Il Giornale del tuo Quartiere
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Periodico d’informazione locale. Anno IV n.70 del 6 settembre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
Pallone
SETTEMBRE 2010
La zanzara, precaria come noi Andrea Muzzi*
N cAMPIONI SI DIVENtA Ecco come fare (e quali sono le spese) per iscrivere i propri figli a una delle scuole-calcio presenti in città PAG.30
q3, traffico A RISCHIO Preoccupazione a Gavinana e Galluzzo per l’Autopalio a pagamento, in attesa dell’esito del ricorso toscano PAG.3
SPorT
Vacanze anziani, si pensa già al 2011. Con più aiuti
PAGG.4-5
Il tram sette mesi dopo
tempi moderni
di Salusest-Biancalani
I GUIDA ALLA StAGIONE Ecco gli impegni della Fiorentina e tutto quello che c’è da sapere sul “campionato spezzatino” PAG.37
FIRENZE SUD, UN ANNO DOPO L’estate scorsa prendeva forma la nuova società, incentrata sui giovani. E ora è il momento dei bilanci PAG.38
fiorentini, si sa, sono proverbialmente diffidenti. Se c’è aria di novità, prima di accettarla, vogliono annusarla per bene. E cosi è andata con la tramvia. All’inizio ha suscitato ondate di polemiche e perplessità a quintali, adesso a quanto pare è sbocciato l’amore. Anzi, l’Amore. A giudicare, almeno, dai dati sull’utenza, che raccontano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno. Ovvero un bacino di circa diecimila persone che quo-
tidianamente salgono a bordo. Non solo. Di questi viaggiatori c’è anche un identikit, una fotografia scattata dalla Regione, che dipinge un’utenza in rosa. Sono soprattutto le donne, infatti, a utilizzarla, con una fascia d’età dominante che va dai 36 ai 60 anni, e con un titolo di studio medio-alto. E intanto, sempre in tema di viabilità e trasporti, si fa chiarezza anche su un altro fronte, l’Autopalio: il temuto pedaggio non PAGG.10-11 verrà introdotto.
La chiesa va sul web e il prete si fa blogger PAG.12
el numero precedente ho parlato di un animale che viene abbandonato prima delle vacanze: il cane. In questo numero parlerò di un animale che troviamo al ritorno: la zanzara! È bello sapere che a casa c’è sempre qualcuno che ci aspetta. Come apriamo la porta, vediamo la zanzara seduta sul divano, con l’aria impaziente: “Quanto ci hai messo a tornare? Fatti dare un bel pizzicotto!”. C’è chi la zanzara la trova anche al mare, magari è la stessa. Io, per esempio, da un po’ di tempo faccio sempre le ferie con la zanzara: almeno in due si divide il conto dell’albergo! Mi ha succhiato così tanto sangue che l’hanno fatta socia onoraria dell’Avis! Ci avete fatto caso? Ogni anno le zanzare sono sempre di più! Gli altri animali sono tutti in via di estinzione, la zanzara invece rimane indifferente all’inquinamento, ai cambiamenti climatici. Anzi, più il mondo peggiora più lei si riproduce. Cade il governo? Un milione in più di zanzare! Crisi economica? Altro milione. L’ape operaia si sta estinguendo perché con la disoccupazione di oggi trovare un posto fisso è un miraggio. La zanzara invece è come noi: precaria. Lavora dai primi caldi ai primi freddi. Dopo non viene riconfermata! Perché non salviamo gli animali in via di estinzione accoppiandoli con la zanzara? Dopo la zanzara tigre, avremo la zanzara panda, l’unico insetto che ha un occhio nero e pesa più di una tonnellata. *Comico
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Edizione del Quartiere 3 • 16.868 copie distribuite da
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Settembre 2010
Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
IL CASO/1. Lamentele da parte dei cittadini per le code negli uffici di piazza Bartali e Galluzzo
Quando le Poste fanno il “pieno” DA OTTOBRE
Sono sempre più numerosi
Un laboratorio per aspiranti attori
i servizi offerti, e insieme a loro cresce anche
Per chi vuole provare cosa significa stare su un palcoscenico, vuole migliorare capacità recitative già acquisite o semplicemente desidera imparare a comunicare le proprie emozioni, riprende il via da ottobre il laboratorio teatrale “La stanza dell’attore”. Sulla scia del successo dell’edizione 2009/2010, che culmina il 14 settembre all’Anconella con lo spettacolo ad ingresso libero “A.A. Attori Anonimi”, anche quest’anno “La stanza dell’attore” apre le sue porte ad appassionati e curiosi, sotto la direzione del regista e autore Giovanni Micoli. Il laboratorio, che si tiene nei locali dell’istituto Elsa Morante in via Gianpaolo Orsini, è basato sul metodo Stanislavskij, applicato non solo alla recitazione, ma anche alla creazione di testi teatrali. Lo spettacolo di fine anno sarà infatti composto da monologhi e dialoghi scritti interamente dai partecipanti. Per informazioni: 339.1112166 o lastanzadellattore@gmail.com.
l’utenza. La replica di Poste Italiane: tempi di attesa in linea con gli standard previsti Giulia Brestolani
C
on lettere e cartoline sempre meno in voga (soppiantati da sms, posta elettronica e via dicendo), in molti si sarebbero aspettati uffici postali sempre più vuoti. Uno scenario più che mai falso, visto che, almeno per adesso, l’aumento vertiginoso delle comunicazioni che viaggiano su supporto elettronico non va di pari passo con una diminuzione dell’utenza degli uffici postali. Lo sanno bene gli utenti dell’ufficio di piazza Bartali, tutt’altro che deserto. “Qui c’è sempre fila, non è possibile! – si lamenta un signore – guardi qua, gente che aspetta dentro, chi sta fuori a prendere una boccata d’aria: è sempre la stessa musica, ci vuole un’ora per pagare un bollettino!”. C’è chi invece la prende con più filosofia e ne approfitta per scambiare due chiacchiere con qualche amico o conoscente che inevitabilmente si finisce per incontrare dopo pochi minuti in coda. “Effettivamente quando si viene qui c’è sempre da attendere – commenta una ragazza – io mi metto l’anima in pace e so che come minimo devo perdere mezz’ora. D’altronde adesso alle Poste si possono fare un sacco di cose: secondo me è più la gente che ci viene per il conto corrente che quella che vuole mandare una raccomandata...”. Questo perché con l’evoluzione tecnologia le Poste hanno evoluto anche i propri servizi, differenziandoli, in modo da non rimanere ancorate al solo concetto di spedizione postale con relativa consegna. Risultato? Si va alla posta per telegrammi, pacchi e lettere, ma anche per servizi di natura finanziaria, come quelli disponibili presso l’ufficio di piazza Bartali che, forse, è sempre “pieno” anche per questo. Oltre, dettaglio non irrilevante, alla collocazione accanto al centro commerciale che, inevitabilmente, svolge la funzione di catalizzatore di persone. A queste lamentele Poste Italiane risponde evidenziando che da tempo effettua, con modalità di rilevazione interna, monitoraggi finalizzati al miglioramento dei propri processi e procedure, tant’è che gli uffici postali “sono dotati di un sistema di prenotazione elettronica che consente di stabilire in tempo reale non solo il numero di clienti
L’ufficio postale di piazza Bartali
serviti per tipologia di servizio, ma anche i relativi tempi di attesa allo sportello”, spiegano. Ebbene, in base a questi dati all’ufficio di piazza Bartali i tempi medi di attesa nel periodo gennaio-agosto 2010 si sono attestati sui 12 minuti e mezzo, ad eccezione del 1° agosto, giorno di pagamento delle pensioni, durante il quale hanno compiuto operazioni ben 900 clienti, con un’attesa media di poco superiore ai 20 minuti. Dall’altra parte del quartiere, al Galluzzo, stessa situazione, ma a storcere il
il reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie
za molto ampio, di sicuro – sostengono - più ampio di quello dell’ufficio di Tavarnuzze, che invece rimane aperto anche dopo pranzo. Anche in questo caso, Poste Italiane illustra i dati delle rilevazioni effettuate nel periodo gennaio–luglio 2010, in base ai quali nell’ufficio di via Silvani si attendono in media 20 minuti: un tempo, spiegano, in linea con gli standard previsti, eccezionalmente dilatato in alcune giornate del mese di luglio per via di aggiornamenti al sistema operativo informatico.
INFANZIA Istruttori qualificati mettono a disposizione la propria casa per bimbi dai 12 ai 36 mesi
E anche a Firenze gli asili nido diventano a domicilio
C’
è nido e Ni.Do. Non è un gioco di parole, ma l’indicazione di due diversi servizi entrambi rivolti alla prima infanzia. Per cui, mamme e papà aprite bene le orecchie: accanto ai ben conosciuti nidi comunali e privati, da qualche anno anche a Firenze sono nati i Ni.Do, ovvero i nidi domiciliari. I loro nomi sono fantasiosi e tutti ispirati al mondo dei più piccoli: La casa di Teddy, L’amametto canterino, Melodia di suoni e colori, Briciole e molti altri accolgono bambini dai 12 ai 36 mesi sotto la guida di educatori qualificati, che mettono a disposizione la propria casa o comunque locali con
Il Reporter di Gavinana, Galluzzo, Firenze sud raggiunge 16868 famiglie nel quartiere 3 di Firenze. Copia in abbonamento postale
naso questa volta sono gli utenti dell’ufficio di via Silvani, anche loro stanchi di dover stare in fila ad attendere il proprio turno: “La mia salute non è perfetta e non posso ritrovarmi tutte le volte con una ventina di persone prima di me – fa notare un’anziana signora – ormai va avanti così da anni, gli impiegati lavorano a ciclo continuo senza fermarsi un attimo, non penso vada bene neanche per loro”. E chiede, insieme ad altri cittadini, l’apertura pomeridiana dell’ufficio, visto che serve un bacino d’uten-
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determinate caratteristiche. Uno dei requisiti fondamentali è che nell’appartamento sede del nido ci sia una stanza di almeno 20 metri quadrati per garantire uno spazio adeguato alle attività dei piccoli ospiti, che comunque non possono essere più di cinque. “La principale differenza rispetto ai tradizionali nidi d’infanzia è il numero di bambini, che è più contenuto – spiega Claudia Capecchiacci, presidente del Comitato Nidi domiciliari fiorentini – il rapporto è, infatti, un educatore per cinque bambini, con il vantaggio che i piccoli vengono seguiti molto da vicino nello svolgimento di programmi didattici iden-
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno IV n.70 del 6 settembre 2010 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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tici a quelli comunali”. Sebbene ancora non molto conosciuti, i nidi domiciliari crescono e punteggiano con la loro colorata presenza tutta la città: nella zona di Firenze sud si trova Goccia di mare al Galluzzo, mentre nei dintorni di Gavinana ci sono I cinque cuccioli e Mammaportamilà. “È importante che le famiglie sappiano che il nido domiciliare è un’ulteriore scelta a loro disposizione nel panorama, vasto ma evidentemente non sufficiente, dei servizi alla prima infanzia della nostra città”, conclude Claudia. Per informazioni sui nidi domiciliari rivolgersi al /G.B. 338.5696617.
Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.
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il giornale del tuo quartiere
IL CASO/2. Scenario allarmante, per la circoscrizione, con il pedaggio sulla Firenze-Siena
Autopalio a pagamento, Q3 a rischio
L’aumento tariffario avrebbe potuto moltiplicare traffico, smog e rumori a Gavinana e Galluzzo. Il rincaro è stato poi bloccato dal Consiglio di Stato, anche se (almeno inizialmente) non ovunque. Il presidente Ceccarelli: “C’è molta preoccupazione”
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Più sicurezza sulle strade (con qualche eccezione) V
Andrea Tani raffico collassato, camion che affollano le vie cittadine, rumori e smog. Uno scenario apocalittico, ma non così distante da quanto potrebbe succedere nel quartiere 3 se venisse confermato il pedaggio per l’ingresso sul raccordo Firenze-Siena. L’ultima manovra approvata dal Governo aveva infatti introdotto un aumento tariffario per tutti i caselli autostradali che si interconnettono con raccordi e strade di grande comunicazione in gestione diretta di Anas. Entrato in vigore il 1° luglio, l’aumento era stato bloccato dopo neanche un mese dal Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato dalle Province di Roma, Rieti e Pescara e da decine di Comuni laziali ed abruzzesi penalizzati dai nuovi pedaggi. “Al pagamento deve corrispondere un servizio, non può trattarsi di una mera tassa”, spiega in sostanza il Tribunale amministrativo. Sentenza confermata lo scorso 1° settembre dal Consiglio di Stato, che ha bocciato il contro-ricorso di Presidenza del Consiglio ed Anas. Resta una nota stonata per i fiorentini: lo stop vale solo nei territori degli enti amministrativi che avevano presentato il primo ricorso. Al momento manca quindi il capoluogo toscano, anche se la Regione e le Province di Firenze e Siena, dopo il ricorso presentato al Tar del Lazio e notificato lo scorso 10 agosto, stanno aspettando l’udienza di discussione, prevista questo mese, forti della delibera del Consiglio di Stato. Ma cosa prevedeva il decreto? Dato che sull’Autopalio non ci sono caselli o altre strutture idonee per il pagamento, gli automobilisti in uscita dal casello autostradale di Firenze Certosa avrebbero dovuto sborsare una monetina in più, che proseguissero o meno sulla Firenze-Siena. Un euro le automobili, due euro i mezzi pesanti. Il ricavato sarebbe finito nelle casse dell’Anas, in modo da ridurre i contribuiti statali per opere e interventi di manutenzione straordinaria delle strade. “Un provvedimento sbagliato fin dai presupposti - secondo il presidente del Quartiere 3 Andrea Ceccarelli - niente obbliga gli autisti a spostarsi sulla Firenze-Siena dopo essere usciti a Certosa. Come può
LAVORI. Nuovo asfalto in via Chiantigiana
questa tassa fondarsi sul tragitto ipotetico delle auto?”. Al di là delle ripercussioni sul portafoglio, a tenere in ansia i cittadini del quartiere 3 sono soprattutto le conseguenze del provvedimento sul traffico del Galluzzo e di Gavinana. Potrebbe accadere infatti che gli automobilisti, pur di non pagare l’imposta addizionale, preferiscano ripiegare sul casello di Firenze Sud per poi utilizzare la viabilità cittadina fino alla loro meta, o, peggio ancora, per far ritorno verso il Galluzzo in modo da imboccare la Firenze-Siena senza pedaggio. Per chi passa da Certosa in modo non abituale il pagamento una tantum di un euro in più può non essere un grosso problema, ma per i tanti pendolari che usano l’autostrada come raccordo per brevi tratti la spesa alla fine dell’anno sarebbe consistente. Balzello raddoppiato per i mezzi pesanti che ogni giorno trasportano le merci sull’asse senese-fiorentino. “C’è molta preoccupazione - ammette Ceccarelli - un aumento della viabili-
La paura è che gli automobilisti, pur di non pagare l’imposta, utilizzino il casello di Firenze Sud tà ordinaria comporterebbe un serio pericolo per tutto il quartiere, tanto più nel caso che parte del traffico pesante degli autocarri si riversasse sulle strade cittadine”. “È un provvedimento da respingere – continua – perché vanifica tutti gli sforzi fatti negli anni per regolare e limitare il traffico promuovendo l’uso di mezzi pubblici. Firenze viene tenuta sotto osservazione costante per i frequenti sforamenti del tetto massimo di emissioni nocive tollerabili. Così si rischia invece di far impennare l’inquinamento, non solo quello atmosferico ma anche quello acustico e luminoso – conclude - sarebbe un duro colpo per la salute dei cittadini”.
ia Chiantigiana ha un nuovo asfalto. Si è infatti concluso da qualche giorno il profondo risanamento della carreggiata, iniziato lo scorso 26 luglio. Un intervento non più rinviabile viste le condizioni della strada, che ha interessato il tratto compreso tra piazza di Badia a Ripoli e il cavalcavia autostradale, per un costo complessivo di circa 400mila euro. La risistemazione si va ad affiancare a quella già conclusa in via Coluccio Salutati, dove i lavori sono partiti lo scorso 9 agosto da piazza Gavinana per una spesa di 400mila euro, e a quella in via Senese, terminata a inizio agosto e costata 200mila euro. Si chiude così l’ultima tappa di un più ampio programma di messa in sicurezza delle strade del quartiere 3. Ad oggi si può quindi sostenere che, nel difficile panorama del dissesto viario fiorentino, quella di Gavinana e del Galluzzo sia con tutta probabilità tra le zone più fortunate. Buche e guasti non mancano, in compenso le direttrici principali comprese nel perimetro tra viale Giannotti e via di Villamagna, dove il flusso di auto è più intenso, si trovano in buone condizioni. Restano un paio di eccezioni: oltre ai piccoli restauri dell’asfalto necessari in alcune vie secondarie, servirebbe un rifacimento più consistente di via Datini e soprattutto di viale Giannotti. Qui la questione è spinosa. Emergono due problemi di natura differente: in primo luogo si dovrebbe chiude-
re la strada al transito per consentire i lavori. Che lo si faccia a giorni alterni, un tratto alla volta o in notturna poco cambia. Le ripercussioni sulla viabilità nel resto del quartiere sarebbero comunque pesanti, dato che viale Giannotti è una direttrice molto movimentata e che non esistono nell’area strade alternative capaci di assorbirne il viavai. C’è poi il tema della tramvia. Da tempo i progetti preliminari parlano di un passaggio della linea 3 proprio lungo viale Giannotti. Bisogna allora capire i tempi di realizzazione: se i lavori iniziassero relativamente a breve, rifare l’asfalto adesso sarebbe uno spreco di soldi ed energie. Le fondamenta dei binari e l’installazione delle infrastrutture neces-
Già conclusi altri interventi. I “problemi” di viale Giannotti sarie alla tramvia richiedono infatti scavi profondi, tali addirittura da comportare lo spostamento della rete fognaria che passa proprio sotto al viale. Tutto questo andrebbe a vanificare l’eventuale restauro del manto stradale. Se invece i tempi della tramvia dovessero allungarsi ancora, si dovrà studiare un piano alternativo per la sua messa in sicu/A.T. rezza.
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Settembre 2010
Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
ARRIVEDERCI ESTATE. Anche quest’anno si sono svolti i soggiorni di gruppo per i non più giovanissimi
Molto gradite ma sempre più disertate Lo “strano caso” delle vacanze anziani Giulia Brestolani
negli ultimi anni il numero di adesioni è diminuito”. Se nell’estate 2008 erano partite per le vacanze anziani 306 persone, nel 2009 il loro numero è sceso al 258, mentre quest’anno si contano circa 245 partecipanti. “Questo dato fa riflettere – continua Sapia – ci domandiamo: come mai, se le vacanze piacciono, il numero dei partecipanti diminuisce? La risposta sta, a mio avviso, nell’insufficienza dei contributi che per-
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acanze, sole, mare, montagna, divertimento, relax, compagnia. A settembre queste parole che appartengono al “vocabolario estivo” si apprestano nuovamente ad andare in letargo, lasciando spesso un bel ricordo per tutto il resto dell’anno. Se ben riuscite, le ferie estive svolgono infatti un’importante funzione di ricarica del corpo e dello spirito i cui effetti si fanno sentire anche a distanza di tempo. Vale per tutti e a tutte le età, parola di medico, ma in particolare per le “categorie più deboli” di cui fanno parte di certo gli anziani. Anziani che a volte rischiano di passare tutta l’estate a casa, dove più ancora del caldo, spesso, si fa sentire la solitudine. Per contenere queste situazioni di disagio, anche quest’anno il Quartiere si è fatto promotore di iniziative a sostegno della terza età, come le “vacanze anziani” che, nel periodo giugno-settembre, propongono soggiorni di gruppo della durata di due settimane al mare, in montagna o alle terme. “Il livello di gradimento di queste iniziative è generalmente elevato – spiega Antonio Sapia, presidente della commissione politiche sociali del Quartiere 3 - al termine di ogni soggiorno, i partecipanti compilano un questionario e i giudizi sono tutti molto positivi. Ciò nonostante,
La meta meno richiesta è stata la più cara: preferita Pesaro a Marina di Pietrasanta mettono di abbattere il costo del soggiorno, rendendolo così accessibile a un più alto numero di persone. Secondo gli attuali criteri, la maggior parte dei partecipanti paga la quota intera; alcuni hanno diritto a un abbattimento minimo, mentre solo pochi hanno diritto a un abbattimento significativo, di almeno il 50% del costo. Come Quartiere – promette - ci impegneremo per rivedere i criteri di accesso ai contributi comunali, in modo da agevolare un più alto numero di persone e in maniera più consistente”. E i dati dimostrano appunto che, nell’estate appena trascorsa, la vacanza
Baia Domizia
Silvana Pensionata, 82 anni
Leda Pensionata, 79 anni
Aurelio Pensionato, 86 anni
“Quest’anno è stato meglio di sempre”
“Non c’era un minuto libero...”
“Tra orto e nipoti niente ferie”
“Sono 5 anni che vado al mare con le vacanze anziani, mi sono sempre trovata bene ma quest’anno meglio di sempre. A Baia Domizia è stato tutto favoloso: il posto, l’albergo, il mangiare, il personale. Da 15 anni vivo da sola e avere al possibilità di trascorrere 15 giorni così belli per me è molto importante”
“Anch’io sono stata a Baia Domizia con mia sorella: una bellissima esperienza, ci siamo divertiti tanto e abbiamo avuto tutto quello che ci poteva essere. Soprattutto c’è stata molta più animazione degli altri anni, a partire dall’acquagym, la ginnastica sul mare, la musica, i canti e le danze... non c’era mai un minuto libero!”
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“Quest’estate non sono andato da nessuna parte. Sì, mi sarebbe piaciuto andare un po’ al mare con le vacanze anziani, ma quest’anno ormai è passato. E poi c’era d’annaffiare l’orto, mia moglie doveva fare da mangiare ai nipoti.... Si vedrà di andare il prossimo anno: l’importante è che ci sia la salute!”
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il giornale del tuo quartiere
Il livello di apprezzamento è elevato, ma le adesioni sono passate dalle 306 del 2008 alle 245 del 2010. Tra gli “imputati”
Laura Impiegata, 53 anni
Giovanna Pensionata, 69 anni
“Noi figli ci sentiamo tranquilli”
“Un’occasione per stare in compagnia”
per il calo di presenze ci sono ad agevolare più persone e in modo più consistente
“Le vacanze anziani sono un’ottima iniziativa, perché l’essere in gruppo facilita lo svago e la socializzazione: andare da soli al mare o in montagna non sarebbe la stessa cosa. Inoltre noi figli ci sentiamo tranquilli nel sapere che i nostri genitori sono con altre persone, insieme ad accompagnatori e animatori”
“Se non ci fosse stata questa possibilità, difficilmente con mio marito avremmo potuto andare in vacanza. E poi le vacanze anziani sono un’occasione per stare in compagnia, stringere nuove amicizie che durano nel tempo. Noi siamo stati sempre molto bene e speriamo di ritornare anche l’anno prossimo”
La spiaggia di Cattolica
meno richiesta è stata quella più cara: insomma, i nostri anziani hanno preferito scegliere mete più lontane, e senz’altro poco familiari, come Baia Domizia, Pesaro o Cattolica, piuttosto che la vicina, ma più costosa, Marina di Pietrasanta. E chi è rimasto a Firenze? Chi non è partito per le ferie ha avuto l’occasione di prendere parte alle iniziative dell’Agosto Anziani che, come al solito, si è svolto al
“Campa” del Galluzzo, e da quest’anno anche al centro anziani “Il Lido” di lungarno Ferrucci. Una sorta di “centro estivo” in città rivolto ai meno giovani, che altrimenti si sarebbero trovati soli durante il mese di agosto e che invece hanno avuto l’opportunità di stare in compagnia dalla mattina alla sera in un ambiente gradevole, con attività di animazione, intrattenimento e la possibilità di parte-
cipare a escursioni e gite. “L’attenzione alla terza età è fondamentale – conclude Sapia – soprattutto adesso che l’anzianità sta diventando sempre più lunga e che gli anziani diventano sempre più numerosi. Queste persone hanno bisogno di socializzare e rimanere attive: rivolgere attenzione agli anziani da parte delle istituzioni significa anche aiutare le famiglie che se ne prendono cura quotidianamente”.
Ecco gli interventi previsti questo mese sulle strade del quartiere (salvo altri eventuali lavori urgenti e quindi non programmati), che comporteranno provvedimenti per la sosta e la circolazione: VIA DELLE CAMPORA Dal 6 settembre è in corso il ripristino dell’asfaltatura in via delle Campora, a seguito di lavori agli impianti dell’illuminazione pubblica. Fino al 18 settembre sarà quindi istituito un divieto di transito veicolare in due fasi rispettivamente tra via Poccetti e via Santa Maria a Marignolle e tra via Poccetti e via delle Bagnese. VIA DI SAN MICHELE A MONTERIPALDI Continueranno fino a metà settembre i lavori per il ripristino di un muro a sassi in via di San Michele a Monteripaldi. Nella fascia oraria 8 -17 è in vigore un senso unico alternato con movieri. VIA DELLA LUIGIANA Per lavori di risanamento della carreggiata, via della Luigiana sarà chiusa dal 15 settembre per un mese (eccetto che per i residenti).
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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
MEStIERI. Ecco chi sono gli eredi dei beccai. “La nostra è un’arte, quella della carne una cultura”
Se i macellai si riscoprono filosofi Ivo Gagliardi
Hanno alle spalle una lunga storia, e il futuro non li preoccupa. “Il settore avrà ancora spazio. E tra i clienti sono tornati i giovani”
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on chiamateli commercianti. O almeno non solo. Perché così facendo c’è il rischio di farli arrabbiare. Stiamo parlando dei macellai fiorentini, eredi di una lunga tradizione nata centinaia di anni fa. Allora si chiamavano “beccai” (per la cronaca, il “becco” è il maschio della capra) e la loro era una delle quattordici Arti minori. “Siamo filosofi, letterati e commercianti”, sentenzia Mauro Paoli, presidente dell’Associazione macellai della provincia di Firenze, ricostituita nel lontano 1874. Una definizione un po’ troppo ambiziosa? Assolutamente no, a sentire loro. “La nostra è un’arte, fondamentalmente noi siamo artigiani. E questo è un mestiere culturale, per farlo servono molte conoscenze. Tagliare la carne, alla fine, è la cosa più semplice – spiega Paoli – il vero macellaio sa consigliare, perché il macellaio è il depositario della cultura della carne”. Ed è proprio sulla missione “culturale” di questo mestiere che loro, i novelli beccai, insistono. Tanto da aver dato vita, agli inizi degli
anni Novanta, all’Accademia della Fiorentina, istituzione che ha promosso varie iniziative come incontri, seminari e giornate di studio, e da aver pubblicato, nel 2000, il libro “Maladetti Beccari” (edizioni Polistampa), che ripercorre la storia dei macellai fiorentini dal Cinquecento al Duemila. Ma se la storia della loro presenza in città è lunga e ricca di aneddoti (come la “cacciata” dei beccai da Ponte Vecchio), come vanno le cose oggi, nell’epoca in cui, strette tra lo strapotere della grande distribuzione e la crisi economica, per le botteghe la vita si è fatta sempre più dura? “Questo settore avrà ancora un suo spazio – si dice certo Paoli – da un po’ di tempo a questa parte a Firenze le macellerie si sono stabilizzate, la loro ‘emorragia’ si è arrestata”. Ottimista per il futuro, dunque? “Sì, anche perché si sta registrando un aumento della clientela: non solo anziani che fanno la spesa nei negozi sotto casa, ora c’è anche un ritorno dei giovani nelle macellerie. E la grande distribuzione soffre da sempre in questo reparto”. Insomma, le macellerie non sono destinate a scomparire dalle strade fiorentine, secondo l’associazione che le rappresenta. Anche se qualche problema non manca. “C’è molta difficoltà a trasmettere questo mestiere, i giovani non vogliono più fare lavori manuali e di sacrificio – sostiene Paoli – e c’è poca attenzione da parte delle istituzioni. Ci troviamo a scontrare con l’indifferenza da parte delle autorità verso la piccola distribuzione, e questo è un grave errore, soprattutto in una città come Firenze”. Ma loro ad arrendersi non ci pensano proprio. “Un tempo si mangiava per vivere, oggi si vive anche per mangiare, e la gente riconosce la cultura della carne. Quando cercano qualcosa di speciale, le persone vengono da noi, a Natale e Pasqua facciamo il boom. Ma noi – conclude Paoli – siamo aperti anche nel resto dell’anno”.
