Il Giornale del tuo Quartiere
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Periodico d’informazione locale. Anno IV n.11 del 8 febbraio 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIaNO
L’INTERVISTA
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FEBBRAIO 2010
Haiti ci guarda, non chiudiamo gli occhi Matteo Francini
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I dUBBI sUL “MOsTRO” Pier Luigi Vigna racconta gli anni delle indagini su Pacciani e compagni. E solleva due questioni PAG.22
sTRaNIERI NEL QUaRTIERE Ecco chi (e quanti) sono e da dove vengono gli immigrati “della porta accanto” PAGG.4-5
SPORT
Poggetto, studi sulla collina per il “rischio scivolamento” La città che vive di rendita di Salusest - Biondi
U La MEGLIO GIOVENTÙ Da Ljajic a Keirrison e Seferovic, Corvino punta sui giovani: “Pensiamo a presente e futuro” PAGG.36-37
n tempo la potenza delle grandi famiglie e dei grandi casati si intuiva dalla sontuosità dei loro palazzi e dall’altezza delle loro torri. Oggi le cose stanno in un’altra maniera e ostentare il proprio patrimonio immobiliare pare non vada più di moda. Anzi. Chi possiede palazzi interi, e sull’affitto dei fondi basa
la propria fortuna, tende a farlo in silenzio, senza troppe chiacchiere. Eppure interi rioni di Firenze sono nelle mani della stessa famiglia, oppure di istituti assicurativi o banche. E mentre una fetta di città vive di rendita, qualcuno - come certe maison di moda - stanco del caro affitti PAGG.16-17 migra altrove.
PAG.2
tendenze
Quelli che l’amore lo trovano in chat
a “scUOLa” dI KaRaTE Le arti marziali secondo il nazionale Enrico Vivoli, che ora si dedica solo all’insegnamento PAG.38
PAGG.30-31
ra il 12 gennaio quando l’intero mondo è rimasto sconvolto dal terremoto che ha devastato Haiti. Quel giorno, e quelli successivi, televisioni e giornali di tutto il pianeta non hanno fatto altro che mostrare le immagini di uno spaventoso incubo diventato realtà sotto il sole dei Caraibi. Poi, lentamente, è successo quello che succede sempre in questi casi: Haiti è tornato a essere un Paese lontano, conosciuto soprattutto perché situato in una delle zone turistiche più ambite del mondo, e giornali e tv hanno ricominciato ad occuparsi d’altro. Ma laggiù, intanto, si continua a dover fare i conti con quel (poco) che resta dopo il terremoto. Per questo, semplicemente per non dimenticare un dramma che non deve essere dimenticato, a partire da questo mese Il Reporter continuerà a ricordare che ad Haiti la gente ha ancora bisogno d’aiuto. Lo farà con alcuni spazi, all’interno del giornale, dedicati a questo argomento, insieme a un interlocutore importante come la Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus, operativa sull’isola caraibica da 22 anni. E lo farà – ben contento di poter essere d’aiuto – perché, in casi come questo, il non dover per forza vendere una copia in più permette di potersi fermare un attimo davanti a una tragedia che ha impressionato ognuno di noi, e che nella sua paurosa violenza è arrivata anche a colpire la nostra città da molto vicino, con la morte del 45enne Guido Galli, fiorentino, funzionario dell’Onu. E allora, anche da qui, da migliaia di chilometri di distanza, quello che - nel nostro piccolo - vogliamo fare è ricordare che ad Haiti l’emergenza continua, e continuerà ancora per molto tempo. Che ad Haiti continua ad esserci bisogno di noi.
MOBILITà. Dalla stazione a Scandicci in 20 minuti. E ora tocca alle linee 2 e 3
A Firenze è (ri)partita l’era del tram C
inque anni di cantieri e 255 milioni di euro di investimenti dopo, polemiche e barricate sono giunte al capolinea e la tramvia numero uno è partita. Dal 14 febbraio Santa Maria Novella e Scandicci sono più vicine, circa 20 minuti filati sui binari. Sette chilometri e mezzo in 14 fermate, tutte munite di distributori automatici di biglietti, al costo di 1,20 euro, esattamente come quelli dell’autobus. Per il pri-
mo mese la frequenza sarà ridotta, una corsa ogni 8 minuti in entrambe le direzioni, mentre da aprile l’attesa sarà tra i tre minuti e mezzo della fascia di punta e i sei durante il resto della giornata. Ancora da sciogliere alcuni nodi legati alle zone a rischio ingorgo, come le rotonde distribuite lungo il tragitto viale Talenti-via del Sansovino, fino ad arrivare a Porta al Prato, punto nevralgico per il traffico cittadino. Ma ci sarà tempo nei
prossimi mesi per limare le imperfezioni, in attesa che venga sciolta anche l’ultima riserva: quella su come bypassare piazza Duomo pedonalizzata. Il progetto in questione approderà a primavera sulla scrivania di sindaco, ministro e altre istituzioni competenti. E mentre Firenze affronta la prima vera rivoluzione della mobilità, sono pronti a partire anche i lavori per la realizzazione delle altre due linee. PAGG.10-11
EDIZIONE DEL QUARTIERE 5 • 49.572 COPIE DISTRIBUITE DA
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Febbraio 2010
Rifredi • Novoli • Brozzi
POGGETTO. La zona è attualmente oggetto di studi per il suo assetto idrogeologico
E la collina finisce sotto la lente scheda
Il rischio sarebbe quello di uno “scivolamento”
Cantiere di via Burci, ecco come rinascerà
in direzione della città, dalla parte di via
Ecco quello che, in base al piano di recupero del cantiere di via Burci, verrà a sostituirsi al cosiddetto “mostro del Poggetto”: verranno costruiti tra i 32 e i 37 appartamenti, per una superficie totale non superiore ai 1.840 mq; parte del terreno sarà a destinazione non residenziale, intendendo con ciò varie destinazioni, dal commerciale al direzionale, sportivo, ricreativo, di servizio; i posti auto costruiti saranno 393: quelli in esubero rispetto a quelli necessari per i nuovi appartamenti saranno riservati prioritariamente ai residenti e alle attività economiche presenti nella zona; saranno realizzati parcheggi per moto e biciclette; verrà realizzato un giardino pensile costituente verde ad uso pubblico per una superficie 1.500 metri quadri; da un punto di vista ambientale, si è stabilito che il monitoraggio della falda acquifera avrà una durata di 10 anni a partire dall’inizio dei lavori.
Alderotti, ma solo gli studi potranno spiegare quanto sta accadendo Paola Barile
L
a collina del Poggetto è attualmente oggetto di studi circa l’assetto idrogeologico del suo territorio: le numerose segnalazioni pervenute da residenti della zona, contenenti indicazioni di crepe e smottamenti nei pressi delle proprie abitazioni, hanno convinto l’Osservatorio Ambientale a promuovere uno studio capillare del fenomeno, definito dal direttore Pietro Rubellini “del tutto naturale”. Il rischio sarebbe quello di uno “scivolamento” della collina in direzione della città, dalla parte di via Alderotti, ma solo gli studi potranno dare un’esatta spiegazione di quanto stia accadendo. Quel che è certo è che l’attenzione torna a posarsi su una zona che, negli ultimi vent’anni, ha fatto più volte discutere e preoccupato i residenti. Anche in questi giorni, la questione che anima i dubbi dei cittadini non è tanto quella del movimento della collina quanto, piuttosto, quella delle cause dello stesso, che in molti non esitano ad attribuire al gigantesco cantiere che giace nell’area compresa tra via Burci e Villa Lorenzi. Il cosiddetto “mostro del Poggetto” rappresenta infatti una ferita ancora aperta nel territorio e nel cuore dei suoi residenti: la portata della questione non può essere compresa fino in fondo se si sottovaluta il senso di identità che lega i cittadini a questa parte di città, che conserva nel silenzio delle sue strade secondarie, nel verde dei giardini e degli alberi, una dimensione quasi di paese. Una popolazione che ha pagato il suo scotto per la costruzione di una struttura finora inutilizzata, come è accaduto alla “mitica fruttivendola di via Bardelli” che, negli anni ‘90, dovette abbandonare il campo, ceduto dai proprietari alla società costruttrice: “Eravamo contadini e in otto giorni nel nostro pezzo di terra c’erano già le ruspe, e così perdemmo tutti gli ortaggi”, racconta. La questione si è risvegliata nel novembre scorso, quando il consiglio comunale ha approvato una delibera sul piano di recupero del cantiere di via Burci, salutata dall’amministrazione
Via Michele Mercati
fiorentina come l’avvio del processo di recupero ambientale della collina, ma che non ha convinto del tutto gli abitanti della zona. Il piano, infatti, prevede l’avvio di nuovi lavori riguardanti il cantiere, con la costruzione di appartamenti, fondi commerciali, servizi, più di 300 parcheggi auto e un’area destinata a verde pubblico. In una situazione di dissesto idrogeologico, il timore dei residenti è quello che i nuovi lavori possano ulteriormente aggravare lo stato del territo-
Il Reporter è un periodico di 8 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 198.200 copie
di città cambi completamente aspetto - dice un’altra residente della zona - in particolare sono molto preoccupata per i tigli di via Bardelli, non vorrei che fossero tagliati per allargare la strada, se il traffico dovesse aumentare”. Già, perché uno dei principali timori dei residenti è quello che la costruzione di nuovi parcheggi possa attrarre avventori dall’esterno, incrementando il traffico della zona e mettendo ulteriormente a repentaglio la “tenuta” della collina.
CORSI D’ACQUA Tanti i volatili che lo abitano, ma lo sporco non manca. “Segnalare i casi di incuria”
Tra natura e discarica, la “doppia vita” del Terzolle
C
hi non si è mai soffermato, passando a piedi nei tratti di strada che aprono a scorci del torrente Terzolle, a osservare i germani reali, gli aironi, le gallinelle d’acqua che abitano il letto del fiume? Nonostante il traffico e i rumori della strada, infatti, la natura regala la possibilità di osservare i ritmi di un’oasi cittadina che nasce sulle colline a nord di Firenze e scende a valle, facendosi spazio tra i palazzi e i marciapiedi di Rifredi, fino a sfociare nell’Arno. Eppure chi, tra gli abitanti della zona, non ricorda la carcassa di motorino lasciata nel torrente per mesi,
Il Reporter di Rifredi, Novoli, Brozzi raggiunge 49572 famiglie nel quartiere 5 di Firenze. Copia in abbonamento postale
rio. E di questo parere è anche Sauro Venturini, che qui abita da tempo: “La collina è effettivamente in movimento, e questo comporta vari inconvenienti negli edifici. La costruzione della Prestige Poggetto ha a mio parere aggravato la situazione, anche perché a suo tempo sono state tagliate tre falde acquifere sotterranee. Insomma, i problemi idrogeologici che ora si stanno manifestando potrebbero nascere da quei lavori”. “La mia paura è che questa parte
Editore e Concessionaria Pubblicitaria: Web&Press Edizioni s.r.l. Direzione ed amministrazione: via Kassel 17- 50126 Firenze tel. 848.80.88.68 Direttore Responsabile: Matteo Francini Service editoriale e grafico: Tabloid soc.coop., Firenze (FI) scrivimi@ilreporter.it
con i suoi inevitabili scarichi di sostanze nocive? Oppure il triciclo riverso sul fondo, nonché i sacchetti di immondizia che tuttora campeggiano nel letto del torrente? Quanto a lungo potrà durare questa insolita convivenza tra una natura che continua a sbocciare e prolificare ogni primavera, e l’inciviltà di chi scambia i fiumi per discariche cittadine? “Tutti gli ambienti fluviali vanno protetti, tutelati e rispettati perché sono organismi viventi e perché fanno parte di noi - dice Massimo Parrini, vicepresidente del comitato fiorentino del Wwf - tanto più va rispettato il Terzolle,
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno IV n.11 del 8 febbraio 2010 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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che è un angolo di vera natura all’interno del quartiere 5” . E in questo hanno una funzione fondamentale tutti i cittadini, che possono segnalare i casi di incuria e di sporcizia: “I cittadini devono chiamare il Quadrifoglio, poi sarà quest’ultimo a contattare chi di dovere. La cosa importante è che il maggior numero possibile di persone telefoni: certo, non bisogna aspettarsi una soluzione per il giorno seguente, ma sicuramente in questo modo avranno fatto sapere che c’è un problema da risolvere”. E, sicuramente, avranno il diritto di atten/P.B. dersi una risposta.
Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.
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il giornale del tuo quartiere
BICICLETTE. Le piste ci sono ma, spiega chi si sposta sulle due ruote, manca una vera “rete”
Nuovi progetti “pedalano” nel Q5 REALTà CITTADINE. Viaggio nell’Accademia della Crusca
Il “regno” dell’italiano nella villa di Castello Q
Tra i piani, un percorso ciclabile che collegherà la stazione di Rifredi a piazza Puccini, passando per viale Morgagni, via Mariti e viale Redi. Approvato lo studio di fattibilità per la sostituzione delle rastrelliere della fermata dei treni del quartiere Elena Guidieri
“I
l buco nero della ciclabilità fiorentina”: così viene definito il quartiere 5 da alcuni di coloro che usano la bicicletta come principale mezzo di spostamento. Eppure le piste ciclabili si vedono: tra le principali ci sono quella di via di Novoli, quella delle Piagge, il tratto di viale Morgagni. Sono inoltre ciclabili una parte di viale Corsica e di via Carlo del Prete. Qual è allora il vero problema per i ciclisti? “Le poche piste ciclabili della zona – spiega Valerio Parigi dell’associazione Firenze in Bici – non sono collegate tra loro, non creano una rete. E una rete si crea tramite gli attraversamenti riservati ai ciclisti e la garanzia di percorsi, invece che tratti isolati”. Come dire che l’attuale quadro delle piste ciclabili non garantisce quello che dovrebbe essere l’obiettivo principale: la sicurezza del ciclista. Ad oggi non esiste infatti la possibilità di muoversi tra i poli universitari di Novoli e Morgagni, o tra Novoli e la stazione di Rifredi, senza “invadere” la carreggiata riservata ai veicoli a motore o, in alternativa, il marciapiede destinato all’uso pedonale. Con la nuova amministrazione, l’impegno si è fatto più serio. Prima della sua elezione il sindaco Renzi, e con lui parte della futura giunta, aveva firmato il “Patto per la Bici”. Tra gli impegni presi, quello della realizzazione di 10 km di pista ciclabile all’anno, la stesura di un piano di sosta per la bici, l’istituzione di un abbonamento integrato bici-treno per l’area metropolitana, e l’avvio in tempi rapidi del servizio di bike sharing, biciclette pubbliche che possono essere utilizzate da coloro che non hanno un mezzo proprio. La vicepresidente dell’associazione Firenze in Bici, Graziana Fiorini, spiega che l’amministrazione ha mostrato interesse ed apertura, ma che per ora “alle parole non sono seguiti i fatti. Ci hanno promesso di riparlarne tra un po’, tempo di capire e informarsi”. Un’altra richiesta di Firenze in Bici è l’istituzione
di un “Ufficio Bici”, che possa gestire tutte le questioni riguardanti la ciclabilità a pedali, dai percorsi alle rastrelliere, dal bike sharing ai rapporti con la cittadinanza in occasione di eventi straordinari. “Questo – puntualizza Fiorini – eviterebbe il ripetersi di spiacevoli fatti come il concerto di Capodanno, per il quale hanno rimosso tutte le rastrelliere della stazione con le bici attaccate sopra, con un preavviso minimo”. In realtà l’interesse dell’amministrazione non sembra destinato a rimanere privo di concretezza. Esiste un progetto di pista ciclabile che collegherà la stazione di Rifredi a piazza Puccini, passando per viale Morgagni, via Mariti e viale Redi. Un progetto esecutivo in fase di completamento disegna un tracciato che si snoda dalla pista di via Magellano verso via Panciatichi e via Perfetti Ricasoli, passando davanti all’ingresso della Nuova Pignone, fino al sottopasso
uello che oggi viene considerato il principale punto di riferimento per lo studio della linguistica e della filologia italiana, nacque come la “brigata dei crusconi”, tra riunioni di amici a conversare di temi giocosi, senza importanza, appunto “cruscate”. Ben lontani dalla pedanteria dell’Accademia fiorentina, la “brigata dei crusconi” volse l’attenzione agli scarti della “lingua buona”, al volgare fiorentino. Fu così che nel 1583, quando la “brigata” fondò l’Accademia della Crusca, il simbolo scelto fu il “frullone” o “buratto”, strumento utilizzato per separare il fior di farina buona (la buona lingua) dal residuo, dallo scarto, appunto dalla crusca. Diventò uso degli accademici dotarsi di uno stemma personale disegnato su pale di legno ricalcate sugli strumenti dei mugnai. Le pale sono rimaste come un segno del tempo all’interno dell’Accademia. Ognuna di esse è preziosa per l’originalità dell’allegoria costruita attraverso l’immagine e il motto scelti dall’accademico. Appartiene all’Accademia la prima edizione del 1612 del dizionario moderno, che si differenzia dalle precedenti pubblicazioni dall’aspetto molto più simile a un’enciclopedia. A vederla lì, chiusa nell’incantevole villa di Castello, viene la tentazione di pensare che l’Accademia sia un circolo di pochi, elitario, chiuso in un mondo di terminologie antiche e poco al passo con i tempi. In realtà i legami con il territorio ci sono, sia a
livello di quartiere che di città. Nel corso degli ultimi anni sono stati organizzate rassegne di musica e poesia aperte a tutti. Curioso il progetto “Pinocchio”, che trae ispirazione dalla vicinanza dell’Accademia con la Villa Il Bel Riposo, luogo in cui Collodi nel 1881 scrisse la favola del burattino. Attraverso alcune ricostruzioni sono stati individuati nella zona di Castello i luoghi che avrebbero ispirato lo scrittore, come la scuola, il teatro di Mangiafoco e la strada del paese. Gli oltre 135mila volumi dedicati alla linguistica italiana sono stati recentemente inseriti nello Sdiaf, il Sistema documentario integrato dell’area fiorentina, il che permette agli utenti la richiesta di volumi della Crusca tramite prestito
Non mancano iniziative e legami con il territorio interbibliotecario. L’Accademia della Crusca sta portando avanti l’ambizioso impegno di coniugare passato e presente, mantenendo elevato il livello di ricerca sulla lingua ma adeguando la propria attività ai tempi moderni e all’uso delle parole che ne deriva. Il portale web dell’Accademia mostra un’apertura verso nuovi tipi di linguaggio legati a internet e /E.G. alle nuove tecnologie.
Ora i ciclisti sono spesso costretti a “invadere” carreggiate o marciapiedi ferroviario per viale XI Agosto. Non tutto il tracciato assicura uno spazio appropriato all’interno della carreggiata: in alcuni tratti i ciclisti dovranno utilizzare il marciapiede. E’ stato poi approvato lo studio di fattibilità riguardante la sostituzione delle rastrelliere della stazione di Rifredi con quelle di nuovo modello che consentono di bloccare contemporaneamente più parti del mezzo, telaio compreso. Insomma, l’obiettivo di amministrazione comunale e associazioni a difesa della sicurezza del ciclista, come Firenze in Bici, appare uno: “pedalare” insieme per dare ai ciclisti fiorentini una vita più facile.
L’interno dell’Accademia della Crusca
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Rifredi • Novoli • Brozzi
L’INCHIESTA. La quinta circoscrizione è quella in cui risiede il maggior numero di stranieri
Quando il vicino non parla italiano Nel quartiere 5 è ormai una realtà Elena Guidieri
creato problemi, ma indubbiamente un problema lo sono”. Questa espressione, abbandonando una altrettanto facile tendenza all’accusa di intolleranza, è probabilmente indice di una mancanza di integrazione e conoscenza. Mancanza che fa sì che il generale senso di “fastidio” si estenda anche a un’altra categoria di immigrati, coloro che svolgono un lavoro rispettando le regole del nostro Paese. Come spesso succede, si
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li stranieri nel quartiere 5 sono una realtà tangibile e concreta. Dati aggiornati a fine 2009 registrano la presenza di 14.974 persone immigrate su un totale di 105.807 residenti nella zona. Circa il 14%, dunque, di cui 2.230 di nazionalità rumena, 2.275 cinese e 1.802 albanese. Un quartiere che negli anni ha visto aumentare la presenza di immigrati e di attività da loro gestite. L’ufficio statistica ne registra 2.313, circa il 15,6% del totale. Dati concreti, che danno idea della misura del fenomeno con cui il quartiere si sta confrontando, ma che da soli non bastano per parlare di immigrazione. Partiamo dalla stessa definizione di straniero, che raccoglie sfumature diverse. Il quartiere 5 sembra fungere da specchio delle diverse situazioni, problematiche e opportunità che la figura dell’immigrato porta con sé. Gli stranieri sono tanti, come tante sono le storie che si portano dietro. C’è la categoria degli irregolari, tra cui i venditori ambulanti e coloro che chiedono l’elemosina ai semafori. Ascoltando le voci della zona, è difficile capire quanto sia riferito a fatti veri e quanto sia parte di un generale “fastidio”: i residenti denunciano sporcizia, confusione, mancanza di sicurezza. Una frase ricorrente è “a me non hanno mai
Pochi i centri di aggregazione e associazione religiosa presenti a Novoli e dintorni punta ben alto il faro sull’allarme sociale e si dimentica quanto le persone immigrate possano rappresentare una risorsa per la città, sia a livello lavorativo che culturale. Ed è proprio questo il legame che sembra mancare all’interno del quartiere: l’integrazione culturale. Il territorio che si estende da Brozzi a Novoli e Rifredi, manca di per sé di una continuità spaziale. Si tratta di un quartiere costruito per estensione, andato a colmare le lacune di un centro storico ormai privo di spazi. Spesso ci si riferisce a Novoli come a un centro allargato di Firenze, dove è possibile trovare tutto, dal
MARCO ROSA Studente, 25 anni
MAHMOUD OSMAN Studente, 25 anni
FABRIZIO BELLI Impiegato, 60 anni
“Convivo con un ragazzo del Libano”
“Basta avere rispetto per le differenze”
“Mancano controllo e sicurezza”
“Per la prima volta divido la stanza con un ragazzo non italiano. Lui si chiama Mahmoud, viene dal Libano. E’ un’esperienza estremamente positiva, la volontà di conoscersi e trovare interessi comuni ha prevalso su tutte le differenze culturali. Adesso succede che Mahmoud canta ‘Romagna mia’ e io provo a cantare in arabo”
“La curiosità e la voglia di conoscere culture diverse dalla propria rende l’integrazione più semplice, a prescindere dall’essere studenti o lavoratori. La convivenza in casa tra persone culturalmente diverse è come la convivenza tra persone più simili: basta avere rispetto delle differenze”
“Gli immigrati sono molto aumentati nel corso degli ultimi anni e non c’è integrazione nel quartiere. Personalmente non mi creano disagi, ma ci sono stati alcuni episodi di ragazze infastidite da persone straniere. Mancano, secondo me, un po’ di controllo e sicurezza”
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il giornale del tuo quartiere
Circa 14 abitanti su cento provengono dall’estero, e oltre il 15% delle attività sono gestite da immigrati. Le nazionalità
NATHALIA PRINCE Studentessa, 28 anni
M. ANTONIUCCI Studentessa, 24 anni
“Tra studenti integrazione più facile”
“Differenza tra le figure di immigrati”
più rappresentate sono quella cinese (2.275 persone), rumena (2.230) e albanese (1.802). Ma la convivenza non sempre è facile
“Penso che gli italiani siano persone accoglienti, ma anche che con i fiorentini è difficile stringere veri rapporti. Credo sia solo perché ognuno ha già il proprio gruppo di amici. Sicuramente tra studenti l’integrazione è più facile che tra lavoratori. Mi piacerebbe rimanere a vivere in Italia, forse a Milano”
“C’è differenza tra la figura dell’immigrato in ambito universitario e quella in ambito lavorativo. Si tratta di diverse categorie di provenienza, e ne derivano diversi modi di integrazione. Lo sfruttamento del lavoro pone lo straniero in una condizione sociale più bassa del lavoratore italiano, perciò l’integrazione è più difficile”
Le temperature troppo rigide (che ancora caratterizzano Firenze) non sono compatibili con la riasfaltatura delle strade, perché il bitume non riesce a compattarsi. Salvo interventi d’urgenza, quindi, per gli automobilisti febbraio sarà un mese senza tribunale all’università e ai supermercati. La differenza è che Novoli non racconta una storia; sono pezzi di un puzzle che spesso non stanno neanche tanto bene insieme. Gli stranieri si inseriscono in questo puzzle come un surplus, un elemento che non sa bene dove collocarsi. Pochi i centri di aggregazione e associazione religiosa, che potrebbero costituire un luogo di interscambio culturale. Si osser-
va invece che laddove la cultura funge da collante per le relazioni sociali, le cose vanno molto diversamente. E’ qui che troviamo l’ultima categoria di straniero: all’università. Certo, le condizioni sono diverse: la giovane età permette una maggiore flessibilità e apertura, e di fronte a un esame da sostenere non esistono differenze sociali o geografiche. E’ inoltre vero che la posizione degli universitari,
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sia italiani che stranieri, è generalmente privilegiata, e in un contesto privilegiato accettare ed imparare dalle differenze è più facile. Ciò non toglie che sia proprio questo l’ambito da cui iniziare per costruire una rete di integrazione culturale: la conoscenza, l’istruzione. L’integrazione - per un paese di immigrazione recente come il nostro - è inevitabilmente affidata alle nuove generazioni.
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Febbraio 2010
Rifredi • Novoli • Brozzi
l’INTERVISTA. Parla Marco Paladini, presidente della Mokarico, azienda tutta nostrana
Quel caffè che da Borgo gira mezzo mondo Benedetta Strappi
della qualità: Caffè Mokarico è l’unica torrefazione di caffè al mondo con triplice certificazione di qualità (ISO 9001, ISO 14001 Ambientale, SA8000 Etica). Nel nostro caso gli investimenti sostenuti negli ultimi anni per l’ottenimento delle certificazioni di qualità, la formazione rivolta ai baristi e ai consumatori (con un centro di formazione permanente), il servizio ai clienti, l’etica applicata al lavoro e l’immagine hanno reso possibile un posizionamento di mercato ad un alto livello ed un elevato grado di appeal per gli operatori esteri che ricercano un prodotto del made in Italy unico per qualità ed immagine. Come ci si reinventa, anno dopo anno, in un settore tutto sommato tradizionale come quello del caffè? Per garantire uno sviluppo costante in un settore maturo come il nostro è necessario continuare ad investire costantemente sull’innovazione e sulla qualità a tutti i livelli. Questo significa da un lato mantenere gli elevati standard di qualità del prodotto che forniamo ai nostri clienti e dell’altro istruire/formare i baristi fornendo loro gli strumenti necessari per servire ai propri clienti un espresso che sia sempre perfetto. Qual è la vostra sfida per il futuro? La nostra sfida per il futuro è quella di creare i presupposti per cui i consumatori riconoscano la reale qualità di un espresso o un cappuccino preparati a regola d’arte. Che comprendano cioè lo straordinario valore di queste preparazioni rispetto ad altre (per esempio cialde o capsule).Naturalmente questo richiede tempo e impegno, ma siamo convinti che questa sia la strada da seguire per fare in modo che il cliente diventi un “intenditore”, proprio come è accaduto per il vino.
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a conoscono in mezzo mondo, ma forse qualche toscano non sa che la Mokarico è un’azienda nostrana, con sede a Borgo San Lorenzo. Marco Paladini, che ne è presidente, ne traccia un ritratto. Gli ultimi sono stati mesi difficili, con la crisi che ha colpito tanti settori dell’economia. Come li avete vissuti, la avete avvertita? In effetti negli ultimi mesi anche il nostro settore ha risentito della situazione economica generale non troppo favorevole. In particolare il rallentamento del flusso di denaro dovuto ad un irrigidimento del sistema bancario che ha interessato tutta la filiera – fornitori, torrefattori, clienti – non ha favorito il mantenimento di un trend positivo di sviluppo. La diminuzione dei consumi di caffè è stata avvertita soprattutto nel settore della ristorazione ed in quello alberghiero. Per quanto riguarda i bar invece la situazione è leggermente diversa: da un lato quelli più qualificati hanno mantenuto ed in certi casi anche incrementato le loro vendite di caffè, dall’altro i locali bisognosi di qualificazione non hanno saputo rispondere in maniera adeguata alla crisi. Qual è il punto di forza di una realtà commerciale come la vostra? L’export rappresenta attualmente uno dei punti di forza della nostra azienda. All’estero viene attribuito un valore molto più alto che in Italia ai prodotti “Espresso e Cappuccino Italiano” nei quali si identificano dei veri e propri stili di vita e di consumo. Ma soprattutto viene riconosciuto il valore molto alto
Marco Paladini, presidente della Mokarico
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ZOOM UNA LUNGA STORIA
La Mokarico ha una storia lunga un secolo. Nacque in corso Tintori, a Firenze, per volere del commendator Barbieri, i primi anni del ‘900. I fratelli Igino e Corrado Paladini la hanno poi traghettata fino al 1984, quando alla guida dell’azienda è arrivato Marco Paladini, attualmente in carica come presidente. Oggi la Mokarico esporta in molti paesi, tra i quali Stati Uniti, Russia, Germania, Grecia, Danimarca, Olanda, Repubblica Ceca, Polonia, Estonia, Bulgaria ed Ungheria.
I NUMERI PER FARLO BUONO
Il caffè perfetto? Ha questi numeri: 7 grammi la miscela macinata da grani tostati di diversa origine, senza additivi o aromatizzanti, macinati al momento della preparazione. 88 gradi: è la temperatura dell’acqua. 9 bar: la pressione. 25 secondi: il tempo di erogazione ideale. 25 ml: la quantità di caffè nella tazzina (crema compresa). 67 gradi: la temperatura che il caffè deve avere in tazza.
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L’ultima moda pare sia avvicinarsi al bancone e chiedere un “cappuccio”, ma il concetto, comunque lo si voglia chiamare, non cambia: il cappuccino resta il simbolo della colazione all’italiana. Ogni giorno in Italia vengono consumate 35 milioni di tazzine di espresso, e di queste un quinto viene impiegato proprio per preparare cappuccini. All’estero invece la quota destinata ai cappuccini sale a tre quarti degli espressi totali.
A SCUOLA DI ESPRESSO
Per ottenere un vero espresso la figura del barista riveste un ruolo fondamentale. Seguendo questa filosofia, Mokarico nel suo centro di formazione organizza anche corsi sull’ intero universo della tazzina. Si spazia dal corso per assaggiatori di caffè, a quello Eis (Espresso Italiano Specialist), a quello sui “fondamentali del caffè: dalla pianta alla tazzina”, a quello su “la corretta preparazione dell’Espresso” a “le preparazioni a base di Espresso” al “servizio ed il rapporto con il cliente nel bar” a “la gestione delle risorse umane nel bar”.
