Il reporter-Quartiere 1-novembre 2009

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Periodico d’informazione locale. Anno III n.58 del 2 novembre 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

PRIMO PIANO

OPERE

NOVEMBRE 2009

Diritto di voto ai cani, pleasee Andrea Muzzi*

I OSPEDALI, NOVITÀ IN CORSO Completato il primo lotto di lavori dentro Santa Maria Nuova, per Torregalli rifacimento ex novo PAG.18

SAN FREDIANO RINASCE Residenti e commercianti del Borgo uniti per la sua riqualificazione: l’area ritrova la sua anima PAG.3

SPORT

Come cambia il trasporto in centro Addio cari vecchi parcometri

PAGG.8-9

meteo

di Puliti-Righi

T ZANETTI, IL RITORNO Accolto con un po’ di diffidenza, il centrocampista ha già fatto dimenticare Felipe Melo PAG.36

empo di cambiamenti, signori: qualcuno già partito, altri imminenti. La rivoluzione più grande riguarda la sosta. Da gennaio 2010 cambierà la tavolozza delle strisce dei parcheggi: in quelle bianche si parcheggerà gratis, in quelle blu ci andranno i residenti. Non è finita: arriveranno quelle rosa per le mamme (che potranno anche entrare nelle ztl) e, da-dan, verranno create strisce viola per i privati che affitteranno il suolo pubblico. In tutto questo se ne andranno i parcometri e le zcs saranno solo 5. Altre rivoluzioni invece sono già partite: nei parcheggi degli ospedali nelle ore di “passo” si parcheggia gratis ed è stata messa in moto Sweepy Jet, la macchina che PAGG.10-11 lava le strade senza che si debbano spostare le auto.

È un autunno matto da legare

A SCUOLA DI CAPOEIRA La prima del genere a Firenze è nata nel quartiere 1. E gli appassionati aumentano PAG.38

PAG.12

LAVORO. In Toscana boom di domande per un posto nell’Esercito

Arruolarsi per combattere (la crisi) L

a crisi c’è, eccome. Lo sanno bene lavoratori e imprenditori di casa nostra, piccoli o grandi che siano. E lo conferma anche l’assessore provinciale Elisa Simoni, secondo cui “è folle pensare che la crisi sia finita”. E allora ci si ingegna per cercare di venirne fuori, e si tentano tutte le vie d’uscita possibili. Un aiuto, in questo senso, sembra venire dalla “green economy”: c’è infatti chi giura, tra gli addetti ai lavori, che quella dell’indu-

stria sostenibile sia la giusta direzione da seguire per aggirare le secche del mercato. E poi c’è chi, da questa crisi, prova a uscirne da solo, diventando “imprenditore di se stesso”. Si tratta di coloro che, magari dopo aver perso il posto da dipendente che avevano da una vita, provano a mettersi in proprio. A scommettere su se stessi. Tanto che, negli ultimi mesi, in provincia di Firenze è aumentato il numero delle imprese attive, così come l’età degli

(aspiranti) imprenditori. Per molti, però, questa è una scelta di ripiego. Cosa che invece non sembra essere l’ultima tendenza registrata in Toscana in fatto di lavoro: l’arruolamento nell’esercito. Nel 2009 c’è infatti stato un notevole incremento di domande da parte dei giovani di casa nostra. Che, alle prese con difficoltà crescenti nel trovare un impiego, hanno pensato bene di affrontare la crisi “combattenPAGG.16-17 dola”. In divisa.

EDIZIONE DEL QUARTIERE 1 • 36.099 COPIE DISTRIBUITE DA

n America sta impazzando la moda di vestire anche i cani per Halloween. Il cane è il migliore amico dell’uomo e, si sa, chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Il cane oramai ha assorbito tutte le nostre abitudini. Una volta al cane gli facevi un fischio e quello ti prendeva il giornale e te lo portava al divano. Adesso se ad un cane gli fai un fischio, quello ti guarda come per dire “Stai zitto, sto leggendo il giornale sul divano!”. L’uomo ha fatto diventare il cane uguale a se stesso. Si può vestire un cane? Il mio vicino di casa al suo cane mette addirittura l’impermeabile. Povera bestia: tutte le volte che va in calore, se lo apre come fosse un maniaco sessuale. L’altro giorno ai giardini l’hanno arrestato per atti osceni. Il problema dei cani è che dovrebbero fare i cani, invece non hanno più niente di animale. Una volta mangiavano gli ossi. Oggi invece seguono diete specializzate, bevono bibite energetiche. Una volta avevano nomi da animali: Black, Fulmine, Argo. Oggi invece si chiamano come noi: Filippo, Duccio, Giorgio. Ieri alla fermata dell’autobus ho visto un mio amico e l’ho chiamato “Marcello!”. Si sono voltati dieci cani. I cani sono a tutti gli effetti come noi. Alcuni, addirittura, lavorano e guadagnano meglio di noi: mi riferisco a Rex. E allora perché non si riconoscono anche ai cani gli stessi nostri diritti? Per esempio, propongo di estendere anche ai cani il diritto di voto. Mica a tutti, solo a quelli italiani: il chihuahua per esempio è cinese, e voterà a Pechino. *Comico

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Il Giornale del tuo Quartiere


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Novembre 2009

Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino

VIA NAZIONALE. La struttura ha abbandonato la destinazione d’uso per i pubblici spettacoli

La rinascita “lenta” del cinema Apollo

Il progetto prevede il mantenimento di galleria, ex foyer e palco, considerati elementi di valore. Prevista la realizzazione di un parcheggio, tre negozi, un ristorante e appartamenti. Ma prima l’edificio deve essere sanato dall’amianto Gaia Grassi

N

on sarà una sala congressi e nemmeno una sala bingo, non sarà un supermercato e neppure un parcheggio silos: l’ex cinema teatro Apollo di via Nazionale, a causa delle norme di sicurezza, abbandona definitivamente la destinazione d’uso di luogo deputato per i pubblici spettacoli per trovare un nuovo e definitivo utilizzo, anche se occorreranno ancora tempo e pazienza per ultimare i lavori. I motivi che ne hanno procrastinato la realizzazione sono molteplici e si succedono da quasi venti anni: vendita dell’immobile, progetti onerosi o incongruenti con l’area o D.i.a. scadute. L’ultimo progetto risale al 2004, e l’autore, l’architetto David Palterer, sembra esserne molto orgoglioso, perché è riuscito a rispettare tutti i punti che hanno invece fatto naufragare le ipotetiche altre destinazioni, compresi i vincoli della sovrintendenza – che sono in seguito rientrati nel piano regolatore - e le leggi sui beni architettonici. Il progetto prevede il mantenimento dell’ex foyer, della galleria e del palcoscenico, considerati elementi esemplari di una delle migliori architetture dell’anteguerra. La struttura fu infatti inaugurata nell’anno 1936 - a quell’epoca portava il nome di Teatro Rex, cambiato poi in “teatro cinema Apollo” dopo il ventennio fascista - su progetto dell’architetto Nello Baroni con la collaborazione del celebre Giovanni Michelucci e di John von Neumann. Mantenendo quindi questi elementi come tema del progetto, il foyer si trasformerà in un parcheggio da 38 posti auto; la galleria sarà divisa in due piani, ospitando al piano terreno tre negozi di media grandezza e al primo piano un bar ristorante. La zona che un tempo era occupata dal palcoscenico, invece, ospiterà un grande edificio diviso in 40 appartamenti di circa 60 metri quadrati a destinazione “residence” per soggiorni medio-lunghi. Questo progetto è il risultato

di una riflessione che, oltre a rispettare le strutture architettoniche di rilievo artistico, mira a evitare un’ulteriore attrattiva di traffico - considerata la situazione già difficile di via Nazionale sotto questo aspetto - e nondimeno a evitare la nascita dell’ennesimo supermercato. Per questo, nel progetto compaiono i tre “negozi di media grandezza”, ovvero non superiori a 250 metri cubi ciascuno, detti anche “negozi di vicinato”. “I lavori potrebbero finire intorno al 2012 se non si incontreranno ulteriori problemi”, dice Oberdan Armanni, dirigente del piano strutturale del progetto sino allo scorso giugno. Che continua: “Al momento l’intoppo, se così vogliamo chiamarlo, è la necessità di sanare la struttura dall’amianto. Si tratta di un’operazione che richiede molto tempo, ma una volta terminata si arriverà presto alla conclusione del progetto. Una ditta si sta oc-

Sarà una bella ventata d’aria fresca, per il centro in generale e per via Nazionale in particolare cupando del problema, e i lavori sono quasi finiti”. E sarà una bella ventata d’aria fresca per il centro in generale e per via Nazionale in particolare. “Il cinema Apollo rappresenta l’aspetto più drammatico di via Nazionale – spiega Paola Besutti, presidente del comitato ‘Insieme per San Lorenzo’ - il cantiere rende inagibile il marciapiede e inevitabilmente rallenta il traffico già denso. Abbiamo sempre avuto notizie indirette rispetto al locale e speriamo di liberarci il prima possibile di questo cantiere che, oltre al traffico, apporta molta sporcizia e un senso di degrado”.

IL CASO. Dopo l’appello del sindaco Renzi

Riapertura di una sala, l’Oltrarno ora ci spera

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iccole sale che sapevano di tabacco. Film di serie B destinati a entrare nel mito. La storia dei cinema d’Oltrarno è una “epopea” di terze, quarte e quinte visioni, di generazioni “povere ma belle” allevate nella penombra della settima arte. Dopo che il sindaco Renzi ha lanciato un appello per la riapertura di almeno una sala al di là dell’Arno, i fortunati che vissero quella stagione la ricordano con rimpianto e nostalgia. “Sembra incredibile, ma al Goldoni c’era anche il varietà”, racconta con un sorriso Maurizio Paoli, autentica memoria storica dei cinema fiorentini, nonché presidente di Anec Firenze. “La censura non faceva che alimentare l’istinto a trasgredire, film come The Rocky Horror Picture Show esprimevano anche questo”. Controcultura e semplice desiderio d’evasione s’incrociavano così nelle sale stipate dei cinema d’Oltrarno, all’Artigianelli di via de’ Serragli come nel tanto celebrato Universale. La parola multiplex era ancora sconosciuta e neanche l’avvento della televisione era riuscito a intaccare il primato del cinema nell’immaginario collettivo. “Ma a quei tempi si vendevano 700mila biglietti in più - spiega ancora Maurizio Paoli - e di certo non c’erano tutte le alternative che ci sono oggi. Detto questo – continua - molte responsabilità le hanno quei proprietari che hanno strozzato il mercato, preferendo concentra-

re tante sale nella stessa struttura”. Il tramonto dell’era Cecchi Gori, è cosa nota, è andato di pari passo con la “desertificazione” dell’offerta cinematografica in città, e in particolare in Oltrarno, dove oggi ci si interroga su quale vecchia sala sia possibile riaprire. A una prima ricognizione, l’unica soluzione praticabile appare il Goldoni. L’Eolo deve ancora riprendersi dall’esperienza del Bingo, e gli altri cinema (come l’Eden di via Fonderia) sono stati convertiti in altre attività. “Peccato non ci sia più l’Astor... - conclude Maurizio Paoli - una sorta di atelier ante litteram che ci ha regalato grandi film. E’ davvero sconfortante che un patrimonio del genere sia andato disperso in pochi anni”. Già,

A una prima ricognizione, l’unica soluzione praticabile appare il Goldoni perché un film all’Eden o all’Artigianelli, in fondo, valeva più delle poche lire del biglietto. C’era chi giocava a riconoscersi con la commedia all’italiana e chi vedeva materializzate le proprie aspirazioni in pellicole come Gangster story e Easy Rider. Mentre, poco distante, ragazzini di passaggio ridacchiavano davanti alla vetrina del cinema Arlecchino. /L.S.


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il giornale del tuo quartiere

IL FATTO. Residenti e commercianti del Borgo uniti per la riqualificazione della zona

E San Frediano ritrova la sua anima IL PROGETTO

Meno di un anno fa l’incendio del chiosco

Stop al degrado con le “Botteghe aperte”

in piazza de’ Nerli, poi la nascita

San Frediano e il “Club Paradiso”. Pare proprio che la vita del rione stia a cuore a tanta gente: anche per questo, nel 2000, è nato il progetto “Botteghe aperte a San Frediano”. L’obiettivo dell’associazione è quello di mettere fine al degrado del territorio che, più o meno evidentemente, sta mettendo in pericolo l’anima storica del Borgo. Per questo, il “Club Paradiso”, che ha sede in via dell’Orto 24/r, si pone come prima meta quella di dare un nuovo punto di riferimento per riallacciare i rapporti tra artigiani e residenti. Da questa base poi si organizzano attività culturali e assistenza ai cittadini. La “bottega dell’artigiano” è un luogo in cui non solo si creano delle “cose”, ma dove si scambiano due parole, e dove le persone possono anche incontrarsi. La riqualificazione del Borgo riparte dal basso, dalle sue origini per avviarsi al futuro senza perdita di sostanza.

di una nuova coscienza che ha portato alla creazione di un’associazione Gaia Grassi

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i dice spesso che da cosa nasce cosa: il detto sembra calzare a pennello riguardo agli ultimi sviluppi delle vicende di San Frediano. È passato quasi un anno da quando il chiosco della trippa di Simone Balleggi, in piazza de’ Nerli, è andato a fuoco per un incendio doloso, ma dalle ceneri del chiosco è nata una nuova coscienza del borgo che ha unito i residenti. La stoffa già c’era. Lo testimonia il fatto che lo stesso Simone, “il trippaio di S. Frediano”, ha dovuto interrompere la sua attività solo per pochi giorni, il tempo necessario perché i ristoranti e i bar dei dintorni si organizzassero per creare un’alternativa di cucina e pentole per preparare trippa, lampredotto e altre leccornie tipiche della nostra città. Poi, grazie ai proventi di una cena organizzata per l’occasione, Simone ha ottenuto un nuovo chiosco. La cena ha portato però anche alla nascita dell’Associazione di S. Frediano, conseguenza di uno spirito comune ai residenti che evidentemente non è andato perduto nonostante i repentini cambiamenti della vita sociale riconducibili a più fattori. Caratteristica dell’associazione è quella di comprendere tutte le categorie: artigiani, commercianti e residenti. Questa ritrovata unione, però, non è che il primo solido passo verso una prospettiva più ampia. La volontà principale è quella di riqualificare il tessuto urbano del Borgo, da anni preda di ciò che viene definita “una generale sciatteria”. Ma quali sono, a detta di chi il quartiere lo vive, i problemi che richiedono interventi più o meno urgenti da parte dell’amministrazione? “Vorremmo riportare la nostra zona a un più alto livello di vivibilità attraverso interventi pratici – spiega il vicepresidente dell’associazione San Frediano, Alfredo Cozzi - ad esempio spostare il mercato da piazza de’ Nerli alle mura di Santa Rosa, e magari integrarlo con banchi che vendano anche prodotti specifici della nostra regione”. Poi continua: “E ancora, migliorare la viabilità spostando la porta telematica sino all’angolo con piazza del Carmine per evitare la deser-

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Piazza del Carmine

tificazione di certe zone, migliorando il commercio, quindi i problemi dovuti al degrado e alla sicurezza, che non a caso sono sfociati, per esempio, nel rogo del chiosco di Simone”. Si è parlato anche delle opportunità che offrirebbe l’ormai leggendario parcheggio sotterraneo in piazza del Carmine, di interventi per i marciapiedi considerati pericolosi e di una collocazione più numerosa di cestini nuovi, perché non ci sia più motivo di buttare a terra carte e bottiglie. La soluzione

proposta per il momento è, semplicemente, quella di “fare”, ma al Borgo serve aiuto e per questo, mesi fa, l’associazione ha chiesto un incontro con il sindaco Matteo Renzi e con l’assessore all’urbanistica Massimo Mattei. Il programma della giornata fu una passeggiata nelle zone cruciali di San Frediano, e ora i residenti sembrano soddisfatti della presa di coscienza dell’Amministrazione. “La questione di San Frediano ci sta molto a cuore – conferma l’assessore Massi-

mo Mattei - e abbiamo tutta l’intenzione di riportare l’ordine urbano e non solo. Abbiamo richiesto alla S.a.s. di intervenire nelle situazioni più urgenti, e per il resto abbiamo rivolto precise proposte agli uffici tecnici, e le risposte non tarderanno ad arrivare”. Poi conclude: “Ci vorrà più tempo per venire a capo di un progetto per il parcheggio sotterraneo di piazza del Carmine, ma ci rendiamo conto di quanto questo intervento potrebbe migliorare la condizione del Borgo”.

L’INIZIATIVA Uno spazio in cui i cittadini possono discutere, dibattere e dire la loro

Da Londra a piazza Tasso: ecco lo Speakers’ corner

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irenze chiama Londra, e da Hyde Park lo Speakers’ corner sbarca in piazza Tasso. La prima comparsata in San Frediano, la versione fiorentina del più celebre fratello inglese, l’ha fatta questa estate, ma già si è ricavato il suo spazio e i suoi fedeli spettatori. Anzi, parlatori. L’idea nasce dal desiderio di restituire ai cittadini un luogo dove discutere, dibattere, conoscere altri punti di vista. Ma soprattutto di dare a ciascuno la possibilità di dire la sua. Così, senza mediazioni, senza bisogno di schermi, tastiere o anche solo pagine di giornale, senza bisogno di qualifiche. A presa diretta. A dare vita all’esperimento

è stata l’associazione Aurora, che ha sede proprio qui, nel Torrino delle vecchie mura di piazza Tasso, un angolo di calore e familiarità strappato a un viale che troppo spesso appare grigio di auto e anonimo. “Un posto dove le persone vengono non solamente per bere o mangiare - racconta Rita, fondatrice dell’associazione - ma per condividere qualcosa di loro”. E’ questa l’atmosfera che ha ispirato l’angolo degli oratori. “Chiunque può prendere la parola - spiega ancora Rita – per parlare della sua idea di città, di politica o delle proprie passioni”. Così, succede che a prendere il microfono sia un gruppo di

Il Reporter di Centro Storico, Porta Romana, San Jacopino raggiunge 36.099 famiglie nel quartiere 1 di Firenze.

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Anno III n.58 del 2 novembre 2009

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architetti o un cittadino interessato alla medicina alternativa e, tra scherzi e battute ad alta densità di fiorentinità, accade che trovi spazio anche l’esperienza intima e personale di una ragazza italo-americana che sta combattendo contro la sclerosi a placche. L’appuntamento è sempre il lunedì dalle 21.30 in poi. Nella stagione invernale lo Speakers’ corner si rifugia nel Torrino, attorno a un grande tavolo. Table’s corner, questo sarà il nome della serata per i prossimi mesi, in un ambiente più intimo, ma altrettanto stimolante per la conversazione. Anche tra perfetti /F.P. sconosciuti.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino

MESTIERI DI OGGI E DI IERI. Il calzolaio, una professione antica che rischia di scomparire

Gli artigiani che ridanno vita alle scarpe Pochi ma buoni: questo sembra il motto dei ciabattini del centro. Il lavoro non manca, anche se “la suola in gomma e i prodotti cinesi ci hanno un po’ penalizzato”. Ma mancano gli apprendisti Serena Wiedenstritt

P

ochi, ma buoni. Sono i ciabattini e calzolai del centro storico di Firenze, gli artigiani che ridanno nuova vita alle scarpe finite e mettono in forma quelle che non si adattano al piede del padrone. Ormai una “specie in via di estinzione”. Così, quella che si respira per il centro storico, andando alla ricerca degli artigiani ciabattini, è talvolta un’atmosfera di nostalgia: “Ho iniziato quando avevo

undici anni e ora ne ho settantatre – racconta dalla sua bottega di via Guelfa Ivo Bindi - è una vita che faccio questo lavoro. Clienti ce ne sono ancora, ma pochi giovani”. I prezzi, da Ivo, variano da 5,50 euro per i tacchi a spillo ai 7,50 per i mocassini da uomo. La sua però è un’attività destinata a scomparire: “Io ho imparato andando a bottega da un maestro, che ci insegnava anche a fare le scarpe su misura. Oggi però non

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chia scarpa resta solo il sopra”. È davvero entusiasta del suo lavoro, che afferma di fare “con amore e passione”, Silvio Francisco, titolare della Clinica della Scarpa di Borgo La Croce. “Mi sono laureato nel mio paese, in Perù, però

il mestiere di calzolaio l’ho imparato da autodidatta, grazie all’osservazione e all’impegno. Lavoro qui da un anno e mezzo e i clienti non mancano, devono sentire che queste scarpe le faccio e le riparo mettendoci il cuore”, racconta.

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ci sono apprendisti: quando andrò in pensione, questa attività cesserà”. Caso diverso, e che lascia qualche speranza in più per il futuro delle botteghe, è quello del calzolaio Gianni Di Sario. Figlio di Andrea Di Sario, che dalla Basilicata arrivò a Firenze a metà del secolo scorso – l’insegna del negozio parla chiaro: Calzolaio dal 1948 - ha il negozio in via de’ Ginori, e ha ereditato passione e mestiere dal padre. “Oltre alle risuolature – anche se io le scarpe di gomma non le faccio, tanto le suole attaccano solo sul cuoio - tanti passano a chiedermi un consiglio, magari vogliono comprare delle scarpe che durino e mi domandano dove andare. Un problema? I negozi del centro storico sono difficili da raggiungere”, spiega Gianni. Vincenzo Arezzo, del Veloce Ciabattino di via delle Terme, fa il calzolaio da trent’anni, e spera che il figlio segua le sue orme: “ Io ho iniziato nei grandi magazzini di piazza della Repubblica. Il mestiere negli ultimi anni è cambiato, prima era più artigianale, ora è più meccanico con i tacchi a spillo e le suole già pronte”. E il lavoro come va? “Non ci si lamenta, anche se non si può negare che le scarpe con la suola in gomma e i prodotti cinesi ci abbiamo un po’ penalizzato – spiega Vincenzo – fortunatamente c’è ancora qualcuno che ha un paio di Churchill o altre scarpe ‘buone’ da far risuolare a mano. Costa sugli 80 euro, ma praticamente della vec-

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il giornale del tuo quartiere

RITORNO AL PASSATO. Come già avviene a Roma, agenti ai semafori anche a Firenze

E i vigili tornarono a dirigere il traffico Diciotto gli incroci presidiati, da qualche settimana, dalla polizia municipale negli orari più caldi. Gli obiettivi: meno code e meno incidenti Paola Ferri

P

aletta e fischietto alla mano, hanno debuttato poche settimane fa i vigili agli incroci più pericolosi e trafficati. Il progetto va sotto il nome di “Viabilità protetta” e impegna 44 agenti. Una novità che ha il sapore di un ritorno al passato, quella introdotta di concerto dal nuovo comandante della polizia municipale Massimo Ancillotti e dal sindaco Matteo Renzi. Lo scopo? Rendere più fluido il traffico negli orari di punta e limitare i sinistri. Altro che semafori intelligenti, in grado di calibrare il tempo del rosso e del verde a seconda delle condizioni di traffico. Niente di più appropriato del vigile in persona per dirigere le auto. E per testimoniare “la presenza delle istituzioni in città, sulla strada”, come ha dichiarato lo stesso Renzi. Un ulteriore modo per avvicinare i cittadini all’amministrazione, nonché un deterrente per le violazioni al codice della strada più efficace di telecamere, telepass, vistared e via dicendo. “Non sarà la panacea di

tutti i mali – afferma Ancillotti - ma è il modo migliore per agevolare lo scorrimento dei veicoli e ridurre i tempi di percorrenza degli autobus”. La misura è già stata sperimentata a Roma con ottimi risultati. Diciotto gli incroci presidiati dalla municipale nel capoluogo toscano negli orari più “caldi” (dalle 7.45 alle 10 e dalle 16.45 alle 19). Si tratta di quelli a più alta densità di transito, anche se alcuni dei più incidentati sono rimasti fuori. A partire dall’intersezione tra viale Belfiore e via Guido Monaco che, con 10 sinistri, risulta in vetta alla classifica stilata tra il 1° gennaio e il 31 agosto 2009. Sotto “vigile” controllo invece i non lontani incroci BelfiorePorte Nuove e Belfiore-viale Redi, secondo in classifica con 6 incidenti. Una cifra eguagliata da Baccio da Montelupo-Ugnano, BaraccaBaracchini, in zona centrale da via de’ Pepi-via di Mezzo, Fra Bartolommeo-Pier Capponi e a Firenze sud dal poco visibile stop tra via delle Nazioni Unite e via Reims. Tutti rimasti tagliati

fuori dal progetto. Nella lista figurano invece alcune delle piazze più trafficate (Acciaioli, Gavinana, Cure, Dalmazia, Gaddi, Libertà e ovviamente piazza Stazione) e i maggiori accessi alla città dalla cintura metropolitana (piazzale di Porta Romana, via di Novoli-via Forlanini, via-

le Europa-via Danimarca, ponte di San Donatovia Forlanini). Presidiati anche l’intersezione tra lungarno Pecori Giraldi e ponte San Niccolò, alla base dei viali, la corsia preferenziale di viale Pieraccini in zona Careggi e l’incrocio tra via del Bronzino e via del Pignoncino.

INCROCI PERICOLOSI. Con il nuovo assetto, strade che non erano a rischio potrebbero diventarlo. E viceversa

In centro cambia la viabilità. “Sono gradite segnalazioni” O

rmai da qualche settimana i fiorentini si sono (ri)abituati a vedere, in determinate ore del giorno, i vigili urbani in alcuni incroci altamente trafficati. In tutta la città sono 44 gli agenti che presidiano 18 punti considerati da Palazzo Vecchio individuati con la collaborazione di Ataf - pericolosi e trafficati. Il progetto “Viabilità protetta” ha come obiettivi, oltre a far sentire la presenza sul territorio degli agenti, quelli di ridurre i

Va combattuta l’alta velocità., In alcune zone si corre troppo

tempi di percorrenza dei mezzi pubblici e privati, favorire lo scorrimento per evitare blocchi del traffico, rendere più sicuri gli attraversamenti pedonali e gli incroci pericolosi ed evitare che ci siano mezzi non autorizzati nelle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici. Tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, dalle 7.45 alle 9.30 e tutti i pomeriggi, sempre dal lunedì al venerdì dalle 17.30 alle 19.45, gli agenti sono presenti sulle intersezioni di piazza Libertà-viale Don Minzoni, sulla rotonda di piazza Stazione, lungarno Pecori Giraldi-Ponte San Niccolò, piazzale Porta Romana, piazza Gaddi. Invece, le postazioni Porta al Prato-Ponte alle Mosse, Porte Nuove-viale Belfiore e viale Belfiore-viale Redi sono presidiate anche il sabato pomeriggio. Questi sono tra gli angoli cittadini più trafficati, ma nel quartiere 1 ci sono altri incroci e strade che meriterebbero un maggior controllo. “Siamo sempre

intervenuti con la massima sensibilità – spiega Stefano Marmugi, presidente del Q1 – anche se questo è un momento di transizione. Dopo la pedonalizzazione del Duomo, i cambiamenti e le modifiche alla viabilità di queste ultime settimane, per adattare i percorsi a questo grande cambiamento del centro storico emergeranno probabilmente altre realtà. Magari l’incrocio che prima non era pericoloso in futuro lo sarà, e se i cittadini mi vogliono segnalare i problemi io sono contento. Comunque – continua Marmugi – credo che vada combattuta la velocità, in alcune strade del quartiere in molti schiacciano troppo il piede sull’acceleratore, e un modo per contrastare questo fenomeno è sicuramente quello di aumentare il numero di dissuasori. A tal proposito – conclude - non posso non citare viale Redi, dove si corre troppo, e via Cassia, per la sua pericolosità per i mezzi ma, soprattutto, per i pedoni”. /F.M.