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il giornale del tuo quartiere
IStRUZIONE. Quasi 20 milioni per rimettere in sesto gli istituti cittadini
Anno nuovo, scuole nuove. E “verdi” Francesca Puliti
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uasi 20 milioni di euro per rimettere in sesto le scuole della città. Una bella rassettata per una serie di edifici sparsi in tutti i quartieri, spesso e volentieri risalenti all’epoca di La Pira. Escluse le elementari Calvino e Santa Maria a Coverciano, che da sole assorbiranno circa 10 milioni di euro, i lavori coinvolgono 36 elementari, 9 medie, 6 materne e un centro di cottura. Ad aggiudicarsi i maggiori investimenti sono stati il centro storico e il quartiere 4, con più di 2 milioni e mezzo ciascuno. Poco meno andrà al Q5, mentre per ristrutturare le scuole del Q2 e Q3 basterà poco più di un milione a testa. Soldi certi, non derivanti dalle future alienazioni dell’amministrazione comunale, ma già messi a bilancio. “Un investimento di queste proporzioni nell’edilizia scolastica - commenta l’assessore all’istruzione Rosa Maria di Giorgi - non si vedeva da diversi anni”. Gli interventi sono stati pensati per essere conclusi, nella maggior parte dei casi, prima del rientro di bambini e ragazzi dalle vacanze estive. Alcuni, più corposi, proseguiranno durante l’anno, ma non andranno a interferire con l’attività scolastica, confinati all’esterno delle strutture o in sezioni separate dalla principale. Il trasferimento degli alunni si renderà dunque necessario soltanto in due casi: la materna Leoncavallo e la scuola
elementare Calvino, che sarà demolita e ricostruita ex novo nel giro di un paio d’anni. Per il resto si tratta di operazioni di diverso tipo, dalla messa in sicurezza secondo le nuove normative alla ristrutturazione di aule e palestre, in base alle esigenze maturate in termini di spazi e nuove tecnologie. Con una particolare attenzione all’ambiente: materiali e modalità di costruzione tengono conto del risparmio energetico, per far sì che le scuole risorgano in chiave ecologica. E sempre secondo il mantra dell’amministrazione Renzi: zero nuovi volumi, avanti con la razionalizzazione e il riutilizzo
degli spazi esistenti. La tranche destinata agli asili nido, infine, consiste in 343mila euro. Ma le maggiori novità su questo fronte dovrebbero arrivare nei prossimi mesi, con la realizzazione di tre nuove strutture di qualità: il primo all’interno della Santa Maria a Coverciano, già in costruzione, un altro all’ex Meyer e l’ultimo immerso nel verde del giardino che sorgerà al posto della Caterina de’ Medici, l’ex scuola di viale Guidoni prima occupata e poi abbattuta per l’instabilità dell’edificio. I progetti dovrebbero affacciarsi sui tavoli dell’assessorato all’istruzione già questo mese.
IL PUNTO NEL QUARTIERE Interventi alla Botticelli, Sauro-Papini e Pertini
Lavori principali in tre edifici
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n altro anno scolastico è alle porte e, come sempre, gli inizi di settembre rappresentano gli ultimi giorni di vacanza per gli alunni delle scuole fiorentine. Ma per il Comune sono anche l’occasione per completare alcuni importanti lavori di manutenzione e ristrutturazione per la messa in sicurezza degli istituti. In particolare, nel quartiere 3, su un totale di quasi 10 milioni di euro stanziati da Palazzo Vecchio, sono arrivati circa 1 milione e 100mila euro, principalmente divisi tra tre istituti: la scuola media Botticelli, la Sauro-Papini e la scuola primaria Sandro Pertini di via Benedetto Croce. Alla Botticelli gli interventi più ingenti, che hanno interessato la manutenzione e l’adeguamento delle norme antincendio e degli impianti elettrici, oltre al rifacimento delle facciate e delle coperture. Se i lavori di manutenzione saranno pronti, almeno nelle previsioni, per il primo giorno scolastico, quelli di rifacimento si protrarranno fino ad ottobre, per un costo complessivo di 210mila euro. Alla Pertini, invece, erano programmate le realizzazioni più costose del quartiere, con ben 478mila euro, utili ad apportare modifiche al refettorio e a realizzare una nuova zona lavaggio. Alla Sauro-Papini, infine, un intervento che costerà 300mila euro, riguardante anche in questo caso la manutenzione e
la messa in sicurezza dell’auditorium. Atri lavori minori, almeno in termini economici, saranno effettuati poi alla scuola Vittorino da Feltre di via Chiantigiana, dove il rifacimento delle facciate esterne costerà 70mila euro, alla scuola Villani, dove saranno realizzate delle segreterie per Istituti Comprensivi (spesa 40mila euro) e, per finire, alla Ximenes, dove saranno effettuati lavori di manutenzione nel locale destinato ai quadri elettrici, posto in prossimità dell’ingresso e del giardino, per 25mila euro. Tutti interventi che dovranno essere conclusi prima dell’apertura scolastica del 15 settembre, quando gli studenti torneranno sui libri. A proposito, per chi volesse darsi al risparmio nell’acquisto dei testi scolastici, si segnalano (tra le altre) - fuori
In programma soprattutto manutenzioni e modifiche dai confini del quartiere - l’ormai ultra-decennale mercatino a metà prezzo del circolo Arci Isolotto (www.circoloisolotto.it) che durerà fino al 25 settembre, la libreria Melbook Store in via de’ Cerretani e le rivendite di via San Gallo (www.libreriasangal/S.G. lo.it).
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Gavinana • Galluzzo • Firenze sud
L’INIZIATIVA. Il servizio è nato da un accordo tra Q3 e Ronda della carità e della solidarietà
Se i bagni pubblici diventano un modello Da giugno le toilette di piazza Artusi sono fruibili per tutta la giornata: a occuparsi di apertura, chiusura e pulizia sono uomini e donne con un passato difficile alle loro spalle Emma Gori
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uando l’impegno sociale si coniuga con i servizi ai cittadini spesso nascono buone pratiche che incontrano approvazione e diventano modelli da esportare altrove. È il caso dei bagni pubblici di piazza Artusi, per
intendersi quelli sul lato del centro commerciale che guarda via Traversari. Qui, un accordo fra Quartiere 3 e associazione “la Ronda della carità e della solidarietà” ha dato origine sia a un servizio pubblico che a un bene sociale. L’idea è semplice e originale insieme. Da
una parte l’esigenza di garantire l’apertura, e la pulizia, di servizi igienici pubblici; dall’altra quella di trovare un impiego per persone con disagio di tipo economico e sociale. E le due esigenze si sono incontrate producendo un positivo effetto: da giugno scorso, infatti, le toilette di piazza Artusi rimangono aperte al pubblico durante tutta la giornata (nelle sere estive anche dopo cena, per via delle numerose attività di intrattenimento ospitate nell’adiacente piazza Bartali). A occuparsi di apertura, chiusura e pulitura, sono uomini e donne con un passato difficile, ma che a un certo punto della loro esistenza hanno avuto la fortuna di incontrare l’associazione “la Ronda della carità e della solidarietà”. “La nostra associazione è nata nel 1993 con l’obiettivo di portare da mangiare per le strade ai senzatetto, sulla scia di quanto facevano le suore di Madre Teresa di Calcutta – spiega la segretaria Rossella Borselli – per essere più incisivi, nel 1994 ci siamo iscritti all’albo regionale del volontariato e ab-
biamo continuato a seguire i senza fissa dimora, favorendo anche l’intervento di assistenti sociali”. Poi, qualche anno fa, il progetto sperimentale per la gestione di alcuni bagni pubblici nel quartiere 2, che si è rivelato di successo e che ha svolto la funzione di propulsore per altre simili iniziative, tra cui quella di piazza Artusi. “Abbiamo riscontrato cambiamenti incredibili in chi, fino a poco tempo prima, viveva su un marciapiede trascinando la propria esistenza senza nessun obiettivo. Il fatto di avere un impegno e una retribuzione, seppur minima, ha in qualche modo riat-
tivato queste persone, risvegliando in loro interessi e curiosità”, continua Rossella Borselli. Accanto all’aspetto sociale c’è poi quello del servizio al cittadino, che non è certo da sottovalutare in una zona di transito come questa. Difficile trovare a Firenze, come in molte altre città, servizi pubblici gratuiti; molto più facile, invece, entrare in un bar e bere di fretta un caffè per poi subito dopo domandare gentilmente se c’è un bagno. Se poi si pensa che fino a non molti anni fa, più o meno a quell’altezza, in viale Giannotti c’era un vespasiano… il miglioramento appare evidente.
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Il miglior risultato è quello che appare, ma non si nota troppo. La minima invasività dei trattamenti con i diversi tipi di laser permette in circa una mezz’ora di eliminare il “problema” (inestetismo o lesione cutanea che sia) e normalmente già dopo soli due giorni (ovviamente dipende sempre dal tipo di applicazione) è possibile fare vita sociale senza problemi. A differenza di un qualunque intervento chirurgico come l’eliminazione di un fibroma molle effettuata con bisturi oppure tramite la bruciatura con diatermo, il laser durante l’intervento effettua sia la bruciatura che la disinfezione che la chiusura, o sutura, di quella che potrebbe essere una piccola ferita finale, non lascia poi alcun segno. Nell’eventualità rimanesse anche solo un piccolo segno o cicatrice sempre con il Laser si procede alla sua eliminazione... In seguito parleremo delle diverse Tipologie di trattamenti Laser, della Biostimolazione, dei Filler del Botulino e della Mesoterapia.
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MOBILItÀ/1. Uno studio della Regione fotografa il viaggiatore-tipo del “treno sferragliante”
Tramvia, un successo vestito di rosa Dopo le diffidenze iniziali sembra che i fiorentini abbiano sciolto le riserve su Sirio: dati ufficiosi parlano di 25mila utenti al giorno. Per la maggior parte sono donne tra i 36 e i 60 anni, con un titolo di studio medio-alto e un lavoro da dipendenti Lorenzo Salusest
È
una storia di amore e odio, quella che lega i fiorentini e la tramvia. Una storia tormentata: una travagliata fase di conoscenza, le rituali diffidenze iniziali, accentuate dallo spirito polemico innato nei fiorentini: chi la voleva con un tracciato più lungo, chi con uno più breve; chi la voleva più vicina a casa, per futura comodità, e chi il più lontano possibile, per sfuggire al caos dei lavori; chi la voleva così com’era stata progettata, chi non la voleva proprio, punto e basta. I lunghi anni di cantieri, con gli immancabili disagi per la popolazione, hanno acuito i contrasti tra fautori e detrattori del “treno sferragliante” (copyright del portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti). Poi, con ritardi imbarazzanti, la tramvia ha cominciato a prendere forma: i binari, le stazioni, finanche l’erbetta hanno cominciato a divenire familiari. Sino a quando, il 14 febbraio scorso, giorno di San Valentino, il tram si è mosso. E la storia di amore è sbocciata. Le prime settimane di euforia – all’inizio è tutto più emozionante – con un’affluenza giornaliera sui vagoni degna di un Fiorentina–Juventus: quasi 30mila utenti ogni giorno fanno conoscenza con l’amato-odiato
tram. Poi – e del resto in ogni storia d’amore è sempre così – il rapporto si stabilizza: l’emozione lascia spazio alla consuetudine, alla normalità. Diminuiscono gli utenti occasionali, si consolida un parco viaggiatori fedele e fidato. A sette mesi dalla prima mossa del tram i dati, ancora ufficiosi (quelli ufficiali sul primo semestre si avranno intorno alla metà di ottobre), parlano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno, costituiti in gran parte da circa 10mila persone che gravitano – per residenza o lavoro – intorno alla linea FirenzeScandicci. Ma chi è l’utente-tipo della tramvia? Secondo un’indagine condotta dalla Regione a luglio, si tratta di una viaggiatrice (il 53,8 per cento dei passeggeri intervistati sono donne), con età compresa tra i 36 e i 60 anni (con una percentuale
Chi la usa lo fa soprattutto per raggiungere il luogo di lavoro o studio, meno per motivi di svago
del 44,1 per cento, contro il 19,9 per cento degli over 60 e il 19,1 per cento degli under 24. Ostile al tram la fascia di età 25-34 anni). La viaggiatricetipo ha un titolo di studio medio-alto (25 per cento laurea, 40 per cento diploma superiore) e svolge un lavoro dipendente (una percentuale che si attesta al 48 per cento, contro un 10 per cento di lavoratori autonomi. 17,4 per cento gli studenti e 16,5 per cento i pensionati, mentre pochissime sono le casalinghe e i disoccupati). Infine siamo di fronte a una utilizzatrice abituale, che prende il tram prevalentemente (41 per cento) per raggiungere il luogo di lavoro o di studio, o in alternativa (32,5 per cento) per motivi di svago e di relazioni personali. Essendo utilizzatrice abituale (lavoratrice o studente), ne consegue che l’utente-tipo salga sul tram due volte al giorno per cinque giorni la settimana, e preferisce i vagoni agli autobus per la velocità e i tempi certi. Questo il ritratto dei primi amanti del tram. Chissà che con il passare del tempo – e l’integrazione della rete – il treno sferragliante non trovi altre e diverse persone con cui stringere amicizia. Persone che possano poi dire, in stile Facebook: Tram, mi piace questo elemento.
IL DATO Il 23 per cento di chi si è convertito ai binari, fino a febbraio scorso si muoveva abitualmente con mezzi privati
Qualche auto e motorino in meno e la città comincia a respirare meglio
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orse, ancor più dei fiorentini, a godere della tramvia è l’aria di Firenze. Secondo l’indagine della Regione Toscana, il 23 per cento degli attuali utilizzatori della linea 1 del tram sino al febbraio scorso si muoveva con mezzi privati, auto (15,3 per cento) o scooter (7,4 per cento) che fossero. Un paio di rapidi calcoli ed il conto è presto fatto: ogni giorno, grazie al nuovo mezzo pubblico, 1.900 macchine e 800 motorini sono rimasti in garage o sotto casa, contribuendo all’abbassamento dell’inquinamento atmosferico. 165 chilogrammi in meno di PM10 all’anno nell’aria fiorentina, con dati ancora migliori nel quartiere 4. Un parziale risarcimento ai
cittadini che più sono stati coinvolti negativamente dai disagi dovuti ai cantieri della tramvia. Certo è che una maggiore integrazione della rete tranviaria, e quindi la realizzazione delle linee 2 e 3, renderebbe più attraente l’uso del mezzo anche per quella parte di fiorentini (la stragrande maggioranza) che raramente – se non mai – viaggia sulla tratta servita dalla linea 1. Maggiore utenza, minor inquinamento: questa l’equazione. Ma c’è sempre un ma: le linee 2 (Peretola – Stazione) e 3 (Careggi – Stazione) sono ancora ben lontane dall’essere realizzate. I progetti della linea 2 – compreso la stralcio del tratto di attraversamento del Duomo – sono stati
approvati, e i lavori nell’area prossima all’aeroporto dovrebbero partire in queste settimane, mentre per quanto riguarda la linea 3 è stato approvato solo il primo lotto. Progetti che saranno soggetti con ogni probabilità a variazioni ed estensioni dei tracciati, col fine di garantire una copertura del servizio per la maggior parte della popolazione fiorentina e dell’hinterland. Con la speranza che i lavori di realizzazione non vedano i ritardi e gli aggravi di costi che hanno contraddistinto i cantieri della linea 1. Solo allora il progetto di trasporto ferrotranviario avrà un respiro completo. E i fiorentini potranno tirare un definitivo sospiro di sollievo. /L.S.
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MOBILItÀ/2. La sentenza su Roma, Pescara e Rieti spiana la strada al ricorso di Firenze e Siena
“Via il pedaggio”. Anche sull’Autopalio Il Consiglio di Stato boccia la decisione del governo di far diventare a pagamento le superstrade di gestione Anas. Il provvedimento dell’esecutivo coinvolgeva anche la Fi-Si, che ora tornerà gratis Ilaria Biancalani
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utopalio atto terzo. Il Consiglio di Stato ha bocciato l’aumento dei pedaggi sulle autostrade e sui raccordi di gestione Anas introdotto dal governo il 1° luglio. La Firenze-Siena era tra le superstrade su cui era stato previsto il pedaggio, da pagare come maggiorazione del ticket autostradale all’ingresso del casello Firenze-Certosa. A inizio settembre la IV sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del governo e dell’Anas che chiedeva il ripristino degli aumenti, già sospesi in precedenza dal Tar. Il pronunciamento ha riguardato i raccordi e le autostrade delle Provincie di Roma, Pescara e Rieti, e ora anche quella di Firenze attende di conoscere l’esito del proprio ricorso per la Fi-Si. E siccome si tratterà di una richiesta uguale in tutto e per tutto a quella fatta da Roma, Pescara e Rieti, sembra scontato che anche il pedaggio sulla Firenze-Siena sarà bocciato. La lotta contro l’introduzione della “gabella”, come è stata subito ribattezzata, è cominciata a inizio luglio con un presidio effettuato a Certosa dai sindaci del Chianti fiorentino e senese insieme ai rappresentanti delle due Province. Poi la notizia della sospensiva al decreto decisa del Tar del Lazio, accolta con grande entusiasmo ma seguita da una doccia fredda: un nuovo decreto del governo che non
cancellava gli aumenti ma semplicemente li rinviava. E la Provincia di Firenze, insieme alla Regione Toscana, aveva subito proposto ricorso, perché “con il decreto legge del 4 agosto, quello adottato dopo l’ordinanza del Tar del Lazio, il governo non ha abrogato o modificato la norma sull’aumento dei pedaggi autostradali, ma soltanto rinviato la sua applicazione al 30 aprile 2011”. “Apprendiamo con rammarico – avevano commentano il presidente e la vicepresidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci e Laura Cantini – che all’ordinanza del Tar Lazio sia seguita la decisione di mantenere ferma l’attuazione della nuova tariffazione dei pedaggi, rinviandola soltanto al prossimo anno. Una normativa che, nel nostro caso, colpisce in particolar modo i pendolari fiorentini, che usano l’autostrada come raccordo per brevi tratti”. Da qui l’invito all’esecutivo: “Invitiamo i rappresentanti del governo – avevano suggerito Barducci e Cantini – a percorrere l’Autopalio, per rendersi conto del cattivo stato in cui versa l’arteria che semmai, come più volte richiesto, necessita di investimenti sostanziali, quali ad esempio la realizzazione della corsia di emergenza”. Già, perché l’Autopalio resta tra l’altro una strada da riqualificare. Ma per ora ci si dovrà accontentare di non pagare alcun pedaggio.
LA CLASSIFICA Cosa resterà allo scadere della Ztl estiva? Più di 11 metri quadrati a traffico limitato per ogni cittadino
Non solo piazza Duomo: Firenze settima in Italia per le isole pedonali
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osa resterà delle aree pedonali allo scadere della Ztl notturna estiva? A quasi un anno dall’operazione Duomo senz’auto (né autobus), Firenze mantiene saldamente il quinto posto come numero di aree a traffico limitato e il settimo per isole pedonali, nella classifica nazionale stilata da Legambiente. Oltre 11 i metri quadrati di strade a traffico limitato per abitante, e non ce n’è da stupirsi, visto che all’epoca dell’istituzione dei primi “cancelli” al centro storico Graziano Cioni si vantava di aver dato vita alla Ztl più grande d’Italia. Per quanto riguarda invece le aree completamente pedonali si scende a 0,87 metri quadrati a fiorentino. Sempre di più rispetto alla media
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italiana, che si attesta su 0,34, e più di ogni altro capoluogo di provincia toscano, ma ancora lontano dalla vetta della classifica (esclusa per incomparabilità di termini Venezia, Verbania ne fornisce più di 2 a ogni cittadino). La più clamorosa, chiacchierata e applaudita isola pedonale resta quella di piazza Duomo, per la pavimentazione della quale (compresa via Martelli) l’amministrazione ha annunciato ingenti (e ancora una volta chiacchierati) investimenti. Si parla di 2 milioni per “lucidare” il salotto fiorentino. Ma per rendersi conto che non si tratta esattamente del regno incontrastato del pedone basta farci una passeggiata in una qualsiasi mattina di un qualsiasi giorno la-
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vorativo. Di auto, furgoncini e simili se ne vedono transitare diversi, anche se probabilmente le cose cambieranno con la generale rassettata messa in agenda. Anche per quanto riguarda piazza Signoria, la cui pedonalizzazione è stata decretata poco dopo quella del Duomo (galeotto fu l’incrocio del sindaco con il taxi che accompagnava il suo vice a Palazzo), le auto sembrano essere arretrate solo di qualche metro. Ma l’onda-pedonalizzante non si è esaurita dentro le “mura”. Provvedimenti simili, anche se di minor impatto, sono stati presi in piazza Nannotti e a San Salvi. Tali, probabilmente, da far salire a /F.P. Firenze un gradino nella classifica dell’anno che verrà.
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tempi moderni
SOcIEtÀ. Anche i religiosi si sono attrezzati per rinnovare i canali di contatto con i fedeli
quando la parrocchia apre su Facebook
Alcune hanno semplici siti web, come Santo Stefano in Pane a Rifredi e altre chiese a Campo di Marte e all’Isolotto, altre ancora hanno anche gruppi sul popolare social network. E c’è anche chi, come Don Floriano di via Faentina, è diventato un vero e proprio blogger
Annalisa Cecionesi
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opo l’avvento del rosario elettronico, con la sua voce multilingue che guida i fedeli nella recita della preghiera, comunicare con un parroco via email non deve più sorprendere. Accantonate – da poco – le messe in latino, ecco spuntare le chiese “internaute” che si affacciano nella galassia del web. Il primo passo? Aprire il proprio sito internet. Pian piano il numero cresce. Dall’Isolotto a Campo di Marte, passando per il centro storico, di chiese 2.0 made in Florence pullula il web. Alcune hanno la loro “vetrina” spartana, essenziale e non sempre aggiornata. Altre invece siti ricchi di contenuti e strumenti interattivi. La parrocchia di Santo Stefano in Pane (www.pieverifredi.it), a Rifredi, non si ferma all’orario della messa. Offre pagine aggiornate e vari contenuti. Dalle informazioni sulle celebrazioni e sull’attività della parrocchia alla sua storia, dallo spazio per i giovani al collegamento alle pagine degli Scout Agesci. Fino ai contatti, con le email dei sacerdoti. E’ online anche la parrocchia B.V.M. Madre della Divina Provvidenza, zona Campo di Marte (www.divinaprovvidenza. net). Calendario parrocchiale, testi di conferenze, eventi e uno spazio dedicato ai giovanissimi. All’avanguardia in fatto di digitale è la parrocchia B.V.M. Madre delle Grazie, all’Isolotto (www.madredellegrazie.it). Oltre alle informazioni su
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eventi e liturgie, i fedeli trovano in rete tanti documenti formato pdf da scaricare, foto e un servizio di newsletter. Le parrocchie 2.0 sono duttili. Possono essere strumenti di lavoro per catechisti, oltre che vie alternative per l’evangelizzazione del terzo millennio. E luoghi d’incontro. Virtuale, s’intende. Come Iabbok (www.iabbok.it), la community dell’Arcidiocesi di Firenze (che naturalmente ha anche il proprio sito istituzionale). Un forum ricchissimo di post, un’agorà virtuale per i 400 utenti registrati che finora hanno pubblicato oltre 9mila messaggi scambiandosi idee, paure, interrogativi sugli argomenti più disparati, dai commenti al Vangelo della domenica fino ai dubbi sul binomio sessualità e cattolicesimo. Ce n’è davvero per tutti i gusti in rete, perfino siti dove scaricare musica sacra o canti liturgici, file per karaoke o pastorali. E non possono certo mancare i social network. Sant’Ambrogio, San Gervasio e Protasio, Madre delle Grazie, San Marco Vecchio sono solo alcune delle chiese fiorentine ad avere un gruppo dedicato su Facebook. E in via Faentina c’è anche un parroco blogger, Don Floriano, in rete con un sito personale creato per i giovani della parrocchia (http://donfloriano.blogspot.com) e un profilo sul social network più diffuso d’Italia. Una vera e propria galassia spirituale sparpagliata per il web, che spalanca le porte a un pubblico difficile da conquistare, quello dei giovani. In fondo, si sa, le vie del Signore sono infinite.
E T N E N I M M I L’USCITA O D N A B L DE PER IL E L I V I C O I SERVIZ
Ecco le propostee irenz del Comune di F iovani per i g
Incontrarsi, conoscersi, stare insieme. Il Servizio Civile ha anche questa filosofia di fondo; scegliere di svolgere una attività di volontariato, di essere cittadini attivi, significa andare incontro, conoscere, stare insieme. In questi giorni esce il bando nazionale di Servizio Civile e al Comune di Firenze sono stati finanziati quattro dei sette progetti che erano stati presentati alla Regione Toscana. Complessivamente il Comune di Firenze metterà a disposizione dei giovani 28 posti di servizio civile. Progetto “Biblioteche senza pareti”, 15 posti disponibili; qui l’intervento dei volontari è rivolto al miglioramento e incremento dei servizi bibliotecari con particolare riguardo a quelli rivolti alle fasce di pubblico disagiato; supporto alle attività di promozione del progetto “Libro Parlato”, per avvicinare gli utenti all’ascolto degli audio libri e far conoscere le sezioni grandi lettere e in braille; organizzazione di iniziative di servizi anche individuali di letture; supporto agli utenti che necessitano di assistenza nella scelta dei testi o materiali multimediali; promozione del servizio di letture ad alta voce su richiesta; collaborazione nell’organizzazione del progetto “Un libro e un volontario per amico”, negli ospedali cittadini; collaborazione alla promozione del progetto “Parole di salute”; collaborazione alla progettazione di un nuovo servizi: un libro a domicilio per persone impossibilitate ad accedere alla biblioteca; valorizzare il patrimonio documentario della rete bibliotecaria, recupero e valorizzazione dei fondi storici conservati nelle biblioteche, con attività di assistenza agli utenti disabili. Progetto “Io non sono straniero”, 4 posti disponibili; il progetto nasce dalla necessità di favorire e migliorare l’accesso degli stranieri ai servizi del Comune di Firenze nonché di
permettere una fruibilità migliore degli stessi, evitando da un lato inutili e costosi spostamenti in città e dall’altro raggruppando il personale dell’Amministrazione evitando sprechi e doppioni. L’obiettivo è quello di migliorare i servizi e le procedure obbligatorie al fine di semplificare e migliorare i servizi nonché coordinarli in maniera sinergica. Nella logica dell’integrazione sociale, ai cittadini, siano essi italiani o stranieri, deve essere garantito un sostegno continuativo nell’ottenimento delle corrette informazioni, nella semplificazione delle procedure (ad esempio quelle Anagrafiche) nonché nel coordinamento complessivo delle attività. L’intento è in definitiva quello di contribuire alla affermazione del principio di inclusione sociale, informazione e facilitazione delle procedure. Il progetto è pensato come un intervento di educazione alla cittadinanza attiva dei volontari, basato su principi fondamentali quali impegno civile, conoscenza del territorio e delle sue risorse, solidarietà e collaborazione, valorizzazione delle capacità personali e orientamento al miglioramento continuo. Progetto “Attavante in servizio”, 4 posti disponibili, si svolge principalmente presso il Centro Attivante che si occupa del sostegno alle persone in dimissione dal carcere. Il ruolo principale dei volontari è quello di essere un valido supporto all’apertura e al funzionamento del centro; è previsto l’affiancamento degli operatori e dei volontari interni agli istituti di pena, per la realizzazione e gestione di un data-base degli interventi nei confronti dei detenuti. Il volontario sarà impegnato anche nella partecipazione alla realizzazione di occasioni di socializzazione, in Attavante o all’esterno e nella collaborazione a iniziative di sensibilizzazione rivolte al contesto sociale esterno.
