Il reporter-Quartiere5-settembre-2010

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Il Giornale del tuo Quartiere

Periodico d’informazione locale. Anno IV n.71 del 6 settembre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

PRIMO PIANO

PAllone

SETTEMBRE 2010

La zanzara, precaria come noi Andrea Muzzi*

N CAMPIONI SI dIVENTA Ecco come fare (e quali sono le spese) per iscrivere i propri figli a una delle scuole-calcio presenti in città PAG.30

STRANIERi di casa nostra Un tempio buddista, un internet point “solidale” e un negozio kosovaro dove si tifa viola. Ecco alcune realtà PAG.2

sPort

Eventi e nuovi spazi contro la prostituzione Il tram sette mesi dopo

PAGG.4-5

tempi moderni

di Salusest-Biancalani

I GUIdA ALLA STAGIONE Ecco gli impegni della Fiorentina e tutto quello che c’è da sapere sul “campionato spezzatino” PAG.37

IL MAESTRO E LA CAPOEIRA

tidianamente salgono a bordo. Non solo. Di questi viaggiatori c’è anche un identikit, una fotografia scattata dalla Regione, che dipinge un’utenza in rosa. Sono soprattutto le donne, infatti, a utilizzarla, con una fascia d’età dominante che va dai 36 ai 60 anni, e con un titolo di studio medio-alto. E intanto, sempre in tema di viabilità e trasporti, si fa chiarezza anche su un altro fronte, l’Autopalio: il temuto pedaggio non PAGG.10-11 verrà introdotto.

La chiesa va sul web e il prete si fa blogger PAG.12

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A tu per tu con l’uomo che prova ad aiutare chi ne ha bisogno attraverso questa disciplina PAG.38

fiorentini, si sa, sono proverbialmente diffidenti. Se c’è aria di novità, prima di accettarla, vogliono annusarla per bene. E cosi è andata con la tramvia. All’inizio ha suscitato ondate di polemiche e perplessità a quintali, adesso a quanto pare è sbocciato l’amore. Anzi, l’Amore. A giudicare, almeno, dai dati sull’utenza, che raccontano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno. Ovvero un bacino di circa diecimila persone che quo-

el numero precedente ho parlato di un animale che viene abbandonato prima delle vacanze: il cane. In questo numero parlerò di un animale che troviamo al ritorno: la zanzara! È bello sapere che a casa c’è sempre qualcuno che ci aspetta. Come apriamo la porta, vediamo la zanzara seduta sul divano, con l’aria impaziente: “Quanto ci hai messo a tornare? Fatti dare un bel pizzicotto!”. C’è chi la zanzara la trova anche al mare, magari è la stessa. Io, per esempio, da un po’ di tempo faccio sempre le ferie con la zanzara: almeno in due si divide il conto dell’albergo! Mi ha succhiato così tanto sangue che l’hanno fatta socia onoraria dell’Avis! Ci avete fatto caso? Ogni anno le zanzare sono sempre di più! Gli altri animali sono tutti in via di estinzione, la zanzara invece rimane indifferente all’inquinamento, ai cambiamenti climatici. Anzi, più il mondo peggiora più lei si riproduce. Cade il governo? Un milione in più di zanzare! Crisi economica? Altro milione. L’ape operaia si sta estinguendo perché con la disoccupazione di oggi trovare un posto fisso è un miraggio. La zanzara invece è come noi: precaria. Lavora dai primi caldi ai primi freddi. Dopo non viene riconfermata! Perché non salviamo gli animali in via di estinzione accoppiandoli con la zanzara? Dopo la zanzara tigre, avremo la zanzara panda, l’unico insetto che ha un occhio nero e pesa più di una tonnellata. *Comico

Edizione del Quartiere 5 • 43.480 copie distribuite da


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Settembre 2010

Rifredi • Novoli • Brozzi

QUARTIERE MULTIETNICO/1. Al civico 505 c’è un’associazione per lo studio della filosofia buddista

Viaggio in Tibet. In via Reginaldo Giuliani QUARTIERE MULTIETNICO/2

Nel centro ci sono un tempio, una stanza

Un centro d’ascolto nell’internet point

per gli insegnamenti e alcune preghiere

Rosita è a Firenze da 12 anni, è peruviana e prima lavorava come colf in famiglia. Lei e suo marito, cinque mesi fa, hanno aperto un internet point fra piazza Leopoldo e piazza Viesseux. Aspettano un bambino e sognano di farlo crescere in Perù. La loro attività è frequentata da molti immigrati, ma anche da tanti italiani. I clienti ci vanno principalmente per usare internet, mandare fax o fare fotocopie, ma Rosita tiene particolarmente anche a un’altra funzione che il suo negozio svolge dal momento in cui ha aperto: “Faccio parte di un’associazione di peruviani che cerca di aiutare gli immigrati a trovare lavoro e inserirsi nella società italiana. Ecco perché una volta a settimana il mio negozio si trasforma in un centro d’ascolto e spesso cerco di fare da tramite fra domanda e offerta di lavoro. Molte persone cercano colf o badanti – conclude - ed è bello pensare di aiutarle a trovare qualcuno di fidato, che a sua volta abbia davvero bisogno di un impiego”.

scritte su pezzi di stoffa che sventolano in aria. “Il nostro scopo non è far cambiare religione” Ilaria Esposito

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l Tibet dista dall’Italia migliaia di chilometri. Eppure, basta percorrere via Reginaldo Giuliani e suonare al civico numero 505 per affacciarsi su alcuni aspetti della realtà di questo Paese e impararne qualcosa di più. Il centro Terra di Unificazione Ewam, infatti, è un’associazione per lo studio e la pratica della filosofia e psicologia buddhista tibetana e ha sede proprio nel quartiere 5. Al di là delle motivazioni che possono spingere ad oltrepassarne la soglia, la sua atmosfera non può non colpire un fiorentino abituato a vivere la propria quotidianità posando gli occhi su Santa Maria del Fiore o imprecando al volante della propria auto mentre percorre i viali per andare a lavoro. Ad aprire la porta del Centro Ewam è Sonam, un ragazzo poco più che ventenne che parla un italiano pressoché perfetto, senza aver mai avuto l’opportunità di sedersi dietro un banco di scuola. E’ in Italia da tre anni e accetta di spiegarci quale sia lo scopo di un centro buddhista nel bel mezzo della realtà fiorentina. Nel frattempo, il Maestro Tulku Gyatso Rinpoche esce silenzioso da una stanzetta posta dietro la “reception”. E’ avvolto nella tipica tunica gialla e rossa che, un paio di anni fa, eravamo abituati a vedere quasi tutti i giorni in televisione, quando i monaci tibetani intrapresero una rivolta contro l’occupazione cinese che dal 1950 impedisce loro di condurre un’esistenza normale. “Il centro – spiega Sonam - è nato 14 anni fa. Il Maestro è qui dal 2000 e lo ha mandato il Dalai Lama. La missione dell’associazione è quella di far capire alle persone che decidono di affidarsi a noi che i principi più importanti sono quelli della pace e della tolleranza. Il fatto che le persone diventino buddhiste è secondario; il nostro scopo non è quello di far cambiare religione alla gente a tutti i costi. A noi interessa, piuttosto, che attraverso i principi del buddhismo i nostri associati riescano a condurre un’esistenza serena. Chi viene qui a volte è fuori di testa. Il vero guaio degli occidentali – continua - o comunque di molti non buddhisti, è che si creano un’idea di felicità e pur di perseguirla

L’interno del tempio

ne diventano schiavi”. E’ difficile trattenersi dal chiedere a Sonam perché sia qui in Italia e cosa stia succedendo in Tibet. Il suo racconto ha un tono pacato, nonostante le parole che usa siano dure da sentire: “A sei anni sono scappato dal Tibet e ho vissuto in India fino a tre anni fa. Ormai sono vent’anni che non vedo i miei genitori. Proprio in questi giorni partirò per il Tibet, dove starò due mesi. Sono felice, perché è la prima volta che ci torno, ma ho paura. La situazione là è terribile: ai miei

il reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie

te i suoi insegnamenti agli associati. Sul retro, in uno spazio ampio, è stato ricavato un vero e proprio tempio. Le statue e gli arazzi alle pareti, insieme al profumo di incenso nell’aria, fanno quasi dimenticare di essere a Firenze. Per raggiungere questo piccolo luogo di culto si attraversa una terrazza dove pezzi di stoffa quadrati scritti di nero sventolano appesi a fili come tovaglioli appena lavati. “Sono preghiere importanti – spiega Sonam- si muovono nell’aria e portano buona fortuna”.

QUARTIERE MULTIETNICO/3 Gashi Jeton ha aperto il suo negozio in via dello Steccuto. Tra i clienti molti arabi

E all’alimentari kosovaro si fa il tifo per la Fiorentina

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a anni mangiare un kebab, in qualsiasi zona di Firenze e a qualunque ora del giorno o della notte, è diventato quanto di più semplice al mondo. Ma per chi è immigrato in Italia trovare i prodotti alimentari tipici del suo Paese di origine non è altrettanto facile. Gashi Jeton, il proprietario del negozio kosovaro “Da Gashi” in via dello Steccuto, lo ha capito. E ha deciso di tirare su un’attività tutta sua, che offre agli immigrati come lui la possibilità di ritrovare quei sapori che hanno la capacità di farli sentire a casa. “Vendiamo formaggi kosovari, prodotti tipici dei Balcani – racconta - ma soprattutto carne macellata

Il Reporter di Rifredi, Novoli, Brozzi raggiunge 43480 famiglie nel quartiere 5 di Firenze. Copia in abbonamento postale

coetanei non è possibile fermarsi in gruppo a parlare normalmente per strada. Per i cinesi, questo significa complottare, e per chi complotta c’è la prigione. Per noi che siamo fuggiti è difficile agire, anche se stiamo al di fuori dei confini tibetani. Se manifestiamo contro i crimini che commettono i cinesi, ci rimettono molti di coloro che ancora sono in Tibet”. Il Centro Ewam non è costituito soltanto dall’atrio in cui si trova la scrivania di Sonam e dalla stanza dove il Maestro trasmet-

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con rito halal, quello che la fede musulmana prevede affinché la macellazione possa essere considerata lecita (“lecito” è appunto il significato della parola araba “halal”, ndr). Ecco perché la nostra clientela si compone di kosovari, albanesi, rumeni, ma anche di molti arabi, che essendo comunque musulmani hanno bisogno di carne macellata con rito islamico”. Se avviare un’attività non è semplice per molti italiani, per un immigrato non lo è a maggior ragione: “Aprire questo negozio – continua Gashi- è stata una fatica per me e la mia famiglia. Però è un buon modo per avere un lavoro e quindi anche per risolvere qualsiasi

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problema col permesso di soggiorno. Prima ero disoccupato, ma volevo rimanere in Italia. I miei si sono trasferiti in questo Paese nel 1988, qunado io avevo 3 anni. Allora in Kosovo non c’era la guerra, ma adesso della nostra casa là non rimane nulla. Tanti nostri connazionali si comportano male in Italia anche perché hanno intenzione di tornare in Kosovo o in generale nei Balcani il prima possibile. Io no. Ho studiato qui, qui vivo e sono tifosissimo della Fiorentina”. E in effetti il poster della squadra viola esposto sopra il bancone del suo negozio è grande quasi quanto la bandiera /I.E. kosovara che lo affianca.

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il giornale del tuo quartiere

TENDENZE. Quella che sta per concludersi è stata un’estate all’insegna delle iniziative all’aperto

Feste in strada, la città si vive anche così

Via di Novoli in festa

ORTICOLTURA. La situazione a una svolta Tanti gli eventi che hanno avuto luogo nelle piazze (e non solo) di Novoli e dintorni. Gianassi: “L’obiettivo è creare occasioni di incontro e socializzazione, per combattere isolamento e monotonia”. E in molti sperano che questo sia solo l’inizio

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Fannì Beconcini

L’

estate 2010 è stata una stagione di feste e iniziative di quartiere: strade e piazze si sono spesso e volentieri popolate in occasione di eventi, notturni e non, destinati soprattutto a chi a Firenze ci vive ma apprezzati anche da turisti e visitatori occasionali. Il quartiere 5 non è stato da meno, a partire dalla novità del centro commerciale naturale “Novoli e dintorni” fino alle ormai consolidate aperture serali di via Doni: infatti, non tenendo conto dei numerosi eventi che hanno inaugurato la primavera (dalle feste al giardino del Lippi a quelle di piazza Giorgini e piazza della Vittoria), numerose sono state le iniziative organizzate nell’arco dell’estate 2010. A giugno piazza Dalmazia – non nuova ad iniziative di questo tipo – ha ospitato esibizioni di danza, kung fu e musica; via di Novoli è stata teatro del primo “Via di Novoli in Festa” e a Peretola si è tenuta la festa “Peretola Ritrovata”, che ha sancito la fine dei lavori di riqualificazione del borgo e l’inaugurazione del monumento a Garibaldi restaurato. Nel corso di luglio si sono susseguiti i cosiddetti “mercoledì di via Doni”, con apertura serale dei negozi e mercatino all’aperto, e sono proseguiti gli incontri culturali su ville, giardini, chiese e luoghi del quartiere da scoprire, iniziati a giugno e in corso fino alla fine di questo mese. Queste e molte delle altre iniziative organizzate nel corso dell’anno sono state svolte con la collaborazione dei centri commerciali naturali del quartiere, attivi da tempo come quello di piazza Dalmazia o appena costituiti come il neonato centro “Via di Novoli e Dintorni”. Come ha spiegato il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi, “l’obiettivo è creare occasioni di incontro e socializzazione, riportare le persone in strada e in piazza per godere insieme degli spazi pubblici e per rispondere a fenomeni di isolamento e monotonia”. A giudicare dalla grande affluenza di persone e dal successo delle iniziative estive, sembra proprio che l’obiettivo sia stato cen-

La biblioteca ci riprova: “Aprirà entro l’anno”

trato. Gli esercenti si dicono soddisfatti, in particolare quelli di Novoli, che hanno saputo fare rete per costituire il nuovo polo commerciale – del centro “Via di Novoli e dintorni” fanno parte oltre cinquanta negozi – e creare un’occasione di promozione del tessuto sociale ed economico del quartiere. Il grande riscontro avuto negli abitanti della zona è significativo: per dirla con gli organizzatori, “il centro commerciale naturale Via di Novoli e dintorni è nato per dare vita alla zona di Novoli dove non ci sono mai feste, dove non ci sono mai concerti, dove non vengono mai creati eventi per far vivere alle famiglie il proprio quartiere”. La necessità di vivere e valorizzare il luogo in cui si vive o si lavora riassume il senso del grande successo delle feste di piazza e di quartiere, espressione di un bisogno di socialità forse persa negli anni dell’urbanizzazione selvaggia e oggi sentita

E non è ancora finita: il 21 settembre torna Via di Novoli in Festa come necessaria per recuperare una dimensione umana anche nelle grandi città. L’augurio, da parte di molti, è che il circolo avviato diventi virtuoso, e che l’esperienza si rinnovi, di anno in anno, in tutti i quartieri di Firenze: intanto, sono da segnalare due eventi in programma questo mese, che fanno seguito alle iniziative estive: l’8, 9 e 10 settembre l’appuntamento è all’anfiteatro delle Piagge, in via Piemonte, per una tre giorni in cui si susseguiranno, rispettivamente, un concerto tributo a De Andrè, un omaggio ad Astor Piazzolla e una serata beat e rock anni ‘60-’70, mentre il 21 settembre si terrà la seconda e molto attesa edizione di “Via di Novoli in Festa”.

ra il 2005 quando la biblioteca dell’Orticoltura fu chiusa per lavori e “temporaneamente” trasferita al Parterre. Lavori di ristrutturazione che, secondo le previsioni, sarebbero dovuti durare un anno. A cinque anni di distanza, i cittadini del quartiere sono ancora in attesa che la struttura torni nella sua sede “naturale”, ovvero il giardino dell’Orticoltura. E’ stata la stessa direzione ambiente di Palazzo Vecchio a seguire i lavori di ristrutturazione. Ed è stato il Comune che, già dopo lo sforamento dei limiti del 2006, ha inviato solleciti e controlli e ordinato sopralluoghi. Il ritardo maggiore è stato causato dal fallimento della ditta che aveva dato il via ai lavori. Una vicenda lasciata aperta dalla precedente amministrazione, ma che ben si presta alle critiche dell’opposizione ancora oggi. E’ il consigliere del Pdl Guido Castelnuovo Tedesco a risollevare la questione, all’inizio dell’estate: “La nuova struttura – sostiene - continua ad essere esposta ai vandali, che negli anni ne hanno approfittato rovinandone gli interni e facendola diventare un vero e proprio ricettacolo di criminalità e degrado”. E ancora Castelnuovo ricorda che la riapertura della biblioteca era prevista per marzo 2010 e che Quartiere e Comune non sono stati di parola. Replica il Presidente del Quartiere 5 Gianassi: “La riapertura della biblioteca è prevista per la fine dell’anno. Marzo non era stata indicato come data di apertura ma come inizio delle procedure amministrative per gli

ultimi lavori che rendano definitivamente fruibile la biblioteca”. I lavori – tra cui la costruzione di una scala antincendio e la sistemazione del pavimento - dovrebbero terminare entro ottobre e completare così l’intervento che, dal 2005 ad ora, è costato circa 700mila euro. Riguardo agli atti vandalici, secondo il Quartiere si tratta di episodi minimali che risalgono a qualche mese fa. Il presidente Gianassi assicura il massimo impegno per la struttura e per il giardino dell’Orticoltura, che “è splendido e merita tutela, e dove la biblioteca funge da luogo di aggregazione sociale”. Un giardino che, con l’esposizione “Un tè con le farfalle” che si è appena conclusa, vuole tornare ad essere centrale nella vita della città. “Per adesso – afferma

È chiusa dal 2005. Prima di ottobre prevista la fine dei lavori Gianassi – abbiamo puntato molto sul Tepidarium Roster, che sarà sede di altre iniziative a carattere scientifico e culturale”. Rivalutare il giardino dell’Orticoltura sembra dunque essere tra le priorità dell’amministrazione di Quartiere. La biblioteca ne è uno dei punti fondamentali, e i residenti della zona, così come tutti i fiorentini, sperano che questa volta i tempi siano /E.G. rispettati.


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Rifredi • Novoli • Brozzi

L’INCHIESTA. Tanti i marciapiedi che, dopo il calar del sole, si popolano di “lucciole”

Prostituzione, la mappa nel quartiere Le soluzioni per “liberare” le strade Ilaria Esposito

dietro (in via Andrea Corsali, ndr) c’è la scuola elementare e la mattina, sotto l’argine che la costeggia, si trova veramente qualsiasi tipo di rifiuto. Questa è la cosa peggiore, perché ci possono andare di mezzo dei bambini. Ma ci sono anche altri problemi – continua - come il fatto che le tre prostitute che abitualmente stanno qui davanti litigano, urlano e continuano a passare coi clienti nelle nostre vie”. In viale Guidoni il

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l fenomeno della prostituzione è un problema con cui molti fiorentini devono fare i conti, a partire da coloro che abitano nel quartiere 5. Tanti i marciapiedi che, dopo le dieci di sera, si popolano di “lucciole”, da quelli di via di Novoli fino al controviale di viale Guidoni, passando per molte strade interne come via Alessandro Allori, quella che congiunge la parte finale di via di Novoli a via Baracca. In questo elenco non potrebbe mancare via Pistoiese, dall’inizio fino al confine con il comune di Campi Bisenzio. Qui, il problema ha sicuramente a che fare col degrado urbano, ma anche con una questione di sicurezza. In una strada già pericolosa, i “clienti” hanno spesso l’abitudine di accostarsi bruscamente al ciglio della strada quando posano gli occhi sulla loro potenziale scelta, dimenticando di segnalare la propria mossa al malcapitato autista che si trova dietro di loro. In generale, la gravità della situazione varia di zona in zona. La peggiore sembra essere quella di via Forlanini, dove i residenti e i proprietari degli esercizi commerciali si dicono veramente esasperati. “Non sappiamo più cosa fare – spiega un uomo che abita in una casa che ha il giardino proprio in via Forlanini, e che preferisce rimanere anonimo per paura di ritorsioni - perché qui

Il Palazzo di Giustizia e il Parco di San Donato potrebbero far diminuire queste presenze problema è altrettanto grave, e una speranza diffusa fra i residenti è che la presenza del Palazzo di Giustizia porti a un suo ridimensionamento. Risale a poco tempo fa un intervento delle forze dell’ordine, che hanno scoperto e fatto chiudere una casa di appuntamenti in zona. Nelle vie che si affacciano sul viale si ricorda con sgomento la sera dei fatti. Tuttavia, in molti sostengono che adesso la situazione sia persino peggiorata, perché le prostitute che esercitavano nell’appartamento stanno davanti ai palazzi e spesso, raccontano, capita di assistere a liti furibonde tra que-

Alessandro Lusini Edicolante, 51 anni

Matteo Oleandro Dipendente, 27 anni

Loretta Bossani Insegnante, 61 anni

“A Novoli il problema esiste”

“La gente non entra nel mio locale”

“Attenzione alle strade più interne”

“Lavoro al Pignone e vivo a Novoli. Nella zona dove ho la mia edicola non avverto il problema, dato che ci sono soltanto nelle ore del giorno. Naturalmente, a Novoli il problema della prostituzione c’è. Ogni tanto la polizia interviene, ma non serve a molto”

“Davanti al locale in cui lavoro (via Forlanini, ndr) sostano ogni sera tre prostitute. E’ un problema, perché siamo aperti anche la notte e la gente, vedendole, non entra. Abbiamo avuto il permesso di cacciare le prostitute che entrano nel locale troppo svestite, ma l’unica cosa da fare sarebbe far funzionare le leggi che ci sono”

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il giornale del tuo quartiere

Il fenomeno interessa molte zone della circoscrizione, da via di Novoli a via Pistoiese, dove c’è anche la questione della

Ugo Checcacci Pensionato

Elda Sestini Pensionata, 69 anni

“Soffermarsi può essere pericoloso”

“Bisognerebbe colpire gli sfruttatori”

sicurezza stradale. Eventi notturni e completamento delle opere in fase di realizzazione tra le proposte per risolvere il problema

“E’ brutto vivere in una zona dove il problema della prostituzione è presente. Credo che i vigili dovrebbero fare più controlli e farli a piedi. Io ho una figlia che quando rientra a casa deve fare veloce a raggiungere il portone, perché soffermarsi un attimo può essere pericoloso”

Via Forlanini durante la notte

ste e i protettori. Individuare soluzioni a questo problema non sembra affatto facile. “I mezzi di cui dispone il Quartiere – spiega Federico Gianassi, presidente del Quartiere 5 - sono decisamente esigui. Da parte nostra possiamo impegnarci a restituire ai cittadini le zone più interessate dal fenomeno, che spesso coincidono con le aree dove ci sono meno occasioni di aggregazione. Anche per questo motivo,

nel corso dell’estate abbiamo organizzato alcuni eventi serali in via Forlanini e via di Novoli”. Una spinta alla soluzione del problema potrebbe venire anche dall’ultimazione di alcune opere in via di realizzazione. “Quando il parco di San Donato sarà completo - continua Gianassi - forse il problema nella zona circostante sarà arginato. L’amministrazione comunale sta studiando un sistema per multare i clien-

ti, e anche questo è certamente un tentativo di soluzione. Inoltre, un aumento dei controlli da parte delle forze dell’ordine avrebbe un effetto positivo. Chiaramente, i casi di sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù devono essere perseguiti. Casi del genere sono sotto gli occhi di tutti – conclude il presidente del Q5 - ma ovviamente non sono di competenza del Quartiere”.

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Ecco gli interventi previsti questo mese sulle strade del quartiere (salvo altri eventuali lavori urgenti e quindi non programmati), che comporteranno provvedimenti per la sosta e la circolazione: VIA CIRCONDARIA A fine agosto è iniziato un intervento di rifacimento della fognatura a seguito dei lavori per l’Alta Velocità in via Circondaria. È stato istituito un restringimento di carreggiata dall’incrocio con via dell’Arcovata a 100 metri prima di quello con viale Corsica verso via Luigi Gordigiani, con l’istituzione di un percorso pedonale alternativo protetto. Inoltre, in corrispondenza dell’incrocio di via Circondaria con viale Corsica, ai veicoli provenienti dall’incrocio con via dell’Arcovata è vietata la svolta a sinistra. I mezzi che arrivano da via Luigi Gordigiani devono proseguire a diritto. L’intervento si concluderà il 10 ottobre. VIA DI BROZZI Per lavori relativi a un nuovo allaccio alla rete fognaria, da fine agosto è scattato un senso unico alternato a vista in via di Brozzi nel tratto da via della Sala a via Golubovich. L’intervento si concluderà il 16 settembre. VIALE GIOVANNI LAMI Sono iniziati il 23 agosto i lavori per la sostituzione di una tubazione della rete di distribuzione del gas in viale Giovanni Lami. Fino a fine settembre è in vigore un restringimento di carreggiata da piazza Ludovico Antonio Muratori a via Ferdinando Paoletti. Sono stati istituiti anche alcuni provvedimenti collaterali: un senso unico di marcia in viale Giovanni Lami (da piazza Ludovico Antonio Muratori a via Ferdinando Paoletti con direzione di marcia verso via Ferdinando Paoletti) e un senso unico in via Ferdinando Paoletti (da viale Giovanni Lami a via Lambruschini con direzione di marcia verso via Lambruschini).

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Rifredi • Novoli • Brozzi

MESTIERI. Ecco chi sono gli eredi dei beccai. “La nostra è un’arte, quella della carne una cultura”

Se i macellai si riscoprono filosofi Ivo Gagliardi

anni Novanta, all’Accademia della Fiorentina, istituzione che ha promosso varie iniziative come incontri, seminari e giornate di studio, e da aver pubblicato, nel 2000, il libro “Maladetti Beccari” (edizioni Polistampa), che ripercorre la storia dei macellai fiorentini dal Cinquecento al Duemila. Ma se la storia della loro presenza in città è lunga e ricca di aneddoti (come la “cacciata” dei beccai da Ponte Vecchio), come vanno le cose oggi, nell’epoca in cui, strette tra lo strapotere della grande distribuzione e la crisi economica, per le botteghe la vita si è fatta sempre più dura? “Questo settore avrà ancora un suo spazio – si dice certo Paoli – da un po’ di tempo a questa parte a Firenze le macellerie si sono stabilizzate, la loro ‘emorragia’ si è arrestata”. Ottimista per il futuro, dunque? “Sì, anche perché si sta registrando un aumento della clientela: non solo anziani che fanno la spesa nei negozi sotto casa, ora c’è anche un ritorno dei giovani nelle macellerie. E la grande distribuzione soffre da sempre in questo reparto”. Insomma, le macellerie non sono destinate a scomparire dalle strade fiorentine, secondo l’associazione che le rappresenta. Anche se qualche problema non manca. “C’è molta difficoltà a trasmettere questo mestiere, i giovani non vogliono più fare lavori manuali e di sacrificio – sostiene Paoli – e c’è poca attenzione da parte delle istituzioni. Ci troviamo a scontrare con l’indifferenza da parte delle autorità verso la piccola distribuzione, e questo è un grave errore, soprattutto in una città come Firenze”. Ma loro ad arrendersi non ci pensano proprio. “Un tempo si mangiava per vivere, oggi si vive anche per mangiare, e la gente riconosce la cultura della carne. Quando cercano qualcosa di speciale, le persone vengono da noi, a Natale e Pasqua facciamo il boom. Ma noi – conclude Paoli – siamo aperti anche nel resto dell’anno”.

