Il Tascapane - 5

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il Tascapane

www.tascapane.it

il giornale che ti porti dietro

N.5/ OTTOBRE - NOVEMBRE 2009

Affitti al Bando PRIMO PIANO: le spese, sotto a chi tocca! TRIBUNA POLITICA: gli studentati, parola al Consiglio degli Studenti

SPECIALE TP on The Road: Internazionale a Ferrara e Cinema a Venezia


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EDITORIALE

IL TASCAPANE

il giornale che ti porti dietro

Foto di copertina: “Johannes Langwieder” / www.youthmedia.eu, CC-License

NUMERO 5 / ottobre - novembre 2009

DIRETTORE RESPONSABILE Cono Giardullo VICEDIRETTORI Luca Iacovone Edoardo Rosso REDAZIONE

Carlo Alberto Biasioli, Bianca Bonati, Elisa Brighi, Enrico de Camillis, Domenico Del Conte, Riccardo Gamba, Veronica Locatelli, Andrea Milan, Luca Pianese, Piervittorio Pigato, Federica Toscano, Marilina Totaro, Silvia Trapani, Carolina Venturoli, Marco Zavatta

BLOGGERS (www.tascapane.it)

Nicola Aporti, Francesco Chrisam, Dario Gentile, Fausto Montagna, Federico Pansini, Francesca Succi

HANNO COLLABORATO

Ass. Amnesty International (gruppo Ferrara), Ass. Officina, Ass. R.U.A., Ass. Student Office, “Etudiant Autonome” (Parigi), Nicola Franceschini, Alessandro Gammaldi, Informagiovani Ferrara, Domenico Paolicelli, “Step1”, Gladys Valverde

PROGETTO GRAFICO

Luca Iacovone, Edoardo Rosso (lucaiacovone@yahoo.it; edoardorosso@hotmail.it)

MARKETING & COMUNICAZIONE Luca Pianese (joker619@hotmail.it)

Editore: Associazione NoSS - Non Solo Studio – Sede Legale: Via Montebello 111, Ferrara - c.f. 93073220381 Registrazione al tribunale di Ferrara n°11 del 10/09/08 Stampa: ITALIA TIPOLITOGRAFIA S.r.l. - via Majocchi Plattis 36/38, Ferrara - C.F. e P. I.V.A. 01137550388

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Cartaceo o web? E se tutt’e due... Il Tascapane torna nelle aule universitarie, diverso, e ve ne accorgerete sfogliandolo.

Fin da subito abbiamo cercato di dar voce alle associazioni che gravitano intorno al mondo universitario. Così quella singola

paginetta “viviferrara” che presentava negli scorsi numeri le loro attività si è allargata notevolmente: da questo quinto numero, primo del nuovo anno accademico 2009/2010, nascono la rubrica di Amnesty International che curerà le pagine dei conflitti dimenticati; l’ Informagiovani che ci presenterà le sue iniziative su formazione e lavoro per gli studenti; ed infine tre associazioni, StudentOffice, Rua e Officina, che si cimenteranno nella tribuna politica: domande della redazione e risposte delle associazioni presenti nel Consiglio degli Studenti sui temi più scottanti del nostro Ateneo. Anche in questo numero, strabordante come al solito di notizie, vi racconteremo le nostre avventure on the road, al Festival del Cinema di Venezia e al Festival di Internazionale. Durante questi appuntamenti, abbiamo sfruttato al massimo il concetto di multimedialità, diffondendo i nostri reportage direttamente sul web, che assume un’importanza di gran lunga maggiore nel lavoro redazionale. Dopo aver realizzato oltre 40 video sulla nostra pagina www.youtube/tascapanetube, e aver riscosso più di 60 mila visualizzazioni sul nostro sito, presenti con un profilo su Facebook ed uno su Twitter, siamo convinti di poter far nostro il giornalismo multimediale e di poterne tenere il passo. Abbiamo cambiato idea rispetto a quando dichiaravamo di esser indissolubilmente legati alla carta? No. Come vedete il cartaceo rimane il nostro caposaldo. Il lavoro redazionale e di collaborazione con le altre associazioni si svolge ancora per la maggior parte intorno a queste 32 pagine, ma siamo anche consapevoli che il web è il nostro futuro e che esso meritatamente assume la prima posizione come fonte di notizie, ricerca dell’OdG Lombardia (82% web, 63% televisione, 48% radio e cellulare, 36% quotidiani). A voi decidere se questi due piani, del cartaceo tradizionale e della multimedialità su internet, possano coesistere anche in una piccola realtà editoriale come la nostra. Ringrazio tutti i partners e le istituzioni cittadine che hanno creduto in noi anche quest’anno; la redazione, che pur rinnovatasi, continua a lavorare per un costante miglioramento del giornale; ed un enorme in bocca al lupo va al nostro gruppo di bloggers che vi terrà compagnia con le più svariate rubriche su tascapane.it.

Il nostro periodico è aperto a tutti coloro che desiderino collaborare nel rispetto dell’art.21 della Costituzione che così recita: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, non costituendo, pertanto, tale collaborazione gratuita alcun rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma”

Cono Giardullo

Comune di Ferrara

Provincia di Ferrara


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il racconto di Edoardo

Il laureato triste

“Sì sì, ha detto che il preappello lo fa!” “Dai? Allora con i due parziali e il preappello a maggio me lo levo... ma alla fine, te, su cosa lo prepari?” “Non so... il Martinetti è più schematico, mentre il Trikter è discorsivo, dipende un po’ da come ti trovi meglio... comunque lui è tranquillissimo e gli assistenti sono strabuoni...” “Sì me l’ha detto anche la Bea che con gli assistenti vai stratranquillo... Ma se lo faccio, tipo, subito, quando me lo registra?” Ecco il grande difetto dei corridoi delle università: i discordi degli studenti. C’è solo una cosa peggiore dei discorsi degli studenti: i discorsi delle studentesse. Ma questa è un’altra storia. Ecco, ti pareva. Oggi ci sono pure le lauree. Sono come le effusioni degli innamorati su Facebook. Nessuno partecipa alla gioia dei diretti interessati. Anzi, spesso gli altri provano fastidio. Sono così le lauree. Tu arrivi in facoltà un pomeriggio di ottobre per fare due fotocopie e lo capisci già da lontano. Folla di parenti, cartelloni con caricature e filastrocche appesi ai muri e qualche disgraziato neo dottore in mutande costretto dagli amici a bere vino sottomarca... Devo solo fare due fotocopie. L’ingresso è popolato di amici, fidanzate, fratelli, sorelle, cugini, cugine, padri, madri, zii, zie del laureando. Ovviamente li riconosci per via degli abiti. Tailleur, tacchi, gonne, spacchi, borsette, cravatte, papillon, anelli, braccialetti. Piuttosto lontani dal look dell’universitario medio. Salgo al primo piano e mi imbatto in un muro di corpi palpitanti, abiti della festa, trucchi, profumi e tante, tantissime borsette. Siamo all’ingresso dell’Aula Magna. Lì dentro si stanno laureando i giovani che hanno mobilitato cotanto parentado. Provo a penetrare quel muro. Permesso. Scusate. Scusate, permesso. Uao. Non c’avrei mai sperato. Invece eccomi qui. Davanti alla porta della biblioteca. E’ chiusa. Giro la maniglia. No, no. Chiusa chiusa. Il personale della biblioteca è assente, “per frequentare un corso di aggiornamento” spiega

un foglio appeso alla porta. Vabè, torno giù. Aula magna. Borsette, trucchi, profumi, cravatte, corpi, facce, commenti tipo “era ora” o “mi sembra ieri”. Eccomi fuori. Così sono costretto ad osservare il solito rituale. I coretti “Dottore, dottore...”. Le goliardate. Ma il laureato si diverte? Fateci caso. Incrociate i suoi occhi. Se non sono ancora diventati quelli di un branzino causa litrate di vino sottomarca, noterete una certa tristezza. Quasi spavento. Anni di studio, serate, incontri, amici, furti attivi e passivi di biciclette, ripassi notturni, rimorsi, rimpianti, rancori. E ora? Un lavoro fisso per pagare le rate della macchina? Se va bene... e se va male? Si chiude per sempre il cancelletto della mia bella gioventù? Ma no, vedrai che ti diverti. Il lavoro, i colleghi. Magari ti sposi. I figli, la casa, il cane. Vedrai. Inizia adesso il divertimento! “Col cazzo” sembra pensare il laureato triste mentre vestito da pollo di cartapesta tracanna vino in brick per il ludibrio di amici e parenti. Già, “col cazzo” penso. Non mi va di pensare al dopo, ora come ora. Mi guardo le mani. Sono sempre più simili a quelle di mio padre. E di colpo mi sento sperduto, smarrito, in alto mare. Basta sognare. Basta giocare a fare il giornalista. Sii serio. Prendi la tua laurea e vattene. Via via via da queste sponde. Portami lontano sulle onde. Ok, basta. Scatto una foto di questo momento patetico, me la fisso bene nella testa e domani la mostrerò al me stesso saggio che, un giorno, forse, diventerò. O forse no. Edoardo Rosso

PRIM PIAN

SPEC

ASSOC


RUBRICHE

editoriale: Cartaceo o web? E se tutt’e due... il racconto di Edo: Il laureato triste Spiragli fotografici: Vibrazioni sonore web & co.: Culture is not a crime

PRIMO PIANO

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Affitti al bando

SPECIALE

p 10 p 11

Tp on the road/1: Internazionale a Ferrara Tp on the road/2: Dietro le quinte del Lido

UNIVERSITA’

p 12 p 13 p 14 p 15 p 16

Erasmus: Dentro le mura Sfd: Processo simulato: dalle aule-studio alle aule di tribunale Desperate house students: Mai provato con il couch surfing Giornalismo universitario: Step1 e L’Etudiant Autonome Tribuna Politica: Studentati: Come sono, come dovrebbero essere

p 18 p 19 p 20 p 21

fm world: Dalle radio libere ai grandi network musica: Across the music 2009/2010 arte: Alessandro Nassiri e l’arte del quotidiano tendenze:Il graffio che griffa

ASSOCIAZIONI

p 22 p 24

Amnesty: Il delta del Niger Informagiovani: Informazione

p 27 p 28 p 29 p 30 p 31

Misteri & dintorni: E se Dagon, il mostro di Lovercraft, fosse nato a pochi chilometri da qui Senza Tabù e il Grande Porco Cus: Tutti in campo con Nardo Tascapane.it: i bloggers del Tascapane Contropinione: Lasciate ogi speranza, oh voi che entrate... all’università italiana

CITTA’

p3 p4 p6 p7

CULTURA

SOMMARIO


Spiragli fotografici

di Domenico Paolicelli

di fotografia vi chiedo: perché non avere foto ricordo “pensate”? Perché non evitare la semplice riproduzione alla rinfusa di quello che ci accade attorno? Perché non preferire semplici foto che potrebbero anche suscitare qualche emozione in colui che le osserva? Penso sia preferibile e certamente più interessante conservare pochi scatti capaci di celare l’essenza dell’istante di vita che ritraggono, piuttosto che propinare al malcapitato di turno, noiosi e infiniti album di foto vuote che susciteranno solo irritanti ma forse giustificabili sbadigli.

di Domenico Paolicelli

una casa costruttrice giapponese su cui c’era scritto : “non pensare, scatta”, lui è di un altro avviso e consigliava “pensa ed eventualmente scatta”… Simpatica citazione direi, molto sintetica ma utile per gli appassionati, da quelli consapevoli a quelli più improbabili, invito tutti a seguire questo prezioso consiglio e a soffermarsi, non dico tanto, qualche secondo in più prima di riprodurre meccanicamente il fatidico click!!! Forse vi chiederete perché? La risposta è semplicemente una domanda o poco più, anche nel caso in cui non foste appassionati

foto:

