stirodack

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nto e m ia c c ia h c s o Resistenza all nellate al m² ton 0 3 a e r io r e sup a EN 826 orma europe (def. 10%) - N

IL SISTEMA TETTO TERMOISOLANTE ®

INSULATION SYSTEMS associated with Italcementi Group


... dal 1988

CONSIGLI TECNICO - PROGETTUALI

1. Definizione di copertura. Si può definire la copertura come “l’insieme degli elementi costruttivi che compongono la parte superiore di un fabbricato”. L’elemento più importante tra tutti quelli che possono fare parte di una copertura è il “manto di tenuta” o strato di tenuta, al quale é affidato il compito di garantire all’intera copertura un’assoluta impermeabilizzazione sotto l’azione della pioggia, della neve, del ghiaccio, anche combinata con l’azione del vento. I materiali più comunemente impiegati come manto di tenuta possono essere di piccole dimensioni come tegole in cemento o laterizio, o di medio/grosse dimensioni come lastre ondulate in fibrocemento, lastre metalliche nervate ecc. La scelta progettuale del manto di tenuta o strato di tenuta, che deve fare riferimento alle Norme citate al punto nr. 5, é di fondamentale importanza per il comportamento all’acqua meteorica dell’intera copertura e deve tener conto dei seguenti aspetti: pendenza delle falde da realizzare: va tenuto presente che pendenze superiori a quelle consigliate determinano lo scorrimento degli elementi di tenuta (coppi o tegole), mentre pendenze inferiori possono provocare infiltrazioni idriche tra un elemento e l’altro richiedendo pertanto uno strato aggiuntivo di impermeabilizzazione; ●

estensione delle falde nel senso della pendenza; ●

eventi atmosferici: presenza di vento forte (effetti di pressione depressione e infiltrazioni a pioggia battente); possibilità di forti ●

grandinate; elevata piovosità di forte intensità; forti nevicate; ● impegno statico degli elementi portanti: adeguato dimensionamento della sottostruttura soprattutto in situazioni di ristrutturazione di edifici esistenti in cui il peso dell’elemento di tenuta può incidere in maniera significativa. In questo caso si dovrà verificare la necessità di realizzare una struttura portante aggiuntiva e continua, mediante assito o soletta in laterocemento. ● condizioni ambientali: in situazioni di grave inquinamento atmosferico è necessario verificare la durabilità degli elementi impiegati sotto l’effetto di agenti chimici aggressivi; ● contesto urbano che può motivare l’esclusione di prodotti ritenuti di tipo non idoneo.

2. Effetti e requisiti.

● GRANDINE

Determina l’abrasione sullo strato esterno di finitura. In caso di fenomeni particolarmente violenti si possono avere ammaccature (coperture metalliche), lesioni e rotture. L’accumulo di grandine, nei compluvi, gronde e converse, determina sovraccarichi anche notevoli nonché intasamento di canali e conseguente infiltrazione di acqua. La copertura deve possedere caratteristiche statiche idonee, specie ove si possono prevedere accumuli di grandine. CONDENSA Per evitare la formazione di condensa è indispensabile dotare la copertura di un adeguato isolamento termico al cui intradosso la temperatura non scenda sotto il punto di rugiada. Inoltre occorre creare una buona ventilazione tra lo strato di tenuta e l’isolamento, al fine di: ● smaltire il vapore acqueo che trasmigra dagli ambienti sottostanti; ● espellere, d’estate, l’aria riscaldata dal sottomanto; ● asciugare eventuali infiltrazioni dal manto di tenuta (eventi eccezionali o porosità). Per una corretta progettazione dei vari ●

PIOGGIA Determina imbibizione se i materiali di copertura sono di tipo poroso, con pericolo di rotture per gelività. Si può verificare aggressione chimicobiologica nei punti di ristagno nonché una moderata azione meccanica per scorrimento dell’acqua lungo la falda del tetto. Il manto di tenuta deve garantire l’impermeabilizzazione sotto l’azione della pioggia, della neve, del ghiaccio, anche combinata con l’azione del vento. Deve provvedere inoltre ad un rapido e completo smaltimento dell’acqua. ●


microventilazione, tra il manto di tenuta ed il piano continuo sottostante ma con spessore complessivo più elevato. Tale strato, oltre a possedere in modo amplificato le funzioni positive della microventilazione (smaltimento del vapore acqueo, espulsione di eventuali infiltrazioni), svolge proprie funzioni specifiche: d’estate consente la ventilazione del solaio di copertura ●

d’inverno elimina il calore che sale dall’alloggio evitando irregolari scioglimenti del manto nevoso. ●

coperture leggere, fenomeni di risonanza acustica, vibrazioni, infiltrazioni in coincidenza di precipitazioni atmosferiche.