Hanno alle spalle una lunga storia, e il futuro non li preoccupa. “Il settore avrà ancora spazio. E tra i clienti sono tornati i giovani”

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on chiamateli commercianti. O almeno non solo. Perché così facendo c’è il rischio di farli arrabbiare. Stiamo parlando dei macellai fiorentini, eredi di una lunga tradizione nata centinaia di anni fa. Allora si chiamavano “beccai” (per la cronaca, il “becco” è il maschio della capra) e la loro era una delle quattordici Arti minori. “Siamo filosofi, letterati e commercianti”, sentenzia Mauro Paoli, presidente dell’Associazione macellai della provincia di Firenze, ricostituita nel lontano 1874. Una definizione un po’ troppo ambiziosa? Assolutamente no, a sentire loro. “La nostra è un’arte, fondamentalmente noi siamo artigiani. E questo è un mestiere culturale, per farlo servono molte conoscenze. Tagliare la carne, alla fine, è la cosa più semplice – spiega Paoli – il vero macellaio sa consigliare, perché il macellaio è il depositario della cultura della carne”. Ed è proprio sulla missione “culturale” di questo mestiere che loro, i novelli beccai, insistono. Tanto da aver dato vita, agli inizi degli

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IL NUOVO POLIAMBULATORIO

Da lunedì 6 settembre è operativo, nei nuovi locali presso la Sede della Misericordia di Rifredi, il Poliambulatorio. Locali ampi e luminosi, sale d'attesa suddivise per piano ed un accesso alla struttura agevole e dinamico consentiranno ai pazienti una migliore fruibilità dei servizi medici già offerti dal Poliambulatorio. E' per esempio possibile, grazie all'incremento delle attrezzature mediche già esistenti con nuovi e moderni apparecchi per la diagnostica, potersi sottoporre ad esami quali il campo visivo e l'elettrocardiografia dinamica (holter cardiaco); è possibile effettuare ecografie, colposcopie ed anche sottoporsi a laserterapia.

All'interno della nuova struttura è pure presente una palestra, all'interno della quale saranno organizzati corsi di ginnastica dolce, corsi di riabilitazione di gruppo per soggetti affetti da malattie croniche quali artrosi, esiti da ictus, malattia di Parkinson, cardiopatia, ischemia nonché per soggetti con postumi da trauma. Il tutto ovviamente organizzato da medici specializzati e da personale adeguatamente formato. I predetti corsi prenderanno il via entro il mese di Ottobre; le iscrizioni si accettano da settembre presso la Segreteria. Ma le novità non finiscono qui.

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ISTRUZIONE. Quasi 20 milioni per rimettere in sesto gli istituti cittadini

Anno nuovo, scuole nuove. E “verdi” Francesca Puliti

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uasi 20 milioni di euro per rimettere in sesto le scuole della città. Una bella rassettata per una serie di edifici sparsi in tutti i quartieri, spesso e volentieri risalenti all’epoca di La Pira. Escluse le elementari Calvino e Santa Maria a Coverciano, che da sole assorbiranno circa 10 milioni di euro, i lavori coinvolgono 36 elementari, 9 medie, 6 materne e un centro di cottura. Ad aggiudicarsi i maggiori investimenti sono stati il centro storico e il quartiere 4, con più di 2 milioni e mezzo ciascuno. Poco meno andrà al Q5, mentre per ristrutturare le scuole del Q2 e Q3 basterà poco più di un milione a testa. Soldi certi, non derivanti dalle future alienazioni dell’amministrazione comunale, ma già messi a bilancio. “Un investimento di queste proporzioni nell’edilizia scolastica - commenta l’assessore all’istruzione Rosa Maria di Giorgi - non si vedeva da diversi anni”. Gli interventi sono stati pensati per essere conclusi, nella maggior parte dei casi, prima del rientro di bambini e ragazzi dalle vacanze estive. Alcuni, più corposi, proseguiranno durante l’anno, ma non andranno a interferire con l’attività scolastica, confinati all’esterno delle strutture o in sezioni separate dalla principale. Il trasferimento degli alunni si renderà dunque necessario soltanto in due casi: la materna Leoncavallo e la scuola

elementare Calvino, che sarà demolita e ricostruita ex novo nel giro di un paio d’anni. Per il resto si tratta di operazioni di diverso tipo, dalla messa in sicurezza secondo le nuove normative alla ristrutturazione di aule e palestre, in base alle esigenze maturate in termini di spazi e nuove tecnologie. Con una particolare attenzione all’ambiente: materiali e modalità di costruzione tengono conto del risparmio energetico, per far sì che le scuole risorgano in chiave ecologica. E sempre secondo il mantra dell’amministrazione Renzi: zero nuovi volumi, avanti con la razionalizzazione e il riutilizzo

degli spazi esistenti. La tranche destinata agli asili nido, infine, consiste in 343mila euro. Ma le maggiori novità su questo fronte dovrebbero arrivare nei prossimi mesi, con la realizzazione di tre nuove strutture di qualità: il primo all’interno della Santa Maria a Coverciano, già in costruzione, un altro all’ex Meyer e l’ultimo immerso nel verde del giardino che sorgerà al posto della Caterina de’ Medici, l’ex scuola di viale Guidoni prima occupata e poi abbattuta per l’instabilità dell’edificio. I progetti dovrebbero affacciarsi sui tavoli dell’assessorato all’istruzione già questo mese.

IL PUNTO NEL QUARTIERE In tempi di crisi si cerca di risparmiare

Tutti a caccia dei libri usati

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state finita, si torna a scuola. Tra il 9 e il 20 di questo mese, a Firenze come in tutta Italia, riapriranno le porte di scuole materne, elementari, medie e superiori. Se in tempi di tagli la preoccupazione delle strutture scolastiche è di portare avanti tutte le attività a costi ridotti, in tempi di crisi il problema dei genitori è il costo dei libri. Libri che negli anni hanno subìto un aumento del prezzo, così come molti beni necessari. Ed ecco che torna di moda – se mai fosse stato in disuso – l’espediente dei libri usati. Libri a metà prezzo, o scontati del 30-40%. Sgualciti, sottolineati, scarabocchiati, letti una due magari tre volte. Comunque siano le condizioni, la convenienza di questo tipo di acquisti spinge ancora molti studenti (e soprattutto i loro genitori) a rivolgersi a rivenditori di libri usati. A Firenze rimangono in voga i punti vendita “storici” di via Laura e via S. Gallo, cui si aggiunge (tra gli altri) la Melbookstore di via de’ Cerretani. Numerosi inoltre i “rivenditori virtuali”, raggiungibili tramite qualsiasi motore di ricerca on line. Se i libri usati non sono un cambiamento bensì una consuetudine, qualcosa di nuovo lo troveranno gli studenti del quartiere a scuole iniziate. Si tratta di interventi estivi di manutenzione straordinaria, annunciati dall’amministrazione comunale nel mese di luglio. Le scuole interessa-

te sono Allori, Beato Angelico, Colombo, Don Minzoni, Duca D’Aosta, Leoncavallo, Mameli, Matteotti, Padre Balducci, Paolo Uccello, Vamba. Gli interventi sono di varia natura: dall’installazione di pale per la ventilazione alla manutenzione di locali interni ed esterni, fino a rifacimenti di solai. I lavori sono stati programmati in modo da permettere la regolare riapertura delle strutture a cantieri chiusi, salvo alcune eccezioni: la scuola materna Leoncavallo, dove le opere di recupero generale termineranno a gennaio 2011, e la scuola materna ed elementare Duca d’Aosta, dove l’intervento per il miglioramento sismico delle coperture è rimandato all’estate 2011. Il costo totale degli interventi per le strutture scolastiche del quartiere 5 è di

Gli interventi di manutenzione sono stati effettuati in estate circa due milioni e 300mila euro, che rientrano negli oltre 9 milioni spesi per opere di manutenzione in tutte le scuole fiorentine nel corso di quest’estate. 8.500 euro è invece il costo dell’unico asilo nido del Q5 soggetto a opere di manutenzione nei mesi estivi, il /E.G. Chicco di Grano.

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Settembre 2010

Rifredi • Novoli • Brozzi

L’ANNIVERSARIO. Il 18 settembre 1960 veniva inaugurata la struttura di Novoli

I cinquant’anni del Mercato Ortofrutticolo La storia della sua nascita è stata lunga e costellata da difficoltà e polemiche. La sua apertura fu un segno dei tempi che cambiavano. E oggi appartiene alla vita della città Fannì Beconcini

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icorre questo mese il cinquantenario di un’inaugurazione di cui i fiorentini sanno probabilmente poco: il 18 settembre di cinquant’anni fa apriva i battenti il nuovo mercato all’ingrosso dell’ortofrutta fiorentino, oggi meglio conosciuto come

Mercato Ortofrutticolo di Novoli. La storia di questo mercato, costruito con difficoltà e aperto tra mille polemiche, appartiene alla vita di Firenze e del quartiere. Le origini del Mercato Ortofrutticolo di Novoli risalgono agli anni Venti, quando l’amministrazione comunale si rende conto

L’ingresso della struttura

della carenza degli spazi del vecchio mercato di Sant’Ambrogio. Solo nel 1937, però, si decide di costruire la nuova struttura nell’area periferica di Novoli, annessa al comune di Firenze solo pochi anni prima e ben servita sia dalla ferrovia che dall’allora nuovissima autostrada FirenzeMare. I lavori iniziano nella primavera del 1939, ma sono rallentati dall’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale e definitivamente sospesi nel 1944. Durante la guerra e nel periodo post-bellico i pochi edifici realizzati vengono occupati dagli sfollati, ma passata l’emergenza il Comune riprende la costruzione della struttura, nel 1956, con un nuovo progetto più ampio del precedente. Il Mercato Ortofrutticolo di Novoli viene così inaugurato il 18 settembre 1960 dall’allora ministro dell’interno Amintore Fanfani, dopo una serie di polemiche e rallentamenti. L’inaugurazione, infatti, slitta più volte, perché il complesso, che sorge in un’area all’epoca sostanzialmente deserta, è privo di molte infrastrutture – strade di accesso, allacciamenti elettrici, raccordi fer-

Una foto d’epoca del mercato

roviari – e soprattutto dei magazzini, 22 dei 115 previsti. Tuttavia, nonostante le lamentele dei commercianti che chiedono un rinvio dell’apertura, le autorità decidono di procedere all’inaugurazione dell’edificio. Le finalità propagandistiche dell’apertura oggi sono abbastanza chiare: pochi mesi dopo ci sarebbero state le elezioni amministrative dopo tre anni di commissariamento del Comune, e l’apertura di Novoli diventa anche una vetrina elettorale. Tuttavia, scopi strategici a parte, il trasferimento del mercato all’ingrosso dell’ortofrutta fiorentino è un segno dei tempi: si tratta di un mercato di

solide e antiche origini ma con esigenze quanto mai moderne, dalla necessità di infrastrutture efficienti a quella di una ristrutturazione delle modalità di lavoro. Non a caso, allo sviluppo del mercato si intrecciano le prime lotte sindacali dei facchini e le nuove dinamiche produttive del settore. Oggi l’antico mercato è un “centro alimentare polivalente”, realtà strutturata che si occupa della vendita all’ingrosso di prodotti alimentari di vario genere nonché di trasporto, lavorazione e distribuzione. Ma volgere un pensiero alle origini fa sempre bene e, soprattutto, è utile al futuro.

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trasporti

Settembre 2010

MOBILITÀ/1. Uno studio della Regione fotografa il viaggiatore-tipo del “treno sferragliante”

Tramvia, un successo vestito di rosa Dopo le diffidenze iniziali sembra che i fiorentini abbiano sciolto le riserve su Sirio: dati ufficiosi parlano di 25mila utenti al giorno. Per la maggior parte sono donne tra i 36 e i 60 anni, con un titolo di studio medio-alto e un lavoro da dipendenti Lorenzo Salusest

È

una storia di amore e odio, quella che lega i fiorentini e la tramvia. Una storia tormentata: una travagliata fase di conoscenza, le rituali diffidenze iniziali, accentuate dallo spirito polemico innato nei fiorentini: chi la voleva con un tracciato più lungo, chi con uno più breve; chi la voleva più vicina a casa, per futura comodità, e chi il più lontano possibile, per sfuggire al caos dei lavori; chi la voleva così com’era stata progettata, chi non la voleva proprio, punto e basta. I lunghi anni di cantieri, con gli immancabili disagi per la popolazione, hanno acuito i contrasti tra fautori e detrattori del “treno sferragliante” (copyright del portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti). Poi, con ritardi imbarazzanti, la tramvia ha cominciato a prendere forma: i binari, le stazioni, finanche l’erbetta hanno cominciato a divenire familiari. Sino a quando, il 14 febbraio scorso, giorno di San Valentino, il tram si è mosso. E la storia di amore è sbocciata. Le prime settimane di euforia – all’inizio è tutto più emozionante – con un’affluenza giornaliera sui vagoni degna di un Fiorentina–Juventus: quasi 30mila utenti ogni giorno fanno conoscenza con l’amato-odiato

tram. Poi – e del resto in ogni storia d’amore è sempre così – il rapporto si stabilizza: l’emozione lascia spazio alla consuetudine, alla normalità. Diminuiscono gli utenti occasionali, si consolida un parco viaggiatori fedele e fidato. A sette mesi dalla prima mossa del tram i dati, ancora ufficiosi (quelli ufficiali sul primo semestre si avranno intorno alla metà di ottobre), parlano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno, costituiti in gran parte da circa 10mila persone che gravitano – per residenza o lavoro – intorno alla linea FirenzeScandicci. Ma chi è l’utente-tipo della tramvia? Secondo un’indagine condotta dalla Regione a luglio, si tratta di una viaggiatrice (il 53,8 per cento dei passeggeri intervistati sono donne), con età compresa tra i 36 e i 60 anni (con una percentuale

Chi la usa lo fa soprattutto per raggiungere il luogo di lavoro o studio, meno per motivi di svago

del 44,1 per cento, contro il 19,9 per cento degli over 60 e il 19,1 per cento degli under 24. Ostile al tram la fascia di età 25-34 anni). La viaggiatricetipo ha un titolo di studio medio-alto (25 per cento laurea, 40 per cento diploma superiore) e svolge un lavoro dipendente (una percentuale che si attesta al 48 per cento, contro un 10 per cento di lavoratori autonomi. 17,4 per cento gli studenti e 16,5 per cento i pensionati, mentre pochissime sono le casalinghe e i disoccupati). Infine siamo di fronte a una utilizzatrice abituale, che prende il tram prevalentemente (41 per cento) per raggiungere il luogo di lavoro o di studio, o in alternativa (32,5 per cento) per motivi di svago e di relazioni personali. Essendo utilizzatrice abituale (lavoratrice o studente), ne consegue che l’utente-tipo salga sul tram due volte al giorno per cinque giorni la settimana, e preferisce i vagoni agli autobus per la velocità e i tempi certi. Questo il ritratto dei primi amanti del tram. Chissà che con il passare del tempo – e l’integrazione della rete – il treno sferragliante non trovi altre e diverse persone con cui stringere amicizia. Persone che possano poi dire, in stile Facebook: Tram, mi piace questo elemento.

IL DATO Il 23 per cento di chi si è convertito ai binari, fino a febbraio scorso si muoveva abitualmente con mezzi privati

Qualche auto e motorino in meno e la città comincia a respirare meglio

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orse, ancor più dei fiorentini, a godere della tramvia è l’aria di Firenze. Secondo l’indagine della Regione Toscana, il 23 per cento degli attuali utilizzatori della linea 1 del tram sino al febbraio scorso si muoveva con mezzi privati, auto (15,3 per cento) o scooter (7,4 per cento) che fossero. Un paio di rapidi calcoli ed il conto è presto fatto: ogni giorno, grazie al nuovo mezzo pubblico, 1.900 macchine e 800 motorini sono rimasti in garage o sotto casa, contribuendo all’abbassamento dell’inquinamento atmosferico. 165 chilogrammi in meno di PM10 all’anno nell’aria fiorentina, con dati ancora migliori nel quartiere 4. Un parziale risarcimento ai

cittadini che più sono stati coinvolti negativamente dai disagi dovuti ai cantieri della tramvia. Certo è che una maggiore integrazione della rete tranviaria, e quindi la realizzazione delle linee 2 e 3, renderebbe più attraente l’uso del mezzo anche per quella parte di fiorentini (la stragrande maggioranza) che raramente – se non mai – viaggia sulla tratta servita dalla linea 1. Maggiore utenza, minor inquinamento: questa l’equazione. Ma c’è sempre un ma: le linee 2 (Peretola – Stazione) e 3 (Careggi – Stazione) sono ancora ben lontane dall’essere realizzate. I progetti della linea 2 – compreso la stralcio del tratto di attraversamento del Duomo – sono stati

approvati, e i lavori nell’area prossima all’aeroporto dovrebbero partire in queste settimane, mentre per quanto riguarda la linea 3 è stato approvato solo il primo lotto. Progetti che saranno soggetti con ogni probabilità a variazioni ed estensioni dei tracciati, col fine di garantire una copertura del servizio per la maggior parte della popolazione fiorentina e dell’hinterland. Con la speranza che i lavori di realizzazione non vedano i ritardi e gli aggravi di costi che hanno contraddistinto i cantieri della linea 1. Solo allora il progetto di trasporto ferrotranviario avrà un respiro completo. E i fiorentini potranno tirare un definitivo sospiro di sollievo. /L.S.

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trasporti

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MOBILITÀ/2. La sentenza su Roma, Pescara e Rieti spiana la strada al ricorso di Firenze e Siena

“Via il pedaggio”. Anche sull’Autopalio Il Consiglio di Stato boccia la decisione del governo di far diventare a pagamento le superstrade di gestione Anas. Il provvedimento dell’esecutivo coinvolgeva anche la Fi-Si, che ora tornerà gratis Ilaria Biancalani

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utopalio atto terzo. Il Consiglio di Stato ha bocciato l’aumento dei pedaggi sulle autostrade e sui raccordi di gestione Anas introdotto dal governo il 1° luglio. La Firenze-Siena era tra le superstrade su cui era stato previsto il pedaggio, da pagare come maggiorazione del ticket autostradale all’ingresso del casello Firenze-Certosa. A inizio settembre la IV sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del governo e dell’Anas che chiedeva il ripristino degli aumenti, già sospesi in precedenza dal Tar. Il pronunciamento ha riguardato i raccordi e le autostrade delle Provincie di Roma, Pescara e Rieti, e ora anche quella di Firenze attende di conoscere l’esito del proprio ricorso per la Fi-Si. E siccome si tratterà di una richiesta uguale in tutto e per tutto a quella fatta da Roma, Pescara e Rieti, sembra scontato che anche il pedaggio sulla Firenze-Siena sarà bocciato. La lotta contro l’introduzione della “gabella”, come è stata subito ribattezzata, è cominciata a inizio luglio con un presidio effettuato a Certosa dai sindaci del Chianti fiorentino e senese insieme ai rappresentanti delle due Province. Poi la notizia della sospensiva al decreto decisa del Tar del Lazio, accolta con grande entusiasmo ma seguita da una doccia fredda: un nuovo decreto del governo che non

cancellava gli aumenti ma semplicemente li rinviava. E la Provincia di Firenze, insieme alla Regione Toscana, aveva subito proposto ricorso, perché “con il decreto legge del 4 agosto, quello adottato dopo l’ordinanza del Tar del Lazio, il governo non ha abrogato o modificato la norma sull’aumento dei pedaggi autostradali, ma soltanto rinviato la sua applicazione al 30 aprile 2011”. “Apprendiamo con rammarico – avevano commentano il presidente e la vicepresidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci e Laura Cantini – che all’ordinanza del Tar Lazio sia seguita la decisione di mantenere ferma l’attuazione della nuova tariffazione dei pedaggi, rinviandola soltanto al prossimo anno. Una normativa che, nel nostro caso, colpisce in particolar modo i pendolari fiorentini, che usano l’autostrada come raccordo per brevi tratti”. Da qui l’invito all’esecutivo: “Invitiamo i rappresentanti del governo – avevano suggerito Barducci e Cantini – a percorrere l’Autopalio, per rendersi conto del cattivo stato in cui versa l’arteria che semmai, come più volte richiesto, necessita di investimenti sostanziali, quali ad esempio la realizzazione della corsia di emergenza”. Già, perché l’Autopalio resta tra l’altro una strada da riqualificare. Ma per ora ci si dovrà accontentare di non pagare alcun pedaggio.

LA CLASSIFICA Cosa resterà allo scadere della Ztl estiva? Più di 11 metri quadrati a traffico limitato per ogni cittadino

Non solo piazza Duomo: Firenze settima in Italia per le isole pedonali

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osa resterà delle aree pedonali allo scadere della Ztl notturna estiva? A quasi un anno dall’operazione Duomo senz’auto (né autobus), Firenze mantiene saldamente il quinto posto come numero di aree a traffico limitato e il settimo per isole pedonali, nella classifica nazionale stilata da Legambiente. Oltre 11 i metri quadrati di strade a traffico limitato per abitante, e non ce n’è da stupirsi, visto che all’epoca dell’istituzione dei primi “cancelli” al centro storico Graziano Cioni si vantava di aver dato vita alla Ztl più grande d’Italia. Per quanto riguarda invece le aree completamente pedonali si scende a 0,87 metri quadrati a fiorentino. Sempre di più rispetto alla media

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italiana, che si attesta su 0,34, e più di ogni altro capoluogo di provincia toscano, ma ancora lontano dalla vetta della classifica (esclusa per incomparabilità di termini Venezia, Verbania ne fornisce più di 2 a ogni cittadino). La più clamorosa, chiacchierata e applaudita isola pedonale resta quella di piazza Duomo, per la pavimentazione della quale (compresa via Martelli) l’amministrazione ha annunciato ingenti (e ancora una volta chiacchierati) investimenti. Si parla di 2 milioni per “lucidare” il salotto fiorentino. Ma per rendersi conto che non si tratta esattamente del regno incontrastato del pedone basta farci una passeggiata in una qualsiasi mattina di un qualsiasi giorno la-

vorativo. Di auto, furgoncini e simili se ne vedono transitare diversi, anche se probabilmente le cose cambieranno con la generale rassettata messa in agenda. Anche per quanto riguarda piazza Signoria, la cui pedonalizzazione è stata decretata poco dopo quella del Duomo (galeotto fu l’incrocio del sindaco con il taxi che accompagnava il suo vice a Palazzo), le auto sembrano essere arretrate solo di qualche metro. Ma l’onda-pedonalizzante non si è esaurita dentro le “mura”. Provvedimenti simili, anche se di minor impatto, sono stati presi in piazza Nannotti e a San Salvi. Tali, probabilmente, da far salire a /F.P. Firenze un gradino nella classifica dell’anno che verrà.


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tempi moderni

Settembre 2010

SOCIETÀ. Anche i religiosi si sono attrezzati per rinnovare i canali di contatto con i fedeli

Quando la parrocchia apre su Facebook

Alcune hanno semplici siti web, come Santo Stefano in Pane a Rifredi e altre chiese a Campo di Marte e all’Isolotto, altre ancora hanno anche gruppi sul popolare social network. E c’è anche chi, come Don Floriano di via Faentina, è diventato un vero e proprio blogger

Annalisa Cecionesi

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opo l’avvento del rosario elettronico, con la sua voce multilingue che guida i fedeli nella recita della preghiera, comunicare con un parroco via email non deve più sorprendere. Accantonate – da poco – le messe in latino, ecco spuntare le chiese “internaute” che si affacciano nella galassia del web. Il primo passo? Aprire il proprio sito internet. Pian piano il numero cresce. Dall’Isolotto a Campo di Marte, passando per il centro storico, di chiese 2.0 made in Florence pullula il web. Alcune hanno la loro “vetrina” spartana, essenziale e non sempre aggiornata. Altre invece siti ricchi di contenuti e strumenti interattivi. La parrocchia di Santo Stefano in Pane (www.pieverifredi.it), a Rifredi, non si ferma all’orario della messa. Offre pagine aggiornate e vari contenuti. Dalle informazioni sulle celebrazioni e sull’attività della parrocchia alla sua storia, dallo spazio per i giovani al collegamento alle pagine degli Scout Agesci. Fino ai contatti, con le email dei sacerdoti. E’ online anche la parrocchia B.V.M. Madre della Divina Provvidenza, zona Campo di Marte (www.divinaprovvidenza. net). Calendario parrocchiale, testi di conferenze, eventi e uno spazio dedicato ai giovanissimi. All’avanguardia in fatto di digitale è la parrocchia B.V.M. Madre delle Grazie, all’Isolotto (www.madredellegrazie.it). Oltre alle informazioni su

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eventi e liturgie, i fedeli trovano in rete tanti documenti formato pdf da scaricare, foto e un servizio di newsletter. Le parrocchie 2.0 sono duttili. Possono essere strumenti di lavoro per catechisti, oltre che vie alternative per l’evangelizzazione del terzo millennio. E luoghi d’incontro. Virtuale, s’intende. Come Iabbok (www.iabbok.it), la community dell’Arcidiocesi di Firenze (che naturalmente ha anche il proprio sito istituzionale). Un forum ricchissimo di post, un’agorà virtuale per i 400 utenti registrati che finora hanno pubblicato oltre 9mila messaggi scambiandosi idee, paure, interrogativi sugli argomenti più disparati, dai commenti al Vangelo della domenica fino ai dubbi sul binomio sessualità e cattolicesimo. Ce n’è davvero per tutti i gusti in rete, perfino siti dove scaricare musica sacra o canti liturgici, file per karaoke o pastorali. E non possono certo mancare i social network. Sant’Ambrogio, San Gervasio e Protasio, Madre delle Grazie, San Marco Vecchio sono solo alcune delle chiese fiorentine ad avere un gruppo dedicato su Facebook. E in via Faentina c’è anche un parroco blogger, Don Floriano, in rete con un sito personale creato per i giovani della parrocchia (http://donfloriano.blogspot.com) e un profilo sul social network più diffuso d’Italia. Una vera e propria galassia spirituale sparpagliata per il web, che spalanca le porte a un pubblico difficile da conquistare, quello dei giovani. In fondo, si sa, le vie del Signore sono infinite.


E T N E N I M M I L’USCITA O D N A B L DE PER IL E L I V I C O I SERVIZ

Ecco le propostee irenz del Comune di F iovani per i g

Incontrarsi, conoscersi, stare insieme. Il Servizio Civile ha anche questa filosofia di fondo; scegliere di svolgere una attività di volontariato, di essere cittadini attivi, significa andare incontro, conoscere, stare insieme. In questi giorni esce il bando nazionale di Servizio Civile e al Comune di Firenze sono stati finanziati quattro dei sette progetti che erano stati presentati alla Regione Toscana. Complessivamente il Comune di Firenze metterà a disposizione dei giovani 28 posti di servizio civile. Progetto “Biblioteche senza pareti”, 15 posti disponibili; qui l’intervento dei volontari è rivolto al miglioramento e incremento dei servizi bibliotecari con particolare riguardo a quelli rivolti alle fasce di pubblico disagiato; supporto alle attività di promozione del progetto “Libro Parlato”, per avvicinare gli utenti all’ascolto degli audio libri e far conoscere le sezioni grandi lettere e in braille; organizzazione di iniziative di servizi anche individuali di letture; supporto agli utenti che necessitano di assistenza nella scelta dei testi o materiali multimediali; promozione del servizio di letture ad alta voce su richiesta; collaborazione nell’organizzazione del progetto “Un libro e un volontario per amico”, negli ospedali cittadini; collaborazione alla promozione del progetto “Parole di salute”; collaborazione alla progettazione di un nuovo servizi: un libro a domicilio per persone impossibilitate ad accedere alla biblioteca; valorizzare il patrimonio documentario della rete bibliotecaria, recupero e valorizzazione dei fondi storici conservati nelle biblioteche, con attività di assistenza agli utenti disabili. Progetto “Io non sono straniero”, 4 posti disponibili; il progetto nasce dalla necessità di favorire e migliorare l’accesso degli stranieri ai servizi del Comune di Firenze nonché di

permettere una fruibilità migliore degli stessi, evitando da un lato inutili e costosi spostamenti in città e dall’altro raggruppando il personale dell’Amministrazione evitando sprechi e doppioni. L’obiettivo è quello di migliorare i servizi e le procedure obbligatorie al fine di semplificare e migliorare i servizi nonché coordinarli in maniera sinergica. Nella logica dell’integrazione sociale, ai cittadini, siano essi italiani o stranieri, deve essere garantito un sostegno continuativo nell’ottenimento delle corrette informazioni, nella semplificazione delle procedure (ad esempio quelle Anagrafiche) nonché nel coordinamento complessivo delle attività. L’intento è in definitiva quello di contribuire alla affermazione del principio di inclusione sociale, informazione e facilitazione delle procedure. Il progetto è pensato come un intervento di educazione alla cittadinanza attiva dei volontari, basato su principi fondamentali quali impegno civile, conoscenza del territorio e delle sue risorse, solidarietà e collaborazione, valorizzazione delle capacità personali e orientamento al miglioramento continuo. Progetto “Attavante in servizio”, 4 posti disponibili, si svolge principalmente presso il Centro Attivante che si occupa del sostegno alle persone in dimissione dal carcere. Il ruolo principale dei volontari è quello di essere un valido supporto all’apertura e al funzionamento del centro; è previsto l’affiancamento degli operatori e dei volontari interni agli istituti di pena, per la realizzazione e gestione di un data-base degli interventi nei confronti dei detenuti. Il volontario sarà impegnato anche nella partecipazione alla realizzazione di occasioni di socializzazione, in Attavante o all’esterno e nella collaborazione a iniziative di sensibilizzazione rivolte al contesto sociale esterno.

