Il reporter-Impruneta-settembre-2010

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Il Giornale nel tuo Comune

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Periodico d’informazione locale. Anno IV n.73 del 6 settembre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

PALLONE

PRIMO PIANO

SETTEMBRE 2010

La zanzara, precaria come noi Andrea Muzzi*

N CAMPIONI SI DIveNtA Ecco come fare (e quali sono le spese) per iscrivere i propri figli a una delle scuole-calcio presenti in città PAG.30

FESTA DELL’UVA Il 26 settembre la sfilata dei carri. Ma, prima, torneo di bridge e raccolta di sangue a scopo benefico PAG.6

SPORT

Scuola, si ricomincia. Affrontando i tagli Il tram sette mesi dopo

PAGG.2-3

tempi moderni

di Salusest-Biancalani

I GuIDA ALLA StAGIONe Ecco gli impegni della Fiorentina e tutto quello che c’è da sapere sul “campionato spezzatino” PAG.37

impruneta tavarnuzze Il sogno di ogni bambino trova spazio al campo di via Cassia: via agli stage gratuiti della scuola calcio PAG.38

fiorentini, si sa, sono proverbialmente diffidenti. Se c’è aria di novità, prima di accettarla, vogliono annusarla per bene. E cosi è andata con la tramvia. All’inizio ha suscitato ondate di polemiche e perplessità a quintali, adesso a quanto pare è sbocciato l’amore. Anzi, l’Amore. A giudicare, almeno, dai dati sull’utenza, che raccontano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno. Ovvero un bacino di circa diecimila persone che quo-

tidianamente salgono a bordo. Non solo. Di questi viaggiatori c’è anche un identikit, una fotografia scattata dalla Regione, che dipinge un’utenza in rosa. Sono soprattutto le donne, infatti, a utilizzarla, con una fascia d’età dominante che va dai 36 ai 60 anni, e con un titolo di studio medio-alto. E intanto, sempre in tema di viabilità e trasporti, si fa chiarezza anche su un altro fronte, l’Autopalio: il temuto pedaggio non PAGG.10-11 verrà introdotto.

La chiesa va sul web e il prete si fa blogger PAG.12

el numero precedente ho parlato di un animale che viene abbandonato prima delle vacanze: il cane. In questo numero parlerò di un animale che troviamo al ritorno: la zanzara! È bello sapere che a casa c’è sempre qualcuno che ci aspetta. Come apriamo la porta, vediamo la zanzara seduta sul divano, con l’aria impaziente: “Quanto ci hai messo a tornare? Fatti dare un bel pizzicotto!”. C’è chi la zanzara la trova anche al mare, magari è la stessa. Io, per esempio, da un po’ di tempo faccio sempre le ferie con la zanzara: almeno in due si divide il conto dell’albergo! Mi ha succhiato così tanto sangue che l’hanno fatta socia onoraria dell’Avis! Ci avete fatto caso? Ogni anno le zanzare sono sempre di più! Gli altri animali sono tutti in via di estinzione, la zanzara invece rimane indifferente all’inquinamento, ai cambiamenti climatici. Anzi, più il mondo peggiora più lei si riproduce. Cade il governo? Un milione in più di zanzare! Crisi economica? Altro milione. L’ape operaia si sta estinguendo perché con la disoccupazione di oggi trovare un posto fisso è un miraggio. La zanzara invece è come noi: precaria. Lavora dai primi caldi ai primi freddi. Dopo non viene riconfermata! Perché non salviamo gli animali in via di estinzione accoppiandoli con la zanzara? Dopo la zanzara tigre, avremo la zanzara panda, l’unico insetto che ha un occhio nero e pesa più di una tonnellata. *Comico

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Edizione di Impruneta • 6.273 copie distribuite da


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Settembre 2010

il giornale nel tuo Comune

PRIMA CAMPANELLA/1. Da settembre a fine anno ci saranno altri interventi di riqualificazione

Le scuole si sono rifatte il trucco musica

Pavimenti rinnovati, scale rese più sicure

Quando l’istruzione ha il suono del violino

e pareti imbiancate: in estate sono stati eseguiti una serie di piccoli lavori per migliorare la funzionalità degli edifici scolastici Paolo Ceccarelli

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nno scolastico nuovo, strutture scolastiche vecchie ma rinnovate. Durante l’estate sono stati eseguiti diversi interventi all’esterno e all’interno degli istituti imprunetini: una serie di piccole opere – dall’imbiancatura alla risistemazione dei pavimenti – per far trovare le scuole e le loro aule nelle migliori condizioni possibili al suono della prima campanella. E un’altra tranche di lavori, quelli non realizzati direttamente dal Comune ma dati in appalto, è partita questo mese e si concluderà a fine anno. Tra questi, l’intervento finora più dispendioso sia dal punto di vista economico (circa 50mila euro) che da quello del tempo e dell’impegno impiegati: il rifacimento del pavimento dell’asilo nido di Tavarnuzze, con la rimozione delle parti in amianto che a giugno avevano spinto la Asl a chiudere la struttura. Per quanto riguarda le piccole opere eseguite dai tecnici comunali, invece, sono state reimbiancate le pareti delle scuole materne “Luca Della Robbia” e di San Gersolè, dove sono stati anche risistemati i cancelli esterni (tra le altre cose, riverniciati) e i corrimani delle scale interne. Le cancellate sono state rimesse a posto anche alla materna “Buondelmonte de’ Buondelmonti” di via Buozzi, mentre alle medie “Accursio da Bagnolo” sono state messe in sicurezza e ridipinte le finestre. Altri interventi, un po’ in tutti gli edifici scolastici, hanno riguardato le infiltrazioni d’acqua e le macchie d’umidità. “Questi piccoli lavori sembrano scontati – dice l’assessore con la delega alle manutenzioni Filippo Ciolli – ma in realtà facciamo sempre più fatica a realizzarli, perché il personale del Comune si riduce ogni anno e non abbiamo abbastanza tecnici per fare tutto con celerità. La macchina comunale ha comunque fatto un grande sforzo per risolvere i problemi e continuerà a farlo durante l’anno, rispondendo alle segnalazioni che ci arrivano dalle scuole”. Alla riduzione dell’organico della struttura tecnica del Comune si deve

La scuola “Paolieri”: per l’intervento si aspetta un contributo statale

poi aggiungere il fatto che i plessi scolastici di Impruneta sono perlopiù edifici vecchi, che quindi hanno un’usura più veloce e richiedono riparazioni più costose. Nel corso di questo mese, comunque, partiranno anche gli interventi più sostanziosi effettuati dalle ditte esterne che hanno vinto gli appalti. Alla scuola media di Tavarnuzze verranno rimessi a posto l’80% dell’illuminazione e il pavimento della palestra, saranno messe in sicurezza le scale esterne

Il Reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie

Impruneta, dove devono essere fatte alcune opere di non poco conto: innanzitutto il rifacimento del tetto, ma anche altre opere di messa in sicurezza. “Abbiamo chiesto un contributo pari ad alcune centinaia di migliaia di euro – spiega il vicesindaco con delega ai Lavori pubblici, Leonello Buccianelli – e stiamo aspettando la conferma da parte dello Stato centrale. Non appena la riceveremo partiremo con la progettazione degli interventi”.

il pof Dall’uso di internet alla raccolta differenziata

Al “Primo Levi” si studiano anche legalità e ambiente

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erto, l’italiano e la matematica. E storia, inglese, scienze. Ma oltre a queste, gli alunni dell’istituto “Levi” studieranno altre due “materie”: la legalità e l’ambiente, le due tematiche che sono previste dal Piano dell’offerta formativa e che sono già state affrontate durante lo scorso anno scolastico. Per quanto riguarda la legalità, saranno organizzati progetti e momenti di approfondimento sull’uso di internet, le vicende più importanti della storia contemporanea locale e italiana (dalla Giornata della Memoria al 25 aprile passando per l’anniversario del bombardamento di Impruneta), i diritti umani,

Il Reporter di Impruneta raggiunge 6273 famiglie nel Comune di Impruneta

Copia in abbonamento postale

di emergenza e verranno eseguiti anche altri lavoretti per migliorare la funzionalità dell’edificio. Anche all’elementare tavarnuzzina saranno rimesse a posto le scale esterne e verrà resa più sicura, cambiando le guide e rimurandola, la cancellata. Le opere saranno completate entro la fine del 2010 e il costo totale di dovrebbe aggirarsi sui 43mila euro. Sul tavolo dell’amministrazione comunale c’è poi il piano di intervento sulla “Ferdinando Paolieri” di

Loro studiano e suonano. La chitarra, il pianoforte, il violino e il flauto. Loro sono la settantina di alunni che fanno parte della “sezione musicale” della scuola secondaria di primo grado del “Primo Levi”. Si tratta di tre classi di ragazzi e ragazze che studiano e provano questi strumenti durante le ore pomeridiane. E, nel corso degli anni, si sono tolti anche qualche piccola grande soddisfazione: hanno partecipto a concerti e rassegne insieme agli istituti musicali di tutta la Toscana, meritandosi diversi riconoscimenti e attestati ufficiali. A dimostrazione che l’educazione musicale impartita dagli insegnanti e il duro lavoro degli studenti portano sempre risultati, bisogna ricordare che negli ultimi cinque anni oltre venti ragazzi usciti da questa sezione del “Levi” hanno deciso di proseguire gli studi al Conservatorio di Firenze o all’Istituto musicale di alto perfezionamento di Siena. E allora, anche quest’anno, che la scuola rinizi con la musica, e viceversa.

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la prevenzione dei comportamenti a rischio e in particolare l’uso di droghe. Gli studenti avranno anche modo di conoscere meglio i meccanismi del governo locale e di entrare in contatto con i loro amministratori (dal sindaco al consiglio comunale), e anche di imparare il codice della strada. Saranno infatti organizzati, così come l’anno scorso, i corsi per il conseguimento del patentino di guida per i ciclomotori. L’altra materia “particolare” che studieranno è l’ambiente, una tematica su cui la Conferenza socio-educativa della zona Sud-Est ha elaborato un progetto comune che sarà applicato per il secondo anno

Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno IV n.73 del 6 settembre 2010 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€

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consecutivo. Alcuni esperti terranno lezione sul ciclo dei rifiuti, sull’acqua e sulle energie alternative. Ma gli alunni impareranno qualcosa anche sul campo, grazie alle uscite che faranno (per esempio per mettere in pratica le buone pratiche del riciclo e della raccolta differenziata) con il Consorzio di bonifica, altri Enti e le associazioni del territorio. E ancora: l’educazione alimentare, e in particolare per la prevenzione e la lotta dell’obesità infantile, con gli incontri con la dietista del Comune e la possibilità di mangiare frutta a merenda grazie al progetto “Frutta nelle /F.B. scuole” del ministero.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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IMPRUNETA

PRIMA CAMPANELLA/2. La dirigente: “Situazione schizofrenica ma faremo il massimo”

Si torna sui banchi. Ma che fatica

Inizia l’anno per gli oltre 1.500 bambini e ragazzi che frequentano gli asili e gli istituti locali. Far trovare tutto pronto non è stato facile: i tagli ai finanziamenti e al personale hanno creato una situazione complicata anche a Impruneta

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E alle vecchie serali pericolo scampato C

Federico Bausi icomincia la scuola, ma quanta fatica. E a dirlo non sono gli alunni che dovranno sudare sui libri, ma coloro che organizzano la vita scolastica. Anche a Impruneta, infatti, si vivranno le conseguenze dei tagli agi organici e ai fondi operati dal governo. Qualche dato che riguarda l’istituto omnicomprensivo “Primo Levi”: tre dipendenti in meno tra il personale non docente, nessun finanziamento ministeriale per il funzionamento didattico e amministrativo (dall’acquisto del materiale per le pulizie al noleggio di computer e relativi accessori), nuove riduzioni dell’appalto per le pulizie già diminuito del 25% dallo scorso gennaio, dimezzamento dei fondi per pagare le supplenze rispetto all’anno scorso, accorpamento di due linee di trasporto scolastico. Un effetto di tutto questo, tra gli altri, sarà che il sabato la scuola resterà chiusa. A ciò si aggiunge l’incertezza – almeno nel momento in cui Il Reporter va in stampa – sul numero degli insegnanti. “Gli organici definitivi – dice l’assessore alla Formazione Francesca Buccioni – saranno al completo solo dopo i trasferimenti e le assegnazioni e, purtroppo, credo che conosceremo la situazione reale solo a scuola iniziata. Così come ancora poco sappiamo sul numero delle cattedre di sostegno per le situazioni di handicap e diversamente abili, dove l’attuale normativa per il calcolo delle cattedre ha complicazioni e lungaggini, e che comunque se applicata “alla lettera” porterà risposte non adeguate ai bisogni”. La riduzione del personale, cominciata da qualche anno, porta tra l’altro a diminuire il tempo scuola nella secondaria di primo grado e le compresenze nella primaria. “E merita sapere – aggiunge la dirigente scolastica Gabriela Bartalesi – che l’istituto deve richiedere, obbligatoriamente, visite fiscali per il personale assente per malattia senza avere appositi fondi per pagarle”. Una situazione che va avanti da alcuni anni e che Bartalesi definisce “schizofrenica, perché da un lato si deve, con tutte le forze a disposizione, garantire il funzionamento e la qualità dell’offerta

IL CASO. I corsi per adulti hanno rischiato di chiudere

formativa del servizio pubblico, facendo i conti dall’altro con pesanti riduzioni degli organici”. Comunque sia, inizia un nuovo anno scolastico per i 1145 alunni dei sette plessi del “Primo Levi”, i 280 bambini delle scuole paritarie e gli 85 degli asili nido. Ed ecco la situazione nei tre gradi di scuola statale presenti a Impruneta. Infanzia. “Ci sono sezioni numerose – spiega Buccioni – ed è stata data risposta a tutti i residenti, nonostante una graduatoria iniziale di accesso ai diversi plessi”. Primaria. Le famiglie imprunetine scelgono ancora il tempo lungo. “Si è riusciti a dare risposta – dice l’assessore – a tutte le richieste delle 40 ore sia nelle classi prime che iniziano adesso il loro percorso, sia nelle altre restanti sezioni. Nelle classi quarte e quinte continuerà l’esperienza consolidata dei rientri a modulo di alcuni alunni”. Secondaria di primo grado. Ci saranno soltanto classi (numerose) a 30 ore senza rientri pomeridiani e senza mensa, come prevede la

Alla primaria confermata la scelta del tempo lungo. Alle materne classi numerose riforma Gelmini. Gli studenti stranieri saranno quest’anno il 15,4%, 2,4% in più rispetto all’anno scorso e quasi il 4% in confronto al 2008/2009. La dirigente Bartalesi ringrazia Comune e genitori, e prende un impegno importante: “il personale dell’istituto si confermerà ancora una volta pronto a fare quanto più possibile per garantire al meglio il percorso di crescita degli alunni. Fondamentale perché questo si realizzi – conclude – è la collaborazione con l’amministrazione comunale, ormai consolidata, e con le famiglie che nella stragrande maggioranza hanno compreso finora le difficoltà del mondo scolastico e collaborato per superarle”.

hi fa l’operaio, chi è pensionato. Chi è laureato, chi ha la licenza elementare. Chi ha 25 anni e chi 80. Tutti sono accomunati dalla voglia di riprendere a studiare e hanno trovato il posto giusto per farlo nel Centro territoriale permanente per l’educazione e l’istruzione in età adulta di Bagno a Ripoli, che organizza corsi anche a Firenze e Tavarnuzze: corsi di lingue straniere, informatica e di storia del pensiero umano. Ma hanno rischiato di perderlo, questo posto, perché a metà agosto l’ufficio scolastico provinciale aveva annunciato la chiusura del Ctp. In particolare il professor Giuseppe Nibbi, che da sempre tiene le lezioni di storia del pensiero umano (le idee e le vicende dei grandi filosofi come chiave per studiare la storia, l’arte, nonché per riprendere confidenza con la scrittura e la lettura), era stato assegnato ad un’altra cattedra. E allora i suoi studenti e le persone che frequentano gli altri corsi – l’anno scorso erano 565, di cui 70 a Tavarnuzze dove si svolgono 4 corsi – sono andati su tutte le furie. E, guidati dal comitato di coordinamento della scuola, hanno iniziato a spedire email e lettere di protesta: al ministro Gelmini, agli uffici scolastici provinciale e regionale, ai sindaci, ai presidenti di Regione e Provincia, ai direttori dei grandi giornali. Anche l’assessore alla Formazione di Impruneta

ha preso carta e penna per mandare un messaggio a tutti i responsabili del settore istruzione, a partire dal ministro. “Si sta disperdendo un patrimonio di esperienze realizzato e consolidato fino ad oggi – ha scritto Buccioni – si stanno privando tanti studenti adulti della possibilità di accrescere le proprie conoscenze. Alla luce della mia inesperienza politica non riesco proprio a capire come si possa nello stesso momento in atti e documenti ufficiali “lodare la formazione continua” e poi chiudere i corsi serali!”. Poi, proprio l’ultimo giorno di agosto, la buona notizia: il Centro per l’educazione e l’istruzione in età adulta è salvo, perché l’Ufficio scolastico regio-

Il Centro territoriale per l’istruzione dei “grandi” conta oltre 500 iscritti nale ha deciso di assegnare due insegnanti Un organico dimezzato rispetto al passato, che dunque comporterà inevitabilmente dei tagli all’offerta didattica, ma la chiusura è scongiurata. Per la gioia degli studenti e del professor Nibbi. Le iscrizioni sono dunque state aperte e lo sono tuttora: per informazioni www.scuolantiba/P.C. gno.net.


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L’INCHIESTA. In crescita il turismo “mordi e fuggi”, che dura il tempo di un weekend

Mare, montagna o... a Impruneta Ecco come sono andate le vacanze Luisa Pampaloni

nei vari agriturismi delle zona e non rinunciano al piacere di un caffè in piazza Buondelmonti, ogni mattina. Si sentono anche accenti di altre parti di Italia: una signora seduta su una delle panchine del giardino della Barazzina è venuta da Milano a trovare la figlia e il nipotino che abitano a Impruneta. “Una parte delle mie vacanze le passo qui – racconta – bei posti, ma peccato per tutti questi negozi chiusi”. In quanti sono

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l mare è nettamente sul podio della gara alla vacanza preferita dagli imprunetini. In linea con le scelte dei fiorentini (dati dell’ufficio statistica del Comune di Firenze), che per il 73% si sono diretti verso il litorale: il 31% in Toscana, il 35% in altre realtà italiane. A fare qualche domanda agli imprunetini incontrati a cavallo del mini-esodo di Ferragosto, diversi di loro dicono di avere una casa sulla costa toscana: per loro, insomma, non c’è stata grande differenza tra le vacanze estive 2009 e quelle di quest’anno. Insomma stessa spiaggia, stesso mare, anche se qualcuno ha preferito scegliere la bassa stagione per allontanarsi dalla città. E se la montagna si conquista la palma della soluzione più rilassante, lontano dall’affollamento delle stazioni balneari e lontano dal sol leone dei lidi, c’è chi come alternativa propone un agosto in città. “Si parcheggia meglio, non si fanno file da nessuna parte e si gusta una tranquillità che durante l’anno si sogna proprio”, spiega Eleonora, impiegata che abita a Tavarnuzze ma lavora nella zona di Porta Romana a Firenze. Se si passeggia per le strade di Impruneta nei mesi estivi è facile imbattersi in conversazioni in francese o tedesco: sono i “cittadini stagionali”, che vengono a passare le ferie

E in piazza Buondelmonti si sente parlare straniero o con altri accenti italiani partiti quest’anno? Come suggerisce Quadrifoglio, l’assenza per ferie nei mesi d’estate la si può calcolare con una semplice equazione: meno persone in città, meno rifiuti. Ebbene, a metà agosto è stato raccolto il 46% di rifiuti in meno a Firenze, il che dovrebbe proprio significare che circa la metà dei cittadini è partita. Il dato di Impruneta non dovrebbe essere troppo dissimile. Ma all’inizio del mese l’azienda di servizi ambientali ha ‘testato’ gli effetti della crisi e, “contando” i rifiuti, ha dedotto che sì molti fiorentini sono andati in ferie, ma in numero minore rispetto a un

LEONARDO CENNINI Artigiano, 33 anni

MARA VALORIANI Pensionata, 63 anni

IARIS NALDINI Pensionato, 86 anni

“Tanto relax e vivacità sul litorale”

“A giugno e qui vicino, con i nipoti”

“Il riposo migliore è in città”

“Mi sono messo in proprio quest’anno e mi sono potuto godere le ferie per l’intero mese di agosto. La meta delle vacanze è stata quella degli scorsi anni, il litorale toscano e in particolare San Vincenzo, dove ho la casa. Ho fatto su e giù dal mare, seguendo le ferie di mia moglie. San Vincenzo rilassante e pieno di gente come sempre, a noi piace molto”

“Preferiamo il mare per le nostre vacanze estive. Quest’anno abbiamo preso casa in affitto a Tirrenia a giugno, piuttosto che ad agosto come facevamo gli altri anni. E’ stata una soluzione più economica ma anche più adatta ai nipotini, il più piccolo ha solo sei mesi, e abbiamo scelto un posto che si raggiunge facilmente con poco più di un’ora di macchina”

“Ho rinunciato da quest’anno a spostarmi e viaggiare per raggiungere il mare come ho fatto tutte le estati. Ma si sta bene a Impruneta, per me forse più che in giro: si sta bene tutto l’anno ma in particolare d’estate. Trovo qui il riposo più adatto alla mia età ed è un modo per godere tutta la tranquillità del mio paese. In pieno relax e senza rimpianti”

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IMPRUNETA

A giro per la città, a cavallo di Ferragosto: diversi dicono di avere una casa sulla costa (propria o in affitto), ma c’è

VIRGINIA POSSENTI Impiegata pubblica, 43 anni

CECILIA INNOCENTI Edicolante, 40 anni

“Venti giorni nella casa al mare”

“Quest’anno ho scoperto la montagna”

anche chi resta qui perché durante l’estate “si gusta una tranquillità che durante l’anno te la puoi sognare”

“Abbiamo una casa a Marina di Castagneto e ci piace molto trascorrere le vacanze là. Anche quest’anno come d’abitudine siamo stati al mare per tre settimane, a luglio. E’ una bella zona e la Pro Loco di Bolgheri è molto attiva, quest’anno erano ancora più numerosi i concerti e gli eventi proposti. Sono luoghi dove si incontrano molti dei nostri concittadini”

“Per la prima volta ho provato la vacanza in montagna. Sono stata a Vipiteno nel Trentino e ho scoperto un tipo di ferie migliore. Ci si rilassa di più in montagna, si fanno lunghe camminate, buone mangiate e il clima è molto più tranquillo delle affollate spiagge. Credo che l’esperienza sia da ripetere, gli scorsi anni mi ero sempre diretta verso il mare”

Via Cassia proseguono i lavori per la realizzazione del marciapiede, con senso unico alternato via della Lunigiana in programma i lavori di asfaltatura, a cura del Comune di Firenze, da via Cassia a via Vecchia di Pozzolatico: la lavorazione verrà fatta con chiusura di tratti della strada

anno fa. L’11 agosto, ad esempio, sono state raccolte a Firenze 432,08 tonnellate di rifiuti solidi urbani indifferenziati: - 40% rispetto ad un normale mercoledì dell’anno. Rispetto allo stesso giorno settimanale dell’anno scorso, però, i rifiuti raccolti sono di più: il 12 agosto 2009 le tonnellate raccolte furono 404,56, con un incremento per quest’anno pari al +6%. Si sono forse così avverate le previsioni

fatte dall’ufficio statistica del Comune di Firenze che nei mesi scorsi ha condotto un indagine con interviste telefoniche a un campione di 800 famiglie (1223 persone). Da quella indagine emergeva che un fiorentino su due era intenzionato ad andare in vacanza, preferibilmente al mare, ma si scopriva anche che era in aumento il turismo ‘mordi e fuggi’, quello che dura lo spazio di un fine settimana.

In base ai risultati, nel 2010 sarebbe andato in vacanza il 56,4% dei fiorentini, una percentuale in calo rispetto al 2009 (60,6%). Però sarebbero diminuiti anche coloro che hanno rinunciato del tutto alle vacanze (30,7% contro 35,5% del 2009), a vantaggio di coloro che sono andati solo nel fine settimana. Un vero e proprio trend, quest’ultimo, che registra una crescita non da poco: + 9%.

Pozzolatico in programma la chiusura del sottopasso autostradale per il suo adeguamento con riorganizzazione della viabilità opere Autostrade, Terna e Enel in ripresa gli interventi che riguardano varie zone del territorio comunale a carico di società autostrade, di Terna e Enel (questi ultimi legati agli interramenti delle linee elettriche): un punto della situazione più dettagliato verrà fatto a ottobre

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L’EVENTO. Il centro raccolta Fratres si trasferisce nei nuovi ambulatori di via della Fonte

La festa dell’Uva. E della solidarietà Paolo Ceccarelli

Il 26 settembre la sfilata dei carri. Ma qualche giorno prima ci saranno due iniziative a scopo benefico: un torneo di bridge in piazza Buondelmonti per i bambini della Tanzania affetti da Hiv e la sfida delle donazioni di sangue tra i rioni del paese

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i siamo. E’ ormai iniziato il conto alla rovescia per la Festa dell’Uva 2010: la sfilata dei carri è fissata per il 26 settembre, come sempre l’ultima domenica del mese. Ma la macchina dell’evento si è messa in moto già da un po’ di tempo, con la costruzione dei carri, la preparazione delle scenografie e i relativi ritrovi serali tra rionali. Non solo: a inizio settembre i quattro rioni hanno dato un “antipasto” della sfilata agli imprunetini presentando, sotto i Loggiati del Pellegrino in occasione del Peposo day, le storie a cui sono ispirati i loro carri. E’ stata una vera e propria novità per la festa: solitamente i rionali sono restii a parlare dei carri progettati prima della sfilata, per non rovinare l’effetto sopresa e per non dare vantaggi agli avversari. L’altra novità dell’edizione 2010, a corredo della festa, è stata il torneo di bridge a scopo benefico che si è svolto la sera dell’11 settembre in piazza Buondelmonti. Ad organizzarlo sono stati l’associazione Impruneta Africa – Amici del villaggio della speranza e l’Ente Festa dell’Uva, con il patrocinio della Federazione Gioco Bridge e la collaborazione del Asd circolo del bridge Camillo Pabis-Ticci di Firenze. Le quote di iscrizione, 15 euro per i singoli e 30 per le coppie, sono andate appunto al Villaggio della speranza creato dalla onlus imprunetina in Tanzania,

un progetto a favore dei bambini orfani affetti da Hiv. I vincitori del torneo Mitchell, così si chiama la competizione a fin di bene, hanno ricevuto come premi oggetti e prodotti naturali offerti da alcune aziende della zona. E che la Festa dell’Uva sia anche una festa della solidarietà lo conferma il fatto che, per il sesto anno consecutivo, si svolgerà anche il torneo promosso dal Gruppo Fratres di Impruneta per la raccolta di sangue. Il 18 e il 19 settembre i rionali “si sfideranno” nel donare il sangue: il rione che avrà il numero più alto di donatori vincerà un premio in natura. A dimostrazione che volgere una competizione a fin di bene è stata un’ottima idea, il numero dei partecipanti a questo particolare torneo sono cresciuti di anno in anno: le donazioni sono state 95 nel 2005, 119 nel 2006, una lieve flessione (108) l’anno dopo, 120 nel 2008 e 125 l’anno scorso. Un altro dato interessante è l’alta partecipazione dei giovani: ogni anno, i ragazzi e le ragazze di tutti i rioni hanno dato un contributo molto importante nei due giorni dedicati alle donazioni. E per tutti i donatori, non solo quelli della festa, c’è una novità di cui prendere nota: a partire da questo mese, il centro raccolta del Gruppo Fratres si è trasferito dagli storici locali di piazza Accursio ai nuovi ambulatori della Misericordia di Impruneta, in via della Fonte.

