Il reporter-Quartiere 3-febbraio 2010

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Il Giornale del tuo Quartiere

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PRIMO PIANO

L’INTERVISTA

Affiliato

FEBBRAIO 2010

Haiti ci guarda, non chiudiamo gli occhi Matteo Francini

E

I DUBBI SUL “MOSTRO” Pier Luigi Vigna racconta gli anni delle indagini su Pacciani e compagni. E solleva due questioni PAG.22

STRANIERI NEL QUARTIERE Ecco chi (e quanti) sono e da dove vengono gli immigrati “della porta accanto” PAGG.4-5

SPORT

Un centro commerciale in via Chiantigiana La città che vive di rendita di Salusest - Biondi

U LA MEGLIO GIOVENTÙ Da Ljajic a Keirrison e Seferovic, Corvino punta sui giovani: “Pensiamo a presente e futuro” PAGG.36-37

n tempo la potenza delle grandi famiglie e dei grandi casati si intuiva dalla sontuosità dei loro palazzi e dall’altezza delle loro torri. Oggi le cose stanno in un’altra maniera e ostentare il proprio patrimonio immobiliare pare non vada più di moda. Anzi. Chi possiede palazzi interi, e sull’affitto dei fondi basa

la propria fortuna, tende a farlo in silenzio, senza troppe chiacchiere. Eppure interi rioni di Firenze sono nelle mani della stessa famiglia, oppure di istituti assicurativi o banche. E mentre una fetta di città vive di rendita, qualcuno - come certe maison di moda - stanco del caro affitti PAGG.16-17 migra altrove.

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tendenze

Quelli che l’amore lo trovano in chat

DA SORGANE ALLA NAZIONALE Iacopo Desolati parla dei suoi successi e della sua disciplina, la ginnastica: “Non è solo da sole” PAG.38

PAGG.30-31

ra il 12 gennaio quando l’intero mondo è rimasto sconvolto dal terremoto che ha devastato Haiti. Quel giorno, e quelli successivi, televisioni e giornali di tutto il pianeta non hanno fatto altro che mostrare le immagini di uno spaventoso incubo diventato realtà sotto il sole dei Caraibi. Poi, lentamente, è successo quello che succede sempre in questi casi: Haiti è tornato a essere un Paese lontano, conosciuto soprattutto perché situato in una delle zone turistiche più ambite del mondo, e giornali e tv hanno ricominciato ad occuparsi d’altro. Ma laggiù, intanto, si continua a dover fare i conti con quel (poco) che resta dopo il terremoto. Per questo, semplicemente per non dimenticare un dramma che non deve essere dimenticato, a partire da questo mese Il Reporter continuerà a ricordare che ad Haiti la gente ha ancora bisogno d’aiuto. Lo farà con alcuni spazi, all’interno del giornale, dedicati a questo argomento, insieme a un interlocutore importante come la Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus, operativa sull’isola caraibica da 22 anni. E lo farà – ben contento di poter essere d’aiuto – perché, in casi come questo, il non dover per forza vendere una copia in più permette di potersi fermare un attimo davanti a una tragedia che ha impressionato ognuno di noi, e che nella sua paurosa violenza è arrivata anche a colpire la nostra città da molto vicino, con la morte del 45enne Guido Galli, fiorentino, funzionario dell’Onu. E allora, anche da qui, da migliaia di chilometri di distanza, quello che - nel nostro piccolo - vogliamo fare è ricordare che ad Haiti l’emergenza continua, e continuerà ancora per molto tempo. Che ad Haiti continua ad esserci bisogno di noi.

MOBILITà. Dalla stazione a Scandicci in 20 minuti. E ora tocca alle linee 2 e 3

A Firenze è (ri)partita l’era del tram C

inque anni di cantieri e 255 milioni di euro di investimenti dopo, polemiche e barricate sono giunte al capolinea e la tramvia numero uno è partita. Dal 14 febbraio Santa Maria Novella e Scandicci sono più vicine, circa 20 minuti filati sui binari. Sette chilometri e mezzo in 14 fermate, tutte munite di distributori automatici di biglietti, al costo di 1,20 euro, esattamente come quelli dell’autobus. Per il pri-

mo mese la frequenza sarà ridotta, una corsa ogni 8 minuti in entrambe le direzioni, mentre da aprile l’attesa sarà tra i tre minuti e mezzo della fascia di punta e i sei durante il resto della giornata. Ancora da sciogliere alcuni nodi legati alle zone a rischio ingorgo, come le rotonde distribuite lungo il tragitto viale Talenti-via del Sansovino, fino ad arrivare a Porta al Prato, punto nevralgico per il traffico cittadino. Ma ci sarà tempo nei

prossimi mesi per limare le imperfezioni, in attesa che venga sciolta anche l’ultima riserva: quella su come bypassare piazza Duomo pedonalizzata. Il progetto in questione approderà a primavera sulla scrivania di sindaco, ministro e altre istituzioni competenti. E mentre Firenze affronta la prima vera rivoluzione della mobilità, sono pronti a partire anche i lavori per la realizzazione delle altre due linee. PAGG.10-11

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Febbraio 2010

Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

VIA CHIANTIGIANA. Torna a nuova vita l’edificio dismesso e degradato nei pressi di Ponte a Ema

Un centro commerciale nel vecchio “scheletro” LA MOSTRA

Nasceranno un supermercato e negozi,

“Questi siamo noi”, viaggio nel passato

ma non solo: in arrivo anche parcheggi pubblici e un’area verde, oltre a interventi per migliorare la viabilità della zona Giulia Brestolani

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o chiamano lo “scheletro”, l’edificio – o meglio quel che ne resta – che venendo da Firenze s’incontra lungo via Chiantigiana, più o meno in corrispondenza dell’inizio dell’abitato di Ponte a Ema. Lo “scheletro” è una vecchia concessionaria d’auto dismessa, di cui oggi rimane solamente la struttura esterna. Una sorta di ossatura di cemento che ha valso al fabbricato questo appellativo. E lo “scheletro” sta lì da anni, in un degrado crescente, a osservare silenziosamente il traffico di via Chiantigiana. Dopo il fallimento della concessionaria automobilistica che risiedeva al suo interno, infatti, l’edificio fu messo all’asta giudiziaria e quindi acquistato da una società, che propose un piano di recupero per il fabbricato e per l’area circostante, in accordo con Coop. La quale Coop, adesso, a seguito di varie vicende, cura in prima persona l’operazione di recupero dell’edificio e della zona adiacente. Per farci cosa? La domanda sorge spontanea, ma la risposta è intuitiva: un centro commerciale. I tempi di realizzazione potrebbero essere brevi, sulla carta si parla di terminare i lavori a fine anno, ma il cantiere ha già subito un primo stop per valutare l’opportunità di demolire la struttura esistente: lo scheletro, appunto, che attualmente versa in condizioni alquanto rovinose, ma a cui il futuro ha riservato una nuova vita, quella di centro commerciale. Il progetto, approvato dal consiglio comunale di Bagno a Ripoli, prevede la riqualificazione complessiva dell’area su cui sorgerà il centro commerciale a due piani, con il supermercato al piano terra e negozi al primo piano. Saranno a servizio del centro commerciale i parcheggi che verranno creati al piano interrato e quelli che, probabilmente, verranno realizzati sulla copertura dell’edificio. Ulteriori parcheggi, quest’ultimi pubblici, saranno inoltre ricavati in superficie. Il nascente centro commerciale, infatti, porta con sé una serie di opere e migliorie che andranno a impattare su tutta la zona. A partire dalla viabilità, sulla quale ci saranno

L’edificio dismesso al cui posto nascerà il centro commerciale

positive ricadute poiché, insieme al centro, saranno realizzati una rotonda su via Chiantigiana, all’incrocio con via Campigliano, e un contro-viale - cioè un viale parallelo alla Chiantigiana – con due rampe di accesso e uscita dalla via principale. Inoltre, lungo la Chiantigiana verranno installate barriere di delimitazione del traffico e sarà riorganizzata la viabilità interna all’area artigianale, creando anche nuovi posti auto. E ancora: verrà costruito un ponte pedonale sull’Ema

Il Reporter è un periodico di 8 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 198.200 copie

Chiantigiana dal lato di Ponte a Niccheri, per non avere due cantieri su una strada così trafficata. Dal comune di Bagno a Ripoli, l’assessore al governo del territorio Tonarelli commenta positivamente l’intervento: “È un’opera attesa che porterà alla riqualificazione di un’area degradata, producendo non solo servizi commerciali, ma soprattutto nuovi parcheggi e verde pubblico. Punto di forza dell’intervento è il miglioramento alla viabilità, che risulterà più fluida e snella”.

SORGANE La struttura è stata messa a disposizione di chi non ha una casa. Saccardi: “Soluzione temporanea”

Emergenza freddo, spazio ai senzatetto nella Foresteria Pertini

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a foresteria “Sandro Pertini” situata a Sorgane “nacque” nel 2001 come centro di manifestazioni ed attività artistiche, culturali e di cooperazione internazionale, che vedevano come protagonisti ragazzi provenienti dall’Italia e da altri Paesi. Il costo complessivo della ristrutturazione dello stabile, già esistente, fu di circa 1 miliardo e 200 milioni delle vecchie lire. All’interno della struttura furono trovati spazi per una sala conferenze attrezzata con sistemi audio-visivi; sala multimediale; sala musica; sala gioco. L’area verde è stata poi sistemata con spazi di relax e per attività ludiche. Ne-

Il Reporter di Gavinana, Galluzzo, Firenze sud raggiunge 18439 famiglie nel quartiere 3 di Firenze. Copia in abbonamento postale

per collegare l’abitato con il nuovo centro commerciale, verrà sistemato l’argine e sarà realizzata un’area verde. Un intervento di una certa entità, insomma, che sembra difficile immaginare concluso entro la fine del 2010. Ma ci sono alcuni fattori che giocano a favore della rapidità di esecuzione dei lavori: innanzitutto l’intenzione di Coop di aprire il prima possibile, e poi la necessità di portare a termine il centro commerciale prima che inizino i lavori alla variante alla

Prende il via venerdì 5 marzo, a Villa Bandini, la mostra allestita nell’ambito dell’iniziativa “Questi siamo noi”, grazie al contributo dei tanti cittadini, che in questi mesi hanno inviato fotografie, documenti e ricerche sul passato di questo quartiere. La mostra, che si protrarrà fino al 13 marzo, mette in scena la storia di Gavinana, Nave a Rovezzano e Ponte a Ema: piazze, strade, giardini, conventi, botteghe, chiese e aneddoti raccontano come è stata, e come è cambiata negli anni, la parte a sud-est di Firenze. “Finora mancava una ricerca sulla storia di queste zone – spiega Liliana Fusi, promotrice dell’iniziativa, esprimendo soddisfazione per la grande partecipazione di cittadini – e questo è stato l’obiettivo di ‘Questi siamo noi’: solo attraverso la conoscenza della nostra storia possiamo infatti comprendere il nostro presente”. Informazioni sulla mostra allo 055/6585128/35/39, e-mail a.aprili@ comune.fi.it.

Editore e Concessionaria Pubblicitaria: Web&Press Edizioni s.r.l. Direzione ed amministrazione: via Kassel 17- 50126 Firenze tel. 848.80.88.68 Direttore Responsabile: Matteo Francini Service editoriale e grafico: Tabloid soc.coop., Firenze (FI) scrivimi@ilreporter.it

gli ultimi tempi lo scopo della Foresteria è cambiato. Vista l’emergenza freddo, il Comune di Firenze ha aumentato quest’anno i posti disponibili per i senzatetto. All’incirca una trentina sono stati alloggiati a Sorgane, dato che l’assessorato all’istruzione ha messo a disposizione la struttura. La maggior parte delle persone alloggiate nella foresteria sono nordafricani, marocchini, ma in altre zone di Firenze ci sono intere famiglie ospitate, in gran parte rifugiati politici somali, poi rumeni, ucraini, africani. L’assessore Saccardi ha tenuto a precisare che la soluzione è temporanea, si prevede che

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l’ospitalità scadrà a fine marzo. Nel frattempo sono stati avviati percorsi di integrazione, come la ricerca di una casa, di un lavoro e di regolarizzazione. Alcuni degli stranieri, infatti, sono irregolari in Italia e vivono di espedienti se non di attività poco lecite. Le persone alloggiate dovranno comunque dimostrare la reale intenzione di integrarsi e di impegnarsi sia nella ricerca di un lavoro che di una casa. Chi invece continuerà a vivere di espedienti, magari a spese della collettività, verrà ospitato in questo periodo di emergenza, ma non riceverà in futuro alcun /C.T. sostegno dall’assistenza sociale.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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il giornale del tuo quartiere

IL LUOGO. La struttura dedicata a Gino Bartali e al ciclismo ha chiuso i battenti dallo scorso 1° gennaio

E il museo “pedala” in cerca di un futuro

Un’immagine storica di Bartali in bicicletta. A fianco, l’entrata del museo

TENDENZE. Sempre più ragazzi si appassionano Il 31 dicembre 2009 è scaduta la convenzione tra il Comune e l’associazione che lo gestiva, e ora si cerca di capire a quale destino andrà incontro questo “tempio dei ricordi”. Tra le ipotesi, quella di un bando di gara per metterne a concorso la gestione

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Emma Gori

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a chiuso i battenti dallo scorso 1° gennaio il museo di Ponte a Ema dedicato al ciclismo e a Gino Bartali. Il Reporter è andato a incontrare alcuni rappresentanti dell’associazione che lo gestiva – l’associazione Amici del Museo del ciclismo Gino Bartali - per capire che fine farà questo “tempio” del ciclismo intitolato a “Ginettaccio”, tanto amato dagli abitanti di Ponte a Ema e non solo. Ma andiamo con ordine. Il museo nasce il 1° aprile del 2006 e, da quella data, l’associazione si occupa della sua gestione, in forma del tutto volontaria, in virtù di una convenzione triennale stipulata con il Comune di Firenze. Perché, adesso, il museo ha chiuso? “Abbiamo chiuso il museo poiché il 31 dicembre è ufficialmente scaduta la convenzione col Comune, già prorogata di sei mesi ad aprile scorso – spiega Cecilia Nodriano, segretaria e tesoriera di Amici del Museo del ciclismo Gino Bartali – in base a tale convenzione, la nostra associazione ha gestito in via sperimentale il museo per tre anni e mezzo, sostenendo tutte le spese, a partire dalle utenze”. Finito il periodo “di prova”, la convenzione avrebbe dovuto essere rinnovata e le spese di gestione trasferite a carico del Comune. “Ma non c’è stato nessun rinnovo – continua Cecilia Nodriano – la risposta di Palazzo Vecchio è stata l’ipotesi una gara, per mettere a concorso la gestione del museo. E noi l’abbiamo saputo allo scadere della convenzione, perché a fronte del silenzio delle istituzioni abbiamo chiesto un incontro con l’allora assessore allo sport Barbara Cavandoli”. Rilanciare il museo a livello nazionale, e perfino internazionale, era stata la motivazione addotta dall’ex assessore allo sport all’associazione per spiegare la necessità della gara. Ma i membri di Amici del museo del ciclismo Gino Bartali hanno sempre ribattuto: “Il museo siamo noi!”. Senza di loro, sostengono, l’edifi-

Roba da anziani? Macché... I giovani scoprono le bocce

cio rimane infatti vuoto, poiché tutti i cimeli e gli allestimenti appartengono all’associazione. Questione, quest’ultima, su cui c’è una querelle in corso con una parte della famiglia di Gino, e cioè con la vedova Bani e il figlio Andrea. Gli altri due figli del campione, Bianca Maria e Luigi, sono invece fermi sostenitori dell’associazione, di cui addirittura Luigi è presidente onorario: “Mio padre in vita ha donato personalmente molti effetti personali, ora custoditi nel museo, al suo amico Andrea Bresci, che è il presidente della nostra associazione. Le altre cose sono scritte nel testamento: mio padre voleva questo museo, e lo voleva qui a Ponte a Ema”. Il neo-assessore allo sport, nonché vicesindaco, Dario Nardella, si occuperà al più presto delle vicende del museo. Qualora vada avanti l’ipotesi del bando di gara, l’associazione non esclude di parte-

È il nuovo assessore allo sport Nardella a doversi occupare della questione ciparvi, anche se dipenderà dai requisiti: “Finora nessuno ci ha detto di lasciare i locali, ma in queste condizioni abbiamo disdetto anche la tradizionale gara ciclistica Gran Fondo che organizziamo ogni anno a maggio e che rappresenta la nostra fonte primaria di finanziamento”, aggiunge la signora Nodriano. E mentre la struttura rimane al momento chiusa, Luigi Bartali lancia un appello per chiedere “se qualcuno tra Ponte a Ema e Bagno a Ripoli possa mettere a disposizione uno spazio per ospitare il Museo del ciclismo Gino Bartali, un museo che ha tanti sostenitori che lavorano col cuore in ricordo del grande Gino”.

l gioco delle bocce, a Firenze, è praticato fin dal Medioevo. La maggior parte delle volte, questo sport – nell’immaginario comune - viene associato a un’attività per anziani, a una disciplina sportiva poco esaltante, se non addirittura noiosa. È, senza girarci troppo intorno, uno sport molto sottovalutato. In realtà richiede disciplina, buone doti di equilibrio e concentrazione. Ovviamente non richiede grandi sforzi fisici, ed è per questo che è tra le attività più svolte dagli anziani, poiché permette di tenersi in movimento senza affaticarsi troppo. Detto questo, non dobbiamo continuare a credere che i ragazzi non si avvicinino più a questo gioco: anzi, negli ultimi anni questa disciplina ha coinvolto sempre più appassionati, sia per i benefici fisici in grado di dare - di fatto le bocce sono simili alla ginnastica dolce che dona elasticità alle ossa e migliora la circolazione - sia perché questo sport risulta accessibile anche a chi non ha particolari doti atletiche, facendo aumentare la stima di sé, la concentrazione e la determinazione . Quindi, iniziare a praticarlo fin da piccoli non può che fare bene a corpo e spirito. Solo nel quartiere 3 esistono tre bocciodromi regolamentari: la bocciofila Albereta, quella del Reims (entrambe comunali) e la bocciofila del Bisarno (privata). Tutti e tre i bocciodromi hanno due corsie. Quello all’Albereta fu fondato nel

1978 e si trova all’interno del complesso sportivo gestito da “Albereta 2000”, frequentato quotidianamente da numerosi giovani. Durante il periodo estivo sono organizzati anche corsi per ragazzi. La Bocciofila del Bisarno fu fondata nel 1975, e dal 1983 è affiliata all’Ubi. Dal 1990 al 2001 sono stati tenuti corsi di bocce per gli alunni della scuola Kassel, partecipando anche ai giochi della gioventù. La Bocciofila Reims è stata fondata nel 1989. E nonostante il fatto che la maggior parte delle persone che giocano a bocce siano ancora di sesso maschile e di una certa età, sono in aumento i ragazzi, che fin da piccoli iniziano corsi, partecipando anche a gare nazionali. Firenze,

Nel quartiere esistono tre bocciodromi regolamentari infatti, vanta un curriculum di tutto rispetto. Ogni anno, la sola Toscana organizza 170 gare con 20mila partecipanti. Oltre ai bocciodromi riconosciuti e regolamentari, nel quartiere 3 non è inusuale trovare, nei parchi, anche corsie all’aperto dove dedicarsi a questa disciplina, o addirittura veri bocciodromi come quello del parco di viale Ta/C.T. nini al Galluzzo.


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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

L’INCHIESTA. La terza circoscrizione è quella che conta il minor numero di residenti venuti da oltreconfine

“Pochi” ma in continuo aumento Il piccolo mondo straniero del Q3 Simele Kruklidis

non possa essere già facilmente intuibile: la fetta più grossa di stranieri, circa 600 persone, proviene dalla vicina Romania. Subito a seguire, in 539 arrivano dalle Filippine; altri 408 sono invece albanesi, 337 peruviani e 117 ucraini. Unica “new entry” sono forse le 146 unità provenienti dallo Sri Lanka, circa lo stesso numero dei marocchini. Mancano, a sorpresa, i cinesi, che sono soltanto 34, quota irrisoria rispetto

P

are che il quartiere 3 non si confaccia troppo agli stranieri. Che si tratti di un caso oppure di una scelta mirata, ancora non è chiaro: i motivi di questa tendenza potrebbero celarsi nella sua posizione territoriale oppure nei prezzi degli affitti, o ancora nella tipologia di attività commerciali. Sta di fatto che, dei 46.268 immigrati residenti a Firenze, solo 3.650 abitino nel Q3. Un numero che per quanto possa sembrare consistente è però inferiore rispetto a quello del centro storico o del quartiere 5, dove troviamo circa 15mila presenze. Ciò non toglie che, facendo un paragone con le statistiche pubblicate nel 2006 dall’Ufficio immigrazione fiorentino, gli stranieri tra Galluzzo e Gavinana siano comunque aumentati di almeno 6mila unità. Cifre che parlano chiaro, è vero, ma mai come le persone in carne ed ossa: e proprio per questo motivo Il Reporter ha chiesto ad alcuni cittadini, italiani e stranieri (vedi fotointerviste in queste pagine), come si sono ambientati gli stranieri nel quartiere e, soprattutto, cosa pensano di loro i residenti fiorentini. Partendo per gradi, è per prima cosa utile sapere da quali Paesi provengono questi immigrati. Dai dati non emerge alcuna novità che

A Sorgane sorge la Moschea di via del Tagliamento, che più volte ha fatto discutere ai 2.775 della zona di Novoli e dintorni. In base agli ultimi studi effettuati sulla popolazione straniera residente a Firenze, scopriamo poi che la percentuale più alta di immigrati giunge a Firenze nella fascia di età dai 30 ai 39 anni. Molti arrivano già in coppia, sposati e con figli a carico, e ammettono di non avere avuto grossi problemi di inserimento; creano comunità e si frequentano regolarmente, incontrandosi per lo più nelle rispettive case, nei circoli popolari o nei giardini pubblici. Le attività commerciali aperte da immigrati, invece, coprono anzitutto il settore

KIRA F . Impiegata, 44 anni

M. MONTELATTICI Impiegata, 45 anni

LOREDANA Commerciante, 53 anni

“Dal Perù a qui, non è stato facile”

“Uguali diritti, ma anche doveri”

“Nel Q3 sono pochi e integrati”

“Non è stato facile partire e lasciare tutto in Perù, compresa la famiglia. Io però sono stata fortunata, mi sono integrata e ho iniziato subito a lavorare. Da sei anni oramai sono in regola e grazie all’aiuto di una signora fiorentina sono riuscita a portare qui anche i miei figli”

“Ben vengano gli stranieri, ma solo se si sanno adattare alle nostre regole. Uguali diritti per tutti, ma anche uguali doveri. Ad ogni modo sono convinta che gli immigrati rappresentino un valore aggiunto per la nostra città, anche perché fanno tanti lavori che gli italiani snobbano”

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“Vivo da poco nel quartiere 3, ma ho notato che gli stranieri sono pochi e integrati. Qui ad esempio non ho paura di portare fuori il cane durante la notte; abitassi ancora nel quartiere 5 non lo farei certamente. Sono contenta di essermi trasferita, mi sento davvero più tranquilla”

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il giornale del tuo quartiere

Dei 46.268 immigrati che vivono a Firenze, solo 3.650 abitano tra Galluzzo e Gavinana, anche se negli ultimi anni la loro presenza è

MARCO GERRI Pizzaiolo, 36 anni

LAURA BARAU Impiegata, 33 anni

“Stranieri ben inseriti e corretti”

“Ho amici sia fiorentini che rumeni”

molto cresciuta. La comunità più numerosa è quella rumena, poi quelle filippina e albanese. E non mancano i primi ristoranti etnici

“Secondo me gli stranieri che vivono in zona non soltanto sono ben inseriti nella società, ma sono anche molto corretti. Questo è un grande vantaggio per i residenti e il quartiere ne trae beneficio. Firenze sud infatti è ancora una zona vivibile e pulita rispetto ad altri quartieri”

“Vivo a Firenze da otto anni con mio marito e mia figlia, lavoro regolarmente e sono contenta. Nel quartiere ci sono molti altri stranieri come me, e mi sembrano tutti volenterosi e ben inseriti. Ho tanti amici rumeni, ad esempio, ma frequento spesso anche i fiorentini”

Le temperature troppo rigide (ancora presenti in città) non sono compatibili con la riasfaltatura delle strade, perché il bitume non riesce a compattarsi. Salvo interventi d’urgenza, quindi, per gli automobilisti febbraio non sarà un mese con particolari disagi legati a cantieri lungo le strade del quartiere. alimentare: c’è ad esempio un ristorante di Nave a Rovezzano gestito da una famiglia di albanesi; un kebab gestito da nordafricani in viale Giannotti e una rosticceria cinese in via Datini. Eccezioni alla regola sono il “phone service point” di via Caponsacchi e la sartoria della signora Laurence Schwegler in via Gran Bretagna. Ma, secondo le statistiche Inail, i lavori lasciati agli stra-

nieri riguardano in genere posizioni di basso profilo, solitamente per la figura di operaio generico nel settore manifatturiero e nell’edilizia. Infine, ha grande rilevanza anche la domanda proveniente dalle famiglie fiorentine per le attività domestiche e private, come dimostrato dall’elevata presenza nel settore di lavoratori stranieri e in particolar modo di donne. Quanto all’aspetto religioso,

a Sorgane è presente la Moschea di via del Tagliamento, più volte contestata dai residenti; altri punti di riferimento sono la Chiesa Evangelica in viale Europa e la Chiesa di Cristo, sebbene molti immigrati non abbiano problemi a frequentare le chiese cattoliche. A conti fatti, sembra che anche il quartiere 3, nel suo piccolo, abbia un mondo a misura di straniero.

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VIA REIMS Dal 15 febbraio iniziano i lavori di bitumatura sulla carreggiata di via Reims. VIALE EUROPA Dal 25 febbraio inizieranno i lavori di manutenzione di una parte dei marciapiedi di viale Europa.

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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

l’INTERVISTA. Parla Marco Paladini, presidente della Mokarico, azienda tutta nostrana

Quel caffè che da Borgo gira mezzo mondo Benedetta Strappi

della qualità: Caffè Mokarico è l’unica torrefazione di caffè al mondo con triplice certificazione di qualità (ISO 9001, ISO 14001 Ambientale, SA8000 Etica). Nel nostro caso gli investimenti sostenuti negli ultimi anni per l’ottenimento delle certificazioni di qualità, la formazione rivolta ai baristi e ai consumatori (con un centro di formazione permanente), il servizio ai clienti, l’etica applicata al lavoro e l’immagine hanno reso possibile un posizionamento di mercato ad un alto livello ed un elevato grado di appeal per gli operatori esteri che ricercano un prodotto del made in Italy unico per qualità ed immagine. Come ci si reinventa, anno dopo anno, in un settore tutto sommato tradizionale come quello del caffè? Per garantire uno sviluppo costante in un settore maturo come il nostro è necessario continuare ad investire costantemente sull’innovazione e sulla qualità a tutti i livelli. Questo significa da un lato mantenere gli elevati standard di qualità del prodotto che forniamo ai nostri clienti e dell’altro istruire/formare i baristi fornendo loro gli strumenti necessari per servire ai propri clienti un espresso che sia sempre perfetto. Qual è la vostra sfida per il futuro? La nostra sfida per il futuro è quella di creare i presupposti per cui i consumatori riconoscano la reale qualità di un espresso o un cappuccino preparati a regola d’arte. Che comprendano cioè lo straordinario valore di queste preparazioni rispetto ad altre (per esempio cialde o capsule).Naturalmente questo richiede tempo e impegno, ma siamo convinti che questa sia la strada da seguire per fare in modo che il cliente diventi un “intenditore”, proprio come è accaduto per il vino.

L

a conoscono in mezzo mondo, ma forse qualche toscano non sa che la Mokarico è un’azienda nostrana, con sede a Borgo San Lorenzo. Marco Paladini, che ne è presidente, ne traccia un ritratto. Gli ultimi sono stati mesi difficili, con la crisi che ha colpito tanti settori dell’economia. Come li avete vissuti, la avete avvertita? In effetti negli ultimi mesi anche il nostro settore ha risentito della situazione economica generale non troppo favorevole. In particolare il rallentamento del flusso di denaro dovuto ad un irrigidimento del sistema bancario che ha interessato tutta la filiera – fornitori, torrefattori, clienti – non ha favorito il mantenimento di un trend positivo di sviluppo. La diminuzione dei consumi di caffè è stata avvertita soprattutto nel settore della ristorazione ed in quello alberghiero. Per quanto riguarda i bar invece la situazione è leggermente diversa: da un lato quelli più qualificati hanno mantenuto ed in certi casi anche incrementato le loro vendite di caffè, dall’altro i locali bisognosi di qualificazione non hanno saputo rispondere in maniera adeguata alla crisi. Qual è il punto di forza di una realtà commerciale come la vostra? L’export rappresenta attualmente uno dei punti di forza della nostra azienda. All’estero viene attribuito un valore molto più alto che in Italia ai prodotti “Espresso e Cappuccino Italiano” nei quali si identificano dei veri e propri stili di vita e di consumo. Ma soprattutto viene riconosciuto il valore molto alto

Marco Paladini, presidente della Mokarico

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ZOOM UNA LUNGA STORIA

La Mokarico ha una storia lunga un secolo. Nacque in corso Tintori, a Firenze, per volere del commendator Barbieri, i primi anni del ‘900. I fratelli Igino e Corrado Paladini la hanno poi traghettata fino al 1984, quando alla guida dell’azienda è arrivato Marco Paladini, attualmente in carica come presidente. Oggi la Mokarico esporta in molti paesi, tra i quali Stati Uniti, Russia, Germania, Grecia, Danimarca, Olanda, Repubblica Ceca, Polonia, Estonia, Bulgaria ed Ungheria.

I NUMERI PER FARLO BUONO

Il caffè perfetto? Ha questi numeri: 7 grammi la miscela macinata da grani tostati di diversa origine, senza additivi o aromatizzanti, macinati al momento della preparazione. 88 gradi: è la temperatura dell’acqua. 9 bar: la pressione. 25 secondi: il tempo di erogazione ideale. 25 ml: la quantità di caffè nella tazzina (crema compresa). 67 gradi: la temperatura che il caffè deve avere in tazza.

L’ARTE DEL CAPPUCCINO

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L’ultima moda pare sia avvicinarsi al bancone e chiedere un “cappuccio”, ma il concetto, comunque lo si voglia chiamare, non cambia: il cappuccino resta il simbolo della colazione all’italiana. Ogni giorno in Italia vengono consumate 35 milioni di tazzine di espresso, e di queste un quinto viene impiegato proprio per preparare cappuccini. All’estero invece la quota destinata ai cappuccini sale a tre quarti degli espressi totali.

