NOTA DELL’EDITORE
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Editor-in-chief Dinara Dultaeva Project coordinator Nigora Jamolova Graphic designer Ilyas Ayserkenov Editor Mauro Lovecchio Editorial team Raffaele De Pascalis, Zarnigor Usmonova, Margarita Sergeeva, Matlyuba Mustaeva, Artur Artimanov, Valeriya Galihanova, Yulduz Latipaeva Dinara UZ
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gni nuovo momento, ogni nuova ora, ogni nuovo giorno è l’inizio di un nuovo viaggio. Ogni giorno passato in viaggio eguaglia anni passati vivendo la stessa routine casalinga. In questa edizione di Visit Uzbekistan vogliamo condividere con voi tutte le esperienze che questo Paese assolato sa offrire.
Con noi scoprirete Samarcanda, Bukhara, Martian, Taskent e molto ancora. Il neo Amasciatore dell’Uzbekistan a Roma, S.E. Otabek Akbarov parla dei collegamenti tra Uzbekistan e Italia, esplorando le prospettive future. In contemporanea, l’Ambasciatore d’Italia in Uzbeki-stan, S.E. Andrea Bertozzi, condivide le sue impressioni e esperienze sull’Uzbekistan. Insieme con i motivi tradizionali per visitare l’Uzbekistan, vi proponiamo esperienze uniche all’aria aperta, come la falconeria e il tradizionale gioco a cavallo dell’UloqKo’pkari, che vi farà rimanere senza fiato. Conoscendo l’amore degli italiani per la moda e i tessuti, abbiamo dedicato un lungo capitolo del magazine ai Suzani, meravigliosi ricami fatti a mano sia per l’intero or design che per l’abbigliamento. Abbiamo anche raccolto dei suggerimenti sui posti migliori per acquistare i Suzani durante il vostro soggiorno in Uzbekistan. E, naturalmente, non potevamo omettere un viaggio gastronomico con storie che faranno venire l’acquolina in bocca su cosa mangiare e come apprezzare a pieno il cibo uzbeko. Un calendario di festival, con cadenza quasi mensile, in tutto il Paese, vi fornirà decine di motivi per visitare l’Uzbekistan tutto l’anno. Tutti i mesi l’Uzbekistan vi aspetta con il meglio dell’ospitalità orientale, le sue vivide tradizioni e la sua magica bellezza.
Contributors and translators Luca Lovecchio, Shodiya Fazilxodjaeva Photography Alokhon Abdullaev, Fidel Askarkhodjaev, Evgeniy Sorochin, Andrew Arakelyan Proofreading Khurshida Khodzhaeva COVER Photography Irina Kim Visit Uzbekistan magazine N13, 2018 Dinara Media Relations PC Dinara&Co. Trademark Tel.: (+998 93) 500 55 65 www.dinara.co info@dinara.co The magazine is registered by Press and Information Agency of Uzbekistan on 12.05.2017. Registration number N 0915 ISSN 2181-9254 All rights reserved. © Dinara&Co. © Dinara Dultaeva
Official partner Tourism Development Committee of Uzbekistan
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Indice
VISIT UZBEKISTAN
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10 buoni motivi per investire nel turismo in Uzbekistan
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Versatilità e potenziale dell’Uzbekistan attraverso lo sguardo della stampa italiana
Come i nuovi visti elettronici semplificano la vita
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Sviluppo economico, percorsi turistici e gastronomia attraverso la stampa italiana
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Uno spettacolo da non perdere! Kupkari - la tradizionale competizione tra cavalieri uzbeki
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Un indimenticabile viaggio gastronomico e un assaggio della storia dell’Uzbekistan attraverso la sua cucina nazionale
Aria bohemien nel design d’interni. Quello the i suzani tradizionali e lo stile «bohochic» hanno in comune
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Apri le porte di uno dei migliori ristoranti premium. «Basilic», un luogo per veri gourmet
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Investire
buoni motivi
VISIT UZBEKISTAN
per investire nel turismo in Uzbekistan
L’industria turistica dell’Uzbekistan ha un grande potenziale, mentre la liberalizzazione dell’economia del Paese attira sempre più investitori internazionali. Solo nel 2018, il flusso turistico verso l’Uzbekistan è aumentato di oltre 2 volte rispetto al 2017. Sempre più spesso, il nome del paese appare nei sondaggi dei viaggiatori e nelle valutazioni di fonti autorevoli da National Geographic, Lonely Planet, AirBnB e altri. Essere all’inizio di una nuova fase per il Paese consente di avere un vantaggio considerevole a chi volesse investire. La nostra redazione ha preparato una piccola lista dei motivi per i quali è favorevole investire nell’industria turistica dell’Uzbekistan.
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SUPPORTO STATALE C’è un grande interesse del governo nello sviluppo delle infrastrutture turistiche con assistenza nella semplificazione dei processi di sviluppo del segmento nel suo complesso. Il Presidente dell’Uzbekistan prende personalmente iniziative in questa direzione. Il Comitato di Stato della Repubblica dell’Uzbekistan per lo sviluppo del turismo ha previsto interventi nel Paese fino al 2025, con i seguenti obiettivi: favorire la realizzazione delle infrastrutture, creazione di un ambiente turistico accessibile e confortevole, attuazione e rafforzamento del ruolo sociale del turismo esterno ed interno, migliorare la qualità e la competitività del prodotto turistico dell’Uzbekistan nei mercati nazionali e globali.
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LIBERALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA La dinamica dei cambiamenti nell’economia dell’Uzbekistan negli ultimi due anni è enorme. Ciò è anche evidente dagli indicatori del Paese in varie classifiche mondiali, tra cui il World Bank Doing Business. Nell’indice Ease of Doing Business – la promozione delle attività ha portato l’Uzbekistan all’11° posto nel 2018, mentre un anno fa era al 74 ° posto. La semplificazione delle procedure nel settore del turismo alberghiero e dei servizi turistici continua, compresa l’eliminazione delle autorizzazioni, l’abolizione di alcuni tipi di licenze, il trasferimento della funzione normativa delle autorità locali alla pratica del controllo pubblico. Si sviluppano gli scambi e le relazioni transfrontaliere tra i paesi dell’Asia centrale, il che comporta un aumento del flusso di turisti regionali e nuove opportunità per tour e servizi combinati.
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Investire
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VISIT UZBEKISTAN
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PRIVILEGI FISCALI
Le aziende che partecipano alla costruzione e alla modernizzazione degli hotel sono esentate dalle tasse per un periodo di 5 anni. Per 3 anni, le aziende che costruiscono parchi tematici ed etnici sono esenti da tasse. La tassazione dei servizi di tecnologia dell’informazione e della comunicazione presso le strutture turistiche sta diminuendo. Gli esperti stranieri reclutati come manager negli hotel sono esentati dall’imposta sul reddito delle persone fisiche. Le esenzioni doganali per l’importazione di attrezzature e componenti speciali per il settore alberghiero sono valide per 5 anni. Gli imprenditori possono usufruire di terreni non utilizzati in aree promettenti per lo sviluppo del turismo, con il diritto di esenzione dalla tassa fondiaria. Prestiti a lungo termine (fino a 15 anni) con un interesse minimo e condizioni flessibili sono assegnati per la costruzione e la modernizzazione delle infrastrutture turistiche.
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NUOVI TOUR
In Uzbekistan vengono create zone turistiche gratuite che forniscono condizioni preferenziali per la costruzione e la gestione di complessi alberghieri e ricreativi, centri commerciali e di intrattenimento e altre strutture. In particolare, l’area turistica di Chimgan-Charvak nella regione di Tashkent, progetto di Tashkent City, di Samarcanda City, l’antica Bukhara e altri.
KLONDIKE TURISTICA L’Uzbekistan ha un enorme potenziale turistico: quello alimentare, eco-turismo; sci alpino, turismo di pellegrinaggio, turismo culturale. Allo stesso tempo la domanda eccede ancora l’offerta in tutte le direzioni: dall’infrastruttura ai servizi di tour operator, guide e servizi di qualità. È ancora scarsa la presenza di noti marchi di hotel internazionali. È invece alta la richiesta di ostelli economici e pensioni. Interessanti opportunità di investimento riguardano lo sviluppo del “turismo intelligente”, l’introduzione di soluzioni IT nei siti del patrimonio culturale, lo sviluppo di audioguide per musei, soluzioni di navigazione intelligenti, servizi di prenotazione online, ecc.
VISTI
Il regime senza visti per i cittadini di Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Germania, Georgia, Israele, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Moldavia, Repubblica di Corea, Russia, Ucraina, Kirghizistan, Singapore, Turchia, Francia e Giappone contribuisce ad aumentare il flusso turistico. Per semplificare lo schema di registrazione e ottenere un visto per i cittadini in arrivo, sono disponibili servizi online specializzati (attraverso il programma “E-Mehmon”). È stato introdotto un sistema per il rilascio di un visto elettronico, che può essere ottenuto tre giorni prima del viaggio programmato, e un comodo ingresso di transito fino a 5 giorni, che non richiede un visto per il trasferimento attraverso l’Uzbekistan.
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POTENZIALE INTELLETUALE
L’Uzbekistan è conveniente per molte aree commerciali, grazie al basso costo della manodopera specializzata. Allo stesso tempo, il livello di istruzione, le abilità linguistiche ed il talento delle giovani generazioni sono all’altezza dei competitor internazionali. Oltre 500.000 laureati entrano ogni anno nel mercato del lavoro, comprese le università e le università specializzate nei settori del turismo e dei servizi. Nel 2018 è stata aperta a Samarcanda l’Università Internazionale del Turismo «VIA DELLA SETA». Questa università preparerà personale professionale e condurrà ricerche nel campo del turismo internazionale.
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SICUREZZA
L’Uzbekistan è conosciuto come un Paese stabile e religiosamente tollerante. Per diversi anni consecutivi, l’Uzbekistan ha conquistato il primo posto nella classifica dei paesi più sicuri. In tutte le città c’è una polizia turistica, che fornisce un contributo di sicurezza ai turisti e, in qualche misura, anche un supporto informativo.
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FESTIVAL
In Uzbekistan si svolgono sempre più eventi culturali, musicali, tematici e sportivi di portata internazionale. Festival e feste nazionali si celebrano in tutto il Paese quasi tutto l’anno. Soprattutto durante l’alta stagione turistica, in primavera e in autunno, festival e brillanti manifestazioni si svolgono in diverse regioni del Paese contemporaneamente. I festival musicali internazionali di Maqom, Sharq Taronalari a Samarcanda, il festival Adras a Margilan, il Boysun Bahori (primavera in Boysun) a Surkhandarya sono uno dei motivi per visitare il Paese.
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OSPITALITÀ
Infine, un piacevole vantaggio di essere in Uzbekistan e fare affari nel Paese dove la gente è sincera e ospitale. Tutti gli ospiti del Paese, di regola, celebrano la sincerità, l’apertura e la cordialità della gente. Ricco patrimonio, tradizioni colorate e profondo rispetto per gli ospiti: questi sono tra i motivi che spingono i nostri ospiti a tornare in Uzbekistan.
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Intervista
VISIT UZBEKISTAN
La prospettiva italiana in Uzbekistan Ambasciatore d’Italia in Uzbekistan Andrea Bertozzi: Oggi, nel campo del rafforzamento delle relazioni diplomatiche, l’Uzbekistan è un partner importante per l’Italia. La cooperazione e il dialogo si stanno sviluppando in modo dinamico tra i due Paesi, coinvolgendo diversi settori.
Per lei cosa rappresenta essere ambasciatore in Uzbekistan? Come valuta le dinamiche delle relazioni tra i due Paesi? Per noi diplomatici di carriera, avere l’incarico di Ambasciatore è la realizzazione dell’obiettivo personale con cui siamo entrati al Ministero degli Esteri. E’ un onore infatti rappresentare il nostro Paese all’estero, lavorare per il miglioramento delle relazioni bilaterali, assistere le nostre comunità. Insomma essere la voce e il volto di uno Stato in un altro Stato. E’ un’obiettivo che si raggiunge dopo molti anni di lavoro, dopo esperienze diverse sia per quanto riguarda il tipo di lavoro (prima di venire a Tashkent ero Console Generale a Ginevra e mi occupavo fondamentalmente dei servizi alla nostra diaspora in quella pare della Svizzera), sia le destinazioni geografiche in cui siamo chiamati ad operare. Ci portiamo dietro questo bagaglio di esperienze e le adoperiamo per svolgere al meglio il nostro lavoro di Ambasciatori. Quali erano le sue aspettative su questo paese prima di venire e sono cambiate? Ho sempre avuto la passione per la storia. Noi la studiamo con un’ottica forse troppo “eurocentrica”, trascurando a volte di vedere gli stretti
legami che hanno unito la nostra storia con quella di altre regioni, anche lontane. Questo vale in particolare per l’Asia, che con l’Europa ha sempre avuto un rapporto intenso, talvolta dialettico e conflittuale, ma più spesso di reciproco arricchimento. In questo contesto, l’Asia Centrale, l’Uzbekistan, sono stati un crocevia fondamentale per l’incontro tra Oriente e Occidente, culla di civiltà che si sono spesso sovrapposte, unite, amalgamate, sino a formare un unicum del tutto speciale. Ecco, per venire alla sua domanda, mi attendevo un Paese con una forte personalità in termini di storia e cultura. E certamente tale aspettativa non è andata delusa. Quali differenze e punti comuni ha notato nelle tradizioni e nello stile di vita tra Italia e Uzbekistan? Ho trovato molte somiglianze tra Italiani e Uzbeki. Posso citarne alcune: l’amore per la musica, l’attaccamento alle proprie tradizioni, la buona cucina, il senso della famiglia, lo spirito diffuso di imprenditorialità. Non dimentichiamo poi che l’Italia è un Paese composto da regioni molto diverse tra loro, frutto di dinamiche storiche differenti durante molti secoli. L’Italia è divenuta uno Stato unitario solo nel 1861. La ricchezza culturale che deriva da tale diversità la ritrovo anche in Uzbekistan e questo è un elemento che ci unisce. Per le
differenze, qui forse c’è un più forte senso della comunità, un rapporto umano che per alcuni aspetti forse da noi si è fatto più tenue. Cosa ne pensa delle attuali riforme in programma nel Paese? Ho la fortuna di vivere un momento storico per l’Uzbekistan. Le riforme stanno toccando tutti gli aspetti della vita del Paese. Sono impressionato dalla mole di lavoro che il Governo sta realizzando per liberalizzare l’economia, modernizzare la struttura produttiva, migliorare il business environment, dare spazio al settore privato, utilizzare appieno tutte le opportunità che ci offrono le nuove tecnologie. E’ un processo che prende del tempo, data l’ampiezza delle riforme. Ma non vi sono dubbi che l’Uzbekistan è ormai solidamente incamminato sulla buona strada. Abbiamo poi apprezzato molto le nuove dinamiche impresse dal Presidente Mirzyoyev alla politica estera uzbeka e riteniamo fondamentale il ruolo che il Paese svolge per la stabilità e prosperità dell’Asia Centrale e dell’Afghanistan, che della stessa fa integralmente parte. Quali sono le attuali priorità nelle relazioni tra Uzbekistan e Italia e in che modo si sono sviluppate nell’ultimo anno?