La fotografia si basa su un dispositivo ottico: la “ camera oscura”, che inizialmente fu pensata e teorizzata dal grande filosofo greco Aristotele, in seguito sperimentata da un astronomo arabo AL-Hazen e poi rivisitata da Leonardo da Vinci e da molti altri nomi non meno importanti che fino ai nostri giorni hanno sviluppato questa’arte, arrivando alla grande rivoluzione del digitale. In poche righe è impossibile spiegare nel dettaglio come funziona una macchina fotografica o a cosa serve una camera oscura, ma vorrei almeno provare ad esporre alcune mie riflessioni sulla fotografia attuale, il digitale. Purtroppo e per fortuna, con l’avvento del digitale, tutti, in ogni casa, hanno una macchina fotografica, peccato però che molto spesso si fa un uso spropositato di queste apparecchiature. La macchina fotografica digitale ha rivoluzionato il mondo della fotografia, dando la possibilità a tutti di cimentarsi in questo fantastico mondo, ognuno però scatta per diversi scopi, chi per passione, chi per lavoro e chi semplicemente per ricordare momenti della propria vita, ma proprio su questi ultimi vorrei soffermarmi. Vorrei che tutti i possessori di una macchina fotografica, pur non essendo esperti di fotografia, ma che regolarmente ed assiduamente utilizzano l’oggetto in questione pensassero un minimo a quello che stanno per fotografare evitando di riempire ogni evento di ripetitive e inutili “flashate”. Tempo fa gironzolando in rete mi sono imbattuto in un’ intervista al famoso fotografo italiano Gianni Berengo Gardin, il quale, simpaticamente, spiegava al giornalista il suo astio sul modo di fotografare con il digitale, raccontando di aver letto un cartellone pubblicitario di

vibrazioni sonore

Le immagini, i colori, i contrasti, le luci, sono sensazioni che ci accompagnano nel quotidiano e che insieme costituiscono l’arte della fotografia.

www.domenicopaolicelli.com


olicelli.com

PassWorld Le chiavi di accesso del nuovo mondo

Il Tascapane decide di compiere il suo primo passo verso quello che da più parti viene invocato come un passaggio necessario per la nostra epoca: l’affermazione di una circolazione del sapere liberata dalle briglie del copyright. Adotteremo per la diffusione dei nostri contenuti una licenza di tipo Creative Commons. Tutti coloro che contribuiscono, o che decideranno di contribuire alla crescita del Tascapane lo faranno, d’ora in avanti, accettando la diffusione dei loro articoli e delle loro foto ovunque pubblicate, su carta come on-line, secondo la licenza Creative Commons: “attribuzione - non commerciale - condividi allo stesso modo”. Di cosa si tratta e, soprattutto, dov’è rimasta la legge e a che punto è la società? Il dibattito sul controllo delle opere creative, oggi più che mai, è aperto: le soluzioni proposte sono diverse e vanno dalle posizioni della cultura hacker alle rigidità e alle lungaggini dell’attuale legislazione sul copyright. Il concetto di diritto d’autore è relativamente recente, risale solo al settecento, ma già mostra diverse difficoltà a mantenere il passo di una diffusione del sapere sempre più multiforme, liquida: si pensi ai contrasti nati attorno all’utilizzo di programmi come emule, o al progetto di Google di digitalizzare 15 milioni di libri. Parlando di copyright balza subito in testa la classica formula “tutti i diritti sono riservati”, espressione comune a quasi tutte le legislazioni in materia. Dall’altra parte si pensa ai successi del partito pirata nell’Europa settentrionale, in Svezia è diventato in pochissimo tempo la terza forza politica del paese. Si pensi alle pressioni esercitate dai movimenti hacker sui governi perché la circolazione del sapere venga liberalizzata, alle rivendicazioni di tanti successi decretati dalla circolazione illegale di opere che altrimenti sarebbero ancora oggi sconosciute. Più il sapere circola liberamente più una società si sviluppa anche in termini di ricchezza, questo l’assunto principale della cultura pirata, puntualmente contraddetto degli editori e dalle lobby della discografia secondo cui l’assenza di adeguate

limitazioni alla circolazione delle opere renderebbe economicamente insostenibili una serie di creazioni di cui si decreterebbe inevitabilmente la morte. Su una ideale linea mediana si pone Creative Commons, un’associazione no-profit, fondata negli Stati Uniti nel 2001 al fine di rendere il copyright più flessibile. La proposta principale consiste nelle Creative Commons Public Licenses (CCPL), sei licenze di diritto d’autore, gratuite e liberamente utilizzabili da chiunque, che si basano sul principio “alcuni diritti riservati”. E’ indubbio che la facilità con cui è possibile fruire dell’arte e del sapere, grazie ad internet e al peer to peer, se da un lato fa tremare i polsi ai grandi editori, dall’altro rappresenta un importante trampolino per autori e artisti interessati alla diffusione delle loro opere, ai vantaggi indiretti prodotti dalla diffusione stessa, prima che ad eventuali guadagni diretti prodotti dal copyright. E sono soprattutto questi ad usufruire delle licenze Creative Commons, e ora anche il Tascapane. di Luca Iacovone

Non uso commerciale (nc) Non sono consentiti usi commerciali dell’opera creativa Attribuzione (by) Bisogna sempre indicare l’autore dell’opera (attributo obbligatorio) in modo che sia possibile attribuirne la paternità

Non opere derivate (nd) Non sono consentite elaborazioni dell’opera creativa

Condividi allo stesso modo (sa) Si può modificare l’opera ma l’opera modificata deve essere rilasciata secondo le stesse condizioni scelte dall’autore originale.

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PRIMO PIANO

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Affiti a l Living in … studentato

Una delle opportunità che si presenta alle matricole fuori sede, come alternativa al più gettonato appartamento, è ottenere uno posto alloggio, solitamente in studentati convenzionati dal diritto allo studio regionale (qui a Ferrara l’ER.GO).

il comune di Ferrara e i sindacati degli inquilini, dei proprietari e degli studenti hanno stipulato un importante accordo. E’ ora possibile stipulare un contratto concertato che prevede per i proprietari e per gli inquilini lavoratori delle agevolazioni fiscali non indifferenti... ma soprattutto prevede una tabella per calcolare il canone mensile massimo che il locatore può chiedervi, che tiene conto della zona in cui abitate e dello stato dell’appartamento. Insieme al gentilissimo Geom. Carlo Cavalleretti dell’Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari di Ferrara (ASPPI) abbiamo fatto un calcolo per un appartamento al 3 piano ben ammobiliato di 85 mq (di solito 3 camere) con condizionatore, doppi vetri e senza ascensore. Risulta che l’affitto massimo sarebbe di 650 euro se ci troviamo dentro le mura, e 555 euro fuori le mura... Il mio parere è che sia molto conveniente, perchè vi tiene al riparo da aumenti spropositati e agevola anche chi affitta. Quindi tenete in considerazione questa opportunità!!

il VADEMECUM

Il 16 aprile 2004

Perché fare questa scelta? E, soprattutto, come si fa per riuscirvi ad entrare? Bene, se non dichiarate reddito basso, scordatevi pure di risultare idonei. Infatti, per accedervi, si partecipa ad un bando che, in base ai vostri dati ISEE e ISPE (che rispettivamente non devono superare i 19.152,97 € e 32.320,64 €), vi inserirà in graduatoria. Reddito basso comporta affitto basso, ed è questo che attira di più gli studenti: si parte da stanze da 150 € ad un massimo di 190 €, bollette incluse. L’idea è allettante, ma in realtà non

saprete fino al giorno dell’assegnazione - che non avviene mai il 1° di ottobre, come da bando, ma sempre più tardi a lezioni iniziate - dove sarete finiti, e a quel punto dovrete accontentarvi, calcolando preventivamente il fatto di convivere con 10 persone sconosciute (quando vi va bene), che per Natale ed agosto le residenze rimarranno chiuse, e che quindi se avete tirocinio o esami fuori appello, dovrete scordarvi la vostra cameretta e cercarvi una sistemazione temporanea. Se siete deboli di cuore, e soprattutto facili allo stress, non fate questa scelta.

di Federica Toscano

Una delle prime e più grosse difficoltà con le quali uno studente fuori sede si scontra, è quella della ricerca della casa... E tutti sappiamo che una volta trovata, i problemi si possono dire solo cominciati! Il contratto, la convivenza, le pulizie... tutte piccole cose alla gestione delle quali però bisogna dedicare un po’ di impegno e attenzione fin da subito, per evitare che si creino problemi successivamente. Mi rivolgo alle matricole, ma non solo, sarà complicato soprattutto i primi tempi gestire la nuova vita. Vi assicuro che quando imparerete a gestire tutto questo sarete davvero orgogliosi di voi.

Elisa Brighi

LA FASE CRITICA: IL CONTRATTO Attenzione... E’ estremamente importante che quando decidete di entrare in un appartamento facciate grandissima attenzione al momento della firma del contratto. Un contratto standard ha durata quadriennale, ma è possibile per gli studenti concludere un contratto particolare che va da 6 a 36 mesi, in modo da permettere al locatore (chi affitta) o al conduttore (chi entra nell’appartamento) di scioglierlo più facilmente qualora sorgano dei problemi di qualsiasi tipo. Il mio consiglio è di scegliere la durata annuale, altrimenti sarete costretti a pagare le tasse di rinnovo ogni sei mesi... e di solito dopo aver traslocato, nel caso in cui ci si accorga di aver fatto una scelta sbagliata, si preferisce fare appello alla santa pazienza e a una buona dose di spirito di adattamento... e aspettare giugno prima di fare un nuovo trasloco! Controllate bene che dove si parla della durata ci sia scritto che il contratto è TACITAMENTE


a l Bando! Vita da Campus

Se non avete idea di dove cercare casa

e fate una breve ricerca su internet, le prime proposte che balzeranno agli occhi saranno le fondazioni universitarie, ovvero residenze per studenti ad “accesso libero”. Questo significa che non c’è una graduatoria per poter accedervi, ma solitamente si sostiene un colloquio per conoscere lo studente e in base a ciò si acconsentirà o meno all’entrata in studentato. Chi fa questa scelta spesso è mosso dalla necessità di trovare subito sistemazione, senza cercare altro. Come prezzi, si parte dai 320 € senza bagno in camera, a 365 € con

bagno, ma è da sottolineare che spesso queste strutture non hanno molto di più rispetto a studentanti convenzionati e, anzi, spesso risulta più problematico preparare esami a causa della confusione. Le stesse fondazioni posso affittare anche mono e bilocali a 400 € e 650 €, ma non sempre la posizione è delle migliori. In alcuni sono addirittura presenti anche aule studio pubbliche e campi da basket e calcetto, ma poco pubblicizzati per cercare di avere meno disturbi. Per chi invece volesse gli stessi “comfort” ma pagare un po’ meno, ci sono i collegi gestiti da ordini religiosi (solitamente solo femminili): i prezzi son più ragionevoli dalle doppie a 230 € a singole a 300 €. Alcune restrizioni si hanno sull’orario di entrata notturna (non si può uscire dopo le 22.30) ma in compenso sono posti molto tranquilli dove poter studiare sereni. Elisa Brighi

Importante:

i vostri genitori possono detrarre dalle tasse il 19% dell’affitto che pagate... ovviamente solo se avete stipulato un contratto. MI RACCOMAMANDO NON PAGATE L’AFFITTO IN NERO! Non sarete per nulla tutelati in caso di problemi... e chi vi assicura che alla fine la caparra vi venga restituita? Credendo di risparmiare rischiate una bella fregatura. Per tutte le informazioni o se avete dei problemi, rivolgetevi al SUNIA – Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari, che si trova a Ferrara, in Corso Isonzo 18, telefono 0532 207637. RINNOVABILE. Vi metterete così al riparo da agenzie o mediatori piuttosto furbi che dopo un anno potrebbero venire a chiedervi altri soldi (possono chiedervi addirittura una mensilità!) con la scusa che hanno dovuto riscrivere un nuovo contratto... quando invece il contratto può continuare a essere valido così com’è e voi dovrete solo pagare all’Agenzia delle Entrate la tassa di 67 euro. E SE QUALCUNO SE NE VA? A meno che il vostro locatore non sia un affitta camere, il contratto deve contenere i nomi di tutti gli inquilini dell’appartamento. Non preoccupatevi, il problema si risolve aggiungendo al contratto una scrittura privata (ovvero un foglio firmato da voi e dal proprietario) in cui sostituirete il nome del vecchio coinquilino con quello nuovo, senza bisogno di un nuovo contratto (anche qui, attenti a mediatori e agenzie). Ricordatevi che se volete andarvene da casa,

anche alla scadenza del contratto, dovete dare un preavviso di minimo 2 mesi (dipende da cosa avete stabilito). Potete anche decidere di andare via prima della scadenza del contratto, rispettando il preavviso, ma in questo caso dovrete pagare una tassa di 67 euro. Un frequentissimo problema riguarda il caso in cui uno dei vostri coinquilini se ne vada di punto in bianco lasciandovi con la stanza vuota e nessuno che paghi la sua parte dell’affitto... ragazzi, purtroppo non c’è niente da fare. Voi siete VINCOLATI IN SOLIDO, il che vuol dire che anche se voi non ne avete colpa, dovrete pagare tutto il canone mensile. Per questo io consiglio di cercare di mantenere un ottimo rapporto con il proprietario (oltre che con gli stessi coinquilini) se vi troverete in questa situazione potrete far leva sulla sua “compassione”, giurando di tappezzare Ferrara con volantini accattivanti per trovare il più velocemente possibile un sostituto,

sperando che vi venga incontro. Quando entrate in un appartamento nuovo, controllate che gli impianti tecnici siano a norma e che i servizi igienici siano in buono stato. Nel caso in cui non sia così, potete pretendere dal proprietario la messa in regola dell’appartamento, che sarà esclusivamente a suo carico. Nel caso di altre carenze, prima di entrare mettete tutto per iscritto, e fategli firmare questo foglio, in modo da essere tutelati quando ve ne andrete. A VOSTRO CARICO ci sono altre spese, che rientrano nella cosiddetta “ordinaria amministrazione”. Per esempio spetterebbero a voi la pulizia annuale della caldaia, le spese condominiali, le piccole riparazioni. Nel caso in cui siate particolarmente fortunati e troviate un proprietario comprensivo che sceglie di venirvi incontro per queste spese, anche qui, mettete tutto per iscritto, mi raccomando!