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il giornale del tuo quartiere
PALESTRE & CO. Tante le possibilità per chi vuol restare in forma
Sport in città, a ciascuno il suo Matteo Francini
L’
ultima è che correre fa bene al cervello: a sostenerlo è uno studio americano pubblicato di recente. Ma forse gli sportivi di casa nostra, e soprattutto quelli del “dopo-festività” (a maggior ragione quando, come a Natale, festività fa rima con grandi abbuffate), e cioè coloro che assaltano palestre, piscine o parchi con il preciso intento di perdere il peso messo su nelle ore trascorse a tavola, continuano a preferirne la virtù più classica: correre fa bene alla linea. E ogni anno, dopo il classico abbassamento della guardia del periodo che va da Natale all’Epifania, e in vista dell’arrivo della primavera, arriva anche il momento di tener fede alla promessa pronunciata, più o meno da tutti, tra un morso al cotechino e uno al panettone: “Dopo le feste mi metto a dieta”. Molti, però, oltre a ricorrere ai consigli di nutrizionisti e dietologi decidono che è giunto il momento di fare anche un po’ di attività fisica. Già, ma dove? Tranquilli, a Firenze l’offerta non manca. A venire incontro ai desideri dei “pentiti del pandoro” ci pensano palestre, piscine e strutture cittadine, pronte a proporre un’infinita varietà di corsi e attività per tutti i gusti (e le tasche): ogni impianto ha le sue ricette e
proposte, come percorsi o circuiti pensati ad hoc per venire incontro ai desideri di clienti sempre più pretenziosi. La lista di piscine e palestre presenti in città è lunga, e per chi è in cerca di una linea migliore non c’è altro da fare che scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Ma, anche se i periodi che seguono le feste sono spesso quelli in cui le strutture di questo tipo registrano un boom di iscrizioni, c’è anche chi opta per una soluzione diversa: corsa e ginnastica all’aria aperta. Una scelta perfetta per chi, sfidando il freddo che ogni anno resiste (almeno) fino all’arrivo della primavera, vuol stare a contatto con la natura e magari tenersi in forma senza spendere un euro. Anche in questo caso,
in città le possibilità sono diverse: dalle Cascine all’Anconella, non mancano giardini e spazi tra cui scegliere. In alcune di queste aree, poi, sono presenti attrezzature ginniche, impianti e campi di ogni tipo (dal classico calcetto alle piste di pattinaggio e fino ai bocciodromi) o addirittura veri e propri percorsi di allenamento: dal giardino della Carraia all’area Pettini, passando per Villa Favard o il parco di Ugnano, la scelta è piuttosto vasta. Infine, per chi è proprio allergico allo sport, c’è anche un’ultima possibilità: una bella passeggiata. Bastano un paio di scarpe comode e un po’ di tempo a disposizione: le giornate che si allungano e la bellezza di Firenze e dintorni, poi, fanno il resto.
IL PUNTO NEL QUARTIERE Non mancano strutture, corsi e percorsi
È tempo di correre (ai ripari)
L’
Epifania tutte le feste ha portato via, ma non i chili di troppo accumulati tra Natale e Capodanno, e a Carnevale, così come gli scherzi, ogni sgarro alimentare vale... Morale della favola: è arrivato il tempo di smaltire gli effetti di cenoni ipercalorici e peccati di gola a cui si è ceduto con troppa indulgenza durante le passate festività. Ma come correre ai ripari senza spendere una fortuna? Nel quartiere 5 esistono diverse strutture pubbliche che consentono di praticare attività fisica a prezzi contenuti. E’ iniziata il mese scorso la prima serie di corsi di ginnastica per adulti che si tengono alla palestra Filpy in via Magellano, alla palestra Cadorna in via di Pontormo, alla palestra Don Minzoni e alla palestra Valenti in via Alderotti di mattina e/o di pomeriggio. Il prossimo ciclo comincerà a marzo. Alla piscina Don Minzoni e a quella dell’Iti in via Caboto è invece possibile frequentare corsi di nuoto per bambini e adulti, corsi di acquaticità, acquagym, ginnastica dolce in acqua per anziani, corsi di nuoto libero, corsi per gestanti e disabili. Tutte le attività hanno carattere trimestrale con frequenza bisettimanale, e per iscriversi basta andare alla sede del quartiere in via Lambruschini 33, oppure rivolgersi alla segreteria degli impianti.
Per i più “arditi”, sprezzanti del freddo e amanti dello sport all’aria aperta, sono da segnalare la pista pedociclabile che costeggia l’Arno dalle Cascine fino a Signa, percorribile a piedi o in bicicletta, il percorso vita dei giardini dello Stibbert, i numerosi impianti e attrezzature sportive del giardino del Lippi, il quasi ultimato parco di San Donato nonché le vicine (e collaudate) Cascine. Da ricordare anche le numerose strutture gestite dalle società sportive presenti sul territorio, dove è possibile praticare diversi tipi di attività, dal tradizionale calcio fino all’ippica e all’arte della spada. Novità interessante per chi è attento alla propria salute è il ciclo di incontri a cura dell’Associazione italiana di-
Diversi impianti consentono di fare attività a prezzi bassi sturbi dell’alimentazione e del peso (Aidap), iniziato a gennaio nella Sala del Consiglio del Quartiere 5: a marzo si svolgeranno due incontri – il 3 e il 10 – su “Come perdere e mantenere il peso perduto” per “Gestire l’alimentazione senza perdere /F.B. la testa”.
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Febbraio 2010
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MESTIERI DI OGGI E DI IERI. Stanno tornando in auge robivecchi, mercatini e negozi vintage
Quelli che ridanno nuova vita all’usato L’ultima tendenza sembra quella di arredare casa con mobili di seconda mano, ma (per scelta o necessità) in molti si rifanno così anche il guardaroba. Tante le attività di questo genere Fannì Beconcini
L’
usato, ormai da qualche anno, è tornato in auge. Per scelta o per necessità, sono sempre di più coloro che decidono di avvalersi di robivecchi, mercatini e negozi vintage per rifarsi il guardaroba, arredare casa, rifornirsi di
nuove e vecchie tecnologie. A Firenze occasioni per fare acquisti d’antan a prezzi modici non mancano: libri, vestiti, dischi ma anche e – ultimamente – soprattutto mobilio, elettrodomestici, articoli casalinghi. L’ultima tendenza sembra infatti essere quella di arredare con
Patrizia e Youssef del “Mercatinos”
l’usato: perché privarsi di prodotti di qualità se li si può acquistare a minor prezzo di seconda mano? E perché non approfittare della possibilità di disfarsi di mobili e oggetti inutilizzati magari guadagnandoci anche qualche soldino? Il moderno negozio dell’usato rappresenta la summa di attività dalla lunga tradizione, si pensi ai rigattieri e ai classici mercatini delle pulci... ma attenzione: non si tratta del tradizionale negozio di antiquariato o di mobili d’epoca, benché vi si possano trovare cimeli e occasioni, ma di uno spazio in cui il cliente ha a disposizione articoli che provengono da precedenti usi, recenti e meno recenti, e in cui l’acquirente può trasformarsi in venditore lasciando in contovendita. Nel quartiere 5 sono da segnalare alcuni negozi storici ma soprattutto attività di nuova apertura. “Siamo aperti da marzo scorso, vendiamo prodotti lasciatici in contovendita contando sull’ottimo rapporto qualità/ prezzo”, racconta Roberta Iozzelli de I’Kuccatutto: “Gli articoli più venduti sono mobili, oggettistica
Andrea di “Universo Usato”
ed elettronica, ma abbiamo un buon riscontro anche per quanto riguarda il collezionismo con la vendita di vinili e radio d’epoca”. Contenimento dei prezzi e offerta eterogenea sembrano davvero la strategia più efficace, così come ci conferma Andrea, titolare di Universo Usato di via Bardazzi, in cui è possibile trovare libri, dischi e giocattoli ma anche attrezzature sportive, mobili e articoli di elettronica. “Siamo un negozio di contovendita ma ci occupiamo anche di svuotare fondi, cantine, soffitte e forniamo un servizio di trasporto a domicilio. Abbiamo aperto da pochissimo, lo
scorso novembre, ma per adesso abbiamo avuto una buona risposta, anche perché offriamo prodotti di qualità”. Attività di lunga data e molto frequentata è il Mercatinos (www.mercatinos.it), in cui è possibile vendere e acquistare di tutto, dagli strumenti musicali a set di arredo completi: “Siamo aperti da 10 anni, ormai - racconta la titolare Patrizia - la nostra clientela è eterogenea e il nostro andamento è stabile nel tempo”. Insomma, crisi o non crisi, usato e contovendita sembrano un binomio perfetto per clienti ed esercenti: naturalmente, però, a patto di saper scegliere.
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Arriva la Tramvia Muoversi con la Linea T1
La Linea T1 è la parte innovativa di un sistema integrato tra trasporto pubblico e privato, che collega Scandicci alla Stazione di Firenze Santa Maria Novella attraversando l’Arno in corrispondenza del Parco delle Cascine. 7.4 km di percorso con 14 fermate in circa 23 minuti a regime. La Linea T1 come anche le successive linee 2 e 3 sono gestite dalla GEST Spa, di cui sono soci al 51% la società francese RATP, ed al 49% da ATAF Spa. Ecco cosa è utile sapere per muoversi bene con la tramvia.
REGOLE E CONSIGLI
Non sono ammesse biciclette Per i cani valgono le stesse regole di ATAF (ammessi cani di piccola taglia e con museruola) I passeggini sono ammessi e possono posizionarsi nei posti riservati ai disabili
I BIGLIETTI
IL SERVIZIO
Servizio transitorio iniziale Dalle ore 6.30 alle ore 21.30 Frequenza: ogni 8 minuti in entrambe le direzioni Servizio a regime (da Aprile) Dalle ore 5.00 alle ore 24.00 Frequenza Ogni 3,5 min nelle fasce di punta dei giorni feriali Ogni 6 min nelle altre fasce orarie Ogni 12 min nella fascia notturna
I biglietti ATAF e LI-Nea sono validi anche per la tramvia e devono essere timbrati sul primo mezzo di trasporto pubblico utilizzato Nel passare dal bus al tram o viceversa non serve timbrare di nuovo il biglietto se ancora valido Tutti gli abbonamenti ATAF sono validi anche per la tramvia Valgono anche le altre regole previste per il servizio di autobus (esempio per l’accesso dei bambini, ecc.) Non è possibile acquistare il biglietto a bordo
L’arrivo della tramvia comporta dei cambiamenti nel sistema della viabilità urbana. Ecco alcuni consigli da tenere presenti: Il tram ha sempre la priorità su qualsiasi veicolo privato o pedone anche con luce intermittente o avaria degli impianti semaforici Mai circolare o sostare all’interno del tracciato della tramvia Prestare particolare attenzione agli incroci con la linea tramviaria, guardando le segnalazioni semaforiche Utilizzare sempre solo gli attraversamenti pedonali semaforizzati
La linea T1
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Febbraio 2010
TRasPORTI/1. È “salpata” la linea 1: in 23 minuti da Santa Maria Novella a Scandicci
Tutti in carrozza, il tram è partito Dopo 5 anni di attesa, tra barricate e proroghe, i vagoni del Sirio aprono le porte ai cittadini. Otto minuti al massimo alla fermata da qui ad aprile, quando il servizio entrerà a pieno regime. Ma sul traffico è ancora presto per sciogliere le riserve Francesca Puliti
È
costata oltre 255 milioni di euro la prima linea della tramvia, conto a cui vanno aggiunti i malumori e i mal di pancia dei cittadini costretti a convivere con cantieri infiniti, transenne e sindrome da traffico di punta per la maggior parte del giorno. Ma alla fine la linea 1 del tram è conclusa e pronta a trasportare qualche migliaio di persone al giorno tra Santa Maria Novella e Scandicci. Poco meno di 7 chilometri e mezzo di tragitto in 23 minuti su una delle maggiori direttrici di traffico in entrata e uscita dalla città. Quattordici in tutto le fermate disseminate lungo il percorso, ognuna dotata di distributore automatico di biglietti. Che costano esattamente quanto quelli dei cari vecchi autobus, un euro e venti, e possono essere utilizzati sia per il tram che per il bus. Per gli ulteriori comfort, come la wi-fi (la connessione internet senza fili, per i profani della rete) lungo l’intero tracciato, ci sarà da aspettare ancora un po’. Ma si tratta di piccolezze di fronte al sollievo di poter vedere conclusa la più grande opera urbanistica fiorentina (prima dell’era Tav) dal Poggi in poi. Ci son voluti cinque anni, dalla posa della prima pietra, a dicembre
2004, fino alla fatidica data del 14 febbraio 2010, passando attraverso annunci e smentite, proroghe e polemiche. E sarà anche un caso, ma la data scelta per l’apertura delle carrozze al pubblico potrebbe essere profetica. Chissà che i fiorentini più scettici non si scoprano innamorati della tramvia. Quanto meno potrebbero fare pace con i vagoni che hanno fatto uscire dai binari le discussioni nell’ultimo lustro. E magari scoprire che in fondo non è poi tanto male, che la frequenza e il tempo di percorrenza sono davvero quelli promessi e che non si ingolfa nel traffico come i mezzi pubblici su gomma. Anche se il problema traffico rimane sul tavolo dell’amministrazione, primo punto all’ordine del giorno da risolvere. A partire dalla spinosa questione delle rotonde di piazza Batoni e in piaz-
I biglietti da 1,20 euro potranno essere acquistati ad ogni fermata presente lungo il tragitto
za Paolo Uccello. Qui in un primo progetto era previsto l’interramento dei binari, mentre piazza Batoni e Porta a Prato avrebbero dovuto ospitare un tunnel a testa per il traffico su gomma. Si parla del 2001, ai tempi in cui la delega alle grandi opere era nelle mani di Graziano Cioni. Ma il costo degli interventi anti-ingolfamento fu valutato in circa 100 milioni in più. Troppo, tant’è che l’idea venne accantonata nel giro di pochi mesi. “Quando sono arrivato a Palazzo Vecchio la decisione era già stata presa – si discolpa Giuseppe Matulli, che rilevò la responsabilità della tramvia nel 2002 – immagino che non ci fosse abbastanza spazio per le rampe di discesa”. Rimane in attesa di qualche aggiustamento anche “l’attracco” alla stazione centrale, tutt’ora in sofferenza da auto e bus. Nel frattempo il tram va, per ora con una frequenza di una corsa ogni 8 minuti in entrambe le direzioni dalle 6.30 alle 21.30, affiancato dal servizio Ataf. Da aprile in poi le corse si faranno più fitte e alla fermata si aspetteranno solo 3 minuti e mezzo nella fascia oraria di punta, 6 nel resto della giornata, mentre il servizio sarà esteso dalle 5 del mattino fino alla mezzanotte.
AMARCORD C’era una volta il tranvai. La prima tratta ad essere percorsa fu quella per Fiesole
Centoventi anni fa nasceva la rete su ferro più avanzata d’Italia ltro che Sirio, avveniristico nome delle carrozze che già scorrazzano su e giù per i binari fiorentini. Correva l’anno 1890 e allora sì che Firenze era all’avanguardia, dotata di uno dei più moderni piani di mobilità. Risale a oltre un secolo fa la prima tramvia targata FI. Allora il capoluogo toscano era la prima città d’Italia, insieme alla capitale, a sperimentare un sistema di trasporto pubblico metropolitano su rotaia. E i sette chilometri e mezzo della linea 1, a cui si aggiungeranno i sette circa della 2 e i quattro della 3, gli facevano un baffo. Nel periodo del massimo splendore, in-
fatti, la strada ferrata si estendeva su 220 chilometri, in città e nei comuni limitrofi. Da Rovezzano a Bagno a Ripoli, da Sesto Fiorentino a Tavarnuzze, Casellina, Trespiano e Peretola. Una rete estesa e funzionale ai primi pendolari che dalle vicine campagne raggiungevano il centro ogni giorno. E si parla di numeri di tutto rispetto: nel 1920 l’allora linea per Scandicci arrivò a trasportare 210mila persone l’anno, mentre quella per Sesto ne raccoglieva ben 342mila e la linea per Tavarnuzze 208mila circa. La prima tratta ad essere inaugurata, allora, non fu però la Firenze-Scandicci, bensì quella
che si arrampicava su per la collina di Fiesole. L’antenata dell’attuale linea 1, invece, fece la sua comparsa nel 1907. Sessantotto minuti per raggiungere Ponte a Signa da piazza del Cestello, dove si trovava il capolinea, e solo 9 coppie di corse al giorno. E almeno su questo piano i tempi moderni segnano una schiacciante vittoria, visto che il nostro Sirio, da aprile, quando comincerà a lavorare a pieno ritmo, passerà ogni 3 minuti e mezzo in orario di punta e ogni 6 minuti nel resto della giornata. Insomma, non ci farà rimpiangere il /F.P. vecchio tranvai.
Mario Razzanelli. Candidato alle Regionali per Lega Nord Cari amici e concittadini, insieme abbiamo ottenuto dei risultati importanti: - la pedonalizzazione di Piazza Duomo; - la revisione del piano strutturale, - la discussione su tunnel TAV e Stazione Foster. Oggi mi rendo conto che bisogna fare molto di più. Così ho deciso di candidarmi per le regionali insieme al movimento della Lega Nord, unico partito impegnato per risolvere concretamene i problemi della gente, delle città e del Paese. I punti cardine del programma per la Toscana e per Firenze sono: 1. LA QUESTIONE MORALE. Lo scandalo di Castello, lo scandalo Quadra, il caso Barberino che vede il coinvolgimento dell’assessore regionale Cocchi. I fiorentini ed i toscani riflettano e decidano se è giunta l’ora di voltare pagina. 2. INFRASTRUTTURE. - Aeroporto. Abbiamo oggi uno scalo che assomiglia ad uno del terzo mondo. Con la pista parallela all’autostrada ridurremmo l’inquinamento acustico e
potremmo raggiungere ad esempio la Russia e l'Egitto. Un milione e mezzo di passeggeri in più all’anno potrebbero significare un miliardo di euro di nuove entrate per l’economia dell’area fiorentina. - Bretella Incisa-Barberino. L’autostrada del Sole potrebbe diventare la circonvallazione esterna di Firenze riducendo drasticamente l’inquinamento. - TAV. Bloccare il progetto della stazione Foster ed esaminare una soluzione alternativa per l’attraversamento di Firenze dell’Alta Velocità. Utilizzando le risorse risparmiate per potenziare le ferrovie regionali . 3. IMMIGRAZIONE. Rispetto delle leggi e delle
regole. Chi delinque o non rispetta le regole e le leggi deve essere rimpatriato immediatamente. Istituzione in Toscana dei Centri di accoglienza. Aiutare gli immigrati che lavorano, si inegrano e si comportano correttamente 4. SANITÀ. No alla proposta del Candidato Presidente Rossi. Tre mesi di attesa per fare un esame sono troppi. Basta! Non è più ammissibile che con una Sanità che brucia miliardi di risorse ci siano ancora oggi tempi biblici di attesa per fare un esame. Dopo 30 giorni un cittadino deve avere il diritto di farsi fare gli esami anche in una struttura privata. 5. CULTURA. Impedire che la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino venga declassata. Sarebbe una perdita grave per Firenze e la Toscana tutta. Chiedo a tutti i Fiorentini che hanno a cuore gli interessi della città e della regione di VOTARE LEGA NORD. Manterrò gli impegni chiesti dai miei concittadini: amici stanchi di soccombere a interessi e sprechi della politica. I soldi ci sono, sono quelli delle nostre tasse e devono essere spesi bene!
MESSAGGIO A PAGAMENTO
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TRasPORTI/2. Ci vorranno ancora tre anni per completare i binari: conclusione attesa per il 2013
E per le altre linee aprono i cantieri Previsti collegamenti con il Polo scientifico di Sesto Fiorentino e Bagno a Ripoli. Resta da vagliare l’alternativa al passaggio da piazza Duomo: il progetto sarà reso noto ad aprile Paola Ferri
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atta la uno, le linee due e tre della tramvia sono già ai nastri di partenza. O meglio, stanno per essere messe in cantiere. Al grido di “Si cambia passo”, lanciato dallo stesso sindaco Matteo Renzi fin dalla campagna elettorale. Innanzitutto si cambia metodo: la due e la tre verranno realizzate tramite un project financing, strumento che dovrebbe essere in grado di ridurre innanzitutto costi ed eventuali penali a carico del Comune. E poi i tempi. Per un sindaco che ha fatto del rispetto delle scadenze un cavallo di battaglia (ancora girano le foto di quando, da presidente della Provincia, andava a controllare i lavori sulla Fipili con tanto di giubbottino fluorescente), questa rappresenta la sfida più impegnativa. La conclusione degli altri due tracciati che andranno a completare la rete tranviaria è prevista verosimilmente per il 2013. Varianti e approvazioni permettendo. La linea 2, nel progetto originario, ha ricevuto il primo via libera dalla giunta comunale nell’ormai lontano anno 2000. Risale invece a poche settimane fa l’ok del Ministero delle infrastrutture, su un progetto che, e qui sta il bello, annovera sì diverse modifiche rispetto a quello di partenza, ma non la più importante: la pedonalizzazione di piazza Duomo. Su questo punto è rispuntata anche l’ipotesi di interrare il tratto che corre sotto il centro, ma per il momento si tratta solo di voci. Non versa in condizioni migliori
la linea 3, di cui è stato approvato il primo lotto. In questo caso i nodi da risolvere, come lo stesso sindaco ha più volte sottolineato, riguardano il problematico passaggio da piazza Dalmazia e via dello Statuto. Più che mai in sospeso i futuri prolungamenti delle linee. Per quel che riguarda la due, il tragitto certo rimane dalla stazione centrale all’aeroporto, ma secondo i piani di Renzi il tram dovrebbe arrivare a servire il Polo scientifico di Sesto Fiorentino. La linea 3, che collegherà Careggi con piazza Libertà, dovrebbe da qui proseguire in due rami: uno verso Campo di Marte e Rovezzano, l’altro verso Gavinana, fino a raggiungere Bagno a Ripoli. Ma si tratta di passaggi successivi. Per il momento amministrazione e ditte appaltatrici incassano il via libera ai progetti iniziali e annunciano l’apertura dei cantieri nel giro di pochi giorni, a partire dalla periferia per arrivare al centro della città. “Attendevamo queste approvazioni nel settembre 2008 – chiarisce Fabrizio Bartoloni, responsabile di Tram Firenze Spa, la società che si è aggiudicata l’appalto per la costruzione delle due linee – nel frattempo abbiamo preso impegni con le banche e siamo stati costretti a rivedere più volte la tabella di marcia”. Entro la prossima primavera, invece, approderanno sui tavoli di Palazzo Vecchio i progetti alternativi al passaggio dal Duomo, in attesa di un nuovo (l’ultimo?) esame.
L’ALTRA STAZIONE Al via i lavori per il complesso firmato da Richard Rogers: una piazza, dieci negozi e ottanta appartamenti
Il capolinea è griffato. Vetro, acciaio e giochi di luce a Scandicci
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asta nominare la parola stazione di questi tempi e si pensa immediatamente a quella griffata Foster, che il balletto dei progetti sull’Alta velocità sposta come una bandierina sulla mappa della città. Ma c’è un’altra stazione firmata in ballo, poco fuori dal comune di Firenze, proprio al capolinea della tramvia. I lavori avranno inizio il primo marzo, per un’opera imponente quasi come lo “squalo” in vetro e acciaio della Tav e sicuramente di grande impatto per Scandicci. Non solo arrivi e partenze della linea 1, il complesso progettato da Richard Rogers - che per la cronaca è socio di Foster da quindici anni e
con lui ha firmato diversi progetti, tra cui appunto una stazione londinese - è molto di più. Circa 280mila metri quadrati dove troveranno spazio un’ottantina di appartamenti, dieci negozi, una piazza e un auditorium, pensato come centro culturale polivalente. Ah, e naturalmente un paio di parcheggi interrati e due aree di sosta in superficie. Il tutto per un investimento di circa 38 milioni di euro. Che, anche se paragonati agli oltre 100 della nostra Foster, non sembrano comunque noccioline. Una volta terminata, la stazione diventerà un polo d’attrazione, dunque, non solo per la popolazione scandiccese, che qui avrà
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Febbraio 2010
La NOVITà. Grazie a dei minigassificatori, ogni famiglia potrà tagliare da 150 a 250 euro l’anno
L’acqua frizzante? dal rubinetto di casa Dal mese prossimo al fontanello dell’Anconella si potrà scegliere tra liscia e gassata. Ed entro la bella stagione le bollicine arriveranno in tutti gli altri erogatori della città, da Villa Vogel a via Aretina. In nome della tutela ambientale, ma soprattutto del risparmio Francesca Puliti
L’
acqua con le bollicine? Entro l’estate uscirà dal rubinetto di casa. E per adesso ognuno può andare a fare rifornimento all’Albereta, anziché al supermercato. Entro qualche settimana – il tempo di provvedere alle tubazioni – il fontanello pubblico situato all’interno del parco offrirà la doppia scelta alle migliaia di cittadini che già vi si recano muniti di bottiglie e caraffe: liscia o gassata. Come al ristorante. Entro la bella stagione la novità raggiungerà anche gli altri sette fontanelli distribuiti in città (Piagge, Villa Vogel, via dell’Agnolo, via Aretina, via delle Panche e viale Tanini). La sperimentazione è cominciata a Pistoia, il 30 dicembre scorso. Risultato: 75mila litri di acqua gassata erogata in un mese. Un successo che ha spinto Publiacqua ad esportare l’innovazione su tutto il territorio fiorentino. “Il messaggio che vogliamo lanciare non è solo quello di attenzione alla tutela dell’ambiente – spiega Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua – ma anche di vicinanza al cittadino. Bere ‘l’acqua del sindaco’
Erasmo D’Angelis
fa risparmiare ogni anno dai 150 ai 250 euro a famiglia”. Un messaggio recepito e fatto proprio dai fiorentini, considerato il fatto che negli ultimi 5 anni il numero di coloro che riempiono regolarmente il bicchiere dal rubinetto è cresciuto del 20%. Presidente, qual è il prossimo obiettivo? Stiamo studiando un piano per distribuire dei minigassificatori agli utenti che ne facciano richiesta, in modo che ognuno possa farsi in casa l’acqua frizzante. Gli apparecchi saranno a pagamento o a noleggio, stiamo ancora verificando la soluzione migliore. Ma entro l’estate il progetto sarà pronto a partire. Un bel risparmio in termini di rifiuti prodotti e di soldi spesi per l’acqua minerale. Ma i costi in bolletta sono destinati a lievitare? Si tratta di una falsa polemica. Il problema sta a monte, a livello di scelte nazionali. Per legge i fondi da destinare alla manutenzione, ammodernamento delle reti idriche e distribuzione dell’acqua non possono essere trovati da nessun’altra parte se non in bolletta. E ovviamente si tratta di cifre elevate. La normativa nazionale andrebbe modificata, in modo che si
possano liberare risorse da investire in un bene primario e di tutti come l’acqua. La rete idrica fiorentina è molto vecchia ed è stata messa a dura prova dallo scorso inverno. Quanto ci vorrà per sostituire le tubature? Abbiamo messo in programma 400 milioni di investimenti in tutta l’area gestita da Publiacqua nei prossimi 15-20 anni. Si tratta di un’opera imponente ma più che mai necessaria, considerato il fatto che a causa delle falle della rete perdiamo per strada circa un terzo dell’acqua che distribuiamo. Un’altra priorità da affrontare è quella del collettore degli scarichi urbani in riva sinistra dell’Arno. Per Firenze si tratta del tema dei temi: ancora oggi gli scarichi di 120mila fiorentini giungono direttamente nel fiume senza depurazione. E’ una pratica che trovo vergognosa e a cui metteremo fine entro tre anni. Una sfida contro il tempo, dunque, la vostra... Abbiamo finalmente concluso le pratiche amministrative e burocratiche. A marzo ripartiranno i lavori per la realizzazione del collettore, che erano stati interrotti a causa del ritrovamento di residuati bellici e rifiuti urbani, alcuni dei quali risalenti all’alluvione. Entro il 2015, data di scadenza della normativa europea che impone di depurare i fiumi dai rifiuti urbani, l’opera sarà conclusa. E senza alcun disagio per i cittadini, poiché i cantieri non interesseranno l’area urbana. 992584
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attualità
Febbraio 2010
saN LORENZO/1. L’ipotesi di uno sgombero circolata tempo fa non piaceva agli esercenti
Il mercato per ora resta al suo posto L’assessore Nardella spiega che per il momento non sono
Luca Serranò
state prese decisioni riguardo a un eventuale trasferimento
U
na strana storia, quella del presunto trasloco di alcuni banchi del mercato di San Lorenzo.Tra lo stupore degli operatori oltre un mese fa hanno infatti cominciato a circolare voci sempre più insistenti di un trasferimento in Lungarno Pecori Giraldi, presso il mercato multietnico, delle postazioni raden-
in lungarno Pecori Giraldi: “Siamo all’inizio di un percorso, non faremo interventi senza coinvolgere le categorie”
L’INTERVENTO Parla Mauro Bufalari
“Vogliamo bagni e dei vigili fissi”
“A
bbiamo grandi progetti, speriamo solo che gli enti locali ci aiutino in questa avventura”. Mauro Bufalari è il nuovo presidente della Commissione commercio per San Lorenzo, carica ottenuta a larga maggioranza poche settimane fa. Tra le proposte che saranno avanzate all’Amministrazione spicca senz’altro la costituzione di un vero e proprio percorso di “banchi caratteristici”, in modo da restituire al centro di Firenze un mercato autenticamente popolare. “Il Comune ci ha dato l’ok, adesso è il momento di cominciare a far sul serio”, spiega. Punto qualificante del progetto è il ripristino delle vecchie e ferree regole (in particolare del R.e.c., Registro Esercenti il Commercio) che governavano la materia prima del decreto Bersani. In questo senso, la famigerata legge speciale per Firenze si rende ancor più necessaria. “Prima di tutto viene la legalità - dice ancora Mauro Bufalari, titolare di un banco proprio accanto alla basilica - perché senza un generalizzato rispetto delle norme questo mercato continuerà a degradarsi sempre più”. Una sottile polemica anche nei confronti di quegli operatori che si disinteressano del bene comune. “E’ proprio a questo che servono le regole – racconta – in tal senso prometto che faremo di tutto per migliorare le cose. Prendete il problema dei rifiuti: serve un nuovo sistema di raccolta per evitare che a fine giornata tutto lo sporco si riversi sulle strade”. Le richieste degli ambulanti, d’altra parte, poggiano anche sulle migliaia di euro (800 per ogni metro quadro) versate ogni anno per l’occupazione del suolo pubblico. “Chiediamo soprattutto la costruzione di bagni e la presenza fissa dei vigili urbani - conclude Mauro Bufalari - siamo stanchi di essere spennati dalle tasse mentre gli abusivi fanno il bello e il cattivo /L.S. tempo”. 1062890
ti la basilica. Molti articoli di giornale hanno confermato l’ipotesi, e in poco tempo il popolo degli ambulanti di San Lorenzo ha serrato le fila e chiesto compatta un incontro con l’Amministrazione. La parola fine all’incidente di percorso è giunta dopo alcuni giorni, col Comune schierato in blocco a smentire l’ardito progetto. Ma come si è arrivati a tutto questo? Com’è possibile che una notizia così dirompente abbia potuto fare il giro della città? I nuovi componenti della commissione commercio per San Lorenzo (oltre duecento votanti, presidente Mauro Bufalari) ancora non sanno darsi spiegazioni, ma in coro fanno barriera all’ipotesi sgombero. “È ridicolo pensare di spostarci - spiega Farshid Poosti, vicepresidente della commissione che rappresenta gli ambulanti del mercato - non siamo oggetti ma persone, e anche piuttosto arrabbiate. Siamo i primi a lamentarci delle condizioni di San Lorenzo ma questo non vuol dire che si possano prendere decisioni sopra le nostre teste”. Le smentite piovute nei giorni successivi, dunque, non sono servite a rasserenare completamente il clima. Il timore è ovviamente quello che la proposta torni di nuovo sul piatto, magari sotto altra forma. “L’amministrazione ha preso degli impegni - tuona Giorgio, tra gli ambulanti più longevi (e ascoltati) del mercato - Noi siamo sempre stati disponibili ma è chiaro che se fossero davvero queste le intenzioni ci arrabbieremmo molto”. Dario Nardella, vicesindaco nonché assessore allo sport e allo sviluppo economico, tiene a precisare che nessuna decisione è stata presa al riguardo. “Siamo solo all’inizio di un lungo percorso di riqualificazione dei mercati – spiega – e di certo ad oggi non possiamo sapere quali saranno gli scenari futuri. Quel che mi sento di assicurare, ad ogni modo, è che non faremo interventi radicali senza coinvolgere le categorie interessate”. Frasi che giungono soavi alle orecchie degli ambulanti, ancora scosse dagli articoli apparsi in serie sui giornali. “Vorrà dire che qualcuno rema contro - scuote il capo un giovane operatore di via dell’Ariento - forse diamo fastidio, su di noi si dicono tante falsità”. La presenza di merce made in China, per esempio, è una delle accuse che fa più arrabbiare titolari e gestori di banchi. “Ma li guardate i prodotti dei negozi del centro? La merce cinese è dappertutto, possibile che la colpa sia soltanto nostra?”.