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Le relazioni sono sempre state eccellenti. L’Italia è stata uno dei primi Paesi a riconoscere l’Uzbekistan indipendente e lo scorso anno abbiamo celebrato i 25 anni di relazioni diplomatiche. Vi è tuttavia ancora del potenziale da sfruttare e su questo stiamo lavorando, anche attraverso vari accordi in negoziato. Direi che i nostri Paesi sono pronti a fare un salto di qualità nei rapporti politici per rafforzare anche la collaborazione in tema di commercio, investimenti, cultura, collaborazione interuniversitaria. Quali sono le principali aree di cooperazione economica tra due paesi? E’ soddisfatto del volume del turismo in Uzbekistan? La voce che maggiormente pesa sull’interscambio commerciale è quella relativa a macchine ed impianti. L’Italia ha una grande tradizione manifatturiera ed una solida struttura industriale che in questo momento storico è funzionale alle esigenze di sviluppo e modernizzazione dell’Uzbekistan. Credo tuttavia che vi siano tutti i presupposti per fare di più in termini di numeri in entrambe le direzioni. Per quanto ci riguarda, siamo presenti nel settore metallurgico e ci interessano i progetti nel campo dell’oil and gas, dell’energia, del biomedicale, delle costruzioni e delle infrastrutture. Ma non dimentico i settori più tradizionali, come il tessile, il cuoio, la seta, l’agroindustriale, come confermano i sempre più assidui contatti tra le aziende dei nostri Paesi. Quanto al turismo, basta viaggiare nelle città uzbeke in questa stagione per vedere come il Paese sia una meta popolare per i turisti italiani, certamente tra i più numerosi tra quelli europei. Io sono convinto che questi numeri aumenteranno sostanzialmente grazie alla decisione di introdurre il visto elettronico che ha semplificato molto le procedure. E certamente aumenterebbero ancora se il requisito del visto fosse eliminato. In quali campi ritiene che le relazioni bilaterali offrano spazi di miglioramento? Contiamo di mettere in agenda incontri a livello politico durante i quali potremo discutere con le nostre controparti uzbeke una road map per aggiornare e
rafforzare la cooperazione bilaterale in tutti in settori, specie in un momento in cui l’Uzbekistan sta attraversando un momento storico di grandi trasformazioni. Qual è lo stato attuale dei legami culturali, educativi e turistici tra i due paesi? Sul piano accademico, la collaborazione tra Politecnico di Torino e TTPU è un’esperienza di successo, che compirà 10 anni nel 2019. Sono molto contento che una Università italiana abbia svolto un ruolo pionieristico per l’internazionalizzazione dell’educazione in questo Paese. Si tratta di un elemento importantissimo per le nuove generazioni in un mondo globalizzato e competitivo. Di recente è stato aperto un corso di bioingegneria presso l’Istituto Statale di Stomatologia, sempre con il Politecnico di Torino. Stiamo lavorando ad altre iniziative di questo tipo, che spero possano essere finalizzate a breve. Ricordo poi che presso l’Università delle Lingue Mondiali è attivo da vari anni un lettorato di Italiano, insegnato anche all’Istituto di Lingue Straniere di Samarcanda. Lo scorso anno abbiamo organizzato una bella mostra su 60 di Moda Italiana, portando a Tashkent alcuni dei primi capi d’abbigliamento realizzati da famosi stilisti italiani. Ci piacerebbe un’iniziativa analoga in Italia per la promozione del patrimonio culturale uzbeko. Quali pensa che siano i principali fattori di attrazione turistica? Siamo il Paese che al mondo ha più siti UNESCO catalogati come Patrimonio dell’Umanità. L’industria del turismo è quindi per noi un settore importantissimo. Nel 2017 abbiamo ospitato 58,7 milioni di turisti, ossia un numero pari all’intera popolazione italiana. Il contributo totale all’economia è stato di 223,2 miliardi di euro, pari al 13% del PIL. L’impatto economico del turismo si riflette in maniera rilevante sul mondo del lavoro, con oltre 3,4 milioni di posti direttamente e indirettamente generati nel 2017, pari al 14,7% dell’occupazione totale del Paese. Ma noi vediamo il turismo non solo in termini di dati economici ma anche come uno strumento di trasmissione
del nostro stile di vita, della nostra cultura, della nostra lingua. Pensate ad esempio che una lingua sostanzialmente parlata in un Paese di 60 milioni di abitanti, è la quarta più studiata al mondo. Credo che l’Uzbekistan abbia tutte le carte in regola per puntare sul turismo come importante volano per lo sviluppo: le sue bellezze artistiche e naturali, il cibo, la musica, la sicurezza, la straordinaria ospitalità della sua popolazione. Oltre al fascino che esercita la sua storia millenaria. So che sono allo studio o già in cantiere numerosi progetti di modernizzazione delle strutture e che sono state adottate varie iniziative per rendere il più comodo possibile il soggiorno dei turisti. In questa prospettiva, raccomanderei di essere visibili e accurati su internet. Il turista italiano organizza spesso i suoi viaggi da casa, consultando il web per comparare prezzi e recensioni e poi procedere agli acquisti. Quali sono i tre simboli di identità nazionale più importanti dell’Uzbekistan? (anche nel campo della cultura, dell’economia? Non è una domanda facile perché ce ne sono molti. Per me che vivo qui, direi i colori dei bazar, il Registan, il museo Savitsky di Nukus. Quali sono i suoi luoghi preferiti in Uzbekistan e, in special modo, a Tashkent? Quali piatti consiglia di provare? Anche queste sono domande difficili. A me piacciono molto i parchi di Tashkent, verdi e molto curati, i bazar come dicevo prima, il museo delle Belle Arti, che ha collezioni interessantissime e pezzi di tutte le epoche di gran pregio. Il piatto delle cucina uzbeka che preferisco è il lagman, che spesso mangio anche a casa. Forse perché mi ricorda in qualche modo la pasta fresca della tradizione italiana. Quali emozioni riporterà con se in Italia una volta lasciato l’Uzbekistan? E’ da poco più di due anni che sono in Uzbekistan. Ho scoperto molte cose e sono certo che ancora ne ho tante da scoprire nei prossimi mesi. Magari è meglio che risponda a questa domanda poco prima di partire per tornare a Roma.
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In primo piano
VISIT UZBEKISTAN
L’UZBEKISTAN INTRODUCE UN SISTEMA DI RILASCIO PER I VISTI ELETTRONICI (E-VISA.GOV.UZ) Dal 15 Luglio 2018, viene introdotto un sistema per garantire permessi di soggiorno digitali “visa” a scopo turistico (proposta del presidente della Repubblica dell’Uzbekistan n.3836 del 4 Luglio 2018 “misure addizionali per ottimizzare l’ordine di accesso di cittadini straniere all’interno della repubblica dell’Uzbekistan”).
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uesto sistema, in accordo con le regolazioni sui visti uzbeki, fornisce la cancellazione della procedura obbligatoria di richiesta da missioni diplomatiche ed uffici consolari della repubblica dell’Uzbekistan all’estero per la registrazione di un visto turistico.
Il visto viene rilasciato ad un cittadino straniero per un singolo soggiorno nella repubblica valido per un periodo di 30 giorni. Il visto è valido per 90 giorni dalla data di rilascio Il tempo di attesa previsto per la registrazione ed il rilascio di un visto elettronico è di due giorni lavorativi, escluso il giorno della richiesta. Il visto elettronico verrà consegnato tramite e-mail direttamente al richiedente (indirizzo di posta elettronica indicato durante la compilazione del modulo sulla pagina ufficiale «e-visa.gov.uz»).
La richiesta per il visto deve essere fatta non meno di tre giorni lavorativi prima della data prevista per la partenza per l’Uzbekistan. Il costo per la richiesta (tassa consolare) di un visto elettronico è 20 USD (dollari). Il pagamento avverrà elettronicamente tramite sistemi di pagamento internazionale. Nel caso in cui verrà negato il rilascio del visto, la somma (tassa consolare) non sarà risarcita. Il visto elettronico non verrà allegato ai documenti (passaporto). Ai controlli di frontiera, il possessore dovrà mostrare il visto in forma cartacea o elettronica.
VISTI DELLA REPUBBLICA DELL’UZBEKISTAN Secondo la legislazione della repubblica dell’Uzbekistan, cittadini stranieri e persone prive di nazionalità potranno entrare
in Uzbekistan o attraversarne i territori solamente se in possesso di visti di passaggio. Cittadini stranieri e persone prive di nazionalità possono ottenere i visti nelle ambasciate e uffici consolari della repubblica dell’Uzbekistan all’estero secondo le regole del “visa support” (conferma del Ministero degli Affari Esteri della repubblica dell’Uzbekistan). Il visto verrà rilasciato a seconda della richiesta da parte dell’organizzazione, compagnia ed ente il quale risiede permanentemente o momentaneamente in Uzbekistan ed inoltrato al Ministero degli Affari Esteri della repubblica dell’Uzbekistan.
REGOLAMENTAZIONI PER VISTI DI NAZIONI SPECIFICHE 1. Un sistema bilaterale che non richiede visti (visa free) è stato instituito con il Kyrgyzstan (fino a 60 giorni), Azerbaijan, Armenia, Bielorussia, Georgia, Kazakhstan, Moldavia, Russia ed Ukraina.
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2. Dal 10 Febbraio 2018, una politica “visa - free” è stata introdotta per i cittadini di 7 nazioni: Giappone, Indonesia, Israele, Corea, Malaysia, Singa-pore e Turchia. La politica “visa-free” si applica ai cittadini di queste nazioni, possessori di qualsiasi tipo di passaporto (diplomatico, di servizio e civile) intenzionati a visitare la repubblica dell’Uzbekistan fino a 30 giorni, a prescindere dal motivo del loro viaggio. Per poter accedere in Uzbekistan, il soggetto deve possedere un passaporto valido o un documento sostitutivo usato per viaggiare verso nazioni straniere. Il sistema è valido per 30 giorni dalla data d’ingresso in Uzbekistan. Prima della scadenza dei 30 giorni di permesso, il cittadino dovrà uscire dall’Uzbekistan. Rimanere oltre i 30 giorni viene riconosciuta come violazione delle regole di soggiorno per i cittadini stranieri nella repubblica dell’Uzbekistan. Qualora sia necessario permanere in Uzbekistan per un periodo superiore ai 30 giorni, sarà necessario ottenere un visto d’accesso per l’Uzbekistan a seconda dei motivi di soggiorno. 3. Dal 10 Febbraio 2018, viene introdotta una procedura di rilascio di visti semplificata per i cittadini di 39 nazioni
(lista fornita a seguire), la quale permette l’ottenimento del visto entro due giorni lavorativi, non contando il giorno di ricezione dei documenti, con la rimozione della necessità di fornire un voucher turistico o un garante legale/fisico nella repubblica al Ministero degli Affari Esteri. Precedentemente, la procedura semplificata era disponibile per i cittadini di Austria, Belgio, Regno Unito, Germania, Spagna, Italia, Lituania, Francia, Svizzera, Tailandia, Repubblica Ceca e Polonia. I turisti di queste nazioni potranno ottenere visti per ingressi multipli per 1 mese, rappresentati di comunità imprenditoriali fino ad 1 anno.
5. Uzbekistan e Giappone rilasciano reciprocamente visti senza tassa consolare. 6. Secondo il decreto del Presidente della Repubblica dell’Uzbekistan n.3836 del 4 Luglio 2018 misure addizionali per ottimizzare l’ordine di accesso di cittadini straniere all’interno della repubblica Uzbeka” dal 15 Luglio 2018 entreranno in vigore le seguenti regole: •
il sistema di rilascio del visto turistico elettronico per cittadini i quali godono di un sistema semplificato di rilascio visti
•
permesso di transito senza visti attraverso il territorio Uzbeko per un periodo non superiore ai 5 giorni per cittadini di alcune nazioni (lista a fondo pagina). I cittadini dovranno passare per aeroporti internazionali Uzbeki se in possesso di biglietti per una terza nazione.
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Permesso di soggiorno visa-free per cittadini di età inferiore ai 16 anni e possessori di documenti di riconoscimento elettronici. In questo caso dovranno essere accompagnati da tutori legali e potranno permanere in Uzbekistan per la durata del visto dell’accompagnatore ma non per un periodo superiore ai 90 giorni dalla data di ingresso.
I visti sono rilasciati entro 2 giorni lavorativi escluso il giorno di ricezione dei documenti. 4. Il sistema visa-free viene garantito anche per Cina, Ungheria and Tajikistan (fino a 30 giorni), Vietnam e la Corea (fino a 60 giorni), Brasile, Lettonia, Polonia, Romania, Singapore, Slovacchia, Estonia, Kuwait and Turchia (fino a 90 giorni). I cittadini di queste nazioni, possessori di passaporti diplomatici sono considerati dipendenti di ambasciate o uffici consolari delle rispettive nazioni presenti all’interno del territorio Uzbeko, il trattamento è esteso alle famiglie per l’intera durata.
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Viaggi
VISIT UZBEKISTAN
Assalomu alaykum! Benvenuto in Uzbekistan
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motivi per visitarlo
Spesso ci sono luoghi che appartengono di più al sogno, alla fiaba, che alla realtà. Senza ombra di dubbio un posto speciale in questa categoria è occupato dall’Uzbekistan. L’Uzbekistan seduce con i suoi racconti di imperi fiabeschi e di caravanserragli, dove si mescolano, spezie, tessuti e pietre preziose, valorosi cavalieri e dispotici emiri, ricchi mercanti e avventurosi viaggiatori.
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ui, dove si intrecciano culture altrove inconciliabili, passarono Marco Polo e Alessandro Magno, si scontrarono genio e lungimiranza di Tamerlano e la furia distruttrice di Gengis Khan. Un luogo che, dopo i fasti del passato, in cui era un’oasi di civiltà nel mezzo del
mondo dei nomadi Mongoli, si è visto infilare in un cono d’ombra che l’ha tenuto al riparo dagli occhi del mondo. Ma il luogo è rimasto uzbek (padrone di se stesso), della sua identità, del suo fascino, della sua magia, della sua realtà. Un angolo di deserto, brullo e piatto, capace di meravigliare il viaggiatore più
esperto. Tanti sono i motivi per visitare l’Uzbekistan! E, come dice una vecchia canzone del cantautore italiano Roberto Vecchioni “non è poi così lontana Samarcanda”, ma scegliamone cinque solamente per lasciare che gli altri si facciano scoprire dalla vostra curiosità di viaggiatori:
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I paesaggi che vi lasceranno senza fiato.