Progetto “A proposito di cultura”, 5 posti disponibili, ha per obiettivi la conservazione (prevenzione, manutenzione e restauro) del patrimonio di beni culturali mobili e immobili del Comune, la valorizzazione del patrimonio di beni culturali mobili e immobili, lo sviluppo dei servizi culturali istituzionalmente finalizzati al soddisfacimento di esigenze della collettività, l’incremento della produzione e della diffusione delle espressioni artistiche contemporanee, il sostegno alle attività dell’associazionismo culturale locale; lo sviluppo e introduzione, in un’ottica metropolitana e interistituzionale, di elementi di innovazione e autonomia nel governo, nelle reti e nei sistemi gestionali dei beni e delle attività culturali pubbliche. Per i volontari si intende accrescere la loro capacità di orientarsi in un contesto organizzato, rendendoli consapevoli della struttura, dei processi lavorativi e decisionali, aumentando nel contempo la familiarità con attrezzature e strumenti di lavoro tipici (PC, periferiche, internet, posta elettronica, etc) della società dell’informazione. Dal punto di vista delle competenze trasversali, l’obiettivo è di stimolare la capacità di comunicazione, di relazione e di lavoro di gruppo, promuovere la capacità di osservazione e lo spirito critico, il senso di responsabilità e l’orientamento al miglioramento continuo, auto-analisi e sviluppo delle proprie competenze. Questi, in sintesi, i progetti e le relative mansioni dei volontari. Informazioni più dettagliate e moduli per la domanda, per i ragazzi e le ragazze dai 18 ai 28 anni, si trovano presso l’Ufficio Servizio Civile del Comune di Firenze, via Palazzuolo 12, telefono 055/2616403-4-5. www.comune.fi.it / servizio.civile@comune.fi.it
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FAMIGLIA/1. La nostra regione è terza in Italia per numero di richieste di adozioni internazionali
Toscana, terra di bimbi venuti da lontano Le coppie che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione
Annalisa Cecionesi
per l’ingresso in Italia di minori stranieri sono state 299,
S
iamo tra le regioni con il tasso di natalità più basso d’Italia, ma in quanto ad adozioni ci sappiamo difendere bene. La Toscana è infatti al terzo posto per richieste d’adozione internazionale dopo Lombardia e Veneto. A rivelarlo è il rapporto curato dalla commissione per le Adozioni Internazionali, in collabora-
pari al 9 per cento del totale. Si tratta soprattutto di uomini e donne intorno ai 40 anni e con un ottimo livello di istruzione
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possibile diventare genitori “a tempo determinato”? In un certo senso sì, come forma di sostegno all’infanzia. E’ l’affidamento familiare. Talvolta confuso con l’adozione, consiste nell’accogliere bambini o ragazzi che vivono temporaneamente in un contesto disagiato. Cosa lo differenzia dall’adozione? L’affido, che può essere a tempo pieno o part-time, è temporaneo, dura al massimo due anni, richiede la compresenza genitoriale tra gli affidatari e il nucleo d’origine ed è finalizzato al rientro nella famiglia biologica. La paura del distacco è un falso problema. “Il tempo burocratico finisce, ma non quello affettivo – assicura Tommaso Eredi, psicologo al Centro Affidi di Firenze – solitamente le due famiglie mantengono i contatti”. Dai dati del Centro Affidi del Comune di Firenze, aggiornati al 31 dicembre 2009, ci sono 113 nuclei familiari disponibili, di cui 17 single e 96 coppie. Attualmente gli affidi a tempo pieno sono 50, quelli part-time 16. Il numero di italiani e stranieri si equivale e l’età più “gettonata” va dai 6 ai 10 anni. Ma come si diventa genitori affidatari? Gli interessati, anche conviventi o single, possono contattare il Centro Affidi (centroaffidi@comune.fi.it, 055/2616433/37). “L’iter parte con un primo colloquio informativo – spiega il dottor Eredi – per proseguire con un corso di formazione e una fase di colloqui conoscitivi. Superando tutto il percorso si approda nella banca dati delle famiglie disponibili all’affido. “La nuova amministrazione comunale – spiega Mariella Giunti, assistente sociale al Centro Affidi di Firenze - sta intensificando la campagna di sensibilizzazione, che riparte questo mese con una serie di incontri nelle realtà associative, religiose e culturali /A.C. del territorio”.
zione con l’Istituto degli Innocenti, aggiornato al 31 dicembre 2009. Le coppie toscane che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri sono state 299, pari al 9 per cento delle richieste totali. Niente male neanche la provincia di Firenze, dove si è concentrato il maggior numero di domande. Il capoluogo toscano viene subito dopo Milano, Roma e Napoli. E se guardiamo alle autorizzazioni rilasciate per l’ingresso in Italia dei minori, la nostra regione si mantiene altrettanto attiva. Nel 2009 in Toscana sono state concesse 362 autorizzazioni, il maggior numero in Italia dopo Lombardia, Veneto e Lazio. Piccoli ma confortanti segnali in linea con l’andamento nazionale. L’Italia è infatti seconda soltanto agli Stati Uniti sul piano delle adozioni internazionali. Negli ultimi anni, però, anche in Toscana stiamo assistendo a una diminuzione nelle richieste d’adozione nazionali e internazionali, passando dalle 883 del 2006 alle 655 del 2008. A compensare il calo è però l’incremento del successo adottivo. Il numero di bambini adottati è infatti in lento ma costante aumento. Dopo l’anomalo boom del 2001, le adozioni passano dalle 241 del 2002 alle 343 del 2007. In Toscana, più di venti associazioni autorizzate dalla commissione per le Adozioni Internazionali possono aiutare coloro che decidono di intraprendere questo percorso. Ma qual è l’identikit del genitore adottivo? Secondo il rapporto curato da Regione Toscana e Istituto degli Innocenti, aggiornato al 2007, sono in prevalenza impiegati. Svolgono questa professione il 29 per cento dei mariti e il 40 per cento delle mogli. Seguono a ruota gli operai e le casalinghe. Chi decide di intraprendere il percorso adottivo ha inoltre un titolo di studio più alto rispetto al resto della popolazione toscana. Basti pensare che il 31 per cento degli aspiranti padri adottivi e il 40 per cento delle madri possiedono un diploma universitario. Quelli adottivi sono inoltre genitori sempre più “stagionati”. Si alza infatti l’età media delle coppie alle domande d’adozione, che è 41 anni per il marito e 39 per la moglie, in linea con l’innalzamento dell’età matrimoniale. Da dove arrivano invece i bambini in cerca di famiglia? In Toscana, nove bambini adottati su dieci sono stranieri. La maggior parte, il 24 per cento del totale, viene dalla Russia, seguita da Etiopia e Ucraina. Escono invece di scena Romania e Bulgaria, anni addietro paesi “serbatoio” di bambini in cerca d’adozione.
La maggior parte viene da Russia, Etiopia e Ucraina
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FAMIGLIA/2. Spesso, purtroppo, per completare l’iter i tempi sono molto dilatati
Ma quant’è lungo il volo della cicogna Benedetta Strappi
È
un cammino lungo, tortuoso, impegnativo. Chi decide di adottare un bambino e opta per l’adozione internazionale sa che deve affrontare un lungo iter prima di poter stringere tra le braccia il bambino. Diciamo che quando la cicogna si mette in volo da molto lontano ci mette di più ad arrivare, anche perchè inciampa di continuo in lungaggini burocratiche. I tempo variano, in base al paese di provenienza del bambino, ma capita che si debbano aspettare molti anni. Ma vediamo, passo dopo passo, come funziona. Innanzitutto, punto di riferimento per tutti i passaggi, e serbatoio di informazioni aggiornate in tempo reale, è il sito ministeriale www.commissioneadozioni.it. La prima tappa è recarsi nel tribunale per i minorenni competente e presentare all’ufficio di cancelleria civile una “dichiarazione di disponibilità” all’adozione e un’altra serie di documenti in carta semplice (l’elenco è sul sito). Fatto
questo, il giudice spedisce la documentazione ai servizi degli enti locali e nel giro di 4 mesi i servizi sociali avviano una “indagine conoscitiva” per valutare l’idoneità della coppia. Colloqui, insomma. La relazione stilata dai servizi sociali arriva poi in Tribunale, al vaglio del giudice che può decidere, o meno, di rilasciare il sospirato decreto di idoneità. Ottenuto questo prezioso attestato, comincia la ricerca. Il viaggio per incontrare il bambino o la bambina destinato ad entrare in famiglia. Passaggio fondamentale, a questo punto, è rivolgersi ad uno degli enti autorizzati dalla Commissione per le adozioni internazionali (la lista è sul sito). Questo mediatore è imprenscindibile e la coppia deve iniziare entro un anno dal rilascio del decreto di idoneità la procedura di adozione internazionale, passando proprio attraverso l’ente. Compito di questo “intermediario” è quello di informare le coppie e prepararle nel modo migliore, e di prendersi in
Punto di riferimento per chi vuole intraprendere questo cammino è il sito internet della Commissione per le adozioni internazionali
cOSA SERVE. Dai limiti di età a un rapporto duraturo
Ecco tutti i requisiti necessari
L
a pazienza non è l’unico requisito necessario per le coppie che vogliono adottare un bambino. Perché ce ne sono altri, di requisiti, imprescindibili per chiunque voglia intraprendere questo cammino. Il primo è quello dell’età. O, per meglio dire, della differenza di età (minima e massima) che deve esserci per legge tra figli e genitori adottivi: tra il bambino e i “nuovi” papà e mamma non possono esserci meno di 18 anni di differenza e non più di 45. Tradotto, chi ha più di 45 anni non può adottare un neonato. Ma fino a pochi anni fa, per l’esattezza fino al 2001, quando la legge è stata modificata, questo limite era ancora più stringente, perchè la differenza di età non poteva superare i 40 anni. “Ci sono comunque anche delle eccezioni, dei casi in cui questa differenza può essere maggiore – spiega Raffaella Pregliasco, ricercatrice dell’Istituto degli Innocenti – per esempio quando una famiglia ha già accolto un fratello o una sorella maggiore del bimbo per cui fa richiesta, o quando in casa c’è già un minorenne, o ancora quando si vuole accogliere un bambino con particolari problemi psicofisici”. Poi c’è il vincolo matrimoniale: in Italia, per poter adottare, bisogna essere sposati. E anche in questo caso il
tempo ha la sua importanza: si deve infatti dimostrare che il rapporto, tra i genitori adottivi, sia in vita da almeno tre anni. Attenzione: non è più necessario - come prima - essere sposati da tre anni, l’importante è dimostrare che, per almeno questo lasso di tempo, vi sia stata una convivenza stabile (“coronata” poi dal matrimonio, ma il fatidico sì può anche essere stato pronunciato poco prima della richiesta di adozione). Come si può dimostrare una convivenza? “Per esempio con un mutuo cointestato, o anche con le bollette”, suggerisce Pregliasco. Poi, in caso di adozione internazionale, ci sono i requisiti richiesti dal Paese di origine del bambino, che possono variare da nazione e nazione. Infine c’è il capitolo dei costi. “Se l’adozione nazionale è pressoché gratuita – spiega la ricercatrice – per quelle internazionali serve l’intervento di Enti, rigorosamente autorizzati, che portano avanti le pratiche necessarie e fanno assistenza durante il periodo di convivenza all’estero, che può durare anche più di un mese. E tutto questo ha un costo”. Quale? “Dipende dal Paese d’origine e dall’Ente cui ci si rivolge – conclude Pregliasco – in media si spendono 15-20mila euro. Ma queste cifre possono varia/M.F. re molto”.
carico la procedura di adozione nel paese scelto. Tocca proprio all’ente tenere i contatti con il paese straniero e informare i genitori appena riceve una proposta di incontro con il bambino da adottare. Ed è quello il momento in cui finalmente i futuri genitori fanno le valigie carichi d’emozione e partono. Una volta incontrato il piccolo, se l’autorità del-
la nazione straniera dà il suo parere positivo, l’ente mediatore trasmette tutti gli atti alla Commissione per le adozioni internazionali. Può succedere però che sia lo stesso ente a non accogliere una proposta di adozione avanzata dal paese straniero e in questo caso i genitori si possono appellare alla Commissione per le adozioni internazionali, che può an-
dar contro alla scelta e nominarne un altro a cui affidare la procedura. Se invece tutto fila liscio, una volta che l’ente riceve la documentazione sull’avvenuto incontro, la Commissione – fatte tutte le verifiche del caso - autorizza l’ingresso del piccolo in Italia, che in questo modo si prepara ad entrare a tutti gli effetti in famiglia.
IL DENTISTA RISPONDE QUESTO MESE:
TUTTI I MOTIVI PER CUI E’ IMPORTANTE NON TRASCURARE LA BOCCA
A cura del Dott. Giuseppe Garrubba
Cari lettori, altre volte vi ho parlato di quanto è importante avere una bocca sana. Nella rubrica di questo mese intendo descrivere tutte le conseguenze (anche quelle che non potreste immaginare) che si possono subire se non ci occupiamo a sufficienza dell'apparato orale. Sicuramente tutti sapete che è importante pulire accuratamente i denti e la gengiva (che con un corretto spazzolamento va anche massaggiata) perché non si sviluppino le malattie che li colpiscono: carie e piorrea. Io stesso, più volte, vi ho consigliato come farlo nel giusto modo. La bocca rappresenta la maggiore via d'ingresso per i batteri nel nostro organismo, per questo è molto importante curarne scrupolosamente
l'igiene. È fondamentale avere dei denti sani e gengive ben aderenti ad essi in modo che non si formino tasche parodontali che diventano un formidabile ricettacolo di batteri. Probabilmente molti di voi non sanno, però, che recentemente la letteratura internazionale ha messo in evidenza la relazione fra le malattie delle gengive (parodontiti) e patologie cosiddette sistemiche come malattie cardiovascolari, diabete, problemi ostetrici. Questo perché le parodontiti causate dai batteri patogeni provocano una reazione infiammatoria che non rimane confinata alla sole gengive, ma tende a coinvolgere l'intero organismo dando come conseguenza le patologie sopra indicate. Dico questo per farvi riflettere sulla necessità dell'uso frequente dello spazzolino, del filo interdentale e della visita e igiene annuale dal dentista.
Salute a tutti.
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star bene
Settembre 2010
cONSIGLI. La fine delle vacanze coincide per molte persone con un periodo di malumore e acciacchi
Quanto male fa rientrare in città IN VIAGGIO
Il disagio che in questi giorni attanaglia
Per loro vantaggi a go-go
Quelli che invece partono a settembre
un italiano su dieci si chiama, tecnicamente,
P
“post vacation blues”. Ecco un vademecum per uscirne a testa alta. E il più in fretta possibile Benedetta Strappi
I
l copione è, più o meno, identico per chiunque. Testa pesante, umore sotto terra, sbadigli che sembrano disegnati con il compasso. È la sindrome delle vacanze finite, lo stress da rientro, l’uggia da routine che ricomincia. Chiamiamola un po’ come vogliamo, ridiamoci sopra o prendiamola sul serio, ma la conosciamo un po’ tutti. Rimettersi in carreggiata, dopo la parentesi in odor di Eden delle ferie, è una dura faccenda. Qualcuno ci riesce agevolmente, qualcun altro annaspa e resta imbrigliato nel disagio da “è arrivato settembre”. In medicina, gli americani, chiamano tutto questo “post vacation blues” (“blues” in questo caso vuol dire, eloquentemente, depressione) e chi se ne intende dice che, in questi giorni, riguarda un italiano su dieci. Ma, come per ogni acciacco che chiama in ballo corpo e spirito in un colpo solo, c’è un vademecum. Regolette stilate dai medici che possono aiutare a uscire dal gorgo. Ad esempio curando l’alimentazione: via gli insaccati (e alzi la mano chi in vacanza non ne ha abusato), via i caffè di troppo, via i cibi piccanti e tutto quanto può affaticare l’intestino, tra le vittime principali del “post vacation blues”. Meglio consumare pasti piccoli, semplici, e spalmarli nell’intero arco della giornata. Meglio mangiare verdura cotta e frutta lontano dai pasti. E, se l’intestino continua a far bizze da rientro, si può ricorrere ai fermenti lattici. Ma, sopratutto, occorre prendersi cura della testa. Dello spirito, della mente. Un buon
trucco per non affaticarla troppo è tornare in città qualche giorno prima del rientro al lavoro (o a scuola, o all’università). In questo modo l’organismo ha modo di attutire lo stress, di riambientarsi gradualmente (anche se, in questo modo, qualche giorno di vacanza finisce per essere immolato sull’altare del buonsenso). Ancora: l’attività fisica – anche una salutare e poco pretenziosa passeggiata – come sempre, non guasta. Parola dei medici, che da più parti negli scorsi giorni si sono pronunciati sul tema. Altra accortezza, questa più sottilmente psicologica, è quella di circondarsi di persone e situazioni che ci mettano a proprio agio, evitando le circostanze ansiogene (ma è poi
così semplice?) che possono turbare equilibri già precari. Fatte tutte queste cosine, qualche beneficio si potrebbe sentire. Ma il segreto, in fondo, è un altro. Parola di psicologa. “Bisognerebbe, in un certo senso, fare della vita una vacanza - spiega la dottoressa Paola Pompei - pochi giorni di vacanza non compensano lo stress di un anno. Occorre quindi ritagliarsi e coltivare nella quotidianità degli spazi piacevoli propri, anche se fatti di cose semplici. Se è vero che che le cose che non ci piacciono spesso non si possono cambiare nella sostanza (come il lavoro, ad esempio), è vero anche che si può cambiare il modo di affrontarle e in senso lato il modo stesso di prendere la vita”.
er chi in piena estate è rimasto a boccheggiare in città, la vacanza settembrina è una impareggiabile gratificazione: le autostrade si svuotano, i voli aerei e gli alberghi costano meno e in spiaggia non bisogna fare a gomitate per stendere il telo da mare. E’ questa la ragione per cui, sempre più spesso, molti fiorentini decidono di posticipare i propri viaggi, così da trascorrere le ferie in completo relax e proprio mentre tutti gli altri tornano a lavoro. Quest’anno, le mete più gettonate sono quasi esclusivamente europee, molte italianissime: ad esempio, si possono percorrere pochi chilometri e optare per le coste nostrane con viaggi in Sardegna e Sicilia; o magari puntare dritti verso la montagna, in direzione Valle D’Aosta, meta preferita delle famiglie in cerca di quiete. Un’altra alternativa da non sottovalutare è la visita al lago di Como, con annesso il tour degli splendidi paesini che lo circondano. Ma, approfittando dei pacchetti di viaggio last minute e dei prezzi più abbordabili tipici della bassa stagione, in tanti sceglieranno destinazioni più lontane ed esotiche. In questo caso, non perdono mai il loro fascino i paradisi naturalistici tra Oceano Atlantico e mar Mediterraneo, dalle Canarie al Marocco, spesso scelti per la possibilità di cimentarsi con il surf, lo snorkeling o con tranquille immersioni subacquee. Infine, tralasciando le intramontabili trasferte nelle capitali d’Europa, quest’anno sono tornate di moda anche le città dell’Est, dove ancora per poco si può approfittare di temperature miti. Tra queste, la più ambita è senza dubbio Budapest, famosa per le splendide terme e i percorsi benessere. Insomma, l’unica condizione da rispettare è il riposo, che sia al mare o in montagna, dall’altro capo del mondo o perfino a po/S.K. chi passi da casa.
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L‘APPUNtAMENtO. Dal 21 al 26 di questo mese torna la kermesse dedicata al mondo della sanità
La salute passa anche dal Festival Arriva in Versilia la terza edizione della manifestazione: cinquanta convegni e trecento relatori per una sei giorni all’insegna dell’informazione e dell’innovazione Barbara Biondi
T
orna puntuale anche quest’anno l’appuntamento toscano con il Festival della Salute, sei giorni di dibattiti, convegni e aggiornamenti riguardanti il mondo della sanità, dal 21 al 26 settembre a Viareggio, Lido di Camaiore, Pietrasanta e Seravezza. 50 convegni, 300 relatori, 200 attività collaterali, sono questi i numeri che fanno del festival, arrivato quest’anno alla terza edizione, l’unica kermesse italiana dedicata interamente alla salute nelle sue varie sfaccettature. L’appuntamento, che coinvolge luminari del mondo della medicina, ma anche personaggi presi in prestito dall’universo dell’educazione, delle nuove tecnologie e dello spettacolo, quest’anno è dedicato a “La salute. Un equilibrio tra mente e corpo”, titolo che preannuncia un’attenzione particolare a temi di grande interesse come le malattie rare di natura fisica e psicofisica, le evoluzioni della chirurgia nel futuro prossimo o il benessere psicofisico nell’orientamento sessuale. Molte le novità di quest’anno, in primis la delocalizzazione, ovvero lo svolgimento del festival in altre sedi come Pietrasanta e Camaiore, oltre al “corpo centrale” della manifestazione che si svolgerà come di consueto a Viareggio. Un’altra iniziativa incorporata nel programma del festival, “La voce dell’artista”, si estenderà anche a Forte dei Marmi e Torre del Lago. E ancora, nel pacchetto delle cose nuove ci sono i talk show condotti da Fabrizio Diolaiuti e Patrizio Roversi sulla follia e il suo contrario. Come di consueto si terranno gli screening gratuiti, i convegni specialistici, gli incontri. Due workshop, uno sui test genetici e l’altro
sull’alimentazione. Un convegno internazionale sul disagio mentale al quale interverrà un noto psichiatra ungherese che ha vissuto sulla propria pelle la coercizione in un ospedale psichiatrico, Gabor Gombos. E poi ci sarà una tombola della salute condotta da Patrizio Roversi coadiuvato da due medici. Il programma dei convegni verterà su tre filoni: scientifico, istituzionale e divulgativo. Tantissimi gli appuntamenti per parlare di prevenzione, alimentazione, medicina, stili di vita e invecchiamento, del rapporto tra energia, ambiente e salute, ma anche di politica, delle emergenze del nostro sistema sanitario, di economia e federalismo e delle tematiche etiche. Il festival si rivolge in primo luogo ai cittadini che possono avere un contatto diretto con
Dibattiti e confronti ma anche momenti ludici dedicati ai più piccoli e corsi per gli adulti le amministrazioni locali, con le associazioni mediche onlus e con le aziende del settore, ma è ricco anche di occasioni dedicate ai più piccoli: si va dalle “Tavole per la salute” ai laboratori, dalle “rilevazioni” scientifiche all’analisi del mondo in cui viviamo, dall’espressività declinata in tutte le sue diverse sfaccettature e modalità al gioco che si può sviluppare in uno spazio costruito appositamente dal festival.
Un momento della scorsa edizione del Festival
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hobby
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cORSI E RIcORSI. Dalle lingue straniere all’informatica, tutte le novità per chi vuol tornare sui “banchi”
Per ogni passione la sua lezione Francesca Puliti
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ettembre, è ora di tornare sui banchi. E ce n’è per tutti, grandi, piccoli e fuori quota. Ma che avevate pensato? Non stiamo parlando di scuola, o almeno non di tradizionali elementari e medie, ma di tutti i corsi possibili e immaginabili pronti si blocchi per la stagione 2010/2011. C’è chi torna dalle vacanze con la voglia di mante-
FOCUS Scacchi ma non solo
Quando lo sport è servito in tavola
È
al rientro delle ferie che le palestre registrano uno dei picchi di iscrizioni (l’altro, manco a dirlo, è dopo le abbuffate natalizie). Ma c’è chi ha un’altra concezione dello sport, come esercizio puramente mentale, e non ha voglia di alzare un dito. O al massimo, ecco, giusto quello. Il luogo prediletto, allora, può diventare il circolo Sms di Peretola, dove si allenano per tutto l’anno gli scacchisti fiorentini. I corsi, per bambini, ragazzi e adulti, cominciano a ottobre, ma le iscrizioni sono già aperte. “I tesserati sono in tutto una quarantina – spiega Luca Barni dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Scacchi Firenze – per la maggioranza adulti, anche se abbiamo una dozzina di ragazzi tra gli 8 e i 18 anni”. E per la maggioranza uomini. Le uniche due coraggiose giocatrici sono due bambine di 11 e 12 anni, pronte a sfidare le menti allenate dei più esperti in tornei di pochi giorni, ma anche in quello che viene chiamato torneo permanente, gara allargata che va avanti per l’intero anno. Sempre in tema di sport a basso livello di dispendio calorico, ma alto tasso di competitività, c’è l’ASD Subbuteo Firenze. La storia del club affonda nei gloriosi anni ’70, epoca in cui i subbuteisti fiorentini “hanno vinto tutto quel che c’era da vincere”, racconta Luca Pini, vicepresidente dell’associazione. Da allora molto è cambiato, fino alla costituzione di una federazione internazionale, europea e italiana del “calcio da tavolo”. Ma i nostalgici quarantenni, quelli che hanno cominciato a giocare a 12-13 anni e non hanno più smesso, tengono ancora alta la bandiera. E qualche figlio di giocatore partecipa ai campionati under 15, 13 e 12. I “viola da tavolo” quest’anno disputeranno il campionato di Serie C, “dopo un’amara retrocessione”. Altre glorie, invece, quelle del Calciobalilla Toscana, campioni d’Italia 2008/2009. Ma, gli amanti del biliardino lo sanno, qui è richiesto ben altro tipo di impegno fisico.
nersi in movimento e cerca le novità in palestra, chi, desideroso di ritoccare le foto dell’ultimo viaggio, decide finalmente di mettersi a tu per tu con il computer, e chi invece vuol tornare il prossimo anno in Spagna potendosi permettere di ordinare la cena senza scegliere a casaccio. Ma il menu dei corsi in partenza è in grado di accontentare voglie e capricci più vari. Il conto del banchetto, poi, si può adattare a tasche di taglia diversa. Le lezioni a prezzi più modici, in linea generale, sono quelle imbandite dai quartieri. E tra i cinque rioni fiorentini quello di Campo di Marte offre la scelta più vasta. Si va dalle lingue straniere (dal livello base modello “the cat is under the table” fino al business english) a teatro e regia, passando per scrittura creativa, pittura e lezioni di violoncello. Senza far lievitare più di tanto il conto ci si può rivolgere anche altrove. Mummuacademy, per esempio, offre corsi low cost praticamente di ogni genere e tipo. Con prezzi modici ci si può impratichire di informatica, comprese le applicazioni più avanzate, o assimilare strategie di vendita
Arrampicata e balli caraibici per mantenere in allenamento il corpo, musica e teatro per la mente. Ma settembre è anche il momento giusto per investire sulla formazione professionale. E c’è chi organizza full immersion tra gli ulivi
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politica
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PALAZZO VEccHIO. Dalla maggioranza all’opposizione, tra scissioni annunciate e cambi di casacca
Comune, si riparte. Ed è toto-consiglio A poco più di un anno dall’insediamento di Renzi, la mappa del Salone dei Duecento potrebbe già aver bisogno di qualche correzione. Mentre si inseguono le voci sull’ingresso di Spini a fianco del gruppo Pd, sul fronte opposizione Galli minaccia di mettersi in proprio. E Sarra, tutto solo, vorrebbe seguire le orme di Gianfranco Fini
Francesca Puliti
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enzi bastona i vertici del Pd, Galli minaccia di riprendersi gli eletti nella propria lista e staccarsi dal Pdl, Sarra rivendica le origini finiane e Spini apre alla maggioranza. Chi si era immaginato un’estate tranquilla, con i politici in vacanza a debita distanza da Palazzo, si è dovuto ricredere. E al rientro dalle ferie potrebbe essere necessario apportare diverse correzioni sulla mappa del consiglio comunale. A partire dai banchi del Pd, tra cui potrebbe accomodarsi nientemeno che un candidato sindaco finora all’opposizione. Ma andiamo per ordine. In principio fu la “campagna acquisti” dipietrista in campo democratico. All’inizio di agosto Giovanni Fittante lascia il gruppo Pd per passare all’Idv, scatenando una ridda di polemiche all’interno della maggioranza. “Nessun tornaconto personale – dichiarò il consigliere al momento del cambio di casacca – ma la necessità di acquisire una maggiore libertà di movimento per portare avanti le mie battaglie politiche”. Ma i ringraziamenti a sindaco e capogruppo non vengono comunque accolti a braccia aperte. E mentre si rincorrono i nomi dei consiglieri che potrebbero seguire la strada aperta da Fittante, il Pd comincia a corteggiare Valdo Spini. “O viene anche Tommaso Grassi o non se ne fa di niente – replica il politico di lungo corso, riferendosi all’altro eletto nella sua lista - sono disponibile a incontrare il capogruppo Francesco Bonifazi, così come altri esponenti politici e istituzionali del Pd, e di farlo con spirito costruttivo – aggiunge – ma non esiste per contro una ‘richiesta’ del mio gruppo, né tantomeno mia personale, ad ‘entrare in maggioranza’, richiesta verso la quale taluno si dovrebbe incaricare di porre delle condizioni”. Le chiarisce Grassi, queste condizioni. “Nel caso ci venisse formulata una
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proposta, che, ribadisco, ancora non c’è stata – sottolinea il consigliere – chiederemmo una svolta programmatica, dall’urbanistica, al bilancio, alla cultura”. E non si può fare a meno di ricordare lo scontro avvenuto nel Salone dei Duecento sulla richiesta di una nuova Valutazione di Impatto Ambientale per la Stazione Foster. Una svolta anche sulla Tav? “Il problema sarebbe prima di tutto capire quale sia la posizione della maggioranza di Renzi sull’Alta velocità”. Ma non si tratta certo dell’unico problema. Le ultime dichiarazioni del primo cittadino a proposito del Nuovo Ulivo (“uno sbadiglio ci seppellirà”) non hanno certo appianato le divergenze nel dialogo sul possibile allargamento a sinistra. Non va meglio a destra, dove le scissioni minacciate sono addirittura un paio. Irritato dalle continue divergenze (una per tutte, ancora una volta, quella sul sotto attraversamento Tav) e dai mancati chiarimenti con i vertici, Giovanni Galli starebbe pensando di ricostruire il proprio gruppo, quello della Lista Galli per intendersi, separato dal Pdl. Ipotesi contro la quale si sono subito schierati i big del partito, fino all’ultimatum di Gabriele Toccafondi. “Chi si mette in proprio è automaticamente fuori dal partito”. Poco male, visto che Galli in quel partito non c’è mai veramente stato e la tessera non l’ha ancora intascata. E che i due vivano ormai da separati in casa è evidente anche dal fatto che l’ex portierone viola non è stato neanche invitato all’ultimo convegno pidiellino tenutosi a Cecina alla corte di Matteoli. In attesa di ufficializzare il divorzio anche Riccardo Sarra, da qualche mese subentrato al posto di Donzelli. Se Giani non avesse fatto valere fermamente il regolamento, che impone almeno due membri per la costituzione di un nuovo gruppo, Sarra si sarebbe già defilato dal Pdl per seguire le orme di Fini. Ma prima di ricomporre i pezzi del puzzle fiorentino bisognerà attendere i prossimi sviluppi a livello nazionale.
politica
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KEBAB/1. Norme urbanistiche per limitare internet point & Co.
