Il Giornale del tuo Quartiere
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055 0515231 Periodico d’informazione locale. Anno III n.65 del 1 dicembre 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
CURIOSITÀ
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DICEMBRE 2009
Babbo Natale fa l’autostop p Andrea Muzzi*
I UN POPOLO CHE TOCCA FERRO Un’indagine recente ha rivelato che i fiorentini sono molto, molto superstiziosi PAGG.30-31
BUS, QUALCOSA È CAMBIATO Ecco come si presenta la situazione nel Q2 a poco più di un mese dalla pedonalizzazione del Duomo PAGG.8-9
SPORT
Sporco e incuria, il volto “buio” del quartiere Firenze vista da lontano
PAG.3
Reportage
di Cecionesi - Salusest
U “QUESTA È LA MIA CASA” Non viene convocato dal ct francese, ma Frey non ne fa un problema: la sua Nazionale è la Fiorentina PAG.36
n po’ gli piacciamo e gli facciamo invidia, un po’ invece hanno da ridire su come funzioniamo come città. In estrema sintesi è questo che vien fuori spulciando tra le pagine dei quotidiani stranieri. Firenze, la bella e rinascimentale Firenze, piace agli stranieri. Perché è tutta da guardare, si mangia bene e ci sono un mucchio di negozi dove fare shopping. Ma, d’altro canto, certi difettucci della città non piacciono ai giornalisti stranieri e qualcuno la dipinge come caotica, sporca, litigiosa. Un dato resta, però: ultimamente si guadagna spesso titoloni sulle pagine dei giornali stranieri, vuoi per la “battaglia del gottino”, vuoi per la pedonalizzazione del Duomo, vuoi perché qualcuno PAGG.10-11 si è chiesto se il nostro sindaco non avesse un che di Obama.
RITORNO AL MEDIOEVO A due passi dallo stadio, c’è un gruppo che prepara rievocazioni e combattimenti storici PAG.38
Alla scoperta del Sirio: viaggio in anteprima a bordo del tram PAG.12
segni della crisi si vedranno anche a Natale. Babbo Natale tutti gli anni veniva con la slitta, quest’anno arriverà in autostop! Le renne? Se l’è mangiate! Su Babbo Natale ho dei dubbi che nessuno ha mai chiarito. Babbo Natale è un pensionato eppure ogni anno spende milioni di euro per comprare i regali. Chi glieli passa quei soldi? Come si finanzia? Perché la Finanza non ha mai fatto un accertamento fiscale? I pensionati non ce la fanno ad avere quel tenore di vita: mio nonno ogni Natale mi regala 5 euro. Babbo Natale non ha mai fatto la vita dell’anziano: possibile che sia l’unico vecchio che va in giro senza badante? Tutti gli anziani sono pieni di dolori, invece Babbo Natale tutti gli anni si presenta puntuale. Non ha mai saltato un Natale per colpa della prostata! Mio nonno se dorme con i piedi fuori dalle coperte il giorno dopo non si muove per l’artrosi. Lui invece, passa all’aperto tutta la notte del 24 dicembre e non prende nemmeno il raffreddore. Mio nonno non esce di casa perché fa fatica a scendere le scale, Babbo Natale invece entra nelle case scendendo dal camino! Tra l’altro questa è anche una violazione della privacy. Pensate se tutti entrassero nelle case come fa lui. Senti un botto e dalla cappa vedi uscire il postino pieno di fuliggine: “Raccomandata, c’è da firmare!”. Babbo Natale, chi sei veramente? Giù la maschera!! Possibile che io ogni anno debba fare entrare in casa mia uno che nemmeno conosco? Te lo dico subito: quest’anno, se vieni, o mi dici la verità o chiamo i Carabinieri! *Comico
STRENNE. Molti passeranno le feste all’insegna dell’austerity
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Sotto l’albero? Quest’anno c’è la crisi C
hiedere a un cassintegrato come passerà il suo Natale vuol dire ricevere in cambio un sorriso amaro e parole arrabbiate: “Ma che feste e feste, il problema è arrivare a fine mese”. E non sono poche, purtroppo, le persone costrette a questo tipo di reazione. Per capirsi, chi prima guadagnava 1500 euro e ora sta in cassa integrazione tre settimane al mese, in busta paga se ne trova 900. Che sono pochi. Famiglie intere sono rimaste con un reddito solo e mutui galoppanti, e in molti hanno trovato la salvezza nei “nonni” di casa, che con le loro pensioni aiutano le economie domestiche a non rimanere strozzate nelle maglie della crisi. Sarà anche per questo che, chi ha la possibilità di lavorare di più
proprio durante le feste, lo fa senza lagnarsi troppo. Dagli incartatori di doni ai medici di guardia, dai babbi natale ai camerieri: loro i panettoni li mangeranno più alla svelta, per tornare presto a lavorare. Qualcuno lo fa perché deve farlo, qualcun altro lo sceglie per arrotondare. Ma c’è anche chi s’ingegna comunque per trovare pensierini (e pensieroni) per i suoi cari: ce n’è, come sempre, per tutti i gusti e i mercatini in giro per la città non mancano. Sul podio dei doni più bizzarri finiscono gli schiaccianoci a forma di Hillary Clinton, gli occhiali con specchietto retrovisore e, sì, le stelle del cielo. Gli astri, quelli che luccicano, si possono comprare. Sognare invece è ancora gratis. PAGG.14-17
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Dicembre 2009
Campo di Marte • Cure • Coverciano
VIA ROCCA TEDALDA. Apre nel Q2 il secondo punto distributivo della Misericordia di Firenze
Nasce il “minimarket” per i più bisognosi ANNIVERSARIO. I 20 anni dei Ragazzi dalle tempie grigie
Canzoni e gag per gli anziani V
enti anni all’insegna di solidarietà, sorrisi e divertimento. “I ragazzi dalle tempie grigie”, la compagnia teatrale over sessanta del centro anziani di via Luna - sulla scena dall’ormai lontano 1989 - spengono venti candeline. Nata dall’idea del suo storico regista Renato Ricci di aggregare un gruppo di “capelli d’argento” su un progetto di teatro amatoriale, la compagnia è poi passata a un’attività stabile, che da marzo arriva fino alla fine dell’anno. Col passare del tempo agli attori si sono aggiunti anche dei musicisti, cosicché oggi l’allegra combriccola è composta dal regista e da quindici elementi fra attori e suonatori. Con il suo repertorio composto da scenette comiche, barzellette e canzoni popolari, la compagnia fa tappa nelle varie case di riposo di Campo di Marte
Sarà possibile rifornirsi di generi alimentari e articoli di prima necessità, sull’esempio della prima struttura inaugurata un anno fa in via Francavilla, nella zona di viale Talenti. “Contiamo di aprire un negozio in ognuno dei cinque quartieri”, spiega una volontaria Paola Ferri
N
asce a Firenze Sud, in via Rocca Tedalda, il secondo punto distributivo della Misericordia di Firenze, in collaborazione con il Banco Alimentare della Toscana. Una sorta di minimarket, dove i più bisognosi possono rifornirsi di generi alimentari e articoli di prima necessità, come prodotti per l’igiene personale, coperte, vestiti per bambini. La spesa non si paga, viene scalata da una tessera a punti fornita dalla Misericordia stessa e ricaricata mensilmente in base alle reali esigenze delle persone che ne fanno richiesta. A un anno dall’apertura del primo punto distributivo in via Francavilla, zona viale Talenti, inaugurato a novembre dell’anno scorso, il progetto “Le 12 Ceste” si arricchisce di un nuovo spazio. “Contiamo di aprire un negozio in ognuno dei cinque quartieri – afferma Francesca Ferrali, volontaria della Misericordia che segue da vicino il progetto – in modo da rendere il servizio più agevole per i cittadini”. Ad oggi, infatti, sono circa 200 le famiglie che frequentano il negozio di via Francavilla. Il successo del primo punto aperto è stato tale da creare all’associazione alcune difficoltà nel reperimento dei vari articoli. La merce distribuita nel negozio, infatti, viene in parte raccolta gratuitamente, grazie alla collaborazione del Banco Alimentare, ma nella maggior parte è acquistata dalla Misericordia stessa. Pertanto il progetto è adesso in cerca di nuovi partner, così da poter rispondere a un numero di richieste che, sfortunatamente, cresce giorno dopo giorno. Un primo aiuto è arrivato dal Lions Club, promotore di un’asta di preziosi il cui ricavato è servito ad acquistare gli arredi dei nuovi locali in via Rocca Tedalda. I punti distributivi sono in realtà la prosecuzione di un servizio di aiuto alimentare che la Misericordia svolge sul territorio fiorentino ormai da 15 anni. Pensionati, anziani soli, lavoratori precari. Il perdurare della situazione di crisi economica ha portato a ridipingere la mappa dei nuovi
IL CASO. Tante le difficoltà per pedoni e biciclette
Quando attraversare la strada è un rischio A
poveri, così da includere categorie fin qui insospettabili, travolte da investimenti sbagliati o dal generale calo dei consumi, che ha costretto negozi e ristoranti a tirare giù il bandone. Chi non riesce ad arrivare a fine mese può contare sui pacchi alimentari, distribuiti casa per casa dalla Misericordia. Una quarantina di famiglie sono state addirittura “adottate” da alcuni volontari, che versano ogni mese una quota destinata alla loro sussistenza. I punti distributivi, però, permettono una gestione più razionale del servizio. Qui, infatti, le persone possono scegliere direttamente quello di cui hanno bisogno, eliminando gli sprechi e risparmiando qualche giro ai volontari dell’associazione. Per fare la spesa al negozio “Le 12 Ceste” è necessario richiedere la tessera direttamente alla Misericordia (tel. 335.7888923 – 055.701740) o inoltrare la domanda via fax o via mail. A tale domanda farà seguito una
Sempre in tema di servizi di assistenza sociale, nuovi spazi stanno sorgendo a Varlungo valutazione diretta da parte dell’associazione, in modo da stabilire le reali necessità del richiedente. Sempre in tema di servizi di assistenza sociale, nuovi spazi stanno sorgendo a Varlungo, proprio di fronte alla chiesa di San Pietro a Varlungo. Sono ormai in fase avanzata i cantieri nel terreno prospiciente all’antica cappella. Dalle sembianze potrebbe sembrare una chiesa, ben più ampia di quella già esistente, invece la nuova costruzione è destinata ad ospitare un’aula liturgica e, appunto, servizi di assistenza ai più bisognosi. I lavori sono iniziati circa un anno fa e la durata prevista è di circa 400 giorni.
e in qualunque altro luogo venga invitata, portando sorrisi, gioia e divertimento. E il suo calendario non conosce soste: il tour autunnale de “I ragazzi dalle tempie grigie” nelle case di riposo di Campo di Marte continua mercoledì 9 dicembre, alle 15,30, all’Istituto Orvieto in via del Poggiolino 16; giovedì 17, sempre alle 15,30, a Villa Placci in via di Feliceto 14 a Settignano; e sabato 19, alle 14,30, alla Rsa Arcolaio in via dell’Arcolaio 11/a. E pure il 2010 inizierà di gran carriera: giovedì 7 gennaio, alle 14,30, saranno al Centro diurno Airone in via di S. Salvi 12, mentre giovedì 14, ore 15,30, all’Istituto Madonna delle Grazie in piazza Desiderio da Settignano. Ingresso, ovviamente, libero. Per informazioni rivolgersi all’ufficio servizi sociali, via Luna 16, tel. 055/669939.
ttenti al pedone. Sono diversi gli attraversamenti pedonali a rischio nel Quartiere 2. Ci sono quelli dove è necessario tirare fuori tutto il proprio spirito di competizione (con le auto) se non si vuole rimanere confinati dall’altra parte della strada, come accade in via Masaccio. Oppure quelli dove bisogna avere un certo spirito di sopravvivenza, come al Ponte Rosso. Qui, in orario di punta, si rischia di rimanere bloccati a metà strada, tra un semaforo e l’altro, con poco più di un metro quadro da condividere con i propri compagni di sventura. Only the brave, attraversamenti solo per temerari a Bellariva, sul lungarno Aldo Moro, mentre all’incrocio tra viale dei Mille e via Marconi, ciclisti e pedoni devono guardarsi da ogni lato (e anche dagli autobus). La tribù di chi va a piedi è sul piede di guerra, nell’ultimo periodo. Chi combatte per avere un cordolo e chi lotta per abbatterne un altro. La “barriera scomoda” è quella recentemente tirata su in via De Sanctis, a protezione della pista ciclabile nuova di zecca. Un muretto piuttosto alto, che avrebbe causato numerose cadute da parte dei pedoni, già messi a dura prova dal doversi far largo tra le auto per raggiungere i negozi. “Ne raccattiamo qualcuno ogni giorno”, commenta una negoziante. E poi c’è chi, come un lettore, segnala invece un cordolo che andrebbe realizzato in via Giovanni Lanza, nello slargo su cui si affaccia il cinema Variety. “L’attraversamento è affidato solo
al buon senso dei cittadini, incalzati dalle auto che qui danno sfogo alla sosta selvaggia”, racconta in una lettera Carlo, suggerendo la costruzione di un muricciolo da entrambi i lati della strada, per proteggere le strisce pedonali. In alcuni casi, inoltre, le strisce non ci sono proprio, come fa notare Alvaro, residente a Coverciano. “Ogni giorno vedo mamme con passeggini, bambini piccoli e ragazzi sulle bici attraversare all’angolo tra via Ferrucci e via Novelli, in direzione del giardino – spiega Alvaro – qui non ci sono le strisce e così escono in strada passando tra le auto parcheggiate e rischiano di essere investiti. Ci vorrebbe tanto a dipingere delle strisce anche qui? Il problema riguarda anche i disabili, per cui risulta ancor
I maggiori pericoli in via Masaccio, piazza Alberti e al Ponte Rosso più lungo il percorso per arrivare al primo attraversamento segnalato”. E poi ci sono i posti dove le strisce ci sono eccome, e ben visibili, ma le auto si fermano solo in casi fortuiti, come in piazza Alberti. Se vi imbattete in uno di questi casi, tenete a mente la regola: sgombrare l’incrocio nel minor tempo possibile. E anche se vi cade una monetina, tirate dritto fino all’altra sponda. /P.F.
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il giornale del tuo quartiere
L’ALTRO VOLTO DEL QUARTIERE. Viaggio tra le aree più degradate della circoscrizione
Le zone buie di Campo di Marte e dintorni SCHEDA
Disagi e problemi in piazza della Libertà,
Dal Meyer a San Salvi Tutte le occupazioni
piazza Savonarola e al Parterre. A
Ex Meyer, San Salvi, Bice Cammeo. Ecco la breve mappa delle occupazioni abusive nel quartiere. Breve per modo di dire, perché dietro alcune di esse c’è una storia molto lunga. Quella della Bice Cammeo, ex ospedale psichiatrico infantile di via Aldini, zona viale Volta, dura da quasi 20 anni. Era il lontano 1990 quando i primi studenti e alcune famiglie vennero ad abitare qui. Adesso sulla villetta pende un progetto di autorecupero, che prevede la realizzazione di 23 appartamenti a spese in parte degli occupanti stessi e in parte degli enti locali. Ma il progetto viene rimandato di anno in anno per mancanza di fondi. Altra storia quella del Meyer, molto più recente, ma di non facile risoluzione. L’annunciato sgombero delle 150 persone che vi hanno trovato dimora non sarebbe più così imminente. Giorni contati invece, per le palazzine occupate a San Salvi, con la ristrutturazione che avanza giorno dopo giorno.
Rovezzano era nato un accampamento abusivo: sgomberato, ma lo sporco è rimasto Francesca Puliti
A
d ogni angolo il suo questuante. Accampamenti nomadi che sorgono dal giorno alla notte come se niente fosse. Buche mai riparate in una delle piazze più belle della città, seppur assediata dal traffico. Spazi culturali pavimentati di secchi e giornali per raccogliere l’acqua piovana. Benvenuti nell’altra Firenze, l’altro quartiere 2. Altro che contese, le “terre di confine” del quartiere appaiono più spesso come terre di nessuno. E’ il caso di piazza della Libertà e del vicino complesso del Parterre. Se la monumentale piazza si presenta come un patchwork di rattoppi successivi, con tanto di cartelli di pericolobuche, il prato all’interno del Parterre è ormai più marrone che verde, incorniciato da una serie di transenne che attendono lì da quando sono stati smontati gli allestimenti estivi. Una pennellata di bianco e rosso che si aggiunge al quadro più generale, quello di un complesso che lentamente sta perdendo pezzi. La sistemazione più “disgraziata” è toccata alla biblioteca del Quartiere 5, momentaneamente ospitata nel cubo 1. Una situazione che va avanti da mesi tra vari disagi, nell’attesa che sia finalmente ultimata la struttura dell’Orticoltura. L’ultima complicazione in ordine cronologico: le pesanti infiltrazioni d’acqua che si verificano ad ogni pioggerella. Così che il corridoio è ricoperto da giornali e disseminato di secchi. A sentire i residenti della zona, però, non è questo il maggiore dei problemi del Parterre. “La sera la struttura è avvolta dal buio – racconta una ragazza – e spesso e volentieri i giardini sul retro, nei pressi dell’ingresso del parcheggio sotterraneo, sono meta di senzatetto o figure non troppo rassicuranti”. Passano la notte sulle panchine o sotto il loggiato del Parterre. Uno scenario che periodicamente si ripresenta anche nella non lontana piazza Savonarola. Di giorno, invece, sono ricomparsi i soliti noti questuanti tra le auto parcheggiate ai lati della piazza. Altra situazione, quella che si incontra spostandosi al confine sud-est del quartiere. Siamo a Rovezzano, stazione poco
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Il Reporter è un periodico di 7 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 192.404 copie
nota tra i fiorentini che, nei piani della nuova giunta, potrebbe invece diventare un importante nodo della metropolitana di superficie. Si tratta tra l’altro di una delle poche ad essere munite anche di parcheggio di scambio, tra le piccole stazioncine disseminate per Firenze. Ed è proprio in questo parcheggio che il mese scorso si è insediato abusivamente un accampamento nomadi. Circa 30 roulotte, una vera e propria comunità, tra la ferrovia e via del Guarlone, a poca distanza dal regolare
campo rom di Rovezzano. Un’occupazione lampo, fortunatamente, a cui la Municipale ha messo fine nel giro di pochi giorni. Abbastanza, però, da far sì che il parcheggio si trasformasse in una sorta di discarica abusiva. Una montagna di bottiglie di plastica rovesciate nell’aiuola che costeggia la stazione, pentole, barattoli, interi sacchi dell’immondizia abbandonati sotto gli alberi. E le chiare tracce che qualcuno ha mantenuto la “residenza” lungo il torrente Mensola. “L’area del
parcheggio è di proprietà delle Ferrovie dello Stato – chiariscono da Quadrifoglio – pertanto la pulizia non è di nostra competenza, almeno finché non siano proprio le Fs a chiederci di intervenire”. E nel frattempo monta lo sdegno da parte di chi abita da queste parti. Ironia della sorte, la fermata dell’autobus di fronte, in via del Guarlone, è intitolata Armonia. Da interpretare forse come un augurio, affinché qualcuno intervenga a riportare, qui, l’armonia perduta.
FOCUS Non più letterine e sms: ora i corteggiamenti sono impressi direttamente sull’asfalto
E i messaggi “spray” d’amore invadono strade e muri
“B
uongiorno amore”, “Vita mia perdonami!”, “Tesoro ti amo”: per le strade del quartiere è tutto un pullulare di scritte d’amore, naturalmente a suon di bombolette spray. E’ questa infatti la nuova moda che corre tra i giovanissimi, meglio conosciuti oramai come la generazione di Tre metri sopra il cielo. Infatti, dopo la visione del tanto acclamato film - che ha dato il via a una serie infinita di pellicole dedicate agli adolescenti - le cose in città non sono state più le stesse. Si è cominciato con il rituale dei lucchetti “suggella amore” lasciati nei luoghi più romantici, e adesso
siamo passati ai corteggiamenti impressi nel cemento e sull’asfalto: sì, perché le vecchie letterine d’amore non si usano più, e anche gli sms sembrano diventati troppo banali. Ma a fare le spese di questa nuova tendenza sono ancora una volta le strade e i muri del quartiere, resi sempre più sporchi e degradati dal sovrapporsi di scritte, disegni e firme colorate: non uno, ma decine di graffiti, che di giorno in giorno si moltiplicano. Si possono trovare in via Arnolfo, vicino alla fermata dell’autobus, in via Frusa, nel bel mezzo della strada, ma anche in via Gioberti, proprio davanti a un por-
Il Reporter di Campo di Marte, Cure, Coverciano raggiunge 41.973 famiglie nel quartiere 2 di Firenze.
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tone di ingresso, e ancora in via San Salvi e via Quintino Sella. Sembra che per ogni coppietta debba corrispondere una scritta indelebile e visibile a tutti, per confermare la veridicità del sentimento provato. Certo, c’è da dire che è sempre più piacevole essere circondati da scritte d’amore che non da simboli politici, di odio o di razzismo: il problema, semmai, è far capire ai giovani che il suolo pubblico non è un foglio bianco su cui scrivere. E le multe, per chi viene sorpreso ad imbrattare i muri, arrivano a toccare i mille euro. Non sarà forse meglio /S.K. tornare ad usare carta e penna?
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Campo di Marte • Cure • Coverciano
MESTIERI DI OGGI E DI IERI. Ora gli uomini si radono a casa, e loro si adattano
Quando dal barbiere si faceva l’abbonamento I pochi ancora in attività basano il lavoro sul taglio dei capelli: non esistono più conti da saldare a fine mese, asciugamani personali e ragazzi di bottega che prendevano le giacche ai clienti Alberto Ottanelli
S
edersi su una comoda poltrona in pelle, godersi il calore di un asciugamano profumato sul viso, farsi radere da mani esperte mentre si conversa amabilmente. Un piccolo rito che fino a qualche anno fa era la quotidianità per molti uomini, ma che oggi non esiste (quasi) più. La barba ci si fa a casa, e non dal barbiere. Sono poche, pochissime le eccezioni, e riguardano quasi esclusivamente persone anziane,
affezionate alle abitudini. Per questo, anche i pochi barbieri ancora in attività non basano più il proprio lavoro su barbe e baffi, ma sul taglio dei capelli. “In passato si lavorava principalmente sulla barba – racconta Rocco Leongito, barbiere di Ponte al Pino – le persone venivano tre volte la settimana. Avevano l’abbonamento: 12 barbe e due tagli al mese, e il conto si pagava alla fine. Con il tempo le cose sono cambiate e oggi, anche per motivi igienici, di
Fabrizio Nocentini
barbe non se ne fanno più. Ne farò 3 o 4 al mese, quando va bene…”. E allora, per tenere aperta l’attività, “si fa conto sui clienti abituali. Questo negozio ce l’ho da 42 anni, ormai i clienti sono amici, che vengono anche solo per chiacchierare un po’, perché, con la crisi, anche i tagli di capelli diventano meno frequenti”. Sauro Bazzechi è il barbiere di piazza Nobili. È un’istituzione per il rione: lo conoscono tutti e lo vanno a trovare anche se non hanno bisogno della sua “opera”. Il suo negozio sembra uscito dagli anni ’60, con ampolle di profumo, macchinette manuali, forbici e rasoi. “Io i capelli li taglio solo con le forbici. I rasoi elettrici rovinano la cute, è come passare il tagliaerba su una pianta che andrebbe potata a mano. Ma i giovani non lo sanno e così capita che si rovinino i capelli e li perdano presto”. Oggi le persone che vanno da Sauro per farsi la barba sono una rarissima eccezione, ma un tempo non era così. “Ognuno aveva il suo asciugamano personale, e da me trovava cortesia e un servizio professionale. Ho iniziato a 12 anni e ora sono 64 che faccio il barbiere. All’inizio stavo solo a guardare, prendevo le giacche ai clienti che entravano. E loro, per ricompensa, mi facevano provare a fare i primi tagli, per imparare”. Di aneddoti simpatici, il signor Sauro ne avrebbe a decine: “Come quella volta che un cliente, non potendo pagare, mi regalò un mazzetto di prezzemolo. O quell’altro che mi ha dedicato una targa con un paio di forbici per le nostre ‘nozze d’oro’.
Rocco Leongito
La targa, con la scritta ‘da 50 anni amico mio e dei miei capelli’, è ancora appesa nel negozio”. Per Fabrizio Nocentini, barbiere da 35 anni, “oggi ci si tiene meno alla cura della persona. Se prima il cliente veniva almeno una volta la settimana, an-
che solo per lavarsi i capelli e fare le frizioni, adesso si va dal parrucchiere al massimo una volta al mese. E con la crisi ancora meno. Così si va avanti sperando che passi: io, ai miei clienti affezionati, faccio anche i capelli a domicilio”.
Sauro Bazzechi
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TOPONOMASTICA. Il generale e il “sindaco santo” si dividono la stessa via. Tanti i casi strani
La Marmora e La Pira, vicini di strada Deve esserci affinità tra le persone a cui vengono dedicate strade attigue, ma le incongruenze non mancano. Come via Unione Sovietica e via Lettonia... Lorenzo Salusest
C
osa lega il generale Alfonso La Marmora, artefice nel 1865 dello spostamento della capitale del Regno da Torino a Firenze, al “sindaco santo” Giorgio La Pira, primo cittadino del capoluogo toscano negli anni sessanta? Nulla, se non che i due cognomi iniziano allo stesso modo. Eppure ai due personaggi, protagonisti (con stili molto differenti) della storia di questa città, è intitolata la stessa strada (da piazza San Marco a viale Matteotti), suddivisa equamente in due parti uguali. E dire che le regole della toponomastica prevedono che debba esserci un qualche tipo di affinità tra le persone a cui l’amministrazione comunale dedica le vie e le piazze fiorentine: quartieri monopolizzati da nomi di pittori, altri da musicisti o da eroi del Risorgimento, altri ancora da scrittori. Regole che hanno nello strano binomio La Marmora – La Pira l’eccezione che le conferma. Ma basta gettare lo sguardo sulle targhe delle vie
fiorentine per scoprire altre stranezze e incongruenze, spesso geografiche. E’ il caso di un paio di strade intitolate a nazioni straniere che non esistono più: via Jugoslavia e via Unione Sovietica. Perché, se è pur vero che i nomi delle strade sono assegnati a soggetti che non fanno più parte di questo mondo, sarebbe più corretto aggiornare le denominazioni, stando però attenti a non scatenare casi diplomatici. E a proposito di ex Urss, perché mai dedicare una strada alla Lettonia e non alle altre due repubbliche baltiche, Estonia e Lituania? E ancora, perché eludere la Bulgaria dall’elenco delle nazioni europee a cui sono state intitolate alcune delle strade fiorentine? Coincidenze curiose, ma non in grado di suscitare polemiche politico/toponomastiche, come accaduto in passato attorno a nomi “scomodi”, come quello di Oriana Fallaci: a oltre tre anni dalla sua morte, l’amministrazione comunale non ha ancora deciso se la scrittrice fiorentina merita l’onore
Via La Pira - via La Marmora
di vedersi intitolata una strada. Un ostracismo, seppur di diversa natura, di cui è vittima anche la memoria di Indro Montanelli, anch’egli privo di una via dedicata. E se la discriminante è il luogo di nascita (Fucecchio), viene da chiedersi perché il Comune abbia intitolato una via in
zona Brozzi al meno noto giornalista e scrittore Curzio Malaparte (nato a Prato). Tra i due non correva buon sangue: chissà cosa avrebbe partorito la penna di Montanelli se avesse saputo in vita che Firenze avrebbe dedicato una via al suo acerrimo rivale e non a lui...
IL PUNTO NEL QUARTIERE. Verso Fiesole il rione degli scienziati, a Coverciano le maggiori curiosità
E a Campo di Marte ci si ispira ad artisti e inventori rtisti, patrioti, inventori, politici, e ancora scrittori, attrici teatrali, storici e luoghi sede dei principali capitoli delle lotte per l’indipendenza d’Italia. Queste le principali fonti ispiratrici nella denominazione delle vie del quartiere 2. Artisti, dicevamo, e proprio ad essi, genericamente intesi, è dedicata la strada che dai viali di circonvallazione conduce al Campo di Marte. Via degli artisti, appunto, perché proprio lì oltre un secolo fa erano concentrati ate-
Nonostante la loro storia d’amore le strade intitolate a D’Annunzio ed Eleonora Duse si sfiorano appena
lier e laboratori di pittori e scultori. E da lì si dipana un dedalo di vie dedicate ai loro illustri predecessori: Masaccio, Giambologna, Leonardo, Donatello. Di quei luoghi d’arte oggi non è rimasto niente, tranne il Museo Carnielo, nella palazzina che ospitava lo studio dell’omonimo scultore nella vicina piazza Savonarola (che tuttavia artista non era). Proprio intorno alla piazza tutte le vie, o quasi, ci riportano alla vita del frate: gli amici e sostenitori Pico della Mirandola, Valori e Benivieni, i confratelli e compagni di martirio Domenico Buonvicini e Francesco Maruffi. Qualche centinaio di metri e la fede lascia spazio alla patriottismo risorgimentale: Mazzini, Menotti, Oberdan. Spostandoci invece verso il Campo di Marte (a proposito di denominazioni, chiamato così perché qui vi si svolgevano esercitazioni belliche, tant’è che viale dei Mille si chiamava viale Militare) non tutti sanno che viale Ma-
ratona dovrebbe essere già intitolato a Pier Luigi Nervi, l’architetto che progettò l’Artemio Franchi. Risalendo verso la salita di Fiesole si incontra il rione degli scienziati (Marconi, Volta, Fibonacci). Ma è Coverciano a riservare le maggiori curiosità: perché via D’Annunzio, che giustamente arriva sino a a Settignano (dove il Vate dimorava) sfiora appena via Eleonora Duse, nonostante i due fossero legati da una appassionata storia d’amore? E ancora, perché nella stessa zona dedicata agli scrittori c’è una piccola via Papini, mentre manca colpevolmente all’appello via Prezzolini, anch’egli fondatore di alcune riviste (La Voce su tutte) che all’inizio del secolo scorso, proprio da Firenze, animarono il dibattito culturale nazionale? E che avrebbero detto i due se avessero saputo che a poca distanza sarebbe comparsa via Aldo Palazzeschi, futurista e rivale dei vociani? Scherzi della toponomastica. /L.S.
