Il Giornale nel tuo Comune
Barberino, Tavarnelle, San Casciano
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Giochi e scomesse Agenzia Ippica Slot machine APERTO TUTTI I GIORNI S.Casciano - Via P.zza Matteotti,3 Tel 055 82.94.669 Periodico d’informazione locale. Anno IV n.85 del 1 ottobre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
iL concoRso
PRIMO PIANO
OTTOBRE 2010
Cavoli, bugie e cicogne Andrea Muzzi*
A
zOOM-MA Il RePORteR Tantissimi i partecipanti al premio fotografico. Ecco quali sono gli scatti vincitori PAGG.16-17
san casciano Un pool di avvocati darà consigli e pareri gratuiti a tutti i cittadini che ne faranno richiesta PAG.7
sPoRt
La crisi non molla Allora ci si reinventa quei divieti un po’ così
PAGG.2-3
tendenze Bustecca
di Carpini - Puliti
M
tORNA Il FeNOMeNO Dopo la lunga squalifica, Mutu potrà nuovamente scendere in campo a fine mese. I tifosi lo aspettano PAG.36
muay thai Una disciplina che arriva dalla Thailandia e da un po’ è sbarcata anche nel Chianti PAG.41
ulta. Se ridipingi un cancello e non avverti il prossimo con un cartello, multa. Se spazzoli il cane all’aria aperta onde evitare di ritrovare parrucche di pelo in giro per casa, multa. Se sbatti tappeti e tovaglie alla finestra, multa. E via così. Firenze è ricca di divieti “bizzarri”, frutto del regolamento di polizia urbana ideato dalla scorsa amministrazione. Un fascicolo di 46 articoli fitti fitti, alcuni inevitabili per tutelare il
decoro della bella Firenze, altri forse un po’ meno essenziali. Ma, va detto, tutto sommato l’applicazione è elastica, e soprattutto, come ricorda l’assessore Mattei, “la prima legge non scritta è il buon senso”. Quello che, ad esempio, è mancato a più riprese agli assaltatori del Biancone, celeberrima statua oltraggiata ancora e ancora nel corso degli anni. L’ultimo pirata è stato Pedro, irriverente PAGG.10-11 quattrozampe.
“C’è un’antenna” E ora una polemica PAG.4
Tutti pazzi per All’interno l’inserto ildell’amministrazione tango “di strada” comunale
PAGG.23-26 PAG.31
nche in Italia imperversa la moda del Burlesque. Perché piace tanto? È uno spettacolo dove delle donne per spogliarsi ci mettono mezz’ora. Pensa se in camera da letto ce lo facesse la nostra compagna? Arrivata alle scarpe mi sarei già addormentato! Nel sesso siamo sempre alla ricerca di esperienze “estreme”. Mio nonno è stato in un locale per scambisti. Ha tentato di scambiare mia nonna ma in cambio ha ricevuto solo un ecoincentivo per la rottamazione. Sul sesso abbiamo una visone distorta perché ci hanno raccontato bugie. Quando ero piccolo i miei mi dicevano che i bambini li portava la cicogna. La cicogna è alta e snella, io da bambino ero grasso e piccolo: sono cresciuto convinto di essere il figlio di una quaglia. Oppure ci dicevano che i bambini nascevano perché un “semino” si era depositato nella pancia della mamma. Mi ricordo che mio cugino quando andava con la zia ai giardini la obbligava ad indossare un passamontagna. “Cos’è, un gioco?” “No, un anticoncezionale!”. Infine ci dicevano che i bambini nascevano sotto il cavolo, sotto l’insalata. Mi hanno rovinato l’alimentazione. Da bambino la bistecca la mangiavo sempre senza contorno: avevo paura di fare una strage degli innocenti. Oggi i bambini il sesso lo conoscono grazie alla tv. Lì vedono le pubblicità erotiche dove donne nude mugolano al telefono. Mio figlio mi ha presentato la nuova fidanzata: un cordless! *Comico
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Edizione del Chianti F.no • 13.050 copie distribuite da
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Ottobre 2010
il giornale nel tuo comune
l’inchiesta. I più colpiti: i giovani tra i 18 e i 32 anni
La crisi economica continua a mordere Nell’area del Chianti, nei primi tre mesi di quest’anno, il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’8,5%: un punto in più del 2009 Ilaria Biancalani
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alla crisi non siamo ancora fuori. A dirlo sono i dati che arrivano dal mondo del lavoro che fotografano l’andamento del primo trimestre di questo 2010. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto nel mese di febbraio l’8,5%, ovvero 1,2 punti percentuali in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Una chiave di lettura, nel calo dell’occupazione, è quella che vede il raffronto fra la componente italiana e quella straniera: in caduta libera la prima, addirittura in crescita la seconda. Nel Chianti sono maggiormente i giovani, dai 18 ai 32 anni, ad essere interessati dal fenomeno della disoccupazione. Parlando di avviamenti al lavoro, se il dato che giunge dalla Provincia parla di un calo generalizzato del 7,7%, il
Centro per l’Impiego chiantigiano registra una sostanziale omogeneità tra i 2660 avviamenti del primo trimestre 2009 ed i 2568 dei primi tre mesi del 2010. Sempre per quanto attiene agli avviamenti, il Cpi di San Casciano evidenzia come oltre il 61% del totale sia rappresentato da tre macro settori di attività: agricoltura (42% con 1080 avviamenti), attività manifatturiere (11% per 295 rapporti di lavoro), servizi per ristorazione ed alloggi (8% con 210 movimenti). In aumento del 5% (175 unità) gli iscritti al Cpi del Chianti. Per quanto invece riguarda la Cassa integrazione in deroga, seppur cresciuta, le imprese chiantigiane l’hanno utilizzata in maniera ridotta rispetto al resto della Provincia: al 31 marzo 2010 le richieste erano 268 pari al 7,8% del totale.
l’iniziativa. Corsi di formazione per “reinventarsi” un impiego
Il mio lavoro non c’è più? E allora ne studio un altro C
ombattere la disoccupazione con la formazione. E’ questo il principio che ha ispirato la nascita, sul territorio della provincia di Firenze, dei Centri Formativi Territoriali, veri e propri punti di riferimento per tutti i cittadini che vogliano fruire di un aiuto economico per ampliare la propria formazione, ma anche per ricevere utili informazioni e un orientamento nel mondo del lavoro. Ammontano a ben tre milioni di euro i fondi, utilizzabili sotto forma di voucher formativi, messi a disposizione dal Fondo Sociale Europeo e ai quali si può accedere tramite i Cft. I voucher hanno un massimale di 2500 euro, più che sufficienti a coprire l’esigenza formativa, considerando che in media un
Il Cft di San Casciano incentiva la professionalizzazione in settori come agricoltura e turismo
corso costa circa 1000 euro. Non ci sono limitazioni sull’età e neppure sul fatto di essere o meno occupati. A San Casciano, il Centro Formativo territoriale del Chianti e della Val di Pesa ha sede in via Roma 36 ed è coordinato da Chiantiform (055.828024) in collaborazione con le agenzie formative Cooperativa Fiorile,
Elea Fp, Istituto Russell Newton di Scandicci e Coop 21. E’ l’assessore provinciale al Lavoro, Elisa Simoni, a spiegare come e perché si è scelto di investire sulla formazione. “La riflessione dalla quale siamo partiti – dice – è che attraverso la formazione si può raggiungere un duplice obiettivo: da una lato la tutela dei territori e delle loro peculiarità; dall’altro la funzione professionalizzante, in base alla quale i corsi proposti devono essere corrispondenti alle richieste del mercato del lavoro e dunque alle vocazioni territoriali ed economiche”. “Nei Cft – aggiunge Simoni – si troveranno corsi inerenti alle più svariate discipline, caratterizzati per ciascuna area geografica con differenti percorsi formativi. Ad esempio nel Chianti e nella Val di Pesa si punta su agricoltura, ambiente e turismo”. Insomma un cittadino interessato ad ampliare le proprie conoscenze può recarsi al Cft, visionare il catalogo delle proposte e richiedere il proprio voucher. Infatti, sebbene l’attività formativa sia in primis rivolta a contrastare quel tasso di disoccupazione che purtroppo nel Chianti, come su tutta la provincia di Firenze, è tuttora crescente, anche chi è occupato può aver voglia di acquisire nuovo conoscenze o coltivare passioni. Sono oltre 30 i corsi disponibili al Cft del Chianti, con qualifiche che spaziano dal trattorista al wine promoter, dall’agricoltore biologico al venditore di prodotti di qualità a chilometro zero, all’addetto all’accoglienza /I.B in cantina e molti altri.
L’intervista La responsabile del Centro per l’Impiego
“Più disoccupati nel 2011”
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n tempo si chiamava “ufficio di collocamento”. Dal 1999 è divenuto Centro per l’Impiego. Carla Papi, responsabile del Cpi del Chianti, qual è la situazione di questa area? “In alcuni settori, come edilizia e agricoltura, la crisi è tangibile: sono iniziati i licenziamenti dei fissi. Un lieve movimento, ma si è ben lontani dal parlare di ripresa, c’è stato nel settore turistico, mentre quello della camperistica, dopo il tracollo degli ultimi anni, sembra in una fase più statica. E’ cresciuta la Cassa integrazione guadagni in deroga, una sorta di ultima spiaggia rispetto alla Cig ordinaria e straordinaria. I lavoratori che si trovano in Cig in deroga nel 2010 potrebbero andare ad ingrossare, in tutto o in parte, il numero dei disoccupati all’inizio del 2011”. Quali sono i servizi offerti dal Centro per l’Impiego? “Per i lavoratori facciamo un colloquio di orientamento che può indirizzarlo anche ad un percorso formativo. Abbiamo un servizio mobilità per i cassintegrati, con incontri periodici durante tutto il periodo della cassa. Specifiche funzioni sono quella per gli extracomunitari, per i quali ogni
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Il Reporter del Chianti F.no raggiunge 13.050 famiglie Periodico d’informazione locale nei Comuni di Barberino, Tavarnelle, San Casciano Editore e Concessionaria Pubblicitaria: Copia in abbonamento postale
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Web&Press edizioni s.r.l. Direzione ed amministrazione: via Kassel 17- 50126 Firenze tel. 848.80.88.68 Direttore Responsabile: Matteo Francini Service editoriale e grafico: tabloid soc.coop., Firenze (FI) scrivimi@ilreporter.it
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Carla Papi
15 giorni abbiamo anche un avvocato, quella per i diversamente abili, lo “sportello donna” e il servizio “Abc famiglia”, in cui il Centro diventa il luogo di incontro fra domanda e offerta per badanti e collaboratori domestici. Poi il progetto “Riorientare al lavoro”, portato avanti con il Comune di San Casciano e rivolto alle persone disagiate, che vengono seguite da educatori sia nella fase di ricerca del lavoro ma anche dopo. Per le imprese, quando richiesto, effettuiamo delle preselezioni: colloqui che consentono di avere candidati tutti potenzialmente idonei a ricoprire il /I.B. ruolo richiesto”.
Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.
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BARBERINO • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
ISTITUZIONI. Alla manifestazione hanno partecipato il presidente della Provincia e molti primi cittadini fiorentini
“E questa Finanziaria peggiorerà le cose” I sindaci si ritrovano a Tavarnuzze per raccontare le conseguenze dei tagli del governo. Pescini: “Effetti devastanti sui trasporti”. Dirindelli: “Servizi, servono più risorse e invece ce le tolgono”
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al Chianti e da Scandicci, da Calenzano e da Bagno a Ripoli, da Fiesole e da Lastra a Signa. I sindaci di diverse città dell’area fiorentina si sono ritrovati a Impruneta per protestare contro i tagli agli Enti locali previsti dalla Finanziaria del governo Berlusconi. Tra loro, il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini e quello di Tavarnelle Sestilio Dirindelli, oltre al presidente della Provincia
Andrea Barducci. “Il Comune in emergenza: è emergenza comune”: questo il titolo dell’iniziativa organizzata il 18 settembre dalla giunta imprunetina, che doveva svolgersi all’aperto in piazza a Tavarnuzze e poi, a causa della pioggia, è stata spostata all’interno del cinema teatro della Casa del popolo. Per quanto riguarda la Toscana, l’anno prossimo la manovra finanziaria comporterà una riduzione dei
trasferimenti alla Regione pari a 550 milioni di euro. L’Anci toscana, l’associazione dei Comuni, ha stimato che il costo sarà di 120 euro per abitante. “I tagli sono stati presentati come tagli agli sprechi – ha detto il sindaco di Impruneta, Ida Beneforti aprendo la manifestazione – ma in realtà sono tagli nella carne viva delle persone, con effetti gravissimi sulla vita dei cittadini. La nostra iniziativa mira a far prendere coscienza a tutti della situazione: non è solo una denuncia o un lamento, ma la dimostrazione che i Comuni sono in prima linea nel difendere gli interessi dei cittadini”. Tutti gli amministratori presenti hanno spiegato le conseguenze dei tagli facendo esempi concreti. “Questa manovra – ha detto il presidente della Provincia Barducci – incide per esempio molto (il 40%, ndr) sul trasporto loca-
le. Si impoveriscono le comunità locali e allo stesso tempo, mentre si parla di federalismo, si procede ad un accentramento di poteri che ci fa tornare indietro di 20 anni”. Sui trasporti ha insistito anche il sindaco di San Casciano Pescini, che ha ricordato come in Chianti “non arrivino treni, quindi per la nostra area i tagli sono ancora più devastanti” e che a questo si aggiunge “la beffa del pedaggiamento sulla Firenze-Siena”, per il quale Anas ha ora bandito una gara. Il suo collega di Tavarnelle Val di Pesa Dirindelli ha invece raccontato la preoccupante situazione sul versante dei servizi sociali: “Abbiamo una fila di persone che ci chiedono aiuto, perché la domanda è aumentata in maniera esponenziale. E proprio ora che avremmo bisogno di più risorse, ce le /P.C. diminuiscono”.
il caso. La situazione di uno dei settori più importanti dell’industria chiantigiana, tra qualche ombra ma anche luci
Camperistica, arrivano i segni della ripresa L
a crisi nel settore della camperistica c’è stata e si è fatta sentire: è superata oppure no? Chi abita o lavora a Tavarnelle e Barberino, anche se non ha niente a che vedere con le aziende che producono caravan e col loro indotto, sa che questo è uno dei settori trainanti dell’industria chiantigiana. Tanti i dipendenti di queste aziende che, dal 2008 a oggi, hanno vissuto l’incubo della precarietà e della cassa integrazione. Tuttavia, l’estate era il momento su cui le aziende puntavano tutto per avviare la propria ripresa. Allo stesso scopo dovrebbero esser serviti i saloni di Dusseldorf, Parma e Parigi, che si sono svolti fra agosto e settembre. I dati sull’andamento delle vendite estive non sono ancora disponibili, ma è già possibile trarre un bilancio in base a quel-
le che sono le impressioni dei tecnici delle aziende interessate.“Sembra che le cose vadano meglio – spiega il sindaco di Tavarnelle Sestilio Dirindelli, che data l’importanza del settore nel territorio si mantiene in costante contatto con le imprese – con alcuni picchi di eccellenza e altre situazioni in cui i problemi rimangono, ma si vedono anche segni di ripresa. Il mercato estero ha dato una buonissima risposta, più di quello italiano”. Fra le “punte di eccellenza” a cui il sindaco si riferisce è sicuramente compresa Laika Caravans, fiore all’occhiello della camperistica chiantigiana, che vanta – caso più unico che raro in Italia – di non aver mai visto un giorno di cassa integrazione da più di dieci mesi. “Non abbiamo ancora avviato nuove assunzioni – spiegano dall’azien-
Molto bene il mercato estero, meno quello italiano. Alla Laika neanche un giorno di cassa integrazione in dieci mesi. Ma i problemi del comparto rimangono da – ma siamo riusciti a trasformare diversi contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Lo stabilimento lavora a pieno ritmo e speriamo di poter incrementare a breve i volumi di produzione. Dal
canto loro, le istituzioni dovrebbero cercare di favorire i flussi turistici in queste zone, facendo più aree di sosta che permettano ai camperisti di fermarsi proprio da noi”. Il segreto dell’azienda sembra la produzione di mezzi nuovi, di fascia molto alta, che al salone di Dusseldorf pare abbiano ricevuto gli apprezzamenti dell’esigente pubblico tedesco. Anche alla mostra del camper di Parma, Laika ha presentato un progetto decisamente innovativo: un “supercamper” che potrebbe esser considerato una suite a cinque stelle, dedicato al campione olimpico di slalom speciale alle Olimpiadi di Vancouver 2010 Giuliano Razzoli. L’atleta emiliano userà il mezzo per raggiungere tutte le mete previste per le trasferte della stagione /I.E. sciistica 2010/2011.
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il giornale nel tuo comune
BUSTECCA. È una struttura della Vodafone installata nel mese di agosto. Poi le proteste
Spunta l’antenna. E una polemica I cittadini: “Troppo vicina alle case”. L’opposizione: spostatela.
ASSOCIAZIONI. Il circolo locale di Legambiente
Il Comune: “Non l’abbiamo deciso noi, ma nessun pericolo”
“Le nostre meraviglie nascoste”
Ilaria Esposito
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i accende la discussione sull’installazione di un’antenna di 27 metri alla Bustecca. “Tornato dalle vacanze, ho trovato un nuovo mostro che incombeva sul nostro Paese”. Così Marco Bevanati, consigliere dell’opposizione barberinese, ha definito l’apparizione dell’antenna. I residenti confermano di averla vista apparire dalla sera alla mattina, senza esser stati avvertiti. La protesta si è alzata altrettanto velocemente. Sono tre i punti fondamentali che si contestano all’installazione, voluta da Vodafone per migliorare la ricezione nell’area. Innanzitutto, l’eventuale minaccia alla salute. La signora Sara Mori, la cui casa fa parte di un gruppo di abitazioni che stanno proprio sotto l’antenna, spiega: “Stiamo cercando di capire se fa male o no, ma sicuramente non ci piace che una cosa del genere stia vicino ai bambini, soprattutto contando che alla Bustecca è appena stato costruito un nuovo asilo”. L’amministrazione comunale, al contrario, sostiene che non vi sia alcun pericolo e che anzi i cellulari, con l’antenna vicina, ricevano meglio e quindi emettano meno onde elettromagnetiche per cercare segnale. La seconda questione che è stata sollevata riguarda il modo in cui i lavori sono stati realizzati. Alcuni sostengono che si siano fatti in agosto proprio perché la maggior parte delle persone era fuori e non poteva opporsi. Altri mettono l’accento sulla mancata informazione dei cittadini da parte dell’amministrazione, riconoscendo che di solito questi modi non le appartengono. L’ultimo oggetto di contestazione
L’antenna della discordia
Le contestazioni riguardano i rischi per la salute e il paesaggio ha a che fare con una questione paesaggistica. “L’antenna – spiega ancora Marco Bevanati – è due metri più alta del campanile di Barberino. Come opposizione, per adesso cercheremo di non chiudere la porta a chi governa e proporremo di dare all’antenna una collocazione meno invasiva, lontano dai centri abitati e in un punto dove il nostro meraviglioso paesaggio non sia troppo danneggiato”. Il sindaco Maurizio
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lorizzare le fonti storiche che su tutto il territorio chiantigiano sono 42 e potrebbero costituire una risorsa idrica immensa. Ci sono poi alcuni luoghi di un’importanza incommensurabile, ad esempio vicino San Donato, dove un bosco di abeti bianchi è cresciuto e vive spontaneamente, nonostante gli abeti non siano piante che nascono in queste zone”. Esistono luoghi che i chiantigiani non conoscono abbastanza e dovrebbero scoprire? “Sì. Per fare un esempio, vicino Barberino c’è un castello che è impossibile vedere, perché completamente
Ambientalismo significa rispetto delle diversità. Serve una cultura circondato dalla vegetazione. E’ di un privato che non ci fa nulla e per adesso nessuno ne ha mai detto niente. Essendo un pezzo di storia, il castello dovrebbe essere recuperato in qualche /I.E. modo”.
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Semplici risponde alle proteste attribuendosi la colpa di non aver informato adeguatamente i cittadini di quanto sarebbe accaduto a tempo debito. Ma allontana dall’amministrazione qualsiasi responsabilità in merito alla scelta di collocare l’antenna in quel punto del paese, “in quanto la legge Gasparri permette agli operatori telefonici di installare i ripetitori praticamente ovunque vogliano, senza che noi sindaci possiamo impedirlo”. Tuttavia, anche la maggioranza sembra aperta alla possibilità di trovare una collocazione più accettabile all’antenna di 27 metri. La soluzione caldeggiata dai cittadini sembra quella di spostarlo vicino al cimitero, dove non ci sono case.
opo 16 anni di attivismo sul territorio, per il Circolo Legambiente “Il Passignano” sta per iniziare un nuovo anno di attività. A fondarlo nel 1994 fu, insieme ad altri soci, il professor Marco Rustioni, attualmente direttore e conservatore del museo paleontologico di Montevarchi. Il Reporter lo ha intervistato per sapere quali sono prossime iniziative del circolo, che troppo spesso nella mente di molti si riducono a “Puliamo il mondo”, la pur importante iniziativa che quest’anno si è svolta il 24 settembre. Lui ci ha spiegato che essere un ambientalista non vuol dire solo raccogliere cartacce e ci ha rivelato alcune delle “meraviglie nascoste” del nostro territorio. Professor Rustioni, quali sono i progetti di Legambiente per il 20102011? “Sicuramente continueremo il percorso iniziato con gli organizzatori del Tignano Festival, con i quali abbiamo collaborato anche nell’ultima edizione della rassegna con ottimi risultati. Inoltre, si spera che nel 2011 sia possibile concludere la vicenda burocratica dell’Anpil della Badia a Passignano, che a breve avrà un comitato tecnico-scientifico e un comitato di gestione. Quello che più ci auguriamo è di iniziare e continuare un percorso nell’ambito dell’offerta formativa delle scuole, perché uno dei nostri fini principali è creare nella gente una “cultura” dell’ambiente e per farlo le nuove generazioni sono indispensabili. Vogliamo scardinare l’idea riduttiva di “ambiente” che molti hanno e far capire che prima di tutto ambientalismo vuol dire rispetto della diversità. Crede che le istituzioni facciano abbastanza per l’ambiente? “Diciamo che fino a ora se ne sono occupate, ma si può fare certamente di più. Ad esempio, si dovrebbero va-
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BARBERINO • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
opere pubbliche. L’assessore Piattellini: “Il nostro impegno per il risparmio energetico”
I piccoli grandi lavori di Tavarnelle Il piano degli interventi in corso: quasi pronto il nuovo tetto della palestra “Biagi”, nel 2011 centrale a biomasse e risanamento del cimitero di San Donato in Poggio Ilaria Esposito
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e si vuol prestare fede al vecchio proverbio che recitava “chi ben comincia è a metà dell’opera”, c’è da sperare che gli interventi in via di realizzazione a Tavarnelle inizino come si deve. Anche perché, come spesso accade in tempi di crisi economica, essere a metà dell’opera non significa necessariamente avviarsi alla sua conclusione. Fra i progetti che sono stati approvati e che dovrebbero trovare un termine entro la fine dell’anno, c’è sicuramente la centrale termica a biomassa di via Allende. Il nuovo impianto riscalderà, si spera a partire dall’inverno 2011, la scuola media e la palestra Luigi Biagi che si trova al suo fianco. La Regione ha contribuito con un finanziamento di 140mila euro per ogni lotto dell’opera, il primo costato 350mila euro e il secondo 270mila. Il cippato che la caldaia a due centrali brucerà sarà fornito gratis dal Consorzio di Bonifica. Sempre entro il prossimo inverno, dovrebbero essere
completati i lavori di ampliamento del cimitero di San Donato in Poggio. In realtà i 74 nuovi posti a terra, divisi in 4 zone, sono già stati realizzati come era previsto nel progetto, mentre è in corso lo studio per il risanamento della parte vecchia del cimitero. Inoltre, dopo il furto delle grondaie in rame che aveva provocato forti infiltrazioni di acqua, le cappelle sono state imbiancate. I lavori, complessivamente, avranno un costo di 100mila euro. E’ pressoché conclusa, invece, la copertura della palestra Luigi Biagi: l’amianto è stato rimosso dal tetto della palestra e sostituito con pannelli d’alluminio. Anche il controsoffitto è stato tolto e sostituito con pannelli di legno e doppio isolante termico. Importante anche l’intervento di modifica all’impianto di raccolta delle acque piovane, che scorreranno in nuove calate esterne confluendo in 8 diversi pozzetti. “L’obiettivo dei lavori alla palestra Luigi Biagi, costati 190mila euro – spiega l’assessore ai
Il cantiere della centrale a biomasse
Lavori pubblici, Yuri Piattellini – è di aumentare il risparmio energetico con l’ausilio della centrale a biomasse, dare un nuovo aspetto all’edificio grazie ai pannelli di legno e eliminare completamente l’amianto dagli edifici pubblici”. Allo stesso scopo è stata terminata
di recente l’opera di rimozione dell’amianto alla scuola materna della Sambuca. L’intervento è stato colto anche come un’occasione per apportare alcune migliorie all’edificio da un punto di vista strutturale ed è costato, in totale, 70mila euro.
tempo libero. La Polisportiva Tavarnelle e le associazioni hanno presentato le attività per il 2010-2011
Sport, un’occasione ne porta tante altre. Per tutti O
ttobre è il mese giusto per iniziare a fare sport ed è per questo che la Polisportiva di Tavarnelle ha puntato tutto sui primi mesi d’autunno: per far conoscere ai giovani le tante occasioni che offrono le diverse associazioni sportive sul territorio. Il 7 e 9 settembre la Polisportiva di Tavarnelle, insieme alla Asd San Donato-Tavarnelle e Val di Pesa giovani, le Asd Pallavolo, Pallamano e Muay Tai hanno presentato le attività per l’anno 2010-2011 ai 700 ragazzi che fino all’anno scorso facevano sport con loro e a tutti quelli che vorranno aggiungersi. A seguirli, saranno i circa 200 fra allenatori, istruttori e custodi. Cogliendo l’occasione, le associazioni hanno mosso una richiesta di collaborazione ai Comuni di Barberino e Tavarnelle, che dovrebbero tradurre in realtà alcuni progetti da tempo in discussione fra le am-
ministrazioni. Le attività delle diverse realtà sportive presenti sul territorio sarebbero facilitate da una serie di interventi. “Prima su tutte – ha detto in occasione della serata del 7 settembre Mauro Maioli, presidente della Polisportiva – la realizzazione della palestra in località Bustecca, grazie alla quale la pallamano tornerebbe a giocare i campionati maggiori in casa e che servirebbe anche alle squadre di pallavolo e pallacanestro”. Ma non sono solo queste le esigenze degli sportivi dei due Comuni: “Le attività per le quali sono sufficienti spazi meno grandi – continua Maioli – da tempo attendono la trasformazione della ex materna di Tavarnelle in palestra. Sarebbero anche utili il completamento del campo da calcetto e degli spogliatoi vicini al campo sportivo di Tavarnelle e, per finire, il trasferimento della struttu-
ra polivalente di San Donato al campo sportivo”. Intanto, mentre si ragiona su cosa servirebbe al mondo dello sport e si attende che l’anno sportivo inizi a pieno regime, l’8, 9 e il10 ottobre un’altra iniziativa coinvolgerà gli appassionati di diverse discipline. Questa volta saranno i Comuni di San Casciano, Barberino e Tavarnelle a promuovere la “Festa del gioco e dello sport - Crescere insieme nelle diversità”, col Lions Club Barberino Montelibertas e le varie associazioni del territorio, compresa la Polisportiva. Una tre giorni di dibattiti, incontri, stage, lezioni, gare ed esibizioni che darà l’opportunità a disabili e non di divertirsi insieme e si svolgerà su tutto il territorio dei tre Comuni, dalla scuola materna di Barberino al Parco del Mocale, passando per lo /I.E. stadio di San Casciano.
