In&Out dicembre 2012

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n. 16 - dicembre / 2012

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Editore: Studio 2 di Dal Corso Massimiliano via Matteotti, 78/1 - 30035 Mirano (VE) Registrazione al Tribunale di Venezia n. 17/2011 Direttore responsabile: Davide Tamiello Redazione: Margherita Causin Valentina Sarto Foto: Massimiliano Dal Corso Progetto grafico: Studio 2 Stampa: Litostampa Veneta s.r.l. Via Cappelletto, 12 30173 Mestre-Venezia Responsabile trattamento dati (d. lgs. 196/2003): Davide Tamiello Per la vostra pubblicità su In & Out: ineoutmirano@gmail.com

BUONA LETTURA Massimiliano Dal Corso

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eventi Mostra mercato “Oggetti dei nonni” MIRANO (VE) - CENTRO STORICO 16 Dicembre

MoTOBABBO 2012 MIRANO (VE) - P.ZZA MARTIRI 8 Dicembre - partenza sfilata ore 14.30

Trofeo Canoro Radicchio D’Argento MARTELLAGO (VE) - Via Trento, 74 16 Dicembre dalle ore 15.00

Augurando 2013 Musica - Ballo - Solidarietà DOSSON DI CASIER (TV) 16 Dicembre dalle ore 12.00

16° edizione Villaggio di Natale Flover BUSSOLENGO (VR) 3 Novembre 2012 - 6 Gennaio 2013

14° Mercatino di Natale FOTO CURIOSE DEL MESE GIARDINI DI NATALE BELLUNO - Giardini di P.zza dei Martiri dal 1 al 24 Dicembre

Esposizione Internazionale

Natale a Verona con i gatti più belli del mondo dal 22 Dicembre dalle ore 14.00 al 23 Dicembre alle ore ore 19.00 Verona - fronte Arena

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Alla vigilia di Natale attenti al motobabbo


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STORIA di Margherita Causin

LA VERA STORIA DI BABBO NATALE La moderna figura di Babbo Natale, che tutti conosciamo, deve le sue origini alla mescolanza di tradizioni folcloristiche europee che nell’arco dei secoli si sono sposate dando vita a questo personaggio, così caro alla tradizione natalizia. Sebbene il risultato odierno della trasposizione culturale dei miti e delle leggende, che ruotano intorno a questa figura misteriosa, sia unanimemente riconosciuto e rappresentato, il cammino che ha portato al prodotto finale presenta suggestioni di grande interesse culturale. Il personaggio di Babbo Natale viene infatti chiamato con nomi diversi a seconda della tradizione folcloristica che lo ha preceduto, vi sono infatti Santa Claus, Joulupukki, Sinterklaas, Kris Kringle, Died Maroz, Djed Božicnjak, etc. anche se la matrice più amata è quella di San Nicola, sebbene poi le figure abbiano origini storiche diverse. Andando ad analizzare il vasto modo delle suggestioni natalizie legate a Babbo Natale troviamo leggende e fonti molto somiglianti nelle intenzioni pedagogiche di questo personaggio.

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In Russia ad esempio le rappresentazioni di Babbo Natale sono strettamente connesse al personaggio di Nonno Gelo, un vecchietto che porta doni ai bambini, vestito di rosso e con una lunga barba bianca. Le rappresentazioni correnti di Babbo Natale lo raffigurano come un vecchietto gioviale, corpulento, solitamente occhialuto con un costume rosso ad inserti in pelliccia bianca e con una lunga barba bianca. La tradizione vuole che nella sera di Natale egli salga sulla propria slitta trainata dalle otto renne volanti, si infili nei caminetti di ogni famiglia dove ci sia un bambino e porti i doni a tutti coloro che sono stati buoni. Per fare tutto ciò Babbo Natale sfrutta l’aiuto della magia e in una sola notte porta i doni a tutti i bambini del mondo. Nell’arco dell’anno Babbo Natale si gode una vita casalinga con la signora Natale e con i suoi elfi, gli aiutanti, che si occupano della costruzione artigianale dei giocattoli per il Natale a venire. Dove Babbo Natale abiti è una di quelle circostanze che, come il nome, cambiano in base al paese in cui ci si trova, negli Stati Uniti si sostiene abiti al Polo Nord, per i Canadesi è in Canada, in Europa è un Lappone, ma in altre tradizioni questa figura viene collocata in Svezia o in Groenlandia. Se vogliamo andare a fondo nella ricerca delle origini di Babbo Natale troviamo che spesso coincidono con la già citata figura cristiana di San Nicola di Mira (noto anche come San Nicola di Bari, dive sono attualmente esposte le reliquie).


San Nicola era un vescovo del IV e Mira era una città della Licia, provincia dell’impero Bizantino. San Nicola era famoso per le generose elargizioni di doni in favore dei poveri e per aver regalato tre doti a tre sorelle che altrimenti si sarebbero dovute prostituire. San Nicola è protettore di molte categorie di persone fra le quali i bambini, e la tradizione lo riconosce come la fonte più autorevole di derivazione per la figura di Babbo Natale. In Italia poi la figura di “San Nicolò” è amata dai piccoli spesso più di quella di Babbo Natale. In altre culture Babbo Natale viene avvicinato ad un’altra figura cristiana, quella di un vescovo San Basilio che era originario di Cesarea. Tuttavia prima della conversione al cristianesimo, le culture pagane vedevano la presenza di personaggi a cui si accosta molto bene la deriva odierna del nonno più famoso al mondo. Il folklore tedesco narrava del dio Odino, il quale ogni anno teneva una battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale, accompagnato da altri dei e da guerrieri caduti. La tradizione voleva che i bambini lasciassero i proprio stivaletti vicini al caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero, questo per sfamare il cavallo del dio, che in segno di riconoscenza sostituiva il cibo con dei dolciumi. La contaminazione culturale nei secoli ha associato questa usanza alla figura cristiana di San Nicola, in Belgio e in Olanda infatti i bambini appendono al caminetto le proprie scarpe piene di paglia perché il santo passi e le riempia di dolci. Le tradizioni sono poi molto simili, si vede infatti come questa cultura germanica arrivò negli Stati Uniti attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam e New York prima della conquista britannica, e queste tradizioni stanno alla base dell’abitudine odierna di appendere le calze al caminetto, molto simile per altro a quella italiana del 5 gennaio per l’attesa della befana. È sempre la tradizione germanica poi a fornire lo spunto per un’altra interpretazione della figura di Babbo Natale, molto suggestiva ed intrigante, che narra delle vicende di un sant’uomo, spesso identificato con San Nicola, alle prese con un demone. La leggenda narra di un mostro che terrorizzava il popolo insinuandosi nelle abitazioni attraverso la canna fumaria di notte, aggredendo ed uccidendo i bambini in modo orribile. Il sant’uomo vaga alla ricerca del demone e una volta trovatolo lo cattura imprigionandolo con ferri magici o benedetti (a volte sono gli stessi ferri di Cristo). Una volta catturato il sant’uomo costringe il demone a recarsi di casa in casa portando doni ai bambini per fare risarcimento dei danni arrecati nel passato. Spesso il demone è costretto a compiere questa buona azione ogni anno e disgustato dalla bontà

del gesto decide di tornarsene all’inferno, altre volte invece il compito trasforma i demone in una creatura buona, che decide di riunire gli altri demoni o folletti a lui simili portando doni di anno in anno e divenendo quindi Babbo Natale. Una olandese vede il demone nelle vesti di un Uomo Nero (figura ricorrente anche nella nostra tradizione) che picchiava i bambini con un bastone per portarseli poi in Spagna nel suo sacco (c’è da dire che questa versione richiama avvenimenti storici, l’Andalusia un tempo era infatti sotto il dominio dei mori). Oggi giorno, la figura è più comunemente nota con il nome di Santa Claus, ispirazione religiosa di un Babbo Natale preesistente britannico, che riconosciamo come u vecchietto barbuto e corpulento che rappresentava lo spirito della bontà del Natale, e che ritroviamo anche nel famosissimo romanzo di Charles Dickens come lo spirito del Natale presente. Il nome di Santa Claus è derivato sempre da San Nicola, ma con la mediazione di una precedente denominazione olandese: Sinterklaas. Gli abiti con cui viene raffigurato questo santo sono poi riconducibili ad un abbigliamento di richiamo liturgico, ed è evidente quindi l’accostamento al vescovo di Mira. C’è da dire poi che spesso le date in cui i doni vengono consegnati cambiano di paese in paese, se Babbo Natale consegna i doni in coincidenza con la data religiosa della nascita di Cristo, San Nicola invece è il 6 dicembre che compie la sua tournè intorno

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al mondo. Col passare del tempo Santa Claus ha perso gli attributi vescovili, unificando gli aspetti della tradizione pagana olandese con la versione britannica. È solo poi nel 1823 che Babbo Natale diventa un oggetto di attenzione commerciale, con la pubblicazione di un racconto a lui dedicato in cui per la prima volta compaiono anche le renne con i relativi nomi. Inizialmente Santa Claus aveva vesti di colore diverso, ma il rosso divenne presto il colore dominante, specialmente dopo la pubblicazione delle prime cartoline che lo raffiguravano e al lancio pubblicitario della coca cola, che associava la propria marca ai colori del famoso vecchietto, una trovata commerciale rivoluzionaria di Haddon Sundblom. La tradizione vuole poi che i bambini siano invogliati a scrivere delle lettere a Babbo Natale in cui chiedere i doni spiegando quanto sono stati buoni nell’arco dell’anno, e con l’avvento dell’era moderna sono state poi ideate una serie di iniziative per garantire la persistenza di questo mito: in molti paesi le poste accettano le lettere dei bambini, e i dipendenti postali rispondono alle richieste con cortesia, vi sono poi siti internet in cui è addirittura possibile monitorare gli spostamenti di babbo natale. La versione moderna di Babbo Natale viene poi

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spesso vista come una semplice trovata commerciale, dato anche l’accostamento di tale figura alla festa cristiana. Il ruolo di questo vecchietto oggi è decisamente inflazionato proprio a causa delle trovate commerciali, ma le radici culturali da cui sorge questa figura si perdono nella notte dei tempi e riguardano la fede, la favola ed hanno un valore pedagogico non indifferente, non è un caso poi che è ai bambini che si rivolge questo personaggio, invitandoli ad essere buoni nell’arco di tutto un anno per ottenere un compenso in una magica notte d’inverno.


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Attualità AIPD: 15 ANNI DI ATIVITÀ L’Associazione Italiana Persone Down-ONLUS, sezione Venezia-Mestre, è un’associazione di Promozione Sociale, formata da genitori e familiari di persone con sindrome di Down, attiva sul territorio veneziano dal 1999. In questi undici anni di attività l’associazione è divenuta un punto di riferimento per famiglie, operatori sociali, insegnanti, istituzioni e tutti coloro che sono interessati alla sindrome di Down. Scopi principali della nostra associazione sono: fornire un supporto alle famiglie, promuovere un vero inserimento sociale, scolastico e lavorativo delle persone con sindrome di Down e favorirne la crescita verso una vita autonoma. L’AIPD si propone quindi come punto di riferimento per le famiglie, con un ruolo di mediatore tra le stesse e le istituzioni ed i servizi che il territorio offre. Dal 2000 la nostra sezione ha attivi percorsi di educazione all’autonomia rivolti ad adolescenti, giovani ed adulti con sindrome di Down: siamo convinti che possedere una adeguata autonomia personale e sociale sia il prerequisito indispensabile affinchè per la persona sia realizzabile un vero inserimento sociale, scolastico e lavorativo. Dal 2000 la nostra associazione ha attivo un Servizio scuola e dal 2002 un Servizio di Inserimento Lavorativo. Il buon esito del suo operato ci ha consentito di stipulare nel 2003 una convenzione con il Centro per l’Impiego della Provincia di Venezia.

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Avere un lavoro è elemento fondamentale nel processo e nel riconoscimento del divenire adulto della persona, anche con disabilità. Inoltre l’AIPD ha attivi due percorsi educativi di avviamento alla vita autonoma. Attraverso la realizzazione di week-end e di settimane di autonomia, presso i due appartamenti che l’associazione ha in locazione nel centro di Mestre (in via Spalti), i giovani e gli adulti con sindrome di Down hanno la possibilità di sperimentarsi, con la supervisione di educatori, nella gestione di un appartamento, con tutte le azioni che questo comporta (quali pulizie, acquisti, cucinare,…), e nell’organizzazione dei tempi nel rispetto degli interessi e necessità di ognuno. Obiettivo finale è quello di formare un primo gruppo di persone adulte con sindrome di Down pronte a lasciare la casa dei genitori, non perché si presenti la necessità dovuta ad un evento doloroso, ma perché avranno maturato la decisione di compiere questo passo nella consapevolezza delle proprie competenze ed anche difficoltà. La realizzazione di tutte queste nostre attività richiede un grande impegno economico per la nostra Associazione che, essendo una ONLUS, non ha altre entrate economiche se non grazie a donazioni, contributi e partecipazione a bandi.


Attualità IMPIANTI DI RISCALDAMENTO A BATTISCOPA: FUNZIONAMENTO E VANTAGGI Impianti di riscaldamento a battiscopa, cosa sono? Convengono? Altre alternative all’utilizzo dei comuni termosifoni sono i sistemi di riscaldamento a pavimento, che possono rappresentare una caratteristica più o meno gradita delle abitazioni più recenti. Un soluzione ulteriore per il riscaldamento degli edifici è rappresentata dagli impianti di riscaldamento a battiscopa. Che cosa sono e come funzionano? Gli impianti di riscaldamento a battiscopa presentano il vantaggio di trasformare un complemento di arredamento in un sistema tecnologico che permette la diffusione del calore in punti della casa che sarebbero altrimenti irraggiungibili, così da poter riscaldare anche gli angoli più freddi di una determinata stanza. Gli impianti di riscaldamento a battiscopa rappresentano un sistema che viene riconosciuto come ecologico dalla bioedilizia in quanto garantirebbe un comprovato risparmio energetico ed aiuterebbe nello stesso tempo a risolvere il problema dell’umidità in risalita all’interno dei locali delle abitazioni. Il battiscopa stesso viene trasformato in un oggetto tecnologico contenente tubazioni in rame e parti metalliche. Il suo valore ecologico accresce nel momento in cui si collega a pannelli solari e a un sistema di solare termico per acqua calda sanitaria. Il funzionamento dei sistemi di riscaldamento a battiscopa richiede che lungo le tubature presenti all’interno di essi scorra dell’acqua calda. Il calore proveniente dal liquido e dal battiscopa che viene riscaldato da esso si diffonde in maniera simile a quanto avviene nel caso dell’irraggiamento solare e viene propagato nell’ambiente grazie alla pareti, che contribuiscono in questo modo a riscaldare le stanza a partire dalla loro stessa base, dove lo speciale battiscopa è stato situato. L’effetto per cui il calore dal battiscopa si irradia alla parete è dovuto ad un vero e proprio fenomeno fisico che permette in un certo qual senso che le pareti munite di battiscopa termico possano moltiplicare il calore da esso emesso per trasmetterlo all’ambiente di cui costituiscono i confini più esterni. L’energia termica prodotta alla base dal battiscopa è piuttosto bassa, ma viene amplificata

dall’intera superficie delle pareti, garantendo la possibilità di riscaldare l’ambiente circostante. I sistemi a battiscopa per il riscaldamento, per l’effetto di particolare emanazione del calore a cui danno vita attraverso le pareti, sono detti sistemi radianti. Il loro utilizzo permette di migliorare la qualità del calore percepito, in quanto esso diventa avvolgente, una caratteristica che garantisce che esso raggiunga il nostro corpo in maniera uniforme ad ogni altezza. La temperatura dell’acqua che scorre all’interno delle tubature in rame del battiscopa può raggiungere i 45-60°C, a seconda che si utilizzi una pompa di calore o una caldaia tradizionale. In ogni caso si tratta di temperature che non vengono considerate eccessivamente elevate e che possono garantire un risparmio energetico non trascurabile. I sistemi di riscaldamento a battiscopa non sono ingombranti e la loro installazione è piuttosto semplice. Alcuni sistemi a battiscopa possono essere incassati all’interno delle pareti sia per ragioni estetiche che di spazio. Il fattore spazio viene considerato preponderante per una simile scelta, in quanto i sistemi a battiscopa sono adatti ad essere inseriti anche in quegli ambienti ove non vi sia spazio sufficiente per inserire un caminetto o dei termosifoni. Molti sistemi a battiscopa sono autonomi per quanto riguarda la temperatura di ciascuna stanza, che può essere dunque regolata secondo le proprie esigenze. I sistemi a battiscopa permettono che non vi siano spostamenti di aria e di polvere e che il calore emesso possa rimanere uniforme per tutto il tempo stabilito per il loro azionamento. Tra gli svantaggi, quello di non poter posizionare mobili ingombranti davanti. I costi dei sistemi a battiscopa variano soprattutto in base alla modalità che verrà prescelta per fornire ad essi l’energia necessaria al loro funzionamento. Si tratta in ogni caso di sistemi a lunga durata che prevedono ridotti costi e interventi di riparazione e manutenzione.

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Attualità PHILIPS HUE, LA LAMPADINA A LED CHE SI ACCENDE COL CELLULARE Il mondo delle lampadine si fa tecnologico. Controllare la luce di casa attraverso il proprio smartphone per limitare i consumi, il tutto in modalità wireless. È questa la nuova frontiera dell’illuminazione domestica inaugurata dalle nuove lampadine Hue di Philips. Quest’ultima permette di creare e controllare la luce attraverso un’app per smartphone o tablet personalizzando l’illuminazione. Con la sua luce LED ad alta qualità e basso consumo, Philips hue permette di regolare la tonalità di luce bianca o di creare luce di qualsiasi colore. La sua configurazione è abbastanza semplice ed una volta effettuata, occorre scaricare la Hue App da iTunes per regolare le luci della propria abitazione in un modo completamente nuovo. Philips non è nuova a questo genere di soluzioni. Lo scorso aprile ha infatti presentato la lampadina LED che dura 20 anni. A cosa serve Hue? A controllare da remoto il sistema di illuminazione della propria casa aumentandone la sicurezza, consentendo di scegliere impostazioni personalizzate e permettendo

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di programmare il timer in modo da gestire la routine giornaliera via web con una gestione più attenta dei consumi. Con la sua luce LED ad alta qualità e basso consumo, inoltre, Philips hue permette di regolare la tonalità di luce bianca o di creare luce di qualsiasi colore. Cosa permette di fare l’app? Salvare gli effetti luminosi preferiti o un momento particolare del giorno per ogni stanza e poterli richiamare in un istante, usare qualsiasi foto dal proprio telefono come tavolozza di colore per “pitturare” le stanza con la luce, regolare la luce bianca passando da una luce calda, come quella di una candela, ad una fredda e vibrante, creare atmosfere integrando il proprio arredamento con i colori dell’arcobaleno e soprattutto monitorare l’illuminazione in remoto quando non si è in casa. In termini economici, quali sono i vantaggi? Ogni lampadina Hue consuma l’80% di energia in meno rispetto a una lampadina tradizionale. Dove acquistarla? Philips Hue è disponibile solo negli Apple Store a partire da oggi. Il kit base comprende tre lampadine da sostituire a quelle esistenti e un sistema di gestione da collegare al sistema wi-fi di casa. Quanto costa? Per avere la lampadina Hue di Philips sarà necessario sborsare 199 euro, o l’equivalente in dollari per il mercato americano. Non è di certo economica, ma forse in una prospettiva a lungo termine potrebbe essere conveniente.


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CURIOSITà VERSO LA FINE DEL MONDO: LA PROFEZIA DEI MAYA Fino al 21 dicembre 2012 saremo probabilmente sommersi da teorie di diverso genere su una probabile fine del mondo. Nell’ambito delle profezie, quella dei Maya è senza dubbio la più attuale e comunque quella su cui i media hanno creato maggiore suspense, proponendo documentari, libri ed articoli. Non è la prima volta che l’umanità comincia a provare un certo timore al sopraggiungere di alcune date indicate a titolo profetico come fatidiche, è già successo ad esempio per l’anno mille e il fenomeno si è ripetuto ancora nell’anno 2000 (almeno per gli stati che seguono il calendario gregoriano) durante il nostro primo giorno d’ingresso nel terzo millennio. Per il futuro quindi dovremmo poter dormire sonni tranquilli poiché i dati statistici dimostrano che le profezie sulla fine del mondo sono solo derive della fantasia umana. Ciononostante da qualche tempo il giorno del 21 dicembre dell’anno 2012 viene sempre più insistentemente indicato da molti come la prossima data di scadenza per imminente arrivo di una catastrofe. Insomma, la storia sembra ripetersi e per rendersene conto basta digitare la parola chiave “apocalisse 2012” su uno dei principali motori di ricerca. Ma è proprio vero che anche questa volta siamo alle prese con l’ennesima bufala? La profezia Maya è veramente solo una “profezia” o piuttosto una previsione astronomica basata su conoscenze dei cicli cosmici che noi ancora non conosciamo? A ben vedere infatti il 21 dicembre 2012 non è una data indicata dal solito profeta di turno di-

vinamente ispirato, ma è la data di conclusione di un computo matematicamente e astronomicamente perfetto che aveva già previsto con esattezza le eclissi solari e lunari per migliaia di anni. E dal momento che la scienza moderna non è mai riuscita a scoprire come abbiano fatto i maya a possedere conoscenze così avanzate in campo astronomico ha finito con il definire l’appuntamento con il 2012 una mera “profezia”. Se però restiamo ai fatti, ovvero ai calendari maya e alla loro dimostrata precisione, e poi partiamo da questi per giudicare la previsione finale del lungo computo non possiamo che guardare ad essi con maggiore umiltà di quanto sia stato fatto sino ad ora. I CALENDARI MAYA Il popolo maya disponeva di differenti calendari astronomici (come ad es. il calendario di Venere) che ottemperavano ciascuno ad una diversa funzione. Di tutti questi però, solo tre sono particolarmente noti: 1) Lo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni ed in quanto considerato sacro veniva utilizzato per la scelta dei giorni in cui svolgere i cerimoniali religiosi; 2) L’Haab aveva una durata di 365 giorni e pur espletando la stessa funzione del nostro attuale calendario era già molto più preciso di esso; 3) Il calendario del “lungo computo” veniva utilizzato per cadenzare il tempo della nostra era e aveva una durata di circa 5125 anni. Ciò premesso, va poi aggiunto che la cultura maya non misurava lo scorrere del tempo seguendo una direzione lineare ma bensì circolare, ovvero suddividendolo in cicli o ere. Ciò derivava dal fatto che i sacerdoti di questo antico popolo ritenevano il cammino della civiltà soggetto a periodici e prevedibili mutamenti climatici planetari dovute a particolari configurazioni astronomiche nefaste per l’attività solare che fungerebbero da spartiacque tra la fine di un’era e l’inizio di un’altra. Stando al calcolo astronomico tramandato dai maya, l’attuale “era” ebbe inizio il 13 agosto del

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3114 a.C e terminerà il 21 dicembre 2012 senza nessuna “fine del mondo” poichè tale data ndica solo la fine del calendario. Al suo posto possiamo aspettarci invece il manifestarsi del brusco cambiamento climatico planetario che in parte già stiamo vivendo. ALCUNI FATTI RIMASTI INSPIEGABILI I calendari maya costituiscono un mistero a causa della loro notevole precisione, un fatto questo che rende la questione sulla loro vera data d’origine un argomento molto dibattuto nell’ambito della letteratura nota come archeologia eretica (i cui esponenti più celebri sono R. Bauval e G. Hancock). I maya ad esempio, esattamente nello stesso periodo storico in cui non conoscevano ne la ruota, ne la carrucola o la bilancia erano già in possesso di nozioni matematiche e astronomiche straordinariamente complesse testimoniate dall’esistenza dei loro antichi calendari. E se da una parte non possiamo verificare cosa accadrà nel 2012 semplicemente perché non possiamo prevedere il futuro, dall’altra, sappiamo per certo che chi realizzò il calendario solare ottenne una precisione superiore a quella da noi conseguita in epoca moderna, che lasciò ai suoi eredi un altrettanto sbalorditivo calendario di Venere e che con il calendario del lungo computo (della durata di ben 5125 anni) fu addirittura in grado di prevedere tutte le eclissi di sole e di luna verificatesi sino ad oggi! Non trattandosi quindi solo della solita banale profezia come molti pensano tuttora e riconoscendo ad essi il grado di perizia che gli spetta, è effettivamente più logico immaginare che i veri astronomi ante-litteram che realizzarono questi calendari non fossero in realtà i sacerdoti del popolo Maya (che non conoscevano neppure la ruota) come sostengono gli storici e gli archeologi ortodossi, quanto piuttosto gli scienziati dell’ultima civiltà evoluta che precedette l’inizio della nostra. I maya con ogni probabilità (vista la loro generale condizione di sottosviluppo in tutte le altre scienze) non fecero altro che ereditare il proprio sapere dai loro antenati proprio come vuole la tradizione. Sarà infatti solo una coincidenza, ma gli archeologi fanno risalire l’origine dell’attuale civiltà esattamente in un periodo collocato pochi secoli prima del 3000 a.C., ovvero in una data che corrisponde in modo inquietante al 3114 a. C. indicato dai maya come inizio della nostra attuale era. L’INTERPRETAZIONE MAYA DEL 2012 La risposta a cosa accadrà secondo il calendario Maya è racchiusa nell’ultima pagina del codice di Dresda. Stando infatti all’interpretazione dei disegni effettuata dall’antropologo Arlen F. Cha-

se (Università della Florida), vi è stata prevista una serie di gravi inondazioni della superficie terrestre. La parte ancora leggibile dei glifi descrive inoltre un periodo di oscuramento del sole ma non essendo possibile decifrare l’intero testo originale ogni ipotesi sul suo vero significato rimane aperta. Il calendario potrebbe avere previsto sconvolgimenti climatici legati alla prossima tempesta solare come potrebbe avere voluto solo annunciare un cambiamento di tipo spirituale dell’uomo (inteso metaforicamente come lavaggio/purificazone della Terra) dovuto a nozioni di tipo astrologico che riguardano il particolare tipo di allineamento planetario atteso per il prossimo 21 dicembre 2012 (un evento che si verifica una sola volta ogni 26.000 anni). IL SOLE SOTTO ACCUSA I maya non solo avevano diviso la storia del mondo in 5 diverse epoche ma usavano riferirsi a ciascuna di esse associandole al sole in ordine cronologico. E stando quindi alla tradizione maya sarebbe proprio il nostro astro a svolgere sempre il ruolo di protagonista in questi sconvolgimenti ciclici planetari. A tal proposito basti aggiungere che le loro previsioni collocano il periodo storico in cui stiamo vivendo nel quinto e ultimo sole del grande ciclo. Di questa associazione se ne sono accorti alcuni studiosi come Adrian G. Gilbert e Maurice M. Cotterrell che hanno svolto approfondite indagini in proposito culminate poi nel dettagliato volume Le profezie dei Maya (edito per l’Italia dalla Corbaccio). Secondo l’interpretazione catastrofista degli autori, i sacerdoti di questo antico popolo sapevano già migliaia di anni or sono che nel 2012 si sarebbe scatenata una pericoloso tempesta solare di inaudita violenza. Ma una cosa del genere è realmente possibile? Secondo alcuni studi sembrerebbe di si anche se con ogni probablità non ci sarà nessuna fine del mondo.