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Un Natale a misura di pedone. Cosa c’è, infatti, di meglio di arrivare in centro in bus senza doversi preoccupare del parcheggio per l’auto e poter passeggiare per strade e piazze addobbate e liberate dal traffico e dallo smog? Ebbene, quest’anno lo shopping a piedi sarà più facile. Grazie alla pedonalizzazione del Duomo e alla riorganizzazione del trasporto pubblico in generale e dei bussini ecologici in particolare, il centro storico è diventato più vicino per chi sceglie di utilizzare l’autobus. Con i nuovi percorsi, entrati in vigore il 23 novembre, i mezzi ecologici C1, C2 e D collegano il Duomo e il cuore della città ai principali parcheggi e alle stazioni ferroviarie. Non solo, nell’occasione è stato potenziato anche l’interscambio con le linee principali dell’Ataf provenienti dalle zone più periferiche. Le nuove linee dei bussini servono le zone limitrofe alla pedonalizzata piazza del Duomo, e i collegamenti con le linee principali dai punti di scambio del Parterre in piazza della Libertà, piazza Beccaria, piazza Ghiberti, piazza Tasso e la stazione Leopolda (dove arrivano i treni dalle direttrici PisaViareggio-Livorno e Siena e quindi da Empoli-Montelupo-Lastra a Signa e San Donnino). Luoghi dove si può agevolmente lasciare l’auto in un parcheggio e prendere l’autobus per il centro. La linea D collega in maniera veloce e diretta piazza Ferrucci e la zona di San Niccolò alla stazione di Santa Maria Novella (dove fanno capolinea numerose linee ferroviarie tra cui quelle da Arezzo, Borgo San Lorenzo, Prato) passando per l’Oltrarno e Santo Spirito . Nel caso delle stazioni ferroviarie i bussini svolgono un importante servizio anche per chi arriva da fuori Firenze utilizzando il treno. L’abbinamento treno+bus, infatti, rappresenta il modo migliore per dedicarsi allo shopping in piena tranquillità e senza l’ansia di dover guidare poi verso casa. In dettaglio le tre linee di bussini sono in servizio tutti i giorni, festivi compresi. Nel corso della settimana la fascia oraria “coperta” va dalle 7.30 alle 20.30, nei giorni festivi alle 8.30 alle 20.30. Le frequenze dal lunedì al sabato sono di 10 minuti tra un autobus e l’altro per le linee C1 e C2, di 12 minuti per la linea D. La domenica la frequenza è di circa 10 minuti per le linee C1 e C2, a parte dalle 13 alle 15 quando è di circa 20 minuti; mentre per la linea D è di circa 24 minuti dal mattino fino alle 15, e di 12 minuti dalle 15 a fine servizio. Per quanto riguarda l’informazione, Comune di Firenze e Ataf hanno avviato una campagna di comunicazione a tappeto con un’ampia diffusione delle mappe, sull’esempio di quanto già avvenuto per la pedonalizzazione del Duomo. Inoltre Ataf promuoverà l’utilizzo dei mezzi pubblici per lo shopping natalizio con “Vivi il Centro”, un concorso a premi che coinvolge i passeggeri dei bus e i negozi all’interno della cerchia dei viali. Basterà un biglietto Ataf da due corse e lo scontrino di un esercizio commerciale del centro storico di Firenze per vincere un week-end a cinque stelle, valido per due persone, a Roma, Venezia, Barcellona, Parigi, o premi da 500 euro in buoni acquisto. Per partecipare basta andare a far compere in centro con il bus dal 7 dicembre al 10 gennaio, conservare il biglietto da due corse, con almeno un’obliterazione, e lo scontrino del negozio. Per partecipare alle estrazioni bisogna iscriversi al concorso “Vivi il Centro” sul sito www. ataf.net dove vengono forniti tutti i dettagli all’interno del regolamento. Lo scontrino può essere di qualsiasi importo, rilasciato da qualsiasi attività commerciale, compresi i biglietti di cinema, teatro, mostre, ristoranti, parrucchieri, ciò che conta è che sia all’interno della cerchia dei viali di circonvallazione nel centro storico di Firenze. A partire dal 16 dicembre fino al 13 gennaio, ogni settimana sarà fatta un’estrazione che metterà in palio 2mila euro di premi, cioè 4 buoni acquisto da 500 euro ciascuno, che potranno essere spesi per tutto il 2010 nei negozi sponsor dell’iniziativa. Il 20 gennaio, l’estrazione finale, decreterà i vincitori del superpremio, per un valore complessivo di 10mila euro, messo a disposizione da “Starwood, Hotel & Resort Worldwide”: in palio ci sono 4 soggiorni di 2 notti per due persone in alberghi a 5 stelle nelle più belle capitali d’Italia e d’Europa. E infine ci saranno anche 200 premi di consolazione. E inoltre l’iniziativa “Vivi il centro” ha anche una finalità benefica. Una parte del ricavato verrà devoluto alla Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer per la ricerca sulle malattie respiratorie dei bambini.
E LA LOGGIA SI FA NUOVA Piante, altalene sonore, luci e musica diffusa. La loggia del Grano si veste a festa per questo Natale, consentendo di recuperare uno spazio architettonico gradevole in un punto importante della città. La loggia, situata sull’angolo tra via de’ Neri e via dei Leoni, proprio alle spalle di Palazzo Vecchio, è un antico mercato del grano che risale al 1619, realizzata su commissione di Cosimo II che la voleva sostituire all’Orsanmichele. L’attuale progetto di riqualificazione della loggia consiste in un allestimento dell’area come ambito di relax: natura, arte, luce e suono sono le chiavi di volta sulle quali si snoda la nuova identità dello spazio. Pareti vegetali per proteggere e insonorizzare, piante a cascata che assorbono gli inquinanti, sedute morbide e altalene per i più piccoli, con diffusori sonori e luci che, proiettate sulle volte della Loggia, amplificano la bellezza del paesaggio circostante, dagli Uffizi a Palazzo Vecchio. Insomma un ambiente adatto a grandi e piccini, un’oasi di tranquillità durante lo shopping natalizio. E non solo.
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Dicembre 2009
Campo di Marte • Cure • Coverciano
AUTOBUS. A poco più di un mese dalla pedonalizzazione di piazza Duomo
La quiete dopo la “rivoluzione” E i trasporti tornano normali Serena Cafaggi
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poco più di un mese dalla pedonalizzazione di piazza Duomo, lungo le strade fiorentine tutto è tornato alla normalità, almeno in apparenza. Il traffico scorre, i bus viaggiano senza sosta lungo i nuovi percorsi e i passeggeri di sempre, un po’ bofonchiando, continuano a raggiungere le proprie mete, a volte con qualche disagio. Così, quella che dai più pessimisti utenti dell’Ataf era stata percepita come una catastrofe della viabilità, si è invece risolta in
una bolla di sapone: tutta questione di semplice abitudine. E’ pur vero che durante le prime settimane di prova qualche problema di adattamento c’è stato, e la conferma è arrivata anche dalla stessa azienda fiorentina. Dal quartiere 2 sono infatti pervenute numerose lamentele, richieste e dubbi, soprattutto rispetto al nuovo percorso della linea 1 e ai tragitti in direzione di Settignano. “Per quanto possibile sono stati presi in considerazione tutti i disagi segnalati dai cittadini – fanno sapere a questo proposito dall’Ataf - in modo da poter migliorare i percorsi e garantire agli utenti un servizio di qualità”. Ma per fare ulteriore chiarezza sulla
situazione attuale, forse non guasta riassumere come e quanto sono cambiati i tragitti delle principali linee che interessano il quartiere. Il tanto discusso bus numero 1, in direzione piazza Libertà-Stazione, oggi segue via Lorenzo il Magnifico, via Santa Caterina d’Alessandria e via Nazionale, per poi andare avanti sul tracciato abituale. In direzione Stazione-Libertà, il percorso imbocca invece via Valfonda, prosegue per piazza Bambini e Bambine di Beslan, viale Lavagnini e piazza della Libertà per poi incanalarsi nel suo solito percorso. Altri tre bus, nella fattispecie la linea 6 in direzione San Marco-Carraia, la linea 14 in direzione Careggi
ANNA FURI Impiegata, 55 anni
M. FRANCESCHINI Psicologa, 55 anni
SILVIA D. Commessa, 38 anni
“È tutta questione di abitudine”
“Una svolta fatta troppo di fretta”
“Situazione oltremodo caotica”
“Penso che la pedonalizzazione rappresenti una svolta positiva per la città, soprattutto per chi si muove in bicicletta. Per chi invece ogni mattina viaggia in autobus, adattarsi alle nuove linee sarà tutta una questione di abitudine. Quando la gente imparerà i nuovi percorsi non credo ci saranno ulteriori problemi”
“La pedonalizzazione di piazza Duomo è stata senza alcun dubbio una svolta per la città, ma c’è anche da dire che è stata fatta un po’ troppo di fretta. Il sistema di trasporto pubblico non ha avuto modo di pianificare e organizzare in tempo i nuovi percorsi. Il risultato? 45 minuti di viaggio dal centro a via Ripa”
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“A mio parere la situazione è oltremodo caotica e disorganizzata. Io lavoro in via dei Calzaiuoli e quando finisco il mio turno, a sera inoltrata, devo andare fino in S. Marco a prendere l’autobus. La pedonalizzazione ha provocato un evidente peggioramento del servizio di trasporto pubblico, con grande scontento dei cittadini”
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Nelle prime settimane non sono mancate lamentele e richieste (e qualche problema d’adattamento) da parte dei residenti del Q2, ma ora la situazione sembra tornata quella di sempre e la linea 17 in direzione piazza Puccini, seguono invece lo stesso tragitto: via degli Arazzieri, via XXVII Aprile, via Ridolfi, il sottopasso della variante di viale Strozzi, via Valfonda e Santa Maria Novella; proseguono poi in via della Scala, via dei Fossi e confluiscono nel tragitto che tutti conosciamo. Stesse strade anche per le linee 67 in direzione Caruso e 68 in direzione Tavernuzze; per quanto riguarda la linea 20, c’è da segnalare la soppressione della fermata in piazza San Marco, dove è il capolinea della linea 25, l’unica a rimanere quasi del tutto invariata. Insomma, basta dare un’occhiata alla nuova mappa Ataf per capire che, tutto sommato, non sarà difficile adattarsi ai nuovi percorsi. I cambiamenti ci sono, inutile negarlo, ma in molti pensano che la città ne avesse realmente bisogno: lon-
tana dall’inquinamento acustico e dallo smog, piazza Duomo non sembra più la stessa. I turisti ne appaiono entusiasti, così come tutti quelli che nel weekend decidono di farsi una passeggiata tranquilla, a piedi o in bicicletta, lungo via dei Calzaiuoli e dintorni. Oggi, dimenticati i malcontenti e le polemiche, anche molti residenti del quartiere 2 dichiarano di apprezzare questa “rivoluzione”, seppure con qualche remora. Una signora in viaggio sul 14 sembra voler riassumere il sentimento comune: “A noi tutti piace vedere il centro pedonalizzato, ma allo stesso modo piace arrivare in tempo sul posto di lavoro e non tardare agli appuntamenti. Vogliamo più organizzazione, più rispetto degli orari delle corse e speriamo in un potenziamento dei bussini ecologici”.
GRAZIELLA VICIANI Pensionata, 61 anni
FRANCO LUCCIOLI Pensionato, 76 anni
“Scelta giusta ma i disagi ci sono”
“Impossibile accontentare tutti quanti”
“Preferisco oramai non prendere l’autobus e muovermi a piedi, ma è evidente che i disagi ci sono per chi viaggia con i mezzi pubblici. Ad ogni modo, il centro svuotato dalle automobili e dallo smog è bellissimo, del tutto rivalorizzato. Credo che la scelta del sindaco sia stata quella giusta”
“Quel che è veramente mancato in questa rivoluzione cittadina è stata una corretta pianificazione delle conseguenze, soprattutto in materia di viabilità. A parte questo, è naturale che le persone si lamentino, è del tutto improbabile se non impossibile accontentare tutti. Basterà avere pazienza ed abituarsi al cambiamento”
Pausa festiva in arrivo, nel quartiere, per i grossi cantieri stradali, dall’8 dicembre fino a inizio gennaio, per non creare problemi al traffico, salvo interventi urgenti. Questi i lavori in corso e le gare d’appalto: VIA CARACCIOLO – VIA SCIPIONE AMMIRATO – VIA FONTEBUONI E’ stata aggiudicata la gara d’appalto per il rifacimento di via Caracciolo, via Scipione Ammirato e via Fontebuoni, ma l’inizio dei lavori dovrebbe slittare al nuovo anno per questioni meteorologiche. VIA CENTOSTELLE Sono ancora in fase di ultimazione i lavori che riguardano i marciapiedi di via Centostelle. LUNGARNO DEL TEMPIO, LUNGARNO COLOMBO, VIA SAFFI, VIA SETTE SANTI, VIA LUNGO L’AFFRICO Tra la fine del 2009 e i primi mesi dell’anno prossimo, andranno in gara d’appalto anche i progetti di manutenzione straordinaria per il rifacimento dell’asfalto e del sottofondo stradale per le buche e il manto stradale in cattive condizioni in lungarno del Tempio, lungarno Colombo, via Saffi, via Sette Santi e via Lungo l’Affrico.
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attualità
Dicembre 2009
ZOOM/1. Analizzando la stampa estera si scopre l’immagine che i forestieri si sono fatti di noi
Firenze: bella e impossibile Così ci vedono gli stranieri Annalisa Cecionesi*
È
difficile pensare a Firenze come una città capace di suscitare sdegno e avversione. Eppure, negli ultimi due anni, questi sentimenti affiancano le immancabili lodi sulle pagine dei più autorevoli quotidiani esteri. Dal New York Times a El Mundo, dal Guardian a Le Figaro, solo per citarne qualcuno. Un’immagine per certi versi sorprendente, quella della Firenze raccontata oltre confine. Film come “Sotto il sole della Toscana” o “Camera con vista” ci hanno abituato a pensare agli stranieri come amanti incondizionati della nostra città e della Toscana. Vuoi per le eccellenze artistiche, vuoi per il clima benevolo e il dolce paesaggio. Vuoi per la buona cucina o per l’estro artigiano. Questi aspetti ricorrono in abbondanza tra le pagine della stampa straniera. I corrispondenti non si stancano di fornire indicazioni su monumenti imperdibili o ristoranti invitanti.
Così come non risparmiano consigli dedicati agli amanti dello shopping, tanto da soprannominare via Tornabuoni “la Fifth Avenue” fiorentina. Ma spesso queste immagini attraenti si fondano sulle aspettative riposte nella testa di molti forestieri. Sugli stereotipi sedimentati nei secoli. A ridestare dal sogno ci pensa la penna tagliente di qualche corrispondente. Ed è un brusco risveglio. La città tanto promettente sulla carta si rivela alla prova dei fatti assai deludente. Tanto da indurre la giornalista del Times Veronica Smith a chiedersi “perché mai le persone vadano in estasi per Firenze”. La città è infatti caotica e sovraffollata di turisti, davanti a musei e ristoranti si dipanano code epiche, alcune zone della città appaiono sporche, buie e pericolose. E’ stata definita anche folle e grottesca, la nostra Firenze. Quando ha storto il naso davanti alle imponenti statue cinesi donate al Comune dalla città di Ningbo. E’ stata dipinta come una città litigiosa, capace di dividersi su tutto, tram compreso. Tanto da risollevare dalla coltre della storia vec-
chie rivalità. Guelfi e ghibellini, quasi un simbolo degli scismi fiorentini di ieri e di oggi. Cartellino rosso da parte dei forestieri, povera Firenze, anche per l’incomprensibile segnaletica stradale, una trappola per turisti. Per non parlare del suo tenace ancoraggio al passato, scudo contro la modernità. Lo dimostrano le lungaggini che accompagnano le grandi opere, come l’ampliamento della Galleria degli Uffizi. Le invettive non mancano. Attenzione, però. Sovente, anche dalla penna del più critico dei corrispondenti, spunta la redenzione. Firenze è assolta. Una passeggiata tra le vetrine dorate di Ponte Vecchio, una visita alle tele di alcuni dei più acclamati artisti della storia, un pranzo davanti a una bistecca al sangue bastano a far crollare all’istante l’impalcatura di qualsiasi descrizione impietosa. Occhio però, Firenze. Là fuori ti guardano. Non sempre con sorriso estasiato. * La nostra collaboratrice, a questo argomento, ha dedicato una tesi di laurea dal titolo: “Firenze nella stampa estera”
Dalle pagine di quotidiani come il New York Times, El Mundo, Le Figaro e il Guardian emerge un ritratto pieno di contraddizioni: il capoluogo toscano piace molto per diversi aspetti, ma qualcuno gli rimprovera di essere litigioso come ai tempi di guelfi e ghibellini JOSH SHAW 26 anni, Stati Uniti
DARIA DWULIT 21 anni, Polonia
CAROL CHIU 30 anni, Giappone
“Una capitale di arte e cultura”
“Peccato per il traffico e il chiasso”
“Che belle quelle casette sull’Arno”
Attraverso letture incentrate sull’arte, la religione e la filosofia, ho conosciuto lo smisurato patrimonio architettonico e artistico della città del Rinascimento. I media contribuiscono a mettere in risalto il suo lato romantico. Ciò che più si percepisce da fuori è l’idea di una città capitale dell’arte e della cultura.
Quando ho visitato Firenze per la prima volta sono rimasta sbalordita, era davvero la città dei miei sogni. Le uniche cose che lasciano un po’ a desiderare, che distruggono la visione armonica della culla del Rinascimento, sono il traffico, il chiasso urbano e i cartelloni stradali poco chiari per gli stranieri.
Scuola
Sono arrivata a Firenze da poco ma è questa la città che avevo in mente prima di partire. Firenze non può che suscitare sentimenti positivi, con la sua ricchezza di monumenti, le casette color arancio che si affacciano sull’Arno, la gentilezza e l’accoglienza dei fiorentini, e perché no, la buona cucina.
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attualità
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ZOOM/2. Dalla “battaglia del vino” a piazza Duomo pedonale: i media internazionali riscoprono Firenze
E la città del Giglio approdò sul Times Lorenzo Salusest
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apprima l’Obama dei Lungarni, poi il paladino del gottino di vino da accompagnare alla trippa, infine l’artefice della pedonalizzazione di piazza Duomo: sono queste, in rigoroso ordine cronologico, le tre vesti che i mezzi di comunicazione internazionali hanno cucito addosso a Matteo Renzi. Segno di una riconfermata attenzione da parte dei media stranieri nei confronti di una delle città italiane più amate all’estero e del suo primo cittadino? Parrebbe di no, se, com’è vero, nel corso del decennio scorso non sono state molte le occasioni in cui giornali e televisioni d’oltre confine si sono interessati a Leonardo Domenici. E le rare volte in cui è accaduto le ragioni sono state clamorose: l’ultima in ordine di tempo nel dicembre scorso, quando l’allora sindaco si incatenò davanti alla sede romana del gruppo editoriale L’Espresso per manifestare contro la copertura data dal settimanale all’inchiesta su Castello. Ma prima di allora la politica fiorentina raramente aveva intrigato (e come dar loro torto) i giornalisti stranieri. Ci voleva l’ascesa di un comunicatore come Renzi per cambiare il corso degli eventi. Proprio mentre nel mondo imperversa l’Obama-mania, a Firenze si gioca la partita delle primarie per il candidato a sindaco. Renzi l’outsider (l’anglicismo è d’obbligo) stravince e conquista le pa-
ALENA 35 anni, Slovacchia
CYRIELLE 30 anni, Francia
HICHAM 34 anni, Marocco
“Se sopravvivi qui, sopravvivi ovunque”
“La pensavo più a misura d’uomo”
“Il primo impatto è positivo”
Negli anni passati i giornali della Slovacchia non parlavano molto di Firenze, e quando ne parlavano la descrivevano in termini molto positivi. La mia immagine di Firenze si è costruita così: una città in cui è bello vivere. Adesso l’opinione è cambiata, tanto che tra noi stranieri fiorentini va di moda il detto: “Se sopravvivi a Firenze, sopravvivi ovunque”.
Città dei sogni, dell’arte, della cucina. Questa l’immagine di Firenze in Francia. Prima di visitarla la prima volta pensavo fosse più a misura d’uomo, più tranquilla, accogliente, ma purtroppo non tutto è come mi aspettavo. E’ bella, ma la pulizia è carente, e il traffico quello di una metropoli come Parigi.
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gine del Times. Il titolo è impegnativo: “Has Italy’s Left found its own Obama?” (La sinistra italiana ha trovato il suo Obama?). Renzi viene dipinto come colui che ha sparigliato le carte, rovesciando le gerarchie e ribaltando le previsioni, proprio come il neo presidente degli Usa. E proprio come Obama, ricorda il giornalista, Renzi manifesta una particolare predilezione per Internet e Facebook. Un paragone ardito che inorgoglisce l’allora aspirante sindaco che arriva a mutuare, scherzosamente, l’obamiano “Yes, we can” in un fiorentinissimo “Sì, si pole”. Passano i mesi, Renzi conquista Palazzo Vecchio, vi si insedia e attende l’occasione propizia per conquistare nuovamente l’attenzione dei media stranieri. E l’occasione puntualmente arriva: a fine luglio scoppia la battaglia del vino e del lampredotto. L’Unione europea vieta la vendita di vino ai venditori ambulanti (trippai inclusi), l’Italia si adegua, Renzi decide di disapplicare la legge, arrivando persino a promettere disobbedienza civile. Immediata ed ampia l’eco sui giornali esteri, con interi articoli dedicati all’iniziativa del sindaco. Infine la recente pedonalizzazione di piazza Duomo, presentata a Roma proprio all’associazione della stampa estera. Detto fatto: persino il Tg tedesco propone un servizio sull’evento, con somma soddisfazione dell’amministrazione fiorentina. I media stranieri riscoprono Firenze, quindi. Un’attenzione che, tuttavia, sembra dipendere più dalle doti mediatiche del sindaco che dal ruolo internazionale della città.
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Dici Firenze e dici arte. L’idea che mi ero fatto era di una città splendida da visitare e bella da vivere. Il primo impatto è stato positivo, ma con il passare del tempo ho notato che non è così come viene dipinta, ma sporca e trascurata. Nonostante ciò, quando torno a casa, il giudizio che do di Firenze è positivo.
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trasporti
Dicembre 2009
REPORTAGE. In attesa della sua partenza, Il Reporter ha fatto un viaggio su uno dei convogli della prima linea
Firenze vista dal finestrino del tram Luca Serranò
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ra ritardi e qualche incidente di percorso s’avvicina la partenza della tramvia fiorentina. Lungo la linea uno, che collegherà Scandicci alla stazione di Santa Maria Novella, fervono così i preparativi per la tanto agognata inaugurazione. Il Reporter, in compagnia del giornalista tedesco Stefan Goebel (esperto del settore) e dei tecnici Raffaele Gualdani e Michele Priore (dirigente dell’ufficio tramvia), ha fatto un giro in esclusiva su uno dei tram Sirio consegnati dalla AnsaldoBreda. Una parte del futuro tragitto del tram, dal deposito del Vingone in direzione Villa Costanza, per tastare il polso della più importante opera pubblica della Firenze moderna. Ciò che più risalta è senz’altro la silenziosità del mezzo, un lungo torpedone ammobiliato con gusto un po’ naif (i rivestimenti a pois dei sedili) che fila via a cinquanta chilometri orari. L’arredamento è spartano ma dotato dei comfort necessari a tutte le esigenze, disabili compresi. Anche le fermate (14 lungo i 7,5 km del percorso della linea uno) rispecchiano il look “minimale” della tramvia, sorta di lastre d’asfalto sormontate dal tabellone degli orari di percorrenza. In proposito, è bene ricordare che il tragitto Scandicci-Santa Maria Novella non dovrebbe durare oltre venti minuti, una vera e propria manna per molti pendolari. In attesa del via libera ufficiale, dunque, i 17 tram della linea uno mordono il freno e scaldano i motori.
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l'evento stesso, e quello comportamentale, secondo il quale i comportamenti problematici sono in buona parte frutto di errati o mancati apprendimenti e vengono perpetuati da specifici meccanismi di mantenimento. I colloqui, secondo questo orientamento, sono dunque finalizzati a modificare i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi dell'individuo, per mezzo di specifiche tecniche, producendo così la riduzione del disagio e apportando miglioramenti duraturi nel tempo. Sarà compito del professionista individuare fra le diverse tecniche cognitive e comportamentali quelle più appropriate per aiutare la persona, la quale dovrà collaborare in maniera attiva nel proseguimento del cammino intrapreso.
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FERROVIE. Domenica 13 sarà inaugurata la linea veloce Firenze-Bologna: settentrione più “vicino”
Direzione Nord (nel tempo di una Freccia) Per raggiungere il capoluogo emiliano basteranno 37 minuti, per Milano un’ora e 45,
spola tra Firenze e Bologna e tra Firenze e Roma. E ancora, saranno otto le corse giornaliere tra la stazione di Campo di Marte e Torino, con fermate nel capoluogo emiliano e a Milano Porta Garibaldi. E, grazie al Frecciargento, diventeranno più rapidi anche i collegamenti con città non ancora raggiunte dai binari della rete veloce: Verona diventerà più “vicina” di 33 minuti, Venezia di 37.
per arrivare a Torino servirà un’ora in meno rispetto a prima. Cresce la rete Tav nella Penisola, e aumentano le corse di Frecciarossa e Frecciargento Matteo Francini
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irenze-Milano nel tempo di una partita di calcio, intervallo compreso (25 minuti in meno di prima), Firenze-Bologna in poco più di mezz’ora (con un “risparmio” di 23 minuti di viaggio). E ancora: 2 ore e 45 minuti per raggiungere Torino (ben un’ora e 6 minuti in meno di quanto necessario finora), due ore e 3 minuti per Venezia e un’ora e mezzo per Verona. Da domenica 13 dicembre il capoluogo toscano e i maggiori centri del Nord Italia diventano più “vicini”: sarà infatti quello il giorno in cui verrà inaugurata la linea veloce Firenze-Bologna, giorno in cui sarà compiuto un nuovo passo verso il completamento della rete Alta Velocità italiana. Da allora, per arrivare nel capoluogo emiliano saranno sufficienti 37 minuti di viaggio, per approdare in quello lombardo un’ora e 45 minuti, per una visita alla Mole Antonelliana meno di 3 ore. Una piccola grande rivoluzione, forse impensabile nel 1839, quando iniziò la storia delle ferrovie in Italia, con l’apertura della linea Napoli-Portici, poco più di sette chilometri ai piedi del Vesuvio. Anni in cui anche la Toscana non stava a guardare: nel marzo del 1844 veniva ufficialmente inaugurato il primo tratto della Ferrovia Leopolda, che avrebbe collegato Firenze, Pisa e Livorno. Nel 1859, poi, la Toscana era diventata la terza regione italiana per numero di ferrovie, dopo il Piemonte e il Lombardo-Veneto, con i suoi 256 chilometri di strada ferrata. Ma allora spostarsi da un centro all’altro rappresentava un vero e proprio viaggio, da affrontare – spesso – tra grandi difficoltà, e forse nessuno avrebbe potuto immaginare che, 150 anni dopo, le distanze si sarebbero tanto accorciate. Al punto che, da domenica 13, raggiungere Bologna da Firenze sarà più veloce che spostarsi in auto da un capo all’altro della città nelle ore di maggior traffico. Certo, la nuova tratta non sarà l’ideale per coloro che dal finestrino del treno amano godersi il paesaggio: dei 78,5 chilometri totali della linea, infatti, ben 73,8 saranno in galleria. Ma questo poco importerà a chi, partendo da uno dei due centri, non farà in tempo o quasi ad accorgersene che si troverà a destinazione. Tempi più brevi, dunque, ma non solo: è infatti previsto anche un aumento del numero delle corse di Frecciarossa e Frecciargento. Santa Maria Novella e Milano Centrale saranno collegate da 44 treni veloci al giorno, mentre diventeranno 70 i convogli che faranno la
FOCUS Otto convogli al giorno
Treni veloci anche a Campo di Marte
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Alta Velocità sbarca anche a Campo di Marte. Sempre da domenica 13, infatti, la stazione del quartiere 2 sarà collegata con otto corse giornaliere a Torino, passando (e sostando) da Bologna e Milano Porta Garibaldi. Se per chi vuol viaggiare ad alta velocità il punto di riferimento resta dunque Santa Maria Novella, anche dallo scalo di Campo di Marte – aspettando la nascita della futura stazione Tav di Firenze – partiranno e arriveranno i Frecciarossa. “Evento” per cui la struttura si è preparata con alcuni interventi: l’innalzamento dei marciapiedi delle banchine in cui si fermeranno i treni veloci e il rifacimento di parte della segnaletica. Nei mesi scorsi, inoltre, nello scalo erano stati aggiunti alcuni ascensori e sistemati nuovi monitor. “L’apertura delle nuove linee ad alta velocità recherà benefici anche al trasporto locale – spiegano da Ferrovie dello Stato – sottraendo infatti i Frecciarossa e i Frecciargento dalle linee convenzionali, si realizzano le condizioni perché il traffico ferroviario regionale diventi sempre più regolare e puntuale, e perché l’offerta possa essere anche potenziata”. E novità sono in arrivo anche sul fronte dei biglietti: con l’entrata in funzione del nuovo orario, infatti, diventeranno tre le categorie dei titoli di viaggio che gli utenti potranno acquistate, divise tra quelle dedicate a chi può programmare per tempo i propri spostamenti (e quindi risparmiare) e quelle per chi invece ha bisogno di una maggiore flessibilità di orario. Anche lo stesso viaggio a bordo dei Frecciarossa e dei Frecciargento diventerà, oltre che più rapido, più “tecnologico”: a bordo, entro il 2010, i viaggiatori avranno a disposizione, su alcune tratte, un servizio di accesso internet wi-fi e una piena copertura telefonica, ed entro il 2011 questi servizi saranno estesi all’intero percorso dell’Alta Velocità.