5. Normativa di riferimento. 3. Pendenza dei tetti a falda. strati costituenti un tetto a falde, é necessario verificare preventivamente il profilo termo-igrometrico dell’intero pacchetto di copertura, mediantel’utilizzo del software gemavap.

NEVE Il carico della neve è definito dal D.M. 16 Gennaio 1996. Dimensionamento, verifica e collaudo degli elementi portanti della copertura sono regolati dalle stesse leggi vigenti per le strutture portanti in genere. La copertura deve possedere adeguate capacità portanti ed ogni singolo componente non deve subire danneggiamenti sotto il carico della neve e deve resistere alle azioni di degrado provocato dal gelo. Dovrà essere dotata di idonei dispositivi fermaneve qualora sussista il pericolo di scivolamento del manto nevoso (scarso isolamento, pendenza elevata, superficie superiore liscia) che può causare lo strappo degli elementi complementari (camini, canali ecc.) e conseguenti situazioni di pericolo nelle zone sottostanti. ●

VENTO Come per la neve, l’azione del vento è definita dal D.M. 16 Gennaio 1996. Il vento provoca sollecitazioni meccaniche particolarmente significative per quanto concerne i dispositivi di fissaggio di ●

La pendenza minima in grado di garantire la impermeabilità di un tetto é funzione: ● della lunghezza della falda di copertura; ● del tipo di manto impiegato; ● della efficacia della ventilazione sotto manto; ● della zona climatica e di esposizione locale in cui é ubicato. Nel prospetto che segue vengono consigliati i valori minimi delle pendenze di falda ammissibili, e le pendenze oltre le quali e necessario prevedere idonei fissaggi degli elementi di copertura.

4. La ventilazione sottotegola. La UNI 9460 prende in esame 4 tipi di copertura: ● senza elemento termoisolante e senza strato di ventilazione; ● senza elemento termoisolante e con strato di ventilazione; ● con elemento termoisolante e senza strato di ventilazione; ● con elemento termoisolante e con strato di ventilazione (tetto freddo).

Per la corretta progettazione di un tetto a falde occorre far riferimento alle seguenti Norme: UNI 8089: coperture e relativi elementi funzionali terminologia funzionale; ●

UNI 8090: elementi complementari delle coperture terminologia; ●

UNI 8091: coperture - terminologia geometrica; ●

UNI 8178: coperture - analisi degli elementi e strati funzionali; ●

UNI 8627: sistemi di copertura - definizione e classificazione degli schemi funzionali, soluzioni conformi e soluzioni tecnologiche; ●

UNI 9308/1: coperture discontinue - istruzioni per la progettazione - elemento di tenuta; ●

UNI 9460: coperture discontinue - codice di pratica per la progettazione e l’esecuzione con tegole di laterizio e cemento; ●

UNI 10372: coperture discontinue - istruzioni per la progettazione e l’esecuzione con elementi metallici in lastre; ●

Microventilazione sottotegola Trattasi delle circolazione d’aria che si innesca tra il manto impermeabile ed il solaio di falda, laddove le tegole (o quant’altro) vengano posate su listellature parallele alla linea di gronda o di colmo. Tali listelli dovranno essere opportunamente interrotti e distanziati tra loro ogni 2 - 4 metri circa, al fine di favorire la circolazione dell’aria. ●

UNI 10724: criteri di progetto e regole di esecuzione dei sistemi di raccolta e smaltimento acque; ●

UNI 10725: metodi di prova dei canali di gronda metallici; ●

D.M. 16 Gennaio 1996: norme tecniche relative ai “criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi”. ●