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il giornale nel tuo comune
san casciano. Tra gli accertamenti anche quelli sulle dichiarazioni Isee
Tempo scaduto per gli evasori locali Il Comune scende in prima linea contro i “furbetti” del fisco
Ilaria Biancalani
e delle tariffe: parteciperà alle attività di controllo del pagamento dei tributi, segnalando atti e fatti irregolari all’ente competente, l’Agenzia delle Entrate. Il sindaco: “È una questione di rispetto”
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“furbetti”, coloro che cercano ogni escamotage per non pagare quanto dovuto al fisco, sono più che mai in agguato. E’ per questo che, con un’alleanza stretta con l’Agenzia delle Entrate, il Comune di San Casciano ha deciso di scendere in prima linea nella lotta all’evasione fiscale. Irap, addizionale Irpef e bollo auto: sono questi i tributi regionali su cui l’amministrazione comunale potrà intervenire diretta-
focus Costo 80mila euro
Il fotovoltaico in via Cassero
L’
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ambiente non è solo una risorsa da tutelare e rispettare, ma un importante investimento per il futuro. E’ il presupposto da cui prende le mosse il quadro degli interventi legati alle politiche ambientali programmato dal Comune. Uno dei più recenti è il progetto relativo all’installazione dei pannelli fotovoltaici sulla copertura dell’edificio di via del Cassero, l’ex area scolastica che a breve sarà adibita ad archivio e a palestra. La partecipazione ad un bando regionale è valsa al progetto dell’architetto Gianmario Aspesi un finanziamento pari a 40 mila euro. “I vantaggi del fotovoltaico sono talmente convincenti – spiegano dall’amministrazione – che abbiamo deciso di incentivarne l’installazione sul nostro territorio comunale, soprattutto per quelle strutture pubbliche dove la consistenza dei consumi richiede un intervento sul piano del risparmio energetico”. I pannelli serviranno a rispondere ai consumi elettrici dati, oltre che dal nuovo archivio, dagli uffici comunali di via del Cassero (ufficio tecnico, stato civile e tributi). Le celle avranno una superficie complessiva di 90 metri quadri e una potenza nominale di 12 KW. L’importo stimato per la realizzazione è di circa 80 mila euro. Parlando di patrimonio pubblico, è il sistema scolastico e culturale quello negli anni è stato maggiormente interessato dalla realizzazione di cospicui investimenti mirati alla produzione e al risparmio di energia, attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici e solari termici. Tra le prime strutture scolastiche sancascianesi ad avvalersi di un moderno impianto fotovoltaico c’è l’elementare di Cerbaia dove, per un importo di 40 mila euro, sono state installate celle per una superficie equivalente a /Il.Bia. 35 metri quadri.
mente effettuando controlli mirati. Insomma una vera e propria “caccia ai furbi” che la giunta ha deciso di fare varando la delibera che approva la partecipazione dell’Ente all’attività di accertamento dei tributi regionali gestiti dalla Agenzia delle Entrate. L’adesione, che sancisce una precisa sinergia volta a combattere l’evasione fiscale, avverrà secondo le modalità, le procedure e le forme stabilite dall’intesa tra Regione Toscana e Anci Toscana. Di fatto il Comune prenderà parte all’opera di controllo trasmettendo periodicamente all’Agenzia delle Entrate segnalazioni relative a comportamenti di evasione. L’attività del Comune consiste nella rilevazione di atti e fatti che evidenziano posizioni irregolari nei confronti dei tributi regionali. Oltretutto – anche se ovviamente non è questa la motivazione per cui il Comune ha accettato di stringere il patto antievasione – il lavoro svolto produrrà perfino vantaggi economici a favore dell’amministrazione comunale, alla quale sarà riconosciuta una quota percentuale delle maggiori somme riscosse. Con l’adesione alla attività di accertamento prosegue il percorso di collaborazione attivato dal Comune con l’Agenzia delle Entrate. Questo accordo, in particolare, sarà mirato ad un più generale scambio di informazioni qualificate per la lotta all’evasione fiscale, che si esplicherà fra l’altro in verifiche delle dichiarazioni Isee rilasciate dai cittadini per il conseguimento delle agevolazioni fiscali. “La lotta all’evasione fiscale – dice il sindaco Massimiliano Pescini – è uno dei nostri obiettivi principali. Siamo infatti consapevoli che i criteri di equità sociale che abbiamo introdotto nel pagamento delle tariffe di vari servizi, tra cui quelli scolastici, comportano la necessità di accertamenti precisi. Gli eventuali furbetti che si fanno gioco dell’indicatore della situazione economica equivalente attraverso false dichiarazioni, devono essere messi in condizione di pagare e restituire i loro debiti allo Stato”. Pescini la considera una questione di doppio rispetto: “la prima è nei confronti del bilancio comunale, la seconda è rivolta ai tanti cittadini che pagano regolarmente tasse e tariffe. Ovviamente ci auguriamo di non scovare alcun caso illecito, ma sentiamo forte il dovere di attivarci con un’azione puntuale di contrasto all’evasione fiscale e all’illegalità economica”.
All’amministrazione una percentuale delle somme recuperate
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BARBERINO • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
utilitÀ. Dopo “Dillo al notaio”, l’amministrazione vara un nuovo servizio
Gli avvocati dei cittadini. In Comune Un pool di legali sarà
Ilaria Biancalani
presente una volta
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a settimana in municipio, a disposizione di tutti i sancascianesi. Daranno (gratuitamente) pareri verbali in materia di diritto civile, penale, amministrativo e del lavoro
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a chiunque li richieda
opo il notaio, in Comune arriva anche l’avvocato. Tutti i cittadini conoscono e utilizzano ormai dal 2009, anno in cui fu introdotto in via sperimentale, il servizio denominato “Dillo al notaio”. Da allora sempre più numerose e frequenti sono state le richieste di fruire dei colloqui gratuiti con il notaio per le più svariate esigenze. L’importante funzione, completamente gratuita e rinnovata sempre in via sperimentale anche per tutto il 2010, consente infatti – grazie ad un accordo stretto fra il Comune ed il Consiglio Notarile di Firenze, Pistoia e Prato – di ricevere informazioni puntuali e complete relative a famiglia, successioni, contratti, mutui bancari, acquisto di abitazioni, società e imprese, imposte, ruolo e funzioni del notaio nelle contrattazioni dei privati e delle imprese. Cavalcando l’onda positiva creata da questo servizio, partirà dunque a breve (sempre in forma assolutamente gratuita) il servizio di consulenza legale. Un pool di avvocati sarà presente, con frequenza settimanale, negli uffici di via Machiavelli dove i cittadini potranno rivolgersi per avere consulenze in materia di diritto civile, penale, amministrativo e del lavoro. La selezione, che è avvenuta in forma pubblica, ha richiesto una serie di requisiti tra cui la partecipazione in forma congiunta di professionisti (per un massimo di quattro), iscritti ad uno degli Ordini degli Avvocati del distretto della Corte di Appello di Firenze, così da assicurare in modo complementare tra loro il servizio di consulenza per ciascuna delle materie giuridiche richieste. Gli avvocati selezionati sono tutti in possesso di specializzazioni nelle materie indicate ed hanno dimostrato la qualificazione professionale con documenti attestanti pubblicazioni, docenze e partecipazione a corsi di formazione. La funzione si limiterà tuttavia al rilascio di pareri verbali. Non sarà quindi effettuata la predisposizione di atti o l’effettuazione di una consulenza in forma scritta. Inoltre, come per il servizio relativo al notaio, sarà l’ufficio relazioni con il pubblico ad assicurare le prenotazioni e la formazione delle liste di ricevimento.
zoom All’associazione un Fiat Doblò da 7 posti
Un pulmino per l’Auser
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n nuovo mezzo Auser a disposizione della comunità. Grazie ai contributi della Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni, Coop sezione soci San Casciano e alcune aziende locali, l’associazione Auser ha acquistato un Fiat Doblò a sette posti finalizzato al trasporto di persone anziane e non autosufficienti. Costato circa 20mila euro, il veicolo si aggiunge ad altri cinque mezzi di cui tre di proprietà dell’Auser e due comunali. “Le richieste della popolazione – dice il presidente Giampaolo Ciuffi – sono aumentate in modo esponenziale negli ultimi anni. Per questa ragione abbiamo deciso di dotarci di un nuovo strumento che consenta ai volontari di erogare i molteplici servizi a sostegno delle persone più deboli. Un obiettivo raggiunto grazie alla sensibilità dei cittadini e dei soggetti pubblici e privati che hanno contribuito all’acquisto”. Ecco qualche numero relativo all’anno 2009: circa 9mila le persone, fra bambini, anziani e diversamente abili, che l’Auser ha trasportato in tutta la Toscana, percorrendo oltre 80 mila chilometri. Con 255 volontari all’attivo l’associazione ha effettuato decine di servizi e progetti, accompagnando giornalmente
e periodicamente gli utenti presso i vari centri sanitari, presidi, istituti scolastici, località di vacanza. Uno dei servizi che ha registrato maggior gradimento da parte dei cittadini è il Pedibus, ovvero l’accompagnamento a casa, al termine delle lezioni, degli studenti delle scuole primarie. L’Auser si è occupata quest’anno anche di immigrazione: 25 sono state le adesioni al corso per badanti, realizzato lo scorso inverno, volto a favorire l’integrazione nel tessuto sociale sancascianese delle cittadine straniere che svolgono questa pro/Il.Bia. fessione.
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Barberino 10-touring club la bandiera arancione Il 10 ottobre sarà il giorno dedicato alla bandiera arancione di Barberino. Nell’ambito della 10-Touring Club, rivolta ai Comuni che hanno ottenuto il riconoscimento, sarà possibile visitare le diverse zone del territorio che hanno contribuito a regalare ai barberinesi questa vittoria. Attraverso visite guidati saranno riscoperti Semifonte, la Cappella di San Michele Arcangelo, il Borgo di Linari, Sant’Appiano, il Giardino Sotto Vico e i giardini di Barberino. Si potrà anche degustare un’ottima schiacciata alla “Sagra della Stiaccia” , che è stata posticipata, ma si terrà come sempre nel borgo medievale del paese. solidarietà Arrivano i volontari Si avvicina la chiusura del bando 2010 per il servizio civile a Barberino e Tavarnelle. A breve, 10 volontari saranno “arruolati” nei progetti del Servizio Civile Nazionale. Per Barberino, i 6 ragazzi selezionati - rigorosamente maggiorenni under 28 - si occuperanno, secondo quanto richiesto da loro e stabilito dalla graduatoria, del progetto “Fuori classe”. L’iniziativa ha il fine di aiutare minori di 18 anni che necessitano di un intervento socio-assistenziale. Un in bocca al lupo ai vincitori, che per un anno, 30 ore a settimana, saranno impegnati ad aiutare gli altri. mostra “Le forme dell’arte” C’è tempo fino al 31 ottobre, all’Antiquarium della Pieve di Sant’Appiano di Barberino presso il Museo di Arte Sacra della Pieve di San Piero in Bossolo in via Della Pieve a Tavarnelle, per vedere “Le forme dell’arte”. La mostra, promossa dal “Sistema museale e territoriale del Chianti fiorentino”, mette a paragone le opere sacre provenienti da ciascuna delle amministrazioni che sono parte del sistema museale stesso (Impruneta, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti, Incisa in Val d’Arno, Rignano sull’Arno, Bagno a Ripoli, Figline Valdarno, Reggello) senza spostarle dalla loro collocazione originaria. L’apertura dell’Antiquarium seguirà ancora l’orario estivo, dalle 16 alle 18 di sabato e domenica, fino al primo novembre.
san casciano Parcheggi rosa Cercare a lungo un parcheggio o fare una manovra col pancione. Caricare e scaricare passeggini e carrozzine. Che fatica per le donne in dolce attesa o per le neomamme! Il Comune darà loro una mano realizzando
Ottobre 2010
il giornale nel tuo comune
San Casciano
Tavarnelle
tradizioni popolari quattrocento persone per le contrade Sono stati oltre quattrocento i cittadini che alcune settimane fa hanno partecipato alla cena delle contrade sancascianesi. A sette mesi dal successo della festa più animata dell’inverno, Gallo, Cavallo, Torre, Giglio e Leone sono tornate in piazza per accendere i riflettori sulla seconda edizione del Carnevale medievale. La cena è stata organizzata con l’obiettivo di raccogliere fondi a sostegno della manifestazione. Molti giovani sono già al lavoro sull’organizzazione dell’evento che si preannuncia più ricco e allegro che mai. “Ci saranno molte novità - anticipa l’assessore alle feste e alle tradizioni popolari Roberto Ciappi – la prima delle quali è la location: stiamo valutando la possibilità di estendere l’area della sfilata storica a tutto il centro storico e ad organizzare la sezione giochi e animazione nei giardini del Piazzone. Arricchiremo inoltre la manifestazione con carri allegorici a trazione animale e a mano. Stiamo pensando inoltre di allungare la durata della kermesse e dedicarle un intero fine settimana”.
SOLIDARIETà Dai genitori di Giuseppe un appello alla ricerca Il piccolo Giuseppe Tommasello non c’è più, ha perso la sua battaglia contro una rara e grave malattia metabolica del mitocondrio. Ma i genitori non si sono persi d’animo e rilanciano il loro invito a sostenere la ricerca, ricordando anche che proprio negli scorsi mesi è stato avviato un progetto con alcuni ricercatori. La Fondazione, hanno spiegato, proseguirà la sua attività e chi volesse sostenerla può fare una donazione sui conti corrente: IT78B0351202801000000003300, oppure IT30B0874961960000000085359 o sul c/c postale 86084464 intestandola a Fondazione Giuseppe Tomasello ONLUS.
servizio civile “giovani in movimento”. per gli altri Giovani che vogliano vivere un’esperienza di solidarietà, conoscere e operare nelle realtà sociali; giovani che intendano cogliere un’occasione di crescita umana e professionale, acquisire competenze e arricchire la loro vita e quella degli altri. Ai ragazzi interessati a condividere questo tipo di esperienza il Comune di San Casciano propone il servizio civile nazionale. Attraverso il progetto “Giovani in movimento”, ammesso a finanziamento dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile, saranno selezionati quattro volontari di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Ai ragazzi è offerta la possibilità di intraprendere un percorso formativo e professionale della durata di un anno presso i servizi sociali del Comune. Saranno selezionati sulla base dei curricula e delle motivazioni espresse nel corso di specifici colloqui e lavoreranno al fianco di minori in situazione di svantaggio. Per un compenso netto di 433.80 euro mensili, l’attività prevede un impegno di trenta ore settimanali. Il lavoro consiste nello svolgimento di una serie di attività di carattere sociale destinate a sostenere e ad affiancare minori in situazione di svantaggio scolastico-sociale. Informazioni: chiamare lo 055.8256314 o scrivere a l.dainelli@comune.san-casciano-val-di-pesa.fi.it.
LAVORI Segnaletica, prosegue il rifacimento Prosegue in tutto il capoluogo il rifacimento della segnaletica stradale orizzontale. Finito questo tipo di intervento, si passerà alle frazioni con particolare attenzione ai punti critici, come gli stop che hanno bisogno di essere ridisegnati. L’assessore Pelagi ha anche annunciato che in tempi brevi si provvederà anche al completamento di alcuni passaggi pedonali, segnalati da molti cittadini, con tecniche nuove come il gocciolato di lunga durata. Questo tipo di intervento sarà realizzato sulle curve e lo stop in prossimità del ponte di via Roma, punti soggetti ad un’ usura maggiore. La seconda fase prevede la realizzazione di attraversati pedonali rialzati, più sicuri perché fanno le veci dei rallentatori di velocità e danno più visibilità ai pedoni. L’investimento è stato di circa 30 mila euro.
escluso lo stato civile ufficio anagrafe, aperture più lunghe Dal 13 settembre è stata ampliata l’apertura al pubblico dell’ufficio Anagrafe. Incrementando il servizio di cinque ore settimanali complessive, l’amministrazione comunale offre ai cittadini l’opportunità di recarsi allo sportello in fasce orarie più lunghe. Ciò che cambia è l’estensione dell’apertura antimeridiana e l’anticipazione di quella pomeridiana nei giorni di lunedì e giovedì. Questo il nuovo orario di apertura al pubblico: lunedì e giovedì, dalle ore 8.30 alle ore 13.30 e dalle ore 14.30 alle ore 18.30; martedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 12.30. L’ampliamento dell’orario non interessa lo Stato civile (denunce di nascita e morte, rilascio estratti), con esclusione delle dichiarazioni di residenza entro le ore 13 e le ore 18. “Abbiamo deciso - rileva il sindaco Massimiliano Pescini - di incrementare il servizio per andare incontro alle esigenze lavorative dei cittadini”.
una decina di parcheggi in varie aree del territorio. Le aree di sosta riservate alle donne in stato di gravidanza e alle mamme, con bimbi al seguito fino al compimento del secondo anno di età, saranno evidenziate da segnaletica orizzontale e verticale. Parcheggio di San Pancrazio Sarà inaugurato alla fine di ottobre il parcheggio di San Pancrazio. Oltre a nuovi 25 posti auto, il pacchetto delle opere ha previsto la sistemazione della viabilità, la realizzazione di marciapiedi e di percorsi pedonali, nuovi sottoservizi e impianti di illuminazione pubblica. Palestra e Archivio Conclusi i lavori per la ristrutturazione dell’ex scuola elementare di via del Cassero. L’intervento ha permesso all’edificio di avere una doppia destinazione: palestra e archivio. L’investimento dell’opera ammonta
a 250mila euro. Verde pubblico più attrezzato e sicuro E’ stato ultimato l’intervento di riqualificazione dei giardini comunali. Per una spesa complessiva di 16mila euro, l’opera ha permesso di sostituire, aggiungere, integrare, migliorare le strutture e i supporti presenti nelle aree a verde pubblico, tra cui giochi e panchine. A corredo di ogni nuovo gioco è stata installata la pavimentazione antitrauma. Barberino Barberino- Tignano E’ terminato il ciclo mensile di potature dei cigli della strada comunale che da Barberino porta a Tignano. Dal mese di maggio, per tutta l’estate, questo tratto di strada è stato tenuto in ordine dalle Associazioni Venatorie di Barberino, secondo la convenzione stipulata con l’Amministrazione Comunale.
TRASPORTI Servizio di navetta per il cimitero Prosegue la sperimentazione del servizio di trasporto gratuito per la cittadinanza al cimitero del capoluogo. Il servizio è partito dopo le richieste di alcuni cittadini che, data l’età e la mancanza di altri mezzi, avevano difficoltà a raggiungere il cimitero, specialmente nel periodo invernale. La sperimentazione è partita dopo una verifica sulla fattibilità ed è’ stato individuato un orario di andata con partenza alle ore 10,20 da piazza XXV Aprile ed il ritorno alle ore 11,15 dal piazzale del cimitero utilizzando mezzi e personale del comune. Il servizio è attivo lunedi’-mercoledi’-venerdi’ (feriali) e verrà sospeso nel mese di agosto. Prevista una verifica per controllare l’efficienza ed eventualmente individuare correttivi.
Con l’arrivo dell’autunno, come stabilito, si conclude il lavoro delle associazioni stesse. tavarnelle Via Allende Nel parcheggio di fronte alla scuola secondaria sono stati eseguiti i lavori per il cambio del senso di accesso al parcheggio, con conseguente modifica alla segnaletica orizzontale, che è anche rinnovata. La polizia municipale, ogni mattina, sarà presente per garantire un migliore scorrimento del traffico all’interno del parcheggio. Badia a Passignano Entro questo mese dovrebbero essere collocati i lampioni nel parcheggio della frazione, le cui postazioni erano state predisposte nel corso dell’estate. Verrà anche rifatto l’asfalto in prossimità delle nuove installazioni luminose.
UNA FONTE INESAURIBILE, ECONOMICA ED ECOLOGICA DI ENERGIA: LA LEGNA LE NOTIZIE CHE CI giungono dai mezzi di informazione ci hanno da tempo reso coscienti che la produzione e l’uso dell’energia hanno un impatto molto elevato sull’ambiente naturale. Gli esempi che si possono portare sono molto numerosi: - durante l’estrazione ed il trasporto del petrolio possono avvenire incidenti che provocano gravissimi fenomeni di inquinamento dei mari, dei fiumi, delle lagune (il più recente è stato quello del Golfo del Messico) - la costruzione di grandi dighe per la produzione di energia elettrica sconvolge l’ambiente di aree a volte immense, annientando interi ecosistemi e costringendo le popolazioni indigene a migrare altrove - la combustione del carbone e degli idrocarburi provocano le piogge acide che danneggiano, a volte in modo gravissimo, le foreste, i laghi, i monumenti - le emissioni provocate dal traffico veicolare producono danni notevoli alla salute umana ed al patrimonio storico e architettonico delle città. - la produzione di energia elettrica nelle centrali nucleari crea rischi potenziali gravissimi sia durante la fase di esercizio delle centrali che durante la fase di smaltimento e di stoccaggio delle scorie radioattive - l’estrazione di gas naturale dal sottosuolo provoca fenomeni di abbassamento del terreno che, nelle zone costiere, può causare gravi danni all’agricoltura ed ai centri abitati. Ciascuno di noi può contribuire in molti modi alla soluzione dei problemi ambientali legati all’uso dell’energia: uno molto pratico ed estremamente efficace è quello di risparmiare energia, consumandone meno, servendosi ad esempio di mezzi di trasporto pubblico per muoversi, utilizzandola in modo più efficace impiegando sistemi altamente efficienti, oppure utilizzando l’energia da fonti rinnovabili. Le fonti rinnovabili di energia sono presenti ovunque sul nostro pianeta: in ogni luogo della terra la luce solare, il vento, la biomassa dei vegetali sono disponibili in concentrazioni che in molti luoghi ne consentono lo sfruttamento. La tecnologia negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, rendendo in molti casi l’utilizzo delle fonti rinnovabili competitivo con quello delle fonti fossili. Oggi la moderna tecnologia offre prodotti altamente evoluti ed efficienti e le amministrazioni pubbliche mettono a disposizione tante opportunità fiscali per incentivare l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia, le fonti che fanno bene all’economia oltre che all’ambiente perché garantiscono per un tempo indefinito la sicurezza dell’approvvigionamento (non sono per definizione “esauribili”), creano lavoro ed occupazione nel luogo in cui vengono sfruttate, aumentano la libertà del singolo e della Nazione che le impiega. Una delle fonti rinnovabili per eccellenza è il legno, un tessuto molto complesso che viene prodotto da un vasto gruppo di piante superiori (alberi ed arbusti) per svolgere due funzioni essenziali per la loro vita: 1. sostenere e dare forma all’organismo 2. garantire il trasporto della linfa all’interno dell’organismo Chimicamente il legno è composto per il 40-50% da cellulosa, per il 20-30% da lignina e per il restante 20-30% da altre sostanze (carboidrati, grassi, tannini, sali minerali). Come ogni altro tessuto vegetale, il legno è un prodotto della fotosintesi e della complessa serie di reazioni chimiche che, per mezzo dell’energia solare e partendo da semplici “materie prime” (l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, l‟acqua ed i sali minerali presenti nel terreno) onnipresenti sulla superficie del nostro pianeta, permettono alle piante verdi di produrre nuova sostanza organica. Quando il legno viene bruciato i cicli dell’energia e dei diversi elementi chimici che lo compongono si chiudono: l’energia chimica contenuta nel legno si libera sotto forma di luce e di calore; l’acqua ritorna nell’atmosfera sotto forma di vapore acqueo per ricadere poi al suolo come precipitazioni atmosferiche; l’anidride carbonica ritorna nell’atmosfera; i sali minerali ritornano al terreno sotto forma di ceneri. Se la combustione è imperfetta si formano numerosi composti chimici intermedi, quali i catrami, che possono risultare molto inquinanti, ciò avviene per esempio, nei vecchi caminetti e stufe a focolare aperto. Se la combustione invece è perfetta, come può oggi avvenire nei moderni apparecchi impiegati per produrre energia termica ed elettrica, il legno presenta numerose caratteristiche positive. Il legno infatti è una fonte di energia: - RINNOVABILE perché viene continuamente riprodotta, in tempi brevi su scala umana, dagli alberi e dagli arbusti che crescono utilizzando l’energia solare; - NEUTRALE riguardo l’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera (“CO2-neutrale”) perché la CO2 emessa con la combustione è la stessa che era stata assorbita qualche anno prima con la fotosintesi;
- PULITA perché alla fine del processo di combustione (se esso avviene correttamente) restano SOLO sostanze naturali ovunque abbondantemente presenti nel nostro ambiente in concentrazioni non tossiche per gli organismi viventi. Il valore energetico del legno viene espresso dal suo “potere calorifico”, definito come: “la somma delle unità di energia termica che si liberano durante la combustione di 1 Kg di legno”. Nel linguaggio tecnico si distinguono due tipi di potere calorifico: - “potere calorifico” (un tempo detto “potere calorifico inferiore”): non tiene conto del calore che si libera quando il vapore acqueo prodotto durante la combustione si condensa in acqua allo stato liquido (calore latente di condensazione). - “potere calorifico teorico” (un tempo detto “potere calorifico superiore”): tiene conto anche del calore di condensazione. Il potere calorifico del legno dipende molto dal suo contenuto di acqua (umidità relativa). Il legno verde ha un’umidità relativa di circa il 50%; il legno seccato all’aperto per più di due anni sotto copertura ha un’umidità relativa del 15%. Con l’essiccazione il legno perde dunque circa 1/3 del suo peso: Il potere calorifico del legno secco è di 4,3 kWh/kg. È importante che la legna resti sul terreno il meno possibile e venga spaccata ed accatastata il prima possibile per favorire una rapida perdita dell’acqua in essa contenuta ed evitare così che comincino a svilupparsi i funghi che degradano il legno: l’accatastamento finale della legna in pezzi, deve avvenire in un luogo coperto, soleggiato e ben aerato per favorirne l’essiccazione finale (per ottenere una legna ben secca, ad umidità del 15 - 20%, è necessario che questa resti in catasta all’aperto per almeno due anni). È interessante notare che il potere calorifico del legno, a parità di umidità relativa, varia pochissimo con il variare delle specie (è un po’ più alto nel caso delle conifere perché contiene resina): oltre al potere calorifico è importante la densità (peso per unità di volume): buone sono le specie con legno denso. Visto che i nostri apparecchi termici solitamente hanno un volume limitato per contenere la legna, le specie con legno più denso offrono una legna che permette di effettuare cariche che durano più a lungo.
ABETE BETULLA FAGGIO QUERCIA PINO
KCAL/KG 3900 3750 3450 3600 3800
KWH/KG 4,5 4,3 4 4,2 4,4
KJ/KG 16250 15500 1440 15100 15800
IL “POTERE CALORIFICO” del legno è elevato: bruciato nei moderni apparecchi termici che hanno rendimenti pari all’80 - 85%, comparabili a quelli degli analoghi apparecchi a gasolio ed a gas naturale, con 2,8 kg di legno secco si sostituisce 1 kg di gasolio (che ha un potere calorifico di 11.87 kWh/kg) e con 2,3 kg di legno secco si sostituisce 1 m3 di gas naturale (che ha un potere calorifico di 9,59 kWh/m3) per un notevolissimo risparmio di combustibile. I moderni apparecchi termici a legna oltre ad essere caratterizzati da un elevato rendimento energetico, hanno basse emissioni (paragonabili a quelle del gas naturale) e una grande praticità d’uso. Per il riscaldamento delle abitazioni si possono utilizzare stufe, caminetti, caldaie, dotandoli di sistemi di adduzione del calore a distanza (impianti ad aria o ad acqua che distribuiscono il calore in più stanze o nell’intera abitazione): - i termo caminetti ad aria, attraverso semplici canalizzazioni, riscaldano più ambienti costituendo un vero e proprio impianto alternativo a quello termico. I termo caminetti ad acqua si integrano perfettamente con l’impianto termico esistente dell’abitazione, dialogano con la caldaia a gas, metano o gasolio e funzionano alternativamente in modo totalmente automatico. I termo caminetti più evoluti si differenziano da quelli di vecchia generazione, perché hanno camere di combustione ermetiche, sistema di doppia combustione, controllo elettronico proporzionale dell’aria di combustione primaria, doppio giro fumi per aumentare lo scambio termico, radiocomandi e centraline elettroniche di ultima generazione per la gestione delle varie funzionalità: tutto ciò fa dimenticare i consumi elevati dei vecchi caminetti, pur non rinunciando quando si vuole, alla classica cottura alla brace, pratica non compromessa in questo tipo di apparecchiature di ultima generazione.
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in città
Ottobre 2010
zOOM/1. Tra i 46 articoli del regolamento di polizia municipale ce ne sono alcuni di singolari
viaggio nella giungla dei divieti urbani il documento, che fu varato dalla precedente amministrazione comunale, prevede sanzioni per chi sbatte tappeti e tovaglie o per chi non segnala la vernice fresca. ma anche per gli strilloni e per chi pettina gli animali in pubblico Gianni Carpini
“A
ssicurare la serena e civile convivenza”. È questo il fine dichiarato del regolamento di polizia urbana del Comune di Firenze. Ma accanto alle più condivisibili norme di buon comportamento, il testo che racchiude le regole per il “galateo cittadino” riserva alcune sorprese. Scorrendo i 46 articoli del documento, frutto del lavoro della passata amministrazione comunale, si trovano singolari divieti. Dalle norme contro chi causa “l’emissione di polveri” sbattendo tappeti e tovaglie fino alle sanzioni contro chi stende i panni senza tener conto del “decoro cittadino”. E le multe possono essere salate. Dare da mangiare ai piccioni, ad esempio, può costare caro: da 80 fino a 500 euro. All’articolo 15 il regolamento vieta infatti di “somministrare qualunque tipo di alimento ad uccelli e in particolare a piccioni presenti allo stato libero sul territorio comunale”. Allo stesso modo è proibito lasciare nei luoghi pubblici cibo per animali, gatti compresi. Il capitolo dedicato agli amici a quattro zampe è lungo. Non si possono strigliare gli animali in luo-
ghi pubblici oppure far bere i cani direttamente dall’erogatore delle fontane. Attenzione poi a stendere la biancheria. Per preservare il decoro degli edifici, l’articolo 20 del regolamento prevede multe sempre da 80 a 500 euro per i panni stesi nelle zone dei palazzi che sono visibili dal suolo pubblico. Stessa sorte per oggetti posti sulle finestre e sulle terrazze che causino la “diminuzione del decoro dell’immobile”. L’articolo 11, dedicato alle “cautele per oggetti sospesi, liquidi e polveri”, sanziona inoltre chi causa la “caduta di terra o l’emissione di polveri, anche sbattendo tappeti, tovaglie e simili”. Una regola che vale nei luoghi pubblici e in quelli privati. Gli sbadati che si dimenticano di segnalare ai passanti la recinzione verniciata
Dare da mangiare ai piccioni può costare dagli 80 ai 500 euro
di fresco rischiano una multa da 25 a 500 euro (art. 8). Medesima sanzione è riservata per la sosta selvaggia, non delle macchine, bensì delle biciclette: il regolamento, con l’articolo 4, proibisce di lasciare le bici legate elementi di arredo urbano come le panchine, se recano disagio alla circolazione, o alle recinzioni a protezione dei monumenti. È vietato inoltre lavare i veicoli in luoghi pubblici (art. 15), mentre buttare un mozzicone di sigaretta a terra può costare 160 euro (art. 14). Esistono regole anche per i negozi. Secondo il regolamento pulire le vetrine e le soglie delle attività commerciali è contro il decoro urbano, almeno nella fascia oraria che va dalle 10 alle 20. Lo stabilisce l’articolo 16. Banditi gli “strilloni”: coloro che vendono merci o servizi “con grida o con altri comportamenti molesti” possono essere multati (art. 15). Infine le norme sul volantinaggio: mentre è ammesso distribuire volantini alle persone, a patto che non si disturbi la circolazione “anche dei pedoni”, non è consentita la diffusione di depliant sui veicoli in sosta, sulle soglie e sui gradini davanti ai marciapiedi e alle aree pubbliche (art.37).