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Tp on THE ROAD/1

Ascanio Celestini: A proposito dell’espressione “culturame parassitario” usata da Brunetta per definire il settore dello spettacolo: “Brunetta è un gran paraculo, lavora sul pregiudizio per il quale gli artisti sono dei fannulloni che chiedono sempre elemosina al governo. Mente sapendo di mentire, perché la maggior parte delle persone che lavora in questo settore del mercato del lavoro (i macchinisti, i luciai, i fonici) sono persone che lavorano in condizioni terribili. Lui lavora sui pregiudizi, perché sa che funzionano. E’ come dire che i neri puzzano o gli zingari rubano”.

Luca Sofri: Sulla censura della stampa e dei direttori dei giornali: “ Non so se c’è pericolo esattamente sulla libertà di stampa, c’è una pessima aria che tira, che provoca più autocensura che censura,un clima che influenza le cose che scriviamo. Scrivere e raccontare il mondo, l’attualità e la politica, pensando che ci sono dei rischi personali da correre, piccoli, ma seccanti, oppure che bisogna combattere delle battaglie politiche attraverso quello che scriviamo e raccontiamo è un po’ faticoso”. Peppe Ruggero: Il responsabile comunicazione Libera ci parla di Liberainformazione, branca dell’associazione. A proposito della manifestazione indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa a Roma per l’indomani (3 ottobre, ndr) sulla libertà di informazione: “Noi chiediamo solo di fare informazione. Non libera. Perché l’informazione o è tale, o non esiste affatto. Il problema del nostro paese, è che si parla ad esempio di criminalità organizzata solo quando c’è un morto, cioè il caso eclatante, poi c’è il silenzio che è pericoloso”.

dalla Ven adde del C

Luca Sofri

E tre! Mentre anche la terza edizione di Internazionale a Ferrara scorre via nel crepuscolo di domenica, con le sirene delle volanti che portano fuori dal teatro comunale Roberto Saviano, pensiamo e ripensiamo a quel che è stato. Altri 3 giorni di pratica sul campo, con una telecamera, un microfono, e poco altro, in giro per la nostra città, che in questo fine settimana risuona dei dialetti dei visitatori di tutt’Italia. E’ il miracolo del Festival di Internazionale, oramai uno dei più grandi nel suo genere in Italia, secondo solo a quello di Mantova della Letteratura. L’unico appuntamento che riesce a fare il pienone nei chiostri e nelle sale del centro storico, anche se si parla di Africa, Palestina e Nicaragua, argomenti che percepiamo lontani dalla nostra quotidianità. Il materiale raccolto ha, per dimensioni, dell’incredibile. I nostri montaggi dei video racconti (tra i più visti vi segnaliamo la conferenza Mafia SpA, ospite Saviano), prodotti quasi in diretta, sono stati bloccati solo dal limite che Youtube impone ai video caricati (10 minuti ahimè), limiti che ci impone anche la carta. E proprio per questo vi facciamo partecipi degli interventi più belli raccolti rimandando per il resto al nostro sito internet, e alla serie di 5 puntate con le quali abbiamo tentato di video raccontarvi il festival su www.youtube.com/tascapanetube.

Peppe Ruggero

“Questo Festival è la miglior manifestazione per la libertà di informazione in Italia” (L.Sofri)

Ascanio Celestini

a cura di Cono Giardullo e Edoardo Rosso

CAP AL

Le nef finanzi potere “Capita docufil Visto d a met accetta non p la trag film il ironico Street crimini arresta Mentre Solgen


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Tp on THE ROAD/2

Dietro le quinte del Lido dalla nostra inviata a Venezia uno sguardo sugli addetti ai lavori del Festival del Cinema di Venezia

Mercoledì 1° settembre al Lido di Venezia inizia la mia avventura come

accreditata alla 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. I tappeti rossi sporchi di vernice bianca, i leoni ancora incartocciati, una totale confusione ma soprattutto le grida degli operai a lavoro mi fanno credere di essere finita nel cantiere del Festival. Subito incontro vari giornalisti che mi spiegano come funziona: dalle 8 a mezzanotte nelle varie sale cinematografiche vengono proiettati i film in programma (circa 350). Esistono quattro tipi di accrediti: i rossi

CAPITALISM: A LOVE STORY Le nefandezze del mondo economicofinanziario e il totale asservismo del potere politico sono l’argomento di “Capitalism: a love story”, l’ultimo docufilm d’assalto di Michael Moore. Visto da centinaia di cronisti, disposti a mettersi in coda per entrare e ad accettare perfino posti in piedi, pur di non perdere la pellicola. Nonostante la tragicità delle storie raccontate nel film il regista americano usa un tono ironico. Scena particolarmente provocatoria vede Michael circondare Wall Street con il nastro adesivo “crime scene - do not cross”, in riferimento ai crimini commessi dai finanzieri. Sempre lo stesso regista tenta perfino di arrestare manager e broker... Mentre esco dalla sala perla mi viene in mente una frase del celebre scrittore Solgenitsin: “Si può dire tutto. Ma solo perché ormai non serve a niente”.

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in conferenza stampa

No Clooney No domande (vere)

Fanno una misera figuraccia i giornalisti all’affollatissima conferenza stampa sul film “The Man who stare at goats”, diretto da Grant Heslov e interpretato da George Clooney che si sono rivelati più interessati alla sua vita privata (gay o non gay, Canalis ecc...) piuttosto che discutere i contenuti trattati nel film, come la guerra in Iraq (raccontata con feroce ironia), gli esperimenti dell’esercito degli Stati Uniti d’America per utilizzare la forza paranormale del pensiero a scopi militari e la sottile denuncia del trattamento inumano dei prigionieri.

che sono i daily press, gli arancioni sono i media press (il mio!), i blu sono gli industry e infine i verdi sono coloro che operano in ambito cinematografico. Dopo una settimana posso affermare che la storia era questa: i rossi, che si pavoneggiavano a star, erano gli inviati dei quotidiani che accedevano alle anteprime per primi, sempre e ovunque. A seguire venivano i blu (sempre incazzati neri con il direttore per le file, non perdevano occasione per ricordargli di aver pagato 150€ per quel pass). Per terzi entravano gli arancioni che comprendevano giornalisti professionisti e aspiranti tali (giornali locali o universitari) e infine i verdi che non saprei classificare: da giovani ragazze che urlavano alla vista di Nicolas Cage a signore/i che non conoscevano nemmeno il titolo del film che sarebbero andate/i a vedere. Variegato anche il pubblico: c’era chi aspettava per ore le celebrità e chi andava a vedere i film “nascosti” (dico “nascosti” perché tanti film interessanti sono stati dimenticati dalle televisioni e dai giornali che sembravano preferire gli arrivi dei vip, i loro vestiti e le loro vite private. Tra i film meno citati che ho visto e apprezzato consiglio: in primis Le ombre rosse di Maselli, che racconta la storia di un centro sociale molto impegnato, con un parallelo ritratto della sinistra intellettuale (che straparla e concretizza poco); Francesca del regista rumeno Paunescu; Celda 211 del regista spagnolo Monzón, ambientato in un carcere spagnolo dove i prigionieri si ribellano; Lola del filippino Mendoza, l’atteso Videocracy di Gandini; Persécution di Chéreau (un film che entra nella solitudine dell’uomo, una solitudine che ci perseguita), e infine Scheherazade, Tell me a story (egiziano). Il clima del Lido ha un perfetto mix per gli schermi italiani: feste, passerelle, vip, politica e cinema. Carolina Venturoli


ERASMUS foto di Peter Kaminski

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Dentro le mura il silenzio degli studenti e una voce unica: quella dell’autorità l’opinione di una ragazza statunitense in Erasmus a Ferrara Prima di arrivare, dopo avere sentito che Ferrara viene chiamata “città del silenzio”, un’immagine ha

immediatamente cominciato a formarsi nella mia mente. Ferrara era diventata una città carica di una tranquillità oziosa, un silenzio di tomba. Era un luogo senza il rumore della vita. Ma che altro avrei potuto pensare di una piccola città medievale almeno cinque volte più vecchia della mia intera nazione. Ma, nella stessa maniera in cui avevo sottostimato la ricchezza della pianura padana, avevo sottostimato anche quella di Ferrara. La vecchiezza di Ferrara non è di quel tipo che corrode e mangia. Le case ancora ospitano vivaci e briosi abitanti, la ragnatela di vie ancora collega ogni cittadino da una parte all’altra della città, e le mura ancora contengono un’aria di grandezza. Ferrara tuttora fiorisce, benché non sia sempre evidente. Ferrara è una musa per scrittori ed artisti, studenti e filosofi, politici ed economisti—in parte grazie alla sua vecchiezza. Perché la storia non va mai via; rimane parte della città. Nonostante il permanere del passato, Ferrara propende tenacemente verso il presente e il futuro. Questo è diventato più chiaro per me con l’arrivo del Festival di Internazionale. Questo desiderio di creare rapporti mondiali, di imparare non solo dagli altri ma anche da voi stessi, si vede in tanti aspetti della comunità ferrarese—particolarmente nell’aria di accoglienza verso gli studenti stranieri. Anche qui c’è una mescolanza di diversi pensieri, dottrine, e convinzioni. Se c’è una area in cui il silenzio

è presente, ed a volte sovrabbondante, è nella classe. È il silenzio dello studente. Forse la cosa più scioccante del sistema universitario italiano per un americano è proprio la mancanza di conversazione tra la facoltà e gli studenti, tra insegnante e alunno. Due ore di monologo sono allarmanti, e il silenzio da parte nostra ancora di più. Nelle aule italiane si fa sapere che c’è solo una voce: quella dell’autorità. Gladys Valverde


con il patrocinio di

Scuola Ferrarese di Diritto

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foto di Peter Kaminski

Processo simulato: dall’aula-studio alle aule di tribunale. di Alessandro Gammaldi (con la collaborazione di Marcello Tancredi)

OPINIONI A CONFRONTO La Moot Court Competition è un caposaldo della didattica nelle Law School statunitensi. Ma perché tutta questa differenza con l’Italia? Lo abbiamo chiesto a due docenti impegnati nell’iniziativa del Processo simulato. “Il problema è di natura sistemica:” ci spiega il prof. Nappi “lì, l’avvocato deve possedere delle qualità per convincere la giuria della bontà delle sue costruzioni, cosa che, invece, non è strettamente richiesta quando il processo è prevalentemente giocato in forma scritta, come da noi.” Diversa la risposta del prof. Roberto Bin, docente di Diritto Costituzionale e mente delle iniziative SfD: “Non abbiamo la tradizione americana perché negli States, all’inizio del secolo scorso, c’è stata una rivoluzione didattica che ha spostato notevolmente la formazione del giurista sul ragionamento caso per caso. In Italia, invece, si preferisce ragionare ancora per <<parcelle>> e per temi.”