Progetto “A proposito di cultura”, 5 posti disponibili, ha per obiettivi la conservazione (prevenzione, manutenzione e restauro) del patrimonio di beni culturali mobili e immobili del Comune, la valorizzazione del patrimonio di beni culturali mobili e immobili, lo sviluppo dei servizi culturali istituzionalmente finalizzati al soddisfacimento di esigenze della collettività, l’incremento della produzione e della diffusione delle espressioni artistiche contemporanee, il sostegno alle attività dell’associazionismo culturale locale; lo sviluppo e introduzione, in un’ottica metropolitana e interistituzionale, di elementi di innovazione e autonomia nel governo, nelle reti e nei sistemi gestionali dei beni e delle attività culturali pubbliche. Per i volontari si intende accrescere la loro capacità di orientarsi in un contesto organizzato, rendendoli consapevoli della struttura, dei processi lavorativi e decisionali, aumentando nel contempo la familiarità con attrezzature e strumenti di lavoro tipici (PC, periferiche, internet, posta elettronica, etc) della società dell’informazione. Dal punto di vista delle competenze trasversali, l’obiettivo è di stimolare la capacità di comunicazione, di relazione e di lavoro di gruppo, promuovere la capacità di osservazione e lo spirito critico, il senso di responsabilità e l’orientamento al miglioramento continuo, auto-analisi e sviluppo delle proprie competenze. Questi, in sintesi, i progetti e le relative mansioni dei volontari. Informazioni più dettagliate e moduli per la domanda, per i ragazzi e le ragazze dai 18 ai 28 anni, si trovano presso l’Ufficio Servizio Civile del Comune di Firenze, via Palazzuolo 12, telefono 055/2616403-4-5. www.comune.fi.it / servizio.civile@comune.fi.it


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società

Settembre 2010

FAMIGLIA/1. La nostra regione è terza in Italia per numero di richieste di adozioni internazionali

Toscana, terra di bimbi venuti da lontano Le coppie che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione per l’ingresso in Italia di minori stranieri sono state 299, pari al 9 per cento del totale. Si tratta soprattutto di uomini e donne intorno ai 40 anni e con un ottimo livello di istruzione

Annalisa Cecionesi

S

iamo tra le regioni con il tasso di natalità più basso d’Italia, ma in quanto ad adozioni ci sappiamo difendere bene. La Toscana è infatti al terzo posto per richieste d’adozione internazionale dopo Lombardia e Veneto. A rivelarlo è il rapporto curato dalla commissione per le Adozioni Internazionali, in collabora-

FOCUS Dura al massimo due anni

L’affido familiare, un’altra soluzione

È

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possibile diventare genitori “a tempo determinato”? In un certo senso sì, come forma di sostegno all’infanzia. E’ l’affidamento familiare. Talvolta confuso con l’adozione, consiste nell’accogliere bambini o ragazzi che vivono temporaneamente in un contesto disagiato. Cosa lo differenzia dall’adozione? L’affido, che può essere a tempo pieno o part-time, è temporaneo, dura al massimo due anni, richiede la compresenza genitoriale tra gli affidatari e il nucleo d’origine ed è finalizzato al rientro nella famiglia biologica. La paura del distacco è un falso problema. “Il tempo burocratico finisce, ma non quello affettivo – assicura Tommaso Eredi, psicologo al Centro Affidi di Firenze – solitamente le due famiglie mantengono i contatti”. Dai dati del Centro Affidi del Comune di Firenze, aggiornati al 31 dicembre 2009, ci sono 113 nuclei familiari disponibili, di cui 17 single e 96 coppie. Attualmente gli affidi a tempo pieno sono 50, quelli part-time 16. Il numero di italiani e stranieri si equivale e l’età più “gettonata” va dai 6 ai 10 anni. Ma come si diventa genitori affidatari? Gli interessati, anche conviventi o single, possono contattare il Centro Affidi (centroaffidi@comune.fi.it, 055/2616433/37). “L’iter parte con un primo colloquio informativo – spiega il dottor Eredi – per proseguire con un corso di formazione e una fase di colloqui conoscitivi. Superando tutto il percorso si approda nella banca dati delle famiglie disponibili all’affido. “La nuova amministrazione comunale – spiega Mariella Giunti, assistente sociale al Centro Affidi di Firenze - sta intensificando la campagna di sensibilizzazione, che riparte questo mese con una serie di incontri nelle realtà associative, religiose e culturali /A.C. del territorio”.

zione con l’Istituto degli Innocenti, aggiornato al 31 dicembre 2009. Le coppie toscane che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri sono state 299, pari al 9 per cento delle richieste totali. Niente male neanche la provincia di Firenze, dove si è concentrato il maggior numero di domande. Il capoluogo toscano viene subito dopo Milano, Roma e Napoli. E se guardiamo alle autorizzazioni rilasciate per l’ingresso in Italia dei minori, la nostra regione si mantiene altrettanto attiva. Nel 2009 in Toscana sono state concesse 362 autorizzazioni, il maggior numero in Italia dopo Lombardia, Veneto e Lazio. Piccoli ma confortanti segnali in linea con l’andamento nazionale. L’Italia è infatti seconda soltanto agli Stati Uniti sul piano delle adozioni internazionali. Negli ultimi anni, però, anche in Toscana stiamo assistendo a una diminuzione nelle richieste d’adozione nazionali e internazionali, passando dalle 883 del 2006 alle 655 del 2008. A compensare il calo è però l’incremento del successo adottivo. Il numero di bambini adottati è infatti in lento ma costante aumento. Dopo l’anomalo boom del 2001, le adozioni passano dalle 241 del 2002 alle 343 del 2007. In Toscana, più di venti associazioni autorizzate dalla commissione per le Adozioni Internazionali possono aiutare coloro che decidono di intraprendere questo percorso. Ma qual è l’identikit del genitore adottivo? Secondo il rapporto curato da Regione Toscana e Istituto degli Innocenti, aggiornato al 2007, sono in prevalenza impiegati. Svolgono questa professione il 29 per cento dei mariti e il 40 per cento delle mogli. Seguono a ruota gli operai e le casalinghe. Chi decide di intraprendere il percorso adottivo ha inoltre un titolo di studio più alto rispetto al resto della popolazione toscana. Basti pensare che il 31 per cento degli aspiranti padri adottivi e il 40 per cento delle madri possiedono un diploma universitario. Quelli adottivi sono inoltre genitori sempre più “stagionati”. Si alza infatti l’età media delle coppie alle domande d’adozione, che è 41 anni per il marito e 39 per la moglie, in linea con l’innalzamento dell’età matrimoniale. Da dove arrivano invece i bambini in cerca di famiglia? In Toscana, nove bambini adottati su dieci sono stranieri. La maggior parte, il 24 per cento del totale, viene dalla Russia, seguita da Etiopia e Ucraina. Escono invece di scena Romania e Bulgaria, anni addietro paesi “serbatoio” di bambini in cerca d’adozione.

La maggior parte viene da Russia, Etiopia e Ucraina


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FAMIGLIA/2. Spesso, purtroppo, per completare l’iter i tempi sono molto dilatati

Ma quant’è lungo il volo della cicogna Benedetta Strappi

È

un cammino lungo, tortuoso, impegnativo. Chi decide di adottare un bambino e opta per l’adozione internazionale sa che deve affrontare un lungo iter prima di poter stringere tra le braccia il bambino. Diciamo che quando la cicogna si mette in volo da molto lontano ci mette di più ad arrivare, anche perchè inciampa di continuo in lungaggini burocratiche. I tempo variano, in base al paese di provenienza del bambino, ma capita che si debbano aspettare molti anni. Ma vediamo, passo dopo passo, come funziona. Innanzitutto, punto di riferimento per tutti i passaggi, e serbatoio di informazioni aggiornate in tempo reale, è il sito ministeriale www.commissioneadozioni.it. La prima tappa è recarsi nel tribunale per i minorenni competente e presentare all’ufficio di cancelleria civile una “dichiarazione di disponibilità” all’adozione e un’altra serie di documenti in carta semplice (l’elenco è sul sito). Fatto

questo, il giudice spedisce la documentazione ai servizi degli enti locali e nel giro di 4 mesi i servizi sociali avviano una “indagine conoscitiva” per valutare l’idoneità della coppia. Colloqui, insomma. La relazione stilata dai servizi sociali arriva poi in Tribunale, al vaglio del giudice che può decidere, o meno, di rilasciare il sospirato decreto di idoneità. Ottenuto questo prezioso attestato, comincia la ricerca. Il viaggio per incontrare il bambino o la bambina destinato ad entrare in famiglia. Passaggio fondamentale, a questo punto, è rivolgersi ad uno degli enti autorizzati dalla Commissione per le adozioni internazionali (la lista è sul sito). Questo mediatore è imprenscindibile e la coppia deve iniziare entro un anno dal rilascio del decreto di idoneità la procedura di adozione internazionale, passando proprio attraverso l’ente. Compito di questo “intermediario” è quello di informare le coppie e prepararle nel modo migliore, e di prendersi in

Punto di riferimento per chi vuole intraprendere questo cammino è il sito internet della Commissione per le adozioni internazionali

COSA SERVE. Dai limiti di età a un rapporto duraturo

Ecco tutti i requisiti necessari

L

a pazienza non è l’unico requisito necessario per le coppie che vogliono adottare un bambino. Perché ce ne sono altri, di requisiti, imprescindibili per chiunque voglia intraprendere questo cammino. Il primo è quello dell’età. O, per meglio dire, della differenza di età (minima e massima) che deve esserci per legge tra figli e genitori adottivi: tra il bambino e i “nuovi” papà e mamma non possono esserci meno di 18 anni di differenza e non più di 45. Tradotto, chi ha più di 45 anni non può adottare un neonato. Ma fino a pochi anni fa, per l’esattezza fino al 2001, quando la legge è stata modificata, questo limite era ancora più stringente, perchè la differenza di età non poteva superare i 40 anni. “Ci sono comunque anche delle eccezioni, dei casi in cui questa differenza può essere maggiore – spiega Raffaella Pregliasco, ricercatrice dell’Istituto degli Innocenti – per esempio quando una famiglia ha già accolto un fratello o una sorella maggiore del bimbo per cui fa richiesta, o quando in casa c’è già un minorenne, o ancora quando si vuole accogliere un bambino con particolari problemi psicofisici”. Poi c’è il vincolo matrimoniale: in Italia, per poter adottare, bisogna essere sposati. E anche in questo caso il

tempo ha la sua importanza: si deve infatti dimostrare che il rapporto, tra i genitori adottivi, sia in vita da almeno tre anni. Attenzione: non è più necessario - come prima - essere sposati da tre anni, l’importante è dimostrare che, per almeno questo lasso di tempo, vi sia stata una convivenza stabile (“coronata” poi dal matrimonio, ma il fatidico sì può anche essere stato pronunciato poco prima della richiesta di adozione). Come si può dimostrare una convivenza? “Per esempio con un mutuo cointestato, o anche con le bollette”, suggerisce Pregliasco. Poi, in caso di adozione internazionale, ci sono i requisiti richiesti dal Paese di origine del bambino, che possono variare da nazione e nazione. Infine c’è il capitolo dei costi. “Se l’adozione nazionale è pressoché gratuita – spiega la ricercatrice – per quelle internazionali serve l’intervento di Enti, rigorosamente autorizzati, che portano avanti le pratiche necessarie e fanno assistenza durante il periodo di convivenza all’estero, che può durare anche più di un mese. E tutto questo ha un costo”. Quale? “Dipende dal Paese d’origine e dall’Ente cui ci si rivolge – conclude Pregliasco – in media si spendono 15-20mila euro. Ma queste cifre possono varia/M.F. re molto”.

carico la procedura di adozione nel paese scelto. Tocca proprio all’ente tenere i contatti con il paese straniero e informare i genitori appena riceve una proposta di incontro con il bambino da adottare. Ed è quello il momento in cui finalmente i futuri genitori fanno le valigie carichi d’emozione e partono. Una volta incontrato il piccolo, se l’autorità del-

la nazione straniera dà il suo parere positivo, l’ente mediatore trasmette tutti gli atti alla Commissione per le adozioni internazionali. Può succedere però che sia lo stesso ente a non accogliere una proposta di adozione avanzata dal paese straniero e in questo caso i genitori si possono appellare alla Commissione per le adozioni internazionali, che può an-

dar contro alla scelta e nominarne un altro a cui affidare la procedura. Se invece tutto fila liscio, una volta che l’ente riceve la documentazione sull’avvenuto incontro, la Commissione – fatte tutte le verifiche del caso - autorizza l’ingresso del piccolo in Italia, che in questo modo si prepara ad entrare a tutti gli effetti in famiglia.


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star bene

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CONSIGLI. La fine delle vacanze coincide per molte persone con un periodo di malumore e acciacchi

Quanto male fa rientrare in città IN VIAGGIO

Il disagio che in questi giorni attanaglia

Per loro vantaggi a go-go

Quelli che invece partono a settembre

un italiano su dieci si chiama, tecnicamente,

P

“post vacation blues”. Ecco un vademecum per uscirne a testa alta. E il più in fretta possibile Benedetta Strappi

I

l copione è, più o meno, identico per chiunque. Testa pesante, umore sotto terra, sbadigli che sembrano disegnati con il compasso. È la sindrome delle vacanze finite, lo stress da rientro, l’uggia da routine che ricomincia. Chiamiamola un po’ come vogliamo, ridiamoci sopra o prendiamola sul serio, ma la conosciamo un po’ tutti. Rimettersi in carreggiata, dopo la parentesi in odor di Eden delle ferie, è una dura faccenda. Qualcuno ci riesce agevolmente, qualcun altro annaspa e resta imbrigliato nel disagio da “è arrivato settembre”. In medicina, gli americani, chiamano tutto questo “post vacation blues” (“blues” in questo caso vuol dire, eloquentemente, depressione) e chi se ne intende dice che, in questi giorni, riguarda un italiano su dieci. Ma, come per ogni acciacco che chiama in ballo corpo e spirito in un colpo solo, c’è un vademecum. Regolette stilate dai medici che possono aiutare a uscire dal gorgo. Ad esempio curando l’alimentazione: via gli insaccati (e alzi la mano chi in vacanza non ne ha abusato), via i caffè di troppo, via i cibi piccanti e tutto quanto può affaticare l’intestino, tra le vittime principali del “post vacation blues”. Meglio consumare pasti piccoli, semplici, e spalmarli nell’intero arco della giornata. Meglio mangiare verdura cotta e frutta lontano dai pasti. E, se l’intestino continua a far bizze da rientro, si può ricorrere ai fermenti lattici. Ma, sopratutto, occorre prendersi cura della testa. Dello spirito, della mente. Un buon

trucco per non affaticarla troppo è tornare in città qualche giorno prima del rientro al lavoro (o a scuola, o all’università). In questo modo l’organismo ha modo di attutire lo stress, di riambientarsi gradualmente (anche se, in questo modo, qualche giorno di vacanza finisce per essere immolato sull’altare del buonsenso). Ancora: l’attività fisica – anche una salutare e poco pretenziosa passeggiata – come sempre, non guasta. Parola dei medici, che da più parti negli scorsi giorni si sono pronunciati sul tema. Altra accortezza, questa più sottilmente psicologica, è quella di circondarsi di persone e situazioni che ci mettano a proprio agio, evitando le circostanze ansiogene (ma è poi

così semplice?) che possono turbare equilibri già precari. Fatte tutte queste cosine, qualche beneficio si potrebbe sentire. Ma il segreto, in fondo, è un altro. Parola di psicologa. “Bisognerebbe, in un certo senso, fare della vita una vacanza - spiega la dottoressa Paola Pompei - pochi giorni di vacanza non compensano lo stress di un anno. Occorre quindi ritagliarsi e coltivare nella quotidianità degli spazi piacevoli propri, anche se fatti di cose semplici. Se è vero che che le cose che non ci piacciono spesso non si possono cambiare nella sostanza (come il lavoro, ad esempio), è vero anche che si può cambiare il modo di affrontarle e in senso lato il modo stesso di prendere la vita”.

er chi in piena estate è rimasto a boccheggiare in città, la vacanza settembrina è una impareggiabile gratificazione: le autostrade si svuotano, i voli aerei e gli alberghi costano meno e in spiaggia non bisogna fare a gomitate per stendere il telo da mare. E’ questa la ragione per cui, sempre più spesso, molti fiorentini decidono di posticipare i propri viaggi, così da trascorrere le ferie in completo relax e proprio mentre tutti gli altri tornano a lavoro. Quest’anno, le mete più gettonate sono quasi esclusivamente europee, molte italianissime: ad esempio, si possono percorrere pochi chilometri e optare per le coste nostrane con viaggi in Sardegna e Sicilia; o magari puntare dritti verso la montagna, in direzione Valle D’Aosta, meta preferita delle famiglie in cerca di quiete. Un’altra alternativa da non sottovalutare è la visita al lago di Como, con annesso il tour degli splendidi paesini che lo circondano. Ma, approfittando dei pacchetti di viaggio last minute e dei prezzi più abbordabili tipici della bassa stagione, in tanti sceglieranno destinazioni più lontane ed esotiche. In questo caso, non perdono mai il loro fascino i paradisi naturalistici tra Oceano Atlantico e mar Mediterraneo, dalle Canarie al Marocco, spesso scelti per la possibilità di cimentarsi con il surf, lo snorkeling o con tranquille immersioni subacquee. Infine, tralasciando le intramontabili trasferte nelle capitali d’Europa, quest’anno sono tornate di moda anche le città dell’Est, dove ancora per poco si può approfittare di temperature miti. Tra queste, la più ambita è senza dubbio Budapest, famosa per le splendide terme e i percorsi benessere. Insomma, l’unica condizione da rispettare è il riposo, che sia al mare o in montagna, dall’altro capo del mondo o perfino a po/S.K. chi passi da casa.

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star bene

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L‘APPUNTAMENTO. Dal 21 al 26 di questo mese torna la kermesse dedicata al mondo della sanità

La salute passa anche dal Festival Arriva in Versilia la terza edizione della manifestazione: cinquanta convegni e trecento relatori per una sei giorni all’insegna dell’informazione e dell’innovazione Barbara Biondi

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orna puntuale anche quest’anno l’appuntamento toscano con il Festival della Salute, sei giorni di dibattiti, convegni e aggiornamenti riguardanti il mondo della sanità, dal 21 al 26 settembre a Viareggio, Lido di Camaiore, Pietrasanta e Seravezza. 50 convegni, 300 relatori, 200 attività collaterali, sono questi i numeri che fanno del festival, arrivato quest’anno alla terza edizione, l’unica kermesse italiana dedicata interamente alla salute nelle sue varie sfaccettature. L’appuntamento, che coinvolge luminari del mondo della medicina, ma anche personaggi presi in prestito dall’universo dell’educazione, delle nuove tecnologie e dello spettacolo, quest’anno è dedicato a “La salute. Un equilibrio tra mente e corpo”, titolo che preannuncia un’attenzione particolare a temi di grande interesse come le malattie rare di natura fisica e psicofisica, le evoluzioni della chirurgia nel futuro prossimo o il benessere psicofisico nell’orientamento sessuale. Molte le novità di quest’anno, in primis la delocalizzazione, ovvero lo svolgimento del festival in altre sedi come Pietrasanta e Camaiore, oltre al “corpo centrale” della manifestazione che si svolgerà come di consueto a Viareggio. Un’altra iniziativa incorporata nel programma del festival, “La voce dell’artista”, si estenderà anche a Forte dei Marmi e Torre del Lago. E ancora, nel pacchetto delle cose nuove ci sono i talk show condotti da Fabrizio Diolaiuti e Patrizio Roversi sulla follia e il suo contrario. Come di consueto si terranno gli screening gratuiti, i convegni specialistici, gli incontri. Due workshop, uno sui test genetici e l’altro

Mantieni

sull’alimentazione. Un convegno internazionale sul disagio mentale al quale interverrà un noto psichiatra ungherese che ha vissuto sulla propria pelle la coercizione in un ospedale psichiatrico, Gabor Gombos. E poi ci sarà una tombola della salute condotta da Patrizio Roversi coadiuvato da due medici. Il programma dei convegni verterà su tre filoni: scientifico, istituzionale e divulgativo. Tantissimi gli appuntamenti per parlare di prevenzione, alimentazione, medicina, stili di vita e invecchiamento, del rapporto tra energia, ambiente e salute, ma anche di politica, delle emergenze del nostro sistema sanitario, di economia e federalismo e delle tematiche etiche. Il festival si rivolge in primo luogo ai cittadini che possono avere un contatto diretto con

Dibattiti e confronti ma anche momenti ludici dedicati ai più piccoli e corsi per gli adulti le amministrazioni locali, con le associazioni mediche onlus e con le aziende del settore, ma è ricco anche di occasioni dedicate ai più piccoli: si va dalle “Tavole per la salute” ai laboratori, dalle “rilevazioni” scientifiche all’analisi del mondo in cui viviamo, dall’espressività declinata in tutte le sue diverse sfaccettature e modalità al gioco che si può sviluppare in uno spazio costruito appositamente dal festival.

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hobby

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CORSI E RICORSI. Dalle lingue straniere all’informatica, tutte le novità per chi vuol tornare sui “banchi”

Per ogni passione la sua lezione Francesca Puliti

S

ettembre, è ora di tornare sui banchi. E ce n’è per tutti, grandi, piccoli e fuori quota. Ma che avevate pensato? Non stiamo parlando di scuola, o almeno non di tradizionali elementari e medie, ma di tutti i corsi possibili e immaginabili pronti si blocchi per la stagione 2010/2011. C’è chi torna dalle vacanze con la voglia di mante-

FOCUS Scacchi ma non solo

Quando lo sport è servito in tavola

È

al rientro delle ferie che le palestre registrano uno dei picchi di iscrizioni (l’altro, manco a dirlo, è dopo le abbuffate natalizie). Ma c’è chi ha un’altra concezione dello sport, come esercizio puramente mentale, e non ha voglia di alzare un dito. O al massimo, ecco, giusto quello. Il luogo prediletto, allora, può diventare il circolo Sms di Peretola, dove si allenano per tutto l’anno gli scacchisti fiorentini. I corsi, per bambini, ragazzi e adulti, cominciano a ottobre, ma le iscrizioni sono già aperte. “I tesserati sono in tutto una quarantina – spiega Luca Barni dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Scacchi Firenze – per la maggioranza adulti, anche se abbiamo una dozzina di ragazzi tra gli 8 e i 18 anni”. E per la maggioranza uomini. Le uniche due coraggiose giocatrici sono due bambine di 11 e 12 anni, pronte a sfidare le menti allenate dei più esperti in tornei di pochi giorni, ma anche in quello che viene chiamato torneo permanente, gara allargata che va avanti per l’intero anno. Sempre in tema di sport a basso livello di dispendio calorico, ma alto tasso di competitività, c’è l’ASD Subbuteo Firenze. La storia del club affonda nei gloriosi anni ’70, epoca in cui i subbuteisti fiorentini “hanno vinto tutto quel che c’era da vincere”, racconta Luca Pini, vicepresidente dell’associazione. Da allora molto è cambiato, fino alla costituzione di una federazione internazionale, europea e italiana del “calcio da tavolo”. Ma i nostalgici quarantenni, quelli che hanno cominciato a giocare a 12-13 anni e non hanno più smesso, tengono ancora alta la bandiera. E qualche figlio di giocatore partecipa ai campionati under 15, 13 e 12. I “viola da tavolo” quest’anno disputeranno il campionato di Serie C, “dopo un’amara retrocessione”. Altre glorie, invece, quelle del Calciobalilla Toscana, campioni d’Italia 2008/2009. Ma, gli amanti del biliardino lo sanno, qui è richiesto ben altro tipo di impegno fisico.

nersi in movimento e cerca le novità in palestra, chi, desideroso di ritoccare le foto dell’ultimo viaggio, decide finalmente di mettersi a tu per tu con il computer, e chi invece vuol tornare il prossimo anno in Spagna potendosi permettere di ordinare la cena senza scegliere a casaccio. Ma il menu dei corsi in partenza è in grado di accontentare voglie e capricci più vari. Il conto del banchetto, poi, si può adattare a tasche di taglia diversa. Le lezioni a prezzi più modici, in linea generale, sono quelle imbandite dai quartieri. E tra i cinque rioni fiorentini quello di Campo di Marte offre la scelta più vasta. Si va dalle lingue straniere (dal livello base modello “the cat is under the table” fino al business english) a teatro e regia, passando per scrittura creativa, pittura e lezioni di violoncello. Senza far lievitare più di tanto il conto ci si può rivolgere anche altrove. Mummuacademy, per esempio, offre corsi low cost praticamente di ogni genere e tipo. Con prezzi modici ci si può impratichire di informatica, comprese le applicazioni più avanzate, o assimilare strategie di vendita

Arrampicata e balli caraibici per mantenere in allenamento il corpo, musica e teatro per la mente. Ma settembre è anche il momento giusto per investire sulla formazione professionale. E c’è chi organizza full immersion tra gli ulivi e assistenza al cliente. Chi invece è stufo di stare a sedere tutto il giorno davanti a una scatola illuminata, ma rifugge altrettanto di corsa le classiche sessioni di Step, Gag e altre sigle da palestra, non ha che da guardarsi intorno. E magari cimentarsi con l’arrampicata sulla parete attrezzata della Stone Monkey, presso la scuola elementare “Anna Frank” in via Baldovinetti (zona Soffiano). I corsi per adulti, compresi quelli agonistici, sono appena ricominciati. In alternativa si può optare per le numerose scuole di ballo. Latinoamericano per i più convinti, hip hop per i più giovani, zumba e danze africane per chi non ha più paura di niente, neanche di vedersi nello specchio mentre zompetta a ritmo tribale. Ma settembre può rappresentare anche un’occasione di formazione professionale, finestra su future opportunità di lavoro. In questo caso l’impegno potrebbe essere più prolungato nel tempo. Come per i corsi di agopuntura, massaggi orientali o riflessologia plantare organizzati dalla Scuola di Agopuntura di Firenze: per diplomarsi occorrono dai due ai quattro anni a seconda della specializzazione. In molto meno tempo, invece, è possibile ottenere il titolo di “maestro di frantoio”, nuova figura professionale esperta di produzione e vendita dell’olio. Basta una settimana di full immersion tra le colline fiorentine, a stretto contatto con i migliori specialisti del settore. E se non si diventa maestri, si può sempre ripiegare sulla battitura delle olive.