A SCUOLA DI ESPRESSO

Per ottenere un vero espresso la figura del barista riveste un ruolo fondamentale. Seguendo questa filosofia, Mokarico nel suo centro di formazione organizza anche corsi sull’ intero universo della tazzina. Si spazia dal corso per assaggiatori di caffè, a quello Eis (Espresso Italiano Specialist), a quello sui “fondamentali del caffè: dalla pianta alla tazzina”, a quello su “la corretta preparazione dell’Espresso” a “le preparazioni a base di Espresso” al “servizio ed il rapporto con il cliente nel bar” a “la gestione delle risorse umane nel bar”.


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il giornale del tuo quartiere

PALESTRE & CO. Tante le possibilità per chi vuol restare in forma

Sport in città, a ciascuno il suo Matteo Francini

L’

ultima è che correre fa bene al cervello: a sostenerlo è uno studio americano pubblicato di recente. Ma forse gli sportivi di casa nostra, e soprattutto quelli del “dopo-festività” (a maggior ragione quando, come a Natale, festività fa rima con grandi abbuffate), e cioè coloro che assaltano palestre, piscine o parchi con il preciso intento di perdere il peso messo su nelle ore trascorse a tavola, continuano a preferirne la virtù più classica: correre fa bene alla linea. E ogni anno, dopo il classico abbassamento della guardia del periodo che va da Natale all’Epifania, e in vista dell’arrivo della primavera, arriva anche il momento di tener fede alla promessa pronunciata, più o meno da tutti, tra un morso al cotechino e uno al panettone: “Dopo le feste mi metto a dieta”. Molti, però, oltre a ricorrere ai consigli di nutrizionisti e dietologi decidono che è giunto il momento di fare anche un po’ di attività fisica. Già, ma dove? Tranquilli, a Firenze l’offerta non manca. A venire incontro ai desideri dei “pentiti del pandoro” ci pensano palestre, piscine e strutture cittadine, pronte a proporre un’infinita varietà di corsi e attività per tutti i gusti (e le tasche): ogni impianto ha le sue ricette e

proposte, come percorsi o circuiti pensati ad hoc per venire incontro ai desideri di clienti sempre più pretenziosi. La lista di piscine e palestre presenti in città è lunga, e per chi è in cerca di una linea migliore non c’è altro da fare che scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Ma, anche se i periodi che seguono le feste sono spesso quelli in cui le strutture di questo tipo registrano un boom di iscrizioni, c’è anche chi opta per una soluzione diversa: corsa e ginnastica all’aria aperta. Una scelta perfetta per chi, sfidando il freddo che ogni anno resiste (almeno) fino all’arrivo della primavera, vuol stare a contatto con la natura e magari tenersi in forma senza spendere un euro. Anche in questo caso,

in città le possibilità sono diverse: dalle Cascine all’Anconella, non mancano giardini e spazi tra cui scegliere. In alcune di queste aree, poi, sono presenti attrezzature ginniche, impianti e campi di ogni tipo (dal classico calcetto alle piste di pattinaggio e fino ai bocciodromi) o addirittura veri e propri percorsi di allenamento: dal giardino della Carraia all’area Pettini, passando per Villa Favard o il parco di Ugnano, la scelta è piuttosto vasta. Infine, per chi è proprio allergico allo sport, c’è anche un’ultima possibilità: una bella passeggiata. Bastano un paio di scarpe comode e un po’ di tempo a disposizione: le giornate che si allungano e la bellezza di Firenze e dintorni, poi, fanno il resto.

IL PUNTO NEL QUARTIERE Parchi e percorsi: scelte per tutte le tasche

Allenarsi al verde? Qui si può

A

nche se è ancora ufficialmente inverno, il sole inizia a fare nuovamente capolino e, nonostante la temperatura a volte ancora pungente, l’avvicinarsi della primavera fa tornare la voglia di “muoversi”. È il momento buono per rimettersi in forma, e il quartiere 3 con i suoi spazi verdi permette un economico allenamento. I luoghi all’aperto non mancano: primo fra tutti il parco dell’Anconella, che da anni ospita quotidianamente, anche nelle fredde giornate invernali, coraggiosi appassionati di footing. L’area è attrezzata per attività sportive e ricreative, e durante la stagione primaverile è incantevole passeggiare lungo la riva dell’Arno. Nella zona sud, confinante con via di Villamagna, ci sono i percorsi sportivi. E’ un’area sicura, sottoposta a monitoraggio, e altamente frequentata. Al suo interno si trovano anche luoghi di ristoro e facile parcheggio. Un altro parco, inaugurato quasi due anni fa, è quello di Sorgane. Si estende per circa 15mila mq con attrezzatura ludiche e sportive adatte a varie fasce di età. Nella stessa zona, di più recente inaugurazione c’è la collina, con percorsi di trekking. Dall’altra parte del quartiere, al Galluzzo, si trova il parco di viale Tanini, un’area anch’essa attrezzata con campo di calcio, bocciodromo, pista di pattinaggio e campo da

tennis. Non va dimenticato il parco del San Gaggio in via Senese, con una superficie di 3.260 mq. Anch’esso, oltre a permettere attività libere, è provvisto di un campo da calcio. Per chiunque fosse interessato ad attività più continuative, il Quartiere, in accordo con gli organi scolastici interessati, concede alle associazioni le palestre scolastiche per corsi rivolti sia ad adulti che a bambini. Ad esempio, nella palestra della scuola elementare Villani si tengono corsi di yoga, organizzati dalla lega Uisp. Nelle altre palestre ci sono corsi di danza, ginnastica dolce, pallavolo e basket. Inoltre, ci sono strutture private che offrono varie attività e corsi a seconda degli interessi e dei livelli di preparazione. Nel quartiere 3,

Da Sorgane all’Anconella ci sono campi e attrezzature oltre alle piscine di via di Ripoli del club Fiorentina Nuoto, del Palezzetto Sportivo di San Marcellino in via Chiantigiana (che offre una struttura polisportiva), alla piscina Rari Nantes Florentia del lungarno Ferrucci e ai Canottieri Comunali, ci sono /C.T. varie palestre private.

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Febbraio 2010

Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

IL PERSONAGGIO. L’88enne Pacini è oggi il presidente del centro anziani “Liberetà Reims”

I “Frammenti di vita” del partigiano Giorgio Sulla sua esistenza, coincisa con un pezzo importante della storia italiana, ha scritto un libro. “Ai giovani vorrei far capire il valore della libertà, della democrazia e della Costituzione” Giulia Brestolani

O

ggi il suo impegno prevalente è quello di presidente del centro anziani “Liberetà Reims”, ma in vita sua Giorgio Pacini di cose ne ha fatte talmente tante che gli amici, fino a poco tempo fa, gli chiedevano: ma perché non scrivi un libro?

E lui un libro l’ha scritto davvero. S’intitola “Frammenti di vita”, ed è un’autobiografia in cui Giorgio, classe 1922, racconta se stesso e un pezzo di storia italiana denso di avvenimenti. La classe operaia, l’antifascismo, la guerra, la resistenza partigiana, il partito comunista,

Giorgio Pacini con alcuni amici del centro Liberetà Reims

il sindacalismo e la politica locale: nel diario di Giorgio Pacini si ritrovano tutte queste esperienze, vissute con grande passione. Due occhietti vispi e un fisico da far invidia a un ragazzo, Giorgio Pacini dall’alto dei suoi 88 anni non ama il “lei” e si definisce “un autodidatta”. Uno scrittore no di certo, e di fatti sua moglie Marcella, con la quale ha appena festeggiato 60 anni di matrimonio, prima di iniziare il libro gli diceva: “Ma come fai a scrivere un libro se a scuola sei stato sempre così ‘spreciso’?”. Sfogliando “Frammenti di vita” si apprende che Giorgio è stato operaio, agguerrito antifascista, partigiano, militante nel partito comunista, sindacalista con incarichi importanti e perfino consigliere comunale. Difficile attribuirgli un “titolo” in maniera univoca, difficile trovare una parola capace di condensare insieme una vita tanto intensa e variegata. E allora parliamo di cos’è Giorgio Pacini oggi, nel 2010. È il presidente della sezione Anpi – associazione nazionale partigiani d’Italia – di Gavinana, il segretario del comitato “Parco della memoria

Pacini alla commemorazione dell’eccidio di Pian d’Albero

Caduti di Pian d’Albero” e, soprattutto, è il presidente del centro anziani di via Reims dal 1985: “Qui 25 anni fa c’era una discarica – spiega Giorgio indicando i locali del centro, che comprende bocciofila, bar, sala ricreativa, sala tv, biblioteca, ambulatori, bagni e uffici – dicono che io sono il motore di tutto, ma io preciso che senza benzina non si va avanti!”. E allude alle 60 persone, tra consiglieri e attivisti, che ogni giorno fanno funzionare, col volontariato, un centro molto frequentato che conta circa 380 associati. Chi gioca a carte, chi scambia due chiacchiere, presto si potrà anche ricominciare a giocare

a bocce… ma il centro Reims è molto di più. Qui si organizzano feste, gite e vacanze, si fa ginnastica, si tengono convegni e dibattiti, si adottano bambini a distanza… insomma, altro che anziani! Sì, perché la giovinezza è uno stato interiore, parola di Giorgio. Ma lui cosa direbbe ai giovani di oggi? “Chiederei loro: voi ci tenete ad andare in discoteca? Mi risponderebbero sì, e io a mia volta racconterei che a me, da giovane, veniva negato il diritto di ascoltare musica americana durante le feste. Direi questa cosa semplice per fargli capire il valore della libertà, della democrazia e della Costituzione”. 992584

MADDALENA 29enne libera, credevo di aver trovato l'amore ed invece era sono un abbaglio. Ti vorrei libero, piacevole, sincero, ed interessato ad una amicizia che possa sfociare in amore. EMMA 35 anni, nubile, senza figli, impiegata, amo la vita, l'ottimismo, non mi manca niente. E' arrivato il momento di mettere l'amore in primo piano. Cerco uomo adulto, maturo e di livello per amarsi e formare una famiglia. SOFIA 39enne, impiegata. Cerco un uomo interessante ed affascinante, magari anche bello e benestante. Credo che se si vive bene ed in tranquillita', la vita sia bella e divertente. Voglio essere viziata e coccolata in tutti i sensi! NADIA 53 anni, buona presenza, separata, figli cresciuti, libera di scegliere l'uomo che sappia sorprendermi, romantico, intelligente, raffinato, intenzionato a conoscere una donna con líesigenza di un vero amore. GIULIA 58enne, divorziata, indipendente. Sono una donna molto attiva, adoro viaggiare e ballare. Cerco un signore 57/65enne, con buon carattere, alto, curato, brillante per una intensa relazione fatta di dare e avere, di gioia e di spensieratezza. LOREDANA 63 anni, vedova. Sono una super-nonna, amo il teatro, ballare, tenermi sempre attiva. Cerco un compagno semplice, dolce ed accogliente. ELENA 63 anni, forte presenza, carattere deciso. Ho un lavoro impegnativo che pero' mi lascia molto tempo libero, tempo che vorrei dedicare ad un uomo speciale: romantico, determinato, con forte carisma.

ALDO 34 anni, molti interessi e progetti da realizzare, amici con cui parlare. Amo viaggiare, leggere, ascoltare musica, parlare, apprezzo la buona cucina, sono allegro, dinamico, positivo. Ti cerco dolce, comprensiva ed affettuosa, per creare il nostro mondo d'amore. CLAUDIO 36enne, impegnato in una azienda agricola, amo la campagna e le cose semplici. Cerco una ragazza sportiva, seria, educata, di sani principi, amante della campagna e degli animali per un amore di grande valore. AMEDEO 49enne, separato, sportivo. Ho sofferto per la fine del mio matrimonio ma ora il mio spirito è rinnovato. Voglio al mio fianco una donna leale, sincera, per creare un rapporto genuino. GIACOMO 52enne, separato. Cerco una compagna con cui condividere la tranquillità della casa e della coppia, seria, semplice, che abbia voglia di vivere. ETTORE 56 anni, giovanile, romantico, lavoro in proprio, amo la natura e gli animali, mi piace stare con le persone che hanno qualcosa da dire e da dare. Cerco signora con buoni valori, semplice ma di profonda interiorità, motivata a costruire qualcosa di meraviglioso. RENZO 58 anni, bella presenza, in pensione, ma con mille interessi. Ti cerco complice e passionale, compagna per una vita ancora lunga e da passare insieme. Se anche te sei separata o divorziata, straniera, con figli, ma hai voglia di rimetterti in gioco, cercami! LIVIO 63 anni, socievole ed estroverso, so anche cavarmela da solo. Tuttavia mi manca molto una partner con cui confrontarmi, dialogare e condividere i diversi momenti della giornata. Cerco una donna che voglia vivere intensamente l'esperienza di coppia in un clima di comprensione e rispetto.


L’A.F.A. (Attività Fisica Adattata) nel territorio di Firenze

Una attività organizzata dalla SdS per far Svolgere Un’attività fiSica, Significativa per la SalUte, Socializzando, anche alle perSone poco mobili in condizioni di SalUte fragili Il movimento fa salute. è uno slogan lanciato della Regione Toscana ed è una delle indicazioni della campagna dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità sui corretti stili di vita della popolazione Il Consiglio Sanitario Regionale della Toscana nel 2004, ha emanato Linee Guida Regionali “Per la Promozione della salute attraverso l’attività motoria”. Queste attività motorie interessano tutta la popolazione in condizioni di salute stabile per assenza di malattia acuta, comprese le persone con riduzione delle capacità funzionali da malattie disabilitanti con esiti stabilizzati. La promozione di comportamenti e stili di vita per la salute viene motivata dalla consapevolezza che numerose condizioni di morbosità, disabilità e mortalità possono essere prevenute adottando stili di vita positivi, socialmente condivisi. In questo ambito è identificato come obiettivo specifico soprattutto per la popolazione anziana l’aumento della attività fisica regolare

svolta negli abituali contesti della comunità sociale sotto forma di attività di gruppo (14-20 persone) in luoghi deputati ad attività di socializzazione, fitness o in palestre Gli Istruttori A.F.A. come indicato dalle Linee guida regionali sono Professionisti formati con: - Laurea in Scienze Motorie o titolo equipollente - Laurea in Fisioterapia o titolo equipollente Dal 2006 le strutture dell’SdS di Firenze e della riabilitazione dell’ASL di Firenze, hanno pianificato interventi che hanno coinvolto i medici curanti, gli enti di promozione sportiva, le associazioni sportive , l’Azienda per i Servizi alla Persona di Montedomini per dare attuazione alle indicazioni della delibera di Giunta regionale 1081/2005 ed attivare nel territorio comunale corsi di Attività Motoria Adattata. La SdS Firenze ha provveduto ad inserire l’Attività Fisica Adattata nel Piano Integrato di Salute 2008-2010. Sono stati messi a punto dai Professionisti Sanitari dell’ASL e successivamente condivisi con gli erogatori due programmi specifici per persone in condizione di salute fragile specificatamente: a) Attivita’ motoria per soggetti anziani affetti da sindrome algica da ipomobilita’ e da osteoporosi b) Attivita’ motoria per soggetti adulti con rachialgia cronicizzante. I corsi attivati sono 34 e distribuiti in 19 sedi territoriali che coprono tutti e cinque i Quartieri di Firenze con una media di 3 sedi per Quartiere. I soggetti erogatori che hanno definito accordi di convenzione con la Societa’ della Salute di Firenze per l’Attivita’ Motoria Adattata sono: • UISP • ENDAS • ANCESCAO • Diaconia Valdese RSA Gignoro • A.S. Gulliver • A.S. Good • A.S. B Side • A.S. Cocchi • Avvenire 2000

I sistemi sanitari devono farsi carico di aiutare la popolazione a modificare il proprio sitle di vita sostenendo una cultura che recuperi il movimento come parte essenziale nella vita di tutti i giorni; in particolare verso: il soggetto sano sedentario come stimolo a comportamenti di prevenzione i malattie e il soggetto a ridotta capacità motoria indotta per età o per patologia cronica clinicamente stabilizzata. Le Attività motorie per la popolazione anziana a Firenze Nel territorio di Firenze da molti anni si è consolidata con successo l’esperienza della ginnastica per anziani che vede coinvolti il Comune ed i consigli di Quartiere, le associazioni di promozione sportiva operanti nel territorio comunale , le associazioni di anziani costituite e le migliaia di anziani che frequentano le attività di ginnastica stesse.

Dati del report ASL 10 dell’A.F.A. ( relativo al 1° Semestre 2009) inviato alla Regione Dati AFA al 30.6.2009 To.t ASF/4SdS Tot. SdS Fi N.erogatori 22 9 N.punti erogazione 45 19 N.Corsi 89 34 N.Comuni della Zona 33 1 N.Partecipanti 1420 565 In Tutta la Toscana sono circa 11.500 le Persone che nel primo semestre del 2009 hanno partecipato a Programmi AFA.

Le Attività Motorie Adattate per persone fragili o con disabilità Sono presenti nel territorio del Comune anche numerose persone con condizioni di disabilità che ne riducono la mobilità stimate intorno al 2,3% della popolazione, ed è in incremento il numero di persone con malattie croniche, che non sono disabili ma, che presentano condizioni di fragilità che ne limitano la loro capacità a svolgere tutte le attività della vita quotidiana con particolare riferimento alla socializzazione e il movimento fuori della propria abitazione. Questa fascia di persone poco mobili e in condizioni di salute fragile, può beneficiare di programmi specifici di attività fisica come indicato dalle Linee guida regionali toscane. La Giunta regionale ha deliberato nel 2005 l’introduzione a sistema delle Attività Motorie Adattate organizzate in collaborazione fra le Aziende Sanitarie, le Società della Salute e gli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti CONI.

Le AFA Speciali e la nuova regolamentazione Nella primavera del 2009 la Regione Toscana, recependo i buoni risultati raggiunti nella sperimentazione introdotta nel 2005 con l’AMA, ha deliberato DGR 459/2009 l’atto di indirizzo alle ASL e SdS per l’organizzazione su tutto il territorio Regionale dell’ “Attività Fisica Adattata”. Nell’atto deliberativo Regionale che è in fase di recepimento nella ASL 10 di Firenze e nella SdS di Firenze, viene introdotta la differenziazione fra AFA per persone a bassa disabilità e AFA per Persone ad alta Disabilità individuando due tipologie di programmi: a) Programmi AFA per persone con “bassa disabilità” disegnati per “le sindromi croniche che non limitano le capacità motorie di base o della cura del sé” b)Programmi AFA per persone “alta disabilità” disegnati per “le sindromi croniche stabilizzate con limitazione della capacità motoria e disabilità stabilizzata”

La Regione Toscana nel deliberato indica questa Attività Motoria Adattata come: Attività non sanitaria • rivolta alla popolazione in condizioni di salute stabili per assenza di malattia acuta o con riduzione delle capacità funzionali da condizioni cliniche pregresse con esiti funzionali stabilizzati

Nel 2010 con l’attuazione della DGR 459/09 accanto alle attuali 2 tipologie di AFA saranno affiancate altre tipologie caratterizzate dai Programmi AFA per persone ad “alta disabilità”. In questo momento nel confronto con le Associazioni rappresentanti i soggetti con Disabilità croniche è maturata la decisione di promuovere anche specifici programmi AFA.

Programmi AFA progressivamente a regime nel corso del 2010 1) Programmi AFA per persone con “bassa disabilità” a. per soggetti anziani affetti da sindrome algica da ipomobilita’ e da osteoporosi b. per soggetti adulti con rachialgia cronicizzante 2) Programmi AFA per persone con “alta disabilità” a. per soggetti con malattie reumatiche in fase silente b. per soggetti con esiti stabilizzati di ICTUS c. per soggetti con malattia di Parkinson Stadiazione (Hoen & Yahr) 1-3 Tutti i programmi AFA promossi nell’ambito del territorio dell’ASL 10 ed adottati della quattro SdS che incidono in questo territorio, verranno pubblicati insieme al regolamento Aziendale sul sito internet dell’ ASL 10 e su quello della SdS di Firenze. IL TUO MEDICO TI hA CONSIGLIATO DI PARTECIPARE ALL’A.F.A.? L’accesso ai programmi AFA avviene su specifica indicazione del Proprio Medico Curante o del Medico Specialista che ha in cura il soggetto per il problema di salute cronico o disabilitante specifico o su proposta dei Servizi di Riabilitazione alla conclusione del Progetto Riabilitativo. Il Cittadino può contattare la rete d’offerta AFA presente nel Territorio Comunale attraverso il Call Center di Montedomini utilizzando il Numero Verde: Il Coordinamento Operativo svolto da Fisioterapisti dell’U.O. di Riabilitazione Funzionale dell’ASL 10 , invita il cittadino per una verifica del livello funzionale della capacità motoria per inserirlo nel programma a lui adeguato, nella sede di attività disponibile e logisticamente più vicina. Il personale del Coordinamento Operativo effettua visite periodiche nelle sedi di attività AFA per monitorare il rispetto dei programmi concordati con gli erogatori ed eventuali criticità riscontrabili o segnalate. Le strutture erogatrici si impegnano attraverso un accordo sottoscritto a: • garantire l’offerta secondo i protocolli-programmi di esercizio concordati con gli operatori sanitari delle ASL e delle S.d.S. • garantire la sicurezza dei programmi di esercizio, la pulizia e l’igiene delle palestre, piscine o altre strutture. • garantire i requisiti formativi e l’adesione dei propri istruttori ai programmi di esercizio concordati • assicurare l’attività con una tariffa indicativa di 2 euro (2,5 euro per i programmi svolti in piscina) ad accesso, con modalità di pagamento mensile Il Cittadino si impegna: • a partecipare al programma motorio proposto • a corrispondere, al soggetto erogatore, la quota mensile della partecipazione al programma AFA ( che si svolge su due incontri settimanali svolti in gruppo della durata di un ora) • a corrispondere la quota assicurativa (circa 10 € l’anno) relativamente alla partecipazione ad attività motorie non agonistiche • a comunicare all’erogatore qualsiasi variazione della sua condizione di salute che possa pregiudicare la partecipazione al programma AFA • a comunicare al Coordinamento dell’ASL eventuali criticità rilevate in corso dell’ attività stessa

Dott. Simone Baldi Direttore Area Professionale della Riabilitazione Direzione Servizi TecnicoSanitari ASL 10 Firenze Informazione a cura della Società della Salute


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primo piano

Febbraio 2010

TRASPORTI/1. È “salpata” la linea 1: in 23 minuti da Santa Maria Novella a Scandicci

Tutti in carrozza, il tram è partito Dopo 5 anni di attesa, tra barricate e proroghe, i vagoni del Sirio aprono le porte ai cittadini. Otto minuti al massimo alla fermata da qui ad aprile, quando il servizio entrerà a pieno regime. Ma sul traffico è ancora presto per sciogliere le riserve Francesca Puliti

È

costata oltre 255 milioni di euro la prima linea della tramvia, conto a cui vanno aggiunti i malumori e i mal di pancia dei cittadini costretti a convivere con cantieri infiniti, transenne e sindrome da traffico di punta per la maggior parte del giorno. Ma alla fine la linea 1 del tram è conclusa e pronta a trasportare qualche migliaio di persone al giorno tra Santa Maria Novella e Scandicci. Poco meno di 7 chilometri e mezzo di tragitto in 23 minuti su una delle maggiori direttrici di traffico in entrata e uscita dalla città. Quattordici in tutto le fermate disseminate lungo il percorso, ognuna dotata di distributore automatico di biglietti. Che costano esattamente quanto quelli dei cari vecchi autobus, un euro e venti, e possono essere utilizzati sia per il tram che per il bus. Per gli ulteriori comfort, come la wi-fi (la connessione internet senza fili, per i profani della rete) lungo l’intero tracciato, ci sarà da aspettare ancora un po’. Ma si tratta di piccolezze di fronte al sollievo di poter vedere conclusa la più grande opera urbanistica fiorentina (prima dell’era Tav) dal Poggi in poi. Ci son voluti cinque anni, dalla posa della prima pietra, a dicembre

2004, fino alla fatidica data del 14 febbraio 2010, passando attraverso annunci e smentite, proroghe e polemiche. E sarà anche un caso, ma la data scelta per l’apertura delle carrozze al pubblico potrebbe essere profetica. Chissà che i fiorentini più scettici non si scoprano innamorati della tramvia. Quanto meno potrebbero fare pace con i vagoni che hanno fatto uscire dai binari le discussioni nell’ultimo lustro. E magari scoprire che in fondo non è poi tanto male, che la frequenza e il tempo di percorrenza sono davvero quelli promessi e che non si ingolfa nel traffico come i mezzi pubblici su gomma. Anche se il problema traffico rimane sul tavolo dell’amministrazione, primo punto all’ordine del giorno da risolvere. A partire dalla spinosa questione delle rotonde di piazza Batoni e in piaz-

I biglietti da 1,20 euro potranno essere acquistati ad ogni fermata presente lungo il tragitto

za Paolo Uccello. Qui in un primo progetto era previsto l’interramento dei binari, mentre piazza Batoni e Porta a Prato avrebbero dovuto ospitare un tunnel a testa per il traffico su gomma. Si parla del 2001, ai tempi in cui la delega alle grandi opere era nelle mani di Graziano Cioni. Ma il costo degli interventi anti-ingolfamento fu valutato in circa 100 milioni in più. Troppo, tant’è che l’idea venne accantonata nel giro di pochi mesi. “Quando sono arrivato a Palazzo Vecchio la decisione era già stata presa – si discolpa Giuseppe Matulli, che rilevò la responsabilità della tramvia nel 2002 – immagino che non ci fosse abbastanza spazio per le rampe di discesa”. Rimane in attesa di qualche aggiustamento anche “l’attracco” alla stazione centrale, tutt’ora in sofferenza da auto e bus. Nel frattempo il tram va, per ora con una frequenza di una corsa ogni 8 minuti in entrambe le direzioni dalle 6.30 alle 21.30, affiancato dal servizio Ataf. Da aprile in poi le corse si faranno più fitte e alla fermata si aspetteranno solo 3 minuti e mezzo nella fascia oraria di punta, 6 nel resto della giornata, mentre il servizio sarà esteso dalle 5 del mattino fino alla mezzanotte.

AMARCORD C’era una volta il tranvai. La prima tratta ad essere percorsa fu quella per Fiesole

Centoventi anni fa nasceva la rete su ferro più avanzata d’Italia ltro che Sirio, avveniristico nome delle carrozze che già scorrazzano su e giù per i binari fiorentini. Correva l’anno 1890 e allora sì che Firenze era all’avanguardia, dotata di uno dei più moderni piani di mobilità. Risale a oltre un secolo fa la prima tramvia targata FI. Allora il capoluogo toscano era la prima città d’Italia, insieme alla capitale, a sperimentare un sistema di trasporto pubblico metropolitano su rotaia. E i sette chilometri e mezzo della linea 1, a cui si aggiungeranno i sette circa della 2 e i quattro della 3, gli facevano un baffo. Nel periodo del massimo splendore, in-

fatti, la strada ferrata si estendeva su 220 chilometri, in città e nei comuni limitrofi. Da Rovezzano a Bagno a Ripoli, da Sesto Fiorentino a Tavarnuzze, Casellina, Trespiano e Peretola. Una rete estesa e funzionale ai primi pendolari che dalle vicine campagne raggiungevano il centro ogni giorno. E si parla di numeri di tutto rispetto: nel 1920 l’allora linea per Scandicci arrivò a trasportare 210mila persone l’anno, mentre quella per Sesto ne raccoglieva ben 342mila e la linea per Tavarnuzze 208mila circa. La prima tratta ad essere inaugurata, allora, non fu però la Firenze-Scandicci, bensì quella

che si arrampicava su per la collina di Fiesole. L’antenata dell’attuale linea 1, invece, fece la sua comparsa nel 1907. Sessantotto minuti per raggiungere Ponte a Signa da piazza del Cestello, dove si trovava il capolinea, e solo 9 coppie di corse al giorno. E almeno su questo piano i tempi moderni segnano una schiacciante vittoria, visto che il nostro Sirio, da aprile, quando comincerà a lavorare a pieno ritmo, passerà ogni 3 minuti e mezzo in orario di punta e ogni 6 minuti nel resto della giornata. Insomma, non ci farà rimpiangere il /F.P. vecchio tranvai.

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primo piano

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TRASPORTI/2. Ci vorranno ancora tre anni per completare i binari: conclusione attesa per il 2013

E per le altre linee aprono i cantieri Previsti collegamenti con il Polo scientifico di Sesto Fiorentino e Bagno a Ripoli. Resta da vagliare l’alternativa al passaggio da piazza Duomo: il progetto sarà reso noto ad aprile Paola Ferri

F

atta la uno, le linee due e tre della tramvia sono già ai nastri di partenza. O meglio, stanno per essere messe in cantiere. Al grido di “Si cambia passo”, lanciato dallo stesso sindaco Matteo Renzi fin dalla campagna elettorale. Innanzitutto si cambia metodo: la due e la tre verranno realizzate tramite un project financing, strumento che dovrebbe essere in grado di ridurre innanzitutto costi ed eventuali penali a carico del Comune. E poi i tempi. Per un sindaco che ha fatto del rispetto delle scadenze un cavallo di battaglia (ancora girano le foto di quando, da presidente della Provincia, andava a controllare i lavori sulla Fipili con tanto di giubbottino fluorescente), questa rappresenta la sfida più impegnativa. La conclusione degli altri due tracciati che andranno a completare la rete tranviaria è prevista verosimilmente per il 2013. Varianti e approvazioni permettendo. La linea 2, nel progetto originario, ha ricevuto il primo via libera dalla giunta comunale nell’ormai lontano anno 2000. Risale invece a poche settimane fa l’ok del Ministero delle infrastrutture, su un progetto che, e qui sta il bello, annovera sì diverse modifiche rispetto a quello di partenza, ma non la più importante: la pedonalizzazione di piazza Duomo. Su questo punto è rispuntata anche l’ipotesi di interrare il tratto che corre sotto il centro, ma per il momento si tratta solo di voci. Non versa in condizioni migliori

la linea 3, di cui è stato approvato il primo lotto. In questo caso i nodi da risolvere, come lo stesso sindaco ha più volte sottolineato, riguardano il problematico passaggio da piazza Dalmazia e via dello Statuto. Più che mai in sospeso i futuri prolungamenti delle linee. Per quel che riguarda la due, il tragitto certo rimane dalla stazione centrale all’aeroporto, ma secondo i piani di Renzi il tram dovrebbe arrivare a servire il Polo scientifico di Sesto Fiorentino. La linea 3, che collegherà Careggi con piazza Libertà, dovrebbe da qui proseguire in due rami: uno verso Campo di Marte e Rovezzano, l’altro verso Gavinana, fino a raggiungere Bagno a Ripoli. Ma si tratta di passaggi successivi. Per il momento amministrazione e ditte appaltatrici incassano il via libera ai progetti iniziali e annunciano l’apertura dei cantieri nel giro di pochi giorni, a partire dalla periferia per arrivare al centro della città. “Attendevamo queste approvazioni nel settembre 2008 – chiarisce Fabrizio Bartoloni, responsabile di Tram Firenze Spa, la società che si è aggiudicata l’appalto per la costruzione delle due linee – nel frattempo abbiamo preso impegni con le banche e siamo stati costretti a rivedere più volte la tabella di marcia”. Entro la prossima primavera, invece, approderanno sui tavoli di Palazzo Vecchio i progetti alternativi al passaggio dal Duomo, in attesa di un nuovo (l’ultimo?) esame.

