Toscana, è uomo avvezzo alle battaglie – ideali o concrete che siano - e solitamente poco incline ai catastrofismi. Se utilizza toni allarmistici è segno che la situazione – per lui - è ancor peggiore di quanto si possa immaginare. Se il presente dei cinema fiorentini è grigio, il futuro potrebbe essere nero. Una situazione critica che Paoli ha già avuto modo di illustrare al sindaco Renzi in un incontro avvenuto ad agosto. Un colloquio durante il

quale il presidente degli esercenti cinematografici toscani ha anche elencato alcuni interventi che potrebbero arginare il crollo del settore: convenzioni per l’utilizzazione di parcheggi pubblici e privati, piano di accesso per favorire la raggiungibilità delle (poche) sale del centro storico, una fiscalità di vantaggio per gli esercenti, promozione di una rete tra cinema che faccia perno sull’Alfieri (di proprietà comunale) per favorire l’apertura di spazi culturali sul territorio. Oltre che il sempreverde veto sulla realizzazione di sale cinematografiche all’interno del Multiuplex. Punti su cui si è intavolato un

confronto tra gestori e amministrazione comunale. Un confronto che pare costruttivo, almeno a sentire i toni ottimistici usati da Paoli: “Avevamo ripetutamente sostenuto che il tessuto delle sale cinematografiche diffuse è una ricchezza in termini culturali, sociali, aggregativi, e di stessa ‘sicurezza’ dei quartieri. Un patrimonio – ha spiegato - che con troppa faciloneria qualcuno pensava di ignorare o, peggio, di svendere. L’assumere in prima persona da parte del sindaco l’onere di intervenire per preservarlo era la principale delle /A.L. nostre richieste, finalmente accolta”.


politica COMUNE/1. Il sindaco riceve i fiorentini una mattina a settimana

21 COMUNE/2. Giovanni Galli, capogruppo Pdl

Il cittadino bussa, Renzi risponde: “Ho preso un impegno cronaca di un mercoledì a Palazzo e lo voglio mantenere” Lorenzo Salusest

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na stretta di mano, un sorriso e l’invito ad accomodarsi al tavolo in legno della sala di Clemente VII. Da un lato loro, i cittadini fiorentini che hanno richiesto appuntamento per poter parlare direttamente con il sindaco, dall’altro lui, Matteo Renzi, pronto ad ascoltare sollecitazioni e lamentele, proposte e proteste. Sulla parete alle sue spalle domina “L’assedio di Firenze”, affresco realizzato dal Vasari nel sedicesimo secolo, poco sotto un mobile su cui campeggia una cartolina elettorale di Giorgio La Pira, predecessore e riferimento politico di Renzi. Brevi convenevoli, poi il colloquio. Un quarto d’ora circa di dialogo, concluso talvolta con l’impegno di un intervento concreto, talaltra con la promessa di interessare della questione sollevata gli assessori o gli uffici competenti, sempre con la sensazione da parte del cittadino di essere stati quantomeno ascoltati dal sindaco in persona. Accade ogni mercoledì mattina (o quasi) a Palazzo Vecchio. Basta telefonare in Comune (055/27681) e chiedere della segreteria del sindaco. Del resto l’aveva promesso in campagna elettorale, inserendo l’impegno al quinto degli ormai celeberrimi “cento punti”, battezzando l’iniziativa “Palazzo Matteo Renzi incontra i cittadini aperto”. Promessa mantenuta sin da subito: il primo appuntamento si è svolto la mattina del primo luglio, nove giorni appena dopo il ballottaggio che ha visto in primis) che incontrano i residenti del borgo sulla via Renzi sconfiggere Giovanni Galli. E il destino ha vo- pistoiese per poi invitarlo addirittura a cena a casa sua. luto che ad inaugurare i “mercoledì del cittadino” sia E chi non ce l’ha fatta a lasciare il negozio per recarsi stato proprio un cittadino elettore del centrodestra, Gil- di persona a Palazzo Vecchio, ha avuto lo stesso la posberto, preoccupato per le ripercussioni che il progetto sibilità di conferire con Renzi telefonicamente. Undici dell’Alta velocità potrebbe avere sulla città. Dopo di colloqui in tre ore e mezzo circa, un record difficile lui, nell’arco dei due mesi estivi (sei i mercoledì mat- da battere persino dal detentore stesso del primato. E infatti la settimana successiva futina dedicati ai ricevimenti), altre rono otto, e la seguente sei. Poi quaranta persone, ad una media di Era uno dei cento la pausa ferie, sino alla ripresa di sette colloqui a seduta. Media non punti annunciati mercoledì dodici agosto: ancora rispettata in occasione della sein campagna elettorale incontri, ancora conversazioni, conda giornata di “Palazzo aperancora segnalazioni da appuntare to”: vuoi per la risonanza ottenuta dal primo incontro, vuoi per l’effetto novità, vuoi per sul libro delle lamentele, ancora impegni da assumersi la curiosità, nel corso della settimana successiva al bat- guardando in faccia i cittadini arrabbiati e un po’ sortesimo dell’iniziativa la segreteria del sindaco fu som- presi. Come un residente della zona del Porcellino che mersa dalle richieste di colloquio, selezionandone ben ha descritto al sindaco la sua giornata tipo, riportando undici. Un mercoledì intenso, iniziato alle 7,30: c’era tutte le difficoltà cui deve far fronte chi ha la fortunaSuor Antonietta, presentatasi da Renzi per chiedere un sfortuna di abitare nel centro storico. Questo e molto marciapiede in via Cosimo il Vecchio, vicino al con- altro è il “mercoledì del cittadino”: un po’ ricevimento, vento nei pressi di Careggi, e c’era Guido, residente un po’ udienza privata, un po’ ambulatorio. L’appunnella zona di Quaracchi, che dapprima ha presentato al tamento è per ogni mercoledì. Previa prenotazione, sindaco le difficoltà (aeroporto e presenza di stranieri s’intende.

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maligni dicevano che in caso di sconfitta alle elezioni non avrebbe proseguito nel suo impegno politico, rinunciando a svolgere il ruolo di capogruppo dell’opposizione di centrodestra a Palazzo Vecchio. Voci smentite dai fatti: Giovanni Galli non ha nessuna intenzione di abbandonare la fascia di capitano del Pdl in Comune, tutt’altro. “Ho preso un impegno con tutti i fiorentini, e intendo mantenerlo” ribadisce l’ex portiere. In questi primi mesi Galli, sostenuto dal suo gruppo consiliare, è riuscito a far Giovanni Galli approvare due ordini del giorno, impegnando la giunta Renzi ad indicare entro il 15 settembre l’area “Ogni consigliere ha le sue compedi Firenze destinata ad ospitare la tenze e le sue aree specifiche - gacittadella viola e a garantire la gra- rantisce Galli - ma sui grandi temi tuità dei parcheggi nelle aree ospe- condividiamo la strategia e mardaliere. Un successo subito riven- ciamo compatti”. Grandi temi che dicato dal Pdl, la dimostrazione di saranno al centro dell’azione polivolere e potere incidere sull’attivi- tica del Pdl nei prossimi mesi. Urtà amministrativa pur sedendo sui banistica, aeroporto, Tav, tramvia, banchi dell’opposizione: “Stiamo case popolari: in definitiva i punti portando avanti alcuni punti conte- principali del programma elettonuti nel mio programma elettorale. rale di Galli. Punti sui quali Galli Con la nostra azione - dice Galli si dice pronto a confrontarsi con - stiamo costringendo il centrosi- Renzi e la sua giunta, nell’interesnistra ad ascoltare alcune sollecita- se di Firenze e dei fiorentini, con zioni, che non sono solo nostre ma buona volontà e spirito collaboradi tutti i fiorentini”. Al suo fianco tivo. E proprio la collaborazione, una squadra di consiglieri piutto- il confronto costruttivo pare essere sto variegata, composta da politi- per il candidato sindaco del centroci navigati, destra una da giovani delle note Tra le priorità volenterosi dell’opposizione aeroporto, dolenti, uno ed intradegli aspetti Tav e tramvia prendenti e deludenti di da cittadini questi primi prestati alla politica. Un gruppo mesi a Palazzo Vecchio: “Speraeterogeneo, ma compatto, animato vo in qualcosa di più da parte del da uno spirito collaborativo. Una sindaco. Le nostre - ribadisce Galsorta di famiglia allargata dove li - non sono richieste ideologiche, ognuno ha il suo spazio di libertà ma istanze che provengono dalla d’azione, ma che nel momento del- cittadinanza. Adesso è il momento le decisioni importanti si riunisce di finirla con la propaganda e di attorno al tavolo per condividere passare alla concretezza”. Parafrale scelte. A capotavola ovviamente sando un noto telecronista sporti/L.S. lui, il capogruppo, il pater familias: vo, “Galli c’è”.

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provincia

Settembre 2009

L’INTERVISTA/1. Carla Fracci, neo assessore in Provincia, spiega i suoi progetti

“Grandi eventi anche nelle realtà minori” Per la prima donna della danza classica italiana le

necessario che gli abitanti di queste terre meravigliose prendano consapevolezza della fortuna di abitare qui. In quanti sanno che a Certaldo è nato Boccaccio? E in quanti hanno letto le sue novelle? Sentirle recitare nel paese in cui sono state pensate e scritte sarebbe meraviglioso. A proposito di progetti, c’è qualcosa su cui sta già lavorando? Qualcosa di concreto è in cantiere, ma deve essere definito nei dettagli. Più in generale posso dire che bisogna ricominciare dalle scuole: è lì che si formano gli uomini e le donne di domani, ed è lì che bisogna agire, sensibilizzando i giovani alle discipline artistiche, come il teatro, la musica e ovviamente la danza. Discipline che non devono essere ristrette ad una élite, ma vanno avvicinate il più possibile a tutti. Purtroppo però c’è un problema di risorse, i fondi non sono sufficienti. Occorre investire di più in cultura, a tutti i livelli istituzionali, a partire dal Governo nazionale. Firenze e la sua provincia possono cullarsi sul loro passato? A sopravvivere nel tempo sono i segni importanti. Prima di buttarci nel futuro è necessario rivalutare l’esistente. Penso al “Genio fiorentino”, una rassegna importante che spero continui e a cui spero di poter dare il mio contributo. La soluzione sta nel vedere la classicità con occhio contemporaneo, tradurla in un linguaggio comprensibile e renderla fruibile a tutti, nessuno escluso.

iniziative culturali non devono essere concentrate solo nel capoluogo, e il rilancio della cultura deve partire dalle scuole: “Ma servono più risorse” Lorenzo Salusest

È

entrata a Palazzo Medici Riccardi in punta di piedi, presentandosi con eleganza, sobrietà e idee chiare nella sua nuova veste di assessore provinciale alla cultura. In punta di piedi, dicevamo, e non poteva essere altrimenti: perché lei è Carla Fracci, prima donna indiscussa della danza classica in Italia e nel mondo e legata alla provincia fiorentina per ragioni familiari (il marito, il regista teatrale Beppe Menegatti, è nativo di Firenze) e di residenza (da circa 40 anni la coppia ha una casa sulla via Volterrana). Una nomina che ha sorpreso tutti, a partire dalla diretta interessata. Come le è giunta la proposta? Non appena eletto il presidente della Provincia Andrea Barducci mi ha chiamata sul cellulare per propormi l’incarico. Non avevamo avuto nessun contatto precedente, perciò sono rimasta molto sorpresa. E,

confesso, anche un po’ impaurita: la cultura è una cosa seria, non è possibile gestirla con approssimazione. Ho riflettuto a lungo prima di convincermi. Dopo tre settimane, sulla spinta di mio marito, di nostro figlio Francesco, e grazie alla gradita insistenza di Barducci, ho deciso di accettare. Come “sta” la cultura fiorentina? Quali sono le priorità che si è posta? La provincia di Firenze ha un ricchissimo patrimonio culturale che deve essere valorizzato. Il capoluogo sino ad oggi ha fatto da accentratore catalizzando tutto su di sé. Invece credo sia necessario spostare la città in provincia, riportando piccoli e grandi eventi di richiamo sull’intero territorio. Bisogna rivalutare il capitale artistico, ancora troppo trascurato. Lo si può fare allargando i circuiti turistici sino agli estremi della provincia fiorentina. Ma allo stesso tempo è

Carla Fracci

L’INTERVISTA/2. Parla Samuele Baldini, capogruppo del Popolo della Libertà in consiglio provinciale

“Miaspettomeno‘Genio’epiùconcretezza” H

a esordito nella veste di capogruppo in consiglio provinciale ricordando Graziano Grazzini, suo predecessore a Palazzo Medici Riccardi, prematuramente scomparso nel settembre del 2006. Un’eredità gravosa che Samuele Baldini, 30 anni appena compiuti, raccoglie con coraggio e visibile emozione. A lui il compito di guidare la squadra del Pdl in Consiglio provinciale per i prossimi cinque anni. Gli ultimi cinque anni vita per l’Ente Provincia? Quel che è certo è dobbiamo ridisegnare gli strumenti ed i confini politici della Provincia. Il neopresidente Barducci propone una commissione per l’area metropolita-

Samuele Baldini

LAVA

na? Noi guardiamo con interesse a questa proposta, purché non sia un modo per affossare il rinnovamento dell’Ente. Si aspetta da Barducci la stessa esuberanza di Renzi? Se posso concedermi una battuta, mi aspetto meno ‘Genio’ e più concretezza. Barducci ha a disposizione un grande capitale politico, seppure in erosione. Mi auguro che le polemiche interne al suo partito non provochino danni alla Provincia. Finché questo ente esiste deve funzionare bene, cosa che non è accaduta con Renzi. Quali sono le priorità da inserire nell’agenda politica della Provincia? Essenzialmente tre: innanzitutto abbiamo l’obbligo di far fronte alla crisi economi-

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ca, prestando particolare attenzione a chi più ha subito le conseguenze. La soluzione passa da una gestione oculata dei fondi europei destinati alle politiche di formazione e lavoro. Inoltre occorre uno sviluppo infrastrutturale, a partire dall’aeroporto e dalla Barberino – Incisa. E’ necessaria una sintesi tra la Provincia e le amministrazioni comunali dell’area, tutte guidate dal Pd, ma per ora non mi sembra di vedere tutta questa sintonia. Infine bisogna rilanciare il turismo, coordinando le risorse culturali, artistiche ed umane a disposizione. Al centro c’è Firenze con il suo patrimonio straordinario, ma a poca distanza ci sono altre centinaia di realtà splendide e poco conosciute. /L.S.