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politica

Settembre 2010

PALAZZO VECCHIO. Dalla maggioranza all’opposizione, tra scissioni annunciate e cambi di casacca

Comune, si riparte. Ed è toto-consiglio A poco più di un anno dall’insediamento di Renzi, la mappa del Salone dei Duecento potrebbe già aver bisogno di qualche correzione. Mentre si inseguono le voci sull’ingresso di Spini a fianco del gruppo Pd, sul fronte opposizione Galli minaccia di mettersi in proprio. E Sarra, tutto solo, vorrebbe seguire le orme di Gianfranco Fini

Francesca Puliti

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enzi bastona i vertici del Pd, Galli minaccia di riprendersi gli eletti nella propria lista e staccarsi dal Pdl, Sarra rivendica le origini finiane e Spini apre alla maggioranza. Chi si era immaginato un’estate tranquilla, con i politici in vacanza a debita distanza da Palazzo, si è dovuto ricredere. E al rientro dalle ferie potrebbe essere necessario apportare diverse correzioni sulla mappa del consiglio comunale. A partire dai banchi del Pd, tra cui potrebbe accomodarsi nientemeno che un candidato sindaco finora all’opposizione. Ma andiamo per ordine. In principio fu la “campagna acquisti” dipietrista in campo democratico. All’inizio di agosto Giovanni Fittante lascia il gruppo Pd per passare all’Idv, scatenando una ridda di polemiche all’interno della maggioranza. “Nessun tornaconto personale – dichiarò il consigliere al momento del cambio di casacca – ma la necessità di acquisire una maggiore libertà di movimento per portare avanti le mie battaglie politiche”. Ma i ringraziamenti a sindaco e capogruppo non vengono comunque accolti a braccia aperte. E mentre si rincorrono i nomi dei consiglieri che potrebbero seguire la strada aperta da Fittante, il Pd comincia a corteggiare Valdo Spini. “O viene anche Tommaso Grassi o non se ne fa di niente – replica il politico di lungo corso, riferendosi all’altro eletto nella sua lista - sono disponibile a incontrare il capogruppo Francesco Bonifazi, così come altri esponenti politici e istituzionali del Pd, e di farlo con spirito costruttivo – aggiunge – ma non esiste per contro una ‘richiesta’ del mio gruppo, né tantomeno mia personale, ad ‘entrare in maggioranza’, richiesta verso la quale taluno si dovrebbe incaricare di porre delle condizioni”. Le chiarisce Grassi, queste condizioni. “Nel caso ci venisse formulata una

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proposta, che, ribadisco, ancora non c’è stata – sottolinea il consigliere – chiederemmo una svolta programmatica, dall’urbanistica, al bilancio, alla cultura”. E non si può fare a meno di ricordare lo scontro avvenuto nel Salone dei Duecento sulla richiesta di una nuova Valutazione di Impatto Ambientale per la Stazione Foster. Una svolta anche sulla Tav? “Il problema sarebbe prima di tutto capire quale sia la posizione della maggioranza di Renzi sull’Alta velocità”. Ma non si tratta certo dell’unico problema. Le ultime dichiarazioni del primo cittadino a proposito del Nuovo Ulivo (“uno sbadiglio ci seppellirà”) non hanno certo appianato le divergenze nel dialogo sul possibile allargamento a sinistra. Non va meglio a destra, dove le scissioni minacciate sono addirittura un paio. Irritato dalle continue divergenze (una per tutte, ancora una volta, quella sul sotto attraversamento Tav) e dai mancati chiarimenti con i vertici, Giovanni Galli starebbe pensando di ricostruire il proprio gruppo, quello della Lista Galli per intendersi, separato dal Pdl. Ipotesi contro la quale si sono subito schierati i big del partito, fino all’ultimatum di Gabriele Toccafondi. “Chi si mette in proprio è automaticamente fuori dal partito”. Poco male, visto che Galli in quel partito non c’è mai veramente stato e la tessera non l’ha ancora intascata. E che i due vivano ormai da separati in casa è evidente anche dal fatto che l’ex portierone viola non è stato neanche invitato all’ultimo convegno pidiellino tenutosi a Cecina alla corte di Matteoli. In attesa di ufficializzare il divorzio anche Riccardo Sarra, da qualche mese subentrato al posto di Donzelli. Se Giani non avesse fatto valere fermamente il regolamento, che impone almeno due membri per la costituzione di un nuovo gruppo, Sarra si sarebbe già defilato dal Pdl per seguire le orme di Fini. Ma prima di ricomporre i pezzi del puzzle fiorentino bisognerà attendere i prossimi sviluppi a livello nazionale.

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politica

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KEBAB/1. Norme urbanistiche per limitare internet point & Co.

KEBAB/2. Marco Cordone, Lega Nord

Negozi etnici, cambiano le regole “Chiuderli tutti, per Fissate le soglie per il centro storico salvare la fiorentinità” I

Paola Ferri

kebbabari del centro storico? “Io li chiuderei tutti”. Non va per il sottile Marco Cordone, consigliere provinciale della Lega Nord, che si infiamma all’idea di un’identità fiorentina trascurata dai fiorentini stessi e chiama in causa anche Oriana Fallaci per sostenere il diritto a difendere quella identità da ciò che chiama senza mezzi termini “colonizzazione straniera”. Entrato a Palazzo Medici Riccardi l’anno scorso grazie a uno exploit della Lega da oltre 17mila voti, Cordone ha fatto la storia del Carroccio in quel di Firenze, legando il proprio nome a mille e una battaglia. Ultima della serie, la raccolta di firme contro la realizzazione di una moschea a Greve in Chianti. Parla di limitare le nuove aperture o proprio di chiudere i kebabbari? Lo dico senza problemi, quelli in centro io li chiuderei tutti. Non si tratta di fare muro contro muro, non ne faccio una

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ebabbari, internet point, minimarket: entro la fine di settembre l’apertura di esercizi commerciali di origine straniera sarà regolamentata da una precisa normativa. Era settembre dell’anno scorso quando per la prima volta il vicesindaco Dario Nardella annunciò un simile provvedimento, cominciando con il farsi inviare da Lucca una discussa ordinanza. Parliamo dell’intervento con il quale il Comune cacciò fuori dalle mura gli esercizi commerciali etnici, o meglio, mise fuori gioco le nuove aperture di simili attività nel centro storico della città. Il provvedimento fiorentino però ha in realtà ben poco a che spartire con l’ordinanza lucchese. Almeno così pare, visto che ancora, a circa un anno dall’annuncio, non è ancora stato posto in essere. “Le norme del commercio in questo caso non bastano – spiega il vicesindaco, nonché assessore allo Sviluppo economico – per questo ci sono voluti alcuni mesi in più di lavoro”. Ma adesso dovrebbe trattarsi di giorni, al massimo settimane. “L’obiettivo è quello di inserire questo capitolo all’interno delle norme urbanistiche entro la fine del mese”. Norme volte a garantire uno sviluppo economico equilibrato nel centro storico, senza ledere il principio di libera concorrenza, “ma neanche il patrimonio storico fiorentino”. Sì perché “gli esercizi commerciali storici hanno un valore culturale e di quel patrimonio fanno parte”. Si tratta dunque di assicurarne la sopravvivenza di fronte ai nuovi venuti. Non solo di kebab

Sono una cinquantina i kebabbari aperti in città negli ultimi anni, la metà tra la stazione e S. Lorenzo si parla, ma anche di internet point, minimarket, negozi etnici che negli ultimi anni si sono moltiplicati per le vie del centro, contribuendo a determinare quella che Nardella non teme di chiamare “una mutazione e un impoverimento sociale”. Secondo un recente censimento della Cna, solo i kebabbari sarebbero una cinquantina (la metà compresi tra Santa Maria Novella e San Lorenzo) ma la catalogazione è problematica, anche perché si tratta, spesso e volentieri, di attività di breve durata, che

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Dario Nardella

nascono e muoiono nel giro di pochi mesi. E vengono rimpiazzati da altri negozi simili. Nell’ultimo periodo, infatti, la vita media di questo genere di attività si è accorciata molto, passando da tre anni a 18-22 mesi. Ad aprire le porte a questi tipi di attività fu la legge Bersani sulle liberalizzazioni. Grazie a una specifica normativa rimasta un po’ ambigua, i kebabbari, ma anche le pizzerie a taglio e coloro che vendono cibo per strada, possono aprire senza rispondere ad una serie di obblighi a cui invece devono sottoporsi bar e ristoranti. Con il regolamento in arrivo, in ogni caso, Palazzo Vecchio non ha intenzione di sbarrare l’accesso al centro alle attività gestite da stranieri, ma di porre loro dei limiti. “Negli ultimi anni – sottolinea Nardella - questo tipo di negozi sono aumentati in maniera del tutto sproporzionata rispetto agli altri. Si tratta perciò di stabilire delle soglie di equilibrio, in modo da assicurare uno sviluppo coerente”. Altre limitazioni, invece, potrebbero andare a colpire i minimarket aperti 24 ore su 24, sui quali il vicesindaco si è già più volte espresso. Nel frattempo, anche per loro, sono stati imposti specifici divieti di vendita di alcolici dopo le 2 di notte. Una decisione che strizza l’occhio a un’altra battaglia, quella contro l’abuso di bevande alcoliche tra i giovani.

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Ne è sorto uno proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo questione di etnia, ma di salvaguardia dei nostri centri storici. Il proliferare dei kebab avvenuto negli ultimi anni sta attentando alla nostra identità. Le faccio solo un esempio: in via Cavour, a pochi metri dalla sede della Provincia, è sorto un kebabbaro proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo, quello dove è nata la corrente pittorica dei Macchiaioli, per intendersi. Non si tratta di lanciare slogan, ci vorrebbe più attenzione per questi aspetti. E come si potrebbe fare per chiuderli? Grazie ai decreti Maroni i sindaci hanno molto potere in questo campo. Ci vorrebbero più controlli sulle licenze, sul rispetto delle norme igieniche, sulle autorizzazioni. Non è possibile, per

Marco Cordone

esempio, che una bottega a conduzione familiare resti aperta 24 ore su 24. Da tempo ho avanzato a Renzi la proposta di emanare un’ordinanza per impedire l’apertura di nuove attività del genere all’interno del centro storico, sul modello di quelle emesse dai sindaci di Lucca e Prato, ma esistono anche altri strumenti, al di là delle ordinanze. Per esempio? Basterebbe una programmazione più attenta dello sviluppo cittadino. C’è un Piano regolatore, un regolamento urbanistico, strumenti che potrebbero essere utilizzati per prevenire l’insorgenza di queste situazioni. E non mi riferisco solo ai kebab. Si riferisce ad altri negozi etnici? E non solo. Ci vorrebbe più cura anche per quanto riguarda gli esercizi commerciali italiani, in particolare i supermercati sorti nel centro storico o le tante brutte pizzerie a taglio. Una volta esisteva una commissione estetica, che fine ha fatto? A Prato si è parlato anche di un esame di lingua italiana propedeutico all’apertura di un’attività commerciale. Che ne pensa? Sono d’accordo, è una strada da percorrere. Ripeto, non ne faccio una questione di razzismo: un conto è l’accoglienza, un conto è l’occupazione e la /F.P. colonizzazione.

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zoom

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IL SERVIZIO. Da giugno, in ogni quartiere, è aperto uno sportello di mediazione sociale

L’ufficio che fa fare la pace ai cittadini L’INIZIATIVA Prosegue “Firenze si gira”

Ivo Gagliardi

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Liti familiari, contese condominiali, problemi sul lavoro? Niente paura, prima che la situazione degeneri e la palla passi nelle mani degli avvocati una soluzione c’è. Si tratta di strutture che cercano (gratuitamente) di far sedere i contendenti l’uno di fronte all’altro. Perché, parlando, trovare un accordo è più facile di quanto sembri

ostiene l’Istat che in Italia, fatti salvi i delitti a sfondo criminale, la più alta percentuale di omicidi sia dovuta a liti familiari e di vicinato. Senza bisogno di arrivare alla tentazione di far fuori il rivale, a Firenze, dallo scorso giugno, una soluzione per contese e dissidi c’è. Anzi, cinque soluzioni. Una per quartiere. Sono gli sportelli di mediazione sociale, uffici che si occupano della risoluzione dei microconflitti sociali che possono nascere in città, dispute che, senza avere una rilevanza penale, abbassino comunque la qualità della vita delle persone coinvolte. Tradotto: litigi e dissapori condominiali, familiari, di lavoro o interculturali. Sportelli che non sono del tutto una novità a Firenze. Nati nel 2007 nei quartieri 1 e 3, dallo scorso 1° giugno sono diventati cinque (grazie a una convenzione tra il Comune, l’ufficio Città sicura e l’associazione L’altro diritto), appunto uno per quartiere: nel Q1 la sede è in via delle Carra 4, al centro anziani San Jacopino (apertura il giovedì dalle 9 alle 12,30), nel Q2 in via della Luna (venerdì 14,30-17,30), nel Q3 al centro polivalente Il Porto in piazza Elia Dalla Costa 3 (venerdì 9,30-13), nel Q4 a Villa Vogel (martedì 9-12,30) e nel Q5 in via Lambruschini 33 (lunedì 14-17,30), anche se in quest’ultimo caso si tratta di una sede provvisoria. Ma come funzionano questi sportelli, e chi ci si può rivolgere? È presto detto. “Chiunque si trovi ad affrontare una situazione che non abbia rilevanza penale, ovvero quando ancora non c’è stata querela – spiega Giuseppe Maglione,

mediatore dell’associazione L’altro diritto e responsabile dello sportello del quartiere 3 – e voglia risolverla prima che degeneri. La persona viene da noi a esporre il suo problema, poi convochiamo la controparte. Se anche questa decide di venire, si cerca di trovare una soluzione consensuale. Spesso, la cosa più importante è stabilire una via di comunicazione tra le parti”. Un servizio che, inoltre, è del tutto gratuito e confidenziale. E che sembra funzionare e attirare sempre più persone. “Negli anni abbiamo registrato una domanda crescente, avuto un buon riscontro: insomma, del servizio sembra esserci bisogno – assicura Maglione – circa 6-7 volte su dieci la controparte accetta di venire a parlare da noi, e quando i due contendenti siedono l’uno di fronte all’altro la percentuale di risoluzione positiva dei casi è molto alta, superiore al 90%”. Ma quali sono i casi per cui i cittadini si rivolgono più spesso agli sportelli di mediazione sociale? “Le più frequenti sono le liti condominiali e di vicinato – risponde Maglione – piccoli conflitti che, se non presi per tempo, tendono a degenerare velocemente. Poi ci sono i dissidi familiari, come quelli tra genitori e figli, o tra fratelli quando in ballo c’è la cura dei genitori anziani. Ma non mancano nemmeno le dispute tra ex coniugi o quelle tra italiani e stranieri, dovute alle diverse abitudini di vita”. Tutti diverbi che, se affrontati alla radice, possono risolversi con un pizzico di buona volontà e una stretta di mano. E, soprattutto, senza rischiare di infoltire le già troppo folte statistiche dell’Istat.

Se salute e cultura vanno a braccetto

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iscoprire il piacere di muoversi a piedi o in bicicletta, lungo itinerari tra cultura e natura a Firenze. È quanto sarà possibile fare grazie a “Firenze si gira”, iniziativa promossa dalle Sezioni Soci Coop di Firenze in collaborazione con l’Associazione Città Ciclabile Onlus e con il patrocinio del Comune e dell’Azienda Sanitaria 10 di Firenze. Gli itinerari sono curati e realizzati da una guida professionista (e ciclista): dopo una pedalata tenutasi alle Cascine il 5 settembre scorso e la prima passeggiata culturale il 12, il programma prosegue il 19 settembre con la passeggiata intitolata “Firenze dall’alto”, con ritrovo in piazza Demidoff alle 9.30, e si concluderà il 26 settembre con una pedalata all’Albereta, con ritrovo in lungarno Colombo angolo Ponte da Verrazzano. Attività fisica protagonista, dunque: al di là di della valenza culturale e della riscoperta di alcuni angoli della bellissima Firenze, l’iniziativa rappresenta infatti anche un invito a usare maggiormente le proprie gambe per la mobilità di ogni giorno in città, con tutti i benefici che questo può comportare per la salute e l’ambiente. E proprio sul tema “Mobilità e salute” sarà incentrata anche la partecipazione dell’Associazione Città Ciclabile alla “Bussola della Salute”, in programma dal 25 settembre al 2 ottobre al Centro Commerciale di Gavinana, quando saranno richiesti ai cittadini suggerimenti per rendere più sicuro questo tipo di mobilità “quotidiana”, da segnalare poi all’amministrazione comunale. Sempre nell’ambito della “Bussola della Salute” saranno proposte numerose attività nella galleria del centro commerciale: dai semplici punti informativi, con la presenza di Asl, Misericordia di Badia a Ripoli e Medici per l’Ambiente, a test e misurazioni varie (dalla pressione alla massa grassa), che possano essere uno stimolo in più a dedicare maggiore attenzione a temi fondamentali per la /I.G. propria salute e qualità della vita.


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NUOVA PASSERELLA PEDOCICLABILE “CORSI DI ITALIANO PER STRANIERI” “Si comunica che e’ aperta al pubblico la nuova passerella pedociclabile di attraversamento del T. Mugnone via Gordigiani viale Redi in corrispondenza di via Bellini. Tale opera rientra nei lavori di adeguamento idraulico del Torrente Mugnone, attualmente in corso, realizzati da R.F.I. Il programma dei lavori dei prossimi giorni prevede la demolizione del ponte Doni e la successiva ricostruzione di un nuovo ponte carrabile e pedonale. La passerella ciclopedonale e’ realizzata in legno lamellare, costituita da un’orditura principale formata da due travi parete in legno lamellare di abete, un’orditura secondaria costituita da tiranti e traversi in acciaio e tavolato di calpestio in larice. Lunghezza passerella misurata sulla luce asse appoggi: 21.80 metri Larghezza passerella al netto dei parapetti.”

In collaborazione con: Associazione ADRA Parrocchia di S. Francesco e S. Chiara a Montughi Associazione Ulisse Onlus SMS Peretola Associazione Il Muretto Casa del Popolo ARCI Il Progresso

Dopo il successo dell’anno scorso, il Q5 conferma anche per il 2010 l’iniziativa “corsi di italiano per adulti stranieri”. Imparare la lingua del paese in cui si vive è il primo passo per qualunque tipo di integrazione, uno strumento indispensabile per l’inserimento nella società. Comprendere e comunicare, questo è l’obiettivo finale dei corsi di alfabetizzazione. Così, gli stranieri che vivono a Firenze, saranno in grado di partecipare pienamente alla vita della comunità. A tale proposito il Presidente del Quartiere 5, Federico Gianassi così si esprime: “Il consiglio di Quartiere 5 ritiene che la conoscenza della lingua italiana costituisca un importante strumento di integrazione per i cittadini stranieri che vivono a Firenze. Ed e’ per questo che il Quartiere promuove corsi di italiano per adulti stranieri (gratuiti o a pagamento, con una piccola quota di iscrizione). Cio’ e’ possibile grazie al protagonismo di un ricco tessuto associativo, preparato e disponibile, da anni attivo sul territorio e vera ricchezza della nostra Comunita’. Con questi soggetti il Quartiere ha sottoscritto un Patto Formativo Locale con lo scopo di valorizzare le numerose iniziative presenti. Tale patrimonio associativo, caratterizzato da proprie specificita’ e autonomie, e’ parte intgrante del Sistema che il Consiglio di Quartiere propone a quanti siano interessati ad acquisire indispensabili elementi per una piena integrazione”. Il Presidente della Commissione Servizi Educativi e Giovani Andrea Casucci Il Presidente del Consiglio di Quartiere 5 Federico Gianassi

SEDE – HEAD OFFICE: QUARTIERE 5 Via Reginaldo Giuliani, 115 /m (bus n. 28; nelle vicinanze anche bus n. 2 D 18 D 20; treno: stazione di Rifredi) mercoledi’ ore 10.00 D 11.30 giovedì ore 20.30 D 22.00 I CORSI SONO GRATUITI (THE COURSES ARE FREE OF CHARGE) PER INFORMAZIONI – FOR MORE INFORMATION: Quartiere 5 - tel. 055 2767040 - 055 2767039 SEDE – HEAD OFFICE: Casa dei Popolo Il PROGRESSO Via Vittorio Emanuele, 135 (bus n. 4) I CORSI SONO GRATUITI (THE COURSES ARE FREE OF CHARGE) PER INFORMAZIONI - FOR MORE INFORMATION: Marzia tel. 3478692056 D Salah tel.3468585144

FREQUENZA SCOLASTICA DEI MINORI ROM Alla ripresa del nuovo anno scolastico è opportuno esaminare il percorso scolastico dei ragazzi del campo Rom Olmatello, per verificare il contributo che la scuola ha nelle politiche di integrazione. Su questo tema, il presidente dalla commissione servizi sociali del Q5 - Cristiano Balli -, analizzando i dati sull'andamento dell'anno scolastico che si è concluso a giugno, verifica una presenza non inferiore a quella dei minori italiani:“Dai dati che provengono dalle scuole primarie e medie nelle quali sono inseriti i ragazzi Rom, si evidenzia, in modo incoraggiante, che i dati della frequenza scolastica sono in linea, salvo casi eccezionali, con la media di tutti gli altri bambini e ragazzi. Il lavoro svolto di in questi anni per il controllo dell'andamento scolastico, fra scuole ed uffici dell'amministrazione comunale, ha dato per l'anno scolastico appena trascorso dati particolarmente incoraggianti sulla frequenza scolastica, segno evidente che la scuola pubblica sta contribuendo in modo determinante al percorso di integrazione dei ragazzi” Durante una riunione del comitato di gestione del campo Rom, Balli ricorda inoltre come “Il lavoro svolto in questi anni per il sostegno e l'inserimento scolastico per i ragazzi stranieri, ed in particolare per i ragazzi del campo dell'Olmatello, costituisca il primo ed insostituibile anello della catena, che è il percorso di cittadinanza che ogni politica seria di accoglienza deve avere come suo orizzonte di riferimento. Percorso di cittadinanza che veda insieme il diritto all'istruzione, che tenga conto di percorsi mirati, e doveri, tra cui la obbligatorietà della frequenza scolastica nel rispetto delle regole della comunità scolastica”. Per il nuovo anno scolastico che si sta aprendo, l'auspicio del presidente del Q5 Federico Gianassi è che si prosegua il percorso avviato. “La frequenza scolastica è strumento insostituibile per assicurare l’inserimento nel tessuto sociale dei giovani. Occorre pertanto vigilare con attenzione affinchè ai minori sia assicurato il diritto all’istruzione e a nessuno sia consentito distoglierli dal percorso di formazione.”

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LAVORI REALIZZATI IN ESTATE NELLE SCUOLE DEL QUARTIERE 5

Scuola Colombo: opere per messa in sicurezza delle coperture Scuola Marconi: pavimentazioni interne e verniciatura Palestra Don Minzoni: rifacimento del controsoffitto Scuola Don Minzoni: facciate, coperture, coloritura vani scale Scuola Balducci: restauro spogliatoi e servizi igienici palestra Scuola Allori: facciate, risistemazione giardino (giochi e prato) Scuola Paolo Uccello: coperture palestra, verniciatura ringhiere e scale


EVENTI NEL QUARTIERE 5 SETTEMBRE - OTTOBRE

PAESAGGIO ITINERARI CULTURALI NEL QUARTIERE 5

Settembre 2010 Associazione Culturale Akropolis Giovedì 9 Settembre ore 15.30 “L’antica proprietà dei Gualtierotti:visita a Villa di Bellagio detta le Brache” (Via di Bellagio, 6 Firenze) Giovedì 16 Settembre ore 16.00 Proiezione del film documentario “ IL TORMENTO E L’ESTASI” Proiezione in aula presso la Sala Archi di Villa Pozzolini (Viale Guidoni, 188 Firenze) Mercoledì 22 Settembre ore 10.00 “Il giardino, le sale al piano terra e la cappellina nella Villa di Castelquarto” (Via di Quarto, 24 Firenze) La partecipazione all’iniziativa è subordinata alla prenotazione telefonica che è obbligatoria: le adesioni saranno accolte, in ordine progressivo, fino al raggiungimento del numero massimo di 30 partecipanti. Per le informazioni la segreteria organizzativa è in funzione nei giorni di Lunedì dalle 10.00 alle 12.30, Mercoledì dalle 15.30 alle 17.30, Venerdì dalle 15.30 alle 17.30 allo 055 461428 La partecipazione all’iniziativa è completamente gratuita CENNI STORICI SUI LUOGHI LE VILLE Villa di Bellagio Villa ampliata nel XIV secolo sui resti di due antiche torri ancora visibili. Molto bella l’altana e il portico con i capitelli a scudo. Villa di Castelquarto Antico Palagio duecentesco degli Adimari rimaneggiato nel XVIII sec. Bellissimo il giardino.

ESCURSIONI

“PASSEGGIATE NELLA NATURA” ANNO 2010 SABATO 18 SETTEMBRE Appennino Pistoiese: La Foresta del Teso Ritrovo: ore 7.30 c/o la sede del Q.5 ( mezzi propri Tempo di percorrenza: 5 ore + spostamento auto circa 3 ore e mezza A/R Difficoltà: media Condizioni atmosferiche: in caso di maltempo, fin dal mattino, l’escursione verrà rimandata Numero di partecipanti: max 20 Requisiti necessari: : buona preparazione atletica E’ prevista una guida ambientale escursionistica SABATO 2 OTTOBRE “Anpil del Terzolle “ Ritrovo: : ore 8,00 c/o la sede del Q.5 ( mezzi propri Tempo di percorrenza: circa 4 ore Difficoltà: facile-bassa Condizioni atmosferiche: in caso di maltempo, fin dal mattino, l’escursione verrà rimandata Numero di partecipanti: max 20 Requisiti necessari: : buona preparazione atletica E’ prevista una guida ambientale escursionistica Materiale per le Escursioni Pranzo a sacco. Scarpe trekking. K-Way o giacca a vento leggera. Cappellino. Acqua in abbondanza. Max.20 (età minima 12 anni). In caso di maltempo, fin dal mattino, l’escursione

verrà rimandata. Per informazioni e prenotazioni obbligatorie,Ufficio Cultura Q.5 tel.: 055/276-7045 -7046

Piagge In auto con parcheggio in Via S. Martino o in via Alli Maccaroni VENERDI 10 E SABATO 11 SETTEMBRE

FINE ESTATE AL LIPPI

FESTE

In collaborazione con VIOLA CLUB “ LIPPI 1965 “ 5^ OktobeerLippi Menu tipico tedesco e birra a caduta Wurstel, salsicce, stinco di maiale, crauti, ecc. … ecc. … Apertura ore 19.30 In strada via Fanfani davanti al Circolo

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SABATO 11 E DOMENICA 12 SETTEMBRE

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8 – 9 – 10 SETTEMBRE ORE 21.30

“ANFITEATRO LE PIAGGE LIVE “

presso il giardino del Lippi in via P. Fanfani dalle ore 14.00 alle ore 20.00 ALLESTIMENTO DI VARI GIOCHI PER BAMBINI NEL GIARDINO DEL LIPPI “ Nuovi gonfiabili, calcio balilla umano e tanti giochi autogestiti “ DOMENICA 26 SETTEMBRE Dalle ore 15.30 alle ore 19.30 PRESSO L’AUDITORIUM FLOG “Promozione culturale. Teatro prosa rock e danza classica” Via Michele Mercati 24/b Firenze

IL FILM

Il tormento e l’estasi (1965 ) regia di Carol Reed. Capolavoro sulla vita di Michelangelo con Charlton Heston nei panni del grande artista. NOTIZIE UTILI VILLA POZZOLINI Q 5 (Autobus n°22, 5) VILLA DI BELLAGIO (Autobus n.18) CASTELQUARTO (Autobus n.2, 18, 28) INFORMAZIONI UFFICIO CULTURA C.d.Q. 5, Via Lambruschini, 33 - Firenze Tel. 055 2767045 PRENOTAZIONI Tel. 055 461428 (Lun. 10.00 –12.30; Merc. 15.30-17.30 ; Ven. 15.30-17.30) E-mail: akropolis.cultura@libero.it a cura dell’ASSOCIAZIONE CULTURALE AKROPOLIS

MOSTRE

da Via Piemonte a via Sardegna TRE SERATE DI MUSICA PER GIOVANI E FAMIGLIE 8 Settembre ore 21.30 : “ Via del Campo” tributo a Fabrizio De Andrè 9 Settembre ore 21.30: “ Last minute dirty band “ anni ’70 musica italiana e internazionale 10 Settembre ore 21.30 Tributo a Piazzolla ( musiche argentine ) Ingresso libero

MOSTRA DI FOTOGRAFIA

di MALVINA BUSI Malvina Busi, non ancora diciottenne, è una promessa della fotografia che “ scatta” da quando era bambina, seguendo precocemente un “codice genetico familiare”. Studentessa dell’Istituo d’Arte di Porta Romana nel settore grafica pubblicitaria e fotografia, dal 2009 ha realizzato su richiesta alcuni servizi su vernissage o performance di artisti, poeti e scrittori in Toscana. Da un paio di anni partecipa a mostre personali e collettive. E’ associata a “OPERARTE” di Campi Bisenzio. Le foto esposte sono scatti realizzati a partire dal 2008. “YOUNG MOMENTS” Dal 18 al 26 Settembre Presso la sala Archi di Villa Pozzolini, viale Guidoni n. 188 Firenze

SABATO 18 SETTEMBRE

“UN SALTO NEL MEDIOEVO ALL’OMBRA DEL TORRIONE DI BROZZI”

FESTA NEL BORGO DI BROZZI PROGRAMMA ore 15.30 Apertura del Medieval Mercato, della Fiera degli Antichi Mestieri e dell’Offizio del Cambio de la Moneta e dei Banchi Gastronomici ore 16.00 Sfilata del corteo storico della Repubblica di Firenze ed esibizione dei bandierai degli Uffizi ore 16.30 Corteo delle Signorie ore 17.30 Spettacolo dei Falconieri ore 18.00 Palio della Compagnia Arcieri del Rovo ore 18.30 Spettacolo teatrale nella Corte del Carbonaio ore 19.00 Sfida tra Messeri al banco della Baratteria “Ludus Philosophorum” ore 19.30 Spettacolo teatrale nella Corte del Carbonaio ore 20.00 “La Madonna del Pozzo ed altre storie cantate” in collaborazione con Associazione La leggera ore 21.00 Spettacolo teatrale nella Corte del Carbonaio ore 21.30 Esibizione del Coro di Voci Bianche Associazione Landini ore 22.00 Corteo di chiusura dei Trampolieri, Musici e artisti vari ore 22.30 Fiaccolata finale- Fine dei festeggiamenti, chiusura delle porte La manifestazione sarà allietata dalle musiche dell’ Associazione Landini Ingresso gratuito Per informazioni 055 316768 www.festamedievalebrozzi.it Per raggiungerci: in autobus ATAF n. 35 e n. 56 fermata viuzzo della Croce In treno linea Firenze Pisa – Stazione Le

ni, 21 e facente parte della Rete Culturale del quartiere, apre un nuovo centro in via M. Lastri, 20, angolo via Circondaria. L’inaugurazione avverrà mercoledi 15 settembre alle 17.30 Corsi di danza per bambini, ragazzi e adulti PROVE GRATUITE PER IL MESE DI SETTEMBRE Per informazioni ed iscrizioni: Claudia cell. 3384347151 Sara cell. 3388110307 Anna Maria cell. 3337077380

Si ringrazia:

il CCN

“VIA di NOVOLI e DINTORNI” in

FESTA

dalle ore 15 alle ore 24 negozi aperti MARTEDI 21 SETTEMBRE 2010 organizza: in Via di Novoli (chiusa al traffico)

Musica VOLONTARIATO Q5 FIRENZE

Spettacoli Danza Mercatino

Inaugurazione 18 Settembre ore 16.30 Orario di apertura Tutti i giorni feriali: orario 17.00/20.00 domenica 19- sabato 25- domenica 26 settembre: orario 15.30 – 19.30 Ingresso libero Come arrivare ATAF 22 e 5

CENTRO COMMERCIALE NATURALE "Via di Novoli e dintorni” cercaci su

Un ringraziamento particolare al PANIFICIO VALDINIEVOLE di RISTORI & C.snc per le ottime specialità di focacce offerte durante la festa.