L’ALTRA STAZIONE Al via i lavori per il complesso firmato da Richard Rogers: una piazza, dieci negozi e ottanta appartamenti

Il capolinea è griffato. Vetro, acciaio e giochi di luce a Scandicci

B

asta nominare la parola stazione di questi tempi e si pensa immediatamente a quella griffata Foster, che il balletto dei progetti sull’Alta velocità sposta come una bandierina sulla mappa della città. Ma c’è un’altra stazione firmata in ballo, poco fuori dal comune di Firenze, proprio al capolinea della tramvia. I lavori avranno inizio il primo marzo, per un’opera imponente quasi come lo “squalo” in vetro e acciaio della Tav e sicuramente di grande impatto per Scandicci. Non solo arrivi e partenze della linea 1, il complesso progettato da Richard Rogers - che per la cronaca è socio di Foster da quindici anni e

con lui ha firmato diversi progetti, tra cui appunto una stazione londinese - è molto di più. Circa 280mila metri quadrati dove troveranno spazio un’ottantina di appartamenti, dieci negozi, una piazza e un auditorium, pensato come centro culturale polivalente. Ah, e naturalmente un paio di parcheggi interrati e due aree di sosta in superficie. Il tutto per un investimento di circa 38 milioni di euro. Che, anche se paragonati agli oltre 100 della nostra Foster, non sembrano comunque noccioline. Una volta terminata, la stazione diventerà un polo d’attrazione, dunque, non solo per la popolazione scandiccese, che qui avrà

un nuovo centro civico, ma anche per turisti e curiosi. Al centro la piazza, arricchita da piante e getti d’acqua, tutto intorno i nuovi edifici, in cui il vetro la farà da padrone. Il tetto dell’auditorium, invece, sarà ricoperto da un tappeto erboso. Ma sarà proprio la stazione la struttura più interessante e caratteristica del complesso, sormontata da sei portali in acciaio verniciato di azzurro, posti a cavallo dei binari, sopra i quali si stenderà una griglia di metallo. Ma per assistere al vero spettacolo bisognerà attendere il calar della notte, quando l’illuminazione artificiale contribuirà a rendere l’architettura ancor più suggestiva. /P.F.

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consumi

Febbraio 2010

LA NOVITà. Grazie a dei minigassificatori, ogni famiglia potrà tagliare da 150 a 250 euro l’anno

L’acqua frizzante? Dal rubinetto di casa Dal mese prossimo al fontanello dell’Anconella si potrà scegliere tra liscia e gassata. Ed entro la bella stagione le bollicine arriveranno in tutti gli altri erogatori della città, da Villa Vogel a via Aretina. In nome della tutela ambientale, ma soprattutto del risparmio Francesca Puliti

fa risparmiare ogni anno dai 150 ai 250 euro a famiglia”. Un messaggio recepito e fatto proprio dai fiorentini, considerato il fatto che negli ultimi 5 anni il numero di coloro che riempiono regolarmente il bicchiere dal rubinetto è cresciuto del 20%. Presidente, qual è il prossimo obiettivo? Stiamo studiando un piano per distribuire dei minigassificatori agli utenti che ne facciano richiesta, in modo che ognuno possa farsi in casa l’acqua frizzante. Gli apparecchi saranno a pagamento o a noleggio, stiamo ancora verificando la soluzione migliore. Ma entro l’estate il progetto sarà pronto a partire. Un bel risparmio in termini di rifiuti prodotti e di soldi spesi per l’acqua minerale. Ma i costi in bolletta sono destinati a lievitare? Si tratta di una falsa polemica. Il problema sta a monte, a livello di scelte nazionali. Per legge i fondi da destinare alla manutenzione, ammodernamento delle reti idriche e distribuzione dell’acqua non possono essere trovati da nessun’altra parte se non in bolletta. E ovviamente si tratta di cifre elevate. La normativa nazionale andrebbe modificata, in modo che si

L’

acqua con le bollicine? Entro l’estate uscirà dal rubinetto di casa. E per adesso ognuno può andare a fare rifornimento all’Albereta, anziché al supermercato. Entro qualche settimana – il tempo di provvedere alle tubazioni – il fontanello pubblico situato all’interno del parco offrirà la doppia scelta alle migliaia di cittadini che già vi si recano muniti di bottiglie e caraffe: liscia o gassata. Come al ristorante. Entro la bella stagione la novità raggiungerà anche gli altri sette fontanelli distribuiti in città (Piagge, Villa Vogel, via dell’Agnolo, via Aretina, via delle Panche e viale Tanini). La sperimentazione è cominciata a Pistoia, il 30 dicembre scorso. Risultato: 75mila litri di acqua gassata erogata in un mese. Un successo che ha spinto Publiacqua ad esportare l’innovazione su tutto il territorio fiorentino. “Il messaggio che vogliamo lanciare non è solo quello di attenzione alla tutela dell’ambiente – spiega Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua – ma anche di vicinanza al cittadino. Bere ‘l’acqua del sindaco’

Erasmo D’Angelis

possano liberare risorse da investire in un bene primario e di tutti come l’acqua. La rete idrica fiorentina è molto vecchia ed è stata messa a dura prova dallo scorso inverno. Quanto ci vorrà per sostituire le tubature? Abbiamo messo in programma 400 milioni di investimenti in tutta l’area gestita da Publiacqua nei prossimi 15-20 anni. Si tratta di un’opera imponente ma più che mai necessaria, considerato il fatto che a causa delle falle della rete perdiamo per strada circa un terzo dell’acqua che distribuiamo. Un’altra priorità da affrontare è quella del collettore degli scarichi urbani in riva sinistra dell’Arno. Per Firenze si tratta del tema dei temi: ancora oggi gli scarichi di 120mila fiorentini giungono direttamente nel fiume senza depurazione. E’ una pratica che trovo vergognosa e a cui metteremo fine entro tre anni. Una sfida contro il tempo, dunque, la vostra... Abbiamo finalmente concluso le pratiche amministrative e burocratiche. A marzo ripartiranno i lavori per la realizzazione del collettore, che erano stati interrotti a causa del ritrovamento di residuati bellici e rifiuti urbani, alcuni dei quali risalenti all’alluvione. Entro il 2015, data di scadenza della normativa europea che impone di depurare i fiumi dai rifiuti urbani, l’opera sarà conclusa. E senza alcun disagio per i cittadini, poiché i cantieri non interesseranno l’area urbana.

ISTITUTO del SACRO CUORE di Firenze Viale Michelangiolo, 27 - FIRENZE Tel. 055 6811872 Fax 055 6811388 1080537

E-mail: info@sacrocuore.com - www.sacrocuore.com

L'ISTITUTO DEL SACRO CUORE, nella sua secolare attività, nella formazione integrale degli allievi dai tre anni fino al coronamento degli studi superiori (liceo a indirizzo classico, scientifico e linguistico) persegue i seguenti obiettivi: • Educare tutta la persona mediante una solida formazione intellettuale, un'attenta coscienza critica e l'abitudine al ragionamento Sensibilizzazione ai valori umani e spirituali. • Risvegliare la capacità di selezionare, ordinare e personalizzare gli stimoli esterni per un giusto orientamento della vita, secondo la propria specifica vocazione. • Educare alla libertà, alla coerenza, alla responsabilità. • Aiutare ciascuno a sviluppare la propria originalità • Studio accurato delle lingue straniere a tutti i livelli. Per gli studi superiori conoscenza ed usi dei linguaggi specifici e dell'informatica. Particolare attenzione alle discipline umanistiche, scientifiche ed economico-giuridiche, • L'ambiente che si apre a tutti gli allievi è sereno e, per la sua stessa posizione naturale, assai privilegiato.

CONVITTO

L'Istituto del Sacro Cuore offre un ambiente sereno e familiare che favorisce la formazione spirituale, intellettuale, e personale di ciascuna ragazza. Ogni singola alunna è presa nella sua interezza, con i suoi talenti e le sue difficoltà, ed è guidata alla piena maturazione e crescita necessarie per la costruzione della persona, nel rispetto delle diverse personalità. Ciascuna è aiutata e sollecitata nel suo impegno scolastico perché possa mettere a frutto tutte le potenzialità. Le religiose che sono accanto alle ragazze nei vari momenti della giornata favoriscono il clima di famiglia così necessario per creare e ricreare equilibri in una fascia di età particolarmente difficile. Il convitto è aperto alle alunne della Scuola Primaria, della Scuola Media e del Liceo.

Il Convitto che si apre alle allieve dalla scuola primaria al liceo, in un ambiente sereno e familiare favorisce la formazione personale in un clima di fraternità e di impegno. SERVIZI Gli allievi usufruiscono delle attrezzature di cui la scuola dispone: laboratorio di informatica laboratorio di scienze e di fisica laboratorio linguistico biblioteche teatro palestra strumenti audiovisivi campi da gioco aperti anche in ore extrascolastiche servizio di trasporto e di mensa

Ma soprattutto gli allievi, dai più piccoli della Scuola dell'Infanzia ai più grandi del Liceo usufruiscono della splendida posizione dell’Istituto; le loro ricreazioni si svolgono abitualmente nell’ampio parco che si offre ai giochi delle differenti età, senza alcuna preclusione.

PENSIONATO UNIVERSITARIO L' istituto del Sacro Cuore è lieto di offrire a un piccolo gruppo di universitarie un Pensionato dove si respiri un'atmosfera di famiglia. È appunto in questo clima che esse potranno studiare serenamente e raggiungere i traguardi della maturità umana e cristiana.


PROVINCIA DI FIRENZE PROVINCIA DI FIRENZE


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attualità

Febbraio 2010

SAN LORENZO/1. L’ipotesi di uno sgombero circolata tempo fa non piaceva agli esercenti

Il mercato per ora resta al suo posto L’assessore Nardella spiega che per il momento non sono

Luca Serranò

state prese decisioni riguardo a un eventuale trasferimento

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na strana storia, quella del presunto trasloco di alcuni banchi del mercato di San Lorenzo.Tra lo stupore degli operatori oltre un mese fa hanno infatti cominciato a circolare voci sempre più insistenti di un trasferimento in Lungarno Pecori Giraldi, presso il mercato multietnico, delle postazioni raden-

in lungarno Pecori Giraldi: “Siamo all’inizio di un percorso, non faremo interventi senza coinvolgere le categorie”

L’INTERVENTO Parla Mauro Bufalari

“Vogliamo bagni e dei vigili fissi”

“A

IL DENTISTA RISPONDE QUESTO MESE: la protesi su impianti e’ sicura e da’ risultati paragonabili ai propri denti

A cura del Dott. Giuseppe Garrubba

con una leggera forzatura, ottenendo una stabilità maggiore da subito. Da un po' di anni a questa parte quest'ultima viene spesso preferita. Il vantaggio è chiaro, si può immediatamente mettere una capsula (seppur provvisoria) che permette al paziente di arrivare senza uno o più denti e uscire, dopo l'intervento, con denti paragonabili, in tutto e per tutto ai propri per stabilità, ingombro, estetica... Tutto il lavoro che dà la buona riuscita sta a monte, nell'anamnesi del paziente, come scrissi nella rubrica di gennaio. Rispettando le regole che la natura ci impone il risultato è quasi sempre garantito. Nella mia ormai più che ventennale esperienza da implantologo difficilmente ho avuto insuccessi. Si può ricorrere all'implantologia per risolvere in modo eccellente il proprio problema di edentulia.

Cari lettori, nella rubrica di gennaio vi parlai di impianti e per la precisione, quando e perché metterli. Questo mese, entrando più nello specifico, voglio parlarvi delle due tecniche di inserimento degli impianti: tradizionale o a carico immediato. Il prossimo mese, per esaurire il tema, vi parlerò di mini impianti, usati negli ultimi anni per ancorare la protesi mobile. Arrivati al punto di aver selezionato il paziente con le caratteristiche necessarie per la protesi su impianti (vedi numero di gennaio), si passa alla realizzazione. Nella tecnica classica si inseriscono le viti e poi si aspetta circa tre mesi che si riformi osso intorno ad esse, prima di applicarci le capsule. La tecnica cosiddetta a carico immediato prevede, invece, che la vite venga inserita impianto posizionato nell’osso

Salute a tutti.

DOTT. GIUSEPPE GARRUBBA Via Lungo L’Affrico, 42 - Firenze - Tel. 055 660225 Dal lunedì al venerdì 9.00 - 12.30 • 15.00 - 20.00 Il sabato 9.00 - 12.30 www.curailtuosorriso.it

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bbiamo grandi progetti, speriamo solo che gli enti locali ci aiutino in questa avventura”. Mauro Bufalari è il nuovo presidente della Commissione commercio per San Lorenzo, carica ottenuta a larga maggioranza poche settimane fa. Tra le proposte che saranno avanzate all’Amministrazione spicca senz’altro la costituzione di un vero e proprio percorso di “banchi caratteristici”, in modo da restituire al centro di Firenze un mercato autenticamente popolare. “Il Comune ci ha dato l’ok, adesso è il momento di cominciare a far sul serio”, spiega. Punto qualificante del progetto è il ripristino delle vecchie e ferree regole (in particolare del R.e.c., Registro Esercenti il Commercio) che governavano la materia prima del decreto Bersani. In questo senso, la famigerata legge speciale per Firenze si rende ancor più necessaria. “Prima di tutto viene la legalità - dice ancora Mauro Bufalari, titolare di un banco proprio accanto alla basilica - perché senza un generalizzato rispetto delle norme questo mercato continuerà a degradarsi sempre più”. Una sottile polemica anche nei confronti di quegli operatori che si disinteressano del bene comune. “E’ proprio a questo che servono le regole – racconta – in tal senso prometto che faremo di tutto per migliorare le cose. Prendete il problema dei rifiuti: serve un nuovo sistema di raccolta per evitare che a fine giornata tutto lo sporco si riversi sulle strade”. Le richieste degli ambulanti, d’altra parte, poggiano anche sulle migliaia di euro (800 per ogni metro quadro) versate ogni anno per l’occupazione del suolo pubblico. “Chiediamo soprattutto la costruzione di bagni e la presenza fissa dei vigili urbani - conclude Mauro Bufalari - siamo stanchi di essere spennati dalle tasse mentre gli abusivi fanno il bello e il cattivo /L.S. tempo”.

ti la basilica. Molti articoli di giornale hanno confermato l’ipotesi, e in poco tempo il popolo degli ambulanti di San Lorenzo ha serrato le fila e chiesto compatta un incontro con l’Amministrazione. La parola fine all’incidente di percorso è giunta dopo alcuni giorni, col Comune schierato in blocco a smentire l’ardito progetto. Ma come si è arrivati a tutto questo? Com’è possibile che una notizia così dirompente abbia potuto fare il giro della città? I nuovi componenti della commissione commercio per San Lorenzo (oltre duecento votanti, presidente Mauro Bufalari) ancora non sanno darsi spiegazioni, ma in coro fanno barriera all’ipotesi sgombero. “È ridicolo pensare di spostarci - spiega Farshid Poosti, vicepresidente della commissione che rappresenta gli ambulanti del mercato - non siamo oggetti ma persone, e anche piuttosto arrabbiate. Siamo i primi a lamentarci delle condizioni di San Lorenzo ma questo non vuol dire che si possano prendere decisioni sopra le nostre teste”. Le smentite piovute nei giorni successivi, dunque, non sono servite a rasserenare completamente il clima. Il timore è ovviamente quello che la proposta torni di nuovo sul piatto, magari sotto altra forma. “L’amministrazione ha preso degli impegni - tuona Giorgio, tra gli ambulanti più longevi (e ascoltati) del mercato - Noi siamo sempre stati disponibili ma è chiaro che se fossero davvero queste le intenzioni ci arrabbieremmo molto”. Dario Nardella, vicesindaco nonché assessore allo sport e allo sviluppo economico, tiene a precisare che nessuna decisione è stata presa al riguardo. “Siamo solo all’inizio di un lungo percorso di riqualificazione dei mercati – spiega – e di certo ad oggi non possiamo sapere quali saranno gli scenari futuri. Quel che mi sento di assicurare, ad ogni modo, è che non faremo interventi radicali senza coinvolgere le categorie interessate”. Frasi che giungono soavi alle orecchie degli ambulanti, ancora scosse dagli articoli apparsi in serie sui giornali. “Vorrà dire che qualcuno rema contro - scuote il capo un giovane operatore di via dell’Ariento - forse diamo fastidio, su di noi si dicono tante falsità”. La presenza di merce made in China, per esempio, è una delle accuse che fa più arrabbiare titolari e gestori di banchi. “Ma li guardate i prodotti dei negozi del centro? La merce cinese è dappertutto, possibile che la colpa sia soltanto nostra?”.

Ci accusano di vendere merce made in China, ma lo fanno tutti


attualità

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SAN LORENZO/2. In aumento il numero dei commercianti dell’estremo oriente che affittano bancarelle

E tra i banchi si parla sempre più cinese Riccardo Bianchi

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uando chiedi di un cinese che ha un banco di alimentari nel mercato coperto di San Lorenzo, qualcuno dice che forse ti sbagli. Eppure Dong è lì, e da quattro mesi vende la sua verdura. Qui è il primo della sua etnia: “Volevo lavorare - dice - il mercato mi piaceva e ho provato”. Accanto, due bangladeshi che vendono frutta. “Anni fa i bangladeshi hanno comprato tanti banchi e vendevano tutti frutta e verdura - dice Alessandro, uno degli operatori storici - ma è andata male. Hanno smesso quasi tutti”. Nessuno commercia carne o pesce: i frigoriferi costano tantissimo. Anche fuori, tra le 242 bancarelle, gli ultimi arrivati sono originari di Cina e Bangladesh, ma sono già tanti. Negli anni ci sono stati prima i persiani, poi i palestinesi, poi gli slavi, i rumeni e i brasilia-

ni. Adesso loro, che per alcuni hanno superato le altre etnie. E, pure qui, vendono tutti la stessa roba: vestiti e foulard i cinesi, borse e ciondoli gli altri. Tutto a pochi euro. Parlarci è difficile. Qualcuno sa l’inglese, l’italiano il minimo indispensabile. Ma gli affari vanno male: “È mezzogiorno e ho venduto 15 euro. Lui zero e lei pure - racconta Otello, quarant’anni di esperienza, indicando il vicino senegalese e la vicina mandarina - I cinesi ci provano. Ma il problema è che c’è qualcuno, italiano, che affitta i banchi a prezzi alti nonostante la crisi. Li frega”. Le cifre vanno dai 2.500 euro al mese per un posto intorno alla basilica ai 500 di via Panicale, dove ci sono tanti posti vuoti, perché aprire al mattino costa più che tenere chiuso. A San Lorenzo quasi tutti vendono accessori in pelle, vestiti

Nell’area esterna sono tanti gli ambulanti asiatici, mentre in quella coperta per adesso c’è solo Dong, che da quattro mesi vende lì la sua verdura

e poco altro. Colpa anche di un turismo più povero. “I cinesi pagano sempre - li difende Angelo, che gestisce una delle cooperative che monta i banchi al mattino e li smonta la sera - Con i bangladeshi si fa fatica, ma anche con gli italiani. Solo che se loro poi se ne vanno, chi ti

paga?”. Qualche commerciante li accusa di slealtà: “Vendono la tua stessa merce, ma abbassano il prezzo. Ti fanno chiudere”, sostiene Edgar, brasiliano. Ma ormai nel mercato è quasi tutto uguale, fatto in Cina o comunque dai cinesi. A punirli, però, è l’inesperienza. “Sono anch’io

straniero - dice Dragosh, che ha un banco in via Panicale - ma ho lavorato come commesso per otto anni, prima di mettermi in proprio. Loro aprono dall’oggi al domani e si fanno concorrenza. Non sanno come si lavora. Alcuni hanno già chiuso. Andrà così anche per gli altri”.

FOCUS. Calo di vendite anche per gli stranieri

“La crisi c’è anche per noi”

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n via Panicale un ragazzo nero alticcio saluta un uomo bianco e gli mette una mano sulla spalla. “Amore?”, chiede, e lo accompagna in un negozio, sorpassando due africani che stanno sulla porta. Dopo dieci minuti, l’uomo è ancora seduto accanto alla cassa, in fondo al locale. Scene del genere si ripetono ancora nella strada, un tempo feudo dei neri. Ma oggi non più. Nel bazar col nome africano c’è un cinese. Ovunque rivendite e call center di bangladeshi. “Si notano di più da quando fanno capannello fuori dal centro Snai” dicono i commercianti italiani. Ma c’è chi è storico, come Alamgir, che nel 2001 ha aperto l’Oriental Alimentari, un supermarket etnico: “Vendiamo solo a stranieri, anche operatori del mercato. Abbiamo avuto un calo del 70 per cento in pochi anni, ma

Perso il 50 per cento in un anno, se continua così noi chiudiamo

continuo a pagare 1400 euro al mese di affitto”. Ad un italiano. In piazza del mercato, un piccolo negozio di accessori ha aperto vicino al kebabbaro. Dentro due ragazzi cinesi. Una, molto bella, non capisce l’italiano. L’altro dice che l’attività, di tre mesi, è del fratello. Ma della crisi non sa niente. Nel senso che non conosce la parola. I cinesi stanno acquistando i tanti fondi vuoti del quartiere. Via Faenza e le strade limitrofe sono una costellazione di commercianti asiatici. Tra i colleghi italiani la frase è: “Sono bravi, non danno noia. Ma mi domando chi e perché gli affitta i fondi”. Le clientele sono separate. Al mini-market all’incrocio con via Panicale una commessa anziana con gli occhi a mandorla dice che la sua è solo asiatica. Alla friggitoria numero 34, come riportato sulla targa storica, i gestori ora sono cinesi. La ragazza al banco spiega che gli affari sono calati perché non ci sono turisti: “Meno 50 per cento in un anno. Abbiamo mandato via una commessa. Ma l’affitto non è calato. Se continua così, chiudiamo”. Chi è il proprieta/R.B. rio? “Un italiano”.

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l’inchiesta

Febbraio 2010

ZOOM/1. A Firenze ci sono (poche) famiglie che gestiscono una miriade di fondi

La città di chi possiede palazzi interi L’INTERVISTA

Istituti assicurativi e banche, ma anche

Parla il vicesindaco Nardella

“Serve un intervento a livello governativo”

semplici privati: spesso immensi patrimoni

L’

immobiliari sono concentrati nelle mani di pochi. Ecco una “mappa delle rendite” Lorenzo Salusest

C’

era una volta una città in cui la ricchezza delle famiglie e la loro influenza sui destini di Firenze si misurava sulla bellezza dei palazzi e sull’altezza delle loro torri. Adesso che quelle torri sono state in gran parte scapitozzate, influenza e status sociale non si misurano più per altezza, ma per estensione. E i patrimoni immobiliari, nelle mani di pochi soggetti non sono più ostentati, tutt’altro. Tant’è che risulta difficile tracciare una mappa dei grandi proprietari, tanto più adesso che la giunta Renzi, di fronte al progressivo abbandono dei negozi storici e all’emorragia di abitanti dal centro, ha dato il via alla crociata contro la “città della rendita”. Ma chi sono dunque i protagonisti dell’oligopolio immobiliare fiorentino? Talvolta è sufficiente leggere le targhe in marmo o le insegne affisse sui muri: grandi istituti assicurativi possiedono palazzi nelle zone storiche, come Fondiaria in piazza della Repubblica o Generali in piazza della Signoria. Uffici ai piani superiori, fondi commerciali al piano terra: collocazioni strategiche che negli anni scorsi hanno spinto al rialzo gli affitti richiesti ai gestori di bar storici come Rivoire o Paszkowski, con minacce di chiusura poi rientrate. Ci sono poi alcuni istituti bancari, anch’essi proprietari da tempo immemore di fondi destinati ad abitazioni o negozi. Ma alcune banche stanno dismettendo il loro patrimonio, vendendolo a società private spesso riconducibili a singole famiglie: è il caso dei fratelli Fratini (eredi dei fondatori

della Rifle) che negli ultimi anni hanno acquisito, tra gli altri, l’attuale immobile che ospita Zara (ex sede del Banco di Sicilia) e di Palazzo Tornabuoni (Ex Banca Intesa) in via Strozzi, dove è stato realizzato un residence extra lusso. Nuovi proprietari che affiancano le dinastie nobiliari che tutt’ora possiedono le storiche residenze familiari, destinandole a negozi ed appartamenti. Caso diverso è quello che riguarda le proprietà dell’Arcidiocesi, dell’Istituto di sostentamento del clero e dei singoli complessi religiosi: numerosi sono i fondi commerciali ed abitativi che rientrano nel patrimonio ecclesiastico, ma differentemente dagli altri proprietari, la Chiesa tende a mantenere i livelli di locazio-

ne a prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato, non perseguendo quindi intenti speculativi ma conservativi. Fin qui niente di sorprendente. Ma sbaglia chi pensa che i grandi proprietari di immobili siano concentrati nel centro storico, o che essi siano solo gli eredi di grandi e note dinastie fiorentine. I protagonisti della rendita fondiaria sono talvolta anche famiglie ignote ai più, tranne a coloro a cui affittano case e fondi commerciali, spesso situati in zone periferiche della città. Interi immobili con alcuni negozi e decine di appartamenti intestati alla stessa persona? Capita più spesso di quanto si possa immaginare. Anche questa è la città della rendita, ma non andatelo a dire ai proprietari.

aumento dei canoni di affitto sta causando la chiusura di molti negozi storici. Il sindaco ha lanciato un messaggio ai proprietari, affermando che l’era della rendita di posizione è finita. Condivide? Non posso che condividere. Fin dall’inizio questa amministrazione ha fatto della lotta alla rendita una delle sue bandiere. La rendita sta soffocando le imprese, i negozi, le boutique e noi non assisteremo passivamente. Da un lato chiamiamo i proprietari alla responsabilità e al rispetto, dall’altro vogliamo combattere questa battaglia con ogni mezzo, a partire dal tavolo di confronto con il Governo. Gli affitti sono molto alti anche in periferia, dove i negozi di vicinato stanno cedendo il passo alle catene in franchising. Una conseguenza ineludibile della globalizzazione? Ci rendiamo conto che combattere da soli contro la globalizzazione è impossibile, non si può fermare un fenomeno storico. Ma lo si può governare, trovando nuove strade per arginare l’impoverimento culturale e sociale delle nostre strade e piazze evidenziato dalla scomparsa dei negozi storici e di vicinato per il proliferare di kebab, internet point, pizzerie al taglio. Introdurremo nuove regole, senza naturalmente porre questioni di discriminazione sociale o culturale, ma per preservare un coerente sviluppo della città, nell’interesse di tutti. Inoltre, stiamo perfezionando una importante intesa per promuovere i Centri commerciali naturali, meritevoli di sostegno perché hanno un ruolo vitale nel tessuto urbano fiorentino e difendono la nostra ‘tipicità’. Cosa può fare il Comune per scrivere la parola fine sulla rendita di posizione? Come amministrazione sappiamo di non avere strumenti normativi efficaci per controllare il fenomeno. Proprio per questo vogliamo porre il problema al Governo, anche attraverso la discussione sulla legge speciale per Firenze, per poter utilizzare la leva vincolistica e la leva fiscale, con meccanismi di incentivi e disin/L.S. centivi.

Mario Razzanelli. Candidato alle Regionali per Lega Nord

I punti cardine del programma per la Toscana e per Firenze sono: 1. LA QUESTIONE MORALE. Lo scandalo di Castello, lo scandalo Quadra, il caso Barberino che vede il coinvolgimento dell’assessore regionale Cocchi. I fiorentini ed i toscani riflettano e decidano se è giunta l’ora di voltare pagina. 2. INFRASTRUTTURE. - Aeroporto. Abbiamo oggi uno scalo che assomiglia ad uno del terzo mondo. Con la pista parallela all’autostrada ridurremmo l’inquinamento acustico e

potremmo raggiungere ad esempio la Russia e l'Egitto. Un milione e mezzo di passeggeri in più all’anno potrebbero significare un miliardo di euro di nuove entrate per l’economia dell’area fiorentina. - Bretella Incisa-Barberino. L’autostrada del Sole potrebbe diventare la circonvallazione esterna di Firenze riducendo drasticamente l’inquinamento. - TAV. Bloccare il progetto della stazione Foster ed esaminare una soluzione alternativa per l’attraversamento di Firenze dell’Alta Velocità. Utilizzando le risorse risparmiate per potenziare le ferrovie regionali . 3. IMMIGRAZIONE. Rispetto delle leggi e delle

regole. Chi delinque o non rispetta le regole e le leggi deve essere rimpatriato immediatamente. Istituzione in Toscana dei Centri di accoglienza. Aiutare gli immigrati che lavorano, si inegrano e si comportano correttamente 4. SANITÀ. No alla proposta del Candidato Presidente Rossi. Tre mesi di attesa per fare un esame sono troppi. Basta! Non è più ammissibile che con una Sanità che brucia miliardi di risorse ci siano ancora oggi tempi biblici di attesa per fare un esame. Dopo 30 giorni un cittadino deve avere il diritto di farsi fare gli esami anche in una struttura privata. 5. CULTURA. Impedire che la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino venga declassata. Sarebbe una perdita grave per Firenze e la Toscana tutta. Chiedo a tutti i Fiorentini che hanno a cuore gli interessi della città e della regione di VOTARE LEGA NORD. Manterrò gli impegni chiesti dai miei concittadini: amici stanchi di soccombere a interessi e sprechi della politica. I soldi ci sono, sono quelli delle nostre tasse e devono essere spesi bene!