Hanno cominciato la loro avventura da studenti di diritto cinque anni fa e ora si apprestano a raggiungere l’agognato traguardo. Ma prima di chiudere il loro ciclo di studi, si ritrovano protagonisti di una coinvolgente esperienza a stretto contatto con il diritto, dietro ai banchi di un’aula di tribunale, allestita negli spazi della Facoltà. Tutto ciò accade proprio qui, a Ferrara, grazie all’iniziativa della Scuola Ferrarese di Diritto, che propone ai suoi iscritti un’esperienza di simulazione processuale, come attività in sostituzione degli esami complementari del pacchetto-indirizzo del V anno di studi. Il punto di partenza, per quella che è stata la prima volta dell’iniziativa, è stato determinato dalla proposta di un classico caso di diritto civile, in apparenza molto semplice, ma che nascondeva problematiche strettamente giuridiche e procedurali. Il resto lo ha fatto la competizione: divisi in coppie, col compito di incarnare rispettivamente i ruoli di attore, convenuto e giudice, i sei ragazzi partecipanti si sono prodotti in un’impegnativa attività di ricerca e rielaborazione, presentando entro i termini perentori fissati dai docenti referenti – prof. Pasquale Nappi e prof. Giovanni De Cristofaro –, gli atti processuali da loro elaborati. L’attività s’è articolata in diversi incontri, nei quali le squadre depositavano gli atti e li illustravano oralmente, seguendo, a grandi linee, un iter processuale quanto più aderente alla realtà. Una certa rilevanza ha assunto il profilo dell’oralità, potenziato per stimolare maggiormente gli studenti: l’effetto prodotto è stato quello di un contenzioso piuttosto vivace. “Passavamo, di volta in volta, diverse ore in biblioteca, impegnati in attività di ricerca giuridica su grossi volumi,” ci svela Enrico Cottu, laureando Sfd, interprete del ruolo di convenuto “perciò è ovvio che durante gli incontri mettessimo in campo tutto il nostro entusiasmo, confutando apertamente le tesi avversarie e corroborando, di conseguenza, le nostre”. “Si è trattato di un’esperienza divertente e molto appagante” così il prof. Nappi, titolare della cattedra di Diritto Processual-Civile, che esalta il carattere altamente istruttivo della ricerca giuridica: “Il sistema italiano va avvicinandosi al modello dello stare decisis, o quantomeno ad una certa autorevolezza del precedente, perciò, ad oggi, diventa fondamentale conoscere gli strumenti di ricerca giuridica e sapere come usarli.” E auspica che esperienze di familiarizzazione con la ricerca possano esser presto fruibili per il maggior numero possibile di studenti. Ovvio che, in una prospettiva del genere, bisognerà fare i conti con il rilevante numero degli iscritti, ma resta ben inteso che un arricchimento dell’offerta formativa in quest’ottica gioverebbe molto al lustro della Facoltà, oltreché alle capacità pratiche di tutti noi studenti.


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Desperate house students

Mai provato con il Couch

Surfing?

Pros di al Dopo on

cavalca l’onda del divano sociale Hai finalmente trovato on line un volo scontatissimo per la città dei tuoi sogni, nessun esame in vista, il ricordo della tua ultima sbronza comincia a perdersi nei meandri della memoria a lungo termine, la voglia irrefrenabile di toccare la quotidianità di una vita lontana comincia a prudere fastidiosa sulle punte delle dita, ma... c’è sempre un ma, ed è sempre lo stesso: il Budget. Quest’amara conclusione, nel lontano 1999, deve aver fatto scattare la molla nella testa di Casey Fenton. Si narra che in occasione di un suo viaggio in Islanda, abbia inviato 1500 mail a studenti islandesi chiedendo ospitalità e un divano su cui dormire. Nasce così l’idea di Casey Fenton: il Couch Surfing, letteralmente “surf tra i divani”. Oggi www.couchsurfing.com conta più di un milione di utenti. Permette di mettere in contatto persone con diverse esigenze da ogni parte del mondo: da una parte c’è chi mette a disposizione una stanza o il divano della sua casa o anche solo un angolo di giardino in cui poter piantare la tenda, mentre dall’altra c’è chi parte per nuovi e solitamente sconosciuti paesi e cerca un posto in cui poter sostare per qualche giorno. È un’esperienza che sicuramente offre la possibilità di viaggiare a costi molto bassi ma dà anche la possibilità di conoscere gente in tutto il mondo.

La ricetta svuota – frigo

il via

Essendo un programma nato per il libero scambio di ospitalità, non è previsto alcun corrispettivo di tipo monetario, ma non è raro che l’ospite si presenti con qualche prodotto tipico del suo paese o un piccolo dono per il suo generoso anfitrione. Si tratta di un vero e proprio social network: ogni utente ha un profilo in cui sono indicate idee, passioni e interessi di ognuno, insieme, ovviamente, all’indicazione dei tempi e delle condizioni alle quali si è disposti ad ospitare gli intrepidi viaggiatori; non è comunque necessario offrire la propria ospitalità per diventare couchsurfer. Come ogni social network che si rispetti sono gli stessi utenti a costruire una rete di protezione a tutela di ospitanti e viaggiatori da sgradevoli sorprese, soprattutto grazie a commenti e referenze lasciate dai couchsurfer alla fine delle loro esperienze: un atteggiamento poco disponibile, la maleducazione o la scarsa igiene potrebbe costarvi un cattivo feedback, e difficilmente altri vi apriranno la porta di casa. Lo stesso motivo potrebbe rendere difficile all’inizio, quando ancora i commenti positivi scarseggiano, convincere altri a mettere a disposizione il proprio divano. L’ideale sarebbe riuscire a trovare da subito la referenza di un Voucher, i veterani di Couch Surfing, che testimoni la vostra affidabilità.

in questo numero: La FRITTATA Ovviamente servono le uova (2 per persona), per chi piace ci può essere il parmigiano, ma il bello di questa ricetta è che ci si può mettere tutto quello che c’è nel frigo: la triste zucchina rimasta sola soletta, il mezzo peperone, la patata che sta mettendo le radici, qualche funghetto... persino il tonno, o il prosciutto cotto. Si può scegliere uno solo di questi ingredienti o fare un bel mix ipercalorico. Va tutto cucinato in un buon soffritto di cipolla (la nonna insegna che le verdure vanno cotte nell’ordine patate sbollentate – zucchine – peperoni - melanzane – funghi - pomodori, consiglio buono anche per i sughi) e poi immerso nelle uova sbattute con un po’ di sale, lasciate riposare qualche minuto e via nella padella ANTIADERENTE BEN CALDA E UN PO’ UNTA (altrimenti vi voglio vedere dopo a staccare la frittata da là). Non provate a fare il Vissani della situazione cercando di rigirare la frittata con un deciso colpo di polso, a meno che non vogliate finire tristemente a ordinare una pizza per telefono. Piuttosto fate scivolare la frittata su un largo coperchio, coprite con la padella rovesciata e girate, affinchè la vostra creazione si cuocia anche dall’altro lato. Infine tagliate a cubetti con qualche stuzzicadenti colorato, è molto bella e buona per un aperitivo con gli amici!! di Federica Toscano

Couch Surfing non è solo viaggiare a basso costo, “è una vera e propria filosofia”, scopo della community, affermano i creatori è: “creare connessioni in tutto il mondo. Rendere il mondo un luogo migliore, aprendo le nostre case, i nostri cuori e le nostre vite. Abbiamo aperto le nostre menti e accogliamo favorevolmente la conoscenza resa possibile dallo scambio culturale. Creiamo profonde e significative connessioni che attraversano gli oceani, i continenti e le culture. Couch Surfing vuole cambiare non solo il nostro modo di viaggiare, ma il modo di rapportarsi al mondo”. Cambiare il mondo cavalcando un divano, una prospettiva affascinante quanto onirica, tu cosa ne pensi? Sei pronto a surfare per i divani di tutto il mondo? di Luca Iacovone

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GIORNALI UNIVERSITARI

GIORNALISMO UNIVERSITARIO

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il viaggio tra i media universitari d’Italia e non solo... Prosegue il viaggio tra i nostri “colleghi” ovvero tra le redazioni di altri giornali universitari: dall’Etna alle Alpi e oltre, fino a Parigi! Dopo Acido Politico di Milano tocca a Step One, magazine on line di Catania e Etudiant Autonome di Parigi.

www.letudiantautonome.fr

Una palestra di giornalismo: è Step1, magazine online degli studenti dell’università di Catania. Un sito (www.step1.it) aggiornato quasi quotidianamente da circa 20 redattori seguiti da tutor professionisti. Testata registrata, Step1 nasce nel 2005 da un laboratorio della facoltà di Lingue e letterature straniere, ma non parla solo di università. Tra i temi trattati ci sono la città, il mondo, lo spettacolo e i video (di cronaca, artistici, di inchiesta). Un’esperienza in crescita in una città in cui

il monopolio dell’informazione moltiplica le cose da raccontare. È così che Step1 si aggiudica il secondo posto al Premio Internazionale Ischia di Giornalismo 2009, sezione blog, per la sua inchiesta sul “caso rom”. Mentre nel maggio del 2008 tutti i giornali accusavano una rom di aver tentato di rapire una bimba a Catania, Step1 ha scoperto – verificando sul posto – che l’accusa era infondata. L’inchiesta completa si può trovare sul sito, nella sezione Speciali. Intanto, ecco un estratto:

Chi lavora all’Auchan di Catania ha molti dubbi sull’accusa di rapimento della bambina. ‘Probabilmente i due rom volevano l’euro del carrello e le cose sono degenerate’. L’area del parcheggio è videosorvegliata. Ma i filmati sono stati esaminati? “Vediamo spesso scene di questo genere. Di solito i rom seguono i clienti fino alla macchina per chiedere l’euro del carrello. Sarà almeno un anno e mezzo che si usa così. Se poi sul carrello c’è un bambino, può capitare che siano loro stessi a tirarlo giù...”. Davanti all’Auchan di San Giuseppe La Rena, il clima di allarme e di tensione che secondo i giornali si respira da una decina di giorni non lo si sente proprio. È uno dei ragazzi che lavorano al laboratorio del supermercato a raccontarci i gesti quotidiani che accompagnano la richiesta dell’elemosina. (continua su step1.it) La redazione di Step1

Comincia con questo articolo la collaborazione con l’Etudiant Autonome, il giornale universitario parigino distribuito in 7 università della capitale francese, con una tiratura di 20.000 copie. Presenteremo estratti, dalle loro ultime inchieste e approfondimenti, direttamente su www.tascapane.it. Lo scambio è reciproco. Infatti allo stesso modo le più famose interviste del Tascapane avranno spazio sul periodico parigino. Per questo primo articolo la redazione parigina ci presenta un approfondimento sulle isole Seychelles: ex colonia inglese, problemi e peculiarità di una realtà spesso ricordata solo nei cataloghi di viaggio. Buona lettura!

