BIENNALE D’ARTE CONTEMPORANEA 2014
CHIESA CASTELLO LA CHIESA DI SANTA MARIA ANNUNCIATA È DETTA ANCHE CHIESA CASTELLO PERCHÉ SORTA PRESSO LA DIMORA (ORA DISTRUTTA) DEI GONZAGA. ERETTA NEL LUOGO DI UN PREESISTENTE EDIFICIO DI CULTO, IN PARTE DEMOLITO, SORGE SU UN ANTICO SITO FORTIFICATO. LA SUA COSTRUZIONE FU VOLUTA NEL 1582 DA SCIPIONE GONZAGA (1542-1593), UOMO DI VASTA CULTURA, NATO A SAN MARTINO, PATRIARCA DI GERUSALEMME E CARDINALE. LA COMMITTENZA DI SCIPIONE È ATTESTATA DALL’EPIGRAFE INCISA SU UNA LAPIDE IN MARMO ROSSO NELLA PARETE SINISTRA DEL PRESBITERIO. LA CHIESA RAPPRESENTA UN MONUMENTO DI RILEVANTE IMPORTANZA NEL QUADRO DELL’ARCHITETTURA RELIGIOSA IN TERRITORIO MANTOVANO. LA FACCIATA ATTUALE, PIÙ VOLTE RESTAURATA, RISULTA NON PERTINENTE RISPETTO AL PRIMITIVO DISEGNO: L’ORDINE CORINZIO GIGANTE E IL GRANDE TIMPANO CURVILINEO SUGGERISCONO UNA DATAZIONE TRA LA FINE DEL SEICENTO E L’INIZIO DEL SETTECENTO. NEL TONDO AL CENTRO DELLA FACCIATA È RAFFIGURATO SAN MARTINO, VESCOVO DI TOURS (316-397), MENTRE DONA UNA METÀ DEL SUO MANTELLO AL POVERO CHE GLI È VICINO. LE PICCOLE STATUE AI LATI DEL VESCOVO (DUE PER PARTE) RAPPRESENTANO I MARTIRI PROTETTORI DEL PAESE: BONIFACIO, FORTUNATO, FLORO E REPARATO. IL CAMPANILE È MOLTO PROBABILMENTE IL RISULTATO DELLA RISTRUTTURAZIONE DI UN’ANTICA TORRE FORTIFICATA. LO SVILUPPO PLANIMETRICO DELLA CHIESA, A NAVATA UNICA, CON CAPPELLE LATERALI (TRE PER PARTE), SI RICHIAMA AD UN PRESTIGIOSO PROTOTIPO MANTOVANO: LA BASILICA DI SANT’ANDREA DI LEON BATTISTA ALBERTI. PREGEVOLI GLI AFFRESCHI CHE DECORANO LA VOLTA DEL PRESBITERIO ED IL CATINO DELL’ABSIDE (CON I QUATTRO EVANGELISTI, L’ANNUNCIAZIONE, SAN MARTINO ALLA CUI DESTRA COMPARE SCIPIONE GONZAGA), RIFERIBILI ALL’AMBIENTE FIGURATIVO DEL TARDO CINQUECENTO CREMONESE. DI NOTEVOLE IMPORTANZA SONO LE STATUE IN STUCCO COLLOCATE ENTRO LE NICCHIE DELLA NAVATA (GLI APOSTOLI TRA LE LESENE E ED I PROFETI NELLA FASCIA SUPERIORE). IN SEGUITO AL CROLLO DEL TETTO DEL 1990 IL SOFFITTO A CASSETTONI NON È PIÙ AMMIRABILE SE NON PER UN SOLO FRAMMENTO MENTRE LE OPERE PITTORICHE SONO STATE TRASFERITE NELLA CHIESA DEI FRATI ED IN BUON NUMERO RESTAURATE. LE TELE, UN TEMPO POSIZIONATE NELLE CORNICI IN GESSO, ERANO DISPOSTE NEL SEGUENTE MODO: TRE NELLE CAPPELLE DEL LATO SINISTRO, TRE NELLE CAPPELLE DEL LATO DESTRO, UNA NELL’ABSIDE ED UNA SOPRA L’INGRESSO PRINCIPALE. DANDO PER CERTO CHE L’ANNUNCIAZIONE DIPINTA DA LUIGI MIRADORI DETTO IL GENOVESINO FOSSE COLLOCATA NELL’ALTARE MAGGIORE, PARE CHE LA GRANDE CORNICE SOPRA LA PORTA D’INGRESSO OSPITASSE L’ADORAZIONE DEI MAGI, OPERA DI CUI SI HANNO POCHE ED INCERTE NOTIZIE. LE TRE CAPPELLE LATERALI IN “CORNU EVANGELI”, PARTENDO DALL’ENTRATA, ACCOGLIEVANO NELL’ORDINE: LA VISITAZIONE DI TEODORO GHISI (SEC XVI), SAN FRANCESCO RICEVE LE STIGMATE (ANTE 1599), L’INCORONAZIONE DELLA VERGINE (1611). RIGUARDO ALLE CAPPELLE IN “CORNU EPISTULAE” SI SUPPONE IL SEGUENTE ORDINE, SEMPRE PARTENDO DALL’ENTRATA: SAN GIROLAMO PENITENTE DI CRISTOFORO MAGNANI (ATTRIBUITO, 1584), SANTA CECILIA ALL’ORGANO E SANT’ANTONIO DA PADOVA (OPERE ANCORA DA RESTAURARE E DELLE QUALI NON SI HANNO NOTIZIE CERTE).
IMPRIMATVR, UN PERCORSO COMUNE RIVOLTO AL FUTURO. DEVO AMMETTERE CHE POTER INTRODURRE QUESTA TERZA EDIZIONE DELLA BIENNALE IMPRIMATVR IN QUALITÀ DI SINDACO DI SAN MARTINO DALL’ARGINE, OLTRE ALLA SODDISFAZIONE IMPLICITA NEL VEDERE CRESCERE QUALITATIVAMENTE L’INIZIATIVA, MI INDUCE NATURALMENTE E PIACEVOLMENTE AL RICORDO DEGLI ESORDI. L’ATTO PRIMO DELLA MANIFESTAZIONE ARTISTICA, RISALENTE AL 2010, MI VIDE INFATTI ATTIVAMENTE PRESENTE IN QUALITÀ DI ORGANIZZATORE; RAMMENTO PERFETTAMENTE L’ATMOSFERA CONVULSA DI QUEI GIORNI, LA SCOMMESSA DI FONDARE UNA BIENNALE PARTENDO DA ZERO, IL CORAGGIO DI INVITARE AD ESPORRE GIOVANI ARTISTI PER LO PIÙ SCONOSCIUTI, LA CAPARBIETÀ NEL SUPERARE GLI OSTACOLI DOVUTI ALL’INESPERIENZA, DATO CHE - A PARTE IL PROFESSOR DENTI - NESSUNO DI NOI POTEVA CONSIDERARSI GRANDE ESPERTO IN MATERIA. RICORDO INTERE GIORNATE, TALVOLTA NOTTI, PASSATE IN CHIESA CASTELLO PER L’ALLESTIMENTO; POI GLI INVITI, IL CATALOGO, GLI ASPETTI COMUNICATIVI, UNA NOTEVOLE MOLE DI LAVORO NASCOSTA MA SEMPRE AFFRONTATA DAL GRUPPO CON GRANDE SPIRITO DI COLLABORAZIONE. POI VENNE IL GIORNO DELL’INAUGURAZIONE, IL SAGRATO COLMO DI GENTE VESTITA A FESTA, TUTTI I PARCHEGGI OCCUPATI ED UNA SENSAZIONE DI MERAVIGLIA: IMPRIMATVR NASCEVA