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Il Giornale del tuo Quartiere

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OTTOBRE 2010

Periodico d’informazione locale. Anno IV n.78 del 1 ottobre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

PRIMO PIANO

IL CONCORSO

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Cavoli, bugie e cicogne Andrea Muzzi*

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ZOOM-MA IL REPORTER Tantissimi i partecipanti al premio fotografico. Ecco quali sono gli scatti vincitori PAGG.16-17

Il QUARTIERE INCOMPIUTO Sono tanti i progetti annunciati ma mai realizzati. E agli abitanti non resta che attendere PAG.3

SPORT

Incroci, la classifica dei più pericolosi Quei divieti un po’ così

PAG.2

tendenze

di Carpini - Puliti

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TORNA IL FENOMENO Dopo la lunga squalifica, Mutu potrà nuovamente scendere in campo a fine mese. I tifosi lo aspettano PAG.36

A TUTTO BRASILE Alla palestra dello stadio, sotto il Franchi, si imparano la capoeira e i suoi segreti PAG.38

ulta. Se ridipingi un cancello e non avverti il prossimo con un cartello, multa. Se spazzoli il cane all’aria aperta onde evitare di ritrovare parrucche di pelo in giro per casa, multa. Se sbatti tappeti e tovaglie alla finestra, multa. E via così. Firenze è ricca di divieti “bizzarri”, frutto del regolamento di polizia urbana ideato dalla scorsa amministrazione. Un fascicolo di 46 articoli fitti fitti, alcuni inevitabili per tutelare il

decoro della bella Firenze, altri forse un po’ meno essenziali. Ma, va detto, tutto sommato l’applicazione è elastica, e soprattutto, come ricorda l’assessore Mattei, “la prima legge non scritta è il buon senso”. Quello che, ad esempio, è mancato a più riprese agli assaltatori del Biancone, celeberrima statua oltraggiata ancora e ancora nel corso degli anni. L’ultimo pirata è stato Pedro, irriverente PAGG.10-11 quattrozampe.

Tutti pazzi per il tango “di strada” PAG.31

nche in Italia imperversa la moda del Burlesque. Perché piace tanto? È uno spettacolo dove delle donne per spogliarsi ci mettono mezz’ora. Pensa se in camera da letto ce lo facesse la nostra compagna? Arrivata alle scarpe mi sarei già addormentato! Nel sesso siamo sempre alla ricerca di esperienze “estreme”. Mio nonno è stato in un locale per scambisti. Ha tentato di scambiare mia nonna ma in cambio ha ricevuto solo un ecoincentivo per la rottamazione. Sul sesso abbiamo una visone distorta perché ci hanno raccontato bugie. Quando ero piccolo i miei mi dicevano che i bambini li portava la cicogna. La cicogna è alta e snella, io da bambino ero grasso e piccolo: sono cresciuto convinto di essere il figlio di una quaglia. Oppure ci dicevano che i bambini nascevano perché un “semino” si era depositato nella pancia della mamma. Mi ricordo che mio cugino quando andava con la zia ai giardini la obbligava ad indossare un passamontagna. “Cos’è, un gioco?” “No, un anticoncezionale!”. Infine ci dicevano che i bambini nascevano sotto il cavolo, sotto l’insalata. Mi hanno rovinato l’alimentazione. Da bambino la bistecca la mangiavo sempre senza contorno: avevo paura di fare una strage degli innocenti. Oggi i bambini il sesso lo conoscono grazie alla tv. Lì vedono le pubblicità erotiche dove donne nude mugolano al telefono. Mio figlio mi ha presentato la nuova fidanzata: un cordless! *Comico

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Ottobre 2010

Campo di Marte • Cure • Coverciano

SULLA STRADA/1. Lo scorso anno nel Q2 si sono registrati 1.112 scontri, più di tre al giorno

Quando incrocio fa rima con incidente SULLA STRADA/2

Le strade più pericolose continuano a essere

Il bizzarro sinistro che finì su Facebook

le solite “note”, segnalate anche dalla polizia municipale. Per i pedoni i rischi maggiori sono nelle vicinanze delle rotatorie Serena Cafaggi

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ulle strade cittadine capita (troppo spesso) di prestare poca attenzione alla guida. Questo accade perché, a pochi passi da casa o dal lavoro, è più facile sentirsi al sicuro, lontani dai pericoli: alcune vie si finisce per conoscerle a memoria, e non è raro sapere esattamente la durata di un semaforo rosso. Tutti elementi che, sommati a una piccola distrazione, nostra o altrui, contribuiscono ad aumentare le probabilità di un tamponamento. Lo scorso anno il quartiere 2 ha riportato un bilancio complessivo di 1.112 incidenti su strada, con una media di oltre tre al giorno: detta così, la situazione fa spavento. In realtà, la cifra è molto più bassa rispetto a quella del centro storico o del quartiere 5, ma nel contempo è anche superiore ai 665 sinistri del quartiere 3 che, al momento, detiene il primato di zona con minor rischio al volante. Ma le distrazioni alla guida non bastano da sole per giustificare un numero così elevato incidenti: sulla lista nera delle scorrettezze compaiono così l’alta velocità, che è il motivo per cui spesso non si riesce a frenare per tempo; l’imprudenza, tipica di chi pensa di avere una guida impeccabile; e infine il mancato rispetto delle norme, dal “bucare” un semaforo rosso al sorpasso sconsiderato. Ma non sempre la colpa è di chi sta alla guida, o almeno non solo. Non si può infatti evitare di dire che alcune strade, più di altre, peccano di visibilità ridotta, proprio come alcuni incroci risultano essere particolarmente intricati. A Campo di Marte le vie pericolose non sono poche, almeno secondo il parere di alcuni residenti. La signora Ivana, pensionata, afferma che per quanto riguarda i pedoni le zone peggiori sono quelle vicine alle rotatorie, “poiché spesso le strisce sono nascoste, poco visibili, e gli automobilisti vanno comunque a gran velocità”. Un esempio ne è la rotonda che unisce via Quintino Sella a via del Madonnone, dove la visuale è ridotta al minimo. Stesse critiche anche per le strisce intorno a piazza Oberdan e per l’attraversamento tra via Scipione Ammirato e via Scialoja; terribile, poi,

L’incrocio tra via Scipione Ammirato e via Scialoja

anche il tratto che collega via Aretina al sottopasso di via del Gignoro, reso pericoloso dal grande affluire di auto e motorini, in tutte le direzioni. Ma il pericolo, a volte, sembra provenire persino dalle insospettabili biciclette: molte persone anziane si sono infatti lamentate per i tratti di strada in cui percorsi ciclabili si accavallano, senza alcuna divisione, a quelli pedonali. In questi casi, se non si sta attenti a dove si cammina, si rischia di trovarsi a “tu per tu” con un mezzo che può

Il Reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie

possibile individuare le condizioni classiche e comuni della maggior parte degli incidenti stradali avvenuti sulle strade della città: il giorno più “pericoloso” sembra essere il venerdì, l’orario più “temibile” quello intorno alle 18–18.30, mentre i soggetti maggiormente coinvolti negli scontri sono auto e motorini. L’identikit è piuttosto chiaro e non ha bisogno di commenti: la fretta e la stanchezza si dimostrano ancora una volta le peggiori alleate contro una guida sicura.

SULLA STRADA/3 A un anno di distanza dalla “grande rivoluzione”, non tutti sembrano essersi abituati

Autobus, i residenti dicono la loro su tragitti e fermate

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i fronte alle scelte dell’Ataf, i residenti del quartiere 2 ancora non sembrano trovare pace. Già, perché a distanza di un anno dalle decine di cambiamenti che hanno stravolto linee e percorsi, qualcuno continua a storcere il naso, dichiarandosi tutt’altro che contento. La ragione è sempre la stessa: prima – sostengono alcuni - si viaggiava meglio. Ne sono convinti, ad esempio, due pensionati sul 14 in direzione Girone, e lo ripete una signora che aspetta il 17 in piazza San Marco. Se è vero che con il tempo ci si abitua a tutto, non è detto però che lo si faccia sorridendo. Prima della “grande rivoluzione”, i tragitti e

Il Reporter di Campo di Marte, Cure, Coverciano raggiunge 41973 famiglie nel quartiere 2 di Firenze.

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andare anche piuttosto veloce. A conti fatti, i veri protagonisti della maggior parte degli incidenti del quartiere continuano ad essere i soliti incroci. In vetta alla classifica, al momento, si trovano quello tra via Capponi e via Fra’ Bartolommeo, seguito da via Arnolfo ad incrocio con via Orcagna, viale dei Mille con via G. Marconi, via Dalla Chiesa e via Vittorio E. Orlando. Strade segnalate, tra l’altro, dalla stessa polizia municipale nel corso del 2009. Dalle ultime statistiche è stato inoltre

A volte gli incidenti possono essere bizzarri, oltre che spaventosi. È il caso del sinistro avvenuto l’8 agosto del 2009, quando un’anziana di novantadue anni alla guida di una bella Bmw 320 ha d’improvviso perso il controllo in via Gioberti, per piombare sulla pedana esterna di un bar travolgendo tavolini e clienti. Sebbene la signora sia poi uscita dal veicolo da sola, del tutto illesa e sorreggendosi sulla propria stampella, il bilancio complessivo della sua “svista” ha comunque contato cinque persone lievemente ferite e un notevole numero di danni materiali. Dopo qualche ora, passata la paura iniziale e riaperta la zona al traffico, l’incidente è diventato quasi una “barzelletta”, balzando dai videofonini ai giornali, dalla radio fino a raggiungere facebook, la nuova piazza del pettegolezzo. Per giorni ne hanno parlato tutti. Una vera fortuna, in fondo, che sia stato possibile riderci sopra.

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le fermate dei bus sembravano essere caratterizzati da una maggiore coerenza, quantomeno in relazione agli spostamenti più classici e frequenti dei cittadini. Facendo un esempio pratico, può capitare che che attualmente, per un residente della zona di Campo di Marte, raggiungere di fretta la stazione di Santa Maria Novella (magari ogni giorno) diventi motivo di stress. A molti i tempi di percorrenza non sembrano più quelli di una volta e, soprattutto nei pressi di piazza Indipendenza, tra i semafori e il traffico, esiste davvero il rischio di perdere in strada una buona fetta del proprio tempo. Il problema, quindi, non

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sta tanto nelle linee che tornano verso il quartiere, ma in quelle che attraversano il centro. Altro motivo di malcontento, infine, sono le nuove pensiline e le fermate sui viali: per quanto riguarda le prime, la lamentela corrente è che siano più belle ma meno adatte a fare da scudo agli agenti atmosferici. Per le seconde, invece, vale il fatto che si trovino in zone considerate poco “felici”, spesso a due passi dalle auto che sfrecciano a gran velocità. Una soluzione a qualche problema, secondo alcuni, potrebbe essere quella di potenziare i bussini, spingendoli oltre i confini /S.K. del centro storico.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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il giornale del tuo quartiere

IL CASO. Passa il tempo e molti dei progetti annunciati per riqualificare la zona restano sulla carta

Un quartiere di “eterni incompiuti”

L’ex Telecom di via Masaccio

CONSUMI. Quelli principali sono cinque Si tratta di interventi di viabilità e risistemazione di spazi pubblici e privati, da anni in attesa di una soluzione definitiva che però tarda ad arrivare. Tra le questioni irrisolte la riorganizzazione delle piazze Alberti e Cure e il futuro dell’ex Telecom

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Simele Kruklidis

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l tempo passa e i progetti annunciati nel quartiere continuano a rimanere eterni incompiuti. Interventi di viabilità, il più delle volte, ma anche di riqualificazione degli spazi pubblici e privati, ormai da anni in attesa di una soluzione definitiva che ancora tarda ad arrivare. Tra le questioni irrisolte troviamo le zone Alberti e Cure, snodi principali della mobilità di Campo di Marte e causa di ingorghi nelle ore di traffico più intenso: per la prima, sulla scia di polemiche e malcontenti, erano state avanzate numerose proposte, a partire dalla riorganizzazione della piazza. L’obiettivo era quello di ricongiungere le due parti del quartiere divise da via Piagentina e, nell’eventualità, di realizzare un parcheggio scambiatore sotterraneo. Altri interventi avrebbero riguardato l’eliminazione delle barriere murarie e dei dislivelli che separano villa Arrivabene dal contesto circostante, la rimozione dei distributori di benzina e la realizzazione di nuove pavimentazioni e arredi urbani per accompagnare visivamente la zona commerciale. Impossibile a questo punto non nominare anche l’interminabile controversia sulla pedonalizzazione di via Gioberti, concessa al momento solo per pochi giorni l’anno. Quanto alle Cure, da tempo immemore l’area del mercato attende una sostanziale modifica per favorire il flusso di traffico proveniente dalla Faentina: a conti fatti, la proposta era quella di spostare tutte le bancarelle per costruire un parcheggio simile a quello sorto in piazza Alberti. Un’idea rimasta sulla carta, così come avvenuto per l’ipotesi di sostituire il cavalcavia con un più discreto sottopasso, in vista dell’arrivo della Tav. Ma in tema di viabilità cittadina non è ancora tutto. Nel “menu” delle proposte con possibile sviluppo futuro troviamo i già molto noti parcheggi pertinenziali, che nel quartiere 2 dovrebbero essere collocati in via Frusa e su viale Fanti, a sostituzione del vecchio acquedotto. Dopo quasi dieci anni, niente di nuovo anche sul

Guida ai mercati della circoscrizione

fronte della ztl viola, che prevede, se e quando messa in pratica, la chiusura delle strade durante lo svolgimento delle partite, con possibilità di accesso solo ai residenti. Un altro tasto dolente a Campo di Marte è, per concludere, la questione degli edifici dismessi, strutture per lo più nelle mani dei privati, lasciate “marcire” senza alcuna prospettiva futura. Prima nella lista nera è ancora una volta l’ex Telecom di via Masaccio che, dopo essere stata etichettata come area di recupero dal Piano Regolatore, aspetta da un anno nuove disposizioni. Per le ex poste di via del Pratellino è invece ufficiale la demolizione, dato che il Consiglio di Stato ne ha decretato l’incompatibilità con le future disposizioni urbanistiche (nella fattispecie la costruzione di un nuovo parcheggio per i residenti). Qualcosa si muove, e i cittadini sperano per il verso giusto. In estate è inoltre ripreso lo sgom-

Dopo quasi due lustri, niente di nuovo nemmeno sul fronte della ztl viola bero dell’ex Meyer, occupato abusivamente da oltre due anni: adesso, l’intenzione è di dare il via ai lavori che porteranno alla costruzione di alloggi residenziali pubblici e non solo. Come annunciato dall’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, l’ex ospedalino diventerà anche la sede di un nuovo asilo nido. Ancora insoluto resta infine il destino del vecchio ristorante Kontiki, caduto nel dimenticatoio e divenuto anch’esso, nel tempo, rifugio per i senzatetto. Mentre dunque si fa luce su alcune delle realtà più discusse del quartiere, restano ancora molti gli interrogativi degli abitanti. Proprio come i progetti eterni incompiuti.

e in passato la piazza del paese era il punto di ritrovo degli abitanti, oggi il mercato di zona ha preso il suo posto, diventando il luogo deputato per incontrarsi, fare quattro chiacchiere veloci, magari scambiarsi opinioni sulla qualità e sui prezzi e nel frattempo fare la spesa o, per qualcuno, togliersi soltanto qualche sfizio, acchiappando al volo l’offerta della giornata. I mercati rionali nel quartiere 2 sono distribuiti omogeneamente sul territorio; i principali sono cinque, di cui il più grande (e più frequentato) è sicuramente quello delle Cure, seguito a ruota da quello dello stadio. Poi ci sono quello di Salvi Cristiani, quello sotto il cavalcavia di piazza Alberti e quello di largo Monzani (Varlungo), che sono tutti di dimensioni più o meno simili e piuttosto ridotte. In ciascuno si trovano soprattutto abbigliamento, casalinghi, scarpe e biancheria. “Certo, non sempre la qualità è eccellente. Ma nemmeno quella della merce dei negozi a volte lo è, quindi preferisco comprarmi più cose che mi piacciono, ma meno costose, e cambiarle più spesso”, spiega una ragazza mentre scandaglia attentamente un mucchio di vestiti. In numero assai inferiore ci sono anche banchi di alimenti, frutta e verdura. Da questo punto di vista l’unica eccezione è il mercato delle Cure, dove - oltre a tutti gli altri - ci sono ben una quindicina di banchi alimentari stabili. Alla domanda su quale sia più conveniente tra questi diversi mercati, i clienti

più assidui sono quasi tutti concordi: “Nella pratica non esiste un mercato più conveniente di altri, dipende tutto dal banco, dal giorno della settimana e dalle offerte del momento. Ma soprattutto dipende da quello che si cerca”. E poi “bisogna essere un po’ esperti per riuscire a godere dei vantaggi dell’acquisto al mercato”, dice la signora Caterina, che lavora come impiegata in un ufficio “e forse anche avere più tempo di quanto ne abbia io, che riesco a fare due passi tra le bancarelle solo il sabato oppure durante la pausa pranzo, quando però tutti stanno cominciando a smontare e le cose migliori sono già andate via”. Il cliente migliore del mercato rionale è infatti colui che ce l’ha vicino casa, e riesce ad andarci quasi

Non esiste il più conveniente. Dipende tutto da giorno e banco tutti i giorni, sul presto, per poter scegliere la merce migliore e soprattutto acquisire la competenza e la familiarità per sapere precisamente da chi andare a comprare una certa merce e in quali giorni. L’acquirente più attento e più assiduo sa cercare tra i banchi l’offerta migliore e, soprattutto, sa aspettare il giorno giusto della settimana per trovare ciò che cerca al /A.D. prezzo più basso.


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Campo di Marte • Cure • Coverciano

SPORT E DINTORNI. Tante le attività tra cui scegliere per mantenersi in movimento nel Q2

Calcio, judo, ginnastica o arrampicata Restare in forma quest’inverno si può Anna Damasco

pagare iscrizioni di nessun genere ma non rinunciare al movimento, ci sono anche altre attrezzature sportive messe a disposizione dei cittadini: piste, campini, pallai per le bocce, aree attrezzate per l’attività fisica, che sono distribuite tra giardini e palazzi, a volte in luoghi poco conosciuti o piuttosto nascosti. Per esempio, non tutti sanno che nel giardino di via Novelli è presente un bel campetto da calcio, illuminato tutti i

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rrampicata, basket, pesca, ping-pong, ginnastica artistica e ritmica, podismo, calcio storico, baseball, judo, yoga, giocoleria, acrobatica, calcetto, scherma, pugilato, badminton, pattinaggio artistico e... chi più ne ha più ne metta! C’è davvero di tutto tra le attività tra cui scegliere nel quartiere 2 per mantenersi in forma durante l’inverno. Tutte queste discipline sono disponibili in strutture pubbliche come palestre scolastiche, palazzetti o spazi comunali, affidate dal Quartiere a società terze per la gestione e l’organizzazione dei corsi in cambio di prezzi contenuti o addirittura convenzionati, garantiti per tutti. Da sempre la massiccia presenza di impianti sportivi nel quartiere ha reso questa la zona dello sport per eccellenza in città: lo stadio, il campo da rugby, quello da baseball, lo stadio di atletica, i campi di Coverciano, il Mandela Forum, le varie piscine, sono tutti vicinissimi tra di loro e continuano ad aumentare. Oggi, con una nuova vasca da 25 metri, un nuovo bar (e perfino un ristorante) arriva la Costolina, dedicata ai giovanissimi, l’ultima ad arricchire ulteriormente le possibilità per i nuotatori oltre Bellariva, Costoli, Micropiscina e piscina comunale Franchi. Per coloro che non vogliono

Per gli amanti della bicicletta è stata terminata anche la pista ciclabile fino al Girone giorni fino alle 22 e che, non lontano da lì, dietro al supermercato del Gignoro, è stato concluso il restauro del campo per calcio a 5 in erba sintetica che si trova in via Marangoni, oppure che è possibile accedere liberamente al campo della Floriagafir a Bellariva dalla mattina fino al primo pomeriggio. Da ricordare anche un altro campino da calcio poco noto, vicino a Villa Favard, in via Rocca Tedalda. Ma le strutture libere non sono finite: in viale Verga, poco dietro il capolinea dell’autobus 17, ci sono due campi: uno da basket e uno da pallavolo, con tanto di gradinate per

WALTER SARDI Pensionato, 60 anni

COSTANZA YOITA Casalinga, 36 anni

SILVIA MARTINELLI Infermiera, 37 anni

“Necessaria una maggiore manutenzione”

“Molto bene la piscina del Franchi”

“Diverse possibilità di scelta”

“Il nostro quartiere è chiaramente un’isola felice: abbiamo tutto. Sarebbe necessaria sicuramente una maggiore manutenzione, soprattutto nelle aree comuni come gli spazi verdi che essendo molto frequentati - a volte anche da persone poco rispettose - si rovinano spesso”

“È da un anno che porto la mia bambina alla piscina Comunale Franchi, devo dire che mi trovo molto bene. La struttura è confortevole, gli spogliatoi buoni. L’unica pecca è che all’inizio abbiamo avuto la sfortuna di trovare tra tutti gli allenatori bravissimi che c’erano l’unico con il quale non ci siamo trovati bene”

“Io ho tre figli, ancora piccoli per fare sport. Solo il più grande ora inizierà a fare nuoto nella nuova Costolina. Credo che il quartiere offra molte possibilità tra le quali scegliere e che anche per le due più piccole presto ci sarà qualcosa da fare! L’unica critica potrebbe essere legata alla cura degli spazi all’aperto, specie dei giardini”

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il giornale del tuo quartiere

Molte di queste discipline possono essere effettuate in strutture pubbliche come palestre scolastiche, palazzetti

GUOYIN ZHEN Commerciante, 34 anni

LUCIANO GRIECO Infermiere, 44 anni

“Necessarie le luci per la sera”

“Strutture molto accoglienti”

o spazi comunali, spesso a prezzi “Io vengo sempre qui al campo di viale Verga. Va tutto bene, è perfetto, infatti il pomeriggio è sempre pieno di persone a giocare. Credo solo che dovrebbe rimanere aperto un po’ più a lungo la sera e che sarebbero necessarie delle luci. Poi se rimettessero anche la rete da pallavolo sarebbe davvero bello...”

contenuti. E per chi non vuole spendere ci sono gli impianti e le attrezzature nei giardini

il pubblico, anche se attualmente sprovvisto della rete che è “misteriosamente” sparita. Da ricordare agli appassionati di basket che è disponibile anche il campo di via Pasquali e che è finalmente in dirittura d’arrivo la fine dei lavori per il nuovissimo campo “all’americana” (ovvero con un solo canestro) ai giardini di Bellariva. In questo stesso giardino di lungarno Aldo Moro verrà presto ripri-

stinato anche il pallaio per il Petanque, ovvero le bocce di metallo. A skaters e pattinatori è destinata un’area di piste e cunette speciali - proprio vicino allo stadio, in viale Maratona - che entro fine mese sarà definitivamente ristrutturata su un progetto elaborato a quattro mani tra amministrazione e skaters stessi. Per i pattini ci sono anche altre tre piste apposite: in via Novelli, allo Stadio e a

Bellariva, anche se più spesso sono “invase” dalle biciclette dei bambini. Tutte queste aree sono ad accesso libero e gratuito. Da non dimenticare, infine, che è stata terminata anche la pista ciclabile che porta fino al Girone. Insomma, non resta che scegliere quale sport praticare e iniziare a darsi da fare: quest’inverno, nel quartiere, restare in forma non sarà poi così difficile.

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Ecco gli interventi previsti questo mese sulle strade del quartiere (salvo altri eventuali lavori urgenti e quindi non programmati), che comporteranno provvedimenti per la sosta e la circolazione: VIA GUIDO CAVALCANTI Sono iniziati il 4 ottobre i lavori di rifacimento del manto stradale in via Guido Cavalcanti, con l’istituzione di un divieto di transito nel tratto compreso tra viale Alessandro Volta e via Dino Compagni. Termine previsto dell’intervento l’11 ottobre. VIA SANDRO BOTTICELLI Per lavori con piattaforma aerea, il 7 ottobre via Sandro Botticelli sarà chiusa, dalle 8 alle 18, nel tratto compreso tra via Masaccio e via Luca Giordano.

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“Vivo nel quartiere da circa 10 anni e ci sto bene. Trovo che le strutture siano molto accoglienti. Oggi non ho il tempo di fare sport, approfitto soltanto di rari momenti in cui portando i bambini ai giardini posso fare un po’ di stretching agli attrezzi. Vorrei che ci fosse un responsabile dei giardini dello stadio al quale far presente le cose da sistemare”

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Campo di Marte • Cure • Coverciano

TEMPI MODERNI. Decolla, pian piano, il progetto di semplificazione amministrativa. Ecco cosa cambia

Bollette e multe si pagano in un click Annalisa Cecionesi

mento d’identità valido e il codice fiscale a uno degli sportelli indicati per ritirare la busta con le credenziali. Da quel momento potrà accedere ai servizi web, come la richiesta di certificati, le visure anagrafiche, i pagamenti di multe e della rata ICI, le iscrizione agli asili nido e ai centri estivi. Così come pagare la sala matrimoni di Palazzo Vecchio o di Villa Vogel o consultare l’archivio degli oggetti smarriti, questa volta senza bisogno di registrazione. Sul sito dell’Azienda sanitaria di Firenze (www.asf.toscana.it), tramite il “CupWeb”, è invece possibile prenotare prestazioni mediche e disdire appuntamenti. Per pagare il bollo auto, basta collegarsi al sito dell’Aci (www.aci.it). La Toscana è infatti tra le regioni convenzionate ACI per il pagamento via web. Un altro strumento utile per chi viaggia su quattro ruote è il sito www.ilportaledellautomobilista. it, con i servizi di e-government del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Qui potrà scaricare i moduli per le pratiche automobilistiche, pagare i bollettini, trovare il centro revisione più vicino e consultare il saldo punti della patente o i dati del proprio veicolo. Per tutte le altre bollette, i siti web dei maggiori gestori di servizi pubblici, dall’acqua all’igiene urbana, passando per l’energia elettrica e la telefonia, offrono uno spazio per il pagamento online. Per semplificare l’accesso dei cittadini a servizi pubblici così diversificati è nato www.toscanafacile.it, portale regionale operativo dal 2009 per ricevere informazioni e facilitare alcune attività, come il pagamento telematico delle bollette o il controllo dei consumi e delle tariffazioni verso le aziende partecipanti al progetto, il cui numero è destinato a salire. E per inviare una raccomandata o un telegramma c’è anche l’ufficio postale telematico (www.poste.it). Per commissioni sempre più a portata di click.