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merry christmas
Dicembre 2009
STRENNE/1. Piccola guida alle sorprese più stravaganti che si possono trovare sotto l’albero
Quando il regalo è matto da legare Tra i doni più bizzarri che si possono fare (e ricevere) ci sono gli
Francesca Puliti
schiaccianoci a forma di Hillary Clinton, gli occhiali con specchietti retrovisori, ma anche una stella (vera) con tanto di certificato di proprietà e la spedizione di un messaggio d’amore su un satellite
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aglione, cravatta o soprammobile? Evitare, evitare nella maniera più assoluta se non si vuole alimentare il circolo vizioso dei regali riciclati. A un patto: non voler poi essere originali a tutti i costi. Perché anche il regalo più matto ha un prezzo: il ridicolo. Dunque meglio evitare di
CURIOSITÀ I bambini ci credono ancora
Babbo Natale? Esiste, eccome
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Lo schiaccianoci a forma di Hillary Clinton
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a slitta di Babbo Natale quest’anno si fermerà alle Maldive per Linda, una bimba di prima elementare. E qui le porterà la casa di Hello Kitty. Buone notizie per chi credeva che ormai la tv e internet avessero portato via ai nostri pargoli la fiducia in Babbo Natale. Basta un rapido sondaggio nelle scuole per rendersi conto che Santa Claus, San Nicola o come lo vogliamo chiamare, esiste ancora nell’immaginazione dei più piccini. E non sono pochi quelli che continuano a difendere la teoria della sua esistenza fino agli ultimi anni delle elementari, combattendo una strenua battaglia contro quei miscredenti che sostengono sia papà con la barba finta. E così ecco che in molti hanno già scritto la famosa letterina, indirizzata in Lapponia. “Sempre più breve via via che passano gli anni - racconta una mamma – più crescono e meno sono le cose che desiderano. Hanno già tutto”. Decisamente passata di moda la cara vecchia Barbie, le bambine sgranano certi occhi appena le nomini da farti sentire un animale preistorico. Adesso vanno le Winx, e il grande ritorno di quest’anno ha il volto rotondo dei Paciocchini, così come sono tornate le carte da gioco (di ruolo, non da briscola: chi ha un figlio non ci aveva pensato nemmeno per un istante), aggiornate e possibilmente di origine giapponese. Tengono banco le consolle con annessi giochi virtuali, mentre i giocattoli veri e propri sembrano diventati roba da collezionisti. Si sa, i bambini di oggi sono “nativi digitali”, irrimediabilmente attratti dalla tecnologia. E così c’è chi inserisce nella lista la macchina fotografica e l’I-pod. Ma tranquilli, tutti, ma proprio tutti, sognano che Babbo Natale porti loro un pacco grande di adesivi colorati, quelli morbidi e in rilievo. La fantasia è salva. E anche il portafogli dei genitori /F.P. può sopravvivere.
omaggiare il capoufficio con uno schiaccianoci a forma di Hillary Clinton anche se sappiamo che va matto per la frutta secca. Se però abbiamo un alto livello di confidenza, qualche pensierino scherzoso ce lo possiamo anche concedere. Ad esempio per l’amica che non fa mistero di essere una fan sfegatata di Jessica Fletcher o di voler aprire un’agenzia investigativa, ecco gli occhiali con specchietti retrovisori incorporati. Un po’ fuori stagione forse, ma vuoi mettere il gusto di tenere la situazione sotto controllo a 360°? Per l’amico che non si stacca mai dal cellulare, quasi fosse un prolungamento del suo corpo, l’ideale è il braccialetto con vibrazione incorporata, che avvisa quando arriva una chiamata o un Sms. Per non perdersi uno squillo nemmeno in mezzo al party di capodanno o alle urla dei nipotini in festa sotto l’albero. Sempre della serie “mai spento”, c’è il caricabatterie fotovoltaico, adatto a ogni cellulare e impreziosito da un certo fascino da green economy. Chi invece volesse abbandonare i soliti doni “terra-terra”, può lanciarsi nell’acquisto di una stella, ormai di gran moda. Forse anche troppo. Meno male che la merce abbonda, tant’è vero che comprarsi un puntino luminoso nel cielo costa meno di un banale telefonino. Se si supera un certo cinismo, si può anche far bella figura spendendo il giusto. Sperando che il destinatario poi non ci preghi di accompagnarlo all’Osservatorio a vedere il suo astro, in una gelida notte tra Santo Stefano e la Befana. L’ultima moda, per rimanere tre metri sopra il cielo, come ormai recitano muri, ponti e marciapiedi, è quella di spedire il nome dell’amato su un satellite. Rimarrà lì per sempre, a cullarsi nell’universo, conquistandosi anche in questo modo una fettina di spazio siderale. E chissà, un giorno qualche forma d’intelligenza superiore potrebbe intercettarlo, o potrebbero recuperarlo i posteri. Basta compilare un moduletto online e aspettare la conferma via mail. Se scegliete il sito giusto il vostro amico/partner potrà appendere in camera addirittura l’attestato della Nasa. Una strenna ancor più appetibile in quanto, udite udite, non costa niente. Pare che il cielo sia l’ultima frontiera in fatto di doni, rifletteteci: c’è addirittura chi regala un soggiorno all-inclusive su una base spaziale già in fase di progettazione. Al modico costo di 3 milioni di euro per tre notti. Ma nel prezzo è compreso un corso intensivo di 8 settimane su un’isola tropicale, per prepararsi (al lusso?) ai disagi provocati dalla mancanza di gravità. La lista delle prenotazioni però ha già superato le due centinaia. Meglio rimanere coi piedi per terra e ripiegare sullo schiaccianoci.
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STRENNE/2. A spasso tra le bancarelle natalizie, alla ricerca di cadeaux e leccornie
Se il pacchetto lo confeziono al mercato Barbara Biondi
L’
aria profumata di zenzero e castagne. Le strade addobbate e le luci che lampeggiano da balconi e finestre accese. Natale non è solo regali e ricche abbuffate, è soprattutto atmosfera. E cosa c’è di meglio di un mercatino a tema per immergersi in quell’aria ovattata e rassicurante? Firenze da questo punto di vista è ben attrezzata e comincia ad allestire piccoli e grandi eventi fin dall’inizio di dicembre. Il più celebre di tutti è sicuramente il mercato di Heidelberg, città tedesca che trapianta le sue bancarelle in piazza Santa Croce per venti giorni, che da qualche anno a questa parte è diventata una tradizione anche da queste parti. L’appuntamento tutti i giorni fino al 17 dicembre, con i prodotti tipici d’oltralpe: dai crauti al vin brulè fino ai biscotti alle spezie e qualche idea per i regalini da mettere sotto l’abete. Tra gli altri appuntamenti da segnare in calendario ci sono anche “Florence Noel”, vera
e propria mostra mercato a tema (fino al 13 dicembre) che trasforma per dieci giorni la stazione Leopolda nel quartier generale di Babbo Natale, dove gli adulti potranno dedicarsi all’acquisto di addobbi, decori e oggettistica oltre a cioccolata, biscotti e specialità gastronomiche da assaggiare in compagnia di amici e parenti durante i festeggiamenti della vigilia. Ai bambini, Florence Noel riserva un’area speciale dove, per l’occasione, viene allestita la casa di Babbo Natale; poco più in là il punto spedizione, dove a imbucare le letterine ci penseranno un nugolo di elfi instancabili. Altro evento da non dimenticare è il mercato organizzato al Saschall tutti gli anni dalla sezione femminile della Croce Rossa di Firenze. Quest’anno rimarrà aperto dall’11 al 13 e il ricavato verrà come di consueto devoluto alle famiglie bisognose del territorio fiorentino. E se tutti organizzano il loro mercatino ad hoc, anche piazza Santo Spirito non se lo fa mancare. Solo per la giorna-
Da quello tedesco di Santa Croce all’appuntamento con la beneficenza al Saschall, fino agli stand di piazza Santo Spirito e alla casa di Babbo Natale alla Leopolda
ta del 20 dicembre, la piazzetta sarà animata dalla “Fierucola di Natale”, che dalle 10 alle 19 offrirà prodotti biologici e pensierini originali, quasi tutti fatti a mano da artigiani del comprensorio fiorentino. Per chi poi, oltre ai mercatini, non riesce a rinunciare a tutti quegli eventi che contribuiscono a rendere il Natale
una festa speciale, ecco un piccolo promemoria delle cose da non perdere per nessuna ragione. Innanzitutto l’augurio di Babbo Natale ai fiorentini e ai visitatori di passaggio, che la sera della vigilia salirà in barca - tra ponte san Niccolò e ponte alle Grazie - per un saluto ben augurante rivolto a tutti i passanti. Più seriosi ma
sempre molto suggestivi, gli eventi musicali legati a doppio filo con le festività. A partire dal concerto in programma al Teatro Verdi, dove il 24 il maestro Frans Brüggen dirigerà la Grande messa di Mozart, mentre il giorno dopo, la chiesa anglicana di Saint Mark, in via Maggio, ospiterà un concerto a tema. 1059528
Il regalo ai tempi della crisi Non è UN problema, è IL problema. C’è chi ci comincia a pensarci un mese prima e chi li sceglie all’ultimo momento, affidandosi spesso ai gusti di commesse stanche e irascibili, che non vedono l’ora di chiudere bottega e andare a addentare la prima tartina che si trovano davanti agli occhi. C’è chi ha “tutto” e chi è di “gusti difficili”. C’è chi si immedesima poco nel destinatario del presente e chi si fa un’idea sbagliata dei gusti che sta tentando di interpretare. Ma i regali più originali, se si fanno con cura, possono essere anche oggetti riciclati. Se si ricicla seguendo una tecnica empirica si scopre che esistono modi fuori dal comune di riutilizzare presenti lasciati per anni nel cassetto. Un pensiero dimenticato può trasformarsi così in una soluzione economica, apprezzata e che soprattutto salva dall’esaurimento nervoso chi si trova nella terribile situazione di dover trovare un
pacchettino da mettere sotto l’albero allo scadere del tempo. Penso, ad esempio, alla deliziosa idea della Manu, un’amica di mia sorella che la scorsa vigilia, ha deciso a tavolino di fare regali all’insegna dell’austerity. Ognuna delle dieci amiche convocate come di consueto allo scambio dei doni ha portato con sé altrettanti oggetti, recuperati in casa, che sono stati mischiati in un cesto insieme a tutti gli altri. Dal mucchio ognuna pescava a turno i propri pacchettini, come merce di scambio. Una sorta di roulette russa natalizia, dove al posto dei proiettili c’erano borsette ricamate all’uncinetto, cd di qualche sconosciuto artista del Tagikistan, sciarpine multicolor e qualche orecchino vintage. La cosa peggiore che può succedere è che si debba tornare a casa con dieci oggetti ugualmente inutili a cui, tra 365 giorni, si cercherà di trovare una nuova casa.
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economia
Dicembre 2009
CONTI IN TASCA/1. Quest’anno saranno molti i fiorentini costretti all’austerity dalla crisi
Il Natale difficile dei cassintegrati L’INTERVISTA
Aumenta il ricorso agli ammortizzatori, e sono
Parla un dipendente della Seves
tante le famiglie che si
“Ma quali regali, i problemi sono altri”
ritrovano con un unico
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reddito e che devono chiedere aiuto ai nonni di casa, “salve” solo grazie alle loro pensioni Luca Serranò
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on i morsi della crisi sulla pelle, i lavoratori fiorentini s’apprestano a vivere un Natale sottotono. Il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria sta infatti aumentando a ritmo sostenuto, obbligando tante persone a trascorrere le feste tra sacrifici e ristrettezze. Calcolando che per legge l’ammontare di questi ammortizzatori sociali non può superare gli 800 euro al mese (con poche eccezioni), ben si comprende come per migliaia di famiglie, quest’anno, i regali siano l’ultima preoccupazione. Chi può permettersi un paio di scarpe da 200 euro? Chi può comprare un televisore nuovo o con-
cedersi una vacanza sulla neve? Semmai qualche dono improvvisato con un po’ di fantasia, solitamente oggetti che abbiano una concreta utilità per chi li riceve. Per il resto, molti di questi lavoratori non possono che concentrarsi sulle necessità di tutti i giorni, su quelle spese indispensabili (affitto, mutuo, bollette, vestiti) per un’ esistenza dignitosa. Con un salario che mediamente oscilla sopra e sotto i 1000 euro e la contrazione di tredicesima e quattordicesima, inoltre, le famiglie mono reddito devono aggrapparsi soprattutto ai pensionati: a nonni e nonne, che negli ultimi due anni stanno in qualche modo arginando la crisi del sistema.
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Le cifre, d’altra parte, parlano chiaro. Chi prima guadagnava 1500 euro e adesso si ritrova in cassa integrazione per tre settimane al mese, per esempio, resta con non più di 900. Lo spettro della povertà si agita dunque nelle case dei lavoratori in difficoltà, preoccupati ovviamente anche del proprio futuro in azienda. Quali prospettive possono dare le imprese che ricorrono agli ammortizzatori sociali? Nella speranza che la ripresa annunciata dal governo nazionale si materializzi al più presto, molti addetti ai lavori invocano non solo il rifinanziamento degli strumenti di tutela, ma una una vera e propria svolta nella politica economica nazionale, a cominciare dalla formazione e dall’innovazione tecnologica nei settori più in difficoltà. Di certo c’è che il ricorso agli ammortizzatori sociali, nelle loro varie declinazioni, non può essere l’unica ricetta contro la crisi dei mercati. La cassa integrazione è infatti un’esperienza dolorosa, perché alla componente economica (l’80 per cento della retribuzione che sarebbe spettata per le ore di lavoro non prestate) si accompagna spesso il disagio psicologico di chi vede stravolta la propria vita quotidiana. I giorni di festa, che l’iconografia nazional popolare incornicia in un trionfo di sentimenti familiari, possono anche peggiorare le cose. New deal o meno, un intervento radicale pare dunque necessario. Altrimenti anche il prossimo Natale si trasformerà in una mesta corsa al risparmio, con le pubblicità della televisione a fare da stridente contrappunto.
a quali regali, qui è già tanto se arriviamo a fine mese”. Maurizio Quintiliani ha 53 anni ed è uno dei tre addetti alla manutenzione elettrica della Seves, la fabbrica di via Reginaldo Giuliani famosa per la costruzione di mattoni in vetro. Nonostante un’indiscussa leadership nel settore, l’azienda ha cominciato mesi fa a ridimensionare lo stabilimento di Castello, facendo poi ricorso alla cassa integrazione per oltre la metà dei dipendenti. “Guadagnavo 1600 euro al mese e ora quando va bene arrivo a novecento - racconta Quintiliani, ventitré anni di “servizio” alla Seves - Con questo stipendio cambia tutto, anche la spesa al supermercato. E’ solo grazie a quel poco di tredicesima che mi spetta che farò qualche regalo”. “Di certo – conclude- saranno cose di una qualche utilità, il tempo degli acquisti facili è passato già da un pezzo”. Natale, così, per molti lavoratori della fabbrica di Castello, sarà un momento di quiete tra una pausa e l’altra, la continuazione solo un po’ più allegra di un periodo di forzato riposo. “Fa rabbia perché la nostra è un’azienda sana - spiega - non si capisce come si sia potuti arrivare a tutto questo. E pensare che ci sono colleghi che se la passano peggio di me, gente che scompare dalla fabbrica per mesi interi e che poi riappare all’improvviso”. Difficile andare avanti tra turni e rotazioni, come appesi ad una immaginaria e spietata ruota della fortuna: “Mi dispiace per quei ragazzi che da un giorno all’altro si ritrovano senza più certezze, ne conosco tanti con una famiglia a carico e un mutuo da pagare”. Che almeno il loro Natale scorra via sereno, in attesa di tempi migliori. /L.S.
economia
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CONTI IN TASCA/2. Molte categorie professionali sono costrette a rimanere operative anche durante le festività
Quelli che le feste le passano al lavoro Medici, cuochi, forze dell’ordine ma anche aspiranti Santa Claus e impacchettatori di doni: le persone che in questo periodo non vanno in ferie sono tante. C’è chi lo sceglie e chi è obbligato Simele Kruklidis
in questo periodo i profitti in certi settori sono circa il doppio rispetto al normale e le opportunità di trovare impieghi part time e redditizi si moltiplicano. Moltissimi negozi nell’ambito del franchising, per esempio, cercano nuovo personale per i giorni festivi, così come accade negli alberghi del centro e nei ristoranti, senza poi contare la necessità di sostituire chi per un po’ se n’è andato in vacanza. Ma al di là delle solite occasioni lavorative più o meno note, ci sono anche altre figure professionali spesso sottovalutate: tra le più richieste troviamo baby sitter, animatori, guardarobieri, maghi, cuochi a domicilio, impacchettatori di regali, vetrinisti specializzati in decorazioni e persino babbi natali e befane destinati
Numerosi negozi, alberghi e ristoranti cercano personale proprio per questi giorni per lo più ai centri commerciali. In tempi di crisi, com’è normale che sia, si fa questo ed altro. Non solo giovani, ma anche persone più mature possono lanciarsi nell’avventura, a patto di dimenticare la cara vecchia vigilia e il crepitio dei fuochi di fine anno. E se il Natale a qualcuno regalerà un nuovo contratto, chissà che sotto l’albero un lavoratore stanco non trovi in dono anche un po’ di ferie.
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e è vero che il tran tran della città non conosce feste, Natale e Capodanno di certo non fanno eccezione. Mentre infatti la gran parte dei fiorentini si dedica con passione a cotechino, panettone e spumante, c’è sempre chi, per contro, deve mantenere in funzione servizi e attività. Dagli ospedali alle discoteche, dai ristoranti ai negozi, l’andirivieni cittadino non si ferma mai, neppure per brindare. E’ questa la dura realtà dei lavoratori stakanovisti (forzati e non), quelli che, sempre più spesso oramai, le feste le vedono solo con il cannocchiale. Per inquadrarli meglio però, andrebbero divisi in due categorie: i “furbi” ed i “costretti”. I primi rappresentano quella cerchia di persone che sceglie di restare a lavoro durante le feste per godersi le ferie in altri periodi dell’anno, magari risparmiando su possibili vacanze bianche o escursioni in montagna. I secondi, senza dubbio più sfortunati, sono invece quelli che devono lavorare anche quando preferirebbero starsene a casa. La lista è lunga: medici, farmacisti, operatori sanitari, forze dell’ordine, autisti pubblici, ma anche cuochi, camerieri, baristi e dipendenti delle sale cinematografiche. Forse non saranno tutti contenti, ma è pur vero che il tornaconto economico non è trascurabile. In alcuni casi è anzi chiaro che restare a lavoro durante le feste natalizie diventa questione di affari. Ed ecco che qui compare una nuova interessante categoria: quella dei “lungimiranti”, coloro che vogliono lavorare a Natale e Capodanno per guadagnare di più. Già, perché
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società
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L’INTERVISTA. L’assessore Stefania Saccardi illustra il Servizio Volontario Europeo
“Un’occasione per vivere altre culture” Corrado Leonardi
L’adesione al programma SVE nasce dall’esigenza di offrire alla cittadinanza un’occasione per vivere in modo diverso la presenza di persone provenienti da altre culture, per andare al di là dello stereotipo del turista, dello studente o del lavoratore migrante, che rimangono delle presenze vaghe con le quali non si hanno contatti diretti se non superficiali. Stiamo parlando quindi di interculturalità… Grazie alla presenza di giovani volontari europei impegnati in servizi che hanno un forte contatto con la cittadinanza di tutte le fasce di età (bambini ed adulti delle biblioteche, giovani dei centri di aggregazione disseminati sul territorio, anziani della palestra informatica), si intende attivare uno scambio interculturale che possa favorire la familiarizzazione alle diverse culture europee e l’apertura a quelle extraeuropee, che possa costituire occasione di apprendimento e far vivere al più ampio pubblico possibile un’espe-
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i chiama Servizio Volontario Europeo, ed è un progetto della Commissione Europea, Direzione Generale Educazione e Cultura, dal nome Programma Gioventù in Azione. L’obiettivo è quello di sviluppare la solidarietà e di promuovere la tolleranza fra i giovani, in primo luogo per rafforzare la coesione sociale nell’Unione Europea. Possono partecipare ragazze e ragazzi dai 18 ai 30 anni residenti in uno dei Paesi dell’UE, che hanno la possibilità di svolgere un’attività di volontariato a tempo pieno, per un periodo tra 2 mesi e 12 mesi, in uno dei 27 paesi membri dell’Unione Europea, nei quattro Paesi aderenti al programma (Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Turchia) o nei paesi partner. Il Comune di Firenze, da circa un anno e mezzo, ha ricevuto l’accreditamento come organizzazione di invio, accoglienza e coordinamento per questo servizio. Il perché di questa scelta lo spiega l’assessore Stefania Saccardi. Assessore, perché la scelta dei volontari europei? Firenze è una città abituata alla presenza di stranieri che vi transitano o vi soggiornano per motivi di studio o turismo. Da qualche anno anche l’immigrazione extraeuropea per motivi lavorativi è molto aumentata. Spesso però queste realtà vengono vissute con estraneità, considerandole distanti dal proprio quotidiano e dalla propria cultura. Anche la percezione della cittadinanza europea è spesso poco concreta e carente di esperienza diretta.
Stefania Saccardi
Obiettivo del progetto è quello di sviluppare la solidarietà e di promuovere la tolleranza. Attualmente a Firenze sono in servizio sei giovani provenienti da Turchia, Norvegia, Germania, Ungheria e Portogallo. “Per i cittadini l’opportunità di apertura e apprendimento”
rienza interculturale. In parole più semplici questi volontari portano non soltanto la loro cultura ma, in senso più specifico il loro stile di vita, il loro modo di vivere e affrontare la vita ed i suoi problemi: perché non dovremmo assimilare una parte di queste loro specificità? Quanti sono i ragazzi e da dove provengono? Abbiamo attualmente in servizio sei giovani; due provengono dalla Turchia, una dalla Norvegia, una dalla Germania, una dall’Ungheria e uno dal Portogallo. Per il prossimo anno, stiamo parlando di febbraio, arriveranno invece otto giovani, di cui tre provenienti da Spagna, Portogallo e Francia; gli altri da paesi dell’est europeo e in particolare dai paesi del Baltico. Quindi come si vede provenienti quasi tutti da paesi non rappresentati quest’anno; la scelta è proprio quella di estendere la dimensione interculturale cui prima facevo riferimento. E noi cosa diamo a loro? A parte il fatto che anche loro assimileranno una parte della nostra cultura, il nostro intento è quello di fornire loro capacità e competenze che domani siano per loro spendibili nel mondo del lavoro. Come dire… ognuno di loro arriva qui da noi con un bagaglio di esperienze, ognuno con una “cassetta degli attrezzi” più o meno fornita; ecco, noi gli forniamo nuovi attrezzi da inserire nella loro cassetta per il loro futuro.
ANZIANI. Il nuovo progetto di Co&So Firenze
IL DENTISTA RISPONDE
QUESTO MESE: LA PROTESI MOBILE La badante? La trova “Saf” U cisa che spinta in posizione aderisca
A cura del Dott. Giuseppe Garrubba
così bene da far uscire tutta l’aria, non permettendone il reingresso Questa è la terza rubrica, consecuti(effetto ventosa). va, nella quale vi parlo di protesi: La protesi mobile parziale si ancora mese di ottobre la protesi in generaai denti residui con ganci in metallo le, mese di novembre la protesi fissa che ne abbracciano alcuni, bloccane questo mese la mobile. dola. Esse si dividono in parziale Queste sono le due grandi famiglie con ganci e scheletrata, la differenza che racchiudono le tipologie di prosta sostanzialmente in una intelaiatesi, pur essendocene una terza: la tura metallica di raccordo fra le parti combinata, dove coesistono entrambe. della scheletrata, sulla quale bloccare i denti da La protesi mobile, come dice il nome, si inserisce e sostituire. L’altra ha invece una struttura in resina, in disinserisce e può essere totale o parziale (totale genere un po’ più ingombrante. quando sostituisce tutti i denti di un’intera arcata, Alcuni casi di protesi totale, riguardanti in particolar parziale quando ne rimpiazza solo alcuni). modo gli inferiori con poco osso, possono non avere L’esecuzione della protesi mobile, come una stabilità ottimale. Prima questi le altre e anche di più, richiede, da casi si risolvevano con paste incolPROTESI parte del professionista, buona lanti, oggi è possibile farlo con l’inconoscenza e manualità. Ciò non serimento di mini impianti (piccole basta perché è anche fondamentale viti da applicare anche dove c’è collaborare con un laboratorio poco osso). Tali impianti serviranodontotecnico che ne curi scrupono come ancoraggio per la protesi. losamente l’esecuzione. La protesi La moderna medicina ci offre semmobile totale a maggior ragione, pre maggiori opportunità, è imporMINI IMPIANTI dovendo la sua tenuta alla suzione tante seguirla per non rimanere (vuoto di aria che si crea una volta protesi inferiore stabilizzata indietro. con mini impianti Salute a tutti. inserita), deve essere talmente preDOTT. GIUSEPPE GARRUBBA Via Lungo L’Affrico, 42 - Firenze - Tel. 055 660225 Dal lunedì al venerdì 9.00/12.30 - 15.00/20.00 - Il sabato 9.00/12.30 www.curailtuosorriso.it
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n aiuto alle famiglie nella ricerca e nella “gestione” delle badanti. È quanto fornirà Saf - “Sostegno anziani fragili” - il nuovo progetto di Co&So Firenze nato per aiutare le famiglie a trovare e a gestire le badanti, in partenza in tutta la provincia di Firenze, che prevede la selezione, la formazione, l’inserimento familiare della badante e la gestione amministrativa del contratto. Un progetto, insomma, che vuole garantire un servizio qualificato a garanzia dell’assistito e della sua famiglia, ma anche dell’assistente familiare. In pratica funziona così: dopo la selezione delle badanti, viene attivato un processo di formazione delle assistenti familiari con un corso di formazione di base (40-60 ore) che verterà sui fondamenti della professione, sulla cura quotidiana e sull’organizzazione delle attività domestiche. Dopo il corso, Saf prevede l’assunzione regolare della persona (grazie alla collaborazione con l’agenzia per il lavoro Lavoro. doc) che per competenze, disponibilità di tempo e mansioni risponderà al meglio alle esigenze della famiglia. Durante il periodo d’inserimento, è previsto un monitoraggio costante della qualità degli interventi e della relazione tra assistente e assistito. Inoltre verrà garantito il sostegno
psicologico per tutelare la dignità e la qualità della vita dell’assistito e della sua famiglia, oltre a una consulenza per contributi, agevolazioni e pratiche amministrative. Per chi ne avesse bisogno è poi prevista anche l’assistenza sanitaria domiciliare in accordi con il medico di base. Infine, il progetto prevede la presenza di un tutor esperto a disposizione della famiglia, per risolvere possibili imprevisti e rispondere alla richiesta di eventuali servizi aggiuntivi. Per informazioni su punti informativi e tariffe, è possibile contattare il numero verde 800.773522, visitare il sito internet www.sostegnoanziani.it o inviare una mail a info@ /I.G. sostegnoanziani.it.
