Il reporter-Quartiere 4-maggio 2010

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Il Giornale del tuo Quartiere

Q4

www.coamcostruzioni.it

MAGGIO 2010

Periodico d’informazione locale. Anno IV n.34 del 1 maggio 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

PRIMO PIANO

SERVIZI

In 3D è tutta un’altra cosa Andrea Muzzi*

I LA SANITÀ FUNZIONA? Pregi, difetti, eccellenze e novità della più grande azienda toscana PAGG.14-15

ALLARME BABY GANG Per alcuni residenti sono un problema, ma chi opera nelle strade assicura: “Situazione migliorata” PAG.3

SPORT

Emergenza sicurezza, il quartiere ne discute La mafia abita anche qui Ed è sorvegliata speciale

PAGG.4-5

fuori porta

di Luca Serranò

GILARDINO INNAMORATO Il bomber, pur al centro di alcune voci di mercato, giura amore a Firenze. “Qui sto bene, credo nel progetto” PAG.36

A TEATRO SUI PATTINI Tante le attività della A.S.D. Oltrarno Pattinaggio: tra queste anche esibizioni sul palco PAG.38

E

ra una notte di maggio di diciassette anni fa quando la lama della mala siciliana si piantò dritta nel cuore di Firenze, aprendo una ferita che ancora oggi brucia forte. La strage dei Georgofili, con tutto il suo dolore e la cortina di nebbie e punti oscuri che si è trascinata dietro, pesa ancora come un macigno. Come pure pesa lo spettro della mafia, che nella nostra terra è meno presente che altrove, ma che – parola di Pier Luigi Vigna, ex procu-

ratore nazionale antimafia – c’è. E c’è nelle sue forme più odiose. Cosa Nostra, ad esempio. Una presenza quatta e temibile che agisce in silenzio. E contro la quale va tenuta alta la guardia, anche se nella nostra terra, spiega Vigna, “ci salva la mancanza di collusioni politicoamministrative”. All’ex magistrato fa eco Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, che racconta perché la Toscana fa tanta gola alla mafia… PAGG.16-17

Con la bella stagione torna la voglia di gite PAG.6

l mondo si divide sempre più fra anziani e giovani. Una forbice alle cui estremità stanno due categorie di persone che non hanno quasi niente in comune. I nostri anziani hanno votato per la Repubblica mandando il re in esilio. I nostri giovani vivono in una Repubblica dove non solo i Savoia sono tornati, ma si mettono pure a cantare! Io da bambino il principe azzurro me lo immaginavo un uomo intelligente, generoso, coraggioso! Guardando Emanuele Filiberto ho capito una cosa: gli hanno fatto un incantesimo! Gli anziani la mattina si alzavano presto ed andavano a lavorare. Oggi i giovani si alzano e basta! Il lavoro non c’è. I nostri anziani vedevano i film in bianco e nero. I nostri giovani al cinema vedono i film in 3D. Gli occhiali 3D sono un’invenzione fantastica: io per esempio li faccio indossare sempre a mia moglie. Nudo non sono un gran che … ma in tridimensionale faccio anch’io la mia bella figura! I nostri anziani vivevano in un mondo pulito. Oggi invece i mari sono così sporchi che Gesù non dovrebbe camminarci sopra: con il catrame che c’è sono buoni tutti. Dovrebbe nuotarci dentro! Quella sarebbe un’impresa! I nostri anziani vivevano in un mondo dove i rapporti umani erano fondamentali. I nostri giovani vivono nell’era del computer; il grande amico che fa tutto al posto nostro! Molti giovani per fare sesso usano le chat. Ho un cugino che ha una connessione così lenta che quando si collega ad un sito a luci rosse vede solo un uomo e una donna che si fumano una sigarettina! Oggi molti anziani fanno di tutto per sembrare giovani. Mia suocera s’è rifatta tutta ed infatti quando va a riprendere mio figlio a scuola un bimbo della materna la molesta sempre! *Comico

SOCIETÀ. Molte le giovani promesse fiorentine che stanno “spiccando il volo”

Quelli che zitti zitti ce l’hanno fatta S

i direbbe che la nostra sia una terra piuttosto feconda. E non solo di olive, bistecche e vigneti, ma pure di talenti. Artisti. Musicisti, cantautori, fotografi, ma anche attori, imprenditori, sportivi e politici. Giovani, giovanissimi. Che da Firenze hanno preso il volo e hanno cominciato a fare strada. È il caso, ad esempio, della cantante Diana Winter (fiorentinissima, a dispetto del cognome) classe ’85 e un curriculum che vanta anche una tournèe con Giorgia. Ma la gio-

vane Winter è in ottima compagnia: da citare anche il duo delle sorelle Bazzana, la violista Giulia Nuti, lo speaker di Radio Deejay Federico Russo. E poi c’è la società di ventenni fiorentini che aiuta le aziende ad investire nel sociale e fattura cifre interessanti. Tutto questo senza dimenticare altre giovanissime eccellenze: vedi alla voce Emiliano Viviano, portiere del Bologna cresciuto nel Firenze Ovest. Oppure il capitolo spettacolo, dove si trovano volti e nomi come quelli di Martina

Stella (1984) e Vittoria Puccini (1981). E poi ci sono i politici: fa scuola il primo cittadino, classe 1975, e altra gioventù con sede a Palazzo Vecchio (come Cecilia Pezza, nata nel 1986) o con scranno in Provincia, vedi Tommaso Villa (Pdl, 1974). Ma a quanto pare anche i “senior” non se la passano male. L’Istat ci racconta infatti che siamo una terra di gente longeva, e che la Toscana si piazza seconda nella classifica delle regioni con più caPAGG.28-29 pelli bianchi.

Edizione del Quartiere 4 • 27.403 copie distribuite da

“Qualunque cosa tu possa fare, sogno tu possa sognare COMINCIA. L’audacia reca in se genialità, magia e forza. COMINCIA OrA” J.W. Goethe

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Maggio 2010

Isolotto • Legnaia • Soffiano

IL CASO/1. Il 4, bagnato da Greve e Arno, è una sorta di quartiere fluviale. Ma molte cose non vanno

Quei ponti che fanno sospirare gli abitanti LA PROTESTA

Sull’antico attraversamento lungo

Auto, smog e rumore da Casellina a Legnaia

via Pisana sono state ricollocate pietre che

Via Pisana, che caos. Da Casellina a Legnaia è un continuo via vai. Sebbene sia stata liberata dal transito dei bus, la storica strada - con l’avvio del tram - è diventata un’alternativa allettante per chi vuole evitare il susseguirsi di semafori di viale Aldo Moro. Il risultato? Lunghe colonne di auto, specialmente nelle ore di punta, aria irrespirabile e rumore. Ma non è tutto. La auto che viaggiano a velocità sostenuta e i camion che sfidano il divieto di transito produrrebbero, a detta dei residenti, effetti indesiderati alle case che si affacciano sulla via, nei pressi del ponte di San Lorenzo a Greve. “Pavimenti che saltano, finestre che si spostano dai propri alloggi, battiscopa che si staccano dalle pareti – racconta Francesca Bercigli, residente in via Pisana – ci vorrebbero dissuasori di velocità e controlli più accurati da parte della polizia municipale. Ma siamo sul confine con Scandicci, dimenticati da tutti”.

hanno fatto storcere il naso a molti. Chiusa da tempo una passerella pedonale a Mantignano Annalisa Cecionesi

N

on sarà Amsterdam né Venezia, ma nel suo piccolo il 4, bagnato dalla Greve e dall’Arno, è una sorta di quartiere fluviale, dove i ponti sono una costante. In molti casi sono snodi di collegamento nevralgici, ma non sempre godono di ottima salute. Lo dimostra l’antico ponte sulla Greve lungo via Pisana, storica direttrice d’ingresso in città. Nei mesi autunnali hanno cominciato a sparire le antiche pietre che servivano da balaustra. Prima una, poi un’altra e un bel giorno il parapetto era quasi scomparso. Lo scorso marzo sono state ricollocate nuove pietre. Bene per la messa in sicurezza, ma il risultato estetico non è dei migliori: il contrasto tra l’antica pietra serena e i nuovi massi fa storcere il naso a molti. Ed è sparita anche l’acquasantiera del tabernacolo trecentesco, di cui gli abitanti denunciano l’incuria. Sulla pigna del ponte sono cresciuti invece alberi e arbusti, le cui radici hanno spostato il muretto del ponte e rialzato pericolosamente il marciapiede. A delimitarli sono comparse le transenne. “Senza dimenticare gli argini, bersaglio delle nutrie, proliferate a dismisura – raccontano i residenti di via Pisana - a forza di scavar buche hanno fatto crollare un pezzo di argine. In caso di piena chissà cosa succederebbe”. Alle proteste degli abitanti è seguita soltanto la messa in sicurezza del parapetto. “Dagli uffici comunali – conclude una residente, Francesca Bercigli – hanno fatto sapere che per gli altri interventi dovremo aspettare. Non si sa quanto”. A Mantignano, invece, una passerella pedonale sulla Greve è chiusa da tempo al passaggio, con un cartello che indica lavori di manutenzione straordinaria. Ma i lavori sono stati già effettuati. “Si è trattato – spiega Franco Traballesi, vicepresidente del Q4 – di piccole opere di manutenzione per un importo di circa 5mila euro”. In realtà quello che è conosciuto come “il ponte dei cazzotti”, per via delle dispute che nascevano tra chi proveniva da direzioni opposte, doveva essere dismesso una volta costruito il nuovo ponte carrabile di Manti-

Il ponte di San Lorenzo a Greve

gnano, a pochi metri di distanza. “Ma anche buttare giù un ponte – continua Traballesi ha dei costi notevoli. Inoltre c’è chi ha spinto, in sede di consiglio comunale, per mantenere in vita la passerella ciclo-pedonale, data l’arcata del nuovo ponte un po’ troppo ripida per le bici”. Sono partiti così i lavori di manutenzione, ormai terminati, ma il ponte resta interdetto. E la data di riapertura è incerta. “Sono stati riscontrati problemi di staticità”, spiega Traballesi. A proposito di ponti,

Il Reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 218.902 copie

gli svincoli, di vasta portata, devasterebbero il territorio a vocazione agricola. Senza contare che la viabilità andrebbe completamente rivista. “Servirebbe un’attenta valutazione – commenta Traballesi - è preferibile aspettare che venga realizzato il nuovo ponte nella zona di Lastra a Signa, in località Stagno, e la nuova viabilità di Ugnano prevista dagli accordi sulla terza corsia autostradale, opere che potrebbero avere ricadute positive per i collegamenti dei borghi del nostro quartiere”.

L’APPUNTAMENTO Iniziative ed eventi in molte città d’Europa. A Firenze festeggiamenti anche nella circoscrizione

All’Isolotto e dintorni la Notte è sempre più Blu

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opo l’ormai nota Notte Bianca, arriva anche la Notte Blu. E a cambiare non sembra essere soltanto il colore dell’evento, ma anche la sua insolita estensione. Infatti, tutta l’area metropolitana verrà coinvolta dalla nuova iniziativa, e anche il quartiere 4 avrà la sua parte nei festeggiamenti dell’8 e 9 maggio, quando molte città d’Europa vivranno 27 ore – una per ogni Paese dell’Unione - di iniziative ed eventi culturali. Saranno protagoniste della maratona europea, quindi, la biblioteca dell’Isolotto e il Sonoria Spazio giovani e musica. In particolare, alla Bibliotecano-

Il Reporter di Isolotto, Legnaia, Soffiano raggiunge 27403 famiglie nel Quartiere 4 di Firenze. Copia in abbonamento postale

come dimenticare quello che potrebbe unire Ugnano alla stazione ferroviaria delle Piagge?. Ma qui il condizionale è d’obbligo. “Si tratta solo di un’ipotesi prevista dal vecchio piano strutturale”, spiega Renzo Pampaloni, presidente della commissione assetto al territorio del Q4. Se l’ipotesi di una passerella ciclo-pedonale è ben vista dalle autorità del Quartiere, diverso è il discorso per un eventuale ponte carrabile. Un collegamento per le auto porterebbe un aggravarsi del traffico e

Editore e Concessionaria Pubblicitaria: Web&Press Edizioni s.r.l. Direzione ed amministrazione: via Kassel 17- 50126 Firenze tel. 848.80.88.68 Direttore Responsabile: Matteo Francini Service editoriale e grafico: Tabloid soc.coop., Firenze (FI) scrivimi@ilreporter.it

va di via Chiusi è prevista per l’8 maggio, alle 17, una lettura di opere di autori che provengono da paesi extraeuropei e che sono divenuti cittadini dell’Unione dopo aver abbandonato la propria terra d’origine. Nell’ambito della medesima iniziativa avrà luogo Bibliocausto, appuntamento da anni organizzato per ricordare il rogo di libri voluto dai nazisti nel 1933, e che per la prima volta si svolgerà nella nuova biblioteca. In occasione della Notte Blu, inoltre, saranno selezionati testi sul tema dell’identità europea. Lo stesso argomento sarà affrontato alle 18,30, sempre nei

Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno IV n.34 del 1 maggio 2010 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€

Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

locali della BiblioteCanova, attraverso letture e musica dal vivo. Ancora, alle 21, il centro culturale verrà riempito della musica del centro Sonoria e da alcune letture su Berlino, città che può essere considerata chiave di lettura dell’odierna realtà europea. L’iniziativa, infatti, è intitolata “L’Europa vista da Berlino”, e sarà realizzata con la collaborazione dell’associazione culturale “Venti Lucenti”. Infine, dalle 16,30 alle 23 di sabato 8 maggio, sul palco del centro giovani Sonoria si alterneranno, con le loro performance, diversi /I.E. gruppi musicali.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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il giornale del tuo quartiere

il caso/2. Per alcuni sono un incubo, per altri la situazione non è poi così drammatica

E sulle baby gang si apre il dibattito VIALE ARIOSTO. Risale al 1777, dismesso un secolo dopo

L’antico Cimitero Ebraico, nascosto e da restaurare F

I giardini di via Gubbio come si presentavano qualche mese fa

Nel Q4 torna regolarmente l’allarme sul fenomeno dei gruppi di ragazzi che “occupano” giardini e spazi verdi, spesso lanciato dai residenti dei palazzi circostanti. Ma, per chi lavora e opera ogni giorno nelle strade, negli ultimi anni le cose sono migliorate Michele Fioraso

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riminali” in erba o più modesti monelli di strada? A scadenze regolari torna l’allarme sul fenomeno delle baby gang dell’Isolotto: gruppi di ragazzi che occupano giardini e spazi verdi e sono l’incubo di passanti e residenti, costretti a fare i conti con minacce, furti e atti vandalici. I titoli dei giornali sui “padroni dell’Isolotto” o sul “regno dei giovani vandali” fanno il resto. Ma, secondo le forze dell’ordine e gli operatori sociali del territorio, la situazione è migliorata rispetto ad alcuni anni fa: i problemi sarebbero molto limitati e sotto controllo. Eppure la leggenda delle baby gang nel quartiere 4 persiste e resiste almeno dal 2004, quando una banda di cinque minorenni rom terrorizzò i coetanei per un mesetto sgraffignando soldi e vestiti con qualche sganassone. Da allora, ogni volta che qualche gruppetto di ragazzi adotta un giardinetto del Q4 come punto di ritrovo, c’è chi grida al teppista. Nell’ultimo anno, grazie anche alla mobilitazione dei residenti, agli onori delle cronache sono salite soprattutto due “zone rosse”: via Tribolo e via Gubbio. Al gruppo che frequenta i giardinetti a ridosso dell’ingresso della FiPi-Li va attribuita la maggiore “anzianità di servizio”: è almeno dal 2006, infatti, che le famiglie dei palazzi circostanti denunciano gli schiamazzi e le scorribande di un gruppo di ragazzi tra i 15 e i 20 anni, che prende possesso della zona soprattutto nelle ore notturne. Al solito campionario di urla, imbrattamenti con lo spray, bottiglie rotte e piccole prepotenze si sarebbe aggiunto anche un atto di crudeltà gratuita nei confronti di un porcospino, preso a calci e fatto esplodere con un petardo in una notte estiva dello scorso anno. Grande risalto sulla stampa, polemiche politiche, proposte di telecamere e cancelli, poi sulla gang di via Tribolo è sceso il silenzio mediatico. Più di recente sarebbe venuta alla ribalta la “banda” dell’Argingrosso, che

avrebbe emulato i colleghi del Tribolo riservando a un povero gatto lo stesso trattamento del riccio. Secondo le testimonianze dei residenti riprese dai giornali, da un annetto alcune decine di ragazzi tra i 16 e i 20 anni si sono insediati nell’area verde di via Gubbio. Tante le segnalazioni di aggressioni ad anziani e disabili (nessuna confermata), riprese con enfasi dai giornali. Ma, secondo chi lavora e opera ogni giorno nelle strade del quartiere, di esplosivo ci sarebbero al massimo i petardi. Infatti, per i carabinieri della stazione di Legnaia, che tiene d’occhio tutto l’Oltrarno, “la stampa avrebbe ingigantito alcuni episodi di portata limitata”. Sulle scrivanie dei militari non sarebbero giunte segnalazioni di problemi particolari, indice che la situazione, in fondo, “non è così drammatica”. Di “allarme eccessivo” parlano anche gli operatori di strada della cooperativa

Le ultime aree a balzare agli onori delle cronache sono state quelle di via Tribolo e via Gubbio Cepiss, che da un anno e mezzo, per conto del Quartiere, svolgono attività di ascolto e dialogo soprattutto con i ragazzi. “All’Isolotto si ritrovano piccoli gruppi, ma non si tratta di bande di vandali o di baby gang”, racconta uno di loro. Sono “adolescenti annoiati e disorientati, che hanno bisogno di stimoli genuini”. Proprio quelli che gli operatori cercano di fornirli: “Li avviciniamo, ascoltiamo i loro bisogni, cerchiamo di creare momenti di valore ricreativo o sportivo che siano anche educativi. Qualche problema c’è stato, non si può negare - ammette l’operatore di strada - ma la situazione, in questi anni, è senza dubbio migliorata”.

orse non tutti lo conoscono, nascosto da un cancello anonimo e da un muro coperto di graffiti. Ma in viale Ariosto, poco fuori Porta San Frediano, c’è un tassello del patrimonio storico fiorentino. E’ l’antico Cimitero Monumentale Ebraico. Risale al 1777, quando i membri della comunità erano ottocento e lo spazio riservato loro per la sepoltura scarso. Ormai saturo, fu dismesso nel 1870, con la costruzione del nuovo cimitero ebraico di via di Caciolle. Da allora non venne più utilizzato, salvo due eccezioni. Era il 1944 e l’occupazione nazista impediva di portare i defunti d’Oltrarno a Caciolle. Fu così che un’anziana signora e una diciottenne vittima di una granata tedesca furono seppellite in viale Ariosto. Solo un anno fa si è pensato di restaurare il cimitero. Una “trascuratezza” che non deve stupire. “Per gli ebrei – racconta l’architetto Renzo Funaro, presidente dell’Opera del Tempio Ebraico di Firenze - non esiste la tradizione del culto dei morti, non c’è idolatria. Senza contare che col tempo i parenti dei defunti sono scomparsi”. Ma quelle tombe, dai tradizionali ceppi ebraici alle sontuose cappelle monumentali, sono tracce di storia della comunità. Per conservarne la memoria, nel 2009 si decide di avviare il restauro. Il cimitero viene diviso in 11 settori, ognuno dei quali affidato a un ricercatore israeliano, conoscitore dell’ebraico, sola lingua che compare sulle lapidi più antiche. Lavorando da marzo a

settembre, con l’aiuto di alcuni artigiani, i ricercatori hanno ricollocato un centinaio delle trecento lapidi sprofondate sotto terra, recuperato quelle in frantumi, restaurato le lastre con le iscrizioni, riportato alla luce quelle ammassate in un angolo dai nazisti. Ma ancora la strada è in salita. E il degrado continua ad avere la meglio. Le tombe sono infossate, le pietre in frantumi, i marmi staccati. E l’ortica cresce indisturbata tra le lapidi. Sebbene giovi all’atmosfera romantica del luogo, la sua conservazione ne risente. La nota dolente sono le risorse necessarie per continuare il restauro. “Ci vorrebbe qualche milione di euro – spiega Funaro con il finanziamento di 120mila euro concesso dalla legge 175 del 2005

Nel 2009 era stato avviato il recupero. Ma mancano soldi: il degrado avanza abbiamo potuto portare avanti questa prima parte di lavori. Ma ora i soldi sono finiti e gli unici finanziamenti arrivano dai privati, dai lasciti dei membri della comunità o di chi scopre di avere antenati seppelliti qui”. E, in piccola parte, dagli introiti delle visite. Il cimitero è aperto ai visitatori ogni prima domenica del mese, dalle 10 alle 12. L’ingresso costa 3 /A.C. euro.


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Isolotto • Legnaia • Soffiano

L’INCHIESTA. L’Isolotto non è più il regno della malavita. Ma le zone critiche non mancano

Quartiere sicuro, anzi no: residenti divisi E fuori dai negozi spuntano i campanelli Annalisa Cecionesi

lamenta Annamaria - è frequentata da gruppi di stranieri di ogni età intenti a bere e bivaccare. Avevano persino i materassi per dormire, poi sono stati rimossi dalle forze dell’ordine”. Altro nodo delicato è piazza Pier Vettori, luogo privilegiato di transito e sosta per senzatetto. In giro per il quartiere, comunque, l’opinione di abitanti e commercianti è diversificata. C’è chi pensa che l’Isolotto sia l’eden della tranquillità

N

essuna emergenza, ma vietato abbassare la guardia. Questo, in sintesi, è quello che residenti e commercianti pensano del problema-sicurezza nel quartiere 4. Di certo queste strade non sono più il regno della malavita. “Negli anni Ottanta – racconta Gabriele – nei giardini si trovavano le siringhe attaccate ai tronchi degli alberi”. Brutti ricordi e niente più. Oggi l’Isolotto è un quartiere “nella norma”, più o meno con gli stessi problemi delle altre zone della città. “Sicuramente spiega Franco Traballesi, vicepresidente del Q4 – qui si registrano meno reati rispetto al centro storico, lo dimostrano i dati”. Nonostante questo, le zone critiche non mancano. I circoli ricreativi attirano, loro malgrado, presenze poco raccomandabili. Stesso discorso vale per le aree più isolate, facile bersaglio di giri loschi. E’ il caso dell’Argingrosso. Via del Cavallaccio sembra essere invece una meta ambita per i ladri. “Recentemente – spiega Isabella, abitante di via della Casella – capita spesso di trovare l’auto scassinata o la bici scomparsa”. Non a caso, numerosi cartelli nel parcheggio del cinema mettono in guardia i visitatori, invitandoli a non lasciare oggetti incustoditi in auto. Altro punto critico è la Montagnola. “Di notte – si

Telecamere a San Bartolo, e c’è chi le vorrebbe anche nei sottopassi pedonali

Piazza Pier Vettori

SIMONA Edicolante, 38 anni

SAMANTHA Barista, 27 anni

ANNA Commerciante, 70 anni

“La mattina l’illuminazione è scarsa”

“Passa gente poco raccomandabile”

“Oggi è un quartiere come un altro”

“A parte qualche giro poco affidabile nei dintorni dei circoli ricreativi, la zona è tranquilla, non abbiamo mai avuto problemi. C’è da dire però che qui in via Maccari la mattina presto l’illuminazione è scarsa, con i lampioni alternati, e finché non arrivano gli altri commercianti non mi sento molto sicura”

“Il nostro bar è aperto da quattro anni ma non abbiamo mai subito furti o episodi gravi. Solo una volta abbiamo dovuto chiamare le forze dell’ordine per un uomo ubriaco. Di gente poco raccomandabile però ne passa e certi posti preferisco evitarli, come il sottopassaggio pedonale di viale Talenti”

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e chi invece non nasconde i timori. Fatto sta che per entrare in certi negozi bisogna suonare il campanello. E’ il caso dell’orologiaio di viale Talenti, vittima negli anni passati di due furti e una rapina. Ma anche di negozi “insospettabili”, come dimostra la parrucchiera di piazza Batoni. “Lo scorso autunno – racconta Valeria, titolare del negozio di scarpe per bambini di viale Talenti – continuavano a transitare individui sospetti, compreso un pregiudicato. Le forze dell’ordine mi consigliarono di mettere il campanello, ma per il momento mi sono limitata a portare tutta la merce

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“Macché Bronx, l’Isolotto è una zona tranquilla. In passato ci potevano essere tossicodipendenti in giro, ma oggi è un quartiere come un altro, forse meglio di altri. Durante l’estate la nostra gelateria sta aperta fino a tardi ma in tutti questi anni non è mai successo nulla, neanche la sera”

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il giornale del tuo quartiere

Presenze poco raccomandabili nelle aree più isolate come l’Argingrosso, mentre via del Cavallaccio sembra “ambita”

ANNAMARIA Disoccupata, 41 anni

OLIVIERO Operaio, 48 anni

“Ho più paura ora di qualche anno fa”

“Zone buie ma situazione tranquilla”

dai ladri. Preoccupano anche la Montagnola e piazza Pier Vettori. Così, alcuni commercianti sono già corsi ai ripari

“C’è chi dice che ora l’Isolotto sia più sicuro, ma io non sono d’accordo, e rispetto a qualche anno fa ho più paura oggi a passeggiare con i miei figli in certe strade. Non è piacevole avere sotto casa, alla Montagnola, gruppi di albanesi che la sera stanno lì a bivaccare e spesso ad ubriacarsi”

“Rispetto all’Isolotto degli anni ’80 non c’è paragone. Oggi la zona è completamente cambiata, lo si capisce anche dal prezzo delle case, cresciuto a dismisura. Certo, al pari di altre zone della città, ci sono luoghi più bui e isolati, come l’Argingrosso, ma per il resto la situazione è tranquilla”

Ecco gli interventi previsti questo mese sulle strade del quartiere (salvo altri eventuali lavori urgenti e quindi non programmati), che comporteranno provvedimenti per la sosta e la circolazione: PIAZZA DEI TIGLI – VIA TORCICODA – VIA DELLE AZALEE – VIA MORTULI Sono iniziati il 26 aprile i lavori per il risanamento della carreggiata in piazza dei Tigli, via Torcicoda, via delle Azalee e via Mortuli (nel tratto piazza dei Tigli-piazza Batoni). Durata prevista dell’intervento circa una settimana. VIA DEL PALAZZO DEI DIAVOLI Dopo questo intervento, i lavori per il risanamento della carreggiata si concentreranno in via del Palazzo dei Diavoli (nel tratto piazza Batoni–via Bronzino): la strada verrà chiusa a tratti.