Ventilazione sottomanto Si attiva in genere allo stesso modo della ●


... sul mercato dal 1988 I PLUS DISTINTIVI DEL SISTEMA STIRODACH Elevato isolamento termico della copertura Ottima ventilazione al di sotto delle tegole Facile maneggevolezza e lavorabilità dei pannelli Facile e rapida posa in opera Minori spese di riscaldamento Migliore comfort abitativo

co in o u f l a e Reazion SSE E EUROCLAa EN 13501-1 urope

Norma e

STIRODACH: ottima ventilazione

Stirodach: PROPRIETÀ FISICHE STIRODACH è un pannello prefabbricato termoisolante, che grazie alle elevate performances termiche e meccaniche rappresenta oggi la soluzione ideale per la coibentazione e ventilazione in sottotegola di tetti a falde di nuova costruzione e/o ristrutturazioni di vecchie coperture civili e industriali. STIRODACH è costituito da una lastra termoisolante in polistirene espanso estruso, idrorepellente e a celle chiuse avente un comportamento al fuoco di classificazione Euroclasse E, prodotta con gas ecologici, senza CFC e HCFC tipo GEMATHERM, con rivestimento all’estradosso di una membrana di alluminio goffrato, con inserito un profilo metallico sagomato a trave reticolare in acciaio zincato in lega di Aluzinc. La funzione del profilo metallico è di supporto delle tegole che costituiscono la copertura di tenuta all’acqua e contemporaneamente garantire un‘adeguata ventilazione a tutta la falda. Grazie all’utilizzo del polistirene espanso estruso, che costituisce l’anima isolante, ed alla geometria del profilo metallico, il sistema STIRODACH garantisce elevate prestazioni di isolamento termico senza soluzione di continuità e ponti termici ed una ventilazione diffusa ed uniforme al di sotto delle tegole e/o coppi che costituiscono la copertura.

La ventilazione in un tetto a falde è un requisito essenziale. La ventilazione ha lo scopo di smaltire nella stagione fredda il vapore acqueo proveniente dagli ambienti sottostanti e, nella stagione calda, di ridurre il calore accumulato per irraggiamento che altrimenti si irradierebbe verso i locali sottostanti la copertura. La ventilazione inoltre migliora la durata e l’efficienza funzionale delle tegole e coppi. Stirodach è stato progettato per ottimizzare il flusso dei moti convettivi dell’aria che si attiva al di sotto del manto di copertura. La sagomatura “a trave reticolare” del profilo metallico in Aluzinc e la geometria delle finestre a triangoli contrapposti ed asimmetrici, favoriscono l’attivazione di uno strato d’aria su tutta la falda del tetto da coibentare.


... per risparmiare €nergia rispettando l’Ambiente

STIRODACH: voce di capitolato

Le due diapositive mettono in evidenza alcune peculiarità prestazionali, di ogni pannello di STIRODACH: • l’omogeneità e la struttura rigida delle pareti delle celle che conferiscono una elevata resistenza meccanica sia allo schiacciamento che alla flessione • la microstruttura senza interspazi tra le celle che assicura al prodotto un assorbimento d’acqua nullo per capillarità ed una elevata resistenza ai cicli di gelo-disgelo

Il tetto a falde dovrà essere termocoibentato mediante la posa in opera di pannelli prefabbricati costituiti da un’anima isolante in polistirene espanso estruso, con pelle impermeabile, idrorepellente ed a celle chiuse, avente un comportamento al fuoco con classificazione in Euroclasse E secondo la Norma europea EN 13501-1, prodotto con gas senza CFC e HCFC a norma di legge, con rivestimento all’estradosso di membrana in alluminio goffrato e con inserito un profilo metallico in speciale lega di acciaio e aluzinc, sagomato a trave reticolare. Il prodotto dovrà avere un valore minimo di conduttività termica dichiarata λ d pari a 0,034 W/mK per pannelli di spessore variabile da mm. 50 a 80 e di 0,036 W/mK per pannelli di spessore mm. 100 - 120; dovrà garantire un valore minimo di Resistenza termica addizionale Rd di 1,47 m2K/W per lo spessore mm. 50, di 1,76 m2K/W per lo spessore mm. 60, di 2,35 m2K/W per lo spessore mm. 80, 2,78 m2K/W per lo spessore mm. 100 e di 3,33 m2K/W per lo spessore mm. 120, in relazione a quanto previsto dal calcolo termico delle strutture che dovrà essere effettuato secondo la Legge 10/91, D.Lgs 192 e D.Lgs 311; dovrà garantire un valore minimo di Resistenza meccanica alla compressione Rc pari a 300 kPa equivalente 30 tonellate al m2 con una deformazione massima del 10%, dichiarata su ogni etichetta di identificazione riportata su ogni pacco con il codice CS(10)300 secondo la Norma EN 826; dovrà garantire un valore minimo di Resistenza meccanica alla compressione ai carichi continui (Creep-test) con una deformazione massima del 2% per un periodo di 50 anni pari a 106 kPa secondo la Norma EN 1606; dovrà garantire una Resistenza ai cicli gelo-disgelo nella classificazione FT2 secondo la Norma EN 12091; I pannelli dovranno avere una lunghezza di 3 metri, una larghezza pari al passo degli elementi costituenti la copertura (tegole in cotto o cemento o coppi con dentello) con i quattro bordi perimetrali sagomati a gradino al fine di evitare ogni ponte termico, tipo STIRODACH. Inoltre il prodotto fornito dovrà essere corredato da regolari certificazioni rilasciate da Enti o Organismi legalmente autorizzati e forniti da Azienda con Sistema Qualità certificato secondo la Norma UNI EN ISO 9001:2000. La posa in opera dell’intera stratigrafia della copertura dovrà essere realizzata a regola d’arte in conformità alle Norme tecniche UNI 8627 - UNI 9308/1- UNI 9460 - UNI 10372 - UNI 8635 - UNI 8626 - UNI 10724 - UNI 10725 - DM 16.1.1996