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Nel mese di Novembre sarà attivato presso la sede di V. G. Monaco lo sportello socio-sanitario per offrire ai cittadini tutte le informazioni per accedere alle prestazioni sociosanitarie con particolare riferimento alla Legge Regionale per la non autosufficienza Orario: Martedì-Mercoledì Giovedì 9.30-12.00 Inoltre forniamo informazioni e assistenza per: ASSISTENZA PRATICHE PREVIDENZIALI/REVERSIBILITÀ ASSEGNI FAMILIARI PER PENSIONATI VERIFICA DEL MODELLO 0BISM

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Novembre 2009

Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino

L’INTERVISTA. Simone Tofani, responsabile area tecnica, marketing e qualità della Cooperativa Agricola di Legnaia

“Apriremo una fattoria degli animali” Giulia Righi

loro che lavorano nel settore, specialmente a livello locale. Come ci si reinventa, anno dopo anno, in un settore come il vostro? Oltre all’aspetto commerciale la Cooperativa porta avanti anche un’altra attività, quella didattica. Da tempo facciamo corsi di formazione per un pubblico che è sempre molto ricettivo, come quello dei bambini: il nostro obiettivo è quello di fare cultura sul mondo dell’agricoltura, soffermandoci ad esempio sulla stagionalità dei prodotti della terra. Un progetto che contiamo di realizzare a breve è proprio l’apertura di una “fattoria degli animali”: un vero e proprio centro didattico dove allevare alcune specie a rischio di estinzione come il cavallino di Montelupoli, l’asino dell’Amiata, la razza bovina calvana e gli ovini del Valdarno. Qual è la vostra sfida per il futuro? La Cooperativa è da sempre punto di incontro tra i produttori e i consumatori, e da anni mette in pratica, a 360 gradi la famosa “filiera corta”. Ogni giorno i nostri soci ci portano i loro prodotti: il pesce ad esempio viene pescato di notte a Livorno e la mattina presto è sui nostri banchi. Ecco, il futuro consiste proprio nel consolidare questa prassi, cercando di fare in modo che aumentino gli imprenditori soci e creando sempre più prodotti con il nostro marchio, che è una garanzia di qualità.

L

a Cooperativa Agricola di Legnaia ha una storia lunga oltre cent’anni e nel tempo si è guadagnata l’affetto e la fiducia dei fiorentini. Frutta, verdura, piante, ma anche trattori, miele e formaggio: dentro i suoi punti vendita si trova davvero tutto quanto ha a che fare con la terra e i suoi frutti. Simone Tofani, responsabile dell’area tecnica, marketing e qualità ci racconta “da dentro” questa realtà economica. Gli ultimi sono stati mesi difficili, con la crisi che ha colpito tanti settori dell’economia. Come li ha vissuti la vostra cooperativa? In una certa misura la abbiamo purtroppo avvertita anche noi, anche perché copriamo molti settori merceologici, primo su tutti quello dell’agricoltura. Comparti come quello del vino, dei cereali, dell’ortofrutta ne hanno risentito molto. Altri settori, come quello della commercializzazione dei mezzi tecnici e dell’alimentazione ne hanno risentito più lievemente, con dei picchi negativi quest’estate, che poi si sono risolti. Ora si sta assistendo a una leggera ripresa dei consumi, e dunque siamo ottimisti. Qual è il punto di forza di una realtà commerciale come la vostra? La nostra forza sono senz’altro i nostri valori, quelli che ci guidano da oltre cento anni: il rispetto per l’uomo, per la terra e per i suoi frutti; tradizione e competenza e cooperazione e solidarietà. Sono questi i valori che ci guidano nella nostra missione, che è poi quella di sostenere gli agricoltori e tutti co-

La nostra forza? Sono i valori che ci guidano da ormai oltre cento anni

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La gamma di prodotti della cooperativa comprende tutto quanto ha a che fare con la vita di campagna: dai prodotti della terra agli attrezzi per coltivarli, passando per altre specialità alimentari e persino per l’abbigliamento. Oltre all’importante produzione ortofrutticola, la cooperativa ha infatti, tra i suoi soci, produttori di miele, vino, olio, salumi, carne e formaggi. Altri settori importanti sono quelli della zootecnia e dell’allevamento e quelli dedicati alla meccanica (dai trattori ai sistemi di irrigazione) al giardinaggio, all’enologia. La cooperativa si occupa anche di consulenze agronomiche e di attività didattiche.

I SOCI Oggi la Cooperativa Agricola di Legnaia conta oltre 600 soci, provenienti per la maggior parte dall’area fiorentina, ma anche da altre zone della Toscana e dell’Italia. Complessivamente i soci agricoltori si occupano della coltivazione di oltre 4 mila ettari di terreno. Oltre ai soci veri e propri ci sono poi “Gli amici di Legnaia”, e cioè oltre 42 mila clienti con una loro fidelity card che dà diritto a sconti e benefici. La cooperativa ha 7 punti vendita diretti, più altri 8 delle società controllate Legnaia Vivai, Legnaia Ortofrutta e Legnaia Pistoiese.

LA STORIA

Protagonisti della danza moderna... invito alla prova:

Il primo nucleo della Cooperativa Agricola di Legnaia nasce, addirittura, agli albori del ‘900 quando un frate cappuccino, Padre Pancrazio, inizia a riunire i contadini per incitarli a cooperare, a unire le loro forze per mettere a frutto il duro lavoro dei campi. E’ ufficialmente nel 1903 che la cooperativa muove i primi passi, spinta da un primo nucleo di famiglie (Bechi, Pinzani, Palchetti, Salvatori, Turchini, Salani, Massetti, Bensi, Calandri, Chiari, Mecocci, Parrini, Santoni, Basagli, Bellini, Viti, Dell’Aitante. In breve si aggregarono molti altri, fino a fare della cooperativa un punto di riferimento nella vita del contado fiorentino.

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Novembre 2009

Centro Storico • Porta Romana • San Jacopino 28

MOBILITÀ. Ecco i nuovi tracciati dopo la pedonalizzazione di piazza Duomo

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La “rivoluzione” dei bus Cambiate 22 linee su 63

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PUCCINOT STATUTO

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MAGN

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S CATERINA ALESSANDRIA

BELFIORE

68 STROZZI

GUIDO MONACO PORTE NUOVE

O

ra che la rivoluzione della mobilità intorno a piazza Duomo è partita, i fiorentini possono tornare a camminare a testa in su. Niente macchine o motorini da schivare, nessun autobus a eclissare la vista di turisti o semplici passanti. Certo, problemi e disagi non mancano, ma la sensazione diffusa è che la popolazione abbia accettato di buon grado la svolta di Palazzo Vecchio. “Però con gli autobus non si capisce niente”, spiega un anziano abitante di via Martelli. Già,

scarico dei commercianti è attivo un “corridoio” aperto dalle 6 alle 9.30 del mattino, mentre i taxi hanno già scovato i propri percorsi alternativi. In attesa che venga sciolto il nodo della fermata della tramvia, con l’ipotesi Duomo tramontata ormai da tempo e con tre possibilità al vaglio degli addetti, Mario Razzanelli si dichiara soddisfatto. “Sulla tramvia e sulla pedonalizzazione il sindaco Renzi ha fatto bene. D’altra parte - spiega il numero uno della lista Firenze C’è - sono tutti elementi che facevano parte del mio programma”. In città, ad ogni modo, 22 linee su 63 hanno subito variazioni, con il centro storico ovviamente più “colpito” di altre

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VESPUCCI

ARIOSTO

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ROMANA

Le nuove linee Ataf

“Ancora è presto per dare un giudizio, anche se le prime sensazioni sono positive. L’importante è che tutti rispettino le regole, non come succede in via de’ Servi dove i motorini entrano comunque. Solo così la pedonalizzazione può dare una scossa ai nostri affari”

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37 PETRARCA

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22 VECCHIETTI

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“Resta qualche zona d’ombra”

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“Che bella la piazza senza auto”

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SAN M

STAZIONE

PAOLA BARBACCI Cartolaia, 55 anni

“Apparentemente è una decisione impeccabile, ma resta qualche zona d’ombra. Come faranno i residenti? E i commercianti? Certo, finalmente in città comincia a muoversi qualcosa, ma come la mettiamo con i percorsi Ataf? Gli anziani riusciranno ad orientarsi?”

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“Sono proprio contento, il Duomo potrebbe tornare a splendere come tanti anni fa. Perdo un po’ di comodità perché lavoro in San Lorenzo, ma Firenze non è Roma e il centro s’attraversa in un chilometro. E comunque... che bello vedere la piazza senza auto e motorini”

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RIDOLFI

ROSSELLI

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perché la pedonalizzazione del Duomo (nella cerchia via Martelli, via Panzani, via de’ Servi, via Ricasoli, via Roma, via Calzaiuoli, via del Proconsolo) non poteva non comportare una vera e propria rivoluzione dei percorsi Ataf. Si calcola (con ottimismo) che piazza San Marco subirà un aumento del 3% del traffico degli autobus, lasciando a Santa Maria Novella il ruolo di centro nevralgico della mobilità pubblica fiorentina. Alla linea rossa e a quella blu dei bussini elettrici il compito di collegare i confini dell’area pedonalizzata con le altre strade del centro, in modo da garantire gli spostamenti di turisti e residenti. Per le operazioni di carico e

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Luca Serranò

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il giornale del tuo quartiere

I fiorentini sono tornati a camminare a testa in su, ma per il trasporto pubblico non sono mancate 1

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le variazioni, a partire dal centro, dove molti

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PONTE ROSSO DON MINZONI

NIFICO

autobus seguono ora percorsi diversi

VOLTA

LIBERTÀ

VAGNINI

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CAVOUR

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GIACOMINI

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LAMARMORA

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MASACCIO 68 DELLA ROBBIA LA FARINA

MATTEOTTI

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CAMPO D’ARRIGO

CAMPO MARTE FS

DONATELLO

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COLONNA

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D’AZEGLIO

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ORIUOLO SANT’EGIDIO

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NSOLO

AGNOLO

SANTA CROCE

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AMENDOLA GIOVINE ITALIA

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Arno

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zone. L’autobus numero 1, per esempio, in direzione La Casella, segue l’itinerario piazza della Libertà, via Cavour, piazza San Marco fino al sottopasso di viale Strozzi, per poi arrivare alla stazione attraverso via Valfonda. Altri cambiamenti di rilievo sono quelli del 6, che per collegare piazza San Marco a San Frediano è costretto a passare da via XXVII Aprile e poi dal sottopassaggio di viale Strozzi (in corsia preferenziale protetta), continuando poi per la stazione, via Panzani e piazza Santa Maria Maggiore. Nel senso opposto, in direzione Novelli, l’autobus devia in via Tornabuoni e si ricongiunge all’originale tracciato solo dopo un lungo giro a semicerchio (da via Rondinelli a via XVII Aprile). Importanti anche le modifiche sui percorsi degli autobus in direzione di Careggi, in particolare del

14, che una volta giunto in via de’ Pucci da piazza Beccaria segue adesso il tratto via Cavour, via XXVII Aprile, viale Filippo Strozzi e via Valfonda, per poi raggiungere la stazione. La linea 20, che in direzione Caruso non passa più da piazza San Marco, è forse quella che ha subito maggiori variazioni. Una volta raggiunto Ponte al Pino, infatti, l’autobus devia verso i viali ignorando il centro, dirigendosi verso via dello Statuto attraverso i viali di circonvallazione. Tanti cambiamenti che rischiano di scombussolare gli utenti, soprattutto i molti anziani che popolano la zona. Anche se, c’è da giurarci, qualcuno di loro tornerà con la memoria ai tempi andati, a quando il Duomo troneggiava silenzioso al centro della piazza. Per informazioni su percorsi e fermate è possibile consultare il sito www.ataf.net.

DUCCIO MAURO Fotografo, 30 anni

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“Ma non deve diventare un museo”

“Può tornare un’atmosfera magica”

“In linea di principio posso anche essere d’accordo, ma c’è qualcosa che mi lascia un po’ perplesso. Non vorrei che dietro a questa decisione ci fosse la volontà di trasformare il centro in un museo, di considerare questa zona come un grande parco giochi a disposizione dei turisti”

“Traffico permettendo è senz’altro una notizia positiva. Ho lavorato in zona tanti anni, l’ho vista peggiorare sempre più. Chissà che la pedonalizzazione non finisca per azionare un meccanismo virtuoso, che contribuisca a ricreare quell’atmosfera magica che il centro ha smarrito ormai da tempo”

In attesa che vengano aggiudicate le gare d’appalto per lavori che interesseranno le strade del quartiere 1, nel periodo fine 2009-inizio 2010, l’attenzione rimane su via Benedetta e via de’ Tosinghi, dove sono in corso di rifacimento marciapiedi e carreggiate in lastricato. I tempi sono piuttosto lunghi per la particolarità dell’intervento. Ecco il dettaglio dei lavori: VIA BENEDETTA Rifacimento della carreggiata con il restauro delle bozzette di pietra forte. VIA DE’ TOSINGHI Complicato intervento di smontaggio e pulizia del lastricato. La strada che unisce via dei Calzaiuoli a via Roma sarà completamente riaperta al transito pedonale entro il 7 dicembre prossimo.

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attualità

Novembre 2009

LA CITTÀ CHE CAMBIA/1. Partita la sperimentazione del nuovo sistema di pulizia delle strade

Al lavaggio ci pensa Sweepy E l’auto può rimanere dov’è Benedetta Strappi

Il sindaco Renzi a bordo di Sweepy Jet durante la sua sperimentazione

CRISTINA, 37 ANNI Personal shopper

BARBARA, 44 ANNI Hair stylist

GIANCARLO, 71 ANNI Commerciante

“Menomale che ho il posto auto”

“E’ una idea molto positiva”

“Migliorerà la qualità di vita”

Sembra un po’ macchinoso da realizzare, resta solo da vedere come funziona e se poi sarà più o meno facile parcheggiare l’auto. Io ho la fortuna di avere un posto macchina mio, ma non è mai stato facile parcheggiare a Firenze, per cui questa è la cosa che al momento mi preoccupa di più.

Trovo senz’altro positiva l’idea di eliminare i parcometri per strada, così come quella del “posto personale” in affitto. Personalmente lo vorrei, ma spero che rimangano un numero limitato, altrimenti il problema della carenza di posti si riproporrebbe tale e quale ad ora.

Mi sembra un’ottima proposta. Come al solito però l’importante è metterla in pratica, nei modi in cui è stata presentata e il prima possibile. Per lavoro sto a contatto con la gente e sento molte lamentele riguardo alla situazione attuale, questa soluzione potrebbe migliorare la qualità della vita di molti.

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a il nome di un robottino simpatico: Sweepy Jet. E ha pure qualche difettuccio, ma rappresenta una novità che sarà sicuramente gradita ai fiorentini. Sweepy è la nuova spazzatrice “intelligente” che, grazie a un braccio meccanico in grado di arrivare sotto le macchine, risparmierà agli automobilisti l’uggia di spostare l’auto nei giorni di lavaggio. Il giro inaugurale a bordo di Sweepy in via Baracca se lo è fatto pure il sindaco, che sulla promessa di questo nuovo robot aveva basato uno dei suoi cento punti. Il marchingegno è dotato di un serbatoio d’acqua da 1200 litri al posto del secondo motore e di un braccio snodabile che, manovrato da un uomo a piedi, scavalca le auto in sosta e getta acqua sul marciapiede e sotto i veicoli, così che lo sporco viene soffiato tra le spazzole della macchina. Il suo mestiere, insomma, lo sa fare. Unico neo è che Sweepy ha la velocità di un bradipo e in un’ora riesce a pulire solo 800 metri, contro gli 8 chilometri delle spazzatrici classiche. Altri due limiti sono i costi (230 mila euro vs i massimo 180 mila delle vecchie macchine) e le possibilità d’impiego, limitate a strade abbastanza grandi da sopportare l’ingombro sen-

za bloccare il traffico. Ad oggi Quadrifoglio ne ha comprate due, ma entro l’anno nuovo ne verranno acquistate altre cinque. A breve l’impiego di Sweepy entrerà a regime e il sindaco Renzi è convinto che la metà delle strade cittadine potrà essere pulita con questo sistema: “Resterà solo da liberare completamente la carreggiata una volta ogni uno, due mesi, per consentire la pulizia dei tombini e la verifica del manto stradale”. Un altra grande novità che riguarda i parcheggi (anche questa estratta dal cilindro dei cento punti) è la sosta gratuita, nelle 4 ore di “passo”, nei parcheggi di Careggi, del Meyer, del Cto, di Torregalli e di via della Quiete. Il ticket non si pagherà più tra le 12.30 e le 14.30 e tra le 18.30 e le 20.30, come pure tra le 22 e le 6 di mattina (ma già adesso questa fascia oraria è a sosta gratuita). Il provvedimento è stato pensato proprio per agevolare il parcheggio di chi va in visita ai propri cari in ospedale. La novità è entrata in vigore il 25 ottobre (nello stesso d-day della pedonalizzazione del Duomo) e per avvisare i cittadini della novità sono stati rinnovati i cartelli dei parcheggi. E ancora: sia che Careggi che il Meyer avranno a disposizione 20 contrassegni che la direzione potrà scegliere di destinare ai familiari di degenti che necessitino di visite frequenti, e Torregalli ne avrà a disposizione 30.

E AL ION S S FE TE N RO E P ME N A TA I ZIO ET MA MPL ATU R O O R F G IN C


attualità

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LA CITTÀ CHE CAMBIA/2. Tra le novità i posti in affitto ai privati: saranno delimitati da strisce viola

Sosta, tutto nuovo: addio ai parcometri Francesca Puliti

B

ianco, blu, rosa e viola. Ne vedremo di tutti i colori sulle nostre strade. O meglio, lungo i marciapiedi fiorentini. Aumentano le tinte che delimitano i posti auto, ma si semplifica la disciplina della sosta. E’ la rivoluzione di Zcs e Ztl, iniziata già lo scorso mese, con l’apertura di quest’ultima alle mamme e la sperimentazione delle porte telematiche “intelligenti”. Già dal 21 ottobre è stato acceso il primo display esplicativo in corrispondenza del varco di via dell’Agnolo: semplice come un semaforo, luce verde si può passare, luce rossa l’ingresso è riservato a residenti e autorizzati. Certo, si tratta di un solo varco ben segnalato su 13 ancora avvolti da un alone di dubbio e mistero, ma è pur sempre un passo in avanti. Nello stesso periodo è arrivato il via libera, per le donne in stato interessante o madri di un bambino di età inferiore a due anni, a scorrazzare all’interno della ztl e a parcheggiare gratuitamente nelle zone a sosta promiscua nelle zcs. Presentando un certificato dell’Asl si potrà ottenere un permesso valido 4 ore o anche un’autorizzazione a più lunga scadenza. Ma i veri e propri frutti della strategia di distensione messa in atto dall’amministrazione comunale, nella battaglia tra automobilisti e parcheggi, si potranno cogliere a partire dal primo gennaio 2010. Anno nuovo, vita nuova per la “doppia zeta”. A partire dal numero, attualmente esor-

bitante, dei settori in cui è divisa la città parcheggiabile: le 14 zone a sosta controllata diventeranno solo cinque, più o meno corrispondenti ai quartieri, mentre le sezioni del centro storico passeranno da cinque a due, quadrilatero romano e cintura più esterna. “Saremo la prima città senza parcometri”, ha annunciato il sindaco Matteo Renzi in occasione del primo “tagliando” di governo, alla scadenza dei 100 giorni di mandato. “Attualmente il Comune incassa appena 2,4 milioni di euro dal controllo della sosta, a fronte di un meccanismo farraginoso sia per i cittadini che per gli stessi uffici pubblici che si occupano di permessi e contrassegni”. Un bilancio troppo modesto secondo il sindaco, tanto che “in 5 settori di Zcs siamo in perdita”. La soluzione è presto detta: far scomparire i parcometri dalle vie fiorentine e introdurre un nuovo modo di pagare il parcheggio. Che farà incassare al Comune 7-8 volte tanto, secondo i calcoli dello staff del sindaco. Come? Le strisce bianche (circa 20mila posti in tutto) indicheranno posteggi free (chi primo arriva, parcheggia gratis) e quelle blu (circa 45mila) saranno dedicate a residenti e possessori di abbonamento (tipo carta lavoro). Accanto ad esse vedremo comparire stalli rosa (2mila in tutta la città) riservati alla sosta gratuita di mamme e bebé fino a due anni e, dulcis in fundo, viola (non più di 5mila). Il colore simbolo di Firenze delimiterà i posti “personali”, che potranno essere affittati annualmente, pagando un canone mensile di 40/50 euro. Il prezzo da pagare per avere l’auto sotto casa.

ANNA, 50 ANNI Ex impiegata

GIUSEPPE, 55 ANNI Tabaccaio

FABIO, 40 ANNI Edicolante

“Gesto di civiltà verso le mamme”

“Vanno intensificati i controlli”

“Spero si incentivi l’uso dei bus”

Ben vengano gli stalli riservati alle mamme, mi sembra un gesto di rispetto e riconoscenza nei loro confronti. Bisogna dire, poi, che trovare posto è diventato un incubo e credo che molti, me compresa, sarebbero disposti a pagare un affitto per lasciare l’auto sotto casa, anziché fare mille giri.

Spero che questa rivoluzione sia accompagnata da una chiara informazione dei cittadini, altrimenti ci sarà ancora più confusione di prima, tra colori e modalità differenti di parcheggio. Inoltre mi auguro che siano intensificati i controlli, altrimenti si rischia la sosta selvaggia.

ADOZIONE

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L'ADOZIONE è ormai diventata, per la sua diffusione, un vero e proprio fenomeno sociale, in quanto, un numero sempre maggiore di coppie, sceglie di affrontare questa nuova esperienza, per vedere realizzato il proprio progetto di genitorialità. Nonostante, venga a mancare il legame di consanguineità e l'esperienza della gestazione e del parto, l'adozione si configura come una "procreazione affettiva", che implica la trasmissione al figlio, non di un patrimonio genetico, ma di un patrimonio di affetti e cure. La funzione genitoriale, infatti, non coincide con la maternità e la paternità biologica, ma si estrinseca nella capacità di "prendersi cura" (caregiver), che dà origine ad un patto genitoriale che non si sviluppa in modo automatico, ma necessita di tempo ed energie. Il riconoscimento di sé come genitore e come figlio, è legato al modo in cui i soggetti hanno elaborato gli eventi traumatici vissuti prima di incontrarsi (l'esperienza di abbandono da parte del bambino, ed il mancato progetto genitoriale biologico da parte della coppia), ma è anche mediato dalla capacità dei genitori di accogliere la storia passata, di accettare l'origine diversa del bambino e di permettere al figlio di elaborare la separazione e la perdita delle precedenti figure di riferimento, per ricostruire la propria storia. L'adozione pertanto, non rappresenta solo un atto d'amore che la coppia fa nei confronti di un bambino, ma anche di quest'ultimo nei confronti dei genitori. Il legame adottivo, che piano piano si viene a costruire, frutto di un riconoscimento delle somiglianze, della valorizzazione delle differenze e della diversità originaria di ognuno, fa si che l'integrazione di queste storie familiari talvolta cosi distanti, contribuisca alla costruzione dei nuovi legami affettivi.

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meteo

Novembre 2009

L’ESPERTO. Giampiero Maracchi, direttore Ibimet, fa le sue previsioni sulla stagione in corso

L’autunno? Caldo ma molto variabile Fino a dicembre le temperature saranno più alte della media, anche se non mancheranno picchi di aria fredda e precipitazioni anche molto abbondanti. E con il clima impazzito le piante hanno perso la bussola: i ciliegi erano in fiore a ottobre Serena Wiedenstritt

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l momento del passaggio di stagione, fra un cambio di armadio e i servizi del tg che da un lato prospettano l’allerta meteo e dall’altro mostrano i disastri già provocati dal maltempo, la domanda sorge spontanea: che autunno/inverno farà? L’abbiamo girata al professor Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di Biometeorologia (Ibimet) del Consiglio Nazionale delle Ricerche. “L’inverno finisce a marzo, è un periodo troppo lungo a cui riferirsi. Per il momento possiamo attenerci alle previsioni per l’autunno, diciamo fino a dicembre, anche se va tenuto conto che comunque le previsioni stagionali hanno un livello di attendibilità indicativamente del 60 per cento, quindi piuttosto basso. E lo dico io che sono stato uno dei primi, a metà degli anni Novanta, a portare all’Istituto di Biometeorologia questo metodo – spiega ancora Maracchi –. I modelli su cui si basano le previsioni stagionali, infatti, si rifanno soprattutto alle medie delle temperature mensili e, quando vengono da alcuni centri internazionali, trimestrali, sono diverse dalla percezione delle temperature delle persone”. Presto spiegato: “Un esempio che si può fare riguarda questa estate: per la popolazione è stata una estate caldissima, mentre per noi e nella realtà dei dati è stato solo un agosto caldissimo. La stessa differenza fra temperature medie reali e percezione delle persone può valere per un ipotetico novembre con temperature sopra la media ma si parla sempre di metà grado, non di più - e alcuni picchi di freddo, che sono quelli che alla gente comune restano più impressi e faranno dire che è stato un novembre freddissimo”. Allora questo autunno come ce lo possiamo aspettare? “Al momento si può prevedere una grande variabilità come tratto dominante – spiega il direttore dell’Ibimet – a metà ottobre ci sono state delle perturbazioni, ma l’autunno non era ancora arrivato, non erano insomma le perturbazioni del Nino in arrivo dall’Atlantico, ma solo alcune avvisaglie. Queste arriveranno e porteranno i consueti flussi di aria fredda, ma sarà un autunno relativamente caldo. Le temperature saranno più alte della media, anche se non mancheranno picchi di aria fredda”. E quanto ai fenomeni più violenti, possiamo stare tranquilli o c’è la possibilità di burrasche e tempeste? “Proprio perché ci saranno forti sbalzi di temperatura, c’è da attendersi, come è successo questo ottobre in Sicilia con la stra-

ge di Messina, forti piogge dovute alla circolazione di correnti fredde improvvise e ad anomalie termiche elevate. Le stesse che per altri versi fanno sì che a ottobre si possano vedere anche in Toscana ciliegi in fiore – le piante hanno interpretato il freddo seguito da un rialzamento delle temperature come fosse primavera – e piante di ulivo che hanno allo stesso tempo olive e fiori”, conclude Maracchi.

FOCUS Essenziale la vitamina C

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e giornate si fanno più corte, le temperature si abbassano e l’estate se ne va, l’autunno passa troppo in fretta e arriva l’inverno. Così si inizia con i malanni di stagione, la solita influenza e qualche disagio di natura più psicosomatica. Come succede anche per l’estate, i soggetti più a rischio sono gli anziani e i piccoli. Gli ultrasessantenni, infatti, sono più sensibili ai cambiamenti di pressione e temperature legate al maltempo, e richiedono più tempo per adattarsi a variazioni brusche, mentre i bambini sono spesso vittime di mal di gola e raffreddori improvvisi. Ma per evitare i malanni di stagione qualcosa si può fare, prima che sia troppo tardi e si debba ricorrere al medico. Una dieta sana, dicono gli esperti, è fondamentale per rafforzare il sistema immunitario e contrastare l’arrivo di raffreddore ed influenza. Un alleato prezioso è la vitamina C, che, secondo diversi studi, aumenta i livelli di interferone nel sangue, proteggendo in questo modo le cellule dagli attacchi dei virus. Largo quindi a agrumi, kiwi, patate dolci, peperoni, ribes nero e vegetali a foglia verde scura. E se per gli anziani sono consigliati integratori multi-vitaminici, che riducono la possibilità di contrarre i virus e rafforzano le difese immunitarie, per tutti è fondamentale ridurre lo stress, che indebolisce l’organismo e aumenta il rischio di ammalarsi. Più difficile è abbassare i livelli di stress per quanti soffrono il cambiamento di stagione, che anzi proprio a causa dell’arrivo di freddo e pioggia si sentono più nervosi e accusano vari sintomi, fra cui insonnia, malessere e debolezza. Attenzione, però, perché l’ipersensibilità ai cambiamenti climatici, o meteoropatia, si può manifestare anche con patologie a carico delle ossa e conseguenze sulla pres/S.W. sione e sulle cefalee.