Grazie al web si possono prenotare esami medici, si può accedere ai servizi on line del Comune, pagare il bollo Aci e perfino mandare raccomandate

A

cqua, elettricità, telefono, bollo auto. Quante spese. E quante code. Se eliminare le prime è un’impresa ardua, più semplice è sfoltire le seconde. Come? Basta avere un po’ di dimestichezza con il computer e un collegamento a internet. Si chiama semplificazione amministrativa. Permette ai cittadini di sbrigare sempre più commissioni comodamente da casa o dal cellulare. E addio code chilometriche agli sportelli. L’iter per accedere ai servizi web richiede pochi minuti. Nella maggior parte dei casi, occorre registrarsi al sito interessato per ricevere le credenziali di accesso: nome utente e password. Per i pagamenti sarà necessario disporre di una carta di credito. Occorre invece uno step in più per accedere ai servizi online del Comune di Firenze (www.comune.fi.it). Fino al termine della fase sperimentale, una volta registrato sul sito, l’utente dovrà recarsi con un docu-

SALTA LA CODA

LA RUBRICA DELL'AVVOCATO

In quelle abilitate si riscattano anche gli esami

IL DIRITTO DI VISITA DEL GENITORE NON AFFIDATARIO

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Altro trucco: la tabaccheria

A CURA DI GUGLIELMO MOSSUTO Avvocato in Firenze

UNA PAGINA SCURA della propria vita. Così definirei il momento della separazione di due persone che fino a poco, o tanto, tempo prima si sono giurate amore eterno. Si, una pagina scura della propria vita, ma che nella società di oggi rappresenta quasi la normalità. Chi vuole separarsi, deve andare davanti ad un Giudice, persona terza ed imparziale, che dovrà decidere, in caso di elevata conflittualità, a chi deve essere affidato il figlio, chi e quanto deve pagare un mantenimento, chi deve abitare nella casa acquistata con i sacrifici di una vita e fino a quando. L'ultima riforma del diritto di famiglia ha introdotto un'importante novità in tema di separazione: il c.d. "affido condiviso". Nella sostanza è stato stabilito che i figli hanno diritto a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascun genitore ed i rispettivi rami parentali, che entrambi i genitori restano titolari della potestà che esercitano congiuntamente o disgiuntamente. L'affido esclusivo, invece, è eccezione al principio generale e si applica soltanto quando il comportamento dell’altro genitore sia lesivo degli interessi del figlio. Se da un lato, quindi, i figli di separati possono ora "pretendere" di vedere in maniera continuativa i propri genitori resta da capire cosa accade quando uno dei genitori si oppone all'applicazione dei provvedimenti che stabiliscono le modalità di frequentazione dell'altro. Molto spesso accade che uno dei genitori (quasi sempre la madre) decida di utilizzare il figlio per creare difficoltà al (ex) coniuge (il padre). I motivi per cui ciò accade dipendono dalla conflittualità che attraversa la coppia in crisi e possono essere i più svariati: l'accordo sulla cifra del mantenimento o, più semplicemente, la relazione extraconiugale del marito. Questi comportamenti, che la scienza psichiatrica definisce Sindrome da alienazione genitoriale, possono avere origine razionale, essere cioè frutto di una strategia per ottenere condizioni economiche migliori. Oppure possono essere totalmente inconsapevoli, quale manifestazione del desiderio inconscio di rivalsa nei confronti del partner o della smania di possesso nei confronti dei figli. Il principale strumento per arginare le conseguenze negative di tali comportamenti è la denuncia penale. Emblematico è il caso di una mamma fiorentina, affidataria di due figli, che dopo avere iniziato una nuova convivenza aveva omesso di comunicare all'ex il luogo di dimora e il numero di telefono che, peraltro, cambiava con notevole frequenza. Ebbene, per la Corte di Cassazione tale condotta costituisce reato poiché compromette lo sviluppo di un rapporto solido e sereno del figlio con il genitore non affidatario (Sent. n. 33719 del 16 settembre 2010) anche se questi non contribuisce al mantenimento. Di pochi giorni precedente la sentenza n. 32562 condannava una mamma di Bologna per aver rifiutato di rispettare gli incontri fissati dal giudice della separazione fra l'ex marito e la figlia adolescente. Non solo la mamma bolognese ha commesso reato, ma è stata addirittura condannata a risarcire il danno morale patito dal padre.

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pagamenti e le pratiche online non sono l’unico modo che consente al cittadino di risparmiare tempo. Un altro trucco per saltare la fila? Portare i bollettini in tabaccheria. Tra un pacchetto di sigarette e un gratta a vinci è possibile infatti pagare la bolletta, una multa, il canone tv o il bollo auto, con una commissione che varia da 1 a 1,55 euro. Ma non in tutte le tabaccherie. Per scoprire quelle abilitate, a seconda del servizio richiesto e della zona più vicina, occorre visitare il sito dei gestori, Lottomatica (www.lottomaticaitalia.it) e Sisal (www.sisal.it), o cercare l’adesivo corrispondente all’entrata del negozio. Sono sempre di più i servizi offerti al bancone delle ricevitorie. Grazie agli accordi con Lottomatica Servizi, è attivo il servizio di pagamento dei ticket gestiti dalla ASL di Firenze per le prenotazioni effettuate tramite il Centro Unico Prenotazioni via call center o via web. E’ sufficiente recarsi in una tabaccheria abilitata al servizio muniti del proprio codice fiscale e del numero Pnr rilasciato dalla Asl in fase di prenotazione. Con il progetto “Reti Amiche”, promosso dal Ministero della Pubblica

Amministrazione e Innovazione, al tabaccaio si può richiedere anche il pagamento del riscatto di laurea, presentando il proprio codice fiscale, il numero della pratica fornito dall’Inps e il numero di rate da pagare. A patto che la ricevitoria sia abilitata. A Firenze trovarne una non è così semplice. E, a giudicare dalle reazioni perplesse dei tabaccai alla vista del bollettino dell’Inps, le richieste degli universitari, per il momento, /A.C. appaiono scarse.


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il giornale del tuo quartiere

ILLUMINAZIONE. L’obiettivo è arrivare a 42mila lampioni nel 2011

E luce sia (in tutta la città) Greta Braschi

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uasi 3 milioni di euro per dare nuova luce alla città. L’obiettivo? Arrivare, nel 2011, a 42mila punti luce, in grado di illuminare di più e in modo migliore le vie e le piazze di Firenze. Senza dimenticare i marciapiedi, talvolta oscurati da lampioni che illuminano solo la carreggiata o un lato della strada. E luce sia in tutti i quartieri, dal centro alla periferia. Quello più interessato dagli interventi è il quartiere 1, che nel corso del 2010 avrà più di 600 nuovi lampioni, di cui 263 nella zona del Mercato Centrale. L’area destinata a restare “in penombra” è invece il quartiere 4, con poco più di 50 interventi. Nel primo semestre dell’anno sono stati realizzati dall’amministrazione comunale, in collaborazione con Silfi, la società fiorentina per l’illuminazione, 460 nuovi punti luce. Ma in totale i lavori, iniziati lo scorso aprile per terminare a fine anno, interesseranno quasi 1.500 punti luce. L’obiettivo del piano d’illuminazione è quello di migliorare la fruibilità dei luoghi. Più sicurezza ma anche riqualificazione delle strade e delle piazze. Con un occhio puntato al rispetto dell’ambiente. Gli interven-

ti sono infatti finalizzati a un maggior risparmio energetico e al contenimento dell’inquinamento luminoso. E’ previsto un risparmio del 9,3% della potenza istallata, nonostante un aumento di illuminazione del 38% di lumen. Tutto questo grazie ad apparecchi di ultima generazione. Come le sorgenti a Led che hanno illuminato via Lungo le Mura di Santa Rosa, realizzate in collaborazione con Philips Spa. Tra gli interventi maggiori già realizzati ci sono anche il nuovo impianto di illuminazione diversificata della sinagoga in via Farini, i settanta lampioni di viale Milton e gli ottantuno punti luce di via delle Campora. Qui, come nelle altre zone della città ad alto valore

paesaggistico, sono state necessarie particolari cautele. I punti luce, dove possibile, sono stati realizzati a parete, aggiornando in chiave moderna l’antico piatto con lampade a incandescenza. Ma molti altri interventi sono già stati effettuati in ogni quartiere di Firenze, e altri ancora seguiranno a ruota. Con un’attenzione particolare verso la riqualificazione delle piazze. Dopo piazza Alberti e il Cavalcavia dell’Affrico, con le loro quarantanove nuove sorgenti luminose, sarà la volta di piazza dell’Isolotto, piazza dei Giudici, piazza Brunelleschi, piazza dei Davanzati e piazza San Firenze. E nel 2011, parola del sindaco Renzi, toccherà ai ponti.

IL PUNTO NEL QUARTIERE Viale Righi e via Mannelli aspettano ancora

Passi avanti, ma resta da fare

E

luce fu! Anche nel quartiere 2, finalmente, sono stati installati i nuovi punti di illuminazione pubblica, così come previsto nel piano del Comune in collaborazione con la Silfi, società fiorentina impiegata nel settore. Un progetto che, per il momento, ha coinvolto piazza Alberti e il cavalcavia dell’Affrico, ma che in realtà si estende a molte altre strade della zona e non solo. All’inizio dell’anno, infatti, sono stati annunciati interventi sul territorio per circa 1.470 punti luce, con l’obiettivo di arrivare, alla fine del 2010, a un totale di 42mila lampioni, distribuiti lungo tutta la città. Una scelta guidata non soltanto dall’esigenza di rendere meno buie e pericolose alcune strade, ma anche per avviare un innovativo programma di risparmio energetico, evitando gli sprechi e contenendo l’inquinamento luminoso. Grazie infatti alla sostituzione delle vecchie lampadine con i più recenti led, sarà possibile evitare il dispendio di quasi la metà della potenza elettrica, con un risparmio energetico complessivo che si aggira intorno al 10%. Nel quartiere 2, oltre alle zone già elencate, la nuova illuminazione riguarderà altre venti strade, dodici delle quali copriranno l’area tra Coverciano e Settignano. Da menzionare soprattutto via Gabriele D’Annunzio, via Caracciolo, il

largo Giannarelli e la passerella, via Salvini e ancora piazza Vasari e piazza Tommaseo; nel complesso si tratta di 350 impianti nuovi di zecca. Certamente un passo avanti, anche se ancora restano numerose le strade a scarsa illuminazione. Tra queste, figurano via Mannelli, viale Righi, la zona del Salviatino, via delle Forbici, via del Guarlone e la zona di S. Marco Vecchio. Piuttosto buio anche il lungarno Colombo e alcuni giardini della zona, anche se ormai gran parte di essi è dotata di illuminazione notturna. Sembra dunque che, ancor prima del 2011, le opere saranno portate a conclusione con una spesa totale, sul territorio fiorentino, che sfiora i tre milioni di euro. Dall’amministrazione comunale si annuncia che

Interessati piazza Alberti e il cavalcavia dell’Affrico questo è solo l’inizio, un piccolo tassello di un più ampio piano di riqualificazione degli ambienti pubblici. I risultati, intanto, saranno sotto gli occhi di tutti: una città più godibile, meno pericolosa per chi percorre le sue vie e più bella da vedere. Anche in /S.K. piena notte.

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Ottobre 2010

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TENDENZE. Un tempo acquistare merce di seconda mano era una necessità, oggi è una moda

I “pionieri” del vintage abitano qui Se in centro stanno spuntando sempre più rivendite di questo tipo, il Q2 ci aveva visto lontano: da anni, infatti, sono fioriti negozi che propongono oggetti e indumenti rigorosamente usati Simele Kruklidis

U

n tempo, acquistare merce di seconda mano non era certo una scelta voluta. Lo si faceva per risparmiare e il più delle volte si evitava di toccare l’argomento. Ma già da qualche anno, per ironia della sorte, la situazione si è rove-

sciata: i capi vecchi e logori hanno preso la declinazione di “vintage” e indossarli è diventato di gran moda, soprattutto perché capita che costino un occhio della testa. Ed ecco che, in poco tempo, negli angusti negozi del centro è dilagata la passione per l’usato, dalle

Una vetrina di Container

borse in pelle consunta di Chanel agli occhiali da sole Rayban, dai coloratissimi foulard anni ‘40 ai jeans a zampa di elefante. Eppure, una cosa bisogna proprio dirla: in fatto di vintage (o semplicemente di usato), il quartiere 2 ci aveva visto lontano. Infatti, già da anni oramai, qui sono fioriti numerosi negozi che propongono alla clientela oggetti e indumenti appartenuti a qualcun altro, ma ancora in buone condizioni. In via Gioberti, ad esempio, se ne trova uno molto “chic”, che sa coniugare il gusto classico degli anni Cinquanta a capi quasi sempre attuali e portabili. Pochi metri più in là, in via Cimabue, c’è il particolare “Mercatino di Ninni”, punto vendita famoso per l’incredibile quantità di abbigliamento che si può trovare al suo interno, anche a prezzi modici. E ancora, sul lungarno Colombo, ad angolo con viale Amendola, fa capolino un altro negozio di vintage in conto vendita. Certo, l’usato non è solo modaiolo e non riguarda necessariamente abiti, scarpe e borse. Sempre nel quartiere 2, in

L’interno del negozio di via Gioberti

zona Bellariva, esiste una piccola attività commerciale pensata per le famiglie meno abbienti, ma non solo: si chiama “Il nido di Arianna” e rivende tutti gli oggetti e le comodità che servono a bambini per crescere, dai giochi alle culle, dai vestitini ai passeggini. Qui è possibile acquistare qualsiasi articolo ad un prezzo più che ragionevole. Ma non è ancora tutto. Altro settore in cui spopola l’usato è la tecnologia: in via Aretina è possibile trovare auto e cellulari di seconda mano, a patto di non badare (in entrambi i casi) a qualche graffietto o ammaccatura. Infine, all’appello manca

solo un grande e intramontabile classico dell’usato: il mobile antico. Gli appassionati del settore, in tal caso, possono fare riferimento al noto “In Conto vendita Snc” in via Gabriele D’annunzio. Forse in pochi lo avrebbero detto, eppure i residenti e i commercianti del quartiere 2 hanno aperto la strada al richiamo del vintage e del “vecchio”, sfidando i pregiudizi che da sempre aleggiano intorno alla merce usata. Pionieri in quella che oggi è non solo una moda, ma anche una tendenza sociale per contenere gli sprechi e, perché no, per far rivivere il passato.

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in città

Ottobre 2010

ZOOM/1. Tra i 46 articoli del regolamento di polizia municipale ce ne sono alcuni di singolari

Viaggio nella giungla dei divieti urbani Il documento, che fu varato dalla precedente amministrazione comunale, prevede sanzioni per chi sbatte tappeti e tovaglie o per chi non segnala la vernice fresca. Ma anche per gli strilloni e per chi pettina gli animali in pubblico Gianni Carpini

“A

ssicurare la serena e civile convivenza”. È questo il fine dichiarato del regolamento di polizia urbana del Comune di Firenze. Ma accanto alle più condivisibili norme di buon comportamento, il testo che racchiude le regole per il “galateo cittadino” riserva alcune sorprese. Scorrendo i 46 articoli del documento, frutto del lavoro della passata amministrazione comunale, si trovano singolari divieti. Dalle norme contro chi causa “l’emissione di polveri” sbattendo tappeti e tovaglie fino alle sanzioni contro chi stende i panni senza tener conto del “decoro cittadino”. E le multe possono essere salate. Dare da mangiare ai piccioni, ad esempio, può costare caro: da 80 fino a 500 euro. All’articolo 15 il regolamento vieta infatti di “somministrare qualunque tipo di alimento ad uccelli e in particolare a piccioni presenti allo stato libero sul territorio comunale”. Allo stesso modo è proibito lasciare nei luoghi pubblici cibo per animali, gatti compresi. Il capitolo dedicato agli amici a quattro zampe è lungo. Non si possono strigliare gli animali in luo-

ghi pubblici oppure far bere i cani direttamente dall’erogatore delle fontane. Attenzione poi a stendere la biancheria. Per preservare il decoro degli edifici, l’articolo 20 del regolamento prevede multe sempre da 80 a 500 euro per i panni stesi nelle zone dei palazzi che sono visibili dal suolo pubblico. Stessa sorte per oggetti posti sulle finestre e sulle terrazze che causino la “diminuzione del decoro dell’immobile”. L’articolo 11, dedicato alle “cautele per oggetti sospesi, liquidi e polveri”, sanziona inoltre chi causa la “caduta di terra o l’emissione di polveri, anche sbattendo tappeti, tovaglie e simili”. Una regola che vale nei luoghi pubblici e in quelli privati. Gli sbadati che si dimenticano di segnalare ai passanti la recinzione verniciata

Dare da mangiare ai piccioni può costare dagli 80 ai 500 euro

di fresco rischiano una multa da 25 a 500 euro (art. 8). Medesima sanzione è riservata per la sosta selvaggia, non delle macchine, bensì delle biciclette: il regolamento, con l’articolo 4, proibisce di lasciare le bici legate elementi di arredo urbano come le panchine, se recano disagio alla circolazione, o alle recinzioni a protezione dei monumenti. È vietato inoltre lavare i veicoli in luoghi pubblici (art. 15), mentre buttare un mozzicone di sigaretta a terra può costare 160 euro (art. 14). Esistono regole anche per i negozi. Secondo il regolamento pulire le vetrine e le soglie delle attività commerciali è contro il decoro urbano, almeno nella fascia oraria che va dalle 10 alle 20. Lo stabilisce l’articolo 16. Banditi gli “strilloni”: coloro che vendono merci o servizi “con grida o con altri comportamenti molesti” possono essere multati (art. 15). Infine le norme sul volantinaggio: mentre è ammesso distribuire volantini alle persone, a patto che non si disturbi la circolazione “anche dei pedoni”, non è consentita la diffusione di depliant sui veicoli in sosta, sulle soglie e sui gradini davanti ai marciapiedi e alle aree pubbliche (art.37).

L’INTERVISTA Parla l’assessore comunale al decoro urbano, Massimo Mattei

“Esiste prima di tutto una legge non scritta che è il buon senso”

A

lcune delle norme del regolamento di polizia urbana sono singolari, ma come vengono applicate in concreto dalla polizia municipale di Firenze e in particolare da questa amministrazione comunale? Il documento, approvato nel luglio del 2008, è frutto del lavoro della passata giunta e di Graziano Cioni, l’allora assessore alla sicurezza e vivibilità urbana, ribattezzato dai giornali “l’assessore sceriffo”. La norma che vieta di stendere i panni sulle facciate visibili dal suolo pubblico, ad esempio, può lasciare perplessi. “Esiste una legge non scritta che è il buon senso – spiega l’asses-

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sore comunale al decoro urbano Massimo Mattei – che ci sia anche un regolamento che permetta in certi casi di poter intervenire è qualcosa, credo, di positivo”. Ma quali sono questi casi particolari? “Nessuno vuol sanzionare la massaia che fa la lavatrice e che nelle ore di sole invernali mette fuori la biancheria – precisa Mattei – al contrario, se un cittadino stende i panni su una delle facciate dei palazzi in via Tornabuoni, o nelle strade più importanti della città, credo che debba avere una maggiore attenzione”. Un’applicazione “elastica” del regolamento, che invece non precisa a quali

vie si applichi il divieto. Il numero maggiore di verbali non è arrivato per la biancheria stesa, ma per i casi legati più da vicino al decoro. “Contro il degrado, sono state elevate multe per le deiezioni canine”, spiega Mattei. Stando all’articolo 12 tutti i proprietari di cani sono infatti obbligati a raccogliere gli escrementi lasciati da fido sul suolo pubblico. “Ci sono state multe anche per altri comportamenti poco consoni – prosegue l’assessore - come sigarette buttate a terra e per il rumore eccessivo. Si tratta di atteggiamenti non conformi al /G.C. rispetto necessario in una comunità”.

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in città

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ZOOM/2. Cronistoria del monumento preferito dai “tuffatori clandestini”. Di ogni nazionalità

La (dolce) vita del Biancone preso d’assalto Prima dello show del disturbatore televisivo Gabriele Paolini la fontana di piazza della Signoria ha “ospitato” turisti accaldati, esaltati in cerca di fama e perfino un cane. Multato di 160 euro Francesca Puliti

N

on sarà colpa di Fellini, ma da quando Anita Ekberg e Marcello Mastroianni si sono cimentati nel bagno che li ha resi celebri è stato un continuo di imitazioni. Ogni città ha la sua Fontana di Trevi e la nostra personale è meglio nota come fontana del Biancone. La statua di Nettuno, con il suo contorno di cavalli, è stata scelta come vittima prediletta degli assalti da parte di turisti accaldati, ma anche di esaltati e comuni vandali. Sarà per quella sua vicinanza con il Palazzo del potere, o per la “comodità” con cui ci si può saltare dentro, o perché il Biancone, con il suo nomignolo affettivo, è diventato un po’ il simbolo della fiorentinità. L’ultima invasione di campo è avvenuta alla fine di agosto e più che un semplice bagno rinfrescante è stato uno show, ad opera del “disturbatore televisivo” Gabriele Paolini. Interdetto da Roma, dove imperversava attorno ai luoghi della politica importunando i giornalisti pur di entrare nell’inquadratura video, Paolini ha fatto rotta su Firenze, per combattere la sua personale battaglia contro la tessera del tifoso negli stadi. Si è spogliato ed è entrato nella vasca, munito di megafono. Ma lo spettacolo è durato poco, il tempo di raggiungere la fontana da parte dei vigili e di staccare una multa da 160 euro al contestatore. Questa l’ammenda prevista dal regolamento, in caso di tuffi nelle fontane pubbliche. La stessa cifra era già stata contestata l’estate scorsa a una coppia di giovani ameri-

cani, che si erano “fregiati” di una simile prodezza davanti a tre ragazze loro connazionali, rimaste ad osservare la scena da “bordo piscina”. Qualche mese fa era stata la volta di un quindicenne russo, per il quale aveva pagato il capocomitiva che accompagnava un gruppo di adolescenti in gita. La sanzione da 160 euro, in verità, è stata attribuita anche al padrone di un cane che, sul finire di un torrido agosto 2010, ha osato abbeverarsi ai piedi del Biancone. Ma il mondo degli animalisti si è mobilitato in favore di Pedro e del suo amico a due zampe, che nel mentre aveva scritto a sindaco e giornali locali. D’altronde il complesso scultoreo dell’Ammannati è stato vittima negli anni di attentati ben più gravi di quelli che può sferrare un cocker. Nel settembre 1989 qualcuno si mise a saltare sulle zampe posteriori di due dei cavalli, complici la notte e la scarsa vigilanza. Due anni più tardi un uomo barbuto in mutande si arrampicò fin sopra la testa del buon vecchio Nettuno per assestargli dei colpi sulla corona. Nel gennaio ’97, invece, alcuni vandali mandarono in pezzi l’orecchio di un cavallo e a giugno dello stesso anno venne spezzata una zampa. L’ultimo attacco diretto a danneggiare la fontana risale al 2005, quando tre ragazzi, nottetempo, staccarono addirittura una mano al dio di marmo. Da allora la sorveglianza ha fatto grossi passi avanti: non solo telecamere, ma sensori di movimento. Anche gli aspiranti Ekberg-Mastroianni sono avvertiti.

I PRECEDENTI Dal David preso a martellate alle statue della Loggia dei Lanzi aggredite nottetempo

Anche Benigni vittima dei vandali. Prima dell’allarme intelligente

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e il Biancone svetta in classifica come il più martoriato dagli assalti, molti altri monumenti solidarizzano con lui, anche se nessuno è in grado di insidiargli il primato. Pare che piazza Signoria sia una specie di calamita per i malintenzionati nei confronti delle opere d’arte. Sotto la Loggia dei Lanzi, museo all’aperto che incanta milioni di turisti e non, hanno subito danni sia il Ratto di Polissena che quello delle Sabine. L’ultima “bravata” risale allo scorso marzo, quando qualcuno si accanì sulla scultura di Pio Fedi staccandole tre dita. Ma Polissena era già stata colpita un paio di volte dal ’71 in poi.

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Cinque anni fa è tornato a farsi vivo anche lo sfregiatore di capolavori più noto d’Italia, Piero Cannata, colui che prese a martellate un piede del David di Michelangelo. Nel 2005 gli è “bastato” disegnare una croce celtica con lo spray sulla lapide che ricorda il punto dove venne arso Savonarola, sempre in piazza Signoria. A novembre dell’anno scorso Pier Capponi, che vigila sul loggiato degli Uffizi, ha subito l’amputazione di un piede. Solo qualche mese fa perfino Roberto Benigni è caduto vittima dei vandali: la sagoma che lo raffigurava, in mezzo ad altri 14 grandi fiorentini, di fronte alla Fortezza, è stata

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spezzata in due. Proprio alla vigilia dell’entrata in vigore di un sistema di sorveglianza dotato di telecamere intelligenti, in grado di attivare lo zoom sul volto dei trasgressori non appena i sensori rilevano un’invasione. Il sistema, abbastanza evoluto da distinguere i movimenti delle persone da quelli degli animali (dunque non pericolosi), è costato 45mila euro e faciliterà enormemente il compito di identificazione dei tragressori, nello sfortunato caso in cui simili atti si ripetano. A scanso di equivoci, le telecamere “furbe” sono già state installate anche /F.P. in piazza Signoria.