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PSICOLOGIA AMORE, QUESTO FOLLE SENTIMENTO Quando si prova l’amore vero è il cuore che diventa padrone delle nostre azioni ed il pensiero viene messo da parte. L’amore è un’energia che ci avvolge perché è nell’aria che respiriamo. Tutto il nostro universo vive sull’onda dell’amore. Senza la carica energetica dell’amore non potrebbero crescere le piante né ci sarebbe esistenza su questo pianeta. La sua è un’energia vitale. Quando arriva nel nostro cuore si manifesta in maniera totalmente autonoma e imprevedibile, si sente nascer dentro, crescere e non si può fermarlo perché ha una forza tutta sua: non si può né contenere né controllare. Quando si è immersi nell’amore, la mente non ha più parole, è il cuore che parla e agisce. Tutto sgorga da lì, come se il fuoco del pensiero si fosse trasferito nel centro del cuore, anche se questo è un pensiero muto che trasmette solo sensazioni e onde di consapevolezza. Il cuore ti dice che stai amando e ricevendo amore. Non hai dubbi perché nel cuore è la percezione. A quel punto si sta nella sua atmosfera, protetti, sereni, nella certezza che tutto può accadere. Si sperimenta la capacità di attendere e di restare nel mutamento, nel divenire.

photo M. Causin

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QUANDO SORGONO I DUBBI Tutte le certezze che può trasmettere il cuore cedono il posto alle paure quando si lascia spazio alla mente, perché è lei che riesce a distorcere le sensazioni e a dar corpo alle nostre insicurezze. Purtroppo dopo un primo momento di intima comunione è estremamente facile tornare a vedere l’altro come “distante da noi”, non più vicino, non più familiare ma qualcuno da modellare secondo i propri bisogni e il proprio ideale d’amore. Inizia così la fase dei sospetti e delle incomprensioni e sempre più si crea il divario fra i due. Finita la comunione che mantiene le sicurezze, perché fin quando non entrano in gioco le rispet


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tive personalità c’è fusione, si può entrare in un’atmosfera di scontro. I rapporti che escono dalla fusione io-tu entrano in quelle situazioni di accordo-disaccordo nelle quali ciascuno scarica sull’altro le proprie tensioni. L’amore puro agisce su un piano assoluto di scambio e reciprocità mentre nella maggior parte dei casi si vive una relazione sul piano personale trasportando in essa tutti i propri disagi. PER AMORE S’INTENDE ANCHE SACRIFICIO? Per dare un amore sano ognuno deve prima di tutto amare e rispettare se stesso, perché se non ci si ama non si può pretendere che siano gli altri a farlo. Questa è una regola che vale in assoluto ma che è essenziale in un rapporto d’amore. Il sentimento che nasce da una scarsa accettazione di sé è un sentimento malato, condizionato da richieste, pretese, aspettative. L’amore invece non conosce pretese, inutili pietismi, sottomissioni, ma l’accettazione della personalità e delle carenze di ciascuno dei due. Spesso si crede di amare profondamente un altro perché si è inclini a sacrificarsi per lui. Ma il sacrificio non è necessario in amore, tra persone libere, perché ognuno dei due vuol rispettare la personalità dell’altro. Quando ci viene chiesto di rinunciare ai nostri sogni, alle aspirazioni, alla libertà personale, dobbiamo convincerci che non stiamo ricevendo amore ma stiamo nutrendo le insicurezze di un’altra persona. Sacrificarsi è giusto solo quando è veramente necessario e disinteressato, non può servire per attirare amore e ancor meno è sano se avviene per incapacità a ribellarsi e a far valere le proprie ragioni. Chi sceglie d’amare senza rispettarsi, dedicando-

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si completamente alla persona amata, dimentico di se stesso e delle proprie legittime esigenze, si allontana sempre più dal vero scopo della sua vita. Si annulla e uccide la sua vitalità. Ecco perché l’amore deve essere paritario: non può esserci uno che riceve e uno che dà, ma entrambi che partecipano all’armonia del rapporto in modo semplice e naturale. Amare vuol dire riconoscere la bellezza che c’è nell’altro e che non è meno o più di quella che c’è dentro di noi. Quando la bellezza la vediamo solo nell’altro c’è uno squilibrio che ci allontana dall’essenza stessa del voler bene. I gesti, le parole che rivolgiamo alla persona amata devono uscire dal cuore, perché solo il cuore agisce senza calcolo. Chi ama non pretende niente in cambio della sua generosità perché neanche la considera tale e cerca, innanzitutto, di preservare la felicità di chi ha accanto. Non esistono ricatti nel vero amore, anche se esistono nelle storie più comuni ma se questo accade vuol dire che qualcosa sta cambiando e che una buona parte del sentimento sta deteriorandosi. Se i ricatti erano presenti già alla nascita del rapporto ed uno dei due cercava d’imporre la propria volontà all’altro, bisogna allora considerare che tale rapporto è iniziato su basi molto fragili ed è destinato a creare più sofferenza che felicità. Abbiamo tutti diritto all’amore perfetto ma ancora non abbiamo la giusta maturità per vivere in questa dimensione per tanto tempo. Ogni rapporto ha i suoi alti e bassi, importante è che ciascuno riesca a mantenere un equilibrio, una libertà interiore e una profonda comprensione dei limiti dell’altro e se questo sarà possibile sì è veramente molto vicini all’amore vero.


PSICOLOGIA SEMPRE ONLINE, SEMPRE CONNESSI. E LA SERENITÀ? Come per tutte le dipendenze la “spia” del pericolo deve accendersi quando vengono compromesse l’efficienza sul lavoro e le normali attività sociali, in famiglia e nelle relazioni. La diffusione dei moderni strumenti tecnologici di comunicazione (telefonino, email, computer portatili) ha modificato sostanzialmente la percezione del tempo e dello spazio di lavoro. E’ indebolito il concetto stesso di “orario di lavoro” (inizio, pausa, fine) essendo spesso possibile completare un lavoro da casa, magari in orari inconsueti. Il fenomeno è ancora più complesso nei casi (frequenti) in cui il lavoro non viene completato in ufficio perché una fetta importante del tempo è impiegata in utilizzi non produttivi degli stessi strumenti di comunicazione: controllare il social network preferito ogni cinque minuti, restare in collegamento con amici tramite programmi di “instant messaging”, chiacchierare in chat, o semplicemente navigare in rete. L’insorgere di una vera e propria dipendenza è favorita da un elemento caratteristico della comunicazione di oggi: la riduzione dell’attesa. Si tratta di un fattore che normalmente è considerato positivamente, dato che ridurre i tempi morti significa maggiore efficienza e migliore produttività (e ciò è senz’altro vero quando istantaneamente si ottiene una risposta via mail o si invia un documento importante). Il problema nasce quando l’esigenza di eliminare le attese si trasforma in vera e propria incapacità di riflessione autonoma, di valutazione calma e serena, sopraffatti dall’enorme quantità di informazioni disponibili in ogni istante, fino all’atteggiamento “compulsivo” di cliccare e leggere tutto in una sorta di bulimia informatica, senza più capacità critica e senza riuscire a distinguere tra cose inutili e cose realmente importanti, portando avanti contemporaneamente mille attività, ormai irrimediabilmente dipendenti dal mezzo tecnologico. La “reperibilità” ad ogni ora del giorno era un tempo prerogativa di alcuni professionisti, giustificata dalla particolare delicatezza delle funzioni svolte (medici, forze dell’ordine, etc.). Oggi questa reperibilità totale è estesa di fatto ad ogni attività lavorativa, proprio grazie agli strumenti moderni di comunicazione, primo fra

tutti il telefono cellulare. La telefonata di lavoro in orari poco consoni diventa quindi una pratica (sgradevole) sempre più diffusa, come se la facilità di comunicare riuscisse a scalfire e indebolire le buone norme di comportamento, di rispetto della privacy e degli spazi riservati alla famiglia, al privato, al relax. Questa invasione del lavoro, pur virtuale, determina conseguenze spiacevoli sul piano personale e dei rapporti: la telefonata del collega durante una cena romantica, o la passeggiata con i figli al parco, o anche semplicemente mentre si sta in poltrona a leggere un libro, genera malumori e nervosismo, si ripropone l’idea del “fare più cose contemporaneamente” con il risultato probabile di “fare più cose, male”. Non proteggere i confini, il proprio spazio, genera stress, insofferenza delle persone care rispetto al proprio lavoro. E’ inoltre un messaggio diseducativo quando ci sono dei figli, perché passa l’idea che non c’è un limite né una regola. Imporsi semplici norme comportamentali può aiutare, ad esempio sforzarsi di spegnere il telefono negli orari dedicati alla sfera privata, magari utilizzando un numero e un cellulare dedicato esclusivamente al lavoro. La “compulsione” (ad esempio il bisogno di controllare frequentemente se è arrivata quella certa mail, rovinando così i momenti di relax) va contrastata innanzitutto prendendone coscienza: solo una volta acquisita la consapevolezza che esiste il problema sarà possibile elaborare strategie personali che contrastino quell’impulso irrefrenabile di compiere gesti automatici come accendere il computer appena tornati a casa. Se la situazione generata dalla dipendenza rende complicata la vita nel quotidiano, compromettendo rapporti e serenità, può essere necessario avvalersi dell’aiuto di uno psicoterapeuta.

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VILLE VENETE CASTELLO PAPADOPOLI GIOL San Polo di Piave - Treviso

Annoverato tra le Ville Venete dalla maggior parte delle guide turistiche, seppure lo stile non sia quello tradizionale delle ville palladiane, il Castello Papadopoli Giol si affaccia su piazza Nicolò Papadopoli, a San Polo di Piave. Il Castello, con il grande parco realizzato attorno al lago, era la residenza di campagna della famiglia Papadopoli che aveva il suo palazzo sul Canal Grande di Venezia, vicino al ponte di Rialto. La struttura attuale risale al 1865, progettato con uno stile del tutto particolare, con alti pennacoli che richiamano Venezia, ma ancor di più l’origine orientale della famiglia. Incendiato al termine della Grande Guerra, nel 1921 fu acquistato e ricostruito nelle parti interne dal commendator Giovanni Giol.

Quando si trasferiscono a Venezia nel Settecento, i Papadopoli sono un’agiata famiglia cretese. Poi pian piano riescono ad avere la cittadinanza veneziana e infine il titolo nobiliare. Grazie alle sue iniziative finanziarie andate a buon fine, Angelo Papadopoli, il capofamiglia, riesce ad acquistare molti possedimenti sulla Sinistra Piave. In particolare, organizza una tenuta in maniera moderna e ne fa una fiorente azienda agricola, con tanto di cantine, scuderie e in seguito persino una filanda. Spiridione poi, l’ultimo dei Papadopoli, nelle sue proprietà fa costruire una villa di gusto romantico ottocentesco, sul sito di un antico castello appartenuto ai Da Tolentino. La prima versione della villa-castello viene in seguito notevolmente

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ampliata seguendo i dettami dello stile “Tudor” e tuttora spunta con i suoi pinnacoli, contrafforti e bow windows dal folto di un giardino ricco di specie arboree rare e bellissime, che è una delle migliori realizzazioni del paesaggismo ottocentesco in Italia. Si accede alla proprietà attraverso un ponticello su un fossato di acqua risorgiva ricco di piante acquatiche. Dalla strada se ne vede il retro: il fronte principale, infatti, è rivolto verso l’ampio lago. La villa è rialzata su una specie di collina artificiale dalla quale domina anche il parco, realizzato verso al fine dell’800 in stile inglese a opera dello scenografo vicentino Francesco Bagnara che cominciò a lavorarvi dal 1850 su commessa del conte Papadopoli. Interessanti gli interni: il foyer del piano terra con l’ampia porta in ferro e vetro cattedrale, i decori a finta tappezzeria e il finto cassettonato entrambi a effetto tridimensionale, l’ampio scalone con un notevole parapetto in ghisa, il salone centrale ornato con sopraporta allegorici e il soffitto con tele. Particolare la stanza neorococò con specchiera e lampadario fine ‘800, nonché dipinti sottovetro con cornici dorate. Durante la visita del Piano Inferiore e del Piano Nobile, si possono ammirare gli affreschi e gli arredi delle stanze. Durante la passeggiata attraverso i 12 ettari di parco, si notano le sue caratteristiche principali, le sue geometrie, i motivi dei suoi tracciati e si possono osservare i pesci e gli uccelli che lo popolano. Il Parco Castello Papadopoli Giol è interamente accessibile ai turisti. L’ Agenzia Agraria dei Connati Papadopoli, oggi proprietà Giol, s’impone al centro della città. Le strutture ospitano le famose cantine dove il vino è tuttora invecchiato in botti di rovere; le più antiche cantine documentate d’Italia sin dal 1427. Anche le Cantine sono interamente accessibili.


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NATALE A TUTTO TONDO Un Natale senza angoli, spigoli o punte. Un Natale tutto tondo è quello che si vive alle Terme Merano dal 29 novembre 2012 al 6 gennaio 2013. Un Natale spontaneo e genuino, ironico come le originali “Palle Presepe”, novità 2012, invitante come le sei sfere colorate che fungono da punti di ristoro in piazza Terme, suggestivo come i cerchi sospesi sulle piscine della sala bagnanti, buono come le mele della linea cosmetica delle Terme Merano. Un presepe appeso all’albero: così si potrebbe definire l’originale idea della “Palla Presepe”, proposta per la prima volta al mercatino di Natale di Merano dal marchio Alessi. L’idea è di Marcello Jori, nativo proprio di Merano, e consiste nell’appendere all’albero di Natale delle palle che rappresentano le figure tipiche del Presepe. Ci sono Giuseppe e Maria, il bue e l’asinello, la palla più luminosa è quella di Gesù bambino, e poi ancora i Re Magi, l’angelo e la stella cometa: i 10 tradizionali personaggi del Presepe. Per tutto il periodo del Mercatino di Natale a Merano sarà presente un’installazione in piazza Terme, una particolare struttura in legno a forma di albero di Natale, che ospiterà il punto vendita Alessi. Inoltre il tradizionale grande albero di Natale sarà decorato con delle “Palle Presepe”, realizzate appositamente in dimensioni giganti per un albero di sicuro effetto!Esperienza indimentica-

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bile: una cena dentro la sfera! Già l’anno scorso in piazza Terme avevano stupito tutti: sono le “Kugln Terme” grandi sfere natalizie, novità gastronomica delle Terme Merano. Visto il successo dell’iniziativa, quest’anno saranno ben sei, ognuna di colore diverso: rosso, giallo, blu, verde, argento e rosa. Le sfere fungono da innovativi ed eleganti punti di ristoro, veri e propri ristorantini dove ordinare su prenotazione piatti caldi à la carte. All’interno della sfera un tavolo rotondo circondato da una panca ospita fino a 10 persone e regala un momento magico: un ambiente intimo e riservato inserito nel contesto festoso e vivace del mercatino di Natale. Ma non solo “Palle Presepe” e non solo sfere colorate. Piazza Terme come da tradizione si vestirà di colori, profumi e sapori natalizi. Le bancarelle del mercatino di Natale quest’anno esibiranno una veste tutta nuova, con casette realizzate ad hoc, che ospiteranno decorazioni natalizie e tipicità altoatesine, idee regalo, specialità culinarie e bevande calde. Non mancheranno le tradizionali attrazioni dedicate in particolare alla famiglia, come ad esempio l’insolita pista di pattinaggio e il presepe realizzato con figure ad altezza naturale. La sfera, forma geometrica protagonista di questo Natale, entra anche nelle Terme Merano e coinvolge tutti i sensi. Già dall’ingresso si ammirano le palle giganti e i cerchi colorati che scendono dal soffitto della sala bagnanti: appesi danno un senso di leggerezza allo spirito e al corpo. Ma è un’altra la sfera che attende gli ospiti nel centro Spa & Vital: la mela. Dal fresco profumo, la regina dei prodotti altoatesini è il prezioso ingrediente di trattamenti per il viso e il corpo, da vivere da soli o in coppia o da mettere sotto l’albero per i propri cari. Info: www.termemerano.it


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NATALE IN MONGOLFIERA La neve scende sul Tamigi, all’ombra della Tour Eiffel si comprano i primi regali, le note del walzer e il profumo di ciambelle appena sfornate riscaldano le piazze decorate da imponenti palazzi a Vienna. La calda atmosfera natalizia si diffonde in tutta Europa e si riunisce al Flover Garden Center di Bussolengo (Vr), dove dal 3 novembre è aperto il Villaggio di Natale, il più grande mercatino di Natale al coperto d’Italia, che regala quest’anno emozionanti scorci sulle tradizioni natalizie più caratteristiche dei paesi europei. La grande mongolfiera degli gnomi, carica di regali, farà sognare e tornare piccini nella più classica delle ambientazioni natalizie, mentre Babbo Natale aspetta tutti nella sua grande casa piena di sorprese. Spettacoli, luci, golosità, doni, addobbi da tutto il mondo, idee regali e una finestra sulle ultime novità con le stanze tendenza Flover. Per chi vuole decorare il proprio Natale, tanti corsi con curiose novità come il Cake design. Grande novità di quest’anno una mostra museo di Presepi, dedicata a una delle più antiche tradizioni del Natale, con vere e proprie opere d’arte realizzate da professionisti. Un grande calendario dell’Avvento apre le porte della 16a edizione del Villaggio di Natale di Flover. Si apre una finestra e si entra in un mondo magico, da favola, dove passo dopo passo ci si addentra nelle tradizioni del Natale delle capitali europee. Londra e il fascino della corona, storie di re e regine con decorazioni che ricordano la capitale inglese e la sontuosa Vienna, tra ricchi decori, musica e dolci profumi che escono dai caffè per arrivare poi nell’elegante Parigi con i suoi atelier e un albero speciale che ricorda la Tour Eiffel. Ispirato al romantico borgo medievale Rothenburg ob der Tauber, in Germania, il Villaggio di Natale Flover è il più grande mercatino di Natale al coperto in Italia. Ogni fine settimana, dal 3 novembre al 30 dicembre 2012 un vero Babbo Natale, con tutto il suo team di artisti aspetta i bambini per ricevere le letterine e festeggiare con canti e balli l’arrivo del Natale. Tante dolcezze natalizie, tutte da scoprire. Alla Tavola calda del Villaggio, aperta tutti i giorni, è possibile gustare menu che propongono specialità tipiche veronesi, tirolesi, francesi, viennesi e londinesi.

