Il reporter-Quartiere 4-gennaio 2010

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Il Giornale del tuo Quartiere

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PRIMO PIANO

L’INCHIESTA

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GENNAIO 2010

Caro Shakespeare, ltro il problema è un altro Andrea Muzzi*

H

UNA FEBBRE DA CAVALLO Le puntate sull’ippica attirano meno, ma il vizio del gioco colpisce ancora. Intanto gli ippodromi sono a un bivio: PAGG.28-29 la svolta è in arrivo

A MONTE OLIVETO Da anni l’ex ospedale militare è diventato un rifugio per senzatetto. Cittadini preoccupati PAG.2

SPORT

Problemi vecchi e nuovi, via Foggini reclama attenzione Quel nemico chiamato Aids

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Astri

di Puliti-Ferri

È

IL PERUVIANO “VOLANTE” Lo scorso anno un inizio difficile, ora gol e assist a ripetizione: storia dell’ascesa di Juan Vargas PAG.36

una responsabilità collettiva, una di quelle cose per cui vale la pena fare un po’ di mea culpa: di Aids non si parla più. Da tempo, ormai. Come se con la fine degli anni ’90 fosse passato il pericolo, come se lo spettro di questa tremenda malattia non fosse più di questo mondo. Eppure il virus c’è ancora, eccome, anche se ora non fa più notizia. E Firenze è

diventata la terza città in Italia per numero di malati conclamati (1.159) e sieropositivi presupposti (circa 2.400). Ma la vita di chi ne è colpito, complici i preziosi progressi della medicina, va avanti: come accade a Casa Vittoria, piccola comunità, sorta di “grande famiglia”, dove ogni giorno si lotta assieme contro questa maPAGG.14-15 lattia.

LOTTA (ALLA) FIORENTINA È iniziata la rinascita di uno sport dalle origini antiche. Ne parla un protagonista PAG.38

L’oroscopo della Maga Lula: le stelle raccontano il 2010 che ci aspetta PAGG.30-31

o letto sul giornale che lo spettacolo più rappresentato è Romeo e Giulietta. Molti ritengono che Romeo & Giulietta sia la più bella storia d’amore di tutti i tempi. Stiamo scherzando! Quella è solo una cotta fra due adolescenti! Se li lasciavano stare quei due si sarebbero mollati da soli. Io sono convinto che alla terza volta che Romeo montava sul balcone Giulietta gli diceva “Che noia Romy, sei sempre qui!”. E lo buttava di sotto. Secondo me le storie d’amore da raccontare sono quelle che durano una vita. Dove lui e lei si conoscono da bambini, crescono assieme, invecchiano assieme e solo prima di morire lei guarda lui e gli dice “Ma te chi cacchio sei!?”. Questa è la storia di una vita! Io quando sento dire che Shakespeare è un genio mi prende il nervoso! Ha scritto certe cose: essere o non essere… questo è il problema! Ma come? Avere o non avere, questo è il problema. La mattina quando uno si alza non ha il dubbio se essere o non essere, ma si chiede quale supermercato conviene di più. Questo è il problema!! Gli scrittori sono le persone meno adatte per parlare d’amore. Dante la conosceva Beatrice? No. Leopardi la conosceva Silvia? No. Dante scriveva che Beatrice era dolce e gentile. Ma chi gliel’ ha detto? Magari Beatrice la mattina si alzava e faceva dei versi mostruosi! Sarebbe come se un estraneo parlasse di mia moglie. Lo saprò io com’è fatta, no? E Manzoni? Si vede che non ci capisce niente di matrimoni, nei “Promessi Sposi” ha scritto 300 pagine solo per raccontare i preparativi. Lo sanno tutti che la cosa più bella del matrimonio è la cerimonia. Al limite scrivici un capitolo sulla lista di nozze! *Comico

CALCIO. Squadre giovanili ormai multietniche. E boom di arbitri extracomunitari

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In città si gioca (e si fischia) straniero C

hi l’avrebbe mai detto che un giorno, sui campetti di casa nostra, non si sarebbero visti solo baby calciatori di ogni nazionalità, uniti dall’amore per il pallone e dal sogno di diventare campioni, ma anche arbitri provenienti da mezzo mondo. Oggi quel giorno è arrivato, come confermano i vertici fiorentini dell’associazione italiana arbitri: “Sì, tra nostri fischietti ci sono molti stranieri, soprattutto africani, ma anche rumeni, albanesi e

spagnoli”. Succede che tanti studenti universitari, una volta arrivati in città, decidano di tentare questa “carriera”, spinti dalla passione per il calcio, dal rimborso riconosciuto ai direttori di gara e dal passaparola tra compagni di studi. E se qualcuno pensa che l’essere di pelle nera possa sottoporli a un eccessivo rischio di offese razziste, qui arriva la prima buona notizia: “In tanti anni c’è stato un solo caso clamoroso: per fortuna si dimostra più maturità a

livello dilettantistico che professionistico”, spiegano dall’Aia. La seconda buona notizia viene da coloro che in campo scendono per giocare, e non per fischiare falli o fuorigioco: dai pulcini agli juniores, ormai non c’è squadra che non abbia tra le sue fila almeno qualche straniero, con alcuni casi “estremi”. E così, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, i campioncini in erba imparano (anche) l’integrazione. PAGG.16-17

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Gennaio 2010

Isolotto • Legnaia • Soffiano

IL CASO. Da anni l’ex ospedale militare di Monte Oliveto è diventato un rifugio per senzatetto

Se l’occupazione viene “dimenticata” IL PERSONAGGIO. Tommaso Sbolci, cittadino del Q4

Centodue anni e quattro piani di scale al giorno Nonostante l’età che avanza (e una casa senza ascensore) lui non si arrende: “La natura mi ha tenuto alla larga da malattie e medicine”

U

L’ex ospedale militare di Monte Oliveto

Secondo gli abitanti della zona, dell’edificio di pregio storico nato come convento, poi trasformato e infine dismesso - dove vivono da tempo decine di inquilini di varie nazionalità - si parla poco Greta Braschi

P

anni stesi alle finestre, giardino adibito a parcheggio e discarica, schiamazzi, via vai continuo di persone senza fissa dimora, cani che circolano in libertà. E’ lo scenario che da qualche anno caratterizza l’ex ospedale militare di Monte Oliveto. Se molto si parla degli altri edifici occupati a Firenze, questo è spesso dimenticato. Anche perché è piuttosto nascosto, in cima a una strada tortuosa, sulla collina che sovrasta piazza Pier Vettori. Una zona residenziale di alto livello, con un panorama d’eccezione e a pochi passi il parco di Monte Oliveto che si ricongiunge a Villa Strozzi. A turbare questo paesaggio idilliaco, l’occupazione abusiva di un edificio di alto pregio storico, un convento di origine trecentesca poi trasformato in ospedale militare e infine dismesso. A renderlo “abitabile” ci hanno pensato i senzatetto. “Saranno almeno settanta, di nazionalità diverse – dicono i residenti - e ci sono molte famiglie con bambini. Frequentemente si ubriacano, fanno confusione, si azzuffano. Quasi quotidianamente vediamo passare forze dell’ordine e ambulanze. E non è raro imbattersi in siringhe e bottiglie vuote abbandonate per strada”. Le cronache, circa un anno fa, hanno raccontato anche di colpi da sparo, con un ferito portato in ospedale. “Negli ultimi mesi ci sono state due rapine alle ville che si trovano nelle vicinanze – racconta Matteo Fanelli, consigliere del Pdl in Consiglio di Quartiere 4 – ed è probabile che si tratti di delinquenti che conoscono bene gli spostamenti e le abitudini delle vittime. Pur non conoscendo i responsabili delle rapine, è certo che vi sia una situazione di grave degrado nella zona e una forte richiesta di sicurezza da parte degli abitanti”. Molti dei quali restano con l’amaro in bocca. “Non è più il Monte Oliveto di una volta – racconta rassegnata una residente, nata proprio all’interno dell’ospedale militare – con questo via vai le strade sono peggiorate, e a causa delle frequentazioni poco

raccomandabili ho paura a uscire sola la sera. Vorrei tanto essere un uccellino per entrare nell’edificio e vedere com’è ridotto”. Ma Monte Oliveto è solo una tappa del “tour della speranza” (e del degrado). “I senzatetto – spiega Fanelli - si spostano dalla mensa dei poveri di via Felice Cavallotti verso piazza Pier Vettori, dove sono soliti sostare a lungo, specialmente nel pomeriggio. Per poi recarsi la sera all’ex ospedale militare. E’ un circolo vizioso del degrado al quale è necessario porre rimedio”. Sono dello stesso avviso molti commercianti di piazza Pier Vettori. Raccontano di uomini che arrivano la sera con scatole piene di birra, talvolta litigano, fanno i loro bisogni all’aperto o nella cabina delle fototessere. Le ubriacature sono all’ordine del giorno. “Questa piazza – commenta amareggiato un negoziante - è diventata un fulgido specchio dei tempi che sta attraversando la città. Nonostante i lavori di riquali-

n premio lo merita anche solo per la sua tenacia nel salire ogni giorno i quattro piani di scale che lo conducono a casa. Un “incubo” per giovani e meno giovani abituati al comfort dell’ascensore, figuriamoci per una persona centenaria. Ma Tommaso Sbolci, con i suoi 102 anni portati splendidamente, non si arrende. Ed è proprio per questa tenacia che la Commissione Sport del Quartiere 4, lo scorso novembre, gli ha conferito un riconoscimento speciale in occasione del consueto Premio Villa Vogel, vinto quest’anno dal giornalista sportivo della Rai Enzo Baldini. La scelta di premiare, tra gli altri, Tommaso Sbolci, cittadino del quartiere, intende sottolineare “l’importanza di uno stile di vita corretto, all’insegna di una costante attività fisica e motoria”, si legge nella motivazione redatta dall’Ufficio Sport del Q4. Ma non chiedete al signor Sbolci qual è la sua ricetta di lunga vita. “Nessun segreto – risponde prontamente – è tutto merito della natura che mi ha tenuto alla larga da malattie e medicine, e forse anche del molto lavoro”. Tanti anni passati tra mattoni e calcina a fare il muratore, e altri salendo scalini su scalini per consegnare il latte a domicilio. Per poi ritrovarsi a questa veneranda età – ironia della sorte – ad abitare al quarto piano di un palazzo senza ascensore. E proprio gli ottanta scalini che lo dividono dal mondo esterno sono diventati la sua ossessione. Più che comprensibile. Ogni

Situazione di grave degrado. Da parte dei residenti c’è una forte richiesta di sicurezza ficazione, quando piove si formano delle piscine e le siepi sono cespugli spelacchiati. Le panchine, anche quando non sono occupate da senzatetto intenti a fare la pennichella, non vengono sfruttate per via della sporcizia e delle cattive frequentazioni”. Immagini di ordinario degrado. Alcuni commercianti hanno avanzato una proposta, quella di dar spazio a un mercato, con l’idea che le bancarelle possano contribuire a rendere più vivibile la zona, allontanando le cattive frequentazioni. “Ma le proposte restano tali – dicono i negozianti – nessuna risposta concreta è arrivata finora dalle istituzioni”.

Tommaso Sbolci

pomeriggio, clima permettendo, dopo un po’ di tv e qualche tenero battibecco con la moglie Domenica, Sbolci raggiunge il Circolo 25 Aprile di via Bronzino, dove può scambiare due chiacchiere con gli amici di sempre. “Ma il circolo è sempre più lontano”, commenta con un velo di malinconia Sbolci, rammentando con nostalgia l’agilità di un tempo. Sempre coi piedi nel presente e con il cuore al passato. “Il quartiere – continua - è cambiato in meglio nel corso di questi anni, ma ieri ero giovane, a differenza di oggi”. Nostalgia a parte, all’origine della brillante longevità del signor Sbolci c’è anche la vivacità di spirito. “Ama chiacchierare e stare in compagnia raccontano i familiari – ed è sempre

Per lui un premio speciale: “Nessun segreto, merito del tanto lavoro” stato molto attivo. A 80 anni suonati ha ristrutturato il nostro appartamento e fino a 93 anni guidava la sua Ape in giro per i colli, aiutando nei campi”. Senza dimenticare che Sbolci, come ogni italiano che si rispetti, continua a essere una buona forchetta. Mangia di tutto e la carne non deve mai mancare sulla sua tavola. Chi non vorrebbe arrivare alle 100 (e oltre) candeline così in forma? /A.C.


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il giornale del tuo quartiere

LA PROTESTA. Prostituzione, cattive frequentazioni, parcheggi e rumore: i cittadini alzano la voce

Via Foggini, tutti i “dolori” dei residenti FOCUS

Il tram ha modificato la “geografia” delle

Un semaforo da “atleti” Vita dura per i pedoni

lucciole, ma nella zona il problema è rimasto.

La vita del pedone è ovunque irta di ostacoli. Marciapiedi dissestati, macchine parcheggiate sulle strisce, “sfide” con gli automobilisti per riuscire ad attraversare la strada. Ma nei pressi di via Foggini anche il semaforo è tiranno. Il verde per i pedoni, infatti, nei nuovi impianti semaforici, dura un battito d’ali. Pochissimi secondi di verde e pochi di giallo. E poi via libera ai veicoli. Ma non tutti i pedoni sono degli atleti. E a farne le spese sono soprattutto disabili, anziani e persone alla guida di passeggini. “Una volta mi è capitato di vedere in difficoltà una ragazza disabile: mentre stava attraversando è scattato il verde per le macchine – racconta un abitante della zona – per fortuna i veicoli se ne sono accorti, mentre un signore in scooter si è improvvisato vigile facendo cenno agli altri di attendere. E’ un pericolo per tutti, spero che qualcuno intervenga presto”.

“Il presidente D’Eugenio aveva promesso più controlli, ma le cose non sono cambiate” Annalisa Cecionesi

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en venga la pedonalizzazione del Duomo, a patto però che non vengano dimenticate le zone della città al di fuori del centro storico. E’ questo l’appello di molti abitanti di via Foggini, una strada come tante, forse con qualche problema in più di altre. A cominciare dalla prostituzione. Il cantiere della tramvia ha modificato la “geografia” delle lucciole nel quartiere, ma in zona Foggini il problema non è scomparso. Una ragazza, segnala chi ci vive, è una presenza fissa su questo marciapiede da diversi anni. E non è la sola. Il problema avvertito dai residenti è più che altro il circolo di malavita e degrado che ruota attorno alle prostitute. I loro clienti si fermano a ridosso dei palazzi, attraversano senza alcun riguardo il giardino condominiale in scooter e talvolta scoppiano animate discussioni davanti al portone di casa. “Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata quando abbiamo sorpreso nel nostro garage la prostituta e un suo cliente in atteggiamenti inequivocabili – raccontano i condomini di uno dei palazzi che si affacciano sulla via – è stato allora che abbiamo fatto presente la questione al presidente del Quartiere Giuseppe D’Eugenio, il quale ci aveva promesso più controlli. Ma le cose non sono cambiate”. E all’alba può capitare di incontrare uno sconosciuto con asciugamano in spalla intento a rinfrescarsi nel lavello condominiale. I problemi infatti non si esauriscono con la prostituzione. Dalla vicina sala scommesse transitano cattive frequentazioni, si lamentano gli abitanti, senza contare il pericolo delle macchine e dei camion lasciati in doppia fila davanti al locale. Ed eccoci a un altro tasto dolente. Il parcheggio. Un marciapiede enorme, dopo i lavori per la linea 1 del tram, ha preso il posto degli spazi auto prima esistenti. E’ così largo che le macchine riescono a transitarvi e farvi inversione di marcia. Manovra che non sembra scoraggiare chi è al volante. “Un marciapiede largo più di 4 metri è totalmente inutile – dice un residente, Alessandro - l’unica spiegazione è che voglia essere un’opera punitiva contro gli automo-

bilisti”. Ai motorini tocca la stessa sorte. “Ed ecco fioccare le multe, a colpi di 78 euro – continua Elisabetta - dal momento che il garage la sera è proibito ai nostri figli, costretti così a parcheggiare sul marciapiede. E’ un cane che si morde la coda”. Non va tanto meglio sul lato opposto della strada, dalla parte di via del Pollaiolo, dove i posteggi si contano sulle dita di una mano e la regola è parcheggiare sul marciapiede. Nonostante la penuria di parcheggi, sulla via sono state aperte nuove

Il Reporter è un periodico di 8 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 198.200 copie

con le bottiglie vuote abbandonate per strada. Così, dopo 4 anni di cantieri sotto casa, la mancanza di parcheggi, la prostituzione in giardino e il baccano notturno, i residenti sono esasperati. “Siamo abbandonati – commenta Patrizia – dov’è la partecipazione dei cittadini tanto declamata? Non c’è ascolto da parte dell’amministrazione. E non ci sarebbe bisogno di scomodare il sindaco. Basterebbe che i rappresentanti di Quartiere fossero più presenti”.

LUNGARNO SANTA ROSA L’ex Mama ha chiuso i battenti: lo spazio ora cerca una nuova (e diversa) destinazione

E il “locale della discordia” studia il suo futuro

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ama o non Mama? Se lo chiedono da tempo gli abitanti della zona del lungarno Santa Rosa. Il Mama è stato per un lungo periodo il “locale della discordia”. La presenza del bar bistrot, nei giardini lungo le mura nei pressi del Torrino Santa Rosa, ha suscitato non poche polemiche. A cominciare dal chiasso notturno. Sotto i piedi dei frequentatori del locale era scomparsa l’erba del prato e il giardino era diventato un deposito a cielo aperto, con tavoli, panche e altro materiale adagiati fino a poco tempo fa sul suolo pubblico. Senza contare i problemi di parcheggio. Già dalla

Il Reporter di Isolotto, Legnaia, Soffiano raggiunge 30238 famiglie nel Quartiere 4 di Firenze. Copia in abbonamento postale

attività commerciali. E chissà cosa succederà nel caso in cui questa zona diventi uno dei maggiori punti di interscambio con il tram, così come hanno più volte lasciato intendere le autorità. A completare il quadro critico si è aggiunto il chiasso causato dalla presenza della sala prove situata sul retro della via, dietro il supermarket del pesce. Gli schiamazzi dei ragazzi e le autoradio a tutto volume fino a tarda notte disturbano il sonno dei residenti, mentre la mattina capita di dover fare i conti

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scorsa estate i residenti hanno potuto dormire sonni tranquilli, per via del bandone abbassato. Ma restava il punto interrogativo sul futuro di questo spazio. Oggi si sa che il Mama ha chiuso definitivamente i battenti. E’ stato recesso il contratto di affitto con l’amministrazione comunale, per via di alcune inadempienze da parte del gestore. Data la natura territoriale del problema, Palazzo Vecchio ha informato il Quartiere 4, che è stato invitato a proporre idee per un diverso sfruttamento dei locali, di proprietà comunale. “La nostra idea, da concordare in consiglio di quartiere –

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spiega Franco Traballesi, vicepresidente del Q4 – sarebbe quella di collocarvi attività che non abbiano carattere prevalentemente commerciale, magari con finalità sociali o di imprenditoria giovanile. Dovranno poi essere fissati dei paletti rigidi, come l’apertura diurna e la presenza di un presidio di controllo”. Col nuovo anno si intravedono così spiragli positivi, sperando in tempi celeri. “Dobbiamo affrettarci – conclude Traballesi – prima che i locali diventino oggetto di appropriazioni indebite da parte di occupanti abusivi, sempre /A.C. molto diffusi”.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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Isolotto • Legnaia • Soffiano

MESTIERI DI OGGI E DI IERI. Molti artigiani hanno spostato la propria bottega dal centro al Q4

Decoratori, l’Isolotto per “rifugio” Gli ultimi depositari di uno degli antichi saperi che hanno reso Firenze celebre nel mondo continuano ad abbellire cornici e restaurare arredi a Legnaia e dintorni. “Affitti troppo alti” Michele Fioraso

transito dei mezzi di carico nel centro storico. Così, per esempio, la quarta generazione di decoratori Cambi da due anni lavora in via De Nittis, dove mantiene viva l’eredita di una bottega aperta in San Frediano dalla fine dell’Ottocento. “Ha iniziato allora lo zio di mio nonno – racconta Paolo, che insieme al fratello Marco e a una sorella porta avanti l’attività familiare – ma dall’Oltrarno siam venuti via perché ci chiedevano

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troppo d’affitto”. Paolo vive da trentotto anni tra argentature e dorature di cornici, decorazioni di terrecotte e restauri di arredi antichi: “Non volevo andare a scuola e mi hanno messo qui, così mi è venuta la passione”. Una passione che è cresciuta con le soddisfazioni, racconta: “È bello creare e vedere gli oggetti su cui hai lavorato valutati come antichi sui cataloghi di aste”. Spesso, infatti, i clienti sono commercianti che rivendono all’estero. Ma per il futuro c’è poco ottimismo: “I miei figli non sono interessati – dice – qualche aspirante apprendista c’è, ma per ora non possiamo”. Chi invece ha deciso di raccogliere il testimone del padre è il 33enne Lorenzo Valenti: dopo dieci anni alle dipendenze paterne, da marzo ha una bottega tutta sua in via Pisana. “Faccio solo decorazione in legno – dice – io e mio padre siamo tra i pochi rimasti in città”. “Mi portano oggetti grezzi: un lampadario, un tavolo, una cornice – spiega – applico gli intagli artigianali in legno e stendo la doratura in oro zecchino o ‘oro falso’”. La clientela privata non esiste quasi più: “Lavoro per conto terzi con una ditta di Scandicci che fornisce arredi ad alberghi di tutto il mondo”. Prima “gli antiquari di Borgo Ognissanti portavano qualcosa da restaurare, ma è tanto che non si vedono”. Il padre Antonino, che adesso lavora in una bottega più piccola in via del Bronzino, ricorda il primo periodo di attività (ha aperto nel 1973 in via

Paolo Cambi

Montebello), quando “si lavorava per i reali e la nobiltà d’Europa”, oppure decorava “cornici che poi avrebbero ospitato quadri di Van Gogh, Picasso e Fontana”. “Prima si facevano oggetti di pregio, non fatti con lo stampo ma decorati

con un lavoro delicato e bello – dice – oggi anche a Firenze, che è la patria di quest’arte, si preferisce spendere 100 euro per una cornice che dopo due anni devi buttare, e non per una che acquista valore col tempo”.

Lorenzo Valenti

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l quartiere 4 è diventato rifugio degli ultimi depositari di uno degli antichi saperi artigianali che hanno reso Firenze famosa nel mondo. Negli ultimi anni, infatti, diversi decoratori hanno spostato la propria bottega dalle pittoresche viuzze dell’Oltrarno o di Borgo Ognissanti alle più sobrie strade tra l’Isolotto e Legnaia. Il motivo? Affitti ormai troppo alti, metamorfosi della clientela, gli annosi problemi di

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il giornale del tuo quartiere

L’INTERVISTA. A tu per tu con Giorgio Moretti, da pochi mesi nuovo presidente di Quadrifoglio

“Innovazione per contenere le tariffe” A Firenze si produce la stessa quantità di spazzatura di New York: “Vogliamo sfruttare le tecnologie più avanzate”. Ancora sperimentazioni per “sweepy jet” Simele Kruklidis

G

iorgio Moretti è da pochi mesi il nuovo presidente di Quadrifoglio, azienda che da anni si occupa di mantenere Firenze pulita. Un lavoro non da poco, considerando che la quantità di rifiuti che produciamo è pari a quella di una metropoli come New York. Le innovazioni e i progetti previsti per i prossimi anni sono tanti, ma l’obiettivo principale è garantire tariffe basse. Ci fa un bilancio dell’attività dell’azienda? Quadrifoglio assicura ai cittadini qualità ed efficienza nei servizi, riuscendo nel contempo a tenere sotto controllo i costi. Proprio per questa ragione, credo che siamo di fronte ad una buona azienda. Rispetto ad altre città italiane, per Firenze le tariffe sono notevolmente più accessibili: facendo ad esempio un paragone con Roma, qui si spende circa la metà. Presto potranno vederlo anche i cittadini: infatti, per trasparenza, dalle prossime bollette sarà possibile mettere a confronto tutte le tariffe. Dunque, se

dovessi fare un bilancio complessivo dell’attività dell’azienda, direi che il mio giudizio è più che positivo Ci sono nuovi progetti in cantiere? Innanzitutto, per contenere le tariffe che purtroppo tenderanno ad aumentare, vorremmo sfruttare le tecnologie più avanzate, come il termovalorizzatore. Ecco perché molti dei nostri investimenti saranno dedicati all’innovazione. Nei prossimi mesi, inoltre, continueremo a sperimentare la pulizia delle strade “sweepy jet”, che permette di lasciare l’auto in sosta senza alcun disagio per i residenti. La procedura è qualitativamente più alta, anche se ancora piuttosto costosa. Dal 2010 impiegheremo sette nuove macchine per questo tipo di prestazione, sperando passo dopo passo di perfezionare il nostro servizio. L’ecologia, il riciclo e la raccolta differenziata sono diventati temi di grande attualità: come si comportano i fiorentini a tal riguardo?

Giorgio Moretti

Non c’è dubbio che la situazione sia cambiata rispetto a qualche anno fa, ma questo non basta, è necessario migliorare ancora. Oggi abbiamo raggiunto, tutti insieme, l’obiettivo del 40% di rifiuti riciclati e la speranza è di arrivare presto al 50%. E’ pur vero che, a causa della grande

affluenza di turisti, è molto difficile mantenere pulita Firenze. In media, qui si produce la stessa quantità di spazzatura di New York: il paragone dovrebbe rendere l’idea della mole di rifiuti che dobbiamo gestire, nonostante il grande impegno che tutti impieghiamo.

IL PUNTO NEL QUARTIERE. Una buona parte del 40% cittadino di rifiuti riciclati è merito di chi vive qui

I residenti della circoscrizione “campioni” di differenziata U

n quartiere modello per la raccolta differenziata: una bella fetta della percentuale cittadina del 40% di rifiuti riciclati è infatti merito degli abitanti del quartiere 4. Infatti, pur nell’indisponibilità di dati ufficiali sull’apporto dei vari quartieri alla differenziata, alla base di Quadrifoglio non esitano a indicare il Quattro come uno dei più virtuosi dell’area fiorentina. È un insieme di fattori sia urbanistici sia culturali a determinare questo primato, che non è solo

Per il futuro si pensa a una nuova isola ecologica, ma “non c’è urgenza”

quantitativo ma anche qualitativo. “Gli abitanti del quartiere sono informati, i materiali sono ripartiti correttamente: la differenziata è ormai un’abitudine consolidata”, dicono da Quadrifoglio. Una buona prassi rafforzata dalla “batteria” di cassonetti schierata su tutto il territorio: il Q4 è infatti uno di quelli a maggior concentrazione di “sistemi multi-postazione per la raccolta”. Infatti i contenitori per vetro e plastica, carta, indifferenziata e organico dislocati lungo le strade sono poco meno di 3mila, favoriti dall’alta concentrazione di aree verdi nel quartiere: “A differenza di altre zone, da Isolotto-Legnaia arrivano poche richieste di spostamento dei cassonetti, raramente occupano la sede stradale”. La presenza di spazi più ampi permette anche un servizio di vuotatura meno disagevole: da marzo a ottobre i mezzi di Quadrifoglio possono lavorare anche nelle ore serali e preserali. E il costante dialogo con

/HJD 6SL &JLO 4XDUWLHUH Carissima iscritta, carissimo iscritto, la CGIL ha iniziato il percorso che la porterà a celebrare il XVI° Congresso, che si terrà nel mese di maggio 2010, come da naturale scadenza di mandato. Noi, Sindacato Pensionati Italiani, come tutte le altre categorie che concorrono a formare la Confederazione, siamo impegnati a parlare con tutte le nostre iscritte e con tutti i nostri iscritti dei temi che ci riguardano più da vicino, perciò abbiamo predisposto il calendario di assemblee di base che svolgeremo sul nostro territorio: Gennaio 2010 11 Gennaio ore 15,00/16,30 presso: Casa del Popolo di Legnaia, Via Cosimo Rosselli 1/A 12 Gennaio ore 15,00/16,30 presso: Casa del Popolo di Ugnano - Via di Ugnano 69 13 Gennaio ore 15,00/16,30 presso il: Centro Anziani di Santa Rosa - Via Anconella 3 14 Gennaio ore 15,00/16,30 presso: Casa del Popolo di Soffiano -Via di Scandicci 144 19 Gennaio ore 15,00/16,30 presso: Casa del Popolo Ponte a Greve - Via Pisana 854/A

LEGA SPI-CGIL Q4 Firenze , Via Bezzuoli n° 24 - 50142 tel. 055-7322835 - fax 055-7322828

21 Gennaio ore 15,00/16,30 presso: Casa del Popolo Le Torri - Via Lunga 157 28 Gennaio ore 15,00/16,30 presso: ARCI Isolotto, Via Maccari 104 I seggi presenti nelle assemblee saranno aperti: dalle ore 16,30 alle ore19,00 Febbraio 2010 03 Febbraio ore 15,00/16,30 presso: Casa del Popolo XXV Aprile, Via Bronzino 117 04 Febbraio ore 15,00/16,30 presso: Casa del Popolo di SAN Quirico, Via Pisana 576 10 Febbraio ore 15,00/16,30 presso: Le Baracche Verdi - Via Mimose 5/A 11 Febbraio ore 15,00/16,30 presso: Casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia Via di San Bartolo a Cintoia , 95.

amministrazione di Quartiere e cittadini permette di intervenire velocemente dove sorge un problema: “Possiamo intervenire quasi in tempo reale, l’Urp di villa Vogel ci gira le richieste dei cittadini – dice Quadrifoglio – poi i nostri tecnici e quelli del Quartiere fanno verifiche periodiche anche dei servizi collaterali”. Per il futuro si pensa a una nuova isola ecologica, ma “non c’è urgenza”. Niente porta a porta per l’organico, invece: già partito in alcune zone del Q5, non si sposa bene con le caratteristiche del Quattro. Spiegano da via Baccio da Montelupo: “Il quartiere è vasto, la raccolta sarebbe problematica”. Però si pensa a rafforzare ancora la differenziata e ad ampliare la gamma dei prodotti riciclabili: “Stiamo riflettendo sulla raccolta degli olii usati – dice il presidente della commissione ambiente del Quartiere Leonardo Calistri – coinvolgeremo le associazioni del quartiere, vogliamo fare rete”. /M.F.