Le Seychelles al di là delle cartoline di Cécile Coste A largo della Tanzania, a Nord del Madagascar, l’aereo comincia la sua discesa, su una dolce pista d’atterraggio che segue l’Oceano Indiano. Benvenuti sull’arcipelago delle Seychelles, 87.000 abitanti vivono qui in uno scenario da favola. Qui si parla il creolo seicellese, l’inglese e il francese. Un clima temperato in agosto, con una temperatura che si avvicina ai 30° e un’umidità sopportabile. Maestose creste di granito sovrastno Victoria, la piccola capitale di Mahé, l’isola principale. Spiagge di sabbia fine e dorata, palmeti, alberi di cocco, una natura ben conservata, hotel di lusso... (continua su www.tascapane.it)


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TRIBUNA POLITICA

OPPOSIZIONE, Rua e Officina

Contati, etichettati, messi a bilancio: chi si trova a dover ricorrere ai servizi del diritto allo studio regionale non rappresenta altro che una cifra messa a bilancio; e se il

bilancio quadra non c’è altro da chiedere. Almeno così sembrano pensarla presso la sede centrale di Er-go, l’ente regionale per il diritto allo studio nato nel 2007. Il disco preferito del presidente di Er-go, Vainer Merighi, è sicuramente “Abbiamo coperto il 100% delle borse di studio”. Il che la dice lunga sulla politica del suo ente: la quantità viene prima di tutto, la qualità, invece, è secondaria. Bisognerebbe chiederlo ai ragazzi che in questa politica vi rimangono invischiati cosa ne pensano: ecco, noi lo abbiamo fatto. Per un anno intero. E abbiamo scoperto che dietro l’ostentata patina dell’efficienza esiste un mondo fatto di strutture inadeguate, di servizi lacunosi, di controversie burocratiche. Non esattamente un divertimento. Una delle parole chiave nel vocabolario di Ergo sembra essere “esternalizzazione”, termine da sempre poco foriero di novità eccitanti. E allora via alla concessione di appalti esterni per la gestione della mensa, diventata di fatto un salasso e sempre più boicottata dagli studenti; via alla gestione

esterna dei servizi di manutenzione, con il risultato di un abbassamento drammatico della qualità media degli standard. La borsa di studio è diventata addirittura un prestito perché lo studente è costretto a dimostrare di continuare ad avere una efficiente prestazione universitaria per aver diritto alla non revoca del sostegno economico. Noi pensiamo piuttosto che la borsa di studio debba essere un premio per una prestazione già effettuata e che si debba garantire agli studenti una piattaforma economica salda per permettere loro di proseguire gli studi con serenità. Un gran numero di studenti a luglio non arriverà a coprire i crediti richiesti e sarà quindi costretto a restituire la quota di denaro ricevuta a dicembre. Questi studenti non sono il risultato di una effettiva selezione meritocratica, come vorrebbero farci credere, ma sono piuttosto le vittime di un sistema universitario non organizzato e disomogeneo perché ogni corso di laurea ha una tabella di crediti non necessariamente compatibile con quella proposta da Er-go. Inoltre, diversi sono i casi di studenti che hanno avuto disagi concreti e non prevedibili che non hanno permesso loro di continuare a sostenere con profitto le lezioni e quindi gli esami, disagi non necessariamente riconducibili alla loro scarsa prestazione universitaria. Rete Universitaria Attiva UdU-Ferrara, sindacato studentesco

contatti Officina: officina_unife@libero.it http://officina-unife.blogspot.com

Appuntamenti RUA: Vedi e scarica il libro bianco redatto sulla situazione del diritto allo studio a Ferrara: www.ruaferrara.it Partecipa alla battaglia per tutelare gli studenti a fronte dell’aumento delle tasse universitarie, firma anche tu: http://www.firmiamo.it/propostetasseuniversitarieferrara Per maggiori informazioni sulla nostra associazione e per collaborare con noi, scrivi a reteattiva@yahoo.it

STUDEN

COME SONO, COME DOVR

maggioranz e opposizion universitari dicono la lor IL CONSIGLIO DEGLI STUDENTI : E’

organo collegiale di rappresentanza

organo consultivo del Senato Accad e del Consiglio di Amministrazione IL CONSIGLIO DEGLI STUDENTI : FA

fornisce pareri sulle questioni sottop

esprime pareri motivati sui piani di s

elabora proposte su problemi relativ didattica

esprime pareri e formula proposte a Amministrazione sulle contribuzioni

propone al Consiglio di Amministraz l’attuazione delle attività autogestite

nomina al proprio interno i rapprese negli organi collegiali dell’Università


TRIBUNA POLITICA

DENTATI

ME DOVREBBERO ESSERE

maggioranza opposizione universitaria icono la loro

ENTI : E’

rappresentanza

el Senato Accademico mministrazione

ENTI : FA questioni sottoposte al Senato Accademico

tivati sui piani di sviluppo dell’Università

u problemi relativi all’organizzazione

rmula proposte al Consiglio di ulle contribuzioni a carico degli studenti

o di Amministrazione le regole generali per tività autogestite e per la ripartizione fondi

terno i rappresentanti ali dell’Università

MAGGIORANZA, Student Office

Fin dall’unificazione in ERGO delle aziende regionali di diritto allo studio universitario operanti nelle singole università dell’Emilia Romagna, ci siamo interessati come Student Office dei cambiamenti che tale unificazione ha portato. Già nell’ottobre 2008 avevamo analizzato le criticità presenti nel Bando ER-GO in relazione ai diversi aspetti delle mense universitarie, delle borse di studio e soprattutto degli alloggi. L’atteggiamento che abbiamo tenuto nei rapporti con l’ente regionale tramite i nostri rappresentanti in Consulta Regionale degli Studenti Marcello Delfino e Manfo Zangmo Mathurin (Student Office) e Marcello Rubini (Tana Libera) è stato di confronto e di dialogo. Tale atteggiamento ci ha permesso di apportare delle modifiche all’originario bando ER-GO e di segnalare agli organi competenti diverse questioni relative al tema degli studentati nell’interesse degli studenti. Infatti in merito alla chiusura natalizia ed estiva degli studentati, abbiamo ottenuto che lo studente possa permanere gratuitamente qualora debba sostenere esami di profitto nei giorni di chiusura dello studentato. Quindi uno studente può rimanere gratuitamente nel proprio alloggio la settimana successiva alla chiusura fino alla notte antecedente quella dell’esame così come può rimanere la

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settimana precedente alle aperture dalla notte antecedente quella dell’esame fino alla riapertura. Questo risultato è stato importante soprattutto per quelli studenti fuori sede che altrimenti in data 19 dicembre 2008 avrebbero dovuto abbandonare il proprio alloggio sebbene dovessero sostenere degli esami nei giorni immediatamente successivi alla chiusura. Inoltre abbiamo sollevato la questione relativa agli studenti beneficiari dell’alloggio presso le strutture dell’ ER-GO che si recano in Erasmus. Costoro infatti si trovano a sostenere le spese di locazione due volte: nella sede originaria e nella sede Erasmus. In proposito il Direttore Amministrativo di ER-GO ci ha assicurato che la soluzione a tale inconveniente si può realizzare apportando alcune modifiche al testo del bando. Infine i nostri rappresentanti nella Consulta Regionale degli Studenti hanno partecipato ad una seduta a cui ha preso parte l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione. In tale seduta è stato approvato il Piano Triennale dell’Edilizia Residenziale Universitaria e le Linee Guida sul Diritto allo Studio. Per quanto riguarda la sede di Ferrara sono state analizzate le opere di ristrutturazione e riqualificazione degli studentati Casa della Studentessa e Santo Spirito, opere che hanno reso tali luoghi più vivibili, confortevoli e sicuri. A questo riguardo, tuttavia, abbiamo richiesto che tale opera di riqualificazione interessi anche gli altri studentati della nostra città. Da quanto descritto risulta palese che il tema degli studentati è al centro dell’impegno e dell’azione di Student Office in materia di diritto allo studio. Questo perché siamo convinti che vivere in un luogo decoroso e sicuro sia un elemento fondamentale per svolgere al meglio i propri studi e la vita universitaria in generale. Si tratta però di un lavoro ancora lungo che continuerà ad impegnarci anche per i prossimi mesi e di questo lavoro vi terremo informati. Student Office

per informazioni su Student Office: studentoffice.fe@libero.it


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FM world

Dalle radio libere ai grandi network fm 91.2

Nicola Franceschini, speaker di ReteAlfa, svela il dietro-le-quinte della radiofonia. Un viaggio in FM che ci accompagnerà nei prossimi numeri... Restate sintonizzati!

Come si entra in una radio? Chi decide programmi e musica? Quali sono le attività che si fanno in un’emittente? Sono queste le domande più frequenti che vengono rivolte

a chi, come me, lavora in realtà radiofonica. E sono domande comprensibili, che anch’io mi ponevo prima di rompere il ghiaccio per la prima volta sette anni fa (nemmeno troppi a dire il vero, avendone oggi 35) davanti ad un microfono. Per rispondere, è necessaria una premessa che spieghi com’è mutato il mondo della radio negli ultimi trent’anni, con l’interruzione del monopolio Rai e la nascita delle prime realtà private, o meglio (utilizzando un termine dell’epoca) “libere”. Libere perchè negli anni ‘70 servivano davvero pochi investimenti per aprire una radio che, con pochi watt, ti permetteva di raggiungere diverse province. Ottenere una licenza era semplice: chiunque (o quasi) poteva diventare editore e questo fece sì che tra gli anni ‘70 e ‘80, ogni provincia (compresa quella di Ferrara) potesse godere di decine e decine di radio locali. I network ancora non esistevano, quindi l’unica concorrente “seria” ed importante era la Rai, decisamente più adulta e ingessata rispetto alle tante piccole antenne, gestite prevalentemente da giovani che potevano programmare musica e contenuti diversi e “improponibili” da quelli delle reti di Stato. Questo proliferare di emittenti – pioneristiche e molto meno professionali di ciò che sentiamo oggi in onda – diede l’opportunità a tante “voci” di cimentarsi davanti ad un microfono. Lo si faceva quasi sempre a livello amatoriale

e pochi di essi sono riusciti, nel tempo, a trasformarlo in una professione vera e propria. Ma c’era spazio per tutti o quasi. L’eccesso di “anarchia” però, portò in breve tempo l’Italia ad essere uno dei Paesi del mondo con il maggior numero di radio. Una legge nata per regolamentare questo “far west” (Legge Mammì) ha tracciato un censimento di tutto ciò che esisteva in quel periodo, con un obbligo: da quel momento non sarebbero state più concesse nuove licenze.

Chi c’era poteva proseguire la propria attività, o cederla a terzi che sarebbero subentrati all’attività già esistente. E già dalla fine degli anni ‘80 stavano iniziando ad espandersi le prime emittenti nazionali. Il risultato? Chi disponeva di una o più frequenze (e licenze) si ritrovava improvvisamente alla mano una risorsa scarsa, che poteva essere ceduta a terzi come ramo d’azienda e che quindi acquistava un vero e proprio valore economico. Ed ecco che improvvisamente decine di radio locali chiusero, cedendo i propri impianti a network che, disponendo di editori non certo privi di liquidità, potevano permettersi di acquistare impianti in tutta Italia per incrementare la propria copertura (e quindi ridurre la concorrenza) a prezzi

fino a pochi anni prima impensabili. Anche a Ferrara, frequenze che oggi appartengono a network avevano un’importante storicità: il 105.2 di Virgin era delle locali Radio Five e Jam Fm, il 95.4 di R101 apparteneva a Radio Cento, il 103.5 di Rai GR Parlamento a Radio Estense Informazioni ecc... Sia chiaro, nessuna accusa ai network che, casomai, sono cresciuti grazie a leggi che hanno permesso loro di farlo, e che hanno migliorato la professionalità della radio (in generale), ma questa riduzione di antenne ha indubbiamente limitato anche la possibilità di entrare in questo mondo, peraltro ulteriormente ingessato dall’impossibilità di lavorare senza un contratto. Ed il mercato per una piccola radio locale non permette grandi assunzioni, ma alcuni spiragli ancora esistono. Oggi le radio locali vivono se parlano della propria realtà, se limitano lo scimmiottamento dei network (sebbene la musica venga spesso inviata dalle case discografiche che, conseguentemente, condizionano la cosiddetta playlist), e se chi ci lavora è disposto ad una forte flessibilità, non solo di orari ma anche di attività. Più si è completi, più si ha la possibilità di accedere a uno studio. Non vedo un futuro roseo a chi si propone con programmi-clone dello Zoo o di altri format già esistenti di successo. Quelli già esistono e verrebbero vissuti da chi ascolta come una brutta copia dell’originale. E’ tempo della creatività, e con il digitale ci sarà sempre più bisogno di nuovi contenuti. Carta bianca a nuove idee, dunque, e a riaggiornarci al prossimo numero del Tascapane. Nicola Franceschini


Across The Music MUSICA 2009/2010 Descrizione di un progetto ambizioso

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Ed eccoci con il consueto appuntamento cartaceo di “Across The Music”! Ho scelto di sfruttare questa occasione (e spero che gli editori non mi uccidano per questo), per aggiornarvi su quelle che sono le mie intenzioni editoriali per i prossimi numeri del Tascapane! Dopo aver esaminato un po’ il mondo “underground” della musica, a partire dagli artisti che godono di minor visibilità a causa dei canoni del mercato della musica (Modena City Ramblers e Small Jackets), fino ad arrivare a chi sta “dietro le quinte” e muove i fili della vita degli artisti stessi (con l’intervista a Leo, il titolare della casa discografica “Go Down Records”), ho deciso per quest’anno di focalizzare il campo su un determinato genere musicale. In particolare tenterò di “descrivere” il mondo della musica “demenziale”. Mi lancerò con sprezzo del pericolo in ardite interviste ad artisti di spicco del genere come gli Skiantos (importantissimo gruppo nell’ambito del punk-rock italiano da metà degli anni ‘70), Titta (ex cantante di Titta e le Fecce Tricolori, gruppo demenziale Tutto questo ovviamente è un progetto ma spero di riuscire a renderlo reale in tutte le sue parti!

segui la rubrica musicale di Carlo su www.tascapane.it che esordì col disco “Omonimo” a metà degli anni ‘90 e scioltosi nel 2005) e ancora Elio e le Storie Tese (forse ho sparato troppo in alto con questo ultimo nome, ma spero in ogni caso di riuscire nella mia impresa!) di cui tutti conosciamo l’attività (tra l’altro attualmente impegnati nella pubblicizzazione del nuovo singolo “Storia di un bellimbusto”).