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Memos2 protagonista al Festival della Salute IL ROBOT PER LA RIABILITAZIONE POST ICTUS NATO DALLA COLLABORAZIONE TRA GIOMI E LA SCUOLA SANT’ANNA SARÀ PRESENTATO A VIAREGGIO Due macchinari, e un modo nuovo di intendere la riabilitazione post-ictus. E’ questo quello che il gruppo Giomi presenterà al Festival della Salute, kermesse dedicata alle buone pratiche della sanità italiana che sarà di scena a Viareggio dal 24 al 27 settembre. Il primo dei due macchinari che verrà presentato è “Memos2”, un robot che può essere programmato dal terapista per replicare e intensificare il trattameno riabilitativo del paziente colpito da ictus nella riabilitazione dell’arto superiore. Questo macchinario è stato sviluppato all’interno della collaborazione fra il Gruppo Giomi e la Scuola Superiore Sant’Anna. “Il paziente che deve fare riabilitazione dopo un ictus, grazie all’assistenza di questo dispositivo, esegue esercizi di reaching virtuale sullo schermo di un computer

- spiegano i dottori Federico Mayer e Alberto Baroni, del centro riabilitativo di Ulivella e Glicini - Se il paziente non riesce a completare il compito interviene il robot a controllare il movimento portando la mano del paziente

sul bersaglio applicando una forza sullo strumento capace di guidare il paziente a “riapprendere” un percorso corretto”. Nella Casa di Cura Ulivella e Glicini l’utilizzo di questo tipo di macchinari sta dando grandi risultati. “Il

MEMOS 2 il nuovo macchinario per la riabilitazione degli arti superiori che sarà presentato al Festival della Salute di Viareggio a fine settembre

LA SINERGIA TRA PUBBLICO E PRIVATO FA BENE ALLA RICERCA Non è un concetto astratto. La sinergia tra sanità pubblica e privata è una realtà concreta e sta dando ottimi risultati. Lo dimostra il modello di Giomi Firenze, che collaborando con realtà sanitarie pubbliche sta toccando traguardi di tutto rispetto. Ne è convinto il dottor Francesco Matera, amministratore delegato del Gruppo, che spiega: “La collaborazione che il nostro Gruppo ha avviato con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha portato alla realizzazione di Memos2 affiancato dall’apparecchio Ultra, due macchinari assolutamente innovativi per la riabilitazione degli arti superiori (vd sopra) che quest’anno presenteremo al Festival della Salute di Viareggio. Giomi ha finanziato la ricerca, la Scuola ha realizzato questi dispositivi”. Sulla stessa linea anche la collaborazione con Careggi, che a partire dal primo settembre ha trasferito alcuni dei suoi reparti nella Casa di Cura Ulivella e Glicini (una delle due strutture con cui Giomi è presente a Firenze). Si tratta del reparto di Ginecologia, di quello di Chirurgia Robotica e della Neuropsichiatria Infantile. “Il trasferimento di quest’ultima specialità - prosegue il dottor Matera - ha consentito di creare un posto letto

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Il dott. Matera e l’ingegner Micera della Scuola Sant’Anna

di emergenza di Neuropsichiatria Infantile, che fino ad oggi mancava a Firenze”. E questi sono i primi tasselli di un’esperienza che potrebbe fare da apripista per altre simili: “Il nostro potrebbe diventare il “modello toscano” - prosegue il dottor Matera - in cui si viene a creare un’unica sanità, con gestione mista degli Istituti di ricovero e cura siano essi pubblici o privati: il privato offre la sua flessibilità, la capacità di investire tempestivamente, e la parte pubblica invece offre il governo sanitario, l’indirizzo da seguire”.

grande vantaggio di Memos2 - spiega la dottoressa Giovanna Macrì, referente del progetto per la Scuola Superiore Sant’Anna - è da una parte il basso costo, che lo rende competitivo con gli altri robot commercialmente disponibili. Dall’altra la maneggevolezza del sistema, che lo rende facilmente utilizzabile in ambiente clinico, e un domani anche in ambiente domestico”. La collaborazione di Giomi con la Scuola Sant’Anna ha portato ad un grande vantaggio, che sottolineano all’unisono i dottori Macrì, Mayer e Baroni: “La collaborazione diretta tra un centro clinico e un centro di ricerca in biorobotica è proficua perché c’è sempre la possibilità di tenersi in contatto per apportare eventuali modifiche e rendere la macchina più adeguata al paziente”. Altra importante novità nel campo della riabilitazione

post-ictus che verrà presentata al Festival della Salute dal Gruppo Giomi è Ultra, un dispositivo che permette l’immersione del paziente in un ambiente virtuale tridimensionale attraverso uno speciale manipolo ergonomico, collegato ad un software ed impugnato dal paziente.

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DOSSIER. Il fenomeno è diminuito rispetto alla scorsa estate: 24 gli interventi dell’Enpa

Calano gli abbandoni di animali Paola Ferri

L’

abbandono del cane in autostrada? Roba da anni ‘90. Padroni più responsabili? Forse solo più sensibili alle martellanti campagne mediatiche, un po’ meno al giudizio dei vicini di casa. Sì perché se diminuiscono i casi di animali lasciati lungo la via per il mare, aumenta un fenomeno altrettanto preoccupante: l’abbandono tra le mura domestiche. O peggio, sul balcone. A tutto sole, senza acqua né cibo. Ritmi di vita sempre più frenetici, anche in vacanza, spingono le persone a passare giornate o interi weekend fuori casa, senza preoccuparsi del coinquilino a quattro zampe. L’occasione last-minute, magari, non lascia il tempo di pensare a una struttura o una persona a cui affidarlo e va a finire che si decide semplicemente di lasciarlo a casa. Salvo poi tornare e andare su tutte le furie quando si scopre che il vicino, straziato dai lamenti dell’animale, ha fatto intervenire le guardie zoofile. Fine estate, tempo di bilanci. E arriva puntuale il rapporto dell’Enpa, Ente nazionale protezione animali, a far luce sulle nuove tendenze in ambito di maltrattamento dei fedeli amici dell’uomo. Così si scopre che lasciare cani e gatti lungo le arterie stradali è un barbaro uso consegnato al passato, quasi scomparso nella provincia fiorentina, e che le segnalazioni di abbandono sono in netta diminuzione rispetto al 2008. Ventiquattro in tutto i casi in cui i volontari dell’ente sono stati chiamati ad intervenire. Sono i cani da caccia o di grossa taglia, come i meticci di lupo o i maremmani, a subire la sorte peggiore, abbandonati in zone collinari o di campagna, come Monte Morello, Val di Sieve, Alto Mugello. I

gatti invece vengono lasciati più facilmente in città. E spesso accade che la sede della Protezione Animali venga scambiata per una sorta di orfanatrofio: ben cinque le cucciolate, tre di gatti e due di cani, rinvenute davanti al portone nei mesi di luglio e agosto scorsi. Dati che potrebbero comunque apparire piuttosto rassicuranti, se paragonati con quelli degli anni passati. A destare allarme è appunto la crescita in parallelo di un altro tipo di abbandono, quello tra le quattro mura di casa. Il picco è stato raggiunto in agosto, mese segnato tra l’altro da una persistente ondata di calore: numerosi gli interventi a cura delle guardie zoofile e dei volontari dell’Enpa, accorsi a salvare cani, mici, ma anche pappagalli e altri volatili dimenticati in terrazza, sotto al solleone. Come nel caso di alcuni gatti, reclusi in un balcone addirittura da mesi, o di un cane precipitato dal terrazzo dove era stato abbandonato da giorni. “Questi episodi di negligenza sono puniti con sanzioni amministrative fino a 500 euro – ricorda Simone Porzio, presidente dell’Enpa – e con la segnalazione all’autorità giudiziaria per il reato di abbandono”. Ma nonostante questo e aldilà degli appelli mediatici, che hanno visto scendere in campo personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, la sensibilità di alcuni padroni continua a chiudere per ferie, almeno una volta all’anno.

Prende piede invece un’altra allarmante abitudine: le persone se ne vanno e lasciano i quattrozampe chiusi in casa, o peggio, in balconi assolati. “Questi episodi di negligenza sono puniti con sanzioni amministrative fino a 500 euro - ricorda Simone Porzio, presidente dell’Enpa - e con la segnalazione all’autorità giudiziaria per il reato di abbandono” 930736


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attualità

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DIVISE/1. Nel 2008 hanno elevato oltre 200mila contravvenzioni per un totale di circa 50 milioni di euro

C’erano una volta i vigilini, severi guardiani della sosta Giuditta Boeti

E

rano l’incubo dei fiorentini. Su di loro proliferavano racconti e leggende metropolitane che raccontavano di veri e propri agguati perpetrati ai danni di ignari automobilisti. Gli ausiliari del traffico, più noti con il diminutivo di “vigilini”, erano lo spauracchio di chi, temerario, tentava di avventurarsi in una sosta da scovare nel coacervo di strisce bianche o blu, zcs o ztl, gratta e sosta o ticket orari scaduti. Loro armati di penna e blocchetti, parevano spuntare dal niente come un angelo vendicatore del dio parcheggio. Ecco perché nessuno ne sente ora la mancanza. Per i fiorentini l’incubo è finito con l’ordinanza del Comune che ha tolto agli ausiliari del traffico di Ataf e Firenze Parcheggi la possibilità di fare multe per divieto di sosta. I foglietti rosa lasciati sul parabrezza per sanzionare chi ha parcheg-

giato male l’auto da ora in poi possono essere emessi soltanto dalla polizia municipale. “Questo non significa che è arrivato il ‘bomba libera tutti’ – ha precisato il sindaco Matteo Renzi dopo aver firmato l’ordinanza - Le multe per sosta vietata saranno elevate lo stesso, ma esclusivamente dai vigili urbani. Ce ne sono 805 per poco più di cento chilometri quadrati di territorio e possono bastare”. La decisione del sindaco di Firenze ha assestato il colpo definitivo alla categoria dei vigilini, dopo che lo scorso marzo avevano già subito un drastico ridimensionamento del proprio potere, a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione. Secondo quando stabilito dai giudici, infatti, il personale ausiliario poteva emettere verbali solo in caso di mancato pagamento del pedaggio o per altre infrazioni commesse dentro gli spazi a strisce blu. Insomma, non potevano più infliggere contravvenzioni a tutto campo. Ma per Firenze questa ormai è storia passata. Con l’ultima ordinanza del sindaco finisce un’epoca.

Una storia che vale decine di migliaia di contravvenzioni e molti milioni di euro: nel 2008 i vigilini hanno elevato 202 mila multe delle 859 mila complessivamente elevate a Firenze, per un totale di circa 50 milioni di euro. La squadra della “parking police” era formata da trentadue persone, la maggior parte dislocate sulla strada e alcune con funzioni di coordinamento. Mentre il popolo fiorentino degli automobilisti esultava per la definitiva scomparsa di questa implacabile figura di controllore, loro, gli ex ausiliari del traffico, ormai privi di ogni potere sanzionatorio, vivevano momenti di sconforto. Vere e proprie crisi di identità. Appeso il blocchetto delle multe al chiodo si interrogavano sul loro futuro. Ma, anche per loro il destino aveva in serbo una sorpresa. Come nelle favole in cui il bacio della principessa trasforma il rospo in un principe, così l’editto di Palazzo Vecchio li ha trasformati da “vampiri delle multe” in sentinelle della bellezza.

Un’ordinanza comunale li ha sollevati dal loro odiatissimo ruolo di “multatori” e adesso questa mansione spetta solo alla polizia municipale. Renzi: “Ci sono 805 vigili urbani per poco più di 100 chilometri quadrati di territorio, bastano loro” NICOLA OTTANELLI Laureando in ingegneria

STEFANO BONINI Studente

STEFANO ROSATI Impiegato

“Ricicliamoli in city angels”

“Le strade hanno bisogno di loro”

“Destiniamoli alla prevenzione”

Potrebbero riciclarsi in versione “city angels”, assumere un ruolo di solidarietà verso le categorie più deboli, una specie di squadra di soccorso per combattere le situazioni di disagio e solitudine. Penso ad esempio agli anziani, che hanno bisogno di qualcuno che porti loro le medicine o la spesa, oppure ai senzatetto.

Le strade cittadine hanno bisogno di manutenzione e controlli accurati e costanti, gli ausiliari del traffico potrebbero assumere una funzione del genere. Dagli avvallamenti, alla sporcizia, ai laghi che si formano non appena viene uno scroscio d’acqua, tante piccole cose da tenere d’occhio per avere una viabilità migliore.

Quel che è certo è che gli ex vigilini non possono essere lasciati a girarsi i pollici in Comune, bisogna trovargli un’occupazione redditizia. Potrebbero continuare ad occuparsi delle strade, magari dell’aspetto sicurezza, andando a fare prevenzione fuori dalle scuole, a parlare con i ragazzi.


attualità

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DIVISE/2. Rimossi dal ruolo di temibili addetti alle multe, gli ex ausiliari si occuperanno del decoro della città

“Il loro nuovo lavoro? Sentinelle della bellezza” Francesca Puliti

L’

ansia da divisa verdolina è alle spalle. Alzi la mano chi tra gli automobilisti fiorentini non ha tirato un sacrosanto sospiro di sollievo lo scorso luglio, quando l’annunciata decisione di abolire il corpo dei cosiddetti “vigilini” è diventata realtà. Ma all’interno della Sas, la società che gestisce i servizi alla strada, dal rattoppo delle buche ai parcheggi di superficie, le reazioni sono state un po’ meno entusiastiche. Che fine faranno i 32 ausiliari del traffico, privati di blocchetto delle multe? “Nessuno perderà il posto” è corso a rassicurare il sindaco Matteo Renzi, tutti saranno ricollocati all’interno della macchina comunale, in vista della vera e propria rivoluzione che investirà le partecipate del Comune. “Lo smantellamento della Sas, intesa come Spa, non certo come servizi offerti – afferma l’assessore al bilancio Angelo Falchetti - sarà avviato entro la fine di quest’anno, in vista della costituzione di un’unica società della mobilità”. In nome della razionalizzazione e dell’efficienza. E i 218 dipendenti? Se la maggior parte continuerà a ricoprire incarichi simili all’interno della nuova società che si occuperà dei servizi alla strada, per gli ex vigilini si sono immediatamente aperte le porte degli uffici della stessa Sas, ma solo in attesa di assumere una nuova funzione: quella di assistenti al territorio. E’ questa la

qualifica ufficiale delle cosiddette “sentinelle della bellezza”, nominate da Renzi fin dalla campagna elettorale e adesso in dirittura d’arrivo. Cinquanta in tutto, così che ogni giorno per le strade fiorentine possano girare una trentina di “sentinelle”, occhi e orecchie del Comune su piccoli e grandi guai della città. Saranno muniti di scooter elettrico e I-phone con cui comunicare in presa diretta con gli uffici comunali e ricopriranno una funzione di ascolto del cittadino. Chiunque potrà infatti rivolgersi a loro per segnalare disservizi e malfunzionamenti, dalle buche per strada ai graffiti sui muri, fino a zone considerate poco sicure e trascurate. Cinque squadre per cinque quartieri, contro l’abbandono e il degrado. I trentadue ex vigilini, dunque, andranno a costituire il primo nucleo del team, a cui si aggiungeranno altri 18 dipendenti comunali selezionati tramite un bando interno. La familiarità con il territorio certo non manca agli ex ausiliari del traffico, per il resto il Comune ha già organizzato un corso di formazione in due i moduli. Il primo, affidato a un’azienda esterna, si è svolto tra fine agosto e inizio settembre ed era centrato prevalentemente sugli aspetti della comunicazione e della consapevolezza del ruolo, il secondo invece riguarderà le tecniche e le procedure da mettere in pratica e sarà gestito da personale interno. Ma forse non basterà un corso per prepararli a vedere i fiorentini andar loro incontro in tono amichevole, anziché vederli fuggire verso l’auto parcheggiata per cercare di evitare l’odiata gabella.

