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swiss multikulti lifestyle magazine, www.inewsswiss.com - Nr. 56 OKTOBER - NOVEMBER 2020 - Chf. 4.-
CHRISTA RIGOZZI PUGLIA RIPARTI DALLA MERAVIGLIA
ANDREAS LUETHI
Tribute to Roman Opalka
MAURO PAISSAN
PICASSO
VACANZE IN ITALIA
CITY ART
ITALO SWISS LATINO SILVESTER
C’è la cena. E ci sono i cenoni.
Per momenti davvero speciali. Limousin Club Steak Fine Food
coop.ch/finefood
swiss multikulti lifestyle magazine, www.inewsswiss.com - Nr. 56 OKTOBER - NOVEMBER 2020 - Chf. 4.-
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Inhalt
INEWSSWISS.COM
CHRISTA RIGOZZI PUGLIA RIPARTI DALLA MERAVIGLIA
ANDREAS LUETHI
Tribute to Roman Opalka
MAURO PAISSAN
PICASSO
VACANZE IN ITALIA
CITY ART
ITALO SWISS LATINO SILVESTER
EDITORIAL 5 EDITORIALE GABRIELLA GROPPETTI 7 EDITORIALE PINA BEVILACQUA 9 EDITORIAL BY BRIAN BASNAYAKE 11 EDITORIAL CARLA BORDOLI CRIVELLI VISCONTI PERSONALITY 12 MAURO PAISSAN, A SHORT PRESENTATION 16 EMANUELE BIGGI 18 ANTONIO BETTANINI 19 RECENSIONE A “IL COSTRUTTORE DI CLESSIDRE” DI ISABELLA PILERI PAVESIO TURISMO 20 WIR BRAUCHEN SCHWEIZ – SOWOHL AM BERG ALS AUCH IN DER STADT. 22 ROMA RIAPRE 23 PARMA ANCORA CAPITALE 24 VACANZE IN ITALIA 25 PUGLIA BOOM TURISTICO BUSINESS 26 MIGROSBANK 27 POST-LOCKDOWN RECOVERY FOR BUSINESS I NEWS TRAVEL 28 PUGLIA RIPARTI DALLA MERAVIGLIA AUTO 31 DACIA DUSTER DCI115 4X4 34 HYUNDAI MOTOR E SONY PICTURES ENTERTAINMENT: ANNUNCIANO UNA PARTNERSHIP PROMOZIONALE MULTI-PICTURE 36 DAGLI IBRIDI ALLE CELLE A COMBUSTIBILE A IDROGENO: HYUNDAI FESTEGGIA 30 ANNI DI INNOVAZIONI NELL’ECO-MOBILITÀ MODA 38 FEDERIQUE CONSTANT E-BOOK 40 FORTUNA O TALENTO DI GIORGIO NADALI COMMUNICATION 42 MAURIZIO CANETTA 43 KUNSTHAUS ZÜRICH SUCHT NEUE LEITUNG 44 GEORGE FLOYD’S 46 “HANNO SCASSATO LA REPUBBLICA” DI FRANCESCO TORELLINI 48 GUILLERMO FADDA 49 SOUTH WORKING E ZAC TORNA A CASA 50 PRESENTAZIONE DEL LIBRO FRANCESCO PAOLO CAPONE MUSICA - CINE - FESTIVAL 51 BIFEST 56 VENEZIA 77 58 TIZIANO FERRO 60 ULTIMO 61 MAX PEZZALI 62 LE USCITE PIU ATTESE ARTE 84 DER KÜNSTLER ANDREAS LUETHI: DIE UNENDLICHKEIT IST SEINE PASSION 79 DIALOGUES WITH PICASSO 75 MARC BAUER A MILANO 76 CITY ART 71 NOTTI CRUDELI DI VITTORIO RASCHETTI 69 IMPRONTE DEL SACRO DI VITTORIO RASCHETTI 67 UNA TORRE PER L’ARTE DI VITTORIO RASCHETTI
65 ITALO SWISS LATINO SILVESTER Foto di copertina: LINO SPRIZZI
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Impressum VERLAG
Antonio Campanile
EDITORIAL DIREKTOR Pina Bevilacqua
TESTIMONIAL VIP DIREKTOR MARKETING
Salvo Buttita
CHEFREDAKTOR
Gabriella Groppetti (deutsche Redaktion) Heidi Giuliani (deutsche Redaktion) Bryan Basnayake (englische Redaktion) Luisa Pavesio (italienische Redaktion)
Director Ereignisse Piero Melissano
REDAKTION
Inews Salento
Sabrina Tortomano Luana Nocco Antonella Montesi Pietro De Seta Palma Bucarelli Beatrice Feo Filangeri Gianni Motori Mariella Nica Antonella Millarte Eugenio Forestrieri Pino Laudano Erika Ventura Laura Lamarra
Thomas Lang Marco Montini Massimiliano Teramo Rocco Delli Colli Gianni Barone Dalia Sgarbis Vincenzo Muni Italo Caroli Salvatore Tramontana Rita Albrecht Bruno Sonetto Isabella Pileri
Cosimo Vonghia
Antonio Sellito
MISS SVIZZERA
CHRISTA RIGOZZI
AMBASCIATRICE DELLA PIZZERIA RISTORANTE MOLINO
Social Media Manager REDAKTION CHUR
REDAKTION TESSIN - Via Peri Lugano Rita Albrecht Antonio Varrica
Ludovico Gentile Nicola Cathieni
REDAKTION VIENNA Erich Bauer
REDAKTION BASILEA
Vito Di Biccari Basilea Paola Terranova Piero Esteriore Michele Ferrante Mimmo Esteriore Davorka Zguric Salvo Buttita
REDAKTION MOSCA Antonella Rebuzzi
REDAKTION ROM Alfonso Benevento Michele Viola
Brenda Liquadri Angela Verde
REDAKTION MAILAND
Eugenio Forestieri Marco Renzi Marketing &PR Italia Marlen Airoldi Milano
REDAKTION TURIN Francesco Mescia
REDAKTION SIZILIEN Francesco Di Dario
Rita Pennisi
REDAKTION APULIEN Eustachio Cazzorla Domenico Potenza
Nicola Tramonte
REDAKTION PARMA Giuseppe Laudano
REDAKTION BOLOGNA Simona Artanidi
REDAKTION ORSARA-FOGGIA-PUGLIA Eustachio Cazzorla Nicoletta Altieri
Brenda Liquadri
REDAKTION BRASILE E SUD AMERICA Sheila Fisler Public Relations Daniella Cabral Sales Manager
MARKETING/ WERBUNG antonio@campanile.ch
GRAPHICS: Morena Fiorucci ART DIRECTOR: Paolo Ugolini WEB MASTER: Claudio Giuliani PHOTOGRAPHER Claudio Giuliani Rocco Lamparelli Lino Sprizzi photos-people.ch Francis Bissat Patrick Frischknecht
Nuccio Mastrogiacomo Patrizio De Michele Nicola Tramonte www.fb-photografie.ch Daniele Maiolo
ABO-SERVICE
antonio@campanile.ch
DRUCKZENTRUM
VCT - Herostrasse 9 - 8048 Zürich
VERLAG
MEDI@PRESSE SWISS Agency Marketing & Communication i NEWS swiss life style magazine Herostrasse 9 Zürich Switzerland Swiss Tel. 0041 79 405 39 85 Italy Tel. 0039 334 839 3583 Inews: Zürich-Roma-Berlin-Mosca-Marbella-Como www.campanile.ch www.inewsswiss.com Abbonamento / soci CHF 100.Monatliche Ausgabe
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CHRISTA RIGOZZI È UNA DELLE DONNE PIÙ FAMOSE IN SVIZZERA CHE AMA LA CUCINA ITALIANA. Ciao Christa che bello vedersi sempre in pista iniziamo con la prima domanda. Quando sei diventata Miss Svizzera? Sono diventato Miss Svizzera il 9 settembre 2006 sono passiti più di 14 anni ne passata di acqua sotto i ponti e oggi siamo ancora qua. Com’è nata la collaborazione con Molino? Io conoscevo già la catena di ristoranti Molino quando ero studentessa a Fibourgo , ero un’ospite fissa del «Molino». Da ticinese, nella svizzera francofona mi mancava il cibo italiano e la cucina della mamma, li dove abitavo c’era il Ristorante Molino proprio nella piazza centrale a Friburgo dove io andavo a mangiare la pasta, la pizza e facevo gli aperiviti con gli amici, d’estate stavo fuori con gli studenti sulla grande e bellissima terrazza e quindi conoscevo Molino. Poi 4 anni fa Daniel Reiman il CEO che io conoscevo da altri eventi mi ha contattato per fare la pubblicità e diventare Ambasciatrice del Molino. Gli ho raccontato la storia e da lî è nata una auntentica collaborazione prima ero cliente adesso sono cliente e Ambasciatrice. E adesso c’è la mia pasta e la mia Pizza. a cura di Antonio Campanile
EDITORIAL
Parliamo proprio della tua Pizza allora è vero che hai inventato la Pizza Christa Rigozzi? Si diciamo che è così, io adoro la Pizza e ogni volta che andavo a mangiare in Pizzeria dovevo chiedere una margherita con carpaccio, parmigiano, rucola e olio al tartufo. Quando Daniel mi ha chiesto creiamo la tua Pizza Christa Rigozzi ho detto perfetto, creiamo la Pia Pizza quella che io mangio sempre. Quali sono gli incredienti della Pizza Rigozzi? Allora gli incredienti sono: Mozzarella, carpaccio di manzo, Rucola, parmigiano e un filo d’olio al tartufo. È una vera delizia!!!
Liebe Leserinnen, liebe Leser, Wenn uns die Corona Krise etwas gelehrt hat ist das zur Bescheidenheit zurückzukehren. Ganz andere Werte wurden von heute auf morgen wichtig um die Normalität halbwegs aufrecht zu erhalten. Bei mir war das die Freude am kleinen Garten der für länger der einzige gestattete Aufenthaltsort im Freien war. Gräser, Sträucher, kleine Pilze, das wachsende Moos Wunder der Natur für die ich bis anhin kaum ein Auge hatte. Und welche Freude als sich der Kirschblütenbaum fünf Tage lang in seiner vollen Pracht zeigte. Dieser Baum blüht seit zwanzig Jahren ohne ein zutun von mir pünktlich wie eine Schweizer Uhr. Der Natur Sorge tragen soll nicht länger nur eine Floskel sein denn sie verwöhnt uns trotz aller Widerwärtigkeiten die wir ihr antun. Anscheinend hat das wieder entdecken der kleinen, eigenen Fleckchen Grün die Leute in der Stadt dazu motiviert dieses zu pflegen und schön zu gestalten. Die Gartencenter und Baumärkte (die als erste in der Corona Krise öffnen durften) wurden förmlich überrannt. Setzlinge, Pflanzen, Blumen, Sträucher: Sie ersetzten den Einkauf von Billigmode, Kosmetika oder Elektronik. Auch ich wurde vom momentanen Trend angesteckt und habe neue Gartenmöbel besorgt so dass das Draussen sitzen noch mehr Freude bereitet. Und plötzlich hat meine Wohnung ein gemütliches Zimmer mehr, frische Luft gibts gratis dazu. In der Nachbarschaft liess sich entdecken dass sich sogar ein Balkon zum kleinen Grünbereich gestalten lässt: Blumen blühen, Küchenkräuter werden gepflegt und hübsche Möbel stehen bereit. Erholen wir uns also ganz in der Nähe, nämlich bei sich zuhause. Ein Ort den Sie barfuss und ohne Schutzmaske erreichen können und der in den nächsten Monaten Gold wert sein wird. Lassen Sie uns Faulenzen. Ein gutes Buch, schöne Musik und ein Drink sorgen für den letzten „Kick“ in Sachen Wohlbefinden. In diesen Sinne herzliche Sommergrüsse Ihre Gabriella Groppetti
Vai spesso a mangiare la Pizza in questo periodo? In questo periodo ho meno la voro e ho più tempo e esco tantissimo e vado spesso al ristorante , io adoro mangiare, bere bene. Adoro la cucina Italiana e cucino anche a casa, ma vado con la famiglia volentieri al Ristorante a mangiare Pizza e pasta a volontè!! Allora quale Pizza consigli al Ristorante Molino? Consiglio a tutti la Pizza Christa Rigozzi.
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Impressum EDITORE
Antonio Campanile
DIRETTORE EDITORIALE Pina Bevilacqua
TESTIMONIAL VIP DIREZIONE Marketing&Pubblicità Salvo Buttita
CAPO REDATTORE
Gabriella Groppetti (deutsche Redaktion) Heidi Giuliani (deutsche Redaktion) Bryan Basnayake (englische Redaktion) Luisa Pavesio (italienische Redaktion)
DIRETTORE EVENTI Piero Melissano
Inews Salento
REDAZIONE
Sabrina Tortomano Luana Nocco Antonella Montesi Pietro De Seta Palma Bucarelli Beatrice Feo Filangeri Gianni Motori Mariella Nica Antonella Millarte Eugenio Forestrieri Pino Laudano Erika Ventura Laura Lamarra
Thomas Lang Marco Montini Massimiliano Teramo Rocco Delli Colli Gianni Barone Dalia Sgarbis Vincenzo Muni Italo Caroli Salvatore Tramontana Rita Albrecht Bruno Sonetto Isabella Pileri
Cosimo Vonghia
Antonio Sellito
Social Media Manager REDAZIONE COIRA (CH)
REDAZIONE TICINO - Via Peri Lugano Rita Albrecht Antonio Varrica
Ludovico Gentile Nicola Cathieni
REDAZIONE VIENNA Erich Bauer
REDAZIONE BASILEA
Vito Di Biccari Basilea Paola Terranova Piero Esteriore Michele Ferrante Mimmo Esteriore Davorka Zguric Salvo Buttita
REDAZIONE MOSCA Antonella Rebuzzi
Brenda Liquadri
REDAZIONE ROMA Alfonso Benevento Angela Verde
Michele Viola
REDAZIONE MILANO
Eugenio Forestieri Marco Renzi Marketing &PR Italia Marlen Airoldi Milano
REDAZIONE TORINO Francesco Mescia
REDAZIONE SICILIA Francesco Di Dario
Rita Pennisi
REDAZIONE PUGLIA Eustachio Cazzorla Domenico Potenza
Nicola Tramonte
REDAZIONE PARMA Giuseppe Laudano
REDAZIONE BOLOGNA Simona Artanidi
REDAZIONE ORSARA-FOGGIA-PUGLIA Eustachio Cazzorla Brenda Liquadri Nicoletta Altieri REDAZIONE BRASILE E SUD AMERICA Sheila Fisler Public Relations Daniella Cabral Sales Manager MARKETING/ PUBBLICITÀ antonio@campanile.ch
GRAFICA: Morena Fiorucci ART DIRECTOR: Paolo Ugolini WEB MASTER: Claudio Giuliani FOTOGRAFI Claudio Giuliani Rocco Lamparelli Lino Sprizzi photos-people.ch Francis Bissat Patrick Frischknecht
Nuccio Mastrogiacomo Patrizio De Michele Nicola Tramonte www.fb-photografie.ch Daniele Maiolo
ABBONAMENTI
Redaktion@italiannews.ch
TIPOGRAFIA
VCT - Herostrasse 9 - 8048 Zürich
CASA EDITRICE
MEDI@PRESSE SWISS Agency Marketing & Communication i NEWS swiss life style magazine Herostrasse 9 Zürich Switzerland Swiss Tel. 0041 79 405 39 85 Italy Tel. 0039 334 839 3583 Inews: Zürich-Roma-Berlin-Mosca-Marbella-Como www.campanile.ch Abbonamento / soci CHF 100.Monatliche Ausgabe www.inewsswiss.com
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EDITORIALE L’export ci salverà È inutile nasconderselo. L’effetto combinato della pandemia e delle incertezze ereditate dal 2019 (Brexit, spinte protezionistiche Usa...) impatteranno sulle esportazioni italiane, che chiuderanno l’anno a 422 miliardi (-dell’11,3%), la peggiore performance dal 2009 (-20,9%), malgrado l’export agroalimentare (che nella Penisola vale 43 miliardi!) abbia sostanzialmente retto, grazie a una produzione che non si è mai fermata e a una domanda sempre molto sostenuta. Tuttavia, secondo l’ultimo Rapporto Export della Sace (l’organismo statale che aiuta le imprese italiche nei processi di internazionalizzazione), le esportazioni italiane torneranno a risalire già nel 2021 (+9,3%) e nel 2023 toccheranno quota 510 miliardi. Tutto questo sempre che non si arrivi a un nuovo lockdown globale (ipotesi ritenuta poco probabile), che aggraverebbe ulteriormente il crollo 2020 (-12%), specialmente se le misure anti-Covid fossero allentate in maniera più graduale (-21,2%), con pesanti ripercussioni future (niente rimbalzi nel 2021 e recupero pieno dei valori pre-Covid non prima del 2023) in entrambi i casi. Ci aveva visto giusto il nostro Antonio Campanile, che già ad aprile consigliava alle aziende assistite dalla nostra Medi@Presse di reagire al panico con il rilancio. Di concentrarsi intanto sulla comunicazione strategica (visto che la produzione era ferma), per avviare un grande re-branding aziendale, per rafforzare (o avviare) una forte narrazione della propria realtà all’estero. Uno sforzo che avrebbe dato presto i suoi frutti. E infatti, tutti i dati economici più autorevoli ci parlano di una ripresa vicina, molto più vicina di quanto si potesse pensare. Cordiali saluti Pina Bevilacqua
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Impressum EDITOR
Antonio Campanile
MANAGING EDITOR Pina Bevilacqua
TESTIMONIAL VIP DIRECTOR Marketing/ADVERTISING Salvo Buttita
CHIEF EDITOR
Gabriella Groppetti (deutsche Redaktion) Heidi Giuliani (deutsche Redaktion) Bryan Basnayake (englische Redaktion) Luisa Pavesio (italienische Redaktion)
DIRECTOR EVENTS Piero Melissano
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EDITORIAL BOARD Sabrina Tortomano Luana Nocco Antonella Montesi Pietro De Seta Palma Bucarelli Beatrice Feo Filangeri Gianni Motori Mariella Nica Antonella Millarte Eugenio Forestrieri Pino Laudano Erika Ventura Laura Lamarra
Thomas Lang Marco Montini Massimiliano Teramo Rocco Delli Colli Gianni Barone Dalia Sgarbis Vincenzo Muni Italo Caroli Salvatore Tramontana Rita Albrecht Bruno Sonetto Isabella Pileri
Cosimo Vonghia
Antonio Sellito
Social Media Manager EDITORIAL BOARD IN CHUR (CH) EDITORIAL BOARD IN TICINO Via Peri Lugano Rita Albrecht Antonio Varrica
Ludovico Gentile Nicola Cathieni
EDITORIAL BOARD IN VIENNA Erich Bauer
EDITORIAL BOARD IN BASILEA
Vito Di Biccari Basilea Paola Terranova Piero Esteriore Michele Ferrante Mimmo Esteriore Davorka Zguric Salvo Buttita
EDITORIAL BOARD IN MOSCA Antonella Rebuzzi
Brenda Liquadri
EDITORIAL BOARD IN ROMA Alfonso Benevento Angela Verde
Michele Viola
EDITORIAL BOARD IN MILANO Eugenio Forestieri Marco Renzi Marketing &PR Italia Marlen Airoldi Milano
EDITORIAL BOARD IN TORINO Francesco Mescia
EDITORIAL BOARD IN SICILY Francesco Di Dario
Rita Pennisi
REDAZIONE PUGLIA Eustachio Cazzorla Domenico Potenza
Nicola Tramonte
EDITORIAL BOARD IN PARMA Giuseppe Laudano
EDITORIAL BOARD IN BOLOGNA Simona Artanidi
EDITORIAL BOARD IN
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EDITORIAL BOARD IN
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EDITORIAL Dear Readers, We are in the midst of one of the most bizarre and extraordinary periods in modern history. An invisible organism named Covid-19 has brought the world to an almost standstill. It is only now that the contagion it causes gradually abating and human activity is steadily getting back to normalcy. Amidst a scourge that is taking a heavy toll in lives and people falling severely ill, the virus has effectively brought economic activity and communal living to an inconvenient halt. It is not only the loss of lives and people falling severely ill have brought misery to thousands upon thousands of families across the globe. Indeed, the tedium of government-imposed “self-incarceration” at home, loss of employment, failing businesses and the resulting financial losses and economic damage are causing untold distress to individuals and families in almost every nation on earth. In truth, the virus, Covid-19, has even brought some countries to their knees. So the beautiful, warm spring across our continent unexpectedly became the “lockdown spring of 2020”, with the inhabitants spending a record time indoors despite the gloriously sunny spells outside. Now, not only the lives we lead have, suddenly and frustratingly, transformed. In fact, the new forms of social interaction have brought new terms to the language as well. Hence, we have “social distancing” to prevent us from shaking hands or hugging each other in public and stopping all forms of tactility. We also have the “social bubble” to allow just that tactility among small groups. The term “Home-Office” has now taken on added significance as major companies begin to consider it a viable alternative for the future. Also unexpectedly, we have come to realize that the biggest winner during this frightening pandemic is the environment. It is indeed the result of the widespread economic shutdown and the lockdown restricting the movement and activities of people all around the globe. However, it will only be a short-lived victory. Because the genuine triumph will be, of course, the many thousands or even millions of lives saved. It is also the conundrum facing most governments all over the world: health and lives of its citizens or the health and stability of the economy! Is it going to be a straight trade-off, or will it be more a balancing act? Government leaders, economists, business leaders, social thinkers are all right now wracking their brains to find the best solution to keep their citizens safe while protecting the economies from collapsing or stagnating for a long time to come. As a person of colour, it is incumbent on me to express a heartfelt tribute here, a kind of verbal taking the knee, to the memory of George Floyd, who died through police brutality. And indeed in solidarity with those millions of black people who suffered and still suffer at the hands of brute force and covert and open discrimination in America, Europe and many other parts of the world as well! We too hope and do pledge to campaign in their name for an end to the pandemic of racism! Black Lives Matter! During this time of twin pandemics, we still hope for a ray of sunshine in all our lives and wish you a pleasant read in this issue of iNEWS! Yours sincerely, Brian Basnayake www.molino.ch
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Impressum EDITOR
Antonio Campanile
MANAGING EDITOR Pina Bevilacqua
TESTIMONIAL VIP DIRECTOR DE MARKETING Y PUBLICIDAD Salvo Buttita
JEFES DE REDACCIÓN
Gabriella Groppetti (Redacción alemana/deutsche Redaktion) Heidi Giuliani (Redacción alemana/deutsche Redaktion) Bryan Basnayake (Redacción inglesa/englische Redaktion) Mursia Petrachi (Redacción italiana/italienische Redaktion) Carla Bordoli Crivelli Visconti (Redacción española/spanische Redaktion) Luisa Pavesio (italienische Redaktion)
EVENTOS DIRECTORA
Piero Melissano
Inews Salento
REDACCIÓN
Daniela Corti Cristiana Corti Gabriele Beate Hefele Juan Miguel Fernández Pérez Luana Pavesi Sofia Beatrice Monti Luciano Pappalardo Pasquale Balestriere María José Camacho Pérez Corina Butas Vania Penha da Silva Rosario Martínez Rodríguez
INFORMACIÓN EN ALEMÁN, COSTA DEL SOL Gabriele Beate Hefele (periodista)
REDACCIÓN BRASILE EN SUD AMERICA Sheila Fisler Daniella Cabral
Public Relations Sales Manager
MARKETING/PUBLICIDAD
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RELACIONES PÚBLICAS
Luana Pavesi (marketing/PR/comunicación)
FOTOGRAFÍA Antonia Guerra Eugenio D'Hamo
INFORMACIÓN MÚSICA Y EVENTOS Sofía Beatrice Monti (cantante y relaciones públicas)
MODA, IMAGEN, TENDENCIAS María José Camacho Pérez (hair stylist) Vania Penha da Silva (beauty consultant)
GASTRONOMÍA NACIONAL E INTERNACIONAL
Bruno Filippone Luciano Pappalardo (Chef) Pasquale Balestriere (Chef) Zulay Gómez Carrera (ayudante Chef y control aprovisionamiento)
INFORMACIÓN ECONOMÍA Y FINANZAS Juan Miguel Fernández Pérez (derecho y fiscalidad) Eduardo V. Luján
COLABORADORES WEB Y REDES SOCIALES Vincenzo Ottavio Pesce (web&community manager) Lidia Moreno Aguilar (community manager) Corina Butas (social networker)
INICIATIVAS SOCIO-CULTURALES Rotary Club Estepona Sotogrande International
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EDITORIAL …Y la vida sigue… Queridos lectores: Siempre me sorprende la tenacidad con la que el ser humano se va adaptando a lo que sucede, con la fuerte esperanza de superarlo todo. Pero claro, no preveíamos una pandemia, el confinamiento, el bloqueo de la economía, tanto dolor en aquellas familias que han perdido a seres queridos… Y aún mirando con respeto hacia las consecuencias inevitables que nos acechan, tenemos esa fuerza interior que nos empuja a buscar soluciones, negocios, actividades, nuevas oportunidades. Y como en la anterior crisis, las palabras fundamentales que resuenan son: reinventarse, diversificación y…resiliencia. Hoy no voy a preocuparos con crisis del mundo financiero y bancario, consecuencias del 5G, debate sobre las vacunas y Bill Gates & Company, cambio de moneda fiat a criptodivisas, y toma de conciencia del ser humano de tantas situaciones que anteriormente desconocíamos. Esto será para un reportaje, algún día. Creo que es importante resaltar, mirando, si lo hay, el lado positivo, que todo este período complicado ha dado un fuerte impulso a la solidaridad y a la importancia de cuidar también el medioambiente…Hay lugares donde los animales y la flora han revivido, más fuertes y felices que nunca, gracias a la bajada de la polución en aguas y aire: el hombre enjaulado ha liberado a los animales que, entre el asombro y la perplejidad, pasean por las calles de las ciudades de todo el mundo, o nadan pacíficos por los canales de Venecia, admirando la ciudad más romántica del mundo mejor que en un paseo en “góndola”…Parece una película, ¿verdad? Bueno, no será fácil, desde luego, pero es importante que todos rememos en la misma dirección, que, como el ave Fénix, resurjamos porque este verano nos dejará momentos entrañables, bonitos, de reencuentro y de parcial normalidad social, que nos darán la fuerza que necesitaremos para superar este año 2020 augurando un 2021 mejor y más positivo. Creo firmemente que tantas semanas de confinamiento, juntos con nuestras familias, conectados con videollamadas con los seres queridos a los que no podíamos visitar, y trabajando todo lo posible gracias a la red, nos han hecho reflexionar sobre lo que realmente importa, sobre las prioridades, sobre el gran valor del tiempo, y de un abrazo sin tiempo. Les deseo a todos mucha salud y les saludo con cariño, Carla Bordoli Crivelli Visconti
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personality
MAURO PAISSAN,
A SHORT PRESENTATION Born in Trento, in 1973. Consultant and entrepreneur specialized in communication, marketing, business development and tourism. Since 2000 he has been working in the world of media, information and communication at the service of institutions, public administration, public and private companies. Since 2005 he has been working as a consultant in support of companies in the sectors of commerce, tourism and services, crafts and industry and freelancers, professional and technical studios, self-employed workers, associations, institutions and public administration. Since 2012 he has also been working as a communications and marketing consultant in Zurich for Swiss and international clients. According to the strategic objectives of entrepreneurs and managers, it is responsible for designing and implementing a marketing and communication planning that enhances the market offer of services, values and products of companies, institutions, associations and projects, both private and public, in local, national and international contexts.