Racchiuso nel cuore dell’Asia centrale, separato dal mondo da aspri deserti e montagne, l’Uzbekistan assomiglia a una terra infinita dall’aspetto autentico, con vaste distese a perdita d’occhio. Esteso per 1500 km da Nord-Ovest a Sud-Est, con una larghezza media che non supera i 300 km, l’Uzbekistan si allunga dalle falde occidentali del massiccio dell’Alaj a Est fino alle rive di quello che era il vastissimo lago d’Aral (uno dei più grandi disastri ambientali del pianeta oggi oggetto di interventi di recupero ambientale molto importanti) a Ovest. Il famoso deserto Kyzyl Kum (Sabbia rossa) del Nord-Ovest (uno dei più grandi deserti del mondo) si estende verso Sud fino al Karakum (Sabbia nera); entrambi coprono l’80% del territorio. L’Est del Paese è un territorio di alte cime, montagne innevate che raggiungono i 4.300 metri di altitudine, e maestosi ghiacciai sui fianchi delle catene di Tien Shan e del Pamir. Ghiacciai che danno origine ai tre fiumi principali che attraversano il Paese: l’Āmū-daryā, il Syr-darja e lo Zerafšan. La valle di Fergana è la zona più fertile del Paese grazie al suo clima temperato. In questa terra infinita, allo stato puro, anche la fauna è eccezionale, ricca e varia con specie rarissime come l’antilope Saiga e il celebre leopardo delle nevi, che abita le zone montuose. 15 i parchi nazionali, dove vivono uccelli, rettili e sorprendenti tartarughe del deserto.
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Viaggi
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La via della Seta. Le città, l’architettura, l’arte.
Un tour dell’Uzbekistan dovrebbe iniziare da Tashkent, la capitale, il cui nome significa “fortezza di pietra”, una delle più grandi città dell’Asia Centrale. Sebbene tra le città uzbeke sia quella che più ha subito l’influenza stilistica sovietica (l’Uzbekistan è diventata una repubblica indipendente nel 1991 prima faceva parte degli stati dell’Unione Sovietica), è riuscita comunque a mantenere inalterate numerose testimonianze della sua lunga storia. Tra i miti e le leggende che hanno fatto conoscere l’Uzbekistan oltre a Tamerlano spiccano i nomi di Alessandro il Grande, Marco Polo e Gengis Khan. Tutti passarono per la Via della Seta rendendo il paese il più ricco di storia fra le repubbliche dell’Asia Centrale, dove sorgono alcune tra le città più antiche del mondo e numerose bellezze architettoniche, oltre a panorami incantevoli con pianure desertiche, oasi, bacini e montagne. Una strada, o meglio una rete di strade, di percorsi terrestri e marittimi hanno spostato nel corso dei secoli uomini, merci e conoscenze dall’estremità orientale dell’Asia sino al Mediterraneo e all’Europa. Romantica e recente, l’espressione ‘Via della seta’ restituisce il senso di un mondo vasto, attraversato fin dai tempi antichi da guerre e conflitti ma animato anche dal fervore di scambi commerciali, culturali e politici.
VISIT UZBEKISTAN
<<L’espressione “Via della seta” fu inventata nel 1877 dal geografo Von Richtofen. La seta: simbolo di ricchezza e potere, primo esempio di valuta pregiata in India e in Cina, il tessuto ha viaggiato attraverso le piste inaugurate da Alessandro Magno, poi percorse in pace dalle carovane dei mercanti e dai monaci buddhisti, e in guerra dalle armate dell’Islam, del Celeste Impero e dei khan mongoli. La riscoperta della Via della seta da parte del mondo cristiano si deve alle cronache, in parte favolistiche, di Giovanni da Pian del Carpine, ai miti esotici raccolti nel “Milione” da Marco Polo e ai diari di viaggio dell’intellettuale islamico del Medioevo, Ibn Battuta. Ma anche opere più schiettamente letterarie o tradizioni improbabili (come quella del fantomatico Prete Gianni, il cui misterioso regno, mai localizzato con certezza sulle carte geografiche del tempo, fu però nominato da tutti) trasmettono un riverbero di quel lontano splendore. In tale turbinio di
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storie, leggende, avventure, incontri e scontri, la Via della seta appare come un orizzonte aperto, un ponte gettato fra civiltà e culture diverse, un’arteria vitale per gli scambi commerciali e la circolazione delle idee, che ancora oggi, nell’epoca della globalizzazione, mantiene intatta la sua suggestione.>> (E. Huyqhe, La via della seta. Da Alessandro a Tamerlano) Fra montagne e altipiani per questo cammino sono transitati spezie, animali, ceramiche, cobalto, carta, e naturalmente la seta. Tappe di questo cammino sono le città riconosciute dall’UNESCO patrimonio dell’umanità: Samarcanda, Bukhara, Khiva, Shakhrisyabz, tappe di un viaggio millenario che giunge fin dentro al nostro presente. Samarcanda è rimasta per noi occidentali quello che era per Alessandro Magno sulla strada verso l’India: <<Tutto quello che ho sentito dire di Macaranda (antico nome di Samarcanda) è pura verità, salvo che essa si rivela molto più bella di quanto avrei potuto immaginare>> (Alessandro Magno). <<Nessuna città ha un nome così evocativo: appena lo pronunci l’Oriente t’assale. Samarcanda è l’estrema tra le Alessandrie fondate dal re macedone; è la città delle fortezze e dei sepolcri; è il nodo carovaniero sulla Via della Seta, il maggior raccordo commerciale di terra fra Cina ed Europa; è la sede del Gur-Amir, tempio e santuario, centro del mondo dalla cupola turchese sotto la quale il grande Tamerlano dorme per sempre.>> (Samarcanda, F. Cardini) la Moschea di Bibi Khanum, la sua moglie prediletta, e il Registan, il centro della città nel medioevo con le sue tre madrase, uno dei complessi architettonici più famosi del mondo. Tutto è conservato benissimo e la magia è accentuata dal fatto che vi sentirete gli unici turisti occidentali nella zona, sensazione che si ripeterà ancor più nelle altre città che susciteranno l’infinita lontananza dei luoghi del passato. Bukhara, la Nobile, la Santa, La Perla dell’Islam. Ricca di edifici millenari nascosti dalle possenti mura, è meno presente nell’immaginario collettivo occidentale rispetto a Samarcanda. Un detto locale recita che Samarcanda rappresenta la bellezza in terra, mentre Bukhara è la bellezza dello spirito. Camminare nelle viuzze, sulle mura o nel bazar
della città vi riporterà indietro di 600 anni; tutto sembra essere rimasto fermo ad allora! I mercanti che vendono spezie e tappeti e i vecchi fuori dalle moschee in legno sembrano essere lì da sempre. Ma la città che più ci porta nel sogno è Khiva. Per raggiungerla bisogna attraversare il deserto del Kizilkum e costeggiare il confine con il Turkmenistan. Con l’atmosfera da ultima frontiera, fu un tempo l’ultimo punto di ristoro per le carovane prima di mettersi in viaggio verso la Persia. Racchiusa dalle possenti mura di argilla sembra essere sospesa nel tempo dentro a un cuore di sabbia. Le case in fango e pietra, le moschee in legno, brillano di una luce irreale. A simboleggiare la lontananza dalla realtà, nel mezzo della piazza principale c’è un’enorme base di minareto, decorato in ceramica blu. Nel 1500 avrebbe dovuto essere il minareto più alto del mondo, una costruzione ambiziosa per una città di mercanti sperduta nel deserto. Ma i soldi finirono e la costruzione non fu portata a termine. Da non perdere una visita a Shakhrisabz conosciuta ai giorni nostri per essere stata la città natale di Tamerlano. Qui sorgono le monumentali rovine di ciò che resta dell’ Ak Saray (Palazzo Bianco), il palazzo estivo di Tamerlano progettato nel 1380 per essere la più grandiosa tra tutte le costruzioni di Timur (Tamerlano). Sono sopravvissute solo tracce delle sue due torri, alte 65 metri e composte di mosaici in ceramica, blu, bianchi e oro. Sopra l’entrata si trova una scritta che recita: <<Se metti in dubbio la nostra potenza, guarda i nostri edifici>>
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Viaggi
VISIT UZBEKISTAN
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L’arte dell’artigianato
L’arte applicata dell’Uzbekistan è fatta di lavori originali ed esclusivi e ad Aprile, quasi ogni fine settimana, nei dintorni di Tashkent, ci sono fiere e mostre di artigianato. “Qui fanno i tappeti più sottili e belli del mondo”- diceva Marco Polo. Forse il più antico tipo di tappeto è quello di lana ovina, una invenzione dei popoli nomadi che ancora oggi serve ai pastori sui pascoli di montagna, come copertura della tenda e per coprire il pavimento, in quanto, secondo la leggenda, serpenti e ragni velenosi non entrano mai in un tappeto di lana ovina. In Khorezm, Karakalpakstan, Surkhandarya e nella valle di Fergana vengono prodotti i tappeti di feltro policromo decorati con semplici ornamenti. Le tipologie sono differentissime, a seconda delle regioni. Nella valle di Nurata, Jazzax e Andijan, con un filato grosso, vengono tessuti i dzhulhirs, dalla morbida e soffice superfice con colori basati sul blu e rosso. Tinti con colori naturali i tappeti di Bukhara sono tra i più rinomati e conosciuti in tutto il mondo. Il loro classico disegno basato sulla ripetizione di motivi gul disposti regolarmente su tutto il campo e racchiusi da una cornice ricca di bordure minutamente decorate, è uno splendido esempio di equilibrio e armonia delle forme e dei decori. Nella regione di Andijan tessono i tappeti di colore rosso e blu, mentre i tappeti di Khiva sono spesso decorati con ornamenti floreali (Kashgar) che vede nella parte centrale un medaglione o un vaso di fiori. La tessitura e il ricamo sono nobili arti, gli abiti delle donne uzbeke sono confezionati con tessuti ricamati di seta che li rendono unici. Gli Ikat e i Suzane sono i due prodotti tessili più famosi di questa area geografica. La parola Ikat significa “legare” e descrive sia un’antica tecnica di tessitura che il tessuto dai colori vivaci creato con questa tecnica.
Gli Ikat venivano utilizzati per creare i vestiti da cerimonia e per decorare le entrate delle case perche’ simboleggiavano ricchezza e benessere. La parola Suzani, invece, ha origini persiane e significa “ago” e sta ad indicare dei teli ricamati con fili di seta. Il Suzani e’ stato per anni un’espressione artistica delle donne dell’Asia Centrale, la tradizione racconta che appena nasceva una bambina, la madre iniziava a ricamarle un Suzani, che avrebbe rappresentato una parte della sua dote e, una volta che la figlia diventava adulta, anche lei si univa alla madre al ricamo del proprio Suzani. I costumi festivi e copricapi mancano sicuramente di attrattiva se non hanno motivi d’oro e ornamenti; alla fine del XIX – XX secolo Bukhara, diventa il centro di ricamo d’oro, per questo non si può lasciare il paese senza aver acquistato il dopy: uno zucchetto nero, di forma cubica, con decorazioni bianche, che ricordano intrecci di foglie. Per valutare la bontà e qualità del cappello c’è un metodo, occorre appoggiare una teiera piena sopra il cappello: se la regge senza collassare su se stesso la qualità è ottima! Uno dei numerosi modi di espressione dell̀ arte in Uzbekistan è la ceramica. I primi modelli trovati dagli archeologi sono piatti grandi, coppe sferiche (piala e kosa), vasi e brocche. Rishdan è uno dei più famosi ed antichi centri di produzione di ceramiche la cui lavorazione fu introdotta nel XII secolo. La sua caratteristica è il brillante smalto blu (ishkor). Pregevole anche l’intaglio del legno, la lavorazione dei metalli e le lacche, pittura che utilizza coloranti naturali mescolati con il tuorlo d’uovo.
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Le tradizioni e il folklore.
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La musica e la danza
La musica uzbeka è il risultato del ricco incontro di culture diverse. Il makoms è un genere particolare, caratteristico dall’esecuzione toccante. Nella musica uzbeka e tagika maqam rappresenta un grande ciclo vocale-strumentale, una specie di suite di 20-45 parti strumentali e vocali. Di solito si esegue una composizione di sei maqam, che formano uno shashmaqam con la durata paragonabile all’opera europea. L’insegnamento di shashmaqam, fino agli anni ‘30 del secolo scorso, era orale, senza note, un metodo di ripetizione con l’insegnante. L’ensemble classico di shashmaqam è tradizionalmente composto di due Tanburi, un Dutar, un Gujak e una Doira, inclusi 2-3 interpreti vocali. Da più di dieci secoli, la tradizione della musica classica di Shashmaqom si è evoluta nei centri urbani dell’Asia centrale, precedentemente noto come Mâwarâ al-Nahr, una zona che ora comprende il Tagikistan e l’Uzbekistan; nel 2003, per questi due Paesi, è entrata a far parte della lista dell’UNESCO del patrimonio immateriale. L’arte del canto viene trasmessa di generazione in generazione. Concorrono a rendere particolari le sonorità dei brani il ghidjak (liuto) e la dombra (la chitarra).
Quando, il 21 marzo di ogni anno, secondo il calendario astrologico, il sole entra nel segno dell’Ariete, in Uzbekistan si celebra l’antichissima festa di Navruz. Le origini di Navruz sono, persiane e sono collegate alla dottrina ideologica di Zoroastro, che contrappone la luce alle tenebre, la vita alla morte, la materialità alla spiritualità. Lo storico greco Strabone descriveva la celebrazione della festa Navruz così: “Dai tempi più antichi fino ad oggi gli abitanti della Mesopotamia si riuniscono in quel giorno nel Tempio del Fuoco. È la festa più venerata, i commercianti chiudono i negozi, gli artigiani smettono di lavorare. Si divertono tutti e offrono uno all’altro bevande e pietanze che sono state toccate dal fuoco”. Nel 2009 il Navruz è stato inserito nella lista UNESCO del patrimonio culturale non materiale dell’umanità per Azerbaigian, l’India, l’ Iran, il Kirghizistan, il Pakistan, la Turchia e l’Uzbekistan. La festa che, per il popolo uzbeko, segna l’inizio del nuovo anno, è un momento propiziatorio perché annuncia il risveglio della natura dopo l’inverno e l’inizio del ciclo agricolo di coltivazione, semina e raccolta. La sua celebrazione è scandita da concerti in parchi e piazze, fiere e gare nazionali di ippica (kupkari). I festeggiamenti durano 13 giorni, è prassi comune visitare amici e parenti, comprare e piantare alberi da frutto, riordinare la casa, lavare tappeti e tende. Il pasto tradizionale è il sumalyak, fatto con farina e granelli di grano germogliati, viene cotto lentamente per 24 ore sul fuoco a legna, a volte con aggiunta di spezie. Il grano germogliato è il simbolo della vita, del calore, dell’abbondanza e della salute.