SORFISS Sas In questo Congresso, diversamente dal precedente, sono stati presentati due documenti, del tutto alternativi l’uno all’altro, per cui ognuno di noi sarà chiamato a scegliere quale documento ritiene più rispondente ai suoi bisogni, alle sue aspettative sul nostro sindacato. Se vuoi avere maggiori informazioni e i documenti congressuali puoi rivolgerti alla tua sede SPI-CGIL, oppure sul sito internet www.cgil.it e cliccando in alto a destra. Certi della consapevolezza sull’importanza che questo Congresso riveste, per il difficile periodo storico e sociale in cui si colloca, e per le scelte che siamo chiamati a fare, confidiamo di vederti alle nostre assemblee, dove anche attraverso il Tuo voto, daremo più forza alla democrazia sindacale. La segreteria SPI CGIL Lega Q4

I seggi presenti nelle assemblee saranno aperti: dalle ore 16,30 alle ore19,00 e il giorno dopo l’assembea dalle 9,30 alle 11,30

Sub Lega Baracche Verdi Q4 Via delle Mimose n° 5 – 50142 Tel. E Fax 055/715871

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Gennaio 2010

Isolotto • Legnaia • Soffiano

POLTRONE. I vertici della maggior parte delle aziende pubbliche fiorentine sono cambiati

Le facce nuove delle società partecipate Ataf, Quadrifoglio, Firenze Parcheggi, Publiacqua:

Angelo Lenosi

l’anno nuovo si è chiuso con la sostituzione

“U

na questione di merito”. Poche parole, banali nella forma, rivoluzionarie nella sostanza. Poche parole per indicare nuovi metodi e criteri nella nomina dei vertici delle società partecipate dal Comune di Firenze. Un impegno formalizzato da Matteo Renzi nel terzo dei famigerati “Cento punti”. Questione di merito, appunto: “Alla guida delle aziende pubbliche saranno nominate professionalità indipendenti, a prescindere dalla tessera di partito”, così recitava la promessa elettorale. Una promessa mantenuta, una piccola rivoluzione in corso ai vertici di alcune delle principali società a partecipazione pubblica: Ataf, Quadrifoglio, Firenze Parcheggi, Publiacqua. Facce nuove (tanto per utilizzare lo slang renziano) in questi mesi hanno preso il posto dei “soliti noti”. Ad inaugurare il nuovo corso è stato, a poche settimane dall’insediamento di Renzi a Palazzo Vecchio, Filippo Bonaccorsi. Ex dirigente alla mobilità in Provincia, il trentanovenne avvocato ha preso il posto, in un colpo solo, della presidente uscente di Ataf Maria Capezzuoli (ex sindaco Ds di Impruneta) e del direttore generale Filippo Allegra, manager sì esperto, ma anche piuttosto costoso (oltre 250mila euro l’anno). Ecco quindi la soluzione fatta (quasi) in casa: un dirigente pubblico esperto di trasporti, le cui competenze sono già state saggiate da Renzi in Provincia, e per di più molto meno caro di

dei dirigenti, con qualche sorpresa eclatante come la scelta di Carlo Bevilacqua, pescato inaspettatamente tra le fila del Pdl

Il nuovo presidente di Ataf Filippo Bonaccorsi con il sindaco Renzi

Allegra. Poche settimane ed è la volta di Quadrifoglio: via Marco Maria Samoggia (uomo di comprovata fede Pd), al suo posto Giorgio Moretti, imprenditore di successo, chiamato ad amministrare la “società pubblica più interessante dal punto di vista industriale”, come ebbe a dire Renzi in occasione della presentazione. Una nomina a sorpresa, e ancor più sorprendente l’annuncio di Moretti di voler svolgere il suo ruolo di amministratore di un’azienda partecipata senza alcun compenso. Ancora qualche tempo, ed ecco la mandata di fine anno dei rinnovi dei Consigli di amministrazione: su tutte Firenze Parcheggi e Publiacqua. Con una sorpresa (l’ennesima, e forse la più eclatante) e un’eccezione che conferma la regola. Alla presidenza della partecipata che gestisce i parcheggi di struttura, il dimissionario Alessandro Lo Presti (ex consigliere comunale Ds) cede il passo all’avvocato tributarista Carlo Bevilacqua. Un professionista conosciuto e stimato da Renzi (e sin qui niente di nuovo), nonostante le diverse appartenenze politiche. Sì perché Bevilacqua (ecco la sorpresa) sino al giugno scorso è stato presidente del gruppo di Forza Italia in consiglio provinciale. Per una nomina che spiazza, una che ricalca il clichè tradizionale: al vertice di Publiacqua (attualmente occupato dall’ex assessore diessino Amos Cecchi) Renzi ha infatti indicato il nome di Erasmo D’Angelis, storico esponente di Legambiente e consigliere regionale uscente (e non riconfermato) in quota Pd, unico caso di “usato garantito” in un parco dirigenti quasi interamente rinnovato.

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Nei prossimi mesi attese altre nomine

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Il valzer di nomi continua Le novità non sono finite P

oltrone, poltroncine, seggiole, persino strapuntini, purché comodi e ben retribuiti. Questa, nell’immaginario collettivo, la percezione dell’universo delle società partecipate: “Un parcheggio per politicanti non eletti o a mandato scaduto” (come recita il sito internet relativo allo stato di attuazione dei 100 punti). Una percezione condivisa e avvalorata dai fatti se, come è vero, sino ad oggi i posti di vertice nelle municipalizzate sono stati occupati sistematicamente da esponenti di partiti (di maggioranza), scelti più secondo criteri di equilibrio politico che di comprovata competenza. Un’abitudine certo non solo fiorentina, ma non per questo non da stigmatizzare. E il primo a farlo è stato proprio, sin dalla campagna elettorale delle primarie, Matteo Renzi. L’ondata di nuove nomine avviata a luglio e proseguita in periodo prenatalizio, pare destinata a proseguire nei prossimi mesi. Verso il rinnovo delle cariche

societarie vanno anche colossi come la Centrale del Latte, enti strategici come Aeroporto di Firenze e Casa spa (società di gestione del patrimonio immobiliare pubblico), e ancora Silfi (illuminazione) e la Società servizi alla strada Sas (entrambe a guida diessina ed entrambe destinate nel medio periodo a confluire, assieme a Firenze Parcheggi, in un’unica società attiva nella mobilità). Cambierà sicuramente il numero uno di Mukky Paolo Bambagioni (ex primo cittadino di Signa sotto le insegne del Ppi), con ogni probabilità futuro consigliere regionale, ma per sapere il nome del successore occorrerà attendere le elezioni di fine marzo. Ancora incertezza sugli altri incarichi in scadenza, ma c’è da scommettere su qualche altra sorpresa, destinata a suscitare inevitabilmente qualche lamentela da parte degli esclusi e plausi da parte di chi legge nelle nuove nomine un rinnovato modo di gestire la cosa pubblica. /A.L.


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Viale Michelangiolo, 27 - FIRENZE L'ISTITUTO DEL SACRO CUORE, nella sua secolare attività, nella formazione integrale degli allievi dai tre anni fino al coronamento degli studi superiori (liceo a indirizzo classico, scientifico e linguistico) persegue i seguenti obiettivi: • Educare tutta la persona mediante una solida formazione intellettuale, un'attenta coscienza critica e l'abitudine al ragionamento Sensibilizzazione ai valori umani e spirituali. • Risvegliare la capacità di selezionare, ordinare e personalizzare gli stimoli esterni per un giusto orientamento della vita, secondo la propria specifica vocazione. • Educare alla libertà, alla coerenza, alla responsabilità. • Aiutare ciascuno a sviluppare la propria originalità • Studio accurato delle lingue straniere a tutti i livelli. Per gli studi superiori conoscenza ed usi dei linguaggi specifici e dell'informatica. Particolare attenzione alle discipline umanistiche, scientifiche ed economico-giuridiche, • L'ambiente che si apre a tutti gli allievi è sereno e, per la sua stessa posizione naturale, assai privilegiato.

Il Convitto che si apre alle allieve dalla scuola primaria al liceo, in un ambiente sereno e familiare favorisce la formazione personale in un clima di fraternità e di impegno.

Servizi Gli allievi usufruiscono delle attrezzature di cui la scuola dispone: laboratorio di informatica laboratorio di scienze e di fisica laboratorio linguistico biblioteche teatro palestra strumenti audiovisivi campi da gioco aperti anche in ore extrascolastiche servizio di trasporto e di mensa Ma soprattutto gli allievi, dai più piccoli della Scuola dell'Infanzia ai più grandi del Liceo usufruiscono della splendida posizione dell’Istituto; le loro ricreazioni si svolgono abitualmente nell’ampio parco che si offre ai giochi delle differenti età, senza alcuna preclusione.

PENSIONATO UNIVERSITARIO

Convitto L'Istituto del Sacro Cuore offre un ambiente sereno e familiare che favorisce la formazione spirituale, intellettuale, e personale di ciascuna ragazza. Ogni singola alunna è presa nella sua interezza, con i suoi talenti e le sue difficoltà, ed è guidata alla piena maturazione e crescita necessarie per la costruzione della persona, nel rispetto delle diverse personalità. Ciascuna è aiutata e sollecitata nel suo impegno scolastico perché possa mettere a frutto tutte le potenzialità. Le religiose che sono accanto alle ragazze nei vari momenti della giornata favoriscono il clima di famiglia così necessario per creare e ricreare equilibri in una fascia di età particolarmente difficile. Il convitto è aperto alle alunne della Scuola Primaria, della Scuola Media e del Liceo.

L' istituto del Sacro Cuore è lieto di offrire a un piccolo gruppo di universitarie un Pensionato dove si respiri un'atmosfera di famiglia. È appunto in questo clima che esse potranno studiare serenamente e raggiungere i traguardi della maturità umana e cristiana.


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Gennaio 2010

Isolotto • Legnaia • Soffiano

QUATTRO ZAMPE. Scarseggiano le aree per i migliori amici dell’uomo

A Fido mancano gli spazi Vita “da cani” nel quartiere Annalisa Cecionesi

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n guinzaglio e via, alla scoperta del quartiere. Sono circa 4mila i cani residenti all’Isolotto e dintorni, contando solo quelli iscritti all’anagrafe canina. Un quartiere a misura di animale? Lo sarebbe, se non fosse per la scarsità di aree cani. Nel complesso gli spazi dedicati a Fido sono otto. Ma non tutte le aree hanno i servizi necessari. In alcune mancano impianti di illuminazione e fontanelli per l’acqua, e il fango la fa da padrone. Così d’inverno tocca armar-

si di torce e stivali, d’estate di bottiglie d’acqua. Altre aree invece sono talmente piccole da sembrare gabbie. Come i poco più di 400 metri quadri di via Tiziano, a Ponte a Greve. Gli unici spazi per correre un po’ sono i prati intorno al centro commerciale, dove spesso i cani sono lasciati liberi nonostante i divieti. Non va molto meglio a Soffiano, dove l’unica area disponibile è quella di via Nicola Pisano. Quella di via Margaritone d’Arezzo è stata smantellata a causa delle lamentele dei residenti, mentre tra via di Soffiano e via dell’Olivuzzo una nuova area sarebbe quasi pronta, ma non è utilizzabile perché manca l’accesso, negato

dai proprietari del terreno. “Io stesso mi sono mobilitato protestando con le autorità di quartiere – spiega Francescomaria Tedesco – ma il problema rimane: i soldi per la costruzione dell’area di via di Soffiano, inutilizzata, sono stati spesi inutilmente e a noi non resta che l’area di via Nicola Pisano, sovraffollata”. Per far fronte alle esigenze della cospicua popolazione canina presente sul territorio, il consiglio di quartiere, nell’aprile 2008, aveva approvato un apposito piano delle aree cani. Due di queste sono state predisposte, quella in via dei Melograni, in zona Isolotto vecchio, e quella in via Monte Oliveto, nei pressi di Villa Strozzi. Altre

LEANDRO LANNA Ferroviere, 60 anni

GIULIO PELOSI Ricercatore, 30 anni

WALTER MEUCCI Pensionato, 59 anni

“Il problema sono le strade sporche”

“Le aree servite male”

“Manca un nuovo spazio”

“Per quanto riguarda veterinari, negozi per animali e servizi simili non ci possiamo lamentare, l’Isolotto è ben servito. Il problema sono le strade disseminate di escrementi, per colpa di padroni maleducati. La fretta induce a portare i cani sotto casa invece che al parco e l’inciviltà fa il resto”

“Nel complesso i servizi per gli animali non mancano nel quartiere 4. Le aree cani sono però servite male. In via Nicola Pisano manca l’illuminazione e una fontanella per l’acqua. Ed è spiacevole che nei centri commerciali gli animali non siano ammessi, come invece succede nei piccoli negozi”

“A Ponte a Greve e all’Isolotto i servizi dedicati agli animali non mancano. Ogni tanto capita di trovare escrementi per strada ma ci sono zone della città ben peggiori di questa. L’unico vero problema è la mancanza di una nuova area per cani, visto le dimensioni ridotte di quella in via Tiziano”

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il giornale del tuo quartiere

Troppo piccoli o senza i necessari servizi: i terreni non sempre sono adeguati. A Soffiano un’area inutilizzabile perché senza accesso. Ci sono invece toilette self-service, asilo e pensione invece sono rimaste sulla carta. “Le aree previste dal piano (via dell’Argingrosso, via San Bartolo, via Jacopo del Meglio, viuzzo delle Case Nuove e via Viani) – spiegano dall’Ufficio verde pubblico del Q4 - possono essere realizzate qualora l’amministrazione metta disposizione le risorse necessarie. Stiamo lavorando per cercare di reperirle, anche in collaborazione con l’ufficio tutela animali”. Non resta che attendere che vengano attuate le promesse del sindaco Renzi, indicate in uno dei cento punti. Buone notizie per la vasta area di viale Canova, in larga parte chiusa per la realizzazione di una vasca di compensazione. A primavera riaprirà, quando il nuovo manto erboso si sarà consolidato, con nuovi alberi, vialetti, impianto di irrigazione e illuminazione. Aree per cani a parte, sono poche le la-

mentele. I marciapiedi potrebbero essere più puliti, sono gli stessi proprietari dei cani a criticare la maleducazione di alcuni padroni che non raccolgono gli escrementi dei propri animali. “Per colpa di alcuni siamo additati tutti come incivili”, dicono in molti. Per quanto riguarda gli altri servizi, ce n’è per tutti i gusti. Oltre ai servizi tradizionali, ben distribuiti, non manca neppure il veterinario omeopata, la toilette self service per cani di via Torcicoda, l’asilo e la pensione per Fido presso l’Accademia Cinofila Fiorentina del Poderaccio. E oltre all’addestramento c’è di più. Nel nuovo centro cinofilo di Legnaia, “Zampa libera”, vengono proposti corsi di educazione di base, agilità, tiro al guinzaglio e persino esercizi a tempo di musica, la “dog dance”. Per animali (e padroni) sempre più esigenti.

F. TEDESCO Filosofo, 40 anni

MARIA VALVANO 50 anni

“Situazione critica a Soffiano”

“A Ponte a Greve siamo messi male”

“A Soffiano, dove sono in molti a possedere un cane, la situazione è davvero critica. L’unica area cani utilizzabile, nonostante la nostra mobilitazione, è quella di via Nicola Pisano. Bene per gli altri servizi, anche se manca un vero e proprio pronto soccorso veterinario, come quello del Galluzzo”

“Qui a Ponte a Greve in quanto ad aree cani siamo messi proprio male. Quella di via Tiziano è piccolissima e senza fontanello, per far sgranchire i cani bisogna portarli nei prati qui intorno. Le spese veterinarie poi sono esagerate, servirebbero dei sussidi per aiutare i padroni dei cani adottati”

Ecco gli interventi in programma questo mese sulle strade del quartiere: VIA SIMONE MARTINI VIA BACCIO DA MONTELUPO Prevista nel mese di gennaio la riasfaltatura a tratti della carreggiata delle vie Simone Martini e Baccio da Montelupo. APPALTI A questi interventi si aggiungono due appalti che riguardano lavori finalizzati all’abbattimento della barriere architettoniche presenti in tutta la città.

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attualità

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ECONOMIA/1. Nel 2009 si è registrato un calo pesante delle assunzioni e il mercato del lavoro è in affanno

Ma l’anno nero è davvero finito? Per ora il tracollo è stato evitato grazie a un articolato sistema di ammortizzatori sociali, ma l’assessore regionale al lavoro avverte: “Il 2010 non sarà facile, molti nodi devono ancora venire al pettine” Benedetta Strappi

L’

anno che si è appena concluso si è trascinato dietro un pesante fardello. Quello della crisi, che per tutti gli ultimi mesi ha imperato sulle vite della maggior parte della famiglie, come un’odiosa spada di Damocle che ha soffocato portafogli e buonumore. A Firenze, come nella Toscana tutta e nel resto d’Italia, tanti nuclei familiari si sono ritrovati con uno stipendio solo, costretti a fare i conti con la giostra dell’economia mondiale che nel 2009 ha cominciato a girare impazzita. I dati Istat rielaborati dall’Osservatorio regionale del mercato del lavoro insieme ai dati sugli avviamenti forniti dai centri per l’impiego parlano chiaro. Nel corso dei primi 9 mesi del 2009 in Toscana si è registrato un calo delle assunzioni del 15 per cento, il che significa, in termini assoluti, 90mila persone in meno al lavoro rispetto allo stesso periodo del 2008. Una cifra che, per farsi un’idea, equivale ad un’intera cittadina rimasta a spasso, senza un’occupazione e dunque senza stipendio. Le persone in cerca di lavoro, iscrit-

te ai centri per l’impiego della Toscana, a fine ottobre scorso erano 50.753 (17,2 per cento) in più rispetto a ottobre 2008. Decisamente in affanno appare l’occupazione femminile: il 62 per cento dei disoccupati iscritti al collocamento è composto da donne. Scendendo nel dettaglio, la contrazione degli avviamenti al lavoro risulta particolarmente forte per il settore dei contratti a tempo indeterminato (-28,3 per cento), anche se pure quelli a tempo determinato registrano una flessione pari a -12,8 per cento. Altra spia del malessere della nostra economia è il ricorso alla cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria: rispetto al 2008 è cresciuto del 354 per cento. Per la cassa integrazione straordinaria in deroga le richieste pervenute alla Regione (che gestisce in proprio le procedure di autorizzazione su richiesta delle aziende e sulla base di accordi sindacali) sono state, a partire dal 4 maggio 2009, 7.395, per un totale di 18.063 lavoratori e poco meno di 9 milioni e 600 mila ore. In media sono state richieste 530 ore di cassa integrazione in deroga

a lavoratore. Tra le situazioni più critiche che si è cercato di tamponare pubblicamente ci sono quelle dei lavoratori precari, privi di ammortizzatori sociali: proprio pensando a loro sono stati estesi gli incentivi alle aziende che rinnovano per un anno i contratti a termine in scadenza. Oltre a questo, grazie ad una serie di accordi stipulati con le parti sociali, la cassa integrazione in deroga potrà essere concessa per un periodo superiore ai sei mesi e anche gli incentivi della Regione ai contratti di solidarietà sono stati estesi e potenziati. Infine, uno sguardo all’anno appena cominciato: “Il 2010 non sarà un anno facile – ha spiegato l’assessore regionale al Lavoro Gianfranco Simoncini – l’occupazione in Toscana non è ancora al tracollo ma dobbiamo ricordare che stanno funzionando in maniera massiccia gli ammortizzatori sociali che hanno aiutato a mitigare l’impatto sociale della crisi. Ma molti problemi devono ancora venire al pettine e quindi dobbiamo attrezzarci per integrare e adeguare il pacchetto dei provvedimenti anticrisi”.

LA NOVITÀ La rete di sportelli verrà ampliata con altri punti di primo ascolto

Allarme usura: il fenomeno cresce e la Toscana vara una nuova legge

L

a crisi che si è mangiata i redditi dei toscani ha tra i suoi strascichi negativi anche l’aumento del pericolo usura. Chi si occupa di combatterla parla chiaro: ci sono segnali inquietanti, che fanno pensare che questa tremenda pratica si stia ulteriormente diffondendo. E così la Regione è corsa ai ripari, approvando una legge che apre nuove prospettive per la lotta allo strozzinaggio. Il primo punto prevede nuovi sportelli anti-usura: “Grazie a quanto è stato fatto in questi anni, in particolare con il volontariato, esiste già una rete importante costituita dai 24 sportelli della Fondazione toscana

per la prevenzione dell’usura – spiega il vicepresidente della Regione Federico Gelli – ma ora la nostra presenza sul territorio potrà essere ampliata e diventare ancora più capillare, con servizi di primo ascolto affidati anche agli Uffici relazioni per il pubblico e ad altri uffici delle pubbliche amministrazioni, nonché a realtà del volontariato con cui stipuleremo apposite convenzioni”. Oltre a questo ampliamento, la legge prevede nuove attività di studio e di monitoraggio del fenomeno, con la creazione di una banca dati. Si punterà molto anche sulla comunicazione e sulla sensibilizzazione, con campagne rivol-

te specialmente ai giovani: l’obiettivo è quello di educarli a un uso consapevole del denaro e delle carte di credito e metterli in guardia dai rischi del gioco d’azzardo e da quelli derivanti dall’indebitamento dovuto ai pagamenti a rate. Una lotta a tutto campo, insomma, per cercare di estirpare quella piaga odiosa che è lo strozzinaggio. Il problema del resto ha dimensioni colossali, con fatturati degni di una grande azienda: si stima che in Italia il giro di affari annuo dell’usura si aggiri intorno ai 30 miliardi di euro e che il 36 per cento di esso sia controllato dal crimine organizzato. /B.S.

Mario Razzanelli • Capogruppo Lega Nord, Comune di Firenze Cari amici e concittadini, un grazie a tutti voi che mi avete consentito di tornare in Palazzo Vecchio per continuare a lavorare per la nostra Firenze e che mi avete sostenuto nelle battaglie intraprese per difendere la nostra città dal degrado fisico e culturale al quale era stata condannata dalla passata amministrazione. Abbiamo ottenuto dei risultati storici merito di tutti i fiorentini che ci hanno creduto: • La pedonalizzazione di Piazza duomo; • La revisione del progetto della tramvia; • La riapertura della discussione sul progetto TAV e sulla Stazione Foster la cui costruzione sembrava ormai data per scontata; • La revisione del “Piano Strutturale” per impedire la cementificazione incontrollata della città. Dopo la positiva esperienza della lista civica “Firenze c’è” e dopo il distacco dall’Udc maturato durante l’ultima campagna delle elezioni comunali perché non potevo rinnegare il mio lavoro di opposizione alla sinistra degli ultimi cinque anni ed appoggiare, secondo le richieste del mio ex partito, direttamente la lista di Matteo Renzi , era necessario trovare un alleato ed un appoggio politico a livello nazionale per dare forza e respiro alla politica locale. Era necessario un partito concreto ed in grado di mettere le sue radici nel territorio.

Ho scelto la Lega Nord perché questo movimento è l’unico ad avere proprio queste caratteristiche. Un partito: • vicino a i problemi della gente; • politicamete trasversale; • • che parla un linguaggio chiaro e comprensibile; • in difesa della nostra cultura, dei nostri valori e delle nostre tradizioni che ha avuto il coraggio di • scendere in Piazza per difendere il Crocifisso; • unico partito del centro destra, tranne l’UDC, che partecipò alla raccolta delle firme per i referendum sulla tramvia; • composto da persone entusiaste del proprio lavoro,

con un senso pratico per i problemi che mi è piaciuto e col quale mi sono identificato; che ha detto basta agli sprechi fatti unicamente per mantenere dei bacini di voto di scambio; che sostiene il federalismo e non solo quello fiscale come soluzione per riportare correttamente l’ Italia al ruolo che le compete responsabilizzando le zone del paese che ancora soffrono per colpa di politiche di tutti i tipi dove i soldi vengono troppo spesso spesi unicamente per mantenere i voti e con essi il potere. Il legame con la Lega Nord è sorto perche la Lega ha aderito in pieno al programma della lista civica “Firenze C’è” condividendone contenuti e programmi. L’associazione “Firenze C’e” con i suoi ottocento soci proseguirà liberamente la propria attività. Un caro saluto a tutti i fiorentini ai quali chiedo di appoggiarmi per far crescere questa realtà politica nell’interesse di Firenze e dei fiorentini.


attualità

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ECONOMIA/2. Carla e Lorenzo Braccialini raccontano presente e futuro della loro impresa

“Questa crisi può offrire delle chances” ZOOM

L’azienda fiorentina ha appena inaugurato

L’AZIENDA IN CIFRE

un avveniristico

Il fatturato di Braccialini dal 2000 al 2008 è cresciuto di otto volte, con una media del 40 per cento annuo, puntando sui propri marchi e su accordi con maison internazionali. Ha complessivamente 200 dipendenti e coinvolge nell’export 40 paesi. Nel 2008 Braccialini e la controllata Dadorosa Srl (marchio Gherardini) hanno fatturato 70 milioni. Il core business dell’azienda è rappresentato da borse, piccola pelletteria, cinture e scarpe. I marchi propri sono Braccialini, Tua by Braccialini e quelli in licenza sono Gherardini, Looney Tunes (Warner Bros.), AmazonLife e Vivienne Westwood.

stabilimento a Scandicci ed è riuscita a chiudere il 2009 con un fatturato dal segno più Giulia Righi

A

ll’inizio quelle borse sembravano quasi un affare di famiglia. Era tanto tempo fa: correva l’anno 1954 e Carla Braccialini, oggi presidente onorario della Braccialini S.r.l, insieme al marito Roberto aveva scelto di usare ago e filo per dar forma a quell’idea di borsa che le rimbalzava in testa. Comincia da quell’esperimento il percorso che negli anni ha fatto di quest’azienda fiorentina una realtà di fama internazionale, con negozi sparsi in ogni angolo del pianeta e un fatturato col segno più anche nell’anno nero dell’economia. Ecco come Carla Braccialini e suo figlio Lorenzo, direttore marketing e comunicazione, raccontano la loro azienda. Come vi siete mossi per uscire dai venti di crisi che nell’ultimo anno hanno soffiato forte? Braccialini combatte la crisi puntando sulla distribuzione: ampliamento in mercati nuovi, con un presidio comunicativo forte ed un aggiornamento continuo di prodotto; non ultimo con aperture di nuovi store in punti strategici come l’aeroporto di Fiumicino a Roma. Un settore come il vostro si trova a dover fare i conti con una competizione feroce e talvolta sleale, fatta di contraffazione. Come ci si reinventa per sopravvivere sul mercato? Il problema della competizione feroce e della contraffazione è sempre esistito nel nostro settore ma la Braccialini ha nel suo dna degli anticorpi potenti. Siamo abituati ad essere copiati da tanti anni, non c’è bisogno di reinventarsi per sopravvivere, ma bensì di fare sempre meglio le cose, con sempre più entusiasmo ed impegno rispetto ai nostri contraffattori, investendo in ricerca e difendendo

ANNO NUOVO SEDE NUOVA Proprio poche settimane fa, con una grande festa, è stata inaugurata la nuova sede di Braccialini a Scandicci. Il progetto – nato e realizzato dall’architetto Sandro Cammilli – riproduce uno stabilimento-giardino ispirato ai principi del feng shui, su una superficie di 10mila metri quadrati, su due piani, ed è pensato per accogliere, assieme al nuovo centro logistico di 4mila mq (distante pochi chilometri) gli oltre 200 dipendenti. La facciata principale è interamente sovrastata da un giardino verticale allestito con piante di edera a pronto effetto, che funzionerà anche da stabilizzatore termico consentendo una riduzione dei consumi energetici.

LA STORIA Carla Braccialini

il know-how. Qual è la vostra sfida per il futuro immediato? Quella di combattere la contrazione dei consumi mantenendo vivo l’appeal che in questo momento esiste sul marchio Braccialini. Sappiamo che in un momento di crisi come questo, per chi è davvero bravo, si liberano delle chance importanti per guadagnare terreno. E’ appena stato inaugurato lo stabilimento di Scandicci, come nasce l’idea di un progetto tanto particolare? Nasce da un sogno, che è quello di unire l’aspet-

to estetico, etico e di comunicazione in un progetto in grado di rappresentare la filosofia stessa dell’azienda: basso impatto ambientale, qualità del lavoro, vivibilità e benessere mentale (improntato ai principi del Feng Shui, l’antica arte geomantica taoista della Cina) con una straordinaria sensibilità ai servizi interni allo stabilimento (mensa/salotto, asilo nido, area relax..) ed un forte impatto visivo che crea un importante elemento di comunicazione con l’esterno. La sede doveva essere qualcosa di unico, originale che rispecchiasse il mondo Braccialini e le sue borse.

La storia di Braccialini comincia nel 1954, quando Roberto e Carla Braccialini aprono il primo laboratorio artigianale di borse. Con lei, dopo la scomparsa del marito, già dagli anni ’80 cominciano a collaborare i figli. Nel 1993 apre la prima boutique a Firenze, nel 2001 il primo negozio monomarca a Milano e Tokyo, nel 2005 il primo in franchising in terra araba e altri due monomarca a Dubai. Nel 2007 viene acquisito Dadorosa, licenziatario di un altro grande marchio fiorentino, Gherardini e nel 2008 viene inaugurato il grande showroom milanese. Nel 2009, infine, la nomina di Carla Braccialini a Cavaliere del Lavoro.