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• Centralino comune 055 203641 • Segreteria del Sindaco 055 2036468 • UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO impruneta 800 475701 - 055 2036635 Tavarnuzze 055 2372153 • Segreteria Generale, Messi 055 2036620 639 • Anagrafe 055 2036433-2 • Stato Civile, Leva 055 2036424 • ufficio Elettorale 055 2036440 • Ufficio di Direzione 055 2036447-456 • Sviluppo Economico 055 2036627 • Polizia Municipale 055 2011290 • Pubblica Istruzione 055 2036482 • Sociale 055 2036485 • Biblioteca 055 2036404 • SUAP 055 2372130 • Gestione del Territorio 055 2372132 • Sport e Cultura 055 2036408 • Tributi 055 203641 www.comune.impruneta.fi.it • urp@comune.impruneta.fi.it


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IMPRUNETA

SALUTE. L’Opera Pia Vanni e il progetto di un nuovo padiglione

Una “casa” anti-Alzheimer Lisa Baracchi

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n reparto per i malati di Alzheimer seguirà le più moderne scoperte della scienza per la cura di questa patologia. E’ il progetto dell’Opera Pia Vanni per il quale sta per essere indetta la gara di progettazione e che ha già ricevuto un finanziamento di circa 700mila euro da parte della Regione Toscana. I nuovi locali saranno a carattere “terapeutico”: privilegeranno cioè l’andamento circolare per non disorientare il malato e ognuna delle quattordici camere singole avrà un arredamento che richiamerà le caratteristiche della casa dove viveva il paziente prima di entrare nella struttura. “Sono appena due o tre le strutture sanitarie in Toscana che hanno queste caratteristiche – spiega il presidente del consiglio di amministrazione dell’Opera Pia, Giuseppe Marchetti –. Attualmente ci sono centoventi posti letto all’Opera Pia e sono circa quaranta i malati di Alzheimer. Si tratta di un nucleo consistente che ci ha spinto a specializzare la nostra assistenza”. Ma il progetto di ristrutturazione dell’Opera Pia non si fermerà qui. La giunta comunale di Impruneta ha infatti già approvato la proposta del consiglio di amministrazione di costruire un edificio “volano” che permetta di trasferire una parte dei pazienti durante i lavori che verranno eseguiti all’interno dell’edificio. Si tratterà di rifare

camere e bagni, con attrezzature più moderne, per rendere ancora più efficiente la struttura sanitaria ospitata dal 1929 nella villa della famiglia Vanni, che lasciò in eredità molta parte del suo patrimonio ai cittadini anziani e indigenti di Impruneta. Dagli anni Novanta l’Opera Pia ospita per la maggior parte anziani non più autosufficienti, ma con la ristrutturazione e l’utilizzo del cosiddetto “padiglione volano”, i servizi alla persona che potranno essere svolti qui potrebbero aumentare considerevolmente di numero. “Potremmo ospitare le persone adulte con handicap oltre al centro diurno, al centro per l’ascolto dei familiari e a una pale-

stra attrezzata per la fisioterapia e la riabilitazione. Potrebbe trovare sede qui il distretto sociosanitario della Asl di Impruneta”, spiega Marchetti. La sfida ora è trovare quei 7 milioni che servono per il nuovo padiglione che dovrebbe ospitare fino a 80 posti letto. La strada che si pensa di percorrere è quella della vendita di terreni ed edifici che appartengono al lascito dei Vanni. Il padiglione dovrebbe sorgere nel raggio di 500 metri dall’Opera Pia: una delle ipotesi è la sua collocazione dietro la scuola materna, ma la questione compete al governo dell’’urbanistica e dunque sarà analizzata dall’amministrazione comunale.

arte I tentativi di recupero della chiesa di San Pietro

Il tesoro di Montebuoni

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anno deciso di prendersi cura dell’antica chiesa di San Pietro a Montebuoni, un tesoro nascosto del territorio imprunetino. Sono un gruppo di cittadini del borgo sopra Tavarnuzze che, incoraggiati dal parroco don Umberto Di Tante, si è attivato negli ultimi mesi per far conoscere e valorizzare l’edificio che risale almeno al 1061, anche se l’aspetto attuale appartiene ai secoli XVII e XVIII. Un patrimonio storico artistico poco conosciuto anche dagli stessi abitanti di Tavarnuzze, come sostengono i professori Urbano e Anna Meucci che mostrano gli interventi che sarebbero necessari sulla chiesa eretta dalla fiera casata dei Buondelmonti ai piedi del loro castello. “L’impianto elettrico è da risistemare, sotto l’intonaco delle pareti ci potrebbero essere altri ovali dipinti da riportare alla luce. Tra gli arredi più preziosi della chiesa di San Pietro c’è un organo di fine Ottocento del famoso costruttore casentinese Giuseppe Crisci”. Intorno al dipinto più imponente, quello dell’apoteosi di San Pietro, nella volta del presbiterio ci sono delle sbiancature. Anche nelle due lunette laterali gli affreschi sei-settecenteschi, che rappresentano episodi della vita del santo, avrebbero bisogno di cure, come spiega Elisa Tagliaferri, storica dell’arte, ex allieva dei professori Meucci e ora coordinatrice del gruppo di giovani studiose che

sono impegnate ad analizzare i dipinti che appartengono al periodo della Controriforma: “Vogliamo lavorare a uno studio approfondito e documentato del luogo – spiegano – ma oltre al lavoro di ricerca pensiamo di organizzare incontri e serate di musica nella chiesa, che ha un’ottima acustica”. La prossima iniziativa sarà una festa a settembre in omaggio alla tavola che rappresenta la Santissima Trinità commissionata a Pier Dandini dalla Compagnia, la confraternita laica che aveva sede nell’oratorio alla chiesa, e che ritorna dopo un restauro realizzato grazie a un privato. Nei prossimi mesi invece si attende con trepidazione il responso dell’Ente Cassa di Risparmio a cui è stata fatta una domanda di sovvenzione per una prima manutenzione. Se

Esperti e cittadini insieme per far riscoprire l’antico edificio del borgo il finanziamento sarà concesso, serviranno i progetti della soprintendenza e il via libera dell’Istituto per il Sostentamento del Clero a cui appartiene la chiesa. Per la ristrutturazione della facciata, dell’oratorio e del campanile, invece, i tempi saranno sicuramente /L.B. più lunghi.

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il giornale nel tuo Comune

ARTIGIANATO. Un viaggio nel mondo delle “botteghe” attive in città e nelle varie frazioni

Le personal shopper di Impruneta Ci sono tre generazioni di donne dietro a “Righini abbigliamento”, uno dei negozi storici di Tavarnuzze. Aperto nel 1949, all’inizio era una merceria. Oggi propone vestiti femminili e... tanti consigli Lisa Baracchi

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leganti cappelli e piume come accessori ai vestiti, sistemati con un tocco tutto femminile. Si presenta così la vetrina del negozio Righini abbigliamento nella piazza centrale di Tavarnuzze, in via Montebuoni 208. E’ una delle botteghe

storiche del territorio di Impruneta: è stato fondato nel 1949, ma allora appariva in tutt’altro modo e aveva principalmente l’aspetto di una merceria e vendeva soprattutto tessuti. Dal 1967 rilevò l’attività Marisa Righini, sarta autodidatta che continuò a vendere le stoffe al

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Virginia, Tiziana e Marisa: tre generazioni di commercianti

metro, ma anche vestiti per uomo, donna e bambino, oltre a confezionare gli abiti su misura. Oggi si fanno ancora correzioni sartoriali sui vestiti, a richiesta, ma il negozio – gestito dalla figlia di Marisa, Tiziana Naldoni, che lavora qui insieme alla madre dal 1970 – vende ora solo confezioni per donna. Gli articoli proposti vanno dalla biancheria intima fino agli accessori per la moda esclusivamente femminile, con marchi di livello medio alto come Orciani e Replay, Antik Batik e Cucinelli. E’ una scelta strategica e un’attitudine che il negozio Righini ha deciso di coltivare, quella di rivolgersi all’abbigliamento per le signore. “Le nostre sono clienti molto affezionate – spiega Tiziana –. Siamo un punto di riferimento per molte di loro che vengono qui per avere consigli su cosa indossare e la nostra forza sta proprio in questo: assisterle nelle scelte e venire incontro alle loro richieste. Così riusciamo a fronteggiare in un certo modo anche la crisi. Quando scelgo i capi dal campionario so già quali generi di articoli consigliare alle

L’interno del negozio

donne che entreranno in negozio. So già quale abito proporre a quella o all’altra signora che varcherà la soglia, conosco bene tutti i loro gusti e gli stili preferiti”. C’è chi dice che il negozio è una tappa obbligata dei “fashion victims” (le cosiddette vittime della moda) del territorio imprunetino, ma ci sono clienti che vengono anche da più lontano: “Un po’ perché Tavarnuzze è un centro dove si passa per andare verso Impruneta o verso il Galluzzo – racconta Tiziana – un po’ anche perché i negozi di qui si sono voluti dare una precisa impronta di qualità dei prodotti: dalla gastronomia all’ab-

bigliamento, è una caratteristica del nostro centro commerciale naturale. C’è una signora che viene dal Pian dei Giullari a fare spese a Tavarnuzze perché dice che è la sua ‘piccola Parigi’”. In negozio dà una mano anche la figlia di Tiziana, Virginia, che il prossimo anno si iscriverà, non a caso, al corso di laurea in Progettazione della moda. Sulle orme delle madre e della nonna, infatti, le piace seguire le clienti nella scelta degli abiti delle ultime collezioni: “C’è la soddisfazione di fare un po’ da personal shopper. I nostri cappelli? Sono fatti artigianalmente”.



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trasporti

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MOBILItÀ/1. Uno studio della Regione fotografa il viaggiatore-tipo del “treno sferragliante”

Tramvia, un successo vestito di rosa Dopo le diffidenze iniziali sembra che i fiorentini abbiano sciolto le riserve su Sirio: dati ufficiosi parlano di 25mila utenti al giorno. Per la maggior parte sono donne tra i 36 e i 60 anni, con un titolo di studio medio-alto e un lavoro da dipendenti Lorenzo Salusest

È

una storia di amore e odio, quella che lega i fiorentini e la tramvia. Una storia tormentata: una travagliata fase di conoscenza, le rituali diffidenze iniziali, accentuate dallo spirito polemico innato nei fiorentini: chi la voleva con un tracciato più lungo, chi con uno più breve; chi la voleva più vicina a casa, per futura comodità, e chi il più lontano possibile, per sfuggire al caos dei lavori; chi la voleva così com’era stata progettata, chi non la voleva proprio, punto e basta. I lunghi anni di cantieri, con gli immancabili disagi per la popolazione, hanno acuito i contrasti tra fautori e detrattori del “treno sferragliante” (copyright del portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti). Poi, con ritardi imbarazzanti, la tramvia ha cominciato a prendere forma: i binari, le stazioni, finanche l’erbetta hanno cominciato a divenire familiari. Sino a quando, il 14 febbraio scorso, giorno di San Valentino, il tram si è mosso. E la storia di amore è sbocciata. Le prime settimane di euforia – all’inizio è tutto più emozionante – con un’affluenza giornaliera sui vagoni degna di un Fiorentina–Juventus: quasi 30mila utenti ogni giorno fanno conoscenza con l’amato-odiato

tram. Poi – e del resto in ogni storia d’amore è sempre così – il rapporto si stabilizza: l’emozione lascia spazio alla consuetudine, alla normalità. Diminuiscono gli utenti occasionali, si consolida un parco viaggiatori fedele e fidato. A sette mesi dalla prima mossa del tram i dati, ancora ufficiosi (quelli ufficiali sul primo semestre si avranno intorno alla metà di ottobre), parlano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno, costituiti in gran parte da circa 10mila persone che gravitano – per residenza o lavoro – intorno alla linea FirenzeScandicci. Ma chi è l’utente-tipo della tramvia? Secondo un’indagine condotta dalla Regione a luglio, si tratta di una viaggiatrice (il 53,8 per cento dei passeggeri intervistati sono donne), con età compresa tra i 36 e i 60 anni (con una percentuale

Chi la usa lo fa soprattutto per raggiungere il luogo di lavoro o studio, meno per motivi di svago

del 44,1 per cento, contro il 19,9 per cento degli over 60 e il 19,1 per cento degli under 24. Ostile al tram la fascia di età 25-34 anni). La viaggiatricetipo ha un titolo di studio medio-alto (25 per cento laurea, 40 per cento diploma superiore) e svolge un lavoro dipendente (una percentuale che si attesta al 48 per cento, contro un 10 per cento di lavoratori autonomi. 17,4 per cento gli studenti e 16,5 per cento i pensionati, mentre pochissime sono le casalinghe e i disoccupati). Infine siamo di fronte a una utilizzatrice abituale, che prende il tram prevalentemente (41 per cento) per raggiungere il luogo di lavoro o di studio, o in alternativa (32,5 per cento) per motivi di svago e di relazioni personali. Essendo utilizzatrice abituale (lavoratrice o studente), ne consegue che l’utente-tipo salga sul tram due volte al giorno per cinque giorni la settimana, e preferisce i vagoni agli autobus per la velocità e i tempi certi. Questo il ritratto dei primi amanti del tram. Chissà che con il passare del tempo – e l’integrazione della rete – il treno sferragliante non trovi altre e diverse persone con cui stringere amicizia. Persone che possano poi dire, in stile Facebook: Tram, mi piace questo elemento.

il DATo Il 23 per cento di chi si è convertito ai binari, fino a febbraio scorso si muoveva abitualmente con mezzi privati

Qualche auto e motorino in meno e la città comincia a respirare meglio

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orse, ancor più dei fiorentini, a godere della tramvia è l’aria di Firenze. Secondo l’indagine della Regione Toscana, il 23 per cento degli attuali utilizzatori della linea 1 del tram sino al febbraio scorso si muoveva con mezzi privati, auto (15,3 per cento) o scooter (7,4 per cento) che fossero. Un paio di rapidi calcoli ed il conto è presto fatto: ogni giorno, grazie al nuovo mezzo pubblico, 1.900 macchine e 800 motorini sono rimasti in garage o sotto casa, contribuendo all’abbassamento dell’inquinamento atmosferico. 165 chilogrammi in meno di PM10 all’anno nell’aria fiorentina, con dati ancora migliori nel quartiere 4. Un parziale risarcimento ai

cittadini che più sono stati coinvolti negativamente dai disagi dovuti ai cantieri della tramvia. Certo è che una maggiore integrazione della rete tranviaria, e quindi la realizzazione delle linee 2 e 3, renderebbe più attraente l’uso del mezzo anche per quella parte di fiorentini (la stragrande maggioranza) che raramente – se non mai – viaggia sulla tratta servita dalla linea 1. Maggiore utenza, minor inquinamento: questa l’equazione. Ma c’è sempre un ma: le linee 2 (Peretola – Stazione) e 3 (Careggi – Stazione) sono ancora ben lontane dall’essere realizzate. I progetti della linea 2 – compreso la stralcio del tratto di attraversamento del Duomo – sono stati

KARATE

approvati, e i lavori nell’area prossima all’aeroporto dovrebbero partire in queste settimane, mentre per quanto riguarda la linea 3 è stato approvato solo il primo lotto. Progetti che saranno soggetti con ogni probabilità a variazioni ed estensioni dei tracciati, col fine di garantire una copertura del servizio per la maggior parte della popolazione fiorentina e dell’hinterland. Con la speranza che i lavori di realizzazione non vedano i ritardi e gli aggravi di costi che hanno contraddistinto i cantieri della linea 1. Solo allora il progetto di trasporto ferrotranviario avrà un respiro completo. E i fiorentini potranno tirare un definitivo sospiro di sollievo. /L.S.

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trasporti

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MOBILItÀ/2. La sentenza su Roma, Pescara e Rieti spiana la strada al ricorso di Firenze e Siena

“Via il pedaggio”. Anche sull’Autopalio il Consiglio di Stato boccia la decisione del governo di far diventare a pagamento le superstrade di gestione Anas. il provvedimento dell’esecutivo coinvolgeva anche la fi-Si, che ora tornerà gratis Ilaria Biancalani

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utopalio atto terzo. Il Consiglio di Stato ha bocciato l’aumento dei pedaggi sulle autostrade e sui raccordi di gestione Anas introdotto dal governo il 1° luglio. La Firenze-Siena era tra le superstrade su cui era stato previsto il pedaggio, da pagare come maggiorazione del ticket autostradale all’ingresso del casello Firenze-Certosa. A inizio settembre la IV sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del governo e dell’Anas che chiedeva il ripristino degli aumenti, già sospesi in precedenza dal Tar. Il pronunciamento ha riguardato i raccordi e le autostrade delle Provincie di Roma, Pescara e Rieti, e ora anche quella di Firenze attende di conoscere l’esito del proprio ricorso per la Fi-Si. E siccome si tratterà di una richiesta uguale in tutto e per tutto a quella fatta da Roma, Pescara e Rieti, sembra scontato che anche il pedaggio sulla Firenze-Siena sarà bocciato. La lotta contro l’introduzione della “gabella”, come è stata subito ribattezzata, è cominciata a inizio luglio con un presidio effettuato a Certosa dai sindaci del Chianti fiorentino e senese insieme ai rappresentanti delle due Province. Poi la notizia della sospensiva al decreto decisa del Tar del Lazio, accolta con grande entusiasmo ma seguita da una doccia fredda: un nuovo decreto del governo che non

cancellava gli aumenti ma semplicemente li rinviava. E la Provincia di Firenze, insieme alla Regione Toscana, aveva subito proposto ricorso, perché “con il decreto legge del 4 agosto, quello adottato dopo l’ordinanza del Tar del Lazio, il governo non ha abrogato o modificato la norma sull’aumento dei pedaggi autostradali, ma soltanto rinviato la sua applicazione al 30 aprile 2011”. “Apprendiamo con rammarico – avevano commentano il presidente e la vicepresidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci e Laura Cantini – che all’ordinanza del Tar Lazio sia seguita la decisione di mantenere ferma l’attuazione della nuova tariffazione dei pedaggi, rinviandola soltanto al prossimo anno. Una normativa che, nel nostro caso, colpisce in particolar modo i pendolari fiorentini, che usano l’autostrada come raccordo per brevi tratti”. Da qui l’invito all’esecutivo: “Invitiamo i rappresentanti del governo – avevano suggerito Barducci e Cantini – a percorrere l’Autopalio, per rendersi conto del cattivo stato in cui versa l’arteria che semmai, come più volte richiesto, necessita di investimenti sostanziali, quali ad esempio la realizzazione della corsia di emergenza”. Già, perché l’Autopalio resta tra l’altro una strada da riqualificare. Ma per ora ci si dovrà accontentare di non pagare alcun pedaggio.

lA ClASSifiCA Cosa resterà allo scadere della Ztl estiva? Più di 11 metri quadrati a traffico limitato per ogni cittadino

Non solo piazza Duomo: Firenze settima in Italia per le isole pedonali

C

osa resterà delle aree pedonali allo scadere della Ztl notturna estiva? A quasi un anno dall’operazione Duomo senz’auto (né autobus), Firenze mantiene saldamente il quinto posto come numero di aree a traffico limitato e il settimo per isole pedonali, nella classifica nazionale stilata da Legambiente. Oltre 11 i metri quadrati di strade a traffico limitato per abitante, e non ce n’è da stupirsi, visto che all’epoca dell’istituzione dei primi “cancelli” al centro storico Graziano Cioni si vantava di aver dato vita alla Ztl più grande d’Italia. Per quanto riguarda invece le aree completamente pedonali si scende a 0,87 metri quadrati a fiorentino. Sempre di più rispetto alla media

italiana, che si attesta su 0,34, e più di ogni altro capoluogo di provincia toscano, ma ancora lontano dalla vetta della classifica (esclusa per incomparabilità di termini Venezia, Verbania ne fornisce più di 2 a ogni cittadino). La più clamorosa, chiacchierata e applaudita isola pedonale resta quella di piazza Duomo, per la pavimentazione della quale (compresa via Martelli) l’amministrazione ha annunciato ingenti (e ancora una volta chiacchierati) investimenti. Si parla di 2 milioni per “lucidare” il salotto fiorentino. Ma per rendersi conto che non si tratta esattamente del regno incontrastato del pedone basta farci una passeggiata in una qualsiasi mattina di un qualsiasi giorno la-

vorativo. Di auto, furgoncini e simili se ne vedono transitare diversi, anche se probabilmente le cose cambieranno con la generale rassettata messa in agenda. Anche per quanto riguarda piazza Signoria, la cui pedonalizzazione è stata decretata poco dopo quella del Duomo (galeotto fu l’incrocio del sindaco con il taxi che accompagnava il suo vice a Palazzo), le auto sembrano essere arretrate solo di qualche metro. Ma l’onda-pedonalizzante non si è esaurita dentro le “mura”. Provvedimenti simili, anche se di minor impatto, sono stati presi in piazza Nannotti e a San Salvi. Tali, probabilmente, da far salire a /F.P. Firenze un gradino nella classifica dell’anno che verrà.

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tempi moderni

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SOCIetÀ. Anche i religiosi si sono attrezzati per rinnovare i canali di contatto con i fedeli

Quando la parrocchia apre su Facebook

Alcune hanno semplici siti web, come Santo Stefano in Pane a rifredi e altre chiese a Campo di Marte e all’isolotto, altre ancora hanno anche gruppi sul popolare social network. E c’è anche chi, come Don floriano di via faentina, è diventato un vero e proprio blogger

Annalisa Cecionesi

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opo l’avvento del rosario elettronico, con la sua voce multilingue che guida i fedeli nella recita della preghiera, comunicare con un parroco via email non deve più sorprendere. Accantonate – da poco – le messe in latino, ecco spuntare le chiese “internaute” che si affacciano nella galassia del web. Il primo passo? Aprire il proprio sito internet. Pian piano il numero cresce. Dall’Isolotto a Campo di Marte, passando per il centro storico, di chiese 2.0 made in Florence pullula il web. Alcune hanno la loro “vetrina” spartana, essenziale e non sempre aggiornata. Altre invece siti ricchi di contenuti e strumenti interattivi. La parrocchia di Santo Stefano in Pane (www.pieverifredi.it), a Rifredi, non si ferma all’orario della messa. Offre pagine aggiornate e vari contenuti. Dalle informazioni sulle celebrazioni e sull’attività della parrocchia alla sua storia, dallo spazio per i giovani al collegamento alle pagine degli Scout Agesci. Fino ai contatti, con le email dei sacerdoti. E’ online anche la parrocchia B.V.M. Madre della Divina Provvidenza, zona Campo di Marte (www.divinaprovvidenza. net). Calendario parrocchiale, testi di conferenze, eventi e uno spazio dedicato ai giovanissimi. All’avanguardia in fatto di digitale è la parrocchia B.V.M. Madre delle Grazie, all’Isolotto (www.madredellegrazie.it). Oltre alle informazioni su

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eventi e liturgie, i fedeli trovano in rete tanti documenti formato pdf da scaricare, foto e un servizio di newsletter. Le parrocchie 2.0 sono duttili. Possono essere strumenti di lavoro per catechisti, oltre che vie alternative per l’evangelizzazione del terzo millennio. E luoghi d’incontro. Virtuale, s’intende. Come Iabbok (www.iabbok.it), la community dell’Arcidiocesi di Firenze (che naturalmente ha anche il proprio sito istituzionale). Un forum ricchissimo di post, un’agorà virtuale per i 400 utenti registrati che finora hanno pubblicato oltre 9mila messaggi scambiandosi idee, paure, interrogativi sugli argomenti più disparati, dai commenti al Vangelo della domenica fino ai dubbi sul binomio sessualità e cattolicesimo. Ce n’è davvero per tutti i gusti in rete, perfino siti dove scaricare musica sacra o canti liturgici, file per karaoke o pastorali. E non possono certo mancare i social network. Sant’Ambrogio, San Gervasio e Protasio, Madre delle Grazie, San Marco Vecchio sono solo alcune delle chiese fiorentine ad avere un gruppo dedicato su Facebook. E in via Faentina c’è anche un parroco blogger, Don Floriano, in rete con un sito personale creato per i giovani della parrocchia (http://donfloriano.blogspot.com) e un profilo sul social network più diffuso d’Italia. Una vera e propria galassia spirituale sparpagliata per il web, che spalanca le porte a un pubblico difficile da conquistare, quello dei giovani. In fondo, si sa, le vie del Signore sono infinite.


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società

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FAMIGLIA/1. La nostra regione è terza in Italia per numero di richieste di adozioni internazionali

Toscana, terra di bimbi venuti da lontano le coppie che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione per l’ingresso in italia di minori stranieri sono state 299, pari al 9 per cento del totale. Si tratta soprattutto di uomini e donne intorno ai 40 anni e con un ottimo livello di istruzione

Annalisa Cecionesi

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iamo tra le regioni con il tasso di natalità più basso d’Italia, ma in quanto ad adozioni ci sappiamo difendere bene. La Toscana è infatti al terzo posto per richieste d’adozione internazionale dopo Lombardia e Veneto. A rivelarlo è il rapporto curato dalla commissione per le Adozioni Internazionali, in collabora-

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possibile diventare genitori “a tempo determinato”? In un certo senso sì, come forma di sostegno all’infanzia. E’ l’affidamento familiare. Talvolta confuso con l’adozione, consiste nell’accogliere bambini o ragazzi che vivono temporaneamente in un contesto disagiato. Cosa lo differenzia dall’adozione? L’affido, che può essere a tempo pieno o part-time, è temporaneo, dura al massimo due anni, richiede la compresenza genitoriale tra gli affidatari e il nucleo d’origine ed è finalizzato al rientro nella famiglia biologica. La paura del distacco è un falso problema. “Il tempo burocratico finisce, ma non quello affettivo – assicura Tommaso Eredi, psicologo al Centro Affidi di Firenze – solitamente le due famiglie mantengono i contatti”. Dai dati del Centro Affidi del Comune di Firenze, aggiornati al 31 dicembre 2009, ci sono 113 nuclei familiari disponibili, di cui 17 single e 96 coppie. Attualmente gli affidi a tempo pieno sono 50, quelli part-time 16. Il numero di italiani e stranieri si equivale e l’età più “gettonata” va dai 6 ai 10 anni. Ma come si diventa genitori affidatari? Gli interessati, anche conviventi o single, possono contattare il Centro Affidi (centroaffidi@comune.fi.it, 055/2616433/37). “L’iter parte con un primo colloquio informativo – spiega il dottor Eredi – per proseguire con un corso di formazione e una fase di colloqui conoscitivi. Superando tutto il percorso si approda nella banca dati delle famiglie disponibili all’affido. “La nuova amministrazione comunale – spiega Mariella Giunti, assistente sociale al Centro Affidi di Firenze - sta intensificando la campagna di sensibilizzazione, che riparte questo mese con una serie di incontri nelle realtà associative, religiose e culturali /A.C. del territorio”.

zione con l’Istituto degli Innocenti, aggiornato al 31 dicembre 2009. Le coppie toscane che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri sono state 299, pari al 9 per cento delle richieste totali. Niente male neanche la provincia di Firenze, dove si è concentrato il maggior numero di domande. Il capoluogo toscano viene subito dopo Milano, Roma e Napoli. E se guardiamo alle autorizzazioni rilasciate per l’ingresso in Italia dei minori, la nostra regione si mantiene altrettanto attiva. Nel 2009 in Toscana sono state concesse 362 autorizzazioni, il maggior numero in Italia dopo Lombardia, Veneto e Lazio. Piccoli ma confortanti segnali in linea con l’andamento nazionale. L’Italia è infatti seconda soltanto agli Stati Uniti sul piano delle adozioni internazionali. Negli ultimi anni, però, anche in Toscana stiamo assistendo a una diminuzione nelle richieste d’adozione nazionali e internazionali, passando dalle 883 del 2006 alle 655 del 2008. A compensare il calo è però l’incremento del successo adottivo. Il numero di bambini adottati è infatti in lento ma costante aumento. Dopo l’anomalo boom del 2001, le adozioni passano dalle 241 del 2002 alle 343 del 2007. In Toscana, più di venti associazioni autorizzate dalla commissione per le Adozioni Internazionali possono aiutare coloro che decidono di intraprendere questo percorso. Ma qual è l’identikit del genitore adottivo? Secondo il rapporto curato da Regione Toscana e Istituto degli Innocenti, aggiornato al 2007, sono in prevalenza impiegati. Svolgono questa professione il 29 per cento dei mariti e il 40 per cento delle mogli. Seguono a ruota gli operai e le casalinghe. Chi decide di intraprendere il percorso adottivo ha inoltre un titolo di studio più alto rispetto al resto della popolazione toscana. Basti pensare che il 31 per cento degli aspiranti padri adottivi e il 40 per cento delle madri possiedono un diploma universitario. Quelli adottivi sono inoltre genitori sempre più “stagionati”. Si alza infatti l’età media delle coppie alle domande d’adozione, che è 41 anni per il marito e 39 per la moglie, in linea con l’innalzamento dell’età matrimoniale. Da dove arrivano invece i bambini in cerca di famiglia? In Toscana, nove bambini adottati su dieci sono stranieri. La maggior parte, il 24 per cento del totale, viene dalla Russia, seguita da Etiopia e Ucraina. Escono invece di scena Romania e Bulgaria, anni addietro paesi “serbatoio” di bambini in cerca d’adozione.