MESSAGGIO A PAGAMENTO

Cari amici e concittadini, insieme abbiamo ottenuto dei risultati importanti: - la pedonalizzazione di Piazza Duomo; - la revisione del piano strutturale, - la discussione su tunnel TAV e Stazione Foster. Oggi mi rendo conto che bisogna fare molto di più. Così ho deciso di candidarmi per le regionali insieme al movimento della Lega Nord, unico partito impegnato per risolvere concretamene i problemi della gente, delle città e del Paese.


l’inchiesta

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ZOOM/2. Non si ferma l’ondata che ha coinvolto molti negozi del triangolo della moda fiorentina

Via Tornabuoni, ancora bandoni chiusi Da Yves Saint Laurent a Hugo Boss, fino a Versace, Escada e Brooks Brothers. Le grandi firme continuano a chiudere le loro boutique nelle strade più centrali della città, lasciando spazio a saracinesche abbassate e cartelli con la scritta “affittasi” Barbara Biondi

C’

è chi viene e c’è chi va. Via Tornabuoni, strada fiorentina delle griffe per eccellenza, sta (ormai da qualche anno) subendo la crisi che nel 2009 ha finito per attanagliare tutto il mondo, nessuno escluso. Il risultato è un via vai di negozi che chiudono, a volte riaprendo in altre location e a volte non riaprendo affatto, sparendo dalla circolazione senza dare più segni di vita. Il crocevia della moda, dove da un po’ si assiste ad una sorta di “danza delle saracinesche” è Tornabuoni, Strozzi, Vigna nuova. Queste le tre strade dello shopping con la S maiuscola, quelle dove “se ci sei vuol dire che conti qualcosa nell’olimpo fashion”. E se non ci sei più? La questione è amletica. Il primo (previdente) a chiudere i battenti, già qualche anno fa, è stato Yves Saint Laurent, che da trent’anni stava all’inizio di via Tornabuoni ed ha lasciato spazio a Burberry, che ha preso il suo posto. L’hanno seguito a ruota Hugo Boss, che ha chiuso in via Tornabuoni (ma ha un punto vendita in piazza della Repubblica), Trussardi, che aveva un maxi negozio di oltre 400 metri quadri (con un affaccio anche in piazza Strozzi) nella stessa strada, Roberta di Camerino in via del Parione, Versace che stava “di casa” nella torre Gianfigliazzi, proprio di fronte al palazzo Spini Feroni della maison Ferragamo, Escada in via Strozzi, Cartier che si è trasferito poco distante e Brooks Brothers, che aveva aperto in via della Vigna Nuova poco più di un lustro fa. Tutti sono andati via promettendo a clienti e aficionados di spostarsi altrove, ma ad oggi nessuna di queste griffe ha reso note nuove aperture. Una vox populi nell’aria da tempo parla di Fendi come il prossimo della lista a sloggiare lasciando spazio a Louis Vuitton, che a quel punto guadagnerebbe l’intero isolato che si affaccia su piazza Strozzi. Sono sempre voci quelle che parlano delle cattive acque in cui sembrerebbero navigare anche Bottega Veneta, che ha la sua boutique in via Strozzi, Gianfranco Ferrè, le cui vetrine si affacciano metà su via della Vigna Nuova e metà su via del sole, e Rebecca, brand tutto toscano che sembra abbia difficoltà a tenere aperto il prestigioso punto vendita aperto in anni recenti a pochi metri da piazza Antinori. Commessi e impiegati tremano al solo pensiero di chiusure imminenti e alcuni si mobilitano per tempo, alla ricerca di un posto di lavoro più

stabile, operazione quanto mai difficile. Nel frattempo, alcuni bandoni restano chiusi e i cartelli affittasi rimangono appesi alle vetrine per mesi. D’altronde, con i tempi che corrono, è comprensibile che anche grandi e facoltose aziende non siano disposte a spendere cifre che si aggirano, a seconda del negozio, sugli “80mila euro mensili di canone”, come spiega la proprietaria di uno dei fondi vuoti.

LA NOVITÀ Visto in passerella

L’oro si fa mantello E debutta a Pitti

C

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dalle ore 15,30 c.ca - Animatori OTTO E LARA - giochi individuali e a squadre musica - sarà offerta la merenda a tutti i bambini.

Venerdi 26 febbraio, CENA SICILIANA con il seguente menù:

insalata di polpo, arancini, rigatoni alla norma, pasta con le sarde, grigliata mista con pesto alla siciliana, sarde a beccafico, pignolata. al costo di 25,00 euro a persona. PRENOTARSI AL BAR ENTRO MERCOLEDÌ 24/2 CON ACCONTO DI 5 EURO A PERSONA. INIZIO CENA DALLE ORE 20,00 C.CA.

MERCATINO DEL COLLEZIONISTA, del FAI DA TE, di BENEFICENZA - Domenica 28 febbraio

(e per i prossimi appuntamenti, ogni 4^ domenica del mese) dalle ore 10,00.

Per informazioni sulle attivita’ sopraelencate telefonare nel pomeriggio

dalle ore 15.00 alle ore 18.00 al n. Tel.

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INIZIATIVE RIVOLTE ESCLUSIVAMENTE AI SOCI ARCI

ome fossero abiti da indossare, stagione dopo stagione, i gioielli debuttano a Pitti. In effetti i manufatti realizzati dalle sorelle Marzia e Daniela Banci di Banci Gioielli Prezioso, prima azienda orafa ad avere accesso alla kermesse più modaiola di Firenze, non si prestano a recitare la parte dei semplici accessori, pretendono quella da protagonista. Pezzi unici o riprodotti al massimo in 9 esemplari (ma sempre rigorosamente a mano), ideati a partire da un tema, come testimoniano i nomi dati alle singole creazioni e alle diverse collezioni. Geodedica, Parto, Firmamento, fino alla futuristica World Wide Web. In ogni caso si tratta di forme del tutto originali e altamente evocative. Come l’anello intagliato nel corallo più brillante o la collana che richiama forme e colori lunari. “O ci ispiriamo ad un titolo e lo sviluppiamo con diverse sfaccettature – racconta Marzia Banci, la maggiore delle due sorelle – oppure li plasmiamo sulla persona che ce li richiede, sull’occasione che vuole celebrare, sul carattere e sui suoi colori”. Un’arte in grado di far sentire ogni donna una regina, assicura Marzia, ma che richiede tempo, pazienza, attesa dell’ispirazione giusta e un atteggiamento quasi di ascetismo nei confronti della fretta contemporanea. “Ogni anello ha la sua storia, qualcuno può aver bisogno di 2-3 anni per nascere, dal momento dell’idea alla realizzazione”. Il tempo che ci vuole ad edificare piccole opere di architettura, in cui sono evidenti gli studi in materia delle due sorelle. Per sfornare il “mantello” in oro bianco e argento ispirato alla costellazione dell’Aquila ci sono voluti 4 anni. Ma il risultato parla chiaro: “Le donne che cerchiamo di mettere in luce – conclude Marzia Banci - sono come le nostre creazioni: malleabili, duttili e uniche, dunque /F.P. preziose”.


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Febbraio 2010

speciale

L’INIZIATIVA. Il Reporter a fianco della Fondazione Rava perchè sul terremoto non cali il silenzio

Fari puntati, Haiti non va dimenticata Benedetta Strappi

È

stato facile, spontaneo, quasi scontato prendere il cellulare e mandare uno, due, tre messaggini a chi chiedeva di inviarli a sostegno della popolazione di Haiti. Il difficile, invece, viene ora. Adesso che il sipario sul terremoto si sta abbassando, adesso che le immagini di quei bambini straziati si allontanano nel tempo e fanno meno male. Da tanti anni, 22 per l’esattezza, ad Haiti opera la Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus, da tempo in prima linea per portare sollievo a una popolazione che già prima del sisma era piagata dalla povertà. La Fondazione negli anni ha portato avanti una lunga lista di progetti. Tra gli altri, ha costruito un orfanotrofio per 600 bambini, un ospedale pediatrico, scuole di strada per altri 6mila bambini e un centro di riabilitazione per bimbi disabili. Immediatamente dopo che la terra ha smesso di ruggire, la Fondazione si è attivata per mettere a disposizione l’ospedale pediatrico N.P.H Saint Damien come base per gli aiuti internazionali. L’ospedale, costruito con criteri antisismici, è stato danneggiato ma è rimasto in piedi e non ha mai smesso di

Le foto di questa pagina sono state scattate all’ospedale pediatrico N.P.H. Saint Damien della Fondazione Francesca Rava

La popolazione colpita dal sisma ha ancora bisogno dell’aiuto di tutti per ripartire: per questo è importante tenere alta l’attenzione soprattutto adesso che è passato un po’ di tempo e continuare con le donazioni anche nella fase post-emergenza funzionare. Le operazioni non si sono mai fermate, e la struttura è arrivata ad assistere anche 700 persone contemporaneamente, oltre a servire da quartier generale per la Protezione Civile Italiana. Un dato, la dice lunga. In quei primi, strazianti, tre giorni nella struttura sono nati tre bambini. E anche dopo, tante sono state le future mamme arrivate con complicanze, che si è scelto di aprire un reparto maternità. E mentre si accoglievano le nuove vite, la Fondazione ha continuato a lavorare su tutti i fronti, distribuendo acqua e cibo, organizzando centri di accoglienza e ampliando l’orfanotrofio per accogliere altri bambini. Oggi ad Haiti è tutto da rifare, e il momento di aiutare non finisce mai. Il Reporter - così come altre pubblicazioni della Web&Press Edizioni - ha scelto di sostenere la Fondazione Rava e di provare a tenere le luci puntate su questa tragedia. Ed è per questo che dalle nostre pagine rilanciamo l’appello a donare, a dare il proprio contributo perché il Paese e la sua gente riescano a rialzarsi.


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politica

Febbraio 2010

AL VOTO. Verso il rinnovamento del governo toscano. Ecco chi sono gli aspiranti al “trono”

Tre uomini e una donna per la Regione Saranno Enrico Rossi (Pd, Sel, Idv, Prc, Pdci), Monica Faenzi (Pdl, Lega Nord), Francesco Bosi (Udc) e Alfonso De Virgiliis (Radicali) a sfidarsi il mese prossimo per la successione a Claudio Martini Paola Ferri

S

arà una corsa a quattro per la presidenza della Regione Toscana. A contendersi la poltrona di governatore sono tre uomini e una donna. Ad aprire le danze delle candidature è stato Enrico Rossi, attuale assessore regionale al diritto alla salute, che non ha avuto bisogno di primarie di sorta per essere scelto come rappresentante di Pd, Sinistra ecologia libertà, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. La sua nomina è giunta un paio di mesi fa, mentre quella che si è fatta maggiormente attendere è stata quella di Monica Faenzi. Deputata e sindaco di Castiglione della Pescaia, la Faenzi correrà con la casacca del Pdl e la squadra di supporto della Lega Nord, alleata di malavoglia in terre toscane. Dopo tanto tribolare a fine gennaio il suo nome è stato ufficializzato direttamente dal premier Silvio Berlusconi, che l’ha preferita al candidato in pectore, l’ex An Riccardo Migliori. Il parlamentare si è fatto elegantemente da parte per lasciare spazio alla ex italo forzuta bionda della Maremma, unica donna in lizza. Che si appresta a incalzare l’armata Rossi soprattutto sul terreno dell’immigrazione e dello sviluppo economico. E il capitolo Cie (Centro di identificazione ed espulsione dei clandestini) ha già fatto scattare le prime scintille tra i due. Nonostante l’apertura del candidato del centrosinistra. Rossi ha infatti avanzato una “via toscana” ai centri di identificazione. “Non vogliamo centri di detenzione dove non si rispettino i diritti umani – ha recentemente dichiarato – ma tanti piccoli Cie gestiti in collaborazione con volontariato e mediatori culturali, dove gli immigrati privi di documenti possano essere trattenuti nel rispetto della loro dignità. E dove, per quelli che sono disponibili ad accoglie-

Enrico Rossi

Monica Faenzi

Francesco Bosi

Alfonso De Virgiliis

re proposte di lavoro, possano essere avviati processi di regolarizzazione”. “L’idea mi fa sorridere – gli ha replicato la Faenzi – anzi arrabbiare. Gli italiani perdono anni per trovare un impiego e ai clandestini sarebbe dato lavoro in tre mesi”. La battaglia si preannuncia senza esclusione di colpi, anche se per l’aspirante prima govenatora della Toscana la strada è tutta in salita, considerato il vantaggio temporale del superassessore e il distacco in termini percentuali che da decenni fa di questa regione una roccaforte della sinistra. A far da terzo e quarto “incomodo” nel duello saranno Francesco Bosi e Alfonso De Virgiliis, candidati rispettivamente per l’Udc e per i Radicali. Sfumata l’ipotesi Oliviero Toscani, il celebre fotografo scelto in prima battuta da Pannella e Bonino per tentare l’impresa, la nomina è ricaduta su De Virgiliis, noto imprenditore nonché ideatore del Premio Internazionale Galileo, prestigioso riconoscimento culturale attribuito, tra gli altri, a Roberto Benigni. Dall’altra parte il deputato e sindaco di Rio Marina Francesco Bosi, due volte sottosegretario alla difesa con il governo Berlusconi. I fiorentini lo ricorderanno anche nei panni di consigliere comunale, carica che ha ricoperto dal 1975 al ’90. Altri due personaggi, dunque, in grado di arricchire il quadro di una campagna elettorale che si profila tutt’altro che scontata.

BILANCI. Conti in ordine ed “economia verde”, l’eredità dell’amministrazione uscente. Con qualche neo

Il tesoretto della Toscana? Tutto in salute o sapevate che sanità e politiche sociali assorbono il 75 per cento del bilancio regionale? Si tratta di cifre da capogiro, attestate per il 2010 attorno a 6 miliardi e 746 milioni di euro su un totale di 8 miliardi e 890 milioni di spesa preventivata. Ed è grazie al pareggio dei conti in ambito sanità, raggiunto nel 2006 e mantenuto tra le tempeste di una difficile congiuntura economica, che la nostra regione si è potuta permettere di non frugare oltre nelle tasche dei contribuenti. Tant’è che la Toscana mantiene la pressione fiscale più bassa d’Italia, eccezion fatta per le regioni a statuto speciale e la Basilicata, forte del suo tesoretto

d’oro nero. Il contenimento dei costi della sanità pubblica ci ha portato, tra l’altro, al centro della scena nazionale, a prenderci i complimenti del ministro Giulio Tremonti e del premier Berlusconi. Ma non è stata solo la sanità a trascinarci sotto i riflettori in questi ultimi cinque anni. La scorsa primavera ad attirare l’attenzione mediatica ci pensò la “legge regionale sull’immigrazione”. Una polemica per tutte: il diritto dei cittadini stranieri, clandestini compresi, di accedere alle cure ospedaliere senza incorrere in una denuncia per clandestinità. Sono state poi la tragedia di Viareggio e l’emergenza maltempo dello scorso Natale a farci salire mal-

volentieri all’onore delle cronache. E a mostrare a tutto il Paese un popolo che si rimbocca le maniche e va avanti. Nonostante le risorse arrivino a spizzichi e bocconi dal governo centrale. La regione di Martini è anche quella del “Piano casa” rivisto e corretto in salsa toscana. Così corretto da non attirare nemmeno una richiesta per ampliare o ristrutturare baracca o castello che fosse. Per intravedere una via d’uscita dalla crisi, allora, meglio guardare altrove. E investire in innovazione ed energie rinnovabili. Perché la Regione ha deciso che la ripresa sarà “green”, anche /P.F. grazie ad appetitosi incentivi.

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E AL N IO ESS TE F N RO E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G


politica

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PALAZZO VECCHIO/1. Intervista al neo-assessore Cristina Giachi

PALAZZO VECCHIO/2. Trovata l’intesa

“Ricerca a portata di tutti Pace fatta con la Fiorentina, E più spazi per i giovani” entro l’anno il centro sportivo D

Francesca Puliti

urata di sei anni, rinnovabile per altri sei, manutenzione ordinaria a carico della Fiorentina, straordinaria sulle spalle del Comune e realizzazione del minicentro sportivo ai “campini” di viale Maratona completamente a spese della società viola. Entro un anno. La convenzione c’è, firmata da entrambe le parti e messa in cassaforte. Sì, perché ce n’è voluto di tempo e di impegno per ottenerla. Il prezioso documento è costato un anno e mezzo di trattative (da luglio 2008) e la “testa” di un assessore (Barbara Cavandoli, dimessasi proprio durante/a causa delle trattative). Eppure una volta prese in mano le pratiche, il nuovo titolare delle deleghe allo sport, il vicesindaco Dario Nardella, ha portato a casa il risultato in quattro e

C

ristina Giachi si è appena accomodata sulla sua nuova poltrona e ha già un’agenda strapiena. Questo incarico no, non se lo aspettava e le è giunto in maniera un po’ irrituale (ma non nell’era Renzi). “Matteo mi ha mandato un messaggino con il cellulare, poi mi ha convocata ufficialmente”. Quarantun anni, ricercatrice universitaria, è lei il nuovo assessore a Università, ricerca e politiche giovanili, carica che ha assunto il mese scorso dopo il rimpasto di giunta, resosi necessario in seguito alle dimissioni dell’assessore allo sport Barbara Cavandoli. New entry sì, ma fino a un certo punto, considerando il fatto che c’era proprio lei dietro ai famosi 100 punti in 100 giorni, cavallo di battaglia della campagna elettorale e Bibbia dei primi mesi di mandato del nuovo sindaco. Università e città, un rapporto destinato a cambiare nei prossimi mesi? Al momento il rapporto è da costruire, l’obiettivo è quello di farlo diventare un interscambio produttivo per entrambe le parti. Ora come ora l’ateneo ha rapporti sporadici con la realtà cittadina e con l’amministrazione, lavoreremo per far sì che il dialogo diventi continuo ed organico. Già in campagna elettorale ci eravamo mossi in questa direzione, organizzando alcune iniziative volte a creare spazi d’incontro tra le istituzioni accademiche e di ricerca e l’amministrazione. Ma la fase più importante consiste nel coinvolgere la cittadinanza. In che modo? Rendendola partecipe del valore della ricerca, aprendo il mondo accademico a chi non ne fa parte. La conoscenza

La conoscenza non deve rimanere un privilegio per élite ristrette non deve rimanere un privilegio per élite ristrette, deve essere accessibile a tutti i cittadini. C’è innanzitutto un problema di comunicazione, che rende difficile far emergere il mondo universitario dalla nicchia degli addetti ai lavori. Una chiusura che impedisce agli stessi enti di ricerca diversi di attivare una vera e propria sinergia. Come valorizzare istituzioni come il Cnr e altri centri di studio che hanno base a Firenze? Il nostro obiettivo è quello di creare una rete in grado di mettere in contatto i diversi attori, non ultimi gli stessi

Cristina Giachi

cittadini, spesso poco o per niente a conoscenza di queste realtà. E parlando di connessioni concrete, il Polo sociale di Novoli e quello scientifico di Sesto risultano ancora decentrati e isolati dal punto di vista dei trasporti pubblici. Lo stesso sindaco ha espresso la volontà di prolungare le linee tramviarie per servire i due poli universitari, in una logica che tenda ad includerli il più possibile nel tessuto cittadino. Il che rappresenta una premessa fondamentale all’integrazione nella società vera e propria. Altra tematica all’ordine del giorno: la situazione abitativa dei numerosi studenti fuori sede di casa a Firenze. Le politiche cittadine possono fare molto per risolvere questo problema, a partire dalla lotta agli affitti in nero. Si tratta di un tema complesso, su cui lavoreremo in stretta collaborazione con l’assessorato alla casa. E per quel che riguarda le politiche giovanili ci sono già idee in cantiere? L’assessore Di Giorgi, che deteneva la delega prima di me, ha già avviato dei provvedimenti interessanti, volti a creare e valorizzare spazi di aggregazione e di espressione artistica, nonché iniziative per incentivare lo sport tra i giovani. La strada maestra è già segnata e credo che non serva altro che proseguire su questo cammino.

Risolto nel migliore dei modi il nodo della convenzione quattr’otto. “In realtà si è trattato soltanto di condurre in porto delle trattative già ben avviate”. E nel frattempo dall’opposizione c’è chi parla di capro espiatorioBarbara. “Chiunque al posto suo – commenta Francesco Torselli, consigliere Pdl - avrebbe restituito la propria delega nella mani di un sindaco che in pubblico, a fronte delle difficoltà nella firma della convenzione, l’ha di fatto delegittimata dicendo di prendere in mano la situazione. A Barbara Cavandoli va riconosciuta la grande dignità per aver scelto le dimissioni piuttosto che prostrarsi al protagonismo di Renzi”. Di rinnovo della conven-

Diego Della Valle

zione se ne è cominciato a parlare che lo scettro dello sport era ancora nelle salde mani di Eugenio Giani e sul trono di sindaco sedeva Leonardo Domenici. Si è arenata nelle sabbie mobili degli incassi pubblicitari prima, della Cittadella viola poi, nell’inchiesta giudiziaria su Castello come conseguenza. Per poi rimanere impigliata in un manto erboso più marrone che verde o nella diatriba sulle competenze per spalare la neve. Ma alla fine è calato il sipario anche sull’ultima puntata della telenovela. Il dado è tratto e pare che il risultato abbia soddisfatto sia la Fiorentina che Palazzo Vecchio. E ora, “risolto nel migliore dei modi il nodo della convenzione”, come si legge in un comunicato congiunto, tutti al lavoro per costruire il “sogno” della Cittadella. Il nuovo stadio entra di striscio nell’intesa, laddove si prevede la possibilità di un terzo rinnovo in caso a luglio 2022 la “nuvola” di Fuksas non fosse ancora terminata. Ma nel frattempo, quantomeno, mister Prandelli avrà il tanto sospirato centro sportivo, a due passi dallo stadio. E i tifosi il cuore in pace. /F.P.

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focus

Febbraio 2010

L’INTERVISTA. L’ex procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna racconta quegli anni bui

“Sul Mostro restano ancora due dubbi” e compagni rimane qualche cono d’ombra e il magistrato è convinto che ci siano due questioni aperte: perché la raccolta di feticci? E da dove arrivò quella Beretta che nel 1968 aveva già ammazzato?

Pier Luigi Vigna

Luca Serranò

L’

ex procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna ha vissuto in prima persona gli anni della “caccia” al mostro. Anni di profonde trasformazioni sociali, in cui l’assassino (o gli assassini) delle coppiette riuscì a scuotere, terrorizzandolo, un Paese intero. D’improvviso, Jack lo squartatore era resuscitato e si aggirava di notte per le campagne della provincia di Firenze. Genitori di mezza Italia cominciarono a chiedersi se non fosse più sicuro che i loro figli restassero liberamente a casa, senza falsi pudori, invece di spingerli a cercar tra i boschi un riparo al proprio amore. Oggi, a distanza di tanti anni, molte domande aspettano ancora una risposta. Quanta verità conosciamo? Possiamo essere certi che il mostro non si aggiri ancora tra di noi? “Quando ho lasciato, nel 1997, il quadro probatorio nei confronti di Pacciani e dei suoi compagni di merende era già molto consistente - racconta Vigna - Lotti aveva appena confessato d’aver preso parte a quattro delitti, fornendo dettagli precisi su come si erano svolti i fatti, e molti altri indizi gravavano sui tre”. Nel 2000 Giancarlo Lotti fu infatti condannato a 26 anni di reclusione, mentre a Vanni, il postino di San Casciano con la mania del duce, toccò l’ergastolo per quattro dei duplici omicidi in concorso con Pacciani. Nessun chirurgo dalla mano esperta, nessun (ricco) genio del male. “La storia del chirurgo è una leggenda – chiarisce Vigna – le perizie dimostrarono che in sala operatoria si procede in tutt’altro modo”. Riguardo alle ipotesi di un secondo livello, la pista investigativa seguita da Paolo Canessa, Michele Giuttari e dal p.m. di Perugia Mignini (questi ultimi due recentemente condannati per abuso d’ufficio in concorso), l’ex procuratore appare scettico: “Sviluppi clamorosi non ce ne sono stati, la parola fine credo l’abbia scritta la sentenza del 2000”. Torsolo (Vanni), Catanga (Lotti) e il Vampa (Pacciani), restano dunque ad oggi gli unici individui collegati con certezza ai delitti del mostro: “Mi convinsi che Pacciani era l’uomo che cercavamo rileggendo un suo vecchio verbale d’interrogatorio – spiega Pier Luigi Vigna riferendosi all’omicidio del 1951, quando il contadino di Mercatale aveva ucciso l’amante della sua fidanzata – Un particolare mi fece saltare sulla sedia: disse che l’impulso omicida era scaturito alla vista della mano dell’uomo sul seno sinistro della donna”. In almeno tre dei sette duplici omicidi, in effetti, il mostro si accanì su quella parte anatomica per ricavarne feticci. Lunedì 8 settembre 1985, poche ore dopo il ritrovamento della coppia di francesi barbaramente uccisa a Scopeti, un lembo di seno arrivò in una busta sigillata sulla scrivania della dottoressa Silvia della Monica, che aveva a suo tempo investigato sui primi delitti. “Sono convinto che siano soltanto due le questioni ancora aperte. La prima è proprio lo scopo delle escissioni e della raccolta di feticci. La seconda – conclude – è forse la più ostica: come ha fatto Pacciani a entrare in possesso della Beretta calibro 22 che aveva già ammazzato nel 1968? Semmai ci fosse ancora qualcosa da scoprire, credo proprio si nasconda tra le righe di quella terribile vicenda”.

LA VICENDA

SETTE DUPLICI OMICIDI

Sono sette i duplici omicidi attribuibili al mostro (i mostri?) di Firenze. Il primo (14 settembre 1974) venne collegato al killer delle coppiette sette anni più tardi, quando a Mosciano di Scandicci furono ritrovati i corpi di Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi. Stessa pistola e stesso accanimento sulle vittime. Il mostro colpirà poi altre cinque volte (l’ultima l’8 settembre 1985), e in quasi tutti i casi si verificherà il rituale dell’escissione di organi femminili. Nonostante sia stato compiuto con la stessa pistola, il duplice omicidio avvenuto a Signa nel 1968 non è attribuito al mostro di Firenze.

1982: LA PISTA SARDA

La pista sarda comincia a farsi largo nel 1982, quando vengono rinvenuti i proiettili utilizzati nell’omicidio del ‘68 a Signa. La pistola, si scopre, è la stessa del mostro. Il giudice istruttore Mario Rotella, nonostante a suo tempo fosse stato condannato il marito della vittima, riapre il caso e accusa del delitto un clan di sardi legato a Francesco Vinci (e al marito stesso), pregiudicato operante da tempo nella zona. Quando le indagini sembrano a una svolta, con Vinci sospettato anche per gli omicidi seriali, il mostro torna a colpire smontando l’intero castello accusatorio.

SPUNTA IL NOME DEL PACCIANI

Pietro Pacciani entra nell’inchiesta già nel 1985, grazie a una lettera anonima. Anni dopo, da una lista di persone che erano state in carcere per reati legati al sesso, ma libere nei giorni degli omicidi, rispunta il suo nome. Dopo appostamenti e perquisizioni (trovata una cartuccia compatibile con l’arma dei delitti) viene arrestato il 16 gennaio 1993. Condannato in primo grado e assolto in appello, muore d’infarto (22/2/98) dopo che la Cassazione aveva ordinato di rifare il processo. Nel 2000 i suoi compagni di merende Vanni e Lotti vengono condannati in via definitiva per solo 4 dei 7 duplici omicidi.

“C’ERA UN DOTTORE...”

L’ipotesi dei mandanti muove da alcune frasi (“c’era un dottore”) di Giancarlo Lotti e dal denaro che Pacciani custodiva in alcuni buoni postali. Il capo del Gides Michele Giuttari e il p.m Paolo Canessa si convincono così che i compagni di merende prelevassero i feticci dietro compenso di un ricco dottore, che se ne sarebbe servito per riti esoterici di gruppo. Le indagini si intrecciano poi con quelle della procura di Perugia, dove si riapre il caso della morte (1985) del medico Francesco Narducci. Il farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei si ritrova indagato come mandante del presunto omicidio del medico umbro e dei delitti del mostro. Nel 2008 è stato prosciolto da tutte le accuse.

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Intorno alla vicenda di Pietro Pacciani


Arriva la Tramvia Muoversi con la Linea T1

La Linea T1 è la parte innovativa di un sistema integrato tra trasporto pubblico e privato, che collega Scandicci alla Stazione di Firenze Santa Maria Novella attraversando l’Arno in corrispondenza del Parco delle Cascine. 7.4 km di percorso con 14 fermate in circa 23 minuti a regime. La Linea T1 come anche le successive linee 2 e 3 sono gestite dalla GEST Spa, di cui sono soci al 51% la società francese RATP, ed al 49% da ATAF Spa. Ecco cosa è utile sapere per muoversi bene con la tramvia.