L’iNtervista Parla l’assessore comunale al decoro urbano, Massimo Mattei
“Esiste prima di tutto una legge non scritta che è il buon senso”
A
lcune delle norme del regolamento di polizia urbana sono singolari, ma come vengono applicate in concreto dalla polizia municipale di Firenze e in particolare da questa amministrazione comunale? Il documento, approvato nel luglio del 2008, è frutto del lavoro della passata giunta e di Graziano Cioni, l’allora assessore alla sicurezza e vivibilità urbana, ribattezzato dai giornali “l’assessore sceriffo”. La norma che vieta di stendere i panni sulle facciate visibili dal suolo pubblico, ad esempio, può lasciare perplessi. “Esiste una legge non scritta che è il buon senso – spiega l’asses-
sore comunale al decoro urbano Massimo Mattei – che ci sia anche un regolamento che permetta in certi casi di poter intervenire è qualcosa, credo, di positivo”. Ma quali sono questi casi particolari? “Nessuno vuol sanzionare la massaia che fa la lavatrice e che nelle ore di sole invernali mette fuori la biancheria – precisa Mattei – al contrario, se un cittadino stende i panni su una delle facciate dei palazzi in via Tornabuoni, o nelle strade più importanti della città, credo che debba avere una maggiore attenzione”. Un’applicazione “elastica” del regolamento, che invece non precisa a quali
vie si applichi il divieto. Il numero maggiore di verbali non è arrivato per la biancheria stesa, ma per i casi legati più da vicino al decoro. “Contro il degrado, sono state elevate multe per le deiezioni canine”, spiega Mattei. Stando all’articolo 12 tutti i proprietari di cani sono infatti obbligati a raccogliere gli escrementi lasciati da fido sul suolo pubblico. “Ci sono state multe anche per altri comportamenti poco consoni – prosegue l’assessore - come sigarette buttate a terra e per il rumore eccessivo. Si tratta di atteggiamenti non conformi al /G.C. rispetto necessario in una comunità”.
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in città
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zOOM/2. Cronistoria del monumento preferito dai “tuffatori clandestini”. Di ogni nazionalità
La (dolce) vita del biancone preso d’assalto Prima dello show del disturbatore televisivo Gabriele Paolini la fontana di piazza della signoria ha “ospitato” turisti accaldati, esaltati in cerca di fama e perfino un cane. multato di 160 euro Francesca Puliti
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on sarà colpa di Fellini, ma da quando Anita Ekberg e Marcello Mastroianni si sono cimentati nel bagno che li ha resi celebri è stato un continuo di imitazioni. Ogni città ha la sua Fontana di Trevi e la nostra personale è meglio nota come fontana del Biancone. La statua di Nettuno, con il suo contorno di cavalli, è stata scelta come vittima prediletta degli assalti da parte di turisti accaldati, ma anche di esaltati e comuni vandali. Sarà per quella sua vicinanza con il Palazzo del potere, o per la “comodità” con cui ci si può saltare dentro, o perché il Biancone, con il suo nomignolo affettivo, è diventato un po’ il simbolo della fiorentinità. L’ultima invasione di campo è avvenuta alla fine di agosto e più che un semplice bagno rinfrescante è stato uno show, ad opera del “disturbatore televisivo” Gabriele Paolini. Interdetto da Roma, dove imperversava attorno ai luoghi della politica importunando i giornalisti pur di entrare nell’inquadratura video, Paolini ha fatto rotta su Firenze, per combattere la sua personale battaglia contro la tessera del tifoso negli stadi. Si è spogliato ed è entrato nella vasca, munito di megafono. Ma lo spettacolo è durato poco, il tempo di raggiungere la fontana da parte dei vigili e di staccare una multa da 160 euro al contestatore. Questa l’ammenda prevista dal regolamento, in caso di tuffi nelle fontane pubbliche. La stessa cifra era già stata contestata l’estate scorsa a una coppia di giovani ameri-
cani, che si erano “fregiati” di una simile prodezza davanti a tre ragazze loro connazionali, rimaste ad osservare la scena da “bordo piscina”. Qualche mese fa era stata la volta di un quindicenne russo, per il quale aveva pagato il capocomitiva che accompagnava un gruppo di adolescenti in gita. La sanzione da 160 euro, in verità, è stata attribuita anche al padrone di un cane che, sul finire di un torrido agosto 2010, ha osato abbeverarsi ai piedi del Biancone. Ma il mondo degli animalisti si è mobilitato in favore di Pedro e del suo amico a due zampe, che nel mentre aveva scritto a sindaco e giornali locali. D’altronde il complesso scultoreo dell’Ammannati è stato vittima negli anni di attentati ben più gravi di quelli che può sferrare un cocker. Nel settembre 1989 qualcuno si mise a saltare sulle zampe posteriori di due dei cavalli, complici la notte e la scarsa vigilanza. Due anni più tardi un uomo barbuto in mutande si arrampicò fin sopra la testa del buon vecchio Nettuno per assestargli dei colpi sulla corona. Nel gennaio ’97, invece, alcuni vandali mandarono in pezzi l’orecchio di un cavallo e a giugno dello stesso anno venne spezzata una zampa. L’ultimo attacco diretto a danneggiare la fontana risale al 2005, quando tre ragazzi, nottetempo, staccarono addirittura una mano al dio di marmo. Da allora la sorveglianza ha fatto grossi passi avanti: non solo telecamere, ma sensori di movimento. Anche gli aspiranti Ekberg-Mastroianni sono avvertiti.
i PreCeDeNti Dal David preso a martellate alle statue della Loggia dei Lanzi aggredite nottetempo
Anche benigni vittima dei vandali. Prima dell’allarme intelligente
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e il Biancone svetta in classifica come il più martoriato dagli assalti, molti altri monumenti solidarizzano con lui, anche se nessuno è in grado di insidiargli il primato. Pare che piazza Signoria sia una specie di calamita per i malintenzionati nei confronti delle opere d’arte. Sotto la Loggia dei Lanzi, museo all’aperto che incanta milioni di turisti e non, hanno subito danni sia il Ratto di Polissena che quello delle Sabine. L’ultima “bravata” risale allo scorso marzo, quando qualcuno si accanì sulla scultura di Pio Fedi staccandole tre dita. Ma Polissena era già stata colpita un paio di volte dal ’71 in poi.
Cinque anni fa è tornato a farsi vivo anche lo sfregiatore di capolavori più noto d’Italia, Piero Cannata, colui che prese a martellate un piede del David di Michelangelo. Nel 2005 gli è “bastato” disegnare una croce celtica con lo spray sulla lapide che ricorda il punto dove venne arso Savonarola, sempre in piazza Signoria. A novembre dell’anno scorso Pier Capponi, che vigila sul loggiato degli Uffizi, ha subito l’amputazione di un piede. Solo qualche mese fa perfino Roberto Benigni è caduto vittima dei vandali: la sagoma che lo raffigurava, in mezzo ad altri 14 grandi fiorentini, di fronte alla Fortezza, è stata
spezzata in due. Proprio alla vigilia dell’entrata in vigore di un sistema di sorveglianza dotato di telecamere intelligenti, in grado di attivare lo zoom sul volto dei trasgressori non appena i sensori rilevano un’invasione. Il sistema, abbastanza evoluto da distinguere i movimenti delle persone da quelli degli animali (dunque non pericolosi), è costato 45mila euro e faciliterà enormemente il compito di identificazione dei tragressori, nello sfortunato caso in cui simili atti si ripetano. A scanso di equivoci, le telecamere “furbe” sono già state installate anche /F.P. in piazza Signoria.
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sanità
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Il PUNtO. Mancano ancora i dati definitivi, ma per il momento poco sembra essere cambiato
Pillola abortiva, nessun picco di richieste Lo scorso anno gli aborti effettuati con il metodo definito “farmacologico” o “medico”
dico curante o ginecologo una richiesta di interruzione. Per ottenerla serve presentare un documento di identità e un’ecografia o un test di gravidanza positivo fatto in laboratorio. Per l’aborto “medico” è quindi necessario che la donna firmi un consenso dopo aver letto un’informativa. A somministrazione avvenuta la donna può lasciare l’ospedale salvo complicazioni, ma resta sotto la responsabilità della struttura dove l’interruzione di gravidanza è avvenuta.
sono stati 857 fra toscana, emilia, marche, Puglia e la provincia autonoma di trento: meno dell’un per cento del totale delle interruzioni di gravidanza Ilaria Esposito
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ata la complessità della vicenda che riguarda la pillola abortiva RU-486 e l’ampio dibattito politico che l’ha accompagnata, è utile fare il punto su quello che all’atto pratico è cambiato per le donne che decidono di ricorrere a questo metodo di interruzione volontaria della gravidanza. Da quasi un anno a Firenze, in Toscana e in tutto il Paese l’aborto farmacologico è un metodo abortivo ordinario. In realtà, già nel 2005 era possibile in tutta la Regione somministrare il mifepristone, principio attivo contenuto nella pillola RU486, in via sperimentale. All’inizio di dicembre 2009 le cose sono cambiate. La commercializzazione del farmaco è stata autorizzata: le donne possono scegliere di interrompere la gravidanza col tradizionale metodo chirurgico o con quello che viene definito “farmacologico” o “medico”. Da luglio di quest’anno, in Toscana è anche possibile procedere all’assunzione della RU486 senza ricoverarsi, in solo regime di day-hospital. Non è semplice, per adesso, ottenere un dato complessivo certo sulla quantità di scatole di Ru-486 che gli ospedali fiorentini hanno ordinato da aprile a oggi. Nel primo mese di commercializzazione, secondo un’indagine di Adkronos salute, sono state 318 le scatole di medicinale ordinate in Toscana. Nel 2009, come si legge nella relazione 2010 del Ministero della salute sull’attuazione della legge 194/1978, gli aborti effettuati con metodo farmacologico furono 857 fra Toscana, Emilia Romagna, Marche, Puglia e la provincia autonoma di Trento: lo 0,7 per cento del totale delle interruzioni di gravidanza avvenute nello stesso anno. Una percentuale abbastanza bassa, che non si può attribuire al fatto che il farmaco allora venisse somministrato in regime sperimentale, almeno fino a quando non saranno disponibili dati sulla richiesta del medicinale da parte delle aziende ospedaliere e delle donne nel periodo successivo la sua commercializzazione. Nonostante i cambiamenti, per l’assunzione della pillola abortiva restano fermi alcuni punti: non è possibile ricorrere alla pillola oltre i 49 giorni dall’inizio della gravidanza, e il medicinale non si trova in farmacia. La somministrazione è riservata alle realtà ospedaliere. L’iter per chiedere di interrompere una gravidanza resta lo stesso: è necessario domandare a un consultorio ostetrico, al proprio me-
Da luglio nella regione si può fare anche in day hospital
L’iNtervista Parla il professor Scarselli
“Il numero di domande non è molto variato”
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egli ospedali fiorentini si affronta il tema “pillola abortiva” con molta cautela. Ne parla il professor Gianfranco Scarselli, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi. Quante confezioni sono state ordinate da aprile a oggi e quante nel periodo in cui in Toscana il medicinale non si somministrava in regime ordinario? Presso la AOUC, da aprile a oggi sono state impiegate una trentina confezioni. Prima di aprile non è stata ordinata e impiegata alcuna confezione. Cosa è cambiato da prima della commercializzazione? L’approvvigionamento del farmaco è semplice, come quello di tutti gli altri farmaci. E’ sempre disponibile, senza richiesta nominale. In passato, pur non avendo avuto richieste, la difficoltà era legata al fatto che il farmaco doveva essere ordinato in Francia per ogni singola paziente che ne faceva domanda. Le pazienti lo richiedono espressamente? C’è stato un incremento negli aborti? Il ricorso all’aborto farmacologico, nella maggior parte dei casi, parte come richiesta della stessa paziente. Il numero totale di richieste di interruzioni di gravidanza (aborto farmacologico e aborto chirurgico) non è molto cambiato rispetto al passato. La percezione che si ha è che la quota di donne che oggi ricorre all’aborto farmacologico in passato ricorresse all’aborto chirurgico. Quali sono i pro e i contro dell’aborto farmacologico? I pro sono costituiti dal mancato ricorso alle procedure chirurgiche, anestesia inclusa, in oltre il 90% dei casi, e dalla opportunità di abortire a basse epoche gestazionali. Però i tempi di induzione dell’aborto sono più lunghi (3 giorni circa) rispetto all’intervento che dura 5-10 minuti. Il sintomo di dolore ed emorragia è molto più accentuato di quello dell’aborto chirurgico e ci sono dei criteri di esclusione dalla procedura farmacologica.
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l’INDAGINe/1. Una ricerca fotografa la percezione che gli abitanti hanno del capoluogo
Firenze? Una città piena di bella gente il rapporto ispo racconta quali sono i luoghi del cuore
Andrea Tani
dei fiorentini (neanche a dirlo, vince il Duomo) ma anche
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i loro giudizi sui concittadini, dipinti come simpatici, allegri, furbi e comunicativi. e pure un po’ sbruffoni, però...
rte e bellezza che rapiscono in ogni piazza, ogni monumento, panorami mozzafiato, campagne da cartolina e una cucina celebrata come la migliore del pianeta. Abitare a Firenze, senza nulla togliere al resto del mondo, è una bella fortuna. E i cittadini lo sanno: il 65 per cento dei residenti in provincia dichiara infatti di vivere bene nella città
La Notizia In 900 contro il degrado
E sono arrivati anche gli “angeli”
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addove imperversano l’incuria e il degrado, e nemmeno uno sforzo terreno basta a riportare ordine e pulizia, serve allora il tocco di un angelo. Meglio ancora, di 900 angeli. Tanti sono i volontari che già si sono fatti avanti per ripulire strade, cancellare scritte dai muri, sistemare aiuole: dallo scorso 25 settembre sono operativi a Firenze gli “Angeli del bello”, “truppe” antidegrado nate per volontà del sindaco Matteo Renzi. Centri commerciali naturali, centri anziani, associazioni di vario tipo e università americane hanno già aderito al progetto, insieme ad altre 53 associazioni e più di 130 singoli cittadini. Armati di scopa e agghindati con pettorina, cappello e braccialetti bianchi e rossi, gli “Angeli” hanno iniziato la loro missione durante l’ultima giornata di “Un bacione a Firenze”. Con le squadre del decoro è nata anche una fondazione senza fini di lucro, che provvederà alla copertura assicurativa dei volontari e costituirà uno staff di coordinatori in grado di dirigere la parte logistica e quella organizzativa. Sarà proprio la fondazione l’organismo incaricato di raccogliere fondi per le attività straordinarie. I soci fondatori sono Quadrifoglio spa e l’associazione Palazzo Strozzi, che hanno contribuito entrambi con 50mila euro, ma l’adesione è aperta a tutti. Si può partecipare come socio sostenitore (privati, imprese o associazioni che contribuiscano con un minimo di 500 euro), socio partecipante (associazioni che promuovono al loro interno azioni di decoro urbano), o semplice volontario, versando un contributo annuo di 5 euro per tesserino e assicurazione. Graffiti, cartacce, erba alta e mozziconi hanno le ore contate, ma la speranza è che l’esempio degli Angeli riesca a risvegliare il senso /A.T. civico di tutti.
del giglio e nei suoi dintorni. Un legame con il territorio ancor più saldo di quello con l’intero Paese: soltanto il 39 per cento degli intervistati ritiene che in Italia si viva bene, anche se il 56 per cento si sente orgoglioso di essere nato nel Belpaese. I motivi del successo fiorentino? Primo fra tutti, ovviamente, l’enorme patrimonio artistico e culturale, il vanto più grande per il 46 per cento degli intervistati: basti pensare al centro storico di Firenze, con le sue piazze e i monumenti (al primo posto per l’8 per cento), al Duomo (in testa per un altro 8 per cento), a Palazzo Vecchio (6 per cento), Piazzale Michelangelo (5 per cento) o al Ponte Vecchio (5 per cento). Molto amati anche piazza della Signoria (4 per cento), San Miniato al Monte (4 per cento), la Galleria degli Uffizi (3 per cento) e la cupola del Brunelleschi (3 per cento). C’è chi invece preferisce la natura e i paesaggi del Chianti e dell’ambiente rurale (il 16 per cento dei cittadini), chi è più legato all’Arno (il 3 per cento) e chi si inorgoglisce ogni volta che siede a tavola: il 7 per cento mette infatti al primo posto i piatti tipici della nostra tradizione culinaria. Così i cittadini si sono raccontati all’istituto Ispo del re dei sondaggisti Renato Mannehimer, per la ricerca demografica “L’identità degli italiani” commissionata da Seat Pagine Gialle. Dovendo scegliere un simbolo per rappresentare Firenze e il suo territorio nel mondo, la preferenza ricade, per il 13 per cento dei cittadini, sul Ponte Vecchio. Seguono Palazzo Vecchio (12 per cento), la Cattedrale di Santa Maria del Fiore con la sua piazza (11 per cento), le vie e le piazze del centro storico in generale (10 per cento). Molti fiorentini (il 13 per cento) pensano invece che il miglior ambasciatore della città debba essere qualcuno dei loro più illustri concittadini, a partire da Dante Alighieri. Già, perché al di là delle eccellenze artistiche, a far le fortune della provincia è anche chi la abita: gente simpatica, secondo il 15 per cento degli intervistati, e creativa, secondo l’11 per cento. Tra gli altri pregi che i fiorentini si riconoscono ci sono l’essere estroversi (9 per cento), allegri (8 per cento), furbi (8 per cento) e comunicativi (7 per cento), ma anche colti e operosi (entrambi al 6 per cento). Il loro peggior difetto è invece la chiusura mentale (che infastidisce il 22 per cento), seguita dal provincialismo (15 per cento) e l’essere presuntuosi e sbruffoni (13 per cento). Altri trovano più sgradevole la maleducazione (7 per cento) e lo scarso senso civico (6 per cento). Nel complesso i cittadini appaiono soddisfatti, e se c’è qualcosa di vero nello stereotipo del fiorentino brontolone, sempre pronto a criticare ogni cambiamento della sua città, è forse perché in fondo vuole troppo bene alla sua Firenze.
Per il 13 per cento degli intervistati il vero simbolo è Ponte Vecchio
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l’INDAGINe/2. Secondo un sondaggio dell’Aidaa vengono spesso “banditi” da uffici pubblici e negozi
ma i cani intanto “aspettano fuori” Giulia Righi
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llora s’è detto. Firenze è bella da morire. È un posto fantastico, dove si mangia benissimo e si ringalluzziscono occhi e spirito guardando i vari Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio, Duomo e via dicendo. Lo racconta il sondaggio qui accanto, lo racconta l’orgoglio con cui il fiorentino doc parla della sua città, sommergendola di aggettivi che finiscono per “issima”. Ma Firenze è anche la casa di un’enorme quantità di quattrozampe. Cani e gatti che hanno la fortuna (?) di abitare nel capoluogo. Sì, ma come ci vivono? Un sondaggio recente condotto dall’Aidaa (Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente) traccia un ritratto non proprio roseo. Il problema, è innanzitutto, italiano. Il nostro paese, infatti, si piazza ultimo nella classifica europea della tolleranza nei confronti dei cani negli uffici pubblici. L’Aidaa ha condotto un’indagine su 2.059 uffici pubblici, controllati nei mesi di
luglio e agosto. Il risultato è che solo 109 hanno accettato a cuor leggero la presenza di cani (in testa Napoli, Palermo e Reggio Calabria). Firenze, invece, rientra nel girone delle città che ne fanno divieto assoluto, insieme a Genova, Torino, Roma e Milano. Non va meglio, ancora secondo la stessa associazione, se ci si sposta nel campo dei negozi privati. E qui Firenze fa un po’ da fanalino di coda, perchè invece la situazione a livello italiano è decisamente migliorata e pare che il cartello “divieto di accesso ai cani” stia finalmente scomparendo. Da un controllo effettuato su 3.500 negozi sparsi nelle maggiori località turistiche, è infatti emerso che solo 694 esercizi mettono Fido al bando. E questo vuol dire che, rispetto a cinque anni fa (quando fu condotta la stessa ricerca) le cose sono decisamente migliorate, con un incremento del 76 per cento dei negozi pet-friendly. Ma, si diceva, secondo le osservazioni dell’Aidaa, Firenze non ha tenuto il passo
Gli studi dell’associazione italiana per la difesa di animali e ambiente rivelano che spesso i quattrozampe non sono graditissimi. va meglio se sono “turisti”
cURIOsItÀ. Attivo uno sportello legale dedicato
Per loro un tribunale ad hoc
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ppure i diritti degli animali, fortunatamente, hanno tantissimi paladini. A Firenze sono molte le associazioni che si occupano di cani e gatti senza una casa e della tutela dei loro interessi. Tra le iniziative più particolari c’è addirittura un tribunale ad hoc, sostenuto dall’Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente. Si tratta di un servizio gratuito di consulenza legale, operativo anche a Firenze, al quale si può rivolgere chiunque abbia questioni da risolvere, dubbi o il semplice bisogno di un consiglio sul proprio animale, domestico ma anche selvatico. L’intervento si può chiedere sia on line, indirizzando una mail a tribunaleanimali@libero.it, sia richiedendo di incontrare di persona uno degli avvocati che collaborano per l’associazione: si può telefonare dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18 al numero 392.6552051. Una volta superato questo primo step, se la situazione lo richiede, si può approfondire la questione e chiedere aiuto allo sportello di conciliazione. Questo servizio ha un costo forfettario di 10 euro, per coprire le spese della pratica, e in questa fase viene convocata anche la controparte, per trovare una soluzione “bonaria”. Infine esiste anche la possibilità di passare
attraverso la camera arbitrale, che implica l’intervento di un giudice e degli avvocati: per tutte le informazioni in merito ci si può rivolgere all’avvocato individuato dall’associazione. Anche chi ha problemi con il condominio – fatto non troppo infrequente – può richiedere la consulenza dell’associazione: in questo caso occorre inviare una mail a animalincondominio@libero.it, che garantisce risposta entro dieci giorni dal ricevimento della segnalazione. Lo stesso servizio funziona anche telefonicamente, tutti i giorni dalle 10 a mezzogiorno al 347.8883546. Per qualsiasi informazione sulle attività dell’associazione, infine, si può visitare il sito internet www.aidaa. /B.S. net.
delle altre città e oggi, nel nostro capoluogo, è ancora alto il numero di negozi in cui campeggia il cartello di divieto d’accesso. Insieme a noi, la maglia nera la prendono Roma, Venezia e Rimini. E queste, comunque la si veda, non sono propriamente belle notizie, anche se sicuramente ci saranno moltissime eccezioni ed
esercenti più ospitali. E neppure è bello sapere che in Toscana ci sono 41mila cani randagi (stima Aidaa): quasi il triplo rispetto all’Emilia Romagna. Infine, va meglio – prendiamola come consolazione – sotto un altro aspetto. E cioè sul fronte del turismo “pet friendly”: la nostra regione si piazza seconda (subito dopo
il Trentino) in una classifica stilata da TripAdvisor. Il popolare sito di recensioni di viaggi ha valutato il grado di “ricettività a quattrozampe” dei luoghi esaminati e ne è emerso che il 15 per cento dei votanti ha dato la sua preferenza alla Toscana come meta vacanziera in cui andare con Fido.
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Ottobre 2010
l’iniziativa
Il cONcORsO. Tantissimi i partecipanti al premio fotografico. E la fantasia non è certo mancata
“zoom-ma Il reporter”, vince l’Egitto
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hi l’avrebbe mai detto che un giorno Il Reporter sarebbe arrivato fino ai piedi delle Piramidi? Invece l’ha fatto la scorsa estate, ed è proprio questa fotografia (intitolata “Il Reporter... l’unico giornale dei Faraoni!”) che ha vinto il concorso “Zoom-ma Il Reporter”, valsa al suo autore, Tommaso Grassi, una macchina fotografica Canon Powershot G11. Ma il nostro giornale non si è limitato a visitare soltanto l’Egitto, e ha viaggiato molto, moltissimo, in lungo e in largo per il mondo. Insieme a voi. Grazie a voi. Sono stati tantissimi, infatti, i partecipanti al concorso organizzato dal nostro giornale, e la fantasia non è certo mancata: c’è chi ha portato Il Reporter alle Galapagos, in mezzo a uccelli affamati, e chi nei paradisi del Madagascar; chi l’ha condotto alla conquista della Muraglia cinese e chi a due passi da un geyser; chi sulla cima di un monte in una sperduta isola greca e chi l’ha sfogliato al tramonto di Marsa Alam, sul Mar Rosso. Ma anche in molti,
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moltissimi altri luoghi, impossibili da elencare tutti, è stato quest’estate il nostro giornale, grazie a voi che l’avete messo in valigia e portato alla scoperta del Globo. Al secondo posto del nostro concorso è arrivato Gianluca Pierro, che ha deciso di puntare tutto su Il Reporter nel regno del gioco (Las Vegas), vincendo una Samsung ST5000, al terzo posto Mauro Innocenti, che è riuscito a far leggere il nostro giornale addirittura a... un cinghiale (per lui una Samsung ST60). Al quarto posto si è classificato “A ggiro”, al quinto “Con Il Reporter a casa è tutta un’altra musica”, al sesto “3000 m e 3 cime (di Lavaredo)”, al settimo “Verso il rifugio Firenze”, all’ottavo “Caldo... no grazie. Io Marmolada”, al nono “MaRe...porter” e al decimo “Insieme in Camargue”. Ai loro autori, e a tutti gli altri partecipanti, i nostri complimenti e il nostro ringraziamento. In questa pagina pubblichiamo le tre fotografie vincitrici di “Zoom-ma Il Reporter”, in quella a fianco una selezione degli scatti che hanno partecipato al concorso.
Terza classificata: “Anche i cinghiali leggono Il Reporter”
l’iniziativa
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Alle galapagos... la fame è brutta!
il reporter conquista la muraglia
sulle isole del madagasca r
il geyser e reporter
saudade de il reporter... jericoacoara brasil
in grecia, a un passo dagli dei
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mobilità
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PARcheGGI. Scattano il prossimo mese le novità introdotte dalla delibera approvata dalla giunta
sosta, la “rivoluzione” di novembre Ivo Gagliardi
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osta, scatta la “rivoluzione”. Dal prossimo 1° novembre, infatti, cambia tutto, dopo l’approvazione da parte della giunta comunale, nelle scorse settimane, della riorganizzazione di Zcs e Ztl. Tante le novità in arrivo, a partire dalla riduzione dei settori della Zcs (zone a sosta controllata) che da quattordici diventeranno cinque. Tradotto,
iL PiaNo Revisione per i permessi
ztl, i settori diventano due
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ovembre non porterà con sé soltanto la rivoluzione delle Zcs. Il piano approvato dalla giunta di Palazzo Vecchio include infatti novità anche per quanto riguarda la Ztl, ovvero la zona a traffico limitato. Anche in questo caso è prevista una riduzione dei settori, che passeranno dagli attuali cinque a due. Se per il settore A non sono previsti cambiamenti (tutto resterà come prima), le novità riguarderanno i settori B, C, D ed E, che saranno unificati in un unico, e più grande, settore: il “nuovo” B. Coloro che ne possiedono il contrassegno potranno dunque circolare (e sostare) all’interno di tutto il settore “allargato”, senza alcuna limitazione, mentre continueranno a non poter accedere al settore A. Ma, nelle intenzioni del Comune, la riorganizzazione della Ztl sarà anche l’occasione per la revisione di tutte le autorizzazioni, che scatterà ad anno nuovo. Entro febbraio, infatti, saranno completamente riviste le regole per l’accesso alla zona a traffico limitato (con l’individuazione di nuove categorie di autorizzati), e insieme saranno rivisti tutti i permessi attualmente rilasciati. Una particolare attenzione sarà posta nei confronti dei circa quattromila permessi collegati alle autorimesse private presenti all’interno del centro storico. L’obiettivo – spiega il Comune – è quello di riportare la Ztl alla sua originaria funzione di moderazione della circolazione nel cuore della città. “Sarà questa l’occasione per verificare le autorizzazioni in vigore per quanto riguarda la Ztl, con l’obiettivo di ridurre i permessi, dove possibile, e di vincolare l’accesso alle effettive necessità”, spiega l’assessore Mattei. Infine, l’intenzione della Giunta è anche quella di procedere all’ampliamento delle aree pedonali nella zona A e lungo le principali direttrici dei percorsi turistici.
saranno (molto) più ampie le aree in cui i residenti potranno parcheggiare liberamente. Delle cinque Zcs, una sorgerà intorno alla Ztl, tra i viali di circonvallazione e l’anello ferroviario, comprendente anche l’Oltrarno, mentre le altre quattro saranno adiacenti alla prima e “ritagliate” lungo i confini dei quartieri. I posti riservati ai residenti saranno sempre contrassegnati dalle strisce bianche, come succede ora. Altra grande novità sarà rappresentata dalla possibilità di abbonarsi alla sosta in una o più Zcs: a poterlo fare non saranno più, come prima, soltanto coloro che si recano in una certa zona per motivi di lavoro (e in orari prestabili), ma chiunque lo desideri e per i motivi più svariati, come ad esempio andare a trovare i familiari. Si potrà scegliere tra abbonamenti mensili o annuali: primi costeranno 50 euro nella Zcs 1 (a ridosso del centro) e 40 nelle altre, con i secondi si risparmieranno due mensilità (i costi, dunque, saranno rispettivamente di 400 e 500 euro). Gli abbonamenti potranno essere acquistati in tutte le rivendite dei “gratta e sosta” presenti
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in città, circa 120, ma il Comune sta pensando di estendere la rete di vendita anche ai comuni limitrofi. E anche le tariffe orarie saranno differenziate, sempre in base alle zone. Ma le novità non finiscono qui: all’interno delle Zcs, infatti, tornerà la sosta gratis. Circa quattromila posti nelle zone periferiche saranno liberi, pensati per incentivare l’interscambio con i mezzi pubblici da parte di chi proviene da fuori città. “Questa riorganizzazione – spiega l’assessore alla mobilità Massimo Mattei - consente di semplificare notevolmente sia la Ztl che la Zcs a tutto vantaggio dei cittadini: sarà più facile spostarsi all’interno di ciascun quartiere, e verrà garantita una maggiore flessibilità per quanto riguarda la sosta in Zcs, grazie agli abbonamenti che permettono di parcheggiare anche per motivi diversi dal lavoro. Senza dimenticare che, grazie alla politica tariffaria, sarà possibile alleggerire la pressione nelle zone più prossime al centro, favorendo la sosta nelle aree periferiche e l’interscambio con il mezzo pubblico: i posti a sosta libera hanno proprio questo obiettivo”. E il piano ritira fuori anche le strisce viola, ovvero i posti che i cittadini possono affittare (pagando) sotto casa o quasi e che erano stati annunciati circa un anno fa: la nuova delibera, per il momento, si limita a introdurre la possibilità di istituire questa sosta riservata, rimandando però (visto anche il numero limitato di richieste arrivate finora) le decisioni sull’effettiva istituzione di questi posti.