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sanità

Ottobre 2010

IL PUNTO. Mancano ancora i dati definitivi, ma per il momento poco sembra essere cambiato

Pillola abortiva, nessun picco di richieste Lo scorso anno gli aborti effettuati con il metodo definito “farmacologico” o “medico”

dico curante o ginecologo una richiesta di interruzione. Per ottenerla serve presentare un documento di identità e un’ecografia o un test di gravidanza positivo fatto in laboratorio. Per l’aborto “medico” è quindi necessario che la donna firmi un consenso dopo aver letto un’informativa. A somministrazione avvenuta la donna può lasciare l’ospedale salvo complicazioni, ma resta sotto la responsabilità della struttura dove l’interruzione di gravidanza è avvenuta.

sono stati 857 fra Toscana, Emilia, Marche, Puglia e la provincia autonoma di Trento: meno dell’un per cento del totale delle interruzioni di gravidanza Ilaria Esposito

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Da luglio nella regione si può fare anche in day hospital

L’INTERVISTA Parla il professor Scarselli

“Il numero di domande non è molto variato”

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ata la complessità della vicenda che riguarda la pillola abortiva RU-486 e l’ampio dibattito politico che l’ha accompagnata, è utile fare il punto su quello che all’atto pratico è cambiato per le donne che decidono di ricorrere a questo metodo di interruzione volontaria della gravidanza. Da quasi un anno a Firenze, in Toscana e in tutto il Paese l’aborto farmacologico è un metodo abortivo ordinario. In realtà, già nel 2005 era possibile in tutta la Regione somministrare il mifepristone, principio attivo contenuto nella pillola RU486, in via sperimentale. All’inizio di dicembre 2009 le cose sono cambiate. La commercializzazione del farmaco è stata autorizzata: le donne possono scegliere di interrompere la gravidanza col tradizionale metodo chirurgico o con quello che viene definito “farmacologico” o “medico”. Da luglio di quest’anno, in Toscana è anche possibile procedere all’assunzione della RU486 senza ricoverarsi, in solo regime di day-hospital. Non è semplice, per adesso, ottenere un dato complessivo certo sulla quantità di scatole di Ru-486 che gli ospedali fiorentini hanno ordinato da aprile a oggi. Nel primo mese di commercializzazione, secondo un’indagine di Adkronos salute, sono state 318 le scatole di medicinale ordinate in Toscana. Nel 2009, come si legge nella relazione 2010 del Ministero della salute sull’attuazione della legge 194/1978, gli aborti effettuati con metodo farmacologico furono 857 fra Toscana, Emilia Romagna, Marche, Puglia e la provincia autonoma di Trento: lo 0,7 per cento del totale delle interruzioni di gravidanza avvenute nello stesso anno. Una percentuale abbastanza bassa, che non si può attribuire al fatto che il farmaco allora venisse somministrato in regime sperimentale, almeno fino a quando non saranno disponibili dati sulla richiesta del medicinale da parte delle aziende ospedaliere e delle donne nel periodo successivo la sua commercializzazione. Nonostante i cambiamenti, per l’assunzione della pillola abortiva restano fermi alcuni punti: non è possibile ricorrere alla pillola oltre i 49 giorni dall’inizio della gravidanza, e il medicinale non si trova in farmacia. La somministrazione è riservata alle realtà ospedaliere. L’iter per chiedere di interrompere una gravidanza resta lo stesso: è necessario domandare a un consultorio ostetrico, al proprio me-

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egli ospedali fiorentini si affronta il tema “pillola abortiva” con molta cautela. Ne parla il professor Gianfranco Scarselli, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi. Quante confezioni sono state ordinate da aprile a oggi e quante nel periodo in cui in Toscana il medicinale non si somministrava in regime ordinario? Presso la AOUC, da aprile a oggi sono state impiegate una trentina confezioni. Prima di aprile non è stata ordinata e impiegata alcuna confezione. Cosa è cambiato da prima della commercializzazione? L’approvvigionamento del farmaco è semplice, come quello di tutti gli altri farmaci. E’ sempre disponibile, senza richiesta nominale. In passato, pur non avendo avuto richieste, la difficoltà era legata al fatto che il farmaco doveva essere ordinato in Francia per ogni singola paziente che ne faceva domanda. Le pazienti lo richiedono espressamente? C’è stato un incremento negli aborti? Il ricorso all’aborto farmacologico, nella maggior parte dei casi, parte come richiesta della stessa paziente. Il numero totale di richieste di interruzioni di gravidanza (aborto farmacologico e aborto chirurgico) non è molto cambiato rispetto al passato. La percezione che si ha è che la quota di donne che oggi ricorre all’aborto farmacologico in passato ricorresse all’aborto chirurgico. Quali sono i pro e i contro dell’aborto farmacologico? I pro sono costituiti dal mancato ricorso alle procedure chirurgiche, anestesia inclusa, in oltre il 90% dei casi, e dalla opportunità di abortire a basse epoche gestazionali. Però i tempi di induzione dell’aborto sono più lunghi (3 giorni circa) rispetto all’intervento che dura 5-10 minuti. Il sintomo di dolore ed emorragia è molto più accentuato di quello dell’aborto chirurgico e ci sono dei criteri di esclusione dalla procedura farmacologica.


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società

Ottobre 2010

L’INDAGINE/1. Una ricerca fotografa la percezione che gli abitanti hanno del capoluogo

Firenze? Una città piena di bella gente Il rapporto Ispo racconta quali sono i luoghi del cuore

Andrea Tani

dei fiorentini (neanche a dirlo, vince il Duomo) ma anche

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rte e bellezza che rapiscono in ogni piazza, ogni monumento, panorami mozzafiato, campagne da cartolina e una cucina celebrata come la migliore del pianeta. Abitare a Firenze, senza nulla togliere al resto del mondo, è una bella fortuna. E i cittadini lo sanno: il 65 per cento dei residenti in provincia dichiara infatti di vivere bene nella città

i loro giudizi sui concittadini, dipinti come simpatici, allegri, furbi e comunicativi. E pure un po’ sbruffoni, però...

LA NOTIZIA In 900 contro il degrado

E sono arrivati anche gli “angeli”

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addove imperversano l’incuria e il degrado, e nemmeno uno sforzo terreno basta a riportare ordine e pulizia, serve allora il tocco di un angelo. Meglio ancora, di 900 angeli. Tanti sono i volontari che già si sono fatti avanti per ripulire strade, cancellare scritte dai muri, sistemare aiuole: dallo scorso 25 settembre sono operativi a Firenze gli “Angeli del bello”, “truppe” antidegrado nate per volontà del sindaco Matteo Renzi. Centri commerciali naturali, centri anziani, associazioni di vario tipo e università americane hanno già aderito al progetto, insieme ad altre 53 associazioni e più di 130 singoli cittadini. Armati di scopa e agghindati con pettorina, cappello e braccialetti bianchi e rossi, gli “Angeli” hanno iniziato la loro missione durante l’ultima giornata di “Un bacione a Firenze”. Con le squadre del decoro è nata anche una fondazione senza fini di lucro, che provvederà alla copertura assicurativa dei volontari e costituirà uno staff di coordinatori in grado di dirigere la parte logistica e quella organizzativa. Sarà proprio la fondazione l’organismo incaricato di raccogliere fondi per le attività straordinarie. I soci fondatori sono Quadrifoglio spa e l’associazione Palazzo Strozzi, che hanno contribuito entrambi con 50mila euro, ma l’adesione è aperta a tutti. Si può partecipare come socio sostenitore (privati, imprese o associazioni che contribuiscano con un minimo di 500 euro), socio partecipante (associazioni che promuovono al loro interno azioni di decoro urbano), o semplice volontario, versando un contributo annuo di 5 euro per tesserino e assicurazione. Graffiti, cartacce, erba alta e mozziconi hanno le ore contate, ma la speranza è che l’esempio degli Angeli riesca a risvegliare il senso /A.T. civico di tutti.

del giglio e nei suoi dintorni. Un legame con il territorio ancor più saldo di quello con l’intero Paese: soltanto il 39 per cento degli intervistati ritiene che in Italia si viva bene, anche se il 56 per cento si sente orgoglioso di essere nato nel Belpaese. I motivi del successo fiorentino? Primo fra tutti, ovviamente, l’enorme patrimonio artistico e culturale, il vanto più grande per il 46 per cento degli intervistati: basti pensare al centro storico di Firenze, con le sue piazze e i monumenti (al primo posto per l’8 per cento), al Duomo (in testa per un altro 8 per cento), a Palazzo Vecchio (6 per cento), Piazzale Michelangelo (5 per cento) o al Ponte Vecchio (5 per cento). Molto amati anche piazza della Signoria (4 per cento), San Miniato al Monte (4 per cento), la Galleria degli Uffizi (3 per cento) e la cupola del Brunelleschi (3 per cento). C’è chi invece preferisce la natura e i paesaggi del Chianti e dell’ambiente rurale (il 16 per cento dei cittadini), chi è più legato all’Arno (il 3 per cento) e chi si inorgoglisce ogni volta che siede a tavola: il 7 per cento mette infatti al primo posto i piatti tipici della nostra tradizione culinaria. Così i cittadini si sono raccontati all’istituto Ispo del re dei sondaggisti Renato Mannehimer, per la ricerca demografica “L’identità degli italiani” commissionata da Seat Pagine Gialle. Dovendo scegliere un simbolo per rappresentare Firenze e il suo territorio nel mondo, la preferenza ricade, per il 13 per cento dei cittadini, sul Ponte Vecchio. Seguono Palazzo Vecchio (12 per cento), la Cattedrale di Santa Maria del Fiore con la sua piazza (11 per cento), le vie e le piazze del centro storico in generale (10 per cento). Molti fiorentini (il 13 per cento) pensano invece che il miglior ambasciatore della città debba essere qualcuno dei loro più illustri concittadini, a partire da Dante Alighieri. Già, perché al di là delle eccellenze artistiche, a far le fortune della provincia è anche chi la abita: gente simpatica, secondo il 15 per cento degli intervistati, e creativa, secondo l’11 per cento. Tra gli altri pregi che i fiorentini si riconoscono ci sono l’essere estroversi (9 per cento), allegri (8 per cento), furbi (8 per cento) e comunicativi (7 per cento), ma anche colti e operosi (entrambi al 6 per cento). Il loro peggior difetto è invece la chiusura mentale (che infastidisce il 22 per cento), seguita dal provincialismo (15 per cento) e l’essere presuntuosi e sbruffoni (13 per cento). Altri trovano più sgradevole la maleducazione (7 per cento) e lo scarso senso civico (6 per cento). Nel complesso i cittadini appaiono soddisfatti, e se c’è qualcosa di vero nello stereotipo del fiorentino brontolone, sempre pronto a criticare ogni cambiamento della sua città, è forse perché in fondo vuole troppo bene alla sua Firenze.

Per il 13 per cento degli intervistati il vero simbolo è Ponte Vecchio


società

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L’INDAGINE/2. Secondo un sondaggio dell’Aidaa vengono spesso “banditi” da uffici pubblici e negozi

Ma i cani intanto “aspettano fuori” Giulia Righi

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llora s’è detto. Firenze è bella da morire. È un posto fantastico, dove si mangia benissimo e si ringalluzziscono occhi e spirito guardando i vari Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio, Duomo e via dicendo. Lo racconta il sondaggio qui accanto, lo racconta l’orgoglio con cui il fiorentino doc parla della sua città, sommergendola di aggettivi che finiscono per “issima”. Ma Firenze è anche la casa di un’enorme quantità di quattrozampe. Cani e gatti che hanno la fortuna (?) di abitare nel capoluogo. Sì, ma come ci vivono? Un sondaggio recente condotto dall’Aidaa (Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente) traccia un ritratto non proprio roseo. Il problema, è innanzitutto, italiano. Il nostro paese, infatti, si piazza ultimo nella classifica europea della tolleranza nei confronti dei cani negli uffici pubblici. L’Aidaa ha condotto un’indagine su 2.059 uffici pubblici, controllati nei mesi di

luglio e agosto. Il risultato è che solo 109 hanno accettato a cuor leggero la presenza di cani (in testa Napoli, Palermo e Reggio Calabria). Firenze, invece, rientra nel girone delle città che ne fanno divieto assoluto, insieme a Genova, Torino, Roma e Milano. Non va meglio, ancora secondo la stessa associazione, se ci si sposta nel campo dei negozi privati. E qui Firenze fa un po’ da fanalino di coda, perchè invece la situazione a livello italiano è decisamente migliorata e pare che il cartello “divieto di accesso ai cani” stia finalmente scomparendo. Da un controllo effettuato su 3.500 negozi sparsi nelle maggiori località turistiche, è infatti emerso che solo 694 esercizi mettono Fido al bando. E questo vuol dire che, rispetto a cinque anni fa (quando fu condotta la stessa ricerca) le cose sono decisamente migliorate, con un incremento del 76 per cento dei negozi pet-friendly. Ma, si diceva, secondo le osservazioni dell’Aidaa, Firenze non ha tenuto il passo

Gli studi dell’Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente rivelano che spesso i quattrozampe non sono graditissimi. Va meglio se sono “turisti”

CURIOSITÀ. Attivo uno sportello legale dedicato

Per loro un tribunale ad hoc

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ppure i diritti degli animali, fortunatamente, hanno tantissimi paladini. A Firenze sono molte le associazioni che si occupano di cani e gatti senza una casa e della tutela dei loro interessi. Tra le iniziative più particolari c’è addirittura un tribunale ad hoc, sostenuto dall’Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente. Si tratta di un servizio gratuito di consulenza legale, operativo anche a Firenze, al quale si può rivolgere chiunque abbia questioni da risolvere, dubbi o il semplice bisogno di un consiglio sul proprio animale, domestico ma anche selvatico. L’intervento si può chiedere sia on line, indirizzando una mail a tribunaleanimali@libero.it, sia richiedendo di incontrare di persona uno degli avvocati che collaborano per l’associazione: si può telefonare dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18 al numero 392.6552051. Una volta superato questo primo step, se la situazione lo richiede, si può approfondire la questione e chiedere aiuto allo sportello di conciliazione. Questo servizio ha un costo forfettario di 10 euro, per coprire le spese della pratica, e in questa fase viene convocata anche la controparte, per trovare una soluzione “bonaria”. Infine esiste anche la possibilità di passare

delle altre città e oggi, nel nostro capoluogo, è ancora alto il numero di negozi in cui campeggia il cartello di divieto d’accesso. Insieme a noi, la maglia nera la prendono Roma, Venezia e Rimini. E queste, comunque la si veda, non sono propriamente belle notizie, anche se sicuramente ci saranno moltissime eccezioni ed

esercenti più ospitali. E neppure è bello sapere che in Toscana ci sono 41mila cani randagi (stima Aidaa): quasi il triplo rispetto all’Emilia Romagna. Infine, va meglio – prendiamola come consolazione – sotto un altro aspetto. E cioè sul fronte del turismo “pet friendly”: la nostra regione si piazza seconda (subito dopo

il Trentino) in una classifica stilata da TripAdvisor. Il popolare sito di recensioni di viaggi ha valutato il grado di “ricettività a quattrozampe” dei luoghi esaminati e ne è emerso che il 15 per cento dei votanti ha dato la sua preferenza alla Toscana come meta vacanziera in cui andare con Fido.

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l’iniziativa

Ottobre 2010

IL CONCORSO. Tantissimi i partecipanti al premio fotografico. E la fantasia non è certo mancata

“Zoom-ma Il Reporter”, vince l’Egitto

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hi l’avrebbe mai detto che un giorno Il Reporter sarebbe arrivato fino ai piedi delle Piramidi? Invece l’ha fatto la scorsa estate, ed è proprio questa fotografia (intitolata “Il Reporter... l’unico giornale dei Faraoni!”) che ha vinto il concorso “Zoom-ma Il Reporter”, valsa al suo autore, Tommaso Grassi, una macchina fotografica Canon Powershot G11. Ma il nostro giornale non si è limitato a visitare soltanto l’Egitto, e ha viaggiato molto, moltissimo, in lungo e in largo per il mondo. Insieme a voi. Grazie a voi. Sono stati tantissimi, infatti, i partecipanti al concorso organizzato dal nostro giornale, e la fantasia non è certo mancata: c’è chi ha portato Il Reporter alle Galapagos, in mezzo a uccelli affamati, e chi nei paradisi del Madagascar; chi l’ha condotto alla conquista della Muraglia cinese e chi a due passi da un geyser; chi sulla cima di un monte in una sperduta isola greca e chi l’ha sfogliato al tramonto di Marsa Alam, sul Mar Rosso. Ma anche in molti,

moltissimi altri luoghi, impossibili da elencare tutti, è stato quest’estate il nostro giornale, grazie a voi che l’avete messo in valigia e portato alla scoperta del Globo. Al secondo posto del nostro concorso è arrivato Gianluca Pierro, che ha deciso di puntare tutto su Il Reporter nel regno del gioco (Las Vegas), vincendo una Samsung ST5000, al terzo posto Mauro Innocenti, che è riuscito a far leggere il nostro giornale addirittura a... un cinghiale (per lui una Samsung ST60). Al quarto posto si è classificato “A ggiro”, al quinto “Con Il Reporter a casa è tutta un’altra musica”, al sesto “3000 m e 3 cime (di Lavaredo)”, al settimo “Verso il rifugio Firenze”, all’ottavo “Caldo... no grazie. Io Marmolada”, al nono “MaRe...porter” e al decimo “Insieme in Camargue”. Ai loro autori, e a tutti gli altri partecipanti, i nostri complimenti e il nostro ringraziamento. In questa pagina pubblichiamo le tre fotografie vincitrici di “Zoom-ma Il Reporter”, in quella a fianco una selezione degli scatti che hanno partecipato al concorso.

La fotografia vincitrice: “Il Reporter... l’unico giornale dei Faraoni!”

Al secondo posto: “Las Vegas: punto tutto su... Il Reporter!!”

Terza classificata: “Anche i cinghiali leggono Il Reporter”

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l’iniziativa

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Alle galapagos... la fame è brutta!

il reporter conquista la muraglia

sulle isole del madagasca r

il geyser e reporter

saudade de il reporter... jericoacoara brasil

in grecia, a un passo dagli dei


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mobilità

Ottobre 2010

PARCHEGGI. Scattano il prossimo mese le novità introdotte dalla delibera approvata dalla giunta

Sosta, la “rivoluzione” di novembre Ivo Gagliardi

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osta, scatta la “rivoluzione”. Dal prossimo 1° novembre, infatti, cambia tutto, dopo l’approvazione da parte della giunta comunale, nelle scorse settimane, della riorganizzazione di Zcs e Ztl. Tante le novità in arrivo, a partire dalla riduzione dei settori della Zcs (zone a sosta controllata) che da quattordici diventeranno cinque. Tradotto,

IL PIANO Revisione per i permessi

Ztl, i settori diventano due

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ovembre non porterà con sé soltanto la rivoluzione delle Zcs. Il piano approvato dalla giunta di Palazzo Vecchio include infatti novità anche per quanto riguarda la Ztl, ovvero la zona a traffico limitato. Anche in questo caso è prevista una riduzione dei settori, che passeranno dagli attuali cinque a due. Se per il settore A non sono previsti cambiamenti (tutto resterà come prima), le novità riguarderanno i settori B, C, D ed E, che saranno unificati in un unico, e più grande, settore: il “nuovo” B. Coloro che ne possiedono il contrassegno potranno dunque circolare (e sostare) all’interno di tutto il settore “allargato”, senza alcuna limitazione, mentre continueranno a non poter accedere al settore A. Ma, nelle intenzioni del Comune, la riorganizzazione della Ztl sarà anche l’occasione per la revisione di tutte le autorizzazioni, che scatterà ad anno nuovo. Entro febbraio, infatti, saranno completamente riviste le regole per l’accesso alla zona a traffico limitato (con l’individuazione di nuove categorie di autorizzati), e insieme saranno rivisti tutti i permessi attualmente rilasciati. Una particolare attenzione sarà posta nei confronti dei circa quattromila permessi collegati alle autorimesse private presenti all’interno del centro storico. L’obiettivo – spiega il Comune – è quello di riportare la Ztl alla sua originaria funzione di moderazione della circolazione nel cuore della città. “Sarà questa l’occasione per verificare le autorizzazioni in vigore per quanto riguarda la Ztl, con l’obiettivo di ridurre i permessi, dove possibile, e di vincolare l’accesso alle effettive necessità”, spiega l’assessore Mattei. Infine, l’intenzione della Giunta è anche quella di procedere all’ampliamento delle aree pedonali nella zona A e lungo le principali direttrici dei percorsi turistici.

saranno (molto) più ampie le aree in cui i residenti potranno parcheggiare liberamente. Delle cinque Zcs, una sorgerà intorno alla Ztl, tra i viali di circonvallazione e l’anello ferroviario, comprendente anche l’Oltrarno, mentre le altre quattro saranno adiacenti alla prima e “ritagliate” lungo i confini dei quartieri. I posti riservati ai residenti saranno sempre contrassegnati dalle strisce bianche, come succede ora. Altra grande novità sarà rappresentata dalla possibilità di abbonarsi alla sosta in una o più Zcs: a poterlo fare non saranno più, come prima, soltanto coloro che si recano in una certa zona per motivi di lavoro (e in orari prestabili), ma chiunque lo desideri e per i motivi più svariati, come ad esempio andare a trovare i familiari. Si potrà scegliere tra abbonamenti mensili o annuali: primi costeranno 50 euro nella Zcs 1 (a ridosso del centro) e 40 nelle altre, con i secondi si risparmieranno due mensilità (i costi, dunque, saranno rispettivamente di 400 e 500 euro). Gli abbonamenti potranno essere acquistati in tutte le rivendite dei “gratta e sosta” presenti

Le Zcs saranno ridotte da 14 a 5 (ricalcando i confini dei quartieri) e in periferia verranno creati quattromila posti gratis. Ci si potrà abbonare a una o più zone anche non per motivi di lavoro: prezzo 40 o 50 euro al mese. E si torna a parlare delle strisce viola

IL DENTISTA RISPONDE QUESTO MESE:

TENIAMO LONTANA LA CONFUSIONE

A cura del Dott. Giuseppe Garrubba

Prendendo spunto da un fatto di cronaca al quale hanno dato risalto giornali e televisioni, vorrei fare con voi una riflessione. Avrete sentito parlare dell'ennesimo falso dentista scoperto in questi giorni, proprio nella nostra città. Mi ha colpito molto che i media, dopo aver esposto, supportati da immagini eloquenti, le condizioni igieniche degli studi del falso dentista, hanno aggiunto che comunque, nonostante ciò, i suoi ambulatori erano strapieni di pazienti perché praticava prezzi molto bassi: 52 Euro per un' estrazione, 800 Euro la protesi mobile... Il servizio del telegiornale, metteva poi in evidenza il rischio che corrono i pazienti di uno studio dove le norme igieniche non vengono rispettate. L'ottimo giornalista non si limitava a dare la notizia, ma la commentava in modo intelligente, riportando il

pensiero di qualche paziente. In sostanza loro si rendevano conto delle condizioni, ma continuavano a recarsi in quegli studi per i prezzi bassi. Io sono cosciente che potrei essere il primo a correre rischi, se maneggiassi ferri, frese e quant'altro infetti, altrettanto le mie assistenti alle quali ho insegnato che per evitare la diffusione delle infezioni si deve, come da protocollo, fare: 1. disinfezione: immergiamo gli strumenti dopo l'uso, in un contenitore con soluzione disinfettante per ridurre il rischio da parte delle assistenti che dovranno maneggiarli nelle fasi successive. 2. detersione: laviamo accuratamente gli strumenti, immergendoli in vasche ad ultrasuoni che staccano ogni eventuale residuo di materiale. 3. e 4. risciacquo e asciugatura. 5. sterilizzazione: si procede con l'imbustatura dello strumentario in involucri specifici che ne evitano un successivo rischio di contaminazione. Ciò avviene in autoclavi (molto costose) che attraverso un ciclo computerizzato di sterilizzazione assicurano il risultato. Una riflessione da fare insieme: conviene, al dentista e al paziente, risparmiare su queste cose?

Salute a tutti.

DOTT. GIUSEPPE GARRUBBA Via Lungo L’Affrico, 42 - Firenze - Tel. 055 660225 www.curailtuosorriso.it

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in città, circa 120, ma il Comune sta pensando di estendere la rete di vendita anche ai comuni limitrofi. E anche le tariffe orarie saranno differenziate, sempre in base alle zone. Ma le novità non finiscono qui: all’interno delle Zcs, infatti, tornerà la sosta gratis. Circa quattromila posti nelle zone periferiche saranno liberi, pensati per incentivare l’interscambio con i mezzi pubblici da parte di chi proviene da fuori città. “Questa riorganizzazione – spiega l’assessore alla mobilità Massimo Mattei - consente di semplificare notevolmente sia la Ztl che la Zcs a tutto vantaggio dei cittadini: sarà più facile spostarsi all’interno di ciascun quartiere, e verrà garantita una maggiore flessibilità per quanto riguarda la sosta in Zcs, grazie agli abbonamenti che permettono di parcheggiare anche per motivi diversi dal lavoro. Senza dimenticare che, grazie alla politica tariffaria, sarà possibile alleggerire la pressione nelle zone più prossime al centro, favorendo la sosta nelle aree periferiche e l’interscambio con il mezzo pubblico: i posti a sosta libera hanno proprio questo obiettivo”. E il piano ritira fuori anche le strisce viola, ovvero i posti che i cittadini possono affittare (pagando) sotto casa o quasi e che erano stati annunciati circa un anno fa: la nuova delibera, per il momento, si limita a introdurre la possibilità di istituire questa sosta riservata, rimandando però (visto anche il numero limitato di richieste arrivate finora) le decisioni sull’effettiva istituzione di questi posti.