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Tante leccornie come gli originali macarones francesi, mandorlato Bauce, la cioccolata del Villaggio (speziata), torte tartufate, lo spuntino del Villaggio con cornetto salato e prosciutto di Praga + bibita o birra di Natale, figure natalizie di cioccolato, presentate in eleganti scatole di latta, composte e confetture speciali. I colori tendenza del Natale 2012 è il verde salvia che rievoca i colori dei palazzi asburgici, il cipria che richiama agli eleganti ambienti della moda parigina e il tradizionale rosso, tipico di Londra e della corona inglese. E per chi vuole stupire gli amici ritorna “il centro messaggi”: un’abile pittrice pronta a decorare palline di Natale con messaggi d’auguri o d’amore personalizzati. Ma Natale Flover significa anche creatività e la novità impedibile di quest’anno è il Cake design: timbri, stampi, spatole e utensili di ogni tipo per creare delle opere d’arte che deliziano occhi e palato. Torte nuziali, cupcake, brownies, biscottini, tutti rigorosamente decorati in stile d’oltreoceano e perfetti per abbellire in modo artistico la propria casa. Tra le grandi novità 2012 del Villaggio di Natale Flover c’è la suggestiva Mostra-Museo di Presepi, una selezione di particolari ed emozionanti opere d’arte per riscoprire le vecchie tradizioni. Info: www.ilvillaggiodinatale.it


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NATALE TRA SAUNE E MERCATINI Un Natale davvero originale? Quello alle Terme di Loipersdorf in Stiria, il resort termale più grande d’Europa! A piscine, scivoli, saune romane e trattamenti, si aggiungono le bancarelle di Natale poste nella piazzetta di ingresso delle Terme di Loipersdorf. Il profumo del vin brulé e dei biscotti appena sfornati, le decorazioni e gli addobbi natalizi, avvolgono le Terme in un’atmosfera magica e surreale. Nella piazzetta delle Terme di Loipersdorf, dove si trovano i negozietti con i prodotti tipici e i souvenir stiriani, viene allestito nei fine settimana di Avvento un vero e proprio mercatino, con bancarelle aperte a partire dalle ore 18, dove trovare decorazioni per la casa e addobbi natalizi, specialità culinarie e regalini carini da mettere sotto l’albero, artigianato regionale e oggetti artistici. Anche i dintorni per l’occasione si vestono di Natale!

tipologie, arredate con materiali completamente naturali del posto, dove due volte al giorno i maestri di sauna portano agli ospiti creme ai petali di rosa da spalmare sul corpo e illustrano il percorso da seguire e gli effetti benefici del calore. Nella zona delle saune ogni sala è indicata ad una particolare attitudine. Per chi desidera protezione ad esempio il Tepidarium (40° C, 20% di umidità) con i suoi lettini di marmo massiccio offre aria calda e secca con effetto radiante che permette di rafforzare il sistema immunitario e migliorare la circolazione. È questa la prima tappa, nella quale si può rimanere senza limiti di tempo. Liberare il respiro è lo slogan del Caldarium (45°C, 100% umidità), ben 3 di cui 1 grande e 2 invece adatti per la coppia. In questo bagno il calore aumenta delicatamente e una piacevole nebbia di vapore avvolge il corpo. Gli effetti salutari dei sali e degli oli essenziali liberano le vie respiratorie. Nel Laconium (55°C, 60% umidità) il piacevole calore, le dolci melodie e i profumi sensuali assicurano un totale relax. Stimola, inoltre, la circolazione, mobilita le difese dell’organismo, riduce lo stress, rinforza il cuore e il sistema circolatorio. Un frizzante refrigerio nel Frigidarium con le docce spumeggianti: da quella ghiacciata al ghiaccio tritato, dal pediluvio freddo alla doccia Nella città di Graz vengono allestiti piccoli e emozionale con gli effetti di pioggia e nebbia. grandi mercatini natalizi, all’insegna dei prodotti www.therme.at. culinari, dell’artigianato artistico, o ancora interamente dedicati ai bambini con giostre e laboratori creativi. E ancora il presepe di ghiaccio, la pista di pattinaggio, la ruota panoramica, il grande albero di Natale. Passeggiando tra una bancarella e l’altra il freddo si fa sentire, il vin brulé di certo riscalda, ma per combattere il rigido inverno il vero toccasana è la sauna. Tra le numerose saune che si trovano nell’area “Terme da vivere” e ne “Il mio Schaffelbad”, di certo la più richiesta in questo periodo è la nuovissima area romana. Una zona di 700 mq con 6 nuove saune di diverse

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COMPRENSORIO SCIISTICO DOLOMITI DI SESTO ALTA PUSTERIA Il comprensorio si allarga sempre più, nuovi collegamenti, nuovi impianti, nuove località per offrire allo sciatore un carosello di piste interminabili tra le vette del Patrimonio dell’Unesco. A pochi passi dal centro di San Candido si trova Baranci una delle quattro montagne del comprensorio Dolomiti di Sesto con i suoi 82 Km di piste. Per il quarto anno consecutivo, a dicembre vi si svolge la tappa di apertura della Coppa del Mondo FIS di Skicross. Per gli amanti dello sci notturno, possono sciare nella sua pista illuminata a giorno due volte alla settimana. Accanto alla pista di slittino, lunga 3 km, le sue attrazioni sono lo snowtubing e un percorso da skicross permanente. Per i buongustai si consiglia: il rifugio Gigante Baranci con le sue stube rustiche. Varie squadre nazionali di sci vengono ad allenarsi su queste nevi. Dalla fusione di tre società è nata la Dolomiti di Sesto Spa, una delle quattro maggiori imprese di impianti di risalita dell’Alto Adige. Il suo centro è il Monte Elmo, la montagna panoramica più bella dell’intera valle, con una splendida vista sulla

meridiana dei monti a 2200 metri di altitudine. Ogni sciatore può trovare la pista più adatta a lui e tre magnifiche discese a valle verso Sesto e Versciaco. Anche il giro sugli sci delle Dolomiti di Sesto parte da qui. Per i freestyler c’è lo Snopark Tre Cime. I mattinieri possono tracciare la loro scia nella neve immacolata. Il nuovo Ristorante Monte Elmo è una perla della moderna ristorazione alpina. Piccolo e bello! Così si può definire il comprensorio dei Prati di Croda Rossa (2000metri d’altitudine). Grazie alla garanzia di neve qui i pupazzi di neve sono alti ben 8 metri e dal 2003 vive un piccolo branco di renne allo stato libero. Si possono fare delle gite quotidiane su slitte trainate dalle renne per la gioia di grandi e piccini. Gli sciatori più esperti invece trovano la sfida adatta sulla pista più ripida d’Italia, la “ Holzriese” con una pendenza del 71%. Novità inverno 2012/2013: il sentiero Renna Rudi, un sentiero didattico per sciatori di ogni età. L’ultimo comprensorio associatosi alla zona sciistica di Sesto con i suoi 31 impianti di risalita si trova a sudest del Passo Monte Croce, nel Veneto. Facendo il Giro delle Cime sugli sci si oltrepassa il confine tra due culture, tra l’Alto Adige e il Cadore. La ridente Val Comelico è una chicca per gli sciatori più esigenti, ma con l’apertura della pista per famiglie Campo, lunga 4,7 km, nel dicembre 2012, ora il comprensorio ha un’ottima proposta anche per i principianti. Il comprensorio è collegato agli altri impianti da un servizio skibus navetta. Info: www. Sextnerdolomiten.com

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UMBRIA: BENESSERE NEL CUORE VERDE D’ITALIA E se a Natale anziché i monti scegliessimo il relax? Esploriamo,allora, l’Umbria e scopriamo la sua bellezza. Il “cuore verde d’Italia”, così come viene chiamata questa Le strutture sono per la maggior parte immerse regione, ha una vera e propria vocazione nella campagna, in un susseguirsi di colli e monper il bello. ti, boschi e prati, ulivi e viti, fiumi e torrenti, caDal paesaggio naturale, prevalentemente collinare e ricco d’acqua, con boschi, pascoli e terre coltivate ad arte; al patrimonio culturale, storico e artistico, risultato degli insediamenti di civiltà antiche, del fervore mistico del Medioevo e del Cristianesimo. In questo ricco e straordinario contesto si inserisce il Consorzio Umbria Benessere – Club Vitae, un consorzio regionale che riunisce strutture ricettive interamente dedicate al benessere. Residenze d’epoca, relais di charme, resort, agriturismo, country house, sporting center, hotel con beauty-farm, centro benessere e SPA. Sono 23 le strutture selezionate in grado di offrire prodotti e servizi di qualità mirati al raggiungimento del benessere a 360°. Benessere che passa anche per natura e gusto.

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scate e sorgenti, ma allo stesso tempo non sono mai troppo lontane dalle città d’arte e dai piccoli borghi medioevali che caratterizzano il paesaggio umbro. Ogni località poi esprime la sua identità anche attraverso la gastronomia, le ricette e i prodotti tipici culinari. Per questo un viaggio in Umbria non sarebbe completo se non contemplasse anche il gusto, passando per i vini più noti, il pregiato olio e l’inconfondibile tartufo. Piatti genuini e regionali preparati con fantasia, originalità e leggerezza. E poi Massaggi orientali e californiani, indiani e svedesi, arabi e caraibici. Rituali di bellezza per lui e per lei, di coppia, per gli sposi in luna di miele, per teenager, per donne in dolce attesa e per mamme. Trattamenti antistress, anticellulite, antiacne, anti-age, antirughe. Olio e vino, miele e cioccolato, burro di karité e zucchero di canna, alghe e spezie, albicocche e agrumi, avocado, orchidea e caviale. Con ben 23 strutture dedicate, l’offerta wellness non potrebbe essere più completa e varia. Fuori dalle Spa, silenzio e mondanità. C’è Perugia, adagiata su un colle dall’andamento irregolare, il cui centro storico è delineato dalle mura etrusche. C’è il fascino ineguagliabile di Orvieto, isolata in cima a uno sperone di tufo. La magica e mistica Assisi, stretta dentro le sue mura, e Gubbio, con i suoi scorci medievali. C’è poi Spoleto incastonata come un gioiello nel verde e Todi, Città di Castello, Foligno, il Lago Trasimeno. In queste città e borghi d’altri tempi, sono dislocate le strutture del Consorzio Umbria Benessere. Tra castelli e tesori archeologici, eremi silenziosi e luoghi di fede, ma anche negozi di design dove trovare pregiati oggetti d’artigianato, locali per il divertimento e le serate mondane. Sono le mille facce di questa regione, posta al centro del Bel Paese, che sa offrire a ciascuno la propria vacanza ideale. Info: Consorzio Umbria Benessere :www.umbriabenessere.eu


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MODA MODA MASCHILE: STAMPE GEOMETRICHE Basta con le classiche righe e con le camicie a quadri. Basta anche con le stampe floreali in stile hawaïano. Quest’inverno gli stilisti di moda ci vestono - dalla testa ai piedi letteralmente - in stampe geometriche, piccole e ricercate. Alcune stampe ricordano addirittura la carta parati del salotto della nonna. Si tratta di un look insolito per l’uomo. Indossatele nella dose giusta però, per aggiungere un pare troppo appariscente per la vita quotidiana tocco creativo al vostro look. (una cosa che possiamo capire), allora limitatevi Dalla testa ai piedi - per iniziare - ad un unico capo con una fantaIniziamo subito con il look più evidente: il look sia. Potete per esempio optare per una camicia in cui vengono abbinati pantaloni e giacca nella con stampa geometrica come vuole la moda, da stessa stampa. Stampe dalla testa ai piedi dun- portare sotto una giacca in tinta unita. Se la fantasia della camicia è piuttosto vistosa que. Questo look lo abbiamo visto da Dolce & Gabba- è meglio abbinarla con una cravatta piuttosto na dove i completi hanno un che di “pigiama de ‘tranquilla’, magari in tinta unita oppure ravvivaluxe”. Anche Nicole Fahri ha scelto per un total ta solamente da giochi di texture o da una fantaprint look. Lei ha scelto di osare con una stampa sia ton sur ton. floreale che risulta comunque elegante per il fat- Se vi piace l’idea del look ‘pigiama de luxe’ come quello visto da Dolce Gabbana, ma non vi pare to che è realizzata in bianco e nero. Frankie Morello ha proposto delle stampe con in- adatto per la vita quotidiana, potete invece dare fluenze indiscutibilmente indiane per pantaloni, un tocco creativo al vostro look con una sciarpa blazer, camicie e giacche. Stampe più portabili in seta con una stampa piuttosto vistosa. per un look ‘stampe dalla testa ai piedi’ le abbia- Basta sperimentare, iniziare con un capo con fantasia e fare sempre un passo in più. mo viste da Canali. Va bene prendere spunto dalle tendenze di Come portare le stampe? moda, ma alla fine la cosa più importante è che il Se un completo con stampa dalla testa ai piedi vi vostro look rispecchi la vostra personalità!

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MODA SEXY CON GLI OCCHIALI DA VISTA

COLLANE E COLLIER IL NUOVO TREND!

Non chiamateli più quattrocchi, l’occhiale Volete sapere quale accessorio scegliere ormai è il nuovo must! per aggiornare il vostro look per l’inverno? Cosa hanno in comune Scarlett Johansson, Jennifer Garner, Brad Pitt e Megan Fox (tanto per fare qualche nome)? Conoscono tutte quante la forza degli occhiali da vista scelti bene e sanno che questo accessorio non intacca il loro glam look. Anzi, degli occhiali da vista scelti bene possono accrescere il vostro sex appeal e rendervi (ancora) più interessanti. Basta guardare le foto che abbiamo scattato durante le settimane della moda internazionali. Queste donne attiravano l’attenzione proprio per il modo con cui sapevano indossare gli occhiali da vista, che al giorno d’oggi troppo spesso vengono sostituiti con lenti a contatto. Proprio gli occhiali rendevano uniche queste donne ed il loro look. Noterete che le montature sono piuttosto presenti, oseremmo dire pesanti, e sicuramente visibili. Sono passati i tempi degli occhiali senza montatura. Se optate per degli occhiali da vista, allora fateli vedere! Ovviamente è molto importante scegliere una montatura che stia bene con il vostro viso e sia in linea con la vostra personalità. Fatevi consigliare dall’ottico ma chiedete anche ad un’amica o a un amico di accompagnarvi per un’opinione più personale. Gli occhiali da vista non sono ‘noiosi’ o ‘leziosi’, ma se scelti bene, possono essere enormemente trendy e anche molto ma molto sexy!

È una domanda molto interessante, e la risposta è semplice: optate per una collana che si faccia notare. Se siete già passate per il reparto accessori dei grandi fashion store lo avrete già intuito. Le collane per l’inverno 2012 2013 sono grandi, opulente e fantasiose. Si possono distinguere vari trend. Così vediamo in questo momento tante collane ricche di pietre grandi e colorate. Queste collane si fanno portare su un abito elegante ma anche - ancora più trendy! - su un maglione o addirittura su una camicia di jeans.

Un altro genere che va di moda, sono i collier che sembrano una vera e propria pioggia di strass. I cristalli si posano come gocce sul decolté. Se una volta si portavano queste collane soltanto la sera, adesso vanno soprattutto di giorno. Infine tornano alla grande (o restano di moda, come volete) le catene color oro, una tendenza che ci porteremo dietro anche nell’estate 2013!

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Pantera Rosa

Nell’ antico centro in Piazza Vecchia di Mira Articoli regalo, accessori, profumeria e pelletteria delle migliori marche e addobbi natalizi. Tante idee originali e un vasto assortimento di occasioni per tutti gli articoli. Il negozio aperto dal 1986 mette a tua disposizione esperienza, professionalità e cortesia. Auguriamo a tutta la clientela sinceri auguri di Buon Natale e Buon Anno.

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BEAUTY MASCARA BLU PER UNO SGUARDO SEDUCENTE Perché non coccolarsi un po’ di più durante il mese delle feste? Potete prenderlo come sfida, per aggiungere ogni giorno qualcosa di extra, di particolare al vostro look. Per sentirvi belle e per tenere alto il morale. Per iniziare potete colorare le vostre ciglia di blu come in questa foto! Questo make-up lo abbiamo visto da Stella McCartney. Si tratta di un look di grande impatto che è, però, facilissimo da imitare. Cosa vi serve? Un mascara blu e una buona dose di pazienza. Applicate strato su strato sulle ciglia sotto e sopra per intensificare il colore al massimo. Il resto del trucco rimane naturale. Optate per una base leggera e date forma alle sopracciglia. Completate il look con un rossetto chiaro. Con questo look potete affrontare ogni giorno invernale, non importa quanto sia freddo o triste, con uno sguardo splendente e luminoso. Così farete di ogni giorni un party! Il mascara blu è un’originale e facile alternativa al classico mascara nero: è divertente sperimentarne i vari utilizzi nonché sceglierlo nelle tinte più diverse e stravaganti. Se siete curiose di sperimentare il mascara blu seguite questi preziosiconsigli.

Chi può indossare il mascara blu? Con qualche piccolo accorgimento tutte possono permettersi il piacere di reinventare il proprio look utilizzando il mascara blu. Ma per ogni colore di occhi è sempre meglio saper scegliere la tonalità più giusta: ecco allora qui di seguito qualche informazione che potrebbe tornarti utile quando acquisterai il tuo mascara blu.

Occhi castani: chi ha gli occhi castani può permettersi di indossare praticamente qualsiasi tonalità di mascara blu. In particolare se hai la pelle chiara scegli un mascara blu azzurrato o turchese , mentre se hai la pelle più scura opta per colori più intensi come il mascara blu scuro o blu elettrico. Occhi azzurri e grigi: per chi volesse provare il mascara blu ed ha un colore di occhi dall’azzurro al grigio può benissimo scegliere le tonalità più scure e intense come il blu scuro e il blu elettrico, che danno molto risalto agli occhi chiari. Ma non fermarti solo a questi e prova anche altre sfumature: ad esempio, se hai la pelle chiara, un abbinamento perfetto potrebbe essere quello tra mascara blu azzurrato e ombretto panna o che tenda leggermente all’azzurro chiaro. Occhi verdi: per gli occhi verdi scegliere un mascara blu richiede un attimo di attenzione. Sono da evitare, infatti, i colori troppo chiari e tenui che spengono il tuo sguardo, come il turchese, il blu azzurrato e altre sfumature di queste tonalità. Indossali preferibilmente alla sera e opta per mascara blu intensi come il blu scuro e il blu elettrico. Qualche consiglio in più su come indossare il mascara blu: Quando applichi il mascara blu stai attenta anche alla tonalità del rossetto che scegli: preferisci rimanere sui colori freddi del rosa, meglio se con effetto satinato.

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OCCHIALI DA SOLE E DA VISTA: PULIAMOLI BENE Carissimi amici e affezionati consumatori di IN&OUT, in questo numero vorremmo dare risposta generalizzata, a due domande semplici ma che molto frequentemente ci vengono fatte nei Nostri centri. • La prima domanda è: come si fa a pulire e a conservare le lenti? • La seconda invece: ci sono delle regole semplici per fare cio’? Diremmo proprio di SI: Partiamo innanzi tutto a dire che, la pulizia degli occhiali serve molto se non soprattutto, anche per prevenire infezioni ed allergie oculari, sia che gli occhiali siano da vista, sia che siano da sole. Infatti i depositi proteici che felcizzano soprattutto sulle placchette di appoggio del naso, sono la maggior causa di infezioni e allergie in quanto attraggono i batteri. Per quanto riguarda invece la cura e la manutenzione degli occhiali, eccovi delle semplici ma efficaci regole che aumenteranno di molto la durata del Vostro occhiale. Teniamo comunque a precisare che le lenti soprattutto organiche, devono essere sostituite non oltre i tre anni di vita in quanto i polimeri per la costruzione tanto durano dopo di che perdono le caratteristiche refrattive.

1) utilizziamo sempre una custodia rigida , per evitare rotture ma soprattutto graffi sulle LENTI, 2) puliamo gli occhiali spesso, detergendo le lenti con acqua tiepida e sapone neutro(preserveremo gli occhiali e gli occhi da infezioni ed allergie) 3) asciughiamole le LENTI con un panno in microfibra (perfetto quello che ci regalano gli Ottici) 4) rimuoviamo sempre dalle LENTI le macchie di unto , le tracce di polvere ( soprattutto nelle nostre città ricche di smog) o terriccio (quando siamo in campagna o ci facciamo prendere dal pollice verde) 5) non puliamo mai le LENTI con fazzolettini o tovaglioli di carta , nemmeno con panni ruvidi (cotone-canapa-lino) che potrebbero graffiare la superficie della lente alterando la visione 6) poggiamo gli occhiali correttamente sul comodino o sulla scrivania, posando sempre gli occhiali dalla parte delle aste 7) non esponiamo gli occhiali a fonti di calore dirette (termosifoni) o indirette (cruscotto auto) e per ore ai raggi solari abbandonandoli in barca o sotto l’ombrellone 8) non esagerare con lacche e con i profumi 9) stiamo attenti quando usiamo solventi e liquidi sgrassanti e super pulenti che potrebbero attaccare anche i trattamenti fatti sulle lenti (filtripolarizzazione) 10) gli occhiali vanno tenuti sul naso, per fermare i capelli si usano i cerchietti... 11) cerchiamo di indossare gli occhiali sempre con due mani 12) se bisogna regolare gli occhiali , meglio tornare dal nostro ottico...il fai da te crea sempre danni 13) mai passare le dita sopra le lenti Se avete altre domande più mirate, veniteci tranquillamente a trovare nei Nostri centri, saremmo ben felici di risponderVi e risolvere i Vostri dubbi. Auguriamo a tutti un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo

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GOSSIP Christina Aguilera contro i blogger e i social network La popstar in un’intervista ad un noto settimanale americano dice di sentirsi una donna e madre realizzata. Racconta, piccata, che non comprende il perché dell’attenzione mediatica nei suoi confronti soltanto per questioni frivole e detesta il gossip, i blogger e social network. Sembrano le parole di una diva esausta eppure la popstar amatissima ne ha una per tutti e vuota il sacco su ciò che le è insopportabile: il gossip e i blogger, rei di criticare il suo lavoro di cantante. La Aguilera sente di essere una donna e madre realizzata e quindi non riesce a comprendere il perché dell’attenzione mediatica nei suoi confronti soltanto per questioni frivole. Attualmente impegnata come giudice al Talent Show americano “The Voice” si definisce una madre e donna d’affari e i rumors di cui è protagonista, l’ultimo circa una sua foto in copertina ritoccata ad hoc per farla sembrare ancora più curvy, sono nient’altro che spazzatura.

Dopo 25 anni la Stephanie lascia il set di “Beautiful” L’attrice Susan Flannery esce dalla soap Dopo l’addio di Ronn Moss (Ridge) anche Susan Flannery (Stephanie) ha lasciato il set di “Beautiful” dopo 25 anni di presenza ininterrotta (dal 1987 al 2012). L’attrice, come il collega prima di lei, pare sia uscita di scena per motivi economici. La produzione ha infatti attuato dei tagli ai cachet degli interpreti che non hanno accettato di buon grado le modifiche. Nella puntata andata in onda negli Usa la matriarca affetta da un tumore incurabile decide di affrontare la malattia a modo suo: organizza un bel party con tutti i parenti, che la vedranno in splendida forma, e li saluta tra le lacrime prima di ritirasi nella solitudine e vivere gli ultimi giorni della sua vita in un luogo lontano dalla famiglia.

Kristen disoccupata seduce con il nude look La Stewart è preoccupata per il 2013 e sul red carpet regala pizzi e trasparenze

Se c’è già chi scommette sulle nozze dopo il riavvicinamento con Robert Pattinson, una cosa è certa: Kristen Stewart ha un futuro incerto da punto di vista professionale. Durante uno dei tanti red carpet per la presentazione dell’ultimo capitolo della “Twilight saga”, infatti, la bella attrice ha detto di essere alla “disperata ricerca di un lavoro”. Sarà per questo che ultimamente osa con pizzi e trasparenze nude look? Adesso che ha ritrovato il sorriso con il suo Robert che l’ha perdonata dopo il tradimento, Kristen sfodera il suo lato sexy. E stupisce con trasparenze che lasciano intravedere seno e persino lato B. Intanto per il 2013 la Stewart non ha film in vista. Tanto che la bella vampira 22enne ammette di essere stressata per il futuro ed è preoccupata per la sua carriera. Ora che ‘Twilight’ si conclude, anche il successo potrebbe tramontare con la fine della saga: “Ho voglia di lavorare, di recitare, ma sono un po’ tesa per non riuscire ora come ora a tornare a lavorare”, ha detto.

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SPORT SPIDERAP, ALLENARSI CON GLI ELASTICI! Una nuova tipologia di allenamento che usa una cintura e degli elastici per ottimizzare lo sforzo dei movimenti e allenare tutta la parte muscolare. Lo spiderap è una cintura che va indossata con cui praticare determinati esercizi ed è stata messa a punto da un certo Rudy Alexander Rossetto di professione preparatore atletico che ha voluto ottenere un esercizio di tutti i gruppi muscolari del corpo, migliorare la forza resistente e anche quella di esplosione ma anche le capacità cardio-vascolari. Ha basato il tutto sull’indicazione che il miglior esercizio fisico è quello che mantiene lo sforzo costante durante tutta l’attività di movimento e la soluzione adottata è l’uso dell’elastico che oltre ad agire in questo senso non va ad appesantire tendini e legamenti. Così lo spiderap dove rap sta per Rudy Alexander Program è diventata una specialità specifica. E’ possibile fare un allenamento specifico basato sulle indicazioni del suo creatore ma anche applicarla ad altri tipi di attività per integrare ulteriormente lo sforzo muscolare e migliorarne l’efficacia. Questo allenamento è possibile farlo da soli ma si sta diffondendo la soluzione di lezioni di gruppo a tempo di musica rendendo lo spiderap divertente ma sempre efficace.

te terreno sconnesso o in acqua; • evitatene l’uso durante la gravidanza; • evitatene l’uso se avete problemi di tendinite; • usate un abbigliamento comodo e pantaloni non particolarmente ampi al fondo per evitare di impigliarsi con gli elastici; • portatevi sempre un asciugamano e dell’acqua per reidratarvi; UTILIZZO

Questa cintura che si lega con il velcro, va posizionata all’altezza dei fianchi e vanno poi agganciate le fasce ai piedi e ai gomiti per poter utilizzare con mani e piedi gli elastici. Bisogna ora eseguire esercizi di allungamento di braccia e gambe che è consigliabile seguire da un istruttore preparato. Esistono ora lezioni di gruppo da fare a tempo di musica che rende l’allenamento più divertente e meno ‘pesante’. Ma lo spiderap, o meglio la cinIMPIEGO CURATIVO tura, è applicabile anche ad altre specialità come Grazie alle sue caratteristiche è possibile curare la boxe, G.A.G. (allenamento di gambe, addomie anche prevenire gli scompensi della struttura nali e glutei), alla capoeira e anche alle danze vertebrale che causano la cifosi (deformazione come la samba, il funky e l’hip hop. della corretta forma della colonna vertebrale). E’ anche uno strumento terapeutico per avere consapevolezza del proprio corpo e miglioramento dell’equilibrio e della coordinazione adatto quindi a quella che si definisce pre-sciistica per allenare correttamente muscoli e tendini. Di seguito alcune accortezze e comunque consultate il medico prima di iniziare un allenamento continuativo sia per la vostra salute che per un affrontare correttamente l’allenamento: • gli esercizi vanno fatti in modo graduale, senza strappare; • fate attenzione alla postura che assumete; • l’elastico non va allungato oltre la resistenza dello stesso; • fate attenzione alla respirazione; • fare allenamento su un pavimento piano, nien-

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SPORT ATTIVITA’ FISICA E SPORTIVA: MOTIVARSI AL MOVIMENTO

DOLORI MUSCOLARI, IL GIORNO DOPO

Qualche tempo fa una pubblicità ci mar- Siamo reduci da una delle nostre prime tellava con lo slogan “La potenza è nulla giornate di allenamento della stagione e senza controllo”. il risveglio non è dei migliori.