SOTTO I MIGLIORI AUSPICI. NEGLI ANNI SI SONO SUSSEGUITE MOLTEPLICI INIZIATIVE TARGATE IMPRIMATVR, MOSTRE DEDICATE AI GIOVANI ARTISTI SPESSO ORGANIZZATE AL DI FUORI DEI CONFINI COMUNALI, IN COLLABORAZIONE CON ALTRI ENTI, SEMPRE IN SPAZI DI GRANDE PRESTIGIO ARCHITETTONICO E CON QUELLE CARATTERISTICHE ORIGINALI CHE NON SONO MAI ANDATE PERDUTE, OVVERO ENTUSIASMO, COMPETENZA E PASSIONE. CIÒ HA RAPPRESENTATO PER LA NOSTRA COMUNITÀ UN ELEMENTO DI GRANDE VIVACITÀ CULTURALE MA ANCHE L’OPPORTUNITÀ DI ESPORTARE UN PICCOLO MODELLO CULTURALE EFFICACE, SOSTENIBILE OLTRE CHE INTRINSECAMENTE LEGATO ALLE PECULIARITÀ STORICHE E CULTURALI DEL TERRITORIO. E’ INFATTI INTERESSANTE NOTARE COME QUESTA TERZA EDIZIONE DELLA BIENNALE – CARATTERIZZATA COM’È DA UN AMBIZIOSO PROGETTO DI DIALOGO CON L’ARCHITETTURA GONZAGHESCA DI CHIESA CASTELLO MUOVA VERSO UNA CONCEZIONE ESPOSITIVA IN GRADO DI CONIUGARE IN MODO ARMONICO ARTE CONTEMPORANEA E PATRIMONIO STORICO. QUESTA EVOLUZIONE CI PERMETTE DI APPREZZARE L’ORIGINALE OPERATO DEI SEI GIOVANI ARTISTI INVITATI E CONTEMPORANEAMENTE DI CONTEMPLARE LO SPAZIO MUSEALE DA UN NUOVO PUNTO DI VISTA, NON PIÙ SOLO SFONDO SCENOGRAFICO MA ELEMENTO ESSENZIALE DELL’INIZIATIVA. PROPRIO IN CONCOMITANZA CON L’AVVIO DEI LAVORI DI RECUPERO RIGUARDANTI L’ABSIDE – ULTERIORE PASSO VERSO IL COMPLETAMENTO DEI RESTAURI DI CHIESA CASTELLO LA BIENNALE IMPRIMATVR CONFERMA UN’ATTITUDINE ESTREMAMENTE VERSATILE IN GRADO DI COGLIERE I MUTAMENTI PECULIARI DELL’OFFERTA ARTISTICA, NONCHÉ LA CAPACITÀ DI COLLOCARE LE PROPRIE PROPOSTE ALL’INTERNO DI UN PIÙ AMPIO SISTEMA CULTURALE. L’AUSPICIO QUINDI È QUELLO DI PROMUOVERE, ANCHE ATTRAVERSO MANIFESTAZIONI DI ALTO PROFILO COME QUESTA, LA CONOSCENZA DEL NOSTRO PATRIMONIO STORICO, QUESTO NON INTESO SEMPLICEMENTE COME ELENCO DI MONUMENTI VISITABILI MA BENSÌ DA PERCEPIRE COME UN SISTEMA DI SINERGIE, ORGANICO E STRUTTURATO, IN GRADO DI AFFRONTARE LE SFIDE CHE CI ATTENDONO. ALESSIO RENOLDI - SINDACO
È CON GRANDE PIACERE CHE SALUTO LA TERZA EDIZIONE DELLA BIENNALE D’ARTE CONTEMPORANEA “IMPRIMATVR” E PORGO I MIEI COMPLIMENTI AL PRESIDENTE DONATO NOVELLINI CHE, INSIEME AI SUOI COLLABORATORI, NON SOLO HA PROMOSSO E CURATO LA REALIZZAZIONE DI QUESTO I PROGETTO INNOVATIVO MA HA ANCHE SAPUTO RIPENSARLO, TROVANDO FORME COMUNICATIVE ED ESTETICHE ALTERNATIVE ALLA CLASSICA ESPOSIZIONE. AGLI ORGANIZZATORI E AI PARTECIPANTI VA IL PLAUSO DI REGIONE LOMBARDIA PER AVER DATO VITA AD UNA PROPOSTA ORIGINALE, CHE DAL 2010 DÀ SPAZIO A GIOVANI TALENTI, PORTANDO L’ARTE CONTEMPORANEA IN LUOGHI INUSUALI E LONTANI DAI TRADIZIONALI PERCORSI ARTISTICI. ANCHE QUEST’ANNO SEI GIOVANI ARTISTI HANNO POTUTO CIMENTARSI CON UNA NUOVA SFIDA: GENERARE ARTE CONFRONTANDOSI CON LA STRUTTURA TARDO RINASCIMENTALE DELLA CHIESA CASTELLO. UN’IMPRESA NON FACILE PER FAR CONVIVERE I GRANDI SPAZI DELLA CHIESA GONZAGHESCA, CON I SUOI STUCCHI, I GESSI, I FREGI, LE STATUE E GLI AFFRESCHI DEL TARDO RINASCIMENTO CON L’ARTE CONTEMPORANEA NELLE SUE TANTE FORME, CHE UNISCONO CON CREATIVITÀ PITTURA, FOTOGRAFIA E ISTALLAZIONI. NELLA CORNICE DI QUESTA CHIESA, CON I SUOI AMPI SPAZI, UN QUADRO ESPOSTO AVREBBE POTUTO PERDERSI, OPERE DI PICCOLE DIMENSIONI AVREBBERO POTUTO SPARIRE ALL’OCCHIO DEL VISITATORE. LA SCELTA È INVECE STATA INNOVATIVA: AD OGNI ARTISTA È STATA DATA LA POSSIBILITÀ DI OPERARE IN UNA CAPPELLA DELLA CHIESA, DOVE HA POTUTO ISTAURARE CON ESSA UNA COMUNICAZIONE INCONSUETA E PERSONALE IN BASE ALLA PROPRIA SENSIBILITÀ E AL PROPRIO APPROCCIO STILISTICO. IL RISULTATO È STATO UN PERCORSO DI TRASFORMAZIONE E REINTERPRETAZIONE DELLO SPAZIO, UN DIALOGO FRA ANTICO E MODERNO CHE PARTE DALLA RISCOPERTA DELLE RADICI CULTURALI PER ARRIVARE AD UN CAMBIAMENTO ARMONICO DELL’AMBIENTE. ATTRAVERSO LE IDEE, COSTRUENDO, SPOSTANDO, ANDANDO OLTRE LE CIRCOSTANZE, GLI ARTISTI HANNO SAPUTO RIEMPIRE IL VUOTO E, ATTRAVERSO LA PROPRIA CREATIVA, RESTITUIRE NUOVA VITA AL PRINCIPALE MONUMENTO GONZAGHESCO DEL PAESE. MI COMPLIMENTO PER L’INIZIATIVA E PER LA RICERCA DEL NUOVO CHE LA CARATTERIZZA, RICONOSCENDO L’IMPORTANZA DI PROGETTI COME QUESTO, CAPACI DI OFFRIRE UN’APERTURA VERSO SCENARI NUOVI CHE VADANO OLTRE GLI SCHEMI E SAPPIANO INNOVARE ANCHE NEL CAMPO DELL’ARTE, CREANDO UN PONTE TRA PASSATO E CONTEMPORANEO. CRISTINA CAPPELLINI ASSESSORE ALLE CULTURE, IDENTITÀ E AUTONOMIE REGIONE LOMBARDIA