Musica e danza trovano le loro prime testimonianze nei fregi architettonici. Dal IV all’VIII secolo i ballerini professionisti di Samarcanda, Bukhara e Tashkent erano così conosciuti da essere richiesti alla corte dell’imperatore cinese. Oggigiorno danze rituali vengono eseguite in occasione del Navruz. Alcune danze si riferiscono a cerimonie come matrimoni e danze funebri. Viene ancora eseguito il zikr, un rituale sufi in cui i ballerini viaggiano in cerchio con movimenti ripetitivi accompagnati da canti e percussioni per raggiungere uno stato meditativo. Da non perdere nel mese di Agosto il Shark taronalari, il festival internazionale di musica Orientale, che si svolge nella magnifica cornice di Samarcanda. Siate i benvenuti in Uzbekistan, dove potrete perdervi nel dedalo dei bazar seguendo gli aromi e i profumi di preziose spezie e ritrovarvi ad ammirare sete preziose e ricami dorati, dove ogni volto che incontrerete sulla vostra strada vi racconterà una storia diversa fatta di mercanti, leggende, viaggi avventurosi, dove potrete veramente saziare il vostro spirito di viaggiatore e solo allora essere pronti a ripartire per un nuovo viaggio e una nuova avventura.
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Rassegna Stampa
VISIT UZBEKISTAN
Raffaele De Pascalis
Per molti l’ex paese dell’Unione Sovietica (la sua dichiarazione di indipendenza risale al 1991) è solamente un territorio dominato da steppe aride con poche attrazioni. Niente di più falso. L’Uzbekistan è infatti ricco di luoghi di interesse poiché, per oltre 2 mila anni, è stato attraversato dalla Via della Seta, ovvero la via commerciale che collegava la Cina al Mediterraneo, e tra i paesi dell’Asia centrale è quello in assoluto più intriso di storia. È una terra di incomparabile fascino e bellezza, ricca di siti patrimonio dell’UNESCO.
L
e città di passaggio della Via della Seta si sono arricchite notevolmente permettendogli di prosperare per secoli e secoli, con magnifiche moschee, minareti e antiche “madrasse” (le scuole coraniche), tutte magnificamente colorate di piastrelle maioliche e mosaici azzurri splendidamente conservati.
Distante 6000 km dall’Italia, è un paese che oggi attrae fortemente l’interesse da parte del pubblico italiano con i tre settori economici più importanti: il turismo, l’imprenditoria e gli investimenti, tanto da essere fonte ispiratrice di articoli sulle maggiori testate italiane e fulcro di attenzione da parte di blog di viaggiatori e tour operator, e, “last but not least”, indicato nei siti governativi di cooperazione e investimenti per le imprese. Questo interesse si riflette nella stampa italiana che già da tempo, con le sue
maggiori testate di informazione e turismo è editorialmente attiva, con una ricca pubblicazione di articoli sugli argomenti citati. Fare un breve viaggio in quello che la nostra stampa pubblica nei suoi format può sicuramente servire a chi non conoscendo ancora questo paese voglia farsi un’idea di quello che potrebbe vedere recandovisi direttamente, oppure incuriosire e stimolare la fantasia di chi ha, semplicemente, sete di conoscenza. “La Stampa” una delle testate più diffuse in Italia, nel suo format sui viaggi scrive: “Esiste un luogo che, nonostante i suoi anni, splende ed illumina di immenso gli occhi di ogni visitatore, pronto a fare di ogni viaggio un’esperienza indimenticabile: si tratta dell’ Uzbekistan, sintesi tra Oriente ed Occidente, un paese
ricco di storia, una terra attraversata un tempo da mercanti, avventurieri ed esploratori, che ancora oggi riesce ad ammaliare con le testimonianze del suo grande passato. Tra i suoi mille colori e gli spazi infiniti, dove si fondono l’azzurro del cielo e l’arida sabbia, sorgono alcune delle città più antiche del mondo, molti dei principali centri di scambio lungo la leggendaria Via della Seta (che collegava attraverso una fitta rete di percorsi, che si sviluppava per circa 8.000 km, costituita da itinerari terrestri, marittimi e fluviali l’impero cinese e quello romano). A rapire lo sguardo sono le affascinanti sfumature azzurre che caratterizzano i mosaici di Samarcanda il cui centro storico, con i suoi 2700 anni, nel 2001, è stata inserita dall’UNESCO nella World Heritage List, sotto il titolo di “Samarcanda - Crocevia di culture” per i suoi oltre 140 edifici di inestimabile valore artistico e culturale…”. (fonti La StampaViaggi – 2012).
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La bellezza e la natura ancora selvaggia danno a questo luogo una forte connotazione turistica, che si riflette molto spesso nei moltissimi articoli pubblicati. Anche “La Repubblica”, 2° quotidiano per diffusione in Italia, con una tiratura di oltre 220mila copie, si è interessata più volte al paese con articoli di interesse turistico ed economico : “Dalla magica Samarcanda alla cittadella di Khiva, dalla Bukhara misteriosa custode dei propri gioielli alla moderna Taskent, un paese da sogno, ancora pressoché inesplorato, ma pronto a farsi scoprire. Grande una volta e mezza l’Italia, l’Uzbekistan è ancora un paese misterioso fuori dalle grandi rotte turistiche. Eppure racchiude una storia millenaria fatta di straordinari incroci culturali e religiosi che vale la pena di scoprire. Si può cominciare proprio dai grossi centri sorti sulla via della seta: quel complesso reticolato di strade e rotte che dall’Europa alla Cina trasportavano spezie, tessuti, pietre preziose ma anche libri, conoscenze e saperi . La leggendaria Samarcanda che con le sue madrasse e le cupole azzurre è uno dei gioielli d’Oriente, la misteriosa Bukhara il cui centro conta un centinaio di edifici storici tra i meglio conservati in tutto il paese in un’atmosfera quasi intatta, la cittadella di Khiva e i suoi bastioni di sabbia e Tashkent, la metropoli di stampo sovietico, con la sua monumentale metropolitana, ricca di marmi e stucchi, l’unica nell’Asia centrale. Perdersi nei chiassosi bazar, dove vorranno vendervi qualsiasi cosa, dagli animali vivi ai cimeli dell’Armata Rossa, testimonianza di un passato molto recente. Trascorrere almeno una notte nel deserto, che occupa buona parte del Paese, in una yurta: la classica tenda delle popolazioni nomadiche della steppa per godersi, nel silenzio assoluto un cielo traboccante di stelle… Uno dei modi migliori per visitare l’Uzbekistan è contattare uno dei tanti tour operator locali e farsi confezionare un percorso su misura di gruppo o individuale con una vettura e autista. In questo modo si può entrare in contatto con la popolazione locale, spesso infatti le abitazioni private si trasformano in accoglienti ristorantini per i turisti dove sarete accolte da tavole già imbandite di pietanze dolci e salate, perché secondo l’uso locale quando si comincia a mangiare sulla tovaglia non deve esserci posto nemmeno per un guscio di noce. E non stupitevi se vi offriranno dell’ottima
birra locale, perché in Uzbekistan l’Islam è moderato e molto tollerante in fatto di alcool. Potrebbe poi capitarvi di essere invitati a un matrimonio locale. Sarete trattatati come ospiti d’onore - gli stranieri sono di buon auspicio per gli sposi - e parteciperete a un vero e proprio banchetto con decine di portate per poi essere trascinati nelle danze dove, complici le numerose bottiglie di vodka, uomini e donne fino ad allora seduti in tavolate separate si scioglieranno in balli e canti. Il tutto sotto gli occhi compassati della sposa che secondo il cerimoniale asiatico dovrà rimanere impassibile per tutta la durata della festa…”. (fonti LaRepubblica.it Viaggi – 2014).
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Rassegna Stampa
VISIT UZBEKISTAN
Sicuramente questo interesse per un paese che ha ancora molto da regalare al viaggiatore esigente, a chi cerca un’immersione nella cultura oltre che nella bellezza di un luogo non è oggi secondo all’interesse per un paese che si apre alla cooperazione economica con il nostro paese attraverso la sottoscrizione di trattati e accordi economici e culturali; ed è così che la cooperazione Italiana ha una sua valenza importante nella vita economica dell’Uzbekistan infatti sulla base dell’Accordo di cooperazione culturale e scientifica del 1997, il 12 marzo 2012 è stato sottoscritto a Tashkent il II Programma di Collaborazione Culturale per gli anni 2012-2015. Riconfermato poi nel III Programma, per gli anni 2017 -2020. Gli argomenti trattati dalla stampa economica italiana sono diversi e spaziano dalle possibilità degli investimenti possibili allo status economico del paese: “Dopo la morte dello storico leader nazionale Islam Karimov avvenuta nel settembre 2016 c’era una sorta di scetticismo riguardo l’Uzbekistan ed il suo futuro come nazione indipendente stabile. Alcuni esperti credevano infatti che fino a quel momento la forte leadership di Karimov era stata l’elemento
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fondamentale per l’unità nazionale ed aveva evitato contrasti politici interni che invece si sarebbero verificati a seguito della sua scomparsa. Con una mossa politica intelligente e con la scelta di un Presidente ad interim, Shavkat Mirziyoyev, successivamente eletto Capo di Stato, il paese è riuscito a superare le difficoltà iniziali ed a continuare il progetto di promozione economica nazionale. Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha certificato il buon andamento economico del paese mantenendo al 6% le previsioni di crescita economica dell’Uzbekistan per il 2017 secondo quanto dichiarato all’interno del rapporto di aprile World Economic Outlook. Gli esperti del FMI stimano una crescita del 6% del PIL dell’Uzbekistan anche per il 2018. Secondo il rapporto, l’economia dell’Uzbekistan è cresciuta del 7,8% nel 2016 e il tasso d’inflazione è stato pari all’8%. Il FMI prevede un’inflazione all’8,6% per il 2017 (nel rapporto di ottobre il 9,8%) e all’8,8% per il 2018. Nel 2016 il saldo del conto corrente della bilancia dei pagamenti è stato pari al 2,8% in rapporto al PIL dell’Uzbekistan (nel rapporto di ottobre lo 0,1%). Nel corso del 2017 questo dato sarà portato al 2,1% del PIL (nel rapporto di ottobre lo 0,2%) e nel 2018 scenderà all’1,6% del PIL.” (fonti ASRIE – Unità di Analisi Ricerca e Internazionalizzazione di Notizie Geopolitiche – 2017)
La bellezza del luogo, la sua storia così affascinante, la sua cultura non riescono sempre a nascondere, i problemi che un paese in una fase di sviluppo e transizione come l’Uzbekistan sta affrontando. “La Repubblica” in un recente articolo del 2018 evidenzia come l’impatto sull’ecosistema messo a dura prova dalla coltivazione intensiva del cotone sia diventato un problema che sta causando ripercussioni sull’ambiente e sulla salute della popolazione uzbeka. Infatti il prosciugamento del lago d’Aral a seguito delle irrigazioni intensive dei campi di cotone ha inciso sul clima e sulle precipitazioni, mentre il sale e la polvere che dal suo fondale essiccato si sollevano, uniti ai fertilizzanti usati in agricoltura, avrebbero determinato un aumento dei problemi a carico dell’apparato respiratorio. Un fenomeno che gli ambientalisti sperano di contenere con processi di umidificazione del suolo arido, interventi già attuati con successo nel confinante Kazakistan, dove per salvare il lago d’Aral il governo ha avviato un progetto di recupero con il supporto della World Bank, che ha finanziato la costruzione di una diga di 12 chilometri lungo lo stretto canale che collega il lago nord con il bacino a sud. Ma, proviamo a lasciare i problemi alle spalle, certi che si possano risolvere con il contributo attivo della popolazione e la volontà politica, e ritorniamo a
parlare di “bellezza”, per scoprire che non è sempre necessario volare a 6000 km per godere dell’unicità di un luogo, specie quando anche il “made in Italy” della moda ha guardato con interesse a questa parte di emisfero, portandolo direttamente nelle vetrine dei suoi atelier. Ed è così che dalle mani e dalla creatività Benedetta Lignani Marchesani una sarta che ha lavorato per anni con uno dei più grandi couturier italiani come Roberta di Camerino, e dalla figlia, Caterina Mancinelli Scotti, nasce “Bizantina Bag” una rivisitazione in chiave moderna delle pochette sartoriali degli anni ‘60, chiusa, come si usava allora, da un automatico cucito a mano, tutta la borsa è fatta a mano, realizzata con prezioso “ikat” di velluto di seta (l’ikat è una particolare tessitura), fatti arrivare direttamente da Bukhara, nell’Uzbekistan. (fonte Sole24 ore).
Il nostro breve viaggio tra le mille sfaccettature degli articoli della stampa volge al termine, ma, speriamo che non finisca con la lettura di queste pagine il vostro interesse a viaggiare, vi invito ad essere viaggiatori curiosi, ad allenare la mente a muoversi anche solo con la fantasia perché come diceva Sant’Agostino circa 1600 anni fa: “Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina”.
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Experience
VISIT UZBEKISTAN
LA FALCONERIA Questa “sofisticata” forma di caccia ha le sue origini nell’antichità, infatti, scene di falconeria sono rappresentate negli affreschi egizi più antichi. La caccia con il falco era conosciuta in Cina già 2000 anni prima Cristo e i romani la praticarono in tutte le province dell’impero; se ne ha notizia in Giappone, in India ed Persia nel VII secolo; in Europa fu introdotta con successo a partire dalla seconda metà del IX secolo ed è molto conosciuta la passione per la caccia con il falco di Federico II di Svevia.
A
nche in Uzbekistan la falconeria vanta tradizioni antiche, Amir Temur (Tamerlano) incoraggiava i suoi guerrieri a cacciare con i rapaci ed egli stesso esercitava la “nobile arte” con la sua aquila, inoltre, abbiamo prova dell’antica passione degli emiri per la falconeria attraverso poemi e miniature arrivati fino ai nostri giorni. Lo scienziato, astronomo e matematico, noto in Occidente con il nome di Tolomeo (Ali Kushchi), aveva per soprannome “qushji” — il falconiere. A lui, in quanto favorito di Uluğ Bek (nipote
di Tamerlano) fu concesso l’onore di cacciare con il Falco Reale e in seguito fu incaricato della caccia del Khan. La descrizione dataci nella prima metà del XIX secolo, nelle sue note di viaggio in Uzbekistan, dal geografo francese Gabriel Bonvalot, testimonia come l’arte della falconeria sia rimasta immutata fino ai nostri giorni: «Nel verde, come molte altre città dell’Asia centrale, Sherabad consisteva in un sobborgo, un mercato e una fortezza, dove risiedeva il sovrano della città (il Bek). (…) Il figlio di Bek
organizzò un insolito passatempo in onore di Bonvalo e Alfred Capus — la falconeria. Si svolse nei sobborghi della città, in stagni popolati da uccelli acquatici. Di buon mattino i viaggiatori partirono a cavallo, accompagnati da un falconiere. Legato alla sella del suo cavallo c’era un piccolo tamburo da caccia, e sul suo braccio, con un guanto, sedeva un falco, la cui testa era coperta da un piccolo cappuccio di cuoio. Prima, il falconiere spaventò gli uccelli con i suoni del tamburo, poi strappò bruscamente il cappuccio del falco e lo lanciò in aria».