Prendiamo allora spunto da questo messaggio e utilizziamolo per i nostri scopi: “L’attività fisica è nulla senza motivazione“. Nulla se non ricopriamo la nostra fatica e il nostro sudore di motivazione. Prendiamo i canonici 30 minuti che almeno 3 o 4 volte a settimana dovremmo dedicare al fitness, che sia in casa, all’aperto o in palestra. Molte volte è il contesto che non ci induce a sforzarsi o non ci porta a muoverci. I ritmi che lavoro e famiglia impongono spesso comportano posizioni statiche e stress. Siamo quindi portati a considerare che il tempo non basta mai e che le occasioni per muoversi non le abbiamo. E invece è nelle pieghe della giornata che possiamo riscoprire il piacere di fare attività fisica. Poche regole, semplici e utili, aiutano. Innanzitutto, diminuiamo gradualmente il tempo che impieghiamo stesi sul divano a guardare la tv e recuperiamo preziosi minuti per correre o andare in bici. Altro consiglio è quello di anticipare di mezz’ora la sveglia mattutina. Ci alzeremo un pò prima e potremo ossigenare meglio il cervello allenandoci la mattina. Se avete figli da accompagnare a scuola, fatelo senza parcheggiare la macchina di fronte alle scale dell’istituto ma distante, in modo da passeggiare un pò. Per arrivare in ufficio cercate di diminuire gli spostamenti con i mezzi e riscoprite il piacere di camminare o usare la bici. E la pausa pranzo? Approfittate anche di questa opportunità per muovervi un pò. Non mancano insomma i momenti per fare attività fisica. Organizzatevi e sfruttateli al meglio. Il vostro fisico vi ringrazierà per aver investito maggiormente sul suo “utilizzo consapevole”.

Siamo a fare i conti con quelle fitte e a quella spossatezza che compare appena scendiamo dal letto. Se il dolore non è ancora localizzato, se si tratta di indolenzimento muscolare e non di una vera e propria infiammazione, per ridurre gli effetti del vostro allenamento provate con un bagno caldo. Se invece riuscite a localizzazre meglio il dolore provate con degli impacchi caldi. Il calore renderà i muscoli meno rigidi e favorirà la circolazione sanguigna così da accelerare anche il processo di guarigione. In questi casi è molto utile anche un massaggio. Un professionista sarebbe indicato, ma non potendo rivolgervi a chi massaggia di mestiere potete anche fare da soli. E se il dolore vi spinge a buttarvi sul divano e stare ore e ore immobili nell’attesa che il fastidio scompaia da sè, resistete alla tentazione. Il giorno dopo l’allenamento inserite nella vostra scheda una passeggiata o una gita in bici. Oppure allungate i vostri muscoli con sedute di yoga. Altrimenti potete andare in piscina. Ma se pensate che non sia il caso di uscire, avrete di certo la vostra attrezzatura da home fitness a disposizione. Seguire questi piccoli consigli vi aiuterà a contenere gli effetti negativi di dolori muscolari, non facendovi così perdere motivazione per i vostri allenamenti. E non scoraggiatevi per l’insorgenza di questi fastidi. Prendetela come un segnale che certifica come i vostri sforzi stanno riattivando fasce muscolari un pò assopite. A questo punto potrete riprendere alla grande la vostra attività e incrementare gardualmente l’intensità dei vostri allenamenti.

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CONSIGLI UTILI per lasciare il segno sul nostro lavoro di cucito o di uncinetto, vanno strofinate di tanto in tanto con il borotalco. Passata la stagione fredda, superate le piogge In questo modo, saranno sempre fresche e i tesprimaverili, è il momento di riporre gli ombrel- suti resteranno pulitissimi. li. Per ritrovarli fiammanti l’autunno successivo, lavarli con una soluzione preparata con metà Cosa fare dei ritagli? acqua e metà aceto. Si elimineranno così aloni e macchie lasciati da Mai buttare gli avanzi di stoffa, lana e cotone, pioggia e polvere. Lucidare quindi il manico e una volta ultimato il lavoro. lubrificare le stecche togliendo con della carta Basta un po’ di fantasia, e si potranno riutilizzavetrata finissima eventuali inizi di ruggine. re in mille modi.

Aceto per ombrelli senza macchia

Le vecchie presine sono ormai da buttare? Abbiamo bisogno di nuovi poggiapentole? Oppure vogliamo decorare la camera dei bambini con I bijoux d’argento sono la nostra passione, sodei simpatici patchwork? prattutto quelli lavorati, magari acquistati in In tutti casi, i vari ritagli colorati, cuciti insieme, chissà quale parte del mondo! Portandoli però faranno proprio al caso nostro. scuriscono, la polvere si ferma tra i motivi della fine lavorazione e li rende meno lucenti. Come Per chi cuce a macchina pulirli? Uno spazzolino e del dentifricio in pasta bianco si riveleranno davvero miracolosi. SciacChi usa abitualmente una macchina da cucire, quati e asciugati con cura, i nostri argenti semsa bene che alcuni tessuti particolarmente legbreranno nuovi. geri, tra cui ad esempio lo chiffon, tendono a scivolare sulla tavola. Una poltrona rimessa a nuovo In questi casi, si consiglia innanzi tutto di non Per avere poltrone nuove di zecca senza affron- perdere la pazienza, poi di procurarsi un foglio tare grandi spese, basterà procurarsi una bella di carta velina e sistemarlo tra la tavola stessa e stoffa, magari decorata a mano, e rivestirvi la la stoffa. Il tessuto rimarrà più fermo ed il lavoro vecchia poltrona, cambiando se possibile anche sarà certamente più agevole. l’imbottitura. Si è attaccata la frittata! Si consiglia di tagliare il tessuto su misura, lasciando circa 5 cm per l’orlo. Si possono inoltre fare degli occhielli sulla stoffa e attaccare dei La frittata non si stacca dal fond, ciò vuol dire bottoni alla poltrona per fissare il rivestimento. che non siamo riusciti a rigirarla, e nemmeno a metterla nel piatto di portata intera come si dovrebbe. Una tovaglia sempre nuova Un semplice coperchio si rivelerà per noi provUna tovaglia nuova per ogni occasione? Nien- videnziale. Basterà coprirci la frittata facendo in te di più facile, basta sceglierne una (possibil- modo da chiudere ermeticamente la padella. Il mente bianca) e applicarvi decorazioni sempre tempo di due o tre minuti, e il vapore che si forma all’interno ci permetterà di staccarla con diverse. Procuriamoci dei fogli di carta vellutina, oppure facilità. delle strisce di panno, meglio se di vari coloCarne meno dura ri, e ritagliamo stelle, cuori, fiori, animaletti e qualsiasi altra forma ci suggerisce la fantasia. Applichiamo poi le nostre creazioni alla tovaglia Per quanta attenzione si faccia, per quanto si cerchi di individuare il pezzo migliore, capita e rinnoviamole ogni volta che vogliamo. che ingannati dal bellisimo aspetto ci si ritrovi a volte in frigorifero della carne un po’ dura. Borotalco di sicurezza Per ammorbidirla, e per renderla anche più guCosa c’entra il borotalco con l’ago e il filo? È stosa, immergerla un paio di ore prima di cuopresto detto, se si tiene conto che per macchiare cerla in una marinata di aceto o limone a cui alcuni tessuti, specialmente chiari, basta davve- avremo aggiunto le erbe aromatiche preferite. ro poco. Per evitare che le mani sudate finiscano Sarà una vera delizia.

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VOGLIA DI LIBRI a cura di Libreria Mondadori Mirano

I re del mondo Don Winslow

Theodore Boone l’accusato John Grisham

Einaudi

Mondadori

Prequel, come si usa oggi, della storia dei trafficanti di marjuana Ben e Chon, che nel primo libro finiscono male la loro carriera di spacciatori di felicità. Winslow, con la sua scrittura quasi futurista, ci porta all’inizio della storia dei due amici, trafficanti “perbene”, che pensano di poter sviluppare il loro commercio in pace e senza violenza. Ma l’ambiente che li circonda è il più cattivo del mondo e i narcos messicani non li lasceranno in pace. Sempre bravo Winslow, da leggere in un fiato.

E’ la terza avventura di Theo Boone, il tredicenne protagonista di una serie per ragazzi. John Grisham é un maestro del thriller, il più grande, perciò anche nei tre libri con Theore Boone l’ambientazione rimane la stessa: padre e madre avvocati, lo studio dei genitori nel quale il figlio studia al pomeriggio,lui stesso nelle vesti di “difensore” di suoi improvvisati clienti nello stranissimo “Tribunale degli animali”. Una lettura piacevole e avvincente anche per chi deve ancora trovare la passione per la lettura.

Sbagliando l’ordine delle cose Alessandro Gassmann Mondadori

Alessandro è il figlio del mattatore, il grande Vittorio, e non lo è più, si è affrancato dall’ombra del padre, trovando la sua strada, sia al lavoro sia nella famiglia. Alessandro ci porta con leggerezza all’interno della sua famiglia allargata, strampalata, piena di figli, madri, lingue diverse e ci permette di conoscere meglio anche il grande Vittorio, con una serie di ricordi esilaranti e commoventi. Alessandro è bravo a scrivere, è intelligente e bello e ha scritto un libro bello e intelligente che si fa leggere con piacere.

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VOGLIA DI LIBRI a cura di Libreria Mondadori Mirano

CINQUANTA SFUMATURE DI ROSSO

Effie storia di uno scandalo

E.L. James

Suzanne Fagence Cooper

Mondadori

Neri pozza

Questo è il terzo e conclusivo volume della trilogia Cinquanta sfumature, il cui successo senza precedenti è iniziato grazie al passaparola delle donne che ne hanno fatto un vero e proprio cult ponendolo al primo posto in tutte le classifiche del mondo. Quella che per Anastasia Steele e Christian Grey era iniziata solo come una passione erotica travolgente è destinata in breve tempo a cambiare le loro vite. Ana ha sempre saputo che amarlo non sarebbe stato facile e stare insieme li sottopone a sfide che nessuno dei due aveva previsto. Lei deve imparare a condividere lo stile di vita di Grey senza sacrificare la sua integrità e indipendenza, lui deve superare la sua ossessione per il controllo lasciandosi alle spalle i tormenti che continuano a perseguitarlo. Le cose tra di loro evolvono rapidamente: Ana diventa sempre più sicura di sé e Christian inizia lentamente ad affidarsi a lei, fino a non poterne più fare a meno. In un crescendo di erotismo, passione e sentimento, tutto sembra davvero andare per il meglio. Ma i conti con il passato non sono ancora chiusi.

È una fredda giornata di aprile del 1854 alla stazione King’s Cross di Londra. Effìe Gray ha appena salutato il marito John Ruskin, il celebre critico d’arte, e ha preso posto sul treno diretto in Scozia, a Bowerswell, la casa dei suoi. Non appena il treno abbandona la stazione di King’s Cross, davanti agli occhi sgranati di Sophy, la sorellina di dieci anni, Effie si toglie i guanti, si sfila la fede nuziale e la mette in una busta indirizzata alla suocera, insieme con le chiavi di casa e il libretto contabile, e ritorna nella casa paterna. La separazione di Effie Gray da John Ruskin, è un gesto rovinoso per la reputazione di un uomo al culmine della sua fama.;John Ruskin non è, infatti, un critico d’arte qualsiasi, è diventato il critico d’arte per eccellenza, un uomo amato e ammirato nei salotti letterari londinesi. Tanto più che Effie Gray si appresta a svelare al mondo un doloroso segreto: John Ruskin non ha mai consumato il suo matrimonio. Effie avrebbe probabilmente tenuta nascosta a lungo la sua vergogna, se non si fosse innamorata del talento più precoce degli artisti ribelli della Confraternita dei preraffaelliti protetti da Ruskin...Attraverso un linguaggio semplice e caldo attraversiamo la storia dei due protagonisti e del loro entourage nella Londra vittoriana del tempo.

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Articoli natalizi Piazza L. Mariutto, 5 - 35010 VILLANOVA (PD) Tel. 049 9220524


STORIE DI VALE di Valentina Tonolo

MAGO “Sono sopracciglia vere”, ci teneva a dire a chiunque glielo chiedesse. Il mago sapeva fare il suo mestiere. Da una qualunque foto tessera riusciva a materializzare sopracciglia ad arco acuto, rotondo, a virgola. Eppure nonostante lo sguardo soddisfatto, l’euforia incontenibile sulla sua faccia, le persone dopo la prestazione lo guardavano perplesse. Nessuno era interessato a tenersi carta d’identità o patente con folte sopracciglia, occupavano troppo spazio nel portafoglio. Tutti volevano la materializzazione della felicità. “La felicità si crea autonomamente, solo così l’universo collabora esaudendo ogni desiderio, solo così la felicità diventa collaborazione e scambio”, rispondeva il mago leggendo una frase di uno dei tanti manuali comprati furtivamente al supermercato. “Le sopracciglia davano un contributo all’economia?” Si chiedevano i clienti. Lui andava su tutte le furie: “Perché tutto doveva girare intorno all’economia? La perdita di tempo allora? può salvare la mente a qualcuno. E l’aria? crea sollievo nonostante sia gratuita”, ma alla gente i discorsi del mago sembravano proprio inutili all’economia. Tutti si rivolgevano a lui per i miracoli senza credere ai miracoli, per la salvezza senza sapere come muovere il primo passo per una vita migliore. Il mago dopo anni riscontrava ormai che le richieste erano le stesse: da sassi si volevano monete, dalla sofferenza l’amore. Circondato dal disincanto il mago si arrabbiava e puntualmente cacciava chiunque non sopportasse. Una volta solo, sentiva il rischio di diventare un ammalato di impotenza. Per evitare il malumore, come gli aveva insegnato lo zio, ormai morto e sepolto in una tomba faraonica nelle Egadi, chiudeva gli occhi. “Chiudi gli occhi, vivi il sogno che vuoi e quel che trovi trattalo come un tesoro”. Segretamente si immaginava con una corona di diamanti giocattolo sulla testa, un costume leggero a tunica e un unicorno come macchina. La luce era calda, le onde del mare uguali e diverse. Nel suo sogno c’era tutto ciò che desiderava, anche molti degli uomini che avevano cambiato la storia. Che discorsi illuminati circolavano tra loro. Aveva la stima di tutti. Portando con sé la memoria, in sogno riusciva a suggerire a Einstein, Volta, kant piccoli accorgimenti teorici che gli conferivano stima. Addirittura Seneca gli corse in aiuto per gli episodi di collera. “Ascolta la tua collera senza parlare immediatamente. Non resisterle, sentila salire, accoglila e prima che esca dalla bocca contienila. Solo così la tua lucidità non scapperà via”.

“E se contassi fino a dieci prima di parlare?” chiese il mago al grande maestro. “Eccezionale intuizione”, disse Seneca, “la adotterò su Nerone” e per gratitudine gli attribuì l’onorificenza di aiuto filosofo. Poi apriva gli occhi e la luce si affievoliva. I giorni passavano e il mago si domandò qual’era il modo migliore per gioire di tutto. Cadendo dal letto per un sonno profondo ma agitato ebbe la rivelazione: per diventare non un mago a prestazione ma un grande mago senza umiliazioni, arrabbiature, collassi di pensiero, doveva cambiare. Ammise che il dono di creare sopracciglia poteva essere apprezzato esclusivamente dai bambini e non dagli adulti afflitti dalla ristrettezza di pensiero. Per i bambini ogni sabato pomeriggio avrebbe aperto le porte della sua casa, per gli adulti l’accoglienza sarebbe avvenuta il mercoledì tirando fuori le sue doti di gentilezza e amorevolezza. Avrebbe ascoltato e regalato convinzioni diverse, per imparare lui stesso, per migliorare. Dichiarato il suo intento, anche Marco Aurelio gli fece i più sinceri complimenti. Eppure nonostante le porte aperte e i vari cambiamenti il mago non si sentiva ancora appagato. Era un mago, ma che poteri importanti aveva? Camminò un giorno e una notte lungo il corridoio, avanti e indietro senza fermarsi, senza demordere, senza amareggiarsi. Pensieri pratici, astratti, distruttivi, costruttivi urlavano nella sua testa. Intorno alle quattro di mattina, ora fondamentale per la rigenerazione, così gli disse Freud, ebbe un’idea: non avrebbe esercitato nessun potere, neanche sulle foto tessera. Avrebbe cercato un linguaggio nuovo privo di metodo e fatto di simboli. All’alba si disse: io sono il mago della vita, non occorre che altri lo sappiano, sarà il mio segreto, non dovrò dimostrare niente a nessuno. Perse potere ma acquistò piacere. Uscì con il sorriso sulle labbra e iniziò a collaborare con l’universo in compagnia dei più valorosi filosofi della storia.

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ARTE CAPOGROSSI. UNA RETROSPETTIVA. Venezia, Museo Guggenheim Dal 29 settembre 2012 al 10 febbraio 2013

Questa attesa antologica rende omaggio a uno dei protagonisti assoluti della scena artistica del secondo dopoguerra, presente nelle collezioni della Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York fin dal 1958 con l’acquisizione della tela Superficie 210 (1957). Una retrospettiva unica e completa che, partendo dall’analisi del rigore del segno giunge alla grande orchestrazione del segno-colore, tracciando l’evoluzione della complessa vicenda pittorica dell’artista e di quel suo alfabeto, che, nelle sue più svariate interpretazioni, ha fatto identificare Capogrossi con il gusto di un’epoca, di un’Italia fiorente e ottimista, colta nel pieno del boom economico dei “meravigliosi” anni ‘50 e ‘60. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Archivio Capogrossi, Roma, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la mostra ricostruisce l’iter artistico di Giuseppe Capogrossi (1900–1972), con oltre settanta opere, tra dipinti e lavori su carta, che spaziano dai capolavori figurativi degli anni ‘30, con tele come I canottieri (1933), Il temporale (1933), La piena sul Tevere (1933), ai grandi formati degli anni ‘60, quali Superficie 399 (1961) e Superficie 449 (1962), dominati dal suo simbolo archetipo e originario. Rintracciati dopo lunghe ricerche, i lavori in mostra provengono da collezioni private e importanti musei, tra cui il Centre Georges Pompidou di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Mart di Rovereto, la Galleria d’Arte Moderna di Torino, oltre al Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Chi era Capogrossi? Nasce a Roma il 7 marzo del 1900. Laureato in Giurisprudenza, si è sempre dedicato alla pittura. Nel 1923 frequenta la Libera scuola di nudo di Felice Carena, in quel tempo tra le più accreditate di Roma. Tra il 1927 e il 1933 compie ripetuti soggiorni a Parigi dove elabora una pittura figurativa e tonale che si ricollega a fonti classiche italiane. Espone per la prima volta nel 1927 in una mostra collettiva alla Pensione Dinesen di Roma con Cavalli e Di Cocco; ancora con Cavalli, Cagli e

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Sclavi partecipa nel 1933 alla mostra nella Galleria Bonjean di Parigi, presentata dal noto critico Waldemar George che per primo si riferì a questo gruppo con il termine Ecole de Rome (da cui quello di Scuola Romana). Partecipa a numerose mostre in gallerie private e spazi pubblici. Dagli inizi degli anni quaranta avvia una trasformazione della sua ricerca pittorica: il colore si accende nelle gamme dei rossi, viola e arancio, e la pennellata si anima. Con il graduale abbandono della figurazione, dopo un breve periodo di esperienze a carattere neo cubista (1947-1949), approda a un rigoroso e personale astrattismo caratterizzato da una unica forma-segno che coniugandosi in infinite variazioni arriva a costruire lo spazio del quadro, rappresentazione simbolica di una interiore organizzazione spaziale. Espone le opere della sua nuova maniera in una famosa mostra nel 1950 alla Galleria del Secolo di Roma, poi alla Galleria Il Milione di Milano e alla Galleria del Cavallino di Venezia. Nel 1951 partecipa alla fondazione del gruppo Origine, con Ballocco, Burri e Colla e raggiunge la notorietà internazionale partecipando nel marzo 1951 a Parigi - unico italiano - alla mostra Véhémences Confrontées. Dal 1940 diviene titolare dell’insegnamento di “Figura disegnata” al Liceo Artistico di Roma fino al 1966 anno in cui viene chiamato alla cattedra di “Decorazione” nella Accademia di Belle Arti di Napoli fino al 1970. Nella sua lunga carriera artistica ottiene numerosi premi e riconoscimenti: nel 1962 con una sala personale alla XXXI Biennale di Venezia il premio per la pittura, ex aequo con Morlotti; nel 1971 il premio “Vent’anni di Biennale” alla Biennale di S. Paolo del Brasile e il Prix d’honneur alla Esposizione Internazionale dell’incisione di Lubiana. Nello stesso anno il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferisce la medaglia d’oro per meriti culturali. Muore a Roma il 9 ottobre del 1972.



DAL 20 DICEMBRE

DAL 13 DICEMBRE

Ralph spaccatutto

Colpi di fulmine

Un viaggio attraverso i videogame

Il nuovo cinepanettone con Arisa

Ralph è il Cattivo del videogioco Felix Aggiustatutto e per 30 anni è stato messo in ombra da Felix, il “bravo ragazzo” che ogni volta finisce per salvare la situazione. Stanco di fare il cattivo, Ralph decide di cambiare, avventurandosi in un viaggio attraverso diverse generazioni di videogame, per dimostrare a tutti che anche lui ha la stoffa per diventare un eroe. In questo incredibile viaggio, incontra il duro Sergente Calhoun durante la tappa nel videogioco sparatutto Hero’s Duty, e l’esuberante anticonformista Vanellope von Schweetz alla corsa di macchine caramellate di Sugar Rush. Con la piccola Vanellope potrebbe stringere la sua prima vera amicizia ma tutto cambia quando sopraggiunge un nemico letale che minaccia l’intera sala giochi. Riuscirà Ralph a realizzare il suo sogno e a salvare tutti i videogiochi?

Colpi di fulmine è un film che affronta il tema dell’amore a prima vista. Un film in due episodi estremamente comici ed entrambi ricchi di battute, sorprese e con un grande cast. Nella prima parte uno psichiatra, Alberto (interpretato da Christian De Sica) finisce per errore nel mirino del fisco. Temendo di andare in prigione prima di riuscire a chiarire la propria posizione, si traveste da prete e si rifugia in un paesino del Trentino, dove si finge il nuovo parroco della piccola comunità.

DAL 13 DICEMBRE

Tutto tutto niente niente Giulio Manfredonia torna a dirigire Antonio Albanese Tutto tutto niente niente è il nuovo film con Antonio Albanese, per la terza volta diretto dal regista Giulio Manfredonia. Il nuovo progetto porta come titolo una famosa frase tratta dal repertorio del personaggio Mino Martinelli, il filosofo contemporaneo cocainomane che sniffa “idee sintetiche” per elaborare straordinarie conclusioni intellettuali.