IMPRIMATVR 2014: LA RIVOLUZIONE DELLO SPAZIO. DAL 2010 ORIGINALE PIATTAFORMA ARTISTICA UNDER 40, LA BIENNALE SI MUOVE: LONTANO DAI SANTUARI METROPOLITANI ALLA MODA E DAI FORMAT ARTISTICI IN CERCA DI LOCAZIONE, CON L’ORGOGLIO AUTARCHICO E TUTTO “PROVINCIALE”DELL’INDIPENDENZA, IMPRIMATVR GIUNGE ALLA SUA TERZA EDIZIONE MUTANDO NON POCO NELLA FORMA, AZZARDANDO ANZI SENZA TIMORE UNA PICCOLA RIVOLUZIONE, BENCHÉ PROBABILMENTE IMPLICITA GIÀ NELLE PREMESSE. SI CAMBIA PERCHÉ TUTTO SI MUOVE ATTORNO E PERCHÉ NOI STESSI SIAMO CAMBIATI RISPETTO AL 2010, ANNO DELL’ATTO PRIMO. PER AFFRONTARE SERIAMENTE L’ARTE CONTEMPORANEA OCCORRE INFATTI SAPER METTERE IN DISCUSSIONE IL PERCORSO AFFINCHÉ LE INTUIZIONI GENERATRICI POSSANO SOPRAVVIVERE ALLO SCHEMATISMO RITUALE DELLE ABITUDINI, ALLA TRAPPOLA DELLE (AUTO) CELEBRAZIONI E ALLA NOIOSA CONSUETUDINE DELLE REPLICHE DOMESTICHE. E’ NECESSARIO SAPER INNOVARE ANCHE IN AMBITO CULTURALE, REINVESTIRE IL CONSENSO RICEVUTO E TALVOLTA PURE DISSIPARLO PER POTER IMMAGINARE UN FUTURO POSSIBILE, UN’OPZIONE APERTA, UNA MOSSA POST-GONZAGHESCA IN GRADO DI DOCUMENTARE E PRESENTARE EFFICACEMENTE COSA ACCADE DA QUESTE PARTI, NEL 2014, RIGUARDO ALL’ARTE DELLE NUOVE GENERAZIONI; PER QUESTO È DIVENTATO IMPRESCINDIBILE SAPER ELABORARE FORME COMUNICATIVE ED ESTETICHE ALTERNATIVE ALLA CLASSICA ESPOSIZIONE, PUR TUTTAVIA CONSAPEVOLI DEL CONTESTO STORICO E DEL PATRIMONIO CULTURALE CHE CI OSPITA. IN ALTRE PAROLE OCCORRE RISCHIARE MUOVENDOSI SECONDO UNA PROGETTUALITÀ BEN CHIARA, CAMBIANDO PER DARE CONTINUITÀ. IL NOSTRO INTENTO, PER QUESTO NUOVO ATTO DI IMRIMATVR, È STATO QUELLO DI ELABORARE UNA SINTESI EFFICACE TRA FORMA E SOSTANZA, TRA SPAZIO E TEMPO, CREANDO DI FATTO INEDITE SUGGESTIONI ESPOSITIVE E DIVERSE PROSPETTIVE DI FRUIBILITÀ DELL’ARTE CONTEMPORANEA: SOLUZIONI IDONEE AD UN’IDEA PROPENSA NATURALMENTE AD EVOLVERSI. PERCHÉ QUESTA, IN FONDO, È UN’AVVENTURA NATA FRA AMICI, CRESCIUTA QUALITATIVAMENTE E NUMERICAMENTE NEL TEMPO SENZA PERDERE NULLA DELL’ENTUSIASMO INIZIALE.
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CONTENITORE E CONTENUTO LO SPAZIO IMPONENTE, SEPPUR ESTREMAMENTE EQUILIBRATO NEI VOLUMI ARCHITETTONICI, DI CHIESA CASTELLO HA POSTO DA SEMPRE GRANDI INTERROGATIVI RIGUARDO AL CONCETTO DELLA MOSTRA E AL CONSEGUENTE, PROPEDEUTICO, ALLESTIMENTO. NON SOLTANTO DAL PUNTO DI VISTA VOLUMETRICO, DECISAMENTE IMPEGNATIVO, QUANTO PRINCIPALMENTE DA QUELLO ESTETICO-DECORATIVO: STUCCHI, GESSI, FREGI, LESENE CORINZIE, STATUE, AFFRESCHI ED ABBELLIMENTI VARI DEL TARDO RINASCIMENTO, OLTRE A TUTTA LA METAFISICA DELLE ASSENZE – CROLLI E CONSEGUENTI RESTAURI, VUOTI E PIENI ALTERATI DAL L’INCURIA PASSATA E DALLE FERITE DEL TEMPO - FANNO DEL LUOGO UN “IPER-LUOGO”, IPERBOLE DI SACRALITÀ E SONTUOSITÀ GONZAGHESCA DI MATRICE ALBERTIANA NEMMENO TROPPO DISSIMULATA NONOSTANTE DANNEGGIAMENTI E RAZZIE. ALL’OCCHIO DEL CURATORE LA PREPONDERANZA ANNICHILISCE, ANCHE PER VIA DELLE ALTEZZE ALTERATE DAL CONTROSOFFITTO MANCANTE; ALLA VISIONE D’INSIEME UN QUADRO ESPOSTO POTREBBE PERDERSI, UNA SCULTURA RESISTEREBBE A STENTO, OPERE DI PICCOLE DIMENSIONI SVANIREBBERO: SPARITE, INGHIOTTITE IMPIETOSAMENTE – COME NELLA BALENA COLLODIANA LE CREAZIONI CONTEMPORANEE GIUNTE A FAR BELLA MOSTRA DI SÉ, AL DI LÀ DELLA QUALITÀ SPECIFICA, NELL’APOTEOSI POST-DEVOZIONALE CHE LE CIRCONDA. QUINDI CHE FARE? SERVIREBBERO SUPPORTI, NICCHIE, OSTACOLI, SEPARÉ, IN FONDO COME S’È SEMPRE FATTO IN OCCASIONE DELLE “COLLETTIVE”. OPPURE UN FILO CONDUTTORE, UN TEMA, UNA GUIDA: VINCOLI PER COMPROMESSI. SAREBBE STATO LOGICO E COMODO REPLICARE , CREANDO ARTIFICIOSAMENTE UN FRASTAGLIATO MICROCOSMO ESPOSITIVO, PRIVÈ COME GABBIE ALLO ZOO, UNA VISIONE COSTRETTA ED ARTIFICIALE, UNA SERIE DI OBLÒ ALIENANTI IN GRADO DI MEDIARE CON L’HABITAT CIRCOSTANTE PER LA SOPRAVVIVENZA DI OPERE CREATE ALTROVE, LACERTI PER QUINTE FITTIZIE CAPACI DI DISSIMULARE LA MISTICA DELLE PIETRE: COMPROMESSI VINCOLANTI. QUINDI, ESSENDO QUESTO LO STATO DELL’ARTE, PERCHÉ NON TRASFERIRE COERENTEMENTE “L’ARGENTERIA MODERNA” IN UN CAPANNONE ABBANDONATO? NELL’ANONIMATO NEUTRALE DEL POST-INDUSTRIALE? PERCHÉ ABUSARE ANCORA DEI PRIVILEGI D’ESSERE IN UNA CHIESA DI TALE PRESTIGIO SE L’APPROCCIO È SOLO ESPOSITIVO E DA “RASSEGNA” LASCIANDO IL LUOGO SULLO SFONDO COME PASSIVA SCENOGRAFIA? PERCHÉ NON FARE MOSTRA ALTROVE? PERCHÉ “GLI EDIFICI CAMBIANO LE PERSONE” E LE PERSONE CAMBIANO GLI EDIFICI, ANCHE DOPO AVERLI COSTRUITI. VIVENDOLI.