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- President of Paissan & Partners Srl, Italian web and creative agency. - Chairman of the board of Paissan & Partners GmbH, web und Kreativagentur switzerland. - Main Partner and founder of Paissan Group. - Member of Rotary International - Club of Trent - District 2060 since October 2013. - From November 2013 President of Confservizi Confesercenti del Trentino. - Since March 2015 Deputy Vice President of Confesercenti del Trentino, with proxy on credit and procurement matters. - Since 1 January 2016 board member of Confidi Trentino Imprese. - Since July 2019 Deputy Vice President of Confidi Trentino Imprese. - Since March 2019 member of the marketing and communication commission of SAT, a company of the Tridentine mountaineers. - Since May 2019 he has been chairman of the marketing and communication committee of SAT, a company of the Tridentine mountaineers. More info on www.mauropaissan.it
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PAISSAN GROUP, A SHORT PRESENTATION. Paissan Group is a brand that represents a network of companies and professionals specialized in consulting and services to small and medium enterprises operating in Italy, Switzerland, Europe and the United States of America. Thanks to an extremely dynamic and flexible structure, it is the ideal answer to those looking for professionalism, organization and a plurality of services and skills in a single interlocutor. The 3 main areas of specialization of the Network: - ICT & Innovation; - Development & Communication; - Management. The head company of the group, PAISSAN & PARTNERS S.r.l, is based in Trento - Piazza Piedicastello 26 and in Zurich (Glattbrugg), in Switzerland, Flughofstrasse 39. On the Swiss and international market, Paissan & Partners GmbH, a company with registered
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and operational headquarters in Zurich, operates through a group company. (www.paissan.ch) It is a modern Agency, with transversal skills in offline and online communication and marketing. Over the years it has specialized in digital communication, intercepting and consolidating the consensus and trust of national and international customers. The Consulting Group is made up of highly specialized staff who have been used for years to working in teams in the main areas of the company, alongside their own clients in even complex consulting projects working in synergy with the company’s owners or management, on organization, strategic planning, marketing, commercial development, communication and internationalization. The team provides daily consulting and Information Technology, marketing and communication services to public and private companies, institutions and associations in Italy, Switzerland, England, Bulgaria, Canada and the United States of America. More info on www.paissangroup.com
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Mr Paissan, how, when and why did you decide to extend your business activities to Switzerland ? My family has a deep connection with Switzerland. When I was very young I often went to Zurich where I had and still have relatives. As a young man it was a place of fun, a tourist destination. Today it has become my second home, to which I am especially fond of. I then started attending Switzerland for business reasons in 2012, accompanying an Italian company that wanted to develop its market on a European scale. From there, a path was born that led me to attend with constancy and get to know Switzerland professionally as well. Thus were born the first collaboration projects with some Swiss companies, which still rely on our agency after many years. Over the years, The demand for consultancy and services in the field of communication and marketing has grown over the years to the point where it is necessary and appropriate to structure oneself. I met and got to know the current CEO of our Swiss agency, Mr. Antonio Iacovazzo.
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This is how our swiss company was born, with registered and operational headquarters in Zurich, and a team that, with the support of our Italian staff, today oversees the Swiss market and a part of the international customers. As in Italy, we provide consultancy and all-round services in the field of communication and marketing for Swiss clients: brand, corporate design, graphic design, web design, e-commerce, advertising, social media management, photo and video productions. We have customers in tourism ( hotels, B&B .. ), industry, building construction and real estate, trade and catering ( restaurants) , professional and technical offices, dental offices and dental laboratories. Why choose Paissan Group ? “Italian creativity, Swiss organization and efficiency.� A multilingual staff: Italian, German, French, English. A young and dynamic team led by Senior in every area, with important know-how and a lot of international experience. A highly competitive quality/price ratio thanks to a balanced mix of Swiss and Italian manpower.
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personality ISABELLA PILERI
INTERVISTA:
EMANUELE BIGGI
A
lessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale, ha detto: “L’impatto dell’uomo sull’ambiente sta producendo ricadute sanitarie a tutti i livelli. Questa dura prova che stiamo affrontando a livello globale deve essere di monito per una futura rinascita in chiave realmente sostenibile, per il bene dell’umanità e del pianeta”. Recentemente nelle ultime puntate di Geo, avete parlato di collegamento fra cambiamento climatico e coronavirus: in che misura l ‘inquinamento incide sull’ epidemia ? Abbiamo parlato varie volte di connessioni tra impatti umani sugli ecosistemi (inquinamento incluso) ed epidemie (COVID-19 incluso). Sono emerse varie evidenze secondo le quali persone che vivono in ambienti già fortemente inquinati siano più soggette ad avere sintomatologie tendenzialmente più gravi. Detto questo, non sono io personalmente un esperto in questa materia, ma mi sono limitato a intervistare persone che ne sanno ben più di me e che hanno dedicato la loro vita a studiare questi argomenti, quindi seguirò come tutti i progressi delle conoscenze scientifiche in merito, che sono ancora in divenire e non si risolvono comunque in due o tre articoli solamente. La scienza e il metodo scientifico non sono nè una religione nè tantomeno un percorso di verità assolute, ma solo di risultati di analisi di vario genere che ci avvicinano, quando possibile, ad una conoscenza relativa di un certo fenomeno. C’è bisogno di tempo per comprendere alcuni fenomeni, a volte anche molto complessi, come le eventuali correlazioni tra un patogeno “nuovo” e la presenza di alcuni parametri preesistenti come l’inquinamento (e il tipo di inquinamento ad esempio). Una cosa è certa dal punto di vista scientifico, il nostro impatto sugli ecosistemi mondiali, si riflette prima o poi sulla nostra stessa salute poichè non siamo altro che una delle tante specie animali che vivono su questo pianeta. Dopo aver intrapreso corsi di fotografia e aver ampliato sempre di più le tue conoscenze, ti occupi di fotografia naturalistica e, quindi, di animali piccoli utilizzando la tecnica del ritratto ambientato. In cosa consiste? Il mio percorso è stato prima di tutto naturalistico e scientifico. E’ arrivata prima la mia passione per la natura, che ha poi portato negli anni, quando ero ragazzino e poi studente di Scienze Naturali, ad avvicinarmi al mezzo di comunicazione che ancora oggi è il mio preferito: la fotografia. Siccome ho sempre avuto un’inclinazione per tutto quello che era meno conosciuto, a volte bistrattato, come rane, rospi, insetti e ragni, è stato naturale per me diventare un
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fotografo macro. Sono completamente autodidatta, ma nella vita ho incontrato persone che mi hanno insegnato molto e ovviamente ho tratto anche spunti da tecniche già esistenti, come il “ritratto ambientato” o come viene chiamato di solito “wideangle macro” (macro con il grandangolo). E’ una tecnica che prevede di usare ottiche grandangolari un po’ particolari, un ibrido tra una lente macro ed un grandangolo, che permettono di avvicinarsi a soggetti di piccole dimensioni e ritrarli “grandi” all’interno però del loro ambiente. E’ in pratica una inclusione di un soggetto come un piccolo ragno o un altro piccolo animale, all’interno di un paesaggio che è anche la sua casa. In una singola immagine è quindi possibile dare un’idea ecologica non solo dell’animale in sè come farebbe un qualsiasi ritratto, ma anche dell’ambiente in cui vive. Tutti gli esseri viventi sono legati in un modo o nell’altro all’ambiente in cui vivono, pertanto è da sempre una delle mie tecniche preferite per ritrarre la natura. Hai debuttato sul piccolo schermo grazie al programma Trebisonda in onda su Rai 3 e raggiungi un discreto successo specialmente grazie al programma su Italia 1 dal titolo Wild – Oltrenatura. Dal 2013, invece, sei conduttore di Geo, ma, in base ad una recente intervista, la tua ispirazione viene principalmente dai libri. Quali, in particolare? Ho sempre letto tantissimo, libri di qualsiasi tipo e continuo a farlo. Passo in maniera vorace da romanzi come quelli fantasy (adoro quelli di Douglas Adams e Terry Pratchett) a trattati di natura anche molto tecnici. Un libro letto di recente che mi ha ispirato nel senso di “fare sempre meglio e di più” è stato “La sesta estinzione” di Elizabeth Kolbert, che narra in uno stile giornalistico che reputo sopraffino, quelle che sono le evidenze scientifiche mondiali, Italia compresa, che ci hanno fatto comprendere come i cambiamenti climatici www.inewsswiss.com
siano reali, qui ed ora. Adoro (e mi hanno letteralmente cresciuto) i libri di Gerald Durrell (in Italia il suo celebre “La mia famiglia ed altri animali” è un bestseller che non piace solo a me). Parlando di fotografia ho anche lì i miei tomi preferiti, come il bellissimo “The Smaller Majority” di Piotr Naskrecki, professore ad Harvard ed uno dei più grandi fotografi macro che io conosca. Un altro “libro” che mi sta molto a cuore è “Il sentiero perduto” di Stefano Unterthiner e qui c’è un lato personale. Stefano è uno dei miei migliori amici, anche se la nostra amicizia ha avuto inizio solo nel 2011. Nel 2013 però, proprio prima del mio arrivo a Geo a settembre, lo aiutai a portare avanti il lavoro per quel libro e per un bellissimo articolo che uscì su National Geographic in tutto il mondo. Il tema era il Gran Paradiso, la sua casa e io ebbi la fortuna e l’onore di lavorare con lui per aiutarlo poichè sua moglie Stephanie aveva da poco dato alla luce il loro primogenito Remi. In quel libro c’è anche parte del mio vissuto sulle Alpi assieme a Stefano e anche se l’ho solo aiutato, lo sento anche un po’ mio. Reputo Stefano uno dei migliori fotografi di natura di sempre, non solo per la sua tecnica, ma per come le parole “naturalista” e “artista” in lui si completino in maniera mirabile. La tua passione per la fotografia ti ha portato anche nei luoghi più inospitali del pianeta: qual è la tua esperienza più pericolosa “sul campo” e come concili la tua vita avventurosa di fotografo con l’esistenza più tranquilla che conduci a Genova, città in cui vivi? Cerco sempre di evitare di avere problemi, perchè sul campo i problemi significano spesso dolore e perdita di giorni preziosi per la produzione fotografica. Non sono uno che va “all’avventura” stile film anni ’80, ma mi piace comunque pianificare e prevedere quello che potrebbe esserci di problematico durante una spedizione. Ovviamente però andare nelle foreste tropicali conserva una certa mole di rischio, in ogni caso. Ricordo in particolare una notte di diversi anni fa, ero con il mio fido socio e compare di sventura Francesco Tomasinelli, quando rischiammo di finire investiti da un’enorme slavina di fango e pietre sulle Ande peruviane sotto www.inewsswiss.com
una pioggia torrenziale mentre spingevamo il nostro veicolo lungo un’impervia strada nella foresta nebulosa. Quella fu davvero un’ esperienza notevole dal punto di vista del rischio che corremmo e del batticuore che ne risultò. Un’altra situazione abbastanza pericolosa l’ho vissuta invece recentemente sempre in Perù, ma con la mia Elena, nel 2019. Le foreste tropicali sono capaci di sorprendere tutto d’un tratto con tempeste e venti fortissimi e fu proprio quello che ci accadde mentre eravamo su una precaria barchetta di legno con altrettanto precari remi in un placido ramo morto del Rio Los Amigos nel Perù meridionale. Per fortuna avevo visto aumentare di colpo le nubi appena sopra gli alberi, oltre al vento improvviso, pertanto arrancammo velocemente e maldestramente verso il punto di attracco anche se fu davvero difficile, perchè il vento divenuto fortissimo spingeva la barca talmente tanto che dovemmo remare al contrario per poter contrastare l’effetto “vela”. Arrivati alla riva io fui immensamente sollevato, ma fu il turno di Elena di avere paura, perchè feci l’errore di dirle “ora viene il bello amore, dobbiamo camminare molto velocemente verso la stazione biologica, perchè il vento così forte nelle foreste tropicali tira giù gli alberi, quindi occhi sul sentiero e andiamo di corsa”. Alla fine riuscimmo, ovviamente fradici fino al midollo, ad arrivare salvi alla stazione, con nelle orecchie il rumore dei tuoni, del vento tra gli alberi e del suono lontano di tronchi che si abbattevano. Non male come esperienza. Tutto questo fa sì che io viva in un eterno tira e molla emotivo tra la voglia di tornare in quei posti difficili ma assolutamente magnifici e quello di godermi la mia famiglia e la mia amata Genova, che purtroppo vedo poco durante i nove mesi di Geo, poichè in settimana mi tocca scendere a Roma. Però per il momento ci sono sempre riuscito, senza peraltro farmi mancare uscite strepitose nella nostra natura italiana, attorno a Roma ed attorno a Genova, nei miei amati Parchi regionali (Antola, Aveto, Capanne di Marcarolo e Beigua), che non hanno davvero nulla da invidiare a blasonati posti remoti se uno ha voglia di osservare davvero.
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personality LUISA PAVESIO
ANTONIO BETTANINI UN UOMO PER LA COMUNICAZIONE
Da Roma a Bruxelles a Milano la cultura italiana post covid
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i siamo conosciuti anni fa alla Farnesina, dove tu svolgevi il prestigioso incarico di Consigliere del Ministro Frattini, e io ero Direttore degli Istituti Italiani di Cultura. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
L’incontro con il mondo della diplomazia è stato per me importante (in quegli stessi anni ho poi conosciuto l’esperienza di Bruxelles, alla Commissione Europea). Nonostante tutte le “chiusure” caratteristiche di una aristocrazia - nel nostro caso, delle relazioni - , la mia esperienza in Farnesina (per me 20022004 e poi 2008-2011) ha rappresentato una scuola di vita ed uno sguardo aperto sul mondo. − Nel tuo importante cv c’è anche un passato politico nel PSI. Pensi che si possa ripetere quel cammino di profonde e innovative riforme del tessuto sociale italiano, anche se poi questo cammino si è concluso così dolorosamente, con un partito accusato di nefandezze da sempre perpetrate in Italia dal dopoguerra? Ho notato un qualche risveglio e una nuova curiosità nel ventennale della morte di Craxi. Ma non mi faccio illusioni. Troppe cose sono cambiate, e soprattutto le giovani generazioni sono distanti anni luce dalla cultura del riformismo e da un linguaggio della politica fondato sulla razionalità e le argomentazioni che oggi non trovo più. La stessa sintassi del comunicare è indirizzata a far prevalere i meccanismi dell’identificazione su quelli dell’argomentazione. - Siamo alla svolta covid 19. L’economia, in particolare moda, turismo e spettacolo, giacciono in una crisi mai vissuta prima. Potresti dirmi la tua visione delle cose? La necessità di salvare il salvabile, prima di tutto la vita, ha imposto il silenzio anche all’opposizione politica. Abbiamo fronteggiato uno tsunami cui non eravamo preparati, con una classe politica del tutto inadeguata. L’Italia ha bisogno di infrastrutture e di “più rotaia” per dare una cifra sostenibile al cambiamento che il gravissimo ritardo ci imporrebbe. La mia regione, la Liguria, è paralizzata. Dal 1990 non si è fatto più niente e tutta la progettazione ancora da realizzare era già pronta allora. − Mi hai descritto lo stato dell’arte. Ma ci sono rimedi? Esiste secondo te una ricetta per riportare questi settori a una crisi accettabile?
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La crisi ha evidenziato il nostro ritardo. Il lock down è stato “buttato”. Faccio un esempio: tre mesi di traffico ridottissimo avrebbero dovuto consigliare un piano straordinario per le infrastrutture, a tappe forzate. Il pre-requisito per il nostro turismo (e non solo quello delle città d’arte che il post-coronavirus penalizzerà). − Vorrei che, in base al tuo attuale incarico di consigliere per la Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera,, mi raccontassi qualcosa delle prossime iniziative presso questa istituzione così prestigiosa. Brera è alle prese con la nuova formazione digitale e con il problema dei laboratori “da remoto”....ma interpreta la crisi come quella scossa che ti fa fare un balzo in avanti. Sono fiducioso. − So che svolgi anche funzioni di Consigliere per il coordinamento della comunicazione presso la ditta Pellan, la cui mission è nel nome dei materiali sostenibili in vari settori di produzione. Puoi parlarmene? Pellan Italia è un gruppo di imprese votato all’innovazione e alla sostenibilità. Dai tessuti non tessuti al riso bio - dai cui scarti ricavare, in prospettiva, prodotti per la bioedilizia e anche cosmetici -; dai macchinari industriali al “materiale delle meraviglie” , il grafene. Una realtà complessa, quella di Pellan, e carica di futuro. Con una Presidente giovanissima, Carlotta Pignatti Costamagna.
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personality PAOLA VILLANI
RECENSIONE A
“IL COSTRUTTORE DI CLESSIDRE” di Isabella Pileri Pavesio
Dopo il premiatissimo “Schegge di memoria” esce per Deferrari il nuovo thriller di Isabella Pileri Pavesio “Il tempo è un giocatore avido, che vince ogni colpo, senza barare, ad ogni colpo” ( Ch. Baudelaire)
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hi è “il costruttore di clessidre” che dà il titolo all’ultimo romanzo di Isabella Pileri Pavesio? È Crono, uno dei personaggi del romanzo. Il nome richiama subito alla mente la divinità orfica cui era affidato il compito di scandire la successione temporale degli eventi. Nella tradizione classica, il simbolo di Crono che divora i propri figli evocava il potere distruttivo del tempo, che si nutre dei giorni che scorrono senza mai saziarsi. Nel romanzo, però, si assiste a un rovesciamento del mito: Crono è un figlio che vorrebbe uccidere il proprio padre, il pericoloso narcotrafficante Funero, perché mai ha dimenticato i dolori che quel padre gli ha inflitto, destinandolo a una infanzia e a una giovinezza infelici. Ma, nonostante lo stesso Crono sia diventato un feroce criminale, tuttavia non riesce a sconfiggere la figura paterna. È possibile pareggiare i conti col tempo? Come ci ricorda l’Autrice, citando Baudelaire, “il Tempo è un giocatore avido che vince ogni colpo, senza barare, ad ogni colpo”. Nell’ansia del rovesciamento del proprio destino, attraverso la vendetta, la costruzione delle clessidre per Crono non è un passatempo innocente, bensì una necessità che si fa ossessiva. La sabbia che scorre lentamente nei bulbi della clessidra rende visibile il passaggio di ogni istante e ci ricorda la polvere che un giorno tutti siamo destinati a diventare. Forse proprio per questo, il romanzo è scandito sui tempi brevi delle giornate, delle notti, delle ore. La clessidra, antico strumento di misurazione del tempo, è il fil rouge che scorre attraverso le pagine del nuovo giallo di Isabella Pileri Pavesio, come se il libro avesse una duplice trama: la riflessione sul tempo e il plot del romanzo poliziesco. Ancora una volta, protagonista del giallo è il detective Baglioni, un antieroe, uno “sfigato”, lo si definirebbe secondo i parametri della nostra società, votata al raggiungimento del successo a qualsiasi costo. Licenziato dall’agenzia Perrotta, abbandonato professionalmente
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e umanamente anche dalla compagna di avventure Beatrice, con serie difficoltà a costruire una relazione sentimentale stabile - perché in fondo le donne lui non le capisce - Baglioni deve reinventarsi a quarant’anni suonati. Inutile crogiolarsi nell’amarezza e nelle recriminazioni, cui pure ogni tanto si abbandona. A corto di soldi, accetta l’incarico che gli viene affidato da Paul Higgins, una volta ispettore capo della polizia di Zurigo, e oggi terrorista latitante. Compito di Baglioni è ritrovare la moglie di Higgins, Maria, rapita proprio dal narcotrafficante Funero, padre di Crono. Affiancato dal giovane Morelli – una sorta di volenteroso Sancho Panza – Baglioni cerca di capire, attraverso il diario di Maria Higgins, dove sia tenuta prigioniera la donna. Ma il diario è carico di riferimenti ambigui: Maria è davvero prigioniera o ha seguito volontariamente Funero? E il suo matrimonio con Higgins era veramente così perfetto, come l’ex capo della polizia di Zurigo vorrebbe far credere? In un avvincente gioco di specchi, che si dipana nelle svogliate giornate estive di alcune città fra Liguria e Piemonte – Genova, Acqui Terme, Cremolino – Baglioni arriverà alla soluzione, con uno di quei finali sorprendenti cui ci ha abituati già nei precedenti gialli l’Autrice, perché mai “nulla è come appare”. Ancora una volta Isabella Pileri Pavesio riesce a mescolare felicemente vari stili e piani diversi della narrazione, costruendo un metatesto con i riferimenti letterari degli Autori che hanno scritto di clessidre e riflettuto sullo scorrere inesorabile del tempo. E attraverso il personaggio di Baglioni riesce a darci, in modo sottilmente ironico, uno spaccato della società odierna, con le sue solitudini, con la difficoltà di costruire relazioni stabili fra i sessi, con la sua ruvidezza economica e le sue ipocrisie linguistiche. E infatti, paradossalmente, “il primo giorno di libertà” di Baglioni è quello successivo al suo licenziamento: perciò il lettore condivide la sua amarezza, i suoi pensieri e fa il tifo per lui. iNEWS
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turismo
LIVIA PRUCCOLI
WIR BRAUCHEN SCHWEIZ – SOWOHL AM BERG ALS AUCH IN DER STADT. DAS VERTRAUEN INS FERIEN- UND REISELAND SCHWEIZ ZURÜCKGEWINNEN, NACH DEM STILLSTAND DEN TOURISMUS WIEDER ANKURBELN, DAS SIND DIE ZIELE VON SCHWEIZ TOURISMUS (ST) IN DIESEM SOMMER. «ICH BRAUCH SCHWEIZ», JETZT ERST RECHT, SO DIE BOTSCHAFT DER AUSSERORDENTLICHEN SOMMER- UND STÄDTEKAMPAGNE, DIE HEUTE IN ZÜRICH VIRTUELL LANCIERT WURDE. 20
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T lancierte heute eine aussergewöhnliche Sommersaison. Nach Monaten des touristischen Stilstands gilt es jetzt umso mehr, die Nachfrage nach Ferien und Reisen in der Schweiz gezielt zu stimulieren. Denn bereits jetzt (März bis Juni 2020) fehlen 8.7 Mrd. CHF an touristischer Wertschöpfung, und die Aussichten sind trübe. Gemäss KOF* fehlen im Sommer voraussichtlich bis zu 50 % aller Übernachtungen in den Städten und immerhin 20 bis 30 % in den Bergebieten. Unter dem Titel «Ich brauch Ferien. Ich brauch Schweiz.» ruft ST deshalb ab heute emotional und auf allen Kanälen zu Sommerferien und Städtereisen in der Schweiz auf. Zielpublikum sind zu Beginn die einheimischen Gäste sowie die Touristinnen und Touristen in Deutschland und Frankreich, gefolgt von weiteren europäischen Ländern. Nach und nach werden auch die weltweiten Werbemassnahmen wieder gestartet. Im Zentrum steht die Promotion der ganzen Vielfalt der touristischen Schweiz. Es handelt sich um eine der grössten globalen Werbeoffensiven, die ST in den letzten Jahren lanciert hat. Der neue Slogan «Ich brauch Schweiz.» ist dabei langfristig ausgelegt und wird auch in den kommenden Jahren eingesetzt werden. *KONJUNKTURFORSCHUNGSSTELLE DER ETH ZÜRICH. 28. MAI 2020 SICHERHEIT UND FLEXIBILITÄT IM VORDERGRUND Mit dem Label «Clean & Safe» und der neuen Hotelbuchungsplattform «Kostenlose 48-Stunden-Stornierung» reagiert ST auf die Gästebedürfnisse nach Sicherheit und Sauberkeit sowie grosser Flexibilität bei der Buchung. Für eine optimale Gästelenkung und Begeisterung neuer Zielgruppen werden neue, attraktive Ferienerlebnisse als Geheimtipps und verborgene Juwelen prominent ins Marketing-Schaufenster gestellt. In einer neuen Hotel-Suchmaschine steht zudem ganz direkt mit wenigen Klicks die ganze Bandbreite des Schweizer Unterkunftsangebots zur Verfügung, vom Alpenchalet bis hin zum Designhotel.
zu bestimmen. Die Marktbearbeitung erfolgt also zeitversetzt, zuerst in der Schweiz und in den Nachbarländern Deutschland und Frankreich, dann in allen europäischen Nahmärkten und schliesslich in den Fernmärkten Ost und West. In der Schweiz wird unter anderem mit dem bekannten Deutschschweizer HumorDuo Divertimento sowie den Westschweizer Komikern «Vincent & Vincent» originell für Ferien dies- und jenseits des Röstigrabens geworben. ZUSÄTZLICHE BUNDESGELDER ALS NACHHALTIGE UNTERSTÜTZUNG Angesichts der grossen Schäden, welche die Pandemie im Schweizer Tourismus angerichtet hat und teilweise weiter anrichtet, hat das Parlament eine substanzielle Unterstützung der Branche gesprochen. Von den 40 Mio. CHF gehen 20 Mio. CHF zur Entlastung an die Tourismuspartner, verteilt nach einem pragmatischen Schlüssel: Die touristischen Partner von ST erhalten «Marketing-Guthaben». Die andere Hälfte der zusätzlichen Gelder fliesst direkt in die erwähnten, ausserordentlichen Marketingaktivitäten von ST. Dabei werden sie zu einem Drittel in diesem Jahr und zu zwei Dritteln im nächsten Jahr eingesetzt. 38 % der Mittel werden in der Schweiz investiert, 35 % in Europa und 20 % in den Überseemärkten. Die verbleibenden 8 % der Mittel fliessen in globale Sonderprojekte.
EUROPA UND ÜBERSEE FOLGEN AUF DEN MARKT SCHWEIZ Dank des eigenen «Market Indicator System» analysiert ST den Weltmarkt tiefgehend und ist hervorragend in der Lage, den besten Moment für den Neustart der Marketingaktivitäten in jedem Markt www.inewsswiss.com
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turismo
LIVIA PRUCCOLI
ROMA RIAPRE
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ella Capitale gli spazi della cultura tornano a vivere. Dopo le prime timide aperture dei Musei Capitolini, di Palazzo Braschi, del Palaexpò, della Galleria Borghese, della Galleria nazionale d’arte moderna, del Maxxi, con la Festa della Repubblica Italiana del 2 giugno le aree archeologiche e le istituzioni museali capitoline si sono avviate, nel loro complesso, verso una ritrovata normalità. Infatti, hanno riaperto i battenti il Colosseo, monumento simbolo di Roma, il Foro Romano, il Palatino. Sono tornati accessibili tutti i musei del Comune di Roma, i Fori Imperiali e i Mercati di Traiano, Castel Sant’Angelo, Palazzo Barberini-Gallerie nazionali d’arte Antica, l’Ara Pacis, il Circo Massimo, il Parco archeologico di Ostia Antica, solo per citarne alcuni. Nei prossimi giorni si potranno tornare a visitare pure il Museo Nazionale Romano e la Domus Aurea, per raggiungere a brevissimo la ripresa totale dell’immensa offerta culturale cittadina. Altra apertura importante, quella dei Musei Vaticani (dal lunedì al giovedì, dalle 10 alle 20, il venerdì e sabato fino alle 22) e delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo (solo il sabato e la domenica, dalle 10 alle 18). Sul fronte mostre c’è da segnalare lo slittamento in avanti per quasi tutte le esposizioni in corso, come quelle su Canova (Palazzo Braschi, posticipata al 21 giugno), Sergio Leone (Ara Pacis, 30 agosto), Jim Dine (Palaexpò, 26 luglio). Come “Colori degli Etruschi. Tesori di terracotta” (Centrale Montemartini,1 novembre).“La rivoluzione della visione. Verso il Bauhaus. Moholy-Nagy e i suoi contemporanei ungheresi” (Galleria d’Arte Moderna, 23 agosto).“Aspettando 22
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l’Imperatore” (Museo Napoleonico, 25 ottobre).“Civis Civitas Civilitas” (Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, 6 settembre). Tra le proroghe più attese, quella, al 30 agosto, della mostra “Raffaello 1520-1483” alle Scuderie del Quirinale, solenne omaggio dell’Italia al pittore urbinate, a 500 anni dalla morte. Per tutte le visite, molte delle quali con prenotazione obbligatoria, sono state adottate stringenti misure di sicurezza, con obbligo di mascherina, distanze e misurazione della temperatura all’ingresso; per conoscere le disposizioni straordinarie adottate dalle varie sedi museali basta consultare i relativi siti web.