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DAL 13 DICEMBRE

DAL 5 DICEMBRE

Lo Hobbit

THE GREY

Un viaggio inaspettato

Uomini con la forza di sopravvivere

DAL 20 DICEMBRE

I due soliti idioti Ritorna il duo Mandelli-Biggio Dopo il grandissimo successo di pubblico ottentuo nel 2011 con I solidi idioti, il duo proveniente da MTV, Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, torna sul grande schermo con l’immancabile sequel dal titolo I due soliti idioti. Gianluca è alle prese con i preparativi del matrimonio con Fabiana, mentre il padre Ruggero deve fare i conti con la crisi finanziaria e con le ispezioni della guardia di finanza, che ha preso di mira il suo colosso del wurstel.

La storia racconta il viaggio del protagonista Bilbo Baggins, coinvolto in un’epica ricerca per reclamare il Regno Nanico di Erebor governato dal terribile drago Smaug. Avvicinato dal mago Gandalf il Grigio, Bilbo si ritrova al seguito di tredici nani capeggiati dal leggendario guerriero Thorin Oakenshield. Il viaggio li conduce per terre piene di pericoli e avventure, abitate da Goblin e Orchi e implacabili Wargs. La loro meta principale è raggiungere l’Est e le aride Montagne Nebbiose, ma prima dovranno sottrarsi ai tunnel dei Goblin, dove Bilbo incontra una creatura che gli cambierà la vita per sempre...Gollum. Qui, da solo con Gollum, sulle rive del lago seminterrato, l’ignaro Bilbo Baggins non solo si scoprirà così ingenuo e coraggioso al punto da sorprendere persino se stesso, ma riuscirà a impossessarsi del “prezioso” anello di Gollum che possiede qualità inaspettate ed utili.

L’aereo su cui viaggia un gruppo di lavoratori di un oleodotto precipita in una zona sperduta dell’Alaska. I pochi sopravvissuti, tra i quali il protagonista Ottway, si ritrovano a dover lottare non solo contro la rigidità del clima e un ambiente a loro ostile, ma soprattutto contro un branco di famelici lupi. Le forze e le risorse a loro disposizione si esauriscono in fretta e i superstiti, con a capo Ottway, decidono di abbandonare il luogo dello schianto per cercare di salvare le loro vite, intraprendendo un viaggio attraverso l’infinita distesa di neve e ghiaccio dell’estremo nord che si rivelerà una frenetica lotta contro il tempo, la natura selvaggia, braccati dai più spietati abitanti di quelle terre desolate.

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CINEMA I FILM HORROR FANNO DIMAGRIRE! Novanta minuti di terrore valgono 113 calorie. La top ten delle pellicole più “dimagranti”, stilata dall’università di Westminster, vede Shining prima, seguono Lo squalo e L’esorcista. Ottime notizie per gli appassionati di cinema, in particolare del genere horror: guardare film dell’orrore, meglio ancora sottoponendosi a una maratona del pauroso, consente di bruciare calorie indesiderate. E non certo in misura trascurabile. Secondo un singolare studio dell’ università di Westminster, “ gli spettatori che si concedono circa 90 minuti di terrore adrenalinico possono consumare in media fino a 113 calorie, quasi quando si brucia in mezz’ora di camminata nonché l’equivalente di una tavoletta di cioccolato”. Semplicemente sedendosi e sorbendosi il proprio scary movie preferito. Al resto pensano l’aumento del battito cardiaco e l’adrenalina nel sangue, che montano all’aumentare della tensione. La ricerca firmata dall’ateneo londinese si è spinta molto nel dettaglio, misurando i risultati fatto segnare da dieci persone diverse sottoposte alla visione di un’accurata filmografia dell’orrore. Riuscendo così a partorire anche una sorta di top ten degli horror-movie bruciacalorie più efficaci. Non che si possa sostituire una seduta dall’allenamento con una sequenza di sangue e terrore,

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ma quasi. In vetta è finito, inevitabilmente, Shining, il classico di Stanley Kubrick con un Jack Nicholson al massimo della sua esplosività attoriale. Nel corso delle due ore e mezzo di durata i soggetti dell’esperimento hanno infatti bruciato quasi 200 calorie. Segue alla seconda piazza Lo squalo, capolavoro di Steven Spielberg datato 1975 che frutta all’organismo un consumo da 161 calorie. Chiude il podio L’esorcista, il film del 1973 diretto da William Friedkin, con Linda Blair posseduta dal demone assiro Pazuzu che non le lascia pace: vale 158 calorie. Oltre il podio, gli scienziati inglesi hanno piazzato al quarto posto Alien (152 calorie) mentre la prima pellicola recente – segno che il genere ha dato il meglio di sé proprio negli anni Settanta – arriva solo alla quinta piazza: si tratta di Saw, l’horror-thriller del 2004 diretto da James Wan (133 calorie). Sesto posto per il capostipite della saga di Freddy Krueger, A nightmare on Elm Street, uscito nel 1984 con Wes Craven dietro la macchina da presa (gli avrebbero fatto seguito altri sette episodi solo per il grande schermo): vale 118 calorie. Si torna al cinema contemporaneo con Paranormal Activity, finito nei cinema nel 2007 per la regia di Oren Peli con taglio da falso documentario (111 calorie) e con il fenomeno che del genere è stato invece l’antesignano, The Blair Witch Project (105 calorie, distribuito nel 1999 dopo una virale campagna promozionale). Chiudono la spaventosa classifica Non aprite quella porta, altro classico indie del 1974 diretto da Tobe Hooper (107 calorie) e [Rec], horror spagnolo del 2007 diretto da Jaume Balagueró e Paco Plaza. Buona visione. Anzi, buon allenamento!


AUGURA A TUTTI BUONE FESTE

Sabato 8 e Domenica 9 Dicembre FESTA ANNI ‘70 Vi aspettiamo! Locale aperto dalle 7 del mattino alle 2 di notte (colazioni, aperitivi con cicchetti, happy hours, cocktail, pasticceria e vasto assortimento di vini di alta qualità). Proponiamo catering per matrimoni, banqueting, compleanni e varie ricorrenze.

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MUSICA di Pietro Bortolozzo

LE PIETRE MILIARI

PEARL - JANIS JOPLIN (1971) THE PEARL SESSIONS (2012) Una vita vissuta pericolosamente, tra eccessi e sregolatezze, tra droghe e alcol, e amori sbagliati da quando, non ancora ventenne, scappò di casa nel Texas e dal college. Una vita di tristezze e solitudini, mitizzata in modo sbagliato e non rispondente alla realtà. Tutto in fretta e troppo breve. Ragazzina timida e piena di complessi, grassoccia, un po’ bruttina e sgraziata, rovinata dall’acne, la musica come unica via di scampo, inseguendo i suoi idoli adolescenziali. Trovò rifugio in alcune comuni hippies a San Francisco, frequentando gruppi acidrock e formando varie band. Una celebrità presto raggiunta. Una carriera folgorante: tutto accadde in soli 3 anni. La consacrazione arriva con 2 performance trionfali, al Rock Festival di Monterey nel 1967 e poi a

Woodstock nel ’69, incantando con la sua forza espressiva una platea sterminata e con soli 2 album pubblicati, diventando uno dei simboli del rock al femminile. Un milione di copie vendute per “Cheap thrills”, suo secondo lavoro, il mito che cresce a dismisura. Quando saliva sul palco si trasformava completamente, si muoveva a perfezione, viveva sensualmente ciò che cantava e poi la sua voce faceva il resto. Appassionata e straziante, furore e tenerezza, malinconia blues e fuoco psichedelico. Musa inquietante, sacerdotessa del rock estrema, considerata da tutti una delle migliori interpreti bianche di blues di tutti i tempi.

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Si è servita della musica, del rock-blues per dare sfogo alle sue frustrazioni e alle sue nevrosi, al suo essere incompresa e alla sua insoddisfazione. Indomita e ribelle, scatenata ed appassionata, aveva chiesto alla celebrità qualcosa che non riusciva ad avere. Il momento più felice era quello in cui, finito il concerto, ormai sbronza, si ritirava nel suo camerino, contenta di aver dato il meglio di sé, conscia che il pubblico l’amava e che ne era stato entusiasta. Ma i problemi venivano dopo. Con la solitudine. Il sul lavoro più rappresentativo e punto più alto della sua produzione, vero testamento spirituale, “Pearl” (il sopranome con cui la chiamavano gli amici più stretti) è del ’70, registrato con la FullTilt Boogie Band, la sua terza band. E’blues-rock, acido, pieno di rabbia. Una voce che urla, si strazia, si dispera, canzoni in cerca di redenzione. Lo apre “Move over”, sguaiata, e contiene molti classici come, una versione rivisitata di “Me and Bobby McGee” di Kris Kristofferson, suo compagno per quasi un anno, la struggente “Cry baby”, una delle sue canzoni più famose, un gospel che sputa e urla rabbia, l’umoristica “Mecedez benz”, una breve preghiera per sola voce e la macabra profezia del suo destino “Buried alive in the blues”. “Get it while you can”, epica, chiude tutto e se la porta in cielo. Prima che l’album fosse pubblicato, arrivò la tragica notte di Hollywood che spense per sempre la sua voce, con un ultimo buco di eroina, la sua unica amica assieme al whiskey, quando il mondo del rock era ancora sotto choc per la morte di Jimi Hendrix quindici giorni prima. La “perla” entra subito in alto, ma il gioiello … quello non c’è più. A 41 anni dalla sua pubblicazione è uscito da qualche mese nei negozi “The pearl sessions”, arricchito da vari inediti e da versioni diverse dalle originali.


MUSICA CA’ REGGAE Original style

Big reggae band veneziana presente dal 1998. Composta da 9 musicisti scatena duzione video RIKANET. sul palco l’energia della positività a ritmo In esclusiva all’interno della compilation Vivadi levare. sunsplash, che verrà presentata al “RIVOLTA” Dal 2005 al 2009 sono stati protagonisti dell’ area showcase del “Rototom Sunsplash”( Osoppo - UD) e di innumerevoli live nelle piazze, nei locali e nei centri sociali delle città italiane presentando concerti con brani originali e inediti trasmettendo in ogni loro nota, l’energia esplosiva del loro reggae. Nel 2011, oltre che esser arrivati tra le prime trenta band su 6.000 iscritte alle selezioni per l’Heineken Jammin Festival contest 2011, i Ca’ Reggae si affacciano al mondo della discografia presentando il primo lavoro ufficiale “Schiavi di regole”. Durante la selezione è stato registrato nel programma “Sala prove” di Rock Tv, il pezzo “Prima di fare”. Il disco “Schiavi di regole”, pubblicato e prodotto da Klasse Uno S.r.l., è disponibile attraverso i maggiori distributori digitali online ed ha riscontrato notevole successo di critica e di pubblico con il successivo debutto radiofonico nazionale su radio Bella&Monella, Radio Marilù, Radio Gelosa, Radio Piterpan e radio Birikina. La band partecipa con il suo video “Pianta la musica”, al programma “Tosi de campagna” in onda su “Telecittà”, attraverso una puntata speciale condotto da “Lele” dai famosi “Rumatera”. Il nuovo Video di “Pianta la musica”, uscito ufficialmente nell’estate 2012, attualmente in onda su Eden Tv e New Generation Tv, è stato artisticamente seguito dalla Band, girato tra le affascinanti calli veneziane e prodotto in concomitanza con Klasse Uno edizioni S.r.l. e B79 music – pro-

di Marghera - VE il 22 dicembre 2012, il nuovo singolo “Keep It”, in collaborazione con Prince David, reggae-dub singer veneziano. La band sta lavorando ai prossimi progetti in uscita per l’estate 2013 con la collaborazione di “Shantiwave studio” di Mira - VE. Per saperne di più seguiteci nella nostra pagina facebook: https://it-it.facebook.com/ ca.reggae.9 PROSSIME DATE: Rivolta Marghera VE - 22 Dicembre - ore 22.30. Devil’s Pub (ex Chiodo Fisso) Veternigo VE 25 Gennaio - ore 21.30. Con la partecipazione di DJ set Reggae Steve Giant by Rastasnob.

Jacopo Carlon: voce - Andrea Marchiori: chitarra solista, cori - Giulio Marotta: chitarra ritmica - Alessio Naletto: basso - Alberto Pigazzi: batteria - Simone fagotto: tastiera, cori - Marco Gottardo: tastiera - Marco Salieri: percussioni, cori - Mauro Santobuono: sax.

kissilvie photos

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e s c l u s i v a m e n t e

p e s c e

L’OSTRICARO Via Paolo Errera, 3 MIRANO (VE) Tel. 041 433.666 - CHIUSURA MERCOLEDÍ


MUSICA MUSE

subito in testa alla classifica con “The 2nd law” I Muse sono un gruppo musicale rock di Teignmouth (Devon, Inghilterra). La loro musica è catalogata come alternative rock, ma mostra diverse influenze di elettronica, metal, progressive, art rock. I testi delle loro canzoni, nati principalmente dal pensiero del cantante del gruppo, Matthew Bellamy, trattano temi riguardanti apocalisse, guerra, vita, universo. I Muse nacquero dall’incontro di due band: Gothic Plague di Matthew Bellamy e Dominic Howard e Fixed Penalty in cui suonava Christopher Wolstenholme come batterista. Matthew convinse Christopher ad abbandonare le bacchette e ad entrare, come bassista, nella sua band. I tre membri dei Muse appartenevano a band separate all’interno della scuola che frequentavano nei primi anni ‘90, ma si sono uniti poco tempo dopo. La nuova formazione ha assunto molti nomi, da Gothic Plague a Carnage Mayhem, o anche a Fixed Penalty e Rocket Baby Dolls prima di adottare il nome Muse. Nel 1996, sotto il nome di Rocket Baby Dolls,

hanno partecipato e vinto ad una “Battle of the Bands”. Dopo questo successo i membri della band hanno deciso di lasciare l’università per intraprendere la carriera di musicisti. Dopo alcuni concerti a Londra e Manchester, la band, ora chiamata Muse, ha incontrato Dennis Smith, presidente di Sawmills, uno studio di registrazione a Cornwall, nel sud-est dell’Inghilterra. Questo incontro ha portato alle prime registrazioni e alla pubblicazione di un omonimo Ep sotto l’etichetta Dangerous, di proprietà della

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Sawmills. Il loro secondo Ep, Muscle Museum, ha attirato l’attenzione del critico musicale britannico Steve Lamacq, e del settimanale New Musical Express. Nonostante il loro successo, le case discografiche inglesi erano titubanti nello scritturare i Muse, per il timbro di voce molto acuto di Bellamy e per molti altri fattori. L’americana Maverick Records era tuttavia interessata alla loro musica e fece organizzare per i Muse alcuni concerti negli Usa prima di metterli sotto contratto alla fine del 1998. Dopo il loro ritorno dagli Stati Uniti, la Taste Media procurò molti contratti ai Muse per compagnie di registrazione in Europa e in Australia. John Leckie, produttore del secondo album dei Radiohead The Bends e del primo album dei The Verve A Storm in Heaven, venne chiamato a produrre la band per il primo album, Showbiz. Showbiz risente molto delle influenze musicali dei Radiohead. Thom Yorke, frontman dei Radiohead, ha criticato di persona Bellamy perché secondo lui l’album era solo un tentativo di imitarlo. L’album ha tuttavia mostrato una varietà di suono e una maturità inaspettata per una giovane band. La pubblicazione di quest’album procura ai Muse degli ottimi contratti come supporters per gruppi quali Foo Fighters e Red Hot Chili Peppers in una serie di concerti negli USA, dove hanno suonato davanti a più di 20.000 persone. Tra il 1999 e il 2000, i Muse hanno suonato in festival importanti in Europa e in concerti in Giappone e Australia, catturando l’attenzione di una nutrita schiera di fan. Il secondo lavoro, Origin of Symmetry viene composto e registrato in breve tempo dopo il tour. Il risultato è un album più “duro”, con il basso di Wostenholme spesso distorto o sintetizzato, per compensare alle limitazioni imposte da una lineup di sole tre persone. La band ha sperimentato con molti strumenti non ortodossi, come un organo, un Mellotron e un drumset espanso. In questo album sono presenti più falsetti da parte di Bellamy e ottime linee di pianoforte, ispirate dal lavoro di pianisti del Romanticismo. Bellamy cita influenze chitarristiche come Jimi Hendrix e Tom Morello (Rage Against the Machine ed ex-Audioslave), nonostante nell’album sia evidente la presenza di molte canzoni basate su singoli riff. La Maverick, considerando la voce di Bellamy “non orecchiabile”, nutre ancora molti dubbi sull’esito commerciale del gruppo, e chiede ai Muse di apportare alcune modifiche ai brani prima dell’uscita americana del disco. La band rifiuta e l’album realizza comunque un grosso impatto nella scena americana. Nel 2003 i Muse rilasciano un nuovo album, Absolution, prodotto da Rich Costey (ex produttore

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dei Rage Against the Machine). L’album consolida la fama del gruppo e dimostra una continuità nella direzione già sperimentata in Origin Of Symmetry, fondendo influenze classiche e suono duro. Il lavoro può essere definito un concept album con precisi riferimenti al tema della fine del mondo. L’interesse di Bellamy per argomenti come le cospirazioni politiche, la teologia, la scienza, il futurismo e il sovrannaturale traspare in tutto l’album. La canzone Ruled by Secrecy, ad esempio, prende il titolo da una novella di Jim Marrs. Space Dementia è il disordine mentale riscontrato in alcuni astronauti dopo prolugati periodi nello spazio, e canzoni come New Born rispecchiano un futuro ipotetico in cui la tecnologia ha un effetto di deterioramento sulla società. Con questo album, i Muse hanno iniziato a conquistare il mondo ricevendo finalmente anche un successo critico in Gran Bretagna, e con un nuovo contratto in America, i Muse hanno fatto il loro primo tour internazionale negli stadi. Il tour è continuato per un anno e ha fatto tappa in Australia, negli USA, in Canada e in Francia. Nel frattempo, la band ha rilasciato ben cinque singoli. Insieme ad Oasis e Paul McCartney, i Muse sono stati headliner al Glastonbury Festival, a metà anno (festival che Bellamy ha descritto come «il migliore concerto della nostra vita, il massimo livello di affermazione mai raggiunta»). Qualche minuto dopo il termine del concerto, una tragedia colpisce inaspettatamente la band: il padre di Dominic, Bill Howard, muore per infarto. Matthew Bellamy a proposito ha detto: «È stato un grande sbalzo di umori appena usciti dallo stage, è quasi surreale che un’ora dopo il con-


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certo suo padre sia morto. È incredibile. Abbiamo speso più o meno una settimana vicino a Dom per tirarlo su di morale». Con il supporto di band e famiglia, Howard decide di restare con i Muse. Il gruppo continua il tour, con le ultime date negli Stati Uniti e alla Earls Court Arena a Londra, dove ha fatto una data extra vista la grande domanda di biglietti. Vince ben due MTV Europe Music Awards con Best Alternative Act e un Q Award per Best Live Act. Alla fine del 2004, la Vitamin Records rilascia The String Quartet Tribute To Muse, un album interamente strumentale eseguito dalla Tallywood Strings, un’orchestra che ripropone alcune loro canzoni. Nei Brit Awards 2005, i Muse vengono ricompensati con un Best Live Act. Il tour termina a gennaio 2005, e il 2 luglio i Muse partecipano al Live 8 a Parigi. Nel 2006 esce il disco della band intitolato Black Holes and Revelations in parte registrato a Milano. Il singolo Supermassive Black Hole è stato presentato il 13 maggio 2006 dalla radio inglese Radio 1. Ancora una volta si conferma l’impegno di Bellamy in testi quali quelli di Take a Bow, dedicato alla guerra in Iraq, e Assassin, fortemente critico nei confronti del governo di Tony Blair. A giugno 2006, i Muse si esibiscono in Italia: il 1° giugno a Napoli in occasione della programma televisivo Festivalbar propongono un playback di Supermassive Black Hole tranne che per quanto riguarda voce e una parte di chitarra; il 2 giugno al programma di MTV TRL registrato in Prato della Valle di Padova, dove si esibiscono nel brano Map of the Problematique e presentano anche il video di Supermassive Black Hole diretto da Floria Sigismondi. La terza esibizione, il 7 giugno, si tiene al Rolling Stone di Milano, dove la band presenta una scaletta di 13 canzoni alternando

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vecchi successi a nuove canzoni, alcune eseguite in pubblico per la prima volta. Il 1° agosto viene presentato il secondo singolo Starlight, il cui video è stato diretto da Paul Minor. I Muse ricevono anche due nomination agli MTV Europe Music Awards di Copenaghen, vincendo il premio come Best Alternative. Nel dicembre del 2006 viene presentato Knights of Cydonia terzo singolo in Europa e primo singolo in America. Il mese di settembre vede la band impegnata nel tour statunitense. Il 24 ottobre prende il via il tour europeo, di cui tre date si svolgono in Italia, rispettivamente a Roma, Casalecchio di Reno (Bologna) e Milano. La band si aggiudica inoltre il 14 febbraio 2007 il premio come Best Live Act ai Brit Awards 2007 e, il 1° marzo il premio come Best British Band agli NME Awards svoltisi a Londra. Il 4 aprile 2007 esce il quarto singolo Invincible. Nel video, diretto da Jonnie Ross, si susseguono delle immagini dell’attentato dell’11 settembre 2001 a New York. Il 1° giugno per la rockband inglese è la volta di uno dei festival rock più famosi al mondo, il Rock am Ring che si tiene ogni anno in Germania; fra i gruppi presenti si ricordano gli headliners Linkin Park, The Smashing Pumpkins e Die Ärzte, oltre ad Evanescence, Korn, 30 Seconds to Mars, Travis, Kaiser Chiefs e molti altri. Il 16 e 17 giugno la band si esibisce al Wembley Stadium di Londra davanti a 150 mila spettatori. Il 18 giugno è la data di rilascio di Map of the Problematique. Successivamente la band intraprende un tour americano insieme ai My Chemical Romance che però verrà sospeso a causa di un’intossicazione alimentare della band americana. Il 14 luglio la band si esibisce al Moon and Stars


di Locarno (Svizzera), realizzando il “tutto esaurito” e riempiendo la piccola piazza con quasi 11 500 spettatori. Il 16 luglio la band è nuovamente in Italia per un concerto all’Arena di Verona, davanti a 18 mila persone e registrando, ancora una volta, il sold out. Nei mesi di settembre e ottobre la band è impegnata con nuove tappe nel nord Europa e negli Usa, toccando nel mese di novembre paesi d’oltreoceano come l’Australia e la Nuova Zelanda. La band si aggiudica il 1 novembre il premio nella categoria Best Headlines agli Mtv Europe Music Awards. Con Black Holes and Revelations i Muse hanno confermato pienamente lo status di rock-star internazionali, ritagliandosi il posto tra Rock Band che verranno ricordate negli anni. Stephenie Meyer che ha dichiarato di essere una loro grande fan infatti una loro canzone sarà presente come colonna sonora nel film Twilight uscito nell’inverno 2008. Con The Resistance nel 2009, i Muse osano ancora. “Unnatural Selection” e “MK Ultra” sono pezzi dal discreto tiro, anche se lontani dalle pulsazioni dance di “Supermassive Black Hole”. Ma il disco si fa notare, nel bene e nel male, soprattutto per due pezzi ipertrofici: “United States of Eurasia” e “Exogenesis”. La prima è l’apice dell’ampollosità kitsch della band: un plagio fatto e finito di “Bohemian Rhapsody”, riletto in chiave antiutopistica, inneggiante all’unità politica dell’Eurasia e concluso da una divagazione strumentale su un tema di Chopin. La seconda è una suite orchestrale in tre parti: il risultato è mediocre e pure un po’ soporifero, ma resta un caso raro di commistione rock/orchestra in cui l’interplay vada oltre il botta-e-risposta, lo stacchetto pseudo-Bach o il tappeto d’archi più becero. The Resistance è un disco dall’umore scuro (claustrofobico, perfino) e segna una virata rispetto al piglio leggero e tutto sommato autoironico di Black Holes And Revelations. Purtroppo è anche un disco molto altalenante, privo di ef-

fettivi picchi e pervaso da uno spiacevole effetto patchwork. Nell’ ottobre di quest’anno è usscito il nuovo album, The 2nd law pubblicato a distanza di ben 4 anni dal precedente The Resistence che ha lanciato la band nell’olimpo delle migliori band dell’ultimo millennio. Il primo singolo estratto è “Madness” che, trasmesso dalle radio da fine agosto, è ad oggi uno dei brani più suonati. Dopo 9 milioni di dischi venduti , il tutto esaurito ai concerti , il gruppo inglese torna a stupirci con un nuovo album dagli effetti speciali , arricchito da nuove sonorità. Quando si è trattato di iniziare a lavorare sul sesto album, i Muse non avevano certo intenzione di limitare i cori, gli archi o i fiati. Ci sono anche chitarre fatte a pezzi, pianoforti martellanti, arrangiamenti orchestrali, libri masticati e Matt Bellamy, al massimo del suo splendore creativo, non ha abbassato la mira dalla “grande visione” né tantomeno ignorato i “preziosi dettagli”. E la band non ha avuto nemmeno tema di dare spazio ad un nuovo brillante elemento: canzoni scritte e cantate dal bassista Chris Wolstenholme. “Ci siamo veramente divertiti” dice Wolstenholme, “e speriamo che si possa percepire ascoltando l’album. Ci sono molti momenti reali di positività nei brani. Credo che, anche dal punto di vista personale, siamo tutti in un ottimo momento.” “Sento che è la cosa migliore che abbiamo mai fatto”, dice il batterista Dom Howard. “si respirava un senso di avventura mentre lo facevamo.” Madness, l’ossessionante primo singolo dell’album, pulsa di una vibrazione sporca. Non suona come niente fatto prima dai Muse, ma allo stesso tempo racchiude tutto il loro mondo. “Volevo fare qualcosa di veramente minimale”, ha dichiarato Bellamy. “E’ essenzialmente un blues su 12 battute. E’ un pezzo molto bello e personale. Parla di quel momento in cui stai con una donna, ci litighi e lei sbatte la porta uscendo lasciandoti da solo a rimuginarci sopra. E dici “aveva ragione! È ovvio che aveva ragione!”