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usi e costumi

Gennaio 2010

LA CURIOSITÀ. In via Baccio da Montelupo c’è uno speciale hotel che ospita solo e soltanto “cose”

Anche gli oggetti vanno in albergo Un po’ deposito, un po’ libreria, all’occorrenza archivio o semplice ripostiglio:

zione di modernariato (periodo 19201980) curata da Giovanni Guerri: “Vorremmo allargare l’offerta - racconta ancora Fallai - magari ospitando vere e proprie botteghe artigianali, sulla scia di quanto sperimentato nei nostri centri di Bergamo e Brescia. Il sogno è accompagnare all’attività di trasloco e deposito quella di opificio, innescando un circolo virtuoso che si contrapponga alla meccanicità dell’usa e getta”.

in questo particolare deposito viene stipato tutto quello che in casa non sta più. Per affittare un box si parte da 50 euro (più Iva) al mese per due metri quadrati Luca Serranò

U

n albergo silenzioso che non risente della crisi. Un “ricovero” per oggetti di qualsiasi forma e dimensione. L’Hotel delle cose, il grande palazzo giallo che s’affaccia su via Baccio da Montelupo, è un luogo che non assomiglia a nessun altro. Una lunga serie di box (da 2 a 300 metri quadri) che si trasformano all’occorrenza in garage, librerie, archivi e semplici “sgabuzzini”. Ogni locale col suo volto, il suo odore e le sue storie. Una scelta imprenditoriale che s’è dimostrata vincente anche in altre parti d’Italia, e che il gruppo Carcano, attivo nel settore dei trasporti, sembra voglia replicare nella zona di Firenze sud. “Le richieste non mancano” spiega Filippo Fallai, che insieme a Mirko Degl’Innocenti porta avanti la struttura. “C’è chi trasloca e cerca una sistemazione temporanea per le proprie cose e chi ha bisogno di uno spazio ulteriore per la propria professione”. Poi, continua: “Ci sono i collezionisti e quelli che trasformano i box in un archivio. Senza dimenticare – conclude – che molti ricorrono ai nostri locali per puro sentimentalismo, per non staccarsi dagli oggetti cui sono maggiormente affezionati”. In alcuni casi, ad ogni modo, il valore emotivo va di pari passo con quello economico. Non mancano auto d’epoca e preziosi oggetti d’antiquariato, tutti protetti da un avanguardistico sistema d’allarme. I prezzi vanno da 50 euro mensili più iva (per un box di quasi 2 metri quadri) fino a raggiungere cifre consistenti per i locali più grandi. Otto metri quadri, per esempio, arrivano a costare oltre duecento euro al mese. Per i box di oltre cento metri quadri si va fuori listino: “Ma quanto si spende per affittare un magazzino in proprio? - dice Filippo Fallai - la nostra carta vincente è proprio questa. A patto che sia legale i nostri locali sono a disposizione per qualsiasi attività”. Un luogo singolare, l’Hotel delle cose, una sorta di combinazione tra una deposito e un albergo vero e proprio, dove gli oggetti si trasformano in ricordi perpetrando vite e storie passate. A pochi metri dall’ingresso, dopo una breve rampa di scale, c’è anche un’esposi-

LA DECISIONE In viale Guidoni

La scuola occupata diventa un giardino

È

stato un brutto incendio a mettere la parola fine sulle sorti di quell’edificio di viale Guidoni che da scuola che fu (Caterina De’ Medici) si era trasformato in rifugio per decine e decine di persone, per la maggior parte di origine somala. Dopo quell’episodio (doppio, per la verità, perché gli incendi sono stati due) si è deciso di correre ai ripari e il sindaco Matteo Renzi ha firmato in loco un’ordinanza che cambia radicalmente la destinazione d’uso di quell’area.Al posto di quelle macerie carbonizzate presto ci sarà un giardino. La palazzina non era infatti recuperabile, le fiamme avevano compromesso definitivamente una situazione già assai precaria, e così si è scelto di demolirla per lasciare spazio a un nuovo fazzoletto di verde. Gli occupanti, rimasti senza casa proprio nei giorni del gran freddo, sono stati invece sistemati in altre strutture. All’avvio dei lavori erano presenti il sindaco Matteo Renzi e gli assessori ai lavori pubblici Massimo Mattei e alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi. Prima di cominciare con l’abbattimento è stata avviata un’operazione di pulizia e rimozione dei mobili che affollavano gli interni della struttura. Quattro ditte hanno preso parte a questa impegnativa operazione di sgombero:la Cooperativa di Rifredi che si è occupata della rimozione dei materiali contenuti nella struttura; il Quadrifoglio invece che si è occupato del conferimento degli scarti in discarica; la ditta Eredi Sabini incaricata di realizzare la chiusura dell’edificio e la ditta Migliorini Piero che ha curato la chiusura in rete metallica delle finestre al piano terra. Una volta conclusa la fase preliminare di sgombero delle masserizie sono riprese le operazioni di demolizione e si è dato avvio alla preparazione /B.S. del giardino.

Non mancano auto d’epoca e preziosi oggetti d’antiquariato, tutti protetti da un avanguardistico sistema d’allarme 1062890


L'Associazione ebbe la sua prima costituzione nel 1872 ad opera di reduci, così come per tutte le altre Fratellanze Militari, che numerose furono in Italia ed oggi tutte estintesi. Prese il nome di Fratellanza Militare Italiana e poi di Vittorio Emanuele II; la sua costituzione ufficiale si ebbe solo nel 1876, negli attuali locali di S. Maria Novella che erano stati requisiti alla Chiesa a seguito delle " Leggi Napoleoniche ". Nei primissimi anni, la Fratellanza Militare, ebbe come finalità il mutuo soccorso tra gli aderenti e solo nel 1878 si costituì all'interno la " Compagnia Volontaria di Pubblica Assistenza " per portare aiuto ai diseredati e agli infortunati. Una Compagnia Volontaria, organizzata militarmente, dove i Militi Volontari eseguivano oltre che l'assistenza agli ammalati, il soccorso, ed esercitazioni periodiche che oggi potremmo definire Protezione Civile. Dal volontariato di guerra, per l'Indipendenza, al Volontariato di pace; la solidarietà e gli ideali, sorti in guerra, trasmessi alle popolazioni civili in pace. Si era ai primi albori dell'assistenza laica, che si potrebbe tradurre in: " non più carità, ma solidarietà " . E la solidarietà non poteva essere solo appannaggio dei reduci e così si aprì a tutti coloro, uomini e don-

La P.A. Fratellanza Militare è attiva sul territorio fiorentino con tre sedi operative: Piazza S. Maria Novella, Piazza San Salvi e Via S. Agostino. Ad oggi conta circa 11.000 soci, 800 volontari attivi e svolge circa 31.000 servizi all’anno. I Servizi che l’Associazione è in grado di offrire alla cittadinanza sono:

SERVIZIO DI AMBULANZA L'attività di trasporto degli infortunati e' tra le più tradizionali, oggi si avvale di moderni mezzi che hanno la loro base di partenza dalle tre sedi dell'Associazione. I Volontari si alternano nelle 24 ore per coprire i turni ed essere sempre disponibili alle richieste della popolazione. I trasporti con ambulanza avvengono in città, ma anche da e per altre città e paesi europei. Il servizio e' da sempre gratuito in città, mentre per altre località, vi sono agevolazioni per gli associati; - assistenza sanitaria: In occasione di importanti eventi sportivi od artistici che richiamano un numero elevato di spettatori, i Militi Volonatri organizzano sul luogo, dei coordinamenti di assistenza con ambulanze, medici, squadre ed Attrezzature per la protezione degli spettatori. La priu' frequente e' l'assistenza sanitaria allo Stadio Comunale, ma anche in occasione di concerti o raduni di vario genere. Un'organizzazione capillare, efficiente, che e' diretta da Militi di esperienza e responsabilità; - servizi sociali: trasporto con autovetture o furgoni attrezzati di dializzati, portatori di handicap e persone anziane. Assistenza domiciliare per persone anziane e disabili.

PROTEZIONE CIVILE Il gruppo di protezione civile nato nel 1908 è in grado di intervenire in ogni circostanza calamitosa con attrezzature e mezzi adeguati (supporto logistico con montaggio tende, illumina-

ne, che sentivano gli ideali di " fratellanza " , contribuendo così ad allargare le attività della Fratellanza Militare. Con la guerra di liberazione, le file dei Militi Volontari si assottigliarono e difficile fu l'opera di riorganizzazione della Pubblica Assistenza, alcune ambulanze furono requisite dai tedeschi, mentre una fu completamente smontata dai Militi autisti per sottrarla alla requisizione. Gli anni '50 e '60 videro un notevole sviluppo, ma un grave fatto colpì la città: l'alluvione e la Fratellanza Militare ne fu colpita duramente. I mezzi, le attrezzature, la sede, l'archivio ebbero danni ingenti e solo grazie alla generosità dei fiorentini e all'opera dei Militi Volontari che risollevarono le sorti dell'Associazione fu possibile tornare ad essere una Pubblica Assistenza operativa e attenta ai bisogni dei cittadini. Ma la Fratellanza Militare non ha svolto nel corso degli anni solo assistenza e soccorso: sono da ricordare le Scuole Professionali Domenicali, che furono rilevate dall'Associazione di Reduci delle Patrie Battaglie che svolsero per decenni un'opera educativa e di formazione professionale; la biblioteca, il corpo bandistico, il gruppo smassatori. In 133 anni di Fratellanza Militare a Firenze, in ogni

zione tramite torri faro, impiego di pompe idrovore negli allagamenti). Inoltre svolge attività di ricerca persone disperse, servizio d’ordine, viabilità e logistico per eventi sportivi, manifestazioni, concerti ecc…

DONATORI SANGUE il gruppo dei donatori sangue è sempre molto attivo all’interno della nostra associazione per sensibilizzare i soci e non alla donazione del sangue. Sono migliaia i flaconi di sangue che i donatori della fratellanza hanno donato ai centri trasfusionali ospedalieri. e' anche un modo per sottoporsi periodicamente ad accertamenti diagnostici e soprattutto di essere sensibili ad un problema sociale che solo con la disponibilità verso gli altri si puo' affrontare concretamente;

ONORANZE FUNEBRI E CREMAZIONE E' un'attività , che si avvale di personale specifico e qualificato. Si occupa di tutti gli adempimenti relativi alla morte; e' un settore che e' improntato con una logica sociale e di servizio.Siamo in grado di effettuare qualsiasi servizio funerario per le diverse esigenze e possibilità dei nostri soci, ponendo sempre in rilievo in un momento così delicato la discrezione.

POLIAMBULATORIO Nel nostro ambulatorio vengono effettuate visite specialistiche di ogni genere e sono dotati delle più moderne attrezzature per ogni tipo di indagine medica. Presso la struttura ambulatoriale vengono effettuati eco color doppler arteriosi e venosi agli arti inferiori e superiori; eco color doppler carotidei e vertebrali, ecocardio, holter pressori e cardiaci, visite con elettrocardiogrammi, ecografie pelviche e transvaginali, ecografie addome superiore, addome inferiore e addome completo ed ecografie

vicenda dolorosa o gioiosa che ha coinvolto la città e i sui abitanti, i Militi Volontari sono stati sempre pronti a rispondere con il principio altruistico della solidarietà. La Fratellanza Militare deve molto a Firenze, ai sui cittadini, ai propri associati, ai propri Militi Volontari, questo legame è vivo da 133 anni, ed è di questo che bisogna rendere merito! In 133 anni di Fratellanza Militare a Firenze, in ogni vicenda dolorosa o gioiosa che ha coinvolto la città e i sui abitanti, i Militi Volontari sono stati sempre pronti a rispondere con il principio altruistico della solidarietà. La Fratellanza Militare è una istituzione che non ha finalità di lucro; gli associati, i volontari, i dirigenti, non percepiscono nessun rimborso od altro, sotto diversa forma. Tutti i proventi ed i costi sono illustrati ai soci e i bilanci sono pubblici, le risorse vengono reinvestite nell'attività dell'Associazione per potenziarle, per dare dei servizi sempre migliori alla gente. L'Associazione vive con le quote dei soci, con le donazioni, con i contributi legati ad alcune convenzioni. Per sostenere la Fratellanza Militare è possibile associarsi o erogare contributi liberi, anche legati a singole iniziative o attività.

della tiroide. Tutti i venerdì pomeriggio presso l’ambulatorio verranno effettuate visite pneumologiche per curare le malattie dell’apparato respiratorio e visite per iniziare la terapia antifumo. Si possono prenotare gli appuntamenti presso la segreteria dell’ambulatorio. La segreteria dell’ambulatorio è a vostra disposizione per informazione e appuntamenti al numero 055 671388.

SPECIALIZZAZIONI SVOLTE ALL’INTERNO DELL’AMBULATORIO DI PIAZZA SAN SALVI 4 Autorizzazione sanitaria n. 141 del 5 gennaio 2000 AGOPUNTURA ANGIOLOGIA CARDIOLOGIA CHIRURGIA DERMATOLOGIA ENDOCRINOLOGIA FISIOTERAPIA GINECOLOGIA MEDICINA INTERNA OCULISTICA ORTOPEDIA OTORINOLARINGOIATRIA ODONTOIATRIA PNEUMOLOGIA PODOLOGIA PSICHIATRIA PSICOLOGIA PSICOPEDAGOGIA SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE UROLOGIA


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salute

Gennaio 2010

FOCUS/1. Secondo le stime siamo terzi in Italia per numero di contagiati conclamati e sieropositivi

In città l’Aids colpisce più che mai Nessuno la nomina più, eppure la malattia c’è, eccome: a Firenze gli

Paola Ferri

ammalati sono 1.159 e i positivi al virus Hiv presupposti sono 2.400. È un’emergenza silenziosa e dunque il test è importantissimo per tutti: è gratis e si può fare insieme alle classiche analisi del sangue

S

olo stime, non esistono dati precisi attraverso i quali indagare l’incidenza del virus Hiv sulla popolazione fiorentina o toscana. Eppure le stime parlano di una Firenze balzata

L’INTERVISTA Stefano Corso, Lila Toscana

“Si combatte su più fronti”

P

IL DENTISTA RISPONDE QUESTO MESE GLI IMPIANTI: quando e perchè metterli A cura del Dott. Giuseppe Garrubba

Parlando di impianti le cose da dire sono tante. Questo mese vi spiegherò quando e perché è bene ricorrere a questo tipo di protesi e nei mesi successivi il loro impiego. Un dentista coscienzioso consiglia al suo paziente il lavoro su impianti dopo aver spiegato bene di cosa si tratta e rilevato la sua motivazione verso questa tipologia di protesi. Dopo un accurato studio della bocca e radiografia del paziente, si valuterà l'osso e si progetterà quanti impianti inserire e dove metterli. Questi lavori danno molti benefici a patto che comunque ci sia uno spessore minimo di osso e il paziente non sia affetto da malattie importanti: grave diabete, gravi insufficienze respiratorie, malattie cardiovascolari rilevanti etc...Ciò non perché esso sia particolarmente complesso o di per sé pericoloso ma perché alcune malattie rendono difficile il cicatrizzarsi dei tessuti e situazioni precarie

sconsigliano interventi pur minimi come questi. Tutti gli altri possono scegliere questa protesi che permette di tornare ad avere una situazione paragonabile a quella dei propri denti. Spesso mi trovo a parlare con pazienti che si rammaricano di aver trascurato la loro bocca, o che per colpa di malattie parodontali (piorrea) si sono ritrovati senza molti o addirittura tutti i denti. Si può tornare ad avere denti fissi ed esteticamente naturali che occupano lo stesso spazio dei propri. Oggi questo è possibile perché la tecnica implantare ha fatto passi in avanti. Quindi fondamentale è: che ci siano le condizioni per poter mettere gli impianti, affidarsi ad un dentista che tragga soddisfazione dal fare bene il proprio lavoro e che abbia alle spalle un laboratorio odontotecnico (per la protesi) che sappia copiare la natura per costruire denti nuovi paragonabili ai propri. Salute a tutti.

DOTT. GIUSEPPE GARRUBBA Via Lungo L’Affrico, 42 - Firenze - Tel. 055 660225 Dal lunedì al venerdì 9.00 - 12.30 • 15.00 - 20.00 Il sabato 9.00 - 12.30 www.curailtuosorriso.it

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revenzione, assistenza, autoaiuto e tutela legale. L’Aids si combatte su più fronti, come spiega Stefano Corso, presidente della Lila (Lega Italiana Lotta all’Aids) Toscana. Quali sono le principali attività della Lila in ambito di prevenzione? Facciamo informazione mirata a seconda delle fasce di età. Non si tratta soltanto di fare lezioni specifiche nelle scuole, ma di coinvolgere anche gli adulti, alla luce dei dati che vedono l’età media dei contagiati in aumento. Al momento stiamo conducendo un progetto per fare prevenzione nelle palestre, sui luoghi di lavoro, nei centri di aggregazione giovanile. Ma non solo: cerchiamo di rendere partecipi i medici di famiglia, affinché consiglino ai pazienti il test per l’Hiv. Quante persone assistete a Firenze? Attualmente sono un’ottantina le persone che seguiamo attraverso diversi tipi di sostegno, dall’accompagnamento in ospedale per coloro che hanno problemi a spostarsi, all’assistenza domiciliare, fino ai gruppi di auto-aiuto e alla tutela giuridica. Sono molti, infatti, coloro che perdono il lavoro non appena rivelano di essere sieropositivi. E si ritrovano in gravi difficoltà economiche, oltre che psicologiche. Basti pensare che l’assegno di invalidità corrisponde a 250 euro, una cifra con cui diventa difficile sopravvivere. Inoltre capita sempre più spesso che si rivolgano a noi delle coppie miste, formate da un partner sieropositivo e uno sieronegativo, in cerca di consulenze. In materia di figli, per esempio? Sì, con le nuove terapie e prendendo tutte le precauzioni del caso, il rischio di trasmettere il virus al figlio è sceso al di sotto dell’1 per cento e sono diverse le coppie che decidono di affrontarlo. Chi scopre precocemente di essere sieropositivo ha delle buone prospettive di vita, sia in termini di qualità che di durata. Più tardi lo si scopre e più debili/F.P. tanti saranno le cure.

improvvisamente dal quinto al terzo posto in questa amara classifica, con 1.159 casi di Aids conclamata (quelli sì, documentati) e circa 2.400 sieropositivi presupposti. Cifre che collocano il capoluogo toscano ben al di sopra della soglia di incidenza considerata usuale, attestata sull’1 per mille. Stando a questi dati a Firenze si supererebbe il 2,7 per mille. Un universo sommerso quello dei contagiati, sepolto da una coltre di pregiudizi e paure sedimentate negli anni. Dopo l’iniziale ondata mediatica, gli spot da elettroshock, i film da premio oscar e le iniziative di sensibilizzazione, è come se l’Aids fosse sprofondata nell’abisso in cui gli stessi mass media tendono a relegare tutto ciò che non fa più notizia. Primo dicembre a parte (ovvero durante la giornata mondiale della lotta all’Aids), se ne parla poco o punto. Sono rimaste le lezioni nelle scuole, quelle sì, per fare prevenzione tra ragazzi e ragazzini sempre più precoci e sempre meno avvezzi all’uso delle precauzioni (basti pensare che secondo alcune recenti statistiche solo il 40 per cento dei giovani tra 15 e 25 anni ne fa uso). Ma forse la prevenzione sbaglia bersaglio, o meglio dovrebbe ampliare il target, perché il maggior numero dei contagiati si colloca nella fascia compresa tra i 30 e i 45 anni. E sono più del 60 per cento coloro che scoprono di essere sieropositivi al momento del ricovero in ospedale, quando ormai l’Aids è conclamata. Un ritardo che li costringe a ricorrere a cure più pesanti, con forti ripercussioni sulla futura qualità di vita. Nonché sulla spesa sanitaria. In media l’Asl spende 10mila euro l’anno per ogni malato di Hiv. E il conto lievita ad ogni giro: in Toscana si parla di 100 nuovi casi di Aids conclamata all’anno, che si vanno ad aggiungere a quelli già riconosciuti, la cui prospettiva di vita, con le nuove terapie, si è allungata. Ma la cura è tanto più efficace quanto prima il virus viene riconosciuto. Da qui il progetto lanciato dal Comune di Firenze, in collaborazione con la Asl 10 e la Lila Toscana, chiamato “Hiv-Aids, una malattia dimenticata”. La prima parte dell’iniziativa, quella che prevede una campagna di informazione a tappeto tra scuole, presidi Asl, autobus e via dicendo, è già partita. Obiettivo quello di spingere coloro che si accingono a fare normali analisi del sangue ad effettuare, gratuitamente, anche il test per l’Hiv. “Lo scopo è quello di arrivare a 10mila test, in modo da capire la reale incidenza del virus sulla popolazione fiorentina – spiega l’assessore alle politiche sociali e presidente della Società della Salute Stefania Saccardi – e la novità sta proprio nel coinvolgere la cosiddetta popolazione normale, non soltanto le categorie a rischio, in modo da avere un dato reale e non soltanto stime basate su dati parziali”.


salute

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FOCUS/2. La struttura, unica nel suo genere, è dedicata alle persone più fragili che hanno contratto il virus

Ma a Casa Vittoria la vita continua Francesca Puliti

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asa Vittoria si trova lungo i viali di circonvallazione, luogo di passaggio per molti, ma in cui raramente ci si ferma a lungo. Gli automobilisti ci passano davanti tutti i giorni, augurandosi di arrivare il più in fretta possibile a destinazione, o almeno al semaforo successivo, senza guardarsi troppo intorno. Casa Vittoria – unica struttura del genere in Toscana convenzionata con la Asl - è una palazzina dedicata ai malati di Aids più fragili. Quelli che non hanno alle spalle una famiglia in grado di sostenere le cure, quelli che hanno perso il lavoro e non hanno un posto dove andare, quelli che sono stati gettati nello sconforto dalla scoperta della malattia quando era già in stato avanzato. Qui i volontari della Caritas, loro sì, si fermano a lungo, ci passano le giornate e ricostruiscono una sorta di famiglia allargata. La vita si svolge come in una vera e propria casa, i ritmi, segnati dalle terapie, dalle riabilita-

zioni, dai riposi forzati, cercano di assomigliare il più possibile a quelli di una famiglia normale. E’ una piccola comunità, 12 i posti letto, di cui 7 convenzionati con l’Asl 10 e gli altri a carico della Caritas. Qui arrivano i casi più gravi, “ma solo una persona al momento è costretta a letto – racconta la dottoressa Luisa Sanvito, responsabile della struttura – mentre gli altri possono svolgere attività normali, seppur con qualche difficoltà”. E così si cerca di riportarli alla vita, quella vita in cui hanno perso la fiducia. Attraverso gite all’aperto, piccoli lavoretti, attività riabilitative. “Al centro del progetto c’è la persona nel suo complesso – continua la dottoressa Sanvito – non si tratta soltanto di terapie farmaceutiche, ma di un percorso personalizzato, basato soprattutto sulla relazione umana che si viene a creare”. Da quando ha aperto, venti anni fa, Casa Vittoria ha accolto 119 persone, 94 uomini e 25 donne, e ne ha accompagnate alla morte 62.

È una piccola comunità convenzionata con la Asl, una sorta di famiglia allargata che accoglie chi ha bisogno d’aiuto nella lotta quotidiana contro questa patologia

L’OPINIONE. Luisa Sanvito, Consulta nazionale lotta Aids

“I pregiudizi sono aumentati nel tempo” M

embro della Consulta nazionale per la lotta all’Aids, Luisa Sanvito presiede al Coordinamento italiano delle case alloggio per chi soffre di questa sindrome. Dottoressa, che condizione vivono, socialmente parlando, i sieropositivi e i malati di Aids? Soffrono di una ghettizzazione sempre più marcata, purtroppo. Continuiamo a dividere i malati in buoni e cattivi, a segnare questi ultimi con un marchio che è difficile cancellare. Basti pensare che questa discriminazione li segue anche post mortem. A causa di una legge vecchissima ormai senza più senso, coloro che muoiono di Aids non possono essere esposti, né tantomeno vestiti come si deve. Ad amici e parenti viene negato anche il piccolo conforto di accomiatarsi in maniera meno traumatica dal defunto. Crede che i pregiudizi siano aumentati nel tempo? Sì, a causa della crescita dell’ignoranza. C’è stata una rimozione collettiva del problema, ma nascondere la malattia è

ancora più pericoloso. Lo dimostrano i dati, che parlano di un aumento dei contagiati e di un cambiamento anche nelle modalità di trasmissione. In che senso? E’ aumentata l’età media dei contagiati, in Toscana si aggira attorno ai 40 anni. Per quel che riguarda il contagio è nettamente diminuita la percentuale della trasmissione tramite siringa, legata alla tossicodipendenza (passata dal 69 per cento del 1988 all’odierno 8,6 per cento), mentre l’infezione per via sessuale è salita dal 13,3 per cento dei primi tempi al 73 per cento. Inoltre si stima che in Italia, sul totale dei sieropositivi, un quarto sia ignaro di esserlo. Le terapie si sono evolute? A quando il vaccino? Le terapie hanno fatto passi da gigante, ma dall’Aids non si guarisce. E non credo che ci sia l’interesse economico ad elaborare il vaccino: le case farmaceutiche si arricchiscono sui costosi farmaci somministrati a sieropositivi e /F.P malati conclamati.

Solo negli ultimi 12 mesi la “famiglia” ha perso tre pezzi, due giovani sulla trentina e un uomo di circa 60 anni. Già, perché i malati che arrivano ultimamente sono in gran parte sulla sessantina, un dato che emerge anche dalle statistiche e che getta una luce diversa sulla diffusione della malattia. “Non esistono cate-

gorie a rischio, ma comportamenti a rischio – sottolinea la dottoressa – la percezione del rischio si è abbassata”. I casi meno gravi (persone sieropositive, ma non in Aids conclamata) vengono ospitati invece a Casa Helios, un’altra struttura gestita dalla Caritas. Anche qui si respira il clima di una comunità, in cui

ognuno tenta di sconfiggere i propri demoni, quelli di un marchio, di un’esclusione sociale, ricominciare da capo. Non è facile, ma a volte succede. “Uno di loro si è sposato proprio pochi giorni fa”, racconta la Sanvito. E i suoi occhi velati da un po’ di commozione sono più che comprensibili.


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Gennaio 2010

società

PALLONE/1. Una nuova tendenza sui campetti di casa nostra: sempre più “fischetti” da tutto il mondo

Se l’arbitro viene da (molto) lontano Arrivano da Paesi africani come Camerun e Senegal, ma non solo. Molti sono studenti, che una volta qui si avvicinano a questo mondo per passione e rimborsi. “Razzismo nei loro confronti? No, c’è più maturità a livello dilettantistico che professionistico” Matteo Francini

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e è cosa risaputa che tanti giovani stranieri, a partire dagli africani, vengano in Italia con il sogno di diventare famosi calciatori emulando le gesta dei vari Weah ed Eto’o, meno noto è invece il fatto che molti di loro, una volta arrivati qui, decidano di “armarsi” di casacca nera e fischietto e calcare i campi non per segnare o evitare gol, bensì per segnalare fuorigioco e tirare fuori cartellini. Questo, almeno, è quanto succede a Firenze, da sempre fucina di grandi arbitri, da Gino Menicucci ai più “recenti” Rocchi e Pierpaoli, passando per Cristina Cini, prima assistente donna nel calcio professionistico italiano. Sarà forse per quest’aria da grandi fischietti che si respira in città (e che ha portato, ai tempi di Menicucci, al record di sette fiorentini ad arbitrare contemporaneamente, la stessa domenica, altrettante partite di serie A), fatto sta che, una volta qui, anche i giovani venuti da fuori decidono di tentare la carriera arbitrale. Così, capita che nei campetti di tutta la provincia e non solo si vedano camerunensi e senegalesi, alba-

nesi e rumeni intenti a far rispettare le regole di gioco a calciatori di ogni età e categoria. “Sì, tra i nostri arbitri ci sono molti stranieri, provenienti da ogni parte del mondo: la maggior parte dall’Africa, a partire da Camerun, Senegal e Burundi, ma anche da Albania e Romania o da Francia e Spagna”, conferma Paolo Tepsich, presidente della sezione fiorentina dell’Aia, l’associazione italiana arbitri. Sono circa una ventina, ogni anno, i fischietti stranieri in attività in città, sui 395 tra arbitri e assistenti affiliati all’Aia di Firenze, una delle più grandi a livello nazionale (“ma invito tutti i ragazzi e le ragazze a provare a diventare direttori di gara, a fare quest’esperienza nuova che li può molto arricchire: per partecipare al corso servono solo tanta passione e un’età di almeno 15 anni”, aggiunge Tepsich): un numero costante da un po’ di tempo a questa parte, dovuto a un’alta “mobilità” tra chi viene e chi va. “Anche all’ultimo corso, su 37 partecipanti, tre o quattro non erano italiani – racconta il presidente della sezione fiorentina dell’Aia – molti di loro sono studenti universitari che, durante il periodo di permanenza da noi, un po’ per la passione per il calcio, un po’ perché spinti dal rimborso che offriamo, decidono di diventare arbitri. Ma ci sono anche gli studenti Erasmus e i fissi”. Se questi sono dunque i motivi che spingono ad avvicinarsi al mondo dei fischietti, al resto ci pensa il passaparola: due chiacchiere con il compagno di studi, magari connazionale, ed ecco che un altro aspirante arbitro bussa alla porta di Tepsich. “E poi qui si integrano bene con gli altri, per loro diventa una sorta di seconda famiglia”, rivela. Il segreto, quindi, è presto svelato. Ma come si comportano una volta sui campi da gioco? “Possono avere un po’ di difficoltà con

C’è anche chi continua questa carriera una volta tornato nel proprio Paese d’origine la lingua, ma atleticamente sono davvero forti, soprattutto gli africani – dice il presidente dell’Aia fiorentina – c’è chi è arrivato a dirigere partire a livello regionale, di Prima categoria o di C1 di calcio a cinque. E c’è anche chi continua una volta tornato nel proprio Paese”. E se qualcuno pensa che il fatto di essere straniero, e magari di pelle nera, possa sottoporre l’arbitro di turno (figura spesso già non troppo amata da calciatori e spettatori) a un rischio eccessivo di insulti, anche di stampo razzista, questo qualcuno si sbaglia – fortunatamente – di grosso. “In tanti anni c’è stato solo un caso clamoroso di offese razziste a un direttore di gara, a cui sono seguite tutta una serie di scuse anche a livello istituzionale – conclude Tepsich – per il resto non ci sono mai stati problemi: per fortuna, si dimostra più maturità a livello dilettantistico che professionistico”. Forse, negli stadi di serie A, qualcuno dovrebbe prendere esempio.