La Montagnola, uno tra i punti considerati più critici del quartiere

bato in negozio. Episodi più gravi finora non sono accaduti, ma non si può stare sempre ad aspettare la tragedia prima di intervenire”. Intanto, a San Bartolo a Cintola stanno per arrivare le telecamere per sorvegliare la zona. E qualcuno ne vorrebbe altre nei sottopassi pedonali di viale Talenti e via Baccio da Montelupo. Anche in strada, infatti, occorre tenere gli occhi aperti. Oltre alle bravate delle

“baby gang”, le cronache raccontano di scippi e aggressioni per le vie del quartiere, com’è successo in via Torcicoda lo scorso marzo. “Più che di emergenza sicurezza – commenta Traballesi - si tratta di fenomeni sporadici di microcriminalità. In altri casi, come gli episodi che vedono coinvolti ragazzini, è più che altro una questione di mancanza di educazione”.

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alla vista, per non dover scendere in magazzino. Ora la situazione si è calmata”. Le forze dell’ordine pattugliano la zona costantemente, ma questo non sempre è sufficiente. “In questi mesi – raccontano Elisa e Laila dell’erboristeria di viale Talenti – abbiamo subito vari tentativi di truffa. Pagavano con tagli grossi per poi fare giochetti col resto. Senza dimenticare la visita del tizio che si è mastur-

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Maggio 2010

Isolotto • Legnaia • Soffiano

TEMPO LIBERO. Qualche consiglio per passare una giornata lontani dal tran tran cittadino

Maggio, è tempo di gite fuori porta Cetrina Gentileschi

cambiare zona, ma sempre rimanendo tra oasi di tranquillità, si può fare un salto all’abbazia di San Galgano, nei pressi di Siena, suggestiva perché rimasta priva di ogni cosa che non sia lo scheletro della chiesa stessa. Spostandosi un po’, si arriva a Capalbio, dove si trova il meraviglioso Giardino dei Tarocchi, con le opere di Niki de Saint Phalle, oppure l’oasi naturalistica di Orbetello. Per chi invece ha velleità più godereccie, proprio da questo mese comincia una serie infinita di sagre. A partire da quella del fritto a San Donnino, prevista per il 15 del mese, o quella del pesce a Certaldo, delizioso borgo medievale che in estate ospita anche la famosa “Mercantia”, kermesse che attrae migliaia di turisti. Il 16 c’è la festa del pane a Gambassi Terme e lo stesso giorno toccherà anche alla sagra della nozza, dolce tipico di Calcinaia, in provincia di Pisa. Gli affezionati alle tradizioni, senza spostarsi di un millimetro da Firenze, potranno partecipare ad uno dei momenti più fiorentini dell’anno: la festa del grillo. Il 16 maggio, giorno delle Calendimaggio, secondo la tradizione, i cittadini trascorrono la loro giornata al parco delle Cascine, dove un tempo venivano vendute gabbiette contenenti un grillo, abitudine caduta in disuso a causa delle nuove normative sulla vendita degli animali. In quell’occasione il parco sarà comunque “vestito a festa” con bancarelle di vario genere. Dalla fine di maggio, sempre in tema di sagre, si comincia a fare sul serio con, nell’ordine, la sagra del cinghiale a Rufina il 21, la sagra dei pici a Celle sul Rigo il 28 e il Festival della lumaca a Cortona il 29. Per chi ha voglia di mare c’è Capoliveri, Isola d’Elba, dove il 30 si celebra la festa del cavatore, un motivo in più per un giro e una bella scorpacciata di frutti di mare.

Basta spostarsi di poco e l’escursione è servita su un piatto d’argento. Dal Mugello al Chianti fino alle colline più vicine, un vademecum dei luoghi dove passare i weekend primaverili

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nnanzitutto bisogna sperare che il tempo sia clemente. Dopo un inverno tanto rigido il problema pioggia e freddo rimane un po’ nelle ossa. Ma a maggio è primavera inoltrata e lasciandosi alle spalle timori e giacconi, si può uscire di casa e dedicare qualche fine settimana a delle belle scampagnate. Non c’è bisogno di andare troppo lontano, i dintorni della città del giglio offrono posti a decine dove poter trascorrere in pace e tranquillità un po’ di tempo. E con la bella stagione cominciano anche le fiere, le sagre e le iniziative che invogliano ancora di più a lasciare tutto e muoversi verso l’esterno. I luoghi che valgono una gita fuori porta non si contano, come il vicinissimo parco di Villa Demidoff a Pratolino, nei pressi di Vaglia, dove a due passi dal gigante del Giambologna c’è posto per mettere su un pic-nic in piena regola. Per

L’interno dell’abbazia di San Galgano

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IN CITTÀ Il collegamento aperto dal mese scorso

Ecco il percorso di Cosimo Torna a farsi ammirare, dopo essere stato chiuso per sette anni, il percorso che Cosimo de Medici fece costruire per passare indisturbato tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti. Il percorso del principe, fatto realizzare per volere del granduca da Giorgio Vasari, viene riaperto per dar modo ai curiosi e agli amatori di scoprire uno dei monumenti più singolari e amati della fiorentinità. Il percorso, che ha riaperto alle visite per piccoli gruppi (massimo 25 alla volta) in via sperimentale dal 14 aprile fino al prossimo 7 luglio, parte da Palazzo Vecchio, attraversa parte della Galleria degli Uffizi, percorre tutto il Corridoio vasariano (passando sopra il Ponte Vecchio e affacciandosi all’interno della chiesetta di Santa Felicita) e arriva fino a Palazzo Pitti, residenza della famiglia governante. La riapertura è stata decisa con un accordo tra la Soprintendenza ai beni culturali e il comune di Firenze, e le visite saranno guidate in parte dal personale dell’Associazione Museo dei Ragazzi di Firenze (per l’area riguardante il Comune), mentre saranno gestite

Un tratto del percorso

dai tecnici museali della soprintendenza per la parte della visita che riguarda il percorso dagli Uffizi a Boboli e Pitti. Lungo il percorso, oltre agli scorci inimmaginabili che si aprono sulla città, i visitatori avranno modo di visionare la prestigiosa collezione di autoritratti (la più grande al mondo) contenuta all’interno del Vasariano, che annovera capolavori antichi e dipinti contemporanei e che fa compagnia ai visitatori fino alla fine del percorso, arrivando al giardino di Boboli, dove per tutti sarà possibile accedere anche alla grotta /C.G. del Buontalenti.


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il giornale del tuo quartiere

LA DECISIONE. Aumentano le competenze, l’obiettivo è il decentramento

Quartieri, è l’ora della svolta Simele Kruklidis

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ra da tempo, ormai, che i quartieri aspettavano una simile svolta. Dal 2002, per la precisione, quando dall’amministrazione Domenici furono approvati gli ultimi criteri direttivi, rimasti in vigore fino ad oggi ma senza la flessibilità e le modifiche previste. Se difatti in principio l’idea era quella di aggiornare ogni anno deleghe e funzioni dei cinque quartieri fiorentini, per agevolarne l’adattamento alle esigenze del territorio, nella pratica tale proposito non si è mai realizzato, contribuendo in pochi anni a incrementare un clima di incertezze e confusione. Così, in pochi anni, la città ha assistito al lento progredire di una frattura che stava allontanando la politica locale dai cittadini. Per far fronte a questa situazione, l’assessore Angelo Falchetti ha portato avanti un nuovo progetto, riformulando nuovi e aggiornati criteri organizzativi con l’aiuto degli stessi quartieri e dei consiglieri comunali. Un riassetto che parte dal basso e che trae la sua forza proprio dalla vicinanza con i residenti. Al momento, i principali cambiamenti introdotti da questo tentativo di decentramento amministrativo riguardano per lo più l’attribuzione ai singoli quartieri di competenze e funzioni rimaste per lungo tempo vaghe o parziali: in tal senso, ad esempio, si attua il

L’assessore Angelo Falchetti

completamento della delega sulle manutenzioni stradali e si riconferma l’incarico di gestione delle aree verdi, dei servizi educativi, delle politiche giovanili, dello sport e di molti altri ambiti della vita sociale e pubblica dei residenti. Altra novità rilevante è che, rispetto al passato, anche il patrimonio non abitativo potrà essere gestito interamente dal governo di quartiere. Come ha infatti spiegato l’assessore Falchetti, “l’intenzione è stata da subito quella di sfruttare appieno le potenzialità dei quartieri, valorizzandone il rapporto con i citta-

dini e la conoscenza del territorio”. L’obiettivo dei nuovi criteri direttivi è dunque quello di riavvicinare l’amministrazione pubblica agli utenti, favorendo un dialogo diretto, veloce e soprattutto chiaro. Se è infatti un dato certo quello secondo cui il Comune non possa sempre essere aggiornato su tutto ciò che accade sul territorio, i quartieri invece possono farlo con maggiore rapidità. Il vantaggio, in concreto, sarà di avere in ogni zona un punto di riferimento dotato (finalmente) dei giusti mezzi per rispondere alle esigenze dei cittadini.

VIABILITÀ Tanti gli spartitraffico “provvisori” nelle strade

Se i new jersey mettono radici

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on c’è bisogno di andare in America per vedere il “New Jersey”. I fiorentini ce l’hanno sotto gli occhi ogni giorno. Prendono il nome dallo stato americano, infatti, gli spartitraffico in plastica bianchi e rossi a incastro disseminati di frequente sulle strade. Vengono installati per regolare il traffico in seguito a lavori stradali o a modifiche alla viabilità. Ma poi mettono “radici” e vi rimangono degli anni. E quella che era viabilità provvisoria ha tutta l’aria di essere definitiva. Il quartiere 4 ne sa qualcosa. Ormai storica è la giungla di new jersey che da anni troneggia nel trafficato incrocio tra via Baccio da Montelupo e viale Nenni. Il tram è partito, il cantiere è stato chiuso, ma il serpentone biancorosso non accenna ad andarsene. Inutile dire che non sia un bello spettacolo. Ma oltre che un oltraggio alla vista, sembra essere, a detta di chi vi transita abitualmente, un pericolo per la viabilità. “In questo incrocio ne succedono di tutti i colori – racconta Marta, che abita in via Foggini – non si capisce dove andare, tanto che spesso qualcuno finisce contromano”. La disposizione non è delle migliori e può indurre il guidatore nel pallone. La segnaletica verticale c’è (anch’essa provvisoria) ma capita che venga male interpretata. E ogni tanto il serpentone, urtato, si stacca e perde pezzi,

che finiscono nella corsia stradale. Ma via Baccio non è l’unica isola bianco-rossa. Da molto tempo le barriere new jersey delimitano le corsie di via della Fonderia, obbligando le vetture che arrivano da via Sogliani a girare a destra. Non mancano neppure le nuove entrate. Di recente è comparsa una mini rotatoria di new jersey all’incrocio tra lo stradone dell’Ospedale e via del Ronco Lungo, in concomitanza con l’istituzione di nuovi posteggi d’interscambio con il tram. In questo caso la rotondina serve agli utilizzatori del parcheggio per ritornare su viale Nenni senza finire a San Giusto o compiere manovre azzardate. Ma quanto resteranno ancora nelle strade del quartiere questi arnesi di viabilità provvisoria?

Il tram è partito, il cantiere chiuso, ma il “serpentone” resta al suo posto “Sicuramente – spiega Franco Traballesi, vicepresidente del Q4 - non prima di aver testato a dovere il nuovo sistema della viabilità e quello del trasporto pubblico locale. Dopodiché bisognerà trovare le risorse per la sistemazione definitiva della rete /A.C. stradale”.

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Isolotto • Legnaia • Soffiano

ARTIGIANI. In via Cecioni c’è un laboratorio specializzato nella riproduzione di quadri antichi

Quelle opere d’arte che rinascono nel Q4 Silvia Bianchi e Fabrizio Bogani portano avanti, con i metodi di un tempo, l’attività nata agli inizi del ‘900 in via Maggio. “Se dovessi cambiare modo di lavorare, preferirei cambiare lavoro” Ilaria Esposito

Silvia Bianchi e Fabrizio Bogani

alla guida della ditta Bianchi, che dai primi del ‘900 riproduce opere d’arte dall’epoca bizantina al XIX secolo e che una volta aveva la propria sede in via Maggio. Adesso il laboratorio dei Bianchi si trova in via Cecioni, nel cuore del quartiere 4. Tuttavia, cento anni di storia e lo

sradicamento dal centro cittadino non sono riusciti a scalfire l’identità di una bottega che si può ancora definire, senza ombra di dubbio, artigiana nel vero senso della parola. “Il mio bisnonno, che aprì il negozio nel primo decennio del ‘900, lavorava su telai che i falegnami producevano per lui ed era lui stesso a fissarci sopra tele di materiali del tutto naturali, dopo averle lavorate con la colla di coniglio e gesso – racconta Silvia - io faccio altrettanto e i miei colori sono rigorosamente ad olio. Mio nonno mi ha insegnato in particolare a riprodurre opere d’arte sacra, che sono la nostra specialità. Se dovessi cambiare modo di lavorare, allora preferirei cambiare lavoro. Pur di mantenere la qualità di sempre, abbiamo subito la concorrenza cinese. Immettendo sul mercato riproduzioni stampate su materiali sintetici, gli asiatici hanno costi di produzione minimi e possono permettersi di vendere a prezzi irrisori. Da dieci anni a questa parte – continua - il nostro settore è andato in crisi per questo motivo. Adesso, pare che la

L’artigiana al lavoro nel suo laboratorio

gente si stia rendendo conto di cosa vuol dire qualità, che abbia imparato a riconoscerla. In sostanza, chi può spendere compra ancora in Italia”. La ditta Bianchi, in un certo senso, costituisce una “finestra sul mondo” per l’arte della riproduzione fiorentina: “Il mercato cui ci rivolgiamo – continua Silvia - è l’estero. In realtà, prima si lavorava moltissimo con l’America, e la differenza con oggi era che i pagamenti venivano fatti prima della consegna. Oggi è l’esatto contrario e questo spesso costituisce un problema. Ad ogni modo, negli ultimi anni i nostri principali interlocutori

sono arabi e libici. Spesso, sia in Italia che in questi posti, lavoriamo su commissione per studi di architetti, che ci chiedono di riprodurre quadri che saranno appesi in grandi hotel, oppure per negozi che hanno vere e proprie gallerie d’arte e nel progettare l’arredamento di case di prestigio includono le nostre riproduzioni. Difficilmente vendiamo a privati – conclude - dunque il fatto di esserci spostati dal centro non ci ha penalizzati in termini di visibilità. La scelta di cambiare sede è stata inevitabile, soprattutto per facilitare l’arrivo dei fornitori e delle merci”.

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a anni essere artigiani a Firenze è diventato difficile. Mantenere un negozio in centro, combattere la concorrenza dei produttori asiatici sembrano imprese impossibili. Lo sanno bene Silvia Bianchi e Fabrizio Bogani, coppia



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dossier

Maggio 2010

ECONOMIA/1. Il 9,4 per cento della forza lavoro non è italiano. E non si tratta solo di braccianti

La carica dei 145mila indispensabili È il settore delle costruzioni quello più multietnico, seguito dall’agricoltura. Ma è il “basso terziario” (dall’assistenza domestica ai trasporti e fino al turismo) ad assorbire la maggior parte degli extracomunitari Francesca Puliti

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e immagini dei telegiornali ce li mostrano soprattutto come braccianti, occupati principalmente nel settore agricolo, ma non è così. Non in Toscana. Qui da noi il quadro dell’occupazione di origine straniera è ben più complesso e sfaccettato. E rappresenta il 9,4% del totale della forza lavoro. Nel 2008 gli immigrati al lavoro in terre toscane erano oltre 145mila, di cui quasi la metà (il 46%) occupati nel comparto dei servizi del cosiddetto “basso terziario”, che va dall’assistenza alla persona e lavoro domestico, ai trasporti, fino a turismo e ristorazione. Il settore in cui si concentra la più alta percentuale di lavoratori stranieri è invece quello delle costruzioni, in cui gli immigrati rappresentano il 20%, seguito dall’agricoltura (13%). Si tratta di dati che parlano chiaro sul “peso” degli stranieri nell’economia regionale. Che si tratti ormai di una componente essenziale è un concetto acquisito e numero e tipo di contratti ne sono una riprova: basti pensare che il 57% degli stranieri può contare su un’assunzione a tempo indeterminato, una cifra che si colloca soltanto un paio di punti al di sotto di quella dei toscani doc. Non solo impieghi stagionali, dun-

que, anche se questi continuano ad andare forte. E per fortuna. “In agricoltura – sottolinea Tullio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – gli immigrati sono diventati indispensabili. Senza di loro – continua – il 10% delle nostre colture sarebbe a rischio”. Per l’anno in corso la Toscana ha calcolato in circa 5mila persone il fabbisogno di lavoratori provenienti dall’estero. In attesa del decreto flussi, che regolamenta gli ingressi dei cittadini extracomunitari nel paese, i differenti comparti dell’economia stanno già facendo l’appello. Duemila le richieste provenienti dal mondo agricolo, mentre il resto si distribuisce tra edilizia, nella maggior parte, e turismo. Se Africa e Asia vedono crescere costantemente ma di poco la propria fetta di torta sui grafici, sono i paesi

La sanatoria ha fatto emergere 16mila badanti, ma si stima che altre 10mila siano ancora in nero

CULTURE A CONFRONTO Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sull’integrazione e non avete mai osato chiedere (o non sapevate a chi chiedere) è racchiuso nel cuore del quartiere 5, in via delle Panche 26. Anzi, racchiuso non è esattamente il termine giusto, perché il Laboratorio permanente per la pace è aperto a tutti i cittadini, di tutti i colori e le provenienze. Nato dalla Cooperativa Sociale “L’Abbaino”, il Laboratorio è radicato nel territorio da oltre 10 anni. E’ qui che ha sede la biblioteca più aggiornata in materia. Qui si può trovare tutto ciò che si cerca in tema di educazione interculturale, letteratura di diversi paesi del mondo, nonché testi didattici su temi generali come i diritti umani, l’infanzia, il rapporto tra Nord e Sud del mondo.

dell’Europa dell’Est a contribuire per una buona percentuale sull’aumento delle presenze straniere. La crisi però ha colpito duramente anche loro. Nel 2009 il tasso di disoccupazione è salito al 10%. “È per questo – spiega l’assessore regionale all’istruzione formazione e lavoro Gianfranco Simoncini – che dobbiamo proseguire e rafforzare l’impegno per l’integrazione, perché non possiamo, specialmente in una fase come questa, rinunciare a un apporto che appare sempre più indispensabile per assicurare l’alto livello di benessere sociale della nostra società”. Un contributo irrinunciabile anche dal punto di vista della previdenza sociale, “perché – continua Simoncini - serve anche il loro concorso per garantire un futuro a tutti i lavoratori”. C’è poi la questione dolente del lavoro in nero. Se la sanatoria pensata ad hoc per colf e badanti ha fatto “emergere” in Toscana circa 16mila lavoratrici, si stima che altre 10mila continuino a svolgere la professione nell’illegalità, mentre per gli altri settori si parla di 20mila persone impiegate in maniera irregolare. Ma si tratta di ipotesi, stilate per descrivere un mondo in cui risulta ancora difficile andare a fondo.

BADANTI CERCASI Siamo o non siamo una delle regioni a più alto tasso di invecchiamento? Lo siamo. E allora ecco che la domanda di badanti si fa sempre più insistente dalle nostre parti. Ma non sempre si tratta di una ricerca facile. In soccorso a famiglie e persone di una certa età arriva Saf, che sta per “Sostegno anziani fragili”. Il progetto, lanciato da Co&So Firenze, consorzio di cooperative impegnate in ambito sociale, prevede la selezione, la formazione e l’inserimento familiare della badante. E, aspetto non meno importante, la gestione del contratto, con relativa opera di consulenza per contributi, agevolazioni e pratiche amministrative. Tre le cooperative coinvolte: Silver (per Fiesole, Calenzano e Sesto), Alveare (Mugello) e Girasole (Firenze e Scandicci). Per informazioni è attivo il numero verde 800 773522, il sito internet www.sostegnoanziani.it e una mail apposita, info@sostegnoanziani.it.

TUTTI I NUMERI La nostra regione è quinta in classifica per incidenza degli stranieri sulla popolazione, dopo Emilia Romagna, Umbria, Veneto e Lombardia. Quasi 310mila gli immigrati iscritti all’anagrafe, a cui si deve aggiungere una quota di almeno altri 50mila che non risultano residenti, ma sono comunque regolari. Un quinto di loro sono minori (di cui ben 6 su 10 nati in Italia) e per il 52% donne. Per quel che riguarda le nazionalità, la Romania continua a detenere lo scettro come comunità più numerosa (64mila residenti), seguita a ruota dall’Albania (a quota 62mila). In terza posizione la Cina, che annovera proprio in Toscana, a Prato, la Chinatown più estesa d’Italia, seguita da Marocco e Filippine (ma a debita distanza). Tra le 5 e le 10mila presenze a testa anche per Polonia, Ucraina, Macedonia, Senegal, Perù e Germania.

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dossier

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ECONOMIA/2. Dodici imprese individuali su cento hanno come titolare un immigrato: è il primato italiano

L’imprenditoria toscana parla straniero Il 18% di chi avvia un’attività autonoma arriva dalla Cina, seguita da Albania e Romania. Va forte anche l’Africa con Marocco, Senegal e Tunisia. I più intraprendenti? Gli iraniani Annalisa Cecionesi

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l popolo delle partite Iva in Toscana parla sempre più straniero. Il 12 per cento delle imprese individuali toscane, primato italiano, ha come titolare un immigrato da un paese al di fuori della UE. A dirlo è la rilevazione Movimprese al 30 giugno 2009, condotta da Unioncamere-InfoCamere. Allargando l’indagine a tutte le aziende, non solo quelle individuali, la percentuale di imprese straniere si abbassa all’8 per cento, restando comunque ben al di sopra della media nazionale. Lo si legge nel rapporto dell’Irpet “L’imprenditoria straniera in Toscana”, realizzato da Federica Pacini, con il coordinamento di Teresa Savino. L’istituto regionale dimostra che in otto anni in Toscana il numero degli imprenditori immigrati è raddoppiato, passando dai 23mila del 2000 agli oltre 48mila del 2008. Quasi un terzo delle aziende si concentra nella provincia di Firenze. Segue Prato, con il 14 per cento. A mettersi in proprio, solitamente in imprese di piccole dimensioni (per due terzi ditte individuali), sono in prevalenza giovani e adulti dai 30 ai 49 anni. Si tratta in genere di aziende più volatili rispetto a quelle italiane: sebbene nascano più imprese immigrate, queste hanno minori possibilità di sopravvivenza. E sbaglia chi pensa in prima battuta ai ristoranti etnici e alle aziende tessili. Il settore più toccato dal business etnico è l’edili-

zia. Se nel 2000 le imprese di costruzioni con titolare immigrato erano il 12 per cento, nel 2008 sono diventate il 29 per cento. Tengono, nonostante una flessione, il commercio (26 per cento) e le attività manifatturiere (21 per cento). Da quali paesi provengono gli imprenditori immigrati? Il 18 per cento di loro arriva dalla Cina, seguita da Albania (12 per cento) e Romania (10 per cento). Anche l’Africa fa sentire la sua voce, con Marocco, Senegal e Tunisia. Ma gli immigrati più intraprendenti, in rapporto al peso della loro popolazione residente in Toscana, sono di gran lunga gli iraniani, da più tempo radicati sul territorio e specializzati nel commercio. Settore che attira anche molti imprenditori marocchini e senegalesi, mentre i cinesi si concentrano nel manifatturiero. Dietro al successo delle imprese edili straniere stanno invece braccia (e menti) albanesi e romene. Ma cosa spinge gli stranieri a intraprendere la strada del lavoro autonomo? In alcuni casi può essere una strategia contro la disoccupazione o un’opportunità di inserimento sociale. È probabile che la sofferenza di alcuni settori, “snobbati” dalle nuove generazioni italiane, come l’edilizia, la ristorazione e il facchinaggio, abbia aperto dei varchi all’iniziativa imprenditoriale straniera che in Toscana, terra di artigiani e piccoli imprenditori, ha trovato facilmente terreno fertile.

L’INTERVISTA Parla Hidetaka Fukaya, artigiano nipponico conosciuto come “giovane genio” che ha un negozio in via de’ Federighi

“Calzolai? Siamo rimasti in quattro. Due fiorentini, due arrivati da lontano”

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idetaka Fukaya è giapponese, ha 34 anni e ha scelto di mettersi in proprio a Firenze. In un settore tipicamente fiorentino e tutt’altro che tecnologico: l’artigianato. Lo chiamano il “giovane genio”, è una via di mezzo tra un calzolaio e un fashion designer. Le sue scarpe fatte su misura costano dai 3mila euro in su e la sua clientela è internazionale, con tanto di nomi noti. Diplomato alla scuola di moda in Giappone, nel 1997 è giunto in Toscana per imparare l’arte della calzatura. Nel 1999 ha fondato il marchio “Il micio”, ideando la sua linea pret-à-porter, e nel 2005 ha aperto l’elegante negozio di via de’ Federighi.

Perché ha scelto di avviare la sua attività proprio a Firenze? Perché è la città ideale dove lavorare, a misura d’uomo. E’ facile reperire il materiale, non è molto grande e i ritmi sono rilassati, al contrario di Tokyo, dove sarebbe impossibile portare avanti un’attività come la mia. Però non c’è nessun fiorentino tra i miei clienti. Molti acquirenti, da tutto il mondo, passano di qui per motivi di lavoro. E’ difficile per uno straniero avviare un’attività imprenditoriale a Firenze? Sì, ci sono molti ostacoli, a cominciare dall’ottenere il permesso di soggiorno, fino alla burocrazia necessaria per avviare un’impresa. Le

paure sono tante, anche lo scoglio della lingua non è facile da superare. Come l’hanno accolta i colleghi fiorentini? Chi bene, chi male. Ma ormai a Firenze noi calzolai siamo rimasti quattro, due italiani e due stranieri. Sono mestieri che non attirano più i giovani del luogo, succede così anche in Giappone, dove molti artigiani arrivano da fuori. La crisi si è fatta sentire? Sì, non tanto per le scarpe su misura quanto per la linea prodotta in calzaturificio. Ma cominciano segnali di ripresa, anche se per uscirne /A.C. ci vorranno ancora uno o due anni.