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politica
Ottobre 2010
Il cAsO. Presentato il primo bozzetto del luogo di culto: si apre la discussione
Una moschea “alla Giotto”. Ed è polemica un “collage” tra le basiliche rinascimentali
tadino – siamo ancora molto lontani e a Firenze per una cosa del genere non ci sono nemmeno gli spazi fisici”. Si parla infatti di una struttura da almeno tremila posti, una cifra congrua al numero di cittadini di fede islamica residenti nel capoluogo toscano: se alla cerimonia di chiusura del Ramadan, svoltasi lo scorso settembre alla Fortezza, si sono presentati in cinquemila, si stima che in tutto siano almeno il quadruplo. Ed ecco che inizia il totoluogo: c’è chi tira in ballo nuovamente l’area di Castello, già sovraffollata almeno sulla carta, chi ipotizza la zona di Firenze Sud e chi chiama in causa i comuni limitrofi. Lo ha fatto il vicesindaco Dario Nardella, ricevendo in cambio una serie di no, sempre per problemi di spazi. L’ipotesi, d’altronde, non aveva riscosso neanche l’approvazione dell’imam. “Realizzare la moschea fuori dai confini del comune non avrebbe senso – sottolinea Elzir – tanto vale non farla”. Il progetto, però, sarà probabilmente da rivedere. “Lo troverei brutto anche se si trattasse di una chiesa cattolica – ha dichiarato l’assessore alla cultura Giuliano Da Empoli – avrei preferito una moschea vera. L’architettura si adatta senz’altro ai luoghi nei quali ‘vive’, ma oggi non costruiamo più le chiese come nel Rinascimento”. E anche di questo bisognerà tenere conto.
fiorentine nel progetto avanzato dall’imam izzedin elzir. “ma non ci sono gli spazi fisici all’interno dei confini comunali”: parola del sindaco matteo renzi Francesca Puliti
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i fa presto a dire diritto di culto. Così come si fa presto a salire sulle barricate non appena si passa dalla difesa di un generico luogo di culto alla concreta possibilità di costruire una moschea. Proprio qui, a Firenze, e magari nello stile delle chiese rinascimentali che punteggiano il centro storico. Ce n’è abbastanza per dare il via ad una ridda di polemiche, dentro e fuori Palazzo Vecchio. Tutto è cominciato il mese scorso, quando sulla stampa cittadina ha fatto capolino un bozzetto, neanche troppo preciso, a firma dell’architetto David Napolitano, incaricato dall’imam fiorentino Izzedin Elzir di progettare una moschea che si “mimetizzasse” con lo stile cittadino. Ed ecco il risultato: un edificio principale che sembra (anzi lo è, per dichiarazione dello stesso Napolitano) un collage delle più famose basiliche di Firenze (Santa Maria Novella, Santa Croce e Duomo), affacciato su un cortile interno protetto da una serie di archi a tutto sesto. Infine, due torri, di cui un minareto platealmente ispirato al campanile di Giotto. Inutile dire che questo elemento è quello che ha generato le maggiori levate di scudi, tant’è che lo stesso architetto, nel tentativo di smorzare i toni, ha dichiarato che “il minareto non è fondamentale, se ne può fare a meno”. Ma non si tratta dell’unico problema. Nonostante si sia da sempre dichiarato favorevole a una moschea (“purché chi la desidera se la paghi – ha sottolineato più volte – perché il pubblico fa altre cose: ospedali, asili nido…”), il sindaco Matteo Renzi non si è mostrato particolarmente entusiasta del progetto presentato. Anzi, “per passare dalla teoria alla pratica – ha dichiarato il primo cit-
foCus Borgo Allegri, Sorgane e Poderaccio: al momento è qui che si raduna la comunità islamica
Tre “stanzoni” per pregare. E i fedeli in fila sul marciapiede
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e bastasse una sola parola a generare polemica, quella parola sarebbe probabilmente “moschea”. Basta vedere i commenti che l’hanno accompagnata negli ultimi anni, non solo a Firenze. Non si è ancora placata la querelle attorno all’ipotesi di dare vita a un luogo di culto islamico a Milano, mentre poche settimane fa il progetto di realizzazione di una moschea nei pressi
di Ground Zero ha rischiato di dare vita addirittura a una crisi internazionale, attizzata da un pastore statunitense di dubbia fama che minacciava di dare fuoco al Corano per protesta. In terra toscana, prima della moschea fiorentina, hanno fatto discutere quelle di Colle Val d’Elsa e Greve, contro le quali si sono attivate raccolte di firme ad opera soprattutto della Lega Nord. Che non
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ha avuto difficoltà a reperire cittadini disposti a mettere nome e cognome per la causa, tant’è che il progetto di Greve è stato stoppato sul nascere. A Colle Val d’Elsa, invece, i lavori sono cominciati, con il contributo di alcuni “sponsor” privati, come il Monte dei Paschi di Siena. Ma anche i luoghi di culto islamico fiorentini si sono trovati spesso e volentieri nell’occhio del ci-
clone. Di moschee vere e proprie non se ne può parlare, si tratta per lo più di stanzoni che si aprono alla preghiera settimanale del venerdì. In città ce ne sono tre, a Sorgane, Borgo Allegri e Poderaccio. Lo spazio più grande, quello in Borgo Allegri, è in grado di ospitare circa 400 persone. Poche, in confronto ad una comunità islamica che ne conta circa 20mila, tant’è che più di una vol-
ta i fedeli si sono ritrovati in coda sul marciapiede o hanno disteso all’esterno il tappetino per pregare, generando irritazione tra i “vicini di casa”. Presupposti che fanno ipotizzare, nel caso che il progetto di una vera moschea riuscisse a trovare posto sulla mappa cittadina, la più classica reazione “NINGBY” (“Not in my back yard”): ovvero “non /F.P. nel mio cortile”.
politica
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FAvORevOlI. Dalla De Zordo all’arcivescovo Betori
cONtRARI. Lega Nord e Pdl in prima linea
“Una libertà e un diritto “basta provocazioni, prima garantiti dalla Costituzione” un referendum popolare” “É
necessario fare presto e bene, l’amministrazione ha il dovere di agire, di entrare in una logica di rispetto dei diritti della persona fra i quali c’è il diritto inalienabile di culto e di espressione religiosa, come sancito dalle convenzioni internazionali e dalla Costituzione”. Con queste parole Ornella De Zordo, consigliera comunale di Perunaltracittà, ha preso posizione in favore della realizzazione di una moschea sul territorio fiorentino. “Pare incredibile – continua la De Zordo - che la comunità musulmana debba pregare in un ex fondo commerciale privo di ogni dignità come quello di Borgo Allegri”. Ma la lista dei favorevoli è lunga. Pieno sostegno è arrivato prima di tutto da un’altra comunità religiosa, quella valdese. Sull’argomento si era espresso anche l’arcivescovo Betori, alla vigilia dello scorso Natale, ricordando che “la libertà di culto, come la rivendichiamo per i cristiani, è fondamentale per tutti gli altri culti e le altre fedi”. “Le diversità rappresentano uno stimolo per la crescita e per l’integrazione – gli fa eco l’assessore regionale a cultura e turismo Cristina Scaletti (Idv) – si tratta di un elemento di arricchimento per la nostra civiltà, non di una minaccia per la nostra identità”. L’apertura c’è stata anche da parte della giunta comunale, seppur con qualche distinguo. Se nell’immediato il vicesindaco Nardella ha paragonato coloro che fanno muro contro la moschea a chi minaccia di bruciare il Corano per rappresaglia, in quanto a intolleranza, è pur vero che in seguito ha chiamato in causa i sindaci della “cintura fiorentina” per sondare il terreno su un possibile tempio “oltre confine”. Lo stesso sindaco Renzi si è dichiarato fa-
Incredibile che i musulmani debbano utilizzare un ex fondo commerciale senza nessuna dignità
vorevole, in linea teorica, frenando però sul progetto avanzato nello specifico dall’imam fiorentino. “Non voglio fare una discussione
“L’
Ornella De Zordo
Giuseppe Betori
ideologica sulla possibilità di avere una moschea a Firenze. Se i nostri amici musulmani ci presenteranno un progetto – ha dichiarato il primo cittadino – lo valuteremo e ne discuteremo apertamente”. Il fatto di doversi autofinanziare, come ribadito da Renzi, non rappresenterebbe un problema per la comunità islamica. “Grazie alle elemosine – spiega l’imam Elzir - raccogliamo 6mila euro al mese”. E mentre un assessore dietro l’altro si schiera a sostegno del progetto, il sindaco tira le somme usando le parole di un uomo di chiesa: “Mi piace citare la frase di un sacerdote che una volta osservò: ‘Che fastidio dà un uomo che prega?’ Perché sarei davvero felice se, anche nei paesi islamici, fosse ga/F.P. rantita la libertà di preghiera”.
importante è che siamo quasi tutti d’accordo sull’esigenza di una moschea a Firenze; noi vogliamo fare un cammino insieme con la nostra amministrazione comunale, l’obiettivo della comunità islamica è quello di unire la società fiorentina e non dividerla”. Dentro quel “quasi” usato dall’imam del capoluogo toscano e presidente nazionale dell’Ucoii, Izzedin Elzir, ci sta tutto un partito. Anzi, almeno due. Per un Pdl che risponde con il deputato Gabriele Toccafondi “no a chi dice sì ai diritti, ma non ai doveri”, c’è una Lega Nord che “preferisce i campanili ai minareti e lotterà con tutte le sue forze affinché l’Europa, Firenze compresa, non diventi Eurabia”, parola di Marco Cordone. Il consigliere provinciale leghista ha immediatamente sventolato lo spauracchio del referendum popolare sull’opportunità o meno di costruire una moschea a Firenze. E i rappresentanti Pdl in Palazzo Vecchio non se lo sono fatto dire due volte, rimandando al mittente quelle che giudicano provocazioni. “L’imam smetta questo gioco che dura da troppi anni, con cadenza ciclica, sul riproporre una moschea a Firenze – si infiammano Marco Stella e Stefano Alessandri – . Che sia una pura provocazione lo dimostra il fatto che non esiste un progetto, non si è individuata un’area, non si sa con quali soldi costruirla. Invitiamo l’imam – proseguono i due consiglieri – prima di tutto a un confronto serio sui temi religiosi”. Servono, in sostanza, dei punti fermi, prima di poter procedere. E questi punti Bianca Maria Giocoli, ex vicecapogruppo Pdl recentemente passata a Fli, li aveva già messi per iscritto 5 anni fa, in una mozione presentata in consi-
Prima di tutto un confronto serio sui temi religiosi. A partire da trasparenza e condanna del terrorismo glio comunale. “La condanna al terrorismo, la collaborazione con l’intelligence, il contrasto del fondamentalismo, la trasparenza sul centro culturale e sui finanziamenti, e
NENCINI
Bianca Maria Giocoli
Mario Razzanelli
l’uso della lingua italiana soprattutto nelle preghiere più importanti. Per noi – ribadisce la Giocoli - queste sono prerogative pregiudiziali”. “L’islam che parla italiano è l’unico che si può integrare” aggiunge il senatore Pdl Paolo Amato. Anche Mario Razzanelli, l’unico consigliere comunale col fazzoletto verde, sottolinea la necessità di mettere in chiaro prima di tutto alcune questioni culturali. “La nostra religione e la nostra cultura – spiega – non ci permettono di accettare che, nel 2010, possano ancora essere uccise delle persone per un adulterio. Vorrei sapere cosa ne pensa l’imam”. In ogni caso, quel che rimane imprescindibile anche per Razzanelli è la consultazione popolare. Prima della posa /F.P. di una qualsiasi prima pietra.
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consumi
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ecONOMIA. Lungo la strada è rimasto ben poco del periodo d’oro del commercio di pregio
via maggio, l’antiquariato a picco L’oPiNioNe
Simele Kruklidis
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Bandoni abbassati in via Maggio
La crisi ha colpito duro anche in questo settore e una dopo l’altra le botteghe stanno chiudendo: ne è un esempio la storica galleria Boralevi. un tempo la zona era la passerella di numerosi vip a caccia di pezzi unici dell’artigianato fiorentino. Complice di questo tracollo anche la moda del mobilio low cost
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n via Maggio, storica vetrina degli antiquari, sembra di percorrere uno spazio vuoto, dimenticato. Lungo la strada non è rimasta alcuna traccia del periodo d’oro del commercio se non quei mobili pregiati che sbucano dalle vetrine tirate a lucido. In pochi anni, una delle realtà economiche più vivaci della tradizione fiorentina si è annichilita sotto i colpi di scure della crisi economica. Sono infatti numerose le attività che hanno scelto di chiudere definitivamente, mentre altre ancora progettano di farlo entro l’anno. Un tracollo repentino, tutto sommato, poiché negli anni ‘90 la situazione non lasciava trapelare segnali preoccupanti, anzi: si racconta che in zona ci fosse un grande andirivieni di clienti altolocati, di personaggi in vista e attori famosi che di tanto in tanto si fermavano ad acquistare un pezzo unico di artigianato. Oggetti meravigliosi, classici e caldi, ricchi di storia e arte, che oggi invece restano spesso invenduti. Così, per colpa dei prezzi diventati poco accessibili, ma anche un po’ per il gusto comune che negli ultimi tempi tende a soluzioni pratiche e low cost, le prospettive a breve termine degli antiquari appaiono tutt’altro che confortanti: al momento, infatti, con il negozio tradizionale è difficile ottenere i risultati sperati e numerosi commercianti si sono visti costretti a cercare soluzioni alternative. Internet e in particolare la piattaforma di Ebay sono tra i sistemi più usati per aumentare la clientela, sebbene anche in questi
casi non sia così scontato raggiungere esiti positivi. Resistono poi le classiche mostre mercato che, soprattutto al Nord, garantiscono visibilità maggiore. A Firenze, ad esempio, la rinomata Art, mostra internazionale dell’antiquariato, continua ad essere un importante momento di ritrovo, non soltanto per gli esperti del settore che si scambiano mobili e idee, ma anche per clienti assidui in cerca di occasioni: ma persino in queste circostanze non è raro che il ricavato delle vendite faccia pari con le spese sostenute per l’affitto di una piazzola. Già all’inizio dell’anno, con la chiusura della storica galleria Boralevi, non la prima e neppure l’ultima delle attività fallite in via Maggio, si è reso oltremodo evidente un disagio che colpisce non soltanto la categoria, ma tutta la città. Si tratta infatti dell’ennesimo mestiere che in questi ultimi anni si è ritrovato inerme, senza sbocchi. L’ultima speranza, secondo alcuni, può risiedere in un’operazione di riqualificazione della zona, divenuta ormai terreno fertile di sporcizia, graffiti, traffico eccessivo. Non solo i negozianti, ma anche i cittadini chiedono maggiore sostegno da parte dell’amministrazione comunale, per evitare che con la crisi e con il degrado si perda un pezzo di storia fiorentina. E se i più ottimisti intravedono una nuova ripresa già a partire dal 2011, molti altri, invece, temono che i tempi duri non siano ancora finiti: purtroppo, i negozi che minacciano di chiudere ne danno conferma.
Parla Massimo Bartolozzi
“ma sono sicuro che tornerà alla ribalta”
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roprio come quando fu fondato nel lontano 1878, ancora oggi il negozio di antiquariato di Massimo Bartolozzi si trova in via Maggio. Inaugurata dal bisnonno, la ditta ha visto succedersi quattro generazioni, di cui traspare l’esperienza e la professionalità nel settore. Cos’è cambiato negli ultimi anni? Fino a qualche tempo fa la nostra clientela, che era prevalentemente borghese, comprava mobili di antiquariato per arredare l’intera casa: era la moda di allora. Oggi in pochi si possono permettere di azzardare determinati acquisti: lo fa solo una nicchia molto ristretta, che è quella dei collezionisti, appassionati del genere. Gli unici pezzi che si vendono ancora sono quelli più rari, opere che comunicano storia e arte: tutto il resto rimane nei negozi. È per questa ragione che molti antiquari stanno chiudendo. Ma è solo un problema di crisi economica? Di certo è evidente il calo del potere d’acquisto, ma credo sia anche una questione di gusto. Certamente oggi la sensibilità verso l’antiquariato è cambiata. Chi compra da noi lo fa per portare a casa un oggetto unico, un mobile che si distingua dal resto dell’arredamento ultramoderno. Quali sono le strategie usate per continuare a vendere? Prima non avevamo questo problema: via Maggio era frequentata non solo da fiorentini, ma anche da facoltosi clienti, per lo più americani e russi. Attualmente per allargare la propria clientela bisogna purtroppo trascurare il gusto rinascimentale e tipico fiorentino per abbracciare modelli internazionali. Pensa che l’antiquariato tornerà di moda? Dico solo che se avessi qualche anno di meno comprerei oggetti interessanti per metterli da parte. E’ il corso e ricorso della storia. Prima o poi il gusto per l’antiquariato tornerà di sicuro alla ribalta, forse prima di quanto /S.K. immaginiamo.
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OTTOBRE 2010 PERIODICO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARBERINO VAL D’ELSA A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARBERINO VAL D’ELSA - COORDINAMENTO EDITORIALE: UFFICIO STAMPA ASSOCIATO
Editoriale Dall’Africa possiamo imparare. Per la seconda volta sono andato in Zambia a verificare l’andamento del nostro progetto di cooperazione internazionale ma come ogni volta andare in Africa significa fare un tuffo in una realtà molto diversa dalla nostra che non possiamo immaginare senza viverla e che è difficile spiegare con le parole. Quello che è certo è che stando a stretto contatto con la povertà si ritorna arricchiti e questa non è retorica. Perché riusciamo a comprendere meglio la giusta ottica con la quale le cose dovrebbero essere osservate. Molti dei nostri “problemi” non esistono in Africa perché lì le priorità sono altre: innanzitutto l’estrema povertà e quindi la sopravvivenza, il procacciarsi il cibo ma anche la possibilità di curarsi dalle malattie. Solo dopo vengono cose che per noi sono scontate: la scuola, i diritti, ecc. Le persone la mattina si svegliano e non vanno a lavorare: poche hanno questo privilegio ma devono affrontare un compito più difficile; cercare qualcosa da mangiare per sé e per la propria famiglia. Un mestolo di polenta di mais bianco, qualche verdura, un po’ di frutta, talvolta qualche piccolo pesce. Tutto qui. I bambini, quelli fortunati che frequentano la scuola, possono contare su una ciotola di polenta in più. Laggiù la situazione è proprio come viene raccontata nel proverbio “Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, non importa che tu sia leone o gazzella, l’importante è che cominci a correre”. Ed è quello che realmente fanno: devono correre per sopravvivere. Lì vivono in modo precario, con servizi spesso inesistenti; quasi non esistono le automobili, pochissimi hanno una bicicletta o il telefonino, i trasporti pubblici non esistono e per qualunque necessità andare a scuola, dal dottore o per comprare una manciata di farina di mais percorrono chilometri e chilometri a piedi. Così come non esistono assistenza sociale, asili, impianti sportivi. Ci sono poche scuole dove i bambini studiano in classi di 30 - 40 alunni stipati in venti metri quadrati senza banchi e scrivendo con il quaderno appoggiato sulle ginocchia. Mi pervade un senso di colpa se penso a come siamo privilegiati noi che spesso rivendichiamo con forza pretese che viste dall’Africa mi paiono assurde ma delle quali nella nostra vita di tutti i giorni appare impossibile farne a meno. Certamente si tratta di condizioni estreme che dobbiamo cercare di migliorare aiutando quelle popolazioni. Certamente quello non è lo stile di vita a cui aspirare e la povertà in cui quelle popolazioni versano non è un modello da applicare ma certe situazioni devono farci riflettere su quanto sia esasperato ed esagerato nei consumi e negli sprechi il nostro stile di vita. Due condizioni di vita agli estremi: da una parte la miseria profonda e dall’altra lo spreco. Io credo che come spesso accade la giusta misura stia nel mezzo, nella sobrietà. L’Africa ci può insegnare a osservare e non a guardare soltanto e ci può restituire la capacita di dare il giusto peso alle nostre priorità quotidiane. Chi ci è andato e ha vissuto queste realtà è tornato cambiato e quello che fa nel “mondo ricco” lo fa con una coscienza diversa e con maggiore consapevolezza e responsabilità. Il Sindaco Maurizio Semplici Se volete, inviate le lettere alla segreteria del sindaco, all’Ufficio Relazioni con il Pubblico oppure le e-mail all’indirizzo di posta elettronica uff.stampabarberinotavarnelle@gmail.com.
Cooperazione internazionale in Zambia Proseguiranno gli aiuti umanitari
“Il viaggio nello Zambia è un tuffo in una realtà molto lontana dalla nostra, dove le minime necessità con cui loro vivono mettono in risalto quanto ci sia di superfluo nel nostro stile di vita. Siamo tornati arricchiti di un’esperienza molto importante che ci ha gratificato per i risultati che sono stati conseguiti. Sono sempre più convinto che fino a quando guiderò questa Amministrazione dovremo proseguire nei progetti di cooperazione internazionale”. È il commento del sindaco di Barberino Val d’Elsa, Maurizio Semplici, che ha guidato la delegazione che dall’8 al 17 settembre è stata nello Zambia. In particolare, la delegazione doveva verificare il funzionamento della Community School di Solobon (un quartiere di Kafue Estate a una cinquantina di chilometri a sud di Lusaka), inaugurata a febbraio dello scorso anno e realizzata con il contributo del Comune di Barberino, delle associazioni Happy Days, del Circolo Semifonte e di altre organizzazioni di collegamento (Aleimar) e di supporto locale (Parrocchia Holy Saviour di Kafue). La scuola primaria accoglie 211 bambini dai 6 ai 12 anni di età, soprattutto orfani di uno o entrambi i genitori e comunque tutti si trovano in condizioni di grave bisogno. L’istruzione è garantita da 6 insegnanti nei primi 7 anni del ciclo scolastico. L’esame finale è stato superato da oltre l’80% degli alunni con un risultato migliore rispetto a quello ottenuto nelle scuole governative. Il progetto di cooperazione internazionale, iniziato cinque anni fa, è stato anche sostenuto da altri partner: Comune di San Casciano Val di Pesa, ARCI Empolese, Cassia Tours. Rispetto alla visita di febbraio, sono stati realizzati completamente il muro di recinzione perimetrale della scuola, un locale di servizi igienici, una cucina che, assistita da un programma FAO, fornisce giornalmente un pasto ad alunni e insegnanti.
Stanno costruendo un locale che ospiterà un mulino per la macina di granaglie al servizio della comunità e che garantirà un piccolo ricavo a favore della scuola. Il “Gruppo di Coordinamento Progetto Zambia” era costituito da sette persone, tra le quali il sindaco Semplici, Anna Brancaccio, presidente dell’associazione onlus “Happy days” uno dei partner del progetto, Egidio Pastori, in qualità di persona esperta nei rapporti con le autorità zambiane, per la sua lunga presenza in questi territori, Tayu Vlietstra e il regista che realizzerà per conto del Comune un documento video sul progetto di cooperazione internazionale e le fotografie qui riprodotte sono proprio frame del filmato. “I filmati documenteranno la realtà scolastica, la differenza tra scuola governativa e le scuole community organizzate dalle comunità con sostegni privati come quella che è stata realizzata a Kafue” ha commentato il regista Tayu Vlietsra. La delegazione ha portato anche sedici colli di aiuti umanitari, per complessivi tre quintali di materiale donato dai cittadini, dalle associazioni, dagli sponsor e in parte acquistato: erano vestiari, libri in inglese (che andranno a costituire una piccola biblioteca pubblica), materiale di cancelleria e giocattoli. “La popolazione nello Zambia deve confrontarsi quotidianamente con problemi sanitari, con la diffusione dell’AIDS. Molto alti sono il tasso di disoccupazione e di povertà e soltanto il 5% della popolazione ha un’occupazione stabile ma, ciononostante, è uno dei Paesi in Africa ad avere più potenzialità per uscire dalla crisi grazie soprattutto ai giacimenti di rame. Vogliamo ringraziare anche l’ambasciatore dello Zambia a Roma, Andrew B. Banda, che ha contribuito a metterci in contatto con il Governo locale” ha spiegato Egidio Pastori. “Andare in questi Paesi per affrontare i veri problemi contribuisce anche ad aiutarci a risolvere i problemi di casa nostra – ha
2 Lusaka 13 sett. 2010
Per il grande popolo di Barberino Per favore, continuate a relazionarvi con tutti gli esseri umani, vostri fratelli, come state facendo, sostenuti dalla forza del Signore e dal potere dell’AMORE che superano tutto quello che è artificioso. Amate il vostro prossimo come amate voi stessi e fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi. Così avete portato il vostro Sindaco Maurizio Semplici, qui in Zambia e in questo modo la nostra relazione si è fondata su basi molto forti. K.D.KAUNDA 1°Presidente dello Zambia sottolineato Anna Brancaccio –. Vorrei che questo progetto non fosse circoscritto ai soli soggetti partecipanti ma potesse essere diffuso anche nelle scuole, tra i bambini e nelle famiglie”. “Eravamo partiti da qui con un obiettivo ma non avevamo la certezza di poterlo raggiungere e invece l’abbiamo centrato in pieno – ha spiegato il sindaco Semplici –. Volevamo coinvolgere le autorità scolastiche governative nel progetto della scuola affinché sostenessero le spese per stipendiare i docenti così da utilizzare i nostri contributi per realizzare infrastrutture. C’è stata un’ampia disponibilità del ministero dell’istruzione dello Zambia a partecipare non solo al progetto della scuola di Solobon ma anche a tutte le altre cinque community school che si trovano a Kafue. Abbiamo, inoltre, aperto un canale di comunicazione molto importante con il sindaco di Kafue che si è assunto precisi impegni per dare risposte immediate per la scuola di Solobon e ha dimostrato piena disponibilità e quindi aderiranno al patto di partenariato che abbiamo sottoscritto l’anno scorso con la Diocesi di Lusaka. Sugli obiettivi di questo viaggio avevamo già informato la Regione Toscana e la Provincia di Firenze che hanno manifestato apprezzamento per il progetto e speriamo di poterli coinvolgere nello sviluppo dell’iniziativa”. Un altro momento molto significativo della missione è stato l’incontro con il primo Presidente dello Zambia: Kenneth Kaunda, leader dell’indipendenza, figura carismatica del Paese al pari del sudafricano Nelson Mandela, che ha incontrato personalmente la delegazione per ringraziarla. “È stata un’emozione molto forte incontrare una persona così carismatica che tanto ha fatto per l’Africa, che ha determinato la storia del suo Paese. Il Presidente ha scritto nel nostro libro d’onore un messaggio rivolto «al grande popolo di Barberino» ringraziandolo per quello che stiamo facendo per lo Zambia invitandoci a continuare su questa strada che permette di assicurare ai suoi concittadini il diritto allo studio e alla conoscenza, vivendo una vita più dignitosa” ha concluso il sindaco Maurizio Semplici.