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società

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PALLONE/2. Tanti, e in continuo aumento, gli immigrati presenti nelle formazioni giovanili toscane

Uno straniero per compagno di squadra Dai pulcini agli juniores, ormai non c’è compagine che, a Firenze e dintorni, non abbia tra le sue fila marocchini o albanesi, rumeni o peruviani. E così i baby calciatori imparano l’integrazione Ivo Gagliardi

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n rumeno in porta, un marocchino e un peruviano fianco a fianco a centrocampo, un albanese come centravanti. Non stiamo parlando di una selezione “resto del mondo”, di quelle che giocano nei vari tornei di beneficenza, ma di come potrebbe facilmente presentarsi una qualsiasi squadra giovanile fiorentina. Se infatti in serie A, tanto per fare l’esempio più noto, l’Inter è da molti considerata un’eccezione (essendo Internazionale di fatto, oltre che di nome), pur non arrivando a una percentuale così alta di stranieri in formazione – anche se qualche caso “estremo” non manca e non è mancato – nelle baby squadre di casa nostra, dai pulcini agli juniores, gli stranieri non sono più una rarità. Anzi. Certo, non si tratta di campioni strapagati fatti arrivare da ogni angolo del mondo, ma di bambini e ragazzi che l’universale (o quasi) passione per il calcio unisce nella stessa formazione, su ogni campetto di centro città e periferia. Dove - e chi conosce l’universo del pallone giovanile lo sa bene - la multietnicità è ormai una realtà, e l’integrazione non una chimera impossibile da raggiungere, ma un qualcosa di concreto costruito allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. I numeri parlano chiaro: in Toscana, il settore giovanile e scolastico della Figc (la Federazione italiana gioco calcio), quello per intendersi che comprende bambini e ragazzi dai primi calci agli juniores, conta 43.655 tesserati (a Firenze sono 10.541). Di questi, 2.651 sono stranieri, una gran parte dei quali (2.160) extracomunitari. “E il loro numero

è in continuo aumento – spiega Antonio Torelli, segretario della delegazione provinciale fiorentina – spesso infatti si verifica quasi una ‘corsa allo straniero’ da parte delle società, e in qualche caso abbiamo dovuto bloccare i tesseramenti per mancanza di documenti o per situazioni irregolari. Ma il loro è un inserimento tranquillo nelle squadre, non ci sono grossi problemi di integrazione”. Per quanto poi riguarda le nazionalità più rappresentate sui nostri campetti da calcio, sono due gli elementi da tenere in considerazione: le comunità più numerose e la loro “cultura” calcistica. Così, a farla da padrone sono i giovani albanesi (ben 1.009 tesserati in Toscana), seguiti da marocchini (392) e rumeni (368). Comunità da anni presenti nella nostra regione, e la cui passione per il pallone spinge bambini e ragazzi a tesserarsi nel club più vicino a casa, proprio come i giovani “autoctoni”. “Queste sono da sempre le tre nazioni più rappresentate – continua Torelli – ma sono tanti i Paesi presenti”. Per fare qualche esempio, i tesserati peruviani sono 82, i macedoni 50, i polacchi 38 e i filippini 21. E ancora: 23 brasiliani, 22 indiani, 40 ucraini e 48 senegalesi. Non mancano nemmeno i rappresentanti di Cina (11), Usa (10) e Giappone (1), anche se la minore popolarità del calcio in quei Paesi fa sì che, una volta in Italia, siano meno coloro che decidano di darsi al pallone. Ma, quali che siano le nazioni più rappresentate, la strada è ormai tracciata: oltre che a stoppare la palla e a tirare in porta, nelle società di casa nostra si impara anche altro. Come a stare tutti insieme.

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economia

Gennaio 2010

CONTI IN TASCA. Per pranzare fuori un solo ticket spesso non è più sufficiente

Quel buono pasto che non basta mai Simele Kruklidis

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e c’è una cosa che proprio non va giù quando si resta a pranzo fuori è trovarsi di fronte a un conto salato. Ecco perché in genere ogni bravo fiorentino, dopo lunghi anni di esperienza, arriva a formulare una lista di locali e ristoranti “affidabili”, in cui mangiar bene ma ad un prezzo modi-

VADEMECUM I consigli anti-truffa

Via ai saldi, ecco le regole

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i risiamo, eccoli che tornano. I saldi, evento da sempre atteso e che in tempi di crisi come questo profuma più che mai di buono, sono tornati. Le vendite promozionali sono ricominciate e allora vale la pena di ricordare quella serie di accorgimenti che le associazioni di consumatori ci ripetono ogni anno e che permettono di fare acquisti in tutta serenità. Il regolamento prevede che possono essere messe a saldo “tutte le merci a carattere stagionale o di moda, suscettibili di notevole deprezzamento se non vengono vendute entro un certo periodo. Le merci a saldo devono essere separate dalle merci non a saldo”. Le regole per le vendite a saldo sono quelle di sempre: le merci scontate dovranno indicare il prezzo pieno, la percentuale di sconto e il prezzo finale e si applicano le norme del codice civile e correlate che prevedono l’obbligo della sostituzione di merci difettate e la garanzia. Non è quindi ammissibile la dicitura “non si cambia la merce a saldo” se non riferita ai casi in cui questa facoltà spetta comunque all’esercente (cioè nei casi in cui il cambio è determinato da ripensamenti di chi compra e non da difetti del prodotto: ad esempio se è stata sbagliata la taglia oppure se si cambia semplicemente idea). Devono essere accettati i pagamenti con carte di credito, bancomat e mezzi simili negli esercizi che li accettano normalmente, e dunque non è ammissibile la dicitura: “sulle merci a saldo non viene accettata la carta di credito” e simili. La violazione da parte degli esercenti commerciali di tale normativa comporta sanzioni da 500 a 3.000 euro. D’altro canto, per chi compra, è indispensabile è comunque conservare lo scontrino fiscale, vero lasciapassare per esercitare i propri diritti di acquirente. /B.S.

co. Fino a qualche tempo fa, un valido alleato di questa strategia era il famoso buono pasto degli impiegati che forniva copertura economica per un pranzo ricco e abbondante. Naturalmente, con il caro vita degli ultimi anni, anche su questo fronte le cose sono cambiate: così, per farla breve, quel pasto completo che sapeva saziarci nella pausa dal lavoro si è presto trasformato in panino e bottiglietta d’acqua o, in alternativa, in primo piatto seguito dal caffè. Consumare un pasto veloce vuol dire infatti spendere intorno ai 5 euro, mentre un pranzo più consistente si aggira intorno ai 10 o poco più. In base a recenti studi effettuati dall’Adoc, l’associazione a difesa ed orientamento dei consumatori, è infatti emerso che oggi il valore dei ticket, circa 5,29 euro, non è neppure lontanamente equiparabile al costo della vita. Tale adeguamento è invece avvenuto in altri paesi europei, tanto che la Spagna con i suoi buoni pasto da 9

Per evitare spese di troppo tornano in voga vecchie abitudini, come quella di portarsi il cestino da casa con dentro le “provviste” per la giornata, mentre sulla rete aumentano i siti che offrono guide ai locali fiorentini dove si spende meno. Ecco le idee più ingegnose

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euro l’uno supera il Bel Paese del 70 per cento. Anche a Firenze la situazione non è rosea, soprattutto per chi lavora in centro e non ha la disponibilità di mangiare a mensa: se non si tiene d’occhio il prezzo del menu si corre infatti il rischio di “sprecare” i buoni, dato che ne servono almeno due a coprire la spesa di un unico pasto. Per questa ragione non ha tardato ad arrivare in tavola un sano ed economico rimedio anticrisi: il buon vecchio cestino da pranzo riempito a casa con cura e dedizione. Quanto ai ticket che si accumulano nel portafogli, una soluzione a molti gradita è usarli per fare la spesa. Nella maggior parte dei supermercati e mercati cittadini, è possibile effettuare qualsiasi acquisto con questa forma alternativa di pagamento. Per quelli che invece non vogliono rinunciare al piacere del pranzo fuori, anche dal web sono arrivati interessanti aiuti: basta digitare le parole chiave per trovare siti internet ad hoc, che si impegnano giorno dopo giorno in una scrupolosa valutazione del rapporto qualità/prezzo nei ristoranti e nei locali fiorentini più famosi. Un’ulteriore tattica per trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze, evitando inutili sprechi di buoni, pazienza e denaro. Quando si tratta di risparmio, a pranzo o a cena, tutto fa brodo.


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politica

Gennaio 2010

PALAZZO VECCHIO/1. L’assessore alla casa Claudio Fantoni dichiara guerra all’evasione

“Affitti in nero, ora si fa sul serio” Tre alloggi su cinque senza un regolare

nero contribuiscono a tenere alti quelli regolari e privano chi accetta il compromesso di una serie di diritti civili. Il nostro obiettivo dunque non è sanzionare per sanzionare, ma ristabilire la legalità come principio di convivenza civile. A proposito di legalità, come la mettiamo con le numerose occupazioni abusive? Ribadisco che la strada da percorrere è una soltanto, quella della legalità. Come amministrazione cittadina abbiamo il dovere, anche morale, di dare delle risposte all’emergenza abitativa. Ma lo faremo – e lo stiamo già facendo – aumentando lo stock degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e accelerando le procedure di assegnazione. In tal senso va la decisione di effettuare l’assegnazione tramite planimetria, che consente un notevole risparmio di tempo. Stiamo consegnando decine e decine di appartamenti, via via che si concludono i lavori di manutenzione. E il famoso fondo di garanzia a carico del Comune per le 100 giovani coppie impossibilitate ad accendere un mutuo, che compariva tra i 100 punti di Renzi, che fine ha fatto? La giunta ha già deliberato in proposito lo scorso ottobre, si tratta adesso solamente di aspettare che le pratiche burocratiche facciano il loro corso. Il bando dovrebbe uscire proprio nelle prossime settimane.

contratto di locazione, residenze di comodo e permessi ztl falsi. Aumentano i controlli “per ristabilire la legalità come principio di convivenza civile” Francesca Puliti

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ettanta indagini in due mesi, 27 contratti di affitto in nero rilevati e sanzioni per 131mila euro. “Non si tratta di un’operazione spot – afferma l’assessore alla casa Claudio Fantoni – intensificheremo i controlli grazie alla collaborazione con la Guardia di Finanza e all’incremento dell’organico del nucleo di polizia tributaria”. Il baritono di Palazzo Vecchio fa la voce grossa con gli evasori e presenta i risultati dei primi mesi di attività dell’Osservatorio sulla casa, costituito con l’obiettivo di realizzare una banca dati utile all’individuazione degli affitti in nero. E non solo: le violazioni riscontrate dagli agenti della polizia municipale sono le più diverse, dall’abuso edilizio (65 irregolarità rilevate nell’arco del 2009), all’evasione della Tia (a quota 105), fino alle residenze di comodo ottenute solo per avere il permesso di circolare con l’auto nel centro storico (32 i casi scoperti). Con tre case su 5, tra quelle controllate, senza regolare contratto di locazione, quella degli affitti in nero rimane comunque la piaga più difficile da estirpare. Assessore, come intende procedere riguardo alla questione affitti? Innanzitutto vorrei chiarire che al momento non abbiamo dati statistici in proposito. L’attività dell’Osservatorio sulla casa si basa sull’incrocio delle banche dati di catasto, Ici, anagrafe e patrimonio, a cui ben presto si aggiungerà quella dell’Agenzia delle Entrate. Questa attività produce dati su cui operare indagini e a partire da questi abbiamo deciso di intensificare i controlli. Non solo per recuperare l’evasione fiscale, ma per contrastare un fenomeno dalle forti ricadute sociali. Gli affitti in

Claudio Fantoni

OBIETTIVO REGIONALI. È stato Bugli a incassare il maggior numero di preferenze alle primarie. Per Sel prima la Petraglia

Pronta la squadra del Pd. Ecco chi sono i “magnifici sette” C

onclusa la campagna per le primarie e lasciato alle spalle qualche strascico di polemica su un’affluenza non troppo entusiasmante (115mila i toscani alle urne, ovvero 40mila in meno rispetto all’ultima consultazione del genere), la squadra dei candidati al consiglio regionale è pronta a scendere in campo. Sette i seggi pronti ad accogliere i futuri consiglieri del Pd eletti nella circoscrizione fiorentina. Ed ecco i “magnifici sette” che hanno incassato il maggior numero di preferenze. In ordine di arrivo si classifica primo Vittorio Bugli con 3.678 voti, ex diessino residente a Empoli,

di cui è stato sindaco per due mandati. Dietro di lui tre ex margheritini, Gianluca Parrini (3.238 schede per lui), Paolo Bambagioni (2.990), presidente della Mukki con un passato da sindaco di Signa, e Nicola Danti (2.830), consigliere regionale dal 2007. Alla quinta posizione un volto ben noto a Firenze, l’ex assessore a sport e cultura Eugenio Giani, ovvero il campione di preferenze alle ultime elezioni comunali, titolare al momento della poltrona di presidente del Consiglio in Palazzo Vecchio. Si classifica sesta l’unica donna riuscita a spuntarla: è Alessia Ballini, assessore provinciale a

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sport, pari opportunità, gemellaggi e cooperazione internazionale, due mandati da primo cittadino di San Piero a Sieve alle spalle. Settima posizione per Simone Naldoni, segretario provinciale del Pd nonché assessore ai servizi sociali a Scandicci e presidente della Società della salute dell’area nord-ovest. Sul fronte Sinistra ecologia e libertà, l’unico altro partito che aveva accettato la sfida-primarie, ad arrivare davanti a tutti è invece stata Alessia Petraglia. Quasi doppiato il secondo in classifica, Maurizio De Santis. E adesso comincia la corsa vera, obiettivo le elezioni di marzo. /F.P.

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politica

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PALAZZO VECCHIO/2. Giovanni Galli, capogruppo Pdl in Comune

PALAZZO VECCHIO/3. Mario Razzanelli, consigliere del Carroccio

“Non mollo l’opposizione. “Tra me e la Lega Nord E ora voglio vedere i fatti” uno sposalizio alla pari” N

Francesca Puliti

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olla, non molla, resiste. Sono circolate su tutti i giornali le voci che davano Giovanni Galli prossimo alla rottura con il Pdl. Sarebbe stato il terzo candidato a sindaco del centrodestra ad abbandonare il Salone dei Dugento dopo la sconfitta elettorale. E invece no, l’ex portierone viola non ha nessuna intenzione di arrendersi. Resta al suo posto e resta con il Pdl. Anche se nel frattempo ha preso nuovamente possesso di un’altra poltrona, quella degli studi Mediaset, dove è tornato a fare l’opinionista di calcio. Pentito della discesa nell’agone politico forse? “Assolutamente no – afferma Galli – sono una persona a cui piace conoscere le cose, affrontarle di persona. Quella in Palazzo Vecchio è un’esperienza che mi arricchisce moltissimo”. Da outsider della politica che era, come ha vissuto questi primi mesi in Consiglio comunale? In questo periodo ho cercato di capire come funziona la macchina pubblica e devo ammettere che se per certi aspetti sono rimasto positivamente colpito, altri mi hanno lasciato perplesso. A cosa si riferisce? Sono rimasto deluso dal fatto che di fronte alle esigenze concrete dei cittadini, spesso in Consiglio comunale la discussione scivoli sul piano ideologico, come se fossimo sempre in campagna elettorale. E’ l’aspetto prettamente politico che mi ha fatto sorgere alcuni dubbi sul ruolo che rivesto in Consiglio. Riflessioni che ho fatto a voce alta e sono state travisate dalla stampa. Riguardo a un suo possibile abbandono del gruppo del Pdl? Esattamente. Ma non ho mai detto questo, ho soltanto espresso il mio imbarazzo per alcune situazioni che si erano venute a creare. Ad esempio mi è sembrato assurdo che il Consiglio abbia bocciato la mozione di Ornella De Zordo che chiedeva di fermare il taglio degli alberi nell’area degli ex Macelli, dove sarebbe dovuta nascere la stazione dell’Alta Velocità, dal momento che era stato deciso che la stazione non sarebbe più stata costruita là. A proposito di Tav, come pensa che sia stata gestita la vicenda? Da parte del sindaco e della maggioranza con poca chiarezza. Al di là della comunicazione del sindaco non c’è niente a livello progettuale, non ci sono atti ufficiali da impugnare. La collocazione della stazione è stata rimessa in discussione mille volte, senza che si procedesse a

Giovanni Galli

mettere niente per iscritto. Ma credo che la gente sia in grado di accorgersene, non penso che si faccia ubriacare dalla pedonalizzazione di piazza Duomo. Un’operazione meritevole, ma gestita in modo discutibile. In che senso? La chiusura di piazza Duomo al traffico implicava l’intero riassetto della viabilità urbana. Invece non c’è stata nessuna pianificazione e il caos nelle strade cittadine lo dimostra. Renzi ha un sacco di belle idee, ma ogni tanto è costretto a scontrarsi con la realtà. Come nel caso della Cittadella viola. Finora il sindaco ha venduto “aria fritta”, ha deciso cosa fare in un’area che non è sua e su cui pendono, oltre a un’inchiesta giudiziaria, una serie di progetti ben diversi. Pensa che Firenze riuscirà a presentarsi all’appuntamento degli Europei del 2016 con lo stadio nuovo? Credo che sia più facile ristrutturare il Franchi che avere lo stadio nuovo pronto per allora. La prima scadenza, infatti, è fissata per il 10 febbraio, data entro la quale presentare la candidatura con annesso il progetto della nuova struttura. Il che significa che per allora tutti i problemi legati Castello dovrebbero essere stati risolti. La partita del nuovo stadio è una grande opportunità, ma può rivelarsi un pericoloso boomerang.

on ha fatto un ingresso trionfale dal portone principale, eppure ci è arrivata lo stesso nel palazzo del potere, la Lega Nord. Ce l’ha portata Mario Razzanelli, a pochi mesi dalle elezioni amministrative che lo avevano visto guadagnarsi nuovamente uno scranno grazie alla lista civica Firenze C’è. C’è stato un (breve) momento, durante la lunga marcia verso le scorse amministrative, in cui Razzanelli era sembrato un plausibile candidato per il centrodestra. Abbastanza “civico” da poter essere apprezzato anche dagli elettori del Pdl e forte di un referendum (quello sulla tramvia, ma non ci sarebbe neanche bisogno di ricordarlo) che aveva smosso gli equilibri cittadini. Ma il matrimonio non è andato in porto. A sposare la causa di Mario (o viceversa) è stata invece la Lega, qualche tempo dopo. A novembre il cambio di targa e nome del gruppo e la “discesa della Lega oltre gli Appennini”. Come ha spiegato questo passaggio ai suoi elettori? Dopo il successo della lista civica, dovevo trovare una “casa”, un appoggio politico a livello nazionale. La Lega Nord è stato l’unico partito che abbia appoggiato fin dall’inizio la mia battaglia contro la tramvia, mentre An osteggiava il referendum e Forza Italia si è limitato a concedere la libera scelta ai suoi elettori. Non solo, la Lega è un partito vicino ai problemi concreti della gente. Che poi può condividere o meno ciò che propone, ma sicuramente capisce quello a cui si riferisce. In questo senso posso dire di essere leghista da sempre, perché mi sono sempre occupato dei problemi concreti della gente. Quindi la sua linea politica non cambia?

Mario Razzanelli

Assolutamente no, perché il mio programma si identifica in quello della Lega, anche nello spirito. Tant’è vero che ho ricevuto più congratulazioni per questo “matrimonio” che per la vittoria del referendum sulla tramvia. Allora perché non l’ha fatto prima delle amministrative? Avevo cominciato un percorso con un altro partito, l’Udc, ma mi sono scontrato con gerarchie e veti. Tra cui, quello più eclatante, l’appoggio prima proclamato e poi ritirato alla mia lista civica alle amministrative di giugno. La mia candidatura stonava perché non mi prestavo all’accordo con il Pd, che il partito voleva sperimentare a Firenze. I rumors la accreditano come candidato alle prossime regionali… Non ho mai fatto nessuna richiesta in tal senso alla Lega, si tratta di uno “sposalizio” alla pari, fatto per convinzione e non in base alle rispettive doti. Ma se arrivasse la proposta lo farei sicuramente. Con l’intenzione di far crescere questo movimento. Una cosa è certa, adesso non devo più guardarmi dai colpi bassi e dalle col/F.P. tellate alla schiena.

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provincia

Gennaio 2010

FUORI PORTA. A Villa Demidoff, a Pratolino, una innovativa centrale energetica fotovoltaica

Un “gioiello” che illumina un parco intero ARTE E DINTORNI

Alto dodici metri, “Diamante” è stato sviluppato dalla Ricerca Enel in collaborazione con

A Palazzo Medici venti gigantografie

l’Università di Pisa: produce energia sfruttando i

Gli scatti di Candida Höfer in una mostra

raggi del sole, e trasforma in idrogeno quella che

E

non viene utilizzata Ginevra Donnici

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nche la Provincia di Firenze ha il suo Diamante, un vero e proprio gioiello fotovoltaico. Si tratta di una centrale energetica di nuova generazione realizzata da Enel Ingegneria e Innovazione dalla forma appunto di un diamante che illuminerà le notti del Parco di Villa Demidoff a Pratolino. Sviluppato dalla Ricerca Enel in collaborazione con l’Università di Pisa, il Diamante (alto 12 metri) è un sistema energetico innovativo che consente, per la prima volta, di testare la generazione di elettricità con pannelli fotovoltaici, integrandola con un sistema in grado di accumularla sotto forma di idrogeno e di renderla disponibile anche quando il sole non c’è. Con una forma architettonica che lo rende particolarmente adatto per essere inserito in contesti paesaggistici di pregio architettonico e naturalistico, il Diamante, che ha una potenza installata di 11 kWp, fornirà energia per l’illuminazione notturna del parco Mediceo e quindi del colosso dell’Appennino del Giambologna, della peschiera della maschera, della grotta di Cupido, del viale degli zampilli e per l’alimentazione delle biciclette elettriche messe a disposizione dei frequentatori della villa. I 38 pannelli fotovoltaici di ultima generazione installati sulla struttura permettono di produrre energia elettrica sfruttando l’irraggiamento del sole. La parte di energia non utilizzata viene accumulata generando idrogeno, che è stoccato all’interno di tre serbatoi sferici alloggiati nel Diamante. Utilizzando l’idrogeno in celle a combustibile, la struttura è in grado quindi di produrre energia elettrica anche durante la notte o in assenza di sole. “Diamante, in molti sensi, non è solo un esercizio tecnologico o di design – spiega Sauro Pasini, responsabile della ricerca Enel –

Il presidente Barducci con il direttore Ingegneria e Innovazione di Enel Livio Vido

ma è una sorta di pre-prototipo industriale. Il sistema, infatti, è tarato su un piccolo condominio, una casa da due o tre famiglie e l’idea è stata quella di svilupparlo come piccola centrale di generazione permanente di energia rinnovabile. Per ora Diamante è un oggetto che ci è costato un occhio della testa solo per far tagliare triangolarmente i pannelli fotovoltaici e sviluppare il sistema a idrogeno di estrema sofisticazione, che ha bisogno di un suo bilanciamento termico per accumulare ed erogare energia. Ma con le prossime batterie sarà tutto diverso, diverrà una vera e propria proposta di investimento per famiglie, condomini e anche piccole imprese”. “Come Provincia di Firenze – ha detto il Presidente Andrea Barducci – abbiamo chiesto che l’installazione del diamante energetico nel parco di Pratolino non resti un fatto isolato. Abbiano già dato la disponibilità ad Enel per un nostro impegno concreto che porti all’installazione di altri impianti di questo genere anche nel Parco delle cascine e ai Renai di Signa”.

La MUSICA è niente se nessuno la può SENTIRE.

saltare la bellezza dei luoghi dove l’uomo è divenuto grande allontanando però la presenza umana. Sembra essere un paradosso ma è l’idea che sta alla base delle fotografie della tedesca Candida Höfer, artista specializzata in immagini di grande formato. La Galleria di Palazzo Medici Riccardi espone, fino al 24 gennaio, venti gigantografie meticolosamente composte, che ritraggono interni vuoti e spazi sociali di una Firenze elegante, raffinata e unica. Le immagini chiave della mostra sono sale di biblioteche, musei, teatri, caffè e università, oltre a dimore e palazzi storici. Il progetto che ha portato a questa mostra (realizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi in collaborazione con la Provincia di Firenze) ha avuto inizio con un inventario degli innumerevoli spazi pubblici possibili a Firenze: da questa lista la Höfer ha svolto una selezione preliminare, per compiere in seguito una serie di prolungate visite in città nel 2007 e 2008, documentando accuratamente questi spazi. Alla fine ha individuato venti luoghi capaci di esprimere la sua visione su Firenze: alcuni ambienti del Museo di San Marco, gli Uffizi e la loro biblioteca, il Teatro della Pergola, Palazzo Pitti, Palazzo Corsini, la Villa di Poggio a Caiano, le Biblioteche Marucelliana e Riccardiana, l’Accademia con uno scorcio del David di Michelangelo, Palazzo Vecchio e Palazzo Medici Riccardi. Elemento comune agli scatti è l’esplorazione di interni evocativi e deserti, privi di presenze umane che “sono una distrazione alla visione dello spazio” come afferma la fotografa tedesca. L’artista ha prodotto questi ritratti di interni senza ritoccare digitalmente o alterare le immagini. Saranno quindi incontri di luce ravvicinati e sfolgoranti quelli che vivranno i visitatori in transito tra via Cavour e via Ginori (ingresso Palazzo Medici Riccardi in uno scatto di Candida Höfer gratuito 9-19, chiuso /G.D. mercoledì).

Hear the World è un’iniziativa internazionale ideata da Phonak per aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’udito, un problema che colpisce più del 16% della popolazione mondiale. Plácido Domingo, Annie Lennox, Dionne Warwick, Harry Belafonte, Laura Pausini e altri artisti di fama internazionale hanno unito le loro forze a favore di Hear the World. Nel contesto di questa iniziativa, Phonak ha istituito la Hear the World Foundation, un’entità non-profit per supportare progetti dedicati all’aiuto di chi è affetto da deficit uditivo. www.hear-the-world.com

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SOVRAPPESO E OBESITÀ: I SERVIZI PUBBLICI SUL TERRITORIO Il sovrappeso e l’obesità si stanno ponendo sempre più all’attenzione della medicina generale non solo per il suo aumento di incidenza ma soprattutto per il riconoscimento del loro ruolo come fattore di rischio per le patologie croniche: basti pensare al crescente numero di diabetici e di ipertesi. Il fenomeno è molto diffuso nel nostro Paese e la sua prevalenza è in costante aumento con una preoccupante espansione nell’età infantile, attribuibile al fatto che la vita moderna promuove stili di vita estremamente sedentari con livelli assai ridotti di attività fisica. L’attenzione al peso va posta fin dall’infanzia perché il bambino obeso ha molte probabilità di essere un adulto obeso. L’attenzione all’infanzia comporta chiaramente un coinvolgimento dei genitori e degli adulti di riferimento per tutti i significati che il cibo assume all’interno delle relazioni familiari (sociale, culturale, educativo), non solo alimentare. La correzione del peso deve essere eseguita con cautela, soprattutto nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, senza restrizioni alimentari brusche e troppo severe (da evitare il “fai da te”…) che potrebbero ripercuotersi negativamente sulla salute.

Consigli per tutelare la salute (dalle linee guida nazionali) Controlla se il tuo peso è giusto Un peso stabile che rientri nei limiti della norma contribuisce a far vivere meglio e più a lungo. Qualora il tuo peso sia al di fuori dei limiti indicati in tabella, è necessario riportarlo gradatamente ad un peso ragionevole. Il parametro più utilizzato per valutare lo stato nutrizionale di una persona è l’Indice di Massa Corporea che si ottiene dividendo il peso corporeo (espresso in Kg) per l’altezza al quadrato (espressa in metri). Confronta il valore ottenuto con i tuoi dati con i valori della tabella sottostante: IMC INFERIORE A 18,5 IMC DA 18,5 A 24,9 IMC DA 25 A 29,9 IMC DA 30 A 34,9 IMC DA 35 A 39,9 IMC SUPERIORE A 40

SOTTOPESO NORMOPESO SOVRAPPESO OBESITÀ LIEVE OBESITÀ MODERATA OBESITÀ GRAVE

Controlla la tua Circonferenza vita Altro elemento importante per valutare il tuo stato nutrizionale è la Circonferenza Vita in quanto rappresenta un valido indice del grasso presente a livello addominale. Se il valore è superiore a 102 cm per gli uomini e a 88 cm per le donne, il rischio di malattie cardiovascolari risulta sensibilmente aumentato.

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sorbimento di grassi e zuccheri introdotti con la dieta; Bevi ogni giorno acqua in abbondanza, mediamente 1,5/2 litri, frequentemente e in piccole quantità, anche quando non avverti lo stimolo della sete. Ricorda che il calcio presente nell’acqua viene assorbito dall’organismo come il calcio presente nel latte. Sono da evitare tutti i superalcolici e gli alcolici in genere in quanto pur non essendo un nutriente l’etanolo apporta una cospicua quantità di calorie che sommandosi a quelle apportate dagli alimenti possono contribuire a fare ingrassare; Mantenere uno stile di vita attivo attraverso una regolare e quotidiana attività motoria (camminare o pedalare almeno mezz’ora tutti i giorni).