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Nata come un modo per procurare il cibo, la pratica della falconeria si è evoluta rafforzando il suo aspetto legato alla conservazione della natura, al patrimonio culturale e all’impegno sociale all’interno delle comunità, fino ad essere riconosciuta nel 2016 patrimonio vivente dell’umanità dall’UNESCO (bene transnazionale degli Emirati Arabi, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Kazakhistan, Repubblica di Corea, Mongolia, Marocco, Pakistan, Portogallo, Qatar Arabia saudita, Spagna, Repubblica Araba Siriana). La pratica può variare per alcuni aspetti, quali il tipo di equipaggiamento utilizzato, ma i metodi rimangono simili. I falconieri si ritengono un gruppo legato al passato, soprattutto nei paesi in cui la pratica della falconeria rappresenta uno dei legami con l’ambiente naturale e con la cultura tradizionale. La conoscenza e le competenze vengono tramandate tra generazioni e gli incon-
tri organizzati dai falconieri danno alle comunità l’opportunità di rafforzare la condivisione. Il rapporto tra l’uomo e l’animale è unico, quasi simbiotico e strettamente legato al territorio e all’ambiente. Il pullo prelevato dal nido in giovane età è scelto quasi sempre individuando quello che rispetto ai suoi fratelli potrebbe soccombere. L’uomo si dedica giornalmente all’allevamento del rapace, lo nutre e gli insegna le tecniche di caccia. Dopo un certo periodo lo abitua gradualmente a ritrovare il suo spazio libero e ad abbandonare il rapporto col suo uomo/madre. Questo rapporto così stretto porta, in molti casi ad un “muto riconoscersi” nei ruoli, tanto che può accadere che se uomo e la sua aquila si incontrano a distanza di anni se il primo riconosce il “suo” compagno dal tipo di volo e lancia il suo antico richiamo può succedere che l’aquila risponda e torni a posarsi sul suo braccio.
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Esperienze
VISIT UZBEKISTAN
Acchiappa la capra! Kupkari. Alle origini del polo? Acchiappa la capra! Questo è il significato della parola uzbeka Kupkari e della corrispondente parola farsi Buzkashi. Si tratta di un antico sport equestre molto popolare in Uzbekistan e in molti paesi dell’Asia centrale.
L
’origine del Buzkashi si perde nella notte dei tempi. Secondo alcune teorie, già gli antichi greci conobbero questa pratica da alcune tribù che popolavano i territori oggi afghani. Quasi certamente è nato nel bacino del fiume Amo Darya, il più lungo dell’Asia centrale, che separa gli attuali Uzbekistan e Turkmenistan. Pare che gli invasori mongoli di Gengis Khan depredassero i villaggi afferrando al volo capre e pecore mentre li attraversavano sui loro cavalli in corsa; le vittime dei saccheggi avrebbero poi cercato di recuperare il loro bestiame allo stesso modo, cavalcando attraverso gli accampamenti mongoli di corsa. Secondo altre teorie pare che gli stessi invasori mongoli usassero, al posto degli animali, i prigionieri quale oggetto di contesa.
Se in Italia il calcio è religione, il Kupcari scalda in modo analogo gli animi dei popoli dell’Asia centrale. Sport nazionale in Afghanistan, (Buzaski), Kazakistan (Kokpar) e Kyrgyzstan (Kok Boru), è praticato soprattutto d’inverno e a inizio primavera, quando il caldo non si fa ancora opprimente. Per alcuni il gioco è alle origini del polo o dell’horse-ball, ma con essi il buzkashi condivide solamente il principio che vede i partecipanti montare un cavallo mentre giocano. Il polo è praticato con una mazza e una palla, con un numero costante di giocatori, nel Kupkari molte decine o, spesso, centinaia di cavalieri si contendono la carcassa senza testa di un agnello, di una capra, pecora o vitello, che viene lanciata con le sole mani nell’area avversaria.
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Le versioni esistenti sono tante e variano da paese a paese, da città a città, secondo la tradizione. Solitamente si gioca divisi in due squadre ma nei villaggi dell’Uzbekistan si pratica quella che probabilmente è una delle versioni più antiche e genuine: si gioca individualmente ‘tutti contro tutti’ e l’abbigliamento dei concorrenti è libero e assolutamente funzionale. Molti cavalieri indossano dei caratteristici caschi di stoffa imbottita, residuati militari usati un tempo dai carristi dell’Armata Rossa sovietica. Non esistono regole scritte, sono per di più tramandate oralmente e frutto di una lunga tradizione ed è concesso di tutto, da colpire l’avversario con il frustino a farlo cadere da cavallo. Quindi botte da orbi, frustrate ai cavalli ed agli avversari, disarcionamenti sono la ‘regola’ ed anche gli spettatori non sono sempre immuni dalla foga dei giocatori e dalla mancanza di delimitazione netta del campo di gioco. Il Kupkari si gioca all’interno di una spianata stepposa, delimitata da dossi di terra, dove si assiepa il pubblico, donne e bambini, che incitano i valorosi cavalieri. Come in ogni competizione equestre che si rispetti, non mancano gli allibratori e le scommesse. La procedura per la preparazione delle carcassa è lunga. L’animale viene decapitato, eviscerato, gli vengono tagliate le
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gambe e immerso in acqua per un giorno al fine di indurirne la carne e la pelle. Prima dell’uso viene anche riempito di sabbia, in modo da renderlo più pesante e pronto per il gioco. La competizione comincia con i saluti di rito e una preghiera. Un trattore trasporta la carcassa al centro del campo e il gioco ha inizio. Il cavaliere in temporaneo possesso della carcassa la trattiene stringendola al corpo del cavallo con una gamba, mentre i concorrenti lo inseguono e cercano di affiancarlo per strappargliela, e per farlo spesso assumono posizioni acrobatiche sul cavallo in corsa. I cavalli vengono spronati con frustini in pelle grezza che vengono tenuti tra i denti quando non usati. In premio ci sono somme di denaro, beni di consumo e il riconoscimento del proprio valore. Giocato in occasione di feste o matrimoni, quando inizia e finisce la stagione agricola e in molte altre occasioni, spesso in Uzbekistan organizzato in modo spontaneo, il Kupkari non è soltanto una competizione equestre, ma è anche, e soprattutto, una grande festa di paese. L’atmosfera che si respira è festosa, la gente locale, ammassata attorno al campo, tifa e scommette; si cucina carne alla brace e si beve (vodka!). E la capra?....viene arrostita dopo che la partita si è conclusa!
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Advertorial
VISIT UZBEKISTAN
Attività nel centro fitness e benessere
“Yoshlik”
Se siete fan di uno stile di vita sano o siete abituati a mantenervi in forma fisica, vi segnaliamo che in uno dei quartieri centrali della città di Tashkent si trova un moderno centro fitness e benessere: lo “Yoshlik”, prima conosciuto come stadio “Start”. Nell’ambito dello sviluppo della capitale, lo stadio é stato ricostruito negli anni 2014-16 ed é stato dotato delle più moderne attrezzature sportive.
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Grazie all’abilità di costruttori e architetti sono stati realizzati: 1. Campi da tennis con pavimentazione in gomma o in sabbia. 2. Un campo di calcio grande e un altro, più piccolo, adatto a bambini e adolescenti. 3. Piste per l’atletica leggera. 4. Centro fitness e benessere. 5. Piscina estiva (lunga 50 metri, larga 25 metri, profonda da 1,8 a 2,3 metri). Una piscina per bambini (adatta fino ai 7 anni). Sempre per i bambini é stato realizzato anche un parco giochi e un piccolo zoo.
Il centro si trova nel quartiere Mirzo Ulugbek, st. Aqqurgan 16. A due passi dalla stazione della metropolitana Pushkin. Punto di riferimento: Istituto di Educazione Fisica. Tel.: (+998) 71-268-4449, (+998) 71-268-9810, (+998) 71-268-9616. Orario continuato dalle 7 di mattina alle 9 di sera. Tutti i giorni, anche i festivi. Metodo di pagamento: contanti e carte di credito. Parcheggio disponibile in loco.
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Cinque motivi PER VISITARE MARGILAN
Zarnigor Usmonova
Da tempo immemorabile la credenza popolare è che la luce della grazia discenda in tutte le città della Valle Dorata e che solo sopra la PerlaMargilan il Sole brillasse in modo particolarmente generoso.
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argilan è una terra nobile, il luogo di nascita di leader dello storico mondo islamico e di famosi artigiani eredi di antiche tradizioni. La particolarità di questa regione è che Margilan è il cuore e la custode dell’arte
Atlas, che non ha analoghi in nessuna parte del mondo. Camminando al passo con il mondo moderno, Margilan per più di duemila anni, ha conservato il colore e lo spirito che è stato descritto nel famoso libro
“Baburname” del grande sovrano di Babur che ha detto: “Una delle città più prospere nella storia dei timuridi. “ Caro lettore, ti presentiamo i cinque segreti orientali della magica città di Margilan.
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L’arte del millennio
La valle di Ferghana a sud-est della quale si trova Margilan, era considerata il centro delle rotte commerciali. Le carovane con la seta Margilan continuavano ad arrivare in India, Cina, Egitto e persino in Grecia. Qui ancora oggi puoi trovare campioni di tessuti di seta antichi di Margilan. Le leggende dicono: “I maestri eredi dell’arte di realizzare una seta speciale non hanno mai svelato questo segreto neanche ai governanti del paese, anche a costo della loro vita”. La seta uzbeka è giustamente chiamata Khan-Atlas - “seta regale”, che, a seconda della colorazione e del modo di produrla viene divisa in diversi tipi. Questo include tessuti come shohi, snipe, addras, che sono differenti a seconda dei fili di seta che la compongono. L’esclusivo Khan-Atlas dell’Uzbekistan ha la sua gamma di colori e di modelli caldi e non ripetitivi.
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Oggi, solo a Margilan, Khan-Atlas si produce questo tipo di seta in modo esclusivamente artigianale in fabbriche di satin come “Khan-Atlas e Yodgorlik”.
Il lavoro dei maestri della seta e dei loro discendenti è molto apprezzato nelle fiere che si tengono in Germania, negli Stati Uniti, in Giappone e in Turchia.
Santuari Per i residenti locali, Margilan è parte integrante del patrimonio religioso. È una città in cui il culto del ringraziamento è indirizzato direttamente al cielo, pregando per ricevere aiuto e per ottenere la pace della mente. Uno di questi luoghi sacri è il Pir Siddiq Complex, fondato nel 17° secolo. Secondo la leggenda, San Pir Siddiq, inseguito dagli infedeli, si nascose in una grotta e i piccioni nidificarono e murarono l’ingresso. I persecutori, raggiungendo la grotta e vedendo i piccioni seduti tranquillamente nei loro nidi, proseguirono decidendo che un uomo non poteva nascondersi in quel luogo, altrimenti gli uccelli
non sarebbero stati tranquilli. In questo modo i piccioni salvarono il santo. Un altro luogo altamente spirituale per i musulmani a Margilan è il Mausoleo di Khoja-Moghiz, un oggetto unico dell’eredità islamica. La combinazione di una modesta gamma di colori con la decorazione raffinata di una camera ottagonale rappresenta una costruzione molto rara dell’architettura islamica. Un’altra caratteristica architettonica di questo mausoleo è una cupola con un diametro di 4,4 metri poggiata su una base a tamburo; si vede, quindi una cupola sfaccettata poggiata su di una base cilindrica.
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Viaggi
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L’eredità di Margilan
Un gran numero di individui laboriosi e di grande talento, in particolare architetti, ha glorificato la Valle di Fergana attraverso la Grande Via della Seta. Le immagini dell’architettura della Valle di Fergana si possono ammirare nelle moschee come il Chakar e il Toron Bazaar che combinano raffigurazioni di fiori, mostrando uno scenario originale e sobrio che parla silenziosamente della forza dell’arte applicata dai maestri della valle.
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Il bazar centrale
Ci sono molte supposizioni sul significato del nome della città “Margilan” - una delle più comuni è la “città verde”. Il terreno qui sembra essere carico di Amore dall’alto e quindi è così fruttuoso. I Margilan sono famosi per i loro giardini di frutta e la dolcezza di speciali melograni e albicocchi. Il Central Bazaar è sempre pieno di turisti, ospiti e gente del posto. Venditori: gli stessi dehkani che coltivavano i frutti sono impressionati non solo dalle delizie naturali, ma anche dall’ospitalità tipica abitanti della soleggiata valle.
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La culla della civiltà – Margilan
A marzo, la città di Margilan ha celebrato i 2000 anni dalla sua fondazione. La perla della Valle d’oro - Margilan, saluterà ogni visitatore nel modo orientale: aprendo le braccia per condividere i suoi tesori. Benvenuti in Uzbekistan!
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Design
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“Boho chic” Libertà di scelta, nel massimo comfort, in una meravigliosa commistione tra Oriente e Occidente. In una parola “Boho-chic”. Nigora Jamolova
Lo stile “Boho-chic” sta divenendo un trend globale non solo nel campo della moda, ma si sta diffondendo sempre più nell’interior design, per dare un tocco “Bohemien” agli ambienti domestici. Lo stile “Boho chic” è diventato una tendenza globale, non solo dal punto di vista dell’abbigliamento; si sta diffondendo l’uso negli interni per
dare un look bohémien agli ambienti. Importante è capire cos’è lo “stile bohémien” e come viene interpretato oggi. La storia di “Boho chic” risale al XIX secolo. L’interno in stile “Boho” è nato in Francia e si è diffuso in tutto il mondo. Le immagini di quel periodo mostrano che l’idea è nata da studenti creativi, costantemente “in
giro” alla ricerca di alloggi temporanei. Loro erano in grado di donare, con l’arredamento, un’atmosfera calda e di fascino a qualsiasi tipo di stanza. L’essenza di questo stile insolito è nel suo nome, “Boho” derivato da Bohemien, che tradotto dal francese significa “zingaro”. Gli zingari vivevano secondo proprie leggi e conducevano
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una vita libera. Lo stile stesso è brillante, variopinto, eccessivo, saturo sull’orlo del kitsch, in un disordine organizzato. La libertà di espressione, il mix di stili diversi nella stessa combinazione di colori è tutto incentrato sullo stile “Boho”. Tende a sovraccaricare gli interni con una massa di dettagli e cose che creano, a prima vista, il caos assoluto. Tutti gli elementi dell’arredamento devono esprimere le ambizioni, il carattere e gli interessi di chi ci abita. Si tende a mostrare tutti gli oggetti preferiti e costosi, perché l’obiettivo principale di ‘’Boho’’ è quello di ispirare, eccitare la fantasia, rivelare l’abilità.