&RVD IDUH SHU EDWWHUH O¶,FWXV A FIRENZE LA V GIORNATA MONDIALE PER LA LOTTA ALL’ICTUS CEREBRALE. DAL PRIMO NOVEMBRE ATTIVO IL CENTRO ASCOLTO DI ALICE A MONTEDOMINI Dallo “Yes we can” di Barack Obama a “Stroke - What can I do?”. La lotta all’Ictus passa attraverso questo slogan anche in Italia e in Toscana; la frase – in italiano “Ictus - Cosa posso fare?” – è stata scelta per far sì che a tutti i livelli si sviluppi una consapevolezza della portata di questo male, così diffuso e grave, prevenibile grazie a semplici accorgimenti, e curabile grazie ai grandi progressi della scienza medica degli ultimi anni. Mercoledì 28 ottobre, a Firenze era in programma la Quinta Giornata Mondiale per la Lotta all’Ictus Cerebrale, con un incontro presso la sede del Cesvot in via Ricasoli 9, a Firenze. “Si è trattato di un momento fondamentale – spiegano i promotori dell’iniziativa – individuato, a livello mondiale, per sollecitare le singole persone, i gruppi e i governi a mettere in atto iniziative che contrastino l’ictus, sia individualmente che collettivamente: dal medico all’impiegato, dalla casalinga al manager, dal sindacato al governo, ciascuno nel proprio ambito di attività, può fare qualcosa di utile per contrastare l’ictus”. Un precoce riconoscimento dei soggetti a rischio (ipertesi, diabetici, obesi, fumatori, etc. ) ed un rigoroso e continuo controllo dei fattori che espongono al rischio di ictus permettono infatti di ridurre notevolmente il numero delle persone che ne verranno colpite. Inoltre la gente deve essere informata che ai primi sintomi (che vanno saputi riconoscere) bisogna non perdere un minuto di tempo e farsi portare in ambulanza in ospedale, dove deve essere prontamente disponibile un equipe che valuti immediatamente se è possibile praticare la trombolisi, un intervento che consenta ad oltre la metà dei soggetti colpiti da un ictus di tornare a fare una vita normale. Si deve inoltre sapere che il ricovero in una unità dedicata all’ictus (la stroke unit) ed una riabilitazione esperta, prolungata e continuativa possono contribuire ad evitare la grave invalidità che spesso
MI ACCORGO DI AVERE LA BOCCA STORTA
NON VEDO BENE METÀ DEGLI OGGETTI
consegue ad un ictus cerebrale I dati che riguardano questa grave patologia sono preoccupanti: ogni anno nel mondo, sono 6 milioni le persone che muoiono di ictus; in Europa, l’ictus rappresenta la prima causa di disabilità a lungo termine ed è la terza causa di morte. Ogni 20 secondi una persona è colpita da ictus cerebrale ed ogni anno a causa di questa patologia, muoiono circa 650.000 persone. Ancora oggi, in Italia sono 200.000 le persone colpite da ictus ogni anno: di queste, 40.000 muoiono entro breve termine e altre 40.000 perdono completamente l’autosufficienza, cambiando radicalmente la loro vita e quella delle loro famiglie. Ogni anno in Toscana circa 10.000 persone sono colpite da ictus: il 10-15% di queste muore entro 30 giorni e circa la metà dei sopravvissuti deve imparare a convivere con una disabilità residua che compromette, spesso drasticamente, la vita sociale e lavorativa. Nella nostra regione per assistere le vittime dell’ictus, solo nei primi 3 mesi dall’evento acuto, si spendono 50 milioni di euro all’anno. Per riuscire a vincere questa battaglia occorre puntare su due aspetti fondamentali: la consapevolezza della portata di questa malattia e ridurre le disparità tra i soggetti colpiti. I due messaggi di questa giornata sono destinati prevalentemente a quelle organizzazioni (scuole, aziende, sindacati, ospedali, strutture riabilitative) che possano operare per migliorare la consapevolezza e richiedere l’equità per i pazienti colpiti da ictus. Proprio su questi fronti è attiva da dieci anni, anche in Toscana, l’associazione Alice che ha dato vita a un’attività innovativa di promozione e supporto. “Anche nella nostra regione purtroppo si è confermata una scarsa consapevolezza del problema – spiega Domenico Inzitari presidente di Italian Stroke Forum -. Di ictus si parla poco, è una malattia dimenticata, la falsa idea generale è quella di una malattia per la quale si può fare poco, che,
NON CAPISCO QUELLO CHE MI DICONO
NON MUOVO O NON SENTO PIÙ UN BRACCIO O UNA GAMBA
una volta entrata in casa si può solo subire. In Toscana si sta lavorando per dare risposte all’avanguardia alle problematiche relative all’Ictus e devo dire che la nostra regione è una delle meglio attrezzate nel panorama nazionale. Anche se c’è tanto da fare ancora”. Alice adesso aggiunge alla sua attività di sensibilizzazione ed informazione una attività di supporto alle famiglie: dal prossimo 1 novembre sarà aperto il nuovo centro di ascolto nella struttura di Montedomini, un contributo a quel “fare sistema” che rappresenta la strategia necessaria e vincente per questa battaglia. “Una patologia ad insorgenza acuta come l’ictus comporta, oltre alle conseguenze dirette sul paziente, anche conseguenze sui familiari, in particolare su colui o colei (caregiver) che si fa carico dell’assistenza al paziente dopo la dimissione – spiega Alessandro Viviani, presidente di Alice Firenze (www.alicefirenze.org) -. Sono previsti incontri individuali con psicologi e neuropsicologi e l’inserimento in gruppi di auto-aiuto. L’iniziativa, completamente gratuita, è realizzata dalla sezione di Firenze dell’Associazione Alice con il contributo del Cesvot nell’ambito dei percorsi di innovazione”. Per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare o rivolgersi all’associazione Alice Firenze presso Montedomini, Via de’ Malcontenti 6, Firenze - (Tel. 055 233 9428 — 333 6259832). L’ictus cerebrale è il tipico esempio di malattia di cui potrà farsi carico la Società della Salute. Si tratta di organizzare sul territorio l’intero percorso che va dalla prevenzione alla cura in ospedale, alla riabilitazione e al supporto sia sanitario che sociale. L’integrazione sociosanitaria, cui è specificamente preposta la Società della Salute, diventa fondamentale per i pazienti che esitano in una disabilità più o meno grave e che hanno bisogno, sia loro che le famiglie, di avere un’assistenza che consenta una qualità di vita accettabile.
FACCIO FATICA A PARLARE
HO UN FORTE MAL DI TESTA MAI PROVATO PRIMA
SE UNA PERSONA, PARTICOLARMENTE SE È PORTATRICE DI CONDIZIONI QUALI IPERTENSIONE, DIABETE, OBESITÀ, MALATTIE CARDIACHE, ARITMIE, ACCUSA UNO DI QUESTI SINTOMI DEVE CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 118 PER FARSI PORTARE IN OSPEDALE. AL PRONTO SOCCORSO MEDICI ESPERTI VALUTERANNO SE POSSIBILE PRATICARE LA TROMBOLISI CHE DEVE ESSERE INIZIATA, DOPO AVER FATTO UNA TAC ED ALTRI ESAMI URGENTI, NON PIÙ TARDI DELLE 3 ORE DALL’INIZIO DEI SINTOMI. E’ IMPORTANTE RIFERIRE IL MOMENTO ESATTO IN CUI I SINTOMI SONO COMPARSI. Informazione a cura della Società della Salute
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politica
Dicembre 2009
AL VOTO/1. Parla Enrico Rossi, candidato per il centrosinistra alla presidenza della Regione
“Subito un patto per ridurre le spese” Paola Ferri
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’erano una volta le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. O meglio, ci sarebbero dovute essere. E invece il centrosinistra si è ritrovato compatto intorno a un solo nome, quello di Enrico Rossi, assessore regionale al diritto alla salute al secondo mandato. Non c’è gara, è lui l’uomo del Pd, che sarà sostenuto anche da Sinistra Ecologia e Libertà e Italia dei Valori alle elezioni di marzo. Si aspettava di non avere avversari nella corsa alle primarie per il candidato presidente del Pd? Sono stato sempre pronto a battermi nelle primarie, come in altre occasioni mi è capitato, e con successo. Ma ho accolto l’invito del mio partito con soddisfazione ed orgoglio, e non senza preoccupazione per la responsabilità che mi consegna. Mi è sembrato un bello scatto della politica, che in un momento di crisi come quello che viviamo è riuscita a allontanare da sé le polemiche, la confusione, gli interessi personali, di parte, di corrente. Ora posso dedicare tutte le energie al lavoro politico, alla campagna elettorale e alla costruzione del programma. Su cosa punta il programma?
Il nodo che abbiamo davanti è la crisi economica e la necessità di far ripartire lo sviluppo della nostra regione. In questo momento tutti i settori produttivi sono in difficoltà. La Regione sta facendo molto sul versante dell’accesso al credito, degli ammortizzatori sociali e degli investimenti. Per tempestività e consistenza dei provvedimenti la Toscana è tra le regioni italiane più attive. Ma non basta agire sul versante “riparativo”, non basta resistere. Bisogna reagire, mettendo al centro il lavoro e gli individui, i gruppi di interesse, le imprese, le istituzioni che investono su se stesse e sul proprio futuro. Capitolo Sanità, la Toscana è una delle poche regioni virtuose in Italia. Molto è stato fatto, cosa rimane da fare? La Toscana non si è limitata a difendere il ruolo pubblico della sanità dai tagli e dalle mortificazioni imposte dal governo, ma ha rilanciato su investimenti e innovazione. Solo nel 2008, ad esempio, le nostre Aziende sanitarie hanno deliberato investimenti per 1.617 milioni di euro, a cui si aggiungono 1.100 milioni destinati al completamento di opere in corso. Questo è stato reso possibile dal pa-
reggio di bilancio, che abbiamo ottenuto senza imporre tasse aggiuntive o ticket ai cittadini, da un governo della spesa rigoroso, che ci ha consegnato le risorse per migliorare i servizi, costruire nuovi ospedali, ammodernare quelli esistenti, acquistare tecnologie più avanzate. Nel futuro dobbiamo continuare su questa strada, mettendo sempre il cittadino e soprattutto le fasce più deboli della popolazione al centro dell’attività della sanità pubblica. Infrastrutture, cultura, turismo, settori che dovrebbero trainare l’economia regionale e invece arrancano. Su cosa investire per rilanciarli? Sono convinto che la Toscana ha tutte le risorse, anche in questi settori, per ripartire e dare il meglio di sé. Vorrei nelle prossime settimane che su questi ed altri punti mi arrivassero contributi di idee e di proposte per prendere decisioni fondate sulle esigenze vere e prioritarie. Posso fin d’ora impegnarmi su un aspetto che riguarda direttamente la responsabilità della macchina pubblica. Voglio proporre un patto tra Regione, province, comuni per la riduzione dei costi gestionali della pubblica amministrazione. Un patto con un obiettivo concreto e misurabile. E con il risparmio potremo investire ancora di più.
Enrico Rossi
AL VOTO/2. Solo rumors invece sul nome dell’aspirante governatore del centrodestra
Un battaglione di candidati consiglieri in casa Pdl iente primarie per il Pdl. La scelta dei candidati al consiglio regionale, così come quella del candidato alla presidenza, ricadrà sugli organi di partito. Che dovranno in qualche modo districarsi tra una vera e propria selva di candidature. “Il primo nodo da sciogliere è quello della riconferma dei consiglieri uscenti – afferma il coordinatore cittadino Alessio Bonciani – dato che tutti hanno chiesto di essere ricandidati”. Ma gli aspiranti sono tanti e “molti rimarranno delusi”. I rumors collocano tra i pretendenti Nicola Nascosti e Samuele Baldini, rispettivamente consigliere e capogruppo Pdl a Palazzo Medici Riccardi, mentre la Sala dei
Dugento potrebbe letteralmente svuotarsi nel caso - molto remoto - in cui venissero eletti tutti coloro che hanno manifestato l’intenzione di presentarsi. Da Giovanni Donzelli a Marco Stella fino a Bianca Maria Giocoli. “Mi auguro che i nostri migliori eletti nelle assemblee comunale e provinciale si candidino – afferma Bonciani – qualificando in tal modo la lista”. Discreta la quantità di voti che potrebbero portare in dote, anche se poi ad essere eletto potrebbe essere solo uno o due di loro. Cinque i candidati del listino bloccato anche per il Pdl, e su questo numero si giocherà la battaglia più ardua. Per questione di peso elettorale almeno
un paio dovrebbero essere fiorentini, ma tutto ciò è subordinato alla madre di tutte le questioni: quella per il candidato alla carica di governatore. Sfumata l’ipotesi del presidente di Confindustria Toscana Antonella Mansi, che ha declinato l’invito, l’idea di un candidato civico sembra essere per il momento passata in secondo piano. Più probabilmente sarà un personaggio politico, ultima pedina che gli organi nazionali del partito collocheranno sullo scacchiere, dopo aver pensato alle poltrone di Campania, Piemonte, Veneto. Regioni ben più critiche rispetto alla nostra per /P.F. gli equilibri interni al centrodestra.
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politica
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PRIMARIE
ALESSIA BALLINI: “LE QUOTE ROSA SONO UNA PRIORITÀ”
Urne aperte il 13 dicembre Francesca Puliti
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oscani alle urne domenica 13 dicembre. Dalle 8 alle 20, si vota per scegliere i candidati al consiglio regionale di Pd e Sinistra ecologia e libertà. Solo questi due partiti hanno approfittato dell’opportunità-primarie, sancita da una legge regionale, che sopperisce, almeno in parte, alla mancanza delle preferenze alle elezioni vere e proprie. A marzo, infatti, gli elettori dovranno scegliere unicamente tra candidati alla presidenza e liste bloccate. Le possibilità di successo di ogni candidato al consiglio perciò saranno legate esclusivamente al posto che occupa nella lista. Ordine che solo Pd e Sel (che sosterrà anch’esso Enrico Rossi, candidato alla presidenza espresso dai democrat) mettono in discussione attraverso le primarie, coinvolgendo gli elettori. Diciotto i candidati tra cui scegliere domenica (una sola preferenza, con una X sul nome del prediletto), anche se in realtà i posti in palio in consiglio per la circoscrizione di Firenze saranno soltanto 13. Merito del taglio approvato in Regione, che ridurrà i consiglieri da 65 a 55, ma che, per una questione di tempi burocratici, non è stato recepito dalla legge per le primarie. Ma c’è sempre un ma. E stavolta è rappresentato dai primi 5 posti in lista, quella “vera” delle elezioni di marzo, legata a Rossi: un listino blindato su cui non si discute neanche attraverso le primarie, capitanato dal segretario regionale del Pd Andrea Manciulli. Per il resto nella rosa dei candidati democratici emergono nomi come quello dell’ex presidente di Firenze Parcheggi Alessandro Lo Presti, del consigliere uscente Nicola Danti e del dirigente Mukki Paolo Bambagioni. In corsa anche l’assessore provinciale alle politiche sociali e pari opportunità, Alessia Ballini, e il consigliere regionale uscente Severino Saccardi. Ci prova anche Eugenio Giani, ex assessore al Comune di Firenze e tuttora di ruolo a Palazzo Vecchio, in carica di presidente del consiglio. Per partecipare alla scelta non è necessario essere iscritti ad alcun partito, le primarie sono aperte a tutti coloro che hanno diritto di voto alle regionali. Basta recarsi alle urne muniti di carta di identità e tessera elettorale, se posseduta. La lista completa dei seggi è disponibile sul sito internet della Regione Toscana.
Da assessore provinciale alle Pari opportunità, in che direzione dovrebbe andare la Regione? Quello delle pari opportunità è un tema soprattutto di natura culturale. Bisogna perciò agire su due fronti, da un lato con la sensibilizzazione, così da far crescere una mentalità diversa, dall’altro con provvedimenti specifici che stabiliscano obbligatoriamente ‘quote rosa’ nel mondo delle istituzioni. E’ necessario inoltre elaborare strategie e misure che incrementino la presenza delle donne anche ai piani alti dell’economia, siamo in fondo alle classifiche europee da questo punto di vista. Inoltre è molto importante promuovere politiche di conciliazione per rendere la vita più semplice alle madri che lavorano, dal
PAOLO BAMBAGIONI: “SONO NECESSARIE RIFORME STRUTTURALI” Da ex sindaco di Signa, cosa ne pensa della questione aeroporto di Firenze? Credo che Renzi abbia ragione nel voler migliorare lo scalo fiorentino, ma sbaglia a pensare di poterlo fare da solo. Quando si parla di infrastrutture bisognerebbe abbandonare l’ottica di una singola città e assumere una prospettiva più ampia. Ben venga un ampliamento del Vespucci, non sono contrario alla pista parallela all’autostrada, ma con la consapevolezza che rimarrà sempre un “city airport”. L’aeroporto internazionale della Toscana è quello di Pisa ed è su di esso che dovremo investire, potenziando i collegamenti con il
capoluogo e con il resto della regione. E invece da dirigente di una grande azienda, la Mukki, come intervenire per accelerare la ripresa economica in Toscana? La nostra regione è in una fase di stallo, c’è bisogno di una modernizzazione, a partire dagli apparati burocratici. E’ necessario investire in innovazione e scommettere su profonde riforme strutturali. Spesso e volentieri il mondo economico vede le istituzioni come un freno allo sviluppo. Dobbiamo invece assecondare gli investitori e fare in modo di attrarre capitali in Toscana.
NICOLA DANTI: “IL SISTEMA TOSCANA DEVE ESSERE INNOVATO” Qual è la sua idea di Toscana? È arrivato il momento di ripensare e innovare il sistema Toscana, un sistema che valorizzi le risorse del territorio, il nostro patrimonio culturale, le opportunità legate al turismo, le eccellenze sul manifatturiero e dei distretti industriali e anche sul sistema di governo. Vorrei una Toscana inclusiva che sappia integrare anche i nuovi toscani che lavorano e vivono nel nostro territorio, una Toscana che abbia il coraggio di cogliere la sfida dell’innovazione, delle energie rinnovabili e delle politiche ambientali efficienti, una Toscana moderna con delle infrastrutture degne che supportino il sistema economico locale. E in-
fine voglio una Toscana attenta ai bisogni vecchi e nuovi di una società che cambia, con politiche per gli anziani e per le giovani coppie. Nel suo periodo da consigliere quali sono state le sue principali battaglie? In due anni e mezzo di consiglio regionale ci sono tre norme che portano la mia firma: una che favorisce le adozioni internazionali aiutando le giovani coppie, una in campo agricolo che permette agli agricoltori di vendere i propri prodotti su aree pubbliche e l’ultima che colma un vuoto giuridico in materia di piercing per i minori di 14 anni.
EUGENIO GIANI: “UNA LEGGE SPECIALE A LIVELLO REGIONALE” Una legge speciale per Firenze, a livello regionale. Ci può spiegare questa proposta? Si tratta di una legge in tre punti. Il primo riguarda le infrastrutture. E’ necessario individuare delle procedure adeguate per dirimere le questioni, che non possono essere combattute a colpi di polemiche sui giornali da parte dei vari sindaci. Penso a una sorta di conferenza dei servizi, un tavolo, con potere decisionale, attorno al quale possano sedersi tutti gli enti coinvolti. Il secondo punto riguarda la copertura finanziaria per eventi e iniziative, ad esempio nel settore del turismo, che Firenze può svolgere a livello regionale. Infine dobbiamo stabili-
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COMPRO ORO E ARGENTO ANCHE MONETE D’ORO VALUTIAMO INTERE EREDITA’ PAGAMENTO IN CONTANTI ALLE MASSIME VALUTAZIONI
Vetri Maurizio
punto di vista di orari e servizi all’infanzia per esempio. Cosa ne pensa della legge regionale sull’immigrazione? Sono completamente d’accordo sull’impianto della legge regionale sull’immigrazione e trovo che sia stato molto importante portarla avanti in un momento del genere. Il quadro è complesso, ma non possiamo affrontare l’immigrazione con il principio del respingimento. Ci vuole qualcosa in più dell’integrazione, imparare a convivere. Ed è necessario che la Regione investa su questo, fornendo gli strumenti e le risorse ai vari livelli istituzionali, a partire dalle scuole, dove si costruisce il nostro futuro.
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re tempi certi per la realizzazione dell’ormai famosa Città metropolitana. Tra i 12 punti del programma che ha presentato molto spazio è dedicato anche alla cultura. Certo, a partire dalla gestione dei beni culturali. Mi impegnerò affinché la Regione possa gestire alcuni musei statali, avviandoli verso la necessaria modernizzazione. Non solo, punto alla realizzazione di un museo della civiltà toscana. La nostra è una delle poche regioni d’Italia che ha mantenuto un carattere ben definito, dai tempi degli Etruschi ad oggi. Un’identità da conoscere e valorizzare.
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provincia
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L’INTERVISTA. I progetti dell’assessore Giovanni Di Fede per gli istituti superiori fiorentini
“Scuole alla finlandese per i nostri studenti” Ginevra Donnici
LA NOVITÀ Via al progetto Wi-fi
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ssessore, qual è l’impegno prioritario del suo mandato? Innanzitutto quello di sostenere l’innovazione didattica, facendo conoscere le esperienze migliori che si fanno nelle nostre scuole. Poi vogliamo lottare contro il fenomeno della dispersione scolastica. Il nostro obiettivo è duplice: evitare che i ragazzi abbandonino la scuola, e certificare le competenze di chi è già uscito dal percorso scolastico. Non a caso abbiamo inserito all’interno dei Centri per l’Impiego un tutor in grado di aiutare i ragazzi a capire quali sono realmente le loro inclinazioni e le loro competenze scolastiche. Se occorre, per facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro, possono riportarli a frequentare un anno professionalizzante. Cosa intende per innovazione didattica? Vuol dire avviare un insegnamento più mirato sull’individuo, tenendo conto che i ritmi di apprendimento degli studenti sono diversi. La nostra è una scuola ancora molto rigida e teorica. Sogno una scuola dove gli studenti possano scegliere il curriculum scolastico in base alle loro aspirazioni, magari dopo aver completato i primi due anni di studi uguali per tutti. Dovremmo prendere spunto dalla Finlandia dove ormai non esistono più le classi in senso tradizionale, ma tutto è basato su una forte flessibilità dei percorsi di apprendimento. Cosa pensa delle riforme promosse dal Ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini? Il Ministro ha stravolto completamente la scuola senza neanche interpellarci come Istituzioni. Un atteggiamento inaccettabile. Perché non siete stati coinvolti? Evidentemente il Ministro teme il confronto perché non è convinta fino in fondo dell’efficacia della propria riforma. Il confronto sarebbe servito a sviluppare una proposta più attenta anche alle esigenze del territorio. Passiamo al problema delle risorse. Il Governo ha fatto dei tagli alla scuola, come Provincia cosa intendete fare per fronteggiare questa carenza di fondi? In ogni Paese normale ogni riforma è accompagnata da risorse. Da noi questo non avviene. Il Governo ha tagliato otto milioni di euro alla scuola: un taglio del genere non era mai accaduto dal dopoguerra ad oggi. Come assessorato all’istruzione investiremo tutte le risorse a nostra disposizione per supplire ai tagli. Cosa pensa della sentenza della Corte Europea secondo cui esporre il crocifisso in classe va contro la libertà di religione? Sono contro ogni tipo di imposizione, per questo credo che sia giusto lasciare nelle mani di insegnanti e dirigenti la scelta di tenere o meno il crocifisso in classe. Le nostre scuole devono essere luoghi di incontro, accoglienza e integrazione senza ledere la sensibilità di chi professa religioni diverse. Purtroppo a causa della politica dei tagli e dei risparmi, per i dirigenti scolastici è impossibile organizzare attività diverse da quelle convenzionali. E questo impedisce, per esempio, di poter offrire l’ora alternativa a quella di religione. Questo è profondamente ingiusto.
Giovanni Di Fede
Tra le priorità ci sono il sostegno all’innovazione didattica (le buone pratiche vanno fatte conoscere), la lotta alla dispersione scolastica e un modello educativo che tenga conto dei ritmi dei singoli allievi
In piazza e nei parchi ora si naviga gratis
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onnettersi gratuitamente ad internet con un cellulare, un pc portatile o uno smartphone. Sembrava un miraggio poco tempo fa, oggi invece si può. In dieci piazze e in due parchi di Firenze, per l’esattezza. Lo prevede il progetto “FirenzeWifi”, frutto di una partnership tra Provincia e Comune. Ogni utente, dopo essersi registrato, potrà navigare, chattare, scambiare mail gratuitamente per un’ora al giorno o fino al raggiungimento di 300Mbytes di traffico. Le aree in cui il servizio è disponibile sono molte e si tratta di punti cruciali della città: piazza della Signoria; piazza Santa Croce; piazza Santo Spirito; piazza Santissima Annunziata; Parterre in piazza della Libertà; via Canova, presso gli uffici dell’anagrafe; piazze Ghiberti e Annigoni; Villa Arrivabene in piazza Alberti; piazzale Michelangelo; piazza Bambini di Beslan, ingresso Fortezza da Basso; piazzale delle Cascine e parco di San Donato. Accedere al servizio da una delle 12 aree servite da Firenze Wifi è molto semplice, e connettersi è facile anche per i non esperti: al momento in cui si avvia la connessione apparirà automaticamente sullo schermo la pagina di accoglienza, che permetterà di effettuare la prima registrazione fornendo nome, cognome e numero di telefonia mobile. Subito dopo sarà sufficiente fare uno squillo al numero 055-4650034 con il proprio cellulare per avere direttamente sul computer le credenziali di autenticazione (user id e password). La stessa procedura vale anche per chi vuole navigare con uno smartphone. Anche in questo caso la telefonata è gratuita: dopo il primo squillo la linea cade automaticamente. La navigazione sui siti istituzionali della Provincia e del Comune di Firenze è invece possibile senza li/G.D. miti di tempo.
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L'Associazione ebbe la sua prima costituzione nel 1872 ad opera di reduci, così come per tutte le altre Fratellanze Militari, che numerose furono in Italia ed oggi tutte estintesi. Prese il nome di Fratellanza Militare Italiana e poi di Vittorio Emanuele II; la sua costituzione ufficiale si ebbe solo nel 1876, negli attuali locali di S. Maria Novella che erano stati requisiti alla Chiesa a seguito delle " Leggi Napoleoniche ". Nei primissimi anni, la Fratellanza Militare, ebbe come finalità il mutuo soccorso tra gli aderenti e solo nel 1878 si costituì all'interno la " Compagnia Volontaria di Pubblica Assistenza " per portare aiuto ai diseredati e agli infortunati. Una Compagnia Volontaria, organizzata militarmente, dove i Militi Volontari eseguivano oltre che l'assistenza agli ammalati, il soccorso, ed esercitazioni periodiche che oggi potremmo definire Protezione Civile. Dal volontariato di guerra, per l'Indipendenza, al Volontariato di pace; la solidarietà e gli ideali, sorti in guerra, trasmessi alle popolazioni civili in pace. Si era ai primi albori dell'assistenza laica, che si potrebbe tradurre in: " non più carità, ma solidarietà " . E la solidarietà non poteva essere solo appannaggio dei reduci e così si aprì a tutti coloro, uomini e don-
La P.A. Fratellanza Militare è attiva sul territorio fiorentino con tre sedi operative: Piazza S. Maria Novella, Piazza San Salvi e Via S. Agostino. Ad oggi conta circa 11.000 soci, 800 volontari attivi e svolge circa 31.000 servizi all’anno. I Servizi che l’Associazione è in grado di offrire alla cittadinanza sono:
SERVIZIO DI AMBULANZA
L'attività di trasporto degli infortunati e' tra le più tradizionali, oggi si avvale di moderni mezzi che hanno la loro base di partenza dalle tre sedi dell'Associazione. I Volontari si alternano nelle 24 ore per coprire i turni ed essere sempre disponibili alle richieste della popolazione. I trasporti con ambulanza avvengono in città, ma anche da e per altre città e paesi europei. Il servizio e' da sempre gratuito in città, mentre per altre località, vi sono agevolazioni per gli associati; - assistenza sanitaria: In occasione di importanti eventi sportivi od artistici che richiamano un numero elevato di spettatori, i Militi Volonatri organizzano sul luogo, dei coordinamenti di assistenza con ambulanze, medici, squadre ed Attrezzature per la protezione degli spettatori. La priu' frequente e' l'assistenza sanitaria allo Stadio Comunale, ma anche in occasione di concerti o raduni di vario genere. Un'organizzazione capillare, efficiente, che e' diretta da Militi di esperienza e responsabilità; - servizi sociali: trasporto con autovetture o furgoni attrezzati di dializzati, portatori di handicap e persone anziane. Assistenza domiciliare per persone anziane e disabili.
PROTEZIONE CIVILE
Il gruppo di protezione civile nato nel 1908 è in grado di intervenire in ogni circostanza calamitosa con attrezzature e mezzi adeguati (supporto logistico con montaggio tende, illumina-
ne, che sentivano gli ideali di " fratellanza " , contribuendo così ad allargare le attività della Fratellanza Militare. Con la guerra di liberazione, le file dei Militi Volontari si assottigliarono e difficile fu l'opera di riorganizzazione della Pubblica Assistenza, alcune ambulanze furono requisite dai tedeschi, mentre una fu completamente smontata dai Militi autisti per sottrarla alla requisizione. Gli anni '50 e '60 videro un notevole sviluppo, ma un grave fatto colpì la città: l'alluvione e la Fratellanza Militare ne fu colpita duramente. I mezzi, le attrezzature, la sede, l'archivio ebbero danni ingenti e solo grazie alla generosità dei fiorentini e all'opera dei Militi Volontari che risollevarono le sorti dell'Associazione fu possibile tornare ad essere una Pubblica Assistenza operativa e attenta ai bisogni dei cittadini. Ma la Fratellanza Militare non ha svolto nel corso degli anni solo assistenza e soccorso: sono da ricordare le Scuole Professionali Domenicali, che furono rilevate dall'Associazione di Reduci delle Patrie Battaglie che svolsero per decenni un'opera educativa e di formazione professionale; la biblioteca, il corpo bandistico, il gruppo smassatori. In 133 anni di Fratellanza Militare a Firenze, in ogni
zione tramite torri faro, impiego di pompe idrovore negli allagamenti). Inoltre svolge attività di ricerca persone disperse, servizio d’ordine, viabilità e logistico per eventi sportivi, manifestazioni, concerti ecc…
DONATORI SANGUE
il gruppo dei donatori sangue è sempre molto attivo all’interno della nostra associazione per sensibilizzare i soci e non alla donazione del sangue. Sono migliaia i flaconi di sangue che i donatori della fratellanza hanno donato ai centri trasfusionali ospedalieri. e' anche un modo per sottoporsi periodicamente ad accertamenti diagnostici e soprattutto di essere sensibili ad un problema sociale che solo con la disponibilità verso gli altri si puo' affrontare concretamente;
ONORANZE FUNEBRI E CREMAZIONE
E' un'attività , che si avvale di personale specifico e qualificato. Si occupa di tutti gli adempimenti relativi alla morte; e' un settore che e' improntato con una logica sociale e di servizio.Siamo in grado di effettuare qualsiasi servizio funerario per le diverse esigenze e possibilità dei nostri soci, ponendo sempre in rilievo in un momento così delicato la discrezione.
POLIAMBULATORIO
Nel nostro ambulatorio vengono effettuate visite specialistiche di ogni genere e sono dotati delle più moderne attrezzature per ogni tipo di indagine medica. Presso la struttura ambulatoriale vengono effettuati eco color doppler arteriosi e venosi agli arti inferiori e superiori; eco color doppler carotidei e vertebrali, ecocardio, holter pressori e cardiaci, visite con elettrocardiogrammi, ecografie pelviche e transvaginali, ecografie addome superiore, addome inferiore e addome completo ed ecografie
vicenda dolorosa o gioiosa che ha coinvolto la città e i sui abitanti, i Militi Volontari sono stati sempre pronti a rispondere con il principio altruistico della solidarietà. La Fratellanza Militare deve molto a Firenze, ai sui cittadini, ai propri associati, ai propri Militi Volontari, questo legame è vivo da 133 anni, ed è di questo che bisogna rendere merito! In 133 anni di Fratellanza Militare a Firenze, in ogni vicenda dolorosa o gioiosa che ha coinvolto la città e i sui abitanti, i Militi Volontari sono stati sempre pronti a rispondere con il principio altruistico della solidarietà. La Fratellanza Militare è una istituzione che non ha finalità di lucro; gli associati, i volontari, i dirigenti, non percepiscono nessun rimborso od altro, sotto diversa forma. Tutti i proventi ed i costi sono illustrati ai soci e i bilanci sono pubblici, le risorse vengono reinvestite nell'attività dell'Associazione per potenziarle, per dare dei servizi sempre migliori alla gente. L'Associazione vive con le quote dei soci, con le donazioni, con i contributi legati ad alcune convenzioni. Per sostenere la Fratellanza Militare è possibile associarsi o erogare contributi liberi, anche legati a singole iniziative o attività.
della tiroide. Tutti i venerdì pomeriggio presso l’ambulatorio verranno effettuate visite pneumologiche per curare le malattie dell’apparato respiratorio e visite per iniziare la terapia antifumo. Si possono prenotare gli appuntamenti presso la segreteria dell’ambulatorio. La segreteria dell’ambulatorio è a vostra disposizione per informazione e appuntamenti al numero 055 671388.