Cosa fare se la valutazione dello stato nutrizionale non risulta adeguata Rivolgiti al pediatra o al medico di famiglia per avere i consigli utili su come affrontare le problematiche relative al peso corporeo i quali decideranno sulla base della storia familiare e personale l’opportunità di effettuare approfondimenti attraverso l’invio e la collaborazione con i servizi specialistici pubblici del territorio. Sul territorio è possibile trovare servizi dedicati e in rete a seconda delle tue caratteristiche fisiche e alle tue esigenze cliniche Se il tuo peso rientra nel normopeso o nel lieve sovrappeso e sei interessato a recuperare e/o mantenere un buono stato di salute allora il Counseling Nutrizionale fa al caso tuo. Il programma prevede un percorso di salute attraverso incontri a piccoli gruppi sulle tematiche della corretta alimentazione e di un salutare stile di vita. Per informazioni telefonare nei giorni: mercoledì e giovedì dalle 9 alle 10,30 al n. 055 2496794. Il servizio è prenotabile tramite CUP metropolitano e non è prevista richiesta medica. Se invece il tuo peso si colloca già nel sovrappeso conclamato e/o obesità puoi rivolgerti a Ambulatorio di Dietetica Professionale della tua zona.(vedi tabella) AMBULATORI OSPEDALE. SM.ANNUNZIATA PRESIDIO P.PALAGI

MATTINA MERCOLEDÌ/ VENERDÌ

VENERDÌ (EX IOT) -FIRENZE PRESIDIO L.NO MERCOLEDÌ/ SANTA ROSA GIOVEDÌ/VENERDI FIRENZE OSPEDALE NUOVO MERCOLEDÌ/ S.G.DI DIO-FIRENZE VENERDÌ PRESIDIO VIA DELL’OSTERIA MERCOLEDÌ FIRENZE PRESIDIO V.LE MORGAGNI LUNEDÌ FIRENZE PRESIDIO B.GO LUNEDÌOGNISSANTI MERCOLEDÌFIRENZE VENERDI

POMERIGGIO

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AMBULATORI MATTINA VIA GRAMSCI SESTO LUNEDÌ/MARTEDI FIORENTINO OSPEDALE DEL MUGELLO PRESIDIO VIA

POMERIGGIO //

LUNEDÌ

MARTEDÌ

VENERDÌ

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BETTINI-PELAGO Segui una dieta variata e bilanciata per mantenere il peso sotto controllo. • Vale a dire includere tutti gli alimenti in maniera equilibrata: OSPEDALE LUNEDÌ-2° E // MARTEDÌ SERRISTORI FIGLINE 4°GIOVEDÌ • Evitare di fare pasti copiosi: meglio frazionare l’alimentazione della giornata in tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) e due piccoli spuntini (ciascuno di circa 100 calorie); PRESIDIO MERCOLEDÌ/ // • Ridurre il consumo di alimenti di origine animale ricchi di grassi: latte e derivati, formaggio, CAMEREATA GIOVEDÌ insaccati, il grasso visibile della carne e dolci in genere; PRESIDIO VIA • Privilegiare il consumo di pesce, soprattutto di quello azzurro, in quanto ricco di grassi protetMARTEDÌ RIALDOLIMARTEDÌ // tivi nei confronti del cuore; SCANDICCI • Ridurre il consumo di sale da cucina come condimento, se ne raccomanda il consumo di PRES.ALFA 5-6 gr. al giorno equivalente a circa un cucchiaino da caffè. Sono da limitare anche estratti di // COLUMBUS LASTRA GIOVEDI // carne e dadi da brodo, ma anche salse per condimenti tipo maionese, ketchup, senape, salsa A SIGNA di soia....., si possono invece utilizzare spezie e aceto anche balsamico per insaporire i cibi; • Consumare almeno 5 porzioni fra frutta e verdura al giorno di stagione per assicurarsi un’ La prenotazione va effettuata tramite CUP (telefono da rete fissa 840003003 e da rete mobile adeguata assunzione di fibra alimentare necessaria per controllare il peso e per ridurre l’as- 199175955) metropolitano con richiesta medica.

VALUTA LE TUE CONOSCENZE IN AMBITO NUTRIZIONALE, RISPONDENDO VERO O FALSO AD UN SEMPLICE TEST SUI PREGIUDIZI ALIMENTARI 8) l’ananas fa dimagrire 9) Per condire la pasta è più salutare utilizzare la margarina invece del burro 10)Per dimagrire più facilmente è necessario usare alimenti light 11) L’acqua oligominerale aiuta a perdere di peso 12) Gli ingredienti riportati in etichetta sono elencati in ordine decrescente 13)La vitamina C aiuta l’assorbimento del ferro contenuto nei cibi Risposte esatte: Da 1 a 5 = Falso (F), 6 =Vero (V), da 7 a 11= F, 12 e 13 = V

1) Saltare la prima colazione o il pranzo aiuta a perdere peso 2) L’olio di semi è più leggero dell’olio di oliva 3) Per scendere di peso basta eliminare la pasta dalla dieta 4) Praticare un'intensa attività fisica è sufficiente a perdere peso 5) Mangiare frutta, in gran quantità, aiuta a mantenere la linea 6) Tutti gli alimenti di origine alimentare contengono colesterolo 7) Chi ha genitori obesi è destinato inevitabilmente ad essere grasso

La Società della Salute di Firenze, per attuare le linee di indirizzo regionali e nazionali sul tema alimentazione e salute ha costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare con medici, dietiste, nutrizionisti, psicologi con l’obiettivodi fornire al cittadino una risposta integrata attraverso interventi di educazione sanitaria, assistenziale e clinica. Per ulteriori approfondimenti relativi ai servizi territoriali sopraindicati è possibile consultare il sito della Società della Salute di Firenze www.sds.firenze.it e per conoscere le “linee guida per una sana alimentazione italiana” vedere il sito dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione www.inran.it Informazione a cura della Società della Salute



a tu per tu

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LA STORIA. Il Reporter ha incontrato Joseph Levi, rabbino capo di Firenze

La vita “silenziosa” della comunità ebraica SCHEDA

Il suo ufficio è a due passi dalla maestosa

Una presenza iniziata con Cosimo il Vecchio

sinagoga di via Farini. E il rione di

La presenza ebraica a Firenze ha origine nel 1437, quando Cosimo il Vecchio chiamò gli ebrei per fondare alcuni banchi di pegno al fine di immettere risorse nel “mercato”. Dopo anni di relativa tranquillità, l’avvento di Savonarola peggiorò le cose, con espulsioni e punizioni sommarie all’ordine del giorno. Quasi un secolo dopo, nel 1570, Cosimo I de’ Medici dette il via alla costruzione del ghetto (compreso tra piazza Repubblica, via Tosinghi, via Roma e via Brunelleschi), sulla cui porta d’ingresso campeggiava una frase assai sinistra: “Cosimo dei Medici, Granduca di Toscana, e suo figlio … vollero che gli ebrei fossero racchiusi in questo luogo, separati dai cristiani ma non espulsi, affinché potessero, per mezzo dell’esempio dei buoni, sottoporre le durissime cervici al leggerissimo giogo di Cristo”. Nonostante mille restrizioni, gli ebrei riuscirono comunque a ritagliarsi una certa indipendenza, contribuendo non poco a una delle più floride stagioni della storia di Firenze. Per una completa parificazione agli altri cittadini si dovette comunque aspettare il 1859.

Sant’Ambrogio diventa un laboratorio di convivenza tra ebrei e musulmani Luca Serranò

C

on una storia secolare alle spalle, la comunità ebraica fiorentina continua silenziosa il suo percorso nel cuore della città. Una presenza discreta ma non certo secondaria, che solo negli ultimi anni s’è un poco rarefatta. Il rabbino capo di Firenze, Joseph Levi, qui dal 1996, ci accoglie nel suo ufficio a due passi dalla sinagoga di via Farini, il maestoso tempio che ogni anno accoglie decine di migliaia di visitatori da tutto il mondo. “Sono tempi duri per chi ama la pace - esordisce amareggiato - per fortuna la storia e la cultura di Firenze hanno fatto barriera al clima d’odio che si respira altrove”. Una sensazione diffusa anche tra le altre “minoranze” religiose che hanno messo radici in riva all’Arno, tutte riconoscenti per l’ospitalità ricevuta. “In realtà siamo qua dal ‘400 - tiene a ricordare il rabbino Levi - e nonostante difficoltà e restrizioni abbiamo contribuito non poco al benessere di questa città”. Una storia, quella della comunità ebraica di Firenze, che ovviamente trova il suo culmine drammatico nel periodo delle persecuzioni nazifasciste, con centinaia di persone deportate nei campi di concentramento. Le nuove generazioni, non a caso, tengono viva la memoria di quell’immane tragedia. “Fino agli anni ‘80 avevamo anche una scuola in via delle Oche - racconta Levi - tra medie ed elementari c’erano oltre cento studenti. Il calo demografico, poi, ci ha costretto a

Joseph Levi

chiudere i battenti”. Le cifre parlano di un leggero calo nelle iscrizioni alla comunità (circa 350 famiglie) e di una diminuzione dell’immigrazione ebraica dall’estero. Una situazione per alcuni aspetti opposta a quella della vicina Borgo Allegri, dove la moschea attira un numero sempre maggiore di fedeli. “Tra noi c’è un buon rapporto - spiega ancora il rabbino capo Joseph Levi - siamo vicini di casa e abbiamo molti punti di contatto. Penso che un po’ di merito vada all’imam Izzedin Elzir, che col suo carisma tiene unita tanta gente, e in fondo anche a me. Insieme – prosegue - abbiamo promosso iniziative importanti. Penso alle visite guidate per sco-

lari alla moschea e alla sinagoga, ma anche a tutti gli incontri interreligiosi che ci hanno visto fianco a fianco”. Da più parti, in effetti, si indica il centro di Firenze e in particolare il rione di Sant’Ambrogio come un interessante laboratorio di convivenza tra ebrei e musulmani. La vicinanza tra i due luoghi di culto s’è dimostrata un fattore positivo, e nonostante sulla scena internazionale non siano mancati momenti di tensione (la carneficina avvenuta a Gaza un anno fa) la “coabitazione” prosegue senza particolari intoppi. Vista la rispettiva esigenza di un pane diverso da quello nostrano, poi, era stata decisa l’apertura di un panificio “arabo-israeliano”,

progetto sfumato solo all’ultimo momento. “Certo sono un po’ penalizzati - si rammarica Joseph Levi - quella moschea è troppo piccola per loro”. Il grande tempio di via Farini, al contrario, è un mirabile esempio di architettura in stile moresco. L’inaugurazione avvenne nel 1882, e da allora non ha smesso di fungere da pietra angolare dell’intera comunità ebraica fiorentina. “Ma il centro è diventato invivibile - spiega il rabbino capo - molti di noi si sono trasferiti fuori e non sempre riescono ad arrivare in sinagoga”. Il tempio, d’altra parte, è anche la cornice di una profonda affermazione identitaria. “Uno dei problemi su cui ci interroghiamo è proprio l’assimilazione delle culture locali - conclude il rabbino capo - certo non c’è opposizione tra essere ebrei e fiorentini, tutt’altro, ma occorre essere uguali e diversi al tempo stesso”.


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l’incontro

Gennaio 2010

IL PERSONAGGIO. Quattro chiacchiere con l’autrice, alla scoperta della sua storia

Alberta, voce narrante della poesia Acclamata e conosciuta anche oltre i confini nazionali, Alberta Bigagli ha raccontato a Il Reporter, dal suo “regno” di via Ghibellina, le sue vicende e ispirazioni, partendo da quando era dattilografa Ludovica Valentina Zarrilli

“L

a donna è la metà essenziale rispetto alla terra / La donna è la metà essenziale rispetto alla vita”. “Ho fatto la fatturista, la stenodattilografa e la telefonista quando la Telecom era conosciuta da tutti come Teti”, ma oggi se si digita Alberta Bigagli su un qualsiasi motore di ricerca, si trovano circa 15mila voci che parlano di lei. Sì, perché la signora Bigagli, classe 1928, ha comin-

ciato a lavorare da giovanissima per “campare”, portandosi sempre dentro un amore folle, quello per la poesia. “Perché con la poesia non si mangia”. Alberta Bigagli a ottantuno anni ha la risata sonora di una ventenne e gli occhi curiosi di chi preferisce ascoltare piuttosto che parlare. Ha all’attivo 15 pubblicazioni (di cui 9 di poesia) e un’opera omnia che l’editore Passigli pubblicherà alla fine del 2010 e nella quale verranno raccolti tut-

Alberta Bigagli

ti i suoi lavori. Scrittrice, critico e ricercatrice, Alberta è laureata in psicopedagogia, dal 2005 scrive e coordina una pubblicazione periodica che si chiama “Voce Viva”, è socio-fondatore di “900-Libera cattedra di poesia” del Centro arti visive Perseo a cui partecipano gruppi di affezionatissimi, fa parte del nucleo fondante dell’Associazione Scrittrici Toscane voluta dall’Istituto universitario di Italianistica e alcune delle su opere sono catalogate persino alla Library of Congress di Washington, negli Stati Uniti. La sua è una scrittura liquida, senza fronzoli e sviolinature. Compone poesie come ritratti, si fa voce narrante delle storie che sfiora ogni giorno. Nel corso della sua vita ne ha fatte tante, talmente tante che diventa difficile riassumerle. “Mi piace non andare all’infinito nello stesso luogo – spiega la poetessa – cerco di frequentare un posto per al massimo cinque anni, per non far nascere gelosie”. Seguendo questo principio Alberta ha zizgatato nel mare magnum fiorentino (e non solo) spostandosi da un luogo all’altro, ascoltando le persone che si trovava via via di fronte, “perché l’uomo va cercato dov’è, non si può mica aspettarlo”. E’ stato così che Alberta (dal 1976 in avanti) ha varcato la soglia dell’Ospedale Psichiatrico di San Salvi proponendo un linguaggio espressivo che si è andato concretizzando nel metodo “tu parli io ascolto”. Dopo San Salvi è stata all’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo (dalle cui esperienze è nato il volume “Olin-

do del fuoco” da cui è stato tratto un adattamento teatrale) e al carcere di Prato. Cervello reattivo e presente, la poetessa continua ancora oggi la sua ricerca di storie, di volti, di atteggiamenti che traduce in versi ruvidi. Niente rime, ma dettagli,

scorci di storie, pennellate di personalità. Indaga anime con l’occhio clinico di un dottore e la semplicità di chi non ha bisogno di infiorettature, trasformando “storie di ordinaria follia” in momenti di lirica intensa.

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noi e gli altri

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FRATELLANZA MILITARE. Nata nel 1872, l’associazione garantisce ancora oggi sostegno a chi ne ha più bisogno

Un secolo al servizio della città

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37 anni al servizio della città e dei fiorentini. La Fratellanza militare di Firenze nasce nel 1872 ad opera di un gruppo di reduci di guerra che prestavano soccorso agli aderenti all’associazione, ma bastano pochi anni per trasformarla in associazione volontaria aperta a tutta la cittadinanza, nessuno escluso. “Si chiama Fratellanza Militare perché è un retaggio della guerra d’indipendenza ma oggi di militare non c’è più niente, ci spostiamo con le ambulanze non coi carri armati”. Sorride Stefano Naldi, segretario dell’associazione, che spiega con entusiasmo tutti i servizi che riescono, con tanto impegno, a offrire alla città. 11mila soci reali (ovvero soci che annualmente versano una quota di 15 euro) di cui circa 700 impegnati in attività di volontariato per un totale di 140mila ore di servizio offerte alla cittadinanza. “I volontari sono tanti ma potrebbero essere molti di più, ci sarebbe ancora moltissimo da fare – continua Naldi -. Riusciamo a soddisfare una buona percentuale delle richieste che riceviamo, ma quello che facciamo non è ancora abbastanza. Ci piacerebbe coinvolgere di più i giovani”. La domanda è altissima e l’offerta è differenziata. La fratellanza è in contatto diretto col 118 e mette a disposizione le ambulanze e il personale volontario per il primo soccorso (vengono svolti dei corsi formativi per chi svolge attività di questo genere a bordo delle ambulanze), ma si mette a disposizione anche per attività di carattere sociale, come l’accompagnamento degli anziani, l’assistenza domiciliare o l’aiuto ai disabili. “A chi si mette a disposizione per il servizio volontario – continua Naldi – chiediamo una disponibilità di due ore settimanali”. Studenti, casalinghe, professionisti, pensionati, l’identikit del volontario è quantomai variegato. “Ogni volontario è fondamentale, perché la differenziazione consente di

coprire tutte le necessità”. Tutti questi servizi sono forniti gratuitamente, chi vuole può lasciare un’offerta, ma non è obbligatorio, mentre per consentire alla Fratellanza di autofinanziarsi sono stati intrapresi le cosiddette “attività commerciali marginali” di onoranze funebri e di servizio ambulatoriale. Dal 31 gennaio pros-

simo i due locali che la Fratellanza affittava alla Asl (via Sant’Agostino e cia di San Salvi) cesseranno di esistere e i cittadini potranno rivolgersi ai nuovi ambulatori che la Asl designerà. “Siamo consapevoli che certe scelte possono talvolta arrecare disagio alla cittadinanza – ha detto il presidente della Fratellanza Filippo Al-

legri - ma come associazione di volontariato viste le troppe problematiche nate nel continuare a gestire tale servizio abbiamo preferito interrompere tale rapporto ed iniziare da subito a pensare ad un nuovo servizio altrettanto utile per la popolazione che speriamo a breve di po/L.F. ter comunicare”.

Undicimila soci sparsi sul territorio fiorentino e 700 volontari che prestano attivamente servizio mettendosi a disposizione di chi è in difficoltà. Il segretario Stefano Naldi: “Facciamo tanto, ma insieme ai giovani si potrebbe fare molto di più”

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l’inchiesta

Gennaio 2010

IL CASO/1. Gli impianti del Visarno e Le Mulina stanno per subire un cambiamento radicale

Ippodromi, un lungo inverno in attesa della grande svolta Luca Serranò

A

nno cruciale, il 2010, per l’ippica fiorentina. Nonostante la firma della convenzione tra il Comune e l’ente gestore risalga a un anno fa, infatti, gli impianti del Visarno e Le Mulina s’apprestano a subire un cambiamento radicale. La svolta si deve all’amministratore delegato di Ippodromi fiorentini s.p.a., Concetto Mazzarella, che già nei mesi scorsi aveva presentato a grandi linee il suo piano di rilancio. Punto qualificante del progetto è l’accorpamento delle corse di trotto e di galoppo in un’unica struttura, il Visarno, destinata ad ospitare anche un mini casino, un ristorante e una sala-eventi. L’impianto de Le Mulina, così, potrebbe tornare nella disponibilità del Comune o essere convertito ad altra destinazione. “E se invece il trotto scomparisse del tutto?”, sussurra sibillino un operatore dell’ippodromo. “Ci vuole poco, basta spostare le corse altrove”. Una

sensazione diffusa ma senza alcun riscontro, che ben spiega il clima di incertezza che si respira tra gli addetti ai lavori. Oltre un mese fa, d’altra parte, Ippodromi fiorentini s.p.a. ha aperto le pratiche di licenziamento per 18 dipendenti (su 48), tra cui molte donne e molti giovani. “Ci avevano offerto un contratto di solidarietà ma non abbiamo accettato spiegano dalla r.s.u - perché pagare colpe altrui?”. Ippodromi fiorentini s.p.a. ha motivato la riduzione di personale con l’ostracismo dei lavoratori e la crisi complessiva del settore. Lo stesso Concetto Mazzarella, proprietario dell’ippodromo di Siracusa, ha poi indicato nell’austerity imposta dall’Unire (tagli ai costi, diminuzione del numero di corse) una delle cause principali del ridimensionamento. Oltre ai 18 licenziati, ad ogni modo, a pagare le spese del crollo delle scommesse è soprattutto lo storico impianto di via del Pegaso, fino a pochi anni fa tra i più “remunerativi” di tutta la penisola. Un declino su cui molti operatori si dividono, chi prendendosela con la concorrenza, chi lamentando le condizioni quasi

fatiscenti della struttura. Di certo c’è che la girandola di cessioni di ramo d’azienda che ha interessato l’ente gestore (da Ippodromi & Città a Cascine S.r.l. fino all’attuale Ippodromi fiorentini s.p.a.) prima e dopo l’assegnazione del bando di gara (30/09/2008), ha comportato il rinvio di molti lavori necessari al perfetto funzionamento de Le Mulina. La delibera di giunta adottata l’11/11/2008, relatore Tea Albini, indicava nel 31/11/2009 il limite ultimo per ristrutturare “la palazzina ex biglietteria distrutta da un incendio… e la Palazzina Scuderie”. Interventi mai ultimati, ma che un provvedimento dirigenziale del settembre scorso ha ulteriormente prorogato all’aprile 2011, proprio alla luce del cambio di gestione. “Che almeno si investa sul Visarno”, commenta sconsolato un vecchio scommettitore, mentre si passa tra le dita uno scontrino stropicciato. Poco distante, un gruppetto di fantini conversa allegramente e due operai si divertono a fare arrabbiare la barista. Loro, più di altri, sentiranno la mancanza del vecchio Le Mulina, luogo di vizio solo per alcuni.

Il progetto prevede che trotto e galoppo vengano accorpati in un’unica struttura destinata a ospitare anche un mini casinò, un ristorante e una sala eventi. Tra i lavoratori si respira però qualche incertezza, acuita dal recente licenziamento di 18 dipendenti ROLANDO VERSARI 63 anni, barista

TOMMASO CAVERNI 28 anni, studente

GIOVANNI RIGACCI 53 anni, edicolante

“Servono limiti per le macchinette”

“Molti giocano solo per divertirsi”

“Servirebbe qualche regola in più”

“La questione è complicata. Molti miei coetanei giocano solo per divertirsi, senza accanimento, e credo siano pochi quelli che ne rimangono invischiati. Certo lo Stato deve deporre l’ipocrisia e affrontare il problema, non è accettabile che lotterie e scommesse invadano la nostra vita quotidiana.”

“Qualche regola in più non farebbe certo male. Ormai si può giocare dappertutto, alla stazione come al bar, e per quanto sia contrario ad ogni forma di proibizionismo credo si debba valutare attentamente la questione. Non vorrei che le nuove generazioni crescessero col mito dell’azzardo”.

992414

“Tanti miei colleghi si sono attrezzati con video poker e slot machine, una scelta che non condivido e che in fondo ritengo un po’ pericolosa. Troppa gente si rovina con quelle macchinette, servono limiti ulteriori e regole precise”.

E AL ION S S FE TE N RO E P ME N A TA I ZIO ET MA MPL ATU R O O R F G IN C


l’inchiesta

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IL CASO/2. Le corse dei cavalli non attirano più, ma il gioco d’azzardo è in ottima salute

Un esercito di persone “risucchiate” dal vizio Luca Serranò

C

on l’avvento di internet e il boom delle scommesse sportive le corse dei cavalli hanno perso centralità nell’immaginario degli amanti del gioco. Quote troppo basse, feroce concorrenza (soprattutto on line) e i dubbi striscianti sul regolare svolgimento delle gare hanno infatti relegato l’ippica ad un ruolo marginale. Il flusso di puntate a livello nazionale cala al ritmo di svariati milioni di euro l’anno (500 in meno tra il 2007 e il 2008), mentre gli ippodromi hanno perso gran parte della loro clientela. Lontani i tempi in cui a Firenze c’era la fila per pagare l’ingresso a Le Mulina, distante anni luce il periodo d’oro delle agenzie ippiche. Ormai negli innumerevoli centri autorizzati alla raccolta di scommesse è il calcio a farla da padrone, mentre sono le slot machine (tarate al 75 per cento) a preannunciarsi come l’affare del secolo. Pochi spiccioli di manutenzione e un numero altissimo di potenziali giocatori hanno spinto le principali agenzie come i semplici tabaccai a ricorrere a queste “macchine da profitto”. In via Martelli, a tal proposito, si è giunti a costruire una stanza ad hoc ad uso e consumo dei fumatori, mentre un progetto simile sembra in cantiere anche per i vecchi locali di via del Prato. A breve, grazie ad un sofisticato sistema di collegamento tra

le macchine, dovrebbe partire anche una sorta di super enalotto nazionale delle slot machine, con tanto di montepremi milionario. La necessità di porre un limite al gioco “selvaggio”, a questo punto, comincia a farsi largo tra gli stessi addetti ai lavori, stanchi di scacciare ragazzi minorenni e di vedere padri di famiglia scialacquare gran parte del proprio stipendio. “Sono scene che preferirei non vedere - spiega il direttore di un noto centro scommesse che vuol mantenere l’anonimato - se tra i giocatori di cavalli manca il ricambio generazionale, in tutti gli altri casi la clientela è davvero troppo giovane. E’ una situazione che mi ricorda il periodo del cambio lira- euro: quanti sprechi e quanta incoscienza in quegli anni”. Davvero complicato arginare un fenomeno in così rapida espansione, anche alla luce delle frantumazione dell’offerta in mille opportunità. Lo Stato, d’altra parte, beneficia non poco dell’“azzardo” legalizzato, accantonando quella vocazione proibizionista tante volte praticata. Si calcola infatti che circa l’80 per cento degli italiani scommetta regolarmente, mentre sono 700 mila i giocatori affetti da vizio conclamato. Cifre che aiutano a inquadrare ancor meglio la crisi dell’ippica, che rispetto alle altre declinazioni del mondo del gioco (poker on line, slot machine, lotterie, concorsi a pronostico) segna decisamente il passo. L’Italia raccontata in “Febbre da cavallo”, d’altra parte, è poco più di uno sbiadito ricordo.

GIANCARLO PAOLIERI 31 anni, tabaccaio

MARCO GIOVANNONI 54 anni, commerciante

ALESSIO GRANA 29 anni, events manager

“Il gratta e vinci? Fa compagnia agli anziani”

“Meno dannoso aprire nuovi casinò”

“Non ci vedo niente di male”

“Noi siamo attrezzati per scommesse e lotterie, il libero mercato lo consente e non vedo perché dovremmo rinunciarvi. Metà dell’incasso giornaliero viene dai Gratta e Vinci, un gioco che in fondo tiene compagnia alle persone anziane come la radio o la tv”.

“Proprio non capisco come si sia arrivati a tutto questo. Fino a pochi anni fa ero un assiduo giocatore, e capisco cosa scatta nella mente di chi tenta la fortuna. Penso sarebbe stato meno dannoso aprire nuovi casinò, la frammentazione dell’offerta rischia di calamitare anche le persone più indifese”.

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“Non ci vedo niente di male, la società non offre altre valvole di sfogo e la gente si diverte come può. Quel che fa più rabbia, semmai, è il moralismo a giorni alterni dello Stato. Credo proprio che lo schema vizi privati-pubbliche virtù sia la quintessenza della politica italiana”.


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oroscopo

Gennaio 2010

Ariete

20 marzo • 20 aprile Con il 2010 si annunciano buone nuove in arrivo per gli arieti, ma ci vorrà un po’ di pazienza, perché il trionfo vero arriverà solo questa primavera e più ancora in estate, stagione speciale per gli affari di cuore dei nati del segno. Benissimo andrà in questo periodo ai cuori solitari, che potrebbero finalmente trovare compagnia, mentre le coppie rodate arriveranno a un banco di prova. Sul fronte lavorativo i primi mesi dell’anno porteranno una ricca raccolta di quanto seminato l’anno scorso, con belle soddisfazioni per chi ha faticato tanto per guadagnare quello scatto in avanti.

Toro

21 aprile • 21 maggio Per i nati sotto il segno del toro quest’anno non mancheranno le soddisfazioni, specialmente sul fronte lavorativo. In questo settore infatti vi aspettano dodici mesi movimentati, dinamici, densi di incontri: l’importante è prestare molta attenzione anche ai minimi dettagli in fase di pianificazione, dopo la strada sarà in discesa. Una buona abitudine sarà quella di contare fino a dieci prima di dire cose di cui ci si può pentire. Per i cuori solitari non mancheranno nuovi e promettenti incontri, mentre chi è già in compagnia potrebbe trovarsi di fronte a un bivio e fare quel passo che rimanda da tempo.

Bilancia

Scorpione

Le stelle della Maga Lula Qualcuno ci crede, qualcuno no. Per qualcuno le stelle sono solo puntini luminosi da guardare dal basso, per altri sono oracoli da ascoltare con orecchio attento. Ma insomma, crederci o non crederci, un’occhiata all’oroscopo si finisce per darla sempre. Scettica oppure convinta, speranzosa oppure rassegnata. Una ricerca recente ha raccontato che a Firenze il 31 per cento degli intervistati ha ammesso di consultare l’oroscopo riguardo a diversi argomenti, dal lavoro all’amore. Un altro 31 per cento si è dichiarato scettico, ma ha spiegato che questo non gli impedisce di buttare uno sguardo alle previsioni degli astri. Ma c’è un dato più impressionante ancora: il 4.5 per cento ha ammesso di basare le scelte della giornata sul responso delle stelle. Insomma, gli astri vanno sempre di moda e non smettono di affascinare: e allora sentiamo cosa hanno da raccontarci e che ci promettono per l’anno che è appena iniziato. Se poi avevano ragione, si vedrà…

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23 settembre • 22 ottobre Avete tentennato tanto durante l’anno passato, e invece il 2010 adesso si presenta come l’anno della svolta. Quello delle rivoluzioni nella vostra vita, dei cambiamenti che un tempo vi spaventavano e che adesso invece vi sembrano tanto semplici. Anche il portafoglio beneficerà di queste trasformazioni e finalmente avrete la serenità per pensare alle questioni lasciate in sospeso. L’importante è però che voi non vi facciate prendere la mano dalle vostre faccende finendo per distrarvi e dimenticare le persone che avete accanto e che richiedono le vostre attenzioni.

23 ottobre • 22 novembre Si parte bene e si finisce meglio, questa volta. L’anno nuovo farà vedere di che pasta è fatto fin dai primi giorni, regalandovi un po’ di sollievo dopo un 2009 tribolato. Lavoro e finanze saranno illuminati da una luce nuova, e quella boccata d’ossigeno che aspettavate da così tanto tempo finalmente arriverà regalandovi finalmente un po’ di serenità. Importante è non tirare i remi in barca e continuare a impegnarsi a fondo, con tanta pazienza, chiedendo aiuto e consigli a chi avete intorno se ce n’è bisogno e senza fare troppo dietrologie quando qualcosa sembra non andare per il verso giusto.

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Gemelli

22 maggio • 21 giugno Vietato farsi scoraggiare da un inizio anno poco promettente sul fronte lavorativo e su quello amoroso, perché nel vostro caso il buongiorno non si vede dal mattino, ma arriva comunque. E alla svelta. Fin dai primi mesi dell’anno la ruota comincerà a girare nel verso giusto e la parola d’ordine diverrà “emozioni”. Forti in campo sentimentale, rassicuranti su quello professionale, vi accompagneranno per tutto il 2010. Mese d’oro in questo senso sarà agosto, trionfo di belle novità: l’importante è tenere a freno certe inclinazioni impulsive, che se assecondate potrebbero far danni.

Cancro

22 giugno • 22 luglio Per tutto l’anno la parola d’ordine sarà oculatezza, un po’ su tutti i fronti. A patto di non scordarsi mai una buona dose di prudenza questo 2010 si preannuncia sereno, con ottimi picchi di buonumore e fortuna alle stelle. Saranno dodici mesi propizi per le relazioni sociali e pieni di energie, e questo potrebbe essere positivo per chi sceglie di dedicarsi a progetti nuovi. Questo è per voi anche l’anno del cuore, e le belle novità sono in vista sia per chi cerca sia per chi è già in felice compagnia, e i momenti in cui sarete giù di corda saranno ampiamente controbilanciati dall’affetto di chi vi circonda.