Presidente Commissione Sviluppo e Lavoro Benedetta Albanese

Presidente Q5 Federico Gianassi

CULTURA MANIFESTAZIONE DI PROMOZIONE CULTURALE

Danza – Teatro - Rock - Classica – Prosa A.Gi.Mus – Centro Studi Musica & Arte – Associazione Musicale Fiorentina – Associazione di Musica Vincenzo Galilei – Associazione Demidoff – Ki Dojo – Studio Danza Arlequin – Centro Danza Coppella - Buratta la Luna – Teatri d’Imbarco – Teatro d’Almaviva – Officina Teatro ‘0

“CENTRO DANZA COPPELIA”

L’associazione culturale “Centro Danza Coppelia”, presente nel Quartiere 5 già da un anno presso il circolo Il Faro, via Fabro-

MOSTRA DI FOTOGRAFIA

di STEFANO BACCI e SARA TOCCAFONDI STEFANO BACCI si ispira a “ACCIAIO” di Silvia Avallone SARA TOCCAFONDI si ispira a “BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE” di Alessandro D’Avenia Dal 4 al 12 Settembre Inaugurazione 4 Settembre Presso la sala Archi di Villa Pozzolini, viale Guidoni n. 188 Firenze Ingresso libero Come arrivare: ATAF 22 e 5

MOSTRA DI FOTOGRAFIA

di LUCA CINI Luca Cini è nato e vive a Firenze. Ama fotografare i suoi sogni e i suoi incubi. Non fotografa un evento in sé, ma l’emozione che dall’evento scaturisce, ciò che stimola la sua attenzione non come oggetto,

ma come soggetto. Ha esposto in Italia, in Russia, negli USA “ GOCCE D’ACQUA” Presso la sala A.N.R.A.C. Centro Coop “Le Piagge” Via Lazio 10/29 Firenze Inaugurazione sabato 25 Settembre ore 16.30 Esposizione dal 25 Settembre al 1 Ottobre Orario di apertura: tutti i giorni 10.0012.00 / 15.00 – 19.00 Come arrivare Ataf e linea 56 Capolinea “ Le Piagge “ F.S. Stazione “ Le Piagge “

CORSI DI GINNASTICA Il Quartiere 5 organizza

CORSI DI GINNASTICA

bisettimanali per adulti e anziani dal 23 SETTEMBRE 2010 nelle seguenti palestre : - PALESTRA FILPJ Via Magellano (zona Ponte di mezzo bus 23 ) corsi solo al mattino nei seguenti giorni : Martedì e Venerdi 9.00-10.00 10.00-11.00 11.00-12.00 . - PALESTRA DON MINZONI P.zza C. d V. Veneto (zona Panche bus 2 e 20) corsi solo il pomeriggio: Lunedì-Giovedi 16.30-17.30 17.30-18.30 o Martedì-Venerdi 17.30-18.30 - PALESTRA P. VALENTI Via T. Alderotti (zona Poggetto bus 8 e 20 ) corsi mattina e pomeriggio: Lunedì-Giovedi 15.00 – 16.00 Martedì-Venerdi 9.15-10.15 10.15-11.15 Mercoledi-Venerdi 14.45-15.45 15.4516.45 . - PALESTRA CADORNA Via Pontormo, 92 (zona Castello bus 2 e 28) corsi solo al mattino nei seguenti giorni : Lunedì-Giovedi 9.00-10.00 10.00-11.00 Le iscrizioni , si effettuano presso la sede del Quartiere 5 Via Lambruschini ,33. ( Bus n. 4, n. 8, n. 20 e n. 28 ) dal 9 Settembre con orario 8.30-12.30 dal Lunedì al Venerdi Per informazioni telefoniche 055 2767005/6 IL PRESIDENTE COMM. SPORT Q.5 Andrea Bencini IL PRESIDENTE DEL C. di Q. 5 Federico Gianassi

EDUCAZIONE ALL’ASCOLTO EDUCAZIONE ALL’ASCOLTO

Le relazioni e l’ascolto 29 settembre 6 – 13 – 20 – 27 ottobre CINQUE INCONTRI GRATUITI IL MERCOLEDI DALLE ORE 21.00 ALLE ORE 23.00 Presso la sala Archi di Villa Pozzolini, viale Guidoni n. 188 Firenze Anima e accompagna il gruppo Pierangelo Soldati, counselor biosistemico Collabora Susanna Banchero PROGRAMMA -Cosa vuol dire ascoltare? Le tre tappe: ascoltare se stessi, essere ascoltati, ascoltare un’altra persona -L’ascolto al lavoro: l’ascolto nella risoluzione dei conflitti -Ascoltare in famiglia: esercizi di sensibilizzazione, esplorazione di sensazioni e stati d’animo. Che ascolto mi è necessario? -La coppia: istruzioni per l’Ascolto -I saluti finali. Cosa porto via e cosa lascio


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società

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FOCUS. Intervista alla dottoressa Ilaria Buccioni, presidente dell’istituto Human Relations

Quel mal d’azienda che rovina i rapporti Benedetta Strappi

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uccede, e succede spesso, che alzarsi per andare a lavorare diventi un’incombenza pesante. È il “mal d’azienda”, malumore che vive di conflitti con i colleghi, frustrazioni e non detti. Per qualcuno diventa una vera e propria malattia, e anche quando non arriva a tanto è capace di lasciare grandi ferite. Per qualcuno invece la voglia di migliorarsi sul piano personale e professionale spinge alla ricerca di spazi in cui riflettere su di sé e sul proprio modo di vivere e svolgere il proprio ruolo. Per questo, negli anni, sono nate organizzazioni che hanno come missione proprio quella di occuparsi di queste tematiche. Una, a Firenze, è “Human Relations - Istituto per il Benessere Relazionale nelle Organizzazioni”. Si tratta di un polo di consulenza, formazione e informazione che lavora proprio per la divulgazione culturale dell’efficacia lavorativa unita al benessere organizzativo e delle persone. Professionisti provenienti dal mondo aziendale, della ricerca universitaria, delle scienze sociali che, con strumenti diversi, affiancano le organizzazioni lavorative per promuovere riflessioni “sul benessere relazionale”. Lo spiega meglio la dottoressa Ilaria Buccioni, presidente di “Human Relations”, che insieme alle colleghe Anna Maria Palma e Isabella Venturi dirige l’Istituto. Investire nelle relazioni, che cosa significa precisamente? Tutte le organizzazioni vivono di sistemi di relazioni. Sul lavoro spesso le persone stanno a contatto diretto per anni, e non sempre si capiscono. Spesso si generano malesseri che sfociano in atteggiamenti di insofferenza. Questo accumulo di incomprensioni, genera, natural-

La dottoressa Ilaria Buccioni

mente, stress, talvolta disaffezione professionale, sicuramente sofferenza. In alcuni casi perfino malattie anche gravi sono causate da disagi sul lavoro. Il nostro invito è quello di “coltivare”, a tutti i livelli organizzativi, i rapporti, di interrogarci sul “come” stiamo e cosa potremmo fare per stare meglio creando così nuova pensabilità; premessa per alimentare un percorso verso il “ben vivere”, e di conseguenza porre le basi per il “buon lavorare”. E da dove si comincia per farlo? Occorre partire reimmaginando il sistema. Anche cambiamenti minimi rappresentano, in questo senso, un buon punto di partenza: talvolta bastano semplici accortezze. La filosofia alla base di questo pensiero è che in qualsiasi organizzazione e sistema occorre rinnovarsi per vivere al meglio. È questo quello che intendiamo per “nuova pensabilità” ed equivale, a conti fatti, a prendersi cura di sé per stare e far star bene. E quali sono, concretamente, gli strumenti per arrivare a questo? Grazie anche ad una stretta sinergia con l’Università di Siena – Master in counseling e formazione relazionale, diretto dal Prof. Enrico Cheli – il nostro istituto propone percorsi presso

la propria sede, ma anche interventi specifici costruiti insieme ad enti ed aziende presso le loro sedi, oltre a consulenze individuali personalizzate. Che cosa differenzia le vostre proposte? Organizziamo giornate di studio, convegni, prodotti editoriali e seminari esperienziali dove competenzapensiero-progetto, insieme a cuoreentusiasmo-passione sono i “nostri” ingredienti per rendere funzionale l’apprendimento. Accompagniamo i nostri clienti attraverso riflessioni che tengono sempre presenti tre livelli: quello individuale, quello relazionale, quello organizzativo. Nelle nostre proposte si intrecciano così continuamente temi come autostima, stile professionale, stress ed emozioni, potere, relazioni e conflitto, ma anche organizzazione del lavoro e dei processi comunicativi, avendo sempre come priorità la salute dell’organizzazione, il benessere individuale e l’efficacia lavorativa. Il nostro stile si avvale di un insieme integrato di approcci che coinvolgono aspetti cognitivi, emotivi, corporei, relazionali ed organizzativi, che potranno essere sperimentati nella sede dell’Istituto a Le Bagnese (Fi), giovedì 30 settembre alle ore 18.

Capita spesso che sul posto di lavoro si creino malumori e tensioni che, a lungo andare, possono lasciare molte ferite e rovinare la qualità della vita. Per questo può servire l’aiuto di professionisti esterni, specializzati proprio nella cultura del “benessere relazionale”

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tempo libero

Settembre 2010

IL COSTO dEL dIVERTIMENTO/1. Per chi ha più primavere sulle spalle lo svago è low cost

Cultura, risate e valzer per un pugno di centesimi Paola Ferri

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na partita a carte al circolo, un ballo il sabato o la domenica pomeriggio, una partita a bocce. Per tutto il resto c’è da spendere. Ma non molto. Sì perché se i giovani sborsano come minimo una ventina di euro per andare a ballare (a patto di rimanere parchi con le bevute) e almeno una dozzina per una sola partita a bowling, superata una certa soglia di età il prezzo del divertimento cala. Fatti i conti con la pensione, il tempo libero lo si può ingannare in compagnia a costo quasi zero. Anzi, i più fortunati possono anche trovare il modo di farlo fruttare. Ovvio che qui il gioco d’azzardo o il pokerino online c’entrano poco o nulla. Al massimo si parla di Bingo, quello sì, anche se gli habitué fiorentini sono rimasti a digiuno per tutto l’anno scorso. L’unica sala sopravvissuta, quella del Circolo Vie Nuove di viale Giannot-

ti, ha infatti chiuso i battenti a settembre 2009, causa fallimento della società che l’aveva presa in gestione. Il mese prossimo, però, i giochi dovrebbero riaprirsi. Una cartella si compra con uno, due o tre euro al massimo. Facendo appello alla buona sorte il piccolo investimento può portare dai 30 ai 300 euro. Ma non è tanto la posta in palio a far gola, quanto la possibilità di passare un pomeriggio in compagnia. “Nel weekend arrivano oltre un centinaio di persone”, raccontano gli aficionados di Vie Nuove. Ancora più economica la buona vecchia tombolata. All’Andrea del Sarto, in via Manara, una cartella costa 15 o 20 centesimi e il premio è in buoni spesa. Sulla stessa linea il “prezzo” di un pomeriggio passato a giocare a carte, come testimonia Rossano Righi, presidente del Centro culturale dell’età libera su Lungarno Ferrucci. Che preannuncia tornei di Burraco per questo inverno. “L’ingresso al Centro è aperto a tutti – afferma – ma la partecipazione al torneo sarà riservata agli associati”. Il che

non dovrebbe rappresentare un grosso problema, visto che la quota associativa equivale a 80 centesimi al mese. E permette poi di accedere a una serie di iniziative distribuite durante l’intero anno: gite fuoriporta a costo zero, visite guidate ai musei e perfino pasti in compagnia a prezzi popolari. Passando dal tavolo al tappeto verde, la spesa sale un po’: dai cinque agli otto euro per una partita a biliardo. Per le serie non si finisce mai d’imparare, invece, gli over 65 che volessero investire il proprio tempo in crescita culturale non hanno che da scegliere. I corsi per l’età libera, spesso e volentieri liberi anche dai costi, sono moltissimi. E poi ci sono quelli organizzati dai Quartieri, a partire da 30 euro per una decina di lezioni. Chi si può permettere un investimento più elevato può rivolgersi inoltre agli Amici dei Musei: con una settantina di euro ci si assicura una visita diversa a settimana. E nel weekend, gratis o quasi, si scende in pista in circoli e dancing sparsi per la città.

Da uno a tre euro per una partita a bingo, ancora meno per la tombola. Ma c’è molto di più. Bastano una trentina di euro per iscriversi ai più disparati corsi, mentre pagando una cifra più consistente ci si assicura un museo diverso a settimana. E ballare è quasi sempre gratis itAlinA Pensionata, 86 anni

nAnÌ Pensionato, 71 anni

AlessAndro Imprenditore, 60 anni

“Viaggiare in comitiva costa poco”

“Due o tre euro al dì in giornali”

“Le cene fanno salire il conto”

“Un tempo andavo spesso a ballare, ma adesso il mio ginocchio malconcio non me lo permette più. Però con il gruppo della Misericordia andiamo spesso a fare delle gite o dei brevi viaggi. Tragitto in pullman, mete non troppo lontane, come Austria, Lourdes, Montecarlo e spesa contenuta, a portata di pensione”

“Non amo frequentare circoli o bar, né tantomeno giocare a carte. Nel tempo libero mi dedico alla lettura, compro due o tre giornali al giorno, il che significa spendere 2 o 3 euro al dì. Una o due volte a settimana io e mia moglie andiamo a cena fuori e spesso portiamo anche i nostri figli. Spendiamo circa 30 euro a persona”

“Non viaggio molto, ma tra weekend al mare e gite e fuoriporta con la famiglia spendo un centinaio di euro al mese. D’estate, poi, andiamo spesso a cena fuori, il che vuol dire mettere in conto altri 300 euro mensili. E durante tutto l’anno c’è la spesa per i giornali, come minimo 2 euro al giorno, e per i libri, altri 10 euro circa al mese”


tempo libero

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IL COSTO dEL dIVERTIMENTO/2. Più “salato” uscire la sera per i giovani amanti della movida

Portafoglio aperto dal tramonto all’alba Giuditta Boeti

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uanto costa stare dentro il tunnel del divertimento? Per fare i “conti in tasca” alla movida fiorentina occorre valutare le tante alternative di prezzi e locali che offre Firenze by night. Ci sono occasioni per chi ha soldi da spendere, ma anche per coloro che hanno budget serale limitato. Per chi desidera divertirsi in modo “easy” e magari all’aperto, tappa irrinunciabile sono i locali in piazza: da Santo Spirito a Sant’Ambrogio, dove i cocktail “low cost” sono d’obbligo: con 4 euro – a Las Palmas di Piazza Ghiberti – si prende una bevuta e si mangia a buffet. Facendo attenzione però all’orario: dopo le 21.30 i prezzi aumentano. Quindi non è insolito vedere – prima che faccia buio – tavolini traboccanti di bicchieri di mojito e vodka lemon, perché dopo le 21.30 i cocktail costano 7 euro. Ci sono anche locali che offrono la possibilità “dell’apericena”: con 8 euro – al Kitsch The Pub – prendi una bevuta e riempi lo stomaco, grazie al buffet molto ampio che viene offerto dalle 18.30 alle 21.30. Per chi ama seguire la moda sono diventati irrinunciabili gli aperitivi in terrazza: un nuovo modo per godersi la città dall’alto, grazie alla visuale insolita su Firenze. Ci sono alberghi dove è possibile cenare in terrazza (come l’Hotel Baglioni), hotel dove si può bere un aperitivo con panorama

mozzafiato come sulla Terrazza Bardini (con aperitivo a 10 euro), all’Hotel Minerva (ingresso con incluso il primo drink e buffet, 17 euro), a Villa La Vedetta, e sulla Terrazza Stendhal (circa 15 euro). Ma c’è anche chi è alla ricerca di bevute “free”, in questo caso l’appuntamento è ogni lunedì alle Murate (il nuovo spazio dell’ex carcere, in piazza Madonna della Neve) con aperitivi gratuiti, performances, video proiezioni e concerti jazz. E poi c’è tutto il corollario di locali in via dei Renai: zona ormai storica per consumare un aperitivo (aspettando la cena). Chi invece con dieci euro vuole anche cenare, può approfittare degli abbondanti buffet messi a disposizione da locali, sempre affollatissimi, come il Rifrullo in San Niccolò o l’Oibò in Santa Croce. Insomma, sono tanti gli spaccati del mondo del divertimento fiorentino. C’è chi preferisce gli ambienti già conosciuti, chi posti diversi per differenziare le scelte e cercare di costruire nuovi rapporti. L’elemento che – indistintamente – balza agli occhi, tra le vie della movida, è il flusso dei gruppi che emigrano – di locale in locale – a seconda degli stati emozionali (e confusionali) che vivono. E quando il tempo e lo spazio vengono riempiti con il proprio desiderio di evasione e di avventura, poco importa quanti soldi si hanno da spendere. L’unica prerogativa è divertirsi. Dentro o fuori dal tunnel. E la serata diventa così crocevia di partenze, transiti e approdi. Che la mattina dopo, spesso, rimangono solo un ricordo.

rAFFAele Studente, 21 anni

siMone Studente, 21 anni

CAMillA Studentessa, 13 anni

“Minimo 20 euro per ballare”

“5 euro a sera per una birra”

“Si finisce sempre per spendere”

“In generale spendo una settantina di euro al mese, tra uscite serali e passatempi vari. D’estate, uscendo praticamente tutte le sere la cifra sale un po’, ma dipende dai posti in cui si va. Ad esempio ci sono discoteche con consumazione obbligatoria, altre che ti fanno pagare solo l’ingresso. Comunque in media per andare a ballare sono circa 20 euro”

“Spendo come minimo 5 euro a sera, il prezzo di una birra. In un weekend posso arrivare a spenderne 25, fino a 40 se vado a cena fuori con gli amici. Ma per risparmiare si può anche organizzare una cenetta old style a casa, utilizzando quel che c’è nel frigo, praticamente a costo zero”

“Per divertirsi si spende parecchio, qualsiasi cosa uno faccia. Tra cinema, shopping e qualche pizza fuori in un mese posso arrivare a una cinquantina di euro. La sera non esco spesso, ma anche passare il pomeriggio fuori, prendendo qualcosa da bere con un’amica, significa “perdere” come minimo 5 euro al giorno”

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giovani

Settembre 2010

CALCIO. Per una stagione di allenamenti, il primo anno, ci vogliono circa cinquanta euro al mese

Quanto costa diventare campioni La prima divisa si può indossare già a cinque anni, poi il salto nella categoria “pulcini”, seguita dagli “esordienti”. La spesa maggiore è all’inizio, quando va comprato l’equipaggiamento necessario

Ci si può iscrivere in qualsiasi momento dell’anno

Ecco la lista dell’occorrente

N

Lorenzo Salusest

U

ISTRUZIONI PER L’USO

na piazza come campo, linee immaginarie, giubbotti o zaini come pali delle porte, nessun numero sulle maglie, nessun arbitro. E un pallone, simbolo del divertimento e del potere di chi lo portava: bastava un torto subito, vero o presunto, e la partita terminava immediatamente con il più classico dei “il pallone è mio”. Ricordi di un tempo lontano, quando le scuole calcio per gli aspiranti campioncini erano i piazzali e i giardini. Almeno sino ai dieci anni, età minima per iscriversi ai Nagc. Poi la rivoluzione del calcio moderno ha investito anche il settore giovanile. Una rivoluzione che ha strutturato il percorso di avviamento all’attività calcistica. Oggi la prima divisa si può indossare già a cinque anni compiuti, età minima per diventare “piccoli amici”. Dopo tre anni il salto nella categoria “pulcini”. Altri due anni e i pulcini diventano “esordienti”, ponte verso il calcio a 11 (sino ad allora le partite sono, progressivamente, tra squadre di cinque, sette o nove giocatori). Un percorso di crescita che nella provincia di Firenze si realizza nelle 92 strutture (di cui 25 in città) in possesso del “bollino” rilasciato dal Settore giovanile e scolastico della Federcalcio: 51 scuole di calcio riconosciute (16 nel capoluogo) e 41 centri calcistici di base (nove a Firenze). Una differenziazione – più qualificate le prime, meno le seconde – operata sulla base dei requisiti in possesso delle società sportive, dal rapporto tra il numero dei bambini e degli istruttori alla qualifica di questi ultimi. Una differenziazione che ovviamente si riflette anche sul costo sostenuto dalle famiglie per mandare i propri figli – o figlie, perché l’atti-

vità è aperta sia ai maschi che alle femmine – a scuola di calcio. Un costo che tende a spaziare tra i 200 ed i 300 euro a stagione, cui vanno ad aggiungersi, limitatamente alla prima iscrizione, le spese per l’equipaggiamento (borsa, tuta, divise da allenamento e da gara, k-way), solitamente intorno ai 100 euro. Ultimo esborso, i parastinchi e, soprattutto, le scarpette da calcio: momento magico per i bambini, un po’ meno per i genitori alle prese con prezzi spesso esorbitanti. Ma con un po’ di pazienza e tanta perseveranza è possibile portare a casa entrambi i sospirati articoli ad una cifra inferiore ai 50 euro. A conti fatti mandare il proprio figlio a scuola cal-

Tra città e provincia ci sono 92 strutture in possesso del “bollino” giovanile della Federcalcio cio può avere un costo per il primo anno che va dai 350 ai 450 euro, meno di cinquanta euro al mese. Una cena al ristorante in meno in cambio dell’opportunità di far crescere, maturare, e divertire il proprio figlio. Un sacrificio più che accettabile. Purché lo si faccia con lo spirito giusto, senza caricare il bambino delle proprie illusioni. E se son rose fioriranno. Comunque ed ovunque. Del resto nel passato le rose più belle del calcio hanno cominciato a sbocciare sull’asfalto e sulla terra dei vicoli e delle piazze.

on è mai troppo presto per iniziare a giocare a calcio. O quasi. Se il primo calcio al pallone solitamente avviene quando ancora l’equilibrio del bambino è precario, per il primo corso bisogna attendere i cinque anni compiuti. L’avventura può iniziare in qualsiasi momento dell’anno, da settembre a giugno, dopo aver adempiuto ad alcuni semplici impegni. Primo passo: la scelta della scuola calcio, da individuare in base alla comodità (vicinanza da casa o dal lavoro) e/o alla qualità. Secondo passo: munirsi di due fototessere del bambino, il certificato contestuale firmato dai genitori, il certificato medico per l’attività non agonistica (sufficiente quello del pediatra sino ai 12 anni. Dopo il compimento del dodicesimo anno, anche se a stagione calcistica in corso, è necessario il certificato rilasciato dagli istituti di medicina dello sport). Quindi il pagamento della quota d’iscrizione ed il gioco è fatto, anzi sta per iniziare. Un’esperienza educativa e formativa resa possibile da molte società calcistiche sotto la supervisione del settore giova-

nile e scolastico della Federcalcio, guidato in Toscana da Paolo Mangini: “Il nostro obiettivo primario è far sì che i bambini si divertano ed imparino a giocare, il risultato è secondario. Del resto i tanto decantati modelli stranieri di formazione dei giovani calciatori sono analoghi a quanto da anni la Federcalcio suggerisce di fare: grande attenzione alla didattica, numero dei giocatori per squadra e dimensioni del campo in funzione dell’età dei giovani calciatori”. Al centro della scuola calcio, in sintesi, c’è il bambino, il suo divertimento, la sua crescita. Per il risultato agonisti/L.S. co c’è tempo.

IL FATTO. In Questura si continua a indagare

Sullo scandalo “baby-calciatori” ancora domande senza risposte

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opo il polverone, un’apparente calma piatta. Fa ancora parlare di sé lo scandalo dei baby calciatori scoppiato in Toscana tre mesi fa. Sulla vicenda, che ha scosso dalle fondamenta il calcio dilettantistico nostrano, pendono infatti ancora tanti interrogativi e domande senza risposta. Non bastano le condanne sportive per le 11 società coinvolte e per sette loro tesserati: nelle stanze della questura di Firenze si continua a indagare per far luce sulle molte zone d’ombra ancora da chiarire. L’inchiesta era partita dalla procura federale della Federcalcio, che da tempo aveva cominciato a lavorare sul caso in seguito a numerose testimonianze di giovani. Al centro dello scandalo il sistema messo in piedi da alcuni faccendieri del pallone per far arrivare in Toscana calciatori in erba provenienti da società del sud Italia. Secondo l’accusa, era Antonio Improta, talent scout, a ingannare le famiglie dei ragazzi. L’uomo le convinceva promettendo un trattamento di tutto rispetto per i loro figli, assicurando scuola, vitto e alloggio gratis.