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RITORNO AL FUTURO: GENIUS LOCI ED È COSÌ CHE ABBIAMO COMINCIATO A STUDIARE LA CHIESA CERCANDO DI COMPRENDERNE A FONDO LA STORIA E LE PECULIARITÀ, IN UN AFFASCINANTE PERCORSO A RITROSO, COME SE LA SPAVALDERIA “FUTURISTA” DEGLI ESORDI NON POTESSE REALIZZARSI APPIENO SE NON ATTRAVERSO LA RISCOPERTA DELLE RADICI, SECONDO QUEL TIPICO TRACCIATO CHE IN CASI BEN PIÙ EMBLEMATICI PRESE IL NOME DI RITORNO ALL’ORDINE. MA QUALE ORDINE IN QUESTO CASO? SMONTARE IMPRIMATVR PEZZO PER PEZZO, COME UN GIOCO PER RICOSTRUIRLO IN ALTRO MODO, PARTENDO DAGLI ESPERIMENTI SITE – SPECIFIC PRESENTI GIÀ NELLE PASSATE EDIZIONI, GIUNGENDO IN QUESTO MODO ALLA CONSAPEVOLEZZA DELLA TERZA DIMENSIONE. AL DI LÀ DELLE FRASI DI RITO IL DIALOGO FRA L’ANTICO ED IL MODERNO - L’INTENTO È STATO QUELLO DI COINVOLGERE GLI ARTISTI IN MODO DIRETTO E PROGETTUALE, OVVERO AFFIDANDO AD OGNUNO DI LORO UNA CAPPELLA DELLA CHIESA, INTENDENDO CON CIÒ INSTAURARE UNA COMUNICAZIONE INCONSUETA E PERSONALE CON LO SPAZIO, PUR DECLINATA SECONDO LE VARIE SENSIBILITÀ ED I DIVERSI APPROCCI STILISTICI. L’UNICA VIA PERCORRIBILE È PARSA QUELLA DI RIBALTARE LA QUESTIONE METTENDO AL CENTRO DELL’INDAGINE ESTETICA LO SPAZIO - FISICO E SPIRITUALE COINVOLGENDO GIOVANI ARTISTI IN GRADO DI CONFRONTARSI CON FATTORI BEN PIÙ COMPLESSI DEI SEMPLICI ATTREZZI DEL MESTIERE E DELLA CONSEGUENTE PERIZIA OPERATIVA. SI SPOSTA IN QUESTO MODO IL PUNTO DI VISTA, L’ATTENZIONE UN TEMPO RIVOLTA ALLE OPERE DIVENTA PANORAMICA VISIONE D’INSIEME, ATMOSFERA DIFFUSA, INSTALLAZIONE TOTALE, CREATIVITÀ DIALOGICA SOTTOPOSTA ALLA DISCIPLINA DEL CONFRONTO.
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LA RESTAURAZIONE DELLO SPAZIO IL NOSTRO TEMPO PRESUNTUOSO, COME FOSSE APPENDICE DI TUTTI GLI STILI DEL PASSATO, SI CARICA DI RESPONSABILITÀ SPESSO VINCOLANTI: LA MUSEALIZZAZIONE GENERALE CHE CI VEDE CUSTODI NOSTALGICI DI TUTTO L’ACCUMULATO E L’IMPLICITA PARALISI CREATIVA CONSEGUENTE – TUTTO UN FARE CONTEMPORANEO CHE GIUDICA SÉ STESSO – RAPPRESENTANO BENE IL PARADIGMA DI UN PRESUNTO COMPLESSO EREDITARIO RIGUARDANTE IL CONCETTO DI BELLEZZA CLASSICA COME PERFEZIONE PERDUTA, ARCANA MISURA DECIFRABILE MA INCOMPRENSIBILE NELLA SUA ESSENZA PIÙ PROFONDA; È L’IRRAGGIUNGIBILE SOTTOPOSTO A RESTAURO PERENNE, L’APICE STILISTICO NON REPLICABILE NONOSTANTE LA PRECISA SENSAZIONE CHE, ANCORA OGGI, TUTTO CIÒ POSSA RAPPRESENTARE UNA NATURALE PREMESSA PERPETUA, LA MATRICE INESAURIBILE DI OGNI GESTO ARTISTICO POSSIBILE. LA STORIA DELL’ARTE CI MOSTRA, CHIARAMENTE RICONOSCIBILI, I TRATTI DISTINTIVI DI QUESTO TRAVASO CONTINUO, DI QUESTA PROCESSIONE DAI NOMI SEMPRE DIVERSI; TUTTI DETTAMI DELLO ZEITGEIST RIVELATI ALL’ORECCHIO DEL FRAMMENTO DI TEMPO SUCCESSIVO, PASSAPAROLA ARCANO DI CODICI TRADOTTI A VENIRE. QUESTA SUCCESSIONE CONFIDENZIALE, NEL SUO PASSAGGIO INFLESSIBILE, CATALOGA IMPOLVERANDO, ORDINA CONSUMANDO, NOBILITA SACRIFICANDO, CONQUISTA PERDENDO (LA MATERIA CHE CEDE, LA RESURREZIONE DELLA CARNE, LA TRASFIGURAZIONE) IN UN FLUSSO DI LUCE AUTOALIMENTATA DI PROVENIENZA CELESTE. EPPURE L’ETERNO RITORNO – TRAPPOLA ED OPPORTUNITÀ - SCARDINA LE NOSTALGIE RIEMPIENDO E CURANDO SENZA RIPOSO GLI INCAVI, LE CORNICI VUOTE, I MURI ORFANI, GLI ALTARI CROLLATI ED I GONFIORI AMMUFFITI. DIVIENE BELLO LO SPAZIO RIOCCUPATO DALLA VITA, POSTERI BATTESIMI E NOZZE MERCURIALI, CELEBRATE IN CHIESA CASTELLO, ALEGGIANO TRA CIÒ CHE È E CIÒ CHE FU. KAIROS BEN TOLLERA L’INCURSIONE DI UN PICCIONE O DI UNA SERPE, I FASTI DI UN RUOLO PERDUTO, LE FLEBO DI CULTURA NELLA CONTEMPLAZIONE DELLE CREPE COME NELLA METAFISICA DELLA POLVERE; L’OCCHIO SI POSA SULL’ATTIMO, QUEST’ULTIMO CATTURATO NELL’ATTO DI TRASCENDERE LA MISERIA DELL’EFFIMERO SANCITA DALLA LANCETTA SUL QUADRANTE, PER FARSI ECO DI CONFIDENZE SUPERIORI. PERCHÉ È IL MOMENTO PROPIZIO, LA CLESSIDRA RESTA SOSPESA UN ATTIMO PRIMA DI CAPOVOLGERSI ANCORA NELL’EQUILIBRIO LUMINOSO DEL FATO. IL TEMPO SI CONTRADDICE SE MESSO IN DISCUSSIONE, KRONOS RETROCEDE A COMANDO, MUTA COME UN RITRATTO IN SOFFITTA SE LE MISURE COMBACIANO ALL’IDEA, SE LE PREGHIERE PROROGANO LE INTENZIONI PIEGANDOLE VERSO LA COSTRUZIONE, SPOSTANDO COME UN GIOCO DI STELLE DOPPIE IL TUTTO AD ORIONE, AL DI LÀ DELLA CONTINGENZA. COSÌ S’È PENSATO DI RIEMPIRE IL VUOTO, OMAGGIO AD ALTRO DISEGNO POSSIBILE, COME UN RITO DI PASSAGGIO NEL LABIRINTO PRESENTE. DONATO NOVELLINI
OPERE WORKS