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Design
Il design “Boho” comprende diverse aree; ognuna con le sue caratteristiche di design dal classico all’eco. Lo stile classico “Boho” è il dominio di motivi etnici dai colori vivaci. L’accento è posto sull’arredamento nella cornice di un gusto orientale: tappeti, arazzi, baldacchini. La tavolozza dei colori è improntata sui colori autunnali della sabbia, del fogliame, del cielo, l’oro è il benvenuto come supplemento cromatico. L’interno ha una grande varietà di accessori ed elementi. Nell’arredamento prevalgono le linee rigorose e vengono utilizzati solo materiali naturali e pelle. I tessuti sono solitamente pesanti, lino e cotone sono usati come decorazioni. “Boho-eco” trae le sue origini dalla natura ed usa solo materiali naturali come finitura. I mobili, semplici nelle linee, sono completati da inserti in vetro e metallo ma, non hanno mai elementi cromati. I tessuti in lino e cotone possono essere monocromi o
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con stampe a colori e fatti a mano. Interprete dello stile “Boho chic” per interni può essere il tradizionale Suzani uzbeko. Progettato per decorare la casa il Suzani è un ricamo ornamentale, realizzato con fili colorati su una grande tela monocromatica di lino, cotone o seta. È una ‘canzone’ applicata al tessuto, un vero tesoro del mondo dell’arte decorativa. Il ricamo, considerando le dimensioni delle tele e il lavoro meticoloso, richiede, a volte, per la lavorazione, più di un anno. La tradizione orientale di decorare tessuti con il ricamo si applica non solo in opere di grandi dimensioni ma, anche per decorare borse, vestiti, copricapo, tessuti per la casa come tovaglie, tende, asciugamani. Le scuole più popolari di questa arte nacquero a Nurata, Bukhara, Samarcanda, Tashkent, Fergana, tutte contraddistinte dal loro stile, la loro tavolozza dei colori, ornamenti e trame. L’espressione artistica di questo tipo di arte è semplice e al tempo stesso
distintiva di un luogo. I Suzani non si ripetono, si intrecciano in storie misteriose scritte dall’amore delle artigiane. Come possiamo utilizzare i Suzani nei moderni interni di design? Analizziamo i tipi di Suzani, le loro variazione e il loro uso come copriletto, tende o tappezzeria. Il più popolare tra i designi era e rimane quello di Samarcanda. Popolare è anche il ‘Samarkand suzani’ invecchiato artificialmente. Per “attutire” i colori contrastanti e conferire al ricamo un aspetto più antico i Suzani sono trattati con speciali soluzioni chimiche sbiancanti. Il ‘Tashkent Suzani’ lo troviamo meno utilizzato negli interni moderni. Il motivo è che è più difficile trovare antichi suzani di Tashkent rispetto a quelli di Samarcanda e sono, inoltre, più costosi. In ogni caso i disegni
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insoliti e colorati dei ‘Suzani Tashkent’ sono particolarmente belli. Molto popolari sono anche i ‘Surkhandarya Suzani’ ricamati su uno sfondo colorato, e i ‘Bukhara suzani’ su sfondo bianco. I Suzani vengono utilizzati principalmente come copriletto o tovaglia, le dimensioni li rendono idonei a questo scopo. Spesso vengono usati come tappezzeria. Meno popolare è l’utilizzo come pannello murale, ciò perché questo uso lo configura come oggetto principale di un interno, rendendo difficile il compito dell’arredatore. In sintesi le caratteristiche distintive dello stile “Boho chic” sono il gran numero di decori e tessuti, i colori brillanti, mentre non c’è posto per i toni opachi e le sfumature cupe. Motivi originali di Suzani e colori vivaci aiutano a trasformare completamente l’interno, aggiungere dettagli e dare spazio alla fantasia.
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Arte
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Suzani — una tradizione vivente L’antica tradizione Uzbeka recita che i matrimoni in una casa non finiscano mai, che la figlia debba essere in salute, che la gioia non debba essere interrotta, in questo modo di interpretare la gioia prende vita, o potremmo dire, senza la paura di cadere in errore, colore, una delle arti più sviluppate e storiche di questo paese: il ricamo.
Zarnigor Usmonova
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l ricamo nazionale é una delle più antiche espressioni del arte folkloristica Uzbeca. In principio la sua origine era l’espressione del desiderio popolare di ravvivare la loro quotidianità. In particolare decorare oggetti comuni in casa, oltre ad abiti e calzature. L’arte del ricamo sin dall’antichità era comune tra le donne ed era la principale qualità per la gioielleria, In antichità, l’abilità di ricamare era commerciata a peso d’oro. Il suzani è parte integrante di questa storia.
Il suzani è un arazzo tessuto a mano, caratterizzato da una bellezza esclusiva ed insolita. La storia della manifattura di tali tessuti ha origine nelle nazioni dell’Est, in particolare in Uzbekistan. Sono esistite scuole di maestria per imparare la fine arte del ricamo, e solo un intenditore potrebbe discernere le origini e in quale occasione sia stato prodotto. Per quanto simili a primo acchito, i motivi e le decorazioni riportano piccole differenze che solo un osservatore esperto potrebbe
riconoscere, questi dettagli nascosti ma inconfondibili rappresentano le caratteristiche impronte che possono identificare oltre ogni dubbio l’origine del suzani. I centri dell’arte tessile erano Nurata, Samarkanda, Bukhara, Shakhrisabz, Fergana e Tashka. Come un arte così ricca ed elaborata sia diventata un aspetto predominante della cultura folkloristica tutt’ora stupisce molti studiosi. È, inoltre, straordinario che suzani moderni siano ancora acquistabili nel 21mo secolo.
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Madina Kasymbaev è quella che potremmo definire come “Custode” di questa arte folkloristica centenaria. Madina è la vincitrice della più importante competizione dell’arte folkloristica Uzbeca “Tashabbus 2016”. Tra i pochi artisti a possedere il certificato di qualità UNESCO, partecipante onorario delle esibizioni etniche dell’Estremo Oriente, Europa ed America. Quest’anno era tra i protagonisti dell’ IFAM (International Folk Art Market Santa Fe / Mercato dell’Arte Folkloristica Internazionale di Santa Fe). “Il ricamo - insegna ad una persona una pazienza superiore alle montagne ed il desiderio per una costante ricerca della bellezza e perfezione” - Madina Kasymbaev La produzione di un suzani di medie dimensioni richiede un intero anno di lavoro manuale. Il suzani tradizionale è ricamato con seta naturale, prodotta a Margilan. Nel ricamo, troviamo i motivi del sole e della luna, fiori (solitamente tulipani e giaggioli), volpi, frutti (melograni : simbolo d’amore e prosperità secondo gli Uzbechi), rappresentazioni molto popolari sono anche quelle di pesci e volatili. La leggenda narra che durante il regno di Tamerlano a Samarkanda, nel 15mo secolo l’ambasciatore di Castile Rui de Clavijo Gonzalez stilò una dettagliata descrizione dei ricami che potrebbero essere stati predecessori del suzani. Secondo la maestra del ricamo Madina Kasymbaev, il suzani più grande creato doveva misurare 2-3 metri in lunghezza e 2 in larghezza, al giorno d’oggi le dimensioni di un suzani sono virtualmente infinite. In antichità, i suzani erano gli articoli più preziosi in dote per una sposa Uzbeca. Era credenza comune che segnasse l’inizio di una felice vita coniugale, proteggendo i neo sposi dalle forze maligne. Per questa ragione questi preziosi ricami sono motivo di attenzioni, una tra queste, forse la più curiosa per uno “straniero”, è che il ricamo di un suzani è cucito in modo da avere un inizio ma non una fine. Le ragazze iniziano a ricamare il loro suzani all’età di 10-12 anni e devono averne completato il ricamo prima del matrimonio, lasciandone una
piccola parte non ricamata. La trama “incompiuta” del suzani, rappresenta la continuità delle generazioni, rappresenta il desiderio della sposa di concepire una figlia la quale diventerà maestra e continuerà l’attività della madre.
spesso secolari tramandate di famiglia in famiglia, ed è capace di sopravvivere alle avversità della vita ed alla storia stessa, ed arrivare intatta ai nostri giorni per rinnovarsi e continuare a raccontarsi nelle realizzazioni di abili e meticolosi artigiani.
Il suzani uzbeco - anima della gente, trasportando sin dalla gioventù un senso di bellezza, rafforza l’istituzione della famiglia e protegge quella del proprietario. Una straordinaria tradizione viva che non lascia nessuno indifferente.
A noi resta il compito di raccontare affinché questo immenso patrimonio dell’umanità continui a vivere anche nelle storie, e che questo viaggio nella bellezza sia sempre un punto di ripartenza per un altro viaggio e per nuove bellezze da scoprire.
Ed è così che la storia e la cultura di un popolo si riflette nelle sue tradizioni
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Shopping
Caccia al tesoro,
il Suzani Uzbeco
L’ornamento dipende dall’immaginazione.
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Matlyuba Mustaeva
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orse avrete sentito parlare di quei meravigliosi tessuti ricamati Uzbechi chiamati “Suzani”, ma, allo stesso tempo, non tutti ne conoscono le origini.
In tutta l’Asia centrale, e in particolare in Uzbekistan il ricamo ha una tradizione secolare, la tipologia del ricamo varia a seconda dei luoghi in cui viene realizzato, di solito si tratta di fiori insoliti, uccelli e disegni intricati. Le tradizioni secolari hanno definito le specifiche dell’ornamento, di composizione, della tecnica di cucito, peculiare a ciascuna regione. Il ricamo di Tashkent è caratterizzato da colori rossi brillanti e grandi motivi, il ricamo di Samarcanda è di tono freddo. Gli abiti delle donne uzbeke sono confezionati con ricamati tessuti di seta che li rendono unici. Gli Ikat e i Suzani sono i due prodotti tessili più famosi di questa area geografica. Gli Ikat venivano utilizzati per creare i vestiti da cerimonia e per decorare le entrate delle case perché simboleggiavano ricchezza e benessere. L’arte del ricamo ha raggiunto la sua perfezione nel XIX sec. La parola “Suzani”, invece, ha origini persiane e significa “ago” – sta ad indicare dei teli ricamati con fili di seta. Il Suzani è stato per anni un’espressione artistica delle donne dell’Asia Centrale. La tradizione racconta che appena nasceva una bambina, la madre iniziava a ricamarle un Suzani, che avrebbe rappresentato una parte della sua dote, consiste in una base di cotone o seta chiamata ‘adras’ ricamata con fili di seta o cotone; è possibile trovarlo in ogni abitazione Uzbeka, dove viene spesso usato come un quadro nell’arredo della casa. Non è, in fondo, una cattiva idea acquistarne uno e portarselo a casa come souvenir di questa terra meravigliosa! Ovviamente, se vi trovaste in qualche punto di Bukhara, trovare un “Suzani” pregiato non sarà un problema - vedrete centinaia di botteghe d’artista durante il vostro percorso e sarete liberi di scegliere il vostro preferito, ma, cambiando luogo, per esempio a Tashkent la storia sarà un po’ diversa, perché, per trovare il vostro tesoro, dovrete avventurarvi in una ricerca più “articolata”. Siete pronti? Allora partiamo insieme in questo viaggio alla ricerca del Suzani perfetto!
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Chorsu Station, Chapan Bazar Location: Beruniy Street
Il Bazaar Chorsu. “la città vecchia” nome alternativo per la vostra destinazione; è il più grande ed antico mercato nella città ed offre tutto ciò di cui possiate aver bisogno: pane appena sfornato, succosi frutti di stagione o svariate opere di artigianato. Il Bazaar è ben organizzato e diviso in settori, quindi se siete alla ricerca del Suzani dovrete recarvi al ‘Chapan Bazar’ dove si vendono tutti i souvenirs, abiti nazionali, ceramiche ed altri prodotti d’artigianato. Qui avrete modo di vivere realmente un incontro con i
Madina Kasimbaeva showroom location : 103, Zarqaynar Street, presso il complesso Imam Hazrati
locali, sicuramente alcuni problemi con la lingua ed una vera avventura personale per trovare il vostro Suzani. I commercianti locali proveranno di certo a vendervi qualsiasi pezzo di ricamo come opera di pregio ad un prezzo esagerato. Ma se sarete pronti ad intraprendere questo gioco e spolverare le vostre “abilità nel contrattare” potreste ricavarne dei meravigliosi Suzani da Bukhara, Nurota o Samarkanda al prezzo migliore in assoluto!
Madina Kasimbaeva è una rinomata artista del ricamo ed è famosa per il suo straordinario contributo alle tradizioni d’arte manuale Uzbeca. Madina è colei che ha riportato in vita l’arte del Suzani di Tashkent, tradizione andata quasi perduta verso il XIX secolo. Qui potrete trovare Suzani adornanti pareti, federe per cuscini, chapans, calzature borse e molto altro.
AUTOGRAPH. Location: 1 Atatyurk Street, distretto Mirabad, Città di Tashkent AUTOGRAPH è una galleria d’arte contemporanea Uzbeca, situata nel cuore della città di Tashkent, nei pressi del Bolshoi, teatro nazionale Alisher Navoi. Nella galleria d’arte AUTOGRAPH potrete comprare opere d’arte originali come dipinti, gioielli, arte contemporanea, regali autentici, oggetti di design d’interni e molto altro. E ovviamente anche esemplari esclusivi di Suzani sono in esposizione nella galleria.
Questo nostro breve viaggio nel mondo dell’arte del ricamo Uzbeka volge al termine, speriamo di aver fugato i vostri dubbi (se ne avevate) o di aver suscitato la vostra curiosità e la voglia di cercare il vostro Suzani preferito che vi lasci il ricordo dei piacevoli giorni trascorsi in un Paese ricco di storia e colori.
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Scelti Per Voi
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Amore, Bontà, Cultura, Bellezza da Begim L
’Oriente è famoso per l’arte della creazione dell’incenso e la filosofia della fragranza dell’animo umano. Al tempo della Grande Via della Seta spezie, condimenti e oli di fiori erano la valuta principale. Tutte le cerimonie religiose e l’adorazione degli Idoli sono sempre stati accompagnati da ‘circuiti profumati’ perché “il profumo è l’unguento per lucidare l’anima”. Molti santuari musulmani sono stati costruiti aggiungendo zafferano e muschio alla malta di calce, in questo modo i muri, scaldati dal sole, emanavano un profumo incantevole. Gli aromi sono sempre stati utilizzati per risvegliare la sensualità: le donne facevano i bagni di aromaterapia con laudano e mirra, menta e pino per avere la pelle nutrita e profumata che emanava un profumo magico. I presagi popolari e le tradizioni dei paesi Orientali si intrecciano con gli aromi. La fumigazione della casa con
erbe profumate, ad esempio, si crede che tenga lontani gli spiriti maligni. Il profumo salendo al cielo può unire il mondo dell’anima umana al mondo del Creatore dell’universo. I profumi venivano utilizzati per tutti gli eventi significativi, come la nascita di un bambino, le nozze, l’omaggio ai guerrieri, la vittoria o la sconfitta. In Oriente è stato creato l’ alambicco e migliorata la tecnica di distillazione. Grazie a questa tecnica antica è stato riscoperto un modo per ottenere l’alcool senza il quale non si possono immaginare i profumi moderni. Il grande Avicenna aveva imparato a distillare l’acqua di rose con la quale curava con successo le persone. Le dinastie dei profumieri dell’Oriente continuarono per secoli a sviluppare l’arte della produzione degli aromi. Dall’Oriente è giunta in Europa la cultura dei profumi.
