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corretta nel settore

L’impegno per un’etichettatura corretta nel settore

Proprio in tema di etichettatura trasparente, è al vaglio la nuova proposta di legge in cui si chiede che venga sviluppato un sistema di etichettatura volontaria secondo il metodo di allevamento con indicazioni specifiche per le diverse filiere.Questa la grafica riassuntiva di quella che sarebbe la proposta di etichettatura per la filiera dei suini arrivata dall’Associazione Compassion In World Farming. Alla base della proposta, oltre alla crescente sensibilità dei cittadini nei confronti delle condizioni di vita negli allevamenti, la necessità di un’etichettatura che non sia fuorviante, generando confusione nei consumatori, come emerso recentemente anche dall’inchiesta “Delicatessen” di Sabrina Giannini, su Rai 3, nel programma Indovina Chi Viene a Cena. Al di là dei criteri specifici per la filiera del suino, il messaggio che dovrebbe passare è la necessità di un sistema di etichettatura trasparente e univoco che permetta ai consumatori di conoscere quello che stanno comprando. Questa richiesta non viene solo dal consumatore, ma anche da onesti produttori che fanno bene il proprio lavoro e vogliono che gli sforzi vengano giustamente valorizzati. La proposta di legge propone l’istituzione di un sistema nazionale volontario di etichettatura per i prodotti di origine animale che si fonda su quattro principi base: • Metodo di allevamento in etichetta • Indicazione dell’uso o meno delle gabbie • Almeno 3 livelli per ogni specie • Etichetta chiara e comprensibile

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CIWF Italia (Compassion In World Farming) e Legambiente hanno elaborato e proposto una serie di criteri per un’etichettatura secondo il metodo di allevamento dei suini.

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