KEBAB/2. Marco Cordone, Lega Nord
Negozi etnici, cambiano le regole “Chiuderli tutti, per Fissate le soglie per il centro storico salvare la fiorentinità” I
Paola Ferri
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ebabbari, internet point, minimarket: entro la fine di settembre l’apertura di esercizi commerciali di origine straniera sarà regolamentata da una precisa normativa. Era settembre dell’anno scorso quando per la prima volta il vicesindaco Dario Nardella annunciò un simile provvedimento, cominciando con il farsi inviare da Lucca una discussa ordinanza. Parliamo dell’intervento con il quale il Comune cacciò fuori dalle mura gli esercizi commerciali etnici, o meglio, mise fuori gioco le nuove aperture di simili attività nel centro storico della città. Il provvedimento fiorentino però ha in realtà ben poco a che spartire con l’ordinanza lucchese. Almeno così pare, visto che ancora, a circa un anno dall’annuncio, non è ancora stato posto in essere. “Le norme del commercio in questo caso non bastano – spiega il vicesindaco, nonché assessore allo Sviluppo economico – per questo ci sono voluti alcuni mesi in più di lavoro”. Ma adesso dovrebbe trattarsi di giorni, al massimo settimane. “L’obiettivo è quello di inserire questo capitolo all’interno delle norme urbanistiche entro la fine del mese”. Norme volte a garantire uno sviluppo economico equilibrato nel centro storico, senza ledere il principio di libera concorrenza, “ma neanche il patrimonio storico fiorentino”. Sì perché “gli esercizi commerciali storici hanno un valore culturale e di quel patrimonio fanno parte”. Si tratta dunque di assicurarne la sopravvivenza di fronte ai nuovi venuti. Non solo di kebab
Sono una cinquantina i kebabbari aperti in città negli ultimi anni, la metà tra la stazione e S. Lorenzo si parla, ma anche di internet point, minimarket, negozi etnici che negli ultimi anni si sono moltiplicati per le vie del centro, contribuendo a determinare quella che Nardella non teme di chiamare “una mutazione e un impoverimento sociale”. Secondo un recente censimento della Cna, solo i kebabbari sarebbero una cinquantina (la metà compresi tra Santa Maria Novella e San Lorenzo) ma la catalogazione è problematica, anche perché si tratta, spesso e volentieri, di attività di breve durata, che
Dario Nardella
nascono e muoiono nel giro di pochi mesi. E vengono rimpiazzati da altri negozi simili. Nell’ultimo periodo, infatti, la vita media di questo genere di attività si è accorciata molto, passando da tre anni a 18-22 mesi. Ad aprire le porte a questi tipi di attività fu la legge Bersani sulle liberalizzazioni. Grazie a una specifica normativa rimasta un po’ ambigua, i kebabbari, ma anche le pizzerie a taglio e coloro che vendono cibo per strada, possono aprire senza rispondere ad una serie di obblighi a cui invece devono sottoporsi bar e ristoranti. Con il regolamento in arrivo, in ogni caso, Palazzo Vecchio non ha intenzione di sbarrare l’accesso al centro alle attività gestite da stranieri, ma di porre loro dei limiti. “Negli ultimi anni – sottolinea Nardella - questo tipo di negozi sono aumentati in maniera del tutto sproporzionata rispetto agli altri. Si tratta perciò di stabilire delle soglie di equilibrio, in modo da assicurare uno sviluppo coerente”. Altre limitazioni, invece, potrebbero andare a colpire i minimarket aperti 24 ore su 24, sui quali il vicesindaco si è già più volte espresso. Nel frattempo, anche per loro, sono stati imposti specifici divieti di vendita di alcolici dopo le 2 di notte. Una decisione che strizza l’occhio a un’altra battaglia, quella contro l’abuso di bevande alcoliche tra i giovani.
kebbabari del centro storico? “Io li chiuderei tutti”. Non va per il sottile Marco Cordone, consigliere provinciale della Lega Nord, che si infiamma all’idea di un’identità fiorentina trascurata dai fiorentini stessi e chiama in causa anche Oriana Fallaci per sostenere il diritto a difendere quella identità da ciò che chiama senza mezzi termini “colonizzazione straniera”. Entrato a Palazzo Medici Riccardi l’anno scorso grazie a uno exploit della Lega da oltre 17mila voti, Cordone ha fatto la storia del Carroccio in quel di Firenze, legando il proprio nome a mille e una battaglia. Ultima della serie, la raccolta di firme contro la realizzazione di una moschea a Greve in Chianti. Parla di limitare le nuove aperture o proprio di chiudere i kebabbari? Lo dico senza problemi, quelli in centro io li chiuderei tutti. Non si tratta di fare muro contro muro, non ne faccio una
Ne è sorto uno proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo questione di etnia, ma di salvaguardia dei nostri centri storici. Il proliferare dei kebab avvenuto negli ultimi anni sta attentando alla nostra identità. Le faccio solo un esempio: in via Cavour, a pochi metri dalla sede della Provincia, è sorto un kebabbaro proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo, quello dove è nata la corrente pittorica dei Macchiaioli, per intendersi. Non si tratta di lanciare slogan, ci vorrebbe più attenzione per questi aspetti. E come si potrebbe fare per chiuderli? Grazie ai decreti Maroni i sindaci hanno molto potere in questo campo. Ci vorrebbero più controlli sulle licenze, sul rispetto delle norme igieniche, sulle autorizzazioni. Non è possibile, per
Marco Cordone
esempio, che una bottega a conduzione familiare resti aperta 24 ore su 24. Da tempo ho avanzato a Renzi la proposta di emanare un’ordinanza per impedire l’apertura di nuove attività del genere all’interno del centro storico, sul modello di quelle emesse dai sindaci di Lucca e Prato, ma esistono anche altri strumenti, al di là delle ordinanze. Per esempio? Basterebbe una programmazione più attenta dello sviluppo cittadino. C’è un Piano regolatore, un regolamento urbanistico, strumenti che potrebbero essere utilizzati per prevenire l’insorgenza di queste situazioni. E non mi riferisco solo ai kebab. Si riferisce ad altri negozi etnici? E non solo. Ci vorrebbe più cura anche per quanto riguarda gli esercizi commerciali italiani, in particolare i supermercati sorti nel centro storico o le tante brutte pizzerie a taglio. Una volta esisteva una commissione estetica, che fine ha fatto? A Prato si è parlato anche di un esame di lingua italiana propedeutico all’apertura di un’attività commerciale. Che ne pensa? Sono d’accordo, è una strada da percorrere. Ripeto, non ne faccio una questione di razzismo: un conto è l’accoglienza, un conto è l’occupazione e la /F.P. colonizzazione.
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zoom
Settembre 2010
IL SERVIZIO. Da giugno, in ogni quartiere, è aperto uno sportello di mediazione sociale
L’ufficio che fa fare la pace ai cittadini L’INIZIATIVA Prosegue “Firenze si gira”
Ivo Gagliardi
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Liti familiari, contese condominiali, problemi sul lavoro? Niente paura, prima che la situazione degeneri e la palla passi nelle mani degli avvocati una soluzione c’è. Si tratta di strutture che cercano (gratuitamente) di far sedere i contendenti l’uno di fronte all’altro. Perché, parlando, trovare un accordo è più facile di quanto sembri
ostiene l’Istat che in Italia, fatti salvi i delitti a sfondo criminale, la più alta percentuale di omicidi sia dovuta a liti familiari e di vicinato. Senza bisogno di arrivare alla tentazione di far fuori il rivale, a Firenze, dallo scorso giugno, una soluzione per contese e dissidi c’è. Anzi, cinque soluzioni. Una per quartiere. Sono gli sportelli di mediazione sociale, uffici che si occupano della risoluzione dei microconflitti sociali che possono nascere in città, dispute che, senza avere una rilevanza penale, abbassino comunque la qualità della vita delle persone coinvolte. Tradotto: litigi e dissapori condominiali, familiari, di lavoro o interculturali. Sportelli che non sono del tutto una novità a Firenze. Nati nel 2007 nei quartieri 1 e 3, dallo scorso 1° giugno sono diventati cinque (grazie a una convenzione tra il Comune, l’ufficio Città sicura e l’associazione L’altro diritto), appunto uno per quartiere: nel Q1 la sede è in via delle Carra 4, al centro anziani San Jacopino (apertura il giovedì dalle 9 alle 12,30), nel Q2 in via della Luna (venerdì 14,30-17,30), nel Q3 al centro polivalente Il Porto in piazza Elia Dalla Costa 3 (venerdì 9,30-13), nel Q4 a Villa Vogel (martedì 9-12,30) e nel Q5 in via Lambruschini 33 (lunedì 14-17,30), anche se in quest’ultimo caso si tratta di una sede provvisoria. Ma come funzionano questi sportelli, e chi ci si può rivolgere? È presto detto. “Chiunque si trovi ad affrontare una situazione che non abbia rilevanza penale, ovvero quando ancora non c’è stata querela – spiega Giuseppe Maglione,
mediatore dell’associazione L’altro diritto e responsabile dello sportello del quartiere 3 – e voglia risolverla prima che degeneri. La persona viene da noi a esporre il suo problema, poi convochiamo la controparte. Se anche questa decide di venire, si cerca di trovare una soluzione consensuale. Spesso, la cosa più importante è stabilire una via di comunicazione tra le parti”. Un servizio che, inoltre, è del tutto gratuito e confidenziale. E che sembra funzionare e attirare sempre più persone. “Negli anni abbiamo registrato una domanda crescente, avuto un buon riscontro: insomma, del servizio sembra esserci bisogno – assicura Maglione – circa 6-7 volte su dieci la controparte accetta di venire a parlare da noi, e quando i due contendenti siedono l’uno di fronte all’altro la percentuale di risoluzione positiva dei casi è molto alta, superiore al 90%”. Ma quali sono i casi per cui i cittadini si rivolgono più spesso agli sportelli di mediazione sociale? “Le più frequenti sono le liti condominiali e di vicinato – risponde Maglione – piccoli conflitti che, se non presi per tempo, tendono a degenerare velocemente. Poi ci sono i dissidi familiari, come quelli tra genitori e figli, o tra fratelli quando in ballo c’è la cura dei genitori anziani. Ma non mancano nemmeno le dispute tra ex coniugi o quelle tra italiani e stranieri, dovute alle diverse abitudini di vita”. Tutti diverbi che, se affrontati alla radice, possono risolversi con un pizzico di buona volontà e una stretta di mano. E, soprattutto, senza rischiare di infoltire le già troppo folte statistiche dell’Istat.
Se salute e cultura vanno a braccetto
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iscoprire il piacere di muoversi a piedi o in bicicletta, lungo itinerari tra cultura e natura a Firenze. È quanto sarà possibile fare grazie a “Firenze si gira”, iniziativa promossa dalle Sezioni Soci Coop di Firenze in collaborazione con l’Associazione Città Ciclabile Onlus e con il patrocinio del Comune e dell’Azienda Sanitaria 10 di Firenze. Gli itinerari sono curati e realizzati da una guida professionista (e ciclista): dopo una pedalata tenutasi alle Cascine il 5 settembre scorso e la prima passeggiata culturale il 12, il programma prosegue il 19 settembre con la passeggiata intitolata “Firenze dall’alto”, con ritrovo in piazza Demidoff alle 9.30, e si concluderà il 26 settembre con una pedalata all’Albereta, con ritrovo in lungarno Colombo angolo Ponte da Verrazzano. Attività fisica protagonista, dunque: al di là di della valenza culturale e della riscoperta di alcuni angoli della bellissima Firenze, l’iniziativa rappresenta infatti anche un invito a usare maggiormente le proprie gambe per la mobilità di ogni giorno in città, con tutti i benefici che questo può comportare per la salute e l’ambiente. E proprio sul tema “Mobilità e salute” sarà incentrata anche la partecipazione dell’Associazione Città Ciclabile alla “Bussola della Salute”, in programma dal 25 settembre al 2 ottobre al Centro Commerciale di Gavinana, quando saranno richiesti ai cittadini suggerimenti per rendere più sicuro questo tipo di mobilità “quotidiana”, da segnalare poi all’amministrazione comunale. Sempre nell’ambito della “Bussola della Salute” saranno proposte numerose attività nella galleria del centro commerciale: dai semplici punti informativi, con la presenza di Asl, Misericordia di Badia a Ripoli e Medici per l’Ambiente, a test e misurazioni varie (dalla pressione alla massa grassa), che possano essere uno stimolo in più a dedicare maggiore attenzione a temi fondamentali per la /I.G. propria salute e qualità della vita.
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L’ANNIVERSARIO. Il 18 settembre 1960 veniva inaugurata la struttura di Novoli
I cinquant’anni del Mercato Ortofrutticolo La storia della sua nascita è stata lunga e costellata da difficoltà e polemiche. La sua apertura fu un segno dei tempi che cambiavano. E oggi appartiene alla vita della città Fannì Beconcini
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icorre questo mese il cinquantenario di un’inaugurazione di cui i fiorentini sanno probabilmente poco: il 18 settembre di cinquant’anni fa apriva i battenti il nuovo mercato all’ingrosso dell’ortofrutta fiorentino, oggi meglio conosciuto come
L’ingresso della struttura
Mercato Ortofrutticolo di Novoli. La storia di questo mercato, costruito con difficoltà e aperto tra mille polemiche, appartiene alla vita di Firenze e del quartiere. Le origini del Mercato Ortofrutticolo di Novoli risalgono agli anni Venti, quando l’amministrazione comunale si rende conto
della carenza degli spazi del vecchio mercato di Sant’Ambrogio. Solo nel 1937, però, si decide di costruire la nuova struttura nell’area periferica di Novoli, annessa al comune di Firenze solo pochi anni prima e ben servita sia dalla ferrovia che dall’allora nuovissima autostrada FirenzeMare. I lavori iniziano nella primavera del 1939, ma sono rallentati dall’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale e definitivamente sospesi nel 1944. Durante la guerra e nel periodo post-bellico i pochi edifici realizzati vengono occupati dagli sfollati, ma passata l’emergenza il Comune riprende la costruzione della struttura, nel 1956, con un nuovo progetto più ampio del precedente. Il Mercato Ortofrutticolo di Novoli viene così inaugurato il 18 settembre 1960 dall’allora ministro dell’interno Amintore Fanfani, dopo una serie di polemiche e rallentamenti. L’inaugurazione, infatti, slitta più volte, perché il complesso, che sorge in un’area all’epoca sostanzialmente deserta, è privo di molte infrastrutture – strade di accesso, allacciamenti elettrici, raccordi fer-
Una foto d’epoca del mercato
roviari – e soprattutto dei magazzini, 22 dei 115 previsti. Tuttavia, nonostante le lamentele dei commercianti che chiedono un rinvio dell’apertura, le autorità decidono di procedere all’inaugurazione dell’edificio. Le finalità propagandistiche dell’apertura oggi sono abbastanza chiare: pochi mesi dopo ci sarebbero state le elezioni amministrative dopo tre anni di commissariamento del Comune, e l’apertura di Novoli diventa anche una vetrina elettorale. Tuttavia, scopi strategici a parte, il trasferimento del mercato all’ingrosso dell’ortofrutta fiorentino è un segno dei tempi: si tratta di un mercato di
solide e antiche origini ma con esigenze quanto mai moderne, dalla necessità di infrastrutture efficienti a quella di una ristrutturazione delle modalità di lavoro. Non a caso, allo sviluppo del mercato si intrecciano le prime lotte sindacali dei facchini e le nuove dinamiche produttive del settore. Oggi l’antico mercato è un “centro alimentare polivalente”, realtà strutturata che si occupa della vendita all’ingrosso di prodotti alimentari di vario genere nonché di trasporto, lavorazione e distribuzione. Ma volgere un pensiero alle origini fa sempre bene e, soprattutto, è utile al futuro.
CULTURA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “Frammenti di Vita” di Giorgio Pacini Sabato 9 Ottobre 2010, ore 10 – Villa Bandini – Sala Paradiso – Via di Ripoli 118 INTRODUCONO: Andrea Ceccarelli (Presidente Q3) – Graziano Cioni (Senatore) INTERVERRANNO: Alessio Gremolati e Mario Fuso della G.G.I.L. La cittadinanza è invitata
LUDOTECA “IL CASTORO” P.zza Artusi, 23 – 50126 Firenze - Tel. 055 6810517 Riaperta dall’8 settembre….potrai ritrovare: Tanti amici per GIOCARE, genitori e nonni per conoscersi e parlare. Tanti libri per…scoprire… LABORATORI vari (musica, teatro, yoga, gioco danza) per divertirsi e imparare
Colori e materiali per fare gli ARTISTI Giochi da tavolo e costruzioni Piscina con palline Armadio travestimenti con costumi e parrucche per giocare Una cucina …per i piccoli grandi cuochi …e tanti altri giochi per giocare a far finta….! Il programma mensile delle attività potrà essere ritirato direttamente presso la Ludoteca. INFO: Ufficio scuola Q3 Villa Bandini tel. 055.6585.130/136
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ne-orientamento Via Volterrana, 4/b (sopra circolo Everest) Orario: Lunedì ore 17.00 – 19.00 Venerdì ore 15.00 – 17.00 con possibilità di appuntamenti anche in altri orari tel. 338 4979171.
AMBIENTE PEDALATA NEL PARCO DELL’ANCONELLA Domenica 26 settembre ore 9.30: ritrovo nel giardino del Lung.no Colombo (angolo Ponte da Verrazzano) – arrivo al Centro Gavinana, in P.zza Bartali. La pedalata, nell’ambito dell’iniziativa “Passeggiate e pedalate tra cultura e natura a Firenze”, è promossa dalle Sezioni Soci della Unicoop di Firenze in collaborazione con l’Associazione Città ciclabile e il Comune di Firenze. INFO: Ufficio Ambiente Quartiere3, via Tagliamento, 4 tel. 055 2767721 – 13; - fax 055 2767740 AMICI E ANIMALI NEL QUARTIERE 3 -Sabato 2 ottobre nel pomeriggio c/o l’Area cani del Parco dell’ Anconella -Sabato 9 ottobre nel pomeriggio c/o l’Area cani della
Pioppeta di San Felice a Ema: Gli incontri, in collaborazione con le Associazioni competenti del territorio, forniranno le informazioni necessarie per impostare sia un corretto rapporto, che una corretta gestione del cane e del gatto, nel pieno rispetto dei cittadini non possessori di animali. INFO: Ufficio Ambiente Quartiere3, via Tagliamento, 4 tel. 055 2767721 – 13; - fax 055 2767740 PUBLIACQUA CON LEGAMBIENTE PER “PULIAMO IL MONDO”. Venerdì 24 settembre visite all’Anconella per gli studenti delle scuole, in particolare del Quartiere 3, all’interno di uno dei più importanti potabilizzatori d’Italia e d’Europa. Un viaggio che inizia dal fiume Arno e che seguirà l’acqua lungo tutti i trattamenti a cui è sottoposta per diventare buono e sicuro “alimento” per i cittadini. Non mancherà un assaggio della buona acqua, naturale, refrigerata e gassata che viene erogata da uno dei nostri fontanelli di Alta Qualità H2OPlus. Tutti i ragazzi porteranno una bottiglia di plastica vuota da consegnare in cambio del bicchiere di acqua del fontanello. La plastica, così raccolta, rappresenterà un buon esempio di quanta attenzione all’ambiente ed alla salute del nostro pianeta sono racchiuse nella scelta quotidiana di bere acqua del rubinetto.
SPORT SETTIMANE PROMOZIONALI DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE NEL QUARTIERE 3 /SETTEMBRE - OTTOBRE Poiché l’attività sportiva è un elemento fondamentale nell’educazione e nella formazione dei giovani, il Quartiere 3, in collaborazione con le Associazioni sportive del territorio, invita a provare gratuitamente, per una settimana, le varie discipline presso le Società elencate: potrete così scegliere di praticare lo sport che più vi appassiona! ASSI GIGLIO ROSSO V.le Michelangelo, 64 - 50125 Firenze Corsi gratuiti di: atletica, tennis calcio rugby Fascie di età: Atletica per i bambini in età da 4 a 15 anni; Tennis per i nati 2004/1992 Calcio e Rugby per i nati nel 2003 I corsi gratuiti saranno svolti nel mese di Settembre 2010 preso gli impianti sportivi Assi Giglio Rosso, nei giorni: Martedì 7 dalle ore 17,00 alle ore 18,00 per le attività di Atletica e Tennis; Mercoledì 8 dalle ore17,00 alle ore 18,00 per le attività di Calcio e Rugby; Giovedì 9 dalle ore 17,00 alle ore 18,00 per le attività di Atletica e Tennis; Venerdì 10 dalle ore 17,00 alle ore 18,00 per tutte le attività anzidette Per iscriversi contattare Marta, Marco, Paola ai numeri 055. 6812686 e 055.6810749
per i nati dal 2006 al 2000 Per iscriversi recarsi presso la segreteria al Campo scuola di Sorgane il venerdì dalle ore 17,00 alle ore 18,30, oppure presso lo stadio Ridolfi dal lunedì al venerdì, martedì escluso, dalle ore 15,00 alle ore 19,00. CENTRO GINNASTICA FIRENZE Via Isonzo 26/A (pressi Campo Scuola di Sorgane) - 50126 Firenze L’Associazione Sportiva Dilettantistica effettua corsi di Ginnastica Artistica e Ritmica . Per informazioni e prenotazioni tel/fax 055.6531930 BUSHIDO KARATE Via U. della Faggiola, 21 - 50126 Firenze Corsi gratuiti di Karate Fascie di età: tutte I corsi saranno svolti dal 15 settembre al 1 di ottobre presso la palestra annessa alla scuola Puccini di via del Larione, 33nei giorni: Martedì dalle ore 18,00 alle ore 20,00 Mercoledì dalle ore 17,00 alle ore 19,00 Giovedì dalle ore 18,00 alle ore 19,00 Venerdì dalle ore 17,00 alle ore 20,00 Per iscriversi contattare il sig. Gianmarco Gioia info@bushidokarate.it; www. Bushidokarate.it.