Struttura poliedrica a celle chiuse di Stirodach con ingrandimento 300 volte con microscopio elettronico a scansione SEM

Struttura poliedrica a celle chiuse di Stirodach con ingrandimento 700 volte con microscopio elettronico a scansione SEM

STIRODACH: elevato isolamento termico La termocoibentazione di un tetto a falde deve essere realizzata in modo ottimale, al fine di poter ottenere valori di trasmittanza U molto bassi, e garantire un eccellente comfort abitativo a tutto l’edificio, in conformità ai decreti legislativi D.Lgs n. 192 del 19/08/2005 e D.Lgs n. 311 del 29/12/2006. STIRODACH, presenta in tal senso eccezionali performances grazie alla natura dell’elemento isolante in polistirene espanso estruso le cui caratteristiche termiche meccaniche e igrometriche sono ampiamente riconosciute a livello europeo.

STIRODACH: ottime prestazioni meccaniche L’elemento isolante di cui è composto ogni pannello di STIRODACH è in polistirene espanso estruso la cui struttura fisico-chimica, perfettamente omogenea in tutto il volume di ogni pannello, permette di ottenere un’elevatissima resistenza allo schiacciamento superiore a 30 tonnellate al metro quadrato con una deformazione max del 10% (Norma EN 826). Questa caratteristica rappresenta un punto di forza di STIRODACH tenuto conto che su un tetto a falde gravano elevati carichi statico-dinamici dovuti al peso dell’insieme degli elementi che costituiscono la copertura, ed ai carichi accidentali dovuti agli agenti atmosferici e agli interventi di manutenzione.


Posa del listone di partenza

Il listone di legno utilizzato dovrà avere uno spessore pari a quello dei pannelli di STIRODACH prescelto (mm. 50 - 60 - 80 - 100 - 120). Il fissaggio del listone dovrà essere effettuato con chiodi da carpentiere se la struttura è di natura lignea in corrispondenza delle travi portanti; con viti/tasselli se su struttura in c.a. o laterocemento. Il posizionamento del listone dovrà essere effettuato sulla linea di gronda per il successivo fissaggio del canale di gronda e su tutto il perimetro della partizione di tetto che si intende termocoibentare, per il fissaggio finale della scossalina laterale di chiusura.

Posa del pannello di partenza STIRODACH GRONDA

La posa di tutti i pannelli si effettuerà partendo dalla linea di gronda sino ad arrivare alla linea di colmo. I pannelli di Stirodach si dovranno posare in perfetta e totale aderenza gli uni agli altri. Particolare cura si dovrà porre nel posizionamento della prima fila di pannelli GRONDA che farà anche da piano di riscontro per le file successive. La larghezza del pannello GRONDA di 29 cm. è stata dimensionata appositamente per consentire alla prima fila di tegole o coppi di avere una sporgenza in gronda di almeno un terzo del diametro del canale di gronda (tale dimensione potrà essere modificata per taglio manuale).

Posa del canale di gronda

Il canale di gronda dovrà essere inserito nelle staffe precedentemente posate e fissato a sua volta al listone di partenza. Per il fissaggio del canale di gronda è consigliabile utilizzare viti di rame con apposita guarnizione sempre di rame. Al fine di prevenire fenomeni corrosivi di natura elettrochimica, tra il rame del canale di gronda ed il profilo in acciaio zincato del pannello STIRODACH GRONDA, è necessario frapporre una striscia isolante autoadesiva di Aluband. Gli elementi PARAPASSERI potranno essere fissati sul profilo in Aluzinc mediante viti.