La maggior parte viene da Russia, Etiopia e Ucraina


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FAMIGLIA/2. Spesso, purtroppo, per completare l’iter i tempi sono molto dilatati

Ma quant’è lungo il volo della cicogna Benedetta Strappi

È

un cammino lungo, tortuoso, impegnativo. Chi decide di adottare un bambino e opta per l’adozione internazionale sa che deve affrontare un lungo iter prima di poter stringere tra le braccia il bambino. Diciamo che quando la cicogna si mette in volo da molto lontano ci mette di più ad arrivare, anche perchè inciampa di continuo in lungaggini burocratiche. I tempo variano, in base al paese di provenienza del bambino, ma capita che si debbano aspettare molti anni. Ma vediamo, passo dopo passo, come funziona. Innanzitutto, punto di riferimento per tutti i passaggi, e serbatoio di informazioni aggiornate in tempo reale, è il sito ministeriale www.commissioneadozioni.it. La prima tappa è recarsi nel tribunale per i minorenni competente e presentare all’ufficio di cancelleria civile una “dichiarazione di disponibilità” all’adozione e un’altra serie di documenti in carta semplice (l’elenco è sul sito). Fatto

questo, il giudice spedisce la documentazione ai servizi degli enti locali e nel giro di 4 mesi i servizi sociali avviano una “indagine conoscitiva” per valutare l’idoneità della coppia. Colloqui, insomma. La relazione stilata dai servizi sociali arriva poi in Tribunale, al vaglio del giudice che può decidere, o meno, di rilasciare il sospirato decreto di idoneità. Ottenuto questo prezioso attestato, comincia la ricerca. Il viaggio per incontrare il bambino o la bambina destinato ad entrare in famiglia. Passaggio fondamentale, a questo punto, è rivolgersi ad uno degli enti autorizzati dalla Commissione per le adozioni internazionali (la lista è sul sito). Questo mediatore è imprenscindibile e la coppia deve iniziare entro un anno dal rilascio del decreto di idoneità la procedura di adozione internazionale, passando proprio attraverso l’ente. Compito di questo “intermediario” è quello di informare le coppie e prepararle nel modo migliore, e di prendersi in

Punto di riferimento per chi vuole intraprendere questo cammino è il sito internet della Commissione per le adozioni internazionali

COSA SeRve. Dai limiti di età a un rapporto duraturo

Ecco tutti i requisiti necessari

L

a pazienza non è l’unico requisito necessario per le coppie che vogliono adottare un bambino. Perché ce ne sono altri, di requisiti, imprescindibili per chiunque voglia intraprendere questo cammino. Il primo è quello dell’età. O, per meglio dire, della differenza di età (minima e massima) che deve esserci per legge tra figli e genitori adottivi: tra il bambino e i “nuovi” papà e mamma non possono esserci meno di 18 anni di differenza e non più di 45. Tradotto, chi ha più di 45 anni non può adottare un neonato. Ma fino a pochi anni fa, per l’esattezza fino al 2001, quando la legge è stata modificata, questo limite era ancora più stringente, perchè la differenza di età non poteva superare i 40 anni. “Ci sono comunque anche delle eccezioni, dei casi in cui questa differenza può essere maggiore – spiega Raffaella Pregliasco, ricercatrice dell’Istituto degli Innocenti – per esempio quando una famiglia ha già accolto un fratello o una sorella maggiore del bimbo per cui fa richiesta, o quando in casa c’è già un minorenne, o ancora quando si vuole accogliere un bambino con particolari problemi psicofisici”. Poi c’è il vincolo matrimoniale: in Italia, per poter adottare, bisogna essere sposati. E anche in questo caso il

tempo ha la sua importanza: si deve infatti dimostrare che il rapporto, tra i genitori adottivi, sia in vita da almeno tre anni. Attenzione: non è più necessario - come prima - essere sposati da tre anni, l’importante è dimostrare che, per almeno questo lasso di tempo, vi sia stata una convivenza stabile (“coronata” poi dal matrimonio, ma il fatidico sì può anche essere stato pronunciato poco prima della richiesta di adozione). Come si può dimostrare una convivenza? “Per esempio con un mutuo cointestato, o anche con le bollette”, suggerisce Pregliasco. Poi, in caso di adozione internazionale, ci sono i requisiti richiesti dal Paese di origine del bambino, che possono variare da nazione e nazione. Infine c’è il capitolo dei costi. “Se l’adozione nazionale è pressoché gratuita – spiega la ricercatrice – per quelle internazionali serve l’intervento di Enti, rigorosamente autorizzati, che portano avanti le pratiche necessarie e fanno assistenza durante il periodo di convivenza all’estero, che può durare anche più di un mese. E tutto questo ha un costo”. Quale? “Dipende dal Paese d’origine e dall’Ente cui ci si rivolge – conclude Pregliasco – in media si spendono 15-20mila euro. Ma queste cifre possono varia/M.F. re molto”.

carico la procedura di adozione nel paese scelto. Tocca proprio all’ente tenere i contatti con il paese straniero e informare i genitori appena riceve una proposta di incontro con il bambino da adottare. Ed è quello il momento in cui finalmente i futuri genitori fanno le valigie carichi d’emozione e partono. Una volta incontrato il piccolo, se l’autorità del-

la nazione straniera dà il suo parere positivo, l’ente mediatore trasmette tutti gli atti alla Commissione per le adozioni internazionali. Può succedere però che sia lo stesso ente a non accogliere una proposta di adozione avanzata dal paese straniero e in questo caso i genitori si possono appellare alla Commissione per le adozioni internazionali, che può an-

dar contro alla scelta e nominarne un altro a cui affidare la procedura. Se invece tutto fila liscio, una volta che l’ente riceve la documentazione sull’avvenuto incontro, la Commissione – fatte tutte le verifiche del caso - autorizza l’ingresso del piccolo in Italia, che in questo modo si prepara ad entrare a tutti gli effetti in famiglia.


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star bene

Settembre 2010

CONSIGLI. La fine delle vacanze coincide per molte persone con un periodo di malumore e acciacchi

Quanto male fa rientrare in città iN ViAGGio

il disagio che in questi giorni attanaglia

Per loro vantaggi a go-go

Quelli che invece partono a settembre

un italiano su dieci si chiama, tecnicamente,

P

“post vacation blues”. Ecco un vademecum per uscirne a testa alta. E il più in fretta possibile Benedetta Strappi

I

l copione è, più o meno, identico per chiunque. Testa pesante, umore sotto terra, sbadigli che sembrano disegnati con il compasso. È la sindrome delle vacanze finite, lo stress da rientro, l’uggia da routine che ricomincia. Chiamiamola un po’ come vogliamo, ridiamoci sopra o prendiamola sul serio, ma la conosciamo un po’ tutti. Rimettersi in carreggiata, dopo la parentesi in odor di Eden delle ferie, è una dura faccenda. Qualcuno ci riesce agevolmente, qualcun altro annaspa e resta imbrigliato nel disagio da “è arrivato settembre”. In medicina, gli americani, chiamano tutto questo “post vacation blues” (“blues” in questo caso vuol dire, eloquentemente, depressione) e chi se ne intende dice che, in questi giorni, riguarda un italiano su dieci. Ma, come per ogni acciacco che chiama in ballo corpo e spirito in un colpo solo, c’è un vademecum. Regolette stilate dai medici che possono aiutare a uscire dal gorgo. Ad esempio curando l’alimentazione: via gli insaccati (e alzi la mano chi in vacanza non ne ha abusato), via i caffè di troppo, via i cibi piccanti e tutto quanto può affaticare l’intestino, tra le vittime principali del “post vacation blues”. Meglio consumare pasti piccoli, semplici, e spalmarli nell’intero arco della giornata. Meglio mangiare verdura cotta e frutta lontano dai pasti. E, se l’intestino continua a far bizze da rientro, si può ricorrere ai fermenti lattici. Ma, sopratutto, occorre prendersi cura della testa. Dello spirito, della mente. Un buon

trucco per non affaticarla troppo è tornare in città qualche giorno prima del rientro al lavoro (o a scuola, o all’università). In questo modo l’organismo ha modo di attutire lo stress, di riambientarsi gradualmente (anche se, in questo modo, qualche giorno di vacanza finisce per essere immolato sull’altare del buonsenso). Ancora: l’attività fisica – anche una salutare e poco pretenziosa passeggiata – come sempre, non guasta. Parola dei medici, che da più parti negli scorsi giorni si sono pronunciati sul tema. Altra accortezza, questa più sottilmente psicologica, è quella di circondarsi di persone e situazioni che ci mettano a proprio agio, evitando le circostanze ansiogene (ma è poi

così semplice?) che possono turbare equilibri già precari. Fatte tutte queste cosine, qualche beneficio si potrebbe sentire. Ma il segreto, in fondo, è un altro. Parola di psicologa. “Bisognerebbe, in un certo senso, fare della vita una vacanza - spiega la dottoressa Paola Pompei - pochi giorni di vacanza non compensano lo stress di un anno. Occorre quindi ritagliarsi e coltivare nella quotidianità degli spazi piacevoli propri, anche se fatti di cose semplici. Se è vero che che le cose che non ci piacciono spesso non si possono cambiare nella sostanza (come il lavoro, ad esempio), è vero anche che si può cambiare il modo di affrontarle e in senso lato il modo stesso di prendere la vita”.

er chi in piena estate è rimasto a boccheggiare in città, la vacanza settembrina è una impareggiabile gratificazione: le autostrade si svuotano, i voli aerei e gli alberghi costano meno e in spiaggia non bisogna fare a gomitate per stendere il telo da mare. E’ questa la ragione per cui, sempre più spesso, molti fiorentini decidono di posticipare i propri viaggi, così da trascorrere le ferie in completo relax e proprio mentre tutti gli altri tornano a lavoro. Quest’anno, le mete più gettonate sono quasi esclusivamente europee, molte italianissime: ad esempio, si possono percorrere pochi chilometri e optare per le coste nostrane con viaggi in Sardegna e Sicilia; o magari puntare dritti verso la montagna, in direzione Valle D’Aosta, meta preferita delle famiglie in cerca di quiete. Un’altra alternativa da non sottovalutare è la visita al lago di Como, con annesso il tour degli splendidi paesini che lo circondano. Ma, approfittando dei pacchetti di viaggio last minute e dei prezzi più abbordabili tipici della bassa stagione, in tanti sceglieranno destinazioni più lontane ed esotiche. In questo caso, non perdono mai il loro fascino i paradisi naturalistici tra Oceano Atlantico e mar Mediterraneo, dalle Canarie al Marocco, spesso scelti per la possibilità di cimentarsi con il surf, lo snorkeling o con tranquille immersioni subacquee. Infine, tralasciando le intramontabili trasferte nelle capitali d’Europa, quest’anno sono tornate di moda anche le città dell’Est, dove ancora per poco si può approfittare di temperature miti. Tra queste, la più ambita è senza dubbio Budapest, famosa per le splendide terme e i percorsi benessere. Insomma, l’unica condizione da rispettare è il riposo, che sia al mare o in montagna, dall’altro capo del mondo o perfino a po/S.K. chi passi da casa.

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star bene

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L‘APPuNtAMeNtO. Dal 21 al 26 di questo mese torna la kermesse dedicata al mondo della sanità

La salute passa anche dal Festival Arriva in Versilia la terza edizione della manifestazione: cinquanta convegni e trecento relatori per una sei giorni all’insegna dell’informazione e dell’innovazione Barbara Biondi

T

orna puntuale anche quest’anno l’appuntamento toscano con il Festival della Salute, sei giorni di dibattiti, convegni e aggiornamenti riguardanti il mondo della sanità, dal 21 al 26 settembre a Viareggio, Lido di Camaiore, Pietrasanta e Seravezza. 50 convegni, 300 relatori, 200 attività collaterali, sono questi i numeri che fanno del festival, arrivato quest’anno alla terza edizione, l’unica kermesse italiana dedicata interamente alla salute nelle sue varie sfaccettature. L’appuntamento, che coinvolge luminari del mondo della medicina, ma anche personaggi presi in prestito dall’universo dell’educazione, delle nuove tecnologie e dello spettacolo, quest’anno è dedicato a “La salute. Un equilibrio tra mente e corpo”, titolo che preannuncia un’attenzione particolare a temi di grande interesse come le malattie rare di natura fisica e psicofisica, le evoluzioni della chirurgia nel futuro prossimo o il benessere psicofisico nell’orientamento sessuale. Molte le novità di quest’anno, in primis la delocalizzazione, ovvero lo svolgimento del festival in altre sedi come Pietrasanta e Camaiore, oltre al “corpo centrale” della manifestazione che si svolgerà come di consueto a Viareggio. Un’altra iniziativa incorporata nel programma del festival, “La voce dell’artista”, si estenderà anche a Forte dei Marmi e Torre del Lago. E ancora, nel pacchetto delle cose nuove ci sono i talk show condotti da Fabrizio Diolaiuti e Patrizio Roversi sulla follia e il suo contrario. Come di consueto si terranno gli screening gratuiti, i convegni specialistici, gli incontri. Due workshop, uno sui test genetici e l’altro

sull’alimentazione. Un convegno internazionale sul disagio mentale al quale interverrà un noto psichiatra ungherese che ha vissuto sulla propria pelle la coercizione in un ospedale psichiatrico, Gabor Gombos. E poi ci sarà una tombola della salute condotta da Patrizio Roversi coadiuvato da due medici. Il programma dei convegni verterà su tre filoni: scientifico, istituzionale e divulgativo. Tantissimi gli appuntamenti per parlare di prevenzione, alimentazione, medicina, stili di vita e invecchiamento, del rapporto tra energia, ambiente e salute, ma anche di politica, delle emergenze del nostro sistema sanitario, di economia e federalismo e delle tematiche etiche. Il festival si rivolge in primo luogo ai cittadini che possono avere un contatto diretto con

Dibattiti e confronti ma anche momenti ludici dedicati ai più piccoli e corsi per gli adulti le amministrazioni locali, con le associazioni mediche onlus e con le aziende del settore, ma è ricco anche di occasioni dedicate ai più piccoli: si va dalle “Tavole per la salute” ai laboratori, dalle “rilevazioni” scientifiche all’analisi del mondo in cui viviamo, dall’espressività declinata in tutte le sue diverse sfaccettature e modalità al gioco che si può sviluppare in uno spazio costruito appositamente dal festival.

Un momento della scorsa edizione del Festival

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hobby

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CORSI e RICORSI. Dalle lingue straniere all’informatica, tutte le novità per chi vuol tornare sui “banchi”

Per ogni passione la sua lezione Francesca Puliti

S

ettembre, è ora di tornare sui banchi. E ce n’è per tutti, grandi, piccoli e fuori quota. Ma che avevate pensato? Non stiamo parlando di scuola, o almeno non di tradizionali elementari e medie, ma di tutti i corsi possibili e immaginabili pronti si blocchi per la stagione 2010/2011. C’è chi torna dalle vacanze con la voglia di mante-

foCUS Scacchi ma non solo

Quando lo sport è servito in tavola

È

al rientro delle ferie che le palestre registrano uno dei picchi di iscrizioni (l’altro, manco a dirlo, è dopo le abbuffate natalizie). Ma c’è chi ha un’altra concezione dello sport, come esercizio puramente mentale, e non ha voglia di alzare un dito. O al massimo, ecco, giusto quello. Il luogo prediletto, allora, può diventare il circolo Sms di Peretola, dove si allenano per tutto l’anno gli scacchisti fiorentini. I corsi, per bambini, ragazzi e adulti, cominciano a ottobre, ma le iscrizioni sono già aperte. “I tesserati sono in tutto una quarantina – spiega Luca Barni dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Scacchi Firenze – per la maggioranza adulti, anche se abbiamo una dozzina di ragazzi tra gli 8 e i 18 anni”. E per la maggioranza uomini. Le uniche due coraggiose giocatrici sono due bambine di 11 e 12 anni, pronte a sfidare le menti allenate dei più esperti in tornei di pochi giorni, ma anche in quello che viene chiamato torneo permanente, gara allargata che va avanti per l’intero anno. Sempre in tema di sport a basso livello di dispendio calorico, ma alto tasso di competitività, c’è l’ASD Subbuteo Firenze. La storia del club affonda nei gloriosi anni ’70, epoca in cui i subbuteisti fiorentini “hanno vinto tutto quel che c’era da vincere”, racconta Luca Pini, vicepresidente dell’associazione. Da allora molto è cambiato, fino alla costituzione di una federazione internazionale, europea e italiana del “calcio da tavolo”. Ma i nostalgici quarantenni, quelli che hanno cominciato a giocare a 12-13 anni e non hanno più smesso, tengono ancora alta la bandiera. E qualche figlio di giocatore partecipa ai campionati under 15, 13 e 12. I “viola da tavolo” quest’anno disputeranno il campionato di Serie C, “dopo un’amara retrocessione”. Altre glorie, invece, quelle del Calciobalilla Toscana, campioni d’Italia 2008/2009. Ma, gli amanti del biliardino lo sanno, qui è richiesto ben altro tipo di impegno fisico.

nersi in movimento e cerca le novità in palestra, chi, desideroso di ritoccare le foto dell’ultimo viaggio, decide finalmente di mettersi a tu per tu con il computer, e chi invece vuol tornare il prossimo anno in Spagna potendosi permettere di ordinare la cena senza scegliere a casaccio. Ma il menu dei corsi in partenza è in grado di accontentare voglie e capricci più vari. Il conto del banchetto, poi, si può adattare a tasche di taglia diversa. Le lezioni a prezzi più modici, in linea generale, sono quelle imbandite dai quartieri. E tra i cinque rioni fiorentini quello di Campo di Marte offre la scelta più vasta. Si va dalle lingue straniere (dal livello base modello “the cat is under the table” fino al business english) a teatro e regia, passando per scrittura creativa, pittura e lezioni di violoncello. Senza far lievitare più di tanto il conto ci si può rivolgere anche altrove. Mummuacademy, per esempio, offre corsi low cost praticamente di ogni genere e tipo. Con prezzi modici ci si può impratichire di informatica, comprese le applicazioni più avanzate, o assimilare strategie di vendita

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politica

Settembre 2010

PALAzzO veCCHIO. Dalla maggioranza all’opposizione, tra scissioni annunciate e cambi di casacca

Comune, si riparte. Ed è toto-consiglio A poco più di un anno dall’insediamento di renzi, la mappa del Salone dei Duecento potrebbe già aver bisogno di qualche correzione. Mentre si inseguono le voci sull’ingresso di Spini a fianco del gruppo Pd, sul fronte opposizione Galli minaccia di mettersi in proprio. E Sarra, tutto solo, vorrebbe seguire le orme di Gianfranco fini

Francesca Puliti

proposta, che, ribadisco, ancora non c’è stata – sottolinea il consigliere – chiederemmo una svolta programmatica, dall’urbanistica, al bilancio, alla cultura”. E non si può fare a meno di ricordare lo scontro avvenuto nel Salone dei Duecento sulla richiesta di una nuova Valutazione di Impatto Ambientale per la Stazione Foster. Una svolta anche sulla Tav? “Il problema sarebbe prima di tutto capire quale sia la posizione della maggioranza di Renzi sull’Alta velocità”. Ma non si tratta certo dell’unico problema. Le ultime dichiarazioni del primo cittadino a proposito del Nuovo Ulivo (“uno sbadiglio ci seppellirà”) non hanno certo appianato le divergenze nel dialogo sul possibile allargamento a sinistra. Non va meglio a destra, dove le scissioni minacciate sono addirittura un paio. Irritato dalle continue divergenze (una per tutte, ancora una volta, quella sul sotto attraversamento Tav) e dai mancati chiarimenti con i vertici, Giovanni Galli starebbe pensando di ricostruire il proprio gruppo, quello della Lista Galli per intendersi, separato dal Pdl. Ipotesi contro la quale si sono subito schierati i big del partito, fino all’ultimatum di Gabriele Toccafondi. “Chi si mette in proprio è automaticamente fuori dal partito”. Poco male, visto che Galli in quel partito non c’è mai veramente stato e la tessera non l’ha ancora intascata. E che i due vivano ormai da separati in casa è evidente anche dal fatto che l’ex portierone viola non è stato neanche invitato all’ultimo convegno pidiellino tenutosi a Cecina alla corte di Matteoli. In attesa di ufficializzare il divorzio anche Riccardo Sarra, da qualche mese subentrato al posto di Donzelli. Se Giani non avesse fatto valere fermamente il regolamento, che impone almeno due membri per la costituzione di un nuovo gruppo, Sarra si sarebbe già defilato dal Pdl per seguire le orme di Fini. Ma prima di ricomporre i pezzi del puzzle fiorentino bisognerà attendere i prossimi sviluppi a livello nazionale.

R

enzi bastona i vertici del Pd, Galli minaccia di riprendersi gli eletti nella propria lista e staccarsi dal Pdl, Sarra rivendica le origini finiane e Spini apre alla maggioranza. Chi si era immaginato un’estate tranquilla, con i politici in vacanza a debita distanza da Palazzo, si è dovuto ricredere. E al rientro dalle ferie potrebbe essere necessario apportare diverse correzioni sulla mappa del consiglio comunale. A partire dai banchi del Pd, tra cui potrebbe accomodarsi nientemeno che un candidato sindaco finora all’opposizione. Ma andiamo per ordine. In principio fu la “campagna acquisti” dipietrista in campo democratico. All’inizio di agosto Giovanni Fittante lascia il gruppo Pd per passare all’Idv, scatenando una ridda di polemiche all’interno della maggioranza. “Nessun tornaconto personale – dichiarò il consigliere al momento del cambio di casacca – ma la necessità di acquisire una maggiore libertà di movimento per portare avanti le mie battaglie politiche”. Ma i ringraziamenti a sindaco e capogruppo non vengono comunque accolti a braccia aperte. E mentre si rincorrono i nomi dei consiglieri che potrebbero seguire la strada aperta da Fittante, il Pd comincia a corteggiare Valdo Spini. “O viene anche Tommaso Grassi o non se ne fa di niente – replica il politico di lungo corso, riferendosi all’altro eletto nella sua lista - sono disponibile a incontrare il capogruppo Francesco Bonifazi, così come altri esponenti politici e istituzionali del Pd, e di farlo con spirito costruttivo – aggiunge – ma non esiste per contro una ‘richiesta’ del mio gruppo, né tantomeno mia personale, ad ‘entrare in maggioranza’, richiesta verso la quale taluno si dovrebbe incaricare di porre delle condizioni”. Le chiarisce Grassi, queste condizioni. “Nel caso ci venisse formulata una

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politica

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KeBAB/1. Norme urbanistiche per limitare internet point & Co.

KeBAB/2. Marco Cordone, Lega Nord

Negozi etnici, cambiano le regole “Chiuderli tutti, per Fissate le soglie per il centro storico salvare la fiorentinità” I

K

ebabbari, internet point, minimarket: entro la fine di settembre l’apertura di esercizi commerciali di origine straniera sarà regolamentata da una precisa normativa. Era settembre dell’anno scorso quando per la prima volta il vicesindaco Dario Nardella annunciò un simile provvedimento, cominciando con il farsi inviare da Lucca una discussa ordinanza. Parliamo dell’intervento con il quale il Comune cacciò fuori dalle mura gli esercizi commerciali etnici, o meglio, mise fuori gioco le nuove aperture di simili attività nel centro storico della città. Il provvedimento fiorentino però ha in realtà ben poco a che spartire con l’ordinanza lucchese. Almeno così pare, visto che ancora, a circa un anno dall’annuncio, non è ancora stato posto in essere. “Le norme del commercio in questo caso non bastano – spiega il vicesindaco, nonché assessore allo Sviluppo economico – per questo ci sono voluti alcuni mesi in più di lavoro”. Ma adesso dovrebbe trattarsi di giorni, al massimo settimane. “L’obiettivo è quello di inserire questo capitolo all’interno delle norme urbanistiche entro la fine del mese”. Norme volte a garantire uno sviluppo economico equilibrato nel centro storico, senza ledere il principio di libera concorrenza, “ma neanche il patrimonio storico fiorentino”. Sì perché “gli esercizi commerciali storici hanno un valore culturale e di quel patrimonio fanno parte”. Si tratta dunque di assicurarne la sopravvivenza di fronte ai nuovi venuti. Non solo di kebab

Sono una cinquantina i kebabbari aperti in città negli ultimi anni, la metà tra la stazione e S. Lorenzo si parla, ma anche di internet point, minimarket, negozi etnici che negli ultimi anni si sono moltiplicati per le vie del centro, contribuendo a determinare quella che Nardella non teme di chiamare “una mutazione e un impoverimento sociale”. Secondo un recente censimento della Cna, solo i kebabbari sarebbero una cinquantina (la metà compresi tra Santa Maria Novella e San Lorenzo) ma la catalogazione è problematica, anche perché si tratta, spesso e volentieri, di attività di breve durata, che

Dario Nardella

nascono e muoiono nel giro di pochi mesi. E vengono rimpiazzati da altri negozi simili. Nell’ultimo periodo, infatti, la vita media di questo genere di attività si è accorciata molto, passando da tre anni a 18-22 mesi. Ad aprire le porte a questi tipi di attività fu la legge Bersani sulle liberalizzazioni. Grazie a una specifica normativa rimasta un po’ ambigua, i kebabbari, ma anche le pizzerie a taglio e coloro che vendono cibo per strada, possono aprire senza rispondere ad una serie di obblighi a cui invece devono sottoporsi bar e ristoranti. Con il regolamento in arrivo, in ogni caso, Palazzo Vecchio non ha intenzione di sbarrare l’accesso al centro alle attività gestite da stranieri, ma di porre loro dei limiti. “Negli ultimi anni – sottolinea Nardella - questo tipo di negozi sono aumentati in maniera del tutto sproporzionata rispetto agli altri. Si tratta perciò di stabilire delle soglie di equilibrio, in modo da assicurare uno sviluppo coerente”. Altre limitazioni, invece, potrebbero andare a colpire i minimarket aperti 24 ore su 24, sui quali il vicesindaco si è già più volte espresso. Nel frattempo, anche per loro, sono stati imposti specifici divieti di vendita di alcolici dopo le 2 di notte. Una decisione che strizza l’occhio a un’altra battaglia, quella contro l’abuso di bevande alcoliche tra i giovani.

kebbabari del centro storico? “Io li chiuderei tutti”. Non va per il sottile Marco Cordone, consigliere provinciale della Lega Nord, che si infiamma all’idea di un’identità fiorentina trascurata dai fiorentini stessi e chiama in causa anche Oriana Fallaci per sostenere il diritto a difendere quella identità da ciò che chiama senza mezzi termini “colonizzazione straniera”. Entrato a Palazzo Medici Riccardi l’anno scorso grazie a uno exploit della Lega da oltre 17mila voti, Cordone ha fatto la storia del Carroccio in quel di Firenze, legando il proprio nome a mille e una battaglia. Ultima della serie, la raccolta di firme contro la realizzazione di una moschea a Greve in Chianti. Parla di limitare le nuove aperture o proprio di chiudere i kebabbari? Lo dico senza problemi, quelli in centro io li chiuderei tutti. Non si tratta di fare muro contro muro, non ne faccio una

Ne è sorto uno proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo questione di etnia, ma di salvaguardia dei nostri centri storici. Il proliferare dei kebab avvenuto negli ultimi anni sta attentando alla nostra identità. Le faccio solo un esempio: in via Cavour, a pochi metri dalla sede della Provincia, è sorto un kebabbaro proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo, quello dove è nata la corrente pittorica dei Macchiaioli, per intendersi. Non si tratta di lanciare slogan, ci vorrebbe più attenzione per questi aspetti. E come si potrebbe fare per chiuderli? Grazie ai decreti Maroni i sindaci hanno molto potere in questo campo. Ci vorrebbero più controlli sulle licenze, sul rispetto delle norme igieniche, sulle autorizzazioni. Non è possibile, per

Marco Cordone

esempio, che una bottega a conduzione familiare resti aperta 24 ore su 24. Da tempo ho avanzato a Renzi la proposta di emanare un’ordinanza per impedire l’apertura di nuove attività del genere all’interno del centro storico, sul modello di quelle emesse dai sindaci di Lucca e Prato, ma esistono anche altri strumenti, al di là delle ordinanze. Per esempio? Basterebbe una programmazione più attenta dello sviluppo cittadino. C’è un Piano regolatore, un regolamento urbanistico, strumenti che potrebbero essere utilizzati per prevenire l’insorgenza di queste situazioni. E non mi riferisco solo ai kebab. Si riferisce ad altri negozi etnici? E non solo. Ci vorrebbe più cura anche per quanto riguarda gli esercizi commerciali italiani, in particolare i supermercati sorti nel centro storico o le tante brutte pizzerie a taglio. Una volta esisteva una commissione estetica, che fine ha fatto? A Prato si è parlato anche di un esame di lingua italiana propedeutico all’apertura di un’attività commerciale. Che ne pensa? Sono d’accordo, è una strada da percorrere. Ripeto, non ne faccio una questione di razzismo: un conto è l’accoglienza, un conto è l’occupazione e la /F.P. colonizzazione.