Leone

23 luglio • 22 agosto Questo per il leone sarà l’anno della riscossa, della rivincita su un 2009 che non è stato molto clemente. La ruota gira e questa volta ha scelto di farlo con decisione, senza indugi. Si annuncia un buon periodo sotto diversi settori: chi vuol cambiare lavoro e medita da tempo un radicale cambiamento troverà pane per i suoi denti, chi invece continuerà un cammino già intrapreso potrà farlo serenamente. Discorso simile vale per la vita di coppia: il 2010 promette interessanti novità e una svolta positiva per chi la sta aspettando, sia che si tratti di fare un passo col partner, sia che si tratti di trovare compagnia per un cuore solitario.

Vergine

Sagittario

Capricorno

Acquario

Pesci

23 novembre • 21 dicembre Niente paura, l’inizio dell’anno non sarà brillante ma questo non vuol dire niente. In breve tempo infatti le cose cominceranno ad andare per il verso giusto e ottimismo e buonumore torneranno ad accompagnare le vostre giornate. Guadagnerete un po’ di serenità interiore e questo vi consentirà di avvicinarvi più serenamente agli altri: col partner sfumeranno le tensioni e sul lavoro abbandonerete quell’atteggiamento ostile che ha caratterizzato gli ultimi mesi. Il periodo migliore un po’ su tutti i fronti sarà quello estivo, e sarà proprio durante la bella stagione che arriverà quello che aspettavate da tanto.

22 dicembre • 20 gennaio Il 2010 per i nati sotto il segno del Capricorno arriva carico di promesse ma un po’ dispettoso: dispenserà emozioni e successi un po’ su tutti i fronti ma i risultati raggiunti saranno sempre frutto di un impegno costante. Vietato dunque abbassare la guardia e sedersi sugli allori: è essenziale investire le proprie energie senza riserve e la ricompensa poi non tarderà a farsi vedere, anzi, lo farà in pompa magna. Bel momento per chi cerca l’amore, che una volta trovato potrebbe diventare quello che si aspettava da una vita intera. Delicatezza con gli amici o si rischia di ferirli involontariamente.

21 gennaio • 19 febbraio Dovete convincervi a sognare un po’ di più, a vedere il bicchiere un po’ più pieno e a sorridere anche quando ne avete poca voglia. Fatto questo la strada sarà più in discesa e arriveranno le soddisfazioni. L’anno nuovo si preannuncia positivo e specialmente a partire da febbraio il buonumore vi guiderà come un Virgilio dei tempi nostri. Cercherete la spensieratezza e troverete amici in grado di assecondarvi in questo vostro desiderio, e la stessa sintonia si registrerà con il partner, dopo un periodo un po’ travagliato. Per gli affari ottimi i primi mesi dell’anno, che potrebbero portare belle sorprese.

23 agosto • 22 settebre Qualche grattacapo ci sarà, è vero, ma in arrivo c’è pure una ottima dose di forza per far fronte agli imprevisti. Avete delle questioni in sospeso e i primi mesi dell’anno saranno propizi per mettere dei punti e andare a capo senza tanti indugi. Si tratta di cercare di essere risoluti e di non farsi trattenere dalla paura del nuovo: un po’ di audacia non guasterà. In campo sentimentale l’anno nuovo esordisce con qualche intoppo, ma regalerà a breve miglioramenti percepibili e cambiamenti positivi, e con la primavera si aprirà la stagione del cuore, con picchi di felicità molto alti e grandi dosi di buonumore.

20 febbraio • 19 marzo Cambiano le carte in tavola, il 2010 ha deciso di sparigliarle e fortunatamente può farlo senza l’impiccio di pianeti che si divertono a fare i dispetti. Sul piano professionale si apre la stagione dei cambiamenti, dei progetti che passano dalla carta alla realtà e che vi restituiscono quell’energia che sul finire dell’anno passato sembrava essere stata risucchiata. L’importante è mantenere sempre una profonda lucidità. Anche per le faccende sentimentali pare arrivato il momento di fare un passo avanti e di dare concretezza ai rapporti già avviati, mentre i cuori in cerca di capanna troveranno di che rallegrarsi.

AVANZATE TECNOLOGIE E CURE PERSONALIZZATE L'infertilità è un problema sempre più diffuso, soprattutto a causa delle maternità rinviate nel tempo. Ma anche le soluzioni sono sempre più efficaci, rapide e sicure. INCONTRO CON IL PROF. PIERALDO INAUDI GINECOLOGO, LAUREATO E SPECIALIZZATO all'Università di Siena, dottore in medicina all’Università di Losanna, il Prof. Pieraldo Inaudi tra i pionieri della riproduzione umana in Italia, vanta una carriera di alto profilo, svolta fra Italia e Svizzera, ricca di incarichi di responsabilità, di importanti consulenze come quella fornita al Centro di Medicina della Riproduzione dell'Ospedale di Bergamo, di rilevanti pubblicazioni scientifiche, relazioni congressuali e di corsi di aggiornamento. Il professore, dirige il centro "Siena Fertility" a Monteriggioni oltre ad offrire la sua esperienza nello studio fiorentino di via Lorenzo il Magnifico. A lui chiediamo quali sono le più recenti evoluzioni nella diagnosi e cura dell'infertilità. "La riproduzione umana è uno degli ambiti medici che negli ultimi decenni ha conosciuto le maggiori evoluzioni tecnologiche. Grazie a queste innovazioni gli esami si sono semplificati e la diagnosi è diventata più precisa grazie alle ecografie transvaginali, specie nei casi di endometriosi, cisti ovariche e ovaio policistico. Anche dal punto di vista terapeutico lo strumentario si è fatto più ricco ed efficace: oggi possiamo scegliere il migliore spermatozoo da iniettare nel migliore ovocita come effettuare analisi genetiche sull'embrione per prevenire malattie ereditarie". Qual è la sua filosofia di intervento? "Il mio atteggiamento, messo a punto in anni di lavoro, privilegia i metodi di diagnosi e terapia a bassa invasività, basati su trattamenti accuratamente personalizzati sul singolo caso. Ad esempio evito la strada del bombardamento ormonale e uso invece basse dosi di farmaci, comunque adeguate a raggiungere lo scopo". Cosa pensa della legge 40? "È un provvedimento che dovrebbe essere migliorato e che certamente, penalizza le tante persone che soffrono di infertilità costringendole ad impegnativi viaggi oltre confine. DIAGNOSI IN UN SOLO GIORNO E TRATTAMENTI MININVASIVI Membro fondatore e tesoriere della Mediterranean Society for Reproductive Medicine, organismo rivolto agli specialisti di tutti i Paesi affacciati sul Mediterraneo per i quali organizza corsi di formazione, convegni, progetti scientifici e reti di comunicazione on-line, il dr. Pieraldo Inaudi è da sempre al fianco di chi soffre di problemi di infertilità. "Nel mio studio come presso il centro Siena Infertility si parte da un'accurata diagnosi finalizzata a scegliere il trattamento più efficace ma meno invasivo e costoso. Anche la diagnosi stessa viene eseguita in un giorno solo proprio per ridurre i viaggi e le spese, limitare le assenze dal lavoro, minimizzare lo stress". In quanto alla possibilità di recarsi all'estero? "Siamo collegati con centri elvetici e francesi per trattamenti di fecondazione in vitro con congelamento e di microchirurgia per la ricanalizzazione tubarica o dei deferenti. Io sono abilitato anche in Svizzera e non abbandono di certo le mie pazienti".

PROF. PIERALDO INAUDI

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OSTETRICO - GINECOLOGO MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE

Studio Monteriggioni (SI) Via S. Pertini 7 Tel. 0577 51394 Fax 0577 588249 - Studio Firenze Via Lorenzo Il Magnifico 64 Tel. e Fax 055 4633294 e-Mail: inaudi1@interfree.it


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tempi moderni

Gennaio 2010

ZOOM/1. Sono molte le realtà che utilizzano il “marchio Firenze” per promuovere la propria immagine

In città una pubblicità tira l’altra Allo studio del Comune ci sono provvedimenti per regolare la materia: “D’ora in poi sponsorizzazioni mirate per i restauri e le riqualificazioni e gare pubbliche per la concessione di spazi” Serena Wiedenstritt

L’

ultima volta è finita con una retromarcia da parte di chi voleva farsi pubblicità utilizzando l’immagine di Firenze. La filosofia del “do ut des” aveva portato alla copertura del ponte più famoso del mondo con uno striscione promozionale di una catena della grande distribuzione in cambio di finanziamenti per il restauro del Corridoio Vasariano. Ma l’operazione ha rischiato di ritorcersi contro l’inserzionista che ha ritirato la pubblicità, confermando il sostegno ai lavori. Non è però la prima volta che una pubblicità in cambio di una sponsorizzazione fa discutere, né Firenze è l’unica a dover affrontare questi dilemmi. Non va meglio a Venezia, dove la facciata della chiesa di San Simeon aveva ospitato niente di meno che una pubblicità di una casa di moda, scatenando le proteste dei religiosi, né a Roma, dove qualcuno aveva pensato di tappezzare il Pantheon. Ma a parte i casi clamorosi, come si deve regolare chi vuole fare pubblicità “usando”, con misura, la città? E quale è la logica che ispira l’amministrazione Renzi? “Alcuni provvedimenti sono già allo studio - spiega l’architetto Gianni Bordoni, responsabile Pubblicità e Insegne del Comune di Firenze - il principio è che Firenze ha un grande potenziale, vista la sua fama in-

ternazionale. Chi vuol fare pubblicità a Firenze può sfruttare un brand di tutto rispetto, ma ci deve essere una contropartita per la città. D’ora in poi non si tratterà di affittare uno spazio a una ditta, in cambio di introiti che vanno a fare cassa, ma di sponsorizzazioni mirate per interventi di restauro di beni monumentali o di riqualificazione di aree specifiche. In pratica, deve essere chiaro il legame fra la concessione di uno spazio e il vantaggio per la città. Del resto se i fondi per i restauri non arrivano dal Governo, è opportuno che la città li trovi in altro modo”. Per quanto riguarda gli introiti da pubblicità in generale (dalla pubblica affissione negli spazi gestiti dal Comune agli impianti pubblicitari fino alle insegne) Firenze guadagna ogni anno dai 6,5 ai 7 milioni di euro. Ma anche qui si cambierà: “Modificheremo le modalità di assegnazione degli spazi - continua Bordoni – e al più presto si procederà a gare di evidenza pubblica per la concessione”. In altre parole, se prima lo spazio si doveva richiedere, ora i diversi circuiti e le localizzazioni più ambite saranno a disposizione, in esclusiva, di chi offre di più. E non solo, un’altra novità riguarda le insegne: dal 2010 chi apre un negozio potrà chiedere l’autorizzazione direttamente con la dichiarazione di inizio attività.

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ZOOM/2. Parte la lotta alle “vele” abusive

Ma che cosa è in regola e che cosa no? L

o studente straniero che in via Calzaioli distribuisce il volantino con la pubblicità della pizzeria e la piantina per arrivarci è un fuorilegge. Così come sono vietate le “vele” – i grandi camion che trasportano cartelloni promozionali – in piazza della Libertà. Nelle zone centrali la pubblicità è particolarmente regolamentata, chiariscono dall’ufficio del Comune in piazza Artom, cui tutti i cittadini sono chiamati a rivolgersi prima di intraprendere iniziative promozionali. Se su tutto il territorio la promozione è contingentata in modo da non snaturare la città, le regole sono ancora più severe per quanto riguarda il centro storico. È infatti vietata sia la pubblicità fonica – quella con gli altoparlanti sul tettuccio della macchina – sia quella sulle persone: per capirsi, niente uomini sandwich in piazza della Signoria. Fuorilegge anche la distribuzione “hand to hand” e tutte le forme di volantinaggio che insistono su spazi pubblici (altro discorso, insomma, per la pubblicità dei concerti di organo

distribuita sul sagrato della chiesa). Tornando alle vele, ne è permessa la circolazione ma non la sosta: spiegano da piazza Artom che la vela ferma in una piazza fiorentina equivale ad un grande cartellone pubblicitario fisso, con la differenza che non viene pagato lo spazio al Comune. Si aggira quindi la norma che vieta una pubblicità così grande in spazi che non la possono contenere: “Firenze non è Parigi – chiariscono dall’ufficio preposto – qui non abbiamo i grandi boulevard con marciapiedi da 12 metri che possono contenere il dehors dei caffè, lo spazio per i pedoni e quello per i 6 metri per 3 pubblicitari”. E sul rispetto delle regole il Comune annuncia il pugno duro: “Intendiamo contrastare non tanto il singolo inserzionista quanto il sistema delle vele e procedere in ogni caso con la verifica di compatibilità. Purtroppo la pubblicità è legata al codice della strada: si può rimuovere una insegna se è pericolosa, altrimenti si deve ricorrere a procedure ostative che /S.W. richiedono più tempo”.


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LO SPETTACOLO. Va in scena il 13 e 14 febbraio l’ultima fatica del comico fiorentino

L’amore al tempo di Andrea Muzzi “L’amore è geco” è il testo teatrale scritto

IL PROGRAMMA

e interpretato dal comico. Due date al Puccini per

Sei mostre per un 2010 a base di arte e cultura

assistere a uno spettacolo che ha il merito di parlare delle questioni di cuore riuscendo a non banalizzarle

U

Caterina Gentileschi

“U

n uomo innamorato ha una forza incredibile, niente lo può fermare. Un uomo innamorato è capace di rovesciare qualunque potere e disarmare qualunque esercito. L’Iraq ha perso la guerra perché Saddam Hussein era circondato solo da uomini. Se gli facevano vedere due gnocche con il cavolo che perdeva!”. E’ un Andrea Muzzi nuovo quello che scrive e interpreta “L’amore è geco”, spettacolo ideato insieme al giovane autore Marco Vicari, che approderà sul palcoscenico del teatro Puccini il 13 e il 14 febbraio (la seconda data è riservata ai soci Coop). “I protagonisti della storia sono due precari – spiega l’autore e protagonista - e proprio perché sono precari hanno un sacco di cose da fare. Questi due precari si improvvisano rivoluzionari e tentano di mettere su una battaglia per l’amore ma cercano di coinvolgere il pubblico perché sono troppo impegnati nei loro mille lavoretti per essere in prima linea, così invogliano il pubblico a partire poi, dicono, loro li seguiranno volentieri”. E’ una sorta di omaggio all’amore quello che Muzzi regala al pubblico fiorentino e non solo (è in

tour da gennaio in tutta la toscana). “Mi viene da sorridere perché non avrei mai pensato che un tema universale come l’amore diventasse anche argomento di dibattito politico come è avvenuto il mese scorso, dopo l’aggressione al presidente del consiglio e il suo invito a combattere l’odio con l’amore”. Ma come mai un titolo così curioso? Perché l’amore è geco? “A parte il gioco di parole – continua Muzzi – ovviamente scherzoso, “L’amore è geco” perché il geco è un animaletto misterioso. Ho scoperto che un gruppo di scienziati americani hanno cercato di capire come fa a rimanere attaccato alle superfici verticali, senza però riuscire a darsi una valida risposta. Per l’amore vale lo stesso principio: è una cosa misteriosa e speciale che non va analizzata e studiata, va presa come viene”. Sul palcoscenico insieme a Muzzi, l’attrice Diletta Opulista che va in scena nella prima parte dello spettacolo, e Nicola Costanti, unico cantautore italiano a vincere per due volte il premio Tenco ( 1998, miglior esordiente, 2003 miglior autore), che collabora musicalmente con molti artisti, tra cui Benvenuti e Pieraccioni. “Sono un comico, non un filosofo – continua Muzzi – ma penso

che la risata sia il modo migliore per trasmettere alcuni messaggi, come quello che vogliamo far arrivare con questo spettacolo”. “Un innamorato è un uomo libero, non lo assoggetti a nessuna legge – si legge in una nota della piece - Per questo vogliono controllarci. Ribellatevi. Ricordatevi che il matrimonio è un sacramento che unisce due persone per sempre: la sposa e il ristoratore. Perché per pagare le rate del pranzo una vita non basta!”. Un modo di parlare d’amore senza banalizzare l’argomento. Una risata continua dall’inizio alla fine. Fa ridere tutto, tranne la chiusura, che invita alla riflessione, prendendo in prestito una citazione del grande Enzo Biagi.

LA RECENSIONE. Un tuffo in uno dei luoghi più suggestivi e selvaggi della Toscana

Tre americane in viaggio per scoprire la Maremma S

hades of Maremma, letteralmente “Ombre di Maremma” (Ingorda Editore), così si intitola il libro scritto dalla studentessa Charlotte Bailey insieme a Johanna Marshall e Lana Turner, dell’Università internazionale Fua - Florence University of the Arts. Per mesi le autrici hanno assaporato, studiato e attraversato da cima a fondo la Maremma, arrivando a realizzare un libro dalle grandi potenzialità, nel quale il racconto è affiancato dalle immagini più belle, per un viaggio indimenticabile alla scoperta della regione più selvaggia della Toscana dove mare e montagna si fondono. “E un libro che si scosta dalla linea classica delle guide toscane – ha spiegato Bailey - la Maremma è un luogo fantastico, un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. La vista con i colori caratteristici e vivaci della natura, l’udito con il vento che accarezza la terra, l’olfatto con i profumi dei luoghi lontani dalle caotiche città, gli odori dei piatti tipici da generazioni, la sensazione della natura che ti entra nel profondo, il gusto che si prova assaporando le ricette vecchie di generazioni, il tatto che viene stimolato accarezzando e giocando con le opere del Giardino dei Tarocchi”. Il libro si trova nelle librerie fiorentine Paperback exchange (Via delle Oche, 4 rosso), MB bookshop (Borgo Ognisanti, 4) e Edison (Piazza Della Repubblica). /L.V.Z.

L’INTERVISTA. A colloquio con Pippo Russo, agrigentino di stanza a Firenze

Firenze, i libri e... La memoria dei pesci S

ociologo, giornalista e scrittore. Pippo Russo, agrigentino di nascita ma fiorentino d’adozione, innamorato della città e “supertifoso” della Fiorentina. Grande animatore di Facebook, due romanzi alle spalle (Il mio nome è Nedo Ludi e Memo), uno di prossima uscita e un altro già in cantiere. Il Reporter lo ha incontrato per parlare di Firenze e di libri. Partiamo da Firenze… E’ stato un innamoramento immediato e incondizionato. Sin da quando misi piede qui mi sentii a casa, come se in questa città ci fossi nato. E le tracce di questo amore sono ben visibili nel mio nuovo romanzo. Le suggestioni che questa città mi regala sono nella bellezza di certi suoi scorci, che addomesticano la luce del giorno. Ma anche la sua gente ha qualcosa di particolare, un voler mettere “tutto in di-

scussione” che è al tempo stesso la sua ricchezza e il suo limite. Anche in città chiudono le piccole librerie e si rafforzano i giganti della distribuzione. Riflessi sulla vita culturale e sul mercato? Una libreria chiusa è una perdita incalcolabile. Tanto più nel caso delle piccole librerie, così come per i piccoli negozi di musica. Però vedo anche che delle piccole librerie continuano a aprire, in questo periodo. Forse siamo davanti a un periodo di transizione. Tra pochi mesi esce il tuo terzo romanzo. Di cosa parla? Il mio terzo romanzo, “La memoria dei pesci”, sarà ancora una volta diverso dai primi due. Un romanzo sociale, che prova a interpretare l’attuale condizione umana, soffermandosi su quella che mi pare la più acuta malattia delle società avanzate: l’ansia di

costruire un’immagine edificante di se stessi. Con questa realtà si confronta Brando, il protagonista di una storia ambientata a Firenze nel 2011. Ma stai anche lavorando al seguito di “Il mio nome è Nedo Ludi”... Vero, e si tratta di un ripensamento rispetto alle intenzioni iniziali. A tutti quelli che mi sollecitavano a scrivere un sequel rispondevo che no, per me la storia finiva lì e non poteva esserci un seguito. Ma poi lo scorso luglio, assieme al mio caro amico Michele Morrocchi ho aperto il “Nedo Ludi fans Club” su Facebook. E c’è stata una valanga d’adesioni: siamo già quasi a 700. Tanto affetto mi ha fatto capire che “dovevo” scrivere il sequel. E quando ho cominciato a pensarlo ho scoperto che ce l’avevo già dentro. /Ciro Becchimanzi

n anno di mostre che portano apre che coniuga opere d’arte e storie da raccontare, nell’anno in cui si celebrano alcune importanti ricorrenze. E’ stata presentata a Roma “Firenze 2010. Un anno ad arte”, nuova stagione espositiva del Polo museale fiorentino, organizzata in partnership con l’Ente cassa di risparmio e Firenze Musei. Si comincia il 25 marzo con “Pregio e bellezza. Cammei e intagli dei Medici” (fino al 27 giugno) al Museo degli argenti di Palazzo Pitti, dove verranno esposte le preziose gemme rinascimentali che indossava la famiglia che governava la città. Si prosegue con l’attesissimo arrivo (dal 22 maggio al 17 ottobre), dell’antologica dedicata a Caravaggio e i caravaggeschi che a quarant’anni dalla mostra curata dalla storica dell’arte Evelina Borea, porta alla Galleria degli Uffizi e alla Palatina un centinaio di capolavori realizzati dall’artista e dai suoi seguaci, proprio nell’anno in cui ricorre il quarto centenario della morte del pittore. La terza tappa è fissata alla Galleria dell’Accademia, dove dall’8 giugno all’1 novembre, prenderà vita “Virtù d’amore. Pittura nuziale nel Quattrocento fiorentino”, organizzata in collaborazione con il museo Horne, nella quale verrà esposta una selezione sofisticatissima dei cassoni e delle spalliere che arredavano le camere da letto rinascimentali: da quello realizzato per la nascita di Lorenzo il Magnifico, conservato al Metropolitan Museum di New York, a quelli dipinti da pittori che hanno fatto la storia, come Botticelli e Filippo Lippo. La curiosa esposizione che segue è “Parigi val bene una messa. L’omaggio dei Medici a Enrico IV re di Spagna” che dopo aver fatto tappa al Musée national du château de Pau, porterà alle Cappelle Medicee le 19 tele che Cosimo II commissionò a pittori accademici fiorentini per celebrare le esequie del re di Francia e Navarra il 16 settembre 1610 nella Basilica di San Lorenzo. Il 20 luglio sarà la volta di “Vinum nostrum. Arte, scienza e miti del vino nelle civiltà del Mediterraneo Antico”, dedicata alla cultura del vino nell’antichità e organizzata insieme al Museo Galileo. A chiudere la stagione ci pensano “I grandi bronzi del battistero. Rustici e Leonardo” (dal 10 settembre al 10 gennaio 2011) che verranno esposti al Bargello prima di tornare al Museo dell’Opera del Duomo.

Uno dei dipinti in mostra


cultura

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LA MANIFESTAZIONE/1. Di nuovo in città le proposte della fiera che inaugura l’anno della moda

Gennaio è sinonimo di Pitti Immagine Barbara Biondi

C

inquantanovemila metri quadrati di spazi allestiti, 739 aziende con più di 800 marchi, più di 20mila compratori attesi. Sono questi i numeri della moda in città, olimpo fashion che a Firenze a un solo sinonimo: Pitti Immagine. “Pitti Uomo fa da apripista e dà una risposta forte alle trasformazioni del mercato, rivoluzionando la progettazione del salone – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine -. Così a questa edizione il padiglione centrale si presenta con un nuovo layout, affidato a uno dei nomi più interessanti nel panorama internazionale dell’architettura e del design, Patricia Urquiola. E cambia di conseguenza l’aspetto complessivo della fiera, che si afferma definitivamente come luogo di ricerca, sperimentazione e novità oltre che di incontro e scambio per la Pitti community”. Nuovo volto dunque per l’evento che inaugura l’anno della moda (dal 12 al 15 gennaio). Tra i progetti speciali, le anteprime e i lanci internazionali che saranno protagonisti alla Fortezza da Basso sono da segnalare: lo speciale allestimento con il quale Everlast festeggerà i 100 anni del marchio, ideato dall’architetto Elio Di Franco, l’importan-

te spazio espositivo, all’esterno dell’Arena Strozzi, con cui il marchio Add presenterà il suo stile e la nuova collezione, il debutto a Pitti Uomo di un marchio cult del jeanswear contemporaneo, l’olandese Denham, l’esordio internazionale di Fornarina Sport Glam, la nuova linea fitness-chic di Fornarina e infine la presentazione worldwide della collezione di un prestigioso marchio heritage scozzese come Barbour. Ma non solo, c’è “What’s Fashion About?”, ed è un nuovo tributo alla community internazionale dei buyer e dei visitatori della manifestazione il tema conduttore di questo Pitti Uomo, legato alle parole, alle idee e al gossip del mondo della moda. “Ci sarà un fitto montaggio di interviste realizzate da un gruppo di blogger itineranti” spiega Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine “ancora una volta saranno protagonisti i Pitti People, la variegata community di buyer, stampa e visitatori che con il loro stile e le loro idee contribuiscono a rendere unico il Pitti Uomo”. Nel piazzale della Fortezza da Basso ci sarà un’installazione fatta da un imponente nastro su cui si accumuleranno parole, frasi e suggestioni, raccolte tra alcuni dei protagonisti di Pitti Uomo. Grande

attesa per gli ospiti vip, che come ogni edizione, animano le serate fiorentine di Pitti. Protagonisti assoluti saranno Giles Deacon, designer britannico che presenterà la sua collezione in un maxi-evento alla manifat-

tura Richard Ginori e Corneliani, storico brand legato all’abbigliamento maschile. Da non perdere anche il fiume di appuntamenti di Pitti_W, sezione dedicata alla moda “pour elle”.

LA MANIFESTAZIONE/2. Tornano anche le kermesse dedicate ai piccoli e ai tessuti d’autore

Bimbo e Filati: nuove tendenze e grandi ritorni S

embrano rincorrersi. Dopo le novità per i grandi, seguono a ruota i suggerimenti per le tendenze dei bambini più modaioli. Tra le importanti novità di questo Pitti Bimbo (dal 21 al 23 gennaio alla Fortezza) ci sono le presentazioni speciali di griffe come Junior Jean-Paul Gaultier e Paul Smith Kids, il rientro di Diesel Kids, che l’azienda presenterà in uno spazio dedicato assieme a Diesel Footwear e alla nuova collezione di John Galliano, e poi i nuovi ingressi delle collezioni bambino di grandi nomi internazionali come Adidas, Custo Barcelona, Desigual e Notify. Insomma

sempre di più la moda dei più piccini fa invidia alle griffe dei grandi. Addio tutine e felpe da strascicare dovunque, benvenuta attenzione ai marchi, ai colori più trendy e alle novità in fatto di gusti e abbinamenti. Il successo di Pitti Bimbo è legato anche agli importanti momenti di comunicazione, sfilate e iniziative legate al mondo dei più piccoli che a ogni edizione affiancano la manifestazione. Sempre più seguite le sfilate, da cui partono non soltanto le tendenze di collezione ma anche preziose indicazioni di styling e di abbinamento tra abiti e accessori. E Pitti non è Pitti senza

l’immancabile appuntamento con i Filati (dal 27 al 29 gennaio), che chiuderà come di consueto la stagione invernale del calendario della moda fiorentina. “La forza di Pitti Filati è nel suo essere un vero laboratorio di ricerca – dice Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine – l’osservatorio privilegiato delle tendenze della moda del futuro. Il nostro pubblico provenienti da tutto il mondo viene a Firenze per vedere l’eccellenza della filatura internazionale, a caccia di suggestioni creative sempre nuove”. Che la festa abbia /B.B. inizio.

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IL PERSONAGGIO. Un inizio (molto) difficile in viola, ora farne a meno è quasi impossibile

Goleador e talismano, la rinascita di Vargas Il peruviano non è solo la principale fonte di assist per l’attacco gigliato, ma quando segna lui la squadra non perde. Tante le “big” che lo vorrebbero, ma El Loco giura: “Al mio orizzonte vedo solo la Fiorentina”

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e non fosse stato per il suo stratosferico inizio di stagione (e in parte per il finale della precedente), Juan Vargas avrebbe potuto essere uno dei papabili vincitori del “Bidone d’oro 2009”, andato poi all’ex viola Felipe Melo. E invece il peruviano, 27 anni il prossimo ottobre, è la rivelazione di questa Fiorentina. A detta degli esperti il vero Vargas è sempre stato quell’infallibile dispensatore di assist sbocciato a Catania, mentre i mesi bui del primo anno in viola sono riconducibili al difficile periodo di adattamento che il giocatore stava attraversando. Un periodo durato quasi tutto il campionato e coinciso con la sua posizione arretrata. Quella posizione che, per lo stesso Vargas, non avrebbe influito sulle prestazioni (negative) del giocatore. “Mi piace molto giocare in avanti - ha dichiarato l’esterno - però non rinnego il ruolo di difensore. Anzi,

sono pronto a rifarlo in qualsiasi momento. Sono convinto che se oggi, in un periodo così positivo, dovessi tornare a correre sulla linea difensiva, otterrei buoni risultati, proprio come faccio in fase offensiva”. Vargas non è solo la principale fonte degli assist per l’attacco viola. E’ anche un vero e proprio talismanogoleador. Il perché? Basta analizzare le partite in cui il mancino ha segnato. Il primo, vero, gol della stagione è datato 18 agosto, Sporting Lisbona- Fiorentina (2-2), pari determinante per il passaggio ai gironi di Champions. Poi il gol a Torino contro la Juventus (1-1), il gol vittoria a Udine (0-1) e la rete contro il Lione (1-0) decisiva per il passaggio agli ottavi. Finita qui? No, anche con l’Atalanta (2-0) il peruviano è andato a segno con un bellissimo tiro dalla lunga distanza. Tutto questo significa che quando “El Loco” segna, la Fiorentina non perde. Con le sue super-prestazioni, l’ex Catania è stato inserito tra i 10 calciatori più conosciuti secondo la classifica Iffhs, l’Istituto di storia e statistica calcistica, ma soprattutto ha attirato l’attenzione dei club più

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forti del mondo, come Real Madrid, Manchester City e Barcellona. Queste le big interessate del giocatore, che dovranno però sborsare tra i 20 e i 25 milioni per acquistarlo. Interesse che non tocca neanche lontanamente Vargas, il cui unico obiettivo è quello di fare bene con la maglia viola: “E’ un problema che non mi riguarda. Quello che accadrà più avanti lo valuterò al momento opportuno. Adesso, lo ripeto, vedo al mio orizzonte solo la Fiorentina. Voglio crescere qui, voglio spingere la squadra viola in alto, poi a giugno, o magari fra qualche anno, si vedrà. So bene che circolano certe voci. Ma si tratta di chiacchiere e come tali vanno considerate. Non è il momento, lo ripeto, di parlare del domani”. Parole confermate anche da Jorge Cysterpiller, agente del giocatore: “Lui sta benissimo a Firenze, adesso deve pensare solo alla Fiorentina anche se ci sono molte squadre interessate a lui. Con Corvino ancora non abbiamo parlato di clausole rescissorie. Nel suo ruolo lui è uno dei migliori al mondo. Per ora Juan non ha mai espresso la volontà di lasciare la Fiorentina”.