CAMPAGNA DI VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE 2010-2011 Anche quest’anno viene puntualmente proposta dal Ministero della Salute e dalla Regione, in lieve anticipo rispetto agli anni precedenti, la campagna di vaccinazione antinfluenzale,che partirà ufficialmente agli inizi del prossimo mese di Ottobre. Tutta la ASL è impegnata nella organizzazione tramite i medici e i pediatri di famiglia coordinati dal Dipartimento Cure Primarie,direttore dott Daniele Romeo, tramite i presidi territoriali, i presidi ospedalieri. L’inizio è anticipato perché gli epidemiologi hanno verificato che il virus A H1N1 ha continuato a circolare in molti paesi del mondo senza interruzione ed è possibile che possa continuare a circolare anche il prossimo inverno con inizio previsto dell’epidemia influenzale prima del mese di dicembre, come invece avveniva gli anni scorsi. Per questo il virus A H1N1 è stato incluso nella composizione del vaccino per la prossima stagione influenzale insieme agli altri 2 ceppi A e B. Il breve anticipo della campagna vaccinale non comporta alcun rischio in caso di diffusione più tardiva dei virus perché la protezione si mantiene per molti mesi nella maggior parte dei soggetti vaccinati, anche anziani. E’ importante sapere che occorrono almeno due settimane prima di sviluppare una protezione adeguata. In Italia cosa succederà? Di fatto l’anno scorso è completamente cambiato il quadro dell’influenza nel nostro Paese. Si è visto un picco di malati e di decessi nel mese di ottobre-novembre 2009 in un periodo in cui non c’era influenza stagionale e scarsa era la circolazione di altri virus influenzali. Sulla base dei dati della scorsa stagione diventa quindi ancora piu’ importante vaccinarsi. PERCHÉ È IMPORTANTE VACCINARSI? L’influenza è una infezione respiratoria che si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona. Normalmente si risolve in pochi giorni, tuttavia in alcune persone può causare complicanze anche gravi, ma dalle quali è possibile proteggersi. Le complicanze piu’ gravi sono le polmoniti e il peggioramento di malattie preesistenti (malattie cardiovascolari,respiratorie, di carattere immunitario ecc). L’incubazione della malattia è breve, in genere 2 giorni, durante i quali si è già contagiosi; il periodo di contagiosità comincia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e si prolunga per 3-5 giorni dopo. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane. Il virus resiste bene nell’ambiente e si diffonde bene in luoghi chiusi ed affollati (scuole,cinema,autobus). Scegliendo la vaccinazione non si protegge non solo il soggetto ma anche quelle persone per le quali contrarre l’influenza potrebbe essere pericoloso.

protezione rivolta i alle persone che sono a rischio di sviluppare forme gravi della malattia: • persone di età ≥ 65 anni; • Persone di tutte le età – con patologie di base che aumentano il rischio di complicazioni in caso di infezione (malattie croniche cardiache,respiratorie,renali,intestinali,del sangue,tumori,immunodepressione ecc). Inoltre è raccomandata per: • Medici e personale sanitario di assistenza • Soggetti che svolgono attività essenziali per la comunità(forze di polizia,vigili del Fuoco) • Familiari o contatti stretti di soggetti ad alto rischio • Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino al secondo e terzo trimestre di gravidanza • ricoverati in strutture per lungodegenti • allevatori,addetti al trasporto di animali vivi, veterinari. Il vaccino è offerto gratuitamente alle categorie indicate e puo’ essere effettuato presso i medici e i pediatri di famiglia e i presidi territoriali di vaccinazione. COME È COMPOSTO IL VACCINO? I vaccini antinfluenzali disponibili in Italia sono tutti inattivati, quindi non contengono particelle virali attive. Nella nostra Azienda da molti anni sono a disposizione vaccini cosiddetti “adiuvati” cioè che rendono più potente la risposta immunitaria, anche negli anziani o nei soggetti che a causa di determinate patologie rispondono poco alle vaccinazioni. Il vaccino che sarà utilizzato nella prossima campagna vaccinale è un vaccino trivalente che contiene 2 ceppi di virus influenzale, e il virus A H1N1. Da quest’anno è disponibile in commercio anche un nuovo vaccino che si somministra per via intradermica.La nostra ASL ha scelto di usarlo in questa campagna solo in un piccolo gruppo di soggetti al fine di monitorare l’efficacia e gli eventuali effetti collaterali.

QUANTE DOSI SONO NECESSARIE? Una sola dose di vaccino è sufficiente per i soggetti di tutte le età con esclusione dell’età infantile. Per i bambini al di sotto dei 9 anni di età mai MISURE DI IGIENE E PROTEZIONE INDIVIDUALE. vaccinati in precedenza, si raccomandano due La trasmissione del virus dell’influenza può avvenire per via aerea attraverso le gocce di saliva di dosi a distanza di almeno 4 settimane. chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare DOVE RIVOLGERSI PER LA un ruolo importante nel limitare la diffusione dell’influenza. Le misure di protezione personali VACCINAZIONE? utili a ridurre la trasmissione del virus dell’influenza sono: Dal proprio medico o pediatra di famiglia; in 1. Lavaggio delle mani (in assenza di acqua uso di gel alcolici) fortemente raccomandato alternativa al punto vaccinale territoriale del 2. Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i Distretto di riferimento.Gli operatori sanitari e fazzoletti e lavarsi le mani) raccomanle altre categorie di lavoratori si possono rivoldato gere a seconda dell’organizzazione, anche 3. Isolamento volontario a casa di delle al loro presidio di lavoro oltre che al proprio persone con malattie respiratorie febbrili A cura della medico di famiglia. specie in fase iniziale raccomandato Dott.ssa Maria Grazia Santini 4. Uso di mascherine da parte delle persone Responsabile UF La vaccinazione è la principale misura di protecon sintomatologia influenzale quando Igiene e Sanità Pubblica A CHI SI RIVOLGE LA CAMPAGNA? zione ma bisogna ricordare che oltre al vaccino si trovano in ambienti sanitari (ospedali) Zona Firenze La vaccinazione è la principale misura di sono molto importanti altre misure di protezione. raccomandato Informazione a cura della Società della Salute


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politica

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IL CASO. Presentato il primo bozzetto del luogo di culto: si apre la discussione

Una moschea “alla Giotto”. Ed è polemica Un “collage” tra le basiliche rinascimentali

tadino – siamo ancora molto lontani e a Firenze per una cosa del genere non ci sono nemmeno gli spazi fisici”. Si parla infatti di una struttura da almeno tremila posti, una cifra congrua al numero di cittadini di fede islamica residenti nel capoluogo toscano: se alla cerimonia di chiusura del Ramadan, svoltasi lo scorso settembre alla Fortezza, si sono presentati in cinquemila, si stima che in tutto siano almeno il quadruplo. Ed ecco che inizia il totoluogo: c’è chi tira in ballo nuovamente l’area di Castello, già sovraffollata almeno sulla carta, chi ipotizza la zona di Firenze Sud e chi chiama in causa i comuni limitrofi. Lo ha fatto il vicesindaco Dario Nardella, ricevendo in cambio una serie di no, sempre per problemi di spazi. L’ipotesi, d’altronde, non aveva riscosso neanche l’approvazione dell’imam. “Realizzare la moschea fuori dai confini del comune non avrebbe senso – sottolinea Elzir – tanto vale non farla”. Il progetto, però, sarà probabilmente da rivedere. “Lo troverei brutto anche se si trattasse di una chiesa cattolica – ha dichiarato l’assessore alla cultura Giuliano Da Empoli – avrei preferito una moschea vera. L’architettura si adatta senz’altro ai luoghi nei quali ‘vive’, ma oggi non costruiamo più le chiese come nel Rinascimento”. E anche di questo bisognerà tenere conto.

fiorentine nel progetto avanzato dall’imam Izzedin Elzir. “Ma non ci sono gli spazi fisici all’interno dei confini comunali”: parola del sindaco Matteo Renzi Francesca Puliti

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i fa presto a dire diritto di culto. Così come si fa presto a salire sulle barricate non appena si passa dalla difesa di un generico luogo di culto alla concreta possibilità di costruire una moschea. Proprio qui, a Firenze, e magari nello stile delle chiese rinascimentali che punteggiano il centro storico. Ce n’è abbastanza per dare il via ad una ridda di polemiche, dentro e fuori Palazzo Vecchio. Tutto è cominciato il mese scorso, quando sulla stampa cittadina ha fatto capolino un bozzetto, neanche troppo preciso, a firma dell’architetto David Napolitano, incaricato dall’imam fiorentino Izzedin Elzir di progettare una moschea che si “mimetizzasse” con lo stile cittadino. Ed ecco il risultato: un edificio principale che sembra (anzi lo è, per dichiarazione dello stesso Napolitano) un collage delle più famose basiliche di Firenze (Santa Maria Novella, Santa Croce e Duomo), affacciato su un cortile interno protetto da una serie di archi a tutto sesto. Infine, due torri, di cui un minareto platealmente ispirato al campanile di Giotto. Inutile dire che questo elemento è quello che ha generato le maggiori levate di scudi, tant’è che lo stesso architetto, nel tentativo di smorzare i toni, ha dichiarato che “il minareto non è fondamentale, se ne può fare a meno”. Ma non si tratta dell’unico problema. Nonostante si sia da sempre dichiarato favorevole a una moschea (“purché chi la desidera se la paghi – ha sottolineato più volte – perché il pubblico fa altre cose: ospedali, asili nido…”), il sindaco Matteo Renzi non si è mostrato particolarmente entusiasta del progetto presentato. Anzi, “per passare dalla teoria alla pratica – ha dichiarato il primo cit-

FOCUS Borgo Allegri, Sorgane e Poderaccio: al momento è qui che si raduna la comunità islamica

Tre “stanzoni” per pregare. E i fedeli in fila sul marciapiede

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e bastasse una sola parola a generare polemica, quella parola sarebbe probabilmente “moschea”. Basta vedere i commenti che l’hanno accompagnata negli ultimi anni, non solo a Firenze. Non si è ancora placata la querelle attorno all’ipotesi di dare vita a un luogo di culto islamico a Milano, mentre poche settimane fa il progetto di realizzazione di una moschea nei pressi

di Ground Zero ha rischiato di dare vita addirittura a una crisi internazionale, attizzata da un pastore statunitense di dubbia fama che minacciava di dare fuoco al Corano per protesta. In terra toscana, prima della moschea fiorentina, hanno fatto discutere quelle di Colle Val d’Elsa e Greve, contro le quali si sono attivate raccolte di firme ad opera soprattutto della Lega Nord. Che non

ha avuto difficoltà a reperire cittadini disposti a mettere nome e cognome per la causa, tant’è che il progetto di Greve è stato stoppato sul nascere. A Colle Val d’Elsa, invece, i lavori sono cominciati, con il contributo di alcuni “sponsor” privati, come il Monte dei Paschi di Siena. Ma anche i luoghi di culto islamico fiorentini si sono trovati spesso e volentieri nell’occhio del ci-

clone. Di moschee vere e proprie non se ne può parlare, si tratta per lo più di stanzoni che si aprono alla preghiera settimanale del venerdì. In città ce ne sono tre, a Sorgane, Borgo Allegri e Poderaccio. Lo spazio più grande, quello in Borgo Allegri, è in grado di ospitare circa 400 persone. Poche, in confronto ad una comunità islamica che ne conta circa 20mila, tant’è che più di una vol-

ta i fedeli si sono ritrovati in coda sul marciapiede o hanno disteso all’esterno il tappetino per pregare, generando irritazione tra i “vicini di casa”. Presupposti che fanno ipotizzare, nel caso che il progetto di una vera moschea riuscisse a trovare posto sulla mappa cittadina, la più classica reazione “NINGBY” (“Not in my back yard”): ovvero “non /F.P. nel mio cortile”.

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politica

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FAVOREVOLI. Dalla De Zordo all’arcivescovo Betori

CONTRARI. Lega Nord e Pdl in prima linea

“Una libertà e un diritto “Basta provocazioni, prima garantiti dalla Costituzione” un referendum popolare” “É

necessario fare presto e bene, l’amministrazione ha il dovere di agire, di entrare in una logica di rispetto dei diritti della persona fra i quali c’è il diritto inalienabile di culto e di espressione religiosa, come sancito dalle convenzioni internazionali e dalla Costituzione”. Con queste parole Ornella De Zordo, consigliera comunale di Perunaltracittà, ha preso posizione in favore della realizzazione di una moschea sul territorio fiorentino. “Pare incredibile – continua la De Zordo - che la comunità musulmana debba pregare in un ex fondo commerciale privo di ogni dignità come quello di Borgo Allegri”. Ma la lista dei favorevoli è lunga. Pieno sostegno è arrivato prima di tutto da un’altra comunità religiosa, quella valdese. Sull’argomento si era espresso anche l’arcivescovo Betori, alla vigilia dello scorso Natale, ricordando che “la libertà di culto, come la rivendichiamo per i cristiani, è fondamentale per tutti gli altri culti e le altre fedi”. “Le diversità rappresentano uno stimolo per la crescita e per l’integrazione – gli fa eco l’assessore regionale a cultura e turismo Cristina Scaletti (Idv) – si tratta di un elemento di arricchimento per la nostra civiltà, non di una minaccia per la nostra identità”. L’apertura c’è stata anche da parte della giunta comunale, seppur con qualche distinguo. Se nell’immediato il vicesindaco Nardella ha paragonato coloro che fanno muro contro la moschea a chi minaccia di bruciare il Corano per rappresaglia, in quanto a intolleranza, è pur vero che in seguito ha chiamato in causa i sindaci della “cintura fiorentina” per sondare il terreno su un possibile tempio “oltre confine”. Lo stesso sindaco Renzi si è dichiarato fa-

Incredibile che i musulmani debbano utilizzare un ex fondo commerciale senza nessuna dignità

vorevole, in linea teorica, frenando però sul progetto avanzato nello specifico dall’imam fiorentino. “Non voglio fare una discussione

“L’

Ornella De Zordo

Giuseppe Betori

ideologica sulla possibilità di avere una moschea a Firenze. Se i nostri amici musulmani ci presenteranno un progetto – ha dichiarato il primo cittadino – lo valuteremo e ne discuteremo apertamente”. Il fatto di doversi autofinanziare, come ribadito da Renzi, non rappresenterebbe un problema per la comunità islamica. “Grazie alle elemosine – spiega l’imam Elzir - raccogliamo 6mila euro al mese”. E mentre un assessore dietro l’altro si schiera a sostegno del progetto, il sindaco tira le somme usando le parole di un uomo di chiesa: “Mi piace citare la frase di un sacerdote che una volta osservò: ‘Che fastidio dà un uomo che prega?’ Perché sarei davvero felice se, anche nei paesi islamici, fosse ga/F.P. rantita la libertà di preghiera”.

importante è che siamo quasi tutti d’accordo sull’esigenza di una moschea a Firenze; noi vogliamo fare un cammino insieme con la nostra amministrazione comunale, l’obiettivo della comunità islamica è quello di unire la società fiorentina e non dividerla”. Dentro quel “quasi” usato dall’imam del capoluogo toscano e presidente nazionale dell’Ucoii, Izzedin Elzir, ci sta tutto un partito. Anzi, almeno due. Per un Pdl che risponde con il deputato Gabriele Toccafondi “no a chi dice sì ai diritti, ma non ai doveri”, c’è una Lega Nord che “preferisce i campanili ai minareti e lotterà con tutte le sue forze affinché l’Europa, Firenze compresa, non diventi Eurabia”, parola di Marco Cordone. Il consigliere provinciale leghista ha immediatamente sventolato lo spauracchio del referendum popolare sull’opportunità o meno di costruire una moschea a Firenze. E i rappresentanti Pdl in Palazzo Vecchio non se lo sono fatto dire due volte, rimandando al mittente quelle che giudicano provocazioni. “L’imam smetta questo gioco che dura da troppi anni, con cadenza ciclica, sul riproporre una moschea a Firenze – si infiammano Marco Stella e Stefano Alessandri – . Che sia una pura provocazione lo dimostra il fatto che non esiste un progetto, non si è individuata un’area, non si sa con quali soldi costruirla. Invitiamo l’imam – proseguono i due consiglieri – prima di tutto a un confronto serio sui temi religiosi”. Servono, in sostanza, dei punti fermi, prima di poter procedere. E questi punti Bianca Maria Giocoli, ex vicecapogruppo Pdl recentemente passata a Fli, li aveva già messi per iscritto 5 anni fa, in una mozione presentata in consi-

Prima di tutto un confronto serio sui temi religiosi. A partire da trasparenza e condanna del terrorismo glio comunale. “La condanna al terrorismo, la collaborazione con l’intelligence, il contrasto del fondamentalismo, la trasparenza sul centro culturale e sui finanziamenti, e

Bianca Maria Giocoli

Mario Razzanelli

l’uso della lingua italiana soprattutto nelle preghiere più importanti. Per noi – ribadisce la Giocoli - queste sono prerogative pregiudiziali”. “L’islam che parla italiano è l’unico che si può integrare” aggiunge il senatore Pdl Paolo Amato. Anche Mario Razzanelli, l’unico consigliere comunale col fazzoletto verde, sottolinea la necessità di mettere in chiaro prima di tutto alcune questioni culturali. “La nostra religione e la nostra cultura – spiega – non ci permettono di accettare che, nel 2010, possano ancora essere uccise delle persone per un adulterio. Vorrei sapere cosa ne pensa l’imam”. In ogni caso, quel che rimane imprescindibile anche per Razzanelli è la consultazione popolare. Prima della posa /F.P. di una qualsiasi prima pietra.

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ECONOMIA. Lungo la strada è rimasto ben poco del periodo d’oro del commercio di pregio

Via Maggio, l’antiquariato a picco L’OPINIONE

Simele Kruklidis

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Bandoni abbassati in via Maggio

La crisi ha colpito duro anche in questo settore e una dopo l’altra le botteghe stanno chiudendo: ne è un esempio la storica galleria Boralevi. Un tempo la zona era la passerella di numerosi vip a caccia di pezzi unici dell’artigianato fiorentino. Complice di questo tracollo anche la moda del mobilio low cost

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n via Maggio, storica vetrina degli antiquari, sembra di percorrere uno spazio vuoto, dimenticato. Lungo la strada non è rimasta alcuna traccia del periodo d’oro del commercio se non quei mobili pregiati che sbucano dalle vetrine tirate a lucido. In pochi anni, una delle realtà economiche più vivaci della tradizione fiorentina si è annichilita sotto i colpi di scure della crisi economica. Sono infatti numerose le attività che hanno scelto di chiudere definitivamente, mentre altre ancora progettano di farlo entro l’anno. Un tracollo repentino, tutto sommato, poiché negli anni ‘90 la situazione non lasciava trapelare segnali preoccupanti, anzi: si racconta che in zona ci fosse un grande andirivieni di clienti altolocati, di personaggi in vista e attori famosi che di tanto in tanto si fermavano ad acquistare un pezzo unico di artigianato. Oggetti meravigliosi, classici e caldi, ricchi di storia e arte, che oggi invece restano spesso invenduti. Così, per colpa dei prezzi diventati poco accessibili, ma anche un po’ per il gusto comune che negli ultimi tempi tende a soluzioni pratiche e low cost, le prospettive a breve termine degli antiquari appaiono tutt’altro che confortanti: al momento, infatti, con il negozio tradizionale è difficile ottenere i risultati sperati e numerosi commercianti si sono visti costretti a cercare soluzioni alternative. Internet e in particolare la piattaforma di Ebay sono tra i sistemi più usati per aumentare la clientela, sebbene anche in questi

casi non sia così scontato raggiungere esiti positivi. Resistono poi le classiche mostre mercato che, soprattutto al Nord, garantiscono visibilità maggiore. A Firenze, ad esempio, la rinomata Art, mostra internazionale dell’antiquariato, continua ad essere un importante momento di ritrovo, non soltanto per gli esperti del settore che si scambiano mobili e idee, ma anche per clienti assidui in cerca di occasioni: ma persino in queste circostanze non è raro che il ricavato delle vendite faccia pari con le spese sostenute per l’affitto di una piazzola. Già all’inizio dell’anno, con la chiusura della storica galleria Boralevi, non la prima e neppure l’ultima delle attività fallite in via Maggio, si è reso oltremodo evidente un disagio che colpisce non soltanto la categoria, ma tutta la città. Si tratta infatti dell’ennesimo mestiere che in questi ultimi anni si è ritrovato inerme, senza sbocchi. L’ultima speranza, secondo alcuni, può risiedere in un’operazione di riqualificazione della zona, divenuta ormai terreno fertile di sporcizia, graffiti, traffico eccessivo. Non solo i negozianti, ma anche i cittadini chiedono maggiore sostegno da parte dell’amministrazione comunale, per evitare che con la crisi e con il degrado si perda un pezzo di storia fiorentina. E se i più ottimisti intravedono una nuova ripresa già a partire dal 2011, molti altri, invece, temono che i tempi duri non siano ancora finiti: purtroppo, i negozi che minacciano di chiudere ne danno conferma.

Parla Massimo Bartolozzi

“Ma sono sicuro che tornerà alla ribalta”

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roprio come quando fu fondato nel lontano 1878, ancora oggi il negozio di antiquariato di Massimo Bartolozzi si trova in via Maggio. Inaugurata dal bisnonno, la ditta ha visto succedersi quattro generazioni, di cui traspare l’esperienza e la professionalità nel settore. Cos’è cambiato negli ultimi anni? Fino a qualche tempo fa la nostra clientela, che era prevalentemente borghese, comprava mobili di antiquariato per arredare l’intera casa: era la moda di allora. Oggi in pochi si possono permettere di azzardare determinati acquisti: lo fa solo una nicchia molto ristretta, che è quella dei collezionisti, appassionati del genere. Gli unici pezzi che si vendono ancora sono quelli più rari, opere che comunicano storia e arte: tutto il resto rimane nei negozi. È per questa ragione che molti antiquari stanno chiudendo. Ma è solo un problema di crisi economica? Di certo è evidente il calo del potere d’acquisto, ma credo sia anche una questione di gusto. Certamente oggi la sensibilità verso l’antiquariato è cambiata. Chi compra da noi lo fa per portare a casa un oggetto unico, un mobile che si distingua dal resto dell’arredamento ultramoderno. Quali sono le strategie usate per continuare a vendere? Prima non avevamo questo problema: via Maggio era frequentata non solo da fiorentini, ma anche da facoltosi clienti, per lo più americani e russi. Attualmente per allargare la propria clientela bisogna purtroppo trascurare il gusto rinascimentale e tipico fiorentino per abbracciare modelli internazionali. Pensa che l’antiquariato tornerà di moda? Dico solo che se avessi qualche anno di meno comprerei oggetti interessanti per metterli da parte. E’ il corso e ricorso della storia. Prima o poi il gusto per l’antiquariato tornerà di sicuro alla ribalta, forse prima di quanto /S.K. immaginiamo.

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GIOVANI. Ha preso il via da poco l’iniziativa intitolata “Vivi la vita, bevi con la testa”

Una campagna contro l’alcol. E il degrado Già in estate molti cittadini si erano lamentati per le conseguenze della vita notturna nelle strade del centro: ubriachezza, rumori molesti fino a tardi, bottiglie e sporcizia ovunque. Previsti provvedimenti per i locali che non seguiranno il nuovo codice Gaia Grassi

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ivi la vita, bevi con la testa”: è questo il titolo della nuova campagna anti-alcol che ha preso il via dalla fine di settembre. Una campagna che coinvolge numerose categorie (Confesercenti, Confcommercio, Federdistribuzione, Firenze Parcheggi, Cna, Confartigianato, Legacoop e il centro alcologico regionale – Car), il cui scopo è quello di informare e sensibilizzare i diversi gruppi sociali al fine di istruirli sulla sostanziale differenza tra l’uso e l’abuso di alcol. E superare così quella carenza di informazione che, associata alla scarsità di reali alternative culturali come attività extrascolastiche o lavorative, può portare a un radicamento del problema. Su questo punto si erano già sollevate molte polemiche all’inizio dell’estate, quando i cittadini, lamentandosi per il degrado che la vita notturna estiva portava con sé, avevano più o meno volontariamente posto l’accento sul comportamento tenuto dai giovani nelle strade del centro: ubriachezza e rumori molesti sino a tarda notte, degrado urbano provocato dall’abbandono di bottiglie vuote lungo i marciapiedi o sulle piazze, e collaterali vari. Anche per questo è stata avvertita la necessità di una campagna anti-alcol, che punti a migliorare realmente le condizioni attuali. Confcommercio e Confesercenti si sono impegnate già da tempo a redigere un codice di autoregolamentazione per i locali e gli esercizi che somministrano bevande alcoliche, di cui è vietata la vendita ai minori di 16 anni e a coloro che già appaiono “alticci” o ubriachi. Vietate anche le offerte (come, ad esempio, tre bottiglie di vino a 10 euro, o “paghi 10 euro e bevi per un’ora tutto quello che vuoi”) e fortemente consigliata la somministrazione di alcolici di qualità. L’innovazione del codice sta invece nell’introduzione di provvedimenti disciplinari nei confronti dei locali che, aderendo alla campagna, non si organizzeranno con la distribuzione

del materiale informativo sui danni prodotti dall’abuso di alcol, o nell’assumere almeno due tra i cinque elementi del codice: inserire alcol test nel locale, distribuire gratuitamente acqua dopo le una, organizzare spazi relax per soggiornare fino al momento

Mancano le risorse per creare reali alternative culturali come centri di formazione sociale in cui il tasso alcolemico sia rientrato nei parametri di sicurezza, creare convenzioni per i servizi di accompagnamento a casa e svolgere una campagna di sensibilizzazione con lo scopo, anche, di fornire una relazione annuale sulla situazione alcolica a Confesercenti e Confcommercio. Grande impegno, sul tema,

anche da parte dell’assessorato comunale all’educazione, che passando attraverso la scuola dell’infanzia e la scuola primaria vuole rieducare anche i genitori sulle conseguenze prodotte dell’alcol assunto sia pure in piccole quantità e, non di meno, sull’atteggiamento da assumere con i ragazzi che frequentano le scuole secondarie di fronte al divieto – in alcuni casi - di bere, perché non diventino sfuggenti o si chiudano in se stessi. Molto successo, nelle scuole medie, ha avuto la simulazione della guida di motorini sotto l’effetto dell’alcol. “Stiamo cercando percorsi di crescita collettiva – spiega l’assessore all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi - per superare la politica emergenziale e approdare a una condivisione e corresponsabilità sui temi dell’alcol e dello svago. Rimane il problema – conclude l’assessore – che, oltre al nostro impegno profondo e quotidiano, mancano le risorse per creare delle reali alternative culturali come centri di formazione sociale: i tagli ai fondi per la cultura sono troppo gravosi”.