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società

Maggio 2010

GENTIL SESSO/1. Per aiutare i genitori a destreggiarsi meglio adesso ci sono anche le “Pagine Baby”

Vita da mamme nella città del giglio I servizi a misura di bambino, a Firenze, sembrano essere tanti (e fantasiosi): si va dai corsi di acquaticità alla biblioteca “morbida” e alle ludoteche. Diverso il discorso per le esigenze di base: a volte anche trovare un fasciatoio può diventare un’impresa Serena Wiedenstritt

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usica, acquaticità, biblioteca, ludoteche, ma i fasciatoi? La vita da mamma a Firenze è un po’ così. Gode di una vasta rete di servizi specializzati, ma a volte si complica sulle esigenze di base: un fasciatoio per cambiare il piccolo se si decide di passare una giornata fuori casa, lo spazio per il passeggino se ci si ferma a prendere un caffè, per non parlare della difficoltà di muoversi con quattro ruote fra i marciapiedi pieni di escrementi di cani e le auto tranquillamente parcheggiate sugli scivoli per le strisce. Ad ogni modo, superate le difficoltà della quotidianità, la città offre diversi spazi e altrettante attività a misura di piccoli e piccolissimi. Si inizia dalle ludoteche: sono 16 disseminate nei diversi quartieri. Ognuna ha la sua specificità e le sue attività. Poi c’è la Biblioteca delle Oblate (http://www. bibliotecadelleoblate.it/ragazzibambini/) con lo “spazio morbido” dedicato ad accogliere chi non arriva all’anno di età e tutti i libri per i genitori in cerca di soluzioni e i bambini in cerca di fiabe. Per quanto riguarda lo sport, quasi tutte le piscine comunali e private hanno in programma corsi di acquaticità mamma-bambino. Sul versante musica, ci sono associazioni che organizzano corsi di introduzione anche per neonati, mentre Il Trillo (www.il-trillo.com) propone “Baby Show”, centro ricreativo per i più piccoli basato su una speciale formula di intrattenimento musicale. I centri commerciali più grandi (quindi non rigorosamente nel comune di Firenze), hanno un occhio particolare per le mamme, cioè per le consumatrici. Così I Gigli hanno da poco inaugurato la nuova nursery con spazio dedicato all’allattamento, mentre Ikea fra piscina di palline, menù speciali per i più piccoli e toilette con fasciatoio è molto apprezzata da mamme e papà. Nel campo alimentare fa tendenza l’esempio della Pizzeria Zero Zero (www.00pizzeria.com), che accanto alle toilette per uomini e per donne ha servizi igienici per bambini. Anche se a Firenze non ha ancora preso piede la moda del “teatro con babysitting” che stimola le uscite serali dei genitori, non ci saranno problemi per chi a fine maggio vorrà visitare Terra Futura e approfittare della Terra dei Piccoli, lo spazio con fasciatoio e scaldabiberon per le mamme in allattamento e servizio di babysitting per bambini dai 3 agli 11

Da noi non è ancora decollato il “teatro con babysitting”

anni. Infine, per chi vuole sapere tutti gli indirizzi per il bebè e anche per i più grandicelli, sono arrivate da poco le Pagine Baby, con indirizzi “per genitori e figli” della città di Firenze: un database vasto, articolato, approfondito, verificato, composto da migliaia di indirizzi della città, divisi per argomento e aree territoriali e rintracciabili gratuitamente sul web, sul portale www. paginebaby.it.

FOCUS Circolini più attrezzati

L’Arci rilancia il baby “bollino”

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n’altra iniziativa, targata Arci Firenze, è il bollino “Bambini in circolo”, promosso per creare nei circoli un ambiente favorevole per le famiglie e per le future generazioni “cercando di stimolare in loro un senso di partecipazione attiva e responsabile nei confronti della struttura”. In pratica si consiglia di allestire in ogni circolo aree dedicate ai più piccoli, ai piccolissimi, e alle mamme, con tanto di fasciatoi, giochi, animazioni. Il concetto è che spesso basta molto poco: matite e carta da disegno piuttosto che un tappeto e qualche cuscino o un seggiolino da tavolo per la pizzeria per rendere un ambiente adulto a misura di bambino. Poco anche economicamente, vista l’abbondanza di negozi di usato per piccoli e di attrezzature low cost. Francesca Chiavacci, presidente di Arci Firenze e responsabile delle politiche per l’infanzia, delle politiche educative e nella scuola spiega così l’idea del bollino: “Il concetto che ci muove è quello di tornare alle origini dell’Arci. Il senso di accoglienza torna così ad essere fondamentale e va nella direzione dei più deboli, che oggi sono da un lato i migranti, dall’altro i più piccoli e con loro le famiglie. Con iniziative di questo tipo vogliamo tornare a rivolgerci ai fruitori classici dei circoli: quella fascia generazionale che non sono né gli anziani né i giovanissimi. E per fare questo basta poco”. Chiavacci chiarisce, infatti, che non si sta parlando di progetti ambiziosi, ma di ciò che altrove è normalità: “Ci sono già le ludoteche Arci (info: http://www. arcifirenze.it/attivita/ludoteche.asp), qui stiamo parlando di predisporre un fasciatoio piuttosto che un seggiolone e di pensare a un menù per i più piccoli. Perché uscire tutti insieme non diventi un percorso /S.W. ad ostacoli”.


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GENTIL SESSO/2. L’assessore Elisa Simoni annuncia una novità rispondendo a un lettore de Il Reporter

E per il lavoro “rosa” arriva un sostegno LA LETTERA

La crisi e i servizi dei Centri per l’Impiego Mi rivolgo al Vostro giornale che considero una voce autorevole dei problemi inerenti al nostro quartiere. Sembra che entro la fine di aprile la Provincia di Firenze voglia eliminare dei servizi erogati dal Centro per l’Impiego sito in via del Pratellino, che vengono utilizzati oltre che dai residenti del nostro quartiere anche da quelli del Comune di Fiesole. Credo che in un periodo di crisi, in cui è un compito arduo trovare un posto di lavoro, non dare più la possibilità ai disoccupati di avere un minimo sostegno dalle istituzioni renda ancora più deboli le poche speranze ancora a loro rimaste.

Pratellino verrà posizionato lo Sportello donna che fino a oggi ha svolto importanti servizi a supporto di questa fascia del mondo del lavoro come ad esempio: •

accoglienza e informazioni sulle opportunità di lavoro e formazione al femminile;

rilevamento dei bisogni orientativi e formativi delle donne in cerca di lavoro;

eventuale invio ad un’attività di consulenza individuale (counseling orientativo);

consulenza specifica per donne laureate o con alta scolarizzazione;

corsi di orientamento formativo per la stesura di un progetto professionale;

workshop tematici sulle trasformazioni del mercato del lavoro al femminile;

incontri seminariali sull’autoimprenditoria femminile (progetto net-work);

accompagnamento al lavoro per donne in particolari difficoltà;

rinvio alla preselezione per lavoro domestico (ABC per la famiglia).

Dr. Giovanni Bigazzi

LA RISPOSTA

“In via del Pratellino verrà posizionato lo Sportello donna” Gentilissimo dr. Francini, in merito alla segnalazione del dr. Bigazzi, ci teniamo a precisare che la volontà dell’Amministrazione Provinciale è quella di riorganizzare i servizi dei Centri per l’Impiego per renderli ancora più funzionali alle esigenze dei cittadini. All’interno della sede di Via del

si osservano aumenti percentuali di lavoro femminile, si nota facilmente come si tratti di occupazioni scarsamente stabili e di breve durata. Pensiamo quindi che la nostra possa essere una scelta utile. Restiamo comunque a piena disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento. Cordiali saluti. L’assessore Provinciale al Lavoro, alla Formazione e ai Centri per l’Impiego Elisa Simoni

Per le difficoltà che normalmente incontrano le donne nella ricerca di lavoro e per i dati che abbiamo a disposizione tramite l’Osservatorio del Mercato del Lavoro ci sembra importante dare un sostegno a questa categoria perché, specialmente con la crisi che siamo affrontando, sono proprio le donne a risultare particolarmente vulnerabili e, anche laddove

Leon Blanc, unico ed elegante INAUGURAZIONE BAR PASTICCERIA IN PIAZZA PAOLO UCCELLO

L’attesa non è stata delusa, dopo un anno di lavori, lo scorso 29 aprile si è accesa una luminosa stella nel panorama fiorentino del gusto con l’inaugurazione del nuovo bar pasticceria “Leon Blanc” in Piazza Paolo Uccello a Firenze. Nessun nome avrebbe potuto rispecchiare meglio le caratteristiche di questo locale che in comune con l’animale da cui prende il nome ha eleganza e rarità. Un binomio vincente che insieme all’eccellenza della produzione ne farà un punto di riferimento per i più golosi. Leon Blanc, collocandosi in un punto strategico della città, si propone di diventare la pasticceria della città di Firenze. Un locale nuovo che per le sue caratteristiche d’arredo assomiglia più ad un locale del centro storico. L’arredamento prestigioso è un giusto complemento alla qualità dei prodotti e del servizio offerto. Un servizio caratterizzato da elevata professionalità e cordialità del personale, concepito nella stessa ottica in cui un sarto realizza su misura l’abito al proprio cliente; un servizio capace di soddisfare desideri e bisogni dei clienti. I fortunati che hanno potuto partecipare all’evento sono rimasti piacevolmente stupiti, felici di aver la possibilità di conoscere prima di tutti una vera e propria

perla. Accolti fin dal parcheggio a loro riservato, sono arrivati all’entrata del locale percorrendo la nuova passerella appositamente illuminata su un vero e proprio red carpet. La guida rossa stesa all’entrata del locale ha introdotto gli invitati in un ambiente finemente arredato dove domina il bianco. Un lungo bancone bar si snoda lungo tutto il locale, il piano di marmo e la decorazione capitonnè, imbottitura prevalentemente

utilizzata nel Settecento e nell’Ottocento, conferiscono al locale un’atmosfera elegante e retrò. La macchina da caffè Elektra Belle Epoque con il suo fascino domina la saletta riservata, arredata con eleganti poltrone in stile inglese, dove è possibile deliziarsi con profumati e cremosi espressi. La serata è iniziata con un aperitivo da gustare conversando con gli altri ospiti, tutti coinvolti nell’atmosfera frizzante ed elegante del locale, at-

mosfera resa ancora più intrigante dalle variazioni di colore dell’illuminazione che si sono susseguite durante tutta la serata. Agli invitati all’inaugurazione è stata offerta una cena durante la quale hanno potuto apprezzare in anteprima l’alta qualità della ristorazione che Leon Blanc offrirà ai propri clienti. Appetitosi antipasti e un susseguirsi di primi e secondi hanno accompagnato gli ospiti in un viaggio nel mondo della gastronomia di alto livello. Infine, e non poteva essere altrimenti considerata la vocazione di questo locale, i commensali sono stati rapiti da un trionfo di dolci, con una ricca degustazione delle specialità prodotte dai maestri pasticceri. Per i più golosi un’ulteriore occasione di peccato è stata fornita dall’abbinamento in coppia di rum e cioccolata, un classico che ha fatto vivere un’esperienza di vero piacere ai palati più fini, grazie agli ottimi distillati e ai pregiati cacai selezionati. Un’ulteriore sorpresa è stata riservata agli ospiti della serata, ai quali è stata servita in anteprima la nuova miscela “Lavazza Gran Riserva” un caffè che fa tornare alla mente le parole di Giuseppe Verdi “Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito.”


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star bene

Maggio 2010

SANITÀ/1. Con un bilancio da 7 miliardi l’anno è la più grande azienda toscana. Con pregi e difetti, quasi endemici

Salute, chi è soddisfatto e chi è rimborsato Siamo una delle poche regioni virtuose in ambito sanitario.

Francesca Puliti

Ma come la pensa chi usufruisce dei servizi? Un viaggio

U

n bilancio (in pareggio) da circa 7 miliardi di euro l’anno, pari al 75% delle spese regionali. E un’invidiabile posizione nella classifica italiana, che colloca la Toscana tra gli esempi virtuosi. Ma per conoscere lo stato di salute vero e proprio del sistema sanitario di casa nostra bisogna chiederlo a chi effettivamente ne usufruisce, primi

tra liste d’attesa, analisi e interventi. In un saliscendi di indici di gradimento, comunque al di sopra della media nazionale

FOCUS/1 Rivoluzione Cto

Sale operatorie attive 7 giorni su 7

C

IL DENTISTA RISPONDE

QUESTO MESE: LA PULIZIA DEI DENTI, A CASA E DAL DENTISTA. A cura del Dott. Giuseppe Garrubba Amici lettori, questa rubrica mensile dura ormai quasi da due anni nei quali altre volte vi ho parlato di igiene, ho trattato l’argomento anche su altri giornali... La mia esperienza di dentista mi dice però che si deve ancora parlarne perché non tutti sanno bene cosa fare. In Italia (rispetto ad altri Paesi) purtroppo, abbiamo dovuto recuperare un ritardo culturale perché, fino ad una trentina di anni fa, non gli si attribuiva la giusta importanza. Proviamo a fare un po’ di ordine, in modo che ogni cosa vi sia chiara: qualche minuto dopo il pasto si forma una placca giallastra sui denti (placca batterica), che si compone di resti di cibo e batteri. Per eliminare questo composto serve l’azione meccanica dello spazzolino (sia esso manuale o elettrico), se non viene fatto, i batteri della placca producono acido che attacca il dente cariandolo. Oltre a ciò porta (alla lunga) grossi problemi anche alle gengive, insinuandosi fra esse e il dente, creando infiammazione (gengivite). Il fenomeno, se si protrae nel tempo, può portare ad un ritiro della gengiva con, anche, ampie zone di radice che restano scoperte. I casi più gravi possono evolvere anche in piorrea (formazione di pus nelle gengive) con ritiro graduale dell’osso e, se non vengono presi

provvedimenti in tempo, conseguente vacillamento e perdita dei denti. Quindi serve uno spazzolino di piccole dimensioni, usandolo: per i superiori dall’alto verso il basso, si stacca tornando su e ripetendo l’azione; per gli inferiori, viceversa, dal basso verso l’alto, con un movimento sempre dalla gengiva verso il dente. Solo questo è il movimento corretto che permette di massaggiare la gengiva e portare via lo sporco dal dente. Il movimento contrario scolla la gengiva e ci spinge dentro la placca. Il filo interdentale va inserito tra due denti, spinto fino ad entrare un po’ fra gengiva e dente e poi tirato su, ripetendo l’operazione sulla parete del dente vicino. Importante anche la pulizia fatta dal dentista. Non è un doppione della pulizia giornaliera e quindi non è sostituibile con essa. Sarebbe bene presentarsi a questo appuntamento almeno una volta all’anno abbinandolo ad un controllo generale di denti e gengive (anche in odontoiatria la prevenzione è fondamentale). Serve a togliere il tartaro (sostanza calcarea) che si deposita sui denti, ciò dà benefici importanti per la salute di denti e gengive e per l’estetica, oltre che per l’odore dell’alito. Così si fa tanto per la salute della nostra bocca. È importante avere cura di se stessi. Salute a tutti.

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to, rivoluzione parte prima. Aumenta il personale e si riducono i tempi di attesa per gli interventi. Il piano di riorganizzazione della struttura è stato presentato lo scorso aprile ed è già entrato nel vivo, per mettere ordine in quello che ormai da più parti era additato come un caso di disorganizzazione più che di efficienza. Sette gli infermieri e quattro gli operatori sanitari assunti per rimpinguare l’organico, assieme a quattro ortopedici e cinque medici specialisti in medicina interna e geriatria in arrivo. Il tutto per assicurare un funzionamento prolungato delle sale operatorie e di conseguenza il taglio delle liste d’attesa. L’obiettivo è quello di ridurre a 36 ore al massimo i tempi per quel che riguarda gli interventi urgenti, mentre per gli altri vale anche qui la norma dei 90 giorni, dopodiché entra in vigore la regola “operati o rimborsati”, ovunque a spese della Regione. Per quanto riguarda invece i pazienti oncologici l’attesa non potrà superare i 30 giorni. Un giro di vite messo in pratica grazie a una nuova organizzazione dei turni (grazie alla quale due ortopedici saranno sempre presenti al pronto soccorso per far fronte alle emergenze) e alla decisione di rendere le sale operatorie attive sette giorni su sette e 12 ore su 24. Ma la rivoluzione non finisce qui. Il cambiamento coinvolgerà anche la struttura architettonica dell’ospedale. L’area medica sarà modificata in modo da accorpare i posti letto in un unico settore e guadagnare in termini di razionalizzazione dello spazio. E non solo: per usare le parole del direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera di Careggi, Valter Giovannini, il Cto diventerà “un laboratorio di ricerca dove applicare i metodi più innovativi nel campo /F.P. della traumatologia”.

tra tutti i cittadini/pazienti e gli operatori sanitari, insomma chi ci ha a che fare più spesso. Secondo i dati raccolti dall’Università Cattolica di Roma, che ogni anno si occupa di monitorare la situazione a livello nazionale, il 39% dei toscani assegna ai servizi un punteggio alto (da 7 al massimo dei voti, cioè 10), quasi il 45% li dichiara comunque al di sopra della sufficienza, mentre solo per il 10,6% sono al di sotto del 6. Valori in linea con quelli rivelati dal Laboratorio Management e Sanità del Sant’Anna di Pisa, che dal 2007 al 2009 di interviste ne ha realizzate quasi 60mila. Portando a casa valutazioni ottimiste, ben al di sopra di quelle nazionali. Dal primo anno di analisi allo scorso, la percentuale di coloro che si dichiarano soddisfatti è cresciuta in ogni campo, dal comfort in sala d’attesa (dal 56% del 2007 al 70% del 2009), all’assistenza e alle cure ricevute durante i ricoveri ospedalieri, che aggradano quasi il 90% degli intervistati. Eppure, segnala d’altro canto l’Istat, in linea generale la percezione del sistema sanitario ha subito un vero e proprio crollo di consensi dal 2008 al 2009, passando dal 43,5% di cittadini molto soddisfatti a un ben più contenuto 36,75%. Molto probabile che la verità si collochi a metà strada. A metà tra le eccellenze toscane e i fastidiosi disservizi che appaiono spesso e volentieri come un male endemico per la più grande azienda toscana, “l’industria sanità”. A partire dalla dilatazione dei tempi di attesa, a cui la Regione ha cercato di ovviare dando vita - con una delibera datata luglio 2009 - a un’unica lista per gli interventi intramoenia e in regime ordinario. Un provvedimento grazie al quale l’attesa dovrebbe essere ridotta a un massimo di tre mesi. Novanta giorni, non uno di più, altrimenti ci si può rivolgere a un numero verde appositamente creato (attivo dallo scorso 1° febbraio). E se neanche gli operatori del numero verde fossero in grado di trovare una soluzione, il paziente può decidere di operarsi dove vuole, a spese della Regione, secondo una formula che suona più o meno “operati o rimborsati”. Un’iniziativa che non ha mai convinto l’opposizione in Consiglio regionale, come lamenta la consigliera uscente Annamaria Celesti (Pdl): “Il successo contabile altro non è che una raffinata operazione di tagli dietro cui si nascondono una serie di disfunzioni e disservizi. Serve una riorganizzazione dell’intera filiera assistenziale - prosegue - che, nel caso degli interventi chirurgici, deve comportare l’apertura delle sale operatorie per almeno 12 ore al giorno e garantire un numero di posti letto e di personale congruo alle reali esigenze, con incremento delle risorse umane in quantità e qualità”. “Si può sempre migliorare – le risponde Enrico Rossi, neopresidente della Regione, nonché ex assessore al Diritto alla salute per un decennio – ma il sistema sanitario sta bene. E per ogni weekend i toscani guadagnano un weekend in più di vita”. Sperando di non doverlo trascorrere in fila per farsi le analisi.


star bene

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SANITÀ/2. Si tratta della quarta esperienza avviata nel Paese e della prima del centro Italia

E a Firenze arriva il bisturi cibernetico Benedetta Strappi

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ire “robot” non necessariamente equivale a parlare di un giocattolino curioso e dal sapore nipponico. Le tecnologie dei nostri tempi applicate alla medicina sono capaci di grandi risultati. Un esempio. A Firenze è stato presentato recentemente il sistema CyberKnife®, un bisturi cibernetico, un “gioiellino tecnologico” in grado di colpire tumori ed altre lesioni in ogni parte del corpo con estrema precisione. Il sistema viene utilizzato nella casa di cura Ulivella e Glicini (gruppo Giomi) di Firenze. Si tratta della quarta esperienza italiana, e della prima nel centro Italia. Come funziona? Questa tecnologia viene già impiegata largamente per il trattamento non invasivo di patologie tumorali della spina dorsale, dell’encefalo, dei polmoni, del fegato, del pancreas e della prostata. Il trattamento con CyberKnife® avviene in regime ambulatoriale, non necessità cioè di ricovero ospedaliero, ed è indolore.

Si tratta, in sostanza, di un sistema di radiochirurgia non invasiva che, sfruttando la robotica e un sistema di guida mediante immagini combinate (tac – risonanza magnetica), rende possibili interventi radiochirurgici. È un’alternativa alla chirurgia tradizionale per il trattamento di patologie maligne, malformative o funzionali praticamente in tutte le sedi anatomiche. Questo tipo di trattamento, spiegano da Villa Ulivella, offre nuove opportunità ai pazienti con tumori inoperabili e a chi, a causa di altre malattie concomitanti, non può sottoporsi all’interventochirurgico. “Il Centro di Radioterapia della Casa di Cura Santa Chiara ha sempre avuto una vocazione verso i trattamenti di tipo stereotassico ad alta precisione”, spiega il professor Franco Casamassima, ordinario di Radioterapia presso l’Università di Firenze e Responsabile dell’U.O. di Radiobiologia Clinica dell’Università di Firenze, che ha sede presso la Casa di Cura

Alla casa di cura Ulivella e Glicini è in funzione un sistema che permette di colpire tumori e altre lesioni con un sistema radiochirurgico ad alta precisione

Il sistema CyberKnife® a Villa Ulivella e Glicini

Santa Chiara. “Dal 1998 il Centro ha iniziato i trattamenti stereotassici per lesioni encefaliche e dal 2002, primo in Italia, ha cominciato ad applicare i trattamenti stereotassici anche in sedi extracraniche – prosegue – dal 2005 è stata implementata una nuova macchina radioterapica con avanzate tecniche di visualizzazione

della sede della neoplasia da trattare, di ricostruzione tridimensionale durante il trattamento del set-up del paziente e di correzione dell’internal margin del paziente, grazie a tecniche IGRT (Imaged Guided Radiotherapy). Con questa macchina, dal 2006 ad oggi, abbiamo trattato oltre 750 pazienti con trattamenti di

stereotassi, sia in sedi craniche che extra-craniche”. I primi trattamenti fatti a Firenze hanno riguardato cinque pazienti: tra questi, due con recidiva di lesione neoplastica cerebrale già operata e irradiata e altri due con recidiva in sede vertebrale di neoplasia già precedentemente irradiata con tecnica tradizionale.

FOCUS/2 1110735

È nato il primo gruppo Avis di donatori islamici

Sangue, le donazioni crescono Ma non sono mai abbastanza

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iciamo pure che è sempre il momento giusto per donare il sangue, anche se ancora non siamo nel periodo estivo, tradizionalmente contrassegnato dal bollino rosso e da ripetuti appelli alle donazioni. I gruppi più “richiesti” (in quanto più rari) restano tendenzialmente i negativi. Ma i dati fanno ben sperare, e parlano di un incremento dei donatori: in Toscana nel 2009 sono aumentati soci e donazioni. Rispetto al 2008 c’è stato un incremento del 4.8 per cento, con 7.558 nuovi soci, il valore più alto degli ultimi 10 anni, con una netta prevalenza di giovani tra i 18 e i 35 anni (57 per cento). Le donazioni Avis sono cresciute su tutto il territorio regionale, con alcuni picchi. Tra le province più virtuose c’è quella empolese (+9.8 per cento), seguita da Pistoia e Livorno (rispettivamente +7.8 e +7.3 per cento). Firenze rientra invece nella fascia mezzana, con un aumento contenuto: in totale nel 2009 ci sono state

10.772 donazioni. Ma proprio dal capoluogo è partita un’iniziativa decisamente innovativa: è nato il primo gruppo di donatori Avis della Comunità Islamica di Firenze e Toscana. Si è trattato della prima iniziativa del genere a livello nazionale, nata dall’impulso di alcuni donatori “avisini” di Firenze appartenenti alla comunità islamica, che hanno deciso di costituirsi in associazione e di aderire all’Avis fiorentina. L’associazione, che all’attivo ha già 30 tra uomini e donne, ha adottato in toto lo statuto dell’Avis ed è aperta a tutti. “Per la prima volta - spiega Luciano Franchi, presidente di Avis Toscana - assistiamo alla nascita di un gruppo organizzato di donatori periodici dove i membri di una comunità diventano promotori della loro stessa integrazione, compiendo un gesto di altruismo e solidarietà verso la comunità nella quale hanno deciso di vivere e /B.S. lavorare“.