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CENTRO INCONTRI JUDO Via di Ripoli, 221 - 50126 Firenze Corsi gratuiti di Judo Fascie di età:da 5 a11 anni I corsi saranno svolti nel mese di settembre-ottobre per un totale di 6 lezioni gratuite, presso la palestra di via di Ripoli, 221 nei giorni: Lunedì dalle ore 17,00 alle ore 18,00 Mercoledì dalle ore 17,00 alle ore 18,00 Venerdì dalle ore 17,00 alle ore 18,00 Per iscriversi contattare i numeri telefonici 055. 6532456, 347.6920639
ATLETICA FIRENZE MARATHON V.le Manfredo Fanti, 2 c/o stadio Ridolfi 50137 Firenze Corsi gratuiti di Atletica leggera; Fascie di età: dai 4 ai 16 anni I corsi saranno svolti dal 13 al 20 settembre presso il Campo Scuola di Sorgane nei giorni: Lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 17,00 alle ore 18,30, per i nati dal 1994 al 1999; Martedì e venerdì dalle ore 17,00 alle ore 18,00
DELEGAZIONE ENDAS FIRENZE SUD via Biagini, 3/b - 50125 Galluzzo Firenze Corsi gratuiti di Capoeira Fascie di età. da 8 a 13 anni e da 14 anni in su I corsi saranno svolti nel mese di settembre presso il Centro Fitness Artemio Franchi nei giorni: Lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 20,00 alle ore 22,00 per la fascia di età dai 14 anni in su; Martedì e giovedì dalle ore 17,00 alle ore 18,00
per la fascia di età 8, 13 anni. Per iscriversi contattare l’istruttore Fabio Iena, fabioiena@hotmail.com, numero cell. 338-2329536; www.capoeira.firenze.it, tel. sede 055. 572398. EURO DUE PALLAVOLO Via di Ripoli, 209 c/o Circolo Boncinelli 50126 Firenze Corsi gratuiti di Pallavolo Fascie di età: dai 6 a 11 anni I corsi saranno svolti dal 13 al 30 settembre: Lunedì e venerdì dalle ore 16,30 alle ore 17,30 presso la palestra annessa alla scuola Villani; Martedì e giovedì dalle ore 16,30 alle ore 18,00 presso la palestra annessa alla scuola Kassel; Lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 16,30 alle ore 18,00 presso la scuola Pertini. Per iscriversi contattare l’Associazione Sportiva dalle ore 16,00 alle ore 19,00 al seguente numero telefonico/fax 055. 6820396. FIRENZE SUD SPORTING CLUB Via Villamagna, 41 - 50126 firenze Corsi gratuiti di Scuola Calcio Fascie di età dai 5 ai 12 anni I corsi saranno svolti dal 6 al 20 settembre presso l’impianto sportivo Anconella: Dal lunedì al venerdì dalle ore 17,00 alle ore 18,30 Per iscriversi contattare il sig. Alessio Giovannelli al numero telefonico 331. 3723290 o presso la segreteria S. C. Firenze Sud al numero telefonico 055. 6530281 FLORENCE BASKET Lungarno Colombo, 27 - 50137 Firenze Corsi gratuiti di minibasket Fasie di età dai 4 ai 12 anni I corsi saranno svolti dal 6 al 26 settembre presso la palestra S. Marcellino: Lunedì e giovedì dalle ore 17,00 alle ore 18,00 Per iscriversi contattare il sig. Paolo Ricci al numero telefonico 335. 8093016, sig.ra Ilaria Stefanini al numero telefonico 333. 7665901 o sig.ra Sara Morandi 333.7997685 FLORENCE TENNIS SCHOOL Via della Massa, 40 - Bagno a Ripoli Corsi gratuiti di tennis e minitennis Fascie di età dai 4 ai 18 anni
I corsi saranno svolti dal 20 al 24 settembre presso la sede della’Associazione Sportiva: Dal lunedì al venerdì dalle ore 15,00 alle ore 19,00 Per iscriversi contattare la segreteria al numero telefonico 055. 631572, fax 055. 632124, info@florencetennisschool.com, www. Florencetennisschool.com. FIRENZE 2 BASKET Via Villamagna, 41/A - 50126 Firenze Corsi gratuiti di Pallacanestro Fascie di età da 5 a 11 anni I corsi saranno svolti dal 13 settembre al 1 ottobre presso le palestre Kassel, Gobetti e Villani: Lunedì dalle ore 17,00 Mercoledì dalle ore 17,30 Venerdì dalle ore 17,00 Per iscriversi contattare il numero telefonico 334. 2237130 o 055. 6530105 in orario serale, oppure recandosi presso la palestra Kassel dal 6 settembre il lunedì, mercoledì, venerdì, dalle ore 18,00 alle ore 19,30. GSD ALBERETA S. SALVI Via Villamagna, 150 - 50126 Firenze Corsi gratuiti di calcio Fascia di età: per i nati dal 2000 al 2005 I corsi verranno svolti presso il campo dell’Albereta: Lunedì, mercoledì,giovedì, e venerdì dalle ore 16,30 alle ore 19,00 Per iscriversi contattare la Società Sportiva ai numeri telefonici 055. 6530094, 3294320802 o recandosi presso la sede dalle ore 16,30 alle ore 19,00 IL BORRO DELLE SERRE Via di Picille,37 - 50012 Antella 055.6569489 Corsi gratuiti di equitazione Fascia di età: dai 4 ai 14 anni Il periodo, gli orari e i giorni di prova saranno direttamente concordati presso la sede. JUDO KWAI FIRENZE Via Senese 129r - 50124 Firenze Corsi gratuiti di Judo, Ginnastica Artistica e Gioco Sport Fascia di età: dai 4 anni in poi I corsi saranno svolti da settembre 2010 a giugno 2011, da concordare 1 settimana con la sig.ra Marta Innocenti tel. 338.
8337920. i giorni prestabili liti saranno: Lunedì dalle ore 17,00 alle ore 21,00 Martedì dalle ore 17,00 alle ore 19,00 Mercoledì dalle ore 16,15 alle ore 21,00 Giovedì dalle ore 17,00 alle ore 19,00 Venerdì dalle ore 16,15 alle ore 21,00 WU SHING Via Scipione Ammirato, 38 - 50136 Firenze Corsi gratuiti di Tai Ji Quan Fascie di età: tutte I corsi saranno svolti la prima settimana di ottobre presso la palestra annessa alla scuola Puccini: Lunedì 4 ottobre dalle ore 20,00 alle ore 21,00 Mercoledì 6 ottobre dalle ore 20,00 alle ore 21,00 Giovedì 7 ottobre dalle ore 20,00 alle ore 21,00 Per Iscriversi contattare l’Associazione Wu Shing alla sguente emai wushing.taijiquan@libero.it MUTEKI DOJO FIRENZE Via Vecchia di Pozzolatico, 67 50125 Firenze Corsi gratuiti di Karate tradizionale e autodifesa Fescie di età: tutte I corsi saranno svolti dal 20 settembre al 15 ottobre pressolo Stadio della Rondinella, via Ximenes, Le Due Strade: Lunedì dalle ore 17,00 alle ore 19,00 Martedì dalle ore 20,00 alle ore 21,00 Giovedì dalle ore 17,00 alle ore 21,00 Per iscriversi contattare la sig.ra Carlotta Burroni tel. 3482424711 o il sig. Stefano Giuntini tel 3402910462 JUDO ATO NO SAKI FIRENZE Palestra ex-Papini Via Senese, 206/208 - Galluzzo Firenze Corsi gratuiti di Judo Fascie di età. Dai 5 anni in poi I corsi saranno svolti presso la palestra ex-Papini di via Senese 206/208 loc. Galluzzo nei mesi di settembre e ottobre: Martedì dalle ore 18,00 alle ore 20,00 Venerdì dalle ore 18,00 alle ore 20,00 Per iscriversi contattare il maestro Roberto Busi cell. 393. 4567537 o il maestro Giuseppe ferraro cell 338. 6476016
società
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FOcUS. Intervista alla dottoressa Ilaria Buccioni, presidente dell’istituto Human Relations
Quel mal d’azienda che rovina i rapporti Benedetta Strappi
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uccede, e succede spesso, che alzarsi per andare a lavorare diventi un’incombenza pesante. È il “mal d’azienda”, malumore che vive di conflitti con i colleghi, frustrazioni e non detti. Per qualcuno diventa una vera e propria malattia, e anche quando non arriva a tanto è capace di lasciare grandi ferite. Per qualcuno invece la voglia di migliorarsi sul piano personale e professionale spinge alla ricerca di spazi in cui riflettere su di sé e sul proprio modo di vivere e svolgere il proprio ruolo. Per questo, negli anni, sono nate organizzazioni che hanno come missione proprio quella di occuparsi di queste tematiche. Una, a Firenze, è “Human Relations - Istituto per il Benessere Relazionale nelle Organizzazioni”. Si tratta di un polo di consulenza, formazione e informazione che lavora proprio per la divulgazione culturale dell’efficacia lavorativa unita al benessere organizzativo e delle persone. Professionisti provenienti dal mondo aziendale, della ricerca universitaria, delle scienze sociali che, con strumenti diversi, affiancano le organizzazioni lavorative per promuovere riflessioni “sul benessere relazionale”. Lo spiega meglio la dottoressa Ilaria Buccioni, presidente di “Human Relations”, che insieme alle colleghe Anna Maria Palma e Isabella Venturi dirige l’Istituto. Investire nelle relazioni, che cosa significa precisamente? Tutte le organizzazioni vivono di sistemi di relazioni. Sul lavoro spesso le persone stanno a contatto diretto per anni, e non sempre si capiscono. Spesso si generano malesseri che sfociano in atteggiamenti di insofferenza. Questo accumulo di incomprensioni, genera, natural-
La dottoressa Ilaria Buccioni
mente, stress, talvolta disaffezione professionale, sicuramente sofferenza. In alcuni casi perfino malattie anche gravi sono causate da disagi sul lavoro. Il nostro invito è quello di “coltivare”, a tutti i livelli organizzativi, i rapporti, di interrogarci sul “come” stiamo e cosa potremmo fare per stare meglio creando così nuova pensabilità; premessa per alimentare un percorso verso il “ben vivere”, e di conseguenza porre le basi per il “buon lavorare”. E da dove si comincia per farlo? Occorre partire reimmaginando il sistema. Anche cambiamenti minimi rappresentano, in questo senso, un buon punto di partenza: talvolta bastano semplici accortezze. La filosofia alla base di questo pensiero è che in qualsiasi organizzazione e sistema occorre rinnovarsi per vivere al meglio. È questo quello che intendiamo per “nuova pensabilità” ed equivale, a conti fatti, a prendersi cura di sé per stare e far star bene. E quali sono, concretamente, gli strumenti per arrivare a questo? Grazie anche ad una stretta sinergia con l’Università di Siena – Master in counseling e formazione relazionale, diretto dal Prof. Enrico Cheli – il nostro istituto propone percorsi presso
la propria sede, ma anche interventi specifici costruiti insieme ad enti ed aziende presso le loro sedi, oltre a consulenze individuali personalizzate. Che cosa differenzia le vostre proposte? Organizziamo giornate di studio, convegni, prodotti editoriali e seminari esperienziali dove competenzapensiero-progetto, insieme a cuoreentusiasmo-passione sono i “nostri” ingredienti per rendere funzionale l’apprendimento. Accompagniamo i nostri clienti attraverso riflessioni che tengono sempre presenti tre livelli: quello individuale, quello relazionale, quello organizzativo. Nelle nostre proposte si intrecciano così continuamente temi come autostima, stile professionale, stress ed emozioni, potere, relazioni e conflitto, ma anche organizzazione del lavoro e dei processi comunicativi, avendo sempre come priorità la salute dell’organizzazione, il benessere individuale e l’efficacia lavorativa. Il nostro stile si avvale di un insieme integrato di approcci che coinvolgono aspetti cognitivi, emotivi, corporei, relazionali ed organizzativi, che potranno essere sperimentati nella sede dell’Istituto a Le Bagnese (Fi), giovedì 30 settembre alle ore 18.
Capita spesso che sul posto di lavoro si creino malumori e tensioni che, a lungo andare, possono lasciare molte ferite e rovinare la qualità della vita. Per questo può servire l’aiuto di professionisti esterni, specializzati proprio nella cultura del “benessere relazionale”
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tempo libero
Settembre 2010
IL cOStO DEL DIVERtIMENtO/1. Per chi ha più primavere sulle spalle lo svago è low cost
Cultura, risate e valzer per un pugno di centesimi Paola Ferri
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na partita a carte al circolo, un ballo il sabato o la domenica pomeriggio, una partita a bocce. Per tutto il resto c’è da spendere. Ma non molto. Sì perché se i giovani sborsano come minimo una ventina di euro per andare a ballare (a patto di rimanere parchi con le bevute) e almeno una dozzina per una sola partita a bowling, superata una certa soglia di età il prezzo del divertimento cala. Fatti i conti con la pensione, il tempo libero lo si può ingannare in compagnia a costo quasi zero. Anzi, i più fortunati possono anche trovare il modo di farlo fruttare. Ovvio che qui il gioco d’azzardo o il pokerino online c’entrano poco o nulla. Al massimo si parla di Bingo, quello sì, anche se gli habitué fiorentini sono rimasti a digiuno per tutto l’anno scorso. L’unica sala sopravvissuta, quella del Circolo Vie Nuove di viale Giannot-
ti, ha infatti chiuso i battenti a settembre 2009, causa fallimento della società che l’aveva presa in gestione. Il mese prossimo, però, i giochi dovrebbero riaprirsi. Una cartella si compra con uno, due o tre euro al massimo. Facendo appello alla buona sorte il piccolo investimento può portare dai 30 ai 300 euro. Ma non è tanto la posta in palio a far gola, quanto la possibilità di passare un pomeriggio in compagnia. “Nel weekend arrivano oltre un centinaio di persone”, raccontano gli aficionados di Vie Nuove. Ancora più economica la buona vecchia tombolata. All’Andrea del Sarto, in via Manara, una cartella costa 15 o 20 centesimi e il premio è in buoni spesa. Sulla stessa linea il “prezzo” di un pomeriggio passato a giocare a carte, come testimonia Rossano Righi, presidente del Centro culturale dell’età libera su Lungarno Ferrucci. Che preannuncia tornei di Burraco per questo inverno. “L’ingresso al Centro è aperto a tutti – afferma – ma la partecipazione al torneo sarà riservata agli associati”. Il che
non dovrebbe rappresentare un grosso problema, visto che la quota associativa equivale a 80 centesimi al mese. E permette poi di accedere a una serie di iniziative distribuite durante l’intero anno: gite fuoriporta a costo zero, visite guidate ai musei e perfino pasti in compagnia a prezzi popolari. Passando dal tavolo al tappeto verde, la spesa sale un po’: dai cinque agli otto euro per una partita a biliardo. Per le serie non si finisce mai d’imparare, invece, gli over 65 che volessero investire il proprio tempo in crescita culturale non hanno che da scegliere. I corsi per l’età libera, spesso e volentieri liberi anche dai costi, sono moltissimi. E poi ci sono quelli organizzati dai Quartieri, a partire da 30 euro per una decina di lezioni. Chi si può permettere un investimento più elevato può rivolgersi inoltre agli Amici dei Musei: con una settantina di euro ci si assicura una visita diversa a settimana. E nel weekend, gratis o quasi, si scende in pista in circoli e dancing sparsi per la città.
Da uno a tre euro per una partita a bingo, ancora meno per la tombola. Ma c’è molto di più. Bastano una trentina di euro per iscriversi ai più disparati corsi, mentre pagando una cifra più consistente ci si assicura un museo diverso a settimana. E ballare è quasi sempre gratis iTalina Pensionata, 86 anni
nanÌ Pensionato, 71 anni
aleSSandro Imprenditore, 60 anni
“Viaggiare in comitiva costa poco”
“Due o tre euro al dì in giornali”
“Le cene fanno salire il conto”
“Un tempo andavo spesso a ballare, ma adesso il mio ginocchio malconcio non me lo permette più. Però con il gruppo della Misericordia andiamo spesso a fare delle gite o dei brevi viaggi. Tragitto in pullman, mete non troppo lontane, come Austria, Lourdes, Montecarlo e spesa contenuta, a portata di pensione”
“Non amo frequentare circoli o bar, né tantomeno giocare a carte. Nel tempo libero mi dedico alla lettura, compro due o tre giornali al giorno, il che significa spendere 2 o 3 euro al dì. Una o due volte a settimana io e mia moglie andiamo a cena fuori e spesso portiamo anche i nostri figli. Spendiamo circa 30 euro a persona”
“Non viaggio molto, ma tra weekend al mare e gite e fuoriporta con la famiglia spendo un centinaio di euro al mese. D’estate, poi, andiamo spesso a cena fuori, il che vuol dire mettere in conto altri 300 euro mensili. E durante tutto l’anno c’è la spesa per i giornali, come minimo 2 euro al giorno, e per i libri, altri 10 euro circa al mese”
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AGENZIA DI SCOMMESSE - Via di Ripoli, 7 - Firenze
tempo libero
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IL cOStO DEL DIVERtIMENtO/2. Più “salato” uscire la sera per i giovani amanti della movida
Portafoglio aperto dal tramonto all’alba Giuditta Boeti
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uanto costa stare dentro il tunnel del divertimento? Per fare i “conti in tasca” alla movida fiorentina occorre valutare le tante alternative di prezzi e locali che offre Firenze by night. Ci sono occasioni per chi ha soldi da spendere, ma anche per coloro che hanno budget serale limitato. Per chi desidera divertirsi in modo “easy” e magari all’aperto, tappa irrinunciabile sono i locali in piazza: da Santo Spirito a Sant’Ambrogio, dove i cocktail “low cost” sono d’obbligo: con 4 euro – a Las Palmas di Piazza Ghiberti – si prende una bevuta e si mangia a buffet. Facendo attenzione però all’orario: dopo le 21.30 i prezzi aumentano. Quindi non è insolito vedere – prima che faccia buio – tavolini traboccanti di bicchieri di mojito e vodka lemon, perché dopo le 21.30 i cocktail costano 7 euro. Ci sono anche locali che offrono la possibilità “dell’apericena”: con 8 euro – al Kitsch The Pub – prendi una bevuta e riempi lo stomaco, grazie al buffet molto ampio che viene offerto dalle 18.30 alle 21.30. Per chi ama seguire la moda sono diventati irrinunciabili gli aperitivi in terrazza: un nuovo modo per godersi la città dall’alto, grazie alla visuale insolita su Firenze. Ci sono alberghi dove è possibile cenare in terrazza (come l’Hotel Baglioni), hotel dove si può bere un aperitivo con panorama
mozzafiato come sulla Terrazza Bardini (con aperitivo a 10 euro), all’Hotel Minerva (ingresso con incluso il primo drink e buffet, 17 euro), a Villa La Vedetta, e sulla Terrazza Stendhal (circa 15 euro). Ma c’è anche chi è alla ricerca di bevute “free”, in questo caso l’appuntamento è ogni lunedì alle Murate (il nuovo spazio dell’ex carcere, in piazza Madonna della Neve) con aperitivi gratuiti, performances, video proiezioni e concerti jazz. E poi c’è tutto il corollario di locali in via dei Renai: zona ormai storica per consumare un aperitivo (aspettando la cena). Chi invece con dieci euro vuole anche cenare, può approfittare degli abbondanti buffet messi a disposizione da locali, sempre affollatissimi, come il Rifrullo in San Niccolò o l’Oibò in Santa Croce. Insomma, sono tanti gli spaccati del mondo del divertimento fiorentino. C’è chi preferisce gli ambienti già conosciuti, chi posti diversi per differenziare le scelte e cercare di costruire nuovi rapporti. L’elemento che – indistintamente – balza agli occhi, tra le vie della movida, è il flusso dei gruppi che emigrano – di locale in locale – a seconda degli stati emozionali (e confusionali) che vivono. E quando il tempo e lo spazio vengono riempiti con il proprio desiderio di evasione e di avventura, poco importa quanti soldi si hanno da spendere. L’unica prerogativa è divertirsi. Dentro o fuori dal tunnel. E la serata diventa così crocevia di partenze, transiti e approdi. Che la mattina dopo, spesso, rimangono solo un ricordo.
raFFaele Studente, 21 anni
SiMone Studente, 21 anni
CaMilla Studentessa, 13 anni
“Minimo 20 euro per ballare”
“5 euro a sera per una birra”
“Si finisce sempre per spendere”
“In generale spendo una settantina di euro al mese, tra uscite serali e passatempi vari. D’estate, uscendo praticamente tutte le sere la cifra sale un po’, ma dipende dai posti in cui si va. Ad esempio ci sono discoteche con consumazione obbligatoria, altre che ti fanno pagare solo l’ingresso. Comunque in media per andare a ballare sono circa 20 euro”
“Spendo come minimo 5 euro a sera, il prezzo di una birra. In un weekend posso arrivare a spenderne 25, fino a 40 se vado a cena fuori con gli amici. Ma per risparmiare si può anche organizzare una cenetta old style a casa, utilizzando quel che c’è nel frigo, praticamente a costo zero”
“Per divertirsi si spende parecchio, qualsiasi cosa uno faccia. Tra cinema, shopping e qualche pizza fuori in un mese posso arrivare a una cinquantina di euro. La sera non esco spesso, ma anche passare il pomeriggio fuori, prendendo qualcosa da bere con un’amica, significa “perdere” come minimo 5 euro al giorno”
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giovani
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cALcIO. Per una stagione di allenamenti, il primo anno, ci vogliono circa cinquanta euro al mese
Quanto costa diventare campioni La prima divisa si può indossare già a cinque anni, poi il salto nella categoria “pulcini”, seguita dagli “esordienti”. La spesa maggiore è all’inizio, quando va comprato l’equipaggiamento necessario
Ci si può iscrivere in qualsiasi momento dell’anno
Ecco la lista dell’occorrente
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Lorenzo Salusest
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ISTRUZIONI PER L’USO
na piazza come campo, linee immaginarie, giubbotti o zaini come pali delle porte, nessun numero sulle maglie, nessun arbitro. E un pallone, simbolo del divertimento e del potere di chi lo portava: bastava un torto subito, vero o presunto, e la partita terminava immediatamente con il più classico dei “il pallone è mio”. Ricordi di un tempo lontano, quando le scuole calcio per gli aspiranti campioncini erano i piazzali e i giardini. Almeno sino ai dieci anni, età minima per iscriversi ai Nagc. Poi la rivoluzione del calcio moderno ha investito anche il settore giovanile. Una rivoluzione che ha strutturato il percorso di avviamento all’attività calcistica. Oggi la prima divisa si può indossare già a cinque anni compiuti, età minima per diventare “piccoli amici”. Dopo tre anni il salto nella categoria “pulcini”. Altri due anni e i pulcini diventano “esordienti”, ponte verso il calcio a 11 (sino ad allora le partite sono, progressivamente, tra squadre di cinque, sette o nove giocatori). Un percorso di crescita che nella provincia di Firenze si realizza nelle 92 strutture (di cui 25 in città) in possesso del “bollino” rilasciato dal Settore giovanile e scolastico della Federcalcio: 51 scuole di calcio riconosciute (16 nel capoluogo) e 41 centri calcistici di base (nove a Firenze). Una differenziazione – più qualificate le prime, meno le seconde – operata sulla base dei requisiti in possesso delle società sportive, dal rapporto tra il numero dei bambini e degli istruttori alla qualifica di questi ultimi. Una differenziazione che ovviamente si riflette anche sul costo sostenuto dalle famiglie per mandare i propri figli – o figlie, perché l’atti-
vità è aperta sia ai maschi che alle femmine – a scuola di calcio. Un costo che tende a spaziare tra i 200 ed i 300 euro a stagione, cui vanno ad aggiungersi, limitatamente alla prima iscrizione, le spese per l’equipaggiamento (borsa, tuta, divise da allenamento e da gara, k-way), solitamente intorno ai 100 euro. Ultimo esborso, i parastinchi e, soprattutto, le scarpette da calcio: momento magico per i bambini, un po’ meno per i genitori alle prese con prezzi spesso esorbitanti. Ma con un po’ di pazienza e tanta perseveranza è possibile portare a casa entrambi i sospirati articoli ad una cifra inferiore ai 50 euro. A conti fatti mandare il proprio figlio a scuola cal-
Tra città e provincia ci sono 92 strutture in possesso del “bollino” giovanile della Federcalcio cio può avere un costo per il primo anno che va dai 350 ai 450 euro, meno di cinquanta euro al mese. Una cena al ristorante in meno in cambio dell’opportunità di far crescere, maturare, e divertire il proprio figlio. Un sacrificio più che accettabile. Purché lo si faccia con lo spirito giusto, senza caricare il bambino delle proprie illusioni. E se son rose fioriranno. Comunque ed ovunque. Del resto nel passato le rose più belle del calcio hanno cominciato a sbocciare sull’asfalto e sulla terra dei vicoli e delle piazze.
on è mai troppo presto per iniziare a giocare a calcio. O quasi. Se il primo calcio al pallone solitamente avviene quando ancora l’equilibrio del bambino è precario, per il primo corso bisogna attendere i cinque anni compiuti. L’avventura può iniziare in qualsiasi momento dell’anno, da settembre a giugno, dopo aver adempiuto ad alcuni semplici impegni. Primo passo: la scelta della scuola calcio, da individuare in base alla comodità (vicinanza da casa o dal lavoro) e/o alla qualità. Secondo passo: munirsi di due fototessere del bambino, il certificato contestuale firmato dai genitori, il certificato medico per l’attività non agonistica (sufficiente quello del pediatra sino ai 12 anni. Dopo il compimento del dodicesimo anno, anche se a stagione calcistica in corso, è necessario il certificato rilasciato dagli istituti di medicina dello sport). Quindi il pagamento della quota d’iscrizione ed il gioco è fatto, anzi sta per iniziare. Un’esperienza educativa e formativa resa possibile da molte società calcistiche sotto la supervisione del settore giova-
nile e scolastico della Federcalcio, guidato in Toscana da Paolo Mangini: “Il nostro obiettivo primario è far sì che i bambini si divertano ed imparino a giocare, il risultato è secondario. Del resto i tanto decantati modelli stranieri di formazione dei giovani calciatori sono analoghi a quanto da anni la Federcalcio suggerisce di fare: grande attenzione alla didattica, numero dei giocatori per squadra e dimensioni del campo in funzione dell’età dei giovani calciatori”. Al centro della scuola calcio, in sintesi, c’è il bambino, il suo divertimento, la sua crescita. Per il risultato agonisti/L.S. co c’è tempo.
IL FAttO. In Questura si continua a indagare
Sullo scandalo “baby-calciatori” ancora domande senza risposte
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opo il polverone, un’apparente calma piatta. Fa ancora parlare di sé lo scandalo dei baby calciatori scoppiato in Toscana tre mesi fa. Sulla vicenda, che ha scosso dalle fondamenta il calcio dilettantistico nostrano, pendono infatti ancora tanti interrogativi e domande senza risposta. Non bastano le condanne sportive per le 11 società coinvolte e per sette loro tesserati: nelle stanze della questura di Firenze si continua a indagare per far luce sulle molte zone d’ombra ancora da chiarire. L’inchiesta era partita dalla procura federale della Federcalcio, che da tempo aveva cominciato a lavorare sul caso in seguito a numerose testimonianze di giovani. Al centro dello scandalo il sistema messo in piedi da alcuni faccendieri del pallone per far arrivare in Toscana calciatori in erba provenienti da società del sud Italia. Secondo l’accusa, era Antonio Improta, talent scout, a ingannare le famiglie dei ragazzi. L’uomo le convinceva promettendo un trattamento di tutto rispetto per i loro figli, assicurando scuola, vitto e alloggio gratis.
Oltre, ovviamente, a un futuro sui migliori campi di calcio della Toscana. La realtà ricostruita dalla procura federale era però un’altra, con i giovani costretti a mangiare poco e male in luoghi fatiscenti. Gli investigatori si erano anche imbattuti in alcuni casi di abbandono scolastico. Tutti gli adolescenti militavano in squadre dilettantistiche: San Donato Tavarnelle, Audace Galluzzo, Lastrigiana, Dopolavo-
Condanne sportive per 11 società e per sette loro tesserati
ro ferroviario Firenze, Vicchio, Sansovino, Virtus Poggibonsi, Certaldo, Montelupo e Maliseti. Le società sono state ritenute colpevoli dalla giustizia sportiva per irregolarità nei tesseramenti e per “avere omesso ogni cautela, controllo e vigilanza” sulla reale sistemazione dei calciatori /Lu.Ser. minorenni.
giovani
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tENDENZE. Nei mesi scorsi polemiche sugli incidenti, anche mortali, accaduti ad alcuni ragazzi
Parkour, lo “sport” di vivere la città Corrono, saltano, superano muretti e ringhiere: è la nuova disciplina di strada che si sta diffondendo in Europa. A Firenze è nata un’associazione Paolo Ceccarelli
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i allenano minimo due volte a settimana. Due ore e mezzo di attività fisica ogni volta: 10-15 minuti di corsa lenta, altri 15 per sciogliere le articolazioni, un bel po’ di riscaldamento e potenziamento dei muscoli, esercizi di equilibrio. E poi si inizia. A giocare a calcio? A fare danza? No, questo non è uno sport. Si chiama parkour e a chi lo pratica piace definirlo “l’arte dello spostamento”: vivere la città superando gli ostacoli che si incontrano – un muretto, una sbarra, per non parlare delle barriere architettoniche. Loro lo dicono così: è la disciplina di spostarsi da un punto ad un altro nel modo più fluido, veloce e sicuro possibile. Ma è proprio sulla sicurezza che sono nate le polemiche che hanno portato il parkour all’attenzione di giornali e tv. Ci sono stati incidenti, uno in Italia, in cui sono morti dei ragazzi. Saltando da un tetto a un altro, oppure salendo sopra a uno pericolante. “Questo succede perché un ragazzino pensa che sia un gioco e dice ‘mi butto’. Ma non è così, il parkour richiede tanto allenamento e piena consapevolezza dei propri limiti”, spiegano Giulio,
Alessio, Leonardo e Paolo di Parkour Firenze, un’associazione dilettantesca nata nel settembre 2009. “Quello che si vede nei filmati su internet a volte è fuorviante: chi fa salti difficili arriva a farli dopo 10 anni di allenamento e non lascia nulla al caso”. Loro hanno iniziato qualche anno fa e poi hanno deciso di costituirsi in associazione, cosa insolita nel mondo del parkour, proprio perché “più il gruppo cresceva e più c’era la necessità di organizzarci e di scoraggiare chi pensa di avvicinarsi a questa disciplina come se fosse una cosa semplice e leggera”. Hanno tra i 17 e 35 anni, nella vita di tutti i giorni studiano o lavorano e raccontano che, da quando fanno parkour, vedono “in modo diverso, migliore, Firenze: perché la viviamo di più e non ci passiamo solo per andare in un pub la sera”. Si allenano in piazza Leopoldo e fanno percorsi anche in piazza Alberti. Qui, una volta, hanno chiamato i carabinieri: “Abbiamo visto dei ragazzini che facevano danni e abbiamo telefonato al 112. Il vandalismo e il degrado non piacciono a nessuno”. E infatti si mettono anche a raccogliere i cocci delle bottiglie rotte che trovano per terra.