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MESTIERI DI OGGI E DI IERI. Alla scoperta del centro metrologico di taratura Testi e Cini

Il laboratorio dove la precisione è di casa Nato come bottega di artigiani in via San Gallo nel 1923, qui si porta avanti un lavoro del quale in molti non conoscono l’esistenza: capire se bilance e macchinari dicono la verità Ilaria Esposito

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oco prima della guerra le bilance si consegnavano ai clienti trasportandole su dei carretti. Oggi si lavora con le grandi aziende usando strumenti sempre più sofisticati”. Matteo Cini, 32 anni, titolare del centro metrologico di ta-

ratura Testi e Cini di Castello, riassume così la storia di quello che oggi è il suo laboratorio, ma che ne 1923 aprì come bottega di artigiani in via San Gallo. Un mestiere raro, del quale la maggior parte delle persone non conosce nemmeno l’esistenza, dal momento che precisione, per molti

Una foto storica dall’archivio del laboratorio

di noi, non fa rima con quotidianità. Di cosa hanno bisogno i clienti che oggi si presentano al suo laboratorio, e cosa chiedevano quasi 90 anni fa? L’esigenza è sempre la stessa: capire se il loro strumento dice il vero oppure no. La differenza è che allora si portavano principalmente bilance, mentre oggi ci troviamo a lavorare su macchinari di ogni genere e dimensione, spesso di proprietà di ditte che devono ottenere certificazioni obbligatorie per legge. Si è superata la dimensione artigianale e i livelli di precisione richiesti sono sempre più elevati. E il lavoro, di riflesso, è diventato globale. Da poco un ragazzo che lavora qui è stato negli Stati Uniti per provare un macchinario, mentre altri tre della squadra stanno fissi al Nuovo Pignone. Cosa serve per fare questo mestiere? Da un punto di vista formativo, sicuramente una buona base di fisica e matematica. É questa la difficoltà principale che incontro quando faccio dei colloqui. Il titolo di studio minimo richiesto è quello di perito, ma

L’esterno del negozio

l’importante è avere una buona dimestichezza con gli strumenti matematici. L’esperienza conta moltissimo, ma chiaramente ci si fa lavorando. Ci sono strumenti particolari, sconosciuti a chi non ha a che fare con questa realtà? Sicuramente ci sono, ma non me ne rendo conto. Può stupire il fatto che qui dentro si lavori tutto l’anno a 20°. Gli strumenti devono essere conservati a questa temperatura per ragioni di manutenzione e perché i 20° sono riproducibili in tutto il mondo. I materiali si dilatano o restringono a temperature diverse. La taratura a diverse temperature si rapporta sem-

pre a quella “standard”, fatta appunto a 20°. Come ha deciso di continuare la tradizione di famiglia? Ci sono cresciuto dentro. Mio nonno e suo fratello aprirono il negozio. Il mio percorso è maturato da solo e trattando varie casistiche ho imparato a lavorare con diversi tipi di strumenti. La crisi ci ha toccati relativamente, dato che i nostri clienti devono tarare i loro macchinari per legge, affinché i loro prodotti rispettino certi standard di qualità. Tuttavia, i momenti difficili ci sono e si superano soprattutto grazie alla passione per questo lavoro.

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CURIOSITÀ. Sono nove, e tutte donne, le socie della cooperativa fiorentina In taxi

Quando il taxi si tinge di rosa Arturo Baldini

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anno deciso di unire le forze nel 2008, e da allora non smettono di trasportare dentro e fuori la città clienti affezionati e semplici turisti. Loro sono la cooperativa In taxi, un gruppo di nove donne che ha deciso di rompere gli indugi e buttarsi in prima persona nel settore. Impresa non facile, vista la forte concorrenza. Ma Nadia Nozzoli, presidente dell’organizzazione, punta forte sul progetto e rilancia: “Siamo determinate, dopo una prima fase di rodaggio le cose stanno andando per il meglio - spiega- puntiamo sulla qualità del servizio e sulla chiarezza delle tariffe. Chiunque salga sui nostri taxi deve sentirsi a suo agio come se fosse in prima classe”. Ne ha sentite di storie, Nadia Nozzoli, nelle migliaia di corse fatte in questi anni. Facce, smorfie e sorrisi che inevitabilmente finiscono per comporre un personale quadro di Firenze. “Con la crisi che c’è, fa tenerezza pensare che alcune persone preferiscano spendere quindici euro per un giro sulle nostre auto che andare in pizzeria – racconta - di solito sono anziani che si sentono trascurati e che hanno voglia di parlare. Sanno che da noi troveranno sempre un orecchio attento e interessato”. Non solo una cooperativa di autiste, dunque, ma qualcosa di più. “Tre anni fa abbiamo scelto di metterci in proprio - dice ancora - proprio perché sentivamo che c’era lo spazio per un’iniziativa come questa. Ora che il lavoro sta cominciando a dare i suoi frutti, ci piacerebbe anche allargarci”. Possibile, dunque, che qualche tassista uomo venga un giorno a bussare alla porta delle colleghe. Loro non lo escludono. “Non dobbiamo essere per forza tutte donne. Quello che conta è condividere lo spirito che ha dato vita al pro-

getto, altrimenti non avrebbe senso”. Per prenotare una corsa con In taxi bisogna chiamare lo 055.2001326. Tante cifre che non sono frutto del caso, o di una scelta cervellotica: più lungo è il numero, più basso è il prezzo di “noleggio” della linea telefonica. “Abbiamo fatto di necessità virtù - chiarisce la presidente della cooperativa - certo che i costi sono molto alti e occorre lavorare sodo. Ma siamo soddisfatte. Per il futuro stiamo anche preparando qualche novità”. Tra le iniziative che arricchiscono il progetto, la più gettonata sembra essere la “Intaxi card”, una tessera a punti che, dopo 10 chiamate, fa vincere uno sconto sulla corsa successiva. Altro fattore distintivo rispetto alla maggior parte della concorrenza, la possibilità di pagare direttamente con la carta di credito. Forse non è un caso, quindi, che tempo fa Nadia Nozzoli si sia trovata come cliente l’ex Take That Robbie Williams. “Ricordo che a un certo punto un gruppo di ragazzine si accorse chi sedeva dietro - rammenta col sorriso sulle labbra - non feci in tempo a fare manovra che si distesero sul cofano. Non riuscivo a ripartire. Lui però s’è molto divertito”. Celebrità o meno, le vetture della società sono a disposizione tutti i giorni fino alle 22. Un progetto che sta mettendo sempre più radici, e che vuole farsi largo nella giunga del mercato. Anche per questo, inizia una partnership tra la “Web&Press” e la Cooperativa In Taxi, che ha l’obiettivo di dare maggiore visibilità a questa nuova realtà che arricchisce il tessuto delle cooperative fiorentine.

Tra le iniziative una speciale carta fedeltà che dà diritto a sconti dopo dieci corse e la possibilità di pagare con carte di credito. La presidente Nadia Nozzoli: “Tre anni fa ci siamo messe in proprio, ora il lavoro inizia a dare i suoi frutti e puntiamo a crescere”

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economia

Ottobre 2010

DOSSIER/1. In molti speravano che il 2010 fosse l’anno della ripresa, ma non è andata così

(Dis)occupazione, le buone notizie si fanno aspettare Simele Kruklidis

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olti speravano che il 2010 fosse l’anno della ripresa economica, ma così non è stato. Come è infatti accaduto in altre regioni di Italia, anche la Toscana ha chiuso il mese di ottobre con un tasso di disoccupazione da capogiro, oltre la soglia del 7 per cento. Niente di nuovo, dunque, rispetto all’ultimo trimestre del 2009, quando dall’Irpet avevano assicurato che la crisi vera, fino a quel momento contenuta con riduzioni di orario e cassa integrazione, sarebbe esplosa proprio quest’anno. Intanto, a Firenze, gli indici dei disoccupati sono arrivati intorno al 5 per cento, cifra che comunque per il momento ci pone al di sotto all’8,4 per cento della media nazionale. Nessuna sorpresa anche nello scoprire che la categoria più in difficoltà è ancora una volta quella dei giovani, che dopo gli studi faticano non sol-

tanto a trovare un lavoro stabile, ma anche solo un’occupazione che consenta loro di rendersi indipendenti dalla famiglia. I valori regionali, intorno al 17 per cento, svelano un panorama forse meno grave del previsto, ma comunque preoccupante: sono infatti sempre più numerosi i cittadini toscani costretti a spostarsi al centronord o all’estero per trovare un impiego: altro chiaro sintomo di una crisi che dilaga anziché arretrare. D’altronde, nel giro di pochi anni, in Toscana sono calati a picco i settori imprenditoriali alla base della nostra economia: moda e meccanica a meno 20 per cento, costruzioni a meno 7 per cento e persino agricoltura e commercio viaggiano circa a meno 9 per cento. Cifre che parlano di impoverimento del territorio, di fallimenti e di redditi più bassi. Eppure, in questa situazione apparentemente ingestibile, alcuni mestieri (insospettabili) sembrano essere scampati alla crisi: contabili e controller, assistenti tecnici, progettisti e programmatori, infermieri,

fisioterapisti, assistenti sociali, e ancora addetti del marketing e della cultura. Queste alcune tra le figure professionali più richieste e apprezzate dalle aziende italiane. Per adattarsi al nuovo scenario bisogna cambiare prospettive: vietato dunque ragionare “alla vecchia maniera”, sottovalutando gli eccezionali cambiamenti che hanno investito le logiche del mercato. Le parole d’ordine in tempi duri come questi sono flessibilità, esperienza, interesse ai mercati esteri e alle sfide della tecnologia. Il tutto senza dimenticare la propria identità toscana, e quindi: attenzione al territorio, al paesaggio e all’artigianato, rivalutazione dell’economia tradizionale, ma riletta in chiave moderna. Quanto alla ripresa economica, stando alle previsioni dell’Irpet e di Unioncamere, sembra che l’anno fortunato sia proprio il 2011, con un tasso di crescita pari all’1,2 – 1,3 per cento nei prossimi tre o quattro anni. E allora non resta che aspettare un altro po’, sperando che questa sia finalmente la volta buona.

Niente di nuovo rispetto all’ultimo trimestre del 2009, e intanto a Firenze le persone senza un impiego sono arrivate a essere il 5 per cento. Peggio ancora va alla Toscana nel suo complesso, che si attesta su un poco incoraggiante 7 per cento GAIA Studentessa, 21 anni

NICOLA Impiegato, 36 anni

VALENTINA Commessa, 27 anni

“La scuola non aiuta a inserirsi”

“Si investe poco sui giovani”

“Io mi ritengo molto fortunata”

“La scuola non aiuta ad inserire i giovani nel mondo del lavoro e so che sarà necessario tempo e fatica per trovare una qualunque occupazione. Purtroppo in Italia non è semplice coltivare i propri sogni e le proprie ambizioni, le aziende non ti danno fiducia. E anche a Firenze la situazione non è differente”

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“La disoccupazione è una piaga difficile da sanare, soprattutto in un momento critico come questo. Il problema è che si investe poco sui giovani, si pretende che tutti abbiano esperienza, ma da qualche parte bisogna pure iniziare. Alcuni miei amici ancora cercano lavoro, altri, come me, sono precari”

“Io sono stata fortunata poiché ho trovato subito un lavoro e dopo poco tempo mi è stato offerto un contratto a tempo indeterminato. Credo che gli impieghi nell’ambito del commercio, magari part-time, non siano poi così difficili da ottenere. Naturalmente questo discorso non vale per altre professioni”


economia

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DOSSIER/2. Il 22 e 23 di questo mese torna Job Fair, che si “trasferisce” al Mandela Forum

In fila per un posto alla Fiera del lavoro Ivo Gagliardi

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a novità è che quest’anno si terrà al Mandela Forum. La conferma, invece, è che saranno migliaia, come nelle scorse edizioni, le persone che si metteranno in fila per trovare un posto di lavoro. Stiamo parlando di Job Fair, la più importante manifestazione italiana che favorisce l’incontro tra offerta e domanda di lavoro, organizzata da Confindustria Firenze, Camera di Commercio, Università e Provincia, che torna venerdì 22 e sabato 23 ottobre. E che, come detto, quest’anno cambia “casa”: dal Saschall, dove si è tenuta l’edizione 2009, si trasferisce al più grande Mandela Forum. A conferma del fatto che anche quest’anno è atteso il pieno agli stand delle aziende presenti, e che l’emergenza lavoro è ancora ben lontana dal poter dirsi conclusa. Dimostrazione ne sono anche i numeri della scorsa edizione: settemila persone partecipanti, 60 aziende presenti, 400 curriculum consegnati in media ad ogni azienda e – il numero più ambito dai partecipanti – 200 assunzioni. E una tendenza confermata rispetto al passato: non erano più solo giovani in cerca del primo impiego ad aggirarsi speranzosi tra gli stand presenti, ma tra loro anche - e sempre più - adulti rimasti senza impiego a causa della crisi e in cerca di un (difficile) ricollocamento. Le previsioni, per questa nuova edizione, parlano di un’ulteriore conferma di questa tendenza: ragazzi e adulti an-

cora insieme in cerca di lavoro. Tante - e prestigiose - le aziende pronte ad accoglierli: da Menarini a Unicoop, da Targetti a Ferragamo (solo per citarne alcune), passando per banche, assicurazioni ed enti istituzionali. “Stiamo vivendo, ormai da troppo tempo, un periodo di forte incertezza lavorativa. I dati sulla cassa integrazione e sulla disoccupazione, soprattutto quella giovanile, continuano ad essere preoccupanti, e da qui al termine dell’anno molte saranno le situazioni da gestire”, spiega l’assessore provinciale a formazione e lavoro Elisa Simoni. “In uno scenario così complicato, nel quale come Provincia abbiamo agito finora secondo l’approccio ‘solidarietà e competitività’, con un insieme di progetti e interventi di politiche di sostegno al reddito e di politiche attive per il lavoro e la formazione, mi sembra fondamentale il ruolo strategico che assumono le politiche e gli interventi per l’orientamento. Si tratta infatti – continua Simoni - di far prendere consapevolezza alle cittadine e ai cittadini, soprattutto a quelli che devono impostare un proprio percorso formativo e lavorativo, di quelle che sono le opportunità che il territorio offre da questi punti di vista. Per questo, come Provincia, sosteniamo una manifestazione come quella del Job Fair”. Come sempre, l’ingresso sarà gratuito (sarà necessario soltanto registrarsi): non resta dunque che “armarsi” del proprio curriculum e mettersi in fila per presentarsi alle aziende. Con la speranza di seguire le orme di quei 200 che, lo scorso anno, sono usciti dalla manifestazione con un contratto in tasca.

LARA Commercialista, 27 anni

DALIA Studentessa, 24 anni

PATRIZIA Commessa, 55 anni

“Ci vuole più spirito di adattamento”

“Troppi corsi di laurea improbabili”

“Alcuni mestieri da rivalutare”

“E’ vero che c’è crisi, ma non credo manchi il lavoro. Penso invece che ci siano troppi laureati e troppa gente che si rifiuta di fare i lavori ritenuti di più basso livello. Probabilmente, di questi tempi, è necessario un maggior spirito di adattamento per andare incontro alle esigenze reali del mercato”

“Il problema è che troppo spesso i laureati non trovano sbocchi professionali adeguati alla loro preparazione. E’ sconfortante dover investire tempo e studio in un attestato che probabilmente non servirà. Però, c’è da dire che oramai ci sono anche troppi indirizzi di laurea, alcuni dei quali davvero improbabili”

“Io penso che oggigiorno ci siano troppi mestieri scartati a priori: alla fine il cerchio di opzioni si restringe e alcuni ambiti professionali finiscono per essere saturi di candidati in lista d’attesa. Forse anche noi italiani dovremmo ricominciare a valutare quei lavori che oramai abbiamo lasciato soltanto agli stranieri”

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tempo libero

Ottobre 2010

TENDENZE/1. Si chiama “pole dance” e, a quanto pare, è l’ultima frontiera della danza e del fitness

Per favore non chiamatela lap dance Niente spogliarelliste, nessun contatto ravvicinato con i clienti di locali osè. Daria Bettarini è stata la prima a fondare una scuola in Toscana: “Niente di immorale, i pregiudizi sono duri a morire” Annalisa Cecionesi

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n palo di metallo intorno al quale inerpicarsi, canotta, pantaloncini e scarpe da ginnastica. E’ tutto quel che serve per sperimentare la nuova frontiera della danza e del fitness. Ma non chiamatela Lap Dance. In ballo - è proprio il caso di dirlo - non ci sono spogliarelliste ma donne pronte a cimentarsi con la disciplina della Pole Dance. Niente a che vedere con gli spettacoli erotici inscenati a distanza ravvicinata dagli occhi ingordi dei clienti di strip club. Nella Pole Dance sono banditi i contatti fisici con lo spettatore. Non è un ballo erotico, semmai una ginnastica sensuale. Un’alternativa alla palestra tradizionale. All’estero già da anni si tengono campionati di Pole Dance. In America del Nord, Australia, Germania e Inghilterra è una disciplina consolidata, praticata sia da donne che da uomini come forma riconosciuta di esercizio fisico. In Italia la strada è ancora lunga. Ma l’interesse è crescente. A confermarlo è Daria Bettarini, insegnante di Pole Dance, la prima a fondare, nel 2008, una scuola di Pole Dance in Toscana, l’Associazione Morgenstern, membro del Coni e della Federazione Italiana Pole Dance. La sua passione è nata nel 2004 grazie a internet, quando in Italia il “ballo del palo” era ancora fantascienza. Daria è una pioniera a livello italiano, è stata lei a lanciare il primo corso di Pole Dance su dvd in lingua italiana. Una sfida non indifferente nella pudica Italia. “I pregiudizi sono duri a morire – racconta Daria Bettarini - ma negli ultimi anni le cose stanno cambiando. Non c’è niente di sporco o immorale nella Pole Dance. E’ una pratica sportiva che uni-

sce attività fisica, ballo e sensualità”. All’Associazione Morgenstern di Sesto Fiorentino arrivano anche da fuori provincia. A cimentarsi con le acrobazie intorno alla pertica sono donne di ogni tipo, dall’avvocato alla mamma, dai venti ai quarant’anni. Perché è un esercizio alla portata di tutti. “A chi è digiuno di attività fisica comporterà più sacrificio ma potrà comunque ottenere buoni risultati”, assicura l’insegnante. Resistenza muscolare, coordinazione, flessibilità. Sono queste le doti da coltivare. Se il fisico trae beneficio già dalle prime ore di pratica, occorre invece un po’ più di pazienza per raggiungere una buona fluidità. Ma con un esercizio

Comprare un palo professionale da camera può costare anche più di 200 euro costante di due-tre ore settimanali, già dopo un mese si può acquisire una certa dimestichezza con la pertica. E niente vieta alle più “secchione” di portarsi i compiti a casa, acquistando un palo per allenarsi. Per averne uno fisso professionale bisogna sborsare dai 200 euro in su. Una spesa non proprio irrisoria, ma è l’unico attrezzo indispensabile per una ginnasta di pole. E chissà che il partner non apprezzi queste acrobazie. In quel caso ne sarà valsa ancor più la pena (per informazioni: www. poleaddict.it).

FOCUS Spopola anche in Toscana il “burlesque”

Quando l’eros è una burla

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ualcuno ricorderà l’avvenente Dita Von Teese, in una lingerie che lasciava poco spazio all’immaginazione, immersa in un’enorme coppa di Martini sul palco dell’Ariston. Sdoganato da Sanremo, questo sensuale cabaret negli ultimi mesi ha fatto il giro dello Stivale. E’ il Burlesque, giunto anche in Toscana, con spettacoli dal vivo in molti locali e corsi di seduzione dentro e fuori il capoluogo. A Viareggio è approdato recentemente anche il Festival del Burlesque, che ha visto la nutrita partecipazione di donne “insospettabili”. Signore over 60 hanno partecipato ai corsi, alle prese con tacchi alti e piume di struzzo, scatenandosi, con ironia, nell’arte della seduzione. Niente lo vieta, neppure qualche ruga o un po’ di pancetta. Ma cos’è il Burlesque, pressoché sconosciuto dalle nostre parti fino a pochi mesi fa? E’ un genere d’intrattenimento nato nell’Inghilterra vittoriana, successivamente importato negli Stati Uniti, come parodia a uso e consumo del popolo, per poi essere riscoperto e nobilitato negli anni Novanta. In tempi ancor

più recenti, la “burlesquemania” è arrivata anche in Italia. E’ uno spettacolo che inscena il gioco della seduzione, fatto di humour, ammiccamenti e sorrisi, in un’atmosfera retrò. Condisce il tutto una lingerie provocante: boa di piume di struzzo, paillettes, calze di seta, guanti, tacchi alti e guepiere da togliere il respiro. Uno spettacolo che attira gli sguardi interessati degli uomini, ma soprattutto la curiosità delle donne. Accantonata la volgarità, l’universo femminile si butta in questa sorta di erotismo soft, pronto a burlarsi degli uomini con l’arma /A.C. della sensualità.


tempo libero

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TENDENZE/2. Moltissime le scuole sparse in giro per la città, spesso ospitate nei circoli

E intanto il tango scende in strada Un tempo si ballava solo nelle milonghe e i tangheri fiorentini erano giusto un centinaio. Oggi s’improvvisa anche all’aperto, bastano un loggiato e uno stereo Lorenzo Salusest

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guardi che si incontrano e dialogano, gambe che si intrecciano, corpi che si muovono e comunicano. Mirada e cabeceo, caminada, salida, parada, presa, ocho. Nell’aria il calore dei corpi, e un’atmosfera carica di tensione emotiva. Come sottofondo note di violino, contrabbasso, bandoneon, pianoforte. Una musica che è allo stesso tempo passione e melanconia, ambizione e nostalgia. Una musica nata in Argentina, frutto della contaminazione di culture differenti. Una musica che è tango. Un ballo che è anche cultura, metafora della vita e della coppia, con i suoi rituali di corteggiamento, di incontro. Un tempo in Italia, e a Firenze, si ballava nelle balere, alternato al valzer, quindi una lenta decadenza. Poi l’altrettanto lenta rinascita, iniziata una decina d’anni fa e progressivamente consolidatasi: corsi nelle palestre, serate dedicate nei circoli, sino al fenomeno del tango su strada, esploso quest’estate sotto i loggiati di Firenze, da piazza della Repubblica a piazza dei Ciompi. Se sino al 2005 erano circa un centinaio i tanghe-

ri fiorentini, e pochi i luoghi dove imparare e ballare, oggi il numero dei praticanti è più che triplicato. Così come aumentati sono i luoghi e gli appuntamenti a loro destinati. Circoli ricreativi, palestre, alcuni locali notturni: ormai è possibile ballare il tango praticamente tutta la settimana. Ogni sera, seguendo una sorta di calendario che vede soprattutto i circoli ospitare le milonghe, le tradizionali sale da tango. Le note argentine risuonano ovunque. Anche sulla strada, nelle piazze, con serate ad hoc nel centro della città. L’iniziativa, strano a dirsi, parte da Facebook, grazie al gruppo Tango clandestino a Firenze, e dintorni. Oltre 1.400 iscritti che per tutta l’estate si sono dati appuntamento sotto i loggiati di Firenze, muniti di un impianto stereo e tanta passione. E per l’inverno saranno nuovamente le milonghe fiorentine ad ospitare ballerini e ballerine. Le donne sedute a bordo pista, gli uomini che scelgono la loro compagna per quattro pezzi (la tanda): uno sguardo fisso, sino al cenno del capo della donna. E’ il segnale che dà il via alla danza. Sino alla fine della tanda,

quando durante la cortina musicale, le donne tornano a sedersi, e a cambiarsi le scarpe. Sino allo sguardo successivo, e al successivo cenno dl capo. In un rituale dal sapore antico. E romantico. Un ballo di coppia e per la cop-

pia, altro che macarene e meneito. Sguardi e movimenti in sincrono parlano una lingua universale. In fondo per trovare l’intesa non sempre è necessario dialogare: talvolta un giro di tango potrebbe avere risultati migliori.

D0VE E COME La scelta è vasta: alle sale storiche se ne sono aggiunte, con il tempo, di nuove

Una passione di gruppo dal costo (tutto sommato) ragionevole

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eppur affascinante e sensuale, il tango non è un ballo semplicissimo: occorrono mesi di allenamenti prima di poter effettuare con discreta eleganza i movimenti fondamentali. Per venire incontro alla domanda degli aspiranti tangheri stanno aumentando i luoghi dove poter imparare: ad aprire la strada, in rigoroso ordine alfabetico, furono il Buenos Aires Tango, il Pablo ed il Tangoclub, a cui negli ultimi tempi si è recentemente aggiunta la Flores de Tango (è sufficiente andare su internet per trovare la soluzione più appropriata per ciascuno). I luoghi dove poter imparare sono solitamente gli stessi dove poter bal-

lare la versione classica: circa una ventina tra circoli, palestre e locali sparsi per tutta la città, da Brozzi a Novoli, da Rifredi a Soffiano, da Coverciano al centro storico. Al tango nuevo (stile Gotan Project) sono invece dedicate le serate del Cafè Decò, in piazza della Libertà. Una passione da poter seguire a prezzi ragionevoli, con corsi di gruppo (solitamente non più di dieci/ dodici coppie) che si aggirano intorno ai 40/50 euro al mese, mentre il costo delle lezioni private tende a variare in base al numero delle sedute. Sostenibile anche il prezzo d’accesso alle serate danzanti: il biglietto per entrare nelle milonghe fiorenti-

ne varia dai cinque ai dieci euro. Oltre al prezzo per imparare o ballare, sono poche le altre spese da sostenere per ballare il tango: l’unico capo di abbigliamento veramente necessario è la scarpa, che sia per l’uomo che per la donna deve avere la suola in vitello per permettere uno scivolamento perfetto sulla pista. Per il resto – almeno sino a quando non si tengono saggi – è sufficiente indossare indumenti abbastanza larghi, per consentire tutti i movimenti, talvolta piuttosto complessi: pantaloni e camicia per l’uomo, vestito svolazzante per la donna. Basta aprire /L.S. l’armadio. E lasciarsi andare al ritmo del tango.

