Il reporter-Barberino-aprile-2011

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Il Giornale nel tuo Comune 1105984

Giochi e scomesse Agenzia Ippica Slot machine APERTO TUTTI I GIORNI S.Casciano - Via P.zza Matteotti,3 Tel 055 82.94.669 Periodico d’informazione locale. Anno V n.36 del 4 aprile 2011. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

ITINerArI SAN CASCIANO

PRIMO PIANO

APRILE 2011

Attenti a quell’uovo! Andrea Muzzi*

L gItE E VIAggI, sI PARtE CARNEVALE Record di presenze Scampagnate e pic-nic alla fuori rievocazione porta, ecco dove andare. medievale: cinquemila Intanto spettatori. è boom per le crociere Vittoria alla contrada delPAGG.16-17 Giglio PAG.6

barberino Una nuova piazza, un giardino pensile, un parcheggio: tre progetti possibili per la città del futuro PAG.4

SPOrT

Volontari per gli altri Ecco il Chianti solidale PAGG.2-3

Alcol, schiavitù per undicimila

l’annuncio istruzione

di Boeti - Passanese

L I supporter viola dicono la loro sul futuro. Tra chi invoca Antognoni e chi “solo” qualche rinforzo PAG.37

Pallavolo Nel Chianti il volley non conosce crisi: l’Azzurra lotta per la serie A, il Tavarnelle per la B PAG.38

gomito, Livorno (4.484 alcolisti), Arezzo (4.439) e Pisa (4.318). Circa centocinquanta persone, a Firenze, sono in trattamento con i gruppi di auto-aiuto degli Alcolisti anonimi. E, avverte la responsabile, tantissimi sono appena diciottenni e con problemi ancora peggiori degli adulti. Ma intanto si riaffaccia la bella stagione e, con lei, una movida alcolica ancora più scriteriata, fatta di eccessi e spesPAGG.10-11 so di inciviltà.

Scuola, 300 iscritti il prossimo anno PAG.5

Il canile di Ugnano All’interno l’inserto apre a fine maggio dell’amministrazione comunale

società

1171290

LA PAROLA AI tIfOsI

e statistiche ce lo dicono da un po’: l’età media delle persone con problemi di alcolismo si è abbassata e questo tremendo guaio riguarda sempre più individui. Ma fa effetto scoprire che, solo nel territorio fiorentino, gli schiavi della bottiglia sono undicimila. Tante, tantissime persone tra i 15 e i 64 anni cadute nelle maglie della dipendenza dall’alcol. Seguono, in questa triste classifica delle città in cui si alza troppo il

Se il condominio diventa una trincea PAG.12

Edizione del Chianti F.no • 13.050 copie distribuite da

PAGG.23-26 PAGG.28-29

a Pasqua è la festa che celebra la resurrezione di Gesù. Proprio per questo non capisco cosa c’entri l’uovo. Il simbolo che ricorda la resurrezione dovrebbe essere un sepolcro vuoto oppure un becchino disperato che si mette le mani nei capelli urlando “non è colpa mia: io avevo fatto tutte le cose a modino!”. L’uovo al massimo simboleggia l’avvento di una omelette! Le uova di Pasqua sono come una donna truccata: un’illusione ottica. La sera è bella, ma la mattina quando la vedi girare per casa senza trucco hai voglia di chiederle i documenti perché nemmeno la riconosci. Alla stessa maniera vi consiglio di fare attenzione alle uova. Più l’uovo è grosso, più la sorpresa è piccola. E questa è la prima delusione per il bambino. Ma non la più grossa. Spesso la sorpresa è chiusa in un pillolone giallo di plastica. Aprirlo è impossibile. Voi ci rinuncereste, ma il bambino vuol vedere la sorpresa. Tentate con tutta la forza di dividerlo con le mani. Non ce la farebbe nemmeno Maciste! Il bimbo ora piange: “Babbo, voglio la mia sorpresa!”. Ed è in questo momento che un genitore compie un errore vitale: aprire il pillolone con i denti. Le menomazioni più frequenti riportate durante questa eroica impresa sono: scheggiatura del canino, rottura della capsula appena messa dal dentista e infine l’inghiottimento del pillolone. Mio fratello ha inghiottito sei sorprese di Pasqua. Le ha rifatte 6 mesi dopo. Per fortuna era Natale e le ha riciclate come regali per i bambini! *Comico


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Aprile 2011

il giornale nel tuo comune

l’inchiesta. Ci si inizia ad attivare intorno ai 18 anni

Volontariato, boom anche nel Chianti In meno di un decennio il numero delle organizzazioni è cresciuto del 152%. La Toscana, terza regione in Italia, ha 115mila volontari Ilaria Biancalani

I

n meno di 10 anni il numero delle organizzazioni di volontariato, in Italia, è aumentato del 152%. Secondo l’ultima rilevazione Istat, riferita alla fine del 2003, da 8343 si è passati a 21021 associazioni. La Toscana segue a ruota Lombardia ed Emilia Romagna per numero di associazioni: attualmente, secondo i dati elaborati dal Cesvot in occasione dell’ultima Festa della Toscana, vi operano 2643 associazioni – che salgono a 3500 se vengono conteggiate anche quelle non iscritte al registro regionale – e 115mila volontari. Il grande valore del volontariato “come modello di convivenza civile” è stato evidenziato anche dal presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, in occasione dell’ultimo convegno Cesvot, che si è tenuto nel marzo scorso a Palazzo Vecchio.

Firenze è la città toscana con più organizzazioni (522), seguita da Lucca, Siena e Pisa. Prato è quella che, a partire dal 1995, ha fatto registrare il maggior incremento: 243%. E’ stato nel decennio 1991-2000 che si è assistito ad una vera e propria impennata nelle associazioni di volontariato. Sempre secondo l’Istat, l’8% della popolazione italiana sopra i 14 anni svolge attività di volontariato, percentuale che sale al 10,6% in Toscana. Studi recenti hanno tracciato l’identikit del volontario toscano: inizia la sua attività intorno ai 18 anni, le donne rappresentano la maggioranza con il 53,5% e la gran parte dei giovani volontari è uno studente universitario (68,7%). Una curiosità: fra gli adulti il 52% dei volontari ha un’occupazione fissa, mentre solo il 2,7% è in cerca di lavoro.

la storia. Il “Gruppo Incontriamoci” è nato circa due anni fa

“Per i nostri figli disabili e il loro diritto allo svago” S

i sono rimboccati le maniche e hanno promosso iniziative per i figli diversamente abili. E’ il “Gruppo Incontriamoci”, nato dall’iniziativa di alcuni genitori tavarnellini che ora ha iniziato il cammino per diventare un’associazione a tutti gli effetti. Attivo dal novembre 2009, raccoglie otto famiglie impegnate nell’organizzazione di momenti di svago e socializzazione per i loro bambini e ragazzi: dalla clownterapia alla musicoterapia, fino a feste e iniziative che hanno coinvolto la cittadinanza e le varie realtà del territorio. Hanno realizzato anche un calendario benefico, insieme alle pallavoliste della squadra di Tavarnelle di serie C, raccogliendo quasi 2mila euro.“L’obiettivo principale è quello di creare

Otto famiglie e una convinzione comune: “L’handicap non va tenuto ‘nascosto’ in casa”

nuove opportunità di aggregazione – racconta David Mugnai, uno dei genitori del “Gruppo incontriamoci”–. I bambini normodotati dopo la scuola vanno a calcio o praticano sport, i ragazzi con difficoltà cognitive rimangono spesso chiusi nell’ambiente familiare. Noi vogliamo dare loro la possibilità di lasciare le mura domestiche

per incontrare altri coetanei, coinvolgendoli in attività finalizzate al recupero psicomotorio”. Il gruppo è molto eterogeneo, si va da bambini di 6 anni fino a giovani di 22 e 34 anni. Il punto di ritrovo principale è il centro giovani Rovai a Tavarnelle. Qui si svolge la maggior parte delle iniziative: il lunedì pomeriggio lo spazio gioco, aperto a tutti; il venerdì è la volta della “cura del sorriso”, ossia dei laboratori di clownterapia, un’attività a numero chiuso; altro appuntamento, il cui giorno varia a seconda delle settimane, è rappresentato dalla musicoterapia che coinvolge una ventina di bambini. Tante poi le iniziative organizzate, come la festa di carnevale, mentre in cantiere c’è la costruzione di un piccolo orto botanico proprio nei pressi del centro giovani, un luogo di svago e allo stesso tempo di terapia. Questo progetto è stato reso possibile grazie ai fondi che il gruppo di genitori ha raccolto tramite la vendita del calendario “Incontriamoci sotto rete”. L’iniziativa benefica ha visto posare per gli scatti le ragazze della pallavolo di serie C di Tavarnelle, da cui è nata l’idea, insieme ai bambini e ragazzi del “Gruppo incontriamoci”. Il calendario 2011 è andato letteralmente a ruba: sono state 700 le copie vendute per un incasso che ha sfiorato i 2mila euro. “Lo scoglio più grosso per le famiglie con ragazzi o bambini disabili è quello di confrontarsi con il resto della società – spiega ancora David Mugnai –. Spesso ci si chiude in casa senza affrontare il problema. Noi vogliamo offrire ai nostri figli /G.C. e alle famiglie una qualità di vita migliore”.

L’intervista Parla l’assessore Roberto Ciappi

“C’è anche un risparmio”

C

hianti terra di volontariato. Oltre a garantire servizi sanitari e assistenziali, le associazioni organizzano, o collaborano a, una miriade di manifestazioni culturali e di svago. Ne abbiamo parlato con Roberto Ciappi, assessore di San Casciano con la delega, appunto, all’associazionismo. Qual è la situazione attuale del mondo associativo sancascianese? San Casciano è una realtà molto viva per quanto riguarda il mondo dell’associazionismo e del volontariato. Ci sono circa 80 associazioni di volontariato che, oltre all’assistenza sanitaria, coprono almeno il 70% delle iniziative organizzate sul territorio in campo culturale, ludico e di svago, con buone ricadute in campo turistico ed economico. Ogni anno nel mese di settembre San Casciano ospita una festa del volontariato tra le più grandi della zona, per numeri, raccogliendo circa 24 associazioni, senza contare quelle sportive. Quali sono le realtà più rilevanti? Sicuramente le più importanti esperienze di volontariato sono quelle portate avanti da Misericordia, Protezione Civile, Racchetta, Arci e Acli, ma ogni frazione ha le proprie asso-

Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Il Reporter del Chianti F.no raggiunge 13.050 famiglie Periodico d’informazione locale nei Comuni di Barberino, Tavarnelle, San Casciano Editore e Concessionaria Pubblicitaria: Copia in abbonamento postale

Il reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie

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Anno n.36 del 4 aprile N°reg 5579Vdel 17/05/2007 tribunale2011 di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€

Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

l’assessore

Ciappi

ciazioni che sono riuscite a trovare un giusto equilibrio, collaborando tra di loro e con il Comune. A San Casciano è nata 15 anni fa l’Abc, associazione di riferimento in Italia per la sindrome del Cri Du Chat, che ogni anno organizza un raduno nazionale. San Casciano si può considerare quindi un territorio “privilegiato”? Siamo fortunati rispetto ad altre zone per questo forte legame che ci unisce con il mondo dell’associazionismo. Realtà anche molto diverse tra loro fanno rete creando iniziative importanti. Manifestazioni, eventi e servizi che altrimenti avrebbero un costo al/G.C. tissimo per il Comune.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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BARBERINO • SAN CASCIANO • TAVARNELLE

panorama. A San Casciano una festa tutta per loro. A Tavarnelle e Barberino un Albo unico lungo 38 nomi

La carica delle 150 (e più) associazioni Sono molte le persone che si impegnano per gli altri. Un vero e proprio popolo che fa un’opera preziosa, e per lo più lontana dalle cronache, in diversi settori: dai servizi sociali a sport e cultura

A

San Casciano, Barberino e Tavarnelle esiste una moltitudine di persone che, unite tutte insieme, potrebbe costituire una vera e propria “comunità” a sé stante. Raramente balzano alla ribalta delle cronache e mai con nomi e cognomi. Più spesso invece vengono citati attraverso i numeri (importanti) che li riguardano: sono il popolo dei volontari impegnati nelle associazioni presenti sul territorio. A San Casciano, la mole dei vo-

lontari è così alta che ormai da quattro anni viene dedicata loro un’iniziativa denominata “Festa del volontariato sancascianese”. L’ultima edizione, che si è svolta nel settembre dello scorso anno, ha chiamato a raccolta oltre 400 volontari del paese. La festa, nata con lo scopo di diffondere il valore della solidarietà e il ruolo sociale del volontariato, è stata ideata ed organizzata dalle principali associazioni di San Casciano, presiedute da Fabrizio

Moschini. I volontari da anni mettono a disposizione la propria infaticabile opera di assistenza e solidarietà a beneficio degli altri, impegnandosi in vari settori. Tradotte in numeri, sul territorio sancascianese sono presenti: 16 associazioni ricreative, 12 sociali e di servizi, 8 di categoria e sindacali, 4 di promozione del territorio e turistiche, 16 culturali, 32 sportive ed una ambientale. Per quanto attiene ai Comuni di Barberino e Tavarnelle, è stata l’Unione Comunale fra le due amministrazioni, nata nel luglio del 2010, a dar vita ad un “Albo unico delle associazioni” che operano sul territorio. In totale sono 38: 4 Pro Loco, 6 circoli ricreativi, 10 che si occupano di musica e canto, 5 impegnate nel settore spettacolo, cinema e teatro, 12 che operano nell’ambito dell’integrazione, promozioni culturali e didattiche, una museale. A quelle dell’albo unico, vanno

aggiunte altre 16 associazioni di tipo sportivo, 2 sindacali, 2 ambientali. Fra quelle invece di tipo socio-assistenziale, le principali sono l’Auser, il Calcit, il Gruppo Fratres e la Misericordia di Tavarnelle e Barberino. Quest’ultima, la più grande, sa portare avanti ogni anno servizi fondamentali per le due comunità. Tanto per citare qualche dato: nel 2009, anno del terremoto in Abruzzo, la confraternita ha allestito un campo a San Sisto, gestito da decine di volontari, per accogliere circa 200 persone, ha effettuato 2100 viaggi sociali e 2000 viaggi sanitari, oltre a gestire alcuni centri, primo fra tutti la “Casa Famiglia” che ospita 11 adulti con disabilità. Più recentemente è stato allestito un servizio specifico di micro credito, per gestire i problemi legati all’usura. Molte le iniziative che coinvolgono la Misericordia nei progetti /I.B. di cooperazione internazionale.

il progetto. L’idea di un centro polifunzionale per la disabilità: il terreno dove costruirlo è già stato comprato

A Cerbaia la casa dove tutti sorrideranno F

ra le tante associazioni presenti sul territorio ce n’è una che, seppur di recente costituzione, ha saputo far breccia nel cuore della comunità, diventando di fatto una sorta di ospedalino Meyer di San Casciano. Si tratta dell’associazione onlus “Per Crescere Insieme”. Nata nel 2004 da un gruppo di persone con parenti disabili, oggi conta circa 30 famiglie iscritte. “La nostra associazione, come dice il nome – racconta il presidente, Paolo Salvini – nacque dall’esigenza di condividere esperienze di vita e realizzare progetti di aiuto, fra persone che hanno un congiunto, quasi sempre un figlio, disabile. Inizialmente eravamo una sezione distaccata del “Gruppo Insieme” di Greve in Chianti, dal quale abbiamo raccolto una bella eredità”. “Da subito – prosegue Salvini – abbiamo

sentito una grande vicinanza delle istituzioni: in primis il Comune di San Casciano ma anche la Società della Salute, la Provincia, la Regione, la Asl nonché con le associazioni locali di Misericordia e Auser. Queste ultime sono per noi indispensabili, aiutandoci quotidianamente nello spostamento dei nostri ragazzi”. Ma è soprattutto l’affetto che arriva dalla gente il carburante che manda avanti l’associazione. “Le dimostrazioni concrete di supporto – constata Salvini – ci giungono in ogni modo e dalle persone più disparate. Questo ci spinge ad andare avanti perché ci fa capire che siamo sulla buona strada. Mi viene in mente il gruppo dei “500 in banda” che ha devoluto l’incasso degli ultimi due eventi organizzati (la festa di fine anno e quella di carnevale), alla nostra associazione”. E’ so-

La onlus “Per crescere insieme”, nata nel 2004, è diventata un po’ la versione sancascianese dell’ospedale Meyer di Firenze: tutti fanno a gara ad aiutarla. E i risultati si vedono prattutto un progetto, un sogno che “Per Crescere Insieme” sta portando avanti, ad aver mosso in paese una vera e propria gara di solidarietà: la creazione della Casa del Sorriso. “La Casa del Sorriso – spiega Salvini – dovrà

essere un centro polifunzionale, destinato ad accogliere persone speciali, con bisogni speciali. Il primo step lo abbiamo già superato: l’acquisto del terreno, vicino all’abitato di Cerbaia, grazie alla Banca del Chianti Fiorentino e Monteriggioni ed il Lions Club Firenze Impruneta San Casciano, che lo hanno interamente finanziato. Esiste già anche un progetto di massima che, oltretutto, è stato riconosciuto dalla Società della Salute zona sud-est, come uno dei 40 punti presenti sull’“Atlante delle strutture per la disabilità”. E San Casciano ce la sta mettendo tutta per regalare questo sorriso… “Per Crescere Insieme”. Per informazioni: 055.8229609. Per le donazioni: Banca del Chianti Fiorentino e Monteriggioni, codice Iban: IT 89 M 08673 /I.B. 38050 020000085138.


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Aprile 2011

il giornale nel tuo comune

urbanistica. Il dipartimento di Architettura progetta il riassetto della zona centrale del paese

La Barberino del futuro. In tre idee Un giardino pensile, una piazza sotto la Cassia, un parcheggio su due piani: ecco le ipotesi avanzate in uno studio dell’Università Gianni Carpini

il particolare di una delle ipotesi progettuali

Ora le proposte saranno illustrate e anche discusse con i cittadini cantina Pasolini dall’Onda. La seconda proposta si basa sull’utilizzo dell’area sotto la statale Cassia, per la creazione di una piazza di 1150 metri quadri pavimentata in pietra. Intorno al nuovo spazio è prevista la costruzione di un gruppo di edifici per negozi e pubblici esercizi: dall’enoteca al ristorante, dall’area per convegni al museo del vino, dalla zona per la lettura al bar. Il tutto collegato sia alla strada statale, sia

ASS.

Usa

gli stessi ospiti statunitensi, racconta Vanessa Held, socia de “Le Baccanti” americana d’origine ma tavarnellina d’adozione: affascinati dalle bellezze non solo paesaggistiche dell’Italia, hanno lanciato la proposta di una serie di eventi negli States. L’azienda “Le Baccanti”, nata nel 1999 a Londra e approdata a Tavarnelle cinque anni dopo, si rivolge a un pubblico di alto profilo, per cui organizza vacanze su misura: soggiorni, eventi enogastronomici e tour. Tra i suoi clienti figurano nomi di grosso calibro come gli attori Emma Thompson e Dustin Hoffman. “Uno dei settori che sem-

Tra le etichette selezionate anche due del Chianti bra risentire meno della recessione è proprio quello legato un target alto – dice Vanessa Held –. L’Italia però non è un Paese che valorizza le proprie imprese ed è un peccato, vista la /G.C. sua ricchezza”.

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al parco naturale attraverso alcuni ascensori e scale. Sotto la piazza sarà costruito il parcheggio sotterraneo. Gli studiosi dell’Università di Firenze hanno anche pensato a una possibile riorganizzazione di piazza Mazzini, una della zona del paese più utilizzate dai cittadini: al posto dell’attuale parcheggio verrebbe realizzata una piazza di 1400 metri quadrati, collegata con due rampe allo spazio soprastante. Ma niente paura, gli spazi per la sosta verrebbero recuperati grazie alla trasformazione dei magazzini comunali in un parcheggio su due livelli, per un totale di 144 posti auto. I progetti saranno adesso presentati al pubblico e così inizierà la discussione sul futuro volto del paese.

a Tavarnelle agli Stati Uniti d’America. Le eccellenze enogastronomiche toscane e italiane volano negli States per farsi conoscere da un pubblico di vip e di importanti personalità della vita pubblica, grazie a un’azienda tavarnellina. Dal Metropolitan Museum di New York a Washington: dieci aziende enogastronomiche tra le migliori dello stivale hanno messo in mostra i loro prodotti in una ventina di appuntamenti tra gennaio e febbraio, serate esclusive organizzate all’interno della campagna di promozione “Italy at your table”. L’iniziativa, al secondo anno di vita, è portata avanti da “Le Baccanti”, tour operator che organizza viaggi di lusso ed eventi eno-gastronomici, con sede a Tavarnelle. Tra le dieci etichette di vino selezionate per questo viaggio-gourmet, che vedrà una tappa a New York nel prossimo mese di giugno, ce ne sono due che provengono dal Chianti: Isole e Olena di Barberino Val d’Elsa e Fontodi di Panzano. Le iniziative organizzate negli Stati Uniti, grazie alla collaborazione di istituzioni e associazioni locali, sono dei veri e propri viaggi attraverso i sapori, il life style e la cultura italiana, condotti dall’enologo Filippo Bartolotta. Sulle tavole d’Oltreoceano arriva non solo il vino, ma anche le produzioni gastronomiche d’eccellenza da altre parti d’Italia, come la cioccolata preparata secondo un’antica ricetta a Ragusa e l’aceto balsamico modenese. Un modo per mettere in mostra la ricchezza del nostro Paese. L’anno scorso, per la prima edizione di “Italy at your table”, sono stati 35 i produttori italiani scelti per il tour lungo una trentina di tappe. Con il 2011 è stato deciso di ridurre la selezione per portare solo le migliori proposte. L’idea è arrivata da-

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Tavarnelle porta l’Italia in Usa

D

U

n giardino pensile davanti alla chiesa di San Bartolomeo che nasconde gli spazi di un moderno centro benessere. Una nuova piazza al di sotto della Cassia, su cui si affacciano una serie di edifici collegati al parco naturale grazie ascensori e scale. Ma anche la riqualificazione di piazza Mazzini, con un parcheggio su due piani e la riorganizzazione dei suoi spazi. Tra questi progetti potrebbe celarsi il nuovo volto di Barberino Val d’Elsa. Il dipartimento di Architettura, Disegno, Storia e Progetto dell’Università di Firenze ha condotto uno studio, commissionato dal Comune, sulla zona centrale del paese, in particolare sull’area del parco della Rimembranza. Il gruppo di lavoro, di cui è responsabile il professor Ulisse Tramonti con il coordinamento scientifico della professoressa Letizia Nieri, ha sviluppato due ipotesi che saranno adesso valutate dal Comune e dai cittadini, insieme a una proposta per la riqualificazione di piazza Mazzini. Per quanto riguarda il Parco della Rimembranza le opzioni sono due ed entrambe contengono il progetto di un parcheggio sotterraneo. La prima prevede la realizzazione di un giardino pensile – oltre 2300 metri quadrati di verde pubblico – che si sviluppa su tre livelli: dal sagrato della chiesa fino al livello della Cassia. Una serie di terrazzamenti che creeranno alcuni spazi da destinare a una Spa, un maxi centro benessere con saune, idromassaggio, wine therapy (ossia trattamenti che sfruttano le proprietà benefiche del vino), oltre a un percorso enogastronomico che coinvolgerà la

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BARBERINO • SAN CASCIANO • TAVARNELLE

ISTRUZIONE. I dati dell’Istituto comprensivo “Don Milani”: alle elementari 113 nuove domande

Scuola, gli iscritti sono oltre trecento Alla secondaria non ci sarà alcuna “rivoluzione”: una consultazione ha bocciato l’idea di articolare l’orario su cinque giorni di lezioni anziché su sei Gianni Carpini

Q

uasi cento ragazzini iscritti alle nuove classi delle scuola secondaria, 113 bambini alle elementari e 100 iscrizioni alle scuole dell’infanzia. Sono questi numeri del mondo dell’istruzione a Tavarnelle e Barberino. Le iscrizioni per il prossimo anno scolastico si sono chiuse ufficialmente lo scorso 12 febbraio, come nel resto d’Italia. I dati arrivano dall’Istituto comprensivo don Lorenzo Milani, la super-scuola da cui dipendono ben otto plessi sparsi sui territori dei due Comuni: si va dalla scuola secondaria fino a quella primaria e dell’infanzia. Per il 2010/2011 sono state 95 le nuove iscrizioni alla scuola secondaria di primo grado, quasi un quarto dei neo-alunni delle medie (25 in tutto) ha scelto la sezione di strumento. Per loro e per gli altri allievi, la campanella che squillerà a settembre non porterà con sé alcuna rivoluzione nell’orario settima-

nale: il sondaggio promosso dall’istituto sulla riorganizzazione a cinque giorni delle lezioni (ossia dal lunedì al venerdì e non più dal lunedì al sabato) ha bocciato questa ipotesi. Su 810 voti, 429 persone si sono espresse contro il cambiamento, 381 sono stati invece i favorevoli. Per quanto riguarda le primarie, le vecchie “elementari”, le domande pervenute hanno raggiunto quota 55 a Tavarnelle (più della metà, 31 richieste, riguardano il tempo pieno), 32 a Barberino Val d’Elsa e 26 a San Donato. Un piccolo esercito di bimbi arriverà anche nelle aule delle scuole dell’infanzia: 20 sono state le domande a Sambuca, 16 a Vico d’Elsa, 18 a Marcialla e 46 a Barberino dove le richieste sono state più dei posti disponibili. Sarà quindi creata una lista di attesa e gli esuberi verranno ripartiti tra tutti gli altri plessi. In base a queste richieste, verso fine maggio, l’ufficio scolastico regionale assegnerà ai

la prima campanella è lontana, ma le iscrizioni devono essere fatte molto prima

vari plessi l’organico. Attualmente l’Istituto comprensivo don Lorenzo Milani impiega in tutto 112 insegnanti per un numero complessivo di alunni di 1130 bambini e ragazzi (dalla materna alle media). La maggior parte dei docenti, 48 persone, lavora nei 3 plessi

di scuola primaria dove studiano oltre 500 bambini. La scuola secondaria di Tavarnelle ospita invece 310 alunni e 36 professori, mentre la scuola dell’infanzia (quattro plessi in tutto) è frequentata da poco più di 300 piccoli e ha 28 insegnanti.

Amministrazione. Dopo il trasferimento delle funzioni, c’è un operatore in più tra Tavarnelle e Barberino

Servizi sociali, la gestione passa all’Unione comunale C

on l’arrivo del 2011 la gestione dei servizi sociali dei Comuni di Tavarnelle e Barberino è passata all’Unione Comunale del Chianti fiorentino. Un nuovo passo per ottimizzare le prestazioni in vista del passaggio alla Società della Salute, che raggruppa l’Azienda Sanitaria di Firenze e i quindici Comuni dell’area del Chianti, del Valdarno e della Valdisieve. Sarà questa la vera rivoluzione, che potrebbe scattare entro il 2011. “Quando entrerà in funzione a pieno regime la Società della Salute dell’area sud est – spiega Sestilio Dirindelli sindaco di Tavarnelle e presidente dell’Unione Comunale con la delega ai servizi sociali – i servizi di tutti verranno messi in comune. Con questa operazione avremo dei risparmi perché accentreremo gli aspetti amministrativi, mentre i servizi rimarranno

sul territorio e saranno resi più omogenei”. Un passaggio che ha subìto dei ritardi dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la forma di organizzazione su cui si basano le Società della Salute, ossia quella del consorzio pubblico. Nel frattempo Tavarnelle e Barberino hanno deciso di continuare il processo di integrazione tra i due Comuni che va avanti da anni, passando la gestione dei servizi sociali all’Unione Comunale del Chianti Fiorentino, nata ufficialmente la scorsa estate. Cambiamento che ha consentito di aumentare il numero di professionisti attualmente impiegati sul territorio per i servizi sociali, da due a tre. Ognuno degli operatori si concentra su un settore di attività particolare: minori, anziani e disabilità. A loro si aggiungono, ogni anno, dieci giovani del servizio civi-

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le nazionale. Dall’assistenza ai non autosufficienti, allo sportello sociale aperto, passando per la clownterapia e i servizi destinati a minori e diversamente abili, sono tante le prestazioni offerte. L’anno scorso sono stati 210 gli accessi allo sportello sociale, aperto al pubblico due giorni alla settimana, il martedì mattina e il giovedì pomeriggio presso il distretto sanitario “il Borghetto”, in via Naldini 44 a Tavarnelle. Poco più della metà delle richieste hanno riguardato problematiche legate agli over 65. In tutto gli anziani non autosufficienti seguiti a Tavarnelle e Barberino dai servizi sociali sono 100, a cui si aggiungono altre 40 persone fragili e a rischio. Gli operatori seguono anche 15 adulti in situazioni di marginalità e una quarantina di /G.C. diversamente abili.

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Nel mezzo del cammin tra Mercatale e S. Casciano vi è un luogo di ritrovo dal sapor tutto toscano. Ahi quanto a dir qual era cosa buona il cibo, il vino, il gusto e la gioia ancor risuona. Tant’è amaro il venir via dalla tavola imbandita che la sogno anche la notte quella carne saporita! Io non so ben ridire com’è il canto di quel gallo ma soltanto il suo colore... ...color del sole....il giallo!

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Aprile 2011

il giornale nel tuo comune

l’appuntamento. Centinaia di figuranti e nessun problema di viabilità. Esulta la Pro Loco

Carnevale, un Giglio e tanta gente Record di presenze per l’edizione di quest’anno: 5mila spettatori

Ilaria Biancalani

e una parte del pubblico che è arrivata anche da fuori città.