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Fiorentina e dintorni

Novembre 2009

VIOLA/1. Il progetto è approdato in consiglio comunale, il maxi centro sportivo diventerà realtà

Viale Maratona, i “campini” rinascono La struttura ospiterà palestra, spogliatoio, sala riabilitazione,

Paola Ferri

sala video, sala conferenze e mensa, ma anche lavanderia

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e stireria. Gongola Prandelli, e l’ad Mencucci si sbilancia: “Mi sento già lo scudetto addosso”

I “campini” di viale Maratona

IL DENTISTA RISPONDE QUESTO MESE: LA PROTESI FISSA A cura del Dott. Giuseppe Garrubba Amici lettori, per protesi fissa si intende quella che viene bloccata definitivamente ai denti del paziente o a impianti (viti inserite nell'osso dal dentista). Il dente di questa protesi si chiama capsula. Essa può essere di vari materiali, ma le migliori sono quelle rivestite di ceramica che dà un risultato estetico paragonabile ai denti naturali. Se ci sono le condizioni per realizzarla, la protesi fissa é preferibile, in quanto occupa lo spazio dei denti naturali ed é molto salda. Con essa si risolvono varie situazioni, dal proteggere i denti devitalizzati (si rivestono con una capsula che li preserva), al sostituire uno o più elementi mancanti, facendo il cosiddetto ponte, limando e incapsulando I denti ai due lati di quelli tolti, o mettendo prima, delle viti inserite nell'osso sulle quali costruiremo e cementeremo le capsule. Non ho la pretesa di trattare l'argomento in modo esaustivo o farvi capire la lavorazione, ma di spiegarvi l'impiego di questo tipo di protesi, nello spirito

del rapporto fra paziente e professionista che cerca di renderlo partecipe della soluzione per il suo caso. Quindi si fanno capsule quando si deve proteggere un dente devitalizzato (perché diventa fragile) e per sostituire uno o più denti, fino a sostituirli tutti nell' eventualità sia possibile mettere più impianti per ogni arcata sui quali poi cementare le capsule. Il ponte su elementi naturali non richiede particolari spiegazioni perché in sostanza si tratta di limare a tronco di cono i denti del paziente che poi verranno ricoperti da capsule che sostengono gli intermedi (denti mancanti), per quanto riguarda la realizzazione di ponti, dove non ci sono sufficienti denti pilastro (di appoggio) si devono prima mettere delle viti nell'osso che sostituiscono I denti mancanti e poi applicarci sopra dei monconi (parte preparata a tronco di cono) per poi inserirvi la protesi fissa. Qualora non fosse possibile realizzare questo tipo di protesi, non preoccupatevi perché un buon dentista puo’ rispondere in modo soddisfacente a tutti i casi.

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entro sportivo ai “campini” di viale Maratona, si apre un nuovo capitolo. Sperando che sia quello conclusivo. La vicenda si trascina infatti da circa 4 anni tra annunci e smentite, progetti e bocciature. Questa sembra finalmente la volta buona: il centro sportivo si farà e sarà pronto entro il 2010. L’annuncio è stato fatto, il progetto approvato in giunta e portato in consiglio comunale. Si tratta dell’ultimo disegno presentato dalla società gigliata al Comune, prima che scoppiasse il caso nuovo stadio e cittadella viola. In sostanza si tratta della ristrutturazione delle due palazzine accanto ai campini dove si allena la squadra, quelle che fino a poco tempo fa ospitavano la polizia municipale di Campo di Marte e alcuni uffici della Direzione sport, più la costruzione ex novo di un altro edificio, in conformità con quelli esistenti, sul fondo del terreno, in modo da formare un ferro di cavallo con le altre due palazzine. Inizialmente era stata proprio questa nuova struttura a far saltare l’accordo con il Comune, poiché nel primo progetto presentato risultava troppo alto (4 piani) e incombente sull’area. Problema limato in seconda analisi, eliminando un paio di piani. I metri cubi persi saranno almeno in parte recuperati sotto terra. Già, perché di spazio ce ne vuole per contenere tutto ciò che c’è in programma: palestra, spogliatoio, sala riabilitazione, sala video, sala conferenze, mensa, ma anche lavanderia e stireria. Insomma, un vero e proprio centro sportivo, a cui non manca proprio niente, nonostante le dimensioni ridotte. Un progetto da 2 milioni e mezzo di euro, a spese del Comune. “Ma il centro entrerà nella convenzione che regola l’uso dei beni pubblici da parte della Fiorentina – sottolinea l’assessore allo sport Barbara Cavandoli – e non è escluso che in realtà a farsi carico dei costi sia la società viola. Costi che verrebbero poi detratti dall’affitto stabilito nella convenzione”. Una soluzione che non è piaciuta all’opposizione. “Il Comune dovrebbe fare cose diverse rispetto a sponsorizzare palestre o piscine a società di calcio – ha detto Giovanni Galli (Pdl) – e 2 milioni e mezzo sono una cifra considerevole”. Ma intanto sindaco e giunta incassano la soddisfazione di Cesare Prandelli, che ha sempre sostenuto la necessità di un centro sportivo come si deve per “guadagnare quei 6-7 punti in più in classifica, che a fine stagione fanno la differenza”, e di Sandro Mencucci, ad viola: “In passato siamo stati costretti a partire con un -7 in classifica, presto partiremo con un +7 – ha ironizzato l’amministratore delegato – mi sento già lo scudetto addosso”. E nel frattempo si fanno sempre più insistenti le voci di un prossimo ritorno di Andrea Della Valle sulla poltrona da presidente della società, dopo quello sugli spalti del Franchi.

FOCUS Il bilancio di 7 anni

Tutti i numeri dei Della Valle

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iamo qui da sette anni, abbiamo investito quasi 200 milioni di euro e credo che questo parli chiaro”. Eppure le parole di Diego Della Valle non sono bastate a zittire tutte le polemiche attorno ai (mancati?) investimenti nella rosa viola. Ci sono volute le dimissioni del fratello Andrea e, forse ancor di più, alcune vittorie di grande prestigio. Ma la domanda continua a girare a mezza voce tra gli assidui frequentatori del Bar Marisa, così come più o meno in ogni bar. Bastano un paio di tifosi per dar vita al dibattito: ma quanto hanno speso effettivamente i Della Valle per la Fiorentina? E soprattutto quanto ci hanno guadagnato? La domanda arriva proprio all’indomani della dichiarazione del patron Della Valle, a proposito della Cittadella viola. “750 milioni? Sono pochi” ha recentemente risposto DDV a chi gli chiedeva quanto fosse disposto a investire nel progetto. La nuvola viola potrebbe venire a costare anche un miliardino. Un investimento che supera quello stimato per il tunnel dell’Alta velocità, comprensivo di faraonica stazione firmata Norman Foster, ma che non sembra spaventare i fratelli DV. Proviamo allora a fare due conti per capire quanto “l’affare Fiorentina” possa essere conveniente, partendo dall’inizio. Era il 2002 quando i fratelli marchigiani comprarono la squadra. Non certo a peso d’oro: all’epoca bastò un investimento iniziale di 7 milioni e mezzo. Certo bisogna ricordare le condizioni in cui si trovava la società gigliata, fallita e poi rinata con un nome diverso e con una montagna di debiti. Tanto che anche per ricomprarsi il nome Fiorentina i Della Valle tirarono fuori altri 2 milioni e mezzo, chiudendo così la parentesi intitolata Florentia Viola. Da allora ogni anno i Della Valle hanno versato un assegno alla società (l’ultimo a gennaio 2009 del valore di 10 milioni), soldi in parte destinati a coprire le spese di gestione e in parte ad aumentare il capitale. A dicembre 2008 (questo l’ultimo dato disponibile), il patrimonio netto ammontava a oltre 78 milioni, ricavati dalla differenza tra attività (oltre 171 milioni) e passività (quasi 93). Redditizio sì, ma niente a confronto con il colosso della moda Tod’s, il cui patrimonio netto raggiungeva quota 606,3 milioni di euro alla /F.P. stessa data.


Fiorentina e dintorni

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VIOLA/2. Pantaleo Corvino esprime la sua soddisfazione per l’avvio del piano

“Così potremo crescere ancora di più” Il ds è sicuro: anche il settore giovanile trarrà benefici dal nuovo impianto, perché allenandosi tutte insieme le squadre potranno rendere ancora di più Cristina Guerri

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l tanto agognato centro sportivo non farebbe comodo solo a Cesare Prandelli, ma anche a Pantaleo Corvino, responsabile (tra l’altro) del settore giovanile: “Il settore giovanile vive con l’esigenza di trascorrere insieme il momento degli allenamenti. Le varie squadre si allenano in parti diverse delle città. Il mio sogno è quello di vedere tutto il settore giovanile allenarsi nello stesso posto. Così potremo crescere ancora di più. I primi frutti del nostro lavoro li stiamo già vedendo, e un aiuto sotto questo punto di vista ci aiuterebbe per crescere ancora di più”. Non solo un problema di prima squadra, quindi. La considerazione di Prandelli sui 6-7 punti in più a stagione, rilanciata anche da Seba Frey, una delle bandiere della squadra, si è intensificata dopo la relazione del sindaco in consiglio comunale. “In questi anni ho ricevuto tante promesse, fino a quando non vedo le ruspe non ci

credo. Ma ho fiducia nel sindaco e se lui rispetta gli impegni io da parte mia garantisco qualche punto in più”. La palla, a questo punto, passa nuovamente alla Fiorentina. Prima viene firmata la convenzione - ci sarebbe già un sostanziale accordo - e prima partiranno i lavori. Che, come ha detto l´assessore Cavandoli, dovrebbero terminare entro il 1° settembre dell’anno prossimo. “Si tratta - aveva ribadito la Cavandoli - di un progetto molto bello che riqualifica l´area, risponde alle esigenze più volte sottolineate da Prandelli, e una volta che sarà pronta la cittadella viola potrà essere utilizzato dalle società sportive e dai cittadini.” Altro argomento è la Cittadella Viola. L’area di Castello, dove dovrebbe sorgere, è ancora sotto sequestro. Nella maggioranza di Palazzo Vecchio, comunque, si respira aria di convinzione. Nei giorni scorsi, sempre l’assessore Cavandoli è intervenuta a proposito della candi-

TIFO. Parla Stefano Sartoni, leader della Curva Fiesole

“Spero che Andrea torni” Il supporter viola non ha dubbi: “Le polemiche non hanno più ragion d’essere, i risultati parlano chiaro. C’è molto entusiasmo attorno alla squadra”

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o sappiamo ormai da tempo che Andrea Della Valle non è più il presidente della Fiorentina. Dopo la famosa lettera scritta di suo pugno, sembrava essersi gelato il rapporto tra la famiglia di Casette d’Ete e Firenze. Gelo che, fortunatamente, si è sciolto subito prima del match storico con il Liverpool, dove il pubblico aveva chiamato a gran voce il nome dell’ex presidente, assente allo stadio per motivi di lavoro. Il rapporto adesso sembra ricucito. Anzi, ancora più solido. Lo si poteva capire andando allo stadio lo scorso 4 ottobre, quando 30mila bandierine con su scritto “Fiorentina il nostro Amore, Della Valle la nostra Famiglia” sventolavano prima dell’inizio della partita. Stefano Sartoni, numero uno della Curva Fiesole, aveva così commentato il periodo trascorso dalla società viola: “Spero che un giorno Andrea torni a essere il nostro presidente. I motivi del suo

passo indietro? Non voglio minimamente pensare che sia legato a quei 5 tifosi che lo hanno criticato, spero che sia per mettere qualcuno che possa stare più vicino alla società. Le polemiche nate dopo il mercato della Fiorentina non hanno più ragione di esistere, i risultati parlano chiaro. Adesso c’è molto entusiasmo attorno alla squadra; le staremo sempre vicino.” ADV è tornato al Franchi, per la prima volta in questa stagione, in occasione di FiorentinaNapoli: “Ho vissuto molto male questo periodo lontano dal Franchi e da Firenze – ha commentato nel dopo partita – perché sapete quanto tengo a questa squadra. L’importante è che adesso sia tornato. Devo fare complimenti al presidente in carica e a tutta la dirigenza attuale perché, in mia assenza, hanno fatto un grande lavoro e mi hanno dimostrato di aver lasciato la Fiorentina in buone mani”. /C.G.

Pantaleo Corvino

datura dell’Italia agli Europei che si giocheranno nel 2016. “Ci siamo incontrati con Mencucci e una delegazione della FIGC per parlare della possibile presenza di Firenze nell’Europeo 2016. Ospitare l’Europeo sarebbe una straordinaria opportunità, dall’inizio abbiamo operato perché Firenze sia una cit-

tà che ospita certe manifestazioni. Nelle prossime settimane continueremo a lavorare fianco a fianco per poter candidare Firenze ad essere una delle città che ospiteranno gli Europei nella cornice del nuovo stadio. Nella candidatura dovranno essere 12 le città sede degli Europei, con 9 stadi considerati di

prima attenzione e 3 di riserva: ad oggi sono solo 3 gli stadi adeguati in Italia, Firenze lavorerà per fortificare al meglio la candidatura italiana. C’è tempo per approfondire e lavorare. La Cittadella? - conclude - vogliamo che sia pronta entro il 2016, ritengo di parlare anche per la Fiorentina”. 1059528


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lavoro

Novembre 2009

DOSSIER/1. Migliaia di lavoratori potrebbero rischiare di trovarsi senza reddito né sussidi

“E’ folle pensare che la crisi sia finita” FOCUS

Parla l’assessore provinciale al lavoro, Elisa Simoni: “Il sistema per ora regge solo grazie a finanziamenti straordinari e alla collaborazione

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tra imprenditori e dipendenti” Luca Serranò

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l problema non è la caduta, ma l’atterraggio. La crisi di piccole e grandi imprese nella provincia di Firenze è ormai prossima al punto di rottura. Se ammortizzatori sociali come la cassa integrazione in deroga non saranno rifinanziati dal Governo, migliaia e migliaia di lavoratori si ritroveranno a breve in mobilità o senza reddito alcuno. Una previsione fosca ma realistica, vista anche la stretta creditizia che le banche hanno imposto al mercato. “Di certo è folle pensare che la crisi sia finita – spiega l’assessore provinciale al lavoro Elisa Simoni – anche gli ultimi dati confermano che il sistema sta reggendo solo grazie a finanziamenti straordinari e alla grande collaborazione tra imprenditori e dipendenti”. Le cifre, d’altra parte, parlano chiaro, con un generalizzato ricorso agli ammortizzatori sociali. Solo nel secondo trimestre del 2009 l’Inps ha autorizzato 1.725.873 ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria nelle industrie della provincia, con il settore alimentare, metallurgico e chimico molto più coinvolti dell’anno precedente. Stabile, purtroppo, anche la crisi di quelli che un tempo erano tra i fiori all’occhiello dell’economia fiorentina, il tessile e l’artigianato edile (+100 per cento di ore autorizzate). Impressionanti sono i dati relativi alla moda, con una netta contrazione del giro d’affari: il 62 per cento delle piccole imprese è in crisi dichiarata , mentre per quelle tra i 15 e i 50 dipendenti la situazione è un po’ meno drammatica (37 per cento). L’attenzione è dunque rivolta al possibile esaurimento delle risorse per gli ammortizzatori sociali, in particolare per la cassa integrazione in deroga, il nuovo “paracadute” messo in piedi dal Governo (con il tramite delle Regioni) per estendere la protezione ai lavoratori di tutti i settori produttivi. Nonostante la mancanza di dati ufficiali in merito, è verosimile che molte aziende vi siano ricorse già da tempo. Altri dati preoccupanti riguardano il calo degli avviamenti al lavoro nella provincia. Nel secondo trimestre dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2008, sono ben 15mila in meno.Una cifra piuttosto deprimente, che se collegata a quella relativa alle domande per indennità di disoccupazione (9.271 nel primo semestre) ben inquadra il testacoda isterico dei mercati. Resta l’impressione che senza una diffusa solidarietà tra i titolari delle piccole e medie imprese e i lavoratori il tessuto economico della provincia si sarebbe già sfaldato.Dalle principali sigle sindacali alla Confindustria, non si contano le storie davvero toccanti di datori che pur di non licenziare fanno “ruotare” i propri dipendenti. “E’ la forza della nostra economia - spiega l’assessore Elisa Simoni - un argine importante contro la crisi. Dobbiamo superare i prossimi mesi che si preannunciano difficili – conclude – poi son convinta che ripartiremo”.

IL CASO. Sale l’età media di aspiranti imprenditori

L’economia verde come possibile via d’uscita he l’odierna crisi dei mercati si nutra di piccoli e grandi paradossi è cosa nota. Che proprio da uno di questi possa partire la riscossa un po’ meno. Molti economisti e addetti ai lavori indicano infatti nell’industria sostenibile della “green economy” la giusta direzione per aggirare le secche del mercato. Dallo smaltimento dei rifiuti all’energia da fonti rinnovabili, dall’agricoltura biologica alla conservazione dei prodotti tipici, quello dell’ “economia verde” è diventato in poco tempo lo scenario più futuribile per le nostre piccole e medie imprese. “Di certo è una possibilità che dobbiamo sfruttare – commenta l’assessore provinciale al lavoro Elisa Simoni – sono convinta che i primi ad uscire dalla crisi saranno coloro che avranno saputo rinnovarsi”. Nuovi percorsi di formazione si rendono a questo punto necessari, per non perdere altro tempo in un settore che altrove viaggia a gonfia vele. “Dobbiamo incentivare la crescita di nuove figure professionali, stiamo approntando un nuovo pacchetto di interventi che va proprio in questa direzione. In particolare – spiega – a breve sarà riprogrammato l’insieme dei corsi di formazione per cui è possibile richiedere un finanziamento”. Dall’aprile scorso, grazie alle risorse del Fondo Sociale Europeo, la provincia di Firenze concede infatti numerose “borse di studio” (“voucher formativi” con un massimale di 2.500 euro a utente) per ottenere i più svariati titoli professionali, alcuni dei quali relativi proprio al mondo dell’economia sostenibile. I prezzi mediamente alti di questi corsi di formazione si sono comunque rivelati un ostacolo per chi s’è vista negata la richiesta di finanziamento. “Ma in soli quattro mesi – conclude l’assessore Simoni – sono stati spesi 3.500.000 euro per oltre tremila persone. Con la nuova offerta puntiamo a coinvolgerne altrettante, investendo soprattutto sul territorio e sull’economia pulita e /L.Ser. sostenibile”.

E chi si ritrova disoccupato prova a mettersi in proprio

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unziona più o meno così: si perde il lavoro e non si riesce a trovarne un altro (soprattutto se si ha una certa età), e allora si prova a mettersi in proprio, ad aprire un’attività. Si prova, insomma, a diventare “imprenditori di se stessi”. Una sorta di scelta-non scelta. “Il lavoro non c’è? E allora provo a crearlo io”, sembra il ragionamento di molti. E non solo dei giovani: sono sempre di più, ultimamente, le persone tra 40 e 65 anni che provano a mettersi in proprio, o che almeno prendono in considerazione quest’ipotesi. A dirlo sono i dati delle aperture di nuove imprese nel 2009: in provincia di Firenze, nel secondo trimestre di quest’anno risultavano attive 93.954 imprese, contro le 93.641 dello stesso trimestre del 2008. Un aumento di circa 300 unità, un “indizio palese della necessità di trovarsi un lavoro di ripiego come imprenditore di se stessi”, spiegano dalla Camera di Commercio fiorentina. Ma non solo. Sempre nel secondo trimestre del 2009, infatti, le nuove imprese iscritte sono state 1.710, contro 1.131 cessazioni: un “saldo” positivo di 579 imprese, numero pieno di significati. Basti pensare che, nello stesso periodo dell’anno precedente, le cessazioni di attività erano state 1.696. “Questo si spiega con il fatto che oggi si cerca di tirare avanti – prosegue la Camera di Commercio – e anche quelli che probabilmente sarebbero andati in pensione restano, sperando così di integrare il reddito”. Tra aprile e luglio di quest’anPer molti, però, è solo no, proprio per effetto di un una scelta di ripiego. saldo positivo tra iscrizioni e E per gli ex dipendenti cessazioni, le imprese sono è un passaggio difficile aumentate di circa 500 unità. Per quanto riguarda poi la “natura giuridica” delle imprese, risultano aumentate le imprese individuali, che nel secondo trimestre 2009 erano salite a 54.087, “a conferma del fatto che persone sempre state dipendenti si mettono in proprio, spesso però come forma di ripiego”. E indicativi sono anche i numeri dell’ufficio nuove imprese e incubatori di impresa della camera di commercio di Firenze che, in collaborazione con Promofirenze, è rivolto a coloro che vogliono avviare una nuova attività, fornendo orientamento e consulenze: a usufruire del servizio, dal 1° gennaio al 23 ottobre scorsi, sono state 719 persone. E se tra loro la maggior parte aveva tra 26 e 35 anni, notevole è stato anche il numero di persone tra 36 e 65 anni, con qualche utente anche oltre quell’età. “Soprattutto tra settembre e ottobre è aumentata l’età media di chi richiede il servizio – affermano dalla Camera di Commercio – e questo vuol dire che in molti, colpiti da mobilità o cassa integrazione, scelgono di mettersi in proprio, più per necessità che per scelta. Ma, per chi è sempre stato abituato a essere un dipendente, è un passaggio molto difficile”. /M.F.

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lavoro

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DOSSIER/2. Sempre più difficile trovare un impiego, e allora torna di moda l’arruolamento

Tra i giovani parte la corsa all’Esercito Il 2009 ha visto un forte incremento di domande da parte di ragazzi e ragazze di casa nostra, e ora la Toscana fa “concorrenza” al Meridione per numero di (aspiranti) militari Matteo Francini

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o lasciato la mamma mia/l’ho lasciata per fare il soldà...”, recitava una delle più note canzoni della Grande Guerra. Da allora sono passati più di 90 anni, ma questi versi – che ormai parevano solo un ricordo legato alla nostra storia - sembrano tornati nuovamente di moda. Perché? La causa – anche questa volta – va ricercata (almeno in parte) nella crisi. I numeri parlano chiaro: per i giovani trovare lavoro diventa sempre più difficile, e allora sta tornando in auge l’arruolamento nell’esercito. Proprio così. E anche in Toscana. Agli occhi dei ragazzi (e delle ragazze) dei tempi nostri, questo deve infatti apparire come un lavoro sempre più sicuro, un’alternativa a un’occupazione che non c’è. E se dalla prima guerra mondiale i tempi sono cambiati, lo stesso può dirsi anche per l’esercito. “La svolta epocale è avvenuta nel 2005, quando siamo passati da esercito di leva a esercito professionale. Le tradizioni e gli obiettivi principali restano gli stessi, ovvero la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni, ma da allora siamo diventati un esercito nuovo, proiettato verso l’esterno. Ragioniamo come un’azienda, e facciamo anche marketing”, spiega il colonnello Antonello Procaccini, del comando militare di Firenze. Tanto che l’esercito, proprio come un’azienda in cerca di forze nuove e valide, era presente con un proprio stand all’ultima edizione di Job Fair, la fiera dedicata a chi cerca lavoro che si è tenuta a Firenze a fine ottobre. “E subito, in poche ore, abbiamo ricevuto una ventina di domande di reclutamento – continua Procaccini – ma in generale, anche per via della congiuntura, in Toscana quest’anno c’è stato

un notevolissimo incremento delle domande: sono state circa 200, ed è un dato estremamente alto”. Causa crisi, insomma, la nostra regione va ad aggiungersi con decisione a quello che da sempre è il bacino d’utenza principale per quanto riguarda gli arruolamenti, ovvero il Meridione. D’altronde, i giovani che scelgono questa strada entrano con uno stipendio di almeno 800 euro al mese (oltre a vitto e alloggio), e con la possibilità di accedere a concorsi per salire velocemente di grado (e di salario): opportunità, oggi, non facili da trovare altrove. Ma chi sono coloro che scelgono di tentare la carriera militare? “Giovani dai 18 ai 25 anni – risponde Procaccini – tra cui sempre più donne. E quest’ultime non stanno aumentando solo di numero, ma anche di grado. Se in passato avevano sostanzialmente

Si entra con uno stipendio di almeno 800 euro al mese. E vitto e alloggio sono garantiti una funzione logistica, ora stanno dando grandi risposte a livello psicoattitudinale, e sono sempre più operative anche per i combattimenti e le missioni all’estero”. Non più roba da soli uomini, insomma, ma gentil sesso sempre più protagonista anche in campo militare. Cosa forse inimmaginabile ai tempi della Grande Guerra. Ma i tempi cambiano, l’esercito pure, e la crisi interessa tutti. Senza stare troppo a guardare il sesso di chi colpisce.

NUOVE FRONTIERE PER IL TRATTAMENTO DEL GRASSO RESISTENTE AI TRATTAMENTI TRADIZIONALI MEDICO-ESTETICI

RIMODELLAMENTO NON CHIRURGICO DEL CORPO CON L’ACIDO IALURONICO

La softmicroliposcultura è una tecnologia all’avanguardia che sfrutta il meccanismo di azione degli ultrasuoni, che attraverso l’emissione delle onde cavitazionali emulsiona il grasso resistente agli altri trattamenti, rende la pelle più compatta, più omogenea. Agendo sulla struttura fibrotica di sostegno del grasso e della cute, oltre l’effetto lipolitico – di riduzione del grasso- attraverso il rimaneggiamento delle fibre collagene, ha anche un effetto lifting della zona trattata contrastandone la flaccidità. Questo è anche uno dei motivi per cui la tecnica viene utilizzata oltre nelle adiposità localizzate, per i lipomi e cellulite nelle varie fase di sviluppo e nei difetti postliposuzione con avvallamenti retrazione ed introflessioni della cute, fenomeno denominato molto spesso “buccia d’arancia”. Solitamente basta una seduta per eliminare un’adiposità localizzata di media entità, 2-3 sedute per migliorare l’aspetto cutaneo e la flaccidità. L’intervento viene eseguito al livello ambulatoriale in minima anestesia locale, non necessita ricovero o medicazioni post-intervento importanti. Il paziente riprende le sue normali attività da subito. In una prima fase si può avere un leggero edema ed indolenzimento della zona da trattare che possono durare fino a 3-4 giorni. Per cca 2 settimane il paziente deve indossare una guaina rimodellante. I risultati sono visibili già a 5-7 giorni dopo l’intervento, con la scomparsa dell’edema post-intervento. Con una sola seduta si possono eliminare da 4 a 12-14 cm di circonferenza. Le condizioni importanti che confermano l’idoneità al trattamento: funzione renale, epatica ed assetto coagulativo nella norma. I prezzi variano da min euro 1200,00 a max euro 1500,00 a seduta.