Non dimenticate inoltre di visitare il sito www.tascapane. it nella sezione di Across The Music dove potrete trovare le recensioni di dischi in uscita e dischi già in commercio di artisti emergenti e non! Mi congedo quindi annunciando le recensioni che saranno prossimamente presenti sul sito: 1 Massimo Volume – Bologna Nov. 2008 2 Casa del Vento - Articolo Uno 3 Stardog – Oltre le nevi di piazza Vetra 4 Curtis Jones & The Gossip Terrorists – The assassination of Alabama Whitman A presto nuovamente su queste pagine oppure sulle pagine multimediali di Across The Music!!

PIZZERIA da ALICE di Calzolari Ermea Via Palestro 89/91 FERRARA Tel. 0532 248581 / Cell. 393 0018974 P.IVA 01700910381

A pranzo pizza a sceltapiù bevanda 0,2 l o lattina

6€ ampia sala interna locale climatizzato prenotazione per cene e compleanni sempre aperto fino a tarda notte

Carlo Alberto Biasioli


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www.alessandronassiri.it

ARTE

Alessandro Nassiri

I

E L’ARTE DEL QUOTIDIANO

Arte come poesia. Arte come sguardo diverso sul quotidiano. Arte come parte della nostra cultura. Soffermarsi sul lavoro di Alessandro Nassiri Tabibzadeh (Milano, 1975) significa riscoprire che ogni avvenimento ha il suo giusto tempo. Le immagini riportano allo

stupore purissimo di quando si è piccoli, anche grazie a immagini immediate che permettono allo spettatore di entrare subito in empatia con ciò che sta guardando. È un’arte che non afferma a priori, ma pone domande cui non si può dare una sola risposta. Un’arte aperta al confronto da cui nasce sempre un’esperienza nuova. E Alessandro Nassiri è come la sua arte: gentile, sincero, intelligente, umile. Dopo aver frequentato Lettere Moderne alla Statale di Milano, Nassiri scopre l’arte contemporanea grazie a un ciclo di conferenze tenute dal critico Roberto Pinto nei primi anni Novanta.

Mol mon Alessandro Nassiri Tabibzadeh durante la performance “Permesso di soggiorno”

Ci racconta: “inizialmente ho lavorato come fotografo: il mio lavoro era la ricerca della bellezza in qualsiasi cosa, oggetti di design, gioielli ma anche in prodotti di arredo bagno. Quando ho iniziato a occuparmi di arte i miei lavori avevano quasi il rifiuto del lato estetico. Un esempio è Permesso di soggiorno, il mio primo tentativo con una telecamera: ne è venuto fuori un progetto sincero, un lavoro nato come performance e diventato video. Adesso non ho più paura di concedermi la ricerca dell’estetica, purché non diventi predominante”. Permesso di soggiorno è il video di una performance che gioca sul significato base delle parole “permesso” e “soggiorno” al fine di offrire ai partecipanti – viandanti, esercenti, curiosi - di mettersi in relazione, di parlare e confrontarsi tra loro, attraverso la creazione di un vero e proprio salotto in strada. Ecco come il quotidiano, ormai svanito nella supposizione artificiale di aver fretta a causa di un tempo ritenuto contingentato – ma forse solo male

utilizzato -, viene declinato in senso poetico grazie all’intervento artistico. Altra esperienza influente per Nassiri è stato il Corso Superiore di Arti Visive presso la Fondazione Antonio Ratti di Como (2005), dove ha modo di operare sotto la diretta influenza di Alfredo Jaar, artista pubblico tra i più influenti degli ultimi 10 anni. Di questa esperienza, Nassiri dice: “Jaar è una figura molto carismatica, per il mio lavoro è stato importante. Come ogni maestro che ti segna, hai un momento in cui lo imiti, poi dopo capisci che te ne devi un po’ allontanare... un po’ come con i genitori durante l’adolescenza!”. E infatti, nel tempo, i lavori di Nassiri hanno assunto una fisionomia autonoma, capace di affascinare e farci sognare, ancora un po’. Veronica Locatelli

leggi l’intervista ad Alessandro Nassiri su

www.tascapane.it

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TENDENZE

Il graffio che griffa!

Stanchi del solito look? Quest’anno rinnovare il guardaroba è semplice, basta una bomboletta spray... No, non è un’eresia ma l’ultima tendenza: è lo stile Writer

MINI “WRITER-DIZIONARIO”

Molti stilisti si ispirano al loro mondo, fatto di polvere e clandestinità, di stile,

ma soprattutto di strada. Anche John Richmond si è accorto di loro nella passata stagione estiva, e così le passerelle si sono riempite di tag e colori e lo stile writer impazza. Un motivo in più per conoscere meglio questo variopinto e sfaccettato mondo. Sembrerebbe un fatto di costume, eppure il “writing” o graffitismo è una vera e propria espressione culturale e artistica, che trova la propria forza nella creatività individuale rivolta alla ricerca di uno stile personale e riconoscibile. Tale linguaggio risulta efficace proprio perché il writer per comunicare con la collettività si serve del tessuto urbano: accantonando le tele e i pennelli egli colora la città andando a volte anche contro quelle che comunemente vengono definite “regole civili”. Alcuni pensano che questo fenomeno nasca dall’abitudine di alcuni soldati alleati di disegnare un omino che sbirciava dai muri di un’Europa dilaniata dalla seconda guerra mondiale, il cosiddetto Kilroy, eppure non si puo’ negare che il graffitismo raggiunga la sua massima espressione in America, con il nascere della cultura Hip-Hop. Dalla preistoria l’uomo disegna sui muri, ma varie sono le motivazioni che spingono un ragazzo a munirsi di bomboletta, uscire nel cuore della notte e “graffiare” le pareti della città. Molti sono spinti dal desiderio di esprimere loro stessi, di dimostrare al mondo che si esiste, altri dall’impegno politico e sociale, dalla dimostrazione dell’ appartenenza ad un gruppo, altri ancora dalla vera e propria sfida, in gergo “Bombing”.

Nelle loro “lotte” i writer frequentemente utilizzano i mezzi pubblici con lo scopo di “far girare” il più possibile le loro opere; la caratteristica della “dinamicità del graffito” inoltre, determina non solo la diffusione ma anche lo scambio tra gli stili, proprio perché i treni hanno la capacità di attraversare più stati prima di essere ripuliti. Questa forma di espressione ha due anime che si mescolano inevitabilmente, una vandalica, l’altra artistica non solo considerata legale ma che trova riconoscimento anche in diversi ambienti culturali; è detta “Street Art” ed in essa tutte le manifestazioni artistiche hanno la caratteristica di essere realizzate in spazi pubblici. Il soggetto non si propone più di imporre il suo nome, ma rappresenta un’opera d’arte integrata nello spazio che lo circonda, creando un impatto con il pubblico spettatore involontario della sua produzione. Non tutte le scritte sui muri, però, possono essere considerate “artistiche” tanto che il nuovo decreto sicurezza varato a luglio scorso dal governo inasprisce le pene prevedendo multe di circa 100 euro se si compie il reato di imbrattamento su panchine o cassonetti, carcere da 1 a 6 mesi e sanzioni fino a 1000 euro se si dipinge su palazzi, treni, furgoni, mentre se si deturpa un palazzo di interesse storico o artistico si può restare in carcere fino ad un anno con una multa di 3000 euro. I nuovi artisti della strada sono avvisati. Marilina Totaro

Street art a ferrara

Tag: è la firma del writer, il suo pseudonimo, corrisponde all’espressione americana “aka” (Also Know As), serve per definire il proprio stile personale e per essere facilmente identificato dagli altri graffitari. Pezzi: sono graffiti con lettere evolute e di vari colori Block: detti anche pezzi monumentali sono realizzati con la tempera o l’argento nelle strade e lungo le ferrovie Wild Style: è lo stile più evoluto e complesso, ha come fondamento lettere combinate, legate, sviluppate e attaccate tra loro in modo da sembrare delle “macchie” di colore. Crew: è un gruppo di amici, necessariamente legati dalla cultura hip-hop, non esclusivamente writer. Sinonimi: “clique”, “ballotta”, “squad”, “connection”.

guarda l’intervista ad ANDREA AMADUCCI, il celebre writer ferrarese, su www.tascapane.it




INFORMAZIONE, di Informagiovani

Corsi per il tempo libero Se - come più o meno ogni anno di questi tempi - state facendo buoni propositi per l’inverno - tipo “quest’annovado in palestra” - “questa è la volta buona che mi iscrivo a un corso di inglese!”, “quest’inverno voglio imparare a suonare il sassofono”, o cose del genere - da noi troverete tutte le informazioni che cercate: corsi, palestre, attività teatrali, danza, musica .... Il tutto in .. pratiche schede take away!, e anche online nel nostro sito www. informagiovani.it

Mappa dello sport a Ferrara Wi-FE: il Wi-Fi pubblico a Ferrara!

E’ in distribuzione gratuita presso la nostra sede: ci troverete tutte le informazioni relative ai principali impianti sportivi, centri polivalenti, palestre, polisportive, associazioni sportive, che operano nel territorio del Comune di Ferrara.

Il Comune di Ferrara ha avviato una sperimentazione per l’accesso sempre più ampio ed equo alla rete globale e alle sue risorse. Il progetto prevede la possibilità di navigare gratuitamente in diverse zone della nostra città, collegandosi con il proprio computer.

Quotidiani, riviste, libri e pubblicazioni

Come si fa? Per accedere al servizio Wi-FE bisogna essere maggiorenni ed effettuare la registrazione; gli studenti e il personale dell’Università di Ferrara possono utilizzare lo stesso accesso che è stato loro assegnato dall’Università. Gli studenti universitari già in possesso dei codici di accesso rilasciati loro al momento dell’iscrizione possono utilizzarli per collegarsi anche alla rete del Comune. Tutti gli altri (maggiorenni!) devono registrarsi - gratuitamente! - presentandosi muniti di un documento di identità presso il nostro ufficio o in uno di questi altri punti: - U.R.P. Informacittà del Comune di Ferrara, via Spadari 2/2 - Uff. Informazioni e Accoglienza Turistica, Castello Estense - Uff. Informazioni Turistiche, Stazione Ferroviaria Per maggiori dettagli: http://ferrara.comune.fe.it Quali sono le aree coperte? - Piazza Municipale - Corso Martiri della Libertà, Piazza Savonarola, Piazza Trento e Trieste - Piazza Castello, Largo Castello, Piazza della Repubblica - Giardino delle Duchesse - Piazza XXIV Maggio (giardini acquedotto) Il servizio, in questa fase, è strutturato per fornire la navigazione web e l’uso della posta elettronica. Il servizio non prevede alcun supporto tecnico per la configurazione degli apparati tecnici degli utilizzatori. L’identificativo della rete (SSID) è: WIFE

a disposizione presso l’Informagiovani - negli orari di apertura: i libri sono disponibili per il prestito (venite con un documento di identità!)

Navigazione internet All’Informagiovani potete utilizzare 5 pc per navigare on line, utilizzare la vostra casella di posta elettronica, scrivere documenti: il servizio è gratuito, su appuntamento.

Le nostre newsletters Lavoro, formazione, tempo libero, lavoro all’estero, opportunità per i giovani in Europa: queste le newsletter a cui potrai iscriverti nel nostro sito www.informagiovani.fe.it

City Meeting - 5 novembre ‘09 Informagiovani incontra le matricole ErGo Il 5 novembre saremo alla Residenza Universitaria Santo Spirito (vicolo S. Spirito, 18 - dalle 15.00 alle 18.00) per partecipare all’incontro informativo sui servizi dell’Università e della Città a disposizione delle matricole ospiti della Residenza stessa.