ESTER BONETTI LA TAUTOLOGIA È SPESSO UTILIZZATA, SOPRATTUTTO NELL’AMBITO DELL’ARTE CONCETTUALE DEL XX SECOLO, COME MODALITÀ ATTRAVERSO LA QUALE L’ARTISTA AFFERMA IL PRIMATO DEL CONCETTO SULL’ESPRESSIONE. UN’ARTE CHE RIFLETTE SULL’IDEA DELL’ARTE È DI PER SÉ TAUTOLOGICA. IN UNA PROSPETTIVA PIÙ AMPIA, LA GRAN PARTE DELL’ARTE OCCIDENTALE, TRAENDO LA SUA GIUSTIFICAZIONE DALL’IMITAZIONE DELLA REALTÀ, È ANCH’ESSA TAUTOLOGICA, COME, A BEN VEDERE, LO È UN’ARTE CHE SI ALLONTANA DALLA “MIMESIS” PER RIVENDICARE L’AUTONOMIA DEL LINGUAGGIO PITTORICO, PROCLAMANDO IL VALORE DEL SEGNO E DEL GESTO IN SÉ. IN COERENZA CON QUESTE PREMESSE, ESTER BONETTI, NELL’AFFRONTARE UN TEMA COMPLESSO COME L’INSERIMENTO DI UN’OPERA PITTORICA CONTEMPORANEA ALL’INTERNO DI UN CONTESTO ANTICO E STRAORDINARIAMENTE AFFASCINANTE COME L’ALTARE DI UNA CHIESA, HA SCELTO DI ACCORDARE LA SUA PITTURA ALL’AMBIENTE CHE LO OSPITA MEDIANTE L’USO MANIFESTO DELLA TAUTOLOGIA. CIÒ AVVIENE, PRUDENTEMENTE, ATTRAVERSO UNA SORTA DI “POETICA DEL FRAMMENTO”, IN ALTRE PAROLE, DI UNA RIPROPOSIZIONE INGRANDITA DI UN DETTAGLIO DELLO SPAZIO CHE LE È STATO ASSEGNATO. INEVITABILMENTE, QUESTA SCELTA, NELL’APPARENTE SEMPLICITÀ, RIVELA PIENAMENTE QUALE SIA L’OBIETTIVO CHE ESTER BONETTI SI PONE CON LA SUA PITTURA: LA RICERCA DI UN PUNTO DI EQUILIBRIO TRA L’ESPRESSIONE INDIVIDUALE DEL GESTO PITTORICO E LA FEDELTÀ DELLA RAFFIGURAZIONE. ALTRE VOLTE, PER ALTRI CONTESTI, ESTER BONETTI A QUESTO PROGRAMMA FORMALE SOVRAPPONE E STRATIFICA SIGNIFICATI, EVOCAZIONI POETICHE, NARRAZIONI PIÙ O MENO ESPLICITE. IN QUESTO CASO, LA RINUNCIA CONSAPEVOLE A QUESTO APPROCCIO SEMBRA VOLER COMUNICARE L’IMPOSSIBILITÀ (O SEMPLICEMENTE L’INOPPORTUNITÀ) DI RIEMPIRE IL VUOTO SPETTACOLARE DELLA CORNICE, UN VUOTO COSÌ GRAVIDO DI SIGNIFICATI, CON UNA PITTURA CHE VEICOLI A SUA VOLTA MESSAGGI E CONCETTI. LA TRAGICA BELLEZZA DELL’ARCHITETTURA CHE OSPITA LA MOSTRA, UNA TRAGICITÀ CERTO TRANSITORIA, DESTINATA A RIDIMENSIONARSI UNA VOLTA CHE I NECESSARI RESTAURI SARANNO PORTATI A COMPIMENTO, È LA TESTIMONIANZA DI CIÒ CHE QUESTO AMBIENTE NON È PIÙ. ATTRAVERSO LA TAUTOLOGIA, ESTER BONETTI SEMBRA SOTTOLINEARE QUESTA TRANSITORIETÀ, QUESTO MOMENTO DI PASSAGGIO. ANTONIO SANTELLI
VERONICA SOZZI SAN MARTINO IL MOLTIPLICATORE. “EL SANTO” MOLTIPLICATORE. LA VICENDA DI MARTINO CHE DIVIDE IL PROPRIO MANTELLO VIENE INTERPRETATO DA VERONICA NELL’ACCEZIONE PIÙ AMPIA POSSIBILE: IL SANTO, CHE DA UN MANTELLO NE RICAVA DUE, AVVIA UN PROCESSO DI MOLTIPLICAZIONE CHE DIVENTA IL MOTIVO UNIFICATORE DEI CINQUE SCOMPARTI DI QUESTO POLITTICO. L’ENERGIA DEL GESTO TRASFORMA LA SCENA DELL’INCONTRO TRA IL CAVALIERE E IL POVERO IN UN VERO E PROPRIO “ATTO DI FORZA”, INTERPRETATO QUASI COME UNA COLLUTTAZIONE; AL SANTO CAVALIERE, NELLA PRIMA TAVOLA A SINISTRA, SI SOVRAPPONE LA FIGURA DI “EL SANTO”, UN MESSICANO ASSAI FAMOSO NEL MONDO DELLA LOTTA LIBERA, CUI VENIVANO ATTRIBUITE, NELLE CONVENZIONI DI QUEL GRANDE SHOW BUSINESS, FACOLTÀ SOPRANNATURALI. I PERSONAGGI DEGLI ALTRI SCOMPARTI SONO I SANTI INDOSSATORI, COLORO CHE VIVONO SULLA PROPRIA PELLE L’EFFETTO DELLA MOLTIPLICAZIONE; UNA PROCESSO ANALOGO SI SVILUPPA IN ALCUNE IMMAGINI CHE CIRCOLANO NELLA RETE WEB, IN UN GIOCO ALQUANTO DIFFUSO NEL QUALE CENTINAIA DI RAGAZZI E RAGAZZE SI METTONO ALLA PROVA INDOSSANDO PIÙ COSE POSSIBILE: DECINE DI OCCHIALI, DI MUTANDE, DI CAPPELLI, DI MAGLIETTE; NON C’È CRITICA VELATA ALLA SOCIETÀ DEI CONSUMI MA UN GUSTO, PURO E DIVERTITO, PER L’ACCUMULO. L’UOMO TORRE SI PONE COME RICHIAMO ALL’EDIFICIO CHE COMPARE NELLO STENDARDO DEL COMUNE E COME CHIARO RIFERIMENTO ALLA FORTIFICAZIONE DALLA QUALE È NATO IL CAMPANILE; UNA TORRE DI SECCHI INDOSSATA DA UNA FIGURA DAL PROFILO QUASI NITIDO, FERMO, D’IMPATTO NEORINASCIMENTALE; È UNA FIGURA CHIAVE, POICHÉ ASSURGE QUASI A SPETTATORE SILENZIOSO E ATTENTO - AL PARI DI UNA TORRE, APPUNTO IN CUI SI RISOLVE LA FORZA DEL GESTO DEL SANTO MOLTIPLICATORE, VERO E PROPRIO EROE CONTEMPORANEO. VERONICA NON VUOLE RINUNCIARE, IN QUESTO LAVORO, ALLA FORMA RICONOSCIBILE DELLE COSE, NONOSTANTE LE LINEE DEL SUO PERCORSO SEMBRINO GUIDARE VERSO UNA FORMA DI ASTRAZIONE O, MEGLIO ANCORA, DI DISSOLUZIONE; È EVIDENTE NELLA DIFFERENZA CHE INTERCORRE TRA I SUOI “RITRATTI URBANI” - INCISIVAMENTE SOSPESI TRA LA CULTURA NEO-OGGETTIVA E QUELLA POP - E LE SUE “TANICHE” DI SUGGESTIONE MORANDIANA. IL PELLEGRINO SCOMPARE SOTTO LE CAMICIE CANDIDE, IN UN INTRICO DI SEGNI LEGGERI E BIANCHI CHE VOGLIONO DISSOLVERE LA SUA FORMA NELLA PREPARAZIONE DI BASE DELLA TAVOLA: LA MATERIA BIANCA È STESA SUL LEGNO IN PORZIONI CHE RICORDANO IL PROCESSO DELLE GIORNATE DELL’AFFRESCO, COSICCHÉ IL BIANCO RIESCE A DIVENTARE LA MATRICE DA CUI EMERGE, DISSOLTA, LA FORMA. LE MACCHIE GRIGIE CHE NE RISULTANO CREANO UN ACCORDO, GIUSTO E DISCRETO, CON LE PARETI DELLA CAPPELLA IN CUI L’OPERA È ACCOLTA. L’ACCUMULO DELLE COSE COPRE IL SOGGETTO FINO A FARLO SPARIRE. NON SI VEDONO I VOLTI. QUEL CHE RESTA DELLA VICENDA NON SONO LE PERSONE, MA GLI EFFETTI DEL GESTO CHE COMPIONO. FIORENZO FISOGNI
EL MANTO
DANIA ZANOTTO NELL’ARCHITETTURA RIGOROSA, QUASI ALBERTIANA, CHE CARATTERIZZA LA CHIESA RINASCIMENTALE DI CASTELLO, DANIA ZANOTTO HA CREATO UN’INSTALLAZIONE CHE DIALOGA FORTEMENTE CON LO SPAZIO DEL CONTENITORE, NON TANTO NEL SENSO DELLA ‘MISURA’ E DELLE RAGIONI STRUTTURALI DEL LUOGO, MA RIGUARDO ALLE POSSIBILITÀ EMOZIONALI DI EVOCARE FUNZIONI, DI RICREARE LUCI, ODORI, SUONI E SENSAZIONI. L’OPERAZIONE PROGETTUALE, CHE SI BASA SUI VALORI DELLA COMPOSIZIONE, RITMICI E MATERICI, SEGUE LE TRACCE DI UNA SUGGESTIONE DEL SACRO INTESO IN SENSO METASTORICO E SI CONCRETIZZA IN DUE PARTI DAL SENSO CONFINANTE: UNA VESTE E DELLE CIOTOLE. LA PRIMA, CARATTERIZZATA DA UNA SEMPLICE RIGIDITÀ GEOMETRICA, ALLUDE ICONOGRAFICAMENTE ALLA TAU DELL’ALFABETO EBRAICO ED ALLA CROCE CRISTIANA; LE ALTRE, A TERRA, SONO OGGETTI QUOTIDIANI LA CUI FORMA È LEGATA AL NUTRIMENTO DEL CORPO, MA RICORDA ANCHE LE PATERE CLASSICHE DEI SACRIFICI ED I CALICI CRISTIANI. LA MATERIA CHE COMPONE QUESTI ELEMENTI COINCIDE CON IL LORO SIGNIFICATO, ALLUDE AL LORO PASSATO E AD UNA POSSIBILE RINASCITA: LA STOFFA, MACERATA, MOSTRA LA SUA CONSUNZIONE E, FORSE, GLORIA E FERITE ANTICHE; LA CERA CHE RICOPRE LE CIOTOLE LE RIVESTE SUGGERENDO ECHI RITUALI CON BAGLIORI DORATI E SANGUE. SIMBOLI, SCAMBI DI SIGNIFICATO, STORIE DI RINASCITA COMUNI ALLA CHIESA CHE LE ACCOGLIE, SORTA PIÙ DI CINQUECENTO ANNI FA, TRASFORMATA DAL GUSTO BAROCCO, ANCORA VIVA, CON UN’ALTRA FUNZIONE, IN EPOCA CONTEMPORANEA. PIA FERRARI