L

La contrada gigliata si aggiudica la gara, per voto unanime della giuria, grazie ai suoi cinque carri e ai costumi curati fin nei dettagli

a prima edizione del Carnevale Medievale di San Casciano se l’era aggiudicata la contrada del Gallo. Quest’anno invece è stato il Giglio a guadagnare il primo posto della classifica, con 63 punti complessivi, la somma dele prove dei quattro giochi di abilità ed il giudizio della giuria che ha valutato la rievocazione storica. La giuria non ha avuto dubbi nel decretare, all’unanimità, la vit-

focus Servizi

Il “Salvavista” per i più piccoli

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Carnevale

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l Comune di San Casciano ha un occhio di riguardo verso i più piccoli. E’ proprio il caso di dirlo, visto che esiste un servizio gratuito di screening oculistico rivolto ai bambini dai 3 ai 5 anni. Ora è diventato un progetto, che si chiama “Salvavista” ed è stato realizzato grazie al sostegno della Banca del Chianti Fiorentino e Monteriggioni. Già nel mese di marzo le famiglie i cui bambini frequentano la scuola dell’infanzia hanno avuto modo di conoscere i contenuti del progetto, attraverso due incontri cui hanno preso parte amministratori, tecnici comunali e personale specializzato. Sono state così raccolte le adesioni e le autorizzazioni utili ad effettuare la visita ai bambini. Si tratta di un ciclo di attività di screening, completamente indolori e gratuiti, effettuati senza l’utilizzo di farmaci da medici specialisti in ambito di oftalmologia pediatrica. L’obiettivo principale è quello di identificare preventivamente i difetti di vista ed altre anomalie del sistema visivo, esaminare lo stato di salute degli occhi dei bambini e consentire interventi precoci e mirati. Occhio pigro, miopia, astigmatismo, ipermetropia sono infatti problematiche e difetti visivi presenti in età scolare. Si rivela quindi particolarmente utile individuarli in maniera preventiva e intervenire in modo mirato. “In un periodo non facile come quello attuale – dice il sindaco Massimiliano Pescini – il servizio che andiamo a riproporre, dopo il grande successo riscosso quattro anni fa, dimostra la nostra vicinanza alle famiglie e la grande attenzione verso la salute dei bambini. Un ringraziamento alla Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni per il contributo /Il.Bia. nell’iniziativa”.

toria schiacciante dei figuranti gigliati i quali, sia attraverso i costumi curati nei dettagli, sia con i cinque spettacolari carri, sono riusciti a far rivivere i momenti principali che hanno caratterizzato il Medioevo. Ma a vincere non è stato solo il Giglio. Complici le temperature primaverili, quest’anno il carnevale ha registrato un record di presenze fra contradaioli, figuranti ed un pubblico che è arrivato anche dai paesi limitrofi. “Un successo che ha superato ogni più rosea aspettativa – ha commentato Osvaldo Mugnaini, segretario dell’associazione turistica Pro Loco di San Casciano – che ha portato oltre 5mila persone a partecipare al nostro carnevale”. C’è stato poi un terzo trionfatore dell’edizione 2011 del carnevale: il sano, cioè leale, spirito competitivo. A parte qualche piccola protesta finale – che ha semplicemente dimostrato quanto questa giovane festa, che strizza l’occhio ad un’antica tradizione, sia sentita e partecipata dai sancascianesi – tutto si è svolto infatti all’insegna di un clima festoso e coinvolgente. Centinaia sono stati i figuranti che, ciascuno nella propria contrada, si sono impegnati per mesi,per dar vita ad uno spettacolo che, nel suo insieme, ha rappresentato un vero e proprio tuffo nel passato. La vittoria è andata al Giglio, ma una menzione la meritano senz’altro anche tutte le altre contrade: geniale l’idea della contrada del Cavallo di dar vita ad una partita di scacchi vivente, quanto suggestiva la trovata della Torre di inscenare una danza medievale sulle note della Carmina Burana. Bellissimo il gesto reverenziale del Leone, i cui figuranti hanno ricomposto il proprio simbolo al cospetto della giuria e festosa la combriccola del Gallo, che ha sfilato sul sottofondo di una musica medievale. “E’ stata un’esperienza straordinaria di partecipazione a tutto tondo della comunità sancascianese – dice ancora Mugnaini – che con grande eleganza e spontaneità ha condiviso, elogiato e sostenuto l’impegno delle contrade. Nonostante la grande affluenza di persone in paese, non si sono verificati problemi legati alla viabilità e alla sicurezza, e per questo occorre segnalare l’ottimo servizio svolto dalla polizia municipale e dal gruppo di protezione civile”. Insomma una giornata memorabile, sull’onda della quale già si pensa con entusiasmo alla festa del prossimo anno.

Tutte le “trovate”: dalla danza della Torre alla partita a scacchi del Cavallo


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BARBERINO • SAN CASCIANO • TAVARNELLE

trasformazioni. Il progetto di recupero è dell’architetto Aspesi. Costo, 250mila euro

La scuola è una palestra. Davvero Nell’edificio di via del Cassero,

Ilaria Biancalani

che ospitava le elementari,

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ora si svolgeranno corsi di judo, karate, attività a corpo libero per adulti e bambini e ginnastica dolce per anziani. Ma non solo: nella struttura è stato sistemato anche il materiale dell’archivio storico del Comune

l’inaugurazione della nuova palestra

opo un intervento frutto di un complesso progetto di ristrutturazione, l’ex scuola elementare di via del Cassero è adesso una palestra dedicata ad attività sportive nell’ambito delle arti marziali. E non solo. La disponibilità di un ulteriore e ampio locale ha reso possibile anche l’adeguata sistemazione del materiale dell’archivio storico del Comune. Firmato dall’architetto Gian Mario Aspesi, il progetto per il recupero e il frazionamento della palestra, che ha richiesto un investimento di 250 mila euro, si è proposto di intervenire sulle volumetrie preesistenti della struttura, suddividendola in due piani. La palestra ospiterà corsi di judo, karate, attività a corpo libero per adulti e bambini, percorsi di attività motoria adattata in convenzione con la Asl, ginnastica dolce per anziani. “Con la realizzazione di questo intervento – dicon l’assessore ai lavori pubblici Roberto Ciappi ed allo sport Renzo Masi – non solo permetteremo ai nostri uffici, in particolar modo al settore urbanistica, di implementare l’attività liberando gli spazi attualmente adibiti ad archivio, ma manterremo nel centro storico del capoluogo uno spazio facilmente raggiungibile dagli anziani e dalle persone che hanno difficoltà negli spostamenti”. Il taglio del nastro è stato caratterizzato da una serie di esibizioni, curate da “Uisp delegazione Valdipesa”, in collaborazione con la “Scuola di Budo A.S.D. Shin Do Kan”, che hanno previsto la presentazione dei corsi di Judo per bambini ed adulti, Difesa Personale Krav Maga rivolto a uomini e donne e Katori Shinto Ryu, nonché da una dimostrazione di Karate della “A.S.D. Ken Shin Kan”, storica associazione del territorio. Ma il mondo dello sport sa fondersi anche con la solidarietà. Il giorno successivo all’inaugurazione della palestra, proprio la ““A.S.D. Ken Shin Kan” ha organizzato il Trofeo Nazionale “DOYU”, il cui ricavato è stato interamente devoluto in favore dell’associazione “Per crescere insieme” con l’intento di sostenere e alimentare un sogno: realizzare un centro diurno rivolto a persone con disabilità.

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zoom Servizio civile

Quattro giovani per gli altri

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San Casciano, grazie al Servizio civile nazionale, i giovani aiutano i propri coetanei in difficoltà. Si chiamano Andrea Cigni, Giulia Mazzei, Claudio Reggio e Ilaria Norrito e sono i quattro ragazzi che il Comune ha selezionato per intraprendere un percorso formativo e professionale (della durata di un anno) nell’ambito del progetto “Movimento giovane”. Si tratta di un vero e proprio piano di interventi di carattere educativo-domiciliare che mira ad offrire un supporto didattico per il superamento delle difficoltà scolastiche, a dare sostegno ai minori perché incrementino le loro possibilità di autonomia e capacità relazionali, a favorire l’integrazione di questi ultimi nella realtà extrascolastica. I quattro giovani scelti dal Comune sono tutti volontari che hanno scelto di imparare nel mondo del lavoro il valore e il significato, di operare al fianco di altri ragazzi, lavorando in équipe nell’ambito di una struttura organizzata, consapevoli di svolgere un importante ruolo di supporto nei confronti di chi si trova in una situazione di disagio sociale. Le 1400 ore annue previste dal piano, e comprensive di un periodo dedicato alla formazione, saranno

infatti impiegate nello svolgimento di una serie di attività a carattere sociale: dall’accompagnamento al doposcuola nei centri diurni per minori, negli asili nido, nei centri di socializzazione, al sostegno ed affiancamento di minori in situazioni di svantaggio scolastico-sociale. I volontari sono chiamati anche ad effettuare servizio di accompagnamento a discipline sportive, laboratori, attività legate al tempo libero. Le funzioni svolte nell’ambito del Servizio civile nazionale vengono retribuite con un compenso netto di /I.B. 433,80 euro mensili.


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Barberino anziani vacanze per tutti i gusti Anche quest’anno l’Auser di Tavarnelle e Barberino organizza una serie di vacanze. Due le mete in Italia per la prossima estate, per cui sono aperte le iscrizioni: Pineto degli Abruzzi (Teramo) e Lido di Camaiore (Lucca). Per quanto riguarda la prima opzione, il soggiorno si svolgerà da 12 al 26 giugno, mentre la vacanza in Versilia si terrà dal 16 al 30 giugno. Le iscrizioni termineranno il prossimo 23 aprile. Si replica inoltre quest’anno il viaggio all’estero. Dopo il soggiorno in Giordania proposto nel 2010, che ha riscosso molto successo, dal 26 settembre al 3 ottobre è in programma un tour di otto giorni della Siria. Per informazioni è possibile rivolgersi all’Auser di Tavarnelle e Barberino ai numeri telefonici 340.6341634 e 333.9729130. casa della cultura “fAvole e musica” Prosegue il programma di “Favole in musica”, la rassegna dedicata ai bambini organizzata dalla Scuola di musica di Tavarnelle e Barberino, che mette in scena delle brevi storie raccontate tramite due diversi linguaggi: le parole e la musica. Il prossimo appuntamento si svolgerà sabato 30 aprile alla casa della cultura di Barberino con la storia di “Alighiero e il suo violino”. L’appuntamento si aprirà alle ore 17.30 con un laboratorio per conoscere da vicino gli strumenti musicali, poi alle 18 partirà il racconto della favola, musicata dagli allievi della scuola. teatro di marcialla jazz, arrivano i “quint’etti” Jazz protagonista al Teatro Regina Margherita di Marcialla. Sabato 16 aprile sul palco salirà una formazione di ottoni di Marcialla, i “Quint’etti”. I cinque componenti si sono uniti nel 2009 e propongono un repertorio vario e curioso, da Monteverdi a Bach, dal jazz al dixie, dallo swing alle composizioni contemporanee. Il quintetto è formato da Marco Bacci (tromba), Adriano Scoccati (tromba), Luigi Verdiani (sax contralto e clarinetto), Luca Coli (sax tenore) e Juri Pecci (sax baritono). L’appuntamento si inserisce nella rassegna “I colori del Jazz”, che dopo un anno di pausa, è tornata al Teatro di Marcialla. Per informazioni www.teatromargherita.org.

san casciano ex coop, i lavori proseguono Proseguono i lavori che porteranno alla realizzazione di sei minialloggi di edilizia residenziale pubblica per anziani nei locali ex Coop di Mercatale, una delle più significative opere pubbliche previste nel 2011. “L’opera attesta

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il giornale nel tuo comune

San Casciano

Tavarnelle

nuovi servizi in comune il consulente filosofico Il Comune lancia una nuova opportunità gratuita di informazione e approfondimento attraverso la figura del consulente filosofico. Periodicamente i cittadini potranno incontrare e confrontarsi con Maria Grazia Sandrini, docente di filosofia teoretica all’Università degli Studi di Firenze, nella sala riunioni di via del Cassero (uffici Anagrafe e Tributi) dalle 9.30 alle 11.30 (senza appuntamento). Partito lo scorso 25 marzo, il progetto propone altri tre incontri: l’8, il 29 aprile e 13 maggio. Il consulente filosofico è un professionista che, dopo la sua formazione superiore in filosofia e la sua pratica della ricerca filosofica anche in ambito teoretico, ha anche conseguito una formazione specifica che lo ha reso capace di affrontare con atteggiamento filosofico anche dialoghi vertenti su problemi concreti e quotidiani ed in presenza di dialoganti non esperti di filosofia. Il consulente filosofico opera sia consulenze singole che nel mondo aziendale, dove aiuta a migliorare la comunicazione e il clima interno. Il consulente non dà risposte ma aiuta alla riflessione e agevola la risposta che è dentro chi chiede aiuto. La consulenza filosofica non fa riferimento a nessun tipo di “strumento” psicologico o terapeutico. Per informazioni 055.8256235. Bilancio le tariffe non aumenteranno Il Comune di San Casciano riuscirà a garantire i servizi senza aumentarne i costi. nonostante i tagli previsti dal governo nazionale. “In una situazione di particolare difficoltà - annuncia il sindaco Massimiliano Pescini - soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, non chiederemo ulteriori sacrifici ai cittadini”. Nelle previsioni della relazione programmatica di Bilancio 2011, redatta dalla giunta comunale, la priorità è tenere alto il livello dei servizi lasciando inalterati tributi e tariffe. I costi relativi alla refezione si attestano, come lo scorso anno, tra 1,70 e i 4 euro a pasto, a seconda della situazione reddituale rilevata dall’Indicatore Isee. Confermato anche l’importo del trasporto scolastico che alle famiglie richiede un contributo che oscilla tra i 110 e i 310 euro per il primo figlio, tariffa sulla quale viene applicato uno sconto del 20 per cento per il secondo figlio, un’agevolazione del 40 per cento sul terzo figlio che aumenta fino all’80 per cento per il quarto figlio. Chi decide di usufruire del solo servizio di sola andata o ritorno ha diritto a pagare il 65 per cento della tariffa che dovrebbe sostenere per intero. Quanto alla retta di iscrizione relativa al servizio di asilo nido, la tariffa va dai 240 ai 430 euro mensili (tempo lungo), dai 200 a 400 euro mensili (tempo corto). 150 anni dell’unità d’italia tito chelazzi, un sancascianese per l’indipendenza Un garibaldino che lottò eroicamente per l’Indipendenza nazionale e aveva la passione per l’arte, la pittura e i fiori. Un artista sancascianese, conteso da regnanti di mezza Europa, apprezzato dalla Regina Margherita per la sua grande abilità nel decorare specchi e dipingere fiori e frutta. E’ con la riscoperta di Tito Chelazzi che il gruppo La Porticciola, in collaborazione con l’amministrazione comunale, ha dato la sua personale impronta al calendario delle celebrazioni promosse dal Comune in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Tito Chelazzi è il pittore ed eroe garibaldino che la comunità sancascianese ha ricordato con una mostra, allestita nella sala del Circolo Acli di San Casciano. Tito Chelazzi si distinse in particolar modo nella battaglia di Bezzecca (21 luglio 1866), sopravvivendo con altri compagni ad uno scontro che, seppur sanguinoso, si rivelò vittorioso. Noto per le sue virtù morali e civili, il pittore ricevette molte onorificenze tra cui quella di Cavaliere della Corona e fece parte di varie accademie. Queste ed altre note relative alla sua biografia sono contenute in un portfolio curato da Otello Pampaloni che, oltre ad accogliere dodici stampe floreali dell’artista, ripercorre alcune delle principali vicende della vita intensa del pittore garibaldino.

l’impegno dell’amministrazione comunale - dice il vicesindaco Luciano Bencini - teso a dare una risposta concreta al problema casa. Si tratta di un intervento che mira ad incrementare il patrimonio Erp, grazie ai finanziamenti ottenuti dal Comune attraverso la partecipazione ad un bando regionale”. Ammonta a circa 500mila euro l’entità dell’investimento che la Regione Toscana ha stanziato a favore del recupero dell’edificio di piazza del Popolo a Mercatale, cui sono da aggiungere quasi 700mila euro per l’intervento analogo previsto nell’ex scuola elementare di Cerbaia. inaugurato il fontanello E’ stata una festa molto partecipata, dedicata ai bambini e alle famiglie, caratterizzata da un ricco programma di intrattenimento e animazione ispirato al rapporto tra gioco e acqua, quella che lo scorso 26 marzo ha accompagnato la cerimonia inaugurale del terzo fontanello del territorio comunale. Dopo gli ecofontanelli

di Cerbaia e Mercatale anche il capoluogo è stato dotato di un erogatore di acqua di alta qualità. L’impianto è stato installato nei giardini del Piazzone. Al taglio del nastro hanno preso parte il sindaco Massimiliano Pescini, l’assessore provinciale all’Ambiente Renzo Crescioli e gli assessori Carlo Savi (Ambiente) e Chiara Molducci (Cultura). Barberino zambra Proseguono i lavori per la realizzazione del camminamento pedonale sulla strada regionale 429, in località Zambra. Gli interventi, per un costo di 40mila euro, prevedono anche interventi per le fognature e per il potenziamento dell’illuminazione pubblica. In seguito del cantiere, è stato istituto un senso unico alternato in orario 8-18, nel tratto al km 44. nuova scuola di bustecca

errata corrige prelievi del sangue, gli orari Nel numero di marzo de Il Reporter, nell’articolo a pagina 5, a causa di una svista è stato riportato in modo errato l’orario in cui è possibile prenotare i prelievi del sangue al distretto sanitario “Il Borghetto” di via Naldini 44. Gli utenti possono fissare il prelievo il lunedì dalle ore 10 alle 11, il venerdì dalle 10 alle 11 e il sabato dalla 9.30 alle 10.30. Le prenotazioni possono essere effettuate al distretto oppure telefonicamente ai numeri 055.8050666, 055.8050667 o 055.8050669. Ci scusiamo con i lettori per l’imprecisione. scuola riduzioni per mensa e bus C’è tempo fino al prossimo 30 settembre per presentare l’attestazione Isee per la riduzione della tariffe per il servizio di mensa scolastica e per il trasporto per l’anno scolastico 2011/2012. Recentemente è scaduto il termine per le domande di iscrizione, adesso le famiglie che hanno chiesto una riduzione hanno qualche mese di tempo per fornire la documentazione necessaria. Tutte le informazioni sul servizio sono disponibili ella sezione “Guida ai servizi servizi scolastici” del sito del Comune di Tavarnelle. E’ possibile richiedere all’Urp anche il servizio di consultazione online di itinerari, orari e fermate dei pulmini. SAPORI TIPICI LE “MERENDE DI PRIMAVERA” Ha riaperto i battenti a fine marzo il museo d’arte sacra di Tavarnelle Val di Pesa, che si trova al primo piano della canonica di San Piero in Bossolo e ospita la raccolta di opere d’arte e testimonianze documentarie delle chiese di San Pietro in Bossolo e di San Donato in Poggio. Il museo è aperto durante il fine settimana, il sabato e la domenica, dalle 16 alle 19. Per le visite di gruppi durante la settimana è possibile prenotare telefonando allo 055.8077195 o 055.8077050 o 055.8077147. Il Museo di arte sacra è nato dalla convenzione tra il Comune e la parrocchia di San Pietro e di Santa Lucia a Tavarnelle, con la collaborazione della Curia di Firenze, della Regione Toscana, della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici, della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Firenze.

Va avanti la procedura per assegnare i lavori della nuova scuola elementare di Barberino che andrà a completare il polo scolastico in località Bustecca. A fine aprile è prevista la scadenza del bando, con la successiva assegnazione degli interventi. La struttura dovrebbe essere conclusa entro il 2013. Le opere avranno un costo di 4,8 milioni di euro, spesa finanziata dal Comune di Baberino, da quello di Tavarnelle, dalla Provincia di Firenze e dalla Regione Toscana. tavarnelle palazzo malaspina Sono in corso i lavori per il restauro conservativo del Palazzo Malaspina a San Donato in Poggio. Concluse le opere sulla facciata, gli interventi interessano ora gli impianti interni, oltre alla pavimentazione della struttura. I lavori, che sono costati quasi 2 milioni di euro e che hanno ricevuto anche un finanziamento della Regione Toscana, dovrebbero concludersi entro l’autunno.


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l’inchiesta

Aprile 2011

ZOOM/1. Molte le persone tra i 15 e i 64 anni alle prese con il problema

In città sono undicimila gli “schiavi della bottiglia” Livorno, arezzo e pisa seguono a ruota in questa triste classifica. La dottoressa Londi: “Dà maggiore dipendenza delle sostanze e delle droghe più conosciute” Antonio Passanese

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lcolici e superalcolici, in Italia, attraggono sempre più i giovani. Si calcola che siano quasi 500mila, in tutto lo Stivale, i ragazzi che bevono troppo, a volte fino al coma etilico. Un dramma che colpisce in modo trasversale, senza alcuna distinzione, molte famiglie, che si trovano a dover fare i conti con un problema il più delle volte sottovalutato. Da uno studio condotto dal Ministero della Salute emergono dati impressionanti: “La percentuale di coloro che consumano alcol al di fuori dei pasti è aumentata significativamente negli ultimi dieci anni – chiarisce il report – in particolare per via del cosiddetto ‘binge drinking’, ovvero il bere appositamente per ubriacarsi, consumando grandi quantità di alcol nel giro di poche ore”. Stando ai dati, l’atteggiamento riguarderebbe più del 20 per cento dei ragazzi fra i 18 e i 24 anni e il 17,4 fra i 25 e i 44 anni. Fra le ragazze, la percentuale complessiva è del 7,9%, ma nella fascia d’età fra gli 11 e i 15

anni la quota è più alta rispetto ai coetanei maschi. In Toscana le cose non vanno certamente meglio, e sono sempre di più i giovani che si rivolgono a strutture specializzate per curarsi dall’alcol-dipendenza. Nella sola provincia di Firenze sono quasi 11mila gli alcolisti tra i 15 e i 64 anni. A ruota, nella classifica delle città dove si alza troppo il gomito, si trovano Livorno (4.484 alcolisti), Arezzo (4.439) e Pisa (4.318). Si calcola, ancora, che i ricoveri ospedalieri tra i minori di 14 anni (maschi e femmine) invece siano pari al 6,5 per cento. Un’enormità. Molte volte sono gli stessi genitori a rivolgersi ai professionisti del Centro alcologico regionale dell’ospedale di Careggi, dove si viene sottoposti a un percorso, soprattutto psicologico, nel quale è necessaria anche la presenza della famiglia. “L’alcol – afferma la dottoressa Ilaria Londi del Car – è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e capace di indurre una dipendenza superiore rispetto alle sostanze o

alle droghe illegali più conosciute. L’alcol puro, apportando 7 chilochilocalorie per grammo, non è una sostanza nutriente, in quanto il nostro organismo non lo utilizza per portare avanti le sue funzioni. È invece una delle cause di danno diretto a molti organi: i più colpiti sono il fegato e il sistema nervoso centrale. I giovani, le donne e gli anziani sono considerati i soggetti più vulnerabili, perché il loro organismo ha una ridotta capacità di metabolizzare l’alcol”. Il Centro alcologico, negli ultimi anni, ha ottenuto grandi risultati tra i ragazzi, sperimentando il “Mese della Prevenzione”, un progetto approvato anche dal Ministero. “Il risultato più grande – sottolinea la dottoressa Londi – è stato quello di realizzare materiali informativi omogenei su tutto il territorio nazionale, di diffondere i punti di riferimento per questo tipo di problematiche e di iniziare a parlare di alcol in termini di rischi e non solo di piacevole bene e patrimonio della nostra cultura”.

La Mappa

IL PROgEttO

Adolescenza, incontri sul dialogo con i figli

L’

adolescenza può essere un momento delicato per un ragazzo, ma anche per i genitori alle prese con momenti di tensione e una comunicazione non sempre facile con il figlio. Per aiutare gli adulti ad aprire un dialogo in questa fase complessa, a Firenze è ripartito un ciclo di incontri con un’equipe di esperti. Si tratta una serie di discussioni di gruppo, condotte da psicoterapeuti e operatori specializzati. I prossimi appuntamenti sono in programma al Centro Java, in via Pietrapiana, il 12 e il 26 aprile, dalle 18 alle 20. L’iniziativa “Adolescenti e famiglia. Le parole per dirlo” è la seconda parte di un progetto finanziato dalla Regione e promosso dalla Società della salute di Firenze, dall’azienda sanitaria di Firenze e da Alesia 2007 Onlus, associazione impegnata nella lotta al disagio giovanile. “I genitori chiedono spesso come instaurare una comunicazione profonda con i figli adolescenti – spiega Renata Sardi, psicoterapeuta responsabile dell’equipe scientifica di Alesia 2007 - dopo una prima parte del progetto dedicata alle varie figure all’interno della famiglia, adesso affrontiamo l’argomento del dialogo: in quale modo uscire dalla propria individualità e creare un confronto circolare con tutti i componenti del nucleo familiare”. Circa 70 genitori hanno partecipato alla prima parte del progetto, tra novembre 2010 e febbraio 2011. Per informazioni: alesia2007onlus@gmail. com o www.alesia2007onlus.it.

Numerose le “zone rosse” che, al calar del sole, diventano teatro di eccessi e inciviltà

Torna la movida della bella stagione. E le “notti brave” si moltiplicano

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rriva la bella stagione, tempo di movida. Lo svago estivo, però, non si coniuga solo con il divertimento, ma anche con il degrado. Esistono infatti alcune “zone rosse” della città, luoghi da cartolina di giorno che si trasformano in ricettacolo di degrado di notte. Un problema che il centro storico conosce fin troppo bene. Uno dei luoghi di culto per la movida fiorentina è senz’altro il quartiere di Santa Croce, attraversato in lungo e in largo da notti “movimentate”, tra la Biblioteca Nazionale, Sant’Ambrogio e San Pierino. E il risultato è sotto gli occhi di tutti il mattino seguente, quando la piazza, sotto

l’austero sguardo di Dante, assomiglia a una discarica a cielo aperto di vetri frantumati durante una notte di eccessi. Poco più in là, cambia il quartiere ma non la situazione. Zona San Lorenzo, di giorno un viavai continuo di turisti che affollano il mercato, di notte spopolato fino ad apparire inquietante. Il selciato della Basilica trasformato in pattumiera, lungo le Cappelle Medicee si respira l’odore acre lasciato dai bivacchi, e le vie limitrofe (via Sant’Antonino, via Panicale, via Faenza, via dell’Ariento, via Chiara, via Melarancio) sono segnate da rivoli d’urina. E ancora, l’Oltrarno con la sua identità “viola-

ta” da notti difficili. Camminare a piedi da soli (soprattutto se si è donne) tra via Maggio e piazza Santo Spirito può mettere le palpitazioni, ed è un vero oltraggio alla bellezza che l’intero quartiere regala, strangolata dalla presenza di chi esagera. E se la piazza è gremita di giovani che affollano i locali, basta voltare l’angolo, in via del Presto di San Martino, la strada che corre sul lato destro della basilica, per assistere a episodi come risse e lanci di bottiglie. Anche per questo, come ogni anno a Palazzo Vecchio sono al lavoro per contrastare il de/G.B. grado nelle piazze più a rischio.

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l’inchiesta

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ZOOM/2. Un ruolo fondamentale nel percorso di disintossicazione è svolto dai genitori

Tanti, troppi diciottenni in terapia sono oltre centocinquanta, a firenze, coloro che si rivolgono ai gruppi di alcolisti anonimi, per liberarsi dalla prigionia del bere. e oggi si contano (purtroppo) anche molti giovanissimi Giuditta Boeti

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uando il pensiero diventa fisso, ossessivo, non si può più parlare di un innocuo vizio ma più drammaticamente di dipendenza. Una schiavitù che imprigiona giovani e meno giovani, una assuefazione fisica e mentale che le associazioni di recupero degli alcolisti conoscono bene. “Chi arriva da noi soffre di un disagio esistenziale, vivendo una vita che non ha più un senso”, racconta Claudia, responsabile dei comitati esterni della Toscana, gruppo Alcolisti anonimi. “Stiamo seguendo alcuni ragazzi giovanissimi, molti intorno ai 18 anni, che sono incredibilmente schiavi della bottiglia più di un adulto. Perché per certi ragazzi bere diventa l’unico modo per aggregarsi e trovare relazioni con altri giovani”. Una trappola, dunque, che non fa sconti a nessuno. L’aiuto offerto al paziente è totalmente anonimo e gratuito: si tratta infatti di gruppi di auto-aiuto, che non contemplano la presenza di psicologi o educatori. “Chi frequenta gli Alcolisti anonimi lo fa senza vergogna, perché il nostro è una sorta di percorso spirituale con il quale si impara a vivere senza bere”. L’associazione, che nasce negli Stati Uniti nel 1935, raccoglie oggi a Firenze circa otto gruppi di auto-aiuto, frequentati da un minimo di tre a un massimo di 30 membri, per un totale di oltre 150 persone. “In Toscana – continua la responsabile – c’è ancora molta omertà nel riconoscere la

presenza, all’interno di una famiglia, di un figlio alcolizzato. Paradossalmente, è più facile ammettere che sia drogato. Eppure l’alcol fa più vittime di tutte le droghe, essendo una sostanza subdola che si insinua come una malattia dell’anima”. Recentemente si stanno sviluppando nuovi gruppi terapeutici, per sconfiggere il mostro dell’alcol. Al momento una formula efficace è il percorso terapeutico dell’orientamento “all’esterno”: quando il paziente riesce ad applicare all’esterno i comportamenti acquisiti all’interno del gruppo può, grazie a questi modelli di comportamento appresi, instaurare nuovi rapporti interpersonali. Per utilizzare sui giovani questa terapia un ruolo fondamentale lo hanno i genitori. Sono loro che devono “disintossicarsi” (pur non avendone necessità) per dimostrare ai figli come si possa riuscire a vivere senza toccare una goccia d’alcol. Dunque, il primo passo è fermarsi e riconoscere il problema, avere la consapevolezza del bivio di fronte al quale compiere una scelta, una scommessa per se stessi e per il proprio futuro. La vittoria arriva già con la scelta di entrare in terapia, un cammino faticoso, certo, ma che conduce verso la riconquista della libertà. A sentir parlar i responsabili dei centri di ascolto e aiuto si scopre un mondo fatto di storie contrastate, di grandi dolori, di perdite e di sofferenze, ma anche di gioie, recuperi e riappropriazioni.

L’InTervIsTa Parla il professor Valentino Patussi, responsabile del Centro alcologico regionale di Careggi

“I ragazzi sono il target di messaggi promozionali pericolosi”

V

alentino Patussi, responsabile del Centro alcologico regionale dell’ospedale Careggi di Firenze, è uno dei massimi esperti italiani in “patologie alcol correlate”. Cosa spinge un ragazzo di 11 anni ad avvicinarsi all’alcol? Quando parliamo di ragazzi di 11 anni che bevono, facciamo riferimento al primo contatto con l’alcol che avviene solitamente in famiglia. I ragazzi, però, sono già da quell’età target di messaggi promozionali legati alle bevande alcoliche, che da un lato minimizzano i rischi connessi al bere, e dall’altro incentivano i consumi di particolari tipologie di bevande pensate ad hoc.

Quando una famiglia deve rivolgersi al Car? Una famiglia può rivolgersi al Centro di alcologia e patologie correlate in ogni momento lo ritenga necessario, anche per reperire informazioni generali. Nelle situazioni specifiche sia la persona che decide di fare qualcosa per il proprio problema, che i familiari o le persone vicine, possono chiamare il Centro e prendere un appuntamento per un primo colloquio con l’infermiere. Non è necessario che la persona che beve sia la prima con cui si lavora. Può accadere, ed è molto frequente, che chi ha direttamente il problema lo neghi o non se ne voglia far carico. Una volta fatto il primo colloquio ven-

gono attivate le figure di riferimento. Il medico per la parte gastroenterologica, lo psichiatra e lo psicologo. L’infermiere fa il “case managment” che monitora l’andamento generale del percorso, che altrimenti potrebbe risultare frammentato. Da anni organizzate il “Mese della prevenzione alcologica”: quali risultati avete raggiunto? Il Mese della prevenzione rappresenta lo sforzo dell’alcologia di comunicare con la popolazione in generale. Dalle stanze dei medici siamo arrivati a parlare con la gente e a comunicare le evidenze /A.P. scientifiche in modalità idonee alla popolazione.