REGOLE E CONSIGLI

Non sono ammesse biciclette Per i cani valgono le stesse regole di ATAF (ammessi cani di piccola taglia e con museruola) I passeggini sono ammessi e possono posizionarsi nei posti riservati ai disabili

I BIGLIETTI

IL SERVIZIO

Servizio transitorio iniziale Dalle ore 6.30 alle ore 21.30 Frequenza: ogni 8 minuti in entrambe le direzioni Servizio a regime (da Aprile) Dalle ore 5.00 alle ore 24.00 Frequenza Ogni 3,5 min nelle fasce di punta dei giorni feriali Ogni 6 min nelle altre fasce orarie Ogni 12 min nella fascia notturna

I biglietti ATAF e LI-Nea sono validi anche per la tramvia e devono essere timbrati sul primo mezzo di trasporto pubblico utilizzato Nel passare dal bus al tram o viceversa non serve timbrare di nuovo il biglietto se ancora valido Tutti gli abbonamenti ATAF sono validi anche per la tramvia Valgono anche le altre regole previste per il servizio di autobus (esempio per l’accesso dei bambini, ecc.) Non è possibile acquistare il biglietto a bordo

L’arrivo della tramvia comporta dei cambiamenti nel sistema della viabilità urbana. Ecco alcuni consigli da tenere presenti: Il tram ha sempre la priorità su qualsiasi veicolo privato o pedone anche con luce intermittente o avaria degli impianti semaforici Mai circolare o sostare all’interno del tracciato della tramvia Prestare particolare attenzione agli incroci con la linea tramviaria, guardando le segnalazioni semaforiche Utilizzare sempre solo gli attraversamenti pedonali semaforizzati

La linea T1

www.muoversiafirenze.it


A cura del Consiglio di Quartiere 3

Sede del Quartiere 3

Via Tagliamento, 4 - Firenze Tel: 055-2767739 Fax: 055-2767740 E-mail: q3@comune.fi.it

SERVIZI ON-LINE del Comune

“GUADAGNARE SALUTE” Tre incontri sull’importanza di un sano stile di vita Relatori: Dott.ssa Barbara Niccoli (medico igienista nutrizionista) Dott.ssa Francesca Bardi (assistente sanitaria) Introduce: Alessandro Scarselli (Presidente Commissione Politiche Educative del Q3). APERTO A TUTTI Villa Bandini via di Ripoli, 118 (sala Paradiso) 23 FEBBRAIO – 9/23 MARZO 2010 – ore 17.30 1° Incontro - A come Alimentazione: tra bisogno primario, piacere e fattore protettivo. Gli incontri sono organizzati in collaborazione con la Società della Salute e dal centro di Consulenza Nutrizionale per tutti del Dipartimento della Prevenzione, Azienda Sanitaria 10 Firenze. Info: Villa Bandini, Quartiere 3 - Ufficio Politiche Educative – tel. 055 6585130

I servizi disponibili on line sono di tipo informativo e dispositivo. Questi ultimi richiedono di conoscere l’identità di chi li utilizza e, di conseguenza, è necessario possedere le CREDENZIALI costituite da “nome utente” e “password” per potervi accedere. Le CREDENZIALI si possono ottenere presentandosi, con un documento d’identità valido e con il codice fiscale, agli sportelli URP del Comune. Si ricorda che le credenziali sono gratuite ed immediatamente attive al momento della consegna da parte dell’operatore. Alcuni dei servizi on-line: iscrizioni scuola primaria, dell’infanzia, asili nido, iscrizioni centro estivi e relativi pagamenti, richiesta certificati anagrafici, cambio indirizzo. ICI: visure pagamenti, istanze di rimborso e “LEVIAMO L’ANCORA” altro ancora che potete conoscere consultando Cinque incontri dedicati a chi aspira a vivere la rete civica del comune di Firenze: www.co- in equilibrio ed armonia mune.fi.it alla pagina centroservizi.lineacomune.it. Info U.R.P. Quartiere 3 - via Tagliamento, 4 tel. 055 2767703/41, fax 055 2767730; e-mail: puntofi3@comune.fi.it

INCONTRI “CITTADINI E CLIMA – AUTOPRODUZIONE E RISPARMIO DI ENERGIA” Cause e conseguenze del cambiamento climatico e ruolo del cittadino nella produzione di energia da fonti rinnovabili e nell’attuazione del risparmio energetico Con la partecipazione di ricercatori del Centro Interdipartimentale di Bioclimatologia (CIBIC) dell’Università di Firenze e di rappresentanti dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia. APERTO A TUTTI Biblioteca di Villa Bandini via di Ripoli 118 GIOVEDI’ 25 FEBBRAIO ORE 21.00 GIOVEDI’ 4 MARZO ORE 18.00 Nel corso del primo incontro sarà visionato il film documentario UNA SCOMODA VERITA’ del premio Nobel Al Gore, seguirà un forum sulle attuali prospettive e opportunità anche alla luce delle decisioni scaturite dalla recente Conferenza delle Parti di Copenhagen. Per approfondimenti: www.ipcc.ch www.eea.europa.eu www.osservatoriokioto.it www.cibic.unifi.it www.ibimet.cnr.it www.biometeo.it www.firenzenergia.it www.regione.toscana.it Info: Quartiere 3 - Ufficio Ambiente tel. 055 2767721

APERTO A TUTTI, SEDE DEL CSF via dei Pucci 2 Info e iscrizioni: tel. 055282008, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30 “CONVERSAZIONI MUSICALI” Opere della stagioneAutunno Inverno Teatro Maggio Musicale Fiorentino A cura dell’Associazione Amici del teatro del Maggio Musicale Fiorentino in collaborazione con il Quartiere 3 IL MARTEDI’ ORE 17.00 Villa Bandini Sala Paradiso - Via di Ripoli, 118; Via del Paradiso, 5 INGRESSO LIBERO Prossimo incontro: 16 FEBBRAIO: “Adriana Lecouvreur” di Cilea (prima 19 febbraio) Info: Ufficio Cultura Quartiere 3 Villa Bandini, tel. 0556585.135/139 “ATTESE POSITIVE!” Percorsi d’innovazione: incontro conclusivo Servizi di sostegno alla scelta genitoriale per persone sieropositive a cura di: Società della Salute, Centro procreazione assistita Demetra, CESVOT, LILA Toscana onlus 24 FEBBRAIO ORE 9.30 – 13.30, Villa Bandini – Sala Paradiso – via di Ripoli, 118 PARTECIPAZIONE GRATUITA – Coffee break ai partecipanti Info: tel. 055 2479013 dalle ore 17.00 alle ore 20.00 dal lunedì al venerdì.

MOSTRE

DA MARTEDI’ 23 FEBBRAIO A MARTEDI’ 23 MARZO dalle ORE 21.00 alle ORE 23.00 guidati da operatori formati all’ascolto del Centro di solidarietà di Firenze (Csf ) Ente Ausiliario della Regione Toscana via de’ Pucci, 2; tel. 055/282008, fax. 055/287822, www.csfirenze.it e-mail: prevenzione@csfirenze.it La finalità di questi incontri è migliorare le relazioni con i propri familiari, con gli amici, con gli altri… con se stessi partendo dalle problematiche della vita quotidiana attraverso un percorso di sensibilizzazione al riconoscimento dei propri bisogni e alla scoperta delle proprie risorse. La scoperta delle capacità che ci caratterizzano rafforza la fiducia in noi stessi permettendoci di rimanere in contatto con i nostri bisogni. Il permetterci di avere dei bisogni da rispettare ci da la possibilità di riconoscere l’altro con caratteristiche e bisogni diversi dai nostri.

“QUESTI SIAMO NOI” Mostra di foto e documenti della storia di Gavinana, Nave a Rovezzano, Ponte a Ema 5 MARZO (inaugurazione ore 18,00) – 13 MARZO Villa Bandini, Sala Paradiso, via di Ripoli, 118 Aperture: Lunedì e venerdì dalle 9,00 alle 19,00 il sabato dalle 9,00 alle 13,00 Nella mostra è esposto tutto il materiale fotografico e documentazioni di vario tipo raccolte da cittadini del Quartiere 3 interessati alla ricerca storica su, piazze, strade, giardini, conventi, botteghe e chiese del territorio inerente la zona di Firenze Sud. Info: Ufficio ricerca della memoria Storica del Quartiere 3, Villa Bandini, tel. 055 6585128. “RIFLESSIONE” Pitture di Asako Inoue 21 FEBBRAIO (inaugurazione ore 16.00) – 7 MARZO In collaborazione con “Galluzzo Immagine” Associazione culturale Arti Visive Palazzo del Podestà, Sala Consiliare Via del Podestà 161 Apertura mostra: sabato 16.00 – 19.00; Domenica 10.00 – 12.00 / 16.00 – 19.00. Info: e.mail galluzzoimmagine@itervista.org


www.galluzzoimmagin.altervista.org “LASCIA LA PORTA SPALANCATA ALLA VITA” Pitture e sculture dell’artista Anna Cecchetti, residente nel Quartiere 3 La mostra prosegue fino al 27 febbraio SALA ANTIQUARIUM COSTANTINI Via Portigiani, 9 – Fiesole Orario: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 14.00 (chiuso il martedì) INGRESSO LIBERO “RITRATTI DI ARTISTI E POETI FIORENTINI” Esposizione permanente dell’artista Anna Cecchetti VILLA MARGHERITA OSPEDALE PIERO PALAGI v.le Michelangelo, 41

CORSI “IL PAESAGGIO NELL’ARTE” L’ambiente naturale nella rappresentazione artistica dal Medioevo all’arte moderna Corso di storia dell’arte a cura della dott.ssa Marzia Garuti I° parte: DA GIOVEDI’ 25 FEBBRAIO – A GIOVEDI’ 18 MARZO ORE 17.00 Palazzo del Podestà, Via del Podestà 16/2 Galluzzo Costo del corso: 30€ prima e seconda parte di 4 incontri ciascuna, 50 € intero corso di 8 incontri. Prossimi incontri: GIOVEDI’ 25 FEBBRAIO ORE 17.00 Il Trecento Il paesaggio realistico: giotto, Lorenzetti e il Gotico internazionale GIOVEDI’ 4 MARZO ORE 17.00 Il Quattrocento Il paesaggio del primo Rinascimento tra natura e ragione. Da Brunelleschi a Piero della Francesca GIOVEDI’ 11 MARZO ORE 17.00 Il Quattrocento(II) Paesaggio storicizzato, abitato, indagato da Mantegna a Leonardo “CORSO DI CERAMICA” In collaborazione con l’istituto Superiore Elsa Morante 10 incontri di 2 ore ciascuno (massimo 10 partecipanti). Inizio nel mese di FEBBRAIO ogni lunedì dalle ore 20.00 alle ore 22.00 presso l’Istituto professionale Elsa Morante E’ prevista la ripetizione di corso per un numero uguale d’incontri alle stesse condizioni di costo, numero di partecipanti ed orario, ad iniziare dal mese di APRILE. Info e iscrizioni: Istituto Elsa Morante (portineria) - via Chiantigiana, 26/a Firenze.

minimo 5 iscritti fino ad un massimo di 10 Laboratorio Il Cantagallo - Scuola Papini via S.L. Gavacciani, 2 (Galluzzo). Info: Ufficio Scuola Quartiere 3 - Villa Bandini – tel. 055 6585130 “LABORATORI PER L’INFANZIA” MARTEDI’ ORE 10.00 – Laboratorio di manipolazione con Ilaria. MERCOLEDI’ ORE 17.30 – Laboratorio di giocodanza (3/6 anni) con Brunella. GIOVEDI’ ORE 17.30 - Laboratorio di Lila Yoga con Serena. SABATO ORE 11.00 – Laboratorio creativo con Alessandro. Prestito libri della biblioteca. Ludoteca Il Castoro – Piazza Artusi, 23 tel. 055 6810517. Info: Ufficio Scuola Quartiere 3 - Villa Bandini – tel. 055 6585130

www.ilparacadutediicaro.it www.teatroeverest.it “IL CIRCO” Performance sulla guerra: laboratorio teatrale Stazione di Teatro urbano diretto dall’Associazione Venti Lucenti Da circa un anno e mezzo, il Teatro della Società ricreativa di Ricorboli l’Affratellamento, ospita un laboratorio teatrale, diretto dall’Associazione Venti Lucenti e fortemente voluto dal Quartiere 3 , che si chiama Stazione di Teatro Urbano. Il progetto di quest’anno, che vede la collaborazione dell’Assessorato alla Sicurezza Sociale della Regione Toscana ed il sostegno dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze, ha preso il nome AZZONZO perché intende portare, o riportare, questa città ad essere polis, pluralità di luoghi di confronto, di produzione culturale, di accoglienza e di divertimento. E lo fa con interventi teatrali coinvolgenti che ruotano sulle urgenze della nostra società; e lo fa per strada. 27 FEBBRAIO ORE 16.00 - Piazza Ghiberti “Il Circo”, una performance sulla guerra del progetto Azzonzo Info: www.ventilucenti.it; tel. 055 2320593.

“CORSO BASE DI INFORMATICA CON GNU/LINUX” a cura dell’Associazione Libera Informatica Il corso è rivolto a chi usa già il computer e vuole migliorare le proprie conoscenze di informatica. Durata : 6 lezioni di 2 ore,costo: euro 90,00 Il corso si svolgerà presso il Circolo Vie Nuove, U.R.P. COMUNICA Viale Giannotti n. 13, il venerdì dalle 19,15 alle 21,15. Bus n. 3 - 8 - 23 A/B - 31 - 32 - 33 - 71 TESSERINI VENATORI Alla fine dei corsi, con un piccolo contributo, Si ricorda che i tesserini venatori della stagione gliiscritti potranno portarsi a casa il computer 2009/10 dovranno essere riconsegnati all’URP del utilizzato per le esercitazioni. proprio Quartiere entro e non oltre il 20 MARZO Info e iscrizioni: cell. 334/8772362 2010. La mancata riconsegna è soggetta a sanzione amministrativa.

SPORT “GINNASTICA ARTISTICA MASCHILE E FEMMINILE” 1° prova CAMPIONATO SERIE A1 E A2 20 FEBBRAIO ORE 13.00 Prova inaugurale che vede impegnati i migliori atleti d’Italia: Igor Cassina, Enrico Pozzo, Vanessa Ferrari, Paola Galante, Lia Parolari. Biglietti: € 8,00 intero ed € 5,00 ridotti ( bambini fino a 12 anni). Info: www.centroginnasticafirenze.it/

TEATRO

“DOMENICHE DA FAVOLA RASSEGNA TEATRO RAGAZZI” Teatro, cinema e laboratori per ragazzi a cura dell’Associazione Il Paracadute di Icaro: in collaborazione con Teatro Everest, Conservatorio Statale di musica L. Cherubini, Dipartimento di Scienze dell’Educazione Università di Firenze, Museo Marino Marini. 21 FEBBRAIO ORE 16.00: “LABORATORI DI CERAMICA BLANCA TEATRO, K COME KOSIMO PER BAMBINI, RAGAZZI E ADULTI: DALLA MODELLAZIONE ALLA DECORAZIONE” Dedicato a Il Barone Rampante di Italo Calvino MERCOLEDI’ ORE 15.00 - 16.45 Teatro Everest, via Volterrana, 4B ragazzi 10/13 anni; 7 MARZO ORE 16.30: MERCOLEDI’ ORE 17.00 - 18.45 IL PARACADUTE DI ICARO, bambini 6/10 anni; LA SPOSA CHE VIVEVA DI VENTO MERCOLEDI’ ORE 20–22.00 Liberamente tratto dalle Fiabe Italiane adulti di Italo Calvino GIOVEDI’ ORE 18.00 – 20.00 Teatro Everest, via Volterrana, 4B adulti I corsi sono a numero chiuso. Si apriranno con Info: tel. 055/2321754;

BONUS GAS Il Bonus gas è l’agevolazione della spesa sostenuta dai clienti domestici per la fornitura di gas naturale. Il bonus vale esclusivamente per il gas metano distribuito a rete per i consumi nell’abitazione di residenza. Il Bonus può essere richiesto, come quello per l’energia elettrica, da tutti i clienti domestici che utilizzano gas naturale con un contratto di fornitura diretto o con impianto condominiale, se in presenza di un indicatore ISEE: 1)non superiore a 7.500 €; 2)non superiore a 20.000 € per le famiglie numerose (con più di tre figli a carico) Presentando la domanda entro il 30 aprile 2010, si potrà ottenere il Bonus con effetto retroattivo al 1° gennaio 2009. La domanda e i documenti si presentano al Comune di residenza e nello specifico agli U.R.P. E’ consigliabile prenotarsi telefonicamente. BONUS PER L’ENERGIA ELETTRICA Al fine di garantire la continuità dell’agevolazione in bolletta, l’utente che usufruisce del Bonus Energia deve presentare domanda di rinnovo entro un mese prima della scadenza dell’agevolazione, cioè entro l’undicesimo dei dodici mesi in cui ne ha fruito. Si segnala inoltre che, come previsto, i cittadini saranno regolarmente informati tramite posta rispetto a quale sia la data ultima entro la quale potranno recarsi al Comune (URP)/CAF per presentare domanda di rinnovo. Si precisa che chi ha presentato la I° domanda al CAF deve rivolgersi allo stesso Caf per il rinnovo. Si ricorda infine che, oltre al rinnovo, si può presentare anche nuove domande. Info: U.R.P. Quartiere 3 – Via Tagliamento, 4 tel. 055 2767703/41; fax 055 2767730; e-mail: puntofi3@comune.fi.it


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mobilità

Febbraio 2010

La novità/1. Via al restyling per circa ottanta strade: stanziati 47 milioni di euro

Addio buche, interventi in mezza città Benedetta Strappi

D

iciamo pure che la situazione si era fatta insostenibile, con le strade ridotte a un colabrodo, piene di crateri dai diametri fantasiosi, difficili da incontrare in altre città europee. E allora il Comune ha deciso di intervenire, stanziando un bottino record – 47 milioni – che andrà a coprire quei pericolosi vuoti d’asfalto che per anni hanno fatto sobbalzare ciclisti e scoooteristi sulle loro selle (con buona pace degli ammortizzatori) e minato la stabilità di pedoni e pneumatici. La lista degli interventi è chilometrica (tocca circa 80 strade) e in alcune zone sono già partiti. Si va (in ordine sparso) da via Chiantigiana a viale Duse, da piazza Indipendenza a viale Redi, da via San Gallo a viale Milton, dal Ponte all’Indiano a via Canova, da viale Lavagnini a viale Belfiore. Ancora, nella lista delle fortunate ci sono via Passavanti, via Cavallotti, via D’Annunzio, Lungarno Santa Rosa, via Allende, via dell’Agnolo, borgo Ognissanti, viale Guidoni, il viale Gramsci e altre vie ancora (una lista completa è disponibile sul sito del Comune). “Si tratta di un intervento – ha spiegato il sindaco Matteo Renzi – per dare una risposta concreta alle richieste dei cittadini. Non andremo semplicemente a coprire le buche, ma interverremo per rifare molte strade cittadine”. Tra queste strade doppiamente fortunate il sindaco cita espressamente via Martelli. “Dopo la pedonalizzazione del Duomo per questa strada dobbiamo pensare ad un intervento mirato, con l’eliminazione dei marciapiedi e il rifacimento della carreggiata in pietra al posto dell’asfalto”. Il gruzzolo destinato a queste migliorie è di 47 milioni, a cui se ne aggiungono altri 2 per sistemare semafori, luci pubbliche e affini. Per racimolare questa cifra l’Amministrazione ha scelto la via delle alienazioni, della vendita di parte del patrimonio immobiliare comunale. Sul mercato sono finiti alcuni pezzi da novanta, come l’Ex Meccanotessile, l’area Mercafir, la villa di Rusciano, e altri immobili già precedentemente inseriti nei piani di alienazione, come quelli che

ospitano il Meccanò e il Central Park.Il valore complessivo dei beni alienabili è di 500 milioni di euro, che dovrebbero servire, appunto, per il miglioramento delle infrastrutture. “Finalmente abbiamo le risorse e i progetti per un massiccio intervento di risanamento delle strade cittadine – ha spiegato l’assessore alla mobilità e manutenzioni Massimo Mattei – Si tratta di un notevole passo avanti rispetto al passato visto che l’anno scorso l’investimento è stato di 10 milioni di euro. Tuttavia ancora non è sufficiente per rimettere in sesto le strade e le piazze fiorentine: sarebbero infatti necessari 120 milioni di euro. Iniziamo intanto con somme importanti intervenendo nelle situazioni più critiche e su cui si sono concentrate le segnalazioni della cittadinanza”.

la novità/2. La sosta durante il lavaggio sarà punita solo con una multa

Fine dell’era ganasce. E mai più rimozioni N

on è difficile immaginare che faccia abbia fatto l’automobilista qualunque quando ha sentito della novità: mai più ganasce alle auto e fine delle rimozioni durante la pulizia delle strade. Il sospiro di sollievo delle migliaia di guidatori con l’incubo lavaggio devono averlo sentito fino agli appennini. Sta di fatto, insomma, che dal primo marzo si risolverà almeno uno dei (tanti) problemi di chi guida e parcheggia auto in città. Le auto lasciate nelle zone di lavaggio non saranno più inganasciate, né portate via. Questo vuol dire che i cittadini colpevoli di aver lasciato la macchina dove non potevano, al mattino, al posto dei congegni gialli (o del vuoto completo) troveranno solo la cara

vecchia multa: 36 euro per divieto di sosta contro i 120 per far togliere le ganasce o i 90 per il “riscatto” dell’auto finita a Novoli. Il sindaco Renzi meditava questa idea da tempo e l’ha tirata fuori dal cilindro contestualmente alla partenza del sistema Sweepy Jet, il robot intelligente che pulisce le strade senza bisogno che vengano sgomberate dalle auto. Si comincia da Campo di Marte, che già dalla fine del mese farà la conoscenza di Sweepy, per poi estendere la novità anche negli altri quartieri. Renzi ha annunciato che entro il 2010 il 50 per cento delle strade cittadine potrà essere pulito senza spostare le macchine, fatta salva la necessità di liberarle una volta al mese per /B.S. la pulizia completa.

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mobilità

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TRASPORTI. Guerra agli evasori, i controllori adesso sono operativi fino all’una di notte

Sull’autobus salgono regole nuove Giuditta Boeti

“M

a la notte no”. Fino ad ora il celebre refrain di Arbore era diventato a Firenze il motto dei cosiddetti furbetti del bus. Infatti le ore notturne erano considerate il momento migliore per prendere i mezzi pubblici senza pagare il biglietto, approfittando della minore presenza dei controllori a bordo. Ma ora per i portoghesi del servizio pubblico arriva una brutta notizia. Ataf ha lanciato una nuova campagna antievasione che ha proprio lo scopo di interrompere la cattiva abitudine degli evasori. Un’azione mirata che sarà svolta attraverso l’impiego di controllori anche durante il servizio notturno. Dalle 18 alle una i verificatori Ataf saranno impiegati a tappeto sui mezzi, e a partire dalle 21 i viaggiatori potranno salire sul bus soltanto dalla porta anteriore, perché ritorna l’obbligo di esibire il biglietto o l’abbonamento al conducente. “Non ci saranno più zone franche – commenta il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi – il biglietto va comprato per prendere l’autobus a qualunque ora. Grazie alle assunzioni di nuovi verificatori adesso Ataf può contare su una struttura numericamente e professionalmente adeguata per eseguire l’attività di controllo e sanzione 24 ore su 24”. In realtà, l’azienda di trasporti fiorentina già da giugno scorso ha iniziato a sperimentare i controlli in orario notturno. A metà gennaio erano già 634 i verbali elevati ai viaggiatori sprovvisti di biglietto: “C’è un netto recupero dell’evasione: attualmente facciamo circa 11mila multe al mese, il doppio rispetto ai dati storici di Ataf. Il nostro scopo - aggiunge il presidente Bonaccorsi - non è fare cassa comminando più sanzioni possibile, ma far capire a tutti che senza pagare

il biglietto non si prende l’autobus. I risultati ci stanno dando ragione, sui nostri bus ci sono sempre meno furbetti”. “Oltretutto – fa notare Bonaccorsi – adesso i biglietti Ataf durano 90 minuti e costano 1,20 euro, quindi 60 minuti di viaggio costano 80 centesimi contro 1 euro di Pisa, Pistoia, Grosseto e Bologna. In più, i nostri ticket garantiscono la possibilità di accedere anche ai servizi urbani di Trenitalia e ai mezzi del trasporto pubblico extraurbano, cosa che non avviene nelle altre città”. Tra le ultime trovate dell’azienda c’è la possibilità per gli studenti, dall’inizio del prossimo anno scolastico, di acquistare l’abbonamento direttamente a scuola, grazie ad una convenzione stipulata con i dirigenti degli istituti scolastici. Ma le novità in casa Ataf non finiscono qui: dopo le segnalazioni dei cittadini l’azienda di trasporto ha deciso di riorganizzare i tracciati dei bussini elettrici in centro, soprattutto in Oltrarno. La buona notizia è la rinascita della linea B, che avrà come capolinea Santa Maria al Pignone (zona piazza Gaddi) e piazza Piave, con un percorso stimato di 18 minuti. La linea D andrà da piazza Ferrucci a piazza Stazione, in 16 minuti; la C2, coprirà in 12 minuti il tragitto da piazza Beccaria a piazza Stazione; la C1 andrà dal Parterre in Oltrarno in 18 minuti. Intanto, già da metà gennaio è partita la linea 7 express che collega direttamente il centro di Fiesole con il terminal bus di piazza San Marco. Le fermate intermedie sono quattro: San Domenico, piazza Edison, piazza delle Cure e viale Don Minzoni.

Novità anche per i tracciati: torna la linea B dei bussini elettrici (con capolinea Santa Maria al Pignone e piazza Piave), cambiamenti per le linee C1, C2 e D. A metà gennaio è partito il 7 express, che collega Fiesole a piazza San Marco con sole quattro fermate


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infanzia

Febbraio 2010

CITTà BAMBINA/1. In arrivo anche agevolazioni per chi ha il mutuo o vive in affitto

Asili, stop alle liste d’attesa “Abbattute entro il 2011” Annalisa Cecionesi

N

on fanno in tempo a riprendersi dalla depressione post-parto, che le mamme si trovano di fronte a una nuova gatta da pelare: la ricerca dell’asilo nido. Quel che può essere solo una scelta pedagogica, è per i genitori che lavorano, senza nonni al seguito, una necessità. Ma trovare un asilo non troppo distante dal posto di lavoro è un privilegio: il più delle volte le mamme si ritrovano a scorrazzare da una parte all’altra della città con figli appresso. Un aiuto potrebbe arrivare dall’asilo aziendale. Su questa strada Firenze sta muovendo i primi passi. Presto, accanto al nido della Provincia, l’unico nido aziendale fiorentino, aprirà le porte quello della Cassa di Risparmio, a Novoli, con 50 posti. A questi si aggiungeranno la Regione, il Nuovo Pignone, l’Agenzia delle Entrate, la Mercafir e la Mukki. “Siamo molto favorevoli alla politica degli asili aziendali – spiega l’assessore

all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi – rappresentano un grande vantaggio in termini di comodità. Quella dei ‘simil-esperti’ che li definiscono un parcheggio per bambini è pura polemica strumentale visto che i nidi aziendali sono identici agli altri asili”. Saranno infatti gestiti dalle stesse cooperative che si occupano degli asili pubblici e dovranno avere il via libera comunale. Ma il tempo stringe e il 1° marzo si aprono le iscrizioni per il nido. Pubblico o privato? Oggi i bambini iscritti agli asili nido comunali e convenzionati di Firenze sono 2.145, contro gli 847 dei nidi privati. Se ai comunali il prezzo varia da un minimo di 59 a un massimo di 407 euro, a seconda dell’orario d’uscita e della fascia Isee, per un asilo privato si possono spendere anche più di 600 euro al mese (ma ce ne sono anche di meno costosi). Le tariffe dei nidi pubblici sono destinate ad aumentare. “L’incremento – rassicura l’assessore Di Giorgi – toccherà solo i redditi più alti”. Ma la nota dolente sono le liste d’attesa. Per gli asili comunali lampeggia il tutto esaurito. Lo scorso luglio i bambini in lista erano 1.400. La

nuova giunta è corsa allora ai ripari e si è impegnata ad azzerarle entro il 2011. Grazie all’iscrizione in sovrannumero, sono stati inseriti 168 bambini negli asili già esistenti, contando sul fatto che un quarto dei bimbi risulta costantemente assente. Il resto l’hanno fatto le rinunce, 470, e i voucher regionali, che hanno permesso di inserire a prezzo agevolato quasi 400 bambini negli asili nido privati. Da 1.400 la lista d’attesa si è ridotta a poco più di 400. Qualche novità sui criteri di ammissione: ci saranno agevolazioni per famiglie numerose (iscrizione gratis per il secondo figlio), per quelle con mutui oltre gli 800 euro e Isee fino ai 18.500 euro, e per quelle che vivono in affitto. A parità di punteggio avrà la precedenza chi era in lista dall’anno prima, e conterà anche l’Isee e l’età dei piccoli.Un punteggio toccherà anche ai genitori entrambi disoccupati.Un aiuto ulteriore verrà infine dalla costruzione di tre nuovi asili pubblici (a Coverciano, nell’ex Meyer, nei locali messi a disposizione della Regione e in Comune) che potranno dare ospitalità ad altri 150 pargoletti.

Verranno ritoccate al rialzo le tariffe (“ma solo per i redditi più alti”, assicura l’assessore Di Giorgi) e costruite nuove strutture per andare incontro alle famiglie con bambini piccoli. Anche i nidi aziendali pronti ad aprire le loro porte: dopo la Provincia tocca alla Cr Firenze NUNZIELLA Impiegata, 42 anni

SIMONETTA Impiegata, 46 anni

PAOLA Impiegata, 32 anni

“Ho trovato maestre molto attente”

“Servono verifiche a tappeto”

“Criteri di graduatoria ingiusti”

“La mia esperienza è stata molto positiva. Le maestre si sono dimostrate attente e premurose e anche la fase di inserimento del bambino non ha presentato particolari difficoltà. Positiva inoltre l’organizzazione di attività extra scolastiche e il coinvolgimento diretto e costante dei genitori”

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“Gli asili funzionano bene, il problema invece risiede nelle graduatorie che vengono effettuate in base al reddito Isee: attraverso questo sistema i figli dei lavoratori dipendenti risultano del tutto svantaggiati. Sono necessarie verifiche a tappeto per valutare le reali condizioni economiche delle famiglie”

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“L’asilo nido per mio figlio è stata un’ottima esperienza: è molto utile nel rendere autonomi i bambini. Il problema sono le liste d’attesa e i loro criteri. Penso sia ingiusto che un lavoratore autonomo, spesso con orari più vincolanti di un dipendente, debba ritrovarsi ad avere meno punti in graduatoria”

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infanzia

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CITTà BAMBINA/2. Esiste anche un albo dedicato dove vengono “schedate” le tate

Fare la baby sitter? È un lavoro vero Simele Kruklidis

L

a professione della baby sitter è nata come un non-mestiere, una sorta di espediente per guadagnare qualche soldo in attesa di un “vero” lavoro. Così, fino a qualche tempo fa, ragazze per lo più molto giovani e senza particolare esperienza si improvvisavano abili tate, rimbalzando di famiglia in famiglia grazie al passaparola. Oggi però le cose stanno cambiando. Non ci si affida al caso, al sentito dire, ma si cerca la persona più adatta in base a specifiche qualità, meglio ancora se garantite da un’apposita agenzia che prepara e “scheda” le candidate. A piccoli passi, dalla fine degli anni ‘90, è stato dunque un avviato un processo di istituzionalizzazione dell’attività della “nanny”, confermandone nel contempo l’incremento della domanda. Sono infatti sempre più numerose le coppie costrette a lasciare a casa i propri bimbi o quelle che semplicemente hanno bisogno di una mano. Certo, questo genere di sostegno forse è un po’ troppo costoso. A Firenze il prezzo medio di una baby sitter varia dagli 8 ai 10 euro l’ora, cifra che nel giro di un mese può tradursi in 600 euro circa, più di mezzo stipendio. Ad ogni modo, spesso si tratta di una spesa non solo necessaria ma anche bene investita: a patto che vengano rispettate alcune regole imprescindibili. Ordine, discrezione, pazienza e senso del dovere sono le nuove parole chiave

per stabilire un rapporto di fiducia tra genitori e bambinaie. E non solo. Altri punti a tutto vantaggio delle tate derivano anche dalla competenza, ottenuta frequentando gli appositi corsi di formazione e, strano a dirsi, anche dall’allegria: d’altronde a nessuno piace una bambinaia musona. La verità è che quando un estraneo entra in casa nostra, la pignoleria non è mai troppa. Ma per semplificare la scelta delle coppie, e rendere la vita più facile alle tate in cerca di lavoro, sta nascendo in Toscana e nel resto d’Italia l’Albo delle baby sitter, con lo scopo di garantire alle famiglie un personale efficiente e affidabile. A Firenze, già da tempo, esiste un apposito ufficio istituito dal Comune per i servizi domiciliari: lì non soltanto è presente un elenco consultabile di tutte le baby sitter qualificate, ma è anche possibile ottenere qualunque genere d’informazione, specialmente in materia di orari e tariffe. Così si può scoprire ad esempio l’esistenza di due tipi di tate: quelle per i bambini da 0 a 3 anni, specializzate nella cura fisica e psicologica dei bebè, e quelle per i bimbi più grandi, dai 3 ai 7 anni. Infine, non manca l’opportunità di scegliere una baby sitter all’interno del proprio quartiere di residenza, per ottimizzare al massimo i tempi e favorire la puntualità. Ecco che, a ben guardare, lentamente si sta arrivando all’affermazione di un vero e proprio mestiere, tanto delicato quanto difficoltoso. È ancora un bene fidarsi del tradizionale passaparola, ma qualche garanzia in più di certo non guasta.