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inchiesta

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ZOOM/1. Parla Salvatore Calleri, presidente della fondazione Antonino Caponnetto

“La Toscana, così ricca, fa gola alla mafia” FOCUS

Tra i campanelli d’allarme ci sono

Sulla vicenda restano ombre

Georgofili, una ferita che brucia ancora

alcuni passaggi di proprietà di alberghi

I

e agriturismi, accertati tentativi di inserirsi negli appalti e movimenti sospetti di capitali Luca Serranò

“L

a mafia c’è e fa buoni affari. Fortuna che il nostro territorio ha gli anticorpi necessari”. Salvatore Calleri, presidente della fondazione Antonino Caponnetto, si mostra cautamente ottimista sulla battaglia che le nostre amministrazioni stanno conducendo contro Cosa Nostra e le altre organizzazioni criminali. “E’ fondamentale studiare e analizzare il fenomeno - continua Calleri, già fedele collaboratore del giudice siciliano che a Firenze trovò seconda casa - altrimenti rischiamo serie e incontrovertibili infiltrazioni nel nostro tessuto economico”. E’ dal 2003 che la fondazione monitora i movimenti sospetti di persone e capitali nel nostro territorio. Un’attività che dovrebbe consolidarsi con la nascita di un osservatorio antimafia in collaborazione con la Provincia di Firenze, uno strumento istituzionale volto a contrastare le mire espansionistiche della criminalità organizzata. “Cosa Nostra, ‘ndrangheta, camorra. Mafie straniere. La Toscana è una terra ricca e fa gola a tanti. Anche per questo continuiamo i nostri incontri nelle scuole - spiega ancora Salvatore Calleri - è importante che le nuove generazioni conoscano i lati oscuri di questa società”. Nel rapporto 2009, la fondazione (che ha come presidente onorario Elisabetta Caponnetto, vedova del magistrato) sottolinea infatti l’incombenza della malavita sulle zone più floride della regione e della provincia, evidenziando in particolare i molti passaggi di proprietà che hanno interessato alberghi e agriturismi. Si parla, tra le altre

cose, di donne russe che alloggiano in alberghi di media levatura sospettate di essere le teste di ponte della criminalità dell’est in vista di massicci investimenti immobiliari. “Per fortuna dalle nostre parti la mafia non ha il controllo del territorio - prosegue Calleri - un elemento che contraddistingue le aree più colpite. Ma i segnali negativi non mancano, come gli accertati tentativi di inserirsi negli appalti e alcuni movimenti di capitali che fanno pensare al riciclaggio”. Nel frattempo, a livello nazionale, continua la “moria” di latitanti più o meno eccellenti: “Credo che il ministro Maroni stia lavorando molto bene, è un periodo di grande efficacia nella lotta alla mafia”. Una lotta che dovrà per forza di cose af-

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finarsi sempre più, seguendo se non anticipando la trasformazione in senso intellettuale delle elite criminali. “Quel che abbiamo sotto gli occhi è davvero interessante - commenta Calleri - gli ultimi arresti dimostrano che le mafie dei colletti bianchi sono ormai una realtà consolidata. Occorre vigilare”. Nella speranza che le scelte di uomini come Antonino Caponnetto facciano da stella polare all’azione di governo, magistratura e forze di polizia. “Decise di occuparsi di mafia dopo la morte di Rocco Chinnici - ricorda Salvatore Calleri - ormai anziano, mise anima e corpo in questa battaglia di civiltà. È soprattutto grazie a lui che arrivarono le prime condanne definitive ad appartenenti a Cosa Nostra”.

l ventisette maggio la strage dei Georgofili “compirà” 17 anni. Una ferita ancora aperta nel cuore della città, il primo autentico attacco frontale alla democrazia nella Firenze post-fascista. L’autobomba (una Fiat Fiorino imbottita con 250 chili di esplosivo) sistemata ai piedi della Torre dei Pulci costò infatti la vita all’intera famiglia Nencioni (moglie, marito e i due figli) e allo studente di architettura Dario Capolicchio. Incalcolabili, poi, i danni al patrimonio artistico, con la storica accademia dei Georgofili sventrata dalla deflagrazione. Un attentato su cui restano molte zone d’ombra, nonostante gli ultimi sviluppi dell’inchiesta suggeriscano nuovi, più inquietanti, scenari. Lo scorso 17 marzo, dopo oltre due anni di lavoro, gli uomini della Dia di Firenze hanno notificato in carcere un’ordinanza di arresto a Francesco Tagliavia, mafioso già condannato per l’omicidio Borsellino e ora accusato d’aver messo a disposizione i suoi uomini per le stragi di Roma, Milano e Firenze. Le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, il pentito che nel processo a Marcello Dell’Utri ha chiamato direttamente in causa il Presidente del Consiglio, stanno dunque indirizzando il lavoro dei magistrati fiorentini. Sarà la strada giusta? In attesa di conoscere le sorti processuali di Francesco Tagliavia, gli autori accertati della campagna stragista continuano nel frattempo a riempire le pagine dei giornali. I fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, Giovanni Brusca, Matteo Messina Denaro, Bernando Provenzano, Salvatore Riina, Vittorio Tutino e Leoluca Bagarella. Nomi eccellenti della mala siciliana che ha marchiato col sangue il passaggio dalla prima alla seconda repubblica. E che una notte di maggio, senza batter ciglio, ha colpito a freddo il /L.S. cuore di Firenze.

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ZOOM/2. L’ex procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna fa il punto sulla situazione locale

“Cosa Nostra? Agisce in silenzio ma c’è” Dalle nostre parti le cose vanno comunque meglio che altrove: “Ci salva la mancanza di collusioni politico-amministrative, ma occorre tener conto dell’espansività di ogni fenomeno mafioso” Luca Serranò

“A

ppalti, riciclaggio, prostituzione. Le mafie s’infiltrano in ogni crepa della nostra società. Mai abbassare la guardia”. L’ex procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna, da qualche tempo consulente del Comune in materia di sicurezza, punta il dito contro le zone d’ombra che silenziosamente s’addensano sul nostro territorio. “Anche se le istituzioni locali hanno fatto una grande opera di analisi e prevenzione – spiega – la criminalità organizzata ha messo radici già da tempo. I Casalesi, per esempio, a metà degli anni Ottanta fecero ottimi affari con investimenti nel settore agricolo e niente esclude che abbiano ancor oggi interessi nella zona”. Se le province di Lucca e Pistoia sono state “colpite” dall’avanzata camorrista, la ‘ndrangheta ha scelto le coste della Versilia per praticare prestiti a tassi di usura ed estorsioni. Nell’hinterland fiorentino, poi, ci sono anche le mafie straniere a tessere la propria ragnatela criminale, attraverso il racket della prostituzione e, in minor misura, lo spaccio di stupefacenti. “Ma Cosa Nostra non è da meno – racconta Pier Luigi Vigna – agisce in silenzio ma c’è”. Nonostante la Toscana se la passi meglio rispetto alle altre regioni del centro-nord, e all’Emilia Romagna in particolare, anche il nostro territorio rappresenta dunque un boccone appetitoso per le varie declinazioni della malavita organizzata. “Ci salva la mancanza di collusioni politico-amministrative – spiega – ma occorre tener conto dell’espansività connaturata ad ogni

fenomeno mafioso. Oggi che la criminalità ha assunto un profilo globale, all’attività di prevenzione deve accompagnarsi una forte azione di contrasto”. L’ex procuratore nazionale antimafia invita dunque a non sottovalutare i segnali negativi e, in particolare, a non commettere gli sbagli del passato. “Un danno di cui paghiamo ancor oggi il prezzo è quello provocato dal vecchio istituto dei confini – dice – si credeva che strappando i boss dal loro ambiente se ne potesse sterilizzare la carica eversiva. Errore grave. In molti presero il potere con la forza nelle piccole comunità che li ospitavano”. Un fenomeno che inquinò la vita democratica di molti comuni toscani, e che complicò la vita ai molti magistrati che se ne occu-

Nell’hinterland fiorentino ci sono anche le mafie straniere a tessere la propria ragnatela parono. “La lotta alla mafia è cambiata con l’arrivo di Antonino Caponnetto – racconta Vigna – un uomo di grande cultura giuridica e senso civico. Ricordo quando durante l’inchiesta sull’alluvione del ‘66 lo andavo a trovare tutte le sere in ospedale. Seguiva le indagini anche da ricoverato e s’informava su tutto. Alla procura di Firenze – conclude – era un punto di riferimento essenziale”.

Pier Luigi Vigna


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speciale

L’INIZIATIVA. Va avanti l’impegno de Il Reporter a fianco della Fondazione Francesca Rava Onlus

Emergenza Haiti, anche i Vip si mobilitano

Un piccolo haitiano ospite dell’ospedale pediatrico N.P.H. Saint Damien della Fondazione Rava

S

ono quattro, ormai, i mesi trascorsi dal terremoto che il 12 gennaio scorso ha devastato Haiti. Mesi che sull’isola caraibica, in uno dei Paesi più poveri della Terra – e uno degli ultimi nel ranking mondiale per quanto riguarda le condizioni dell’infanzia – sono trascorsi tra continue emergenze, nel tentativo di riportare la situazione alla normalità, una “normalità” già molto difficile prima del violentissimo sisma. Tra coloro che da subito si sono rimboccati le maniche e si son messi al lavoro c’è la Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Onlus, già operativa ad Haiti da 22 anni, che non ha perso tempo nell’affrontare l’emergenza. Perché di tempo, tra persone rimaste senza casa, cibo, acqua e assistenza medica, bambini mutilati o rimasti orfani, non ce n’era da perdere. Così, dal momento del terremoto, la Fondazione non ha mai smesso di inviare medici, infermieri specializzati e fisioterapisti volontari al Saint Damien, l’ospedale pediatrico che assiste 25mila bambini l’anno. Tra i tanti drammi con cui la popolazione si è trovata a dover fare i conti, uno dei più tremendi è stato senz’altro quello dei piccoli rimasti senza gambe, braccia o mani a causa del terremoto: ma 80 di loro, grazie al programma di applicazione di protesi temporanee iniziato alla Casa dei Piccoli Angeli, sono ora di nuovo in grado di camminare. E tra i nuovi progetti della Fondazione c’è quello della costruzione di una nuova ala della Casa dei Piccoli Angeli, che sarà interamente dedicata ai bambini amputati, che avranno continua necessità di assistenza, con una fab-

Quattro mesi dopo il terremoto che ha devastato l’isola, la popolazione continua ad aver bisogno di aiuto. Appelli da personaggi come Fiorello e Martina Colombari, e anche Hollywood ha mostrato il suo volto migliore: tanti gli attori giunti sul posto brica per produrre in loco le protesi. Nell’ottica del ritorno alla normalità, poi, l’obiettivo – per cui sull’isola si è già al lavoro – è quello della ricostruzione, al più presto, delle scuole crollate, oltre alla realizzazione di nuove. Perché qui, anche prima del sisma, le 18 scuole di strada N.P.H. non servivano soltanto a fornire istruzione a circa seimila bambini dai 2 ai 16 anni nei quartieri più degradati di Port au Prince, ma anche (e soprattutto) ad assicurare loro cibo, acqua, cure mediche e vaccinazioni, oltre a proteggerli da droga, prostituzione e malavita. E in quattro di queste strutture l’attività scolastica è ripresa all’inizio di aprile. Tra i nuovi progetti, inoltre, ci sono la costruzione di un nuovo ospedale per adulti, di una casa per bambini disabili e di due orfanotrofi. Progetti importanti, per cui la Fondazione ha bisogno dell’aiuto di tutti. E che hanno spinto personaggi famosi come Martina Colombari, Andrea Bocelli, Paola Turci e Fiorello a lanciare appelli e realizzare spot per aiutare la Fondazione Francesca Rava. Ma non solo, perché anche Hollywood, per l’occasione, ha mostrato il suo volto migliore, con diversi aiuti e con l’arrivo sull’isola di Paul Haggis, Sean Penn, Demi Moore, Susan Sarandon, Ben Stiller e altri ancora. Perché tutti – attori famosi o semplici cittadini – sono chiamati a dare il proprio contributo: ad Haiti, infatti, l’emergenza continua.


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politica

Maggio 2010

REGIONE/1. È la giunta più “rosa” della storia, con cinque esponenti del gentil sesso ai posti di comando

Dieci in squadra, con Rossi capitano Tre assessori confermati (Bramerini,

rini, che mantiene saldamente il comando dell’Ambiente. Altro volto noto quello di Gianfranco Simoncini, che non dovrà fare altro che riprendere il filo del discorso su lavoro e istruzione. Di nuovo, invece, c’è Luca Ceccobao, primo cittadino di Chiusi, dove è stato rieletto al secondo mandato con una percentuale a dir poco schiacciante, superiore al 78%. Quarantenne, dipendente delle Ferrovie, vanta una certa esperienza in ambito di trasporti e un discreto curriculum in fatto di battaglie su questo tema. Va da sé che sia stato scelto per l’assessorato a Infrastrutture e trasporti, uno dei più scottanti. L’ottima performance elettorale regala all’Idv ben due poltrone in Giunta. E tra le più ambite. L’urbanistica tocca in sorte ad Anna Marson, che ha ricoperto lo stesso incarico per la Provincia di Venezia, dove insegna all’università; mentre cultura e turismo finiscono nelle mani di Cristina Scaletti, già nota come assessore all’ambiente in Palazzo Vecchio. Un assessorato tocca infine anche alla Federazione di sinistra (Rfc, Pdci) con Salvatore Allocca, altro grossetano della squadra. Rifondarolo, prende le redini di Welfare e casa. Pronta la squadra, non resta che uscire dallo spogliatoio e affrontare le prime sfide.

Salvadori e Simoncini), un tecnico alla sanità e una docente veneta all’urbanistica. Il Pd porta a casa cinque deleghe, l’Idv due e la Federazione di Sinistra una Paola Ferri

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ossi c’è, la squadra pure. A scendere in campo a questo giro sono in dieci, una Giunta più agile rispetto allo scorso mandato e per metà composta da donne, il che compensa almeno in parte la scarna rappresentanza femminile in Consiglio regionale. “E’ la Giunta più ‘rosa’ della storia”, sottolinea lo stesso neopresidente. Tre gli assessori confermati rispetto alla scorsa legislatura, qualche volto noto e un paio di sorprese nella formazione che guiderà Palazzo Panciatichi per i prossimi cinque anni. Se appariva quasi scontata la nomina di Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi a cui è toccato in sorte il Bilancio, la vera sorpresa è stata la scelta dell’erede di Rossi alla Sanità. E’ Daniela Scaramuccia, 37 anni, una laurea in Ingegneria nucleare e un passato da manager alla Mckinsey, società di controllo e gestione delle aziende. Un tecnico, dunque, esterno al mondo partitico, così come era stato preannunciato dal neopresidente. Il Pd invece porta a casa cinque deleghe, a partire dalla new entry Stella Targetti, selezionata come vicepresidente della Regione già in corso di campagna elettorale. Figlia di Paolo Targetti, big dell’imprenditoria fiorentina recentemente venuto a mancare, la nuova vicepresidente è una donna d’impresa, ma anche una mamma di due bambini. A lei toccherà gestire Università e scuola. Ripescato invece dalla scorsa Giunta Gianni Salvadori, unico rappresentante del Pd fiorentino, che passa dalle Politiche sociali all’Agricoltura. Confermata anche la grossetana Anna Rita Brame-

Enrico Rossi, presidente della Regione

IL CONSIGLIO CHE SARÀ Età media oltre i 49 anni, diversi fiorentini tra le new entry. E c’è anche un italobrasiliano

Molti uomini, poche donne. E una decina di poltrone in meno Molti uomini, poche donne, un’età media che si aggira attorno ai 49 anni. Ecco come si presenta a grandi linee il nuovo Consiglio regionale. Ma partiamo dalle basi. A succedere a Riccardo Nencini sulla poltrona di presidente dell’assemblea è Alberto Monaci (Pd), eletto a maggioranza quasi assoluta (52 voti) alla prima riunione. Sessantanove primavere sulle spalle, è anche il più anziano del gruppo. Lo scettro del più giovane invece lo detiene Matteo Tortolini (Pd), classe 1977, in vantaggio di qualche mese su Giovanni Donzelli (Pdl). Solo cinque le donne elette, di

cui una, Monica Faenzi, ha già ceduto il posto a un altro uomo, l’avvocato aretino Dario Locci, una new entry a Palazzo Panciatichi. Per quanto riguarda la provenienza dei neoeletti Firenze batte Lucca 7 a 4, anche se andando a scavare negli alberi genealogici si svelano storie addirittura intercontinentali. Padre brasiliano e madre pistoiese per il leghista Antonio Gambetta Vianna, che ha vissuto a Rio de Janeiro fino alla maggiore età. Ha origini per metà statunitensi, invece, Marco Taradash (Pdl). Sono in tanti coloro che vantano un passato nelle amministrazioni locali. Se Giuliano

Fedeli e Alessia Ballini hanno abbandonato i loro incarichi da assessore in Provincia, rispettivamente a Pari opportunità e sport e Trasporti e infrastrutture, per seguire la strada in Regione, Paolo Bambagioni, prima di diventare presidente della Mukki, è stato sindaco di Lastra a Signa, mentre Francesco Bosi è tuttora primo cittadino di Rio Marina, in quel dell’Elba. Insomma le competenze non mancano nel gruppo, folto, seppur ridimensionato di una decina di consiglieri rispetto alla scorsa legislatura. Meno poltro/P.F. ne (55 anziché 65), meno spese. È già un buon inizio.

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politica

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REGIONE/2. Giovanni Donzelli “trasloca” a Palazzo Panciatichi REGIONE/3. Cristina Scaletti, assessore

“Renzi non tiri un sospiro di sollievo. “Cultura e turismo Continuerò a vigilare sul Comune” in sinergia per ripartire” U

Francesca Puliti

na carriera fulminante quella di Cristina Scaletti, astro nascente dell’Italia dei Valori. Da assessore all’ambiente in Palazzo Vecchio ad assessore a cultura e turismo in Palazzo Panciatichi in meno di un anno. I fiorentini hanno cominciato a conoscerla la scorsa primavera, quando in città hanno fatto la loro comparsa i suoi manifesti, conditi da uno slogan piuttosto insolito per elezioni comunali, che riprendeva il suo impegno, come medico, nella battaglia alle malattie rare. Adesso però, di fronte a questa nuova sfida in Regione, il medico Scaletti non nasconde una forte emozione. Assessore, le è dispiaciuto lasciare l’incarico in Comune? Naturalmente mi è dispiaciuto molto abbandonare un percorso

D

alla notte di “occupazione” del Salone dei Duecento allo sganassone preso da un commerciante che accusava di vendita illegale di canapa, fino alla battaglia per lo scandalo Quadra: di battaglie ne ha lanciate e portate avanti tante Giovanni Donzelli, dagli scranni del Consiglio comunale. Cresciuto nel Fuan e poi passato ad An, dopo quasi sei anni passati in Palazzo Vecchio si apre adesso per lui la nuova avventura in Regione, ma è normale che un po’ di nostalgia rimanga. Le dispiace lasciare il Comune? Assolutamente sì, anche se sono molto soddisfatto per essere stato eletto in Consiglio regionale. Avrei potuto mantenere entrambi i ruoli, la legge lo permette, ma per correttezza e coerenza con ciò che ho sempre detto ho scelto di lasciare l’incarico a Palazzo Vecchio. A chi lascia lo scettro delle interrogazioni e delle sue battaglie in Consiglio comunale? Ognuno ha il suo stile di condurre l’opposizione, i consiglieri sono tutti competenti, ma è la squadra che fa la differenza. In Regione è stato eletto con i voti della circoscrizione pisana: continuerà ad occuparsi delle vicende fiorentine? Certo, Firenze è la città dove sono nato e cresciuto. Continuo a incontrare le persone che abitano nelle case popolari di via Accademia del Cimento, a interessarmi delle questioni urbanistiche cittadine, a dare ascolto agli operai della Seves. Porterò avanti gli interessi di tutta la regione, con un occhio di riguardo per il territorio dove sono stato eletto, ma Palazzo Panciatichi non è lontano da Palazzo Vecchio. Quali questioni lascia in sospeso? Purtroppo sono tante, a partire da quella della gestione ur-

Mi batterò prima di tutto per cambiare i criteri di assegnazione delle case popolari banistica, fino alla vicenda della Quadra e al destino del Multiplex di Novoli. Non solo, proprio adesso il sindaco ha riaperto il percorso del Piano strutturale e, avendo fatto fermamente opposizione all’approvazione del precedente documento, mi sarebbe piaciuto seguire il procedimento da vicino per vedere che cosa effettivamente Renzi ha intenzione di cambiare. Il mio timore è che si tratti nuovamente di un annuncio vuoto, di quelli che non portano a niente di concreto. Continuerà a monitorare su questo? Sì, Renzi non può tirare un sospiro di sollievo, perché con-

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tinuerò a stargli con il fiato sul collo. Tante scelte cittadine passano attraverso decisioni regionali, basti pensare alla possibilità di costruire nuovi centri commerciali, ambito che riguarda da vicino la realizzazione della tanto sospirata Cittadella viola. Per cosa si batterà in Regione? Innanzitutto per la modifica del criterio di attribuzione del punteggio per l’assegnazione delle case popolari. Al momento non è previsto nessun vantaggio per chi è in lista d’attesa da più tempo, non viene valutata la storicità della richiesta. Così capita che alcune famiglie passino la vita ai primi posti della graduatoria senza però riuscire a ottenere un alloggio, poiché ogni volta vengono sorpassati da qualcuno che ha una situazione peggiore. Anche l’anzianità della richiesta dovrebbe costituire punteggio, si tratta di un criterio basilare, eppure non contemplato. A proposito di case popolari, cosa ne pensa della proposta formulata da Enrico Rossi secondo la quale gli stranieri potranno accedere alle graduatorie soltanto dopo cinque anni di residenza in Toscana? Sono d’accordo, ma Rossi dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso e con il proprio partito. Ricordiamoci che nella scorsa legislatura regionale è stata approvata una legge secondo la quale anche gli extracomunitari clandestini hanno gli stessi diritti degli italiani, il che mi sembra in contraddizione con questa proposta.

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Questa delega rende merito al risultato elettorale dell’Italia dei Valori che avevo intrapreso con entusiasmo e a cui mi ero appassionata. Ma sono molto soddisfatta per questa nuova sfida, sia personalmente che a livello di partito. Si tratta di una delega di spessore, soprattutto in una regione come la nostra, che vanta un patrimonio tanto ricco. Questo incarico, assieme all’assessorato all’urbanistica, rende merito a un risultato elettorale di tutto rispetto. E lo intraprendo con grande umiltà. Se dovesse fare un bilancio di questo anno a Palazzo Vecchio? E’ stata dura, una bellissima esperienza non priva di ostacoli. Il mio approccio è sempre stato

Cristina Scaletti

quello di fare in modo che a ogni problema corrispondesse una soluzione concreta, ma non è certo stato facile. Un esempio per tutti il piano antismog, per cui mi sono battuta incontrando notevoli difficoltà. Rimango convinta che per Firenze sia indispensabile formulare una strategia strutturata, anziché prendere provvedimenti legati alle singole emergenze. Quale sarà il primo impegno in ambito culturale? La nostra regione può contare su un’enorme eredità culturale, la vera sfida è quella di non sedersi sugli allori, ma saperla traghettare nel presente e nel futuro. E c’è molto da lavorare su questo piano. A partire proprio da una sinergia con il settore del turismo. Come si rilancia il turismo in un periodo di crisi come questo? Quello che manca è coordinamento e programmazione in questo settore. E’ su questo che lavoreremo. Molto si può e si deve fare anche in ambito di infrastrutture per rendere la Toscana più attraente e accessibile, a prova di turista, ma anche e so/F.P. prattutto di toscano.

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attualità

Maggio 2010

IL DATO. Calano i reati e la percezione di pericolo da parte dei cittadini del granducato

I fiorentini si sentono più sicuri I numeri parlano chiaro: sono aumentati solo i furti in abitazione, e per questo sono state prese misure d’accordo con gli amministratori di condominio Giuditta Boeti

P

er qualcuno è un grande bluff creato dai mass media. Per altri è uno dei problemi più reali del nostro tempo. La paura di aggressioni o rapine e la relativa percezione della sicurezza sociale oscillano drasticamente, tra atteggiamenti di psicosi collettiva e una certa serenità nel rincasare da soli (o da sole) tardi la sera. E Firenze, in questa logica, non fa eccezione. Dati alla mano, pare che i fiorentini in questo momento si sentano più sicuri rispetto a qualche anno fa. “A un calo complessivo dei reati dell’1,2 per cento nel raffronto tra il 2008 e il 2009 – spiega il prefetto Andrea De Martino – è corrisposta una crescita significativa del senso di sicurezza dei cittadini: nel 2002 erano il 74,6 per cento i toscani che uscivano di casa la sera senza timore, oggi questa percentuale è salita all’82,1”. Da un quadro più generale sulla criminalità in Toscana i dati indicano una confortante flessione di tutti i reati tranne i furti in abitazione, che risultano in crescita: +10,8 per cento rispetto al 2008, con un aumento del 17,8 per cento di arresti e denunce. Non a caso, per fronteggiare il fenomeno, oltre al potenziamento dell’attività di prevenzione e di investigazione, è stata avviata per la prima volta un’inedita forma di collaborazione con le associazioni degli amministratori di condominio per sensibilizzare gli inquilini ad adottare piccole cautele per proteggere meglio il proprio appartamento. Più in generale, sono state quattro le aree di intervento, individuate nel 2009 come prioritarie: spaccio di stupefacenti, criminalità economica, reati contro il patrimonio e i nuovi reati come stalking e alloggio a clandestini. Ma per quelli che “la sicurezza non è mai troppa” ecco che arriva una nuova figura: l’addetto ai controlli negli esercizi pubblici e nei luoghi di intrattenimento, che avrà compiti di assistenza alla clientela e anche di osservazione per segnalare alle forze di polizia comportamenti che possono

essere premonitori di reati. Una sorta di evoluzione del “buttafuori” che dovrà seguire uno speciale corso di formazione di 90 giorni promosso dalla Regione Toscana e poi iscriversi in un registro tenuto dalla prefettura. E per chi continua a non sentirsi sicuro, in città arrivano rinforzi nel sistema di videosorveglianza con sette nuove telecamere. Gli occhi elettronici saranno collocati in via Palazzuolo e a San Bartolo a Cintoia, attraverso un progetto del Comune di Firenze dell’importo di 150mila euro, finanziato dal ministero dell’Interno.