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società

Aprile 2011

CAsA&CO. Non c’è condominio che non conosca conflitto. Ma i procedimenti legali sono in calo

Questa è una guerra di pianerottolo Tra le principali cause di litigio i rumori molesti e i panni gocciolanti stesi sul terrazzo,

che acuire le acredini. A meno che non si riesca a raggiungere un accordo bilaterale prima del verdetto. In questo senso va il decreto approvato lo scorso marzo, che rende obbligatorio il passaggio dalla commissione di arbitrato prima di andare davanti al giudice. Altra strada da percorrere può essere quella del mediatore sociale: a Firenze c’è uno sportello ad hoc in ogni quartiere, aperto un giorno la settimana. E c’è quasi sempre la fila.

ma anche cani, gatti e perfino i conigli domestici. Quattro casi su dieci finiscono in tribunale, ma le alternative ci sono: spesso più efficaci, comunque meno costose Francesca Puliti

C’

C’è chi getta deliberatamente scarti o peggio dalla finestra

IL Corso Palazzi multietnici

Il mediatore parla straniero

H

L’ARMONIA della cottura perfetta

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è chi vieta l’uso dell’ascensore al cane del vicino, chi getta mozziconi di sigaretta e cotton fioc nel giardino altrui, chi sbatte i tappeti alle 6 del mattino e chi chiede i rilievi fonometrici alla Asl a causa dei figlioletti urlanti del dirimpettaio di pianerottolo. Benvenuti in trincea, anzi no, in condominio, dove la guerra è di posizione, le questioni di confine (del posto auto) comportano imboscate e rappresaglie e la battaglia può durare un giorno o più probabilmente una vita. Al primo posto tra le cause di conflitto di vicinato i rumori più o meno molesti: spostamento di mobili, musica a tutto volume, elettrodomestici in funzione alle ore piccole. Ma più spesso bastano un paio di tacchi a scatenare reazioni infastidite. Al secondo posto tutto ciò che cade/gocciola/viene deliberatamente gettato dai “piani alti”. C’è chi non si limita alle briciole della tovaglia: blog specifici e racconti di vita quotidiana parlano di interi scarti di cibo “defenestrati”, fino ad arrivare a profilattici e assorbenti “caduti”. Di fronte a cronache di questo tipo, chiunque abbia protestato per i panni stesi gocciolanti si faccia un esame di coscienza. Entrano in classifica anche gli animali domestici: dati del 2009 raccolti da Aidaa parlano di un litigio ogni 12 minuti in Italia, in aumento rispetto agli anni precedenti. In quasi due terzi dei casi sono i cani a essere poco tollerati, il 26% delle volte si discute di gatti (o di “gattare” che danno da mangiare ai cuccioli nel cortile interno), mentre ben il 2% dei conflitti è provocato dai pacifici conigli. C’è poco da stare allegri, perché chi è coinvolto nella diatriba rischia talvolta un esaurimento nervoso. E si tratta di guerre senza quartiere, nel vero senso della parola: dal palazzo di pregio alla casa popolare, le risse di pianerottolo sono all’ordine del giorno. Tant’è che spesso si arriva in tribunale. “Su dieci contenziosi – spiega Simone Porzio, presidente del Sunia, il sindacato degli inquilini – quattro proseguono per vie legali”. Ma il dato è in calo: “Fino a pochi anni fa si parlava di 7 casi su 10”. Non fatevi illusioni, però, perché “è solo una conseguenza della crisi economica – continua Porzio – che ha costretto molti a far marcia indietro per evitare le spese”. Già, perché spesso si tratta di soldi buttati al vento: durante il procedimento i battibecchi si intensificano e la sentenza non fa altro

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u, Assan, Mourad, Lovinescu. Più che un amministratore di condominio talvolta servirebbe un interprete, in grado di far dialogare culture e abitudini diverse. Con campanelliere sempre più multietniche i motivi di scontro si moltiplicano, come minimo per il numero di lingue parlate. Nasce così il progetto-scommessa della Provincia di Firenze: formare mediatori condominiali multietnici, in grado di dirimere le questioni tra vicini che non parlano la stessa lingua, nemmeno in termini di regole e di uso degli spazi comuni. L’iniziativa è stata lanciata, anche su segnalazione del Sunia, lo scorso mese. “Adesso si tratta di selezionare un’agenzia in grado di svolgere l’attività di formazione – spiega Sandra Breschi, responsabile della Direzione Istruzione – in modo da aprire i corsi”. In pratica si tratta di imparare a conoscere le abitudini altrui e a mediare nelle tensioni, dai vicini che si lamentano dell’odore del cibo straniero a chi non sopporta le “invasioni” del vano scale con poltrone o altri oggetti di uso privato. Le lezioni si rivolgono ai responsabili di condominio, ovvero a coloro che si incaricano dell’autogestione delle case popolari, su base volontaria. Le iscrizioni si apriranno presumibilmente in questi primi giorni di aprile, presso l’agenzia scelta e la Provincia stessa, ma chi volesse avere informazioni prima o “prenotarsi” può già rivolgersi alla Direzione Istruzione di via Capo di Mondo. Circa 80mila euro i fondi investiti dalla Provincia in un progetto di formazione che, oltre all’aspetto della comunicazione interculturale, abbraccia anche le politiche ambientali. L’altro cardine del corso riguarda infatti il risparmio energetico e la raccolta differenziata, temi su cui c’è ancora molto da lavorare per sensibilizzare i cittadini.



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sulla strada

Aprile 2011

dOssIER/1. Da Firenze parte un progetto per evitare 58 vittime nel prossimo decennio

Si chiama David e di mestiere salva vite parla il padre di Lorenzo Guarnieri, il 17enne travolto e ucciso

Gianni Carpini

da uno scooter lo scorso giugno nel parco delle Cascine:

I

n Italia uccide più la macchina che la pistola. Ogni anno, nel nostro Paese, muoiono quasi 5mila persone a seguito di incidenti stradali: una strage. Da Firenze parte allora un progetto che, guardando alle positive esperienze di altri paesi europei, mira a salvare 58 vite nei prossimi 10 anni. Si tratta di un piano di azioni integrate, appoggiato dal Comune di

“stiamo scrivendo una proposta di legge popolare per l’introduzione del reato di omicidio stradale”

foCUs Molti erano giovani

23 le tragedie dell’anno scorso

L

uno dei luoghi di

firenze

in Cui è avvenuto un inCidente mortale

(foto

di

giuseppe della maria)

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a lista dei morti sulle strade fiorentine è lunga. Solo l’anno scorso 23 persone hanno perso la vita a seguito di incidenti. Nei primi due mesi di quest’anno si è registrata già una vittima, mentre sono 536 i feriti. Tra i casi che hanno scosso la città c’è proprio quello di Lorenzo Guarnieri, morto a soli 17 anni e mezzo. È stato travolto da uno scooter, nella notte tra il primo e il 2 giugno 2010, mentre si trovava nel parco delle Cascine. Alla guida del motorino c’era un uomo di 45 anni, che è risultato poi essere sotto effetto di alcol e stupefacenti. Dodici ore prima un’altra tragedia aveva sconvolto Firenze e un altro incidente stradale si era portato via una ragazza di soli 22 anni: Ilaria Tacchinardi. La giovane viaggiava a bordo del suo motorino insieme alla sorella 12enne, quando il mezzo è stato colpito in pieno da un furgone passato con il rosso, all’incrocio tra via Rocca Tedalda e lo stradone di Rovezzano, nella zona di Firenze Sud. Altra tragedia nei primi mesi dell’anno scorso. Roberto Bognanno, 29enne di origini siciliane, è stato ucciso il 24 febbraio mentre attraversava sulle strisce al semaforo che si trova all’incrocio tra viale Fratelli Rosselli e via della Scala, vicino a Porta al Prato. Un autobus Ataf della linea 6 lo ha travolto. Ancora sangue sulle strade, in via dei Della Robbia, il 17 ottobre scorso. Luigi Laudisa, 93 anni, ex ufficiale della Marina, è stato investito da una macchina mentre attraversava sulle strisce per andare a comprare il giornale. Diverse ore più tardi l’uomo al volante dell’auto pirata, una guardia giurata di 48 anni, ha telefonato alla polizia municipale e /G.C. si è costituito.

Firenze e portato avanti dall’associazione Lorenzo Guarnieri, intitolata al giovane che, nello scorso giugno alle Cascine, è stato travolto e ucciso da uno scooter guidato da un uomo sotto l’effetto di alcol e droga. Il progetto si chiama “David”, acronimo che sta per “Dati e analisi”, “Aderenza alle regole”, “Vita e educazione”, “Ingegneria” e “Dopo la violenza”. Tra le misure previste lo studio da parte di McKinsey, prestigiosa società di consulenza, degli incidenti stradali in città, che porterà a sviluppare un piano salva-vite. “L’iniziativa nasce dalla mia esperienza personale – racconta Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo - da quando ho perso mio figlio mi sono accorto che la questione della sicurezza stradale non è affrontata in modo scientifico e integrato, come succede nel nord Europa, dove i tassi di mortalità sulle strade sono molto più bassi”. Questa lotta passa da diversi aspetti, anche da quello legale. L’associazione sta scrivendo una proposta di legge popolare per l’introduzione del reato di omicidio stradale, che in Inghilterra esiste dal 1988. La raccolta di firme per portarla in Parlamento dovrebbe partire verso la fine di maggio. “I giudici si posizionano spesso sui minimi della pena, non tenendo conto della gravità del fatto – spiega ancora Guarnieri - questo tipo di reato è classificato all’interno dell’omicidio colposo, che spesso fa riferimento al caso e all’incidentalità. Non viene considerato il cosiddetto ‘dolo eventuale’: se una persona si mette alla guida ubriaca, accetta il rischio che può uccidere”. In Italia le regole per chi guida sotto effetto di alcol e droghe sono diventate più severe negli ultimi anni, ma non abbastanza, secondo Guarnieri. “Nel caso di omicidi stradali in Inghilterra è previsto l’arresto immediato, nel nostro Paese viene tolta la patente per un anno e sequestrato il mezzo. L’uomo che ha ucciso mio figlio, ad esempio, tra pochi mesi potrà rimettersi alla guida”. Il progetto David mira a un cambiamento di mentalità. “Ci sono dei comportamenti che devono essere modificati, attraverso educazione, campagne di comunicazione e incentivi. La regola è semplice: quando si guida non si beve. Chi si mette al volante dopo aver bevuto deve essere consapevole che può ammazzare una persona. In Italia uccide più la macchina che la pistola: ogni anno nel nostro Paese muoiono 400 persone per omicidi da arma da fuoco, quasi 5mila perdono la vita a seguito di incidenti stradali”. Infine arriva un appello per i familiari delle vittime della strada: “Non bisogna rinchiudersi nel dolore, ma dobbiamo lottare perché le nuove generazioni vivano in un mondo più sicuro”.

Dobbiamo lottare perché le nuove generazioni vivano in un mondo sicuro


sulla strada

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dOssIER/2. La periferia ovest risulta essere la zona più pericolosa della città

mappa del rischio, via Baracca bocciata Luca Squarcialupi

È

la periferia ovest di Firenze la zona più pericolosa della città per quanto riguarda la sicurezza stradale. In quest’area ricadono infatti ben quattro delle cinque arterie con il maggior numero di incidenti. Ma non solo. Dei dieci incroci ad alta incidentalità, sei si trovano nel quartiere 5. La mappa è stata stilata dalla polizia municipale, che ha diffuso i dati relativi all’anno scorso. Ad aggiudicarsi il triste primato di strada più pericolosa è via Francesco Baracca, lungo la quale - durante il 2010 - sono stati rilevati quasi 90 sinistri, 88 per l’esattezza. 141 i veicoli, tra auto, moto e ciclomotori, rimasti coinvolti, oltre a 25 pedoni. Sempre in via Baracca si trova un’intersezione a rischio, quella con via Baracchini (qui l’anno scorso gli scontri sono stati 9). Altre tre direttrici ad alto tasso di incidentalità gravitano nella stessa zona della città. In dodici mesi via Pistoiese ha visto 80 incidenti (con quasi 140 mezzi su due e quattro ruote interessati), men-

tre l’incrocio con via Vespucci è il nono per pericolosità a Firenze. Sessantadue sinistri si sono verificati in via di Novoli e 59 in viale Guidoni. Scorrendo la “classifica” delle zone a rischio, è evidente che sono proprio le strade altamente trafficate il luogo dove avviene il maggior numero di scontri. Viali e carreggiate intasate ogni giorno da migliaia di veicoli. Al quinto posto per quantità di incidenti c’è viale Filippo Strozzi, che corre tutto attorno alla Fortezza da Basso, dove durante il 2010 sono stati 58 i sinistri. Seguono via Pisana, via Baccio da Montelupo (entrambe nella zona del quartiere 4), viale Fratelli Rosselli e viale Francesco Redi. L’incrocio più pericoloso è quello tra via Arnolfo e viale Orcagna, nei pressi del lungarno del Tempio, con undici incidenti. Dieci sinistri sono stati invece rilevati all’intersezione tra via Doni e viale Redi. Ai dati della polizia municipale si aggiungono le rilevazioni del progetto europeo Epca (European pedestrian crossing assessment), che si

Triste primato con 88 sinistri: a dirlo è un rapporto della polizia municipale. Un’indagine europea promuove invece piazza Beccaria

dOssIER/3. Positiva inversione di tendenza nel 2010

meno incidenti, feriti e morti

M

eno incidenti, meno feriti e meno morti. Il 2010 ha visto un’inversione di tendenza per quanto riguarda il numero di incidenti sulle strade della provincia di Firenze, stando al dossier curato dalla Prefettura. L’anno scorso è diminuito il numero dei sinistri: segno meno sia per quelli con feriti (-6 per cento) sia per quelli mortali (-4,3 per cento). Un dato in controtendenza rispetto al 2009, quando gli incidenti erano cresciuti del 2,9 per cento. In flessione il numero delle persone che hanno perso la vita: 69 nel 2010, mentre erano state 73 nel 2009, 77 nel 2008 e 80 nel 2007. La ricerca conferma che i mesi più pericolosi, in cui si registra un picco di incidenti, sono aprile, maggio, giugno e settembre, mentre agosto resta il periodo meno critico. A rischio sono soprattutto i giorni del fine settimana e la fascia oraria del pomeriggio: ben due incidenti su 5 avvengono tra le 13 e le 19. I sinistri si verificano soprattutto nei centri abitati e alto resta il numero dei pedoni coinvolti (420 persone su 5.601 incidenti con feriti), nonostante si sia dimezzato rispetto al 2009. Sul banco degli imputati finiscono i comportamenti scorretti al volante: a causare gli incidenti sono soprattutto l’eccesso di

velocità, la guida distratta, l’inosservanza della precedenza e il mancato rispetto della distanza di sicurezza, oltre alla guida sotto effetto di alcol e droga. L’anno scorso, in provincia di Firenze, sono state 1.086 le persone pizzicate alla guida dopo aver alzato un po’ troppo il gomito, 90 quelle al volante sotto effetto di stupefacenti: per tutti loro è scattato il ritiro della patente. In entrambi i casi si tratta comunque di dati in calo rispetto al 2009. Sempre l’anno scorso, prendendo in considerazione solo il territorio comunale di Firenze, sono stati 3.751 gli incidenti rilevati, un dato che ha visto una costante diminuzione negli ultimi tempi: basti pensare che quattro anni fa erano stati 1.600 /G.C. in più.

un tratto di via

BaraCCa

occupa in particolare di sicurezza dei pedoni, andando ad analizzare gli attraversamenti di 18 città dell’Ue. Tra questi, 15 si trovano a Firenze. L’indagine, pubblicata dall’Aci, ha promosso a pieni voti le strisce e il semaforo di piazza Beccaria, considerato il migliore attraversamento pedonale in Italia e il ventiduesimo tra quelli

analizzati in Europa. Firenze è uscita bene da questa classifica, risultando all’ottavo posto. Non mancano però le criticità. Secondo la ricerca, il peggior attraversamento della città si trova in via Bronzino, nei pressi di piazza Gaddi, dove le auto parcheggiate negli spazi a pagamento coprono la visuale ai veicoli in arrivo. Ma quali

sono le zone più a rischio in città? Il Reporter sta raccogliendo le testimonianze di tutti i lettori per creare una “mappa” delle strade più pericolose. È possibile inviare una mail, corredata anche da foto, all’indirizzo redazione@ilreporter.it. Le segnalazioni saranno pubblicate su questo mensile e sul nostro sito www.ilreporter.it.


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itinerari

Aprile 2011

sÌ VIAggIARE/1. Con la bella stagione torna la voglia di scampagnate e pic-nic all’aria aperta

Primavera, è tempo di gite fuori porta De GUsTIBUs

Dalla rievocazione medievale di panzano

Scatta l’ora delle prelibatezze

Pasqua, a tavola vince la tradizione. E l’Artusi

alla passeggiata in bici a Cerreto Guidi, fino

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alla sagra del tortello di Borgo san Lorenzo: gli appuntamenti da non perdere Ludovica V. Zarrilli

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di formaggio e baccelli a La Massa, frazione di Incisa Valdarno, che dal 1° al 31 maggio offre ai viandanti uno degli abbinamenti più saporiti della tavole toscane, mentre nello stesso periodo, a Mercatale in Val di Pesa, c’è “I’ vino della mi’ cantina”, speciale degustazione di nettari locali. Ma scampagnata non è solo sinonimo di abbuffata, e anche gli sportivi o gli amanti della natura e dell’arte troveranno pane per i loro denti. Il Comune di Fiesole, ad esempio, organizza una serie di passeggiate (con cadenza settimanale) alla riscoperta degli itinerari più belli del territorio, per riscoprire i boschi e i parchi delle ville (info e date su www.comune.fiesole.fi.it). Per gli appassionati

del genere il 17, nella piazza principale di San Casciano in Val di Pesa, torna il moto e auto raduno, mentre il 25 a Panzano in Chianti c’è la Fiera annuale della stagione bona, con annessa rievocazione medievale. Lo stesso giorno, gli appassionati di due ruote potranno sbizzarrirsi a Cerreto Guidi, con la passeggiata in bicicletta. Anche Empoli e Montelupo Fiorentino danno spazio ai ciclisti, soprattutto in erba, durante la manifestazione Bimbinbici, nei primi giorni di maggio. E, per finire, i fiorentini doc non potranno dire di no a un giro in barchetto sull’Arno, che dall’inizio di maggio e per tutta l’estate tornerà ad attraversare in lungo e in largo il fiume d’argento.

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l sole torna tiepido, il cielo smette di fare le bizze e tutto ad un tratto le colline dei dintorni di Firenze sembrano accoglienti e pronte a fare da proscenio alle più belle scampagnate fuori porta che si possano immaginare. È proprio aprile il mese migliore, perchè la temperatura torna a essere clemente e siamo tutti stufi di passare i weekend a guardare dal divano la pioggia rigare le finestre. Cosa c’è di meglio di un gita per far tornare il buon umore dopo mesi di grigio inverno? E le occasioni non mancano. I ghiottoni possono partire in destinazione delle sagre che tornano a pullulare nell’hinterland fiorentino, a cominciare da quella del fungo prugnolo e del tortello che, come di consueto, si svolge a Borgo San Lorenzo nei primi dieci giorni del mese. Chi non riesce a svegliarsi dal torpore invernale prima della metà del mese può sempre ripiegare sulla poco distante sagra di Scarperia, che il 16 e il 17 offre tortelli di patate in quantità industriale. Per i nostalgici delle mangiate di piazza basta poi spostarsi in direzione di Siena per imbattersi nella sagra del cinghiale a Certaldo, tutti i lunedì, martedì e mercoledì di aprile, mentre a Vicchio, il 17, grandi festeggiamenti per la festa dei fichi. A Fiesole si aspetta l’ultima settimana del mese per imbandire le tavolate e dare inizio alla sagra gastronomica locale, che si terrà al Circolo Arci del paese dal 27 fino al primo maggio. Due le chicche da segnare in agenda e tener presenti per le scampagnate goderecce del mese successivo: la prima è a base

on c’è dubbio: a Pasqua vincono i piatti della tradizione. La cucina toscana è una cucina antica e sapiente, fatta di saporosi ingredienti e mai eccessivamente elaborata. Le portate sono tutte in sintonia con il territorio e la stagione. A Pasqua, va da sè, non potranno mancare le uova, in tutte le loro possibili varianti. Il classico primo piatto è il brodo di gallina con l’uovo benedetto. Preparato con un mazzettino di erbe aromatiche: il gambo del sedano, della carota, del basilico e del prezzemolo e una sfoglia di cipolla arrostita. A seguire l’agnello trippato, che tradizione vuole venga preparato alla maniera suggerita da Pellegrino Artusi, uno dei padri fondatori della cucina contemporanea nazionale. Nel libro “L’arte di mangiar bene”, che a cent’anni dalla morte dell’autore è ancora riferimento d’eccellenza della cucina nazionale e preziosa guida per i più grandi chef, si legge: “Spezzettate grammi 500 di agnello nella lombata e friggetelo con lardo vergine. Fate quindi in un tegame un soffritto coll’unto rimasto in padella, aglio e prezzemolo e, quando l’aglio avrà preso colore, gettateci l’agnello già fritto, conditelo con sale e pepe, rivoltatelo bene e lasciatelo alquanto sopra al fuoco perché s’incorpori il condimento. Poi legatelo con la seguente salsa: frullate in un pentolo due uova con un buon pizzico di parmigiano grattato e mezzo limone. Versatela nell’agnello, mescolate, e quando l’uovo sarà alquanto rappreso, servite in tavola”. A fine pranzo impossibile rinunciare ai biscotti quaresimali, squisiti dolcetti al cioccolato, fatti a forma di lettera dell’alfabeto. La ricetta tradizionale prevede: 150 grammi di farina bianca, 2 bianchi d’uovo, 180 grammi di zucchero a velo, 30 grammi di cacao amaro e la scorza d’arancia. E i vini? Rigorosamente scelti tenendo conto delle tante prelibatezze enologiche della toscana. Si può spaziare dal Chianti al Brunello di Montalcino, fino al vin santo, “nettare” tradizionale da fine pasto divenuto famosissimo /V.G. in Italia e nel mondo.


itinerari

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sÌ VIAggIARE/2. Nord Africa a rischio, Giappone in ginocchio: ecco dove ripiegano i fiorentini

Villaggi proibiti? E io vado in crociera non c’è crisi in grado di fermare le vacanze. e se la terraferma non è sicura, sono sempre di più coloro che scelgono di passare le ferie su una città galleggiante. Ma per sharm c’è ancora la fila Francesca Puliti

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iù le mani dalle vacanze. Il tradizionale viaggio estivo non si tocca: crisi economica o internazionale che sia, i fiorentini alla propria settimana (15 giorni per i più fortunati) di ferie non ci rinunciano. E a rimanere in Italia non sono in molti. Se i villaggi turistici del Nord Africa sono impraticabili o comunque sconsigliati, si ripiega sui “villaggi galleggianti”, vere e proprie isole di pace immerse nel blu e lontane dai pericoli della terraferma. Sono schizzate alle stelle le prenotazioni per le crociere nel Mediterraneo, come confermano diverse agenzie di viaggi. Un po’ perché fa moda, un po’ perché, preventivi alla mano, rappresentano una valida alternativa al pacchetto all inclusive che offrono (o offrivano) le località turistiche tunisine o marocchine. “Solo che a bordo – avverte Dimitri Baldi, che lavora in un’agenzia di via Centostelle – si paga quasi tutto e va a finire che si spende il doppio”. Le famiglie, però, continuano a sceglierle. Anche perché i bambini non pagano niente e il boccone è alquanto appetitoso. A far gola sono anche i notevoli sconti che si ottengono prenotando per tempo, tant’è che alcuni arrischiano a fissare il viaggio fin dall’anno prima. Per rimanere sulla stessa fascia di prezzo si può optare anche per la Turchia, o scegliere il mare delle isole greche, Baleari e Canarie. Restare in Italia? Spesso non conviene, ma certo poche mete sono in grado di eguagliare il mare della Sardegna, della Sicilia o della Puglia, non a caso tra le destinazioni più richieste del Bel Paese. Schivando le località più a rischio c’è comunque chi continua a prenotare per il Mar Rosso. “Continuiamo a ricevere ancora

molte richieste”, conferma Mauro Pollini di Centostelle viaggi, “ma c’è stato un calo notevolissimo”, precisa Tiziana Tognaccini, titolare dell’agenzia di viaggi “Il Magnifico”. Solo su una destinazione i vacanzieri hanno fatto un deciso passo indietro: il Giappone. “Avevamo fatto numerosi preventivi – continua Tognaccini – fin dallo scorso ottobre, ma dopo il disastroso terremoto del mese scorso si è bloccato tutto e temo che questo mercato rimarrà a lungo fermo”. Non solo: si è scatenato una sorta di effetto domino sui paesi vicini, considerati nell’opinione comune a rischio radiazioni. Chi voleva partire per Polinesia o Australia ha ora qualche dubbio in più. E magari si dirotta su Stati Uniti (New York o tour dei Parchi) o isole caraibiche per chi ha voglia di mare,

Per rimanere sulla stessa fascia di prezzo si può optare per Turchia, Grecia o Baleari anche se i prezzi lievitano notevolmente rispetto al Mare Nostrum. Già, perché l’effetto Libia non influisce solo sul cambio di rotte, ma anche sul prezzo in più da pagare per l’adeguamento carburante. Per una famiglia al completo che si sposta in aereo si può arrivare fino a 300 euro in più sul costo del biglietto, in caso di voli charter. A conti fatti, forse è meglio riesaminare la cartina della cara vecchia Europa.

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in città

Aprile 2011

CuRIOsItÀ/1. Alla scoperta dei “temporary shop”: bandoni alzati al massimo per qualche mese

Quando il negozio ha i giorni contati Antonio Rettura

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i sono affermati negli Stati Uniti e, da qualche anno, sono comparsi anche nelle principali città italiane, tra cui Firenze: sono i temporary shop, i negozi “a tempo” che aprono e chiudono in un periodo che può variare da alcuni giorni a un massimo di 2-3 mesi. In questo caso non c’entra niente la crisi: chiudere i battenti

CUrIosITÀ/2 I trucchi contro i “Lupin”

furti di bici, come evitarli

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uccede: arrivi dove l’avevi lasciata e, al posto della bici, trovi il vuoto assoluto. Il ferro del “mestiere” del ladro di biciclette è la tronchese, e per evitare brutte sorprese occorre quindi assicurare il velocipede con un “antifurto” in grado di resistere il più possibile a questo strumento. Le catene meno robuste sono quelle a maglia tonda, che offrono poca resistenza anche al morso di una semplice tenaglia. Stesso discorso vale per i cavi metallici, semplici o a spirale. Le catene che danno maggiori garanzie sono quelle a maglia quadra in acciaio nichel-cromomolibdeno (detto comunemente acciaio cementato), dotate di lucchetto antiscasso. Altro efficace antifurto è la sbarra a “U”, che ha il vantaggio di essere un pezzo unico dalla sezione più spessa di una catena. Il modo più efficace per legare la bici è quello di fissare il telaio a un supporto fisso, avendo cura di unire anche la ruota anteriore al telaio. Evitare di ancorare la bici alla rastrelliera solo con la ruota d’avanti: la città è piena di ruote solitarie legate a una catena. Viceversa, lasciandola libera può essere facilmente prelevata svitando i bulloni. Per parcheggiarla è bene preferire luoghi frequentati e illuminati. Se non si utilizza la bicicletta per un lungo periodo, occorre spostarla periodicamente, in modo tale da non dare l’impressione che il mezzo sia abbandonato. Nel caso di furto di un pezzo (ruota, sellino, pedali), rimpiazzarlo il prima possibile: una bici lasciata “mutilata” è considerata come abbandonata, quindi particolarmente soggetta a ulteriori saccheggi di pezzi. Per combattere il fenomeno dei furti, infine, è indispensabile comportarsi responsabilmente, evitando di acquistare biciclette di provenienza “dubbia”, in modo da arginare il mercato nero dei velocipedi. Se nessuno comprasse bici rubate, i furti sarebbero un’attività per /A.R. niente redditizia.

dopo poche settimane è una scelta che fa parte di una precisa strategia di marketing. A differenza dei negozi tradizionali, le aziende che allestiscono i temporary shop creano dei veri e propri eventi ai quali le persone sono chiamate a partecipare per scoprire, ad esempio, un prodotto fresco di lancio, per usufruire di un’offerta limitata nel tempo, o - più in generale - per conoscere meglio un determinato marchio. Si tratta quindi di un fenomeno che fa leva principalmente sulla curiosità, stuzzicata dalla natura coinvolgente dell’evento commerciale. Sono diversi i motivi per cui le aziende decidono di adottare questo canale, e gli obiettivi spesso vanno al di là della semplice vendita al dettaglio. Le grandi marche, infatti, adottano questi canali anche per testare l’apprezzamento del pubblico nei confronti di nuovi prodotti, prima della loro messa in commercio su grande scala. Il primo temporary shop in Italia è stato inaugurato a Milano nel 2008, e subito dopo, visto il successo, il format ha preso piede nelle altre grandi città, arrivando –

È un fenomeno partito dagli Usa che ha preso piede anche in Italia: la crisi non c’entra, si tratta di una scelta di marketing per fare pubblicità a marchi o prodotti. a firenze hanno aperto (e chiuso) grandi nomi, ma anche rivendite di gioielli artigianali a giugno dell’anno seguente – anche a Firenze. Hanno aperto negozi temporanei nel capoluogo toscano marchi quali Rizla, Conad, Camomilla, il Consorzio Centopercento Italiano, Rinascimento, Bijoux Jean Andre. Ma sono state allestite anche anche mostre d’arte, esposizioni di quadri e gioielli artigianali. Lo store “9-99”, nel periodo tra ottobre e dicembre scorsi, ha messo in vendita capi d’abbigliamento di grandi marche italiane e straniere a un prezzo compreso tra 9 e 99 euro. “I fiorentini hanno capito velocemente lo spirito dei negozi temporanei - conferma Angelo Ferrario di “Aelletime”, la società che in via dei Bardi ha allestito uno spazio dedicato a ospitare le iniziative di temporary shop - i grandi marchi, specialmente quelli internazionali, hanno compreso le potenzialità di questo strumento di marketing, mentre le aziende fiorentine stanno recependo un po’ più lentamente questa novità”. Ferrario conclude ricordando che “per le aziende i negozi temporanei rappresentano una grande risorsa per farsi conoscere: prima c’era solo il ‘2D’ dei cartelloni pubblicitari, mentre adesso c’è anche il ‘3D’ del coinvolgimento a tutto tondo dei temporary shop”. Se da un lato la grande storia del capoluogo toscano lo fa rimanere ancorato a una dimensione prevalentemente tradizionalista, dall’altro si iniziano a osservare sempre più spesso fenomeni come questo, che lo spingono verso la modernità.