Il parkour (foto Luca Hosseini)
“A chi vuole provare il parkour diciamo: rivolgetevi a chi lo fa già. Se non volete provare con noi, almeno contattateci per avere qualche consiglio”. Un messaggio che va anche ai genitori e ai nonni: “Conosciamoci. E magari provate voi
stessi: il parkour si può fare anche a 60 anni, non è una disciplina estrema né competitiva”. Il sito internet, dove si trovano anche i contatti telefonici, è www.parkour-firenze.blogspot.com, l’email overcomecrew@live.it.
LE ORIGINI Il fondatore di questa “arte”, sbocciata nelle periferie parigine, è considerato l’atleta e stuntman David Belle
Una parola francese (storpiata) e due principi: efficienza e utilità
I
l parkour nasce alla fine degli anni ‘80 nelle periferie di Parigi. La parola deriva dal francese “parcours” e più precisamente dall’espressione “parcours du combattant”, il percorso del combattente utilizzato nell’addestramento militare. L’idea del nome venne a quello che è considerato il fondatore del parkour, l’atleta e stuntman David Belle, e al suo amico attore Hubert Koundé (“L’odio” di Mathieu Kassowitz e “The Costant Gardener” sono i suoi film più famosi). I due sostituirono la “c” con la “k” per rendere più forte la parola e, si dice, tolsero la “s” – che non si pronuncia – perché incoerente con l’idea di utilità
ed efficienza che il parkour deve dare. Belle, 37 anni, è cresciuto in una famiglia abituata per lavoro al movimento fisico e alle situazioni pericolose: il nonno è stato un vigile del fuoco, così come il padre, che si è addestrato seguendo il metodo elaborato da George Hébert. E proprio quest’ultimo può essere considerato il “nonno” del parkour: nato nel 1875, fu ufficiale della Marina durante la I Guerra Mondiale, ma prima ancora fu mandato nella colonia francese della Martinica. Qui, nel 1902, si verificò una terribile eruzione vulcanica e Hébert partecipò alle operazioni di salvataggio della popolazione. Questa esperienza,
unita alla conoscenza dei popoli africani e della loro prestanza atletica che fece durante altri suoi viaggi, lo portò a riflettere sul modo di sviluppare e usare le capacità fisico-atletiche. Tornato in Francia, diventò insegnante di educazione fisica e sistematizzò un suo metodo di allenamento: il Metodo Naturale che, come l’ha descritto lui stesso, “consiste di esercizi all’aperto – un percorso, lungo da qualche centinaio di metri a qualche chilometro, durante il quale si cammina, si corre, si salta, si avanza a quattro zampe, ci si arrampica, si cammina in equilibrio instabile, si /P.C. porta, si lancia, si combatte e si nuota”.
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focus
Settembre 2010
IL cASO. Dopo lo sgombero del mercatino multietnico, l’area prova ora a rinascere
Il degrado si combatte a suon di analcolici Sul lungarno della Zecca Vecchia si servono succo di pomodoro, birra e mojito rigorosamente alcol free. Per offrire a Firenze un nuovo luogo da vivere Ludovica V. Zarrilli vi sono dei giochi per bambini “perchè questo giardino potrebbe diventare luogo di ritrovo per le mamme” e un punto informazioni che i ragazzi vorrebbero allestire proprio accanto al chiosco, per fare in modo che, insieme a un panino, una bibita e un po’ di fresco, i turisti di passaggio possano avvalersi anche dei consigli di chi Firenze la conosce bene ed è pronto a dar loro il benvenuto. La chiusura è prevista per il 30 novembre, ma “se tutto ve bene, il contratto col Comune dovrebbe essere rinnovato”.
Il Chiosco della Zecca all’interno del giardino
MANGIA&BEVI. Fino alla fine del mese eventi per tutti i gusti a Firenze e dintorni
L’estate si chiude nel segno delle sagre C
ome svagarsi in città a settembre? Fino al 19 di questo mese possiamo scegliere tra: Lazzaretto, dove si svolge la 23esima Sagra della pizza, per poter gustare golosissime pizze, piatti della cucina tradizionale accompagnati da musica e balli; il Girone, frazione di Fiesole, teatro della 26ma Sagra del tartufo, con menù tutto a base di tartufi e spettacoli musicali. La finalità dell’evento è il finanziamento delle attività di volontariato della locale sezione della Croce Azzurra. Ancora, c’è la fiera “Pomarium”, presso il Parco Vivai Belfiore, a Lastra a Signa, tra le più rilevanti a livello nazionale e che promuove la cultura del biologico, dedicata alla diffusione della conoscenza delle piante da frutto antiche. La manifestazione riunisce, nella bella cornice del Parco Vivaio, numerosi espositori che presentano prodotti dei più vari, tutti collegati alle piante da frutto, quali libri e stampe antiche e moderne sulla frutta, riviste specializzate, concimi naturali e vari preparati per la difesa biologica della frutta, moltissimi prodotti derivati
dalla frutta, cesti artigianali, ceramiche e fruttiere da tavola, vasi per la coltivazione in terrazzo delle piante da frutto, frutta fresca scomparsa dai banchi di mercato. Sabato18 e domenica 19 settembre sarà la volta della fiera Fortezza Antiquaria (che torna nella sede originaria, i giardini della Fortezza del Basso a Firenze) e raccoglie 120 operatori, tra collezionisti e antiquari, provenienti da tutta Italia. A Certaldo, domenica 19 settembre, si terrà il mercatino di antiquariato e artigianato, in piazza Boccaccio, dove saranno presenti numerosi espositori di mobili e oggettistica di antiquariato e banchetti di artigiani locali. Domenica 26 settembre sarà la volta dell’84esima Festa dell’Uva a Impruneta. Sabato 2 e domenica 3 ottobre, infine, a Firenze, ci sarà la Fiera internazionale della ceramica, arrivata alla XI edizione, in piazza Santissima Annunziata. Saranno esposte le opere di circa 60 ceramisti italiani ed europei, che offriranno un quadro significativo della creazione ceramica /V.G. contemporanea.
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emolizioni, sfratti e pulizia. Ma il giardino sul lungarno della Zecca Vecchia, che fino a pochi mesi fa era occupato dal contestatissimo mercatino multietnico, aveva ripreso a vivere in sordina, spopolato e cristallizzato nella sua nuova veste fino a quando, in agosto, è comparso il Chiosco della Zecca, bar con tavolini all’aperto che offre, a chi ha voglia di frescheggiare un po’, un luogo sicuro, tranquillo (e non costoso) dove passare del tempo all’aperto. “La caratteristica principale del nostro chiosco - spiega Pierdomenico, che gestisce il bar insieme a Marcello, Federica, Lucia e con la collaborazione di Federico e Ivan - è che questo è il primo chiosco in città a servire solo analcolici. Per esempio abbiamo la birra e il mojito analcolici e il messaggio che vogliamo trasmettere è chiaro: non ci si deve per forza ‘sballare’ con l’alcol, basta fare quattro chiacchiere con gli amici per divertirsi insieme”. Il bar, che è aperto 7 giorni su 7, dalle 9 del mattino alle 9 di sera, è una sfida per i gestori e un’occasione di rinascita per un luogo che fino a poco tempo fa era sinonimo di degrado e spaccio di droga. “Da quando ci siamo noi non ho mai visto nessun comportamento sospetto - spiega Pierdomenico - e poi c’è una pattuglia dei carabinieri che spesso viene a controllare che tutto sia a posto”. Il primo passo è stato fatto, sia nei confronti della cittadinanza, che ha un nuovo luogo dove ritrovarsi, sia nei confronti dei tanti turisti che ogni giorno si ritrovano sul lungarno (dove sostano i pullman in arrivo dalle località più disparate) e che fino a qualche tempo fa non avevano neanche una toilette a portata di mano. “Oltre ai bagni che c’erano già - continua il gestore del chiosco - abbiamo fatto installare due toilette chimiche che vengono pulite costantemente. Spesso dai pullman scendono persone anziane e abbiamo pensato che un servizio del genere fosse indispensabile. Il costo per utilizzarla è di 50 centesimi”. I prossimi obietti-
E AL N IO ESS TE F N RO E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G
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A tEAtRO/1. Dal 21 settembre si rialza il sipario del Comunale. Tra classici eterni e tante sorprese
Maggio: una stagione lunga 12 mesi La fine del 2010 segna una svolta: il 21 settembre prende il via un calendario-ponte
A tEAtRO/2
che terminerà a dicembre, appena prima dell’inizio della stagione ufficiale,
Alla Pergola insieme a Shakespeare e Molière
che comincerà a gennaio (dal 2011 sarà sempre così), andrà avanti per tutto l’anno solare e avrà come fiore all’occhiello il Festival del mese delle rose Barbara Biondi
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ivoluzione al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino: dal 2011 la stagione non comincerà, come di consueto, in autunno ma per assistere ad opere, balletti e concerti si dovrà aspettare l’inizio dell’anno solare. Dal prossimo anno la programmazione inizierà a gennaio, coprirà tutto l’anno solare e avrà al suo interno il fiore all’occhiello del Festival del Maggio. Una scelta per far coincidere programmazioni artistiche e bilanci, come già avviene per molti altri Teatri in Italia, da Roma a Venezia, da Bologna a Palemo, e un’occasione per lanciare con grande anticipo il Festival fiorentino nel panorama internazionale. Nessun timore, questo non significa che da settembre a dicembre il sipario del Comunale rimarrà abbassato, al contrario, è già pronto il programma per i prossimi 3 mesi, che inizierà il 21 di settembre per concludersi a fine anno. E’ una Stagione-ponte che prelude a quella nuova, lunga dodici mesi. Nessuna riduzione di produttività, invariata rispetto al 2009, e di offerta artistica, ma piuttosto una necessaria rivisitazione dei modelli di programmazione e produzione, alla luce dei nuovi scenari finanziari e normativi. Gli operisti nazionali spopolano in tutto il cartellone autunnale, spaziando da Verdi a Puccini, da Mozart all’italiano d’adozione Hans Werner Henze, fino a una serata dedicata a Rossini. Dopo Salome, arriva Pollicino, titolo amatissimo di Hans Werner Henze. E ancora, è entrato stabilmente nel repertorio del teatro fiorentino il fortunato allestimento de Le nozze di Figaro (dal 2 novembre) firmato dal regista inglese Jonathan Miller, le cui messe in scena brillanti, ironiche e accurate sono sempre state accolte con molto favore dal pubblico. Novembre e dicembre sono consacrati a Zubin Mehta: il direttore del Maggio sigla ben due titoli consecutivi, La forza del destino (dal 23 novembre) e Tosca (dal 7 dicembre). Ma Mehta dirige anche tre diversi concerti: uno tutto mozartiano (27 novembre), con il Requiem che manca al Comunale dal 1988; quindi un programma russo con Shéhérazade di RimskijKorsakov e Sacre du Printemps di Stravinskij (11 dicembre), ed uno con il Concerto per orchestra
Una scena di Salome
di Bartok e il famoso “Rach 3” interpretato dal formidabile pianista russo Denis Matsuev (15 dicembre), per la prima volta al Comunale. Un ulteriore concerto nel 2011 vedrà sul podio il maestro indiano per il centenario della morte di Gustav Mahler con la sua Quinta Sinfonia. MaggioDanza sarà impegnata durante l’autunno con due produzioni assai diverse fra loro: Trois histoires, trittico monografico che apre la Stagione del balletto (dal 13 ottobre al Teatro Goldoni) firmato da Fabrizio
Monteverde, Era Eterna, Poltronadamore, dal racconto di Alberto Savinio, e Bolero. Per Natale torna invece Coppelia (dal 22 dicembre al Comunale), per rinnovare la tradizione di assistere al balletto con la famiglia durante le feste, con la coreografia di Evgheni Polyakov e il coloratissimo allestimento surreale firmato dal pittore spagnolo Sigfrido Martin-Begué, che si ispira fin dal primo impatto ai mille “occhi di smalto” della fanciulla del racconto “L’uomo della sabbia” di Hoffmann.
L’INIZIAtIVA. Il 26 appuntamento con la gara podistica che raccoglie fondi per la ricerca
La Colombari testimonial di Corri la Vita È
l’ex miss Italia Martina Colombari la nuova testimonial di Corri la Vita, la gara benefica che domenica 26 torna ad animare le strade fiorentine e che ha raccolto nel tempo un seguito sempre maggiore, sia di partecipanti che di sponsor e testimoni illustri del mondo dello spettacolo, del cinema e della musica quali Luca Argentero, Aldo, Giovanni e Giacomo, Cristian De Sica, Hugh Grant, Christine Scott Thomas, Jovanotti, Laura Pausini, Zubin Mehta, Vittoria Puccini, Eros Ramazzotti, Valentino Rossi, Simona Ventura. L’iscrizione costa 10 euro e tutti i partecipanti riceveranno la maglietta ufficiale realizzata dalla maison fiorentina Salvatore Ferragamo e il pettorale personalizzato da La Perla. I partecipanti potranno scegliere se iscriversi alla maratona competitiva di 12 km oppure alla passeggiata di 5,7 km che si snoda tra il centro storico e l’Oltrarno, con soste per visitare giardini, chiese, palazzi e musei aperti per questa speciale occasione. Alla passeggiata sono abbinate anche delle mete culturali eccezionalmente aperte per questa occasione. Si potranno visitare, tra le altre, la Chiesa e la cripta di Santo Stefano al Ponte, la Tribuna di Galileo del Museo della Specola, il Museo di Storia Naturale “Palazzo non Finito”, attraversare il Giardino di Boboli. Le iscrizioni
alla corsa competitiva e alla passeggiata si possono fare alla nuova sede LILT di Viale Giannotti 23 - tel. 055 576939; alla Firenze Marathon Viale Fanti, 2, tel. 055 5522957; a L’Isolotto dello Sport di Via dell’Argingrosso, 69 A/B e Universo Sport di Piazza Duomo. Mentre solo per la passeggiata a Universo Sport di via Sandro Pertini, 36/Viale Guidoni oppure, novità di quest’anno, online sul sito www.boxol. it e nei punti vendita accreditati del circuito box Office che si trovano sul loro sito. I fondi raccolti nel 2010 saranno devoluti a quattro importanti progetti, preventivamente analizzati da un comitato scientifico: sostenere l’attività del Ce.Ri.On, Centro di riabilitazione Oncologica per le donne operate di tumore al seno presso Villa delle Rose, una dei centri italiani più all’avanguardia per le cure psico-fisiche; contribuire all’acquisto di un mammografo digitale per l’Ospedale di Careggi predisposto con uno speciale software per la tomosintesi digitale del seno, collaborare al progetto FILE “Oltre il Ponte”, per una continuità di cura fra Day Hospital Oncologico e Cure Palliative/Leniterapia, ed infine sostenere “The Vito Distante Project in Breast Cancer Clinical Research”, un progetto dedicato alla formazione /B.B. di giovani medici per favorire un maggior impegno in senologia.
Nonostante i problemi e nonostante l’abolizione dell’Ente Teatrale Italiano (sostituito nelle responsabilità dal ministero per i beni culturali), a partire dal 21 novembre il teatro della Pergola, rinnova la sua promessa agli spettatori, proponendo 21 spettacoli nel nuovo cartellone, un viaggio nell’universo dei classici arricchito da spunti curiosi, talvolta divertenti talvolta innovativi. È un anno nel segno di Molière e Shakespeare, che saranno trattati da importanti nomi della scena. Sarà Il malato immaginario di Gabriele Lavia ad aprire la stagione, mentre Luigi De Filippo offrirà una versione partenopea dell’Avaro. Shakespeare sarà il cavallo di battaglia della coppia Gravina-Siravo, con la loro Bisbetica domata trasposta da Pugliese nell’Italia anni Sessanta, e di Umberto Orsini con la Tempesta. La rubrica dei grandi autori prosegue con due Goldoni, La bottega del caffè del Carcano e La locandiera riletta da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Non poteva mancare Luigi Pirandello, in accezione però diversa dalle solite proposte. Tato Russo rilegge le pagine de Il Fu Mattia Pascal; Giancarlo Cauteruccio aggiunge una tappa importante al proprio lavoro di ricerca informando delle sue visioni Uno nessuno e centomila, interpretato dal fratello Fulvio. Grandi prove d’attore sono quelle di Franco Branciaroli impegnato nei panni di Don Chisciotte e di Luca Zingaretti con la sua Sirena. C’è Maurizio Scaparro, che nell’ambito della sua riflessione sui centocinquanta anni dell’Unità d’Italia propone Lo sbarco dei Mille, cronaca garibaldina estratta dai diari di un osservatore diretto e famosissimo, lo scrittore Alexandre Dumas; c’è Giorgio Albertazzi, e il nuovo duetto Caprioglio-Tedeschi; e poi Le signorine di Wilko diretto dal regista lettone Alvis Hermanis e Un ispettore in casa Birling, recitato da Paolo Ferrari e Andrea Giordana. Quattro particolari sottolineature chiudono il cerchio della stagione. Il principe della gioventù, I pugni in tasca (dal celebre esordio cinematografico di Marco Bellocchio), Per non morire di mafia e infine Processo a Gesù, che debuttò nel 1955 al Piccolo con la regia di Orazio Costa, altro nome che lega strettamente questo testo al Te/B.B. atro della Pergola.
Il teatro della Pergola
cultura
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LA NOVItÀ. È fissata per novembre la prima edizione della kermesse dedicata all’universo della cultura
Beni culturali, il festival è a “Florens” Caterina Gentileschi
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uale luogo migliore per organizzare un festival dedicato interamente ai beni culturali e ambientali? La culla del Rinascimento, patria di ogni forma d’arte e madre di tanti artisti, quest’anno accoglierà la prima edizione di Florens, manifestazione che dal 12 al 20 novembre accoglierà a Firenze il best of del settore. L’iniziativa è promossa da un comitato costituito da Confindustria Firenze, CNA-Firenze, Intesa Sanpaolo e Cassa di risparmio di Firenze. E’ stata realizzata una partnership con la National Geographic Society che, in occasione dell’evento, presenterà alcuni filmati e mostre in anteprima mondiale. Partendo da Firenze, città simbolo della rinascita umanistica, la manifestazione ambisce a promuovere il ruolo del patrimonio artistico e culturale quale volano di sviluppo economico e sociale di portata internazionale. Firenze, la Toscana e l’Italia sono, infatti, la sede ideale di un laboratorio esportabile a livello internazionale capace di sintetizzare pensieri e azioni volti a valorizzare, in chiave innovativa, i beni culturali, paesaggistici e ambientali. “Florens 2010 è un’iniziativa di politica industriale che unisce economia e cultura – afferma Giovanni Gentile, presidente del Comitato organizzatore e di Confindustria Firenze -. La crisi ha imposto il profondo ripensamento dei modelli imprendito-
riali e di consumo, e un riposizionamento di tutti i sistemi produttivi. È ormai acquisito il ruolo della green economy nel cambiamento dei sistemi produttivi verso un minore consumo di risorse ambientali. Firenze lancia al mondo un’idea ambiziosa: l’economia dei beni culturali può essere un nuovo paradigma produttivo vincente e un nuovo motore dello sviluppo industriale. Il Forum Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, desti-
Otto giorni per parlare del settore come volano di sviluppo per il Paese
nato ai principali decision maker e operatori internazionali del settore, sarà l’evento principale della settimana e si terrà a Palazzo Vecchio da giovedì 18 a sabato 20 novembre 2010. Sarà un’occasione di confronto tra attori e professionisti del settore per trovare soluzioni innovative. Per Firenze sarà inoltre un momento di grande prestigio per promuovere e valorizzare il patrimonio locale e per riconfermarsi nell’ambito delle arti e della cultura quale modello di riferimento su scala globale. In
occasione del forum saranno presentati i risultati di uno studio strategico - avviato a dicembre 2009, curato e realizzato da The European HouseAmbrosetti - sul tema “La ridefinizione dell’economia dei beni culturali e ambientali”. Tale studio
affronta temi relativi al futuro dei beni culturali in Italia e nel mondo, alle principali esperienze mondiali di successo, all’evoluzione economica delle città d’arte, al mix di arte, patrimonio e nuove tecnologie per costruire innovazione.
LA REcENSIONE. È nelle librerie “La memoria dei pesci”, il terzo romanzo del giornalista siciliano ma “gigliato” d’adozione
La città di Russo, vista con gli occhi della rete
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n libro in cui riconoscersi, ripensare sé stessi e la città in cui si vive. L’eterna lotta tra l’amor proprio e l’amore che si vorrebbe trovare, donare, vivere. O, se preferite, un libro per scoprire un mondo diverso, fatto di una quotidianità che appartiene a tanti, nell’epoca delle chat e dei social network. Un libro (anche) su Firenze. Non quella stereotipata dei bus turistici, ma quella dei fiorentini. Pippo Russo ci sorprende ancora, proponendoci una storia diversa. “La memoria dei pesci” (Edizioni Cult Firenze, pag. 320, euro 12), terzo romanzo del professore di sociologia e giornalista agrigentino (oramai pienamente fiorentino), è un viaggio breve ma profondo nelle sfere della vita – reale e virtuale - che si intrecciano, si disperdono, si sovrappongono per poi, alla fine, ristabilire il primato della realtà e della responsabilità dell’individuo verso se stessi e gli altri. I fatti
si svolgono a Firenze nel 2011 di Brando Ferraris, giovane talentuoso che, con due amici ha fondato la Self, società che fornisce servizi biografici multimediali. Ma il successo dell’impresa, poco a poco, finisce per interferire con la stabilità di Brando che, quasi all’improvviso, si ritrova a dover districare complicate matasse: dal rapporto con i soci a quello senza sbocchi con la sua donna, con l’aggravante della contemporanea separazione dei suoi genitori. Proprio in questo quadro, dal recente passato, attraverso “l’altra vita” del suo avatar in rete, riemergono presenze femminili semi-dimenticate o del tutto rimosse dalla memoria. Così, come il viandante che ha perso qualcosa, Brando è costretto a tornare sui propri passi, anche per ritrovare il futuro. “E’ un romanzo sociale, un tentativo di fotografare la contemporaneità - dice Russo - Le vicende di Brando sono un pretesto per riflettere sul modo in cui
è cambiato il nostro modo di costruire le relazioni sociali, di collocarle dentro una prospettiva di medio periodo, di dare importanza agli affetti”. “Brando è un personaggio che ha perso l’amore – continua lo scrittore - nel senso più ampio del termine: l’amore per le persone che lo amano, per le cose a lui immediate, per il suo lavoro, forse pure per se stesso. Vive schiacciato nell’istantaneo, manipolando le vite degli altri per mestiere ma ormai incapace di fare una corretta manutenzione della propria”. “In fondo - aggiunge Russo - somiglia a ciascuno di noi molto più di quanto siamo disposti ad ammettere. Come pure il tema degli amori che nascono in rete: un’esperienza, anch’essa, più diffusa di quanto si sia disposti a confessare. Secondo me, sono il frutto di un bisogno di socialità che prima della diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione istantanea rimaneva inespresso”. /Ciro Becchimanzi
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IL PERSONAGGIO. Tosto in panchina come lo era in campo, le critiche non lo turbano: ecco chi è Mihajlovic
Sinisa, il duro che vuol cambiare i viola Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questi gli ingredienti con cui l’ex tecnico del Catania, che da piccolo trascorreva ore ad allenarsi sulle punizioni, intende riportare in alto la Fiorentina. Diventando anche “psicologo”
Sinisa Mihajlovic
Lorenzo Mossani
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a Fiorentina ricomincia da Sinisa Mihajlovic. Ricomincia da un allenatore giudicato (criticato o amato) già prima dell’inizio della stagione. Quasi un record. Lui che da piccolo stava fino a tredici ore a calciare da 30 metri le punizioni per colpire un cerchio grande quanto un pallone, e che non si è scomposto davanti alle critiche a priori. Per gli uomini di calcio parla il campo. È andato avanti per la sua strada, cambiando modulo alla Fiorentina, chiedendo ai suoi giocatori più cattiveria. Si è dimostrato anche un fine psicologo con Babacar: bastone a inizio stagione per spronarlo (“Non ho ancora avuto modo di confrontarmi con lui perché non si è allenato in gruppo per qualche problema fisico. Non so se andrà via in prestito, dipende da lui, se continua a lavorare come ha fatto fino ad oggi è inutile che resti qua, se capisce lo spirito con cui deve lavorare e impegnarsi allora
può farci comodo. La società la pensa come me, poi non so se vorrà cercare sul mercato un vice-Gilardino, io comunque spero che Babacar, se sta bene a questo alluce, possa far vedere buone cose”, aveva detto prima dell’amichevole col Valencia), seguito poi dalla carota (ovvero gli elogi): “Sta lavorando bene, la qualità non gli manca...”. Sul giovane talento i risultati si sono visti, per quanto riguarda tutta la squadra è presto per dare giudizi. Se il serbo sarà più bravo del “Mago di Orz” si vedrà solo a fine campionato, ma intanto la Fiorentina sembra cambiata nel carattere. Nelle prime uscite di Sinisa Mihajlovic, la squadra ha tirato fuori gli attributi nei momenti di difficoltà. Serbo docet. Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questa è la miscela giusta. Altra differenza rispetto al passato, l’ex allenatore del Catania non ha pianto troppo nemmeno quando si è infortunata la stellina Jo-Jo: “Abbiamo perso un punto di forza - dichiarò il mister - Stevan è un bravissimo ragazzo, tornerà presto, adesso però non serve piangersi addosso, dobbiamo pensare comunque positivo. In rosa abbiamo calciatori
di qualità che sapranno sostituirlo. Per adesso sono molto soddisfatto di Ljajic. Sicuramente Adem è il candidato numero uno, poi vedremo. Sono simili ma diversi al tempo stesso: Adem come mezza punta si muove meglio di tutti, Stevan è più fisico”. Dopo queste dichiarazioni è arrivato Cerci, una “corvinata” che ha dato subito buoni frutti. Mihajlovic, che in campo era un duro, sta trasmettendo il suo carattere alla Fiorentina. Da non dimenticare, poi, che a questa squadra manca ancora Adrian Mutu, un Fenomeno in campo. Senza il rumeno, come è successo l’anno scorso, molti piazzamenti in Champions si sarebbero dissolti in campionati anonimi. Basti ricordare il pareggio contro il Genoa, con una tripletta del numero dieci negli ultimi minuti. Non è facile passare da 0-3 a 3-3 giocando bene: ci vuole un fuoriclasse per arrivare in alto. Qualcuno sostiene che con Sinisa potrebbe avere dei problemi, ma normalmente le “prime donne” prima si odiano e poi si amano. La speranza dei tifosi è che, da metà ottobre, la Fiorentina si ritroverà con due fenomeni. Uno dentro e uno fuori dal campo.