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ieri e oggi

Ottobre 2010

IL DIBATTITO. Ecco quello che i giovani conoscono (e pensano) dello sterminio nazista

“Noi ragazzi a tu per tu con l’orrore” È difficile generalizzare su quel che resta del passato nelle nuove generazioni: c’è chi inneggia alla violenza e chi promette di raccogliere il testimone della storia Giuditta Boeti me a un ex deportato mi ha dato emozioni forti: è duro fare i conti con gli occhi di chi in questi posti ha perso la dignità umana. Mi fa realmente capire cosa significa perdere la libertà in una frazione di secondo”. “Per me – confessa Giulia - è stata un’esperienza indimenticabile, che mi ha sbattuto contro una realtà crudele che ho studiato a scuola ma che non potevo immaginare così nitidamente. Credo che sia indispensabile recarsi nei campi almeno una volta nella vita per poter riflettere e far in modo che atrocità simili non si ripetano più nella storia dell’umanità”.

LA TESTIMONIANZA. Marcello Martini, sopravvissuto a due campi di concentramento

“Chi non pensa è pronto alla dittatura” M

arcello Martini, sopravvissuto al campo di concentramento di Fossoli prima e di Mauthausen poi, dove era matricola numero 76.430, racconta la sua esperienza. Qual è il suo primo ricordo dell’arrivo al campo di concentramento? “Questo è il portone dove siete entrati e questo è il camino da cui uscirete”, indicando il fumo che usciva dalle canne fumarie dei forni crematori. È stato questo il messaggio che mi ha “accolto” a Mauthausen. E poi la doccia, la depilazione, i capelli rasati a zero. Io ero fortunato allora perché, avendo solo 14 anni, non avevo la barba. I rasoi non tagliavano ed erano maneggiati dalle mani inesperte di deportati che si professavano barbieri per un mezzo mestolo di zuppa. Dopo il bagno fui internato nella baracca se ben ricordo 17, dove sono stato poi fino al 31 luglio, quando rivestito a festa con la bella divisa a righe fui immatricolato come 76.430. Poi ci sistemarono nelle baracche di quarantena, a dormire in ventidue per terra su quattro pagliericci, come le sardine. Sono rimasto

a Mauthausen fino alla liberazione, il 5 maggio. Come furono i giorni prima della Liberazione? Il cibo era diventato scarsissimo e il pane mi ricordo che da circa il 30 aprile praticamente non si vide più. Tra l’altro le ultime tre pagnotte erano state divise tra sedici persone, l’ultima in ventiquattro. Dopo di che sparì, la sera ci davano una mezza mestolata di zuppa di rape. Io fui messo a sistemare i pagliericci e a pulire in terra. Con due pezzi di vetro dovevo grattare tutto il pavimento e poi ridargli la cera. Con questo riuscivo a ricevere qualche mestolata in più di brodaglia. Quale messaggio vuole consegnare ai ragazzi? Non attaccatevi alle cose materiali, lasciandovi condizionare dal “ce l’hanno tutti, lo dicono tutti, lo fanno tutti”, perché se rinunciate a ragionare con la vostra testa siete pronti per una nuova dittatura. La “ricchezza” esteriore potete perderla da un momento all’altro, affidatevi alla ricchezza morale e alla conoscenza, perché queste qualità non ve lo porterà /G.B. mai via nessuno.

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hoah, olocausto, genocidio. Sterminio, campi di concentramento, camere a gas. Sono molte le parole con cui indicare l’eccidio nazista, anche se forse nessun vocabolo riesce realmente a descrivere l’agghiacciante volontà di “fare piazza pulita” di sei milioni di esseri umani: uomini, donne, bambini. “Colpevoli” di essere quello che erano: ebrei, zingari, omosessuali, portatori di handicap e oppositori politici. Spesso la storia sembra scalfirsi sotto il peso del tempo o, peggio, del revisionismo che ne intacca le fondamenta, bruciandone il ricordo. E cosa resta oggi, nella memoria dei ragazzi, di quella folle atrocità nazista? Non è possibile generalizzare l’interesse o il disinteresse, la conoscenza o la dimenticanza, come fenomeno diffuso e comune. Esistono realtà diverse, storie ed emozioni diverse. Se da una parte ci sono giovani che rubano la macabra scritta “Arbeit Macht Frei,” (il lavoro rende liberi) dall’ingresso di Auschwitz, oppure banchettano dentro i campi di concentramento inneggiando a simboli e comportamenti nazisti, dall’altra ci sono ragazzi che restano segnati dall’incontro con le testimonianze dirette del genocidio. Un contributo validissimo per strappare quanto più possibile il ricordo all’oblio sono i “viaggi della memoria”, organizzati ogni anno dalle istituzioni locali e dall’Associazione nazionale ex deportati, proprio con l’intento di coinvolgere direttamente gli studenti, mettendoli a contatto diretto con la realtà dei lager. Auschwitz, Birkenau, Chelmno, Majdanek, Mauthausen-Gusen, Stutthof, Treblinka, Varsavia, sono solo alcuni dei campi di lavoro e di sterminio in cui vengono compiuti i “pellegrinaggi laici” con i ragazzi delle scuole del territorio fiorentino. “La memoria – racconta Massimiliano, al rientro da Mauthausen – ha senso solo se riusciamo a trovare un filo conduttore con gli avvenimenti dei nostri giorni, e per poter trovare questo filo dobbiamo conoscere i fatti del passato, averne coscienza”. “Un libro di storia – aggiunge Lorenzo - offre solamente fatti ed immagini, invece venire in questi luoghi insie-

E AL N IO ESS TE F N RO E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G


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L’EVENTO. “Brainstorming, idee che ci cambiano la vita”: è questo il titolo della kermesse, che girerà la città

Un festival della creatività in ogni piazza Da giovedì 21 a domenica 24 ottobre esposizioni, incontri, spettacoli, workshop,

LA MOSTRA

laboratori e progetti saranno i protagonisti a Firenze, che sarà divisa in 16 aree

Strozzina e Odeon “conquistati” dal Potere

diverse. Giunto alla sua quarta edizione, l’evento esce dalla Fortezza per dare voce a chi crede che essere creativi sia l’antidoto migliore contro la crisi Ilaria Esposito

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uattro giorni per liberare le idee, lasciarle circolare in ogni angolo di Firenze...e non solo. Il Festival della creatività quest’anno si rinnova già prima di cominciare. Nei giorni che precedono l’evento faranno da “apripista” alcune iniziative di anteprima in diverse città toscane, ma anche a Bologna. Nel capoluogo emiliano, da giovedì 14 a domenica 17 ottobre, è prevista una tre giorni di iniziative che avrà come filo conduttore il concetto di “ruota” e tutto ciò che ha a che fare con la mobilità sostenibile. Il 21 ottobre, invece, partirà il festival vero e proprio, che per questa edizione è intitolato “Brainstorming, le idee che cambiano la vita”. Il centro della città (in particolare gli Uffizi, Palazzo non Finito e Piazza Duomo), che sarà divisa in 16 aree, diventerà la “piazza delle idee”: ricercatori e scienziati condivideranno col pubblico racconti su come nasca un’idea e spiegheranno quale sia il significato del lavoro di squadra nell’ambito della ricerca. Daniela Lauria, direttore artistico del festival, spiega lo spirito che sottosta al titolo dell’evento e al modo in cui è stato programmato: “ Vogliamo valorizzare le nostre università, i nostri centri di ricerca, le aziende più innovative, che resistono nonostante tutto: questo sarà il festival dei cervelli che restano”. A parte quello citato, altri 15 punti della città faranno da palcoscenico a iniziative di ogni tipo. Ci sarà la vetrina “A better life”, attraverso la quale si parlerà di buone pratiche e stili di vita virtuosi. Ma, dal momento che anche gli oggetti possono migliorare la nostra quotidianità, all’ “officina creativa” che si troverà a Santa Verdiana, Murate, Largo Annigoni e piazza Ghiberti saranno esposti progetti e prototipi che aspirano ad avere questa funzione. La biblioteca delle Oblate, Palazzo Pazzi Quaratesi, via Martelli e il Liceo Galileo saranno il “Campus” dedicato ai giovani, mentre gli eventi per i più piccoli si snoderanno fra piazza SS Annunziata, l’Istituto Degli Innocenti, i musei e le scuole del centro. Musica e spettacolo saranno protago-

Derrick De Kerkhove, scrittore ospite di questa edizione del Festival

nisti delle Logge dei Lanzi, del Porcellino e del Grano, mentre in Largo Annigoni ci sarà Degustibooks, l’evento dedicato a libri e cibo. Gli appuntamenti in programma nei quattro giorni sono come sempre tantissimi e lo stesso vale per gli ospiti e i temi degli incontri. Dalla sociologia, passando per arte e scienza, nomi come quelli di Derrick De Kerckove, Maurizio Ferraris, Remo Bodei, Antonio Ciances discuteranno fra loro o condivideranno col

pubblico idee e invenzioni che hanno cambiato la nostra vita e la storia delle discipline cui rispettivamente appartengono. Ci saranno i fumettisti Vauro, Ellekappa, Altan, Giuseppe Palumbo, ma anche un cast ricchissimo di ospiti dal mondo della musica: da Cristina Donà, Roberto Angelini e Brunori Sas, che si esibiranno il 22, a Manuel Agnelli degli Afterhours e Gonzales, pianista noto agli amanti dell’elettronica, in cartellone sabato 23.

IL LIBRO/1. Stefano Storchi e Oberdan Armanni: salvare il centro spostandolo in periferia

Il futuro potrebbe chiamarsi Novoli S

ono sempre di più le occasioni in cui il centro storico di Firenze ci appare sovraccarico di traffico, turisti, mercati, facoltà universitarie e così via. Pur avendo un’area limitata, per via della bellezza e del fascino artistico che mantiene nel tempo il quartiere 1 continua ad ispirare nuovi progetti di urbanizzazione, che però ostacolano la vita quotidiana, fatta anche di spostamenti e parcheggi selvaggi, di Ztl che puntano alla città-museo, ma che di fatto complicano la vita dei residenti. Problemi, questi, che necessitano di una soluzione ‘rivoluzionaria’, anche a costo di guardare un po’ più fuori le mura. La questione è stata considerata in un libro che si intitola “Centri storici e nuove centralità urbane”, prezzo di copertina 20 �, edito da Alinea editrice e curato da Stefano Storchi e Oberdan Armanni, architetto e presidente della commissione urbanistica del Q1 di Firenze. Il libro nasce da una riflessione dell’Ancsa –Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici- ed è stato presentato il 17 settembre al convegno di Bergamo per il 50enario dell’associazione. Nel volume si propone un focus su 10 città italiane (Bergamo, Bologna, Firenze, Ge-

nova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia), di cui viene studiato il rapporto tra il centro storico e le nuove centralità, intese come ‘autonomie’ più o meno estese entro le quali si sviluppano gli interessi della comunità. Il trattato vuole mettere a confronto le scelte urbane dei diversi centri per creare un’esperienza virtuale e collettiva che permetta di intraprendere con cognizione di causa, uno sviluppo sostenibile del centro storico senza che l’espansione proceda assieme ad una perdita di identità. L’approfondimento dedicato alla nostra città indica come terra promessa la zona di Novoli, ed in proposito ‘Il Reporter’ ha intervistato Oberdan Armanni che dice: “ Alleggerire il nostro centro significa soprattutto riequilibrarlo, per questo negli ultimi decenni sono state effettuate alcune scelte strategiche, come la costruzione del nuovo polo scientifico dell’università o il palazzo di giustizia sull’area di Novoli” e continua “l’elemento che sottolinea l’aspetto positivo di questa scelta è il parco che sorge proprio vicino a queste strutture e che indica, in virtù del suo valore simbolico, /G.G. un’effettiva funzionalità ed indipendenza della zona”.

È

iniziata il primo di questo mese e durerà fino al 23 gennaio 2011 la mostra “Ritratti del potere- volti e meccanismi dell’autorità” presso il Centro di Cultura Contemporanea di Palazzo Strozzi. L’esposizione propone un’analisi del potere attraverso due percorsi; il primo è dedicato ai ritratti veri e propri di personaggi divenuti icone e simboli del loro tempo, il secondo all’indagine delle rappresentazioni più o meno critiche che gli artisti hanno fatto di istituzioni e modelli sociali. Un buon esempio di quest’ultima prospettiva è l’opera di Rineke Dijkstra, una serie di immagini di un soldato della Legione straniera che evidenzia l’annullamento dell’individuo nel momento in cui veste i panni dell’autorità militare. Interessante anche la panoramica sui diversi approcci artistici al potere che emergono dalla mostra. L’intento è quello di dare un’idea di come le rappresentazioni possano mettere in crisi o affermare una leadership. Molti i ritratti di grandi sovrani, statisti e primi ministri che saranno esposti. Si possono citare la serie dedicata alla regina Elisabetta II di Annie Leibovitz, ma anche il ciclo “Blair at War”, che offre uno scorcio della vita quotidiana di Tony Blair subito prima della guerra in Iraq e quello di Margaret Thatcher realizzato da Helmut Newton. “Ritratti del potere” si tiene in contemporanea con la retrospettiva che si può visitare al piano Nobile di Palazzo Strozzi e dedicata a Bronzino. Tuttavia, un simile argomento non potrebbe essere affrontato da un punto di vista artistico a prescindere dalle sue rappresentazioni in ambito cinematografico. Per questo il cinema Odeon, ogni lunedì e venerdì alle 15,30 per i primi 18 giorni di ottobre, proietta un film selezionato per far parte della rassegna “Solennità e irrisione: ritratti del potere nel cinema, dalla dinastia dei Medici al XX secolo”(il ciclo di proiezioni è stato organizzato in collaborazione con la Fondazione Palazzo Strozzi, Mediateca Toscana Film Commission, Festival dei Popoli e Centro di Cultura Contemporanea Strozzina). In molti casi si tratta di titoli che hanno fatto la storia del cinema, a partire da “Quarto potere” di Orson Wells e “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin, passando da opere più recenti per arrivare a “L’ultimo re di Scozia” di Kevin Macdonald (2006), che sarà proposto lunedì 15 ottobre e Frost/ Nixon- il duello di Ron Howard (2008), in /I.E. programma venerdì 18.

“Fidel Castro” di Hiroshi Sugimoto


cultura

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TEMPI MODERNI. Tante le ditte che hanno deciso di “mettersi in mostra” aprendo spazi espositivi interni

Musei aziendali: fra arte e produzione Dafne Lione

C

he si debbano considerare spazi espositivi per collezioni o per vere e proprie opere d’arte, i musei aziendali sono ormai una realtà consolidata per molte ditte, al punto che esiste un’Associazione Nazionale Archivi e Musei di Impresa. Sul nostro territorio, per fare solo qualche esempio fra i più importanti, ne hanno uno Salvatore Ferragamo, Patrizia Pepe, la Fondiaria Assicurazioni (in questo caso si dovrebbe parlare, piuttosto, di un archivio) e la ditta orafa Unoaerre di Gori & Zucchi di Arezzo . Quello della Ginori è stato il primo museo d’impresa aperto in Italia e in Europa, nel 1737. La fusione della ditta di Doccia con la Richard avvenne 119 anni dopo, nel 1896 e dette vita al notissimo marchio Richard-Ginori. Allora, il museo raccoglieva già un secolo e più di storia dell’azienda, ma anche del Granducato di Toscana. La collezione che oggi si presenta ai visitatori si compone di tre settori, che ripercorrono le fasi della produzione delle ceramiche. Si inizia con la “galleria dei modelli”in gesso, terracotta e cera per continuare col “museo delle terre”, dove si possono conoscere i diversi materiali utili alla lavorazione della porcellana. L’ultima sezione riguarda gli oggetti che l’azienda ha prodotto nei secoli, per così dire i “prodotti finiti” attraverso cui si può seguire l’evoluzio-

ne dei gusti e degli stili nel corso del tempo. La nascita degli altri esempi di musei aziendali è generalmente legata agli anni ‘90, ossia al periodo in cui la storia delle aziende iniziò ad esser considerata un elemento rilevante della comunicazione d’ impresa. Ferragamo inaugurò la propria esposizione nel 1995, all’interno della sua sede storica di Palazzo Spini Feroni. L’idea nacque molto prima, da una mostra sulla storia

Quella della Ginori è stata la prima galleria d’impresa aperta in Italia e in Europa

dello stilista che da Palazzo Strozzi fece il giro del mondo nei musei più importanti a livello internazionale. Un successo che suggerì di creare una mostra permanente, la stessa dove oggi ogni due anni vengono esposti a rotazione oggetti selezionati secondo un tema ben preciso e dove si promuove la cultura contemporanea della moda ospitando iniziative di diverso genere sul tema. Un impegno che ha assicurato alla nota casa di moda il Premio Guggenheim Impresa e Cultura

IL LIBRO/2. Ne “Il canto dei bischeri” le risposte a molte domande

Un esemplare di produzione esposto nel museo di Ferragamo

nel 1999. Un po’ più recente la fondazione del museo di Patrizia Pepe, inaugurato circa dieci anni fa. La sede dell’azienda oggi ospita circa due mostre all’anno, con lo scopo di sostenere e far conoscere nuovi talenti. L’ultima esposizione

è stata “Totem”, di Anna Galtarossa, una scultura di quattro metri e mezzo composta da pompon, gonne, parrucche, bandiere, ali di carta, dollari di plastica uniti in un complesso rotante di forme e colori.

IL LIBRO/3. Riccardo Cardellicchio racconta due fatti di cronaca

Alla scoperta di una città sconosciuta Le vite tormentate di due toscane

F

irenze, si sa, è città di angoli e di misteri, di dettagli da scoprire e di piccole sorprese riservate a chi sa osservare con cura. “Il canto dei bischeri” di Franco Ciarleglio (Edizioni Polistampa, pagg 191, 18 euro) è una guida alla città che insegna a guardare Firenze da una prospettiva diversa, quella delle curiosità e degli aneddoti, fatta di piccole storielle (alcune delle quali davvero poco conosciute), di credenze popolari e di leggende che affondano le radici nel Medioevo e nel Rinascimento. Cosa xi raccontano gli stemmi sulla facciata di Palazzo Vecchio? Perchè fu fatta la colonna della giustizia in piazza Santa trinita? Qual è il significato dell’espressione “uscio e bottega”, che rimanda alla Firenze dei mercanti e degli antichi mestieri? E perchè anticamente si diceva “ridotti al lumicino”? A queste e ad altre domande, il lettore curioso troverà risposta tra le pagine scritte con attenzione e dovizia di dettagli da Franco Ciarleglio, già autore dello “Struscio fiorentino” nel 2003 (libro tradotto anche in lingua inglese), grande conoscitore della storia e delle tradizioni popolari fiorentine, soprattutto del periodo medievale e rinascimentale. Il libro è arricchito di immagini, mappe e descrizioni puntuali dei luoghi che vengono descritti. Nella parte finale, gli itinerari suggeriti e le indicazioni oltrepassano le mura della città e si dirigono verso alcuni luoghi /L.V.Z. imperdibili della Toscana, così da completare il viaggio alla scoperta del granducato.

D

ue storie che si incrociano in un libriccino che sembra più una sceneggiatura che un romanzo. Si intitola “La strega e il vicario. Due tragiche storie toscane” (Edizioni Sarnus, pp.108, 10 euro) l’ultima fatica di Riccardo Cardellicchio, giornalista di professione - è stato a lungo caposervizio de Il Tirreno - e scrittore per passione, che ha già dato alle stampe numerosi libri di ricostruzione storica, narrativa, teatro e poesia. La strega è il vicario racconta in primis la storia (vera) di Gostanza da Libbiano, una delle numerose vittime dell’ondata di caccia alle streghe in Toscana nel sedicesimo secolo. Gostanza, accusata di stregoneria e malefici provò a rivendicare la sua innocenza davanti ai suoi carnefici ma le torture furono talmente disumane da convincerla a mentire e a auto accusarsi, raccontando episodi di magia nera e incontri col diavolo. La seconda storia riguarda un altro fatto di cronaca tutto toscano, quello di Elvira Orlandini, detta “la bella Elvira”, uccisa il 5 giugno del 1947 in quello che è rimasto famoso come il “delitto del Corpus domini”. All’epoca fu accusato il findanzato di lei, Ugo Ancillotti, che fu ingiustamente trascinato in una lunga vicenda giudiziaria. Entrambi gli episodi sono ambientati in una toscana noir poco conosciuta che riportano alla /L.V.Z. memoria di tutti due storie che rischiavano di essere dimenticate.


IL PERSONAGGIO/1. Sta per concludersi la squalifica per sibutramina dell’attaccante rumeno

Per Mutu è tempo di tornare a giocare A nove mesi dalla sua ultima apparizione, il Fenomeno potrà scendere nuovamente in campo il 31 ottobre a Catania, quando inizierà la sua terza “vita” sportiva. E Firenze si affida a lui per affrontare questa stagione

Adrian Mutu

Cristina Guerri

A

drian Mutu era sul mercato, la scorsa estate, ma nessuno sembrava volerlo, nessuna grande squadra pareva disposta a fare sacrifici economici per l’attaccante rumeno. Poi il brutto infortunio di Jovetic - suo erede designato - ha costretto la dirigenza viola a un doveroso cambio di rotta. “Mutu è incedibile”, annunciava Andrea Della Valle in quel di San Piero, poche ore dopo il grave infortunio del giovane talento montenegrino. Per Sinisa Mihajlovic la mancata cessione di Mutu ha significato tanto. Sull’attaccante rumeno, infatti, il serbo si era già espresso il primo giorno da tecnico della Fiorentina. “Mutu ha il carattere focoso come il mio. Mi piacciono quelli con gli attributi”, aveva affermato sicuro. Poi le cose sono andate come sono andate. Mihajlovic ha perso il talentuoso Jovetic (che rientrerà

quasi al termine della stagione), ma tra pochi giorni ritroverà il suo Fenomeno. E lo farà in posticipo, il 31 ottobre, giorno di Catania-Fiorentina. Nove mesi dopo l’ultima apparizione (20 gennaio, in Coppa Italia contro la Lazio, quando realizzò una doppietta). Partita che, insieme alla precedente gara con il Bari (dove mise a segno un gol), gli costò la squalifica per subutramina, uno stimolante che annulla gli effetti della fame. Colpa di mamma Rodica – fu la spiegazione - rea di aver scordato la scatola delle pasticche dimagranti a casa del figlio durante una visita a Firenze. Precisando che sul foglio illustrativo della medicina si leggeva che si trattava di un prodotto naturale, senza nessun accenno alla sibutramina. Nessuna clemenza, però, per il rumeno. Che, rientrato dalle vacanze, non ha mai nascosto la voglia di tornare a calciare il pallone. Sul serio. Si è allenato fin dal ritiro di Cortina con lo spirito di chi doveva dimostrare il suo valore. Il primo ad arrivare sul campo, l’ultimo a lasciarlo. Per non parlare del feeling con Mihajlovic, assodato tra una

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gara e l’altra di punizioni. “Sono pronto, sto bene e ho una voglia matta di tornare a giocare”, gridava al mondo Adrian non molto tempo fa. Un Mutu che di “avventure” fuori dal campo ne ha vissute molte. Troppe, forse. La sua ascesa verso la sfortuna ebbe inizio nel 2004. Mutu, allora 25enne, aveva da poco cominciato la sua seconda stagione con la maglia del Chelsea. Poi un test a sorpresa, organizzato dal club di Abramovich, forse indispettito per le scarse prestazioni del giocatore, aveva rilevato la sua positività alla cocaina. Tutto questo costò a Mutu il licenziamento da parte del Chelsea, che ora chiede al giocatore un maxi risarcimento di 17 milioni di euro (al momento la supermulta è congelata). La lezione, però, non è bastata al rumeno, che ha commesso un altro errore. Quello della subutramina, appunto. Ma adesso Adrian avrà l’opportunità, ancora una volta, di farsi perdonare da Firenze e dalla Fiorentina. Mai come in questa stagione, infatti, la squadra e il pubblico hanno bisogno del loro Fenomeno.

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sport

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IL PERSONAGGIO/2. Ecco chi è Babacar, il vice-Gilardino di cui tanto si è parlato in estate

Il talento senegalese che ha scelto il 9 Cristina Guerri

“B

abacar mi ricorda Balotelli”. Parola di Sinisa Mihajlovic. “Io sono Babacar, non Balotelli”, aveva detto invece il giovane senegalese ancor

prima che il tecnico serbo si insediasse sulla panchina della Fiorentina. Perché la somiglianza tra i due attaccanti nasce in realtà dall’esultanza seguita al primo centro in serie A di Khouma el Babacar di Thiès, datato il 20 marzo scorso. Un’esultanza non esultanza. Alla Balotelli, in pratica, diventato famoso (anche)

Accostato da molti a Balotelli, ha segnato il primo gol in serie A a soli 17 anni. E ora porta sulle spalle un numero pesante

Khouma Elhadji Babacar

per la sua freddezza nel festeggiare ogni gol messo a segno, diametralmente opposta a quella di altre punte (vedi Pippo Inzaghi, ma in questo il centravanti del Milan si trova in buonissima compagnia) che, dopo aver messo il pallone in rete, si trasformano nell’immagine stessa di una scatenata felicità. “Sono timido, e in quel momento ero troppo emozionato per esultare. Sono rimasto bloccato”, aveva spiegato Baba, quasi per giustificarsi della sua non esultanza. Anche se il paragone tra i due giovanissimi attaccanti stava in piedi, soprattutto per il talento, la giovane età, il futuro e (naturalmente) il colore della pelle dei due. “Perché mi ricorda Balotelli? Si assomigliano di piedi, di fisico e purtroppo anche di testa”, spiegava Mihajlovic dal ritiro di Cortina, in una delle prime uscite sulla giovane perla nera made in viola. E ancora, sempre dalle Dolomiti: “Quando sta bene... di testa, è forte”. Fino a tre settimane dall’inizio del campionato. “Baba ha qualità importanti e tutto per fare bene, ma prima di tutto si deve dare una svegliata. Ad oggi non sono pienamente soddisfatto, voglio vedere un Babacar con più mordente”. Ma subito dopo l’amichevole estiva giocata (e persa) contro il Valencia: “Se non cambia marcia è inutile che resti a Firenze. Deve imparare a dare di più e la società è consapevole che in questo momento non può essere il vice-Gilardino”. Poi il mercato è finito, e di altre punte (ad eccezione di Cerci) in

casa viola non ne sono arrivate. Babacar è rimasto a Firenze, evitando così di finire in prestito in un’altra società. E quest’anno, almeno fino a gennaio (quando, come sempre, ci sarà la sessione invernale del calciomercato), sarà lui a dare manforte a

Gilardino. Al ragazzo (non ancora maggiorenne) la personalità non manca sicuramente. Tanto da aver deciso di abbandonare la “vecchia” maglia numero 21 per la 9. Quella che a Firenze, in passato, è stata indossata da grandissimi attaccanti.