Ci accusano di vendere merce made in China, ma lo fanno tutti
attualità
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saN LORENZO/2. In aumento il numero dei commercianti dell’estremo oriente che affittano bancarelle
E tra i banchi si parla sempre più cinese Riccardo Bianchi
Q
uando chiedi di un cinese che ha un banco di alimentari nel mercato coperto di San Lorenzo, qualcuno dice che forse ti sbagli. Eppure Dong è lì, e da quattro mesi vende la sua verdura. Qui è il primo della sua etnia: “Volevo lavorare - dice - il mercato mi piaceva e ho provato”. Accanto, due bangladeshi che vendono frutta. “Anni fa i bangladeshi hanno comprato tanti banchi e vendevano tutti frutta e verdura - dice Alessandro, uno degli operatori storici - ma è andata male. Hanno smesso quasi tutti”. Nessuno commercia carne o pesce: i frigoriferi costano tantissimo. Anche fuori, tra le 242 bancarelle, gli ultimi arrivati sono originari di Cina e Bangladesh, ma sono già tanti. Negli anni ci sono stati prima i persiani, poi i palestinesi, poi gli slavi, i rumeni e i brasilia-
ni. Adesso loro, che per alcuni hanno superato le altre etnie. E, pure qui, vendono tutti la stessa roba: vestiti e foulard i cinesi, borse e ciondoli gli altri. Tutto a pochi euro. Parlarci è difficile. Qualcuno sa l’inglese, l’italiano il minimo indispensabile. Ma gli affari vanno male: “È mezzogiorno e ho venduto 15 euro. Lui zero e lei pure - racconta Otello, quarant’anni di esperienza, indicando il vicino senegalese e la vicina mandarina - I cinesi ci provano. Ma il problema è che c’è qualcuno, italiano, che affitta i banchi a prezzi alti nonostante la crisi. Li frega”. Le cifre vanno dai 2.500 euro al mese per un posto intorno alla basilica ai 500 di via Panicale, dove ci sono tanti posti vuoti, perché aprire al mattino costa più che tenere chiuso. A San Lorenzo quasi tutti vendono accessori in pelle, vestiti
Nell’area esterna sono tanti gli ambulanti asiatici, mentre in quella coperta per adesso c’è solo Dong, che da quattro mesi vende lì la sua verdura
e poco altro. Colpa anche di un turismo più povero. “I cinesi pagano sempre - li difende Angelo, che gestisce una delle cooperative che monta i banchi al mattino e li smonta la sera - Con i bangladeshi si fa fatica, ma anche con gli italiani. Solo che se loro poi se ne vanno, chi ti
paga?”. Qualche commerciante li accusa di slealtà: “Vendono la tua stessa merce, ma abbassano il prezzo. Ti fanno chiudere”, sostiene Edgar, brasiliano. Ma ormai nel mercato è quasi tutto uguale, fatto in Cina o comunque dai cinesi. A punirli, però, è l’inesperienza. “Sono anch’io
straniero - dice Dragosh, che ha un banco in via Panicale - ma ho lavorato come commesso per otto anni, prima di mettermi in proprio. Loro aprono dall’oggi al domani e si fanno concorrenza. Non sanno come si lavora. Alcuni hanno già chiuso. Andrà così anche per gli altri”.
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“La crisi c’è anche per noi”
I
n via Panicale un ragazzo nero alticcio saluta un uomo bianco e gli mette una mano sulla spalla. “Amore?”, chiede, e lo accompagna in un negozio, sorpassando due africani che stanno sulla porta. Dopo dieci minuti, l’uomo è ancora seduto accanto alla cassa, in fondo al locale. Scene del genere si ripetono ancora nella strada, un tempo feudo dei neri. Ma oggi non più. Nel bazar col nome africano c’è un cinese. Ovunque rivendite e call center di bangladeshi. “Si notano di più da quando fanno capannello fuori dal centro Snai” dicono i commercianti italiani. Ma c’è chi è storico, come Alamgir, che nel 2001 ha aperto l’Oriental Alimentari, un supermarket etnico: “Vendiamo solo a stranieri, anche operatori del mercato. Abbiamo avuto un calo del 70 per cento in pochi anni, ma
Perso il 50 per cento in un anno, se continua così noi chiudiamo
continuo a pagare 1400 euro al mese di affitto”. Ad un italiano. In piazza del mercato, un piccolo negozio di accessori ha aperto vicino al kebabbaro. Dentro due ragazzi cinesi. Una, molto bella, non capisce l’italiano. L’altro dice che l’attività, di tre mesi, è del fratello. Ma della crisi non sa niente. Nel senso che non conosce la parola. I cinesi stanno acquistando i tanti fondi vuoti del quartiere. Via Faenza e le strade limitrofe sono una costellazione di commercianti asiatici. Tra i colleghi italiani la frase è: “Sono bravi, non danno noia. Ma mi domando chi e perché gli affitta i fondi”. Le clientele sono separate. Al mini-market all’incrocio con via Panicale una commessa anziana con gli occhi a mandorla dice che la sua è solo asiatica. Alla friggitoria numero 34, come riportato sulla targa storica, i gestori ora sono cinesi. La ragazza al banco spiega che gli affari sono calati perché non ci sono turisti: “Meno 50 per cento in un anno. Abbiamo mandato via una commessa. Ma l’affitto non è calato. Se continua così, chiudiamo”. Chi è il proprieta/R.B. rio? “Un italiano”.
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l’inchiesta
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ZOOM/1. A Firenze ci sono (poche) famiglie che gestiscono una miriade di fondi
La città di chi possiede palazzi interi L’INTERVISTA
Istituti assicurativi e banche, ma anche
Parla il vicesindaco Nardella
“Serve un intervento a livello governativo”
semplici privati: spesso immensi patrimoni
L’
immobiliari sono concentrati nelle mani di pochi. Ecco una “mappa delle rendite” Lorenzo Salusest
C’
della Rifle) che negli ultimi anni hanno acquisito, tra gli altri, l’attuale immobile che ospita Zara (ex sede del Banco di Sicilia) e di Palazzo Tornabuoni (Ex Banca Intesa) in via Strozzi, dove è stato realizzato un residence extra lusso. Nuovi proprietari che affiancano le dinastie nobiliari che tutt’ora possiedono le storiche residenze familiari, destinandole a negozi ed appartamenti. Caso diverso è quello che riguarda le proprietà dell’Arcidiocesi, dell’Istituto di sostentamento del clero e dei singoli complessi religiosi: numerosi sono i fondi commerciali ed abitativi che rientrano nel patrimonio ecclesiastico, ma differentemente dagli altri proprietari, la Chiesa tende a mantenere i livelli di locazio-
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era una volta una città in cui la ricchezza delle famiglie e la loro influenza sui destini di Firenze si misurava sulla bellezza dei palazzi e sull’altezza delle loro torri. Adesso che quelle torri sono state in gran parte scapitozzate, influenza e status sociale non si misurano più per altezza, ma per estensione. E i patrimoni immobiliari, nelle mani di pochi soggetti non sono più ostentati, tutt’altro. Tant’è che risulta difficile tracciare una mappa dei grandi proprietari, tanto più adesso che la giunta Renzi, di fronte al progressivo abbandono dei negozi storici e all’emorragia di abitanti dal centro, ha dato il via alla crociata contro la “città della rendita”. Ma chi sono dunque i protagonisti dell’oligopolio immobiliare fiorentino? Talvolta è sufficiente leggere le targhe in marmo o le insegne affisse sui muri: grandi istituti assicurativi possiedono palazzi nelle zone storiche, come Fondiaria in piazza della Repubblica o Generali in piazza della Signoria. Uffici ai piani superiori, fondi commerciali al piano terra: collocazioni strategiche che negli anni scorsi hanno spinto al rialzo gli affitti richiesti ai gestori di bar storici come Rivoire o Paszkowski, con minacce di chiusura poi rientrate. Ci sono poi alcuni istituti bancari, anch’essi proprietari da tempo immemore di fondi destinati ad abitazioni o negozi. Ma alcune banche stanno dismettendo il loro patrimonio, vendendolo a società private spesso riconducibili a singole famiglie: è il caso dei fratelli Fratini (eredi dei fondatori
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ne a prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato, non perseguendo quindi intenti speculativi ma conservativi. Fin qui niente di sorprendente. Ma sbaglia chi pensa che i grandi proprietari di immobili siano concentrati nel centro storico, o che essi siano solo gli eredi di grandi e note dinastie fiorentine. I protagonisti della rendita fondiaria sono talvolta anche famiglie ignote ai più, tranne a coloro a cui affittano case e fondi commerciali, spesso situati in zone periferiche della città. Interi immobili con alcuni negozi e decine di appartamenti intestati alla stessa persona? Capita più spesso di quanto si possa immaginare. Anche questa è la città della rendita, ma non andatelo a dire ai proprietari.
aumento dei canoni di affitto sta causando la chiusura di molti negozi storici. Il sindaco ha lanciato un messaggio ai proprietari, affermando che l’era della rendita di posizione è finita. Condivide? Non posso che condividere. Fin dall’inizio questa amministrazione ha fatto della lotta alla rendita una delle sue bandiere. La rendita sta soffocando le imprese, i negozi, le boutique e noi non assisteremo passivamente. Da un lato chiamiamo i proprietari alla responsabilità e al rispetto, dall’altro vogliamo combattere questa battaglia con ogni mezzo, a partire dal tavolo di confronto con il Governo. Gli affitti sono molto alti anche in periferia, dove i negozi di vicinato stanno cedendo il passo alle catene in franchising. Una conseguenza ineludibile della globalizzazione? Ci rendiamo conto che combattere da soli contro la globalizzazione è impossibile, non si può fermare un fenomeno storico. Ma lo si può governare, trovando nuove strade per arginare l’impoverimento culturale e sociale delle nostre strade e piazze evidenziato dalla scomparsa dei negozi storici e di vicinato per il proliferare di kebab, internet point, pizzerie al taglio. Introdurremo nuove regole, senza naturalmente porre questioni di discriminazione sociale o culturale, ma per preservare un coerente sviluppo della città, nell’interesse di tutti. Inoltre, stiamo perfezionando una importante intesa per promuovere i Centri commerciali naturali, meritevoli di sostegno perché hanno un ruolo vitale nel tessuto urbano fiorentino e difendono la nostra ‘tipicità’. Cosa può fare il Comune per scrivere la parola fine sulla rendita di posizione? Come amministrazione sappiamo di non avere strumenti normativi efficaci per controllare il fenomeno. Proprio per questo vogliamo porre il problema al Governo, anche attraverso la discussione sulla legge speciale per Firenze, per poter utilizzare la leva vincolistica e la leva fiscale, con meccanismi di incentivi e disin/L.S. centivi.
l’inchiesta
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ZOOM/2. Non si ferma l’ondata che ha coinvolto molti negozi del triangolo della moda fiorentina
Via Tornabuoni, ancora bandoni chiusi Da Yves Saint Laurent a Hugo Boss, fino a Versace, Escada e Brooks Brothers. Le grandi firme continuano a chiudere le loro boutique nelle strade più centrali della città, lasciando spazio a saracinesche abbassate e cartelli con la scritta “affittasi” Barbara Biondi
C’
è chi viene e c’è chi va. Via Tornabuoni, strada fiorentina delle griffe per eccellenza, sta (ormai da qualche anno) subendo la crisi che nel 2009 ha finito per attanagliare tutto il mondo, nessuno escluso. Il risultato è un via vai di negozi che chiudono, a volte riaprendo in altre location e a volte non riaprendo affatto, sparendo dalla circolazione senza dare più segni di vita. Il crocevia della moda, dove da un po’ si assiste ad una sorta di “danza delle saracinesche” è Tornabuoni, Strozzi, Vigna nuova. Queste le tre strade dello shopping con la S maiuscola, quelle dove “se ci sei vuol dire che conti qualcosa nell’olimpo fashion”. E se non ci sei più? La questione è amletica. Il primo (previdente) a chiudere i battenti, già qualche anno fa, è stato Yves Saint Laurent, che da trent’anni stava all’inizio di via Tornabuoni ed ha lasciato spazio a Burberry, che ha preso il suo posto. L’hanno seguito a ruota Hugo Boss, che ha chiuso in via Tornabuoni (ma ha un punto vendita in piazza della Repubblica), Trussardi, che aveva un maxi negozio di oltre 400 metri quadri (con un affaccio anche in piazza Strozzi) nella stessa strada, Roberta di Camerino in via del Parione, Versace che stava “di casa” nella torre Gianfigliazzi, proprio di fronte al palazzo Spini Feroni della maison Ferragamo, Escada in via Strozzi, Cartier che si è trasferito poco distante e Brooks Brothers, che aveva aperto in via della Vigna Nuova poco più di un lustro fa. Tutti sono andati via promettendo a clienti e aficionados di spostarsi altrove, ma ad oggi nessuna di queste griffe ha reso note nuove aperture. Una vox populi nell’aria da tempo parla di Fendi come il prossimo della lista a sloggiare lasciando spazio a Louis Vuitton, che a quel punto guadagnerebbe l’intero isolato che si affaccia su piazza Strozzi. Sono sempre voci quelle che parlano delle cattive acque in cui sembrerebbero navigare anche Bottega Veneta, che ha la sua boutique in via Strozzi, Gianfranco Ferrè, le cui vetrine si affacciano metà su via della Vigna Nuova e metà su via del sole, e Rebecca, brand tutto toscano che sembra abbia difficoltà a tenere aperto il prestigioso punto vendita aperto in anni recenti a pochi metri da piazza Antinori. Commessi e impiegati tremano al solo pensiero di chiusure imminenti e alcuni si mobilitano per tempo, alla ricerca di un posto di lavoro più
stabile, operazione quanto mai difficile. Nel frattempo, alcuni bandoni restano chiusi e i cartelli affittasi rimangono appesi alle vetrine per mesi. D’altronde, con i tempi che corrono, è comprensibile che anche grandi e facoltose aziende non siano disposte a spendere cifre che si aggirano, a seconda del negozio, sugli “80mila euro mensili di canone”, come spiega la proprietaria di uno dei fondi vuoti.
LA NOVITÀ Visto in passerella
L’oro si fa mantello E debutta a Pitti
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Via Tornabuoni
PRIMA CONSULENZA TUTTI I PROFESSIONISTI PER VOI SERVIZIO DI PRIMA CONSULENZA AL COSTO DI SOLI 50 EURO
RICEVIMENTO SENZA APPUNTAMENTO NEI GIORNI SOTTO INDICATI CONSULENZA LEGALE: DIRITTO CIVILE: (mercoledì 9-13 e venerdì 15-19) Compravendite - Successioni - Divorzi - Recupero Crediti - Multe - Locazioni - Condomini - Infortunistica - Conciliazioni - Tutele - Società - Responsabilità medica DIRITTO AMMINISTRATIVO: (giovedì 15-19) Edilizia - Urbanistica - Concorsi pubblici - Servizi Pubblici Appalti DIRITTO DEL LAVORO: (lunedi 15-19) Lavoratori - Aziende - Contratti - Licenziamenti - Agenzia - Vertenze DIRITTO PREVIDENZIALE: (martedì 15-19) Contributi - Pensioni - Invalidità Civile - Malattie professionali DIRITTO DEGLI STRANIERI: (mercoledì 15-19) Immigrazione - Permessi di soggiorno - Ricongiungimenti Cittadinanza - Affidamento Minori - Ricorsi DIRITTO PENALE: (martedì 15-19)
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ome fossero abiti da indossare, stagione dopo stagione, i gioielli debuttano a Pitti. In effetti i manufatti realizzati dalle sorelle Marzia e Daniela Banci di Banci Gioielli Prezioso, prima azienda orafa ad avere accesso alla kermesse più modaiola di Firenze, non si prestano a recitare la parte dei semplici accessori, pretendono quella da protagonista. Pezzi unici o riprodotti al massimo in 9 esemplari (ma sempre rigorosamente a mano), ideati a partire da un tema, come testimoniano i nomi dati alle singole creazioni e alle diverse collezioni. Geodedica, Parto, Firmamento, fino alla futuristica World Wide Web. In ogni caso si tratta di forme del tutto originali e altamente evocative. Come l’anello intagliato nel corallo più brillante o la collana che richiama forme e colori lunari. “O ci ispiriamo ad un titolo e lo sviluppiamo con diverse sfaccettature – racconta Marzia Banci, la maggiore delle due sorelle – oppure li plasmiamo sulla persona che ce li richiede, sull’occasione che vuole celebrare, sul carattere e sui suoi colori”. Un’arte in grado di far sentire ogni donna una regina, assicura Marzia, ma che richiede tempo, pazienza, attesa dell’ispirazione giusta e un atteggiamento quasi di ascetismo nei confronti della fretta contemporanea. “Ogni anello ha la sua storia, qualcuno può aver bisogno di 2-3 anni per nascere, dal momento dell’idea alla realizzazione”. Il tempo che ci vuole ad edificare piccole opere di architettura, in cui sono evidenti gli studi in materia delle due sorelle. Per sfornare il “mantello” in oro bianco e argento ispirato alla costellazione dell’Aquila ci sono voluti 4 anni. Ma il risultato parla chiaro: “Le donne che cerchiamo di mettere in luce – conclude Marzia Banci - sono come le nostre creazioni: malleabili, duttili e uniche, dunque /F.P. preziose”.
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speciale
L’INIZIaTIVa. Il Reporter a fianco della Fondazione Rava perchè sul terremoto non cali il silenzio
Fari puntati, haiti non va dimenticata Benedetta Strappi
È
stato facile, spontaneo, quasi scontato prendere il cellulare e mandare uno, due, tre messaggini a chi chiedeva di inviarli a sostegno della popolazione di Haiti. Il difficile, invece, viene ora. Adesso che il sipario sul terremoto si sta abbassando, adesso che le immagini di quei bambini straziati si allontanano nel tempo e fanno meno male. Da tanti anni, 22 per l’esattezza, ad Haiti opera la Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus, da tempo in prima linea per portare sollievo a una popolazione che già prima del sisma era piagata dalla povertà. La Fondazione negli anni ha portato avanti una lunga lista di progetti. Tra gli altri, ha costruito un orfanotrofio per 600 bambini, un ospedale pediatrico, scuole di strada per altri 6mila bambini e un centro di riabilitazione per bimbi disabili. Immediatamente dopo che la terra ha smesso di ruggire, la Fondazione si è attivata per mettere a disposizione l’ospedale pediatrico N.P.H Saint Damien come base per gli aiuti internazionali. L’ospedale, costruito con criteri antisismici, è stato danneggiato ma è rimasto in piedi e non ha mai smesso di
Le foto di questa pagina sono state scattate all’ospedale pediatrico N.P.H. Saint Damien della Fondazione Francesca Rava
La popolazione colpita dal sisma ha ancora bisogno dell’aiuto di tutti per ripartire: per questo è importante tenere alta l’attenzione soprattutto adesso che è passato un po’ di tempo e continuare con le donazioni anche nella fase post-emergenza funzionare. Le operazioni non si sono mai fermate, e la struttura è arrivata ad assistere anche 700 persone contemporaneamente, oltre a servire da quartier generale per la Protezione Civile Italiana. Un dato, la dice lunga. In quei primi, strazianti, tre giorni nella struttura sono nati tre bambini. E anche dopo, tante sono state le future mamme arrivate con complicanze, che si è scelto di aprire un reparto maternità. E mentre si accoglievano le nuove vite, la Fondazione ha continuato a lavorare su tutti i fronti, distribuendo acqua e cibo, organizzando centri di accoglienza e ampliando l’orfanotrofio per accogliere altri bambini. Oggi ad Haiti è tutto da rifare, e il momento di aiutare non finisce mai. Il Reporter - così come altre pubblicazioni della Web&Press Edizioni - ha scelto di sostenere la Fondazione Rava e di provare a tenere le luci puntate su questa tragedia. Ed è per questo che dalle nostre pagine rilanciamo l’appello a donare, a dare il proprio contributo perché il Paese e la sua gente riescano a rialzarsi.
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La Fondazione Francesca in Italia l’organizzazione N.P.H. Nuestros Pequeños Hermanos, presente da 20Rava anni rappresenta nell’isola quarto mondo di Haiti conumanitaria numerosi progetti per l’infanzia, sotto La Fondazione Francesca Rava rappresenta in Italia l’organizzazione umanitaria N.P.H. Nuestros Pequeños Hermanos, presente da 20 anni nell’isola quarto mondo di Haiti con numerosi progetti per l’infanzia, sotto la guida di Padre Richard Frechette sacerdote e medico in prima linea. Hermanos, presente da 20 anni nell’isola quarto mondo di Haiti con numerosi progetti per l’infanzia, sotto la guida di Padre Richard Frechette sacerdote e medico in prima linea. la guida di Padre Richard Frechette sacerdote e medico in prima linea.
FONDAZIONE FRANCESCA RAVA - N.P.H. ITALIA ONLUS V.LE E. CALDARA, 43 - 20122 MILANO - TEL. 02/54122917 FAX 02/55194958 FONDAZIONE FRANCESCA RAVA - N.P.H. ITALIA ONLUS V.LE E. CALDARA, 43 - 20122 MILANO - TEL. 02/54122917 FAX 02/55194958 info@nphitalia.org www.nphitalia.org FONDAZIONE FRANCESCA RAVA - N.P.H. ITALIA ONLUS V.LE E. CALDARA, 43 - 20122 MILANO - TEL. 02/54122917 FAX 02/55194958 info@nphitalia.org www.nphitalia.org
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HAITI HAITI UN AIUTO
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politica
Febbraio 2010
aL VOTO. Verso il rinnovamento del governo toscano. Ecco chi sono gli aspiranti al “trono”
Tre uomini e una donna per la Regione Saranno Enrico Rossi (Pd, Sel, Idv, Prc,
re proposte di lavoro, possano essere avviati processi di regolarizzazione”. “L’idea mi fa sorridere – gli ha replicato la Faenzi – anzi arrabbiare. Gli italiani perdono anni per trovare un impiego e ai clandestini sarebbe dato lavoro in tre mesi”. La battaglia si preannuncia senza esclusione di colpi, anche se per l’aspirante prima govenatora della Toscana la strada è tutta in salita, considerato il vantaggio temporale del superassessore e il distacco in termini percentuali che da decenni fa di questa regione una roccaforte della sinistra. A far da terzo e quarto “incomodo” nel duello saranno Francesco Bosi e Alfonso De Virgiliis, candidati rispettivamente per l’Udc e per i Radicali. Sfumata l’ipotesi Oliviero Toscani, il celebre fotografo scelto in prima battuta da Pannella e Bonino per tentare l’impresa, la nomina è ricaduta su De Virgiliis, noto imprenditore nonché ideatore del Premio Internazionale Galileo, prestigioso riconoscimento culturale attribuito, tra gli altri, a Roberto Benigni. Dall’altra parte il deputato e sindaco di Rio Marina Francesco Bosi, due volte sottosegretario alla difesa con il governo Berlusconi. I fiorentini lo ricorderanno anche nei panni di consigliere comunale, carica che ha ricoperto dal 1975 al ’90. Altri due personaggi, dunque, in grado di arricchire il quadro di una campagna elettorale che si profila tutt’altro che scontata.
Pdci), Monica Faenzi (Pdl, Lega Nord), Francesco Bosi (Udc) e Alfonso De Virgiliis (Radicali) a sfidarsi il mese prossimo per la successione a Claudio Martini Paola Ferri
S
arà una corsa a quattro per la presidenza della Regione Toscana. A contendersi la poltrona di governatore sono tre uomini e una donna. Ad aprire le danze delle candidature è stato Enrico Rossi, attuale assessore regionale al diritto alla salute, che non ha avuto bisogno di primarie di sorta per essere scelto come rappresentante di Pd, Sinistra ecologia libertà, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. La sua nomina è giunta un paio di mesi fa, mentre quella che si è fatta maggiormente attendere è stata quella di Monica Faenzi. Deputata e sindaco di Castiglione della Pescaia, la Faenzi correrà con la casacca del Pdl e la squadra di supporto della Lega Nord, alleata di malavoglia in terre toscane. Dopo tanto tribolare a fine gennaio il suo nome è stato ufficializzato direttamente dal premier Silvio Berlusconi, che l’ha preferita al candidato in pectore, l’ex An Riccardo Migliori. Il parlamentare si è fatto elegantemente da parte per lasciare spazio alla ex italo forzuta bionda della Maremma, unica donna in lizza. Che si appresta a incalzare l’armata Rossi soprattutto sul terreno dell’immigrazione e dello sviluppo economico. E il capitolo Cie (Centro di identificazione ed espulsione dei clandestini) ha già fatto scattare le prime scintille tra i due. Nonostante l’apertura del candidato del centrosinistra. Rossi ha infatti avanzato una “via toscana” ai centri di identificazione. “Non vogliamo centri di detenzione dove non si rispettino i diritti umani – ha recentemente dichiarato – ma tanti piccoli Cie gestiti in collaborazione con volontariato e mediatori culturali, dove gli immigrati privi di documenti possano essere trattenuti nel rispetto della loro dignità. E dove, per quelli che sono disponibili ad accoglie-
Enrico Rossi
Monica Faenzi
Francesco Bosi
Alfonso De Virgiliis
BILaNcI. Conti in ordine ed “economia verde”, l’eredità dell’amministrazione uscente. Con qualche neo
Il tesoretto della Toscana? Tutto in salute L
o sapevate che sanità e politiche sociali assorbono il 75 per cento del bilancio regionale? Si tratta di cifre da capogiro, attestate per il 2010 attorno a 6 miliardi e 746 milioni di euro su un totale di 8 miliardi e 890 milioni di spesa preventivata. Ed è grazie al pareggio dei conti in ambito sanità, raggiunto nel 2006 e mantenuto tra le tempeste di una difficile congiuntura economica, che la nostra regione si è potuta permettere di non frugare oltre nelle tasche dei contribuenti. Tant’è che la Toscana mantiene la pressione fiscale più bassa d’Italia, eccezion fatta per le regioni a statuto speciale e la Basilicata, forte del suo tesoretto
d’oro nero. Il contenimento dei costi della sanità pubblica ci ha portato, tra l’altro, al centro della scena nazionale, a prenderci i complimenti del ministro Giulio Tremonti e del premier Berlusconi. Ma non è stata solo la sanità a trascinarci sotto i riflettori in questi ultimi cinque anni. La scorsa primavera ad attirare l’attenzione mediatica ci pensò la “legge regionale sull’immigrazione”. Una polemica per tutte: il diritto dei cittadini stranieri, clandestini compresi, di accedere alle cure ospedaliere senza incorrere in una denuncia per clandestinità. Sono state poi la tragedia di Viareggio e l’emergenza maltempo dello scorso Natale a farci salire mal-
volentieri all’onore delle cronache. E a mostrare a tutto il Paese un popolo che si rimbocca le maniche e va avanti. Nonostante le risorse arrivino a spizzichi e bocconi dal governo centrale. La regione di Martini è anche quella del “Piano casa” rivisto e corretto in salsa toscana. Così corretto da non attirare nemmeno una richiesta per ampliare o ristrutturare baracca o castello che fosse. Per intravedere una via d’uscita dalla crisi, allora, meglio guardare altrove. E investire in innovazione ed energie rinnovabili. Perché la Regione ha deciso che la ripresa sarà “green”, anche /P.F. grazie ad appetitosi incentivi.
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politica
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PaLaZZO VEcchIO/1. Intervista al neo-assessore Cristina Giachi
PaLaZZO VEcchIO/2. Trovata l’intesa
“Ricerca a portata di tutti Pace fatta con la Fiorentina, E più spazi per i giovani” entro l’anno il centro sportivo D
Francesca Puliti
urata di sei anni, rinnovabile per altri sei, manutenzione ordinaria a carico della Fiorentina, straordinaria sulle spalle del Comune e realizzazione del minicentro sportivo ai “campini” di viale Maratona completamente a spese della società viola. Entro un anno. La convenzione c’è, firmata da entrambe le parti e messa in cassaforte. Sì, perché ce n’è voluto di tempo e di impegno per ottenerla. Il prezioso documento è costato un anno e mezzo di trattative (da luglio 2008) e la “testa” di un assessore (Barbara Cavandoli, dimessasi proprio durante/a causa delle trattative). Eppure una volta prese in mano le pratiche, il nuovo titolare delle deleghe allo sport, il vicesindaco Dario Nardella, ha portato a casa il risultato in quattro e
C
ristina Giachi si è appena accomodata sulla sua nuova poltrona e ha già un’agenda strapiena. Questo incarico no, non se lo aspettava e le è giunto in maniera un po’ irrituale (ma non nell’era Renzi). “Matteo mi ha mandato un messaggino con il cellulare, poi mi ha convocata ufficialmente”. Quarantun anni, ricercatrice universitaria, è lei il nuovo assessore a Università, ricerca e politiche giovanili, carica che ha assunto il mese scorso dopo il rimpasto di giunta, resosi necessario in seguito alle dimissioni dell’assessore allo sport Barbara Cavandoli. New entry sì, ma fino a un certo punto, considerando il fatto che c’era proprio lei dietro ai famosi 100 punti in 100 giorni, cavallo di battaglia della campagna elettorale e Bibbia dei primi mesi di mandato del nuovo sindaco. Università e città, un rapporto destinato a cambiare nei prossimi mesi? Al momento il rapporto è da costruire, l’obiettivo è quello di farlo diventare un interscambio produttivo per entrambe le parti. Ora come ora l’ateneo ha rapporti sporadici con la realtà cittadina e con l’amministrazione, lavoreremo per far sì che il dialogo diventi continuo ed organico. Già in campagna elettorale ci eravamo mossi in questa direzione, organizzando alcune iniziative volte a creare spazi d’incontro tra le istituzioni accademiche e di ricerca e l’amministrazione. Ma la fase più importante consiste nel coinvolgere la cittadinanza. In che modo? Rendendola partecipe del valore della ricerca, aprendo il mondo accademico a chi non ne fa parte. La conoscenza
La conoscenza non deve rimanere un privilegio per élite ristrette non deve rimanere un privilegio per élite ristrette, deve essere accessibile a tutti i cittadini. C’è innanzitutto un problema di comunicazione, che rende difficile far emergere il mondo universitario dalla nicchia degli addetti ai lavori. Una chiusura che impedisce agli stessi enti di ricerca diversi di attivare una vera e propria sinergia. Come valorizzare istituzioni come il Cnr e altri centri di studio che hanno base a Firenze? Il nostro obiettivo è quello di creare una rete in grado di mettere in contatto i diversi attori, non ultimi gli stessi
Cristina Giachi
cittadini, spesso poco o per niente a conoscenza di queste realtà. E parlando di connessioni concrete, il Polo sociale di Novoli e quello scientifico di Sesto risultano ancora decentrati e isolati dal punto di vista dei trasporti pubblici. Lo stesso sindaco ha espresso la volontà di prolungare le linee tramviarie per servire i due poli universitari, in una logica che tenda ad includerli il più possibile nel tessuto cittadino. Il che rappresenta una premessa fondamentale all’integrazione nella società vera e propria. Altra tematica all’ordine del giorno: la situazione abitativa dei numerosi studenti fuori sede di casa a Firenze. Le politiche cittadine possono fare molto per risolvere questo problema, a partire dalla lotta agli affitti in nero. Si tratta di un tema complesso, su cui lavoreremo in stretta collaborazione con l’assessorato alla casa. E per quel che riguarda le politiche giovanili ci sono già idee in cantiere? L’assessore Di Giorgi, che deteneva la delega prima di me, ha già avviato dei provvedimenti interessanti, volti a creare e valorizzare spazi di aggregazione e di espressione artistica, nonché iniziative per incentivare lo sport tra i giovani. La strada maestra è già segnata e credo che non serva altro che proseguire su questo cammino.