Il pannello GRONDA è stato progettato con il profilo metallico più alto di 2 cm. rispetto al profilo standard degli altri pannelli in modo tale da ottenere un adeguato allineamento ed una più uniforme linea di pendenza degli elementi di copertura. La prima fila di pannelli STIRODACH GRONDA si dovrà posizionare in aderenza al listone di partenza, fissata con fissaggi meccanici idonei, con giunti sigillati con silicone SIGILLDACH e quindi impermeabilizzati con ALUBAND.

Posa in opera pannelli Stirodach

Dopo aver posizionato adeguatamente i pannelli gronda si potrà passare alla stesura degli altri pannelli standard. I pannelli STIRODACH dovranno essere sempre fissati meccanicamente alla sottostruttura che potrebbe essere ad orditura a travi portanti di legno o assito continuo


o in soletta in laterocemento. Se in assito continuo di tipo ligneo i fissaggi puntuali dovranno obbligatoriamente essere posti in corrispondenza delle travi portanti. Il fissaggio dovrà sempre essere eseguito sulla parte piatta del profilo metallico, vale a dire sulla parte in aderenza all’anima isolante in polistirene estruso. I sistemi di fissaggio meccanico puntuale, possono prevedere l’utilizzo di tasselli ad espansione se la sottostruttura fosse in c.a. o laterocemento; di tirafondi o chiodi elicoidali se la sottostruttura fosse in legno e di viti autofilettanti se su strutture in ferro o lamiera, scelti nel numero e nella tipologia prestazionale idonea. Qualora la sottostruttura portante non fosse di tipo continuo o nel caso di interventi di ristrutturazione e/o riqualificazione di un tetto esistente, è assolutamente necessario procedere preliminarmente alla verifica dei carichi statico-dinamici in gioco (vedere Norme tecniche al punto 5) e quindi se necessario ridimensionare la struttura stessa oltre a verificare i dati meccanici tipici del prodotto STIRODACH. Ogni fila di pannelli dovrà essere posata partendo dalla linea di gronda e procedendo verso la linea di colmo. La parte di pannello eccedente la porzione di tetto da termocoibentare si dovrà rifilare e riutilizzare come partenza della fila successiva e così di seguito. In tale modo si potranno ottenere pannelli a giunti sfalsati e ridurre al minimo la quantità di sfrido. Inoltre si dovrà fare in modo da non lasciare interspazi o soluzione di continuità tra pannello e pannello sia in senso longitudinale parallelo alla linea di gronda sia in senso trasversale. Stessa attenzione dovrà essere posta nella verifica della planarità del supporto sul quale si andrà ad operare, e alla complanarità dei pannelli che dovranno a loro volta assicurare un piano di posa uniforme secondo l’inclinazione desiderata.

pannelli dovrà essere completata nel fissaggio, nella sigillatura e nell’impemeabilizzazione dei giunti come sopra descritto, prima della posa della fila successiva.

Fissaggio meccanico dei pannelli Stirodach su struttura di legno.

Sigillatura dei giunti trasversali con sigillante Sigilldach.

Gestione dei giunti tra pannelli

Tutti i giunti trasversali dei pannelli di Stirodach dovranno essere adeguatamente sigillati e successivamente impermeabilizzati con gli accessori forniti nel Kit di montaggio. La sigillatura dovrà essere effettuata con Sigilldach che potrà essere estruso con normale pistola ad estrusione, realizzando un cordolo in quantità abbondante su tutta la linea di intersezione della battentatura a gradino di ogni pannello (vedere illustrazione). La quantità in esubero di sigilldach che dovrà fuoriuscire in superficie in corrispondenza della giunzione, dovrà essere completamente asportata in modo tale da garantire un’adeguata complanarità tra i pannelli. L’impermeabilizzazione dei giunti dovrà essere effettuata con la stesura della striscia autoadesiva Aluband in totale aderenza su tutto il giunto già sigillato, passando a pontage anche sotto il profilo metallico e al di sopra del pannello intero precedentemente posato. Particolare cura dovrà essere posta nella stesura della striscia ALUBAND durante la quale si dovrà evitare di lasciare bolle d’aria o grinze (vedere illustrazione). Ogni fila di

Impermeabilizzazione dei giunti trasversali con striscia Aluband.