ENZO NEDIACI Sindacalista in pensione

CARLA SCARLATTI Ortolana

CRISTINA FABBRI Commerciante

“Potranno occuparsi del verde”

“Non ne sentirò la mancanza”

“Utili nelle zone a rischio”

“Non sono tra quelli che son stati tartassati dalle multe, comunque credo che la polizia municipale basti e avanzi per far rispettare le regole. I vigilini potrebbero assumere la funzione di sentinelle antidegrado, così come è stato proposto dalla giunta comunale. Li manderei a controllare lo stato del verde nei quartieri, dalla pulizia alla manutenzione di prati e piante, fino alle situazioni di potenziale pericolo”

Spero che gli trovino un altro impiego in Comune, che non rimangono senza lavoro. Potrebbero andare a giro a controllare le strade, le buche nell’asfalto, gli atti di vandalismo che a volte rovinano pezzi di città. Ma in ogni caso non mi mancheranno, erano troppo veniali e anche furbi. Si appostavano il venerdì e il sabato, quando c’è più movimento, in modo da poter riempire più verbali.

Non vorrei parlare di ronde né di sceriffi, ma gli ausiliari della sosta potrebbero assumere comunque una funzione di controllo e di sorveglianza. Potrebbero vigilare su quelle zone considerate più a rischio della città, assicurando una presenza anche nelle ore notturne. O diventare “sentinelle della bellezza” come suggerito dall’amministrazione. A patto che sia un impegno preso seriamente, non un’iniziativa-spot.

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società

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ISTRUZIONE/1. Aumentano gli alunni negli istituti di casa nostra. E gli stranieri sono sempre di più

Studenti toscani, un “esercito” in crescita E’ suonata la prima campanella per oltre 453mila bambini e ragazzi: l’ultima si farà sentire il 12 giugno 2010. “Boom” per tecnici e professionali tra le scuole superiori. Ma c’è preoccupazione per la riduzione degli insegnanti Matteo Francini

T

utti dietro ai banchi, c’è un nuovo anno di scuola da affrontare. È suonata lunedì 14 settembre la prima campanella per gli studenti di ogni età – e, sempre più, di ogni nazionalità – che affollano gli istituti toscani: la prima delle centinaia di campanelle che dividono gli alunni dalle (già) agognate vacanze estive, che scatteranno sabato 12 giugno 2010. E se per qualcuno pensare alle feste può essere un modo utile per rendere meno “amaro” il ritorno in classe, eccolo servito: le vacanze di Natale sono in programma dal 23 dicembre al 6 gennaio, quelle di Pasqua dal 1° al 6 aprile del nuovo anno. Ma panettoni e colombe sono ancora lontani, e dunque – per il momento – è meglio concentrarsi sull’anno appena iniziato. Che, in tutta la Toscana, vede aumentare di numero, ancora una volta, l’esercito degli studenti: sono oltre 453mila, circa 7.700 in più rispetto allo scorso anno. E qui scatta il primo allarme: a lanciarlo è Gianfranco Simoncini, assessore regionale all’istruzione. “Nonostante la crescita degli studenti, abbiamo 1.700 insegnanti in meno”, dice l’assessore, alla cui preoccupazione si somma quella del “collega” di Palazzo Medici Riccardi, l’assessore provinciale alla pubblica istruzione Giovanni Di Fede. E in aumento è anche il numero degli alunni iscritti alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado fiorentine (le “vecchie” materne, elementari e medie) e agli istituti superiori della provincia di Firenze. Insomma, le classi di casa nostra sono sempre più affollate. Sono 8.823 gli iscritti alle scuole dell’infanzia del comune, 14.853 alle prima-

rie e 8.945 alle secondarie di primo grado: in tutto, una “popolazione scolastica” di 32.621 unità. Sei anni fa era di 29.608 studenti, e da allora la crescita non si è praticamente mai fermata. Ad aumentare ancor più velocemente è la presenza di alunni stranieri, che quest’anno rappresentano – nelle scuole pubbliche fiorentine – ben il 14,86% del totale, con 4.118 “rappresentanti”. E ancora maggiore è la percentuale se ad essere prese in considerazione sono solo le scuole dell’infanzia, dove supera il 16%. Diversa la situazione negli istituti paritari: lì, solo poco più di quattro scolari su cento non sono italiani. “L’aumento della popolazione scolastica è un dato consolidato – commenta l’assessore comunale all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi – ed è destinato a proseguire”. Stessa cosa alle superiori: dietro ai banchi delle scuole della provincia di Firenze siedono quest’anno 37.804 studenti. Ad essere particolarmente graditi sembrano essere gli istituti tecnici e professionali: i primi hanno registrato 545 alunni in più rispetto allo scorso anno, i secondi 365. Licei classici in lieve flessione, leggero aumento di iscrizioni per gli artistici. In totale, hanno scelto i licei 15.684 scolari, i tecnici in 10.778 e i professionali in 8.313. “C’è equilibrio – spiega l’assessore Di Fede – ed è da rimarcare che la scolarità del nostro territorio, già buona, è in aumento. Tecnici e professionali sono sempre più apprezzati, anche perché chi ne esce con buoni voti non tarda molto a trovare lavoro”. E una novità è in arrivo anche per gli insegnanti: aggiornamenti professionali attraverso confronti con colleghi di altre città e nazioni.

FOCUS Offerte e testi di seconda mano per risparmiare

E per i libri è caccia allo sconto

È

forse il periodo dell’anno che fa più “paura” ai genitori di tutti i bambini e ragazzi in età scolastica: quello dell’acquisto dei testi per la scuola. Nonostante i tetti di spesa – reali o annunciati – spesso non è infatti un esborso da poco quello che padri e madri devono sostenere per i libri, soprattutto per coloro che di figli ne hanno più di uno. E allora, tra mercatini che propongono testi usati, librerie che si sono specializzate nella loro vendita e offerte di alcune catene della grande distribuzione, da qualche anno in città e dintorni sono spuntate offerte e promozioni per spendere (un po’) meno. E anche se la scuola è già iniziata, non sono pochi coloro che aspettano l’ultimo momento (e qualche giorno in più) per acquistare i “preziosi” libri. Tanto per essere sicuri che quel prof adotterà davvero quel testo, ed evitare così spese inutili. Ma come fare, dunque, per risparmiare almeno un po’? A Firenze, e soprattutto in centro, esistono libre-

rie che vendono libri scolastici usati, a circa metà prezzo: oltre alle “storiche” rivendite di via San Gallo, molto gettonate tra gli studenti a caccia di risparmio sono la libreria di via Laura (che propone un piccolo sconto anche sui libri nuovi) e la Melbookstore di via de’ Cerretani. Ma non solo. All’Isolotto, organizzato dall’omonimo circolo Arci, è tornato anche quest’anno il mercato del libro scolastico usato: fino al 26 settembre sarà ancora possibile vendere e comprare testi di seconda mano (per info: 055.780070). E non mancano nemmeno le offerte della grande distribuzione: negli ipermercati Coop è possibile acquistare libri scolastici nuovi con sconti dal 10 al 15% (www.ipercooptoscana.it), e c’è anche una novità. Sono infatti arrivati quest’anno in Toscana i “Segnalibro” (www.segnalibro. info), punti vendita di testi per la scuola in alcuni supermercati, con sconti del 15-20%: nove i “corner” presenti in /M.F. tutta la regione.


società

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ISTRUZIONE/2. Da quest’anno via alle immatricolazioni on line e ai test d’ingresso non vincolanti

All’Università m’iscrivo con un click Fino al 15 ottobre chi intende iscriversi al primo anno dovrà semplicemente seguire la procedura attiva nell’area “servizi online” del sito dell’ateneo fiorentino. Raddoppia il costo per iscriversi alle prove d’accesso. Rogari: “Una scelta necessaria” Giuditta Boeti

D

a quest’anno per molte matricole finisce un incubo. Quello di doversi sottoporre alle code interminabili dietro gli sportelli delle segreterie studenti per consegnare i moduli d’iscrizione all’università. Tra le novità dell’anno accademico 2009/2010, infatti, per i circa sette mila studenti che si iscriveranno ad uno dei corsi di laurea triennale non a numero chiuso dell’ateneo fiorentino, le immatricolazioni si svolgeranno rigorosamente online. Dal 15 settembre al 15 ottobre, chi intenderà iscriversi al primo anno dovrà semplicemente seguire la procedura attiva nell’area “servizi online” del sito www.unifi.it; un vantaggio sia per i ragazzi che non dovranno più snervarsi in code infinite, sia per le segreterie che non saranno prese d’assalto da migliaia di studenti. Dopo aver compilato i moduli via internet, lo studente dovrà recarsi in uno dei tre “punti matricola”

dell’ateneo (in viale Morgagni, in piazza Brunelleschi e al Polo di Scienze Sociali di Novoli) per consegnare la documentazione cartacea e ritirare il libretto. I futuri universitari prima di procedere con l’immatricolazione, dovranno verificare le proprie conoscenze attraverso un test obbligatorio, ma non vincolante ai fini dell’iscrizione, che serve a valutare eventuali carenze nelle materie fondamentali del corso di studi. Le prove si sono concentrate quasi tutte tra l’1 e il 14 settembre, e si svolgono “in modo da permettere allo studente di avere maggiori elementi per una scelta consapevole”, come ha spiegato il prorettore alla didattica e ai servizi agli studenti, Sandro Rogari. Per i corsi di laurea a numero programmato, invece, le scadenze e le prove di accesso avranno date differenti e seguiranno il calendario indicato nei singoli bandi che sono già disponibili sul sito dell’Università di Firenze. Elemento comune a

tutte le facoltà è il costo del test: 30 euro (il doppio rispetto al 2008): “Una scelta necessaria per allinearci all’ateneo di Pisa e quello di Siena - spiega Rogari - e per coprire i costi dei corsi di recupero che non sono più finanziati dal Ministero”. Sono tuttora in vigore le novità introdotte l’anno scorso, ossia la figura dello studente meritevole (colui che, sostenendo un certo numero di esami con una media alta, po-

trà beneficiare di riduzioni sulle tasse fino a ottocento euro) e quella dello studente part-time (chi cioè, per motivi di lavoro o familiari, decide volontariamente di articolare il suo percorso universitario in tempi più lunghi e si impegna ad acquisire al massimo trenta crediti formativi ogni anno, pagando così la metà delle tasse). Per informazioni è attivo il numero verde 800 450150 (lunedì-sabato dalle 8 alle 20).

LA NOVITÀ

Aumenta la soglia di reddito Isee e c’è la possibilità di chiedere prestiti fiduciari post laurea

Ottenere borse di studio e alloggi gratuiti diventa più facile I l diritto allo studio si estende. Grazie ad alcune modifiche varate dalla giunta regionale, per gli studenti universitari sarà più facile usufruire di borse di studio e alloggi gratuiti. La prima novità introdotta riguarda gli indicatori economici: sono state innalzate le soglie di reddito ISEE (indicatore situazione economica) per accedere alle borse di studio e per ottenere un alloggio, che passano da 15 mila a 17 mila euro annui; mentre la soglia ISPE (indicatore situazione patrimoniale) passa da 28 a 30 mila. In secondo luogo, la giunta ha previsto semplificazioni per l’acquisizione del contributo af-

fitto per gli studenti che, pur avendo vinto un posto nelle case degli studenti, non possono usufruirne per indisponibilità di alloggi. La terza novità riguarda la possibilità di richiedere un prestito fiduciario da parte di chi ha già conseguito la laurea ma vuole proseguire gli studi frequentando master universitari. Possono fare domanda di borse di studio ed alloggi tutti gli studenti in possesso dei requisiti richiesti, di merito e di reddito (il bando è reperibile all’indirizzo www. dsu.fi.it). I termini per la consegna delle domande scadono il 15 settembre: invece, c’è tempo fino al 16 novembre per gli

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iscritti alle scuole di specializzazione e dottorati. “Queste novità – spiega l’assessore regionale all’Istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini – è un ulteriore passo avanti nello sforzo di estendere a quanti più studenti possibile l’opportunità di accesso e prosecuzione degli studi universitari”. Lo scorso anno accademico le borse di studio erogate sono state circa 11 mila, per un importo pari a circa 30 milioni di euro, con copertura del cento per cento degli idonei, 4.314 sono stati invece gli alloggi gratuiti assegnati e circa 1.890 i contributi affitto erogati. /G.B.


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curiosità

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LA NOVITÀ. In città la prima scuola italiana specializzata nelle discipline aree dell’arte circense

A Firenze il circo mette le ali E’ un po’ come se volassero: grazie all’utilizzo del trapezio e di speciali tessuti, gli allievi dei corsi stanno sospesi in aria e disegnano eleganti coreografie Alice D’Alfonso

S

tanno sospesi tra cielo e terra, in uno spazio privilegiato riservato solo a certi artisti; sono gli allievi della scuola di circo gestita da Elena Manni, in arte Elirudyzuli, che imparano a muoversi in aria con lo studio dell’acrobatica sui tessuti. La scuola è stata aperta dall’Associazione Maghi Incartati ed è la prima in Italia a diffondere le discipline aeree del circo a livello non professionistico, insieme all’acrobatica aerea. Queste specialità si concentrano sull’uso del trapezio e dei cosiddetti “tessuti” grazie ai quali gli aspiranti circensi possono creare eleganti figure e coreografie coadiuvati dall’elasticità della stoffa (appesa a circa 6-7 metri da terra) e dalla forza di gravità. A Firenze la scuola è ospitata all’interno della palestra del CAI al Mandela Forum e le lezioni per l’anno 2009-10 partiranno a ottobre. Ci sarà un corso per i più piccoli, dai 6 ai 10 anni, e due per gli adulti divisi tra principianti e non. Il programma, realizzato da tre insegnanti (due specializzate in acrobatica e acrobatica aerea e una in giocoleria), prevede momenti di riscaldamento con semplici esercizi a terra o sul tessuto, elementi di base dell’acrobatica aerea, lo studio delle figure classiche e lo stretching. In base al livello dei partecipanti è possibile approfondire la disciplina con l’esplorazione delle varie espressioni o con la ricerca di uno stile personale. L’unico “materiale” indispensabile per il corso è un abbigliamento comodo e senza cerniere - per fare stretching - mentre per il lavoro sui tessuti è adatta una tenuta aderente come le “calze senza piedi” o i fuseaux: sono assolutamente banditi sia anelli che orecchini grandi e collane e poi non serve altro! L’apprendimento di queste discipline è particolarmente adatto ai bambini perché propone un metodo di allenamento ludico, libero da dinamiche competitive e perché insegna a prendere confidenza col proprio corpo, con le proprie capacità, ma

anche a conoscere i propri limiti. “La pratica dell’acrobatica aerea - dicono gli esperti - è anche un modo per acquisire consapevolezza della stretta connessione tra equilibrio fisico e interiore e sono stati anche verificati benefici medici dalla trazione ai tessuti, riscontrabili sulla colonna vertebrale”. Riassumendo: benefici fisici, psicologici, divertimento e arte. Pare proprio che l’acrobatica aerea e il circo abbiano tutte le caratteristiche per diventare la ginnastica preferita da tutti. Contatti e info: elirudyzuli@gmail.com, www.elirudyzuli.it.