Giovani europei - giovani di domani 30 Ottobre, 10.00 – 13.00 presso sala Auditorium Enzo Biagi Biblioteca SalaBorsa - Bologna Un incontro pubblico dedicato alle politiche ed ai programmi giovanili nell’ambito della Campagna itinerante della Commissione Europea di comunicazione e informazione sull’Europa sociale. Il programma completo e la scheda di registrazione sono disponibili sul nostro sito, www.informagiovani.fe.it

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INFORMAZIONE, di Informagiovani LE NOSTRE GUIDE ALLE PROFESSIONI

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Sono in distribuzione presso il nostro Informagiovani le guide alle professioni – una collana pensata per fornire ai neo-laureati indicazioni pratiche sui possibili sbocchi sia nelle professioni “classiche” che in quelle “emergenti”: quali competenze sono richieste, come acquisirle, come muoversi per la ricerca di lavoro. Fino ad oggi sono state pubblicate le guide rivolte ai laureati in: 1. LETTERE E FILOSOFIA: content creator, guida turistica e accompagnatore, manager culturale, bibliotecario/archivista, esperto in gestione risorse umane, giornalista, esperto in progetti di cooperazione e sviluppo, mediatore culturale,redattore editoriale,tutor didattico, esperto in fund raising, organizzatore di eventi; 2. GEOLOGIA: tecnico dell’ambiente, guida ambientale – escursionistica,cartografo, Guardia Forestale, ecologo, geologo, esperto di prevenzione ambientale ; 3. GIURISPRUDENZA: giurista d’impresa, notaio, tecnico del commercio estero, avvocato e Avvocato di Stato, addetto all’ufficio legale,magistrato,esperto normative; 4. ARCHITETTURA: interior design, architetto progettista, progettista, web/grafic design, architetto del paesaggio, design industriale, disegnatore tecnico, scenografo, direttore tecnico, responsabile di cantiere; 5. BIOLOGIA: informatore scientifico, guida ambientale-escursionistica, analista di laboratorio, ricercatore,responsabile qualità agro-alimentare, biologo; 6. ECONOMIA: responsabile di filiale, commercialista, esperto in fund raising, responsabile amministrazione, promotore finanziario, sportellista in banca, sales manager Jr., consulente del lavoro, revisore contabile, marketing analyst; 7. SCIENZE MOTORIE: allenatore di discipline sportive, coordinatore o dirigente di impianti e strutture per la pratica motoria, sportiva e ricreativa; animatore/insegnante presso strutture turistiche, ricreative e del tempo libero; organizzatore e coordinatore di manifestazioni sportive, insegnante nell’ambito delle attività di fitness e del wellness/personal trainer, proprietario e gestore di circolo sportivo, dirigente sportivo, istruttore di nuoto.

Informagiovani Comune di Ferrara - Assessorato alla Cultura Piazza Municipale, 23 - 44100 Ferrara tel. 0532.419590 www.informagiovani.fe.it informagiovani@comune.fe.it Orari: mattino, dalle 11.00 alle 13.00: tutti i giorni (a parte il mercoledì) pomeriggio, dalle 17.00 alle 19.00: tutti i giorni (a parte mercoledì e sabato)

DA NOVEMBRE INFORMAGIOVANI CAMBIA SEDE! praticamente un .. ritorno a casa, perché saremo di nuovo in piazza Municipale - nei locali in cui fino ad alcuni mesi fa era l’Urp-Informacittà cosa cambierà? Beh, nulla di sostanziale, a parte un leggero “ritocco” ai nostri orari di apertura, che abbiamo deciso di rivedere alla luce degli afflussi di pubblico; pertanto, a partire da novembre, non saremo più aperti il sabato pomeriggio - ma effettueremo una apertura in più il venerdì mattina (leggete gli orari completi qui sopra) Oltre ad informazioni ed orientamento su lavoro, formazione, viaggi e vacanze, tempo libero e sport, volontariato, lavoro all’estero, all’Informagiovani troverete anche Eurodesk, il punto informativo su programmi ed opportunità per i giovani dall’Unione Europea e dal Consiglio d’Europa.

in preparazione: PROFESSIONI della CHIMICA, PSICOLOGIA, SCIENZE POLITICHE E MESTIERI DELLO SPETTACOLI E DELLE ARTI


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Misteri & dintorni

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E se Dagon, il mostro di Lovecraft, fosse nato pochi chilometri da qui? L’altro giorno, mentre leggevo “Dagon”, un racconto facente parte del Ciclo di Cthulhu di H. P. Lovecraft uno dei maggiori scrittori di letteratura Horror, sono rimasto turbato da un particolare, un passo in cui vengono descritte delle creature marine ritratte su dei bassorilievi (una di queste creature, poi, apparirà davanti al protagonista della storia): “ Il loro aspetto non oso descriverlo. Edgar Allan Poe o Bulwer Lytton non avrebbero saputo immaginare nulla di più grottesco: figure nel loro insieme ancora diabolicamente umane, malgrado le mani ed i piedi palmati, le labbra orribilmente rigonfie e flaccide, gli occhi vitrei e sporgenti, ed altre caratteristiche ancora più orribili da ricordare.” Proseguendo nel racconto, poi, descrive, al momento dell’apparizione di una di queste creature davanti al protagonista anche “le sue gigantesche braccia coperte di squame”. Questi particolari, specialmente quello dei piedi e delle mani palmati, mi ricordavano qualcosa, una storia simile. Avevo sentito parlare di creature simili anni fa. Verso la fine degli anni novanta nel basso mantovano, lungo le rive del Po, si raccontava di strani avvistamenti che fecero molto scalpore tra gli abitanti delle rive del più grande fiume italiano. Inizialmente parlò un pescatore fluviale il quale sosteneva di aver visto una strana creatura emergere dalle acque e scomparire tra la vegetazione delle golene. In base alla sua descrizione gli abitanti del piccolo paese padano (Carbonara Po), che di certo, non credevano a questa bizzarra storia e spiegavano l’ accaduto con una visione dovuta ai fumi dell’alcool, nominarono la creatura come UOMO RETTILE. Il pescatore deriso dall’intera popolazione, sosteneva che questo essere camminasse come un uomo, in modo eretto, ma fosse per il colore della pelle e per la conformazione del cranio del tutto simile ad una enorme lucertola. Nel giro di qualche settimana i testimoni oculari dell’ormai famigerato uomo rettile si moltiplicarano e la vicenda divenne di interesse nazionale quando anche Studio Aperto in uno speciale trasmesso in seconda serata se ne occupò. Vi chiederete perché una storia ambientata nel

bel mezzo del Pacifico dovrebbe farmi riflettere sulle leggende metropolitane dei miei luoghi natii. Lasciate che vi spieghi: Nel Luglio 2002 il giornalista Roberto Leggio scoprì tra le pagine di un libro acquistato a Montecatini Terme un diario di circa 40 pagine redatto in forma epistolare che riportava la descrizione di un viaggio fra la costa orientale degli Stati Uniti e il Polesine. Il diario risultava indirizzato ad Alfred Golpin, abituale corrispondente di Lovecraft e riportava come firma il nomignolo “Grand Theo”, uno degli pseudonimi che lo scrittore utilizzava nella propria corrispondenza. E’ molto probabile che fosse lo stesso Golpin ad essersi recato in Italia e che dal nostro paese avesse indirizzato qualche missiva a Lovecraft. La lettera firmata con lo pseudonimo “Grandpa Theo” sarebbe si una lettera di Lovecraft, ma spedita dal New England, in risposta all’ amico. Ad ogni modo, anche se per interposta persona (Golpin, appunto) e non a seguito di un effettivo viaggio, l’autore potrebbe essere stato influenzato per le sue opere letterarie dai racconti del viaggio che l’amico ha compiuto lungo le rive del Po. Tenendo presente che i luoghi degli avvistamenti del fantomatico uomo rettile sono sulla sponda opposta del Po rispetto a quella del Polesine, quindi vicinissimi ai luoghi visitati da Golpin, mi chiedo se sia solo una coincidenza la compatibilità perfetta tra la descrizione della creatura nel racconto di Lovecraft e le testimonianze di chi sostiene di aver visto l’uomo rettile. Può darsi di si, ma in caso contrario, se, cioè, nello scrivere “Dagon” lo scrittore fosse stato influenzato dai racconti del viaggio Padano dell’amico… Bè allora in tal caso Il nome Dagon ha come possibile derivazione il termine ebraico che sarebbe lecito chiedersi che cosa abbia significa “pesce”, il che ha dato luogo al concetto di una divinità raccontato Golpin a Lovecraft, o meglio: marina, per metà umana e per metà creatura abissale. Nominato in

diversi passi dell’ antico testamento, particolarmente in Samuele, 5: 2-7, Dagon è L’UNICO Dio presente in una effettiva tradizione mitica che Lovecraft abbia mai usato come fulcro di un suo racconto.

Cosa Ha visto Golpin nel Polesine? di Andrea Barbi


IL Grande Porco

dopo il Tascapane, l’ultima creautura di NoSS:

SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ di Luca Pianese SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ UN SALTO NEL PASSATO SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ Antica Grecia. Con questo numero inizia un nuovo viaggio, MARATONA DEL SESSO FINITA MALE SENZA SENZA TABU’Attraverseremo SENZA TABU’ quelloTABU’ dentro la storia della sessualità. le varie SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ TABU’ TABU’la quale SENZA TABU’ Risale agli inizi di ottobreSENZA la notizia secondo un giovane epoche per arrivare ai nostri giorni, per comprendere quanto il SENZA russo, Sergey Tuganov, aveva scommesso 125.000 rubli (circa sesso, e la sua pratica, sia cambiato. SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ Nell’età classica in Grecia l’amore si faceva solo in una 3.200 Euro) con due ragazze che era in grado di fare sesso SENZA TABU’ SENZA SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ con entrambe per almeno 12 ore ininterrottamente. La sfida è posizione: di fianco. CiascunTABU’ partner non poteva dominare SENZA TABU’ TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ stata naturalmente accolta di buon grado dalle ragazze e l’uomo l’altro TABU’ senza con SENZA ciò offenderlo, poiché SENZA l’uomo e laTABU’ donna SENZA riesce a vincere. Sta perSENZA incassare laTABU’ vincita quando, però, pochi rappresentavano, in modo paritario, i due principi indispensabili SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ della fecondità. Prendersi da dietro era considerato un regresso minuti dopo la fine della SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ al rango di animali, mentre se il marito stava sotto sua moglie, sua “performance” ha avuto un arresto cardiaco SENZA TABU’ SENZA SENZADefraudate TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ accettava il dominio femminileTABU’ e perdeva prestigio. ed è deceduto. di unaTABU’ parte del loro piacere, TABU’ le donne greche si prendevano SENZA SENZA SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ che delle belle rivincite: furbe e smaliziate, avevano infatti scoperto Sembrerebbe SENZA SENZA SENZA TABU’ TABU’ SENZA TABU’ all’origine della morte SENZA ci che gliTABU’ eunuchi, se castrati inTABU’ età matura, potevanoTABU’ ancora SENZA sia il fatto TABU’ che Sergey SENZA SENZA SENZA TABU’ SENZA TABU’ avere TABU’ un’erezione,SENZA senza poterTABU’ però procreare. QuestiTABU’ schiavi, SENZA avrebbe ingerito un’intera dunque, messi a vigilare sulla moralità donne, finivano per SENZA SENZA TABU’ SENZA TABU’delleSENZA TABU’ TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ confezione di Viagra rivelarsi oggetti di piacere. SENZA SENZA SENZA TABU’ del SENZA TABU’ SENZA TABU’ prima della “maratona Il peneTABU’ era considerato quasiTABU’ sacro, perché dotato TABU’ di poteri SENZA sesso” per essere sicuro SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ magici. Ma tra gli uomini greci, spesso, quelli che apparivano di vincere la scommessa. più virili erano omosessuali e generalmente pederasti… SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ Scopri tutte le curiosità dell’epoca su: www.tascapane.it SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA SENZA TABU’ SENZA TABU’ “Piombata” TABU’ (la salamina Il Grande Porco, un anno dopo perfetta, in acqua, affonda) SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ Rispettando la tradizione il Grande Porco ha rinnovato il consueto e privata del grosso strato di SENZA TABU’conSENZA TABU’ SENZAlaTABU’ TABU’ TABU’ SENZA TABU’ muffa creatasi, è cotta perSENZA otto appuntamento l’insaccato preferito dalla compagnia: salamina SENZA - dieci lunghe ore. da sugo della sagra di Madonna Boschi. SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ Due volte l’anno infatti, in luglio e a fine settembre, si festeggia il A questo punto, dopo lasagne SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ TABU’ SENZA TABU’ al forno e tagliatelle SENZA con piatto prelibato nel paesino sperduto in mezzo alla campagna tra cinghiale e funghi, viene Vigarano Mainarda, Mirabello e Poggio Renatico. SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ Ci ritroviamo direttamente in paese e, nonostante chi ha sbagliato servito agli impazienti ragazzi il SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ TABU’ SENZA TABU’ piatto con SENZA purè in abbondanza: festeggiamenti, vino, strada e chi si è perso, alle 9 l’addetto allo stand urla il nostro nome: è tanto decantato risate, salamina, ancora vino, ancora risate, per un gruppo di amici pronto il tavolo.. ci siamo tutti !! ehh, a mangiare la nota salamina !! SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ Ma cos’è questo particolare insaccato, tipico del ferrarese ? E a cosa con una estate di esperienze ciascuno da raccontare e ancora un SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ed SENZA TABU’ SENZA TABU’ altro anno di università esami da affrontare insieme. è dovuta la sua, famosa, pesantezza ? Al brindisi finale, fuori dal SENZA bar di fronte loTABU’ stand, con SENZA il (necessario!) Coppa, guanciale,SENZA un po’ di lingua e fegato sono impastatiTABU’ con vino SENZA SENZA TABU’ TABU’ SENZA TABU’ TABU’ rosso molto corposo e spezie (oltre al sale e - tanto - pepe, si coglie la amaro digestivo, passa un toscanino: qualche tiro da ciascuno e, v SENZA TABU’ SENZA SENZA SENZA TABU’l’amico, SENZA TABU’ distrattamente lo sguardo perso, oltreSENZA le luci dello noce moscata) e insaccati poi nellaTABU’ vescica del maiale stesso:TABU’ legata ascoltando stand, nellaSENZA campagna buia, già fredda,SENZA si pensa è ormai autunno.SENZA nelle cantine delle poche case dellaTABU’ frazione, la SENZA salamina si TABU’ TABU’e appesa SENZA TABU’ SENZA TABU’ TABU’ stagiona per circa un anno. Piervittorio TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’Pigato SENZA