SPECIALIZZAZIONI SVOLTE ALL’INTERNO DELL’AMBULATORIO DI PIAZZA SAN SALVI 4
Autorizzazione sanitaria n. 141 del 5 gennaio 2000 AGOPUNTURA ANGIOLOGIA CARDIOLOGIA CHIRURGIA DERMATOLOGIA ENDOCRINOLOGIA FISIOTERAPIA GINECOLOGIA MEDICINA INTERNA OCULISTICA ORTOPEDIA OTORINOLARINGOIATRIA ODONTOIATRIA PNEUMOLOGIA PODOLOGIA PSICHIATRIA PSICOLOGIA PSICOPEDAGOGIA SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE UROLOGIA
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focus
Dicembre 2009
LA DECISIONE. Ordinanza del Comune dopo le numerose segnalazioni di cittadini e turisti
Accattonaggio molesto, stop ai finti mimi Non si tratta di un divieto a chiedere l’elemosina, ma di un freno per “chi con comportamenti insistenti e invasivi reca disturbo alle persone” aumentando la loro percezione di insicurezza Paola Ferri
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l’accattone raccattò un’ordinanza. Non è bastato il cambio di look, che ha fatto proliferare finti mimi biancovestiti per le vie del centro e ai semafori più trafficati. A distanza di qualche mese dal tanto discusso provvedimento antilavavetri firmato dallo “sceriffo” Graziano Cioni, anche l’amministrazione Renzi ha varato una norma contro l’accattonaggio molesto. Non si tratta di un divieto a chiedere l’elemosina, come chiarisce l’assessore alla mobilità e al decoro Massimo Mattei, ma di “uno stop nei confronti di chi con comportamenti particolarmente insistenti e invasivi reca disturbo alle persone aumentando la percezione di insicurezza di cittadini e turisti”. Un’ordinanza a tempo determinato, della durata di sei mesi, nata per rispondere alle numerose segnalazioni pervenute al Comune sia da parte di fiorentini che di turisti, trovatisi alle prese con falsi artisti di strada che “chiedono soldi e spesso distraggono il turista alleggerendolo del portafoglio”, sottolinea ancora Mattei. Ma il provvedimento colpisce anche i suonatori di strumenti particolarmente insistenti, i questuanti molesti agli incroci e nei pressi degli ospedali. Per loro si fanno più pesanti le sanzioni: da 80 a 480 euro di multa, comminata dalla polizia municipale. A ben guardare, infatti, il provvedimento altro non è che una ulteriore precisazione di quanto già previsto dal regolamento dei vigili. “Nel regolamento vengono già individuati alcuni comportamenti vietati – commenta il comandante della polizia municipale Massimo Ancillotti - ma si tratta di una in-
dicazione generale che, visti i fenomeni sviluppatesi dell’ultimo periodo, non consente un intervento puntuale e mirato. Per questo, sulla base dell’articolo 54 del Testo Unico sugli enti locali e dell’articolo 2 del decreto del Ministro dell’Interno del 5 agosto 2008 sui poteri dei sindaci in materia di incolumità pubblica e sicurezza urbana, abbiano ritenuto necessario definire più precisamente i fenomeni da arginare per dare uno strumento di intervento più adeguato alla polizia municipale”. Da questo mese, dunque, presenza rafforzata degli agenti, soprattutto nel centro storico. Quattro le modalità di “mendicità invasiva”
Da questo mese presenza rafforzata degli agenti, soprattutto nel centro storico (così viene chiamata nell’ordinanza), una delle quali inquadra esplicitamente i “soggetti vestiti con tunica e copricapo bianchi e con volto travisato da cera bianca”. Vietato anche lo sfruttamento degli animali per impietosire i passanti, così come far mostra di arti malformati. Tantomeno i questuanti potranno sostare ripiegati su se stessi “a guscio di tartaruga” sui marciapiedi. Divieto totale, invece, anche per chi chiede l’elemosina in modo non invadente, all’interno e nei dintorni di ospedali e semafori.
Un finto mimo in centro
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Istituto del Sacro Cuore di Firenze Scuole paritarie dell’infanzia, primaria e media Liceo paritario sperimentale classico scientifico - linguistico Convitto femminile della Scuola Elementare al liceo Pensionato universitario femminile Mensa interna, prescuola, doposcuola, scuolabus, laboratorio informatico, di chimica, linguistico, certificazioni internazionali di lingua, attività sportive, corsi di musica, corsi di recitazione, impianti sportivi, palestra, teatro
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noi e gli altri
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SALESIANI. Servono soldi per la ristrutturazione della Sacra Famiglia: appello del parroco ai cittadini
“Adotta una pietra della tua chiesa” Matteo Francini
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vederla dall’alto, così come si nota dalla grande fotografia aerea appesa alla parete di uno dei suoi uffici, appare come un’estesa macchia, l’unico grande spazio aperto tra i tetti rossi delle case e il grigio delle strade. “Un polmone”, la definisce don Gianni, parroco qui da otto anni. Stiamo parlando della vasta area dei Salesiani, che dal cancello di via Gioberti si apre verso l’interno ospitando la chiesa della Sacra Famiglia, l’oratorio, un cinema, una libreria, campi sportivi, scuole e molto altro ancora. Un “polmone” nel cuore della città, appunto, e non solo per il tanto verde che la caratterizza. “Ma soprattutto perché dal nostro oratorio è passata mezza Firenze, qui vengono a trascorrere il loro tempo tanti ragazzi, soprattutto quelli più poveri – puntualizza don Gianni – e molti sono stranieri, qui può stare anche chi non è cattolico, l’importante è che abbia rispetto. Io sono convinto che le parrocchie possano essere un punto di riferimento non solo cristiano, ma anche di aggregazione umana”. Un polmone pullulante di attività di ogni tipo rivolte a giovani, anziani, poveri e stranieri, come per esempio il centro d’ascolto della Caritas, che ogni giorno riceve persone che cercano lavoro per metterle in contatto con chi il lavoro lo offre, o il laboratorio “Mamma Margherita”, dove alcune anziane si ritrovano per cucire e lavorare a maglia manufatti che poi saranno venduti nei mercatini di solidarietà, o ancora come l’organizzazione di iniziative quali la cesta di solidarietà, che raccoglie generi alimentari da distribuire a chi ne ha bisogno “e di cui sta aumentando la richiesta”, spiega il parroco. Ma un polmone che, nel maggio del 2008, ha cominciato a perdere qualche “pezzo”: dall’esterno della chiesa, infatti, erano iniziate a cadere pericolosamente alcune pietre, “una delle quali ha quasi colpito una signora”.
La chiesa della Sacra Famiglia prima dell’intervento e come si presenta attualmente
Per ridare un volto nuovo e sicuro all’edificio occorre oltre un milione di euro: finora donati 30mila euro dalla gente. Don Gianni: “Questo è un polmone per tutta la città”
L’INIZIATIVA. Una festa in ricordo di Don Renzo
Allora non è restato altro da fare che decidere di ristrutturare tutto il perimetro esterno della struttura, a cominciare dalla facciata, tutt’ora avvolta dalle impalcature. Operazione per cui però serve oltre un milione di euro, e visto che i soldi (a differenza delle pietre “malate”) non cadono dal cielo, l’energico don Gianni (che per raccogliere fondi ha in cantiere anche l’organizzazione di una megalotteria con nientemeno che un’auto come premio) ha pensato di chiedere un aiuto ai fedeli e a tutti i cittadini che vogliano dare una mano. Lo slogan dell’iniziativa è “Adotta una pietra della tua chiesa”, e la generosità della gente ha già fruttato, al momento, circa 30mila euro. Ma quei soldi non bastano, e per questo don Gianni rinnova il suo appello perché altri cittadini adottino altre pietre, per ridare finalmente un volto nuovo (e sicuro) a una chiesa storica (la cui prima pietra fu posata il 21 aprile 1903) che rappresenta un patrimonio per tutta Firenze. E non è questo l’unico progetto che il parroco ha in testa: da ristrutturare, infatti, ci sarebbero anche alcune bifore, vetrate e rosoni. Interventi per cui sta cercando alcuni sponsor, così come per l’operazione più “ardita” (e affascinante) che intende realizzare: il trasloco all’interno della chiesa della grande e bella statua della Madonna (molto più che vagamente somigliante alla Primavera del Botticelli), alta ben 2,18 metri, che attualmente troneggia – poco visibile – dentro un pinnacolo sul tetto dell’edificio. Per il momento, comunque, la priorità è quella di ristrutturare la chiesa: tra l’altro, grazie alla nascita di una Onlus, le offerte di chi vorrà “adottare una pietra” potranno essere dedotte. Per informazioni e donazioni: Chiesa della Sacra Famiglia, via Gioberti 33 Telefono: 055 666928 e-mail: giandal@libero.it Conto corrente postale N° 14280507 Iban: IT91C0620002800000000000372
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Quel prete sempre di corsa
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i sono persone, personaggi anzi, che riescono a lasciare scolpita la propria memoria anche quando non ci sono più. Succede ad esempio con la figura di Don Renzo Forconi, scomparso un anno fa. Fu parroco della chiesetta di Santa Maria a Quarto e per oltre trent’anni presidente dell’Opera Diocesana di Assistenza, l’Opera della Diocesi che da più di cinquant’anni assiste i disabili. Il 19 dicembre, a un anno dalla scomparsa, il nuovo presidente dell’Oda, Don Vasco Giuliani, celebrerà una messa nella parrocchia di via dell’Osservatorio 154 (ore 16.30). Per l’occasione sarà anche allestito un mercatino di opere realizzate dai ragazzi disabili dell’Oda, quelli che Don Renzo chiamava “i mì figlioli” e a cui ha dedicato tantissimi anni del suo impegno pastorale. Chi lo ha conosciuto racconta che quei ragazzi erano sempre con lui, che li portava con sé ovunque potesse farlo e guai a chi glieli toccava. Don Renzo fu molto vicino anche ai ferrovieri: per trent’anni è stato cappellano compartimentale delle Ferrovie dello Stato e la chiesetta al binario uno di Santa Maria Novella era una delle sue “case”. Gli amici ferrovieri lo ricordano an-
Per la casa che stai cercando
Don Renzo (foto di Silvano Silvia)
cora scapicollarsi dalle viuzze di Quarto per fare a tempo a dire la messa per loro, non hanno dimenticato quel prete sempre di corsa che li andava spesso a trovare nell’Officina di Porta a Prato. Del resto la vicinanza di Don Renzo ai lavoratori cominciò presto, perché fu lui, come cappellano del lavoro, ad occuparsi dell’assistenza religiosa degli operai impegnati nei cantieri di Barberino ai tempi della costruzione dell’Autostrada del Sole. Proprio in memoria di questa sua intensa vita a sostegno delle persone in difficoltà, l’Oda sta preparando una pubblicazione che ne ripercorre vita, insegnamenti ed aneddoti attraverso le parole di chi /B.S. lo ha conosciuto.
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Dicembre 2009
QUATTRORUOTE/1. La nostra città lo scorso anno è stata la più tartassata: 289 ogni 100 veicoli
Una pioggia di multe per i fiorentini Il rapporto Aci-Caracciolo consegna a Firenze lo scomodo primato: ogni automobilista deve fare i conti con due o tre verbali l’anno e investire in sanzioni una cifra più alta di quella che sborsano romani, bolognesi e milanesi Ginevra Donnici
È
una di quelle poche classifiche in cui il primo posto non è sicuramente ambito. Stiamo parlando del podio per la città più tartassata dalle multe nel 2008. A vincere la medaglia d’oro è stata proprio Firenze con le sue 289 multe ogni 100 veicoli. Come dire che ogni automobilista fiorentino si trova sul cruscotto della sua auto tra i due e i tre verbali ogni anno. Tutta un’altra storia capita, ad esempio, nella città di Foggia, dove si marcia al ritmo di una sola multa ogni cinque auto. Sono questi i dati che emergono dall’ultimo rapporto presentato dall’Aci-Fondazione Caracciolo sui controlli da parte delle polizie municipali sulle strade urbane italiane. Scorrendo la graduatoria delle multe (che tiene conto della popolosità dei capoluoghi oggetto dell’indagine) si scopre che addirittura in una metropoli come Roma la media delle contravvenzioni è meno di una multa per ogni auto circolante. Il confronto con Firenze è impietoso. Il capoluogo toscano si piazza quindi in pole position, superando
per numero di multe procapite addirittura i grandi centri come Milano e la capitale. Non a caso, nel 2007, ogni fiorentino per pagare contravvenzioni ha sborsato in media 134 euro, una cifra più alta rispetto al dato di Roma (125 euro), Bologna (119) e Milano (106). Ma c’è una magra consolazione per i fiorentini: essendo la città piena di turisti, anche loro partecipano alla composizione del “montepremi finale” delle multe. Ancora secondo i dati dell’Aci, ogni vigile fa mediamente 520 multe all’anno, ogni minuto vengono sanzionati 18 automobilisti, che diventano 26 mila in 24 ore, dieci milioni in un anno intero, 1087 ogni ora. Secondo lo studio, che ha analizzato la situazione di 103 comuni capoluoghi di provincia, sono le polizie locali a elevare il maggior numero di sanzioni: più del 70 per cento del totale di quelle emesse dalla Polizia, dai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza. Nella classifica delle infrazioni, al primo posto (5,7 milioni di multe, al costo medio di 68 euro) le violazioni all’articolo 7
del Codice della Strada, ovvero zone a traffico limitato, varchi, blocchi del traffico ma soprattutto le strisce blu dei parcheggi a pagamento, seguite dal divieto di sosta con più di 2,7 milioni di multe l’anno. E poi c’è da dire che un conto è scrivere gli importi sui verbali e nei bilanci, altro conto è portare davvero i soldi nelle casse del Municipio: nel 2007 le riscossioni “di competenza”, cioè relative allo stesso anno in cui la multa è stata fatta, sono state poco più della metà (si sono fermate al 51,9 per cento). Le motivazioni sono tante. Ci sono quelli che fanno ricorso, quelli che non pagano, quelli che si dimenticano, quelli che le accumulano nel fondo di un cassetto con la speranza di farla franca. Magari attraverso la mini-sanatoria varata dal Governo: il condono che permette di pagare l’importo originario della contravvenzione e non quella raddoppiata o triplicata da ulteriori sanzioni e interessi. Ma su decisione dell’amministrazione comunale i fiorentini non si potranno avvalere di questo strumento.
LA NOVITÀ Oltre alle linee 7 e 30 “classiche” ora c’è anche la versione “express” che fa meno fermate
Ataf, prosegue la rivoluzione: via ai bussini e ai percorsi veloci rosegue la rivoluzione Ataf. Questa volta le modifiche riguardano la linea 23 che riduce di 13 minuti il suo percorso. Dallo scorso 23 novembre il bus diretto a Gavinana ha ottimizzato il tragitto “post –pedonalizzazione”, eliminando il ritorno dopo essere uscito da via della Colonna sui viali, per via dell’Agnolo e via del Proconsolo. Adesso continua la sua corsa sui viali fino al lungarno, corso Tintori, via dei Benci, il Ponte alle Grazie e avanti con il vecchio percorso. Sul tratto Agnolo-Oriolo-Proconsolo il 23 è sostituito dalle due linee circolari di bussini elettrici, la C1 e la C2, che passano ogni 4
minuti e mezzo, fino alle ore 23 e girano intorno ai confini di tutta l’area pedonale di piazza Duomo. Altre novità riguardano le linee 7 e 30 che dal 5 dicembre diventano anche “express”: vale a dire che alle due linee già esistenti se ne affiancano due nuove più veloci. Le vecchie linee effettueranno le corse regolarmente facendo tutte le fermate, gli express invece faranno solo le principali e arriveranno più svelte: il 7 da Fiesole a San Marco in 20 minuti e il 30 da Campi alla stazione. Intanto il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi dopo una missione a Bruxelles è tornato a casa con un finanziamento di venti milio-
ni di euro concessi dalla Banca europea. Questi investimenti serviranno a lanciare la campagna di rinnovo della flotta più massiccia che l’azienda fiorentina di trasporto ricordi da decenni. Il finanziamento servirà a coprire circa il 30 per cento del costo totale, il resto lo dovrebbero mettere il ministero dell’ambiente e la Regione Toscana. “In cinque anni sostituiremo l’intero parco mezzi - promette Bonaccorsi - Cambieremo cinquanta mezzi con altrettanti nuovi e i primi bus ad andare in pensione saranno i cosiddetti ‘lombriconi’ da 18 metri, che /G.D. con la fine del 2009 non circoleranno più”.
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E AL ION S S FE TE N RO E P ME N A TA I ZIO ET MA MPL ATU R O O R F G IN C
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QUATTRORUOTE/2. Sono circa una ventina i posteggiatori in azione che chiedono gabelle illegali
Quando il parcheggiatore è abusivo Esigono ticket da un euro in su e colpiscono in molte zone della città: da Careggi a piazza Vittorio Veneto, da viale Petrarca al lungarno Vespucci, da piazza Tasso a piazza Cestello Giuditta Boeti
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ettorine catarifrangenti, biglietti falsi alla mano e accento meridionale. Modi garbati e cortesi se paghi, intimidatori e insolenti se ti rifiuti. Ecco il profilo del parcheggiatore abusivo di casa nostra. Quel falso addetto ai posteggi che con fare fermo e deciso obbliga gli ignari automobilisti al pagamento di una gabella a fronte di nulla, visto che non sono per nessuna ragione autorizzati a custodire il mezzo in sosta. A Firenze – secondo l’ultima stima - i posteggiatori abusivi sarebbero una ventina, localizzati da piazza Vittorio Veneto a Careggi, da viale Petrarca al Lungarno Vespucci, da piazza Tasso a piazza Cestello. Ma non solo. Le zone in cui ‘operano’ variano in base agli appuntamenti presenti in città. Insomma, dove c’è la possibilità di speculare sui parcheggi arrivano loro. Sfacciati e arroganti. La tattica è sempre la stessa. Fingono di essere dei regolari posteggiatori e truffano gli inconsapevoli automobilisti in cerca di un parcheggio per l’auto. Il ticket dovuto varia in base alla zona e all’orario. Si va dall’obolo minimo di uno fino ai 10, 20 o addirittura 30 euro. Così come successe lo scorso anno, al parcheggio di piazzale Montelungo, vicino alla Fortezza da Basso, dove ‘lavoravano’ due campani colti in flagranza di reato dalla squadra mobile: armati
di pettorine fosforescenti e transenne per convogliare il traffico, i falsi posteggiatori chiedevano dai 3 ai 30 euro per la sosta, rilasciando false ricevute. Furono denunciati e arrestati. Altra zona ambita dagli abusivi è quella delle Cascine dove è alta la concentrazione di locali notturni. Anche se i clienti delle discoteche in piazza Vittorio Veneto sanno bene che le aree di sosta sono del tutto gratuite in orario notturno, sono comunque costretti a sottostare al ricatto del ticket (circa 3 euro) per stare tranquilli. In questi casi i parcheggiatori entrano in azione intorno alle 23 e agiscono in squadra. Meglio non essere soli per essere più convincenti. Bloccano l’automobilista in cerca di posteggio e gli chiedono la tassa. Il target preferito sono le ragazze, meglio se sole e senza uomini al seguito. Invece i ragazzi – soprattutto se numerosi - meglio lasciarli perdere. Così facendo, i parcheggiatori in una serata riescono a racimolare anche cento euro. La difficoltà delle forze dell’ordine sta nel non riuscire a contrastare drasticamente il fenomeno perché non c’è detenzione se non arrivano aggressione, molestie o denuncia da parte delle vittime che, il più delle volte scelgono il quieto vivere. Perché si sa, chi protesta rischia di trovarsi la macchina ‘accidentalmente’ graffiata o danneggiata.
L’INTERVISTA Risultano nullatenenti, non pagano se sanzionati e tendono a reiterare il reato
“Un problema estremamente fastidioso e difficile da combattere”
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bbiamo parlato con l’assessore alla mobilità e al decoro, Massimo Mattei, per capire in che modo il Comune di Firenze intende affrontare il problema dei parcheggiatori abusivi. “Stiamo continuando a fare battaglia per contrastare il fenomeno – dice Mattei - ma è un’azione non facile da reprimere perché si tratta di persone insolvibili”. Assessore, perché è così difficile punire i parcheggiatori abusivi? Malgrado le forze dell’ordine si impegnino a
monitorare il territorio e sanzionare i casi di falsi parcheggiatori, alla fine nessuna multa viene pagata. Questi parcheggiatori risultano nullatenenti, quando si presentano gli ufficiali giudiziari non c’è niente da pignorare. Anche se vengono arrestati dopo poco tempo sono di nuovo fuori, pronti a ricommettere lo stesso reato. È un problema estremamente fastidioso, soprattutto per i cittadini più deboli, come le donne, i disabili e gli anziani che si trovano costretti a pagare per evitare pericoli.
Qual è la zona più “gettonata”? Ultimamente sono stati registrati veri e propri casi di minacce nel parcheggio del Meyer. Da quando la sosta nell’orario del passo non è più a pagamento i parcheggiatori hanno preso di mira l’area dell’ospedale pediatrico, approfittando dello stato d’animo degli automobilisti. Per questo abbiamo deciso di intensificare i controlli in tutta l’area ospedaliera di Careggi. Quale soluzione propone per contrastare il pro-
blema? Penso che se le principali aree di sosta – soprattutto in occasioni di grandi concerti e manifestazioni – venissero prese in gestione da cooperative convenzionate con il Comune, la presenza dei parcheggiatori abusivi sarebbe ampiamente contrastata. Comunque, ultimamente il fenomeno sembra più contenuto anche grazie al numero esiguo di posteggiatori che hanno deciso di ‘lavorare’ a Firenze. /G.B.
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curiosità
Dicembre 2009
TABÙ/1. Antiche leggende dipingono alcune zone della città come foriere di sventure
Viaggio nei luoghi della superstizione Il campanile nuoce ai laureandi, il Ponte Vecchio fa bene agli innamorati, mentre è meglio diffidare del lungarno della Zecca e dell’incrocio tra viale Gramsci e piazza Beccaria. Ecco una mappa delle credenze cittadine Francesca Puliti
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ietato salire sul campanile di Giotto se ti stai per laureare. Passare con tutta cautela dalla piazzetta della Croce al Trebbio, un trivio prediletto in passato dal demonio. E se invece vuoi che il tuo amore duri in eterno recati nel luogo più romantico della città, Ponte Vecchio, fissa un lucchetto alla ringhiera e getta in Arno la chiave. Nossignore, non si tratta di una moda lanciata da Moccia, ma di una leggenda testata nei secoli dai fiorentini. Il “brevetto” è proprio nostro, anzi di un fabbro che, prima dell’avvento delle costose vetrine degli orafi, aveva la bottega proprio ai piedi del ponte e pubblicizzava la sua attività narrando questa storia. Credevate forse che la superstizione fosse roba da nonni, rintracciabile solo nelle aspre campagne del Mugello o della Lucchesia? Vi sbagliavate di grosso. Il 30 per cento dei fiorentini non ha problemi nel dichiararsi scaramantico, come emerge da una recente ricerca svolta da una compagnia di assicurazioni. E dal tardo medioevo ad oggi avremmo pure abbandonato il cavallo in favore di agili scooteroni e il piccione viaggiatore per uno o più cellulari, ma le credenze popolari ce le siamo portate dietro e custodite con un certo riguardo. Altro che anziani, sono proprio i giovani a tramandare la leggenda del campanile di Giotto. Credenza, questa, che il nostro campanile condivide con altre celebri distese di scalini, come la Mole Antonelliana di Torino o le due torri di Bologna, quasi che l’ascesa venga interpretata come atto di superbia e punita con il mancato raggiungimento del più alto obiettivo del percorso di studi. Certo anche questa credenza andrebbe aggiornata all’epoca dei master di primo e
secondo livello. Tornando invece ai sentimenti, pare che piazza Santa Trinita sia un luogo propizio all’amore. “E’ qui che si svolgevano i ‘balli tondi’ delle donne in epoca medievale e rinascimentale – racconta Luigi Pruneti, autore di diversi libri in tema di storie e curiosità sotto il Cupolone, come “Firenze dei misteri” – e che gli uomini venivano a spiare, al “Cantar di Maggio”, che poi sarebbe l’antenato delle moderne notti bianche. Alzi poi la mano il fiorentino che non ha mai espresso un desiderio di fronte al Porcellino, il bronzo dell’omonima Loggia. Leggenda vuole che se la monetina, appoggiata
Pare che anche piazza S. Trinita sia un posto propizio all’amore: è qui che si svolgevano i “balli tondi” sulla bocca aperta dell’animale, cade direttamente dentro la grata il desiderio si avveri. Il trucco è noto, la valenza simbolica rimane: solo gli spiccioli più pesanti centrano l’apertura al primo colpo. Insomma realizzare i propri sogni può costare caro. Infine ci sono quei luoghi, forieri di sventura, che sarebbe meglio evitare. Come il Lungarno della Zecca o il punto in cui viale Gramsci si innesta in piazza Beccaria, strade percorse nei secoli addietro dai condannati a morte. Anche se al massimo, oggigiorno, potremmo essere condannati a pagare un salato conto al parcheggio interrato lì sotto.
Piazza Santa Trinita
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curiosità
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TABÙ/2. Un’indagine fotografa paure, scongiuri e gesti propiziatori tipici degli abitanti del capoluogo
I fiorentini? Un popolo di scaramantici Quando si mettono al volante lo fanno riempiendo la macchina di oggetti portafortuna, detestano partire di venerdì 17 e guai se si perdono i consigli quotidiani dell’oroscopo Giulia Righi
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o, Firenze non poteva fare eccezione. Lei, l’algida signora rinascimentale, alle tradizioni di lungo corso è abituata a rimanerci attaccata con i denti, e dunque neppure delle superstizioni si è voluta sbarazzare. All’alba del 2010 certe vecchie abitudini le ha ancora, e lo prova il fatto che il 30.2 per cento dei fiorentini non ha avuto problemi a dichiararsi superstizioso. Poco meno di un fiorentino su tre non ha avuto vergogna (interrogato da Nextplora per conto della compagnia Direct Line) ad ammettere che sì, gesti e oggetti scaramantici fanno parte della propria quotidianità. In particolare quando si tratta di mettersi al volante, il cittadino gigliato medio segue un cerimoniale scaramantico tutto suo. Un compagno di viaggio imprescindibile sembra essere il caro vecchio cornetto rosso, che il 22.3 per cento degli intervistati ha dichiarato di tenere con sé in auto, ben saldato allo specchietto retrovisore. Appena sotto, sul podio dell’oggettistica scaccia guai, si piazzano le
cose personali, quelle che hanno un valore affettivo (come la foto di una persona cara): un fiorentino su dieci ne tiene una in macchina. Al terzo posto ci sono invece le coccinelle, i simpatici animaletti puntinati ai quali i superstiziosi fanno la corte dalla notte dei tempi: i fiorentini non sono da meno, e l’8 per cento degli intervistati dichiara di averne una come portafortuna in auto. Seguono, pari merito, i dadi (8 per cento), il ferro di cavallo (5.2 per cento), l’elefante con la proboscide alzata (1.6 per cento) e il sempreverde quadrifoglio (1.5 per cento). Oltre a questa serie di oggetti mutuati dalla tradizione profana, ci sono poi quelli legati alla fede: il 13 per cento dei fiorentini tiene in macchina un’immagine sacra oppure un oggetto religioso. Ma non finisce qui: una volta attrezzata la macchina con tutto questo corredo apotropaico, c’è da metterla in moto e partire. Ma anche qui, non è tutto così immediato. Le date, ad esempio, per i fiorentini sono molto importanti: il 18.5 per cento ( a fronte di un 10 per cento a livello na-
zionale) storce il naso di fronte a una partenza di venerdì 17 ed evita come la peste viaggi in questo odiato giorno. Ancora: il 21.6 per cento non riesce proprio a mettere in moto senza prima aver preso con sé il proprio portafortuna. Ma nel rituale anti-malasorte dei concittadini c’è pure un altro passaggio importante: l’oro-
scopo. Interrogare le stelle è un’abitudine per il 31 per cento dei fiorentini (che sono tanti) e il 4.5 dichiara di basare le scelte della giornata in base ai consigli astrologici. Un altro 31 per cento infine si dichiara scettico, ma ciò non toglie che le paginette oracol-astrologiche se le spulci lo stesso.