Tecnica semplice e sicura, ridona i volumi corporei iniziali senza rincorrere alla chirurgia. L’acido ialuronico utilizzato è un gel sintetico puro simile alla sostanza prodotta dall’organismo per dare volume alla pelle, rivalorizzare i volumi e migliorare la struttura cutanea. Indicato nell’aumento e rimodellamento del seno, dei polpacci, dei pettorali, glutei, pene rimodellamento delle cicatrici, l’acido ialuronico Macrolane si rileva una soluzione efficiente alle nostre esigenze di essere più belli, più tonici senza rincorrere alla chirurgia. Le condizioni per fare un trattamento Macrolane sono: uno spessore cutaneo superiore a 1,5-2 cm, integrità cutanea, esami ematochimici e accertamenti diagnostici ecografici e radiologici nella norma, assenza di patologie gravi accertati in corso. L’intervento si esegue ambulatorialmente, durata del trattamento varia da 30 minuti ad un max di 90 minuti. Non ci sono punti di sutura le medicazioni sono minime. Il paziente può ritornare alle sue normali attività dopo 24-48 ore. L’effetto del trattamento ha una durata variabile da 8 a 14 mesi. I prezzi variano da min euro 1500,00 a max euro 3500,00. Il prezzo del trattamento include sempre un ritocco.

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opere

Novembre 2009

SANITÀ. Conclusa la fase uno della ristrutturazione: aumentano i posti letto e migliora la tecnologia

Santa Maria Nuova, pronto il primo lotto Giulia Righi

L’

ospedale storico dei fiorentini, Santa Maria Nuova, ha passato la prima tappa del restyling ed è stato ufficialmente inaugurato il primo lotto della ristrutturazione. Si tratta di una fetta importante della struttura, per la quale sono stati investiti

L’INTERVENTO Verrà ricostruito ex novo

Novità in vista per Torregalli

N

on più una ristrutturazione, ma una ricostruzione da zero. Cambia il destino di Torregalli, da oltre tre anni alle prese con lavori di ammodernamento. Anziché intervenire sulle vecchie strutture ne verrà costruita una nuova di zecca destinata ad ospitare il pronto soccorso e altri servizi. Il nuovo ospedale potrebbe sorgere nella zona libera tra il padiglione degli ambulatori (recentemente costruito) e la collina retrostante. Una volta pronta la nuova struttura, verrà demolita quella esistente, evitando in questo modo che l’ospedale si trovi sguarnito, anche se temporaneamente, di qualche reparto. L’investimento complessivo per questa operazione si dovrebbe aggirare intorno agli 80/90 milioni di euro: 50 c’erano già (inizialmente destinati a completare la ristrutturazione in corso) e gli altri arriveranno dalla Regione, impegnata nei finanziamenti per l’edilizia ospedaliera in tutto il territorio toscano. In questi anni di lavori Torregalli aveva del resto già cambiato aspetto, con la costruzione ex novo di un padiglione che ospita ambulatori, centro trasfusionale, anatomia patologica, cappelle del commiato, un hospice, psichiatria e day surgery. E, come per Torregalli, anche per molte altre strutture della sanità fiorentina la partita sembra essere aperta: come ha annunciato l’assessore regionale Rossi a margine dell’inaugurazione di Santa Maria Nuova, la giunta regionale e quella comunale stanno lavorando per raggiungere un accordo di programma. Un tavolo comune per decidere come intervenire su alcune strutture sanitarie. L’impegno, ha annunciato Rossi, potrebbe concretizzarsi, con risultati tangibili, i a breve: “E’ stata aperta una verifica che ha come obiettivo quello di trovare soluzioni nell’interesse dei cittadini. Potremmo vederne i primi frutti prima della fine del /G.R. 2009”.

15 milioni di euro. Ora alcuni reparti hanno cambiato completamente volto. E’ successo a Radiologia, rinnovata sia negli ambienti che nel parco macchine, che oggi comprende una nuova Tac multistrato, una risonanza magnetica ad alto campo (1,5 tesla di potenza), tre apparecchiature radiologiche per la diagnostica tradizionale e due apparecchi ecografici che erano già operanti nel vecchio reparto. Di nuovo, oltre alle macchine (costate 3 milioni di euro), c’è anche la tecnologia utilizzata. Le immagini acquisite infatti saranno visualizzate su monitor ad alta qualità, collegati tramite il sistema Ris-Pacs agli ospedali dell’area vasta Centro: in questo modo gli esami fatti a Santa Maria Nuova potranno essere visualizzati anche a distanza. E’ stata rinnovata anche l’area della degenza medica, con 16 posti letto aggiuntivi, e così i letti di medicina interna dell’ospedale diventano 46. Questo nuovo reparto è stato riorganizzato seguendo il modello per “intensità di cure” e attrezzato con tv e, soprattutto, telecamere per il controllo infermieristico dei malati. Altri reparti invece sono stati trasferiti. Il day hospital/day service ha trovato spazio in un nuovo reparto,

Il reparto di day hospital

Locali e parco macchine nuovi a radiologia, un nuovo punto prelievi e spazi rinnovati per psichiatria e day hospital. Entro il 2010 pronti anche pronto soccorso, rianimazione, farmacia e dialisi

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organizzato in modo da permettere un accesso diretto dal territorio, per garantire l’assistenza diagnostico-terapeutica, internistica, angiologica, diabetologica e reumatologica. Anche il reparto di psichiatria è stato trasferito, in un’area completamente ristrutturata e dotata di 12 posti letto, 2 in più rispetto al passato. Altra grande novità, d’impatto per i cittadini, è il nuovo Punto Prelievi, con ingresso da piazza Santa Maria Nuova, nel loggiato del Buontalenti. Proprio per la sua collocazione (all’interno del complesso ospedaliero ma con un accesso autonomo) il Punto si presta bene a servire sia i pazienti dell’ospedale che i cittadini “esterni”. Nell’ambito della ristrutturazione sono state rinnovate anche le camere mortuarie, in modo permettere ai parenti di star insieme al proprio caro. Entro la metà di questo mese i nuovi servizi funzioneranno a regime, sorta di assaggio dell’ospedale che sarà una volta ultimati i lavori. E ci siamo quasi. Nel corso del 2010 infatti, come ha spiegato durante l’inaugurazione il direttore generale della Asl 10, Luigi Marroni, saranno inaugurati il nuovo Dea (e cioè il pronto soccorso), la rianimazione, la dialisi e la farmacia. Il costo totale della complessa operazione di ammodernamento dell’ospedale è di 48 milioni di euro.


STUDIO ODONTOIATRICO

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DR.SSA DANIELA SOAVE

DR.SSA SOAVE laureata in Medicina e Chirurgia - Odontoiatra, iscritta all’Ordine dei medici e degli Odontoiatri di Firenze. Ha conseguito il diploma a Londra all’ADD (Added dimention Dentistry) al 18, wimpole street di Londra per Oralift e Dentalfacelift ed è stata il primo dentista in Italia a eseguire questo tipo di terapia di odontoiatria estetica innovativa che si interessa del ringiovanimento del volto. Master presso l’Università di Firenze in TERAPIA LASER ASSISTITA IN ODONTOIATRIA. Ha frequentato la SCUOLA DI MEDICINA BIOLOGICA E DISCIPLINE INTEGRATE.

DR. SSA DANIELA SOAVE Ha conseguito il diploma a Londra all’ADD (Added dimention Dentistry) al 18, wimpole street di Londra per Oralift e Dentalfacelift ed è stata il primo dentista in Italia a eseguire questo tipo di terapia di odontoiatria estetica innovativa che si interessa del ringiovanimento del volto.

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Lo studio è dotato delle più moderne attrezzature diagnostiche e tecnologiche avvalendosi della collaborazione di professionisti specializzati in Implantologia Endodonzia Ortodonzia. Oltre a curare e migliorare l’estetica della bocca può anche migliorare l’estetica del volto attraverso il nuovo metodo inglese Oralift e Dentalfacelift tecniche inglesi innovative indolori e non chirurgica ideate dal Dr. Nick Mohindra famoso odontoiatra di Londra che ridona un aspetto giovane al volto senza l’uso della chirurgia. Migliorare l’estetica del volto attraverso un apparecchio da portare di giorno per solo 2-3 ore. Oggi viviamo in una società dove l’apparire è diventato quasi una necessità per raggiungere determinati obiettivi. Perché migliorare il proprio aspetto dà sicurezza e ti fa sentire ancora in gioco: chi si vede bello, vive bene e si ammala di meno.

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politica

Novembre 2009

PALAZZO VECCHIO/1. Il sindaco ha presentato i progetti realizzati nei primi 100 giorni di mandato

Cento punti, la partita va avanti La maggior parte delle promesse fatte è stata mantenuta (rivoluzione della sosta e della ztl, abolizione dei vigilini, una giunta di facce nuove), ora restano da risolvere altri nodi importanti Paola Ferri

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atto, non fatto e in corso d’opera. Finisce 89 a 11 (oppure 73 a 27, dipende dai punti di vista), la partita dei 100 punti di Renzi. Una settantina, infatti, i goal segnati nei primi tre mesi dalla squadra del sindaco, contro una decina di reti subite (leggi: proposte non ancora affrontate) e sedici pali (provvedimenti messi in cantiere ma non ancora conclusi). Non sarà un punteggio pieno, ma la squadra di Palazzo Vecchio può comunque ritenersi soddisfatta del risultato. La linea è tracciata e, parole dello stesso Renzi, “indietro non si torna”. Partiamo allora dai punti che rimangono sul tavolo. Tra quelli avviati troviamo ad esempio la riqualificazione del parco di Firenze per eccellenza, le Cascine. “Faremo in modo che ogni cittadino abbia uno spazio verde a dieci minuti da casa – afferma Renzi – ma non sarò soddisfatto finché non ci saremo ripresi le Cascine”. Ai 500mila euro già investiti se ne dovranno pertanto aggiungere degli altri. Aperta anche la battaglia per la legalità, a partire dalla decisione del Comune di costituirsi parte civile nelle vicende giudiziarie che rechino danno all’interesse pubblico (vedi al capitolo Quadra), fino alla caccia ai falsi permessi per invalidi (106 quelli scoperti e ritirati), alla campagna contro i “portoghesi” sugli autobus, con l’introduzione di una nutrita squadra di verificatori a terra. I nodi più dolenti sono ben noti: dalla nuova pista dell’aeroporto, frenata da alcuni sindaci dell’hinterland, alla tramvia, su cui comunque sono state annunciate importanti novità. La pedonalizzazione di piazza Duomo (il cosiddetto centounesimo punto) ha infatti

FATTO Molti l’attendevano a gloria, la sperimentazione del lavaggio strade senza spostare l’auto è cominciata e presto coinvolgerà metà delle vie fiorentine. Sbloccata, finalmente, anche la questione Cittadella viola. “Potrà nascere solo a Castello” ha chiosato Renzi. Importanti novità anche per quel che riguarda l’emergenza abitativa: è nata l’Agenzia dell’alloggio, per agevolare l’incontro tra domanda e offerta ed è stato istituito il fondo di garanzia per 100 giovani coppie che vorranno accendere un mutuo. Qualcosa è cambiato anche negli uffici pubblici. “Una questione di merito” recitava il punto numero 3 ed effettivamente la nuova schiera di amministratori (da Ataf a Quadrifoglio) non è legata a partiti politici. Senza dimenticare l’apertura dello stesso ufficio del sindaco ai cittadini, ogni mercoledì mattina.

Matteo Renzi davanti alla platea del Comunale la sera del 26 ottobre

messo una pietra sopra la querelle del passaggio del tram dal cuore del centro. Per il completamento dell’intera rete, invece, il sindaco si è dato tempo 3 anni. E mentre continua il dialogo con il Governo a proposito della legge speciale per Firenze, si fa la conta dei punti fatti. Cominciando dal famoso motto “facce nuove a Palazzo Vecchio”, che ha portato al rinnovamento quasi completo della maggioranza in consiglio comunale e a una giunta (ristretta a soli 10 assessori, era il punto numero 1) completamente nuova e di età media attorno ai 30-40 anni. Altra vittoria, quella sulla “multa facile”, con l’abolizione

AVVIATO

DA FARE

Un’unica azienda per gestire i servizi alla strada: ci siamo quasi, la fusione tra Firenze Parcheggi e Firenze Mobilità è vicina. Più complicata la risoluzione dell’Alta velocità: ancora in discussione il nodo stazione, dopo il secco no di Renzi alla faraonica struttura progettata da Foster che sarebbe dovuta sorgere agli ex Macelli. La controproposta è una “fermata” sotterranea tra Santa Maria Novella e la Fortezza da Basso, ma ancora la partita non è conclusa. Realizzata solo per metà anche la carta unica per i musei: esiste, ma è valida solo per visitare quelli comunali, in attesa dell’ok della Soprintendenza ai Beni culturali, che gestisce quelli statali. Tra cui nientemeno che la Galleria degli Uffizi.

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dei vigilini (convertiti in sentinelle antidegrado), l’installazione di una segnalazione più chiara all’ingresso della Ztl e l’annunciata rivoluzione della sosta. Ma la prossima verifica dell’operato dell’amministrazione è già. “Ci farà somigliare tutti a degli yogurt, ma darci una scadenza è fondamentale per mantenere la possibilità di verifica da parte dei cittadini – ci ha scherzato su Matteo Renzi durante la serata al Comunale – Ci vedremo tra due anni al nuovo Auditorium del Maggio Musicale Fiorentino”. Ovvero quello che ancora deve sorgere. Farlo, e farlo in tempo, sarà uno dei prossimi 100 (?) punti.

“Non è ancora chiaro quale sia la soluzione migliore per l’aeroporto, ma è evidente qual è la peggiore: quella attuale”. Eppure sulla pista parallela all’autostrada il sindaco di Firenze si è visto costretto, per adesso, a soprassedere. Ma la battaglia va avanti, tra tavole rotonde con i comuni dell’hinterland e incontri allargati a Regione e Provincia. Altro punto su cui ancora non si accende la luce verde è il Forte Belvedere. La riapertura era prevista addirittura per l’estate 2009, ma siamo ancora in alto mare. Infine, per una città che si annuncia “passeggiabile” è una piccola sconfitta quella di non aver ancora messo in piedi un efficace rete di bike sharing. “Arriverà e sarà sul modello di quella parigina” assicura Renzi.

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politica

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PALAZZO VECCHIO/2. Giovanni Donzelli, consigliere nelle fila del PdL

PALAZZO VECCHIO/3. Mario Razzanelli, Firenze C’è

“Il clima in Comune è cambiato, “Il destino della tramvia? ma Renzi non deve tentennare” Credo che ormai sia segnato” Francesca Puliti

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o chiamano Mister No Tram, ma si era candidato a sindaco di Firenze con un programma ben più ricco di questa ferma intenzione. Tra primo e secondo turno delle amministrative ha optato per l’apparentamento della sua lista “Firenze C’è” con la lista Galli, ma adesso si ritrova accusato dai banchi del Pdl (Giovanni Donzelli in primis) di tradire i suoi elettori. “Mi hanno votato perché faccia un’opposizione costruttiva e continuerò a farla – replica Mario Razzanelli – Renzi ha fatto propri alcuni punti che erano nel mio programma, dalla pedonalizzazione di piazza Duomo allo stop della stazione di Foster ai Macelli, perché dovrei osteggiarlo?” A proposito di pedonalizzazione del Duomo, crede che l’operazione sia stata condotta bene?

C

Sicurezza, degrado e traffico ai primi posti tra le priorità da affrontare a un singolo politico, ma un intero sistema di potere. Può tracciare un bilancio di questi primi 100 giorni? E’ presto per giudicare, anche il nostro sindaco dovrebbe avere l’onestà di dire che è prematuro dire che è stato bravo. Senza dubbio è stato bravo dal punto di vista comunicativo, ma adesso vorrei che passasse ai fatti, che fosse “un po’ più formica e un po’ meno cicala”. Una serie di punti sono stati considerati come fatti quando in realtà non si è visto niente di concreto. Un esempio: la pulizia. Non basta fare un “ramazza day” per avere una

Giovanni Donzelli

città più pulita. Allo stesso modo non basta cambiare la dirigenza dell’Ataf per ottenere un servizio migliore, la gente alle fermate dell’autobus si lamenta ancora per la scarsa puntualità delle corse. Certo, 100 giorni sono pochi per vedere dei risultati, ne eravamo consapevoli, ma adesso che la luna di miele è finita spero che arrivino provvedimenti concreti. Spero che sia finita anche con gli sprechi. Come i milioni spesi per le nuove assunzioni, a mio avviso inutili. Davvero troppi. Quali sono le priorità da affrontare? Sicurezza, degrado e traffico ai primi posti. Anche l’annunciata rivoluzione nella sosta lascia seri dubbi. Non sono stati definiti costi, né modalità precise. E lo stesso provvedimento dei parcheggi gratis negli ospedali in realtà è stato realizzato a metà: rendere gratuita la sosta solo per quattro ore e solo all’ora dei passi non aiuta coloro che ne avrebbero più bisogno, ovvero quelli che devono assistere dei malati per tutto il giorno, o andare a fare terapia frequentemente e in orari diversi. Ma il clima a Palazzo Vecchio è cambiato? Sì, devo ammettere che si respira un clima migliore rispetto all’era Domenici. Renzi si è dimostrato più disponibile al confronto con il consiglio comunale, anche se sulla vicenda Quadra ho intravisto i primi tentennamenti e non vorrei che si stesse ammalando di “domenicismo”.

La pedonalizzazione riconosce i risultati del mio referendum Il sindaco ha riconosciuto i risultati del referendum sulla tramvia, che io promossi a febbraio 2008. E’ già un grande segnale di novità rispetto alla passata amministrazione, che non aveva dato alcuna importanza alla consultazione popolare. Però avrebbe potuto spendere due parole di ringraziamento per le associazioni e le grandi personalità che in questi anni hanno combattuto per ottenere questo risultato (da Zubin Metha a Ferragamo, a Ripa di Meana per fare solo alcuni nomi). Ma ho intenzione di farlo io, organizzando una grande festa. A cui naturalmente anche il sindaco è invitato. Cosa ne pensa di come sono state ridisegnate le linee della tram-

Mario Razzanelli

via? Credo che ormai il destino della tramvia sia segnato. L’unica che sarà realizzata sarà la numero 2, ovvero l’unica utile, prolungata fino a servire il Polo scientifico di Sesto. Chiederò comunque che si eviti lo scempio in via di Novoli, interrando un tratto del percorso fino al Mugnone. Non è dato sapere invece quando potrà partire la linea 1, dato che manca ancora il collaudo del ponte sull’Arno. In ogni caso mi impegnerò affinché questa linea arrivi fino all’ospedale di Torregalli. Infine sarebbe molto più opportuno investire i fondi della linea 3 nella realizzazione di una metropolitana leggera, dai minori costi di costruzione e manutenzione. Capitolo Tav, è ancora possibile il passaggio in superficie? Premesso che rimango convinto che sia l’ipotesi migliore, la fermata tra Santa Maria Novella e la Fortezza mi sembra un buon compromesso. In questo quadro il tunnel può avere un senso, quello di mantenere la centralità di Smn e del polo fieristico. Non solo, ma si aprirebbe così la possibilità di realizzare non una ma due stazioni dell’Alta velocità. L’altra sorgerebbe a Castello, in modo da servire tutta la Piana, nonché /F.P. l’aeroporto.

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i pensa Giovanni Donzelli, consigliere Pdl a Palazzo Vecchio, a mettere i punti sulle i dei 100 punti di Renzi. Una raffica di interrogazioni nei suoi primi 100 giorni di questa legislatura, tanto per non far dimenticare ai fiorentini l’opposizione incalzante che aveva caratterizzato i cinque anni passati tra gli scranni del Salone dei Cinquecento, durante il mandato di Domenici. Basti pensare che dal 2006 ad oggi ha collezionato oltre 100 atti attorno alla discussa vicenda Quadra. “Anche a partire dalle numerose segnalazioni dei cittadini – afferma Donzelli – che vedevano sorgere palazzine di diversi piani al posto di attività manifatturiere, così come se niente fosse”. Adesso che la questione si sta piano piano dipanando, al di là di come potrà andare a finire, la città si trova a un crocevia. Cosa ne facciamo del Piano strutturale? E’ un’incognita. La situazione è disastrosa, non si intravede nessuna via d’uscita. Le possibilità sono due. La prima è quella di annullarlo, il che comporterebbe un blocco pressoché totale dell’attività edilizia in città. Non sarebbe possibile far partire i lavori per nessuna grande infrastruttura, di cui Firenze ha bisogno, come il nuovo stadio, la bretella Barberino-Incisa o la nuova pista dell’aeroporto. Ma al tempo stesso è impensabile andare avanti con un piano disegnato da persone attualmente indagate o agli arresti. Credo che dovremmo scegliere il male minore, adottando la prima opzione. E la responsabilità di questo blocco sarà da addebitarsi non


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provincia

Novembre 2009

PALAZZO MEDICI. Presentato il programma di mandato della nuova giunta provinciale

“Costruiremo la prima città metropolitana” Ginevra Donnici

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Andrea Barducci

Tra le priorità: fondi contro la crisi, lotta all’omofobia, un’unica agenzia per il turismo, l’attenzione alle energie rinnovabili. E il Genio Fiorentino cambia veste: sarà spalmato su tutto il territorio e duraturo nel tempo 1044196

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alla costruzione della prima città metropolitana all’impegno a fronteggiare la crisi economica. Dalla battaglia contro l’omofobia alla costituzione di un’unica agenzia per il turismo metropolitano. È di larga prospettiva il programma di mandato del presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, che su alcuni grandi temi sollecita anche i contributi positivi che potrebbero arrivare dall’opposizione: “L’auspicio è che venga costituita quanto prima una Commissione speciale, trasversale a tutti gli schieramenti, per la costruzione della prima città metropolitana”. E’ questo un obiettivo che Barducci si pone con chiarezza, quando di fatto candida la Provincia di Firenze a svolgere il ruolo di laboratorio nazionale sul tema della semplificazione della pubblica amministrazione. Tra le priorità del mandato, il presidente ha inserito anche il rilancio e la coesione del territorio, con un marketing territoriale integrato e con la costituzione di un’Agenzia per il turismo metropolitano e di un unico Convention Bureau (il Consorzio per la promozione del turismo congressuale e d’affari). “Dobbiamo seguire un progetto di scambio e integrazione tra Firenze e i Comuni della Provincia – dice Andrea Barducci – in questo senso, questa amministrazione non riproporrà nei termini in cui la conosciamo l’esperienza importante del Genio Fiorentino. Abbiamo bisogno di fare un salto di qualità in termini appunto di progettazione e rapporto con l’insieme del territorio. Iniziative di questa natura, che presuppongono investimenti significativi, devono durare più a lungo nel tempo, ed essere distribuite in tutto il territorio della nostra provincia”. La nuova giunta provinciale ha messo in conto, nel suo programma di mandato, anche le misure anti-crisi: “Sono previsti sette milioni di euro per far fronte alla situazione economica attuale. I fondi saranno destinati non solo al sostegno di dipendenti ed imprenditori, ma saranno anche investiti per corsi di formazione, per chi ha perso il lavoro e per chi il lavoro lo offre, puntando così all’innovazione di dipendenti e piccoli imprenditori”. Il presidente Barducci annuncia anche una particolare attenzione ai temi ambientali da parte dell’amministrazione provinciale: “Abbiamo intenzione – dice – di estendere l’esperienza del Diamante di Pratolino anche al parco delle Cascine e dei Renai, a Signa”. La provincia già ospita nel parco di villa Demidoff il primo ‘diamante’ al mondo, realizzato con celle fotovoltaiche, ma capace di dare energia anche in assenza del sole. Un impianto dotato di una centrale fortemente innovativa e dalla straordinaria forma architettonica che riesce a immagazzinare l’energia solare sotto forma di idrogeno per poi utilizzarla anche quando è buio. “Insisteremo – dice – sul sistema delle qualità, che comprende oltre all’investimento nelle energie rinnovabili anche la valorizzazione dell’associazionismo e dell’interculturalità, riproporremo il consiglio degli stranieri e porteremo avanti la nostra battaglia contro l’omofobia”.

FOCUS Pronti 250 milioni per tre anni

Pioggia di investimenti per le opere pubbliche

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uecentocinquanta milioni di euro è la cifra che la Provincia di Firenze investirà nei prossimi tre anni in opere pubbliche. Ponti, strade e scuole al centro degli investimenti. Gli interventi sulla viabilità riguardano la superstrada Firenze-PisaLivorno, con l’adeguamento del tratto Ginestra fiorentina – Empoli est (per un totale di 123 milioni) e la variante di Grassina (26 milioni di euro). Una novità del nuovo piano triennale di interventi – reso noto dalla vicepresidente della Provincia di Firenze, Laura Cantini – è il finanziamento nel 2010 per la progettazione definitiva di due nuovi ponti sull’Arno: quello a Montelupo e Capraia e il nuovo ponte di Figline Valdarno. Grandi interventi sono previsti dalla Provincia anche nel campo dell’edilizia, in particolare il recupero del complesso di Sant’Orsola (finanziato dalla Regione e da fondi Piuss per oltre 9 milioni di euro) che dal 30 novembre – fa sapere l’assessore all’edilizia, Stefano Giorgetti – passerà definitivamente alla Provincia. Spazio alla ristrutturazione delle scuole con interventi per la nuova succursale dell’Istituto Buontalenti a San Bartolo a Cintoia (per un importo complessivo di oltre 1,8 milioni di euro). In programma anche il finanziamento del progetto per l’ampliamento della filiale del Liceo Rodolico in via del Podestà e dell’Istituto Calamandrei. Nell’elenco delle opere edili anche la realizzazione dei nuovi laboratori all’Istituto Salvemini per 700 mila euro complessivi. Molti gli interventi anche per la difesa del suolo, a cominciare dalla pista ciclabile lungo l’Arno per l’importo complessivo di 1 milione di euro; il ringrosso arginale dell’Arno nell’abitato di Lastra a Signa (370 mila euro); quello simile previsto ai Renai di Signa (220 mila euro) e la riqualificazione della riva destra d’Arno tra San Niccolò e Varlungo a Firenze (180 /G.D. mila euro).


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UNA SANA E PRUDENTE ATTIVITÀ SPORTIVA AIUTA LA TUA VITA Una mela al giorno... e 30 minuti di esercizio fisico, toglie il medico di torno...