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Paola Ferri

E AL N IO ESS TE F N RO E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G


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zoom

Settembre 2010

IL SeRvIzIO. Da giugno, in ogni quartiere, è aperto uno sportello di mediazione sociale

L’ufficio che fa fare la pace ai cittadini l’iNiZiATiVA Prosegue “Firenze si gira”

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liti familiari, contese condominiali, problemi sul lavoro? Niente paura, prima che la situazione degeneri e la palla passi nelle mani degli avvocati una soluzione c’è. Si tratta di strutture che cercano (gratuitamente) di far sedere i contendenti l’uno di fronte all’altro. Perché, parlando, trovare un accordo è più facile di quanto sembri

ostiene l’Istat che in Italia, fatti salvi i delitti a sfondo criminale, la più alta percentuale di omicidi sia dovuta a liti familiari e di vicinato. Senza bisogno di arrivare alla tentazione di far fuori il rivale, a Firenze, dallo scorso giugno, una soluzione per contese e dissidi c’è. Anzi, cinque soluzioni. Una per quartiere. Sono gli sportelli di mediazione sociale, uffici che si occupano della risoluzione dei microconflitti sociali che possono nascere in città, dispute che, senza avere una rilevanza penale, abbassino comunque la qualità della vita delle persone coinvolte. Tradotto: litigi e dissapori condominiali, familiari, di lavoro o interculturali. Sportelli che non sono del tutto una novità a Firenze. Nati nel 2007 nei quartieri 1 e 3, dallo scorso 1° giugno sono diventati cinque (grazie a una convenzione tra il Comune, l’ufficio Città sicura e l’associazione L’altro diritto), appunto uno per quartiere: nel Q1 la sede è in via delle Carra 4, al centro anziani San Jacopino (apertura il giovedì dalle 9 alle 12,30), nel Q2 in via della Luna (venerdì 14,30-17,30), nel Q3 al centro polivalente Il Porto in piazza Elia Dalla Costa 3 (venerdì 9,30-13), nel Q4 a Villa Vogel (martedì 9-12,30) e nel Q5 in via Lambruschini 33 (lunedì 14-17,30), anche se in quest’ultimo caso si tratta di una sede provvisoria. Ma come funzionano questi sportelli, e chi ci si può rivolgere? È presto detto. “Chiunque si trovi ad affrontare una situazione che non abbia rilevanza penale, ovvero quando ancora non c’è stata querela – spiega Giuseppe Maglione,

mediatore dell’associazione L’altro diritto e responsabile dello sportello del quartiere 3 – e voglia risolverla prima che degeneri. La persona viene da noi a esporre il suo problema, poi convochiamo la controparte. Se anche questa decide di venire, si cerca di trovare una soluzione consensuale. Spesso, la cosa più importante è stabilire una via di comunicazione tra le parti”. Un servizio che, inoltre, è del tutto gratuito e confidenziale. E che sembra funzionare e attirare sempre più persone. “Negli anni abbiamo registrato una domanda crescente, avuto un buon riscontro: insomma, del servizio sembra esserci bisogno – assicura Maglione – circa 6-7 volte su dieci la controparte accetta di venire a parlare da noi, e quando i due contendenti siedono l’uno di fronte all’altro la percentuale di risoluzione positiva dei casi è molto alta, superiore al 90%”. Ma quali sono i casi per cui i cittadini si rivolgono più spesso agli sportelli di mediazione sociale? “Le più frequenti sono le liti condominiali e di vicinato – risponde Maglione – piccoli conflitti che, se non presi per tempo, tendono a degenerare velocemente. Poi ci sono i dissidi familiari, come quelli tra genitori e figli, o tra fratelli quando in ballo c’è la cura dei genitori anziani. Ma non mancano nemmeno le dispute tra ex coniugi o quelle tra italiani e stranieri, dovute alle diverse abitudini di vita”. Tutti diverbi che, se affrontati alla radice, possono risolversi con un pizzico di buona volontà e una stretta di mano. E, soprattutto, senza rischiare di infoltire le già troppo folte statistiche dell’Istat.

Se salute e cultura vanno a braccetto

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iscoprire il piacere di muoversi a piedi o in bicicletta, lungo itinerari tra cultura e natura a Firenze. È quanto sarà possibile fare grazie a “Firenze si gira”, iniziativa promossa dalle Sezioni Soci Coop di Firenze in collaborazione con l’Associazione Città Ciclabile Onlus e con il patrocinio del Comune e dell’Azienda Sanitaria 10 di Firenze. Gli itinerari sono curati e realizzati da una guida professionista (e ciclista): dopo una pedalata tenutasi alle Cascine il 5 settembre scorso e la prima passeggiata culturale il 12, il programma prosegue il 19 settembre con la passeggiata intitolata “Firenze dall’alto”, con ritrovo in piazza Demidoff alle 9.30, e si concluderà il 26 settembre con una pedalata all’Albereta, con ritrovo in lungarno Colombo angolo Ponte da Verrazzano. Attività fisica protagonista, dunque: al di là di della valenza culturale e della riscoperta di alcuni angoli della bellissima Firenze, l’iniziativa rappresenta infatti anche un invito a usare maggiormente le proprie gambe per la mobilità di ogni giorno in città, con tutti i benefici che questo può comportare per la salute e l’ambiente. E proprio sul tema “Mobilità e salute” sarà incentrata anche la partecipazione dell’Associazione Città Ciclabile alla “Bussola della Salute”, in programma dal 25 settembre al 2 ottobre al Centro Commerciale di Gavinana, quando saranno richiesti ai cittadini suggerimenti per rendere più sicuro questo tipo di mobilità “quotidiana”, da segnalare poi all’amministrazione comunale. Sempre nell’ambito della “Bussola della Salute” saranno proposte numerose attività nella galleria del centro commerciale: dai semplici punti informativi, con la presenza di Asl, Misericordia di Badia a Ripoli e Medici per l’Ambiente, a test e misurazioni varie (dalla pressione alla massa grassa), che possano essere uno stimolo in più a dedicare maggiore attenzione a temi fondamentali per la /I.G. propria salute e qualità della vita.

MEDICINA ESTETICA FORMA E BELLEZZA NATURALE

DOTT. STEFANO TINTI MEDICINA ESTETICA TINTI Via Giacomo Brodolini 2d - 50012 - Grassina- Bagno e Ripoli - Firenze Per Appuntamenti Cell. 347 7918504 Aut. San. n. 34348 del 14/08/08 Comune di Bagno a Ripoli.

LA MEDICINA ESTETICA è la Disciplina praticata dal Medico Chirurgo che mira a riportare l’aspetto della persona alla sua miglior forma e bellezza naturale tramite una minima invasività dei trattamenti. NON SI TRATTA DI interventi chirurgici ma di trattamenti Laser. Un raggio di una luce particolare che, a seconda del tipo di Laser, può effettuare, per esempio: epilazione definitiva, eliminazione di macchie da gravidanza e di cicatrici da intervento chirurgico, ringiovanimento cutaneo (inestetismi) o eliminazione di verruche, di fibromi molli e di altre lesioni od imperfezioni cutanee. La prima cosa da fare è una visita per verificare il buono stato generale di salute (o meno) che mira a definire gli inestetismi da trattare per vedere insieme se è il caso di effettuare quei trattamenti che ci attirano da tanto oppure semplicemente per farsi consigliare e migliorarsi, guardarsi più volentieri allo specchio, sentirsi di nuovo di buonumore e bene con se stessi.

Il miglior risultato è quello che appare, ma non si nota troppo. La minima invasività dei trattamenti con i diversi tipi di laser permette in circa una mezz’ora di eliminare il “problema” (inestetismo o lesione cutanea che sia) e normalmente già dopo soli due giorni (ovviamente dipende sempre dal tipo di applicazione) è possibile fare vita sociale senza problemi. A differenza di un qualunque intervento chirurgico come l’eliminazione di un fibroma molle effettuata con bisturi oppure tramite la bruciatura con diatermo, il laser durante l’intervento effettua sia la bruciatura che la disinfezione che la chiusura, o sutura, di quella che potrebbe essere una piccola ferita finale, non lascia poi alcun segno. Nell’eventualità rimanesse anche solo un piccolo segno o cicatrice sempre con il Laser si procede alla sua eliminazione... In seguito parleremo delle diverse Tipologie di trattamenti Laser, della Biostimolazione, dei Filler del Botulino e della Mesoterapia.

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Ivo Gagliardi


settemBre 2010

REGOLAMENTO URBANISTICO. Alcune precisazioni

E’ viva in questi giorni, anche sulla stampa, la discussione sul Regolamento Urbanistico, e questo ci fa piacere, perché lo scopo dell’Amministrazione Comunale era proprio quello di sollecitare la discussione e la partecipazione su un tema così fondamentale per la vita dei cittadini. E’ necessario, per una migliore comprensione delle volontà della Giunta e per una discussione più completa, aggiungere alcune precisazioni. I testi e le cartografie presentate non sono il Regolamento Urbanistico, ma una proposta di lavoro, un primo step, che ha per oggetto le infrastrutture pubbliche che secondo l’Amministrazione sarebbero necessarie per la riqualificazione dei centri urbani, con la contestuale annotazione delle volumetrie necessarie a sostenere questi interventi. Quindi solo un ipotesi di lavoro da confrontare con i cittadini e con le forze politiche che potrà subire modifiche anche sostanziali, in base ai contributi che arriveranno. Non c’è stata nessuna prevaricazione della Giunta sui poteri del Consiglio Comunale, come hanno sostenuto sulla stampa alcune forze politiche di opposizione. Il materiale mostrato ai cittadini (sia a ottobre 2009 sia a luglio 2010) è stato preventivamente consegnato alle forze politiche nella Commissione Consiliare. Inoltre l’onere e il compito di elaborare proposte spettano alla Giunta, mentre il Consiglio ha il compito di valutarle, chiedere modifiche, approvarle o rifiutarle. In questo caso il Sindaco non ha neppure atteso di avere una proposta definitiva, come avrebbe potuto fare, ma ha socializzato tutti i passaggi intermedi, con un’operazione di trasparenza e apertura. Ha poi invitato le forze politiche, dai primi giorni di settembre, a collaborare alla definizione delle scelte, esponendo le loro riflessioni e i loro suggerimenti. La proposta presentata, per essere realizzata nella sua interezza, ha bisogno di utilizzare una buona parte del dimensionamento fissato nel Piano Strutturale, volumetrie che sono già state approvate e ritenute consone da tutti gli Enti preposti. Se quest’utilizzo appare troppo consistente può essere sicuramente ridotto: occorre però indicare quale degli interventi proposti debba essere cancellato o rinviato ai Regolamenti successivi e quindi non abbia carattere di priorità. Ci son alcune località,come ad esempio Bagnolo e Falciani, dove per risolvere le problematiche e le criticità esistenti e riqualificare l’abitato occorre utilizzare quasi completamente il dimensionamento previsto dal Piano Strutturale ( che era stato individuato proprio per il raggiungimento degli obiettivi sopraesposti), altrimenti questi territori dovrebbero rimanere così come sono, e , dagli incontri avuti in questi anni, non ci sembra che questa sia la volontà della maggioranza dei residenti. Faccio notare che si tratta di interventi di consistenza assai limitata, di circa 3000, 3500 mq (circa 30 appartamenti). Anche a Impruneta, dove i metri quadri sono più consistenti, più della metà provengono dal recupero di volumetrie industriali esistenti, costituendo quindi un’operazione corretta sotto tutti i punti di vista, che oltretutto crea opportunità nuove anche per tre aziende del territorio, oltre a riqualificare un intero quartiere. Il tema del dimensionamento è un tema importante, che ha attraversato tutto il periodo di formazione del piano Strutturale e sul quale l’Amministrazione Comunale ha avuto un atteggiamento di estrema prudenza, contenendo moltissimo i nuovi insediamenti e ricomprendendo nelle volumetrie complessive gli interventi del vecchio PRG e il recupero dei contenitori dismessi. Ma un paese “fermo” è un paese morto: occorre comunque coniugare la sostenibilità (e questa è stabilita complessivamente dal Piano Strutturale e sarà attentamente valutata oggi nei vari interventi) con lo sviluppo, in modo da cogliere le opportunità che si presentino e garantire sostentamento ai privati ed anche all’Amministrazione Comunale , che può trasformare le risorse che vengono dal regolamento in investimenti e servizi per tutti. L’intendimento dell’Amministrazione è stato quello di ridurre il valore della rendita territoriale, in modo che una parte di questo valore ritorni sul territorio come infrastrutture necessarie (riquali-

ficare i centri abitati e realizzare abitazioni sociali, che si rivolgano alle fasce deboli della popolazione). Certamente l’Amministrazione Comunale avrà delle risorse dall’attuazione del RUC, ma queste sono necessarie per realizzare investimenti pubblici (scuole, asili nido, strutture sportive, interventi sul territorio rurale ecc.) per diminuire il ricorso all’indebitamento, ma anche per sostenere i servizi in un momento di crisi, nel quale le risorse degli Enti locali vengono fortemente tagliate e ridotte. Per questi motivi, in un momento così critico per l’economia, mentre ci si appresta a creare possibilità di guadagno per molti privati, non si comprende perché anche l’Amministrazione Comunale non possa prevedere la valorizzazione di alcune sue proprietà per garantire risorse, non alla Giunta, ma a tutti i cittadini. Nel 2009, in base alla legge finanziaria che semplificava le procedure, furono previste alcune valorizzazioni che poi, fedeli all’impegno preso in Consiglio Comunale, non abbiamo realizzato, sfruttando una modifica nazionale di apertura sul patto di stabilità. Comprensibilmente si diceva che la variante così fatta era avulsa da una pianificazione complessiva e priva delle valutazioni ambientali. Oggi tutte le valorizzazioni che l’Amministrazione riterrà di proporre saranno valutate da ogni punto di vista, così come richiede la legge regionale e potranno quindi entrare a pieno titolo nel quadro di una pianificazione generale. L’Amministrazione sta valutando alcune zone, ma ancora, come del resto per le altre volumetrie, deve definire la localizzazione degli immobili di nuova costruzione in una proposta che cittadini e forze politiche potranno valutare. Quindi un lavoro attento alle esigenze dell’ambiente, dei cittadini e della qualità della vita, ma anche alla creazione di condizioni di sviluppo, pubbliche e private, condizioni che sono alla base sia della conservazione del territorio ( obiettivo che richiede consistenti risorse) sia dell’erogazione di servizi di qualità, sia della sostenibilità sociale di un territorio. Il sindaco Ida Beneforti Gigli

autunno imPrunetino Al via come ogni anno “l’Autunno Imprunetino”, senza dubbio il momento più intenso per ciò che concerne l’attività di promozione turistica e la vita associativa del nostro paese. Nonostante le ristrettezze economiche è stato comunque possibile realizzare un calendario ricco di appuntamenti che spaziano dalla cultura all’intrattenimento, dalla promozione commerciale fino allo sport , senza dimenticare importanti iniziative dedicate alla solidarietà; tra tutte le manifestazioni in programma spiccano come da tradizione, la famosissima Festa dell’Uva, arricchita dai tanti eventi “collaterali” e la millenaria fiera di San Luca, appuntamenti imperdibili del “palinsesto imprunetino.” Visto il successo delle precedenti edizioni, saranno inoltre riproposti alcuni appuntamenti di grande richiamo come “lo sbaracco,” organizzato in collaborazione con i commercianti di Tavarnuzze e l’iniziativa denominata “peposo day,” all’interno della quale sarà presentato un primo studio volto all’acquisizione di un disciplinare di qualità per il tradizionale piatto imprunetino. Grazie allo spirito collaborativo e alla passione che anima le associazioni del nostro Comune, altri momenti d’interesse culturale saranno presentati quest’anno al pubblico Imprunetino, su tutti, un interessante omaggio alla figura di Accursio da Bagnolo proposto in chiave teatrale dall’associazione Paolieri e un’intera giornata dedicata alla musica bandistica con quattro bande che si esibiranno domenica 19 settembre a Tavarnuzze e Impruneta, il tutto organizzato in collaborazione con la Filarmonica G.Verdi di Impruneta. L’Assessore alle Politiche per lo sviluppo e la promozione territoriale Marco Pistolesi


Panorama Casa e caro aFFitti Esiste anche nel nostro territorio un forte problema legato al fabbisogno di abitazioni delle famiglie e delle persone. Questa situazione ha riflessi sulla qualità del tessuto sociale di fatto, la difficoltà all’accesso all’abitazione contribuisce a quello che possiamo chiamare fascia grigia della popolazione, ovvero (famiglie o persone che pur avendo capacità di redito, non riescono a sostenere i costi del mercato immobiliare). Anche la crisi non ha fermato la corsa del caro affitti che negli ultimi anni sono notevolmente cresciuti, facendo crescere il numero di provvedimenti di sfratto emessi nei confronti di famiglie o singoli perché morosi. Secondo i dati forniti dal Ministero degli Interni nel 1983, 15 famiglie su 100 venivano sfrattate per morosità, nel 2000 52 su 100, mentre lo scorso anno 2009 le famiglie con provvedimenti di sfratto sono state 84 su 100. Anche se questi sono dati a livello nazionale dobbiamo purtroppo rilevare che anche il nostro territorio è interessato da questo problema.

più possibile omogeneo, per l’intera zona, valutare le procedure per l’accreditamento dei servizi privati, con gli stessi strumenti e le stesse caratteristiche nell’intera area, iniziare a pensare ad un’omologazione nella qualità dei servizi alla prima infanzia nei 10 comuni della zona sud-est. L’Assessore alle Politiche della Formazione Francesca Buccioni

alle Famiglie, alle associazioni di volontariato e ai Circoli del territorio che hanno preso parte e condiviso il “Progetto di accoglienza Bambini Popolo saharawi” estate 2010

Persone e quindi famiglie, che ritrovatesi in cassa integrazione o addirittura senza lavoro, si trovano costrette a scegliere tra pagare l’affitto o la spesa alimentare. Anche chi, anni fa, decise di acquistare casa, perché in situazione economica più stabile; oggi, trovandosi nella stessa situazione di altri, non riesce a far fronte alle rate del mutuo. Anche il contributo affitto messo a disposizione dallo Stato è andato a diminuire: per la Toscana nel 2000 erano disponibili 22 milioni e 31 mila euro, scesi a 14 milioni e 330 mila euro nel 2006, a 12 milioni e 650 mila euro nel 2008 e per l’anno 2010 scesi a 10 milioni e 400 mila euro, mentre sono aumentate le domande di sostegno all’affitto, questo anche nel nostro Comune passando da 45 richieste per l’anno 2002, a 70 richieste per l’anno 2006, a 86 richieste per l’anno 2009. E anche il contributo Regionale e quello Comunale risultano insufficienti rispetto al bisogno delle famiglie. Esiste da parte del Governo il “Piano casa” che consente ai proprietari di ingrandire la propria abitazione. Ma un piano casa dovrebbe servire a dare una casa a chi non ce l’ha e non ad ingrandire quella di coloro che già ce l’hanno. E invece, fino ad oggi nessuna prospettiva per chi si trova in condizioni di precarietà abitativa; non solo per chi ha lo sfratto, ma anche per tante famiglie che faticano a pagare un affitto troppo alto, facendo anche grosse rinunce per onorare gli impegni contrattuali. Preme qui ricordare l’attenzione e l’impegno delle Amministrazioni Comunali di Impruneta che hanno realizzato nel territorio Comunale oltre 140 alloggi ERP, non ultimi la consegna nell’anno 2009 di 12 alloggi a Impruneta, mentre sono in via di ultimazione e saranno consegnati entro l’anno 8 nuovi alloggi. Esistono paesi Europei dove il 30% delle case sono case sociali, una percentuale molto alta, ma che sta a significare che anche le imprese sono interessate agli aspetti sociali, andando oltre la propria mission, creando anche progetti innovativi che tendono a sviluppare il lato di lavoro sociale. E’ auspicabile che in Italia si prenda coscienza di come la gente vive e come può utilizzare le proprie risorse nel modo migliore. Se le persone che vivono nelle case sono felici, contribuiranno ad un miglioramento del paese e della città in cui vivono. Occorre quindi dare vita a concrete iniziative di residenzialità sociale, fare un patto per una concreta risposta al problema casa, è forse necessario anche un coordinamento strategico fra vari Enti per fornire risposte adeguate al problema abitativo. L’Assessore alle Politiche del welfare e della salute Paolo Poggini

CresCere nella Qualita’

strategie e strumenti per la valutazione dei servizi alla prima infanzia. a impruneta il punto definitivo dell’intera zona fiorentina sud-est. E’ per me motivo di grande soddisfazione che si svolga proprio ad Impruneta questo primo convegno della Conferenza dei Sindaci per l’educazione, l’istruzione, l’orientamento, la formazione ed il lavoro della zona fiorentina sud-est, sulla prima infanzia, nell’ottica della costruzione di un sistema integrato per i servizi per questa fascia d’età, 0-3 anni, sulla base di quanto previsto dalla normativa comunale, soprattutto in relazione alle procedure per l’accreditamento dei servizi privati. I 10 Comuni coinvolti hanno ritenuto fondamentale dotarsi di uno strumento che possa valutare la qualità di un servizio che sia il più omogeneo possibile e complessivo dei diversi territori. In questo anno è stata fatta in ogni Comune un’indagine conoscitiva molto complessa sulla valutazione dei servizi erogati. In particolar modo è stata costituita una equipe tecnica dell’intera zona, comprendente i responsabili dei 10 uffici scuola ed una esperta nei Servizi Educativi, per l’elaborazione di una scheda di valutazione, sui nidi uguale per tutti i Comuni che tenesse conto dei parametri strutturali degli edifici, degli arredi e dei giochi presenti nelle diverse strutture, dei progetti educativi, della professionalità del personale e dei tecnici addetti, della refezione e della differenziazione dei menù e della globalità del servizio offerto. Insieme al presidente della Conferenza, Luciano Bartolini, Sindaco di Bagno a Ripoli, prenderanno parte, insieme a me, tutti gli Assessori alla Pubblica Istruzione dei Comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d’Elsa, Figline Valdarno, Greve in Chianti, Incisa Val D’Arno, Reggello, Rignano sull’Arno, San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa, per fare una disamina di tutto il materiale raccolto e un punto sulla qualità dei servizi all’infanzia dell’intera zona. L’incontro avverrà l’11 settembre, a Villa Cesi qui ad Impruneta. L’obiettivo che vogliamo raggiungere è quello di costituire un servizio alla prima infanzia il

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Esprimo il mio personale ringraziamento, e quello dell’intera Amministrazione, per la vostra disponibilità a essere stati soggetti protagonisti e partecipi del progetto di Accoglienza Bambini Saharawi, sostenuto e programmato anche in questa estate ad Impruneta, insieme al Comitato Selma; per la vostra collaborazione nell’ospitalità e nella generosità dimostrata verso i piccoli ospiti, donando in prima persona risorse e tempo, aprendo le proprie case e offrendo affetto gratuito; per la vostra sensibilità verso un percorso, condiviso da altri 1457 Comuni della Regione Toscana, 10 Province e 5 Comunità Montane, che mira al riconoscimento di questi bambini come “ambasciatori di pace” di un popolo che da più di trenta anni porta avanti una resistenza non-violenta nei campi profughi del Sahara Occidentale, in difesa dei diritti umani riconosciuti universalmente, quali la Pace, la Tolleranza, l’Autodeterminazione, la Democrazia, lo Sviluppo e la possibilità di costruirsi un futuro migliore soprattutto per le giovani generazioni…. E augurandomi che continueremo a lavorare insieme per questa causa anche nei prossimi anni! Francesca Buccioni Assessore alle Politiche della Formazione, con delega per la Cooperazione Internazionale

“4 rioni e 1 Piazza”:

Viii aPPuntamento Con i laureati in imPrunetinita’

Tempo di Festa dell’Uva, momento quindi di riscoprire quale significato ha ancora quest’antica tradizione che dopo così tanti anni continua ad emozionare, appassionare e coinvolgere soprattutto i più giovani. Con l’ottavo appuntamento dei “Laureati in Imprunetinità”, l’iniziativa che fin dalla mia nomina ho voluto creare per valorizzare le tesi di laurea e i percorsi accademici legati al nostro territorio realizzati dai miei coetanei, si torna a parlare proprio della sagra più amata dai tanti rionali e non solo. Sara Pampaloni con “4 Rioni e 1 Piazza”, sabato 11 settembre, alle ore 16 in Biblioteca, illustrerà il suo percorso di studi in Mediazione Linguistica e Culturale presso l’Università di Siena sul ruolo socializzante, aggregativo e intergenerazionale dei Rioni, sull’allestimento della sfilata e sulla spettacolarizazione attuale di un’antica festa popolare. Mi sento sempre molto coinvolta quando si parla di Festa dell’Uva e son ben contenta che tutta l’energia, la passione, l’ingegno e i talenti dei tanti giovani e non impegnati nella realizzazione dei carri allegorici e nella preparazione da un anno ad un altro dello spettacolo e il legame con la nostra cultura contadina e con il nostro passato fatto di fattorie e di vita nei campi, interessi ancora oggi tanti giovani, così tanto da attingere proprio a questo retaggio, da volerlo studiare a fondo e farne tesi di laurea. Mi auguro, che come già successo negli altri appuntamenti, la presentazione di questo lavoro diventi occasione per far conoscere il nostro territorio, per sottolinearne un suo aspetto fondante, una parte della nostra storia e della nostra cultura, attraverso la voce di un giovane. Sono fortemente convinta, infatti, che non esista pubblicità migliore per una tradizione così antica che la valorizzazione e la promozione fatta da una ragazza, dal suo entusiasmo, dalla sua freschezza e dal suo studio. Francesca Buccioni Assessore alle Politiche della Formazione


i gruppi consiliari Partito demoCratiCo

in estate non sale solo la temPeratura

Indubbiamente il caldo accende gli animi e risveglia comportamenti non sempre accettabili. Un concittadino ci scrive queste fosche note: “Il paese è attraversato di giorno e soprattutto di notte da auto, furgoni, autobus e motocicli a velocità folli...I motorini sono quasi tutti fuori legge. Con le marmitte truccate e i “fermi” eliminati impediscono il riposo diurno e notturno dei residenti. Il comportamento dei ragazzotti che li guidano è un pericolo costante per chiunque si trovi sulla loro strada. Gruppi di ragazzi e giovani, spesso ubriachi o fumati, scorrazzano di notte per il paese, schiamazzando, distruggendo quello che trovano e insolentendo chiunque abbia da ridire sul loro comportamento.” E conclude: “il Sindaco è il responsabile dell’ordine pubblico … L’attuale latitanza delle famiglie in materia di educazione non può certo giustifica-

sinistra eCologia liBertÀ

se Permette, signora sindaCo... le Pagelle le diamo noi!

A metà del mandato elettorale (e dopo aver letto Reporter di Agosto dove il Sindaco Ida Beneforti si lancia in un bilancio della sua Amministrazione) riteniamo giusto contribuire con una nostra riflessione in merito allo svolgimento del lavoro fatto fin qua dalla Giunta Comunale: BastereBBero le infelici scelte, già compiute a far “gridare vendetta”; il rinnovo degli. Incarichi dirigenziali esterni avvenuti in piena crisi economica nazionale (qualcosa come 300.000 euro annui!), la “già” ampiamente dibattuta “panchina artistica” (40.000 euro) e molto altro ancora... BastereBBe pensare ad un Impruneta costantemente fuori dai giochi inter-comunali e per giunta spesso al buio... BastereBBero ricordare opere importanti, congelate e sparite dal dibattito quotidiano; la Fornace Agresti o la chiusura dei Loggiati del Pellegrino, l’attesa circonvallazione che non avanza, la Piazza di Tavarnuzze, la nuova scuola che non vedremo mai... BastereBBe ricordare la sporadicità di eventi che di “culturale” non hanno niente se non la pretesa di svuotare le già misere tasche delle famiglie... BastereBBe ricordare un Paese immobile con un destino non migliore...

re l’abbandono da parte della società del dovere di porre dei paletti ai comportamenti deviati. Anzi!” Ed infatti il nostro Sindaco ha puntualmente provveduto ed ha emesso un’ordinanza rivolta a richiamare l’attenzione su ciò che, purtroppo, dovrebbe già essere ovvio a tutti, ovvero che non disturbare oltre una certa ora nel periodo notturno è principalmente un atto di educazione e rispetto delle esigenze delle persone che costituiscono la comunità. L’ordinanza vale contro gli schiamazzi, la musica, le urla, i giochi a pallone che si protraggono nella notte oltre i limiti consentiti e riguarda i proprietari dei cani, invitati a vigilare sui latrati dei loro animali. Sono stati attivati interventi per individuare, anche con l’aiuto di telecamere fisse e mobili, i responsabili di eventuali atti di vandalismo e Vigili Urbani e Carabinieri sono stati allertati per un maggiore controllo dei ciclomotori, sulla regolarità dello scappamento

Partito delle liBertÀ

il sindaCo non e’ Con noi!!