Noi, i “cani di LiberiTutti”, non siamo spagnoli, non siamo croati né romeni e non rischiamo la soppressione ma la prospettiva di vita che abbiamo è di invecchiare in un box dimenticati dal mondo intero. Siamo sani, non tutti giovanissimi ma siamo cani che hanno come unica prospettiva una morte lenta, inesorabile in tre metri quadrati.

Sesso: Maschio Età: circa 6 anni Taglia: Piccola Carattere: Vivace e iperattivo. Full è un cagnetto piccolo piccolo ma molto vivace. In canile patisce molto la solitudine, vorrebbe stare sempre con qualcuno. E' un piccoletto tutto pepe che vuole giocare e ricevere attenzioni. Le sue sorelline sono state adottate e lui invece è ancora qui perchè "abbaia"un pò troppo. Ma siamo sicuri che con tanto amore Full si calmerà molto.

Sesso: Maschio Età: 9 anni Carattere: dolcissimo e affettuosissimo! Taglia: piccola Il piccolo Calimero è arrivato in rifugio che era un batuffolo di pochi mesi. Ovviamente dal canile non è mai più uscito. Calimero è un nonnetto buono, dolce e affettuoso. Vorrebbe sempre stare in braccio e a panca all'aria per ricevere coccole. E' davvero un cane buonissimo adatto a tutti. Con un bel bagno e una bella spazzolata diventerebbe anche bellissimo.

Sesso: M Età: 4 anni Carattere: affettuoso con tutti tranne cani maschi grandi Taglia: piccola Poldino è cagnetto dolcissimo di circa 4 anni,pesa 8 kg e va daccordo con i bambini, con i gatti e con i cani, ma non con i maschi di taglia grande...non li sopporta!:-( si è rotto una zampina e io non voglio riportarlo in canile perchè sono sicura che Poldo si sia rotto la zampa mentre scappava da qualche cane più grande al quale ha rotto le scattole...e quando ha saltalto il muretto che c'è nel piazzale è atterrato male Molto male! Adesso cerca URGENTEMENTE casa!

Mi chiedo, e so che molti non saranno d’accordo con me, che si offenderanno, ma che senso ha vivere così? Chi ci aiuterà ad avere una vita dignitosa? Sì, è vero tutti gli animali del mondo sono uguali, ma se ci fossero più sindaci o consiglieri comunali che iniziassero a proporre una strategia “comoda ed economica” come quella spagnola, siete sicuri che la legge italiana non cambierà? che qualcuno accorrerà a salvarci? Siamo sicuri di essere così più civili degli altri paesi? Che differenza c’è tra una perrera e un canile dove ci sono 700 o più cani, dove l’USL è collusa e si nascondono i cadaveri? Dove il pasto è costituito dall’immondizia gettata via dalle mense? Ci avete mai visto mangiare bucce di frutta o pasta al sugo stracondita? Siete mai andati a rovistare nelle pattumiere alla ricerca di sacchi di immondizia con scarti “utilizzabili” per la nostra pappa? Questa è la nostra realtà, aprite gli occhi! Giommy chi lo adotterà? Sammy è una meraviglia, entrato in canile da cucciolo non ha mai visto un guinzaglio, mai una passeggiata, mai una casa!!!! Tobia la casa ce l’aveva invece ora è qui, chiuso al buio, terrorizzato dalla vita in canile....... E questo non è un canile lager, qui i 3 ragazzi che tentano di gestirlo alla meglio lottano ogni giorno, e non abbiamo un veterinario che ci segua, non c’è un’area di sgambo, non ci sono volontari per portarci in passeggiata...noi cani siamo 200 e i gatti 80 circa. Il comune non ha soldi da spendere neppure per qualche metro di rete! Adozioni zero o quasi, solo abbandoni e “viaggi della speranza” verso il continente. La scorsa estate siamo arrivati a 100 cuccioli abbandonati più vari adulti, e stiamo parlando di un paesino di poche anime. Anche se non siete d’accordo con il contenuto di questo sfogo,vi preghiamo di dare anche a noi visibilità, anche noi abbiamo diritto a un posticino caldo e una pappa decente: vederci morire giorno dopo giorno, sempre più rassegnati invisibili, vi assicuro, non può lasciare indifferenti. Grazie. Contattare Bianca dopo le 17.00 al 3803130298 opp scrivere associazioneliberitutti@gmail.com www.associazioneliberitutti.it siamo anche su FB

Sesso: M Età: 5/7 anni Carattere: coccolone Taglia: piccola, 8 kg Buffone aveva un padrone anziano e alla sua morte il cane venne affidato al fratello che però partì per l'Australia. Così il piccolo fu dato al nipote, che non perse tempo e lo sbattutè in canile immediatamente. Buffone ha 5, forse 7 anni ma nel cuore è ancora un cucciolone pieno di energia e voglia di coccole! Deve morire in canile???? E' una tg piccola (8kg circa) e si abituerebbe di nuovo a vivere in una casa senza problemi. Ci aiutate a farlo felice dopo tanta sofferenza?

Sesso: Maschio Età: 6-7 anni taglia: medio piccola Carattere: buonissimo Giommy è arrivato al rifugio nel 2005, aveva un padrone che lo lasciava in strada in balia degli eventi come si usa qui in Sardegna. Il dolcissimo Giommy ha perso un' occhio a causa di una pietra lanciata da dei bambini. Abbiamo deciso di portarlo via e di non ridarlo al suo padrone che insisteva per riaverlo. Da quel momento il piccolo non è mai più uscito dal canile! Nessuno lo ha mai notato forse a causa di quell'occhio, eppure è un cane dolcissimo e adatto a bambini e ad anziani

Età: 2001 Sesso:Maschio Taglia: piccolo Carattere: tende a scappare ma è troppo buffo e dolce Pepsi è un bellissimo cagnetto di 10 anni. Durante tutta la sua vita, il piccoletto è sempre stato un vagabondo. E' sopravvissuto ad un avvelenamento nel 2005 e ad un incidente l'anno scorso. Finalmente i volontari sono riusciti a convincerlo che non era più il caso di stare in giro per le strade, che forse era il caso di passare una vecchiaia più tranquilla al riparo dai pericoli. Ultimamente è più tranquillo, ma ha sempre la tendenza a scappare, chissà se poi in una casa si calmerebbe definitivamente. La vecchiaia inizia a farsi sentire e avrebbe davvero bisogno di una casa per passare gli ultimi anni in santa pace.

Età: 2006 Sesso:Femmina Taglia: medio piccola Carattere: timida ma molto affettuosa Bambi Star vive in canile sin da quando era cucciola insieme ai fratellini White Ciotti, Black Ciotti e alla sorellina Aska...Bambi nera purtroppo è morta quest'anno a casusa di un tumore. Non vogliamo assistere impotenti ad altre morti del genere. Questi fratellini e soerelline si meritano di conoscere la vita fuori dal canile. Non hanno idea di che cosa ci sia al di fuori delle sbarre... non hanno mai visto l'erba....

Sesso: F Età: 7anni Taglia: piccola Carattere: dolcissima/timorosa Lei si chiama Gina (è la cagnolina sul muretto), 7 anni, una vita tutta passata in canile! Anche lei è un pò cicciona, ma come possono vivere bene questi cagnotti che condividono con altre 200 anime dei piccoli box sovraffollati? I volontari la amano molto, ma sono solo 3 e non ce la fanno a portarla a passeggio, a farla sgambare. NESSUNO chiede in adozione cani in questo piccolo paese della Sardegna. Gina ha una sua dignità, una voglia matta di dare affetto e di riceverlo. Chi ci aiuta a realizzare questo sogno? E' una tg piccola ed è sana.

Sesso: M Età: 3 anni Carattere: pauroso e con qualche problema Taglia: piccola Tobia è un cagnetto sfortunato come tanti altri. Stava in una famiglia insieme alla sua amichetta Luna, ma un giorno sono stati portati in canile con una banale scusa. Luna che era carina, bionda e dolcissima ha trovato una casa, mentre invece Tobia, che ha qualche problema comportamentale causato dalla famiglia è rimasto in canile. Tobia si agita quando si fanno movimenti particolari, come alzare una mano all'improvissom ma in generale qualunque scatto veloce. Le volte che capita Tobia ringhia anche se non attacca, per questo motivo crediamo che sia stato picchiato. Se lo si sa prendere lui adora stare in braccio a farsi coccolare. Per lui cerchiamo una persona con esperienza e magari l'aiuto di un comportamentalista. Tobia è un cane buono, è solo molto spaventato e stressato

Età: 2006 Sesso: Maschio Taglia: medio piccola Carattere: diffidente ma dolce Black ciotti vive in canile sin da quando era cucciolo insieme ai fratellini White Ciotti, Aska e alla sorellina Bambi star...Bambi nera purtroppo è morta quest'anno a casusa di un tumore. Non vogliamo assistere impotenti ad altre morti del genere. Questi fratellini e soerelline si meritano di conoscere la vita fuori dal canile. Non hanno idea di che cosa ci sia al di fuori delle sbarre... non hanno mai visto l'erba.... Sono tutti un po' sovrappeso perchè non fanno movimento e mangiano male. Black ciotti è un po' diffidente perchè vede sempre e solo i volontari del canile, ma siamo sicuri che in una casa si scioglierebbe.

Sesso: Maschio Età: 6 anni Carattere: coccolone e tranquillo Taglia: media contenuta Sammy è arrivato in canile con i suoi fratellini e sorelline. Purtroppo solo pochissimi di loro sono stati adottati. Lui vive nel box con la sorellina Dea, anche lei molto bella. Sammy è un cagnolino molto affettuoso che adora il contatto umano. E' una taglia media ma contenuta, inoltre ha qualche kiletto di troppo perchè in rifugio non esce mai. Ha solo sei anni, è ancora un cane giovane con tanta voglia di vivere. Non lasciamo che si spenga lentamente tra le sbarre! Adatto anche a famiglie con bambini.

1170123

per concessione gratuita de


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politica

Aprile 2011

PALAZZO VECChIO. Parte la “rivoluzione”, per una zona a traffico limitato per davvero

meno telepass per tutti, politici compresi obiettivo decongestionare il centro

a un numero di permessi equivalente al doppio dei propri posti auto. “Sospetto un mercato nero”, rincara il sindaco. E stringe anche sugli artigiani, che contano circa 3mila permessi: finora, infatti, bastava che un qualsiasi idraulico della provincia facesse richiesta per ottenere un accesso alla ztl, anche senza portare nessuna prova del lavoro che avrebbe dovuto svolgere in centro. Da adesso in poi, invece, ognuno dovrà mandare un sms a un apposito numero e conservarlo tipo ricevuta. Troppi, secondo il sindaco, anche i telepass consegnati ai giornalisti, mentre su tutte le altre pratiche si stanno effettuando controlli a tappeto a caccia di irregolarità, e sono già spuntati i primi tre permessi intestati a persone defunte. Ma non è finita qui, perché dal 1° maggio cambia anche il sistema di scarico-carico merci per i negozi del centro. Stop alla “anarchia” di furgoni e furgoncini: si rifornisce solo dalle 7.30 alle 9 (mezz’ora in meno rispetto a ora), senza più deroghe pomeridiane. “Ancora una volta – protesta il vicepresidente di Confesercenti Uliano Ragionieri - il sindaco ha preso una decisione fondamentale per il commercio senza neanche consultare le categorie. Un problema così complicato non si risolve semplicemente concedendo mezz’ora in meno. Prevedo il caos, spero che ci convochi il prima possibile per ripensare il sistema”.

storico dalle auto: si comincia togliendo il permesso ad entrare ai parlamentari, si prosegue con i consoli, i garagisti e altre categorie “protette” Francesca Puliti

Q

uindici milioni di passaggi in un anno, un fiorentino su otto (minorenni compresi) con il permesso di entrare. Sarà anche una delle zone a traffico limitato più grandi d’Europa, ma il centro storico cittadino sembra piuttosto congestionato. A partire da questa primavera si cambia musica. “A Firenze ci sono 372mila abitanti, eppure sono attivi 53.152 telepass per la ztl”, dichiara il sindaco Matteo Renzi agli albori della battaglia contro il lasciapassare facile. E annuncia di aver messo i dipendenti comunali a spulciare una ad una le pratiche. “Io avrò qualche elettore in meno, ma la città sarà più vivibile”. Il primo giro di vite ha colpito nel cuore della “casta”: via il telepass ai parlamentari fiorentini. Denis Verdini, Gabriele Toccafondi, Paolo Amato del Pdl, ma anche Michele Ventura del Pd sono pregati di passare a Palazzo Vecchio per restituirlo. “Perché un parlamentare deve avere diritto al telepass? Può benissimo pagarsi il taxi –aggiunge Renzi – se proprio non vuole provare il brivido di salire su un autobus o se non se la sente di camminare o andare in bici”. E il primo cittadino dà il buon esempio restituendo il proprio telepass. A ruota fanno la stessa cosa il presidente della Provincia Andrea Barducci e l’europarlamentare, nonché ex sindaco, Leonardo Domenici. Le cose si complicano quando l’operazione coinvolge i consoli di stanza in città, che non ci stanno. In tutto si tratta di un centinaio di telepass (i consoli sono 54, ma hanno diritto a due apparecchietti per uno) a cui si aggiungono una cinquantina di posti auto riservati, nei pressi del consolato, che l’amministrazione vorrebbe restituire ai cittadini. Non si salvano dalla morsa neanche i garagisti, che finora avevano diritto

foCUs Vetture fuori dalla cerchia dei viali nei weekend estivi. Ma è ancora tutto da decidere

ztl notturna, si replica. E si riapre il dibattito su orari e confini

Z

tl notturna, ci risiamo. La bella stagione è alle porte e i cittadini cominciano a chiedersi che ne sarà quest’anno delle limitazioni al traffico. “L’intenzione è quella di confermare i provvedimenti attuati l’estate scorsa – dichiara il vicesindaco Nardella, alla vigilia di un incontro con le associazioni di categoria dei commercianti – stavolta però partiamo prima, così da lavorare meglio su alcune misure in grado di agevolare l’accesso al centro”. Nardella parla di “accorgimenti di tipo tecnico” da studiare insieme all’assessore alla mobilità Mattei, e non sembra prendere in considerazione, almeno per ora,

un potenziamento dei mezzi pubblici notturni. “L’anno scorso non sono stati molto sfruttati – dichiara – ma certo, li riproporremo”. A meno di due mesi dalla sua entrata in funzione, insomma, di certo c’è ancora poco. Molto probabilmente, però, l’area chiusa alle auto sarà confermata: una ztl allargata alla cerchia dei viali a partire dalle 23 o dalle 24, fino alle 3 o alle 4. C’è da aspettarsi che sugli orari gli esercenti del centro siano pronti a dar battaglia. “Spero che non si ripeta lo scenario increscioso dell’anno scorso – dichiara Daniele Locchi, vicepresidente di Confcommercio – quando ci siamo ritro-

vati la ztl notturna tale e quale all’anno prima, nonostante le promesse”. Di proposte in canna i commercianti ne avrebbero diverse: dalle cosiddette staffe di penetrazione per accompagnare/riprendere i figli in centro alla mobilità alternativa, fino a una diversa gestione dei parcheggi. “Avevamo chiesto che il tavolo sulla mobilità fosse attivato subito, dalla fine della scorsa estate – aggiunge Locchi – invece si è riunito una sola volta”. I commercianti, però, continuano a essere fiduciosi. “Siamo in ritardo – conclude il presidente di Vivacity - ma /F.P. spero che si apra una discussione seria e serena”.

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politica

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NuCLEARE/1. Netto rifiuto da parte di Regione, Provincia e Comune

NuCLEARE/2. Pdl e Lega, con riserva

C’è chi dice sì, Centrali in Toscana? no, grazie Basteranno sole e vento (nel 2030) “ma a patti chiari” C

Paola Ferri

U

ndici marzo duemilaundici: il mondo intero ripensa l’energia nucleare. E la Toscana dice no, fermamente no. Il rifiuto della Regione, in realtà, arriva molto prima della tragedia giapponese e delle ripercussioni sul fronte interno, anche direttamente fiorentino (leggi Maggio Musicale). Arriva da lontano, dal primo referendum sul nucleare posto in Italia. E giunge fino al prossimo referendum, quello del 12 e 13 giugno, quando i cittadini saranno nuovamente chiamati alle urne per dire sì o no all’atomo. O, meglio, a dire sì per fermare la realizzazione di nuove centrali, oppure no per mandarle avanti. “Il governo – dichiara il governatore Enrico Rossi – ha cercato di boicottare il referendum evitando di farlo coincidere con le amministrative e sperando in una scarsa partecipazione. Ma a questo punto, dopo ciò che è successo in Giappone, penso che tanti cittadini parteciperanno e che sarà una scelta consapevole”. Anche se sarebbe meglio tenere fuori da questa scelta il Paese del Sol levante e l’onda lunga dell’emotività. “Ma di incidenti ne sono accaduti già diversi in passato – ricorda Rossi – a partire da Chernobyl”. Meglio investire sulle rinnovabili, che “nel 2030 produrranno elettricità pari a quella dell’atomo, ormai lo ammettono anche le compagnie petrolifere”, aggiunge il presidente della Provincia Andrea Barducci, ribadendo il suo no alle centrali. Lontano dalle ideologie anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi. “L’Italia – dichiara - ha perso il treno del nucleare

L’Italia ha perso questo “treno” nell’87, ripartire ora sarebbe molto difficile nell’87, ripartire adesso sarebbe molto difficile, al di là dei facili slogan”. Neanche le famose compensazioni per gli enti locali che le ospitino fanno gola alla Toscana. “Non ci sono compensazioni possibili - taglia corto Rossi - se le Regioni sapranno esprimere un ‘no’ compatto sarà molto meglio. Anche Tremonti ha rifatto i conti e scoperto che il nucleare è antieconomico. Finora non aveva considerato i costi di smantellamento. Non mi sembra una dimenticanza da poco”. Tra i siti di smaltimento delle

enriCo rossi

scorie, apparsi per la prima volta in un elenco pubblicato dall’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, ci sarebbero l’Amiata grossetana e il Padule di Fucecchio, tra l’altro entrambe aree protette. “Il governo non è mai stato chiaro su questo punto – sottolinea il consigliere regionale Mauro Romanelli (Fds-Verdi) – ma sta incassando numerosi no anche dalle amministrazioni di centrodestra”. Sarà per questo che l’esecutivo ha optato per una moratoria di un anno sul nucleare, 12 mesi per ripensare alla strategia da mettere in atto. “È chiaramente una fregatura – mette in guardia Fabio Evangelisti, segretario regionale Idv – sperano così di far passare la paura e di portare avanti il loro progetto”. Le stesse parole arrivano da Sel. “È un trucco – dichiara il coordinatore regionale Giuseppe Brogi – ma non credo che stavolta il governo otterrà nessun risultato, gli italiani confermeranno il loro no al nucleare. D’altronde – continua – anche in Europa stiamo assistendo a un ripensamento generale, a partire dalla cancelliera Angela Merkel, che ha recentemente dichiarato che prima usciamo dal nucleare e meglio è”. La Toscana, invece, può diventare un distretto delle rinnovabili. “A cui se ne dovrebbe aggiungere un’altra, spesso dimenticata – conclude Brogi – che si chiama risparmio ed efficienza”.

entrali in Toscana? Niente in contrario. O quasi. Nel panorama politico regionale c’è anche chi non si lascia spaventare dal nucleare, ma a patti chiari, studiando soluzioni diverse, compensazioni adeguate e un sistema di garanzia che coinvolga l’Europa intera, “perché è inutile costruire qui delle strutture supermoderne se ai nostri confini abbiamo centrali che risalgono agli anni ‘60”, specifica Massimo Parisi, coordinatore regionale Pdl. “La questione va rivista in chiave europea – insiste – ma tenendo presente un dato: le rinnovabili non bastano, siamo molto lontani dall’autosufficienza energetica”. Dunque, sì agli impianti nucleari anche in Toscana? “La localizzazione è una questione complessa - dichiara Parisi – e nella nostra regione ci sono diverse zone a rischio sismico. Ma non sono affetto dalla sindrome Nimby”. Quella sin-

La questione va rivista in chiave europea drome da “non nel mio giardino” che sta invece contagiando molti governatori pidiellini in tutta Italia. “Non ha senso dire no sull’onda dell’emozione provocata dal disastro di Fukushima – ribadisce la consigliera regionale del Pdl Stefania Fuscagni - bene ha fatto il governo a imporre uno stand by, così come ha fatto l’Europa, perché sarebbe folle dire no al nucleare in Italia e continuare ad avere centrali non sicure, come quella slovena, a poca distanza”. Favorevole all’atomo anche il capogruppo della Lega a Palazzo Panciatichi. “Sono d’accordo con la moratoria – dichiara Antonio Gambetta Vianna – ma siamo circondati da centrali e rischiamo di subire le conseguenze senza

massimo parisi

trarne alcun beneficio”. Un altro sì a impianti targati Italia, anzi Toscana. “Non avrei nulla in contrario – continua – purché si individui un posto sicuro e ci siano compensazioni adeguate, come ad esempio significativi sgravi fiscali”. Secondo un vecchio elenco del Comitato nazionale per l’energia nucleare, risalente al 1979, tra i possibili luoghi adatti a ospitare centrali nucleari ci sarebbero l’isola di Pianosa, la costa a nord di Piombino fino a Cecina, quella a sud fino a Follonica e quella davanti a Grosseto, prima e dopo il Monte Argentario. A due passi dal confine, a Montalto di Castro, ne potrebbe sorgere un’altra. Ma si tratta di studi risalenti a oltre 30 anni fa, meglio andarci con i piedi di piombo. Così la pensa anche Dario Locci, consigliere regionale leghista. “Per il momento non ne farei – dichiara – prima è necessario sottoporre alle persone una proposta intelligente, non si può fare il nucleare sulla testa della gente”. La proposta potrebbe essere quella di “costruire impianti più piccoli, ad autospegnimento in caso di guasti o scosse sismiche, e dunque più sicuri”. C’è solo un problema: il prezzo si alzerebbe rispetto a quelle di dimensioni maggiori. “Ma credo che in futuro non potremo rinunciare al nucleare”, conclude Locci. /P.F.

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informazione

Aprile 2011

INtERNEt. Su www.ilreporter.it le “guide” per vivere Firenze. E i lettori possono segnalare i temi da trattare

I parchi più belli? Si scoprono on line www.lalocandina.it

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Il Comune di Firenze lancia un'iniziativa per i giovani diplomati o laureati tra i 19 e i 35 anni: tirocini formativi retribuiti.

E' considerato la voce più significativa della musica tradizionale toscana. Arriva il nuovo album di Riccardo Marasco, mentre le sue canzoni

La dura vita dei (neo)laureati - Giovani e lavoro: i sogni dei fiorentini / VIDEO - Giovani e lavoro, ''la mia (deprimente) esperienza''

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Meteo Firenze Venerdì 25/03/2011 Poco nuvoloso Temperatura minima: 6°C Temperatura massima: 17°C Probabilità di precipitazioni: 10% Vento moderato da WSW

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Giovedì 24 Marzo 2011 15:54

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prile, si sa, fa rima con bel tempo. La primavera – calendario alla mano – è ormai arrivata, e dopo un inverno freddo e piovoso (e quest’anno anche nevoso) non c’è niente di meglio che un tuffo nella natura e nel verde per dare il benvenuto alla bella stagione. Già, ma dove? Spesso – troppo spesso - una passeggiata nei parchi si trasforma in uno slalom tra cartacce, “ricordini” dei cani e chi più ne ha più ne metta. Ma, fortunatamente, scaffali dei negozi italiani. E non a un orario qualunque.

Inizia la messa in sesto di via dell'Agnolo. Questo e altro tra i lavori della settimana

La riqualificazione di via dell’Agnolo, ma anche i lavori notturni in viale Strozzi, l'asfaltatura sul Viadotto Marco

L'ambulanza mette i pedali e salva la vita Giovedì 24 Marzo 2011 16:55

Polo e la sostituzione delle tubazioni del gas in via di Caciolle, via Benedetto Dei, via Carlo del Greco e via Vittorio Emanuele II. Sono alcuni degli interventi che

Giornate del Fai, ecco il programma

In Toscana arriva la prima 'bici-ambulanza': un mezzo di soccorso a pedali, dotato di defibrillatore automatico per intervenire in modo tempestivo

Puntuali come ogni anno tornano le giornate del Fai, che sabato e

anche nelle aree pedonali.

prenderanno il via la prossima settimana sulle strade cittadine.

domenica propone visite guidate in palazzi storici e monumenti, molti dei quali normalmente chiusi al pubblico. Ecco le proposte di Firenze e provincia.

Gratta e vince 5 milioni di euro Giovedì 24 Marzo 2011 15:15

Sui pedali al Molinaccio di Scandicci

Pioggia di milioni: in un solo colpo l'avventore di una tabaccheria si è portato a casa 5 milioni di euro. Il fortunato ha ringraziato tramite lettera la titolare del negozio dove aveva acquistato il tagliando del ''maxi miliardario'' da 20 euro.

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'La fine è il mio inizio'. Oggi in anteprima all'Odeon il film su Terzani

Cinema, stop al rincaro del biglietto

Lunedì 21 Marzo 2011 12:49

Cancellato l'aumento del costo del biglietto del cinema, previsto

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Giovedì 24 Marzo 2011 11:20 Luci spente su Palazzo della Signoria, come su Ponte Vecchio. Niente illuminazione per la Torre di Pisa e in piazza del Campo a Siena. Anche la

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Giovedì 24 Marzo 2011 14:55 C'era una volta la tramvia di Firenze e tre giovani scrittrici/giornaliste, che dopo aver realizzato un libro di favole e filastrocche, decisero di

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raccontarle anche a bordo del mezzo ferrato.

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sul nostro portale vi aspettano aggiornamenti e informazioni sulla vita fiorentina a 360 gradi. Non vi basta? Vorreste sapere di più, e su più argomenti? Nessun problema: mandate le vostre richieste e domande all’indirizzo e-mail redazione@ilreporter.it, e segnalateci i temi che vorreste veder trattati sul nostro sito. Noi saremo ben felici di accontentarvi.

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04 APRILE 2011

PERIODICO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARBERINO VAL D’ELSA A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARBERINO VAL D’ELSA - COORDINAMENTO EDITORIALE: UFFICIO STAMPA ASSOCIATO

Editoriale Decidiamo insieme come far ‘rinascere’ il centro storico A Barberino manca la vita dentro al paese, manca un centro di aggregazione che possa essere chiamato tale. Ed è un vero peccato. Noi invece il cuore di Barberino lo immaginiamo pulsante, dinamico, attivo e partecipe della vita culturale, sociale ed economica del territorio. Immaginiamo le botteghe aperte, i bambini che giocano per strada, i cittadini e i turisti che si scambiano informazioni, che fanno compere e a piedi vanno alla scoperta delle tracce del passato, tra i vicoli e le facciate delle abitazioni, le antiche mura di Palazzo Pretorio e le navate della bellissima chiesa di San Bartolomeo. Immaginiamo i giovani alla ricerca dei dettagli del presente da cogliere nella semplicità della vita quotidiana, racchiusa in una battuta del macellaio, in un sorriso del panettiere. Dalla nostra idea di riqualificazione del centro storico scaturisce un progetto elaborato in collaborazione con l’Università degli Studi Firenze. Un progetto modulare che consta di tre diverse soluzioni aperte al confronto con i cittadini. Nei contenuti che andremo a presentare nella prima settimana di aprile, nell’ambito di un incontro pubblico, non vi è nulla di definito ma uno studio che può essere modificato, rivisto o confermato secondo le indicazioni che in quella occasione e nei giorni successivi ci forniranno i cittadini. Insomma non si tratta di un ‘prendere o lasciare’ ma della volontà di costruire insieme il futuro del nostro centro. Quale possa essere la soluzione condivisa non è ancora chiara, ma l’obiettivo che costituisce la molla del progetto è indiscusso: cambiare fisionomia al paese e dedicare questa rinascita non solo ai residenti del centro storico ma a tutti coloro che vogliono bene a Barberino. La nuova prospettiva che in sintesi apre il progetto è quella di ridare linfa vitale al borgo e gli strumenti che metteremo in campo per raggiungere tale obiettivo sono la valorizzazione degli edifici di pregio sotto il profilo architettonico, la pedonalizzazione, intervento questo che potrà essere realizzato solo evitando disagi ai residenti, la promozione di relazioni sociali. A Barberino manca una piazza, un luogo dove ritrovarsi e conversare. Noi ne sentiamo il bisogno e intendiamo ridare al centro storico quello che gli spetta. La dignità di un luogo che metta al ‘centro’ e unisca le persone, che favorisca la vitalità commerciale, che faccia sentire vivi dentro al paese. Il sindaco Maurizio Semplici

Tre diverse proposte per la riqualificazione del centro storico Sarà individuata la soluzione migliore attraverso il confronto, i suggerimenti e le indicazioni dei cittadini Passato e presente, storia e progresso possono convivere armoniosamente nel castello di Barberino. Oltre le mura, che delimitano il borgo con il fascino e l’autorevolezza dell’epoca in cui ha origine, il Medioevo, si estende e si apre allo sguardo una campagna meravigliosamente ospitale, dalle forme morbide e accoglienti, caratterizzata dal segno e dal passaggio della mezzadria. Per far entrare la vita e la contemporaneità nel castello murato di Barberino e aprire il paese al territorio l’amministrazione comunale ha attivato una collaborazione con l’Università di Firenze, incaricando un gruppo di esperti del Dipartimento di Architettura, Disegno, Storia e Progetto di elaborare uno studio per la riqualificazione dell’area del Parco delle Rimembranze. Realizzata dopo un’analisi attenta e approfondita del territorio, la proposta prende in considerazione la possibilità di riorganizzare la zona più murata e inaccessibile dell’area attraverso la realizzazione di un parcheggio interrato. Altra finalità del progetto, strettamente connessa alla prima, è la sistemazione del parco e di tutta l’area posta intorno e al di sotto della via Cassia da realizzare con l’inserimento di alcuni attività di richiamo e spazi commerciali. L’opera di riqualificazione del centro storico potrebbe dunque passare dall’idea di dare spazio a nuove opportunità che stimolino la fruizione dell’antico borgo attraverso la rivitalizzazione commerciale e culturale del suo centro urbano. Per il gruppo di lavoro, di cui responsabile è l’architetto Ulisse Tramonti con il coordinamento scientifico dell’architetto Letizia Nieri, il legame tra passato e contemporaneità è dunque qualcosa che può essere attuato creando nuove funzioni. Una prospettiva moderna e allo stesso tempo legata alle tradizioni e alle peculiarità enogastronomiche del territorio

che possono avere significative ricadute in termini promozionali, oltre che consentire ai barberinesi di frequentare con maggiore assiduità il centro storico perché dotato di nuovi spazi e servizi. Nelle tre diverse proposte che caratterizzano il progetto gli esperti prevedono di attuare una vera e propria operazione di marketing territoriale: il centro storico potrà essere arricchito dalla presenza di un museo del vino, di un’enoteca e spazi per la degustazione di prodotti tipici tra cui olio e vino, di un ristorante, di un wine bar, di uno spazio polifunzionale che ospiterà piccoli convegni, di uno spazio destinato al benessere psicofisico. “Parco murato” (soluzione 1), “Parco naturale” (soluzione 2) o “Piazza Mazzini” (soluzione 3)? Secondo il sindaco saranno i cittadini a deciderlo. Insieme agli esperti e agli amministratori comunali. Alla sintesi migliore del progetto si arriverà solo dopo aver assunto il punto di vista dell’intera comunità.