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Prima di iniziare una qualsiasi attività ludicosportiva è utile consultare il proprio mediL’attività sportiva che svolgia- co curante per avere consigli mo (o dovremmo svolgere) non rispetto al proprio stato di saluè solo uno svago ma è lo stru- te. Per praticare uno sport con mento più naturale per man- continuità e regolarità si contenere il proprio organismo in siglia di scegliere qualcosa da buona forma; essa fa bene alla fare insieme a uno o più amici: salute ed è il migliore investi- quando ci si diverte e si arricmento per gli anni a venire. chisce il movimento con un Inoltre l’esercizio fisico associa- legame emotivo si è più sproto ad una dieta equilibrata risul- nati a proseguire. ta il miglior sistema per perdere peso e/o mantenerlo nei limiti Inizia con… consigliati. Una attività sportiva GRADUALITÀ è sempre utile a tutti e a tutte le È necessario impostare in modo età, in quanto l’esercizio fisico graduale ogni attività fisica o contrasta il sovrappeso e pre- sportiva: ciascun organismo ha viene l’obesità, nonché riduce i propri limiti e solo un allenail rischio di contrarre le più mento progressivo può aiutare a superarli. Al minimo segnale importanti patologie cardiovadi malessere (affanno eccessiscolari e alcune forme di cancro vo, palpitazioni, dolore toracico, (mammella, colon); esso inoltre capogiri, crampi ripetuti, ecc.) è riduce l’ansia e gli effetti dello bene diminuire o interrompere stress, migliora i disturbi del il lavoro muscolare. Graduasonno, migliora l’umore, tralità significa anche effettuare smette un senso di benessere esercizi di riscaldamento (corsa, psico-fisico e migliora anche stretching, ecc.) prima di iniziala sessualità. Una attività fisire: in questo modo si garantica quotidiana riduce infatti il sce una migliore efficienza del rischio di infarto e di malattie lavoro muscolare e si prevengodelle coronarie e, se praticata no lesioni all’apparato muscolo con cautela e consapevolezza, scheletrico. E’ consigliabile inolè fondamentale per la preven- tre non interrompere l’attività zione della maggior parte delle in modo brusco ma diminumalattie diffuse nella socie- ire a poco a poco l’intensità tà moderna (obesità, diabete, dell’esercizio. ipertensione, malattie del cuore e il decadimento senile come Fai attenzione a… l’Alzheimer). ALIMENTAZIONE Per avere effetti positivi, e IDRATAZIONE nella sua funzione preventi- Non impegnare l’organismo va, si consiglia di muoversi in un lavoro muscolare intenper almeno 30 minuti al gior- so prima di tre ore dall’ultimo no; nel dettaglio (Tabella I e pasto specie se è stato abbonII ) dante. Se si assume un pasto leggero, l’intervallo può essere I suggerimenti che seguo- ridotto. Una sana alimentaziono sono rivolti in partico- ne deve comprendere 5 porziolar modo agli appassionati ni al giorno di frutta e verdura, che hanno in programma di che apportano i nutrienti di cui intraprendere una regolare l’organismo ha bisogno. Dopo attività fisica e servono per l’allenamento il pasto deve evitare situazioni di rischio. essere leggero e digeribile (pre-

diligi carboidrati: pastasciutta, biscotti, pane, ecc.). Bisogna bere liquidi (preferibilmente acqua) prima e durante l’attività fisica: quando si avverte la sensazione di sete, si è già persa una parte rilevante dei propri liquidi e l’organismo può trovarsi già in uno stato di carenza.

Scegli l’… ABBIGLIAMENTO È bene tenere conto dell’ambiente nel quale si pratica l’esercizio fisico: proteggersi con indumenti adatti dall’eccesso di caldo o, al contrario, da temperature troppo rigide.

Evita ALCOOL, SIGARETTE e altre sostanze L’abuso di alcool, sigarette e altre droghe è sempre dannoso. Ma lo è in modo particolare quando si pratica sport, poiché simili sostanze aumentano i rischi di incidenti cardiovascolari, oltre a diminuire la qualità della prestazione.

Ascolta i… SEGNALI In caso di stati febbrili é meglio attendere una completa guarigione prima di dedicarsi all’attività fisica. Mettere al corrente il proprio medico di ogni eventuale disturbo che si manifesti durante l’attività fisica. Nel caso sia necessario assumere farmaci per terapie a lungo termine, è indispensabile consultare il proprio medico per verificare che tali farmaci siano compatibili con l’attività sportiva.

Il Consiglio di Europa definisce come SPORT “qualsiasi forma di attività sportiva che, mediante una partecipazione organizzata o meno, abbia come obbiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, lo sviluppo delle relazioni sociali o il conseguimento di risultati nel corso di competizioni a tutti i livelli”

TABELLA I

1) attività aerobica moderata per 30 min al giorno per 5 giorni la settimana. 2) attività fisica intensa per 20 minuti 3 volte la settimana. La loro combinazione è particolarmente efficace. Esempi di attività fisica equivalenti (intensità/durata): • Andare in bicicletta per 8 km o per 30 minuti • Camminare 3 km o per 30 minuti • Correre 1,5 km o per 15 minuti • Nuotare per 20 minuti. • Giocare a basket per 15 minuti • Giardinaggio per 30-45 minuti • Giocare a pallavolo per 45 minuti • Ballare per 30 minuti

TABELLA II

Non bisogna pensare che un “modico” esercizio fisico non faccia nulla, basta sia costante • Andare a lavorare a piedi o in bicicletta • Camminare a passo svelto (ad una velocità che ci consenta ancora di conversare agevolmente) • Evitare la macchina per piccoli spostamenti • Organizzare una passeggiata con gli amici o una corsa nel parco • Fare le scale invece di prendere l’ascensore • Scendere dall’autobus una fermata prima di quella prevista • Giocare con i bambini • Passeggiare con il cane

COMPORTAMENTI DA OSSERVARE PER AGIRE IN SICUREZZA

EVITA

• l’esercizio fisico con il caldo o il freddo intenso • l’esercizio fisico quando sei molto stanco o hai qualche linea di febbre • l’attività se hai mangiato di recente e in modo abbondante. Preferisci frutta, verdura e carboidrati • gli esercizi troppo impegnativi se non sei adeguatamente allenato

NON

Dott.Lorenzo Liverani Direttore UO Medicina dello sport Azienda Sanitaria di Firenze

Rivolgiti al medico per saperne di più Queste sono regole molto semplici, da applicare nel tuo progetto di miglioramento della tua forma fisica e della tua salute. Il buon senso aiuta ma non è sufficiente. Per approfondimenti è possibile consultare il sito della Società della Salute di Firenze www.sds.firenze.it

• portarti al limite, anche se la passione per la “garetta” tra amici ti coinvolge • continuare l’attività in presenza di dolori muscolari o di altro genere • volere risultati immediati. Calcola, soprattutto all’inizio, anche i minimi progressi e ascolta costantemente il tuo corpo • assumere bevande contenenti zucchero o altre sostanze e bevande alcoliche.

RICORDA

Che non esiste nessuna “pozione magica” che possa migliorare la prestazione fisica. Solo l’allenamento, la buona alimentazione e l’idratazione corretta costituiscono gli ingredienti di quella “pozione magica” in grado di offrirti migliori prestazioni Informazione a cura della Società della Salute



fido, micio e gli altri

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LA DECISIONE. Il Consiglio regionale ha approvato una dettagliata legge a tutela degli animali

In Toscana la riscossa dei quattrozampe Giulia Righi

segnale di grande civiltà, la possibilità per gli anziani (purché autosufficienti) di tenere con sé cani, gatti o uccellini anche nelle case di riposo. Nella legge regionale si è tenuto conto anche dei costi del mantenimento degli animali, ed è prevista l’assistenza veterinaria per i proprietari di cani che rientrano nelle fasce deboli. Insomma, è la rivincita dei quattrozampe e un passo in avanti nel riconoscimento dei diritti del pianeta scodinzolante. Il Consiglio regionale toscano ha approvato a maggioranza questa legge, con 33 voti a favore: al voto (elettronico) non hanno partecipato i gruppi consiliari del centrodestra e la legge ha concluso il suo iter dopo un’interruzione subita a settembre, quando non si riuscì a raggiungere il numero legale. La legge, spiega il verde Fabio Roggiolani, presidente della commissione Sanità, “ha lo scopo di tutelare il benessere degli animali, combattendo le forme di maltrattamento e di abbandono. E’ stata concertata con la Giunta regionale, con l’ordine dei veterinari e con gli altri soggetti interessati”. Roggiolani ha anche ricordato che “si mantengono l’anagrafe canina e le regole sul randagismo, già presenti nella legge regionale 43 del ’95, ma si definiscono procedure e competenze in modo più adeguato e preciso. La legge interviene su alcuni aspetti regolamentati da norme comunali, come l’accesso dei cani nei locali pubblici, in ambienti aperti al pubblico, parchi e spiaggia con uso obbligatorio di guinzaglio e della museruola qualora previsto dalle norme nazionali”.

I

pesci rossi non potranno più far da premio per chi vince al Luna Park, i cagnolini potranno seguire i loro padroni persino nelle case di riposo, e guai a chi non li tratta come si deve. La Toscana si è guadagnata un bel primato, con l’approvazione, da parte del consiglio regionale, di una legge di tutela del benessere degli animali. E con le nuove norme ha portato un po’ d’ordine nella sguaiata giungla di chi gestiva gli animali come fossero oggettini da compagnia. Le disposizioni introdotte sono tante. Code e orecchie, ad esempio, non potranno essere tagliate per sollazzare i malsani vezzi estetici dei padroni. Sarà vietato chiudere gli animali in spazi troppo stretti (canili e circhi si dovranno adeguare) esporli al sole o alla pioggia, picchiarli, far loro soffrire la fame e la sete. Tutte cosette che dovrebbe imporre il buonsenso, ma visto che quello spesso scarseggia, adesso a far da dissuasore ci sarà il rischio di una multa da 15mila euro. E preso atto del fatto che non sono né attori né marionette, si è deciso che gli animali non potranno essere utilizzati come parte attiva dell’accattonaggio né degli spettacoli di strada. Stesso leit-motiv anche per i quattrozampe utilizzati in occasione di manifestazioni storico-culturali: verrà istituito un registro regionale per tracciare tutti gli eventi che prevedono la loro partecipazione. Anche il settore commerciale è stato regolamentato, e gli animali destinati alla vendita non potranno essere tenuti in vetrina per più di cinque ore. E finisce pure l’era dei posti off-limits, dei luoghi proibiti: la nuova legge prevede piena cittadinanza per i cani, purché al guinzaglio, in parchi, giardini, spiagge e spazi pubblici laddove non ci siano espliciti cartelli di divieto. Altro

Tra le novità la possibilità di far entrare cani e gatti in tutti i luoghi pubblici dove non ci sono cartelli che lo vietano esplicitamente e, per gli anziani, l’opportunità di portarli con loro nelle case di riposo

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Novembre 2009

due ruote

ON THE ROAD. Il popolo dei pedali, almeno 25 mila persone in città, non sempre ha vita facile

La dura vita degli amanti della bici Firenze ha circa 63 chilometri di piste ciclabili, entro il 2010 ne sono attesi altri 33. Una volta completata l’estensione, quello cittadino dovrebbe diventare uno dei percorsi cicloamatoriali più affascinanti del mondo Lorenzo Salusest

D

ura la vita per i cicloamatori fiorentini. Vuoi per il traffico caotico, vuoi per le poche e malridotte piste ciclabili, pedalare per le vie della città rappresenta più una sfida da raccontare agli amici che una scelta ispirata al salutismo e all’ecologia. E dire che le potenzialità per rilanciare questa forma di mobilità “ecosostenibile” ci sarebbero tutte. Certo, Firenze non è Amsterdam dove i dislivelli stradali più alti sono costituiti dalle salitelle sui ponti, ma, salvo alcuni tratti, neanche le vie della nostra città presentano ascese così ripide da richiedere polpacci di ferro. E anche le dimensioni relativamente ridotte del territorio fiorentino giocherebbero a favore dell’uso della bicicletta. Ma così non è, o almeno non quanto potrebbe essere. Perché i cittadini che quotidianamente spingono sui pedali per raggiungere le loro mete sono sì molti (dai 25 mila ai 30mila, circa il 5 per cento degli spostamenti totali), ma potrebbero essere molti di più. Cos’è che impedisce, dunque, ai fiorentini di montare in sella alla loro bici e attraversare Firenze pedalando invece che dando gas su un’auto o su uno scooter? La risposta è semplice quanto preoccupante: la mancanza di percorsi sicuri per gli amanti della bicicletta. Basta dare un’occhiata alla mappa della “mobilità ciclabile” di Firenze per capire il perché delle preoccupazioni: tratti mal collegati, rettilinei che finiscono nel niente, intere zone della città totalmente prive delle “corsie rosse”. Ad oggi Firenze vanta circa 63 chilometri di piste ciclabili, di queste circa la metà non risponderebbe totalmente alle norme di sicurezza. Intersezioni stradali pericolose, segnaletica orizzontale mancante, presenza di piste promiscue bici-pedoni: queste le principali ir-

regolarità riscontrate. A cui va ad aggiungersi il pessimo stato del “tappeto rosso” riservato alle due ruote: avvallamenti che costringono gli ammortizzatori a sollecitazioni, buche che, quando piove, diventano laghetti da guadare, relitti di biciclette abbandonate che invadono le già strette corsie, tragitti lineari resi più “avvincenti” da chicane e ostacoli improvvisi. Ma una volta rimesse a nuovo, le piste esistenti sarebbero in grado di soddisfare le legittime richieste di mobilità ciclabile? Basta dare un’altra occhiata alla mappa per poter dire che no, i 63 chilometri attuali non bastano, neanche con l’aggiunta dei 33 chilometri attesi entro il 2010. Le nove piste previste dal piano

Tra le zone più sguarnite di piste l’Oltrarno, il confine con Bagno a Ripoli e l’Isolotto

comunale sono ancora allo stato embrionale, soprattutto nelle estreme periferie e nella zona centrale. A salvarsi - per la presenza di piste, non certo per il loro stato di manutenzione - sono i viali di circonvallazione e alcune delle principali direttrici di traffico, mentre a lamentare assenza di corsie riservate alle bici è l’intera zona diladdarno, dal confine con Bagno a Ripoli all’Isolotto. I progetti di estensione delle piste ci sono, dal viale dei Colli, alle pendici di Fiesole, alle rive dell’Ema: quando saranno completati Firenze potrà diventare uno dei percorsi cicloamatoriali più affascinanti del mondo. Per adesso spingere sui pedali a Firenze resta un’impresa.

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tempi moderni

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HI-TECH. Sta dilagando una nuova patologia, il tecnostress, vera e propria dipendenza da tecnologia

Se i computer ci attaccano i virus Questa malattia colpisce soprattutto i giovani con reddito medio-alto e buon livello di istruzione, ma non ne sono immuni neppure i giovanissimi. E così aumentano le cliniche che se ne occupano Francesca Puliti

C

ellulari, navigatori, blackberrry e soprattutto lui, il notebook, sempre più piccolo e leggero per seguirci ovunque, con la instancabile connessione a internet. Altro che shopping compulsivo o bingo-mania: è febbre da aggeggi tecnologici, tanti piccoli accessori superraffinati di cui non possiamo più fare a meno, neanche in vacanza. Chi questa estate non ha fatto i conti con il vicino di ombrellone intento a leggere i giornali sull’I-phone? Preparatevi a vedere di peggio sulle piste da sci. Si chiama tecnostress ed è la dipendenza del terzo millennio. Controllare in maniera ossessiva la posta elettronica, lo status degli amici su Facebook o le previsioni meteo, connettersi alla rete sempre più spesso e sempre più a lungo, fino a perdere interesse per altre attività. Una mania che colpisce soprattutto i giovani, con reddito medio-alto e buon livello di istruzione, ma fa stragi anche tra i giovanissimi, dove prende la forma della dipendenza

da chat o da gioco di ruolo online. Si tratta di una vera e propria patologia, solo recentemente riconosciuta come tale. E’ così che nascono programmi detox di nuova concezione e corsi di disintossicazione dalla tecnologia. Tanto che a Milano i Sert hanno attivato appositi percorsi (ebbene sì, proprio accanto a quelli per alcolisti e tossicodipendenti) e a Londra è stata inaugurata la prima clinica specializzata. Mentre mamma e papà vanno a scuola di informatica per imparare le basi, ecco che il figlioletto entra in “riabilitazione”. Accade anche tra le colline toscane, dove negli ultimi anni sono spuntati come funghi studi, scuole e cliniche (la più nota ad Arezzo) per sconfiggere il tecnostress. Sì, perché non saremo ai livelli degli Usa, dove questa estate l’improvvisa interruzione dei servizi mail dei blackberry ha mandato nel panico un esercito di manager, ma anche noi ce la caviamo bene. Basta pensare che l’Italia è uno dei paesi a più alta densità di cellulari al mondo e che sol-

Purtroppo ai ragazzi manca un’educazione ai media che li difenda dai rischi

tanto qui da noi il 96,5 per cento dei giovani lo usa abitualmente. Una recente ricerca del Centro studi minori e media di Firenze rivela che già alle elementari 8 alunni su 10 ne possiede uno e una buona fetta ha ricevuto in regalo il primo telefonino addirittura a 4 anni. “Quello che manca è l’educazione ai media

– afferma la dottoressa Ilaria Poli, direttore scientifico del centro – una guida per imparare a sfruttare le opportunità derivanti dalla tecnologia senza cadere nella rete della dipendenza, che significa anche vulnerabilità, non solo dei dati sensibili, ma della sfera privata di ognuno di noi. Si tratta di un rischio poco percepito tra i giovani”. Una vera e propria materia scolastica, dunque, per imparare a tenere sotto controllo i nuovi mezzi di comunicazione senza esserne dominati. E per chi c’è già dentro? Shiatsu, yoga e giornate di detox per staccare la spina in ogni senso. E nei casi più problematici vera e propria psicoterapia.

L’INTERVISTA

Giorgio Nardone, psicologo cognitivo-comportamentale

“Da tre a sei mesi per guarire” “S

e ne esce in meno di 10 sedute, nell’arco di 3-6 mesi di terapia”. Parola di Giorgio Nardone, psicologo cognitivo-comportamentale e fondatore della Clinica di terapia strategica di Arezzo, che cura persone affette da “dipendenza tecnologica” da una decina d’anni. Professore, quanti casi tratta ogni anno? Circa 70-80 persone. Si tratta di un numero piuttosto alto, che è andato crescendo

negli ultimi anni, quando le persone hanno cominciato a prendere coscienza del problema. Fino a poco tempo fa, infatti, non si riteneva che la tecnologia e in particolare internet potessero dare vita a una qualche patologia. Quali sono gli effetti? In genere questa forma di dipendenza deriva dal desiderio di tenere tutto sotto controllo, ma ci sono diversi tipi di patologia. Dall’ec-

cessiva ricerca di informazioni online, alla perversione dei contatti in chat, che surclassano quelli della vita reale, fino alla combinazione del web con altri comportamenti ossessivi. Ad esempio lo shopping compulsivo in rete o il gioco d’azzardo. Una dipendenza che finisce per assorbire sempre più tempo, incidendo moltissimo sia sulla vita personale che professionale di chi ne soffre. In cosa consiste la terapia?

Nell’imporre al paziente di calarsi nella sua personale ossessione ma in maniera controllata, in modo da disinnescare il meccanismo dall’interno. Così ad esempio chi soffre di shopping compulsivo online viene obbligato a spendere 10 euro al giorno. In generale viene imposto al paziente di connettersi per una quantità sempre più limitata di tempo, ma tutti i giorni, in modo da assumere il controllo sull’ossessione. /F.P.


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cinema

Novembre 2009

L’INIZIATIVA. Immagini inedite in una produzione “collettiva” curata dalla Mediateca Regionale

L’alluvione mai vista diventa un film Presentato il docu-film di Erasmo D’Angelis che ricostruisce le ore drammatiche del 4 novembre 1966, il ritardo dei soccorsi, l’arrivo degli angeli del fango da tutto il mondo. Voce narrante di Hendel Alessandro Longhi

P

prima della tragedia, la drammatica uscita delle acque del fiume in una Firenze che dormiva e attendeva il 4 novembre come “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, l’incredibile assenza dello Stato e gli “insulti” al Presidente della Repubblica Saragat in visita nel fango fiorentino dei giorni successivi. Ma anche i tanti volti dei fiorentini disperati, degli Angeli del Fango arrivati da tutto il mondo e le ricostruzioni di chi ha vissuto la tragedia come giornalista, radio amatore, vigile del fuoco, militare e di chi oggi ricopre ruoli importanti e nel ’66 era ragazzo o, appunto, angelo del fango. “Si

er la prima volta vediamo immagini inedite, da choc: le ore dell’alluvione di Firenze con la città invasa dal fiume annerito dalla nafta, addirittura canotti e barche e una persona a nuoto impegnata nei salvataggi. Filmati e ricostruzioni mai viste, tutto raccolto in un film-documento che ci fa rivivere le ore drammatiche dell’alluvione del 1966: dai ritardi dei soccorsi all’organizzazione dei fiorentini, fino all’arrivo degli angeli del fango da tutto il mondo. “Angeli nel fango. L’alluvione mai vista”, questo il titolo della produzione curata da Mediateca Regionale Toscana Film Commission (il docu-film rientra nel lungo lavoro di Mediateca Film Commission e del suo presidente Ugo Di Tullio a sostegno della memoria e delle iniziative per ricordare gli Angeli del Fango) e Rai, che ha come regista e autore dei testi Erasmo D’Angelis, giornalista, presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale, promotore del Raduno internazionale degli Angeli del Fango del 4 novembre 2006 e già autore del libro “Angeli del Fango. La meglio gioventù nella Firenze dell’alluvione” (Giunti Editore). Voce narrante del film, presentato in occasione del 4 novembre (43esimo anniversario dell’alluvione) in Palazzo Vecchio, è Paolo Hendel, il montaggio è stato curato da Antonio Chiavacci e l’autore si è avvalso della preziosa consulenza del giornalista Sandro Bennucci e dell’ex Segretario dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno Giovanni Menduni. In un’ora e mezzo di appassionante ricostruzione, giorno per giorno, D’Angelis mette in mostra le ore passate da “inconsapevoli” dai fiorentini

Realizzato grazie alle immagini inviate dai fiorentini dopo l’appello lanciato l’anno scorso tratta di un’opera collettiva – spiega D’Angelis – ed è per questo che nel corso dell’ultimo anno abbiamo fatto appello a chiunque avesse a disposizione immagini della tragedia dell’alluvione del 1966 per realizzare il più completo racconto di quella che è stata anche una straordinaria operazione di volontariato e di passione civile mai vista in Italia. Il film-documento chiarisce anche tutti gli aspetti relativi ai mancati allarmi e ai ritardi dei soccorsi statali, mettendo in mostra quanto di positivo è stato realizzato nel bacino dell’Arno negli ultimi anni e il molto che resta ancora da fare”.

Angeli del Fango. Un ragazzo morto mentre spala il fango. La foto, ritrovata negli archivi, è stata scattata da un passante. L’identità del giovane è sconosciuta. Chi ricorda questo evento può contattare la Mediateca Regionale

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Presentato dai consiglieri Brogi e Tognocchi

Nasce un blog a 35 millimetri

U

n blog a 35 mm. Uno strumento moderno per dialogare e comunicare sull’antica arte del cinema. Il tutto con i riflettori puntati sulla Toscana e sotto la “regia” del gruppo Pd in Consiglio regionale. Il sito internet www.cinematoscana.it è stato presentato dal presidente della commissione cultura Enzo Brogi (Pd) e dal consigliere Pier Paolo Tognocchi (Pd), che oltre ad essere il promotore dell’iniziativa è anche relatore della proposta di legge sul cinema di qualità. “Il legame tra il cinema e la Toscana – spiega Tognocchi – è sempre stato molto forte sia per la presenza di importanti attori, registi, sceneggiatori di fama internazionale, sia perché la nostra regione per le sue bellezze paesaggistiche è stata e continua ad essere una location straordinaria. Se a questo aggiungiamo che i “Tirrenia studios”, nati nel 1933, sono stati la prima città del cinema d’Italia abbiamo un quadro che disegna senza ombra di dubbio un connubio di grande valenza internazionale. Il rapporto tra il cinema e la Toscana deve continuare nell’opera di valorizzazione dei nostri talenti,

www.cinematoscana.it

di promozione delle location, e soprattutto di diffusione della cultura cinematografica, anche attraverso la difesa delle piccole sale e dei cinema “storici” nelle nostre città”. Da qui l’idea del blog, dello spazio web messo a disposizione di tutti coloro che a vario titolo si occupano di cinema: attori, registi, associazioni culturali, scuole di cinema ma anche semplici appassionati. Per Tognocchi si tratta di uno strumento “di utile supporto alla politica e alle istituzioni, aiutandole a comprendere meglio le dinamiche e le criticità, a fare meglio il proprio lavoro a sostegno del cinema toscano”. /A.L.


pianeta moda

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IL DATO. Nonostante la crisi, i giovani stilisti riescono a farsi largo nel mondo del lavoro

Firenze capitale fashion? No, però... Barbara Biondi

F

orse è vero che Firenze non è la capitale della moda, ma è altrettanto vero che la città del giglio continua a sfornare giovani quanto promettenti stilisti. E non solo. Ci sono anche ragazzi che vengono all’ombra del Cupolone per studiare come si fa a pianificare un evento, a realizzare una campagna di marketing o un evento. E il successo lo dimostrano i dati del Polimoda, l’istituto di formazione più modaiolo di Firenze. “Non dobbiamo mai dimenticare che il saper fare – spiega Massimiliano Giornetti, ex studente di Polimoda e attuale stilista di Salvatore Ferragamo - la conoscenza di come un capo è realizzato o come una scarpa è costruita, sono supporti necessari per la creatività; la materia ci impone dei limiti che soltanto la mente allenata e dotata di reale genialità ed effettiva conoscenza può superare per arrivare al raggiungimento del perfetto equilibrio tra artigianalità e inventiva che contraddistingue la vera moda”. Carichi di buone speranze, a Firenze arrivano ragazzi provenienti da ogni parte del globo, pronti a mettersi sui libri per entrare ufficialmente a far parte dell’universo del pret-à-porter. 23 anni l’età media degli iscritti, qualcuno è alla prima esperienza universitaria, qualcun altro ha già alle spalle un diploma di laurea conseguito presso un altro istituto italiano o straniero. “La bravura è conditio sine qua non – continua Giornetti fattore essenziale, per il raggiungimento del successo. L’intraprendenza aiuta, ma quello che mi sento di consigliare a un giovane che si avvicina al mondo del lavoro, è di mantenere sempre una buona dose di umilità e di curiosità”. Il 40% degli allievi arriva da ogni parte del mondo e il restante 60 arriva dal Bel Paese (tra questi, il 25% è toscano), e sceglie Firenze piuttosto che i bagliori di Milano, universalmente riconosciuta come il baluardo italiano della moda. Secondo i dati di Polimoda, il 90% dei laureati trova lavoro entro sei mesi dalla laurea, ma in un momento in cui anche la moda risente della crisi mondiale, quali sono le carte che deve giocarsi un giovane stilista? “Penso che per questi ragazzi sia essenziale entrare immediatamente nel mondo del lavoro, rivolgere

le proprie attenzioni anche a settori che possono apparire distanti dalla propria specializzazione, cercando di stimolare continuamente la propria creatività. Leggere, visitare musei e mostre di fotografia, città d’arte, andare al cinema, tenersi sempre aggiornati: sono i requisiti essenziali per poter svolgere al meglio questo lavoro”.

è la moda, bellezza Quando la moda chiama, i fashionistas rispondono, anche se a onor del vero, le teste coronate del pretà-porter per questa stagione hanno spolverato vecchie conoscenze, retaggio di un passato recente un po’ cyborg, accostato a trine, pizzi e copricapi da rockstar. L’incarnato è rigorosamente pallido, le creste punk spuntano dalle scarpe mentre sulle teste si fanno largo caschetti puliti che portano con sé l’odore fumoso dei locali dove si ballava il charleston negli anni Trenta. Gli stilisti di mezzo mondo sembrano muoversi a tentoni nell’olimpo fashion alla spasmodica ricerca di qualcosa di nuovo, proposto sotto le false vesti di un divertente mix and match. La moda è sempre meno guardaroba e sempre più spettacolo e alle sfilate si va per vedere e farsi vedere, solo di rado per scegliere gli abiti da mettere in preventivo per la stagione successiva. Il grande fratello passa anche da qui, si insinua con scioltezza tra le passerelle che fanno da palcoscenico a salotti bene e showroom a 9 zeri, che durante l’anno macinano tendenze e nuove proposte. E la Toscana? In

questo meccanismo un po’ perverso il granducato fa la parte dello spettatore un po’ voyeur. Non ha e non pretende di avere un ruolo da protagonista. E’ uno di quegli spettatori sonnolenti che preferiscono rimanere un po’ defilati, aspettando i fasti e le luci di Pitti Immagine per parlare di dresscode, party, catwalk e chi più inglesismi ha più ne metta. Ma chi sa, chi conosce, chi vuole a tutti i costi entrare nei meccanismi della moda riesce a farlo anche qui, 365 giorni l’anno. I marchi da esportazione non mancano e anche se Frida Giannini, designer dell’impero Gucci, ha scelto di trasferire gli uffici stile nella capitale boicottando la bella Florentia, le giovani promesse non mancano. Tiè. Alla faccia sua il vivaio di creativi fiorentini cresce a dismisura lanciando sul mercato una marea di giovani dalla buona preparazione, dalle altrettanto buone qualità e dalle ottime speranze. Qualcuno ce la fa, qualcun altro è costretto a ripiegare su lavoretti di fortuna. Ma d’altronde, si sa, è un mondo spietato: “E’ la moda, bellezza. E tu non puoi farci niente. Niente”.