GIOVANI Renato Buso può contare su molte promesse

Le “stelle” della Primavera

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a Primavera della Fiorentina ha ricominciato da Renato Buso. Il tecnico trevigiano, già campione d’Italia con la formazione degli Allievi nel 2008, è stato confermato dalla società viola sulla panchina della Primavera nonostante un’ultima stagione con più bassi che alti. I presupposti per fare bene, comunque, ci sono ancora una volta. Anche se quest’anno Buso non potrà contare sulle reti di Babacar, chiamato in prima squadra con il duro compito di fare da vice a Gilardino. Ma resteranno a disposizione dell’allenatore gran parte dei talenti cresciuti nel settore giovanile viola. Da Seculin a Carraro, fino ad Acosty. Ci sarà, poi, Seferovic, arrivato lo scorso gennaio per una cifra vicina ai 2 milioni di euro. Per il ragazzo parlano i fatti. Con la

Nazionale Under 17 Svizzera ha vinto l’edizione del 2009 dei Mondiali di categoria. In quella competizione ha vinto anche il titolo di capocannoniere. Lo sa bene Mihajlovic, che ha deciso di portarlo in ritiro con la prima squadra per testarne le qualità fisiche, tecniche e psicologiche. Anche Agyei si è aggregato alla prima squadra per la preparazione, ma servirà più a Buso che al tecnico serbo. Corvino si aspetta tanto anche da Matos, un esterno brasiliano dotato di grandi colpi, che in parte ha già fatto vedere la stagione scorsa quando è stato chiamato a giocare in Primavera, nonostante fosse nella rosa degli Allievi Nazionali. Occhio, infine, all’ultimo arrivato. Si chiama Michel Panatti, centrocampista classe 1993 proveniente dal /C.G. Monza.

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Ottobre 2010

sport nel quartiere

L’INTERVISTA. Fabio Iena, istruttore di capoeira, spiega i segreti di questo cocktail tra danza e arti marziali

Un angolo di Brasile sotto lo stadio Carlo Marrone

Per amore di questa disciplina ha trascorso sei mesi in Sud America, e lì

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ha conosciuto Branco, il fondatore della Escola Regional Capoeira. “Agli adulti

abio Iena è stato uno dei primi fiorentini a praticare la capoeira. La sua avventura è iniziata nel ’97, e da allora il suo amore per questa disciplina, e per il Brasile, non è mai finito. In collaborazione con l’Escola Regional Capoeira, oggi insegna alla Palestra Stadio Artemio Franchi. Ecco la sua storia e i suoi obiettivi per il futuro. Perché ha cominciato a praticare la capoeira, ma soprattutto perché non ha mai smesso? Ho iniziato per curiosità, proprio come avevo provato altri mille sport. Ma con la capoeira è successo qualcosa di particolare, mi è piaciuta da subito perché unisce le tre cose che più mi piacciono: lo sport, la musica e il contatto con la gente. Oggi cosa significa per lei? Dopo averla studiata per anni, sono arrivato a pensare che si tratti di uno stile di vita. E’ un qualcosa che va oltre la lotta, per alcuni ha addirittura un significato religioso. Questo l’ho capito soprattutto attraverso i miei viaggi. Quali viaggi? Nel 2000 sono stato in Brasile, ma nel 2002 ho deciso di lasciare tutto e tornarci con un unico obiettivo: praticare la capoeira. Sono rimasto lì sei mesi e in quell’occasione ho avuto la fortuna di conoscere Branco, il fondatore della nostra scuola: Escola Regional Capoeira. Lui mi ha insegnato come se fossi un brasiliano. E’ stata un’esperienza che mi ha cambiato profondamente. Oggi è un istruttore: cosa cerca di trasmettere ai suoi allievi? Dal 2006, grazie a Branco, ho avuto la possibilità di aprire la sezione italiana, qui a Firenze. Agli adulti cerco di trasmettere la passione per questa disciplina, mentre ai bambini cerco di insegnare

cerco di trasmettere la passione, ai bambini provo a insegnare il rispetto”

Fabio Iena in “azione”

il rispetto. Per i più piccoli realizza sedute di allenamento particolari? Sì, realizzo un allenamento “ad hoc” basato sull’insegnamento della capoeira come giocodivertimento. Inoltre penso che a quell’età (8-13 anni) la musica rivesta un ruolo molto importante, quindi grande importanza è riservata anche a quell’aspetto. Ci sono donne fra i suoi allievi? Direi che ci sono quasi esclusivamente donne! Basti pensare che nel corso dei ragazzi ci sono dieci femmine e un solo maschio. Moltissime ragazze anche fra gli adulti. Secondo lei, come mai questa massiccia presenza femminile? Penso che sia da ricondurre a più fattori: in primo luogo è uno sport divertente che non si basa su uno scontro fisico diretto; secondo, penso che incida molto il fatto che si pratica a ritmo di musica. Cosa caratterizza la capoeira? Sicuramente il fatto che un gruppo è davvero un gruppo. E’ una disciplina molto aggregante, che crea un legame di fratellanza. In conclusione, da atleta: perché consiglierebbe di iniziare? Per provare quello che provo io, quando “gioco” la capoeira. Ci sono delle volte in cui, grazie alla musica, percussioni e al berimbau, si scatena un’energia particolare che ti porta in un’altra dimensione. Un’esperienza fantastica che vorrei far provare a tutti.

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sport

Ottobre 2010

PALLA OVALE. Cambiano società e sponsor, resta la grinta di sempre

Il nuovo mondo del rugby fiorentino Lorenzo Mossani

La partenza si sposta in basso Ma le aspettative restano alte

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i sarà anche il sindaco Matteo Renzi alla partenza della XXVII edizione della Firenze Marathon. Il primo cittadino lo aveva promesso in caso di vittoria alle primarie e, dopo 714 giorni, con la pettorina numero 714, Renzi si presenterà sul viale Michelangelo al via dei 42 chilometri e 195 metri. Prima novità dell’edizione 2010 è proprio la partenza. Non più il piazzale ma qualche metro più in basso, sul viale Michelangelo. Arrivo, come sempre, in piazza santa Croce, dove troverà posto anche il palco per le premiazioni. L’obiettivo, domenica 28 novembre, è superare il record di 10mila presenze. Un “muro” abbattuto lo scorso anno, edizione da record. Firenze si conferma un appuntamento da non perdere per tutti gli sportivi che amano correre nel bello, vivendo l’emozione di una città

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imenticate quello che è stato in passato. Da quest’autunno il mondo del rugby a Firenze sarà tutto nuovo. Nuova società, nuovo sponsor, nuovi obiettivi, ma stessa grinta mostrata in mischia dal 1931, perché possono cambiare i nomi o i dirigenti ma la voglia di rendere grande la gloriosa maglia biancorossa non manca. La scorsa estate, dalla fusione del Firenze Rugby 1931 con l’U.S. Rugby Firenze 1981, è nata l’U.S. Firenze Rugby 1931, che vuole unire il palmares della prima società con il buon settore giovanile della seconda. Altro mutamento societario importante è quello che riguarda lo sponsor: dopo anni di collaborazione la casa editrice Giunti lascia il testimone alla Consiel. Dei tanti cambiamenti occorsi attorno alla società del Padovani (che presto verrà ristrutturato) parla il capitano Marcelo Segundo, l’argentino che - dopo Batistuta - ha fatto esultare di più i tifosi fiorentini. Da pochi giorni è cominciata la tua dodicesima stagione al Firenze Rugby, sei carico? Come non mai. Tutti i cambiamenti di quest’estate hanno portato aria nuova nell’ambiente, e la squadra sta atleticamente bene. Nello spogliatoio ci sono nuovi elementi, si sono integrati bene? Siamo già una squadra. Gli otto nuovi giocatori sono entrati nel gruppo facilmente. E poi quest’anno ci aiuteranno a conquistare il nostro obiettivo anche

FIRENZE MARATHON. La corsa il 28 novembre

“Caccia” alla palla

tre ragazzi del settore giovanile, tra cui Guido Soldi, che ho allenato per otto anni e che spero abbia imparato i miei insegnamenti. Parlaci dell’obiettivo che vi siete prefissati... Quest’anno abbiamo eliminato dal nostro vocabolario la parola salvezza, sostituendola con play-off. Volete fare entrare la società del Firenze Rugby tra le grandi d’Italia? L’idea sarebbe quella. Il campionato è alla nostra portata e arrivare tra le prime tre non dovrebbe essere difficile. Ci puoi dire se la società ha fatto una buona campagna di rafforzamento?

Buonissima, e non lo dico soltanto per piaggeria. I dirigenti sono riusciti a portare molti ragazzi che fino all’anno scorso giocavano in Top 10 e non vedono l’ora di tornarci a giocare. E dopo un lungo pellegrinaggio internazionale è tornato a casa Dino Pauletti, quel valore aggiunto che ci è mancato in passato. Della festa dello sport che si è svolta al Padovani lo scorso settembre cosa ti è rimasto in mente? E’ stata una bella manifestazione, lo sport aggrega come nessuna medicina al mondo e poi vedere bambini di sei anni correre dietro a una palla ovale è sempre una grande emozione.

L’obiettivo è superare le diecimila presenze unica al mondo, attraverso quarantadue chilometri e 195 metri da percorrere tutti d’un fiato, lasciandosi affascinare dalla magia di strade, piazze e monumenti senza tempo in compagnia di migliaia di atleti di ogni nazionalità. Magia di una manifestazione che è passata dagli 850 iscritti della prima edizione (1984) agli oltre 10mila del 2009. Confermati tutti gli appuntamenti col-

L’edizione 2009 della corsa (foto Giacomelli)

laterali, come la Ginky Family Run, la manifestazione non competitiva di solidarietà per bambini, ragazzi e famiglie, e la Marathon Expò, la mostra-mercato e centro accoglienza degli atleti. Non sono ancora noti i top runner. I nomi si sapranno solo pochi giorni prima del via ma, anche quest’anno, si riproporrà l’eterna sfida tra le lepri keniane e gli azzurri. La vittoria di un italiano manca ormai da troppo tempo, e si spera in questa edizione per interrompere il digiuno. Rivoluzionata la viabilità lungo il percorso della maratona. Saranno istituiti anche specifici divieti di sosta temporanei in alcune strade cittadine, per permettere il regolare svolgimento della manifestazione. A presidiare il tracciato saranno impegnati circa 200 vigili urbani e 1.800 volontari dell’organizzazione. Lungo le strade interessate sarà tracciata una linea verde che rappresenterà la linea ideale della ma/Simone Spadaro ratona.

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sport

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ATLETICA. Il diciottenne fiorentino racconta il suo 2010 ricco di soddisfazioni e premi

L’anno perfetto di Claudio Stecchi Lorenzo Mossani

Senza dubbio Giuseppe Gibilisco, di cui spero di ripercorrere le orme anche tra i professionisti. A fine agosto hai ricevuto dalle mani del vicesindaco Nardella il “Giglio d’argento”, riconoscimento che l’amministrazione comunale fiorentina ti ha voluto dare per le tue performance, dove lo tieni? L’ho messo insieme a tutte le altre medaglie che ho collezionato nella mia carriera. Entrando nel Salone dei Cinquecento ho sentito le gambe tremare, eppure credevo di essere abituato alle emozioni forti: per un fiorentino essere premiato in Palazzo Vecchio è una sensazione senza eguali. Un atleta che a diciannove anni, come te, ha già raccolto tanti risultati, come organizza il suo tempo libero? Tra un allenamento e l’altro mi studio il codice civile: sono iscritto alla facoltà di Giurisprudenza a Roma, e questo lo considero il mio hobby più importante. Poi, come tutti i giovani, esco con gli amici e mi diverto a seguire altri sport. Che 2011 ti aspetta? Essendo un anno dispari non ci saranno grandi appuntamenti, europei Under 23 a parte, ma tanti allenamenti.

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laudio Michel Stecchi dimostra più dei diciotto anni che segnala la sua carta d’identità. Nato a Bagno a Ripoli nel novembre del ‘91, Claudio è una delle punte di diamante che la nazionale italiana di atletica leggera farà scendere in campo nel 2012 alle Olimpiadi di Londra. Carnagione abbronzata e sorriso di chi sa bene a cosa può ambire, il giovane atleta ci racconta un 2010 denso di soddisfazioni e premi. Claudio, quest’anno te lo ricorderai per tutta la vita... E’ stato un anno magnifico, che terminerà con l’ingresso nella squadra della Guardia di Finanza, quindi ho coronato un sogno. Tutto è cominciato al Mandela Forum lo scorso 8 febbraio, quando ho conquistato il primato indoor (saltando 5,31 metri è diventato primatista italiano juniores, togliendo il limite a Giuseppe Gibilisco, ndr) e poi è arrivata la grande soddisfazione del Mondiale juniores. Ci racconti quella giornata? Ho preso tanta pioggia, mi ricordo bene solo una gioia immensa. Allora il proverbio “atleta bagnato, atleta fortunato” per te è stato veritiero... Fortunatissimo! Già non è stato facile preparare la borsa vedendo il tempo fuori dalla finestra. A differenza di altre discipline noi abbiamo continuato a gareggiare anche sotto al diluvio e, seppur difficile, ho ripensato agli allenamenti dei due anni precedenti e ho spinto al massimo. Sapevi di poter raccogliere dei risultati? Eliminando la falsa modestia, sapevo di poter fare bene, ma non credevo di raccogliere così tanti risultati in un solo anno. Chi è il tuo idolo sportivo?

Claudio Stecchi (foto dal sito Fidal)

L’INIZIATIVA. Ancora protagonista l’equipaggio composto da donne operate al seno

Fiori e successi per le Florence Dragon Lady

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i campionati italiani di dragon boat dei dipendenti universitari, che hanno visto trionfare la squadra dell’Università di Firenze, la nostra città si è tinta nuovamente di rosa. Infatti, nel mese di settembre, un equipaggio composto da rappresentanti delle Florence Dragon Lady, un gruppo di donne operate al seno, legato alla Lega Italiana per la lotta contro i tumori, si è reso nuovamente protagonista. Giornata importantissima per le donne in rosa fiorentine perché, con l’ausilio di un’altra formazione di Dragon boat composta da varie società universitarie, hanno messo in scena la cerimonia dei fiori, con petali lanciati dalle imbarcazio-

ni come ricordo di alcune rappresentanti delle Florence Dragon Lady che sono scomparse recentemente, fra cui Deanna Santangelo, morta lo scorso 23 agosto. Un’altra tappa significativa dopo un’estate piena di avvenimenti per le Florence Dragon Lady, protagoniste fin dallo scorso giugno con una delegazione che ha partecipato all’International Dragon Boat Festival, in Ontario-Canada, e che è proseguita con l’appuntamento di Cles in Trentino di fine agosto e con il “Meeting dell’acqua e dell’energia” al lago di Gramolazzo. Ogni volta che scendono in acqua le ladies in rosa, dunque, è stato, è e /L.M. sarà un successo.

CALCIO FEMMINILE. Il Primadonna riparte

...quelli di... scommettiamo che..!!!

Una sfida chiamata serie A

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ue anni di serie A2, due anni di purgatorio per la squadra di calcio femminile del Primadonna Firenze. Alla fine il team guidato dal tecnico Ciolli l’ha spuntata. La promozione nella massima serie è arrivata con due giornate di anticipo nello scorso campionato. Grande festa per le ragazze del Primadonna che, con 40 punti, hanno ottenuto matematicamente la promozione. Parte del successo della squadra toscana è da attribuire al suo attaccante Alia Guagni, punta potente e prolifica che con i suoi gol ha permesso alla squadra di Firenze di riprendersi la categoria che più le si addice. Tutte le compagne di squadra vedono in Alia una delle giocatrici più carismatiche del gruppo. Un punto inamovibile e una ragazza alla quale chiedere consigli per crescere sportivamente. Un dato che serve per capire quanto sia importante per il Primadonna, Alia è al suo ottavo anno con la prima squadra, e le sue parole, nonostante la giovane età, hanno un sapore d’esperienza: “Tornare in serie A è stata durissima. Per esigenze di rosa mi sono dovuta adattare a giocare di punta, quando anche in Nazionale sono un esterno. Poi gli infortuni,

Alia Guagni in azione

il campionato molto competitivo. In conclusione, una promozione non è mai facile!”. La giocatrice, pedina fondamentale anche della Nazionale, ha idee chiare e obiettivi da raggiungere: “Voglio rimanere costantemente in Nazionale, il calcio femminile è un movimento in crescita”. Dopo aver disputato e ottenuto il secondo posto nella quarta edizione del Qualyline Cup di Vipiteno, tutto è pronto per la nuova sfida chiamata serie A. Insomma i presupposti ci sono tutti. Da non dimenticare, infine, che la ragazza frequenta l’ultimo anno di Isef: se non si fosse capito, adora lo /L.M. sport.

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Lettere e segnalazioni: tutto su www.ilreporter.it Lettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

“IL CALVARIO DI NOI ABITANTI DI VIA FOGGINI” Gentile Direttore, vorrei sottoporre alla sua attenzione e a quella della sua redazione, la situazione non certo ottimale della viabilità e della vivibilità di via Foggini, in cui come tante altre persone mi trovo, a questo punto debbo dire sfortunatamente, ad abitare. Dopo anni di disagi subiti a causa dei lavori per la realizzazione della linea tramviaria, che proprio nella nostra via ha visto la realizzazione di infrastrutture rilevanti, oggi il nostro calvario sembra non essere finito anche a causa di alcune scelte poco opportune e francamente evitabili del Comune e dell’Ataf. Difatti siamo costretti a subire un notevole inquinamento acustico e dell’aria dovuto al passaggio di un continuo flusso di traffico a tutte le ore del giorno e della notte e al passaggio del tram che, per quanto se ne dica, produce comunque un rumore considerevole dovuto all’attrito con rotaie. A questo però si aggiunge, a causa del collocamento del capolinea della linea 77 e della fermata della linea 9 proprio di fronte alle nostre abitazioni, anche la presenza continua di autobus che spesso tengono il motore acceso durante il loro stazionamento e che quindi aumentano i livelli di inquinamento acustico e atmosferico, che dobbiamo subire a discapito della nostra salute. Inoltre in funzione di tale scelta sono stati completamente eliminate zone di sosta per autovetture, cosicché i numerosi clienti degli esercizi commerciali presenti nei nostri condomini sono costretti a parcheggiare sul marciapiede ed anche noi stessi non abbiamo più la possibilità di lasciare neppur per breve tempo le nostre autovetture vicino casa. La nostra vita è resa impossibile soprattutto d’estate quando siamo costretti a tenere le finestre chiuse giorno e notte, nonostante il caldo, per il rumore del tram, delle auto, dei bus di fronte casa; e quindi per sopravvivere dobbiamo installare impianti di aria condizionata, che fra l’altro vanno ad aumentare i livelli di inquinamento. Il nostro giardino condominiale è poi di-

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Ottobre 2010

ventato una vera e propria pattumiera a cielo aperto come conseguenza dello stazionare in attesa del bus di un gran numero di persone. Da tempo ci siamo mossi sia appellandoci ai conducenti dei bus affinché non tengano i motori accesi durante il capolinea sia interpellando l’Ataf e il Comune per chiedere lo spostamento del capolinea o in zone della nostra via in cui non siano presenti abitazioni, visto che ciò è possibile, o altrove, dove possa creare comunque un minor disagio. Ma non abbiamo ottenuto risultati da questo punto di vista, dal momento che le nostre richieste sono state sempre superficialmente ignorate. Sarebbe inoltre auspicabile che le rotaie della tramvia fossero sistemate per evitare lo sgradevole rumore di attrito che si produce ad ogni passaggio del tram, aumentando così l’inquinamento acustico della zona. In conclusione chiediamo che venga garantito il nostro diritto di cittadini alla salute, che in questo modo ci viene negato a causa di scelte fatte senza prendere in considerazione tutte le conseguenze; a tal fine vogliamo sensibilizzare attraverso i giornali anche l’attenzione dell’opinione pubblica, affinché anche le istituzioni possano prendere in considerazione le nostre richieste per migliorare la vivibilità della nostra via. Francesco Marlazzi Referente condomini di via Foggini, n.24-30-36-42 “AUTOVELOX FISSI A FIESOLE, BEN FATTO” Spettabile Redazione, nel mese di giugno del 2009 venne pubblicata su codesto giornale una mia lettera nella quale auspicavo, in seguito ad alcune questioni relative all’uso degli autovelox mobili nel comune di Fiesole, l’installazione di postazioni fisse ben segnalate al posto delle mobili, e magari il loro incremento, col fine di aumentare la sicurezza stradale, limitare le multe e dare l’opportunità al personale della Polizia Municipale di svolgere altri compiti. Da quello che ho potuto constatare ciò è stato recentemente realizzato. Qualunque sia stato il motivo di tale evoluzione vorrei complimentarmi con l’amministrazione comunale e con la Polizia Municipale, visto soprattutto l’ingrato ruolo di “sceriffi” che siamo ormai abituati associare a chi cerca, spesso invano, nel paese delle contraddizioni e dell’arroganza, di farci semplicemente rispettare le regole. Distinti saluti Giovanni Crescioli LE NUOVE PENSILINE DEI BUS E IL MARCIAPIEDE DI VIA DEGLI ALFANI Sul vostro periodico n° 50 del 1° Luglio corrente, alla pag. 27 alla voce “Dico la Mia”, ho letto le lamentele, più che giuste, della sig.ra Elisabetta Fantini sulle nuove pensiline alle fermate degli autobus e mi chiedo perché la mia del 5 Maggio c.a. con allegata altra lettera del 29 Aprile riguardante questo argomento non è stata presa in considerazione? Non venitemi a dire che probabilmente è stata pubblicata su www.ilreporter.it perché dovete prendere in seria considerazione che non tutti hanno Internet e che esistono

ancora persone come me che adoperano il computer soltanto come mezzo per scrivere. Detto ciò, da buona fiorentina voglio essere anche “polemica” e ribadire che tutti i difetti che la gente troverà sulle nuove pensiline la Sottoscritta le aveva già elencate, l’unica cosa su cui non avevo detto niente erano le panchine, ma questo era dovuto al fatto che ancora non erano state installate. Voglio aggiungere, visto che ci sono, anche la faccenda del marciapiede di via degli Alfani, perché da cittadina fiorentina e che paga le tasse, mi piacerebbe sapere il nome di chi ha dato il permesso di smantellare un marciapiede quasi nuovo, pare in pietra serena, senza tra l’altro recuperare le lastre, ma di frantumarle letteralmente; ora, se si continua così, mi pare che si stia cadendo, per così dire, dalla “padella alla brace”, perché questo vuol dire che si continua a elargire “poltrone” a incompetenti o che se ne fregano letteralmente. Per il momento sarà bene fermarsi qui, tanto se le cose continueranno ad andare avanti in questo modo, ci sarà senza ombra di dubbio occasione di riparlarne. Laura INNAMORATO MISTERIOSO, L’IDILLIO È FINITO? Ciao, lavoro spostandomi un po’ per tutta Firenze e spesso sono “incappata” nelle scritte dell’Innamorato Misterioso che aveva disseminato guardrail, cassonetti, cartelli, asfalto ecc. di scritte dedicate alla sua amata (d’altra parte la calligrafia era inconfondibile!). Ricordo che pochi mesi fa dedicaste a questo innamorato una pagina intera lanciando le ipotesi più strane sulla sua identità. Forse non sapremo mai chi è, ma posso dirvi che molto probabilmente l’idillio è finito....sigh sigh! Infatti chi sa dove trovare le scritte d’amore di questo misterioso giovanotto romantico noterà che: le scritte sono state coperte con vernice (anche quelle sull’asfalto!) o coperte con vernice spray o strisce adesive! Peccato ...era bello immaginare un “Per sempre felici e contenti”. Auguri misterioso romantico, speriamo che incontrerai presto la tua anima gemella... (io l’ho incontrata e quest’anno abbiamo festeggiato i 10 anni di matrimonio per niente stanchi l’uno dell’altra!). Ciao a tutti. Serena “APRIAMO LE CORSIE PREFERENZIALI AI MOTORINI” Ai giornalisti de “Il Reporter”, mi permetto di dissentire dal tono dell’articolo tendente ad escludere i motorini dalle corsie preferenziali. Mi dicono che in altre città, ove il consiglio comunale è più attento alla mobilità della popolazione attiva, le corsie preferenziali sono percorribili dai motorini. Cominciamo invece a proibirne l’uso alle “auto blu”. Anzi, proibiamo le “auto blu”! Beppe VIA DI VILLAMAGNA E IL PROBLEMA DEL PARCHEGGIO Salve, sono una residente di via di Villamagna,

zona Gavinana, e vi volevo far notare che nella parte finale della via avremmo bisogno di un bel parcheggio. Lo spazio c’è fra l’area dei cani, che è troppo grande e non sfruttata, e tutta la parte di terreno adiacente al magazzino della Publiacqua, che è abbandonata e trascurata. A noi residenti tocca fare tanti giri e a volte anche a vuoto con la paura che qualche vigile ci possa fare la multa. Hanno fatto la pista ciclabile togliendoci i pochi posti che c’erano per parcheggiare, non mi fraintendete, la pista ciclabile potrà essere utile, ma anche realizzare dei parcheggi per noi penso sia una cosa più utile di una pista ciclabile, che è anche molto pericolosa perché spesso viene usata dai motociclisti. Vi prego aiutateci a vivere meglio nella nostra via, non so con chi dovrete parlare ma fate qualcosa, altrimenti la gente inizierà a vendere le proprie case e trasferirsi in altre zone, e sono convinta che con la realizzazione di qualche parcheggio via di Villamagna potrà avere un altro valore e la gente che ci abita, sono convinta, che approverebbe e non avrebbe più il problema di dove andare a parcheggiare. Cordiali saluti, Una cittadina di via di Villamagna “BENE L’ECOTAPPA ALLE CURE, MA SERVE PIÙ PUBBLICITÀ” Sono cittadina residente in zona Le Cure, e sono contenta di avere finalmente “scovato” nella nostra zona, dopo i cassonetti dell’organico, arrivati con oltre un mese di ritardo sui cestini domestici, l’ecotappa di piazza delle Cure, il punto di raccolta per piccoli rifiuti domestici, come vernici, oli, ecc. Finalmente, perché per lungo tempo conservavo sotto il lavandino di cucina gli avanzi di oli alimentari vari, sapendo della loro nocività se dispersi nell’ambiente, ma senza sapere dove poterli smaltire doverosamente. Poi ho saputo di un centro raccolta alla Caldine, ed è stato lì che sono andata a versare il mio flacone. Un mesetto fa, per caso, ho scoperto che proprio nel mio mercato rionale c’era il centro raccolta che poteva alleggerirmi di vecchie vernici, bombole spray, ed altri materiali inquinanti. E qui sta il punto. Non guardo molto la tv, ma acquisto quasi tutti i giorni un quotidiano, leggo il vostro foglio, ma non sapevo niente di questa importante iniziativa e come me, credo, molti concittadini. Qualcuno mi ha detto che la notizia era passata sul tg regionale, ma certamente ha occupato lo spazio di due, tre edizioni al massimo..... Credo sia doveroso, soprattutto per chi organizza queste importanti iniziative, accompagnare adeguatamente con una campagna informativa diffusa sul territorio ed attraverso canali informativi diversificati tali iniziative che senza un tale supporto rischiano purtroppo di fallire o di rimanere forme marginali di intervento. Ma in fatto di ambiente non credo ci sia più tempo per gli indugi!! Neppure in materia di traffico ci dovrebbero essere ancora indugi: dopo i reiterati proclami vorrei tanto poter vedere operativi sulle nostre strade, e non solo in centro - dove non credo siano strettamente necessari, ma tutt’al più coreografici - i nostri vigili urbani sanzionando le doppie file di au-