PROPOLI
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Risolto nel migliore dei modi il nodo della convenzione quattr’otto. “In realtà si è trattato soltanto di condurre in porto delle trattative già ben avviate”. E nel frattempo dall’opposizione c’è chi parla di capro espiatorioBarbara. “Chiunque al posto suo – commenta Francesco Torselli, consigliere Pdl - avrebbe restituito la propria delega nella mani di un sindaco che in pubblico, a fronte delle difficoltà nella firma della convenzione, l’ha di fatto delegittimata dicendo di prendere in mano la situazione. A Barbara Cavandoli va riconosciuta la grande dignità per aver scelto le dimissioni piuttosto che prostrarsi al protagonismo di Renzi”. Di rinnovo della conven-
Diego Della Valle
zione se ne è cominciato a parlare che lo scettro dello sport era ancora nelle salde mani di Eugenio Giani e sul trono di sindaco sedeva Leonardo Domenici. Si è arenata nelle sabbie mobili degli incassi pubblicitari prima, della Cittadella viola poi, nell’inchiesta giudiziaria su Castello come conseguenza. Per poi rimanere impigliata in un manto erboso più marrone che verde o nella diatriba sulle competenze per spalare la neve. Ma alla fine è calato il sipario anche sull’ultima puntata della telenovela. Il dado è tratto e pare che il risultato abbia soddisfatto sia la Fiorentina che Palazzo Vecchio. E ora, “risolto nel migliore dei modi il nodo della convenzione”, come si legge in un comunicato congiunto, tutti al lavoro per costruire il “sogno” della Cittadella. Il nuovo stadio entra di striscio nell’intesa, laddove si prevede la possibilità di un terzo rinnovo in caso a luglio 2022 la “nuvola” di Fuksas non fosse ancora terminata. Ma nel frattempo, quantomeno, mister Prandelli avrà il tanto sospirato centro sportivo, a due passi dallo stadio. E i tifosi il cuore in pace. /F.P.
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focus
Febbraio 2010
L’INTERVIsTa. L’ex procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna racconta quegli anni bui
“Sul Mostro restano ancora due dubbi” e compagni rimane qualche cono d’ombra e il magistrato è convinto che ci siano due questioni aperte: perché la raccolta di feticci? E da dove arrivò quella Beretta che nel 1968 aveva già ammazzato?
Pier Luigi Vigna
Luca Serranò
L’
ex procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna ha vissuto in prima persona gli anni della “caccia” al mostro. Anni di profonde trasformazioni sociali, in cui l’assassino (o gli assassini) delle coppiette riuscì a scuotere, terrorizzandolo, un Paese intero. D’improvviso, Jack lo squartatore era resuscitato e si aggirava di notte per le campagne della provincia di Firenze. Genitori di mezza Italia cominciarono a chiedersi se non fosse più sicuro che i loro figli restassero liberamente a casa, senza falsi pudori, invece di spingerli a cercar tra i boschi un riparo al proprio amore. Oggi, a distanza di tanti anni, molte domande aspettano ancora una risposta. Quanta verità conosciamo? Possiamo essere certi che il mostro non si aggiri ancora tra di noi? “Quando ho lasciato, nel 1997, il quadro probatorio nei confronti di Pacciani e dei suoi compagni di merende era già molto consistente - racconta Vigna - Lotti aveva appena confessato d’aver preso parte a quattro delitti, fornendo dettagli precisi su come si erano svolti i fatti, e molti altri indizi gravavano sui tre”. Nel 2000 Giancarlo Lotti fu infatti condannato a 26 anni di reclusione, mentre a Vanni, il postino di San Casciano con la mania del duce, toccò l’ergastolo per quattro dei duplici omicidi in concorso con Pacciani. Nessun chirurgo dalla mano esperta, nessun (ricco) genio del male. “La storia del chirurgo è una leggenda – chiarisce Vigna – le perizie dimostrarono che in sala operatoria si procede in tutt’altro modo”. Riguardo alle ipotesi di un secondo livello, la pista investigativa seguita da Paolo Canessa, Michele Giuttari e dal p.m. di Perugia Mignini (questi ultimi due recentemente condannati per abuso d’ufficio in concorso), l’ex procuratore appare scettico: “Sviluppi clamorosi non ce ne sono stati, la parola fine credo l’abbia scritta la sentenza del 2000”. Torsolo (Vanni), Catanga (Lotti) e il Vampa (Pacciani), restano dunque ad oggi gli unici individui collegati con certezza ai delitti del mostro: “Mi convinsi che Pacciani era l’uomo che cercavamo rileggendo un suo vecchio verbale d’interrogatorio – spiega Pier Luigi Vigna riferendosi all’omicidio del 1951, quando il contadino di Mercatale aveva ucciso l’amante della sua fidanzata – Un particolare mi fece saltare sulla sedia: disse che l’impulso omicida era scaturito alla vista della mano dell’uomo sul seno sinistro della donna”. In almeno tre dei sette duplici omicidi, in effetti, il mostro si accanì su quella parte anatomica per ricavarne feticci. Lunedì 8 settembre 1985, poche ore dopo il ritrovamento della coppia di francesi barbaramente uccisa a Scopeti, un lembo di seno arrivò in una busta sigillata sulla scrivania della dottoressa Silvia della Monica, che aveva a suo tempo investigato sui primi delitti. “Sono convinto che siano soltanto due le questioni ancora aperte. La prima è proprio lo scopo delle escissioni e della raccolta di feticci. La seconda – conclude – è forse la più ostica: come ha fatto Pacciani a entrare in possesso della Beretta calibro 22 che aveva già ammazzato nel 1968? Semmai ci fosse ancora qualcosa da scoprire, credo proprio si nasconda tra le righe di quella terribile vicenda”.
La VIcENda
SETTE DUPLICI OMICIDI
Sono sette i duplici omicidi attribuibili al mostro (i mostri?) di Firenze. Il primo (14 settembre 1974) venne collegato al killer delle coppiette sette anni più tardi, quando a Mosciano di Scandicci furono ritrovati i corpi di Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi. Stessa pistola e stesso accanimento sulle vittime. Il mostro colpirà poi altre cinque volte (l’ultima l’8 settembre 1985), e in quasi tutti i casi si verificherà il rituale dell’escissione di organi femminili. Nonostante sia stato compiuto con la stessa pistola, il duplice omicidio avvenuto a Signa nel 1968 non è attribuito al mostro di Firenze.
1982: LA PISTA SARDA
La pista sarda comincia a farsi largo nel 1982, quando vengono rinvenuti i proiettili utilizzati nell’omicidio del ‘68 a Signa. La pistola, si scopre, è la stessa del mostro. Il giudice istruttore Mario Rotella, nonostante a suo tempo fosse stato condannato il marito della vittima, riapre il caso e accusa del delitto un clan di sardi legato a Francesco Vinci (e al marito stesso), pregiudicato operante da tempo nella zona. Quando le indagini sembrano a una svolta, con Vinci sospettato anche per gli omicidi seriali, il mostro torna a colpire smontando l’intero castello accusatorio.
SPUNTA IL NOME DEL PACCIANI
Pietro Pacciani entra nell’inchiesta già nel 1985, grazie a una lettera anonima. Anni dopo, da una lista di persone che erano state in carcere per reati legati al sesso, ma libere nei giorni degli omicidi, rispunta il suo nome. Dopo appostamenti e perquisizioni (trovata una cartuccia compatibile con l’arma dei delitti) viene arrestato il 16 gennaio 1993. Condannato in primo grado e assolto in appello, muore d’infarto (22/2/98) dopo che la Cassazione aveva ordinato di rifare il processo. Nel 2000 i suoi compagni di merende Vanni e Lotti vengono condannati in via definitiva per solo 4 dei 7 duplici omicidi.
“C’ERA UN DOTTORE...”
L’ipotesi dei mandanti muove da alcune frasi (“c’era un dottore”) di Giancarlo Lotti e dal denaro che Pacciani custodiva in alcuni buoni postali. Il capo del Gides Michele Giuttari e il p.m Paolo Canessa si convincono così che i compagni di merende prelevassero i feticci dietro compenso di un ricco dottore, che se ne sarebbe servito per riti esoterici di gruppo. Le indagini si intrecciano poi con quelle della procura di Perugia, dove si riapre il caso della morte (1985) del medico Francesco Narducci. Il farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei si ritrova indagato come mandante del presunto omicidio del medico umbro e dei delitti del mostro. Nel 2008 è stato prosciolto da tutte le accuse.
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Intorno alla vicenda di Pietro Pacciani
E AL N IO ESS TE F N RO E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G
Le nostre pagine A cura del Consiglio di Quartiere 5
Sede del Quartiere 5 via Lambruschini,33 Tel: 055 2767020 • Fax: 055 2767021 E-mail: q5@comune.fi.it
ABITARE SOLIDALE
La nuova amministrazione comunale, per l’attuazione delle politiche abitative innovative, ha costituito “l’Agenzia per la Casa” che ha il compito di affiancare alle prestazioni tipiche dei servizi di edilizia residenziale pubblica la capacità di raccogliere segnalazioni, esigenze e bisogni nonchè d’informare su innovazioni legislative, incentivi o strumenti innovativi adottati. L’Agenzia attualmente in fase di costituzione con la partecipazione della Direzione Patrimonio e del soggetto gestore dell’edilizia residenziale pubblica (ERP) fiorentina Casa s.p.a. - svolge quindi, prima di tutto, una funzione informativa su tutte le opportunità per trovare risposte al bisogno abitativo costituendo un luogo di incontro tra domanda ed offerta. La sua azione si concretizza anche con intese con quei soggetti che possono supportare il raggiungimento degli obiettivi; in questo quadro s’inseriscono i protocolli di intesa con l’Azienda Diritto allo Studio Universitario (ADSU) di Firenze e con l’Associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà (AUSER), al fine di attivare un programma di coabitazione solidale. Questo programma prevede l’inserimento di studenti universitari in alloggi sociali nei quali sia disponibile un vano attrezzato con uso di bagno e cucina. L’Auser con questo progetto ne affianca un altro simile già in corso su alloggi privati e che merita la nostra attenzione: “Abitare solidale” che intende trasformare un problema in nuove opportunità per la comunità. Questi in sintesi gli obiettivi di questo progetto promosso da Auser e l’ Associazione Artemisia, in collaborazione con il Co-
mune di Firenze – Agenzia per la Casa, il Consiglio di Quartiere 5, il Comune di Bagno a Ripoli e il Comune Scandicci, altre associazioni, Enti ed Istituzioni, e finanziato dal Cesvot. Dall’esperienza del volontariato con le più disparate varietà sociali è emersa una pluralità di bisogni, a volte in antitesi, ma tutti legati comunque al problema casa. C’è chi non la possiede e non può permettersi mutui fuori mercato o affitti salatissimi e chi invece, pur vivendo in un appartamento di proprietà non è più in grado di gestirne costi e manutenzione. Problema questo che vale la pena mettere sotto la lente di ingradimento e che riguarda sopratutto gli anziani che, solo a Firenze, sono oltre 30.000 a vivere soli in case sovradimensionate (4/5 stanze di cui almeno 2 camere da letto) per le loro esigenze di vita ed economicogestionali. Un fenomeno del resto sempre più in crescita come in crescita è l’aspettativa di vita e che genera problemi di scarso utilizzo del patrimonio abititativo e di difficoltà ad autogestirsi da parte di persone spesso non autosufficienti. Ecco così che “Abitare solidale” cerca di promuovere la coabitazione fra giovani coppie, studenti e lavoratori fuori sede (che non riescono a pagarsi un affitto) con chi sente il bisogno di condividere i suoi spazi per avere un piccolo sostegno economico, un aiuto domestico ed un po’ di compagnia. Non un contratto ma un “patto d’affitto” quello che regolerà l’accordo fra le due parti in piena reciprocità: il proprietario garantirà il decoro degli spazi e l’ospite si impegnerà a collaborare
nelle mansioni domestiche e perchè no, se il proprietario è anziano, aiutarlo nei suoi bisogni, contribuendo anche alle spese di casa. A differenza di esperienze simili che nel passato hanno cercato, con esiti incerti, di far convivere nello stesso appartamento anziani e studenti, Abitare Solidale approcciando il tema nell’ottica di un pieno coinvolgimento del volontariato ha forse trovato la carta vincente. Il buon andamento della coabitazione sarà difatti costantemente monitorato da un team composto da professionisti e sopratutto volontari che controlleranno con regolarità i rapporti tra i soggetti. Il Quartiere 5, coinvolto direttamente nel progetto e molto attento alle politiche abitative, garantisce il massimo supporto a quest’iniziativa ed assicura che sarà al fianco di chi debba affrontare un problema fondamentale come quello della casa. Chi è interessato ad avere più informazioni sul progetto o a sperimentare l’esperienza della coabitazione può rivolgersi ai seguenti recapiti: Numero Verde Sportello Abitare Solidale - 800. 99. 59. 88 (dal lunedì al venerdì; orario 9.00 – 12.00) Oppure Il numero di cellulare di Abitare Solidale – 3204317644 (dal lunedì al sabato; orario 9.00 – 20.00)
I CENTRI DELL’ETÀ LIBERA FRA CERAMICA E RICAMI E NON SOLO... Già la parola età libera è assai significativa! L’età libera è quel pezzo di vita in cui, senza gli assilli e gli orari stressanti imposti dagli impegni lavorativi si può stare bene, in allegria e compagnia, a dedicarci magari a quell’hobby tanto amato… Parlare di età libera come terza età è riduttivo se già nelle nuove etimologie si parla di quarta età e chissà dove andremo se rispondono a verità tutte quelle campane che dicono che, con il progresso della scienza ed un buon stile di vita si può vivere, e bene, fino ad oltre cent’anni… E allora ben vengano questi “centri dell’età libera” per i quali si potrebbe coniare lo slogan “oltre la tombola c’è di più”! Nel nostro quartiere quattro sono i “Centri dell’Età Libera” tutti ben vispi ed attivi nel tessuto sociale. Ebbene, in questo spazio vogliamo portarvi un po’ alla loro scoperta attraverso anche due testimonianze delle molte attività che animano questi centri e allora abbiamo lasciato la parola e la penna a Cristiano Balli, Presidente della Commissione Servizi Sociali. “I Centri dell’Età Libera sono luoghi di incontro aperti e al servizio di tutti gli anziani del Quartiere che promuovono attività di aggregazione sociale, formazione e ascolto delle problematiche dell’età libera. L’obiettivo, il più delle volte centrato, è di aprire i centri al confronto intergenerazionale per la “consegna della memoria storica di un territorio verso le generazioni più giovani. Centri
dell’Età Libera e non più centri anziani per sottolineare in modo particolare la ricchezza di questa particolare fase della vita nella quale, liberi da impegni più strettamente lavorativi, si può appunto liberare tempo e ingegno per mettere a disposizione di tutti la propria storia. E’ indubbio che oggi l’esperienza dell’età matura costituisce di per sé un importante punto di riferimento sia all’interno di tante famiglie; pensiamo all’insostituibile ruolo oggi dei nonni, sia nel tessuto dell’associazionismo e del volontariato ed a maggior ragione si trova nel Centri dell’Età Libera un luogo dove poter esprimere tale potenzialità. Il Quartiere ha investito ed investirà nel rilancio dei Centri dell’Età Libera, ed è in preparazione una bella sorpresa per la prossima primavera, della quale vi parleremo nei prossimi numeri del giornale: sarà questa un’occasione per rilanciare e presentare a tutti questa esperienza che fa incontrare ed anima circa 800 anziani nel nostro Quartiere. Sarà un’occasione per conoscere e per apprezzare meglio le tante proposte di aggregazione ed animazione culturale presenti nei quattro centri, conoscere per poter partecipare e contribuire così ad arricchire, all’interno del proprio territorio occasioni di incontro-confronto e crescita, anche se siamo avanti negli “anta” ! Essere persone mature in movimento ed in ricerca di occasioni di incontro, che siano di carattere culturale op-
pure ludico, di festa e di riflessione, significa non fermarsi di fronte alle tante sfide poste anche dall’età, anzi è proporre ad altri compagnia, voglia di condivisione, esperienza di solidarietà, da condividere fra pari con uno sguardo attento alle nuove generazioni. Questo articolo vuole essere anche un invito per te, caro residente del Quartiere 5, “over 60”, e che pensi che i centri anziani siano luoghi da “vecchi”: ti invitiamo a contattarli per mettere alla prova i “vecchi” pregiudizi e sperimentare la proposta che ogni Centro sta preparando per questo anno 2010” CENTRO ANZIANI “POGGETTO - RIFREDI - VITTORIA” Via Carlo Bini 7 Tel: 055 4222119 Fax: 055 4222119 Orario: dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 12 - pomeriggio dalle 15,30 alle 18,00 Attività Laboratorio di Disegno, ceramica - Feste e iniziative varie Pomeriggi insieme CENTRO ANZIANI “PONTE DI MEZZO - LIPPI” Via Caboto 47 Tel: 055 417000 Fax: 055 417000 Orario: dal Lunedì al Venerdì dalle 15 alle 17,30 Attività Pomeriggi insieme, serate danzanti
CENTRO ANZIANI “CASTELLO - IL SODO - LE PANCHE SERPIOLLE - TRE PIETRE” Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, 9 Tel: 055 4361076 Fax: 055 4361076 Orario: dal Lunedì al Sabato dalle 15,30 alle 17,30 Attività Pomeriggi insieme, feste, organizzazione gite e viaggi, partecipazione a visite guidate, serate danzanti CENTRO ANZIANI “NOVOLI - PERETOLA QUARACCHI - BROZZI - LE PIAGGE” Indirizzo: Viuzzo delle Calvane 13 Tel: 055 3282452 Fax: 055 3282452 Orario: dal Lunedì al Venerdì dalle 9,00 alle 12,00. Attività Laboratorio di cucito e ricamo i cui prodotti vengono venduti e il ricavato dato in beneficenza (Meyer, Misericordia di Peretola ecc.), tombola e ballo LABORATORIO DI CERAMICA Il laboratorio di ceramica del Centro dell’Età Libera Rifredi, Romito, Vittoria, è nato nel 1987 ed inizialmente aveva la sua sede in via Carlo Bini. Successivamente si è trasferito in locali più idonei in via Maestri del Lavoro accanto allo spazio dedicato a laboratorio di pittura e dove, una volta all’anno ai primi di dicembre, viene allestita una Mostra dei manufatti prodotti dai soci frequentatori del laboratorio stesso.
Il laboratorio di ceramica nacque su suggerimento di una persona che aveva frequentato l’Istituto d’arte di Sesto Fiorentino e che continuava ancora con passione questa attività. Successivamente il testimone è passato ad Anna Mugelli, farmacista in pensione, che prosegue con tenacia, avvalendosi anche di altri soci-ceramisti, la ricerca dei materiali (terre, ingobbi, pigmenti, smalti) ai migliori prezzi possibili, nonchè alla ricerca di nuove forme sia all’Impruneta che a Montelupo ed a Sesto Fiorentino. LABORATORIO DI RICAMO Le donne del laboratorio le “Mille Idee”del Comitato Anziani di Zona del Quartiere 5, con sede in Viuzzo delle Calvane, come nei passati anni, sono reduci dal grande successo - presso la sede dei soci Coop del Centro Commerciale Le Piagge - del Mercatino di Natale, dove hanno messo in vendita i loro splendidi manufatti, tutti rigorosamente realizzati a mano (tovaglie, asciugamani, biancheria varia,ecc.). E anche il ricavato pari a € 2.010,00 come ogni anno, è andato a favore della Fondazione Ospedale Mayer. Ma non è finita qui queste instancabili artiste del “punto croce”, sempre nel periodo natalizio, si sono recate anche alla Scuola Comunale Materna Padre Calducci, per portare i doni ai bambini e realizzare un mercatino dove hanno raccolto altri € 290,00 sempre poi devoluti in favore del Fondazione Ospedale Mayer.
VIA DI NOVOLI: PORTA D’INGRESSO E D’USCITA DALLA CITTÀ Via di Novoli, una delle principali arterie della zona Nord–Ovest di Firenze, era fino alla fine degli anni ’80, un’arteria all’interno di una zona popolare principalmente a carattere industriale dove da una parte proliferavano officine, botteghe di vario genere, insediamenti abitativi e perché no anche qualche baracca - specie nella zona di Villa Demidoff - e dall’altra parte il complesso dello stabilimento Fiat, fiore all’occhiello di tutto il Quartiere. Alla fine degli anni ’80 il Comune di Firenze ha voluto riqualificare la zona e in tale contesto, dove era collocato lo stabilimento Fiat è sorto il Parco San Donato. In esso attualmente trovano sede l’Università, gli Uffici Giudiziari, la sede della Cassa di Risparmio di Firenze ed un considerevole numero di alloggi residenziali, uffici di vario genere e un Hotel. Il tutto inserito in un parco a verde di circa 120.000 mq. sotto al quale è stato ricavato un ampio parcheggio. Dall’altra parte della strada sorgeva Villa Demidoff, dichiarata fin dall’anno 1909 Monumento Nazionale, con tutti i vincoli che ne derivano, la cui ristrutturazione (verranno ricavati degli appartamenti) è già in atto da parte di privati. La villa dei Demidoff di San Donato in Polverosa (ex Villa Matilde), è una delle rare ville che troviamo nel circondario di Firenze, realizzata nei primi dell’800, sicuramente la più bella per architettura e prestigio. La villa, nel 1939 è passata di proprietà dagli eredi Demidoff ad una società immobiliare e data in affitto al Comando del Genio Militare di Firenze. Precedentemente al passaggio di proprietà, la villa subì trasformazioni interne con la realizzazione di un unico ambiente che doveva essere adibito a magazzino. Successivamente, con il cambio di sede del Genio Militare, verso il 1970, la villa ha subito ulteriori modifiche con la realizzazione di ambienti adibiti ad attività professionali. Queste aree sono state espropriate e si è proceduto al recupero della struttura della villa. E’ di particolare importanza la cappella adiacente il corpo centrale della villa, che presenta uno stile neoclassico, costruita ispirandosi al Pantheon di Roma.Oggi la cappella ospita la Chiesa di Cristo di Firenze. Il vice presidente del Quartiere 5 Federico Perugini ritiene a tale proposito che “l’opera di recupero della villa Demidoff, di San Donato in Polverosa, è particolarmente importante, non solo per il valore inestimabile del bene architettonico, ma anche per il nuovo
contesto sociale nel quale il recupero si viene ad inserire. Rappresenta infatti il fiore all’occhiello della contrada di San Donato, che si estende da via della villa Demidoff fino a via Torre degli Agli, comprendendo quindi tutta l’area ex Fiat, dove sono stati realizzati il Polo delle Scienze Sociali, la Casa dello studente, servizi, uffici, un parcheggio sotterraneo, un grande parco in via di ultimazione ed anche il nuovo tribunale. La nuova presenza della villa, fino ad ora nascosta da fabbricati, è indice dell’alto valore storico che la zona rappresenta e che rinobilita tutto il quartiere di Novoli, conferendogli una nuova dimensione socio-culturale nell’ambito di una nuova centralità periferica che ci si propone di conferire a questa realtà.” Nel complesso di Villa Demidoff sorgeva anche l’attuale Chiesa di San Donato in Polverosa, la cui costruzione risale a prima degli anni 1000. La ristrutturazione della Chiesa, che si può ammirare passando da Via di Novoli, si è resa possibile grazie all’impegno del Parroco, all’epoca Don Franco Bencini, che, dopo aver venduto alcune proprietà personali, si recò a Roma dai proprietari F.lli Scalera (Scalera Film) per perfe-
PROGETTO LE “AULE MANCANTI” All’interno del Polo delle Scienze Sociali da questo mese è presente una nuova realtà che intende occuparsi della “trasmissione di culture” e della partecipazione giovanile in alcune stanze all’interno della residenza universitaria “A. Caponnetto”. Il Quartiere 5 organizza questa iniziativa insieme agli “Anelli Mancanti”, un gruppo di giovani italiani e stranieri che dal 1997 si occupano di intercultura e integrazione nel territorio fiorentino. Nella loro sede di via Palazzuolo 8, svolgono varie attività tra le quali: corsi di lingua e cultura italiana per migranti, corsi di lingua straniera, corsi di informatica; hanno anche uno sportello legale, uno sportello salute, uno sportello di orientamento al lavoro, un giornale con una redazione multietnica e una tele-
street. A Novoli hanno già dimostrato la loro dinamicità durante l’evento inaugurale tenutosi nelle aule dedicate al progetto, proponendo letture di autori vari con accompagnamento musicale. La musica popolare si alternava con le voci narranti che raccontavano storie ed esperienze dal mondo, oltre ovviamente ad un momento conviviale con buffet equo-solidale e una mostra fotografica sulle attività dell’associazione. Il progetto che stiamo portando avanti, prevede l’utilizzo degli spazi per attività che coinvolgano gli studenti universitari, quali l’organizzazione di eventi culturali, proiezioni di film, presentazione di libri, seminari, conferenze. Le aule saranno inoltre rese di-
zionarne l’acquisto ed allo stesso modo fece con la Famiglia Benelli, proprietaria della navata della Chiesa stessa. In merito a questo, il Presidente della Commissione Servizi al Territorio del Quartiere 5, Fabrizio Ricci, desidera mettere in rilievo l’operato di questo Sacerdote e annuncia che il Quartiere si impegnerà per l’intitolazione di una piazza: “Don Franco Bencini (morto il 22 aprile 2009) ha voluto con tenacia ristrutturare ed abbellire con affreschi d’epoca, a mio avviso in maniera perfetta, questo importante e storico edificio. La ristrutturazione dell’intero complesso porterà a realizzare, tra le altre cose, anche una piazza di circa 700 mq. adiacente alla Chiesa su via di Novoli. E’ notizia attuale che la Commissione Servizi al Territorio del Quartiere 5, da me presieduta, ha recentemente istruito la pratica, da portare in Consiglio di Quartiere per poi trasmetterla alla Commissione Toponomastica del Comune di Firenze, per intitolare la nuova Piazza a Don Franco Bencini rendendo così testimonianza ed apprezzamento all’operato del Parroco le cui doti sono ben note a tutti coloro che lo hanno conosciuto”.
sponibili per il libero studio e lo scambio “in tandem” di conoscenze fra gli studenti, incentivando il diritto allo studio, l’apprendimento tra pari e la trasmissione di culture. L’obiettivo del progetto è quello di promuovere la partecipazione giovanile, l’associazionismo e la cittadinanza attiva, per questo motivo l’utilizzo delle stanze potrà essere richiesto anche da altre realtà associative universitarie (per lo svolgimento di riunioni, incontri ecc.), concordando un apposito calendario con l’associazione proponente, alla quale rimane la responsabilità gestionale degli spazi. Lo sviluppo di reti tra le associazioni del territorio viene in tal modo favorito e si dà spazio ai giovani per esprimersi in modo costruttivo.