Oltre, ovviamente, a un futuro sui migliori campi di calcio della Toscana. La realtà ricostruita dalla procura federale era però un’altra, con i giovani costretti a mangiare poco e male in luoghi fatiscenti. Gli investigatori si erano anche imbattuti in alcuni casi di abbandono scolastico. Tutti gli adolescenti militavano in squadre dilettantistiche: San Donato Tavarnelle, Audace Galluzzo, Lastrigiana, Dopolavo-

Condanne sportive per 11 società e per sette loro tesserati

ro ferroviario Firenze, Vicchio, Sansovino, Virtus Poggibonsi, Certaldo, Montelupo e Maliseti. Le società sono state ritenute colpevoli dalla giustizia sportiva per irregolarità nei tesseramenti e per “avere omesso ogni cautela, controllo e vigilanza” sulla reale sistemazione dei calciatori /Lu.Ser. minorenni.


giovani

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TENdENZE. Nei mesi scorsi polemiche sugli incidenti, anche mortali, accaduti ad alcuni ragazzi

Parkour, lo “sport” di vivere la città Corrono, saltano, superano muretti e ringhiere: è la nuova disciplina di strada che si sta diffondendo in Europa. A Firenze è nata un’associazione Paolo Ceccarelli

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i allenano minimo due volte a settimana. Due ore e mezzo di attività fisica ogni volta: 10-15 minuti di corsa lenta, altri 15 per sciogliere le articolazioni, un bel po’ di riscaldamento e potenziamento dei muscoli, esercizi di equilibrio. E poi si inizia. A giocare a calcio? A fare danza? No, questo non è uno sport. Si chiama parkour e a chi lo pratica piace definirlo “l’arte dello spostamento”: vivere la città superando gli ostacoli che si incontrano – un muretto, una sbarra, per non parlare delle barriere architettoniche. Loro lo dicono così: è la disciplina di spostarsi da un punto ad un altro nel modo più fluido, veloce e sicuro possibile. Ma è proprio sulla sicurezza che sono nate le polemiche che hanno portato il parkour all’attenzione di giornali e tv. Ci sono stati incidenti, uno in Italia, in cui sono morti dei ragazzi. Saltando da un tetto a un altro, oppure salendo sopra a uno pericolante. “Questo succede perché un ragazzino pensa che sia un gioco e dice ‘mi butto’. Ma non è così, il parkour richiede tanto allenamento e piena consapevolezza dei propri limiti”, spiegano Giulio,

Alessio, Leonardo e Paolo di Parkour Firenze, un’associazione dilettantesca nata nel settembre 2009. “Quello che si vede nei filmati su internet a volte è fuorviante: chi fa salti difficili arriva a farli dopo 10 anni di allenamento e non lascia nulla al caso”. Loro hanno iniziato qualche anno fa e poi hanno deciso di costituirsi in associazione, cosa insolita nel mondo del parkour, proprio perché “più il gruppo cresceva e più c’era la necessità di organizzarci e di scoraggiare chi pensa di avvicinarsi a questa disciplina come se fosse una cosa semplice e leggera”. Hanno tra i 17 e 35 anni, nella vita di tutti i giorni studiano o lavorano e raccontano che, da quando fanno parkour, vedono “in modo diverso, migliore, Firenze: perché la viviamo di più e non ci passiamo solo per andare in un pub la sera”. Si allenano in piazza Leopoldo e fanno percorsi anche in piazza Alberti. Qui, una volta, hanno chiamato i carabinieri: “Abbiamo visto dei ragazzini che facevano danni e abbiamo telefonato al 112. Il vandalismo e il degrado non piacciono a nessuno”. E infatti si mettono anche a raccogliere i cocci delle bottiglie rotte che trovano per terra.

Il parkour (foto Luca Hosseini)

“A chi vuole provare il parkour diciamo: rivolgetevi a chi lo fa già. Se non volete provare con noi, almeno contattateci per avere qualche consiglio”. Un messaggio che va anche ai genitori e ai nonni: “Conosciamoci. E magari provate voi

stessi: il parkour si può fare anche a 60 anni, non è una disciplina estrema né competitiva”. Il sito internet, dove si trovano anche i contatti telefonici, è www.parkour-firenze.blogspot.com, l’email overcomecrew@live.it.

LE ORIGINI Il fondatore di questa “arte”, sbocciata nelle periferie parigine, è considerato l’atleta e stuntman David Belle

Una parola francese (storpiata) e due principi: efficienza e utilità

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l parkour nasce alla fine degli anni ‘80 nelle periferie di Parigi. La parola deriva dal francese “parcours” e più precisamente dall’espressione “parcours du combattant”, il percorso del combattente utilizzato nell’addestramento militare. L’idea del nome venne a quello che è considerato il fondatore del parkour, l’atleta e stuntman David Belle, e al suo amico attore Hubert Koundé (“L’odio” di Mathieu Kassowitz e “The Costant Gardener” sono i suoi film più famosi). I due sostituirono la “c” con la “k” per rendere più forte la parola e, si dice, tolsero la “s” – che non si pronuncia – perché incoerente con l’idea di utilità

ed efficienza che il parkour deve dare. Belle, 37 anni, è cresciuto in una famiglia abituata per lavoro al movimento fisico e alle situazioni pericolose: il nonno è stato un vigile del fuoco, così come il padre, che si è addestrato seguendo il metodo elaborato da George Hébert. E proprio quest’ultimo può essere considerato il “nonno” del parkour: nato nel 1875, fu ufficiale della Marina durante la I Guerra Mondiale, ma prima ancora fu mandato nella colonia francese della Martinica. Qui, nel 1902, si verificò una terribile eruzione vulcanica e Hébert partecipò alle operazioni di salvataggio della popolazione. Questa esperienza,

unita alla conoscenza dei popoli africani e della loro prestanza atletica che fece durante altri suoi viaggi, lo portò a riflettere sul modo di sviluppare e usare le capacità fisico-atletiche. Tornato in Francia, diventò insegnante di educazione fisica e sistematizzò un suo metodo di allenamento: il Metodo Naturale che, come l’ha descritto lui stesso, “consiste di esercizi all’aperto – un percorso, lungo da qualche centinaio di metri a qualche chilometro, durante il quale si cammina, si corre, si salta, si avanza a quattro zampe, ci si arrampica, si cammina in equilibrio instabile, si /P.C. porta, si lancia, si combatte e si nuota”.


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focus

Settembre 2010

IL CASO. Dopo lo sgombero del mercatino multietnico, l’area prova ora a rinascere

Il degrado si combatte a suon di analcolici Sul lungarno della Zecca Vecchia si servono succo di pomodoro, birra e mojito rigorosamente alcol free. Per offrire a Firenze un nuovo luogo da vivere Ludovica V. Zarrilli vi sono dei giochi per bambini “perchè questo giardino potrebbe diventare luogo di ritrovo per le mamme” e un punto informazioni che i ragazzi vorrebbero allestire proprio accanto al chiosco, per fare in modo che, insieme a un panino, una bibita e un po’ di fresco, i turisti di passaggio possano avvalersi anche dei consigli di chi Firenze la conosce bene ed è pronto a dar loro il benvenuto. La chiusura è prevista per il 30 novembre, ma “se tutto ve bene, il contratto col Comune dovrebbe essere rinnovato”.

Il Chiosco della Zecca all’interno del giardino

MANGIA&BEVI. Fino alla fine del mese eventi per tutti i gusti a Firenze e dintorni

L’estate si chiude nel segno delle sagre C

ome svagarsi in città a settembre? Fino al 19 di questo mese possiamo scegliere tra: Lazzaretto, dove si svolge la 23esima Sagra della pizza, per poter gustare golosissime pizze, piatti della cucina tradizionale accompagnati da musica e balli; il Girone, frazione di Fiesole, teatro della 26ma Sagra del tartufo, con menù tutto a base di tartufi e spettacoli musicali. La finalità dell’evento è il finanziamento delle attività di volontariato della locale sezione della Croce Azzurra. Ancora, c’è la fiera “Pomarium”, presso il Parco Vivai Belfiore, a Lastra a Signa, tra le più rilevanti a livello nazionale e che promuove la cultura del biologico, dedicata alla diffusione della conoscenza delle piante da frutto antiche. La manifestazione riunisce, nella bella cornice del Parco Vivaio, numerosi espositori che presentano prodotti dei più vari, tutti collegati alle piante da frutto, quali libri e stampe antiche e moderne sulla frutta, riviste specializzate, concimi naturali e vari preparati per la difesa biologica della frutta, moltissimi prodotti derivati

dalla frutta, cesti artigianali, ceramiche e fruttiere da tavola, vasi per la coltivazione in terrazzo delle piante da frutto, frutta fresca scomparsa dai banchi di mercato. Sabato18 e domenica 19 settembre sarà la volta della fiera Fortezza Antiquaria (che torna nella sede originaria, i giardini della Fortezza del Basso a Firenze) e raccoglie 120 operatori, tra collezionisti e antiquari, provenienti da tutta Italia. A Certaldo, domenica 19 settembre, si terrà il mercatino di antiquariato e artigianato, in piazza Boccaccio, dove saranno presenti numerosi espositori di mobili e oggettistica di antiquariato e banchetti di artigiani locali. Domenica 26 settembre sarà la volta dell’84esima Festa dell’Uva a Impruneta. Sabato 2 e domenica 3 ottobre, infine, a Firenze, ci sarà la Fiera internazionale della ceramica, arrivata alla XI edizione, in piazza Santissima Annunziata. Saranno esposte le opere di circa 60 ceramisti italiani ed europei, che offriranno un quadro significativo della creazione ceramica /V.G. contemporanea.

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emolizioni, sfratti e pulizia. Ma il giardino sul lungarno della Zecca Vecchia, che fino a pochi mesi fa era occupato dal contestatissimo mercatino multietnico, aveva ripreso a vivere in sordina, spopolato e cristallizzato nella sua nuova veste fino a quando, in agosto, è comparso il Chiosco della Zecca, bar con tavolini all’aperto che offre, a chi ha voglia di frescheggiare un po’, un luogo sicuro, tranquillo (e non costoso) dove passare del tempo all’aperto. “La caratteristica principale del nostro chiosco - spiega Pierdomenico, che gestisce il bar insieme a Marcello, Federica, Lucia e con la collaborazione di Federico e Ivan - è che questo è il primo chiosco in città a servire solo analcolici. Per esempio abbiamo la birra e il mojito analcolici e il messaggio che vogliamo trasmettere è chiaro: non ci si deve per forza ‘sballare’ con l’alcol, basta fare quattro chiacchiere con gli amici per divertirsi insieme”. Il bar, che è aperto 7 giorni su 7, dalle 9 del mattino alle 9 di sera, è una sfida per i gestori e un’occasione di rinascita per un luogo che fino a poco tempo fa era sinonimo di degrado e spaccio di droga. “Da quando ci siamo noi non ho mai visto nessun comportamento sospetto - spiega Pierdomenico - e poi c’è una pattuglia dei carabinieri che spesso viene a controllare che tutto sia a posto”. Il primo passo è stato fatto, sia nei confronti della cittadinanza, che ha un nuovo luogo dove ritrovarsi, sia nei confronti dei tanti turisti che ogni giorno si ritrovano sul lungarno (dove sostano i pullman in arrivo dalle località più disparate) e che fino a qualche tempo fa non avevano neanche una toilette a portata di mano. “Oltre ai bagni che c’erano già - continua il gestore del chiosco - abbiamo fatto installare due toilette chimiche che vengono pulite costantemente. Spesso dai pullman scendono persone anziane e abbiamo pensato che un servizio del genere fosse indispensabile. Il costo per utilizzarla è di 50 centesimi”. I prossimi obietti-

E AL N IO ESS TE F N RO E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G


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A TEATRO/1. Dal 21 settembre si rialza il sipario del Comunale. Tra classici eterni e tante sorprese

Maggio: una stagione lunga 12 mesi La fine del 2010 segna una svolta: il 21 settembre prende il via un calendario-ponte

A TEATRO/2

che terminerà a dicembre, appena prima dell’inizio della stagione ufficiale,

Alla Pergola insieme a Shakespeare e Molière

che comincerà a gennaio (dal 2011 sarà sempre così), andrà avanti per tutto l’anno solare e avrà come fiore all’occhiello il Festival del mese delle rose Barbara Biondi

R

ivoluzione al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino: dal 2011 la stagione non comincerà, come di consueto, in autunno ma per assistere ad opere, balletti e concerti si dovrà aspettare l’inizio dell’anno solare. Dal prossimo anno la programmazione inizierà a gennaio, coprirà tutto l’anno solare e avrà al suo interno il fiore all’occhiello del Festival del Maggio. Una scelta per far coincidere programmazioni artistiche e bilanci, come già avviene per molti altri Teatri in Italia, da Roma a Venezia, da Bologna a Palemo, e un’occasione per lanciare con grande anticipo il Festival fiorentino nel panorama internazionale. Nessun timore, questo non significa che da settembre a dicembre il sipario del Comunale rimarrà abbassato, al contrario, è già pronto il programma per i prossimi 3 mesi, che inizierà il 21 di settembre per concludersi a fine anno. E’ una Stagione-ponte che prelude a quella nuova, lunga dodici mesi. Nessuna riduzione di produttività, invariata rispetto al 2009, e di offerta artistica, ma piuttosto una necessaria rivisitazione dei modelli di programmazione e produzione, alla luce dei nuovi scenari finanziari e normativi. Gli operisti nazionali spopolano in tutto il cartellone autunnale, spaziando da Verdi a Puccini, da Mozart all’italiano d’adozione Hans Werner Henze, fino a una serata dedicata a Rossini. Dopo Salome, arriva Pollicino, titolo amatissimo di Hans Werner Henze. E ancora, è entrato stabilmente nel repertorio del teatro fiorentino il fortunato allestimento de Le nozze di Figaro (dal 2 novembre) firmato dal regista inglese Jonathan Miller, le cui messe in scena brillanti, ironiche e accurate sono sempre state accolte con molto favore dal pubblico. Novembre e dicembre sono consacrati a Zubin Mehta: il direttore del Maggio sigla ben due titoli consecutivi, La forza del destino (dal 23 novembre) e Tosca (dal 7 dicembre). Ma Mehta dirige anche tre diversi concerti: uno tutto mozartiano (27 novembre), con il Requiem che manca al Comunale dal 1988; quindi un programma russo con Shéhérazade di RimskijKorsakov e Sacre du Printemps di Stravinskij (11 dicembre), ed uno con il Concerto per orchestra

Una scena di Salome

di Bartok e il famoso “Rach 3” interpretato dal formidabile pianista russo Denis Matsuev (15 dicembre), per la prima volta al Comunale. Un ulteriore concerto nel 2011 vedrà sul podio il maestro indiano per il centenario della morte di Gustav Mahler con la sua Quinta Sinfonia. MaggioDanza sarà impegnata durante l’autunno con due produzioni assai diverse fra loro: Trois histoires, trittico monografico che apre la Stagione del balletto (dal 13 ottobre al Teatro Goldoni) firmato da Fabrizio

Monteverde, Era Eterna, Poltronadamore, dal racconto di Alberto Savinio, e Bolero. Per Natale torna invece Coppelia (dal 22 dicembre al Comunale), per rinnovare la tradizione di assistere al balletto con la famiglia durante le feste, con la coreografia di Evgheni Polyakov e il coloratissimo allestimento surreale firmato dal pittore spagnolo Sigfrido Martin-Begué, che si ispira fin dal primo impatto ai mille “occhi di smalto” della fanciulla del racconto “L’uomo della sabbia” di Hoffmann.

L’INIZIATIVA. Il 26 appuntamento con la gara podistica che raccoglie fondi per la ricerca

La Colombari testimonial di Corri la Vita È

l’ex miss Italia Martina Colombari la nuova testimonial di Corri la Vita, la gara benefica che domenica 26 torna ad animare le strade fiorentine e che ha raccolto nel tempo un seguito sempre maggiore, sia di partecipanti che di sponsor e testimoni illustri del mondo dello spettacolo, del cinema e della musica quali Luca Argentero, Aldo, Giovanni e Giacomo, Cristian De Sica, Hugh Grant, Christine Scott Thomas, Jovanotti, Laura Pausini, Zubin Mehta, Vittoria Puccini, Eros Ramazzotti, Valentino Rossi, Simona Ventura. L’iscrizione costa 10 euro e tutti i partecipanti riceveranno la maglietta ufficiale realizzata dalla maison fiorentina Salvatore Ferragamo e il pettorale personalizzato da La Perla. I partecipanti potranno scegliere se iscriversi alla maratona competitiva di 12 km oppure alla passeggiata di 5,7 km che si snoda tra il centro storico e l’Oltrarno, con soste per visitare giardini, chiese, palazzi e musei aperti per questa speciale occasione. Alla passeggiata sono abbinate anche delle mete culturali eccezionalmente aperte per questa occasione. Si potranno visitare, tra le altre, la Chiesa e la cripta di Santo Stefano al Ponte, la Tribuna di Galileo del Museo della Specola, il Museo di Storia Naturale “Palazzo non Finito”, attraversare il Giardino di Boboli. Le iscrizioni

alla corsa competitiva e alla passeggiata si possono fare alla nuova sede LILT di Viale Giannotti 23 - tel. 055 576939; alla Firenze Marathon Viale Fanti, 2, tel. 055 5522957; a L’Isolotto dello Sport di Via dell’Argingrosso, 69 A/B e Universo Sport di Piazza Duomo. Mentre solo per la passeggiata a Universo Sport di via Sandro Pertini, 36/Viale Guidoni oppure, novità di quest’anno, online sul sito www.boxol. it e nei punti vendita accreditati del circuito box Office che si trovano sul loro sito. I fondi raccolti nel 2010 saranno devoluti a quattro importanti progetti, preventivamente analizzati da un comitato scientifico: sostenere l’attività del Ce.Ri.On, Centro di riabilitazione Oncologica per le donne operate di tumore al seno presso Villa delle Rose, una dei centri italiani più all’avanguardia per le cure psico-fisiche; contribuire all’acquisto di un mammografo digitale per l’Ospedale di Careggi predisposto con uno speciale software per la tomosintesi digitale del seno, collaborare al progetto FILE “Oltre il Ponte”, per una continuità di cura fra Day Hospital Oncologico e Cure Palliative/Leniterapia, ed infine sostenere “The Vito Distante Project in Breast Cancer Clinical Research”, un progetto dedicato alla formazione /B.B. di giovani medici per favorire un maggior impegno in senologia.

Nonostante i problemi e nonostante l’abolizione dell’Ente Teatrale Italiano (sostituito nelle responsabilità dal ministero per i beni culturali), a partire dal 21 novembre il teatro della Pergola, rinnova la sua promessa agli spettatori, proponendo 21 spettacoli nel nuovo cartellone, un viaggio nell’universo dei classici arricchito da spunti curiosi, talvolta divertenti talvolta innovativi. È un anno nel segno di Molière e Shakespeare, che saranno trattati da importanti nomi della scena. Sarà Il malato immaginario di Gabriele Lavia ad aprire la stagione, mentre Luigi De Filippo offrirà una versione partenopea dell’Avaro. Shakespeare sarà il cavallo di battaglia della coppia Gravina-Siravo, con la loro Bisbetica domata trasposta da Pugliese nell’Italia anni Sessanta, e di Umberto Orsini con la Tempesta. La rubrica dei grandi autori prosegue con due Goldoni, La bottega del caffè del Carcano e La locandiera riletta da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Non poteva mancare Luigi Pirandello, in accezione però diversa dalle solite proposte. Tato Russo rilegge le pagine de Il Fu Mattia Pascal; Giancarlo Cauteruccio aggiunge una tappa importante al proprio lavoro di ricerca informando delle sue visioni Uno nessuno e centomila, interpretato dal fratello Fulvio. Grandi prove d’attore sono quelle di Franco Branciaroli impegnato nei panni di Don Chisciotte e di Luca Zingaretti con la sua Sirena. C’è Maurizio Scaparro, che nell’ambito della sua riflessione sui centocinquanta anni dell’Unità d’Italia propone Lo sbarco dei Mille, cronaca garibaldina estratta dai diari di un osservatore diretto e famosissimo, lo scrittore Alexandre Dumas; c’è Giorgio Albertazzi, e il nuovo duetto Caprioglio-Tedeschi; e poi Le signorine di Wilko diretto dal regista lettone Alvis Hermanis e Un ispettore in casa Birling, recitato da Paolo Ferrari e Andrea Giordana. Quattro particolari sottolineature chiudono il cerchio della stagione. Il principe della gioventù, I pugni in tasca (dal celebre esordio cinematografico di Marco Bellocchio), Per non morire di mafia e infine Processo a Gesù, che debuttò nel 1955 al Piccolo con la regia di Orazio Costa, altro nome che lega strettamente questo testo al Te/B.B. atro della Pergola.

Il teatro della Pergola


cultura

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LA NOVITÀ. È fissata per novembre la prima edizione della kermesse dedicata all’universo della cultura

Beni culturali, il festival è a “Florens” Caterina Gentileschi

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uale luogo migliore per organizzare un festival dedicato interamente ai beni culturali e ambientali? La culla del Rinascimento, patria di ogni forma d’arte e madre di tanti artisti, quest’anno accoglierà la prima edizione di Florens, manifestazione che dal 12 al 20 novembre accoglierà a Firenze il best of del settore. L’iniziativa è promossa da un comitato costituito da Confindustria Firenze, CNA-Firenze, Intesa Sanpaolo e Cassa di risparmio di Firenze. E’ stata realizzata una partnership con la National Geographic Society che, in occasione dell’evento, presenterà alcuni filmati e mostre in anteprima mondiale. Partendo da Firenze, città simbolo della rinascita umanistica, la manifestazione ambisce a promuovere il ruolo del patrimonio artistico e culturale quale volano di sviluppo economico e sociale di portata internazionale. Firenze, la Toscana e l’Italia sono, infatti, la sede ideale di un laboratorio esportabile a livello internazionale capace di sintetizzare pensieri e azioni volti a valorizzare, in chiave innovativa, i beni culturali, paesaggistici e ambientali. “Florens 2010 è un’iniziativa di politica industriale che unisce economia e cultura – afferma Giovanni Gentile, presidente del Comitato organizzatore e di Confindustria Firenze -. La crisi ha imposto il profondo ripensamento dei modelli imprendito-

riali e di consumo, e un riposizionamento di tutti i sistemi produttivi. È ormai acquisito il ruolo della green economy nel cambiamento dei sistemi produttivi verso un minore consumo di risorse ambientali. Firenze lancia al mondo un’idea ambiziosa: l’economia dei beni culturali può essere un nuovo paradigma produttivo vincente e un nuovo motore dello sviluppo industriale. Il Forum Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, desti-

Otto giorni per parlare del settore come volano di sviluppo per il Paese

nato ai principali decision maker e operatori internazionali del settore, sarà l’evento principale della settimana e si terrà a Palazzo Vecchio da giovedì 18 a sabato 20 novembre 2010. Sarà un’occasione di confronto tra attori e professionisti del settore per trovare soluzioni innovative. Per Firenze sarà inoltre un momento di grande prestigio per promuovere e valorizzare il patrimonio locale e per riconfermarsi nell’ambito delle arti e della cultura quale modello di riferimento su scala globale. In

occasione del forum saranno presentati i risultati di uno studio strategico - avviato a dicembre 2009, curato e realizzato da The European HouseAmbrosetti - sul tema “La ridefinizione dell’economia dei beni culturali e ambientali”. Tale studio

affronta temi relativi al futuro dei beni culturali in Italia e nel mondo, alle principali esperienze mondiali di successo, all’evoluzione economica delle città d’arte, al mix di arte, patrimonio e nuove tecnologie per costruire innovazione.

LA RECENSIONE. È nelle librerie “La memoria dei pesci”, il terzo romanzo del giornalista siciliano ma “gigliato” d’adozione

La città di Russo, vista con gli occhi della rete

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n libro in cui riconoscersi, ripensare sé stessi e la città in cui si vive. L’eterna lotta tra l’amor proprio e l’amore che si vorrebbe trovare, donare, vivere. O, se preferite, un libro per scoprire un mondo diverso, fatto di una quotidianità che appartiene a tanti, nell’epoca delle chat e dei social network. Un libro (anche) su Firenze. Non quella stereotipata dei bus turistici, ma quella dei fiorentini. Pippo Russo ci sorprende ancora, proponendoci una storia diversa. “La memoria dei pesci” (Edizioni Cult Firenze, pag. 320, euro 12), terzo romanzo del professore di sociologia e giornalista agrigentino (oramai pienamente fiorentino), è un viaggio breve ma profondo nelle sfere della vita – reale e virtuale - che si intrecciano, si disperdono, si sovrappongono per poi, alla fine, ristabilire il primato della realtà e della responsabilità dell’individuo verso se stessi e gli altri. I fatti

si svolgono a Firenze nel 2011 di Brando Ferraris, giovane talentuoso che, con due amici ha fondato la Self, società che fornisce servizi biografici multimediali. Ma il successo dell’impresa, poco a poco, finisce per interferire con la stabilità di Brando che, quasi all’improvviso, si ritrova a dover districare complicate matasse: dal rapporto con i soci a quello senza sbocchi con la sua donna, con l’aggravante della contemporanea separazione dei suoi genitori. Proprio in questo quadro, dal recente passato, attraverso “l’altra vita” del suo avatar in rete, riemergono presenze femminili semi-dimenticate o del tutto rimosse dalla memoria. Così, come il viandante che ha perso qualcosa, Brando è costretto a tornare sui propri passi, anche per ritrovare il futuro. “E’ un romanzo sociale, un tentativo di fotografare la contemporaneità - dice Russo - Le vicende di Brando sono un pretesto per riflettere sul modo in cui

è cambiato il nostro modo di costruire le relazioni sociali, di collocarle dentro una prospettiva di medio periodo, di dare importanza agli affetti”. “Brando è un personaggio che ha perso l’amore – continua lo scrittore - nel senso più ampio del termine: l’amore per le persone che lo amano, per le cose a lui immediate, per il suo lavoro, forse pure per se stesso. Vive schiacciato nell’istantaneo, manipolando le vite degli altri per mestiere ma ormai incapace di fare una corretta manutenzione della propria”. “In fondo - aggiunge Russo - somiglia a ciascuno di noi molto più di quanto siamo disposti ad ammettere. Come pure il tema degli amori che nascono in rete: un’esperienza, anch’essa, più diffusa di quanto si sia disposti a confessare. Secondo me, sono il frutto di un bisogno di socialità che prima della diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione istantanea rimaneva inespresso”. /Ciro Becchimanzi

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IL PERSONAGGIO. Tosto in panchina come lo era in campo, le critiche non lo turbano: ecco chi è Mihajlovic

Sinisa, il duro che vuol cambiare i viola Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questi gli ingredienti con cui l’ex tecnico del Catania, che da piccolo trascorreva ore ad allenarsi sulle punizioni, intende riportare in alto la Fiorentina. Diventando anche “psicologo”

Sinisa Mihajlovic

Lorenzo Mossani

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a Fiorentina ricomincia da Sinisa Mihajlovic. Ricomincia da un allenatore giudicato (criticato o amato) già prima dell’inizio della stagione. Quasi un record. Lui che da piccolo stava fino a tredici ore a calciare da 30 metri le punizioni per colpire un cerchio grande quanto un pallone, e che non si è scomposto davanti alle critiche a priori. Per gli uomini di calcio parla il campo. È andato avanti per la sua strada, cambiando modulo alla Fiorentina, chiedendo ai suoi giocatori più cattiveria. Si è dimostrato anche un fine psicologo con Babacar: bastone a inizio stagione per spronarlo (“Non ho ancora avuto modo di confrontarmi con lui perché non si è allenato in gruppo per qualche problema fisico. Non so se andrà via in prestito, dipende da lui, se continua a lavorare come ha fatto fino ad oggi è inutile che resti qua, se capisce lo spirito con cui deve lavorare e impegnarsi allora

può farci comodo. La società la pensa come me, poi non so se vorrà cercare sul mercato un vice-Gilardino, io comunque spero che Babacar, se sta bene a questo alluce, possa far vedere buone cose”, aveva detto prima dell’amichevole col Valencia), seguito poi dalla carota (ovvero gli elogi): “Sta lavorando bene, la qualità non gli manca...”. Sul giovane talento i risultati si sono visti, per quanto riguarda tutta la squadra è presto per dare giudizi. Se il serbo sarà più bravo del “Mago di Orz” si vedrà solo a fine campionato, ma intanto la Fiorentina sembra cambiata nel carattere. Nelle prime uscite di Sinisa Mihajlovic, la squadra ha tirato fuori gli attributi nei momenti di difficoltà. Serbo docet. Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questa è la miscela giusta. Altra differenza rispetto al passato, l’ex allenatore del Catania non ha pianto troppo nemmeno quando si è infortunata la stellina Jo-Jo: “Abbiamo perso un punto di forza - dichiarò il mister - Stevan è un bravissimo ragazzo, tornerà presto, adesso però non serve piangersi addosso, dobbiamo pensare comunque positivo. In rosa abbiamo calciatori

di qualità che sapranno sostituirlo. Per adesso sono molto soddisfatto di Ljajic. Sicuramente Adem è il candidato numero uno, poi vedremo. Sono simili ma diversi al tempo stesso: Adem come mezza punta si muove meglio di tutti, Stevan è più fisico”. Dopo queste dichiarazioni è arrivato Cerci, una “corvinata” che ha dato subito buoni frutti. Mihajlovic, che in campo era un duro, sta trasmettendo il suo carattere alla Fiorentina. Da non dimenticare, poi, che a questa squadra manca ancora Adrian Mutu, un Fenomeno in campo. Senza il rumeno, come è successo l’anno scorso, molti piazzamenti in Champions si sarebbero dissolti in campionati anonimi. Basti ricordare il pareggio contro il Genoa, con una tripletta del numero dieci negli ultimi minuti. Non è facile passare da 0-3 a 3-3 giocando bene: ci vuole un fuoriclasse per arrivare in alto. Qualcuno sostiene che con Sinisa potrebbe avere dei problemi, ma normalmente le “prime donne” prima si odiano e poi si amano. La speranza dei tifosi è che, da metà ottobre, la Fiorentina si ritroverà con due fenomeni. Uno dentro e uno fuori dal campo.


sport

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GUIdA ALLA STAGIONE. Ecco gli impegni che attendono la squadra gigliata fino al prossimo maggio

Quest’anno il campionato si fa spezzatino Cristina Guerri

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ai come quest’anno sarà campionato-spezzatino. Nella scorsa stagione (vi ricordate, tanto per fare un esempio, FiorentinaAtalanta giocata alle 13?), infatti,

lo spezzettare la singola giornata di campionato era stato solo un antipasto di quello che succederà nella stagione 2010/11, da poco partita. Quest’anno lo spezzatino sarà pane quotidiano per i calciofili. Soprattutto per il tifoso da poltrona. Il singolo turno di campionato verrà diviso in quattro giorni. Dal venerdì (per le

A novembre doppia trasferta con Milan e Juventus. Mutu può tornare a Catania. Il 26 ottobre esordio in Coppa Italia

squadre che chiederanno di anticipare le proprie partite causa impegni europei) al lunedì (saranno almeno 6-7 i posticipi nel corso del campionato). Detto questo, vediamo quali sono gli impegni che aspettano i viola. Per la Fiorentina, dopo la prima partita giocata in casa con il Napoli (l’esordio non era certo dei più facili, soprattutto per una squadra che si presentava ai blocchi di partenza con un nuovo allenatore), il primo vero ostacolo sarà fuori casa, contro la Sampdoria di Pazzini e Cassano, il prossimo 17 ottobre. Gara che si giocherà dopo la sosta per la Nazionale. Poi tre partite sulla carta abbordabili (contro Bari e Chievo in casa e Catania - quest’ultima si giocherà di sabato alle 20.30 - in trasferta) prima del big match del 10 novembre contro la Roma all’Olimpico (l’ultima vittoria dei viola in casa giallorossa risale alla stagione ‘91-’92). Quella contro il Catania potrebbe essere la prima di Adrian Mutu, visto che la squalifica per subutramina lo terrà fermo fino al 29 ottobre. Novembre riserverà altre due trasferte a prova di fuoco per la Fiorentina. In sette giorni, infatti, i viola se la vedranno con Milan e Juventus. L’ultima prima della sosta natalizia sarà al Franchi contro l’Inter. Si riprenderà ad anno nuovo, giovedì 6 gennaio con il Bologna al Dall’Ara; poi, il 9, in casa contro il Brescia, si chiuderà il girone di andata. Quindi subito trasferta a Napoli, dove i viola cercheranno di dimenticare il torto arbitrare subito in occasione della parti-

ta di andata. Di trasferte off limits, nel girone di ritorno, ce ne saranno molte meno. Anche se quelle con Lazio (30 gennaio) e Palermo (13 febbraio) non dovranno essere prese sottogamba. Per non parlare della penultima della stagione (8 maggio) contro l’Inter.