L’INTERVISTA Franco Ciarleglio è autore de “Lo struscio fiorentino”
Quella colonna in piazza Santa Felicita che non riesce a trovare pace
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erto, lo scettro della scaramanzia in Italia va a Napoli. E sicuramente altre città ci superano. Eppure ogni fiorentino che sia a conoscenza della storia della lapide in marmo che si trova in piazza Duomo, lato Sasso di Dante, quando ci passa vicino guarda verso il Cupolone con una certa apprensione. Qui cadde la palla che si trova in cima all’opera del Brunelleschi, colpita da un fulmine durante una tempestosa notte del 1600. Di storie come queste ce ne sono a bizzeffe nella nostra città, come racconta Franco Ciarleglio, autore de “Lo struscio fiorentino”, nonché “guida” d’eccezione 2-3 volte l’anno in un vero e proprio struscio a caccia di curiosità e aneddoti
per le vie del centro. Attualmente le passeggiate sono organizzate dal Dopolavoro Ferroviario e suddivise in quattro o cinque tappe. Ci può indicare qualche luogo che porti fortuna a Firenze? Ci sono alcuni luoghi che potremmo definire propizi, come quello dove Dante incontrò per la prima volta Beatrice, oppure via de’ Bardi, dove si svolse la storia dei Romeo e Giulietta fiorentini. Lei era una Bardi, lui un Buontalenti, apparteneva perciò ad un ceto inferiore. Così i due organizzarono una specie di fuitina alla fiorentina. Nottetempo il giovane si vestì tutto di nero e si diede ad arrampicarsi sulla facciata del palazzo dell’amata. Ma fu intercettato
dalle guardie, che lo scambiarono per un ladro. Per non disonorare la fanciulla Ippolito accettò la condanna alla pena capitale, ma chiese di poter passare un ultima volta sotto la casa di Dianora. E qui la trovò, pronta a discolparlo. E uno che invece “porta male”? E’ curiosa la storia di piazza Santa Felicita, dalle parti del Ponte Vecchio. Qui le monache avevano fatto costruire una piccola piramide, che però crollò e venne rimpiazzata da una colonna romana. Distrutta, trafugata e infine bombardata, la colonna pare non avere un attimo di pace. /F.P.
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tempi moderni
Dicembre 2009
CITTÀ IN FERMENTO. Tre esempi per tre attività diverse, che portano una ventata di freschezza nel capoluogo
Firenze fa rima con intraprendenza Giovani, fiorentini e pieni di idee: queste sono le caratteristiche che accomunano le tre storie di cui parliamo. Ragazzi diversi per età e formazione che un giorno hanno deciso di fare di testa loro, provando con coraggio a realizzare progetti ambiziosi. Perché, anche nella tranquilla culla del Rinascimento, c’è qualcosa che sotto sotto comincia a muoversi...
GLI IMPRENDITORI
L’ASSOCIAZIONE
Il brand made in Italy di due giovani fiorentini
“Baby” architetti promuovono un nuovo modo di fare cultura
LA ONLUS E’ nata un’associazione che porta aiuti in Africa
La t-shirt fai da te adesso è on line L’arte contemporanea sbarca in salotto La solidarietà passa anche da qui
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rendi due giovani cervelli appena rientrati a Firenze dal fermento creativo della Berlino degli ultimi anni, mischiali con un’idea intelligente, condiscili con tanta energia e altrettanti buoni propositi. Il risultato è “Colorised”, neonato brand di t-shirt personalizzate firmato dai fiorentini Silvia Fossati e Simone Mollica. I due giovanissimi imprenditori (27 anni lei, 28 lui), stanchi di non trovare sul mercato fiorentino prodotti in grado di rispecchiare i loro gusti, hanno ben pensato di crearsi un brand su misura e, perché no, di distribuirlo su internet a tutto il popolo di affezionati di abbigliamento casual & company. “Colorised” è una doppia linea di magliette, da uomo e da donna, studiate su misura per non essere la “solita” t-shirt. Il modello è stato pensato e realizzato da Camilla Bresci, neolaureata in design della moda presso ISIA – Polimoda di Firenze, reduce da un stage formativo presso la maison londinese di Vivienne Westwood, madrina della moda d’oltremanica. Mesi di studi hanno portato a realizzare un prodotto fedele alla classica maglietta a forma di T, ma allo stesso tempo innovativo. Nuova è la foggia, originali gli abbinamenti di colore e spasmodica la cura dei dettagli. Dalla banda di colore a contrasto, al posizionamento del logo e dell’etichetta, fino alla scelta del cotone, rigorosamente made in Italy. Sul sito (www.colorised-shirt. com) a disposizione dei potenziali acquirenti l’intera gamma di colori selezionata per questa stagione, oltre a una serie di disegni pronti ad essere stampati. Se poi si hanno le idee già chiare, si può scegliere di personalizzare la propria maglietta inviando elettronicamente delle grafiche, che poi verranno stampate sul cotone e inviate direttamente a casa. Il risultato è garantito.
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hi l’ha detto che a Firenze non si fa mai niente di nuovo? Private flat è la dimostrazione del contrario. Uno studio di design, un ex- laboratorio fotografico, la casa di un gruppo di studenti, la sede di un’università per stranieri, sono solo quattro dei quattordici spazi privati che quest’anno sono stati “invasi” dall’arte contemporanea. Come? Semplicissimo. I proprietari (o gli occupanti) di questi spazi sono andati sul sito www.privateflat.it (sono già aperte le iscrizioni per le’dizione 2010) hanno messo a disposizione la loro casa, il loro giardino, la vasca da bagno e il comodino e sono stati contattati da un curatore che, dopo aver visionato lo spazio in questione si è messo a sua volta in contatto con un gruppo di artisti che ha contribuito a creare quella che è né più e né meno, una galleria d’arte temporanea e (è il caso di dirlo) fatta in casa. “E’ un modo per scavalcare le problematiche burocratiche legate alla programmazione di una mostra – ha spiegato Giovanni Bartolozzi, uno dei promotori dell’evento – ma non solo, è molto di più, vuol dire fare arte e coinvolgere le persone. Utilizziamo tante piccole energie private, senza ricorrere a nessun tipo di aiuto pubblico, vuole essere all’origine di una riflessione critica”. Una volta entrati, ad aprire ci pensa il padrone di casa (non il legittimo proprietario ma il curatore), che accompagna i visitatori nei vari ambienti dando spiegazioni su opere e installazioni. Visitando il sito, nella sezione “stiamo cercando nuovi spazi” ci si può già mettere il lista e proporre il proprio sofà come luogo di sperimentazione artistica. E’ il caso di affrettarsi, sembrerà prematuro, ma le richieste per l’edizione del prossimo anno sono già molte.
La MUSICA è niente se nessuno la può SENTIRE.
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entiquattro anni e un progetto ambizioso da portare avanti: riuscire a garantire un futuro migliore ai bambini di un villaggio dimenticato dell’Africa centrale. Sono giovani e forti i tre soci fondatori di Elpis – che in greco vuol dire “speranza” - Onlus attiva dal 2007, che ad oggi è riuscita a coinvolgere più di 350 persone. “Tre anni fa siamo stati in un orfanotrofio vicino al Lago Vittoria, in Kenya - spiega Ilaria Lo Presti, una dei fondatori di Elpis – dove i bambini dormono e studiano in capanne di fango e lamiera e non hanno elettricità né acqua e dove la maggior parte delle persone si ammala e muore proprio perché beve acqua contaminata senza saperlo”. E’ molto determinata Ilaria, parla del suo progetto con grande enfasi, racconta che sono partiti in tre ma oggi sono in dieci ad impegnarsi attivamente per fare andare avanti la onlus. “Adesso il nostro obiettivo è costruire un dormitorio in muratura per l’orfanotrofio munito di luce e acqua. Siamo già stati a fare un sopralluogo, ci segue uno studio di ingegneria del posto e siamo in contatto con due architetti per capire chi dei due può fare al caso nostro. se tutto va bene si dovrebbe partire a gennaio 2010”. Per portare avanti il progetto e recuperare fondi, lo staff di Elpis organizza eventi sul territorio, come quello del 12 dicembre al Kantiere, associazione culturale con sede all’Isolotto (via del Cavallaccio, 1/Q), dove sarà possibile partecipare ad attività dedicate ai bambini e si potrà visitare una mostra fotografica allestita per l’occasione con le foto scattate in Kenya. “Nel frattempo – continua Ilaria - abbiamo attivato un’iniziativa di supporto scolastico a distanza. Con 240 euro all’anno si permette ai piccoli kenioti di andare a scuola”. Per info sull’associazione e sulle donazioni: www.elpisafrica.org
Hear the World è un’iniziativa internazionale ideata da Phonak per aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’udito, un problema che colpisce più del 16% della popolazione mondiale. Plácido Domingo, Annie Lennox, Dionne Warwick, Harry Belafonte, Laura Pausini e altri artisti di fama internazionale hanno unito le loro forze a favore di Hear the World. Nel contesto di questa iniziativa, Phonak ha istituito la Hear the World Foundation, un’entità non-profit per supportare progetti dedicati all’aiuto di chi è affetto da deficit uditivo. www.hear-the-world.com
Campagna di prevenzione HEAR the WORLD. CI CONTATTI PER CONTROLLARE GRATUITAMENTE IL SUO UDITO.
Centro Acustico Ricasoli supporta l‘iniziativa Hear the World.
Plácido Domingo, tenore e direttore d‘orchestra
Via Ricasoli, 24-26 Rosso - Firenze - Tel. 055 212447 - 055 215259 centroacusticofirenze@audioprotesisti.it
ServizioVolontarioEuropeo Il 29 Maggio 2008 il Comune di Firenze ha ricevuto l’accreditamento (EI n. 2008-IT-85) da parte dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, istituita dal Parlamento Italiano in attuazione della Decisione CE sul Programma Gioventù in Azione, come organizzazione di invio, accoglienza e coordinamento per il Servizio Volontario Europeo. Il Servizio Volontario Europeo è un progetto della Commissione Europea, Direzione Generale Educazione e Cultura, denominato Programma Gioventù in Azione. Esso è rivolto ai giovani dai 18 ai 30 anni, legalmente residenti in uno dei paesi dell'Unione Europea ed offre loro la possibilità di svolgere un'attività di volontariato a tempo pieno per un periodo compreso tra 2 mesi e 12 mesi, in uno dei 27 paesi membri dell'UE, nei 4 paesi aderenti al Programma (Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Turchia) o nei paesi partner. Il Servizio Volontario Europeo (SVE) aspira a sviluppare la solidarietà e a promuovere la tolleranza fra i giovani, in primo luogo per rafforzare la coesione sociale nell’Unione Europea. Promuove la cittadinanza attiva e migliora la comprensione reciproca fra i giovani. Viaggio, vitto, alloggio e formazione, l'assicurazione ed un "pocket money" mensile sono finanziati dalla Commissione Europea e dalle organizzazioni partner. Per i volontari non sono previsti costi. Le attività di Servizio Volontario Europeo possono svolgersi in vari settori: ambiente, arte, cultura, servizi sociali, politiche giovanili, protezione civile, cooperazione allo sviluppo; interessare il patrimonio culturale, lo sport ecc. Ogni progetto prevede una partnership tra: volontario, Organizzazione d'Invio e Organizzazione d'Accoglienza (l’attività di coordinamento può essere svolta eventualmente da una terza organizzazione). Le Organizzazioni di Invio e quella d’Accoglienza sono organizzazioni non governative, associazioni, enti o iniziative locali senza fine di lucro. Tali organizzazioni di in-
vio e accoglienza permettono e garantiscono: • viaggio di andata e ritorno; • preparazione linguistica; • Formazione finalizzata all'attività da svolgere • vitto e alloggio; • Un mentor che affiancherà il volontario per tutta la durata del Servizio Volontario Europeo; • Un pocket money mensile stabilito dalla Commissione Europea; • Valorizzazione delle competenze acquisite durante il servizio. Tali obiettivi vengono raggiunti attraverso l’inserimento dei volontari all’interno di servizi pubblici destinati a bambini, giovani, adulti ed anziani, con i quali hanno modo di relazionarsi ed interagire. Grazie al supporto formativo da parte del mentor, e professionale da parte di un operatore di ogni servizio, contribuiscono alle attività in modo autonomo e creativo, mettendo a disposizione le proprie risorse e qualità, partecipando in modo attivo alla loro ideazione e realizzazione. Inoltre viene favorito il contatto e la collaborazione con i volontari italiani del servizio civile nazionale, coinvolgendoli nell’ideazione e realizzazione di specifiche iniziative da svolgersi presso i servizi dove svolgono la loro attività, con una dimensione europea (ad. esempio un ciclo di film, letture interculturali, feste a tema, o altro) che costituiscono un’ulteriore preziosa opportunità di interazione e scambio tra pari al fine di favorire la loro formazione interculturale, la loro capacità progettuale, la consapevolezza del loro ruolo nella costruzione dell’Unione Europea. Dal punto di vista dei volontari essi hanno modo di sviluppare conoscenze e competenze necessarie allo svolgimento di un consapevole percorso di servizio volontario, e operare efficacemente all’interno dell’attività assegnata. Sviluppano le loro motivazioni e il loro coinvolgimento
Biblioteche
Centri di Aggregazione Giovanile
I volontari sono coinvolti attivamente nell’attività di alcune biblioteche comunali, sia nei servizi di front office con rapporti diretti con l’utenza, sia nei servizi di back office a supporto del lavoro quotidiano del personale. Pertanto il volontario, interagendo con la comunità degli utenti della biblioteca e con il gruppo di lavoro esistente, trasmette tutto il suo bagaglio culturale e di esperienza, e allo stesso tempo acquisisce conoscenze nuove relative alla vita sociale, culturale e lavorativa della città. La biblioteca valorizza la presenza dei volontari stranieri con iniziative specifiche per la promozione delle collezioni librarie e della lettura, volte a far conoscere meglio agli utenti il paese di provenienza dei volontari (es: scaffali tematici sulla letteratura, sulla musica, il teatro, il cinema o le arti, sui viaggi, o realizzazione di iniziative per bambini e ragazzi con letture di storie e fiabe dei paesi stranieri di provenienza). Al termine del periodo di servizio il volontario acquisisce una serie di competenze tecnico-professionali e relazionali spendibili nella sua vita lavorativa futura.
I centri giovani sono gestiti da diverse figure professionali che operano nell’ambito degli interventi educativi del Comune di Firenze rivolti ai minori, agli adolescenti e ai giovani. La presenza dei volontari è finalizzata a sviluppare l’approccio informale con i minori e adolescenti, sia dentro le strutture che nelle strade o nei giardini pubblici, allo scopo di favorire i processi di socializzazione e di diffondere la conoscenza e la frequentazione dei centri di aggregazione giovanile, luoghi nei quali è possibile incontrarsi, scambiare esperienze, ascoltare musica, navigare in internet, partecipare ad attività culturali, educative, ricreative inerenti agli interessi manifestati dagli stessi utenti.
Palestra Informatica Servizio istituito dalla Promozione Sociale della Direzione Sicurezza Sociale del Comune di Firenze, con i suoi corsi di alfabetizzazione informatica cerca di avvicinare la popolazione over 55 e adulta in generale
attivo quali veri protagonisti del proprio percorso, con una maggiore capacità critica riguardo alle grandi tematiche della società affrontate e conosciute attraverso il lavoro quotidiano e l’acquisizione graduale dei mezzi per decifrare il complesso mondo sociale inerente soprattutto le tematiche giovanili. Sviluppano inoltre le loro capacità relazionali nei confronti dell’Istituzione e dei suoi rappresentanti, sia politici che amministrativi, grazie alla partecipazione alla vita pubblica nei suoi vari aspetti in linea con la formazione di una cittadinanza attiva ed etica. Il Comune di Firenze svolge il ruolo di coordinatore del progetto e si assume i seguenti compiti: • responsabilità finanziaria e amministrativa di tutto il progetto; • coordinamento del progetto in collaborazione con tutte le Organizzazioni di Invio; • comunicazione sulle attività del progetto e i risultati con tutte le Organizzazioni di Invio; • ripartizione stanziamento SVE tra tutte le Organizzazioni di Invio; • ripartizione stanziamento SVE tra tutte le Organizzazioni di Invio; • accertamento che i volontari frequentino l’intero Ciclo di Formazione e valutazione SVE; • raccolta della documentazione delle Organizzazioni di Invio necessaria per la richiesta del finanziamento; • redazione e sigla di un accordo tra tutti i soggetti coinvolti nel progetto, nel quale si dettaglieranno condizioni, diritti, doveri e attività del volontario e ruoli ed i compiti delle Organizzazioni di Invio; • accertamento, insieme alle Organizzazioni di Invio che ogni volontario sia coperto dal piano obbligatorio di assicurazione collettiva SVE, previsto dal programma Gioventù in Azione; • ottenimento, in collaborazione con le Organizzazioni di Invio, del visto per i volontari che ne hanno bisogno.
del territorio fiorentino all’utilizzo del PC e di internet e far conoscere tutti i servizi telematici che il web può offrire. I corsi di informatica sono suddivisi per livello di difficoltà in: Base, Intermedio e Avanzato. Le lezioni sono tenute in un’aula dotata di 12 PC con connessione a internet a banda larga alla rete PAAS del Comune di Firenze. In aula sono sempre presenti due docenti. Le attività vengono svolte all’interno del Centro Sociale “Grillo Parlante” e oltre ai corsi di informatica gli allievi avranno la possibilità di partecipare a tutte le attività del Centro avendo così opportunità di socializzare e conoscere altri cittadini. Il volontario ha un ruolo di supporto agli insegnanti in aula durante le lezioni, coinvolgimento nell’organizzazione della didattica delle attività e delle iniziative di contorno. Il volontario contribuisce a migliorare con le sue conoscenze il programma delle lezioni e insegnare lui stesso in aula, inoltre ha la possibilità di affinare la comunicazione in lingua italiana sia con gli allievi che con gli insegnanti della Palestra Informatica, incrementando le proprie conoscenze informatiche e imparando a insegnare l’informatica di base.
IL COMPLESSO. All’interno dell’ex carcere nuovi spazi dedicati ad arte, cultura e all’accoglienza
La libertà contemporanea delle Murate Nuova vita per la vecchia prigione del centro. Oltre all’edilizia popolare destinata
LA RECENSIONE
alle giovani coppie, nei prossimi mesi prenderanno vita un caffè letterario,
L’ultimo della Bosco Tra risate e psicanalisi
spazi destinati all’arte contemporanea e un rifugio per gli attivisti politici e i bloggers che utilizzano la rete per denunciare gli orrori dei loro Paesi Barbara Biondi
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ddio dolore, sofferenza. Addio alle mura che impediscono di vedere oltre, che permettono solo di immaginare la libertà. L’ex carcere delle Murate, che già da tempo è il fulcro di un progetto di riqualificazione, diventerà anche punto di riferimento per l’arte contemporanea in città. Già in parte recuperato come edilizia residenziale pubblica, il restyling del complesso verrà completato nei prossimi mesi includendo non solo alloggi per giovani coppie ma anche un caffè letterario, nuovi spazi per la contemporaneità e soprattutto un rifugio ai cosiddetti “Smart dissidents”, attivisti politici e bloggers della generazione 2.0 che utilizzano Internet per far sentire la loro voce e che a Firenze, sulle orme della “Maison” parigina per giornalisti perseguitati, troveranno accoglienza sia virtuale che reale. I progetti sono stati presentati dal sindaco Matteo Renzi, dall’assessore alla cultura e contemporaneità Giuliano da Empoli e dall’assessore alla casa Claudio Fantoni. «Le parole d’ordine che ispirano il progetto delle Murate sono libertà, vivibilità, futuro, bellezza e qualità - ha detto il sindaco Renzi -. Nel complesso dell’ex carcere, che è una delle realtà più belle che l’amministrazione precedente ci ha consegnato e che noi abbiamo la responsabilità di lanciare nel futuro». Il progetto prevede anche l’apertura di un collegamento tra il complesso delle Murate e piazza Annigoni. «La città va ricucita - ha continuato il sindaco -. Bisogna far diventare questi due luoghi, luoghi di vita nel rispetto dei residenti e nella convinzione che una città è bella se apre degli spazi di libertà, non se li chiude». «Il progetto “Smart dissidents” - ha spiegato Da Empoli - nasce per accogliere tutti quei dissidenti e attivisti politici, dalla Cina alla Russia, dall’Afghanistan all’Iran, che utilizzano la rete e le nuove tecnologie per far conoscere al mondo gli orrori dei loro regimi e per questo sono sottoposti a cen-
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi e l’assessore alla cultura Giuliano Da Empoli alle Murate
sure e violenze. Da qui l’idea di farli venire a Firenze, per un periodo di tempo limitato, dove possano vivere al sicuro, lontano dalle minacce dei loro paesi di origine». Alle Murate, i lavori termineranno alla fine del 2010 e i fondi stanziati sono 1,9 milioni di euro. Qui nasceranno anche 24 stanze uso foresteria, supporto tecnico per poter creare siti Internet a prova di censura, formazione informatica. Il 16 gennaio è previsto un grande evento, che sarà una sorta di anteprima per quel che diventeranno le Murate nei prossimi mesi. Ma il complesso delle Murate diventerà anche uno dei nuovi poli dell’arte contemporanea e verranno aperti
un caffè letterario e una galleria di botteghe creative da via dell’Agnolo a via Ghibellina. Il museo della Resistenza, invece, che originariamente era previsto anch’esso alle Murate, sarà collocato altrove, probabilmente in Oltrarno. Intanto, come spiegato dall’assessore Fantoni, vanno avanti le consegne degli alloggi Erp recuperati dal vecchio carcere. «Sessantasette alloggi – ha detto Fantoni – sono già stati assegnati, mentre 6 restano da ultimare. Nel complesso, però, ci sarà ancora posto per ulteriori 18 appartamenti che, nelle nostre intenzioni, saranno assegnati a giovani coppie o artisti, con canoni calmierati».
L’EVENTO. Quattro piazze e musica per tutti i gusti. Per festeggiare in città l’ultimo dell’anno
2010, il Capodanno ritorna ai fiorentini I
rene Grandi, Lucio Dalla e molto altro ancora. Ecco cosa bolle in pentola per il Capodanno fiorentino che sta per arrivare. E questo significa basta con le feste di piazza che non riescono a diventare mai veri e propri eventi, che i cittadini scansano per andare a divertirsi in montagna o in qualche capitale europea per poi tornare alla base qualche giorno dopo San Silvestro. “Finalmente i fiorentini potranno tornare a festeggiare in piazza”, questo lo spirito con cui il sindaco Matteo Renzi, ha voluto organizzare il Capodanno 2010, il primo del suo mandato. Tanti gli ospiti che parteciperanno alla festa. Ad oggi i due vip che hanno confermato la loro presenza sono Lucio Dalla e la “cantantessa” toscana Irene Grandi, ma secondo indiscrezioni sembrerebbe in arrivo altri grossi nomi della musica. I festeggiamenti si svolgeranno in quattro diverse piazze fiorentine, in ognuna delle quali la festa avrà un sapore diverso, per soddisfare i gusti musicali di tutti. Nel piazzale davanti alla stazione, un grande palco darà il benvenuto alla musica rock. Tra piazza Duomo e piazza della Repubblica, si dovrebbe spostare una band itinerante ad animare le strade con sonorità jazz, dedicate ai timpani più raffinati. Per chi non rinuncia alla tradizione, in piazza della Signoria come di consueto il maestro Giuseppe Lanzetta dirigerà la sua Orchestra da camera fiorentina in un greatest hits di musiche scelte tra le più belle del repertorio classico internazionale. Per gli amanti degli stornelli d’autore invece, tornerà a farsi ascoltare - in un luogo ancora da decidere che potrebbe essere piazza Annigoni o piazza Santissima Annunziata - Riccardo Marasco, il “menestrello” che intona tutte le canzoni popolari di una Firenze un po’ sbiadita, ma che ancora fa parlare di sé. /L.V.Z.
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ccola la campionessa italiana del bestseller, l’ex rivelazione ormai certezza della Chick lit (genere letterario nato in Gran Bretagna e dedicato prevalentemente alle giovani donne, ndr) versione spaghetti (ma non tanto), l’eroina delle trentenni-inguaribili- romantiche alla ricerca dell’amore eterno (e mai rassegnate). Torna in libreria Federica Bosco, partita da Firenze con “Mi piaci da morire” e, in pochi anni, divenuta regina delle classifiche, con traduzioni in diversi paesi e tanto tanto successo, al punto che oramai quella di scrittrice è diventata la sua professione. L’ultima divertentissima fatica di Federica si chiama “S.O.S. Amore” (Newton Compton, pagine 384, Euro 14,90) ed è un libro già destinato, come i precedenti, a molteplici ristampe. Abbandonata (per il momento?) la saga di Monica (tre romanzi), la Bosco tiene a battesimo un nuovo prototipo di donna in crisi con i sentimenti. Chiara ha 35 anni e vive a Milano con sua sorella Sara, costantemente in lotta con il mondo, ha una madre sempre in preda ad attacchi di panico e un improbabile padre che vive a Cuba e che le ha mollate da piccole, ma non prima di averle sfrattate per dare la loro casa alla nuova moglie nonché madre della terza sorella. Il risultato è che l’autostima di Chiara è a pezzi, così come il sogno di un amore vero. Ulteriore aggravante: accetta di avere una relazione clandestina col suo capo, sposato e bugiardo. A Chiara, quindi, non resta che il lettino dello psicoanalista: destinatario dei suoi sfoghi è il Dottor Folli, al quale ogni settimana racconta un capitolo della sua disastrata vita amorosa e che l’aiuterà con ogni mezzo e con molta ironia a recuperare fiducia e stima in sé stessa. Sullo sfondo – ma non tanto – la solita esilarante galleria di personaggi: da Barbara, l’amica egocentrica e megalomane, a Fabio, che si rifiuta di dichiararsi gay; da Lorenzo, il fidanzato bastonato di Sara, a Gaia Luna, la terza sorella detta “la iena”, ad Andrea, l’amante-capo con la fissa per le sveltine. Insomma, anche stavolta Federica Bosco ha fatto centro e il suo “Grido d’allarme” per il diritto all’amore delle 35enni che non si rassegnano sarà raccolto, complice il bisogno natalizio imminente di regalarsi cose dolci e piacevoli, da tante, tantissime lettrici (e lettori). Unica avvertenza: se lo leggete sul bus o in treno non abbiate paura di ridere da soli…in pubblico. /Ciro Becchimanzi
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LA STRUTTURA. Eventi, cultura e formazione. Questo e altro negli ambienti a due passi dal Duomo
I mille volti della Creatività Luovica V. Zarrilli
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nche questo mese Il Reporter parla di creatività, o meglio, di Casa della creatività. Sul numero di Novembre avevamo commesso un errore, parlando di una fantomatica “nuova gestione” della struttura. In realtà si è trattato di un misunderstanding, la gestione della casa è la stessa di sempre e le persone di cui si è parlato su Il Reporter di Novembre, non sono i responsabili della Casa ma bensì della caffetteria, che occupa il piano terra e si appoggia al cortile dell’ex convento di vicolo di santa Maria Maggiore. La Casa della creatività, inaugurata l’8 ottobre dello scorso anno, è una società consortile composta da Aida srl, dalla Fondazione Sistema Toscana e dallo Ied – Istituto europeo di design. Uno spazio interattivo rivolto alla città, all’interno del quale prendono vita eventi, concerti, piccole mostre, presentazioni di libri, oltre alle lezioni dello Ied che a Firenze tiene i corsi in grafica per l’editoria, web communication e progettazione di eventi culturali. E’ una vita frenetica quella che tutti i giorni anima la Casa, dove i tanti “inquilini” convivono facendo del proprio meglio per inventarsi un nuovo modo di fare cultura in città. Ognuno ha il
suo spazio a disposizione. Al piano terra c’è anche l’Informagiovani del Comune, dove i ragazzi - fiorentini e non – possono trovare contatti, informazioni e indicazioni su quello che si muove quotidianamente nella città del giglio. In poco più di un anno di gli abitanti della casa hanno dato vita ad eventi ed hanno collaborato ad altrettante iniziative, facendo passare dalla viuzza seminascosta a poche decine di metri da piazza Duomo, molti degli appuntamenti clou degli scorsi 365 giorni. Come ad esempio il Festival della creatività, che qui ha la sua sede organizzativa permanente e che parte da qui per sviluppare tutti i contenuti che una volta l’anno prendono vita alla Fortezza e nel resto della città. Dopo il successo di iniziative come “Metamorfosi Urbane” piuttosto che la mostra fotografica dedicata alla street art “Uac in da casa”, le idee in cantiere che verranno sviluppate da qui all’anno che sta arrivando sono già molte. A partire dalla mostra “Tuscany landscapes”, che andrà avanti fino al 13 gennaio raccontando attraverso le immagini le contaminazioni tra uomo e paesaggio, e poi un corso di street photography organizzato dell’associazione Deaphoto in collaborazione con
Il logo della Casa della Creatività
Informagiovani e l’anteprima dello spettacolo Marzia su Roma, oltre ai concerti jazz, all’evento “New Wave” dell’11 dicembre, (al quale parteciperanno Andrea Panconesi della boutique Luisa via Roma, il direttore
della rivista “Ottagono” Aldo Colonetti e il direttore di Ied Moda Lab Andrea Batilla) e allo Ied Christmas party in programma il 16 dicembre. Info www.casadellacreatività.it
LA MANIA. C’è chi compra la versione sexy, chi lo sceglie ad hoc e chi opta per il fai da te. 365 giorni di idee
Arriva il nuovo anno: il calendario si sceglie su misura I
l passare del tempo ognuno lo misura a modo suo. E se a pochi fa piacere constatare lo scorrere di giorni, mesi ed anni, l’idea di potersi scegliere un calendario che rispetti i propri gusti, serve quasi a consolarsi dall’idea che il tempo fugga inesorabilmente. Per gli amanti di Firenze, oltre ai calendari con le immagini artistiche della città, c’è il compromesso fra pubblico e privato: al prezzo di 6,50 euro si può ordinare sul web (http://www.12print.it) il Calendario Firenze “pensato per rendere omaggio alla città, con al centro la cornice a forma di francobollo, sul lato sinistro uno dei monumenti che caratterizzano la città e a destra i mesi dell’anno”. Immagini artistiche delle più belle chiese di Firenze, oltre a quelle di altre città italiane, si trovano anche sul calendario 2010 del Fondo Edifici di Culto, che finanzia
la ricostruzione in Abruzzo. Per gli appassionati di calcio ci sono due alternative: il calendario benefico 2010-2011 dell’Associazione Tumorosi Toscana, con foto, fra le altre, di Cesare Prandelli e Sebastien Frey, e il Calendario Viola 2010 di Fiorentina.it. E poi ci sono i classici: la Pirelli ha scelto come fotografo Terry Richardson, come location Bahia e come “volti” undici modelle da tutto il mondo. La rivista Max ha optato per le sorelle Belen e Cecilia Rodriguez, ma c’è chi si accontenta di molto meno per inaugurare al meglio l’anno che verrà. Entrano a buon titolo nella classifica dei calendari più ricercati quelli fatti su misura. Gli ingredienti sono: una buona dose di disinvoltura, la mano esperta di un fotografo professionista con studio ed attrezzatura a disposizione, una decisa fotogenia e qualcuno di im-
portante a cui regalare il prodotto finito. La spesa si aggira sui 200/250 euro, ma sul web si trovano anche offerte a 180 euro (info su http://www.digimodels.it). C’è poi chi opta per il fai da te, è il caso di gruppi di appassionati di varie discipline e hobby che uniscono le forze - e riuniscono le foto – per farne un loro calendario tematico. Alcuni esempi, come si evince dai blog che coinvolgono anche diversi fiorentini e toscani, sono il “calendario Spinone”, che invita gli spinonisti (proprietari di cani di razza Spinone presumibilmente amanti della caccia) di tutto il web a darsi da fare “con cane e macchina fotografica” – info su www.ilbraccoitaliano.net - e quello di Agraria 2010, cui si partecipa inviando foto che “devono avere come tema il mondo dell’agricoltura a 360 /S.W. gradi” (http://www.forumdiagraria.org).