AMARCORD. La storica carovana di Evaristo Caroli attirava grandi e piccini

C’era una volta il mitico Gratta “S

i va da i’Gratta” era il saluto più comune dei fiorentini che si incontravano nelle strade richiamati dai suoni della carovana del circo. Molti ricordano di aver assistito affascinati agli spettacoli del Circo Gratta ed ancora oggi il suo nome da solo evoca in alcuni un forte senso nostalgico, di quando la città subito dopo la guerra si divertiva con le cose più semplici. Evaristo Caroli - questo il suo vero nome - ha rappresentato l’icona del divertimento a Firenze, dal giorno del suo arrivo in città fino al 1979 quando si ritirò a Porto San Giorgio dove morì nel 1989. Gratta era figlio di circensi e si sposò con Sara Pellegrini, anch’essa proveniente dal mondo del circo e cavallerizza. Subito dopo la Liberazione, dopo i mille spostamenti in un’Italia sconvolta dalla guerra, raggiunse la tappa finale della sua vita da artista: Firenze. È stato grazie alla cura di ogni dettaglio, alla delicatezza delle sue gag e a quel richiamo costante alla mimica teatrale che il Circo Caroli si è insediato nel cuore di tutti i fiorentini che erano bambini

Il Gratta

negli anni ’50 e non solo. Un pubblico affezionato al punto tale che sulle piazze fiorentine di quegli anni non c’era concorrenza. Nessun circo, anche dei più famosi, poteva sottrarre al Gratta i suoi spettatori. C’era un rapporto diretto con il pubblico, fedele al punto tale a quello spettacolo di circo e teatro comico che, a Campo di Marte, Gratta poteva rimanere per tre mesi di fila e fare il pieno tutte le sere. Negli altri periodi si spostava in arene improvvisate, dovunque ci fosse spazio abbastanza per ospitare i suoi numeri. Via Pietrapiana per esempio, dove ora si trovano il palazzo delle Poste e la Standa, ospitava un luna park dove anche il Gratta e la sua compagnia si esibivano spesso. È comune sentire raccontare che questo circo - non avendo una sede - “non si poteva trovare, era lui che veniva a cercare te”. La città, nel 2007, ha dedicato al Gratta il giardino di piazza Ciompi, per rendere indelebile il ricordo di questo artista che per anni ha accomunato centinaia di fiorentini nella stessa risata. /A.D.

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L’INTERVISTA. A colloquio con Giuliano Da Empoli, assessore alla cultura di Palazzo Vecchio

Firenze? Vetrina della boutique Italia E’ arrivato da poco ma già tenta di creare scompiglio. Ha detto no ai progetti

LA MOSTRA

“storici”, dice sì ad un’inversione di tendenza che porti una ventata

Cinquanta fotografie Per ritrarre l’amore

di freschezza nella cultura fiorentina. Teatri e cinema riaperti per far spazio a nuove contaminazioni e un museo di Palazzo Vecchio tutto rinnovato Ludovica V. Zarrilli

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a preso posto nell’ufficio che fino a giugno è stato dello sceriffo Cioni e con Cioni ha sicuramente in comune l’aria sicura di sé. Giuliano Da Empoli in poco più di trent’anni ha collezionato esperienze da gigante. Sociologo, scrittore e critico. In passato è stato amministratore delegato della casa editrice Marsilio, consulente del Ministero per i beni culturali e membro del consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia. Oggi dalle sue stanze di Palazzo Vecchio (che, ci tiene a sottolineare, hanno subito un restyling dopo la dipartita del Cioni) veste i panni di novello assessore alla cultura e alla contemporaneità (questa la delega aggiuntiva che gli è stata affidata dal sindaco) del Comune di Firenze. Assessore, con un bagaglio di esperienze così importanti alle spalle, perché ha accettato l’incarico fiorentino? Questo è sicuramente l’incarico più difficile che mi sia capitato di ricoprire. Devo prendere decisioni in prima persona e assumermi delle responsabilità nuove. E poi, quando mi hanno per chiedermi “Vuoi fare l’assessore alla cultura a Firenze?”, ho pensato che fosse una di quelle proposte che non si possono rifiutare. Qualche tempo fa disse che in futuro il ruolo dell’Italia nel contesto internazionale sarebbe diventato quello di “boutique d’Europa”? Come si colloca Firenze all’interno di questo “centro commerciale”? Se l’Italia fosse una boutique, Firenze sarebbe sicuramente la vetrina. Data la posizione centrale, facilitata dall’Alta Velocità che ormai consente di raggiungere sia Roma che Milano in pochissimo tempo, Firenze dovrebbe essere un punto di partenza importante. Finora le gente diretta a Sud e a Nord da Firenze ci passava, oggi dovremmo fare in modo che questa gente si fermi. E’ seduto sulla poltrona di assessore dall’inizio dell’estate, e da quel momento ha detto “no” al progetto Meccanotessile, al restauro del torrino di San Niccolò, alle mostre in Sala d’arme. Ma cosa vuole fare, assessore Da Empoli? Quali saranno i suoi sì?

Giuliano Da Empoli

Firenze non ha bisogno di “mega progetti”, idee che vengono messe su carta e rimangono ferme per dieci anni. Firenze ha bisogno di rompere i suoi tabù e di creare un tessuto connettivo fatto di realtà piccole ma più vitali. Bisogna creare un città dove le persone possano trovare il proprio spazio per fare cultura, un po’ come avviene a Berlino. Il Comune ne ha già a disposizione dozzine, e in questo momento stiamo valutando come poterle utilizzare. Ci sono moltissimi cinema e teatri chiusi da tempo, che dovrebbero essere riaperti per far spazio a cose nuove. Abbia-

mo già in programma una riunione il 10 ottobre con Riccardo Ventrella (direttore del Teatro della Pergola, ndr) per confrontarci a questo proposito. E i 300mila euro che erano stati stanziati per risanare il torrino di San Niccolò? Serviranno per riqualificare il museo di Palazzo Vecchio, il più importante museo comunale. Trasformeremo la Sala d’arme in un luogo dove ogni pomeriggio alle cinque ci sarà un incontro con una personalità di passaggio. E poi rifaremo la biglietteria, un bookshop e forse anche un cafè.

IL CONCERTO. Per la prima volta in Italia un one man show dell’artista francese

Wax Tailor, nuovi sound in anteprima I

n The Mood For Life, è questo il titolo dell’ultima fatica di Wax Tailor, che potrà essere ascoltato in anteprima in occasione dell’evento Mix’d up, l’11 settembre al Saschall. Tailor, artista francese di fama internazionale, condividerà per una sera col pubblico fiorentino le tracce del suo nuovo album. La presenza di Wax Tailor sarà ulteriormente valorizzata dalla presenza del collettivo fiorentino Overknights, che aprirà le danze, e dalla presentazione del nuovo progetto live di Bonnot (Assalti frontali) e Gruff, un vero e proprio show che si articola tra hip hop, drum’n’bass, scratch e elettronica. Il primo disco di Wax Tailor JC Le Saout aka esce per la prima volta nel 2004 e si intitola Tales Of The Forgotten Melodies. Il disco raccoglie molte critiche positive in Francia e diventa uno dei successi discografici dell’anno in tuttaEuropa. L’album inizia ad essere distribuito nel mercato discografico americano e Tailor inizia a proporre la sua musica nei quattro angoli del pianeta facendo da spalla ad artisti del calibro di Aceyalone & RJD2. Nel 2007 e nel 2008, in seguito all’uscita dell’album Hope & Sorrow, Wax Tailor parte per una tournée che prevede ben 200

date in tutto il mondo. Dopo la registrazione di Seize the day, il tema principale del film firmato da Cédric Klapish Paris, produce un remix per Asa (Jailer) e remixa un brano di Nina Simone per un album della Verve Label uscito alla fine del 2008. Nel 2009 lavora al suo terzo album In The Mood For Life in uscita il prossimo 21 settembre. La musica di Wax Tailor ha avuto un notevole impatto in tutto il mondo fin dal disco d’esordio Tales of the Forgotten Melodies. Un album che ha ricevuto critiche molto simili a quelle che di solito ricevono le migliori produzioni di DJ Shadow, RJD2 e Portishead. Con il suo secondo album Hope & Sorrow (80.000 copie vendute in tutto il mondo e due nomination sia al French music award che all’ US Indie music award) Wax Tailor conferma la sua identità. La sua proposta musicale, spesso etichettate nel genere trip-hop o down tempo hiphop, infrange le barriere di qualsiasi classificazione grazie all’utilizzo di una vasta gamma di suoni che traggono spunto dal soul, dal funk e dal jazz. Ingresso: euro 5 (prima delle 22), euro 8 (dopo le 22). Info: 346/8577597 /C.G. oppure www.switchproject.net

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cinquanta volti di una donna. Non una donna qualsiasi, ma il volto e il corpo della persona amata, della propria musa. Nascono così i “volti di Juliet” immortalati da Man Ray e esposti dal 12 settembre al 6 dicembre 2009 al Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art. La mostra Man Ray. The Fifty Faces of Juliet è una carrellata in cui il soggetto è sempre lo stesso - Juliet appunto – che si materializza in modo diverso a seconda dell’immagine. L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano ed è curata da Janus, insieme a Maurizio Vanni, direttore del museo. Verranno proposti al pubblico i cinquanta ritratti che l’artista scattò alla moglie, Juliet Browner, tra il 1941 e il 1955. The Fifty Faces of Juliet fu pensato da Man Ray agli inizi degli anni ’50 come libro in omaggio a sua moglie Juliet, ma anche come un “saggio” di opere foto-grafiche iniziato a Los Angeles nel 1941. Cinquanta fotografie, stampe originali in diverse tecniche e stili, alcune colorate a mano, di diverso formato che Man Ray ha dedicato a Juliet, la musa definitiva della sua vita. Man Ray, attraverso la fotografia ha offerto a se stesso e ai suoi modelli l’occasione di esplorare le possibilità creative dell’io, muovendosi straordinariamente dai registri più onirici e surreali alla pantomima, al puro “divertissement”. Juliet ne è stata uno dei soggetti più ricchi e straordinari. The Fifty Faces of Juliet sono il racconto di un amore e di una vita. Cinquanta ritratti in cui l’immagine di Juliet viene di volta in volta inventata, riscritta, modificata, esaltata con il segno della matita, con un intervento grafico, con la sovrapposizione di una stoffa, di un velo trasparente, occultata dietro una maschera, il suo volto incorniciato con un grande cappello alato, svelata nella sua nudità, trasformata in un ricamo. Le differenze che nella mente dell’artista materializzavano la straordinaria bellezza della sua metà, di quella donna incontrata in California per caso, quando per caso per sfuggire al pericolo nazista ritornò a New York da cui si allontanò quasi subito per trasferirsi d Hollywood, dove incontrò Juliet Browner, un’affascinante modella di ventotto anni dai lineamenti fauneschi e gli occhi a mandorla che le davano un aspetto vagamente esotico (Man). Nel 1946 Juliet sarebbe diventata sua moglie a Beverly Hills. Info: 0583 950499 www. luccamuseum.com

Una delle opere in mostra


cultura

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ON AIR. La moda dello studio radiofonico “fai da te” spopola anche a Firenze

Bentornate radio libere

fondatore di Saunaradio, radio online finanziata dalla Casa del popolo antellina - Eravamo fuori dal circolo con il solito gruppo di amici quando ci venne l’idea di dare vita a una radio tutta nostra. Così cominciammo a organizzarci e fare due conti, infine sottoponemmo i preventivi ai soci del circolo, che accettò di finanziare il tutto”. L’investimento per attrezzare la sala e pagare quota di iscrizione e licenza alla Siae è stato di circa 9mila euro, dilazionati nel tempo. Ma si tratta di una radio in piena regola, con una quindicina di programmi a cadenza settimanale e una trentina di ragazzi che vi girano attorno, tra conduttori, dj e tecnici. Ci sono poi coloro che non hanno una radio propria, ma si attrezzano per produrre un programma su altre radio online. E’ il caso dei Numa Crew, gruppo underground fiorentino, che da circa un anno ha un suo spazio su una web radio londinese, due ore di live in cui diffonde la propria musica, inediti compresi. “E’ un modo per farsi conoscere al di là dei confini nazionali - spiega Ninjaz, “vocalist” del gruppo - Noi abbiamo pubblicato diversi album per un’etichetta inglese”. E da casa di Ninjaz, in diretta sul web, hanno suonato ragazzi di tutta Italia. Perché si sa, la rete è un formidabile mezzo per stringere legami e le radio online non fanno eccezione.