3 Unione Comunale del Chianti Fiorentino Eletti Presidente e Consiglio
A distanza di due mesi dalla nascita dell’Unione Comunale del Chianti Fiorentino i Consigli Comunali di Barberino e Tavarnelle hanno eletto i 10 consiglieri e nella prima seduta del nuovo Consiglio sono stati eletti il Presidente e il Revisore dei Conti. Ai 10 consiglieri, come previsto dallo Statuto, si aggiungono “di diritto” i due sindaci. Sestilio Dirindelli è il primo Presidente dell’Unione Comunale e rimarrà in carica un anno, avvicendandosi, alla scadenza dell’incarico, con Maurizio Semplici. I 10 consiglieri eletti sono: a Barberino, Giacomo Trentanovi, Antonella Lanza, Caterina
Meocci (del Gruppo Consiliare “Uniti per Barberino”), Michele Bazzani e Gioietta Bagaggiolo (del Gruppo Consiliare “Obiettivo Comune”) e a Tavarnelle, Anna Canocchi, Manola Coccheri, Alberto Marini (del Gruppo Consiliare “Centro Sinistra per Tavarnelle”), Gabriele Eleuteri e Dino Stefanelli (del Gruppo Consiliare “Lista Civica Insieme per Tavarnelle”). Si tratta del primo atto ufficiale dopo la serata del 21 luglio scorso quando, in piazza dei Barberini a Barberino Val d’Elsa, fu votata a maggioranza la nascita dell’Unione Comunale del Chianti Fiorentino.
Pedaggio sull’Autopalio
Il Consiglio di Stato lo ha bocciato ma l’ANAS insiste Avevamo ragione! Ora possiamo dirlo ancora più forte rispetto a quanto è stato “urlato” lo scorso 2 luglio all’uscita dell’autostrada alla Certosa. La gabella decisa dal Governo per chi percorreva l’autostrada e usciva a Certosa è illegittima e ingiusta. Lo ha stabilito anche il TAR del Lazio accogliendo alcuni ricorsi e poi l’ha ribadito il Consiglio di Stato estendendo la pronuncia a tutti i tratti autostradali nazionali interessati dal provvedimento dell’esecutivo. “Il pedaggio non è dovuto se non si usufruisce dell’infrastruttura” ha motivato il TAR nella sentenza ed è lo stesso principio che era stato sostenuto dai sindaci del Chianti e della Valdelsa e dagli amministratori che il 2 luglio hanno protestato davanti al casello autostradale. “Fare pagare coloro che escono dall’A1 alla Certosa, presupponendo che imbocchino l’Autopalio era una cosa assurda. Per fortuna adesso il TAR ha stabilito che il principio è sbagliato. L’Autopalio ha bisogno di manutenzione, di svincoli, di corsie di emergenza. Va adeguata e non
tassata – ha commentato il sindaco –. Ma la nostra battaglia proseguirà perché nonostante le sentenze della giustizia amministrativa, l’ANAS ha indetto un bando pubblico per l’installazione di porte telematiche”. Si tratta di un appalto di 150 milioni di euro per la fornitura di un sistema di esazione dinamico senza barriere, da installare, su tutto il territorio nazionale, per ogni autostrada e raccordo autostradale in gestione diretta all’ANAS. “È un atto gravissimo che costerà caro ai residenti, ai pendolari, al turismo, a tutte le attività produttive che gravitano nella zona e a tutte le merci che sono trasportate lungo l’Autopalio – ha proseguito il sindaco –. E il conto, salato, come sempre lo pagherà il cittadino”. Oltre al presidio del 2 luglio, i sindaci inviarono una lettera a tutti i parlamentari invitandoli a verificare di persona le pessime condizioni di manutenzione dell’Autopalio prima di votare la manovra finanziaria. Inoltre, i Consigli Comunali di Barberino, San Casciano e Tavarnelle approvarono una mozione contro l’introduzione di questa “ingiusta gabella”.
Pace, legalità e diritti umani La marcia dei bambini
Hanno partecipato gli alunni delle classi dell’Istituto Comprensivo Don Milani, della scuola primaria di Barberino, delle scuole dell’infanzia di Marcialla, Vico e Bustecca, gli insegnanti, le famiglie dei bambini, i sindaci e gli assessori dei due Comuni.
Un lungo, colorato e vivace fiume di bambini martedì 21 settembre ha sfilato per le strade di Barberino, San Donato e Tavarnelle per sostenere la pace, in occasione della “Giornata Internazionale della Pace e dei Diritti Umani” indetta dall’ONU.
Festa del gioco e dello sport Crescere insieme nelle diversità
Tre giorni di giochi e di sport per superare le diversità e le barriere. La “Festa del gioco e dello sport” dall’8 al 10 ottobre si svolgerà nei Comuni di Barberino Val d’Elsa, San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa che hanno organizzato questa prima edizione insieme ai Lions Club Barberino Montelibertas, Firenze Impruneta San Casciano, Certaldo e Mediavaldera Galileo Galilei e a tante associazioni del territorio. Questo il programma dell’iniziativa che comincerà venerdì con la cerimonia di inaugurazione alle 21,00 nell’aula magna della scuola materna di Bustecca a Barberino. Seguirà un incontro aperto al pubblico sul tema della diversità nel mondo dello sport con la partecipazione di esperti, rappresentanti del mondo dello sport, dell’integrazione sociale e della disabilità. Sabato dalle 9,30 nella palestra di Tavarnelle partita di torball su carrozzina, incontro di hokey su carrozzina elettrica e dimostrazione di Akido. Nel pomeriggio la festa si sposta al Parco del Mocale a Tavarnelle con incontri di mini-basket, pallavolo e pallamano, un’esibizione di danza e per finire la cena sociale (è necessario prenotarsi). Domenica mattina la festa prosegue nello stadio di San Casciano dove si svolgeranno il triangolare di calcetto, le gare di tennis da tavolo e la dimostrazione di karate. Il pranzo
IN BREVE A seguito della richiesta da parte dei cittadini di avere maggiore sicurezza nella località Zambra attraversata dalla strada regionale 429 siamo intervenuti con l’installazione di un autovelox, come deterrente contro la velocità eccessiva. Inoltre lo scorso 31 agosto è stato deliberato un intervento per 44.000 euro finanziato in parte anche dalla provincia di Firenze che prevede la realizzazione di un tratto di collegamento pedonale, strisce di
sarà allestito presso il parco La Botte dove nel pomeriggio si svolgeranno le gare di ciclismo, tennis in carrozzina, equitazione e ippoterapia, giochi e animazione. Sempre presso il parco, alle 19,30 è prevista l’estrazione di tre viaggi fra tutti coloro che hanno partecipato alla festa. In caso di pioggia, le manifestazioni all’aperto si svolgeranno nelle palestre di Tavarnelle e San Casciano. Il ricavato della festa sarà destinato a un’associazione del territorio che opera nel settore della diversità. Per ulteriori informazioni telefonare all’URP del Comune di Tavarnelle allo 055/8050824 oppure all’ufficio sport allo 055/8050837.
attraversamento pedonali e il relativo impianto di pubblica illuminazione. Altri interventi saranno previsti nel bilancio 2011.
il corso sabato 6 a Tavarnelle con l�esame finale consistente in una prova teorica scritta e in una prova pratica di degustazione di 5 vini.
Continuano gli incontri per il Corso di Sommelier organizzato insieme ai Comuni di Tavarnelle e San Casciano. “Anche questo è un modo per valorizzare il territorio, perché preparando il consumatore promuoviamo il settore. È utile in tutti i campi avere consumatori consapevoli” ha sottolineato l’assessore alle attività produttive Silvano Bandinelli. Una quindicina sono i partecipanti che termineranno
“Emozioni dal Chianti”, in quattro giorni, ha raccolto in piazza della Repubblica a Firenze quasi 50.000 visitatori. La prima edizione della rassegna è stata organizzata a settembre dai Comuni di Barberino, San Casciano, Bagno a Ripoli e Impruneta ed è stata un’occasione per mostrare le eccellenze del nostro territorio: il turismo, l’architettura, la cultura, l’agroalimentare, l’artigianato. “Esportare le nostre
ricchezze non significa svilire il nostro territorio; piuttosto è stata un’occasione per farle conoscere ancora di più, utilizzando un palcoscenico prestigioso, conosciuto e frequentato da tante persone, non certo una piazza anonima come qualcuno l’ha definita – ha commentato l’assessore Bandinelli –. I risultati lo confermano e ci indicano che questa è la strada giusta da seguire. Occorre collaborare con le altre Amministrazioni e non arroccarsi nella propria isoletta”. Positivi i commenti anche da parte delle 5 aziende partecipanti.
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I gruppi consiliari
Consiglio Comunale Responsabile! Durante la seduta del Consiglio Comunale del 21 settembre sono state discusse due mozioni contrapposte riguardanti l’installazione dell’antenna telefonica in località Bustecca. Quella del gruppo Obiettivo Comune contestava la legittimità urbanistica dell’ubicazione, legittimità ribadita, invece, dal sindaco che ha specificato che la dizione “impianti sportivi”, come spiegato anche dalle norme del CONI, comprende non solo il campo di calcio o quello da tennis o la piscina ma riguarda anche le pertinenze degli stessi impianti e quindi i parcheggi, la viabilità, le strutture di supporto (biglietterie, servizi ecc.). Nonostante queste evidenti differenze di vedute dobbiamo convenire che c’è stato un comportamento corretto e responsabile nella discussione. Non è stato giuocato il tasto dell’allarmismo riguardante la salute pubblica, anche grazie alle notizie fornite con precisione dal sindaco sull’argomento ma unanimemente è stato riconosciuto che essendo tali nuove tecnologie (antenna UMTS) in uso da un tempo ancora troppo breve per poter avere dati certi sulla loro reale influenza sulla salute pubblica c’è bisogno di cautela e precauzione nell’abbracciare l’una o l’altra teoria e occorre, pertanto, monitorarne attentamente gli effetti. Il nostro Gruppo ha proposto di elaborare in commissione ambiente modifiche allo strumento urbanistico che tengano in particolare conto degli aspetti legati alla tutela della salute dei cittadini e dell’impatto paesaggistico e ambientale. Proponiamo anche di ricercare, come peraltro già comunicato dal sindaco, la collaborazione dei gestori della telefonia mobile (Vodafone, TIM, Wind, Tre), per una diversa ubicazione dell’impianto di Bustecca e di destinare una parte degli introiti del canone per finanziare iniziative di educazione ambientale e di informazione della popolazione in merito alla sicurezza degli impianti. Su queste nostre proposte abbiamo registrato con soddisfazione l’astensione del gruppo di opposizione che consideriamo un comportamento responsabile e collaborativo verso i cittadini di Barberino Val d’Elsa. La dimostrazione che sulle questioni importanti il bene comune ha la prevalenza e che la politica fatta bene è quella al servizio del cittadino e non un giuoco delle parti sterile e lontano dai reali bisogni. Gruppo consiliare Uniti per Barberino
Malapolitica contro buona politica L’Italia è un Paese allo sbando. La disoccupazione che cresce, un giovane su quattro è senza lavoro (poi parlano di bamboccioni..). Nel mezzo della crisi l’Italia si permette di restare per mesi senza Ministro dello Sviluppo Economico, quello che dovrebbe lavorare per farci uscire da questa situazione e occuparsi delle vertenze delle aziende in difficoltà. La scuola italiana è un disastro, non in astratto, nella realtà. Le famiglie che hanno i figli a scuola ne sanno qualcosa. Classi che chiudono, accorpamenti, disagi. Cosa dovrebbero imparare i nostri figli e ragazzi in classi in cui vengono ammassati in 32? I più ricchi ricorrono già alle private! E di molto altro ci sarebbe da parlare, partendo dai tagli alla cultura, indispensabile per pensare a un benessere duraturo, fino al degrado morale nella sfera politica. Ministri, Sottosegretari, capi di Partito costretti a dimettersi per fatti gravi, per rapporti poco puliti o per favori in cambio di prestazioni sessuali! Ricordate quello al quale avevano pagato una casa e non lo sapeva? O quello che affidava i lavori ai simpaticoni che ridevano mentre L’Aquila veniva giù per il terremoto? In aggiunta a questo quadro disastroso in questa estate appena finita sono successi due fatti importanti. È stata fatta la manovra economica più ingiusta della storia repubblicana che fa pagare la crisi solo ai più deboli. Lavoratori, pensionati, artigiani, professionisti, gente normale, tutti dalla stessa parte! Non un sacrificio di un centesimo chiesto a chi guadagna oltre 50.000 euro l’anno. Nessuno dei governi di destra o conservatori europei ha agito così. È collassata la maggioranza. Le enormi contraddizioni interne, lo strapotere della Lega, la pressione delle persone sempre più scontente sono finalmente scoppiate. Ma in Parlamento non si occupano di una sola cosa che interessi i cittadini perché impegnati in una guerra continua tra Fini e Berlusconi che non produce niente, solo stagnazione. Prendano finalmente atto dell’impossibilità di andare avanti, rimettano tutto al Capo dello Stato: se esiste una maggioranza andiamo avanti oppure si torni alle urne. In tutto questo l’opposizione è divisa e incerta altrimenti il Governo sarebbe già caduto ma questa situazione non durerà a lungo. Di fronte a questa malapolitica dei “piani alti” vediamo tentativi di buona politica ai “piani bassi” nei Comuni, nelle realtà locali, nell’associazionismo, nelle persone che provano ancora faticosamente a stare insieme per migliorare questo Paese. Sindaci, amministratori e cittadini che lottano assieme per avere una classe in più per la scuola materna, un centro che serve al ritrovo dei ragazzi, il mantenimento dei servizi per i più deboli, bambini, anziani, immigrati e disoccupati in testa, etc…. Dobbiamo ripartire da queste cose concrete che toccano la vita di tutti, dalle esperienze politiche vere che possono diventare un qualcosa di più della semplice somma di idee, programmi o di formazioni politiche. Dobbiamo farlo, soprattutto i più giovani. Per noi stessi, perché in futuro qualcuno non ci accusi di essere stati fermi mentre affondava la nave. Gruppo consiliare Uniti per Barberino
Quell’antenna è irregolare Violate le norme urbanistiche, Obiettvo Comune chiede la rimozione
Ci eravamo lasciati con la denuncia presentata da Obiettivo Comune contro l’installazione dell’antenna di radiofonia nel piazzale di Bustecca, definito come vero e proprio ecomostro. All’interrogazione fatta dai nostri consiglieri ha risposto il vicesindaco Becattelli che, nel minimizzare il fatto, ritenendo l’antenna sicura, indica la relativa autorizzazione come un atto dovuto da parte del Comune stante le leggi nazionali vigenti e la normativa urbanistica comunale… Tutto falso! Il regolamento urbanistico vigente, che opportunamente riportava la restrittiva disciplina del precedente piano, limita a cimiteri e impianti sportivi i possibili siti per l’installazione di questi impianti, normandone anche le caratteristiche ammesse. Ebbene l’antenna non è stata installata nei siti consentiti dal piano regolatore ma in un’area classificata come parcheggio pubblico. Inoltre non sono state rispettate le caratteristiche prescrittive volte a limitarne l’impatto ambientale. Quindi l’autorizzazione concessa è del tutto irregolare e Obiettivo Comune, con una mozione discussa e votata nel consiglio comunale del 21 settembre, ha chiesto la revoca dell’autorizzazione illegittima concessa a Vodafone e la rimozione dell’antenna. Purtroppo la maggioranza e la giunta, che pur hanno riconosciuto la carenza in termini di mancata informazione della cittadinanza, hanno respinto la mozione, votando contro e proponendone una propria tesa all’affinamento della norma: ma solo ora si svegliano, dopo che il danno è stato fatto? Resta da capire perché questa autorizzazione sia stata così facilmente e inopportunamente rilasciata dal Comune: ignoranza o malafede? Di sicuro il cittadino comune, che nelle proprie pratiche edilizie si vede costretto al rigido rispetto delle regole anche per interventi di piccola entità, continuerà a domandarsi perché a certi soggetti sia consentito tutto senza problemi, anche quando, come in questo caso, si va palesemente contro le regole. La proposta di Obiettivo Comune resta quella di rimuovere l’antenna e di addivenire, previa trattativa, a un accordo con la Vodafone affinché si individui un luogo dove tale installazione sia possibile, legittima e di basso impatto per l’ambiente. A tal fine i nostri consiglieri hanno mostrato ancora una volta la propria disponibilità a collaborare per risolvere il problema, astenendosi sulla mozione della maggioranza e mettendo ancora sul piatto la propria competenza ed esperienza amministrativa.
Gruppo consiliare Obiettivo Comune
Anno scolastico nuovo, problemi vecchi: bambini lasciati a piedi!
Ma con l’Unione dei Comuni non doveva funzionare tutto meglio ? Inizia il nuovo anno scolastico e tornano i soliti problemi. Con le gestioni associate prima e con l’Unione dei Comuni ora, il trasporto scolastico, come tutti gli altri servizi, avrebbe dovuto costare meno e funzionare meglio. Ebbene: le tariffe sono aumentate e già il primo giorno di scuola sono stati lasciati a piedi alcuni bambini. Le prime segnalazioni di disservizi ci sono giunte dalla zona di Linari, guarda caso la più lontana dai nuovi centri del potere. Prima è stata tolta una fermata dello scuolabus che esisteva da sempre senza nessuna comunicazione alle famiglie. Ai genitori, andati in Comune a chiedere spiegazioni, è stato sbrigativamente detto di portare i loro bambini a un’altra fermata più lontana e che comporta un tragitto su una strada pericolosa, soprattutto in inverno, in particolare per quelle famiglie che non dispongono dell’auto negli orari in cui passa lo scuolabus. Poi è stato assicurato loro che la variazione di percorso riguardava solo i bambini delle elementari e che lo scuolabus della materna sarebbe passato regolarmente: ma il primo giorno di scuola i bambini e i loro genitori sono rimasti inutilmente ad attendere il pulmino che non è passato affatto! Ma con le sinergie di cui la nostra amministrazione si vanta, è tanto difficile organizzare i percorsi dei pulmini in modo da tenere conto delle esigenze di tutti i bambini? Molti residenti della zona ricordano che quando il trasporto scolastico lo faceva direttamente il Comune queste cose non erano mai successe. Il motivo di tale disservizio si spiega comunque con il taglio di 24.000 euro al trasporto scolastico effettuato con la manovrina di settembre: meno soldi, meno servizi… Infine, dobbiamo ancora una volta sottolineare l’assoluta mancanza di informazione e di condivisione con i cittadini delle decisioni, la sufficienza con cui vengono trattati quando chiedono spiegazioni e la scarsa volontà di risolvere i loro problemi. Obiettivo Comune continuerà a tenere sotto controllo la situazione ed è a disposizione per ascoltare i problemi dei cittadini con l’attenzione che meritano e farsene portavoce presso l’Amministrazione Comunale per cercare di risolverli. Nel consiglio del 21 settembre è stata presentata un’interrogazione a risposta urgente che si spera comporti un rapido interessamento del Comune alla risoluzione del problema.
Gruppo consiliare Obiettivo Comune
società
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cURIOsItÀ. Sono nove, e tutte donne, le socie della cooperativa fiorentina In taxi
quando il taxi si tinge di rosa Arturo Baldini
getto, altrimenti non avrebbe senso”. Per prenotare una corsa con In taxi bisogna chiamare lo 055.2001326. Tante cifre che non sono frutto del caso, o di una scelta cervellotica: più lungo è il numero, più basso è il prezzo di “noleggio” della linea telefonica. “Abbiamo fatto di necessità virtù - chiarisce la presidente della cooperativa - certo che i costi sono molto alti e occorre lavorare sodo. Ma siamo soddisfatte. Per il futuro stiamo anche preparando qualche novità”. Tra le iniziative che arricchiscono il progetto, la più gettonata sembra essere la “Intaxi card”, una tessera a punti che, dopo 10 chiamate, fa vincere uno sconto sulla corsa successiva. Altro fattore distintivo rispetto alla maggior parte della concorrenza, la possibilità di pagare direttamente con la carta di credito. Forse non è un caso, quindi, che tempo fa Nadia Nozzoli si sia trovata come cliente l’ex Take That Robbie Williams. “Ricordo che a un certo punto un gruppo di ragazzine si accorse chi sedeva dietro - rammenta col sorriso sulle labbra - non feci in tempo a fare manovra che si distesero sul cofano. Non riuscivo a ripartire. Lui però s’è molto divertito”. Celebrità o meno, le vetture della società sono a disposizione tutti i giorni fino alle 22. Un progetto che sta mettendo sempre più radici, e che vuole farsi largo nella giunga del mercato. Anche per questo, inizia una partnership tra la “Web&Press” e la Cooperativa In Taxi, che ha l’obiettivo di dare maggiore visibilità a questa nuova realtà che arricchisce il tessuto delle cooperative fiorentine.
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anno deciso di unire le forze nel 2008, e da allora non smettono di trasportare dentro e fuori la città clienti affezionati e semplici turisti. Loro sono la cooperativa In taxi, un gruppo di nove donne che ha deciso di rompere gli indugi e buttarsi in prima persona nel settore. Impresa non facile, vista la forte concorrenza. Ma Nadia Nozzoli, presidente dell’organizzazione, punta forte sul progetto e rilancia: “Siamo determinate, dopo una prima fase di rodaggio le cose stanno andando per il meglio - spiega- puntiamo sulla qualità del servizio e sulla chiarezza delle tariffe. Chiunque salga sui nostri taxi deve sentirsi a suo agio come se fosse in prima classe”. Ne ha sentite di storie, Nadia Nozzoli, nelle migliaia di corse fatte in questi anni. Facce, smorfie e sorrisi che inevitabilmente finiscono per comporre un personale quadro di Firenze. “Con la crisi che c’è, fa tenerezza pensare che alcune persone preferiscano spendere quindici euro per un giro sulle nostre auto che andare in pizzeria – racconta - di solito sono anziani che si sentono trascurati e che hanno voglia di parlare. Sanno che da noi troveranno sempre un orecchio attento e interessato”. Non solo una cooperativa di autiste, dunque, ma qualcosa di più. “Tre anni fa abbiamo scelto di metterci in proprio - dice ancora - proprio perché sentivamo che c’era lo spazio per un’iniziativa come questa. Ora che il lavoro sta cominciando a dare i suoi frutti, ci piacerebbe anche allargarci”. Possibile, dunque, che qualche tassista uomo venga un giorno a bussare alla porta delle colleghe. Loro non lo escludono. “Non dobbiamo essere per forza tutte donne. Quello che conta è condividere lo spirito che ha dato vita al pro-
tra le iniziative una speciale carta fedeltà che dà diritto a sconti dopo dieci corse e la possibilità di pagare con carte di credito. La presidente Nadia Nozzoli: “tre anni fa ci siamo messe in proprio, ora il lavoro inizia a dare i suoi frutti e puntiamo a crescere” 1128488
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economia
Ottobre 2010
DOssIeR/1. In molti speravano che il 2010 fosse l’anno della ripresa, ma non è andata così
(dis)occupazione, le buone notizie si fanno aspettare Simele Kruklidis
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olti speravano che il 2010 fosse l’anno della ripresa economica, ma così non è stato. Come è infatti accaduto in altre regioni di Italia, anche la Toscana ha chiuso il mese di ottobre con un tasso di disoccupazione da capogiro, oltre la soglia del 7 per cento. Niente di nuovo, dunque, rispetto all’ultimo trimestre del 2009, quando dall’Irpet avevano assicurato che la crisi vera, fino a quel momento contenuta con riduzioni di orario e cassa integrazione, sarebbe esplosa proprio quest’anno. Intanto, a Firenze, gli indici dei disoccupati sono arrivati intorno al 5 per cento, cifra che comunque per il momento ci pone al di sotto all’8,4 per cento della media nazionale. Nessuna sorpresa anche nello scoprire che la categoria più in difficoltà è ancora una volta quella dei giovani, che dopo gli studi faticano non sol-
tanto a trovare un lavoro stabile, ma anche solo un’occupazione che consenta loro di rendersi indipendenti dalla famiglia. I valori regionali, intorno al 17 per cento, svelano un panorama forse meno grave del previsto, ma comunque preoccupante: sono infatti sempre più numerosi i cittadini toscani costretti a spostarsi al centronord o all’estero per trovare un impiego: altro chiaro sintomo di una crisi che dilaga anziché arretrare. D’altronde, nel giro di pochi anni, in Toscana sono calati a picco i settori imprenditoriali alla base della nostra economia: moda e meccanica a meno 20 per cento, costruzioni a meno 7 per cento e persino agricoltura e commercio viaggiano circa a meno 9 per cento. Cifre che parlano di impoverimento del territorio, di fallimenti e di redditi più bassi. Eppure, in questa situazione apparentemente ingestibile, alcuni mestieri (insospettabili) sembrano essere scampati alla crisi: contabili e controller, assistenti tecnici, progettisti e programmatori, infermieri,
fisioterapisti, assistenti sociali, e ancora addetti del marketing e della cultura. Queste alcune tra le figure professionali più richieste e apprezzate dalle aziende italiane. Per adattarsi al nuovo scenario bisogna cambiare prospettive: vietato dunque ragionare “alla vecchia maniera”, sottovalutando gli eccezionali cambiamenti che hanno investito le logiche del mercato. Le parole d’ordine in tempi duri come questi sono flessibilità, esperienza, interesse ai mercati esteri e alle sfide della tecnologia. Il tutto senza dimenticare la propria identità toscana, e quindi: attenzione al territorio, al paesaggio e all’artigianato, rivalutazione dell’economia tradizionale, ma riletta in chiave moderna. Quanto alla ripresa economica, stando alle previsioni dell’Irpet e di Unioncamere, sembra che l’anno fortunato sia proprio il 2011, con un tasso di crescita pari all’1,2 – 1,3 per cento nei prossimi tre o quattro anni. E allora non resta che aspettare un altro po’, sperando che questa sia finalmente la volta buona.
Niente di nuovo rispetto all’ultimo trimestre del 2009, e intanto a firenze le persone senza un impiego sono arrivate a essere il 5 per cento. Peggio ancora va alla toscana nel suo complesso, che si attesta su un poco incoraggiante 7 per cento Gaia studentessa, 21 anni
nicoLa impiegato, 36 anni
VaLEntina Commessa, 27 anni
“La scuola non aiuta a inserirsi”
“Si investe poco sui giovani”
“Io mi ritengo molto fortunata”
“La scuola non aiuta ad inserire i giovani nel mondo del lavoro e so che sarà necessario tempo e fatica per trovare una qualunque occupazione. Purtroppo in Italia non è semplice coltivare i propri sogni e le proprie ambizioni, le aziende non ti danno fiducia. E anche a Firenze la situazione non è differente”
“La disoccupazione è una piaga difficile da sanare, soprattutto in un momento critico come questo. Il problema è che si investe poco sui giovani, si pretende che tutti abbiano esperienza, ma da qualche parte bisogna pure iniziare. Alcuni miei amici ancora cercano lavoro, altri, come me, sono precari”
“Io sono stata fortunata poiché ho trovato subito un lavoro e dopo poco tempo mi è stato offerto un contratto a tempo indeterminato. Credo che gli impieghi nell’ambito del commercio, magari part-time, non siano poi così difficili da ottenere. Naturalmente questo discorso non vale per altre professioni”
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economia
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DOssIeR/2. Il 22 e 23 di questo mese torna Job Fair, che si “trasferisce” al Mandela Forum
In fila per un posto alla Fiera del lavoro Ivo Gagliardi
L
a novità è che quest’anno si terrà al Mandela Forum. La conferma, invece, è che saranno migliaia, come nelle scorse edizioni, le persone che si metteranno in fila per trovare un posto di lavoro. Stiamo parlando di Job Fair, la più importante manifestazione italiana che favorisce l’incontro tra offerta e domanda di lavoro, organizzata da Confindustria Firenze, Camera di Commercio, Università e Provincia, che torna venerdì 22 e sabato 23 ottobre. E che, come detto, quest’anno cambia “casa”: dal Saschall, dove si è tenuta l’edizione 2009, si trasferisce al più grande Mandela Forum. A conferma del fatto che anche quest’anno è atteso il pieno agli stand delle aziende presenti, e che l’emergenza lavoro è ancora ben lontana dal poter dirsi conclusa. Dimostrazione ne sono anche i numeri della scorsa edizione: settemila persone partecipanti, 60 aziende presenti, 400 curriculum consegnati in media ad ogni azienda e – il numero più ambito dai partecipanti – 200 assunzioni. E una tendenza confermata rispetto al passato: non erano più solo giovani in cerca del primo impiego ad aggirarsi speranzosi tra gli stand presenti, ma tra loro anche - e sempre più - adulti rimasti senza impiego a causa della crisi e in cerca di un (difficile) ricollocamento. Le previsioni, per questa nuova edizione, parlano di un’ulteriore conferma di questa tendenza: ragazzi e adulti an-
cora insieme in cerca di lavoro. Tante - e prestigiose - le aziende pronte ad accoglierli: da Menarini a Unicoop, da Targetti a Ferragamo (solo per citarne alcune), passando per banche, assicurazioni ed enti istituzionali. “Stiamo vivendo, ormai da troppo tempo, un periodo di forte incertezza lavorativa. I dati sulla cassa integrazione e sulla disoccupazione, soprattutto quella giovanile, continuano ad essere preoccupanti, e da qui al termine dell’anno molte saranno le situazioni da gestire”, spiega l’assessore provinciale a formazione e lavoro Elisa Simoni. “In uno scenario così complicato, nel quale come Provincia abbiamo agito finora secondo l’approccio ‘solidarietà e competitività’, con un insieme di progetti e interventi di politiche di sostegno al reddito e di politiche attive per il lavoro e la formazione, mi sembra fondamentale il ruolo strategico che assumono le politiche e gli interventi per l’orientamento. Si tratta infatti – continua Simoni - di far prendere consapevolezza alle cittadine e ai cittadini, soprattutto a quelli che devono impostare un proprio percorso formativo e lavorativo, di quelle che sono le opportunità che il territorio offre da questi punti di vista. Per questo, come Provincia, sosteniamo una manifestazione come quella del Job Fair”. Come sempre, l’ingresso sarà gratuito (sarà necessario soltanto registrarsi): non resta dunque che “armarsi” del proprio curriculum e mettersi in fila per presentarsi alle aziende. Con la speranza di seguire le orme di quei 200 che, lo scorso anno, sono usciti dalla manifestazione con un contratto in tasca.