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La ricchezza dei valori culturali dell’Antico Oriente continuano nei profumi Begim Treasure Collection come filosofia dello Spirito Astrale che dona all’uomo energia e forza conducendolo al successo. I profumi del profondo della Terra Santa sono le luci del fuoco dell’energia maschile e la trasparenza dell’acqua della saggezza femminile. La Società Uzbeka «Begim» produce in Francia il proprio marchio di profumi per uomini e donne. Begim Perfumes, Treasure Collection – «Bukhara Spirit», «Samarkand Spirit», «Ruby of Temur», «KohiNur Diamond», «Silk Road». La Società «Begim» ha mosso i primi passi nel 1990 presentando al mercato uzbeko marchi di lusso di fama mondiale, produttori di alta linea di profumi e cosmetici. «Begim» è partner ufficiale dell’Ambasciata Francese e partecipa attivamente alle attività culturali internazionali. Oggi «Begim» è distributore esclusivo sul mercato uzbeko della produzione di marca di fama mondiale di profumi e cosmetici, presenti nei negozi «Parfum Gallery» (10 punti di vendita).
Il marchio Begim Perfumes in poco tempo è diventato un best seller a Parigi, Londra, Dubai, in Arabia Saudita, Qatar e naturalmente in Uzbekistan. In ottobre a Cannes come parte di TFWA 2018 è stata presentata una nuova collezione Begim Perfumes: «Silk Road». I profumi della collezione Begim Perfumes sono adatti per chi ama profumi lussuosi e per chi sa apprezzare la storia della cultura mondiale, ciò fa di Begim Perfumes un regalo straordinario. Immergetevi con Begim Perfumes nella cultura storica dell’Uzbekistan. “Its Time to Feel Antiquities of Great History and Culture”
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Gastronomia
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Le meraviglie della gastronomia uzbeka In Uzbekistan l’atmosfera magica si respira in ogni dove; tra tappeti, stoffe e profumi orientali si ha l’opportunità di conoscere la calorosa ospitalità degli uzbeki e le loro tradizioni, come quella delle case da tè. La Choyxona (la casa da tè) è il centro di incontro per la società uzbeka. Posizionato sempre all’ombra, sotto gli alberi e preferibilmente vicino a un piccolo corso d’acqua, è un luogo dove si radunano uomini e donne per interagire e discutere.
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l tè è onnipresente, ed esistono usanze e riti particolari per la sua preparazione. Il tè verde è la bevanda dell’ospitalità in tutto il paese, il tè nero è una scelta obbligata a Tashkent, dove viene servito con samsa (fagottini di pasta sfoglia ripieni di carne e verdure: cipolle o zucca, patate, cavolo, funghi o noci, e cotti nel tandyr, o tandoor) pane e fritti.
Dall’antica Grecia all’Impero persiano, dall’India ai Paesi arabi fino alla Cina, la popolazione uzbeka ha trasformato i molteplici sapori, che si mescolavano sulla ‘via della seta’, in una cucina unica con piatti, profumi e gusti simili al mondo mediorientale e mediterraneo, con un largo uso di riso, condimenti saporiti, verdure e legumi, yogurt e carni grigliate.
L’Uzbekistan è un paese di tradizione islamica, pertanto il maiale è quasi assente nelle preparazioni della cucina tipica. A differenza dei loro vicini nomadi, gli uzbeki sono da secoli un popolo stanziale. Tra i deserti e le montagne, nelle oasi e nelle valli fertili, hanno coltivato grano e allevato animali domestici. La conseguente abbondanza di prodotti ha permesso a questo popolo
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manty, dei grandi ‘ravioli cinesi’ ripieni di carne finemente tritata, marinata con spezie e cipolla, quindi cotti a vapore in uno speciale recipiente (il kaaskan). Considerato afrodisiaco e apprezzato dagli uomini, diffuso quando la poligamia era frequente, è il qasi, un pezzo rotondo di carne magra con l’aggiunta di un tocco di grasso salato. Si dice che la dedizione di una moglie si misuri dal numero di volte che viene preparato nella settimana! Ma il piatto forte, la rivelazione della gastronomia uzbeka, il costituente centrale che condiziona le feste, le ricorrenze, ciò per cui si sceglie il luogo dove gustarlo è…il ‘risotto’ uzbeko: il piatto per eccellenza, il plov o palow o osh, riso speziato a base di carne di montone (fritta e bollita), cipolle, carote e riso, uva secca, ceci o frutta. Il nome, secondo la tradizione, sarebbe costituito dalle lettere iniziali dei prodotti inclusi nella sua preparazione.
di esprimere la loro forte tradizione di ospitalità, che ha contribuito ad arricchire la loro cucina. Nel Nord del Paese i pasti sono, prevalentemente, a base di riso, carne (shashlyk meglio noto come kebab, carne di montone cotta alla brace, insaporita con cipolle) tagliolini e pasta, stufati, pane e pasticceria elaborate; nel Sud prevalgono condimenti più delicati e dolci di straordinaria qualità. In ogni caso a determinare il menu è lo scorrere delle stagioni. Durante il periodo estivo frutta (uva, meloni, angurie, albicocche, pere, mele, melagrane, limoni, cachi, mele cotogne e fichi), verdure, tra cui alcune specie poco note come ravanelli verdi, carote gialle e pomodori dolci, sono gli ingredienti immancabili sulla tavola, insieme alle noci. La dieta invernale vede nella frutta secca, conserve, tagliatelle, piatti di pasta, nella carne e nelle marmellate i protagonisti delle specialità culinarie. Le insalate crude, soprattutto di cipolla e pomodoro sono una base costante ma, a prevalere a tavola è la carne, specie di agnello e montone, anche se non mancano il manzo e la carne equina. Le pietanze sono insaporite da semi neri, pepe rosso e nero, coriandolo, cumino e semi di sesamo, aneto, prezzemolo e
basilico. Ogni pasto viene accompagnato dal nan (pane), dalla tipica forma rotonda che varia da una regione all’altra. Spesso cotto nei forni tandoor (forno tradizionale di argilla, a forma cilindrica, riscaldato con carbone) è anche servito con il tè. Alcune varietà si preparano con le cipolle o la carne, altri vengono ricoperti di semi di sesamo o kalonji. Appartengono ai piatti della tradizione il lagman, una zuppa di tagliolini insaporita con carne fritta e verdure e i
Numerose le leggende fiorite sull’origine del piatto. Si narra che un principe si innamorò di una bella fanciulla che apparteneva ad una famiglia povera e umile. Non riuscendo a sposarla il principe cominciò a rifiutare il cibo; per cercare di guarirlo, il re invitò un grande medico che suggerì di nutrire il principe con un piatto calorico, il “Palov Osh”. Forse è per questo che si dice che Abu Ali Ibn Sina (Avicenna) abbia curato i suoi
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Gastronomia
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nel preparare il plov, la tradizione infatti vuole che vuole che il cuoco (oshpaz) sia un uomo. La miglior varietà di riso per il plov è devzira, una varietà locale ottenuta da una selezione avvenuta nel corso dei secoli. Secondo le cronache storiche, nel X-XI secolo, (l’epoca degli stati Samanidi), plov fatto con il riso devzira veniva servito a corte durante le feste. Le antiche ricette per il plov, con carne di quaglia oppure il plov fatto con riso ceroso, sono rimaste invariate sin dal X-XII secolo. Solitamente è cotto in un kazan, una pentola simile al wok, tradizionalmente posto su una buca appositamente scavata nel terreno, in cui viene acceso il fuoco, a completare la ritualità della preparazione è la presentazione in un
pazienti con il plov. In ogni caso, nella medicina popolare al plov sono state attribuite proprietà curative. Pare, invece, che ad Alessandro Magno si deve uno dei più antichi riferimenti letterari. Alessandro racconta che durante un banchetto organizzato in seguito alla sua cattura della capitale Marakanda (l’attuale Samarcanda), gli fu servito del plov. Si ritiene che furono i soldati del suo esercito a diffondere questo piatto in Macedonia. Ogni regione presenta proprie particolarità nella sua preparazione e gli uomini sono fieri della loro abilità
grande piatto di ceramica (lyagan) posto al centro del tavolo. A fine cena, diffusa è l’abitudine di bere latte fermentato di cavalla di razza Bashkir, che ha una elevate gradazione alcolica, il gummis, conosciuta come ‘acqua di fuoco della steppa’. Pare fosse la bevanda dei Mongoli di Gengis Khan, popolare fin dai tempi delle loro invasioni. L’ospitalità uzbeka, legata alla cucina dai tanti ‘sapori’ si arricchisce delle presentazioni nei raffinati piatti di ceramica della tradizione di Rishtan, Gijduvan, Hina, Samarcanda, Gurumsaray, Shakhrisabz, Urgut, Khorezm, Tashkent, con i loro i simboli di prosperità e benessere.
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Editor’s Choice
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ristorante mediterraneo e salone
Gli uzbeki hanno sviluppato un culto: mangiare fin dall’infanzia. Sorprendetevi ma, anche nella regione più remota, i bambini sono predisposti ad essere buongustai.
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l ristorante «Basilic» è il biglietto da visita della città di Tashkent. La scelta del nome del ristorante non è casuale. Basilico significa “profumato” ed è una delle spezie più antiche. Nel XVIII secolo, grazie ai cuochi francesi, il basilico ha trovato posto nei libri di cucina. È molto apprezzato in Paesi come Italia, Spagna, Grecia, Giorgia, Francia e particolarmente nei Paesi dell’Asia Centrale. L’idea di creare un ristorante di alta gastronomia ispirato alla cultura culinaria classica è venuta ai fondatori già quando erano studenti. Alla base
della loro idea vi è un amore per la buona cucina, coltivato fin dall’infanzia: aprire il primo ristorante di alto livello in Uzbekistan. Il loro sogno si è avverato nel 2009. Subito il ristorante è diventato l’incarnazione non solo del progetto dei creatori, ma anche l’inizio del culto per l’“Alta Cucina” nella capitale. I fondatori hanno utilizzato il concetto di «qualità superiore». La prima cosa sulla quale è stato posto l’accento è stato sulla freschezza dei prodotti. Il ristorante “Basilic” si è comportato come un buongustaio che conosce cosa
bisogna mangiare e, contemporaneamente, come bisogna presentarli per gratificare l’occhio. Prodotti sconosciuti sono diventati una vera scoperta per gli ospiti, insieme alla commistione di cucina Europea e Giapponese. Grazie alla sua unicità il ristorante “Basilic” ha guadagnato rapidamente di popolarità. Oggi “Basilic” è considerato come uno dei migliori ristoranti di classe Premium. Il menù del ristorante è caratterizzato da una grande varietà di piatti della cucina mediterranea, italiana, francese, giapponese e da una buona lista dei vini. Ripensato in ogni dettaglio,
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l’interno e l’atmosfera accogliente vi sorprenderà. Situato nel centro della città “Basilic” ha diverse sale: •
sale fumatori: camere accoglienti con splendida vista sulla bella veranda estiva;
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due sale per non fumatori, arredate con mobili e quadri di pregio;
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sale «tet a tet» decorate da affreschi che aggiungono un senso di raffinatezza all’ambiente;
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un ambiente VIP riservate a gruppi di amici, incontri romantici, trattative commerciali;
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una veranda estiva aperta.
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una terrazza che aspetta gli ospiti per incontri di famiglia, con gli amici o solo per rilassarsi e trascorrere momenti piacevoli.
Il continuo lavoro di squadra e di modernizzazione è l’altra formula che giustifica il successo di «Basilic». Nel ristorante viene sempre aggiornato il menù e due volte all’anno arrivano chef da Italia, Francia, Turchia, Germania e altri Paesi. La ricerca attiva di soluzioni nuove dà la possibilità di migliorare i piatti con i migliori ingredienti. Il ristorante non ha paura di sperimentare! Marca, chef del ristorante, dice:«Prepariamo ed assaggiamo. Lasciamo assaggiare ai nostri ospiti. Cerchiamo di educare le persone a gusti nuovi». Molti i turisti che provano il ristorante.
L’alto livello del servizio, la cucina eccellente, l’interno accogliente sorprende piacevolmente gli ospiti, lasciando loro il desiderio di tornare in compagnia delle persone care e amate. Cosa non deve assolutamente perdere un turista straniero? Lo chef raccomanda « Spigola sulla griglia»; « Tartare di salmone », preparato esclusivamente con pesce fresco; « Falange di granchio della Kamchatka » e « Bistecca Ribeye ». Ed ancora una pasta incomparabile, « Pasta alle vongole e cozze nere ». L’ultimo tocco, a conclusione del vostro pasto, il migliore «Tiramisù» di Tashkent!
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Eventi
VISIT UZBEKISTAN
CALENDARIO DEGLI EVENTI IN UZBEKISTAN “the Observer”, un settimanale britannico ha indicato Beldersay, un resort di montagna nei pressi di Tashkent come una delle migliori destinazioni sciistiche. Una lunga cabinovia, piste ‘estreme’, pietanze e bevande rifocillanti ed una natura incontaminata sono il motivo per il quale Beldersay compete con resort montanari di fama mondiale
Questa festività viene celebrata annualmente dal 18 al 22 marzo Repubblica del Karakalpakstan, Sedi del governo della regione e della città di Tashkent
Resort di montagna (Beldersay, Chimgan) presso Tashkent, Jizzakh, regioni di Surkhadarya, Khaskadarya
Gennaio Anno nuovo ‘esotico’ in antichi palazzi
Uloq - Kupkari. Giochi a cavallo
tours individuali presso palazzi di antichi e possenti Khanati per rendere l’anno nuovo un esperienza unica. Visite ai bazaars orientali accompagnati da degustazioni di delizie invernali, frutta secca, dolci e molto altro faranno rinvenire ogni anima stanca
uno degli eventi più spettacolari è l’Uloq Kupkari, uno sport nazionale, simile sotto alcuni aspetti al ‘polo’. Praticato da 100 cavalli e fantini sotto gli occhi di migliaia di spettatori. L’obiettivo è quello di portare una carcassa di capra o ariete nella zona designata. Praticato da professionisti ed amatori amanti dell’adrenalina.
Khiva, Buchara, Samarcanda e Tashkent
Marzo Navruz (Capodanno orientale) Navruz è delle feste più celebrate in Uzbekistan. I vivaci festeggiamenti sono ben organizzati sia a livello statale che municipale oltre che locale, coinvolgendo vicini, famiglie allargate ed amici.
Gennaio - Febbraio Stagione degli sport montanari e Bazaar orientali I mesi migliori per snowboard e sci nei resort di montagna.