Basta un computer e un software per ritagliarsi il proprio spazio e trasmettere in tutto il mondo attraverso la rete Internet Francesca Puliti

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he fine hanno fatto le radio libere? Sono state spazzate via dai grandi network nazionali e dalle regolamentazioni dell’etere o si sono solamente rifugiate da qualche altra parte, pronte a tornare alla ribalta? Il proliferare delle web radio sembrerebbe avvalorare questa seconda ipotesi. Alla saturazione delle frequenze tradizionali, si risponde con un mezzo dalle potenzialità pressoché illimitate: internet. Un po’ per moda, un po’ per gioco, un po’ per passione, ecco fiorire le radio libere dei nostri tempi. Fatte in casa, al circolo, al bar, basta un computer e un software. Il principio è semplice: il segnale non conosce confini, può essere ascoltato potenzialmente in tutto il mondo, ma la platea è molto, molto locale, di nicchia. Amici, appassionati di un genere musicale o giovani artisti ansiosi di farsi conoscere: sono loro i principali ascoltatori delle web radio. Una moda partorita nei primi anni ’90 dal mondo anglosassone e di recente approdata sulle rive dell’Arno. Di progetti ce ne sono tanti, alcuni vivono il tempo di una stagione, altri perdurano negli anni, come quello nato all’Antella, Bagno a Ripoli. “Tutto cominciò un po’ per scherzo una sera d’estate del 2006 - racconta Alessio Giannelli, professione dj e padre

IL LUOGO. Riapre per una mostra l’oratorio di Santa Caterina all’Antella

Gli Uffizi fanno tappa a Bagno a Ripoli

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n luogo misconosciuto, immerso nell’atmosfera poetica delle colline di Bagno a Ripoli. L’oratorio di Santa Caterina all’Antella è un piccolo scrigno, quasi sempre chiuso, che conserva al suo interno una porzione della più bella storia dell’arte fiorentina. Aprirà al pubblico il 19 settembre e rimarrà aperto fino all’ultimo giorno dell’anno per far spazio alla mostra “L’Oratorio di Santa Caterina all’Antella e i suoi pittori”, che fa parte del progetto “Città degli Uffizi”, promosso dalla Galleria degli Uffizi in partnership con la provincia di Firenze, che porta alcune delle opere solitamente conservate nei

depositi della galleria fiorentina, in luoghi studiati ad hoc per il file rouge che accomuna i loro percorsi artistici e storici. All’Antella i fari saranno puntati sul grande trittico di Angolo Gaddi, tornato agli Uffizi dopo un lungo restauro. Il trittico, collocato in origine sopra l’altare dell’oratorio, raffigura la Madonna col Bambino in trono fra i santi Filippo e Lorenzo e, nei tondi delle cuspidi, un Cristo benedicente e l’annunciazione. Purtroppo, a seguito di un furto avvenuto nell’oratorio nel 1921, non è più possibile ammirare la predella in cui erano raffigurati Cristo in pietà fra i dolenti, un miracolo di San Filippo e il martirio

di San Lorenzo. La ricollocazione temporanea nell’Oratorio di Santa Caterina viene quindi a ripristinare temporaneamente l’arredo originario della chiesa. Accanto al capolavoro dipinto dal figlio di Taddeo Gaddi, troveranno spazio anche opere provenienti dai depositi degli Uffizi, dal museo dell’Opera di Santa Croce, dalla pinacoteca nazionale di Lucca e dal museo di arte sacra di Incisa Valdarno, per un totale di dodici gioielli esposti. Un dialogo artistico del tutto inedito che si concretizzerà nel faccia a faccia tra le opere di Agnolo Gaddi, Spinello Aretino, Pietro Nelli e del Maestro di Barberino. /L.V.Z.

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FIORENTINA. Il Ds viola fa il punto sul mercato dopo la chiusura della sessione estiva

Corvino, l’uomo senza fretta. Di comprare I tifosi si aspettavano che il budget ricavato dalle cessioni di Melo, Semioli e Kuz venisse reinvestito per intero, ma lui spiega: “Ho avuto difficoltà a spendere tutti i soldi incassati: quelli rimasti saranno utilizzati quando ci saranno occasioni, senza ansie”. Prandelli è arrabbiato? “A me dice il contrario...”

Pantaleo Corvino

Cristina Guerri

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l calciomercato estivo è ormai terminato. Nell’ultimo giorno disponibile per i trasferimenti, il diesse viola Pantaleo Corvino ha portato a Firenze il giovane Savio Nsereko, e ha ceduto a titolo definitivo Da Costa (destinazione West Ham) e Kuzmanovic, che vestirà la maglia dello Stoccarda. Papa Waigo, invece, è andato in prestito al Southampton. E il Ds viola ha potuto quindi fare un punto sulla chiusura del mercato. Corvino, i tifosi si aspettavano che il budget ricavato dalla cessione di Melo, Semioli e Kuzmanovic venisse reinvestito completamente... Facciamo ordine per far capire quale sia il programma societario. In questa stagione, a differenza dei 50 milioni spesi lo scorso anno, con molta dignità ci siamo autofinanziati. Tutto ciò che veniva dalle entrate del mercato sarebbe stato reinvestito. Lo stiamo facendo, non nei tempi giusti forse, ma ho l’autorizzazione della società a

spenderli e reinvestirli. Ho avuto difficoltà a spenderli tutti e ne ho utilizzati solo una parte: quelli che sono rimasti saranno reinvestiti quando il mercato mi offrirà la possibilità di farlo, senza ansie. Ci parli di Savio, il suo ultimo acquisto. Ho dato al West Ham 2,5 milioni più Da Costa per un giocatore con importanti potenzialità. Non è un fenomeno, però ha potenzialità e chissà dove può arrivare. In precedenza avevamo seguito Upson, ma poi abbiamo deciso che i nostri difensori erano al suo livello. Il West Ham mi ha detto che se vendeva un difensore avrebbe preso Da Costa. Savio lo seguivo da tempo, ho chiamato Prandelli per chiederglielo, ma su questi giovani mi prendo io la responsabilità. Savio lo abbiamo preso come investimento, è un giovane che con Di Tacchio, Babacar e Seculin si aggregherà alla prima squadra. Si parlava dell’arrivo di un difensore centrale, cosa che non è accaduta... Leggevo che Prandelli volesse un difensore... ma lo voleva anche Corvino, così come lo voleva la proprietà. Chiamatela mia incapacità, non è deluso solo il mister, ma lo siamo tutti, se non abbiamo

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preso il difensore o chi per lui. Prandelli è contento del mercato? Prandelli è soddisfatto di tutti. A partire da Natali, per esempio. Quando ho venduto Melo, lui mi ha detto di aspettare, dicendo che l’alternativa al brasiliano l’aveva in rosa. L’alternativa, poi, non l’abbiamo trovata, e abbiamo optato per Cristiano Zanetti, sfruttando le idee e il mercato di quel momento. Stesso discorso vale per Castillo: per Prandelli andava benissimo, era contentissimo. Di Marchionni non c’è neanche bisogno di dirvi quanto fosse felice. La critica dice che Prandelli sia arrabbiato, ma lui mi dice il contrario. Girano voci secondo cui i Della Valle vorrebbero vendere la Fiorentina... La mia proprietà è delusa. Se chi critica pensa di poter portar qualcuno superiore ai Della Valle, che lo cerchi o che lo crei. Investono milioni ogni anno, con il quinto monte ingaggi d’Italia. Hanno chiesto a Firenze di aiutarci con la Cittadella Viola. Se saremo ancora tutti insieme, potremo portare avanti il discorso di aumentare il tetto ingaggi.

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VenerdÏ Dalle 12.30 alle 14.30 Sabato Dalle 09.00 alle 12.30 Endocrinologia – Dietologia Dr. Sandra Silvestri GiovedÏ Dalle 17.30 alle 19.10 Dr. Benedetta Ragghianti VenerdÏ 11.00-13.00/14.00-17.00 Gastroenterologia Dr. Ilaria Giangrandi GiovedÏ Dalle 17.30 alle 19.30 Dr. Ortolani Manuela VenerdÏ Dalle 15.30 alle 17.40 Geriatria Dr. Polidori Vezio Per appuntamento Ginecologia (5) Dr. Palma Berloco LunedÏ Dalle 15.00 alle 19.00 MercoledÏ Dalle 15.00 alle 19.00 VenerdÏ Dalle 15.00 alle 19.00 Dr. Francesca Rizzello LunedÏ Dalle 09.00 alle 13.00 Dr. Benedetta Mangani GiovedÏ Dalle 17.30 alle 19.30 Sabato Dalle 09.30 alle 12.00 Dr. Donatella Nannoni MartedÏ Dalle 09.00 alle 10.30 Dr. Filippo Tondi MartedÏ Dalle 16.00 alle 19.30 Dr. Marta Papini MercoledÏ Dalle 08.30 alle 13.00 Sabato Dalle 09.00 alle 12.30 Dr. Elisa Paoletti GiovedÏ Dalle 09.30 alle 13.00 Dr. Paola Morelli VenerdÏ Dalle 09.30 alle 11.30 Dr. Chiara Riviello VenerdÏ Dalle 11.30 alle 13.30 Medicina Legale Dr. Giuseppe Panichi MercoledÏ Dalle 14.00 alle 17.00 Neurologia Dr. Paola Ragghianti MercoledÏ Dalle 08.30 alle 10.00 Neurochirurgia (patologia vertebrale) Dr. Homere Mouchaty Sabato Dalle 09.00 alle 12.00 Neurofisiologia (6) Dr. Pierangela Liotta LunedÏ Dalle 10.00 alle 13.30 Mart-Giov Dalle 10.00 alle 13.30 MercoledÏ Dalle 10.00 alle 13.30 Oculistica (7) Dr. M. Antonietta De Giovanni LunedÏ Dalle 15.00 alle 19.00

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DIRETTORE SANITARIO: DR. ALESSANDRO PAOLI ORARIO DI APERTURA: 5VUUJ J HJPSOJ GFSJBMJ EBMMF BMMF PSF t *M TBCBUP EBMMF BMMF *M TFSWJ[JP JOGFSNJFSJTUJDP EJ JOJF[JPOJ JOUSBNVTDPMBSJ t TJ Fò FUUVB EBM MVOFEĂ– BM TBCBUP EBMMF PSF BMMF PSF PER TUTTE LE SPECIALISTICHE OCCORRE PRENOTARE LA VISITA GLI APPUNTAMENTI VERRANNO DATI PER ILGIORNO RICHIESTO DISPONIBILE IN ORDINE PROGRESSIVO RISPETTO ALL’ORARIO DI INIZIO DELLA SEDUTA

7JB EFM 4BOTPWJOP O t '*3&/;& Agopuntura Dr. Rosa Di Lernia MartedĂŹ Allergologia e Immunologia (1) Dr. Silvia CariďŹ LunedĂŹ VenerdĂŹ Dr. Stefano Turchini GiovedĂŹ Angiologia (2) Dr. Nicolina Cavallaro LunedĂŹ Dr. Angela Terreni VenerdĂŹ Cardiologia (3) Dr. Claudio Poli GiovedĂŹ Dr. Paolo Cecchi GiovedĂŹ Dr. Marco Vinci VenerdĂŹ Sabato Dr. Silvia Perlangeli MercoledĂŹ Chirurgia Dr. Riccardo Gattai MartedĂŹ GiovedĂŹ Chirurgia della mano e della spalla Dr. Filippo Poccianti LunedĂŹ Dr. Piergiuseppe Zampetti MartedĂŹ GiovedĂŹ Dermatologia (4) Dr. Cesare Filippeschi LunedĂŹ GiovedĂŹ Dr. Beatrice Magini LunedĂŹ MartedĂŹ MercoledĂŹ Dr. Cozza Carmela MartedĂŹ Dr. Elena Quercioli GiovedĂŹ VenerdĂŹ Dr. Giulia Mariotti MercoledĂŹ GiovedĂŹ Dr. Antonio Mastrolorenzo MercoledĂŹ Dr. Serena Bellandini VenerdĂŹ Dr. Cristina Lucin LunedĂŹ

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Pneumologia Dr. Laura Tinacci

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Dalle 15.30 alle 19.00 Dalle 08.30 alle 12.00 Dalle 09.00 alle 11.30 Dalle 17.30 alle 19.00 Dalle 15.00 alle 17.00 Dalle 09.30 alle 12.00 Dalle 17.30 alle 18.40 09.30-13.00/13.30-17.00 Dalle 09.30 alle 12.30 Dalle 09.00 alle 13.00 Dalle 15.00 alle 19.00

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Dalle 12.00 alle 13.30 Dalle 12.00 alle 13.30 Dalle 16.30 alle 19.00 Dalle 17.30 alle 19.00 Dalle 15.00 alle 17.00 Dalle 18.00 alle 19.00 Dalle 17.00 alle 18.00 Dalle 09.00 alle 10.30 Dalle 17.30 alle 19.00 Dalle 10.00 alle 12.00 Dalle 17.30 alle 19.30

LunedĂŹ MartedĂŹ LunedĂŹ GiovedĂŹ VenerdĂŹ MartedĂŹ MercoledĂŹ MercoledĂŹ VenerdĂŹ Sabato

Dalle 17.00 alle 18.30 Dalle 10.00 alle 10.50 Dalle 11.30 alle 13.00 9.00-10.00/14.30-16.00 Dalle 09.00 alle 10.00 Dalle 17.30 alle 19.00 Dalle 08.30 alle 09.30 Dalle 17.30 alle 19.10 Dalle 17.00 alle 18.30 Dalle 10.00 alle 11.30

MercoledĂŹ

Dalle 15.00 alle 19.00

Psichiatria Dr. Paolo Rossi Prodi Dr. Teresa Paolini Psicologia Dr. Ana Maria Donanovoa Dr. Maria Novelli Cappelli

LunedĂŹ MartedĂŹ

Dalle 17.30 alle 19.30 Dalle 16.00 alle 19.00

MercoledĂŹ MartedĂŹ MercoledĂŹ GiovedĂŹ

8.30-10.00/17.00-19.15 Dalle 09.30 alle 14.30 Dalle 11.00 alle 13.00 Dalle 13.30 alle 17.30

Urologia Dr. Angelo Zucchi Dr. Alessandro Della Melina Dr. Carlo Lotti

LunedĂŹ Dalle 16.30 alle 18.30 GiovedĂŹ Dalle 16.15 alle 17.15 MartedĂŹ Dalle 09.00 alle 11.00 GiovedĂŹ Dalle 17.00 alle 19.00 Terapia delle cefalee infantili Dr. Cinzia Scalas Mart-Ven Dalle 16.00 alle 19.00 Ecografia (8) (anche convenzione) Dr. Scrocca Marco MartedĂŹ Dalle 08.00 alle 14.00 Dr. Giovanni Branco GiovedĂŹ Dalle 08.00 alle 12.00 Dr. Stefano Papp VenerdĂŹ Dalle 08.00 alle 12.30 PRESTAZIONI IN CONVENZIONE: Ecografie: addome superiore, inferiore e completo, transvaginale, transrettale, tiroide, capo e collo. %S .BSDP 4DSPDDB martedĂŹ 08.00 - 12.00 / %S (JPWBOOJ #SBODP giovedĂŹ 08.00 - 11.00 / %S 4UFGBOP 1BQQ venerdĂŹ 08.30 - 09.30 Cardiologia: visita cardiologica, elettrocardiogramma, ecocardiogramma. Dr. Paolo Cecchi giovedĂŹ 14.45-16.15 "MMFSHPMPHJB QSPWF DVUBOFF QBUDI UFTU WBDDJOJ t "OHJPMPHJB FDPDPMPSEPQQMFS DBSPUJEFP WFSUFCSBMF BSUFSJPTP F WFOPTP BSUJ JOGFSJPSJ BPSUB BEEPNJOBMF BSUFSJF SFOBMJ t $BSEJPMPHJB &MFUUSPDBSEJPHSBNNB - Ecocardiogramma - Ecodoppler cardiaco - Holter Cardiaco e pressorio - E.C.G. sotto sforzo DJDMPFSHPNFUSP t %FSNBUPMPHJB %JBUFSNPDPBHVMB[JPOF -BTFS EFSNBUPMPHJDP &TBNF NJDPMPHJDP t (5) Ginecologia e Ostetricia: Colposcopia - Eco transvaginale - Eco pelvica transaddominale - EcograďŹ a per UFTU EJ TDSFFOJOH * USJNFTUSF * UFTU &DPHSBm B PTUFUSJDB EJ TDSFFOJOH * ** *** USJN t /FVSPm TJPQBUPMPHJB &MFUUSPNJPHSBm B t 0DVMJTUJDB $BNQJNFUSJB t &DPHSBm F "EEPNF TVQFSJPSF JOGFSJPSF F DPNQMFUP QFMWJDB PTUFP BSUJDPMBSF DBQP F DPMMP UJSPJEFB QBSBUJSPJEJ F HIJBOEPMF TBMJWBSJ UFHVNFOUJ F QBSUJ TVQFSm DJBMJ UFTUJDPMBSF USBOTSFUUBMF NBNNBSJB USBOTWBHJOBMF JO HSBWJEBO[B t BODIF JO DPOWFO[JPOF t 4J QSFHB EJ TFHOBMBSF BMM PQFSBUPSF MB OFDFTTJUĂ‹ EJ FWFOUVBMJ FTBNJ EJBHOPTUJDJ BM NPNFOUP EFMMB prenotazione