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LIVIA PRUCCOLI
PARMA ANCORA CAPITALE
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arma sarà Capitale Italiana della Cultura anche nel 2021. Lo ha stabilito il Governo italiano, nell’ambito delle misure urgenti connesse all’emergenza COVID-19, accogliendo la richiesta della città e della Regione Emilia Romagna, sostenuta da numerose città a loro volta in corsa per il titolo. In effetti l’emergenza sanitaria ha sospeso tutte le attività legate alla nomina, rischiando di vanificare il lavoro e gli investimenti fatti per raccoglierne le opportunità. E così, Parma, città natale di Giuseppe Verdi, Arturo Toscanini, Bernardo Bertolucci, che ospita una delle più antiche università al mondo e il Teatro Regio, riferimento internazionale per la musica lirica, Parma patria del prosciutto e del parmigiano, eletta nel 2015 Città Creativa Unesco per la Gastronomia, forte della sua lunga tradizione culturale, è pronta a ripartire. A sviluppare quel tema (“La Cultura Batte il Tempo”) che nel 2019 aveva convinto la giuria (composta da sette esperti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti e della valorizzazione territoriale e turistica), bruciando le altre finaliste (Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso). A rivitalizzare quelle rassegne e quei cantieri open call per artisti che, prima del COVID-19, stavano spalmando sul territorio il claim della sua candidatura. E che ora riprenderanno a farlo, arricchendosi di tutti i possibili spunti offerti da questo periodo di incertezze e cambiamenti. Tutto rinviato, quindi, per le 43 città candidate alla Capitale Italiana della Cultura 2021, suddivise tra Piemonte (Verbania). Lombardia (Vigevano (Pv)). Liguria (Genova). Veneto (Belluno, Feltre (Bl), Pieve di Soligo (Tv), Verona). Friuli Venezia Giulia (Pordenone). Emilia Romagna (Ferrara, Unione dei Comuni della Bassa Reggiana, Unione dei Comuni della Romagna Forlivese). Toscana (Arezzo, Livorno, Pisa, Volterra (Pi)). Marche (Ancona, Fano (An)). Abruzzo (L’Aquila). Molise (Isernia). Lazio (Arpino (Fr), Cerveteri (Rm)). Campania (Capaccio Paestum (Sa), Castellammare di Stabia (Na), Giffoni Valle Piana (Sa), Padula (Sa), Procida (Na), Teggiano (Sa)). Puglia (Bari, Barletta, Molfetta (Ba), San Severo (Fg), Taranto, Trani, Unione Comuni Grecia Salentina). Basilicata (Venosa (Pz)). Calabria (Tropea (Vv)). Sicilia (Catania, Modica (Rg), Palma di Montechiaro (Ag), Scicli (Rg), Trapani). Sardegna (Carbonia, San Sperate (Ca)). In pratica solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria non avevano candidati. Infatti il titolo di “Capitale Italiana della Cultura” è ambitissimo, non soltanto per il milione di euro messo a disposizione della vincitrice dallo Stato, ma soprattutto per www.inewsswiss.com
gli effetti benefici che, sin dalla sua istituzione (2014), esso ha avuto sullo sviluppo generale dei territori. Come dimostrano i percorsi delle città a cui è già stato assegnato, nel 2015 (Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena), 2016 (Mantova), 2017 (Pistoia), 2018 (Palermo) e 2019 (Matera). Il prolungamento di Parma 2020 al 2021 rappresenta una grande sfida per il capoluogo emiliano, chiamato a portare comunque a compimento il programma 2020, a prepararne uno 2021 all’altezza e a dimostrare che dalla cultura può davvero partire la rinascita.
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turismo
PINA BEVILACQUA
VACANZE IN ITALIA
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are cristallino. Città d’arte in grande spolvero. Prezzi inchiodati. L’Italia è pronta a accogliere i turisti stranieri, in piena sicurezza e più bella che mai. Anche quelli svizzeri. Che in 3,5 milioni prediligono il Belpaese come meta vacanziera. Che lo scelgono come seconda destinazione, dopo la Germania e prima della Francia, coprendo, così, il 12% totale dei viaggi con pernottamento da loro effettuati. Che si collocano al 5° posto nel bacino di origine dei flussi incoming nello Stivale. Turisti affezionati e, oltretutto, preziosi, perché dotati di un elevato potere d’acquisto, grazie a uno stipendio medio tra i più elevati d’Europa (di 1,7 volte superiore a quello italico e di 1,3 volte superiore a quello di Germania e Francia), che gli permette di spendere 10 miliardi di euro annui in viaggi all’estero e 140 euro giornalieri nei soggiorni in Italia. Turisti, per di più, dotati di una forte propensione al viaggio, specie nel Belpaese. Gli Elvetici, infatti, fanno mediamente oltre 3 vacanze all’anno e il 27% sceglie proprio l’Italia. In particolare, i vacanzieri svizzeri sono il terzo mercato per le regioni del nord Italia, il secondo mercato per le destinazioni montane e il terzo per quelle di mare. Inoltre sono sempre più interessati alle città d’arte minori (considerando che metà dei 55 siti Unesco italiani è in comuni sotto i 5mila abitanti), nonché al turismo enogastronomico, golfistico, nautico, lacustre, active (trekking, mountain biking e altri sport), al comparto wellness. Del Belpaese gli Elvetici apprezzano soprattutto la balneabilità dei mari, il clima mite, il ricco patrimonio
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culturale e monumentale, la varietà enogastronomica, la bellezza dei paesaggi. Amano pure la cordialità, l’ospitalità e la simpatia, percepiti come caratteristiche tipicamente italiche. E considerano l’Italia come esempio inimitbile di qualità e eccellenza, nell’arte, nella cultura, nella moda, nel lusso e nel design. Ebbene, anche quest’anno tutto questo appeal non resterà deluso. Anzi. L’Italia è psicologicamente preparata a affrontare una stagione estiva lontana dagli oltre 41 miliardi di fatturato registrati dal settore turistico l’anno scorso (un asset economico primario per il Paese, pari al 13% del Pil e a 4,2 milioni di occupati, tra l’altro in costante crescita), dalle rosee e legittime previsioni per il 2020. Ovvero, consolidamento dell’incoming di lingua tedesca, vale a dire Germania, Austria e Svizzera, che rappresentano il 25% dei turisti internazionali nel Belpaese e rafforzamento dell’emergente turismo russo, statunitense, canadese e cinese; quest’ultimo pure in virtù dell’anno culturale Italia-Cina e del conseguente aumento di collegamenti aerei tra i due Paese. Ma proprio per questo ha sfoderato tutte le sue storiche, notorie, efficacissime armi migliori, al fine di apparecchiare un’estate sicuramente impegnativa per i professionisti del campo, ma indimenticabile per chi vorrà approfittarne, coccolato, sotto tutti i punti di vista, come non mai.
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turismo
LUCA GRAZIANI
PUGLIA BOOM TURISTICO
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n questa estate così strana, la Puglia, che era fra le destinazioni top dell’era pre-Covid, risulta essere la prima destinazione scelta dai turisti in Italia. Dagli habitué, ma pure da una notevole quota di viaggiatori desiderosi di scoprirla per la prima volta, approfittando del fatto che non si può o non si vuole andare all’estero. È ancora troppo presto per i bilanci ufficiali di questa stagione, che si preannunciava catastrofica e così non è stata, ma i principali indicatori mettono quasi tutti il turismo pugliese sul podio. Per esempio, l’indagine della Cna Turismo, che tra i top player Estate 2020 include anche la Sicilia (16%) e la Toscana (14%). Al momento sembra che a fare la fortuna del turismo pugliese sia stata la fiducia che le sue strutture hanno saputo infondere. Strutture che, senza stravolgere il bello delle vacanze, hanno davvero riaperto in tutta sicurezza, dimostrandosi più che rispettose delle regole imposte dalla pandemia. E questo, con una clientela ancora spaventata dal Coronavirus e molto provata dal periodo di lockdown, ha fatto la differenza. Le destinazioni balneari sono state, come sempre, le preferite; in particolare Salento e Gargano. E comunque, hanno fatto il pieno Gallipoli, la “perla del Mar Ionio”, con il suo centro storico, le sue trattorie veraci, la sua movida. E Vieste, borgo bianco proteso sul mare,caratterizzato dall’enorme dente di calcare bianco della Spiaggia di Pizzomunno. Ottime performances per Manfredonia, Molfetta, Bisceglie, Ugento, Castellaneta Marina, Nardò, Ostuni, la famosa “città bianca”. www.inewsswiss.com
Mete gettonatissime l’arcipelago delle Tremiti, parco marino dal 1989. Rodi Garganico, tipico borgo marinaro. Peschici, dalle case imbiancate, le cupole arabeggianti e l’austero castello medievale. Mattinata e i suoi faraglioni (Arco di Diomede e Le Forbici), incorniciati dalla splendida Baia delle Zagare. Polignano a Mare, erto sulla possente scogliera. Monopoli e l’alta concentrazione di spiagge, resort e locali alla moda di contrada Capitolo. Otranto e la meravigliosa spiaggia di Alimini. Santa Cesarea Terme e le sue Piscine scavate nella roccia. Castro e Grotta Zinzulusa, uno dei fenomeni carsici più affascinanti del Salento. Salve e la mitica spiaggia di Pescoluse, nota come le “Maldive del Salento”. Porto Cesareo e Punta Prosciutto, lunga distesa di morbide dune bianche. Santa Maria di Leuca, che inanella gemme come Grotta Porcinara, Grotta del Diavolo, Grotta delle Tre Porte.
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business
LA BANCA MIGROS PUNTA SUL RICONOSCIMENTO VOCALE AUTOMATICO La Banca Migros si avvale della tecnologia linguistica più moderna per l’identificazione dei suoi clienti. Per semplificare e velocizzare ulteriormente il contatto telefonico con il Centro clienti e il Centro di consulenza, la Banca Migros utilizza ora il riconoscimento vocale automatico offerto dal fornitore svizzero delle tecnologie vocali Spitch. Il riconoscimento vocale è facoltativo per i clienti e soddisfa pienamente le disposizioni in materia di protezione dei dati.
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e oggi un cliente telefona al Centro di consulenza e al Centro clienti della Banca Migros, deve prima rispondere a diverse domande per essere identificato. In futuro, il colloquio di consulenza potrà iniziare immediatamente. Mentre il cliente si presenta e descrive la sua richiesta, nel frattempo la sua voce sarà confrontata con il profilo vocale che il cliente ha fatto registrare in una precedente telefonata. Questo confronto dura solo pochi secondi. Se l’identificazione ha esito positivo, il collaboratore della banca riceve un segnale positivo sullo schermo e può avviare subito la consulenza con il cliente. L’utilizzo del riconoscimento vocale automatico è facoltativo e richiede il consenso esplicito del cliente. Sarà disponibile a partire da subito per le telefonate in francese. In una seconda fase sarà esteso anche all’identificazione dei clienti in tedesco svizzero, tedesco e italiano. Chi desidera rinunciare ai vantaggi del riconoscimento vocale automatico, può continuare a scegliere di essere identificato tramite le domande di sicurezza. Tecnologia svizzera La tecnologia utilizzata per il riconoscimento vocale è messa a disposizione da Spitch, un fornitore svizzero di soluzioni per il riconoscimento vocale automatico. Prima dell’assegnazione dell’appalto, la Banca Migros ha verificato diverse procedure di identificazione e numerosi offerenti. Ha optato per la soluzione di Spitch, poiché assicura che tutte le componenti vengano sviluppate 26
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in Svizzera e adattate alle esigenze della Banca Migros e che l’intera soluzione venga installata in loco presso la Banca Migros. In questo modo è possibile garantire che nessun dato dei clienti fuoriesca dalla Svizzera o dalla Banca Migros. Il riconoscimento vocale offre un livello di sicurezza molto elevato Il profilo vocale è inequivocabilmente assegnato a una persona e quindi si rivela più sicuro dell’identificazione tramite le domande di sicurezza. Inoltre, la voce di una persona è molto più difficile da copiare rispetto ad altre possibilità di identificazione biometrica, come l’impronta digitale o il viso. Oltretutto, il profilo vocale non può essere «rubato» o utilizzato per altri fini, in quanto può essere letto e utilizzato esclusivamente dalla tecnologia utilizzata da Spitch e dai modelli configurati per la Banca Migros. Le disposizioni in materia di protezione dei dati vengono rispettate senza vie di mezzo Il riconoscimento vocale automatico della Banca Migros soddisfa pienamente le disposizioni del garante svizzero per la protezione dei dati. Solo se il cliente è esplicitamente d’accordo, viene registrato un profilo vocale personale, che serve come base per l’identificazione delle successive telefonate. Il profilo vocale può essere cancellato in qualsiasi momento su richiesta del cliente. La cancellazione avviene automaticamente tre mesi dopo la chiusura della relazione bancaria.
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business
DON FRANCIS
POST-LOCKDOWN RECOVERY FOR BUSINESS
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he Covid-19 pandemic may be waning in Europe. However, it is still ravaging other parts of the globe in varying degrees of intensity and impact. Its impact at present is considerably higher in the US, Brazil, and perhaps India than in other parts of the globe. The great fear though is the increasing spread of the virus in Africa in particular, where health care facilities are lacking and way below the required standards. Unfortunately, there is no real, concerted international action either to control and beat the pandemic or to find a mechanism to help those nations in dire need of external support to combat the disease. Just at a time when the world needs more than ever to work in solidarity and magnanimity, the nations with the means and capacity have failed to show leadership and foresight. When it started, governments across the world faced the inevitable lockdown of one form or another with understandable hesitation and under some duress. Now the dangerous situation has abated in Europe, and the lockdowns are being lifted in most of its countries. Hence, governments have now to grapple with vital but difficult issues concerning the economy and the post-lockdown business environment. Along with other European economies, Switzerland’s too has undergone considerable damage with rising unemployment a real possibility in the coming autumn. Never in its history has the Swiss Government had to step in to prop the economy with such a massive round of spending to save jobs and businesses across almost all sectors. Undoubtedly, the Government reacted swiftly and resolutely, targeting both the public and private sectors in equal measure. It did not hesitate in its duty to ensure its citizens’ safety and social and economic wellbeing. Now that the Government has decided to speed up the opening of all forms of economic activity, it will have to decide on a path to economic recovery and eventual stability. The question of a realignment of the Swiss economy following the pandemic might seem an exciting prospect. Still, the likelihood of the Government taking serious measures for such an exercise is hardly likely at this point. It will be more useful to consider how business in general and specific sectors, in particular, will respond to the new climate of uncertainty and considerable change following the lockdown and the pandemic. www.inewsswiss.com
The sector affected beyond all imagination is air travel, with scores of travel agencies expected to go into liquidation soon. It is a dire prospect, considering that even some international airlines have already gone into administration. And some sizeable international tour operators are also in severe financial straits. Recovery in the travel sector will be slow, and travel experts worry that restructuring and realignment will take it until 2022/23. It will be only then airlines can fully recover from the tremendous blow to the industry. The big question will be the consumer confidence in travelling by air and to which areas of the world in particular. The recovering economy will be a boon to the whole marketing sector, along with advertising and public relations. Naturally, the digital industry will play a massive role in support of marketing and market analysis. All eyes will be on the hotels and restaurant sector as the economy emerges from the lockdown. Hotels are deeply concerned with the developments in the tourism sector, in particular the economic recovery in China and India. Restaurants will be keen to get back to business, without too many restrictions, of course. Consumer confidence based on hygiene and safety concerns will determine how quickly the restaurant sector would recover from the effects of the lockdown. India announced that the tech giants IBM, TCS, and Infosys are planning significant changes to the workforce, with around 70% of workers doing their work mainly from home. That suggests only 25% of the workforce will work from their original sites, and the rest will operate from home. Here in Switzerland too, home-office took on a vital role during the lockdown. And we can say without much doubt that firms will seriously consider the option of continuing and expanding this model of work in the future. Indeed, there will be severe ramifications for office-space and rent costs if home-office grows its roots in the near future. The immediate post-lockdown period will be both an exciting and nervy time for business, with novel ideas and shrewd planning as the vital elements for success. The digital revolution is continuing on its onward march, and it will expand in quite many new ways in the post-pandemic era, no doubt. The pandemic has had a profound effect on the media sector. Indeed, publishers and marketing gurus are reviewing the future of print and digital magazines such as iNEWS. Innovation and restructuring are on the way! iNEWS
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inews travel
Puglia Riparti dalla Meraviglia
Emiliano e Capone: “La Puglia è il luogo ideale dove tornare a meravigliarsi nell’estate 2020” Bari, 11 luglio 2020. Una Puglia che meraviglia, che può fare la differenza. E’ quella che viene promossa dalla nuova campagna di Pugliapromozione e della Regione, Puglia Riparti dalla Meraviglia, destinata al mercato italiano con una strategia mirata e un investimento importante di circa due milioni di euro su tv, carta stampata e social. La campagna è stata presentata oggi nel padiglione della Regione in Fiera del Levante dal Presidente Michele Emiliano, l’assessore Loredana Capone, il regista Alessandro Piva e gli attori Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, moderati da Luca Scandale. Il sentimento di meraviglia é il fil rouge di un racconto della Puglia come luogo per una vacanza veramente autentica, che garantisce benessere, natura con paesaggi unici, ottimo cibo, testimonianze storiche, tanto sport all’aria aperta e persone accoglienti. Un sentimento di meraviglia e un desiderio di ripartire, riscoperti dopo l’isolamento dei mesi scorsi, che ci ha portato a rivalutare l’essenziale e la semplicità delle piccole cose. L’esortazione, dunque, è quella di ritornare a viaggiare, ripartendo dall’essenziale e dalla ritrovata capacità di meravigliarsi, ricominciando proprio dalla Puglia, che nonostante il lockdown è ancora fra le regioni più cliccate sui motori di ricerca turistici.
PRESENTATO IL NUOVO PIANO DI COMUNICAZIONE DI PUGLIAPROMOZIONE SU TV, CARTA STAMPATA E SOCIAL
PUGLIA RIPARTI DALLA MERAVIGLIA
Emiliano e Capone: “La Puglia è il luogo ideale dove tornare a meravigliarsi nell’estate 2020”
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na Puglia che meraviglia, che può fare la differenza. E’ quella che viene promossa dalla nuova campagna di Pugliapromozione e della Regione, Puglia Riparti dalla Meraviglia, destinata al mercato italiano con una strategia mirata e un investimento importante di circa due milioni di euro su tv, carta stampata e social. La campagna è stata presentata oggi nel padiglione della Regione in Fiera del Levante dal Presidente Michele Emiliano, l’assessore Loredana Capone, il regista Alessandro Piva e gli attori Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, moderati da Luca Scandale. Il sentimento di meraviglia é il fil rouge di un racconto della Puglia come luogo per una vacanza veramente autentica, che garantisce benessere, natura con paesaggi unici, ottimo cibo, testimonianze storiche, tanto sport all’aria aperta e persone accoglienti. Un sentimento di meraviglia e un desiderio di ripartire, riscoperti dopo l’isolamento dei mesi scorsi, che ci ha portato a rivalutare l’essenziale e la semplicità delle piccole cose. L’esortazione, dunque, è quella di ritornare a viaggiare, ripartendo dall’essenziale e dalla ritrovata 28
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capacità di meravigliarsi, ricominciando proprio dalla Puglia, che nonostante il lockdown è ancora fra le regioni più cliccate sui motori di ricerca turistici. “La Puglia in questo momento è ritenuta dagli italiani una delle mete turistiche più sicure, secondo una indagine recentissima di SWG che pone la regione in vetta alla classifica delle regioni italiane scelte come meta possibile della propria vacanza 2020. Il 21% degli italiani intende optare per la Puglia, seguita da Sicilia, Toscana, Sardegna e Veneto – afferma il Presidente Michele Emiliano - Se la Puglia è diventata così famosa e ricercata in tutto il mondo, lo dobbiamo soprattutto all’obiettivo raggiunto della eccellenza, con tutte le garanzie di sicurezza, di qualità, di sapori, di accoglienza che ci hanno sempre caratterizzato e che devono continuare a caratterizzarci. In questa nuova strategia di comunicazione vogliamo promuovere, in questo momento delicato di ripresa della mobilità turistica nel mercato italiano, la riscoperta di una meraviglia che comunque la Puglia ha sempre suscitato in chi viene in vacanza e negli stessi pugliesi che non si stancano mai di meravigliarsi della loro terra”. www.inewsswiss.com
La campagna è “home made”, ideata dalla redazione di Pugliapromozione che ha saputo cogliere i sentimenti che gli stessi pugliesi hanno verso il territorio e il modo con cui lo propongono e raccontano agli altri. Il racconto, firmato da Pugliapromozione, è stato poi declinato con un video dal regista Alessandro Piva, che sarà trasmesso dal 13 luglio al 15 agosto sui canali sport, cinema e arte di Sky e su la7. Tra riprese micro e macro, la Puglia riaccende la meraviglia e risveglia i cinque sensi. Ad accompagnare le scene dello spot la straordinaria colonna sonora naturale dei suoni inconfondibili della nostra Puglia. Oltre al video una campagna con scatti fotografici che raccontano scorci e paesaggi da nord a sud della Puglia che andrà sui giornali locali. Nelle immagini una connessione tra la piccolezza dell’uomo (micro) e la grandiosità della natura (macro) che suscita emozione e meraviglia negli occhi di chi guarda. Così, Puglia è il fascio di luce che inonda e attraversa l’esploratore nelle Grotte di Castellana, il luogo dove ormeggiare la propria imbarcazione nel mare cristallino delle isole Tremiti, il cielo terso e luminoso che fa capolino, incorniciato dalle gravine di Laterza. Un altro pezzo forte del Piano di comunicazione è un programma in dodici puntate, registrate in dodici località pugliesi, “Vacanze Pugliesi”, condotto da Toti &Tata (Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo), in onda sulle tv locali e lanciato anche sui canali social, con InchiostrodiPuglia come capofila. I due attori, che in trasmissione si collegheranno con l’inviata Annamaria Ferretti, sapranno mettere in luce la solarità della Puglia e far emergere con la loro comicità, alcuni aspetti meno conosciuti e scontati e sicuramente più divertenti. La Puglia sarà poi raccontata con un lento viaggio a bordo di un camper del 1982, Vostok100k, dal giornalista e videomaker Lorenzo Scaraggi, con video-racconti, video-pillole, dirette social, aneddoti, tradizioni della Puglia poco conosciuta, attraverso 30 tappe da nord a sud dello stivale, facendo emergere sempre il concetto di meraviglia, insieme ai concetti di stupore, di riscoperta. La nuova campagna utilizzerà anche Google/YouTube, Facebook/ instagram e sarà online su viaggiareinpuglia.it, il sito ufficiale del turismo della Regione Puglia, con un invito a lasciarsi ispirare su una landing page dedicata, raggiungibile anche attraverso inpuglia365.it. Le emozioni e la meraviglia che la campagna suggerisce potranno www.inewsswiss.com
essere vissute attraverso il ricco palinsensto di oltre cinquanta eventi e attività gratuite - visite guidate, bike tour, passeggiate a cavallo, trekking, cooking class, performance teatrali - del nuovo progetto InPuglia 365, in programma nei fine settimana da luglio ad agosto. Infine due le manifestazioni riconfermate e che porteranno la Puglia sugli schermi di Mediaset e della Rai: rispettivamente l’appuntamento con la musica itinerante di “Battiti Live” in onda su Italia 1 e la Notte della Taranta, in onda su Rai 2. “Due le parole chiave della nuova narrazione turistica della Regione: RIPARTIRE e quindi tornare a viaggiare, e MERAVIGLIA, un sentimento che genera stupore e ammirazione verso qualcosa di straordinaria bellezza. La Puglia è pronta a ripartire; abbiamo lavorato per rendere il territorio sicuro e organizzato ed ormai l’estate 2020 può decollare – afferma l’Assessore all’Industria Turistica e Culturale, Loredana Capone – Lo confermano i primi dati dell’Osservatorio regionale del Turismo che già per il mese di giugno registrano più di 400mila presenze , quindi una lieve ripresa già subito dopo il lockdown e nonostante i collegamenti limitati. Che la ripresa sia in corso, lo confermano anche i dati di Booking.com. sulle prenotazioni nella settimana di Ferragosto che superano già il 70% delle camere prenotate nelle principali destinazioni del turismo balneare. La Puglia dunque sta ripartendo ed è il luogo ideale dove tornare a meravigliarsi, grazie anche alle nuove esperienze autentiche firmate Inpuglia365, che raccontano la straordinaria bellezza della nostra Puglia. Un palinsesto unico per scoprire la grandiosità dei paesaggi, colta a piedi in bici o a cavallo, la storia dei piccoli borghi, delle città d’arte, dell’artigianato locale, le tradizioni e la genuinità dei sapori. A sposare il concept della campagna anche gli operatori turistici pugliesi che, nei prossimi mesi, continueranno ad alimentare il “Cosa fare in Puglia” del portale con tante altre attività, seguendo la strategia regionale in un’ottica di co-progettazione e condivisione dei valori promossi”. Soddisfatto anche il responsabile del Piano strategico Pugla365, Luca Scandale che ha ricordato come durante il lockdown Pugliapromozione ha continuato a far desiderare la Puglia, online con Casa Puglia. iNEWS
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“Ma abbiamo lavorato anche per concepire e stilare una strategia e un piano di comunicazione coordinato in modo da, una volta finito l’isolamento, incentivare la mobilità verso la Puglia, una regione che è ancora molto desiderata e cliccata. Nel video di Piva e nella campagna fotografica sono tradotti benissimo i sentimenti di riscoperta e di meraviglia per un territorio nel quale, attraverso le immagini, la Puglia si svela negli occhi pieni di meraviglia di una famiglia in bicicletta, lungo la via dell’acquedotto pugliese, di una camminatrice appassionata che raggiunge Santa Maria di Leuca e di tre giovani in barca a vela nel mare di Rodi Garganico. Una campagna che rimarrà come un’onda lunga anche oltre l’estate 2020, anche grazie alla comicità di Toti& Tata che racconteranno la Puglia in “Vacanze Pugliesi”.