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Tutti in campo con nardo!

Vista la decisione del Comitato Olimpico Internazionale di ammettere nuovamente alle prossime Olimpiadi di Rio del 2016 il Golf fra gli sport della grande manifestazione internazionale, sembrava opportuno dedicare un articolo ad una delle discipline più antiche al mondo. Un ritorno che gli appassionati e i praticanti attendevano da molto, data la presenza del Golf alle sole Olimpiadi del 1900 e del 1904. Il Golf infatti pare possa vantare più di 700 anni di età, data la presenza di fonti che lo nominano già nel 1297, anche se l’origine del gioco è ancora contesa fra Scozia e Olanda. Nell’immaginario collettivo il Golf tende ad apparire come uno sport elitario, sia per il costo dell’attrezzatura che per l’iscrizione al club, e questo potrebbe farne perdere di vista i lati positivi. Parlando infatti con Nardo Pagani, universitario della sezione del C.U.S. Ferrara Golf, ci si può subito rendere conto della passione che mostra per la sua disciplina, tanto da ammettere che durante le vacanze è solito portare con sé “legni e ferri” (i diversi tipi di mazze) per giocare nel campo più vicino alla località scelta. E nonostante questo è abbastanza dispiaciuto di non poter dedicare più tempo alla disciplina per gli impegni universitari. Avendo poi giocato in molti luoghi, non esita a dire il “18 buche” del C.U.S. è un buon campo da Golf. Passando poi per le varie competizioni, racconta di come la gara non si fermi

al solo mettere la pallina in buca, ma che rientrino in essa anche una serie di conteggi che verranno poi inviati a livello nazionale per gestire il ranking italiano. Sono previsti infatti una serie di “vantaggi” che vengono concessi in base alle condizioni atmosferiche, ai materiali utilizzati e alla capacità dei giocatori, per permettere anche ai meno bravi di potersi aggiudicare il torneo. Per quanto riguarda poi la visione della sua disciplina come qualcosa di elitario, fa notare che effettivamente il costo dell’attrezzatura non è proprio trascurabile, ma una volta acquistata essa può durare per molti anni. Non necessariamente il fatto di avere l’ultima mazza uscita sul mercato ti porta a vincere una competizione, anche se alcuni lo fanno per dimostrare di avere soldi da spendere. Questo è uno degli aspetti dell’apertura progressiva del club del Golf, anche se Nardo spera che con il tempo possano cambiare le cose, e che i golfisti non siano più visti come delle persone altezzose, ma semplicemente come degli appassionati di una delle discipline sportive più antiche al mondo. di Enrico De Camillis

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Erasmus? Make your VideoBlog!

Are you an International Student in Ferrara? Tell us the way you spend your days, the clubs you go to and the places you like here! Make a 10 minutes video for us, the best videos

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Brasile, Stati Uniti, Cina, Olanda… No, non sono i prossimi viaggi gratuiti per i nostri nuovi redattori, ma i luoghi da dove ci giungono gli articoli dei nostri bloggers, che hanno risposto all’invito dello scorso numero. Andrea, stagista presso il Palazzo di Vetro a New York, ci racconta la sua avventura tra i corridoi del quartier generale dell’ONU. Fausto, volontario del Servizio Civile Europeo, ci rende partecipi della sua esperienza nello stato di Piauì, uno dei più poveri del Brasile, ma pur sempre ricco dei colori e della festa che i brasiliani riescono a creare. Francesco da Nijmegen dove sta svolgendo il suo programma Erasmus, ci porta alla scoperta della città olandese e dei suoi deliziosi Stroopwafel. Se invece vi sentite più a vostro agio tra le mura ferraresi, affidate le vostre letture a Francesca e alla sua rubrica Student, Love and City.

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I bloggers del Tascapane

Sport in Blog

Avete trascorso una domenica sui libri e non avete avuto il tempo di seguire le avventure delle più blasonate società sportive ferraresi? Niente paura, Federico dal Mazza e Dario dal PalaSegest

ci racconteranno ogni due settimane, all’indomani dell’incontro giocato in casa, i risultati e le emozioni della Spal e della Carife Basket Club Ferrara. A voi la palla!

Un marciapiede due città

Nicola Aporti è un ex studente dell’ Università di Ferrara, e dal 2006 lavora in Cina. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la Cina così come appare agli occhi di chi si trova a viverla per lavoro, un passo dopo la laurea. Visto l’interesse suscitato dalla rubrica sul sito del Tascapane, ora lo sbarco sulla carta.

Dove passa il confine tra ricchezza e povertà? Esiste sempre una separazione fisica tra benessere ed emarginazione? Molto spesso si. A volte, invece, l’unica barriera può essere rappresentata da un marciapiede. Anfu Lu e’ una piccola via del centro di Shanghai. Corre tra due filari di platani per poco più di 300 metri nella concessione francese, il quartiere più caratteristico e forse più piacevole – sia da vivere che da visitare – della metropoli. Nel suo piccolo, anzi, proprio nel suo piccolo, Anfu Lu rappresenta uno spaccato immediato e addirittura scioccante delle contraddizioni sociali. Camminando lungo la graziosa via, ci imbattiamo, nell’ordine, in un grattacielo di vetro e acciaio con 45 piani di multinazionali e uffici, in un’enoteca francese molto glamour e alla moda, in una serie di piccoli negozietti di antiquariato, in alcuni supermercati che vendono solo prodotti di importazione (prevalentemente italiani) e in 3-4 compound di lusso dove vivono - in appartamenti grandi e lussuosi – espatriati di tutto il mondo ovvero ricchi cinesi. La sera, però, qualcosa cambia sui marciapiedi di Anfu Lu. Ogni sera, verso le 22 circa, una decina di poveracci, contadini emigrati in cerca di fortuna – senza trovarla – a Shanghai, trascinano sul marciapiede una serie di enormi sacchi neri pieni di rifiuti. Li aprono, li svuotano, e poi fanno la cernita:

plastica con plastica, vetro con vetro, fili di rame, metallo, ecc... Terminata la cernita le materie prime che recuperano dalla cernita le potranno poi vendere l’indomani a qualche discarica o a qualche industria. Nell’era boom economico, tecnologico e politico cinese, la raccolta differenziata dei rifiuti resta quindi affidata a questi emarginati – presenze invisibili e senza nome, ne’ diritti, nella metropoli che cresce – e viene operata ancora a mano. Finito il lavoro, i sacchi dei rifiuti vengono ricomposti e nascosti dietro al muro, in un cantiere abbandonato. E finalmente i nostri contadini immigrati possono addormentarsi stanchi, proprio sul marciapiede di fronte ai compound lussuosi per espatriati, proprio sotto le loro finestre... Nella Cina di oggi, fresca di festeggiamenti per i suoi primi sessant’anni, la locomotiva del progresso economico continua senza soste – anche in questi tempi di crisi – la sua “lunga marcia”. Tuttavia, la crescita economica di questo colosso e’ un fenomeno complesso e a molti strati, con ampie zone d’ombra e centinaia di milioni di persone che ne sono escluse, e va inquadrata in un contesto sociale molto più turbolento e inquieto di quanto si possa pensare, non troppo dissimile da quello delle prime società industrializzate. Nicola Aporti


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CONTRO OPINIONE

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Lasciate ogni speranza, oh voi che entrate...

...all'universita' italiana!

Buongiorno, matricola! Un nuovo anno è iniziato, e nulla o quasi è cambiato. Per molti di voi sarà l’ennesimo anno da sgobbare sui testi universitari, per altri invece solo l’inizio di un lungo percorso tortuoso verso l’agognata laurea. Matricoline, è a voi che mi voglio rivolgere oggi. Mi auguro che abbiate le idee chiare sul vostro futuro, altrimenti incominciate a prepararvi sin da ora a trafile lunghissime per realizzare il vostro “sogno”. C’era una volta una cosa chiamata Dichiarazione di Bologna. Vi chiederete cos’è, perché me lo son chiesta pure io. Bene, è un processo firmato nel ’99 a Bologna da 29 ministri europei dell’istruzione per armonizzare appunto l’istruzione superiore a livello continentale. Beh, decisamente bello. Peccato che applicato, in Italia abbia già delle “peculiarità” che lo differenziano, come al solito, dal resto d’Europa. Tralasciando i paroloni vari, arriviamo alla concretezza dei fatti. Molti di voi non sapranno che finita una laurea di primo livello (una triennale, ad esempio), se vorranno procedere con una specialistica, dovranno sin da subito controllare che il piano di studi sia consono a quello della specialista che si vorrà intraprendere. Il problema solitamente non sussiste quando i 3+2 vengono seguiti sotto lo stesso Ateneo, ma se una città offre molte triennali e poche o nessuna specialistica, incominciate a farvi i conti in tasca. Questo perché l’Ateneo dove seguirete la specialistica

dovrà convalidare il vostro curriculum di studi, e spesso e volentieri non tutti i crediti vengono riconosciuti. Questo cosa vuol dire? Che non si chiamerà più una +2, ma diventerà una seconda triennale, in quanto spesso gli esami da recuperare ammontano anche a 60 crediti (un esempio su tutti qui a Ferrara, sono Lettere ed Economia). Solitamente il dramma lo si capisce solo all’ultimo anno quando, all’avvicinarsi della laurea, si incominciano a far le prime domande, alle quali seguono la preparazione disperata di esami soprannumerari. In realtà, già dal prossimo anno potrebbero esserci dei cambiamenti esorbitanti. Ovvero o si è ammessi sulla base del possesso di certi requisiti e la verifica della preparazione personale, che ogni facoltà può effettuare secondo proprie prassi, ad esempio un colloquio, oppure no. Lascio a voi decidere cosa sia meglio o meno. Allora, matricola, è a te che mi rivolgo un’ultima volta. SVEGLIATI. Non dare niente per scontato, perché nella giungla universitaria nessuno fa mai niente per niente. Elisa Brighi

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lunedì 23 novembre 2009 ore 18.00 Sala Estense, piazza Del Municipio, 3, Ferrara www.enricobrizzi.it Amore, bugie, conformismo, corna e tentativi di emancipazione sullo sfondo di una società totalitaria e in piena mobilitazione, dove il controllo del regime su radio e giornali appare assoluto. Lo sguardo ironico e tenero del ragazzino Lorenzo - ginnasiale borghese che si ritrova sfollato per evitare i bombardamenti - ci restituisce un nuovo kolossal italiano dal sapore agrodolce, dove si ride e si piange nel solco di classici della cinematografia nazionale quali Tutti a casa e Il Federale. (enricobrizzi.it)

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