Uno scorcio di via Palazzuolo

LA NOVITÀ. Partita (con successo) la sperimentazione in alcune aree di sosta cittadine

Bus gratis per chi lascia l’auto nel parcheggio L

asci l’auto al parcheggio e sali gratis sul bus. È l’ultima trovata in casa Ataf a sostegno di una mobilità ‘sostenibile’. Grazie ad un accordo stipulato tra l’azienda di trasporto pubblico e Firenze Parcheggi è possibile posteggiare la macchina e viaggiare sull’autobus con un solo biglietto. Il funzionamento è semplice: i fiorentini che lasciano la macchina nei parcheggi Alberti, Pieraccini, Oltrarno, Fortezza Fiera, Porta al Prato, Parterre, Sant’Ambrogio, binario 16 di Santa Maria Novella, Europa e Beccaria gestiti da Firenze Parcheggi, si sposteranno gratis sui bus della rete metropolitana Ataf e sulla tramvia per un’ora e mezzo. Infatti, basta portarsi dietro il biglietto emesso dalle macchinette dei parcheggi per prendere il bus: il tagliando sarà valido 90 minuti dall’emissione e sostituirà a tutti gli effetti il titolo di viaggio Ataf (a richiesta, dovrà essere esibito al controllore). L’idea nasce dalla volontà (ma anche dall’esigenza) di liberare le strade cittadine dal traffico privato, integrando il sistema della sosta con la rete del trasporto pub-

blico. La formula “park più bus” è una novità assoluta per Firenze ed avrà la durata sperimentale di tre mesi (il progetto è partito ad aprile). Dopo la fase iniziale (che sta riscuotendo molto successo), si valuterà la possibilità di estendere l’iniziativa ad altri parcheggi e di offrire anche l’opportunità di abbonamenti integrati sosta e bus. Ma è partita anche un’altra novità: ogni giorno dal parcheggio di piazza Alberti c’è una navetta Ataf, gratuita per gli abbonati del parcheggio, che va alla struttura di Montedomini di via Malcontenti con una sola fermata intermedia alla Biblioteca Nazionale, per garantire un collegamento rapido con due punti di attrazione importanti per la città. E nel frattempo funzionano a pieno regime i display luminosi posti ai varchi ztl di via Romana, piazza Tasso, Borgo San Frediano e Corso dei Tintori. Ogni giorno, alle 19.30, scatta la luce verde che segnala agli automobilisti la possibilità di entrare “impunemente” nelle zone che di giorno sono invece off/G.B. limits

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progetti

Maggio 2010

IL CASO. Ancora dubbi sulle sorti della storica struttura di Corso Italia e su quelle del nuovo Auditorium

Teatro Comunale, il finale è a sorpresa

Il Teatro Comunale di corso Italia

LA KERMESSE. Dovrebbe partire a fine settembre La questione è aperta su due fronti: la vendita del vecchio edificio e la costruzione del Parco della Musica. Sul primo si era già registrata una battuta d’arresto con il bando di gara andato deserto, sul secondo pesano gli ultimi eventi giudiziari

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Serena Wiedenstritt

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a faccenda è di quelle che agitano gli animi. In consiglio comunale, dove si sprecano le domande di attualità, ma soprattutto in città. Sulle sorti del Teatro Comunale si incrociano interventi e pareri, specialmente da quando, a inizio febbraio, è giunta la notizia degli arresti della procura fiorentina che hanno riguardato anche le vicende della progettazione e costruzione del nuovo auditorium fiorentino. La questione infatti è aperta su due fronti, la vendita del vecchio e la costruzione del nuovo. Sulla prima si era già registrata una battuta d’arresto a fine 2009, quando era andato deserto il primo bando di gara per la vendita all’asta del Teatro Comunale. Ora si attendono sviluppi. Sul nuovo, il progetto era stato presentato a fine gennaio 2009, in concomitanza con la posa della prima pietra e alla presenza delle autorità cittadine e nazionali. Il nuovo teatro comunale, che si chiamerà Auditorium Parco della Musica e della Cultura di Firenze, era stato definito “un segno di fiducia e una sfida: un segno della tradizione che continua, in una città che ha inventato tanta parte dell’opera e della musica classica, ma anche un segno di modernità e di contemporaneità, nelle forme architettoniche e per la produzione di qualità che la nuova casa potrà accogliere”. Alla cerimonia era stata annunciata la data di inaugurazione, che scade fra meno di un anno: il 28 aprile 2011, 149 anni dopo l’inaugurazione del “vecchio” Teatro Comunale, emblema dell’importanza dell’attività culturale nella città che si apprestava a divenire per qualche anno capitale nazionale, e soprattutto 150 anni dopo l’Unità d’Italia. Erano state illustrate anche le caratteristiche tecniche della nuova struttura: due sale da 1.800 e 1.100 posti e una cavea a copertura capace di contenere 2.600 spettatori, una torre scenica alta 35 metri, grandi volumi rivestiti all’esterno di pietra serena, un insieme di servizi, piazze, terrazze e dehors progettati dall’architetto Paolo Desideri. Sembrava così

Alla scoperta del centro Nasce “Firenze Insolita”

già decretata la fine del teatro di Corso Italia, con il pensionamento della struttura che aveva avuto origine dal Politeama fiorentino, progettato nel 1862 da Telemaco Bonaiuti e che al momento conta i duemila posti del teatro più i 600 del ridotto. Il palcoscenico che ha ospitato i più grandi nomi del panorama musicale e teatrale mondiale sembrava essere quest’anno alla sua ultima stagione. Ma il condizionale è d’obbligo alla luce degli ultimi avvenimenti giudiziari, che hanno riguardato da vicino le fasi delle aggiudicazioni dell’appalto e della costituzione del progetto. Del resto, in questo caso gli attori in gioco sono quelli nazionali, considerato che gara, appalto e lavori sono tutti di esclusiva competenza della missione per il 150°anniversario dell’Unità di Italia di cui si occupa la Presidenza del Consiglio dei Ministri (con la gestione di Angelo Balducci, al momento detenuto). E,

La data di inaugurazione annunciata da tempo sarebbe il 28 aprile 2011 in concomitanza con le ultime vicende legali riguardanti le grandi opere, era arrivata la sentenza del Tar del Lazio che dava ragione al secondo arrivato alla gara d’appalto e condannava la struttura di missione per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia presso la Presidenza del Consiglio, pur non fermando i lavori, a risarcire l’impresa ricorrente. La somma del risarcimento va così ad aggiungersi alle ingenti spese per la costruzione della struttura, che in parte dovevano essere ripagate dalla vendita del vecchio teatro. Il dubbio su dove si terrà la prossima stagione del Maggio Fiorentino, e su dove Firenze potrà celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, resta.

i chiamerà “Firenze Insolita” e potrebbe portare una ventata d’aria fresca nel centro della città. Grazie al tavolo permanente del turismo messo in piedi dal Quartiere, in cui sono confluite le proposte di associazioni di categoria e semplici cittadini, anche il centro storico avrà infatti il suo “genio fiorentino”. Una serie di iniziative a tema che dovrebbero partire a fine settembre per concludersi a dicembre, tutte ispirate dalla volontà di far uscire allo scoperto le perle più nascoste della zona. Ecco allora il “Tour dei vinaini”, un percorso cultural-gastronomico che unirà vecchi mercati e antiche mescite, o il “Tour dei teatri chiusi”, una visita guidata in nove teatri (tra cui il compianto Niccolini) non più in attività. “L’obiettivo è quello di rivitalizzare il quartiere 1 con le risorse che abbiamo a disposizione - spiega Roberto Nativi, presidente della Commissione sviluppo economico e turismo nonché ideatore della manifestazione - è importante che i fiorentini tornino in strada e si riapproprino di questa parte di città. Siamo aperti a proposte e suggerimenti”. Qualcosa si muove, dunque, tra le strette vie del centro storico. Entro fine mese dovrebbe essere pronto il progetto definitivo, che a meno di stravolgimenti dell’ultima ora comprenderà anche il ripristino di due antiche feste patronali: San Simone e Giuda (la festa dei “buzzurri”, i venditori di

castagne che scendevano per l’occasione dalle colline) il 23 o il 24 ottobre, e quella di Sant’Ambrogio il 7 dicembre. Altra iniziativa in programma è la mappatura dell’“artigianato insolito”, con tanto di visite guidate in botteghe e laboratori poco conosciuti ma di accertata qualità. In proposito, particolare attenzione sarà riservata ai bambini e agli immigrati, in linea con i principi ispiratori della manifestazione. Non dovrebbe mancare, inoltre, anche un tour nei quattro “quartieri” storici del centro, allargando così il ventaglio di offerte di questa sorta di Genio fiorentino in miniatura. “Firenze Insolita”, è bene ricordarlo, sarà quasi a costo zero per le casse del Quartiere 1, che si limi-

Tra le idee il tour dei vinaini e quello dei teatri chiusi terà a pubblicizzare, promuovere e coordinare le singole iniziative. In caso di successo, l’esperienza potrebbe essere replicata anche l’anno prossimo e, chissà, diventare un appuntamento fisso sia per i turisti più inclini alla cultura che per i fiorentini più curiosi, desiderosi di riappropiarsi del centro di Firenze e di scoprirne alcune delle realtà più /L.S. nascoste.


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l’appuntamento

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IL FESTIVAL. Prima edizione della manifestazione che porta in città il top del made in Italy

Gelato? Qui ce n’è per tutti i gusti Barbara Biondi

Dal 28 al 31 maggio le più belle piazze fiorentine si trasformeranno,

I

per l’occasione, in “villaggi” a tema. In arrivo i migliori maestri gelatai

più fedeli alla tradizione sostengono che è proprio tra le mura della città del giglio che è nata una delle specialità made in Italy più amate nei cinque continenti. E in effetti, in quanto a gelato i fiorentini hanno talento da vendere, a cominciare da Bernardo Buontalenti, famosissimo scultore, nonché artefice dell’ice cream. Per non perdere l’occasione di far divertire fiorentini e gente di passaggio, nasce il “Firenze Gelato Festival” in programma dal 28 al 31 maggio nelle più belle piazze fiorentine. L’idea è quella di trasformare la città del giglio in un parco tematico che accompagni i visitatori in location spettacolari per scoprire i segreti del gelato in tutte le sue forme. Piazza Santissima Annunziata sarà trasformata nel “Villaggio del Gelato Artigianale” con i migliori maestri gelatai in arrivo da tutta Italia, protagonisti soprattutto i bambini con attività ludico-didattiche in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti, il Salone de’ Cinquecento in Palazzo Vecchio ospiterà il convegno inaugurale della manifestazione, piazza della Repubblica diventerà il Villaggio del Gelato Industriale. Ulteriori tappe del Firenze Gelato Festival saranno le gelaterie del centro storico fiorentino, in particolare alcune di esse si trasformeranno in corner colorati e freschi dove divertirsi e stare in allegria. Per accedere all’area degustazioni e diventare protagonisti del percorso del gusto si potrà acquistare la card elettronica multifunzione dell’evento. Ad arricchire le giornate della manifestazione un ciclo di incontri e workshop dedicati al gelato. Per gli amanti dei segreti culinari è in fase di progettazione anche una mostra in piazza Santissima Annunziata che avrà come tema la storia del gelato, l’evoluzione delle tecniche della produzione del “dolce ghiacciato”, la diffusione dell’alimento dall’antichità ad oggi. 300mila i visitatori attesi al “Firenze Gelato Festival”, il primo happening italiano del gusto per il consumer, dedicato ad un alimento che, come la pasta e la pizza, rappresenta un basic food della dieta mediterranea. Un prodotto per tutte le stagioni e per tutte le età consigliato da medici e dietologi non solo per le proprietà organolettiche e la completezza degli ingredienti, ma soprattutto per “l’effetto felicità” che scaturisce.

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primo piano

Maggio 2010

GIOVANI... Tantissime le promesse che hanno “spiccato il volo” partendo proprio dal capoluogo

Piccoli fiorentini crescono... in città un esercito di talenti Riccardo Bianchi

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n giovane fiorentino di talento? Matteo Renzi, lo dicono tutti. Eppure, oltre al sindaco, ci sono molte altre possibili risposte: ragazzi magari poco conosciuti al grande pubblico, ma non nei propri settori. Nella musica, per esempio, Lorenza Borrani è considerata una fuoriclasse. Violinista classe 1983, ha suonato con le migliori orchestre e ora fa parte della Mozart, diretta da Claudio Abbado. Fiorentina e giovanissima è anche Diana Winter, classe 1985 e curriculum di tutto rispetto: all’attivo ha un disco (Escapizm), una riuscita tournèe con Giorgia e un cd in preparazione. Da citare anche il duo delle sorelle Gazzana e la violista Giulia Nuti. Poi ci sono i ventenni Street Clerks, tra i gruppi più attivi sulla scena musicale cittadina o i Martinicca Boison, con il loro folk “elegante”, vincitori del Pelago on the Road Festival rispettivamente nel 2008 e nel 2009. Poco

conosciuto a Firenze, ma famosissimo a Londra e Amsterdam, è il ventiquattrenne Michele Balduzzi, in arte Phonat, la cui musica (un misto tra elettro e disco) è amatissima dai dj della Bbc. E rimanendo in tema, impossibile non ricordare l’ex studente del liceo Dante, Federico Russo, speaker radiofonico di Radio Deejay. Passando all’arte visiva, ecco Francesco D’Isa. Trent’anni, pioniere in Italia dell’arte digitale, ha esposto in tutto il mondo. Altro nome è quello di Riccardo Paci, classe 1974, pittore, fotografo, amante tanto del digitale quanto di metafore e figure retoriche. Per quanto riguarda l’economia, Il Reporter ha intervistato proprio il mese scorso Gabriele Poli, neopresidente dei giovani di Confindustria a soli ventisei anni. Da non dimenticare il quarantenne Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Giovani Editori, o Lama, società di soli ventenni che aiuta le aziende a investire in progetti socialmente utili. Dai 38mila euro di fatturato del 2008 quest’anno punta ai 300mila. Anche nello spettacolo Firenze si difende bene, dall’im-

prunetina Martina Stella (1984) all’attore di fiction e teatro Francesco Grifoni (1983), fino a Vittoria Puccini (1981), nota come protagonista della serie Elisa di Rivombrosa. La città non demerita neppure nel suo campo storico, la moda, dove le nuove leve non mancano, come l’eclettico stilista ventottenne Lorenzo Bechi, ma si fanno riconoscere soprattutto i figli d’arte. Tra questi l’innovativo Matteo Pecchioli, nipote di Marisa Lastraioli, guida storica dell’omonimo marchio. Impossibile non citare lo sport, con la centometrista della nazionale, fiorentina di adozione, Audrey Alloh, e Emiliano Viviano, portiere del Bologna. Cresciuto nel Firenze Ovest, il suo sogno sarebbe la Fiorentina (ha un giglio tatuato sul petto). Infine la politica. Oltre a Renzi, infatti, ci sono Tommaso Villa (1974) del PdL, eletto l’anno scorso in Provincia, e Cecilia Pezza (1986), consigliere comunale del Pd. Di loro si è sentito parlare poco, si sa che uno è vicino a Denis Verdini e l’altra lavora per l’ex assessore regionale Riccardo Conti. Ma se son rose fioriranno.

Alcuni sono poco conosciuti al grande pubblico ma famosissimi nei loro settori, dalla musica alla pittura e alla fotografia, passando per la radio e la politica. Come Diana Winter, classe 1985: all’attivo ha già un cd e una riuscita tournèe con Giorgia

Diana Winter sul palco con Giorgia

ELISABETTA Studentessa, 25 anni

MARCO Ass. sociale, 33 anni

NERI Disoccupato, 26 anni

“Nessuno ti aiuta a farti le ossa”

“Io sono stato molto fortunato”

“Ai colloqui non segue mai niente”

“Adoro Firenze, ma non offre molto. I giovani possono scordarsi un lavoro ‘serio’, nessuna azienda aiuta a ‘farsi le ossa’. In Spagna, dove sono in Erasmus, hanno tante opportunità. Inoltre città storiche come Salamanca richiamano i ragazzi, non reprimono la vita notturna e offrono ostelli economici. Firenze no”

“Da genovese di nascita, penso che Firenze offra molte opportunità per socializzare e divertirsi. A livello lavorativo sono stato fortunato, lavoro come bidello e ora anche come assistente sociale per l’Asl. Come giovane padre ancora non mi esprimo: i servizi ci sono e sembrano molto buoni, ma devo ancora provarli”

“Ci sono molti locali per la sera, ma tutti uguali, la fantasia è poca. Per l’occupazione giovanile, Firenze è tra le più colpite dalla crisi, è difficile uscirne perché per certi ruoli ci sono troppe raccomandazioni. Ho perso il lavoro a novembre e, nonostante abbia una discreta esperienza, ai colloqui non segue mai niente”


primo piano

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...E MENO GIOVANI. Secondo l’Istat il Granducato è al secondo posto nella classifica delle più “vecchie” d’Italia

Toscana, una regione dai capelli bianchi Barbara Biondi

N

on è un Paese per vecchi? Mai sentito niente di più falso. L’Italia, e la Toscana in particolare, sembrano essere diventate un paradiso per ultrasettantenni, e a dimostrarlo è una recente ricerca che posiziona il granducato al secondo posto nella classifica delle regioni più “vecchie” d’Italia, subito dopo la Liguria. Se il belpaese si posiziona al secondo posto, subito dopo la Germania, nella classifica delle nazioni con un maggior numero di anziani, la Toscana, nel suo piccolo, vanta un ulteriore record. Infatti, se l’indice di vecchiaia (il rapporto tra chi ha più di 65 anni e chi ne ha meno di 15) in Italia è di 1,45, in Toscana arriva a sfiorare quota 1,86. Sono questi i dati relativi all’anno 2009, che l’Istat ha recentemente diffuso. Ma cosa vuol dire in soldoni essere una delle regioni con più capelli bianchi? Vuol dire che, per fortuna, abbiamo una popolazione longeva e che gode di buona salute. Abbiamo anziani che vivono a lungo grazie alle nuove tecnologie e agli sviluppi della scienza. Ma vuol dire, allo stesso tempo, che la regione con le colline più belle del mondo ha anche una natalità bassa e le coppie, giovani e meno giovani, fanno meno figli rispetto ad altre zone d’Italia. Una crescita zero dovuta alla crisi, alla difficoltà di

trovare lavoro e all’età in cui si decide di mettere su famiglia, che si sposta sempre più oltre la soglia dei trent’anni. Ma la cosa più curiosa è che, udite udite, l’indice di vecchiaia della Toscana si è ridotto di diversi punti percentuali rispetto all’ultimo censimento (che risaliva al 2002). In confronto all’indice registrato lo scorso anno pari a 1,85, sette anni prima lo stesso conteggio dava come risultato addirittura1,91 e vedeva in pole position nella classifica delle più longeve le donne toscane, che arrivavano ad avere un indice di 2,31 contro l’1,54 degli uomini. Quindi si può quasi essere soddisfatti dei risultati ottenuti tra un’indagine e l’altra: questo significa, infatti, che anche nella nostra regione i bambini hanno ricominciato a nascere più numerosi. E le regioni del sud, che fino a qualche tempo fa portavano a casa i risultati migliori e contribuivano a non far cadere l’Italia nel baratro delle nazioni con meno neonati e più anziani, adesso stanno invece invertendo la rotta e cominciando a mettere un segno meno davanti alla percentuali di nati ogni anno. Ma la classifica non finisce qui. Se la Toscana si piazza al secondo posto tra le regioni italiane, qual è la provincia in assoluto più vecchia del granducato? Questo primato se lo aggiudica Siena, seguita a ruota da Grosseto. Medaglia di bronzo alla città del giglio, che si aggiudica il terzo posto con il 7% della popolazione ultraottuagenaria.

GIOVANNI Pensionato, 76 anni

FRANCO Pensionato, 81 anni

LINDA Pensionata, 65 anni

“Molti anziani sono ancora attivi”

“I servizi in periferia sono trascurati”

“Le Rsa costano troppo”

“Il Comune ha sempre fatto tanto per gli anziani, ci sono tante opportunità e aiuti per chi ha bisogno. Però tanti anziani sono ancora attivi. Sono presidente della Casa del Popolo di San Quirico: sono proprio loro che reggono queste realtà, ma hanno anche aperto ai giovani, ora ce ne sono molti di più”

“A Firenze i servizi sono buoni, anche se credo che la periferia sia un po’ trascurata. È pur vero che i fiorentini hanno sempre paura dei cambiamenti e gli anziani sono, per natura, più conservatori. Ho un amico che non voleva il supermercato a Gavinana, e ora ci va tutte le mattine a fare colazione”

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“Di opportunità per gli anziani ce ne sono tante, dai corsi per il tempo libero alle decine di associazioni di volontariato. Il rischio di restare soli non c’è, ma dipende anche dal carattere. Però bisognerebbe dare più attenzione a chi sta peggio, le poche residenze sanitarie che ci sono costano troppo”

E AL N IO ESS TE F N RO E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G


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in classe

Maggio 2010

ISTRUZIONE/1. La riforma Gelmini ha rivoluzionato il panorama didattico e ridisegnato gli indirizzi

Scuola, cambia tutto: ecco le novità I licei saranno sei e con una vocazione meno umanistica, con la possibilità di non fare latino allo scientifico e la riduzione delle ore di storia a vantaggio di quelle di matematica, fisica e scienze Ginevra Donnici

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ivoluzione o distruzione? I pareri sono contrastanti, di certo c’è che le novità introdotte dal ministro Mariastella Gelmini hanno stravolto il panorama della scuola superiore italiana. Tra polemiche, confusioni e ritardi gli 8.500 quattordicenni fiorentini hanno comunque fatto la loro scelta. Nomi nuovi, indirizzi incerti, programmi ancora da stabilire, eppure si sono chiuse ufficialmente le preiscrizioni alle scuole superiori che da settembre prossimo partiranno sotto il segno del rinnovamento dell’ultima riforma scolastica. Ma ecco come cambierà l’istruzione superiore a Firenze. I licei saranno sei: liceo artistico (con sei indirizzi: arti figurative, architettura e ambiente, design, audiovisivo e multimediale, grafica, scenografia); liceo classico; liceo linguistico; liceo musicale e coreutico; liceo scientifico, con l’opzione scienze applicate (non ci sarà il latino ma più ore di informatica); e liceo delle scienze umane, con l’opzione economico sociale. Anche in questo caso non è previsto l’insegnamento del latino ma quello di diritto, economia e sociologia. Ci saranno nuovi istituti professionali: servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi socio-sanitari; servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera e servizi commerciali. Del settore industria e artigianato fanno parte i percorsi in: produzioni artigianali e industriali e manutenzione e assistenza tecnica. I nuovi istituti tecnici saranno due: settore economico (con al suo interno due indirizzi: amministrazione finanza e marketing e turismo) e settore industria e artigianato (articolato in nove curricula: meccanica, meccatronica ed energia; trasporti

e logistica; elettronica ed elettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria, agroalimentare e agroindustria, costruzioni, ambiente e territorio). Nel complesso le ore di lezione subiranno una riduzione. Nei licei, dalle 31 ore settimanali si passerà alle 26 per il biennio e trenta al triennio. Chi sceglie il classico studierà meno italiano e storia ma più lingua straniera, matematica, fisica e storia dell’arte. Quello della Gelmini è un liceo decisamente “meno umanistico”, con l’abolizione del latino al liceo scientifico e la riduzione dell’insegnamento della storia a vantaggio di

Stando ai dati delle preiscrizioni gli studenti di casa nostra hanno preferito i licei ai professionali più ore di matematica, fisica e scienze. I licei artistici saranno quelli dove si studierà di più: 34 ore settimanali al biennio e 35 al triennio. Una mezza novità per l’ordinamento scolastico è rappresentato dal liceo linguistico. Finora attivato come sperimentazione nei socio-psicopedagogici, da adesso avrà una sua autonomia e dignità. Si riducono le ore di latino e si incrementano quelle di lingua straniera. E, stando ai dati delle preiscrizioni, gli studenti fiorentini hanno preferito scegliere proprio i licei a svantaggio degli istituti professionali.

IL CASO Non è escluso il ricorso ai test d’ingresso

Boom per il liceo musicale

I

nizio col botto per il liceo musicale di Firenze. Dopo il lungo “tira e molla” tra le istituzioni locali e il Ministero dell’istruzione, il nuovo indirizzo di studi è stato attivato nella sede del liceo classico Dante. “È una vittoria – dice l’assessore provinciale all’istruzione Giovanni Di Fede – che arriva dopo una lettera scritta, insieme al presidente della Provincia Andrea Barducci, al ministro Gelmini, perché rivedesse la geografia dei licei musicali coreutici sul territorio nazionale”. Al nuovo liceo – che sarà convenzionato con il conservatorio Cherubini – si sono preiscritti una cinquantina di studenti che nelle medie inferiori hanno già fatto percorsi musicali. Se il dato resterà confermato dalle iscrizioni ufficiali sarà necessario attivare due sezioni. Laddove l’avvio di due classi non sarà possibile, “l’accesso sarà assegnato ad una selezione, tramite un test d’ingresso”, ipotizza l’assessore Giovanni Di Fede. Il liceo musicale coreutico è stata la vera novità della riforma Gelmini che ha pareggiato

questo percorso di studi – che già esisteva – agli altri licei tradizionali. Ma l’attivazione è stata fatta con il contagocce: soltanto 40 le sezioni di liceo musicale il prossimo anno in Italia. E appena dieci quelle di liceo coreutico. In tutti e cinque gli anni si studierà per 32 ore a settimana. Ma i due indirizzi, al primo anno, avranno in comune soltanto 18 ore: quattro di italiano, tre di lingua straniera, tre di matematica, due di scienze, due di storia dell’arte e una di religione. La restante parte dell’orario sarà destinato a ma/G.D terie di indirizzo.


in classe

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ISTRUZIONE/2. In fatto di congreghe l’ateneo fiorentino batte (quasi) tutti in Italia

Studiare sì, ma con spirito goliardico Si entra da matricole, dopo aver superato qualche prova tutta da ridere, e con gli anni e l’esperienza si sale di grado. Ogni facoltà ha il suo “Ordine” e le sue usanze. Ecco quali Francesca Puliti

S

e per caso un giorno camminando per strada vi imbatteste in un ragazzo in mutande che corre per strada non saltate alla conclusione che gli manchi qualche venerdì, potrebbe trattarsi semplicemente di una matricola universitaria messa alla prova dalla propria congrega. Sono cose che succedono, prima e durante e dopo l’ingresso in una simile “società”. Chi ha frequentato l’ateneo negli anni ’60 porterà ancora memoria delle famose feste delle matricole, tre giorni di pura follia burlesca nel centro di Firenze. Ebbene, quei momenti, seppur un po’ più in sordina, sopravvivono ancora nell’universo accademico fiorentino. Niente a che vedere con le serate organizzate a Novoli, con lattine di birra a 3 euro e vicini di casa che si lamentano per gli schiamazzi, qui ci sono regole da rispettare. Non a caso si chiamano ordini goliardici. C’è una gerarchia e ogni membro ha un titolo (oltre che un soprannome ridanciano) e compiti diversi all’interno del gruppo. L’ateneo della nostra città è uno dei più fiorenti in Italia come numero di ordini, anche se diversi sono “in sonno”,

ovvero possono contare su pochi componenti. I Cerusici di Medicina, la Lira di Economia, la Cazzuola per Ingegneria, Architettura e Belle arti, il Placido Ordine della Vacca Stupefatta per Giurisprudenza e via dicendo fino all’ordine “capo”, quello di San Salvi. Ogni facoltà (o quasi) ha il suo, caratterizzato da un proprio colore di riferimento, usi, costumi e inno rappresentativo. E, naturalmente, ogni membro ha i suoi “accessori”: l’immancabile feluca, un cappellino alla Robin Hood, il cordone della vita e i vari ammennicoli da appenderci sopra. Poi, con l’anzianità, si può acquisire anche il mantello. Ecco come funziona: si entra appena iscritti all’università, in genere si viene a sapere dell’ordine per passaparola, e via via, con gli anni e con l’esperienza, si salgono i gradini della “scala nobiliare”. Chi ha capacità dialettica e inventiva ha più possibilità di “far carriera” in questa sorta di gioco di ruolo. Alla base del tutto la goliardia, la capacità di prendere e soprattutto prendersi in giro. E dunque serate passate a discutere cercando di avere la meglio sugli altri componenti del gruppo per estorcere un am-

Il gruppo teatrale goliardico in “libera uscita”

mennicolo in più (o una bevuta), architettare scherzi e darsi battaglia con gli altri ordini cittadini e non. Un esempio? “Una volta, per pagare pegno di una sconfitta – racconta Marco, da 11 anni nella Cazzuola - dovevamo offrire una

cena a base di porchetta a un altro ordine: gli liberammo all’interno della sede della facoltà, in via Laura, un maiale vero”. Non saranno le congreghe dei campus americani, ma anche qui non si scherza. Anzi, si scherza eccome.