NAYVER Commessa, 33 anni

NENAD Impiegato, 30 anni

IRENE Pensionata, 59 anni

“Il problema sono le cifre troppo alte”

“Noi ci troviamo molto bene”

“Più aiuti per le giovani coppie”

“Penso che il problema degli asili nido siano i costi. Una spesa di 190 euro al mese per un asilo pubblico dove il bambino resta soltanto quattro ore al giorno mi sembra una cifra piuttosto alta. Alle baby sitter finora non abbiamo fatto ricorso, ci arrangiamo come possiamo, soprattutto per esigenze di risparmio”

“Da pochi mesi nostra figlia ha iniziato a frequentare l’asilo nido pubblico e ci troviamo molto bene. Il costo non mi sembra esagerato e comunque si tratta di affrontarlo per soli due-tre anni. Non avendo nonni disponibili, le baby sitter servirebbero, ma costano troppo e non ce le possiamo permettere”

“Da quel che si sente dire in giro, mi sembra di capire che gli asili non siano adeguati a soddisfare le esigenze delle famiglie fiorentine. Penso dunque che sia necessario più supporto alle giovani coppie: oggi come oggi non è semplice crescere i figli, soprattutto se non ci sono i nonni a dare una mano”

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tempi moderni

Febbraio 2010

TENDENZE/1. Sono sempre di più i social network che dedicano spazi virtuali alla città

Le piazze di Firenze vanno sul web Su Flickr c’è un gruppo enorme e su Facebook c’è una pagina dedicata a tradizioni e novità. Il capoluogo toscano spopola sul web e i suoi abitanti si lasciano trascinare dalla mania Lucia Conti

A

ngoli, scorci, racconti e segnalazioni. La piazza virtuale di Firenze è sempre più gremita, e se c’è gente che ama venire a frescheggiare dal vivo all’ombra del campanile, ce n’è altrettanta che si diletta a parlare della città o dalla città attraverso il proprio computer, direttamente da casa. Gli esempi non mancano. Primo fra tutti Flickr, network di amanti della fotografia che diffonde urbi et orbi immagini di tutti i tipi comprese, manco a dirlo, quelle di Firenze. Online c’è un gruppo che conta 3.649 persone non per forza fiorentine, magari semplicemente turisti o amanti della città del giglio che hanno voluto unirsi alla “crew” (come va di moda dire oggi) lasciando un ricordino di quello che è stato o continua ad essere il rapporto con la città e le fascinazioni che suscita. C’è chi documenta quello che vede e chi vede al di là di quello che vorrebbe documentare, postando nella rete delle vere e proprie fotografie d’autore. All’interno di questo gruppo enorme, è nato una sorta di sotto-gruppo, formato da gente che come gli altri condivide l’amore per la macchina fotografica, ma in più si riunisce mensilmente mettendo in pratica delle vere e proprie session di fotografia estemporanea. Stefano Bacci – meglio conosciuto dagli utenti del sito come “L’absinthe” – è il fautore di questa originale iniziativa, fatta un po’ per vivere insieme una passione e un po’ per socializzare. Un micro squadrone che si muove compatto (ma non troppo) per raccontare un momento, uno sguardo,

un particolare, una zona. Gli incontri sono aperti a chiunque voglia parteciparvi, le uniche caratteristiche indispensabili sono un incondizionato attaccamento a obiettivi, otturatori & company e un po’ di voglia di socializzare. Stesso discorso vale per Facebook, che alla città del giglio dedica una pagina con oltre 49mila fans dentro la quale si trovano foto legate alla tradizione e post sugli eventi, grandi e piccoli che siano. Esistono poi una serie di declinazioni varie ed eventuali che vanno dalla pagina dedicata alla curva Fiesole dello stadio Artemio Franchi a quelli che a Firenze mangiano il lampredotto.

C’è chi trova notizie, chi racconta storie e chi posta” pezzi di vita Ma Florentia spopola anche su twitter, dove se si prova a digitarne il nome, vengono fuori miriadi di messaggi dedicati direttamente o indirettamente a chi ha qualcosa da dire sulla città. Stesso discorso vale per You Tube, il popolare sito che abilita alla condivisione di video di ogni genere, che custodisce gelosamente i filmati realizzati da visitatori e abitanti di Firenze che vogliono mettere in rete la città vista dal loro personale punto di vista. Non c’è dubbio: le piazze più spaziose sono quelle virtuali.

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Uffizi sì, ma solo se sono virtuali Parola d’ordine: U-F-F-I-Z-I. Imponente, altisonante. Pronunciandola ci si dà un tono, digitandola su You Tube si apre un mondo, fatto di molte persone e di altrettanti significati. 691 per l’esattezza. Sul noto sito internet che abilita alla condivisione di filmati, sono tanti i video contrassegnati con il nome della galleria. Oltre ai presumibili filmati su mostre in corso, interviste al direttore, innumerevoli panoramiche sul loggiato del Vasari e flash sui lavori nel cantiere dei Nuovi Uffizi, si scopre che la fantasia dei turisti, arriva a partorire video curiosi pur di evitare il “bla bla” delle guide. Il diversivo più gettonato è fingersi reporter d’assalto e, telecamera o cellulare alla mano, descrivere luoghi con il piglio deciso di chi è acculturato. Da questo goliardico passatempo non è escluso nemmeno il remissivo quanto tecnologico popolo nipponico che approfitta della distrazione

dei custodi per girare micro-documentari con tanto di didascalie con ideogrammi. Un provetto cameraman parte dall’ingresso e a passo svelto percorre la fila in silenzio, bloccandosi solo sul lungarno de’Medici. Un minuto e trenta il tempo impiegato per arrivare fino alla fine. Tanti i consensi raccolti anche dalle “statue viventi”. Sia che si tratti di un Dante contemporaneo, di una sfinge o di un omino completamente dipinto di bianco, i turisti ne rimangono incantati e immortalano soddisfatti i loro momenti in compagnia dei performer, come se stessero abbracciando Mickey Mouse a Disneyworld. Un americano nostalgico titola la ripresa “The italian version of the statue of Liberty”. Il viaggio si conclude sfrecciando sotto la Galleria a trecento chilometri all’ora, a bordo dell’auto da corsa protagonista di un videogioco. Ma questo non è il potere dei nuovi media, è pura fantasia.


tempi moderni

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TENDENZE/2. Cresce il numero dei fiorentini che si conoscono (e si innamorano) online

E l’anima gemella ora si pesca in rete Il moderno prolungamento del bancone del bar si chiama chat per single: proliferano i siti internet dedicati ai cuori solitari in cerca di un appuntamento. Non proprio al buio Francesca Puliti

S

apessi com’è strano innamorarsi in chat a Firenze. Anzi no, non lo è più per molti. A dirlo sono i numeri, quelli dei fiorentini registrati nei siti internet dedicati ai cuori solitari, che si fanno sempre più fitti e specializzati. Iscriversi per credere. Bastano un paio d’ore online in un qualsiasi mercoledì pomeriggio (orario lavorativo, manco a dirlo) per fare la conoscenza di una quindicina di persone. Ovviamente non scelte a caso, ma accuratamente selezionate in base all’età, alla città di provenienza e magari anche al colore di occhi e capigliatura. Altro che “C’è posta per te” (il film di hollywoodiana memoria, non l’altrettanto strappalacrime programma della De Filippi). Le chat per single si sono fatte furbe e alcune si vantano anche di offrire determinate garanzie in termini di riuscita e di sicurezza (anche se molto rimane affidato al buon senso di chi ne fa uso e i brutti incontri sono sempre dietro l’angolo). Tant’è che i Tom Hanks e le Meg Ryan di San Frediano e del Galluzzo non hanno bisogno di darsi appuntamento sull’Empire State Building e sognarsi a miglia di distanza, si scelgono direttamente

all’interno di una ristretta manciata di chilometri. Perché le chat servono a questo, a semplificarti la vita e soprattutto il barcaglio. Insomma una specie di supermercato delle relazioni: si entra, si valutano le offerte speciali, si compara il rapporto qualità/prezzo e poi si va alla cassa con un primo appuntamento (non proprio al buio). A volte si paga l’ingresso, perché le chat per single sono diventate un vero e proprio business, altre volte si entra gratis, basta iscriversi. Che già non è poco. L’immissione dei propri dati personali costa un primo esamino di coscienza. Nome, età e a volte addirittura peso, altezza e corporatura. Ma soprattutto conta lui, l’annuncio, la presentazione di sé in poche stringate righe attraverso le quali gli altri inquilini del sito internet saranno o non saranno attirati da noi. E infine attenzione a non scivolare sulla scelta della foto da annettere al “curriculum”. Una volta terminate le operazioni possiamo accedere all’universo single, curiosare tra le “presentazioni” altrui e puntare la preda. Nel più fortunato dei casi l’eletto/a è connesso/a e si può stabilire subito un contatto, dare inizio a una conversazione scritta per conoscersi e maga-

ri fissare (non subito, secondo il protocollo dei “chattatori” più esperti) un appuntamento vis à vis. Fermi là voi che state pensando che “su questi siti ci sono soltanto sfigati o personaggi strani in cerca di avventure trasgressive”. La chat è il

moderno prolungamento del bancone del bar e, per dirla con le parole di un habitué che vi si reca da un paio d’anni, “ci sono le stesse persone che si trovano in giro”. Una ragione in più per stare sul chivalà.

L’OPINIONE Facebook &Co. rubano lo scettro ai siti specializzati: parola di Antonio Sofi, sociologo dei nuovi media

Ri-incontriamoci sul social network, dove la scelta è più vasta che mai

I

l futuro degli incontri in rete è già qui. E si chiama Facebook, tanto per cambiare. I social networks, siti nati per rimettere in contatto gli amici di vecchia data, sono destinati a rubare lo scettro alle chat specializzate nell’orchestrare incontri. Parola di Antonio Sofi, sociologo dei nuovi media. “I social networks consentono un comportamento più vicino alla realtà – spiega – qui ci muoviamo più o meno come nel mondo vero, ci costruiamo sul web una vita ricca di sfaccettature, in cui certo può rientrare a pieno titolo il flirt con l’amico perso di vista o con la nuova conoscenza fatta

online”. Insomma se lo scopo è meno sfacciato il risultato può essere migliore. Inoltre i social networks godono di un altro vantaggio non da poco: un numero di gran lunga superiore di iscritti. E dunque un “ventaglio di scelta” molto più vasto. “I siti internet dedicati esclusivamente al dating – continua Sofi - sono destinati a sgonfiarsi o a specializzarsi per rispondere a singole nicchie di interesse”. Ma il fenomeno degli incontri in rete quello no, non sembra affatto in declino, anzi. “E’ soprattutto la fascia dei giovani adulti, dai 30 ai 45 anni, quella interessata. Ma in realtà si tratta di

un fenomeno ben distribuito su diverse fasce di età”. Sarà anche per questo, forse, che le fila degli iscritti a Facebook e simili si ingrossano ogni giorno sempre più, a Firenze come nel resto del paese (e del mondo cablato). Eppure a ben guardare il sistema mostra già una falla. Se è tanto facile trovarsi e ritrovarsi a spasso per il social network, non lo è altrettanto perdersi di vista. E se la storia non giunge a giusto coronamento che si fa? A mali estremi, estremi rimedi: tocca cancellarsi dalla rete, cercando di lasciare meno /F.P. tracce possibili.

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società

Febbraio 2010

L’INDAGINE. Sempre meno adolescenti chiedono aiuto alle famiglie per risolvere i loro problemi

Quando il bullismo è “roba da ragazzi” Quasi un giovane su due non rivelerebbe a un adulto di essere vittima di violenze. Di Giorgi: “In Toscana la situazione non è drammatica, ma alcuni segnali ci sono”

L’OPINIONE Renato Palma, medico psicoterapeuta, parla in un libro del rapporto genitori-figli

E se invece fossero i “sì” ad aiutare a crescere?

C’

Matteo Francini

L

a parola è di quelle che preoccupano sempre più genitori e (anche se in pochi lo riconoscono) ragazzi: bullismo. Una parola dai confini spesso non ben definiti - a volte è difficile distinguere veri e propri atti di violenza e prepotenza da scherzi un po’ troppo pesanti - ma che è entrata pian piano a far parte del dizionario delle famiglie. E non passa settimana senza che, sui giornali, siano riportati episodi di questo genere, avvenuti di volta in volta a scuola, ai giardini, per strada. A Pisa sono stati presentati i risultati dell’edizione 2009 dell’indagine su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti”, realizzata (come ormai ogni anno dal 1997) dalla società italiana di pediatria. Una sorta di viaggio nel mondo dei ragazzi dai 12 ai 14 anni che, “coperti” dall’anonimato e forse spinti, in alcuni casi, dalla voglia di farsi sentire o addirittura di lanciare allarmi, confessano abitudini, stili di vita e consumi, compresi quelli “proibiti”. Dalla ricerca è emerso che il 64% degli adolescenti intervistati dichiara di aver assistito a fenomeni di bullismo: una percentuale ancora alta, ma comunque in calo rispetto agli anni precedenti (nel 2007 era del 75%). Ma attenzione, dicono gli autori dell’indagine: c’è da chiedersi, infatti, “se ciò sia dovuto ad una reale contrazione del fenomeno o ad una sorta di assuefazione”. E, in ogni caso, i dati preoccupanti non mancano: c’è ancora un (consistente) 41% che non rivelerebbe a un adulto di essere vittima di un bullo, ma che cercherebbe di risolvere la faccenda da solo. E se il 71% degli intervistati giudica comunque negativamente chi si comporta da bullo, c’è un 5,4% (di maschi) che considera i bulli “tipi in gamba”. Infine, nell’indagine c’è anche spazio per i rapporti con la famiglia. Sette adolescenti su dieci considerano adeguate (né troppe, né poche) le regole imposte dai genitori, ma il 27% di loro afferma di rispettarle raramente, se non mai. E continua a diminuire la percentuale di chi si rivolge a un adulto (genitori compresi) quando c’è un problema da risolvere. “D’altra parte – commenta Maurizio Tucci, curatore dell’indagine – non sembra che i genitori facciano molti sforzi per cercare di incentivare il dialogo con i figli”. “In Toscana la situazione non è drammatica, anche se alcuni segnali ci sono”, spiega Rosa Maria Di Giorgi, assessore all’istruzione del Comune di Firenze, che poi elenca alcune soluzioni che Palazzo Vecchio intende mettere in pratica perché questi segnali non si trasformino in un allarme: “Serve un intervento più diffuso nei quartieri, la mia idea è quella di realizzare sempre più iniziative in periferia, utilizzando risorse esterne partecipando a bandi ministeriale ed europei – dice – ci vuole più considerazione per i giovani, per opporsi al bullismo bisogna offrire loro attività interessanti da svolgere. Infine – conclude – servono soluzioni nelle scuole: per questo abbiamo rilanciato corsi contro gli stereotipi, e stiamo investendo molto sulla formazione degli insegnanti”.

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era - e c’è ancora - un famoso libro che sostiene che i “no” dei genitori facciano bene allo sviluppo di bambini e ragazzi. Si tratta de “I no che aiutano a crescere” di Asha Phillips. Ma c’è anche chi sostiene il contrario. E per trovarlo non bisogna andare neppure troppo lontano: in pieno centro, in via dei Pilastri, ha il suo studio Renato Palma, medico psicoterapeuta nato in provincia di Siena ma fiorentino d’adozione. Cinquantotto anni e una folta barba bianca, Palma è l’autore de “I sì che aiutano a crescere” (Edizioni Ets), pubblicato lo scorso novembre. Una risposta, fin troppo chiara, al volume della Phillips? “Un’impostazione diversa preferisce considerarla lo psicoterapeuta – che parte dalla convinzione che le relazioni in ambito affettivo possano avvenire senza esercitare potere e riducendo al massimo i conflitti”. Una diversa considerazione del rapporto genitori-figli, lontana chilometri (e non solo geograficamente) da quella della collega, ma anche dai metodi spesso utilizzati da padri e madri dei tempi nostri. “Gli adulti si Renato Palma sorprendono che i loro figli, crescendo, diventino conflittuali – spiega Palma, che le sue teorie le ha sperimentate direttamente con il bini, perché quando i ragazzi capiscono di avere più figlio, oggi ingegnere – senza rendersi conto che sono forza dei genitori il rapporto si inverte, e nasce il nuostati loro, per primi, a iniziare i conflitti. Litigare per vo conflitto. Sono gli adulti ad abituare i figli a essere educare - sostiene - semplicemente educa a litigare”. infelici, attraverso tutte le costrizioni che impongono “Sembra che molti adulti trattino i bambini come se loro: e non dobbiamo meravigliarci, allora, se divenfossero prepotenti che debbono capire chi comanda tano ragazzi infelici”. Altro tema, quello della felicità, – continua – ma la convinzione che nell’educazione caro a Palma, che sull’argomento ha anche pubblicato dei figli un po’ di conflitto sia necessario, e che non un saggio dal titolo “Economia e felicità, una propoappena stabilito il rispetto delle regole la pace tornerà, sta di accordo”. In futuro, insomma, non dobbiamo è solamente una favola. Spesso la famiglia e la scuo- aspettarci niente di buono? “Al contrario – risponde – la non sono spazi dove i bambini vivono contenti. E dobbiamo solo cambiare le relazioni con i bambini, da i problemi – aggiunge, riferendosi anche a fenome- conflittuali a cooperative. Le cose possono cambiare, ni come bullismo e disagio giovanile – nascono dal e cambieranno: i giovani sono molto meglio di noi”. modo in cui sono stati tirati su i ragazzi: è un errore Nel suo futuro, invece, c’è già un nuovo progetto: scri/M.F. degli adulti inserire la forza nel rapporto con i bam- vere un libro sulla democrazia in famiglia.

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L’EVENTO. La band che suona musica irlandese festeggerà con un concerto e un nuovo disco

Whisky Trails, 35 anni e non sentirli Sono stati i primi a cimentarsi con la musica irlandese in Italia, e di sicuro sono

LA MOSTRA

anche i più acclamati. A trentacinque anni di distanza, il gruppo fiorentino continua

All’Ex3 un incrocio di artisti e linguaggi

a far ballare un popolo di appassionati, e per festeggiare il compleanno chiama a raccolta tutti i fan al Saschall promettendo una performance da non dimenticare

La band dei Whisky Trails

Ludovica V. Zarrilli

T

rentacinque anni insieme. A parlare di musica, leggende e di una cultura che ha lasciato il segno nella testa e nell’anima di tutto il gruppo. Sono i Whisky Trails, storica band fiorentina che dal 1975 suona instancabilmente musica irlandese nei quattro angoli della città, portando i ritmi della verde isola che si perde nell’Atlantico nelle vie della città del giglio. E il 2010 offre al gruppo un’occasione per festeggiare con un concerto e con un nuovo disco 35 anni di storia. Una realtà che continua a vivere a discapito delle mode, coinvolgendo nuovi appassionati ogni anni: sono arrivati decisamente lontano, ma da dove sono partiti i Whisky trails? “E’ nato tutto per caso – spiega Stefano Corsi, anima del gruppo e suonatore d’arpa celtica, armonica e harmonium –. A quel tempo frequentavamo spesso la casa di Giulia Lorimer, altra componente storica del gruppo che apriva a tutti

le porte della sua grande casa, dove ci si confrontava sugli argomenti più disparati”. Una casa tutta particolare, al Vingone, alle porte di Scandicci, dove era facile incontrare - oltre agli undici figli della proprietaria - gente di passaggio, abitudinari del salotto (se così si può chiamare) e personaggi famosi come Ignazio Silone e Ivan Illic. Da questa sorta di “comune” nacque un gruppo di amanti della musica celtica e della cultura irlandese. Un gruppo affiatato di cinque persone che cominciarono a studiare le origini di suoni armoniosi e singolari che venivano da lontano. “Sono molti i generi musicali nati dalla cultura celtica – continua Corsi -. Noi abbiamo deciso di chiamare la band Whisky Trail perché seguiamo il percorso (trail in inglese, ndr) degli irlandesi in America, dove, attraverso le contaminazioni con un’altra cultura, sono nati nuovi generi come il country o il bluegrass”. Primo gruppo in Italia ad essersi avventurato nei meandri poco conosciuti della musica irlandese, oggi tra i loro seguaci sono nati diverse nuove band che contribuiscono a diffon-

dere il verbo delle armonie made in Ireland. A 35 anni di distanza, e con dieci album alle spalle, i Whisky Trails nel 2010 ritornano ancora una volta sul palco (lo fanno ancora spesso, sebbene la formazione non sia più quella originale) e questa volta lo fanno in grande stile: per festeggiare il 35esimo compleanno della band, il 17 marzo saliranno sul palcoscenico del Saschall, tutti insieme. “Ci saranno tutti – continua Stefano -. Per questo concerto suoneranno insieme a noi anche i componenti della formazione originale (negli anni, due dei musicisti degli esordi avevano preso altre strade) e anche qualcuno dei nostri figli sarà con noi sul palco”. Più di 10 elementi sul palcoscenico, per una serata di successo assicurato. E per chiudere il compleanno in bellezza non poteva mancare un nuovo disco: “Beginnings”, così s’intitola, e racchiude i brani memorabili di una carriera che continua a mietere successi. (il disco verrà venduto al prezzo promozionale di 5 euro in occasione di Irlanda in festa e allegato al magazine Firenze Spettacolo).

LA RECENSIONE. In libreria la prima fatica letteraria del pratese Luca Martinelli

Ecco Sherlock Holmes in salsa toscana F

a un certo effetto vedere l’investigatore più famoso del mondo a spasso per i Lungarni. Per non parlare della sua eccitazione gastronomica nello scoprire le delizie di una bistecca alla fiorentina bagnata da un Brunello d’annata. Fa un certo e strano effetto ma convince e appassiona questo Sherlock Holmes in salsa toscana. Luca Martinelli, giornalista pratese che lavora da anni a Firenze, da sempre appassionato animatore della folta schiera di quanti tengono in vita con pervicacia il genio di Baker Street, ci ha piacevolmente sorpreso con il suo primo romanzo “Il Palio di Sherlock Holmes” (Alacràn - I Misteri - 2009 - pagine 171 - 12,50 euro). Martinelli si era già prodotto in apocrifi del grande Conan Doyle, sulla rivista dell’associazione, “The Strand Magazine”, di cui oggi è direttore responsabile, ha pubblicato quattro racconti. “Il Palio di Sherlock Holmes” è ben scritto, in fedelissimo stile “Doyliano”. La vicenda narrata fa perno su un fatto “realmente” accaduto nella saga di Holmes, cioè il suo arrivo in Italia, dopo essere stato creduto morto, assieme al nemico di sempre, Moriarty. Il detective scrive una lunga lettera al suo amico

fraterno Watson, dove gli narra l’avventura toscana. Un manoscritto che, come si legge nel prologo, l’autore ritroverà in una balla di “cenci” a Prato. Holmes si rimettere al lavoro per sua maestà, ricostruendo la cellula del servizio segreto britannico in Italia, ma mentre sta lavorando a questo incarico sotto copertura, si imbatte in un omicidio nel quale rimane coinvolto un uomo dell’intelligence britannica. Si tratta dell’assassinio di un ricco allevatore di cavalli. Chiaramente, il grande Sherlock non sa resistere alla tentazione di indagare e lascia Firenze alla volta di Siena. Una curiosità (tra le tante): nel romanzo, insieme ai personaggi di fantasia, figurano alcuni toscani doc vissuti all’epoca. Alcuni nel ruolo di semplici comparse (Paolo Lorenzini, fratello di Collodi e direttore della manifattura Ginori di Sesto Fiorentino, Arturo Corsellini, titolare di una rivendita di pipe e tabacchi a Firenze, il giornalista e scrittore Jarro, al secolo Giulio Piccini, l’abate Giovanni Caselli, patriota senese), uno, invece, con un ruolo di coprotagonista: lo scrittore Federigo Tozzi, che nel 1891 ave/C.B. va 8 anni, nelle singolari vesti di aiutante di Holmes a Siena.

Ha preso il via da pochi giorni il nuovo evento del centro d’arte contemporanea EX3. Venerdì 12 febbraio, lo spazio dedicato alla contemporaneità di viale Giannotti ha infatti inaugurato le mostre personali di Eva Marisaldi e del duo Tayo Onorato & Nico Krebs, entrambe a cura di Lorenzo Giusti e Arabella Natalini. “Un’occasione importante per Ex3 – commentano i due curatori – poiché si tratta di due mostre tra loro molto diverse, due riflessioni diverse. È un modo per rappresentare l’eterogeneità della scena artistica contemporanea.” Da sempre molto attenta ai temi del dialogo e della comunicazione, ma anche della difficoltà di interazione, l’italiana Eva Marisaldi ha elaborato un progetto – “Grigio nonlineare” - per la sala centrale di EX3. Si tratta di un intervento a terra, concepito come un tracciato percorribile, che accoglie il visitatore e lo invita a compiere il proprio percorso. Un percorso partecipativo in cui il visitatore può scegliere tra 64 frasi e 16 disegni per creare la propria storia. “Il lavoro riflette sull’interpretazione individuale del senso e dello spazio – spiegano Arabella Natalini e Lorenzo Giusti – Le stesse frasi che costituiscono l’installazione si ritrovano inoltre all’esterno, all’entrata di EX3, tradotte nelle lingue delle comunità straniere più numerose nel quartiere, per permettere anche a loro di partecipare a quest’opera”. Accanto al lavoro della Marisaldi, artista di fama internazionale, EX3 ospita nelle sale laterali l’opera dei due giovani artisti Taiyo Onorato e Nico Krebs, che per la prima volta espongono in Italia. In “Taiyo Onorato & Nico Krebs: tutto incluso” i due svizzeri mettono in scena fotografie, frutto di una manipolazione della realtà, e una produzione scultorea contraddistinta dall’utilizzo di oggetti di uso comune che, assemblati liberamente, acquistano nuovi significati. “Il lavoro fotografico è di tipo analogico, con alterazioni della realtà nel suo aspetto fisico, e senza l’intervento digitale dell’informatica”- precisano i curatori. Dopo la recente riapertura, questo è il secondo evento di EX3 e sarà visitabile fino all’11 aprile: “Abbiamo sempre creduto che questo spazio fosse ideale per l’arte contemporanea – dice Cristina Giani, vice presidente del Quartiere 3 nonché membro del Comitato d’indirizzo di EX3 – La mostra precedente è andata benissimo e sono certa che anche questo nuovo evento saprà coinvolgere un vasto pubblico.” /G.B.

Una delle opere in mostra


cultura

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IL CASO. Sono molti i musei fiorentini chiusi o accessibili solo a orari ridotti. Eccone una mappa

Gallerie chiuse, istruzioni per l’uso Annalisa Cecionesi

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e lunghe code all’ingresso dei più famosi musei della città non sono l’unico travaglio dei turisti che arrivano a Firenze. Talvolta si vedono costretti a rinunciare a una visita per via di orari d’apertura poco flessibili (se non risicati) o per la chiusura di un museo per motivi di restauro o riordino. L’evento più spiacevole è proprio trovarsi di fronte a una porta sbarrata, seppur per colpa di sacrosante operazioni di restauro. E’ il caso della Galleria Casa Rinaldo Carnielo, in piazza Savonarola, con le sue sculture di fine Ottocento, chiusa da tempo per restauro. Si dovrà attendere anche per ammirare le collezioni del Novecento del Forte Belvedere, altro museo civico, tra le quali spicca la raccolta di Alberto Della Ragione, anch’essa attualmente chiusa al pubblico. Si trova invece in piazza Pitti, ma sempre chiusa al pubblico, la preziosa collezione del Museo delle Carrozze. Più contenuto sarà il rammarico dei visitatori del Museo di Palazzo Davanzati, conosciuto come “museo della casa fiorentina antica”, aperto solo parzialmente ancora una volta a causa di un restauro. Chiuso per ristrutturazione dallo scorso novembre è il Museo di Storia della Scienza, in piazza dei Giudici, fondato nel 1927 dall’Università di Firenze. L’inaugurazione del nuovo allestimento è prevista per maggio quando il nome verrà

cambiato in Museo Galileo. Lo scorso settembre invece sono partiti i lavori di restauro alla Tribuna degli Uffizi, che termineranno nel giugno 2011. Ma il turista riparte a bocca asciutta anche a causa delle poco indulgenti modalità d’apertura dei musei. Alcuni, di competenza comunale, hanno orari ridotti all’osso. Il Museo Bardini, in Oltrarno, è aperto solo tre giorni la settimana (sabato, domenica e lunedì), mentre la Fondazione

Buona notizia: il museo di Storia della scienza riaprirà i battenti a maggio

Salvatore Romano, situata nell’antico cenacolo a fianco alla Chiesa di Santo Spirito, è aperta esclusivamente il sabato, per di più solo la mattina nei mesi invernali. Alcuni musei presentano analoghe limitazioni. E’ il caso del Museo delle Sculture, al primo piano del Museo di Orsanmichele, aperto solo il lunedì, o di alcuni cenacoli, come quello di Ognissanti e di Fuligno, in via Faenza, aperti tre mattine a settimana. Mentre i musei di Santa Maria Novella e di Palazzo Vecchio, tra i

La galleria Carnielo

maggiori della città, sono chiusi nei giorni festivi, in barba ai turisti della domenica. Per visitare altri musei occorre invece ricordarsi la prenotazione: è obbligatoria per il Museo di Casa Martelli e per Villa Corsini a Castello, uno degli esempi

più rappresentativi dell’architettura fiorentina del tardo barocco, recentemente presentata al pubblico dopo i lavori di restauro. Prima di partire per Firenze, cari turisti, armatevi di carta e penna: occorre pianificare attentamente l’agenda.