CALENDARIO CULTURA MOSTRA DI FOTOGRAFIA “LIFE LIVE “
Le emozioni del palco raccontate dalle mie immagini ANTONIO ANCAROLA 27 Febbraio - 5 Marzo 2010 Orario di apertura: Tutti i giorni 10.00-12.00 / 15.00 -19.00 PRESSO LA SALA A.N.R.A.C. CENTRO COOP “ LE PIAGGE “ Via Lazio 10/29 ( Firenze ) Come arrivare: Ataf e Linea 56 Capolinea “Le Piagge” f.s. Stazione “Le Piagge 2
MOSTRA “FIRENZE ROMANA “
DAL 1° SECOLO A.C. AL V° SECOLO D.C. A cura del Gruppo Archeologico Fiorentino – DLF Mostra descrittiva con foto e disegni 22 – 28 Febbraio Orario di apertura: tutti i giorni: 9.30 – 12.00 / 15.30 – 19.00 Inaugurazione lunedì 22 febbraio ore 10.00 Visto il considerevole apprezzamento, da parte del pubblico e della critica, accordato all’allestimento della mostra “Firenze Romana”, che ha avuto il suo battesimo nel Palazzo delle Mura Romane in via del Proconsolo nell’ ottobre del 2007, il Gruppo Archeologico Fiorentino con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici, è lieto di ripresentare il frutto delle proprie appassionate ricerche. Distribuita su 33 pannelli di grande formato (3 in più della precedente) con fotografie, disegni e descrizioni, la mostra vi accompagnerà in un viaggio affascinante attraverso cinque secoli di storia, auspicando che ciò possa servire a guardare la nostra città con occhi pieni di rinnovata curiosità ed amore. Ci auguriamo inoltre che possa crescere, nella popolazione di Firenze e, per esteso, in tutti i visitatori, una maggiore sensibilità storica ed un più profondo attaccamento alle proprie radici. PRESSO LA SALA CONSILIARE DEL QUARTIERE N. 5 VIA LAMBRUSCHINI N. 33 FIRENZE Ingresso libero Come si arriva: In auto fino al parcheggio gratuito interno. in Ataf dal centro 4-8-20-28 con fermata in Piazza Muratori; da Rifredi con fermata in via Guasti 4-8-20-28 Visite su prenotazione per scolaresche e per gruppi superiori a 10 persone la mattina dei giorni feriali dalle ore 10.00 alle ore 12.00 telefonando al n.: 3470108517
4 CONFERENZE
24 Febbraio/ 03 Marzo / 10.03/ 17.03 Ore 20.30 – 22.30 Presso la sala Archi di Villa Pozzolini, viale Guidoni n. 188
“MITI E ARCHETIPI”
1. Giano Bifronte. Lo sviluppo delle facoltà interiori 2. Perseo e la Medusa. L’autoconoscenza, vittoria dell’uomo. 3. Osiride e Iside. L’eterno femminino: chiave di morte e rinascita
4. Teseo e il Minotauro. L’autorizzazione intima dell’essere nella società d’oggi A CURA DI ASS. AGEAC Ingresso libero
GLI APPUNTAMENTI DEL CARNEVALE NEL QUARTIERE
La Prua • 16 Febbraio ore 16,30 Via della Sala, 2 L’Isola • 16 Febbraio ore 17,00 Via della Sala, 2D Laboratorio Via delle Panche • 16 febbraio 2010 ore 17 Via delle Panche, 26 Progetto S-Piagge • 12 febbario 2010 ore 10,00 presso Centro ludico La PruaVia della Sala, 2
CINEFORUM Genitori oggi: la fiction e la realtà. Insieme si può. L’ inossidabile cineforum a sostegno delle famiglie
Villa Lorenzi, che da più di vent’anni opera nel tessuto cittadino per accogliere e trasformare il disagio giovanile in opportunità di cambiamento e di crescita, ha avviato insieme all’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione il nuovo programma “Famiglia e genitorialità: strumenti e orizzonti oltre la crisi”. E’ un progetto pensato e organizzato con tutte le forze vive di Villa Lorenzi per far fronte a quella che possiamo definire una vera e propria emergenza famiglia. Non ci sono famiglie difficili e famiglie facili, figli buoni e figli cattivi. Ci sono famiglie e genitori, figli e figlie. A volte c’è poca preparazione al ruolo di genitori, e prima ancora a quello di sposi. L’approssimazione e la superficialità sono i veri nemici della famiglia. Oggi una famiglia giovane, da sola, può facilmente soccombere nel mare del consumismo e del materialismo, di una società che non si ferma mai a riflettere su dove sta andando. Oggi più che mai è vietato stare da soli. Il programma di Villa Lorenzi prevede una serie di interventi in appoggio alle famiglie di cui il cineforum è parte integrante insieme agli altri appuntamenti: gli incontri di orientamento familiare, il secondo ciclo di incontri di cultura familiare, i servizi di consulenza familiare. E’ attivo
dagli inizi di settembre il numero telefonico “sostegno genitori”, un primo approccio per chi cerca aiuto per la sua famiglia. A Villa Lorenzi hanno un sogno: creare una grande rete di famiglie amiche e solidali che garantiscano nella vicinanza un aiuto reciproco, consolidando i valori condivisi. E di fare tutto questo lavoro con gioia e il segreto obiettivo di rendere sempre più piacevole e bello il “far famiglia” e l’essere genitori. A dirigere il cineforum sarà Lorenzo Farsi, story editor, laureato alla Cattolica di Milano, allievo del prof. Armando Fumagalli. IL PROGRAMMA DEGLI INCONTRI Martedì 23 febbraio: “Casomai”, regìa di Alessandro D’Alatri. Martedì 9 marzo: “Storia di noi due”, regìa di Rob Reiner. Martedì 23 marzo: Serata conclusiva di approfondimento Salone di Villa Lorenzi, via Pietro Grocco 31, con inizio alle 20.45. INGRESSO LIBERO
PRANZO ALLA MENSA CARITAS Sabato 9 gennaio, il Presidente del Consiglio di quartiere 5 Federico Gianassi ed il Presidente della Commissione Servizi Sociali Cristiano Balli, insieme ai consiglieri Bencini, Benelli, Alberici e Guadagno, membri della Commissione Servizi Sociali, hanno visitato, su invito del Direttore della Caritas di Firenze Alessandro Martini, la mensa Caritas di via Baracca dove si sono trattenuti per pranzo. L’ incontro ricopre un significato particolare. Innanzitutto avviene, non a caso, dopo che si sono spente le luci delle Festività natalizie. E’ volontà infatti del Quartiere testimoniare attenzione e vicinanza quotidiana alle persone che si trovano in difficoltà. A tale proposito si esprime davvero apprezzamento per l’attività svolta dalla mensa Caritas. Si tratta infatti di un luogo importante che ambisce a rispondere alle domande di difficoltà sociale con pasti caldi e servizio docce. Il presidente della Caritas Martini ha presentato oltre i numeri che riguardano la mensa, circa trecentocinquanta pasti per tutti i giorni dell’anno, e l’organizzazione della mensa a servizio delle persone che si rivolgono per consumare un pasto caldo, anche gli altri servizi svolti nell’ edificio posto in via Baracca fra i quali un servizio docce con cambio di biancheria ed un servizio di custodia bagagli particolarmente rivolti alle persone “senza fissa dimora”. Durante l’ incontro è stato presentato anche il progetto casa
“Il Samaritano” che ha sede nei locali sovrastanti la struttura della mensa. Nelle camere della struttura trovano sistemazione detenuti in permesso premio, persone sottoposte a regime di custodia cautelare e comunque persone affidate al progetto “ Il Samaritano “ dall’ Ufficio Esecuzione Penale Esterna. Nel loro intervento il Presidente del Consiglio di Quartiere 5 Federico Gianassi ed il Presidente della Commissione Servizi Sociali Cristiano Balli hanno particolarmente sottolineato l’ importanza della visita nella quale hanno potuto verificare l’ottima organizzazione degli spazi, l’impegno degli operatori e la gratitudine dei tanti che ottengono risposte a bisogni primari, ribadendo la propria intenzione di incontrare le realtà che svolgono, in tempi davvero difficili, attività sociale e di solidarietà cercando di dare risposte di accoglienza e speranza. E’ infatti obiettivo del Consiglio di Quartiere 5 ed in modo particolare della commissione dei servizi sociali, collaborare con tali soggetti per offrire risposte ai bisogni della Comunità. Lo stile di “incontrare sul territorio le varie realtà del volontariato, mentre realmente si opera, deve diventare lo stile della commissione per essere capaci di dare risposte sempre più pronte ed attente rispetto alle reali esigenze delle persone” è stato il commento condiviso dai consiglieri presenti all’ incontro.
A TU PER TU CON IL QUARTIERE 5 IN RADIO
Radio Voce della Speranza, 92,4 mhz (streaming: www.radiovocedellasperanza.it) nella trasmissione “A tu per tu con il Quartiere 5” ha deciso di invitare, ogni due settimane, un rappresentante istituzionale del Quartiere 5 per affrontare tematiche specifiche che interessano il nostro territorio. Abbiamo deciso di accettare il loro invito pensando che sia sempre opportuno confrontarsi. Radio Voce della Speranza ha invitato alcuni consiglieri con il seguente calendario: Martedì 2 febbraio - Andrea Bencini, Presidente Commissione Sport Martedì 16 febbraio - Fabrizio Ricci, Presidente Commissione Territorio Martedì 2 marzo - Andrea Casucci, Presidente Commissione Servizi educativi Martedì 16 marzo - Fabrizio Tucci, membro Comitato gestione ANPIL Terzolle Martedì 30 marzo - Federico Gianassi, Presidente Q5 Martedì 13 aprile - Gloria Innocenti Grisanti, Presidente Commissione Cultura Martedì 27 aprile - Cristiano Balli, Presidente, Commissione Servizi Sociali Martedì 11 maggio - Francesca Paolieri, Presidente Commissione Ambiente Martedì 25 maggio - Benedetta Albanese, Presidente Commissione Lavoro e Sviluppo Martedì 8 giugno - Federico Gianassi, Presidente Q5 Gli orari delle trasmissioni sono tre nell’arco della giornata: ore 3.00, 9.10, 16.10
CARNEVALE A BROZZI Domenica 14 Febbraio Piazza 1° Maggio - Brozzi Ore 15.00 Sfilata delle maschere da Piazza 1° Maggio ai Giardini di Via Alli Maccarani, dove si gioca e si balla con la musica della “Street Band” ore 16.30 Merenda per tutti Ore 17.00 Spettacolo di animazione per bambini nel salone del Gruppo 334 Ingresso gratuito
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mobilità
Febbraio 2010
La novità/1. Via al restyling per circa ottanta strade: stanziati 47 milioni di euro
Addio buche, interventi in mezza città Benedetta Strappi
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iciamo pure che la situazione si era fatta insostenibile, con le strade ridotte a un colabrodo, piene di crateri dai diametri fantasiosi, difficili da incontrare in altre città europee. E allora il Comune ha deciso di intervenire, stanziando un bottino record – 47 milioni – che andrà a coprire quei pericolosi vuoti d’asfalto che per anni hanno fatto sobbalzare ciclisti e scoooteristi sulle loro selle (con buona pace degli ammortizzatori) e minato la stabilità di pedoni e pneumatici. La lista degli interventi è chilometrica (tocca circa 80 strade) e in alcune zone sono già partiti. Si va (in ordine sparso) da via Chiantigiana a viale Duse, da piazza Indipendenza a viale Redi, da via San Gallo a viale Milton, dal Ponte all’Indiano a via Canova, da viale Lavagnini a viale Belfiore. Ancora, nella lista delle fortunate ci sono via Passavanti, via Cavallotti, via D’Annunzio, Lungarno Santa Rosa, via Allende, via dell’Agnolo, borgo Ognissanti, viale Guidoni, il viale Gramsci e altre vie ancora (una lista completa è disponibile sul sito del Comune). “Si tratta di un intervento – ha spiegato il sindaco Matteo Renzi – per dare una risposta concreta alle richieste dei cittadini. Non andremo semplicemente a coprire le buche, ma interverremo per rifare molte strade cittadine”. Tra queste strade doppiamente fortunate il sindaco cita espressamente via Martelli. “Dopo la pedonalizzazione del Duomo per questa strada dobbiamo pensare ad un intervento mirato, con l’eliminazione dei marciapiedi e il rifacimento della carreggiata in pietra al posto dell’asfalto”. Il gruzzolo destinato a queste migliorie è di 47 milioni, a cui se ne aggiungono altri 2 per sistemare semafori, luci pubbliche e affini. Per racimolare questa cifra l’Amministrazione ha scelto la via delle alienazioni, della vendita di parte del patrimonio immobiliare comunale. Sul mercato sono finiti alcuni pezzi da novanta, come l’Ex Meccanotessile, l’area Mercafir, la villa di Rusciano, e altri immobili già precedentemente inseriti nei piani di alienazione, come quelli che
ospitano il Meccanò e il Central Park.Il valore complessivo dei beni alienabili è di 500 milioni di euro, che dovrebbero servire, appunto, per il miglioramento delle infrastrutture. “Finalmente abbiamo le risorse e i progetti per un massiccio intervento di risanamento delle strade cittadine – ha spiegato l’assessore alla mobilità e manutenzioni Massimo Mattei – Si tratta di un notevole passo avanti rispetto al passato visto che l’anno scorso l’investimento è stato di 10 milioni di euro. Tuttavia ancora non è sufficiente per rimettere in sesto le strade e le piazze fiorentine: sarebbero infatti necessari 120 milioni di euro. Iniziamo intanto con somme importanti intervenendo nelle situazioni più critiche e su cui si sono concentrate le segnalazioni della cittadinanza”.
la novità/2. La sosta durante il lavaggio sarà punita solo con una multa
Fine dell’era ganasce. E mai più rimozioni N
on è difficile immaginare che faccia abbia fatto l’automobilista qualunque quando ha sentito della novità: mai più ganasce alle auto e fine delle rimozioni durante la pulizia delle strade. Il sospiro di sollievo delle migliaia di guidatori con l’incubo lavaggio devono averlo sentito fino agli appennini. Sta di fatto, insomma, che dal primo marzo si risolverà almeno uno dei (tanti) problemi di chi guida e parcheggia auto in città. Le auto lasciate nelle zone di lavaggio non saranno più inganasciate, né portate via. Questo vuol dire che i cittadini colpevoli di aver lasciato la macchina dove non potevano, al mattino, al posto dei congegni gialli (o del vuoto completo) troveranno solo la cara
NON SAI DOVE METTERE I TUOI OGGETTI?
vecchia multa: 36 euro per divieto di sosta contro i 120 per far togliere le ganasce o i 90 per il “riscatto” dell’auto finita a Novoli. Il sindaco Renzi meditava questa idea da tempo e l’ha tirata fuori dal cilindro contestualmente alla partenza del sistema Sweepy Jet, il robot intelligente che pulisce le strade senza bisogno che vengano sgomberate dalle auto. Si comincia da Campo di Marte, che già dalla fine del mese farà la conoscenza di Sweepy, per poi estendere la novità anche negli altri quartieri. Renzi ha annunciato che entro il 2010 il 50 per cento delle strade cittadine potrà essere pulito senza spostare le macchine, fatta salva la necessità di liberarle una volta al mese per /B.S. la pulizia completa.
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mobilità
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TRasPORTI. Guerra agli evasori, i controllori adesso sono operativi fino all’una di notte
Sull’autobus salgono regole nuove Giuditta Boeti
“M
a la notte no”. Fino ad ora il celebre refrain di Arbore era diventato a Firenze il motto dei cosiddetti furbetti del bus. Infatti le ore notturne erano considerate il momento migliore per prendere i mezzi pubblici senza pagare il biglietto, approfittando della minore presenza dei controllori a bordo. Ma ora per i portoghesi del servizio pubblico arriva una brutta notizia. Ataf ha lanciato una nuova campagna antievasione che ha proprio lo scopo di interrompere la cattiva abitudine degli evasori. Un’azione mirata che sarà svolta attraverso l’impiego di controllori anche durante il servizio notturno. Dalle 18 alle una i verificatori Ataf saranno impiegati a tappeto sui mezzi, e a partire dalle 21 i viaggiatori potranno salire sul bus soltanto dalla porta anteriore, perché ritorna l’obbligo di esibire il biglietto o l’abbonamento al conducente. “Non ci saranno più zone franche – commenta il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi – il biglietto va comprato per prendere l’autobus a qualunque ora. Grazie alle assunzioni di nuovi verificatori adesso Ataf può contare su una struttura numericamente e professionalmente adeguata per eseguire l’attività di controllo e sanzione 24 ore su 24”. In realtà, l’azienda di trasporti fiorentina già da giugno scorso ha iniziato a sperimentare i controlli in orario notturno. A metà gennaio erano già 634 i verbali elevati ai viaggiatori sprovvisti di biglietto: “C’è un netto recupero dell’evasione: attualmente facciamo circa 11mila multe al mese, il doppio rispetto ai dati storici di Ataf. Il nostro scopo - aggiunge il presidente Bonaccorsi - non è fare cassa comminando più sanzioni possibile, ma far capire a tutti che senza pagare
il biglietto non si prende l’autobus. I risultati ci stanno dando ragione, sui nostri bus ci sono sempre meno furbetti”. “Oltretutto – fa notare Bonaccorsi – adesso i biglietti Ataf durano 90 minuti e costano 1,20 euro, quindi 60 minuti di viaggio costano 80 centesimi contro 1 euro di Pisa, Pistoia, Grosseto e Bologna. In più, i nostri ticket garantiscono la possibilità di accedere anche ai servizi urbani di Trenitalia e ai mezzi del trasporto pubblico extraurbano, cosa che non avviene nelle altre città”. Tra le ultime trovate dell’azienda c’è la possibilità per gli studenti, dall’inizio del prossimo anno scolastico, di acquistare l’abbonamento direttamente a scuola, grazie ad una convenzione stipulata con i dirigenti degli istituti scolastici. Ma le novità in casa Ataf non finiscono qui: dopo le segnalazioni dei cittadini l’azienda di trasporto ha deciso di riorganizzare i tracciati dei bussini elettrici in centro, soprattutto in Oltrarno. La buona notizia è la rinascita della linea B, che avrà come capolinea Santa Maria al Pignone (zona piazza Gaddi) e piazza Piave, con un percorso stimato di 18 minuti. La linea D andrà da piazza Ferrucci a piazza Stazione, in 16 minuti; la C2, coprirà in 12 minuti il tragitto da piazza Beccaria a piazza Stazione; la C1 andrà dal Parterre in Oltrarno in 18 minuti. Intanto, già da metà gennaio è partita la linea 7 express che collega direttamente il centro di Fiesole con il terminal bus di piazza San Marco. Le fermate intermedie sono quattro: San Domenico, piazza Edison, piazza delle Cure e viale Don Minzoni.
Novità anche per i tracciati: torna la linea B dei bussini elettrici (con capolinea Santa Maria al Pignone e piazza Piave), cambiamenti per le linee C1, C2 e D. A metà gennaio è partito il 7 express, che collega Fiesole a piazza San Marco con sole quattro fermate
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infanzia
Febbraio 2010
cITTà BaMBINa/1. In arrivo anche agevolazioni per chi ha il mutuo o vive in affitto
Asili, stop alle liste d’attesa “Abbattute entro il 2011” Annalisa Cecionesi
N
on fanno in tempo a riprendersi dalla depressione post-parto, che le mamme si trovano di fronte a una nuova gatta da pelare: la ricerca dell’asilo nido. Quel che può essere solo una scelta pedagogica, è per i genitori che lavorano, senza nonni al seguito, una necessità. Ma trovare un asilo non troppo distante dal posto di lavoro è un privilegio: il più delle volte le mamme si ritrovano a scorrazzare da una parte all’altra della città con figli appresso. Un aiuto potrebbe arrivare dall’asilo aziendale. Su questa strada Firenze sta muovendo i primi passi. Presto, accanto al nido della Provincia, l’unico nido aziendale fiorentino, aprirà le porte quello della Cassa di Risparmio, a Novoli, con 50 posti. A questi si aggiungeranno la Regione, il Nuovo Pignone, l’Agenzia delle Entrate, la Mercafir e la Mukki. “Siamo molto favorevoli alla politica degli asili aziendali – spiega l’assessore
all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi – rappresentano un grande vantaggio in termini di comodità. Quella dei ‘simil-esperti’ che li definiscono un parcheggio per bambini è pura polemica strumentale visto che i nidi aziendali sono identici agli altri asili”. Saranno infatti gestiti dalle stesse cooperative che si occupano degli asili pubblici e dovranno avere il via libera comunale. Ma il tempo stringe e il 1° marzo si aprono le iscrizioni per il nido. Pubblico o privato? Oggi i bambini iscritti agli asili nido comunali e convenzionati di Firenze sono 2.145, contro gli 847 dei nidi privati. Se ai comunali il prezzo varia da un minimo di 59 a un massimo di 407 euro, a seconda dell’orario d’uscita e della fascia Isee, per un asilo privato si possono spendere anche più di 600 euro al mese (ma ce ne sono anche di meno costosi). Le tariffe dei nidi pubblici sono destinate ad aumentare. “L’incremento – rassicura l’assessore Di Giorgi – toccherà solo i redditi più alti”. Ma la nota dolente sono le liste d’attesa. Per gli asili comunali lampeggia il tutto esaurito. Lo scorso luglio i bambini in lista erano 1.400. La
nuova giunta è corsa allora ai ripari e si è impegnata ad azzerarle entro il 2011. Grazie all’iscrizione in sovrannumero, sono stati inseriti 168 bambini negli asili già esistenti, contando sul fatto che un quarto dei bimbi risulta costantemente assente. Il resto l’hanno fatto le rinunce, 470, e i voucher regionali, che hanno permesso di inserire a prezzo agevolato quasi 400 bambini negli asili nido privati. Da 1.400 la lista d’attesa si è ridotta a poco più di 400. Qualche novità sui criteri di ammissione: ci saranno agevolazioni per famiglie numerose (iscrizione gratis per il secondo figlio), per quelle con mutui oltre gli 800 euro e Isee fino ai 18.500 euro, e per quelle che vivono in affitto. A parità di punteggio avrà la precedenza chi era in lista dall’anno prima, e conterà anche l’Isee e l’età dei piccoli.Un punteggio toccherà anche ai genitori entrambi disoccupati.Un aiuto ulteriore verrà infine dalla costruzione di tre nuovi asili pubblici (a Coverciano, nell’ex Meyer, nei locali messi a disposizione della Regione e in Comune) che potranno dare ospitalità ad altri 150 pargoletti.
Verranno ritoccate al rialzo le tariffe (“ma solo per i redditi più alti”, assicura l’assessore Di Giorgi) e costruite nuove strutture per andare incontro alle famiglie con bambini piccoli. Anche i nidi aziendali pronti ad aprire le loro porte: dopo la Provincia tocca alla Cr Firenze NUNZIELLA Impiegata, 42 anni
SIMONETTA Impiegata, 46 anni
PAOLA Impiegata, 32 anni
“Ho trovato maestre molto attente”
“Servono verifiche a tappeto”
“Criteri di graduatoria ingiusti”
“Gli asili funzionano bene, il problema invece risiede nelle graduatorie che vengono effettuate in base al reddito Isee: attraverso questo sistema i figli dei lavoratori dipendenti risultano del tutto svantaggiati. Sono necessarie verifiche a tappeto per valutare le reali condizioni economiche delle famiglie”
“L’asilo nido per mio figlio è stata un’ottima esperienza: è molto utile nel rendere autonomi i bambini. Il problema sono le liste d’attesa e i loro criteri. Penso sia ingiusto che un lavoratore autonomo, spesso con orari più vincolanti di un dipendente, debba ritrovarsi ad avere meno punti in graduatoria”
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“La mia esperienza è stata molto positiva. Le maestre si sono dimostrate attente e premurose e anche la fase di inserimento del bambino non ha presentato particolari difficoltà. Positiva inoltre l’organizzazione di attività extra scolastiche e il coinvolgimento diretto e costante dei genitori”
infanzia
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cITTà BaMBINa/2. Esiste anche un albo dedicato dove vengono “schedate” le tate
Fare la baby sitter? È un lavoro vero Simele Kruklidis
L
a professione della baby sitter è nata come un non-mestiere, una sorta di espediente per guadagnare qualche soldo in attesa di un “vero” lavoro. Così, fino a qualche tempo fa, ragazze per lo più molto giovani e senza particolare esperienza si improvvisavano abili tate, rimbalzando di famiglia in famiglia grazie al passaparola. Oggi però le cose stanno cambiando. Non ci si affida al caso, al sentito dire, ma si cerca la persona più adatta in base a specifiche qualità, meglio ancora se garantite da un’apposita agenzia che prepara e “scheda” le candidate. A piccoli passi, dalla fine degli anni ‘90, è stato dunque un avviato un processo di istituzionalizzazione dell’attività della “nanny”, confermandone nel contempo l’incremento della domanda. Sono infatti sempre più numerose le coppie costrette a lasciare a casa i propri bimbi o quelle che semplicemente hanno bisogno di una mano. Certo, questo genere di sostegno forse è un po’ troppo costoso. A Firenze il prezzo medio di una baby sitter varia dagli 8 ai 10 euro l’ora, cifra che nel giro di un mese può tradursi in 600 euro circa, più di mezzo stipendio. Ad ogni modo, spesso si tratta di una spesa non solo necessaria ma anche bene investita: a patto che vengano rispettate alcune regole imprescindibili. Ordine, discrezione, pazienza e senso del dovere sono le nuove parole chiave
per stabilire un rapporto di fiducia tra genitori e bambinaie. E non solo. Altri punti a tutto vantaggio delle tate derivano anche dalla competenza, ottenuta frequentando gli appositi corsi di formazione e, strano a dirsi, anche dall’allegria: d’altronde a nessuno piace una bambinaia musona. La verità è che quando un estraneo entra in casa nostra, la pignoleria non è mai troppa. Ma per semplificare la scelta delle coppie, e rendere la vita più facile alle tate in cerca di lavoro, sta nascendo in Toscana e nel resto d’Italia l’Albo delle baby sitter, con lo scopo di garantire alle famiglie un personale efficiente e affidabile. A Firenze, già da tempo, esiste un apposito ufficio istituito dal Comune per i servizi domiciliari: lì non soltanto è presente un elenco consultabile di tutte le baby sitter qualificate, ma è anche possibile ottenere qualunque genere d’informazione, specialmente in materia di orari e tariffe. Così si può scoprire ad esempio l’esistenza di due tipi di tate: quelle per i bambini da 0 a 3 anni, specializzate nella cura fisica e psicologica dei bebè, e quelle per i bimbi più grandi, dai 3 ai 7 anni. Infine, non manca l’opportunità di scegliere una baby sitter all’interno del proprio quartiere di residenza, per ottimizzare al massimo i tempi e favorire la puntualità. Ecco che, a ben guardare, lentamente si sta arrivando all’affermazione di un vero e proprio mestiere, tanto delicato quanto difficoltoso. È ancora un bene fidarsi del tradizionale passaparola, ma qualche garanzia in più di certo non guasta.
NAYVER Commessa, 33 anni
NENAD Impiegato, 30 anni
IRENE Pensionata, 59 anni
“Il problema sono le cifre troppo alte”
“Noi ci troviamo molto bene”
“Più aiuti per le giovani coppie”
“Penso che il problema degli asili nido siano i costi. Una spesa di 190 euro al mese per un asilo pubblico dove il bambino resta soltanto quattro ore al giorno mi sembra una cifra piuttosto alta. Alle baby sitter finora non abbiamo fatto ricorso, ci arrangiamo come possiamo, soprattutto per esigenze di risparmio”
“Da pochi mesi nostra figlia ha iniziato a frequentare l’asilo nido pubblico e ci troviamo molto bene. Il costo non mi sembra esagerato e comunque si tratta di affrontarlo per soli due-tre anni. Non avendo nonni disponibili, le baby sitter servirebbero, ma costano troppo e non ce le possiamo permettere”
“Da quel che si sente dire in giro, mi sembra di capire che gli asili non siano adeguati a soddisfare le esigenze delle famiglie fiorentine. Penso dunque che sia necessario più supporto alle giovani coppie: oggi come oggi non è semplice crescere i figli, soprattutto se non ci sono i nonni a dare una mano”
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tempi moderni
Febbraio 2010
TENdENZE/1. Sono sempre di più i social network che dedicano spazi virtuali alla città
Le piazze di Firenze vanno sul web Su Flickr c’è un gruppo enorme e su Facebook c’è una pagina dedicata a tradizioni e novità. Il capoluogo toscano spopola sul web e i suoi abitanti si lasciano trascinare dalla mania Lucia Conti
A
ngoli, scorci, racconti e segnalazioni. La piazza virtuale di Firenze è sempre più gremita, e se c’è gente che ama venire a frescheggiare dal vivo all’ombra del campanile, ce n’è altrettanta che si diletta a parlare della città o dalla città attraverso il proprio computer, direttamente da casa. Gli esempi non mancano. Primo fra tutti Flickr, network di amanti della fotografia che diffonde urbi et orbi immagini di tutti i tipi comprese, manco a dirlo, quelle di Firenze. Online c’è un gruppo che conta 3.649 persone non per forza fiorentine, magari semplicemente turisti o amanti della città del giglio che hanno voluto unirsi alla “crew” (come va di moda dire oggi) lasciando un ricordino di quello che è stato o continua ad essere il rapporto con la città e le fascinazioni che suscita. C’è chi documenta quello che vede e chi vede al di là di quello che vorrebbe documentare, postando nella rete delle vere e proprie fotografie d’autore. All’interno di questo gruppo enorme, è nato una sorta di sotto-gruppo, formato da gente che come gli altri condivide l’amore per la macchina fotografica, ma in più si riunisce mensilmente mettendo in pratica delle vere e proprie session di fotografia estemporanea. Stefano Bacci – meglio conosciuto dagli utenti del sito come “L’absinthe” – è il fautore di questa originale iniziativa, fatta un po’ per vivere insieme una passione e un po’ per socializzare. Un micro squadrone che si muove compatto (ma non troppo) per raccontare un momento, uno sguardo,
un particolare, una zona. Gli incontri sono aperti a chiunque voglia parteciparvi, le uniche caratteristiche indispensabili sono un incondizionato attaccamento a obiettivi, otturatori & company e un po’ di voglia di socializzare. Stesso discorso vale per Facebook, che alla città del giglio dedica una pagina con oltre 49mila fans dentro la quale si trovano foto legate alla tradizione e post sugli eventi, grandi e piccoli che siano. Esistono poi una serie di declinazioni varie ed eventuali che vanno dalla pagina dedicata alla curva Fiesole dello stadio Artemio Franchi a quelli che a Firenze mangiano il lampredotto.
C’è chi trova notizie, chi racconta storie e chi posta” pezzi di vita Ma Florentia spopola anche su twitter, dove se si prova a digitarne il nome, vengono fuori miriadi di messaggi dedicati direttamente o indirettamente a chi ha qualcosa da dire sulla città. Stesso discorso vale per You Tube, il popolare sito che abilita alla condivisione di video di ogni genere, che custodisce gelosamente i filmati realizzati da visitatori e abitanti di Firenze che vogliono mettere in rete la città vista dal loro personale punto di vista. Non c’è dubbio: le piazze più spaziose sono quelle virtuali.
Uffizi sì, ma solo se sono virtuali Parola d’ordine: U-F-F-I-Z-I. Imponente, altisonante. Pronunciandola ci si dà un tono, digitandola su You Tube si apre un mondo, fatto di molte persone e di altrettanti significati. 691 per l’esattezza. Sul noto sito internet che abilita alla condivisione di filmati, sono tanti i video contrassegnati con il nome della galleria. Oltre ai presumibili filmati su mostre in corso, interviste al direttore, innumerevoli panoramiche sul loggiato del Vasari e flash sui lavori nel cantiere dei Nuovi Uffizi, si scopre che la fantasia dei turisti, arriva a partorire video curiosi pur di evitare il “bla bla” delle guide. Il diversivo più gettonato è fingersi reporter d’assalto e, telecamera o cellulare alla mano, descrivere luoghi con il piglio deciso di chi è acculturato. Da questo goliardico passatempo non è escluso nemmeno il remissivo quanto tecnologico popolo nipponico che approfitta della distrazione
dei custodi per girare micro-documentari con tanto di didascalie con ideogrammi. Un provetto cameraman parte dall’ingresso e a passo svelto percorre la fila in silenzio, bloccandosi solo sul lungarno de’Medici. Un minuto e trenta il tempo impiegato per arrivare fino alla fine. Tanti i consensi raccolti anche dalle “statue viventi”. Sia che si tratti di un Dante contemporaneo, di una sfinge o di un omino completamente dipinto di bianco, i turisti ne rimangono incantati e immortalano soddisfatti i loro momenti in compagnia dei performer, come se stessero abbracciando Mickey Mouse a Disneyworld. Un americano nostalgico titola la ripresa “The italian version of the statue of Liberty”. Il viaggio si conclude sfrecciando sotto la Galleria a trecento chilometri all’ora, a bordo dell’auto da corsa protagonista di un videogioco. Ma questo non è il potere dei nuovi media, è pura fantasia.
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TENdENZE/2. Cresce il numero dei fiorentini che si conoscono (e si innamorano) online
E l’anima gemella ora si pesca in rete Il moderno prolungamento del bancone del bar si chiama chat per single: proliferano i siti internet dedicati ai cuori solitari in cerca di un appuntamento. Non proprio al buio Francesca Puliti
S
apessi com’è strano innamorarsi in chat a Firenze. Anzi no, non lo è più per molti. A dirlo sono i numeri, quelli dei fiorentini registrati nei siti internet dedicati ai cuori solitari, che si fanno sempre più fitti e specializzati. Iscriversi per credere. Bastano un paio d’ore online in un qualsiasi mercoledì pomeriggio (orario lavorativo, manco a dirlo) per fare la conoscenza di una quindicina di persone. Ovviamente non scelte a caso, ma accuratamente selezionate in base all’età, alla città di provenienza e magari anche al colore di occhi e capigliatura. Altro che “C’è posta per te” (il film di hollywoodiana memoria, non l’altrettanto strappalacrime programma della De Filippi). Le chat per single si sono fatte furbe e alcune si vantano anche di offrire determinate garanzie in termini di riuscita e di sicurezza (anche se molto rimane affidato al buon senso di chi ne fa uso e i brutti incontri sono sempre dietro l’angolo). Tant’è che i Tom Hanks e le Meg Ryan di San Frediano e del Galluzzo non hanno bisogno di darsi appuntamento sull’Empire State Building e sognarsi a miglia di distanza, si scelgono direttamente
all’interno di una ristretta manciata di chilometri. Perché le chat servono a questo, a semplificarti la vita e soprattutto il barcaglio. Insomma una specie di supermercato delle relazioni: si entra, si valutano le offerte speciali, si compara il rapporto qualità/prezzo e poi si va alla cassa con un primo appuntamento (non proprio al buio). A volte si paga l’ingresso, perché le chat per single sono diventate un vero e proprio business, altre volte si entra gratis, basta iscriversi. Che già non è poco. L’immissione dei propri dati personali costa un primo esamino di coscienza. Nome, età e a volte addirittura peso, altezza e corporatura. Ma soprattutto conta lui, l’annuncio, la presentazione di sé in poche stringate righe attraverso le quali gli altri inquilini del sito internet saranno o non saranno attirati da noi. E infine attenzione a non scivolare sulla scelta della foto da annettere al “curriculum”. Una volta terminate le operazioni possiamo accedere all’universo single, curiosare tra le “presentazioni” altrui e puntare la preda. Nel più fortunato dei casi l’eletto/a è connesso/a e si può stabilire subito un contatto, dare inizio a una conversazione scritta per conoscersi e maga-
ri fissare (non subito, secondo il protocollo dei “chattatori” più esperti) un appuntamento vis à vis. Fermi là voi che state pensando che “su questi siti ci sono soltanto sfigati o personaggi strani in cerca di avventure trasgressive”. La chat è il
moderno prolungamento del bancone del bar e, per dirla con le parole di un habitué che vi si reca da un paio d’anni, “ci sono le stesse persone che si trovano in giro”. Una ragione in più per stare sul chivalà.