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il RUMORE viene definito il Killer del cervello. il rumore danneggia il cuore, le arterie, la mente, l’orecchio, il sistema ormonale e quello immunitario, aumenta la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Un ambiente notturno rumoroso altera nei bambini il ritmo giornaliero (circadiano) del cortisolo: un ormone essenziale per la vita. Il cortisolo viene normalmente prodotto secondo un ritmo: picco mattutino (ore 7) con diminuzione progressiva durante il giorno che diventa massima attorno alle 24.(rumore = indebolimento capacità di concentrazione dei bambini, effetti più seri soprattutto a carico del sistema immunitario). La conseguenza più subdola dell’esposizione continua al rumore, come avviene col traffico, è l’irritazione costante che, a causa degli infrasuoni, obbliga alla chiusura delle finestre, provocando stress, con aumento di aggressività, scortesia, asocialità, nervosismo, irritabilità, ansia, stanchezza, apatia. L’inquinamento acustico derivante dal culto imperante dell’amplificazione su auto corredate da impianti stereo tenuti a tutto volume, che nelle ore notturne attraversano le nostre strade, può provocare, a seconda della sensibilità individuale verso i rumori, un danno biologico da rumore riconosciuto dal D.M n° 38 del 2000, anche se l’intensità del suono è momentanea. Per nessuna ragione, in nessun modo i rumori devono penetrare nelle case altrui, perché sono VIOLENZA, SOPRAFFAZIONE, SOPRUSO! Nessuno può varcare fisicamente la soglia di casa mia, se non ha il mio permesso. Nessuno può invaderla neanche col rumore! Deve esserci il rispetto verso il Prossimo: ecco la soglia della civiltà.

Gruppo Comunale Sinistra Ecologia Libertà Impruneta Marco Mazzetti Riccardo Lazzerini

Il Sindaco con l’Ordinanza 111 del 22/07/2010 ha garantito la tutela della quiete pubblica fino al 30/09/2010. Forse dal 1 Ottobre si intende lasciare Impruneta in balia di vandali nottambuli e latrati ininterrotti? Il Sindaco non ha riflettuto che la macchina perfetta quale è il corpo umano ha bisogno di ordine, armonia ed equilibrio esattamente come l’Universo o come la Terra? Comunque la “speranza è l’ultima a morire” per cui auguriamoci che dall’1 Ottobre non si debba ritenere una terribile disgrazia, l’essere Cittadini di Impruneta!

www.lasinistraimpruneta.it Facebook selimpruneta

Maria Teresa Lombardini Capogruppo PDL

...possiamo soltanto aggiungere l’innegabile attenuante legata all’azione devastante del Governo nazionale; ai limiti imposti dal Patto di Stabilità e dalla Finanziaria...per questi motivi il nostro Voto e’ un Bel 4 ...

ed anche per impedire gare e corse pericolose. Sembra ancora non bastare, forse si vorrebbe l’esercito, ma il gruppo democratico non lo chiamerà di certo. Continuerà a perseguire l’opera di educazione alla legalità, anche quella stradale, già avviata nella Scuola nella convinzione che solo la conoscenza e la condivisione delle regole possa realmente tutelare la tranquillità della gente. Ovviamente sarebbe utile un maggiore controllo. Peccato che il Governo, che tanto sbandiera la sicurezza, abbia ulteriormente ribadito il divieto di assunzione di personale e tagliato risorse sui mezzi a disposizione della forza pubblica. E’ la solita litania del PD? No, è la cruda realtà.. IL GRUPPO CONSILIARE DEL P.D. DI IMPRUNETA Per scrivere al Gruppo mail pd.impruneta@alice.it

oBBiettiVo Comune

emergenza sede PuBBliCa assistenza taVarnuzze e “nuoVo” serVizio di sPazzamento stradale

Ad un anno dalla discussione della nostra interpellanza sulle problematiche della sede della Pubblica Assistenza, siamo ad una vera emergenza che rischia di pregiudicare l’intenso e prezioso lavoro che questa associazione svolge. Nonostante le ripeture promesse siamo arrivati alla scadenza (31.12.2010) del contratto di affitto con il Demanio senza trovare alcuna soluzione, anzi tra luglio ed agosto la situzione è precipitata. Dall’analisi delle lettere scambiate tra Associazione e Comune negli ultimi due mesi emergono parecchi motivi di preoccupazione. di fronte a problemi di ordinaria manutenzione (tetto e caduta di pietrisco dalla facciata) e di messa a norma il sindaco ha pensato bene di costruire un muro (il muro è stato realizzato il 10 agosto) per impedire all’associazione l’accesso alla parte comunale, non a norma. Anche la disponibilità del Comune ad affittare alla Pubblica assistenza la parte di sua proprietà, appare generica ed incentissima riguardo ai tempi, dovendo nel caso liberare i locali dall’archivio comunale. Obbiettivo Comune ritiene che l’importanza e l’urgenza della questione richiedano uno sforzo particolare da parte del Consiglio Comunale, da avviare immediatamente con un approfondimento in Commissione Consiliare. il “nuoVo” serVizio di sPazzamento stradale La drastica riduzione (si passa da una frequenza settimanale ad una di due volte al mese) appare segnata dallo stesso “vizio” del precedente, la frequentissima inadempienza. sindaco e giunta non sono stati capaci di svolgere il ruolo di garanti della qualità del servizio ad esempio applicando di penali per il servizio non svolto. Citiamo il caso, segnalato da un cittadino, di via scopeti: a giugno risulta assente lo spazzamento, da tre mesi, anche ad agosto la pulizia non viene svolta. Oltre a presentare una domanda d’attualità sul tema chiediamo ai cittadini di inviarci, all’indirizzo di posta elettronica, le segnalazioni di disservizi. Per informazioni e segnalare problemi massimobisignano@libero.it, per le attività svolte consultare il sito www.obbiettivocomuneimpruneta.org

Il Capo Gruppo Consiliare Massimo Bisignano

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orari uFFiCi Comunali in Vigore dall’11 settemBre 2010 uFFiCi ufficio relazioni con il Pubblico (urP) Via Cavalleggeri, 16 ufficio relazioni con il Pubblico (urP) Via Fratelli Rosselli, 6 Tavarnuzze (in vigore dal 13 settembre)

lunedì

martedì

mercoledì

8.30-13.00

8.30 – 13.00

Chiuso

15.00 - 18.00

Chiuso

8.30 – 13.00

giovedì 8.30 – 13.00 15.00 - 18.00

Venerdì

sabato

8.30 – 13.00

Chiuso

Chiuso

Chiuso

Chiuso

8.30 - 13.00 15.00 - 18.00(1)

8.30 - 13.00

Chiuso

anagrafe, stato Civile, elettorale, leva militare, segreteria del sindaco P.zza Buondelmonti, 41

8.30 - 13.00 Stato civile aperto al pomeriggio solo per denunce morte e nascita

8.30 - 13.00(1)

Stato civile aperto al mattino solo per denunce nascita e morte

ufficio di direzione, servizi informatici, Finanziario, P.zza Buondelmonti, 41

8.30 -13.00

8.30 - 13.00

Chiuso

8.30 -13.00 15.00 - 18.00

8.30 - 13.00

Chiuso

segreteria generale, messi, sviluppo economico Via Cavalleggeri, 16

8.30 – 13.00 Segreteria Demografici aperto nel pomeriggio solo per concessioni cimiteriali

8.30 - 13.00

Segreteria Demografici aperto al mattino solo per concessioni cimiteriali

8.30 – 13.00 15.00 - 18.00

8.30 - 13.00

Chiuso

11.00-13.00

11.00-13.00

17.00-19.00

Chiuso

11.00-13.00

11.00-13.00

Chiuso

Chiuso

9.00-13.00

15.00-18.00 su appuntamento

Chiuso

Chiuso

8.30 - 13.00

8.30 – 13.00

Chiuso

8.30 - 13.00

Chiuso

8.30 - 13.00

8.30 – 13.00

Chiuso

8.30 – 13.00

Chiuso

14.00 – 19.00

9.00 - 13.00

9.00 - 13.00 14.00 – 19.00

9.00 - 13.00

9.00 – 13.00 14.00 – 19.00

Chiuso

8.30 -13. 00

8.30 - 13.00

Chiuso

15.00 - 18.00

8.30 - 13.00

Chiuso

Polizia municipale Via Paolieri, 16 servizio gestione del territorio Via Fratelli Rosselli, 6 Tavarnuzze (in vigore dall’ 11 settembre) ufficio socio-educativo Via Paolieri, 16 ufficio Cultura e sport P.zza Buondelmonti, 19/20 Biblioteca Comunale P.zza Buondelmonti, 19/20 (in vigore dall’11 settembre) tributi Via Cavalleggeri, 22 (in vigore dall’11 settembre)

8.30 – 13.00 15.00 - 18.00 8.30 – 13.00 15.00 - 18.00

(1) i cambi di residenza si effettuano presso l’Ufficio Anagrafe il Martedì ore 8.30/12.30 ed il Giovedì ore 15/17.30 (2) Per essere ricevuti dai tecnici dell’Ufficio Edilizia il giovedì è necessario prendere appuntamento telefonando al 055/2372132 Per il ricevimento denunce di nascita e morte di sabato e giorni festivi, contattare il numero 055/2036424 dalle ore 8.30 alle ore 10.30

notizie utili loCuli

Si ricorda che la scadenza del Bando per l’assegnazione dei loculi a persone viventi è prevista per le ore 12.00 del 30 settembre 2010. Possono fare richiesta di acquisto i residenti nel Comune di Impruneta. I loculi posti in vendita sono 15 al Cimitero di Picchirillo e 26 al cimitero di Montebuoni,. Le graduatorie saranno formate favorendo i cittadini più anziani e chi ha il coniuge\convivente tumulato nel cimitero oggetto della richiesta. La durata della concessione è di 30 anni dal momento del decesso. Le domande di concessione redatte su apposito modulo (modulo “A”) scaricabile dal sito internet dell’Ente (www.comune.impruneta.fi.it al link “Bandi e Concorsi/Bandi di gara”) o reperibile presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) in Via Cavalleggeri n. 16 – Impruneta ed in Via F.lli Rosselli n. 6 a Tavarnuzze, negli orari di apertura al pubblico.

serVizi sColastiCi

L’Ufficio Socio Educativo ricorda che: la scadenza per la presentazione degli esoneri dal pagamento dei servizi è il 30.9.2010. La domanda deve essere presentata all’assistente sociale; la scadenza di presentazione del modello ISEE necessario per usufruire delle agevolazioni per i pagamenti dei servizi è l’1.12.2010. Dopo tale data verrà applicata la fascia massima dall’inizio del servizio. occorre presentare copia di avvenuto pagamento della tassa di iscrizione al servizio di refezione scolastica all’Ufficio Socio educativo o all’Ufficio Relazione con il pubblico. L’inoltro può essere effettuato anche via fax. 055/2036487 o tramite posta elettronica all’indirizzo s.pemoni@comune. impruneta.fi.it

ParteCiPazione alla Formazione del regolamento urBanistiCo riaPertura termini Per la Presentazione delle ProPoste Il termine per la presentazione delle proposte volte alla realizzazione – all’interno del territorio rurale nel Comune di Impruneta – di strutture ricettive alberghiere e campeggi, nell’ambito del procedimento di formazione del Regolamento Urbanistico, è prorogato al 15 ottobre 2010.

ParteCiPazione agli strumenti della PianiFiCazione territoriale e agli atti di goVerno del territorio. L’Amministrazione comunale invita i cittadini, le associazioni di volontariato e sociali, le parti sociali, le associazioni ambientaliste a presentare i propri contributi al protocollo generale o tramite posta elettronica entro il termine posticipato al 30 settembre 2010 al seguente indirizzo e-mail “garantecomunicazione@comune.impruneta.fi.it”

regolamento urBanistiCo Comunale

Variante al Piano strutturale al P.r.g. ed al Piano territoriale di Coordinamento Provinciale per l’inserimento di una struttura socio sanitaria in località Falciani Variante al P.r.g. vigente per la realizzazione della nuova viabilità a Pozzolatico; Variante al P.r.g. vigente per la localizzazione del nuovo depuratore di impruneta in località ponte di Cappello; I documenti di Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione Integrata sono consultabili sul sito web del Comune http://www.comune.impruneta.fi.it/strumentiurbanistici e presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico nella sede di Impruneta e presso l’Ufficio Urbanistica – sede di Tavarnuzze negli orari di rispettiva apertura al pubblico.

Consulta del terzo settore e Comitato di ParteCiPazione La Società della Salute Zona fiorentina Sud Est intende favorire la valorizzazione e la massima partecipazione dei soggetti del terzo settore operanti a vario titolo nel campo dell’assistenza socio sanitaria; A tal fine, vengono costituiti la Consulta del terzo settore ed il Comitato di Partecipazione. Possono presentare domanda di partecipazione alla Consulta del Terzo Settore: Organizzazioni di volontariato Organismi della cooperazione Enti religiosi Organismi del privato sociale Associazioni ed enti di promozione sociale Fondazioni Enti di patronato Possono presentare domanda di partecipazione al Comitato di Partecipazione rappresentanti della comunità locale espressioni di: organismi\associazioni\enti che rappresentano l’utenza che usufruisce dei servizi della SdS Sud Est associazionismo di tutela, di promozione e sostegno attivo in un ambito di attività socio sanitario o più in generale con attività rivolte al benessere della persona. Le organizzazioni\associazioni che intendono partecipare dovranno compilare l’apposito modulo di partecipazione e trasmetterlo o via fax al numero 055/2496462, o e-mail: sds.sudest@asf.toscana.it o posta ordinaria o consegnata a mano entro il 30 settembre 2010 al seguente recapito: SdS Zona Fiorentina Sud-Est – Via dell’Antella, 58 – 50011 Antella (Firenze). Informazioni presso l’Ufficio Socio educativo del Comune e sul sito della Società della Salute.


società

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FOCuS. Intervista alla dottoressa Ilaria Buccioni, presidente dell’istituto Human Relations

Quel mal d’azienda che rovina i rapporti Benedetta Strappi

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uccede, e succede spesso, che alzarsi per andare a lavorare diventi un’incombenza pesante. È il “mal d’azienda”, malumore che vive di conflitti con i colleghi, frustrazioni e non detti. Per qualcuno diventa una vera e propria malattia, e anche quando non arriva a tanto è capace di lasciare grandi ferite. Per qualcuno invece la voglia di migliorarsi sul piano personale e professionale spinge alla ricerca di spazi in cui riflettere su di sé e sul proprio modo di vivere e svolgere il proprio ruolo. Per questo, negli anni, sono nate organizzazioni che hanno come missione proprio quella di occuparsi di queste tematiche. Una, a Firenze, è “Human Relations - Istituto per il Benessere Relazionale nelle Organizzazioni”. Si tratta di un polo di consulenza, formazione e informazione che lavora proprio per la divulgazione culturale dell’efficacia lavorativa unita al benessere organizzativo e delle persone. Professionisti provenienti dal mondo aziendale, della ricerca universitaria, delle scienze sociali che, con strumenti diversi, affiancano le organizzazioni lavorative per promuovere riflessioni “sul benessere relazionale”. Lo spiega meglio la dottoressa Ilaria Buccioni, presidente di “Human Relations”, che insieme alle colleghe Anna Maria Palma e Isabella Venturi dirige l’Istituto. Investire nelle relazioni, che cosa significa precisamente? Tutte le organizzazioni vivono di sistemi di relazioni. Sul lavoro spesso le persone stanno a contatto diretto per anni, e non sempre si capiscono. Spesso si generano malesseri che sfociano in atteggiamenti di insofferenza. Questo accumulo di incomprensioni, genera, natural-

La dottoressa Ilaria Buccioni

mente, stress, talvolta disaffezione professionale, sicuramente sofferenza. In alcuni casi perfino malattie anche gravi sono causate da disagi sul lavoro. Il nostro invito è quello di “coltivare”, a tutti i livelli organizzativi, i rapporti, di interrogarci sul “come” stiamo e cosa potremmo fare per stare meglio creando così nuova pensabilità; premessa per alimentare un percorso verso il “ben vivere”, e di conseguenza porre le basi per il “buon lavorare”. E da dove si comincia per farlo? Occorre partire reimmaginando il sistema. Anche cambiamenti minimi rappresentano, in questo senso, un buon punto di partenza: talvolta bastano semplici accortezze. La filosofia alla base di questo pensiero è che in qualsiasi organizzazione e sistema occorre rinnovarsi per vivere al meglio. È questo quello che intendiamo per “nuova pensabilità” ed equivale, a conti fatti, a prendersi cura di sé per stare e far star bene. E quali sono, concretamente, gli strumenti per arrivare a questo? Grazie anche ad una stretta sinergia con l’Università di Siena – Master in counseling e formazione relazionale, diretto dal Prof. Enrico Cheli – il nostro istituto propone percorsi presso

la propria sede, ma anche interventi specifici costruiti insieme ad enti ed aziende presso le loro sedi, oltre a consulenze individuali personalizzate. Che cosa differenzia le vostre proposte? Organizziamo giornate di studio, convegni, prodotti editoriali e seminari esperienziali dove competenzapensiero-progetto, insieme a cuoreentusiasmo-passione sono i “nostri” ingredienti per rendere funzionale l’apprendimento. Accompagniamo i nostri clienti attraverso riflessioni che tengono sempre presenti tre livelli: quello individuale, quello relazionale, quello organizzativo. Nelle nostre proposte si intrecciano così continuamente temi come autostima, stile professionale, stress ed emozioni, potere, relazioni e conflitto, ma anche organizzazione del lavoro e dei processi comunicativi, avendo sempre come priorità la salute dell’organizzazione, il benessere individuale e l’efficacia lavorativa. Il nostro stile si avvale di un insieme integrato di approcci che coinvolgono aspetti cognitivi, emotivi, corporei, relazionali ed organizzativi, che potranno essere sperimentati nella sede dell’Istituto a Le Bagnese (Fi), giovedì 30 settembre alle ore 18.

Capita spesso che sul posto di lavoro si creino malumori e tensioni che, a lungo andare, possono lasciare molte ferite e rovinare la qualità della vita. Per questo può servire l’aiuto di professionisti esterni, specializzati proprio nella cultura del “benessere relazionale”

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tempo libero

Settembre 2010

IL COStO DeL DIveRtIMeNtO/1. Per chi ha più primavere sulle spalle lo svago è low cost

Cultura, risate e valzer per un pugno di centesimi Paola Ferri

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na partita a carte al circolo, un ballo il sabato o la domenica pomeriggio, una partita a bocce. Per tutto il resto c’è da spendere. Ma non molto. Sì perché se i giovani sborsano come minimo una ventina di euro per andare a ballare (a patto di rimanere parchi con le bevute) e almeno una dozzina per una sola partita a bowling, superata una certa soglia di età il prezzo del divertimento cala. Fatti i conti con la pensione, il tempo libero lo si può ingannare in compagnia a costo quasi zero. Anzi, i più fortunati possono anche trovare il modo di farlo fruttare. Ovvio che qui il gioco d’azzardo o il pokerino online c’entrano poco o nulla. Al massimo si parla di Bingo, quello sì, anche se gli habitué fiorentini sono rimasti a digiuno per tutto l’anno scorso. L’unica sala sopravvissuta, quella del Circolo Vie Nuove di viale Giannot-

ti, ha infatti chiuso i battenti a settembre 2009, causa fallimento della società che l’aveva presa in gestione. Il mese prossimo, però, i giochi dovrebbero riaprirsi. Una cartella si compra con uno, due o tre euro al massimo. Facendo appello alla buona sorte il piccolo investimento può portare dai 30 ai 300 euro. Ma non è tanto la posta in palio a far gola, quanto la possibilità di passare un pomeriggio in compagnia. “Nel weekend arrivano oltre un centinaio di persone”, raccontano gli aficionados di Vie Nuove. Ancora più economica la buona vecchia tombolata. All’Andrea del Sarto, in via Manara, una cartella costa 15 o 20 centesimi e il premio è in buoni spesa. Sulla stessa linea il “prezzo” di un pomeriggio passato a giocare a carte, come testimonia Rossano Righi, presidente del Centro culturale dell’età libera su Lungarno Ferrucci. Che preannuncia tornei di Burraco per questo inverno. “L’ingresso al Centro è aperto a tutti – afferma – ma la partecipazione al torneo sarà riservata agli associati”. Il che

non dovrebbe rappresentare un grosso problema, visto che la quota associativa equivale a 80 centesimi al mese. E permette poi di accedere a una serie di iniziative distribuite durante l’intero anno: gite fuoriporta a costo zero, visite guidate ai musei e perfino pasti in compagnia a prezzi popolari. Passando dal tavolo al tappeto verde, la spesa sale un po’: dai cinque agli otto euro per una partita a biliardo. Per le serie non si finisce mai d’imparare, invece, gli over 65 che volessero investire il proprio tempo in crescita culturale non hanno che da scegliere. I corsi per l’età libera, spesso e volentieri liberi anche dai costi, sono moltissimi. E poi ci sono quelli organizzati dai Quartieri, a partire da 30 euro per una decina di lezioni. Chi si può permettere un investimento più elevato può rivolgersi inoltre agli Amici dei Musei: con una settantina di euro ci si assicura una visita diversa a settimana. E nel weekend, gratis o quasi, si scende in pista in circoli e dancing sparsi per la città.

Da uno a tre euro per una partita a bingo, ancora meno per la tombola. Ma c’è molto di più. Bastano una trentina di euro per iscriversi ai più disparati corsi, mentre pagando una cifra più consistente ci si assicura un museo diverso a settimana. E ballare è quasi sempre gratis ITALINA Pensionata, 86 anni

NANÌ Pensionato, 71 anni

ALESSANDRO imprenditore, 60 anni

“Viaggiare in comitiva costa poco”

“Due o tre euro al dì in giornali”

“Le cene fanno salire il conto”

“Un tempo andavo spesso a ballare, ma adesso il mio ginocchio malconcio non me lo permette più. Però con il gruppo della Misericordia andiamo spesso a fare delle gite o dei brevi viaggi. Tragitto in pullman, mete non troppo lontane, come Austria, Lourdes, Montecarlo e spesa contenuta, a portata di pensione”

“Non amo frequentare circoli o bar, né tantomeno giocare a carte. Nel tempo libero mi dedico alla lettura, compro due o tre giornali al giorno, il che significa spendere 2 o 3 euro al dì. Una o due volte a settimana io e mia moglie andiamo a cena fuori e spesso portiamo anche i nostri figli. Spendiamo circa 30 euro a persona”

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“Non viaggio molto, ma tra weekend al mare e gite e fuoriporta con la famiglia spendo un centinaio di euro al mese. D’estate, poi, andiamo spesso a cena fuori, il che vuol dire mettere in conto altri 300 euro mensili. E durante tutto l’anno c’è la spesa per i giornali, come minimo 2 euro al giorno, e per i libri, altri 10 euro circa al mese”

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tempo libero

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IL COStO DeL DIveRtIMeNtO/2. Più “salato” uscire la sera per i giovani amanti della movida

Portafoglio aperto dal tramonto all’alba Giuditta Boeti

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uanto costa stare dentro il tunnel del divertimento? Per fare i “conti in tasca” alla movida fiorentina occorre valutare le tante alternative di prezzi e locali che offre Firenze by night. Ci sono occasioni per chi ha soldi da spendere, ma anche per coloro che hanno budget serale limitato. Per chi desidera divertirsi in modo “easy” e magari all’aperto, tappa irrinunciabile sono i locali in piazza: da Santo Spirito a Sant’Ambrogio, dove i cocktail “low cost” sono d’obbligo: con 4 euro – a Las Palmas di Piazza Ghiberti – si prende una bevuta e si mangia a buffet. Facendo attenzione però all’orario: dopo le 21.30 i prezzi aumentano. Quindi non è insolito vedere – prima che faccia buio – tavolini traboccanti di bicchieri di mojito e vodka lemon, perché dopo le 21.30 i cocktail costano 7 euro. Ci sono anche locali che offrono la possibilità “dell’apericena”: con 8 euro – al Kitsch The Pub – prendi una bevuta e riempi lo stomaco, grazie al buffet molto ampio che viene offerto dalle 18.30 alle 21.30. Per chi ama seguire la moda sono diventati irrinunciabili gli aperitivi in terrazza: un nuovo modo per godersi la città dall’alto, grazie alla visuale insolita su Firenze. Ci sono alberghi dove è possibile cenare in terrazza (come l’Hotel Baglioni), hotel dove si può bere un aperitivo con panorama

mozzafiato come sulla Terrazza Bardini (con aperitivo a 10 euro), all’Hotel Minerva (ingresso con incluso il primo drink e buffet, 17 euro), a Villa La Vedetta, e sulla Terrazza Stendhal (circa 15 euro). Ma c’è anche chi è alla ricerca di bevute “free”, in questo caso l’appuntamento è ogni lunedì alle Murate (il nuovo spazio dell’ex carcere, in piazza Madonna della Neve) con aperitivi gratuiti, performances, video proiezioni e concerti jazz. E poi c’è tutto il corollario di locali in via dei Renai: zona ormai storica per consumare un aperitivo (aspettando la cena). Chi invece con dieci euro vuole anche cenare, può approfittare degli abbondanti buffet messi a disposizione da locali, sempre affollatissimi, come il Rifrullo in San Niccolò o l’Oibò in Santa Croce. Insomma, sono tanti gli spaccati del mondo del divertimento fiorentino. C’è chi preferisce gli ambienti già conosciuti, chi posti diversi per differenziare le scelte e cercare di costruire nuovi rapporti. L’elemento che – indistintamente – balza agli occhi, tra le vie della movida, è il flusso dei gruppi che emigrano – di locale in locale – a seconda degli stati emozionali (e confusionali) che vivono. E quando il tempo e lo spazio vengono riempiti con il proprio desiderio di evasione e di avventura, poco importa quanti soldi si hanno da spendere. L’unica prerogativa è divertirsi. Dentro o fuori dal tunnel. E la serata diventa così crocevia di partenze, transiti e approdi. Che la mattina dopo, spesso, rimangono solo un ricordo.

RAFFAELE Studente, 21 anni

SIMONE Studente, 21 anni

CAMILLA Studentessa, 13 anni

“Minimo 20 euro per ballare”

“5 euro a sera per una birra”

“Si finisce sempre per spendere”

“In generale spendo una settantina di euro al mese, tra uscite serali e passatempi vari. D’estate, uscendo praticamente tutte le sere la cifra sale un po’, ma dipende dai posti in cui si va. Ad esempio ci sono discoteche con consumazione obbligatoria, altre che ti fanno pagare solo l’ingresso. Comunque in media per andare a ballare sono circa 20 euro”

“Spendo come minimo 5 euro a sera, il prezzo di una birra. In un weekend posso arrivare a spenderne 25, fino a 40 se vado a cena fuori con gli amici. Ma per risparmiare si può anche organizzare una cenetta old style a casa, utilizzando quel che c’è nel frigo, praticamente a costo zero”

“Per divertirsi si spende parecchio, qualsiasi cosa uno faccia. Tra cinema, shopping e qualche pizza fuori in un mese posso arrivare a una cinquantina di euro. La sera non esco spesso, ma anche passare il pomeriggio fuori, prendendo qualcosa da bere con un’amica, significa “perdere” come minimo 5 euro al giorno”

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giovani

Settembre 2010

CALCIO. Per una stagione di allenamenti, il primo anno, ci vogliono circa cinquanta euro al mese

Quanto costa diventare campioni la prima divisa si può indossare già a cinque anni, poi il salto nella categoria “pulcini”, seguita dagli “esordienti”. la spesa maggiore è all’inizio, quando va comprato l’equipaggiamento necessario

Ci si può iscrivere in qualsiasi momento dell’anno

Ecco la lista dell’occorrente

N

Lorenzo Salusest

U

iSTrUZioNi PEr l’USo

na piazza come campo, linee immaginarie, giubbotti o zaini come pali delle porte, nessun numero sulle maglie, nessun arbitro. E un pallone, simbolo del divertimento e del potere di chi lo portava: bastava un torto subito, vero o presunto, e la partita terminava immediatamente con il più classico dei “il pallone è mio”. Ricordi di un tempo lontano, quando le scuole calcio per gli aspiranti campioncini erano i piazzali e i giardini. Almeno sino ai dieci anni, età minima per iscriversi ai Nagc. Poi la rivoluzione del calcio moderno ha investito anche il settore giovanile. Una rivoluzione che ha strutturato il percorso di avviamento all’attività calcistica. Oggi la prima divisa si può indossare già a cinque anni compiuti, età minima per diventare “piccoli amici”. Dopo tre anni il salto nella categoria “pulcini”. Altri due anni e i pulcini diventano “esordienti”, ponte verso il calcio a 11 (sino ad allora le partite sono, progressivamente, tra squadre di cinque, sette o nove giocatori). Un percorso di crescita che nella provincia di Firenze si realizza nelle 92 strutture (di cui 25 in città) in possesso del “bollino” rilasciato dal Settore giovanile e scolastico della Federcalcio: 51 scuole di calcio riconosciute (16 nel capoluogo) e 41 centri calcistici di base (nove a Firenze). Una differenziazione – più qualificate le prime, meno le seconde – operata sulla base dei requisiti in possesso delle società sportive, dal rapporto tra il numero dei bambini e degli istruttori alla qualifica di questi ultimi. Una differenziazione che ovviamente si riflette anche sul costo sostenuto dalle famiglie per mandare i propri figli – o figlie, perché l’atti-

vità è aperta sia ai maschi che alle femmine – a scuola di calcio. Un costo che tende a spaziare tra i 200 ed i 300 euro a stagione, cui vanno ad aggiungersi, limitatamente alla prima iscrizione, le spese per l’equipaggiamento (borsa, tuta, divise da allenamento e da gara, k-way), solitamente intorno ai 100 euro. Ultimo esborso, i parastinchi e, soprattutto, le scarpette da calcio: momento magico per i bambini, un po’ meno per i genitori alle prese con prezzi spesso esorbitanti. Ma con un po’ di pazienza e tanta perseveranza è possibile portare a casa entrambi i sospirati articoli ad una cifra inferiore ai 50 euro. A conti fatti mandare il proprio figlio a scuola cal-

Tra città e provincia ci sono 92 strutture in possesso del “bollino” giovanile della Federcalcio cio può avere un costo per il primo anno che va dai 350 ai 450 euro, meno di cinquanta euro al mese. Una cena al ristorante in meno in cambio dell’opportunità di far crescere, maturare, e divertire il proprio figlio. Un sacrificio più che accettabile. Purché lo si faccia con lo spirito giusto, senza caricare il bambino delle proprie illusioni. E se son rose fioriranno. Comunque ed ovunque. Del resto nel passato le rose più belle del calcio hanno cominciato a sbocciare sull’asfalto e sulla terra dei vicoli e delle piazze.

on è mai troppo presto per iniziare a giocare a calcio. O quasi. Se il primo calcio al pallone solitamente avviene quando ancora l’equilibrio del bambino è precario, per il primo corso bisogna attendere i cinque anni compiuti. L’avventura può iniziare in qualsiasi momento dell’anno, da settembre a giugno, dopo aver adempiuto ad alcuni semplici impegni. Primo passo: la scelta della scuola calcio, da individuare in base alla comodità (vicinanza da casa o dal lavoro) e/o alla qualità. Secondo passo: munirsi di due fototessere del bambino, il certificato contestuale firmato dai genitori, il certificato medico per l’attività non agonistica (sufficiente quello del pediatra sino ai 12 anni. Dopo il compimento del dodicesimo anno, anche se a stagione calcistica in corso, è necessario il certificato rilasciato dagli istituti di medicina dello sport). Quindi il pagamento della quota d’iscrizione ed il gioco è fatto, anzi sta per iniziare. Un’esperienza educativa e formativa resa possibile da molte società calcistiche sotto la supervisione del settore giova-

nile e scolastico della Federcalcio, guidato in Toscana da Paolo Mangini: “Il nostro obiettivo primario è far sì che i bambini si divertano ed imparino a giocare, il risultato è secondario. Del resto i tanto decantati modelli stranieri di formazione dei giovani calciatori sono analoghi a quanto da anni la Federcalcio suggerisce di fare: grande attenzione alla didattica, numero dei giocatori per squadra e dimensioni del campo in funzione dell’età dei giovani calciatori”. Al centro della scuola calcio, in sintesi, c’è il bambino, il suo divertimento, la sua crescita. Per il risultato agonisti/L.S. co c’è tempo.