FOCUS Hanno dai 30 ai 50 anni gli attori e sceneggiatori dell’Operetta più divertente nel panorama del Verdi

E chi si è già laureato continua a scherzare in teatro. Per beneficenza

C

onclusi gli studi, c’è chi non si arrende e continua a organizzarsi il tempo libero con spirito goliardico. Nonostante il lavoro, gli impegni, la famiglia. Certo le attività un po’ cambiano, ma i toni son sempre quelli scanzonati dei tempi dell’università. E’ così che nasce il Dopolavoro Goliardico “Alvaro Vannini”, che riunisce un gruppo di uomini dai 30 ai 50 anni. La principale attività, quella che occupa 11 mesi l’anno, è l’Operetta goliardica, tradizione che affonda le radici negli anni ‘50. Ogni anno, dal 2003 ad oggi, hanno portato un migliaio e passa di persone al Verdi per assistere a uno

spettacolo tutto da ridere, giocato sulla riedizione in chiave ironica di celebri spettacoli, sulla parodia di canzoni famose e balletti di danza classica. Sempre con un riferimento ai fatti di attualità o agli avvenimenti cittadini più dibattuti del momento, dall’ovonda alla tramvia. “I preparativi ci occupano molto, sia in ordine di tempo che di denaro – racconta Alessandro – perché si tratta di uno spettacolo vero, con costumi di scena degni di questo nome, un’orchestra, un corpo di ballo”. Ma la passione c’è e la buona causa anche: il ricavato della serata, infatti, viene donato all’associazione “Daniele Maria-

no” per la lotta ai tumori infantili. D’altronde anche il motivo per cui il gruppo ha deciso di riunirsi merita lo sforzo. “Ci siamo conosciuti all’università – continua Alessandro – e abbiamo mantenuto i contatti. Sette anni fa uno di noi è venuto a mancare e abbiamo deciso di celebrarlo tornando a calcare le scene”. E portando con loro il figlio dell’amico scomparso come mascotte. Quest’anno anche lui è grande abbastanza per debuttare come attore. Anche i giovani goliardi son cresciuti, ma dietro le quinte continuano a prendersi in giro come ai /F.P. vecchi tempi.

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tempi moderni

Maggio 2010

CURIOSITÀ. Nei secoli la fisionomia tipica degli abitanti del capoluogo è molto cambiata

Il fiorentino doc? Alto un metro e mezzo FOCUS

Simele Kruklidis

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Dante Alighieri

Il mescolarsi di popoli ed etnie, dai longobardi agli arabi, ha diversificato l’aspetto fisico dei cittadini gigliati, che oggi sono meno bassi e meno biondi. Sbaglia però chi pensa che il naso di Dante fosse davvero quello e chi s’illude che un tempo le donne fossero tutte belle come Simonetta Vespucci, l’incantevole musa del Botticelli…

a conoscete tutti Simonetta Vespucci, e di certo l’avete ammirata decine di volte senza neppure farci caso. Forse il nome non dice un granché, è vero, ma sappiate che dopo di lei i canoni della bellezza fiorentina sono cambiati per sempre. Aiutino: non si tratta di una show girl e neppure di un’attrice o di una ballerina. È di una musa che stiamo parlando, l’incantevole ispirazione di Sandro Botticelli e di molti altri pittori dell’epoca. Gli occhi celesti e la pelle di porcellana incorniciati da una cascata di riccioli biondi: un’immagine angelica e senza eguali, che nei secoli è divenuta simbolo delle donne di Firenze e della loro femminilità. Eppure, di fronte a tale modello di dama delicata e sensuale, a volte un po’ austera e diffidente, ma pur sempre impeccabile, sorge un dubbio: “Al giorno d’oggi saremo mica peggiorate?”. Niente affatto. La verità è che anche gli artisti del Rinascimento, da bravi adulatori, sapevano modificare le imperfezioni del corpo con qualche ritocchino di pennello, come una sorta “photoshop” dell’epoca. Per le strade della città, dunque, non giravano solo visini armoniosi e corpi leggiadri, ma di tanto in tanto si scorgevano anche sguardi incavati e brutti nasoni curvi: come quello di Dante, ad esempio. D’altronde nessun altro uomo meglio del Sommo Poeta ha incarnato l’aspetto severo e dotto del fiorentino. Una figura a dire il vero piuttosto

sgraziata, divenuta celebre soprattutto per il naso aquilino (di recente smentito) e la mascella prominente: niente a che vedere con il David di Michelangelo. Ma al di là dell’esser belli o brutti, una cosa è certa: rispetto al passato oggi siamo profondamente diversi. In media più alti, meno biondi ma meglio proporzionati nei lineamenti: il mescolarsi continuo di popoli ed etnie, dai longobardi agli arabi, ha infatti modificato e diversificato anche il nostro aspetto. Oltre ai pittori, nell’immediato dopoguerra, fu lo scrittore Vasco Pratolini a portare avanti un’ampia ricerca sull’identità fiorentina, studiando non solo i volti, ma anche le movenze e le abitudini della gente: un lavoro meticoloso, in cui morfologia e fisiognomica si sono completate a vicenda, unendo lo studio dell’aspetto fisico a quello delle componenti psicologiche. In anni più recenti, l’erede assoluto di quest’arte è stato senza dubbio Oliviero Toscani, che attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica ha immortalato decine di donne e di uomini fiorentini, riuscendo a “guardare dentro” e catturandone ogni particolare, ogni specificità. Alcune di queste fotografie confluiscono in un progetto più ampio chiamato “Razza Umana”, che ha come obiettivo quello di individuare le diversità e le somiglianze degli italiani, creando in ultimo un filo comune, un’identità indissolubile. Oltre il velo delle apparenze fisiche.

ALTEZZA MEZZA BELLEZZA

Se ancora oggi non siamo di certo dei colossi di statura, nel passato in media eravamo anche dieci centimetri più bassi del solito. Le donne, se andava bene, si aggiravano intorno al metro e mezzo, mentre l’altezza degli uomini raggiungeva in genere 1,60. D’altronde basta guardare i vestiti indossati dalle dame di corte o le armature di guerra degli uomini, per rendersi conto che quei corpicini non erano soltanto piccoli in statura, ma anche piuttosto minuti e gracili nelle forme. Al giorno d’oggi, invece, l’altezza media maschile è di 1,75 mentre quella femminile si attesta all’1, 65. Cresceremo ancora?

NASO GROSSO FA BUON BRODO

Per quanto si possa sostenere il contrario, il naso prominente piace o quanto meno non dispiace affatto: dà personalità al volto e soprattutto negli uomini è considerato un emblema di virilità. Il sommo poeta Dante Alighieri fu rappresentato da Boccaccio come un uomo “pensoso e malinconico” dal naso aquilino. Di recente, l’ironia del destino ha voluto che tale descrizione venisse del tutto confutata da un gruppo di ricercatori universitari: Dante insomma non era forse un bell’uomo, ma del naso all’ingiù che ha conquistato la letteratura e l’immaginario fiorentino non c’è neanche l’ombra. E quasi quasi, ci dispiace.

LABBRA CARNOSE, ANZI NO

Senza alcun dubbio la bocca rappresenta l’elemento che maggiormente ci differenzia dagli individui del passato. I canoni di bellezza perseguiti da Leonardo sulle donne fiorentine si basavano per esempio su labbra sottili, ampia fronte e grandi occhi. La bocca carnosa non era contemplata come simbolo di sensualità, poteva anzi essere considerata un elemento disturbante nell’equilibrio del volto. Neanche a dirlo, mai come oggi le labbra carnose esprimono un’intensa carica erotica, tanto da indurci a ricorrere al trucco o addirittura al silicone per ottenere ciò che madre natura non ci ha concesso.

LATO B, UOMINI E DONNE SI SOMIGLIANO

Vladimir Swarovsky è il fondatore della Pigheologia, una scienza che interpreta le forme del fondoschiena in relazione alla capacità di attrarre e veicolare significati. Se infatti la comunicazione verbale è affidata al volto, quella non verbale risiede – secondo lo studioso – nel lato B, nelle movenze e nell’aspetto. Nei secoli il fondoschiena femminile è profondamente cambiato, per assecondare i gusti e le preferenze emozionali del sesso opposto. Oggi, secondo Swarovsky, le donne hanno assottigliato le proprie forme rendendole più simili a quelle dell’uomo, anche se a livello subliminale continuano ad esprimere gli stessi significati.


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LA KERMESSE. Dal 6 al 9 maggio si rinnova a Boboli l’appuntamento con le essenze e gli oli essenziali

Tra i profumi del parco fiorentino Dopo il grande successo dello scorso anno, torna negli spazi dell’orto

LA MOSTRA

della botanica inferiore la manifestazione che nel 2009 ha visto partecipare più

Artigiani ed eccellenze nel giardino Corsini

di 18mila persone. Una vetrina di qualità durante la quale profumieri e prestigiose aziende che utilizzano metodi di produzione naturale espongono i loro prodotti Caterina Gentileschi

E

spirare e ispirare. Guardarsi intorno e scoprire che il giardino di Boboli non è solo una tappa obbligata della visita a Firenze ma anche un luogo dove rifugiarsi per prendere parte a manifestazioni speciali. E’ il caso de “I profumi di Boboli”, dal 6 al 9 maggio, che con i 18mila visitatori della passata edizione confermano la validità culturale e turistica della kermesse, l’unica manifestazione nella storia che permette agli artigiani profumieri di esporre e vendere le proprie creazioni all’interno del giardino di Boboli. Valore aggiunto che l’edizione 2009 ha messo particolarmente in rilievo: all’aspetto ludico si conferma quello economico per cui la manifestazione si evidenzia anche come opportunità preziosa di sinergia produttore/distributore/fruitore. Tre giorni di kermesse, di fragranze e di stili che ripercorrono attraverso gli spazi storici e artistici del giardino reale i momenti fondamentali di una produzione senza tempo. In mostra profumi, saponi, candele, profuma ambienti, olii essenziali, cosmetici, estratti da erbe aromatiche, fiori e piante profumate, accessori e complementi che dall’universo olfattivo e sensoriale traggono e offrono piacere e benessere. E non è un caso che la presenza nell’orto della botanica inferiore di un edificio adibito a spezieria, distrutto sul finire del Settecento, induca a pensare che proprio in quel locale i fiori del giardino potevano essere trattati dagli antichi profumieri e dagli erbo-

risti che distillavano dalle corolle profumi e balsami medicamentosi associando così allo scopo estetico una ben più importante finalità etica e scientifica al servizio della comunità. Obiettivi che mantengono la loro attualità ancora oggi attraverso la manifestazione Un giardino nel Giardino: l’orto e la serra della botanica inferiore, rappresentano gli spazi

espositivi volutamente lasciati nella configurazione originaria proprio per conservare e trasmettere ai visitatori lo spirito del luogo, senza alcun intervento di manipolazione che ne modificherebbe l’atmosfera. Non solo una mostra mercato, ma una vetrina sul mondo. In occasione della manifestazione rimarrà aperto il passaggio tra Boboli e La Specola.

FLORENCE DESIGN WEEK. Una settimana dedicata a eventi, mostre e workshop

La città del giglio apre le porte al design F

irenze fa rima con design. Dal 24 al 29 maggio la città si vestirà a festa per fare spazio alla Florence Design Week, settimana dedicata al design di qualità e rigorosamente me in Tuscany. L’inaugurazione si svolgerà a Palazzo Medici Riccardi e in tutto saranno una trentina gli eventi collaterali distribuiti in 38 luoghi diversi della città (dalle gallerie-showroom in via delle oche alla Biblioteca delle Oblate, dalla Casa della Creatività fino al museo del Design di Calenzano, da Palazzo Pitti e Palazzo Medici Riccardi,dall’Ex-3 al Bar Argentina, Slowly) dove gli artisti metteranno in

mostra ogni giorno le loro opere, suddivise in quattro categorie: Visual e Graphic design, Product and Interior design, Fashion design, Food and Music design.ra Tra gli eventi più curiosi, la Mostra Alma Martis di Stefanonari, a Palazzo Pitti a partire dal 24 maggio 2010, che vedrà sposti 12 acquari dal design innovativo, 12 specie diverse di pesci e 12 gioielli per una prestigiosa linea di alta oreficeria; inoltre, il programma comprende workshops, esposizioni quotidiane di giovani designers, tavole rotonde, aperidesign e /B.B. molto altro ancora. Info: www.florencedesignweek.com

IL FESTIVAL. Dodicesima edizione dell’iniziativa che porta in città la cultura internazionale

La Leopolda si veste di Fabbrica Europa T

orna puntuale l’appuntamento con il teatro, la danza e l’arte sperimentale nel maggio di Fabbrica Europa (dal 6 al 25 di questo mese). Il festival conosciuto e riconosciuto a livello internazionale per le sue performance di grande qualità. quest’anno chiude un ciclo durato tre anni, quello dedicato all’indagine sui rapporti artistici e culturali tra Europa e altri continenti con “Europa-Mediterraneo-Oriente”, un articolato programma di eventi di danza, teatro, musica, installazioni, laboratori e incontri. La dodicesima edizione del festival è così dedicata all’indagine, attuata attraverso gli strumenti della creazione artistica contemporanea, dei percorsi, dei nessi, delle suggestioni, ma anche delle differenze, tra Occidente e Oriente. Muovendoci idealmente verso Est, dall’Europa e dal Mediterraneo per giungere fino in Cina. Un’altra direttrice è quella dell’indagine del rapporto arte e scienza. Sempre di più, coreografi, registi, musicisti, artisti e studiosi conducono insieme ricerche a livello internazionale che uniscono alla prassi puramente artistica scienza e nuove tecnologie, contribuendo alla definizione di nuovi paradigmi este-

tici e superando il concetto classico di discipline artistiche. Proseguendo l’indagine sulle procedure artistiche più innovative e originali, Fabbrica Europa dà così spazio a quegli artisti che più di altri oggi si confrontano con la pratica sperimentale e la ricerca tecnologica indagando i meccanismi “segreti” della conoscenza e facendo proprio il potenziale offerto da nuove teorie e metodologie. Come sempre lo spazio principe sarà la Stazione Leopolda, dove pèer l’occasione verrà installata un’opera di Mario Merz, guru dell’arte povera, al quale giusto venti anni fa era stata dedicata una personale dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. Tra gli spettacoli più interessanti sicuramente c’è in prima nazionale e in collaborazione con il 73° Maggio Musicale Fiorentino, La verité 25 x par seconde, la nuova creazione del coreografo belga Frédéric Flamand con il Ballet National de Marseille. Da tener presenti anche The table of earth, performance dell’americano David Moss, Albero senza ombra di Cesar Brie e Il ponte di pietra della compagnia Krypton guidata /C.G. da Giancarlo Cauteruccio, Info: www.fabbricaeuropa.net

D

a venerdì 14 a domenica 16 maggio 2010 si terrà presso il Giardino seicentesco di Palazzo Corsini la XVI edizione di “ Artigianato e palazzo”, mostra unica nel suo genere , vetrina delle eccellemze dell’artigianato mondiale nata nel 1995 da un’idea di Neri Torrigiani e promossa da Giorgiana Corsini. Fin dalla prima edizione sono stati ospitati brand conosciuti internazionalmente, da Gucci a Vacheron Constantin,da Roberto Capucci alla maison Bulgari, tutti nati come botteghe artigiane che ancora oggi preservano la caratteristica del “fatto a mano”, dove la cura dei dettagli è affidata a mani esperte di artigiani, garanzia del made in Italy. Sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 il Museo Horne, in collaborazione con Oma, Osservatorio dei mestieri d’arte, svolgerà all’interno di Palazzo Corsini alcuni laboratori realizzati per l’iniziativa “Artigiani in famiglia”, arrivata alla V edizione, dedicati principalmente ai bambini. Genitori e figli potranno sperimentare diverse tecniche artistiche come la doratura con l’uso della foglia, la lavorazione dell’argento, la tecnica dell’incisione, della stampa, l’oreficeria realizzando un piccolo gioiello. I circa ottanta maestri artigiani, provenienti da tutta Italia e dall’estero, si contenderanno il “Premio Perseo”, ambito riconoscimento che la Cassa di risparmio di Firenze donerà all’artigiano più votato dal pubblico. Nei tre giorni i maestri artigiani esibiranno i loro manufatti, lavorando il vetro, i gioielli di foggia antica e moderna, intaglieranno il legno, sbalzeranno l’argento, forgeranno il ferro, eseguiranno la complicata e affascinante procedura per realizzare la plissatura di un prezioso vestito da sera. Durante la manifestazione sono previste visite guidate gratuite al Giardino Corsini a cura degli storici dell’arte dell’Associazione Città Nascoste. Ospite d’eccezione di questa XVI edizione sarà Wanni di Filippo con la sua storica azienda artigiana fiorentina Il Bisonte, conosciuta nel mondo per le sue collezioni di borse e di articoli in pelle. In occasione dei festeggiamenti per il 40esimo anno di attività de Il Bisonte, la sera del 13 maggio, solo su invito, si inaugurerà la “mostra principe”, con alcuni pezzi storici e saranno svelati in esclusiva le creazioni /V.G. in vera pelle di bisonte.


cultura

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IL CONCERTO. Il compositore sbarca a Firenze per regalare ai suoi ammiratori due date al Verdi

Una vita vissuta sulla punta delle dita Barbara Biondi

U

n mago del pianoforte, un compositore ispirato che non lascia niente al caso. Giovanni Allevi, il giovane pianista che si è fatto ascoltare nei cinque contenti arriva a Firenze il 17 e 18 maggio al Teatro Verdi. E’ stato definito “l’artista che ha fatto riavvicinare la gente alla musica strumentale” e ha lasciato a bocca aperta fior di compositori contemporanei. Il giovane riccioluto arrivato dalle marche con un sogno nel cassetto è riuscito a sfondare dopo tanti sacrifici e adesso, con tre album all’attivo, la consacrazione al grande pubblico è diventata una certezza. Lo ascoltano grandi e piccini, senza differenze, e ognuno lo apprezza per motivi diversi. Chi per le sonorità, chi per il ritmo, chi per la grazia delle composizioni. Il tour è partito il19 marzo dalla Queen Elizabeth Hall di Londra e ha già toccato alcuni dei principali teatri italiani, sarà la prima occasione per i fan del compositore italiano di riascoltare dal vivo in piano solo Allevi dopo la lunga esperienza come direttore d’orchestra iniziata con la pubblicazione del disco “Evolution” e proseguita con il grande concerto all’Arena di Verona il 1 settembre 2009 con la All Stars Orchestra (a cui è seguita la pubblicazione del cd e del

dvd “Allevi & All Stars Orchestra - Arena di Verona”). La carriera artistica di Giovanni Allevi è costellata da successi di pubblico e discografici con oltre 500.000 copie vendute dei suoi ultimi album “No concept” e “Joy” di pianoforte solo e “Evolution” con orchestra sinfonica. A completare queste pubblicazioni il disco “Allevilive” (dal 2007 oltre 80.000 copie vendute), registrato dal vivo durante i

500mila copie vendute e un tour che ha portato il musicista in Europa

concerti del tour 2007 e “Alleviall” (2008), cofanetto che comprende gli album in studio e il dvd live di Giovanni Allevi. Tutti gli album sono pubblicati su etichetta Rca e distribuiti da Sony Music (su licenza di Bollettino Edizioni Musicali). Dopo il grande concerto dell’Arena di Verona, il 6 novembre 2009 Giovanni Allevi ha pubblicato il cd “Allevi & All Stars Orchestra - Arena di Verona”, il racconto di una notte indimenticabile, di musica

Giovanni Allevi

ed emozioni, di un concerto che è riuscito a restituire appieno la dimensione poliedrica della sua figura artistica: compositore, pianista e direttore d’orchestra. Il compositore e pianista marchigiano, al lavoro sul suo nuovo

disco che verrà pubblicato il prossimo autunno, proporrà al suo pubblico alcune delle composizioni che lo hanno reso celebre in questi anni, rendendolo uno dei compositori più conosciuti e amati dal pubblico

IL PERSONAGGIO. Il Reporter è stato a far visita a un professionista della traduzione

Luca Conti, gomito a gomito con il noir

Luca Conti

In un certo senso il suo era un destino già scritto, perché fin da bambino riscriveva per gioco cose scritte da altri. E alla fine il tempo gli ha dato ragione. “Quando leggevo libri tradotti in italiano pensavo a come li avrei tradotti io”. Oggi Luca Conti, fiorentino purosangue, si procura da vivere traducendo romanzi, soprattutto noir (e soprattutto dall’inglese, anche se ha avuto delle esperienze anche con testi in lingua francese) per conto di importanti case editrici. “Non ho nessuna velleità da scrittore improprio - spiega Conti -, al contrario, il mio lavoro mi piace molto. Mi diverto a tradurre i libri degli altri”. Lo studio di Luca è ordinato

e preciso. Nessuna mania, nessun vizio, “come molti lavoro meglio quando ho una consegna imminente - racconta - ma il mio modo di lavorare è abbastanza semplice, stravagante nella sua normalità”. Dopo anni passati a lavorare gomito a gomito col genere noir, Luca Conti ha ormai all’attivo una seria di autori di cui è il traduttore ufficiale per la lingua italiana (nella gran parte si tratta di autori americani). “E’ una professione divertente, perché mi trasforma in 5, 6 a volte 7 scrittori contemporaneamente rimanendo me stesso”. Con molti degli autori con cui si interfaccia costantemente ha un rapporto di confidenza e confronto. “Un briciolo di for-

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tuna insieme a un pizzico di abilità personale mi hanno consentito di intraprendere questa carriera”. Un lavoro fino a qualche tempo fa bistrattato e non considerato creativo come la scrittura. “Per fortuna adesso sono gli stessi lettori che si interessano a chi traduce i romanzi di un determinato autore. E questo per la mia categoria è molto importante”. Importante soprattutto per rivendicare diritti nei confronti delle istituzioni. “In pochi sanno che ogni traduttore in Italia cede tutti i diritti sulla traduzione per 20 anni e che non ci sono percentuali sulle vendite. Bisognerebbe cominciare a considerare il traduttore /L.V.Z. come un co-autore”.


FIORENTINA. Alberto Gilardino giura amore alla città. “Ho tre anni di contratto e qui sto bene”

Il violino continuerà a suonare a Firenze Le voci di mercato non hanno risparmiato nemmeno lui (c’è chi lo dava in partenza per Torino, sponda bianconera), ma l’attaccante le ha sempre smentite. “Voglio rimanere perché credo nel progetto assicura - e per giocare ancora la Champions” Cristina Guerri

L

Alberto Gilardino

e ultime partite di campionato le giocherà con la maglia a maniche corte della Fiorentina, ma sotto potremo intravedere quella azzurra della Nazionale. Già, perché Alberto Gilardino, al termine della stagione, non seguirà l’entourage viola nella tournée in Canada, ma salirà fino al Sestriere (forse in compagnia del compagno di squadra Riccardo Montolivo) con la Nazionale del commissario tecnico Marcello Lippi, dove sosterrà la preparazione premondiale prima di partire alla volta del Sudafrica. L’obiettivo è quello di ritentare l’impresa già compiuta quattro anni fa, nell’indimenticabile avventura di Germania 2006. Intanto, il bomber di Biella proverà a chiudere la seconda stagione a Firenze nel migliore dei modi possibili. Un’annata costellata da alti e bassi. Dal successo nel girone eliminatorio di Champions League fino alla finale di Coppa Italia sfumata a un passo dal traguardo, nel doppio confronto perso con l’Inter. Ma è stato in campionato che i tifosi hanno visto la Fiorentina più deludente. Quella capace, suo malgrado, di battere tutti i record negativi della gestione Della Valle-Corvino-Prandelli. Tra le concause che hanno contribuito a una seconda parte di stagione tutt’altro che positiva, da citare soprattutto l’assenza di Mutu e i tanti infortuni con cui il tecnico viola ha dovuto fare i conti. E, perché no, anche le chiacchiere sul futuro dello stesso allenatore e il passo indietro del patron viola Diego Della Valle, che possono aver creato qualche malu-

more nell’ambiente. “E’ normale che vicende del genere possano intaccare il morale di una squadra, ma per fortuna noi siamo un gruppo forte e unito, che non ha mai mollato neppure nei momenti più difficili – ha recentemente dichiarato Alberto Gilardino - fra l’altro i Della Valle non sono andati via, e da quanto si è capito i programmi non cambieranno: l’augurio è che si possa continuare a lottare per obiettivi importanti come in questi anni”. Le voci di mercato non hanno risparmiato nemmeno il numero 11 viola. A Torino qualcuno lo voleva con la maglia della Juventus insieme a Prandelli. Situazione, questa, più volte smentita dallo stesso giocatore: “Ho ancora tre anni di contratto e a Firenze sto bene”, ha assicurato l’attaccante. In riva all’Arno, infatti, Alberto è stimatissimo e vive senza problemi di concorrenza. Ha saputo confermare l’obiettivo principale, cioè la maglia da titolare in Nazionale (esattamente quello che gli era mancato a Milano nella sua esperienza in rossonero). Nelle successive dichiarazioni, il centravanti ha rilanciato anche il progetto Fiorentina. “Sto bene alla Fiorentina e voglio rimanere perché credo ancora nel progetto per un futuro ambizioso. E per giocare ancora la Champions”. Champions che l’anno prossimo verrà seguita in televisione, nonostante quanto di buono fatto in questa stagione proprio in quella competizione, dai giocatori della Fiorentina. Che ripartirà proprio dai gol del suo bomber per cercare di dare una scossa al famoso progetto.