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Così come darà i suoi frutti Puglia Travel Industry, il programma di comunicazione della destinazione Puglia che coinvolge le compagnie aeree e Aeroporti di Puglia per veicolare il brand Puglia in Italia e all’estero. I contenuti della comunicazione saranno elaborati da Pugliapromozione, mentre mezzi e strumenti saranno proposti da compagnie aree e tour operator. Fra le azioni spot di promozione del territorio abbiamo messo in campo anche il “Progetto Eroi”, una misura per ospitare mille operatori socio sanitari attivi nel periodo Covid- 19 in forma gratuita per due notti. E infine una iniziativa che riguarda il wedding con l’ idea di premiare i pugliesi che decidono di sposarsi in Puglia con un contributo a fondo perduto.
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FOTO; MEDIAPRESSE SWISS BY TONINO CAMPÀ www.inewsswiss.com
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ANTONIO CAMPANILE
DACIA DUSTER DCI115 4X4
VERSATILE A PREZZO ALLETTANTE
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’ultima generazione della Dacia Duster ha uno sterzo più preciso (finalmente con servoassistenza elettrica), e un cambio dalla migliorata manovrabilità, che consente di sfruttare al meglio le prestazioni dell’equilibrato 1.5 diesel da 109 CV. L’abbiamo provata in versione 4x4, adatta al fuori strada leggero. Fra le novità anche il monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori, dispositivo riservato all’allestimento Celebration, il più “ricco”, che ha pure il navigatore e i cerchi in lega di 17”. Mancano, però, ausili alla guida come la frenata automatica d’emergenza: un compromesso dovuto al fatto che quest’auto è sensibilmente meno costosa delle rivali. L’abitacolo, migliorato nelle finiture, conferma le sue buone caratteristiche di abitabilità, e anche il baule è ben sfruttabile. Perfettibile il comfort, penalizzato dalle sospensioni piuttosto rigide e dal rumore di rotolamento delle gomme.
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PERCHÈ COMPRARLA I parafanghi allargati, il parabrezza maggiormente inclinato e la coda dal disegno più attuale (riusciti i nuovi fanali squadrati) rendono la Dacia Duster più grintosa ed elegante del modello precedente. Pur essendo profondamente rinnovata, questa compatta (434 cm di lunghezza) ma spaziosa suv non perde la caratteristica che sin dal debutto ne ha determinato la sua fortuna: il prezzo concorrenziale. Il 1.5 dCi da 109 CV della versione in prova è abbinabile alla trazione 4x4 (disponibile pure per la 1.6 a benzina da 114 CV): è un quattro cilindri che alle buone prestazioni associa consumi accettabili, e che riceve un cambio manuale a sei marce (piuttosto corte) migliorato nella manovrabilità. Su strada si apprezza anche il nuovo sterzo con servoassistenza elettrica (anziché idraulica), che rimane poco diretto ma è sensibilmente migliorato nella precisione. Solo discreto, però, il comfort: le sospensioni (più rigide di quelle delle versioni a trazione anteriore) fanno sentire le buche, e a velocità elevata il rumore di rotolamento delle gomme penetra nell’abitacolo.
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FOTO; MEDIAPRESSE SWISS BY TONINO CAMPÀ La Dacia Duster è ben attrezzata per la marcia fuori dall’asfalto: il sistema di trazione integrale (studiato in collaborazione con la Nissan, partner del gruppo Renault di cui la Dacia fa parte) offre, oltre alla modalità 2WD per la marcia in condizioni d’aderenza ottimali, anche il blocco del differenziale centrale; inoltre, la luce a terra è generosa e non manca il controllo della velocità in discesa. Di buon livello la dotazione della Prestige, la versione più completa: oltre ai cerchi in lega di 17” e alla retrocamera, comprende i sensori dell’angolo cieco nei retrovisori (assenti nell’intermedia Comfort), il cruise control e il navigatore con bussola e altri indicatori utili nell’offroad. Per il massimo risparmio si può ripiegare sulla Essential, priva del “clima” e con cerchi in acciaio di 16”, o sulla variante a trazione anteriore. Una novità di quest’ultima edizione della Dacia Duster è che tutti gli allestimenti sono dotati di sei airbag, fra i quali quelli a tendina posti a riparo della testa anche dei passeggeri posteriori. Tuttavia, anche se la dotazione di sicurezza è migliorata rispetto al passato. Un fuoristrada 4x4 veramente manegevole e piacevole da giudare anche in città. Questa vettura è destinata ad avere successo per la qualità prezzo. ABITABILITÀ Le poltrone, dal rivestimento in apparenza robusto, sono comode ma poco avvolgenti: in curva lasciano scivolare il corpo di lato; riservata al lato guida la regolazione in altezza. Lo spazio è parecchio, con il soffitto alto e i grandi finestrini che aumentano la sensazione di ariosità, e si viaggia comodi anche dietro: il divano della Dacia Duster ha la seduta larga e piatta (sebbene un po’ corta) e può accogliere anche tre adulti, complice il fatto che il tunnel nel pavimento è poco rialzato. Di serie anche dietro gli alzacristallo elettrici. Fra i molti vani portaoggetti segnaliamo quello “nascosto” sotto la poltrona del passeggero, tuttavia il grande cassetto nella plancia non è refrigerato e i ripostigli a vista sono poco profondi: facile ritrovare il loro contenuto che “vaga” sui tappetini. www.inewsswiss.com
BAGAGLIAIO La soglia d’accesso è a filo del piano di carico e si trova a 78 cm da terra: una quota considerevole, ma normale per una suv come la Dacia Duster; ampia e squadrata la bocca di accesso. Il vano, la cui capienza (411/1444 litri) è notevole in rapporto alla lunghezza della vettura, ha un profilo interno regolare che lo rende facilmente sfruttabile, anche se la distanza fra pavimento e tendalino non è ampia (40 cm). Utili i ganci laterali appendiborsa, e positivo il fatto che reclinando lo schienale (diviso in due sezioni asimmetriche) si ottenga un ripiano privo di gradini IN CITTÀ Il motore è pronto, le ampie superfici vetrate e la posizione di guida rialzata assicurano una buona visibilità, la frizione si modula facilmente e lo sterzo è leggero e non affatica: con la Dacia Duster si può affrontare in serenità anche il traffico, oltretutto consumando poco (17,5 km/l); peccato, però, che le sospensioni rigide mal digeriscano tombini e pavè. Nelle manovre aiutano la buona visibilità e i sensori di distanza posteriori, oltre alla retrocamera (di serie, per un sovrapprezzo ragionevole è rimpiazzabile con quella perimetrale). FUORI CITTÀ La Dacia Duster dà il meglio se condotta con stile rilassato, nel qual caso si rivela piuttosto confortevole e vanta consumi da fare invidia a molte utilitarie (abbiamo rilevato 19,2 km/l), specialmente se si sfrutta la sola trazione anteriore impostando la modalità 2WD. La tenuta di strada è sicura, ma se si alza troppo il ritmo il rollio si fa sensibile (nonostante le sospensioni poco cedevoli) e l’agilità ne risente, mentre lo sterzo, pur preciso, rivela la sua natura turistica (è poco diretto). All’avvicinarsi del limite l’avantreno allarga la traiettoria, ma in caso di necessità l’intervento dell’Esp è puntuale ed efficace.
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Wonhong Cho (a sinistra), Executive Vice President e Chief Marketing Officer di Hyundai Motor Company, e Jeffrey Godsick, Executive Vice President Global Partnerships and Brand Management e Head of Location Based Entertainment di Sony Pictures
HYUNDAI MOTOR E SONY PICTURES ENTERTAINMENT ANNUNCIANO UNA PARTNERSHIP PROMOZIONALE MULTI-PICTURE UNICA E PIONIERISTICA 34
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LA PARTNERSHIP SPOSA SONY PICTURES IP CON LA TECNOLOGIA LEADER DI HYUNDAI MOTOR E IL DESIGN VISIVAMENTE INNOVATIVO DI HYUNDAI MOTOR HYUNDAI MOTOR OFFRIRÀ UN SOSTANZIALE SUPPORTO DI MARKETING PER I PROSSIMI «TENTPOLES» DI SONY PICTURES CON I NUOVI MODELLI E LE NUOVE TECNOLOGIE DELLA CASA AUTOMOBILISTICA LE DUE AZIENDE COLLABORERANNO SU UNA VASTA GAMMA DI CONTENUTI MULTIPIATTAFORMA OSPITATI IN SONY PICTURES IP
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yundai Motor Company e Sony Pictures Entertainment hanno annunciato oggi di aver stretto una partnership promozionale multi-picture unica e senza precedenti che presenterà i nuovi modelli e le nuove tecnologie della casa automobilistica nelle prossime produzioni di Sony Pictures. In base all’accordo Hyundai Motor offrirà anche un sostanziale supporto di marketing e le due aziende collaboreranno per la creazione di un’ampia gamma di contenuti extra.
illuminando la via per trasformare il modo in cui ci muoviamo, interagiamo e progettiamo la nostra vita per ottenere vantaggi ottimali. Offriremo diversi modi per ispirare i nostri clienti e gli appassionati di cinema in tutto il mondo,» ha detto Wonhong Cho, Executive Vice President e Chief Marketing Officer di Hyundai Motor.
La partnership sposerà Sony Pictures IP con la tecnologia e il design di Hyundai Motor, basandosi sulla qualità cinematografica di un grande schermo e dando vita alla visione della mobilità futura della casa automobilistica incentrata sull’uomo, dedicata a rivitalizzare le città e a galvanizzare la mobilità aerea urbana. La partnership offrirà un’ampia gamma di opportunità per sfruttare Sony Pictures IP per il marketing dei contenuti e l’intrattenimento immersivo, collaborare su infrastrutture e concetti di veicoli per i film di Sony Pictures, co-creare esperienze di realtà virtuale e di gioco e co-produrre eventi; queste tra le altre opportunità.
«Questo accordo incarna la vera definizione della parola partnership,» ha aggiunto Jeffrey Godsick, EVP of Global Partnerships e Brand Management, e Head of Location Based Entertainment di Sony Pictures Entertainment. «L’affare ha molti aspetti, compreso un sostanziale supporto di marketing, ma il suo reale potenziale e l’impatto, deriva da contenuti innovativi che svilupperemo insieme.»
I nuovi modelli e le nuove tecnologie di Hyundai Motor saranno presenti in cinque film di Sony Pictures, tra cui Uncharted (luglio 2021), il sequel di Spider-Man™: Far From Home (novembre 2021); il sequel di Spider-Man: Into the Spider-Verse (ottobre 2022); e altre produzioni da definire.
Al CES 2020, Hyundai Motor Company ha presentato la sua visione innovativa per la mobilità urbana per contribuire a rivitalizzare le città del futuro centrate sull’uomo. Il triplice approccio per realizzare la visione include A) Urban Air Mobility (UAM), una nuova forma di mobilità che utilizza lo spazio aereo per ridurre drasticamente i tempi di transito B) Purpose Built Vehicle (PBV), un dispositivo di mobilità urbana eco-compatibile che consente la personalizzazione per diversi stili di vita e C) Hub, uno spazio per il trasferimento della mobilità e delle attività della comunità.
«Questa partnership strategica con Sony Pictures consentirà ai clienti di comprendere e sperimentare la nostra visione della mobilità futura incentrata sull’uomo attraverso veicoli e tecnologie innovative, www.inewsswiss.com
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DAGLI IBRIDI ALLE CELLE A COMBUSTIBILE A IDROGENO: HYUNDAI FESTEGGIA 30 ANNI DI INNOVAZIONI NELL’ECO-MOBILITÀ - - - - 36
HYUNDAI È STATA IN PRIMA LINEA NELLO SVILUPPO DI VEICOLI ECOLOGICI PER 30 ANNI DOPO I PRIMI ESPERIMENTI CON I VEICOLI ELETTRICI NEGLI ANNI ‘90 E CON I FCEV NEGLI ANNI 2000, HYUNDAI È DIVENTATO UNO DEI PRIMI COSTRUTTORI AD AVVIARE LA PRODUZIONE DI MASSA DI VEICOLI A PROPULSIONE ALTERNATIVA. OGGI, I VEICOLI HYUNDAI PRESENTANO LA GAMMA DI PROPULSORI PIÙ DIVERSIFICATA DEL MERCATO E OLTRE TRE QUARTI DELLA SUA FLOTTA È DISPONIBILE IN VERSIONE ELETTRIFICATA HYUNDAI MIRA A DIVENTARE UNO DEI TRE PRINCIPALI FORNITORI DI VEICOLI ELETTRICI A LIVELLO GLOBALE ENTRO IL 2025 iNEWS
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agli ibridi alle celle a combustibile a idrogeno, Hyundai è all’avanguardia nello sviluppo di veicoli ecologici ormai da tre decenni. Proporre una mobilità pulita e promuovere un futuro sostenibile sono elementi chiave, che l’azienda sta portando avanti, legati alla mentalità progressista di Hyundai. Anche se le auto elettriche e quelle ibride hanno iniziato a essere ampiamente vendute solo nell’ultimo decennio, Hyundai ha presentato la sua prima auto elettrica pura già nel 1991. Da allora, sono seguiti diversi popolari modelli ecologici. Nel 2020, l’azienda festeggia i 30 anni della mobilità elettrica.
ANNI ‘90 - SVILUPPO DEL PRIMO VEICOLO ELETTRICO DI HYUNDAI
Hyundai ha mosso i primi passi nello sviluppo dei veicoli elettrici all’inizio degli anni ‘90. L’azienda ha presentato la sua prima auto elettrica pura, la Sonata Electric Vehicle, nel 1991. Un concetto basato sulla berlina Sonata, con una batteria al piombo-acido e un’autonomia di 70 chilometri, oltre a una velocità massima di 60 km/h. Gli anni successivi hanno visto Hyundai svelare più concetti EV di batterie al piombo-acido. Nel 1992, un EV basato su Excel presentava un’autonomia di 100 chilometri e una velocità massima di 100 km/h. Nel 1993 Hyundai ha sviluppato un secondo EV basato sulla Sonata con un’autonomia di 140 chilometri e una velocità massima di 120 km/h. Poi, nel 1994, fu rivelata una EV basata sulla Scoupe, con un’autonomia di 140 chilometri e una velocità massima di 120 km/h. Hyundai ha fatto un passo avanti ancora maggiore nello sviluppo dei suoi veicoli elettrici con l’apertura del suo Centro di Ricerca e Sviluppo a Namyang, Corea del Sud, nel 1995. Questo ha portato allo sviluppo dei veicoli elettrici Hyundai con batterie all’idruro nichel-metallo, come il concept Accent EV. Questa vettura offriva un’autonomia notevolmente migliorata di 390 chilometri e una velocità massima di 140 km/h. Durante questo periodo, Hyundai ha anche condotto i suoi primi esperimenti con sistemi di propulsione ibrida. La prima auto ibrida-elettrica dell’azienda, la concept FGV-1, ha debuttato al Motor Show di Seoul del 1995.
ANNI 2000 - PROGRESSI NELLA TECNOLOGIA DELLE CELLE A COMBUSTIBILE
Al volgere del millennio, le tematiche ambientali sono diventate tra le maggiori preoccupazioni. Hyundai aveva iniziato a sviluppare veicoli a celle a combustibile nel 1998, e nel 2000 ha introdotto il suo primo prototipo di auto a celle a combustibile: la Santa Fe Fuel Cell Electric Vehicle. Il primo FCEV con un serbatoio di idrogeno a 350 bar, era dotato di una cella di combustibile da 75 kW e offriva un’autonomia di 230 chilometri. Sebbene queste capacità siano state www.inewsswiss.com
impressionanti per l’epoca, hanno dimostrato che, in combinazione con la mancanza di infrastrutture per le auto a idrogeno, le celle a combustibile non erano redditizie, a quel tempo, per auto di produzione di massa. Al Salone dell’automobile di Ginevra 2004, Hyundai ha annunciato il suo concept di veicolo a celle a combustibile di seconda generazione: la Tucson FCEV, che era equipaggiata con una nuova batteria ai polimeri di litio. Essa incorporava una serie di innovazioni tecniche, tra cui una pila di celle a combustibile da 80 kW e un’autonomia di guida estesa di 300 chilometri. Ciò è stato reso possibile grazie ai suoi serbatoi di idrogeno da 152 litri. Inoltre, il FCEV Tucson era dotato di una capacità di avviamento a freddo, il che significa che era ancora in grado di essere guidato dopo essere stato sottoposto a temperature di -20 gradi Celsius per cinque giorni. Verso la fine degli anni 2000, le case automobilistiche iniziarono a produrre in serie veicoli ibridi. Hyundai ha mantenuto la sua leadership nell’innovazione dei sistemi di propulsione alternativi lanciando nel 2009 il modello Avante LPI Hybrid. È stato il primo veicolo ibrido al mondo ad essere alimentato da un motore a combustione interna costruito per funzionare a gas di petrolio liquefatto come carburante. La LPI Hybrid è stata la prima vettura di produzione ad adottare batterie ai polimeri di litio, che Hyundai ha sviluppato insieme ai suoi partner locali. Batterie che hanno il vantaggio di essere più leggere e più potenti.
ANNI 2010 - HYUNDAI DIVENTA UN PIONIERE DELLA MOBILITÀ FUTURA
Dopo due decenni di ricerche approfondite e concetti innovativi, negli anni 2010, Hyundai si è concentrata sulla produzione di modelli a propulsione elettrica. Hyundai ha lanciato BlueOn, la sua prima auto elettrica di serie, a Seoul nel settembre 2010. Era basata sulla Hyundai i10 e presentava un’autonomia di 140 chilometri e una velocità massima di 130 km/h. La prima EV ad alta velocità della Hyundai, era dotata di una batteria ai polimeri di litio da 16,4 kWh e aveva un tempo di ricarica di sei ore. Le vendite erano limitate alla Corea del Sud e le vetture utilizzate dalle agenzie governative. Nel 2011 sono iniziate le vendite della Hyundai Sonata Hybrid, già annunciata al Los Angeles Auto Show 2008. Oltre ad essere il primo veicolo convenzionale full hybrid a utilizzare batterie agli ioni di litio polimeri, la Sonata Hybrid ha utilizzato la tecnologia Blue Drive di Hyundai, che ha migliorato il consumo complessivo di carburante e ridotto le emissioni di scarico. E’ stata la prima Hybrid a funzionare con il dispositivo elettrico montato sulla trasmissione (TMED), che è un sistema di collegamento parallelo di tipo Hybrid Electric. Il TMED è stato sviluppato in modo indipendente da Hyundai.
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A LIMITED EDITION EXCLUSIVE: THE ROSE GOLD CLASSIC WORLDTIMER MANUFACTURE AN ICONIC MODEL FROM FREDERIQUE CONSTANT’S MANUFACTURE, THE CLASSIC WORLDTIMER MANUFACTURE HAS BEEN GIVEN AN 18-CARAT ROSE GOLD CASE FOR THE FIRST TIME, PRODUCED IN A LIMITED EDITION OF 88 PIECES ONLY. FOR THE OCCASION, THIS COLLECTOR’S TIMEPIECE FEATURES AN EXCLUSIVE, MODERN DIAL FOR THE FREQUENT TRAVELLER.
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uccess is no accident. Achievements made in watchmaking come down to a combination of elements that Frederique Constant has been fine tuning for over 30 years. Element number one: a useful complication. In this regard, the ability to permanently display world time is an undeniable asset for those who travel internationally. Element number two: ease of use. For an everyday watch, everything has been designed so that the latter and its complication can be adjusted quickly and intuitively, without risk of error. Element number three: the movement. The part most prized by collectors gains considerable value when stamped “Manufacture”. Frederique Constant, a fully integrated manufacture, has already 38
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brought out 29 calibres, all of them developed, produced, assembled and inspected within its workshops. Finally, element number four: design. The simple, classic and timeless design of a timepiece allows it to stand the test of trends and time. Frederique Constant has been synonymous with Swiss Made elegance from the very beginning. A CLASSIC THAT LIVES UP TO ITS NAME The new Classic Worldtimer Manufacture illustrates this delicate balance. It was added to the Maison’s collections some 10 years ago. The balance struck between the technical, aesthetic and practical immediately impressed watch enthusiasts from all over www.inewsswiss.com
the world. In a few short years, the Classic Worldtimer Manufacture has established itself as one of the most important timepieces by Frederique Constant. A LANDMARK LIMITED EDITION The version unveiled today is aimed at discerning collectors. Beyond the balance it embodies, the new Classic Worldtimer Manufacture stands out for its 18-carat rose gold case, with no more than 88 limited edition timepieces on offer. Such preciousness is rare at Frederique Constant. Incidentally, this is the first time in the history of the Manufacture that such a case has been offered for this timepiece.
the FC-718 movement in the new Classic Worldtimer Manufacture has been decorated with fine perlage decoration visible through a sapphire crystal caseback that is guaranteed water-resistant to 3 ATM. The informed observer will admire the blued screws in the movement and the rose gold-plated hollowed-out oscillating weight adorned with vertical satin-finishing and “Frederique Constant Manufacture” engraving.
A SOPHISTICATED LOOK For this latest version, Frederique Constant has opted for an intense blue dial reminiscent of the ocean and in keeping with the distinguished rose gold case. The continents emerge from the dial in relief, their anthracite grey outlines carved with the greatest precision. The date counter at 6 o’clock is decorated with a sunray guilloché pattern, a traditional finish in Fine Watchmaking. Hovering over it are four hands coordinating with the rose gold; the hour and minute hands and index hour markers are tinged with luminescent material to make them easier to read in low light. Around this miniature world map unfolds the Worldtimer flange, indicating the 24 world time zones and their 24 principal cities. To ensure the dial can be easily read, the 12 daytime hours appear in red, while the 12 night-time hours appear in grey. CAREFULLY PRESERVED DNA The ease of setting and using Frederique Constant timepieces is intrinsic to the Brand. All the features of the Classic Worldtimer Manufacture can be adjusted using the crown, (hours, minutes, date, Worldtimer) eliminating the need for push buttons that could detract from its sleek 42 mm case. As for all Frederique Constant Manufacture collection timepieces, www.inewsswiss.com
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ebook
GIORGIO NADALI
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n tempi difficili come questo viene spontaneo interrogarsi a proposito della fortuna, della sfortuna e del proprio talento frenato da una situazione imprevista…. Il talento è un dono prezioso. Una capacità di cui non abbiamo merito. Una dote innata. È ciò che ne facciamo che determina il nostro valore. Va scoperto, va fatto fruttare. Nessuno può rubare il tuo talento, ma a causa del tuo talento possono ostacolarti per invidia e gelosia. Talvolta per ignoranza o per paura, come nel caso di genitori verso i figli. Il talento è un dono così grande che può intimorire chi lo riceve e chi lo osserva in te. Gli invidiosi possono ingannarti al punto da farti credere di non averlo. Una gran quantità di talento viene sprecata nel mondo per mancanza di un po’ di coraggio – osserva lo scrittore del XVIII secolo Sydney Smith. Ogni giorno manda nei loro cimiteri uomini sconosciuti la cui timidezza ha impedito loro di compiere il primo sforzo. Il punto è, che per fare qualsiasi cosa al mondo che valga la pena di fare, non dobbiamo ritrarci tremanti e pensando al freddo e al pericolo, ma tuffarci ed attraversare la mischia al meglio che possiamo. Troppe volte il nemico del nostro talento siamo noi stessi. Scoprire il proprio talento è una grande responsabilità, un dovere verso noi stessi, verso la società e verso Dio che ce l’ha donato. Nella parabola evangelica l’unico che ha ricevuto un solo talento va a nasconderlo sotto terra proprio per paura dell’autorità del padrone che glielo aveva donato. Sfiducia in se stesso e in ultima analisi proprio nel donatore, che è Dio. Proprio quello che ha ricevuto meno talenti di tutti non crede nemmeno in quell’unico che ha ricevuto. 40
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Il termine ebraico “kikkar”, generalmente reso “talento”, di solito indica nelle fonti talmudiche un peso per oro e argento. Esattamente 34,29 chili d’oro. Un enorme valore. Oggi troppi si accontentano di una vita mediocre perché hanno nascosto il loro talento sotto la terra dell’incredulità, della paura, della mancanza di autostima, delle delusioni, della mancanza di fede. Secondo il predicatore Ben Herbster “Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare”. Uno spreco, ma anche un atto di egoismo. I talenti ci sono donati per il bene degli altri, non per la nostra vanità. E così chi pensa di essere umile negando di avere talenti, in realtà è un pigro “palla di sterco”, come la Bibbia chiama l’indolente, che priva gli altri del dono ricevuto. Pensiamo spesso al talento come a qualcosa di eccezionale. Un grande musicista, un uomo di affari di successo, un genio della scienza. Cosa avrebbero realizzato queste persone se avessero sotterrato il loro talento per falsa modestia, per paura, o per aver creduto ai detrattori? In realtà tutti abbiamo ricevuto almeno un talento. Certo, alcuni ne hanno ricevuti diversi, stando alla parabola. O meglio, hanno ricevuto talenti “secondo le loro capacità”. Alcuni talenti portano alla celebrità e alla ricchezza economica. E qui entriamo nel concetto ambiguo di “fortuna”. “Quello è fortunato! Guarda che grande talento ha e dove è arrivato”. Alcuni stimano i grandi talenti. Altri la ritengono un’ingiustizia e si abbandonano all’invidia. “Io non sono nessuno, non ho queste capacità”. Torniamo nella notte dei tempi, anzi fuori dal tempo nel racconto biblico che ci presenta Caino geloso di suo fratello Abele i cui doni www.inewsswiss.com
della terra erano più graditi a Dio. Un racconto simbolico molto attuale che ci presenta uno dei nemici del talento: il confrontarsi con gli altri. Misurare il proprio valore in base alla vita degli altri. Vite molto diverse di cui vediamo solo i risultati positivi, mai le lacrime versate e i sacrifici affrontati. “Professore, ci vuole pelo sullo stomaco” dicono in università all’autore quando parla dei successi di persone che da zero sono arrivate a risultati di eccellenza nel lavoro e hanno creato un grande business. Come dire che c’è sempre qualcosa di sospetto e di disonesto in chi ce l’ha fatta. Forse fa sentire momentaneamente meglio lo sminuire chi ha raggiunto grandi obiettivi, ma non aiuta l’autostima e soprattutto fa perdere di vista l’impegno per trasformare i propri sogni in obiettivi. I talenti che riceviamo sono fatti su misura per noi, per il disegno che Dio ha personalmente per noi. Ci vanno a pennello come un abito tagliato su misura. Siamo sicuri di non avere ricevuto un certo talento? Qual è il giusto mix di talento, impegno, coraggio, creatività, circostanze, intelligenza emotiva, pazienza, fede, favore di Dio che ha permesso a una persona di realizzare il proprio sogno? Esiste la fortuna casuale, oppure la fortuna dipende molto da un atteggiamento positivo che crea occasioni favorevoli e si accorge di quelle che già sono sul nostro cammino? La persona negativa è fatalista ed è questo fatalismo che le impedisce di essere “fortunata”. Innumerevoli occasioni non vengono dal “destino” o dal caso, ma dalla positività che si concentra sul bene, volge i momenti sfavorevoli in bene e si aspetta dalla vita sempre qualcosa di positivo. Quello che diciamo e quello che ci diciamo ha un grande potere. Dalle parole negative non può mai nascere qualcosa di buono. Troppe persone si rassegnano a sopravvivere, senza mai crescere materialmente e spiritualmente, forse perché qualcuno lo ha convinto a volare basso e di non valere abbastanza. Troppe persone credono più al caso che al favore di Dio e si definiscono “credenti”.
oppure da noi? Persone nella stessa identica situazione sfavorevole hanno reagito in maniera diametralmente opposta. D’altra parte anche questo è narrato nei Vangeli a proposito dell’atteggiamento opposto dei due condannati alla croce accanto a Gesù. Quanto dipende dalla libertà umana e come viene usata? Quanto dal favore di Dio? Quanto dal coraggio e dal carattere? Quanto dal caso, dalla fortuna o dalla sfortuna”? Quanto da circostanze favorevoli o sfavorevoli apparentemente incontrollabili? Cosa ne pensa laicamente la psicologia? Cosa ci dicono le grandi tradizioni religiose che rendono questa civiltà terrestre religiosa al novanta percento? Fedi che ancora oggi smentiscono la previsione del filosofo Auguste Comte di una società umana scientifica e quindi non più religiosa. È quello che Giorgio Nadali indaga in questo suo quattordicesimo libro. Giorgio Nadali, “Fortuna o Talento? Strategia, psicologia e spiritualità del talento e della fortuna”, Edizioni Segno, Udine, 2020. ISBN: 978-88-9318-520-2 Brossura, 210 pagg., € 18,00 L’Autore Giorgio Nadali è nato a Milano nel 1962. Giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Magistero in Scienze Religiose. Docente dei corsi di “Comunicazione e Successo” e di “Religioni e Società” presso l’Università UniTre di Milano. Autore di altri 13 libri pubblicati con 7 Editori. 2 libri presenti c/o Università di Harvard, USA. Formatore e coach. Ha pubblicato recentemente “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro, Edizioni Segno, Udine, 2017 e “Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più”, Lampi di Stampa, Milano, 2018. www.giorgionadali.com
Quanto dipende dall’essere o dal non essere nel posto giusto al momento giusto? Avere conoscenze o sapersele creare? È stato fatto un esperimento con un gruppo di persone che si considerano “sfortunate”. Risultato: Gli “sfortunati” non hanno notato una banconota posta sul marciapiede, perché non avevano la minima aspettativa di trovarla. Indovinate chi l’ha notata. Quelli che consideravano “fortunati”. “Uno su mille ce la fa”, dice soddisfatto un corsista in università. Come dire, “Non è uscito il mio numero fortunato e io dipendo dal caso. Cosa posso farci?” Lo avete capito? Sì, è lo stesso corsista che diceva “Professore, ci vuole pelo sullo stomaco”. Certe persone si ritagliano la propria fortuna, altre la tagliano proprio fuori dalla propria esistenza. E comunque la statistica del testo di quella canzone è decisamente più positiva. Allora ci chiediamo: certe vite sono più benedette (o “fortunate”) di altre? Per un credente (se è cristiano) il ragionamento non funziona. Dio non fa preferenze di figli. Tutti sono benedetti. E allora perché le vite disgraziate? Perché le vite mediocri? Per un non credente la risposta è “la sfiga”. Per certe chiese cristiane la risposta (sbagliata) è che Dio ha ben altro a cui pensare che ricolmare del proprio favore materiale e spirituale uno per uno personalmente i propri figli e che anzi, essere umili significa essere mediocri e poveri. È perché no, pure sfigati. L’autore riprende e approfondisce alcuni concetti espressi nel suo precedente libro “Buoni e vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro” che abbiamo già recensito. L’autore si chiede: perché? In quale misura dipende proprio dal “caso” www.inewsswiss.com
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MAURIZIO CANETTA
LASCERÀ LA DIREZIONE DELLA RADIOTELEVISIONE SVIZZERA RSI NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2021
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aurizio Canetta, direttore della Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana RSI e membro della Direzione SSR, lascerà la direzione nel primo semestre del prossimo anno. La SSR avvia una procedura ordinaria per la sua successione.