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LE ICONE DELLA MUSICA LEONARD COHEN

Poeta, romanziere, cantautore, Leonard Cohen è un artista complesso e affascinante, pervaso da turbamenti religiosi e malinconie esistenziali, con la voce sensualmente rauca e il tono intimista delle canzoni che hanno influenzato generazioni di cantautori e fatto sognare milioni di fan in tutto il mondo. Ebreo canadese, eterno girovago, in oltre cinquant`anni di attività ha proposto una riflessione lucida e inquieta su un “io” perennemente in bilico tra desiderio e rinuncia, santità e perdizione, erotismo e morte. Una personalità poliedrica, autoironico, graffiante, struggente, amaro e divertentissimo, i suoi temi preferiti sono quelli dell`amore romantico e della passione sensuale, l’ironia che trasforma la solitudine in un punto di vista privilegiato sul mondo con gli echi di una religiosità tormentata. A rinnovarli costantemente c`è un linguaggio

ricercato e ricco di suggestione, che trae la sua linfa da fonti tanto distanti quanto possono esserlo la bibbia e la canzone folk-rock degli anni sessanta. Proveniente da una agiata famiglia, sceglie da subito la strada dell`arte, della poesia e del dandysmo. La sua attività artistica inizia soprattutto in veste di poeta e scrittore. La sua prima collezione di poesie viene pubblicata nel 1956 quando è ancora uno studente universitario. La seconda lo lancia verso la fama internazionale. Stabilitosi nell’isola greca di Hydra, scrive due romanzi, due piccoli capolavori: “The Favorite Game”, e “Beautiful and Losers”. Ma la vita di Cohen è stata sempre contrassegnata da una costante irrequietezza. Già a vent’anni si era avvicinato alla musica fondando una band di country-western in cui suonava la chitarra, trovando un suo proprio stile e iniziando ad essere il cantore della malinconia. Giunto a New York in pieno folk revival, con Dylan che spopola al Greenwich Village, entra in contatto con la famosa folk-singer Judy Collins, che lo spinge a debuttare al Festival di Newport dove trasforma le sue poesie in canzoni. Il suo talento non sfugge al discografico John Hammond che gli propone il primo contratto. Da lì alla pubblicazione di un disco il passo è brevissimo. Protagonista di uno dei debutti discografici più tardivi della storia del rock (33 anni), il suo album d’esordio, Songs Of Leonard Cohen, uscito nel 1968, un capolavoro fuori del tempo, è quanto di più lontano dagli umori “rivoluzionari” dell’epoca: mentre songwriter come Bob Dylan e Joan Baez scelgono i temi politici, Cohen ripiega sull’individuo.

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Il suo universo ruota attorno a una serie di “dualità”: sesso-religione, santo-discepolo, peccatoredenzione, vincente-perdente, schiavo-padrone. E la tensione biblica di Dylan in Cohen si fa più umana e indulgente. La tradizione degli chansonnier francesi sposa l’esistenzialismo e il folk americano ma c’è anche una predilezione per i temi biblici e per la mitologia classica. Il suo era un folk più legato ai bistrot francesi che ai coffee-house newyorkesi. Cantore della malinconia, della solitudine, dell’emarginazione e degli amori persi, Cohen compone un affresco di struggente lirismo. Le sue dieci “Songs” colpiscono subito l’ascoltatore per la delicatezza del tocco, per il tono soffuso e romantico, per la dimensione profondamente intimista che le pervade e per la straordinaria grazia delle melodie. Sono ballate d’amore in cui il dolore, la perdita, la paura, la colpa, la solitudine sono ammesse senza vergogna e senza pietà. Ballate costruite su arrangiamenti spogli e melodie commoventi. Il disco si apre con l’incantevole “Suzanne”, una canzone di straordinaria eleganza. Contrariamente a quanto si può pensare, “Suzanne” non nasce come poesia trascritta in musica, ma è stata pensata e scritta come canzone, e successivamente pubblicata in una raccolta di poesie. Cohen canta pieno di abbandono e nostalgia. Magica è anche l’atmosfera di “Sisters of Mercy”, un’altra ballata trasognata in bilico tra una ninnananna e un salmo religioso. Perfetto crooner in giacca e cravatta, come da copertina, Cohen non

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si scompone mai. Nemmeno quando la musica sale di ritmo, come nella trascinante serenata di “So Long, Marianne”. Nemmeno quando c’è da dirsi addio, come nella ballata di “Hey That Way To Say Goodbye”, intrisa di umori country. Il canto calmo e distaccato di questo cantastorie cortese contrasta con lo stile veemente di tanti folksinger di ieri e di oggi. E la sua tensione di fondo, il suo pessimismo cosmico, la sua nevrosi latente lo avvicinano più al songwriting “maledetto” di Lou Reed e Jim Morrison che all’utopismo “peace & love” di tanti cantautori dell’epoca. Disco tra i più influenti di tutti i tempi, “Songs Of Leonard Cohen” è un esempio di come si possa creare il massimo della drammaticità con il minimo necessario di arrangiamenti. Il paesaggio è scarno, freddo, invernale: un grande vuoto popolato di spettri che vagano senza meta o perfino “per sbaglio. Eppure in tanta desolazione l’emozione è dietro l’angolo, pronta a sorprenderti e a colpirti al cuore. Perché il menestrello Cohen sa come penetrare nei recessi più cupi dell’anima, come scalfire la scorza amara della solitudine e violare l’intimità dei sentimenti. Le sue “Songs” del 1968 (ma anche molte altre di lì a venire) ne sono la testimonianza più sconvolgente. Songs From a Room (1969), prosegue sulla stessa falsariga, scritto per lo più nella stanza affacciata sul mar Egeo e rivestito a Nashville di morbidi suoni in pieno stile folk con storie d’ordinaria disperazione: “Seems So Long Ago Nancy”


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Of Isaac”, “The Partisan” e il capolavoro assoluto del disco “Bird On A Wire. I testi struggenti confessioni d’amore e di fede quasi sempre segnate dalla delusione edal tradimento resi con una profonda, aristocratica voce. Songs Of Love and Hate (1971) consacra ancora una volta Cohen cantore della solitudine. Aumenta la durata dei brani ma restano sempre scarne e tese le atmosfere, improntate a un cupo esistenzialismo. L’abbinamento chitarra-voce continua a funzionare, mantenendo intatto l’originario incanto. Il capolavoro stavolta è “Famous Blue Raincoat “. Lo spirito epico di Cohen, invece, si esprime al meglio nella struggente ode a una Giovanna d’Arco altera e stanca. Nel 1972 esce Live Songs, un album con versioni dal vivo di canzoni tratte dai suoi primi tre album. Su New Skin For the Old Ceremony (1973), proseguono le sue investigazioni sugli anfratti più reconditi dello spirito umano. “Chelsea Hotel n 2” è ispirata dall’incontro con Janis Joplin nel famoso albergo di New York. Per alcuni anni si allontana dalle scene, pubblicando solo un album di successi, Best of Leonard Cohen (1975). Death Of A Ladies’ Man (1974) , disco dalla gestazione controversa e travagliata, pone fine ad un silenzio discografico durato tre anni. Recent songs, del 1979, è un disco ancor più complesso, Cohen non celebra solamente i travagliati amori di coppia, ma comincia a riflettere sulla religione, arrivando a far parte di Scientology, prima di approdare al buddismo. Various Position, del 1984,(con la splendida”Hallelujah”), è un approfondimento delle sue riflessioni religio-

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se, tutte nate da una dolorosa odissea spirituale ma suonano talmente fresche e gradevoli da poter essere scambiate per “ordinarie” canzoni d’amore. In realtà, in questo periodo il dramma filosofico e religioso del cantautore canadese è talmente profondo da sbilanciarlo completamente. I’m Your Man, l’album del 1988, è la sintesi di tutta l’amarezza e la paura di affrontare l’esistenza. Un disco accolto finalmente in maniera entusiastica dalla critica americana, che definisce la sua voce “simile a un rasoio”. La stessa critica che riteneva “impossibile ascoltare un suo album quando fuori splende il sole”. Rivestito coi colori e i suoni anni ’80, sintetizzatori e linee ritmiche a lui inusuali è il disco più bello degli ultimi 15 anni. Grazie a ballate formidabili e a una fortunata fusione tra la radice folk e arrangiamenti più ritmati e moderni, l’album conquista il primo posto nelle classifiche di molti paesi europei. Con questo disco conferma di essere un cantautore universale, in grado di aggiornare il proprio suono e i propri testi allo spirito del suo tempo senza mai perdere la sua aura di “classicità”. Nel 1992, con la pubblicazione di The Future torna a levare la sua voce per un’angosciata e apocalittica profezia sul futuro dell’umanità. Un pessimismo cosmico pervade un po’ tutta l’opera (“Closing Time” definita la sua canzone più bella di sempre): niente più folk acustico, ma una sorta di pop d’autore dai contorni oscuri e inquietanti. L’album diventerà un grande successo internazionale e si rivelerà il più venduto in assoluto


della sua discografia. Per lungo tempo, poi, il maestro canadese scompare dalle scene. Nel ’94 la sua vita cambia profondamente: sale in un monastero zen a 200 chilometri da Los Angeles. Solo, lontano dal mondo, in un silenzioso esilio. Vi rimase per 5 anni, diventando monaco buddista. Sembra la fine di un’epoca. Ma arriva ancora della musica. E’ quella di Field Commander Cohen, un album dal vivo con registrazioni risalenti al tour del ‘79. Un disco che si avvale di arrangiamenti particolarmente ricchi, che donano nuova luce ad alcuni classici. Un album che suona molto rock e testimonia la naturale paternità di Cohen sulle frange più colte e poetiche del cosiddetto postrock. Disceso nel ’99, nel 2001 Cohen rompe definitivamente l’esilio zen in cui si era rifugiato e pubblica Ten New Songs, primo lavoro in studio dopo quasi dieci anni. Il disco comunque riflette ancora il periodo-zen. Nel 2004 un nuovo disco, Dear Heater, un quaderno di appunti, una miscellanea di idee e stati d’animo, di osservazioni e di digressioni con una nuova linfa, nuove muse, nuovi stimoli. E dopo le tristezze del lavoro precedente un album diretto e comunicativo, con ballate che sfiorano il folk e persino il country.

La voce è sempre più carismatica ed i suoni splendidi e coinvolgenti. Gli occhi nascosti dall’immancabile Borsalino, prende in prestito i versi di Yeats per schermirsi dalle lusinghe e lasciarsi ancora commuovere sino alle lacrime dalla devozione di un pubblico ritrovato dopo anni di lontananza dalle scene. All’inizio del 2008 il vecchi chansonnier si è rimesso in marcia per un tour mondiale destinato a durare più di in anno e che ci regalerà lo splendido Live in London (2009) e Songs from the road (2010). Proprio l’esperienza del ritorno sul palco sembra essere la chiave di volta di Old Ideas (2012): complice l’affiatamento con i musicisti chiamati ad accompagnarlo in tour, Cohen riporta le sue canzoni all’essenza, spogliandole di quella patina leziosa che le aveva offuscate nei precedenti ultimi lavori ritrovando così quell’equilibrio che da almeno un ventennio mancava alla musica del songwriter canadese. Alla soglia degli ottant’anni, non c’è rassegnazione nel suo sguardo. All’inizio della carriera, Leonard Cohen diceva di “voler essere solo un poeta minore”. Per ora, resta con ogni probabilità il massimo poeta che la canzone d’autore abbia saputo esprimere.

MUSICA di Pietro Bortolozzo

LE PIETRE MILIARI

JOHN BARLEYCORN MUST DIE (1970) TRAFFIC L’ex-enfant prodige Stevie Winwood, voce suono e anima dello Spencer Davis Group, decise di porre fine a quell’avventura quando la sua carriera sembrava ben avviata e di rimettersi in gioco.

dare vita ad un suono completamente diverso, suo, finalmente. Quel ragazzo, innamorato del rhythm’n’blues e della psichedelica, scelse il nome TRAFFIC proprio a significare il flusso di diverse personalità, Si ritirò allora nella campagna inglese con altri 3 stili e direzioni che il gruppo doveva integrare. amici, Chris Wood, Jim Capaldi e Dave Mason con Ma allo stesso tempo premonitore dei tanti flussi il chiaro intento di formare un nuovo gruppo e di di ondate e ritorni, dipartite, rotture e ricomposizioni che avrebbe avuto durante la sua tormentata storia. L’album d’esordio venne pubblicato agli inizi del ’68, “Mr Fantasy”, un trionfo psichedelico, una pietra miliare che cambiò la concezione del rock. Alla fine dello stesso anno uscì “Traffic 2” e la magia era ancora intatta. Poi l’incantesimo si ruppe. Si era appena cominciato e già arrivava l’ultima uscita. “Last exit”, appunto, e il titolo era tutto un programma. Tutto finito. Fuori Mason. Se ne andò pure Winwood, attratto dall’esperienza Blind Faith con gli ex Cream, Clapton e Bruce. Ma poco dopo il ritorno e che

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MUSICA NOVITÀ 2013: TORNANO LIVE I LITFIBA DELLE ORIGINI In uscita anche un doppio disco live suonato dalla formazione originale della band, quella che si impose al grande pubblico negli anni ‘80.

ritorno. “John Barleycorn must die”. Perfetto. La band perviene al suo capolavoro assoluto. Concepito inizialmente come disco solista di Stevie Winwood, coinvolse poi anche Jim Capaldi e Chris Wood. E’ l’album della sintesi perfetta tra folk e jazz, blues e rock; psichedelico, poca chitarra e molte tastiere, tinte di sonorità nere. Messa da parte l’ossessione per le pop song di 3 minuti, il disco punta su trame più complesse. Le melodie e il suono delle tastiere di Winwood manifestano la completa maturità artistica e la capacità di utilizzare al meglio il proprio talento eclettico. Si comincia con la strumentale euforica “Glad”, senza un attimo di cedimento per tutta la sua durata di quasi 7 minuti. Incastro di suoni diversi: jazz, funky, psichedelica, r&b per un classico che sembra una jam session in studio. “Freedom rider” funkytudine bianca tinta di jazz la splendida voce “black” di Stevie in vocalizzi dalle tonalità multiformi. “Empty pages” il terzo classico del disco in cui Winwood dimostra di sapersi muovere con maestria tanto alla voce quanto alle tastiere. Altro vertice del disco la title track, folk song scintillante con echi traditional e fiabeschi e su tutto la voce di Winwood. Il dopo “John Barleycorn” è “Welcome to the canteen”, live del ’71 che testimonia una situazione confusa ma stimolante che porta al bellissimo “Low spark of the high heeled boys” e al più deludente “Shoot out at the fantasy factory” nei due anni successivi. “When the eagle flies”, del ’74, l’uscita finale. Funky dilatato, acustico, sospeso, ipnotico. Nel ’94 Winwood e Capaldi riformano i Traffic. Pubblicano “Far from home”, dedicato allo scomparso Chris Wood e vanno in tournee. Nel 2004 vengono inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame poco prima della scomparsa anche di Jim Capaldi. A questo punto viene posta per sempre la parola fine.

Per i nostalgici della musica italiana di fine anni ‘80 e, più precisamente, dei Litfiba delle origini, ci sono importanti novità all’orizzante. Dopo varie vicissitudini, che avevano portato anche alla separazione tra i componenti storici Piero Pelù e Ghigo Renzulli e alla recente reunion, la formazione originale è tornata a ricompattarsi. Ai due front-man, infatti, sono tornati ad aggiungersi Gianni Maroccolo al basso e Antonio Aiazzi alle tastiere, con il nuovo ingresso Luca Martelli alla batteria. Una formazione che tornerà a suonare insieme, per la prima volta, all’Alcatraz di Milano i prossimi 30 e 31 gennaio in uno speciale doppio live intitolato ‘Trilogia 1983-1989’. Nel corso delle due serate - informa un comunicato stampa - i Litfiba eseguiranno il repertorio dei loro primi anni, fra cui la cosiddetta “Trilogia del potere”, i primi tre LP (“Desaparecido”, “17 Re” e ‘Litfiba3’) che diedero successo alla band fiorentina. Prevista a marzo 2013 l’uscita di un disco live tratto dalle date milanesi. I biglietti per “Trilogia 1983-1989” saranno disponibili nel circuito Ticketone.

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CUCINA TALEGGIO

Muffin alle noci con mousse di bresaola

Il Taleggio si qualifica come un prodotto dalle grandi proprietà organolettiche e dal caratteristico sapore. Il nome Taleggio è dovuto alla Val Taleggio, in provincia di Bergamo, dove sembrasia iniziata intorno al X-XI secolo la produzione di questo formaggio, alimento ricercato e pregiato già nel Medioevo. Dalla vallata di origine, la produzione del Taleggio si è estesa a tutte le Prealpi lombarde e quindi alle zone pianeggianti della Lombardia. Il Taleggio ha origini antichissime, forse anteriori al X secolo. In quell’epoca veniva prodotto dai valligiani per utilizzare il latte che eccedeva i bisogni familiari. Veniva poi stagionato in grotte o casere di vallata. La produzione si è progressivamente estesa nella Pianura Padana, dove hanno cominciato ad operare numerosi piccoli e medi caseifici, quali sono riusciti ad equilibrare la produzione tradizionale, con le innovazioni tecnologiche susseguitesi. A riprova della sua tradizionalità, il Taleggio, è stato riconosciuto formaggio DOP, la sua produzione e la sua stagionatura devono avvenire unicamente in Lombardia (nelle provincie di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano e Pavia), in Piemonte (provincia di Novara) e in Veneto (provincia di Treviso).

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Questi deliziosissimi muffin si presentano davvero in maniera impeccabile. Un mix di sapori a dir poco perfetto, dalle noci al formaggio cremoso, dalla ricotta alla bresaola. Realizzate questi insoliti muffin salati per l’antipasto di Natale, abbinandoli ad un mix di formaggi particolari accompagnati da marmellate e miele. Ingredienti per 4 tortini: Noci ridotte in polvere Noberasco 60 gr | Noci a pezzetti 50 gr | Burro fuso 50 gr | Farina 00 Molino Spadoni 125 gr | Bustina di lievito istantaneo per salati 1/2 bustina | Ricotta 125 gr | 1 Uovo | Latte qualche cucchiaio | Sale | Pepe

Ingredienti per la farcia: Bresaola 100 gr | Noci 30 gr | Formaggio cremoso tipo Philadelphia 50gr | Olio | Sale | Pepe

Procedimento: amalgamarle le noci in polvere con il burro morbido e il sale, aggiungere poi uovo, ricotta, farina, lievito e latte. Impastare il tutto e aggiungere alla fine i pezzetti di noci e il pepe. Distribuire il composto in 10 pirottini di carta e infornare a 180° per circa 30min. Per preparare la mousse di bresaola frullare noci, formaggio cremoso, bresaola con olio, sale e pepe. Sfornare i muffin e farli raffreddare, tagliarli a metà, come se fossero dei panini e farcirli con la mousse.


La Barchessa da Paolo e Giò “Ai Molini” è il nuovo ristorante pizzeria inserito all’interno del settecentesco parco di Villa Belvedere a Mirano, sorto in un antico edificio del ‘600.

Pranzo di Natale 2012 Mousse di formaggi con verdure fresche, Spiedo di polpette di carne, Piccolo fritto di salvia, capperi e fiori di zucca, Schiacciata al Kamut con lardo di Colonnata, Crostino con foie gras d’anatra

Tortino ai carciofi su fonduta di Taleggio Crema di zucca Kilometro zero con orzo biologico Crespelle con ragù di vitello e radicchio Il tradizionale cappone ripieno alle castagne con patate gratin e radicchio tardivo alla griglia Bavarese ai lamponi con yogurt e miele Pandoro e panettone

I VINI: Cabernet 2010 DOC Riviera del Brenta Soandre Bosco del Merlo Costo 40 euro

Il locale rimarrà aperto anche la sera del 31 dicembre con il consueto menù ristorante e pizzeria

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Il Taleggio è particolarmente versatile in cucina: oltre che nella preparazione di paste, risotti, zuppe, frittate ed insalate, è anche un prezioso ingrediente di alcuni tipi di pizza e di crepes. Infatti, fonde molto facilmente ed è indicato nela preparazione di ripieni perché facilmente amalgamabile con altri ingredienti. Le sue proprietà sono molteplicie tutte legate alle qualità intrinseche del prodotto. La composizione dei grassi presenti nel Taleggio è equilibrata. A dimostrazione di questo, in 100 grammi di Taleggio sono presenti 75 milligrammi di colesterolo, che corrispondono ad 1/4 del quantitativo massimo che deve essere assunto giornalmente con la dieta. Come si presenta il Taleggio? La crosta deve essere rosata: significa che la maturazione è avvenuta correttamente e non vi è stato alcun trattamento conservante sulla superficie, ad esclusione delle normali spugnature con acqua e sale durante il processo di stagionatura. La pasta è normalmente più molle immediatamente sotto la crosta, poiché la maturazione delle forme avviene dall’esterno verso l’interno. Perciò quello che può sembrare uno strato di formaggio molto grasso sotto la crosta, è semplicemente formaggio più maturo. Il Taleggio è un formaggio naturale e vivo, infatti la sua maturazione prosegue fino a quando viene consumato. Deve perciò essere conservato con cura per mantenere gradevoli il gusto, l’aroma e la consistenza. Il Taleggio è un tipico, e ottimo formaggio da tavola: si può gustare come secondo piatto, oppure a fine pasto; in questo caso è ottimo anche accompagnato ad alcuni frutti come mele e pere. Deve essere servito a temperatura ambiente, per esaltarne appieno sapore ed aroma. L’ideale è consumarlo entro 5-7. Per conservarlo avvolgerlo in un telo umido al fine di mantenere la morbidezza della crosta.