Palazzo Pretorio

Chiesa di San Bartolomeo

Via Francesco da Barberino

Centro storico, particolare

Chiesa di San Bartolomeo

Via Francesco da Barberino

Se volete, inviate le lettere alla segreteria del sindaco, all’Ufficio Relazioni con il Pubblico oppure le e-mail all’indirizzo di posta elettronica uff.stampabarberinotavarnelle@gmail.com.


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Galassie più vicine dalla cupola dell’Osservatorio del Chianti

A breve la partenza del secondo lotto dei lavori per la realizzazione della copertura della torre astronomica di Montecorboli Ci sono almeno tre buoni motivi per considerare l’Osservatorio del Chianti fiorentino un valore aggiunto per il nostro territorio. Incastonato tra le vedute mozzafiato di Montecorboli, nel Comune di Barberino al confine con quello di Tavarnelle, il punto di osservazione astronomico tenuto a battesimo la scorsa estate da una Stella della scienza, l’astrofisica Margherita Hack, ha in primo luogo importanti potenzialità nel settore educativo. Conoscere il funzionamento di un telescopio, osservare i corpi celesti attraverso l’utilizzo guidato di strutture sofisticate, trascorrere sulla terrazza della torre, in compagnia di mamma e papà, la notte di San Lorenzo, può rilevarsi un’esperienza formativa e umana di grande valore. Ai piccoli aspiranti Copernico, agli studenti del nostro territorio, agli appassionati di astronomia la natura chiede di concentrare in un unico sguardo rivolto verso l’alto attenzione, immaginazione, rispetto e passione. Una natura che vuole lasciarsi vivere e osservare in tutta la sua pienezza. A partire dal breve tragitto che si deve percorrere a piedi, nel cuore della campagna chiantigiana, tra gli ulivi e le varietà botaniche, per poter raggiungere il colle di Montecorboli (450 metri di altezza dal livello del mare). La seconda ragione risiede nella funzione promozionale di una struttura che può tradursi in un valido strumento di valorizzazione e di attrazione del mercato turistico, trovandosi in una zona del Chianti che ha tutti i numeri per essere ‘venduta’ come area di interesse naturalistico. L’Osservatorio polifunzionale è avvolto dal calore del paesaggio toscano ed è situato all’interno del Parco botanico del Chianti (a circa 5 km dall’ uscita San Donato del raccordo autostradale, direzione Castellina in Chianti). Insomma una sorta di volano promozionale destinato a richiamare l’attenzione di tutti coloro che amano fare escursioni, conoscere, visitare luoghi, persone e culture da esploratori. Il terzo motivo è legato alla tutela ambientale. Proponendosi come sede di attività scientifica nel campo dell’astronomia e delle scienze naturali,

l’osservatorio è chiamato a svolgere l’utile compito di controllo, monitoraggio e prevenzione ambientale. Al suo interno è prevista l’attivazione di una stazione che consentirà di effettuare misurazioni meteorologiche e rilevare effetti sismici. Dopo il primo stralcio dei lavori conclusi la scorsa estate è il momento di passare alla seconda fase con la realizzazione della cupola che andrà a chiudere la torre di osservazione. Stanno per concludersi i termini del bando di gara indetto per l’affidamento dei lavori che avverrà entro la fine di aprile. Da quel momento la ditta incaricata avrà tre mesi di tempo per ultimare l’intervento che ha richiesto un investimento di circa 100mila euro. La cupola avrà un diametro di oltre sei metri. “L’Osservatorio è uno spazio vivo e vitale - afferma il sindaco Maurizio Semplici - credo in questa realizzazione perché muove e coinvolge la gente, e non solo gli appassionati, fa circolare idee, crea stimoli, favorisce la socializzazione, offre importanti opportunità al nostro territorio. La costruzione della cupola completa l’opera che dà spazio alla scienza offrendole un punto privilegiato di osservazione e contatto con la comunità chiantigiana”. Il progetto dell’Osservatorio è nato nel 1997 da un’idea del Gruppo astrofili “Il Borghetto” ed è stato finanziato dalle amministrazioni comunali di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa. Il completamento dell’opera sarà realizzato con il coinvolgimento dell’Università di Firenze e degli istituti superiori Don Giovanni Bosco di Colle Val d’Elsa e Sarrocchi-Roncalli di Poggibonsi che collaboreranno per la dotazione della strumentazione e delle attrezzature scientifiche. Un piccolo ma importante contributo è arrivato anche dal Lions Club Barberino-Montelibertas che ha fornito l’ascensore per consentire anche ai diversamente abili di accedere alla sala di osservazione e attraverso il telescopio osservare la volta celeste. L’intera struttura una volta completata avrà un costo complessivo di 300mila euro.

Vinitaly 2011, Barberino e Tavarnelle in vetrina con le loro aziende

Parco botanico del Chianti

I Comuni di Barberino e Tavarnelle al Vinitaly 2010

Osservatorio astronomico del Chianti

Montecorboli

Dettaglio della terrazza

Majnoni Guicciardini, Sant’Appiano, Giannozzi, Villa Spoiano, Il Paganello, Vallacchi, sono le aziende agricole e le fattorie di Barberino e Tavarnelle che parteciperanno alla quarantacinquesima edizione di una delle più importanti kermesse su scala internazionale dedicata all’enologia di qualità. Per il Comune di Barberino partecipare al salone che di Verona, che quest’anno si terrà dal 7 all’11 aprile, con uno stand condiviso con l’amministrazione comunale di Tavarnelle è diventata ormai una tradizione. Un’operazione di marketing territoriale che Barberino porta avanti dal 1999 con l’intento di offrire alle aziende e alle loro eccellenze vitivinicole un’importante opportunità di promozione e di visibilità favorendo l’incontro tra gli imprenditori agricoli e gli operatori del settore. Lo stand dei Comuni di Barberino e Tavarnelle si estende su una quarantina di metri quadri, è collocato nel Padiglione Toscana. L’allestimento è a cura delle aziende.

Edilizia scolastica, entro l’estate partiranno i lavori per la primaria del capoluogo e la materna di Vico

Il sindaco Semplici: “il benessere della comunità che diventa grande è una priorità che porto avanti da 7 anni”

Vico d’Elsa

Fra qualche settimana conosceremo i nomi delle ditte che eseguiranno i lavori di due delle più importanti opere di edilizia scolastica previste nel 2011. Si tratta della realizzazione della scuola primaria del capoluogo e dell’intervento di ampliamento della scuola per l’infanzia di Vico d’Elsa. Per entrambi

i progetti, giunti alla fase esecutiva, i cantieri prenderanno il via entro giugno, quando le rispettive procedure di gara saranno concluse. “L’attenzione rivolta all’edilizia scolastica è un tratto costante che segna ormai da sette anni la mia linea politica – dichiara il sindaco Maurizio Semplici - ed è una priorità che vale anche per il 2011, tesa a migliorare, rinnovare, potenziare, realizzare servizi e strutture, a tutti i livelli, dal nido alla scuola primaria, che investono su un settore di rilievo centrale nel percorso dei diritti all’istruzione e allo sviluppo socio-culturale della nostra comunità”. Il progetto che nascerà a completamento del complesso edilizio di Bustecca prevede la realizzazione di una struttura funzionale, all’avanguardia, ecocompatibile che mira a rispondere alle esigenze dei più piccoli attraverso nuovi spazi, interni ed esterni, destinati a migliorare e potenziare gli ambienti attuali. Le aule saranno complessivamente dieci, sei in più rispetto a quelle di cui oggi è composta la scuola primaria di Bustecca. Nel nuovo edificio troveranno collocazione anche una biblioteca, alcuni laboratori, una sala riservata agli insegnanti, un refettorio, un’aula magna e una

palestra. Quanto all’ampliamento della scuola per l’infanzia di Vico d’Elsa, l’opera si propone di realizzare un nuovo locale di circa 50 metri quadri da destinare allo svolgimento di attività ricreative. L’intervento ha richiesto una spesa pari a 61mila euro e il nuovo spazio sarà pronto per l’avvio del nuovo anno scolastico.

Progetto scuola primaria del capoluogo


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Il nido di Bustecca, fiore all’occhiello nel settore dell’edilizia scolastica

Il Melarancio, uno spazio aperto e naturale dove crescere e sentirsi a casa

Il progetto, il percorso pedagogico, la ‘continuità’ di spazi, idee, azioni, il dialogo con il territorio Quando il cielo decide di innaffiare la collina di Bustecca per i bambini è festa grande. Un crescendo di emozioni, stupori e curiosità. Accompagnata da un picchiettio insistente che ‘bussa e suona’ alle grandi vetrate del soffitto, l’acqua entra dolcemente dall’alto e scende giù, sempre più corposa, attraverso la colonna di vetro che porta al pozzo e alla vasca dei pesci rossi. Ma dove siamo? Dentro o fuori la piazza? Siamo dentro, ma siamo anche fuori: siamo nella piazza dell’accoglienza, del gioco, dell’esperienza. Siamo nella grande casa del nido Il Melarancio dove il cielo, anche quando è grigio, è benvenuto e la giornata, anche quando è piovosa, si fa interessante agli occhi dei piccoli esploratori che in tempo reale hanno un’opportunità ‘rinnovabile’, pratica e reale di conoscenza del mondo che li circonda. La natura entra tutti i giorni negli spazi del Melarancio sotto forma di colori, luci, materie, arredi ecologici; si fonde integralmente ai tre appartamenti che, suddivisi per colori, fanno abitare i 52 piccoli ospiti in un ambiente bello, di grande armonia, curato nei dettagli e compatibile con l’ambiente: nell’ingresso, nelle cucine, nelle sale da pranzo, nelle camere da letto, nei bagni, negli spazi collettivi, nelle sale delle attività sporchevoli, nelle verande, nei giardini. Un’armonia che è piaciuta sia alla Regione Toscana tanto da sostenerne la realizzazione con un cospicuo contributo, sia alle aziende e agli istituti di credito locali che hanno cofinanziato arredi e aree esterne; un’armonia che ancora prima di tradursi in progetto, sostenuto dai Comuni di Barberino e Tavarnelle, firmato dall’architetto Alberto Masoni, era già disegnata a tratti nitidi nella mente di Manola Pignotti, il consulente pedagogico incaricato dalle amministrazioni comunali di dare vita, contenuto e funzionalità alla nuova struttura, fiorita sulla collina di Bustecca già da tre anni. Ne parliamo con lei, nella sala insegnanti, a due passi dalla piazzetta del nido, mentre le voci dei bimbi gradualmente si attenuano…è l’ora del sonno. Entrando ho avuto l’impressione di sentirmi come a casa, di essere attratta da una sorta di paese delle meraviglie in qualche modo a me familiare… E’ proprio all’ambiente di casa, con le credenze che tengono le marmellate lontane da occhi indiscreti, i lavandini, i tavoli, i letti, gli spazi tipici di un appartamento, raccolto e funzionale, che mi sono ispirata per l’attuazione di questo percorso progettuale e pedagogico realizzato in stretta collaborazione con i tecnici e gli amministratori comunali. Il nostro intento è far sentire i bimbi non in una gabbia dorata, ma persone protagoniste dei loro pensieri e delle loro piccole grandi scoperte in uno spazio a misura di famiglia. Un modello edilizio che avevamo già sul territorio, Il Melograno di Sambuca, al quale si ispira la struttura barberinese che al suo interno propone tanti piccoli “Melograno”.

In un luogo così bello, inserito in un contesto paesaggistico altrettanto suggestivo, che ha tutto a portata di sogno, quali sono le attività che fanno crescere i bambini? Alternativamente la bellezza di un’esperienza che fa volare, l’incanto di un sogno che aggancia alla realtà, che fa sentire ancorati a terra. I bambini, che a questa età sono curiosi e desiderosi di esprimersi e conoscere mettendo in campo tutti e cinque i sensi, hanno bisogno della lettura di una favola ma anche di osservare e vivere il territorio in maniera attiva, a contatto diretto con i luoghi, le persone, le cose. I nostri progetti sono scelti e condivisi con i bambini e seguono la loro crescita sulla base dell’esperienza. Abbiamo parlato del nido in quanto luogo, dei bambini-persone consapevoli, autonomi, co-protagonisti del loro sviluppo. E gli adulti? Con gli insegnanti da circa quattro anni abbiamo intrapreso un percorso sul tema della continuità didattica e della coerenza educativa. Ci siamo interrogate sui bambini, ci siamo confrontate, anche attraverso attività formative e scambi professionali, sulle rispettive idee, conoscenze, esperienze. Un lavoro collettivo che ci ha portato ad assegnare un ruolo di primo piano alla continuità degli spazi, di cui sul piano edilizio offre un’eccellenza la costruzione che comprende il nido Il Melarancio e la scuola per l’infanzia La Casa del Sole, e alla coerenza delle azioni. Crediamo che un percorso educativo di qualità sia strettamente legato alla necessità di condividere metodologie educative, di comprendere e accompagnare il bambino nel passaggio e nella scoperta di nuovi ambienti e figure di riferimento. Adesso c’è anche una pubblicazione, realizzata dall’Unione comunale del Chianti fiorentino e dall’Istituto comprensivo Don Milani, che espone i nostri pensieri dalla a alla z: “CoerenteMente, l’alfabeto della continuità”. A noi adulti, a volte, ripartire da zero serve a compiere un salto di qualità sul piano umano e professionale. Accompagnare e lasciarsi accompagnare dai più piccoli fa crescere anche noi. Conclusa l’intervista, un brusìo di voci squillanti ‘bussa’ alla nostra porta…è l’ora del risveglio.

Manola Pignotti, consulente pedagogico


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I gruppi consiliari

5 PER MILLE, I CITTADINI GENEROSI SCIPPATI DAL “TETTO” IMPOSTO DAL GOVERNO

Proprio in questi giorni l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato gli elenchi dei beneficiari del 5 per mille con le scelte dei cittadini nell’ultima dichiarazione dei redditi. Tra i beneficiari risulta anche il Comune di Barberino, con una cifra, che se rapporta alle capacità contributive ci fa onore e dà soddisfazione. Quelle risorse sono destinate alle attività sociali svolte dal Comune e verranno destinate a sostegno di questo settore che va dagli asili nido alla assistenza domiciliare, dal sostegno dell’handicap al contributo affitto. Vogliamo esprime alcune considerazioni in senso generale su questo tema: - le statistiche dicono che il numero dei cittadini che ha creduto in questo strumento di sussidiarietà è tornato a crescere, con 15,5 milioni di firmatari, dato raggiunto solo nel 2007 - che le scelte sono ricadute su soggetti vicini e che operano sui territori - che a ‘bocca asciutta’ risultano quelle associazioni di discutibile utilità sociale. Nota dolente e con rammarico denunciamo lo scippo che il Governo centrale fa sulla partecipazione e sensibilità dei cittadini perché, a partire dal 2011, ha stabilito un tetto massimo di 300 milioni, contro i 420 oggi distribuiti e ciò significa far scendere la misura dal 5 a 3,5 per mille. Tutto ciò dietro buone promesse fatte ma ‘poco mantenute’. Di nuovo grazie a tutto coloro che, con la loro firma, hanno dato fiducia all’amministrazione.

COMBATTERE LA DISOCCUPAZIONE CON LA FORMAZIONE

Nell’edizione di marzo di questo periodico, nelle pag. 2 – 3, venivano riportati i risultati di una indagine condotta nell’area del Chianti Fiorentino (compreso Impruneta) che misurava il tasso

LA VARIANTE “OMNIBUS” AL PRG

UN ALTRO ESEMPIO DI MALGOVERNO URBANISTICO

Lo scorso 10 marzo il Consiglio Comunale di Barberino ha approvato una variante al Piano Regolatore, predisposta in tutta fretta. Ormai questa amministrazione ci ha abituato a questi provvedimenti fatti d’urgenza e senza alcuna partecipazione popolare. Ci ha lasciato molto perplessi la procedura adottata visto che entro un anno dovrà essere approvato il nuovo Regolamento Urbanistico e soprattutto perché è stato deciso di prendere in esame in questa fase solo le richieste giunte fino a una certa data, peraltro decisa ex-post, senza che precedentemente fosse stato fatto alcun avviso pubblico. Ma oramai si sa che la trasparenza non abita più da anni nel palazzo comunale. Aldilà del fatto procedurale, quello che più ci scandalizza è però il merito della variante stessa: non si tratta infatti di una variante organica che dà una nuova regolamentazione generale o una riorganizzazione del territorio, quanto piuttosto un provvedimento omnibus che mira a “sistemare” esigenze specifiche. Mentre si comprende bene (e si condivide) l’esigenza di inserire alcune previsioni per la realizzazione di opere pubbliche, ci risulta invece scandaloso che si siano privilegiati gli interessi di alcuni privati rispetto a quello pubblico, rappresentato dalle norme vigenti. In mezzo ad alcuni errori, che cercheremo di far correggere presentando apposite osservazioni, ci sono alcune scelte che riteniamo gravissime come quella di consentire ulteriori possibilità di ampliamento alle lottizzazioni industriali appena concluse (nello specifico quella della Tosco Marmi) e quella di ridurre la superficie minima degli appartamenti nei centri storici (scelta fatta cedendo al ricatto dell’impresa privata che sta intervenendo su Linari), norma che favorisce la speculazione, riduce la qualità della vita di chi andrà ad abitarci e rischia di far saltare le previsioni di piano. Ma quello che più ci ha colpito è stata la variante che con-

di disoccupazione , pari al 16%, sulla popolazione attiva, per complessive 5500 unità. L’articolo esaminava anche le fasce di età maggiormente colpite, da 18 a 32 anni, e dava conto delle ulteriori difficoltà da parte del sesso femminile che si dichiarava disposto a entrate nel mondo del lavoro dopo un periodo di inattività per maternità. L’agenzia formativa Chiantiform, accreditata dalla Regione Toscana e costituita fin dal 2002 che promuove corsi di formazione in vari settori (agricoli, turistici, educativi e altri ancora), ci riferisce che meno del 10 per cento degli utenti che frequentano i corsi provengono dai Comuni di Barberino e Tavarnelle, mentre il giusto rapporto tra residenti e area dovrebbe essere del 20%. Questo dato può significare: - una minore disoccupazione nel Comune di Barberino e Tavarnelle rispetto agli altri - scarsa conoscenza delle opportunità offerte dal Centroformativo territoriale con il quale Chiantiform interagisce e collabora. A questo proposito vogliamo fornire, qui di seguito, l’indirizzo e il numero di telefono del Centro di Formazione Territoriale Chianti Valdipesa presso Chiantiform via Roma, 36 San Casciano in Val di Pesa tel. 055 8294624, info@cftchianti.it.

ANTENNE UMTS : COMUNI SENZA STRUMENTI PER POTER DIRE DI NO!

Negando a Telecom l’autorizzazione ad installare una stazione radio sul suo territorio, nonostante il parere favorevole di Arpat, l’amministrazione comunale di Poggibonsi perde la sua battaglia contro la principale azienda italiana di telecomunicazioni che vede invece accolto il proprio ricorso ed installa la propria antenna UMTS là dove voleva. Appellandosi al quadro normativo di riferimento, la legge 36 del 2001 (legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici sente a un privato di intervenire su uno specifico edificio nel centro storico di Vico, in deroga a tutte le regole che valgono per tutti i centri storici e con un piano di recupero che consente mano libera sugli interventi edilizi da attuare e sulla destinazione d’uso: una decisione gravissima perché, oltre a costituire un precedente pericoloso (a questo punto tutti i proprietari di immobili nei centri storici potrebbero fare analoghe richieste), viene meno la capacità di pianificazione urbanistica del comune, in particolare per quanto attiene la tutela e la conservazione dei centri storici che sono una delle ricchezze più grandi del nostro territorio.

MA COSA FA LA “SOCIETÀ DELLA SALUTE”? IL CLAMOROSO FALLIMENTO POLITICO DI UN ALTRO CARROZZONE

Oramai si può parlare di vero e proprio fallimento politico: nate anni fa con il lodevole intento di gestire in forma comune servizi sociali e servizi sanitari territoriali, le Società della Salute sono nello stato confusionale più assoluto. Dopo anni di sperimentazione, nella quale non era stato fatto niente se non faraonici programmi redatti da consulenti profumatamente pagati ma rimasti sulla carta, è arrivata nel novembre scorso la mazzata della Corte Costituzionale che, respingendo il ricorso della Regione Toscana, ha dichiarato illegittimi questi Consorzi. Purtroppo Comuni e Regione, invece di sciogliere questi Enti e ammettere il fallimento, studiano nuove forme giuridiche per proseguire questa esperienza, nel frattempo passata dalla fase sperimentale a quella “a regime”. Peccato che queste strutture, e in particolare la SdS della zona Chianti-Valdarno-Valdisieve in cui siamo inseriti, non solo hanno svolto solo funzioni marginali non gestendo nessuno dei servizi delegati (rimasti ai comuni), ma

ed elettromagnetici), il TAR chiama in causa il Comune di Poggibonsi e con la sentenza n. 335 del 17 febbraio 2011 lo condanna anche al pagamento dei danni e delle spese processuali. Quello che vogliamo riaffermare ancora una volta è che purtroppo i margini di manovra dei comuni per negare l’istallazione delle antenne UMTS sono pari a zero ed oggi, se non avessimo autorizzato la scorsa estate l’installazione dell’antenna nel piazzale di Bustecca, oppure peggio ancora, se avessimo accolto la proposta dell’opposizione di revocare l’autorizzazione e intimare la rimozione dell’antenna, anche il comune di Barberino sicuramente si troverebbe nella stessa scomoda situazione: quella di avere subito un’imposizione e paradossalmente essere costretto a risarcire i danni. Obiettivo Comune si erse allora a paladino della salute pubblica e della tutela del paesaggio indirizzando all’Amministrazione accuse ingiuste e strumentali e proponendo soluzioni impossibili da praticare, ma lo poté fare solo perché stava nella comoda posizione di chi non è chiamato a decidere, di chi può promettere tutto, tanto sa che potrà sempre dire : ma ad amministrare il comune ci sono loro, cosa possiamo fare noi! Lo scorso settembre noi abbiamo preso un impegno in consiglio comunale e anche se l’antenna è stata installata nel pieno rispetto di tutte le disposizioni di legge in materia di tutela della salute dei cittadini ribadiamo la nostra volontà di lavorare per individuare ubicazioni diverse, meno impattanti paesaggisticamente e distanti dalle abitazioni.

Gruppo Consiliare Uniti per Barberino hanno anche un notevole costo di mantenimento. Dal bilancio recentemente approvato, con il nostro voto contrario, emerge un costo del personale più oneri di gestione per circa 650.000 €, in buona parte a carico dei comuni stessi che in questi investimenti non trovano nessun ritorno. Particolarmente grave la posizione del Comune di Barberino che, dopo aver distaccato una dipendente, ha anche dovuto assumere un’ulteriore persona a tempo determinato pagata da noi ma in servizio presso questa struttura, per un totale di spesa per il nostro comune pari a circa 43.000 €. Ma il peggio deve ancora arrivare: se finora trattasi di un ente inutile anche se costoso, non osiamo immaginare cosa succederà se dovesse davvero gestire i servizi, visto che si prevede la loro gestione a livello centralizzato, con buona pace degli anziani e degli utenti più deboli che hanno difficoltà a spostarsi. Per non parlare dei servizi sanitari territoriali (perlomeno quei pochi rimasti) che rischiano un ulteriore ridimensionamento, se non addirittura la sparizione, per scelte fatte in altri livelli e verso cui i nostri sindaci sembrano incapaci di opporsi. Ed è proprio ai sindaci che noi chiediamo di intervenire con decisione presso Regione e ASL per preservare e migliorare il livello dei servizi sociosanitari finora erogati e per dichiarare ufficialmente il fallimento e la conclusione dell’esperienza della Società della Salute, prima che ai costi si aggiungano anche i danni e i disservizi. È giunto il momento di verificare se i nostri amministratori sono al servizio dei cittadini o dei loro partiti…

Gruppo Consiliare Obiettivo Comune


storie

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IMMIgRAZIONE. “I miei connazionali rispettino le regole. Ma sull’illegalità non generalizziamo”

La cinese che rilancia il made in Italy Federico Bausi

S

uping Lin è convinta che “made in Italy significhi qualità”. Per questo, con la sua azienda, ha deciso di acquisire uno storico marchio di borse fiorentino. Nuova organizzazione e investimenti importanti: per il restyling del logo, per una nuova sede con showroom, per una nuova campagna pubblicitaria, un nuovo catalogo, nuovi accessori personalizzati, un nuovo packaging (sacchetti panno, cartellini, shopping di carta). Suping Lin è nata a Ruian, nella provincia cinese di Zhejiang, ma in azienda e tra i suoi amici è difficile sentirla chiamare così. Per tutti è Sara. Sara Lin. Ha 31 anni ed è arrivata in Italia quando ne aveva 10. Oggi è l’amministratore delegato della J&C (Jacky e Celine, i nomi dei suoi due figli, entrambi nati a Firenze), un’azienda che produce borse e accessori per l’abbigliamento. Non solo: a febbraio, sempre con la J&C, ha aperto un negozio nel centro di Firenze, in via Guicciardini. “Sono nata in Cina e cresciuta in Italia – dice Sara aspirando qualche “c”, come una fiorentina di nascita – quindi sono un po’ il connubio di due culture e reputo questa la mia grande fortuna. È l’amore per l’Italia che mi ha spinto a radicare ancora di più la mia impresa qui, acquistando uno storico marchio fiorentino come Desmo. Il sogno in cui credo è portare il made in Italy in tutto il mondo”. E se qualcuno si sorprende – una cinese che salva un brand italiano e vuole esportare il made in Italy? – sappia che la storia di Sara non finisce qui. Alla J&C, che ha una trentina di dipendenti, italiani e cinesi lavorano insieme, fianco a fianco. E,

tanto per far capire il clima, non si scontrano neanche sulla cucina: una volta alla settimana la pausa pranzo è a base di piatti cinesi, un’altra volta a base di piatti nostrani. I capannoni dove centinaia di cinesi lavorano in condizioni estreme per produrre i falsi, insomma, sono lontani, lontanissimi. Prato, con i problemi d’integrazione della comunità cinese, è a pochi chilometri di distanza, eppure sembra un altro mondo. Anche su questo Sara Lin ha le idee molto chiare. “Le aziende cinesi – dice – devono rispettare le regole dello Stato italiano, su questo non c’è punto di discussione possibile. Io, come tanti altri, le rispetto e pago le tasse: perché qualcun altro non dovrebbe fare lo stesso? D’altra parte – continua – la società italiana deve prendere atto che tante imprese come la mia, che operano nella legalità e in cui italiani e cinesi collaborano, sono una realtà importante del tessuto economico dell’Italia e dell’area fiorentina”. E vanno valorizzate. Per questo motivo, Sara ha deciso di affacciarsi alla politica locale: al congresso del Pd fiorentino che si è svolto nell’ottobre scorso si è candidata al circolo di San Donnino (Campi Sud) ed è stata eletta delegata all’assemblea metropolitana. Sorpresa e un po’ spaesata davanti all’improvvisa attenzione che i media le hanno dedicato, essendo la prima persona d’origine cinese a entrare in un’assemblea di partito a Firenze, ha detto: “Cercherò di dare il mio contributo”. Con la “c” aspirata, ovviamente.

suping Lin ha 31 anni e vive in Toscana da quando ne ha 10. È un’imprenditrice che punta tutto sulla qualità del marchio del Belpaese. La sua azienda, dove italiani e orientali lavorano fianco a fianco, ha acquistato il brand fiorentino di borse Desmo: decisa a investirci tanto

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attualità

Aprile 2011

QuAttROZAMPE/1. Ci lavoreranno anche detenuti in semilibertà, ex tossicodipendenti e disabili

Il canile di Ugnano aprirà a fine maggio. Con sorpresa Giulia Righi

S

ono settanta, hanno una coda, due orecchie e quattro zampe ciascuno. E si preparano a fare il loro ingresso nel nuovo canile comunale “Parco degli animali” a Ugnano. Tra gli ultimi giorni di maggio e i primi di giugno la struttura aprirà infatti i battenti, dopo un anno e mezzo di lavori e un investimento complessivo di oltre 4 milioni di euro. Ma c’è di più: a gestire il nuovo canile comunale saranno due cooperative di tipo B, ovvero realtà che si occupano degli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate. Si tratta delle cooperative Archimede e Samarcanda, e a occuparsi del nuovo canile saranno persone provenienti dal circuito carcerario (in semilibertà o affidate ai servizi sociali), persone con dipendenze lasciate alle spalle e disabili. “Ci sembra una bella operazione, un modo nuovo

di valorizzare il sociale – spiega l’assessore comunale Stefania Saccardi – gli operatori di entrambe le cooperative hanno avuto un periodo di formazione e siamo pronti a cominciare”. E così i settanta cani sotto la tutela del Comune di Firenze che attualmente sono ospitati da un canile convenzionato di Arezzo si preparano a “rimpatriare” nella nuova struttura. Ad attenderli c’è un’area di due ettari che arriva dopo qualche polemica e un progetto diviso in due lotti. Il primo ha riguardato la costruzione di 30 box e delle cosiddette “aree di sgambamento”, quelle cioè dove i quattrozampe possono correre liberamente. Questa prima parte di lavori ha riguardato anche la costruzione di uffici, servizi, cucine e infermeria, oltre al tracciato per garantire la viabilità interna e d’accesso, gli impianti di illuminazione, quelli fognari, i parcheggi e tutti gli allacci di acqua, gas e le barriere fonoassorbenti. La seconda “mandata” di lavori ha invece visto la realizzazione di al-

tri 24 box per i cani e delle relative “aree da corsa”. A tutto questo si aggiunge il nucleo per i servizi (che si trova al centro, tra la struttura costruita per prima e quella arrivata con il secondo lotto) che comprende una lavanderia, un magazzino, un locale per la preparazione delle pappe e una dispensa. Le “casette” per i cani sono state realizzate utilizzando prefabbricati a elevato potere di coibentazione (e cioè in grado di isolare gli animali dal caldo e dal freddo eccessivi) e attrezzate con un sistema di riscaldamento. I pavimenti invece sono stati realizzati in quarzo, studiato per evitare di danneggiare i polpastrelli dei cani e per garantire le condizioni igieniche migliori. E, per completare il tutto, sono stati installati alcuni pannelli fonoassorbenti per ridurre l’inquinamento acustico a tutela degli abitanti vicini. Quindi, a quanto pare, mancano solo loro, quei settanta quattrozampe che si spera che a Ugnano possano essere solo di passaggio. In attesa di una casa vera.