Il campionato si chiuderà poi il 22, giorno di Brescia-Fiorentina. Senza impegni europei, oltre al campionato, la Fiorentina sarà impegnata solo in Coppa Italia (Tim Cup). Il primo impegno è fissato il 26 ottobre al Franchi contro l’Empoli.

L’INIZIATIVA Sulle maglie il logo di “Save The Children”

Verso l’Europa. Con i bambini

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uest’anno la Fiorentina avrà qualcosa in comune con il Barcellona, uno dei club più forti e titolati del mondo. Il motivo è lo sponsor sulla maglia. Anzi, il messaggio solidale che la Fiorentina ha scelto di “sposare” e portare in giro per l’Italia. Se gli spagnoli portano avanti la campagna dell’Unicef, la Fiorentina ha deciso di aiutare i bambini, mettendo sulla propria maglia il logo di “Save The Children”, la nota associazione umanitaria che fa capo alla “International Save the Children Alliance”. Sul legame con “Save The Children” Andrea Della Valle si è così espresso: “Sono molto orgoglioso di intraprendere questa nuova iniziativa. Privarsi di una sponsorizzazione che porti ingenti somme pur di portare messaggi importanti è una cosa che ci inorgoglisce.

Prima ancora che scadesse l’accordo con Toyota pensavo proprio a una collaborazione come quella di ‘Save The Children’. A suo tempo – continua ADV - ne parlai anche con presidente del Barcellona, Laporta. Per noi è una svolta molto importante. Il nostro obiettivo, adesso, è quello di raggiungere l’Europa insieme a loro”. “La nostra è la più grande organizzazione che segue i diritti dei bambini - spiega Tesauro, il presidente di Save The Children Italia - siamo nati 90 anni fa, e quel che ci piace ricordare è che il nostro simbolo (che sarà anche sulla maglia viola, ndr) è ispirato a un bambino ricoverato a Firenze. Questo è un momento importante per noi, perché il nostro è un lavoro difficile. Sapere che c’è chi ci sostiene, come la Fiorentina, per /C.G. noi è fondamentale”.

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sport nel quartiere

IL PERSONAGGIO. A tu per tu con Santos Souza De Jesus Jefferson, per tutti il Maestro Cabeça

L’integrazione a passo di capoeira Carlo Marrone

Dopo aver girato mezzo mondo ha scelto di fermarsi a Firenze per insegnare

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questa disciplina, “una filosofia di vita”. Attraverso cui cerca di aiutare i ragazzi

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antos Souza De Jesus Jefferson è, per tutti, il Maestro Cabeça. Un uomo che ha fatto della propria passione una missione di vita: far conoscere la capoeira. Non come semplice pratica sportiva, ma come filosofia di vita. Per questo, dopo aver girato il mondo, il Maestro Cabeça ha scelto di rimanere nella città di cui si è innamorato: Firenze. Un amore che, a giudicare dal numero di ragazzi che lo circondano anche a fine allenamento, è decisamente ricambiato. Quando è partito dal Brasile? Sono partito da Salvador a 17 anni e sono stato in Francia, Giappone, Usa, Canada e Spagna. Facevo l’insegnante di capoeira e il ballerino. Poi sono arrivato a Firenze, ho iniziato a lavorare al Maracanà e a collaborare con una scuola di arti marziali. E oggi? Oggi sono impegnato su più fronti: collaboro con l’associazione Zumbì, un gruppo di volontari che lavorano per promuovere l’integrazione fra i giovani attraverso la capoeira; collaboro con la Facoltà di Scienze Motorie come docente di Fondamenti della Capoeira; e infine, collaboro anche con l’Associazione Trisomia 21. Ci parla di quest’ultima collaborazione? Sì, dal 2002 sto portando avanti un progetto ambizioso: aiutare i ragazzi down attraverso la capoeira. Ci sta riuscendo? Ad oggi penso proprio di poter affermare che ci stiamo riuscendo. I corsi stanno riscuotendo un grandissimo successo, ma la soddisfazione più grande è un’altra: la gioia e l’entusiasmo che hanno nel venire in palestra e giocare la capoeira. Prima parlava anche di integrazione, a cosa si riferiva? Sto cercando di dar vita a progetti che, a partire

down, gli immigrati e i giovani che hanno problemi di droga. Ma non solo

Santos Souza De Jesus Jefferson

dalla capoeira, abbiano l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà. Quindi mi piacerebbe aiutare gli immigrati ad integrarsi, promuovere il recupero di ragazzi che hanno problemi di droga, continuare ad aiutare i disabili, avvicinare i bambini allo sport. A proposito di integrazione, visto che lei è un “gigante”, una curiosità: è mai stato oggetto di razzismo? No, direi di no (sorride Cabeça, ndr). Ad ogni modo, da immigrato, penso che gli immigrati debbano rispettare le leggi dei Paesi che li ospitano, farsi conoscere e, col tempo, l’integrazione è possibile. Io personalmente mi trovo molto bene qui: amo Firenze e i fiorentini. Cos’è per lei la capoeira? Dopo mia madre, è la cosa più importante della mia vita. E’ una filosofia di vita, è stare insieme, è musica, è una grande famiglia. Per questo la insegno da volontario. Cosa insegna ai suoi allievi? Insegno la capoeira come un gioco di domanda, nel quale non c’è né un vincitore, né un perdente. Come accennavo in precedenza, attraverso il movimento, la danza e la lotta cerco di trasmettere messaggi e insegnamenti che vanno oltre la pratica sportiva. Trattandosi di un’arte marziale: è violenta? La capoeira è nata in Angola come arte di difesa, in seguito anche di attacco, ma ci sono vari modi di insegnarla e di praticarla. Ai miei ragazzi insegno a muoversi, a divertirsi e a stare insieme. Anzi, colgo l’occasione per invitare tutti a provare.


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sport

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AZZURRI. A novembre Italia-Australia, dopo il “pasticcio” col Sudafrica

Il grande rugby debutta al Franchi Simone Spadaro

Tra conferme e giovani promesse La Rari Nantes vuol fare sul serio

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a Rari Nantes fa sul serio. Dopo l’addio dell’eterno capitano Gianni Bruschini, ecco che arriva il primo acquisto: Andrea Razzi, 21 anni, professione centroboa. Un goleador che aveva già militato nelle fila biancorosse dopo due anni trascorsi nella President Bologna in A2. Popovic in primis è contento, e lo stesso giocatore si è detto soddisfatto di ritrovare un ambiente stimolante, giovane e accogliente. Per niente spaventato dal salto di categoria, Razzi va a rinforzare una compagine che ha ritrovato in acqua lo splendore di un tempo con un progetto solido e vincente. Il suo palmares è di 113 reti in due stagioni, e l’età fa ben sperare per il futuro. La Rari 2010/11 sarà un cocktail di esperienza e tante “apples green”. Sono rimasti, infatti, giocato-

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uesta è la volta buona”. Con aria sicura il vicesindaco nonché assessore allo sport del Comune di Firenze Dario Nardella ha annunciato ufficialmente che il prossimo 20 novembre, allo stadio Artemio Franchi, si giocherà Italia-Australia di rugby, secondo dei tre Cariparma test match autunnali che la nazionale di Nick Mallett giocherà in vista del Sei Nazioni e della Coppa del Mondo 2011 in Nuova Zelanda. Gli altri impegni sono in programma il 13 novembre al Bentegodi di Verona contro l’Argentina e, dopo il match fiorentino, il 27 novembre al Braglia di Modena contro le Isole Fiji. “Siamo davvero contenti – ha spiegato il vicesindaco Nardella – di poter entrare dalla porta principale nel mondo del rugby, con l’incontro più intrigante dei tre in programma. Si tratta di un altro dei grandi eventi sportivi che la nostra città ospita nel corso del 2010. Il rugby è uno sport che sta crescendo e sta raccogliendo grandi consensi, perché interpreta valori etici e umani”. L’evento sarà promosso direttamente anche in Australia. “Il 28 settembre – ha svelato ancora l’assessore allo sport – volerò, col sindaco Renzi, a Melbourne, in occasione dell’assegnazione della sede dei campionati mondiali di ciclismo del 2013 ai quali Firenze, assieme ad altre città toscane, è candidata. E promuoveremo anche Italia-Australia di rugby”. La macchina organizzativa è

PALLANUOTO. Verso la stagione 2010/11

La Nazionale italiana di rugby

partita. C’è tanta voglia di dimenticare la questione di Italia-Sudafrica dello scorso anno: partita annunciata e poi spostata a Udine. Soddisfazione anche da parte del vicepresidente federale Nino Saccà: “Volevamo portare a Firenze la nazionale nonostante quello che è successo l’anno scorso. Abbiamo avuto 82mila spettatori a San Siro, proprio un anno fa – ha ricordato Saccà – e siamo convinti che anche a Firenze ci sarà una grande festa. Inoltre, giochiamo nella città dove ha lavorato per tanto tempo Mario Lodigiani, tecnico federale di grande valore. Sono convinto che se Mario fosse ancora

tra noi sarebbe contento di questo incontro al Franchi”. In vista del match si lavora anche per una visita della nazionale all’ospedale pediatrico Meyer. Ma sono in programma numerose altre iniziative, alcune legate alla promozione del rugby nelle scuole. Finalmente, dunque, la palla ovale “sbarca” al Franchi con una partita di grande valore e che attirerà numerosi sportivi. E’ già in corso la prevendita dei biglietti nei punti vendita Lis o tramite call center Lottomatica, al numero 892.982. Si va dagli 80 euro per la tribuna ai 40 per la maratona. Curva Fiesole e Ferrovia a 30 euro. Parterre a 20, 16 e 10 euro.

Dopo l’addio di Bruschini il primo colpo è stato Razzi ri d’esperienza come Minetti, il mancino Sottani e il fuoriclasse Radu. E poi i giovani: Razzi, il nazionale Mugelli, Bini e Pagani, che rappresentano già delle basi concrete, quasi come fossero veterani. Sicuramente sarà fondamentale una partenza positiva, perché i fiorentini perderanno, oltre a Bruschini, anche Lapenna. La certezza più grande è la riconferma di

Un’azione di gioco

Popovic in panchina: carisma, tecnica e qualità di un campione al servizio della squadra. Nel gruppo c’è la convinzione che la scelta della linea verde sia la migliore: solo il Recco può permettersi di comprare chi vuole e, forse, anche per loro la “musica” potrebbe cambiare. La Rari, però, non dovrà fermarsi e cercare un’altra pedina importante se vuole essere competitiva su tre fronti: la Coppa Italia, dove l’obiettivo si chiama final four, il campionato, in cui può essere una sorpresa e agganciare quel quarto posto mancato per un soffio la scorsa stagione, e l’Europa, conquistata con quel quinto posto contro la Lazio. Manca poco per diventare la Rari del decimo scudetto, quello della stella: ma, secondo molti, si può fare, anche perché dalla società la “ciliegina” sta per arrivare, e la Rari vista nella passata stagione stava diventando ogni /L.M. partita più forte...

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sport

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L’INTERVISTA. La diciassettenne Chiara Masini Luccetti è già una certezza nel panorama mondiale

Una nuova stella nel nuoto fiorentino Lorenzo Mossani

Da piccola era così brava? Mai stata la numero uno. Mi piaceva questa disciplina, ma soprattutto stare con gli altri. I miei allenatori, che ringrazio, non hanno mai cercato la vittoria nelle categorie inferiori, ma di farmi crescere come atleta: e questi sono i risultati. Quindi non ritiene il nuoto uno sport individuale? No, la forza sta nel gruppo: avere i compagni “giusti” in piscina è fondamentale. Anche ai Regionali c’era chi andava più forte di lei? Sì! Ho collezionato tanti piazzamenti e poche vittorie. Quelle sono arrivate col tempo… Ne arriveranno ancora? Non lo so, è l’acqua a decidere! Il nuoto le “ruba” molto tempo nella vita quotidiana? L’agonismo va curato, devo dedicargli tempo, ma nessun sacrificio: amo questo sport, quindi definirei il nuoto come la passione più grande che ho, tutto qui. Difficile allenarsi e contemporaneamente andare a scuola? All’inizio lo era, ora riesco a fare entrambe le cose, credo che il segreto stia nell’organizzazione. Poi quando arrivano le vittorie tutto diventa più facile...

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opo aver brillato in campo internazionale ora c’è una certezza: c’è una stella nel nuoto fiorentino. Chiara Masini Luccetti, infatti, ha messo la freccia, ed è pronta a sfidare le prime donne del nuoto italiano. La piccola campionessa made in Florence, cresciuta nell’Esseci Nuoto, società di Calenzano, non è infatti più una promessa, ma è già una certezza nel panorama del nuoto mondiale. Gli Europei di Budapest che si sono svolti in agosto, con la semifinale conquistata nella velocità, è più di una conferma. Federica Pellegrini e Alessia Filippi sono avvertite: ora c’è una rivale in più (con molti anni in meno). A soli 17 anni, Chiara sta iniziando a volare in acqua. La fiorentina è quasi stordita nel parlare del suo straordinario successo, e sembra ancora sbigottita nel vedere tanti campioni che fino a qualche mese fa sembravano inarrivabili: “Stare con quelle personalità è strano, bello e stimolante, l’ambiente della Nazionale è fantastico”. Cosa si prova a vestire la maglia azzurra? È un sogno, solo un sogno. Quando ha realmente capito che poteva diventare Campione Italiana nei 100 stile libero? Ci ho sperato quando ho saputo che Federica Pellegrini avrebbe fatto solo i 200, ma sapevo che sarebbe stata dura lo stesso. Quando si è resa conto di aver vinto? Ho spinto inizialmente più che potevo, quando ho capito di avere vantaggio non mi sembrava vero, ero medaglia d’oro. Com’è andata nei 200 stile, dove c’era anche la Pellegrini? Ho conquistato la medaglia di bronzo. Ancora è presto per il gradino più alto del podio, ma ci voglio provare.

BASKET. Dopo la rinuncia di Porto San Giorgio. Antonio Musolino nuovo coach

Il Fotoamatore resta in A2. E prova a sognare

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i sta per aprire un altro sipario di “serie A” per il basket fiorentino. Il Fotoamatore giocherà infatti, con merito, in A2 anche nella prossima stagione. La compagine gigliata, che aveva chiuso il campionato perdendo lo spareggio play-out a fil di sirena, ha acquisito il diritto a rimanere in Serie A grazie alla rinuncia di Porto San Giorgio. Il “roster” della Florence, dopo la partenza di Roberta Racca, dovrebbe rimanere invariato, con acquisti solo per migliorare un rosa già competitiva. Confermate, infatti, la bulgara Liliana Ilieva (nella foto), con la capitana Ilaria Stefanini e l’azzurra Clelia Corsi.

Capitolo a parte per il coach, che non sarà più Maurizio Sarti. Squadra in mano ad Antonio Musolino. Dopo aver interrotto consensualmente la propria avventura forlivese, infatti, sarà il tecnico siciliano a guidare la squadra. Oltre al ruolo di allenatore della prima squadra, Musolino sarà responsabile tecnico del settore giovanile, dove seguirà personalmente l’Under 17 e l’Under 19, costituita da atlete che ruoteranno nel giro della prima squadra. Come ripetuto più volte dal presidente Ricci, l’obiettivo rimane la salvezza. Ma, con il ritorno di Francesca /L.M. D’Erasmo, sognare si può...

LA dISCIPLINA. Storico risultato per la Canottieri Comunali

COORDINAMENTO PROVINCIALE FIRENZE

Alla scoperta della canoa polo

Sede provvisoria: Via Timoteo Bertelli, 2

no sport divertente, che apGenerazione vuole essere un passiona Italia e incuriosisce: si aggregato intergeneraziona- Generazione Italia, la Associazione che fa riferimento al Presidenle rivolto tutti coloro hanno voglia di impegnarsi per l’Ita- te della Camera On. Gianfranco Fini si è organizzata in circoli tertratta della acanoa polo. che La regina lia, condisciplina un’attenzione particolare ai giovani che non vogliono ritoriali, ambientali e sul web, su tutto il territorio nazionale. Anche a di questa è, naturalmenlimitarsi a subire il futuro del loro Paese ma hanno il coraggio e Firenze si è costituita ufficialmente con la conferenza stampa dfi te, la Canottieri Comunali Firenze, passione perha immaginarlo, invitandoli ad essere protagonisti presentazione del Coordinatore Nazionale On. Italo Bocchino il 14 chelaquest’estate raggiunto uno dell’Italia del 2020, l’Italia che verrà. giugno u.s. in Palazzo Vecchio. In quella occasione è stato nominato storico risultato. I biancorossi hanclasse dirigente che abbiamochiuso l’ambizione di costruire è cresciuta in un coordinatore provinciale per Firenze il consigliere comunale del Pdl no La fatto il massimo e hanno contesto storico eccezionale. La caduta del Muro di Berlino, Tangentopoli, Riccardo Sarra. al terzo posto assoluto nel campioIn poco più di unmese la struttura del la costruzione di una destra europea da nato italiano, dopo aver raggiunto movimento è già pienamente operativa parte di Gianfranco Fini, sono eventi i play-off che si sono disputati sul e le adesioni sono in costante crescita: che hannodi segnato “vita politica” lungomare Salerno.la Le partite si “la nostra ambizione, ha dichiarato Sardi chi dovrà avere la responsabilità di sono giocate tutte in notturna, in ra, è quella di radicare Generazione governare il Paese per i prossimi dieci una cornice di pubblico davvero La canoa polo Italia in tutta la provincia di Firenze. anni. Questa classe dirigente che faimportante. Per la società diretta Ci guida la consapevolezza, per chi crede ticosamente si sta affacciando, ha un dal presidente Francesco Conforti come noi nella Politica, di avere la redovere che è anche generazionale, ha il si tratta un risultato storico, il il gioco espresso e l’affiatamento sponsabilità di lasciare alle nuove genedovere di di guidare l’Italia. Questa dovrà migliore ultimi Italia dieci che anni, razione un patrimonio di valori irrinunessere ladegli Generazione avrà che si era creato in squadra. Anche tuttila missione vissuti in serie A.l’Italia Per del i “pociabili quali la Moralità, la Trasparenza di costruire 2020. col Chiavari ce la siamo giocata chi”Ovviamente che non loquesta sapessero, la richiede canoa punto a punto, è stata una partita dei comportamenti pubblici, la Dedimissione polo non è che gioco con davvero tirata, sul filo. Siamo un zione all’interesse generale, il Coraggio unoaltro strumento. E noiunscommettiamo la su palla (tipo partito calcetto, delle scelte. Sentiamo forte il dovere di un grande deglin.d.r.) Italianima che grande gruppo. E ora giocoforza chedobbiamo si disputa in acquaa costruire con la cacontribuire alla costruzione di una Città continuare con vorremmo ripeterci l’anno prossinoa, mentre laentusiasmo. palla si colpisce con mo. Visti i risultati di quest’anno moderna solidale che non si debba più quotidiano Per costruire la pagaia. La2020, formazione aggiunge - ora vogliamo provare e dove non ci si senta abbandonati, che offra condivisione e l’Italia del bisogna fiorentina ripartire da un –rinnovato senso dello Stato. abbandonare ha conquistato il terzo postoche contro dare continuità a questo gruppo, a tutti i suoi cittadini.” Un nuovo orgoglio nazionale dovremoatrasmettere nella scuola, nel opportunità Palermo, grazie al pareggio per 3-3 Solosperando che magari arrivi a darci mondo della giustizia e dell’economia. così potremo salvare il nostro nella prima sfida eealla perdi decadenza una mano giova- ANCHE TU A GENERAZIONE ITALIA! COSTITUISCI UN Paese dal declino dallavittoria sensazione tantoqualche diffusa travalido gli ISCRIVITI 3-1Italiani. nella seconda, ed è stata estasi ne del vivaio o anche un CIRCOLO innesto E PARTECIPA ALLA VITA ASSOCIATIVA PER ESSERE perGenerazione i tanti tifosiItalia arrivati da Firenze. esterno. E’ chiaro l’anno DEL RILANCIO DELLA TUA CITTÀ. vuole essere un laboratorio di idee e unche “ge-perPROTAGONISTA “Siamo tuttidimolto contenti di queci piacerebbe neratore passione politica”: contro prossimo l’individualismo assoluto, puntare e/o COSTITUIRE UN CIRCOLO SEGUI LA PROCEDURA il rifi uto del confronto, il rampantismo fine aQuest’anno se PER ISCRIVERTI stocontro risultato – conferma il tecnicocontro e ad arrivare in finale. – GUIDATA stesso. Sizzi – non soltanto per il conclude Sizzi - siamo stati giocatore ad un SUL SITO: www.generazioneitaliafirenze.it INFORMAZIONE PUBBLICITARIA /L.M. piazzamento finale, ma anche per passo”.