BENNY MANGONE “VELLUTO E BIRO SU TELA” SI SAREBBE DETTO SE IL SUPPORTO FOSSE STATO UN QUADRO COME AI VECCHI TEMPI DEL CAVALLETTO, MA LA SUPERFICIE È BEN ALTRA; NELLA CHIESA IN FONDO A SINISTRA LA PARETE È GIÀ SATURA DI ONDE DORATE E LO SPAZIO SI FA COSÌ TEATRO D’INCASTRI SUPREMATISTI: CARICA DI STORIA E DI RELIGIOSITÀ OSTENTATA LA CAPPELLA PIÙ BAROCCA - ACQUA SCOLPITA ANCHE QUANDO ESIBITA IN GESSO - DIVENTA ORA SEDE D’INTROMISSIONE SEDUCENTE, NICCHIA DEVOZIONALE DELL’ IPERBOLICO ANNULLAMENTO DA ECCESSO CREATO DA BENNY MANGONE. COME DOPPIA SCENOGRAFIA E DOPPIA ALLEGORIA, SPECCHIO CIECO E LAGHETTO ARTIFICIALE, L’INSTALLAZIONE SI FA TRASCENDENTALE NELL’ATTO DI ANNULLARSI POST CONFRONTO/SCONTRO, QUALE MEDITERRANEA SINTESI DELL’ATTITUDINE A FISSARE CIÒ CHE SI MUOVE E A MUOVERE L’ELEMENTO FISSO. “VELLUTO BLU”, “VELVET UNDERGROUND”, “VELVET GOLDMINE”, “BIRO BIC BOETTI”, RIFERIMENTI MEDIATICI CHE SI RICHIAMANO A VICENDA, OVVERO SUGGESTIONI NELL’AMBITO DI QUELLA PARTICOLARE TENDENZA SEDUTTIVA POP (PICCOLA PALINDROMIA), CARATTERISTICA ICONOGRAFICA DI UNA PERICOLOSA LOGICA DI CONFINE - QUELLA CHE POSIZIONA NELL’INDETERMINATO SACRALITÀ E VOLUTTÀ IN UN’IPOTESI CELESTIALE RIASSUNTIVA: SANTITÀ COME DECORAZIONE ED ABBELLIMENTO COME METAFISICA, AZZERAMENTO COME ALTER EGO DELLA DECORAZIONE NELLA MISURA IN CUI PER TRASCENDERE BASTA OLTREPASSARE IL VISIBILE PER POSIZIONARSI SAGGIAMENTE NELL’INTERPRETABILE. “INVECE DI PENSARE CONTINUA A SALMODIARE” OVVERO “INVECE DI DIPINGERE CONTINUA A CANCELLARE”, PERCHÉ NULL’ALTRO È CONCESSO SE NON IL PRIVILEGIO DI UN’AFFERMAZIONE NETTA, LA FIRMA INDELEBILE SUL TEMPO, IL LAVORO INSTANCABILE DELLA LUCE E QUEL LASCIAR FARE TIPICO DELL’ASCESI. COSÌ È NEL CASO DELL’OPERA DI BENNY MANGONE DOVE IL BAROCCO, COME “MODA” DI UN LUSSUOSO ABBANDONO, DIVENTA POSSIBILITÀ DI INTERAZIONE PUBBLICA, SPAZIO TON SUR TON PER UN COSTRUTTIVISMO POST MODERNO QUANTO POST MONDANO, SUPERFICIE LIQUIDA D’ACCAREZZARE SCALZI, DOPPIEZZA PROTETTIVA CAPACE DI CELARE MOSTRANDO. GUGLIELMO DE VECCHI
LUANA RIGOLLI LA CADUTA DEI GIGANTI IL GIORNO CHE HAI GIÀ VISSUTO RIAPPARE ORA DAVANTI TRASFIGURATO IN CHIARO, LE PAROLE CHE HAI PRONUNCIATO DIVENUTE ECO MURALI DEAMBULANO ARRESE SU MACERIE E VEGETAZIONE, ENTRA LO SGUARDO CHE SI FA RIVERBERO SOLENNE, L’ACQUA MORTA SUPPLISCE ALL’AFFRESCO COLANDO VERDE A TERRA MENTRE DALL’ALTO IL CIELO PARE INFLIGGERE IL SUO ORDINE CATEGORICO: RUACH HAQODESH. FOTOGRAFIA NETTA DI UN EQUILIBRIO PRECARIO, SCATTO DI UNA STILL LIFE COSTRUITO SUL PESO DELLA CADUTA, SULLA VERTICALITÀ ASCENDENTE OLTRE LIMITE, SU IPOTESI DI RESISTENZA TRAFITTE, SUL TEMPO CHE RICATTA LA PIETRA. L’ARCHITETTURA RIMASTA È COME DIPINTA DI DOMANDE E RISPOSTE, QUESITI E SENTENZE DISPOSTE IN ORDITO VELATO, SISTEMATE SECONDO UN CODICE INIZIATICO; LA SACRALITÀ PER ARIA, SOSPESA, DIVENTA RESPIRO BLOCCATO, IN ALTO UN CEDIMENTO STRUTTURALE CHE ASSOMIGLIA AD UNA FUGA IN TROMP L’OEIL, ALLA RELATIVITÀ DEL LIMITE, SI FA OCCHIO DIVINO. GUARDARE DENTRO E GUARDARE FUORI, CON RECIPROCITÀ - “LA CADUTA DEI GIGANTI” - MENTRE NELLA NICCHIA L’OMBRA UMIDA DI UNA DEVOZIONE DISSOLTA RECITA A MEMORIA CIÒ CHE FU. MA È TUTTO A POSTO: OLTRE IL TETTO SI VEDE IL CIELO E DALLE FINESTRE “IL DIETRO LE QUINTE”, TEATRALE RETROSCENA DI STUDIATE DOPPIEZZE. PERCHÈ QUESTO DITTICO DI LUANA RIGOLLI, COSTRUZIONE NELLA COSTRUZIONE - FOTO DI UN EDIFICIO RELIGIOSO DAL TETTO CROLLATO ALLESTITO DENTRO AD UN EDIFICIO RELIGIOSO DAL TETTO CROLLATO E RICOSTRUITO, ASSUME LE CARATTERISTICHE DI UNA MISE EN ABYME FORTEMENTE SUGGESTIVA. L’ITERAZIONE RAFFINATA FRA L’OPERA - NELLA SUA DIVISIONE A METÀ COSÌ SIGNIFICATIVA - E LO SPAZIO DELLA CAPPELLA PRESCELTA DELL’ARTISTA DIVENTA SEDUCENTE STIMOLO NON SOLO VISIVO. COME SCATOLE CINESI LE RIFLESSIONI SI MOLTIPLICANO, I RIMANDI SI RAMIFICANO, GLI SPECCHI SI GUARDANO INCURANTI DELLE PROPORZIONI. LE POSSIBILITÀ D’INCASTRO TRA MICROCOSMO FOTOGRAFICO E MACROCOSMO SPAZIALE TRAVALICANO INFATTI LA MISURA INTRODUCENDO UN DIALOGO SEGRETO: TORNANO AD ESSERE FERTILI GLI ALTARI. GUGLIELMO DE VECCHI
LA CADUTA DEI GIGANTI