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it “SONO VIVA GRAZIE A VOI”: QUANDO LA SANITÀ FUNZIONA Al Direttore Sanitario dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, al Primario del Reparto Dea, ai Dirigenti Medici del Reparto di Rianimazione, a tutto il Personale Medico e Infermieristico del reparto UTIC: in data 19 aprile 2010 sono stata colpita da infarto del miocardio, ma sono ancora viva grazie a tutti Voi dell’ospedale di Santa Maria Nuova. Ricoverata con urgenza al reparto DEA e successivamente al reparto di Rianimazione sono stata prontamente seguita, vigilata e monitorata da personale altamente qualificato, attento e operativo che risolutamente ha lottato oltre l’immaginabile per strapparmi alla morte. Infatti, la situazione si era ulteriormente aggravata per il sopravvenire di ripetuti arresti cardiocircolatori dovuti a shock anafilattico con stenosi della glottide, rendendo l’intubazione, una vera lotta condotta con caparbietà e tecnica determinatezza. Un ringraziamento a tutto il personale che con abnegazione e competenza mi ha davvero restituito alla vita. Un grazie particolare al Dottor Barattini e alla Dottoressa Landini. Superata l’emergenza, sono poi stata trasferita all’UTIC dello stesso nosocomio, dove anche qui ho conosciuto e apprezzato l’umanità e la professionalità di tutto il personale, dalle ragazze delle pulizie alle infermiere così premurose per arrivare ai medici di reparto sempre pronti a risposte e incoraggiamenti. In una situazione drammatica un trattamento da cinque stelle! Grazie di cuore a tutti voi, miei angeli, Roberta Montaini

Cara Roberta, innanzitutto mi felicito con lei per il pericolo scampato e per il miglioramento delle sue condizioni di salute, che spero continuino ad essere buone. Detto questo, per un mese – grazie alla sua lettera e alla bella storia che ci ha raccontato – lascerò perdere gli argomenti (pur molto importanti per la città e i cittadini) che solitamente tratto nel mio spazio – dal traffico alle buche, dal degrado ai problemi di Firenze – per parlare di sanità. Di buona sanità. Non capita spesso, purtroppo, in questi tempi, in tempi in cui giornali e telegiornali riempiono intere paginate e aprono le loro edizioni con assurde liti (dalle drammatiche conseguenze) nelle sale parto, tanto per fare un esempio, di avere la possibilità di parlare di buona sanità. Non sono mancati - anche recentemente – non mancano e continueranno purtroppo a non mancare, in Italia come altrove, i casi di malasanità, ed è dovere degli organi di informazione dare spazio a queste vicende perché – tutti ci auspichiamo – non si ripetano più. Ma penso che sia giusto, come in questo caso, dare risalto anche agli episodi positivi, ai buoni esempi, soprattutto quando, come nella vicenda che ci ha raccontato, questi riescono a salvare la vita di una persona. Perché non dobbiamo dimenticare che, nei nostri ospedali, lavorano centinaia, migliaia di professionisti seri e capaci, che si fanno in quattro per la loro professione ma il cui lavoro e la cui immagine, spesso, vengono appannati da quei pochi che, con i loro condannabilissimi comportamenti, riescono a oscurare l’impegno di molti. Non dobbiamo dimenticare che anche loro, oltre ai pazienti mal curati, sono vittime dei casi di malasanità. La sua testimonianza del trattamento “a cinque stelle” ricevuto nella situazione che si è trovata a vivere rende dunque giustizia a una categoria che, molto spesso, si merita elogi e complimenti, senza riceverli però pubblicamente. E – aggiungo io – vuol essere anche un invito, uno stimolo, a continuare con sempre maggior impegno e serietà a svolgere il proprio lavoro. Un lavoro, è perfino superfluo sottolinearlo, di una fondamentale importanza e di grande delicatezza, come tutti i lavori che hanno a che fare con le persone. Tanto più quando queste non stanno attraversando un momento facile. Ci uniamo, quindi, al suo ringraziamento ai medici e a tutto il personale dell’ospedale di Santa Maria Nuova. Matteo Francini

tomobilisti irresponsabili che ingorgano un traffico già altamente congestionato. Queste sì che sarebbero multe sacrosante, ma credo che non si abbia il coraggio di essere coerenti. Spero possiate fare da megafono delle ecotappe in città, magari ripetendo il messaggio e facendo presente i due problemi sollevati a Quadrifoglio e Comune. Grazie, Emanuela Pratesi FIGLINE: I PENDOLARI, I PARCHEGGI E I PROBLEMI DEI RESIDENTI Ho letto con interesse gli articoli sui parcheggi figlinesi del Vostro numero di settembre 2010, e non posso fare a meno di

replicare all’egregio Sig. Maurizio Da Re. Il problema che lui fa presente all’amministrazione comunale è un falso problema, perché erano state messe a disposizione corse di autobus per i pendolari del circondario, ma nessuno ne usufruiva. La sostanza è che noi abitanti di Via Martiri Cavicchi, di Via Barducci, di Via Pampaloni, di Via Don Mazzolari, di Via Arno siamo alla mercé del traffico dei cosiddetti pendolari. Venisse in un giorno qualsiasi, non festivo, il sig. Da Re a far visita alle nostre strade. Non possiamo nemmeno uscire dai nostri parcheggi privati tanto è il traffico. Con l’assessore Fagioli avevo parlato io direttamente più di un anno fa per ottenere un miglioramento alla circolazio-

ne. La promessa era che Via Barducci per lo meno diventasse a senso unico, entro la primavera del 2010. Siamo all’inverno del 2010 e niente è successo. Vergognoso. Il Sig. Da Re vuole l’ampliamento del parcheggio della stazione, non è necessario perché i posti vengono raddoppiati giornalmente dai pendolari, rendendo la viabilità quasi impossibile. Nessun vigile vigila e multa tutte quelle auto in sosta vietata e pericolosa. Tramite il Vostro giornale voglio sensibilizzare l’amministrazione comunale di Figline Valdarno al fine di risolvere il problema del traffico dei pendolari. Lo sa il Sig. Da Re che i residenti anche per scaricare la semplice spesa non trovano un posto, dico uno, libero? Venga a vedere. Un’ultima cosa, anche se avrei da dirne 10.000, in via Marchiani è stato posto un cartello per il parcheggio limitato a 2 ore da circa un paio d’anni per un complessivo numero di 7 auto. Immancabilmente viene occupato la mattina alle 7 e liberato alle 18 senza segnale orario, e si sono viste le multe in due anni in due sole occasioni, perché qualcuno esasperato aveva telefonato. Aumentiamo i parcheggi, sì, ma per i residenti, e liberiamo Via Barducci dal traffico impossibile. Noi dobbiamo respirare tutto il monossido di carbonio dei pendolari, non mi sembra giusto. Io spero che qualcuno dell’amministrazione comunale legga un Vostro articolo nel quale venga spiegato come stanno le cose e venga provveduto alla risoluzione di un problema immenso per i residenti. A proposito, una domanda per i nostri amministratori, perché io devo pagare per la manutenzione di un parcheggio che non posso usare perché occupato continuativamente dalle solite auto? Mettessero una piccola tassa a chi lo occupa tutti i giorni, anche solo 10 centesimi al giorno, almeno si riprendono le spese. Distinti saluti. Carlo Regnanti “DEGRADO IN ZONA VIA SENESE-GALLUZZO” Cara redazione, sono un residente del Q3, sarò molto sintetico, desidero segnalarvi che da tempo nella mia zona (Galluzzo, via Senese, Ponte della Certosa) vi è un notevole degrado. Ad esempio animali (cani) sciolti che lasciano escrementi in ogni luogo, scritte sui muri, sui cancelli, sui cartelli stradali, sui cassonetti della nettezza, scarsa pulizia stradale anche nelle vie interne a via Senese-zona Galluzzo, una-due-tre volte il mese vi sono rumori acustici notturni che superano i decibel e la pazienza di noi abitanti di via Senese-Ponte della Certosa del Galluzzo è al limite .Visto che è stato bandito: più controlli e rigore al “degrado” cittadino. Perché a tutt’oggi anche nella periferia citata di Firenze non viene fatto quanto in città? Grazie per l’attenzione, saluti, Stefano SULLE ZANZARE C’È POCO DA RIDERE... È sicuramente divertente l’articolo di Muzzi in prima pagina sul numero 76 di

Il Reporter; personalmente avrei preferito vedere pubblicati i provvedimenti presi dal Comune nei confronti di quelle che oramai sono a tutti gli effetti le padrone incontrastate delle nostre giornate e serate nei nostri giardini, terrazzi, piscine: le zanzare tigre. Non è più possibile stare fuori di casa a qualunque ora del giorno e della notte..... non ne siamo più i padroni; per non parlare degli stranieri che vengono a passare le loro vacanze e a spendere i loro soldi nel Chianti, costretti a rinchiudersi nelle loro stanze! Pensate che continueranno a venire ancora per molto? (parlo degli stranieri, non delle zanzare). Rossella Funghini Baldeschi PASSERELLA SULL’ARNO, “LE MIE RIFLESSIONI” Gentile redazione, prendo spunto dalla vignetta in prima pagina sulla tanto agognata e sbandierata passerella sull’Arno.....finalmente aperta! Ho notato che, al di là dei disagi creati agli abitanti, delle lungaggini costruttive e dei soldi spesi.... in parte male, la passerella è usata pochissimo da ciclisti e pedoni che percorrono comunque il ponte dall’altro lato della provinciale, e questo perché il sentiero che conduce dalla passerella verso il Matassino finisce sotto i due cavalcavia e si restringe in una strettoia di pochi centimetri con relativo gradino del marciapiede!.... Non so, ma come deve fare un diversamente abile con la carrozzina o una mamma con il passeggino, o anche chi decide di percorrere la passerella con la bici, a superare tali ostacoli? Ma non ci ha pensato nessuno, o siamo con le classiche fette di salame sugli occhi? Dal lato Figline attorno alla nuova rotatoria di via Pampaloni non esiste un passaggio pedonale.... e lo stesso dicasi per la rotatoria tra il torrente Galliana e la Coop; inoltre qui, dovendo rialzare le spallette del ponte per motivi idrogeologici, si sono creati, da e per Incisa, degli sbalzi di cemento armato praticamente invalicabili, costringendo tutti a passare lungo la sede stradale col rischio di essere trascinati via da qualche automezzo di passaggio. E’ mai possibile che non si possa realizzare un misero marciapiede? E stando così le cose personalmente credo proprio di no. Pochi giorni fa ho visto personalmente una giovane mamma tirare indietro velocemente la carrozzina del bambino che rischiava di essere travolta e stretta da un grosso tir sulle spallette del ponte. Non parliamo poi delle microrotatorie del Matassino, della Lidl e dell’oleificio!!!! Ma chi è che progetta tutto ciò, è mai possibile che non ci sia nessuno, in Comune o in Provincia, che controlli i lavori fatti e se sono fatti come dovuto? Almeno un vigile urbano che riferisca agli uffici competenti!, dico io. Uno che dica “Signori qui non va bene come è stato fatto”!!!!!! D’accordo, facciamo i lavori per il bene di tutti, ma che siano fatti bene, con un po’ di testa e senza tanti sprechi, pensando che i soldi spesi sono dei cittadini e non gruzzoli per farsi della visibilità sulle spalle dei contribuenti, ma soprattutto senza mettere in pericolo la vita della gente. Grazie per l’attenzione, Piero


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Concerti Vasco Rossi Tour “Indoor” 2010 12 e 13 ottobre

Nelson Mandela Forum Il grande cantante italiano ripete l’avventura di un tour di 365 giorni a 14 anni da quello intolato “Nessun pericolo per te”. A maggio Vasco è entrato negli stadi di Bruxelles, Londra, Barcellona, Zurigo e Berlino. Adesso il re del rock italiano si ferma a Firenze. Protagonisti del concerto i classici del repertorio di Vasco e i suoi ultimi successi. Fra questi, “Ad ogni costo”, canzone scritta dal cantante sulla musica del capolavoro dei Radiohead, “Creep”. Per più di 2 ore Vasco canterà accompagnato dalla sua storica band: Maurizio Solieri e Stef Burns alla chitarra, Claudio Golinelli al basso, Alberto Rocchetti al piano e alle tastiere, Andrea innesti al sax e cori, Frank Nemola alla tromba, Matt Laugh alla batteria e Claudia Moroni ai cori. Sting “Sinphonicity” tour 25 ottobre

Teatro Verdi

L’ex cantante dei Police si ferma a Firenze per l’attesissima tappa del suo tour 2010. Si esibirà con la Royal Philharmonic Concert Orchestra diretta dal maestro Steven Mercurio e canterà i suoi successi più famosi riarrangiati in chiave sinfonica. Le altre date previste in Italia sono Milano il 2 novembre e Roma il 10 novembre. Il nuovo album “Sinphonicity è uscito quest’estate, mentre il primo singolo “Every little thing she does is magic” è uscito in digitale il 24 maggio.

Trick or beat 30-31 ottobre

Viper Theatre Dalle ore 21 il ritmo più veloce e più spezzato delle ultime tendenze dell’elettronica europea made in Uk: d&b, graim, dubstep. Dalla terra d’Albione alcuni degli ospiti che in futuro diverranno gli headliner dei maggiori festival europei. 30 ottobre: disrupt live with soom t (Jahtari) / Jah Station / Overknights 31 ottobre: The Bug & MC Flow Dan (NINJA TUNE) / Hatcha / Numa Crew

Spettacoli Michelle Hunziker Mi scappa da ridere Dal 22 al 24 ottobre

Teatro Verdi

Per la regia di Giampiero Solari la nota presentatrice e attrice da tempo impegnata in teatro sale sul palco e... ride. Una trama fresca per uno spettacolo che vuole sottolineare la capacità che Michelle ha sempre dimostrato nell’affrontare ogni situazione sdrammatizzandola col sorriso. Un viaggio attraverso la sua vita, vista in chiave ironica e fiabesca. Leo Gullotta Le allegre comari di Windsor Dal 28 al 31 ottobre

La commedia, originariamente in 5 atti, è stata adattata riducendola a due tempi con intervallo. Paolo Rossi Il mistero buffo di Dario Fo (ps: nell’umile versione pop) Dal 20 al 30 ottobre

Teatro Puccini

Tributo dell’attore al premio Nobel per la letteratura. Il testo di Dario Fo è stato riadattato da Paolo Rossi e Carolina De la Calle Casanova in una versione rigorosamente “popolare”. Il pubblico viene coinvolto nello spettacolo, ogni sera proposto in maniera diversa, pur senza improvvisazioni. Gli autori dello spettacolo, che mantiene il carattere politico dell’originale, hanno voluto proporre il teatro popolare come mezzo per “resistere” in una società dove la ricostruzione dei valori è prioritaria. La regia è di Carolina De La Calle Casanova e Lucia Vasini, le musiche, dal vivo, di Emanuele Dell’Aquila, la produzione de “ La Corte Ospitale- Compagnia del Teatro Popolare” con la collaborazione della Fondazione Giorgio Gaber.

Arte e Mostre

Teatro Verdi

Joan Mirò I miti del mediterraneo Dal 9 ottobre

Il Nuovo Teatro Eliseo, per la regia di Fabio Grossi, porta in scena una delle opere più amate di Shakespeare, dove la figura di John Falstaff - qui interpretata da Leo Gullottadiverte il pubblico di oggi, rendendo evidenti numerose corrispondenze fra il personaggio, l’opera e molti aspetti della nostra quotidianità.

Non solo quadri, ma anche litografie, sculture, disegni e illustrazioni faranno parte delle 110 opere dell’artista catalano in mostra fino al 23 gennaio del 2011. Il percorso espositivo mette in evidenza il legame tra Mirò e la natura del Mediterraneo, rappresentata attraverso immagini di donne, animali, ma

Palazzo Blu di Pisa

anche mitologiche. E’ proprio col mito che si apre la mostra, da Dafne e Cloe per arrivare al Minotauro. In esposizione anche le illustrazioni che Mirò realizzò per la raccolta di poesie “Costellations” di André breton, oltre alle serie “Archipel Sauvage” e “L’éspoir du navigateur”dedicate al viaggio. A chiudere la mostra, l’intensità cromatica delle opere ispirate al mito della donna, a di Madre Natura e dell’uccello mitologico. I dipinti della fondazione Longhi Fino al 17 ottobre

Villa Bardini

Giunge alla conclusione la mostra organizzata per i quattrocento anni dalla morte, avvenuta nel 1610, di Michelangelo Merisi detto Caravaggio. Nella villa sono esposti i quadri del pittore che Longhi. storico dell’arte, acquistò in vita e quelli di alcuni suoi allievi. La mostra chiude una serie di esposizioni, fra le quali “Caravaggio e Caravaggeschi a Firenze” che ha avuto luogo alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, per le celebrazioni in occasione dell’anniversario della morte del pittore. Tesori di Palazzo Chigi Saracini Fino al 30 ottobre

Siena

Ogni venerdì e sabato, dalle 11 alle 12 e dalle 15 alle 16 sarà possibile visitare il palazzo dell’Accademia Musicale Chigiana, soffermandosi in alcune delle meravigliose stanze della struttura costruita nel ‘200 in stile gotico. La visita comprende anche una visione di alcune opere della collezione d’arte della famiglia Marescotti, che costruì il palazzo stesso. La collezione comprende pezzi di genere

diverso, dai dipinti di molti pittori italiani e senesi ad oggettistica in legno e ceramica.

nisti assoluti di un evento non a caso dedicato a Bacco.

L’artista indisciplinato Dal 21 al 24 ottobre

Sulla bocca di tutti Livorno Food Festival 23 e 24 ottobre

Ex carcere delle murate

Artisti in libertà in una mostra che, nell’ambito degli eventi legati al Festival della creatività, vuole lasciare ampio spazio alle diverse forme espressive dell’arte contemporanea. L’evento avrà luogo nelle ex celle al primo piano dell’edificio. Sabato 23 e domenica 24 gli artisti si esprimeranno in esibizioni dal vivo.

Enogastronomia Volterragusto Dal 23 ottobre al 1 novembre

Volterra

Corti e palazzi della città faranno da sfondo a degustazione di prodotti tipici come olio, vino, salumi e formaggi. Al centro dell’evento il tartufo bianco locale, cui sarà dedicata anche una mostra-mercato nei fine settimana del 23 e 24 ottobre, 30 ottobre e 1 novembre. Nell’ambito di Volterragusto verrà anche conferito il premio letterario Jarro, dedicato a un protagonista del mondo dello spettacolo che abbia compiuto un’opera di divulgazione della cultura culinaria. I Giorni di Bacco Ultimi due fine settimana di ottobre

Castiglion Fiorentino

I vini di Castel Fiorentino e delle zone vicine, come la Maremma, il Chianti, Montepulciano, Montalcino, Montecucco saranno protago-

Livorno Grand Hotel Palazzo

Seconda edizione della Kermesse culinaria che l’anno scorso ha registrato la presenza di 3500 visitatori, 60 espositori e 500 operatori del settore. Un successo che si ripete offrendo una panoramica sui prodotti di alta qualità made in Italy. I visitatori potranno acquistare prodotti alimentari di vario genere e visitare le 7 sale d’esposizione, una delle quali dedicata solamente alla ristorazione. Sarà anche possibile partecipare al laboratorio sensoriale “Il Sigaro e il Vino”.

Fumetti Lucca Comics and Games Dal 29 ottobre al 1 novembre

Lucca

Torna la più grande mostra italiana dedicata a fumetto, giochi e animazione. Ricchissimo il programma di eventi e tanti gli ospiti fra cui scrittori, editori di giochi di ruolo, programmatori di videogames. Anche aspiranti scrittori, disegnatori di fumetti e creatori di giochi di ruolo troveranno il loro spazio nell’ambito del Festival, dove avranno l’opportuninità per sviluppare le loro idee. Il prezzo del biglietto intero è di 14 Euro. Sono previste riduzioni per bambini, i loro accompagnatori e le comitive.

L’EVENTO

Cetona premia “Toscana & Chianti News”: un riconoscimento giornalistico per la testata U

n premio per “Toscana & Chianti News”. È quello vinto a settembre dalla testata edita da Web&Press Edizioni per un articolo scritto da Nicoletta Curradi su Cetona, intitolato “Cetona, gioiello toscano d’arte, gusto e natura”. Lo scorso settembre, nell’ambito dell’evento “Cetona tra Arte e gastronomia”, si è svolta infatti la premiazione dei giornalisti vincitori della prima edizione del “Premio Giornalistico Cetona”, nel corso di una serata-evento condotta dalla giornalista della Rai Camilla Nata. E la vincitrice del concorso, nella categoria “Stampa, periodici e settimanali, quotidiani e agenzie”, è risultata essere proprio Nicoletta Curradi, “per l’elegan-

te sintesi descrittiva e fotografica che ha saputo mettere bene in evidenza le peculiarità storico-paesaggistiche di Cetona in un contesto occasionale ideale per incontrare i gusti di qualità proprio dove nascono”, nel servizio “Cetona, gioiello toscano d’arte, gusto e natura” pubblicato sulla testata mensile “Toscana & Chianti News” nell’edizione del 2 agosto scorso. Cinque, in tutto, sono stati i premi assegnati nel corso della serata, che si è tenuta nella Sala Polivalente del Comune alla presenza delle autorità locali - il sindaco di Cetona Fabio Di Meo, il presidente dell’Associazione Pro Loco Massimo Mercanti e l’assessore dell’Unione dei Comuni della Valdichia-

na Senese Marco Rossi: oltre a quello vinto da “Toscana & Chianti News”, il riconoscimento per la categoria “Radio e televisione” è andato a Bruno Gambacorta, autore del servizio “Cucina di Cetona”, trasmesso all’interno della rubrica del Tg2 Eat Parade, che si è assicurato anche il Premio speciale istituito dalla Pro Loco quale particolare riconoscimento per l’alto ritorno di immagine per Cetona (la trasmissione, infatti, ha registrato per l’occasione un ascolto di oltre 2 milioni e 500mila spettatori); per la categoria “Internet” il premio è stato assegnato a Cristiana Pumpo, autrice del servizio “Cetona, il risveglio dei sensi”, pubblicato l’11 agosto sulla rivista online di informazione enogastronomia

“OlioVinoPeperoncino”. Infine, il premio assoluto è andato a Generoso D’Agnese, autore del servizio “Nella valle dei sapori”, pubblicato all’interno della rubrica De Gustibus Italia, il 1° agosto 2010, sul quotidiano “America Oggi” di Westwood (New Jersey), magazine domenicale Oggi 7, il giornale italiano più venduto e letto negli Stati Uniti. Ad assegnare i premi è stata una giuria di esperti giornalisti presenti alla serata finale, composta da Daniela Filippi (Slow Food), Leonardo Mattioli (direttore di Centritalia), Luigi Pagnotta (Apt Chianciano Terme Val di Chiana), Mario Gazzeri (Ansamed) e Rossana Pessione /I.G. (Omnia Group).


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