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Gnocchi radicchio, speck e taleggio

Ingredienti per 6 persone - per gli gnocchi: Patate a pasta bianca 2 kg | Farina 00 500 gr | Sale

Ingredienti per 6 persone - per il sugo: Speck 200 gr | Taleggio 300 gr | Radicchio di Treviso 1 cespo | Scalogno 1 | Parmigiano grattugiato 50 gr | Vino rosso mezzo bicchiere | Latte mezzo litro | Olio | Sale | Pepe

Procedimento gnocchi: Mettete le patate con la buccia in acqua fredda, portate a bollore e lasciate cuocere per circa mezz’ora. Quando le patate sono cotte, scolatele e sbucciatele. Passatele subito nello schiacciapatate mentre sono ancora calde sul piano di lavoro spolverato di farina. Quando le patate schiacciate sono raffreddate, mettete un pizzico di sale e iniziate la lavorazione con le mani aggiungendo la farina poco alla volta fino ad ottenere un impasto morbido e composto. Dividete l’impasto a pezzi e con ognuno di essi formate dei filoni grossi un dito che tagliate poi in tanti pezzetti lunghi un paio di centimetri. Riprendete in mano ogni pezzetto e fatelo passare velocemente sulle punte di una forchetta premendo l’impasto con il pollice in modo da formare una fossetta su ogni gnocco. Delicatamente, man mano, allineate gli gnocchi su una tovaglia infarinata. Procedimento sugo: Affettate finemente lo scalogno. Mettetelo in padella con due cucchiai di olio e fatelo rosolare leggermente. Mondate il radicchio, tagliatelo a striscioline ed unitelo allo scalogno. Fate appassire, regolate di sale e di pepe e sfumate con il vino. Continuate la cottura per qualche minuto. Il radicchio deve rimanere abbastanza croccante. Tagliate il taleggio a pezzetti e mettetelo in un pentolino sul fuoco. Aggiungete il latte bollente e girate con una frusta fino a quando il formaggio è completamente fuso. Mescolate la crema di formaggio ottenuta con il radicchio appassito e tenete il tutto in caldo. Nel frattempo fate saltare in padella a fuoco vivace lo speck. Ora bisogna cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata. Appena bengono a galla estraeteli con una schiumarola. Lasciateli sgocciolare bene e poi disponeteli a strati nel piatto da portata. Tra uno strato e l’altro condite con la crema di formaggio al radicchio. Terminate con lo speck croccante e una spolverata di parmigiano. Servite subito.


CUCINA

GRANDE BOLLITO MISTO

SEMI DI PAPAVERO

I semi del papavero possono essere bianchi o neri e sono, come tutti i semi oleosi, una ricca fonte di grassi e proteine. Esistono diverse varietà di papavero, da quello da oppio al papavero comune, detto rosolaccio. I semi del papavero possono essere bianchi o neri e sono, come tutti i semi oleosi, una ricca fonte di grassi e proteine. Sono inoltre una preziosa riserva di manganese, calcio, acido linoleico (Omega 6) e vitamina E. Proprietà I semi di papavero sono utilizzati come rimedio naturale contro ansia e stress, hanno infatti un blando effetto sedativo e calmante per il sistema nervoso. Il contenuto di calcio è un valido aiuto per la salute di denti e ossa, soprattutto per le donne in menopausa, mentre quello di manganese combatte l’azione dannosa dei radicali liberi e contribuisce a tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue. I semi di papavero contengono inoltre i fitosteroli che riducono la concentrazione di colesterolo nell’organismo. Utilizzo Come tutti i semi oleosi, anche i semi di papavero sono molto utilizzati negli impasti di prodotti da forno e in pasticceria: davvero gustoso l’abbinamento con gli agrumi che vede spesso

Il bollito misto è un ottimo piatto unico tipico della gastronomia Piemontese, entrato a far parte anche della tradizione di molte altre regioni Italiane. Il bollito è uno di quei classici piatti che si considerano, erroneamente, semplici e veloci da preparare: in realtà, fare un buon bollito misto richiede una certa cura, una giusta scelta dei tagli di carne, le giuste salsette d’accompagnamento, e ovviamente, un buon vinello da abbinare. Ingredienti per 8 persone: Pezzo di scaramella di vitello almeno 6-7 etti | Pezzo di collo 1 | Pezzo di coda 1 | Gallina 1 | Cotechino da cuocere 1 | Porri grossi 2 | Carota 1 | Cipolla 1 | Sedano 2 gambi | Rosmarino 2 - 3 rametti | Timo 2 - 3 rametti | Alloro 1 rametto | Salvia 2 - 3 foglie | Chiodi di garofano 3 – 4 | Cannella qualche scaglietta | Olio extravergine di oliva | Sale grosso

Procedimento: Mettere sul fuoco un grande pentolone con tre quarti di acqua. Fare un mazzetto ben legato con le erbe aromatiche (rosmarino, timo, alloro, salvia) e metterlo nell’acqua, nella quale avrete buttato una manciata di sale grosso. Pelare la cipolla e poi steccarla con i chiodi di garofano e alcune scagliette di cannella. Metterla nell’acqua, aggiungendo anche i gambi di sedano, i porri, la carota. Pulire e lavare la gallina, avendo cura di ripiegare le zampe e avvolgerla bene con lo spago per evitare che si sfasci in cottura. Preparare i vari pezzi di carne in attesa che l’acqua raggiunga il bollore In una pentola a parte mettere a cuocere il cotechino, immergendolo nell’acqua fredda. Quando l’acqua del pentolone con i gusti arriverà a bollire, immergere uno per uno i vari pezzi di carne e in ultimo (non prima di tre quarti d’ora) la gallina. Sorvegliare la cottura e quando tutte le carni saranno cotte e morbide alla forchetta, sgocciolarle e metterle su un grande tagliere provvisto di gocciolatoio. Aggiungere in ultimo il cotechino spellato. Il bollito andrà in tavola così, per essere tagliato e servito sul momento, con l’offerta dei vari tagli a richiesta dei commensali.

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questi semini coprotagonisti di torte assieme ad arance o limoni. Sono molto utilizzati nella cucina tedesca e in Italia appartangono alla tradizione culinaria del Trentino-Alto Adige. Un classico, ad esempio, è lo strudel ai semi di papavero. I semi di papavero, nella varietà bianca, sono tra le spezie che compongono il curry. Come tutti i semi oleosi, anche i semi di papavero sono molto utilizzati negli impasti di prodotti da forno e in pasticceria: davvero gustoso l’abbinamento con gli agrumi che vede spesso questi semini coprotagonisti di torte assieme ad arance o limoni. Sono molto utilizzati nella cucina tedesca e in Italia appartangono alla tradizione culinaria del Trentino-Alto Adige. Un classico, ad esempio, è lo strudel ai semi di papavero. I semi di papavero, nella varietà bianca, sono tra le spezie che compongono il curry, la miscela di origine indiana che regala a carne e verdure quell’aroma esotico che le rende davvero gustose. Un’idea originale? Preparare un curry personalizzato! Basterà aggiungere ai semi di papavero altre spezie a piacere tra curcuma, pepe, cumino, coriandolo e zenzero. Per ottenere una polvere si può usare un mortaio mentre per la pasta di curry andrà benissimo un mixer elettrico tenendo presente che 1/3 del composto deve essere liquido (acqua, olio d’oliva o latte di cocco).

crema ai frutti rossi

Vi presentiamo un dessert davvero speciale, un dolce al cucchiaio per le grandi occasioni: la crema ai frutti rossi! Questa crema è buonissima e raffinata, si tratta di una specie di crema inglese a cui aggiungeremo della gelatina in modo da avere una consistenza decisa e abbastanza solida. La crema ai frutti rossi prevede crema inglese al limone alternata con biscotti al limone, frutti rossi e melograno. Ingredienti per 4 persone: limone 3 | uova 3 | zucchero 190 grmaizena 40 gr | acqua 7,5 dl gelatina in fogli 10 gr | limoncello 3 cucchiai | frollini al limone 200 gr | lamponi 100 gr | mirtilli 100 gr | melograno 1

Procedimento: Mettete la gelatina in ammollo in acqua fredda per 15 minuti. Nel frattempo sbattete le uova con lo zucchero e la maizena fino ad avere un composto gonfio e spumoso. Aggiungete il succo e la scorza grattugiata dei limoni e versate l’acqua bollente. Cuocete questa crema a bagnomaria fino ad avere un composto fluido e omogeneo. Passate la crema con un colino e poi mescolateci subito la gelatina scolata e strizzata e il limoncello. Dividete la crema in 4 bicchieri da dessert alternandoci i biscotti a pezzetti e la frutta. Fate riposare in frigorifero per 2 ore. Decorate a piacere con chicchi di melograno.

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CUCINA IDEE NATALIZIE: DUE SALSE PER IL BOLLITO Il bollito è senza dubbio uno di quei piatti da gustare in compagnia, adatto sicuramente al cenone della vigilia o comunque indicato per le cene dei giorni di festa, quelle durante le quali ci si ritrova in compagnia con interminabili tavolate piene di parenti ed amici. Sorvolando sulla classica mostarda che si trova facilmente nei negozi di gastronomia ed anche al super, vi suggeriamo due salsine sfiziosissime sione. Ed ecco la vostra salsa verde pronta per essere portata in tavola! che vi faranno fare un figurone. SALSA VERDE Consigli: La salsa verde deve riposare per alLa salsa verde o Bagnet Vert, è una preparazione meno 24 ore prima di essere consumata; se non tipica del Piemonte, e viene largamente usata in la consumate subito potete conservarla in frigorifero in vasetti di vetro a chiusura ermetica con tutta Italia perché semplice e gustosa. sopra un filo di olio d’oliva.

Ingredienti:

Acciughe (alici) tre filetti | Aceto 50 gr | Aglio 2 spicchi | Capperi 1 cucchiaio | Olio extravergine di oliva 100 gr | Pane raffermo 80 gr | Pepe q.b. | Prezzemolo 120 gr | Uova 2 tuorli sodi

SALSA ROSSA La salsa rossa piemontese nota anche come salsa rubra è una tipica salsa calda che accompagna generalmente i bolliti. In pratica è una salsa simile al ketchup fatta in casa e più salutare.

Procedimento: Pulite accuratamente il prez- Ingredienti:

zemolo, togliendo i gambi grossi e tenendo solo le foglie migliori, quindi lavatelo, asciugatelo e tritatelo molto finemente con un coltello o una mezzaluna. Pulite l’aglio, dissalate i capperi se sottosale (strizzateli se sono sott’aceto) e con l’aiuto di un coltello tritate insieme l’aglio, i capperi e le acciughe fino ad ottenere una pasta ben amalgamata. Tagliate il pane raffermo, eliminando la crosta, e ricavate solo la mollica. Tagliate la mollica a cubetti e bagnatela con l’aceto. Intanto lessate le uova e sgusciatele. Tagliate a metà le uova e prendete solo il tuorlo che dovrà essere passato al setaccio. Nello stesso modo schiacciate la mollica di pane bagnata per ottenere un composto molto fine. A questo punto unite nella ciotola insieme al tuorlo e alla mollica, la pasta di acciughe, aglio e capperi e il prezzemolo tritato. Mescolate bene aggiungendo l’olio extravergine d’oliva a filo ed infine salate e pepate secondo i vostri gusti. Se preferite una consistenza più grossolana potete lasciare la salsa verde così, altrimenti se la preferite più fine, date un paio di giri di lame veloci con un frullatore ad immer-

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Pomodori maturi 1 kg | Peperoni rossi piccanti 2 | Prezzemolo fresco 1 ciuffo | Sedano 1 gambo | Senape 2 cucchiai | Aceto 1 bicchiere | Sale

Procedimento: Sbollentate i pomodori per un minuto per pelarli meglio. Nel frattempo mondate sedano, peproni piccanti e prezzemolo e lavateli accuratamente. Tamponate l’eccesso di acqua con carta assobente da cucina. Tritate la polpa dei pomodori insieme alle altre verdure. Versate il trito in una pentola insieme all’aceto a e alla senape quindi salate molto poco e mescolate. Coprite con il coperchio e portate ad ebollizione. Abbassate la fiamma e cuocete, a pentola coperta, per un’ora e mezza almeno mescolando di tanto in tanto. Una volta raffreddata, frullare il tutto o passate le verdure nel passaverdura. Scaldate la salsa prima di servire! Consigli: Potete preparare la salsa rossa in anticipo e poi scaldarla appena prima di servire. In mancanza di pomodori maturi si possono usare i pelati e quindi si può preparare la salsa rossa piemontese anche in pieno inverno.


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NATURA DALLA RUCOLA TANTI BENEFICI PER LA SALUTE La rucola come tutte le sue “sorelle” è utile per regolare l’attività del nostro intestino e per espellere il colesterolo in eccesso. ORIGINI Il nome “Eruca” deriva dalla parola latina “Urere” che significa bruciare; questo a causa del sapore pungente delle sue foglie e dei suoi semi in particolare. Conosciuta fin dai tempi più antichi come erba con proprietà terapeutiche la rucola era anche considerata una ottimo afrodisiaco e venne quindi utilizzata, sempre in tempi remoti, per combattere i problemi legati all’impotenza. Pare che ai tempi degli antichi romani queste particolari proprietà della rucola furono particolarmente in auge tanto che se ne trovano notizie in opere letterarie di famosi personaggi del tempo come il poeta Ovidio o il medico greco Discoride. Non sappiamo se sia vero o falso quanto affermato dall’ erborista Matthias de L’Obel nelle sue opere del 1575, Stirpium e Plantarum, in cui racconta che alcuni monaci, in preda all’eccitazione dopo aver bevuto una bevanda a base di rucola, rinnegarono il loro voto di castità. La pianta della rucola, nome scientifico Eruca Sativa, appartiene alla famiglia delle Crucifere e cresce in modo spontaneo nell’area mediterranea fino ad un’altezza di 800 metri sul livello del mare; le foglie della rucola hanno un gusto intenso, quasi acidulo, che le caratterizza. Il ciclo vitale della rucola è molto veloce tanto che, dopo la semina che avviene solitamente in primavera, può essere raccolta per essere consumata già dopo poche settimane; la rucola si presta anche ad essere coltivata in contenitori. Oltre alla rucola domestica esiste anche la rucola selvatica che, pur mantenendo lo stesso gusto, presenta foglie diverse e fiori di un altro colore. COMPOSIZIONE La rucola è composta per il 91 % da acqua, dal 2,5 % di proteine, dal 3,5 % di carboidrati e per la restante parte da ceneri, fibre, grassi e zuccheri; per quanto riguarda i minerali sono presenti in buona quantità calcio e fosforo ed a seguire troviamo il sodio, il fosforo, lo zinco, il ferro ed il manganese. Nella rucola sono presenti la vitamina A, la vitamina C, alcune del gruppo B, la E, la vitamina K

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e la vitamina J; molto importante la presenza del Beta-Carotene, sostanza con proprietà antiossidanti e quindi in grado di apportare benefici al nostro organismo. PROPRIETÀ Una delle proprietà riconosciute alla rucola è quella di facilitare il processo digestivo, infatti la sua assunzione è in grado di favorire la produzione di succhi gastrici; oltre alle proprietà digestive la rucola facilita l’espulsione dei liquidi dall’organismo ed è quindi un discreto diuretico. La rucola, se assunta sotto forma di infuso ha proprietà rilassanti mentre, se consumata cotta, apporta benefici al fegato; uno studio recente condotto sui ratti ha dimostrato che la rucola ha effetti benefici sullo stomaco per quanto riguarda la prevenzione dell’ulcera. In ultimo, la rucola, grazie alla presenza di vitamina C, può essere consumata in concomitanza di raffreddori e tosse per accelerarne la guarigione; la presenza di minerali invece rende la rucola un valido integratore in grado di apportare benefici al sistema immunitario rendendo l’organismo più resistente alle allergie di stagione. Ma la rucola è anche ideale per chi soffre di ritenzione idrica perché, grazie alla sua forte azione diuretica, contrasta questo fastidioso problema. Questo tipo di insalata contribuisce inoltre a lenire la tosse nervosa, depura il fegato e ha perfino azione calmante. Insomma, un piatto di rucola al giorno toglie il medico di torno come la famosa mela del proverbio!


NATURA IL MANDARINO: UNA SORGENTE DI VITAMINE ED ANTIOSSIDANTI I mandarini sono un’ottima fonte di vitamine e sali minerali, da cui ricaviamo enormi benefici per il corpo e per la mente. Il mandarino (Citrus nobilis) è un frutto autunnale, provieniente dall’omonimo arbusto sempreverde, della famiglia delle Rutacee, originario della Cina meridionale; è caratterizzato da una buccia di colore arancio, profumata, poco aderente alla polpa di colore giallo-arancio, succosa e zuccherina.

PROPRIETÀ Grazie alle sue proprietà, il mandarino risulta essere rilassante, dissetante e lassativo. Inoltre si rivela molto efficace nel combattere l’invecchiamento cellulare, nel rafforzare il sistema immunitario ed è anche un buon rimedio contro i dolori articolari. L’olio essenziale di mandarino, che si ricava dalla buccia tramite spremitura a freddo, viene usato in cosmesi per ridurre la cellulite ed eliminare le smagliature, infatti l’unguento assorbe i liquidi favorendo la ritenzione idrica e restituisce tonicità alla pelle. Il mandarino risulta ricco sia di sali minerali come potassio, calcio, fosforo, ferro, magnesio, selenio e bromo, sia di vitamine C, A ed E. Presenta tracce di acido folico, importante per le donne in gravidanza. L’alta concentrazione di zuccheri, rende il frutto abbastanza calorico, 72 kcal in 100 COMPOSIZIONE grammi; proprio per quest’abbondante quantità La presenza di bromo si rivela un ottimo sedativo di saccarosio e calorie si consiglia di consumare per il sistema nervoso, favorisce il rilassamento solo due mandarini a pasto. ed aiuta a conciliare il sonno. Il limonene contenuto nella buccia ha principi CONSERVAZIONE antiossidanti, per questo motivo combatte i ra- Potete conservare i mandarini a temperatura amdicali liberi e contrasta l’invecchiamento delle biente per 2-3 giorni; se intendete conservarli cellule. Con la scorza del mandarino si possono più a lungo, metteteli in un luogo fresco o nel fare degli ottimi infusi e può essere aggiunta an- frigorifero anche per 7-10 giorni. che nel tè. L’alta concentrazione di fibre contenute nei mandarini dona al frutto proprietà che facilitano il transito intestinale e quindi risolvono problemi di stitichezza. La vitamina C presente in esso è utile per prevenire il raffreddore e protegge mucose e capillari. Il mix tra sali minerali e vitamina C previene i tumori al fegato, come mostrato da uno studio condotto da ricercatori giapponesi del National Institute of Fruit Tree Science. Inoltre tale combinazione stimola il metabolismo degli ormoni tiroidei ed attenua i dolori articolari. ORIGINI Le origini del mandarino non sono chiare, ma di certo l’albero da frutto proviene da zone tropicali asiatiche. I primi esemplari sono stati portati in Sicilia dall’isola di Malta nel 1828. Quando è stato importato in Europa, si pensava fosse un frutto della Cina e poiché gli alti funzionari burocratico-militari dell’Impero cinese dell’epoca erano chiamati “mandarini”, si decise di adottare lo stesso nome per indicare il famoso e nobile frutto. Le due varietà di mandarini maggiormente consumate dagli italiani sono l’avana e il tardivo di Ciaculli. Diversi sono gli ibridi creati tra le specie di mandarino e arancio, per esempio i tangerini e le clementine. Il mapo è il prodotto dell’innesto del tangerino nell’albero di pompelmo duncun.

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NATURA LE PROPRIETÀ BENEFICHE DELLE MANDORLE Le proprietà benefiche delle mandorle sono molte e tutte contribuiscono al nostro benessere generale e alla salute del corpo. Possiamo beneficiare di vere e proprie proprietà terapeutiche delle mandorle e non solo inserendo nella nostra dieta la classica frutta secca, ma anche ricorrendo all’uso di altri determinati prodotti derivati sempre dalle mandorle, come, ad esempio, l’olio di mandorle. Vediamo insieme quali sono nello specifico le proprietà curative delle mandorle più importanti.

in termini di rafforzamento. Per questa loro caratteristica le mandorle dovrebbero far parte del regime alimentare degli anziani e di chi è affetto da osteoporosi.

CONTRASTARE L’ANEMIA Le mandorle aiutano a combattere l’anemia, in quanto possiedono un alto valore nutritivo, visto che contengono ferro e vitamine, in particolare quelle del gruppo B. Per questo elevato conteBENESSERE INTESTINALE L’olio di mandorle dolci in particolare si distin- nuto vitaminico l’olio di mandorle dolci è utile gue per le sue proprietà lubrificanti ed emollienti anche contro il freddo. Le mandorle sono fra i e proprio per questo contribuisce al benesse- cibi da mangiare in caso di carenza di ferro. re intestinale. Questo tipo di olio derivato dalle PROBLEMI DI CAPELLI mandorle permette di beneficiare di un transito Se abbiamo problemi di capelli non possiamo intestinale fisiologico. Non bisogna comunque non ricorrere all’utilizzo dell’olio di mandorle esagerare nel consumo dell’olio di mandorle doldolci. Esso si rivela estremamente utile per comci, perché esso contiene molti grassi e apporta battere la forfora, la caduta dei capelli e i capelli numerose calorie. bianchi precoci. COMBATTERE IL COLESTEROLO Le mandorle riescono a contrastare l’alto livello di colesterolo. E’ tutto merito dei grassi monoinsaturi e polinsaturi che essi contengono e che sono in grado di ridurre il colesterolo “cattivo”. Ecco perché non dovrebbero mancare mai nell’alimentazione regolare di chi soffre di ipercolesterolemia. Le mandorle nella dieta sono utili anche per prevenire il diabete. BENEFICI PER LE NEOMAMME Le neomamme in particolare dovrebbero tenere presenti quali possono essere i benefici delle mandorle. E’ da ricordare infatti che esse aiutano a migliorare le antiestetiche smagliature che si formano in seguito alla gravidanza, permettono di mantenere alto il livello di zuccheri nel sangue LATTE DI MANDORLE: e l’olio di mandorle, usato per frizionare il corpo UMORE IN EQUILIBRIO e la pelle, può rivelarsi un ottimo rimedio contro lo stress. Lo stesso beneficio rientra fra le pro- Per far restare il nostro umore nel giusto equilibrio è importante il latte di mandorle, che può prietà benefiche delle noci. essere considerato una bevanda molto energetiRAFFORZAMENTO DELLE OSSA ca e rinfrescante. Il latte di mandorle ha proprieLe mandorle sono ricche di differenti sostan- tà antidepressive e antinfiammatorie. Non esaze nutritive, le quali riescono ad aumentare la gerare comunque, per evitare il grande apporto densità minerale ossea. Da qui i vantaggi rica- di calorie: un bicchiere di latte di mandorle posvati dalle ossa e da tutto il sistema scheletrico siede le stesse calorie di mezzo etto di banane.

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ANIMALI DAL MONDO CIVETTA, LA REGINA DELLA NOTTE Il Ghepardo è il mammifero terrestre più veloce al mondo, potendo raggiungere una velocità di 80-100 km/h, velocità che è in grado di mantenere solo per brevi periodi di tempo. CARATTERISTICHE Questo piccolo rapace notturno è talvolta osservabile anche di giorno. Presenta una testa leggermente appiattita.Gli occhi sono gialli e i dischi facciali non sono perfettamente frontali, ma obliqui, è diffusa in tutta l’Europa centrale e meridionale. Molto abbondante nelle tre penisole meridionali europee (Iberica, Italiana, Greca). In Italia è stazionaria ovunque e si calcolano oltre 10.000 coppie nidificanti. Alcune Caratteristiche di adattamento alla vita notturna, sono comuni a tutti gli Strigiformi. Innanzitutto questo adattamento si riflette nell’enfatizzazione della vista, dell’udito e nella specializzazione di un volo silenzioso. L’ottima vista, grazie ai grandi occhi posti in posizione frontale, è associata ad un’elevata mobilità del collo, che permette di muovere il capo in direzione orizzontale e verticale, ruotandolo anche di 270°. L’udito è intensificato dalle penne disposte a disco (dischi facciali) attorno agli occhi che fanno apparire la faccia dell’animale piatta e che, coprendo le aperture (orifizi) auricolari, convoglia le onde sonore verso l’orecchio. Altro fondamentale adattamento è la capacità di volare in assoluto silenzio grazie alle piume soffici e vellutate, e all’estremità sfrangiata delle penne delle ali, che garantisce una minore resistenza all’aria. Tutti questi adattamenti consentono di giungere sulla preda improvvisamente, giocando tutto sull’effetto sorpresa. HABITAT E ALIMENTAZIONE Frequenta gli ambienti più disparati, dalle vecchie querce nei boschi ai salici in aperta campagna. Spesso anche di giorno rimane posata sui larici e sui pali telegrafici. La civetta nidifica nei buchi scavati dai picchi sulle piante. L’alba e il tramonto sono le ore preferite dalla civetta per cacciare e nutrirsi di topi, uccellini, rettili, anfibi, pipistrelli e grossi insetti. Appena scorge uno di questi animali, gli piomba addosso quasi ad ali chiuse, lo afferra con una zampa, e poi torna nel luogo da cui è partita. Quindi con la preda tra gli artigli, rimane tran-

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quilla per qualche tempo prima di ucciderla con due o tre beccate. RIPRODUZIONE Il periodo riproduttivo della civetta coincide con i mesi di aprile e maggio. Depone le uova nelle buche delle rocce e degli alberi, sotto i mucchi di pietra. La covata conta da 4 a 7 uova, bianche e tondeggianti. L’incubazione dura 28 giorni, e mentre cova la femmina non si allontana quasi mai dal nido, eccetto che per andare a caccia, anche se in genere è il maschio che procura il cibo. I giovani divengono indipendenti dopo 6580 giorni. I piccoli vengono alla luce tra luglio e agosto. MITOLOGIA La civetta insieme al gufo rappresentano la chiaroveggenza, associati spesso a maghi e indovini, simboleggiando la comprensione, la luce dopo la soluzione di un problema. Essendo animali notturni evocano l’oscurità come sinonimo di tenebre e di morte, ma mentre la civetta, con il suo sguardo acuto penetra il buio, personificando la luce come uscita dalla tenebre indicando la rivelazione, al gufo spetta un significato negativo, come uccello del malaugurio, annunciatore di morte. Infatti troviamo un riscontro di questo significato positivo della civetta nella mitologia antica. Il geroglifico egiziano della civetta simboleggiava la morte, la notte e la passività, e anche indicava il sole al di sotto dell’orizzonte quando si tuffava nel mare per lasciare il posto all’oscurità. Nella mitologia degli aztechi la civetta caratterizzava Techolotl il dio dell’oltretomba. Nella mitologia greca e romana la civetta era sacra alla dea della sapienza Atena-Minerva.


