GENNAIO 2024 VOLUME 5 NEW
INDICE Scegliere la pace, Shalom pagina 1 “Inciampare” nella memoria pagina 2 articolo 2 memoria pagina 2 Avvicinarsi al proprio futuro pagina 3 Un aiuto concreto alle radici della società pagina 3 Divertimento sul ghiaccio pagina 4 Arrestare il cyberbullismo: incontro con la polizia pagina 4 Quando l’arte incontra i giovani pagina 5 Open IMA pagina 5 Il sogno di Don Bosco pagina 6
SCEGLIERE LA PACE, SHALOM E’ tempo di ripresa dopo aver sostato davanti al presepe che, come l’arte, ci mette in dialogo con l’infinito. In tale atteggiamento credo che noi tutti abbiamo avuto un sussulto nel momento in cui abbiamo ascoltato o letto le parole “pace in terra agli uomini amati dal Signore”. Ciascuno di noi è amato dal Signore e ciascuno è chiamato a costruire la pace. Pace! Parola impegnativa, ma essenziale. Indica l'armonia profonda che si realizza nella persona umana, nei rapporti fra le persone e fra i gruppi sociali, quando si seguono le leggi della Vita e si resta in sintonia con l'azione di Dio. Sarebbe insensato, credo, pensare che sia sufficiente ripetere a parole l'augurio di pace, perché il cammino venga di fatto compiuto. Ma sarebbe ugualmente insensato cedere al pessimismo e ritenere che di fronte alla violenza e alla disarmonia non vi sia nulla da fare. Come educatori vogliamo scommettere ogni giorno su questo processo di costruzione umana e spirituale. La pace, infatti, è in continuo movimento, nel senso che la realizzazione di ogni percorso di pace apre nuovi orizzonti e prospetta ulteriori traguardi. La pace non è mai un possesso definitivo, bensì è un'avventura da affrontare, da discernere, da scegliere continuamente.
Credo che l'educazione, e quindi la cultura, possono favorire l'orientamento pacifico delle comunità e la crescita armonica delle persone se siamo convinti che si tratta di cambiamenti di pensiero, di prospettive, cambiamenti spirituali che non possano realizzarsi in modo istantaneo o anche definitivo e stabile. E’ necessaria la pazienza della speranza e il coraggio di partire dalla propria interiorità, dalla convinzione che costruire la pace implica una costellazione di atteggiamenti personali, di qualità soggettive, che si traducono in pratiche comunitarie, in piccoli gesti e in attenzioni. La scuola è davvero il luogo, dopo la famiglia, dove si può coltivare la passione di diventare costruttori di pace con una costante riflessione sui propri sentimenti, sui propri limiti e uno sguardo di speranza, di fiducia e di coraggioso perdono che non lasciano spazio all’aggressività e all’indifferenza. Questo è il mio augurio per questo 2024.
Sr. Marilisa Miotti
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