LaRa Commercialista, 27 anni
DaLia studentessa, 24 anni
PatRiZia Commessa, 55 anni
“Ci vuole più spirito di adattamento”
“Troppi corsi di laurea improbabili”
“Alcuni mestieri da rivalutare”
“Il problema è che troppo spesso i laureati non trovano sbocchi professionali adeguati alla loro preparazione. E’ sconfortante dover investire tempo e studio in un attestato che probabilmente non servirà. Però, c’è da dire che oramai ci sono anche troppi indirizzi di laurea, alcuni dei quali davvero improbabili”
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“Io penso che oggigiorno ci siano troppi mestieri scartati a priori: alla fine il cerchio di opzioni si restringe e alcuni ambiti professionali finiscono per essere saturi di candidati in lista d’attesa. Forse anche noi italiani dovremmo ricominciare a valutare quei lavori che oramai abbiamo lasciato soltanto agli stranieri”
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“E’ vero che c’è crisi, ma non credo manchi il lavoro. Penso invece che ci siano troppi laureati e troppa gente che si rifiuta di fare i lavori ritenuti di più basso livello. Probabilmente, di questi tempi, è necessario un maggior spirito di adattamento per andare incontro alle esigenze reali del mercato”
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tempo libero
Ottobre 2010
teNDeNze/1. Si chiama “pole dance” e, a quanto pare, è l’ultima frontiera della danza e del fitness
Per favore non chiamatela lap dance Niente spogliarelliste, nessun contatto ravvicinato con i clienti di locali osè. Daria Bettarini è stata la prima a fondare una scuola in toscana: “Niente di immorale, i pregiudizi sono duri a morire” Annalisa Cecionesi
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n palo di metallo intorno al quale inerpicarsi, canotta, pantaloncini e scarpe da ginnastica. E’ tutto quel che serve per sperimentare la nuova frontiera della danza e del fitness. Ma non chiamatela Lap Dance. In ballo - è proprio il caso di dirlo - non ci sono spogliarelliste ma donne pronte a cimentarsi con la disciplina della Pole Dance. Niente a che vedere con gli spettacoli erotici inscenati a distanza ravvicinata dagli occhi ingordi dei clienti di strip club. Nella Pole Dance sono banditi i contatti fisici con lo spettatore. Non è un ballo erotico, semmai una ginnastica sensuale. Un’alternativa alla palestra tradizionale. All’estero già da anni si tengono campionati di Pole Dance. In America del Nord, Australia, Germania e Inghilterra è una disciplina consolidata, praticata sia da donne che da uomini come forma riconosciuta di esercizio fisico. In Italia la strada è ancora lunga. Ma l’interesse è crescente. A confermarlo è Daria Bettarini, insegnante di Pole Dance, la prima a fondare, nel 2008, una scuola di Pole Dance in Toscana, l’Associazione Morgenstern, membro del Coni e della Federazione Italiana Pole Dance. La sua passione è nata nel 2004 grazie a internet, quando in Italia il “ballo del palo” era ancora fantascienza. Daria è una pioniera a livello italiano, è stata lei a lanciare il primo corso di Pole Dance su dvd in lingua italiana. Una sfida non indifferente nella pudica Italia. “I pregiudizi sono duri a morire – racconta Daria Bettarini - ma negli ultimi anni le cose stanno cambiando. Non c’è niente di sporco o immorale nella Pole Dance. E’ una pratica sportiva che uni-
sce attività fisica, ballo e sensualità”. All’Associazione Morgenstern di Sesto Fiorentino arrivano anche da fuori provincia. A cimentarsi con le acrobazie intorno alla pertica sono donne di ogni tipo, dall’avvocato alla mamma, dai venti ai quarant’anni. Perché è un esercizio alla portata di tutti. “A chi è digiuno di attività fisica comporterà più sacrificio ma potrà comunque ottenere buoni risultati”, assicura l’insegnante. Resistenza muscolare, coordinazione, flessibilità. Sono queste le doti da coltivare. Se il fisico trae beneficio già dalle prime ore di pratica, occorre invece un po’ più di pazienza per raggiungere una buona fluidità. Ma con un esercizio
Comprare un palo professionale da camera può costare anche più di 200 euro costante di due-tre ore settimanali, già dopo un mese si può acquisire una certa dimestichezza con la pertica. E niente vieta alle più “secchione” di portarsi i compiti a casa, acquistando un palo per allenarsi. Per averne uno fisso professionale bisogna sborsare dai 200 euro in su. Una spesa non proprio irrisoria, ma è l’unico attrezzo indispensabile per una ginnasta di pole. E chissà che il partner non apprezzi queste acrobazie. In quel caso ne sarà valsa ancor più la pena (per informazioni: www. poleaddict.it).
foCus Spopola anche in Toscana il “burlesque”
quando l’eros è una burla
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ualcuno ricorderà l’avvenente Dita Von Teese, in una lingerie che lasciava poco spazio all’immaginazione, immersa in un’enorme coppa di Martini sul palco dell’Ariston. Sdoganato da Sanremo, questo sensuale cabaret negli ultimi mesi ha fatto il giro dello Stivale. E’ il Burlesque, giunto anche in Toscana, con spettacoli dal vivo in molti locali e corsi di seduzione dentro e fuori il capoluogo. A Viareggio è approdato recentemente anche il Festival del Burlesque, che ha visto la nutrita partecipazione di donne “insospettabili”. Signore over 60 hanno partecipato ai corsi, alle prese con tacchi alti e piume di struzzo, scatenandosi, con ironia, nell’arte della seduzione. Niente lo vieta, neppure qualche ruga o un po’ di pancetta. Ma cos’è il Burlesque, pressoché sconosciuto dalle nostre parti fino a pochi mesi fa? E’ un genere d’intrattenimento nato nell’Inghilterra vittoriana, successivamente importato negli Stati Uniti, come parodia a uso e consumo del popolo, per poi essere riscoperto e nobilitato negli anni Novanta. In tempi ancor
più recenti, la “burlesquemania” è arrivata anche in Italia. E’ uno spettacolo che inscena il gioco della seduzione, fatto di humour, ammiccamenti e sorrisi, in un’atmosfera retrò. Condisce il tutto una lingerie provocante: boa di piume di struzzo, paillettes, calze di seta, guanti, tacchi alti e guepiere da togliere il respiro. Uno spettacolo che attira gli sguardi interessati degli uomini, ma soprattutto la curiosità delle donne. Accantonata la volgarità, l’universo femminile si butta in questa sorta di erotismo soft, pronto a burlarsi degli uomini con l’arma /A.C. della sensualità.
tempo libero
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teNDeNze/2. Moltissime le scuole sparse in giro per la città, spesso ospitate nei circoli
E intanto il tango scende in strada un tempo si ballava solo nelle milonghe e i tangheri fiorentini erano giusto un centinaio. oggi s’improvvisa anche all’aperto, bastano un loggiato e uno stereo Lorenzo Salusest
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guardi che si incontrano e dialogano, gambe che si intrecciano, corpi che si muovono e comunicano. Mirada e cabeceo, caminada, salida, parada, presa, ocho. Nell’aria il calore dei corpi, e un’atmosfera carica di tensione emotiva. Come sottofondo note di violino, contrabbasso, bandoneon, pianoforte. Una musica che è allo stesso tempo passione e melanconia, ambizione e nostalgia. Una musica nata in Argentina, frutto della contaminazione di culture differenti. Una musica che è tango. Un ballo che è anche cultura, metafora della vita e della coppia, con i suoi rituali di corteggiamento, di incontro. Un tempo in Italia, e a Firenze, si ballava nelle balere, alternato al valzer, quindi una lenta decadenza. Poi l’altrettanto lenta rinascita, iniziata una decina d’anni fa e progressivamente consolidatasi: corsi nelle palestre, serate dedicate nei circoli, sino al fenomeno del tango su strada, esploso quest’estate sotto i loggiati di Firenze, da piazza della Repubblica a piazza dei Ciompi. Se sino al 2005 erano circa un centinaio i tanghe-
ri fiorentini, e pochi i luoghi dove imparare e ballare, oggi il numero dei praticanti è più che triplicato. Così come aumentati sono i luoghi e gli appuntamenti a loro destinati. Circoli ricreativi, palestre, alcuni locali notturni: ormai è possibile ballare il tango praticamente tutta la settimana. Ogni sera, seguendo una sorta di calendario che vede soprattutto i circoli ospitare le milonghe, le tradizionali sale da tango. Le note argentine risuonano ovunque. Anche sulla strada, nelle piazze, con serate ad hoc nel centro della città. L’iniziativa, strano a dirsi, parte da Facebook, grazie al gruppo Tango clandestino a Firenze, e dintorni. Oltre 1.400 iscritti che per tutta l’estate si sono dati appuntamento sotto i loggiati di Firenze, muniti di un impianto stereo e tanta passione. E per l’inverno saranno nuovamente le milonghe fiorentine ad ospitare ballerini e ballerine. Le donne sedute a bordo pista, gli uomini che scelgono la loro compagna per quattro pezzi (la tanda): uno sguardo fisso, sino al cenno del capo della donna. E’ il segnale che dà il via alla danza. Sino alla fine della tanda,
quando durante la cortina musicale, le donne tornano a sedersi, e a cambiarsi le scarpe. Sino allo sguardo successivo, e al successivo cenno dl capo. In un rituale dal sapore antico. E romantico. Un ballo di coppia e per la cop-
pia, altro che macarene e meneito. Sguardi e movimenti in sincrono parlano una lingua universale. In fondo per trovare l’intesa non sempre è necessario dialogare: talvolta un giro di tango potrebbe avere risultati migliori.
D0ve e Come La scelta è vasta: alle sale storiche se ne sono aggiunte, con il tempo, di nuove
Una passione di gruppo dal costo (tutto sommato) ragionevole
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eppur affascinante e sensuale, il tango non è un ballo semplicissimo: occorrono mesi di allenamenti prima di poter effettuare con discreta eleganza i movimenti fondamentali. Per venire incontro alla domanda degli aspiranti tangheri stanno aumentando i luoghi dove poter imparare: ad aprire la strada, in rigoroso ordine alfabetico, furono il Buenos Aires Tango, il Pablo ed il Tangoclub, a cui negli ultimi tempi si è recentemente aggiunta la Flores de Tango (è sufficiente andare su internet per trovare la soluzione più appropriata per ciascuno). I luoghi dove poter imparare sono solitamente gli stessi dove poter bal-
lare la versione classica: circa una ventina tra circoli, palestre e locali sparsi per tutta la città, da Brozzi a Novoli, da Rifredi a Soffiano, da Coverciano al centro storico. Al tango nuevo (stile Gotan Project) sono invece dedicate le serate del Cafè Decò, in piazza della Libertà. Una passione da poter seguire a prezzi ragionevoli, con corsi di gruppo (solitamente non più di dieci/ dodici coppie) che si aggirano intorno ai 40/50 euro al mese, mentre il costo delle lezioni private tende a variare in base al numero delle sedute. Sostenibile anche il prezzo d’accesso alle serate danzanti: il biglietto per entrare nelle milonghe fiorenti-
ne varia dai cinque ai dieci euro. Oltre al prezzo per imparare o ballare, sono poche le altre spese da sostenere per ballare il tango: l’unico capo di abbigliamento veramente necessario è la scarpa, che sia per l’uomo che per la donna deve avere la suola in vitello per permettere uno scivolamento perfetto sulla pista. Per il resto – almeno sino a quando non si tengono saggi – è sufficiente indossare indumenti abbastanza larghi, per consentire tutti i movimenti, talvolta piuttosto complessi: pantaloni e camicia per l’uomo, vestito svolazzante per la donna. Basta aprire /L.S. l’armadio. E lasciarsi andare al ritmo del tango.
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ieri e oggi
Ottobre 2010
Il DIBAttItO. Ecco quello che i giovani conoscono (e pensano) dello sterminio nazista
“noi ragazzi a tu per tu con l’orrore” È difficile generalizzare su quel che resta del passato nelle nuove generazioni: c’è chi inneggia alla violenza e chi promette di raccogliere il testimone della storia Giuditta Boeti
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hoah, olocausto, genocidio. Sterminio, campi di concentramento, camere a gas. Sono molte le parole con cui indicare l’eccidio nazista, anche se forse nessun vocabolo riesce realmente a descrivere l’agghiacciante volontà di “fare piazza pulita” di sei milioni di esseri umani: uomini, donne, bambini. “Colpevoli” di essere quello che erano: ebrei, zingari, omosessuali, portatori di handicap e oppositori politici. Spesso la storia sembra scalfirsi sotto il peso del tempo o, peggio, del revisionismo che ne intacca le fondamenta, bruciandone il ricordo. E cosa resta oggi, nella memoria dei ragazzi, di quella folle atrocità nazista? Non è possibile generalizzare l’interesse o il disinteresse, la conoscenza o la dimenticanza, come fenomeno diffuso e comune. Esistono realtà diverse, storie ed emozioni diverse. Se da una parte ci sono giovani che rubano la macabra scritta “Arbeit Macht Frei,” (il lavoro rende liberi) dall’ingresso di Auschwitz, oppure banchettano dentro i campi di concentramento inneggiando a simboli e comportamenti nazisti, dall’altra ci sono ragazzi che restano segnati dall’incontro con le testimonianze dirette del genocidio. Un contributo validissimo per strappare quanto più possibile il ricordo all’oblio sono i “viaggi della memoria”, organizzati ogni anno dalle istituzioni locali e dall’Associazione nazionale ex deportati, proprio con l’intento di coinvolgere direttamente gli studenti, mettendoli a contatto diretto con la realtà dei lager. Auschwitz, Birkenau, Chelmno, Majdanek, Mauthausen-Gusen, Stutthof, Treblinka, Varsavia, sono solo alcuni dei campi di lavoro e di sterminio in cui vengono compiuti i “pellegrinaggi laici” con i ragazzi delle scuole del territorio fiorentino. “La memoria – racconta Massimiliano, al rientro da Mauthausen – ha senso solo se riusciamo a trovare un filo conduttore con gli avvenimenti dei nostri giorni, e per poter trovare questo filo dobbiamo conoscere i fatti del passato, averne coscienza”. “Un libro di storia – aggiunge Lorenzo - offre solamente fatti ed immagini, invece venire in questi luoghi insie-
me a un ex deportato mi ha dato emozioni forti: è duro fare i conti con gli occhi di chi in questi posti ha perso la dignità umana. Mi fa realmente capire cosa significa perdere la libertà in una frazione di secondo”. “Per me – confessa Giulia - è stata un’esperienza indimenticabile, che mi ha sbattuto contro una realtà crudele che ho studiato a scuola ma che non potevo immaginare così nitidamente. Credo che sia indispensabile recarsi nei campi almeno una volta nella vita per poter riflettere e far in modo che atrocità simili non si ripetano più nella storia dell’umanità”.
lA testIMONIANzA. Marcello Martini, sopravvissuto a due campi di concentramento
“Chi non pensa è pronto alla dittatura” M
arcello Martini, sopravvissuto al campo di concentramento di Fossoli prima e di Mauthausen poi, dove era matricola numero 76.430, racconta la sua esperienza. Qual è il suo primo ricordo dell’arrivo al campo di concentramento? “Questo è il portone dove siete entrati e questo è il camino da cui uscirete”, indicando il fumo che usciva dalle canne fumarie dei forni crematori. È stato questo il messaggio che mi ha “accolto” a Mauthausen. E poi la doccia, la depilazione, i capelli rasati a zero. Io ero fortunato allora perché, avendo solo 14 anni, non avevo la barba. I rasoi non tagliavano ed erano maneggiati dalle mani inesperte di deportati che si professavano barbieri per un mezzo mestolo di zuppa. Dopo il bagno fui internato nella baracca se ben ricordo 17, dove sono stato poi fino al 31 luglio, quando rivestito a festa con la bella divisa a righe fui immatricolato come 76.430. Poi ci sistemarono nelle baracche di quarantena, a dormire in ventidue per terra su quattro pagliericci, come le sardine. Sono rimasto
a Mauthausen fino alla liberazione, il 5 maggio. Come furono i giorni prima della Liberazione? Il cibo era diventato scarsissimo e il pane mi ricordo che da circa il 30 aprile praticamente non si vide più. Tra l’altro le ultime tre pagnotte erano state divise tra sedici persone, l’ultima in ventiquattro. Dopo di che sparì, la sera ci davano una mezza mestolata di zuppa di rape. Io fui messo a sistemare i pagliericci e a pulire in terra. Con due pezzi di vetro dovevo grattare tutto il pavimento e poi ridargli la cera. Con questo riuscivo a ricevere qualche mestolata in più di brodaglia. Quale messaggio vuole consegnare ai ragazzi? Non attaccatevi alle cose materiali, lasciandovi condizionare dal “ce l’hanno tutti, lo dicono tutti, lo fanno tutti”, perché se rinunciate a ragionare con la vostra testa siete pronti per una nuova dittatura. La “ricchezza” esteriore potete perderla da un momento all’altro, affidatevi alla ricchezza morale e alla conoscenza, perché queste qualità non ve lo porterà /G.B. mai via nessuno.
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l’eveNtO. “Brainstorming, idee che ci cambiano la vita”: è questo il titolo della kermesse, che girerà la città
Un festival della creatività in ogni piazza Da giovedì 21 a domenica 24 ottobre esposizioni, incontri, spettacoli, workshop,
lA MOstRA
laboratori e progetti saranno i protagonisti a firenze, che sarà divisa in 16 aree
Strozzina e odeon “conquistati” dal Potere
diverse. Giunto alla sua quarta edizione, l’evento esce dalla fortezza per dare voce a chi crede che essere creativi sia l’antidoto migliore contro la crisi Ilaria Esposito
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uattro giorni per liberare le idee, lasciarle circolare in ogni angolo di Firenze...e non solo. Il Festival della creatività quest’anno si rinnova già prima di cominciare. Nei giorni che precedono l’evento faranno da “apripista” alcune iniziative di anteprima in diverse città toscane, ma anche a Bologna. Nel capoluogo emiliano, da giovedì 14 a domenica 17 ottobre, è prevista una tre giorni di iniziative che avrà come filo conduttore il concetto di “ruota” e tutto ciò che ha a che fare con la mobilità sostenibile. Il 21 ottobre, invece, partirà il festival vero e proprio, che per questa edizione è intitolato “Brainstorming, le idee che cambiano la vita”. Il centro della città (in particolare gli Uffizi, Palazzo non Finito e Piazza Duomo), che sarà divisa in 16 aree, diventerà la “piazza delle idee”: ricercatori e scienziati condivideranno col pubblico racconti su come nasca un’idea e spiegheranno quale sia il significato del lavoro di squadra nell’ambito della ricerca. Daniela Lauria, direttore artistico del festival, spiega lo spirito che sottosta al titolo dell’evento e al modo in cui è stato programmato: “ Vogliamo valorizzare le nostre università, i nostri centri di ricerca, le aziende più innovative, che resistono nonostante tutto: questo sarà il festival dei cervelli che restano”. A parte quello citato, altri 15 punti della città faranno da palcoscenico a iniziative di ogni tipo. Ci sarà la vetrina “A better life”, attraverso la quale si parlerà di buone pratiche e stili di vita virtuosi. Ma, dal momento che anche gli oggetti possono migliorare la nostra quotidianità, all’ “officina creativa” che si troverà a Santa Verdiana, Murate, Largo Annigoni e piazza Ghiberti saranno esposti progetti e prototipi che aspirano ad avere questa funzione. La biblioteca delle Oblate, Palazzo Pazzi Quaratesi, via Martelli e il Liceo Galileo saranno il “Campus” dedicato ai giovani, mentre gli eventi per i più piccoli si snoderanno fra piazza SS Annunziata, l’Istituto Degli Innocenti, i musei e le scuole del centro. Musica e spettacolo saranno protago-
Derrick De Kerkhove, scrittore ospite di questa edizione del Festival
nisti delle Logge dei Lanzi, del Porcellino e del Grano, mentre in Largo Annigoni ci sarà Degustibooks, l’evento dedicato a libri e cibo. Gli appuntamenti in programma nei quattro giorni sono come sempre tantissimi e lo stesso vale per gli ospiti e i temi degli incontri. Dalla sociologia, passando per arte e scienza, nomi come quelli di Derrick De Kerckove, Maurizio Ferraris, Remo Bodei, Antonio Ciances discuteranno fra loro o condivideranno col
pubblico idee e invenzioni che hanno cambiato la nostra vita e la storia delle discipline cui rispettivamente appartengono. Ci saranno i fumettisti Vauro, Ellekappa, Altan, Giuseppe Palumbo, ma anche un cast ricchissimo di ospiti dal mondo della musica: da Cristina Donà, Roberto Angelini e Brunori Sas, che si esibiranno il 22, a Manuel Agnelli degli Afterhours e Gonzales, pianista noto agli amanti dell’elettronica, in cartellone sabato 23.
Il lIBRO/1. Stefano Storchi e Oberdan Armanni: salvare il centro spostandolo in periferia
Il futuro potrebbe chiamarsi novoli S
ono sempre di più le occasioni in cui il centro storico di Firenze ci appare sovraccarico di traffico, turisti, mercati, facoltà universitarie e così via. Pur avendo un’area limitata, per via della bellezza e del fascino artistico che mantiene nel tempo il quartiere 1 continua ad ispirare nuovi progetti di urbanizzazione, che però ostacolano la vita quotidiana, fatta anche di spostamenti e parcheggi selvaggi, di Ztl che puntano alla città-museo, ma che di fatto complicano la vita dei residenti. Problemi, questi, che necessitano di una soluzione ‘rivoluzionaria’, anche a costo di guardare un po’ più fuori le mura. La questione è stata considerata in un libro che si intitola “Centri storici e nuove centralità urbane”, prezzo di copertina 20 �, edito da Alinea editrice e curato da Stefano Storchi e Oberdan Armanni, architetto e presidente della commissione urbanistica del Q1 di Firenze. Il libro nasce da una riflessione dell’Ancsa –Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici- ed è stato presentato il 17 settembre al convegno di Bergamo per il 50enario dell’associazione. Nel volume si propone un focus su 10 città italiane (Bergamo, Bologna, Firenze, Ge-
nova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia), di cui viene studiato il rapporto tra il centro storico e le nuove centralità, intese come ‘autonomie’ più o meno estese entro le quali si sviluppano gli interessi della comunità. Il trattato vuole mettere a confronto le scelte urbane dei diversi centri per creare un’esperienza virtuale e collettiva che permetta di intraprendere con cognizione di causa, uno sviluppo sostenibile del centro storico senza che l’espansione proceda assieme ad una perdita di identità. L’approfondimento dedicato alla nostra città indica come terra promessa la zona di Novoli, ed in proposito ‘Il Reporter’ ha intervistato Oberdan Armanni che dice: “ Alleggerire il nostro centro significa soprattutto riequilibrarlo, per questo negli ultimi decenni sono state effettuate alcune scelte strategiche, come la costruzione del nuovo polo scientifico dell’università o il palazzo di giustizia sull’area di Novoli” e continua “l’elemento che sottolinea l’aspetto positivo di questa scelta è il parco che sorge proprio vicino a queste strutture e che indica, in virtù del suo valore simbolico, /G.G. un’effettiva funzionalità ed indipendenza della zona”.
È
iniziata il primo di questo mese e durerà fino al 23 gennaio 2011 la mostra “Ritratti del potere- volti e meccanismi dell’autorità” presso il Centro di Cultura Contemporanea di Palazzo Strozzi. L’esposizione propone un’analisi del potere attraverso due percorsi; il primo è dedicato ai ritratti veri e propri di personaggi divenuti icone e simboli del loro tempo, il secondo all’indagine delle rappresentazioni più o meno critiche che gli artisti hanno fatto di istituzioni e modelli sociali. Un buon esempio di quest’ultima prospettiva è l’opera di Rineke Dijkstra, una serie di immagini di un soldato della Legione straniera che evidenzia l’annullamento dell’individuo nel momento in cui veste i panni dell’autorità militare. Interessante anche la panoramica sui diversi approcci artistici al potere che emergono dalla mostra. L’intento è quello di dare un’idea di come le rappresentazioni possano mettere in crisi o affermare una leadership. Molti i ritratti di grandi sovrani, statisti e primi ministri che saranno esposti. Si possono citare la serie dedicata alla regina Elisabetta II di Annie Leibovitz, ma anche il ciclo “Blair at War”, che offre uno scorcio della vita quotidiana di Tony Blair subito prima della guerra in Iraq e quello di Margaret Thatcher realizzato da Helmut Newton. “Ritratti del potere” si tiene in contemporanea con la retrospettiva che si può visitare al piano Nobile di Palazzo Strozzi e dedicata a Bronzino. Tuttavia, un simile argomento non potrebbe essere affrontato da un punto di vista artistico a prescindere dalle sue rappresentazioni in ambito cinematografico. Per questo il cinema Odeon, ogni lunedì e venerdì alle 15,30 per i primi 18 giorni di ottobre, proietta un film selezionato per far parte della rassegna “Solennità e irrisione: ritratti del potere nel cinema, dalla dinastia dei Medici al XX secolo”(il ciclo di proiezioni è stato organizzato in collaborazione con la Fondazione Palazzo Strozzi, Mediateca Toscana Film Commission, Festival dei Popoli e Centro di Cultura Contemporanea Strozzina). In molti casi si tratta di titoli che hanno fatto la storia del cinema, a partire da “Quarto potere” di Orson Wells e “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin, passando da opere più recenti per arrivare a “L’ultimo re di Scozia” di Kevin Macdonald (2006), che sarà proposto lunedì 15 ottobre e Frost/ Nixon- il duello di Ron Howard (2008), in /I.E. programma venerdì 18.
“Fidel Castro” di Hiroshi Sugimoto
cultura
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teMPI MODeRNI. Tante le ditte che hanno deciso di “mettersi in mostra” aprendo spazi espositivi interni
musei aziendali: fra arte e produzione Dafne Lione
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he si debbano considerare spazi espositivi per collezioni o per vere e proprie opere d’arte, i musei aziendali sono ormai una realtà consolidata per molte ditte, al punto che esiste un’Associazione Nazionale Archivi e Musei di Impresa. Sul nostro territorio, per fare solo qualche esempio fra i più importanti, ne hanno uno Salvatore Ferragamo, Patrizia Pepe, la Fondiaria Assicurazioni (in questo caso si dovrebbe parlare, piuttosto, di un archivio) e la ditta orafa Unoaerre di Gori & Zucchi di Arezzo . Quello della Ginori è stato il primo museo d’impresa aperto in Italia e in Europa, nel 1737. La fusione della ditta di Doccia con la Richard avvenne 119 anni dopo, nel 1896 e dette vita al notissimo marchio Richard-Ginori. Allora, il museo raccoglieva già un secolo e più di storia dell’azienda, ma anche del Granducato di Toscana. La collezione che oggi si presenta ai visitatori si compone di tre settori, che ripercorrono le fasi della produzione delle ceramiche. Si inizia con la “galleria dei modelli”in gesso, terracotta e cera per continuare col “museo delle terre”, dove si possono conoscere i diversi materiali utili alla lavorazione della porcellana. L’ultima sezione riguarda gli oggetti che l’azienda ha prodotto nei secoli, per così dire i “prodotti finiti” attraverso cui si può seguire l’evoluzio-
ne dei gusti e degli stili nel corso del tempo. La nascita degli altri esempi di musei aziendali è generalmente legata agli anni ‘90, ossia al periodo in cui la storia delle aziende iniziò ad esser considerata un elemento rilevante della comunicazione d’ impresa. Ferragamo inaugurò la propria esposizione nel 1995, all’interno della sua sede storica di Palazzo Spini Feroni. L’idea nacque molto prima, da una mostra sulla storia
Quella della Ginori è stata la prima galleria d’impresa aperta in Italia e in Europa
dello stilista che da Palazzo Strozzi fece il giro del mondo nei musei più importanti a livello internazionale. Un successo che suggerì di creare una mostra permanente, la stessa dove oggi ogni due anni vengono esposti a rotazione oggetti selezionati secondo un tema ben preciso e dove si promuove la cultura contemporanea della moda ospitando iniziative di diverso genere sul tema. Un impegno che ha assicurato alla nota casa di moda il Premio Guggenheim Impresa e Cultura
Il lIBRO/2. Ne “Il canto dei bischeri” le risposte a molte domande
Un esemplare di produzione esposto nel museo di Ferragamo
nel 1999. Un po’ più recente la fondazione del museo di Patrizia Pepe, inaugurato circa dieci anni fa. La sede dell’azienda oggi ospita circa due mostre all’anno, con lo scopo di sostenere e far conoscere nuovi talenti. L’ultima esposizione
è stata “Totem”, di Anna Galtarossa, una scultura di quattro metri e mezzo composta da pompon, gonne, parrucche, bandiere, ali di carta, dollari di plastica uniti in un complesso rotante di forme e colori.