Maurizio Canetta, 64 anni, direttore della Radio e Televisione Svizzera di lingua italiana RSI e membro della Direzione SSR, lavora per la SSR da 40 anni. Dopo gli studi di letteratura e filosofia all’Università di Pavia, Maurizio Canetta inizia la sua collaborazione con la RSI nel 1980, con un tirocinio come giornalista per il “Telegiornale” di Zurigo, inaugurando così la sua lunga carriera professionale. Prima redattore, poi presentatore e inviato del TG fino al 1987, quando assume il ruolo di corrispondente dal Parlamento federale svizzero. Diventa in seguito presentatore e produttore della “Domenica Sportiva” e del “Telegiornale”. Nominato capo Dipartimento Sport nel 1993, lo lascia nel 2000 per tornare all’Informazione come Capo redattore del “Telegiornale” e, dal 2007, di “Falò” e delle trasmissioni di approfondimento dell’informazione.
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Nominato capo dipartimento Cultura TV nel settembre del 2008 assume, nel dicembre 2010, la responsabilità del dipartimento Cultura Radio e TV. Dal 1 luglio 2012 è capo del Dipartimento Informazione sino al 1 giugno del 2014, quando il Consiglio d’amministrazione della SSR lo nomina Direttore della RSI e membro della Direzione generale SSR. Maurizio Canetta è Presidente del Consiglio di Amministrazione della “Fondazione Patrimonio culturale” e Presidente della “Comunità Radiotelevisiva Italofona”. Commentando l’annuncio della sua partenza, il direttore generale della SSR Gilles Marchand ha dichiarato: “Maurizio Canetta è un grande esperto del mondo dei media di lingua italiana e rappresenta con grande impegno gli interessi della Svizzera italiana all’interno della Direzione generale della SSR. Durante la fase più critica della pandemia Coronavirus ha dimostrato ancora una volta le sue qualità giornalistiche proponendo un programma settimanale dal titolo “Con Voi”, durante il quale, accompagnato da pochi ospiti e per 90 minuti, ha risposto in diretta alle domande dei telespettatori. Gli offriremo il giusto tributo al momento opportuno”. La SSR avvia una procedura ordinaria per la sua successione che sarà gestita dal Presidente della “Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana” (Corsi), Luigi Pedrazzini. www.inewsswiss.com
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KUNSTHAUS ZÜRICH SUCHT NEUE LEITUNG DAS KUNSTHAUS ZÜRICH BEGINNT MIT DER SUCHE NACH EINEM NEUEN DIREKTOR/EINER NEUEN DIREKTORIN. CHRISTOPH BECKER, DER DAS MUSEUM SEIT 20 JAHREN ENGAGIERT FÜHRT UND ERFOLGREICH GEPRÄGT HAT, WIRD DIE LEITUNG IM VERLAUF DES JAHRES 2022 ABGEBEN.
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ereits vor einem Jahr hatte die Zürcher Kunstgesellschaft kommuniziert, mit der Eröffnung des Erweiterungsbaus des Kunsthauses einen Führungswechsel vornehmen und das Museum einer neuen Direktion anvertrauen zu wollen. Walter B. Kielholz, Präsident der Zürcher Kunstgesellschaft: «Im Namen der Zürcher Kunstgesellschaft danke ich Christoph Becker bereits heute sehr herzlich für sein professionelles und persönliches Engagement, insbesondere für die Anbindung bedeutender privater Sammlungen ans Kunsthaus Zürich, die operative Verantwortung des anspruchsvollen Chipperfield-Baus, diverse Neuerungen in existierenden Gebäuden sowie für das exzellente MuseumsManagement, auch in turbulenten Zeiten wie der aktuellen.» Der Vorstand der Zürcher Kunstgesellschaft hat eine Findungskommission berufen, die sich aus Vorstandsmitgliedern und international erfahrenen Expertinnen und Experten zusammensetzt. - Walter B. Kielholz, Präsident Zürcher Kunstgesellschaft - Hedy Graber, Vorstandsmitglied Zürcher Kunstgesellschaft
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Christoph Becker
- Peter Haerle, Vorstandsmitglied Zürcher Kunstgesellschaft, - Direktor Kultur Stadt Zürich - Ben Weinberg, Vorstandsmitglied Zürcher Kunstgesellschaft - Anne Keller Dubach, Beisitzerin des Vorstands Zürcher Kunstgesellschaft, Präsidentin Schweizerisches Institut für Kunstwissenschaft SIK-ISEA - Pipilotti Rist, Künstlerin - Sheena Wagstaff, Leonard A. Lauder Chair, Modern and Contemporary Art, Metropolitan Museum, New York - Achim Borchardt-Hume, Director, Exhibitions and Programmes, Tate Modern, London - Philipp Demandt, Direktor, Städel Museum, Liebieghaus Skulpturensammlung und Schirn Kunsthalle, Frankfurt am Main. Die Nachfolge von Christoph Becker soll im Frühjahr 2021 bestimmt sein. Die Stabsübergabe erfolgt dann nach adäquater Einarbeitungszeit im Verlauf des Jahres 2022. Die Stelle wird auf www.kunsthaus.ch und in renommierten Zeitungen im In- und Ausland öffentlich ausgeschrieben.
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communication Brian Basnayake
Photo: Lorie Shaull
GEORGE FLOYD’S
HEARTRENDING EIGHT MINUTES & FORTY-SIX SECONDS IN THE PANDEMIC OF RACISM
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t took an agonizing and frightening eight minutes and forty-six seconds for George Floyd to die a grotesque and cruel death. He died under the knee of a Minneapolis policeman who was ably aided by his colleagues who forcibly held the hapless George down on the ground. An increasingly vociferous and restless group of bystanders tried many times to intervene. Even they could not move the heartless policeman to relax his murderous press on George Floyd’s neck. The haunting words of George uttered in pain and desperation, “I can’t breathe”, fell on deaf ears of the policemen. One of them may have even thought that he was heroic to hold the mortified crowd at bay when, in truth though, it was the menacing threat of his lethal pistol by his side that did it. Before the horrified eyes of the crowd, many of whom were still clamouring and pleading for the poor man’s life, George Floyd’s life ebbed away along with his pleas for mercy and for air! He was bleeding, and he was asking for clemency in vain. So, in the throes of his painfully slow death, as he 44
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was leaving this earth, he finally called on his beloved mother. She had brought him to this often “unforgiving” world. As the Reverend Al Sharpton, with his obviously strong religious convictions, mused at the memorial service in Minneapolis: surely she was reaching out to receive him to a better place that she was blessed to occupy? George Floyd’s death was not unique in the US. Over the years, numerous other African Americans, as also other non-white people including the Native Americans, have been robbed of their lives by white policemen, hired gunmen, and racist individuals as well as gangs. Indeed, many a sceptic is there to point out that George Floyd was hardly an angel, that he was more of a common criminal than a virtuous citizen. True, he did not lead an exemplary, or even a simple, law-abiding life. His was the life of men from the ghettos and squalid, poverty-ridden neighbourhoods of cities and towns in the US. His fate was determined by the milieu that he came from and certainly not by his innate character or the opportunities he www.inewsswiss.com
Honestly, is it the time for all black and African people to start believing in a deluge of change? And not be anxious that the old obstacles will reappear to bring everything to nought? Is this singular death the moment that black lives begin to really matter and are considered genuinely equal to every other life – of those of white people? Instead, will all the protests gradually cease and the solemn promises quietly fade away? As so often the case is in such heated and impassioned situations, some peaceful protests and demonstrations end up with violent confrontations from a small section of the participants. Indeed, on the heels of some of the marches and rallies for George Floyd, violence did take place, arson and looting happened, law and order deteriorated, and even law officials sustained assaults. Unsurprisingly, as it always happens, some politicians were quick to claim that such actions would undermine the broader fight against discrimination and injustice! Should the misdeeds of a minority negate the just demands of the majority? george_floyd Ironically too, while the policeman who killed George Floyd was white as also one of his fellow officers who helped pin George down got in life. His life was full of indignities that are mainly and often to the ground. The other officer was a mixed-race man, and the one solely reserved for black people. Yet, he did not deserve to die at the keeping the crowd at bay was an Asian. Detractors of the black civil hands of a bunch of errant and ruthless policemen. Indeed, he was rights movement immediately seized on the enduring cliché. It is killed most ruthlessly, and it amounted to nothing less than hideous not just white people who are involved but also black and other torture. And so it was unique because it was recorded on video by minorities! Hence, seemingly justifiably, they question the legitimacy one of the bystanders and aired on the internet for the whole world of black people’s claims of discrimination by white people. No one to view in utter horror and baffled disbelief. It was the very first time wonders what could indeed be the true motives of these sceptics. that a murder of a defenceless man in full public view by a callous The tragedy of the black people in the US (and in many other group of policemen was recorded and aired in the US. countries no doubt) is partly shared by other Asians and the The reaction all across the US was immediate: shock and disbelief so-called brown people. They share with the Africans some of quickly giving way to the venting of profound grief and revulsion the shame, pain, and ignominy of subjugation by former colonial at large public gatherings and demonstrations in cities across the powers. However, none of these people suffered to the extent that US. Uniquely too, the majority of the public expressing their sorrow Africans did, in particular, what their descendants in the New World and anger were white people of all ages and social classes. They underwent in over four hundred years of brutal suppression and outnumbered the black people for the first time – in resolute and inhuman degradation. However, often it was not by accentuating the emotionally charged solidarity with the nation’s most downtrodden sharing of the awful experience that the Asian and “brown” people community. A shocked world reacted with angry protests or solemn showed their solidarity with the black communities. Instead, there marches in cities all across the globe. was all too frequently the desire to set themselves apart from their The slow, painful death of George Floyd signalled the sudden activism African fellows. Indeed, if they did not directly side with the white of a growing white population across the US. It is a white society establishment, they took a neutral stand! Unequivocal solidarity was that is beginning to understand and share in some measure the never a good option for them at all times! However, now for the first centuries-old pain of the black community. It marked the moment time, they too took to the streets in genuine solidarity with their that white people decided to express their outrage against the brazen fellow beings and with unambiguous respect “took a knee” as well. inhumanity towards the black people by the white establishment. That degradation suffered by black people has left deep, often lasting, In doing so, they chose not to leave it to the African Americans to scars in their souls from generation to generation. In the same way, continue on their own with an endless struggle against multifarious perpetrators of atrocities against the slaves have passed on their discrimination. Indeed, it heralded the moment when the enraged sense of superiority and achievement down the generations, so that white people joined with black, Hispanic, Native American and other it is almost ingrained in the psyche of some of them to this day. minorities in a public outcry for an end to the brutal murders and From Martin Luther King half a century ago to Rev. Sharpton today, discrimination. And it forced the establishment and the politicians they know that it is this aspect of the psyche of some white people to make hasty promises of bringing measures to redress the longthat their struggle is determined to change. Only then would the standing injustices and blatant cruelty. discrimination and injustice stop. And only when this aspect of the In his powerful and often deeply emotional eulogy to George Floyd psyche disappears that the black man finally “will be able to sit down in Minneapolis, Rev Sharpton called out that the black community together at the table of brotherhood with the children of former slave does not want any favours from the white establishment. Instead, it owners”.* In the meantime, they will continue to cry out: “Black lives only wants “you to get your knee off our neck”. As the slogans and matter”. They will demand at least equality in the eyes of the law and rallying cries accumulated – “get your knee off our neck”, “Pandemic equality of opportunity. They will demand protection from murder, of Racism and Discrimination”, “Eight minutes and forty-six unlawful arrest, and intimidation. They will not request love for seconds”, “I can’t breathe” – a troubled world tried to comprehend black people. They will only require a cessation of hostilities against the events, the rhetoric and the counter-rhetoric unfolding in the black men and women. For they know that the day will eventually US. Now millions around the globe as well have begun to adopt the come when they will be: gesture “taking a knee” with a sense of genuine respect and solidarity with African people. Thus civil rights campaigners including the “Free at last! Free at last! “Black Lives Matter” movement are indeed right to ask if George Floyd’s death was not after all in vain. Perhaps, it has indeed brought Thank God Almighty, we are free at last!” forth a new era, a new dawn for black people. Soon it will be time *Martin Luther King, Jr when they will finally “sit down together at the table of brotherhood” with the white folk. www.inewsswiss.com
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communication FRANCESCO TORELLINI
“HANNO SCASSATO LA REPUBBLICA” DIVENTEREMO TUTTI DEGLI APOLIDI?
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opo la nostra apparizione alle elezioni amministrative del 2016, con la Lista “Per Una Terra Nuova” filo Salvini, prendendo spunto dalle guerre intestine in atto all’interno dei partiti per la scelta dei candidati alle prossime regionali al sud, vi sottopongo un’analisi cinica e provocatoria dell’attuale situazione politica. Molti amici meridionali esterrefatti mi dicono:” niente, nulla da fare, ci lamentiamo per anni e anni ma alla fine vediamo candidare sempre gli stessi poteri, non riusciamo a navigare senza una politica che non faccia parte del passato e che voglia veramente trasformare in una grande chance, per l’Italia intera, il futuro del sud”. Ed effettivamente come dagli torto? si scotennano per occupare la poltrona, svendono valori, dignità,dicono tutto e il contrario di tutto. Il popolo non vuole mai seguire la politica ma quando è in campagna elettorale ed è obbligato, a dire o a non dire la sua, sempre più rincitrullito, economicamente disastrato e ricattabile se vota, sceglie sempre chi lo illude di una pagnottella di pane. Personalmente ho dedicato buona parte della mia vita alla politica in provincia di Caserta, in Campania, in Lombardia e all’estero al solo scopo di contribuire nel mio piccolo a realizzare un Paese migliore ma noto purtroppo che alla fine il meridione vuole sprofondare ancora più giù.
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Il sud aveva in questi ultimi anni sperato nei comici e di comiche alla fine ne ha viste diverse ma ora con serietà spera nei fratelli settentrionali. Una speranza che però corre il rischio di essere la chance di “rielezione” per chi la politica dovrebbe abbandonarla. Segnalavo da tempo che il sud, il mio meridione, ha semplicemente una gravissima carenza di politici che abbiano un senso di amorevole appartenenza alla loro comunità,una morale e un senso etico che li renda meritevoli dei ruoli a cui aspirano.Non oso chiedere competenza ma almeno quel tocco di visione politica di lungo respiro che li renda capaci di gettare le basi per un prospero futuro prima socio-culturale e poi economico. Purtroppo in quelli che continuano a cavalcare la scena la tendenza a fare politica per essere ricordati per “sperperocinio legalizzato” e/o per l’inettitudine a gestire l’apparato amministrativo prevale su tutto. Indubbiamente vi è stata anche un’inesorabile emorragia di tanti brillanti cittadini meridionali verso il nord e sempre più verso l’estero o semplicemente un tenersi ben alla larga da presenze dirette in politica. Tutto questo ha contribuito nella sostanza a cambiare generalmente i cavalli ma non tanto i fantini e per nulla l’ippodromo. Purtroppo Il livello etico-morale, diciamoci la verità in questa parte del Paese è misurabile solamente al microscopio e giustissimo sarebbe importare politici da Zurigo o almeno dal Veneto. www.inewsswiss.com
Quando un’azienda annusa bilanci in rosso,il meridione in verità è in cassa integrazione da una vita, semplicemente cerca i migliori amministratori che la traghettino verso gli utili. Invece assistiamo al continuo comparire sulla scena politica di temi del tutto irrilevanti, come la guerra con la Lombardia lanciata da De Luca dalla sua Campania, temi fasulli che hanno purtroppo un vasto seguito nell’immatura platea elettorale dei cittadini meridionali. Sappiamo tutti che ci sono nicchie di meridionali con cervelli e valori “Extrem Italian Quality” che non sobbalzano sulla sedia quando li si indica come “Terrun” ma semplicemente annuiscono che la politica e ancor di più la scuola nelle loro aree hanno fallito molto più che in altre regioni. Partono banalmente da alcuni quesiti,ha il sud amministratori di qualità?la gente del sud è ancora in grado di capire in quale degrado è precipitata?ha sviluppato un adeguato senso civico?i docenti hanno ancora una forza morale superiore da trasmettere ai loro discenti o pesano sulla loro formazione migliaia di folli graduatorie e concorsi,regole e favoritismi nei meccanismi di assunzione? la gente così formata,che vive ad esempio da 30 anni nello scempio del litorale domitio,può essere capace di dare un colpo secco alla vecchia politica?e la politica è in grado di offrire loro questa chance candidando persone che hanno combattuto la deriva morale di questi territori? purtroppo personalmente sono estremamente scettico,non so voi che leggete. Noto semplicemente che il problema,il vero virus quello della “stagnazione socio culturale”, si sta estendendo a tutta l’Italia. Lo si vede ad esempio rispetto alla Svizzera nell’imposizione di regole idiote e paranoiche che facilmente hanno attecchito tra la popolazione italiana nella gestione del Covid-19,virus questo assai meno pericoloso dell’altro. A conti fatti hanno impaludato un intero Paese e la palude dovuta a forze che si contrappongono produce l’immobilismo che de facto è pura regressione del sistema politico,economico e cosa gravissima di quello socio-culturale. Insomma dagli e ridagli che alla fine “hanno scassato la Repubblica” questa la verità. Assistiamo ad una miriade di conflitti tra le varie istituzioni, i poteri principali di uno Stato democratico usati con estrema leggerezza www.inewsswiss.com
per beghe di palazzo. Organismi dello Stato depauperati delle loro funzioni di garanzia,messi alla gogna mentre la democrazia della società civile? la stampa e gli intellettuali? semplicemente raccontano frottole per vendere libri o partecipare a litigiosi, nauseanti e inconcludenti trasmissioni televisive. La responsabilità di tutto questo degrado è trasversale,troppo comodo dare tutta la colpa all’inettitudine della sinistra italiana e al “brancaleonismo” illusorio e tardivo delle stelle cadenti. Non dimentichiamoci che Berlusconi e il berlusconismo sono ancora in vita e prontissimi a fare danni. Una luce in tutta questa confusione, non per essere di parte è sicuramente la nuova Ugl di Francesco Paolo Capone, vedasi il suo libro, populareconomy, che ha spesso stimolato positivamente anche l’area politica di riferimento. E terminiamo con la destra, non quella idealista di Lista P.U.T.I.N, ma quella che ha il vento in poppa. Ha eccellenti registi, ma è strutturalmente debole proprio al sud dove le ossa delle gambe si basano spesso sulle stesse protesi contraffatte, responsabili anch’esse del grande degrado e pronte sempre a farsi nuovamente trapiantare. Sicuramente vedremo da qui alle prossime elezioni regionali le “cliniche politiche meridionali” pullulare di chirurghi intenti solo a svolgere operazioni di innesti di nuove protesi ma onestamente, guardandomi intorno se penso che Salvini ha avuto il coraggio di nominare un onorevole del Nord, Nicola Molteni, responsabile della Campania è indubbio che troverà il mio appoggio alle prossime elezioni regionali. Ha fatto praticamente quello che chiedo da anni, commissariare la gestione politica del sud. Dargli fiducia, nonostante i difficilissimi processi di transizione, gli errori che ci saranno, è doveroso e sarò felicissimo di sostenerlo ancor di più se si impegna ad approvare una legge “Castel Volturno 2030”che renda il Litorale Domitio prima nuovamente territorio italiano e poi zona franca, alla stregua della Isole Canarie, almeno per i prossimi cento anni. E alla fine forse queste elezioni non saranno l’ennesimo treno perso ma una tratta verso l’agognato futuro. Francesco Torellini Ugl Scuola Estero
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GUILLERMO FADDA, NUEVO DIRECTOR COMERCIAL DE SEAT EN EUROPA
GUILLERMO FADDA
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DIRIGIRÁ EL ÁREA DE VENTAS DE LA COMPAÑÍA EN EL CONTINENTE DESDE UN CARGO DE NUEVA CREACIÓN FADDA CUENTA CON 25 AÑOS DE EXPERIENCIA EN EL GRUPO VOLKSWAGEN EL HASTA AHORA VICEPRESIDENTE COMERCIAL DE VOLKSWAGEN GROUP ARGENTINA SE INCORPORARÁ A SEAT EL 1 DE OCTUBRE
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uillermo Fadda ha sido nombrado nuevo director Comercial de SEAT en Europa, a partir del próximo 1 de octubre. El directivo forma parte del Grupo Volkswagen desde 1995 y, hasta ahora, ocupa el cargo de vicepresidente Comercial de Volkswagen Group Argentina. Fadda dirigirá el área de Ventas de SEAT en Europa, con excepción del mercado español, y asumirá este puesto de nueva creación para potenciar el crecimiento de la compañía en la región. Fadda reportará al vicepresidente Comercial de SEAT, Wayne Griffiths. Guillermo Fadda, nuevo director Comercial de SEAT en Europa Griffiths ha destacado que “con el nombramiento de Guillermo Fadda en este nuevo cargo, la compañía quiere reforzar su desarrollo en Europa. En los últimos años, SEAT y CUPRA se convirtieron en las marcas de mayor crecimiento y, desde 2015, la cuota de mercado se ha incrementado más de un 30%. Estoy convencido de que su experiencia y trayectoria en el Grupo Volkswagen contribuirá a dar un nuevo impulso a nuestras ventas”.
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Guillermo Fadda es licenciado en Administración y Dirección de Empresas y MBA por ESADE. Ha estado vinculado al Grupo Volkswagen desde 1995, cuando se incorporó a la marca AUDI en España. En 2002, fue nombrado director de Marketing de AUDI en España, cargo que ocupó hasta 2006. Entre ese año y 2009, dirigió el área de Marketing de AUDI Italia, y en 2009, regresó a AUDI España para desempeñar el puesto de director de Ventas y, a partir de 2013, el de director general, en el que consolidó el liderazgo de la marca en el mercado premium español. En 2018, Fadda fue nombrado vicepresidente Comercial de Volkswagen Group Argentina, cargo desde el que ha dirigido el área Comercial que agrupa a Volkswagen (la marca líder en el mercado argentino), Volkswagen Vehículos Comerciales, AUDI, Ducati y Traton Group.