I settanta animali sotto la tutela del Comune attualmente ospitati da una struttura convenzionata di arezzo si preparano a tornare nella “loro” firenze. ad attenderli box nuovi, riscaldati e costruiti con criteri moderni per limitare al massimo i disagi GHIO aspetta da 10 anni

lUI (e AlTrI 30) attendono da 5 anni

Una vera “coppia di fatto”

Grande, grosso e buonissimo

Code e occhioni in cerca di casa

Ghio - racconta la presidente dell’Unione Amici del Cane e del gatto Cosetta Mazzoni - è uno di quei cani che anni fa sono stati affidati al canile del Termine dal Comune, in convenzione. Scaduta quella, avrebbero dovuto essere trasferiti nella nuova struttura vincitrice dell’appalto, e invece il canile lo ha chiesto “in regalo”. Tenerissimo. Info: 347.8345299.

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termine

JAMIrA (e AreS) In attesa da 7 anni

Non si può parlare di Jamira (nella foto) senza nominare il suo consorte, Ares. Sono stati abbandonati circa 7 anni fa di fronte al canile del Termine, parcheggiati lì con solo un bigliettino davanti. Da allora sono inseperabili, e proprio per questo aspettano di essere adottati in coppia. Dolcissimi tutti e due. Per info: 347.8345299 (canile del Termine).

Trasferimenti privati

due animali ospiti del Canile del

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Questo (bellissimo) micio è uno dei circa trenta gatti ospiti del canile del Termine. Si tratta di animali sani, esenti da Fiv, a cui la struttura dedica un’area ad hoc, ma che certo starebbero meglio in una casa vera. Ce n’è davvero per tutti i gusti, di tutti i colori possibili. Per innamorarsene basta guardarli un attimo negli occhi. Info: 347.8345299.


attualità

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QuAttROZAMPE/2. Moltissime le associazioni operative in città per agevolare le adozioni

ma c’è ancora un esercito in attesa di un padrone Benedetta Strappi

C’

è purtroppo un “esercito” di animali (cani, gatti, ma anche roditori e uccellini) in cerca di casa. È un esercito sfortunato, inutile dirlo, fatto di occhioni che ti guardano da dietro una rete e di punti interrogativi enormi che sembrano spuntare da quelle pupille speranzose. Per fortuna anche a Firenze c’è una fittissima rete di associazioni che si occupa di aiutare i quattrozampe disagiati. L’Unione Amici del Cane e del Gatto è una delle più conosciute, salita alla ribalta negli anni anche per le vicende legate al canile del Termine che l’associazione gestisce. Senza entrare nel merito della querelle, oggi ci sono cose di cui gli ospiti della struttura (circa duecento cani e una trentina di gatti) hanno molto bisogno. Croccantini, ad esempio. Ma anche la disponibilità di stalli temporanei per mici e cagnolini, al chiuso o all’aperto. E persone pronte a occuparsi, a turno, delle cure mediche degli animali. L’Unione ha la sua nuova sede in via Reginaldo Giuliani 130/r, e si può contattare allo 055.4590880 e al 347.8345299. Attiva in città è anche la sezione fiorentina dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). Tra le altre cose, l’Oipa si occupa di diffondere appelli per gli animali in cerca di un padrone e

di un particolare progetto, il “Rehoming”. Questo percorso è destinato ai cani che più di altri hanno urgenza di uscire dal canile, per ragioni di salute o comportamentali. I volontari di Oipa seguono questi animali, spesso ospitandoli nelle proprie case, per aiutarli a diventare adottabili nel minor tempo possibile. Oltre a questo, l’organizzazione ha avviato altri progetti: “Otello” (che, in collaborazione con il canile di Pontassieve, prevede incontri pre e post adozione per aiutare i nuovi padroni dei cani durante tutto il percorso) e “Beniamino”, nato per aiutare i volontari al lavoro nel Sud Italia a trovare una nuova casa per i tanti quattrozampe in difficoltà. Oipa si occupa anche degli animali “esotici” e sul suo sito (www.oipafirenze.it) si trovano appelli anche per cricetini, coniglietti, pappagalli e tartarughe. Ma le realtà vicine ai quattrozampe sono veramente tante: solo per citarne alcune, c’è la sezione fiorentina dell’Ente nazionale protezione animali (www.enpafirenze.it), c’è Guida Verde-Sos Animali (www.guidaverde.eu) che si occupa anche del servizio di ambulanza veterinaria, c’è il Caniglio (www.caniglio. blogspot.com), piccolo canile che ospita 26 animali. Un elenco più completo di tutte le strutture operanti sul territorio si trova sul sito dell’Ufficio animali del Comune, e questa può essere una buona bussola per chi avesse voglia di rendersi utile all’universo dei Fido&co. più sfortunati.

reMÌ 8 anni

NIKe 5 mesi

levANTe 6 mesi

Sette anni in canile. Bastano, sì?

Cinque mesi e tante sfortune

Un cucciolo tutto giochi e coccole

Nike è una coniglietta siamese femmina di cinque mesi. È stata ceduta ad Oipa perchè aveva la rogna. Era debole a causa dell’alimentazione scorretta, e per colpa di un incidente è attualmente ingessata. Insomma: una storiaccia che merita una ricompensa. Info per l’adozione: Giovanna Maria (349.4488482), animaliesotici@oipafirenze.it.

Levante ha solo sei mesi e decisamente bisogno di una famiglia vera, e definitiva. È un cagnolotto buonissimo, docile e pacato. E, come tutti i cuccioli, è un amante delle coccole e del salutare passatempo del gioco. Per altre informazioni e l’adozione la persona di riferimento è Cristina: 347.9843116 - cristina@oipafirenze.it.

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tempi moderni

Aprile 2011

sAPORI E dINtORNI/1. Non solo sushi e kebab, in città prodotti tipici dei quattro angoli del globo

Il giro del mondo senza alzarsi da tavola Basta fare pochi metri per saltare dall’estremo oriente ad africa e sudamerica. La strada con la maggiore scelta? via Ghibellina, tra paella, pollo alle mandorle e bistecca argentina Francesca Puliti

D

all’Estremo Oriente al Continente Nero nel giro di due strade. Scordatevi dispendiosi voli aerei, ferie programmate o tantomeno i famosi 80 giorni: per fare il giro del mondo basta attraversare la strada. E sedersi a una buona tavola. In principio fu il popolo cinese a esportare involtini primavera e riso alla cantonese sui nostri menu, poi arrivarono i ristoranti indiani e, a ruota, gli enormi spiedi fumanti dei kebabbari. E se gli anni 2000 hanno portato alla ribalta il cibo giapponese (rimbalzato tra ristoranti ultrafashion, aperitivi low cost e infine pranzi a buffet e prezzo fisso), adesso anche i rotolini ripieni di riso sono più che inflazionati. E torna di moda la cucina euro-mediterranea. Sulla via della seta, si possono comunque continuare ad assaggiare piatti e bevande orientaleggianti, ma senza esagerare: ad esempio servendosi un tè in via degli Alfani, immersi in un’atmosfera da Mille e una notte, o gustandosi un piatto ebraico al ristorante Kosher poco distante. Senza allontanarsi troppo sulla mappa del mondo e della città, in zona Santa Croce è possibile concedersi una sosta molto speziata tra i cedri libanesi. Poche strade più in là le specialità toscane incontrano quelle giapponesi, nel giro dello stesso pasto. A ben guardare l’Africa non è così lontana. Sempre in zona via Ghibellina, ci si può sedere sulle rive del Mediterraneo e ordinare un antipasto maghrebino, una paella spagnola e un dolce greco. Cucina marocchina contagiata da quella francese e viceversa anche al vicino Sésame, mentre il Corno d’Africa ha trovato una nuova casa in piazza San Jacopino. E guai a saltare il rito del caffè a fine pasto. Il cous cous la fa da padrone anche a Rifredi, in salsa algerina, però. Per i palati

più “timorosi” è sempre possibile restarsene nel Vecchio Continente. E ripiegare su una semplice insalata greca o su una più impegnativa moussaka, in uno dei due ristoranti ellenici fiorentini. Se invece avete voglia di crauti, wurstel e stinco di maiale, non vi resta che dirottare sulla cucina tedesca del Parterre, dove i piatti si accompagnano ciascuno a una birra differente (da gustare, volendo, anche nel risotto). Paella, sangria e polpo alla gallega, invece, in via Ghibellina o alle Piagge, rigorosamente serviti con sangria. Per mangiare le polpette svedesi, il viaggio, si sa, è un po’ più lungo: almeno fino all’Ikea dell’Osmannoro. Il Sudamerica, invece, è sbarcato da tempo nel centro storico

Per i palati più “timorosi” il tour si ferma in Europa, tra polpette svedesi, crauti e insalata greca cittadino: i peperoncini più piccanti del Messico si trovano accanto al Teatro Verdi, mentre la famosa carne argentina si mangia nell’ormai multietnica via Ghibellina. New entry nella classifica degli stranieri più gustati, la rosticceria peruviana in Borgo Ognissanti. Riso, banane e patate fanno da base quasi a ogni piatto, letto per carne, pesce o verdure, purché in gran quantità. Già, perché se c’è una cosa che i ristoratori stranieri, da qualsiasi angolo del mondo vengano, hanno capito dei fiorentini, è che amano le porzioni abbandonanti. E preferibilmente un conto poco salato.

La sTorIa Alle Piagge il primo ristorante multietnico d’Italia

www.mostrartigianato.it

FIRENZE, FORTEZZA DA BASSO 30 APRILE 8 MAGGIO 2011 ORARIO 10.00-23.00* *ultimo giorno chiusura ore 20.00

Cinque continenti in un piatto

P

aladar, tradotto: sapori, gusti. O anche, nell’accezione cubana del termine, case-ristoranti dove si preparano piatti molto caserecci. Tradotto nella versione delle Piagge, invece, è il nome dell’unico ristorante multietnico di Firenze e d’Italia. Dalla Tailandia all’Etiopia, da Cuba al Senegal fino alla Spagna, qui si può davvero saltare da un continente all’altro in punta di forchetta. Magari scegliendo il piatto intitolato non a caso “Giro del mondo”, vero e proprio tour gastronomico dei cinque continenti. Il bello è che non riuscirete mai, ma proprio mai, a esaurire il menu: la carta, infatti, viene rinnovata ogni due settimane, in modo da accogliere specialità sempre diverse. “Tutto è nato nel 1998 – racconta una delle quattro socie – da un gruppo di donne arrivate qui da altri paesi. Eravamo tutte ansiose di lavorare, ma aspettavamo che ci arrivasse qualche aiuto dai servizi sociali”. Finché un giorno, stanche di aspettare, si sono messe in società e hanno deciso di far fruttare l’arte culinaria. “Insieme a una ristoratrice italiana – continua il racconto – abbiamo organizzato un corso di cucina per insegnarci a vi-

cenda a preparare le ricette tipiche dei nostri paesi di provenienza. Poi abbiamo formato un’associazione e aperto il ristorante”. L’unica socia italiana è Benedetta Vitali, poi ci sono Maria Estela Solano, Mercedes Frias (sì, proprio l’ex parlamentare di Rifondazione) e la sorella Juana Francisca Frias, tutte di origini dominicane. Lo stesso staff ha poi messo su un servizio di catering multietnico che serve tutta la Toscana. Inoltre le cuoche, tutte donne, organizzano anche corsi di cucina multietnica, rivolti a coloro che vogliono provare a cimentarsi in prima persona con /F.P. polpette e cous cous.


tempi moderni

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sAPORI E dINtORNI/2. Si moltiplicano le attività specializzate nella cucina made in Usa

Tu vò mangià americano? ora si può a spasso per firenze, dove capita sempre più spesso di imbattersi in locali che offrono bagels, cheesecake e maxi tazze di caffè Ludovica V. Zarrilli

C

hi l’ha detto che nella città del giglio si mangia solo ribollita, lampredotto e rosticciana innaffiata con del buon Chianti? E chi l’ha detto che se si va alla ricerca di cibi esotici si vuole solo thai, giapponese, cinese o indiano? Da qualche tempo a questa parte anche la cucina made in Usa fa la parte del leone, e vede spuntare qua e là diversi locali dove è possibile mangiare cibi ben fatti alla maniera dei cugini d’oltreoceano. E chi pensa che siano fatti su misura per i tanti statunitensi che si affacciano dalle nostre parti si sbaglia di grosso, perché a frequentarli sono molti fiorentini, attratti dal food... fast ma non troppo. Un esempio su tutti è quello di Sugar and Spice (via dei Servi 43 e borgo La Croce 15r), pasticceria americana messa in piedi già da diversi anni da una signora originaria di New York, che oltre a preparare dei cheesecake divini e dei bagels altrettanto saporiti per la pausa pranzo conserva intatto il suo slang arrivato dritto dritto dalla Grande Mela, che la fa sembrare agli occhi degli avventori ancora più simpatica. Altro posto imperdibile per gli amanti del genere è Mama’s backery (via della Chiesa

24r), nato dalla fantasia di Matt Reinecke, ex broker che, insieme a sua moglie Cristina (lei fiorentina doc), un bel giorno ha deciso di mollare Milano, la Borsa e gli affari per dedicarsi a quello che più di ogni altra cosa ama fare, il pane. “Avevo cominciato a preparare bagels in casa per la famiglia – spiega Matt – poi ho deciso che era arrivato il momento di lasciare spazio in Borsa alle nuove generazioni, e così sono tornato a Firenze, città d’origine di mia moglie, e insieme abbiamo aperto questo negozio”. Un piccolo angolo di paradiso, Mama’s backery, con tanto di giardino per passare un’oretta all’aria aperta nelle belle giornate e con tavolini che invitano a nozze gli studenti, che non aspettano altro che andare ad aprire i loro libri in compagnia di un amico, un caffè – rigorosamente lungo – e uno stuzzichino fatto bene. Altro posto da segnare in agenda è Lungarno 23 (al civico 23 di lungarno Torrigiani), locale fiorentino al 100% ma specializzato nella preparazione di hamburger fatti solo con carne chianina. Il classico panino mordi e fuggi viene servito con ingredienti ricercati come formaggi particolari, salse made in Tuscany e accompa-

gnato rigorosamente da un ottimo vino rosso. Un hamburger rivisitato e arricchito con pane tostato, pomodorini freschi e una spolverata di pepe nero lo si trova al Nacchero (piazza Gavinana 4r), ma è meglio chiedere prima di andare a colpo sicuro,

perché non tutti i giorni viene inserito nel menù. Se poi si vuole andare sul sicuro, in borgo San Jacopo (al 21r) c’è Ringo, american bar storico dove le porzioni sono abbondanti e i prezzi... direttamente proporzionali.

fUorI porTa A Panzano il fast food è accompagnato da vino rosso toscano. E si trasforma in una “ricetta” della tradizione

nel cuore del Chianti, dove spopola l’hamburger low cost del Cecchini

B

asta mescolare della buona carne, un po’ di contorni fatti bene, una spruzzata di vino e l’ottima fama del padrone di casa, che non guasta mai. È questo il segreto di Dario +, fast food in salsa toscana di proprietà di uno dei re della ciccia di casa nostra, Dario Cecchini, di stanza a Panzano in Chianti, frazione di Greve, famoso in tutta la penisola perché avvezzo a declamare versi della Divina Commedia mentre prepara divini piatti a base di chianina. Ed è proprio lì che il macellaio, che si vanta di fare questo mestiere da oltre trent’anni e di essere ancora alla ricerca

del taglio e del gusto perfetto, accoglie gli avventori nel suo ristorante suddiviso in settori diversi, uno dei quali – che si chiama proprio Dario + - dedicato all’hamburger. Ma perché mai bisogna arrivare fino a Panzano per mangiare un hamburger quando ce ne sono di tante qualità sulla piazza fiorentina? Il motivo è semplice. Innanzitutto perché con la primavera che avanza è piacevole fare una gita fuori porta attraversando le colline che accompagnano fino al versante più a sud del Chianti, e poi perché il buon Cecchini, per la modica somma di 10 euro, porta sulla tavola un medaglione

di carne, pane in abbondanza, patate al forno, un secondo contorno di carne e poi salse in quantità e acqua a fiumi. Volendo, se si preferisce, ci si può portare anche il vino da casa, in alternativa Dario offre nettari del posto a prezzi altrettanto popolari. Insomma, la mangiata vale il prezzo del biglietto, e con la stessa cifra che si spenderebbe se si andasse a pranzare (perché Dario + è aperto solo a pranzo, dal lunedì al sabato e non accetta prenotazioni) in una delle popolari catene di fast food disseminate nei cinque conti/L.V.Z. nenti. Assaggiare per credere!

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Aprile 2011

RICERCA/1. Tantissimi i progetti dell’Università di Firenze che decollano dal Polo di Sesto

Quelle invenzioni che parlano toscano I brevetti sono i più disparati. e utili: dai dispositivi per diagnosticare malattie anche fuori dagli ospedali a un sistema che riesce a scovare persino le mine Antonio Passanese

D

al Polo scientifico di Sesto nascono idee e progetti che potrebbero aiutare l’economia a risalire la china o i medici nella cura di gravi patologie. Perché l’università non è solo studio e teoria, ma anche pratica. E i ricercatori fiorentini mettono in campo venti progetti accademici che aspirano a diventare una vera e propria azienda, e che in gergo tecnico si chiamano “Spin off”. Brevetti che l’Unifi potrebbe vendere al mondo dell’imprenditoria per autofinanziarsi la ricerca. I gruppi di lavoro, nei loro studi, hanno spaziato dai servizi multi-media e multi-canale ai sistemi matematici e informatici, dalle tecnologie per la marcatura di immagini 3D all’uso dell’informatica in strutture universitarie e non. Fra le idee-impresa anche l’uso delle nanotecnologie per nuovi prodotti farmaceutici utilizzabili per la diagnostica e la terapia di tumori e altre patologie, la medicina per il controllo, la diagnosi di possibili malattie durante il sonno e lo sviluppo di una nuova classe di piccoli radar. Nell’ambito delle applicazioni biomediche, per esempio, il gruppo di lavoro del professor Leonardo Masotti ha creato un dispositivo portatile, minimamente invasivo, per la diagnosi preventiva di patologie respiratorie anche lontani da ospedali. L’applicazione, già testata clinicamente, aiuterebbe a ridurre in maniera sensibile i costi di ricovero e degenza a carico del Sistema sanitario nazionale. Il dipartimento di Elettronica e comunicazioni, invece, ha prodotto un sistema robotico in grado di identificare la posizione di oggetti invisibili all’occhio umano. I settori nel quale potrebbe essere utilizzato questo progetto sono molti, tra tutti quello umanitario per lo sminamento delle aree dove vi è la presenza di bombe antiuomo. Annarosa Arcangeli e Annalisa Crociani, del dipartimento di Patologia e Oncologia Sperimentali, infine, hanno messo a punto un sistema basato su nanoparticelle e anticorpi monoclonali da utilizzare nella diagnostica e nella terapia del cancro. La ridotta dimensione delle particelle permette infatti una facile penetrabilità all’inter-

no dei tessuti, mentre le loro capacità magnetiche consentono il monitoraggio all’interno dell’organismo con le comuni tecniche diagnostiche. “La Regione Toscana – chiarisce il prorettore Marco Bellandi - cofinanzierà, nei prossimi tre anni, le spese di promozione, supporto e sviluppo del ‘business plan’, appunto, dei progetti di nuova impresa. Poi, un accordo con Confindustria Firenze permetterà di associare dei ‘business angels’ alla costituzione in impresa, cioè investitori informali che apportano forti competenze manageriali e di mercato e una parte del capitale di rischio”.

RICERCA/2. Il dipartimento di Chimica ha collaborato a un’importante scoperta

E dal ghiaccio dell’Antartide grandi novità L

a fine dell’ultima glaciazione, 18mila anni fa, è dipesa da un’evoluzione climatica che ha agito come un’altalena, trasferendo le variazioni di temperatura tra l’Antartide e l’Artide. La conferma dei meccanismi che regolano le variazioni del clima terrestre proviene dal ghiaccio estratto in Antartide da un team internazionale di cui fanno parte ricercatori del dipartimento di Chimica “Ugo Schiff” dell’Università di Firenze. Una scoperta importante, pubblicata sull’ultimo numero della rivista Nature Geoscience, che ha permesso di ricostruire la storia dell’emisfero meridionale degli ultimi 250mila anni grazie all’estrazione di una “carota” di ghiaccio di 1.650 metri nella zona di Talos Dome, in Antartide. I ricercatori del Polo scientifico di Sesto lavorano a questo progetto dagli anni ’80, con missioni che hanno riguardato l’estremo sud e l’estremo nord del pianeta. Uno studio che rientra nel progetto europeo denominato Taldice, a cui partecipano anche Francia, Germania,

Regno Unito e Svizzera. “Sincronizzando la serie climatica ottenuta dal ghiaccio di Talos Dome abbiamo potuto dare conferma dell’esistenza di un meccanismo di trasferimento di energia e calore inter-emisferico denominato altalena bipolare - spiega Roberto Udisti, professore associato di Chimica analitica dell’Università di Firenze - in pratica, tra i due emisferi vi è uno scambio costante di materia ed energia attraverso la circolazione oceanica profonda, le cui variazioni hanno causato periodi di riscaldamento e di raffreddamento. In particolare – aggiunge il docente – le fasi di riscaldamento su scala millenaria che si sono verificate nell’emisfero Nord hanno causato una contemporanea diminuzione delle temperature nell’emisfero Sud e viceversa. Una corretta interpretazione dei tempi e dei modi con i quali tali processi sono avvenuti può farci capire in quale dei due emisferi abbiano avuto origine i periodi di glaciazione e quelli di de/A.P. glaciazione”.

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A tu PER tu. Quattro chiacchiere con Niccolò Fabi, che si esibisce al Teatro Puccini il 19 aprile

Lui, il pubblico e un mare di emozioni Tutto pronto per l’arrivo del cantautore romano di origine senese, che annuncia

LA stORIA

uno spettacolo intimo e diretto, quasi una conversazione con gli spettatori

Un libro ricorda “quel prete sempre di corsa”

in sala. Una tournée che lo vede per la prima volta da solo sul palcoscenico: “Questa serie di concerti per me è l’occasione di una crescita personale enorme” Ludovica V. Zarrilli

È

un po’ una sfida quella di Niccolò Fabi, che porta nella città del giglio il suo primo vero one man show. Da solo sul palcoscenico, in un concerto che lo vede come unico autore, interprete, regista, coreografo. Il musicista diventa la sintesa estrema del menestrello che si prepara a raccontare la sua storia, personale, intima, fatta di note, parole e melodia. L’appuntamento è fissato per il 19 aprile al Teatro Puccini, dove il cantautore romano - di origine senese - aveva già suonato in passato e dove farà tappa il suo “Solo un uomo tour” partito all’inizio del mese dalla provincia di Forlì-Cesena. “Mi era già capitato di fare altri concerti in teatro - spiega Niccolò Fabi a Il Reporter -, ma l’intimità di questa tournée è data dal fatto che sul palco ci sono solo io, cosa che fai in modo che si crei un rapporto più esclusivo tra chi suona e chi ascolta”. “Se essere artista - continua - è anche e soprattutto inseguire nuove idee, non accontentarsi, porsi nuovi ostacoli e superarli, allora un concerto in cui si è soli sul palcoscencio diventa una tappa fondamentale , quasi obbligata per ogni percorso di crescita artistica. Come nel monologo per un attore, è il momento in cui ci si assume la responsabilità personale più grande e rischiosa, quella di offrirsi nudi, senza protezione davanti al pubblico”. E’ un Niccolò Fabi maturo e consapevole quello che si appresta a suonare sul palcoscenico del Puccini, raccontando una sorta di storia, una storia che parla della sua musica, delle parole che ha sempre voluto infilarci dentro e poi anche dei dolori, quelli recenti, legati alla perdita della sua bambina di appena due anni, scomparsa nel 2010 per una meningite fulminante. “L’ambizione di questo tour - continua - non avendo un disco nuovo da proporre, è quella di rivivere cose già scritte, canzoni speciali unite da un filo narrativo altrettanto speciale. Per me è l’occasione di una crescita professionale enorme”. Continua ad avere un rapporto costante e continuativo con la Toscana, terra d’orgine di sua madre, e con Firenze dove torna quasi

niCColÒ faBi

tutti i mesi per portare avanti il progetto “Filigrane” - percorso di partecipazione giovanile sui temi della tolleranza e dell’accoglienza - in collaborazione con la Regione Toscana. E poi c’è “Parole di Lulù”, cofanetto con un dvd contenente il video del concerto di Mezzano Romano dello scorso 30 agosto, che Fabi organizzò coinvolgendo i volti più noti della canzone italiana per raccogliere fondi da destinare alla costruzione di un ospedale in Angola.

“Abbiamo raggiunto - spiega il cantautore - il tetto di vendite che garantisce all’associazione Medici con l’Africa di andare avanti col progetto e di questo sono soddisfatto”. Soddisfatto del presente ma riservato riguardo ai progetti futuri. “Non ho mai vissuto questo modo di fare musica come un obbligo e non intendo farlo ora - spiega -. Ho sempre scritto quello che mi succedeva, trasponendo in musica il mio percorso emotivo”.

IL PERsONAggIO. Dagli esordi in parrocchia al tour insieme a Patty Pravo

Un tavarnellino sul palco dell’Ariston S

lapo Consortini

insieme a

pattY pravo

anremo è sempre Sanremo. Ma quest’anno, per Lapo Consortini, 33 anni, tavarnellino doc, lo è stato ancora di più. Lui infatti la manifestazione canora più famosa d’Italia l’ha vissuta da protagonista, calcando le tavole del Teatro Ariston come musicista di Patty Pravo. Come sei approdato dalla parrocchia di Santa Lucia al Borghetto, dove suonavi la chitarra per accompagnare il coro, al Festival di Sanremo? In realtà il mio percorso musicale risale ormai a dieci anni fa, quando ho cominciato a collaborare con uno studio di San Gimignano. Nel novembre scorso, sono stato contattato per lavorare all’album di Patty Pravo, per il quale ho eseguito anche gli arrangiamenti insieme al produttore artistico. E’ stato in quel frangente che lei mi ha chiesto di es-

sere il suo chitarrista e, nel frattempo, ha ricevuto anche l’invito da Morandi per partecipare a Sanremo; invito che ha accolto ponendo però, come condizione, il fatto di avere i suoi musicisti sul palco. Così è nato il “mio” Sanremo. Adesso il sogno prosegue con il tour italiano di Patty Pravo... Ad aprile, abbiamo in ponte ben 11 tappe, di cui le più vicine sono quelle di Bologna e Roma. Cosa ti ha lasciato il Festival? Un’esperienza grandiosa ma vivendolo in prima persona si ridimensiona tutto ciò che da casa sembra quasi una realtà parallela. Tu sei una piccola parte di un grande ingranaggio con il quale ti trovi a rapportarti. Insomma, se ce l’ho fatta io ce la pos/I.B. sono fare in tanti.

Q

ualcuno, il suo sorriso, l’ha definito “devastante”. E in effetti lo sguardo sereno di Don Renzo Forconi, per oltre trent’anni presidente dell’Opera Diocesana di Assistenza, era capace di muovere gli animi con una grande carica positiva. A due anni dalla sua scomparsa, l’Opera (oggi diventata fondazione) gli ha dedicato una pubblicazione dal titolo “Quel prete sempre di corsa. La vita di Don Renzo Forconi e la sua missione nell’Oda”, presentata dall’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori a margine di un’affollatissima messa di commemorazione. Centoventi pagine di parole e foto che ripercorrono il cammino di un pastore molto amato, che a lungo è stato un padre per i ragazzi disabili assistiti dall’Oda, ma anche una guida spirituale per i ferrovieri fiorentini e per i fedeli della chiesa di Santa Maria a Quarto di cui era parroco. Nel libro, una serie di testimonianze raccolte dalla viva voce di chi lo ha conosciuto fotografa tutti questi aspetti dell’operato del Forconi. Parlano, per primi, i direttori dei due centri gestiti dall’Oda (uno a Castello e uno a Diacceto). Sono loro, la dottoressa Giovanna Sorrentino per Villa San Luigi e il dottor Marco Campigli per il centro di Diacceto, a tratteggiare con parole eloquenti il grande amore con cui Don Renzo gestiva le due strutture, e, soprattutto, la forza con cui ha saputo instradare i ragazzi assistiti dall’Opera lungo il difficile cammino verso l’autonomia. Ma parlano anche i suoi fedeli, che ricordano con un sorriso quella sua eterna spola tra un impegno e l’altro, la stessa che gli valse il soprannome di “parroco volante”. E porta la sua testimonianza Silvia Mosconi, “braccio destro” di Don Renzo dal 1977, accorta sovrintendente alla burocrazia quotidiana fino all’ultimo. Ma nel libro si intrecciano le voci di tante altre persone: da quella di Silvano Silvia, fotografo di “fiducia” di Don Renzo, della sua parrocchia e dei ragazzi dell’Oda, a quella di Renzo Manni, ferroviere a cui il Forconi ebbe a dire “Io mi sento il tuo quarto fratello, se me lo permetti”. Chiude il libro un capitolo dedicato agli esordi di Don Renzo, che alla fine degli anni ‘50, da priore della parrocchia di Santa Maria all’Ostale, nel Mugello, si occupò dell’assistenza spirituale degli operai al lavoro per costruire l’autostrada del Sole. Chi fosse interessato ad una copia della pubblicazione può chiamare l’amministrazione della Fondazione allo /B.S. 055-2286433.

la Copertina del liBro


cultura

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L’EVENtO/1. Alla scoperta del festival che, dal 6 al 10 maggio, trasformerà la città nella capitale dell’Unione

Cinque giorni (e una notte) blu Europa Barbara Biondi

B

andiere di colore blu intenso tingeranno per cinque giorni il cielo di Firenze per dare il benvenuto alla prima edizione del Festival che dal 6 al 10 maggio trasformerà la città del giglio nella capitale d’Europa. Educazione, cultura, didattica ed economia, di questo ed altro si parlerà nelle intense giornate organizzate dall’Istituto Universitario Europeo che vedranno partecipare luminari arrivati da mezzo mondo e metteranno a disposizione del pubblico un cartellone con proposte culturali di ogni genere, che invaderanno pacificamente il centro storico culminando tra il 7 e l’8 maggio nella notte blu, variante della notte bianca in salsa europea. Tra gli altri appuntamenti da tener presenti, c’è il Premio Galileo 2000 in programma la sera del 9 maggio presso il Teatro della Pergola e lo spettacolo “Voci e suoni d’Europa”, previsto nella notte del 6 maggio sotto la Loggia dei Lanzi per celebrare le identità culturali del nostro continente. Protagonista del festival anche il Maggio Musicale Fiorentino con la rappresentazione dell’Aida come “concerto per l’Europa” nella sera del 7 maggio, al Teatro Comunale e ancora incontri, dibattiti, grandi eventi, come il festival Fabbrica Europa, che proprio in quei giorni aprirà i battenti. Ci sarà spazio anche per una rassegna di cinema eu-

ropeo in programma all’Odeon e poi mostre di ogni genere, come quella che vede protagonisti gli studenti del corso di progettazione fotografica dell’associazione Deaphoto, che esporranno i loro lavori il 7 e l’8 nella chiesa sconsacrata di San Carlo dei Barnabiti, in via Sant’Agostino. Ma non è finita, un concerto nel Salone dei ‘500, organizzato in collaborazione con il consolato d’Ungheria collegherà il Festival alle

Incontri, dibattiti, mostre e molto altro ancora

celebrazioni per il bicentenario della nascita di Liszt. Questa è una delle iniziative di grande respiro culturale proposte dai paesi dell’Unione Europea e dei paesi candidati, tra cui Turchia e Croazia, invitati a partecipare al percorso espositivo della Piazza Europa dedicata all’innovazione, alla creatività e al futuro dell’Unione Europea con il coinvolgimento dell’assessorato di Palazzo Vecchio all’Università, ricerca e politiche giovanili. Tra gli eventi anche un festival

uno degli sCatti deaphoto in mostra a

san Carlo

di storia dal titolo significativo: “contempo”, che, in una serie di incontri con studiosi europei e colleghi extra-europei, vedrà il confronto tra eventi storici particolarmente emblematici nella storia di quattro paesi europei e fatti avvenuti si-

dei

BarnaBiti (ph. stefano ermanni)

multaneamente in altrettanti paesi extra-europei. Infine sarà affrontato il tema dell’Europa vista dagli studenti americani a Firenze, attraverso un questionario i cui risultati saranno presentati nei giorni del Festival.