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Cristina Guerri


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IL BILANCIO. Si è chiuso un 2009 da incorniciare per i viola. Soprattutto oltre i confini nazionali

E la Fiorentina diventò a misura d’Europa VERSO GLI OTTAVI

È stata l’unica italiana a vincere il proprio girone di Champions e la seconda in assoluto, dietro al Real

Ancora i tedeschi sul cammino della squadra di Prandelli

Madrid, per gol fatti. Sesta nell’anno solare in serie A

C’è il Bayern Monaco, missione rivincita

Cristina Guerri

I

risultati parlano chiaro: si è chiuso un 2009 da incorniciare per la Fiorentina. Dopo il quarto posto raggiunto la scorsa stagione, i viola terminano l’anno con la storica qualificazione agli ottavi di Champions League. Anche se le partite - tra preliminari, Champions e campionato - giocate dai viola sono state veramente tante, il 2009 non è l’anno solare con più gare disputate nell’era dei Della Valle. Quello con più partite rimane il 2008 (58), mentre il 2009 resta fermo a 47 (potevano essere 48 se Fiorentina-Milan non fosse stata rimandata causa neve). Confrontando i numeri del campionato con quelli europei, sembra che la Fiorentina viaggi molto più in Europa che nella serie A italiana. Anche non dimenticando la sfortunata apparizione in Coppa Uefa dell’anno scorso (quando i viola furono eliminati dall’Ajax nei sedicesimi di finale), la Fiorentina chiude la fase a gironi di Champions League con una sola sconfitta (quella di Lione) e ben 5 vittorie. E non è finita qui. Perché la squadra di Prandelli è stata l’unica italiana su quattro a vincere il proprio girone di qualificazione, e con le 14 reti fatte è la seconda squadra in assoluto (dietro al Real Madrid) per il nu-

mero dei gol realizzati. Anche per Cesare Prandelli è stato un 2009 da incorniciare. Con la vittoria contro la Sampdoria, infatti, il tecnico ha raggiunto Fulvio Bernardini in testa alla classifica degli allenatori più vincenti della storia viola, a quota 99 successi. Poco tempo dopo, nel turno che ha visto la Fiorentina di scena a Livorno (0-1), Prandelli ha ottenuto la sua centesima vittoria in 197 partite (record assoluto) alla guida della squadra gigliata. La 101esima vittoria però, siamo sicuri, resterà quella più bella per il tecnico di Orzinuovi: lo strepitoso 2-0 contro il Liverpool del 29 settembre. Un record lo ha raggiunto anche Alberto Gilardino. Con la rete del 2-1 ad Anfield, l’attaccante ex Milan ha raggiunto Gabriel Batistuta in vetta alla classifica dei marcatori europei della Fiorentina. Dopo i 6 centri della stagione scorsa (preliminare con lo Slavia Praga compreso), infatti, la punta dei viola ha già toccato quota 4 reti dopo la prima fase dell’edizione di quest’anno. In campionato, invece, la Fiorentina viaggia a velocità più moderata. I viola terminano l’anno solare al sesto posto con 60 punti (comanda l’Inter con 81), mentre nel 2008 si erano piazzati quarti con 70 lunghezze.

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ra sicuramente l’avversaria da evitare. Ma la mano di Emilio Butragueño - ex attaccante del Real Madrid e della nazionale spagnola - ha voluto far incontrare nuovamente Fiorentina e Bayern Monaco. Oltre ai bavaresi, Porto, Stoccarda, Olympiakos e Cska Mosca erano tra le possibili avversarie per gli ottavi di Champions League. Il destino è stato ancora una volta crudele con la Fiorentina, chiamata, dopo Lione e Liverpool, a una nuova impresa per raggiungere un risultato storico: i quarti di finale della più prestigiosa competizione europea per club. L’andata, Bayern Monaco-Fiorentina, si giocherà il 17 febbraio nello strepitoso Allianz Arena (già teatro, l’anno passato, di un 3-0 a favore dei tedeschi); il ritorno il 9 marzo al Franchi. “Forse era meglio arrivare secondi”, aveva commentato a caldo lo spoglia-

toio viola. Diverso il pensiero di Sebastien Frey, voglioso di rivincita nei confronti del club tedesco. “Vorrei - aveva espresso subito dopo la vittoria ad Anfield - incontrare subito i tedeschi: con loro c’è un conto in sospeso”. Un conto in sospeso ce l’avrà anche Manuel Vargas, autore della sua peggiore prestazione in maglia viola (per lui, lo scorso anno, 90 minuti di errori e orrori). Più moderato il commento di Karl Heinz Rummenigge, presidente dei tedeschi: “Poteva andarci peggio, ma non dobbiamo sentirci strafavoriti”. Tutt’altro che positivo, infatti, il percorso intrapreso fin qui dal club tedesco. Dopo un modestissimo inizio, il Bayern è ora terzo in campionato e ha ottenuto il secondo posto nel girone europeo dietro al Bordeaux. E per la Fiorentina - Lione insegna - la vendetta è /C.G. un piatto che va servito freddo.

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Gennaio 2010

sport nel quartiere

DISCIPLINE ANTICHE. Nuovo ciclo, dopo un periodo buio, per uno sport dalle origini lontane nel tempo

La rinascita della lotta fiorentina Carlo Marrone

Nella stazione dei Vigili del Fuoco, all’interno della palestra Ruini, Fabio Caldarelli allena i bambini e insegna loro a fare quello per cui sono lì: lottare (e crescere).

U

n giornalista, una persona che solitamente passa molte ore davanti al pc e in giro per conferenze stampa, non può dimenticare la stretta di mano di un uomo come Fabio Caldarelli. Una di quelle strette che, per un momento, ti fanno temere di perdere l’uso della “tanto amata” (e indispensabile) mano destra. Scherzi a parte, questa è l’intervista a uno dei protagonisti della lotta fiorentina, che ai “microfoni” de Il Reporter racconta il declino e la rinascita di questo sport dalle origini antichissime. Come ha iniziato a praticare la lotta? Ho cominciato per scommessa: da giovane praticavo il karate, ma un giorno l’istruttore di lotta mi disse che se fossi stato un lottatore, sarebbe stato più facile entrare a fare il militare nei Vigili del Fuoco. E da allora… Perché non ha mai abbandonato questa disciplina? Perché è un qualcosa che ti entra sottopelle, quando salgo sulla materassina (per l’allenamento, ndr), per me è sempre come la prima volta alla Sempre Avanti Juventus, con i miei tre grandi maestri: Cherubini, Giovannini e Venturi. Quali risultati ha raggiunto nella sua carriera? Ho praticamente vinto tutti i campionati regionali dal 1976 al 1990. Ho partecipato anche a competizioni a livello nazionale, e ora sono felice di fare l’allenatore. I vostri atleti sono molti? Sì, oggi abbiamo davvero un bel gruppo di bambini e adolescenti, ma non è sempre stato così. Questo è il nuovo ciclo dopo un periodo buio. Come siete riusciti a rilanciare la lotta? 1037816

Così, diffonde la passione per questa “scelta di vita” Lottando! È il risultato della fortunata unione fra me e Luciano Biondi, lui è il “tecnico”, il “chirurgo”, io invece sono più abile nella parte relazionale. Ad ogni modo, il merito è anche dei Vigili del Fuoco, che ci hanno sempre sostenuto in questa nostra impresa. Dalla sua esperienza, come spiega questo successo tra i bambini? Perché è un altro mondo, è quello che noi chiamiamo “pianeta materassina”. C’è anche da dire che è uno sport con una preparazione completa, sia dal punto di vista fisico che da quello relazionale, ad esempio ogni anno organizziamo la “lotta al mare” e portiamo i ragazzi una settimana a divertirsi. Inoltre, puntiamo anche molto sul rapporto con le famiglie, cercando di coinvolgerle il più possibile. Proprio le famiglie non hanno paura degli infortuni che possono derivare da questa disciplina? Grazie per la domanda: ci tengo a sottolineare che la lotta non è uno sport violento, è uno sport di situazione in cui il contatto non è finalizzato a fare male. È una disciplina assolutamente estranea alla violenza, nella quale si registra un bassissimo numero di infortuni. In conclusione, può descrivere il “pianeta materassina”? Non si può spiegare, è un’altra dimensione: noi lottatori siamo diversi dalle altre persone, perché la lotta è molto di più di uno sport. È una scelta di vita.



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L’ACCORDO. Fusione tra Fiorentina e Arezzo Baseball: sogno A1

Il baseball può tornare a volare Lorenzo Mossani

IL CIRCOLO. Tante attività nel verde delle Cascine

Dall’equitazione alla danza, al “Filo” c’è spazio per tutti

I

mmerso nel verde del parco delle Cascine, il circolo ricreativo “Il Filo” sta diventando uno dei centri culturali più attivi in città. Tante le discipline che rendono questa associazione unica nel suo genere. Ogni socio fondatore è responsabile di un settore. L’idea di avere un responsabile per ogni disciplina è venuta al momento della fondazione del circolo, per evitare di creare quelle chiusure, caratteristiche di molte associazioni monodisciplinari che aumentano la coesione del gruppo, ma ne diminuiscono la forza. L’idea di apertura all’esterno si riscontra anche nelle attività: sempre aperte a tutti, soci e non. Un nuovo socio perciò non è considerato solo un numero, ma avrà buone possibilità di diventare responsabile di un nuovo settore, allargando ulteriormente il

S

erie A. Finalmente una bella notizia per il baseball “made in Florence”. Troppi anni sono passati da quando Faso di Elio e Le Storie Tese esclamò in un concerto: “Fiorentini, avete una squadra di A1, dovete essere felici, è un bellissimo sport!”. Da allora ci sono stati solo problemi e tante delusioni. Nella prossima stagione la Fiorentina Baseball giocherà insieme all’Arezzo Baseball, detentore del titolo attuale della A2. La società aretina, per voce del proprio presidente Fabrizio Casalini, ha convinto uno scettico Pier Cesare Vita, presidente del glorioso sodalizio biancorosso, titubante soprattutto per i costi. Ma Firenze ha bisogno di lottare ancora per qualcosa d’importante ed è una piazza ambiziosa, quindi l’unione delle forze era necessaria per far tornare pubblico e sponsor al diamante del Campo di Marte. Giocare l’A2 insieme ad Arezzo vuol dire spese dimezzate: questo assume un valore ancora maggiore se si pensa che, da sola, la Fiorentina avrebbe dovuto giocare il campionato di B. Segnali positivi arrivano anche dallo sponsor, Banca Etruria, che si è detta pronta per un campionato di vertice, aumentando il budget per la prossima stagione sportiva. La squadra sarà composta da una “fusione” di circa 10 giocatori dell’attuale Arezzo Baseball insieme a un’altra decina di appartenenti attualmente alla Fiorentina Baseball. Le magliette porteranno

sport

Gennaio 2010

Pinto in azione

i due loghi. Ovvia la soddisfazione delle due società, le parole di Fabrizio Casalini sono chiare: “Lo spirito di questa nuova collaborazione nasce da una serie di esigenze e necessità oggettive. L’unione delle due forze, sia societarie che sportive, porterà ad affrontare la prossima importantissima stagione con più motivi di interesse, sia tecnici che economici”. Per la Fiorentina Baseball, alla quale purtroppo il campo non aveva regalato la promozione, questa è davvero un’occasione irripetibile. Così il “nove” che uscirà dalla fusione potrebbe direttamente competere con le migliori squadre

della categoria. Un’ipotetica squadra con: Pinto in terza, Bindi interbase, Cappuccini e/o Parri in prima, Pipo Ristori in seconda, un parco lanciatori unito da far invidia a qualsiasi squadra. Soddisfatte le due società che hanno raggiunto un accordo di collaborazione in vista delle prossime stagioni sportive. L’accordo avrà durata di un anno, ma i due club si propongono di attuare una progettualità che miri alla prosecuzione dell’accordo anche per le annate sportive 2011 e 2012, per affrontare al meglio il nuovo campionato di Serie A. Il sogno sarebbe quello di raggiungere il Grosseto in Serie A1.

Ogni socio fondatore è responsabile di un settore raggio di azione del club. Le discipline in cui il circolo ricreativo “Il Filo” è specializzato sono veramente tante, molte delle quali definite, ingiustamente, di nicchia: fattore che porta le persone a non prenderle neanche in considerazione. Il caso del polo può essere preso ad esempio. Vista la fortuna della scuola di equitazione e la possibilità di avere a disposizione un

ippodromo come quello del Visarno, provare a organizzare una squadra di polo è stato il passaggio successivo: molto soddisfatti dell’operazione si sono detti il presidente Ceccherelli e il responsabile Zaccaria. Multidisciplinarietà anche nella diffusione della cultura. Sono attivi corsi di moda, arte, spettacolo e cucina, e negli ultimi tempi è stata data molta importanza al risparmio energetico. Gli sport più seguiti dai soci sono il bridge, la vela e la danza, ma come dice la denominazione del circolo, “Filo”, tutto può cambiare ed essere aggiunto a questo panorama di discipline. La solidarietà e le attività sociali sono sempre presenti, e le collaborazioni con enti benefici sono molteplici. Il tempo libero è poco, ma per chi ha voglia di non perdere più il “filo”, vagando di club in club, questo è il luogo adatto: e, se qualcuno ha un’idea, il “filo” si potrebbe allungare. /L.M.


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FOOTBALL AMERICANO. La stagione riparte a marzo: l’obiettivo rimane lo scudetto di A2

I “primi” dieci anni dei Guelfi Firenze Simone Spadaro

giocatori che fondarono la società, può contare su un buon 40% di giovani. Sono tanti i fiorentini che si stanno avvicinando ai Guelfi Firenze e si appassionano a questo sport”. La disciplina principe degli Stati Uniti potrebbe, addirittura, sbarcare alle Olimpiadi. “Al di là del fatto che sono ormai molte le società che allestiscono squadre Under 15 e, qualcuna, anche l’Under 13, questo sport, in una versione più soft, potrebbe essere disciplina olimpica. Proprio gli Under 15 – continua Dallai – praticano il Flag Football, dove il contatto fisico è ridotto al minimo. Gli atleti giocano con una bandierina attaccata alla muta ed il placcaggio viene effettuato proprio tirando la bandierina. Ecco perché si chiama ‘flag’, ovvero bandiera in inglese. Il contatto fisico è assai ridotto, e quindi anche i giovani, ancora in fase di crescita, possono cimentarsi nel football americano”. Non solo, ma nel 2010 ricorrono i dieci anni di fondazione dei Guelfi. “E stiamo preparando la Coppa Toscana allo stadio Ridolfi, la casa del football americano a Firenze. Entro febbraio – annuncia Dallai – organizzeremo una giornata di festa per tutti i fiorentini con partite tra i Guelfi e le squadre di Massa, Grosseto e Pisa”. Un modo per far conoscere ancora meglio il football americano a Firenze.

S

olo a primavera tornerà il campionato di football americano, con i Guelfi Firenze in serie A2. Nella passata stagione, la squadra del presidente Alessandro Dallai, dopo un ottimo campionato, si è dovuta inchinare, in semifinale, agli Shark Palermo. Ma l’obiettivo di vincere lo scudetto di serie A2 rimane immutato anche per la stagione che avrà inizio il prossimo 14 marzo per concludersi, come sempre, a luglio. “Il mondo del football americano italiano è diviso in due federazioni – spiega il presidente Dallai – noi siamo affiliati alla Fidaf, che è l’unica riconosciuta e che sta per entrare, di diritto, anche nel Coni. Esiste poi la Fif, che è una federazione in cui alcune società si sono staccate perché volevano creare squadre con gli stranieri. Una scelta ideologica che noi non abbiamo condiviso. Ci sembra giusto, proprio per far crescere questo sport, giocare senza gli stranieri. C’è ancora troppa differenza tra giocatori americani e italiani. La scelta di allestire squadre composte da soli italiani può essere molto utile a tutto il movimento”. E i risultati si vedono. “Abbiamo due squadre, l’Under 21 e l’Under 18, che si sono comportate molto bene nell’ultima stagione. Nel campionato nazionale under 21, i Guelfi sono stati sconfitti solo nei quarti di finale, a Bolzano dai Giants per 13 a 6, al termine di una battaglia durissima e avvincente. L’Under 18 ha ricevuto innumerevoli complimenti per il campionato disputato. Il football americano – aggiunge Dallai – sta incuriosendo e interessando moltissimi giovani. La prima squadra, anche se è ancora composta da uno ‘zoccolo duro’ di

SCI. A regime la nuova stagione della “montagna dei fiorentini”: ecco gli eventi principali

Appuntamenti e ricorrenze, Abetone protagonista È

arrivata la neve in Appennino. E gli impianti dell’Abetone, la “montagna dei fiorentini”, sono in funzione a ritmo continuo. Non solo la possibilità di sciare per tanti appassionati, sono molti gli appuntamenti agonistici previsti nel corso dell’inverno, tra cui gare Fis e Master, i circuiti per le categorie giovanili, e poi importanti manifestazioni nazionali e internazionali. In particolare, il “Pinocchio sugli sci” dal 22 al 27 marzo e i Campionati italiani allievi e ragazzi, dal 29 al 31 marzo. Da segnalare, dal 1° al 5 aprile, la 51esima edizione dei Campionati italiani Uisp (Unione italiana sport per tutti), che

IL CORSO. Più sicurezza per le donne

Imparare a difendersi. Gratis

“A

bbiamo dato il nostro patrocinio a questa prima fase sperimentale del corso, perché lo riteniamo un importante servizio, peraltro gratuito, fornito alla cittadinanza. Ben vengano altre iniziative come questa, che aiutino noi donne a sentirci più sicure”. Parole semplici quelle di Barbara Cavandoli, assessore allo sport del Comune di Firenze, sempre più occupata ad affrontare problemi sociali attraverso le discipline sportive. Sono purtroppo in un aumento aggressioni, stupri, borseggi e rapine ai danni delle donne, che da oggi avranno un aiuto in più per la propria difesa. Da sabato 23 gennaio a sabato 20 febbraio, dalle 14.30 alle 16.30, alla palestra Body Line Center di via dello Steccuto 5r inizierà, infatti, il percorso del tutto gratuito di “Self Defence e antiaggressione femminile”, dedicato principalmente a donne di tutte le età del quartiere 5, per poi essere esteso a tutti gli altri quartieri fiorentini. I tecnici federali Toni Enrico e Paolo Pinzauti, fondatori dell’associazione no-profit Asd Florence Self Dence Academy, proporranno 10 ore di lezione: prevenzione, argomenti giuridici per non cade-

porteranno 400 persone nella stazione pistoiese. Una stagione anche ricca di ricorrenze, a partire dai 90 anni della campionessa Celina Seghi, che saranno festeggiati nel mese di marzo. Sempre nel 2010 cadono poi i 60 anni dalla vittoria in discesa libera di Zeno Colò ai Mondiali di Aspen, e i 90 anni dello Sci club Abetone – Val di Lima. Come di consueto, anche quest’anno saranno molte le occasioni per iniziative di valorizzazione dei legami tra Firenze e l’Abetone, con gare di sci club fiorentini e occasioni per manifestazioni di festa e d’amicizia tra il capoluogo toscano /Sim.Spa. e la “sua” montagna.

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re in eccesso di difesa, psicologia applicata e tecniche e tattiche di autodifesa, principalmente studiate su situazioni reali che potrebbero accadere sulla strada; difesa da aggressioni o minacce da armi bianche come coltello e bastone; difesa da aggressioni o coercizione a mano nuda; difesa da pistola, antistupro, antitaccheggio e antirapina sia su mezzi privati che pubblici e a piedi. Le allieve impareranno quindi a sviluppare una mentalità difensiva che porteranno con sé per tutto il resto della vita. Informazioni e iscrizioni al Body Line Center in via dello /L.M. Steccuto 5r.

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possa aiutare ad affrontare meglio una prestazione, di voler tenere in un certo ordine oggetti a cui teniamo particolarmente, ma quando si inizia a percepire disagio, la sensazione che non dipenda più da noi stessi, e ci ritroviamo in uno degli esempi sopra descritti, allora è giunto il momento di chiedere aiuto ed affrontare la problematica ossessivo-complusiva. È un problema molto diffuso, ma non ancora del tutto conosciuto dalla popolazione, che può interessare svariati campi e che provoca molta sofferenza poiché invade la quotidianità e limita il raggio di azione della persona che ne soffre. La persona è aiutata dal professionista ad uscire dal circolo vizioso delle ossessioni (pensieri intrusivi) e delle compulsioni (azioni ripetute), attraverso l’utilizzo di opportune tecniche sia cognitive sia comportamentali, migliorando la propria qualità di vita.

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Lettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

offrire un impianto in totale messa in sicurezza per gli utenti, che curiosamente bisogna rilevare siamo tutti noi, compresi i Consiglieri Donzelli (del Comune) e Fanelli (del Q4). Vorrei ricordare a tutti che il ciclodromo “Graziella Cenni” è il primo tassello di un polo sportivo nell’area di San Bartolo a Cintola, e mi preme altresì ricordare qui, che nei primi mesi del 2010 sarà affidata la realizzazione del prossimo campo di football americano del quale è appena finito il bando di gara. Affido allora ai Consiglieri Donzelli e Fanelli per memoria storica e futura che, le polemiche strumentali servono solo a loro, a noi resta di concludere per tutti gli utenti un’avventura di impianto sportivo, che rimane in testa ai nostri pensieri e doveri non solo come cittadini ma sopratutto come amministratori. Non rimaniamo certo insensibili alle critiche, doverose e talvolta anche giuste, quando queste però nascono dall’intento di costruire per il bene comune, e non di polemizzare inutilmente. Dice infatti l’oracolo che “quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”. Donatella Villani Presidente della Commissione Sport del Q4

“CICLODROMO DI SAN BARTOLO A CINTOIA, LA MIA RISPOSTA” L’intervento di realizzazione del ciclodromo “Graziella Cenni” di San Bartolo a Cintoia è stato formalmente ultimato il 16 marzo 2009, in data 8 gennaio 2009 sono state consegnate le chiavi dell’impianto alla Commissione Sport del Q4, affinché si potessero svolgere i preparativi dell’inaugurazione avvenuta poi il 18 gennaio 2009. Il Q4 ha provvisoriamente affidato le chiavi della pista alla Società sportiva Itala Ciclismo che gestisce con merito e in via transitoria, il plesso. Il 16 novembre 2009 sono iniziati i lavori di completamento dell’appalto per l’installazione dell’impianto di illuminazione, al fine di consentire il pieno utilizzo della pista in orari notturni e nel periodo invernale, lavori dunque che termineranno entro i primi mesi del 2010. Successivamente l’Ufficio Tecnico Sport redigerà il Certificato di Regolare Esecuzione dell’appalto di realizzazione della pista. Ecco, questa in estrema sintesi l’iter sin qui osservato ed eseguito per portare a termine la struttura del ciclodromo “Graziella Cenni” di San Bartolo a Cintoia. I Consiglieri Donzelli (del Comune) e Fanelli (del Q4) rilevano su “Reporter” del mese di dicembre l’assoluta mancanza dell’utilizzo dell’impianto in discussione, raccontata così, sembrerebbe anche vera; i fatti però sono riportati in testa a questo articolo, aggiungo inoltre che, non essendo del tutto ultimato e non avendo ancora le dovute certificazioni per il pieno utilizzo della struttura, diventa assai difficile oltre che rischioso, pensare di aprire un complesso dove l’Amministrazione ne risponderebbe in primis (e con essa tutti noi) a causa di problemi eventuali che potrebbero sorgere, con infortuni piccoli o grandi agli atleti o persone della società civile, causati dalla noncuranza e soprattutto dalla mancanza dei protocolli questi sì imposti dai termini di legge. Vorrei inoltre ricordare al consigliere Fanelli, componente per la PdL della Commissione Sport del Q4 che avrebbe potuto aggiornarsi in qualsiasi momento sullo stato degli impianti, e comunque sarebbe bastato partecipare con più frequenza (sia detto fuori da ogni polemica) alle riunioni della Commissione per essere tenuti al corrente ed informati dunque dello stato d’arte. Il ciclodromo era all’ordine del giorno della seduta di commissione del 10 dicembre scorso, da aggiungere inoltre che per gli orari di apertura sono di interesse primario dell’Amministrazione, cui preme siano resi noti a tutti i cittadini in maniera tempestiva, ma non prima di poter

“IL MIO PINOCCHIO DIMENTICATO” Spettabile “Il Reporter”, ho 78 anni e sono un “figlio” purosangue del quartiere 2; nato a Varlungo in via della Loggetta e vissuto sempre tra Campo di Marte, Rovezzano e Coverciano. La mia famiglia era povera, ma io, appassionato di cartoni animati, cominciando da ragazzo, con le mie sole forze e la mia tenacia, riuscii alla fine ad entrare da professionista in questo fantastico mondo. Tutto questo partendo da semplice autodidatta, realizzando chilometri e chilometri di pellicole in disegni animati, arrivando addirittura a produrre (come autore) negli anni dal 1966 al 1971, il film lungometraggio “Un burattino di nome Pinocchio” che realizzai (tutto a Coverciano in via Domenico Maria Manni) con una équipe di circa 50 tra tecnici, disegnatori, pittori ecc. Questo film che fu apprezzato ed esaltato da tutti i media di allora nonché dalla critica, costò poco meno di mezzo miliardo di lire (degli anni ’70!) equivalenti a diversi milioni di euro di oggi, ed ebbi anche la soddisfazione di vederlo proiettare nelle sale cinematografiche di mezzo mondo! Dico la mia in questo senso: è mai possibile che l’ignoranza umana sia tanto diffusa (anche in tanti giornalisti!) da citare, ogni volta che si parla di film su “Pinocchio”, solo quelli prodotti da altri autori: Disney, Comencini, Benigni, ecc. compreso perfino quello che D’Alò avrebbe intenzione di fare? Nessuno infatti cita mai quel mio film che secondo gli esperti del settore rimane una delle pietre miliari del cinema di animazione italiano; tanto per fare un esempio, questo è accaduto abbastanza recentemente su articoli pubblicati da Il Tirreno e La Stampa, ma ciò vale anche per tantissime altre pubblicazioni o citazioni in Tv! Per carità, faccio la mia sommessa protesta non sulla Gazzetta Ufficiale, bensì solo sul giornale del mio quartiere, quindi quasi sottovoce, mica sono in cerca dell’assegnazione del “fiorino d’oro” né, tantomeno, del “gonfalone d’oro”! Tuttavia, come autore, confesso che mi piacerebbe che qualche giornalista e (perché no?) anche qualche autorevole amministratore menzionassero, almeno quando si parla di lungometraggi su Pinocchio, i meriti di un fiorentino che, anziano sì ma pur sempre “vivo, anzi vivissimo!”, gradirebbe di vedere pubblicamente riconosciuta una vita intera spesa nell’immenso lavoro che richiede l’arte di quei disegni animati che hanno fatto e fanno sorridere tanti bambini, ma anche tantissimi adulti. Grazie per l’attenzione e l’ospitalità. Giuliano Cenci