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sport

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IL CASO. Il bomber rumeno, trovato positivo alla sibutramina, è stato squalificato per 9 mesi

Mutu in campo a ottobre. Con quale maglia? Sul futuro della punta si aprono diversi scenari, anche se il suo valore di mercato si è (molto) abbassato rispetto a due anni fa

LA TOURNÈE Partenza al termine del campionato. Una gara con la Juventus

E i viola volano in Canada

Cristina Guerri

A

veva avuto già a che fare con diversi tribunali, Adrian Mutu. Quello di Losanna (Tas), dove il Fenomeno aveva fatto ricorso dopo la mega-multa di 17.173.990 euro da pagare come risarcimento al Chelsea, club che lo licenziò dopo averlo trovato positivo alla cocaina. Allora il ricorso fu respinto (era il 31 luglio 2009), e il pool di avvocati procedette con il ricorso al Tribunale Federale Svizzero. La multa gli venne congelata. Poi, per Mutu, tanti problemi, soprattutto di natura fisica. Prima l’operazione al ginocchio sinistro (eseguita a Roma dal dottor Mariani), poi l’intervento di stabilizzazione chirurgica al gomito lussatosi nell’agosto 2008, quando era in ritiro con la Nazionale rumena. Infine, l’ultimo ko, questa volta per un problema al menisco del ginocchio destro, che lo tiene fuori dal campo per tre mesi. A inizio 2010 il Fenomeno torna alla ribalta sui campi, dove in cinque partite mette a segno ben sette reti. Tutto bello, tutto perfetto. Fino al 28 gennaio, quando arriva l’ennesima tegola sulla carriera del giocatore. Nel test disposto dalla commissione antidoping del Coni, effettuato al termine di Fiorentina-Bari, Mutu vie-

ne trovato positivo alla sibutramina, uno stimolante che annulla gli effetti della fame. La medesima positività viene riscontrata anche dieci giorni dopo, nella gara di Coppa Italia con la Lazio. Per lui scatta la sospensione. La Procura chiede un anno di stop per il rumeno (che sarebbe appellabile al Tas). Il 19 aprile scorso, intorno alle 14.15, la sentenza: nove mesi di squalifica. Il Fenomeno lascia il Tribunale del Coni scuro in volto: si aspettava una riduzione cospicua della pena. E adesso? Mutu, che in questi mesi si è sempre allenato con la squadra, tornerà a disposizione il 28 ottobre prossimo. Salterà quindi le prime otto/nove giornate del campionato 2010/2011 di serie A. Per la Fiorentina la speranza è quella di averlo in campo almeno per le partite non ufficiali che si svolgeranno dopo la fine del campionato, in attesa di capire cosa ne sarà del futuro del giocatore. L’ipotesi di una cessione è quella che ad alcuni sembra la più vicina alla realtà, anche se, al momento, non ci sono offerte registrate per il Fenomeno. Soltanto due anni fa, quando era in procinto di passare alla Roma, il suo cartellino valeva ben 20 milioni. Ora il suo valore si è senz’altro abbassato.

A

l termine di un campionato che lascerà un po’ tutti con l’amaro in bocca, la Fiorentina, orfana dei suoi nazionali, volerà in Canada per una tournée. Una settimana e due amichevoli per la squadra viola. La prima è in programma il 23 maggio a Montréal contro la formazione locale Impact (i biglietti sono già in vendita da metà aprile) che milita nel campionato Ussf Second Division del Nord America, al Saputo Stadium. La seconda, invece, si giocherà due giorni dopo, il 25 maggio, al Rogers Center di Toronto contro la Juventus, rivale storica della Fiorentina. Tanta la soddisfazione per l’ad Sandro Mencucci, promotore dell’iniziativa: “Lavoravo già da tempo a questa cosa. Mi ero accorto che nel Nord America, ma anche in Canada, il calcio è in continua crescita ed espansione. C’è mol-

to interesse. A fine campionato, prima dei mondiali, non era facile organizzare una cosa del genere. Abbiamo avuto la fortuna – spiega Sandro Mencucci - e l’occasione di conoscere la famiglia Saputo, proprietari di questa squadra di Montreal che milita in seconda divisione, e abbiamo organizzato questa tournée che prevede una gara a Montreal e una a Toronto. Per tenere in attività i ragazzi fino a maggio, primi di giugno”. Poi, per giocatori e tecnico sarà tempo di vacanze. Fino a metà luglio, quando la Fiorentina si ritroverà per la prima fase del ritiro. La location sarà, per il secondo anno consecutivo, quella esclusiva di Cortina. In seguito, il trasferimento nel Mugello, a San Piero a Sieve, per la seconda e ultima parte della preparazione in vista /C.G. della nuova stagione.

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Maggio 2010

sport nel quartiere

L’INTERVISTA. Barbara Argentino parla dei suoi 20 anni “sulle rotelle”. E di un’insolita iniziativa

Tutti a teatro, va in scena il pattinaggio Carlo Marrone

Prima atleta e poi allenatrice, tra i risultati di cui va più orgogliosa c’è quello di aver

B

portato dei pattinatori a esibirsi sul palco: “E gli spettacoli registrano sempre il tutto

arbara Argentino è cresciuta nell’ambiente del pattinaggio artistico. Questo sport è, da sempre, la passione della sua vita. Così, quando ha smesso come atleta non ha potuto non decidere di trasmettere la sua passione anche agli altri, ai suoi allievi. Oggi, dopo tanti sacrifici e tanta fatica, Barbara raccoglie i frutti del suo lavoro, riscuotendo un grande successo con il suo gruppo spettacolo. In questa intervista viene ripercorsa la sua storia, una storia lunga vent’anni, tutti “sulle rotelle”. Quando ha iniziato a pattinare? A undici anni, ma a diciassette ho deciso di smettere. Poi ho cominciato ad allenare i bambini e gli agonisti, perché mi piace trasmettere e insegnare questa disciplina, e ormai lo faccio da vent’anni. Pensa che il pattinaggio artistico sia cambiato? Moltissimo! E’ cambiato il modo di pattinare perché sono cambiati i materiali, ma soprattutto perché si è evoluta la tecnica. Tornando alla sua attività di istruttrice, quale risultato ricorda con maggior piacere? Nel 2003, con il Gruppo Spettacolo New Florence, ci siamo classificati secondi agli Italiani e quindi abbiamo partecipato agli Europei di Nantes. Inoltre, sono orgogliosa di aver portato i nostri spettacoli anche nei teatri. Nei teatri? Sì, abbiamo deciso di fare questo esperimento: portare dei pattinatori in teatro. Il pubblico ci ha accolti con grande calore, tutti gli spettacoli registrano sempre il tutto esaurito. E’ un successone!

esaurito”, assicura. Ma non è questa l’unica attività della A.S.D. Oltrarno

Barbara Argentino con il suo gruppo

Chi sono gli atleti che compongono questo gruppo? Sono molti, alcuni di questi sono stati anche pattinatori di livello europeo e mondiale. Ne cito qualcuno: Mirko Martini, Valentina Cuni, Cristina Bartolozzi. Oltre agli spettacoli teatrali avete altre manifestazioni in programma? Sì, a fine maggio daremo luogo a uno spettacolo in piazza Salvemini. Ci saranno musica, gelati e tanti pattinatori in costume: un appuntamento da non perdere! Come A.S.D. Oltrarno Pattinaggio quali sono i vostri obiettivi per il futuro? Sicuramente l’obiettivo principale è quello di far crescere il vivaio; dopodiché, dar vita a tanti nuovi progetti con il gruppo spettacolo. Da esperta, qual è secondo lei il modo migliore per avvicinare bambini e non a questo sport? Sono convinta che il pattinaggio artistico non sia diffuso perché non ci sono manifestazioni a livello locale. Più che la televisione, penso che dovremmo essere noi società a farlo conoscere sul territorio, coinvolgendo in maniera diretta bambini e famiglie. Per concludere, perché consiglierebbe di iniziare? Perché si tratta di uno sport che combina la danza con la ginnastica artistica. Quindi, per così dire, è una disciplina che unisce grazia e potenza.



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PALLAVOLO/1. Organico confermato anche in B1 e salvezza raggiunta

Cpf Volley, una scommessa vinta Lorenzo Mossani

LA SOCIETÀ. Da poco ha ricevuto la Stella d’oro

Successi e impegno per il sociale Canottieri Comunali avanti tutta

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orremmo mantenere il secondo posto nella classifica F.I.C., che abbiamo conquistato con tanto sacrificio nel 2009, l’anno del 75° anniversario della nostra fondazione”. Queste le parole di Alessandro Piccardi, ds di una della società più gloriose della città, la Canottieri Comunali Firenze. Parole che racchiudono tutta la speranza e la voglia di farcela a regalare, ancora una volta, grandi prestazioni. Una società tanto importante che recentemente ha ricevuto dal Comune la Stella d’Oro al merito sportivo. E perché un così importante riconoscimento? Per tutto quello che la società ha fatto per la canoa e per il sociale. Solo alcuni numeri per ricordare i risultati sportivi in acqua: 257 titoli di Campione d’Italia, 305 presenze in maglia Azzurra, 5 medaglie d’oro, 10 argenti e 12 bronzi in Cam-

H

a vinto la pallavolo fiorentina, hanno perso gli scettici. Più di qualche addetto ai lavori aveva nutrito, infatti, ad inizio stagione perplessità vedendo il progetto ambizioso, ma sicuramente rischioso intrapreso dalla Cpf Volley Firenze: partecipare al campionato nazionale di B1 confermando quasi interamente l’organico della passata stagione. Dando fiducia alle artefici dell’esaltante promozione della stagione 2008/2009. Molti si saranno messi alla finestra, aspettando il momento buono per dire “l’avevo detto io”, atteggiamento tipico della città dei Guelfi e Ghibellini. La verità è una sola: ha vinto il progetto di Barbara Biagi e Alessandro Nigi. La squadra ha ormai raggiunto l’obiettivo salvezza da molte settimane. Una scommessa vinta, dunque, quella di Alessandro Brogi, presidente della società, che ha puntato più sulla forza del gruppo che sull’incisività dei singoli: si sono confermate atlete di alto livello, il suo giovanissimo capitano classe ‘89, la centrale, Costanza Morino e l’ormai esperta attaccante Debora Buono, veterana nonostante i suoi 25 appena compiuti, costanti e preziose per tutto l’arco della stagione. Ha impressionato per i miglioramenti raggiunti la schiacciatrice pratese Giulia Cassaresi, vera rivelazione dell’anno, che nelle ultime uscite ha “soffiato” il posto a uno dei neo-acquisti, Valentina Martilotti, proveniente dall’Acqua&Sapone. E’ rimasta invece

sport

Maggio 2010

La squadra del Cpf Volley

stabilmente in campo l’altra “straniera”, il bomber maceratese Ludovica Orazi, reduce da una travagliata annata a Marsciano e “rinata” in terra toscana. Non hanno fatto mancare, inoltre, il loro apporto determinante le cosiddette “seconde linee” quali Martina Allighieri, che in più di un’occasione è stata fondamentale grazie alla grinta e al carattere che la contraddistinguono, e la diciottenne Lisa Cheli, gettata nella mischia al momento della prematura uscita di scena del centrale Elisa Brandigi. E come non menzionare la fresca di convocazione in Nazionale giovanile Barbara Bacciottini, palleggiatore clas-

se ‘94 con un futuro radioso davanti. Ma una menzione speciale la merita sicuramente chi ha portato la croce, il libero Ottavia Agresti, una delle migliori pallavoliste nel suo ruolo (libero) di tutta la Toscana. Dulcis in fundo il capitano Ilaria Ranieri, che ha deliziato gli appassionati di volley con quel “tocco” che è una carezza alla palla, palla che una volta toccata ha scritto sopra: buttami pure per terra, ora puoi schiacciarmi, e così è stato fatto per l’intero campionato. Chapeau. L’allenatrice? La migliore nella preparazione atletica, una delle migliori in quella tattica: per lei è ora di fare il salto di categoria.

Nel 2009 è stato celebrato il suo 75esimo anniversario pionati d’Europa e del Mondo, oltre ai tre atleti portati ai Giochi Olimpici. In poche parole, la Canottieri Comunali di Firenze è vanto e gloria, una società attiva, competitiva e piena di iniziative. Marco Guazzini, allenatore della squadra velocità, Niccolò Pandolfini, allenatore della fluviale, e Massimiliano Sizzi, allenatore della squadra di canoa polo, sono solo gli ultimi artefici dei ri-

Susanna Cicali in azione

sultati ottenuti negli ultimi mesi. Tra le stelle che più hanno brillato negli ultimi anni ci sono sicuramente Stefania Cicali, che si è comportata molto bene agli ultimi Giochi Olimpici, e attualmente Susanna Cicali, sorella minore di Stefania, che sta ripercorrendo le “pagaiate” della sorella e che attualmente si sta allenando nel K2. Strepitosa Susanna Cicali e la squadra della Comunali Firenze a Torino ai Campionati italiani di maratona, che hanno dovuto gestire più di 60 società per oltre 350 atleti, segnale di una grande crescita anche della disciplina. Nel K1 Junior, Susanna ha vinto, dominando la sua gara, sui 17 chilometri, lasciando alle spalle tutta la concorrenza sin dai primi metri. Da ricordare anche i titoli italiani vinti dalla Comunali tra i “Master E” sui 21 chilometri col K2, formato da Giovanni Mazzoleni e Giancarlo Fianchisti, e col K2 dei “Master D” di Augusto Maion/L.M. chi e Lorenzo Mecocci.


sport

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TIRO A SEGNO. Il giovane Niccolò ha da poco lasciato Firenze per unire studi e professionismo

Campriani, “fuga” in Usa per far centro Lorenzo Mossani

cibo a parte, devo dire che mi trovo bene: sto lavorando molto su tutti i fronti ma i risultati si cominciano a vedere: due settimane fa ho eguagliato il record del mondo, 600/600, punteggio pieno. Progetti per il futuro? Medaglie a parte (e con le Olimpiadi ho un mezzo conto in sospeso...), spero semplicemente di continuare a fare il mio sport con la stessa passione e entusiasmo che mi hanno accompagnato fino ad ora. Sono sicuro che se riesco a mantenere intatti questi miei valori, rimanendo sempre con i piedi per terra, allora potrò arrivare anche ai traguardi più prestigiosi. Ha amici in tutto il mondo? Direi di sì, è uno degli aspetti più belli di questa vita sportiva. Un modo anche per confrontarsi con diverse realtà e diverse culture che sicuramente arricchisce. Poi, quando sai dire “ciao” in 20 lingue diverse, sono soddisfazioni... Un messaggio a Firenze? Diciamo che da “ammericano” mi sento di riportare una battuta del mitico Albertone (naturalmente Sordi, ndr): “Yogurt, marmellata, mostarda... questa è roba che magnano l’americani, roba sana, sostanziosa... ammazza che zozzeria!”.

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ato il 6 novembre del 1987, Niccolò Campriani rappresenta sicuramente una delle stelle più brillanti dello sport fiorentino: con una carriera da veterano già alle spalle, è facile dimenticarsi della giovane età. Campione assoluto nella carabina 10 metri, ottimo tiratore nella carabina a terra 50 metri e in quella 3 posizioni a terra, la scorsa stagione ha decisione di lasciare l’Italia per conciliare il professionismo con gli studi in un college. Niccolò, riepiloghi la sua carriera... È iniziata nel 2000 a 13 anni: ci sono stati titoli italiani, medaglie europee e mondiali da juniores, un 10° posto alle Olimpiadi di Pechino, e lo scorso anno i titoli di Campione Mondiale Universitario e Campione Europeo Assoluto. Si sente fortunato a correlare passione e lavoro? Sicuramente mi sento molto fortunato. E anche se a questo livello non è più un gioco, non posso però considerare il tiro come un lavoro: sarà sempre la mia grande passione, con sfide sempre più grandi. Un momento tutto mio. È “fuggito” da Firenze: perché? Adesso sono in West Virginia a concludere la mia carriera accademica (ingegneria) in un bel college americano. La mia non è stata una vera e propria fuga: a Firenze stavo bene, e anche se vado un po’ in giro rimango sempre un tiratore fiorentino. Diciamo che qui riesco a combinare al meglio la mia doppia vita da studente-tiratore; i college americani hanno un’altra idea nel concepire lo sport all’interno dell’università, un modo di tutelare (e non facilitare, badate bene!) gli studenti che fanno sport ad alto livello che noi in Italia dovremmo prendere a esempio... Perciò,

PALLAVOLO/2. Già in corso eventi di avvicinamento che coinvolgono anche le scuole

Conto alla rovescia per il Mondiale

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irenze è una delle dieci città che ospiterà, dal 24 settembre al 10 ottobre prossimi, i mondiali di volley maschile. Sei partite dei quarti più le finali di consolazione (per stabilire la classifica dal 9° al 12° posto). Teatro dell’iniziativa il Mandela Forum, dove si affronteranno sei delle dodici squadre ancora in corsa per il titolo iridato. Sono in corso una serie di eventi di avvicinamento che coinvolgono anche le scuole e tanti studenti. Si è già svolto un incontro in Questura per spiegare come ci si sta muovendo dal punto di vista dell’organizzazione. Il direttore generale dei Mondiali, Francesco Ghirelli, ha spiegato i passi che

stanno portando al Mondiale: “L’organizzazione prosegue spedita, siamo partiti da poco con la biglietteria e i volontari (sul sito internet del Mondiale, www.volley2010.com, si possono prenotare i biglietti e compilare il form per diventare volontari) e presto ci saranno altri passi importanti. Il Mondiale – continua Ghirelli – è un’occasione per dimostrare ancora una volta l’efficienza del ‘sistema Italia’ nell’organizzazione di grandi eventi sportivi”. Per il presidente del Coni provinciale Eugenio Giani, “il Mondiale è una grande opportunità per Firenze di dimostrarsi modello di eccellenza per ospitare i grandi eventi”. /Sim.Spa.

PODISMO. La 38esima edizione della 100 km del Passatore

Circolo Ricreativo Culturale “Enrico Rigacci”

Maggio, torna la “stramaratona” T utto pronto per la 100 Km del Passatore edizione numero 38, che si corre nella serata tra il 29 e il 30 maggio. Tra gli ultimi iscritti in odore di possibile vittoria il romano Giorgio Calcaterra (ha vinto le ultime quattro edizioni), la bergamasca Paola Sanna (due vittorie, nel 2005 e 2007, e tre secondi posti: 2006, 2008 e 2009) e il laziale (è di Subiaco) Marco d’Innocenti (tre secondi posti: 2006, 2007 e 2009). E’ attesa anche l’iscrizione di Monica Carlin, reduce da un recente infortunio, vincitrice nel 2006 e 2008 nonché detentrice del record femminile della corsa: 7h39’43”. A loro vanno aggiunti, tra gli altri, circa trenta fondisti provenienti da undici Paesi (Brasile, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Gran Bretagna, Irlanda, Senegal, Spagna, Sudafrica e Russia). Tra le altre novità della gara, che partirà come di consueto alle 15 da Firenze (in via de’ Calzaiuoli), da segnalare l’istituzione dei cosiddetti “cancelli orari”. Da quest’anno, infatti, per garantire una maggiore sicurezza agli atleti e un ancor più corretto svolgimento della gara, lungo il percorso saranno localizzati tre cancelli di passaggio con i

Via F. Baracca, 56 - Firenze Tel. 055.417297 Gioco a quiz a squadre dal vivo, un'emozionante sfida contro tutti "Chi vuol esser SARABANDA" - partecipazione gratuita. Dalle ore 21.00 al bar potrete trovare ... qualcosa da mangiare.

GIOVEDÌ 6 MAGGIO ORE 22.00 SABATO 8 MAGGIO ORE 20.30

dimenticati"

La partenza della gara

seguenti orari di chiusura: sabato 29 maggio, al km 35 (Borgo S. Lorenzo), ore 21.15; domenica 30 maggio, al km 48 (Passo Colla di Casaglia), ore 1.40; domenica 30 maggio, al km 65 (Marradi), ore 4.30. L’arrivo a Faenza è previsto nel corso della notte, o comunque entro le 11 di domenica 30 maggio. La 100 km del Passatore si conferma una delle classiche più ambite del podismo italiano. Una gara tra le più difficili da affrontare sia a livello italiano che internazionale. Ma una “stramaratona” che affascina sempre, anno dopo anno, migliaia di appassionati po/Sim. Spa. disti.

Teatro a tavola con la "Compagnia delle seggiole" per la serie Invito a cena con delitto il radiogiallo di Ellery Queen "L'avventura degli uomini

SABATO 15 MAGGIO ORE 20.30

Teatro a tavola con la Compagnia "CousCousClan" in "C'eravamo tamponati 3 ..."

GIOVEDÌ 20 MAGGIO ORE 22.00

Gioco a quiz a squadre dal vivo, un'emozionante sfida contro tutti "Chi vuol esser SARABANDA" - partecipazione gratuita. Dalle ore 21.00 al bar potrete

trovare ... qualcosa da mangiare.

SABATO 22 MAGGIO ORE 21.00

Serata di musica Beat con brani suonati e cantati dal vivo che ricordano gli anni sessanta.

SABATO 29 MAGGIO ORE 20.30

Teatro a tavola con la Compagnia "CousCousClan" in "C'eravamo tamponati 3 ..."

Tutti i venerdì alle 16 tombola ed alle 21 torneo di burraco Ogni sabato alle 15,30 ballo liscio con musica dal vivo Tutti i giorni feriali ristorazione a pranzo Tutti i Lunedì e Mercoledì (su appuntamento) sportello di counseling gratuito

- Bar & Caffetteria - Corsi di Teatro - Mostre di Pittura - Scuola di Ballo - Corsi di Fotografia - Cultura - Sale Riunioni - Attività Motoria per Adulti e G.A.G.