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sport nel quartiere

Settembre 2009

L’INTERVISTA. Il vicepresidente del Q4 illustra punti di forza e problematiche dell’attività sportiva

Traballesi: “Una piscina al Cavallaccio” Lorenzo Mossani

I

l vicepresidente del Quartiere 4, Franco Traballesi, ha un passato come membro della commissione sport. Per questo conosce bene i punti di forza e le problematiche di una zona di Firenze ricchissima di società sportive come quella dell’Isolotto e di Legnaia. Qual è il vostro obiettivo per lo sport? Il nostro impegno maggiore è quello di offrire impiantistica sportiva alle società e di provvedere al loro mantenimento, perché sono loro che danno vita al nostro movimento sportivo. Per fare questo ci siamo sempre impegnati a sostenerle a livello economico e non. Se ci sono, quali sono gli ostacoli per lo sport all’Isolotto e a Legnaia? Anche se fino ad ora siamo riusciti a mantenere gli obiettivi che ci siamo prefissati, ci sono segnali poco incoraggianti che indicano che avremo ancora meno risorse economiche da investire per lo sport. Quali sono le discipline presenti nel Q4? Sono presenti tutte le discipline, dal calcio ai cosiddetti ‘sport minori’. Abbiamo una rete fittissima di associazioni che realizzano tutti i tipi di sport, dalle arti marziali alla boxe, dalla danza al ciclismo e al pattinaggio, e addirittura abbiamo anche una squadra di tennis tavolo in serie A. Quali sono le società più importanti del vostro territorio? È impossibile fare una classifica, perché per noi sono tutte importanti. Un’importanza che cerchiamo di sottolineare anche con il ‘Premio Villa Vogel’, giunto alla settima edizione, che ha lo scopo di far conoscere il nostro movimento sportivo e di rendere merito ad atleti e società che lavorano e ottengono risultati. Basti pensare

“La micropiscina attuale non è sufficiente per un quartiere con così tanti abitanti, e l’unica alternativa è andare a San Giusto: per questo vorremmo una nuova struttura. Preoccupano i segnali di diminuzione di risorse per lo sport” a Francesco Casagrande (ciclista professionista che ha conquistato la maglia rosa nella tappa dell’Abetone durante il Giro d’Italia del 2000, ndr) e ad Anita Mariela Pinto (campionessa mondiale di canoa, ndr). Avete in cantiere anche iniziative con finalità sociali? Sì, attualmente nella palestra della Montagnola gestiamo i corsi per gli adulti e per la terza età. Inoltre, al Filarete, proponiamo corsi di ginnastica dolce per i portatori di handicap. Sono corsi che abbiamo allestito per il quartiere, ma sono molti gli iscritti provenienti anche da comuni limitrofi. Avete in progetto anche di creare alcune strutture? Abbiamo intenzione di completare il polo sportivo in località Le Torri. Un progetto importante che a breve vedrà l’apertura della prima palestra dedicata ai portatori di handicap. Inoltre, anche se di competenza dell’assessorato allo sport, il Quartiere 4 vorrà dire la sua anche sul parco sportivo del Cavallaccio. Quindi, se dovesse fare una richiesta all’assessore allo sport Barbara Cavandoli, cosa le chiederebbe? La micropiscina attuale non è sufficiente a soddisfare l’esigenza di un quartiere con così tanti abitanti, e l’unica alternativa è andare a San Giusto: per questo, vorremmo che fosse realizzata una piscina, che per altro è presente nel progetto del Cavallaccio.

Franco Traballesi

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sport

Settembre 2009

CORRI LA VITA. Domenica 27 settembre in piazza della Signoria

Sport e solidarietà per 13mila Simone Spadaro

Giani, il politico sportivo: “Tanti i progetti in campo” R

D

opo sei anni, “Corri la Vita” si sposta e lascia la storica piazza Santa Croce per trasferirsi in piazza della Signoria. E’ questa la novità più interessante della manifestazione benefica che, correndo, raccoglie fondi destinati a strutture pubbliche specializzate in terapie riabilitative e di assistenza alle donne malate di tumore al seno. L’iniziativa, in programma domenica 27 settembre alle 9.30, è organizzata in collaborazione con Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori), Ispo (Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica) e File (Fondazione italiana leniterapia). Sono ormai 170 i testimonial di questa manifestazione che punta, quest’anno, a superare le 13mila presenze. Due i percorsi realizzati con la Firenze Marathon: la gara competitiva da 10,7 km e la passeggiata da 5,7 km, con possibilità di visite nei luoghi più suggestivi di Firenze. E anche in questo, “Corri la vita” è unica. Da piazza della Signoria, i partecipanti attraverseranno il centro storico, i giardini e le colline dell’Oltrarno, la parte più spettacolare e suggestiva della città. Chi farà la passeggiata potrà fermarsi a visitare la chiesa di Orsanmichele, palazzo Strozzi Sacrati, il cortile di Palazzo Rucellai, il giardino Frescobaldi, la chiesa di San Jacopo, il chiostro di San Pier Martire, giardino Corsi e giardino di Boboli, il giardino e il museo Bardini.

CONI. Parla il neo presidente provinciale

Corri la vita - 2008

C’è ancora in tempo per le iscrizioni: presso la Lilt, Lega per la lotta contro i tumori sezione di Firenze (viale A. Volta 173, 055.576939, info@ legatumorifirenze.it), Firenze Marathon (viale M. Fanti 2, 055.5522957, info@firenzemarathon.it), la sede di File, Fondazione italiana di leniterapia (via San Nicolò 1, 055.2001212, info@leniterapia.it). L’obiettivo è battere il record di iscrizioni: sono già state preparate ben 13mila magliette arancioni. Contributo minimo: 10 euro. La partecipazione dei bambini sotto i 10 anni è gratuita. Tra i più noti testimonial di “Corri la Vita 2009”, ci

sono Sergio Muniz, il popolare attore e vincitore della seconda edizione de “L’Isola dei famosi”; il ventiquattrenne nipote del senatore Robert Kennedy, Bobby Kennedy III, regista impegnato in molte cause ambientaliste e civili; l’uomo pesce Umberto Pellizzari, famoso campione di apnea e conduttore di molti programmi dedicati alla scoperta dei fondali marini; Jimmy Ghione, agguerrito inviato di “Striscia la notizia”; e Andrea Agresti, cantante e componente de Le Iene. “Corri la vita” si conferma come un appuntamento classico d’autunno che coniuga sport e solidarietà.

educe da dieci anni da assessore in Palazzo Vecchio, Eugenio Giani raddoppia. Oltre a essere il nuovo presidente dell’assemblea comunale, lo è anche del Coni provinciale, organo di raccordo e di stimolo per federazioni, enti, associazioni, allenatori e atleti del territorio. Un’elezione che ha fatto storcere il naso ad alcuni, che vedevano nella candidatura di Giani un’intromissione della politica nel mondo dello sport. “La mia vittoria è stata più che legittima – risponEugenio Giani de Giani – e devo aggiungere che la principale protagonista di queste polemiche si è poi presentata con una fondo, e il fatto che continuerò a lavolista politica alle amministrative, non rare anche in Comune facilita molto riuscendo ad essere eletta. Credo che la possibilità di organizzare un evenmolte discussioni siano strumentali. to internazionale. Ci sono, inoltre, i In tutta Italia chi ricopre cariche poli- Mondiali di ciclismo del 2013. Non tiche è poi anche esponente di spicco mancherà il forte sostegno allo sport all’interno del Coni. Occorre pensare nelle scuole. E vorrei dei giochi stusolo ai reali valori che possono essere denteschi molto partecipati”: Ma uno spesi per il bene del Coni”. Tra i suoi dei sogni di Giani è anche quello di primi obiettivi, “l’incontro con tutti realizzare un “Palazzo dello sport” i presidenti delle federazioni e degli per le federazioni, gli enti e tutti coloro che svolenti di promoVoglio capire se c’è gono attività zione sportiva, la possibilità di organizzare agonistiche. per avere indi“Su questo, cazioni sugli a Firenze le Universiadi occorre guareventi da poter nel 2017 o nel 2019 dare l’aspetto organizzare. Voglio realizzare l’annuario del Coni patrimoniale. Ho già esposto il proprovinciale – aggiunge Giani – dove getto al segretario generale del Coni – troveranno spazio tutte le attività svol- precisa Giani – perché è da Roma che te nel corso del 2009. Voglio, inoltre, devono arrivare indicazioni. Mi semcapire, se c’è la possibilità di organiz- bra che tutti siano concordi, anche il zare a Firenze le Universiadi nel 2017 Coni regionale. Lavoreremo anche su /Sim.Spa. o nel 2019. Su questo m’impegnerò a questo”.

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sport

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L’INTERVISTA. A tu per tu con la campionessa di nuoto. “A Firenze ci sono società importanti”

Alessia Filippi, in acqua è nata una “stella” Lorenzo Mossani

Ci sono delle società storiche e altre che stanno diventando importanti nel capoluogo toscano, ma purtroppo un nuotatore se non è famoso non ha la stesse possibilità, per esempio, di un giovane calciatore. Sicuramente, da parte dei media ci sono più riflettori puntati su un ragazzo delle giovanili di calcio che su un nuotatore che magari è appena tornato dai Giochi Olimpici (per esempio Niccolò Beni, classe ‘86, ndr). Ha anche una passione per il calcio? Sì, mio padre da piccola mi portava alla stadio. È da lì che sono diventata romanista. Prima che mi facesse la domanda, pensavo a quanto mi sono mangiata le mani dopo il 4 a 1 subito al ‘Franchi’ nella passata stagione. Non perdevamo dalla Fiorentina da

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lessia Filippi è, con Federica Pellegrini, la stella della Nazionale di nuoto: le due atlete si contendono la leadership di popolarità a suon di record in acqua e fan sparsi in tutta la Penisola. Ma non solo. La fama di Alessia, ragazza semplice, è in continua crescita soprattutto dopo l’oro e il bronzo conquistati ai recenti Mondiali di Roma, ma anche per la correttezza e la bellezza. Sicuramente le ultime buone prestazioni delle due azzurre hanno acceso una certa rivalità, come racconta la Filippi. “Se non ci fosse rivalità non saremmo due atlete. Secondo il mio punto di vista, se vuoi ottenere certi risultati devi confrontarti continuamente con i più forti, aiuta a migliorarsi ogni giorno: il nuoto è uno sport individuale, non dimentichiamocelo”. Che rapporto ha con Federica Pellegrini? Siamo due atlete forti, ma tra noi non c’è assolutamente invidia, tutt’altro. Ci rispettiamo reciprocamente, anche se dentro di noi vogliamo essere le più veloci. Questo ha fatto salire anche l’interesse degli sponsor nei vostri confronti... Verissimo. Per fortuna, oltre che una semplice curiosità, c’è anche un discorso economico da non sottovalutare. Mi sento fortunata, nei cosiddetti altri sport non sono molti a guadagnare così. Vedo molti atleti competitivi che non hanno queste opportunità. A Firenze è possibile diventare campioni di nuoto?

Alessia Filippi

tempo, ma lo sport va così (sorride, ndr), o almeno così si dice. In realtà, dopo la rete di Vargas… meglio non commentare cosa ho pensato. Come vede la stagione di Fiorentina e Roma? Dal punto di vista tecnico stanno dimostrando in queste stagioni di essere sempre protagoniste sul campo, ma spero che il calcio cambi come il rapporto tra le due tifoserie. Qualsiasi sport è bello quando è leale. Facciamo sparire coltelli, cori razzisti e insulti dagli spalti e poi Roma e Fiorentina, come in qualsiasi altra partita dove c’è rivalità, diventerà un bello spettacolo per tutti. Non tollero la violenza e gli stadi ‘blindati’, sono una brutta immagine del nostro Paese.

VIAGGIO NEL PALLONE. Il direttore generale Salvatore Alfani: “Ormai è un sogno”

Dlf, una stagione piena di successi C

hi arriva al campo del Dlf si sente a casa. Gioca per il gusto di stare con i compagni di squadra, di vincere con loro insieme a uno staff di amici e persone preparate. Essenzialmente si spiegano così i tanti successi ottenuti in questa stagione in tutte le categorie. Il direttore generale Salvatore Alfani è stato uno degli artefici di queste vittorie: “Sono qui da sette anni – spiega Alfani - e mi sembra di essere in una famiglia. Quando abbiamo investito 400mila euro per i campi sintetici mi sembrava una follia. Ora tutto si è trasformato in un sogno”. Come avete ottenuto questi risultati? Con la passione e non limitandoci a fare solo

calcio. Seguiamo ogni nostro allievo, il suo bene è anche il nostro. Qual è stata la soddisfazione più bella? Sportivamente la conquista dei Regionali, umanamente ne ho avute tante. Quando cammino per strada e incontro i miei ex allievi, diventati uomini, che si avvicinano per abbracciarmi o per stringermi la mano, è una sensazione che vale mille vittorie. In questa stagione ci saranno nuovi innesti? Siamo felici di annunciare che ci siamo arricchiti del direttore tecnico, Fulvio De Santi, che seguirà tutte le squadre, aiutando anche gli al/L.M. lenatori.

Salvatore Alfani

PALLANUOTO. Fiorentina WP per lo scudetto, Rari per i play off

Meno squadre, più concretezza

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allanuoto ridimensionata. Due sole le squadre in serie A1: la Fiorentina Waterpolo nel campionato femminile; la Rari Nantes Florentia in quello maschile. La Fiorentina è l’unica squadra di Firenze ad aver vinto una Coppa dei Campioni e uno scudetto negli ultimi anni, e si è rafforzata ulteriormente rilanciando la sfida per il tricolore e per la leadership continentale all’Orizzonte Catania. Senza la Rari femminile che, retrocessa, ha preferito sciogliere la prima squadra e ripartire dalla serie C e con la Mc Donald’s Firenze in A2, la squadra di De Magistris si conferma l’unica realtà in grado di portare un alloro in città. “Abbiamo confermato tutte le ragazze ad eccezione della Stieber, che ci ha chiesto di essere ceduta all’Imperia”, spiega il tecnico della squadra vice campione d’Italia. “Ma, soprattutto, in un mercato fermo come quello italiano, abbiamo acquistato dalla Roma Simona Abbate. Una nazionale - prosegue De Magistris - con grande esperienza e che l’anno scorso ha segnato 25 reti”. Campionato al via il 17 ottobre. La Rari maschile cambia lo straniero. E’ stato acquistato un attaccante nuovo di zecca, Boris

"IL SUPERMERCATO ALIMENTARE SOTTO CASA"

Gianni De Magistris

Popovic, solo omonimo del tecnico Dusan Popovic, e si punta molto sui tanti giovani del vivaio. Riccardo Tempestini, neo Ds della società, ribadisce la filosofia intrapresa. “Puntiamo a ottenere risultati nel tempo e non nell’immediato, ma ci teniamo molto a far crescere i nostri giovani e a inserirli gradatamente in prima squadra. Per questo - aggiunge Tempestini - sono state fatte anche delle scelte. Popovic è un attaccante con un ottimo tiro, ex Bogliasco, ha segnato l’anno scorso 45 reti e può essere impiegato anche in fase difensiva”. Obiettivo play off. Fischio d’inizio, anche in /S.S. questo caso, il 17 ottobre.