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* La collaborazione è da ritenersi a titolo gratuito


ANIMALI DOMESTICI IL BULLDOG INGLESE Il Bulldog Inglese solitamente e’ un Cane con Carattere molto affettuoso ed incline ad atteggiamenti pazienti indicato per giocare con i bambini. Alcuni hanno definito il Bulldog Inglese un “paradosso naturale” e hanno scritto che “il Bulldog è un cane bellissimo nella sua bruttezza”. Che sia un paradosso naturale è ormai scientificamente provato, infatti questa razza deriva sicuramente da un’anomalia perpetuata nella specie. A fissare i suoi caratteri e le sue particolarità ci ha pensato l’uomo. D’altronde molte delle razze animali che noi oggi conosciamo sono derivate dal medesimo fattore naturale. ORIGINI Il suo nome in inglese significa “cane toro”, il quale gli venne assegnato perché verso la metà dell’Ottocento, questi soggetti venivano impiegati in sanguinosi combattimenti con i tori dentro le arene della Gran Bretagna. Il Bulldog discende certamente, come quasi tutti i molossi, dagli antichi “Mastini asiatici” importati dai commercianti fenici in Bretagna e che gli antichi Romani, dopo averli introdotti a Roma, facevano combattere contro gli schiavi e le bestie feroci. Oggi questa razza è abbastanza nota e apprezzata in tutto il mondo, anche grazie al cinema, che ha contribuito a far conoscere il suo simpatico aspetto. Negli Stati Uniti hanno creato da questa razza un’altra razza molto simile chiamata “American Bulldog”.

La sua statura è piccola ma è largo e molto robusto di costituzione. La sua testa è molto massiccia e molto ampia in rapporto alla sua taglia. Possiede masse muscolari molto sviluppate e toniche. Il suo corpo, visto da sopra, deve assumere la forma “a pera” con la parte anteriore del corpo più larga rispetto a quella posteriore. Il muso è corto e pieno. Molto simpatico ed affascinante nell’aspetto estetico.

CARATTERE Anche se è stato classificato dalla Federazione Internazionale nel gruppo dei cani da utilità, il Bulldog è un perfetto cane da compagnia. Ama moltissimo stare insieme alle persone e cerca sempre di essere accarezzato e preso in considerazione da tutti quelli che lo circondano quotidianamente. Ama “poltrire”, passando la maggior parte del suo tempo a dormire. Possiede anche le doti ASPETTO GENERALE per essere un discreto cane da guardia. E’ molCane di piccola taglia, brachimorfo brachicefalo. to affettuoso e leale con il padrone. Ama molto viaggiare, ma non tollera il caldo, perciò bisogna sempre stare attenti a non farlo accaldare troppo. Il fattore caldo è una delle principali cause di morte in questa razza, poichè data la loro canna nasale troppo corta, ha diverse difficoltà respiratorie. E’ un cane di grande fascino. E’ abbastanza difficile da allevare, perché date le sue dimensioni del cranio e del corpo, quasi tutte le femmine vengono fatte partorire con il “parto cesareo”. Una delle razze più indicate per chi cerca un cane tranquillo. Ai bulldog inglesi piace tanto l’acqua, ma purtroppo fanno fatica a nuotare a causa della loro pesantezza. Ci vogliono veramente solo pochi minuti perchè un bulldog affoghi.

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GLI AMICI DI MAMMA ROSA IL RIFUGIO MAMMA-ROSA

La nostra Associazione nasce nel 1991 per offrire cibo, riparo e cure veterinarie per i tanti animali che popolano le strade della Riviera del Brenta. L’associazione occupa un vecchio casolare dove

sono stati creati gli spazi necessari per assicurare un primo ricovero agli animali abbandonati. Da allora nonostante lo sfratto questa è la nostra “sede”. Attualmente ospitiamo una ottantina di cani e circa 150 gatti, numeri destinati purtroppo a crescere nei mesi “caldi”. Purtroppo come ogni anno, nel periodo estivo, accogliamo in rifugio numerosi cuccioli e riceviamo continue segnalazioni di cucciolate “indesiderate” che cercano urgentemente casa.

Si chiama LIGHT, dolcissimo micio di un anno e mezzo, sterilizzato e vaccinato. E’ sordo dalla nascita e deve trovare una nuova famiglia che viva in appartamento. Per info: Elisa 346.4311838

Associazione “Mamma Rosa” Via Bastiette n. 18 - 30034 Mira (Ve) - C.C.P. 12750303 Aperto tutti i giorni Orari visite: dalle 14.30-18.00 Per prenotazioni visite al canile: Rita: 347.6821700 - Elisa: 346.4311838 Per vedere i cani: www.rifugiomammarosa.blogspot.com Per vedere i gatti: www.imicidimammarosa.blogspot.com

PEPE, maschietto di 4 mesi, vaccinato, dolcissimo e vivacissimo. Cerca una famiglia che lo possa ospitare in appartamento perché fuori si metterebbe nei guai per la sua vivacità! Ha bisogno della compagnia di altri mici. Per info adozione: Elisa 346.4311838

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FRIDA una cagnolina di razza Lasha Apso cerca urgentemente una nuova casa. Ha poco più di un anno. Per info: Rita 347.6821700

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MOTORI GUIDA INVERNALE SENZA SEGRETI Il freddo, la pioggia, la neve e il ghiaccio sono tutte condizioni che riducono drasticamente l’aderenza tra il pneumatico e il fondo stradale. Essere vigili, rallentare e mantenere il controllo. Queste sono le tre regole chiave per una guida sicura nei mesi invernali. L’inverno è una stagione insidiosa per gli automobilisti. Adattate la guida alle condizioni stradali e meteorologiche, che possono essere imprevedibili. La guida in inverno mette alla prova il vostro veicolo e le vostre capacità di conducente. Assicuratevi di essere ben preparati ad affrontare le condizioni invernali. Pensate ad utilizzare pneumatici invernali: Gli pneumatici invernali aumentano la sicurezza di guida offrendo livelli migliori di trazione, frenata e tenuta in presenza di gelo, neve, poltiglia e soprattutto ghiaccio. Vi raccomandiamo di montare pneumatici invernali sulle quattro ruote per avere un controllo e una stabilità ottimali e la massima sicurezza. Siate consapevoli dei vostri limiti e di quelli degli altri automobilisti: Rimanete concentrati su quanto accade nelle immediate vicinanze. Regolate la velocità in base alle condizioni date e mantenete la distanza di sicurezza tra il vostro veicolo e quello che vi precede. Evitate situazioni che possono provocare frenate brusche su terreni scivolosi. La frenata: È fondamentale anticipare la frenata valutando lo spazio necessario ad eseguirla. Evitate le frenate brusche e velocità di marcia elevate.

Non fate manovre brusche ed evitate le accelerazioni troppo decise (devono essere progressive e non violente). La frenata deve essere progressiva per evitare di bloccare le ruote, poiché ciò provocherebbe uno slittamento e la perdita di controllo del veicolo. Se questa eventualità si verificasse, lasciate il pedale del freno per ritrovare aderenza, quindi frenate di nuovo utilizzando alternativamente il freno motore e il pedale del freno. Per ridurre il rischio di slittamento in salita, innestate una marcia superiore a quella che usereste normalmente sull’asciutto. La partenza: In caso di partenza sulla neve, bisogna accelerare in modo molto progressivo per evitare il rischio di slittamento. Se le ruote slittano, inserite la marcia superiore per diminuire la forza applicata alle ruote. Sarete così in grado di far partire la vettura senza problemi. Le curve: Prima di affrontare una curva, rallentate sul rettilineo. In curva, l’azione sullo sterzo deve essere fluida e costante per evitare che lo pneumatico slitti perdendo il controllo. Mantenete una velocità moderata e regolare.

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Perdita di controllo sull’anteriore: Se in fase di sterzata perdete il controllo sull’anteriore, per ritrovare aderenza dovete ridurre la velocità sollevando il piede dall’acceleratore. Se necessario, premete leggermente il pedale del freno senza bloccare le ruote. Perdita di controllo sul posteriore: In un veicolo a trazione anteriore, se la vettura perde aderenza sul retrotreno, mantenendola però sull’avantreno, accelerate leggermente per ristabilire l’equilibrio. In un veicolo a trazione posteriore, sollevate leggermente il piede dall’acceleratore finché il retrotreno ritrova l’aderenza. Quindi, accelerate di nuovo con delicatezza per mantenere la velocità. Non frenate in nessun caso, perché aumenterebbe lo squilibrio al retrotreno. La guida sulla neve è estremamente difficile e impegnativa, quindi bisogna essere consapevoli dei propri limiti ed essere in grado di prevedere il comportamento degli altri automobilisti. Assicuratevi di rispettare un’adeguata distanza di sicurezza tra voi e la vettura che vi precede e in un tratto ampio e poco trafficato provate a frenare bruscamente per verificare le condizioni reali di aderenza. La partenza sulla neve: Accelerate sempre progressivamente per evitare il pattinamento delle ruote e cambiate rapporto rilasciando dolcemente la frizione (cambio manuale). Se le ruote iniziano a slittare inserite la marcia superiore: questo consente di ridurre la coppia motrice (forza applicata alle ruote) favorendo il ripristino dell’aderenza. Di solito in salita è utile impiegare una marcia superiore a quella che normalmente usereste su asfalto asciutto. Frenata sulla neve: Anticipare la frenata cercando di evitare l’inserimento dell’ABS. Usare il freno motore facendo attenzione a non rilasciare bruscamente la frizione in scalata. Nel caso di alcuni cambi automatici utilizzare la funzione “neve” spesso segnalata con la lettera “W” (Winter). Nel caso si avverta l’inserimento dell’ABS, una vibrazione sotto il pedale del freno, non fatevi intimorire e mantenete la giusta pressione sul pedale. Se non avete l’ABS o è stato preventivamente disabilitato attraverso il comando di bordo cercate di non bloccare le ruote: il bloccaggio causa una perdita del controllo del mezzo.- Per diminuire il rischio di bloccaggio delle ruote in discesa (se non è presente un sistema elettronico antislittamento) utilizzate una marcia inferiore a quella che solitamente usereste in condizioni di asfalto asciutto. Se la vettura fosse priva di ABS in caso di bloccaggio delle ruote alzate il piede dal pedale del freno per recuperare aderenza, poi frenate di nuovo anche più volte.

MOTORI NISSAN NOTE, ATTO SECONDO Nissan Motor ha presentato a Yokohama e in anteprima mondiale la nuova Note, la berlina compatta globale elegante e ricca di innovazioni tecnologiche.

La Nissan Note si rinnova completamente e nell’intento di soddisfare al meglio le esigenze di mobilità di ogni cliente, accresce le potenzialità già viste sul modello attuale. Ovviamente in termini di consumi ed emissioni, la nuova Note raggiunge i massimi livelli nel segmento di appartenenza (B), offrendo tecnologie motoristiche innovative e un’efficiente carrozzeria sul piano aerodinamico. Innovativa anche sulle tecnologie di sicurezza, Nissan introduce il Monitor Around View (AVM), una novità nel segmento delle auto compatte. Gli esterni della nuova Note sono estremamente accattivanti: grazie principalmente alla piattaforma V di Nissan e alla particolare linea in evidenza ribattezzata “linea dello squash” che le conferisce un profilo fluido e aerodinamico. L’abitacolo è spazioso e accogliente, grazie alla

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sua scocca completamente rinnovata ed è caratterizzato da un quadro strumenti moderno. Ai vantaggi delle dimensioni compatte e delle ampie superfici vetrate si aggiunge il sistema AVM, che offre una panoramica di 360° degli oggetti attorno al veicolo, facilitando così le manovre in retromarcia e i parcheggi paralleli in spazi urbani angusti. In Giappone saranno disponibili il nuovo motore HR12DDR (DIG-S) con sovralimentazione e l’unità HR12DE, già utilizzata per Micra, uniti alla compattezza e il peso ridotto del cambio di ultima generazione XTRONIC CVT (trasmissione a variazione continua) su tutti i modelli con il sistema Idle Stop sulle versioni 2WD.

Il nuovo motore tre cilindri DIG -S a iniezione diretta con sovralimentazione regala un’esperienza di guida fluida e piacevole, unita a un’eccellente efficienza dei consumi: con 25,2 km percorsi per ogni litro di carburante (in modalità JC08) offre i consumi i più bassi della categoria. Ricordiamo che dal 2005, anno del lancio sul mercato giapponese, Nissan ha venduto 930.000 unità dell’attuale versione di Note. la nuova Note sarà prodotta nello stabilimento Nissan Motor di Kyushu per quanto riguarda le vetture commercializzate in Giappone (da questo autunno), mentre i modelli destinati all’Europa saranno invece realizzati nell’impianto Nissan di Sunderland, Regno Unito, con previsione di lancio per il 2013.

MOTORI GUIDA INVERNALE SENZA SEGRETI L’ammiraglia, che verrà presentata nel mese di gennaio al Salone di Detroit, è la prima vettura del nuovo corso del Tridente. alla Quattroporte precedente”, per usare l’e-

La Casa modenese, è chiamata a raggiungere le 50.000 immatricolazioni nel 2015, grazie a un vasto e ambizioso piano di ampliamento della gamma. La crescita del marchio passerà anche per un ampliamento della base produttiva: “il cuore resterà a Modena”, sottolinea la Casa, ma l’assemblaggio delle auto avrà luogo anche in altre due fabbriche in due continenti diversi. La nuova Quattroporte si caratterizza per un design che rimane fedele alla tradizione stilistica del marchio, nella sua combinazione di eleganza e sportività. La Casa non ha diffuso informazioni di dettaglio sul modello, limitandosi ad alcune indicazioni di massima: non sono note le misure della nuova ammiraglia, che sarà comunque “molto più generosa nelle dimensioni rispetto

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spressione ufficiale. Se gli esterni sono ricchi di richiami al modello precedente (da notare le tre feritoie nel parafango anteriore e la calandra prominente), l’abitacolo è improntato alla massima essenzialità delle linee, per un insieme dall’aspetto particolarmente moderno. Quello che non è cambiato sono i materiali di prestigio utilizzati a profusione per i rivestimenti. Anche sui motori la Maserati è rimasta molto abbottonata: una delle poche informazioni ufficiali in merito è che la nuova gamma di propulsori nascerà nella sede della Ferrari, a Maranello. Le nuove unità saranno adottate da tutti i futuri modelli del Tridente, e oltre a essere i più potenti mai realizzati, saranno anche i più virtuosi sul piano dei consumi e delle emissioni.


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OROSCOPO DI NINA 21 Marzo - 20 Aprile

ARIETE E siamo giunti alla fine di questo 2012 che ammettetelo è stato

generoso per voi e certo non solo per la fine dell’opposizione di Saturno! I primi dieci giorni saranno al solito accelerati in vista delle solite incombenze che riguardano il periodo. Preparazione delle festività Natalizie, organizzazioni delle vacanze di fine anno per la parte più piacevole e corse a perdifiato e ore stancanti per la stesura dei bilanci. La parola d’ordine è condivisione e complicità, così arriverete a fine anno pimpanti e pronti a festeggiare alla grande!

21 Aprile - 20 Maggio

21 Maggio - 21 Giugno

TORO L’ultimo mese di questo generoso 2012 inizia per voi con l’opposi-

zione di Mercurio e Venere che vi accompagneranno fino a metà mese. Certo non saranno giorni tranquilli e parecchi rapporti si presenteranno tempestosi e ricchi di contraddizioni. Ancora una volta sotto la luce dei riflettori potrebbero esserci le cose non dette, le spiegazioni mancate che inevitabilmente ingenerano sospetti e dubbi. Fate un esame di coscienza e chiedetevi se certi atteggiamenti del partner non siano dovuti al vostro modo di fare troppo imperativo o scostante, in questo caso è inevitabile cambiare modo di approcciarsi, prima che il divario divenga insormontabile.

GEMELLI E termina un anno che per voi ha viaggiato con due velocità

distinte. Ora siete decisamente diversi, più maturi e consapevoli del vostro valore e decisi più che mai a imporre regole precise a voi stessi e a chi vi circonda. Certo gli astri di Dicembre non vi regaleranno una vita monotona, ma a tratti a causa delle opposizioni v’imporranno cambiamenti di rotta repentini e necessari. Così il partner avrà vicino finalmente la persona affidabile e responsabile che merita e vi ripagherà con tenerezza, comprensione e passione che riscalderanno le fredde notti invernali.

22 Giugno - 22 Luglio

CANCRO Ecco arrivato Dicembre, ultimo mese dell’anno, tipicamente dedicato ai bilanci alla stesura dei programmi per il futuro. Indiscutibilmente sarete tra i fortunati “figli dello Zodiaco”, che potranno essere più che soddisfatti dei successi raggiunti. Soprattutto, i nativi, che si saranno impegnati a costruire un rapporto responsabile, come suggerito da Giove prima e Saturno ora, stringeranno felici tra le braccia un partner innamorato e complice. I single vivranno un mese scatenato e denso di mille impegni, non fosse altro, per correre da un appuntamento all’altro, da un coktail party, all’altro, da una festa, all’altra.

23 Luglio - 22 Agosto

LEONE L’anno si chiude decisamente meglio di come si è aperto e Giove in fantastico sestile al vostro Sole illumina il vostro undicesimo settore zodiacale rendendo facile e produttivo l’incontro con amici e conoscenti interessanti. Saturno v’invita sempre a un confronto sereno e intelligente con gli altri. Ora decisamente dovete misurarvi con chi vi circonda e imparare ad accettare le critiche che, se opportune ed espresse con sincerità vi portano a migliorare. Superlativa per voi è la Luna Nuova che nella notte del 13 si forma nell’amico segno del Sagittario.

23 Agosto - 22 Settembre

VERGINE Questo è uno dei mesi più impegnativi, anche perché coin-

cide con il bilancio di fine anno. I pianeti formeranno aspetti contrastanti al Sole, risvegliandovi la voglia di vivere intense emozioni. In un periodo così particolare, avvertirete insofferenza per legami o persone, prive di fantasia. Se siete single, non regalate il cuore a chi non lo merita. Chi è in coppia, sia prudente, per non sollevare sospetti nel partner, che non è in vena di perdonare inganni. Capiterà che, chi per non affrontare situazioni spinose, si accontentava di un rapporto insoddisfacente, dica “basta”!

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23 Settembre - 23 Ottobre

BILANCIA L’ultimo mese dell’anno, fin dai primi giorni, fa capire che è tornato il momento dei riconoscimenti e delle grandi riscosse. Rivalutando ed esaminando al microscopio i mesi trascorsi, non per tutti facili, sarete più che soddisfatti, di quanto avete portato avanti. Sicuramente, qualche storia d’amore poco soddisfacente non avrà retto all’urto di Plutone in quadratura o dello spostamento di Saturno, ma capirete che erano zavorre, di cui dovevate liberarvi per volare, alti nel cielo della felicità. Di contro, invece, storie nuove saranno nate, con la protezione di Giove, amori che, gestiti con nuova consapevolezza, possono trasformarsi in relazioni appaganti e solide.

24 Ottobre - 21 Novembre

SCORPIONE Prosegue il favore degli astri che già nel mese precedente vi hanno regalato spunti eccezionali! Cari Scorpione decisamente chiudere il bilancio ora non vi costa i soliti patemi d’animo, anzi vi fa sorgere un sano sorriso compiaciuto! Da Ottobre siete illuminati dal Saggio e potente Saturno nel segno che vi accompagna per due anni e vi permette di cementare le situazioni che ancora presentano lati vulnerabili. Certo non è lo spirito d’iniziativa che vi difetta, anzi a volte il benedetto gusto per le sfide o il difficile vi porta a veri disastri, ora grazie al pianeta della logica non sbaglierete un passo, mostrando anche ai più acerrimi critici la vostra solidità.

22 Novembre - 21 Dicembre

SAGITTARIO E siamo giunti all’ultimo mese del 2012 che probabil-

mente per voi non è certo stato facilissimo né lineare. Questo periodo oltre ad ospitare le festività Natalizie e di fine d’anno è pure il momento di chiusura dei bilanci e voi in modo particolare siete chiamati a fare un’attenta valutazione tra entrate e uscite, non solo finanziarie ovviamente. E’ possibile che qualche storia si sia chiusa e che altre si siano aperte, o addirittura che qualcuno abbia deciso di iniziare una convivenza o si sia sposato, non importa, l’essenziale è fare tesoro dell’esperienza e assumere un ruolo decisamente responsabile.

22 Dicembre - 20 Gennaio

21 Gennaio -19 Febbraio

20 Febbraio - 20 Marzo

CAPRICORNO Le stelle vi amano e vi coccolano accompagnandovi fino a fine anno. Mercurio e Venere viaggiano in Scorpione per gran parte del periodo e Marte nel segno vi rende energici e coraggiosi. La vita affettiva sarà eccitante, coinvolgente, tenera, trasgressiva. Durante questo mese incantato e con Saturno in sestile stimolato dai pianeti veloci, è possibile vedere il ritorno di una persona del passato che non avete dimenticato. Per qualcuno sarà unicamente la possibilità di assaporare il piacere di una rivincita, per altri quella di riprovarci ancora. ACQUARIO

Molti sono chiamati a dare spiegazioni soddisfacenti a un partner stanco dei vostri infantilismi. Altri, invece, avvertiranno di trovarsi a una svolta decisiva della vita. Mercurio e Venere v’invitano a cercare una migliore intesa con chi vi ama. Chi avesse, di recente, chiuso una relazione d’amore, avvertirà una certa nostalgia e il desiderio di riaprire “quella porta”. Prima di muoversi, faccia un esame di coscienza, considerando i motivi che hanno portato al fallimento della storia e si domandi se può mutare certi comportamenti. E’ un errore riallacciare un rapporto, senza saperlo gestire al meglio, ma siete alla fine di un anno, che tra alti e bassi, qualcosa vi ha insegnato.

PESCI

Grazie ai transiti di Mercurio, Venere per parte del mese e di Marte in Capricorno fino agli ultimi giorni dell’anno scorrerete il periodo con un sorriso. La vita affettiva è eccitante, coinvolgente, tenera, trasgressiva e chi più ne ha, più ne metta, insomma sarete davvero appagati e sereni! In ogni caso, essere baciati dagli astri, se da una parte, rappresenta una favolosa garanzia di riuscita e facilita il vivere quotidiano, dall’altra, comporta maggiori responsabilità. La più difficile da assumere è quella di vincere la contraddizione caratteriale che spesso destabilizza chi vi circonda!

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