Il lIBRO/3. Riccardo Cardellicchio racconta due fatti di cronaca
Alla scoperta di una città sconosciuta Le vite tormentate di due toscane irenze, si sa, è città di angoli e di misteri, di dettagli da scoprire e di piccole sorprese riservate a chi sa osservare con cura. “Il canto dei bischeri” di Franco Ciarleglio (Edizioni Polistampa, pagg 191, 18 euro) è una guida alla città che insegna a guardare Firenze da una prospettiva diversa, quella delle curiosità e degli aneddoti, fatta di piccole storielle (alcune delle quali davvero poco conosciute), di credenze popolari e di leggende che affondano le radici nel Medioevo e nel Rinascimento. Cosa xi raccontano gli stemmi sulla facciata di Palazzo Vecchio? Perchè fu fatta la colonna della giustizia in piazza Santa trinita? Qual è il significato dell’espressione “uscio e bottega”, che rimanda alla Firenze dei mercanti e degli antichi mestieri? E perchè anticamente si diceva “ridotti al lumicino”? A queste e ad altre domande, il lettore curioso troverà risposta tra le pagine scritte con attenzione e dovizia di dettagli da Franco Ciarleglio, già autore dello “Struscio fiorentino” nel 2003 (libro tradotto anche in lingua inglese), grande conoscitore della storia e delle tradizioni popolari fiorentine, soprattutto del periodo medievale e rinascimentale. Il libro è arricchito di immagini, mappe e descrizioni puntuali dei luoghi che vengono descritti. Nella parte finale, gli itinerari suggeriti e le indicazioni oltrepassano le mura della città e si dirigono verso alcuni luoghi /L.V.Z. imperdibili della Toscana, così da completare il viaggio alla scoperta del granducato.
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ue storie che si incrociano in un libriccino che sembra più una sceneggiatura che un romanzo. Si intitola “La strega e il vicario. Due tragiche storie toscane” (Edizioni Sarnus, pp.108, 10 euro) l’ultima fatica di Riccardo Cardellicchio, giornalista di professione - è stato a lungo caposervizio de Il Tirreno - e scrittore per passione, che ha già dato alle stampe numerosi libri di ricostruzione storica, narrativa, teatro e poesia. La strega è il vicario racconta in primis la storia (vera) di Gostanza da Libbiano, una delle numerose vittime dell’ondata di caccia alle streghe in Toscana nel sedicesimo secolo. Gostanza, accusata di stregoneria e malefici provò a rivendicare la sua innocenza davanti ai suoi carnefici ma le torture furono talmente disumane da convincerla a mentire e a auto accusarsi, raccontando episodi di magia nera e incontri col diavolo. La seconda storia riguarda un altro fatto di cronaca tutto toscano, quello di Elvira Orlandini, detta “la bella Elvira”, uccisa il 5 giugno del 1947 in quello che è rimasto famoso come il “delitto del Corpus domini”. All’epoca fu accusato il findanzato di lei, Ugo Ancillotti, che fu ingiustamente trascinato in una lunga vicenda giudiziaria. Entrambi gli episodi sono ambientati in una toscana noir poco conosciuta che riportano alla /L.V.Z. memoria di tutti due storie che rischiavano di essere dimenticate.
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Il PeRsONAGGIO/1. Sta per concludersi la squalifica per sibutramina dell’attaccante rumeno
Per mutu è tempo di tornare a giocare a nove mesi dalla sua ultima apparizione, il fenomeno potrà scendere nuovamente in campo il 31 ottobre a Catania, quando inizierà la sua terza “vita” sportiva. e firenze si affida a lui per affrontare questa stagione
Adrian Mutu
Cristina Guerri
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drian Mutu era sul mercato, la scorsa estate, ma nessuno sembrava volerlo, nessuna grande squadra pareva disposta a fare sacrifici economici per l’attaccante rumeno. Poi il brutto infortunio di Jovetic - suo erede designato - ha costretto la dirigenza viola a un doveroso cambio di rotta. “Mutu è incedibile”, annunciava Andrea Della Valle in quel di San Piero, poche ore dopo il grave infortunio del giovane talento montenegrino. Per Sinisa Mihajlovic la mancata cessione di Mutu ha significato tanto. Sull’attaccante rumeno, infatti, il serbo si era già espresso il primo giorno da tecnico della Fiorentina. “Mutu ha il carattere focoso come il mio. Mi piacciono quelli con gli attributi”, aveva affermato sicuro. Poi le cose sono andate come sono andate. Mihajlovic ha perso il talentuoso Jovetic (che rientrerà
quasi al termine della stagione), ma tra pochi giorni ritroverà il suo Fenomeno. E lo farà in posticipo, il 31 ottobre, giorno di Catania-Fiorentina. Nove mesi dopo l’ultima apparizione (20 gennaio, in Coppa Italia contro la Lazio, quando realizzò una doppietta). Partita che, insieme alla precedente gara con il Bari (dove mise a segno un gol), gli costò la squalifica per subutramina, uno stimolante che annulla gli effetti della fame. Colpa di mamma Rodica – fu la spiegazione - rea di aver scordato la scatola delle pasticche dimagranti a casa del figlio durante una visita a Firenze. Precisando che sul foglio illustrativo della medicina si leggeva che si trattava di un prodotto naturale, senza nessun accenno alla sibutramina. Nessuna clemenza, però, per il rumeno. Che, rientrato dalle vacanze, non ha mai nascosto la voglia di tornare a calciare il pallone. Sul serio. Si è allenato fin dal ritiro di Cortina con lo spirito di chi doveva dimostrare il suo valore. Il primo ad arrivare sul campo, l’ultimo a lasciarlo. Per non parlare del feeling con Mihajlovic, assodato tra una
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gara e l’altra di punizioni. “Sono pronto, sto bene e ho una voglia matta di tornare a giocare”, gridava al mondo Adrian non molto tempo fa. Un Mutu che di “avventure” fuori dal campo ne ha vissute molte. Troppe, forse. La sua ascesa verso la sfortuna ebbe inizio nel 2004. Mutu, allora 25enne, aveva da poco cominciato la sua seconda stagione con la maglia del Chelsea. Poi un test a sorpresa, organizzato dal club di Abramovich, forse indispettito per le scarse prestazioni del giocatore, aveva rilevato la sua positività alla cocaina. Tutto questo costò a Mutu il licenziamento da parte del Chelsea, che ora chiede al giocatore un maxi risarcimento di 17 milioni di euro (al momento la supermulta è congelata). La lezione, però, non è bastata al rumeno, che ha commesso un altro errore. Quello della subutramina, appunto. Ma adesso Adrian avrà l’opportunità, ancora una volta, di farsi perdonare da Firenze e dalla Fiorentina. Mai come in questa stagione, infatti, la squadra e il pubblico hanno bisogno del loro Fenomeno.
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Il PeRsONAGGIO/2. Ecco chi è Babacar, il vice-Gilardino di cui tanto si è parlato in estate
Il talento senegalese che ha scelto il 9 Cristina Guerri
“B
abacar mi ricorda Balotelli”. Parola di Sinisa Mihajlovic. “Io sono Babacar, non Balotelli”, aveva detto invece il giovane senegalese ancor
prima che il tecnico serbo si insediasse sulla panchina della Fiorentina. Perché la somiglianza tra i due attaccanti nasce in realtà dall’esultanza seguita al primo centro in serie A di Khouma el Babacar di Thiès, datato il 20 marzo scorso. Un’esultanza non esultanza. Alla Balotelli, in pratica, diventato famoso (anche)
accostato da molti a Balotelli, ha segnato il primo gol in serie a a soli 17 anni. e ora porta sulle spalle un numero pesante
Khouma Elhadji Babacar
per la sua freddezza nel festeggiare ogni gol messo a segno, diametralmente opposta a quella di altre punte (vedi Pippo Inzaghi, ma in questo il centravanti del Milan si trova in buonissima compagnia) che, dopo aver messo il pallone in rete, si trasformano nell’immagine stessa di una scatenata felicità. “Sono timido, e in quel momento ero troppo emozionato per esultare. Sono rimasto bloccato”, aveva spiegato Baba, quasi per giustificarsi della sua non esultanza. Anche se il paragone tra i due giovanissimi attaccanti stava in piedi, soprattutto per il talento, la giovane età, il futuro e (naturalmente) il colore della pelle dei due. “Perché mi ricorda Balotelli? Si assomigliano di piedi, di fisico e purtroppo anche di testa”, spiegava Mihajlovic dal ritiro di Cortina, in una delle prime uscite sulla giovane perla nera made in viola. E ancora, sempre dalle Dolomiti: “Quando sta bene... di testa, è forte”. Fino a tre settimane dall’inizio del campionato. “Baba ha qualità importanti e tutto per fare bene, ma prima di tutto si deve dare una svegliata. Ad oggi non sono pienamente soddisfatto, voglio vedere un Babacar con più mordente”. Ma subito dopo l’amichevole estiva giocata (e persa) contro il Valencia: “Se non cambia marcia è inutile che resti a Firenze. Deve imparare a dare di più e la società è consapevole che in questo momento non può essere il vice-Gilardino”. Poi il mercato è finito, e di altre punte (ad eccezione di Cerci) in
casa viola non ne sono arrivate. Babacar è rimasto a Firenze, evitando così di finire in prestito in un’altra società. E quest’anno, almeno fino a gennaio (quando, come sempre, ci sarà la sessione invernale del calciomercato), sarà lui a dare manforte a
Gilardino. Al ragazzo (non ancora maggiorenne) la personalità non manca sicuramente. Tanto da aver deciso di abbandonare la “vecchia” maglia numero 21 per la 9. Quella che a Firenze, in passato, è stata indossata da grandissimi attaccanti.
GiovaNi Renato Buso può contare su molte promesse
Le “stelle” della Primavera
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a Primavera della Fiorentina ha ricominciato da Renato Buso. Il tecnico trevigiano, già campione d’Italia con la formazione degli Allievi nel 2008, è stato confermato dalla società viola sulla panchina della Primavera nonostante un’ultima stagione con più bassi che alti. I presupposti per fare bene, comunque, ci sono ancora una volta. Anche se quest’anno Buso non potrà contare sulle reti di Babacar, chiamato in prima squadra con il duro compito di fare da vice a Gilardino. Ma resteranno a disposizione dell’allenatore gran parte dei talenti cresciuti nel settore giovanile viola. Da Seculin a Carraro, fino ad Acosty. Ci sarà, poi, Seferovic, arrivato lo scorso gennaio per una cifra vicina ai 2 milioni di euro. Per il ragazzo parlano i fatti. Con la
Nazionale Under 17 Svizzera ha vinto l’edizione del 2009 dei Mondiali di categoria. In quella competizione ha vinto anche il titolo di capocannoniere. Lo sa bene Mihajlovic, che ha deciso di portarlo in ritiro con la prima squadra per testarne le qualità fisiche, tecniche e psicologiche. Anche Agyei si è aggregato alla prima squadra per la preparazione, ma servirà più a Buso che al tecnico serbo. Corvino si aspetta tanto anche da Matos, un esterno brasiliano dotato di grandi colpi, che in parte ha già fatto vedere la stagione scorsa quando è stato chiamato a giocare in Primavera, nonostante fosse nella rosa degli Allievi Nazionali. Occhio, infine, all’ultimo arrivato. Si chiama Michel Panatti, centrocampista classe 1993 proveniente dal /C.G. Monza.
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pallavolo. Intervista a De Fonzo, reduce da un brutto infortunio non ancora risolto
“San Casciano, stacci più vicina” Lorenzo Mossani
All’inizio della nuova stagione il Bisonte Azzurra lancia un appello a tutta la città:
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“Senza il calore del pubblico si va da poche parti. Siamo arrivati secondi per pochi
icominciamo. Bisonte nuovo, obiettivi vecchi. Sicuramente, il principale è quello di centrare i play-off, ma la speranza è che la compagine di Niccolai centri finalmente la Serie A. Questo è emerso dalla presentazione del 25 settembre. Le parole del presidente Elio Sità, del ds Gino Mazzi e dello sponsor Wanny Di Filippo sono state chiare: “Dare il 100%!”. Intanto l’Azzurra ha un volto completamente nuovo. Dopo le riconferme dell’eterna Vannini, della coppia d’oro al centro Guerrini - De Fonzo, la scommessa fatta sulla promettente Zago e del secondo libero Savelli, la squadra è stata ulteriormente rinforzata. Infatti, dopo gli arrivi della centrale Cheli, delle attaccanti Babbi e Porzio, della palleggiatrice Sostegni e del libero Rubini, è stato completato il reparto delle centrali con la promettente Marianna Vujko. La Vujko (187 cm) viene dalla A2 (Linkem Club Italia) come la Rubini e sarà in lotta con la Cheli per la prima parte della stagione per sostituire l’infortunata De Fonzo. Silvia De Fonzo, dopo il grave infortunio (rottura di legamento crociato e menisco al ginocchio destro), prova a svelare i segreti del nuovo Bisonte e contemporaneamente lancia un appello a San Casciano: “E’ un squadra che puo’ lottare per le primissime posizioni, le mie nuove compagne hanno iniziato col piede giusto questa avventura”. Silvia, c’è qualcuna che ti ha sorpreso in particolare? “Tutte. Vederle in palestra fa ben sperare per il futuro, sarà difficile ritrovare subito un posto in squadra”. Quali sono realmente le tue condizioni?
punti”. Intanto i tifosi cercano di mobilitare i più giovani per portarli al palazzetto
Silvia De Fonzo in azione
“Sto migliorando. Sono felice perché non credevo di tornare in palestra così presto. Non sono nuova a questo tipo di infortuni. Oltre a una riabilitazione non facile c’è da tenere conto del punto di vista psicologico. Non pensavo di avere così tante persone vicine. Tutto questo affetto mi ha dato una forza incredibile. Voglio tornare al più presto a giocare ad alti livelli”. A proposito di ‘calore umano’, San Casciano non sembra starvi vicino così tanto? “Purtroppo è vero, senza pubblico non si va avanti più di tanto. Nei play-off contro San Severino abbiamo giocato quasi le partite in casa come fossimo in trasferta. In certi momenti dell’anno sarebbe stato fondamentale avere più calore intorno alla squadra, siamo arrivate seconde per pochi punti”. Dello stesso parere sono Riccardo e Maurizio Petrocelli, gli unici insieme ad una decina di ragazzi che hanno preso per mano il tifo, specialmente nei play-off incitando la squadra a gran voce... “Dopo tanti anni di B1 al vertice non capiamo come San Casciano sia quasi estranea a questa bellissima realtà”. Avete in mente qualcosa di particolare? “Siamo determinati a coinvolgere il gruppo dei giovani della zona. Già adesso siamo all’opera. Ricordiamoci che oltre ad essere un bellissimo sport la pallavolo, in palestra ci sono delle ragazze belle e brave, quindi vogliamo il palazzetto pieno!”
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pallamano. Parla Michele Graziosi, colonna del Tavarnelle: “Do una mano ai giovani”
Il capitano storico prepara il futuro Carlo Marrone
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n capitano è sempre un capitano. Può alzare la coppa del mondo di calcio in mezzo ad uno stadio affollato, oppure semplicemente dare la carica ai suoi compagni all’interno del palazzetto di Tavarnelle, ma è sempre punto di riferimento per società e tifosi rimane. Il ventisettenne Michele Graziosi, mancino, veste la maglia biancoverde della squadra di pallamano da undici anni consecutivi e per adesso non ha intenzione di smettere di correre sulla fascia destra. Michele, torniamo a undici anni fa. Come mai tra tutti gli sport hai scelto questo? “La colpa è tutta del coach Franco Toccafondi. Alle medie, durante educazione fisica, è venuto a farci conoscere questa disciplina e dopo avermi visto all’opera mi ha chiesto se avevo voglia di provare durante un vero allenamento. Mi sono presentato alla palestra di Tavarnelle e così mi ha incastrato”. Oltre che capitano, sei anche memoria storica della squadra. In questi anni di attività quali sono le emozioni che ti sono rimaste più dentro? “Diciamo che indossare questa maglia mi ha portato a provare un sacco di emozioni, sia positive che negative. Ricordo i festeggiamenti dopo la promozione in A2 e allo stesso tempo non posso dimenticare la delusione provata dopo la retrocessione in B”. E per la stagione che sta per cominciare, cosa ti aspetti?
“Sarà un’annata importante per la pallamano Tavarnelle. La società ha deciso di puntare sui giovani che tante soddisfazioni ci hanno dato lo scorso campionato, il mio compito di capitano sarà quelli di aiutarli ad integrarsi e prepararli per un domani da protagonisti”.
Il compito di fratello maggiore ti si addice, come vedi questi ragazzi dall’alto della tua esperienza? “La cosa che mi colpisce di più è quanto siano diversi di me alla loro età: loro sono molto più bravi con la palla e preparati fisicamente”. Quanto ha voglia la squadra di ricominciare a giocare? “Tantissima e soprattutto non vediamo l’ora di rivedere la palestra Biagi riempirsi di persone che ci incitano. I tifosi per noi sono linfa vitale, dopo tutti gli anni che siamo stati costretti a giocare sempre in trasferta era come regalare ogni volta un giocatore agli avversari”. Visto il numero di anni di militanza nella pallamano Tavarnelle puoi essere considerato una bandiera per la squadra. Hai uno sportivo di riferimento? “Ho una passione irrefrenabile per Roberto Baggio, ho sempre ammirato la sua serietà e la storia personale. Il mio giocatore di pallamano preferito invece è il francese Nikola Karabatic”.
pallavolo. Pietro Giacomo Buoncristiani, allenatore del Tavarnelle, pensa in grande
“Non ditelo in giro, ma punto alla B2”
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on potevano essere festeggiati nel modo migliore i 40 anni della Pallavolo Tavarnelle. Dopo lo straordinario ‘miracolo’ della promozione in Serie C, a settembre si è svolta la presentazione della squadra: tante conferme, pochi ma importanti volti nuovi. Uno degli allenatori più amati, criticati ma comunque vincenti (nella passata stagione tra la B1 con l’Azzurra e il rush finale con il Tavarnelle), Pietro Giacomo Buoncristiani ha collezionato trenta vittorie e soltanto quattro sconfitte. Ci parla di questa squadra, tra sogni, ambizioni e speranze: “Abbiamo mantenuto l’organico che ha vinto la Serie
D, una rosa giovane che ha compiuto una sorta di miracolo sportivo, ora è vietato non sognare”. Ci sono stati dei rinforzi? “Alessia Fanfani attaccante, Sonia Cavicchioli che era con me a San Casciano in B1 e il capitano storico di Incisa: Simona Romoli”. Dallo sguardo, lei punta alla Serie B2... “Sì. Non posso negarlo, la società vuole stare con i piedi per terra ma è più forte di me...”. Come sempre, hai cercato il cocktail tra ragazze giovani e chiocce. Perché? /L.M. “Solo così si puo’ crescere”.
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MUAY THAI. Una disciplina che è nata molto lontano: in Thailandia
I combattenti leali del Chianti Lorenzo Mossani
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è una disciplina che si sta radicando sempre più nel Chianti e Gianni Nencini, responsabile della formazione tecnica del gruppo atleti agonisti, è il suo guru. Gli atleti dell’associazione Muay Thai Chianti, infatti, si allenano con passione nelle strutture di Tavarnelle e Barberino. Qual è la filosofia nel Muay Thai? “Attraverso un percorso sportivo fatto di lealtà, disciplina ed impegno si cerca di diventare campioni nella vita, perché questo è il vero “ring” dove ogni giorno bisogna combattere per conquistarsi quello spazio che ci meritiamo”. Dove nasce questa nobile disciplina? “E’ uno sport da combattimento che nasce in Thailandia, dove ha un valore assoluto e un ruolo di primo piano come il calcio da noi. E’ considerato lo sport nazionale ed è praticato fin dai 4-5 anni, perché rappresenta una possibile evasione da una realtà che conosce prevalentemente la povertà. Essere dei buoni combattenti vuol dire guadagnare soldi per comprare ciotole di riso destinate a sfamare intere famiglie”. Con che spirito iniziate la nuova stagione? “Iniziamo la nuova stagione agonistica cercando di migliorare ancora ed incrementare il numero di atleti che si cimenteranno in gare agonistiche, cercando di formare un competition team maschile e femminile di primordine.
Gianni Nencini con uno dei suoi ragazzi
Vogliamo dare la possibilità a chiunque di poter scoprire uno sport a mio avviso completo, perché non è solo il fisico a giovarne ma soprattutto è l’equilibrio interiore. Diciamo che se tutte le palestre adottassero la nostra filosofia, avremmo già sconfitto la diffidenza della gente perché l’atleta modello – e mi riferisco ai veri campioni che ho conosciuto personalmente in Tailandia – fuori dal ring sono persone assolutamente umili, disponibili, cordiali e per niente esaltate”. Avete una futura ‘stella’ tra voi? “Di atleti di spicco ce ne sono alcuni e in futuro ce ne saranno altri, perché
Il caso. Parla il nuovo presidente Vasco Petri
La rinascita del San Donato
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on è facile fare il presidente di una squadra di calcio. E la cosa diviene più ostica se vieni catapultato alla guida di una società importante come il San Donato-Tavarnelle per colpa di un terremoto sportivo. Vasco Petri però non si è demoralizzato e con tanta grinta si è messo alla guida dalla società in questo momento difficile. Peccato per il difficile inizio di campionato: la società spera che la prima squadra abbia imparato dallo scorso campionato, quando un disastroso primo quarto di stagione ha reso la salvezza un vero miracolo. Presidente Petri, quali sono le prospettive per questo anno? “L’Eccellenza è un campionato difficile, quindi vogliamo per prima cosa conquistare la salvezza il più in fretta possibile. Poi se ci sarà la possibilità di raccogliere altro, ben venga”. Come vede la rosa della prima squadra? “E’ un bel gruppo motivato e unito. Siamo riusciti a mettere insieme giocatori più esperti come Sali e Toccafondi a gente giovane come Laurenzi, che si è messo subito in evidenza segnando due gol all’esordio. E poi sarà bello vedere scendere in campo i ragazzi che vengono dal settore giovanile”. Quest’anno ne avete fatti salire
Castellani, il “wonder boy”
molti, il San Donato crede ancora nel vivaio. “Ci crede e continuerà a farlo. Da tre anni a questa parte abbiamo investito molto sulle categorie minori e posso già dire che ci sono tre/quattro ragazzi pronti per fare il salto in prima squadra. Ma dovranno aspettare ancora un anno”. Se dovesse scommettere qualcosa su un suo giocatore, su chi punterebbe? “Questa è una domanda difficile. Sceglierei il nostro wonder boy Matteo Castellani. Ci ho parlato da poco e l’ho trovato molto motivato e si vuole rifare dopo una stagione non esaltan/L. M. te”.
come disse Michelangelo: la scultura sta già nella pietra, deve essere bravo lo scultore a lavorare la pietra”. E’ possibile praticare questo sport da piccoli? “A noi piacerebbe molto fare anche corsi per bambini a partire dai 6 anni, ma li spazi disponibili al momento non lo consentono. Pertanto i nostri corsi sono aperti a tutti coloro che sono disposti a faticare tanto all’ora di cena, con tutto ciò che ne consegue”. Cosa insegna la Muay Thai? “I ragazzi devono credere in loro stessi perché non esiste la sconfitta nel cuore di chi lotta. E tanti altri valori”.
pillole dal nuoto all’aerobica AttivitÀ motorie per tutti Si sono aperte le iscrizioni ai corsi di attività motoria organizzati dal Comune di San Casciano Val di Pesa. I corsi che l’amministrazione comunale ha programmato sono aperti a tutti i cittadini, che per informazioni ed iscrizioni possono recarsi presso l’ufficio sport di via Machiavelli. Molte le novità per l’annata 2010/2011. Accanto alle sempre affollate lezioni di ginnastica dolce per la terza età quest’anno ci saranno le scuole di tennis e nuoto per i ragazzi. Agli adulti sono dedicati i corsi di corpo libero, pilates, step, aerobica, T.B.W, Circuit Gag, QI Going, ginnastica del respiro, Judo e difesa personale. A grande richiesta tornano pure le tanto amate lezioni di yoga, come sempre aperte a uomini e donne di ogni età. tre comuni e il lions club la festa del gioco e dello sport I Comuni di Barberino Val d’Elsa, San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa hanno organizzato per i giorni del 8, 9, 10 ottobre la “Festa del gioco e dello sport – Crescere insieme nelle diversità”. Le tre amministrazioni comunali insieme al Lions Club Barberino Montelibertas hanno ideato questa manifestazione per sensibilizzare la comunità sul sempre discusso problema dell’integrazione nello sport da parte dei disabili. Nelle tre giornate si susseguiranno incontri con esperti d’integrazione sportiva e dibattiti con esperti. Molto interessanti saranno le partite dimostrative che le squadre di Torbal e Hockey su carrozzina terranno nella mattina del sabato. Nel pomeriggio del 9 ottobre presso il parco del Mocale avrà inizio la manifestazione pubblica con giochi e animazioni alle quali potranno partecipare bambini e no. Alle venti si terrà una cena sociale su prenotazione alla quale parteciperanno dei rappresentanti delle amministrazioni comunali. La giornata di domenica 10 inizierà allo stadio di San Casciano con un triangolare di calcetto al quale seguiranno una dimostrazione di tennis tavolo e karate. Per il pranzo ci si trasferirà tutti al Parco la Botte, dove nel pomeriggio si potranno vedere le squadre di ciclismo e tennis in carrozzina all’opera. Gli ultimi studi hanno evidenziato l’importanza degli animali nella cura delle patologie psichiche e, infatti, non poteva mancare uno spazio dedicato all’equitazione e all’ippoterapia. A fine serata saranno estratti tre viaggi premio per i partecipanti al concorso Parco la Botte.