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“GUERRA ALL’ALCOL, DICO LA MIA” Egr. direttore, ho letto con interesse l’articolo “in piazza la guerra all’alcol” pubblicato nel numero di agosto del Reporter, e mi hanno molto colpito le dichiarazioni dell’assessore alla sanità del nostro Comune. E’ stato fatto di questa città un grande locale per la vendita di alcolici: bar, pub, discoteche, minimarket (aperti fino a tarda ora), perfino phone center (che in teoria dovrebbero essere usati per telefonare a parenti lontani) che hanno scaffali di alcolici da far invidia a un supermercato e nel periodo estivo apertura di chioschi, tende e gazebi concessi dal Comune su territorio pubblico. Caro assessore, Lei bolla di demagogia il comune di Milano senza neppure aspettare i risultati di tale ordinanza. Noi a Firenze che siamo “i migliori” combattiamo il consumo dell’alcol fra i giovani (io direi fra 14 e 40 anni) con due spettacoli, di cui uno in piazza S. Spirito dove a non più di 20 metri dal palco c’è un bar aperto su suolo pubblico, e per terminare un tavolo di concertazione con i commercianti è come dire “finiamo a tarallucci e vino”. Siete veramente figli dei nostri politici di Roma, che spendono milioni di euro per la pubblicità contro il fumo ed hanno in mano il monopolio del tabacco. Come sempre si scarica le responsabilità sulla famiglia e sulla scuola quando per eccessivo buonismo e permissivismo abbiamo fatto in modo di esautorare dal loro compito questi due pilastri della società. Dovreste pensare che stiamo costruendo un esercito di futuri alcolizzati e che dovremmo riappropriarci del coraggio di dire “no” quando è necessario. Forse anche questa mia e-mail è demagogia e forse ha ragione Lei. Sergio “UNA QUESTIONE DA RISOLVERE TUTTI INSIEME” Egregio Direttore, la lettera inviata dal signor Sergio al Suo giornale mi offre l’occasione di chiarire meglio il mio pensiero e l’attività dell’assessorato alle politiche socio sanitarie sulla questione del consumo di alcool, soprattutto tra i giovani. Vorrei,

lettere

Settembre 2009 prima di tutto, precisare che ritenere demagogica l’ordinanza del Comune di Milano (i cui risultati non mi paiono particolarmente brillanti) non vuol certo dire che vogliamo fare di questa città “un grande locale per la vendita di alcoolici”, come ritiene il signor Sergio. Mi sono limitata ad osservare che il divieto di somministrazione di alcolici nei locali pubblici a minori di 16 anni era ed è già contenuto in norme vigenti che, senza dubbio alcuno, devono essere rispettate e fatte rispettare, così come già esiste il divieto di vendita ai minorenni. Questi divieti, già esistenti da tempo e che, ripeto, devono essere rispettati e fatti rispettare, non sono stati sufficienti a debellare un fenomeno sempre più diffuso e in fasce di età sempre più basse. Per questo non mi è parso uno strumento efficace l’introduzione di una ordinanza che andava a rafforzare divieti già esistenti e scarsamente applicati. L’impressione che ho avuto, anche per il clamore che il provvedimento ha suscitato, è stata quella di “molto rumore per nulla”. Nessuno immagina che a Firenze possiamo essere “i migliori”, come dice il signor Sergio, ma allo stesso modo nessuno può pensare che un fenomeno così complesso e diffuso si risolva ribadendo, sul piano locale, divieti che già ci sono e che tutti devono sentirsi già impegnati a far rispettare. Naturalmente l’attività dell’Amministrazione comunale su questi temi non si limita certo a “due spettacoli”; potrei parlare al signor Sergio di un sito internet (www. sostanze.info) con moltissimi accessi giornalieri, 900 domande agli esperti, 700 articoli pubblicati; potrei raccontare che gli spettacoli sono l’occasione per avvicinare i giovani ed informarli sui danni da alcool e sostanze; così come potremmo intrattenerci sull’attività di formazione rivolta al personale di molti locali notturni per responsabilizzarli sulla somministrazione delle bevande e su un servizio notturno di accompagnamento a casa dopo la discoteca per evitare che giovani vite si distruggano sulle nostre strade. Potrei far parlare gli operatori della task force che stanno in giro ad informare i ragazzi e che cercano di convincerli che l’abuso dell’alcool può bruciare il loro futuro. Potremmo discutere di queste e altre iniziative, senza la presunzione che siano esaustive, con l’umiltà di chi affronta un’impresa forse impossibile ma che abbiamo il dovere di tentare. Certo è che affidarsi ad un ulteriore divieto e pensare che la repressione ulteriormente inasprita sulla vendita di alcoolici sia risolutiva mi pare, e lo riconfermo, pura demagogia. E coinvolgere, su questo tema, i commercianti, i locali notturni, i distributori di alcoolici non è finire a “tarallucci e vino” ma è il tentativo di responsabilizzare proprio gli attori principali di questo dramma. Su questioni così complesse non possiamo riuscire se non INSIEME, se tutti non si sentiranno impegnati a fare la loro parte. Anche la famiglia e la scuola, signor Sergio, che sono, come Lei ben ricorda, “due pilastri della società” che dovrebbero formare non solo buoni medici o idraulici o ingegneri ma uomini e donne capaci di vivere dentro la società per aiutarla a crescere e migliorare. Può darsi che anche questa sia demagogia ma non posso dimenticare che, nonostante i tanti divieti, chi vuo-

le procurarsi alcool o droga sa sempre dove trovarli. Il nostro compito, accanto al doveroso e scontato impegno sul controllo, sta nel convincere i ragazzi, ognuno secondo le nostre capacità e responsabilità, ma tutti insieme, che dovunque si trovino alcool o droga, che siano più o meno accessibili, la loro vita deve svolgersi altrove. Stefania Saccardi Assessore alle politiche sociosanitarie del Comune di Firenze SULL’AREA CANI DI VIA CANOVA Sono allibita per la chiusura dell’area cani, una vasta area verde che si affaccia su via Canova, vicino all’altra vastissima area di villa Vogel, dove possono entrare solo bipedi!! La gente si lamenta per il chiasso discontinuo che fanno i cagnetti felici durante i loro giochi? Mi sembra alquanto intollerante e in contrasto con la tutela e i diritti degli animali la chiusura della suddetta area!! Sotto casa mia c’è un baracchino (vicino alla tamoil in via S. Martini) dove gli schiamazzi notturni sono all’ordine della notte e ogni volta che viene denunciato il disturbo della quiete mai nessuno interviene, e soprattutto continua a rimanere aperto e a servire alcolici oltre l’orario di chiusura!! Il tutto sotto un condominio, dove c’è gente che lavora e che si deve alzare la mattina presto per andare a lavorare!! Ma cosa fa il presidente del quartiere 4? Propone di chiudere l’area cani, unico posto dove i nostri amici a 4 zampe possono sgambettare felici, perché in altri giardini o non vi possono entrare oppure devono stare al guinzaglio, perché la gente intollerante non fa che lamentarsi!! L’abbaiare dei cani, quanto potrà durare? Non vi soggiornano certo ventiquattro ore su ventiquattro in quell’area!! Ma si chiudiamola: tanto Firenze è una città ipocrita!! Si vanta di emanare leggi sulla tutela degli animali, ma non li tutela davvero!! Lettera firmata UN “RISTORO” PER I VIAGGIATORI Alla Redazione, con la presente colgo l’occasione per segnalare la necessità un adeguato servizio turistico di accoglienza e ospitalità ai numerosi passeggeri di pullmann turistici che sostano nell’apposito parcheggio per bus turistici, credo a (considerevole) pagamento, situato a Firenze - località Varlungo - a lato del Lungarno Dalla Chiesa, al termine del viadotto del raccordo autostradale Marco Polo per/ da Firenze-Sud. Il suddetto parcheggio infatti è del tutto privo di servizi di ristoro, neppure automatici, e i bagni, che vengono aperti solo per l’occasione, risultano spesso presidiati da finti addetti questuanti - palesemente Rom - a cui nessuno degli operatori presenti (autisti, personale del box-ufficio, ecc) dice di allontararsi. Io stesso ho in alcune occasione informato della presenza di finti addetti ai bagni i vigili urbani, ma senza risultato. Auspico pertanto un apposito intervento delle preposte Autorità per garantire la possibilità di ristoro ai viaggiatori che vengono da lontano per visitare la nostra città e il termine del frequente accattonaggio abusivo ai bagni presso il parcheggio per bus turistici di Varlungo a Firenze. Lettera firmata

LE CASCINE E L’ARIA LUNGO L’ARNO Passando lungo l’Arno alle Cascine, nel tratto tra la pescaia dell’Isolotto ed il viadotto dell’Indiano, per qualche centinaio di metri l’aria è irrespirabile a causa del riversamento nel fiume, dalla riva opposta, delle acque di fogna. Due importanti cloache: il collettore Meridionale e quello delle Torri riversano insieme, con una cascata torrenziale, metri e metri cubi di acque reflue in Arno. E’ da anni che si parla di allacciare la rete fognaria posta in riva sinistra al depuratore di S. Colombano, ma fino ai nostri giorni non è successo niente di tutto ciò. A causa poi della magra estiva del fiume e della concentrazione di liquami nelle acque di rifiuto, la “pestilenza” è inaudita e non meno il carico inquinante riversato in Arno. E pensare che si va alla Cascine... per respirare un po’ di aria buona! Si organizzino pure le passeggiate ecologiche, le ripuliture di gruppo degli argini, ma non si faccia perseverare una situazione così schifosa (scusate il termine!) e malsana che rappresenta un’offesa al concetto di ecologia! Un fiorentino indignato “LE MIE CONSIDERAZIONI SULLA TRAMVIA” Egregio Direttore, con la calma della mobilità (del periodo feriale), invio queste considerazioni, che saranno a valere nei giorni caldi del traffico. Sulla linea 1 è stato detto tutto e di più, quindi parrebbe adesso necessario solo vederla funzionare. Ma purtroppo non è proprio così, perché ogni giorno si scoprono novità a dir poco allarmanti. Premetto che non faccio parte degli “anti”, ma appartengo a coloro che esigerebbero le cose fatte con intelligenza (normale) e buon senso. Mi soffermo perciò su un particolare che a mio parere di questi due elementi citati non ne ha conosciuti neppure uno. Anzi, prima di citare il problema, rivolgo Vostro tramite un appello al sindaco per cancellare un nome da una Via: G.B.Foggini. E non perché abbia qualcosa contro il grande artista, ma perché penso che vedendo egli lo scempio della tranvia in detta strada, non riesca a stare più tranquillo, là dove si troverà alcuni secoli dopo averci donate tante bellezze. Da qualche anno abbiamo imparato da altri che le rotonde sono migliori dei semafori e le pubbliche amministrazioni quando i bilanci lo permettono cercano di farle dove è possibile. La tranvia ci ha regalato nuovamente decine di semafori lungo il suo percorso, con i disagi che provocano, ed è una delle ultime scoperte, giacché in una parte del tracciato stanno entrando in funzione adesso, ma via Foggini, con 3 semafori in meno di 100 metri e con caratteristiche di servizio diverse fra loro, che sarà ben difficile coordinarli è veramente troppo, troppo, troppo. Ma il Gian Battista hanno voluto tenerlo sulla graticola più di una volta. Per chi ha seguito l’evento tranvia fin dall’inizio, non è stato difficile capire che nei progetti iniziali non era stato previsto come avrebbe girato da Via Foggini a Viale Talenti, tant’è che in una successiva progettazione a cose già compromesse si è rosicchiato un pò di sottopasso già esistente e con un tracciato abbastanza di fortuito. E questa è la prima. Ma poi non ci siamo accorti che a 200 metri di distanza traversava-


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BUCHE, PISTE CICLABILI E PERIFERIE Caro Il Reporter, sono un runner e percorro kilometri nella nostra città. Segnalo un forte disagio nel percorrere viale Della Chimera: la pista ciclabile e pedonale è ormai invasa dalla vegetazione e dai rovi che invadono la sede della pista, presenta numerosi avvallamenti e grosse crepe che rischiano di portarsi via parte dell’asfalto verso il torrente Mensola che, anch’esso, è nello stato di abbandono più totale. Mi auguro che il neoeletto sindaco Matteo Renzi dedichi attenzione alle periferie con interventi di normale manutenzione e sicurezza per i cittadini. Distinti saluti, Emilio

Gentile signor Emilio, quella della presenza di crepe e avvallamenti sulle strade è purtroppo una realtà ancora troppo diffusa nella nostra città. Dossi e buche, oltre che essere brutti da vedere, cosa ancor più grave in una città come Firenze - che è, o almeno dovrebbe essere, sinonimo di bellezza - vogliono dire insicurezza. Per pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti: insomma, per tutti. E troppo spesso, anche le piste ciclabili non sfuggono a questa realtà, presentandosi in condizioni tali da rendere ancora più difficile di quanto già non lo sia la vita di chi, lodevolmente, usa i pedali per spostarsi. Il sindaco Matteo Renzi, da lei citato, ha inserito tra i suoi 100 punti (ovvero tra le priorità da realizzare per Firenze) anche la lotta alle buche nelle strade, nonchè la manutenzione e il miglioramento della rete di piste ciclabili cittadina. Staremo a vedere. E anche le periferie, che ormai periferie lo sono sempre meno grazie ai progetti in atto o in arrivo in più zone, destinati a farle diventare sempre più “centri distaccati” - meritano senz’altro l’attenzione che lei reclama, e quindi tutti gli interventi necessari per la sicurezza di chi le abita. Anche per questo motivo, per “tenere d’occhio” i lavori che vengono svolti nei vari quartieri e nei comuni in cui esce Il Reporter, da questo mese sarà presente, in ogni edizione del nostro giornale, una nuova rubrica, dal nome “Lavori in corso”: uno spazio attraverso cui ogni cittadino potrà conoscere interventi e cantieri in programma ogni mese nel proprio quartiere (o comune) di residenza, con i divieti e le modifiche al traffico che questi comporteranno. Perchè nessuno (o quasi) venga preso alla sprovvista dal cantiere di turno. Matteo Francini no la tranvia arterie di primaria importanza come Via Baccio da Montelupo e la vecchia Pisana. Era tanto difficile su un vialone come il Foggini ed il Nenni prolungare il sottopasso per 3/400 metri, impostare una bella rotonda e far dormire sonni tranquilli a tutti compreso il Foggini? E per carità non si tirino in ballo i costi; per un opera che alla fine sborseremo tante centinaia di milioni di euro, quelli necessari all’interramento erano spiccioli, ma che comunque quanti fossero stati, non avrebbero mai pesato quanto gli anni di sacrifici richiesti (particolarmente in questo tratto) ai cittadini, commercianti, aziende, persone in transito ecc.e quanti ne richiederanno in fututro il caos del traffico. Insomma, almeno questo secondo aspetto meritava l’impiego di intelligenza e buon senso diversi. Ho chiesto di cambiare nome per rispetto al grande Foggini, faccio ora una proposta per tutti noi: “Via dell’offesa all’intelligenza dei cittadini”. S.G.