IL FAttO. In Questura si continua a indagare

Sullo scandalo “baby-calciatori” ancora domande senza risposte

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opo il polverone, un’apparente calma piatta. Fa ancora parlare di sé lo scandalo dei baby calciatori scoppiato in Toscana tre mesi fa. Sulla vicenda, che ha scosso dalle fondamenta il calcio dilettantistico nostrano, pendono infatti ancora tanti interrogativi e domande senza risposta. Non bastano le condanne sportive per le 11 società coinvolte e per sette loro tesserati: nelle stanze della questura di Firenze si continua a indagare per far luce sulle molte zone d’ombra ancora da chiarire. L’inchiesta era partita dalla procura federale della Federcalcio, che da tempo aveva cominciato a lavorare sul caso in seguito a numerose testimonianze di giovani. Al centro dello scandalo il sistema messo in piedi da alcuni faccendieri del pallone per far arrivare in Toscana calciatori in erba provenienti da società del sud Italia. Secondo l’accusa, era Antonio Improta, talent scout, a ingannare le famiglie dei ragazzi. L’uomo le convinceva promettendo un trattamento di tutto rispetto per i loro figli, assicurando scuola, vitto e alloggio gratis.

Oltre, ovviamente, a un futuro sui migliori campi di calcio della Toscana. La realtà ricostruita dalla procura federale era però un’altra, con i giovani costretti a mangiare poco e male in luoghi fatiscenti. Gli investigatori si erano anche imbattuti in alcuni casi di abbandono scolastico. Tutti gli adolescenti militavano in squadre dilettantistiche: San Donato Tavarnelle, Audace Galluzzo, Lastrigiana, Dopolavo-

Condanne sportive per 11 società e per sette loro tesserati

ro ferroviario Firenze, Vicchio, Sansovino, Virtus Poggibonsi, Certaldo, Montelupo e Maliseti. Le società sono state ritenute colpevoli dalla giustizia sportiva per irregolarità nei tesseramenti e per “avere omesso ogni cautela, controllo e vigilanza” sulla reale sistemazione dei calciatori /Lu.Ser. minorenni.


giovani

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teNDeNze. Nei mesi scorsi polemiche sugli incidenti, anche mortali, accaduti ad alcuni ragazzi

Parkour, lo “sport” di vivere la città Corrono, saltano, superano muretti e ringhiere: è la nuova disciplina di strada che si sta diffondendo in Europa. A firenze è nata un’associazione Paolo Ceccarelli

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i allenano minimo due volte a settimana. Due ore e mezzo di attività fisica ogni volta: 10-15 minuti di corsa lenta, altri 15 per sciogliere le articolazioni, un bel po’ di riscaldamento e potenziamento dei muscoli, esercizi di equilibrio. E poi si inizia. A giocare a calcio? A fare danza? No, questo non è uno sport. Si chiama parkour e a chi lo pratica piace definirlo “l’arte dello spostamento”: vivere la città superando gli ostacoli che si incontrano – un muretto, una sbarra, per non parlare delle barriere architettoniche. Loro lo dicono così: è la disciplina di spostarsi da un punto ad un altro nel modo più fluido, veloce e sicuro possibile. Ma è proprio sulla sicurezza che sono nate le polemiche che hanno portato il parkour all’attenzione di giornali e tv. Ci sono stati incidenti, uno in Italia, in cui sono morti dei ragazzi. Saltando da un tetto a un altro, oppure salendo sopra a uno pericolante. “Questo succede perché un ragazzino pensa che sia un gioco e dice ‘mi butto’. Ma non è così, il parkour richiede tanto allenamento e piena consapevolezza dei propri limiti”, spiegano Giulio,

Alessio, Leonardo e Paolo di Parkour Firenze, un’associazione dilettantesca nata nel settembre 2009. “Quello che si vede nei filmati su internet a volte è fuorviante: chi fa salti difficili arriva a farli dopo 10 anni di allenamento e non lascia nulla al caso”. Loro hanno iniziato qualche anno fa e poi hanno deciso di costituirsi in associazione, cosa insolita nel mondo del parkour, proprio perché “più il gruppo cresceva e più c’era la necessità di organizzarci e di scoraggiare chi pensa di avvicinarsi a questa disciplina come se fosse una cosa semplice e leggera”. Hanno tra i 17 e 35 anni, nella vita di tutti i giorni studiano o lavorano e raccontano che, da quando fanno parkour, vedono “in modo diverso, migliore, Firenze: perché la viviamo di più e non ci passiamo solo per andare in un pub la sera”. Si allenano in piazza Leopoldo e fanno percorsi anche in piazza Alberti. Qui, una volta, hanno chiamato i carabinieri: “Abbiamo visto dei ragazzini che facevano danni e abbiamo telefonato al 112. Il vandalismo e il degrado non piacciono a nessuno”. E infatti si mettono anche a raccogliere i cocci delle bottiglie rotte che trovano per terra.

Il parkour (foto Luca Hosseini)

“A chi vuole provare il parkour diciamo: rivolgetevi a chi lo fa già. Se non volete provare con noi, almeno contattateci per avere qualche consiglio”. Un messaggio che va anche ai genitori e ai nonni: “Conosciamoci. E magari provate voi

stessi: il parkour si può fare anche a 60 anni, non è una disciplina estrema né competitiva”. Il sito internet, dove si trovano anche i contatti telefonici, è www.parkour-firenze.blogspot.com, l’email overcomecrew@live.it.

lE oriGiNi Il fondatore di questa “arte”, sbocciata nelle periferie parigine, è considerato l’atleta e stuntman David Belle

Una parola francese (storpiata) e due principi: efficienza e utilità

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l parkour nasce alla fine degli anni ‘80 nelle periferie di Parigi. La parola deriva dal francese “parcours” e più precisamente dall’espressione “parcours du combattant”, il percorso del combattente utilizzato nell’addestramento militare. L’idea del nome venne a quello che è considerato il fondatore del parkour, l’atleta e stuntman David Belle, e al suo amico attore Hubert Koundé (“L’odio” di Mathieu Kassowitz e “The Costant Gardener” sono i suoi film più famosi). I due sostituirono la “c” con la “k” per rendere più forte la parola e, si dice, tolsero la “s” – che non si pronuncia – perché incoerente con l’idea di utilità

ed efficienza che il parkour deve dare. Belle, 37 anni, è cresciuto in una famiglia abituata per lavoro al movimento fisico e alle situazioni pericolose: il nonno è stato un vigile del fuoco, così come il padre, che si è addestrato seguendo il metodo elaborato da George Hébert. E proprio quest’ultimo può essere considerato il “nonno” del parkour: nato nel 1875, fu ufficiale della Marina durante la I Guerra Mondiale, ma prima ancora fu mandato nella colonia francese della Martinica. Qui, nel 1902, si verificò una terribile eruzione vulcanica e Hébert partecipò alle operazioni di salvataggio della popolazione. Questa esperienza,

unita alla conoscenza dei popoli africani e della loro prestanza atletica che fece durante altri suoi viaggi, lo portò a riflettere sul modo di sviluppare e usare le capacità fisico-atletiche. Tornato in Francia, diventò insegnante di educazione fisica e sistematizzò un suo metodo di allenamento: il Metodo Naturale che, come l’ha descritto lui stesso, “consiste di esercizi all’aperto – un percorso, lungo da qualche centinaio di metri a qualche chilometro, durante il quale si cammina, si corre, si salta, si avanza a quattro zampe, ci si arrampica, si cammina in equilibrio instabile, si /P.C. porta, si lancia, si combatte e si nuota”.


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focus

Settembre 2010

IL CASO. Dopo lo sgombero del mercatino multietnico, l’area prova ora a rinascere

Il degrado si combatte a suon di analcolici Sul lungarno della Zecca Vecchia si servono succo di pomodoro, birra e mojito rigorosamente alcol free. Per offrire a firenze un nuovo luogo da vivere Ludovica V. Zarrilli

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emolizioni, sfratti e pulizia. Ma il giardino sul lungarno della Zecca Vecchia, che fino a pochi mesi fa era occupato dal contestatissimo mercatino multietnico, aveva ripreso a vivere in sordina, spopolato e cristallizzato nella sua nuova veste fino a quando, in agosto, è comparso il Chiosco della Zecca, bar con tavolini all’aperto che offre, a chi ha voglia di frescheggiare un po’, un luogo sicuro, tranquillo (e non costoso) dove passare del tempo all’aperto. “La caratteristica principale del nostro chiosco - spiega Pierdomenico, che gestisce il bar insieme a Marcello, Federica, Lucia e con la collaborazione di Federico e Ivan - è che questo è il primo chiosco in città a servire solo analcolici. Per esempio abbiamo la birra e il mojito analcolici e il messaggio che vogliamo trasmettere è chiaro: non ci si deve per forza ‘sballare’ con l’alcol, basta fare quattro chiacchiere con gli amici per divertirsi insieme”. Il bar, che è aperto 7 giorni su 7, dalle 9 del mattino alle 9 di sera, è una sfida per i gestori e un’occasione di rinascita per un luogo che fino a poco tempo fa era sinonimo di degrado e spaccio di droga. “Da quando ci siamo noi non ho mai visto nessun comportamento sospetto - spiega Pierdomenico - e poi c’è una pattuglia dei carabinieri che spesso viene a controllare che tutto sia a posto”. Il primo passo è stato fatto, sia nei confronti della cittadinanza, che ha un nuovo luogo dove ritrovarsi, sia nei confronti dei tanti turisti che ogni giorno si ritrovano sul lungarno (dove sostano i pullman in arrivo dalle località più disparate) e che fino a qualche tempo fa non avevano neanche una toilette a portata di mano. “Oltre ai bagni che c’erano già - continua il gestore del chiosco - abbiamo fatto installare due toilette chimiche che vengono pulite costantemente. Spesso dai pullman scendono persone anziane e abbiamo pensato che un servizio del genere fosse indispensabile. Il costo per utilizzarla è di 50 centesimi”. I prossimi obietti-

vi sono dei giochi per bambini “perchè questo giardino potrebbe diventare luogo di ritrovo per le mamme” e un punto informazioni che i ragazzi vorrebbero allestire proprio accanto al chiosco, per fare in modo che, insieme a un panino, una bibita e un po’ di fresco, i turisti di passaggio possano avvalersi anche dei consigli di chi Firenze la conosce bene ed è pronto a dar loro il benvenuto. La chiusura è prevista per il 30 novembre, ma “se tutto ve bene, il contratto col Comune dovrebbe essere rinnovato”.

Il Chiosco della Zecca all’interno del giardino

MANGIA&BevI. Fino alla fine del mese eventi per tutti i gusti a Firenze e dintorni

L’estate si chiude nel segno delle sagre C

ome svagarsi in città a settembre? Fino al 19 di questo mese possiamo scegliere tra: Lazzaretto, dove si svolge la 23esima Sagra della pizza, per poter gustare golosissime pizze, piatti della cucina tradizionale accompagnati da musica e balli; il Girone, frazione di Fiesole, teatro della 26ma Sagra del tartufo, con menù tutto a base di tartufi e spettacoli musicali. La finalità dell’evento è il finanziamento delle attività di volontariato della locale sezione della Croce Azzurra. Ancora, c’è la fiera “Pomarium”, presso il Parco Vivai Belfiore, a Lastra a Signa, tra le più rilevanti a livello nazionale e che promuove la cultura del biologico, dedicata alla diffusione della conoscenza delle piante da frutto antiche. La manifestazione riunisce, nella bella cornice del Parco Vivaio, numerosi espositori che presentano prodotti dei più vari, tutti collegati alle piante da frutto, quali libri e stampe antiche e moderne sulla frutta, riviste specializzate, concimi naturali e vari preparati per la difesa biologica della frutta, moltissimi prodotti derivati

dalla frutta, cesti artigianali, ceramiche e fruttiere da tavola, vasi per la coltivazione in terrazzo delle piante da frutto, frutta fresca scomparsa dai banchi di mercato. Sabato18 e domenica 19 settembre sarà la volta della fiera Fortezza Antiquaria (che torna nella sede originaria, i giardini della Fortezza del Basso a Firenze) e raccoglie 120 operatori, tra collezionisti e antiquari, provenienti da tutta Italia. A Certaldo, domenica 19 settembre, si terrà il mercatino di antiquariato e artigianato, in piazza Boccaccio, dove saranno presenti numerosi espositori di mobili e oggettistica di antiquariato e banchetti di artigiani locali. Domenica 26 settembre sarà la volta dell’84esima Festa dell’Uva a Impruneta. Sabato 2 e domenica 3 ottobre, infine, a Firenze, ci sarà la Fiera internazionale della ceramica, arrivata alla XI edizione, in piazza Santissima Annunziata. Saranno esposte le opere di circa 60 ceramisti italiani ed europei, che offriranno un quadro significativo della creazione ceramica /V.G. contemporanea.


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A teAtRO/1. Dal 21 settembre si rialza il sipario del Comunale. Tra classici eterni e tante sorprese

Maggio: una stagione lunga 12 mesi la fine del 2010 segna una svolta: il 21 settembre prende il via un calendario-ponte

A teAtRO/2

che terminerà a dicembre, appena prima dell’inizio della stagione ufficiale,

Alla Pergola insieme a Shakespeare e Molière

che comincerà a gennaio (dal 2011 sarà sempre così), andrà avanti per tutto l’anno solare e avrà come fiore all’occhiello il festival del mese delle rose Barbara Biondi

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ivoluzione al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino: dal 2011 la stagione non comincerà, come di consueto, in autunno ma per assistere ad opere, balletti e concerti si dovrà aspettare l’inizio dell’anno solare. Dal prossimo anno la programmazione inizierà a gennaio, coprirà tutto l’anno solare e avrà al suo interno il fiore all’occhiello del Festival del Maggio. Una scelta per far coincidere programmazioni artistiche e bilanci, come già avviene per molti altri Teatri in Italia, da Roma a Venezia, da Bologna a Palemo, e un’occasione per lanciare con grande anticipo il Festival fiorentino nel panorama internazionale. Nessun timore, questo non significa che da settembre a dicembre il sipario del Comunale rimarrà abbassato, al contrario, è già pronto il programma per i prossimi 3 mesi, che inizierà il 21 di settembre per concludersi a fine anno. E’ una Stagione-ponte che prelude a quella nuova, lunga dodici mesi. Nessuna riduzione di produttività, invariata rispetto al 2009, e di offerta artistica, ma piuttosto una necessaria rivisitazione dei modelli di programmazione e produzione, alla luce dei nuovi scenari finanziari e normativi. Gli operisti nazionali spopolano in tutto il cartellone autunnale, spaziando da Verdi a Puccini, da Mozart all’italiano d’adozione Hans Werner Henze, fino a una serata dedicata a Rossini. Dopo Salome, arriva Pollicino, titolo amatissimo di Hans Werner Henze. E ancora, è entrato stabilmente nel repertorio del teatro fiorentino il fortunato allestimento de Le nozze di Figaro (dal 2 novembre) firmato dal regista inglese Jonathan Miller, le cui messe in scena brillanti, ironiche e accurate sono sempre state accolte con molto favore dal pubblico. Novembre e dicembre sono consacrati a Zubin Mehta: il direttore del Maggio sigla ben due titoli consecutivi, La forza del destino (dal 23 novembre) e Tosca (dal 7 dicembre). Ma Mehta dirige anche tre diversi concerti: uno tutto mozartiano (27 novembre), con il Requiem che manca al Comunale dal 1988; quindi un programma russo con Shéhérazade di RimskijKorsakov e Sacre du Printemps di Stravinskij (11 dicembre), ed uno con il Concerto per orchestra

Una scena di Salome

di Bartok e il famoso “Rach 3” interpretato dal formidabile pianista russo Denis Matsuev (15 dicembre), per la prima volta al Comunale. Un ulteriore concerto nel 2011 vedrà sul podio il maestro indiano per il centenario della morte di Gustav Mahler con la sua Quinta Sinfonia. MaggioDanza sarà impegnata durante l’autunno con due produzioni assai diverse fra loro: Trois histoires, trittico monografico che apre la Stagione del balletto (dal 13 ottobre al Teatro Goldoni) firmato da Fabrizio

Monteverde, Era Eterna, Poltronadamore, dal racconto di Alberto Savinio, e Bolero. Per Natale torna invece Coppelia (dal 22 dicembre al Comunale), per rinnovare la tradizione di assistere al balletto con la famiglia durante le feste, con la coreografia di Evgheni Polyakov e il coloratissimo allestimento surreale firmato dal pittore spagnolo Sigfrido Martin-Begué, che si ispira fin dal primo impatto ai mille “occhi di smalto” della fanciulla del racconto “L’uomo della sabbia” di Hoffmann.

L’INIzIAtIvA. Il 26 appuntamento con la gara podistica che raccoglie fondi per la ricerca

La Colombari testimonial di Corri la Vita È

l’ex miss Italia Martina Colombari la nuova testimonial di Corri la Vita, la gara benefica che domenica 26 torna ad animare le strade fiorentine e che ha raccolto nel tempo un seguito sempre maggiore, sia di partecipanti che di sponsor e testimoni illustri del mondo dello spettacolo, del cinema e della musica quali Luca Argentero, Aldo, Giovanni e Giacomo, Cristian De Sica, Hugh Grant, Christine Scott Thomas, Jovanotti, Laura Pausini, Zubin Mehta, Vittoria Puccini, Eros Ramazzotti, Valentino Rossi, Simona Ventura. L’iscrizione costa 10 euro e tutti i partecipanti riceveranno la maglietta ufficiale realizzata dalla maison fiorentina Salvatore Ferragamo e il pettorale personalizzato da La Perla. I partecipanti potranno scegliere se iscriversi alla maratona competitiva di 12 km oppure alla passeggiata di 5,7 km che si snoda tra il centro storico e l’Oltrarno, con soste per visitare giardini, chiese, palazzi e musei aperti per questa speciale occasione. Alla passeggiata sono abbinate anche delle mete culturali eccezionalmente aperte per questa occasione. Si potranno visitare, tra le altre, la Chiesa e la cripta di Santo Stefano al Ponte, la Tribuna di Galileo del Museo della Specola, il Museo di Storia Naturale “Palazzo non Finito”, attraversare il Giardino di Boboli. Le iscrizioni

alla corsa competitiva e alla passeggiata si possono fare alla nuova sede LILT di Viale Giannotti 23 - tel. 055 576939; alla Firenze Marathon Viale Fanti, 2, tel. 055 5522957; a L’Isolotto dello Sport di Via dell’Argingrosso, 69 A/B e Universo Sport di Piazza Duomo. Mentre solo per la passeggiata a Universo Sport di via Sandro Pertini, 36/Viale Guidoni oppure, novità di quest’anno, online sul sito www.boxol. it e nei punti vendita accreditati del circuito box Office che si trovano sul loro sito. I fondi raccolti nel 2010 saranno devoluti a quattro importanti progetti, preventivamente analizzati da un comitato scientifico: sostenere l’attività del Ce.Ri.On, Centro di riabilitazione Oncologica per le donne operate di tumore al seno presso Villa delle Rose, una dei centri italiani più all’avanguardia per le cure psico-fisiche; contribuire all’acquisto di un mammografo digitale per l’Ospedale di Careggi predisposto con uno speciale software per la tomosintesi digitale del seno, collaborare al progetto FILE “Oltre il Ponte”, per una continuità di cura fra Day Hospital Oncologico e Cure Palliative/Leniterapia, ed infine sostenere “The Vito Distante Project in Breast Cancer Clinical Research”, un progetto dedicato alla formazione /B.B. di giovani medici per favorire un maggior impegno in senologia.

Nonostante i problemi e nonostante l’abolizione dell’Ente Teatrale Italiano (sostituito nelle responsabilità dal ministero per i beni culturali), a partire dal 21 novembre il teatro della Pergola, rinnova la sua promessa agli spettatori, proponendo 21 spettacoli nel nuovo cartellone, un viaggio nell’universo dei classici arricchito da spunti curiosi, talvolta divertenti talvolta innovativi. È un anno nel segno di Molière e Shakespeare, che saranno trattati da importanti nomi della scena. Sarà Il malato immaginario di Gabriele Lavia ad aprire la stagione, mentre Luigi De Filippo offrirà una versione partenopea dell’Avaro. Shakespeare sarà il cavallo di battaglia della coppia Gravina-Siravo, con la loro Bisbetica domata trasposta da Pugliese nell’Italia anni Sessanta, e di Umberto Orsini con la Tempesta. La rubrica dei grandi autori prosegue con due Goldoni, La bottega del caffè del Carcano e La locandiera riletta da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Non poteva mancare Luigi Pirandello, in accezione però diversa dalle solite proposte. Tato Russo rilegge le pagine de Il Fu Mattia Pascal; Giancarlo Cauteruccio aggiunge una tappa importante al proprio lavoro di ricerca informando delle sue visioni Uno nessuno e centomila, interpretato dal fratello Fulvio. Grandi prove d’attore sono quelle di Franco Branciaroli impegnato nei panni di Don Chisciotte e di Luca Zingaretti con la sua Sirena. C’è Maurizio Scaparro, che nell’ambito della sua riflessione sui centocinquanta anni dell’Unità d’Italia propone Lo sbarco dei Mille, cronaca garibaldina estratta dai diari di un osservatore diretto e famosissimo, lo scrittore Alexandre Dumas; c’è Giorgio Albertazzi, e il nuovo duetto Caprioglio-Tedeschi; e poi Le signorine di Wilko diretto dal regista lettone Alvis Hermanis e Un ispettore in casa Birling, recitato da Paolo Ferrari e Andrea Giordana. Quattro particolari sottolineature chiudono il cerchio della stagione. Il principe della gioventù, I pugni in tasca (dal celebre esordio cinematografico di Marco Bellocchio), Per non morire di mafia e infine Processo a Gesù, che debuttò nel 1955 al Piccolo con la regia di Orazio Costa, altro nome che lega strettamente questo testo al Te/B.B. atro della Pergola.

Il teatro della Pergola


cultura

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LA NOvItÀ. È fissata per novembre la prima edizione della kermesse dedicata all’universo della cultura

Beni culturali, il festival è a “Florens” Caterina Gentileschi

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uale luogo migliore per organizzare un festival dedicato interamente ai beni culturali e ambientali? La culla del Rinascimento, patria di ogni forma d’arte e madre di tanti artisti, quest’anno accoglierà la prima edizione di Florens, manifestazione che dal 12 al 20 novembre accoglierà a Firenze il best of del settore. L’iniziativa è promossa da un comitato costituito da Confindustria Firenze, CNA-Firenze, Intesa Sanpaolo e Cassa di risparmio di Firenze. E’ stata realizzata una partnership con la National Geographic Society che, in occasione dell’evento, presenterà alcuni filmati e mostre in anteprima mondiale. Partendo da Firenze, città simbolo della rinascita umanistica, la manifestazione ambisce a promuovere il ruolo del patrimonio artistico e culturale quale volano di sviluppo economico e sociale di portata internazionale. Firenze, la Toscana e l’Italia sono, infatti, la sede ideale di un laboratorio esportabile a livello internazionale capace di sintetizzare pensieri e azioni volti a valorizzare, in chiave innovativa, i beni culturali, paesaggistici e ambientali. “Florens 2010 è un’iniziativa di politica industriale che unisce economia e cultura – afferma Giovanni Gentile, presidente del Comitato organizzatore e di Confindustria Firenze -. La crisi ha imposto il profondo ripensamento dei modelli imprendito-

riali e di consumo, e un riposizionamento di tutti i sistemi produttivi. È ormai acquisito il ruolo della green economy nel cambiamento dei sistemi produttivi verso un minore consumo di risorse ambientali. Firenze lancia al mondo un’idea ambiziosa: l’economia dei beni culturali può essere un nuovo paradigma produttivo vincente e un nuovo motore dello sviluppo industriale. Il Forum Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, desti-

Otto giorni per parlare del settore come volano di sviluppo per il Paese

nato ai principali decision maker e operatori internazionali del settore, sarà l’evento principale della settimana e si terrà a Palazzo Vecchio da giovedì 18 a sabato 20 novembre 2010. Sarà un’occasione di confronto tra attori e professionisti del settore per trovare soluzioni innovative. Per Firenze sarà inoltre un momento di grande prestigio per promuovere e valorizzare il patrimonio locale e per riconfermarsi nell’ambito delle arti e della cultura quale modello di riferimento su scala globale. In

occasione del forum saranno presentati i risultati di uno studio strategico - avviato a dicembre 2009, curato e realizzato da The European HouseAmbrosetti - sul tema “La ridefinizione dell’economia dei beni culturali e ambientali”. Tale studio

affronta temi relativi al futuro dei beni culturali in Italia e nel mondo, alle principali esperienze mondiali di successo, all’evoluzione economica delle città d’arte, al mix di arte, patrimonio e nuove tecnologie per costruire innovazione.