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communication PINA BEVILACQUA
SOUTH WORKING E ZAC TORNA A CASA
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ffici vuoti. Bar e ristoranti deserti. Appartamenti e negozi in vendita. Mancano i turisti, ma soprattutto i fuori sede, studenti e lavoratori che ora possono studiare e lavorare da casa loro. A Parigi, Barcellona, Londra (dove solo un terzo dei dipendenti è rientrato in ufficio) è un ‘day after’ da lockdown. Idem a Roma, Milano, città che prima della pandemia accoglieva quasi tre milioni di persone al giorno (cioè il doppio degli abitanti) e che solo negli ultimi 20 anni aveva guadagnato circa 100mila residenti provenienti da altre regioni d’Italia, soprattutto dal Mezzogiorno. Un fenomeno destinato a durare, anche oltreoceano, come dimostra uno studio del National Bureau of Economic Research di qualche mese fa, che prevede un cambiamento permanente dello stile di vita e del modo di fare impresa per almeno il 40% della popolazione e delle aziende USA. In Italia lo studio e il lavoro agile hanno prodotto una vera e propria ‘fuga’ dal Nord. Infatti decine di studenti e lavoratori scappati in fretta e furia dalle zone rosse al Sud, nei luoghi d’origine (dove la qualità della vita, per svariati motivi, risulta migliore), non vogliono più tornare indietro, investendo le loro capacità e i loro soldi (persino quelli percepiti dal Nord in smart working) lì dove sono nati. E così, i territori minori, pure quelli più marginali (in Italia sono circa 6 mila i piccoli centri a rischio di spopolamento e 2.300 quelli in stato di abbandono), soprattutto nel Meridione, improvvisamente stanno diventando attrattivi per emigrati e addirittura nuovi residenti. Nonché innovativi modelli di sviluppo sostenibile per amministratori, urbanisti e guru del cambiamento. Insomma, un’occasione e una speranza per la ripartenza, perché l’emergenza sanitaria li ha riposizionati al centro di una nuova idea di vita, sviluppo e società. Il nuovo slogan è, dunque, “south working”, lavorare da sud (ma anche studiare), come hanno etichettato il fenomeno i ragazzi del Global Shapers Palermo Hub, una delle oltre 400 community sparse nel mondo dallo spirito del Word Economic Forum. Uno slogan che può funzionare molto in Calabria. Una delle regioni italiane con il
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più alto tasso di immatricolati universitari fuori sede e di emigrati nel Settentrione. Una delle regioni in cui il Covid-19 ha fatto meno danni, e infatti si è guadagnata un posto nella top five delle più visitate nell’estate 2020 (insieme a Puglia, Toscana, Sicilia e Sardegna). Per rivitalizzare i borghi, pochi mesi fa, la Regione Calabria ha assegnato fondi europei per 100 milioni di euro ai comuni e destinato 40 milioni ai privati. Tuttavia già da tempo nelle zone interne, da Belmonte a Conflenti, da Bova a Montalto Uffugo, molti stanno cercando un’opportunità per non partire, sperimentando nuove soluzioni di organizzazione sociale e produttiva, singolarmente o mediante collettivi, associazioni, laboratori ad hoc. Mentre sulla splendida costa calabrese la tentazione di tornare si fa sempre più forte. Pure per Zac, al secolo Alfonso Castagna, nato a Praia a Mare (Cosenza) nel ’76, che a 20 anni è emigrato a Novara, con il suo diploma di ragioniere in tasca, per fare l’operaio. Nel 2001, la svolta: un contratto da pizzaiolo ad Atlantic City. Poi l’attentato alle Torri Gemelle e il ritorno immediato a Novara e al lavoro in fabbrica. Nel 2002 Zac riprende a fare il pizzaiolo negli USA. Grandi città (Philadelphia, New York, Miami), ottima paga, vita sociale molto soddisfacente. Ma…. «Sono tornato a Praia per stare un po’ con i miei e per il momento ci sono rimasto, perché amo il mio paese. E per la prima volta nella vita ho la tentazione di rimanerci per sempre, perché vedo che c’è fermento, che forse sta cambiando qualcosa», racconta Zac. «Qui, anche se si pensava che, per colpa del Coronavirus, la stagione estiva era persa, si è riaperto tutto, bar, ristoranti, hotel, stabilimenti balneari, mentre so che a Roma, Milano ci sono ancora tanti locali chiusi… A Praia a Mare e in tutta la zona, invece, ci siamo rimboccati le maniche per salvare il salvabile. Pure io, qualche volta, ho dato una mano al DeLuca’s lido del mio amico Frank. Ogni sera si facevano i conti, e non era mai un bel momento, eppure si ringraziava Dio per aver avuto il coraggio di rimettere in moto le attività e il paese. E credo che questo coraggio resterà. E darà i suoi frutti».
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PRESENTAZIONE DEL LIBRO
FRANCESCO PAOLO CAPONE
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orellini Ugl Scuola Estero: il pensiero della nuova Ugl,rinata come una “fenice dalle sue stesse ceneri”, grazie alla leadership di Francesco Paolo Capone,raccontato in questo libro. Il Segretario ribadisce continuamente la necessità di un cambio di prospettiva che rimetta al centro della società le persone,le famiglie come perno principale di un sano modello di convivenza e crescita economica e socio-culturale. Evidenzia il male nella sofferenza da disagio economico di milioni di persone e nella regressione scaturita dall’attuale modello di sviluppo. Ne indica i responsabili nei ristretti gruppi di potere finanziario ( le èlites finanziarie) che oramai hanno raggiunto una tale forza economica da poter condizionare le scelte politiche imponendo molto spesso norme e regolamenti attraverso una moltitudine di lobby e lobbyne varie. Una lettura molto interessante anche per tutti quelli che si sentono lontani dal vecchio sindacalismo, ricordo anche come Capone ha rimesso al centro delle discussioni politiche il tema della partecipazione dei dipendenti alla gestione dell’impresa. 50
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Una partecipazione che non dovrebbe solo condizionare le politiche aziendali ma portare ad un modello di compartecipazione agli utili dell’impresa. Non trascuriamo poi la perenne attenzione al lato umano della vita dei lavoratori,sempre in primo piano la ricerca di politiche per una maggiore sicurezza sul lavoro,contro le facili morti sul lavoro,troppe nel nostro Paese e sempre vicino alle famiglie dei lavoratori. Perfino le accuse di un sindacato politicizzato e legato come un’ arma a doppio taglio al centro destra vengono spazzate via dall’operato di Capone che in verità ha cercato in piena autonomia di svegliare una politica che si era auto confinata nell’immobilismo del litigi perenni. La politica non ha svolto e non sta svolgendo adeguatamente il suo ruolo,tutto quello che ho elencato è poi diventata sedia dove si è purtroppo seduto anche il Covid-19,invece di lamentarsi perché qualcuno ha il coraggio quotidiano di ricordarlo si muovesse velocemente nella direzione giusta.
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Bari si è svolto il Festival del cinema: il Bifest Bari International Film Festival. Con grande impegno in poco più di un mese gli organizzatori sono riusciti a regalare alla città di Bari l’undicesima edizione del Bifest dal 22 al 30 agosto. Malgrado l’esperienza covid la manifestazione ha inizio. Per la sicurezza di ognuno di noi vengono seguite le norme igieniche prima di accedere ad ogni spazio e ci si siede lasciando una sedia vuota tra gli spettatori. Il direttore ha annunciato che questo modello di sicurezza è attenzionato dagli altri Festival che prenderanno a modello queste norme di comportamento. Questo è il Festival voluto e ideato da Felice Laudadio, direttore del Bifest. Ogni anno ci rivediamo per la presentazione e Felice Laudadio introduce le giornate con grande entusiasmo e una forza trascinante. Questo 11º BiFest è il Festival della Rinascita del Cinema Italiano. I premi riguardano le categorie di ogni maestranza cinematografica. Gli attori ricominciano intanto il lavoro sui set e in questa edizione i premiati ci regalano i loro video messaggi. Ci parlano dal grande schermo e ci promettono la loro partecipazione al prossimo Festival e il ritiro del relativo premio. Dobbiamo esserne fieri poiché ognuno farà la sua parte ricominciando a lavorare e a rilanciare il Cinema Italiano con l’impegno che merita. Il regista tedesco Edgar Reitz disse: ”Questo Festival è davvero un’Utopia” frase che è campeggiata per 10 anni sullo schermo del teatro Petruzzelli. Significava tutto in due parole. Effettivamente questo Festival era nato dall’idea di Felice Laudadio che poteva contare solo su un irrisorio budget per organizzarlo. Questo Festival si è rivelato importantissimo per la nostra città. Ha richiamato folle di giovani che si sono accalcati nelle sale meravigliando i grandi registi come Ettore Scola Presidente Onorario del Festival.
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Egli definì questa manifestazione il Festival dei giovani. La particolarità di questo Festival e è stata la dedica annuale ad un grande regista e la relativa filmografia a lui dedicata, fruibile a soli 3 €. Ciò ha sortito la curiosità giovanile e il desiderio di arricchirsi culturalmente con la visione delle pellicole storiche del cinema italiano. Così le nuove generazioni educate alla visione di questo bagaglio culturale potranno farne dono alle generazioni future. Si è arrivati in questo modo a raggiungere negli ultimi anni i 35.000 spettatori. La nuova frase scelta per il grande schermo del Bifest è una frase di Fellini: ”il Cinema è luce” Solitamente la manifestazione si teneva al teatro Petruzzelli quest’anno ci sono quattro nuove location la prima è il teatro Margherita dove è stata inaugurata una splendida mostra di foto di scena scattate durante le riprese Di Mario Monicelli. E’ proprio a lui che è dedicato quest’anno il Festival. E l’allestimento delle foto riguarda i maggiori nomi della cinematografia italiana da Sordi a Mastroianni, da TotÓ alla Mangano, da De Sica a Tognazzi, da Gassmann a Croccolo, dalla Vitti a Giannini, è davvero sorprendente poterli rivedere tutti insieme in queste splendide fotografie. La seconda location è il Teatro Piccinni dove ogni giorno sono stati proiettati i film delle rassegne Italia FilmFest e Panorama Internazionale. La terza location è l’arena Castello Svevo dove sono stati proiettati i film della rassegna Italia film Fest. Nella quarta location si sono svolte le premiazioni alle migliori maestranze ai migliori attori e ai migliori film, la location è l’Arena Piazza Prefettura dove sono stati allestiti 710 posti disponibili al pubblico.
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È
sabato sera e siamo tutti in trepidante attesa dell’arrivo di Roberto Benigni. La serata comincia con la premiazione di Paolo del Brocco che riceve il Premio Franco Cristaldi per il Produttore del miglior film, a fianco a lui l’eclettico Massimo Cantini Parrini che riceve il premio Tosi per il miglior Costumista. Questi premi si riferiscono al film Pinocchio del regista Matteo Garrone impossibilitato a presenziare alla manifestazione perche’ impegnato nelle nuove riprese di un film. E finalmente, accompagnato da Orsetta Gregoretti, arriva lui Roberto Benigni Saluta il pubblico con grande trasporto e viene subito ripagato dagli applausi e dal primo riconoscimento che gli viene consegnato da Felice Laudadio a nome del Sindaco di Bari Decaro e di tutta la città. Con grande meraviglia riceve un’ampolla della Manna di San Nicola con la motivazione che lo preservi dai pericoli, la Manna è un simbolo di protezione e di buon’augurio. Esce Laudadio ed entra David Grieco per l’intervista, portando in mano il secondo riconoscimento, è il Premio Alberto Sordi per il Miglior Attore Non Protagonista, infatti nel film Pinocchio, Benigni ricopre il ruolo di Geppetto. Benigni ringrazia con la sua verve che è capace di coinvolgere tutti. Ci rendiamo conto che è l’anima che fa la differenza egli si pone con speciale entusiasmo riuscendo a passare al pubblico una grande carica di allegria. Benigni sa accendere quella risata corale che infiamma il pubblico, sa meravigliare e stupire coi suoi aneddoti. Cattura l’attenzione e lo spettatore è talmente coinvolto dai suoi racconti che ne trae un’energia positiva. Non tutti sono capaci di regalare tali emozioni dal palcoscenico. Le storie più emozionanti riguardano certamente la vincita dell’Oscar! Pensavo fosse strano che avessero chiamato un’Italiana, addirittura Sofia Loren, a dare l’oscar per il miglior film straniero. Davvero non mi aspettavo e quando Sofia mi ha chiamato Robeeerto non sapevo contenere questo sentimento veramente inaspettato e ho cominciato a saltare da una poltrona all’altra, una gioia incontenibile!!!
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Dopo sono andato a trovare il mio amico Tom Wayts col quale ho fatto il film “Daunbailo’(Down by law)”, viveva in una casa piena di fango di topi, addirittura pioveva sul pianoforte dove componeva i suoi brani! Ricevuta dalla casa di produzione una telefonata sapemmo che ci voleva a cena il compianto Robin Williams che aveva organizzato una piccola cena fra amici invitando: Francis Ford Coppola, De Niro e Steven Spielberg. Francis Ford Coppola parlava in italiano con le canzoni napoletane e mi diceva che stava preparando un film su Pinocchio e che io ero il suo Geppetto preferito poi purtroppo la sua casa di produzione falli’ e non si fece più niente. ––Arrivo’ ancora un’altra telefonata dalla casa di produzione ed erano Liz Taylor e il marito Rod Steiger che ci volevano a casa loro allora Robin Williams, per farci un favore, decise di darci il suo aereo privato per andare a trovarli. Io pensavo che avesse un piccolo aereo privato di 5 posti invece io e Nicoletta Braschi andammo da San Francisco a Los Angeles con un aereo di 80 posti un Boeing e capirete per me che vengo da un piccolissimo paesino, Bitritto sarebbe addirittura una metropoli rispetto al mio paese, un paesino di 40 persone, andare in un Boeing è stata un’esperienza indimenticabile. Arrivati a Los Angeles io e Nicoletta andiamo a cena, a un certo punto lei cominciò a parlare con Liz Taylor e io con Rod steiger suo marito. Lui mi disse Liz vorrebbe lavorare, perché non provi a scrivere qualcosa per lei, falla lavorare ti prego!!! Se nella mia vita mi avessero detto qualcuno ti dirà: fammi lavorare Liz Taylor, poraccia, che c’ha bisogno, ma io non l’avrei mai…. ma guarda la vita che cosa può fare, incredibile! Benigni questa sera ha ricevuto ancora un terzo Premio: il Federico Fellini Platinum Award For Cinematic Excellence consegnatogli dalla Presidente del Bifest Margarethe Von Trotta che si è detta felice di essere la presidentessa per potergli conferire questo premio. La regista ha ringraziato Benigni per il film “La Vita è Bella” sottolineando il fatto di essere tedesca. Benigni l’ha ringraziata per la sua dolcezza.
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anno partecipato al Bifest il regista Pupi Avati e suo fratello Antonio produttore, invitati a ricevere il premio Tonino Guerra per il miglior soggetto originale assegnato al film “Il signor diavolo “. Con innata gentilezza il giornalista e critico Enrico Magrelli incomincia a intervistare i due fratelli. Si parla dei film horror e Pupi Avati risponde che ne girano uno ogni 10 anni. Magrelli risponde film horror ma d’Autore e Pupi Avati lo sottolinea perché è la vera chiave di lettura che lo differenzia dagli altri horror. Poi Magrelli si rivolge ad Antonio e gli chiede “Voi due litigate?” E certo noi due litighiamo tutti i giorni e poi continuando a lavorare ad un certo punto facciamo pace e non ce ne accorgiamo neanche. annunciano il prossimo film in lavorazione. Le riprese iniziano la prima settimana di settembre. Il nuovo film si intitolerà “Lei mi parla ancora” tratto dal racconto del padre di Vittorio Sgarbi della sua vita matrimoniale e della sopravvivenza dopo la morte della moglie. Nel nuovo film vedremo la partecipazione della grande attrice italiana Stefania Sandrelli. Al suo fianco un attore che non recita da molto in un film, un attore comico che qui coprirà il ruolo di attore drammatico per la prima volta nella sua carriera questo attore e’ Renato Pozzetto. Pupi continua parlando del Bifest il fatto che siate riusciti a spostare questa manifestazione e realizzare il Festival farà di questo il Festival più importante di tutti questi 11 anni. Il Festival di quest’anno e dedicato al regista Mario Monicelli. Io ho molti ricordi su di lui, a un certo punto della mia vita ho scoperto che abitavamo nello stesso palazzo a Roma in via Del Babbuino io al secondo piano e Monicelli al quinto piano. Ad un certo punto nel1988 Monicelli ebbe un gravissimo incidente stradale e fu ricoverato nella stessa stanza dove era stato fino a pochi giorni prima il Papa Giovanni Paolo II. Io dice Pupi Avati sono riuscito ad avere un infarto ed anche grave proprio quando lui era ricoverato. Fui ricoverato anch’io vicino alla sua stanza, talmente vicino che lasciai uno spiraglio aperto per vedere chi lo andava a trovare. E ci andarono tutti, ho ancora una lista coi nomi di tutti quelli che gli fecero visita e quello spiraglio fece sì che
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qualcuno venne a trovare anche me, come avevo sperato! L’ultima volta ho incontrato Mario Monicelli per strada gli ho detto tu hai fatto 62 film io 40 non ti raggiungerò mai, Mario ha riso di gusto e non ha detto una parola ne era davvero orgoglioso. Durante la stessa serata è stata chiamata sul palco la grande attrice di teatro e cantante napoletana Lina Sastri famosa per le sue interpretazioni delle canzoni classiche napoletane. Lina Sastri ha ricevuto il Premio piu’ ambito del Bifest il Federico Fellini Platinum Award For Artistic Excellence. Sulla Targa vi è il Ritratto di Federico Fellini eseguito da Ettore Scola, simbolo del Festival!!! L’anno scorso Lina Sastri è stata ospite del festival ed ha eseguito un lungo concerto al Teatro Petruzzelli trasmesso quest’anno al Teatro Piccinni.
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Margarethe Von Trotta
Lina Sastri
David Grieco
Felice Laudadio
Paolo Del Brocco
Massimo Cantini Parrini
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cinema LUCA GRAZIANI
SUL PODIO NOMADLAND E FAVINO
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Mi avete fatto la più bella sorpresa della mia vita», ha detto Pierfrancesco Favino, protagonista e coproduttore del film Padrenostro, per il quale ha vinto la Coppa Volpi alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un’opera autobiografica,diretta da Claudio Noce e ispirata alla vicenda di suo padre Alfonso Noce, vicequestore responsabile della sezione antiterrorismo di Lazio e Abruzzo, scampato a un attentato dei Nuclei Armati Proletari il 14 dicembre 1976 e poi messo sotto scorta. In papà Alfonso «ho riconosciuto anche il mio, quei padri di una volta, che non ti abbracciavano, non mostravano sentimenti, non piangevano perché se lo avessero fatto sarebbero stati ‘meno maschi’ e tu dovevi capirli così, carpirne le emozioni di nascosto», ha commentato Favino. Che ultimamente, interpretando personaggi come Bettino Craxi in HAMMAMET di Gianni Amelio, il pentito Buscetta di IL TRADITORE di Marco Bellocchio o come l’avvocato opportunista di GLI ANNI PIÙ BELLI di Gabriele Muccino, ci va ricordando sul grande schermo il nostro passato. Il Leone d’Oro per il miglior film è andato, invece, allo statunitense NOMADLAND, road western di Chloé Zhao, da sempre tra i favoriti per il palmarès. Così come lo stesso Favino. E Vanessa Kirby, Coppa Volpi femminile 2020 per PIECES OF A WOMAN di Kornél Mundruczó. Alla vigilia del Festival, vista la composizione della giuria, capitanata da Cate Blanchett, molti scommettevano che, dieci anni dopo Sofia Coppola, premiata per SOMEWHERE, il Leone d’oro sarebbe tornato in mani femminili, anche perché la maggior parte dei film in concorso più interessanti sono firmati da donne. Come THE WORLD TO COME, piccolo capolavoro di Mona Fastvold, con Vanessa Kirby e Katherine Waterston. Oppure QUO VADIS, AIDA?, opera ambientata in Bosnia a metà degli anni Novanta di Jasmila Zbanic. Ottimi auspici pure per le italiane Emma Dante e Susanna Nicchiarelli, rispettivamente registe di LE SORELLE MACALUSO (storia familiare improntata sulla
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sorellanza, tratta dall’omonima premiata opera teatrale della stessa Dante) e MISS MARX (con l’inglese Romola Garai nei panni della figlia minore di Marx, femminista ante litteram, travolta da un amore appassionato dal tragico epilogo), due opere particolarmente chiacchierate nel corso della Mostra. Al pari di NOTTURNO, favoritissimo nuovo film documentario di Gianfranco Rosi (già Leone d’oro 2013 con il documentario SACRO GRA e nomination agli Oscar per FUOCAMMARE), girato, in tre anni, lungo i confini di Siria, Iraq, Kurdistan e Libano, per raccontare il dramma di quelle popolazioni. Tra i possibili outsider, sicuramente il messicano Michel Franco, con il suo durissimo NUEVO ORDEN e l’ungherese Kornél Mundruczó, con PIECES OF A WOMAN. L’indiano Chaitanya Tamhane (THE DISCIPLE) e il russo Andrey Konchalovsky (CARI COMPAGNI). Arduo, invece, pronosticare quest’anno i vincitori delle Coppe Volpi, da una parte per la carenza di grandi interpretazioni maschili, salvo eccezioni (Alec Utgoff in NEVER GONNA SNOW AGAIN; Aditya Modak in THE DISCIPLE; Favino), dall’altra per l’abbondanza di importanti interpretazioni femminili (Romola Garai per MISS MARX; Vanessa Kirby per PIECES OF A WOMAN, ma anche per THE WORLD TO COME; Jasna Djuricic per QUO VADIS, AIDA?; Yuliya Vysotskaya per CARI COMPAGNI; Frances Mc Dormand per NOMADLAND). Per molti poteva essere l’anno ‘buono’ del cinema italiano. Inaugurato, il 2 settembre, per la prima volta dopo 11 anni, da un lungometraggio nazionale, ovvero LACCI di Daniele Luchetti, anatomia di una coppia in crisi con Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher. In effetti, faceva ben sperare la nutrita pattuglia italica sbarcata in Laguna, sostanziata da 4 film in concorso (LE SORELLE MACALUSO di Dante; MISS MARX di Nicchiarelli; PADRENOSTRO di Noce; NOTTURNO di Rosi), 8 fuori concorso (LACCI di Luchetti; ASSANDIRA di Salvatore Mereu, con protagonista lo scrittore di PADRE PADRONE Gavino Ledda; LASCIAMI ANDARE di www.inewsswiss.com
LEONE D’ORO per il miglior film: NOMADLAND
LEONE D’ARGENTO per la migliore regia
Stefano Mordini, con Stefano Accorsi, Maya Sansa e Valeria Golino; SALVATORE - SHOEMAKER OF DREAMS, omaggio di Luca Guadagnino all’incredibile storia di Ferragamo; LA VERITÀ SULLA DOLCE VITA di Giuseppe Pedersoli, figlio di Bud Spencer; MOLECOLE dell’agronomo ed economista italiano Andrea Segre, girato a Venezia durante il lockdown; PAOLO CONTE VIA CON ME, ritratto del geniale cantautore astigiano realizzato da uno dei suoi più profondi conoscitori, l’autore tv Giorgio Verdelli), 2 a Orizzonti (più i corti e le coproduzioni), 12 alle Giornate degli Autori e 3 alla Settimana della critica. Sicuramente la Mostra del Cinema di Venezia 2020 (uno dei pochi festival cinematografici che si è svolto fisicamente dopo lo scoppio della pandemia) entrerà nella Storia. Se non altro per aver dovuto fare i conti con le ferree regole anti-Covid (mascherine obbligatorie, biglietti solo on line, sfilata dei divi sul Red Carpet visibile da lontano, misurazione della temperatura corporea ai 9 varchi di accesso), che però non hanno intaccato la tradizionale magia della Mostra.
I PREMI LEONE D’ORO per il miglior film a: NOMADLAND di Chloé Zhao (USA) alla 77/ma Mostra del cinema di Venezia. LEONE D’ARGENTO Premio per la migliore regia a: Kiyoshi Kurosawa per il film SPY NO TSUMA (WIFE OF A SPY) (Giappone) LEONE D’ARGENTO - Gran Premio della Giuria a: NUEVO ORDEN (NEW ORDER) di Michel Franco (Messico, Francia)
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione: Vanessa Kirby www.inewsswiss.com
LEONE D’ARGENTO gran premio della giuria
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a: Vanessa Kirby nel film PIECES OF A WOMAN di Kornél Mundruczó (Canada, Ungheria) COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a: Pierfrancesco Favino nel film PADRENOSTRO di Claudio Noce (Italia) PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a: DOROGIE TOVARISCHI! (DEAR COMRADES!) di Andrei Konchalovsky (Russia) . PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a: Pietro Castellitto per il film I PREDATORI (Italia) da lui stesso diretto. PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a: Chaitanya Tamhane per il film THE DISCIPLE (India) PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore emergente a: Rouhollah Zamani nel film KHORSHID (SUN CHILDREN) di Majid Majidi (Iran). Il PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR FILM a: DASHTE KHAMOUSH (THE WASTELAND) di Ahmad Bahrami (Iran) LEONE DEL FUTURO - PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA (LUIGI DE LAURENTIIS) a: LISTEN di Ana Rocha de Sousa (Regno Unito, Portogallo).
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione: Pierfrancesco Favino
PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a Pietro Castellitto iNEWS
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musica
CONFERMATE LE DATE DEL TOUR
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TIZIANO FERRO RIPARTE NEGLI STADI ITALIANI A GIUGNO E LUGLIO 2021 IL 6 GIUGNO LA PRIMA DATA A LIGNANO SABBIADORO LIVE NATION ANNUNCIA LA RIPROGRAMMAZIONE DELLE DATE DEL “TZN 2021” NEGLI STADI ITALIANI.
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l tour partirà ufficialmente il 6 giugno 2021 dallo Stadio G. Teghil di Lignano Sabbiadoro, per poi fare tappa nello stesso mese il 9 allo Stadio Artemio Franchi a Firenze, il 12 allo Stadio Braglia di Modena, il 15, 18 e 19 giugno allo Stadio San Siro di Milano con tre concerti, il 22 allo Stadio Olimpico di Torino, il 26 allo Stadio San Paolo di Napoli e il 29 allo Stadio San Nicola di Bari. Il “TZN Tour” proseguirà poi a luglio, il 6 allo Stadio Del Conero di Ancona, il 9 e il 10 con due show consecutivi allo Stadio Olimpico di Roma, il 14 allo Stadio Euganeo di Padova e il 18 a Cagliari Fiera. Luca Tosolini di FVG Music Live ha espresso tutta la sua gioia nel poter comunicare la nuova data per l’evento di Lignano Sabbiadoro. “E’ un anno difficile per tutti noi della musica e dello spettacolo e non possiamo che essere felici di poter iniziare a proiettare energie ed entusiasmo nell’estate 2021. Confidiamo in una ripresa dei concerti, in un 2021 ricco di eventi e ci auguriamo che tutto il pubblico ci seguirà e supporterà con la positività e la carica di sempre”. Live Nation Italia comunica che i biglietti precedentemente acquistati rimarranno validi per le rispettive nuove date. Per quanto riguarda i due show a ROMA previsti il 9 e 10 luglio 2021, a causa di una modifica nella configurazione del concerto che prevede il palco posizionato in curva Sud dello Stadio Olimpico, i seguenti settori verranno così modificati: • Per i biglietti venduti nel settore DISTINTI SUD OVEST verrà riassegnato agli spettatori un posto nella sezione DISTINTI NORD EST. • Per i biglietti venduti in CURVA SUD - verrà assegnato un posto nel settore CURVA NORD In entrambi i casi non occorre la sostituzione del biglietto e il nuovo posto sarà comunicato ai possessori del biglietto al momento dell’ingresso nello stadio, il giorno del concerto.
CALENDARIO “TZN TOUR 2021”: 6 GIUGNO 2021 LIGNANO SABBIADORO STADIO G. TEGHIL 9 GIUGNO 2021 FIRENZE – STADIO ARTEMIO FRANCHI 12 GIUGNO 2021 MODENA – STADIO BRAGLIA 15 GIUGNO 2021 MILANO – STADIO SAN SIRO (validi i biglietti di Milano 5 giugno 2020) 18 GIUGNO 2021 MILANO – STADIO SAN SIRO (validi i biglietti di Milano 6 giugno 2020) 19 GIUGNO 2021 MILANO – STADIO SAN SIRO (validi i biglietti di Milano 8 giugno 2020) 22 GIUGNO 2021 TORINO – STADIO OLIMPICO 26 GIUGNO 2021 NAPOLI – STADIO SAN PAOLO 29 GIUGNO 2021 BARI – STADIO SAN NICOLA 6 LUGLIO 2021 ANCONA – STADIO DEL CONERO 9 LUGLIO 2021 ROMA – STADIO OLIMPICO (validi i biglietti di Roma 15 luglio 2020) 10 LUGLIO 2021 ROMA – STADIO OLIMPICO (validi i biglietti di Roma 16 luglio 2020) 14 LUGLIO 2021 PADOVA – STADIO EUGANEO 18 LUGLIO 2021 CAGLIARI - FIERA
Per quanto riguarda la data di MESSINA, originariamente prevista il 27 giugno 2020, stiamo valutando i problemi relativi allo Stadio per poterla riprogrammare quanto prima. Ciò che possiamo confermare ad oggi è che il tour toccherà la Sicilia nel mese di Luglio 2021, sarà nostra premura comunicare gli aggiornamenti con tempestività non appena ce ne saranno. Ringraziamo per la pazienza tutti gli acquirenti del concerto allo stadio San Filippo a cui presto daremo tutte le indicazioni relative al biglietto in loro possesso. Maggiori informazioni sul Tour 2021 sono disponibili alla pagina: https://www.lntvglobal.com/it/article/ferro-tour-2021/ I biglietti per le nuove date sono disponibili per l’acquisto sulle piattaforme ufficiali Ticketmaster Italia, Ticketone e in tutti i punti vendita autorizzati.