Posa COLMO VENTILATO

Per realizzare il colmo ventilato è necessario fissare preventivamente le STAFFE CV in acciaio zincato sulle travi di legno o direttamente sulla soletta portante. Le STAFFE CV potranno essere fissate ad interasse di circa 100 - 120 cm. ca. in funzione anche dell’interasse delle travi portanti. Dopo il fissaggio delle STAFFE CV si dovrà inserire nella sede a “U” delle stesse il listello di legno portacolmo e quindi bloccarlo trasversalmente con viti passanti. Successivamente si andrà a completare la stesura del manto di copertura posando l’ultima fila di tegole o coppi. Qualora l’ultima fila di pannelli e tegole fossero stati pretagliati perché in esubero, si potranno riutilizzare profili metallici di recupero come sostegno finale. In questo caso eventuali discontinuità strutturali dei pannelli STIRODACH dovranno essere compensate con la schiumatura nelle cavità di DACHFOAM. Per realizzare un colmo ventilato a regola d’arte è assolutamente necessario che gli elementi di tenuta della copertura non siano mai fissati con malta cementizia che invaliderebbe l’effetto “camino di ventilazione”.

Linee di COMPLUVIO e DISPLUVIO

Sono le linee d’intersezione di due falde e quindi devono garantire alla copertura un adeguato deflusso dell’acqua. Ciò si potrà ottenere mediante l’utilizzo di particolari scossaline o elementi presagomati di carpenteria metallica che dovranno garantire la linea di falda e nel caso di un compluvio anche la raccolta delle acque meteoriche.

Gestione della linea di displuvio.

Si dovrà prestare molta attenzione allo sviluppo ed al dimensionamento delle scossaline che dovranno evitare il travalicamento di acqua nel caso di intense piogge o abbondanti nevicate. Eventuali interspazi tra i vari pannelli di STIRODACH dovranno essere schiumati con DACHFOAM e impermeabilizzati con ALUBAND che dovrà rivestire l’intera linea sia del compluvio che del displuvio. Gli elementi di copertura dovranno essere tagliati e fissati meccanicamente con viti con guarnizioni a tenuta o con chiodi sigillanti a basso modulo al fine di evitare il loro spostamento sotto l’azione del vento.

Successivamente alla posa delle STAFFE CV, e dopo l’eventuale schiumatura dell’ultima fila dei pannelli ed alla posa delle tegole, si potrà passare alla posa dell’elemento sottocolmo denominato DACHROLL sul listello portacolmo, con semplici viti da legno e quindi alla sua stesura al di sopra degli elementi di copertura. A finire si dovranno fissare sul listello portacolmo le speciali CLIPS metalliche in rame con profilo modellabile atte a permettere il bloccaggio degli elementi di colmo e garantire il loro perfetto allineamento e sovrapposizione. Gestione della linea di compluvio.


Kit di montaggio

ALUBAND: nastro coprigiunto足

TASSELLI: per fissaggio pannelli

CLIPS: squadrette ferma colmo

STAFFE CV: per listello di colmo

DACHROLL: rotolo sottocolmo

PARAPASSERI:

SIGILLDACH: sigillante per giunti

DACHFOAM: schiuma di raccordo

Gestione raccordo finestra a tetto.

Gestione raccordo camino.

Scossalina laterale di chiusura.


... sul mercato dal 1988 AZIONE DEL VENTO

Il citato D.M. 16 Gennaio 1996 fissa le modalità per il calcolo dell’azione del vento sulle costruzioni. In generale l’intensità del vento é variabile nel tempo e pertanto esercita sugli elementi degli edifici effetti dinamici (pulsazioni). Tuttavia per le costruzioni usuali tali azioni sono convenzionalmente ricondotte ad azioni statiche equivalenti che si traducono in pressioni e depressioni agenti normalmente alle superfici. La pressione P del vento, a meno di coefficienti correttivi legati alla forma dell’edificio ed alla sua esposizione, é direttamente legata alla velocità del vento secondo l’espressione: P = V 2 x W/16 (W = prodotto dei coefficienti correttivi). Il territorio nazionale é stato suddiviso in 9 zone per ciascuna delle quali é stato definito il valore della velocità di riferimento Vo valida per edifici costruiti ad altitudine sul livello del mare minore di Ao. Per esempio, in zona 2 si può assumere una velocità del vento pari a 25 m/sec per edifici posti fino ad un’altitudine Ao = 750 metri sul livello del mare).