LA ReCeNSIONe. È nelle librerie “La memoria dei pesci”, il terzo romanzo del giornalista siciliano ma “gigliato” d’adozione

La città di Russo, vista con gli occhi della rete

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n libro in cui riconoscersi, ripensare sé stessi e la città in cui si vive. L’eterna lotta tra l’amor proprio e l’amore che si vorrebbe trovare, donare, vivere. O, se preferite, un libro per scoprire un mondo diverso, fatto di una quotidianità che appartiene a tanti, nell’epoca delle chat e dei social network. Un libro (anche) su Firenze. Non quella stereotipata dei bus turistici, ma quella dei fiorentini. Pippo Russo ci sorprende ancora, proponendoci una storia diversa. “La memoria dei pesci” (Edizioni Cult Firenze, pag. 320, euro 12), terzo romanzo del professore di sociologia e giornalista agrigentino (oramai pienamente fiorentino), è un viaggio breve ma profondo nelle sfere della vita – reale e virtuale - che si intrecciano, si disperdono, si sovrappongono per poi, alla fine, ristabilire il primato della realtà e della responsabilità dell’individuo verso se stessi e gli altri. I fatti

si svolgono a Firenze nel 2011 di Brando Ferraris, giovane talentuoso che, con due amici ha fondato la Self, società che fornisce servizi biografici multimediali. Ma il successo dell’impresa, poco a poco, finisce per interferire con la stabilità di Brando che, quasi all’improvviso, si ritrova a dover districare complicate matasse: dal rapporto con i soci a quello senza sbocchi con la sua donna, con l’aggravante della contemporanea separazione dei suoi genitori. Proprio in questo quadro, dal recente passato, attraverso “l’altra vita” del suo avatar in rete, riemergono presenze femminili semi-dimenticate o del tutto rimosse dalla memoria. Così, come il viandante che ha perso qualcosa, Brando è costretto a tornare sui propri passi, anche per ritrovare il futuro. “E’ un romanzo sociale, un tentativo di fotografare la contemporaneità - dice Russo - Le vicende di Brando sono un pretesto per riflettere sul modo in cui

è cambiato il nostro modo di costruire le relazioni sociali, di collocarle dentro una prospettiva di medio periodo, di dare importanza agli affetti”. “Brando è un personaggio che ha perso l’amore – continua lo scrittore - nel senso più ampio del termine: l’amore per le persone che lo amano, per le cose a lui immediate, per il suo lavoro, forse pure per se stesso. Vive schiacciato nell’istantaneo, manipolando le vite degli altri per mestiere ma ormai incapace di fare una corretta manutenzione della propria”. “In fondo - aggiunge Russo - somiglia a ciascuno di noi molto più di quanto siamo disposti ad ammettere. Come pure il tema degli amori che nascono in rete: un’esperienza, anch’essa, più diffusa di quanto si sia disposti a confessare. Secondo me, sono il frutto di un bisogno di socialità che prima della diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione istantanea rimaneva inespresso”. /Ciro Becchimanzi


IL PeRSONAGGIO. Tosto in panchina come lo era in campo, le critiche non lo turbano: ecco chi è Mihajlovic

Sinisa, il duro che vuol cambiare i viola Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questi gli ingredienti con cui l’ex tecnico del Catania, che da piccolo trascorreva ore ad allenarsi sulle punizioni, intende riportare in alto la fiorentina. Diventando anche “psicologo”

Sinisa Mihajlovic

Lorenzo Mossani

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a Fiorentina ricomincia da Sinisa Mihajlovic. Ricomincia da un allenatore giudicato (criticato o amato) già prima dell’inizio della stagione. Quasi un record. Lui che da piccolo stava fino a tredici ore a calciare da 30 metri le punizioni per colpire un cerchio grande quanto un pallone, e che non si è scomposto davanti alle critiche a priori. Per gli uomini di calcio parla il campo. È andato avanti per la sua strada, cambiando modulo alla Fiorentina, chiedendo ai suoi giocatori più cattiveria. Si è dimostrato anche un fine psicologo con Babacar: bastone a inizio stagione per spronarlo (“Non ho ancora avuto modo di confrontarmi con lui perché non si è allenato in gruppo per qualche problema fisico. Non so se andrà via in prestito, dipende da lui, se continua a lavorare come ha fatto fino ad oggi è inutile che resti qua, se capisce lo spirito con cui deve lavorare e impegnarsi allora

può farci comodo. La società la pensa come me, poi non so se vorrà cercare sul mercato un vice-Gilardino, io comunque spero che Babacar, se sta bene a questo alluce, possa far vedere buone cose”, aveva detto prima dell’amichevole col Valencia), seguito poi dalla carota (ovvero gli elogi): “Sta lavorando bene, la qualità non gli manca...”. Sul giovane talento i risultati si sono visti, per quanto riguarda tutta la squadra è presto per dare giudizi. Se il serbo sarà più bravo del “Mago di Orz” si vedrà solo a fine campionato, ma intanto la Fiorentina sembra cambiata nel carattere. Nelle prime uscite di Sinisa Mihajlovic, la squadra ha tirato fuori gli attributi nei momenti di difficoltà. Serbo docet. Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questa è la miscela giusta. Altra differenza rispetto al passato, l’ex allenatore del Catania non ha pianto troppo nemmeno quando si è infortunata la stellina Jo-Jo: “Abbiamo perso un punto di forza - dichiarò il mister - Stevan è un bravissimo ragazzo, tornerà presto, adesso però non serve piangersi addosso, dobbiamo pensare comunque positivo. In rosa abbiamo calciatori

di qualità che sapranno sostituirlo. Per adesso sono molto soddisfatto di Ljajic. Sicuramente Adem è il candidato numero uno, poi vedremo. Sono simili ma diversi al tempo stesso: Adem come mezza punta si muove meglio di tutti, Stevan è più fisico”. Dopo queste dichiarazioni è arrivato Cerci, una “corvinata” che ha dato subito buoni frutti. Mihajlovic, che in campo era un duro, sta trasmettendo il suo carattere alla Fiorentina. Da non dimenticare, poi, che a questa squadra manca ancora Adrian Mutu, un Fenomeno in campo. Senza il rumeno, come è successo l’anno scorso, molti piazzamenti in Champions si sarebbero dissolti in campionati anonimi. Basti ricordare il pareggio contro il Genoa, con una tripletta del numero dieci negli ultimi minuti. Non è facile passare da 0-3 a 3-3 giocando bene: ci vuole un fuoriclasse per arrivare in alto. Qualcuno sostiene che con Sinisa potrebbe avere dei problemi, ma normalmente le “prime donne” prima si odiano e poi si amano. La speranza dei tifosi è che, da metà ottobre, la Fiorentina si ritroverà con due fenomeni. Uno dentro e uno fuori dal campo.

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sport

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GuIDA ALLA StAGIONe. Ecco gli impegni che attendono la squadra gigliata fino al prossimo maggio

Quest’anno il campionato si fa spezzatino Cristina Guerri

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ai come quest’anno sarà campionato-spezzatino. Nella scorsa stagione (vi ricordate, tanto per fare un esempio, FiorentinaAtalanta giocata alle 13?), infatti,

lo spezzettare la singola giornata di campionato era stato solo un antipasto di quello che succederà nella stagione 2010/11, da poco partita. Quest’anno lo spezzatino sarà pane quotidiano per i calciofili. Soprattutto per il tifoso da poltrona. Il singolo turno di campionato verrà diviso in quattro giorni. Dal venerdì (per le

A novembre doppia trasferta con Milan e Juventus. Mutu può tornare a Catania. il 26 ottobre esordio in Coppa italia

squadre che chiederanno di anticipare le proprie partite causa impegni europei) al lunedì (saranno almeno 6-7 i posticipi nel corso del campionato). Detto questo, vediamo quali sono gli impegni che aspettano i viola. Per la Fiorentina, dopo la prima partita giocata in casa con il Napoli (l’esordio non era certo dei più facili, soprattutto per una squadra che si presentava ai blocchi di partenza con un nuovo allenatore), il primo vero ostacolo sarà fuori casa, contro la Sampdoria di Pazzini e Cassano, il prossimo 17 ottobre. Gara che si giocherà dopo la sosta per la Nazionale. Poi tre partite sulla carta abbordabili (contro Bari e Chievo in casa e Catania - quest’ultima si giocherà di sabato alle 20.30 - in trasferta) prima del big match del 10 novembre contro la Roma all’Olimpico (l’ultima vittoria dei viola in casa giallorossa risale alla stagione ‘91-’92). Quella contro il Catania potrebbe essere la prima di Adrian Mutu, visto che la squalifica per subutramina lo terrà fermo fino al 29 ottobre. Novembre riserverà altre due trasferte a prova di fuoco per la Fiorentina. In sette giorni, infatti, i viola se la vedranno con Milan e Juventus. L’ultima prima della sosta natalizia sarà al Franchi contro l’Inter. Si riprenderà ad anno nuovo, giovedì 6 gennaio con il Bologna al Dall’Ara; poi, il 9, in casa contro il Brescia, si chiuderà il girone di andata. Quindi subito trasferta a Napoli, dove i viola cercheranno di dimenticare il torto arbitrare subito in occasione della parti-

ta di andata. Di trasferte off limits, nel girone di ritorno, ce ne saranno molte meno. Anche se quelle con Lazio (30 gennaio) e Palermo (13 febbraio) non dovranno essere prese sottogamba. Per non parlare della penultima della stagione (8 maggio) contro l’Inter.

Il campionato si chiuderà poi il 22, giorno di Brescia-Fiorentina. Senza impegni europei, oltre al campionato, la Fiorentina sarà impegnata solo in Coppa Italia (Tim Cup). Il primo impegno è fissato il 26 ottobre al Franchi contro l’Empoli.

l’iNiZiATiVA Sulle maglie il logo di “Save The Children”

Verso l’Europa. Con i bambini

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uest’anno la Fiorentina avrà qualcosa in comune con il Barcellona, uno dei club più forti e titolati del mondo. Il motivo è lo sponsor sulla maglia. Anzi, il messaggio solidale che la Fiorentina ha scelto di “sposare” e portare in giro per l’Italia. Se gli spagnoli portano avanti la campagna dell’Unicef, la Fiorentina ha deciso di aiutare i bambini, mettendo sulla propria maglia il logo di “Save The Children”, la nota associazione umanitaria che fa capo alla “International Save the Children Alliance”. Sul legame con “Save The Children” Andrea Della Valle si è così espresso: “Sono molto orgoglioso di intraprendere questa nuova iniziativa. Privarsi di una sponsorizzazione che porti ingenti somme pur di portare messaggi importanti è una cosa che ci inorgoglisce.

Prima ancora che scadesse l’accordo con Toyota pensavo proprio a una collaborazione come quella di ‘Save The Children’. A suo tempo – continua ADV - ne parlai anche con presidente del Barcellona, Laporta. Per noi è una svolta molto importante. Il nostro obiettivo, adesso, è quello di raggiungere l’Europa insieme a loro”. “La nostra è la più grande organizzazione che segue i diritti dei bambini - spiega Tesauro, il presidente di Save The Children Italia - siamo nati 90 anni fa, e quel che ci piace ricordare è che il nostro simbolo (che sarà anche sulla maglia viola, ndr) è ispirato a un bambino ricoverato a Firenze. Questo è un momento importante per noi, perché il nostro è un lavoro difficile. Sapere che c’è chi ci sostiene, come la Fiorentina, per /C.G. noi è fondamentale”.


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sport nel comune

Settembre 2010

CALCIO. L’idea per il futuro: due campi da calcetto all’interno dell’impianto sportivo di via Cassia

Porte aperte a chi sogna il pallone Paolo Ceccarelli

Sono iniziati gli stage (gratuiti) di avviamento al gioco del calcio organizzati dall’Asd

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Impruneta Tavarnuzze: possono partecipare i bambini nati tra il 1998 e il 2005.

spiranti calciatori fatevi avanti. L’Asd Impruneta Tavarnuzze ha aperto – gratuitamente – le porte del suo campo sportivo per gli stage della scuola calcio: possono iscriversi i ragazzi e i bambini nati tra il 1998 e il 2005, che saranno seguiti passo passo da alcuni istruttori. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere alla segreteria della società, al campo di via Cassia 160/A a Tavarnuzze, tutti i giorni dalle 16 alle 19, oppure telefonare negli stessi orari allo 055.2020255 o 055.2021550 o ancora al responsabile della scuola calcio Mario Falchini (3404827415). Gli stage, che sono iniziati il 6 settembre e andranno avanti fino al 27, rappresentano di fatto l’inizio della stagione 2010-2011. Una stagione in cui l’Impruneta Tavarnuzze punta a crescere ulteriormente, sia in termini di partecipazione che di risultati sportivi. Il primo obbiettivo è continuare la scommessa, fin qui riuscita, sulla scuola calcio che tra l’altro è affiliata alla Fiorentina: ad oggi ci giocano circa 160 ragazzi e anche loro parteciperanno agli stage appena iniziati. L’iscrizione per tutto l’anno costa 350 euro per i “neofiti” e 250 se si tratta di un rinnovo, comprensivi di tuta, maglia, pantaloncini, borsa e insomma tutto il kit di abbligliamento sportivo (se si iscrivono due o più figli, la famiglia ha diritto a uno sconto di 25 euro rispetto alla quota piena). Sul sito www.asdimprunetatavarnuzze.it, alla sezione “scuola calcio”, si trovano il modulo di iscrizione e la lista dei documenti da allegare. Il secondo obbiettivo, che in realtà sono una serie di obbiettivi,

Intanto la società si prepara alla nuova stagione e agli obbiettivi da raggiungere riguarda il settore giovanile. La squadra juniores e quella degli allievi A giocheranno a livello regionale, i primi nel girone dell’area pratese e i secondi ancora più lontano, visto che ad esempio dovranno andare a Cortona. “Con gli juniores – spiega il direttore generale Folco Consorti – puntiamo ad arrivare da metà classifica in su, mentre con gli allievi un risultato soddisfacente sarebbe mantenere la categoria”. Ci sono poi gli allievi B e i giovanissimi che competono sul livello provinciale ma, dice Consorti, “speriamo di arrivare pian piano al regionale anche con loro”. Per quest’anno l’obbiettivo è comunque fare un campionato di primo piano. Lo stesso traguardo che si prefigge la prima squadra dell’Impruneta Tavarnuzze, che milita in seconda categoria nel girone dell’area senese: “Vogliamo fare una buona stagione fino, se possibile, a entrare nei play off”. Infine ci sono i progetti sull’impianto sportivo di Tavarnuzze, dove si allenano e giocano tutte le squadre. “In prospettiva – spiega Consorti – vorremmo realizzare un campo da calcio a 5 e uno da calcio a 7, sia per utilizzarli noi che per darli in affitto. Questo ci garantirebbe anche importanti entrate finanziarie, perché per mandare avanti la società servono molti soldi, tra i 120mila e i 130mila euro l’anno”. Un progetto, quello dei due campi, che la società dovrà discutere con l’amministrazione comunale.

La squadra dei Pulcini del 2001

istituto per il benessere relazionale nelle organizzazioni

Benessere sul lavoro e qualità delle relazioni Percorso in moduli per costruire la propria qualità di vita lavorativa

5 > 6 Novembre 2010 • Migliorare l’osservazione di se stessi nel contesto lavorativo “Migliorare le relazioni con gli altri e con se stessi: • Promuovere la consapevolezza del proprio modello comunicativo-relazionale comunicare, comprendersi, incontrarsi.” 3 > 4 Dicembre 2010 “Trasformare la conflittualità interpersonale.” 11 > 12 Febbraio 2011 “Prevenire lo stress e gestire le emozioni negative.” 15 > 16 Aprile 2011 “Incrementare l’autostima, riconoscere e sviluppare le potenzialità.” 10 > 11 Giugno 2011 “Conciliare strategie organizzative e benessere relazionale per migliorare i risultati.”

• Favorire response-ability • Riconoscere ed elaborare vissuti emotivi • Acquisire strumenti per la gestione delle dinamiche comunicative, emotive e relazionali relative al proprio ruolo CoMe lAvoRiAMo • Le attività in aula sono tenute in forma di seminario-workshop • Ogni sessione è supportata da un incontro individuale di consulenza al ruolo al fine di rendere più funzionali gli apprendimenti • I docenti sono a disposizione per supervisioni on line

I moduli possono essere frequentati singolarmente. Percorso Finanziabile con Voucher Formativi. Sede del percorso Le Bagnese - Scandicci (FI)

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AzzuRRI. A novembre Italia-Australia, dopo il “pasticcio” col Sudafrica

Il grande rugby debutta al Franchi Simone Spadaro

PALLANuOtO. Verso la stagione 2010/11

Tra conferme e giovani promesse La Rari Nantes vuol fare sul serio

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a Rari Nantes fa sul serio. Dopo l’addio dell’eterno capitano Gianni Bruschini, ecco che arriva il primo acquisto: Andrea Razzi, 21 anni, professione centroboa. Un goleador che aveva già militato nelle fila biancorosse dopo due anni trascorsi nella President Bologna in A2. Popovic in primis è contento, e lo stesso giocatore si è detto soddisfatto di ritrovare un ambiente stimolante, giovane e accogliente. Per niente spaventato dal salto di categoria, Razzi va a rinforzare una compagine che ha ritrovato in acqua lo splendore di un tempo con un progetto solido e vincente. Il suo palmares è di 113 reti in due stagioni, e l’età fa ben sperare per il futuro. La Rari 2010/11 sarà un cocktail di esperienza e tante “apples green”. Sono rimasti, infatti, giocato-

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uesta è la volta buona”. Con aria sicura il vicesindaco nonché assessore allo sport del Comune di Firenze Dario Nardella ha annunciato ufficialmente che il prossimo 20 novembre, allo stadio Artemio Franchi, si giocherà Italia-Australia di rugby, secondo dei tre Cariparma test match autunnali che la nazionale di Nick Mallett giocherà in vista del Sei Nazioni e della Coppa del Mondo 2011 in Nuova Zelanda. Gli altri impegni sono in programma il 13 novembre al Bentegodi di Verona contro l’Argentina e, dopo il match fiorentino, il 27 novembre al Braglia di Modena contro le Isole Fiji. “Siamo davvero contenti – ha spiegato il vicesindaco Nardella – di poter entrare dalla porta principale nel mondo del rugby, con l’incontro più intrigante dei tre in programma. Si tratta di un altro dei grandi eventi sportivi che la nostra città ospita nel corso del 2010. Il rugby è uno sport che sta crescendo e sta raccogliendo grandi consensi, perché interpreta valori etici e umani”. L’evento sarà promosso direttamente anche in Australia. “Il 28 settembre – ha svelato ancora l’assessore allo sport – volerò, col sindaco Renzi, a Melbourne, in occasione dell’assegnazione della sede dei campionati mondiali di ciclismo del 2013 ai quali Firenze, assieme ad altre città toscane, è candidata. E promuoveremo anche Italia-Australia di rugby”. La macchina organizzativa è

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La Nazionale italiana di rugby

partita. C’è tanta voglia di dimenticare la questione di Italia-Sudafrica dello scorso anno: partita annunciata e poi spostata a Udine. Soddisfazione anche da parte del vicepresidente federale Nino Saccà: “Volevamo portare a Firenze la nazionale nonostante quello che è successo l’anno scorso. Abbiamo avuto 82mila spettatori a San Siro, proprio un anno fa – ha ricordato Saccà – e siamo convinti che anche a Firenze ci sarà una grande festa. Inoltre, giochiamo nella città dove ha lavorato per tanto tempo Mario Lodigiani, tecnico federale di grande valore. Sono convinto che se Mario fosse ancora

tra noi sarebbe contento di questo incontro al Franchi”. In vista del match si lavora anche per una visita della nazionale all’ospedale pediatrico Meyer. Ma sono in programma numerose altre iniziative, alcune legate alla promozione del rugby nelle scuole. Finalmente, dunque, la palla ovale “sbarca” al Franchi con una partita di grande valore e che attirerà numerosi sportivi. E’ già in corso la prevendita dei biglietti nei punti vendita Lis o tramite call center Lottomatica, al numero 892.982. Si va dagli 80 euro per la tribuna ai 40 per la maratona. Curva Fiesole e Ferrovia a 30 euro. Parterre a 20, 16 e 10 euro.

Dopo l’addio di Bruschini il primo colpo è stato Razzi ri d’esperienza come Minetti, il mancino Sottani e il fuoriclasse Radu. E poi i giovani: Razzi, il nazionale Mugelli, Bini e Pagani, che rappresentano già delle basi concrete, quasi come fossero veterani. Sicuramente sarà fondamentale una partenza positiva, perché i fiorentini perderanno, oltre a Bruschini, anche Lapenna. La certezza più grande è la riconferma di

Un’azione di gioco

Popovic in panchina: carisma, tecnica e qualità di un campione al servizio della squadra. Nel gruppo c’è la convinzione che la scelta della linea verde sia la migliore: solo il Recco può permettersi di comprare chi vuole e, forse, anche per loro la “musica” potrebbe cambiare. La Rari, però, non dovrà fermarsi e cercare un’altra pedina importante se vuole essere competitiva su tre fronti: la Coppa Italia, dove l’obiettivo si chiama final four, il campionato, in cui può essere una sorpresa e agganciare quel quarto posto mancato per un soffio la scorsa stagione, e l’Europa, conquistata con quel quinto posto contro la Lazio. Manca poco per diventare la Rari del decimo scudetto, quello della stella: ma, secondo molti, si può fare, anche perché dalla società la “ciliegina” sta per arrivare, e la Rari vista nella passata stagione stava diventando ogni /L.M. partita più forte...

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L’INteRvIStA. La diciassettenne Chiara Masini Luccetti è già una certezza nel panorama mondiale

Una nuova stella nel nuoto fiorentino Lorenzo Mossani

Da piccola era così brava? Mai stata la numero uno. Mi piaceva questa disciplina, ma soprattutto stare con gli altri. I miei allenatori, che ringrazio, non hanno mai cercato la vittoria nelle categorie inferiori, ma di farmi crescere come atleta: e questi sono i risultati. Quindi non ritiene il nuoto uno sport individuale? No, la forza sta nel gruppo: avere i compagni “giusti” in piscina è fondamentale. Anche ai Regionali c’era chi andava più forte di lei? Sì! Ho collezionato tanti piazzamenti e poche vittorie. Quelle sono arrivate col tempo… Ne arriveranno ancora? Non lo so, è l’acqua a decidere! Il nuoto le “ruba” molto tempo nella vita quotidiana? L’agonismo va curato, devo dedicargli tempo, ma nessun sacrificio: amo questo sport, quindi definirei il nuoto come la passione più grande che ho, tutto qui. Difficile allenarsi e contemporaneamente andare a scuola? All’inizio lo era, ora riesco a fare entrambe le cose, credo che il segreto stia nell’organizzazione. Poi quando arrivano le vittorie tutto diventa più facile...

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opo aver brillato in campo internazionale ora c’è una certezza: c’è una stella nel nuoto fiorentino. Chiara Masini Luccetti, infatti, ha messo la freccia, ed è pronta a sfidare le prime donne del nuoto italiano. La piccola campionessa made in Florence, cresciuta nell’Esseci Nuoto, società di Calenzano, non è infatti più una promessa, ma è già una certezza nel panorama del nuoto mondiale. Gli Europei di Budapest che si sono svolti in agosto, con la semifinale conquistata nella velocità, è più di una conferma. Federica Pellegrini e Alessia Filippi sono avvertite: ora c’è una rivale in più (con molti anni in meno). A soli 17 anni, Chiara sta iniziando a volare in acqua. La fiorentina è quasi stordita nel parlare del suo straordinario successo, e sembra ancora sbigottita nel vedere tanti campioni che fino a qualche mese fa sembravano inarrivabili: “Stare con quelle personalità è strano, bello e stimolante, l’ambiente della Nazionale è fantastico”. Cosa si prova a vestire la maglia azzurra? È un sogno, solo un sogno. Quando ha realmente capito che poteva diventare Campione Italiana nei 100 stile libero? Ci ho sperato quando ho saputo che Federica Pellegrini avrebbe fatto solo i 200, ma sapevo che sarebbe stata dura lo stesso. Quando si è resa conto di aver vinto? Ho spinto inizialmente più che potevo, quando ho capito di avere vantaggio non mi sembrava vero, ero medaglia d’oro. Com’è andata nei 200 stile, dove c’era anche la Pellegrini? Ho conquistato la medaglia di bronzo. Ancora è presto per il gradino più alto del podio, ma ci voglio provare.

BASKet. Dopo la rinuncia di Porto San Giorgio. Antonio Musolino nuovo coach

Il Fotoamatore resta in A2. E prova a sognare

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i sta per aprire un altro sipario di “serie A” per il basket fiorentino. Il Fotoamatore giocherà infatti, con merito, in A2 anche nella prossima stagione. La compagine gigliata, che aveva chiuso il campionato perdendo lo spareggio play-out a fil di sirena, ha acquisito il diritto a rimanere in Serie A grazie alla rinuncia di Porto San Giorgio. Il “roster” della Florence, dopo la partenza di Roberta Racca, dovrebbe rimanere invariato, con acquisti solo per migliorare un rosa già competitiva. Confermate, infatti, la bulgara Liliana Ilieva (nella foto), con la capitana Ilaria Stefanini e l’azzurra Clelia Corsi.

LA DISCIPLINA. Storico risultato per la Canottieri Comunali

Alla scoperta della canoa polo

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no sport divertente, che appassiona e incuriosisce: si tratta della canoa polo. La regina di questa disciplina è, naturalmente, la Canottieri Comunali Firenze, che quest’estate ha raggiunto uno storico risultato. I biancorossi hanno fatto il massimo e hanno chiuso al terzo posto assoluto nel campionato italiano, dopo aver raggiunto i play-off che si sono disputati sul lungomare di Salerno. Le partite si sono giocate tutte in notturna, in una cornice di pubblico davvero importante. Per la società diretta dal presidente Francesco Conforti si tratta di un risultato storico, il migliore degli ultimi dieci anni, tutti vissuti in serie A. Per i “pochi” che non lo sapessero, la canoa polo altro non è che un gioco con la palla (tipo calcetto, n.d.r.) ma che si disputa in acqua con la canoa, mentre la palla si colpisce con la pagaia. La formazione fiorentina ha conquistato il terzo posto contro Palermo, grazie al pareggio per 3-3 nella prima sfida e alla vittoria per 3-1 nella seconda, ed è stata estasi per i tanti tifosi arrivati da Firenze. “Siamo tutti molto contenti di questo risultato – conferma il tecnico e giocatore Sizzi – non soltanto per il piazzamento finale, ma anche per

La canoa polo

il gioco espresso e l’affiatamento che si era creato in squadra. Anche col Chiavari ce la siamo giocata punto a punto, è stata una partita davvero tirata, sul filo. Siamo un grande gruppo. E ora giocoforza vorremmo ripeterci l’anno prossimo. Visti i risultati di quest’anno – aggiunge - ora vogliamo provare a dare continuità a questo gruppo, sperando che magari arrivi a darci una mano qualche valido giovane del vivaio o anche un innesto esterno. E’ chiaro che per l’anno prossimo ci piacerebbe puntare ad arrivare in finale. Quest’anno – conclude Sizzi - siamo stati ad un /L.M. passo”.

Capitolo a parte per il coach, che non sarà più Maurizio Sarti. Squadra in mano ad Antonio Musolino. Dopo aver interrotto consensualmente la propria avventura forlivese, infatti, sarà il tecnico siciliano a guidare la squadra. Oltre al ruolo di allenatore della prima squadra, Musolino sarà responsabile tecnico del settore giovanile, dove seguirà personalmente l’Under 17 e l’Under 19, costituita da atlete che ruoteranno nel giro della prima squadra. Come ripetuto più volte dal presidente Ricci, l’obiettivo rimane la salvezza. Ma, con il ritorno di Francesca /L.M. D’Erasmo, sognare si può...