L’EVENtO/2. Il 30 aprile torna l’appuntamento con musica, teatro & co. Fino all’alba

E la “notte bianca” concede il bis E

siccome le buone abitudini non si cambiano, insieme alla notte blu, Firenze si prepara ad accogliere anche il bis della frequentatissima Notte bianca, crogiuolo di eventi che quest’anno promette uno sguardo un po’ più attento alla contemporaneità. Dopo il grande successo dello scorso anno, che per tutta la notte animò la città con spettacoli, performance, installazioni, concerti e mostre richiamando oltre 150mila persone, anche quest’anno il Comune scommette su questa iniziativa. La data scelta è la stessa del 2010, il 30 aprile. Le uniche differen-

ze sono la scelta di affidare la direzione artistica a Valentina Gensini e l’idea di puntare tutto sul contemporaneo. Obiettivo: rinnovare lo sguardo su Firenze, sostituendo all’immagine ormai usurata di una cartolina rinascimentale per turisti quella di vibrante città del presente da vivere collettivamente in una notte visionaria. Tra gli eventi principali, un’orchestra multietnica in forma di street band partirà da piazza del Cestello portando sui lungarni musica aperta a contaminazioni; il piazzale degli Uffizi ospiterà una maratona jazz di giovani talenti italiani e

NENCINI

stranieri; e una speciale sessione cittadina sarà dedicata alla musica sperimentale elettronica con un dj set internazionale. “Come l’anno scorso - ha commentato l’assessore alla cultura Giuliano da Empoli - la forza e la specificità della Notte bianca fiorentina sarà la partecipazione di tutti, associazioni e singoli artisti, che hanno presentato le loro proposte per diventare protagonisti della manifestazione. La Notte bianca, infatti, è anche un’occasione per mettere sotto i riflettori una creatività emergente in città che è ancora /B.B. troppo spesso misconosciuta”.

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LA CLAssIfICA. Nella top 20 dei più ricchi d’Italia stilata da Forbes ecco spuntare Diego e Andrea

La famiglia Della Valle tra i “Paperoni” La notizia trapela tra i fiorentini che ironizzano con striscioni dopo il risanamento del Colosseo finanziato dai fratelli: “Bravo Diego, ma adesso chi restaura la squadra?” e “scarpe, Colosseo, Ballarò: 5 minuti per la fiorentina, no?”

diego della valle

L

a notizia è arrivata ai fiorentini attraverso MF, il noto quotidiano italiano che si occupa di economia e finanza: i fratelli Della Valle sono entrati nella classica dei miliardari di Forbes. Nello specifico, con una fortuna personale valutata intorno agli 1,3 miliardi di dollari, Diego Della Valle (presidente e a.d. di Tod’s) si posiziona al 13esimo posto dei miliardari italiani, mentre il fratello Andrea (vicepresidente e a.d. della società) una posizione sotto, con 1,2 miliardi. Una crescita esponenziale quella del gruppo Tod’s, con le azioni che ,dallo scorso gennaio, hanno avuto un aumento del 65%. A ottobre, invece, l’ex patron della Fiorentina aveva “battuto” l’uomo più ricco del mondo diventando il maggiore azionista dei grandi magazzini Saks, il tempio del lusso sulla

Quinta strada di New York, grande distributore sull’intero mercato americano del made in Italy. Tutto sembra procedere a gonfie vele, dunque, per la famiglia proprietaria della Fiorentina. Anche se le ultime notizie provenienti dal mondo della finanza hanno fatto storcere il naso a qualche tifoso viola, convinto che - con tutto quel patrimonio - qualcosa in più per la causa gigliata doveva essere fatto. Dare continuità al progetto Fiorentina, insomma. A tal proposito, aveva risposto alle critiche l’amministratore delegato viola Sandro Mencucci: “Ricordo che nel 2002 la Fiorentina era fallita, è ripartita dalla C2 grazie a loro, gli unici imprenditori che abbiano bussato alle porte di Firenze. E in questi anni hanno investito circa 200 milioni di euro per la causa viola”. La polemica si era ulteriormente rafforzata con la decisione, da parte di Diego Della Valle, di sborsare 25 milioni di euro per il restauro del Colosseo. Ironiche e immancabili le risposte dei tifosi attraverso gli striscio-

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ni (“Bravo Diego, ma adesso chi restaura la Fiorentina?” e “Scarpe, Colosseo, Ballarò... 5 Minuti per la Fiorentina, no?”, tanto per fare due esempi). Pronta la risposta dell’ex patron viola: “Il restauro del Colosseo è un dovere morale. Le reazioni a Firenze? Andrea (suo fratello, ndr) là ha fatto 10 Colossei”. E la volontà di aiutare il Paese nel recupero dei beni storici non si ferma al Colosseo. Perché nei piani dei Della Valle c’è anche il restauro dell’area archeologica di Pompei. “Il mio impegno - aveva detto il maggiore dei due fratelli - è convincere magari un gruppo di imprenditori campani a mettersi insieme e a prendersi cura di tutto il sito di Pompei, che ha bisogno di interventi urgenti”. Importante, poi, sottolineare la manifestazione di vicinanza e solidarietà che il gruppo Tod’s ha dimostrato nei confronti della popolazione giapponese colpita recentemente dal terremoto e dallo tsunami, destinando a quella causa una somma di oltre 100 milioni di yen (circa 900mila euro).

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LA PAROLA AI tIfOsI. I supporter gigliati guardano al futuro. Tra speranze e polemiche

Sognando l’Europa. E qualche rinforzo

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sogni son desideri. Anche per i tifosi della Fiorentina, che sperano da qui alla fine del campionato che la classifica regali loro la qualificazione all’Europa League. Questo, in soldoni, l’esito del nostro

vox populi tra la tifoseria viola. Ma c’è dell’altro nel cassetto dei desideri. Marco, da quasi 24 anni abbonato in tribuna laterale, vuole a tutti costi un presidente. E non uno qualsiasi: “Visto che Andrea, proprietario della Fiorentina assieme a suo fratello, non vuole tornare alla presidenza della società, sarebbe giusto che noi tifosi po-

Qualcuno invoca il grande Giancarlo antognoni come presidente, mentre Mihajlovic resta saldo in panchina

tessimo esprimere la nostra opinione a riguardo. Io, e non penso di essere il solo, voglio Antognoni presidente. E alla fine questo Sinisa non è niente male, finalmente è riuscito a trasmettere alla squadra la sua personalità”. A proposito di Mihajlovic, parla Francesca, 20 anni, giovane tifosa viola della curva Fiesole: “Alla fine dobbiamo dare atto a Sinisa che le assenze lo hanno penalizzato. Mi sembrava strano si giocasse così male, addirittura peggio delle squadre che lottano per la salvezza. Ultimamente ho visto ottime prestazioni, un bel gruppo. Per la prossima stagione dobbiamo, insieme a Sinisa naturalmente, cercare di rinforzarci in tutti i reparti. Bisogna spendere, ma bene”. “Io - la interrompe il signor Giuseppe (che allo stadio non ci mette più piede da 16 anni) - voglio vedere lo scudetto sulla maglia della Fiorentina prima che il mio tempo sia finito!”. Come dargli torto. Anche se alla fine è stato l’unico degli interpellati ad aver espresso un desiderio di tale portata. Nick, infatti, vuole rivivere le emozioni vissute all’Anfield contro il Liverpool. “Una serata come quella mi farebbe dimenticare tutte le situazioni negative che gravitano attorno alla Fiorentina. E mi riferisco alla Cittadella, ai grandi giocatori che se ne vogliono andare, etc etc...”. Quello dei big pronti, a fine stagione, a far le valige è un argomento caldo. “Perché la società - spiega Giorgio, accompagnato dai figli Nicola e Manuel - deve aprire gli occhi. Santana ha dimostrato per tutta la stagione il

suo valore, non capisco perché nessuno gli proponga un rinnovo adeguato. Abbiamo tanti giocatori scarsi in rosa, perché se ne devono andare via quelli buoni?”. Capitolo Montolivo, parla Jessica, di professione postina: “Se Riccardo si fosse sentito legato alla

città e alla maglia avrebbe già rinnovato. Non è possibile che il capitano di una squadra tentenni sul proprio futuro. Allora non doveva prendersi questa responsabilità. Dovrebbe essere un onore portare quella fascia al braccio, io la consegnerei a Frey”.

aMarCorD Appuntamento con la storia: prima puntata

fiorentina-Inter 4-3

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arte l’appuntamento de Il Reporter con la storia viola. E non potevamo non farlo rendendo omaggio a chi, per la maglia della Fiorentina, ha dato semplicemente il cuore. E che ancora oggi dimostra di essere legato alla sua gente, al suo passato. Stiamo parlando di Stefano Borgonovo. Sono passati poco più di 22 anni, ma il ricordo di Fiorentina-Inter 4-3 è ancora vivo nella mente di tutti. Era il 12 febbraio 1989, e in un Franchi tutto esaurito con i suoi 40mila spettatori la Fiorentina affrontava l’invincibile Inter del Trap. Sulla panchina viola sedeva invece Eriksson. Chi era presente allo stadio si ricorda di una partita altalenante: i nerazzurri campioni d’inverno erano passati in vantaggio con Matthaeus (su rigore), salvo poi essersi fatti recuperare e sorpassare grazie alle reti di Baggio e Cucchi.

La doppietta di Serena, poi, riportava l’Inter sulla via del successo. Fino a quando Borgonovo non ha deciso di salire in cattedra, riagguantando prima il pari e, a cinque minuti dalla fine, mettendo il sigillo sulla vittoria. E come dimenticare quella rete: Borgogol intuisce il retropassaggio di Bergomi e anticipa Zenga, appoggiando facilmente la sfera in rete, sotto una Fiesole in delirio. Era la prima volta che quell’Inter, che poi sarebbe diventata campione d’Italia, perdeva in campionato. E questo è soltanto il primo assaggio di quello che la Fiorentina ha regalato ai suoi tifosi nel corso della sua storia. Imprese da (ri)scoprire seguendo mese dopo mese questa rubrica, nata per non dimenticare le partite, gli episodi e i campioni che hanno scritto pagine e pagine del calcio di casa /C.G. nostra.

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Cristina Guerri


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sport nel Chianti

Aprile 2011

Pallavolo. La “crisi” del movimento non sembra toccare il Chianti. Squadre al vertice

Ora anche il Tavarnelle sogna la B Lorenzo Mossani

L’Azzurra in serie A sarebbe la punta dell’iceberg di un movimento in piena

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crescita. E anche altre società sono in lotta per un campionato nazionale:

orse è vero la pallavolo è in crisi. Mancanza di veri manager, poca voglia di investire su questo sport (come in molti altri), impianti non all’altezza. Ma i risultati sul campo non sono mancati. Il Bisonte continua a lottare per un posto diretto in Serie A, ed è sicuro di un posto ai play-off e le altre squadre del ‘contado’ stanno compiendo risultati sorprendenti. Non sorprende più la Pallavolo Tavarnelle di Pietro Giacomo Buoncristiani che è tornata a soli quattro punti dalla zona play-off. Sorprende che l’ex coach dell’Azzurra riesca a pescare dalla Seconda Divisione ragazze capaci di giocare una Serie C. Il coach chiamato “Piergi” ci traccia un bilancio… Molto positivo, siamo in piena corsa per i play-off, siamo una neopromossa e le più giovani stanno maturando: sono contento della continua crescita della società e delle ragazze. In cosa consiste questa maturazione? Dal primo allenatore David Mugnai, perché io mi limito a dargli una mano, al coach della Seconda Divisione, Sergio Vanni, a tutti i dirigenti, preparatori. Stiamo crescendo. Società e squadre competitive…le ‘mele green’? “Crescono bene, ancora mancano un po’ di risultati, ma l’importante è formare giocatrici. Ci stiamo riuscendo attraverso il Chianti Project. Ovvero? Nella stagione sportiva 2009-2010 le società Azzurra Volley e Pallavolo Tavarnelle hanno iniziato insieme il loro percorso di collabora-

la compagine di Buoncristiani è a un passo dai play-off

zione. Novità storica nella realtà pallavolistica locale. Non si tratta di una collaborazione qualunque, ma di un binomio che si traduce in un prezioso scambio di conoscenze, sinergie e professionalità, un’attività portata avanti in simbiosi a trecentosessanta gradi, con l´obiettivo dichiarato della creazione di un polo sportivo che unisca sotto lo stesso tetto la pallavolo giovanile dei comuni di Tavarnelle e San Casciano, frazioni comprese. Tornando a San Casciano, quanto sarebbe

importante per tutto il movimento la Serie A? Sarebbe la punta dell’iceberg, ce la possono fare. Forse è l’anno buono…speriamo. Cosa manca invece alla tua squadra per la promozione? Te lo dico se non c’andiamo! So che abbiamo nella squadra tutte ragazze di Tavarnelle più due ragazze eccezionali come Simona Romoli e Tiziana De Petro, anima della squadra, che ci danno una mano. Anche questa è una

piccola grande vittoria. Forse mancano altre cose… Del tipo? Strutture. La Polisportiva Tavarnelle ha ottimi risultati ma pochi spazi. La pallamano, la pallavolo, la ginnastica artistica sono realtà che devono essere ulteriormente valorizzate. Basterebbe poco per il definitivo salto di qualità. Domanda secca: Serie B? Vedremo...



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sport nel Chianti

Aprile 2011

il punto. La società sogna un nuovo palazzetto per affrontare il campionato di serie A

Nozze d’argento per la pallamano Luigi Van Pelt

menti. Mister Toccafondi, il coach della squadra di serie B a proposito dell’evento ci ha detto: “E’ una grande soddisfazione fare parte di questa società che seppur piccola è riuscita a compiere venticinque anni!”. Nel pomeriggio la festa si è spostata alla palestra Biagi di via Allende dove la formazione di serie B è scesa in campo, svolgendo al massimo il proprio compito, contro il Follonica... in attesa della partita della stagione, l’ultima del girone contro il Prato, dove in trasferta i ragazzi capitanati da Michele Graziosi dovranno fare il miracolo. L’unione tra la società ed i cittadini si nota subito, i giocatori sono conosciuti da tutti e sia prima che dopo la partita scherzano con parenti ed amici seduti sugli spalti. Ecco, proprio gli spalti sono una delle poche cose che andrebbero cambiate, la pallamano Tavarnelle per fare il vero salto di qualità avrebbe bisogno di una vera casa: un palazzetto vero e proprio dove allenarsi e nel caso, classifica permettendo, poter affrontare le partite di A2. In conclusione la società sogna, la squadra idem ma per poter sognare è necessario un nuovo impianto.

A

Calcio. La Sancascianese prova a rincorrere una salvezza sempre più difficile

Ma la matematica dà ancora speranza

L

e sabbie mobili della zona retrocessione risucchiano lentamente la Sancascianese. Molti perché, molti ma e molti se, una stagione piena di difficoltà: il cambio sulla panchina, i nuovi innesti e i vecchi ritorni hanno cercato di colmare le lacune di una squadra che nonostante la classifica spietata stava cercando in tutti i modi di fare bene. Quando anche la fortuna ti gira le spalle, forse il destino è inevitabile, le ultime prestazioni hanno confermato un miglioramento sul piano di gioco, ma nessuno cambiamento dal punto di vista dei risultati. La distanza dalla Chiantigiana penultima in classifica è di dieci punti, a breve distanza

lottano per la zona play out la Radda in Chianti, il Montespertoli e la Pongibonsese. Quella della Sancascianese potrebbe essere un’impresa. Obiettivo punti, vincere senza convincere, l’importante è fare bottino pieno. Un bottino che non arriva da troppo tempo. Niccolò Ferraro allenatore in seconda non nasconde il

rammarico per un campionato che per diversi motivi sta condannando la squadra chiantigiana: “Abbiamo fatto molti errori, ma la fortuna non è stata mai dalla nostra parte, il play out sono un’impresa difficilissima ma finché la matematica non ci condannerà faremo tutto il /Carl.Mar. necessario per salvarci”.

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rrivare a varcare la soglia dei venticinque anni di attività non è da tutti. Nell’era dei divorzi sempre più veloci sono poche le coppie che arrivano alle fatidiche nozze d’argento, immaginiamo nello sport!. Lo sanno bene a Tavarnelle, dove la locale squadra di pallamano ha compiuto il venticinquennale della fondazione e si appresta a festeggiare questa ricorrenza nella maniera più opportuna. A dire la verità, la festa ci sarebbe già dovuta essere, ma a causa della grande nevicata dello scorso 17 dicembre è stata rimandata di qualche mese. Spiegare il perché della tanta distanza tra le due date è semplice: non è semplice trovare una domenica libera, nella quale le formazioni non siano impegnate in campionato. La festa organizzata dalla società tavarnellina è stata semplice ed ha preso il via alle ore 10 a metà marzo in piazza Matteotti, dove un bel gruppo di persone non hanno perso l’occasione di effettuare l’annullo filatelico creato proprio per l’occasione. L’annullo filatelico è un bollo unico, realizzato per una manifestazione e non potrà mai essere uguale ad altri annulli. Viene data la possibilità al pubblico di ottenere un ricordo dell’evento e allo stesso tempo, di possedere un pezzo unico da collezione, quello creato per il venticinquennale della Pallamano Tavarnelle. Raffigura il logo della società e nella cornice che lo racchiude è segnalata la data del 13 marzo come quella di chiusura dei festeggia-


sport nel Chianti

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l’intervista. Alla squadra manca solo un impianto

Il baseball continua a crescere Luigi Van Pelt

“L

a gente mi chiede cosa faccio io in inverno quando non c’è baseball. Ve lo dico cosa faccio: guardo fuori dalla finestra ed aspetto la primavera.” Questa frase di Roger Hornsby dei Saint Luis Cardinals è un mantra per tutti i giocatori di baseball del mondo, che sanno bene quanto la disciplina legata a guantoni e mazze sia inversamente proporzionale al meteo invernale. Perché il baseball è uno sport che si gioca all’aperto e per quanti allenamenti in palestra puoi fare, non c’è niente di meglio che entrare in campo e riempire di terra rossa i candidi pantaloni della divisa. Guido Puliti da anni è il presidente del Chianti Baseball, una piccola realtà sportiva che ha messo a Greve in Chianti le proprie radici e non ha intenzione di spostarsi. Signor Puliti, anche quest’anno l’inverno sta per finire,.. Sì, finalmente. Non ne possiamo più di allenarci al chiuso, anche se dobbiamo ritenerci fortunati qua a Greve: grazie alla tensostruttura che abbiamo a disposizione possiamo continuare la preparazione anche durante l’inverno e questo è basilare per i ragazzi. Parliamo un po’ del baseball, per molti è ancora uno sport da americani: per quello che vede lei, gli italiani sono riusciti a assimilarlo? Non posso considerarmi un tester

il

Chianti Baseball

così affidabile sulla situazione italiana ma da quello che vedo in Toscana abbiamo fatto grandi passi in avanti. Certo, rimane uno sport povero e minore ma tra quelli di fascia bassa non è certo il meno sviluppato: nella zona di Grosseto e Livorno sono più i bambini iscritti alle scuole baseball che al calcio. Ha parlato di sport povero, da presidente dov’è che riscontra maggiormente questa caratteristica? Soprattutto quando vado a relazionarmi con le istituzioni per avere un po’ d’aiuto... adesso poi con i tagli

la disciplina. Non si arresta la Muay Thai mania

Le armi? Rispetto e lealtà

L’

Asd Muay Thai Chianti nasce dalle ceneri del Cobra Team, un’associazione fondata nel 2005 da Gianni Nencini al rientro da un viaggio studio in Thailandia. Nencini aveva partecipato ad un evento interno al Sityodtong Camp, uno dei campi d’addestramento più noti e da cui sono emersi i più forti e famosi atleti. La grande passione per lo sport da combattimento e la voglia di portare questa nuova disciplina nuovo e la cultura nazionale thailandese in Italia sono stati la giusta miscela per iniziare un programma di allenamento aperto a tutti, inizialmente gli iscritti al corso erano pochi. Nonostante ciò il gruppo è cresciuto: sia nel numero di atleti che nella qualità delle attrezzature, riuscendo in breve tempo ad ottenere brillanti risultati sia a livello nazionale che internazionale. Le più belle soddisfazioni che al Muay Thai si sono toli in questi anni si possono riassumere con le parole di Gianni: “In pochi anni siamo arrivati ad avere un vice campione del mondo dei dilettanti tra le nostre fila. Ma non sono, non posso dimenticare: il terzo posto regionale, il secondo nazionale e il bronzo mondiale”. Non è tutto

rose e fiori: infatti, continua Gianni “Non è certo facile far capire a un piccolo paese di provincia che questo sport non è violenza gratuita ma che è basato sul rispetto e sulla lealtà, valori che al giorno d’oggi si stanno perdendo e che: ha un forte richiamo sociale, dal momento che si traducono in un sano stile di vita lontano da vizi e eccessi.” E’ stata l’amministrazione di Barberino Val d’Elsa ad aiutare il progetto mettendo a disposizione dell’associazione la palestra comunale: “Adesso tutte le premesse ci sono, tocca a noi lavorare sodo e trasformare in realtà /Carl. Mar. i sogni”.

effettuati a Roma è sempre più difficile riuscire ad avere una sovvenzione. Però qualcosa comincia a muoverci, stiamo lavorando per ottenere i permessi per adattare un vecchio campo della Grevigiana in campo da baseball. I sogni nel cassetto da aprire? I sogni sono tanti con un impiano nuovo, prima di tutto potrebbero tornare a giocare in casa le altre squadre perché il campo dove giochiamo adesso è regolamentare solo per i ragazzi. ma il numero degli iscritti potrebbe aumentare: ci sono già delle richieste.

pillole Tavarnelle primavera, è tempo di correre Si prospetta una primavera densa di appuntamenti per il settore atletica e podismo della Polisportiva Tavarnelle. Nata nel 1979, aderendo al settore sportivo del circolo ricreativo culturale “La Rampa”, negli anni successivi si affilia alla Polisportiva rimanendo, però sempre col nome di “Atletica La Rampa”. In tutti questi anni, i podisti hanno partecipato a moltissime manifestazioni, dalle corse domenicali alle più affermate manifestazioni nazionali e estere: come le maratone di Roma, Berlino, New York, Venezia. Proprio nei giorni in cui l’inverno ci ha lasciato per trasformarsi, almeno sul calendario, in primavera si è corsa la maratonina da ventuno chilometri che ha raccolto la solita super affluenza. A metà maggio sarà il tempo per la “Notturna sul fiume Pesa” dove la gara podistica competitiva di quasi dieci chilometri (segue il regolamento uisp) sarà affiancata da una passeggiata di tre chilometri e trecento metri, in questa maniera anche i meno allenati potranno godersi la magnifica vista che il fiume regala sulle ore appena dopo il tramonto. A tutti i partecipanti saranno regalate due bottiglie di vino e un significativo buono da un euro da spendere presso le bancarelle degli stand gastronomici della venticinquesima sagra della frittella da Cascia che si svolge in contemporanea negli stessi luoghi. Il compito di chiudere la stagione agonistica e quella meteorologica alla terza edizione della notturna “Corri e mangia a Tavarnelle”, che già dal nome ispira simpatia. Come per la competizione di maggio alla gara podistica una passeggiata che a piacere potrà essere dai quattro ai dieci chilometri. Il premio di partecipazione questa volta ( una bottiglia di vino ed un piatto di pasta) sarà destinato solo ai podisti, tutti gli altri a fine sforzo non dovranno che trasferirsi allo stand gastronomico: pizza e bistecche saranno calde per loro. San Casciano AUTO E MOTO D’EPOCA tornano in piazza Il 17 aprile puntuali come orologi svizzeri tornano a San Casciano Val di Pesa le auto e moto d’epoca di “Eccole di nuovo”. Come ogni mese le due e quattro ruote faranno rombare i propri motori tra le vie del centro storico e verranno posteggiate per dare la possibilità a tutti, fino alle 18:00, di godere della loro bellezza. L’evento è organizzato dalla Pro Loco del Comune. Per informazioni contattare lo 0558229558 o scrivere una mail a prosanca@supereva.it.

LA RUBRICA DELLA SALUTE a cura del Centro Studi Specialistici

- Firenze

AFFRONTARE IL RITARDO MENTALE

Spesso gli specialisti si trovano a confrontarsi con persone che manifestano deficit dello sviluppo cognitivo e socio-relazionale. In particolare rilevanti difficoltà vengono individuate nell’area comunicativa, nella capacità di usare le risorse della comunità così come nella cura della persona e nell’autonomia. Queste persone possono avere un ritardo intellettivo più o meno grave che deve essere valutato e diagnosticato non soltanto osservando con dovizia i deficit, quanto evidenziando le peculiarità e le potenzialità che possono essere utili in un intervento mirato ad un intervento concreto. Ma come aiutare coloro che hanno un ritardo mentale? Innanzi tutto è bene considerare che il potenziamento cognitivo non può essere perseguito senza coinvolgerli in attività che li vedano attori di uno spazio e che gli consentano di conoscere e riconoscersi nel proprio corpo come primo strumento comunicativo a se stesso e agli altri. L’aiuto alla persona deve garantire una molteplicità di stimolazioni indirizzate alla totalità dell’individuo e deve essere condotto tenendo conto dello sviluppo senso-percettivo, motorio ed espressivo-verbale, con azioni dialettiche volte ad equilibrare lo stato emozionale-affettivo, e migliorare gli aspetti cognitivi e relazionali e motorio prassici. Un intervento clinico che però non può tralasciare il sostegno alla famiglia, troppo spesso affaticata dal peso di essere “genitori di soggetti (con bisogni) speciali”. I professionisti del Centro Studi Specialistici Kromos sono la Dott. Valentina Benoni Degl’Innocenti, Psicologo (Ordine degli Psicologi della Toscana n. 5624); il Prof. Dott. Guido Pesci, Psicologo, Psicoterapeuta (Ordine degli Psicologi della Toscana n. 651), Pedagogista clinico, Reflector; il Dott. Simone Pesci, Psicologo (Ordine degli Psicologi della Toscana n. 4843); la Prof.ssa Marta Mani, Pedagogista clinico (Ass.ne Nazionale Pedagogisti Clinici n. 2051), Psicomotricista, Reflector. Collaborano con il Centro anche Psichiatri, Neuropsichiatri infantili, altri Consulenti Sanitari e Legali.