Per edifici situati ad altitudini As superiori di Ao (seconda colonna della tabella sottostante), la velocità del vento si ricava con la seguente formula: Vs = Vo + K (As - Ao) in cui i valori di K sono riportati nella terza colonna della stessa tabella. Nell’ultima colonna vengono riportati i valori della pressione Po/w validi per altitudini inferiori a quelle limite. In sintesi per conoscere l’entità dell’azione che esercita il vento su una copertura, occorre determinare: ● la velocità del vento in funzione della zona e dell’altitudine (per altitudini inferiori a quelle limite, la velocità varia da 25 a 31 m/s). ● il coefficiente di esposizione Ce, funzione dell’altezza del tetto dal suolo e dall’esposizione del sito ove sorge la costruzione. ● il coefficiente di forma Cp, che per un tetto a falde è sempre negativo e vale (-0,4) se la costruzione è stagna.

Zona

Descrizione

Vo (m/s)

Ao (m)

K (1/s)

Po/w (kg/m2)

1

Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia (con l’eccezione della provincia di Trieste)

25

1000

0,012

39

2

Emilia Romagna

25

750

0,024

39

3

Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria (esclusa la provincia di Reggio Calabria)

27

500

0,030

46

4

Sicilia e provincia di Reggio Calabria

28

500

0,030

49

5

Sardegna (zona ad oriente della retta congiungente Capo Teulada con l’isola di Maddalena)

28

750

0,024

49

6

Sardegna (zona ad occidente della retta congiungente Capo Teulada con l’isola di Maddalena)

28

500

0,030

49

7

Liguria

29

1000

0,024

53

8

Provincia di Trieste

31

1500

0,012

60

9

Isole (con l’eccezione di Sicilia e Sardegna) e mare aperto

31

500

0,030

60

CARICO NEVE

Per la determinazione del carico neve sulle coperture, l’Italia è stata suddivisa in zone, precisamente in tre zone, ed il carico dovrà essere valutato secondo l’espressione: q = f . qo dove f = coefficiente di forma della copertura qo = carico neve al suolo. Il coefficiente di forma f varia in funzione del numero di falde nonchè dell’angolo di inclinazione delle falde stesse. In genere varia da 0,8 a 1,0, con una punta massima di

1,6 laddove si può creare accumulo di neve nei compluvi (copertura a più falde). Per pendenze superiori a 60° il coefficiente di forma f diventa uguale a zero e di conseguenza il valore del carico neve è nullo in tutte le zone e a qualunque altitudine (tranne nel caso di compluvi di tetti a più falde ovvero se la neve é impedita di scivolare). Carico neve al suolo. Il valore qo si ricava dalla tabella successiva, in funzione della zona ove è ubicata la costruzione e dell’altitudine sul livello del mare.

Zona

altitudine <200 m

altitudine 200<A<750

altitudine >750 m

1

Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Abruzzi, Molise, Marche

160

160+3(A-200)/10

325+8,5(A-750)/10

2

Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania (Provincie di Caserta, Benevento, Avellino), Puglia (Provincia di Foggia)

115

115+2,6(A-200)/10

258+8,5(A-750)/10

3

Campania (Provincie di Napoli e Salerno), Puglia (escluso Provincia di Foggia), Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna

75

75+2,2(A-200)/10

196+8,5(A-750)/10


... per risparmiare €nergia rispettando l’Ambiente

STIRODACH

DIMENSIONI

(valori medi del polistirene estruso)

Caratteristiche tecniche

Unità

Valori

norma

3000 tolleranze ±10 mm

Lunghezza mm

Conduttività termica dichiarata a 10° C valore statistico 90/90 con invecchiamento a 25 anni

λ

D

0,034

EN 13164

W/mK

0,036*

Resistenza alla compressione Rc 10% deformazione max

kPa

EN 826

CS (10) 300 Larghezza (passo) mm

Carico di compressione per sollecitazioni continue (creep-test) 2% deformazione max a 50 anni

kPa

EN 1606

CC(2/12/50) 106

Assorbimento d’acqua su lastra intera in immersione dopo 28 gg

Vol. %

EN 12087

WL (T) 0,7

-

-

nullo

Assorbimento d’ acqua per capillarità

* spessori mm. 100 - 120.

50 - 60 - 80 100 - 120 tolleranze ±3 mm

Spessori mm

Sagomatura bordi

Reazione al fuoco (Euroclasse)

Euroclasse EN 13501-1

E

da 300 a 360 di 5 in 5 mm tolleranze ±2 mm

“L” (a gradino su 4 lati)

Il prodotto è confezionato in pacchi imballati con film termoretraibile, posizionati su pallets. A richiesta sono producibili pannelli con passo fuori standard.