BIGLIETTI ATAF, LA MIA PROPOSTA In questi giorni si sente molto parlare dei biglietti Ataf. A Firenze, come tutti sappiamo, il biglietto è il più caro d’Italia. 1,20 € non lo troviamo in nessun altra città, e sarebbe fin troppo facile fare uno scomodo confronto con Roma o Miliano (...anche a livello di qualità del servizio). Da noi invece ho sentito dire che, anzichè diminuire il costo del biglietto, si vuole aumentare la durata delle stesso da 70 a 90 minuti. Personalmente non conosco le abitudini di chi fa queste scelte, ma 70 o 90 minuti non cambiano molto. In ogni caso non è possibile fare un’andata/ritorno con annessa la commissione del caso (sfruttare pienamente il biglietto è veramente una cosa rara, non mi è mai capitato nemmeno attraversando completamente la città). Inoltre, e la casistica è molto frequente, non mi sembra giusto che chi deve fare poche fermate debba pagare comunque 90 minuti di percorrenza. Per fare un esempio banale, se un operatore telefonico avesse un unica tariffa con scat-

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to alla risposta da 90 (o 70) minuti non credo che riscuoterebbe molto successo. La mia proposta è innovativa: fermo restando (...se proprio non si può fare di meglio...) i 70 o 90 minuti a 1,20 €, in aggiunta si potrebbero fare dei tagli da 10 minuti ad una tariffa da stabilire (per proseguire con l’esempio dell’operatore telefonico, si tratterebbe di una tariffa flash). Ma, e qui arriva l’innovazione, si potrebbe fare un biglietto elettronico prepagato con misurazione a tempo, a fermate o, più giustamente, a km percorsi (per posteggiare l’auto, per esempio, da anni è stata predisposta una scheda prepagata da 50 €, affinchè l’utente possa pagare per l’effettivo tempo di posteggio). Visto che su tutti gli autobus ci sono già delle obliteratrici “intelligenti”, basterebbe metterne un’altra in prossimità dell’uscita (o alle fermate) per completare lo Start/stop del biglietto elettronico. Disponibilissimo a sviluppare quanto sopra scritto, porgo i miei più cordiali saluti. Fosco N. L’ATTIVITA’ DELL’A.N.R.A.C. ALLE PIAGGE Gentile giornalista de Il Reporter, in merito al suo articolo su le “Piagge” del Luglio 2009, come Presidente Nazionale dell’A.N.R.A.C., Associazione culturale senza scopo di lucro basata sull’impegno volontario di artisti e operatori culturali, mi rammarico che Lei in esso non abbia fatto cenno alla nostra presenza operosa nel Quartiere. Le rammento che l’A.N.RA.C. è attiva alle “Piagge” da quasi 4 anni, che in tale periodo ha organizzato circa 200 mostre di pittura, scultura, fotografia, poesia ed altro accompagnando spesso tali esposizioni con feste per i bambini e gli abitanti del quartiere. Il nostro impegno culturale è stato così apprezzato dalla popolazione che si stima che in questi 4 anni il nostro spazio espositivo permanente sia stato frequentato da oltre 15.000 visitatori. Le sarei grato qualora le capitasse di nuovo di interessarsi della zona “le Piagge” di ricordarsi di questa attività. Colgo l’occasione per invitarla a venire a conoscerci presso la nostra sede al Centro Commerciale “Le Piagge” in via Lazio 10/7. Il Presidente Nazionale A.N.R.A.C. Alessandro Bolognesi GIARDINI DI VIA GRAN BRETAGNA, “CHI DEVE CONTROLLARE?” Gentili signori, non posso fare a meno di commentare tre articoli del vs. ultimo numero, che in buona sostanza sono collegabili, e si rifanno alla vivibilità del Quartiere 3. Leggo l’ intervista al confermato Presidente del Quartiere, ed allibisco nell’apprendere che questi sia soddisfatto del numero di preferenze personali che ha raggiunto, 449; a me pare che il rapporto possa essere riconsiderato, ove si tenga conto del numero complessivo dei votanti, che non conosco, ma che posso supporre sia intorno ai 15/18.000; mi sembra sia evidente a circa 10.000 egli sia indifferente, mentre gli altri non lo hanno votato; ecco si dovrebbe preoccupare più di tutti questi, più che compiacersi degli altri. Io penso che l’opera di un Pubblico Amministratore, così come nella vita privata, sia cercare di risolvere i proble-

mi difficili, perché fare una fontanella, piantare alberi, fare una fogna, asfaltare, sia alla fine un ns. sacrosanto diritto, non solo di vederlo fare, ma di vederlo fare anche bene, visto tra l’altro, che lo paghiamo. Anche la questione dell’Oratorio di Via Villamagna, di cui oggi si parla tanto, ma deve emergere perché la gente protesta? Non ci era mai passato nessuno davanti? Ma veniamo a dove il dente duole; io abito in Via Gran Bretagna, dove fino ad un anno e mezzo or sono non ci si poteva lamentare più di tanto. Come noto da tempo, il giardino è divenuto luogo abituale di incontro di un nutrito gruppo di giovani, e non voglio qui ripetere la descrizione di quello che vi succede, dal primo pomeriggio (a scuole chiuse, altrimenti dal mattino) all’una, le due della notte; basta andare a rileggere quanto avete già scritto. Chi deve garantire la mia tranquillità e quella dei miei vicini? (ma voglio parlare solo per me); chi mi deve proteggere dal fatto che questo assembramento non mi provochi anche nocumento al patrimonio immobiliare sotto forma di svalutazione, per i disagi evidenti? Penso le istituzioni. Con lettera del 21/8/2008 , il presidente mi scrisse che aveva in animo più iniziative, metodi nuovi, sui quali non poteva dirmi per motivi di riservatezza. Ebbene un anno dopo siamo allo stesso punto, anzi peggio, perchè questi giovanotti/e sono cresciuti, ed in più mi tocca anche sorbirmi gli impianti stereo delle macchine, che si sono aggiunte ai motorini, rumorosissimi, manovrati con assoluto disprezzo del rispetto dei vicini. Volevo aggiungere qualcosa anche sullo svuotamento degli oratori; oltre 50 anni or sono lo frequentavo, quando la Chiesa di Piazza Della Costa era in un anonimo fabbricato; penso che il motivo per cui oggi non lo si frequenti più tanto sarà certamente perché siamo nell’era della Play Station, ma anche perché allora, come sono sicuro oggi, vi si insegnava l’educazione; non si scriveva sui muri, non si smoccolava, non si facevano rutti a tutto volume, non si gridava c… qua, vaffa là. Oggi meglio andare ai giardinetti dove non ti dice nulla nessuno e si fa il proprio comodo; io non ho mai visto un vigile; lo ha forse mandato il Quartiere? Certamente i danni qualcuno li vede perché sia i lampioni che le panchine vengono manutese. Un mesetto e mezzo or sono una mia temeraria vicina ha fermato una vettura dei Carabinieri che passava di qua, e loro diligentemente hanno fatto un intervento, un’ora di tranquillità! Cordiali saluti Lettera firmata GRAZIE AL CHICCHIRICHÌ Caro Reporter, ti sarei grato se volessi ringraziare da parte mia il proprietario di un “galletto” che spesso sento cantare.Ho sempre voluto bene alla campagna fin da bimbo e questa “piccola voce”, che viene dal Viale Righi-Viale Bassi me la fa ricordare e rivivere. Mi permette di sognare. Grazie. F.S.


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Concerti Pooh 17 settembre Nelson Mandela Forum Anticipato dall’omonimo brano inedito, è uscito “Ancora una notte insieme”, l’ultimo (doppio) album di Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Stefano D’Orazio e Red Canzian. Il disco segna l’uscita dal gruppo dei Pooh del batterista Stefano D’Orazio, dopo 38 anni di carriera artistica con i “fab four” italiani, che hanno venduto oltre 25 milioni di album e 23 milioni di singoli. “Ancora una notte insieme” (su etichetta Atlantic/Tamata e distribuito da Warner Music Italy) non è la solita raccolta celebrativa, ma un disco con un concept e una motivazione ben precisi: nasce dalla voglia di raccogliere, per l’ultima volta tutti insieme, i brani che i Pooh hanno cantato a quattro voci e nei quali ognuno di loro ha dato una sua personale “lettura“ degli argomenti trattati. I racconti singoli, all’interno della stessa canzone, di quattro compagni di avventura che si confrontano con visioni della vita e con caratteri magari diversi tra di loro. E questo spirito di unione e di confronto lo ritroviamo anche nella title song “Ancora una notte insieme“, un brano scritto apposta per questo momento particolare, dove i Pooh, con lo stile che li ha contraddistinti fino ad oggi, condividono e riescono a cantare la partenza di uno di loro ancora una volta insieme e non contro. Nel rispetto per la scelta di un amico. Motel Connection 19 settembre Viper Theatre La stagione di concerti del Viper Theatre si apre il 19 settembre con il concerto dei Motel Connection, band nata nel 2000 dall’incontro di Samuel, voce dei Subsonica, Pisti e Pierfunk (ex bassista dei Subosonica). A Firenze portano il loro repertorio insieme agli ultimi

successi, che anticipano l’uscita dell’album H.E.R.O.I.N. , prevista per il gennaio 2010. Peter Murphy 1 ottobre Viper Theatre

Realtà manipolate. Come le immagini ridefiniscono il mondo Dal 25 settembre al 17 gennaio 2010 Strozzina – Palazzo Strozzi

Il nuovo progetto del Centro per la cultura contemporanea Strozzina analizza Il leader dei Bauhaus, goth rock band il tema della manipolazione e della ricobritannica, arriva in Italia per un tour struzione della realtà tramite l’immagine con il suo attesissimo progetto solista. fotografica e video nei lavori di ventitré Peter Murphy, insieme a personaggi del artisti contemporanei internazionali. In calibro di Robert Smith (Cure), Siouxsie esposizione i lavori di artisti che esaltaSioux (Siouxsie & The Banshees) e Ian no le potenzialità delle nuove tecniche Curtis (Joy Division) rappresenta senza video-fotografiche rifiutando processi di dubbio alcuno una figura di primaria post-produzione. I lavori in mostra creimportanza per quanto riguarda la sce- ano visioni inedite del mondo giocando na musicale inglese e mondiale degli con le aspettative dell’osservatore. anni 80. Album come “In the flat feld”, “Mask”, “The sky’s gone out” e “Burning Il fasto e la ragione. Arte del from the inside” sono autentiche pietre Settecento a Firenze Fino al 30 settembre miliari. Galleria degli Uffizi

Le mostre

Shooting Marinetti. Le parole del Futurismo Dal 17 settembre

Biagiotti Progetto Arte

In occasione delle celebrazioni per il centenario del Manifesto Futurista, la galleria Biagiotti una mostra un po’ speciale, dove un gruppo di giovani artisti è stato chiamato a raccontare/interpretare il futurismo visto coi propri occhi. Le curatrici della mostra sono Flavia Fiocchi e Debora Ercoli. Ginna Futurista. Armonie e disarmonie degli stati d’animo Fino al 20 settembre Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti Mostra dedicata al maestro Arnaldo Ginanni Corradini, in arte Ginna e organizzata alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti in occasione del centenario del movimento Futurista.

120 tra sculture, dipinti e complementi d’arredo per tracciare i contorni dell’arte del Settecento a Firenze, che pur non avendo influenzato in modo in modo determinante l’aspetto della città, ha rivisitato in chiave neoclassica e tardo barocca il gusto del diciottesimo secolo all’ombra dei campanili fiorentini. Il Fasto e la ragione, ne rappresenta una sorta di summa, che porta nei locali della galleria degli Uffizi i più begli esempi di un secolo troppo spesso dimenticato.

Sagre e feste Festa dell’Uva Dal 26 al 28 settembre Impruneta – Firenze Una tradizione che dura da 83 anni con il saluto del sindaco e la tradizionale sfilata dei carri allegorici dei quattro rioni della cittadina alle porte di Firenze. Una lotta all’ultimo carro per la grande sfida a suon di colori, coreografie e colpi di scena. Tutto intorno l’atmosfera tipica del Chianti fiorentino, con degustazioni

di piatti tipici, buon vino e il tepore che riscalda belle giornate di inizio autunno. Sagra del capitone 18 settembre Sasso d’Ombrone – Grosseto Degustazione di piatti tipici nella più tradizionale cornice della campagna grossetana, il tutto annaffiato da una buona dose di vino. Le massaie del posto prepareranno il celebre capitone “alla barbarossa”, oltre ad altre specialità come l’anguilla in umido. Sarà inoltre possibile visitare mostre, assistere a degli spettacoli e prendere parte all’iniziativa “cantine aperte”.

Teatro La stagione Dal 17 novembre

Teatro della Pergola

Con un po’ di ritardo, dovuto alla fine dei lavori di adeguamento del teatro, è stata presentata la stagione 2009/2010 della Pergola. Conta ventuno spettacoli e tra questi spicca una grande attenzione agli autori italiani tra classicità e novità. Dal Goldoni di Servillo al Soldati di Bosetti, da un Savinio poco noto fino al premio SIAE Clementi che porta sulla scena Ornella Muti. Un doppio ricordo di Eduardo nel venticinquesimo anniversario della scomparsa con Luigi De Filippo e Geppy Gleijeses, e tre variazioni di Pirandello. Glauco Mauri e Gianmarco Tognazzi portano tocchi di “noir” con richiami al cinema, mentre la “strana coppia” D’Abbraccio/Pozzi e Debora Caprioglio corteggiano la commedia leggera. Una sapiente pennellata di Shakespeare, con Lorenzo Lavia e una di Dostoevskij dalla mano di Tato Russo; e poi Ugo Chiti, Sandro Lombardi e Federico Tiezzi. Dopo diciassette anni torna un allestimento di Luca Ronconi, mentre Maurizio Scaparro rende omaggio alla poesia e al fascino dell’Oriente con Polvere di Bagdad. Immutate le formule di abbonamento.


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