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“in ricordo di alessia Ballini: riflessioni di un medico” Una persona giovane che si ammala e muore, suscita una gradualità di pensieri che si può dire direttamente proporzionale alla vicinanza delle persone che l’hanno conosciuta e comunque, mai tendente a zero. Se quella persona ha avuto un ruolo pubblico e magari è stata amata pure in questo, anche chi non l’ha conosciuta intimamente, si ferma rispettosamente a pensarne la fine prematura; questo capita anche a chi, come me, medico dell’Associazione Pallium, ha visto quella persona solo una volta, rispondendo ad una disperata richiesta di aiuto. Di quell’unica visita ad una giovane donna provata dalla malattia ma con negli occhi la pazienza di lasciarsi aiutare da chi, a vario titolo, amicizia, amore, professione medica, provava a far qualcosa per lei, ricordo una sensazione precisa: la stanca e luminosa gratitudine verso gli altri. Difficile esserlo in modo autentico dopo una lunga battaglia contro una malattia che si sperava di vincere e di cui invece si incomincia ad intravedere lo sbaraglio. Ho visto Alessia per meno di un’ora; un tempo in cui ho dovuto fare domande per ricostruire in fretta una storia clinica passata e recente, ho dato indicazioni terapeutiche o di semplice buon senso, ho ascoltato e proposto. Una carezza al cane, un saluto alle persone care presenti così protese a nuove speranze, ma non posso certo dire di aver conosciuto quella giovane donna. La sua fine, che anch’io immaginavo, tuttavia non così imminente, è giunta dopo meno di una settimana. Solo nei giorni seguenti la sua morte ho cominciato a conoscere quella donna, quando non c’era più: sì perché quasi tutta la città ha parlato di lei. In ogni quotidiano compariva la sua perdita e le parole erano sempre di commozione. Nel luogo di lavoro per lei, di dichiarata appartenenza politica, c’è stato il saluto sincero anche della parte avversa. Il consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio. Varie associazioni, tutto il suo paese San Piero a Sieve di cui, giovanissima,

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Aprile 2011

era diventata Sindaco, gruppi sportivi, pizzerie, tanta gente, stretta intorno a quella figura di donna decisa. In quei giorni la moglie di un paziente che assistiamo a casa da circa un anno riferendomi del dolore poco controllato che il marito aveva avuto per tutto il giorno, mi dice: “Non vorrei che c’entrasse la brutta notizia della morte della sua amica, con cui collaborava in Regione per i progetti: la conosceva dottoressa? Dice che era una gran donna”. Poche settimane dopo, con il tempismo di chi non ha bisogno di aspettare un anniversario, in memoria di Alessia che, come hanno riportato i giornali, “non voleva musi lunghi”, politici contro giornalisti, hanno organizzato una partita benefica di calcio. Il Sindaco di Firenze in testa e tanti altri, tutta gente che ha certamente da fare, si sono messi i calzoncini corti e hanno giocato per lei, con un omaggio sincero, senza facciata. E molti hanno risposto partecipando da spettatori accesi. Di recente un politico al quale il giornalista chiedeva quale sarebbe il suo obiettivo, qualora arrivasse a governare, rispondeva: “la lotta alla precarietà”. Seguiva una pausa che rendeva il proposito poco originale, ma poi aggiungeva “non solo la precarietà del lavoro, ma tutte le precarietà: quella delle relazioni, dell’ambiente, dei sentimenti…”. La vita la possiamo riempire di componenti inalterabili. Alessia ci deve essere riuscita. E così anche il lavoro di chi come noi medici, infermieri, volontari del Pallium, o di altri gruppi, ogni giorno cerca di portare un aiuto a chi sta male diventa una lotta alla precarietà delle emozioni, affinché queste restino e si accumulino e ci servano da substrato per redigere la giusta graduatoria delle cose. Perché se è vero che l’importante è non soffrire è altrettanto vero che è essenziale esserci fino in fondo, senza fare sconti alla vita, senza toglierci un solo minuto di quella coscienza che ci fa andare oltre il tempo. Valeria Cavallini Medico oncologo, responsabile sanitario dell’Associazione Scientifica Palliumonlus Biciclette, “mancano rastrelliere e organizzazione” Salve, scrivo due righe sulla questione della ciclabilità di questa città. Possibile che sembri una grande elargizione mettere una rastrelliera? Dove sono tutte quelle che aveva promesso il Comune? Ci dovrebbe essere una rastrelliera in ogni strada razionalmente così come un parcheggio per i motorini. La mancanza di organizzazione crea poi tensioni tra le persone che si disturbano a vicenda e si diseducano reciprocamente al rispetto per motivi ovvii di insofferenza. Altro punto, chi ha mai visto la ciclabile mescolata al passaggio pedonale, di nuovo motivo di irritazione e litigiosità, soprattutto sui lungarni… Ricordo che il sindaco Renzi andava in bicicletta durante la campagna elettorale, come mostra anche la foto su Facebook, poi chi ce l’ha più visto? P.s. vado in bicicletta tutti i giorni ma veramente ci vuole ostinazione. Francesca

BucHe in lungarno torrigiani, “il mio ringraziamento ai vigili” Spett. Redazione, approfitto dell’ospitalità del vostro giornale per ringraziare i due vigili ai quali, nei pressi del Ponte Vecchio, ho segnalato alcune buche nell’asfalto del lungarno Torrigiani. Questo è accaduto verso le 9 di mattina del 18/3 e il 19 alle 8 non c’erano più. Naturalmente il ringraziamento va anche a chi le ha fatte chiudere e a chi le ha chiuse, sperando che altre segnalazioni dei cittadini vengano ascoltate come la mia. Cordiali saluti, E. Ciardetti i giardini di novoli e l’arte all’aria aperta Vorrei fare questa segnalazione. Io vivo a Novoli e passeggiando per il Parco di S. Donato ho pensato che sarebbe buona cosa per gli abitanti avere la possibilità di rifornirsi di acqua ad un “fontanello”. Anche il Parco di viale Canova ne ha uno ed ho trovato la scelta fatta molto importante. Oltre ad essere utile per la salvaguardia dell’ambiente, è un mezzo per creare rapporti sociali nel quartiere. Girando per la città ho notato che in moltissimi giardini pubblici c’è una statua di bronzo o di marmo: ebbene a Novoli nemmeno l’ ombra. Piazza Puccini non ha nemmeno una immagine del grande artista, i giardini di via Toscanini neppure. Il giardino di Piazza delle Medaglie d’oro solo un macigno in mezzo alla piazza e basta. I giardini di piazza Valdelsa, di recente ristrutturati, non hanno sculture. Solo in viale Guidoni la Cassa di Risparmio ci ha regalato la scultura di Pomodoro. Dimenticavo i giardini di via Allori: anche lì niente. Eppure la bellezza, l’arte godibili all’aria aperta fanno bene all’anima. Ripenso al cerbiatto del bellissimo giardino dell’Orticultura: chissà quante persone come me lo accarezzano nei loro pensieri! Sarebbe bellissimo che i nostri bambini potessero godere della bellezza dell’arte quando giocano e quando sono soli con i loro pensieri! Vorrei che vi faceste portavoce di questa mia richiesta per l’installazione di qualche scultura nei nostri luoghi di incontro per dare al Quartiere un aspetto sempre più accogliente, per aiutare i piccoli a crescere gustando l’arte come fosse un gelato al cioccolato! Bici, motorini e “l’invasione” dei marciapiedi La Nazione, domenica 17 ottobre 2010 – cronaca di Firenze: “Nuovo piano strutturale: è prioritario completare le piste ciclabili”; il Reporter, marzo 2011: “La giunta ha recentemente stanziato oltre mezzo milione di euro per le piste ciclabili”. Perché sprecare risorse? Già esistono e si estendono per tutta la città. Quali sono? I marciapiedi: nugoli di ciclisti di tutte le età sfrecciano incuranti dell’incolumità dei pedoni, siano essi vecchi, bambini in carrozzina o persone che incautamente escono dai portoni. Guai poi a protestare, bene che vada si è mandati a quel paese. Da un

po’ di tempo, per non essere da meno, in alcune zone, si stanno facendo vivi anche i conduttori di ciclomotori. Ma in fondo è giusto che si comportino così. I vigili urbani non intervengono e, più volte da me sollecitati, si stringono nelle spalle. Ho addirittura assistito ad un gesto di estrema cavalleria da parte di due vigili che, intenti a far contravvenzioni per divieto di sosta, sono scesi dal marciapiede per far posto a tre frettolosi ciclisti. Se non si ha né la capacità né la voglia di far rispettare le leggi, si fa più bella figura ad abrogarle. Cordiali saluti. Gianni Bellini firenze, la “fiorentinitÀ” e l’apertura al mondo Mi sono trovato in casa il vostro giornale e, straordinariamente, l’ho letto. Dico così perché in quest’epoca nella quale le informazioni sono sovrabbondanti grazie al www, tendo a scansare almeno quei foglietti distribuiti gratuitamente che mi raccontano, di solito, notizie già viste, ricucinate in una salsina popolar-superficiale. Ma erano troppi i richiami. A differenza del lettore che scrive di essere andato ad aprire un locale a Valencia io sono tornato a Firenze per aprirne uno guarda caso proprio nel quartiere di San Lorenzo del quale si parla nell’articolo a pagina 3. Ho vissuto per anni all’estero e ora che l’Europa ed in particolare il paese e quindi la città versano in una crisi epocale, nuoto controcorrente e mi butto nella bocca del leone venendo ad investire in una delle “zone buie della città”, come vengono definite in prima pagina, citando un’altra volta il quartiere dove sono anche tornato a vivere. Vi devo fare i complimenti per gli argomenti che trattate: sono quelli che interesserebbero a chi vive e/o lavora in centro e sui quali si dovrebbe aprire un dialogo fra i cittadini, ma come si fa a credere ad amministratori buoni solo a scoprire l’acqua calda? E questa sarebbe l’idea: il made in Italy, la fiorentinità? Sarebbero patetici se non stessero dilapidando un patrimonio pubblico di arte e cultura, un mito globale com’é la città di Firenze! Quello che Firenze non dovrebbe mai essere é provinciale. Ha vissuto il suo splendore grazie all’apertura sul mondo. Da qui sono partite le idee (ed anche molti dei finanziamenti) che hanno portato nel Nuovo Mondo. La Firenze di Vespucci era multiculturale, la sintesi più raffinata delle arti e delle scienze del rinascimento. Come si può pensare che la soluzione alla crisi ed al degrado sia chiudersi a riccio come fanno certi bifolchi padani? Michelangelo M. pulizia delle strade, “prendiamo spunto da francoforte” Gentile Redazione, ho appreso nel numero del corrente mese del Vostro periodico della “controrivoluzione” prevista per la pulizia delle strade con la Sweepy Jet che comporterà, per una parte di residenti, una cadenza diversa per gli spostamenti della loro auto con il risultato che ci saranno una parte di cittadini serviti meglio ed un’altra meno. Per


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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it degrado e inciviltÀ, “servono piÙ controlli” Io penso che il degrado coinvolga tutta la città. L’inciviltà a Firenze è a livelli altissimi. Non c’è rispetto per la “cosa pubblica” che in quanto pubblica è di tutti e quindi va rispettata. Basta pensare ai padroni dei cani che prendono i marciapiedi come “cessi” per i loro amati cani (e questi non sono ragazzi giovani ma spesso signori/e rispettabili), a chi lascia qualsiasi rifiuto per la strada (“io il mio problema l’ho risolto: qualcun altro ci penserà”) e poi c’è il problema dei graffiti sui muri, dei parcheggi selvaggi, del rumore ecc. Secondo me ci vuole maggiore controllo e più presenza di vigili sul territorio, più rigore. Ma intanto scrivi e nessuno ti considera. La zona di fronte alla stazione di Campo di Marte poi è la ciliegina sulla torta, veramente il massimo del menefreghismo sia dei cittadini che dell’Amministrazione pubblica, e quindi l’Anarchia (quella deteriore) lascia spazio all’avanzare del degrado sotto tutti gli aspetti. Ho scritto, sollecitato interventi, risultati? Nessuno!!!!!!! Lettera firmata

Gentile lettore, penso che il problema che lei pone nella sua lettera debba essere, in qualche modo, “scomposto” in due parti. Da un lato c’è il degrado che – impossibile, purtroppo, negarlo – interessa diverse zone della città, in centro come in periferia, sia che si tratti di intere aree, più o meno estese, che di singoli muri, strade, piazze, ecc... Nel nostro giornale abbiamo affrontato più volte (o almeno ci abbiamo provato) molte di queste situazioni – dalla stazione di Campo di Marte, per cui continuano ad arrivare diverse lettere in redazione da parte dei residenti, a quelle del centro storico e di altre zone più periferiche – mettendo in risalto quello che non va e dando la parola a coloro che quelle situazioni sono “costretti” ad affrontarle ogni giorno, ovvero abitanti e lavoratori. Alcune di queste situazioni sono poi state risolte (come testimoniato anche dalle vostre lettere), mentre altre sono ancora in attesa: noi vi chiediamo di continuare a inviarci le vostre segnalazioni. Sul nostro sito internet (www. ilreporter.it) abbiamo pubblicato anche molte fotografie che ci avete mandato (sia che fossero muri sporchi che cassonetti troppo pieni), perché a volte un’immagine vale più di molte parole. E può aiutare chi di dovere a capire in che direzione muoversi. Poi c’è il capitolo dei controlli, che lei – come molti altri cittadini – auspica vengano aumentati. E certo male non farebbe un maggior numero di vigili – e non solo – in giro per le strade dei quartieri e delle città: ma c’è sempre, e purtroppo, da fare i conti con quelle che sono le risorse e il personale che l’amministrazione (ogni amministrazione) ha a disposizione. Che non sono infinite. E qui il discorso si intreccia con la seconda parte del problema: l’inciviltà. Perché – ho già avuto modo di dirlo in passato, rispondendo ad altri lettori – nessun controllo potrà mai essere sufficiente se nei cittadini non aumenterà (e in modo deciso) il senso civico. Cartacce e rifiuti vengono gettati in strada con troppa leggerezza, non c’è marciapiede – o quasi – lungo cui le persone non siano costrette a fare “slalom” tra le deiezioni canine, e l’elenco potrebbe essere ancora molto lungo: servirebbe un vigile per ogni strada, a voler impedire con le sanzioni questi comportamenti. Ma quello che servirebbe veramente è uno scatto nel senso civico, nel rispetto per la città, da parte di tutti gli abitanti, nessuno escluso. Perché non dobbiamo dimenticare che la città non è soltanto il “contenitore” in cui viviamo, ma che in realtà la città è fatta dai suoi abitanti, la città è ognuno di noi. E per ognuno di noi rispettare la città vuol quindi, semplicemente dire rispettare se stesso. Prima riusciremo a capirlo, prima Firenze (così come d’altronde qualsiasi altra città) potrà tirare un sospiro di sollievo. Matteo Francini

ovviare a queste discrepanze avevo già accennato ad una possibile, probabile soluzione l’anno scorso (riportata nel Vostro periodico di luglio 2010 nella rubrica “Ufficio reclami”) e, visto che il problema permane, mi permetto di replicarla perché si tratterebbe, da parte di Quadrifoglio, di prendere informazioni presso il Comune di Francoforte sul Meno (Germania) sul loro modo di operare in quanto da tempo loro usano un mezzo simile - in strade larghe e strette - senza far spostare la macchina a nessuno. Fosse possibile anche qui saremmo accontentati tutti. Tutto questo, naturalmente, senza voler entrare nel merito delle altre problematiche emerse qui, come il parcheggio a “lisca di pesce” che impedirebbe il corretto uso della Sweepy Jet o la presunta maggior spesa nell’uso di tale macchi-

na. Ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti. Alessandro sottoattraversamento tav, “i miei timori” Probabilmente avrete ricevuto o riceverete un sacco di lettere su questo argomento, questa non è che una delle tante, quella di un cittadino comune che vuole manifestare pubblicamente le sue paure e i suoi timori per questa opera pubblica che rischia, pare, di lasciarlo per un tempo indefinito senza la propria abitazione. La galleria della Tav passerà sotto lo stabile nel quale vivo e nello stesso edificio vive mia madre, ultraottantenne, che naturalmente non vuole nemmeno sentir parlare di spo-

starsi o di traslocare avendo vissuto ben più della metà della sua vita nell’attuale appartamento e nel contesto del quartiere (medico di famiglia, negozi, circolo anziani, parrocchia, posta, ecc.). Leggendo gli accordi intercorsi fra l’Amministrazione comunale e le Ffss per la salvaguardia dei cittadini interessati dall’attraversamento risultano ipotesi di danno e lesioni marginali agli edifici che non dovrebbero impedirne l’abitabilità, ma non è previsto nessun crollo o lesione maggiore. I testimoniali di stato, questo atto compiuto dai tecnici per verificare lo status quo degli edifici in modo da poter poi procedere ad eventuali ripristini e o rimborsi per danni causati dai lavori, procedono nell’ottica di lesioni marginali.... ma se ciò non fosse? Mi chiedo, e chiedo a chiunque sappia o possa rispondere, visto che non è previsto lo sgombero degli edifici, cosa succederà se questo dovesse avvenire, o i tecnici sono certi che gli edifici rimarranno abitabili? Mi è venuto questo dubbio ieri quando sul quotidiano locale ho notato in bella vista l’affermazione del nostro Sindaco che assicurava: non ci saranno crolli, non devono essere avanzati inutili allarmismi! Benissimo, ne sono contento, ma l’amico Renzi, come mio sindaco, ne è certo o così gli hanno assicurato i suoi tecnici? Se io rimango in casa e la casa mi crolla addosso chi risponderà in prima persona di fronte alla legge: il Sindaco, i geologi, le Ffss, insomma chi sconterà la pena per l’omicidio commesso? Sarebbe opportuno fino da ora sapere chi è il responsabile... e, possibilmente, che sia uno e non tanti perché altrimenti, come spesso, succede ci sarà lo scaricabarile in caso le cose non vadano nel modo prefigurato. Tengo a precisare che sono favole alla Tav, un po’ meno al sottoattraversamento cittadino da quando mi hanno detto che ci sono studi di fattibilità per soluzioni molto meno costose, più rapide e meno impattanti. Sono poi poco favorevole quando ho visto che i cittadini interessati dal sottoattraversamento vengono tutelati solo in parte, come se fosse colpa loro se le Ffss hanno deciso di passare sotto le loro case in una città dove non era nemmeno possibile costruire la metropolitana per i rischi idrogeologici paventati. I danni saranno infatti rimborsati solo in modo parziale e/o, comunque, con il sistema da sempre adottato dalle assicurazioni, defalcati di un quantum dalla somma stimata del danno (vetustà dell’edificio, ecc. ecc.) a meno che uno non voglia affrontare procedimenti legali con esiti incerti e tempi lunghissimi. Perché il Comune di Firenze non si è fatto parte in causa accollandosi i lavori di ripristino in toto con l’utilizzo di maestranze certificate e con il pagamento a carico delle Fffss? E se, poi, veramente le lesioni saranno gravi da non poter abitare la casa cosa dovrà fare il cittadino? Teniamo presente che il “talpone” che ti passa sotto farà vibrare le tubature dell’acqua, del gas, gli impianti elettrici, stresserà gli impianti di riscaldamento e gli scarichi di abitazioni non certo recenti. Che succederà se si allagherà qualche casa o si romperà qualche tubatura del gas? E i geologi utilizzati sono consci e consapevoli di quanto dovranno affrontare? Mi risulta che nella zona dove vivo ci siano tanti pozzi e falde acquifere, lo

testimoniano le fonti utilizzate per l’erogazione dell’acqua durante l’alluvione del 1966, piante spontanee che vivono in zone umide che popolano alcuni piccoli giardini ancora rimasti in vita, alcuni edifici con i resti di finestrature appositamente realizzate per attingere l’acqua dal pozzo condominiale, ecc. Tutto questo lo scrivo non per fare polemica, ma per avere da chi gestisce la città in primis e da eventuali altre autorità competenti quelle rassicurazioni che spettano, credo, ad ogni buon cittadino che vede gravare sulla propria abitazione, non certo regalata ma spesso acquisita a seguito di sacrifici, un pericolo che ne può compromettere l’utilizzo. Carlo Biancalani edilizia e amBiente nella valle dell’arno, parla un gruppo di cittadini Gentile direttore, stimolati dai frequenti interventi sul suo mensile dell’assessore all’urbanistica Cocchi, in difesa delle sue realizzazioni cementizie, l’ultimo dei quali nel numero di dicembre, vorremmo anche noi, da cittadini, esprimere qualche considerazione. Dice dunque Cocchi, in polemica con l’artista fiesolano Paolo Della Bella, che “i fiesolani sono contenti” e, poco dopo, “molti approvano”, ecc... Ci piacerebbe sapere da dove l’assessore Cocchi trae queste certezze. Ha forse fatto un referendum? No, non sia mai detto! Il suo partito, nelle ultime elezioni comunali, ha preso circa il 45% quindi, in teoria, potrebbe anche esserci una maggioranza di cittadini che non approva la sua politica edilizia. C’è comunque un certo numero, piccolo o grande, di persone le quali pensano che l’ambiente è un “bene comune” e che mai un sindaco, anche con il 98% dei voti, dovrebbe decidere interventi, senza prima avere dialogato anche con l’ultimo dei cittadini, e soprattutto favorito una informazione corretta, cioè plurale. Cosa che qui è mancata del tutto. Così accade che, mentre le grandi cattedre e le autorità morali del mondo, persino l’Onu e il Papa, chiedono a gran voce svolte radicali per contrastare il riscaldamento del pianeta e l’imminente esaurimento delle risorse energetiche, qui a Fiesole si afferma il vecchio e superatissimo “sviluppismo”: si sparge cemento in tutte le frazioni, si urbanizzano le campagne con conseguente aumento del traffico privato e quindi dell’inquinamento. Eppure anche il PD parla in difesa dell’ambiente nei suoi programmi nazionali e perfino nel programma 2009 del sindaco Incatasciato. Ma, come si sa, tra il dire e il fare... soprattutto qui, nella valle dell’Arno, l’assessore Cocchi si è scatenato: costruisce formicai a picco sull’acqua dell’Arno, spiana colline, progetta strade pressoché inutili, distrugge paesaggi... e, per la Befana, ci ha promesso una ciliegina sulla torta: incastonato nelle colline di Ellera un bel distributore di benzina, con lavaggio e parcheggio di roulottes, che va ad aggiungersi alle due dozzine di altri consimili recinti maleodoranti esistenti nel breve tratto Fi-Pontassieve. Grazie assessore, l’ambiente “ringrazia”. Un gruppo di cittadini di Compiobbi (Fiesole)


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Spettacoli Giorgio Panariello Panariello non esiste 13 e 14 aprile

Nelson Mandela Forum Giorgio Panariello torna nella bella Firenze con il suo ultimo spettacolo, Panariello non esiste, che miete successi in tutta la penisola. Il comico è reduce dall’enorme suguito di Ogni maledetta domenica, il radio show che per otto settimane ha tenuto impegnato il comico toscano su RTL 102.5 e contemporaneamente al teatro The Club di Roma, dove ha intrattenuto il pubblico e gli ascoltatori con monologhi e personaggi ispirati all’attualità.

Concerti America 7 aprile

Teatro Verdi E’ in arrivo il classic rock della musica west coast degli America. La mitica band americana celebra quest’anno 40 anni di gloriosa carriera con l’uscita di un nuovo album chiamato “Hits“ con tutti i loro piu’ grandi successi ed un tour europeo che vede gli America fare tappa nel belpaese questo mese. Davide Van De Sfroos 7 aprile

Saschall Davide Van De Sfroos in gara alla 61° edizione del Festival di Sanremo con Yanez, un brano scritto e cantato in dialetto tremezzino (o laghée) sul celebre corsaro portoghese Yanez De Gomera che segue fedelmente il bornese Sandokan nel ciclo romanzesco dei Pirati della Malesia, nato dalla penna del famoso scrittore italiano di romanzi d’avventura Emilio Salgari. «Cancellare i dialetti è come

limare gli Appennini perchè l’Italia rimane unita anche grazie all’identità dei dialetti. Mi preoccuperò il giorno in cui parleremo tutti un italiano commerciale misto all’inglese. “Yanez” è un omaggio a mio padre, che non c’è più. Lui è cresciuto leggendo i romanzi di Salgari.

l’impronta rock. Sul palco ci saranno solo 4 musicisti con i loro strumenti, incluso Nek,che oltre a cantare suonerà il basso, e il loro compito sarà dare vita alle canzoni senza l’ausilio di campionamenti o altri strumenti elettronici.

Giusy Ferreri 8 aprile

Glue - alternative concept space Parte con un progetto tutto speciale la nuova rassegna targata Glue “Oltre Le Gambe”. Si inizia alla grande con il nuovo progetto musicale di Umberto Giardini (Moltheni) dal nome Pineda. Abbandonata la chitarra e il microfono, Umberto sarà alla batteria in questo trio di post-rock strumentale. Ad aprire il concerto il concerto, Matteo Toni accompagnato dalla sua chitarra e dalle sue sonorità molto evocative.

Saschall Conosciuta al grande pubblico attraverso la partecipazione a XFactor, dal 2008 ad oggi, Giusy Ferreri ha pubblicato l’ep “Non ti scordar mai di me” (290.000 copie vendute), il cd di inediti “Gaetana” (5 volte disco di platino con oltre 400.000 copie vendute) e l’album di cover “Fotografie” (doppio disco di platino in Italia e disco di platino in Grecia), vendendo quasi 1.000.000 dischi solo in Italia in meno di tre anni. Nek 10 aprile

Teatro Verdi Per celebrare i suoi primi 20 anni di carriera, Nek ha pubblicato “E da qui - Greatest Hits 1992-2010”, la più completa ed esauriente collezione dei suoi più grandi successi che contiene ben 36 canzoni di cui 3 inediti, e intraprenderà un tour che lo porterà a cantare nei principali teatri italiani a partire dal 31 marzo, data in cui aprirà la tournèe dal Palacreberg di Bergamo. Dopo le 16 tappe italiane, Nek proseguirà anche in Europa nel corso dell’estate, tenendo concerti in paesi come Svizzera, Germania, Austria, Olanda, Francia Spagna e Belgio. Il progetto del Nek European Tour 2011 - The Quartet Experience si fonda sull’idea di riportare alle origini il suono live, sottolineandone

Moltheni 12 aprile

Sinapsi liriche 16 aprile

Teatro Niccolini - San Casciano val di pesa Un parterre di ugole d’oro nel concerto che vedrà un gruppo di cantanti lirici (Miki Shibahara, Stefano Fini, Claudio Cambi, Marcello Bianchi, Cie Shirotori, Ada Morviducci) esibirsi - diretti dal maestro Romualdo Lucci e accompagnati al pianoforte da Eleonora Frosecchi - in una selezione di brani tratti dalle più belle ed emozionanti opere liriche della tradizione.

A teatro Alessandro Benvenuti. Me medesimo 9 Aprile

Teatro Lumiere Questa è la storia strampalata di Cencio, uomo di mezza

età fortemente in crisi su molti aspetti della vita, che dopo aver trovato nell’alcool un palliativo al senso di totale fallimento disgusto ci racconta con un sarcasmo a volte amaro, i suoi ricordi, e ci fa “vedere” quelli che ha sentito raccontare da altri falliti come lui: un padre di famiglia tormentato da due figlie maleducate e irriconoscenti, un altro che, licenziato, viene scoperto dal figlioletto in gita scolastica mentre chiede l’elemosina sui gradini di Santa Maria Novella. Mauro Monni. Potente 29 e 30 aprile, 1 maggio

Teatro Everest Una ballata popolare, una corsa nel tempo, un canto. Ci sono personaggi che diventano più veri se la loro esistenza è bagnata dal mito, è portata nell’aria dalla forza della poesia, da quella più alta a quella immensa e fortissima del racconto popolare, delle storie del canto del fuoco, i vecchi che raccontano, i ragazzi che ascoltano con il viso arrossato dai riflessi della fiamma del focolare.Questo è “Potente”. Aida 28 aprile, 3,7,8,10 e 12 maggio

Teatro Comunale Uno dei classici più amati dell’opera italiana. Un tripudio di musiche e colori brillantemente composte da Giuseppe Verdi. L’Aida torna al Comunale per la gioia di tutti gli appassionati, portando sul palcoscenico del Maggio le piramidi, gli elefanti, i palazzi sfarzosi e le acque del Nilo. Un classcio da non perdere, e non dimenticare.

la mostra

Eleonora Duse rivive nelle sale della Pergola M

anifesti, biglietti, taccuini, appunti, ritagli di giornale e ancora abiti di scena e vestiti da camera. Questo ed altro è Il viaggio di Eleonora Duse intorno al mondo, fino al 17 aprile al Teatro della Pergola, mostra inserita nel calendario delle attività ufficiali per le Celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e promossa assieme a Fondazione Giorgio Cini Onlus nell’ambito de Il teatro italiano nel mondo - Progetto della Compagnia Italiana Centro europeo di Teatro. Un viaggio nel tempo che accompagna il visitatore alla scoperta di un personaggio indimenticabile e di un’epoca, quella a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, che ha visto l’Italia trasformarsi radicalmente. Modernissima e commovente, la mostra in

corso al primo piano dell Pergola (dal lunedì al venerdì: 11-18, la domenica 11-15), vede esposti pezzi del puzzle che hanno composto la vita della grandissima attrice, capricciosa artista che ha portato con orgoglio il vessillo del belpaese nei teatri in cui ha reacitato e nei paesi che ha visitato, sparsi nei quattro angoli del globo. L’itinerario espositivo è strutturato in due sezioni distinte: la prima volta a presentare la vicenda biografica di Eleonora Duse e l’altra dedicata ai viaggi e alle tournée che l’attrice ha realizzato nel corso della sua carriera dal 1885 al 1924. Eleonora figlia, moglie e madre, questo è il ritratto multisfaccettato che ne viene fuori, alternando fotografie ufficiali a pezzetti di vita privata che incan/L.V.Z. tano il visitatore.

Le mostre Dianora Marandino Fino al 15 maggio

Galleria del costume La mostra presenta una selezione di capi d’abbigliamento realizzati da Dianora Marandino dal 1947 al 1971. L’artigiana, che si può definire ‘artista’, si dedicò allo studio dei colori da impiegare nella sperimentazione di nuove tecniche di pittura e di stampa su tessuto, come pure alla tintura di filati in lana da utilizzare nella tessitura. Con i suoi stessi tessuti decorati a stampa, realizzò capi dalla foggia lineare, rifuggendo dal creare modelli complessi e articolati. Picasso, Mirò, Dali. Giovani e arrabbiati. La nascita della modernità Fino al 17 luglio

Palazzo Strozzi Pablo Picasso, Salvador Dalì e Joan Mirò sono i tre protagonisti della mostra “Picasso, Mirò, Dalì. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità”, promossa dall’Ente cassa di risparmio e dalla fondazione Palazzo Strozzi con il supporto della soprintendenza al polo museale fiorentino, che fino al 17 luglio occuperà le sale del piano nobile di Palazzo Strozzi. Più di sessanta opere tra lavori giovanili e schizzi picassiani provenienti dai più importanti musei del mondo, dal Metropolitan Museum of Art di New York e da notevoli collezioni private. Mai come questa volta, il punto focale si sviluppa intorno al tema della gioventù, una gioventù ribelle e mai arresa davanti alle convenzioni di un’epoca che avrebbe imposto a queste tre figure chiave del Novecento un atteggiamento più pacato e convenzionale nei confronti della vita e nel loro approccio con l’arte.

l’appuntamento Alla Fortezza da Basso

“Art”, l’artigianato torna protagonista

P

rimavera: bel tempo, scampagnate e... mostra dell’artigianato. Come ormai da tradizione, torna anche quest’anno “ART”, la Mostra Internazionale dell’Artigianato, che per nove giorni, dal 30 aprile all’8 maggio, trasformerà la Fortezza da Basso in una colorata festa della fantasia e della creatività. In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, il viaggio di ART lungo lo Stivale partirà dalla Valle d’Aosta, regione ospite 2011 che, al padiglione delle Ghiaie, presenterà i “gioielli” del proprio artigianato legato al territorio e a millenarie tradizioni. Ma non mancheranno nemmeno, come di consueto, le “rotte” estere: quelle principali saranno verso Brasile, Cina e Russia che – insieme alla Spagna, paese ospite 2011 – formeranno un multiforme mix tra “Essere” e “Abitare”, fra proposte per la persona e oggettistica per la casa. E ancora, tra le tante iniziative in programma, occhi puntati su “Botteghe d’Art”, evento organizzato dalla Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico in collaborazione con Cna e Confartigianato, che trasformerà gli spazi della Palazzina Lorenese in veri e propri atelier d’arte, mostrando dal vivo e in diretta i segreti del lavoro manuale “fatto ad arte”. Sul fronte dell’imprenditoria “rosa” new entry per “Donne in campo”, associazione di imprenditrici agricole, mentre per i più piccoli torna l’appuntamento con “Artigiani in Famiglia”, laboratori gratuiti per chi desidera sperimentare la manualità. Orario: dalle 10 alle 23, ultimo giorno chiusura alle 20. Ingresso: intero 3 euro (dal lunedì al venerdì), 5 euro sabato e domenica – convenzionati: 2 euro (dal lunedì al venerdì), 4 euro (sabato e domenica). Info: www.mostrarti/I.G. gianato.it.


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