Tabella delle pendenze consigliate

Angolo inclinazione

Pendenza %

65°

214%

55°

143%

45°

100%

40°

84%

33°

65%

30°

58%

25°

47%

17°

30%

Posa di STIRODACH

posa di stirodach con tegole o coppi fissati meccanicamente

posa di stirodach con copertura discontinua in tegole o coppi

posa di stirodach con copertura continua

PERFORMANCE AI CARICHI DISCENDENTI (carico permanente + accidentale)

Interasse cm (luce) LIMITE DI SERVIZIO (carico Kg/mq) Freccia max mm

(1:200 in rapporto alla luce)

LIMITE ULTIMO * (carico Kg/mq)

60

90

120

650

290

164

3

4,5

6

700

500

300

*

Prova eseguita con elementi di copertura in tegole marsigliesi su pannelli di stirodach di spessore pari a mm 50 Prova eseguita senza elementi di copertura Risultati della prova conformi al D.M. nr. 19 del 09/01/1996 Valutazione secondo punto 4.9 (Norme particolari per elementi inflessi)

I dati, le notizie ed i suggerimenti riportati sono frutto della nostra attuale conoscenza e non costituiscono alcuna garanzia in senso giuridico, e Sirap Gema INSULATION SYSTEMs si riserva di aggiornare tutte le notizie che ritiene necessarie per migliorare i propri prodotti senza l’obbligo di dare alcun preavviso.


Sistemi e soluzioni di isolamento termico ed acustico SOLUZIONE TECNICA

PRODOTTO CONSIGLIATO

● SOTTOPAVIMENTO PEDONABILE

GEMATHERM X3

● SOTTOPAVIMENTO INDUSTRIALE

GEMATHERM X4

● ISOLAMENTO ACUSTICO “PAVIM. GALLEGGIANTE”

GEMAFON

● INTERCAPEDINE CON O SENZA LAMA D’ARIA

GEMATHERM X3DI

● RIVESTIMENTO ESTERNO “A CAPPOTTO”

STIROPIUMA 100 RF

● RIVESTIMENTO ESTERNO “A FACCIATA VENTILATA”

GEMATHERM X3L

● SOTTOCOPPO VENTILATO

TERMOTUILE CP - TG

● SOTTOTEGOLA VENTILATO

STIRODACH

● TETTO SARKING

GEMATHERM X3D

● SOTTO MANTO BITUMINOSO A VISTA

STIROBIT ROLL AR

● TETTO ROVESCIO PEDONABILE

GEMATHERM X3L

● TERRAZZA PARKING

GEMATHERM X4L

● TETTO CALDO CON MANTO BITUMINOSO

STIROBIT ROLL

● TERRAZZA A GIARDINO PENSILE

GEMATHERM X3

SOTTO TETTO

● ESTRADOSSO DEL PAVIMENTO

GEMATHERM X3

● SOTTOPAVIMENTO

GEMATHERM X3

CONTRO SOFFITTO

● A VISTA SOSPESO SU PROFILI

GEMATHERM X3I

● A VISTA INCOLLATO

STIROPIUMA 120 RF

PAVIMENTO

PARETE

TETTO A FALDE

TETTO PIANO

MURI CONTROTERRA

GEMATHERM XW

CORREZIONE DI PONTI TERMICI

GEMATHERM XW

PANNELLI SANDWICH STRUTTURALI

GEMATHERM XW

ASSEMBLAGGIO A CARTONGESSO

GEMATHERM XW

SOTTOPAVIMENTO CON RISCALDAMENTO A PANNELLI RADIANTI

STIROFLOOR F

MASSETTI ISOLANTI ALLEGGERITI

STIROLITE

PROVINI DI CEMENTO

CUBOX

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UNI EN ISO 9001: 2000

UFFICI RICEVIMENTO ED EVASIONE ORDINI: 25028 VEROLANUOVA (BS) - Tel. (030) 9368.625 - Fax (030) 9368.626 33078 S.VITO AL TAGLIAMENTO (PN) - Tel. (0434) 85320 - Fax (0434) 85285 52043 CASTIGLION FIORENTINO (AR) - Tel. (0575) 653.8511 - Fax (0575) 653.265

10.000 / E6 / 04 - 07

STRUTTURA DA ISOLARE


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