FOCUS. Antonella Nesi, curatrice del Bardini, traccia un bilancio dei primi mesi di visite

Il museo è dentro la casa dell’antiquario

Una sala del Museo Bardini

i piace perché è un museo strano, non è un museo normale”. E’ uno dei commenti che compaiono sul libro dei desiderata di un “originale e inaspettato” museo fiorentino, quello intitolato a Stefano Bardini, in via dei Renai, nei pressi di Ponte alle Grazie. Un museo dalla forte vocazione internazionale, riaperto al pubblico lo scorso aprile dopo quasi dieci anni. Un accurato restauro lo ha riconsegnato alla città così come l’aveva concepito il suo fondatore, l’antiquario Stefano Bardini, dopo lo stravolgimento successivo alla sua morte, avvenuta nel 1922. E’ l’impatto sceno-

grafico a impressionare il visitatore, ancor più delle singole opere. Salendo la scalinata immersa tra i tappeti antichi si approda alla saletta che ospita “l’Atlante” del Guercino. Poco distante, sculture e dipinti emergono dall’aristocratico blu delle pareti e in un angolo spunta l’originale “Porcellino” di Pietro Tacca. “Il bilancio dei primi dieci mesi d’apertura - spiega Antonella Nesi, curatrice del museo - è positivo. Tra aprile e maggio ad esempio sono state registrate oltre 8 mila presenze”. Una buona affluenza considerando l’odierna crisi del turismo, i problemi di trasporto in Oltrarno, la scarsa

comunicazione esterna del museo e l’apertura limitata di soli tre giorni settimanali. “Abbiamo un pubblico molto motivato ed eterogeneo dal punto di vista delle provenienze - racconta Antonella Nesi - Tra queste spiccano gli anglosassoni, con i quali lo stesso Bardini aveva instaurato un rapporto privilegiato”. In cantiere, oltre al crocefisso giottesco che già si può ammirare adagiato sotto il bisturi dei restauratori, vi è l’apertura di tre sale del pianterreno pronte ad ospitare piccole mostre. Presto sarà visitabile la Collezione Corsi, costituita da dipinti ine/A.C. diti realizzati tra il ‘300 e il ‘700.

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L’INTERVISTA. Dal caso Mutu al suo contratto, passando per gli ultimi rinforzi: parla Pantaleo Corvino

“Stiamo piantando gli alberelli per il futuro” La sua “filosofia” è ormai chiara: pensare all’oggi guardando al domani. E proprio in quest’ottica va letta la scelta di puntare su promesse come Ljajic, Keirrison e Seferovic, su cui molti club europei avevano messo gli occhi. “Vogliamo cambiare la cultura italiana secondo cui i 21enni sono troppo giovani per giocare in prima squadra” Cristina Guerri

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on è il Mago Silvan, è semplicemente Pantaleo Corvino. Il diesse viola, anche in quest’ultima sessione di mercato, ha sorpreso tutti consegnando a Prandelli giocatori di primissima fascia, giovani promesse su cui avevano messo gli occhi diversi club europei. Il lavoro, anche questa volta, non è stato facile per lui, sopratutto dopo l’esplosione della “bomba” del caso Mutu, trovato positivo alla subutramina. Giusto, alla fine dei giochi, fare quindi un punto con il diretto interessato. Direttore, da cosa deriva il cambio generazionale voluto in questa sessione di mercato? Con i cinque nuovi arrivi, ovvero Felipe, Bolatti, Ljajic, Keirrison e Seferovic, abbiamo deciso di pensare al presente, ma anche al futuro. Vogliamo cambiare la cultura italiana secondo cui i ventunenni sono troppo giovani per giocare in prima squadra. Keirrison, ad esempio, lo conosco da anni, spero che possa ripetere da noi quello che ha fatto in Brasile. E’ un calciatore con potenzialità importantissime, rientra in una politica di ricambio generazionale della Fiorentina, un nuovo ciclo. Che mercato è stato quello della Fiorentina? Credetemi, il mercato per me è stato in salita, ho dovuto cercare di arrivare a quelle che sono state le acquisizioni in entrata sostenendole con le cessioni. Se ho sbagliato qualcosa, spero di averlo fatto il meno possibile, ma ho cercato di fare il meglio per la Fiorentina. Uno degli ultimi arrivati, Seferovic, era nel mirino dei grandi club europei... E’ stato giudicato il miglior giocatore nel Mondiale Under 17 vinto con la Svizzera. Stiamo piantando gli alberelli per il futuro. Qualcuno, forse, si perderà per strada, ma noi vogliamo questo per il futuro della Fiorentina. Seferovic, come Babacar, farà parte con Di Tacchio, Agyei e Carraro, della rosa della prima squadra. Sono 22 giocatori più i giovani. Cosa ne pensa del caso-Mutu? Siamo tutti turbati: io, la società, la squadra, Prandelli e la sua famiglia. E’ stato un errore stupido. Mutu ha fatto una banalità. E’ un bambino di 31 anni. Non me ne voglia Adrian, ma è così. Un professionista di quell’età non può commettere certi errori, nemmeno in buona fede. Il giorno prima della chiusura del mercato stava per mettere a segno un colpo da 10 e lode... Su Cassano mi sono già espresso, a 12 anni l’ho portato a

Casarano, ma non mi sono mai vantato di questo. So quello che pensa di me e viceversa. Prandelli lo conosceva con i suoi pregi e difetti. Ci poteva essere bisogno di calciatori importanti, ma noi in questo ruolo abbiamo un giocatore d’eccellenza come Jovetic. Cassano è stato un momento, un’idea per risolvere dei problemi, ma forse proprio perché era intel-

ligente non si è fatta. A quando il rinnovo suo e di Prandelli? Io e Cesare siamo legati alla Fiorentina non solo contrattualmente. Continueremo a lavorare per cercare di riuscire ad arrivare davanti alle grandi squadre: se ci riusciremo, vorrà dire che avremo fatto un bel lavoro.

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sport

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MERCATO. Cinque acquisti e due (dolorosi) addii: il bilancio della sessione invernale

Il progetto Fiorentina? Riparte dai giovani Cristina Guerri

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iorentina regina del mercato. È questo il giudizio unanime di molti esperti del settore. Anche nella sessione invernale, Pantaleo Corvino si è rimboccato le maniche

cercando - anche nei momenti di grande difficoltà (vedi il caso Mutu) - di tirare fuori il coniglio dal cilindro. E il colpo, in questo senso, il diesse viola l’avrebbe pure messo a segno con Cassano, prima che il barese si rimangiasse l’accordo con un comunicato. Nessun problema, l’alternativa a

Guardando le carte d’identità dei nuovi arrivi, sembra che la società abbia voluto chiudere un ciclo per aprirne uno nuovo

Keirrison de Souza Carneiro

Fantantonio Corvino l’aveva già in tasca: Kerirrison, uno dei miglior attaccanti prodotti dal Brasile negli ultimi anni, tanto che il Barcellona l’aveva strappato alla concorrenza per ben 18 milioni di euro. Keirrison, classe 1988, fa parte, insieme a Felipe, Bolatti, Ljajic e Seferovic, del progetto Fiorentina. Quello dei giovani. Guardando le carte d’identità dei nuovi acquisti, infatti, si ha la netta impressione che la società abbia voluto chiudere un ciclo per aprirne uno nuovo. Felipe, il primo acquisto di gennaio, nonostante i suoi 25 anni, può contare su otto anni di esperienza in Serie A con la maglia dell’Udinese. La caccia al centrocampista si è conclusa con l’arrivo di Bolatti. “El Gringo” - così il giocatore viene chiamato per la sua chioma bionda - compie 25 anni il 17 febbraio, e vanta nel suo curriculum il gol qualificazione della nazionale argentina ai prossimi Mondiali in Sudafrica. Ljajic (classe ‘91), può essere definito la vera ciliegina sulla torta. Proveniente dal Partizan, la stessa squadra di Jovetic, Ljajic è soprannominato il “Kakà serbo”, e a detta degli intenditori il ragazzo può crescere ad altissimi livelli. Ma, come ha spiegato Corvino, gli acquisti in casa viola determinano sempre delle cessioni. Con l’arrivo di Felipe, la rosa contava ben cinque difensori centrali. Troppi, tanto

che a fare le valigie è stato Dario Dainelli, capitano della squadra dal 2004. L’ultimo addio, forse il più doloroso, è quello di Martin Jorgensen. Amatissimo dalla curva Fiesole, il danese ha lasciato Firenze dopo sei anni di batta-

glie per tornare nel suo Paese, all’Aarhus, club dove è cresciuto calcisticamente e dove spera, con le sue prestazioni, di ritrovare la maglia della Nazionale danese per affrontare quello che sarebbe il suo terzo Mondiale.

TENDENZE Tanti i “gruppi” dedicati a squadra e giocatori

E i tifosi scelgono i social network

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asta andare su Facebook, il social network più popolare del globo, per essere sempre aggiornati su qualunque cosa: dalla politica al cinema e fino allo sport. Stessa cosa vale per la Fiorentina. Ricordate, ad esempio, la splendida vittoria di Liverpool? Allora iscrivetevi al gruppo “Io godo, tu godi, egli gode. Che tempo è? Il secondo tempo di LiverpoolFiorentina”. Tanti, poi, i gruppi dedicati a Gilardino. Da “Gilardino mano de dios”, con chiaro riferimento a quel gol “manesco” di Palermo-Fiorentina, a “quelli che amano sentire suonare il violino di Gilardino”. Il più “cliccato” rimane Adrian Mutu: tante le pagine dedicate al Fenomeno, da quelle che preferiscono soffermarsi sul suo aspetto fisico - abbastanza gradito dalle utenti femminili - a quelle sulle sue gesta dentro e fuori dal campo. Anche Jovetic è

entrato subito nel cuore dei tifosi viola, per i suoi riccioli mori e i suoi colpi da campione. Volete sapere, invece quale sarà il tridente del terzo scudetto? Babacar, Jovetic e Ljajic! Così il recita il gruppo nato subito dopo l’arrivo del giovane talento serbo, soprannominato il nuovo Kakà. Un terzetto che, se manterrà i buoni propositi, farà sognare per tanti anni il popolo viola. E cosa ne pensate della Cittadella viola? Andate sulla bacheca del gruppo “Vogliamo la Cittadella viola” e ne saprete senz’altro di più. Per il tifoso viola non c’è mai pace: ecco perché “Gli è sempre un patire” è così tanto apprezzato. E che dire della polemica nata dopo che la Rai non ha trasmesso neanche un match di Champions League della Fiorentina? Decine sono i gruppi che propongono “rivincite” nei confronti /C.G. della televisione statale.

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Febbraio 2010

sport nel quartiere

GINNASTICA. Iacopo Desolati, giovanissimo fenomeno di Rimaggio, è arrivato fino alla Nazionale

Il “Signore degli anelli” di Sorgane Carlo Marrone

Si allena al Centro Ginnastica Firenze da quando aveva 5 anni, e ora parla

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della sua carriera e del suo talento come lo può fare un diciottenne: col sorriso

iuffo sbarazzino e sorriso contagioso: questo è Iacopo Desolati, il giovanissimo fenomeno di Rimaggio, che grazie alla sua passione (e a quella che si respira entrando nel Centro Ginnastica Firenze) è riuscito ad arrivare ai vertici della ginnastica maschile e quindi ad essere convocato in Nazionale. Spigliato e sicuro, Jacopo parla della sua carriera e del suo talento come ne può parlare un diciottenne: col sorriso sulle labbra e senza mezzi termini. Come ha iniziato a praticare la ginnastica? Ho iniziato a 5 anni, perché accompagnavo mia sorella. Da lì è nata la mia curiosità e da allora non ho più smesso. Sempre al Centro Ginnastica Firenze? Sì, qui sono di casa. Ci sono cresciuto e mi trovo benissimo, perché c’è un gruppo nel quale ci si allena in maniera tranquilla, divertendosi. Come mai sono pochissimi gli uomini che praticano la ginnastica? Penso che sia a causa dei pregiudizi. Molti pensano che sia uno sport da donne o che sia noioso, ma non è assolutamente così. Quali sono i suoi attrezzi? Tutti! Avendo iniziato da piccolo, ho imparato a usarli tutti e sei. Ce n’è uno che preferisce? Le parallele (i suoi occhi si illuminano, ndr), perché mi vengono naturali e questo mi permette di sperimentare cose sempre più difficili e di andare avanti. Quali risultati ha raggiunto? Ho conseguito diverse vittorie nei campionati regionali, nei provinciali e anche in alcune competizioni di serie A, che ho disputato in prestito con squadre di altre società. Così, nel 2008 è arrivata

sulle labbra. “Ci sono pregiudizi, ma questo non è uno sport da sole donne”

Iacopo Desolati

anche la convocazione agli Europei. Cosa ricorda di quell’esperienza? È stata un’esperienza bellissima, era proprio come vedere la tv (sorride Iacopo, ndr), il primo attrezzo panico totale, ricordo che gli anelli mi tremavano. Poi mi sono sbloccato ed è andato tutto bene: 34° su tutti e sei gli attrezzi, 11° alle parallele. Cosa significa la Nazionale per un ginnasta? È un grande onore, ma anche un grande impegno che nel mio caso si è concretizzato in un’estate di allenamenti intensissimi, circa 8 ore tutti i giorni. Normalmente quanto si allena? Da quando ho 8 anni mi alleno un paio d’ore cinque volte a settimana, ma quando, come ho fatto in nazionale, sperimenti i Centri Tecnici permanenti ti rendo conto che non basta. E così, dopo quell’esperienza ho fatto la mia scelta. Quale? Ho deciso di continuare in maniera più “tranquilla”, facendo qualche gara, perché dall’anno prossimo voglio concentrarmi soprattutto sull’Università. Perché questa decisione? Perché per andare avanti sono necessari sforzi enormi, anche a fronte di scarsi guadagni. Inoltre, penso di non avere molte chance e quindi continuerò a livelli agonistici più bassi. Consiglierebbe di intraprendere questo sport a chi non lo conosce? Indubbiamente sì, perché è uno sport completo che ti permette di sviluppare e allenare tutte le parti del corpo, ma allo stesso tempo anche di divertirti.



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sport

Febbraio 2010

IL PROGETTO. La società ha cambiato nome: da Pool Firenze Basket A.S.D. a A.S.D. Nuova Pallacanestro Firenze

La nuova vita del basket fiorentino Lorenzo Mossani

a traguardi importanti, ma ricordo quando il Palazzetto dello Sport era pieno grazie alla Neutro Roberts e alle magie di J.J Anderson. Volete tornare a quei livelli? Sì, ma non c’è fretta, prima creiamo le basi, poi aspettiamo la fine della crisi per avere uno sponsor capace di investimenti importanti. Quali sono gli obiettivi stagionali? Non dobbiamo retrocedere assolutamente, vogliamo rientrare nei play-off. Un fiore all’occhiello? Il settore giovanile. I più grandi sono il frutto di una sinergia con le altre società, una sorta di rappresentativa fiorentina, con loro siamo competitivi a livello nazionale. Poi c’è il Pino Dragons per i più piccoli, da sempre protagonista del basket nella nostra città. L’unica nota stonata sono stati i cori razzisti nei confronti del vostro giocatore di colore Andrew Rath nella partita contro Empoli? Sì, un episodio spiacevole, anche se ritengo che la società dell’Use Empoli non c’entri nulla con quell’episodio, così come il pubblico empolese che è sempre stato corretto. Rimane comunque un gesto assolutamente da condannare: anche perché esiste uno sport così multietnico come il basket? Credo di no.

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osa è nato a Firenze? Un progetto. Cosa sta rinascendo nel capoluogo toscano? Il basket. Dopo aver sfiorato con L’Everlast di Bastagli la serie A qualche stagione fa, esattamente a mezzogiorno di un giorno di fine luglio 2008, il basket sembrava scomparso dalla nostra città. Niente di più falso grazie al coraggio di Luca Borsetti, dello sponsor Mabo, sempre vicino alla pallacanestro toscana, e grazie anche alla passione di tanti fiorentini. Insomma, nella passata stagione, con un budget limitato e con un solo mese di tempo per costruire un roaster competitivo, è stato vicino il miracolo della salvezza in Serie A Dilettanti, salvando comunque il titolo sportivo. Dalla stagione 2009-10, la società ha cambiato la denominazione sociale, da “Pool Firenze Basket A.S.D.” a “A.S.D. Nuova Pallacanestro Firenze”, recuperando, così, un nome caro a tutti gli appassionati del basket fiorentino. Il “Progetto Basket” della città di Firenze si è ormai concretizzato, e costituirà il nuovo punto di riferimento per il rilancio della pallacanestro nell’area fiorentina con il concorso di quasi tutte le società gigliate. A raccontare la nuova avventura è lo stesso presidente Luca Borsetti: “E’ veramente uno splendido inizio tra le società di Firenze. Non so spiegarmi nemmeno io cosa sia successo, so solo che ora collaboriamo da amici, non da ‘conoscenti’. Abbiamo abbattuto il muro dei nostri piccoli ‘giardinetti’. Non è un piccolo passo, ma è semplicemente il futuro”. Pensa che a Firenze sia possibile, per sport che non siano il calcio, sbocciare nuovamente? Certo. I fiorentini vogliono primeggiare con una società consolidata negli anni e capace di ambire

RUGBY. Continua la stagione del Giunti Firenze. Con una novità fuori dal campo

Tanta voglia di vincere (e anche un calendario) U

n posto in classifica da difendere con la grinta e il paradenti e, semmai, da migliorare: questo si augura la squadra del Giunti Firenze Rugby dal finale di stagione 2009/2010. Un fine e inizio anno caratterizzato dai rinvii delle partite a causa del maltempo ha permesso delle vacanze un po’ più lunghe ai giocatori: il capitano Marcelo Segundo è per esempio tornato nella sua Argentina, ma non per questo la concentrazione è diminuita, tutt’altro. La voglia di vincere è rimasta la solita dello scorso 13 dicembre, quando il Livorno uscì dal Padovani con cinque mete al passivo (record stagionale eguagliato). Il campionato continua

ad avere un andamento alquanto insolito, la prima in classifica dista “soltanto” sei punti e in più il Firenze ha una partita da recuperare, e due degli scontri diretti saranno giocati tra le mura dello stadio amico. La squadra, rispetto all’inizio del campionato, è cresciuta notevolmente, e molti dei giovani del vivaio stanno cominciando a far vedere di che pasta sono fatti. L’entusiasmo della città verso i giocatori del Giunti cresce di mese in mese, e sicuramente il calendario che ritrae i giovani dell’Under20 in abbigliamento da gioco non potrà che rendere ancora più popolari questi ragazzi dall’animo /L.M. nobile e sensibile.


sport

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PERSONAGGI. L’atleta italo-inglese che si è reinventata ballerina e attrice

Fiona ha fatto 40 (senza sentirli) Simone Spadaro

Fiona May

raggiunse la fase finale: “Forse, l’unico vero rimpianto è l’aver perso l’oro olimpico ad Atlanta 1996. Ho sempre dato tutto quando avevo di fronte una competizione di grande importanza e, in quell’occasione, avevo veramente dato il massimo, ma la gara fu vinta dalla nigeriana Chioma Ajunwa, atleta che era stata coinvolta anche in un caso di doping. Ci rimasi male. Ero molto triste, ma poi anche mia madre e tutti coloro che mi vogliono bene mi hanno aiutato e mi hanno dato tanta forza per continuare. Del resto – prosegue Fiona May – la nigeriana è stata una meteora. Nessuno se la

L’APPUNTAMENTO. Arriva il campionato nazionale di A1 e A2

La grande ginnastica al Mandela

L

a grande ginnastica quest’anno parte da Firenze, e più precisamente dal Mandela Forum, la struttura che il 20 febbraio ospita la prima prova del Campionato Nazionale di serie A1 e A2 di ginnastica artistica maschile e femminile. L’onore di organizzare la competizione d’apertura del 2010 spetta alla società Centro Ginnastica Firenze A.S.D. di Sorgane, che da oltre 35 anni opera nel campo della ginnastica artistica maschile, femminile e ritmica. Avvio dell’evento già da venerdì 19 febbraio, con le prove libere previste per il primo pomeriggio: poi, dalle 12.30 di sabato 20, via alle prove guidate della serie A2 – con uomini e donne che lavoreranno in contemporanea – ed inizio gara alle 14.30. Dalle 17.30, prove anche per la serie A1 – sempre con ginnasti e ginnaste in contemporanea – e gran finale con la massima competizione federale a squadre, che comincerà alle 19.30. Numerosi i “big” che calcheranno la pedana di Firenze, che ritrova una competizione di serie A dopo cinque anni: solo per fare un paio di nomi, tra le ragazze grande attesa per la campionessa del mondo 2006 e d’Europa 2007 nel concorso generale Vanessa Ferrari, in forza alla Brixia Brescia, società che vanta ben 10 titoli italiani; tra gli uo-

Un anno di eventi in città: anche i Mondiali di volley U

n anno di grandi eventi per Firenze che, proprio nel 2010, cerca di darsi una “scrollata” per donare visibilità a tante altre discipline, oltre il calcio e oltre la Fiorentina, che domina - non essendoci una seconda squadra in grado di scaldare i cuori dei fiorentini - la scena sportiva della città. Ma lo sport è di tutti i cittadini ed ecco che, allora, in questo anno potremo vedere i mondiali Under 23 di Frisbee tra l’ippodromo del Visarno lo stadio Ridolfi dal 18 al 25 luglio: sfide spettacolari tra fenomeni del disco che vola. Molti potranno obiettare che non si tratta di un vero e proprio sport, ma questo è, sicuramente, l’evento più curioso del 2010. In febbraio fanno tappa a Firenze, al Mandela Forum, i campionati italiani di ginnastica artistica, mentre una

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oco prima di Natale Fiona May ha festeggiato 40 anni. Un’età importante, soprattutto per una donna che ha già vissuto due vite: prima atleta di divina bravura, capace di vincere, nel salto in lungo, due ori mondiali (Goteborg 1995 ed Edmonton 2001) e due argenti olimpici (Atlanta 1996 e Sidney 2000), poi ballerina a “Ballando con le stelle”, testimonial pubblicitaria e ora attrice di successo. “Mi piace rischiare, vivo la vita al 100% e fino a ora mi è andato tutto bene. Non mi sento 40 anni – confessa Fiona – sono convinta di averne almeno dieci in meno. Ho due figlie meravigliose (Larissa, nata nel 2002, e Anastasia, di soli 8 mesi, ndr) e se Dio mi ha dato questo corpo non posso che ringraziarlo. Sono riuscita a fare l’atleta ad alti livelli con grandi sacrifici e poi ho avuto l’occasione di fare altro nel mondo dello spettacolo. Sono contenta di ciò che ho fatto e spero di continuare, con grande impegno, anche in questa nuova avventura”. Moglie del fiorentino Gianni Iapichino, astista e lunghista, Fiona vive in campagna nel comune di Calenzano, si era laureata in Economia all’Università di Leeds e, oltre al salto in lungo - sua specialità preferita - in passato la May ha ottenuto buoni risultati anche nel triplo (detiene il primato italiano). Ma il suo più grande dispiacere non risale ad Atene 2004 quando, alla terza Olimpiade, non

IL PROGRAMMA. Dal frisbee agli Harlem Globtrotters

Igor Cassina

mini, per il campione olimpico alla sbarra di Atene 2004 Igor Cassina, della società lombarda Ginnastica Meda. Saranno inoltre presenti in serie A1 le società Artistica’81 Trieste, che ha già espresso le ginnaste olimpiche di Pechino Francesca Benolli e Federica Macrì, la Gal Lissone (Milano) e la neopromossa società pugliese La Rosa Brindisi. Anche due toscane in gara: la Società Ginnastica Livornese – in serie A1 maschile – e la A.D. Polisportiva Casellina (Scandicci), in A2 femminile. Appuntamento dunque al 20 febbraio per una giornata di spettacolari evoluzioni, in compagnia delle stelle della gin/L.M. nastica italiana.

ricorda più. Io ho continuato a lavorare con tranquillità e determinazione. L’anno dopo ho vinto i mondiali indoor a Parigi, poi gli europei indoor a Valencia, l’argento ai mondiali di Siviglia e l’argento ai Giochi di Sidney”. Molto determinata sulle piste, Fiona May ha fatto da caposcuola per tutta una generazione di atlete che hanno dato grandi soddisfazioni allo sport azzurro. “Forse è vero che noi donne abbiamo una marcia in più. Forse siamo più umili – conclude l’ex lunghista – ma anche più ‘cattive’ nel momento in cui ci troviamo di fronte ad una competizione”.

Omaggio a Gino Bartali con il Giro della Toscana straordinaria rassegna di danza è in calendario tra marzo e aprile. Molto attesa la prevista esibizione (a maggio), al Mandela Forum, degli spettacolari Harlem Globetrotters: basket spettacolo che in città manca da anni. Sempre a maggio, sabato 15, Firenze sarà ancora una volta invasa dalle splendide vetture d’epoca che partecipano alla Mille Miglia. Il 29 maggio

Il fresbee

partirà, ancora da Firenze, la 100 km del Passatore. A settembre saranno in programma i Mondiali di pallavolo, con Firenze che sarà sede di sei incontri, tutti di alto livello: quarti e semifinali. Il prossimo Giro della Toscana di ciclismo, invece, cambia data e percorso per omaggiare Gino Bartali. La gara per professionisti, gara premondiale, si svolgerà il 19 settembre con partenza da Prato, passaggio da Firenze e in particolare da Ponte a Ema, in occasione del decennale della morte di “Ginettaccio”, per concludersi poi ad Arezzo. Il 28 novembre la Maratona e poi, sotto Natale, il classico appuntamento di golf col Ponte Vecchio Challenge Approach. Senza parlare dei vari campionati di pallanuoto, rugby, basket, football americano e volley: insomma, ce n’è per tutti i gusti per poter assaporare sport di livello ed eventi curiosi non sempre /Sim.Spa. facili da vedere.

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segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Concerti All in 18 febbraio 2010

Casa della Creatività Provenienti dai luoghi più diversi della terra (Rifredi, Scandicci e Tokyo) ma ritrovatisi a Novoli, questo quartetto di belle speranze punta tutto su di sè decidendo di giocare a carte scoperte. Questa la formazione: Zana (mc), Narchetti (mc/beatmaker) e Frammento (mc/beatmaker) a cui si aggiunge, per le prove dal vivo, il giovane dj Fumo, tecnico del suono dalle dita svelte. Provenienti da diverse esperienze singole molto eterogenee fra loro (probabilmente il punto di forza del gruppo, a parere di chi scrive) decidono di unire le forze il 28 novembre 2007, trovandosi accumunati da un simile pensiero. Roberto Vecchioni 20 Febbraio 2010

Saschall

Il 20 Febbraio 2010 prende il via dal Saschall di Firenze il viaggio musicale di Roberto Vecchioni che proporrà dal vivo i brani tratti dal suo nuovo lavoro discografico, In-Cantus. Nell’arco di un mese il tour toccherà dieci fra le principali città italiane, fra le quali Roma, il 22 Febbraio al Teatro Sistina, Palermo, il 1° Marzo al Teatro Golden, Milano, il 13 Marzo al Conservatorio, Torino, il 20 Marzo al Teatro Colosseo. L’album In-Cantus, uscito il 30 ottobre scorso su etichetta Universal, ha origine da un breve e coraggioso tour natalizio, di sole 4 repliche, effettuato nell’inverno 2008 in luoghi sacri, come Chiese e Cattedrali. Il successo dell’iniziativa ha poi suggerito l’opportunità di proseguire con altri concerti per registrare un cd e proporre ad un pubblico ancora più vasto un progetto di innegabile spessore artistico fra poesia e musica. Biglietti da 35 a 25 euro. Primiera 25 febbraio

Casa della creatività Linkz e Tiezzo (mcs) assieme a Charlie Dakilo (mc/producer) e al satellite affiliato Ninja (mc/writer), da sempre orbitante nello stesso campo gravitazionale. Qualcuno ha iniziato scrivendo rime al liceo, qualcuno col writing, qualcuno col progetto White Socks (“ci chiamavano cosi’ per via del calzino sul microfono, lo usavamo come filtro”). “E’ stato un effetto domino di situazioni e di universi a farci incontrare” sostiene il quartetto del Campo di Marte. Nel mezzo, tra gli esordi e la pubblicazione del primo lavoro “Unshittable”, c’è l’hip hop ma anche la dnb, la formazione della prima Numa Crew, la partecipazione al contest capitolino Da Bomb nel 2008 e un numero imprecisato di serate in giro. Morgan 26 Febbraio 2010

Saschall

Morgan è certamente uno dei cantautori, interpreti e musicisti di maggior talento sulla scena nazionale. Le sue indubbie doti artistiche e creative si uniscono a una straordinaria versatilità, a uno spirito di indipendenza e a una cultura (non solo) musicale decisamente fuori dal comune. Morgan attribuisce un profondo valore culturale alla musica. Anche in questo

concerto fiorentino per piano solo, l’artista monzese mette in atto, e a disposizione del suo pubblico, un attento lavoro di ricerca e approfondimento della canzone italiana del periodo fine anni 50 e inizio anni 60. Morgan si appropria, rielaborandoli, di brani di grande spessore che varcano i confini del nostro paese e che acquistano sapori internazionali. Da Endrigo a Modugno, da Paoli a Bindi, da Ciampi a Tenco, da De Andrè a… Marco Castoldi, al Teatro Saschall di Firenze il 26 febbraio, ore 21.00 un omaggio ai grandi cantautori italiani. Biglietti da 26 a 17, 50 euro.

“migliore nuovo attore”. Nel ruolo che fu di Titina, un attore duttile e meraviglioso come Gennaro Cannavacciuolo, già protagonista con Geppy Gleijeses in Le Cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello e in Ragazze sole con qualche esperienza di Enzo Moscato. Insieme a loro un grande cast di quindici elementi. Lo spettacolo ha debuttato al Festival di Napoli nel giugno 2008 e alla sua seconda stagione di repliche continua a collezionare successi sulle piazze italiane. Ditegli sempre di si è uno dei più importanti titoli della drammaturgia edoardiana.