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zoom

Novembre 2009

IL FATTO. Da qualche tempo nelle vie del centro si assiste ad un boom di finti mimi

I rom s’improvvisano artisti di strada Simele Kruklidis

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evono essersi accorti che il loro look non piaceva più di tanto, e a suon di rifiuti e sguardi di disapprovazione, hanno deciso di rimettersi a nuovo, cambiando stile di abbigliamento e strategie di accattonaggio. Li avevamo lasciati vestiti con gonnelloni a fiori, zoccoli in legno e calzini in nylon rigorosamente a vista, oggi invece li ritroviamo camuffati nel total white, un bianco puro e candido che li rende quasi irriconoscibili. Artefici di una metamorfosi tanto furba quanto meticolosa, i rom di nuova generazione si sono ridisegnati gli abiti ispirandosi allo stile del mimo, con l’obiettivo di distrarre il nostro pregiudizio e invogliarci a lasciargli qualche centesimo in più. Con un fiore rosso in mano, una tunica simil suora (spesso e volentieri un lenzuolo) e il viso coperto da uno spesso strato di cerone bianco, tutto il giorno e tutti i giorni si può vederli in azione mentre inseguono turisti e residenti, dispensando squillanti bacetti e insistenti moine. Come si può intuire, l’area “conquistata” da questi strani personaggi è soprattutto il tratto che va da piazza San Marco a Ponte Vecchio, ma negli ultimi tempi non è raro sorprendere qualcuno di loro anche nei meandri dei quartieri residenziali: infatti di tanto in tanto una ridente tonaca bianca sbuca davanti ad un comune bar in Sant’Ambrogio o

in piazza Beccaria, alle Cascine oppure fino alla più rinomata zona di San Niccolò. Di fronte a tale versatilità di costumi si potrebbe parlare di vero e proprio gioco di evoluzione: nell’istante in cui la foto sbiadita di quei due o tre bambini, presunti figli, non andava più di moda e l’oramai dismessa cantilena “Bella signora, dammi soldi” non sortiva più l’effetto voluto, il rom ha ingranato la retromarcia e si è guardato intorno per esaminare le possibili alternative di look. La soluzione al dilemma, o meglio, l’esempio da imitare è stato appunto lo stile inconfondibile del caro e vecchio mimo. Già, perché l’arte del camuffarsi, del rendersi buffi e gradevoli, magari riuscendo a strappare un sorriso, è l’arma migliore per guadagnare qualche moneta. Ma i veri mimi, i circa 30 artisti di strada che coltivano quest’arte da tempo e con fatica, hanno alzato la voce contro questa novità e hanno affidato ad una lettera aperta il loro dissenso contro gli “usurpatori”. Gli unici a non essere particolarmente infastiditi dalla novità sono invece gli allegri e spensierati turisti che, neanche a dirlo, vedono nel finto mimo un intrattenimento folkloristico come tanti altri. Ad ogni modo, che siano camuffati o no, la forte presenza rom è evidente in qualsiasi angolo di città: nei pressi dei semafori più trafficati, come in piazza della Libertà, in viale Don Minzoni, in via Lorenzo il Magnifico e ancora in via Aldo Moro, via Verdi e viale Guidoni: sulle corse di molti autobus, primi su tutti il diciassette, il sei ed il ventitré.

Un finto mimo in “azione”

TRASPORTI. Riduzione di 100 euro sull’abbonamento annuale e pagamento a rate

Sul bus salgono gli sconti per gli over 65 S

Maurizio Sguanci

ul bus sono saliti gli sconti per gli anziani. Dallo scorso 26 ottobre, infatti, per gli over 65 con un Isee (l’indicatore di situazione economica equivalente) inferiore a 12.500 euro, è scattata una riduzione di 100 euro sull’abbonamento annuale ai mezzi di trasporto Ataf&Li-nea, che passa così da 310 a 210 euro. Ma non solo. Perché, per loro, è prevista anche un’altra possibilità, ovvero quella di rateizzare in tre tranche il pagamento della tessera, in modo da non dover sborsare in un’unica volta una somma che – di questi tempi – può non essere di poco conto. L’input che ha portato a questi risultati è partito dal presidente della Commissione servizi sociali e sanità di Palazzo Vecchio Maurizio Sguanci, la cui proposta ha subito trovato terreno fertile nell’assessore alle politiche socio-sanitarie Stefania Saccardi e nel presidente di Ataf Filippo Bonaccorsi. “Con mia grande soddisfazione – spiega il consigliere comunale del Partito Demo-

cratico – quanto da me proposto ha potuto concretizzarsi, grazie all’assessore e al presidente di Ataf. La riduzione del costo dell’abbonamento e la possibilità di rateizzare il suo pagamento – continua – vanno incontro alle nuove esigenze causate dalla crisi, e sono una risposta ai disagi che il nuovo assetto cittadino dei trasporti può causare soprattutto agli anziani, i maggiori fruitori del servizio”. Insomma, “il Consiglio comunale è attento a queste cose – conclude Sguanci – e il risultato raggiunto ci soddisfa molto”. Per richiedere lo sconto, è necessario recarsi alla sala clienti di Ataf (pensiline della stazione di Santa Maria Novella, lato piazza Adua) dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 19,30, il sabato dalle 7.30 alle 13.30 (telefono 055/5650.642), portando l’attestazione Isee, un documento di identità, una fototessera e il codice fiscale. L’iniziativa è rivolta ai residen/I.G. ti del comune di Firenze.


La Provincia di Firenze e la sua terra.

Dieci incontri a tema sull’agricoltura e il territorio rurale della provincia di Firenze

PROGRAMMA

Con il Piano Provinciale dei servizi di sviluppo agricolo e rurale (L.R. n. 34/01), la Provincia di Firenze si attiva nell’ambito della divulgazione, al fine di portare direttamente agli operatori del settore (agricoltori, tecnici, etc.) informazioni su diverse questioni di attualità, con interventi dal mondo scientifico, testimonianze dirette, approfondimenti e proposte concrete. I dieci incontri, che si svolgeranno in diverse sedi sul territorio a partire da ottobre 2009 fino a febbraio 2010, rappresentano un’opportunità di confronto, ed hanno l’obiettivo di promuovere un proficuo scambio di informazioni e conoscenze tra i diversi soggetti che operano nel settore agricolo. 22 OTTOBRE 2009 Firenze - Palazzo Medici Riccardi - Sala Luca Giordano

Edilizia rurale in provincia di Firenze: tutela dell’identità e sviluppo economico 29 OTTOBRE 2009 Vaglia, località Pratolino - Villa Demidoff - Sala Rossa della Paggeria

100 anni di Monte Morello, tra conservazione e gestione 1 NOVEMBRE 2009 Firenze - Accademia Italiana di Scienze Forestali

L’arboricoltura L ar da legno in provincia di Firenze: dove e come produrre legname di pregio 26 NOVEMBRE RE 2009 20 Panzano in Chianti - Limon imonaia di Pescille

Viticoltura sostenibile V 4 DICEMBRE E 2009 20 Firenze - Palazzo Medic edici Riccardi - Sala Luca aG Giordano

Cooperative e Cantine ne S Sociali: tra leaders dership e globalizzazione 5 DICE DICEMBRE CEMB EMBRE 2009 Firenze e

L’agricolt gricoltura ha la filiera corta a GENNA NNAIO 2010 Firenze Fire

Credito Agrario: rario: nuove relazioni tra impres imp mprese prese e b banche GENNAIO 2010 Montespertoli - Museo della a Vite Vi e del Vino

La nuova OCM Vino tra crisi di mercato ato e pro prospettive ve fu future ure FEBBRAIO 2010 Vaglia, località Pratolino - Villa Demidoff - Sala Rossa Ros della Paggeria

Agricoltura e fauna selvatica: una convivenza enza possibile? FEBBRAIO 2010 Luogo da definire

L’agricoltura “biodiversa”

Per informazioni: www.provincia.fi.it


IL LUOGO. È appena partito il programma della struttura fiorentina, con una gestione tutta nuova

Il nuovo volto della Creatività Cabaret, musica, laboratori di scrittura creativa e appuntamenti dedicati

IL PREMIO

ai bambini. Questo e altro nel nuovo programma della Casa della Creatività.

Fiesole Narrativa ecco il vincitore

Il Reporter è andato a parlare con uno dei soci, per scoprire quali sono le novità e quanto coraggio serve per dare una spinta alla cultura fiorentina Ludovica V. Zarrilli

P

unto e a capo. La casa della creatività ricomincia da qui, con una gestione nuova e frizzante, composta dall’attore e sceneggiatore Andrea Bruno Savelli, dal pianista Michelangelo Gagliano, dallo sceneggiatore di fumetti Marco Bruno, dall’architetto Leonardo Schillaci e dal curatore di eventi Gianni Romano. Un team quantomai variegato per portare alla struttura (Vicolo di Santa Maria maggiore, 1), ormai abbastanza rodata, una ventata di freschezza. “E’ un luogo bellissimo – ha spiegato a Il Reporter Andrea Bruno Savelli – in pieno centro ma allo stesso tempo lontano dalla confusione. Un vero salotto. Da rimanere a bocca aperta”. E dall’entusiasmo, che accomuna tutti i promotori della nuova vita della Casa della creatività, nasce un programma articolato e ambizioso. “Ognuno di noi ci sta mettendo del suo – continua Savelli – E lavoriamo ciascuno nel suo settore. Questo ci consente di avere molte idee e di elaborarle garantendone la qualità”. Il programma ufficiale parte questo mese con “Jazz in progress”, calendario di concerti dedicati al jazz d’autore, che vedrà partecipare volti nuovi e suoni conosciuti provenienti dalla città del giglio e anche oltre. “Le idee non ci mancano – dice Savelli -. Ad esempio stiamo cercando di riproporre un format famosissimo col quale sono stati lanciati tutti i toscani venuti alla ribalta negli ultimi decenni. E poi è quasi definita una bellissima iniziativa che stiamo organizzando in collaborazione con l’ospedale pediatrico Meyer. Tutte le domeniche pomeriggio, verrà ospite da noi uno dei big che vivono in toscana. Mi riferisco a Sting, piuttosto che a Povia, ai Negrita o a Antognoni, ognuno di loro verrà chiamato a leggerà una fiaba ai bambini del pubblico. Il ricavato delle vendite dei biglietti, verrà devoluto in beneficienza all’ospedalino di Firenze”. Il bello di un contenitore così “è poterlo riempire con tutte le nostre idee – continua Savelli – e il coraggio di metterci alla prova in un luogo così incredibile nasce dall’impossibi-

lità di fare altrimenti. Siccome viviamo in un paese in cui i giovani scalpitano ma rischiano di invecchiare scalpitando, noi abbiamo dediso di lanciarci in quest’avventura dando un bel calcio alla paura. Non è semplice, ma noi facciamo del nostro meglio e speriamo che vada tutto per il verso giusto”. In cantiere anche una maratona di lettura dedicata ai romanzi gialli alla quale dovrebbero prendere parte alcuni

scrittori locali e poi mostre permanenti, cabaret, full immersion dedicate al fumetto e al teatro. Inoltre la casa è già sede della famosa Scuola di comicità Massimo Troisi, che fornisce ai giovani gli strumenti per mettere in pratica uno dei mestieri più difficili del mondo, far ridere la gente. E ancora, stanno per partire laboratori di scrittura creativa, musica di ogni genere e incontri per grandi e piccini.

LA MODA. Si fa largo anche a Firenze la passione per gli scatti rubati

“Street photography? Non è per fighetti” C

amminano per la città, con occhio attento e macchina fotografica alla mano. Non sono turisti ma appassionati di street photography, un genere fotografico prevalentemente urbano, branca del reportage. I suoi antenati risalgono agli albori della fotografia, ma è negli anni Sessanta e Settanta che negli Stati Uniti raggiunge il culmine della popolarità. Negli ultimi anni è tornata di moda anche in Europa, Firenze compresa. “Complice anche l’avvento del digitale, con i suoi costi più contenuti – spiega Sandro Bini, direttore dell’associazione culturale Deaphoto – Sono in prevalenza persone dai 25 ai 35 anni a frequentare i nostri corsi di street photography attivi da qualche anno, rivolti a chi è già in possesso della tecnica fotografica di base”. Deaphoto è impegnata, dal 2006, nel progetto “Tutta mia la città”, reportage del tessuto urbano fiorentino attraverso la lente dei fotografi di strada. Un modo per riappropriarsi della città. Le foto “di strada” documentano infatti la quotidianità urbana, da angoli di degrado a ritratti di passanti, e hanno spesso una valenza sociale. Spaziano dalla drammaticità di un senzatetto addormentato, all’ironia di uno sbadiglio durante una con-

versazione al bar. Anche foto mosse e angolature insolite possono diventare espressive. La mancanza di regole fa sì che sia un genere alla portata di tutti. Ma quello che sembra molto semplice richiede in realtà due requisiti: cultura fotografica e sensibilità, che permette di trasformare un particolare a prima vista insignificante in espressione artistica. “E’ un genere che consente la massima libertà – racconta Alessandro Magherini, fotografo professionista - Puoi scattare ovunque, circondato da infiniti spunti, dal momento che qualsiasi particolare può divenire significativo”. Per gli appassionati dei ritratti “rubati”, qualche trucco aiuta a passare inosservati. Se nascondere una compatta non è difficile, scegliere un grandangolo spinto e lo scatto automatico può essere d’aiuto nel fotografare con una reflex. Ma bisogna fare i conti con la privacy. “Anche per questo – precisa Bini - è necessario non improvvisare ma formarsi una cultura fotografica che non si limiti alla tecnica”. E come deve essere un fotografo di strada? “Curioso e per niente pigro – mette in guardia Bini – Questa non è fotografia da /A.C. fighetti”. Per informazioni: www.deaphoto.it

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anca poco, l’appuntamento conclusivo dell’edizione 2009 del Premio Fiesole Narrativa Under 40 è fissato per il 28 novembre, giornata in cui verrà premiato (alle 18 presso la Fondazione Primo Conti) il vincitore di quest’anno. Il primo classificato è Filippo Bologna, che con “Come ho perso la guerra” (Fandango) si è aggiudicato il Premio della diciottesima edizione, lasciando dietro di sé Nicolai Lilin, con “Educazione siberiana” (Einaudi), e Letizia Muratori, con “Il giorno dell’indipendenza” (Adelphi). Filippo Bologna, classe 1978, esordisce con questo testo che è un romanzo d’amore forte e ambizioso, ma anche comico ed epico. Il racconto è ambientato in una Toscana fatta di campagne, castelli e sorgenti miracolose. Il premio speciale verrà consegnato nella stessa serata a Sergio Staino per la sua satira pungente, passata attraverso le parole del personaggio Bobo, che proprio quest’anno festeggia trent’anni. I nomi dei vincitori del Premio Fiesole Narrativa Under 40 di quest’anno sono stati espressi dalla Giuria presieduta da Franco Cesati e composta dai giornalisti Franco De Felice, Marcello Mancini, Fulvio Paloscia, Lorella Romagnoli, Silvia Gigli, Gloria Manghetti e Caterina Briganti. Numerose le iniziative collaterali che andranno a corredare la manifestazione: dalla presentazione del libro “Louis Ferdinand Céline. Gatto randagio” (Mursia editore) di Marina Alberghini, che si terrà alla Biblioteca Comunale di Fiesole (Via Sermei 1), venerdì 27 novembre alle ore 17, a quella del volume “Terra Fiesolana” (Cadmo editore), di Alfredo Altieri e Alfredo Scanzani, che avverrà, invece, il 29 novembre, alle ore 11 nei nuovi locali del Comune in piazza Mino a Fiesole. Il programma delle iniziative si arricchisce sabato 28 novembre, alle ore 17, con l’inaugurazione della mostra “Lo Zoo di Pinocchio. Galleria di ritratti dei personaggi-animali”: disegni di Filippo Sassòli, ospitata nei locali della Fondazione Primo Conti (Villa Le Coste, Via Dupré 18, Fiesole). L’esposizione resterà aperta fino a domenica 13 dicembre con il seguente orario: lun. - ven. 10 -13; sab., dom. e festivi 15 -18. Per info: call center comunale 055.055 (ore 8 - 20) – /B.B. www.comunefiesole.fi.it


cultura

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LIBRI/1. Sempre più narratori ambientano le loro storie all’ombra del campanile di Giotto

Romanzi, gli scrittori scelgono Firenze Annalisa Cecionesi

G

randi scrittori, in passato, hanno dato vita a storie ambientate tra le vie di Firenze. Uno di questi è il fiorentino Vasco Pratolini. I suoi romanzi sono degli affreschi della Firenze scossa dalla guerra, dei suoi quartieri popolari e della loro “povertà patita con orgoglio”. Ma Firenze è cambiata molto da allora. Lo dimostrano i recenti romanzi ambientati in questa città e nel resto della Toscana, a cavallo tra pas-

Dallo Sherlock Holmes di Martinelli al commissario Bordelli di Vichi fino all’incantatrice di Rushdie

sato e presente. Nel 2009 sugli scaffali delle librerie ne sono comparsi molti. Uno di questi è “Morte a Firenze” (Guanda) di Marco Vichi. Il commissario Bordelli si trova questa volta a indagare sulla morte e sullo stupro di un ragazzino, nella Firenze ferita dall’alluvione. In una Toscana noir approda persino il celebre Sherlock Holmes nato dalla penna di Conan

Doyle. Secondo Luca Martinelli, nell’apocrifo “Il Palio di Sherlock Holmes” (Alacran), il celebre investigatore giunge a Firenze nel 1891 per compiere operazioni di spionaggio. L’avventura proseguirà a Siena, nei giorni che precedono il palio. Un’aura misteriosa avvolge anche il protagonista di “Ritorno nella valle degli angeli” (Marsilio) di Francesco Carofiglio, ambientato nell’entroterra lucano. E non mancano autori stranieri attratti dall’anima oscura di Firenze. Romanzi storici, con un velo di suspance, sono i bestseller “L’incantatrice di Firenze” (Mondadori) dello scrittore britannico Salman Rushdie e “Quattrocento” (Nord) della spagnola Susana Fortes. Anche Riccardo Nencini si è cimentato in un salto letterario nel passato, ne “L’imperfetto assoluto” (Mauro Pagliai Editore). Nel romanzo storico scritto dal presidente del consiglio regionale della Toscana, la protagonista è la Firenze del Trecento, culla del capitalismo. Una Toscana più attuale è invece quella partorita dalla fantasia di alcuni giovani autori. E’ il caso di “Come ho perso la guerra” (Fandango), opera d’esordio di Filippo Bologna, che attraverso una saga familiare narra la storia di un paese della provincia toscana, minacciato dalla cementificazione selvaggia. O di “Io volevo Ringo Starr” (Intermezzi), di

Daniele Pasquini, in cui un musicista, insieme alla sua band, cerca di dare un senso al caos degli eventi innescato dal cambiamento. Una Firenze giovane è quella che nasce dalla penna di Vanni Santoni, in “Interessi in comune” (Feltrinelli), racconto della complicata adolescenza di un gruppo di amici, nella provincia toscana degli anni Novanta. E’ un ritratto ine-

dito, quello che proviene dai recenti romanzi ambientati a Firenze. La culla del Rinascimento diventa palcoscenico di solitudine, disagio giovanile, drammi, fatti di sangue. Una città stanca come un “bufalo affaticato”, come la descrive la scrittrice Susana Fortes. Una città che, con respiro affannoso, cerca di tenere il passo della modernità.

LIBRI/2. Intervista a Marco Vichi, a pochi mesi dalla pubblicazione di “Morte a Firenze”

“Amarezza e malinconia dietro la giocosità”

A

Marco Vichi

tu per tu con lo scrittore fiorentino Marco Vichi, autore di “Morte a Firenze” (Guanda), una nuova indagine del commissario Bordelli ambientata nella Firenze alluvionata del 1966. E’ solito ambientare a Firenze e dintorni i suoi romanzi. E’ una scelta guidata soltanto dalla conoscenza del territorio o deriva da altri fattori? Credo sia meglio raccontare luoghi che si conoscono, per evitare l’effetto “didascalia”. L’anima di una città in cui si ambienta la storia di un romanzo ha più forza proprio quando resta sullo sfondo, quando non si cerca di farla emergere usando tutto ciò che si conosce di quella città. Per

raccontare “uno” è sempre bene conoscere “cento”. A cosa si deve, secondo lei, il crescente interesse di scrittori noir italiani e stranieri verso le ambientazioni fiorentine? Di preciso non saprei dirlo, ma forse è proprio per il fatto che Firenze è stata raccontata poco, nonostante sia conosciuta in tutto il mondo. E magari anche perché si presta ad ambientazioni nere per via della sua “animaccia” nera. Quale zona di Firenze ama più raccontare? Preferisco raccontare zone di Firenze lasciate in ombra dal turismo, o addirittura dimenticate. Ma non sempre è così.

Nell’ultimo romanzo sono stato obbligato a raccontare anche il centro, per colpa dell’Alluvione. Il commissario Bordelli appare a tratti insolente e amaro: un tipico toscano? I toscani delle diverse zone sono profondamente diversi, basti pensare a quanto sia distante un fiorentino da un massese, un livornese da un maremmano. Ovviamente sto generalizzando e dunque sbaglio. Ma soffermandosi sui fiorentini, forse è vero che due delle loro caratteristiche principali siano una certa amarezza e una cupa malinconia, nascoste dietro il velo fragile della giocosità e della battuta /A.C. a ogni costo.

LIBRI/3. L’autore fiorentino ha messo su carta una serie di storie per l’associazione “Trisomia 21”

La penna di Emiliano Gucci per raccontare la sindrome di Down L

a giovane ma già prolifica penna del fiorentino Emiliano Gucci ha finora prodotto “raccontini che rovistano fra le budella” (queste le parole con cui si auto-definisce) ed è per questo che mai si sarebbe solo immaginato di curare un libro buonista che raccoglie storieverità di persone a contatto con la sindrome di Down. Ma Antonella, presidente di “Trisomia 21 Onlus”, voleva proprio uno scrittore per portare avanti il suo progetto: un libro di storie vere per celebrare i 30 anni di vita dell’associazione fiorentina. Il risultato, anche grazie a Mauro Pagliai Editore, è ora in libreria e porta un titolo curioso e volutamente provocatorio:

“Chi lo legge questo libro?”, come a dire «lo sappiamo già, sempre i soliti, quelli che hanno a che fare con la sindrome”. Il volumetto, invece, ha tutte le carte in regola per vincere la sfida, per ribaltare la provocazione e diventare una lettura (anche) da “non addetti ai lavori”. Il merito è delle storie, della fresca e distaccata abilità di Gucci nel trascriverle, del valore unico delle voci-testimonianza raccolte. Il merito è anche di Trisomia 21, storico luogo di solidarietà fondato da un gruppo di famiglie, che oggi ha sede in viale Volta e svolge una miriade di attività, tutte rivolte all’integrazione sociale di persone con un cromosoma in

più. Il libro, oltre a una prefazione del curatore, contiene uno scritto del medico genetista del Meyer, Elisabetta Lapi. Per il resto, si tratta di una lettura estremamente cruda, attuale, dove si intrecciano esperienze diverse, pur se avvolte tra esse con il comune filo dell’umanità. Un’umanità che soffre, molte volte in silenzio, e che pure trova la forza di ripartire e trarre dal proprio disagio le ragioni di una vita che vale la pena di essere vissuta. Aspettando, come auspica Gucci, di “superare l’ultimo tabù sulla sindrome Down, ossia il luogo comune che debba condannare a un’esistenza /Ciro Becchimanzi senza gioia”.

La copertina del libro


FIORENTINA/1. Accolto con un po’ di diffidenza, il centrocampista ha conquistato tutti

Zanetti, il ritorno che ha cancellato Melo È arrivato a Firenze tra mille dubbi e tra i rimpianti dei tifosi per il brasiliano. Ma, nella gara contro i bianconeri, Cristiano ha stravinto la sfida con l’ex viola. “Per la mia carriera questa è una tappa fondamentale”

Cristiano Zanetti

Cristina Guerri

C

ristiano Zanetti è arrivato a Firenze tra mille dubbi e tanti interrogativi. L’addio di Felipe Melo, partito alla volta della Torino bianconera, aveva infastidito e non poco i tifosi viola, rimasti ancor più indispettiti dall’acquisto di Zanetti, proveniente proprio dalla Juventus, per una cifra di 2 milioni di euro, a fronte dell’incasso di 25 milioni fruttati dalla cessione del centrocampista brasiliano. Ma non era solo la cifra pagata a destare rabbia e preoccupazione. Il centrocampista della Nazionale all’epoca di Trapattoni è arrivato, anzi tornato, a Firenze alla “veneranda” età di 32 anni. Tanti, rispetto ai 26 di Melo. Per lui una carriera tra le grandi d’Italia: Roma, Inter e infine Juventus. Carriera, a dir la verità, caratterizzata più che altro dai tanti infortuni subiti, anche se nessuno ha mai messo in discussione le qualità tecni-

che del regista. Dalle grandi città fino alla “piccola” Firenze. Ma per Cristiano, che ha colto al volo l’occasione di trasferirsi nuovamente sulle rive dell’Arno, non è stato un passo indietro. “Per me è una grandissima occasione, quando ho ricevuto la proposta non ci ho pensato un attimo, è stata una grandissima gioia. La Fiorentina è una tappa fondamentale della mia carriera”, spiega. Zanetti non si è lasciato minimamente condizionare dalle voci, a volte maligne, dell’ambiente. Ha lavorato sodo, a testa bassa, e il primo confronto con l’ex viola è andato nettamente a suo favore. Già, perché Juventus-Fiorentina era anche la sfida tra Melo e Zanetti, tra il passato e il presente. Duello finito a discapito del giovane brasiliano, soffocato dal mormorio dei tifosi juventini ad ogni suo pallone buttato al vento. Cristiano, ragazzo tranquillo e posato (tutt’altro rispetto al carattere sopra le righe di Felipe), aveva così risposto a chi diceva che a Torino già lo rimpiangevano: “Non so se a Vinovo (località in cui si allena la Juventus, ndr) mi rimpiangono. Io,

comunque, non sono venuto a sostituire nessuno, non è giusto fare paragoni. Mi alleno giorno dopo giorno cercando di migliorare”. Dopo un avvio di stagione incerto, il giocatore ha trovato la giusta strada anche grazie all’intesa pian piano instauratasi con il compagno di reparto: “Con Montolivo l’intesa sta migliorando, abbiamo caratteristiche compatibili. Con la condizione che migliorerà, miglioreranno anche le verticalizzazioni. Possiamo migliorare, anche notevolmente”. Zanetti, che non si pone limiti, è convinto di poter ripetere quanto fatto in maglia giallorossa. “Non voglio scegliere nessun obiettivo, voglio vincere tutto. Deve essere questo il traguardo per tutti, è una questione di mentalità. Poi vediamo. Io voglio sempre andare avanti. Io sogno sempre, come tutti quelli che fanno parte della Fiorentina. Tutti noi vogliamo ottenere il massimo. La Fiorentina è una squadra importante. L’obiettivo – conclude - è ripetere l’esperienza di Roma. A Roma, infatti, il secondo anno che ero arrivato vincemmo il campionato”.