L’INIZIATIVA Hanno posato per fotografi professionisti per realizzare due calendari speciali
I disabili dell’Oda modelli d’eccezione D
odici mesi di sorrisi, spontanei e divertiti. Sono quelli del calendario che ha per protagonisti i ragazzi disabili assistiti da Villa San Luigi, centro riabilitativo dell’Opera Diocesana di Assistenza. Tutti modelli d’eccezione che hanno posato per il fotografo Silvano Silvia, sponsorizzati dall’associazione Cinquino.it che ha prestato le sue 500 d’epoca al set. E saranno proprio i ragazzi disabili ad occuparsi della vendita del calendario: saranno presenti con uno stand in piazza Santa Croce (il 7 dicembre) e con un altro il 22 dicembre in piazza della Repubblica, dalle 9 alle 18. Il calendario verrà inoltre distribuito nei negozi del centro commerciale naturale del Sodo. Sfogliando quelle dodici pagine di belle foto s’incontrano i ragazzi alle prese con diverse situazioni: al lavoro in un autolavaggio di Castello, impegnati in un concerto, a pesca sulle rive del Bilancino, meccanici improvvisati nel piazzale della Scuola Aeronautica alle Cascine oppure
intenti a socializzare con i cani del nucleo cinofilo della Guardia di Finanza. Basta del resto ascoltarli commentare quella giornata, per farsi un’idea di cosa abbia rappresentato per loro. Elena, una delle protagoniste ha raccontato che: “Mi piaceva la macchina da guidare, la macchina da corsa per la libertà”. Gaetano, altro grande interprete delle direttive del fotografo, ha affidato a un sorriso i suoi commenti spiegando che “Non so altre parole per dire”, mentre Giampiero, finite le sessioni fotografiche, si è spinto oltre: “E’ possibile prendere la patente? Perché io adesso la Cinquecento Rossa la vorrei proprio guidare”. Anche a Diacceto (Pelago), dove l’Oda è presente con un centro riabilitativo, i disabili hanno fatto da modelli per la realizzazione di un calendario che in questo caso ha come location le realtà del paese (la posta, la farmacia, il supermercato) segno di una riuscita integrazione degli ospiti del centro /B.S. con il territorio.
I ragazzi di Villa San Luigi durante uno dei set
MONDO VIOLA. Il portierone francese non viene convocato dal ct Domenech. Ma lui si consola...
Frey, la Fiorentina per Nazionale “Anche se la mia carta d’identità indica altro, io mi sento italiano”, spiega. E così, snobbato (chissà perché) dal commissario tecnico dei transalpini, il numero uno viola ha trovato il suo habitat naturale a Firenze, città che lo ama e lo considera il più forte tra i pali in circolazione. Per lui il migliore resta Buffon, ma dello juventino invidia solo il palmares: “Lo ammiro per i suoi successi, ha praticamente vinto tutto. Ma invidio molto di più Giuliano Sarti, che con la maglia della Fiorentina ha centrato lo scudetto”
Cristina Guerri
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a Fiorentina è la sua Nazionale. E non potrebbe essere altrimenti per Sebastien Frey. Snobbato dal commissario tecnico francese Domenech, che a lui preferisce le parate dei vari Lloris, Mandanda, Carrasso e Douchez, il numero uno viola ha trovato il suo habitat naturale a Firenze. Città che lo ama e lo considera il portiere più forte che esista. Non volendo passare per un ragazzo altezzoso, lo stesso Frey, non tanto tempo fa, si è auto-inserito tra gli estremi difensori più forti del mondo. “Non voglio passare per presuntuoso aveva ammesso Seba - ma in questo momento mi sento tra i migliori cinque portieri del mondo. Nei primi posti metto certamente Buffon, poi Julio Cesar, Cech e Casillas. Nonostante le mie prestazioni, sono limitato dal fatto di non essere convocato in Nazionale. Con il commissa-
rio tecnico della Francia Domenech non ho mai litigato o avuto problemi, ma lui non mi vede nel suo gruppo e non ha mai voluto spiegarmi il perché di questa decisione di escludermi. Avessi avuto un parente italiano – provoca sarebbe stato tutto più semplice”. Dunque è il campione del mondo Gigi Buffon il primo tra i numeri uno, a detta di Frey. Che dello juventino, però, invidia solo il palmares: “Lo ammiro per i suoi successi, ha praticamente vinto tutto. Ma tecnicamente non gli invidio niente, io ho un mio stile. Invidio, comunque, molto di più Giuliano Sarti, che con la maglia della Fiorentina ha vinto lo scudetto”. La Fiorentina non sarà la Juventus, ma il francese è convinto che, prima o poi, i successi passeranno anche dalla riva dell’Arno. “La Fiorentina ha un progetto serio. L’anno scorso siamo arrivati quarti ed è stato un grande risultato. Sono fiero di vestire la maglia viola, vincere qualcosa a Firenze sarebbe speciale, per me significherebbe davvero tanto”. Qualcosa di importante (anzi, di storico), Frey e
i suoi compagni lo hanno già ottenuto: il passaggio agli ottavi di finale di Champions League. La vittoria con il Lione del 24 novembre scorso ha, infatti, permesso alla Fiorentina di continuare a sognare anche nella più prestigiosa competizione europea per club. “Anche se la mia carta d’identità indica che sono francese – ha commentato Frey - mi sento italiano. Siamo molto maturati rispetto allo scorso anno, ci sentiamo forti e in casa riusciamo sempre a imporre il nostro gioco: questo è molto importante. Sono felice di essere entrato nella storia della Fiorentina. Volevamo lasciare un segno e ci siamo riusciti”. Il merito di questo importantissimo traguardo va, sicuramente, anche a mister Prandelli, con il quale il portiere ha un rapporto davvero particolare: “E’ un tecnico che stimo tantissimo, ma che con me non è eccessivo nei complimenti. Questo fa parte del suo carattere – conclude il numero uno viola - sa che ci sono giocatori che hanno più bisogno di affetto di me e si comporta di conseguenza”.
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Sebastien Frey
sport
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IL VOLO. La squadra di Prandelli è nella storia per la qualificazione agli ottavi di Champions
Quando la Florentia Viola lottava in C È il massimo risultato ottenuto nell’era Della Valle. Ma sembra ieri quando Riganò & C. combattevano sui campi di Gubbio, Gualdo, Castelnuovo e Forlì
IL LIBRO
“Viola & Co.” di Sergio Salvi e Alessandro Savorelli
La storia del calcio toscano
Cristina Guerri
S
e il 29 settembre (la notte del 2 a 0 con il Liverpool) resterà per sempre nella memoria di tutti i tifosi viola, quello 24 novembre (1-0 al Lione e qualificazione matematica agli ottavi di finale della Champions League) rappresenta il massimo risultato raggiunto (finora) nell’era Della Valle. Sembra ieri quando la Fiorentina, anzi la Florentia Viola, combatteva sui campi della serie C con Gubbio, Castelnuovo, Gualdo, Forlì e via dicendo. Quando Riganò, a suon di gol, faceva rinascere la nuova società società messa in piedi dai fratelli Della Valle. Dalla C2 direttamente alla serie cadetta per meriti sportivi. Era la stagione 2003/2004. Un campionato vissuto sottotono e il raggiungimento del sesto posto in classifica che permise alla Fiorentina di giocarsi lo spareggio promozione con il Perugia. La vittoria all’andata (rete di Fantini) e il pareggio al ritorno restituirono la serie A a Firenze e alla Fiorentina. Di nuovo in A, quindi. Stagione sofferente per i viola, che raggiungono la salvezza soltanto all’ultima giornata, vincendo contro il Brescia. Era il momento, per i Della Valle, di rivoluzionare la squadra. Via Zoff e dentro Cesare Prandelli. Ma anche Pantaleo Corvino. Pronti via e la squadra vola, tanto da arrivare quarta a fine campionato. Quarto posto che
però non vale la Champions League, visto che la società viene punita con l’accusa di illecito sportivo per i suoi vertici societari. Niente Coppa e partenza, in campionato, da -19 punti (diventati poi -15). Poco importa al tecnico di Orzinuovi, che in quella stagione (2006-2007) ottiene, con il sesto posto, la qualificazione in coppa Uefa. Per i Della Valle è la prima esperienza europea. Esperienza importante per i viola, che terminano l’avventura in semi-finale con il Glasgow Rangers. I viola, comunque, vanno forte anche in campionato, e riescono ad assicurarsi l’accesso a preliminari di Champions. Battuti i ciechi dello Slavia Praga, comincia, a distanza di otto anni, l’avventura nella massima competizione europea. Lione, Bayern Monaco e Steaua si dimostrano, però, avversari troppo ostici per la Fiorentina, che esce così al primo turno (in seguito i viola vengono eliminati ai sedicesimi di finale di coppa Uefa dall’Ajax). Il quarto posto ottenuto in campionato regala nuovamente i preliminari, superati poi con lo Sporting Lisbona. Nel girone “E” la Fiorentina ritrova il Lione, insieme a Liverpool e Debreceni. Questa volta, però, l’andazzo è diverso. Il resto è storia recente. Per la Fiorentina dei Della Valle, tra le 16 grandi d’Europa, è il massimo traguardo raggiunto.
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on solo Firenze e la Fiorentina sono raccontate in “Viola & Co.”, il nuovo libro di Sergio Salvi e Alessandro Savorelli. Dopo il fortunato “Tutti i colori del calcio”, i due “opinionisti di cultura” - e non “opinionisti di calcio” - raccontano, dentro una storia del Novecento italiano, la vicenda del calcio toscano. Non solo Fiorentina, dunque, ma anche Livorno, dove nacque il primo football club della regione, Lucca, Pisa e molte altre città. Dal periodo pionieristico (1898-1928), all’assorbimento nel calcio nazionale, il libro segue l’ascesa della Fiorentina, la maggiore “potenza” calcistica regionale fino all’approdo sul palcoscenico “europeo” e ne individua il ruolo storico nel football italiano ed europeo. “Il campionato italiano - spiega Alessandro Savorelli - somiglia a quei campionati dei vari paesi monopolistici dove troviamo due-tre squadre che vincono tutto. Questo fenomeno, in Italia, non è dovuto solo al fatto che ci sono club più ricchi, ma anche tecnicamente più forti: il problema – continua - si è riprodotto soprattutto sulla base del monopolio della stampa, che ha finito per proclamare queste squadre di interesse nazionale. Spingendo l’acceleratore su di esse a svantaggio di altre, si sono create diverse fasce di tifo. Questo a
noi non piace e abbiamo deciso di scrivere una storia che rende vivo, ricco ed emotivamente più interessante il calcio. La regione Toscana, ma soprattutto la Fiorentina – conclude Savorelli - hanno fatto tanto /C.G. sotto questo punto di vista”.
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sport nel quartiere
Dicembre 2009
L’INTERVISTA. A tu per tu con Matteo Marini, presidente della Compagnia del Lupo Rosso
Quelli che ridanno vita al Medioevo Lorenzo Mossani
Due volte a settimana, in una palestra a due passi dallo stadio, c’è un gruppo di amici che prepara armi, armature e combattimenti che diventano la vera
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atteo Marini è il presidente della Compagnia del Lupo Rosso, un’associazione fiorentina di rievocazioni storiche che ogni anno partecipa a più di trenta manifestazioni in Toscana, in Italia e nel mondo. Lontani da ideologie politiche, religiose e senza alcun fine di lucro, i membri di questa compagnia di ventura sono uniti da una passione per la storia e per il Medioevo. Marini, in arte “Santiago”, racconta con passione il loro impegno e svela quanto lavoro e quanta fatica si celano dietro a un combattimento di scherma storica. Com’è nata questa passione? È nata un po’ per scherzo e un po’ per caso: abbiamo unito la voglia di fare qualcosa di diverso alla nostra passione per le rievocazioni storiche, così abbiamo fondato la Compagnia. Il vostro approccio e le vostre attività sono cambiati nel tempo? Sì, mano a mano che abbiamo iniziato a partecipare alle manifestazioni, abbiamo iniziato a prendere la cosa più sul serio. Nel tempo siamo cresciuti come numero e come organizzazione, grazie anche all’incontro con la Compagnia del Lupo Passante. Qual è la vostra peculiarità? L’attenzione per i particolari: prepariamo da soli le nostre armature, usiamo spade vere (anche se senza punta e filo), studiamo le mosse rigorosamente su libri antichi, abbiamo tende ed attrezzature che riproducono l’accampamento medievale, e ognuno di noi incarna un personaggio. Qual è il suo personaggio e come lo ha scelto? Qualche anno fa ho fatto il Cammino di Santiago e proprio in onore di quell’esperienza ho de-
attrazione di molte rievocazioni storiche in Toscana, in Italia e nel mondo ciso di rappresentare quel pellegrino: Santiago. Cos’è per lei una rievocazione storica? È un grande spettacolo medievale che ti permette di diventare un personaggio storico per tutta la durata della rievocazione. Per 3 o 4 giorni puoi essere quello che vuoi! Ce n’è una che ricorda in maniera particolare? Quella che tre anni fa abbiamo realizzato a Strasburgo, al Parlamento Europeo. Rispetto ai combattimenti, cosa può dire? È un onore poter rievocare e praticare la vera arte marziale italiana: la scherma storica. Molti non sanno che il nostro Paese ha una lunga tradizione di combattimenti. Nel Medioevo eravamo temutissimi, al punto che Napoleone emise il divieto di intraprendere duelli e combattimenti con gli italiani. Come li preparate? C’è una parte teorica che si basa sullo studio di testi antichi come il ‘Floss duellatorum’. Dopodiché, in palestra (in via Manara, ndr) affiniamo la duellistica, perché usando armature ed armi vere (una spada pesa qualcosa come 3-4 kg) ci vuole una buona preparazione atletica. Perché consiglierebbe di partecipare? Per conoscere la vera arte marziale italiana, la scherma storica, ma soprattutto per entrare a far parte di un gruppo affiatato come il nostro, una Compagnia che comprende persone di ogni età e ceto sociale unite da un’unica passione: le rievocazioni storiche.
Matteo Marini
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PROVINCIA DI FIRENZE
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IL PERSONAGGIO. A tu per tu con il rugbista del Giunti Marcelo Segundo
Una stella “made in Argentina” Carlo Marrone
IL PUNTO. Il volley gigliato alla riscossa
La pallavolo fiorentina prova a tornare grande
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arcelo Segundo è un campione a 360°, basta vederlo giocare o lavorare. Trovare il momento giusto per intervistarlo non è facile. Deve allenarsi con la prima squadra, istruire gli Under 17, preparare gli Under 20 e poi, per non farsi mancare niente, gestire il Rugby Pub, dove è sempre sorridente nonostante qualche volta affiori la stanchezza. Marcelo, il campionato è cominciato alla grande: quali sono le prospettive del Giunti? E’ un campionato strano. Siamo una formazione giovane e nelle prime giornate abbiamo collezionato tanti punti, che ci serviranno nel proseguo della stagione. La società ha deciso di puntare sulle ‘mele green’ mescolandole alla vecchia guardia. Infatti, nell’ultima partita a Milano, abbiamo fatto esordire due under 20. Parliamo della sua carriera: dove si vede in futuro? A Firenze, senza dubbio. Dopo aver vinto il mondiale U21 con l’Argentina, sono venuto qua ed ho imparato l’italiano (l’accento fiorentino è notevolmente marcato, ndr). Mi sono sentito come adottato. Negli ultimi anni il movimento del rugby si sta evolvendo molto velocemente, quindi vedo buone prospettive. Anche a Firenze sta accadendo questo? La nostra città in primis. Prima eravamo una società satellite, adesso siamo
sport
Dicembre 2009
i primi in Toscana in molte categorie e la scuola-rugby cresce a vista d’occhio. Le poche vittorie della Nazionale hanno fatto conoscere al grande pubblico la nostra disciplina, ma alla fine di quest’ondata di notorietà dovremo essere bravi a non dissipare quello che è successo. Il Giunti, oltre a dimostrare di saper giocare bene a rugby, ha mostrato un grande cuore. Ci può raccontare del gemellaggio con l’Aquila? Lo scorso aprile, dopo il devastante terremoto in cui ha perso la vita un giovane che poteva essere uno di noi, ci siamo chiesti come potevamo aiutare quella popolazione. Alla fine abbiamo inviato 13 camion pieni di materiale e organizzato partite tra le due società. A novembre erano qui 35 abruzzesi ve-
nuti a ringraziarci, è stato molto emozionante. Lei è tifoso della Fiorentina e amico di molti calciatori: cosa ne pensa della stagione? Soprattutto con i sudamericani, Vargas e Castillo, ho un bel rapporto. Il gruppo è cresciuto molto, quest’anno ci toglieremo delle soddisfazioni. Sogni per il futuro? Creare una bella famiglia felice con la mia fidanzata. Questa dichiarazione farà strappare i capelli a molte sue fan. Vanno di moda i calendari dei rugbisti: a quando quello di Segundo? La storia del sex-symbol è stata inventata dagli amici, sono una persona molto fedele. Per il calendario… mai dire mai!
ome una fenice, la pallavolo fiorentina sta spiccando nuovamente il volo. Dopo sei anni di “anonimato”, il made in Florence vuol tornare grande. Con due strade completamente diverse: lo spirito di gruppo che sta facendo grande la Cpf da una parte, e il talento cristallino delle singole che sta facendo volare Il Bisonte dall’altra. Il vertice della classifica era impensabile soprattutto per il Rifredi 2000 all’inizio della stagione: poche stelle, Ilaria Ranieri a parte, e tante buone giocatrici che col sudore e il lavoro in palestra sono riuscite ad iniziare il campionato con ben quattro vittorie consecutive. La formichina di Firenze, comunque vada il 2010, ha già messo molti punti in cassaforte e per una neopromossa questo vale quasi quanto una promozione. Tanto del merito va attribuito alla giovane allenatrice Barbara Biagi, sempre molto scrupolosa a preparare le partite, anche quelle sulla carta considerate “facili”. Ma per lei le partite facili non esistono, solo così si riesce a volare alti con un budget limitato. Voltiamo pagina e troviamo l’Azzurra, rosa composta da stelle che ha solo un obiettivo: salire in A. Francesca Vannini, Simona Di Tomaso, Annalisa Guerrini, Silvia De Fonzo sono solo alcuni nomi, ma tutta la squadra allestita da Elio Sità e da Gino Mazzi è da brividi. E’ la stessa Annalisa Guerrini, nata nella provincia fiorentina, a descrivere questo momento: “Per noi ora è importante pensare ad impostare un buon lavoro in palestra, visto che abbiamo potenziale e, soprattutto, trovare sicurezza. Credo che ci sia del buon margine – analizza la centrale - però porre obiettivi molto alti può risultare deleterio, quindi lavoro, testa bassa e pedalare!”. Le fa eco Silvia De Fonzo: “Dobbiamo dimostrare tutto, sulla carta non si vincono i campionati”. Parole che stemperano l’entusiasmo intorno alla squadra di coach Pietro Giacomo Buoncristiani. Dulcis in fundo il Firenze Volley, nel campionato maschile di B2, /C.M. che sta cercando di far tornare Firenze in una categoria importante.
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IL LIBRO. L’affascinante e difficile storia del pugile della Sierra Leone cresciuto a Firenze
Leonard Bundu, una vita “in tensione” Lorenzo Mossani
tà, Firenze, oltre ad approfondite interviste alla sua compagna che ne descrive l’uomo e il padre, al suo maestro Boncinelli, che non si limita a raccontare i pregi del suo allievo, ma che mette in evidenza, quasi come un padre, anche i suoi difetti, al cognato Piero Pelù che racconta un Leonard “Cobra”, a due campioni del calcio come Mutu e Toni, che non hanno perso l’occasione di assistere ad un incontro del pugile dal doppio passaporto. Un libro, “In tensione”, in cui non manca niente, neanche un dizionario per spiegare la nobile arte: un capitolo dal titolo “Il dizionario della boxe” in cui viene raccontata al lettore la terminologia della nobile arte. Un modo come un altro tramite il quale l’autrice ha cercato di rendere la giusta visibilità ad uno sport antico ed affascinante come il pugilato. Infine, la ciliegina sulla torta: una bellissima galleria fotografica che ritrae il campione fiorentino dall’infanzia al ring, grazie a preziose foto concesse dall’album di famiglia del pugile, ma grazie anche alla professionalità della fotografa Michela Comisso, che ha messo la sua arte a disposizione della storia di Leonard Bundu, un campione del quale Firenze può andare solo fiera.
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na vita in tensione quella di Leonard Bundu, il pugile campione dell’U.E. dei pesi Welter, nato in Sierra Leone, ma che si è affermato tramite la nobile arte a Firenze, città natia della madre. La sua affascinante e difficile storia di uomo e di campione è stata raccontata in un libro dal titolo “In tensione, la storia di Leonard Bundu”, dalla giornalista sportiva Michela Lanza (Romano Editore, 17,50). Ed è stata raccontata con semplicità, con una spontanea e scorrevole scrittura. Una storia romanzata per narrare l’infanzia di Bundu in Sierra Leone, quando, bambino, viveva la vita “povera ma bella” della sua terra e respirava la natura che era presente intorno a sé come fosse la cornice di un quadro, insieme alla sua immancabile banda di amici. Una storia per raccontare le difficoltà di una guerra civile toccata con mano da un ancora giovanissimo Bundu, “rifugiatosi” definitivamente con la sua famiglia nel capoluogo toscano da dove, poi, è iniziata la sua meravigliosa scalata ai palcoscenici della boxe. L’autrice racconta dettagliatamente le più belle emozioni del pugile fiorentino, dal dilettantismo alla Nazionale con il c.t. Patrizio Oliva (che ha curato anche la prefazione, ndr), fino ad arrivare alle grandi vittorie da professionista. Una vera e propria scalata ricca di aneddoti divertenti e simpatici che rispecchiano il carattere genuino di Leonard Bundu. Il libro offre, inoltre, un interessante spaccato in cui si racconta il legame tra il pugile e la sua cit-
PREMI. Il “Provincia per lo Sport” alla marciatrice fiorentina d’adozione
Il successo di Elisabetta Perrone I
l Premio 2009 “La Provincia per lo Sport” è stato assegnato ad Elisabetta Perrone, marciatrice di Camburzano, fiorentina d’adozione, essendo residente da oltre vent’anni nel capoluogo toscano. Atleta azzurra di grande temperamento, ha vinto i Giochi del Mediterraneo nel 1997 e ha conquistato la medaglia d’argento ai Campionati del mondo di atletica leggera nel 1995 sulla distanza dei 10 km marcia, oltre a quella di bronzo ad Edmonton 2001. Sei partecipazioni ai campionati del mondo di atletica leggera, dal 1993 al 2003. Oltre alla Perrone, alla quale è stata data la Medaglia
NUOTO E PALLANUOTO. Un consorzio per Firenze
È nata la Florentia Waterpolo
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l nuoto e la pallanuoto a Firenze voltano pagina. E’ nato, infatti, il consorzio Florentia Waterpolo, formato da Rari Nantes Florentia, Fiorentina Nuoto e Fiorentina Waterpolo, per creare sinergie fra i tre sodalizi per quanto riguarda la gestione di impianti, gli aspetti organizzativi, i rapporti con le istituzioni, la promozione e l’immagine e il reperimento di risorse. Con l’assegnazione a ciascuna delle società della gestione di una delle piscine comunali, Bellariva, San Marcellino, Stadio Artemio Franchi, è venuto meno il principale ostacolo all’accordo: la disponibilità di spazi acqua per l’attività agonistica. Verrà, di fatto, ristabilito l’equilibrio nel nuoto e nella pallanuoto fiorentina con l’impegno di ciascuna società in specifici settori, evitando sovrapposizioni tecniche che in passato hanno portato a diluire il potenziale di risorse della nostra città. Alla Rari Nantes Florentia il compito di riportare ai massimi livelli nuoto e pallanuoto maschile, la Fiorentina Nuoto curerà il settore nuoto e una seconda squadra di pallanuoto maschile. La Fiorentina Waterpolo sarà ovviamente confermata leader nella pallanuo-
to femminile di massimo livello. Obiettivo dichiarato dei presidenti delle tre società, Andrea Pieri per la Rari Nantes Florentia, Alessandro Benvenuti, Ad della Fiorentina Waterpolo, e Fabio Frandi, presidente della Fiorentina Nuoto, quello di riportare Firenze ai vertici internazionali sia nel nuoto che nella pallanuoto, visto che in passato, grazie a queste società, sono arrivati titoli italiani, mondiali e olimpici, oltre ai più recenti scudetti: della Fiorentina Nuoto nel 1994 e della Fiorentina Waterpolo nel 2007, quando la squadra vinse anche la Coppa Campioni /Simone Spadaro europea.
d’Oro della Provincia di Firenze, sono stati premiati Fabio Caldarelli, atleta della lotta greco–romana, e due giovani che si sono particolarmente distinti nel corso dell’anno: Ann Caroline Danielsen, studentessa e atleta particolarmente meritevole e Paolo Mercatelli, studente e atleta di grande valore, il nuotatore Luca Germano, un’altra marciatrice, Milena Megli, Giovanni Notarnicola, educatore sportivo e fondatore di A.N.I.M.A. Come ogni anno, la Provincia ha premiato anche le società centenarie del territorio. Quest’anno la Asd Fortis Juventus /S.S. 1909 e la Ssd Reggello 1909.
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“GIOVANI ED ESERCITO, IL MIO PENSIERO” Egregio Direttore, leggendo l’articolo “Tra i giovani parte la corsa all’Esercito” a firma del giornalista Matteo Francini mi sento in dovere, in qualità di Volontario in Ferma Prefissata Quadriennale, di esprimerLe a riguardo il mio rammarico. Nell’articolo si evince il concetto di “bisogno di lavoro” e non la vera motivazione legata alla quantità di arruolamenti sempre più crescenti: il valore verso la Patria. Proprio quel valore essenziale che spinge i giovani a presentare domanda presso i centri di arruolamento ed a mettere in discussione il proprio futuro. Una vera e propria “vocazione” che induce i giovani ad abbracciare il valor di Patria per la salvaguardia delle libere Istituzioni, a rinfrancare quei valori che ormai si ascoltano solo dalla voce dei nostri nonni che hanno vissuto la realtà propria di quel Valor di Patria. E’ vero, può sembrare strano, ma sentire parlare i giovani d’oggi di valor di patria accappona la pelle, in questo mondo dove si vive di futilità e di genitori sempre più accondiscendenti, forse per dare ai propri figli quello che in gioventù non hanno avuto o che hanno ottenuto lottando, è difficile pensare, alla luce di questo, che esistono giovani che giurano fedeltà fino all’estremo sacrificio, è difficile vedere i propri colleghi rientrare in Patria con il tricolore sulle loro bare e ascoltare i genitori definirli Eroi. Non voglio, Direttore, strumentalizzare le disgrazie succedute in questi ultimi tempi che hanno colpito la nostra Italia, ma non condivido l’equiparazione tra il sacrificio della vita e la crisi che avvolge l’Italia. Non penso che la vita di una persona valga un posto di lavoro e tantomeno è difficile accettare la necessità di mettere in conto la morte per 800 euro al mese con vitto e alloggio pagato. Non penso che l’aumento degli arruolamenti vada cercato nella crisi, proviamo a cercalo nei sani valori che fortunatamente ancora oggi esistono e spingono molti giovani d’Italia a lasciare i propri affetti sia umani che materiali e
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Dicembre 2009
partire verso mete lontane, consapevoli che nella maggior parte dei casi sarà difficile ritornarvi definitivamente. Mi creda, Direttore, io sono un militare del Sud e ormai sono sette anni che rinuncio ad una stabilità ma periodicamente il mio domicilio si sposta per tutta l’Italia, il tutto per poter assolvere ai compiti che lo Stato mi prefigge di realizzare, non è facile ritornare a casa dopo quattro mesi e ascoltare solo la voce dei familiari per telefono. Tutto questo l’ho fatto e continuerò a farlo perché sono fiero della divisa che i nostri nonni indossavano con sacrificio e che mi onoro di indossare. Auspico che questo mio pensiero possa essere pubblicato in risposta alle considerazioni pubblicate dalla Sua spettabile testata giornalistica. Cordialità, Francesco Gentile Caporal Maggiore VFP4 Delegato Nazionale del Co.Ce.R. Esercito Spettabile Caporal Maggiore, la ringrazio per la sua lettera, che ho molto apprezzato. Tra l’altro, in questo caso, direttore della testata e autore dell’articolo coincidono nella mia persona. Apprezzo molto, e sinceramente, la passione che emerge dalle sue parole per la strada che ha scelto di intraprendere, e come cittadino non posso che essere grato a lei e alle migliaia di altri uomini e donne per la scelta di vita e di lavoro che avete compiuto, di cui certo non ignoro i sacrifici, i rischi e le difficoltà. E sono anche sicuro (e rinfrancato) di quello che lei sostiene, e cioè del fatto che sia principalmente la “vocazione” ad indurre i giovani ad arruolarsi. Ma, tutto questo, non voleva assolutamente essere messo in discussione dal nostro articolo, quantomeno nelle sue intenzioni. Quello che volevamo semplicemente mettere in luce era il fatto che in Toscana si sia assistito, nell’ultimo periodo, a un sensibile aumento delle richieste di arruolamento da parte dei giovani, fenomeno che - come è emerso da un nostro colloquio con alcuni rappresentanti dell’Esercito - può essere in parte ricondotto anche alla crisi e alla difficoltà dei giovani di trovare lavoro (e nell’articolo infatti si specifica “almeno in parte”). Ma questo non significa assolutamente che, alla base di tutto questo, non ci sia quella che lei chiama “vocazione”, senza la quale - aggiungo - ritengo sia difficile, se non impossibile, per un giovane fare questa scelta. Nell’articolo, peraltro, si sottolinea come la difesa della Patria e la salvaguardia delle Istituzioni - e quindi il valore che viene loro riconosciuto - siano i capisaldi della missione di ogni militare. Per concludere, quello che voleva essere messo in luce dall’articolo era il “notevolissimo incremento delle domande”, per usare le parole del Colonnello da noi intervistato, registrato in Toscana (terra storicamente meno “generosa”, rispetto al Sud Italia, per numero di arruolamenti), a cui - proprio perché avvenuto molto rapidamente e in un particolare periodo storico come quello che stiamo vivendo - abbiamo cercato di dare una spiegazione. Senza - le assicuro aver mai pensato di mettere in discussione il valor di Patria che certo non può mancare a chi sceglie di arruolarsi . M.F.