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“il calvario di noi abitanti di via Foggini” Gentile Direttore, vorrei sottoporre alla sua attenzione e a quella della sua redazione, la situazione non certo ottimale della viabilità e della vivibilità di via Foggini, in cui come tante altre persone mi trovo, a questo punto debbo dire sfortunatamente, ad abitare. Dopo anni di disagi subiti a causa dei lavori per la realizzazione della linea tramviaria, che proprio nella nostra via ha visto la realizzazione di infrastrutture rilevanti, oggi il nostro calvario sembra non essere finito anche a causa di alcune scelte poco opportune e francamente evitabili del Comune e dell’Ataf. Difatti siamo costretti a subire un notevole inquinamento acustico e dell’aria dovuto al passaggio di un continuo flusso di traffico a tutte le ore del giorno e della notte e al passaggio del tram che, per quanto se ne dica, produce comunque un rumore considerevole dovuto all’attrito con rotaie. A questo però si aggiunge, a causa del collocamento del capolinea della linea 77 e della fermata della linea 9 proprio di fronte alle nostre abitazioni, anche la presenza continua di autobus che spesso tengono il motore acceso durante il loro stazionamento e che quindi aumentano i livelli di inquinamento acustico e atmosferico, che dobbiamo subire a discapito della nostra salute. Inoltre in funzione di tale scelta sono stati completamente eliminate zone di sosta per autovetture, cosicché i numerosi clienti degli esercizi commerciali presenti nei nostri condomini sono costretti a parcheggiare sul marciapiede ed anche noi stessi non abbiamo più la possibilità di lasciare neppur per breve tempo le nostre autovetture vicino casa. La nostra vita è resa impossibile soprattutto d’estate quando siamo costretti a tenere le finestre chiuse giorno e notte, nonostante il caldo, per il rumore del tram, delle auto, dei bus di fronte casa; e quindi per sopravvivere dobbiamo installare impianti di aria condizionata, che fra l’altro vanno ad aumentare i livelli di inquinamento. Il nostro giardino condominiale è poi di-
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ventato una vera e propria pattumiera a cielo aperto come conseguenza dello stazionare in attesa del bus di un gran numero di persone. Da tempo ci siamo mossi sia appellandoci ai conducenti dei bus affinché non tengano i motori accesi durante il capolinea sia interpellando l’Ataf e il Comune per chiedere lo spostamento del capolinea o in zone della nostra via in cui non siano presenti abitazioni, visto che ciò è possibile, o altrove, dove possa creare comunque un minor disagio. Ma non abbiamo ottenuto risultati da questo punto di vista, dal momento che le nostre richieste sono state sempre superficialmente ignorate. Sarebbe inoltre auspicabile che le rotaie della tramvia fossero sistemate per evitare lo sgradevole rumore di attrito che si produce ad ogni passaggio del tram, aumentando così l’inquinamento acustico della zona. In conclusione chiediamo che venga garantito il nostro diritto di cittadini alla salute, che in questo modo ci viene negato a causa di scelte fatte senza prendere in considerazione tutte le conseguenze; a tal fine vogliamo sensibilizzare attraverso i giornali anche l’attenzione dell’opinione pubblica, affinché anche le istituzioni possano prendere in considerazione le nostre richieste per migliorare la vivibilità della nostra via. Francesco Marlazzi Referente condomini di via Foggini, n.24-30-36-42 “autoveloX Fissi a Fiesole, ben Fatto” Spettabile Redazione, nel mese di giugno del 2009 venne pubblicata su codesto giornale una mia lettera nella quale auspicavo, in seguito ad alcune questioni relative all’uso degli autovelox mobili nel comune di Fiesole, l’installazione di postazioni fisse ben segnalate al posto delle mobili, e magari il loro incremento, col fine di aumentare la sicurezza stradale, limitare le multe e dare l’opportunità al personale della Polizia Municipale di svolgere altri compiti. Da quello che ho potuto constatare ciò è stato recentemente realizzato. Qualunque sia stato il motivo di tale evoluzione vorrei complimentarmi con l’amministrazione comunale e con la Polizia Municipale, visto soprattutto l’ingrato ruolo di “sceriffi” che siamo ormai abituati associare a chi cerca, spesso invano, nel paese delle contraddizioni e dell’arroganza, di farci semplicemente rispettare le regole. Distinti saluti Giovanni Crescioli le nuove Pensiline dei bus e il MarciaPiede di via degli alFani Sul vostro periodico n° 50 del 1° Luglio corrente, alla pag. 27 alla voce “Dico la Mia”, ho letto le lamentele, più che giuste, della sig.ra Elisabetta Fantini sulle nuove pensiline alle fermate degli autobus e mi chiedo perché la mia del 5 Maggio c.a. con allegata altra lettera del 29 Aprile riguardante questo argomento non è stata presa in considerazione? Non venitemi a dire che probabilmente è stata pubblicata su www.ilreporter.it perché dovete prendere in seria considerazione che non tutti hanno Internet e che esistono
ancora persone come me che adoperano il computer soltanto come mezzo per scrivere. Detto ciò, da buona fiorentina voglio essere anche “polemica” e ribadire che tutti i difetti che la gente troverà sulle nuove pensiline la Sottoscritta le aveva già elencate, l’unica cosa su cui non avevo detto niente erano le panchine, ma questo era dovuto al fatto che ancora non erano state installate. Voglio aggiungere, visto che ci sono, anche la faccenda del marciapiede di via degli Alfani, perché da cittadina fiorentina e che paga le tasse, mi piacerebbe sapere il nome di chi ha dato il permesso di smantellare un marciapiede quasi nuovo, pare in pietra serena, senza tra l’altro recuperare le lastre, ma di frantumarle letteralmente; ora, se si continua così, mi pare che si stia cadendo, per così dire, dalla “padella alla brace”, perché questo vuol dire che si continua a elargire “poltrone” a incompetenti o che se ne fregano letteralmente. Per il momento sarà bene fermarsi qui, tanto se le cose continueranno ad andare avanti in questo modo, ci sarà senza ombra di dubbio occasione di riparlarne. Laura innaMorato Misterioso, l’idillio È Finito? Ciao, lavoro spostandomi un po’ per tutta Firenze e spesso sono “incappata” nelle scritte dell’Innamorato Misterioso che aveva disseminato guardrail, cassonetti, cartelli, asfalto ecc. di scritte dedicate alla sua amata (d’altra parte la calligrafia era inconfondibile!). Ricordo che pochi mesi fa dedicaste a questo innamorato una pagina intera lanciando le ipotesi più strane sulla sua identità. Forse non sapremo mai chi è, ma posso dirvi che molto probabilmente l’idillio è finito....sigh sigh! Infatti chi sa dove trovare le scritte d’amore di questo misterioso giovanotto romantico noterà che: le scritte sono state coperte con vernice (anche quelle sull’asfalto!) o coperte con vernice spray o strisce adesive! Peccato ...era bello immaginare un “Per sempre felici e contenti”. Auguri misterioso romantico, speriamo che incontrerai presto la tua anima gemella... (io l’ho incontrata e quest’anno abbiamo festeggiato i 10 anni di matrimonio per niente stanchi l’uno dell’altra!). Ciao a tutti. Serena “aPriaMo le corsie PreFerenziali ai Motorini” Ai giornalisti de “Il Reporter”, mi permetto di dissentire dal tono dell’articolo tendente ad escludere i motorini dalle corsie preferenziali. Mi dicono che in altre città, ove il consiglio comunale è più attento alla mobilità della popolazione attiva, le corsie preferenziali sono percorribili dai motorini. Cominciamo invece a proibirne l’uso alle “auto blu”. Anzi, proibiamo le “auto blu”! Beppe via di villaMagna e il ProbleMa del Parcheggio Salve, sono una residente di via di Villamagna,
zona Gavinana, e vi volevo far notare che nella parte finale della via avremmo bisogno di un bel parcheggio. Lo spazio c’è fra l’area dei cani, che è troppo grande e non sfruttata, e tutta la parte di terreno adiacente al magazzino della Publiacqua, che è abbandonata e trascurata. A noi residenti tocca fare tanti giri e a volte anche a vuoto con la paura che qualche vigile ci possa fare la multa. Hanno fatto la pista ciclabile togliendoci i pochi posti che c’erano per parcheggiare, non mi fraintendete, la pista ciclabile potrà essere utile, ma anche realizzare dei parcheggi per noi penso sia una cosa più utile di una pista ciclabile, che è anche molto pericolosa perché spesso viene usata dai motociclisti. Vi prego aiutateci a vivere meglio nella nostra via, non so con chi dovrete parlare ma fate qualcosa, altrimenti la gente inizierà a vendere le proprie case e trasferirsi in altre zone, e sono convinta che con la realizzazione di qualche parcheggio via di Villamagna potrà avere un altro valore e la gente che ci abita, sono convinta, che approverebbe e non avrebbe più il problema di dove andare a parcheggiare. Cordiali saluti, Una cittadina di via di Villamagna “bene l’ecotaPPa alle cure, Ma serve Più PubblicitÀ” Sono cittadina residente in zona Le Cure, e sono contenta di avere finalmente “scovato” nella nostra zona, dopo i cassonetti dell’organico, arrivati con oltre un mese di ritardo sui cestini domestici, l’ecotappa di piazza delle Cure, il punto di raccolta per piccoli rifiuti domestici, come vernici, oli, ecc. Finalmente, perché per lungo tempo conservavo sotto il lavandino di cucina gli avanzi di oli alimentari vari, sapendo della loro nocività se dispersi nell’ambiente, ma senza sapere dove poterli smaltire doverosamente. Poi ho saputo di un centro raccolta alla Caldine, ed è stato lì che sono andata a versare il mio flacone. Un mesetto fa, per caso, ho scoperto che proprio nel mio mercato rionale c’era il centro raccolta che poteva alleggerirmi di vecchie vernici, bombole spray, ed altri materiali inquinanti. E qui sta il punto. Non guardo molto la tv, ma acquisto quasi tutti i giorni un quotidiano, leggo il vostro foglio, ma non sapevo niente di questa importante iniziativa e come me, credo, molti concittadini. Qualcuno mi ha detto che la notizia era passata sul tg regionale, ma certamente ha occupato lo spazio di due, tre edizioni al massimo..... Credo sia doveroso, soprattutto per chi organizza queste importanti iniziative, accompagnare adeguatamente con una campagna informativa diffusa sul territorio ed attraverso canali informativi diversificati tali iniziative che senza un tale supporto rischiano purtroppo di fallire o di rimanere forme marginali di intervento. Ma in fatto di ambiente non credo ci sia più tempo per gli indugi!! Neppure in materia di traffico ci dovrebbero essere ancora indugi: dopo i reiterati proclami vorrei tanto poter vedere operativi sulle nostre strade, e non solo in centro - dove non credo siano strettamente necessari, ma tutt’al più coreografici - i nostri vigili urbani sanzionando le doppie file di au-
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it “sono viva grazie a voi”: Quando la sanitÀ Funziona Al Direttore Sanitario dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, al Primario del Reparto Dea, ai Dirigenti Medici del Reparto di Rianimazione, a tutto il Personale Medico e Infermieristico del reparto UTIC: in data 19 aprile 2010 sono stata colpita da infarto del miocardio, ma sono ancora viva grazie a tutti Voi dell’ospedale di Santa Maria Nuova. Ricoverata con urgenza al reparto DEA e successivamente al reparto di Rianimazione sono stata prontamente seguita, vigilata e monitorata da personale altamente qualificato, attento e operativo che risolutamente ha lottato oltre l’immaginabile per strapparmi alla morte. Infatti, la situazione si era ulteriormente aggravata per il sopravvenire di ripetuti arresti cardiocircolatori dovuti a shock anafilattico con stenosi della glottide, rendendo l’intubazione, una vera lotta condotta con caparbietà e tecnica determinatezza. Un ringraziamento a tutto il personale che con abnegazione e competenza mi ha davvero restituito alla vita. Un grazie particolare al Dottor Barattini e alla Dottoressa Landini. Superata l’emergenza, sono poi stata trasferita all’UTIC dello stesso nosocomio, dove anche qui ho conosciuto e apprezzato l’umanità e la professionalità di tutto il personale, dalle ragazze delle pulizie alle infermiere così premurose per arrivare ai medici di reparto sempre pronti a risposte e incoraggiamenti. In una situazione drammatica un trattamento da cinque stelle! Grazie di cuore a tutti voi, miei angeli, Roberta Montaini
Cara Roberta, innanzitutto mi felicito con lei per il pericolo scampato e per il miglioramento delle sue condizioni di salute, che spero continuino ad essere buone. Detto questo, per un mese – grazie alla sua lettera e alla bella storia che ci ha raccontato – lascerò perdere gli argomenti (pur molto importanti per la città e i cittadini) che solitamente tratto nel mio spazio – dal traffico alle buche, dal degrado ai problemi di Firenze – per parlare di sanità. Di buona sanità. Non capita spesso, purtroppo, in questi tempi, in tempi in cui giornali e telegiornali riempiono intere paginate e aprono le loro edizioni con assurde liti (dalle drammatiche conseguenze) nelle sale parto, tanto per fare un esempio, di avere la possibilità di parlare di buona sanità. Non sono mancati - anche recentemente – non mancano e continueranno purtroppo a non mancare, in Italia come altrove, i casi di malasanità, ed è dovere degli organi di informazione dare spazio a queste vicende perché – tutti ci auspichiamo – non si ripetano più. Ma penso che sia giusto, come in questo caso, dare risalto anche agli episodi positivi, ai buoni esempi, soprattutto quando, come nella vicenda che ci ha raccontato, questi riescono a salvare la vita di una persona. Perché non dobbiamo dimenticare che, nei nostri ospedali, lavorano centinaia, migliaia di professionisti seri e capaci, che si fanno in quattro per la loro professione ma il cui lavoro e la cui immagine, spesso, vengono appannati da quei pochi che, con i loro condannabilissimi comportamenti, riescono a oscurare l’impegno di molti. Non dobbiamo dimenticare che anche loro, oltre ai pazienti mal curati, sono vittime dei casi di malasanità. La sua testimonianza del trattamento “a cinque stelle” ricevuto nella situazione che si è trovata a vivere rende dunque giustizia a una categoria che, molto spesso, si merita elogi e complimenti, senza riceverli però pubblicamente. E – aggiungo io – vuol essere anche un invito, uno stimolo, a continuare con sempre maggior impegno e serietà a svolgere il proprio lavoro. Un lavoro, è perfino superfluo sottolinearlo, di una fondamentale importanza e di grande delicatezza, come tutti i lavori che hanno a che fare con le persone. Tanto più quando queste non stanno attraversando un momento facile. Ci uniamo, quindi, al suo ringraziamento ai medici e a tutto il personale dell’ospedale di Santa Maria Nuova. Matteo Francini
tomobilisti irresponsabili che ingorgano un traffico già altamente congestionato. Queste sì che sarebbero multe sacrosante, ma credo che non si abbia il coraggio di essere coerenti. Spero possiate fare da megafono delle ecotappe in città, magari ripetendo il messaggio e facendo presente i due problemi sollevati a Quadrifoglio e Comune. Grazie, Emanuela Pratesi Figline: i Pendolari, i Parcheggi e i ProbleMi dei residenti Ho letto con interesse gli articoli sui parcheggi figlinesi del Vostro numero di settembre 2010, e non posso fare a meno di
replicare all’egregio Sig. Maurizio Da Re. Il problema che lui fa presente all’amministrazione comunale è un falso problema, perché erano state messe a disposizione corse di autobus per i pendolari del circondario, ma nessuno ne usufruiva. La sostanza è che noi abitanti di Via Martiri Cavicchi, di Via Barducci, di Via Pampaloni, di Via Don Mazzolari, di Via Arno siamo alla mercé del traffico dei cosiddetti pendolari. Venisse in un giorno qualsiasi, non festivo, il sig. Da Re a far visita alle nostre strade. Non possiamo nemmeno uscire dai nostri parcheggi privati tanto è il traffico. Con l’assessore Fagioli avevo parlato io direttamente più di un anno fa per ottenere un miglioramento alla circolazio-
ne. La promessa era che Via Barducci per lo meno diventasse a senso unico, entro la primavera del 2010. Siamo all’inverno del 2010 e niente è successo. Vergognoso. Il Sig. Da Re vuole l’ampliamento del parcheggio della stazione, non è necessario perché i posti vengono raddoppiati giornalmente dai pendolari, rendendo la viabilità quasi impossibile. Nessun vigile vigila e multa tutte quelle auto in sosta vietata e pericolosa. Tramite il Vostro giornale voglio sensibilizzare l’amministrazione comunale di Figline Valdarno al fine di risolvere il problema del traffico dei pendolari. Lo sa il Sig. Da Re che i residenti anche per scaricare la semplice spesa non trovano un posto, dico uno, libero? Venga a vedere. Un’ultima cosa, anche se avrei da dirne 10.000, in via Marchiani è stato posto un cartello per il parcheggio limitato a 2 ore da circa un paio d’anni per un complessivo numero di 7 auto. Immancabilmente viene occupato la mattina alle 7 e liberato alle 18 senza segnale orario, e si sono viste le multe in due anni in due sole occasioni, perché qualcuno esasperato aveva telefonato. Aumentiamo i parcheggi, sì, ma per i residenti, e liberiamo Via Barducci dal traffico impossibile. Noi dobbiamo respirare tutto il monossido di carbonio dei pendolari, non mi sembra giusto. Io spero che qualcuno dell’amministrazione comunale legga un Vostro articolo nel quale venga spiegato come stanno le cose e venga provveduto alla risoluzione di un problema immenso per i residenti. A proposito, una domanda per i nostri amministratori, perché io devo pagare per la manutenzione di un parcheggio che non posso usare perché occupato continuativamente dalle solite auto? Mettessero una piccola tassa a chi lo occupa tutti i giorni, anche solo 10 centesimi al giorno, almeno si riprendono le spese. Distinti saluti. Carlo Regnanti “degrado in zona via senese-galluzzo” Cara redazione, sono un residente del Q3, sarò molto sintetico, desidero segnalarvi che da tempo nella mia zona (Galluzzo, via Senese, Ponte della Certosa) vi è un notevole degrado. Ad esempio animali (cani) sciolti che lasciano escrementi in ogni luogo, scritte sui muri, sui cancelli, sui cartelli stradali, sui cassonetti della nettezza, scarsa pulizia stradale anche nelle vie interne a via Senese-zona Galluzzo, una-due-tre volte il mese vi sono rumori acustici notturni che superano i decibel e la pazienza di noi abitanti di via Senese-Ponte della Certosa del Galluzzo è al limite .Visto che è stato bandito: più controlli e rigore al “degrado” cittadino. Perché a tutt’oggi anche nella periferia citata di Firenze non viene fatto quanto in città? Grazie per l’attenzione, saluti, Stefano sulle zanzare c’È Poco da ridere... È sicuramente divertente l’articolo di Muzzi in prima pagina sul numero 76 di
Il Reporter; personalmente avrei preferito vedere pubblicati i provvedimenti presi dal Comune nei confronti di quelle che oramai sono a tutti gli effetti le padrone incontrastate delle nostre giornate e serate nei nostri giardini, terrazzi, piscine: le zanzare tigre. Non è più possibile stare fuori di casa a qualunque ora del giorno e della notte..... non ne siamo più i padroni; per non parlare degli stranieri che vengono a passare le loro vacanze e a spendere i loro soldi nel Chianti, costretti a rinchiudersi nelle loro stanze! Pensate che continueranno a venire ancora per molto? (parlo degli stranieri, non delle zanzare). Rossella Funghini Baldeschi Passerella sull’arno, “le Mie riFlessioni” Gentile redazione, prendo spunto dalla vignetta in prima pagina sulla tanto agognata e sbandierata passerella sull’Arno.....finalmente aperta! Ho notato che, al di là dei disagi creati agli abitanti, delle lungaggini costruttive e dei soldi spesi.... in parte male, la passerella è usata pochissimo da ciclisti e pedoni che percorrono comunque il ponte dall’altro lato della provinciale, e questo perché il sentiero che conduce dalla passerella verso il Matassino finisce sotto i due cavalcavia e si restringe in una strettoia di pochi centimetri con relativo gradino del marciapiede!.... Non so, ma come deve fare un diversamente abile con la carrozzina o una mamma con il passeggino, o anche chi decide di percorrere la passerella con la bici, a superare tali ostacoli? Ma non ci ha pensato nessuno, o siamo con le classiche fette di salame sugli occhi? Dal lato Figline attorno alla nuova rotatoria di via Pampaloni non esiste un passaggio pedonale.... e lo stesso dicasi per la rotatoria tra il torrente Galliana e la Coop; inoltre qui, dovendo rialzare le spallette del ponte per motivi idrogeologici, si sono creati, da e per Incisa, degli sbalzi di cemento armato praticamente invalicabili, costringendo tutti a passare lungo la sede stradale col rischio di essere trascinati via da qualche automezzo di passaggio. E’ mai possibile che non si possa realizzare un misero marciapiede? E stando così le cose personalmente credo proprio di no. Pochi giorni fa ho visto personalmente una giovane mamma tirare indietro velocemente la carrozzina del bambino che rischiava di essere travolta e stretta da un grosso tir sulle spallette del ponte. Non parliamo poi delle microrotatorie del Matassino, della Lidl e dell’oleificio!!!! Ma chi è che progetta tutto ciò, è mai possibile che non ci sia nessuno, in Comune o in Provincia, che controlli i lavori fatti e se sono fatti come dovuto? Almeno un vigile urbano che riferisca agli uffici competenti!, dico io. Uno che dica “Signori qui non va bene come è stato fatto”!!!!!! D’accordo, facciamo i lavori per il bene di tutti, ma che siano fatti bene, con un po’ di testa e senza tanti sprechi, pensando che i soldi spesi sono dei cittadini e non gruzzoli per farsi della visibilità sulle spalle dei contribuenti, ma soprattutto senza mettere in pericolo la vita della gente. Grazie per l’attenzione, Piero
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
Concerti Vasco Rossi Tour “Indoor” 2010 12 e 13 ottobre
Nelson Mandela Forum Il grande cantante italiano ripete l’avventura di un tour di 365 giorni a 14 anni da quello intolato “Nessun pericolo per te”. A maggio Vasco è entrato negli stadi di Bruxelles, Londra, Barcellona, Zurigo e Berlino. Adesso il re del rock italiano si ferma a Firenze. Protagonisti del concerto i classici del repertorio di Vasco e i suoi ultimi successi. Fra questi, “Ad ogni costo”, canzone scritta dal cantante sulla musica del capolavoro dei Radiohead, “Creep”. Per più di 2 ore Vasco canterà accompagnato dalla sua storica band: Maurizio Solieri e Stef Burns alla chitarra, Claudio Golinelli al basso, Alberto Rocchetti al piano e alle tastiere, Andrea innesti al sax e cori, Frank Nemola alla tromba, Matt Laugh alla batteria e Claudia Moroni ai cori. Sting “Sinphonicity” tour 25 ottobre
Teatro Verdi
L’ex cantante dei Police si ferma a Firenze per l’attesissima tappa del suo tour 2010. Si esibirà con la Royal Philharmonic Concert Orchestra diretta dal maestro Steven Mercurio e canterà i suoi successi più famosi riarrangiati in chiave sinfonica. Le altre date previste in Italia sono Milano il 2 novembre e Roma il 10 novembre. Il nuovo album “Sinphonicity è uscito quest’estate, mentre il primo singolo “Every little thing she does is magic” è uscito in digitale il 24 maggio.
Trick or beat 30-31 ottobre
Viper Theatre Dalle ore 21 il ritmo più veloce e più spezzato delle ultime tendenze dell’elettronica europea made in Uk: d&b, graim, dubstep. Dalla terra d’Albione alcuni degli ospiti che in futuro diverranno gli headliner dei maggiori festival europei. 30 ottobre: disrupt live with soom t (Jahtari) / Jah Station / Overknights 31 ottobre: The Bug & MC Flow Dan (NINJA TUNE) / Hatcha / Numa Crew
Spettacoli Michelle Hunziker Mi scappa da ridere Dal 22 al 24 ottobre
Teatro Verdi
Per la regia di Giampiero Solari la nota presentatrice e attrice da tempo impegnata in teatro sale sul palco e... ride. Una trama fresca per uno spettacolo che vuole sottolineare la capacità che Michelle ha sempre dimostrato nell’affrontare ogni situazione sdrammatizzandola col sorriso. Un viaggio attraverso la sua vita, vista in chiave ironica e fiabesca. Leo Gullotta Le allegre comari di Windsor Dal 28 al 31 ottobre
La commedia, originariamente in 5 atti, è stata adattata riducendola a due tempi con intervallo. Paolo Rossi Il mistero buffo di Dario Fo (ps: nell’umile versione pop) Dal 20 al 30 ottobre
Teatro Puccini
Tributo dell’attore al premio Nobel per la letteratura. Il testo di Dario Fo è stato riadattato da Paolo Rossi e Carolina De la Calle Casanova in una versione rigorosamente “popolare”. Il pubblico viene coinvolto nello spettacolo, ogni sera proposto in maniera diversa, pur senza improvvisazioni. Gli autori dello spettacolo, che mantiene il carattere politico dell’originale, hanno voluto proporre il teatro popolare come mezzo per “resistere” in una società dove la ricostruzione dei valori è prioritaria. La regia è di Carolina De La Calle Casanova e Lucia Vasini, le musiche, dal vivo, di Emanuele Dell’Aquila, la produzione de “ La Corte Ospitale- Compagnia del Teatro Popolare” con la collaborazione della Fondazione Giorgio Gaber.
Arte e Mostre
Teatro Verdi
Joan Mirò I miti del mediterraneo Dal 9 ottobre
Il Nuovo Teatro Eliseo, per la regia di Fabio Grossi, porta in scena una delle opere più amate di Shakespeare, dove la figura di John Falstaff - qui interpretata da Leo Gullottadiverte il pubblico di oggi, rendendo evidenti numerose corrispondenze fra il personaggio, l’opera e molti aspetti della nostra quotidianità.
Non solo quadri, ma anche litografie, sculture, disegni e illustrazioni faranno parte delle 110 opere dell’artista catalano in mostra fino al 23 gennaio del 2011. Il percorso espositivo mette in evidenza il legame tra Mirò e la natura del Mediterraneo, rappresentata attraverso immagini di donne, animali, ma
Palazzo Blu di Pisa
anche mitologiche. E’ proprio col mito che si apre la mostra, da Dafne e Cloe per arrivare al Minotauro. In esposizione anche le illustrazioni che Mirò realizzò per la raccolta di poesie “Costellations” di André breton, oltre alle serie “Archipel Sauvage” e “L’éspoir du navigateur”dedicate al viaggio. A chiudere la mostra, l’intensità cromatica delle opere ispirate al mito della donna, a di Madre Natura e dell’uccello mitologico. I dipinti della fondazione Longhi Fino al 17 ottobre
Villa Bardini
Giunge alla conclusione la mostra organizzata per i quattrocento anni dalla morte, avvenuta nel 1610, di Michelangelo Merisi detto Caravaggio. Nella villa sono esposti i quadri del pittore che Longhi. storico dell’arte, acquistò in vita e quelli di alcuni suoi allievi. La mostra chiude una serie di esposizioni, fra le quali “Caravaggio e Caravaggeschi a Firenze” che ha avuto luogo alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, per le celebrazioni in occasione dell’anniversario della morte del pittore. Tesori di Palazzo Chigi Saracini Fino al 30 ottobre
Siena
Ogni venerdì e sabato, dalle 11 alle 12 e dalle 15 alle 16 sarà possibile visitare il palazzo dell’Accademia Musicale Chigiana, soffermandosi in alcune delle meravigliose stanze della struttura costruita nel ‘200 in stile gotico. La visita comprende anche una visione di alcune opere della collezione d’arte della famiglia Marescotti, che costruì il palazzo stesso. La collezione comprende pezzi di genere
diverso, dai dipinti di molti pittori italiani e senesi ad oggettistica in legno e ceramica.
nisti assoluti di un evento non a caso dedicato a Bacco.
L’artista indisciplinato Dal 21 al 24 ottobre
Sulla bocca di tutti Livorno Food Festival 23 e 24 ottobre
Ex carcere delle murate
Artisti in libertà in una mostra che, nell’ambito degli eventi legati al Festival della creatività, vuole lasciare ampio spazio alle diverse forme espressive dell’arte contemporanea. L’evento avrà luogo nelle ex celle al primo piano dell’edificio. Sabato 23 e domenica 24 gli artisti si esprimeranno in esibizioni dal vivo.
Enogastronomia Volterragusto Dal 23 ottobre al 1 novembre
Volterra
Corti e palazzi della città faranno da sfondo a degustazione di prodotti tipici come olio, vino, salumi e formaggi. Al centro dell’evento il tartufo bianco locale, cui sarà dedicata anche una mostra-mercato nei fine settimana del 23 e 24 ottobre, 30 ottobre e 1 novembre. Nell’ambito di Volterragusto verrà anche conferito il premio letterario Jarro, dedicato a un protagonista del mondo dello spettacolo che abbia compiuto un’opera di divulgazione della cultura culinaria. I Giorni di Bacco Ultimi due fine settimana di ottobre
Castiglion Fiorentino
I vini di Castel Fiorentino e delle zone vicine, come la Maremma, il Chianti, Montepulciano, Montalcino, Montecucco saranno protago-
Livorno Grand Hotel Palazzo
Seconda edizione della Kermesse culinaria che l’anno scorso ha registrato la presenza di 3500 visitatori, 60 espositori e 500 operatori del settore. Un successo che si ripete offrendo una panoramica sui prodotti di alta qualità made in Italy. I visitatori potranno acquistare prodotti alimentari di vario genere e visitare le 7 sale d’esposizione, una delle quali dedicata solamente alla ristorazione. Sarà anche possibile partecipare al laboratorio sensoriale “Il Sigaro e il Vino”.
Fumetti Lucca Comics and Games Dal 29 ottobre al 1 novembre
Lucca
Torna la più grande mostra italiana dedicata a fumetto, giochi e animazione. Ricchissimo il programma di eventi e tanti gli ospiti fra cui scrittori, editori di giochi di ruolo, programmatori di videogames. Anche aspiranti scrittori, disegnatori di fumetti e creatori di giochi di ruolo troveranno il loro spazio nell’ambito del Festival, dove avranno l’opportuninità per sviluppare le loro idee. Il prezzo del biglietto intero è di 14 Euro. Sono previste riduzioni per bambini, i loro accompagnatori e le comitive.
l’evento
Cetona premia “Toscana & Chianti News”: un riconoscimento giornalistico per la testata U
n premio per “Toscana & Chianti News”. È quello vinto a settembre dalla testata edita da Web&Press Edizioni per un articolo scritto da Nicoletta Curradi su Cetona, intitolato “Cetona, gioiello toscano d’arte, gusto e natura”. Lo scorso settembre, nell’ambito dell’evento “Cetona tra Arte e gastronomia”, si è svolta infatti la premiazione dei giornalisti vincitori della prima edizione del “Premio Giornalistico Cetona”, nel corso di una serata-evento condotta dalla giornalista della Rai Camilla Nata. E la vincitrice del concorso, nella categoria “Stampa, periodici e settimanali, quotidiani e agenzie”, è risultata essere proprio Nicoletta Curradi, “per l’elegan-
te sintesi descrittiva e fotografica che ha saputo mettere bene in evidenza le peculiarità storico-paesaggistiche di Cetona in un contesto occasionale ideale per incontrare i gusti di qualità proprio dove nascono”, nel servizio “Cetona, gioiello toscano d’arte, gusto e natura” pubblicato sulla testata mensile “Toscana & Chianti News” nell’edizione del 2 agosto scorso. Cinque, in tutto, sono stati i premi assegnati nel corso della serata, che si è tenuta nella Sala Polivalente del Comune alla presenza delle autorità locali - il sindaco di Cetona Fabio Di Meo, il presidente dell’Associazione Pro Loco Massimo Mercanti e l’assessore dell’Unione dei Comuni della Valdichia-
na Senese Marco Rossi: oltre a quello vinto da “Toscana & Chianti News”, il riconoscimento per la categoria “Radio e televisione” è andato a Bruno Gambacorta, autore del servizio “Cucina di Cetona”, trasmesso all’interno della rubrica del Tg2 Eat Parade, che si è assicurato anche il Premio speciale istituito dalla Pro Loco quale particolare riconoscimento per l’alto ritorno di immagine per Cetona (la trasmissione, infatti, ha registrato per l’occasione un ascolto di oltre 2 milioni e 500mila spettatori); per la categoria “Internet” il premio è stato assegnato a Cristiana Pumpo, autrice del servizio “Cetona, il risveglio dei sensi”, pubblicato l’11 agosto sulla rivista online di informazione enogastronomia
“OlioVinoPeperoncino”. Infine, il premio assoluto è andato a Generoso D’Agnese, autore del servizio “Nella valle dei sapori”, pubblicato all’interno della rubrica De Gustibus Italia, il 1° agosto 2010, sul quotidiano “America Oggi” di Westwood (New Jersey), magazine domenicale Oggi 7, il giornale italiano più venduto e letto negli Stati Uniti. Ad assegnare i premi è stata una giuria di esperti giornalisti presenti alla serata finale, composta da Daniela Filippi (Slow Food), Leonardo Mattioli (direttore di Centritalia), Luigi Pagnotta (Apt Chianciano Terme Val di Chiana), Mario Gazzeri (Ansamed) e Rossana Pessione /I.G. (Omnia Group).
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