L’OPINIONE Facebook &Co. rubano lo scettro ai siti specializzati: parola di Antonio Sofi, sociologo dei nuovi media
Ri-incontriamoci sul social network, dove la scelta è più vasta che mai
I
l futuro degli incontri in rete è già qui. E si chiama Facebook, tanto per cambiare. I social networks, siti nati per rimettere in contatto gli amici di vecchia data, sono destinati a rubare lo scettro alle chat specializzate nell’orchestrare incontri. Parola di Antonio Sofi, sociologo dei nuovi media. “I social networks consentono un comportamento più vicino alla realtà – spiega – qui ci muoviamo più o meno come nel mondo vero, ci costruiamo sul web una vita ricca di sfaccettature, in cui certo può rientrare a pieno titolo il flirt con l’amico perso di vista o con la nuova conoscenza fatta
online”. Insomma se lo scopo è meno sfacciato il risultato può essere migliore. Inoltre i social networks godono di un altro vantaggio non da poco: un numero di gran lunga superiore di iscritti. E dunque un “ventaglio di scelta” molto più vasto. “I siti internet dedicati esclusivamente al dating – continua Sofi - sono destinati a sgonfiarsi o a specializzarsi per rispondere a singole nicchie di interesse”. Ma il fenomeno degli incontri in rete quello no, non sembra affatto in declino, anzi. “E’ soprattutto la fascia dei giovani adulti, dai 30 ai 45 anni, quella interessata. Ma in realtà si tratta di
un fenomeno ben distribuito su diverse fasce di età”. Sarà anche per questo, forse, che le fila degli iscritti a Facebook e simili si ingrossano ogni giorno sempre più, a Firenze come nel resto del paese (e del mondo cablato). Eppure a ben guardare il sistema mostra già una falla. Se è tanto facile trovarsi e ritrovarsi a spasso per il social network, non lo è altrettanto perdersi di vista. E se la storia non giunge a giusto coronamento che si fa? A mali estremi, estremi rimedi: tocca cancellarsi dalla rete, cercando di lasciare meno /F.P. tracce possibili.
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società
Febbraio 2010
L’INdaGINE. Sempre meno adolescenti chiedono aiuto alle famiglie per risolvere i loro problemi
Quando il bullismo è “roba da ragazzi” Quasi un giovane su due non rivelerebbe a un adulto di essere vittima di violenze. Di Giorgi: “In Toscana la situazione non è drammatica, ma alcuni segnali ci sono” Matteo Francini
L
a parola è di quelle che preoccupano sempre più genitori e (anche se in pochi lo riconoscono) ragazzi: bullismo. Una parola dai confini spesso non ben definiti - a volte è difficile distinguere veri e propri atti di violenza e prepotenza da scherzi un po’ troppo pesanti - ma che è entrata pian piano a far parte del dizionario delle famiglie. E non passa settimana senza che, sui giornali, siano riportati episodi di questo genere, avvenuti di volta in volta a scuola, ai giardini, per strada. A Pisa sono stati presentati i risultati dell’edizione 2009 dell’indagine su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti”, realizzata (come ormai ogni anno dal 1997) dalla società italiana di pediatria. Una sorta di viaggio nel mondo dei ragazzi dai 12 ai 14 anni che, “coperti” dall’anonimato e forse spinti, in alcuni casi, dalla voglia di farsi sentire o addirittura di lanciare allarmi, confessano abitudini, stili di vita e consumi, compresi quelli “proibiti”. Dalla ricerca è emerso che il 64% degli adolescenti intervistati dichiara di aver assistito a fenomeni di bullismo: una percentuale ancora alta, ma comunque in calo rispetto agli anni precedenti (nel 2007 era del 75%). Ma attenzione, dicono gli autori dell’indagine: c’è da chiedersi, infatti, “se ciò sia dovuto ad una reale contrazione del fenomeno o ad una sorta di assuefazione”. E, in ogni caso, i dati preoccupanti non mancano: c’è ancora un (consistente) 41% che non rivelerebbe a un adulto di essere vittima di un bullo, ma che cercherebbe di risolvere la faccenda da solo. E se il 71% degli intervistati giudica comunque negativamente chi si comporta da bullo, c’è un 5,4% (di maschi) che considera i bulli “tipi in gamba”. Infine, nell’indagine c’è anche spazio per i rapporti con la famiglia. Sette adolescenti su dieci considerano adeguate (né troppe, né poche) le regole imposte dai genitori, ma il 27% di loro afferma di rispettarle raramente, se non mai. E continua a diminuire la percentuale di chi si rivolge a un adulto (genitori compresi) quando c’è un problema da risolvere. “D’altra parte – commenta Maurizio Tucci, curatore dell’indagine – non sembra che i genitori facciano molti sforzi per cercare di incentivare il dialogo con i figli”. “In Toscana la situazione non è drammatica, anche se alcuni segnali ci sono”, spiega Rosa Maria Di Giorgi, assessore all’istruzione del Comune di Firenze, che poi elenca alcune soluzioni che Palazzo Vecchio intende mettere in pratica perché questi segnali non si trasformino in un allarme: “Serve un intervento più diffuso nei quartieri, la mia idea è quella di realizzare sempre più iniziative in periferia, utilizzando risorse esterne partecipando a bandi ministeriale ed europei – dice – ci vuole più considerazione per i giovani, per opporsi al bullismo bisogna offrire loro attività interessanti da svolgere. Infine – conclude – servono soluzioni nelle scuole: per questo abbiamo rilanciato corsi contro gli stereotipi, e stiamo investendo molto sulla formazione degli insegnanti”.
L’OPINIONE Renato Palma, medico psicoterapeuta, parla in un libro del rapporto genitori-figli
E se invece fossero i “sì” ad aiutare a crescere?
C’
era - e c’è ancora - un famoso libro che sostiene che i “no” dei genitori facciano bene allo sviluppo di bambini e ragazzi. Si tratta de “I no che aiutano a crescere” di Asha Phillips. Ma c’è anche chi sostiene il contrario. E per trovarlo non bisogna andare neppure troppo lontano: in pieno centro, in via dei Pilastri, ha il suo studio Renato Palma, medico psicoterapeuta nato in provincia di Siena ma fiorentino d’adozione. Cinquantotto anni e una folta barba bianca, Palma è l’autore de “I sì che aiutano a crescere” (Edizioni Ets), pubblicato lo scorso novembre. Una risposta, fin troppo chiara, al volume della Phillips? “Un’impostazione diversa preferisce considerarla lo psicoterapeuta – che parte dalla convinzione che le relazioni in ambito affettivo possano avvenire senza esercitare potere e riducendo al massimo i conflitti”. Una diversa considerazione del rapporto genitori-figli, lontana chilometri (e non solo geograficamente) da quella della collega, ma anche dai metodi spesso utilizzati da padri e madri dei tempi nostri. “Gli adulti si Renato Palma sorprendono che i loro figli, crescendo, diventino conflittuali – spiega Palma, che le sue teorie le ha sperimentate direttamente con il bini, perché quando i ragazzi capiscono di avere più figlio, oggi ingegnere – senza rendersi conto che sono forza dei genitori il rapporto si inverte, e nasce il nuostati loro, per primi, a iniziare i conflitti. Litigare per vo conflitto. Sono gli adulti ad abituare i figli a essere educare - sostiene - semplicemente educa a litigare”. infelici, attraverso tutte le costrizioni che impongono “Sembra che molti adulti trattino i bambini come se loro: e non dobbiamo meravigliarci, allora, se divenfossero prepotenti che debbono capire chi comanda tano ragazzi infelici”. Altro tema, quello della felicità, – continua – ma la convinzione che nell’educazione caro a Palma, che sull’argomento ha anche pubblicato dei figli un po’ di conflitto sia necessario, e che non un saggio dal titolo “Economia e felicità, una propoappena stabilito il rispetto delle regole la pace tornerà, sta di accordo”. In futuro, insomma, non dobbiamo è solamente una favola. Spesso la famiglia e la scuo- aspettarci niente di buono? “Al contrario – risponde – la non sono spazi dove i bambini vivono contenti. E dobbiamo solo cambiare le relazioni con i bambini, da i problemi – aggiunge, riferendosi anche a fenome- conflittuali a cooperative. Le cose possono cambiare, ni come bullismo e disagio giovanile – nascono dal e cambieranno: i giovani sono molto meglio di noi”. modo in cui sono stati tirati su i ragazzi: è un errore Nel suo futuro, invece, c’è già un nuovo progetto: scri/M.F. degli adulti inserire la forza nel rapporto con i bam- vere un libro sulla democrazia in famiglia.
L’A.F.A. (Attività Fisica Adattata) nel territorio di Firenze
Una attività organizzata dalla SdS per far Svolgere Un’attività fiSica, Significativa per la SalUte, Socializzando, anche alle perSone poco mobili in condizioni di SalUte fragili Il movimento fa salute. è uno slogan lanciato della Regione Toscana ed è una delle indicazioni della campagna dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità sui corretti stili di vita della popolazione Il Consiglio Sanitario Regionale della Toscana nel 2004, ha emanato Linee Guida Regionali “Per la Promozione della salute attraverso l’attività motoria”. Queste attività motorie interessano tutta la popolazione in condizioni di salute stabile per assenza di malattia acuta, comprese le persone con riduzione delle capacità funzionali da malattie disabilitanti con esiti stabilizzati. La promozione di comportamenti e stili di vita per la salute viene motivata dalla consapevolezza che numerose condizioni di morbosità, disabilità e mortalità possono essere prevenute adottando stili di vita positivi, socialmente condivisi. In questo ambito è identificato come obiettivo specifico soprattutto per la popolazione anziana l’aumento della attività fisica regolare
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svolta negli abituali contesti della comunità sociale sotto forma di attività di gruppo (14-20 persone) in luoghi deputati ad attività di socializzazione, fitness o in palestre Gli Istruttori A.F.A. come indicato dalle Linee guida regionali sono Professionisti formati con: - Laurea in Scienze Motorie o titolo equipollente - Laurea in Fisioterapia o titolo equipollente Dal 2006 le strutture dell’SdS di Firenze e della riabilitazione dell’ASL di Firenze, hanno pianificato interventi che hanno coinvolto i medici curanti, gli enti di promozione sportiva, le associazioni sportive , l’Azienda per i Servizi alla Persona di Montedomini per dare attuazione alle indicazioni della delibera di Giunta regionale 1081/2005 ed attivare nel territorio comunale corsi di Attività Motoria Adattata. La SdS Firenze ha provveduto ad inserire l’Attività Fisica Adattata nel Piano Integrato di Salute 2008-2010. Sono stati messi a punto dai Professionisti Sanitari dell’ASL e successivamente condivisi con gli erogatori due programmi specifici per persone in condizione di salute fragile specificatamente: a) Attivita’ motoria per soggetti anziani affetti da sindrome algica da ipomobilita’ e da osteoporosi b) Attivita’ motoria per soggetti adulti con rachialgia cronicizzante. I corsi attivati sono 34 e distribuiti in 19 sedi territoriali che coprono tutti e cinque i Quartieri di Firenze con una media di 3 sedi per Quartiere. I soggetti erogatori che hanno definito accordi di convenzione con la Societa’ della Salute di Firenze per l’Attivita’ Motoria Adattata sono: • UISP • ENDAS • ANCESCAO • Diaconia Valdese RSA Gignoro • A.S. Gulliver • A.S. Good • A.S. B Side • A.S. Cocchi • Avvenire 2000
I sistemi sanitari devono farsi carico di aiutare la popolazione a modificare il proprio sitle di vita sostenendo una cultura che recuperi il movimento come parte essenziale nella vita di tutti i giorni; in particolare verso: il soggetto sano sedentario come stimolo a comportamenti di prevenzione i malattie e il soggetto a ridotta capacità motoria indotta per età o per patologia cronica clinicamente stabilizzata. Le Attività motorie per la popolazione anziana a Firenze Nel territorio di Firenze da molti anni si è consolidata con successo l’esperienza della ginnastica per anziani che vede coinvolti il Comune ed i consigli di Quartiere, le associazioni di promozione sportiva operanti nel territorio comunale , le associazioni di anziani costituite e le migliaia di anziani che frequentano le attività di ginnastica stesse.
Dati del report ASL 10 dell’A.F.A. ( relativo al 1° Semestre 2009) inviato alla Regione Dati AFA al 30.6.2009 To.t ASF/4SdS Tot. SdS Fi N.erogatori 22 9 N.punti erogazione 45 19 N.Corsi 89 34 N.Comuni della Zona 33 1 N.Partecipanti 1420 565 In Tutta la Toscana sono circa 11.500 le Persone che nel primo semestre del 2009 hanno partecipato a Programmi AFA.
Le Attività Motorie Adattate per persone fragili o con disabilità Sono presenti nel territorio del Comune anche numerose persone con condizioni di disabilità che ne riducono la mobilità stimate intorno al 2,3% della popolazione, ed è in incremento il numero di persone con malattie croniche, che non sono disabili ma, che presentano condizioni di fragilità che ne limitano la loro capacità a svolgere tutte le attività della vita quotidiana con particolare riferimento alla socializzazione e il movimento fuori della propria abitazione. Questa fascia di persone poco mobili e in condizioni di salute fragile, può beneficiare di programmi specifici di attività fisica come indicato dalle Linee guida regionali toscane. La Giunta regionale ha deliberato nel 2005 l’introduzione a sistema delle Attività Motorie Adattate organizzate in collaborazione fra le Aziende Sanitarie, le Società della Salute e gli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti CONI.
Le AFA Speciali e la nuova regolamentazione Nella primavera del 2009 la Regione Toscana, recependo i buoni risultati raggiunti nella sperimentazione introdotta nel 2005 con l’AMA, ha deliberato DGR 459/2009 l’atto di indirizzo alle ASL e SdS per l’organizzazione su tutto il territorio Regionale dell’ “Attività Fisica Adattata”. Nell’atto deliberativo Regionale che è in fase di recepimento nella ASL 10 di Firenze e nella SdS di Firenze, viene introdotta la differenziazione fra AFA per persone a bassa disabilità e AFA per Persone ad alta Disabilità individuando due tipologie di programmi: a) Programmi AFA per persone con “bassa disabilità” disegnati per “le sindromi croniche che non limitano le capacità motorie di base o della cura del sé” b)Programmi AFA per persone “alta disabilità” disegnati per “le sindromi croniche stabilizzate con limitazione della capacità motoria e disabilità stabilizzata”
La Regione Toscana nel deliberato indica questa Attività Motoria Adattata come: Attività non sanitaria • rivolta alla popolazione in condizioni di salute stabili per assenza di malattia acuta o con riduzione delle capacità funzionali da condizioni cliniche pregresse con esiti funzionali stabilizzati
Nel 2010 con l’attuazione della DGR 459/09 accanto alle attuali 2 tipologie di AFA saranno affiancate altre tipologie caratterizzate dai Programmi AFA per persone ad “alta disabilità”. In questo momento nel confronto con le Associazioni rappresentanti i soggetti con Disabilità croniche è maturata la decisione di promuovere anche specifici programmi AFA.
Programmi AFA progressivamente a regime nel corso del 2010 1) Programmi AFA per persone con “bassa disabilità” a. per soggetti anziani affetti da sindrome algica da ipomobilita’ e da osteoporosi b. per soggetti adulti con rachialgia cronicizzante 2) Programmi AFA per persone con “alta disabilità” a. per soggetti con malattie reumatiche in fase silente b. per soggetti con esiti stabilizzati di ICTUS c. per soggetti con malattia di Parkinson Stadiazione (Hoen & Yahr) 1-3 Tutti i programmi AFA promossi nell’ambito del territorio dell’ASL 10 ed adottati della quattro SdS che incidono in questo territorio, verranno pubblicati insieme al regolamento Aziendale sul sito internet dell’ ASL 10 e su quello della SdS di Firenze. IL TUO MEDICO TI hA CONSIGLIATO DI PARTECIPARE ALL’A.F.A.? L’accesso ai programmi AFA avviene su specifica indicazione del Proprio Medico Curante o del Medico Specialista che ha in cura il soggetto per il problema di salute cronico o disabilitante specifico o su proposta dei Servizi di Riabilitazione alla conclusione del Progetto Riabilitativo. Il Cittadino può contattare la rete d’offerta AFA presente nel Territorio Comunale attraverso il Call Center di Montedomini utilizzando il Numero Verde: Il Coordinamento Operativo svolto da Fisioterapisti dell’U.O. di Riabilitazione Funzionale dell’ASL 10 , invita il cittadino per una verifica del livello funzionale della capacità motoria per inserirlo nel programma a lui adeguato, nella sede di attività disponibile e logisticamente più vicina. Il personale del Coordinamento Operativo effettua visite periodiche nelle sedi di attività AFA per monitorare il rispetto dei programmi concordati con gli erogatori ed eventuali criticità riscontrabili o segnalate. Le strutture erogatrici si impegnano attraverso un accordo sottoscritto a: • garantire l’offerta secondo i protocolli-programmi di esercizio concordati con gli operatori sanitari delle ASL e delle S.d.S. • garantire la sicurezza dei programmi di esercizio, la pulizia e l’igiene delle palestre, piscine o altre strutture. • garantire i requisiti formativi e l’adesione dei propri istruttori ai programmi di esercizio concordati • assicurare l’attività con una tariffa indicativa di 2 euro (2,5 euro per i programmi svolti in piscina) ad accesso, con modalità di pagamento mensile Il Cittadino si impegna: • a partecipare al programma motorio proposto • a corrispondere, al soggetto erogatore, la quota mensile della partecipazione al programma AFA ( che si svolge su due incontri settimanali svolti in gruppo della durata di un ora) • a corrispondere la quota assicurativa (circa 10 € l’anno) relativamente alla partecipazione ad attività motorie non agonistiche • a comunicare all’erogatore qualsiasi variazione della sua condizione di salute che possa pregiudicare la partecipazione al programma AFA • a comunicare al Coordinamento dell’ASL eventuali criticità rilevate in corso dell’ attività stessa
Dott. Simone Baldi Direttore Area Professionale della Riabilitazione Direzione Servizi TecnicoSanitari ASL 10 Firenze Informazione a cura della Società della Salute
L’EVENTO. La band che suona musica irlandese festeggerà con un concerto e un nuovo disco
Whisky Trails, 35 anni e non sentirli Sono stati i primi a cimentarsi con la musica irlandese in Italia, e di sicuro sono
La MOsTRa
anche i più acclamati. A trentacinque anni di distanza, il gruppo fiorentino continua
All’Ex3 un incrocio di artisti e linguaggi
a far ballare un popolo di appassionati, e per festeggiare il compleanno chiama a raccolta tutti i fan al Saschall promettendo una performance da non dimenticare
La band dei Whisky Trails
Ludovica V. Zarrilli
T
rentacinque anni insieme. A parlare di musica, leggende e di una cultura che ha lasciato il segno nella testa e nell’anima di tutto il gruppo. Sono i Whisky Trails, storica band fiorentina che dal 1975 suona instancabilmente musica irlandese nei quattro angoli della città, portando i ritmi della verde isola che si perde nell’Atlantico nelle vie della città del giglio. E il 2010 offre al gruppo un’occasione per festeggiare con un concerto e con un nuovo disco 35 anni di storia. Una realtà che continua a vivere a discapito delle mode, coinvolgendo nuovi appassionati ogni anni: sono arrivati decisamente lontano, ma da dove sono partiti i Whisky trails? “E’ nato tutto per caso – spiega Stefano Corsi, anima del gruppo e suonatore d’arpa celtica, armonica e harmonium –. A quel tempo frequentavamo spesso la casa di Giulia Lorimer, altra componente storica del gruppo che apriva a tutti
le porte della sua grande casa, dove ci si confrontava sugli argomenti più disparati”. Una casa tutta particolare, al Vingone, alle porte di Scandicci, dove era facile incontrare - oltre agli undici figli della proprietaria - gente di passaggio, abitudinari del salotto (se così si può chiamare) e personaggi famosi come Ignazio Silone e Ivan Illic. Da questa sorta di “comune” nacque un gruppo di amanti della musica celtica e della cultura irlandese. Un gruppo affiatato di cinque persone che cominciarono a studiare le origini di suoni armoniosi e singolari che venivano da lontano. “Sono molti i generi musicali nati dalla cultura celtica – continua Corsi -. Noi abbiamo deciso di chiamare la band Whisky Trail perché seguiamo il percorso (trail in inglese, ndr) degli irlandesi in America, dove, attraverso le contaminazioni con un’altra cultura, sono nati nuovi generi come il country o il bluegrass”. Primo gruppo in Italia ad essersi avventurato nei meandri poco conosciuti della musica irlandese, oggi tra i loro seguaci sono nati diverse nuove band che contribuiscono a diffon-
dere il verbo delle armonie made in Ireland. A 35 anni di distanza, e con dieci album alle spalle, i Whisky Trails nel 2010 ritornano ancora una volta sul palco (lo fanno ancora spesso, sebbene la formazione non sia più quella originale) e questa volta lo fanno in grande stile: per festeggiare il 35esimo compleanno della band, il 17 marzo saliranno sul palcoscenico del Saschall, tutti insieme. “Ci saranno tutti – continua Stefano -. Per questo concerto suoneranno insieme a noi anche i componenti della formazione originale (negli anni, due dei musicisti degli esordi avevano preso altre strade) e anche qualcuno dei nostri figli sarà con noi sul palco”. Più di 10 elementi sul palcoscenico, per una serata di successo assicurato. E per chiudere il compleanno in bellezza non poteva mancare un nuovo disco: “Beginnings”, così s’intitola, e racchiude i brani memorabili di una carriera che continua a mietere successi. (il disco verrà venduto al prezzo promozionale di 5 euro in occasione di Irlanda in festa e allegato al magazine Firenze Spettacolo).
La REcENsIONE. In libreria la prima fatica letteraria del pratese Luca Martinelli
Ecco Sherlock Holmes in salsa toscana F
a un certo effetto vedere l’investigatore più famoso del mondo a spasso per i Lungarni. Per non parlare della sua eccitazione gastronomica nello scoprire le delizie di una bistecca alla fiorentina bagnata da un Brunello d’annata. Fa un certo e strano effetto ma convince e appassiona questo Sherlock Holmes in salsa toscana. Luca Martinelli, giornalista pratese che lavora da anni a Firenze, da sempre appassionato animatore della folta schiera di quanti tengono in vita con pervicacia il genio di Baker Street, ci ha piacevolmente sorpreso con il suo primo romanzo “Il Palio di Sherlock Holmes” (Alacràn - I Misteri - 2009 - pagine 171 - 12,50 euro). Martinelli si era già prodotto in apocrifi del grande Conan Doyle, sulla rivista dell’associazione, “The Strand Magazine”, di cui oggi è direttore responsabile, ha pubblicato quattro racconti. “Il Palio di Sherlock Holmes” è ben scritto, in fedelissimo stile “Doyliano”. La vicenda narrata fa perno su un fatto “realmente” accaduto nella saga di Holmes, cioè il suo arrivo in Italia, dopo essere stato creduto morto, assieme al nemico di sempre, Moriarty. Il detective scrive una lunga lettera al suo amico
fraterno Watson, dove gli narra l’avventura toscana. Un manoscritto che, come si legge nel prologo, l’autore ritroverà in una balla di “cenci” a Prato. Holmes si rimettere al lavoro per sua maestà, ricostruendo la cellula del servizio segreto britannico in Italia, ma mentre sta lavorando a questo incarico sotto copertura, si imbatte in un omicidio nel quale rimane coinvolto un uomo dell’intelligence britannica. Si tratta dell’assassinio di un ricco allevatore di cavalli. Chiaramente, il grande Sherlock non sa resistere alla tentazione di indagare e lascia Firenze alla volta di Siena. Una curiosità (tra le tante): nel romanzo, insieme ai personaggi di fantasia, figurano alcuni toscani doc vissuti all’epoca. Alcuni nel ruolo di semplici comparse (Paolo Lorenzini, fratello di Collodi e direttore della manifattura Ginori di Sesto Fiorentino, Arturo Corsellini, titolare di una rivendita di pipe e tabacchi a Firenze, il giornalista e scrittore Jarro, al secolo Giulio Piccini, l’abate Giovanni Caselli, patriota senese), uno, invece, con un ruolo di coprotagonista: lo scrittore Federigo Tozzi, che nel 1891 ave/C.B. va 8 anni, nelle singolari vesti di aiutante di Holmes a Siena.
Ha preso il via da pochi giorni il nuovo evento del centro d’arte contemporanea EX3. Venerdì 12 febbraio, lo spazio dedicato alla contemporaneità di viale Giannotti ha infatti inaugurato le mostre personali di Eva Marisaldi e del duo Tayo Onorato & Nico Krebs, entrambe a cura di Lorenzo Giusti e Arabella Natalini. “Un’occasione importante per Ex3 – commentano i due curatori – poiché si tratta di due mostre tra loro molto diverse, due riflessioni diverse. È un modo per rappresentare l’eterogeneità della scena artistica contemporanea.” Da sempre molto attenta ai temi del dialogo e della comunicazione, ma anche della difficoltà di interazione, l’italiana Eva Marisaldi ha elaborato un progetto – “Grigio nonlineare” - per la sala centrale di EX3. Si tratta di un intervento a terra, concepito come un tracciato percorribile, che accoglie il visitatore e lo invita a compiere il proprio percorso. Un percorso partecipativo in cui il visitatore può scegliere tra 64 frasi e 16 disegni per creare la propria storia. “Il lavoro riflette sull’interpretazione individuale del senso e dello spazio – spiegano Arabella Natalini e Lorenzo Giusti – Le stesse frasi che costituiscono l’installazione si ritrovano inoltre all’esterno, all’entrata di EX3, tradotte nelle lingue delle comunità straniere più numerose nel quartiere, per permettere anche a loro di partecipare a quest’opera”. Accanto al lavoro della Marisaldi, artista di fama internazionale, EX3 ospita nelle sale laterali l’opera dei due giovani artisti Taiyo Onorato e Nico Krebs, che per la prima volta espongono in Italia. In “Taiyo Onorato & Nico Krebs: tutto incluso” i due svizzeri mettono in scena fotografie, frutto di una manipolazione della realtà, e una produzione scultorea contraddistinta dall’utilizzo di oggetti di uso comune che, assemblati liberamente, acquistano nuovi significati. “Il lavoro fotografico è di tipo analogico, con alterazioni della realtà nel suo aspetto fisico, e senza l’intervento digitale dell’informatica”- precisano i curatori. Dopo la recente riapertura, questo è il secondo evento di EX3 e sarà visitabile fino all’11 aprile: “Abbiamo sempre creduto che questo spazio fosse ideale per l’arte contemporanea – dice Cristina Giani, vice presidente del Quartiere 3 nonché membro del Comitato d’indirizzo di EX3 – La mostra precedente è andata benissimo e sono certa che anche questo nuovo evento saprà coinvolgere un vasto pubblico.” /G.B.
Una delle opere in mostra
cultura
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IL casO. Sono molti i musei fiorentini chiusi o accessibili solo a orari ridotti. Eccone una mappa
Gallerie chiuse, istruzioni per l’uso Annalisa Cecionesi
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e lunghe code all’ingresso dei più famosi musei della città non sono l’unico travaglio dei turisti che arrivano a Firenze. Talvolta si vedono costretti a rinunciare a una visita per via di orari d’apertura poco flessibili (se non risicati) o per la chiusura di un museo per motivi di restauro o riordino. L’evento più spiacevole è proprio trovarsi di fronte a una porta sbarrata, seppur per colpa di sacrosante operazioni di restauro. E’ il caso della Galleria Casa Rinaldo Carnielo, in piazza Savonarola, con le sue sculture di fine Ottocento, chiusa da tempo per restauro. Si dovrà attendere anche per ammirare le collezioni del Novecento del Forte Belvedere, altro museo civico, tra le quali spicca la raccolta di Alberto Della Ragione, anch’essa attualmente chiusa al pubblico. Si trova invece in piazza Pitti, ma sempre chiusa al pubblico, la preziosa collezione del Museo delle Carrozze. Più contenuto sarà il rammarico dei visitatori del Museo di Palazzo Davanzati, conosciuto come “museo della casa fiorentina antica”, aperto solo parzialmente ancora una volta a causa di un restauro. Chiuso per ristrutturazione dallo scorso novembre è il Museo di Storia della Scienza, in piazza dei Giudici, fondato nel 1927 dall’Università di Firenze. L’inaugurazione del nuovo allestimento è prevista per maggio quando il nome verrà
cambiato in Museo Galileo. Lo scorso settembre invece sono partiti i lavori di restauro alla Tribuna degli Uffizi, che termineranno nel giugno 2011. Ma il turista riparte a bocca asciutta anche a causa delle poco indulgenti modalità d’apertura dei musei. Alcuni, di competenza comunale, hanno orari ridotti all’osso. Il Museo Bardini, in Oltrarno, è aperto solo tre giorni la settimana (sabato, domenica e lunedì), mentre la Fondazione
Buona notizia: il museo di Storia della scienza riaprirà i battenti a maggio
Salvatore Romano, situata nell’antico cenacolo a fianco alla Chiesa di Santo Spirito, è aperta esclusivamente il sabato, per di più solo la mattina nei mesi invernali. Alcuni musei presentano analoghe limitazioni. E’ il caso del Museo delle Sculture, al primo piano del Museo di Orsanmichele, aperto solo il lunedì, o di alcuni cenacoli, come quello di Ognissanti e di Fuligno, in via Faenza, aperti tre mattine a settimana. Mentre i musei di Santa Maria Novella e di Palazzo Vecchio, tra i
La galleria Carnielo
maggiori della città, sono chiusi nei giorni festivi, in barba ai turisti della domenica. Per visitare altri musei occorre invece ricordarsi la prenotazione: è obbligatoria per il Museo di Casa Martelli e per Villa Corsini a Castello, uno degli esempi
più rappresentativi dell’architettura fiorentina del tardo barocco, recentemente presentata al pubblico dopo i lavori di restauro. Prima di partire per Firenze, cari turisti, armatevi di carta e penna: occorre pianificare attentamente l’agenda.