PISTE CICLABILI, DIRITTI E INSULTI Buongiorno! Vorrei ringraziarvi per l’articolo sulle piste ciclabili apparso sull’ultimo numero della rivista. Purtroppo, però, sull’argomento resto molto, molto pessimista. Come ex diplomatico, negli ultimi dieci anni ho girato un po’ tutto il mondo e vissuto in moltissime città dove i pedoni che attraversano sulle strisce sono rispettati e hanno la precedenza. A Firenze, dove vivo da più di un anno, mi trovo benissimo. Purtroppo, però, ogni volta che devo attraversare la strada sento di rischiare la vita, perché quasi nessuno è disposto a fermarsi. Per non parlare di quando pedalo sulle piste ciclabili! Automobili (e purtroppo anche i pedoni) le invadono di continuo e buona parte delle persone a cui faccio notare che la pista è riservata ai ciclisti mi rispondono in molto inutilmente maleducato, anche (e soprattutto) quando hanno torto marcio, mandandomi senza troppi complimenti a quel paese. Non ho richieste o proposte particolari, perché ormai mi sono rassegnato alla mia dose quasi quotidiana di prevaricazioni e di insulti. Però è un vero peccato che, su questo punto, questa splendida città non sembri in grado di allinearsi alle sue sorelle nobili del resto d’Europa. Almeno questo lasciatemelo dire! Cordiali saluti, Valerio Parmigiani LUNGARNO COLOMBO, “PERICOLO PER I CICLISTI” Spett. Redazione, poiché la percorro tutti i giorni per andare a lavoro, segnalo che la pista ciclabile situata a Firenze nel lungarno Colombo proveniente dal Teatro Tenda Saschall in direzione del centro cittadino laddove si immette nella via che percorre il Ponte da Verrazzano, lo fa senza alcuna segnalazione preventiva mediante un improvviso e normale scalino del marciapiede, senza alcuna discesa o altro di inclinato, con grave pericolo di caduta per chi arrivi in velocità e non sia a conoscenza della situazione. Sarebbe invece importanteindispensabile realizzare in quel punto una discesa o deviare la pista a lato verso la discesa già esistente ma utilizzata e segnalata solo per i pedoni. Altrimenti quantomeno sarebbe necessario avvertire dell’improvviso pericolo i ciclisti, con cartelli o segnalazioni dipinte a terra. Faccio presente quanto sopra per segnalare a chi ne è competente la carenza descritta per provvedervi conseguentemente. Lettera firmata “PEDONALIZZAZIONE DEL DUOMO, LA MIA PROPOSTA PER IL BUS 23” Invio alcune considerazioni riguardo la pedonalizzazione di Piazza Duomo e le conseguenti ripercussioni sul trasporto pubblico. Abito nel Quartiere 3 di Gavinana: premetto che sono favorevole alla pedonalizzazione di Piazza Duomo, sia come scelta urbanistica, sia come scelta ecologica e che utilizzo da tempo il trasporto pubblico urbano, ritenendolo uno dei migliori mezzi collettivi ed ecologici, insieme a tutta la mia famiglia che utiliz-
za l’autobus o la bicicletta per recarsi al lavoro od a scuola. In particolare segnalo che, per quanto riguarda la linea Ataf n° 23, le ripercussioni sono particolarmente pesanti. Il percorso d’andata dalla zona di Piazza Gavinana alla Stazione SMN non presenta grosse criticità, anche se sono aumentati i tempi di percorrenza, ma in limiti ragionevoli. La criticità si presenta invece nel percorso dalla Stazione SMN verso la zona di Piazza Gavinana; in questo caso il percorso si è notevolmente allungato, sono previste ben 10 fermate in più rispetto al precedente percorso e quindi i vecchi tempi di percorrenza (circa 20 minuti) sono aumentati raddoppiando, quando va bene, se non addirittura triplicando (ho impiegato anche un’ora per percorrere i circa 5 chilometri da SMN a Gavinana). Nel tratto in oggetto, questa linea è stata completamente stravolta, poiché l’autobus percorre Via dell’Agnolo e Via dell’Oriuolo (strade peraltro molto strette e con auto in sosta che rallentano il percorso), per poi passare comunque da Piazza Duomo e riprendere il vecchio tragitto in Via del Proconsolo. Peraltro si tratta di una linea urbana importante, che percorre un tragitto molto lungo. Se, per il giusto completamento della pedonalizzazione di Piazza Duomo, si penalizza chi ha scelto il trasporto pubblico come mezzo di spostamento, dilatando tempi d’attesa e percorrenza, si rischia di disincentivare l’utilizzo dell’autobus ed il passaggio a mezzi privati. Mi auguro che si tratti di un periodo di rodaggio e che comunque siano considerate e valutate le segnalazioni degli utenti. A tale proposito, nello spirito di una critica costruttiva, mi permetto di avanzare la seguente proposta: far percorrere all’autobus n° 23 alcune strade alternative, già utilizzate in passato in occasione di transiti provvisori, ad esempio da Piazza Beccaria, anziché percorrere Via dell’Agnolo, seguire la direttrice Lungarno della Zecca Vecchia - Biblioteca Nazionale – Corso Tintori – Ponte alla Grazie, che consente comunque di avvicinare molto l’utenza al centro storico, ma contenendo i tempi di percorrenza. D’altronde credo che vi sia l’intenzione di collegare la parte del centro storico con bussini elettrici. Questo è solo un esempio, ma potrebbero essere individuate altre soluzioni. S.B. VIA DEL PODESTA’, IL DIBATTITO PROSEGUE Spett.le Reporter, ho letto il vostro articolo di ottobre e le lettere di reclami del numero di novembre. Capisco benissimo che con il senso unico in via del Podestà, istituito in via “provvisoria” lo scorso anno a febbraio, gli abitanti ci abbiano guadagnato in silenzio e tranquillità. E’ diventata infatti quasi una strada privata! Mi riferisco in merito soprattutto alla parte centrale della via, cioè quella dal cimitero verso le Due Strade transitata ora solo dai suoi abitanti. Tale provvedimento era dovuto, pare, all’istituzione di un’incongrua sistemazione della Zcs (come faceva rilevare un vostro lettore) che prevedeva solo posti per i residenti e non quelli a rotazione veloce
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it ISOLOTTO, QUANDO IL PROBLEMA E’ L’ECCESSIVA VELOCITÀ Gentile Redazione, vorrei segnalare un disagio che dura da anni, anche a nome di tanti altri cittadini abitanti all’Isolotto. La via Libero Andreotti, dirizzone di strada che porta dalla piazza dell’Isolotto e dalla passerella sull’Arno fino alla rotonda del viale Talenti e al viale Nenni (strade di vastissimo traffico), è percorsa giorno e notte da una moltitudine di veicoli che la percorrono anche a 80 km/h, creando apprensione e disagio soprattutto per coloro che si immettono in via Andreotti da via Boccioni. Chiederemmo in particolare (e non credo sia una richiesta esosa...) due cose: a) che vengano tolti almeno due posti macchina nella via Andreotti all’incrocio con via Boccioni, che obbligano chi si immette nella strada a occupare metà della carreggiata per vedere bene chi sopraggiunge da sinistra, con evidente pericolo per tutti; b) che vengano messe le strisce pedonali del tipo “rialzato”, come ormai è quasi dappertutto, al fine di contenere le velleità agonistiche delle auto, ma soprattutto di molti motorini e motociclette. Spero che questo appello possa essere raccolto da qualcuno che “può” fare qualcosa... Renzo Lulla
Gentile signor Renzo, raccogliamo con piacere il suo appello e pubblichiamo la sua lettera, invitando chi – come dice lei - “può fare qualcosa”, ovvero coloro che sono addetti a questo compito, a venire quantomeno a controllare la situazione nella strada di cui lei parla. Quello dell’eccessiva velocità è un problema che riguarda purtroppo molte strade cittadine, soprattutto quelle che, essendo lunghe e dritte, “incoraggiano” (ovviamente a torto) auto e motociclisti a spingere maggiormente sull’acceleratore, dimenticando i limiti di velocità e il fatto che vi sia un motivo preciso se sono stati istituiti anche in quelle vie. Le strisce pedonali rialzate rappresentano certo un incentivo a decelerare per auto e moto, e possono quindi senz’altro rappresentare una buona soluzione per aumentare la sicurezza di pedoni e non solo – così come lo sono tutti i mezzi ed i dispositivi finalizzati a ridurre la velocità sulle strade cittadine – ma ciò che ritengo più importante, l’obiettivo che le istituzioni – e non solo a Firenze – devono in ogni modo raggiungere, è un cambiamento dei comportamenti di chi è al volante, un cambiamento nella mentalità dei conducenti. Correre e superare i limiti di velocità è pericoloso, in ogni strada, per quanto priva di ostacoli e rischi possa sembrare: è questo il messaggio che deve essere fatto passare. Con ogni mezzo. Sennò finiremo – come spesso accade – per parlare di ogni singola strada e della sua pericolosità soltanto dopo l’incidente di turno. Per questo, sempre nel nome della sicurezza stradale, penso che le istituzioni debbano continuare a far di tutto per affrontare e risolvere il problema della viabilità, che da anni colpisce numerose zone di Firenze, con la tanto attesa entrata in funzione del tram e con l’incentivo dell’utilizzo dei mezzi pubblici. Un automobilista estenuato da traffico e code è infatti – e sempre – un automobilista più stanco e pericoloso, anche per la (sbagliata) idea di poter recuperare il tempo perso negli ingorghi schiacciando il piede sull’acceleratore nella prima strada trovata libera dal traffico. È un obiettivo difficile da raggiungere, certo, come lo è sempre quando si tratta di dover cambiare mentalità e comportamenti ormai acquisiti. Ma è un obiettivo da raggiungere ad ogni costo. E, questo sì, di corsa. Matteo Francini
(solo alle Due Strade) e ad un riferimento all’attuazione del codice della strada. Il provvedimento di senso unico verso il Galluzzo ha creato per molti abitanti della strada e della zona grandi disagi nella mobilità, drammatica nelle ore di punta, con lunghe code ai tre semafori che bisogna superare per raggiungere la città. Code, intasamento, tempi enormemente allungati e inquinamento. Obbiettivamente la via del Podestà è troppo lunga per ridurla ad un senso unico tanto più che ci sono aree commerciali, il Galluzzo e le Due Strade di cui con questo provvedimento, una è satura e l’altra perde un notevole numero di clienti. Inoltre ci sono una casa di riposo con andirivieni di ambulanze, due scuole, Bed&Breakfast e quanto altro e tutti allungano di qualche kilometro i loro spostamenti in un’area in cui gli sbocchi sono fortemente intasati
dal traffico Ad ottobre l’assessore Mattei ha fatto un’ispezione della situazione e così ha fatto più volte in questi due anni il Presidente del Quartiere 3 Ceccarelli da me sollecitato. Altri consiglieri comunali di vari schieramenti politici sono venuti a visionare il problema . Tutti dicono che il problema sarà risolto ma ancora non si capisce come. Attualmente noi abitanti della parte finale di via del Podestà verso le Due Strade che sopportiamo il maggior disagio (nel mio immobile c’è un b&b che ha un notevole danno per l’arrivo e la partenza dei turisti, taxi che non vogliono fare la corsa , aumenti enormi della tariffa) avremmo raccolto molte firme, circa 400, che chiedono il ripristino del doppio senso regolamentato da semafori per l’alternanza del traffico o quanto meno un senso unico alternato. La lettera del Sig. Zei, cioè doppio senso
anche nella parte verso le Due Strade a partire dall’angolo di via Martellini può essere una alternativa purché si tenga conto che il primo tratto di via Martellini (300 metri) necessita di un transito alternato poiché è presumibile che gli automobilisti provenienti da Via Silvani, Impruneta la usino per raggiungere la via Senese evitando la piazza Acciaiuoli. Faccio altresì notare che ogni giorno capita di incontrare auto e motorini che transitano irregolarmente in doppio senso a scapito della loro e nostra incolumità Cordiali saluti, Donatella Mei Gentilucci “PULLMAN IN SOSTA, PROBLEMA ANCHE IN VIA BARACCA” Buongiorno, volevo rispondere e dire la mia alla signora “fiorentina indignata” che ha scritto sul Vs numero di Novembre 2009 del problema “Bus turistici in sosta con il motore acceso”; ebbene cara signora non è la sola che denuncia questa situazione nella nostra città, ci ho provato anch’io con il Quartiere (io sono del Q5), con i vigili, ho scritto ai giornali e poi con la venuta del nuovo sindaco dato che il precedente faceva “orecchie da mercante” ho esposto il problema; purtroppo la mia voce tramite mail o telefonate o incontri personali (con il solo Q5) non ha avuto seguito e questo penso sia dovuto ad una sola ragione e sempre la solita, il “dio quattrino”, perché questi autobus portano i turisti ed allora dobbiamo tutti stare zitti perché portano soldi alla città, ma dico e lo ribadisco, li portano solo a determinate categorie danneggiando, come giustamente lei espone, il nostro ambiente cittadino; questo sistema di fare io lo vedo nella mia zona e precisamente in via Baracca dove ci sono diversi Hotel che sistematicamente quando ricevono i loro “clienti” e gli autobus, questi ultimi sia perché estate sia perché inverno lasciano i loro motori accesi anche per 50 (cinquanta) minuti!!!!!, infischiandosene dell’ambiente; quando ci sono queste situazioni vedi passare i vigili in pattuglia che tirano dritto come se avessero il “paraocchi” per non vedere perché oltre a questa situazione questi automezzi si fermano in zone non consentite per la “FERMATA” e per la “SOSTA” alla faccia dei pedoni che non riescono nemmeno a camminare sui marciapiedi; inoltre restringono la carreggiata facendo fare code nella suddetta strada; le ho scritto ed invito il Reporter a fare qualche cosa di concreto perché non so se lei ne è a conoscenza che sul nostro territorio comunale c’è una ordinanza del sindaco che vieta tale comportamento; l’ordinanza in questione è la nr 4636 del lontano 20 Giugno 1996 quindi come vede già allora avevano pensato di limitare tale inquinamento; l’ordinanza recita testualmente: DIVIETO DI SOSTA E FERMATA CON MOTORE ACCESO. Ha mai sentito di multe fatte a tal proposito? Io no; avevo suggerito anche questa ipotesi per rimpinguare le casse del comune e allo stesso tempo sanare questa anomalia per cercare di arginare questo fenomeno per arrivare a fare qualche blocco del traffico
in meno e non penalizzare sempre i cittadini. La saluto “fiorentina indignata” e mi auguro che si risolva qualche cosa per questo problema, ma se siamo solo noi dure a dire e denunciare questa situazione la vedo dura... Costantino Giaquinto “NON SOLO BUS TURISTICI COL MOTORE ACCESO” Gentile redazione, vorrei fare riferimento all’intervento firmato “una fiorentina indignata” nell’ultimo numero circa i “bus turistici in sosta con il motore acceso”, la quale avrebbe motivo di indignarsi ancora di più se sapesse che, purtroppo, il malcostume di mantenere gli autobus in sosta con il motore acceso non è prerogativa degli autisti dei bus turistici, ma anche di molti loro colleghi dell’Ataf. Per fare un esempio, trovandosi la mia abitazione a soli 8 metri dal capolinea della linea 14B (Niccolò da Tolentino), ho modo di registrare quotidianamente numerosissime soste di 4-5, fino a 8-10 minuti (addirittura in un paio di occasioni quasi un quarto d’ora!) con il motore acceso. Alla richiesta di spiegazioni avanzata ad alcuni autisti, ho ricevuto risposte molto sgarbate oppure, quest’estate, la giustificazione che era necessario per raffreddare i veicoli a gasolio. Peccato che lo stesso accada, contrariamente a quanto dichiarato, anche con i veicoli a metano, che comunque sono meno di un terzo del totale del parco mezzi, con pesanti ricadute in termini di inquinamento. Nemmeno è una questione esclusivamente estiva, dal momento che nulla è cambiato da allora, al contrario sempre più frequentemente si assiste anche a lunghissime accelerate al massimo di giri durante le soste, che quindi aggravano il problema anziché ridurlo. A nulla è valso sporgere reclamo ad Ataf s.p.a. L’unica risposta, la prima, sollecitava le segnalazioni puntuali del numero delle vetture guidate dai responsabili di tali illeciti (sì, perché ai sensi dell’art. 157 del Codice della Strada, c. 2 e 8, lasciare il motore acceso durante la sosta è passibile di sanzione fino a 155 euro, ma questo naturalmente non conta nulla), benché dopo una decina di segnalazioni in tal senso si continua ad udire solo un pesante quanto eloquente silenzio. E’ stata inoltre realizzata una petizione con la raccolta di firme di pressoché tutti gli abitanti che si affacciano sulla rotonda di Via Aselli/Via Niccolò da Tolentino, presentata all’assessore Mattei il 24 settembre scorso alla presenza di un ingegnere Ataf. Entrambi hanno assunto l’impegno di trasferire il capolinea a qualche metro di distanza, quantomeno in posizione equidistante dalle abitazioni, in una corsia preferenziale al centro della piazza, pronta da anni ma mai utilizzata. Inutile dire che, mentre la qualità della vita nelle nostre abitazioni continua ad essere affetta da rumore, smog e vibrazioni, siamo sempre in attesa di Godot. Francesco Rui Sacco
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Le mostre Innocente e calunniato Dal 6 dicembre al 28 febbraio
Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi Nel quarto centenario della morte la mostra Innocente e calunniato. Federico Zuccari (1539/40 – 1609) e le vendette d’artista presenta al pubblico i temi di polemica e di vendetta che alcuni artisti, e in particolare Federico Zuccari, usarono per dichiararsi innocenti a fronte di calunnie e ingiustizie vere o presunte. Re per avventura Dall’11 al 16 dicembre
Villa Bandini – Sala Paradiso La storia di Moris Benovsky, avventuriero slovacco che diventò re del Madagascar, accompagnata dalle bellissime fotografie di Alessanndro Boschi, che ha “rubato” le immagini più commoventi dell’isola ad est del continente africano. Artefatti preziosi Fino al 31 gennaio
Museo degli argenti Palazzo Pitti A 45 anni dalla vittoria a Firenze del primo premio al Concorso Nazionale di Oreficeria del 1964, Fausto Maria Franchi torna nel capoluogo toscano con una mostra monografica al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti. Già nel 2007 l’orafo romano aveva voluto legare il suo nome al Museo degli Argenti, donando l’anello Triangoli segreti, la spilla Affinità elettive e l’anello Ore perdute, opere entrate a far parte della collezione permanente del Gioiello Contemporaneo del museo. L’oratorio di Santa Caterina all’Antella e i suoi pittori Fino al 31 dicembre
Bagno a Ripoli Una mostra d’eccezione in un luogo unico: l’Oratorio di Santa Caterina d’Alessandria a Bagno a Ripoli, suggestivo gioiello immerso nella campagna fiorentina, in cui è custodito uno dei cicli pittorici meglio conservati del trecento
fiorentino ed opera di tre grandi maestri dell’epoca: Pietro Nelli, Maestro di Barberino e Spinello Aretino. Le porcellane di Betty Woodmann Fino al 15 Febbraio
Museo delle porcellane Palazzo Pitti Tra le prestigiose porcellane conservate alla Palazzina del Cavaliere trovano una appropriata collocazione le creazioni colte e fantasiose di Betty Woodman, in vetrine appositamente integrate con l’allestimento del Museo. Le insolite porcellane di Sèvres realizzate dall’artista, sconvolgono l’idea tradizionale di “corredo da tavola apprezzato” con le loro forme imprevedibili e l’intensità e brillantezza dei colori, senza tralasciare il bon ton ormai consolidato dei prestigiosi serviti amati dai regnanti. Robert Mapplethorpe Fino al 10 gennaio
Galleria dell’Accademia Le fotografie di Mapplethorpe nel museo di Michelangelo, il tempio della Forma. A 20 anni dalla morte dell’artista, la Galleria dell’Accademia ne celebra il talento con una mostra di 91 immagini per la prima volta accostate alla più emblematica delle icone rinascimentali. Le studiate pose di Lisa, Lydia, Ken, Tyler, Thomas, Ajitto evidenziano un procedimento costruttivo di tipo scultoreo e in tal senso rimandano al David e ai capolavori della pittura fiorentina. Tra corpo umano e natura morta, due mondi dialogano oltre il tempo, lo spazio, le culture.
Concerti Ludovico Einaudi 10 dicembre
Teatro Verdi Ludovico Einaudi, compositore e pianista torinese, è oggi uno degli artisti più apprezzati e richiesti della scena europea. La sua musica affonda le radici nella tradizione classica con l’innesto di elementi derivati dalla musica pop, rock, folk e contemporanea. Le
sue melodie sono profondamente evocative e di grande impatto emotivo. A colpire nel segno sono le melodie ondulatorie in continuo movimento, fra accelerazioni improvvise e altrettanto subitanee sospensioni, mai così solari e ‘positive’, in bilico tra suoni classici e d’avanguardia, suggestioni etniche ed elettronica. Dopo gli impegni estivi, Ludovico Einaudi partirà in autunno per un nuovo intenso tour europeo che toccherà numerose città tra cui Amburgo, Dublino, Parigi, Stoccolma, Londra, Lisbona, Berlino e Praga. Il rientro in Italia è previsto per dicembre quando sarà al Teatro Verdi di Firenze. Biglietti da 40 a 17 euro.
(Theremin, Vibrafono, Marimba, Glockenspielt, Campionatori e Piani Giocattolo), Mauro Ottolini (Susafono, Trombone, Bombardino e giocattoli), Achille Succi (Saxofono, Clarinette e clarinetto basso , giocattoli), Alessandro Stefana (Chitarra, Banjo, Elettronica, AutoHarp, slide guitar, ViolinArpa) e dagli “strumenti inconsistenti”. Tra questi troneggia la riproduzione di un Mighty Wurlitzer, il “theater organ” indispensabile accompagnamento di ogni impresa fantastica. Biglietti da 40 a 20 euro.
Marta sui tubi 10 dicembre
Nelson Mandela Forum Anticipato dal primo singolo Parla con me, è uscito Ali e radici il nuovo atteso album di Eros Ramazzotti; undici canzoni inedite (più la bonus track Linda e il mare disponibile solo su iTunes) caratterizzate da un respiro sonoro internazionale. Con oltre 210.000 copie vendute in prenotazione, è già triplo disco di platino, consentendo quindi ad Eros di essere tra i premiati (multi-platinum) ai prossimi Wind Music Awars, gli Oscar della Musica Italiana. Prodotto da Eros che è anche autore dei testi con Adelio Cogliati e delle musiche con Claudio Guidetti, Ali e radici è il suo undicesimo album di inediti e arriva a quattro anni dall’ultimo, “Calma apparente”. Da 65 a 30 euro.
Viper Theatre Superato il traguardo delle 80 date tra ottobre 2008 e settembre 2009, la band più amata dagli idraulici italiani terrà una serie limitata di performance poliartistiche tra ottobre e inizio dicembre, emblematicamente definite “Arte sui tubi”. Ingresso: Biglietti: 13 euro + diritti di prevendita. Vinicio Capossela 13 dicembre
Teatro Verdi Dopo il successo della scorsa stagione (due esauriti al Teatro Verdi a marzo), torna a grande richiesta Vinicio Capossela. Il tour è stato immaginato come un concerto-spettacolo ispirato ad una sorta di “circo delle stranezze”. L’allestimento prevede, alle spalle dell’artista e ai lati del palco, l’uso di side show banners, di teli illustrati e colorati che mostrano le attrazioni, in un contorno di luce da acquario e lampadine da carnival, da luna park. Vinicio (Pianoforti, Chitarre, Mighty Worluzter, Farfisa, Voci) sarà accompagnato sul palco da molti artisti tra cui Christopher Wonder (il mago de Human Pignata), Jessica Love-The Elastic Lady (mangiafuoco, bersaglio del lanciatore di coltelli) dai musicisti Glauco Zuppiroli (Contrabbasso e Ukulele), Zeno De Rossi (Batteria e Grancassa da banda), Vincenzo Vasi
Eros Ramazzotti 15 dicembre
Niccolò Fabi 17 dicembre
Viper Theatre Torna a Firenze il cantante capellone che ha fatto cantare l’Italia degli anni Novanta con la sua celeberrima “Capelli”. Niccolò Fabi arriva al Viper con un nuovo repertorio fatto di canzoni melodiche, arrangiate con la cura del cantautore, che fanno parte del suo ultimo album, “Solo un uomo”, uscito subito dopo aver partecipato alla scrittura della colonna sonora del film “Come Dio comanda” di Gabriele Salvatores, tratto dall’omonimo film di Niccolò Ammaniti. Biglietto 15 euro + diritti di prevendita
Concert Opera Claudio Baglioni Dal 20 al 23 dicembre
Teatro Verdi Sbarca a Firenze il mega evento firmato Claudio Baglioni. Grandi musicisti sul palcoscenico e tanto spazio per le sonorità pop care agli amanti del contante romano, capace di coinvolgere grandi e piccini.
A teatro Molto rumore per nulla Dal 15 al 20 dicembre
Teatro della Pergola Dal palcoscenico del Teatro India all’Argentina torna l’allestimento della celebre commedia shakespeariana esito di un laboratorio che Gabriele Lavia ha tenuto con una ventina di giovani attori. L’attenzione alle nuove generazioni e al teatro di domani che questo spettacolo rappresenta è un obiettivo fondamentale che il Teatro di Roma si è dato come direttrice della sua programmazione. La fortuna con la F maiuscola Dal 26 dicembre al 10 gennaio
Teatro della Pergola Un grande interprete del Teatro napoletano, Luigi De Filippo, ripropone questa divertente commedia che nel 1942 fu uno dei più clamorosi successi del Teatro Umoristico dei celebri fratelli De Filippo. Un trionfo personale di Eduardo e Peppino che ne furono i primi ed irripetibili interpreti. Ispirandosi alla lezione di un passato glorioso, oggi, con l’interpretazione e la regia di Luigi De Filippo, lo spettacolo torna a risplendere di luce nuova. La fortuna con “la effe maiuscola” è quella inattesa che capita al protagonista della commedia, un pover’uomo perseguitato da un destino avverso e beffardo, che vede all’improvviso illuminare la sua vita misera dall’arrivo di un’eredità che gli giunge da parte di un parente emigrato in America.
Carmen Suite Dal 5 al 24 dicembre
Teatro Comunale Bellissima, magnetica, e soprattutto bravissima: è ELEONORA ABBAGNATO, palermitana ma dall’età di 13 anni cittadina del mondo, dal 2001 Premiere Danseuse all’Opéra Garnier di Parigi ed unica italiana nel prestigioso e superselettivo tempio della danza nella capitale francese. È a Firenze, Eleonora, dove aveva debuttato nel dicembre 2006 con Coppelia di Polyakov, per interpretare con MaggioDanza, la Compagnia del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Vladimir Derevianko, la protagonista di CARMEN SUITE, il balletto del coreografo cubano Alberto Alonso sulle celebri pagine operistiche di Bizet (eseguite dal vivo dall’Orchestra del Maggio diretta da Fabrizio Maria Carminati) in cui avrà al suo fianco l’etoile Jean-Sébastien Colau, e che – in abbinamento con Il Campanello di Donizetti – andrà in scena al Teatro Comunale dal 5 dicembre, per arrivare con le repliche fino a Natale.
Gli eventi Regali in corte 12 e 13 dicembre
Corte genova – Prato Due giorni da dedicare allo shopping pre-natalizio con le idee originali di Clotilde, Happy Books, Le chicche di Olivia, Deuda, Temi d’artemisia, Gastronomia tempestini, Sp’Osare e Aloe e Wolf. Un mix di marchi ideati da giovani toscani si riuniscono per due giorni realizzando una vetrina d’eccellenza fatta di idee simpatiche e uniche. Da non perdere. Via genova, 17 – Prato. Concerto di Natale 12 dicembre
Palazzo Davanzati Sabato 12 dicembre alle ore 18 il Museo di Palazzo Davanzati presenterà il Concerto di Natale: “Coro vocale di musiche tradizionali natalizie eseguite dal Coro del Duomo di Firenze. L’evento è offerto dal comitato per la rinascita del Museo di Palazzo Davanzati.
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VALDISIEVE SIECI Meravigliosa casa indipendente libera su 4 lati circondata da giardino composta da cucina abitabile con sala pranzo, salone, 3 camere, 3 bagni, oltre studio e 4a camera in mansarda. Completano la proprietà cantina, lavanderia, garage/taverna e bellissima terrazza a tasca. Oggetto di grande fascino perfette condizioni ☎335 7678437
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