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Inviaci le tue lettere a

redazione@ ilreporter.it

Lettere e segnalazioni: tutto su www.ilreporter.it Lettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

BUS IN SOSTA COL MOTORE ACCESO, UN APPELLO Egregia redazione di Reporter, desidero conoscere e aiutare la signora “indignata” che sul vostro giornale di novembre 2009 scriveva degli autobus turistici, con solo l’autista a bordo, che sostano a Campo di Marte con il motore acceso e l’aria condizionata nel bus inquinando l’aria circostante, e ancora il sig. Francesco Rui Sacco e il sig. Costantino Giaquinto che hanno vicino a casa loro problemi simili. Questo succede anche sul lungarno Pecori Giraldi. Prego di mettermi in contatto con tutti questi signori per poter insieme affrontare questi problemi. Mariangela Paterno Pubblichiamo la lettera che ci ha inviato in modo che gli altri lettori a cui lei si riferisce, e che in precedenza ci avevano scritto per segnalare la loro situazione, possano farci sapere se essere messi in contatto con lei, nel caso in cui siano interessati. QUANDO LA SANITÀ FUNZIONA Spettabile redazione de “Il Reporter”, vi scrivo perché, per una volta, mi sono trovata a constatare che la sanità fiorentina può anche funzionare molto bene. I primi di aprile sono stata ricoverata per quattro giorni al reparto di medicina interna di Careggi “Moggi Pignone” per problemi respiratori. E devo ammettere che sono rimasta stupita dalla gentilezza e dalla professionalità dei medici che mi hanno curata: da quella del professor Moggi Pignone innanzitutto. Ma anche dalla serietà della sua équipe di medici e di giovani specializzandi, che alla freschezza delle loro competenze a all’attenzione clinica al paziente sanno aggiungere sorrisi e cordialità. Bravi tutti! G. Gabrielli

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Maggio 2010

VIA BARACCA E LA SICUREZZA STRADALE Buongiorno, volevo dire la mia su un vostro articolo, precisamente quello della signora Fannì Beconcini di Marzo pag.4 sotto la voce L’inchiesta –Via Baracca continua a far vittime ecc. ecc; sono d’accordo con quanto esprimono le persone intervistate dal giornale ed anch’io dico che c’è tanto da fare ancora… il problema sono anche le persone che guidano maldestramente senza tralasciare l’operato dei vigili i quali dovrebbero essere più “attivi” dove si verificano parcheggi selvaggi ed auto o autobus in sosta dove vietato ecc, ma ultimamente sono tutti in centro a tutelare solo quella parte della città, lasciamo perdere ……; ritorno all’articolo; vorrei invitare la signora a “vivere” un po’ via Baracca (non vorrei che fossimo vicini di casa…) perché così si capirebbe cosa significa questa strada; ho già scritto a riguardo al vostro giornale e grazie per aver pubblicato le mie mail, ma probabilmente chi deve decidere o ascoltare i cittadini fa le cosiddette “orecchie da mercante” e vi spiego il perché: 1)ho chiesto più volte di mettere in sicurezza le strisce davanti alla Opel ma nessuno si è visto o fatto sentire (mi è stato detto che su dette strisce sono morte diverse persone, basterebbe farsi dare dai vigili i numeri, ma così non avviene …), vi dico ciò perché mi è andata bene due volte, una delle quali con un autobus che non ricordo di quale azienda fosse ma era blu e l’autista forse per l’orario o chissà se forse era al telefonino sembrava assente alla guida tanto che non ha nemmeno rallentato o si è soffermato ai miei colpi dati sulla carrozzeria di sinistra del mezzo, quindi pensate come mi è andata bene; queste strisce vengono attraversate da molte persone ed anche bambini che si recano al giardino, altro punto dolente, ma restiamo su via Baracca; 2)le soste selvagge impediscono ai pedoni di usufruire del marciapiede e devono in alcuni casi scendere in strada rischiando molto, questo perché in detto pezzo, ma anche in altri punti di detta via, ci sono divieti di sosta ma gli autobus, che portano i turisti e di conseguenza i soldini a quelle categorie che si lamentano di continuo perché danno la colpa alla crisi e a sentir loro non lavorano mai, sostano sul marciapiede (ho foto che documentano quanto dico …) come se no bastasse anche con i motori accesi inquinando a “bestia” come si usa dire, facendo anche incazz….. i residenti anche perché detti automezzi sostano davanti ai passi carrabili impedendo in certi casi l’uscita o l’ingresso e i vigili non intervengono; sappiamo tutti che per il passo carrabile si paga al “palazzo” una certa cifra (al momento non so quantificare…) ma nessuno fa niente; vorrei che venisse fatto come dal Lidl in poi fino al Barco dove c’è il

pezzo di marciapiede per i pedoni e il pezzo riservato alle auto per parcheggiare; inoltre anche i cassonetti fanno la loro parte; in altre strade il marciapiede è stato allargato verso la strada di quel tanto per permettere ai pedoni di transitarvi tranquillamente, venga a vedere il marciapiede lato Asnu (anche di questo pezzo ho foto per ciò che dico ….) 3) per ritornare alle strisce… sono state fatte altre su sfondo azzurro in prossimità del sottopassaggio della ferrovia, chiedo a voi, alla signora che sa di via Baracca (non è polemica sia ben chiaro…) a cosa servono... hanno messo un lampione con una buona luce, inoltre detto lampione ha due lampade tipo semaforo di colore arancione che si accendono di sera alternandosi ma non sono sempre accese e quando sono in funzione non vengono viste da nessuno; ho chiesto dei rallentatori ma dicono che non possono metterli non saprei dirvi il perché; in altre parti di Firenze ci sono, vedi via Canova, via dell’Argingrosso, per far presente sulla stessa via Baracca angolo via Miccinesi all’incirca perché lì è stato messo un rallentatore e allora dove sta l’inghippo? Tornando a via Canova all’altezza della nuova biblioteca e della casa di cura il rallentatore ha delle lucine led che si attivano di sera (anche in questo caso ho le relative foto di ciò che dico ..); non so se questo accorgimento è anche in via dell’Argingrosso per i rallentatori installati; 4) chiedo il perché di queste discriminazioni; so che ci sono delle vernici fluorescenti, perché non utilizzarle? Manca il personale, se vogliono mi propongo io…… Come vede signora Fannì di problemi ce ne sono, e le chiedo se ha del tempo mi contatti sarò a sua disposizione per un sopralluogo perché la vita è importante per tutti e non si deve piangere purtroppo solo quando muoiono dei ragazzi giovani vedi via Pistoiese…. Penso che occorre la collaborazione di tutti a attuare quelle migliorie per salvaguardare l’incolumità della vita dei cittadini, altrimenti c’è da pensare a quelli di seria a b c ecc, se vale questo principio allora deve essercene uno anche per le “gabelle” che si pagano al “palazzo”, che devono essere diversificate (è una provocazione….). Costia PISTE CICLABILI, “ISTITUIAMO UNA GUARDIA VOLONTARIA” Spett. redazione de Il Reporter, propongo al Comune di Firenze e alle associazioni di tutela della mobilità ciclabile della città di attivarsi per arrivare all’istituzione di una Guardia volontaria delle piste ciclabili, analogamente alla Guardia ecologica volontaria del WWF o alle Guardie zoofile volontarie della Protezione Animali. Guardie volontarie delle piste ciclabili che potrebbero controllare la manutenzione, le soste vie-

tate, l’educazione dei ciclisti alle norme della circolazione. Tanto per fare degli esempi di urgenze: di notte a Firenze tutti, ma proprio tutti, vanno in bicicletta a luci spente con grave pericolo di scontro con la bici proveniente dall’altro senso nelle strette piste ciclabili. Quando è buio le piste ciclabili diventano quindi realmente pericolose per la possibilità molto concreta di scontro con chi viene di fronte, sempre completamente a luci spente, dato che le piste sono strette e la visione della bici di contro al buio avviene all’ultimo momento, specie se poi piove..... Io che uso costantemente la bicicletta per andare a lavoro sono giunto al punto di non andare più con la bici sulle ciclabili di notte, perché preferisco le auto da dietro sulla strada alle bici al buio di fronte su pista...... Ovviamente all’indisciplina di questo tipo si aggiungono tutte le altre tipiche indiscipline italiche: sorpassi e scambi da tutte le parti, a destra e a sinistra, senza alcuna regola, persone con il cellulare che non ti sente sorpassare, mamme con la carrozzina, gente con il cane al guinzaglio che (il guinzaglio) specie di notte non si vede, ecc ecc. Poi quando c’è la pulizia notturna da molte parti le piste diventano il parcheggio delle auto della zona, ovviamente tollerato dai vigili e non multato, ecc ecc. Poi ci sono le buche non riparate, gli scalini dei marciapiedi a fine pista non corretti da discesa all’immissione nella strada, ecc ecc. Mai visto in tutta la mia vita (sono come ho detto sulle ciclabili tutti i giorni per andare a lavoro) un vigile ciclista, anche se so che esistono.... Insomma una guardia volontaria avrebbe molto da fare...... Il problema è però come fare per disporre di tale servizio.... e non solo a Firenze, ma penso anche in altre città... Cordiali saluti Marco Panti IL GATTO “MASCOTTE” DI GAVINANA HA TROVATO CASA: UN RINGRAZIAMENTO Finalmente, Gedeone ha passato la Pasqua in un bell’appartamento, caldo e luminoso, sempre nella zona del viale Europa. Ebbene sì, ce l’abbiamo fatta. Grazie all’appello pubblicato sul vostro giornale, Gedeone è stato adottato, sììììììì!!!!. Moltissime persone hanno letto l’articolo, veramente tante tante, anche se solo in due casi alla lettura è seguita... l’azione. Il primo è stato Alessio, la seconda la bimba Margherita. E’ stato difficile decidere; in realtà non siamo state noi a farlo, ma un insieme di fattori. La giusta pausa di riflessione della famiglia di Margherita, dopo una prima visita al micione, ha reso ancor più determinato Alessio a non lasciare il gatto un giorno in più nella piccola veranda sul terrazzo. Alessio si è “innamorato” subito di Gede e, nonostante una lieve allergia, ha deciso di prenderlo con sé e di iniziare un nuovo percorso insieme.


lettere

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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it BICICLETTE, SE IL PROBLEMA SONO LE RASTRELLIERE Egregio Direttore, leggo ancora una volta sul Suo giornale di Aprile il problema sollevato da vari cittadini per le piste ciclabili e/o a singhiozzo, e sono completamente d’accordo con quanto scritto, ma mi pare che si sia dimenticata la promessa fatta e non mantenuta dalla precedente Giunta e, forse, promessa anche dall’attuale. Chiarisco: la precedente Giunta, qualche anno fa, fece le piste ciclabili e ne fece una grande pubblicità. Fece anche pubblicità (se così si vuol chiamare...) sulla posa in opera di rastrelliere per le biciclette e.... promise che sarebbero state tenute in perfetto ordine. Io ho già scritto a Lei per questo problema tempo fa. Quale???? Tutte le rastrelliere sono piene e stracolme di rottami di biciclette e sono lì da mesi e mesi senza che nessuno se ne curi......... tanto ci sono ancora tanti pali, inferriate ed altro dove metterle con grande disagio per i pedoni, non vedenti, carrozzelle etc.etc. Non credo di doverLe inviare decine di foto di dette rastrelliere, penso che anche Lei, magari davanti a casa, le abbia viste. Lo so che è una cosa difficile ma almeno proviamoci!!!!! Ci sarebbero tanti materiali da recuperare! Non è certo un bello spettacolo per una Firenze pulita come il Sindaco vorrebbe!!!!!! Può dire due paroline al Sindaco Renzi???!! Delle buche di via Bronzetti, viale Duse etc.etc. ne parleremo un’altra volta!!! Grazie della Sua attenzione e La saluto cordialmente. Albano

Caro signor Albano, la sua lettera mi dà lo spunto per tornare a parlare, ancora una volta, del tema delle biciclette, evidentemente molto caro ai nostri lettori, a giudicare dal gran numero di lettere e segnalazioni che ci arriva ogni mese in redazione sull’argomento. E lo spunto, anche, per ripetere quello che già in passato avevo scritto: in una città che – come d’altronde tutte le medie e grandi città – deve fare i conti con l’aumento del traffico sulle strade, e dove il problema dello smog non è certo irrilevante, l’utilizzo della bicicletta dovrebbe essere incentivato il più possibile. Questo significa che una grande attenzione, da parte delle istituzioni, dovrebbe essere data non solo alle piste ciclabili, ovvero le “strade” di chi si sposta in bici, ma anche a tutto quello che ruota loro intorno e che è ugualmente importante per i ciclisti, a partire proprio dalle rastrelliere, spesso insufficienti o – come dice lei – piene di mezzi vecchi, inutilizzati e molto spesso, date le loro condizioni, inutilizzabili. Che, oltre a costituire un problema per chi vorrebbe parcheggiare la propria bici senza riuscire a trovare uno spazio libero, non sono in effetti nemmeno un bello spettacolo per la vista. Dalle inchieste che, nei mesi scorsi, abbiamo fatto sullo stato delle piste ciclabili nei vari quartieri fiorentini è emerso che, su questo fronte – nonostante in alcuni casi qualcosa sia effettivamente stato fatto – resta ancora molto da lavorare. Per questo motivo penso che la sua segnalazione, così come quelle di tutti i cittadini che ci hanno scritto e ci scrivono sull’argomento, possa essere importante per chi deve decidere sullo sviluppo futuro della città, anche perché tanta attenzione su questo tema – segno evidente che sono molti i fiorentini che scelgono, o sceglierebbero se le condizioni fossero migliori, di muoversi in bicicletta - non può che essere considerata come un fattore positivo. E, più che “due paroline” da parte mia, penso che importante, per il sindaco e non solo, siano le parole vostre, dei cittadini. Continuate, quindi, a inviarci le vostre segnalazioni, le vostre lamentele e le vostre proposte sull’argomento: noi continueremo a darvi voce. Matteo Francini

Gede deve ancora orientarsi ed abituarsi al suo nuovo ambiente, una vera casa. L’amore e la pazienza di Alessio gli daranno modo di adattarsi e di godere al meglio di tutto quello che, a questo punto, la vita gli può offrire. E’ stato difficile e molto commuovente per noi lasciarlo, dopo 3 mesi di amorevole accudimento. In realtà non lo lasceremo mai, per qualsiasi bisogno Gede e Alessio potranno contare su di noi. Già in questi giorni siamo andate a trovarlo per favorire il suo inserimento nella nuova famiglia. Un pensiero particolare a Margherita, ai suoi fratellini, ai loro genitori. Una famiglia deliziosa, con un grande cuore che abbiamo avuto la fortuna, in questa particolare occasione, di conoscere e di apprezzare. Un grazie di

cuore a tutti voi, ancora una volta. Sonia e Mara L’EX MEYER E I DISAGI PER I RESIDENTI Spettabile Redazione, abitando in via Buonvicini proprio di fronte alle palazzine storiche dell’ex Meyer devo fare un appunto per l’inesattezza riportata dal vs. cronista, signor Riccardo Bianchi, nell’articolo in oggetto. L’ex Meyer è stato occupato con l’aiuto di movimenti per la casa in data 3 gennaio del 2009 non, come si dice sull’articolo, da rifugiati politici bensì da un gran bel numero di extracomunitari, rumeni, albanesi ed ultimamente anche zingari. Alla faccia del tanto decantato decoro, provate a passare da via Buon-

vicini. I rifugiati politici sono viceversa alloggiati nei vecchi magazzini di via Luca Giordano, giusto sotto il cavalcavia delle Cure. Nelle giornate di sole vedrete i loro bucati stesi sul marciapiede. Trattasi comunque in tutto di circa 200/250 persone che stanno letteralmente distruggendo un quartiere. Qui non si tratta di razzismo o pregiudizio nei confronti di persone “altre”, ma di una ben precisa denuncia nei confronti di autorità che permettono queste soluzioni, in barba a quelli che sono i diritti dei cittadini fiorentini che chiedono di essere rispettati. Grazie per l’attenzione, Silvia Ciampi VIA DELLO STATUTO-VIA DELLE CINQUE GIORNATE, “PERICOLO CONTINUO” Incrocio tra via dello Statuto e via delle Cinque Giornate. Nonostante il divieto di un cartello stradale per la svolta diretta su via delle Cinque Giornate, tutti se ne disinteressano. Il pericolo è continuo. Lettera firmata NAPOLEONE E L’INTITOLAZIONE DELLE STRADE Gent. ma Direzione, ho visto in questi giorni, in angolo con via G. D’Annunzio, una nuova via, intitolata a Napoleone Bonaparte. Il complesso edilizio è molto bello, ma non si poteva chiamare col nome di un italiano? Abbiamo tanti nostri eroi, anche attuali, e poi Napoleone ci ha sottratto centinaia di opere d’arte. Per noi non rappresenta niente. Distinti saluti. “DEGRADO E INVIVIBILITÀ NELLA ZONA DELLA STAZIONE DI CAMPO DI MARTE” Vi scrivo per evidenziare la situazione di degrado e di invivibilità della zona antistante la stazione di Campo di Marte, per intenderci via Mannelli fra via Varchi e viale Mazzini. Il traffico, il rumore, la impossibilità di parcheggio, lo sporco ormai sono realtà quotidiane. IL TRAFFICO - Ormai fra autobus taxi e pullman la situazione è diventata insostenibile. Via Mannelli poi è una strada stretta e quindi basta poco per intasarla con il risultato di automobilisti spazientiti che si attaccano al clacson delle loro auto. Quando poi è in arrivo o in partenza un treno (e ora con il freccia rossa i problemi sono aumentati) il delirio diventa totale: la gente parcheggia dove vuole davanti alle macchine posteggiate a spina di pesce, di fronte ai passi carrabili, nelle zone dedicate agli handicappati e via dicendo. IL RUMORE - Il rumore è una conseguenza del caos, senza considerare che il traffico in stazione è aumentato in maniera esponenziale e quindi il rumore dei treni è ora veramente insopportabile (ma perché alcuni treni all’una di notte quando entrano suonano la sirena facendoti sobbalzare sul letto men-

tre altri no? C’è una regola o il tutto è a discrezione del macchinista?) IL PARCHEGGIO - Questa è la conseguenza del traffico ma ora parcheggiare è veramente impossibile. Poi hanno fatto delle strisce gialle ma a chi servono? Non c’è scritto nulla e la gente continua a parcheggiarci sopra. I motorini parcheggiano nel posto delle auto. Insomma non ci sono regole e non c’è nessuno (vigile o simile) che faccia rispettare la minima regola. Quando poi c’è la partita a Firenze è veramente ma veramente il caos, specie nelle partite infrasettimanali, che poi di solito sono di mercoledì, quando nella parte limitrofa di via Mannelli c’è il lavaggio strada. SPORCO - La stazione è una zona di passaggio e ci passa di tutto, e purtroppo nessuno ha rispetto della cosa pubblica e così la strada diventa il megacestino dei rifiuti. Non parlo dei bisogni dei cani che ci costringono a fare lo slalom sul marciapiede. Ognuno pensa che la strada sia il corretto ricettore dei loro rifiuti. E’ veramente una cosa indecente. I cassonetti poi sono usati in maniera non corretta e così troviamo scatole di cartone fra i rifiuti indifferenziati e roba del genere. C’è una soluzione? Secondo me si. Prima di tutto una presenza continua della polizia municipale (basta la presenza di uno o due vigili) e poi cominciare a pensare di realizzare il progetto di rifacimento della stazione in modo di realizzare un parcheggio dalla parte di Campo di Marte (ci sono spazi immensi) e realizzare la stazione a ponte demolendo i fabbricati esistenti e aumentando gli spazi di fronte all’attuale stazione, e coprire l’attuale stazione magari con una copertura verde che possa diventare un parco gioco collegato con i giardini di Campo di Marte. Forse questo è fantascienza, ma io la proposta l’ho fatta (comunque io il progetto l’ho fatto). Ringrazio e saluto, Francesco Casalotti APPARENZA E SOSTANZA SULLE STRADE L’altra settimana ho visto nel viale Volta e strade adiacenti lavoratori che bloccavano parte delle strade. Ho ingenuamente pensato che il Comune si fosse deciso a riasfaltare le strade piene di “crateri” pericolosi, e invece no! Stavano semplicemente ridipingendo strisce pedonali e strisce in mezzo alla strada. Ora è tutto più bello, sembrano quasi strade vere, invece delle “mulattiere” che in effetti sono. Complimenti! E’ proprio il caso di dire che in questa città l’apparenza conta più della sostanza!!!! Daniela Luporini


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Concerti Gianluca Grignani 5 maggio

Saschall

“Sei sempre stata mia”, è la traccia che anticipa il nuovo album, “Romantico Rock Show”, uscito il 2 febbraio su etichetta Sony Music. Questo è il decimo album del cantautore milanese che torna, in grande forma artistica, a due anni di distanza dall’ultimo cd, con un disco totalmente inedito: 11 brani, interamente scritti, parole e musica, da Gianluca Grignani, uno dei più prolifici autori italiani. 60 minuti di rock, di grande energia, di ritmi intensi e di amore celebrato e raccontato in ogni sua sfaccettatura. Per aprire la strada a questo suo ultimo lavoro discografico Gianluca ha scelto “Sei sempre stata mia”, un’intensa ballata rock. Marco Mengoni 10 maggio

Saschall

Dopo una sola settimana dall’uscita, il cd ep “Re Matto” ha raggiunto il primo posto della classifica degli album più venduti con oltre 40 mila copie, sbaragliando la concorrenza italiana e internazionale. Un successo straordinario per Marco

Mengoni, il nuovo talento protagonista della scena musicale italiana: una vera rarità che un artista pressoché esordiente entri direttamente al primo posto della classifica ufficiale Gfk degli album più venduti della settimana. All’interno di “Re matto” il brano “Credimi ancora”, brano che Marco Mengoni ha presentato alla Sessantesima Edizione del Festival di Sanremo nella categoria “Artisti”, balzando immediatamente al primo posto della classifica di iTunes.

sorprese con interpretazioni inedite.Il tour proseguirà ad aprile e maggio portando Fiorella e la sua band Lele Melotti (batteria), Carlo Di Francesco (percussioni), Nicola Costa (chitarre), Fabio Valdemarin (pianoforte), Alfredo Paixao (basso), nei più importanti Teatri d’Italia.

Irene Grandi 15 maggio

Teatro Verdi Nel 2010 Irene torna a Sanremo dopo 10 anni. Porta una canzone, “La cometa di Halley”, scritta da Francesco Bianconi, riproponendo così quella fortunata collaborazione già intrapresa con “Bruci la città” . Il brano anticipa il nuovo album, “Alle porte del sogno”, il primo di inediti in quasi 5 anni. Irene è ora coproduttrice artistica assieme a Pio Stefanini, e coautrice di quasi tutti i brani. Il disco si chiude con un’altra collaborazione, questa volta con un autore “storico” di Irene, Gaetano Curreri, che scrive “Stai ferma”. Fiorella Mannoia 16 maggio

Teatro Verdi

Accompagnata da una band che vede la collaborazione di alcuni nuovi musicisti e di un quartetto d’archi arrangiato da Marcello Sirignano. Fiorella oltre al suo repertorio ci riserverà molte

Elisa 20 maggio

Mandela Forum Un tour che porterà Elisa in giro nei maggiori palazzetti di tutta Italia a partire dal 6 aprile, 14 date per far ascoltare ai suoi fan le canzoni di Heart, ma anche i successi di oltre dieci anni di carriera. Sul palco accanto a lei sarà presente la band che da oltre 10 anni accompagna Elisa dal vivo: Max Gelsi al basso, Andrea Rigonat alle chitarre, Andrea Fontana alla batteria e Gianluca Ballarin alle tastiere.

Lo spettacolo Enrico Brignano 20 maggio

Saschall

Nei suoi esilaranti monologhi, Brignano mette alla berlina vizi e virtù degli

L’ANTICIPAZIONE

A Firenze musica digitale fa rima con Muv festival L

uomini di oggi, dalle paure alle manie che ciascuno serba in cuore: un viaggio tra le piccole e grandi nevrosi degli italiani. Ma in questo viaggio fortunatamente viene in soccorso, anzi in ‘’Pronto soccorso’’ la risata come un sorso d’acqua fresca, capace di mandar giù e per un attimo far dimenticare qualsiasi boccone amaro. Una pausa di serenità, una pausa di buonumore.

a sesta edizione del Muv festival - Paesaggi Digitali si svolge dal 1 al 6 giugno all’anfiteatro delle Cascine suggestivo luogo di ritrovo della fiorentinità che anche il sindaco Matteo Renzo ha promesso farà di tutto per far diventare un punto di riferimento dell’estate fiorentina. L’evento dedicato alla musica digitale propone quest’anno un’interessante riflessione sui nuovi orizzonti della sperimentazione digitale e sulle modalità di percezione della realtà che ci circonda attraverso le nuove tecnologie. Ad una ricca selezione di ospiti nazionali ed internazionali, che andranno ad animare l’anfiteatro, Muv festival affianca una sezione formativa senza precedenti, nella quale trovano spazio, oltre ai tradizionali workshop legati alle nuove

frontiere della sperimentazione digitale, dei veri e propri laboratori di produzione audiovisiva. Il Muv Lab è un nuovo progetto, curato da Andrea Mi per MUV- music and digital art festival, che vuole sviluppare innovative strategie di produzione per artisti emergenti. loro lavoro di studio e realizzazione. Si chiama Muv Lab e per l’edizione 2010 di saranno due le produzioni in cantiere, una a Firenze e l’altra a Pisa. Nella prima saranno coinvolti il produttore italo-portoricano Arge, emerso dal collettivo Numa Crew, e uno dei più promettenti visual artist fiorentini, Vj LP, già resident del Tenax. Nella seconda produzione, invece, il duo Kokomo, parte del collettivo 24Hrs Sleepy People, sarà seguito da Prudo e lavorerà insieme a Argot.

Il festival FirenzeNoir Festival 2010 Dal 21 al 23 maggio

Palazzo Vecchio e auditorium Cassa di Risparmio Tre giorni noir per la città di Firenze, a maggio in Palazzo Vecchio, nel salone dei duecento e nell’auditorium della CRF in Via Folco Portinai, a due passi da Piazza Duomo. Una rassegna che promuove uno strumento interpretativo della società di oggi e della sua complessità, aprendo al pubblico incontri con noti scrittori, sceneggiatori, magistrati, polizia scientifica e medici legali. Un’ opportunità per rileggere grandi fatti di cronaca e scoprire misteri

irrisolti. Un programma fitto, sviluppato nell’ultimo weekend di maggio, utile per analizzare e interpretare letteratura, fiction e fatti di cronaca nera.

Le visite guidate La luce della grazia 5-12-19-26 maggio

Luoghi vari

Quattro incontri per conoscere la città e i suoi percorsi meno conosciuti. Cominciano mercoledì 5 maggio le visite guidate alla scoperta dei più bei tabernacoli fiorentini insieme alla associazione Firenze Fede Arte. La prima giornata (il 5) accompagnerà nella visita dei tabernacoli intorno al Duomo, la seconda (il 12) sarà la volta della zona di Santa Croce e il Bargello e ancora il 19 l’Oltrarno e il 26 Ognissanti e via San Zanobi. Ogni visita dura circa 1 ora e 20 e costa 10 euro a persona. Info: www. firenzefedearte.it oppure 055.2302477

Le mostre Caravaggio e i caravaggeschi a Firenze Dal 22 maggio al 10 ottobre

Galleria Palatina e Galleria degli Uffizi Grazie dunque al cospicuo patrimonio fiorentino di opere del Caravaggio e al nucleo di pittura caravaggesca e grazie ai numerosi prestiti accordati, due dei massimi musei del Polo Museale Fiorentino, la Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina, ospiteranno, in occasione delle celebrazioni per il

IV centenario della morte del Caravaggio, la mostra Caravaggio e caravaggeschi a Firenze. A quarant’anni dalla pionieristica mostra curata da Evelina Borea, l’evento consentirà di presentare oltre cento quadri, noti e meno noti, alla luce dei dati emersi in seguito a ricerche, documenti e nuove attribuzioni che hanno modificato il panorama critico e l’apprezzamento del pubblico. Pregio e bellezza Fino al 27 giugno

Museo degli argenti Attraverso un selezionato numero di pezzi di eccezionale qualità provenienti dai più importanti musei italiani e stranieri, la mostra illustra la complessa storia di questo tesoro, a partire dalla sua costituzione ad opera di Cosimo, Piero e soprattutto Lorenzo de’ Medici, che ai cammei e agli intagli riservò un posto di rilievo all’interno delle sue collezioni d’arte e al quale si deve l’acquisto di esemplari prestigiosi come il cosiddetto Sigillo di Nerone, la splendida corniola con Apollo e Marsia celebrata e ammirata da un folta schiera di letterati e artisti. Uno sguardo nell’invisibile Fino al 18 luglio

Palazzo Strozzi In esclusiva per la Fondazione Palazzo Strozzi sono arrivati dai quattro angoli del mondo una serie bellissima di quadri che racchiudono l’estro e la maestria non solo del maestro De Chirico, ma anche degli altri artisti del suo tempo.


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