FEDERICA AIELLO PINI DEO OPTIMO MAXIMO STA SCRITTO SOPRA MENTRE OLTRE IL GRANDE PORTALE SI APRE UNA FUGA DI BUIO, QUELL’ALTERAZIONE OTTICA CHE COLPISCE I SENSI NELL’ATTO DI ENTRARE IN CHIESA, LO STACCO CHE SEPARA LA MONDANITÀ DALLE IMPERSCRUTABILI VICENDE SUPERIORI. UN PASSAGGIO E UN PRESAGIO. GRADUALMENTE, GIÀ DOPO POCHI ISTANTI, LA SPAZIO SI MANIFESTA IN TUTTO IL SUO SPLENDORE RINASCIMENTALE E LA LUCE DIVENTA TRIONFO DORATO, SFARZO E PERFEZIONE DELLA CASA DI DIO. MA LE UMANE VICENDE, COSÌ PEREGRINE E VELLEITARIE, ASSOMIGLIANO MAGGIORMENTE ALLA CADUCITÀ DEI DECORI IN GESSO PIUTTOSTO CHE ALLA SOLIDITÀ SECOLARE DELLA FONDAMENTA. “PRENDERE UN TÉ CON ELEGANZA È PIÙ MORALE CHE FARE DEL L’ARTE”, SI DICEVA IN EPOCA DADA, QUESTO GIUSTO PER RICHIAMARE L’ALEATORIA SOSTANZA DEI NOSTRI AFFANNI E LO SCIVOLOSO TRAGITTO DELLE CERTEZZE ANNUNCIATE, SCRITTE, SCOLPITE O DIPINTE. PER QUESTO NON V’È PACE NELL’ANIMO UMANO E NON V’È PREGHIERA REALMENTE CONSOLATORIA. DATO CHE “L’OPPOSIZIONE È LA VERA AMICIZIA” (WILLIAM BLAKE) VIRTÙ E MISERIA SI CONFONDONO NEGLI ESITI, BENE E MALE - SIMULANDO UN DUELLO ANCESTRALE – S’INTRECCIANO ARMATI SIMULANDO SUPREMAZIE D’UN ATTIMO, COME CAVALIERI PRIMA DI BATTAGLIARE PROTETTI E NASCOSTI DA IDENTICHE ARMATURE: MEZZE VERITÀ SPECULARI, MEZZE FERITE SENZA CURA. DAVVERO OGNI COSA ESISTE IN FUNZIONE DEL SUO CONTRARIO? VINCE IL SILENZIO E CADE UNA PIUMA. O ERA UNA FOGLIA? SI TORNA COSÌ A CASA, A RITROSO NEL GREMBO, CON PASSO DISCRETO AFFINCHÉ IL TEMPO NON ABBIA AD ACCORGERSENE; ATTRAVERSO LA PITTURA CI SI APPOGGIA COME VISIONE NUDA AL MURO, CON NATURALEZZA, PERCHÉ ALLE SPALLE NON C’È OSTILITÀ, PERCHÉ I PIGMENTI TRAVALICANO LA SOSTANZA - IL CEMENTO - POSIZIONANDOSI NELL’ATMOSFERA SOFFICE, NELLE SFUMATURE IMPERCETTIBILI CHE FANNO ABBASSARE GLI OCCHI, NELLA CULLA PRESCELTA, IN UN DISEGNO D’INCENSO. IN FONDO ALL’EDIFICIO RELIGIOSO, ULTIMA CAPPELLA A DESTRA, FEDERICA AIELLO PINI RIEMPIE DUE VUOTI: QUELLO DELLA NICCHIA DOVE ERA SITUATA UNA TELA DI JACOPO DA BORBONE E QUELLO, ASSAI PIÙ COMPLESSO DA COLMARE, CHE RIGUARDA IL SENSO E LA FORMA DELL’INCONTRO, LA FILIGRANA DELL’ATTO PURO, L’ESSENZA DI UNA POLVERE PREZIOSA CHE DIVENTA IMMAGINE E VITA. “I TUOI OCCHI HANNO VISTO IL MIO EMBRIONE” È SCRITTO A PROPOSITO DEL GOLEM NEL SALMO 139.16, RIGUARDO ALL’INFORME VITA, FRUTTO DI UN SOFFIO, IN PROCINTO DI DIVENIRE CREAZIONE UMANA; CITAZIONE CHE POTREBBE ESSERE UTILE COME ACCOMPAGNAMENTO ALLA VISIONE DELL’OPERA E CHE CI RIPORTA CONSEGUENTEMENTE AD UNO STATO UMANO ANDROGINO, ALL’ABBRACCIO SIMBOLICO DI UN TEMPO PRIMA DL TEMPO, AD UN ORDINE ARMONICO UNITARIO ANCORA DA DECIFRARE: “TUTTE LE SOSTANZE SONO UNA SOLA PER COLUI CHE HA LE CHIAVI DEL COSMO”. TANT’È CHE NOI NON LE ABBIAMO ANCORA TROVATE QUESTE CHIAVI E FORSE NEMMENO LE PORTE CORRISPONDENTI. GLI INDIZI VOLTEGGIANO SUL PERCORSO IN ORDINE SPARSO E RIGUARDO ALL’EQUILIBRIO DEGLI ELEMENTI ANCORA NESSUNA TRACCIA. DA QUESTE CONSIDERAZIONI L’OPERA DI FEDERICA AIELLO PINI, AL CONFINE TRA GESTUALITÀ SENSORIALE E FISICITÀ MATERICA, PARE RIPORTARCI AD UNA SAGGEZZA ISTINTIVA ED ATEMPORALE, AD UNA MANIFESTAZIONE DIRETTA DI SENTIMENTI ALTRIMENTI MUTI ED INTRADUCIBILI. OPERA PITTORICA NELLA QUALI I COLORI SI DECLINANO IN ELEMENTI: CROSTA DI PANE, TERRA FERTILE, UMIDITÀ CORNEALE, POLVERE DI CIPRIA, FOGLIAME E SUGHERO. SENTORI, PROFUMI, TINTE STEMPERATE ED ETEREE, EVANESCENZE APPENA COSTRETTE DAI SEGNI DIVENTANO UNICA EMULSIONE DESTRUTTURATA, INCONTRO POSTICIPATO DI LINEE LIBERE. FORMA: UN ATTIMO PRIMA DI ASSUMERE L’OBBLIGO DI UNA SEMBIANZA. GUGLIELMO DE VECCHI
SENZA TITOLO
PIETRO MARCHESE - ARTISTA FUORI CONCORSO CANTO LE FORME DEI CORPI CHE PRESERO NUOVA FIGURA. NUMI, POICHÉ VOI MUTASTE ANCHE QUELLE, ISPIRATEMI IL CANTO, E DALL’ORIGINE PRIMA DEL MONDO REMOTO AI MIEI TEMPI DEL MIO POEMA CONTINUO VOI INTESSETE LA TRAMA. [PUBLIO OVIDIO NASONE, METAMORFOSI, TRADUZIONE DI FERRUCCIO BERNINI, ZANICHELLI, 1989] GLI DEI DA SEMPRE GUARDANO GLI UOMINI, NE DETERMINANO LE VICENDE, NE ANELANO GLI AMORI, NE DECIDONO LA SORTE. DA SEMPRE GLI UOMINI GUARDANO GLI DEI, CERCANO DI COMPRENDERNE IL VOLERE, NE INVIDIANO GLI AMORI, NE NARRANO LE VICENDE. MA PER L’UOMO CONTEMPORANEO QUALI SONO GLI DEI, DI CHI AMMIRA GLI AMORI, INVIDIA LA BELLEZZA E IMITA LE GESTA? CHI VALUTA I BISOGNI, DETERMINA LE SCELTE E DECIDE, TALVOLTA, LA SORTE DEGLI UMANI? COSA RESTA SE NON IL PENSIERO ONIRICO NEL QUALE RIFUGIARSI, IL TEMPO DELLE TRASFORMAZIONI È GIUNTO ANCORA E MENTRE LA TRASMUTAZIONE SI COMPIE E GIÀ SI ASSAPORA L’AMBROSIA NELLA COPPA DI EBE, SI RIMANE COSÌ, A METÀ DEL VIAGGIO, DISARMATI DI FRONTE AL VUOTO CHE CI PERVADE. FABULAZIONE, NARRARE IN FORMA DI FAVOLA. QUESTA È LA PAROLA PLASMATA DI PIETRO MARCHESE, CHE CON LA MATERIA PRIMORDIALE DÀ FORMA AL SUO UNIVERSO FANTASTICO, EGLI NON RAPPRESENTA UN FATTO, LO EVOCA, FISSA IMMOBILE L’EVENTO NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE A MUOVERSI SIA IL PENSIERO. MUOVE GLI ATTORI DELLA SUA FIGURAZIONE CONGELANDO L’ISTANTE CHE ANNIENTA LE SPERANZE AD UN PASSO DALLA SALVEZZA, LO SGUARDO ENIGMATICO DELLA RANA E IL SUO CORPO ANTROPOMORFO, FUSI PER SEMPRE NELL’ATTESA DELLA SOLUZIONE. LASCIA CHE LA COMPRENSIONE DELL’OPERA SIA UN PENSIERO INDIVIDUALE MA NON SENZA INDICARE CHE AL LIETO FINE SI SOVRAPPONE SOLO…FINE, LA FAVOLA NON FINISCE CON…FELICI E CONTENTI MA CON… E VISSERO. VINCENZO DENTI
I HAD A DREAM...