FOcUs. Antonella Nesi, curatrice del Bardini, traccia un bilancio dei primi mesi di visite
Il museo è dentro la casa dell’antiquario “M
Una sala del Museo Bardini
i piace perché è un museo strano, non è un museo normale”. E’ uno dei commenti che compaiono sul libro dei desiderata di un “originale e inaspettato” museo fiorentino, quello intitolato a Stefano Bardini, in via dei Renai, nei pressi di Ponte alle Grazie. Un museo dalla forte vocazione internazionale, riaperto al pubblico lo scorso aprile dopo quasi dieci anni. Un accurato restauro lo ha riconsegnato alla città così come l’aveva concepito il suo fondatore, l’antiquario Stefano Bardini, dopo lo stravolgimento successivo alla sua morte, avvenuta nel 1922. E’ l’impatto sceno-
grafico a impressionare il visitatore, ancor più delle singole opere. Salendo la scalinata immersa tra i tappeti antichi si approda alla saletta che ospita “l’Atlante” del Guercino. Poco distante, sculture e dipinti emergono dall’aristocratico blu delle pareti e in un angolo spunta l’originale “Porcellino” di Pietro Tacca. “Il bilancio dei primi dieci mesi d’apertura - spiega Antonella Nesi, curatrice del museo - è positivo. Tra aprile e maggio ad esempio sono state registrate oltre 8 mila presenze”. Una buona affluenza considerando l’odierna crisi del turismo, i problemi di trasporto in Oltrarno, la scarsa
comunicazione esterna del museo e l’apertura limitata di soli tre giorni settimanali. “Abbiamo un pubblico molto motivato ed eterogeneo dal punto di vista delle provenienze - racconta Antonella Nesi - Tra queste spiccano gli anglosassoni, con i quali lo stesso Bardini aveva instaurato un rapporto privilegiato”. In cantiere, oltre al crocefisso giottesco che già si può ammirare adagiato sotto il bisturi dei restauratori, vi è l’apertura di tre sale del pianterreno pronte ad ospitare piccole mostre. Presto sarà visitabile la Collezione Corsi, costituita da dipinti ine/A.C. diti realizzati tra il ‘300 e il ‘700.
L’INTERVIsTa. Dal caso Mutu al suo contratto, passando per gli ultimi rinforzi: parla Pantaleo Corvino
“Stiamo piantando gli alberelli per il futuro” La sua “filosofia” è ormai chiara: pensare all’oggi guardando al domani. E proprio in quest’ottica va letta la scelta di puntare su promesse come Ljajic, Keirrison e Seferovic, su cui molti club europei avevano messo gli occhi. “Vogliamo cambiare la cultura italiana secondo cui i 21enni sono troppo giovani per giocare in prima squadra” Cristina Guerri
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on è il Mago Silvan, è semplicemente Pantaleo Corvino. Il diesse viola, anche in quest’ultima sessione di mercato, ha sorpreso tutti consegnando a Prandelli giocatori di primissima fascia, giovani promesse su cui avevano messo gli occhi diversi club europei. Il lavoro, anche questa volta, non è stato facile per lui, sopratutto dopo l’esplosione della “bomba” del caso Mutu, trovato positivo alla subutramina. Giusto, alla fine dei giochi, fare quindi un punto con il diretto interessato. Direttore, da cosa deriva il cambio generazionale voluto in questa sessione di mercato? Con i cinque nuovi arrivi, ovvero Felipe, Bolatti, Ljajic, Keirrison e Seferovic, abbiamo deciso di pensare al presente, ma anche al futuro. Vogliamo cambiare la cultura italiana secondo cui i ventunenni sono troppo giovani per giocare in prima squadra. Keirrison, ad esempio, lo conosco da anni, spero che possa ripetere da noi quello che ha fatto in Brasile. E’ un calciatore con potenzialità importantissime, rientra in una politica di ricambio generazionale della Fiorentina, un nuovo ciclo. Che mercato è stato quello della Fiorentina? Credetemi, il mercato per me è stato in salita, ho dovuto cercare di arrivare a quelle che sono state le acquisizioni in entrata sostenendole con le cessioni. Se ho sbagliato qualcosa, spero di averlo fatto il meno possibile, ma ho cercato di fare il meglio per la Fiorentina. Uno degli ultimi arrivati, Seferovic, era nel mirino dei grandi club europei... E’ stato giudicato il miglior giocatore nel Mondiale Under 17 vinto con la Svizzera. Stiamo piantando gli alberelli per il futuro. Qualcuno, forse, si perderà per strada, ma noi vogliamo questo per il futuro della Fiorentina. Seferovic, come Babacar, farà parte con Di Tacchio, Agyei e Carraro, della rosa della prima squadra. Sono 22 giocatori più i giovani. Cosa ne pensa del caso-Mutu? Siamo tutti turbati: io, la società, la squadra, Prandelli e la sua famiglia. E’ stato un errore stupido. Mutu ha fatto una banalità. E’ un bambino di 31 anni. Non me ne voglia Adrian, ma è così. Un professionista di quell’età non può commettere certi errori, nemmeno in buona fede. Il giorno prima della chiusura del mercato stava per mettere a segno un colpo da 10 e lode... Su Cassano mi sono già espresso, a 12 anni l’ho portato a
Casarano, ma non mi sono mai vantato di questo. So quello che pensa di me e viceversa. Prandelli lo conosceva con i suoi pregi e difetti. Ci poteva essere bisogno di calciatori importanti, ma noi in questo ruolo abbiamo un giocatore d’eccellenza come Jovetic. Cassano è stato un momento, un’idea per risolvere dei problemi, ma forse proprio perché era intel-
ligente non si è fatta. A quando il rinnovo suo e di Prandelli? Io e Cesare siamo legati alla Fiorentina non solo contrattualmente. Continueremo a lavorare per cercare di riuscire ad arrivare davanti alle grandi squadre: se ci riusciremo, vorrà dire che avremo fatto un bel lavoro.
Pantaleo Corvino
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sport
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MERcaTO. Cinque acquisti e due (dolorosi) addii: il bilancio della sessione invernale
Il progetto Fiorentina? Riparte dai giovani Cristina Guerri
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iorentina regina del mercato. È questo il giudizio unanime di molti esperti del settore. Anche nella sessione invernale, Pantaleo Corvino si è rimboccato le maniche
cercando - anche nei momenti di grande difficoltà (vedi il caso Mutu) - di tirare fuori il coniglio dal cilindro. E il colpo, in questo senso, il diesse viola l’avrebbe pure messo a segno con Cassano, prima che il barese si rimangiasse l’accordo con un comunicato. Nessun problema, l’alternativa a
Guardando le carte d’identità dei nuovi arrivi, sembra che la società abbia voluto chiudere un ciclo per aprirne uno nuovo
Keirrison de Souza Carneiro
Fantantonio Corvino l’aveva già in tasca: Kerirrison, uno dei miglior attaccanti prodotti dal Brasile negli ultimi anni, tanto che il Barcellona l’aveva strappato alla concorrenza per ben 18 milioni di euro. Keirrison, classe 1988, fa parte, insieme a Felipe, Bolatti, Ljajic e Seferovic, del progetto Fiorentina. Quello dei giovani. Guardando le carte d’identità dei nuovi acquisti, infatti, si ha la netta impressione che la società abbia voluto chiudere un ciclo per aprirne uno nuovo. Felipe, il primo acquisto di gennaio, nonostante i suoi 25 anni, può contare su otto anni di esperienza in Serie A con la maglia dell’Udinese. La caccia al centrocampista si è conclusa con l’arrivo di Bolatti. “El Gringo” - così il giocatore viene chiamato per la sua chioma bionda - compie 25 anni il 17 febbraio, e vanta nel suo curriculum il gol qualificazione della nazionale argentina ai prossimi Mondiali in Sudafrica. Ljajic (classe ‘91), può essere definito la vera ciliegina sulla torta. Proveniente dal Partizan, la stessa squadra di Jovetic, Ljajic è soprannominato il “Kakà serbo”, e a detta degli intenditori il ragazzo può crescere ad altissimi livelli. Ma, come ha spiegato Corvino, gli acquisti in casa viola determinano sempre delle cessioni. Con l’arrivo di Felipe, la rosa contava ben cinque difensori centrali. Troppi, tanto
che a fare le valigie è stato Dario Dainelli, capitano della squadra dal 2004. L’ultimo addio, forse il più doloroso, è quello di Martin Jorgensen. Amatissimo dalla curva Fiesole, il danese ha lasciato Firenze dopo sei anni di batta-
glie per tornare nel suo Paese, all’Aarhus, club dove è cresciuto calcisticamente e dove spera, con le sue prestazioni, di ritrovare la maglia della Nazionale danese per affrontare quello che sarebbe il suo terzo Mondiale.
TENDENZE Tanti i “gruppi” dedicati a squadra e giocatori
E i tifosi scelgono i social network
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asta andare su Facebook, il social network più popolare del globo, per essere sempre aggiornati su qualunque cosa: dalla politica al cinema e fino allo sport. Stessa cosa vale per la Fiorentina. Ricordate, ad esempio, la splendida vittoria di Liverpool? Allora iscrivetevi al gruppo “Io godo, tu godi, egli gode. Che tempo è? Il secondo tempo di LiverpoolFiorentina”. Tanti, poi, i gruppi dedicati a Gilardino. Da “Gilardino mano de dios”, con chiaro riferimento a quel gol “manesco” di Palermo-Fiorentina, a “quelli che amano sentire suonare il violino di Gilardino”. Il più “cliccato” rimane Adrian Mutu: tante le pagine dedicate al Fenomeno, da quelle che preferiscono soffermarsi sul suo aspetto fisico - abbastanza gradito dalle utenti femminili - a quelle sulle sue gesta dentro e fuori dal campo. Anche Jovetic è
entrato subito nel cuore dei tifosi viola, per i suoi riccioli mori e i suoi colpi da campione. Volete sapere, invece quale sarà il tridente del terzo scudetto? Babacar, Jovetic e Ljajic! Così il recita il gruppo nato subito dopo l’arrivo del giovane talento serbo, soprannominato il nuovo Kakà. Un terzetto che, se manterrà i buoni propositi, farà sognare per tanti anni il popolo viola. E cosa ne pensate della Cittadella viola? Andate sulla bacheca del gruppo “Vogliamo la Cittadella viola” e ne saprete senz’altro di più. Per il tifoso viola non c’è mai pace: ecco perché “Gli è sempre un patire” è così tanto apprezzato. E che dire della polemica nata dopo che la Rai non ha trasmesso neanche un match di Champions League della Fiorentina? Decine sono i gruppi che propongono “rivincite” nei confronti /C.G. della televisione statale.
ISTITUTO del SACRO CUORE di Firenze Viale Michelangiolo, 27 - FIRENZE Tel. 055 6811872 Fax 055 6811388 1080537
E-mail: info@sacrocuore.com - www.sacrocuore.com
L'ISTITUTO DEL SACRO CUORE, nella sua secolare attività, nella formazione integrale degli allievi dai tre anni fino al coronamento degli studi superiori (liceo a indirizzo classico, scientifico e linguistico) persegue i seguenti obiettivi: • Educare tutta la persona mediante una solida formazione intellettuale, un'attenta coscienza critica e l'abitudine al ragionamento Sensibilizzazione ai valori umani e spirituali. • Risvegliare la capacità di selezionare, ordinare e personalizzare gli stimoli esterni per un giusto orientamento della vita, secondo la propria specifica vocazione. • Educare alla libertà, alla coerenza, alla responsabilità. • Aiutare ciascuno a sviluppare la propria originalità • Studio accurato delle lingue straniere a tutti i livelli. Per gli studi superiori conoscenza ed usi dei linguaggi specifici e dell'informatica. Particolare attenzione alle discipline umanistiche, scientifiche ed economico-giuridiche, • L'ambiente che si apre a tutti gli allievi è sereno e, per la sua stessa posizione naturale, assai privilegiato.
CONVITTO
L'Istituto del Sacro Cuore offre un ambiente sereno e familiare che favorisce la formazione spirituale, intellettuale, e personale di ciascuna ragazza. Ogni singola alunna è presa nella sua interezza, con i suoi talenti e le sue difficoltà, ed è guidata alla piena maturazione e crescita necessarie per la costruzione della persona, nel rispetto delle diverse personalità. Ciascuna è aiutata e sollecitata nel suo impegno scolastico perché possa mettere a frutto tutte le potenzialità. Le religiose che sono accanto alle ragazze nei vari momenti della giornata favoriscono il clima di famiglia così necessario per creare e ricreare equilibri in una fascia di età particolarmente difficile. Il convitto è aperto alle alunne della Scuola Primaria, della Scuola Media e del Liceo.
Il Convitto che si apre alle allieve dalla scuola primaria al liceo, in un ambiente sereno e familiare favorisce la formazione personale in un clima di fraternità e di impegno. SERVIZI Gli allievi usufruiscono delle attrezzature di cui la scuola dispone: laboratorio di informatica laboratorio di scienze e di fisica laboratorio linguistico biblioteche teatro palestra strumenti audiovisivi campi da gioco aperti anche in ore extrascolastiche servizio di trasporto e di mensa
Ma soprattutto gli allievi, dai più piccoli della Scuola dell'Infanzia ai più grandi del Liceo usufruiscono della splendida posizione dell’Istituto; le loro ricreazioni si svolgono abitualmente nell’ampio parco che si offre ai giochi delle differenti età, senza alcuna preclusione.
PENSIONATO UNIVERSITARIO L' istituto del Sacro Cuore è lieto di offrire a un piccolo gruppo di universitarie un Pensionato dove si respiri un'atmosfera di famiglia. È appunto in questo clima che esse potranno studiare serenamente e raggiungere i traguardi della maturità umana e cristiana.
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Febbraio 2010
sport nel quartiere
KARATE. Il campione italiano, dopo un problema al ginocchio, si dedica ora solo all’insegnamento
Un nazionale a Rifredi: Enrico Vivoli Carlo Marrone
Le arti marziali gli hanno dato grandi soddisfazioni personali, ma soprattutto
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gli hanno permesso di apprendere una filosofia di vita, di trovare un equilibrio.
osa succede se tutto quello per cui hai studiato si scontra con la tua più grande passione? Ascoltare il cervello o il cuore? A un certo punto della propria vita, Enrico Vivoli si è trovato a dover fare questa scelta, e l’ha fatta mosso da una convinzione: “Il karate e le arti marziali sono più di uno sport, sono una vocazione”. Proprio in questi termini si esprime Vivoli, nazionale di karate, che dal 2004, in seguito a problemi al ginocchio sinistro, ha cessato la propria carriera da atleta per dedicarsi completamente all’insegnamento. Come ha iniziato a praticare le arti marziali? Per caso: avevo 15 anni e praticavo tennis. Poi, un giorno, mi è venuta la curiosità ed eccoci qua. Cosa ricorda dei primi anni? Nell’85 ho iniziato alla palestra Samurai in via Corelli col maestro Sauro Somigli. Lui mi ha trasmesso la passione per il karate, ma anche per il tai-chi. Dal ’96 ho iniziato a fare anche l’allenatore dei bambini al Dlf, e dall’anno successivo c’è stato il salto di qualità. Salto di qualità? Sì, ho iniziato a praticare questa disciplina a livello agonistico: questo mi ha permesso di diventare diverse volte campione regionale e, nel ’97, vicecampione italiano. In quello stesso anno sono stato convocato in Nazionale e ho fatto un viaggio che mi ha cambiato per sempre. Di che viaggio si è trattato? Con la Fondazione Apeiron siamo stati chiamati ad andare in Nepal per insegnare le arti marziali ai bambini di strada, un’esperienza che mi ha toccato profondamente. E poi cos’è successo? Sono tornato in Italia e, dal ’98, ho iniziato ad al-
E di fare un viaggio che lo ha cambiato per sempre...
Enrico Vivoli
lenarmi con un campione come Giuseppe Sacchi, che mi ha aiutato a diventare campione italiano. Poi, da lì, il bivio. Bivio? Sì, perché proprio in quel periodo mi sono laureato e ho iniziato a fare il praticantato. Cominciai a rendermi conto che se avessi fatto l’avvocato avrei dovuto trascurare la mia vocazione: le arti marziali. Allo stesso tempo, però, non volevo sporcarle. “Sporcarle” in che senso? Per vivere di karate avrei dovuto aprire una palestra e quindi i miei allievi sarebbero diventati dei clienti. Di conseguenza l’obiettivo sarebbe diventato solo quello di fare in modo che continuassero ad iscriversi, e non di insegnare loro questa disciplina. E come ha risolto? Per fortuna nel 2000 ho vinto un concorso che mi ha permesso sia di mettere a frutto la mia laurea, che di avere un po’ di tempo libero. Oggi dove insegna? Dal 2000 insegno alla Meeting e sono felice, perché anche grazie ai miei collaboratori (Lorenzo Raguzzi, Antonello De Lorenzo e Gianni Spera) siamo riusciti a coinvolgere giovani di una fascia di età difficile come quella che va dai 15 ai 26 anni. Cosa cerca di insegnare ai suoi allievi? Che per poter squilibrare l’avversario prima di tutto devi essere in equilibrio, ma soprattutto che per combattere devi aprirti all’altro e conoscerlo. Penso che aprirsi e conoscere siano due principi fondamentali anche per la vita.
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delle Dr.sse Maria Cristina Gando & Ulrike Sailer Dr.ssa Maria Cristina Gando LAUREATA all’Università statale di Milano corso di specializzazione in endodonzia del Dr. Arnaldo Castellucci
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Febbraio 2010
IL PROGETTO. La società ha cambiato nome: da Pool Firenze Basket A.S.D. a A.S.D. Nuova Pallacanestro Firenze
La nuova vita del basket fiorentino Lorenzo Mossani
a traguardi importanti, ma ricordo quando il Palazzetto dello Sport era pieno grazie alla Neutro Roberts e alle magie di J.J Anderson. Volete tornare a quei livelli? Sì, ma non c’è fretta, prima creiamo le basi, poi aspettiamo la fine della crisi per avere uno sponsor capace di investimenti importanti. Quali sono gli obiettivi stagionali? Non dobbiamo retrocedere assolutamente, vogliamo rientrare nei play-off. Un fiore all’occhiello? Il settore giovanile. I più grandi sono il frutto di una sinergia con le altre società, una sorta di rappresentativa fiorentina, con loro siamo competitivi a livello nazionale. Poi c’è il Pino Dragons per i più piccoli, da sempre protagonista del basket nella nostra città. L’unica nota stonata sono stati i cori razzisti nei confronti del vostro giocatore di colore Andrew Rath nella partita contro Empoli? Sì, un episodio spiacevole, anche se ritengo che la società dell’Use Empoli non c’entri nulla con quell’episodio, così come il pubblico empolese che è sempre stato corretto. Rimane comunque un gesto assolutamente da condannare: anche perché esiste uno sport così multietnico come il basket? Credo di no.
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osa è nato a Firenze? Un progetto. Cosa sta rinascendo nel capoluogo toscano? Il basket. Dopo aver sfiorato con L’Everlast di Bastagli la serie A qualche stagione fa, esattamente a mezzogiorno di un giorno di fine luglio 2008, il basket sembrava scomparso dalla nostra città. Niente di più falso grazie al coraggio di Luca Borsetti, dello sponsor Mabo, sempre vicino alla pallacanestro toscana, e grazie anche alla passione di tanti fiorentini. Insomma, nella passata stagione, con un budget limitato e con un solo mese di tempo per costruire un roaster competitivo, è stato vicino il miracolo della salvezza in Serie A Dilettanti, salvando comunque il titolo sportivo. Dalla stagione 2009-10, la società ha cambiato la denominazione sociale, da “Pool Firenze Basket A.S.D.” a “A.S.D. Nuova Pallacanestro Firenze”, recuperando, così, un nome caro a tutti gli appassionati del basket fiorentino. Il “Progetto Basket” della città di Firenze si è ormai concretizzato, e costituirà il nuovo punto di riferimento per il rilancio della pallacanestro nell’area fiorentina con il concorso di quasi tutte le società gigliate. A raccontare la nuova avventura è lo stesso presidente Luca Borsetti: “E’ veramente uno splendido inizio tra le società di Firenze. Non so spiegarmi nemmeno io cosa sia successo, so solo che ora collaboriamo da amici, non da ‘conoscenti’. Abbiamo abbattuto il muro dei nostri piccoli ‘giardinetti’. Non è un piccolo passo, ma è semplicemente il futuro”. Pensa che a Firenze sia possibile, per sport che non siano il calcio, sbocciare nuovamente? Certo. I fiorentini vogliono primeggiare con una società consolidata negli anni e capace di ambire
RUGBY. Continua la stagione del Giunti Firenze. Con una novità fuori dal campo
Tanta voglia di vincere (e anche un calendario) U
n posto in classifica da difendere con la grinta e il paradenti e, semmai, da migliorare: questo si augura la squadra del Giunti Firenze Rugby dal finale di stagione 2009/2010. Un fine e inizio anno caratterizzato dai rinvii delle partite a causa del maltempo ha permesso delle vacanze un po’ più lunghe ai giocatori: il capitano Marcelo Segundo è per esempio tornato nella sua Argentina, ma non per questo la concentrazione è diminuita, tutt’altro. La voglia di vincere è rimasta la solita dello scorso 13 dicembre, quando il Livorno uscì dal Padovani con cinque mete al passivo (record stagionale eguagliato). Il campionato continua
ad avere un andamento alquanto insolito, la prima in classifica dista “soltanto” sei punti e in più il Firenze ha una partita da recuperare, e due degli scontri diretti saranno giocati tra le mura dello stadio amico. La squadra, rispetto all’inizio del campionato, è cresciuta notevolmente, e molti dei giovani del vivaio stanno cominciando a far vedere di che pasta sono fatti. L’entusiasmo della città verso i giocatori del Giunti cresce di mese in mese, e sicuramente il calendario che ritrae i giovani dell’Under20 in abbigliamento da gioco non potrà che rendere ancora più popolari questi ragazzi dall’animo /L.M. nobile e sensibile.
sport
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PERsONaGGI. L’atleta italo-inglese che si è reinventata ballerina e attrice
Fiona ha fatto 40 (senza sentirli) Simone Spadaro
Fiona May
raggiunse la fase finale: “Forse, l’unico vero rimpianto è l’aver perso l’oro olimpico ad Atlanta 1996. Ho sempre dato tutto quando avevo di fronte una competizione di grande importanza e, in quell’occasione, avevo veramente dato il massimo, ma la gara fu vinta dalla nigeriana Chioma Ajunwa, atleta che era stata coinvolta anche in un caso di doping. Ci rimasi male. Ero molto triste, ma poi anche mia madre e tutti coloro che mi vogliono bene mi hanno aiutato e mi hanno dato tanta forza per continuare. Del resto – prosegue Fiona May – la nigeriana è stata una meteora. Nessuno se la
L’aPPUNTaMENTO. Arriva il campionato nazionale di A1 e A2
La grande ginnastica al Mandela
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a grande ginnastica quest’anno parte da Firenze, e più precisamente dal Mandela Forum, la struttura che il 20 febbraio ospita la prima prova del Campionato Nazionale di serie A1 e A2 di ginnastica artistica maschile e femminile. L’onore di organizzare la competizione d’apertura del 2010 spetta alla società Centro Ginnastica Firenze A.S.D. di Sorgane, che da oltre 35 anni opera nel campo della ginnastica artistica maschile, femminile e ritmica. Avvio dell’evento già da venerdì 19 febbraio, con le prove libere previste per il primo pomeriggio: poi, dalle 12.30 di sabato 20, via alle prove guidate della serie A2 – con uomini e donne che lavoreranno in contemporanea – ed inizio gara alle 14.30. Dalle 17.30, prove anche per la serie A1 – sempre con ginnasti e ginnaste in contemporanea – e gran finale con la massima competizione federale a squadre, che comincerà alle 19.30. Numerosi i “big” che calcheranno la pedana di Firenze, che ritrova una competizione di serie A dopo cinque anni: solo per fare un paio di nomi, tra le ragazze grande attesa per la campionessa del mondo 2006 e d’Europa 2007 nel concorso generale Vanessa Ferrari, in forza alla Brixia Brescia, società che vanta ben 10 titoli italiani; tra gli uo-
Un anno di eventi in città: anche i Mondiali di volley U
n anno di grandi eventi per Firenze che, proprio nel 2010, cerca di darsi una “scrollata” per donare visibilità a tante altre discipline, oltre il calcio e oltre la Fiorentina, che domina - non essendoci una seconda squadra in grado di scaldare i cuori dei fiorentini - la scena sportiva della città. Ma lo sport è di tutti i cittadini ed ecco che, allora, in questo anno potremo vedere i mondiali Under 23 di Frisbee tra l’ippodromo del Visarno lo stadio Ridolfi dal 18 al 25 luglio: sfide spettacolari tra fenomeni del disco che vola. Molti potranno obiettare che non si tratta di un vero e proprio sport, ma questo è, sicuramente, l’evento più curioso del 2010. In febbraio fanno tappa a Firenze, al Mandela Forum, i campionati italiani di ginnastica artistica, mentre una
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oco prima di Natale Fiona May ha festeggiato 40 anni. Un’età importante, soprattutto per una donna che ha già vissuto due vite: prima atleta di divina bravura, capace di vincere, nel salto in lungo, due ori mondiali (Goteborg 1995 ed Edmonton 2001) e due argenti olimpici (Atlanta 1996 e Sidney 2000), poi ballerina a “Ballando con le stelle”, testimonial pubblicitaria e ora attrice di successo. “Mi piace rischiare, vivo la vita al 100% e fino a ora mi è andato tutto bene. Non mi sento 40 anni – confessa Fiona – sono convinta di averne almeno dieci in meno. Ho due figlie meravigliose (Larissa, nata nel 2002, e Anastasia, di soli 8 mesi, ndr) e se Dio mi ha dato questo corpo non posso che ringraziarlo. Sono riuscita a fare l’atleta ad alti livelli con grandi sacrifici e poi ho avuto l’occasione di fare altro nel mondo dello spettacolo. Sono contenta di ciò che ho fatto e spero di continuare, con grande impegno, anche in questa nuova avventura”. Moglie del fiorentino Gianni Iapichino, astista e lunghista, Fiona vive in campagna nel comune di Calenzano, si era laureata in Economia all’Università di Leeds e, oltre al salto in lungo - sua specialità preferita - in passato la May ha ottenuto buoni risultati anche nel triplo (detiene il primato italiano). Ma il suo più grande dispiacere non risale ad Atene 2004 quando, alla terza Olimpiade, non
IL PROGRaMMa. Dal frisbee agli Harlem Globtrotters
Igor Cassina
mini, per il campione olimpico alla sbarra di Atene 2004 Igor Cassina, della società lombarda Ginnastica Meda. Saranno inoltre presenti in serie A1 le società Artistica’81 Trieste, che ha già espresso le ginnaste olimpiche di Pechino Francesca Benolli e Federica Macrì, la Gal Lissone (Milano) e la neopromossa società pugliese La Rosa Brindisi. Anche due toscane in gara: la Società Ginnastica Livornese – in serie A1 maschile – e la A.D. Polisportiva Casellina (Scandicci), in A2 femminile. Appuntamento dunque al 20 febbraio per una giornata di spettacolari evoluzioni, in compagnia delle stelle della gin/L.M. nastica italiana.
ricorda più. Io ho continuato a lavorare con tranquillità e determinazione. L’anno dopo ho vinto i mondiali indoor a Parigi, poi gli europei indoor a Valencia, l’argento ai mondiali di Siviglia e l’argento ai Giochi di Sidney”. Molto determinata sulle piste, Fiona May ha fatto da caposcuola per tutta una generazione di atlete che hanno dato grandi soddisfazioni allo sport azzurro. “Forse è vero che noi donne abbiamo una marcia in più. Forse siamo più umili – conclude l’ex lunghista – ma anche più ‘cattive’ nel momento in cui ci troviamo di fronte ad una competizione”.
Omaggio a Gino Bartali con il Giro della Toscana straordinaria rassegna di danza è in calendario tra marzo e aprile. Molto attesa la prevista esibizione (a maggio), al Mandela Forum, degli spettacolari Harlem Globetrotters: basket spettacolo che in città manca da anni. Sempre a maggio, sabato 15, Firenze sarà ancora una volta invasa dalle splendide vetture d’epoca che partecipano alla Mille Miglia. Il 29 maggio
Il fresbee
partirà, ancora da Firenze, la 100 km del Passatore. A settembre saranno in programma i Mondiali di pallavolo, con Firenze che sarà sede di sei incontri, tutti di alto livello: quarti e semifinali. Il prossimo Giro della Toscana di ciclismo, invece, cambia data e percorso per omaggiare Gino Bartali. La gara per professionisti, gara premondiale, si svolgerà il 19 settembre con partenza da Prato, passaggio da Firenze e in particolare da Ponte a Ema, in occasione del decennale della morte di “Ginettaccio”, per concludersi poi ad Arezzo. Il 28 novembre la Maratona e poi, sotto Natale, il classico appuntamento di golf col Ponte Vecchio Challenge Approach. Senza parlare dei vari campionati di pallanuoto, rugby, basket, football americano e volley: insomma, ce n’è per tutti i gusti per poter assaporare sport di livello ed eventi curiosi non sempre /Sim.Spa. facili da vedere.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
Concerti all in 18 febbraio 2010
casa della creatività Provenienti dai luoghi più diversi della terra (Rifredi, Scandicci e Tokyo) ma ritrovatisi a Novoli, questo quartetto di belle speranze punta tutto su di sè decidendo di giocare a carte scoperte. Questa la formazione: Zana (mc), Narchetti (mc/beatmaker) e Frammento (mc/beatmaker) a cui si aggiunge, per le prove dal vivo, il giovane dj Fumo, tecnico del suono dalle dita svelte. Provenienti da diverse esperienze singole molto eterogenee fra loro (probabilmente il punto di forza del gruppo, a parere di chi scrive) decidono di unire le forze il 28 novembre 2007, trovandosi accumunati da un simile pensiero. Roberto Vecchioni 20 Febbraio 2010
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Il 20 Febbraio 2010 prende il via dal Saschall di Firenze il viaggio musicale di Roberto Vecchioni che proporrà dal vivo i brani tratti dal suo nuovo lavoro discografico, In-Cantus. Nell’arco di un mese il tour toccherà dieci fra le principali città italiane, fra le quali Roma, il 22 Febbraio al Teatro Sistina, Palermo, il 1° Marzo al Teatro Golden, Milano, il 13 Marzo al Conservatorio, Torino, il 20 Marzo al Teatro Colosseo. L’album In-Cantus, uscito il 30 ottobre scorso su etichetta Universal, ha origine da un breve e coraggioso tour natalizio, di sole 4 repliche, effettuato nell’inverno 2008 in luoghi sacri, come Chiese e Cattedrali. Il successo dell’iniziativa ha poi suggerito l’opportunità di proseguire con altri concerti per registrare un cd e proporre ad un pubblico ancora più vasto un progetto di innegabile spessore artistico fra poesia e musica. Biglietti da 35 a 25 euro. Primiera 25 febbraio
casa della creatività Linkz e Tiezzo (mcs) assieme a Charlie Dakilo (mc/producer) e al satellite affiliato Ninja (mc/writer), da sempre orbitante nello stesso campo gravitazionale. Qualcuno ha iniziato scrivendo rime al liceo, qualcuno col writing, qualcuno col progetto White Socks (“ci chiamavano cosi’ per via del calzino sul microfono, lo usavamo come filtro”). “E’ stato un effetto domino di situazioni e di universi a farci incontrare” sostiene il quartetto del Campo di Marte. Nel mezzo, tra gli esordi e la pubblicazione del primo lavoro “Unshittable”, c’è l’hip hop ma anche la dnb, la formazione della prima Numa Crew, la partecipazione al contest capitolino Da Bomb nel 2008 e un numero imprecisato di serate in giro. Morgan 26 Febbraio 2010
saschall
Morgan è certamente uno dei cantautori, interpreti e musicisti di maggior talento sulla scena nazionale. Le sue indubbie doti artistiche e creative si uniscono a una straordinaria versatilità, a uno spirito di indipendenza e a una cultura (non solo) musicale decisamente fuori dal comune. Morgan attribuisce un profondo valore culturale alla musica. Anche in questo
concerto fiorentino per piano solo, l’artista monzese mette in atto, e a disposizione del suo pubblico, un attento lavoro di ricerca e approfondimento della canzone italiana del periodo fine anni 50 e inizio anni 60. Morgan si appropria, rielaborandoli, di brani di grande spessore che varcano i confini del nostro paese e che acquistano sapori internazionali. Da Endrigo a Modugno, da Paoli a Bindi, da Ciampi a Tenco, da De Andrè a… Marco Castoldi, al Teatro Saschall di Firenze il 26 febbraio, ore 21.00 un omaggio ai grandi cantautori italiani. Biglietti da 26 a 17, 50 euro.