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sport
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GUIDA ALLA StAGIONE. Ecco gli impegni che attendono la squadra gigliata fino al prossimo maggio
Quest’anno il campionato si fa spezzatino Cristina Guerri
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ai come quest’anno sarà campionato-spezzatino. Nella scorsa stagione (vi ricordate, tanto per fare un esempio, FiorentinaAtalanta giocata alle 13?), infatti,
lo spezzettare la singola giornata di campionato era stato solo un antipasto di quello che succederà nella stagione 2010/11, da poco partita. Quest’anno lo spezzatino sarà pane quotidiano per i calciofili. Soprattutto per il tifoso da poltrona. Il singolo turno di campionato verrà diviso in quattro giorni. Dal venerdì (per le
A novembre doppia trasferta con Milan e Juventus. Mutu può tornare a Catania. Il 26 ottobre esordio in Coppa Italia
squadre che chiederanno di anticipare le proprie partite causa impegni europei) al lunedì (saranno almeno 6-7 i posticipi nel corso del campionato). Detto questo, vediamo quali sono gli impegni che aspettano i viola. Per la Fiorentina, dopo la prima partita giocata in casa con il Napoli (l’esordio non era certo dei più facili, soprattutto per una squadra che si presentava ai blocchi di partenza con un nuovo allenatore), il primo vero ostacolo sarà fuori casa, contro la Sampdoria di Pazzini e Cassano, il prossimo 17 ottobre. Gara che si giocherà dopo la sosta per la Nazionale. Poi tre partite sulla carta abbordabili (contro Bari e Chievo in casa e Catania - quest’ultima si giocherà di sabato alle 20.30 - in trasferta) prima del big match del 10 novembre contro la Roma all’Olimpico (l’ultima vittoria dei viola in casa giallorossa risale alla stagione ‘91-’92). Quella contro il Catania potrebbe essere la prima di Adrian Mutu, visto che la squalifica per subutramina lo terrà fermo fino al 29 ottobre. Novembre riserverà altre due trasferte a prova di fuoco per la Fiorentina. In sette giorni, infatti, i viola se la vedranno con Milan e Juventus. L’ultima prima della sosta natalizia sarà al Franchi contro l’Inter. Si riprenderà ad anno nuovo, giovedì 6 gennaio con il Bologna al Dall’Ara; poi, il 9, in casa contro il Brescia, si chiuderà il girone di andata. Quindi subito trasferta a Napoli, dove i viola cercheranno di dimenticare il torto arbitrare subito in occasione della parti-
ta di andata. Di trasferte off limits, nel girone di ritorno, ce ne saranno molte meno. Anche se quelle con Lazio (30 gennaio) e Palermo (13 febbraio) non dovranno essere prese sottogamba. Per non parlare della penultima della stagione (8 maggio) contro l’Inter.
Il campionato si chiuderà poi il 22, giorno di Brescia-Fiorentina. Senza impegni europei, oltre al campionato, la Fiorentina sarà impegnata solo in Coppa Italia (Tim Cup). Il primo impegno è fissato il 26 ottobre al Franchi contro l’Empoli.
L’INIZIATIVA Sulle maglie il logo di “Save The Children”
Verso l’Europa. Con i bambini
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uest’anno la Fiorentina avrà qualcosa in comune con il Barcellona, uno dei club più forti e titolati del mondo. Il motivo è lo sponsor sulla maglia. Anzi, il messaggio solidale che la Fiorentina ha scelto di “sposare” e portare in giro per l’Italia. Se gli spagnoli portano avanti la campagna dell’Unicef, la Fiorentina ha deciso di aiutare i bambini, mettendo sulla propria maglia il logo di “Save The Children”, la nota associazione umanitaria che fa capo alla “International Save the Children Alliance”. Sul legame con “Save The Children” Andrea Della Valle si è così espresso: “Sono molto orgoglioso di intraprendere questa nuova iniziativa. Privarsi di una sponsorizzazione che porti ingenti somme pur di portare messaggi importanti è una cosa che ci inorgoglisce.
Prima ancora che scadesse l’accordo con Toyota pensavo proprio a una collaborazione come quella di ‘Save The Children’. A suo tempo – continua ADV - ne parlai anche con presidente del Barcellona, Laporta. Per noi è una svolta molto importante. Il nostro obiettivo, adesso, è quello di raggiungere l’Europa insieme a loro”. “La nostra è la più grande organizzazione che segue i diritti dei bambini - spiega Tesauro, il presidente di Save The Children Italia - siamo nati 90 anni fa, e quel che ci piace ricordare è che il nostro simbolo (che sarà anche sulla maglia viola, ndr) è ispirato a un bambino ricoverato a Firenze. Questo è un momento importante per noi, perché il nostro è un lavoro difficile. Sapere che c’è chi ci sostiene, come la Fiorentina, per /C.G. noi è fondamentale”.
istituto per il benessere relazionale nelle organizzazioni
Benessere sul lavoro e qualità delle relazioni Percorso in moduli per costruire la propria qualità di vita lavorativa
5 > 6 Novembre 2010 • Migliorare l’osservazione di se stessi nel contesto lavorativo “Migliorare le relazioni con gli altri e con se stessi: • Promuovere la consapevolezza del proprio modello comunicativo-relazionale comunicare, comprendersi, incontrarsi.” 3 > 4 Dicembre 2010 “Trasformare la conflittualità interpersonale.” 11 > 12 Febbraio 2011 “Prevenire lo stress e gestire le emozioni negative.” 15 > 16 Aprile 2011 “Incrementare l’autostima, riconoscere e sviluppare le potenzialità.” 10 > 11 Giugno 2011 “Conciliare strategie organizzative e benessere relazionale per migliorare i risultati.”
• Favorire response-ability • Riconoscere ed elaborare vissuti emotivi • Acquisire strumenti per la gestione delle dinamiche comunicative, emotive e relazionali relative al proprio ruolo CoMe lAvoRiAMo • Le attività in aula sono tenute in forma di seminario-workshop • Ogni sessione è supportata da un incontro individuale di consulenza al ruolo al fine di rendere più funzionali gli apprendimenti • I docenti sono a disposizione per supervisioni on line
I moduli possono essere frequentati singolarmente. Percorso Finanziabile con Voucher Formativi. Sede del percorso Le Bagnese - Scandicci (FI)
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sport nel quartiere
Settembre 2010
CALCIO. Nel luglio 2009 prendeva forma la nuova società. E ora è tempo di bilanci
Il lungo anno del Firenze Sud Carlo Marrone
Il club è ripartito dai bambini e dal settore giovanile, “che sono e saranno sempre
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il nostro punto di forza”. Ma l’obiettivo resta anche un altro: il salto di categoria
opo alcuni problemi societari legati alla passata proprietà, con l’avallo di Comune e Quartiere nel luglio 2009 prende forma la nuova società del Firenze Sud Sporting Club, per dare la possibilità a tutti i bambini e i ragazzi che frequentano il campo dell’Anconella di praticare questo bellissimo sport che si chiama calcio. Il vicepresidente, nonché ds della società Lorenzo Gori traccia ora, a poco più di un anno di distanza, un resoconto sulla passata stagione, e rivela quali saranno i prossimi passi del club. Facciamo un passo indietro: quali sono stati i motivi della rottura con la vecchia società? Le dico subito che non c’è stato un motivo più di un altro, ma semplicemente alcune divergenze di opinione. Ma tengo a precisare che non siamo stati noi a provocare questo. Quando è partita la rifondazione della società? Dall’ormai lontano luglio 2009. Quali sono stati i punti forza per ricominciare? Senza dubbio i bambini, i ragazzi, che sono spinti dalla passione verso il calcio. Dopo un anno, come è cambiato il Firenze Sud? La società ha un punto fermo che sono i bambini, la scuola calcio e il settore giovanile, che sono e saranno sempre il nostro punto di forza. Quindi avete messo da parte la prima squadra? No, la nostra prima squadra milita nel campionato di terza categoria: lo scorso anno abbiamo sfiorato i play-off, ma siamo certi che nella nuova stagione l’obiettivo sarà centrato. Si riferisce alla promozione al campionato di seconda categoria? Non le posso negare che tutta la società ha come desiderio che la prima squadra riesca a fare un
con la prima squadra. Il vicepresidente Lorenzo Gori parla di passato e futuro salto di categoria, ma dobbiamo tenere i piedi per terra e prendere in considerazione i problemi che non lo permettono. Di quali problemi parla? Ovviamente di problemi economici: la nostra società non può permettersi ingaggi di giocatori, le sponsorizzazioni sono sempre minori e la nostra squadra è formata da ragazzi del posto che con passione e sacrificio hanno onorato lo scorso campionato fino alla fine. Ci sono stati risultati importanti? I ragazzi si sono comportati molto bene, nello specifico abbiamo avuto una squadra della categoria Allievi che ha fatto molti punti, la squadra dei Giovanissimi ha un po’ deluso a causa di una rosa molto ristretta, mentre nel Campionato dei Giovanissimi B abbiamo ottenuto il terzo posto in classifica dopo due grandi forze quali la Fortis Juventus e il Pontassieve. Nel Campionato di esordienti con una squadra abbiamo superato la Prima Fase e con l’altra siamo arrivati terzi in classifica. Personalità di rilievo che si sono distinte nella passata stagione? Il nostro allenatore Alessio Giovanelli, che ha ricevuto il Pegaso d’Oro della Regione Toscana per lo sport e per il fair play, mentre una delle nostre squadre è stata nominata dall’assessore allo sport di Firenze “Alfieri dello sport e del fair play”, dopo l’avvenimento che vide nei mesi scorsi una lite sugli spalti da parte dei genitori dei ragazzi: il nostro allenatore, in accordo con tutti i piccoli atleti, decise di ritirare la squadra.
Una squadra giovanile del Firenze Sud
COORDINAMENTO PROVINCIALE FIRENZE Sede provvisoria: Via Timoteo Bertelli, 2 www.generazioneitaliafirenze.it info@generazioneitaliafirenze.it Generazione Italia vuole essere un aggregato intergenerazionale rivolto a tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi per l’Italia, con un’attenzione particolare ai giovani che non vogliono limitarsi a subire il futuro del loro Paese ma hanno il coraggio e la passione per immaginarlo, invitandoli ad essere protagonisti dell’Italia del 2020, l’Italia che verrà. La classe dirigente che abbiamo l’ambizione di costruire è cresciuta in un contesto storico eccezionale. La caduta del Muro di Berlino, Tangentopoli, la costruzione di una destra europea da parte di Gianfranco Fini, sono eventi che hanno segnato la “vita politica” di chi dovrà avere la responsabilità di governare il Paese per i prossimi dieci anni. Questa classe dirigente che faticosamente si sta affacciando, ha un dovere che è anche generazionale, ha il dovere di guidare l’Italia. Questa dovrà essere la Generazione Italia che avrà la missione di costruire l’Italia del 2020. Ovviamente questa missione richiede uno strumento. E noi scommettiamo su un grande partito degli Italiani che dobbiamo continuare a costruire con quotidiano entusiasmo. Per costruire l’Italia del 2020, bisogna ripartire da un rinnovato senso dello Stato. Un nuovo orgoglio nazionale che dovremo trasmettere nella scuola, nel mondo della giustizia e dell’economia. Solo così potremo salvare il nostro Paese dal declino e dalla sensazione di decadenza tanto diffusa tra gli Italiani. Generazione Italia vuole essere un laboratorio di idee e un “generatore di passione politica”: contro l’individualismo assoluto, contro il rifiuto del confronto, contro il rampantismo fine a se stesso.
Generazione Italia, la Associazione che fa riferimento al Presidente della Camera On. Gianfranco Fini si è organizzata in circoli territoriali, ambientali e sul web, su tutto il territorio nazionale. Anche a Firenze si è costituita ufficialmente con la conferenza stampa dfi presentazione del Coordinatore Nazionale On. Italo Bocchino il 14 giugno u.s. in Palazzo Vecchio. In quella occasione è stato nominato coordinatore provinciale per Firenze il consigliere comunale del Pdl Riccardo Sarra. In poco più di unmese la struttura del movimento è già pienamente operativa e le adesioni sono in costante crescita: “la nostra ambizione, ha dichiarato Sarra, è quella di radicare Generazione Italia in tutta la provincia di Firenze. Ci guida la consapevolezza, per chi crede come noi nella Politica, di avere la responsabilità di lasciare alle nuove generazione un patrimonio di valori irrinunciabili quali la Moralità, la Trasparenza dei comportamenti pubblici, la Dedizione all’interesse generale, il Coraggio delle scelte. Sentiamo forte il dovere di contribuire alla costruzione di una Città moderna solidale che non si debba più abbandonare e dove non ci si senta abbandonati, che offra condivisione e opportunità a tutti i suoi cittadini.” ISCRIVITI ANCHE TU A GENERAZIONE ITALIA! COSTITUISCI UN CIRCOLO E PARTECIPA ALLA VITA ASSOCIATIVA PER ESSERE PROTAGONISTA DEL RILANCIO DELLA TUA CITTÀ. PER ISCRIVERTI e/o COSTITUIRE UN CIRCOLO SEGUI LA PROCEDURA GUIDATA SUL SITO: www.generazioneitaliafirenze.it INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
COORDINATORE: Riccardo Sarra Consigliere Comunale PdL info@generazioneitaliafirenze.it ORGANIZZAZIONE: Claudio Cassioli info@generazioneitaliafirenze.it
CIRCOLI TERRITORIALI FIRENZE: Resp. Riccardo Sarra info@generazioneitaliafirenze.it FIRENZE FUTURA: Resp. Matteo Conti matteo@hotmail.it www.fifutura.blogspot.com FIRENZE 2: Resp. Marco Marchiani marcomarchiani@libero.it CAMPI BISENZIO: Resp. Giovanni Brandino Consigliere Comunale PdL brandino@dada.it CASTELFIORENTINO: Resp. Maurizio Panero paneromaurizio@yahoo.it
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AZZURRI. A novembre Italia-Australia, dopo il “pasticcio” col Sudafrica
Il grande rugby debutta al Franchi Simone Spadaro
PALLANUOtO. Verso la stagione 2010/11
Tra conferme e giovani promesse La Rari Nantes vuol fare sul serio
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a Rari Nantes fa sul serio. Dopo l’addio dell’eterno capitano Gianni Bruschini, ecco che arriva il primo acquisto: Andrea Razzi, 21 anni, professione centroboa. Un goleador che aveva già militato nelle fila biancorosse dopo due anni trascorsi nella President Bologna in A2. Popovic in primis è contento, e lo stesso giocatore si è detto soddisfatto di ritrovare un ambiente stimolante, giovane e accogliente. Per niente spaventato dal salto di categoria, Razzi va a rinforzare una compagine che ha ritrovato in acqua lo splendore di un tempo con un progetto solido e vincente. Il suo palmares è di 113 reti in due stagioni, e l’età fa ben sperare per il futuro. La Rari 2010/11 sarà un cocktail di esperienza e tante “apples green”. Sono rimasti, infatti, giocato-
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uesta è la volta buona”. Con aria sicura il vicesindaco nonché assessore allo sport del Comune di Firenze Dario Nardella ha annunciato ufficialmente che il prossimo 20 novembre, allo stadio Artemio Franchi, si giocherà Italia-Australia di rugby, secondo dei tre Cariparma test match autunnali che la nazionale di Nick Mallett giocherà in vista del Sei Nazioni e della Coppa del Mondo 2011 in Nuova Zelanda. Gli altri impegni sono in programma il 13 novembre al Bentegodi di Verona contro l’Argentina e, dopo il match fiorentino, il 27 novembre al Braglia di Modena contro le Isole Fiji. “Siamo davvero contenti – ha spiegato il vicesindaco Nardella – di poter entrare dalla porta principale nel mondo del rugby, con l’incontro più intrigante dei tre in programma. Si tratta di un altro dei grandi eventi sportivi che la nostra città ospita nel corso del 2010. Il rugby è uno sport che sta crescendo e sta raccogliendo grandi consensi, perché interpreta valori etici e umani”. L’evento sarà promosso direttamente anche in Australia. “Il 28 settembre – ha svelato ancora l’assessore allo sport – volerò, col sindaco Renzi, a Melbourne, in occasione dell’assegnazione della sede dei campionati mondiali di ciclismo del 2013 ai quali Firenze, assieme ad altre città toscane, è candidata. E promuoveremo anche Italia-Australia di rugby”. La macchina organizzativa è
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La Nazionale italiana di rugby
partita. C’è tanta voglia di dimenticare la questione di Italia-Sudafrica dello scorso anno: partita annunciata e poi spostata a Udine. Soddisfazione anche da parte del vicepresidente federale Nino Saccà: “Volevamo portare a Firenze la nazionale nonostante quello che è successo l’anno scorso. Abbiamo avuto 82mila spettatori a San Siro, proprio un anno fa – ha ricordato Saccà – e siamo convinti che anche a Firenze ci sarà una grande festa. Inoltre, giochiamo nella città dove ha lavorato per tanto tempo Mario Lodigiani, tecnico federale di grande valore. Sono convinto che se Mario fosse ancora
tra noi sarebbe contento di questo incontro al Franchi”. In vista del match si lavora anche per una visita della nazionale all’ospedale pediatrico Meyer. Ma sono in programma numerose altre iniziative, alcune legate alla promozione del rugby nelle scuole. Finalmente, dunque, la palla ovale “sbarca” al Franchi con una partita di grande valore e che attirerà numerosi sportivi. E’ già in corso la prevendita dei biglietti nei punti vendita Lis o tramite call center Lottomatica, al numero 892.982. Si va dagli 80 euro per la tribuna ai 40 per la maratona. Curva Fiesole e Ferrovia a 30 euro. Parterre a 20, 16 e 10 euro.
Dopo l’addio di Bruschini il primo colpo è stato Razzi ri d’esperienza come Minetti, il mancino Sottani e il fuoriclasse Radu. E poi i giovani: Razzi, il nazionale Mugelli, Bini e Pagani, che rappresentano già delle basi concrete, quasi come fossero veterani. Sicuramente sarà fondamentale una partenza positiva, perché i fiorentini perderanno, oltre a Bruschini, anche Lapenna. La certezza più grande è la riconferma di
Un’azione di gioco
Popovic in panchina: carisma, tecnica e qualità di un campione al servizio della squadra. Nel gruppo c’è la convinzione che la scelta della linea verde sia la migliore: solo il Recco può permettersi di comprare chi vuole e, forse, anche per loro la “musica” potrebbe cambiare. La Rari, però, non dovrà fermarsi e cercare un’altra pedina importante se vuole essere competitiva su tre fronti: la Coppa Italia, dove l’obiettivo si chiama final four, il campionato, in cui può essere una sorpresa e agganciare quel quarto posto mancato per un soffio la scorsa stagione, e l’Europa, conquistata con quel quinto posto contro la Lazio. Manca poco per diventare la Rari del decimo scudetto, quello della stella: ma, secondo molti, si può fare, anche perché dalla società la “ciliegina” sta per arrivare, e la Rari vista nella passata stagione stava diventando ogni /L.M. partita più forte...
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L’INtERVIStA. La diciassettenne Chiara Masini Luccetti è già una certezza nel panorama mondiale
Una nuova stella nel nuoto fiorentino Lorenzo Mossani
Da piccola era così brava? Mai stata la numero uno. Mi piaceva questa disciplina, ma soprattutto stare con gli altri. I miei allenatori, che ringrazio, non hanno mai cercato la vittoria nelle categorie inferiori, ma di farmi crescere come atleta: e questi sono i risultati. Quindi non ritiene il nuoto uno sport individuale? No, la forza sta nel gruppo: avere i compagni “giusti” in piscina è fondamentale. Anche ai Regionali c’era chi andava più forte di lei? Sì! Ho collezionato tanti piazzamenti e poche vittorie. Quelle sono arrivate col tempo… Ne arriveranno ancora? Non lo so, è l’acqua a decidere! Il nuoto le “ruba” molto tempo nella vita quotidiana? L’agonismo va curato, devo dedicargli tempo, ma nessun sacrificio: amo questo sport, quindi definirei il nuoto come la passione più grande che ho, tutto qui. Difficile allenarsi e contemporaneamente andare a scuola? All’inizio lo era, ora riesco a fare entrambe le cose, credo che il segreto stia nell’organizzazione. Poi quando arrivano le vittorie tutto diventa più facile...
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opo aver brillato in campo internazionale ora c’è una certezza: c’è una stella nel nuoto fiorentino. Chiara Masini Luccetti, infatti, ha messo la freccia, ed è pronta a sfidare le prime donne del nuoto italiano. La piccola campionessa made in Florence, cresciuta nell’Esseci Nuoto, società di Calenzano, non è infatti più una promessa, ma è già una certezza nel panorama del nuoto mondiale. Gli Europei di Budapest che si sono svolti in agosto, con la semifinale conquistata nella velocità, è più di una conferma. Federica Pellegrini e Alessia Filippi sono avvertite: ora c’è una rivale in più (con molti anni in meno). A soli 17 anni, Chiara sta iniziando a volare in acqua. La fiorentina è quasi stordita nel parlare del suo straordinario successo, e sembra ancora sbigottita nel vedere tanti campioni che fino a qualche mese fa sembravano inarrivabili: “Stare con quelle personalità è strano, bello e stimolante, l’ambiente della Nazionale è fantastico”. Cosa si prova a vestire la maglia azzurra? È un sogno, solo un sogno. Quando ha realmente capito che poteva diventare Campione Italiana nei 100 stile libero? Ci ho sperato quando ho saputo che Federica Pellegrini avrebbe fatto solo i 200, ma sapevo che sarebbe stata dura lo stesso. Quando si è resa conto di aver vinto? Ho spinto inizialmente più che potevo, quando ho capito di avere vantaggio non mi sembrava vero, ero medaglia d’oro. Com’è andata nei 200 stile, dove c’era anche la Pellegrini? Ho conquistato la medaglia di bronzo. Ancora è presto per il gradino più alto del podio, ma ci voglio provare.
BASKEt. Dopo la rinuncia di Porto San Giorgio. Antonio Musolino nuovo coach
Il Fotoamatore resta in A2. E prova a sognare
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i sta per aprire un altro sipario di “serie A” per il basket fiorentino. Il Fotoamatore giocherà infatti, con merito, in A2 anche nella prossima stagione. La compagine gigliata, che aveva chiuso il campionato perdendo lo spareggio play-out a fil di sirena, ha acquisito il diritto a rimanere in Serie A grazie alla rinuncia di Porto San Giorgio. Il “roster” della Florence, dopo la partenza di Roberta Racca, dovrebbe rimanere invariato, con acquisti solo per migliorare un rosa già competitiva. Confermate, infatti, la bulgara Liliana Ilieva (nella foto), con la capitana Ilaria Stefanini e l’azzurra Clelia Corsi.
LA DIScIPLINA. Storico risultato per la Canottieri Comunali
Alla scoperta della canoa polo
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no sport divertente, che appassiona e incuriosisce: si tratta della canoa polo. La regina di questa disciplina è, naturalmente, la Canottieri Comunali Firenze, che quest’estate ha raggiunto uno storico risultato. I biancorossi hanno fatto il massimo e hanno chiuso al terzo posto assoluto nel campionato italiano, dopo aver raggiunto i play-off che si sono disputati sul lungomare di Salerno. Le partite si sono giocate tutte in notturna, in una cornice di pubblico davvero importante. Per la società diretta dal presidente Francesco Conforti si tratta di un risultato storico, il migliore degli ultimi dieci anni, tutti vissuti in serie A. Per i “pochi” che non lo sapessero, la canoa polo altro non è che un gioco con la palla (tipo calcetto, n.d.r.) ma che si disputa in acqua con la canoa, mentre la palla si colpisce con la pagaia. La formazione fiorentina ha conquistato il terzo posto contro Palermo, grazie al pareggio per 3-3 nella prima sfida e alla vittoria per 3-1 nella seconda, ed è stata estasi per i tanti tifosi arrivati da Firenze. “Siamo tutti molto contenti di questo risultato – conferma il tecnico e giocatore Sizzi – non soltanto per il piazzamento finale, ma anche per
La canoa polo
il gioco espresso e l’affiatamento che si era creato in squadra. Anche col Chiavari ce la siamo giocata punto a punto, è stata una partita davvero tirata, sul filo. Siamo un grande gruppo. E ora giocoforza vorremmo ripeterci l’anno prossimo. Visti i risultati di quest’anno – aggiunge - ora vogliamo provare a dare continuità a questo gruppo, sperando che magari arrivi a darci una mano qualche valido giovane del vivaio o anche un innesto esterno. E’ chiaro che per l’anno prossimo ci piacerebbe puntare ad arrivare in finale. Quest’anno – conclude Sizzi - siamo stati ad un /L.M. passo”.
Capitolo a parte per il coach, che non sarà più Maurizio Sarti. Squadra in mano ad Antonio Musolino. Dopo aver interrotto consensualmente la propria avventura forlivese, infatti, sarà il tecnico siciliano a guidare la squadra. Oltre al ruolo di allenatore della prima squadra, Musolino sarà responsabile tecnico del settore giovanile, dove seguirà personalmente l’Under 17 e l’Under 19, costituita da atlete che ruoteranno nel giro della prima squadra. Come ripetuto più volte dal presidente Ricci, l’obiettivo rimane la salvezza. Ma, con il ritorno di Francesca /L.M. D’Erasmo, sognare si può...