I festeggiamenti includono una moltitudine di eventi folkloristici, abiti tradizionali e la preparazione di piatti tipici come il sumalyak, Khalim, varietà di dolci, piatti di verdure fresche e prodotti stagionali.
programma statale per l’apprendimento musicale dei giovani, oltre che all’ulteriore sviluppo della cultura musicale della repubblica, dove l’addestramento nell’uso degli strumenti tradizionali occupa un ruolo importante. Tra i partecipanti del festival vi troviamo assemblee ed orchestre accademiche di licei ed istituti d’arte e musica ed anche gruppi professionali. Il festival si tiene una volta l’anno conservatorio nazionale dell’Uzbekistan
Il Festival si svolge tra le montagne e le colline della regione di Samarcanda, il periodo più pittoresco è la primavera iniziando a Marzo per conlcudersi verso fine Novembre Regione di Samarcanda (Urgut, Kushrabot) Regione di Kashkadarya, Città di Kitob
Aprile Festival internazionale degli strumenti folk “Navruz Sadolari” Il festival “Navruz Sadolari” è incentrato sull’implementazione del
1 - 2 Aprile Festival “shark Taomlari” e “Nasriddin afandi” Gli ospiti del festival potranno assaporeare diverse pietanze nella cornice dell’esposizione “Pietanze dall’est”, nella quale gli chef partecipanti non
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provengono unicamente dall’Uzbekistan ma anche da Turchia e Giappone. In aggiunta, i partecipanti potranno ammirare artisti circensi e sprezzanti acrobati di rope - walking. Gli spettatori avranno inoltre la possibilità di prendere parte nei voli delle mongolfiere e godere di una vista aerea della città di Bukhara e del suo circondario. Il festival prende luogo ogni primavera Regione di Bukhara, Bukhara
altre località, raccogliendo al suo interno l’esibizione di artigianato tradizionale, degustazione di vini e pietanze, esibizioni folkloristiche e molto altro ancora. Il festival solitamente si tiene a Maggio o ad inizio Giugno e solitamente dura dall’1 ai 3 giorni. Caccia al tesoro nelle fiere d’arte Maestri da ogni angolo dell’Uzbekistan si ritrovano per vendere le loro opere fatte a mano. Un ottima scusa per visitare l’Uzbekistan e scoprirne le tradizionali opere artigianali, trovare tesori fatti a mano e provare ad apprendere le basi dell’artigianato locale. La fiera d’esposizione dell’artigianato e dell’arte si ripropone ogni weekend in varie località di Tashkent Città di Tashkent
28 - 29 Aprile
Il festival si tiene annualmente in primavera. Regione Surkhandarya, Distretto di Boysun
Artigiani di Samarcanda (bazaar della strada della seta) In questo festival, vengono esposte le opere di oltre 80 artigiani da ogni regione dell’Uzbekistan. Il programma include lezioni approfondite di artigianato, esposizioni culinarie , piatti tipici nazionali e dolci orientali. Verranno inoltre presentati concerti di musica tradizionale e dimostrazioni di talenti giovanili. Una volta acclimatati all’atmosfera della strada della seta gli ospiti potranno acquistare souvenirs a memoria di un’esperienza unica. Il festival solitamente si tiene una volta l’anno.
Festival “Boysun bahori” Il festival “Boysum bahori” è una festività di culture uniche! Nell’era della globalizzazione, riti e tradizioni vengono dimenticati, ed è possibile osservarli solamente in remote località distanti dalle grandi città. Lo scopo di questo festival è quello di raccogliere e mostrare al pubblico il retaggio del passato, il quale è preservato non solo a Baysun ma anche in altre ragioni dell’Uzbekistan.
Regione di Bukhara, Bukhara
Regione di Samarcanda, Samarcanda (strada I.Karimov)
Maggio
Giugno
Competizione nazionale del disegno “The world is the planet earth”
Festival “giornata della città di Bukhara”
Nell’esibizione - competizione “World of Earth” partecipano oltre 3000 bambini da tutta la repubblica, l’età dei partecipanti varia dai 3 ai 15 anni, nella competizione vengono presentati ed esposti dipinti di arcobaleni, arricchiti dall’infinita immaginazione dei bambini e la speranza in un futuro luminoso per il nostro amato pianeta terra. La competizione si tiene ogni anno Città di Tashkent, Casa della fotografia
Il festival “giornata della città di Bukhara” il cui motto è : “Bukhara - la perla dell’est”.
25 - 27 Maggio Festival della seta e delle spezie di Bukhara L’autentico festival della seta e delle spezie prende luogo a Lyabi Khauz, la piazza principale di Bukhara ed in
All’interno del festival vengono racchiuse: la maratona “I love Bukhara”, mercatino tradizionale, festival e concerti folkloristici e mostre in aggiunta a conferenze pratiche e scientifiche aperte a tutti e come opera conclusiva il concerto di gala chiuderà i festeggiamenti. Il festival solitamente viene organizzato due volte l’anno (Giugno e Ottobre) Regione di Bukhara, Bukhara
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Eventi
VISIT UZBEKISTAN
30 Luglio - 2 Agosto Festival dei meloni
Luglio Festival della repubblica “Youth Folklore” Secondo il programma, il festival, con la partecipazione di cantastorie, bakhshi ed akhuns ha luogo per promuovere l’arte nazionale, usi, costumi, tradizioni e valori.
Questa festività ha origini in tempi remoti e si ripresenta in occasione della maturazione dei meloni ed il periodo del loro raccolto. I Dehkani si scambiano racconti e consigli su come coltivare i meloni ed introducono nuove varietà per accompagnare quelle tradizionali e tipiche. Il festival dei meloni si svolge ad Agosto in contemporanea a festività tradizionali ed escursioni nei campi di meloni. Regione di Bukhara, Bukhara
Festival della raccolta dell’uva
Festival internazionale “Maqom”
Un viaggio attraverso i vigneti per osservare la vita genuina dei viticoltori e fattori, assaporando i migliori prodotti stagionali, cibi locali e venire ammaliati dagli usi e costumi popolari.
Il forum internazionale d’arte Papavero si svolge con l’obiettivo di divulgare rari esempi della musica classica orientale, per preservarla e valorizzarla, creando un sentimento di rispetto nei confronti di questa forma artistica tra le nuove generazioni, rafforzando legami d’amicizia tra popoli differenti allargando le relazioni spirituali e morali a livello internazionale.
Il festival solitamente viene organizzato una volta l’anno
Dozzine di tipologie di vigne maturano verso la fine di Giugno - primi di Agosto nelle zone montuose dell’Uzbekistan
Repubblica del Karakalpakstan
Regione Surkhandarya,
Regione Amudarya, fortezza “Chilpik”
Oltizony
Organizzato dal Ministero della Cultura della repubblica Uzbeka ogni due anni nella città di Shakhrisabz Regione del Kashkadarya, Shakhrisabz
Agosto “Shark Taronalari” Festival della musica orientale
15 - 17 Luglio Eco-festival “Gissar range” Nella parte sud dell’Uzbekistan è presente la più alta catena montuosa del Paese, il Gissar. Al centro dell’Uzbekistan si trova la riserva Gissar (la più estesa di tutto l’Uzbekistan), i cui animali sono registrati nel libro rosso delle specie a rischio: l’orso bianco, il leopardo delle nevi, la lince del Turkestan, l’aquila d’oro (per citarne alcuni), oltre alla fauna il Gissar è famoso per scorci naturali mozzafiato. Regione del Kashkadarya, Sharisabz
L’evento attira musicisti e cantanti da oltre 60 nazioni. Durante la settimana potrete ascoltare la competizione ufficiale che si svolgerà su molteplici palchi disseminati per la città ed improvvisazioni non ‘ufficiali’ di artisti. Il festival si svolge ogni anno nella piazza Registan a Samarcanda. Regione di Samarcanda, Samarcanda, Piazza Registan
Settembre Giornata dell’indipendenza Le celebrazioni includono festeggiamenti nazionali nella capitale e nelle regioni che seguono la tradizione, le strade vengono decorate secondo uno stile patriottico ed ospitano dimostrazioni folkloristiche, chioschi gastronomici ed altre attrazioni stagionali Città di Tashkent Altre regioni dell’Uzbekistan
Festival internazionale dei tessuti “Atlas bayrami” Lo scopo dell’ “Atlas bayrami’ (festività di Atlas) è quello di preservare il ricco ed intangibile retaggio culturale oltre che supportare l’artigianato tradizionale Uzbeko. Gli ospiti sono invitati ad esposizioni e fiere di tessitoria tradizionale, festival folkloristici con esibizioni di gruppi locali, dimostrazioni di acrobati
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(darboz - funamboli) competizioni di pilaf Devzira, lotta tradizionale “Kurash” e spettacoli di marionette. Il festival si tiene una volta l’anno Regione di Fergana, Margila
Novembre Festival del buon raccolto
gallerie di Tashkent e in eventi speciali in Bukhara, Samarcanda ed altre città. L’esposizione si tiene una volta l’anno Galleria d’arte dell’Accademia delle Arti di Tashkent
15 17 Settembre
Il raccolto di mele, pere, uva, riso, grano ed altro è una parte importante dell’economia Uzbeka. In Uzbekistan si consumano solamente prodotti organici e stagionali, a tal ragione il festival del raccolto è un evento importante per gli agricoltori. Festività nazionali, festeggiamenti ed escursioni speciali sono il principale motivo per prendere parte a questo viaggio/evento. Varie regioni dell’Uzbekistan
Festival “Artigiani di Bukhara”
Il festival viene proposto una volta l’anno Regione di Bukhara, Bukhara
Ottobre Biennale dell’arte contemporanea La più grande esposizione di arte moderna raccoglie oltre 100 pittori, fotografi, designers e visual artists da tutto il mondo. Le esposizioni prendono luogo in tutte le
Festival internazionale del cortometraggio PROlogue Il palinsesto dell’evento include il lancio di nuovi progetti cinematografici, corsi approfonditi di regia, cinematografia e recitazione, una tavola rotonda con la partecipazione delle più alte cariche del settore. Saranno inoltre presentate le nuove nominations per “miglior attore dell’anno” e “miglior attrice dell’anno”. Il festival si tiene una volta l’anno. Tashkent The Palace
Il festival viene organizzato per promuovere occasioni turistiche per la città, per sviluppare e preservare retaggi culturali, tradizioni e costumi. Tra i partecipanti vi sono organizzazioni non governative e no-profit. Durante il festival si tiene la competizione “Palov Saili” nella quale chefs di fama nazionale competeranno in una sfida culinaria.
27-30 Novembre
25-26 Novembre
Festival gastronomico “99 piatti di pesce di Aral” Nella prima metà della giornata del festival, si potranno gustare 99 portate a base di pesce proveniente da Aral, per scoprirne i sapori esotici. Nel pomeriggio si terrà un eco-festival, nel quale i partecipanti potranno osservare il cimitero delle navi e scattare fotografie all’interno dell’esibizione.
Conferenza internazionale scientifico-pratica sul tema: “il contributo ed il valore del retaggio culturale e scientifico di Ibn Sina e lo sviluppo delle scienze” All’interno della conferenza, rinomati scienziati Russi e stranieri, ricercatori, capi di Stato ed organizzazioni pubbliche discutono del contributo di Ibn Sina per la medicina moderna, scienze naturali ed umane, illuminazione spirituale poesia e musica.
Dicembre Escursioni “vini e gourmet”
L’evento si tiene una volta l’anno.
La conferenza si tiene una volta l’anno
Repubblica di Karakalpakstan,
Regione di Bukhara,
I nuovi vini sono solitamente introdotti a Dicembre. È una delle stagioni migliori per visitarne le cantine vinicole e le antiche grotte del vino di Tashkent e Samarcanda, assaporare svariate qualità di vini e viziarsi con pietanze tradizionali invernali. Una scusa perfetta per terminare l’anno con soddisfazione Tashkent
Munyak
Bukhara distretto Peshkun
Samarcanda
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La Mia Giornata Perfetta
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na giornata a Tashkent corre veloce. La metropoli si sveglia presto ed offre non pochi posti dove un’ottima colazione ti dà la carica per affrontare il tuo lavoro o anche … per fare il turista!
Così, la puntatina quotidiana ad uno dei tanti Caffè, come il “Le Bon” o il “Cannella”, non può mancare per un buon caffè espresso e i cornetti all’italiana, ma con un ricco assortimento di leccornie, che accontenta i palati di ogni angolo del mondo. La mia mattinata, comunque, comincia sempre con due chiacchiere col giovane Amir, che gestisce uno dei tanti empori piccolissimi, ma stracarichi di merce. Gigantesco e pieno di colori è invece il bazar Chorsu, dove trovi ogni genere e tipo di mercanzia, dai prodotti tipici di gastronomia e di artigianato, alle merci internazionali, dal vestiario agli attrezzi agricoli e tanto altro ancora. Nella pausa pranzo, è d’obbligo tuffarsi in un gustoso Plov, che è il piatto tipico dell’Uzbekistan, fatto da riso e carne di montone, con uvetta, ceci ed altre spezie, guarnito da uova di quaglia, oppure in un paio di squisiti Somsa, altro piatto tipico, fatto di pasta ripiena, cotto nel Tandir, una particolare fornace in terracotta. Il brand “Italia” in città è molto apprezzato. Oltre che nell’abbigliamento, numerosissimi sono i ristoranti che si richiamano all’Italia e che offrono piatti italiani, oltre a quelli locali: Stuzzico, La
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I sapori della capitale L. Antonio Coppola
Tashkent, se la conosci, la ami! È un perfetto connubio tra tradizione e modernità, con i suoi profumi e i suoi sapori forti e intensi, ma allo stesso tempo raffinati e accattivanti. Piola, Amaretto, L’Olio, fino ad arrivare a quello che incontro quotidianamente sul mio percorso casa-lavoro, dal simpatico e sorprendente nome di Semo de Roma, e che mi vede spesso seduto ai suoi tavoli a gustare un’ottima pizza o delle linguine alla bolognese. Volendo invece gustare le tipiche specialità di pasta fresca ripiena, come i Pelmeni, è d’obbligo fare tappa al ristorante Testo. In occasione della cena, poi, non ci si annoia di sicuro. Tra i numerosi ristoranti
con musica dal vivo, una speciale notazione la faccio al China Town, che abbina la ristorazione alla danza etnica e moderna, e al Maestro dove oltre a cenare e ballare, ci si può cimentare nel karaoke. Gli amanti della bella musica, non rimarranno delusi a Tashkent. In aprile si è svolta l’annuale edizione, la quarta, dell’International Jazz Festival in Uzbekistan, che, naturalmente, non ho mancato di seguire. E che dire del bellissimo Teatro d’Opera e Balletto “Alisher Navoi” con il suo ricchissimo cartellone? Solo nell’ultimo mese ho seguito Tosca, Lucia di Lammermoor e Trovatore, scelte tra una programmazione quasi quotidiana. Molto belli anche i Balletti e gli spettacoli di danza etnica. In Uzbekistan c’è un forte legame con la propria storia. Onnipresente è la figura del condottiero Amir Temur, ovverosia Tamerlano. Non si può non farsi immortalare sotto il monumento a lui dedicato, a Taskent. Mi chiamo L. Antonio Coppola e collaboro, quale responsabile commerciale per il centro Asia, con la societa italo-svizzera di servizi e consulenza EttEurasian Technology Tranfers. Ci occupiamo, tra l’altro, di relazioni commerciali tra Italia e Uzbekistan, due nazioni che molto possono prendere e dare reciprocamente, in termini di sviluppo e crescita.