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sport

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FIORENTINA/2. Viaggio nel settore giovanile viola, alla ricerca dei fuoriclasse di domani

Ma il futuro è in mano ai piccoli campioni Cristina Guerri

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empo fa Viola Channel, sito ufficiale della Fiorentina, aveva definito il settore giovanile viola un serbatoio per le Nazionali. Sono tanti, infatti, i giocatori che sono stati

chiamati in causa dai commissari tecnici di varie nazioni. Il merito, come sempre, va all’occhio lungo di Pantaleo Corvino, oltre che direttore sportivo anche responsabile tecnico del settore giovanile viola. Tenendo in considerazione anche la scorsa stagione, sono state ben 80 le convocazioni complessive, in quat-

Si potrebbe chiamare un “serbatoio per le Nazionali”: tanti i talenti in forza alle squadre baby della Fiorentina

tro nazioni diverse con oltre 30 calciatori coinvolti. Talenti che crescono e dimostrano, ormai ogni anno, tutto il loro valore. Basta pensare che sono ormai quattro anni che le squadre viola arrivano sempre nelle fasi Nazionali, dai giovanissimi alla Primavera; per Anon parare del titolo di Campioni d’Italia ottenuto l’anno scorso da Renato Buso con i suoi Allievi Nazionali. Ora Buso allena una Primavera piena di talento. A partire da uno degli ultimi arrivati nelle fila viola come Francesco Di Tacchio. Inserito da tempo nella lista dei venti italiani under 20 più promettenti, Di Tacchio ha già sostenuto il ritiro estivo con la prima squadra, ed è tenuto molto in considerazione da Prandelli. “Di Tacchio è determinato – aveva detto il tecnico di Orzinuovi tra le Dolomiti – ha il giusto carattere e proprio per questo non sembra giovane quanto invece rivela la sua età anagrafica”. Di Tacchio è ritenuto da Corvino un possibile erede nientemeno che di Zdravko Kuzmanovic, ex viola ora in forza allo Stoccarda. Stessa storia per Tommaso Scuffia, prelevato dalla Maceratese. Il giovane portiere, classe ‘91, è risultato il migliore al raduno di Coverciano, svolto per scovare nuovi numeri uno sotto lo sguardo di Buffon e Peruzzi. Scuffia, nonostante le sue grandi qualità, fa il secondo a Seculin, all’occorrenza terzo portiere della prima squadra viola. Ma sono in attacco le vere punte di diamante. Una è

Federico Carraro, l’altra Khouma El Babacar. È il senegalese la “star” del settore giovanile viola, tanto che Real Madrid, Manchester United e compagnia bella hanno fatto di tutto pur di averlo. E, passaporto alla mano, ha soltanto sedici anni. Su di

lui sono state spese tante parole. A partire da mister Prandelli, che su di lui si era così espresso: “Babacar ha qualità importanti e prospettive illimitate”. Il futuro della Fiorentina è in mano a questi piccoli grandi talenti.

PROMESSE Esterno offensivo della Primavera di Buso

Federico Carraro sogna in grande

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ederico Carraro è senza ombra di dubbio una delle “piantine” in fase di crescita coltivate con cura da Pantaleo Corvino. Il diesse l’ha portato a Firenze nell’estate del 2006, strappandolo al Padova dopo quattro stagioni: a dover di cronaca, la stessa squadra dove è nato e cresciuto calcisticamente un certo Alessandro Del Piero. Su di lui i commenti positivi si sprecano. Del resto parlano i numeri per il giovane esterno offensivo, che l’anno scorso ha contribuito alla vittoria del campionato Allievi Nazionali con le sue 29 reti. Carraro, classe ‘92, specializzato nelle punizioni, ha come idolo assoluto Diego, ma si ispira anche all’eroe di casa Jovetic. Carraro, che è già stato convocato in Under 21 da Casiraghi,

adesso si trova in Nigeria, per giocare il mondiale con la Nazionale Under 17. Buso, dopo la bella esperienza con gli Allievi, se l’è portato in Primavera, dove gioca titolare in coppia con Babacar, il Balotelli viola. Per lui anche qualche allenamento con la prima squadra. E anche una rete, realizzata in amichevole con il Castello sotto gli occhi vigili di Cesare Prandelli. Carraro sembra aver capito tutto del calcio a soli 17 anni, e viene già considerato un campioncino, tanto da poter vantare anche un fan club su Facebook. E il giovane viola sogna un’unica cosa per questa stagione: esordire al Franchi e, perché no, esultare sotto la Fiesole, dopo aver segnato il suo primo gol in prima squadra. /C.G.

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Novembre 2009

sport di quartiere

LA DISCIPLINA. Molto attiva nel quartiere 1, è la prima scuola nata a Firenze

“Axé Capoeira”: Spera e il maestro Boca Nua Lorenzo Mossani

Non è uno sport esotico, non è una moda, non è una danza. È invece un’arte marziale, e su questo Gianni Spera non ha dubbi. Agli allievi insegna a usare il

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a capoeira è una disciplina che arriva dal Brasile e, se da un lato questo le conferisce un fascino particolare, dall’altro la rende oggetto di leggende e luoghi comuni forvianti. La parole di Gianni Spera ne sfatano alcuni, e permettono di conoscere meglio quella che è la realtà della capoeira fiorentina. Quando ha iniziato a praticare questo sport? Ho iniziato in ‘tempi non sospetti’, nel 1997, quando ho conosciuto il maestro Boca Nua. All’epoca era l’unico che insegnava la capoeira a Firenze. Io ho avuto la fortuna di cominciare con lui e da allora non ho più smesso. Da allora come sono cambiate le cose? Intorno al 2000 c’è stato il boom del Brasile. Tutto quello che riguardava questo paese è diventato di moda. Così, all’improvviso, Firenze si è riempita di sedicenti maestri che dicevano di conoscere questa disciplina, ma che in realtà non avevano le conoscenze necessarie. Secondo lei, perché questo è stato possibile? Perché in Italia la capoeira non è mai stata codificata come sport. Non ci sono delle competizioni ufficiali. A mio avviso questo è sia un bene che un male: è positivo perché non ci sono limiti alla nostra creatività, allo stesso tempo però espone alle situazioni a cui accennavo. Lei com’è diventato istruttore? Dopo sei anni di pratica sono stato inserito in un allenamento particolare, più duro, senza altri allievi – Gianni ne è fiero – in questo modo ho potuto apprendere tutte le tecniche necessarie per sviluppare un programma di allenamento e sostituire il maestro. In cosa consiste un allenamento? A seconda delle capacità del gruppo viene propo-

corpo, ma anche a suonare strumenti e socializzare. E gli appassionati aumentano

Il maestro Boca Nua e Gianni Spera

sto un programma specifico. La cosa più importante è che io faccia vedere di essere attivo, io sono la loro guida e per questo mi alleno con i miei allievi. Sono molte le persone che praticano i vostri corsi? Attualmente ci sono circa un centinaio di praticanti. Cresce anche la domanda da parte dei bambini: per questo, oltre che alla palestra di San Niccolò, a breve realizzeremo alcuni corsi anche alla Leon Battista Alberti. A che età e come fate cominciare i bambini? Solitamente iniziano intorno ai sei anni con il classico passaparola. Noi cerchiamo di coinvolgerli con una parte ludica e con un allenamento studiato apposta per loro. Inoltre, sempre a questo proposito, abbiamo realizzato un progetto anche con il carcere minorile per il recupero di giovani disagiati. Visto anche questo impegno, qual è il vostro rapporto col Quartiere? Cerchiamo di offrire quanto più possibile la nostra collaborazione all’Assessorato allo Sport. Per questo siamo stati premiati anche come società sportiva più presente nel Quartiere 1. Perché consiglierebbe di iniziare a pratica la capoeira? Perché giocare la capoeira è un confronto con l’altro basato sul dimostrare di poter colpire, ma senza farlo. Inoltre, a differenza di quella che può essere un’arte marziale orientale, ha lo spirito e lo stile di un paese latino. Per questo riesce a coniugare disciplina e divertimento.



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sport

Novembre 2009

IL DIBATTITO. In occasione degli Stati Generali, le società hanno chiesto più dialogo e spazi

Se la città diventa “contenitore” di sport Lorenzo Mossani

una delle opportunità della rete “sportiva”, non l’unica. Una rete che consente di fare sport andando in palestra, a scuola, all’università, al lavoro. Una rete aperta ai cittadini per le proprie esigenze, non solo quelle prettamente agonistiche. Le città europee che hanno orientato le loro politiche con decisione verso la sostenibilità e vivibilità hanno scelto, più o meno intenzionalmente, di mettere il corpo, l’attività motoria al centro della scena urbana, per sostenere il fondamento primario dello sport, la socialità. Naturalmente, per fare questo non deve scomparire la definizione di sport maggiore o minore, ma ci dev’essere l’istituzione di una rete interdisciplinare, con un maggior controllo da parte del Comune sugli sviluppi delle discipline con dati, monitoraggio continuo delle attività e raccolta di quello che di buono viene svolto da migliaia di volontari e dal lavoro costante di professionisti. Marco Masetti, presidente del Calenzano Volley, si augura una sola cosa: “Ho visto un bel progetto, purtroppo credo riguardi solo il comune di Firenze. Personalmente penso che ci sia bisogno in tutto l’hinterland fiorentino di collaborare, quest’anno potevo portare molte ragazzine nel minivolley in palestra e non l’ho potuto fare per mancanza di spazio”. Contento, invece, Francesco Casentini, responsabile della scuola calcio dell’Audace Legnaia: “La strada che ha intrapreso l’assessore allo Sport Barbara Cavandoli è in salita, dialogare non è mai facile: ma sono più fiducioso da oggi, la lotta tra Guelfi e Ghibellini non ha mai giovato a nessuno…”.

G

li Stati Generali dello Sport dovevano essere un incontroscontro per capire le problematiche che toccano lo sport fiorentino, e per trovare una soluzione. Sicuramente un momento di confronto, di dibattito, di dialogo e appunto di scontro per poter in seguito crescere. Sono state molte le società che hanno alzato la voce per cercare di trovare, insieme alle altre discipline, spazi per la propria attività, “comprensione” delle loro discipline, riconoscimento dell’importanza di qualsiasi attività sportiva. Per capire quale è stato lo scopo degli Stati Generali dello Sport, divisi in quattro aree tematiche (il ruolo sociale dello sport; la dimensione economica e l’organizzazione; la promozione del volontariato e della cittadinanza attiva attraverso lo sport; i luoghi dello sport) è necessario definire cos’è lo sport: “Qualsiasi forma di attività fisica che, mediante una partecipazione organizzata o meno, abbia come obiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, lo sviluppo delle relazioni sociali o il conseguimento di risultati nel corso di competizioni a tutti i livelli”. Ecco, allora, che per la prima volta inizia a delinearsi lo spazio pubblico urbano come un enorme contenitore di sport, una città pedonale, ciclabile, percorribile con qualsiasi mezzo, “calpestabile”, con impianti accessibili a tutti e da tutti. Utopia? Forse dopo il dibattito no. Gli impianti, pur importanti, divengono

Un momento degli Stati Generali dello sport

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Dr. Renato Guazzelli Dr. Benedetta Raggianti Gastroenterologia Dr. Beatrice Paoli Dr. Manuela Ortolani Geriatria Dr. Raffaele Carrega Bertolini Ginecologia (5) Dr. Ida Cristina Pieraccini

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Dr. Paolo Scala Dr. Marco Visani

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Tutti i giorni feriali dalle 8.00 alle ore 20.00 – il sabato dalle 8.00 alle 13.00 Il servizio infermieristico di iniezioni intramuscolari si effettua dal lunedì al sabato dalle ore 08.00 alle ore 10.00

Venerdì

Dalle 14.30 alle 16.30

Lunedì Venerdì Lunedì Venerdì Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Lunedì Mercoledì Martedì Giovedì Venerdì Sabato

Dalle 15.00 alle 17.00 Dalle 08.30 alle 11.00 Dalle 09.00 alle 11.15 Dalle 14.30 alle 16.45 Dalle 17.30 alle 19.00 Dalle 14.30 alle 18.30 Dalle 08.30 alle 10.00 Dalle 08.30 alle 13.00 Dalle 10.30 alle 13.00 Dalle 12.00 alle 17.00 Dalle 10.00 alle 14.30 Dalle 08.30 alle 12.00 Dalle 14.30 alle 19.00 Dalle 17.30 alle 19.00 Dalle 09.00 alle 11.30

Lunedì Mercoledì Lunedì Mercoledì Venerdì Sabato

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Lunedì Mercoledì Giovedì Sabato Martedì Martedì Martedì Venerdì Lunedì Martedì Giovedì Mercoledì Mercoledì

09.30-12.00/17.30-19.10 Dalle 17.00 alle 19.10 Dalle 17.00 alle 19.10 Dalle 09.00 alle 10.30 Dalle 08.20 alle 09.30 Dalle 11.00 alle 12.20 Dalle 14.40 alle 17.00 Dalle 14.30 alle 19.00 Dalle 15.00 alle 16.30 Dalle 18.00 alle 19.10 Dalle 14.30 alle 16.00 Dalle 10.00 alle 12.00 Dalle 13.30 alle 15.30

Dr. Susanna Dallai Giovedì Dalle 08.30 alle 11.30 Dr. Paolo Ponticelli Venerdì Dalle 08.50 alle 11.40 Pneumologia Dr. Alessandro Romeo Martedì Dalle 11.00 alle 13.00 Psichiatria Dr. Carla Niccheri Giovedì Dalle 08.30 alle 10.30 Dr. Teresa Paolini Venerdì Dalle 10.00 alle 12.30 Psicologia Dr. Elisabetta Lazslo Martedì Dalle 10.00 alle 12.30 Dr. Ana Maria Dona Novoa Sabato Dalle 09.00 alle 11.45 Dr. Maria Chiara Cecchi Giovedì Dalle 18.00 alle 19.10 Dr. Piero Tozzi Per appuntamento Reumatologia Dr. Francesco Bartoli Martedì Dalle 15.00 alle 19.00 Terapia delle Cefalee Dr. Francesco De Cesaris Venerdì Dalle 14.00 alle 19.45 Urologia Dr. Pierluigi Sangiovanni Lunedì Dalle 17.30 alle 19.15 Dr. Angelo Zucchi Mercoledì Dalle 16.50 alle 19.10 Dr. Alessandro Della Melina Giovedì Dalle 17.30 alle 18.45 Guardia Medica Turistica Dal lunedì al venerdì Dalle 14.00 alle 16.00 Holter Pressorio Dal lunedì al giovedì Dalle 14.00 alle 14.45 N.B. PER TUTTE LE SPECIALISTICHE OCCORRE PRENOTARE LA VISITA. GLI APPUNTAMENTI VERRANNO DATI PER ILGIORNO RICHIESTO DISPONIBILE IN ORDINE PROGRESSIVO RISPETTO ALL’ORARIO DI INIZIO DELLA SEDUTA (1) Allergologia: prove cutanee; vaccini • (2) Angiologia: ecocolordoppler carotideo vertebrale; arterioso e venoso arti inferiori e superiori; aorta addominale; scleroterapia • (3) Cardiologia: elettrocardiogramma; ecocardiogramma; ecodoppler cardiaco; holter pressorio • (4) Dermatologia: diatermocoagulazione; esame micologico microscopico; videodermatoscopia; biopsie cutanee • (5) Ginecologia: eco transvaginale; eco pelvica transaddominale; monitoraggio ovulazione; eco mammaria; visita ostetrica; pap test • (6) Ortopedia: infiltrazioni • (7) Otorinolaringoiatria: esame audiometrico/impedenziometrico; prove vestibolari


sport

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LA STORIA. Forse, senza Libero Cuccuini, il grande Bartali non avrebbe vinto il Tour del 1948

Ginettaccio e il minatore, amici per caso Fu il testimonial dell’ultima edizione dell’Eroica, la corsa “senza tempo” che ogni anno fa rivivere il ciclismo delle strade bianche del Chianti, a convincere il campione a partecipare nuovamente alla competizione francese. Che poi lo vide trionfare Simone Spadaro

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n’amicizia nata quasi per caso, ma che ha arricchito entrambi. Probabilmente, se non ci fosse stato Libero Cuccuini, 88 anni da Cavriglia, testimonial dell’ultima edizione dell’Eroica, la corsa “senza tempo” che ogni anno fa rivivere il ciclismo delle strade bianche del Chianti, Gino Bartali non avrebbe vinto il Tour de France del 1948. La maglia gialla che “Ginettaccio” conquistò sui Campi Elisi è ancora, consunta, sulle spalle di “Nonno Libero” come fosse una seconda pelle. Cuccuini non era un gregario di Gino Bartali, ma è sempre stato uno dei suoi seguaci più sanguigni, e ha sempre usato la bicicletta come

mezzo per muoversi. Anche nel periodo della guerra, come Bartali del resto, si adoperava per portare messaggi o andare a prendere vestiti in su e giù per la Toscana. Ha lavorato in miniera fino alla grande crisi degli anni ’50 e, come ha ricostruito Enzo Brogi, sindaco di Cavriglia dal 1991 al 2004 e attuale consigliere regionale, Cuccuini e Bartali dovrebbero essersi conosciuti tra il ’45 ed il ’46, quando Bartali, fuori dalle corse per il periodo bellico, ha lavorato a Cavriglia nella centrale elettrica di Santa Barbara. Un lavoro trovato nella vecchia società “Valdarno”, che serviva al grande Gino per vivere in attesa di tempi migliori. Cuccuini lavorava nella miniera accanto alla centrale, dove si estraeva lignite, un carbone giovane che veniva utilizzato come combustibile

ATLETICA. Il 29 novembre torna la classica del podismo

Sfida azzurra per la Maratona

U

na grande festa di sport senza confini, per riscoprire Firenze di corsa. Domenica 29 novembre torna la Firenze Marathon, che festeggia la sua XXVI edizione, puntando al nuovo record di 10mila iscritti in rappresentanza di una sessantina di nazioni. Un appuntamento da non perdere per tutti gli sportivi che amano correre nel bello, vivendo l’emozione di una città unica al mondo che offre l’opportunità di gareggiare lasciandosi affascinare dalla magia di strade, piazze e monumenti senza tempo in compagnia di migliaia di atleti di ogni nazionalità. E’ questo il segreto di una manifestazione che è passata dagli 850 iscritti della prima edizione (1984) ai 9.140 del 2008, avviandosi verso i 10mila. L’evento, promosso dallo staff della Firenze Marathon in collaborazione con l’assessorato allo sport del Comune e della Provincia di Firenze, la Iaaf e la Fidal, e con il contributo fondamentale di oltre 1.700 volontari, prenderà il via, come di consueto, dalla splendida terrazza panoramica di piazzale Michelangelo alle 9, e l’arrivo sarà ancora una volta in piazza Santa Croce, dopo 42 chilometri e 195 metri. Il tracciato è senza dislivelli, eccetto il tratto iniziale in lieve discesa, e si snoda attraverso i luoghi più belli della città, come piazza Signoria, Ponte Vecchio, piazza Pitti e piazza del Duomo. A conferma dell’importanza assunta dall’evento, per il quinto anno consecutivo, alla Firenze Marathon sarà dedicata una diretta Rai di tre ore. Si profila una sfida azzurra con Danilo Goffi, 37 anni

tesserato per i Carabinieri Bologna, un personale di 2h08’44” sui 42 chilometri e 8 presenze in Nazionale, che dovrà vedersela con l’agguerrita concorrenza di Daniele Caimmi, 36enne delle Fiamme Gialle, che vanta un personale di 2h08’56” e varie convocazioni in maglia azzurra, già terzo a Firenze nel 2007, e Denis Curzi, 35enne dei Carabinieri Bologna (P.B. 2h11’17”), già secondo e quarto nella classica fiorentina nel 2003 e 2007. Per loro, la Firenze Marathon può rappresentare il trampolino di lancio ideale, in vista di una convocazione per i Campionati Europei di Barcellona del prossimo anno. Possibili incomodi i corridori africani, con i keniani Jakson Kirwa Kiprono, 24 anni, vincitore lo scorso anno a Firenze in 2h12’37” e Valentin Orare, 26 anni, con un personale di 1h01’33” sulla mezza e alla prima esperienza in maratona. In campo femminile annunciata una partecipazione di alto livello, sia per le atlete azzurre che straniere. /Sim.Spa.

per far andare avanti la centrale. In quell’anno l’amicizia, complice la passione per la bicicletta, scoppiò tra il grande corridore che aveva già alle spalle Tour de France e Giri d’Italia e il piccolo minatore. “Gino mi regalò la maglia perché, quando veniva ad allenarsi nel Valdarno, si faceva tutto un percorso fino alla fonte dell’Acquaborra, che è a Levane, proprio sotto Montevarchi. Io mi agganciavo a Gino e ai suoi – racconta Libero – e li seguivo lungo le strade bianche di allora”. La storia del regalo della maglia è emblematica dell’amicizia tra i due. Il Tour del 1947 era stato vinto da Jean Robic. “Bartali mi confessò che aveva paura di Robic – prosegue Libero – ma gli dissi: fammi i’ piacere. Quello pesa venti chili meno di te! Te lo metti n’i taschino! Vai e vinci i’ Tour”. Gino vinse quella che tutti ricordano come l’impresa sportiva che evitò una guerra civile dopo l’attentato a Togliatti e, ricordandosi dell’amico che lo aveva incoraggiato a tornare sulle strade francesi a 10 anni dalla prima vittoria, gli regalò la maglia gialla che Libero usa ancora oggi quando partecipa a gare rievocative o a raduni di ex ciclisti.

Libero Cuccuini


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“PIU’ PANCHINE A SAN FELICE A EMA” Gentile redazione, siamo un gruppo di cittadini residenti a San Felice a Ema, fra via Vecchia di Pozzolatico e via de’ Campi lunghi. In tutto siamo una quindicina di vicini di casa, e durante il pomeriggio ci piace ritrovarci insieme per fare due chiacchiere negli spazi verdi dei dintorni. D’estate ci riuniamo nella ben conosciuta pioppeta accanto all’area per cani, dove ci sono alcune panchine, mentre d’inverno, visto che nella pioppeta tira vento e fa freddo, ci spostiamo nel giardino di fronte a via de’ Campi lunghi dove batte un po’ di sole. Scriviamo al vostro giornale per chiedere al Quartiere e al Comune di mettere tre o quattro panchine anche nel giardino che frequentiamo durante l’inverno. Tra di noi ci sono molte persone anziane e un ragazzo disabile in carrozzina, per cui questa nostra richiesta ci sembra più che legittima. Le panchine sarebbero un piccolo servizio in più, molto gradito, per noi e in generale per tutti gli abitanti della zona, a un costo presumibilmente non molto gravoso e quindi sostenibile. Siamo quindi fiduciosi di poterci presto ritrovare “a sedere” tutti insieme nel giardino di via de’ Campi lunghi. Gli abitanti di San Felice a Ema

“VIGILINI”: ERANO SPAURACCHIO O DETERRENTE? Mi riferisco all’articolo apparso sul numero di settembre 2009 che plaudiva la revoca di elevare multe per le infrazioni sulla sosta delle auto ai così detti “vigilini”. Premesso che effettivamente erano lo spauracchio di chi non riesce a fare a meno dell’auto, bisogna anche riconoscere che costituivano un deterrente alla sosta selvaggia e quindi un po’ anche all’uso dell’auto se non proprio indispensabile. Ben vengano gli 805 vigili urbani a far rispettare le regole, ma vengono? Purtroppo ho proprio la sensazione che il “bomba libera tutti” che il sindaco Renzi aveva escluso sia già scoppiato; almeno per chi non abita nel pieno centro storico. Basta guardarsi intorno per rendersi conto che i vigili

lettere

Novembre 2009 urbani, nelle strade del nostro quartiere – ammesso di avere la fortuna di incontrarli - si contano sulle dita di una mano e, abitando in una zona che prima della Zcs era un vero parcheggio scambiatore (Mugnone, Romito, Ponte Rosso), non è difficile notare come si stia tornando alla situazione di prima in barba a tutti i cartelli e tutte le norme. Forse, prima di prendere simili decisioni (il sindaco) e di rallegrarsi (noi), bisognerebbe riflettere se è più importante la propria comodità personale o sopportare qualche minimo sforzo per rendere più vivibile la nostra città. Lettera firmata SORGANE, SE IL GIARDINO DIVENTA UN PARCHEGGIO Vorrei segnalare questo episodio che si protrae da tempo nel quartiere 3 di Firenze: tutti i venerdì dell’anno, dalle 13,30 in poi, il giardino pubblico sito nel quartiere di Sorgane di fronte alla moschea viene utilizzato come parcheggio auto da alcuni frequentatori della moschea. Più volte segnalato il fatto alle autorità (Comune, Quartiere 3, vigili) come anche agli stessi trasgressori, chiedendo verbalmente di togliere le macchine dal giardino ma senza alcun risultato, si continua tranquillamente ad infrangere il divieto di sosta (questo succede da quando è stata aperta la moschea alcuni anni fa). Il Comune è informato ma non ha provveduto al ripristino della regolare fruizione del parco pubblico. Cordiali saluti, Lucia VIA FOGGINI E LE “LUCCIOLE”, IL PROBLEMA CONTINUA Salve, ho letto sul Reporter del Q4 della emigrazione delle lucciole, avrei piacere di sapere quali sono le vostre fonti, visto che menzionate anche via Foggini, come via dalla quale le lucciole avrebbero emigrato. Guarda caso io abito in via Foggini, dove l’unica lucciola staziona davanti a casa mia da anni, provocando non pochi disagi a tutto il condominio ed inoltre mi sembra che non abbia nessuna intenzione di andarsene. Già anni indietro una rappresentanza dei condomini si è rivolta anche al Presidente del Quartiere, Sig. D’Eugenio, ma a tutt’oggi niente è cambiato, se non addirittura peggiorato. Saluti. Elisabetta Ponzalli