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VIA PIEMONTE, IL COMITATO DICE LA SUA Spettabile Redazione, l’ultimo numero di Reporter sulla discarica di via Piemonte sembra rivolto più a convincere o confortare se stessi che altri. Affermare però che quanto sta accadendo non è un’opera d’arte, ma neppure niente di pericoloso, che senso ha? Una discarica di rifiuti non è un’opinione, nasce a fronte di un sistema normativo certo. L’utilizzo delle terre di scavo è possibile solo in “regime di deroga” alla generale disciplina sui rifiuti, subordinato alle prescrizioni del D.lgs. 152/2006 e D.lgs. 4/2008, pena l’esclusione dalla deroga stessa. Condizione imprescindibile è che non siano frammiste a rifiuti speciali, come i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stradali, non ammessi a deroga e da smaltire direttamente in discariche controllate. Ebbene, dal febbraio al settembre 2009 sono state scaricate in via Piemonte più di 80 mila tonnellate di terre del Mugnone miste a cumuli di fanghi e materiali edili e stradali (blocchi di cemento, pezzi di asfalto, ceramiche e mattoni, materiali ferrosi, ecc.), documentati giorno dopo giorno da immagini e filmati acquisiti dalla autorità giudiziaria, che hanno sommerso un’area di oltre 12.000 mq., alzando di tre metri e mezzo il livello dei terreni. La stessa ARPAT, campionando dei cumuli scaricati di circa 300 tonnellate, denunciò alle autorità competenti la presenza di materiali edili, cui fece seguito lo smaltimento (certificato da appositi formulari) di 78,5 tonnellate di rifiuti speciali, pari nientemeno al 26%. Un dato certo indicativo, ma dà la misura e la natura della “roba” che ha determinato l’esclusione dal “regime di deroga”, trasformando in discarica abusiva un’intera area in riva d’Arno. Non competono a questo Comitato giudizi conclusivi, ma le sentenze confermano un indirizzo costante: l’esclusione delle terre di scavo dal “regime di deroga” comporta automaticamente l’inapplicabilità dell’art. 186 del D.lgs. 152/2006 per il loro utilizzo. Questo hanno denunciato i cittadini al Comune fin dal luglio 2009, rimasto senza risposta, e oggetto di inchiesta da parte della Procura fiorentina. All’insegna del
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“niente di anomalo”, Reporter vorrebbe assicurare i cittadini almeno sulle condizioni richieste dall’art. 186, ma tace anche qui sul fatto che manca un progetto preventivamente definito e approvato dalla amministrazione comunale per l’impiego delle terre di risulta in funzione di un piazzale/deposito ferroviario. Che manca la compatibilità con gli strumenti urbanistici, denunciata anche dall’ARPAT, avendo gli scarichi coperto 5.000 mq. di area vincolata a verde pubblico e 7.000 mq. di “area ferroviaria a raso” senza varianti al PRG. Che manca la conformità analitica delle terre di scavo in rapporto alla destinazione di via Piemonte e alle matrici dei terreni censiti ad uso agricolo. Il responso dell’ARPAT è che tutte le terre scaricate si caratterizzano in Col. B, incompatibili quindi con la parte a verde pubblico e utilizzabili solo in siti di natura commerciale/industriale, ma l’area ferroviaria, come la stessa ARPAT ebbe a rilevare, non è destinata nel PRG “ad “impianti” ferroviari. Perché allora affermare che tutto va bene, quando la Cassazione penale ha stabilito che “… in mancanza, anche di una sola delle condizioni previste dalla norma, va senz’altro applicata la disciplina sui rifiuti”?. Manca perfino la relazione finale ex art. 186 sulla gestione delle terre di scavo da parte di RFI spa, a più di dieci mesi dalla conclusione del terrapieno, e ben oltre il termine di un anno fissato per il loro utilizzo, scaduto il quale le terre di scavo sono per legge da considerare rifiuti. E tuttavia nessuna ordinanza di sgombero è stata presa dal Comune... Potremmo fermarci qui, sopra una discarica di rifiuti infatti non si può costruire né progettare alcunchè. Ma le ultime vicende hanno aggravato lo sconcerto e la rabbia degli abitanti, più di 400 famiglie che vivono nei sei grandi caseggiati che si affacciano intorno. A dicembre fu avanzata al Comune la proposta di invitare RFI spa a presentare un piano dettagliato di sondaggi e prelievi esteso all’intera area di via Piemonte, condiviso naturalmente dall’ARPAT. Ma il Comune preferì commissionare una analisi delle terre (esclusi quindi i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stradali ai quali non è applicabile l’art. 186) allo stesso laboratorio di fiducia di chi ha gestito l’operazione di via Piemonte, disattendendo un elementare principio di imparzialità e terzietà nell’esercizio di una funzione di controllo. Con alcuni prelievi da un fazzoletto di terra pari al 4% di tutta la superficie del terrapieno, tale laboratorio ha annunciato che nell’area a verde le terre di scavo sono in Col. A. Un risultato, come si è detto, completamente opposto a quello consegnato un anno fa al Comune dall’ARPAT, l’Agenzia deputata per eccellenza alla protezione ambientale, per la quale tutte le terre scaricate in via Piemonte rientrano invece in Col. B. Come la mettiamo? Dopo mesi di silenzio, il 21 aprile, i cittadini hanno mostrato in audizione alle Commissioni ambiente e qualità urbana del Comune la realtà di via Piemonte: le immagini di come era, cosa è stato scaricato, come è oggi. La Commissione ambiente approvò un odg di sospensiva del cantiere, senonchè una settimana prima la Giunta comunale aveva già dato il via ai lavori con una sostanziale “sanatoria”, senza attestare cioè la conformità dei materiali scaricati e del cantiere alle disposizioni di legge. Una specie di con-
dono “fatto in casa”. Su questo vuoto, di garanzie e adempimenti, peraltro non sanabili, viene deliberato (a posteriori) il completamento dell’operazione come variante al Progetto di “Adeguamento idraulico del torrente Mugnone”, coinvolgendo Regione e Provincia, che quel Progetto sottoscrissero, nella costruzione di un deposito ferroviario che nulla ha da vedere con la messa in sicurezza del Mugnone, che le direttive europee proibiscono di costruire in presenza di abitati, causa le ben note vicende, e che comunque appartiene ad autonome scelte infrastrutturali di RFI spa. Il “piano gestione terre”, contenente una ipotesi del genere, fu infatti approvato solo da RFI spa, non si è mai tradotto in un progetto approvato a livello locale. Di più. Con il benestare del Comune, l’area destinata a piazzale/deposito ferroviario viene in questi giorni delimitata dall’area a verde con un imponente muro di cemento (quasi 10 metri di altezza con il terrapieno), che attraverserà tutto il fronte stradale della discarica (oltre 250 metri), utilizzando pari pari le barriere di viale Redi (graffiti compresi), senza neppure i trattamenti di decontaminazione prescritti ai fini del reimpiego. Un impatto paesaggistico devastante e insostenibile, perfino offensivo, che chiude alla vista ogni orizzonte e altera sfacciatamente, in modo irreversibile, la natura ma anche la vita di un’area di pregio e di un quartiere, porta di accesso di Peretola alle Cascine. A questa deriva ambientale, allo scempio di ogni decoro (ma in che mani siamo?), si aggiunga che non si tiene conto neanche del conseguente aggravamento dei rischi idrogeologici già evidenziati e denunciati, causa il dislivello e la mancanza di ogni opera di regimazione delle acque piovane. Sono bastati gli ultimi temporali per vedere il terrapieno smottare verso le strade e i caseggiati, con fanghi e detriti contaminati e inquinanti. Oltre al persistente acquitrino. Un disastro annunciato, senza alcuna tutela per la salute pubblica. Anche se la calura ferragostana non si presta a fastidiosi interrogativi, ci sia consentita un’ultima domanda. Ma le 35mila tonnellate di rifiuti speciali che hanno seppellito l’area a verde pubblico ai fini del costruendo piazzale/deposito ferroviario, e che adesso non servono più, perché il Comune le lascia lì, magari con la promessa di qualche alberino dintorno (se attecchisce), quando la legge impone che le terre di scavo non utilizzate devono essere rapidamente trasferite in discariche controllate? Con molti saluti. Il Comitato dei cittadini di via Piemonte L’articolo pubblicato su Il Reporter di agosto non aveva certo l’obiettivo di “convincere o confortare” nessuno, ma soltanto quello di informare i lettori sulle novità in arrivo nell’area. Precisato questo, come sempre siamo pronti a dare spazio a chiunque voglia dire la sua sugli argomenti che trattiamo, a dare voce a tutte le parti in causa. E la pubblicazione di questa lunga lettera ne è un’ulteriore conferma. M.F. TABERNACOLI E LOGGE, IL “TESORO” DI CASTELLO Vi ringrazio molto per la vostra pregevo-
le iniziativa che mi permette di segnalare il grande patrimonio che è presente nella zona di Castello e del Sodo delle Parrocchie di San Michele a Castello e Santa Maria a Quarto. Cinque anni fa i signori Rinaldi che abitano appunto al Sodo mi fecero un grande regalo. Era soltanto un anno che ero stata eletta consigliere comunale e durante le loro abituali passeggiate il signor Rinaldi e sua moglie avevano fotografato e documentato con molta cura tutti i tabernacoli e le logge esistenti nella zona (circa 35). Mi donarono la cartella completa perché ne facessi buon uso e mi affrettai ad inoltrarla all’allora assessore alla cultura che recepì questo bel lavoro e lo trasmise immediatamente al responsabile dei beni culturali. Ovviamente mi fu risposto che non c’erano i finanziamenti necessari per il restauro delle strutture più danneggiate, ma non mi sono ancora data per vinta e confido, anche perché alcune presenze sono in ottime condizioni, di realizzare prima o poi una piccola guida che abbia come titolo per esempio: Riflessioni nelle vie di Castello e dintorni alla scoperta di Tabernacoli. Tutta Firenze è costellata di queste presenze, non solo Castello, ma qui fra Madonne con il Bambino, Natività, Annunciazioni si trovano, in mezzo alle ville Medicee, tabernacoli e affreschi notevoli che non ci sono in realtà più. Pontormo dipinse l’affresco per il tabernacolo di via del Boldrone, le cui sinopie di Cristo in Croce con i dolenti e Santo sulla sinistra sono ancora visibili, ma adesso l’affresco si può ammirare soltanto agli Uffizi ma il pittore lo dipinse in quel tabernacolo “Vicino al moonasterio di Boldrone, in sulla strada che va di lì a Castello, ed in sul canto d’un’altra che saglie al poggio che va a Cercina”, cioè via dell’Osservatorio. Nella chiesa parrocchiale di San Pio X al Sodo si possono invece apprezzare gli affreschi e le sinopie dell’Annunciazione con Angeli e Santi di Paolo Schiavo tolti dalla loggia ubicata in via Reginaldo Giuliani nei pressi del Viottolone, ora fatiscente. Da segnalare che non sono stati adeguatamente rimpiazzati, come d’obbligo, con copie adeguate. Grazie per l’attenzione. Anna Soldani ex capogruppo Sinistra Democratica Consiglio Comunale di Firenze AUTOBUS, POSTE, RIFIUTI E FORTE BELVEDERE: “LE MIE QUATTRO LAMENTELE” Spettabile redazione: Comincio con le vivissime congratulazioni al vostro giornale, che sta diventando una lettura più interessante dei quotidiani abituali. La due cose che mi interessano di più sono: - le lettere di protesta dei cittadini a “Dico la mia”, cui date voce e spazio molto più che altri giornali. Se un auspicio posso fare, è che gli vengano dedicate ancora più pagine e attenzione, magari approfondendo alcuni temi con inchieste, sempre nei limiti delle vostre possibilità. - Le preziose notizie su iniziative spontanee di singoli cittadini o gruppi di cittadini nei vari campi (per esempio quella di rivitalizzare le fioriere pubbliche abbandonate). Entrambe questi generi di notizie aprono il cuore perché mostrano che esiste ancora fra i fiorentini una riserva di spirito civico ancora non vanificato dalla verti-
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it VIA NARDI E LE “TRACCE” DEI CANTIERI Cara redazione, sono un residente del Q2, e desidero segnalare (ci vorrebbe un lavoro a tempo pieno) in che modo viene curata l’immagine della nostra povera città, e soprattutto il fatto che vi si possa lavorare impunemente con scarsa (?) serietà e spendendo buoni soldi del contribuente. Veniamo allo specifico: in via Jacopo Nardi, tratto via Masaccio-via Mannelli, si sono sovrapposti ultimamente vari cantieri di lavoro sia per interesse pubblico che privato, con circolazione congestionata (più del solito), semafori posticci, difficoltà di parcheggio prolungatesi inutilmente perché i lavori non venivano eseguiti alle date dichiarate, ecc. Ma c’è di più: per sacrosanti motivi di sicurezza, a causa di uno di questi cantieri ingombrante il marciapiede, sono state poste delle orribili strisce pedonali gialle in... diagonale! Sono rimaste lì un bel po’, ma ci rincuoravamo perché avevano assicurato che erano provvisorie: sarebbero state tolte alla fine dei lavori, e così è stato... solo che adesso sull’asfalto si vedono al loro posto delle ancor più orribili strisce nere (come quando dopo il fascismo si scalpellavano le vecchie scritte per farle sparire...) e questa volta non si prevede che vengano tolte. Così rimarranno decenni ad abbellire la nostra strada già massacrata da toppe e avvallamenti dovuti ad eccessivo carico di mezzi pesanti che scorrazzano indisturbati sull’asfalto. Per chiudere, dico solo una cosa: ma c’è un’autorità comunale che controlla che i lavori appaltati siano svolti “a regola d’arte” prima di pagarli? E se c’è, chi la controlla? Grazie per l’attenzione, Giulio
Caro signor Giulio, cantieri e lavori stradali stanno diventando un tema sempre più al centro del dibattito nella nostra città. E lo stanno diventando perché, soprattutto da un po’ di tempo a questa parte, ci si è accorti di quanto sia importante riuscire a trovare una soluzione in grado di conciliare nel migliore dei modi gli interventi sulle strade, in molti casi urgenti e necessari, e la delicata viabilità cittadina. Ad esempio, negli ultimi mesi hanno esordito anche a Firenze i lavori notturni, effettuati quando in città il traffico è minore e la circolazione riesce a risentirne meno. E questo, a mio avviso, è già un buon punto di partenza, per evitare che i cantieri (e in particolar modo quelli aperti lungo i viali e le strade più strategiche per la viabilità fiorentina) diventino la causa di perenni ingorghi. Questo, però, da solo non basta. Come anche da lei richiesto, servono controlli seri e rigorosi. Controlli sulla qualità dei lavori effettuati, ma anche controlli sull’effettivo rispetto dei tempi. I primi per evitare che, poco tempo dopo la conclusione dell’intervento, sia necessario “ritoccare” il lavoro fatto (con doppie spese e disagi per i cittadini), i secondi perché – anche in questo caso per evitare un prolungamento di costi e difficoltà – la conclusione dei cantieri nei tempi previsti diventi la regola, e non più l’eccezione. Anche su queste questioni (a cominciare dal rispetto dei tempi) sembra essersi accesa un’attenzione crescente, e questo non può che essere positivo per la città. Perché non venga più ripetuta l’esperienza fatta con la prima linea della tramvia, quando l’allungamento dei tempi dei cantieri ha creato non pochi disagi. Oltre a questo, deve essere anche evitato, come troppo spesso accaduto e come anche dai lei segnalato, che i cantieri lascino indesiderate (e inaccettabili) tracce del loro passaggio. E molto, su questo punto, può essere fatto grazie agli occhi dei cittadini. Continuate a segnalarci episodi di questo genere, noi continueremo a darvi spazio. Per cercare di mettere la parola fine a questi piccoli-grandi esempi di incuria urbana. Matteo Francini
ginosa decadenza etica e culturale del paese. Da quando ho scoperto la rubrica “Dico la mia” mi rimprovero per non riuscire a trovare il tempo di dare un contributo personale. Finalmente oggi l’ho trovato, e vorrei sottoporre 4 lamentele, che riguardano questa o quella delle istituzioni pubbliche o semipubbliche della città. 1) Trascorro due ore al giorno in autobus perché abito fra lo stadio e Coverciano e insegno al polo universitario di Novoli. Vorrei profittare di questi tempi morti per correggere tesi o almeno per leggere testi che mi aggiornano nelle mie discipline. Ma l’ATAF da decenni risparmia (e devolve ad altri fini che non indago per carità di patria) la manutenzione delle sospensioni. Pertanto scrivere qualcosa su un foglio è impensabile, perché
verrebbe fuori una sequenza di sgorbi che il laureando interpreterebbe come scoppi d’ira. Ma è difficile anche leggere, perché il testo ti sobbalza sotto gli occhi, l’occhio perde il segno e ogni volta devi ricominciare da capo. Due osservazioni e un suggerimento: a) la mancanza cronica di manutenzione delle sospensioni non è una semplice congettura: mi è stata più volte confermata, magari a mezza bocca, da autisti in vena di sincerità. Alcuni hanno spontaneamente aggiunto che non si fa nessun genere di manutenzione. Per questo sempre più spesso gli autobus si fermano per rotture e ti lasciano in mezzo alla strada. Spero che ora l’ATAF non sottoporrà a torture i suoi autisti per scoprire le gole profonde e licenziarle in tronco, come simpatica abitudine nazionale.
b) Ho 69 anni e, dato che viaggio molto e non amo guidare, sono ricco di esperienze con gli autobus di decine di città italiane. Non ho mai trovato autobus che ballano come quelli fiorentini. Persino le rare volte che mi è capitato di prendere autobus in città del terzo mondo non ho trovato nulla di paragonabile ai sobbalzi fiorentini. Abbiamo un record mondiale. c) Immagino che i dirigenti dell’ATAF viaggino in auto blu con autista pagato dal contribuente, o magari in cocchi trainati da cigni. Non sarebbe male che qualche volta prendessero i loro autobus. La storia è piena di imperatori, sovrani e persino papi che di notte si travestivano e giravano per le strade per constatare lo stato dell’ordine pubblico e del degrado nei vari quartieri delle loro capitali. Almeno il nostro sindaco decisionista potrebbe prendere ispirazione da questi sommi. Immagino che all’ATAF la sua voce sarebbe più ascoltata di quella di un tapino qualunque come me. 2) Ho letto in uno degli ultimi numeri di un anziano che si lamentava perché nel suo quartiere nella parte occidentale della città l’ufficio postale addetto al recapito pacchi e raccomandate era stato trasferito in capo al mondo, mettendo in grave difficoltà tutti gli utenti non automuniti. La stessa identica cosa è successa nel quartiere 2. Anni fa l’ufficio addetto al recapito pacchi e raccomandate era vicino al Ponte di Pino. Quasi tutti i residenti nel quartiere passavano di lì per andare in centro, alla stazione e in molti altri quartieri. Bastava prendere il 10, l’11, il 17 o il 20, scendere, fare 10 passi, poi la coda, poi altri 10 passi e riprendere l’autobus. Abito nel quartiere da 38 anni: finché l’ufficio è stato lì non ho mai perso più di mezz’ora in tutto. Ora è stato trasferito in Via del Mezzetta: chi non ha macchina ci si può avvicinare con 20, ma farà spesso un bel tratto a piedi per arrivare al 20. La stessa cosa al ritorno. Il tempo che spreco in media per ritirare un pacco o una raccomandata è passato da 20 minuti a circa 2 ore, con punte di 3 ore. Nei primi anni dopo lo spostamento mi dicevo: nello spazio liberato vorranno costruire un grande parcheggio sopraelevato o un supermercato, o altra struttura di utilità pubblica. Invece da tempo immemorabile chi passa contempla il vecchio e caro edificio in preda all’abbandono. Altro che parcheggio sopraelevato… Per questo glorioso risultato i dirigenti delle poste, o chi per loro ha preso la decisione, hanno quadruplicato il tempo medio che la grande maggioranza dei cittadini del Q2 deve sprecare per ritirare una raccomandata. Grazie a Lorsignori. 3) Sono un antemarcia della raccolta della carta, e un fanatico della raccolta differenziata in genere. Ho notato che in tutto il centro i cassonetti gialli per la carta e quelli marroni per l’umido brillano per totale assenza, e quelli blu per l’indifferenziato sono piuttosto rari. Come mi spiego il fenomeno? Semplice: i camion che raccolgono i rifiuti trovano difficile manovrare nelle strette vie del centro. E io trovo difficile darmi un’altra spiegazione. Tanto più che ho l’eccezione che conferma la regola. Sui bordi della via di scorrimento veloce che attraversa Piazza Indipendenza fa bella mostra di sé una fila di almeno dieci cassonetti blu. Resteranno sempre semivuoti, perché sono tantissimi e perché relativamente pochi
pedoni hanno occasione di traversare Piazza Indipendenza a piedi. In compenso gli autisti del Quadrifoglio stanno molto comodi quando scaricano i cassonetti nei loro camion. E possono fare anche meno corse perché i cassonetti ci mettono mesi a riempirsi. E’ un caso classico di eterogenesi dei fini: è il fine precipuo della raccolta (avere una gran massa di rifiuti differenziati) resta lettera morta perché si rende difficile l’atto del conferimento dei cittadini mettendo i cassonetti quanto più lontano possibile a dove abitano e lavorano; lo strumento (agevolare le corse dei camion che vuotano i cassonetti) diventa l’unico vero fine, che ingoia il fine dichiarato. 4) L’altro giorno ho accompagnati dei colleghi scandinavi a vedere il Forte Belvedere - la cosa più bella della città. Fatta tutta la Costa San Giorgio con le lingue di fuori abbiamo scoperto che era tutto chiuso per quella ragazza che nel buio è cascata di sotto e si è ammazzata. A parte il commento sull’episodio in sé (avevo notato anch’io la pericolosità di quell’assenza di parapetto: non ci voleva Cassandra per prevedere disgrazie) faccio notare che la struttura è chiusa da almeno un anno, e - a quanto si capisce - sine die. Se dipende dalla sorte della causa, per un paio di secoli. E così Firenze sacrifica all’irresponsabilità e all’inerzia dei burokrati la sua cosa più bella. Non mi illudo che queste mie proteste servano a qualcosa. Ma è già una soddisfazione passare dal mugugno passivo alla protesta aperta e argomentata. Cordiali saluti. Alberto Marradi “IL MIO SOGNO (IMPOSSIBILE) DI DIVENTARE ARTIGIANO” Gentile redazione de Il Reporter, lavoro in una cooperativa sociale e parallelamente faccio l’artigiano e sto tentando invano di regolarizzarmi come tale, cercando un fondo da adibire a laboratorio, per poi aprire regolare partita Iva. A parole è molto semplice, mentre nei fatti è praticamente impossibile. Da mesi sto cercando un piccolo fondo, di una ventina di metri quadrati, accatastato C1 (negozio) o C3 (laboratorio), ad un prezzo “decoroso”. I prezzi lievitano e per trovare qualcosa di apprezzabile bisogna uscire dalla città. Mi chiedo: come può un giovane anche solo pensare di mettersi in proprio, con uno stipendio da mille euro, un affitto da pagare per avere un tetto sulla testa e pensare di crescere? La scelta sembra chiara: o casa o laboratorio. Scelgo casa, ma che frustrazione. PIAZZA S. JACOPINO, QUALI I TEMPI DEI LAVORI? Gentile redazione, vi scrivo per avere notizie riguardo i lavori che devono iniziare in piazza S. Jacopino. Il giorno 20 marzo ore 21 nella sala della Parrocchia con la presenza del presidente del Quartiere 1 e di tante persone, fu detto che i lavori sarebbero iniziati entro breve tempo, i soldi per tale opera pronti. Ancora una volta sono stati utilizzati per altre piazze come è già avvenuto? Vi prego di dare notizia nella prossima edizione, se possibile, e tante grazie per lo spazio che ci date. Distintamente, Mario
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
Errata Corrige Domeniche del fiorentino Dal 12 settembre
Musei civici
Al contrario di quanto era stato scritto lo scorso mese, l’apertura gratuita ai musei civici riservata ai residenti a Firenze e provincia (possibile se si è in possesso della tessera “Un bacione a Firenze”, da ritirare presso gli Urp) non è il sabato ma la domenica e, dopo una pausa estiva, riprenderà il 12 settembre e andrà avanti con cadenza mensile.
parola, ospitati in varie zone della città e in dialogo con tutor locali omologhi.
Concerti Gigi d’Alessio questo sono io tour 25 settembre
Nelson Mandela Forum
Noisia al Mix’d up 1 ottobre
Viper theatre - Firenze
Festival Ultra - Festival di letteratura Dal 16 al 25 settembre
Luoghi vari
Dieci giorni di workshop, incontri, dibattiti e lectures con scrittori toscani e non. Un festival che vuole riaccendere l’attenzione sull’universo della scrittura mettendo a diretto contatto chi i libri li produce e chi li legge, aprendo un dibattito sulle nuove frontiere della letteratura. Ad un anno dalla nascita, il festival si ripromette di crescere, cambiando forma, allargandosi, e proponendo un tema saliente: la comunità ospitale. Questa idea di comunità è da intendersi come luogo di scambio, di attività e di accoglienza e baratto di idee, ma anche di rigenerazione interna di una visione della città distorta, quella che ci parla di una Firenze inospitale e restia all’incontro. La formula scelta, per scongiurare questa visione e incarnare questa modalità ospitale, è inedita in Italia: un festival di residenze, con scrittori e artisti della
audio professionali, e partner di Nextech Festival dal 2008. Architettura Sonora nasce dall’incontro multidisciplinare fra sound designer, architetti, progettisti elettroacustici e sistemisti audio per offrire all’architettura una Rivoluzionaria Esperienza Sonora.
Torna a Firenze Gigi d’Alessio, che l’8 giugno ha cominciato a distribuire il nuovo album “Semplicemente sei”, ad un anno di distanza dal precedente “6 come sei”. Il disco è stato anticipato dal singolo “Vita”.
Eventi Nextech Dal16 al 18 settembre
Stazione Leopolda
Torna come ogni anno l’appuntamento con la musica elettronica alla Stazione Leopolda. Nextech è il festival che per tre giorni riunisce nella città del giglio i dj più famosi della scena elettronica internazionale. La nuova edizione di Nextech Festival conferma la formula di successo delle edizioni precedenti, che prevede attività dall’ora dell’aperitivo a notte inoltrata, con una importante novità: un’installazione affidata al team di Architettura Sonora della B&C Speackers, azienda leader mondiale nella produzione di componenti
Dopo le numerose anteprime di luglio al Parco di San Salvi arriva finalmente la tanto attesa seconda edizione di MIX’D UP. L’evento, firmato Switch – creative social network & Gold – brand streetwear, viene proposto in occasione del 7° compleanno del marchio d’abbigliamento e avrà l’onore di ospitare quest’anno il dj set dei NOISIA, una delle crew più attive nel panorama drum ‘n’ bass internazionale. L’identità della manifestazione, che fin dall’inizio si misurava con il trip hop e l’elettronica, subisce un alterazione e accoglie in se elementi breackbeat e breackcore. La schiera di artisti che influenzano la musica dei NOISIA è abbastanza considerevole, si va dai Prodigy a James Brown, da Miles Davis a Konflict, le loro produzioni tuttavia risentono com’è abbastanza ovvio di una marcata impronta dancefloor facilmente intuibile fin dal primo ascolto. Nel corso degli ultimi anni sono molti i riconoscimenti che sono stati tributati al trio olandese composto da Nik
Roos, Thijs de Vlieger and Martijn van Sonderen;
Luoghi tè con le farfalle Fino al 25 settembre
Serra del giardino dell’Orticoltura Firenze
Va avanti fino alla fine del mese l’apertura eccezionale della serra del giardino dell’Orticoltura - fino a poco tempo fa chiusa e inutilizzata - all’interno della quale continua a fare bella mostra di sè l’esposizione di farfalle provenienti da tutto il mondo. Colori sgargianti e la possibilità di sorseggiare un drink tra un battito d’ali e l’altro rendono il luogo ancora più magico.
Le mostre I grandi bronzi del battistero. Rustici e Leonardo Dal 10 settembre al 10 gennaio 2011
Museo nazionale del Bargello
Punto focale della mostra è il capolavoro del Rustici, la Predica del Battista, gruppo scultoreo di tre grandiose figure in bronzo alla cui progettazione e realizzazione partecipò Leonardo da Vinci e che fu innalzato sopra la Porta Nord del Battistero fiorentino nel 1511. L’opera è stata sottoposta ad un impegnativo restauro (portato a compimento nel 2008), che ne ha restituito lo splendore di materia e concezione: impresa questa sostenuta dall’Opera del Duomo di Firenze e dal generoso contributo dei “Friends of Florence”. La presenza in mostra del monumentale gruppo scultoreo offre una duplice, imman-
cabile opportunità: da un lato, di dimostrare il contributo di Leonardo alla sua creazione attraverso il confronto con autografi leonardeschi e dall’altro, di ricostruire per la prima volta la personalità artistica del Rustici, messa in luce dagli ultimi studi. Vinum nostrum, arte scienza e miti del vino nella civiltà del Mediterraneo antico Fino al 15 maggio 2011
Museo degli Argenti di Palazzo Pitti Seguendo un andamento cronologico, la mostra illusterà l’origine della vinicoltura nel Vicino Oriente, la sua piena affermazione con relativi significati religiosi e cultirali nel mondo ellenico, fino alla produzione e diffusione del vino su ampia scala operata dai Romani. In virtù della felice situazione archeologica delle città vesuviane sarà illustrato il caso particolare dei vigneti di Pompei, mentre un altro spazio della mostra sarà dedicato allo straordinario contributo da Fenici e struschi i quali giocarono un ruolo essenziale nella diffusione della coltivazione della vitis vionifera nel Mediterraneo. caravaggio e i caravaggeschi a Firenze Fino al 17 ottobre
Galleria degli Uffizi Galleria Palatina - Villa Bardini Fino al 17 ottobre 2010 nelle sale degli Uffizi, della Galleria Palatina di Palazzo Pitti e di Villa Bardini, rimarrà aperta la mostra dedicata a Caravaggio e alla sua scuola in occasione del quarto centenario della morte del grande artista seicentesco. L’esposizione, curata da Giovanni Papi, riprende il titolo e l’ispirazione
dalla pionieristica di Evelina Borea e propone, dopo anni di studi e di ricerche scientifiche, una rassegna di opere molto più ampia e quasi completamente rinnovata, un viaggio alla scoperta del caravaggismo internazionale. Centro della mostra sono i sei capolavori della Palatina e degli Uffizi: il Bacco, L’amorino dormiente, la Medusa, i Cavadenti, il sacrificio di Isacco e il cavaliere di Malta. Firenze e gli antichi Paesi Bassi. Dialoghi artistici, 1430-1530 Fino al 26 ottobre
Galleria Palatina
La mostra si propone di offrire una panoramica delle opere olandesi presenti a Firenze nel periodo 1430-1530, attravesro una scelta mirata di capolavori dei grandi maestri, da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. Quelle opere spesso di piccolo formato, soggetti sacri o ritratti legati a formare dittici e trittici dipinti anche sul verso divennero modelli di tecnica pittorica e di soluzioni iconografiche per la produzione dei maestri fiorentini e delle loro botteghe.
Sagre Sagra della Val d’Arbia Dal 18 al 26 settembre
Buonconvento - Siena L’appuntamento, che nasce sulle ceneri dell’antica fiera del bestiame è una serie di giornate all’insegna della degustazione di prodotti tipici accompagnata da spettacoli e incontri sportivi che mettono allegria e salutano così la bella stagione che se ne va.
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