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VIA PIEMONTE, IL COMITATO DICE LA SUA Spettabile Redazione, l’ultimo numero di Reporter sulla discarica di via Piemonte sembra rivolto più a convincere o confortare se stessi che altri. Affermare però che quanto sta accadendo non è un’opera d’arte, ma neppure niente di pericoloso, che senso ha? Una discarica di rifiuti non è un’opinione, nasce a fronte di un sistema normativo certo. L’utilizzo delle terre di scavo è possibile solo in “regime di deroga” alla generale disciplina sui rifiuti, subordinato alle prescrizioni del D.lgs. 152/2006 e D.lgs. 4/2008, pena l’esclusione dalla deroga stessa. Condizione imprescindibile è che non siano frammiste a rifiuti speciali, come i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stradali, non ammessi a deroga e da smaltire direttamente in discariche controllate. Ebbene, dal febbraio al settembre 2009 sono state scaricate in via Piemonte più di 80 mila tonnellate di terre del Mugnone miste a cumuli di fanghi e materiali edili e stradali (blocchi di cemento, pezzi di asfalto, ceramiche e mattoni, materiali ferrosi, ecc.), documentati giorno dopo giorno da immagini e filmati acquisiti dalla autorità giudiziaria, che hanno sommerso un’area di oltre 12.000 mq., alzando di tre metri e mezzo il livello dei terreni. La stessa ARPAT, campionando dei cumuli scaricati di circa 300 tonnellate, denunciò alle autorità competenti la presenza di materiali edili, cui fece seguito lo smaltimento (certificato da appositi formulari) di 78,5 tonnellate di rifiuti speciali, pari nientemeno al 26%. Un dato certo indicativo, ma dà la misura e la natura della “roba” che ha determinato l’esclusione dal “regime di deroga”, trasformando in discarica abusiva un’intera area in riva d’Arno. Non competono a questo Comitato giudizi conclusivi, ma le sentenze confermano un indirizzo costante: l’esclusione delle terre di scavo dal “regime di deroga” comporta automaticamente l’inapplicabilità dell’art. 186 del D.lgs. 152/2006 per il loro utilizzo. Questo hanno denunciato i cittadini al Comune fin dal luglio 2009, rimasto senza risposta, e oggetto di inchiesta da parte della Procura fiorentina. All’insegna del

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Settembre 2010

“niente di anomalo”, Reporter vorrebbe assicurare i cittadini almeno sulle condizioni richieste dall’art. 186, ma tace anche qui sul fatto che manca un progetto preventivamente definito e approvato dalla amministrazione comunale per l’impiego delle terre di risulta in funzione di un piazzale/deposito ferroviario. Che manca la compatibilità con gli strumenti urbanistici, denunciata anche dall’ARPAT, avendo gli scarichi coperto 5.000 mq. di area vincolata a verde pubblico e 7.000 mq. di “area ferroviaria a raso” senza varianti al PRG. Che manca la conformità analitica delle terre di scavo in rapporto alla destinazione di via Piemonte e alle matrici dei terreni censiti ad uso agricolo. Il responso dell’ARPAT è che tutte le terre scaricate si caratterizzano in Col. B, incompatibili quindi con la parte a verde pubblico e utilizzabili solo in siti di natura commerciale/industriale, ma l’area ferroviaria, come la stessa ARPAT ebbe a rilevare, non è destinata nel PRG “ad “impianti” ferroviari. Perché allora affermare che tutto va bene, quando la Cassazione penale ha stabilito che “… in mancanza, anche di una sola delle condizioni previste dalla norma, va senz’altro applicata la disciplina sui rifiuti”?. Manca perfino la relazione finale ex art. 186 sulla gestione delle terre di scavo da parte di RFI spa, a più di dieci mesi dalla conclusione del terrapieno, e ben oltre il termine di un anno fissato per il loro utilizzo, scaduto il quale le terre di scavo sono per legge da considerare rifiuti. E tuttavia nessuna ordinanza di sgombero è stata presa dal Comune... Potremmo fermarci qui, sopra una discarica di rifiuti infatti non si può costruire né progettare alcunchè. Ma le ultime vicende hanno aggravato lo sconcerto e la rabbia degli abitanti, più di 400 famiglie che vivono nei sei grandi caseggiati che si affacciano intorno. A dicembre fu avanzata al Comune la proposta di invitare RFI spa a presentare un piano dettagliato di sondaggi e prelievi esteso all’intera area di via Piemonte, condiviso naturalmente dall’ARPAT. Ma il Comune preferì commissionare una analisi delle terre (esclusi quindi i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stradali ai quali non è applicabile l’art. 186) allo stesso laboratorio di fiducia di chi ha gestito l’operazione di via Piemonte, disattendendo un elementare principio di imparzialità e terzietà nell’esercizio di una funzione di controllo. Con alcuni prelievi da un fazzoletto di terra pari al 4% di tutta la superficie del terrapieno, tale laboratorio ha annunciato che nell’area a verde le terre di scavo sono in Col. A. Un risultato, come si è detto, completamente opposto a quello consegnato un anno fa al Comune dall’ARPAT, l’Agenzia deputata per eccellenza alla protezione ambientale, per la quale tutte le terre scaricate in via Piemonte rientrano invece in Col. B. Come la mettiamo? Dopo mesi di silenzio, il 21 aprile, i cittadini hanno mostrato in audizione alle Commissioni ambiente e qualità urbana del Comune la realtà di via Piemonte: le immagini di come era, cosa è stato scaricato, come è oggi. La Commissione ambiente approvò un odg di sospensiva del cantiere, senonchè una settimana prima la Giunta comunale aveva già dato il via ai lavori con una sostanziale “sanatoria”, senza attestare cioè la conformità dei materiali scaricati e del cantiere alle disposizioni di legge. Una specie di con-

dono “fatto in casa”. Su questo vuoto, di garanzie e adempimenti, peraltro non sanabili, viene deliberato (a posteriori) il completamento dell’operazione come variante al Progetto di “Adeguamento idraulico del torrente Mugnone”, coinvolgendo Regione e Provincia, che quel Progetto sottoscrissero, nella costruzione di un deposito ferroviario che nulla ha da vedere con la messa in sicurezza del Mugnone, che le direttive europee proibiscono di costruire in presenza di abitati, causa le ben note vicende, e che comunque appartiene ad autonome scelte infrastrutturali di RFI spa. Il “piano gestione terre”, contenente una ipotesi del genere, fu infatti approvato solo da RFI spa, non si è mai tradotto in un progetto approvato a livello locale. Di più. Con il benestare del Comune, l’area destinata a piazzale/deposito ferroviario viene in questi giorni delimitata dall’area a verde con un imponente muro di cemento (quasi 10 metri di altezza con il terrapieno), che attraverserà tutto il fronte stradale della discarica (oltre 250 metri), utilizzando pari pari le barriere di viale Redi (graffiti compresi), senza neppure i trattamenti di decontaminazione prescritti ai fini del reimpiego. Un impatto paesaggistico devastante e insostenibile, perfino offensivo, che chiude alla vista ogni orizzonte e altera sfacciatamente, in modo irreversibile, la natura ma anche la vita di un’area di pregio e di un quartiere, porta di accesso di Peretola alle Cascine. A questa deriva ambientale, allo scempio di ogni decoro (ma in che mani siamo?), si aggiunga che non si tiene conto neanche del conseguente aggravamento dei rischi idrogeologici già evidenziati e denunciati, causa il dislivello e la mancanza di ogni opera di regimazione delle acque piovane. Sono bastati gli ultimi temporali per vedere il terrapieno smottare verso le strade e i caseggiati, con fanghi e detriti contaminati e inquinanti. Oltre al persistente acquitrino. Un disastro annunciato, senza alcuna tutela per la salute pubblica. Anche se la calura ferragostana non si presta a fastidiosi interrogativi, ci sia consentita un’ultima domanda. Ma le 35mila tonnellate di rifiuti speciali che hanno seppellito l’area a verde pubblico ai fini del costruendo piazzale/deposito ferroviario, e che adesso non servono più, perché il Comune le lascia lì, magari con la promessa di qualche alberino dintorno (se attecchisce), quando la legge impone che le terre di scavo non utilizzate devono essere rapidamente trasferite in discariche controllate? Con molti saluti. Il Comitato dei cittadini di via Piemonte L’articolo pubblicato su Il Reporter di agosto non aveva certo l’obiettivo di “convincere o confortare” nessuno, ma soltanto quello di informare i lettori sulle novità in arrivo nell’area. Precisato questo, come sempre siamo pronti a dare spazio a chiunque voglia dire la sua sugli argomenti che trattiamo, a dare voce a tutte le parti in causa. E la pubblicazione di questa lunga lettera ne è un’ulteriore conferma. M.F. TABERNACOLI E LOGGE, IL “TESORO” DI CASTELLO Vi ringrazio molto per la vostra pregevo-

le iniziativa che mi permette di segnalare il grande patrimonio che è presente nella zona di Castello e del Sodo delle Parrocchie di San Michele a Castello e Santa Maria a Quarto. Cinque anni fa i signori Rinaldi che abitano appunto al Sodo mi fecero un grande regalo. Era soltanto un anno che ero stata eletta consigliere comunale e durante le loro abituali passeggiate il signor Rinaldi e sua moglie avevano fotografato e documentato con molta cura tutti i tabernacoli e le logge esistenti nella zona (circa 35). Mi donarono la cartella completa perché ne facessi buon uso e mi affrettai ad inoltrarla all’allora assessore alla cultura che recepì questo bel lavoro e lo trasmise immediatamente al responsabile dei beni culturali. Ovviamente mi fu risposto che non c’erano i finanziamenti necessari per il restauro delle strutture più danneggiate, ma non mi sono ancora data per vinta e confido, anche perché alcune presenze sono in ottime condizioni, di realizzare prima o poi una piccola guida che abbia come titolo per esempio: Riflessioni nelle vie di Castello e dintorni alla scoperta di Tabernacoli. Tutta Firenze è costellata di queste presenze, non solo Castello, ma qui fra Madonne con il Bambino, Natività, Annunciazioni si trovano, in mezzo alle ville Medicee, tabernacoli e affreschi notevoli che non ci sono in realtà più. Pontormo dipinse l’affresco per il tabernacolo di via del Boldrone, le cui sinopie di Cristo in Croce con i dolenti e Santo sulla sinistra sono ancora visibili, ma adesso l’affresco si può ammirare soltanto agli Uffizi ma il pittore lo dipinse in quel tabernacolo “Vicino al moonasterio di Boldrone, in sulla strada che va di lì a Castello, ed in sul canto d’un’altra che saglie al poggio che va a Cercina”, cioè via dell’Osservatorio. Nella chiesa parrocchiale di San Pio X al Sodo si possono invece apprezzare gli affreschi e le sinopie dell’Annunciazione con Angeli e Santi di Paolo Schiavo tolti dalla loggia ubicata in via Reginaldo Giuliani nei pressi del Viottolone, ora fatiscente. Da segnalare che non sono stati adeguatamente rimpiazzati, come d’obbligo, con copie adeguate. Grazie per l’attenzione. Anna Soldani ex capogruppo Sinistra Democratica Consiglio Comunale di Firenze AUTOBUS, POSTE, RIFIUTI E FORTE BELVEDERE: “LE MIE QUATTRO LAMENTELE” Spettabile redazione: Comincio con le vivissime congratulazioni al vostro giornale, che sta diventando una lettura più interessante dei quotidiani abituali. La due cose che mi interessano di più sono: - le lettere di protesta dei cittadini a “Dico la mia”, cui date voce e spazio molto più che altri giornali. Se un auspicio posso fare, è che gli vengano dedicate ancora più pagine e attenzione, magari approfondendo alcuni temi con inchieste, sempre nei limiti delle vostre possibilità. - Le preziose notizie su iniziative spontanee di singoli cittadini o gruppi di cittadini nei vari campi (per esempio quella di rivitalizzare le fioriere pubbliche abbandonate). Entrambe questi generi di notizie aprono il cuore perché mostrano che esiste ancora fra i fiorentini una riserva di spirito civico ancora non vanificato dalla verti-


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it VIA NARDI E LE “TRACCE” DEI CANTIERI Cara redazione, sono un residente del Q2, e desidero segnalare (ci vorrebbe un lavoro a tempo pieno) in che modo viene curata l’immagine della nostra povera città, e soprattutto il fatto che vi si possa lavorare impunemente con scarsa (?) serietà e spendendo buoni soldi del contribuente. Veniamo allo specifico: in via Jacopo Nardi, tratto via Masaccio-via Mannelli, si sono sovrapposti ultimamente vari cantieri di lavoro sia per interesse pubblico che privato, con circolazione congestionata (più del solito), semafori posticci, difficoltà di parcheggio prolungatesi inutilmente perché i lavori non venivano eseguiti alle date dichiarate, ecc. Ma c’è di più: per sacrosanti motivi di sicurezza, a causa di uno di questi cantieri ingombrante il marciapiede, sono state poste delle orribili strisce pedonali gialle in... diagonale! Sono rimaste lì un bel po’, ma ci rincuoravamo perché avevano assicurato che erano provvisorie: sarebbero state tolte alla fine dei lavori, e così è stato... solo che adesso sull’asfalto si vedono al loro posto delle ancor più orribili strisce nere (come quando dopo il fascismo si scalpellavano le vecchie scritte per farle sparire...) e questa volta non si prevede che vengano tolte. Così rimarranno decenni ad abbellire la nostra strada già massacrata da toppe e avvallamenti dovuti ad eccessivo carico di mezzi pesanti che scorrazzano indisturbati sull’asfalto. Per chiudere, dico solo una cosa: ma c’è un’autorità comunale che controlla che i lavori appaltati siano svolti “a regola d’arte” prima di pagarli? E se c’è, chi la controlla? Grazie per l’attenzione, Giulio

Caro signor Giulio, cantieri e lavori stradali stanno diventando un tema sempre più al centro del dibattito nella nostra città. E lo stanno diventando perché, soprattutto da un po’ di tempo a questa parte, ci si è accorti di quanto sia importante riuscire a trovare una soluzione in grado di conciliare nel migliore dei modi gli interventi sulle strade, in molti casi urgenti e necessari, e la delicata viabilità cittadina. Ad esempio, negli ultimi mesi hanno esordito anche a Firenze i lavori notturni, effettuati quando in città il traffico è minore e la circolazione riesce a risentirne meno. E questo, a mio avviso, è già un buon punto di partenza, per evitare che i cantieri (e in particolar modo quelli aperti lungo i viali e le strade più strategiche per la viabilità fiorentina) diventino la causa di perenni ingorghi. Questo, però, da solo non basta. Come anche da lei richiesto, servono controlli seri e rigorosi. Controlli sulla qualità dei lavori effettuati, ma anche controlli sull’effettivo rispetto dei tempi. I primi per evitare che, poco tempo dopo la conclusione dell’intervento, sia necessario “ritoccare” il lavoro fatto (con doppie spese e disagi per i cittadini), i secondi perché – anche in questo caso per evitare un prolungamento di costi e difficoltà – la conclusione dei cantieri nei tempi previsti diventi la regola, e non più l’eccezione. Anche su queste questioni (a cominciare dal rispetto dei tempi) sembra essersi accesa un’attenzione crescente, e questo non può che essere positivo per la città. Perché non venga più ripetuta l’esperienza fatta con la prima linea della tramvia, quando l’allungamento dei tempi dei cantieri ha creato non pochi disagi. Oltre a questo, deve essere anche evitato, come troppo spesso accaduto e come anche dai lei segnalato, che i cantieri lascino indesiderate (e inaccettabili) tracce del loro passaggio. E molto, su questo punto, può essere fatto grazie agli occhi dei cittadini. Continuate a segnalarci episodi di questo genere, noi continueremo a darvi spazio. Per cercare di mettere la parola fine a questi piccoli-grandi esempi di incuria urbana. Matteo Francini

ginosa decadenza etica e culturale del paese. Da quando ho scoperto la rubrica “Dico la mia” mi rimprovero per non riuscire a trovare il tempo di dare un contributo personale. Finalmente oggi l’ho trovato, e vorrei sottoporre 4 lamentele, che riguardano questa o quella delle istituzioni pubbliche o semipubbliche della città. 1) Trascorro due ore al giorno in autobus perché abito fra lo stadio e Coverciano e insegno al polo universitario di Novoli. Vorrei profittare di questi tempi morti per correggere tesi o almeno per leggere testi che mi aggiornano nelle mie discipline. Ma l’ATAF da decenni risparmia (e devolve ad altri fini che non indago per carità di patria) la manutenzione delle sospensioni. Pertanto scrivere qualcosa su un foglio è impensabile, perché

verrebbe fuori una sequenza di sgorbi che il laureando interpreterebbe come scoppi d’ira. Ma è difficile anche leggere, perché il testo ti sobbalza sotto gli occhi, l’occhio perde il segno e ogni volta devi ricominciare da capo. Due osservazioni e un suggerimento: a) la mancanza cronica di manutenzione delle sospensioni non è una semplice congettura: mi è stata più volte confermata, magari a mezza bocca, da autisti in vena di sincerità. Alcuni hanno spontaneamente aggiunto che non si fa nessun genere di manutenzione. Per questo sempre più spesso gli autobus si fermano per rotture e ti lasciano in mezzo alla strada. Spero che ora l’ATAF non sottoporrà a torture i suoi autisti per scoprire le gole profonde e licenziarle in tronco, come simpatica abitudine nazionale.

b) Ho 69 anni e, dato che viaggio molto e non amo guidare, sono ricco di esperienze con gli autobus di decine di città italiane. Non ho mai trovato autobus che ballano come quelli fiorentini. Persino le rare volte che mi è capitato di prendere autobus in città del terzo mondo non ho trovato nulla di paragonabile ai sobbalzi fiorentini. Abbiamo un record mondiale. c) Immagino che i dirigenti dell’ATAF viaggino in auto blu con autista pagato dal contribuente, o magari in cocchi trainati da cigni. Non sarebbe male che qualche volta prendessero i loro autobus. La storia è piena di imperatori, sovrani e persino papi che di notte si travestivano e giravano per le strade per constatare lo stato dell’ordine pubblico e del degrado nei vari quartieri delle loro capitali. Almeno il nostro sindaco decisionista potrebbe prendere ispirazione da questi sommi. Immagino che all’ATAF la sua voce sarebbe più ascoltata di quella di un tapino qualunque come me. 2) Ho letto in uno degli ultimi numeri di un anziano che si lamentava perché nel suo quartiere nella parte occidentale della città l’ufficio postale addetto al recapito pacchi e raccomandate era stato trasferito in capo al mondo, mettendo in grave difficoltà tutti gli utenti non automuniti. La stessa identica cosa è successa nel quartiere 2. Anni fa l’ufficio addetto al recapito pacchi e raccomandate era vicino al Ponte di Pino. Quasi tutti i residenti nel quartiere passavano di lì per andare in centro, alla stazione e in molti altri quartieri. Bastava prendere il 10, l’11, il 17 o il 20, scendere, fare 10 passi, poi la coda, poi altri 10 passi e riprendere l’autobus. Abito nel quartiere da 38 anni: finché l’ufficio è stato lì non ho mai perso più di mezz’ora in tutto. Ora è stato trasferito in Via del Mezzetta: chi non ha macchina ci si può avvicinare con 20, ma farà spesso un bel tratto a piedi per arrivare al 20. La stessa cosa al ritorno. Il tempo che spreco in media per ritirare un pacco o una raccomandata è passato da 20 minuti a circa 2 ore, con punte di 3 ore. Nei primi anni dopo lo spostamento mi dicevo: nello spazio liberato vorranno costruire un grande parcheggio sopraelevato o un supermercato, o altra struttura di utilità pubblica. Invece da tempo immemorabile chi passa contempla il vecchio e caro edificio in preda all’abbandono. Altro che parcheggio sopraelevato… Per questo glorioso risultato i dirigenti delle poste, o chi per loro ha preso la decisione, hanno quadruplicato il tempo medio che la grande maggioranza dei cittadini del Q2 deve sprecare per ritirare una raccomandata. Grazie a Lorsignori. 3) Sono un antemarcia della raccolta della carta, e un fanatico della raccolta differenziata in genere. Ho notato che in tutto il centro i cassonetti gialli per la carta e quelli marroni per l’umido brillano per totale assenza, e quelli blu per l’indifferenziato sono piuttosto rari. Come mi spiego il fenomeno? Semplice: i camion che raccolgono i rifiuti trovano difficile manovrare nelle strette vie del centro. E io trovo difficile darmi un’altra spiegazione. Tanto più che ho l’eccezione che conferma la regola. Sui bordi della via di scorrimento veloce che attraversa Piazza Indipendenza fa bella mostra di sé una fila di almeno dieci cassonetti blu. Resteranno sempre semivuoti, perché sono tantissimi e perché relativamente pochi

pedoni hanno occasione di traversare Piazza Indipendenza a piedi. In compenso gli autisti del Quadrifoglio stanno molto comodi quando scaricano i cassonetti nei loro camion. E possono fare anche meno corse perché i cassonetti ci mettono mesi a riempirsi. E’ un caso classico di eterogenesi dei fini: è il fine precipuo della raccolta (avere una gran massa di rifiuti differenziati) resta lettera morta perché si rende difficile l’atto del conferimento dei cittadini mettendo i cassonetti quanto più lontano possibile a dove abitano e lavorano; lo strumento (agevolare le corse dei camion che vuotano i cassonetti) diventa l’unico vero fine, che ingoia il fine dichiarato. 4) L’altro giorno ho accompagnati dei colleghi scandinavi a vedere il Forte Belvedere - la cosa più bella della città. Fatta tutta la Costa San Giorgio con le lingue di fuori abbiamo scoperto che era tutto chiuso per quella ragazza che nel buio è cascata di sotto e si è ammazzata. A parte il commento sull’episodio in sé (avevo notato anch’io la pericolosità di quell’assenza di parapetto: non ci voleva Cassandra per prevedere disgrazie) faccio notare che la struttura è chiusa da almeno un anno, e - a quanto si capisce - sine die. Se dipende dalla sorte della causa, per un paio di secoli. E così Firenze sacrifica all’irresponsabilità e all’inerzia dei burokrati la sua cosa più bella. Non mi illudo che queste mie proteste servano a qualcosa. Ma è già una soddisfazione passare dal mugugno passivo alla protesta aperta e argomentata. Cordiali saluti. Alberto Marradi “IL MIO SOGNO (IMPOSSIBILE) DI DIVENTARE ARTIGIANO” Gentile redazione de Il Reporter, lavoro in una cooperativa sociale e parallelamente faccio l’artigiano e sto tentando invano di regolarizzarmi come tale, cercando un fondo da adibire a laboratorio, per poi aprire regolare partita Iva. A parole è molto semplice, mentre nei fatti è praticamente impossibile. Da mesi sto cercando un piccolo fondo, di una ventina di metri quadrati, accatastato C1 (negozio) o C3 (laboratorio), ad un prezzo “decoroso”. I prezzi lievitano e per trovare qualcosa di apprezzabile bisogna uscire dalla città. Mi chiedo: come può un giovane anche solo pensare di mettersi in proprio, con uno stipendio da mille euro, un affitto da pagare per avere un tetto sulla testa e pensare di crescere? La scelta sembra chiara: o casa o laboratorio. Scelgo casa, ma che frustrazione. PIAZZA S. JACOPINO, QUALI I TEMPI DEI LAVORI? Gentile redazione, vi scrivo per avere notizie riguardo i lavori che devono iniziare in piazza S. Jacopino. Il giorno 20 marzo ore 21 nella sala della Parrocchia con la presenza del presidente del Quartiere 1 e di tante persone, fu detto che i lavori sarebbero iniziati entro breve tempo, i soldi per tale opera pronti. Ancora una volta sono stati utilizzati per altre piazze come è già avvenuto? Vi prego di dare notizia nella prossima edizione, se possibile, e tante grazie per lo spazio che ci date. Distintamente, Mario


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Errata Corrige domeniche del fiorentino dal 12 settembre

Musei civici

Al contrario di quanto era stato scritto lo scorso mese, l’apertura gratuita ai musei civici riservata ai residenti a Firenze e provincia (possibile se si è in possesso della tessera “Un bacione a Firenze”, da ritirare presso gli Urp) non è il sabato ma la domenica e, dopo una pausa estiva, riprenderà il 12 settembre e andrà avanti con cadenza mensile.

parola, ospitati in varie zone della città e in dialogo con tutor locali omologhi.

Concerti Gigi d’Alessio Questo sono io Tour 25 settembre

Nelson Mandela Forum

Noisia al Mix’d up 1 ottobre

Viper Theatre - Firenze

Festival Ultra - Festival di letteratura dal 16 al 25 settembre

Luoghi vari

Dieci giorni di workshop, incontri, dibattiti e lectures con scrittori toscani e non. Un festival che vuole riaccendere l’attenzione sull’universo della scrittura mettendo a diretto contatto chi i libri li produce e chi li legge, aprendo un dibattito sulle nuove frontiere della letteratura. Ad un anno dalla nascita, il festival si ripromette di crescere, cambiando forma, allargandosi, e proponendo un tema saliente: la comunità ospitale. Questa idea di comunità è da intendersi come luogo di scambio, di attività e di accoglienza e baratto di idee, ma anche di rigenerazione interna di una visione della città distorta, quella che ci parla di una Firenze inospitale e restia all’incontro. La formula scelta, per scongiurare questa visione e incarnare questa modalità ospitale, è inedita in Italia: un festival di residenze, con scrittori e artisti della

audio professionali, e partner di Nextech Festival dal 2008. Architettura Sonora nasce dall’incontro multidisciplinare fra sound designer, architetti, progettisti elettroacustici e sistemisti audio per offrire all’architettura una Rivoluzionaria Esperienza Sonora.

Torna a Firenze Gigi d’Alessio, che l’8 giugno ha cominciato a distribuire il nuovo album “Semplicemente sei”, ad un anno di distanza dal precedente “6 come sei”. Il disco è stato anticipato dal singolo “Vita”.

Eventi Nextech dal16 al 18 settembre

Stazione Leopolda

Torna come ogni anno l’appuntamento con la musica elettronica alla Stazione Leopolda. Nextech è il festival che per tre giorni riunisce nella città del giglio i dj più famosi della scena elettronica internazionale. La nuova edizione di Nextech Festival conferma la formula di successo delle edizioni precedenti, che prevede attività dall’ora dell’aperitivo a notte inoltrata, con una importante novità: un’installazione affidata al team di Architettura Sonora della B&C Speackers, azienda leader mondiale nella produzione di componenti

Dopo le numerose anteprime di luglio al Parco di San Salvi arriva finalmente la tanto attesa seconda edizione di MIX’D UP. L’evento, firmato Switch – creative social network & Gold – brand streetwear, viene proposto in occasione del 7° compleanno del marchio d’abbigliamento e avrà l’onore di ospitare quest’anno il dj set dei NOISIA, una delle crew più attive nel panorama drum ‘n’ bass internazionale. L’identità della manifestazione, che fin dall’inizio si misurava con il trip hop e l’elettronica, subisce un alterazione e accoglie in se elementi breackbeat e breackcore. La schiera di artisti che influenzano la musica dei NOISIA è abbastanza considerevole, si va dai Prodigy a James Brown, da Miles Davis a Konflict, le loro produzioni tuttavia risentono com’è abbastanza ovvio di una marcata impronta dancefloor facilmente intuibile fin dal primo ascolto. Nel corso degli ultimi anni sono molti i riconoscimenti che sono stati tributati al trio olandese composto da Nik

Roos, Thijs de Vlieger and Martijn van Sonderen;

Luoghi Tè con le farfalle Fino al 25 settembre

Serra del giardino dell’Orticoltura Firenze

Va avanti fino alla fine del mese l’apertura eccezionale della serra del giardino dell’Orticoltura - fino a poco tempo fa chiusa e inutilizzata - all’interno della quale continua a fare bella mostra di sè l’esposizione di farfalle provenienti da tutto il mondo. Colori sgargianti e la possibilità di sorseggiare un drink tra un battito d’ali e l’altro rendono il luogo ancora più magico.

Le mostre I grandi bronzi del battistero. Rustici e Leonardo dal 10 settembre al 10 gennaio 2011

Museo nazionale del Bargello

Punto focale della mostra è il capolavoro del Rustici, la Predica del Battista, gruppo scultoreo di tre grandiose figure in bronzo alla cui progettazione e realizzazione partecipò Leonardo da Vinci e che fu innalzato sopra la Porta Nord del Battistero fiorentino nel 1511. L’opera è stata sottoposta ad un impegnativo restauro (portato a compimento nel 2008), che ne ha restituito lo splendore di materia e concezione: impresa questa sostenuta dall’Opera del Duomo di Firenze e dal generoso contributo dei “Friends of Florence”. La presenza in mostra del monumentale gruppo scultoreo offre una duplice, imman-

cabile opportunità: da un lato, di dimostrare il contributo di Leonardo alla sua creazione attraverso il confronto con autografi leonardeschi e dall’altro, di ricostruire per la prima volta la personalità artistica del Rustici, messa in luce dagli ultimi studi.

dalla pionieristica di Evelina Borea e propone, dopo anni di studi e di ricerche scientifiche, una rassegna di opere molto più ampia e quasi completamente rinnovata, un viaggio alla scoperta del caravaggismo internazionale. Centro della mostra sono i sei capolavori della Palatina e degli Uffizi: il Bacco, L’amorino dormiente, la Medusa, i Cavadenti, il sacrificio di Isacco e il cavaliere di Malta.

Vinum nostrum, arte scienza e miti del vino nella civiltà del Mediterraneo antico Fino al 15 maggio 2011

Museo degli Argenti di Palazzo Pitti Seguendo un andamento cronologico, la mostra illusterà l’origine della vinicoltura nel Vicino Oriente, la sua piena affermazione con relativi significati religiosi e cultirali nel mondo ellenico, fino alla produzione e diffusione del vino su ampia scala operata dai Romani. In virtù della felice situazione archeologica delle città vesuviane sarà illustrato il caso particolare dei vigneti di Pompei, mentre un altro spazio della mostra sarà dedicato allo straordinario contributo da Fenici e struschi i quali giocarono un ruolo essenziale nella diffusione della coltivazione della vitis vionifera nel Mediterraneo. Caravaggio e i caravaggeschi a Firenze Fino al 17 ottobre

Galleria degli Uffizi Galleria Palatina - Villa Bardini Fino al 17 ottobre 2010 nelle sale degli Uffizi, della Galleria Palatina di Palazzo Pitti e di Villa Bardini, rimarrà aperta la mostra dedicata a Caravaggio e alla sua scuola in occasione del quarto centenario della morte del grande artista seicentesco. L’esposizione, curata da Giovanni Papi, riprende il titolo e l’ispirazione

Firenze e gli antichi Paesi Bassi. dialoghi artistici, 1430-1530 Fino al 26 ottobre

Galleria Palatina

La mostra si propone di offrire una panoramica delle opere olandesi presenti a Firenze nel periodo 1430-1530, attravesro una scelta mirata di capolavori dei grandi maestri, da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. Quelle opere spesso di piccolo formato, soggetti sacri o ritratti legati a formare dittici e trittici dipinti anche sul verso divennero modelli di tecnica pittorica e di soluzioni iconografiche per la produzione dei maestri fiorentini e delle loro botteghe.

Sagre Sagra della Val d’Arbia dal 18 al 26 settembre

Buonconvento - Siena L’appuntamento, che nasce sulle ceneri dell’antica fiera del bestiame è una serie di giornate all’insegna della degustazione di prodotti tipici accompagnata da spettacoli e incontri sportivi che mettono allegria e salutano così la bella stagione che se ne va.

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