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IL PIÙ GIOVANE ARTISTA ITALIANO A ESIBIRSI NEGLI STADI
FVG Music Live annuncia con gioia che il TOUR NEGLI STADI di ULTIMO, prodotto e distribuito da Vivo Concerti, è riprogrammato per l’estate del 2021 e partirà con la data Zero dallo Stadio Comunale di Bibione, venerdì 4 giugno 2021. I biglietti e i VIP pack già acquistati rimarranno validi per le nuove date, maggiori informazioni al sito www.vivoconcerti.com
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LTIMO sarà il più giovane artista italiano di sempre a esibirsi negli stadi, dove canterà live a partire dalla data zero del 4 giugno 2021 allo Stadio Comunale di Bibione. Il tour farà poi tappa a Torino (Stadio Olimpico Grande Torino, 8 giugno), Napoli (Stadio San Paolo, 12 giugno sold out e 13 giugno), Firenze (Stadio Artemio Franchi, 16 giugno sold out e 17 giugno), Modena (Stadio Alberto Braglia, 21 giugno), Ancona (Stadio del Conero, 25 giugno), passando per Pescara (Stadio Adriatico Giovanni Cornacchia, 29 giugno), Milano (Stadio San Siro, 2 luglio e 3 luglio sold out), Bari (Stadio San Nicola, 8 luglio), e si concluderà il 18 luglio 2021 a Roma (sold out), con l’evento speciale di chiusura del tour al Circo Massimo. Per ciò che riguarda la data di Messina originariamente prevista il 15 luglio 2020, Vivo Concerti sta valutando i problemi relativi allo Stadio per poterla riprogrammare quanto prima. Si conferma che ad oggi il tour toccherà la Sicilia nel mese di Luglio 2021, verranno comunicati gli aggiornamenti con tempestività non appena ce ne saranno. Vivo Concerti ringrazia per la pazienza tutti gli acquirenti dei biglietti del concerto allo stadio San Filippo a cui presto darà tutte le indicazioni relative al biglietto in loro possesso, seguendo, a loro tutela, tutte le direttive di legge. Si ribadisce che le vicissitudini che hanno interessato lo Stadio e l’Amministrazione Comunale di Messina non dipendono dalla volontà dell’Artista o dalla volontà di Vivo Concerti. Con il tour negli stadi Ultimo sosterrà UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, che tutela e promuove in tutto il mondo
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i diritti di bambini e adolescenti, per contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita. Da sempre vicino agli ultimi, che ha scelto di ricordare fin dal nome d’arte e che sostiene con un impegno costante e concreto, il cantautore devolverà parte dell’incasso ricavato dall’acquisto dei biglietti ai progetti UNICEF in Mali, dove a febbraio 2020 è stato in missione insieme a una delegazione di Unicef Italia per visitare i progetti nati a favore della lotta contro la malnutrizione e a sostegno di vaccinazioni, impianti idrici e servizi igienico sanitari. CALENDARIO DATE AGGIORNATO: Venerdì 4 giugno 2021 || Bibione @ Stadio Comunale – DATA ZERO Martedì 8 giugno 2021 || Torino @ Stadio Olimpico Grande Torino Sabato 12 giugno 2021 || Napoli @ Stadio San Paolo – SOLD OUT Domenica 13 giugno 2021 || Napoli @ Stadio San Paolo Mercoledì 16 giugno 2021 || Firenze @ Stadio Artemio Franchi – SOLD OUT Giovedì 17 giugno 2021 || Firenze @ Stadio Artemio Franchi Lunedì 21 giugno 2021 || Modena @ Stadio Alberto Braglia Venerdì 25 giugno 2021 || Ancona @ Stadio del Conero Martedì 29 giugno 2021 || Pescara @ Stadio Adriatico - Giovanni Cornacchia Venerdì 2 luglio 2021 || Milano @ Stadio San Siro Sabato 3 luglio 2021 || Milano @ Stadio San Siro – SOLD OUT Giovedì 8 luglio 2021 || Bari @ Stadio San Nicola Domenica 18 luglio 2021 || Roma @ Circo Massimo – SOLD OUT Sicilia || TBA www.inewsswiss.com
musica LE DUE DATE EVENTO DI SAN SIRO CANTA MAX VENGONO RIPROGRAMMATE PER VENERDÌ 9 LUGLIO (SOLD OUT) E SABATO 10 LUGLIO 2021 E VEDRANNO MAX PEZZALI PER LA PRIMA VOLTA PROTAGONISTA SUL PALCO DELLO STADIO SAN SIRO DI MILANO. GLI ATTESISSIMI LIVE, PRODOTTI E ORGANIZZATI DA VIVO CONCERTI, SARANNO ANTICIPATI DALLA DATA ZERO PREVISTA PER SABATO 26 GIUGNO 2021 ALLO STADIO COMUNALE DI BIBIONE (VE). I BIGLIETTI ACQUISTATI PER LE DATE DEL 2020 RESTANO VALIDI PER LE RISPETTIVE DATE RIPROGRAMMATE NEL 2021, MAGGIORI INFORMAZIONI SUL SITO WWW.VIVOCONCERTI.COM RADIO ITALIA È RADIO UFFICIALE DEGLI EVENTI
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cinema LIVIA PRUCCOLI
LE USCITE PIÙ ATTESE
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opo lo stop forzato causa Coronavirus, le sale cinematografiche hanno riaperto i battenti, dovendo fare i conti con le ferree regole anti-Covid, ma avendo dalla loro una serie di film davvero interessanti. E ce n’è per tutti i gusti. Tanti i biopic. MISS MARX di Susanna Nicchiarelli, incentrato sulla figlia minore di Karl Marx, la pasionaria Eleanor (Romola Garai), donna femminista e socialista ante litteram, poi travolta da un grande amore sfortunato. IL CATTIVO POETA, opera prima di Gianluca Jodice, con Sergio Castellitto nei panni di Gabriele D’Annunzio, esteta, scrittore, padre nobile del Fascismo, raccontato nei suoi ultimi anni. MALEDETTO MODIGLIANI di Valeria Parisi, che ripercorre la vita, tra genio e sregolatezza, del grande artista livornese (morto appena 35enne nel 1920), uno dei più amati e imitati di sempre. MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI di Alex Infascelli, con Francesco Totti, inedito ritratto personale e professionale dell’ex mitico capitano della Roma. IL CASO PANTANI di Domenico Ciolfi, con Francesco Pannofino, sul dramma del grande Marco Pantani, un romagnolo schietto e testardo che con la sua bicicletta aveva scalato l’Olimpo dei campioni, trovato poi morto il 14 febbraio del 2004 in un residence di Rimini; una storia ancora tutta da chiarire. Ispirati alla cruda realtà pure NOTTURNO, nuovo docufilm di Gianfranco Rosi (già Leone d’oro 2013 con il documentario SACRO GRA e nomination agli Oscar per FUOCAMMARE), girato lungo i confini di Siria, Iraq, Kurdistan e Libano, per raccontare il dramma di quelle popolazioni. E PADRENOSTRO di Claudio Noce, che narra la storia di suo padre, il vicequestore Alfonso Noce, vittima di un attentato dei Nuclei Armati Proletari nel ‘76 (che costò la vita al poliziotto Prisco Palumbo e al terrorista Martino Zichittella), interpretato dal solito stupefacente Pierfrancesco Favino, per ciò Colpa Volpi all’ultimo Festival del Cinema di Venezia. RITORNO AL CRIMINE (sequel di NON CI RESTA CHE IL CRIMINE), di Massimiliano Bruno e dal cast monster (Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi, Carlo Buccirosso, Giulia Bevilacqua), che parla, invece, della famigerata Banda della Magliana e di tre criminali improvvisati (e inventati), ancora determinati a recuperarne il bottino. Le dinamiche familiari sono al centro di LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante, tratto dall’omonima premiata opera teatrale della regista, gentile affresco di cinque sorelle palermitane, di varia età e di quella loro casa all’ultimo piano, così piena di ricordi. Le dinamiche matrimoniali risultano ancora più ‘gettonate’ sul grande schermo
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autunnale. C’è la coppia in crisi da sempre che, dopo 30 anni di rancori e tradimenti, non si sa perché, resiste ancora, in LACCI by Daniele Luchetti, con Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher. Le due coppie che stanno per lasciarsi costrette a vivere sotto lo stesso tetto dal Covid-19 in LOCKDOWN ALL’ITALIANA, il nuovo film di Enrico Vanzina, con Ezio Greggio e Ricky Memphis. Il casuale scontro-incontro, nella giungla metropolitana romana, dei Pavone e i Vismara, due famiglie di estrazione sociale differente ma poi non così diverse, di I PREDATORI, primo lungometraggio dell’attore Pietro Castellitto, figlio maggiore di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini. L’insoddisfazione coniugale di quattro amiche di mezza età che pretende il riscatto da un banale torneo di carte, in BURRACO FATALE di Giuliana Gamba, con Claudia Gerini e Angela Finocchiaro. Anche la tematica esistenziale in questa stagione cinematografica viene dipanata in un po’ tutte le nuances. Per esempio, in LASCIAMI ANDARE di Stefano Mordini, con Stefano Accorsi e Valeria Golino, dove Marco, all’apice della gioia per l’imminente paternità, è costretto a fare i conti con la prematura morte del primo figlio e con i sensi di colpa. In MAI PER SEMPRE di Fabio Massa, dove Luca per trovare la felicità nonostante tutto si trasferisce dalla Campania in Puglia a fare il meccanico, insieme alla fidanzata ucraina e all’amico del cuore, appena uscito di galera. In GUIDA ROMANTICA A POSTI PERDUTI di Giorgia Farina, un road-movie in giro per l’Europa, dove due solitudini al bivio della vita si incontrano e finiscono per sostenersi a vicenda. Ovviamente al cinema, specie in un periodo così complicato, non potevano mancare il gioco, la favola, lo scherzo del destino. Ed ecco il testimone scomodo sotto protezione che si ritrova a vivere negli stessi luoghi di chi ha denunciato di PARADISE - UNA NUOVA VITA, diretto da Davide Del Degan. La 19enne orfana da piccola, gravemente ammalata e anche un po’ bruttina che trova il suo principe azzurro in SUL PIÙ BELLO di Alice Filippi, tratto dall’omonimo romanzo di Eleonora Gaggero. I rifiuti che hanno un volto, un’anima e che giustamente pretendono una seconda chance di TRASH, spettacolare film di animazione tutto italiano di Luca Della Grotta e Francesco Dafano, girato in inglese e destinato al mercato internazionale, che avrà la sua anteprima mondiale allo Shanghai International Film Festival. CREATORS - THE PAST di Piergiuseppe Zaia, con Gérard Depardieu e William Shatner, il primo kolossal sci-fi made in Italy e primo capitolo di una trilogia che coinvolgerà numerose star internazionali.
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Silvester Menü 2020 Gemüse Antipasti mit Italienischem Rohschinken und Grissini * Gemüse Antipasti mit Italienischem Rohschinken und Grissini ** Gnocchi Piomontese an Schaum von schwarzem Wintertrüffel und confierten Cherrytomaten *** Brasato al Barolo an Duo von Rübli und Bohnen dazu Rosmarinkartoffeln **** Iatlienisches Duo Panna Cotta mit Beerenragout und Tiramisu ***** Kaffee & Panettone ***** Zuppa di Lenticchie allo Zampone
Zürich-Regensdorf, 31. Dezember 2018 Dinner 19:30
Tanz 20:00 bis 04:00 Morgens
antono@campanile.ch
Weisswein, Rotwein, Mineralwasser und Kaffee sowie ein
Glas Prosecco um Mitternacht inklusive.
Softgetränke, Bier, Spirituosen und andere nicht aufgeführte
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Getränke müssen separat vor Ort bezahlt werden. ANTONIO CAMPANILE TEL. 079 405 39 85
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INFINITE LINE 33, Detail No. 3648 – 3749 Oil on canvas, 100x70cm
Infinite Line 37 Oil on Canvas 60x40
INFINITE LINE 41, Detail No. 4411 – 4502 Oil on canvas, 100x70cm
LOOKTHROUGHTHEGLASSESOFINFINITY ANDFEELFREE Oil on canvas, 150x100cm
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Kunst 20 Zá¹»rich
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DER KÜNSTLER ANDREAS LUETHI: DIE UNENDLICHKEIT IST SEINE PASSION
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ndreas Luethi, geboren 1961, ist im Kanton Thurgau aufgewachsen und hat in Zürich sein Studium der Medizin abgeschlossen. Der Vater von zwei erwachsenen Kindern wohnt mit seiner Frau Ursula in Uesslingen. Schon früh befasste er sich mit philosophischen Gedanken und begann vor 25 Jahren mit der Malerei. Seit 4 Jahren arbeitet er in seinem 150 Quadratmeter grossen Atelier in Uesslingen und befindet sich seitdem in einem veritablen Schaffensrausch. 700 Bilder, alle Oel auf Leinwand, sind seither entstanden. Fast immer sind darauf Zahlenreihen oder Linien zu erkennen, Symbole der Unendlichkeit. Der 2011 in Rom verstorbene, mehrfach preisgekrönte polnische Künstler Roman Opalka hat sich in seinen Werken der „Frage der Zeitlichkeit“ gestellt und während 46 Jahren in seinem Schaffen Bilder mit Zahlen von 1 bis 5‘607‘249 anschaulich dargestellt. Andreas Luethi fährt mit dieser Zahlenreihe fort und will so das Andenken an diesen einzigartigen Künstler bewahren. Doch Andreas Luethi führt die Philosophie und die Frage nach der Unendlichkeit weiter. Die Zahlenreihen werden verkleinert und verschwinden in einer Linie, der unendlichen Linie. Diese Unendlichkeit gibt es zweifellos in der Theorie, aber gibt es sie auch in der Realität? Auch das Universum endet, aber was kommt danach? Fragen, die sich Andreas Luethi schon in der Kindheit gestellt hat. Ein unbeschreibliches Gefühl stellte sich damals ein beim Betrachten des Sternenhimmels, dieser riesigen Energie; ein euphorisches Gefühl, das die Alltagssorgen vergessen machte. Dieses Gefühl möchte der Künstler wieder hervorrufen durch seine Malerei. Statt in den Sternenhimmel sehen wir jetzt durch ein Zahlenmeer oder Linien wie durch eine Brille der Unendlichkeit auf die Realität. Im Unterschied zu Roman Opalka ist der Hintergrund farbig, teils expressionistisch gestaltet, er symbolisiert unsere Natur, unsere Realität. Es ist wie beim Betrachten des Sternenhimmels, ein Gefühl des Staunens stellt sich ein, es fördert Gelassenheit, Toleranz und Mitgefühl. Ein Zeichen in der heutigen hektischen Zeit, wo Argwohn, Neid, Skrupellosigkeit und Gewalt vorherrschen. Eine grosse Energie treibt den Künstler zu dieser Expressivität an. Aber woher kommt diese Energie, dieser innere Motor? Es ist etwas, was wohl in jedem von uns steckt, dieses Wissen um unsere Endlichkeit, um unser Hineingeworfensein in die Realität der Natur, die unser Schicksal unerbittlich, brutal und mitleidlos bestimmt. Diese Verzweiflung, die jeder so gut wie möglich zu verstecken sucht, holt der Künstler hervor, bringt sie auf die Leinwand, um sie zu verstehen und daran zu wachsen. Wenn man nicht bereit dazu ist und diese Energie negiert, kommt sie bei vielen Menschen in einsamen Stunden hervor und wird unterdrückt durch sinnlose Aktivität oder Betäubung durch Drogen verschiedenster Art.
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Um zu diesem Ziel zu kommen, ist Andreas Luethi sehr experimentierfreudig. Er hängt sich auch mal an ein Seil und fährt mit den Schlittschuhen über eine grosse Leinwand, um messerscharfe Linien zu produzieren. Das Unbewusste kann er mit den Füssen besser hervorholen, die Energie fliesst direkt auf die Leinwand, ohne Regulierung durch den Kopf. Ein Existenzkampf, der zur Erkenntnis führt und ihn weiterbringt. Das anschliessende Malen von Linien oder Zahlen ist hingegen reine Kontemplation über Stunden hinweg. Die Bilder werden nummeriert, sie sind mit „Detail“ benannt wie bei Roman Opalka, da die unendliche Zahlenreihe oder Linie ja schon existiert und nur noch als solches „Detail“ des Ganzen benannt werden muss. Dies fördert den Ehrgeiz und die Motivation, möglichst weit zu kommen. Roman Opalka wollte bis zur Zahl 7‘777‘777 kommen, also 7 mal die 7. Bis zu 8 mal die 8 wären dann Generationen von Malern nötig. Er hat dieses Ziel nicht erreicht, aber Andreas Luethi will etwas dazu beitragen, dass sein Ziel doch noch erreicht werden kann. Die Bilder sollen ein Zeichen der Hoffnung sein, dass es sich zu kämpfen lohnt, dass wir unser Schicksal beeinflussen können, dass wir mit der Kraft unserer Gedanken unsere Realität akzeptieren können und an ihr wachsen können. Nach diversen Ausstellungen in Winterthur, New York, Salzburg und München wird ein Teil seines Schaffens nun erstmals in Zürich zu sehen sein. Am 3. Dezember 2020 findet die Vernissage in der Keller Galerie (Selnaustrasse 15, 8001 Zürich) statt. Interessierte haben bis am 6. Januar 2021 die Möglichkeit, sich von den Bildern, der Magie von Zahlen und Linien, inspirieren zu lassen. Weitere Ausstellungen sind ab nächstem Jahr in Miart, Artissima, Biennale von Venedig, Arco Madrid, Barcelona Arte Expo, Arte Fiera, Art Basel, Kunst 21, Karlsruhe, und an der Art Marbella geplant.
Andreas Luethi Hardackerweg 2 CH-8524 Uesslingen Switzerland aluethi3@gmail.com Instagram@aluethi3 Tel +41 79 906 94 15 iNEWS
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INFINITE LINE 27, Detail No. 3090 – 3157 Oil on canvas, 80x60cm
INFINITY 32, Detail 5626192 – 5626742 Oil on canvas, 70x50cm
INFINITY 28, Detail 5625865 - 5625894 Oil on canvas, 70x50cm
INFINITE LINE 40, Detail No. 4333 – 4410 Oil on canvas, 80x60cm
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VITTORIO RASCHETTI
UNA TORRE PER L’ARTE TORRE DI CASTELLARO LAGUSELLO
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l futuro è imprevedibile, il presente è indicibile, quale allora il ruolo dell’arte contemporanea, se non frequentare l’impossibile, attraversare la soglia tra il già visto e ciò che non ha ancora trovato immagini per risvegliare? Una torre arroccata sul tempo custodisce ed offre il dono di un fascio di domande aggettanti su ciò che resta del senso. Relazioni precarie immerse nell’instabilità permanente della contemporaneità attraversano le pratiche dei nuovi linguaggi artistici della tarda modernità. Un modo della sensibilità, un mondo di creatività, tutte opportunità offerte da un nuovo landmark per il territorio, un contenitore architettonico, un vettore identitario, rivitalizzato in una dinamica di produzione culturale grazie alla prospettiva non convenzionale dell’arte contemporanea. Un centro di irradiazione di idee e arte allo stato nascente. Occasione preziosa per rigenerarsi nella lentezza sostenibile, avvolti nel privilegio della contemplazione fuori dal tempo, lontani da nevrosi ed alienazione dell’arte urbana. Landscape e city escape, bellezza di paesaggi in fuga dalla città nella lenta contemplazione di borghi rivitalizzati ad arte.