DUE STRADE E VIA DEL PODESTÀ, A CIASCUNO LA SUA (SOLUZIONE): “LA CORSIA PREFERENZIALE E’ UTILE” “Soltanto Due Strade portano a Firenze”. Leggo sempre con molto piacere gli articoli sul vostro giornale, e fra gli altri mi ha interessato l’articolo di cui all’oggetto, di Giulia Brestolani, la quale descrive, certamente in modo puntuale, la situazione delle Due Strade. Scorgo e condivido proposte interessanti e condivisibili, anche se l’ultima, ma definita “non ultima di importanza”, forse avrebbe bisogno di una riflessione in più. Parlo della proposta, caldeggiata anche da un esponente politico - vedi La Nazione di alcune settimane passate - di riaprire al doppio senso Via Senese

direzione Due Strade - Porta Romana. “I trenta metri” di corsia preferenziale non vanno visti esclusivamente per questa dimensione di spazio, ma opportunamente “sorvegliati” (prima passavano quasi tutti) servono non tanto a permettere il passaggio dei mezzi pubblici, quanto a garantire la sicurezza della zona altrimenti invasa dal traffico veicolare. Ricordo infatti che vi sono due scuole: una elementare ed un liceo e come si dice nell’articolo: “fare conti con la stretta Via Senese”, la strada è particolarmente stretta in ben due punti: le antiche fonticine e nei pressi di via delle Campora. Pare pertanto che se si aprisse nuovamente o si disattivasse il Vigile elettronico, il traffico (che si vuol favorire o comunque la viabilità delle Due Strade) si troverebbe a fare i conti con “la stretta via Senese” ed a mettere in pericolo i frequentatori delle summenzionate scuole. Da notare che nel periodo di parziale chiusura di via del Gelsomino l’utilizzo di questa via ha generato per tutto il periodo una coda interminabile di auto. Vorrei inoltre ricordare che nella parte verso Porta Romana, in prossimità di via Paolo Mascagni, prima dell’attivazione dell’Autovelox e del Vigile Elettronico, si sono verificati molti incidenti stradali, anche purtroppo con alcune vittime. Lo stesso dicasi all’angolo con via Dante da Castiglione (Liceo). Pertanto su questo punto, sembra opportuno una riflessione, che metta sulla bilancia i pro e i contro della soluzione proposta, che a mio parere, pare non praticabile e comunque pericolosa per i costi umani sostenuti prima dell’introduzione del Vigile elettronico. I “trenta metri” consentono invece il passaggio di tutti i mezzi pubblici (quindi favoriscono l’efficienza) e consentono al traffico “interno” di poter utilizzare via Senese verso Porta Romana, limitando anche non ultimo l’inquinamento ambientale. Nel ringraziare dell’attenzione saluto cordialmente, Lettera firmata “SENSO UNICO, SOLUZIONE GIUSTA” Spett.le Il Reporter, salve. In questi giorno ho ricevuto la Vs. copia gratuita Anno III N. 54 del 05/10/2009 Q3. Visto che abito in via del Podestà, mi sono subito interessato ai vs. articoli di pag. 3, in particolar modo al riquadro “Focus” con fondo celeste. Penso che il dovere di cronaca è giusto, ma riportare inesattezze “molto evidenti” sia grave. Chi ha scritto questo articolo non so se ha mai fatto la strada in questione, per tutto il suo percorso. Vorrei precisare che con l’attuazione della “Zcs 6” dal 2008, in via del Podestà sono solo state istituite le strisce “bianche” per residenti con relativi cartelli che regolamentano la sosta. Di zone adibite alla sosta mista con strisce “blu”, manco la traccia. Queste sono state messe solo in via Senese, zona Due Strade e zona via Accursio. Per il nuovo Codice della strada, e relative regolamentazioni, l’aver messo a norma i parcheggi per residenti di via del Podestà, ha obbligato l’Amministrazione Comunale a dover verificare l’esatto spazio disponibile di sede stradale atta alla libera circolazione nei due sensi di marcia. Il non rispetto di questi limiti in molti tratti di via del Podestà, ha costretto il Comune di Firenze a mettere tale via a

senso unico. So molto bene che “prima” non c’era, e che i residenti si “arrangiavano”, ma rimaneva e rimane molto alto il rischio di ingorghi in certe ore della mattina e del pomeriggio, specie per i movimenti relativi alle scuole… con pulmini del Comune incastrati tra un’auto ed il muro; autisti privati poco pratici ad incontri ravvicinati con specchietti, e molti atri esempi che creano blocchi del traffico con relativi inquinamenti ambientali. L’aver istituito questo tipo di senso unico, cioè da Firenze-Due strade verso il Galluzzo, anche se a me come a tanti altri provoca un allungamento dei chilometri per andare a lavoro, è la soluzione giusta, perché crea una circolazione rotatoria di tutto il traffico abbastanza omogenea tra via Senese, via del Podestà, via G. Silvani… Se venisse invertito il senso di marcia in via del Podestà, creerebbe solo una nuova corsia preferenziale per chi proviene dalla Cassia (Siena e zone sud di Firenze ) con relativo ingorgo nell’imbuto delle Due Strade. Per quanto riguarda poi il problema dei commercianti della zona, con tutto il rispetto, penso che sbaglino. Sì, avranno problemi per far parcheggiare i clienti, ma l’attuale senso unico dovrebbe creare solo pochi problemi, perché le attività commerciali sono concentrate alle estremità della via/e in questione. Zona Galluzzo fino al cimitero è a doppio senso, quindi chi proviene dalla piazza del Galluzzo ha libertà di movimento in entrambi i sensi oltre a chi arriva dalle Due Strade col senso unico verso il Galluzzo; altresì, per le Due Strade non crea problemi, perché ci si può arrivare da via Senese e da via di Malavolta, che comunque si immette in via Senese all’altezza del capolinea della linea Ataf “11”. Forse la giusta osservazione indicata negli articoli di pag. 3 è l’abolizione della corsia preferenziale di via Senese /S. Gaggio, in modo da diluire tutto il traffico proveniente dalla Cassia su due direttrici, anche se poi c’è la strettoia all’altezza dello “Scientifico” e Porta Romana con la rotatoria. Alberto Bottai “MEGLIO RIPRISTINARE IL DOPPIO SENSO” Sono una residente di via del Podestà, e vorrei precisare una frase del vostro articolo sul Reporter di ottobre: nell’articolo “Due proposte per risolvere il “caso” di via del Podestà”, quando scrivete “...la creazione del parcheggio... fatta eccezione per le due estremità che tutt’ora rimangono a doppio senso...”(Magari!). Se così fosse non ci sarebbe polemica: infatti se avessero lasciato anche a noi il doppio senso verso le Due Strade, almeno ai frontisti, andava bene. Ma il doppio senso è solo dal cimitero verso il Galluzzo. A noi della strada di via del Podestà non ci interpellano mai: noi non vogliamo il senso unico “verso le Due Strade” perché tornerebbe il gran traffico per le macchine che vengono dai paesi limitrofi (Tavarnuzze, Impruneta, ecc...). Meglio allora ripristinare il doppio senso, almeno spendiamo meno di carburante. Questo per precisare, Wilma Dilli “SERVIREBBERO GALLERIA E ROTATORIA” Gentile Reporter, l’articolo “Soltanto Due Strade portano a Firenze” mi pare si soffermi più sui par-


lettere

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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it “VIA DEL PODESTÀ, IL MIO CONSIGLIO DA ABITANTE” Buongiorno, scusate se mi rivolgo direttamente a Voi, cosa che mi sarebbe impossibile senza le e-mail. Vorrei fare una proposta in merito alla viabilità di via del Podestà. Si parla sul giornale Reporter di un “comitato” per me assolutamente sconosciuto. Ci sono molte lamentele e problemi sulla viabilità di via del Podestà. Io ho sentito queste lamentele e mi sono detto: sentiamo il Sindaco o chi può fare qualcosa con chi di competenza. La proposta: lasciare tutto come è ora con il senso unico verso il Galluzzo e le aree di parcheggio come ora (questo accontenta le persone abitanti nella parte alta di via del Podestà dall’incrocio con via Martellini e piazza Acciaiuoli). Istituire il doppio senso di marcia nella parte bassa di via del Podestà, cioè dall’incrocio con via Martellini fino all’innesto in via di Malavolta (questo accontenta gli abitanti di via del Podestà compresi fra via Martellini e via di Malavolta). La cosa non comporterebbe altro che il cambio della segnaletica all’incrocio con via Martellini. Sembra banale ma secondo me, che ho sentito gli umori di un po’ di persone, sarebbe l’uovo di Colombo perché con un piccolo intervento riuscirebbe ad accontentare molte più persone di ora. Infatti coloro che abitano nella parte bassa attualmente son costretti ad andare sempre verso via Silvani ed al Galluzzo intasando ancora di più via Silvani (con le code che ci sono). Con il doppio senso nel tratto da via Martellini a via di Malavolta (senza nessun problema sulle soste) si aprirebbe anche un alleggerimento di traffico su via Silvani in quanto sarebbe possibile raggiungere il centro delle Due Strade senza passare dal Galluzzo. Che ne pensate? Si può fare? Grazie mille per l’attenzione, scusate se sono stato troppo lungo, ma a volte una proposta da chi ci abita senza fare troppe polemiche o creare fantomatici comitati, può aiutare la Pubblica Amministrazione a svolgere il difficile compito di mettere tutti d’accordo. Distinti saluti, Zei Saverio

Gentile signor Saverio, come può vedere, la sua non è l’unica lettera arrivata alla nostra redazione sul tema della viabilità e dei parcheggi alle Due Strade e in via del Podestà. Pubblichiamo con piacere gli interventi degli abitanti della zona, ognuno con il proprio consiglio, la propria proposta o semplicemente con la propria valutazione sulla questione. Sono infatti d’accordo con lei quando sostiene che le proposte avanzate da chi abita in una certa zona siano molto utili, se non altro per la conoscenza che solo i residenti possono averne. Ed è per questo che abbiamo deciso di dare spazio a tutte le lettere e le e-mail ricevute sul tema, per portare avanti un dibattito iniziato con la pubblicazione, su Il Reporter del Quartiere 3 di ottobre, di una pagina dedicata alla viabilità di Due Strade e dintorni, ai suoi problemi e alle possibili soluzioni. Proprio la viabilità, come è logico, è uno degli argomenti che interessano di più i nostri lettori, e che causano dibattiti – a volte anche piuttosto accesi – non solo tra i cittadini e le istituzioni, ma anche tra gli stessi fiorentini, ognuno pronto a presentare la propria “ricetta”. Penso però che, soprattutto nei casi più delicati e maggiormente “sentiti” dalla popolazione – come quello di Due Strade e via del Podestà – il dibattito sia più che mai positivo. Perché ogni segnalazione, ogni proposta e ogni esperienza può essere utile, a chi è incaricato di assumere decisioni, per prendere quella giusta, ascoltando sempre il parere di coloro a cui queste decisioni sono rivolte, ovvero i cittadini. Per questo, invito tutti voi lettori a continuare a mandare i vostri contributi, su questo come su altri casi. Per cercare di “aiutare” - ognuno con il proprio ruolo – chi di dovere. Matteo Francini cheggi che sulla viabilità. Un giorno, più o meno lontano, il “by-pass” del Galluzzo sarà aperto al traffico, e però nulla – a quanto ne so – è stato progettato per rendere scorrevole il flusso di veicoli diretti a Firenze. L’attuale viabilità alle Due Strade può reggere al più una corrente di traffico (senso unico verso la città); per la corrente in uscita occorre – a mio avviso – progettare e realizzare una piccola galleria di cento metri circa (e due sole corsie), previa espropriazione dell’area al centro delle Due Strade utilizzata dal distributore di benzina e di piccola parte del terreno adibito a vivaio. Il costo dell’intervento dovrebbe essere relativamente modesto. Altro intervento a mio avviso utile sarebbe una rotatoria di adeguate dimensioni all’incrocio via

del Gelsomino-viale Torricelli e viale del Poggio Imperiale, salvaguardando ovviamente il valore paesistico di questi viali. Alla rotatoria potrebbe essere dedicato un terzo circa di un’area già di proprietà comunale attualmente adibita a deposito di pietre; e soltanto un paio di alberi, fortemente inclinati e perciò pericolosi, dovrebbero essere abbattuti. Tra l’altro l’esistente semaforo non tiene conto della forte variazione dei volumi di traffico nelle diverse ore della giornata. Ringrazio per l’attenzione, Franco Favera

TRAFFICO AL GALLUZZO, LA MIA PROPOSTA Abito al Galluzzo dal 1971 e sono sem-

pre stata contenta di abitare in questo piccolo paese, sempre nel comune di Firenze. Ci sono bellissimi giardini, il mercato, un supermercato troppo piccolo, molti negozi hanno chiuso e a volte dobbiamo andare in centro per trovare ciò che ci occorre . Il disagio più grande è il traffico, vorrei sapere perché quando le auto vengono da Certosa-Tavarnuzze, non possono voltare a destra in via Gianfigliazzi e poi fare il giro della piazza sempre sulla destra e immettersi poi in via G. Silvani, anche da qui si può andare a Firenze, ma si va verso Impruneta, Cascine del Riccio e a tante abitazioni lungo la via Silvani che ha molte contrade. Invece siamo costretti a fare lunghe code perché siamo obbligati a passare a diritto fino al semaforo di via Senese e solo qui girare a destra per via Silvani. Altri disagi di traffico sono evidenti perché si fanno sempre file lunghe, speriamo che si risolveranno. Il mio suggerimento potrebbe diminuire il disagio? Potrebbe essere preso in considerazione? Saluti, Alda “VIA MARTELLINI, PROTEGGIAMO IL TABERNACOLO”

Buongiorno, scrivo queste poche righe per segnalare un fatto che spero possa interessare di essere segnalato. In via Martellini (c’è il Palagio dei Corbinelli in pietoso stato di abbandono) vicino al n.12 c’è un tabernacolo ancora di più in pietoso stato di abbandono. Passando davanti ho notato che sia il palazzo, le finestre ed il tabernacolo sono stati fatti oggetto di una sassaiola con grosse pietre. Il tabernacolo (ho fatto una piccola ricerca) dovrebbe essere una “Deposizione dalla Croce” attribuita a Cosimo Rosselli (dal Carocci e su alcune guide di Firenze). Ora, indipendentemente da chi sia il pittore, credo che dovrebbe essere protetta prima che venga completamente distrutta. Cosa che è già avvenuta per l’altro tabernacolo sulla stessa proprietà all’angolo fra via Cammillo Barni e via del Borghetto, che quando ero ragazzo ancora c’era qualcosa di dipinto. Un po’ di tempo fa feci delle foto del tabernacolo in questione, che vi allego. Vediamo se si può proteggere almeno dai vandali. Grazie per l’attenzione, distinti saluti, Saverio Zei “BUS TURISTICI IN SOSTA COL MOTORE ACCESO” Cara redazione,

vi seguo tutte le volte con molta attenzione, e stavolta ho deciso di dire anch’io la mia. Vi scrivo per segnalarvi una situazione che, oggi che si parla tanto di inquinamento, di polveri sottili e altre amenità simili, è del tutto assurda, nociva, deleteria.. insomma, uno schifo!!!! Nel piazzale antistante la piscina Costoli e nel piazzale antistante la curva Maratona stazionano abitualmente decine di bus turistici e sempre, d’estate perché è caldo d’inverno perché è freddo, rigorosamente col motore acceso!!!!! È uno schifo, un obbrobrio, io una volta sono andata dai vigili lì vicini e ho persino segnalato questa cosa ad un collega che fa parte della giunta Renzi, ma non è cambiato assolutamente nulla. Non vi dico il puzzo che si sente passando di lì, visto che entrambe queste “piazzole” sono confinanti con la pista ciclabile, ed io e mio figlio (come tanti genitori con bambini) passiamo spesso di lì respirando ahimè quell’aria mefitica... Ma non è proprio possibile stoppare quest’indecenza e allontanare definitivamente dalla città questi inquinatori ambulanti????????? O obbligarli, con multe salatissime, a stare col motore rigorosamente spento??????? Oggi, nel 2009, che la situazione ambientale del nostro pianeta è allo sfascio dobbiamo ancora sopportare questo schifo??? Voglio scrivere anche alla redazione di “buongiorno regione” di Rai3 per mostrare questa indecenza.. ma ho veramente poca fiducia… specie poi quando leggo lettere come quella pubblicata sull’ultimo numero, scritta da un inqualificabile soggetto che si lamenta delle bici parcheggiate... le rastrelliere sono poche, pochissime e dovreste al contrario tutti ringraziarci, noi che ci muoviamo solo su due ruote, perché se fosse per noi tutti questi problemi sull’inquinamento non esisterebbero neppure!!!!!!!!!! Grazie per l’ascolto, Una fiorentina indignata ALLA RICERCA DELLA RASTRELLIERA Volevo rispondere al “fiorentino indignato” riguardo al problema delle biciclette legate ai pali lungo i marciapiedi: lo sa il lettore che a volte si gira anche 30 minuti alla ricerca di una rastrelliera libera? E che la frustrazione di non trovare uno spazio libero è enorme??? Cosa dovremmo fare, mangiarcele le bici? Inoltre lasciarla solo con la catena, senza legarla ad un palo vuol dire automaticamente farsela rubare (a me l’hanno già fatto 7 volte in dieci anni!!!). Quindi la pregherei di essere meno intollerante, riconoscendo piuttosto che il nostro pedalare contribuisce non poco ad abbassare il livello di inquinamento, fin troppo alto nella nostra “bella Firenze”. E quando troverà una bici sulla strada, forse le costerà un po’ meno scansarla. Un ciclista stanco di luoghi comuni

RETTIFICA VILLA POZZOLINI, QUALIFICA ERRATA Sull’ultimo numero de Il Reporter (ottobre 2009), nell’articolo riguardante Villa Pozzolini, comparso nell’edizione del Q5, avevamo erroneamente parlato di Anna Micheletti come di operatrice di biblioteca. In realtà, la sua qualifica è quella di Istruttore direttivo culturale del laboratorio linguistico. Ci scusiamo per l’imprecisione con l’interessata e con i lettori.


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Concerti Gianna Nannini 19 e 20 Novembre Nelson Mandela Forum “Per me il sogno – dice Gianna Nannini - non è una fuga dalla realtà, ma il transito ad una realtà altra, parallela, in cui il nostro io talvolta si trasferisce, e che non ci appartiene di meno”. Ovvio dunque che l’artista senese intitoli “Giannadream - Solo i Sogni Solo Veri” il suo nuovo album, che “mi rispecchia in toto”: anche perché dimostra che accanto alla dimensione più carnale della Gianna di sempre, c’è quella più metafisica, che ha a che fare con l’esoterismo ed è altrettanto sua, quindi vera. Del resto le stesse musiche rispecchiano, emblematicamente, questa fertile duplicità: archi flessuosi che sposano il passo impaziente delle chitarre, il rock che una volta di più si spalanca al sinfonismo, ma anche alle atmosfere africane di “Maledetto ciao” o agli ammiccamenti voodoo di “Bambolina”, dove la voce stregata di Gianna esce da se stessa e vola in un altro mondo. C’è, a conciliare magicamente questi opposti, l’arrangiatore Wil Malone con il suo poliedrico senso dell’amalgama, e ci sono le melodie ampie, rotonde, così tipiche della Nannini e di quello che anni addietro venne definito il suo “heavy Puccini style”. PSP - Philliphs, Saisse, Palladino 23 Novembre Viper Theatre PSP è una di quelle fusioni musicali e sinergie che sfidano le categorizzazioni. Il talento collaborativo di questo trio di musicisti straordinariamente dotati ha virtualmente attraversato il mondo ed ogni genere musicale. Nell’arco degli ultimi trent’anni hanno suonato con la crema della musica pop, gente del calibro dei Rolling Stones, gli Who, Eric Clapton, Jeff Beck, i Toto, David Bowie, John Mayer, Chaka Khan e Paul Simon, tanto per nominare alcune icone di una sbalorditiva lista troppo lunga da elencare. L’ensemble

dei PSP include un frenetico inglese, un intenso francese e un tranquillo gallese che rispondono ai nomi del batterista Simon Phillips, il pianista-tastierista Philippe Saisse ed il bassista Pino Palladino. I tre si conoscono e condividono rispetto reciproco fin dagli inizi della loro carriera, ma raramente hanno lavorato assieme, e mai tutti e tre allo stesso tempo. Tommy Emmanuel 28 novembre Saschall William Thomas Emmanuel é ritenuto indiscutibilmente il miglior chitarrista australiano, ed uno tra i migliori al mondo. E’ esecutore e compositore di gran parte dei brani che compongono il suo brillante repertorio. Fin dagli inizi viene fortemente influenzato da due grandissimi artisti: Chet Atkins ed Hank Marvin. Tra i suoi riconoscimenti spiccano una nomination al Grammy Award nel 1998 con Chet Atkins per il C.D. The Day Fingerpickers took over the world e la vittoria del Nammy (Nashville Music Award) nel 1997. Partecipa insieme al fratello Phil alla cerimonia conclusiva alle Olimpiadi di Sidney 2000. Moltissime le sue collaborazioni con artisti di fama mondiale quali Sir George Martin (produttore e guida dei Beatles), Stevie Wonder, Erik Clapton, Michael Bolton, Chet Atkins, Tina Turner, Cliff Richard, Olivia Newton John, John Denver, Hank Marvin, Bruce Welch, Joan Armatrading, Robben Ford, Albert Lee, Larry Carlton, James Burton, Tina Arena e John Farnham, I Pooh (con i quali ha partecipato al Tour 2001) e recentemente Bill Wyman (storico bassista dei Rolling Stones con il quale ha effettuato una serie di concerti in Inghilterra). Hi-fi bar Tutti i lunedì Club 21 Una serata che andrà avanti per tutta la stagione, dedicata agli amanti della clubbing e delle basse frequenze della Uk Garage. In consolle le realtà fiorentine più affermate oltre a ospiti speciali e nuove leve della dubstep e della fidget. Comincia la stagione

al Club 21 (ex Andromeda, via de’ Cimatori). Tutti i lunedì dalle 23.

Teatro L’ultimo Pulcinella Dal 10 al 14 novembre Teatro della Pergola L’ultimo Pulcinella il film di Maurizio Scaparro con Massimo Ranieri è l’ideale anteprima alla lunga stagione teatrale. Cinque le proiezioni ospitate nel Saloncino della Pergola a partire da martedì 10 novembre fino a sabato 14 novembre. Terzo film del regista, presentato lo scorso autunno come evento speciale del festival di Roma, e appena rientrato dal grande successo del festival di Annecy, è un’altra tappa del lavoro e dello sforzo profuso da Scaparro in decenni di attività tesi a serrare incontri e confronti tra arti e territori. Cinema è Teatro è il progetto che accompagna le proiezioni de L’ultimo Pulcinella nei teatri italiani: alla Pergola invito gratis alla visione per i fedelissimi, ovvero per tutti gli abbonati della formula Completo, per gli altri abbonati il prezzo simbolico di 3 euro, per tutti gli altri il biglietto è contenuto a 5 euro. La strana coppia Dal 17 al 22 novembre Teatro della Pergola Due signore della scena italiana, Mariangela D’Abbraccio e Elisabetta Pozzi, sciolgono il sipario del palcoscenico il 17 novembre. Sono nuovamente insieme, dopo l’esperienza della Maria Stuarda di Dacia Maraini, nella versione femminile de La Strana coppia di Neil Simon. La commedia debuttava a Broadway nel 1965 con la regia di Mike Nichols: Art Carney nella parte di Oscar, e Walter Matthau in quella di Felix. Del 1968 è la trasposizione cinematografica diretta da Gene Saks e conferma il più felice dei sodalizi artistici tra Walter Matthau e Jack Lemmon. Nei ruoli dei due grandi attori, e in quelli che già sono stati per la scena italiana di Rossella Falk e Monica Vitti, si calano oggi Mariangela D’Abbraccio ed Elisabetta

Pozzi riavvicinando la commedia alle vicende quotidiane, spesso comuni delle donne contemporanee. Il Marito der mi’ figliolo Dal 20 al 22 Novembre Teatro di Rifredi Tutto l’umorismo livornese in un tema di grande attualità: i matrimoni omosessuali. Pancaccini nel corso degli anni ha sempre osservato quello che succedeva nella realtà italiana, riflessa nello specchio del borgo, affrontando tantissimi argomenti di attualità: trentacinque anni fa trattava con la sua prima commedia Separazione alla livornese il tema allora caldo del divorzio, ed a questa ne sono seguite molte altre su tanti temi, dai falsi invalidi fino alle case chiuse. Disney live Dal 25 al 29 novembre Nelson Mandela Forum Topolino, Minnie, Paperino e Pippo accompagnano il pubblico in un emozionante viaggio nel mondo incantato di tre storie Disney senza tempo: Biancaneve, Cenerentola e la Bella e la Bestia. Quando si apre il sipario sulla nuovissima produzione teatrale “Disney Live!” presenta le più belle fiabe Disney, il pubblico viene trasportato in un’avventura incantata che ripercorre le appassionanti storie di Biancaneve e i Sette Nani; Cenerentola, e La Bella e la Bestia. Topolino, Minnie, e oltre 25 personaggi, fanno la loro apparizione in questo spettacolo dal vivo che porta in scena i momenti più magici delle 3 storie in un’esperienza che si rivelerà indimenticabile per grandi e bambini. Più di prima 20 e 21 Novembre Teatro Puccini Il one man show di alessandro Siani, porta in scena la sua inconfondibile e dirompente carica comica, affrontando attraverso i suoi monologhi più riusciti, in maniera straordinariamente irriverente e coinvolgente, argomenti che spaziano della satira di costume alla vita di tutti i giorni. Crea uno spettacolo vivo

ed inebriante, miscela di un’insieme di opere d’autore e di estemporanei momenti comici legati in special modo alla dissacrazione di quei luoghi comuni di cui tanto si nutre l’atmosfera partenopea Le fiamme e la ragione. Giordano bruno, Campo de’ fiori, 17 gennaio 1600 27 Novembre Teatro Puccini Arriva un nuovo progetto di sincretismo scientifico, culturale, teatrale, portato sul palcoscenico dal grande giornalista Corrado Augias, che presenta una delle pagine più tragiche del pensiero scientifico e culturale del nostro paese, l’assassinio mediante condanna al rogo di Giordano Bruno, uno dei massimi geni della storia della cultura occidentale. Va dove ti porta il clito Dal 3 al 6 dicembre Teatro Puccini Parodia “pornografica e blasfema” di un bestseller famigerato, satira che fu oggetto di una querelle giudiziaria che si risolse con una doppia vittoria per Luttazzi (a favore del quale si schierarono i nomi più importanti della critica letteraria: Maria Corti, Guido Almansi, Patrizia Violi, Alberto Bertone, Omar Calabrese ), “Va’ dove ti porta il clito” sottoponeva al vaglio di una critica corrosiva il sentimentalismo melodrammatico e insieme arrugginito dei valori sbandierati dal testo originale.

Mostre Federigo e la bottega degli Angeli Fino al 17 gennaio 2010 Palazzo Davanzati L’esposizione, ideata e curata dalla stessa direttrice del Museo Rosanna Caterina Proto Pisani, presenterà le opere del pittore, copista e restauratore Federigo Angeli che, con la bottega paterna, prese parte al restauro delle decorazioni del Palazzo agli inizi del secolo scorso. Allestita al pianterreno di Palazzo

Davanzati, l’esposizione si articola in diverse sezioni. Un’analisi accurata è dedicata in particolare alla personalità di Federigo Angeli e all’attività della sua bottega, mentre la sezione con i bozzetti, i disegni e le riviste illustra i lavori effettuati dagli Angeli nelle ville dei ricchi americani e la diffusione del ‘gusto Davanzati’ oltreoceano. Betty Woodmann: l’allegra vitalità delle porcellane Fino al 15 febbraio 2010 Museo delle porcellane Palazzo Pitti Tra le prestigiose porcellane conservate alla Palazzina del Cavaliere trovano una appropriata collocazione le creazioni colte e fantasiose di Betty Woodman, in vetrine appositamente integrate con l’allestimento del Museo. Le insolite porcellane di Sèvres realizzate dall’artista, sconvolgono l’idea tradizionale di “corredo da tavola apprezzato” con le loro forme imprevedibili e l’intensità e brillantezza dei colori, senza tralasciare il bon ton ormai consolidato dei prestigiosi serviti amati dai regnanti. Le civiltà del Vino dalla preistoria all’epoca contemporanea Fino al 10 gennaio Museo Archeologico I materiali esposti sono pertinenti alla sfera del vino e testimoniano la viticoltura e la vinificazione, il commercio e la distribuzione, i molteplici aspetti relativi al consumo della bevanda nel Mediterraneo antico, con particolare riferimento alla civiltà greca ed etrusca. L’esposizione, corredata da una ricca documentazione di fonti iconografiche e letterarie, comprende soprattutto vasellame da banchetto di produzione attica ed etrusca, ceramiche con scene ispirate alla produzione del vino, al mondo dionisiaco e, in particolare, al simposio; sono presenti, inoltre, lastre in terracotta con scene di vendemmia, bronzetti in tema e anfore vinarie provenienti dallo scavo delle Navi di Pisa.


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