“migliore nuovo attore”. Nel ruolo che fu di Titina, un attore duttile e meraviglioso come Gennaro Cannavacciuolo, già protagonista con Geppy Gleijeses in Le Cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello e in Ragazze sole con qualche esperienza di Enzo Moscato. Insieme a loro un grande cast di quindici elementi. Lo spettacolo ha debuttato al Festival di Napoli nel giugno 2008 e alla sua seconda stagione di repliche continua a collezionare successi sulle piazze italiane. Ditegli sempre di si è uno dei più importanti titoli della drammaturgia edoardiana.
Teatro
Vacanze forzate sala Le Fiabe
L’ebreo dal 16 al 21 febbraio
Teatro della Pergola Apologia della meschinità umana, L’ebreo è la storia di una coppia travolta da un evento tanto temuto quanto atteso. Quando negli anni ‘40, in seguito alle leggi sulla discriminazione razziale, molti ebrei in fuga dalle città o dall’Italia abbandonavano le loro case e i loro beni, per metterle al riparo dai possibili espropri intestavano le proprietà a dei prestanome di razza ariana, con l’accordo di rientrarne in possesso. Questo è quanto accade ai coniugi Consalvi, diventati i proprietari di un bell’appartamento nel centro di Roma, ma il ritorno del proprietario ebreo dopo 13 sconvolge la loro vita agiata. Promemoria Quindici anni di storia d’Italia ai confini della realtà 17 febbraio
Teatro Puccini
“La prima Repubblica muore affogata nelle tangenti, la seconda esce dal sangue delle stragi, ma nessuno ricorda più niente. La storia è maestra ma nessuno impara mai niente. Avanti il prossimo: se non vi sono bastati Andreotti, Craxi e Berlusconi, ora magari arrivano Lele Mora e Flavio Briatore”. Marco Travaglio Up dal 19 al 21 Febbraio
Teatro Puccini
Up è un opera che trae ispirazione dalla montagna e dai suoi paesaggi boschivi. È un occasione di riflessione sul rapporto tra uomo e natura, vista sia nella dimensione umana di sfida, sia in quella ancestrale dell incanto di creature e paesaggi. Il tutto reinterpretando la montagna con i suoi pericoli e i suoi più impenetrabili misteri, con la natura così compiuta nella sua meravigliosa perfezione e con quella vaga percezione di eternità che si eleva al di sopra dell’umano sentire. La montagna è un entità fisica, imponente e massiccia. Per non perdersi nella sua immensità, non resta che scomporla e strutturare lo spettacolo in quadri. Ogni quadro frammenta, dettaglia e interpreta un aspetto della montagna per poi ricomporla in un tutto. Essenziale e dinamico. ditegli sempre di sì dal 23 al 28 febbraio
Teatro della Pergola Geppy Gleijeses, allievo prediletto di Eduardo, interpreta e dirige Ditegli sempre di sì, accanto a lui il figlio Lorenzo (Luigi Strada) vincitore del premio UBU nel 2006 quale
6-7-13-14 Marzo 2010 In arrivo la commedia brillante in tre atti scritta da Antonella Zucchini, con la regia di Loris Costantini.
Mostre Gerhard Richter e la dissolvenza dell’immagine nell’arte dal 20 febbraio al 24 aprile 2010
cccs strozzina – Palazzo strozzi Organizzata in collaborazione con la Kunsthalle di Amburgo, l’esposizione mette a confronto il lavoro di Gerhard Richter, uno dei più importanti artisti della seconda metà del Novecento, con quello di sette artisti contemporanei, legati da una profonda sfiducia nei confronti dell’immagine come veicolo di verità. Il tema dell’esposizione è la dissoluzione dell’immagine, e si pone come ideale continuazione di Realtà Manipolate, che ha esplorato la relazione esistente tra la realtà e la sua rappresentazione mediante la fotografia e il video. Gerhard Richter, uno dei pionieri nel portare all’estremo la dissoluzione sia della figura che della tecnica pittorica stessa, dipinge sopra fotografie originali o usa una particolare tecnica di pittura sfocata. de chirico, Max Ernst, Magritte, Balthus. Uno sguardo nell’invisibile dal 26 febbraio al 18 luglio 2010
Palazzo strozzi
Il centro gravitazionale dell’esposizione è costituito da un nucleo di capolavori del periodo metafisico di Giorgio de Chirico (1909-1919). Traduzione pittorica della sensibilità e della particolare concezione della vita maturata dall’artista attraverso la lettura di Nietzsche, la poetica metafisica viene riconosciuta come l’espressione dello stato d’animo di un intero secolo. Alienazione e solitudine. Senso di abbandono, isolamento, inquietudine e disperazione: De Chirico approda alla raffigurazione avant lettre del “grande silenzio” generato dal primo conflitto bellico. Innocente e calunniato Fino al 28 febbraio
Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi Nel quarto centenario della morte la mostra Innocente e calunniato. Federico Zuccari (1539/40 – 1609) e le vendette d’artista presenta al pubblico i temi di polemica e di vendetta che alcuni artisti, e in particolare Federico Zuccari, usarono per dichiararsi
innocenti a fronte di calunnie e ingiustizie vere o presunte. Le porcellane di Betty Woodmann Fino al 10 aprile
Museo delle porcellane Palazzo Pitti
Tra le prestigiose porcellane conservate alla Palazzina del Cavaliere trovano una appropriata collocazione le creazioni colte e fantasiose di Betty Woodman, in vetrine appositamente integrate con l’allestimento del Museo. Le insolite porcellane di Sèvres realizzate dall’artista, sconvolgono l’idea tradizionale di “corredo da tavola apprezzato” con le loro forme imprevedibili e l’intensità e brillantezza dei colori, senza tralasciare il bon ton ormai consolidato dei prestigiosi serviti amati dai regnanti. L’arma per l’arte Fino al 6 aprile
Galleria Palatina sala Bianca La mostra, ospitata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, è dedicata in particolare all’arte sacra e quindi a dipinti e oggetti trafugati in chiese, complessi conventuali, talvolta anche in Musei, ma in tutti i casi di soggetto sacro o di uso liturgico. Si tende quindi a mettere in evidenza come i luoghi di culto siano stati e siano per tante ragioni esposti al rischio di furti o danneggiamenti e come nel tempo i Carabinieri, specializzati nel settore, abbiano posto le loro forze e competenze a servizio della Chiesa e del suo enorme patrimonio artistico.
Concorsi Il mio giardino concorso di poesia al Giardino
Si partecipa inviando, entro il 31 marzo, poesie non più lunghe di 36 versi, ciascuna in 6 copie (5 anonime e 1 riportante nome, indirizzo, telefono e, possibilmente, e-mail dell’autore) al seguente recapito: Concorso di Poesia “Giardino dei semplici” – Via Micheli, 3 – 50121 Firenze. Il tema dell’Edizione 2010 del Concorso è “Il mio giardino”, precisando che oltre all’ottica botanica del tema saranno prese in considerazione anche tante altre possibili interpretazioni metaforiche (esempio: I fiori del “giardino” possono essere anche i figli, le fantasie, gli oggetti di una collezione e in genere tutto quello che abbiamo fatto germogliare e curato nella crescita). Una Commissione di lettura composta da 5 persone esaminerà tutti i testi pervenuti, scegliendo i 24 ritenuti più interessanti con i quali, a cura del Museo di Scienze Naturali, sarà pubblicato un libretto offerto in omaggio a tutti i partecipanti alla cerimonia di premiazione. Tra queste 24 poesie saranno poi individuate quelle a cui assegnare i 5 principali premi in palio (coppe, targhe, libri e altra oggettistica). La cerimonia di premiazione, alla quale tutti i concorrenti sono invitati, è prevista nel pomeriggio di domenica 23 maggio, con inizio alle ore 16,30 nella Sede dell’orto botanico di Firenze. I 24 autori “finalisti” saranno avvertiti personalmente, mentre coloro che non potranno intervenire di persona conosceranno l’esito del concorso dalle pagine del periodico “L’alfiere” n° 2/3 (edito dall’Accademia Alfieri) che riceveranno in omaggio nel mese di Giugno.
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sciate che vanno a vedere il fiume,di fronte a casa mia, pensate che, io, faccia dei salti di gioia se il bar è aperto? Quando si parla di sicurezza, vorrei che si tenesse sempre ben presente che è un problema di tutti e, se l’Istituzione riesce a farla diventare diritto, ne sarei molto grato. Fabrizio Calusi
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A PROPOSITO DI SICUREZZA NEI GIARDINI Gentile direttore, nel suo periodico d’informazione del mese di dicembre leggo che contro il “letargo dell’inverno e per dare più sicurezza ai frequentatori di parchi, andrebbe aperto dei bar” ecc. ecc... L’articolo di Giulia B. si basa su un disegno/ proposta, avanzata dal presidente del quartiere 3 al vicesindaco Nardella. Attraverso Reporter vorrei esprimere una mia opinione un po’ contrastante al merito dell’articolo: sono un residente e un frequentatore dei giardini di viale Tanini e non ho mai avvertito problemi legati alla mia sicurezza nei confronti di altre persone. La mia sicurezza è venuta meno quando il fiume Ema, che scorre contiguo a quell’area, poteva straripare. E mi son sentito solo e abbandonato, quando il fiume ha inondato la casa e le altre cose di mia proprietà, e non per ultimo l’anima. A titolo precauzionale la Protezione Civile del comune di Firenze ci comunicò che questa è una zona sottoposta a un rischio allagamento che potrebbe raggiungere il livello di 4 (metri!) e ci indicò anche dove rifugiarsi in caso di un loro allarme. In precedenza, per attutire gli effetti degli eventi alluvionali fu emanata una Legge che “proibiva” di edificare a distanze inferiori di 150 metri dai fiumi (L.183/89 ). Il comune e il quartiere, dopo dieci anni dall’entrata in vigore della suddetta Legge, nella fascia di rispetto fluviale, sottoposta alla L.183, riesce a costruire un enorme centro direzionale e con uno alto strato di cemento, copre, tutto il prato verde che c’era intorno alle tribune del campo sportivo. Nei giardini di viale Tanini, cede in gestione, un campetto in erba e di libero accesso. Ora è plastificato, e pagando, si può giocare a calcetto. Nel ristrutturare gli spogliatoi, già situati in zona ( L.183/89) si preferisce ampliarli per ricavare un bar con cucina per il ristorante e altre cose. Ora, a voi di Reporter e al presidente del Quartiere chiedo: ma siete sicuri che dopo tutte queste colate di cemento, l’apertura del “bar anche d’inverno” mi renda quella giusta serenità che mi viene a mancare andando ai giardini? E quando, nelle giornate della pioggia invernale, vedo delle facce oscure e ango-
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Febbraio 2010
QUELLE CODE AGLI SPORTELLI... Spett.le Redazione, sono una abitante del Q3 che legge sempre il Vs. giornale, e trova gli articoli che proponete sempre molto interessanti, colgo quindi l’occasione per metterVi a conoscenza di un disservizio scandaloso che avviene nel nostro quartiere da parte dell’Ufficio Postale FI37 che si trova a fianco della Coop in piazza Bartali. Detto Ufficio Postale ha una carenza di personale cronica, ed anche se ci sono otto sportelli a disposizione per i cittadini, raramente sono aperti tutti insieme e anche se sono aperti, per pagare un semplice bollettino, il più delle volte si deve fare una coda anche di 2 ore, tutto ciò lo trovo indecente. Perché approfittare sempre della pazienza e buona volontà dei cittadini? Detto ufficio è stato fatto nuovo da pochi anni, che si decidano ad aumentare gli sportelli ed il personale, visto che ci sono tanti giovani senza lavoro! Grata per quanto potrete fare in merito, colgo l’occasione per salutarVi cordialmente. Rogai Gabriella LO “SPETTACOLO” DI VIA DELL’AGNOLO Gentile Sig. Direttore, sono una studentessa fuori sede domiciliata nel quartiere1 e leggo sempre con molto interesse il vostro giornale. Ritenendolo un prezioso notiziario degli eventi di quartiere e un ottimo strumento di denuncia, sento doveroso, seppur da fiorentina adottiva, denunciare le situazioni spiacevoli che trovano asilo negli spazi che viviamo. Ogni giorno, per raggiungere l’università percorro anche 4 volte via dell’Agnolo e lo spettacolo che mi si propone non è di certo piacevole. C’è un supermercato cinese sempre rigorosamente vuoto di acquirenti nel senso tradizionale, intorno cui si assiepano tossicodipendenti, transessuali ed ubriaconi. Non è raro assistere ai loro loschi scambi, in qualsiasi ora della giornata. Perché le forze dell’ordine non se ne accorgono, nonostante passino con la volante in via Verdi molto spesso? Lei ribatterà che certamente sarebbe più conveniente cambiare strada: per la mia incolumità questo è di certo conveniente. Ma mi chiedo, da persona sensibile alle problematiche urbane, quanto questa presenza può convivere con la prospiciente scuola materna? Quando i bambini si riapproprieranno del parchetto dietro piazza dei Ciompi? E soprattutto: perché nessuno provvede a sanare il QUADRILATERO DELLA TOSSICODIPENDENZA (ad un passo dal consiglio di quartiere) di cui via dell’Agnolo, piazza Salvemini , via di Pietrapiana e il ponte che da via dell’Oriuolo va in Borgo Albizi fanno parte?! Cordialmente Una studentessa indignata GLI ANIMALI E LO SPORCO PER LE STRADE Buongiorno,
ho letto sul vs ultimo numero, Gennaio 2010, l’articolo “Per i cani lo spazio non manca, ma per le strade resta lo sporco”; devo dire che il comune e/o il Quartiere hanno fatto o stanno creando ancora spazi per gli “amici” a quattro zampe, ma questo sembra non basta affinché le strade siano sgombre da escrementi. Credo che questa situazione non sia colpa dei cani veri, ma di coloro che bisognerebbe definire “cani” perché sono i proprietari degli animali che nonostante dimostrino di voler bene ai loro amici, diventano “nemici” degli altri esseri umani. Nei giardini dove giocano i ragazzi o dove passeggi basterebbe poco laddove ci sono le aree per i cani a portarli in quelle aree fatte apposta, ma è più semplice e facile lasciare che il proprio animale si “svuoti” dove capita; che dire poi delle strade, ce ne sono alcune ridotte in condizioni estreme. Avevo scritto tale problema anche al sindaco attuale, ma probabilmente è preso solo dalla attenzione di “curare” il centro storico non tenendo conto della periferia che è il primo impatto per la gente che viene in città per visitarla o altro. Avevo scritto di cosa accade in altri paesi europei ad esempio in Germania. In Italia è stata istituita l’anagrafe canina che al momento che adotti o prendi un cane gli viene applicato un chip per il suo riconoscimento, quindi si può sapere tutto di quel cane. In Germania fanno una cosa molto semplice: nella fase di installazione del chip all’animale gli viene fatto un esame del Dna che è indolore ma torna utile per i motivi di cui si parla. Quando i signori vigili girano di pattuglia (quando li vedi…), potrebbero guardare anche loro dove mettono i piedi e se incappano in un escremento potrebbero (bontà loro …) raccoglierlo e farlo analizzare così, anche a distanza di qualche giorno, saprebbero a chi inviare una multa (so che c’è una multa per chi sporca con carta o altro …), così come fanno in Germania e la sanzione che applicano è di 500 euro (notevole..). Credo che così si otterrebbero due scopi: 1) il Comune potrebbe incassare qualche soldo in più e destinarlo alla sistemazione delle aree per cani o alla sistemazione delle strade o alla sistemazione delle piste ciclabili e quanto altro volete inserire….; 2) penso che i proprietari dei cani farebbero più attenzione ai loro animali e si otterrebbe il tanto agognato pulito per le strade e nei giardini; cosa costa, basta provarci. Non so se questo compito spetti ai vigili, ma credo di sì, altrimenti si potrebbe assumere del personale formando una apposita squadra ecologica a tale compito dando così lavoro ad altre persone; non so se compete al Comune, o all’Asl; basta che ci si sia un po’ di buona volontà e penso che questo problema si possa risolvere evitando a volte scontri verbali tra le persone con buona pace cittadina. Un saluto Costantino Giaquinto LAVORI E SICUREZZA A COMPIOBBI I lavori di urbanizzazione ad Ellera stanno per iniziare ma nessuno, sembra, ha accertato se siano andati a buon fine quelli, fatti ormai da tempo, dell’“area Chelazzi”a Compiobbi. In questa frazione era stato programmato uno stradello pedonale e per passeggini per eliminare il dislivello esistente fra via Aretina ed il piazzale della stazione ferroviaria. Progetto sostituito,
con poca lungimiranza, da un fantomatico servoscale per le carrozzine dei disabili, mai realizzato. Un marciapiede coperto invece è stato costruito sotto il nuovo insediamento, che doveva servire per tutti i cittadini del posto, ma arrivato all’altezza della rampa scale F.S. questo marciapiede non ha alcuna uscita verso la strada, servendo esclusivamente le nuove costruzioni. L’impresa incaricata a questi lavori doveva, ad ultimazione degli stessi, riasfaltare via della stazione, nonché ridisegnare i posti macchina lungo la stessa in modo da permettere il passaggio contemporaneo almeno a due mezzi, attualmente impossibile in più punti della carreggiata. Si ricorda che l’entrata e l’uscita al parcheggio è solamente da via della stazione. A Compiobbi, quando saranno terminati i lavori di Ellera, avremo un traffico ancora più intenso e più veloce di quello attuale; più intenso per i nuovi insediamenti di nuove costruzioni sia abitativi che artigianali, per un totale di oltre 60.000 metri cubi, nonché più veloce per effetto della nuova variante. La Giunta Comunale di Fiesole dovrebbe quindi impegnarsi fin da ora, affinché divenga concreto il progetto del “viadotto di Vallina”, così da poter trasformare, come previsto, l’attuale statale Aretina in strada provinciale con conseguenti limitazioni al traffico pesante ed alla velocità. Altra necessità per la sicurezza dei cittadini di Compiobbi è l’allargamento dei marciapiedi della stessa via principale Aretina fino alle strisce bianche appositamente segnate per delineare gli stessi. Attualmente le mamme con neonati nei passeggini debbono barcamenarsi spesso con due ruote sopra e due sotto il marciapiede, mentre i pedoni, specie le persone più anziane, sono in pericolo nello scendere e salire in continuazione all’incrociare altre persone. Altri lavori attesi e necessari: - La delocalizzazione del ripetitore F.S. almeno ad oltre cento metri dagli insediamenti urbani, come richiesto con firme a suo tempo, nonché previsto dal regolamento comunale di Fiesole; - Dissuasori di velocità, soprattutto in via della stazione, dove il continuo raid di motorini scorrazzanti da e per il parcheggio F.S. lo rendono alquanto pericoloso per i pedoni, ed in particolar modo per i pendolari che tornano con il treno. Cordiali saluti, Bruno Stefani I NOMI DELLE STRADE E LE NUOVE TARGHE In relazione al servizio comparso a pag. 5 del numero di Dicembre del vostro periodico, ritengo opportuno segnalarvi che l’articolista ha commesso, suo malgrado, un grossolano errore in ordine alla denominazione toponomastica di una piazza del nostro Quartiere. Al termine del suddetto servizio si parla infatti di “un percorso di fede” tra la Piazza Suor Domenica del Paradiso (all’interno di Via di Ripoli) e la Piazza B. Pio (all’interno del Viale Europa). Premetto che, a mio parere, il primo colpevole dell’errore di cui dirò è da attribuirsi al Comune di Firenze, che per la toponomastica stradale (abbandonate le gloriose targhe in smalto bianco e blu e le antiche lastre di marmo con su scritto nome e cognome del titolare della strada o della piazza) ha adottato delle squallide targhe in plastica, con la sola iniziale del nome e per giunta
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it CAREGGI E LE PISTE CICLABILI Leggendo con piacere “Il Reporter” che parla di problemi e fatti a noi vicini, devo altresì constatare che nell’idilliaca enunciazione delle piste ciclabili del Q5 non ho trovato nessun riferimento al fatto che da Careggi al centro ci sono 900 metri e “rizzati”. Una zona semi-periferica così popolosa avrebbe diritto di essere collegata al Centro di Firenze? Forse io mi sono perso qualcosa ma credo che da Piazza Dalmazia tutto sia finito nel dimenticatoio. Gradirei sapere se sbaglio su “Il Reporter” o direttamente. Grazie, Stefano B.
Gentile signor Stefano, il tema delle piste ciclabili e della mobilità a pedali è spesso troppo poco trattato e discusso, nonostante l’interesse che i cittadini dimostrino di avere in proposito (un interesse forse addirittura crescente negli ultimi tempi, e questa non può che essere una buona notizia), e nonostante il numero di persone che, malgrado tutte le difficoltà oggi esistenti, usino la bicicletta per spostarsi. Va da sé che, con una rete più estesa di piste ciclabili, questo numero sarebbe ancora maggiore, e quello di aumentare i chilometri dei percorsi per le biciclette in città deve essere senz’altro un obiettivo da porsi e da raggiungere, soprattutto in un’ottica come quella che sembra attualmente caratterizzare Firenze, ovvero un ripensamento complessivo di una mobilità centrata fino ad ora sull’utilizzo dei mezzi privati che, com’è sotto gli occhi di tutti, è arrivata al suo limite. Dunque, insieme a una nuova organizzazione del trasporto pubblico (in città ha appena “esordito” la prima linea del tram), le piste ciclabili rivestono un ruolo importante: ruolo che, il più velocemente possibile, dovrà essere rafforzato, con la costituzione di ciò che forse finora è maggiormente mancato, ovvero una vera “rete” ciclabile che finalmente unisca i vari tratti esistenti. Una rete in grado di collegare le varie zone di una città, per le sue dimensioni, potenzialmente a misura di bici, senza che i ciclisti siano costretti ad affrontare alcuni tratti pericolosamente in mezzo alle auto. Questo deve essere il primo obiettivo da raggiungere, quando si parla di piste ciclabili, anche se è da riconoscere che, data la dimensione di molte strade fiorentine, realizzare nuovi percorsi per le biciclette non è sempre è così facile, per lo meno senza togliere spazi a pedoni o automobili. Per quanto invece riguarda Careggi e dintorni, sicuramente tra le zone più interessate dalla questione, alcuni nuovi progetti sono in arrivo, come riportato in un articolo che pubblichiamo questo mese sulle pagine dell’edizione del quartiere 5. Dove mi auspico che possa trovare le risposte che cercava. Matteo Francini
scritte tutte in lettere minuscole come fossero un’e-mail, provvedimento per me culturalmente riprovevole in una città come la nostra. Ora, la targa in plastica dell’area che ci interessa indica “Piazza B. Pio”, una B. che ad un approccio superficiale farebbe pensare all’iniziale della parola “Beato”. L’autore dell’articolo avrebbe però potuto fare una ricerca più approfondita, scoprendo che la piazza in questione è nata molti anni prima della beatificazione di Padre Pio e che quella B. (trovandoci, come giustamente cita l’articolo stesso, in una zona da sempre dedicata a condottieri, podestà e personaggi del tardo Medioevo e del Rinascimento) vuole ricordare un certo Bernardino Pio, originario di Carpi, chiamato dalla Repubblica Fiorentina come condottiero mercenario della guerra contro il Duca di Milano. Mi preme poi aggiungere un breve cenno su altri due nomi di strade citate nell’articolo come “segni di fede”: via del Paradiso, che nulla ha a che fare con la religione in quanto l’appellativo “paradiso” era attribuito ad un bellissimo giardino annesso alla villa di famiglia Alberti, accanto alla quale esisteva un convento di suore, e via Arcangeli, nome che non si riferisce ad esseri celesti, bensì ricorda Giovanni Arcangeli, un botanico come gli altri naturalisti richiamati in alcune strade di quella parte di città, primo fra tutti il grande Carlo
Linneo; centro virtuale di questo gruppo di strade è la Piazzetta del Pomario, tra via Filippo Webb e via Filippo Parlatore, a ricordo di uno splendido frutteto (pomaio) esistente in zona, famoso per la bontà dei suoi prodotti. Grazie per l’attenzione e cordialità Piero Tonini REGINALDO GIULIANI E LA DEDICA DELLE VIE Ritengo quantomeno anacronistico che una delle strade più lunghe di Firenze sia ancora dedicata alla memoria di un prete medaglia d’oro al valor militare!! I sacerdoti dovrebbero essere apprezzati, encomiati e ricordati per le loro opere di pace, non per il loro valore militare!! Propongo di dedicare la stessa strada a Tiziano Terzani, giornalista, scrittore e uomo di pace. Grazie per l’attenzione, Adriano Rossi ANCORA SULLA SOSTA COL MOTORE ACCESO Ho letto con piacere che non sono l’unico a lamentarmi per il malcostume dei conducenti Ataf (non tutti ma molti) di sostare al capolinea col motore acceso per molti minuti. Ho fatto presente questi comportamenti all’ufficio reclami Ataf, al sindaco Renzi, al neo-presidente Bonaccorsi, al di-
fensore civico Morales, ma ancora i risultati non si vedono. L’infrazione, oltre ad essere individuata dal codice della strada, è anche prevista nel regolamento di servizio Ataf. Vivo molto vicino ad un capolinea nel quartiere 2 e mi stupisco che persone che svolgono un servizio pubblico non si rendano conto del disturbo che arrecano ai residenti tenendo accesi motori inquinanti, rumorosi e vibranti a pochi metri da abitazioni private, scuole e giardini! Senza pensare allo spreco di denaro causato all’azienda che paga loro gli stipendi! Lettera firmata IL TRAFFICO ALLE DUE STRADE Ho letto sul numero di novembre la lettera della “signora Alda” che anche io da tempo volevo scrivere: per chi proviene dall’Autostrada, Superstrada, Tavarnuzze, Siena ecc. e va in direzione di Firenze, trova il tappo del semaforo del Galluzzo: sarebbe semplice far girare a destra nella piazza (o in via Gianfigliazzi come dice la signora Alda) e girare intorno alla piazza stessa (ora adibita quasi solo a parcheggio) per andare verso tante direzioni: San Felice a Ema, Firenze centro, Cascine del Riccio o Firenze Sud. Sapeste quanto traffico in meno si avrebbe nella zona delle Due Strade!!!!! e come si scorrerebbe nella zona del Galluzzo!!! Vi prego di pubblicare e inoltrare agli uffici competenti del Comune di Firenze questa richiesta, che mi sembra una cosa semplicissima, non l’Opera del Duomo!!! Grazie dell’attenzione e saluti Graziella VIA POLIZIANO, “NON NE POSSIAMO PIÙ” Gli abitanti di via Poliziano non ne possono più! I clacson suonano dalla mattina alle 7 alla sera oltre le 8! Non si riesce a vivere in questa confusione! Macchine costantemente bloccate, scooter che sfrecciano sulla pista ciclabile inutile (poteva tranquillamente essere costruita sul marciapiede sinistro da cui non passa quasi mai nessuno, come è stato fatto su altri marciapiedi di Firenze) che ha tolto una ventina di posti macchina mai ripristinati, viale Milton chiuso in fondo, pare per far piacere, pare, a qualche residente “potente”, che riversa tutte le auto su via Poliziano e via Lorenzo il Magnifico! Ma in che città viviamo? Ma dove sono i nostri amministratori? Chiudere una piazza per mettere in ginocchio il resto della città non ci sembra una scelta molto intelligente! Siamo stufi!!! Ilaria Balboni IL TRASPORTO PUBBLICO NELLA VALLE DELL’ARNO Gentile Redazione di Reporter, vorrei far presente un problema relativo al trasporto pubblico che interessa la Valle dell’Arno del comune di Fiesole, dove nel massimo silenzio e senza alcuna reazione il servizio è stato tagliato drasticamente con episodi anche imbarazzanti per i cittadini che vengono fatti scendere dal mezzo anche in modo scortese se il mezzo proviene dalla provincia di Arezzo. Nel marzo 2002 durante un’assemblea cittadina il vice presidente Ataf Marmugi (presidente era Aldo Frangioni....) presentò una nuova linea da Ellera a via Mezzetta con cadenza di 20 minuti, ma il sindaco Pesci pose il veto fra la costernazione generale. Dopo mesi di proteste alla vigilia di un’altra assemblea che
si preannunciava turbolenta, dal cilindro uscì una convenzione per la validità dei titoli di viaggio Ataf sui mezzi extraurbani. Nonostante le oscillazioni degli orari di transito poteva essere una buona soluzione, che almeno equiparava i costi per tutti i cittadini del comune. Con l’aumento del biglietto Ataf si è creata di nuovo una discriminazione perché sui mezzi extraurbani non è accettata la Carta Agile con sconti fino al 30%, ma il peggio è arrivato appunto in questi giorni con l’esclusione dalla convenzione (e quindi dalla equiparazione dei biglietti Ataf) dei mezzi provenienti dalla provincia di Arezzo, spesso gli unici in ampie fasce orarie. La cosa più grave è che non c’è nessun segno di riconoscimento fra i due consorzi (Etruria Mobilità e Mugello-Valdisieve) visto che i mezzi sono della stessa società Sita e l’alternativa è fra essere cacciati dall’autista senza spiegazioni e in modo sgarbato (se si accorge che hai in mano un biglietto-abbonamento Ataf) o beccarsi la multa durante il viaggio. Basta consultare un orario per vedere che restano solo 20 corse utili al giorno, 6 in tutto il pomeriggio di domenica, con vuoti che raggiungono le due ore. Gli alunni delle scuole superiori per raggiungere il nostro polo di riferimento in via Mezzetta devono fare 3 km al giorno a piedi spesso al buio e senza marciapiedi e attraversamenti sicuri, perché non c’è una combinazione di mezzi pubblici adeguata. Dopo il trekking urbano accade che a Varlungo transita uno dei suddetti mezzi della provincia di Arezzo, costringendoli a un’altra mezz’ora di attesa; forse la proposta Marmugi, mai troppo rimpianta, avrebbe risolto anche questo problema. Una delle scuole (non faccio il nome per carità di patria …) ci ha risposto: “comprategli il motorino che abbiamo un bel parcheggio”. Alla faccia della riduzione del traffico privato... Maurizio RETTIFICHE Spett.le Redazione de Il Reporter, Vi saremmo grati se, in relazione all’intervista al sig. Fallani del Tennis Tavolo Artigianelli da parte del Vs. sig. Marrone, apparsa sul numero di Gennaio 2010, vorrete pubblicare una precisazione in quanto i locali in cui si svolge l’attività agonistica della soc. T.T. Artigianelli sono ceduti gratuitamente, insieme ad altre agevolazioni, dall’Istituto Pio X Artigianelli, di cui don Gianfranco Rolfi è il Presidente, proprio per gli scopi statutari dell’Istituto stesso (educazione ed istruzione scolastica, culturale, religiosa e sportiva dei giovani oltre a sviluppare le loro potenzialità artistiche ed imprenditoriali concedendo spazi a condizioni vantaggiose ). Fiduciosi di un Vs. accoglimento di questa ns. richiesta, Vi porgiamo distinti saluti. Il Presidente del Tennis Tavolo Artigianelli Enrico Bellini Spett. Reporter, la presente per comunicarvi che la mostra di Antonio Ancarola è stata curata dall’associazione Galluzzo Immagine e non dall’oratorio del Pellicano come da voi erroneamente segnalato sul numero di gennaio. Ciampini Dario Presidente Galluzzo Immagine
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