THE END
KARAMASKIJ - ARTISTA FUORI CONCORSO LETTURA L’AUTORE PARTE CHIARAMENTE DA UNO SPUNTO ATOMISTA, AVVERTENDO SUBITO LO SPETTATORE SULLE SUE ATTENZIONI ONTOLOGICHE: LA REALTÀ CHE ABITIAMO È OCCUPATA DA MATERIA ESTESA NELLO SPAZIO E NEL TEMPO CHE AFFERRIAMO COME COMPATTA, MA CHE SI COSTITUISCE SU UN DIVERSO PIANO PERCETTIVO ATTRAVERSO UN TURBINE DI PARTICELLE IN MOVIMENTO PERPETUO NEL VUOTO. NE ABBIAMO DI CONSEGUENZA UNA COGNIZIONE ILLUSORIA, ANCHE SE SOLO ATTRAVERSO TALE INGANNO È POSSIBILE FARNE L’ESPERIENZA. PER SVELARE UN POCO DI QUESTA VERITÀ, EGLI SI AVVALE D’UN PASSO SOLTANTO IN APPARENZA MISURATO, ABBANDONANDOSI AL CONTRARIO AD IMPREVEDIBILI VARIAZIONI CARATTERIZZATE CIASCUNA DA LIEVI DIFFERENZE RITMICHE: FRANTUMI DI FOTOGRAFIE RITRAENTI SOGGETTI O STRUTTURE, SONO INFATTI MONTATI IN SUCCESSIONI DISCONTINUE IN MODO DA PRODURRE QUEL SENSO DI CRISI NECESSARIO AL DISINCANTO ULTIMO. LO STRUMENTO VIDEO, CHE SI AVVALE PROPRIO DEL LIMITE PERCETTIVO PER FARE APPARIRE FLUIDO CIÒ CHE NON LO È, VIENE ROVESCIATO NELLA SUA FUNZIONE PRIMARIA E QUINDI IMPIEGATO PER SMASCHERARE LA COMMEDIA. L’IMMAGINE È SFOCATA, STIRATA, INDISTINTA, TREMOLANTE, FORTEMENTE CONTRASTATA, APPARTIENE ALLA DIMENSIONE ONIRICA, A QUELLA ZONA ALTRA CHE VIENE PROPOSTA COME PIÙ REALE DEL REALE. SI TRATTA DI UN LUOGO CHE URLA LA SUA SETE DI FERMEZZA, AL CONTRARIO DI QUANTO AVVIENE IN QUESTA REALTÀ CAOTICA, DOVE L’EFFIMERO FETICCIO COMMERCIALE DECRETA LEGGE ANCHE DA SCARTO, ANZI SOPRATTUTTO IN QUANTO SUPERFLUO ACCIDENTE. IL RIFIUTO, DIVINITÀ SEMPRE AL TRAMONTO, DETTA IL TEMPO A CUI OGNI COSA SI CONFORMA. LE MACCHIE COLORATE DEI PERDUTI GINNA E CORRA, L’AURORA, I CONTRASTI SANGUINARI DI MURNAU, IL TRASCINATO LENTO DI TOCCAFONDO, IL CHIAR DI LUNA UCCISO DI MATRICE MARINETTIANA, L’ENTR’ACTE DI RENÉ CLAIR, IL SORRISO DI BELA LUGOSI, SONO I MAGGIORI DEBITI DELL’AUTORE, IL QUALE CI AVVERTE INFINE SULLE ORME DI TARKOVSKIJ: SCENDERE DALLA GIOSTRA È IL PRIMO ATTO D’AMORE DELL’ESSERE. O.F. NULLO
TIMEOUT (43) BABEBABEBABE
LA GIURIA DEL PREMIO: ERISTEO BANALI ELENA FROLDI PAGANINI ALESSIO RENOLDI MARCO TONELLI FRANCESCA ZALTIERI ALBERTO ZANCHETTA
PRESIDENTE DEL MAC (MANTOVA ARTE CONTEMPORANEA) COORDINATORE DC REGGE DEI GONZAGA SINDACO DI SAN MARTINO DALL’ARGINE ASSESSORE ALLA CULTURA E TURISMO DEL COMUNE DI MANTOVA VICE PRESIDENTE E ASSESSORE LAVORO, CULTURA E IDENTITÀ DEI TERRITORI DELLA PROVINCIA DI MANTOVA. DIRETTORE ARTISTICO DEL MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LISSONE
IMPRIMATVR BIENNALE D’ARTE CONTEMPORANEA A CURA DI DONATO NOVELLINI E VINCENZO DENTI IMPRIMATVRLAB.ORG/IMPRIMATVR PROGETTO GRAFICO A CURA DI GIANLUCA FERRARI MEDIALANGUAGESTUDIO.COM SUPERVISIONE PROGETTO GRAFICO A CURA DI DONATO NOVELLINI E VINCENZO DENTI IMPRIMATVR RINGRAZIA: GIANLUCA FERRARI, GIANFRANCO FERLISI, GIOVANNI CATTABIANI, DANIELE GOLDONI, GIONA SCANAVINI, ROBERTO ROFFIA, SEN. EMANUELA MUNERATO, ARIANNA MAIOCCHI, ASS. GIANNI FAVA, ANDREA POLTRONIERI, ANNA BUSSOLINI, STEFANO ROSSI, FRANCESCO DENTI, ALESSANDRO ZAMBELLI, MARCO RENOLDI, DAVIDE CRIPPA, CAROLINA TONINI, FRANCESCO BOMBARDI, FERNANDO ARIAS SANDOVAL, GIULIA PECCHINI, DARIO SANGUANINI, MICHELE PREVATO, DANIELA BUOLI, GIUSEPPE MARAGNI, GUGLIELMO TONINI, MAURO GANDOLFI, CINZIA PEDRAZZOLI, ALESSANDRA LIGABUE, ROBERTO PICCININI, ADRIANA PAGLIARINI, ALESSANDRA BESCHI, SANDRA GOBBATO E TUTTO LO STAFF DEL MUTTY, KATIA POGNANI, ALESSANDRO BIGNOTTI.
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