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Gennaio 2010 “TROPPA VELOCITA’ DAVANTI ALLA SCUOLA” La fermata Sita in via De Nicola di fronte all’ITT Marco Polo si trova in tratto percorso a forte velocità lontano dagli autovelox e l’attraversamento pedonale non è rialzato a banda larga come tutti quelli della zona (via Aretina , lungarno Colombo, ecc.); non solo, le righe bianche sono consunte e su metà della carreggiata cancellate da una toppa di asfalto recente. E’ perciò necessario un intervento immediato che evidenzi l’attraversamento e moderi la velocità programmando l’adeguamento con apposito rialzo, colorazione azzurra o rossa e salvagente centrale per poter attraversare in due fasi. Sono due mesi che avevo fatto questa segnalazione al Sindaco e alla Polizia Municipale senza che si sia visto il minimo intervento; noto con dispiacere che la nuova Amministrazione ha portato novità sulle grandi questioni (Duomo, tramvia, Tav) ma sulle piccole cose imperversa ancora trascuratezza e scaricabarile fra i vari uffici. Che facciamo, aspettiamo il morto? Maurizio Landi VIA BARACCA E I PULLMAN IN SOSTA Gentile redazione, ho letto con grande attenzione, sull’ultimo numero del Vs. giornale, le lettere sull’argomento in oggetto e vorrei aggiungere anche la mia indignazione a quella dei precedenti lettori, precisando anche qualche altro aspetto del problema. Io abito in via Baracca e i pullman, oltre a sostare col motore acceso davanti ad un grande albergo, spesso rimangono parcheggiati, occupando l’intero spazio del marciapiede di fronte all’albergo, per tutta la notte. Quando mi capita di rientrare a casa a piedi, spesso con i miei nipotini, poco prima di cena sono costretta a scendere sul piano stradale, con grossi rischi per l’incolumità mia e dei due bambini che devo tenere per mano. Inutile ricordare che in Via Baracca il traffico non solo è intenso, ma la maggior parte delle auto non rispetta assolutamente il limite di velocità, i motorini sfrecciano svirgolando tra le auto e non c’è nessun attraversamento pedonale “a dosso”, come quelli che hanno collocato negli ultimi tempi in molte strade. Oltre ai pullman, inoltre, sostano sul marciapiede, in corrispondenza del muro di cinta del deposito Anas, un paio di autotreni i cui autisti vanno a cena e a pranzo nei ristoranti dall’altro lato della strada e forse si fermano anche a dormire nella cuccetta del loro mezzo, perché anche a notte fonda i mezzi sono ancora lì. Come già hanno fatto presente gli altri lettori, i vigili, da me varie volte interpellati, quando rarissimamente passano a piedi per questa disgraziata strada, sostengono di non poter fare nulla, perché nelle ore serali non sono più in servizio e se, talvolta, di giorno, hanno elevato qualche multa, queste non sono state pagate, perché i pullman erano stranieri e dunque... Dunque, come in tante altre situazioni, i cittadini devono rassegnarsi e arrangiarsi, senza sperare che nessuna delle autorità competenti prenda provvedimenti incisivi. Può l’Assessore competente farsi un giretto da queste parti, magari con la macchia di servizio, in orario notturno, per rendersi conto di persona del problema? Chiedo troppo? Faccio un’altra domanda: perché in questo tratto di Via Baracca (all’altezza di Via don L. Perosi) non si sostituiscono alle normali strisce pedonali i dossi? Che cosa non lo consente? Oppure nessuno ci ha pensato, perché ancora non c’è stato il morto? Posso sperare in una risposta da chi istituzionalmente deve occuparsi di questi problemi? Grazie per l’ospitalità e cordiali saluti. Carla Veronese AUTOBUS, BIGLIETTI E REGOLE Spett.le redazione il Reporter, sono il padre di Mattia, un ragazzo che pochi

giorni fa è stato multato sull’autobus per aver convalidato in ritardo il biglietto. Il solito furbastro si dirà. Mio figlio, al contrario di me, non utilizza i mezzi pubblici: viaggia in motorino. Si è ritrovato in autobus solo a causa di un dito rotto che al momento gli impedisce di guidare. Io stesso gli ho fornito il biglietto (non i soldi: proprio per evitare che vadano spesi in altro modo). Salito sull’autobus, complice una certa svagatezza e l’impedimento della mano rotta, ha impiegato del tempo per trovare il biglietto e convalidarlo. Lo ha fatto nel momento in cui l’autobus si è arrestato alla fermata dove attendevano i controllori. Quando sono saliti a bordo, Mattia ha già timbrato il biglietto, ma non importa, uno dei due, forse appassionato di telefilm polizieschi, da terra ha visto i movimenti del passeggero, attribuendogli una preveggenza che mio figlio è lungi dal possedere. Data la giovane età e un carattere remissivo, lo zelante funzionario ha avuto buon gioco nell’elevare la multa che io ho pagato, esattamente come il biglietto, pur consapevole dell’illegittimità del verbale, laddove afferma, distorcendo la realtà dei fatti, che Mattia avrebbe timbrato dopo l’inizio della verifica, a meno che l’attività di verifica non s’intenda già iniziata sul marciapiede, ancor prima di salire sull’automezzo. Ma non è per lamentare l’illegittimità dell’accertamento che scrivo: se mio figlio si fosse premurato per tempo di trovare il biglietto, il problema non si sarebbe posto e anche una multa può insegnare a preparasi per tempo: oggi a timbrare un biglietto, domani a cose ben più importanti. Scrivo per lamentare quanto avvenuto in seguito, quando lo zelante controllore, a fronte dell’intransigenza mostrata con Mattia, è stato invece molto più “comprensivo” nei confronti di un altro passeggero, questo sì sprovvisto di biglietto. Il passeggero, di nazionalità straniera (lo preciso solo per amor di verità), non è stato arrendevole come mio figlio, al contrario. Risultato: lui ha continuato pacifico il suo viaggio senza biglietto e Mattia con la sua multa. Si ha un bell’insistere con i figli sul valore della legalità quando poi, il primo controllore che passa impone un rispetto delle regole perfino eccessivo a qualcuno e le infrange clamorosamente un attimo dopo con qualcun altro. Quale insegnamento può trarre un ragazzo da un comportamento tanto contraddittorio? Non finirà per convincersi che le regole si possono infrangere impunemente, a patto di essere determinati nel farlo? Vorrei poter dire che casi come questo sono l’eccezione, ma la mia quotidiana esperienza di viaggiatore testimonia il contrario. Cordiali saluti, Fabio Daddi LE NOTTI “IMPOSSIBILI” ALLE PIAGGE Buongiorno, scrivo per fare presente un problema che affligge chi come me abita alle Piagge di fronte al Viper Theatre. Il venerdì e il sabato notte è impossibile dormire e riposare in quanto il rumore è talmente forte da non permetterlo. La polizia municipale ha già realizzato delle rilevazioni fonometriche che hanno constatato che il rumore prodotto dal Viper è oltre il limite di tollerabilità. Ha quindi presentato un esposto al Viper per porvi rimedio ma i pannelli che hanno applicato per attutire il rumore non hanno migliorato la situazione. E da allora non è stato fatto più niente. Vi scrivo per chiedere il vostro aiuto, per sensibilizzare le istituzioni in qualche modo. Il Viper è una struttura che è importante per la comunità in quanto in settimana vengono svolti dei corsi per i giovani e gli anziani ed è giusto mantenerla. Non è però tollerabile avere una discoteca in un centro abitato. Inoltre, in aggiunta al rumore della discoteca fino alle 4 del mattino, si aggiungono gli schiamazzi dei ragazzi che rimangono fuori dal locale fino a


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it L’ONORE (E L’ONERE) DI “DIFFERENZIARE” Gentili amici della Redazione, da qualche mese in largo Cantù è stato installato un cassonetto per la raccolta differenziata dei rifiuti organici. Sensibile alla conclamata necessità di ampliare la raccolta differenziata, mi sobbarco (ho 82 anni d’età) l’onere di portare pressoché quotidianamente i rifiuti fino a Largo Cantù dalla mia abitazione in Via della Cernaia, nell’aspettativa dell’estensione del servizio anche alla zona di Piazza della Vittoria. Le ripetute richieste in tal senso rivolte al Quadrifoglio sono rimaste lettera morta: volete provarci voi? Ringraziando per l’attenzione, Mariateresa Gallo

Gentile Mariateresa, innanzitutto le faccio i complimenti per il suo impegno e il suo senso civico che, da quello che ci racconta, neanche il passare degli anni riesce a scalfire. Quello dei rifiuti è un tema troppo spesso sottovalutato, se non quando l’argomento balza all’onore delle cronache nazionali nei casi come quelli che abbiamo visto e stiamo vedendo a Napoli o Palermo. Tardi, troppo tardi. Se è vero che in quei casi, oltre ai comportamenti dei cittadini, alle spalle ci sono altre e ben più gravi responsabilità, è anche vero che il primo passo per non arrivare a tanto deve essere compiuto – ogni giorno – da tutti noi, i cittadini. Non è difficile, né troppo “faticoso”: basta dividere i rifiuti che quotidianamente produciamo in casa, con un minimo d’attenzione e la consapevolezza di stare facendo – più di quanto spesso siamo portati a pensare - qualcosa di molto importante per l’ambiente. Il secondo passo, poi, è quello di gettare i rifiuti (già differenziati) nei rispettivi cassonetti. E qui, qualche volta, iniziano i problemi. Come nel caso che lei ci ha raccontato. La vicinanza dei contenitori per ogni tipo di materiale (carta, plastica, organico, ecc.) alla propria abitazione è senza dubbio importante per incentivare tutti i cittadini a comportarsi correttamente, e va da sé che, al contrario, la loro lontananza dal portone di casa possa spingere a gettare indiscriminatamente tutta l’immondizia nel cassonetto blu (quello generico) chi non è dotato della necessaria “convinzione”. Nel numero di questo mese de “Il Reporter” abbiamo fatto, per ognuno dei cinque quartieri fiorentini, il punto della situazione sulla raccolta dei rifiuti e sulla presenza dei necessari cassonetti, e nelle edizioni precedenti avevamo affrontato lo stesso argomento a Fiesole e Impruneta. Quello che ne è venuto fuori è la volontà di investire in nuove tecnologie per rendere il servizio sempre più efficiente, oltre alla (gradita) notizia dell’arrivo di nuovi cassonetti (a patire da quelli per il materiale organico) dove prima non c’erano. Speriamo che tutto questo diventi presto realtà, e che alle intenzioni seguano i fatti. Noi saremo qui a controllare. Ma il necessario impegno che le aziende e gli enti preposti si devono assumere non deve essere vanificato da un comportamento non responsabile da parte di noi cittadini, che dobbiamo fare la nostra parte. Basta poco, ma il messaggio che deve passare è questo: con un minimo d’attenzione, tutti possiamo fare molto per l’ambiente. E in questo senso il comportamento “virtuoso” suo e di tutti coloro che seguono il suo esempio è da lodare e promuovere. Matteo Francini

mattina. Spero che ci possiate aiutare in qualche modo, grazie, Mariella “MANTO DISSESTATO IN PIAZZA FARDELLA” Spettabile Reporter, già diverse volte ho sollecitato l’Amministrazione Comunale di Firenze a provvedere al rifacimento dell’asfalto di piazza Fardella, in zona Salviatino, Campo di Marte. La piazza ha un manto stradale completamente dissestato e potenzialmente pericoloso per chi viaggia e attraversa le strisce. Inoltre, la rotatoria già subisce il frequente transito giornaliero delle linee Ataf che hanno avvallato non di poco una parte dell’asfalto. In più, si aggiungono altrettante buche sparse. Mi domando: perché questa bella piazzetta, non irrilevante per le funzionalità urbane del suo intorno, viene considerata cosi “marginale” dal Comune di Firenze? Come è possibile vedere frequenti e dubbiosi lavori di asfaltatura nelle

vie circostanti (via Centostelle e via Lungo l’Affrico) e lasciare invece una piazza in uno stato così pietoso da tanti anni? Non è il modo in un sito dove è presente anche e soprattutto una scuola media, la “Dino Compagni”. Basta poco per rompersi una caviglia e provocare altri peggiori inconvenienti. Grazie dell’attenzione. Un cordiale saluto. Alessandro Nencioni SAN FREDIANO, LA VOCE DEI RESIDENTI Gentile Redazione, sono un residente del quartiere di San Frediano. Ho letto sul numero di novembre della nascita della nuova Associazione San Frediano che avrebbe ritrovato l’unione tra artigiani, commercianti e residenti. L’articolo riporta anche di varie proposte fatte alla nuova Amministrazione dal vicepresidente dell’associazione stessa, una delle quali mi ha fatto letteralmente trasecolare. Mi riferisco alla richiesta di spostare la porta telematica sino all’angolo con Piazza del Carmine “per evitare la desertificazione di certe zone, miglio-

rando il commercio, quindi i problemi dovuti al degrado e alla sicurezza”. A parte il fatto che pur sforzandomi non riesco proprio a capire che nesso ci possa essere tra la localizzazione della porta telematica con il degrado e la sicurezza ma mi pare proprio incredibile che questa richiesta possa essere auspicata dai residenti. Questa assurda proposta avrebbe il solo effetto di estromettere Piazza del Carmine dalla Z.T.L. forse per “migliorare il commercio” non certo per migliorare la vita dei residenti che già con la situazione attuale hanno sempre dei grossi problemi di parcheggio. Ho parlato di questo con amici e conoscenti residenti nel quartiere (alcune decine di persone) e tutti erano del mio stesso parere, anzi approfitto di questo spazio per spiegare meglio le vere ragioni dei residenti, che vorrebbero non solo che la porta telematica rimanga dov’è ma auspicherebbero anche un maggior controllo dei molti furbetti che la aggirano percorrendo in contromano Via dei Cardatori (passando tra l’altro davanti alla scuola media Machiavelli) e anche da Via di Cestello (sempre in contromano). Per quanto riguarda l’ormai leggendario parcheggio sotterraneo di Piazza del Carmine i residenti sono assolutamente a favore a patto però che i posti siano a loro riservati. Nell’articolo non è chiaro a cosa si riferisca l’assessore Massimo Mattei quando riferisce che ha richiesto alla S.a.s di intervenire nelle situazioni più urgenti, mi permetto però di ricordargli che i residenti sono molti di più degli artigiani e dei commercianti del quartiere e soprattutto votano tutti a Firenze. Nel ringraziare dell’attenzione saluto cordialmente, Claudio Nucci

di avere contribuito, mantenere una strada interessante un complesso ospedaliero così importante, piena di avvallamenti pericolosi che non possono non provocare sobbalzi a chi la percorre anche a velocità moderata e prudenziale. Ciò, penso, con grande disagio di chi ha anche la mala sorte di essere trasportato in ambulanza. Il Comune, alla confluenza di Via di Soffiano in Via di Scandicci ha da tempo apposto un cartello che ricorda un evento funesto accaduto più di quarant’anni fa, con invito alla prudenza, una prudenza che va raddoppiata per la presenza di un manto degno di una “trazzera” o di una viottola di campagna. Tralascio il rischio di chi la percorre in moto come il sottoscritto, che non è più un giovanotto, né ha abitudini di guide sportive. Anzi, a questo proposito, mi riprometto di misurare nei prossimi giorni gli avvallamenti più profondi e, successivamente darne immediata comunicazione alla Procura della Repubblica perché, in caso di incidente dovuto alla negligenza e alla cattiva manutenzione della carreggiata, si possa più agevolmente incriminare gli inadempienti per omissione d’atti d’ufficio. Certo che la presente venga tenuta nella debita considerazione, Vi porgo i miei più cordiali saluti. Riccardo Tucci

LA SOSTA SENZA I VIGILINI Spettabile Il Reporter, premesso che sono un automobilista e che in famiglia abbiamo due auto, vorrei dire la mia sui “vigilini” e la loro “soppressione”. Certo posso parlare solo di via Mazzoni dove abito, ebbene, da quando non ci sono più i “vigilini” parcheggiare in quella strada è diventato quasi impossibile anche per i residenti. Tra le strisce blu c’è sosta senza pagamento di ticket e tra le strisce bianche sostano tutti fuorché i residenti... tanto nessuno controlla! Eppoi alle fermate dell’Ataf i passeggeri salgono e scendono con difficoltà poiché la fermata è occupata dalle auto in sosta. Il sindaco disse con enfasi che il compito che svolgevano i “vigilini” possono anzi devono svolgerlo i vigili urbani: giustissimo ma tra il dire e il fare... In via Mazzoni, infatti, questi tutori dell’ordine non li vediamo mai e se raramente, molto, molto raramente passano è il classico “passi e non baci” e così, come dicevo, è difficile per i residenti parcheggiare: le auto sostano sul marciapiede, sulle strisce pedonali o in curva. Ora si parla di togliere i parcometri; fare strisce rosa e/o viola (colori non previsti dal codice della strada) e dare in affitto porzioni di strada. Ma non sarebbe meglio tornare con i piedi per terra e finirla con la demagogia? Cordialmente, Giancarlo Romoli

SMENTITA DELL’ARTICOLO “E I CORSI DI LINGUA CERCANO SPAZIO” REPORTER OTTOBRE 2009 La sottoscritta Anna Micheletti, IDC del laboratorio linguistico/culturale del Q5, presente all’annuale incontro di programmazione didattica e delle attività culturali con gli utenti del laboratorio, avvenuto il 16/09/2009, alla presenza della giornalista di Reporter Francesca Puliti, smentisce la veridicità dell’articolo in oggetto per i seguenti motivi: 1)l’articolo appare come un’intervista ad Anna Micheletti, il suo nome infatti risulta per quattro volte e le frasi sono virgolettate, non come una conversazione con gli utenti come è effettivamente avvenuto 2)gli argomenti esposti nell’articolo non sono quelli trattati nella suddetta sede 3)le affermazioni attribuite alla sottoscritta pertanto, sono fuori luogo, fuori contesto e non rispondono alla verità. Nell’articolo compaiono inoltre errori evidenti quali 1)il titolo introduttivo non risponde a verità, infatti la biblioteca non ha mai organizzato corsi di lingua, tale attività da anni, è prerogativa del laboratorio linguistico 2)il titolo non risponde a verità perché gli spazi al DSU erano già stati garantiti dal Presidente Gianassi come infatti si evince dalla parte finale dell’articolo 3)unico errore rettificato nel numero di novembre riguarda il profilo professionale di Anna Micheletti come IDC del laboratorio di lingue e non come operatrice bibliotecaria. Per i motivi sovraesposti sono pertanto a richiedere una rettifica appropriata da pubblicare al più presto. Anna Micheletti

GLI AVVALLAMENTI DI VIA DI SCANDICCI Carissimi redattori, ho letto con grande interesse l’articolo di Paola Ferri e di un altro o un’altra non meglio identificato/a M.F. circa le situazioni di rischio che due amici del compianto Andrea Pellegrino hanno preso la lodevole iniziativa di evidenziare. Speriamo che la loro preziosa collaborazione trovi ascolto presso chi di dovere. Mi aggiungo a loro per fare questa segnalazione. Voglio parlare del tratto di Via di Scandicci compreso tra via Guardavia e l’Ospedale di Torregalli. E’ una vergogna per un Comune dal sindaco efficiente e rampante all’elezione del quale non mi pento

Prendo atto delle sue parole e del fatto che tra noi possa esserci stato un fraintendimento sul taglio dell’articolo che, comunque, non è un’intervista. Nell’articolo in questione mi sono limitata a descrivere la situazione per discutere della quale ci eravamo incontrate insieme a un gruppo di utenti del laboratorio linguistico; nel redigerlo, ho ritenuto opportuno inserire anche alcune sue affermazioni fatte a ulteriore spiegazione della situazione. Mi rincresce invece che, secondo lei, il titolo possa non aver centrato in pieno l’argomento trattato e possa contenere alcune imprecisioni, di cui mi scuso. Francesca Puliti


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Concerti Luther Blisset 15 Gennaio

Ginger Zone - Scandicci Luther Blissett è una formazione bolognese nata nel 2006 come duo comprendente Antonio d’Intino (basso elettrico) e Andrea Grillini (batteria). Nel 2007 sono entrati nel gruppo Dario Fariello (sassofoni), Carlo D’Alessandro (chitarra elettrica) e Lucio Corenzi (contrabasso) per sperimentare il nuovo suono a metà via fra jazzcore, improvvisazione e composizione. Nel 2008 dopo aver pubblicato il primo disco (“Live @ Downbeat Festival”) con Eclectic Polpo Records ed aver intrapreso un tour promozionale in Italia suonano a Chicago nella “Immediate Sound Series” e nella “Improvised Music Series”. Collaborano e registrano con Ken Vandermark e Jason Stein. Pertecipano al “Downbeat Festival” e all’”Iceberg Festival 2009”. Talvolta si avvalgono della collaborazione e dell’apporto live di Beppe Scardino (sax baritono) e Giorgio Simbola (trombone, violino). Inizio ore 22 Millelemmi e Low ‘n’ Zac 16 Gennaio

Ginger Zone - Scandicci Francesco Morini alias Millelemmi e Simone Zaccagnini alias Low’n’Zak. Uno parla e l’altro disegna. Ma non è detto che non possa avvenire il contrario. D’altra parte la differenza tra un visualizzatore verbale e un verbalizzatore visuale è minima, commutativamente parlando. Ne risulta un linguaggio forbito e sforbiciato, diretto e di stomaco, di sogno e di segno. Un segno kilometrico, di lettere e figure invasive, retoriche, armoniche, semiotiche ed ottiche. Genere: rap, slam poetry, graffiti, spoken words, fumetti, reading, pennelli, jazz, pennarelli, sproloquio, jam session. Inizio ore 22 Stone in the water – Stefano Bollani Trio 18 Gennaio

Teatro Comunale Stone in the Water ha come protagonita il “Danish Trio” del brillante Stefano Bollani, gruppo che affina la propria sensibilità nel campo dell’improvvisazione ormai da sei anni. Il bassista

Jesper Bodilsen ed il batterista Morten Lund (entrambi al loro esordio su ECM) hanno al loro attivo una collaborazione che dura da più di quindici anni. I tre musicisti si muovono con grande finezza attraverso un affascinante programma che include nuovi brani di Bollani e Bodilsen, ballad di Caetano Veloso, Antonio Carlos Jobim, ed un’improvvisazione su Poulenc “Improvisation 13 en mineur”, apportando nuovi colori e sfumature al genere pianistico. Il Mondo di Patty 23 e 24 Gennaio

Mandela Forum Il Mondo di Patty, il Musical più bello è la versione teatrale del telefilm argentino che racconta la storia di una ragazza di 13 anni - Patricia Castro detta Patty - e le sue vicende adolescenziali. Uno stile fresco e giovane, amori, amicizie, sogni, ballo, musica, scontri e disaccordi tra ‘’Las Divinas’’ e ‘’Las Populares’’ sono gli elementi di successo dello spettacolo che ha entusiasmato milioni di ragazzi in tutto il mondo. Alessandra Amoroso 23 gennaio

Sachall Con 200.000 copie vendute e il doppio platino conquistato, si è confrontata ai primi posti della classifica con grandi star italiane e internazionali. Nel corso dell’estate Alessandra ha tenuto i suoi primi concerti in tutta Italia, sempre circondata dallo straordinario calore del pubblico. Dopo un avvio di carriera folgorante che l’ha catapultata in un tourbillon di impegni e di successi, Alessandra Amoroso è pronta ad annunciare la pubblicazione del suo primo album completo di inediti dal titolo ‘Senza nuvole’, uscito il 25 settembre e subito primo in classifica davanti a star internazionali del calibro di Madonna. FFH 29 Gennaio

Ginger Zone - Scandicci FFH nasce dall’incontro tra l’artista Nicola Martini e Kilroy e indaga il suono come massa fisica, materia tangibile all’interno dello spazio, piuttosto che le sue qualità musicali. Insinuando la massa sonora nelle strutture ospitanti, si servono di diversi tipi di apparecchiature a seconda

degli spazi e dei motivi dell’intervento, come risuonatori al Terfenol, strumentazione analogica, computer, generatori, ventole industriali, strumenti musicali modificati. Al Ginger in occasione di Borderline, l’appuntamento dedicata alle nuove frontiere della musica di ricerca. Fiorello 29 e 30 gennaio

Mandela Forum Fiorello torna dal vivo, questa volta all’interno dei Palasport, per continuare e allo stesso tempo iniziare, una nuova avventura del Fiorello Show. A pochi mesi dal successo teatrale ottenuto a Roma, Fiorello porta il suo spettacolo in alcune delle principali città italiane, con un tour che proseguirà anche nel nuovo anno. Il Fiorello Show Tour, regia di Giampiero Solari, è un flusso di storie e di canzoni che, nel corso delle diverse tappe, si evolve e cambia ad ogni appuntamento. In un continuo divenire e in continuo movimento, Fiorello, accompagnato sul palco dal maestro Enrico Cremonesi e la sua band, trasforma ancora una volta i fatti di attualità e gli elementi del quotidiano in uno show tutto nuovo. La scaletta dello show si nutre molto dell’ispirazione artistica del momento e Fiorello riesce a rendere lo spettacolo ogni sera diverso, con gag, canzoni, battute, imitazioni, racconti di vita vissuta ed improvvisazioni.

Mostre Innocente e calunniato Fino al 28 febbraio

Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi Nel quarto centenario della morte la mostra Innocente e calunniato. Federico Zuccari (1539/40 – 1609) e le vendette d’artista presenta al pubblico i temi di polemica e di vendetta che alcuni artisti, e in particolare Federico Zuccari, usarono per dichiararsi innocenti a fronte di calunnie e ingiustizie vere o presunte. Sub Pop Story Fino al 25 Gennaio

Ginger Zone Una grande mostra dedicata ai venti anni di Sub Pop, storica etichetta di Seattle a cui va il merito di aver scoperto, e fatto scoprire

IL PROGETTO

Ecco il Museo Archeologico che verrà Q

uello che fu il Museo Centrale dell’Etruria, costituitosi con l’unità d’Italia, fu ferito quasi a morte dall’alluvione del novembre 1966 e oggi prova a risorgere. L’allora soprintendente Guglielmo Maetzke, con le lacrime agli occhi, indicò in 25 anni il tempo necessario per il suo restauro e la sua piena riattivazione: molti lo tacciarono di pessimismo. Il progetto “Archeologico 2010”, che si è avvalso di un contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, redatto dalla Soprintendenza, affronta il corpo museale che affaccia su Piazza SS. Annunziata, confermandone l’ingresso principale sull’angolo con via Capponi. Com’è noto, il museo archeologico interessa l’intero isolato fra via Laura, via della Pergola, via della Colonna, e

via Gino Capponi. L’intervento previsto riguarda il volume ex-Innocenti che affaccia su piazza SS. Annunziata. La novità che prenderanno vita saranno un uditorium con a complemento un qualificato spazio espositivo, i servizi di libreria e di archeoshopping faranno da “attrattore urbano” per grandi e piccoli, così da superare la tradizionale resistenza del grande pubblico verso l’archeologia. I facili collegamenti interni, il libero accesso “senza biglietto” all’intero piano terra, il servizio di bar (aperto anche sul giardino monumentale), le attività espositive temporanee, finiranno per costituire un “nuovo avvertibile polo di aggregazione” per la vita di relazione della città , in uno dei suoi spazi privilegiati, qual è quello della rinascimentale piazza dell’Annunziata.

a tutti noi, gruppi come Nirvana, Soundgarden, Mudhoney, Afghan Whigs, L7 e tanti altri. Venti magnifici pannelli ripercorrono, dal 1998 al 2008, la storia di questa piccola grande etichetta. I pannelli, ricchi di immagini e testi d’accompagnamento, sono inoltre introdotti da una strepitosa ed accorata lettera del boss della label, Jonathan Poneman. Artefatti preziosi Fino al 31 gennaio

Museo degli argenti Palazzo Pitti A 45 anni dalla vittoria a Firenze del primo premio al Concorso Nazionale di Oreficeria del 1964, Fausto Maria Franchi torna nel capoluogo toscano con una mostra monografica al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti. Già nel 2007 l’orafo romano aveva voluto legare il suo nome al Museo degli Argenti, donando l’anello Triangoli segreti, la spilla Affinità elettive e l’anello Ore perdute, opere entrate a far parte della collezione permanente del Gioiello Contemporaneo del museo. Le porcellane di Betty Woodmann Fino al 15 Febbraio

Museo delle porcellane – Palazzo Pitti Tra le prestigiose porcellane conservate alla Palazzina del Cavaliere trovano una appropriata collocazione le creazioni colte e fantasiose di Betty Woodman, in vetrine appositamente integrate con l’allestimento del Museo. Le insolite porcellane di Sèvres realizzate dall’artista, sconvolgono l’idea tradizionale di “corredo da tavola apprezzato” con le loro forme imprevedibili e l’intensità e brillantezza dei colori, senza tralasciare il bon ton ormai consolidato dei prestigiosi serviti amati dai regnanti. Christian Balzano. Luci del destino Fino al 14 Febbraio

Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art Il Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art, propone la mostra Christian Balzano. Luci del destino a cura di Luca Beatrice (co-curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2009), frutto del primo progetto di collaborazione e partnership

internazionale del Lu.C.C.A. con il Pabellón de las Bellas Artes dell’U.C.A. - Pontificia Universidad Catolica Argentina di Buenos Aires, il CEC - Centro de Expresiones Contemporáneas di Rosario e il Museo Provincial de Bellas Artes Franklin Rawson di San Juan. L’esposizione, dopo il tour nei musei argentini iniziato a maggio 2009, sbarca al Lu.C.C.A. sotto forma di una grande installazione che coinvolgerà i due piani espositivi principali del museo con 32 lavori su tela, pelle e carta, alcune grandi sculture, alcune particolari opere concepite site-specific e uno spazio completamente interattivo che si omologherà, e quindi modificherà, a seconda delle scelte dello spettatoreutente. Santi poeti navigatori Fino al 31 gennaio

Sala Reali Poste – Galleria degli Uffizi Da nove anni alla Galleria più importante della città riscuotono un grande successo le meditate mostre gratuite che hanno per principale oggetto opere poco note o sconosciute conservate nei depositi. Quest’anno, l’opera ‘mai vista’ non proviene dai magazzini del museo: si presenta infatti la donazione da parte dell’Associazione di un magnifico ritratto di Amico Aspertini (Bologna, 1474 circa – 1552) datato ante 1521, che raffigura Alessandro Achillini (medico e filosofo bolognese 1463 – 1512), già appartenuto alle raccolte di ritratti di uomini illustri di Paolo Giovio a Como.

Teatro L’anatra all’arancia Dal 12 al 17 gennaio

Teatro della Pergola Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio ne “L’anatra all’arancia”, di Douglas Home e Marc Gilbert Sauvajon, per la regia di Ennio Coltorti, che ne ha curato la traduzione e l’adattamento insieme a Nino Marino. Prodotto da Rosario Coppolino e Antonia Piccolo per Molise Spettacoli, questo capolavoro del cosiddetto teatro “leggero”, costruito su un meccanismo comico di straordinaria efficacia, dà vita a un intreccio spassoso e frizzante

che da un trentennio riscuote continui successi. Nel cast, oltre a Debora Caprioglio e Corrado Tedeschi, nei panni di Gilberto e Lisa Ferrari, i coniugi annoiati che il sospetto del tradimento risveglia da una vita di coppia forse un po’ troppo tranquilla, anche Mino Manni, interprete dell’affascinate Leopoldo Augusto SerravalleScrivia, in grado di far tremare le fondamenta del matrimonio Ferrari, Gloria Bellicchi,(Miss Italia 1998), nel ruolo della sexy Patrizia Bertini, la segretaria ingenua e bellissima di Gilberto Ferrari, e la spumeggiante Gioietta Gentile, nel ruolo di Teresa, la colf di famiglia, impicciona e ironica. Enrico IV Dal 19 al 24 Gennaio

Teatro della Pergola Vent’anni dopo la tragica cavalcata in costume nella quale il protagonista si è “fissato” nel personaggio di Enrico IV che interpretava, Matilde Spina (la donna di cui era innamorato), Belcredi (il suo vecchio rivale in amore), la figlia di lei Frida e il suo fidanzato marchese Di Nolli (nipote dello stesso) vanno da Enrico accompagnati dal dottor Genoni (molto interessato al caso della sua pazzia) con l’intenzione di farlo rinsavire. Naturalmente l’arrivo di questi ospiti nella villa dove da vent’anni Enrico vive il suo personaggio - nei primi dodici realmente pazzo, negli ultimi otto per dolorosa necessità - con i suoi quattro finti consiglieri segreti ed il fedele maggiordomo travestito da umile fraticello, crea uno sconvolgimento emotivo in tutti i personaggi della vicenda che, ognuno a suo modo, rivive le emozioni del passato e lo stridente contrasto con il presente. L’italiana in Algeri Dal 22 al 29 Gennaio

Teatro Comunale Un esordio molto atteso è quello del gruppo teatrale catalano Els Comediants che curerà il nuovo allestimento della popolare opera di Gioachino Rossini realizzato in coproduzione con il Teatro Real di Madrid, l’Opéra National de Bordeaux e la Houston Grand Opera. Enrique Mazzola dirige un cast formato da alcuni dei migliori cantanti rossiniani dei nostri tempi.


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