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Via Piemonte, il Comitato diCe la sua Spettabile Redazione, l’ultimo numero di Reporter sulla discarica di via Piemonte sembra rivolto più a convincere o confortare se stessi che altri. Affermare però che quanto sta accadendo non è un’opera d’arte, ma neppure niente di pericoloso, che senso ha? Una discarica di rifiuti non è un’opinione, nasce a fronte di un sistema normativo certo. L’utilizzo delle terre di scavo è possibile solo in “regime di deroga” alla generale disciplina sui rifiuti, subordinato alle prescrizioni del D.lgs. 152/2006 e D.lgs. 4/2008, pena l’esclusione dalla deroga stessa. Condizione imprescindibile è che non siano frammiste a rifiuti speciali, come i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stradali, non ammessi a deroga e da smaltire direttamente in discariche controllate. Ebbene, dal febbraio al settembre 2009 sono state scaricate in via Piemonte più di 80 mila tonnellate di terre del Mugnone miste a cumuli di fanghi e materiali edili e stradali (blocchi di cemento, pezzi di asfalto, ceramiche e mattoni, materiali ferrosi, ecc.), documentati giorno dopo giorno da immagini e filmati acquisiti dalla autorità giudiziaria, che hanno sommerso un’area di oltre 12.000 mq., alzando di tre metri e mezzo il livello dei terreni. La stessa ARPAT, campionando dei cumuli scaricati di circa 300 tonnellate, denunciò alle autorità competenti la presenza di materiali edili, cui fece seguito lo smaltimento (certificato da appositi formulari) di 78,5 tonnellate di rifiuti speciali, pari nientemeno al 26%. Un dato certo indicativo, ma dà la misura e la natura della “roba” che ha determinato l’esclusione dal “regime di deroga”, trasformando in discarica abusiva un’intera area in riva d’Arno. Non competono a questo Comitato giudizi conclusivi, ma le sentenze confermano un indirizzo costante: l’esclusione delle terre di scavo dal “regime di deroga” comporta automaticamente l’inapplicabilità dell’art. 186 del D.lgs. 152/2006 per il loro utilizzo. Questo hanno denunciato i cittadini al Comune fin dal luglio 2009, rimasto senza risposta, e oggetto di inchiesta da parte della Procura fiorentina. All’insegna del

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“niente di anomalo”, Reporter vorrebbe assicurare i cittadini almeno sulle condizioni richieste dall’art. 186, ma tace anche qui sul fatto che manca un progetto preventivamente definito e approvato dalla amministrazione comunale per l’impiego delle terre di risulta in funzione di un piazzale/deposito ferroviario. Che manca la compatibilità con gli strumenti urbanistici, denunciata anche dall’ARPAT, avendo gli scarichi coperto 5.000 mq. di area vincolata a verde pubblico e 7.000 mq. di “area ferroviaria a raso” senza varianti al PRG. Che manca la conformità analitica delle terre di scavo in rapporto alla destinazione di via Piemonte e alle matrici dei terreni censiti ad uso agricolo. Il responso dell’ARPAT è che tutte le terre scaricate si caratterizzano in Col. B, incompatibili quindi con la parte a verde pubblico e utilizzabili solo in siti di natura commerciale/industriale, ma l’area ferroviaria, come la stessa ARPAT ebbe a rilevare, non è destinata nel PRG “ad “impianti” ferroviari. Perché allora affermare che tutto va bene, quando la Cassazione penale ha stabilito che “… in mancanza, anche di una sola delle condizioni previste dalla norma, va senz’altro applicata la disciplina sui rifiuti”?. Manca perfino la relazione finale ex art. 186 sulla gestione delle terre di scavo da parte di RFI spa, a più di dieci mesi dalla conclusione del terrapieno, e ben oltre il termine di un anno fissato per il loro utilizzo, scaduto il quale le terre di scavo sono per legge da considerare rifiuti. E tuttavia nessuna ordinanza di sgombero è stata presa dal Comune... Potremmo fermarci qui, sopra una discarica di rifiuti infatti non si può costruire né progettare alcunchè. Ma le ultime vicende hanno aggravato lo sconcerto e la rabbia degli abitanti, più di 400 famiglie che vivono nei sei grandi caseggiati che si affacciano intorno. A dicembre fu avanzata al Comune la proposta di invitare RFI spa a presentare un piano dettagliato di sondaggi e prelievi esteso all’intera area di via Piemonte, condiviso naturalmente dall’ARPAT. Ma il Comune preferì commissionare una analisi delle terre (esclusi quindi i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stradali ai quali non è applicabile l’art. 186) allo stesso laboratorio di fiducia di chi ha gestito l’operazione di via Piemonte, disattendendo un elementare principio di imparzialità e terzietà nell’esercizio di una funzione di controllo. Con alcuni prelievi da un fazzoletto di terra pari al 4% di tutta la superficie del terrapieno, tale laboratorio ha annunciato che nell’area a verde le terre di scavo sono in Col. A. Un risultato, come si è detto, completamente opposto a quello consegnato un anno fa al Comune dall’ARPAT, l’Agenzia deputata per eccellenza alla protezione ambientale, per la quale tutte le terre scaricate in via Piemonte rientrano invece in Col. B. Come la mettiamo? Dopo mesi di silenzio, il 21 aprile, i cittadini hanno mostrato in audizione alle Commissioni ambiente e qualità urbana del Comune la realtà di via Piemonte: le immagini di come era, cosa è stato scaricato, come è oggi. La Commissione ambiente approvò un odg di sospensiva del cantiere, senonchè una settimana prima la Giunta comunale aveva già dato il via ai lavori con una sostanziale “sanatoria”, senza attestare cioè la conformità dei materiali scaricati e del cantiere alle disposizioni di legge. Una specie di con-

dono “fatto in casa”. Su questo vuoto, di garanzie e adempimenti, peraltro non sanabili, viene deliberato (a posteriori) il completamento dell’operazione come variante al Progetto di “Adeguamento idraulico del torrente Mugnone”, coinvolgendo Regione e Provincia, che quel Progetto sottoscrissero, nella costruzione di un deposito ferroviario che nulla ha da vedere con la messa in sicurezza del Mugnone, che le direttive europee proibiscono di costruire in presenza di abitati, causa le ben note vicende, e che comunque appartiene ad autonome scelte infrastrutturali di RFI spa. Il “piano gestione terre”, contenente una ipotesi del genere, fu infatti approvato solo da RFI spa, non si è mai tradotto in un progetto approvato a livello locale. Di più. Con il benestare del Comune, l’area destinata a piazzale/deposito ferroviario viene in questi giorni delimitata dall’area a verde con un imponente muro di cemento (quasi 10 metri di altezza con il terrapieno), che attraverserà tutto il fronte stradale della discarica (oltre 250 metri), utilizzando pari pari le barriere di viale Redi (graffiti compresi), senza neppure i trattamenti di decontaminazione prescritti ai fini del reimpiego. Un impatto paesaggistico devastante e insostenibile, perfino offensivo, che chiude alla vista ogni orizzonte e altera sfacciatamente, in modo irreversibile, la natura ma anche la vita di un’area di pregio e di un quartiere, porta di accesso di Peretola alle Cascine. A questa deriva ambientale, allo scempio di ogni decoro (ma in che mani siamo?), si aggiunga che non si tiene conto neanche del conseguente aggravamento dei rischi idrogeologici già evidenziati e denunciati, causa il dislivello e la mancanza di ogni opera di regimazione delle acque piovane. Sono bastati gli ultimi temporali per vedere il terrapieno smottare verso le strade e i caseggiati, con fanghi e detriti contaminati e inquinanti. Oltre al persistente acquitrino. Un disastro annunciato, senza alcuna tutela per la salute pubblica. Anche se la calura ferragostana non si presta a fastidiosi interrogativi, ci sia consentita un’ultima domanda. Ma le 35mila tonnellate di rifiuti speciali che hanno seppellito l’area a verde pubblico ai fini del costruendo piazzale/deposito ferroviario, e che adesso non servono più, perché il Comune le lascia lì, magari con la promessa di qualche alberino dintorno (se attecchisce), quando la legge impone che le terre di scavo non utilizzate devono essere rapidamente trasferite in discariche controllate? Con molti saluti. Il Comitato dei cittadini di via Piemonte L’articolo pubblicato su Il Reporter di agosto non aveva certo l’obiettivo di “convincere o confortare” nessuno, ma soltanto quello di informare i lettori sulle novità in arrivo nell’area. Precisato questo, come sempre siamo pronti a dare spazio a chiunque voglia dire la sua sugli argomenti che trattiamo, a dare voce a tutte le parti in causa. E la pubblicazione di questa lunga lettera ne è un’ulteriore conferma. M.F. taBernaColi e logge, il “tesoro” di Castello Vi ringrazio molto per la vostra pregevo-

le iniziativa che mi permette di segnalare il grande patrimonio che è presente nella zona di Castello e del Sodo delle Parrocchie di San Michele a Castello e Santa Maria a Quarto. Cinque anni fa i signori Rinaldi che abitano appunto al Sodo mi fecero un grande regalo. Era soltanto un anno che ero stata eletta consigliere comunale e durante le loro abituali passeggiate il signor Rinaldi e sua moglie avevano fotografato e documentato con molta cura tutti i tabernacoli e le logge esistenti nella zona (circa 35). Mi donarono la cartella completa perché ne facessi buon uso e mi affrettai ad inoltrarla all’allora assessore alla cultura che recepì questo bel lavoro e lo trasmise immediatamente al responsabile dei beni culturali. Ovviamente mi fu risposto che non c’erano i finanziamenti necessari per il restauro delle strutture più danneggiate, ma non mi sono ancora data per vinta e confido, anche perché alcune presenze sono in ottime condizioni, di realizzare prima o poi una piccola guida che abbia come titolo per esempio: Riflessioni nelle vie di Castello e dintorni alla scoperta di Tabernacoli. Tutta Firenze è costellata di queste presenze, non solo Castello, ma qui fra Madonne con il Bambino, Natività, Annunciazioni si trovano, in mezzo alle ville Medicee, tabernacoli e affreschi notevoli che non ci sono in realtà più. Pontormo dipinse l’affresco per il tabernacolo di via del Boldrone, le cui sinopie di Cristo in Croce con i dolenti e Santo sulla sinistra sono ancora visibili, ma adesso l’affresco si può ammirare soltanto agli Uffizi ma il pittore lo dipinse in quel tabernacolo “Vicino al moonasterio di Boldrone, in sulla strada che va di lì a Castello, ed in sul canto d’un’altra che saglie al poggio che va a Cercina”, cioè via dell’Osservatorio. Nella chiesa parrocchiale di San Pio X al Sodo si possono invece apprezzare gli affreschi e le sinopie dell’Annunciazione con Angeli e Santi di Paolo Schiavo tolti dalla loggia ubicata in via Reginaldo Giuliani nei pressi del Viottolone, ora fatiscente. Da segnalare che non sono stati adeguatamente rimpiazzati, come d’obbligo, con copie adeguate. Grazie per l’attenzione. Anna Soldani ex capogruppo Sinistra Democratica Consiglio Comunale di Firenze autoBus, Poste, riFiuti e Forte BelVedere: “le mie Quattro lamentele” Spettabile redazione: Comincio con le vivissime congratulazioni al vostro giornale, che sta diventando una lettura più interessante dei quotidiani abituali. La due cose che mi interessano di più sono: - le lettere di protesta dei cittadini a “Dico la mia”, cui date voce e spazio molto più che altri giornali. Se un auspicio posso fare, è che gli vengano dedicate ancora più pagine e attenzione, magari approfondendo alcuni temi con inchieste, sempre nei limiti delle vostre possibilità. - Le preziose notizie su iniziative spontanee di singoli cittadini o gruppi di cittadini nei vari campi (per esempio quella di rivitalizzare le fioriere pubbliche abbandonate). Entrambe questi generi di notizie aprono il cuore perché mostrano che esiste ancora fra i fiorentini una riserva di spirito civico ancora non vanificato dalla verti-


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it Via nardi e le “traCCe” dei Cantieri Cara redazione, sono un residente del Q2, e desidero segnalare (ci vorrebbe un lavoro a tempo pieno) in che modo viene curata l’immagine della nostra povera città, e soprattutto il fatto che vi si possa lavorare impunemente con scarsa (?) serietà e spendendo buoni soldi del contribuente. Veniamo allo specifico: in via Jacopo Nardi, tratto via Masaccio-via Mannelli, si sono sovrapposti ultimamente vari cantieri di lavoro sia per interesse pubblico che privato, con circolazione congestionata (più del solito), semafori posticci, difficoltà di parcheggio prolungatesi inutilmente perché i lavori non venivano eseguiti alle date dichiarate, ecc. Ma c’è di più: per sacrosanti motivi di sicurezza, a causa di uno di questi cantieri ingombrante il marciapiede, sono state poste delle orribili strisce pedonali gialle in... diagonale! Sono rimaste lì un bel po’, ma ci rincuoravamo perché avevano assicurato che erano provvisorie: sarebbero state tolte alla fine dei lavori, e così è stato... solo che adesso sull’asfalto si vedono al loro posto delle ancor più orribili strisce nere (come quando dopo il fascismo si scalpellavano le vecchie scritte per farle sparire...) e questa volta non si prevede che vengano tolte. Così rimarranno decenni ad abbellire la nostra strada già massacrata da toppe e avvallamenti dovuti ad eccessivo carico di mezzi pesanti che scorrazzano indisturbati sull’asfalto. Per chiudere, dico solo una cosa: ma c’è un’autorità comunale che controlla che i lavori appaltati siano svolti “a regola d’arte” prima di pagarli? E se c’è, chi la controlla? Grazie per l’attenzione, Giulio

Caro signor Giulio, cantieri e lavori stradali stanno diventando un tema sempre più al centro del dibattito nella nostra città. E lo stanno diventando perché, soprattutto da un po’ di tempo a questa parte, ci si è accorti di quanto sia importante riuscire a trovare una soluzione in grado di conciliare nel migliore dei modi gli interventi sulle strade, in molti casi urgenti e necessari, e la delicata viabilità cittadina. Ad esempio, negli ultimi mesi hanno esordito anche a Firenze i lavori notturni, effettuati quando in città il traffico è minore e la circolazione riesce a risentirne meno. E questo, a mio avviso, è già un buon punto di partenza, per evitare che i cantieri (e in particolar modo quelli aperti lungo i viali e le strade più strategiche per la viabilità fiorentina) diventino la causa di perenni ingorghi. Questo, però, da solo non basta. Come anche da lei richiesto, servono controlli seri e rigorosi. Controlli sulla qualità dei lavori effettuati, ma anche controlli sull’effettivo rispetto dei tempi. I primi per evitare che, poco tempo dopo la conclusione dell’intervento, sia necessario “ritoccare” il lavoro fatto (con doppie spese e disagi per i cittadini), i secondi perché – anche in questo caso per evitare un prolungamento di costi e difficoltà – la conclusione dei cantieri nei tempi previsti diventi la regola, e non più l’eccezione. Anche su queste questioni (a cominciare dal rispetto dei tempi) sembra essersi accesa un’attenzione crescente, e questo non può che essere positivo per la città. Perché non venga più ripetuta l’esperienza fatta con la prima linea della tramvia, quando l’allungamento dei tempi dei cantieri ha creato non pochi disagi. Oltre a questo, deve essere anche evitato, come troppo spesso accaduto e come anche dai lei segnalato, che i cantieri lascino indesiderate (e inaccettabili) tracce del loro passaggio. E molto, su questo punto, può essere fatto grazie agli occhi dei cittadini. Continuate a segnalarci episodi di questo genere, noi continueremo a darvi spazio. Per cercare di mettere la parola fine a questi piccoli-grandi esempi di incuria urbana. Matteo Francini

ginosa decadenza etica e culturale del paese. Da quando ho scoperto la rubrica “Dico la mia” mi rimprovero per non riuscire a trovare il tempo di dare un contributo personale. Finalmente oggi l’ho trovato, e vorrei sottoporre 4 lamentele, che riguardano questa o quella delle istituzioni pubbliche o semipubbliche della città. 1) Trascorro due ore al giorno in autobus perché abito fra lo stadio e Coverciano e insegno al polo universitario di Novoli. Vorrei profittare di questi tempi morti per correggere tesi o almeno per leggere testi che mi aggiornano nelle mie discipline. Ma l’ATAF da decenni risparmia (e devolve ad altri fini che non indago per carità di patria) la manutenzione delle sospensioni. Pertanto scrivere qualcosa su un foglio è impensabile, perché

verrebbe fuori una sequenza di sgorbi che il laureando interpreterebbe come scoppi d’ira. Ma è difficile anche leggere, perché il testo ti sobbalza sotto gli occhi, l’occhio perde il segno e ogni volta devi ricominciare da capo. Due osservazioni e un suggerimento: a) la mancanza cronica di manutenzione delle sospensioni non è una semplice congettura: mi è stata più volte confermata, magari a mezza bocca, da autisti in vena di sincerità. Alcuni hanno spontaneamente aggiunto che non si fa nessun genere di manutenzione. Per questo sempre più spesso gli autobus si fermano per rotture e ti lasciano in mezzo alla strada. Spero che ora l’ATAF non sottoporrà a torture i suoi autisti per scoprire le gole profonde e licenziarle in tronco, come simpatica abitudine nazionale.

b) Ho 69 anni e, dato che viaggio molto e non amo guidare, sono ricco di esperienze con gli autobus di decine di città italiane. Non ho mai trovato autobus che ballano come quelli fiorentini. Persino le rare volte che mi è capitato di prendere autobus in città del terzo mondo non ho trovato nulla di paragonabile ai sobbalzi fiorentini. Abbiamo un record mondiale. c) Immagino che i dirigenti dell’ATAF viaggino in auto blu con autista pagato dal contribuente, o magari in cocchi trainati da cigni. Non sarebbe male che qualche volta prendessero i loro autobus. La storia è piena di imperatori, sovrani e persino papi che di notte si travestivano e giravano per le strade per constatare lo stato dell’ordine pubblico e del degrado nei vari quartieri delle loro capitali. Almeno il nostro sindaco decisionista potrebbe prendere ispirazione da questi sommi. Immagino che all’ATAF la sua voce sarebbe più ascoltata di quella di un tapino qualunque come me. 2) Ho letto in uno degli ultimi numeri di un anziano che si lamentava perché nel suo quartiere nella parte occidentale della città l’ufficio postale addetto al recapito pacchi e raccomandate era stato trasferito in capo al mondo, mettendo in grave difficoltà tutti gli utenti non automuniti. La stessa identica cosa è successa nel quartiere 2. Anni fa l’ufficio addetto al recapito pacchi e raccomandate era vicino al Ponte di Pino. Quasi tutti i residenti nel quartiere passavano di lì per andare in centro, alla stazione e in molti altri quartieri. Bastava prendere il 10, l’11, il 17 o il 20, scendere, fare 10 passi, poi la coda, poi altri 10 passi e riprendere l’autobus. Abito nel quartiere da 38 anni: finché l’ufficio è stato lì non ho mai perso più di mezz’ora in tutto. Ora è stato trasferito in Via del Mezzetta: chi non ha macchina ci si può avvicinare con 20, ma farà spesso un bel tratto a piedi per arrivare al 20. La stessa cosa al ritorno. Il tempo che spreco in media per ritirare un pacco o una raccomandata è passato da 20 minuti a circa 2 ore, con punte di 3 ore. Nei primi anni dopo lo spostamento mi dicevo: nello spazio liberato vorranno costruire un grande parcheggio sopraelevato o un supermercato, o altra struttura di utilità pubblica. Invece da tempo immemorabile chi passa contempla il vecchio e caro edificio in preda all’abbandono. Altro che parcheggio sopraelevato… Per questo glorioso risultato i dirigenti delle poste, o chi per loro ha preso la decisione, hanno quadruplicato il tempo medio che la grande maggioranza dei cittadini del Q2 deve sprecare per ritirare una raccomandata. Grazie a Lorsignori. 3) Sono un antemarcia della raccolta della carta, e un fanatico della raccolta differenziata in genere. Ho notato che in tutto il centro i cassonetti gialli per la carta e quelli marroni per l’umido brillano per totale assenza, e quelli blu per l’indifferenziato sono piuttosto rari. Come mi spiego il fenomeno? Semplice: i camion che raccolgono i rifiuti trovano difficile manovrare nelle strette vie del centro. E io trovo difficile darmi un’altra spiegazione. Tanto più che ho l’eccezione che conferma la regola. Sui bordi della via di scorrimento veloce che attraversa Piazza Indipendenza fa bella mostra di sé una fila di almeno dieci cassonetti blu. Resteranno sempre semivuoti, perché sono tantissimi e perché relativamente pochi

pedoni hanno occasione di traversare Piazza Indipendenza a piedi. In compenso gli autisti del Quadrifoglio stanno molto comodi quando scaricano i cassonetti nei loro camion. E possono fare anche meno corse perché i cassonetti ci mettono mesi a riempirsi. E’ un caso classico di eterogenesi dei fini: è il fine precipuo della raccolta (avere una gran massa di rifiuti differenziati) resta lettera morta perché si rende difficile l’atto del conferimento dei cittadini mettendo i cassonetti quanto più lontano possibile a dove abitano e lavorano; lo strumento (agevolare le corse dei camion che vuotano i cassonetti) diventa l’unico vero fine, che ingoia il fine dichiarato. 4) L’altro giorno ho accompagnati dei colleghi scandinavi a vedere il Forte Belvedere - la cosa più bella della città. Fatta tutta la Costa San Giorgio con le lingue di fuori abbiamo scoperto che era tutto chiuso per quella ragazza che nel buio è cascata di sotto e si è ammazzata. A parte il commento sull’episodio in sé (avevo notato anch’io la pericolosità di quell’assenza di parapetto: non ci voleva Cassandra per prevedere disgrazie) faccio notare che la struttura è chiusa da almeno un anno, e - a quanto si capisce - sine die. Se dipende dalla sorte della causa, per un paio di secoli. E così Firenze sacrifica all’irresponsabilità e all’inerzia dei burokrati la sua cosa più bella. Non mi illudo che queste mie proteste servano a qualcosa. Ma è già una soddisfazione passare dal mugugno passivo alla protesta aperta e argomentata. Cordiali saluti. Alberto Marradi “il mio sogno (imPossiBile) di diVentare artigiano” Gentile redazione de Il Reporter, lavoro in una cooperativa sociale e parallelamente faccio l’artigiano e sto tentando invano di regolarizzarmi come tale, cercando un fondo da adibire a laboratorio, per poi aprire regolare partita Iva. A parole è molto semplice, mentre nei fatti è praticamente impossibile. Da mesi sto cercando un piccolo fondo, di una ventina di metri quadrati, accatastato C1 (negozio) o C3 (laboratorio), ad un prezzo “decoroso”. I prezzi lievitano e per trovare qualcosa di apprezzabile bisogna uscire dalla città. Mi chiedo: come può un giovane anche solo pensare di mettersi in proprio, con uno stipendio da mille euro, un affitto da pagare per avere un tetto sulla testa e pensare di crescere? La scelta sembra chiara: o casa o laboratorio. Scelgo casa, ma che frustrazione. Piazza s. JaCoPino, Quali i temPi dei laVori? Gentile redazione, vi scrivo per avere notizie riguardo i lavori che devono iniziare in piazza S. Jacopino. Il giorno 20 marzo ore 21 nella sala della Parrocchia con la presenza del presidente del Quartiere 1 e di tante persone, fu detto che i lavori sarebbero iniziati entro breve tempo, i soldi per tale opera pronti. Ancora una volta sono stati utilizzati per altre piazze come è già avvenuto? Vi prego di dare notizia nella prossima edizione, se possibile, e tante grazie per lo spazio che ci date. Distintamente, Mario


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Errata Corrige Domeniche del fiorentino Dal 12 settembre

Musei civici

Al contrario di quanto era stato scritto lo scorso mese, l’apertura gratuita ai musei civici riservata ai residenti a Firenze e provincia (possibile se si è in possesso della tessera “Un bacione a Firenze”, da ritirare presso gli Urp) non è il sabato ma la domenica e, dopo una pausa estiva, riprenderà il 12 settembre e andrà avanti con cadenza mensile.

parola, ospitati in varie zone della città e in dialogo con tutor locali omologhi.

Concerti Gigi d’Alessio Questo sono io tour 25 settembre

Nelson Mandela Forum

Noisia al Mix’d up 1 ottobre

viper theatre - Firenze

Festival ultra - Festival di letteratura Dal 16 al 25 settembre

Luoghi vari

Dieci giorni di workshop, incontri, dibattiti e lectures con scrittori toscani e non. Un festival che vuole riaccendere l’attenzione sull’universo della scrittura mettendo a diretto contatto chi i libri li produce e chi li legge, aprendo un dibattito sulle nuove frontiere della letteratura. Ad un anno dalla nascita, il festival si ripromette di crescere, cambiando forma, allargandosi, e proponendo un tema saliente: la comunità ospitale. Questa idea di comunità è da intendersi come luogo di scambio, di attività e di accoglienza e baratto di idee, ma anche di rigenerazione interna di una visione della città distorta, quella che ci parla di una Firenze inospitale e restia all’incontro. La formula scelta, per scongiurare questa visione e incarnare questa modalità ospitale, è inedita in Italia: un festival di residenze, con scrittori e artisti della

audio professionali, e partner di Nextech Festival dal 2008. Architettura Sonora nasce dall’incontro multidisciplinare fra sound designer, architetti, progettisti elettroacustici e sistemisti audio per offrire all’architettura una Rivoluzionaria Esperienza Sonora.

Torna a Firenze Gigi d’Alessio, che l’8 giugno ha cominciato a distribuire il nuovo album “Semplicemente sei”, ad un anno di distanza dal precedente “6 come sei”. Il disco è stato anticipato dal singolo “Vita”.

Eventi Nextech Dal16 al 18 settembre

Stazione Leopolda

Torna come ogni anno l’appuntamento con la musica elettronica alla Stazione Leopolda. Nextech è il festival che per tre giorni riunisce nella città del giglio i dj più famosi della scena elettronica internazionale. La nuova edizione di Nextech Festival conferma la formula di successo delle edizioni precedenti, che prevede attività dall’ora dell’aperitivo a notte inoltrata, con una importante novità: un’installazione affidata al team di Architettura Sonora della B&C Speackers, azienda leader mondiale nella produzione di componenti

Dopo le numerose anteprime di luglio al Parco di San Salvi arriva finalmente la tanto attesa seconda edizione di MIX’D UP. L’evento, firmato Switch – creative social network & Gold – brand streetwear, viene proposto in occasione del 7° compleanno del marchio d’abbigliamento e avrà l’onore di ospitare quest’anno il dj set dei NOISIA, una delle crew più attive nel panorama drum ‘n’ bass internazionale. L’identità della manifestazione, che fin dall’inizio si misurava con il trip hop e l’elettronica, subisce un alterazione e accoglie in se elementi breackbeat e breackcore. La schiera di artisti che influenzano la musica dei NOISIA è abbastanza considerevole, si va dai Prodigy a James Brown, da Miles Davis a Konflict, le loro produzioni tuttavia risentono com’è abbastanza ovvio di una marcata impronta dancefloor facilmente intuibile fin dal primo ascolto. Nel corso degli ultimi anni sono molti i riconoscimenti che sono stati tributati al trio olandese composto da Nik

Roos, Thijs de Vlieger and Martijn van Sonderen;

Luoghi tè con le farfalle Fino al 25 settembre

Serra del giardino dell’Orticoltura Firenze

Va avanti fino alla fine del mese l’apertura eccezionale della serra del giardino dell’Orticoltura - fino a poco tempo fa chiusa e inutilizzata - all’interno della quale continua a fare bella mostra di sè l’esposizione di farfalle provenienti da tutto il mondo. Colori sgargianti e la possibilità di sorseggiare un drink tra un battito d’ali e l’altro rendono il luogo ancora più magico.

Le mostre I grandi bronzi del battistero. Rustici e Leonardo Dal 10 settembre al 10 gennaio 2011

Museo nazionale del Bargello

Punto focale della mostra è il capolavoro del Rustici, la Predica del Battista, gruppo scultoreo di tre grandiose figure in bronzo alla cui progettazione e realizzazione partecipò Leonardo da Vinci e che fu innalzato sopra la Porta Nord del Battistero fiorentino nel 1511. L’opera è stata sottoposta ad un impegnativo restauro (portato a compimento nel 2008), che ne ha restituito lo splendore di materia e concezione: impresa questa sostenuta dall’Opera del Duomo di Firenze e dal generoso contributo dei “Friends of Florence”. La presenza in mostra del monumentale gruppo scultoreo offre una duplice, imman-

cabile opportunità: da un lato, di dimostrare il contributo di Leonardo alla sua creazione attraverso il confronto con autografi leonardeschi e dall’altro, di ricostruire per la prima volta la personalità artistica del Rustici, messa in luce dagli ultimi studi. vinum nostrum, arte scienza e miti del vino nella civiltà del Mediterraneo antico Fino al 15 maggio 2011

Museo degli Argenti di Palazzo Pitti Seguendo un andamento cronologico, la mostra illusterà l’origine della vinicoltura nel Vicino Oriente, la sua piena affermazione con relativi significati religiosi e cultirali nel mondo ellenico, fino alla produzione e diffusione del vino su ampia scala operata dai Romani. In virtù della felice situazione archeologica delle città vesuviane sarà illustrato il caso particolare dei vigneti di Pompei, mentre un altro spazio della mostra sarà dedicato allo straordinario contributo da Fenici e struschi i quali giocarono un ruolo essenziale nella diffusione della coltivazione della vitis vionifera nel Mediterraneo. Caravaggio e i caravaggeschi a Firenze Fino al 17 ottobre

Galleria degli uffizi Galleria Palatina - villa Bardini Fino al 17 ottobre 2010 nelle sale degli Uffizi, della Galleria Palatina di Palazzo Pitti e di Villa Bardini, rimarrà aperta la mostra dedicata a Caravaggio e alla sua scuola in occasione del quarto centenario della morte del grande artista seicentesco. L’esposizione, curata da Giovanni Papi, riprende il titolo e l’ispirazione

dalla pionieristica di Evelina Borea e propone, dopo anni di studi e di ricerche scientifiche, una rassegna di opere molto più ampia e quasi completamente rinnovata, un viaggio alla scoperta del caravaggismo internazionale. Centro della mostra sono i sei capolavori della Palatina e degli Uffizi: il Bacco, L’amorino dormiente, la Medusa, i Cavadenti, il sacrificio di Isacco e il cavaliere di Malta. Firenze e gli antichi Paesi Bassi. Dialoghi artistici, 1430-1530 Fino al 26 ottobre

Galleria Palatina

La mostra si propone di offrire una panoramica delle opere olandesi presenti a Firenze nel periodo 1430-1530, attravesro una scelta mirata di capolavori dei grandi maestri, da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. Quelle opere spesso di piccolo formato, soggetti sacri o ritratti legati a formare dittici e trittici dipinti anche sul verso divennero modelli di tecnica pittorica e di soluzioni iconografiche per la produzione dei maestri fiorentini e delle loro botteghe.

Sagre Sagra della val d’Arbia Dal 18 al 26 settembre

Buonconvento - Siena L’appuntamento, che nasce sulle ceneri dell’antica fiera del bestiame è una serie di giornate all’insegna della degustazione di prodotti tipici accompagnata da spettacoli e incontri sportivi che mettono allegria e salutano così la bella stagione che se ne va.

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