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Spazio mai sazio di bellezza che non illude, ma allude all’intima relazione con l’arte come armonia oltre la metamorfosi delle forme, come sonda del senso nel presente sfuggente. L’incanto del genius loci contribuisce all’ispirazione in prossimità dello scenario naturale di acque immerse in un paesaggio incantato. Architettura come distillato di epoche, testimone rivestito di pietre dall’età incalcolabile, diverso ma connesso al fermo immagine dell’arte contemporanea cristallizzata in un eterno presente. Un progetto articolato per di riqualificare un sito storico ed organizzare una nuova visione con un dispositivo architettonico poetico fondato su una narrazione innovativa declinata sul paradigma del contemporaneo. La prossimità tra l’intensità e l’attualità delle creazioni dell’arte vivente con il fuggevole paesaggio del lago, risveglia la mente ad un perfetto incontro di natura e cultura. Il destino dei luoghi autentici è infatti di offrirsi in dono all’intelligenza di uno sguardo in sintonia con la capacità di attenzione e che sa ascoltare il silenzio significante. Una prospettiva verticale investe il respiro lungo tutto il ripido percorso
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di ascesa, una lenta ascesi del pensiero tra immagini contemporanee, sospese tra piattaforme che accolgono i passi lenti tra le opere allestite in scenografie di chiaroscuri. Un percorso immerso tra secoli di pareti sbriciolate per ritrovare l’intimità del dialogo con l’opera d’arte all’interno di una cassaforte temporale. I muri hanno orecchie, forse anche occhi che svelano l’anima che abita le pareti. Se il limite è un vettore fondamentale per l’ispirazione dell’arte, allora anche le restrizione strutturale dell’architettura possono trasformarsi punti di forza per avvolgere le opere in un’aura di malinconica imperfezione vissuta in grado di valorizzare l’atmosfera della percezione attraverso un mood che arricchisce di tempo vissuto il contesto di fruizione. Il contenitore espositivo diventa perciò uno stimolo creativo per amplificare l’immaginazione cullati dallo spirito dei luogo. Lo spazio espositivo si offre nella teatralità di un palcoscenico naturale che suggerisce una regia espositiva complessa articolata da connessioni storiche, architettoniche ricche di connotazioni estetiche, di rimandi a narrazioni possibili dell’opera d’arte. Una sfida della complessità perché arte contemporanea e struttura antica possono convivere, non in una giustapposizione postmoderna gratuita, ma in una densità organica naturale, di stratificazione geologica, di mineralizzazione architettonica di strutture e segni culturali. Allo sguardo che pensa, al visitatore dell‘arte contemporanea questo non sfugge, ma nemmeno al turista di passaggio, al pubblico non specializzato che visita la torre alla ricerca di un punto aereo, più oleografico e turistico che artistico. L’opera d’arte diviene un promemoria di utopie appartenenti provenienti dal passato che riaffiorano nel presente sotto forma di traiettorie della percezione. Le leggende, la verità, la Storia sono apparizioni innestate sulla realtà, sono inseparabili e connesse in un movimento che si manifesta tra crepe e rotture, in un movimento di frizione fisica che si avverte tra le incisioni del tempo. Interstizi, nicchie, angoli dove si materializzano opere ed appaiono immagini contemporanee inattese. Una architettura di risonanze, uno spazio di attenzione aperto su una rete di connessioni in molteplici direzioni, ospitando allestimenti come laboratori del dubbio, macchine di pensiero e congegni di creatività di intensità non calcolabile. L’effetto straniante nella sua contaminazione tra antico e nuovo induce perciò nello spettatore una tensione criticodialettica nella interpretazione ed una consapevolezza attiva della funzione interpretativa dello sguardo. La collaborazione tra artisti e curatori, tra allestitori architetti e critici con-sente di creare attorno ad ogni mostra una piattaforma visiva sempre differente, non decorata, ma pensata con opere, dove ogni
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occasione espositiva nasce dal dialogo con le pietre una esperienza integrata sempre innovativa di conoscenza e contemplazione. Le opere degli artisti tendono quasi naturalmente ad assumere una dimensione site-specific che le fa vivere e risuonare tra presente e passato, negli echi della torre interiore della libera immaginazione che vacilla in un provvisorio equilibrio sospeso. Il percorso ascensionale induce il visitatore ad indulgere nelle pause ed alternare sguardi verso il basso e verso l’alto in un continuo gioco di orientamento spaziale e corporeo partecipativo all’opposto dell’atteggiamento della galleria moderna che tende quasi a sospendere la propria autopercezione corporea disponendosi in un atteggiamento mentale di sospensione fenomenologia facendosi puro occhio o puro pensiero. Qui invece il percorso è determinate e significante e predispone lo spettatore a compiere un percorso corporeo ed esplorativo dentro il labirinto verticale di un viaggio spazio temporale, dove immagini fotografiche o pittoriche si fondono in una installazione complessiva disponendosi in una successione di apparizioni inattese in una scansione di piattaforme che si alternano a ripide scale, fino alla terrazza della campana che si apre sul paesaggio del borgo antico ad altezza panoramica. Occorre energia anche, forse soprattutto, nella dissipazione, nell’entropia del disordine delle rovine, vera consistenza temporale, psicologica e simbolica dalla storia. Architetture narranti, fragili e gracili scheletri di trame sepolte pronte a risorgere dal cortocircuito con le icone contemporanee. In arte nulla si distrugge, tutto si trasforma ed il tempo perduto si ricompatta in immagini sempre rinnovate. Un movimento metafisico del tempo, il galleggiare nel vuoto di singole molecole di materia cadente, tra sensi sospesi e ambienti dismessi, dove ciò che cade è già appeso alla memoria, mentre la polvere si disperde in anarchiche nuvole di polvere di idee pronte ad aggregarsi in nuove conforma-zioni. Un prelievo di suggestione e di memoria, un vagare romantico tra rovine e silenzi incrinato da crepe che si allargano tra pareti friabili. L’attrazione irriducibile di attraversare resti di monumenti antichi, muri a secco consumati, tra echi dissonanti in interni sopravvissuti tra ombre che alimentano l’immaginazione. Suggestioni di fantasmi in interni, spiriti abi-anti dei luoghi che attendono di manifestarsi sotto forma di ectoplasmi di colore. Vittorio Raschetti
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VITTORIO RASCHETTI
IMPRONTE DEL SACRO
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spatriando dal pudore dell’Io per ritornare nel mondo che accoglie con diffidenza, mentre la vulnerabilità, l’assenza di peso e l’inconsistenza si trasforma in fede nell’incertezza. Tutta la forza composta nella fragilità: labile, inattaccabile aspirazione interiore, intensità oltre l’evasione sottile dalle cose. Sostando alla ricerca del senso, disposti a vivere l’attesa, lasciandosi abitare da improvvisa pazienza. Occorre unire epoche, aprendo la memoria vivente all’invasione del possibile annunciato, aggirando l’abisso dell’oblio. Oltre la friabilità del corpo, nel trascorrere delle ore, nel migrare dell’amore. Semplici terre cotte, precari rifugi di argilla adatti ad una fugace apparizione terrena, impasti di fango e vita che rivelano la provenienza dal suolo, mostrando l’essenza frugale e fuggente 74
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del fondamento. Vibrazioni telluriche imprimono fratture, linee spezzate, come disegni di sismografi che registrano l’instabilità nell’apparente affidabilità della terra. L’impronta sul suolo, la traccia di passaggio, si congiunge col paesaggio mobile nei riverberi infiniti dove tutto sembra solo capace di confondersi. Tutto si riduce alla bellezza aggredita dal dubbio, alla forma assediata dall’inconsistenza, tutto riconduce al mistero custodito nel profondo oscuro inaccessibile. Una voce dispersa di profezia, il disfarsi di un abbozzo di poesia, avvolto nelle spirali infinite di un viaggio personale, sommerso dalle imprevedibili connessioni da cui nasce l’opera d’arte. Ancora attenzione, appartati in apparenza, apparentati da una sensazione di comune appartenenza. Solitari, ma non soli. Sospesi nelle ore inaccessibili. www.inewsswiss.com
Siamo il corpo spogliato di una visione morale nel confronto inumano con l’oltreumano. Non abbiamo dolore, ma siamo il nostro dolore, vivendo la prossimità con la lacerazione sigillata su se stessa. Oltre la reticenza del volto, le rughe sono solchi geologici che tradiscono pensieri rappresi sotto l’espressione, onde anomale congelate sul mare dell’intenzione. Incorporato in un campo di tensioni, perdendo peso e guadagnando intensità, attraversato da forze estranee e innominabili, l’artista gode solo il privilegio dell’ ascolto delle vibrazioni più impercettibili, tra meditazioni e transizioni. Il mistero disciolto come calcare distilla una filigrana di linee intersecate tra loro in un gioco di sovrapposizioni, di incroci di umanità, in un destino collettivo di condivisioni. Odore di umanità, odore di terra bagnata nella comunione del respiro. Il senso è nella connessione, nel chiamarsi e nel corrispondersi, nella fusione di orizzonti, nello smarrirsi del destino privato nell’umano. Il mondo ha confinato l’arte nello spazio del superfluo, della citazione, ma la creatività rimane un progetto sul mondo, l’opera serve a sviluppare una tensione a interrogare l’umano. Tracciare è un atto di esistenza che affida al segno la verifica della propria precaria esistenza. Un arsenale ancestrale di forme estetiche, di detriti ancora pronti a rianimarsi. Cortecce dischiuse liberano anime erranti. Arabeschi spirituali che alludono all’umano. Lamelle incastonate in un disegno più ampio, elementi di una struttura più vasta, altorilievi di codici astratti ma evocativi di segni che rimandano ad un vago destino, indecifrabili sistemi di alternanze ritmiche filiformi di un messaggio criptato intinto in simulacri di forme antiche ed eclettiche. Scongelare possibilità iscritte nel tempo dormiente del sacro, turbati ed attratti, ancora ispirati dalle sottili differenze ai confini delle cose, dai contorni vibranti delle forme, dai silenzi sibilanti all’ombra di presagi su polveri d’oro. Vittorio Raschetti
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VITTORIO RASCHETTI
NOTTI CRUDELI
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pnotiche e mentali, tra apparizioni di geometrie ortogonali, di-gressioni tra sfuggenti combinazioni e sovrapposizioni di nostalgie mediorientali. Mille porte da attraversare, mille storie da procrastinare. Dal tramonto all’alba tra notti dissolte ed avventure dissolute. Mille storie dentro altre favole. Incapsulate dentro il sogno infinito della pittura, forme dentro altre forme, litanie e narrazioni infinite, abbagliate dalla luce che interrompe un epilo-go atroce. Oasi di magia, estasi di arabeschi, tra ardore, oscurità e crudeltà. Storie sfuggenti su tappeti volanti, forme evanescenti, destini acuminati, passioni incandescenti. Meditazioni sulla pittura come arte della superficie, della compostezza della forma come leggerezza, nell’assenza di peso di illusioni cosparse di allusioni. Laboratori del dubbio dove si dipin-ge con vettori che attraversano gli spazi galleggiando miracolosamente sulla superficie. Una gelida calcolata vacuità di am-bienti ibridi in grado di estendere i confini della percezione dove vuoti e piattezza riflettono perfettamente il modo di mostrarsi delle cose creando associazioni e accostamenti seducenti. Alleggerito di informazioni eccessive, lo spazio della tela si mobilità attorno a campi di attenzione e focalizzazione su icone semplificate che reagiscono tra loro in un gioco combinatorio che rimanda a variazioni infinite a moltiplicazioni sfuggenti. Una giustapposizione di forme vagamente organiche e di figure geometriche. 76
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Un dialogo tra linee ortogonali e curve irregolari, soffici topologie allusive, gassose ed incomprimibili. Distese di campi cromatici piatti dove si stagliano rappresentazioni plastiche semplificate ed isolate. Una forza mimetica spin-ge a confondersi con lo sfondo, ma al contempo a riemergere dagli strati della tela per elevarsi in una distinzione percettiva, in un campo di salienza visiva e consistenza della rappresentazione. Quella di Andrea Arrigoni è una post-pittura fresca, meditata e consapevole, che si interroga sui propri confini, che lambisce i territori del concettuale accompagnata dalla matura consapevolezza del proprio linguaggio, che si instaura nel solo luogo ancora possibile della pittura attuale: quello dedicato all’interrogazione e al confronto con le pratiche della digitalizzazione e della post-produzione. Una istantanea sulla pittura del presente che si interroga sul proprio status, sul senso della rappresentazione e sulla possibilità dell’autopresentazione. Nello spazio interstiziale tra una forma e l’altra si dischiude la possibilità di un campo di esistenza e di osmosi con lo sfondo, tra intrecci di forme in transizione. Distillati di forme fluide, puri indicatori inconsci, interconnessioni spazio temporali, rappresenta-zioni analogiche di meteoriti alla deriva, iceberg fossili spaziali, distillati poetici visivi. Un immaginario deterritorializzato di simboli dislocati in spazi astratti e rarefatti, zone intermedie dove si incontrano livelli differenti di realtà. www.inewsswiss.com
Pause strutturate con precisione tra i vuoti, perché solamente la costruzione compositiva è in grado di rivelare che ci troviamo collocati dentro uno spazio dotato di una qualità simbolica. L’artista innesca un dispositivo di ambiguità di lettura delle immagini tra una stilizzazione meta-fisica ed una astrazione di paesaggi mentali e cosmici, un teatro di forme fluttuanti nello spazio, dove la verosimiglianza è determinata da strutture allo stesso tempo astratte e concrete sempre visivamente coerenti. Arrigoni sembra dirci che è la consistenza strutturale e percettiva a determinare l’essenza delle immagini. La forma e lo spazio sono stimoli, centri potenziali, campi di azione, giochi di risonanze, architetture cristallizzate in luoghi ineffabili, occasioni, pure attese. Occorre congelare gli oggetti nel tempo per rendere l’osservatore cosciente dell’atto di osservare, occorre fermare l’attenzione mentale su ciò che vale la pena di guardare. Oscillando nell’opacità dell’autoreferenza delle forme, vacillando oltre lo sguardo: errando oltre le porte della percezione, indecisi tra concentrazione e rarefazione: attraver-sati da vuoti desolanti e pienezze straripanti. Un viaggio sospeso sulla soglia, esplorando tutto il possibile compreso tra i contorni, disposto lungo i bordi pazienti. Una perfetta indifferenza per l’esito, sospeso e rinviato, rimanendo in surplace galleggiando nell’abisso indefinito, senza apparenti ragioni, in assenza di spiegazioni, indifferenti alle conseguenze. Sprofondando negli stati più eterei, attraversati da perfetta leggerezza, tra implosione e levitazione dell’essere. Un tuffo nell’assenza, un bagno nell’assenzio, barando col baricentro, smarrendo il tempo nel vuoto profondo, ammarando nello sfondo. Ostaggi della gravità, zavorrati all’inevitabilità, avvinti dal peso della necessità, inghiottiti in uno spazio senza senso apparente, precipitando nello spazio vacuo di una misteriosa serenità. Vittorio Raschetti www.inewsswiss.com
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LIVIA PRUCCOLI
MARC BAUER A MILANO
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Mi piace Commenta Condividi, A Rhetorical Figure”. Nella sede milanese dell’Istituto Svizzero, il prestigioso polo culturale elvetico in Italia, è in corso la prima personale a Milano di Marc Bauer. L’artista ginevrino, classe 1975, berlinese di adozione, Fellow dell’Istituto Svizzero nel 2005/2006, GASAG Art Prize 2020, disegna quasi esclusivamente a matita, esplorando concetti di storia e memoria, sia personali che collettivi. Nei disegni appositamente preparati per l’esposizione meneghina, Bauer si concentra sui meccanismi e le insidie della comunicazione digitale, una cifra e un valore aggiunto del nostro tempo, che consente una comunicazione veloce, essenziale, spesso collegiale e a distanza, ma che può diventare un insidioso strumento di mistificazione. In pratica l’artista espone un assemblaggio di opere, talora associativo, per analizzare il contenuto simbolico e/o sottolineare il potenziale manipolativo di certe parole e certe immagini veicolate dai social media. Soprattutto in un periodo in cui la politica mondiale viene sempre più gestita via Twitter, talvolta in maniera anche superficiale oppure aggressiva. E così, Bauer, ad esempio, traspone in disegni alcuni famosi Twitter di Matteo Salvini (leader della Lega e fino a settembre 2019 Ministro dell’Interno italiano), che hanno ottenuto centinaia di “Mi piace” e
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di condivisioni. Quello del gatto che si mangia la sardina, ovvero il movimento delle cosiddette “Sardine”, che dall’autunno scorso riempiono le piazze italiane per contrastare l’avanzata populista di destra. Quelli con immagini di pizze, Madonne, del panino con la Nutella, evocate come distintivo di italianità contro chi non ne fa parte. Alla mostra c’è pure un’installazione sonora, che rilascia il ritornello di “Bella Ciao”, la celebre canzone partigiana divenuta un po’ l’inno delle Sardine, e in questi mesi di lockdown anche quello del ‘popolo dei balconi’, in Italia e in qualche caso persino all’estero. Su tutto domina un grande murale, che propone un’interpretazione baueriana di “El sueño de la razón produce monstruos” (Il sonno della ragione genera mostri), un’acquaforte e acquatinta realizzata nel 1797 da Francisco de Goya. Evidentemente Bauer, dopo averci mostrato come può funzionare la comunicazione digitale e il mercato dei “Mi piace”, delle condivisioni,vuole invitarci a stare più attenti su certe dinamiche.
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VITTORIO RASCHETTI
EARTH RED: URBAN GARDEN & TRAFFIC ISLAND ART DESIGN & STREET PERFORMANCE, ORGANIC WALK, PUBLIC SOW PROJECT
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n landmark emozionale di contaminazione tra natura e cultura: per rivitalizzare un luogo simbolico, avvalendosi della sensibilità non convenzionale dell’arte contemporanea. Un intervallo naturale, una pausa di sospensione, una meditazione poetica, nel mezzo della circolazione urbana. Oltre la modernità, che ha eletto le città centri privilegiati di produzione e fruizione dell’arte, la tarda contemporaneità, si concentra su scenari urbani e post-industriali per realizzare opere site-specific con l’ambizione di contribuire a riqualificare il paesaggio urbano. Un incubatore, una star-up, di idee innovative di arte a rilievo sociale, un laboratorio diffuso per l’arte contemporanea da condividere con la comunità. Un campo di azione collettiva, un modo di vivere lo spazio urbano, di riappropriazione di beni comuni.
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Occorre socializzare il gesto creativo, toglierlo dalla solitudine ideativa dell’artista e portarlo nella dimensione della relazione ed inclusione. L’arte è attitudine, pensiero, stile di vita che produce libertà attraverso l’espressione. La contaminazione tra il pensiero paziente della creatività ed il mondo impaziente della mobilità. Un percorso lineare, un’oasi naturale affacciata sulla frenesia della città. L’energia emozionale di uno spazio insolito, oltre il prevedibile, in relazione diretta con la vita e la socialità. Arte e natura come terapia per rigenerarsi e tornare ad essere, liberando la magia di forze istintive. Lentezza e bellezza, complice amicizia con la pura natura delle cose, oltre i doveri della vita attiva. Una scia di colori, fiori ed odori, interminabile tapis rouland chilometrico di idee in movimento per abbattere la giungla d’asfalto.
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Liberare l’immaginazione oltre i limiti dello spazio fisico, distribuire metafore veicolare energia agli angoli della città. La natura è un universo di informazioni, l’arte fonda una nuova architettura di relazioni. Occorre animare ed abitare poeticamente la città. Varcare la soglia lo spartitraffico che divide diverse visioni della città, modelli di sviluppo, paradigmi di mobilità: da una parte paranoia, individualismo ed alienazione, dall’altro verde, prossimità umana, sostenibilità. Una visione olistica della natura, una visione umanistica della società, una corsia preferenziale per l’utopia di una nuova intelligenza relazionale, di empatia emozionale. Un nuovo modello antropico per l’estetica morale territorio, oltrepassando l’entropia delle relazioni, la dissoluzione della fiducia e la catastrofe etica del presente con pratiche di creatività collettiva come occasione a di auto-educazione a forme di socialità e cittadinanza attiva. Una pedagogia ambientale, un orizzonte di crescita di qualità e vivibilità territoriale a partire dalla comunicazione in presa diretta con la realtà, partendo dal basso, a livello stradale, ma con la nobile ambizione di innescare un processo di trasformazione culturale. Proteggere lo spazio con l’apertura è il metodo dell’inclusione, custodire un senso, prendere in prestito per restituire uno spazio accresciuto di cura. Km Rosso è una una Traffic Island che crea una risonanza con i quartieri attraversati: seminando fiori, sfiorando sogni collettivi, indicando una visone del futuro, attivando una rete di relazioni e progetti culturali, declinando una identità disposta ad accogliere molteplicità e diversità. Una colonia vegetale, una semina collettiva che prova ad allacciare una trama di relazioni tra rapporti umani. Decontestualizzati e trapiantati in uno scenario cittadino i papaveri del chilometro rosso s vengono trasformati in un vettore di nuovi significati, sono dei living colors, ma prelievi di realtà concreta e organica esposti come bandiere colorate, come opere pop in mezzo al palcoscenico della vita. Una land art che insiste e modifica il paesaggio, in un gioco di rimandi, in un percorso di apparizioni che moltiplicando la presenza di segni nel contesto della città, suscitano interrogazioni, e pensieri da parte dei fruitori. 80
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Un work in progress destinato a moltiplicarsi diffondersi secondo logiche di contaminazione virale, da un quartiere, alla città, ad altri centri secondo una logica di germinazione diffusa. La pratica dell’arte contemporanea implica un dispositivo filosofico fondato sull’interrogazione, dove il valore dell’opera non dipende solo dall’oggetto concreto in sé, quanto dalla relazione che è in grado di stabilire con un pubblico spiazzato da una collocazione decontestualizzata. Ciò, a maggior ragione, quando avviene non più nello spazio delimitato del museo, ma in quello dello spazio pubblico senza nemmeno fornire un preannuncio.Se il senso concettuale dell’opera si costituisce nel suo impatto con le interpretazioni del pubblico, il destino dell’opera si delinea a partire dall’impiego che ne facciamo. Perciò, nel nostro caso, l’opera consiste nell’offrire alla città il privilegio di concedersi istanti di libera contemplazione oltre la concreta funzione. Un momento creativo e liberatorio oltre il peso della ripetizione dello spazio pubblico come luogo di mero attraversamento e della routine di uno sguardo incapace di vedere. Solo forze inattese sanno spostare il punto di vista sulla realtà abbandonando abitudini per addentrarsi nella Terra ignota. Un effetto di straniamento, che genera un cortocircuito tra le opere e il pubblico predisponendo ad una nuova riflessione sulla gratuità del gesto artistico come dono di riflessione. Fiori come bandiere, che rivendicano tutto l’orgoglio della nazione senza confini dell’arte nel riappropriarsi dello spazio della creatività nello spazio nella città. Paesaggio mai sazio di colore, che non deve pagare il dazio per varcare nuove confini cittadini. Urban garden che si estende come un asse di propagazione dentro il cuore della città, disegnando una mappa di sensibilità presidiando un’arteria ad alta densità simbolica. Per una singolare coincidenza i papaveri hanno la stessa gamma cromatica delle luci dei semafori, ne condividono la stessa presenza muta nei punti cruciali nelle strade; i papaveri sono semafori emotivi che dirigono gli incroci del traffico dei pensieri nel movimento caotico e nevrotico della città senza pretendere di fermare, ma all’opposto di garantire libero corso alle emozioni e all’entusiasmo di volare con la fantasia. www.inewsswiss.com
Un arredo urbano non previsto e non richiesto: per questo autenticamente necessario. Isole di verde che cercano una occasione di interazione con il territorio urbano soprattutto grazie all’arma comunicativa del colore. Sono opere disperse nella città che mobilitano nuove aree di sensibilità. Sono opere sensori per cogliere gli umori della città. Sono opere che catalizzano il desiderio di trasformazione antropologica della città. Sono una dose omeopatica di follia artistica somministrata alla città, per curare dall’inquietudine e dalla paranoia urbana. I papaveri sono alieni che curano dall’alienazione della città. Il senso dell’opera è ciò che ne pensiamo, il destino dell’opera è ciò che ne facciamo. Il senso dell’opera non si fissa in una direzione univoca ma viene affidata alla cura dello sguardo di passaggio, alla ricezione della vita con la sua ricchezza di interpretazioni autentiche che eccedono sempre le intenzioni degli artisti. Un’ opera che si estende dalla mappa mentale al territorio, dal mondo dell’arte al mondo della vita. Si tratta perciò di una azione che non si limita a modificare la percezione dello spazio urbano, ma in realtà cerca di modificare la sensibilità di chi non è più solo fruitore e spettatore, ma partecipa come integrato a sua volta nell’opera dell’arte. La pratica artistica è l’evento che salva il dialogo attivando la creatività plurale disseminata nel “Noi”, per raccogliere e proseguire collettivamente l’utopia democratica di scultura sociale indicata J. Beuys. Una forma di Arte plurale capace di generare una molteplicità di relazioni e plasmare una nuova attitudine sociale. Mai come ora è indispensabile disporsi a rinegoziare collettivamente il senso di una modalità di appartenenza al territorio della relazione e della comunità del progetto utopico, concedendo diritto di espressione al linguaggio segreto della Natura. Spirito auto-generativo di fusione esotica di colori. Uno spazio interiore di sincronia tra forme e ritmi della Natura. Uno spazio sacro di sapori vivaci che si condensano in sorprendenti montaggi ludici, in una costellazione di analogie. La natura si auto-rivela, si dispiega entro se stessa, diviene insieme ontologia ed epifania di sé come tautologia della vita e come slancio vitale. Vittorio Raschetti
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Gallery II of the new route Dialogues with Picasso at the Museo Picasso Málaga © Museo Picasso Málaga © Succession Pablo Picasso, VEGAP, Madrid, 202
DIALOGUES WITH PICASSO.
COLLECTION 2020-2023 - - - 82
Museo Picasso Málaga’s priority objective is to promote the diverse and universal work of Picasso. For this reason, today, Monday 1st June, the digital presentation of Dialogues with Picasso. Collection 2020-2023 goes out to the international cultural and social community that has been created around the institution. This new museographic layout of the collection is the result of the joint endeavours of Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte (FABA) and MPM’s own artistic team. This is the sixth transformation of the exhibition rooms of the Palacio de Buenavista since the museum first opened in 2003. There are currently 120 works on display, with highlights such as the cubist sculpture Glass of Absinthe (1914), or the return of the painting Susanna and the Elders (1955), and even a tapestry based on the Demoiselles d’Avignon. Digital and educational material are also particularly important features. This is all thanks to the negotiations that took place to ratify the agreement between the Consejería de Cultura y Patrimonio de la Junta de Andalucía and FABA, which has been renewed for three more years, during which time a total of 162 works by Picasso will be added to the 233 works MPM holds in its own collection. The new layout of the permanent collection is the result of the combined efforts of the professional staff of Museo Picasso Málaga and FABA, and the collaboration of guest associate curator Pepe Karmel, Associate Professor of Art History at the University of New York. iNEWS
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y periodically refreshing, and thus revising, its permanent collection, Museo Picasso Málaga is in a way following in the footsteps of Picasso himself, who innovated constantly with his art throughout his life. With its thematic and chronological layout, this new exhibition narrative in the Palacio de Buenavista will enable visitors to acquire a deeper knowledge of Pablo Picasso’s artistic career by grouping his works together in a way that helps them to understand his artistic processes. The new layout of the exhibition rooms owes its unique features to a selection of 162 works on loan from FABA, some of which have never been shown before in Málaga, and to an innovative scenographic layout in the museum spaces. This renewal comprises works currently held by the museum and others that are returning after having been shown here before, either in the permanent collection or in temporary exhibitions. There are 44 paintings, 49 drawings, 40 graphic works, 10 sculptures, 17 ceramics, 1 tapestry and 1 linocut plate. With the 233 works belonging to Museo Picasso Málaga and these 162 from Fundación Almine y Bernard RuizPicasso para el Arte (FABA), the collection will hold almost four hundred works by Pablo Picasso, dating from between 1894 and 1972, of which 120 will be on display in the Palacio de Buenavista. In addition to this, The Three Graces (1923), a large canvas which shows us Picasso at his most classical and monumental, will be remaining in MPM for another three years, along with the iconic bronze Bull’s Head (1942), made from the handlebars and saddle of a bicycle, as well as other artworks. Together with the rest of the pieces on display, all these works build a story that begins with Picasso’s formative years and continues through the most representative periods of the artist’s career. Getting to know Picasso For the exhibition presentation associate curator Pepe Karmel, who devised the exhibition concept, explained his point of view as follows: “The challenge in displaying the work of Pablo Picasso is to do justice to his astonishing diversity while also demonstrating the unity and coherence of his work. In just a few years, Picasso travelled from the drama and tenderness of the Blue and Rose Periods to the cerebral experiment of cubism. After the First World War, he invented a new, modern form of classicism. In the 1920s and ‘30s, he went back and forth among cubism, classicism and surrealism. After World War II, he invented new styles for which art historians have still not found names. He is best known as a painter but was also the greatest sculptor of the twentieth century. And the greatest printmaker. To help the visitor to get to know Picasso, Karmel came up with the idea of displaying his work “in small groups of related pictures and sculptures. Each group is focused on a traditional subject such as the human body, the portrait, or the still life. One room is a “bestiary,” with paintings and sculptures of bulls, birds, and cats. There is also a rich selection of his narrative drawings, some illustrating Aristophanes’ bawdy comedy Lysistrata, others recounting the myth of the Minotaur.” The new layout begins on the ground floor, introducing the visitor to the artist himself through photographs and biographical texts, then moves on to a series of Women and Men, with portraits dating from 1894 to 1906, then another on Cubism: bodies, with works from 1906 to 1914. Then Cubism: still lives, with works from 1911 to 1922, is shown in the same room as the selection Modern Classicism, dating from 1922-1923. The tour continues through Models, Bathers and Defiant Women, with works from 1927 to 1933, and the section Metamorphosis and Abstraction, from the 1927-1932 period. On the upper floor of the gallery, the exhibition continues with The Minotaur and Other Monsters, which contains a selection of works from 1928 to 1938, and Relentless Gazes, with portraits painted between 1934 and 1939. The Anatomy of Terror, with works dating from 1936 to 1948, and The Face of War, the Face of Peace, from www.inewsswiss.com
1944 to 1950, contain works from that convulsive period. Next, we move on to the Bestiary, with depictions of animals dating from 1941 to 1960, and the Carnal Landscapes of 1944 to 1971. With Picasso by now settled in the South of France, Return to the Mediterranean brings together works from 1948 to 1960, and leads to the room containing Familiar Gazes, portraits painted between 1962 and 1965, before ending with The Wise Child, with works from 1970 to 1972 - just a year before he died. Throughout the display, drawings and touchscreens have been installed so that the visitor can discover the rest of the series. This is because the works are exhibited in rotation for conservation purposes and to be able to periodically renew the display, Catalogue and educational programme Before the summer, and to coincide with the new layout, Museo Picasso Málaga will be presenting a fully illustrated catalogue with essays by Pepe Karmel, Associate Professor of Art History at New York University, USA; Michael C. FitzGerald, Professor of Fine Arts and Director of the Art History programme at Trinity College, Hartford, Connecticut, USA.; and Salvador Haro, Dean of the Faculty of Fine Arts at Universidad de Málaga, amongst others. A number of cultural activities have been scheduled to take place throughout the summer months, to help stimulate the local art scene and offer the citizens of Málaga a comfortable space in which to enjoy the city’s artistic and cultural diversity. Open-air summer workshops for children have also been devised so that they can explore some of the art techniques Picasso worked with. The programme will include cultural and educational activities that will take place towards the end of the year. For more information, please check the website: www.museopicassomalaga.org Pablo Picasso as seen by Roberto Otero Throughout the summer there will also be a display of around 70 photographs from the Roberto Otero Archive, along with a selection of books illustrated by Pablo Picasso. Photos and books belong to the Collection of the Museo Picasso Málaga. Roberto Otero (Trenque Lauquen, Buenos Aires, 1931 - Palma de Mallorca, 2004) was one of the main photographers to have continuously taken personal pictures of Pablo Picasso during the last few years of his life, in his house in Mougins in the South of France. Busy in his workshop, in the company of his wife Jacqueline Roque, attending a bullfight, contemplating his work… The pictures convey the atmosphere of the artist’s home, a place where he also received visits from his friends and acquaintances. These photographs will be shown alongside a selection of books illustrated by Pablo Picasso that testify to the artist’s love of books and his special relationship with the written word. These short-run publications each have their own special characteristics and have rarely been shown in public. With them, Museo Picasso Málaga is exhibiting and highlighting a portion of its holdings that is not often on display, but which nevertheless comprises a major part of the permanent collection.
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Pablo Picasso (1881-1973)
Glass of Absinthe Paris, spring 1914 Bronze, painted in oil and white metal absinthe spoon 21 x 14 x 7 cm Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte, Madrid. On temporary loan to the Museo Picasso Málaga © FABA photo: Hugard & Vanoverschelde Photography © Sucesión Pablo Picasso, VEGAP, Madrid, 2020
Pablo Picasso (1881-1973)
Woman 1927 Oil on canvas 136 x 103 cm Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte, Madrid. On temporary loan to the Museo Picasso Málaga © FABA photo: Hugard & Vanoverschelde Photography © Sucesión Pablo Picasso, VEGAP, Madrid, 2020
Pablo Picasso (1881-1973)
Still Life with Guitar Paris or Juan-les-Pins, [1920] Oil and collage on canvas 72.5 x 91.5 cm Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte, Madrid. On temporary loan to the Museo Picasso Málaga © FABA photo: Hugard & Vanoverschelde Photography © Sucesión Pablo Picasso, VEGAP, Madrid, 2020
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Pablo Picasso (1881-1973)
Susanna and the Elders Nice, summer 1955 Oil on canvas - 80 x 190 cm Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte, Madrid. On temporary loan to the M. Picasso Málaga © FABA photo: Hugard & Vanoverschelde Photography - © Sucesión Pablo Picasso, VEGAP, Madrid, 2020
Pablo Picasso (1881-1973)
Head of a Bull Paris, 1942 Bronze 42 x 41 x 15 cm Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte, Madrid. On temporary loan to the Museo Picasso Málaga © FABA photo: Éric Baudouin © Sucesión Pablo Picasso, VEGAP, Madrid, 2020
Pablo Picasso (1881-1973)
Bather Mougins, 5 July 1971 Oil on canvas 96.7 x 130 cm Museo Picasso Málaga. Gift of Christine Ruiz-Picasso © Museo Picasso Málaga. Photo: Rafael Lobato © Sucesión Pablo Picasso, VEGAP, Madrid, 2020
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