Teatro

Vacanze forzate Sala Le Fiabe

L’ebreo Dal 16 al 21 febbraio

Teatro della Pergola Apologia della meschinità umana, L’ebreo è la storia di una coppia travolta da un evento tanto temuto quanto atteso. Quando negli anni ‘40, in seguito alle leggi sulla discriminazione razziale, molti ebrei in fuga dalle città o dall’Italia abbandonavano le loro case e i loro beni, per metterle al riparo dai possibili espropri intestavano le proprietà a dei prestanome di razza ariana, con l’accordo di rientrarne in possesso. Questo è quanto accade ai coniugi Consalvi, diventati i proprietari di un bell’appartamento nel centro di Roma, ma il ritorno del proprietario ebreo dopo 13 sconvolge la loro vita agiata. Promemoria Quindici anni di storia d’Italia ai confini della realtà 17 febbraio

Teatro Puccini

“La prima Repubblica muore affogata nelle tangenti, la seconda esce dal sangue delle stragi, ma nessuno ricorda più niente. La storia è maestra ma nessuno impara mai niente. Avanti il prossimo: se non vi sono bastati Andreotti, Craxi e Berlusconi, ora magari arrivano Lele Mora e Flavio Briatore”. Marco Travaglio Up Dal 19 al 21 Febbraio

Teatro Puccini

Up è un opera che trae ispirazione dalla montagna e dai suoi paesaggi boschivi. È un occasione di riflessione sul rapporto tra uomo e natura, vista sia nella dimensione umana di sfida, sia in quella ancestrale dell incanto di creature e paesaggi. Il tutto reinterpretando la montagna con i suoi pericoli e i suoi più impenetrabili misteri, con la natura così compiuta nella sua meravigliosa perfezione e con quella vaga percezione di eternità che si eleva al di sopra dell’umano sentire. La montagna è un entità fisica, imponente e massiccia. Per non perdersi nella sua immensità, non resta che scomporla e strutturare lo spettacolo in quadri. Ogni quadro frammenta, dettaglia e interpreta un aspetto della montagna per poi ricomporla in un tutto. Essenziale e dinamico. Ditegli sempre di sì Dal 23 al 28 febbraio

Teatro della Pergola Geppy Gleijeses, allievo prediletto di Eduardo, interpreta e dirige Ditegli sempre di sì, accanto a lui il figlio Lorenzo (Luigi Strada) vincitore del premio UBU nel 2006 quale

6-7-13-14 Marzo 2010 In arrivo la commedia brillante in tre atti scritta da Antonella Zucchini, con la regia di Loris Costantini.

Mostre Gerhard Richter e la dissolvenza dell’immagine nell’arte Dal 20 febbraio al 24 aprile 2010

CCCS Strozzina – Palazzo Strozzi Organizzata in collaborazione con la Kunsthalle di Amburgo, l’esposizione mette a confronto il lavoro di Gerhard Richter, uno dei più importanti artisti della seconda metà del Novecento, con quello di sette artisti contemporanei, legati da una profonda sfiducia nei confronti dell’immagine come veicolo di verità. Il tema dell’esposizione è la dissoluzione dell’immagine, e si pone come ideale continuazione di Realtà Manipolate, che ha esplorato la relazione esistente tra la realtà e la sua rappresentazione mediante la fotografia e il video. Gerhard Richter, uno dei pionieri nel portare all’estremo la dissoluzione sia della figura che della tecnica pittorica stessa, dipinge sopra fotografie originali o usa una particolare tecnica di pittura sfocata. De Chirico, Max Ernst, Magritte, Balthus. Uno sguardo nell’invisibile Dal 26 febbraio al 18 luglio 2010

Palazzo Strozzi

Il centro gravitazionale dell’esposizione è costituito da un nucleo di capolavori del periodo metafisico di Giorgio de Chirico (1909-1919). Traduzione pittorica della sensibilità e della particolare concezione della vita maturata dall’artista attraverso la lettura di Nietzsche, la poetica metafisica viene riconosciuta come l’espressione dello stato d’animo di un intero secolo. Alienazione e solitudine. Senso di abbandono, isolamento, inquietudine e disperazione: De Chirico approda alla raffigurazione avant lettre del “grande silenzio” generato dal primo conflitto bellico. Innocente e calunniato Fino al 28 febbraio

Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi Nel quarto centenario della morte la mostra Innocente e calunniato. Federico Zuccari (1539/40 – 1609) e le vendette d’artista presenta al pubblico i temi di polemica e di vendetta che alcuni artisti, e in particolare Federico Zuccari, usarono per dichiararsi

innocenti a fronte di calunnie e ingiustizie vere o presunte. Le porcellane di Betty Woodmann Fino al 10 aprile

Museo delle porcellane Palazzo Pitti

Tra le prestigiose porcellane conservate alla Palazzina del Cavaliere trovano una appropriata collocazione le creazioni colte e fantasiose di Betty Woodman, in vetrine appositamente integrate con l’allestimento del Museo. Le insolite porcellane di Sèvres realizzate dall’artista, sconvolgono l’idea tradizionale di “corredo da tavola apprezzato” con le loro forme imprevedibili e l’intensità e brillantezza dei colori, senza tralasciare il bon ton ormai consolidato dei prestigiosi serviti amati dai regnanti. L’arma per l’arte Fino al 6 aprile

Galleria Palatina Sala Bianca La mostra, ospitata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, è dedicata in particolare all’arte sacra e quindi a dipinti e oggetti trafugati in chiese, complessi conventuali, talvolta anche in Musei, ma in tutti i casi di soggetto sacro o di uso liturgico. Si tende quindi a mettere in evidenza come i luoghi di culto siano stati e siano per tante ragioni esposti al rischio di furti o danneggiamenti e come nel tempo i Carabinieri, specializzati nel settore, abbiano posto le loro forze e competenze a servizio della Chiesa e del suo enorme patrimonio artistico.

Concorsi Il mio giardino Concorso di poesia al Giardino

Si partecipa inviando, entro il 31 marzo, poesie non più lunghe di 36 versi, ciascuna in 6 copie (5 anonime e 1 riportante nome, indirizzo, telefono e, possibilmente, e-mail dell’autore) al seguente recapito: Concorso di Poesia “Giardino dei semplici” – Via Micheli, 3 – 50121 Firenze. Il tema dell’Edizione 2010 del Concorso è “Il mio giardino”, precisando che oltre all’ottica botanica del tema saranno prese in considerazione anche tante altre possibili interpretazioni metaforiche (esempio: I fiori del “giardino” possono essere anche i figli, le fantasie, gli oggetti di una collezione e in genere tutto quello che abbiamo fatto germogliare e curato nella crescita). Una Commissione di lettura composta da 5 persone esaminerà tutti i testi pervenuti, scegliendo i 24 ritenuti più interessanti con i quali, a cura del Museo di Scienze Naturali, sarà pubblicato un libretto offerto in omaggio a tutti i partecipanti alla cerimonia di premiazione. Tra queste 24 poesie saranno poi individuate quelle a cui assegnare i 5 principali premi in palio (coppe, targhe, libri e altra oggettistica). La cerimonia di premiazione, alla quale tutti i concorrenti sono invitati, è prevista nel pomeriggio di domenica 23 maggio, con inizio alle ore 16,30 nella Sede dell’orto botanico di Firenze. I 24 autori “finalisti” saranno avvertiti personalmente, mentre coloro che non potranno intervenire di persona conosceranno l’esito del concorso dalle pagine del periodico “L’alfiere” n° 2/3 (edito dall’Accademia Alfieri) che riceveranno in omaggio nel mese di Giugno.


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sciate che vanno a vedere il fiume,di fronte a casa mia, pensate che, io, faccia dei salti di gioia se il bar è aperto? Quando si parla di sicurezza, vorrei che si tenesse sempre ben presente che è un problema di tutti e, se l’Istituzione riesce a farla diventare diritto, ne sarei molto grato. Fabrizio Calusi

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A PROPOSITO DI SICUREZZA NEI GIARDINI Gentile direttore, nel suo periodico d’informazione del mese di dicembre leggo che contro il “letargo dell’inverno e per dare più sicurezza ai frequentatori di parchi, andrebbe aperto dei bar” ecc. ecc... L’articolo di Giulia B. si basa su un disegno/ proposta, avanzata dal presidente del quartiere 3 al vicesindaco Nardella. Attraverso Reporter vorrei esprimere una mia opinione un po’ contrastante al merito dell’articolo: sono un residente e un frequentatore dei giardini di viale Tanini e non ho mai avvertito problemi legati alla mia sicurezza nei confronti di altre persone. La mia sicurezza è venuta meno quando il fiume Ema, che scorre contiguo a quell’area, poteva straripare. E mi son sentito solo e abbandonato, quando il fiume ha inondato la casa e le altre cose di mia proprietà, e non per ultimo l’anima. A titolo precauzionale la Protezione Civile del comune di Firenze ci comunicò che questa è una zona sottoposta a un rischio allagamento che potrebbe raggiungere il livello di 4 (metri!) e ci indicò anche dove rifugiarsi in caso di un loro allarme. In precedenza, per attutire gli effetti degli eventi alluvionali fu emanata una Legge che “proibiva” di edificare a distanze inferiori di 150 metri dai fiumi (L.183/89 ). Il comune e il quartiere, dopo dieci anni dall’entrata in vigore della suddetta Legge, nella fascia di rispetto fluviale, sottoposta alla L.183, riesce a costruire un enorme centro direzionale e con uno alto strato di cemento, copre, tutto il prato verde che c’era intorno alle tribune del campo sportivo. Nei giardini di viale Tanini, cede in gestione, un campetto in erba e di libero accesso. Ora è plastificato, e pagando, si può giocare a calcetto. Nel ristrutturare gli spogliatoi, già situati in zona ( L.183/89) si preferisce ampliarli per ricavare un bar con cucina per il ristorante e altre cose. Ora, a voi di Reporter e al presidente del Quartiere chiedo: ma siete sicuri che dopo tutte queste colate di cemento, l’apertura del “bar anche d’inverno” mi renda quella giusta serenità che mi viene a mancare andando ai giardini? E quando, nelle giornate della pioggia invernale, vedo delle facce oscure e ango-

lettere

Febbraio 2010

QUELLE CODE AGLI SPORTELLI... Spett.le Redazione, sono una abitante del Q3 che legge sempre il Vs. giornale, e trova gli articoli che proponete sempre molto interessanti, colgo quindi l’occasione per metterVi a conoscenza di un disservizio scandaloso che avviene nel nostro quartiere da parte dell’Ufficio Postale FI37 che si trova a fianco della Coop in piazza Bartali. Detto Ufficio Postale ha una carenza di personale cronica, ed anche se ci sono otto sportelli a disposizione per i cittadini, raramente sono aperti tutti insieme e anche se sono aperti, per pagare un semplice bollettino, il più delle volte si deve fare una coda anche di 2 ore, tutto ciò lo trovo indecente. Perché approfittare sempre della pazienza e buona volontà dei cittadini? Detto ufficio è stato fatto nuovo da pochi anni, che si decidano ad aumentare gli sportelli ed il personale, visto che ci sono tanti giovani senza lavoro! Grata per quanto potrete fare in merito, colgo l’occasione per salutarVi cordialmente. Rogai Gabriella LO “SPETTACOLO” DI VIA DELL’AGNOLO Gentile Sig. Direttore, sono una studentessa fuori sede domiciliata nel quartiere1 e leggo sempre con molto interesse il vostro giornale. Ritenendolo un prezioso notiziario degli eventi di quartiere e un ottimo strumento di denuncia, sento doveroso, seppur da fiorentina adottiva, denunciare le situazioni spiacevoli che trovano asilo negli spazi che viviamo. Ogni giorno, per raggiungere l’università percorro anche 4 volte via dell’Agnolo e lo spettacolo che mi si propone non è di certo piacevole. C’è un supermercato cinese sempre rigorosamente vuoto di acquirenti nel senso tradizionale, intorno cui si assiepano tossicodipendenti, transessuali ed ubriaconi. Non è raro assistere ai loro loschi scambi, in qualsiasi ora della giornata. Perché le forze dell’ordine non se ne accorgono, nonostante passino con la volante in via Verdi molto spesso? Lei ribatterà che certamente sarebbe più conveniente cambiare strada: per la mia incolumità questo è di certo conveniente. Ma mi chiedo, da persona sensibile alle problematiche urbane, quanto questa presenza può convivere con la prospiciente scuola materna? Quando i bambini si riapproprieranno del parchetto dietro piazza dei Ciompi? E soprattutto: perché nessuno provvede a sanare il QUADRILATERO DELLA TOSSICODIPENDENZA (ad un passo dal consiglio di quartiere) di cui via dell’Agnolo, piazza Salvemini , via di Pietrapiana e il ponte che da via dell’Oriuolo va in Borgo Albizi fanno parte?! Cordialmente Una studentessa indignata GLI ANIMALI E LO SPORCO PER LE STRADE Buongiorno,

ho letto sul vs ultimo numero, Gennaio 2010, l’articolo “Per i cani lo spazio non manca, ma per le strade resta lo sporco”; devo dire che il comune e/o il Quartiere hanno fatto o stanno creando ancora spazi per gli “amici” a quattro zampe, ma questo sembra non basta affinché le strade siano sgombre da escrementi. Credo che questa situazione non sia colpa dei cani veri, ma di coloro che bisognerebbe definire “cani” perché sono i proprietari degli animali che nonostante dimostrino di voler bene ai loro amici, diventano “nemici” degli altri esseri umani. Nei giardini dove giocano i ragazzi o dove passeggi basterebbe poco laddove ci sono le aree per i cani a portarli in quelle aree fatte apposta, ma è più semplice e facile lasciare che il proprio animale si “svuoti” dove capita; che dire poi delle strade, ce ne sono alcune ridotte in condizioni estreme. Avevo scritto tale problema anche al sindaco attuale, ma probabilmente è preso solo dalla attenzione di “curare” il centro storico non tenendo conto della periferia che è il primo impatto per la gente che viene in città per visitarla o altro. Avevo scritto di cosa accade in altri paesi europei ad esempio in Germania. In Italia è stata istituita l’anagrafe canina che al momento che adotti o prendi un cane gli viene applicato un chip per il suo riconoscimento, quindi si può sapere tutto di quel cane. In Germania fanno una cosa molto semplice: nella fase di installazione del chip all’animale gli viene fatto un esame del Dna che è indolore ma torna utile per i motivi di cui si parla. Quando i signori vigili girano di pattuglia (quando li vedi…), potrebbero guardare anche loro dove mettono i piedi e se incappano in un escremento potrebbero (bontà loro …) raccoglierlo e farlo analizzare così, anche a distanza di qualche giorno, saprebbero a chi inviare una multa (so che c’è una multa per chi sporca con carta o altro …), così come fanno in Germania e la sanzione che applicano è di 500 euro (notevole..). Credo che così si otterrebbero due scopi: 1) il Comune potrebbe incassare qualche soldo in più e destinarlo alla sistemazione delle aree per cani o alla sistemazione delle strade o alla sistemazione delle piste ciclabili e quanto altro volete inserire….; 2) penso che i proprietari dei cani farebbero più attenzione ai loro animali e si otterrebbe il tanto agognato pulito per le strade e nei giardini; cosa costa, basta provarci. Non so se questo compito spetti ai vigili, ma credo di sì, altrimenti si potrebbe assumere del personale formando una apposita squadra ecologica a tale compito dando così lavoro ad altre persone; non so se compete al Comune, o all’Asl; basta che ci si sia un po’ di buona volontà e penso che questo problema si possa risolvere evitando a volte scontri verbali tra le persone con buona pace cittadina. Un saluto Costantino Giaquinto LAVORI E SICUREZZA A COMPIOBBI I lavori di urbanizzazione ad Ellera stanno per iniziare ma nessuno, sembra, ha accertato se siano andati a buon fine quelli, fatti ormai da tempo, dell’“area Chelazzi”a Compiobbi. In questa frazione era stato programmato uno stradello pedonale e per passeggini per eliminare il dislivello esistente fra via Aretina ed il piazzale della stazione ferroviaria. Progetto sostituito,

con poca lungimiranza, da un fantomatico servoscale per le carrozzine dei disabili, mai realizzato. Un marciapiede coperto invece è stato costruito sotto il nuovo insediamento, che doveva servire per tutti i cittadini del posto, ma arrivato all’altezza della rampa scale F.S. questo marciapiede non ha alcuna uscita verso la strada, servendo esclusivamente le nuove costruzioni. L’impresa incaricata a questi lavori doveva, ad ultimazione degli stessi, riasfaltare via della stazione, nonché ridisegnare i posti macchina lungo la stessa in modo da permettere il passaggio contemporaneo almeno a due mezzi, attualmente impossibile in più punti della carreggiata. Si ricorda che l’entrata e l’uscita al parcheggio è solamente da via della stazione. A Compiobbi, quando saranno terminati i lavori di Ellera, avremo un traffico ancora più intenso e più veloce di quello attuale; più intenso per i nuovi insediamenti di nuove costruzioni sia abitativi che artigianali, per un totale di oltre 60.000 metri cubi, nonché più veloce per effetto della nuova variante. La Giunta Comunale di Fiesole dovrebbe quindi impegnarsi fin da ora, affinché divenga concreto il progetto del “viadotto di Vallina”, così da poter trasformare, come previsto, l’attuale statale Aretina in strada provinciale con conseguenti limitazioni al traffico pesante ed alla velocità. Altra necessità per la sicurezza dei cittadini di Compiobbi è l’allargamento dei marciapiedi della stessa via principale Aretina fino alle strisce bianche appositamente segnate per delineare gli stessi. Attualmente le mamme con neonati nei passeggini debbono barcamenarsi spesso con due ruote sopra e due sotto il marciapiede, mentre i pedoni, specie le persone più anziane, sono in pericolo nello scendere e salire in continuazione all’incrociare altre persone. Altri lavori attesi e necessari: - La delocalizzazione del ripetitore F.S. almeno ad oltre cento metri dagli insediamenti urbani, come richiesto con firme a suo tempo, nonché previsto dal regolamento comunale di Fiesole; - Dissuasori di velocità, soprattutto in via della stazione, dove il continuo raid di motorini scorrazzanti da e per il parcheggio F.S. lo rendono alquanto pericoloso per i pedoni, ed in particolar modo per i pendolari che tornano con il treno. Cordiali saluti, Bruno Stefani I NOMI DELLE STRADE E LE NUOVE TARGHE In relazione al servizio comparso a pag. 5 del numero di Dicembre del vostro periodico, ritengo opportuno segnalarvi che l’articolista ha commesso, suo malgrado, un grossolano errore in ordine alla denominazione toponomastica di una piazza del nostro Quartiere. Al termine del suddetto servizio si parla infatti di “un percorso di fede” tra la Piazza Suor Domenica del Paradiso (all’interno di Via di Ripoli) e la Piazza B. Pio (all’interno del Viale Europa). Premetto che, a mio parere, il primo colpevole dell’errore di cui dirò è da attribuirsi al Comune di Firenze, che per la toponomastica stradale (abbandonate le gloriose targhe in smalto bianco e blu e le antiche lastre di marmo con su scritto nome e cognome del titolare della strada o della piazza) ha adottato delle squallide targhe in plastica, con la sola iniziale del nome e per giunta


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it CAREGGI E LE PISTE CICLABILI Leggendo con piacere “Il Reporter” che parla di problemi e fatti a noi vicini, devo altresì constatare che nell’idilliaca enunciazione delle piste ciclabili del Q5 non ho trovato nessun riferimento al fatto che da Careggi al centro ci sono 900 metri e “rizzati”. Una zona semi-periferica così popolosa avrebbe diritto di essere collegata al Centro di Firenze? Forse io mi sono perso qualcosa ma credo che da Piazza Dalmazia tutto sia finito nel dimenticatoio. Gradirei sapere se sbaglio su “Il Reporter” o direttamente. Grazie, Stefano B.

Gentile signor Stefano, il tema delle piste ciclabili e della mobilità a pedali è spesso troppo poco trattato e discusso, nonostante l’interesse che i cittadini dimostrino di avere in proposito (un interesse forse addirittura crescente negli ultimi tempi, e questa non può che essere una buona notizia), e nonostante il numero di persone che, malgrado tutte le difficoltà oggi esistenti, usino la bicicletta per spostarsi. Va da sé che, con una rete più estesa di piste ciclabili, questo numero sarebbe ancora maggiore, e quello di aumentare i chilometri dei percorsi per le biciclette in città deve essere senz’altro un obiettivo da porsi e da raggiungere, soprattutto in un’ottica come quella che sembra attualmente caratterizzare Firenze, ovvero un ripensamento complessivo di una mobilità centrata fino ad ora sull’utilizzo dei mezzi privati che, com’è sotto gli occhi di tutti, è arrivata al suo limite. Dunque, insieme a una nuova organizzazione del trasporto pubblico (in città ha appena “esordito” la prima linea del tram), le piste ciclabili rivestono un ruolo importante: ruolo che, il più velocemente possibile, dovrà essere rafforzato, con la costituzione di ciò che forse finora è maggiormente mancato, ovvero una vera “rete” ciclabile che finalmente unisca i vari tratti esistenti. Una rete in grado di collegare le varie zone di una città, per le sue dimensioni, potenzialmente a misura di bici, senza che i ciclisti siano costretti ad affrontare alcuni tratti pericolosamente in mezzo alle auto. Questo deve essere il primo obiettivo da raggiungere, quando si parla di piste ciclabili, anche se è da riconoscere che, data la dimensione di molte strade fiorentine, realizzare nuovi percorsi per le biciclette non è sempre è così facile, per lo meno senza togliere spazi a pedoni o automobili. Per quanto invece riguarda Careggi e dintorni, sicuramente tra le zone più interessate dalla questione, alcuni nuovi progetti sono in arrivo, come riportato in un articolo che pubblichiamo questo mese sulle pagine dell’edizione del quartiere 5. Dove mi auspico che possa trovare le risposte che cercava. Matteo Francini

scritte tutte in lettere minuscole come fossero un’e-mail, provvedimento per me culturalmente riprovevole in una città come la nostra. Ora, la targa in plastica dell’area che ci interessa indica “Piazza B. Pio”, una B. che ad un approccio superficiale farebbe pensare all’iniziale della parola “Beato”. L’autore dell’articolo avrebbe però potuto fare una ricerca più approfondita, scoprendo che la piazza in questione è nata molti anni prima della beatificazione di Padre Pio e che quella B. (trovandoci, come giustamente cita l’articolo stesso, in una zona da sempre dedicata a condottieri, podestà e personaggi del tardo Medioevo e del Rinascimento) vuole ricordare un certo Bernardino Pio, originario di Carpi, chiamato dalla Repubblica Fiorentina come condottiero mercenario della guerra contro il Duca di Milano. Mi preme poi aggiungere un breve cenno su altri due nomi di strade citate nell’articolo come “segni di fede”: via del Paradiso, che nulla ha a che fare con la religione in quanto l’appellativo “paradiso” era attribuito ad un bellissimo giardino annesso alla villa di famiglia Alberti, accanto alla quale esisteva un convento di suore, e via Arcangeli, nome che non si riferisce ad esseri celesti, bensì ricorda Giovanni Arcangeli, un botanico come gli altri naturalisti richiamati in alcune strade di quella parte di città, primo fra tutti il grande Carlo

Linneo; centro virtuale di questo gruppo di strade è la Piazzetta del Pomario, tra via Filippo Webb e via Filippo Parlatore, a ricordo di uno splendido frutteto (pomaio) esistente in zona, famoso per la bontà dei suoi prodotti. Grazie per l’attenzione e cordialità Piero Tonini REGINALDO GIULIANI E LA DEDICA DELLE VIE Ritengo quantomeno anacronistico che una delle strade più lunghe di Firenze sia ancora dedicata alla memoria di un prete medaglia d’oro al valor militare!! I sacerdoti dovrebbero essere apprezzati, encomiati e ricordati per le loro opere di pace, non per il loro valore militare!! Propongo di dedicare la stessa strada a Tiziano Terzani, giornalista, scrittore e uomo di pace. Grazie per l’attenzione, Adriano Rossi ANCORA SULLA SOSTA COL MOTORE ACCESO Ho letto con piacere che non sono l’unico a lamentarmi per il malcostume dei conducenti Ataf (non tutti ma molti) di sostare al capolinea col motore acceso per molti minuti. Ho fatto presente questi comportamenti all’ufficio reclami Ataf, al sindaco Renzi, al neo-presidente Bonaccorsi, al di-

fensore civico Morales, ma ancora i risultati non si vedono. L’infrazione, oltre ad essere individuata dal codice della strada, è anche prevista nel regolamento di servizio Ataf. Vivo molto vicino ad un capolinea nel quartiere 2 e mi stupisco che persone che svolgono un servizio pubblico non si rendano conto del disturbo che arrecano ai residenti tenendo accesi motori inquinanti, rumorosi e vibranti a pochi metri da abitazioni private, scuole e giardini! Senza pensare allo spreco di denaro causato all’azienda che paga loro gli stipendi! Lettera firmata IL TRAFFICO ALLE DUE STRADE Ho letto sul numero di novembre la lettera della “signora Alda” che anche io da tempo volevo scrivere: per chi proviene dall’Autostrada, Superstrada, Tavarnuzze, Siena ecc. e va in direzione di Firenze, trova il tappo del semaforo del Galluzzo: sarebbe semplice far girare a destra nella piazza (o in via Gianfigliazzi come dice la signora Alda) e girare intorno alla piazza stessa (ora adibita quasi solo a parcheggio) per andare verso tante direzioni: San Felice a Ema, Firenze centro, Cascine del Riccio o Firenze Sud. Sapeste quanto traffico in meno si avrebbe nella zona delle Due Strade!!!!! e come si scorrerebbe nella zona del Galluzzo!!! Vi prego di pubblicare e inoltrare agli uffici competenti del Comune di Firenze questa richiesta, che mi sembra una cosa semplicissima, non l’Opera del Duomo!!! Grazie dell’attenzione e saluti Graziella VIA POLIZIANO, “NON NE POSSIAMO PIÙ” Gli abitanti di via Poliziano non ne possono più! I clacson suonano dalla mattina alle 7 alla sera oltre le 8! Non si riesce a vivere in questa confusione! Macchine costantemente bloccate, scooter che sfrecciano sulla pista ciclabile inutile (poteva tranquillamente essere costruita sul marciapiede sinistro da cui non passa quasi mai nessuno, come è stato fatto su altri marciapiedi di Firenze) che ha tolto una ventina di posti macchina mai ripristinati, viale Milton chiuso in fondo, pare per far piacere, pare, a qualche residente “potente”, che riversa tutte le auto su via Poliziano e via Lorenzo il Magnifico! Ma in che città viviamo? Ma dove sono i nostri amministratori? Chiudere una piazza per mettere in ginocchio il resto della città non ci sembra una scelta molto intelligente! Siamo stufi!!! Ilaria Balboni IL TRASPORTO PUBBLICO NELLA VALLE DELL’ARNO Gentile Redazione di Reporter, vorrei far presente un problema relativo al trasporto pubblico che interessa la Valle dell’Arno del comune di Fiesole, dove nel massimo silenzio e senza alcuna reazione il servizio è stato tagliato drasticamente con episodi anche imbarazzanti per i cittadini che vengono fatti scendere dal mezzo anche in modo scortese se il mezzo proviene dalla provincia di Arezzo. Nel marzo 2002 durante un’assemblea cittadina il vice presidente Ataf Marmugi (presidente era Aldo Frangioni....) presentò una nuova linea da Ellera a via Mezzetta con cadenza di 20 minuti, ma il sindaco Pesci pose il veto fra la costernazione generale. Dopo mesi di proteste alla vigilia di un’altra assemblea che

si preannunciava turbolenta, dal cilindro uscì una convenzione per la validità dei titoli di viaggio Ataf sui mezzi extraurbani. Nonostante le oscillazioni degli orari di transito poteva essere una buona soluzione, che almeno equiparava i costi per tutti i cittadini del comune. Con l’aumento del biglietto Ataf si è creata di nuovo una discriminazione perché sui mezzi extraurbani non è accettata la Carta Agile con sconti fino al 30%, ma il peggio è arrivato appunto in questi giorni con l’esclusione dalla convenzione (e quindi dalla equiparazione dei biglietti Ataf) dei mezzi provenienti dalla provincia di Arezzo, spesso gli unici in ampie fasce orarie. La cosa più grave è che non c’è nessun segno di riconoscimento fra i due consorzi (Etruria Mobilità e Mugello-Valdisieve) visto che i mezzi sono della stessa società Sita e l’alternativa è fra essere cacciati dall’autista senza spiegazioni e in modo sgarbato (se si accorge che hai in mano un biglietto-abbonamento Ataf) o beccarsi la multa durante il viaggio. Basta consultare un orario per vedere che restano solo 20 corse utili al giorno, 6 in tutto il pomeriggio di domenica, con vuoti che raggiungono le due ore. Gli alunni delle scuole superiori per raggiungere il nostro polo di riferimento in via Mezzetta devono fare 3 km al giorno a piedi spesso al buio e senza marciapiedi e attraversamenti sicuri, perché non c’è una combinazione di mezzi pubblici adeguata. Dopo il trekking urbano accade che a Varlungo transita uno dei suddetti mezzi della provincia di Arezzo, costringendoli a un’altra mezz’ora di attesa; forse la proposta Marmugi, mai troppo rimpianta, avrebbe risolto anche questo problema. Una delle scuole (non faccio il nome per carità di patria …) ci ha risposto: “comprategli il motorino che abbiamo un bel parcheggio”. Alla faccia della riduzione del traffico privato... Maurizio RETTIFICHE Spett.le Redazione de Il Reporter, Vi saremmo grati se, in relazione all’intervista al sig. Fallani del Tennis Tavolo Artigianelli da parte del Vs. sig. Marrone, apparsa sul numero di Gennaio 2010, vorrete pubblicare una precisazione in quanto i locali in cui si svolge l’attività agonistica della soc. T.T. Artigianelli sono ceduti gratuitamente, insieme ad altre agevolazioni, dall’Istituto Pio X Artigianelli, di cui don Gianfranco Rolfi è il Presidente, proprio per gli scopi statutari dell’Istituto stesso (educazione ed istruzione scolastica, culturale, religiosa e sportiva dei giovani oltre a sviluppare le loro potenzialità artistiche ed imprenditoriali concedendo spazi a condizioni vantaggiose ). Fiduciosi di un Vs. accoglimento di questa ns. richiesta, Vi porgiamo distinti saluti. Il Presidente del Tennis Tavolo Artigianelli Enrico Bellini Spett. Reporter, la presente per comunicarvi che la mostra di Antonio Ancarola è stata curata dall’associazione Galluzzo Immagine e non dall’oratorio del Pellicano come da voi erroneamente segnalato sul numero di gennaio. Ciampini Dario Presidente Galluzzo Immagine


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Febbraio 2010

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